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Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

Effetto sauna

Ci eravamo da poco sdraiati nel letto ed avevo appena spento la luce del comodino.
Nella semi oscurità lei ora accostava le sue labbra al mio orecchio dopo avermi dato il bacio della buonanotte. Un suo caldo sospiro, come una miccia, aveva acceso un brivido che fulmineo dal collo scese lungo la schiena per fermarsi ed esplodere all’altezza dei reni. Percepita la contrazione dei miei dorsali, prese allora la mia mano e l’accompagnò dolcemente fino all’elastico dei suoi slip lasciandola sulla soglia sussurrandomi invitante:

”Senti come e’ sbavata…”

Inebetito sollevai allora leggermente con le dita quel sottile triangolo di cotone frugando con la mano nel cespuglietto di peli, finché il medio non approdò per primo sulla sua clitoride. Da lì, come da una sorgente naturale, potevo sentire il resto delle dita scorrere giù, trasportate da un ruscello di bava viscida. Anche stavolta fu il medio a farsi per primo strada fra le labbra per penetrare qualche centimetro dentro il suo fiore, subito raggiunto dal dito vicino.
Sì, indubbiamente era più umida del solito e sicuramente il contatto delle mie dita aveva accelerato la secrezione dei suoi umori. Avevo ormai il palmo della mano completamente bagnato. Desideroso di far godere anche gli altri miei sensi di quell’estasi tattile, portai la mano alle labbra e al naso, per sentire il profumo ed assaporarne il gusto. Era splendido e mi bagnai il contorno della bocca con le dita per poterlo continuare a sentire anche dopo.
Lei allora si sfilò velocemente gli slip ed accostandone la parte interna, nel punto più stretto, proprio sotto le mie narici, continuò con il suo tono malizioso:
“Senti che odore! Oggi la fica non l’ho lavata per te….è matura al punto giusto….”

La troietta mi conosceva bene e conosceva ancor meglio i miei gusti. Con la punta del naso sentivo che il tessuto lungo quella striscia era praticamente zuppo. Il profumo acre e fruttato dei suoi umori, era trasportato da un tenue vapore di ammoniaca che lo guidava su per le narici fino al cervello per riesplodermi così da dentro. Ormai ero suo e tutto il sangue che poteva aveva già raggiunto il mio membro portandolo al massimo delle sue dimensioni.
Dopo aver tenuto quegli slip sul naso ancora qualche istante, estasiato, ruotai il corpo per raggiungere con la mia lingua la fonte di quella goduria e con il briciolo di lucidità che mi rimaneva, conscio che non appena avessi raggiunto la sua fica avrei smesso di parlare, le chiesi:
“E come mai questa porcaggine stasera? Come mai così sbavata!?”

Sembrava non aspettasse altro che questa domanda ed alzando una gamba per farmi arrivare facilmente alla meta, rispose:
“Perché ho da chiederti un permesso! Posso?”

Il mio mugugno poteva essere interpretato come un sì perché intanto, abbracciato alle sue cosce, avevo preso a baciarmi con le grandi labbra premendole sulle mie e facendo poi scorrere di tanto in tanto la lingua lungo l’apertura delle piccole labbra affondandola dentro la sua apertura, con piccoli, ritmici colpetti per poi tornare su a titillare il grilletto con la punta.
“E’ durissimo vero? Se continui così però, mi fai venire ed ancora ti debbo parlare….!”.

Rallentai perché anche io ora volevo che durasse più a lungo.
Aveva tirato fuori il mio cazzo dal pigiama iniziando ad accarezzarlo dolcemente. Quindi approfittando del fatto che dalla mia posizione le offrivo l’inguine all’altezza della bocca, aveva anche lei abbracciato le mie cosce e dando piccoli morsetti con le labbra, dopo averlo inumidito con la lingua, lo avvolgeva fin quasi alle tonsille. Lo sentivo pulsare ed amplificavo l’effetto contraendo i muscoli per farle provare il mio apprezzamento.
Nonostante il piacere che provavo, mugugnai con tono interrogativo invitandola a continuare la sua domanda. Lei diede un ultimo colpetto con la lingua. Poi, usando solo le mani una per massaggiarmi le palle e lasciando scorrere l’altra lungo la mia asta, riprese:
“Nella palestra dove vado hanno messo la sauna! La posso provare?”

La risposta sarebbe stata scontata, se non avessi immaginato perchè una tale richiesta avesse scatenato così tanto la sua eccitazione da renderla fradicia. Così grugnii qualcosa che poteva apparire di assenso, senza mai smettere di attingere con la lingua quel sugo che colava sempre più copioso. Se una sauna l’eccitava così tanto, a me bastava.

“Il mio trainer mi ha detto che però bisogna prenotarsi, ma che se voglio posso andarci fuori dagli orari di apertura, nella pausa pranzo, perché lui la aprirebbe solo per me.”

Certo che puoi andarci! Tutto pur di sentirti e vederti così maiala. Lo pensai solamente ma così intensamente, che lei capii che le davo la mia piena approvazione: telepatia o forse sentiva lo strofinio della mia lingua farsi più frenetico ed i colpi del mio bacino assecondare sempre più quelli della sua mano.
“Sì o no?” minacciò accelerando il movimento della mano sul mio cazzo.
Io ripetei ancora una volta il mio verso.
“SI’ o NO, porco?” il tono era ora risoluto e determinato. Staccai la lingua che sguazzava nella sua passera, riprendendo fiato. Voleva che avessi capito bene quello che intendeva fare, senza se e senza ma. Pochi secondi ancora, poi sentendo il mio sperma risalire il canale fino a sentirlo schizzare, le diedi la risposta che aspettava:
“Sì, troia! Puoi farla la sauna, sì….!”.

Man mano che eiaculavo tutto ciò che avevo raccolto fino a quel momento, le mie pulsazioni si fecevano sempre più diradate e deboli. Lei con assoluta naturalezza mi ripulì per bene come era solita fare in queste occasioni. Poi, con fare dispettoso, strinse le sue gambe per impedire la mia controffensiva orale, mi rinnovò la buonanotte e si girò dall’altra parte ringraziandomi. Anche io, estenuato ma un po’ deluso per non aver finito il mio lavoro su di lei, dopo un po’ mi addormentai.



Verso le due del pomeriggio dell’indomani, mi raggiunse al cellulare, mentre ero sulla strada di ritorno dal lavoro:
“Ciao, sto andando in palestra. Ti ho lasciato pronto in cucina”
“E’ per la sauna?” balbettai.
“Sì, anche. Faccio un po’ di esercizi prima. Carlo mi ha detto di andarci ora che non c’è nessuno. A dopo….”.
Carlo doveva essere il suo “trainer”. Che nome scontato!

Grazie ad una piccola deviazione, passai davanti l’ingresso della palestra: era chiusa, come lo era sempre a quell’ora. Forse mi aveva preso per il culo ed io c’ero cascato!
Arrivato a casa però la trovai vuota ed in cucina osservai il piatto con la pasta, ma non avevo fame. Stomaco, viscere e genitali erano un tutt’uno che pulsava al ritmo del battito cardiaco. Impossibile controllarli. Accesi la TV e guardai un notiziario anche se le immagini scorrevamo davanti i miei occhi senza che le vedessi, riprendendo coscienza solo quando sentii la porta aprirsi. Lasciò cadere il borsone sul pavimento e si avvicinò.
Aveva i capelli ancora un po’ bagnati, profumava di bagnoschiuma, lo sguardo perverso ed un bel rosato che le colorava le gote. Restammo alcuni istanti a fissarci negli occhi, poi io ruppi il silenzio:
“Ciao, come e’ andata? Sei riuscita a fare la sauna?”
“In realtà era una “steam room”, sai, quella col vapore. Sì molto rilassante…” rispose.
“E chi c’era in palestra?” incalzai.

Lei lasciò una pausa per farmi capire che era vero quello che avevo intuivo, ma che invece volevo fosse lei a dirmi.
“Nessuno, solo io…”.

“Ah, e di quelli della palestra?” continuai come un ebete.

“Solo Carlo, il trainer. Ho suonato e mi ha aperto. Mi aspettava perché son chiusi a quest’ora..”
“Ti ha fatto un gran favore..!” ironizzai.
“Sì ma non se n’e’ pentito….”
Quindi mi prese per la mano e mi accompagnò come un bimbo fino al divano. Si vedeva che non stava nella pelle di raccontarmi la sua avventura e sapeva che io bramavo come nient’ altro che di ascoltarla.
Quindi senza che chiedessi altro, proseguì:

“Dopo un po’ di cyclette mi ha fatto fare degli esercizi a corpo libero. Una mez’oretta in tutto prima di accompagnarmi alla steam room ed invitarmi ad entrare prima della doccia….”
La interruppi ansioso: “Ma come da sola o con lui? E com’eri, in costume, in intimo o nuda nella sauna?”

“Steam room…” mi corresse “Aspetta: sono entrata da sola, ma rimanendo così..”
Si tolse le scarpe, si abbassò la gonna e si sfilò la maglietta rimando con il suo perizoma sportivo e senza reggiseno, per mostrarmi esattamente com’era.
“Sono entrata e sono stata avvolta da una nuvola di vapore e mi son seduta sul lato della parete. Poco dopo ho visto una figura avvicinarsi alla porta di vetro e..”
“E…!?” feci io.
“…ed era Carlo che mi chiedeva se poteva approfittare anche lui. Aveva una tovaglia intorno alla vita ed io gli ho naturalmente detto che poteva. Così lui e’ entrato e si e’ seduto di fronte a me e mi guardava le tette sorridendo e dicendomi che di lì a poco mi sarei sentita rilassata, ma che non dovevo stare più di 10 minuti la prima volta. Lui probabilmente se lo aspettava, così gli ho confermato che se voleva poteva togliersi la tovaglia….e lui lo ha fatto rimanendo seduto col suo cazzo di consistenza semirigida.
Alla vista dei suoi addominali e del suo cazzo, a me è iniziato a tirarmi il grilletto come ieri sera e senza dire nulla mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho cercato di rianimarglielo con le mani e con la bocca così…”

Si inginocchiò quindi davanti a me e mentre mi abbassavo pantaloni e mutande, riprodusse la sua impresa non appena il mio cazzo le si parò davanti.

“E lui” ormai ero completamente andato ed in estasi “voleva scoparti?”
Riprese il racconto.
“Aspetta! Lui si e’ scusato dicendo che il caldo del vapore non glielo faceva tirare su del tutto, però siccome a me invece tirava da morire, ho scostato il perizoma e mi son seduta a cavalcioni su di lui iniziando a strofinarmi il grilletto sulla sua coscia umida non so più per il sudore o per il mio sugo, su e giù fino a venire. A questo punto mi e’ venuta un gran voglia di scopare e devo dire che nonostante il caldo gli era diventato anche a lui bello tosto..!”
“Scopare…?” biascicai.
“Sì, scopare, T-R-O-M-B-A-R-E! Mi son girata e mi son seduta su di lui guidandogli con la mano il suo attrezzo dentro la fica, dove ci e’ scivolato come il velluto. Lui sembrava impazzito ed ha iniziato da dietro ad avvolgermi con le braccia palpandomi le tette che ballonzolavano sotto gli stantuffamenti che davo puntando le gambe.
Sarà che il calore aveva aumentato l’irrorazione sanguigna dei miei genitali, ma mi sentivo la fica esplodere di goduria…”.

“E Lui?”

“Lui sul più bello mi stringe i fianchi e mi implora che sta per sborrare. Io allora salto fuori appena in tempo mi giro di scatto e continuo a pomparglielo con la bocca strizzandogli i coglioni fino a quando mi scarica un getto di sborra da farmi quasi affogare. E la sai una cosa: lo sperma era più fresco del suo cazzo! Strano no?...”

La adoravo per questo suo modo di rendere anche un tradimento, un momento di piacere in cui con una battuta riusciva a risvegliarmi dall’estasi riportandomi, con dolcezza, alla realtà.

“..Così mi ha ringraziato e mi ha detto che non aveva mai avuto una seduta così gratificante di steam room. Poi ci siamo fatti la doccia velocemente perchè alle tre e mezza riaprivano. Gli ho promesso che lo rifacciamo ma solo se tu vuoi però. Tu vuoi?
Ah dimenticavo: non mi ha fatto venire, perchè son dovuta uscire po’ prima. Puoi finire tu il suo lavoro?”

Solo allora si sfilò il perizoma e si piegò in avanti sul bordo del divano porgendomi l’ingresso del suo paradiso che si mostrava fra i glutei.

Cos’altro dovevo dire o fare? Le poggiai il mio membro per inumidire la punta e scivolai anch’io dentro il suo antro agganciandomi sui fianchi. Ascoltavo i suoi gemiti di piacere aumentare ad ogni affondo ed aspettando con pazienza che fosse prossima all’orgasmo.
Quando capii che stava arrivando, mi lasciai andare venendole dentro. Ogni dilatazione del mio membro, coincidente con uno schizzo, lei si contorceva.
“Sei un porco. Ma sei l’unico che mi scopa così..” mi disse quasi con stizza.
Era di nuovo mia!
Questo per lei era il massimo del godimento, ma solo a me era consentito concederglielo.

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