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Miscellaneous

Eyes Wide Shut 2

Più che mai sofisticata, nel proprio modo di apparire desiderabile, G. lasciò che il vestito le scivolasse lungo il corpo, lentamente giù sino alle caviglie, rivelandone la sottostante condizione di assoluta nudità che la poneva al cospetto dei beneficiari ospiti in quel momento presenti alla totale elargizione visiva di una perfezione epidermica esibita con intrigante malizia.

Sebbene una maschera sul volto minimizzava in parte l'assillante pensiero che la propria identità fosse rivelata del tutto a chi le era di fronte, l'idea di essersi posta in quello stato di palese vulnerabilità ora le deva una sensazione improvvisa di perdita dall'auto controllo che intendeva imporsi sin dal momento in cui aveva stabilito di voler aderire ad un convegno i cui contenuti si sarebbero dimostrati molto particolari.

Non che l'esibizione integrale di se potesse costituire in genere motivo per lei di eccessivo imbarazzo, quanto invece il ritrovarsi a farlo nella condizione in cui si era posta iniziava a generarle un disagio che non aveva preventivato, pur consapevole del ruolo che spontaneamente aveva accettato di condividere.

Avvertendo su di se gli sguardi di evidente consenso, accompagnati dal brusio dei commenti che in maniera altrettanto eloquente ne sottolineavano l'esplicita esibizione, G. rimaneva statuariamente immobile in febbrile attesa di eventi ulteriori.

Il proprio accompagnatore osservava soddisfatto l'interesse crescente che aleggiava attorno all'audace prova a cui G. si era sottoposta, alternandosi nell'interloquire con tutti coloro che non mancavano di esprimere la personale soddisfazione alla vista dei sublimi lineamenti di un corpo elargito senza che se ne potessero individuare stati latenti di inibitoria reticenza nel mostrarsi in quella trasgressiva maniera.

Mascherato assieme ai presenti anche il compagno di lei, in compartecipe anonimato, assisteva con la rassegnata impotenza di colui che ne percepiva il provocatorio richiamo, a propria volta ben consapevole di quanto si fosse dimostrata capace nella stimolazione oggettiva di ogni più lubrico pensiero manifestato dai presenti, come del resto era in grado di fare in chiunque altro l'avesse osservata anche nelle condizioni di assoluta normalità rispetto a quella così estrema che ora andavano condividendo.

Poggiata ad una parete G. pareva estraniarsi dal contesto che la circondava, se pur vigile oltre l'unico baluardo della maschera che ancora ne proteggeva i lineamenti del volto, conferendole enigmatico distacco dalle anonime presenze che attorniandola le si avvicinavano incombenti, dimostrando sempre più esplicite intenzionalità.

Quando un individuo, senza oltre indugiare, prendendola per un braccio la sospinse con determinazione verso un soppalco posizionato al centro del locale, facendola distendere sul piano rivestito con un drappo damascato, G. non oppose alcuna resistenza, assecondandone docilmente il volere.

Trasalendo nell'assistere alla veemente imposizione, il compagno di G. non poteva fare altro che prendere atto, con rassegnata impotenza, dell'evoluzione di un rituale che in breve la pose a contatto con una moltitudine di ansiose mani solo desiderose di poterne percorrere impunemente l'intera epidermide.

Dalle evidenti reazioni della meravigliosa creatura, divenuta oggetto passivo di quel comune piacere, era possibile interpretarne lo stato emotivo mentre, subendo la prevaricante profanazione, si contorceva tra i gemiti allorquando l'esplorazione si andava facendo ulteriormente invasiva saggiandola nei punti nevralgici che avrebbero potuto condurla ad un ancor più nebuloso appannamento della ragione.

Un altro ospite, dall'opulenta fisionomia, a propria volta incentivato nel prendere parte a quell'orgia sensoriale, iniziò impunemente a stimolarne la clitoride in modo ancor più frenetico, tra l'incitazione degli gli astanti desiderosi di vederla impazzire a quelle libidinose attenzioni che, nell'entusiasmo globale, la condussero alla confessione di piaceri derivanti dall'energico trattamento al quale si abbandonò, producendo uno sfrenato orgasmo subito accompagnato da clamorose ovazioni.

Successivamente, ad approfittare di lei, venne il turno di uno smilzo figuro il quale, impalandola con estrema energia, riuscì a propria volta a farla incredibilmente sussultare sotto i possenti colpi di un maglio che, seppure minuto, sortì egualmente l'effetto di confluire in una ulteriore irrefrenabile eccitazione non priva di effetti emotivi.

Ribaltata su un fianco accolse ancora quanti a turno, desiderosi di condividere l'opportunità di possedere una preda ormai al culmine dell'inerzia, la presero nuovamente con entusiasmo crescente, inondandola senza ritegno, sino a spossarla oltre i limiti di ogni plausibile resistenza.

L'accompagnatore di G., soddisfatto per il coronamento della probante avventura in cui l'aveva coinvolta, rivolgendosi al compagno di lei con un cenno di tributo per il modo in cui aveva saputo dominare comprensibili sentimenti di ineludibile gelosia alla vista di simili elargizioni, la fece finalmente ricomporre, dando termine all'orgiastica prova, acconsentendo a che il commiato dagli appagatissimi amanti fosse definitivo.

Solo più tardi, con suadenti parole, G. avrebbe mitigato le ferite cerebrali inflitte al proprio compagno a causa del proprio irriverente comportamento, unite a movenze di un corpo che, tenne a rammentare, ancor prima di fare la di lui conoscenza era stato comunque vissuto, mentre posizionata in arcioni lo andava compensando per ciò che aveva dovuto suo malgrado subire, ribadendo quanto fosse importante la complicità nella loro unione esclusiva a far si che null'altro potesse in alcun modo alterarne le origini.

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