Cenai in una trattoria a pochi chilometri dalla città. Mi incamminai verso casa, ma quella sera decisi di prendere l'autostrada; forse allungavo un pò, ma il tragitto mi permetteva di ascoltare un pò di buona musica. Dopo qualche minuto una necessità impellente mi costrinse ad entrare in un parcheggio. Rallentai progressivamente fino a fermarmi davanti ad un grosso cespuglio. Scesi dall'autovettura e mi incamminai sull'aiuola per cercare un rifugio da eventuali occhi indiscreti. Allargai l'impermeabile, tirai giù la zip, presi il membro tra le dita e fissando il vuoto sentii il rumore del liquido caldo che inondava il tronco dinanzi a me. Stavo per ricompormi quando due fari si avvicinarono alla mia auto. Parcheggiò proprio dietro. Era una berlina nera. L'uomo che era alla guida tirò giù il finestrino e lasciò uscire la mano sinistra che impugnava una sigaretta. Nonostante la scarsa luce riuscii ad intravedere seduta accanto a lui la sagoma di una donna. Ero ancora dietro l'albero quando d'un tratto la donna si accovacciò sul sediolino e spinse la sua testa tra le gambe dell'uomo che nel frattempo aveva buttato la sigaretta e portato le sue mani sulla testa della donna. Il mio membro iniziò a gonfiarsi ed io tenendolo tra le mani iniziai ad accarezzarlo su e giù. Il movimento della testa della donna era inequivocabile. Lo stava slinguando con grande dolcezza. L'uomo era concentrato su di lei, la mano sinistra continuava ad accarezzare la testa della donna, la destra si insinuava sulla schiena fino ad accarezzarla il fondo schiena. ogni tanto gettava uno sguardo allo specchietto retrovisore per accertarsi che non vi erano altre auto. All'improvviso mi accorsi che l'uomo girando lo sguardo incrociò il mio. Rimasi impietrito. Quegli istanti mi sembrarono interminabili. D'un tratto scorsi nel viso dell'uomo un mezzo sorriso. Mi rassicurai. L'uomo alzò la testa della donna che così potè vedermi. Mi osservò passandosi la lingua tra labbra. Con la mano sinistra si alzò la gonna e ricominciò a succhiare. Questa volta più piano, molto più piano...l'uomo alzò ancora di più la gonna così potei scorgere un culo perfetto avvolto in un perizoma nero. Le calze color carne rendevano se possibile la scena ancor più eccitante. Continuai ad accarezzarmi, gli occhi della donna ogni tanto fissavano le mie mani che ormai dimenavano il mio uccello all'impazzata. Forse capì che non ne potevo più. Si staccò dall'uomo, scese dall'auto e le sue mani continuarono a masturbarmi fino al punto in cui un mio gemito non anticipò uno spruzzo di liquido bollente. Non ebbi neanche il tempo di ricompormi che la sua sagoma era sparita nell'auto. L'uomo avviò il motore e sparirono nel buio.