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Mitologia Perversa - Di ricatti, dominazioni e complicità - 3° parte

(trovate le parti precedenti e successive sul nostro profilo!)


7.
Era quasi tutto pronto per l’ultimo e più alto livello, anche se forse era più corretto definirlo il punto “più basso” a cui potevano arrivare.
Eco decise però di dare prima una sorta di tregua rigeneratrice a Narciso, quasi un premio fuori programma. Alla fine se l’era meritato per come aveva tenuto duro, e prima dell’ultimo passo verso il baratro, era giusto farle delle coccole.


Lei era sdraiata sulla schiena, cercava di prendere fiato e massaggiarsi le parti più colpite, togliendosi i resti di cera, passandosi le mani su tutto il corpo dolcemente, ancora bendata.

Senza la vista, aveva naturalmente tutti gli altri sensi maggiormente acuiti: non le fu difficile quindi riconoscere un odore nuovo e diverso che si stava avvicinando al suo volto.

Quando le fu proprio sopra, le bastò allungare di istinto la lingua per sentire subito il sapore acre, la consistenza morbida e la calda umidità della figa dell’unica altra donna presente in sala, Boccadoro. Ne fu letteralmente estasiata, non si aspettava proprio un regalo del genere.


Tra l’altro questa femmina così bollente aveva passato le ultime ore, anche mentre spompinava Eco e suo marito, a contemplare quanto quegli uomini facevano a Narciso, con un misto di invidia, ammirazione, infinita eccitazione, ma anche di tenera preoccupazione.
Ora poteva finalmente prendersi un po’ cura di quel corpo maltrattato, come solo una donna sapeva fare. Si mise in ginocchio a cavalcioni del suo viso, rivolta verso le sue parti basse.

Iniziò ad accarezzarle le tette e a piegarsi piano piano fino a far entrare tutta la faccia di Narciso nella sua passera bagnata.
Narciso si mise a leccare e succhiare come da un’oasi nel deserto, e con le mani se la tirava sempre di più a sè. Intanto Boccadoro finì di prostrarsi fino ad arrivare anche lei all’altezza della figa di Narciso, ormai letteralmente incandescente, per la più classica e godereccia delle posizioni complementari tra donne.


Era una davvero una manna per Narciso: continuavano a toccarsi e leccarsi dappertutto, a strofinarsi tette su tette, pelle su pelle, con dolcezza ma anche con una voglia tutta nuova, come se non fosse appena stata scopata a ripetizione da 7 grossi cazzi.


Sentiva che stava per arrivare un altro, ennesimo, orgasmo. Ovviamente diverso da tutti gli altri, più graduale, consapevole, viscerale. Le donne, solo loro, le facevano quell’effetto.

Le mancava giusto quella componente psicologica, quella spina mentale che toccasse la sua perversione, per proiettarla ancora su un altro livello.


Fu incredibile quindi quando si rese conto, di nuovo innanzitutto grazie all’olfatto, che qualcosa di familiare si stava insinuando tra le sue labbra e quelle altre, grandi, labbra in cui aveva trovato caldo rifugio: esatto, era proprio il cazzo di Eco.

Non era la prima volta che si trovavano in quella posizione, era anzi tra le loro preferite. Ma c’era qualcosa di ancora più pungente del solito nell’idea che -dopo tutto quello che le aveva fatto passare- lui volesse comunque penetrare un’altra donna proprio a un centimetro dalla sua bocca.

Eppure, sarà stato tutto l’insieme, sarà stato che intanto Boccadoro dava pieno significato al proprio nome continuando a succhiarle divinamente il clitoride, sarà stato che in fondo a quel suo bastardo gli voleva proprio bene, non fece altro che eccitarsi ancora di più. Continuò quindi a fare il suo dovere e il suo piacere, leccando avanti e indietro tra la figa e il cazzo che ne stava entrando e uscendo, fino a inglobare le palle come sapeva piacere da morire a lui, il tutto senza sosta e con sempre più ritmo, mentre con le mani spingeva la testa di Boccadoro e con le cosce la stringeva e immobilizzava sul suo sesso.

L’orgasmo che stava montando era davvero quello più profondo di tutta quella interminabile esperienza: tre corpi che si muovevano e godevano all’unisono, alzando ogni secondo il tono delle urla, scopando, succhiando, leccando, pelle, sudore, odore, sesso, cazzo, figa, peli, palle, bocca, labbra, lingue, godo, godo, godoooo..!!


Le due donne, tremando dalla testa ai piedi, si inondarono la bocca a vicenda nello stesso preciso istante, e pochissimi secondi dopo Eco si sfilò dalla figa di Boccadoro per menarselo una sola volta: il fiotto di sborra calda che ne uscì fu il più grosso e denso di forse tutta la sua vita, finì in pieno sulla faccia di Narciso, sulle sue tette, sul suo addome.

Lei si tolse istintivamente la benda, e immediatamente si ritrovarono occhi negli occhi, stravolti e raggianti.


Si stavano ancora fissando, quando Boccadoro non potè fare altro che gettarsi sul volto di Narciso, come nella migliore tradizione dei migliori film porno, per baciarla finalmente profondamente, leccandosi di dosso a vicenda quei resti di liquido viscoso bianco.


Sorridevano ansimanti, tutti e tre, e non si erano nemmeno quasi accorti degli applausi spontanei degli altri presenti, che non potevano fare altro che omaggiare il giusto tributo a quella perfetta sincronia di orgasmi, a quell’equilibrio di corpi in subbuglio e soprattutto, come i peggiori maschi allupati, a quelle due gnocche clamorose che slinguavano tra loro accarezzandosi le tette e passandosi copiose gocce di sborra da una bocca all’altra, senza esimersi ovviamente di ripulirne insieme tutte le ultime tracce dal cazzo che ancora duro si erigeva tra i loro volti.


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