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Miscellaneous

al crepuscolo

Non era certo quella la prima volta che osservavo un tramonto dalla scogliera del villaggio naturista dove altre volte mi ero già recata in vacanza assieme al mio compagno.

Tuttavia quel magico tepore, unito alla brezza del vento, mi faceva apprezzare più del solito, quel senso di assoluta libertà generata dalla totale esposizione del corpo ai raggi solari che, declinando lentamente verso l’orizzonte, scandivano il finale di una giornata ulteriormente trascorsa nell’ozio più assoluto.

Piegato sui remi solo un uomo apparentemente molto anziano occupava quella superficie increspata lievemente dalla onde quando, volgendo la prua verso riva, ancora del tutto incurante della mia nuda presenza su quella scogliera, all’improvviso parve accorgersene iniziando ad osservarmi quasi che gli fosse apparsa una di quelle sirene che dagli abissi marini risalgono le correnti come vogliono quelle leggende tramandate sin dai tempi più arcaici.

In quel preciso frangente avvertii l’inusuale vibrazione epidermica che prese a percorrermi per tutto il corpo sebbene fossi ormai avvezza al fatto che mi si potesse guardare nella più integrale nudità, abituata come già ero a che ciò avveniva durante l’arco dell’intera giornata.

L’imbarcazione, avvicinandosi sempre più, e dando forma ulteriore all’anonima presenza su di essa, ed ormai prossima al piccolo molo sottostante al punto in cui mi trovavo, rendeva concretamante più tangibili le fattezze senili dell’individuo che la governava.

Una volta attraccata, ed ancorata saldamente all’ormeggio di una boa, l’uomo iniziò a scaricare, assieme alle reti da pesca, alcune casse di pesce sicuramente frutto della sua intensa giornata che lo aveva visto di certo intento a procacciare quanto in esse abbondantemente contenuto.

La mani callose, ed il volto solcato da rughe che il sole e la salsedine dovevano avergli scolpito col tempo, lo rendevano particolarmente interessante, molto più di tanti altri giovani palestrati che sovente non mancavano di tentare, anche in maniera a volte assai maldestra, di avvicinarmi con l’intento non certo sottointeso di ottenere da me qualche riscontro ulteriore.

L’uomo non parve curarsi più di tanto del fatto che fossi completamente nuda, di certo abituato a vedere soggetti femminili che in quei medesimi luoghi di vacanza si esponenavo a loro volta in modo analogo al mio.

Eppure in quello sguardo così penetrante che volgeva nella mia direzione, incurante che ciò potesse in qualche maniera infastidire, era come se volesse lanciare dei messaggi subliminali che la mia mente andava raccogliendo in maniera fantasiosamente perversa, portandomi ad immaginare di situazioni ai limiti dell’estremo.

Se soltanto il mio compagno fosse stato in quel frangente al mio fianco non avrebbe mancato di esternare delle morbose fantasie che sovente animavano i nostri momenti di intimità.

Ora l’uomo risaliva per il sentiero lungo la scogliera reggendo alcune di quelle casse di pescato, giungendo all’altezza del punto in cui ero rimasta immobile ad osservarlo palesemente interessata per quelle movenze e per quel modo di porsi che mi avevano fatto restare ancor più statuariamente esposta e forse anche un po inebetita a guardare.

Incrociando il mio sguardo sorrise esibendo una dentatura perfetta che risaltava ancor più candida su quella abbronzatura che ora lo rendevano insospettabilmente attraente a dispetto della sua età.

Come ipnotizzata non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel suo andare e venire dal piccolo molo per tornare poi in su oltre la scogliera passandomi di fianco per recarsi a caricare quelle casse su un piccolo furgoncino parcheggiato sulla stradiciola che si trovava alle mie spalle.

Quando anche l’ultimo viaggio stava per essere concluso mi rivolse la parola domadarmi se mai,considerata l'ora ormai tarda, avessi per caso necessità di un passaggio alla volta del paese.

Ricoprendomi alla meglio con un pareo, che ben poco in realtà occultava della mia nudità, ma incurante di ciò, e senza un preciso motivo non preoccupandomi neppure di indossare prima il costume, accettai prendendo posto su quel vecchissimo automezzo.

Durante il breve tragitto egli ebbe comunque modo di chidermi se mi avesse fatto oltremodo piacere visitare anche il posto in cui dimorava, dimostrandosi molto sicuro che ne avrei apprezzata l’ubicazione.

Non so cosa mi spinse ad accettare quell’invito che mi trovò obbligata ad ammettere quanto davvero avesse avuto ragione sul luogo dove lo avevo seguito e che affacciava direttamente sul mare con una vista realmente incantevole.

Del tutto rapita dalla bellezza che mi circondava, quasi dimentica di avere un compagno che forse si stava già domandando che fine avessi mai fatto, mandai un sintetico messaggio telefonico in cui gli annunciavo di non preoccupasi e che avrei fatto ritorno appena conclusa quella visita.

Nel frattempo il mio ospite aveva versato in un bicchiere un liquore a base di sidro che contribuì a rendermi ancor più disinibita di quanto già non gli avessi dimostrato di essere, e che, complice quella inusuale situazione, in cui la loquacità permise di appurare alcuni aspetti anche molto intimi, mi ritrovai euforicamente immersa in una vasca nella quale, completamente nuda, ebbi modo di apprezzare ancor meglio l’ospitalità di colui che così repentinamente si rivelò capace di saper essere un insospettabile amante.

Avvertendo quella mani così callose che percorrevano la mia umida epidermide, accarezzandola sino nei punti più nevralgici in cui l’intimità si collega al cervello, facendomela vibrare in maniera ossessiva, mi abbandonai tra le sue braccia lasciandomi galleggiare sulla superficie dell’acqua sino a che, sollevatami ancora grondante mi depose su un giaciglio di crine, assai ruvido come il suo corpo, prendendomi con la foga di chi, avendo avuto forse anche una fame da molto arretrata, non vedeva che l’ora di cibarsi avidamente di un pasto rovente servitogli con tale abbondanza.



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