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Miscellaneous

l'appuntamento

Sotto al soprabito il nulla oltre l'assoluta nudità richiestami per recarmi a quell'appuntamento in un luogo dove l'anziano mentore delle mie segrete passioni mi avrebbe mostrato una delle immagini realizzate presso lo studio nel quale, per la prima volta, avevo accettato di posare in maniera integrale acconsentendo a che potesse ritrarmi come desiderava.

Mi eccitava sempre più l'idea di assecondare le senili fantasie dell'interprete di quelle recondite passioni che, da immemorabile tempo, albergavano nella mente in attesa di trovare fertilità adeguate a poter essere riprodotte senza alcuna forma di inibizione apparente, ne di gelosa preoccupazione da parte di chi non si sarebbe opposto a che la materializzazione di audaci giochi potesse trovare appagamento.

Assecondarlo, dominando l'angosciosa preoccupazione di poter essere scoperta nell'esilarante gioco che stavamo condividendo, rientrava in patti enunciati solo attraverso i latenti pensieri che di volta in volta conducevano ad insospettabili situazioni alle quali attenersi senza incertezze.

Nonostante quel luogo fosse stato prescelto con la cura meticolosa che non potessero incombere altre innaturali presenze a poter recepire dell'intimo stato in cui ero posta, anche la sola idea che ciò potesse avvenire, accresceva l'istintivo disagio di trovarmi nella condizione pretesa.

Guardandomi all'intorno lasciai tuttavia che il soprabito si aprisse in maniera sregolata, a dimostrazione palese di essermi attenuta ai voleri dell'anziano estimatore, reprimendo naturali paure di poter essere vista da possibili sguardi lesti nel carpire ciò che andavo fugacemente elargendo.

Se il giovane inserviente del locale dove eravamo seduti avesse anche solo potuto intuire dell'audace trasgressione posta in atto, certamente ne sarebbe rimasto a propria volta estasiato, esprimendo di sicuro anche il proprio ammirato consenso.

Durante la consenziente esibizione, di per se già pregna di intense emozioni, provai ad immaginare cosa sarebbe avvenuto nel caso in cui mi fossi mostrata in maniera ben più totale ed incurante delle probabili conseguenze di quell'audace follia.

Accomiatandomi subito dopo, reggendo la busta contenente la copia che illustrava il modo in cui ero stata ritratta, iniziai a fantasticare di una persona che mi stava seguendo, forse incentivato dal fatto di aver notato la particolarità dell'incontro.

Non che la cosa potesse alterare più di tanto il motivo che stava portando quell'anonimo avventore a percorrere la medesima strada che conduceva nel punto dov'era posteggiata l'auto con la quale mi ero recata al singolare convegno, tuttavia, una volta assieme nell'ascensore dell'immenso parcheggio multi piano, trovandomi sola con la sconosciuta presenza e prendendo atto di un isolamento totale, mi strinsi ancor più nervosamente dentro al soprabito che ancora occultava quella che ritenevo essere ancora una insospettabile condizione.

Neppure la presenza certa delle videocamere contribuivano ad infondere la ragionevole tranquillità ad un fatto che poteva essere normale se non fosse stato che l'individuo, sfilandomi repentinamente la busta tenuta sotto al braccio, la aprì con altrettanta velocità prendendo immediata visione del contenuto che non mancò di commentare aggiungendovi un esplicito consenso.

Apostrofandolo per il gesto inconsulto con il quale mi aveva colta alla sprovvista, ne ottenni invece una ancor più avventata reazione, ritrovandomi sospinta fuori su uno dei pianerottoli della scala deserta, surrealmente senza più alcun contatto con ciò che conoscevo, divenendo preda inerme delle sue bieche intenzioni.

Realizzando di non avere molte altre possibilità di scampo stranamente mi arresi, soccombendo senza lottare all'evidenza dei fatti, lasciando che potesse compiere ciò che voleva, avvertendone l'intrusione oltre l'esile baluardo che divideva il tepore epidermico di una nudità totale dalle ruvide mani pronte a coglierne avidamente le forme.

Carezze diffuse mi attanagliarono il corpo ormai privato di resistenza, ed obbligata alla resa passiva mi concessi ad ogni sorta di abuso non senza provare una innaturale emozione mentre venivo esplorata in ogni dove senza alcuna reticenza.

Le dita parevano già sapere del punto nevralgico attraverso il quale farmi perdere la ragione, insistendo sino a farmi del tutto impazzire di una insospettata eccitazione anche quando il suo pene ne varcò in modo drastico l'intimo anfratto con irruente determinazione, affondando turgidi colpi di maglio che in breve produssero l'orgiastica compartecipazione sensoriale capace di condurre sino ad un ancor più incredibile orgasmo.

Resa all'improvviso dai fatti come fossi perversamente ninfomane, mi adeguai, con l'inconfesso desiderio di replica, alle prevaricanti attenzioni che ancora mi vedevano soccombergli, lasciandomi del tutto denudare, ormai incurante di ciò che stava accadendo, mentre venivo ulteriormente percossa con altrettanta efficacia e rigirata di spalle per essere ancor più abusata attraverso la somministrazione di una sodomia anale, impostami con inesauribile ardore.

Svanito nel nulla come era venuto, mi ricomposi alla meglio, raccogliendo da terra un soprabito sgualcito dai residui dell'improba lotta, barcollando sino al veicolo per ripulirmi come potevo dagli ubriacanti assalti che avevano lasciato tracce indicibili di sensazioni emotive dalle quali ero stata appena pervasa, e che non avrei mancato di descrivere, solo poco più tardi, ed in ogni dettaglio, al mio stesso compagno, certa che ne sarebbe a propria volta impazzito, condividendone in maniera morbosamente partecipe le follie di quegli estremi frangenti come sempre originati dal desiderio di trasgressione.

 



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