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Miscellaneous

sottile rivalsa

Immaginando di incontrare uno degli amici, assieme ai quali da tempo condivideva in maniera molto discreta alcuni segreti convegni, G. si trovò invece a dover fronteggiare un evento imponderbile, sfociante nell’iraconda macchinazione della compagna di uno di essi che, con un sotterfugio, l’aveva attirata nel luogo dove avrebbe posto in atto una perversa vendetta.

Sotto la minaccia di una pistola automatica non potè fare altro che assecondarne terrorizzata le esplicite volontà, seguendola docilmente dove l’aguerrita donna aveva stabilito di condurla per attuare il proprio spregiudicato disegno.

D -“ e così saresti tu dunque quella stronza per la quale quel porco di mio marito ha perso la testa ,rincoglionendosi a tal punto!!!”-

G -“ signora, la prego metta via quell’arma le assicuro che non abbiamo fatto proprio nulla di irreparabile!”

D -“ non vorrai farmi credere che non te lo scopi, già mi immagino ciò che faccia una come te per attrarre gli uomini pari alla stregua di insetti sulla frutta!!”

G -“ la supplico non è assolutamente quello che pensa, e cosa mi vorrebbe poi fare!” proseguì G. non senza celare la propria apprensione.

D -“ tra poco lo scoprirai da te grandissima troia che non sei altro!!!” aggiunse la donna sempre più irritata nei confronti di quella che vedeva sempre più quale rivale pericolosamente inarrivabile.

Cercando di assecondarla, senza opporre alcuna ulteriore resistenza, G. si lasciò condurre dove la donna aveva stabilito.

G -“ non potremmo parlarne da persone civili e lasciare che mi possa spiegare….!”

D -“ taci e non farmi perdere la pazienza se non vuoi che ti spari subito in quella tua bella testolina!!”

G -“ spero non voglia fare sul serio, in fondo se mi ascoltasse almeno un po….”

D -“ allora non mi sono spiegata!!! Fai una bella cosa inizia a spogliarti che voglio proprio vedere di che pasta sei fatta e guardarti mentre implorandomi chiederai perdono per le tue colpe!!”

G -“ ma di quali colpe mi accusa non ho certo violato la sua onorabilità….

D -“ cosa credi carina che non abbia visto alcune delle tue foto!?! E d’ora in poi rivolgiti a me chiamandomi padrona!!!

G -“ se è ciò che vuole farò tutto quello che mi chiederà ma la supplico ancora di mettere via quell’arma che potremmo farci davvero del male!!

D -“ ecco vedrai adesso quanto ti farò male stronza….!!! aggiunse osservadola mentre G. iniziava ubbidiente a liberarsi degli abiti.

Rimasta coperta con la sola biancheria intima la osservò estrarre dalla borsa alcune corde ed uno di quegli strumenti costrittivi con il quale le venne intimato di tapparsi da lei stessa la bocca.

Quindi, dimostrando una insospettata maestria, prese a legarla saldamente in maniera da immobilizzarla del tutto.

Ormai completamente succube della donna G. poteva solo augurarsi che non volesse infierire oltre a quella umiliazione che già le stava infliggendo.

Sbarrando lo sguardo la vide terrorizzata estrarre anche un coltello che fortunatamente per lei venne utilizzato soltanto per strapparle il reggiseno e le mutandine, esponendola nell’intimità più assoluta.

D - “ avrei una gran voglia di abbandonarti così, lasciandoti alla mercé del primo sconosciuto che dovesse passare da queste parti!!!”

Non potendo fare altro che supplicarla con gli occhi, ne accettò quasi di buon grado la sonora fustigazione eseguita con lo scudiscio che la donna aveva portato con se.

Sentendosi arroventare le natiche da quelle sferzate, che senza tregua le venivano inflitte incurantemente ai mugolii che andava emettendo, ritenne tuttavia quello un fattore liberario, sperando che potesse soddisfare la propria severa aguzzina.

D – “ bene, bene, e adesso passeremo ad occuparci dei tuoi meravigliosi orifizi!!” aggiunse palesemente non ancora paga di quella tortura.

Dalla borsa G. la vide estrarre un ulteriore strumento a forma conica che, senza proferire altre parole, si ritrovò conficcato nell’ano mentre con un enorme fallo di lattice veniva contemporaneamente percossa con altrettanta efficacia sulle intime labbra.

Con quei due oggetti infilati in corpo venne immortalata attraverso il telefonino, le cui immagini sarebbero state conservate, a dire della donna, quale monito, e nel caso divulgate, ove avesse ancora provato ad incontrare il di lei marito.

Assentendo immediatamente alla perentoria domanda, se avesse ben compreso quello che con ciò si intendeva, G. venne finalmente liberata ed autorizzata a congedarsi.

Dolorante, e ricompostasi alla bene e meglio, si accomiatò con altrettanta rapidità, non prima di essere stata obbligata a fornire precisa garanzia che si sarebbe attenuta alle promesse fatte, dileguandosi poi velocemente temendo che la propria implacabile aguzzina potesse avere qualche ripensamento.













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