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First time

GODENDO SU UN COMODO DIVANO

Il momento tanto atteso da Marco  era arrivato;  mio marito mi aveva organizzato un incontro con un uomo contattato qualche giorno  prima su un sito di annunci. Ci eravamo sentiti per telefono, ricordo che   avevo trovato perfino difficile comporre il numero, poi una voce simpatica e decisa rispose. Mi presentai e mi trovai a parlare con un uomo gioioso e pieno di vivacità.  Mi ero sentita subito a mio agio  e avevo voglia di dare un volto a quella voce, di cui conoscevo solo alcune parti del corpo che avevo visto nelle foto pubblicate nell’annuncio.

 

 

L’annuncio incuriosiva molto, era Davide, un singolo di 40 anni molto esperto a giudicare dai feedback che altre coppie avevano pubblicato sul suo profilo, ma questo poco mi interessava,   la cosa che ci aveva convinti era stata proprio la sua simpatia nel proporsi. Ci aveva inviato un messaggio con scritto: “Ho fatto qualcosa di male per non meritare una risposta alle mie richieste di amicizia?” e così, nel modo più naturale avevamo accettato di vederlo,  a casa sua il venerdì successivo, solo per conoscerci.

Era passato molto tempo da quando praticavamo questo genere di cose e ricominciare era veramente una cosa che facevo fatica ad immaginare.

Ma finalmente mi ero decisa a “pensarci” stanca anche dell’insistenza di Marco che  ad ogni occasione mi parlava dello scambio di coppia.  Per farmi sciogliere un po’, voleva  farmi conoscere qualche bel maschio capace di darmi sensazioni diverse dalle solite, voleva che mi sentissi desiderata.

La sera del nostro primo incontro avevo indossato un abito leggero e molto corto che lasciava scoperte le mie gambe, coperte da calze a rete color carne. Avevo indossato un reggiseno imbottito per esaltare le mie forme e dalla scollatura si intravedevano i seni voluminosi. Non avevo indossato le mutandine; quella sera ero desiderosa di sbalordire Marco che, per il dopo incontro con il singolo,  aveva organizzato una serata in un privé. Dopo aver conosciuto  Davide e  scambiato due chiacchiere con lui, l’intenzione di Marco era di portarmi a  ballare in un locale per coppie che si trovava in zona

Continuavo a ripetere a Marco che, anche se Davide fosse stato l’uomo più affascinante del mondo io non avrei voluto farci niente,  quella sera. Ma Marco mi conosceva  bene e  sapeva che avrei potuto cedere anche ai corteggiamenti di quell’uomo che iniziava a  suscitare interesse in me. Eravamo rimasti d’accordo che, qualora la mia voglia fosse incontrollabile, avrei mandato un segnale a Marco, toccandomi i capelli,  per fargli intendere che volevo fermarmi rinunciando alla serata al privé.

 

Arrivammo nel luogo dell’appuntamento, parcheggiammo e una volta sotto casa di Davide, attendemmo che ci aprisse il portone.

Salite le scale  trovammo ad accoglierci un uomo alto, muscoloso, che nonostante la stagione invernale, indossava una t-shirt,  un paio di jeans e un paio di ciabattine basse da camera. Era quasi completamente rasato, capelli neri, occhi scuri.

Il mio primo pensiero fu quello di recarmi in fretta in un altro luogo, a prima vista non era il mio tipo, poi,  con molta naturalezza ci fece accomodare su un comodo divano, ci offrì un caffè e ci parlò un po’ di lui. Era un impiegato di banca che nel tempo libero trascorreva molto tempo in palestra e infatti i suoi muscoli parlavano da soli, coperti da tatuaggi che avevo già intravisto nelle foto sul suo profilo.

Era un uomo abituato a conoscere coppie come noi e quasi tutte le sere ospitava gente nel suo appartamento.

 

Io mi ero seduta in un angolo del divano, distante da tutti, anche da Marco; avevo piacere di stare da sola, lontana da mio marito e da questo sconosciuto con cui forse presto avrei fatto sesso. Stare da sola in disparte era come far capire ad entrambi che non volevo essere toccata, anche se il pensiero di essere priva di biancheria intima mi eccitava. Avevo voglia di aprire le gambe e fare vedere ai presenti cosa si nascondeva sotto il vestito.

Ma rimasi composta e seria.

Parlammo per un’oretta e poi decidemmo  di andare via,  accordandoci per un prossimo appuntamento, organizzando di  cenare  insieme per conoscerci  meglio.

 

Ci salutammo con due bacetti sulle guance, gesto che un po’ mi imbarazzò, poi scendemmo le scale e Marco non mi toglieva gli occhi di dosso. Cercava di capire quali fossero state le mie emozioni, nel conoscere quel ragazzo così diverso dai miei gusti consueti.

Non gli diedi confidenza né risposte fino all’arrivo in macchina, quando aprii le gambe e presi una sua mano per metterla sulla mia parte nascosta:  ero bagnata e i miei umori colavano. Marco apprese allora che non avevo l’intimo. Si appoggiò con la sua bocca sulla mia e ci baciammo appassionatamente mentre con le dita continuava a scivolare tra  le labbra della mia vagina.

 

Davide fu un bel vedere tutto sommato, iniziavo a fantasticare con il pensiero su come poteva farmi perdere la testa un uomo così…l’esperienza di certo non gli mancava, ma mancava a me e anche la disinvoltura per fare sesso con uno sconosciuto.

 

Arrivammo al privè che purtroppo era un ambiente poco gradevole, c’era molta gente di una “certa età” e iniziammo a sentirci fuori luogo, così dopo aver ballato un po’,  tornammo a casa dove nel silenzio della notte per non svegliare i nostri figli che dormivano, scopammo nel bagno sul davanzale della finestra. Il mio pensiero mentre Marco mi penetrava era rivolto a Davide, pensavo ai suoi muscoli tatuati, al suo sedere muscoloso che avevo intravisto nelle foto e di persona coperto dai pantaloni…

Giunsi a godere in poco tempo, ero eccitata al pensiero di chiamare Davide e dirgli che volevo scoparmelo a casa sua sul suo divano comodo con le luci soffuse e la musica di sottofondo.

 

Passarono i giorni e tra un problema da risolvere al lavoro e le questioni di famiglia, trovavo anche il tempo per telefonare a Davide e ci si conobbe meglio, almeno telefonicamente.

 

L’appuntamento venne fissato per una serata in settimana. Arrivato il giorno,  Marco mi telefonava di continuo dal lavoro chiedendomi quale fosse il mio stato d’animo, cosa provassi in quel momento, cosa intendessi fare e che se lo avessi desiderato avrei potuto anche non fare niente. Io non avevo tempo di pensare a tutto quello che Marco con insistenza mi domandava, perché come donna che lavora e madre, dovevo sistemare troppe cose prima del momento di uscire. Perciò rimandavo i miei pensieri al momento opportuno. Di certo ero nervosa, di certo l’idea di vedere Davide e cenare seduta in mezzo a due uomini mi piaceva,  di certo avrei dovuto trovare un abbigliamento opportuno e sensuale…

 

Ci incontrammo in un bel localino del centro cittadino, che Davide conosceva bene.

Era già davanti alla porta del ristorante quando noi parcheggiammo l’auto. Ci aspettava mentre discuteva con un cameriere. Ci salutammo ancora una volta con i bacini sulle guance e ancora una volta mi sentii le guance diventare calde.

Ci fecero accomodare in un tavolino appartato, ma vicino al bancone del bar. Io non ero in mezzo a due uomini, bensì avevo Marco di fronte e Davide alla mia destra. Avevo indossato un completino intimo verde smeraldo, un top  scollato verde, una gonna nera con una bella cerniera lampo laterale che potevo regolare a piacimento (e infatti era regolata in modo da mostrare la mia gamba destra a Davide, sedutomi di fianco). Una giacca grigia  provvista di cerniera rendeva il tutto un po’ più sobrio, ma avrei aperto la cerniera mostrando la scollatura  al momento opportuno.

 

La cena fu simpatica, Davide cercava di farmi sciogliere con i complimenti, parlando di me, domandandomi tante cose. Speravo che Marco mi desse una mano parlando per me, ma si limitava a guardarmi negli occhi sorridendo, sapendo che non sarei riuscita a resistere ancora per molto a quelle lusinghe da parte di Davide.

Mi toccava le gambe da sotto il tavolo, io appoggiavo il mio piede con la mia scarpa con il tacco alla sua, strofinandola sul jeans. Speravo che la sua mano arrivasse oltre la cerniera lampo della gonna,  sentisse il pizzo della calza autoreggente e andasse fino a toccarmi le labbra della mia vagina, sentendo lo slip umido. Ma si limitò a palpare le mie cosce, mentre mi guardava negli occhi e sorrideva.

Iniziava a piacermi sempre di più, era l’uomo ideale per iniziarmi a questo nuovo gioco tra me e Marco. Notavo che dal bancone del bar un uomo dall’aspetto piacevole, guardava la scena di noi tre intenti a scambiarci effusioni al tavolino. Lo guardai diverse volte negli occhi con lo sguardo porco che avevo assunto in quel momento, vogliosa di scopare l’intero locale.

 

In un lampo fummo a casa di Davide: un bicchiere di vino, luci soffuse, musica di sottofondo, divano comodo…tutto quello che avevo immaginato.

Seduta vicino a Marco, toccavo la sua gamba con la mia. Poi arrivò Davide a sedersi di fianco a me. Ero in mezzo a due uomini, era da tanto che non capitava.

Marco mi prese per mano, mi alzò in piedi e iniziò a baciarmi e a toccarmi i glutei. Dietro di me Davide che mi palpava i fianchi e mi toglieva la giacca, solo allora scoprì che sotto la giacca seria si nascondeva un bel seno. Mi toccava i seni con addosso ancora il top e il reggiseno verde, io piegavo indietro la testa mentre Marco mi baciava il collo.

Poi con una mano aprii la cerniera della gonna che  cadde per terra. Rimasi con le calze autoreggenti e gli slip verde smeraldo.

Sentivo le mani di Marco toccarmi sul seno, sulle spalle, sui fianchi mentre le mani di Davide  accarezzavano i miei glutei, l’interno coscia fino a sentire la morbidezza dello slip verde.

In un attimo mi trovai sdraiata sul divano comodo con Davide che mi baciava in  bocca, poi scendeva sui seni e andava a sentire il gusto della mia vagina umida. Io guardavo negli occhi Marco mentre Davide succhiava il mio nettare e mi provocava piacere, mi mise un dito dentro  e iniziai a muovermi dal piacere.

Marco mi baciava il seno e io gli accarezzavo la testa.

Avevo voglia di vedere come Davide usasse il suo arnese, così gli tolsi i jeans, gli tolsi i boxer e iniziai ad accarezzare il suo pene. Erano entrambi eccitati, presi in bocca  il cazzo di Marco, iniziai a fargli un bel pompino come piaceva a lui, lento, partendo dai testicoli e leccandogli  l’interno coscia. Intanto Davide aveva messo un preservativo e mi stava penetrando da dietro, facendomi sentire tutta la sua voglia. Si muoveva veloce, i suoi enormi testicoli mi sbattevano sulla figa e mi piaceva;  continuavo a  leccare Marco che venne sul mio seno godendo liberamente dicendomi di essere una porca.

 

Mi voltai, volevo vedere ora in viso Davide, accarezzargli i muscoli mentre lo montavo, baciando ogni centimetro del suo petto.

Così lo feci sdraiare sul divano, mi sedetti sul suo bel cazzo e mi feci penetrare.

Mi muovevo costantemente, lo accarezzavo, lo scrutavo per capire se gli piacesse o no la posizione. Ero io a gestire il suo piacere e a me faceva godere solo il pensiero di  avere un toro così scalmanato da controllare. Continuava a ripetermi che ero una donna fantastica.

L'insieme di cose, la mia clitoride che strofinava sul suo corpo, il suo membro turgido dentro di me, le mani di Marco che mi accarezzavano i seni e i glutei, mi fece provare un orgasmo intensissimo. Davide mi rivoltò come un esserino leggero tra le sue braccia e mi mise sotto di lui.

Era lui ora a possedermi completamente. Le mie gambe erano tese sulle sue spalle, mi penetrò energicamente,  fino a godere come non avevo mai visto in vita mia. Sembrava veramente un toro da monta, si era lasciato andare completamente.

Guardai Marco sorridermi con l’espressione soddisfatta di aver ritrovato la donna porca che c’è in me.

Restammo abbracciati sul comodo divano, rilassati dalla musica di sottofondo, dalle bollicine di un vino bianco frizzantino e dalle luci soffuse in quell’ambiente accogliente e rilassante.

Incontrammo Davide qualche altra volta ancora, poi  si trasferì per lavoro in un’altra città.

 

Ogni tanto mi capita di pensare a lui, con affetto, con entusiasmo e con un pizzico di malizia, ringraziandolo per aver fatto uscire la donna porca che c’è in me.

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