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Scegliere la lingua
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BDSM Bondage Heavy Sex

Forse una vera slave - parte 1

Erano alcuni mesi che non incontravo nuove "slave": a seguito di alcuni incontri con finte schiave che alla fine cercavano solamente un pomeriggio di sesso "strano", avevo deciso di prendermi una pausa.
Quella proposta però mi aveva colpito. Veniva da una giovane alunna 26enne, priva di esperienza, che voleva essere iniziata al bdsm. Sento un messaggio in arrivo mentre guido tra questi pensieri: è arrivata al punto d'incontro, è puntuale. Avrei voluto farla aspettare un pò, ma questo pomeriggio i tempi sono tiratissimi.
Mi fermo dietro la sua auto, vedo che guarda dallo specchietto e scende. Attraverso il finestrino del passeggero vedo che è minuta, è proprio come nelle foto che mi aveva voluto mandare. Scendo anche io e la guardo da sopra il tettuccio della mia auto: Il caschetto di riccioli biondi risalta molto sugli abiti neri che indossa. Un saluto di convenienza e le dico di raggiungermi.
Le avevo chiesto tre cose: di indossare una gonna molto corta come nelle foto, di non indossare intimo e di non usare il bagno sino a quando lo avessi concesso io. E' vicina ora, ha gli occhi grandi e scuri, l'aria da bimba un pò spaurita. La faccio girare lentamente su se stessa. Ha scelto abiti appropriati ma la sua poca altezza la sacrifica un pò. Le dico di raccogliere un oggetto a terra, mi guarda stupita, non capisce sul momento. Solo dopo il mio secondo e deciso "raccogli" capisce e si china in avanti mostrandomi che ha ubbidito e le sue nudità sono esposte. Si sofferma un attimo in quella posizione. Le dico di salire in auto, cosa che fa appena recuperate alcune cose dalla sua. La prima parte del viaggio verso il mio rifugio si svolge tra poche parole. Anche i gesti sono quasi banali e guidati dalla mia  insofferenza: le faccio alzare la gonna, la palpo, stringo forte i suoi piccoli seni.... La faccio bendare poco prima dell'arrivo. Fermo l'auto accanto a casa e le faccio togliere gli stivali che indossa. Sussulta quando poggia i piedi scalzi sul cemento corrugato antighiaccio e rovinato dal freddo e dalle pale dello spartineve. Arrivati al marciapiede la faccio gattonare sino alla porta che mi dilungo ad aprire. Il tempo di sistemare alcune cose e mi faccio preparare un caffè dopo averle tolto la benda. Mentre è indaffarata tra le capsule e cercando di capire come funziona la macchina, vedo con piacere le ginocchia arrossate ed i puntini rosseggianti che i minuscoli sassi conficcati hanno lasciato. Mi porge il caffè inginocchiandosi al mio fianco. Se continua così... come faccio a punirla ?
Le dico di alzarsi e mettersi eretta con le mani dietro la nuca, le correggo per sfizio 2 o 3 volte la posizione che a dire il vero è perfetta. La guardo mentre finisco il caffè e mentre penso che dovrò modificare alcune cose programmate vista la sua buona volontà. Sfilarle la gonna è semplice, ma la maglietta devo strapparla visto che non voglio che abbandoni la postura. Mentre lo faccio le comunico alcune cose di base, necessarie, in quanto non avevamo mai parlato prima di aspettative, pratiche o limiti. Le comunico la safe-word che userà solo in caso estremo. Le dico che non voglio dei "no" come risposta, ma piuttosto delle alternative equiparabili se proprio indispensabile. Dovrà chiedere il consenso per ogni cosa. E' nuda ora e vedo dalla sua pelle che ha freddo: volutamente ho abbassato il riscaldamento.
La faccio chinare avanti e le indico di allargare le gambe. Prende la posizione con facilità: mi ha detto di che segue corsi di ballo che, per quanto vedo, danno ottimi frutti. Le infilo un dito in bocca per farlo umettare bene prima di infilarlo in quello stretto buchetto esposto. Sento lo sfintere stringere sul mio dito mentre con decisione continuo a spingere per tutta la lunghezza. Sento qualche lamento che sopisco con sculacciate ed una strizzata al suo seno. Ill suo capezzolo mi dà l'idea per punirla: è turgido, si sta eccitando... o ha freddo....Sfilo il dito per infilarne un altro poco più sotto. E bagnata, "Non ti ho permesso di eccitarti", "mi spiace Signore" sussurra. Mi siedo e la faccio sdraiare sulle mie ginocchia, afferro i capelli per tenerle sollevata la testa mentre le dico di contare i colpi sulle sue natiche. Prendo un grosso dildo e lo metto a terra "montalo, visto che ti ecciti per nulla".
I piedi a terra, le mani dietro la nuca, scende con il bacino sino ad iniziare la penetrazione con una smorfia: è davvero grosso per la sua stretta fessura. Lentamente, ma riesce a scendere sino a quasi toccare terra con le natiche, è in quella posizione mi chiede per l'ennesima volta di poter usare il bagno. Seccato dall'interruzione la dispongo a 4 zampe con le cosce serrate e le dico di farla lì come una cagna quale è. Ad un suo accenno di vergogna ed un lamento, sfilo la cinghia ed inizio a colpirla sempre più forte sino a quando il liquido inizia ad uscire copioso bagnando le cosce e creando sotto ed intorno a lei una pozza.
Mi sfugge un sorrisetto quando la vedo abbassare il capo frustrata ed umiliata per la situazione. Prendo uno straccio e gettandolo sulla sua faccia le ordino di pulire per bene lo schifo che ha combinato ed un colpo con la suola del mio stivale su quel bel culetto la fa cadere pancia sotto in quel luridume."Sbrigati stupida cagna" la sollecito. Finita l'opera di pulizia, la trascino verso la doccia perchè si lavi di dosso i suoi liquidi. Tenta di aprire l'acqua ma la blocco facendolai inginocchiare seduta sui talloni. E' chiaro quello che voglio fare e mentre abbasso la cerniera vedo che si avvicina col viso alla patta socchiudendo la bocca. Rimane stupita della sberla che arriva improvvisa e geme quando l'afferro per i capelli sollevando il viso."Quando vorrò usare la tua bocca lo farò". L'impulso è forte, ma voglio andare per gradi e voglio decidere io cosa fare e quando farlo."vedo che tremi cagnetta, ora ti faccio una bella doccia calda" sussurro mentre il fiotto inizia ad uscire inondandole il collo ed il seno e colando su tutto il corpo."Puliscimi ora!" obbedisce succhiando e leccando le ultime gocce. Le punto addosso il getto potente della doccia per lavarla; geme per l'acqua troppo fredda.
La bendo dopo che si è asciugata e mi faccio togliere gli stivali che nonostante le giornate già miti ho comunque indossato dal mattino."Lavami bene i piedi con la lingua" ed inizia a farlo timidamente. L'afferro per i capelli e la schiaffeggio, "Fallo bene e con decisione". La sua lingua si muove meglio ora, la tiene ben umida ad ogni leccata e temendo una mia reazione fa un lavoro certosino. Mi alzo davanti a lei inginocchiata e tolgo i pantaloni. Inizia ad eccitarmi la piccola. Le blocco le mani dietro la schiena, mi siedo e dico alla puttanella di avanzare leggermente ed iniziare a leccare. Ginocchioni e bendata avanza e poggia la sua lingua tra ano e scroto ed inizia a leccare con la stessa dedizione di prima. Lo fa con devozione e precisione scendendo sin dove può leccando e risale succhiando delicatamente gli attributi. Le chiedo se si sta eccitando ed al suo "si Signore, mi dispiace". L'afferro per i capelli e la sdraio sul tavolo in modo che la testa sia riversa all'indietro e le sue grazie ben esposte sull'altro bordo. La rimprovero mentre penetro la sua bocca con il mio sesso e le perquoto il pube con una bacchetta. Tengo premuto in gola mentre le bacchettate si fanno più forti e precise. Mi sfilo per farle prender fiato, le dico di fare un respiro profondo e mettere fuori la lingua il più possibile prima di entrare di nuovo e sentire la sua gola stringersi sul glande. Le reggo la testa che istintivamente allontanerebbe e la trattengo per un pò, godendo di quelle pulsazioni sulla cima."Sei solo una puttanella" le grido mentre mi sposto dall'altro capo e vedo la sua stessa saliva colarle sul viso. Le infilo due dita nella fessura ormai fradicia. Sussulta compiaciuta, ma la faccio lamentare quando le tolgo e la schiaffeggio con forza tra le gambe. Le dita ora allargano il forellino in modo da facilitare l'entrata decisa della punta gonfia provocando un sussulto ed un lamento. Mi fermo un attimo per poi premere piano ma deciso e sino a sentire le sue natiche poggiate sul mio inguine."Non mi piacciono le troiette" le dico sfilandomi da quella pur piacevole posizione per avvicinarmi di nuovo alla sua bocca.
Capisce e si ritrae "no ti prego Signore" riesce a dire prima che due schiaffi le ricordino che i "no" non sono ammessi. "Farò quello che vuoi, sono la tua cagna, usa la mia bocca come ti piace, ma non dopo che.... non ce la faccio... non ancora.." mi supplica. La faccio scendere con forza dal tavolo e con una spinta la getto a terra e la slego, si inginocchia ed aprendo la bocca mi invita a svuotarmi dentro di lei. Ha capito, mi secca dirlo ma è brava: mi ha dato l'alternativa plausibile."Non ora puttana!!" e lascio cadere alcune gocce di saliva in quella fogna spalancata. La lego con le mani e le braccia sollvate, le gambe divaricate, la cinghia comincia a colpire, forte  vedo la carne arrossare sempre più. Alterno i colpi tra natiche, cosce, schiena e seni dosando la forza con attenzione. I vistosi arrossamenti mi convincono che è tempo di usare una bacchetta: la pelle sarà molto più sensibile ora. Vedo i segni netti di un eccitante rosso vivo ricamare quel culo ben fatto. I suoi lamenti non mi fermano, anzi mi compiacciono. Mi fermo solo quando una piccolissima goccia di sangue esce dopo l'ennesimo colpo. Mi prendo un attimo di pausa, fumo una sigaretta mentre la guardo in quella posizione e vedo i segni di lacrime che escono da sotto la maschera.

Finisco con calma la sigaretta, due urletti sottolineano le clips che le metto ai capezzoli. La spingo a terra, la lego in modo che le sue mani siano bloccate sulle natiche e la sua testa tenuta a terra, le gambe ben aperte. Non può praticamente muoversi ora e lascio cadere la mia saliva sul buchetto mentre le dico di bagnarlo bene usando le sue dita che a malapena arrivano sin lì.
"Allarga bene ora" mi avvicino e premo, sento le sue dita tendere la pelle; entro premendo con decisione ed ancora arrivo sino in fondo. Metto un piede davanti alla sua bocca e sento la sua lingua e le labbra lavorare sulle dita mentre mi muovo dentro di lei per tutta la lunghezza. Inizio a pompare sempre più velocemente e sento i suoi lamenti divenire gemiti di piacere "non vorrai godere eh? troia?!", "Sì Signore, ti prego...." Mi fermo per tentare di bloccare il suo orgasmo "Se vuoi godere lo farai da sola, se lo farai sarai punita" Sento pulsare lo sfintere nel suo tentativo di recuperare l'orgasmo, ma un suo gesto di disappunto  mi fa capire che non ci riuscirà, ma quelle pulsazioni hanno stimolato il mio. Un pò seccato mi rendo conto che devo finire e con pochi colpi scarico dentro e in fondo a lei imprecando. Mentre la libero dalle corde mi chiede di nuovo di poter godere. La schiaffeggio più volte "Sei solo una puttanella! vediamo se vuoi essere punita seriamente".
Si mette sul divano aprendo flessuosamente le gambe al massimo ed inizia a masturbarsi provocandomi mentre la guardo.
Più volte nego il permesso di finire, ma frustrata, alla fine non resiste e conclude tutt'altro che silenziosamente. Mi guarda aspettando la mia certa reazione che arriva dopo poco con numerose e violente cinghiate sulle cosce già segnate.
Emette solo piccoli lamenti sommessi. Le metto la cinghia al collo e la trascino così in bagno, mi faccio lavare per bene prima di disporla davanti alla tazza. Capisce, si mette di lato e socchiude la bocca abbassandosi ed aspettando l'umiliazione del mio getto sul viso ed in bocca. Di nuovo mi pulisce succhiando e leccando a lungo. "Grazie Signore" mi dice un attimo prima del mio "lavati troia che sei lurida".

Ritorna chiedendo timidamente cosa deve indossare per la cena: le indico un minuscolo grembiulino bianco.


Commenti

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  • soniaslave, 41
    Mi piace come hai trattato quella donna. Anche mio marito a volte mi umilia in quei modi e io godo come una pazza. A lui piace in modo particolare vedermi camminare in strada a piedi nudi tra la gente e senza biancheria intima.
    Leggi di più arrotolare