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Una giornata normale

La sveglia suonò come tutte le mattine alle sette; Claudia l'aveva puntata un quarto d'ora prima e sapeva che avrebbe avuto il tempo per infilarsi le sue lunghe dita in mezzo alle gambe e muovendole prima piano e poi sempre più velocemente, sentire il piacere che la prendeva, mentre un miele caldo sgorgava tra le sue cosce. Le piaceva mentre godeva allargare sempre di più le sue gambe e poi chiuderle strette con ormai tutte le dita intrappolate, come per far durare più a lungo quel piacere caldo ed umido. A volte faceva tutto ciò con la finestra aperta sperando che i vicini di fronte potessero vederla e la cosa la eccitava tanto: pensare che la guardassero tra le gambe era pura libidine. Anche godere ad alta voce le piaceva perchè chi la ascoltasse capisse che era una ninfomane. Si alzò e fece la doccia. Poi si vestì davanti allo specchio e non riuscì a trattenersi dall'accarezzarsi i capezzoli che divennero subito turgidi. Ma era tardi ed il lavoro la aspettava. Prese la borsa ed uscì.

Come tutte le mattine trovò il vicino di casa sul pianerottolo: era un uomo di mezza età , gentile a cui a Claudia piaceva ammiccare, ma oggi aveva negli occhi uno sguardo nuovo. Forse aveva sentito i suoi mormorii di piacere? Poco male pensò Claudia. Si salutarono e lui la seguì mentre saliva sull'ascensore: la mano di lui abile scivolò fra le gambe di lei e scostandole lo slip, la penetrò con il dito. Era ancora calda. Lei non si girò, ma rimase con le dita dell'uomo dentro che si muovevano esperte. Purtroppo erano arrivati al pianterreno. Si salutarono augurandosi una buona giornata. Claudia fra sè pensò che lo sarebbe stato visto quanto erano bagnati i suoi slip. Decise di levarseli e li fece scivolare in borsa. La eccitava camminare senza biancheria intima, forse sperava che un colpo di vento le alzasse la gonna e mostrasse le sue parti nude. Si accorse che dietro di sè, a poca distanza camminava un ragazzo; lasciò cadere le chiavi di casa e si piegò a novanta gradi con le gambe divaricate, lasciando intravedere i suoi glutei. Il ragazzo la superò e le diede della troia. Sentiva ancora quel miele colarle tra le gambe.

Salì di corsa sull'autobus che la portava al lavoro. Si guardò in giro, cercando un uomo che potesse allietarle quel tragitto lungo e noioso. Lo vide, era di colore, corporatura possente; Claudia si intrufolò davanti a lui, spinse in fuori il sedere tanto da sfiorare davanti i pantaloni di lui. Sentì il pene farsi duro: era grosso e probabilmente lungo. L'uomo cominciò a capire che lo cercava e si appoggiò ai glutei di lei. Claudia lo sentiva duro e la voglia di essere penetrata da quel grosso pene cresceva in lei. Scesero alla stessa fermata. La ragazza doveva attraversare un parco per arrivare al suo ufficio. Lui la seguì. Claudia non riusciva più a trattenersi, vide una panchina, si mise a novanta gradi appoggiandosi allo schienale, si tirò su la gonna ed allargò le gambe più che poteva, sapeva che era grosso. Aspettò che lui glielo infilasse, attendeva di sentirlo muovere dentro di sè. Lui si avvicinò, si slacciò i pantaloni, lo tirò fuori, ma senza che lei lo immaginasse, glielo infilò fra i glutei. All'inizio Claudia sentì un po' di dolore, che si trasformò presto in piacere. Lui mise le sue grandi mani sul sedere di lei per tenerglielo fermo ed entrarci sempre di più. Ormai era tutto dentro, fino in fondo ed ora lo spingeva con veemenza. Claudia fece un urlo di piacere. Lui si rivestì e si allontanò. La ragazza andò verso l'ufficio, ma era ancora in orgasmo: cosa avrebbe dato per averlo dentro tutto il giorno?!

Oggi il capo di Claudia aveva una riunione; gli portò i documenti, controllò che nella sala tavolo e sedie fossero a posto, mise l'acqua e i bicchieri e poi scivolò sotto il grande tavolo. Sapeva cosa voleva il suo capo e lo avrebbe accontentato, anche perchè per lei era un vero piacere. Arrivarono tutti, si sedettero ed iniziò la riunione. Sotto al tavolo, Claudia slacciò la cerniera dei pantaloni al suo capo e gli tirò fuori il pene. Era grosso e se lo ficcò tutto in bocca. Cominciò a succhiarlo, mentre glielo accarezzava e proseguì leccandogli i testicoli. Il pene diventava duro, ma la riunione continuava. Ad uno dei partecipanti cadde la penna. Si chinò sotto il tavolo per recuperarla e vide Claudia con quel grosso cazzo in bocca. I suoi occhi incrociarono per un istante gli occhi della ragazza. L'uomo raccolse la penna, si slacciò i pantaloni e lo tirò fuori. Claudia cominciò a succhiarlo, mentre masturbava l'altro. L'uomo le venne in bocca e lei mandò giù tutto: non perse una goccia di quel nettare! La riunione finì, tutti si alzarono ed uscirono dalla sala. Claudia uscì da sotto il tavolo ed andò a pranzo.

Era una calda giornata di primavera e si sedette al tavolino di un bar all'aperto. Si tolse la giacca; la maglietta che portava era molto scollata e lasciava intravedere un capezzolo per metà . Dei ragazzi la guardarono e ciò la eccitò. Decise di allargare le cosce e fargliela vedere. Finì il suo panino in quella posizione.

Tornò in ufficio, sbrigò delle faccende urgenti ed uscì. Aveva chiesto un permesso per trascorrere il pomeriggio con la sua amica Olga e suo marito Bruno. Abitavano in un bel appartamento in una zona semicentrale. Citofonò, Olga le rispose e le aprì. Prese l'ascensore ed arrivò al settimo piano. Bruno le aprì e la fece entrare. Olga era sdraiata sul letto con delle biancheria nera di pizzo, reggicalze e calze a rete larga, nere. Allargò le gambe e cominciò a toccarsi. Bruno spogliò rapidamente Claudia, vide che non portava slip e le diede una sonora sculacciata. Olga prese la testa della ragazza e se la mise in mezzo alle gambe. Claudia cominciò a leccarla, a penetrarla con la lingua, mentre la donna gemeva di piacere. La ragazza era a quattro zampe; Bruno prese un grosso vibratore e glielo infilò di dietro, azionandolo. Poi ne prese un altro e glielo fece penetrare tra le natiche. Li muoveva con abilità , mentre continuavano a vibrare. Olga si alzò, glieli sfilò, prese il cazzo del marito e lo infilò all'amica che lo prese subito dentro di sè. Lui la prese con tanta forza, mentre la donna toccava il clitoride dell'amica. Claudia godeva, era ancora a quattro zampe ed allargò ancora di più le gambe in modo che lui entrasse bene in lei. Bruno lo tirò fuori e venne sul sedere della ragazza. Olga cominciò a leccare tra le gambe e le natiche dell'amica, come per pulirla. L'uomo mise il suo sedere in faccia a Claudia e lei infilò la sua lingua tra i glutei di lui. La ragazza si fece una doccia e chiese alla sua amica di infilarle il piccolo vibratore che le aveva regalato per il suo compleanno. Bruno guardava le due donne mentre una infilava all'altra lo strumento di piacere. Ridevano. Claudia si rivestì, salutò gli amici con un bacio ed azionò in modo deciso il telecomando del vibratore. Cominciò a camminare per la città , mentre continuava a godere.

Marco l'aspettava per cena. Era il suo grande amore. Avrebbero cenato alla solita trattoria che piaceva tanto a lei. Stasera avrebbero fatto l'amore.

 

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