Eugenia è irrequieta per via della menopausa, il matrimonio sta andando a rotoli, ha sorpreso suo marito, che non la tocca da mesi, mentre si masturbava, leggendo racconti erotici su Internet, allora ha capito che il loro rapporto sessuale, basato su un unico settimanale amplesso, quando non sorgevano impedimenti, è giunto al capolinea. Lei, non riesce neppure a masturbarsi, ci ha provato, non è riuscita a godere, perché, con la mente è ritornata ad un episodio della pubertà, al ricordo della voce suadente del vecchio confessore, che le chiede insistentemente dove si tocca e che cosa prova a farlo, e che alla fine, dopo avere emesso un gemito, inizia ad inveire contro satana e contro lei che cede alle sue lusinghe; paventandole tremendi supplizi fra le fiamme dell’inferno.
L’unico amplesso che conosce è quello tradizionale, con l’unica eccezione, quando le cose avevano ancora una parvenza di normalità, di lui, che la scopava da dietro, magari di mattino presto, prima d’alzarsi per andare al lavoro, mentre lei era ancora nel dormiveglia.
Ora avverte che il suo corpo reclama qualche cosa di cui ha diritto, ma non sa come soddisfarlo.
La ginecologa, mentre la visita senza guanto, non riuscendo a farsi strada col dito nella secchezza della sua vulva, le dice:
«Da quanto tempo non hai un orgasmo?» Eugenia arrossisce.
«L’hai asciutta come un guado Africano, le tue papille sono atrofizzate; devi stimolarle, la secrezione vaginale è indispensabile, specialmente ora che non hai più il mestruo. Vai in un negozio d’articoli erotici e comprati tutto ciò che ti stimola, magari cambia anche nome, fatti chiamare Jenni, che fa più troia, non dovresti avere problemi a trovarti l’amante, perché sei una bella gnocca, fattela leccare da una lesbica, fa che cazzo ti pare, però rimetti in funzione la tua fica.» É una sua vecchia compagna di scuola e può permettersi di parlarle in quel modo.
Jenni ha cinquant’anni; un corpo perfetto al naturale, con i seni che stanno su da soli, le natiche alte sulle gambe tornite ed il volto interessante, dai tratti marcati. Passa e ripassa un sacco di volte davanti alla vetrina del sex shop, tuttavia quando una sorridente commessa viene sulla porta, lei fugge. A sera prova a titillarsi il clitoride, ma desiste, ossessionata com’è, dall’antico ricordo.
Sta rientrando a casa sul bus affollato, ha le mani impegnate a reggere le sporte della spesa, l’uomo, più o meno suo coetaneo, non perde occasione per farle sentire la sua erezione contro le natiche:
«Non è poi così male.» Pensa, nel frattempo uno scossone la fa traballare, lui la sorregge brancicandole le mammelle e le sussurra, dandole una zaffata avvinazzata:
«Ti ci piscerei sopra…» Jenni inorridisce, si divincola e s’allontana dal laido, chiedendosi come mai ha potuto avere un pensiero erotico, che coinvolgeva quello sconcio individuo.
Fa freddo, lei entra nel portone, che il figlio della sua dirimpettaia, le tiene aperto; anzi, fa di più, le prende le sporte e gliele porta fin sull’ascensore e mentre salgono le dice:
«Mia madre non è in casa ed io non ho le chiavi.» Jenni lo guarda, è di poco sopra la trentina, ricorda bene gli anni che ha, perché la sua nascita, era coincisa con l’anno in cui s’era diplomata. È un tipo qualunque, da non soffermarsi a guardarlo una seconda volta: non alto, non basso, non magro, non grasso, non bello, ma neppure brutto; Jenni sa che è da poco separato dalla moglie e che è viene ogni giorno a pranzo dalla madre.
«Vieni a prendere una tazza di caffè da me; col freddo che fa, a star fuori rischi un malanno.»
La casa è avvolta in un buon tepore, lo precede in cucina e senza neanche togliersi il caldo maxi soprabito di nylon trapunto, prepara la moka e subito dopo aver acceso il gas, lo scorta nell’ingresso e gli leva il giaccone.
Jenni mette sul tavolo la bottiglia di Fundador, che da quando è in meno pausa ha cominciato ad apprezzare, lui lo mesce per entrambi, lo sorseggiano e non appena il caffè è pronto, lo intiepidiscono con dell’altro brandy; lo sorseggiano incrociano lo sguardo, si sorridono timidamente e lo riabbassano. L’imbarazzo è tale, che si potrebbe affettare con un coltello, lei non è abituata a trovarsi sola con degli uomini, lui ha scarsa stima delle sue doti di seduttore ed al confronto della sua scialba ex consorte, Jenni gli sembra una dea irraggiungibile. Tuttavia è lei, che dopo aver portato sul lavandino piattini e tazzine, versa dell’altro liquore, che mandano giù immediatamente. Sono al terzo giro, quando Jenni, inaspettatamente dice:
«Vieni.» Pronuncia la frase e non crede d’essere stata lei a dirla; tuttavia le porge le mani invitandolo a seguirla
«Guardi signora Eugenia, che come amante non sono un granché.» Le dice un po’ farfugliando.
«Allora siamo in due.» Le risponde e ride, meravigliandosi della sua sincera sfrontatezza.
«Lascia che sia io a spogliarti.» E mentre lo fa, è convinta che non sia lei, Eugenia, casta e riservata, a compiere quei gesti, ma Jenni la troia, che non appena gli vede il torace nudo, gli succhia i capezzoli e non si ferma lì, poiché s’inginocchia tirandogli giù i boxer, per prendergli in bocca il pene svettante, ben più aitante di quello del marito. Eugenia non ha mai fatto pompini e ci gioca maldestramente, lui se n’accorge, la solleva da terra e la bacia. Eugenia pensa che sono anni che il consorte non lo fa, intanto che riscopre quell’intrigante stimolazione. All’improvviso sorride perché si ricorda di come al liceo parodiavano la famosa frase “Che cos’è un bacio.» Loro ragazzine dicevano:
«È un metodo stimolante per conoscere le lingue.» Mentre i maschietti più intraprendenti, replicavano:
«Il bacio è una telefonata al cazzo, per avvisarlo di tenersi pronto.» Erano questi gli ultimi sussulti dei maschi in declino. Le sue compagne femministe, giravano in corteo gridando lo slogan:
«…col dito, col dito, orgasmo garantito…» Al che i ragazzi che facevano ala rispondevano:
«…col cazzo, col cazzo, è tutto un altro andazzo…» Però senza convinzione; era l’inizio della resa.
«Ma cosa faccio? Ho saltato l’ostacolo, ho davanti un maschio disponibile, finalmente sento la vagina inumidirsi e penso a queste stronzate.»
«Ti chiami Gianni se ben ricordo?»
«Si Gianni.» Risponde lui mentre l’aiuta a spogliarsi, sempre più ammirato, di volta in volta che appaiono le splendide nudità.
«Gianni, io l’ho solo fatto con mio marito ed in un unico modo. L’ultima volta non ricordo neppure più quando.» Gli confessa.
«Me ne sono accorto.» Gli risponde lui ridendo e lei s’unisce alla sua ilarità. L’alcol, ma specialmente la simpatia spontanea, hanno abbattuto le paure e le inibizioni d’Eugenia, che s’affida serenamente a lui, che ha sua volta capisce che a quella semplice creatura, non deve assolutamente di-mostrare nulla, perché lei sarà felice di quello che lui saprà darle.
Hanno rivoltato le coperte fino ai piedi del letto, e giacciono nudi sul lenzuolo:
«Sei bellissima. Hai un corpo stupendo.»
«Anche tu sei molto ben proporzionato, hai spalle larghe e fianchi stretti.» E Gianni pensa che forse ha ragione. La bacia nuovamente, poi scende lentamente passando le labbra sul suo collo privo di rughe, intanto che con le dita va a giocare con i capezzoli, poi le sostituisce con le labbra e la mano la porta sul sesso caldo e umido. Eugenia geme e timidamente va ad impugnargli il membro teso ed elastico. Lui la lascia giocare un pochino intanto che fa altrettanto con la sua vulva; ci spinge un dito dentro, sente che è deliziosamente viscida, l’intinge negli umori, poi glielo posa sulle labbra, e lei, come se l’avesse sempre fatto, gli succhia il dito profumato degli effluvi della sua intimità. Ora è costretta a lasciargli a malincuore il pene che stava coccolando, perché lui s’è spostato in ginocchio fra le sue gambe spalancate, gliele solleva e si porta la fica alla bocca, come un assettato, appena giunto sulla riva di un torrente. Eugenia è sorpresa, gode immediatamente e per la prima volta scopre che cos’è un vero orgasmo.
«Puoi anche leccarmela per delle ore, se ti fa tanto piacere, però sappi che io non provo niente.» Gianni sente la voce falsata dal labbro leggermente leporino di sua moglie, intanto che Eugenia gli versa sulla lingua i succhi del suo primo autentico godimento:
«Ti piace?» Le chiede.
«Moltissimo Gianni, non credevo potesse esistere una cosa tanto bella.» Le risponde con voce tremante.
«Allora fammi sistemare per bene, così continuo fino a che tu vorrai.» Dov’era prima quella di lei, posa la sua testa e ci fa mettere ai lati le ginocchia.
«Mettiti comoda.» Lei appoggia gli avambracci al muro e ci pone sopra la fronte, poi guarda in giù, proprio mentre lui alzando lo sguardo, le sta ammirando il ventre piatto, i seni leggermente penduli, che va ad accarezzare delicatamente; si sorridono, lei s’abbassa, gli appoggia le natiche sul petto ed istintivamente se le allarga per farsi solleticare il solco anale, poi tutta la sua attenzione si concentra sull’impegno di Gianni. Lui prova a penetrarla con la lingua, per quanto gli è possibile, poi l’incanala fra le piccole labbra interne, si sofferma ad esplorare con la punta irrigidita, il foro di sfogo dell’uretra, gliela tiene larga con le dita per scorgere il piccolo glande del clitoride e s’impegna a lungo su di esso. Ora si che si è trasformata in Jenni, e gode pazzescamente, vorrebbe dire un sacco di cose al suo meraviglioso amante, ma non trova le parole, perché non le conosce, allora si limita a mugolare:
«Si! Si! Continua così, non smettere più, che sto morendo di gioia.» Poi per istinto, gli scivola a ritroso sul petto, fino a che le sue natiche incontrano l’ostacolo del cazzo svettante, allora s’alza dritta, se lo introduce e s’accorge che malgrado abbia la fica infradiciata, c’entra dentro a stento. Gioisce a quella constatazione ed inizia una frenetica galoppata imperniata su quel meraviglioso membro che le sta martellando l’utero con il glande, intanto che Gianni, tenendola per i fianchi l’aiuta ad alzarsi ed abbassarsi a ritmo sempre più veloce. S’accorge che il suo amante sta godendo, perché il pene, imprigionato a stento nella guaina, la sta sbatacchiando, quasi volesse divincolarsi. Lei ha un ennesimo orgasmo delirante e scoppia in singhiozzi, poi abbassa con il viso a contatto con quello di Gianni che beve le sue lacrime, mentre le accarezza dolcemente i capelli e la schiena.
Jenni sente che il pene s’affloscia, intanto che i suoi muscoli vaginali si rilassano. Non le importa che lo sperma che le esce dalla vagina impiastri il lenzuolo, anzi, spera che Gianni gliene faccia cambiare molti.
«Aspetti tuo marito?» Le chiede Gianni.
«Non rientra almeno per un mese.»
«Allora fammi telefonare a mia madre. Quanti giorni le dico che starò fuori?»
«Quanti vuoi tu.»
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la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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come si vive il sesso dipende soprattutto da come siamo e da dove veniamo e questo racconto è bello proprio perchè ha narrato anche questi aspetti
complimenti
Ottimo.