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Gioco a due con sorpresa

Mi trovavo solo a casa per un breve periodo estivo. Durante la settimana riuscivo a fare un orario ridotto in modo da poter raggiungere il mare nel tardo pomeriggio per un bagno ristoratore.  Normalmente andavo al solito posto ma quella volta decisi di fare uno strappo alla regola e mi avvicinai alle spiagge private. Stesi il mio asciugamani non lontano da una bella signora con il costume rosso a due pezzi. Stava sdraiata il più del tempo su uno stuoino di canna intrecciata e asciugamano giallo. Portava gli occhiali da sole. Sembrava disinteressata a tutto. Leggeva il suo libro e ogni tanto andava a farsi il bagno per raffreddarsi dalla calura estiva. Aveva i capelli abbastanza corti e castani, un aria colta e fissava malinconicamente l’orizzonte. Ogni tanto la fissavo, ma lei non si accorgeva della mia esistenza. Dopo qualche giorno in cui la incrociavo sempre nella stessa spiaggia, decisi di fissarla per vedere se aveva un anima. Sembrò ad un certo accorgersi del mio sguardo insistente. Si raccoglieva i capelli umidi con un gesto ripetuto e quando lo faceva si voltava verso di me. Non ero sicuro mi guardasse perché i suoi occhi erano celati dalle lenti scure dei suoi occhiali. Aveva un corpo proporzionato e ben disegnato. Stava sempre fino a dopo di me in spiaggia;  Io solitamente lasciavo la spiaggia prima ma decisi quel giorno di aspettare che fosse lei ad andarsene per prima. Attese fino al tramonto, poi iniziò a vestirsi, usando l’asciugamano in maniera pudica per cambiarsi. Si mise dei leggins neri aderenti e un top celeste. Una perfetta tenuta da ginnastica; infatti prese a camminare spedita, scomparendo velocemente all’orizzonte. Prima di incamminarsi, si tolse per un attimo gli occhiali e potei vedere i suoi occhi abbastanza grandi, leggermente a mandorla, il suo naso piccolo e la bocca sottile; le sopracciglia erano molto fini.
La volta successiva mi spinsi più in là. Provai a seguirla a distanza senza farmene accorgere. La persi però di vista e quando raggiunsi la strada, guardai verso ovest, credendo che lei fosse andata in quella direzione; invece lei si era seduta su un muretto alle mie spalle. Guardava come al solito il mare e le sue graziose gambe erano scoperte e accattivanti.
Sinceramente non avevo nessuna certezza si fosse accorta di me e del mio silenzioso e non ingombrante interesse. Però la sera seguente decisi di non tornare a casa ma fare un giro nella cittadina rivierasca. Entrai a cenare in una pizzeria. Quando la vidi, mi prese un tuffo al cuore…
Era elegantissima, vestita di rosso cardinale, con una mantellina di raso che la avvolgeva e la faceva sembrare eterea e austera. Quella volta il suo sguardo incrociò il mio in maniera ineluttabile. Mi fissò, la fissai, ci fissammo per almeno 5 secondi e scorsi in lei nostalgia e al contempo desiderio di qualcosa di nuovo. Ad un tratto una telefonata: il suo cellulare squillò, la vidi finalmente sciogliersi in un sorriso….stava parlando con suo marito immaginai. Lei diceva “Si caro tutto bene…il mare è magnifico…ma quando arrivi? Non puoi arrivare venerdì sera questa settimana? Devo aspettare fino a sabato?”. Tornò in lei la delusione, la malinconia e le sfuggì uno sguardo verso di me. Io mi alzai andai a pagare il conto alla cassa e mi dileguai. Pensai, era una donna sposata e io cosa stavo facendo? Poi focalizzai che anche io lo ero e a fine settimana sarebbe tornata mia moglie.
Il giorno dopo era venerdì….”che faccio” mi chiesi. Andai al mare ma in un'altra spiaggia. Incredibilmente anche lei era lì. Il destino era beffardo con noi.
Avevo deciso questa volta  di andare agli stabilimenti balneari. Appena entrato la vidi, seduta su un divanetto, intenta a leggere un libro. Il vestito rosso le lasciava scoperte le cosce. Aveva un aria intrigante quel pomeriggio. Nella sua semplicità, ricordava una professoressa. Lei mi vide e arrossì imbarazzata. Forse pensava anche lei alla strana coincidenza. Presi un drink al “baretto” e mi sedetti vicino a lei. Presi coraggio e le dissi “Scusi se la disturbo ma non ho fatto a meno di notare che ci vediamo spesso in questi pomeriggi. Piacere Mario” Lei rispose  con un filo di voce “Silvia piacere”. I nostri anulari portavano entrambi le “vere matrimoniali” e lei se ne accorse e mi disse “Dove ha lasciato sua moglie”. Io diedi la risposta che lei voleva sentirsi dire “ Arriva domani, non vedo l’ora”. Si sbloccò e cominciò a parlare di suo marito , di quanto le mancava…
Parlammo diversi minuti amabilmente. Poi ci avviammo in spiaggia e stendemmo i nostri teli uno vicino all’altro. Faceva molto caldo e decisi di andare a fare un bagno. Non lo facevo da anni ma il mio istinto maschile venne fuori e mi immersi vicino agli scogli. Purtroppo un’onda più forte delle altre mi fece sbattere un piede contro la roccia. Uscii dolorante dall’acqua, perdendo sangue. Silvia vide che mi ero fatto male e preoccupata mi disse” In cabina ho il disinfettante e bende” Io le risposi “non serve”  ma lei insisteva. Ci avviammo verso la cabina azzurra 69. Lei aprì la porta mentre io aspettavo fuori. Poi mi disse “ venga”. Entrai leggermente dentro la cabina. Mentre mi passava il cotone perché mi disinfettassi, me la trovai a pochi centimetri. Sentii il calore del suo corpo e il suo respiro. Ebbi un innalzamento della temperatura e di qualcos’altro in mezzo alle gambe. Lei, credo se ne accorse, perché prima si avvicinò a me e poi si ritrasse. Un sorriso di compiacimento però le uscì dalle pieghe della bocca.  Il sentirsi desiderata le dava un piacere sottile.
Ebbi  l’impulso di abbassarmi il costume, prendere la sua mano e farle sentire il mio turgore, il mio desiderio. Lei sembrava interessarsi solo della mia salute, mi porse la garza per fasciare il piede ferito. Così finimmo le operazioni di pronto soccorso. Lei mi disse “Ora è sistemato il danno. La prossima volta faccia più attenzione, non è più un ragazzino”. Io feci cenno con il capo in segno di assenso. Non so, forse per il motivo che ero riuscito a trattenere i miei istinti o forse perché scatto qualcosa in lei, un attimo prima che io lasciassi la cabina, lei mi diede un bacetto sulla guancia. In quel momento, non resistetti più ai miei impulsi, rientrai in cabina, chiusi la porta. Lei non disse nulla, era in attesa. La cinsi con le braccia e la baciai intensamente. Le nostre lingue si intrecciavano con ardore. Fu lei a quel punto ad abbassarsi e a sfilarmi il costume, prendendo in mano il mio arnese e succhiandolo con avidità. Anche io le abbassai il costume e con le dita mi insinuai nelle sue intimità, trovandola bagnatissima. Mentre le facevo un ditalino, lei slinguazzava il mio cazzo senza fermarsi, anzi aumentando il ritmo. Le dissi” Silvia, non esagerare…..potrei venire” Allora lei prima rallentò, aspettò che io le strofinassi per bene il clitoride, le stringessi i glutei, la portassi verso di me, leccandole i capezzoli, la facessi sentire desiderata. Ebbe un fremito di piacere, forse raggiunse l’orgasmo per un attimo…poi tornò a succhiarmelo senza sosta, aumentando il ritmo..fino a quando eiaculai sul suo viso. Un fiotto irrefrenabile abbondante, vista la mia astinenza, la investì in volto. Nel vederla piena del mio piacere, la feci alzare verso di me, presi la garza e la pulii per bene. Poi la baciai. Ci guardammo, pensavamo entrambi “Che abbiamo fatto”. I sensi di colpa ripresero campo. Io allora mi allontanai….uscendo dalla cabina. Feci alcuni passi ma poi tornai indietro e le dissi “ ti voglio avere completamente”- Lei era in balia di me, non sapeva dire di no. Lei indossò un pareo e io infilai i calzoncini. Uscimmo dai bagni a poca distanza una dall’altro per non destare sospetti.  La seguii fino ad una casa a due piani. Entrammo al piano terreno. L’aria condizionata rendeva gradevole il clima. Entrammo in doccia insieme; mentre l’acqua scendeva e accarezzava i nostri corpi, anche noi ci sfioravamo, ci baciavamo. Ebbi in breve tempo un erezione. Uscimmo dalla doccia e lo specchio mi rifletteva con la mia verga dura. Vedevo lei e la trovavo sexy. Il suo viso ora era radioso e il suo corpo pronto. Finimmo sul letto e le dissi “ti desidero, sei bella!” Ci aggrovigliammo, abbracciandoci, leccandoci. Poi lei mi disse”Ora prendimi Mario, anche io non resisto più”. La feci mettere carponi e dopo averla penetrata con cautela, cominciai a darle forti colpi, facendola sobbalzare. La sentivo gemere, mugolare. Le piaceva e io aumentavo il ritmo. Sentimmo un rumore di chiavi…..una voce dall’ ingresso : “Cara, sono a casa! Dove sei?”.
Il terrore nei miei occhi. Anche Silvia subito si allarmò ma non mi disse di nascondermi. Suo marito, Paolo ci trovò nudi sul letto. Un attimo di silenzio, poi le disse sorridendo: “Sei una troietta, l’ho sempre saputo. Ora ne sarai convinta anche tu”. Ero in imbarazzo, volevo difenderla, prendermi le colpe. Fu lei a parlare “ Non so cosa mi sia successo, ma mi è piaciuto, forse avevi ragione tu”.
Non capivo cosa stesse succedendo. Paolo, sembrava eccitato dalla situazione e ci disse :”Bene continuate…..” . Non sapevo cosa fare, guardai Silvia e vidi nel suo volto serenità, piacere. Allora la baciai le feci divaricare le gambe e la scopai davanti a lui. Lui intanto si slacciò la zip e prese a masturbarsi. Uscii dal suo sesso e le chiesi di salirmi sopra e farsi impalare da me. Il mio cazzo entrò nella sua fica dilatata senza problemi.  Scorreva sul mio membro, sembrava indiavolata, quasi a dimostrare a suo marito di cosa fosse capace. Poi lo chiamò “ Amore vieni!” . Lui si fece avanti con il suo cazzo ora durissimo, le si avvicinò da dietro; lei si inarcò. Lui le umettò il suo buchino con la saliva, poi lo dilatò con nel dita e con decisione, tenendosi in equilibrio la sodomizzò, mentre io la scopavo.
Silvia sembrava felice mentre ci riceveva entrambi. La possedemmo a turno, lei succhiava a turno i nostri cazzi. Paolo fu il primo a sborrarle sul seno. Io durai ancora un poco. Lui prima stette a guardare, poi la baciava mentre lei a gambe aperte godeva ancora del mio cazzo. Lei aumentò il ritmo, i suoi gemiti venivano smorzati dalle loro gole. Si toccò il clitoride, si stirò, si contrasse e lanciò un urlo prolungato. Lui le abbandonò per un attimo le labbra e le disse “godi Silvia, troietta” e lei “ Sì godooo..sìììì” e venne.
Non vidi più quella coppia. Credo però che loro si ricorderanno con piacere, come è stato per me di quella bellissima, intensa e goduriosa giornata.

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