Success
Dark theme
Choose language
💘 Hot? It's up to you! 💘

Meet our new feature - Hot or Not!
Just browse through the profiles, like, like and find someone you're sure you're interested in.

francy3sex 40 y.o.
Trans
Savona, Italy
Last visit: 13 years ago
Miscellaneous Fetish Cuckold Threesome Swingers

Il treno

Dovevo affrontare uno dei miei tanti viaggi di lavoro, da Milano a Reggio Calabria e siccome i controllori di volo minacciavano scioperi a sorpresa, mi decisi a prendere il treno. Prenotai una bella cuccetta, preparai i soliti bagagli e mi misi in viaggio.
Quando tornai dal vagone ristorante, mi accorsi, che il mio scompartimento, fino ad allora deserto, era stato occupato da un bel ragazzino, sui 19 anni, molto carino, dall’aspetto per bene. Mi fece tenerezza pensare a quando anche io, poco più che bambino, affrontavo i miei primi viaggi per recarmi all’università.
Ero, come sempre, un insospettabile uomo d’affari e decisi di rimanere tale, per le due ore che mancavano alla trasformazione delle poltrone in cuccette. Trascorsi quasi tutto il tempo al bar, tra una lettura ed un drink.
Quando si avvicinava l’ora della ritirata, mi appostai in modo da vedere quando il ragazzo si fosse recato in bagno per la toilette serale. Appena lo scorsi, mi precipitai a ritirare la borsa e mi affrettai a raggiungere un altro bagno. Fortunatamente il treno era semi deserto ed il tutto fu molto semplice.
Mi diedi una rinfrescata generale e mi preparai con cura, non avevo un progetto preciso, ma avevo una gran voglia di eccitare a morte il ragazzo, facendomi intravedere nella penombra dello scompartimento, prima di mettermi a dormire. Al mattino mi sarei alzato presto e la gran figa sarebbe scomparsa per sempre.
Ciabattine di legno con tacco altissimo, autoreggenti nere, perizoma da urlo, sottoveste trasparente, reggiseno imbottito e parrucca con capelli nerissimi e lunghi.
Trucco e profumo, il tutto avvolto in una vestaglia fino ai piedi.
Uscita dal bagno, temevo di fare brutti incontri, ma fui fortunata e finalmente potei fare il mio ingresso nello scompartimento che mi parve completamente buio, ma che sapevo non esserlo per occhi già abituati alla poca luce. Non dissi nulla e percepii, che il giovane era sdraiato nella sua cuccetta i basso a destra, così decisi di scegliere quella in alto a sinistra. Le altre due erano ed ormai sarebbero restate tutta la notte, libere.
Mi tolsi lentamente la vestaglia, dando le terga al giovane. Sentivo i suoi occhi su di me, come fossero due calde mani, che mi sfioravano tutta. Ogni operazione la eseguivo con la massima lentezza e tutta la sensualità di cui sono capace. Feci cadere volontariamente il mio astuccio del trucco, così da poter offrire una visione completa del mio culetto al ragazzo, mentre mi chinavo, senza piegare le gambe, a raccoglierlo.
Iniziai a salire la scaletta, piolo dopo piolo, facendo dondolare il sederino di qua e di là.
Raggiunta la cuccetta mi misi su un fianco, con la schiena ancora rivolta al ragazzo e mi rilassai.
Avevo sortito l’effetto desiderato, ne ero certa e la prova la ebbi da li a poco. Malgrado il rumore di sottofondo, del treno che correva sui binari, percepivo chiaramente, che il respiro del ragazzo aveva cambiato ritmo ed intensità. Emisi un mugolio quasi impercettibile e notai che il ritmo si alzò ulteriormente ed allora, con tutta la dolcezza di cui sono capace sussurrai: “se vuoi…posso aiutarti”.
Il respiro cessò di colpo e non ebbi risposta. Allora scesi lentamente la scala e mi inginocchiai ai piedi della sua cuccetta. Mentre fingeva di dormire feci scivolare una mano lenta lenta sotto le lenzuola di carta delle ferrovie. Ormai anche i miei occhi si erano abituati e vedevo benissimo dove si trovava il rigonfiamento, che tanto mi interessava.
Prima con un dito, poi con due, iniziai a sfiorare molto lentamente l’asta del suo pene, quindi, sempre molto delicatamente e con la massima lentezza, presi tra indice e pollice la pelle, che fasciava la sua cappella ed iniziai a farla salire e scendere.
Il suo respiro tornò a farsi profondo e rapido e io feci scivolare il lenzuolo, con cautela, fino scoprire tutto quel bel cazzo, che era bianco, invenato e bello grosso.
Sempre con lentezza misurata, avvicinai le labbra alla cappella e mentre con la mano continuavo il mio su e giù, lo presi dolcemente in bocca. Era pulito e per nulla forte, davvero un bel cazzo e l’unico sapore che percepivo era un filo di presperma, che iniziava a fare il suo debutto.
Con la mano non mi fermavo e con la lingua lecavvo cappella, asta e scendevo fino alle palle, prima stuzzicandole con la punta e poi risucchiandole completamente dentro. Le sue mani stringevano il lenzuolo di sotto con forza sempre maggiore e mi accorsi, che la sua eccitazione cresceva, a mano a mano, che la mia lingua si avvicinava al suo ano. Decisi di scendere e con movimenti circolari leccavo quel bel forellino vergine. Quando vi spinsi dentro tutta la lingua che ho, esplose in un orgasmo violentissimo. Gli schizzi uscivano lunghi e violenti ed andavano a schiantarsi sulla parte di sotto della cuccetta soprastante.
Quando ebbe finito di venire, fece per alzarsi e parlare, ma lo fermai immediatamente con la mano appoggiata sul suo petto sussurrandogli “shhh shhhhhhh”.
Ubbidì e tornò a rilassarsi sulla schiena ed io tornai a dedicarmi al suo pene.
Tenendolo tutto in bocca, stando ben attenta a non succhiare provocando il tipico fastidio post orgasmo, lo massaggiavo con la lingua.
Dopo un attimo in cui perse parte della sua erezione, tornò ad inturgidirsi ed allora ricominciai con un pompino molto più energico.
Quando mi parve ben infoiato mi alzai, mi appoggiai alla scaletta col sedere ben sporto, mi spostai il perizoma dal forellino, lo inumidii bene col dito precedentemente insalivato ed attesi.
L’attesa non fu lunga, immediatamente mi fu dietro e iniziò ad accarezzarmi il culo. Temevo la sua reazione all’accorgersi della mia femminilità incompleta, ma non successe nulla, mi appoggiò la cappella all’ano e con la foga tipica dei giovani, mi inculò in un sol colpo, facendomi urlare da dolore.
Mi chiese scusa, ma io gli dissi di non fermarsi e così fece.
Mentre mi pompava, con una mano si appoggiava alla mia natica, con l’altra mi faceva una sega.
Quando lo sentii esplodere dentro di me, venni anch’io.
Rimasi in quella posizione un attimo, col braccio appoggiato alla scala e la testa al braccio. Lui prese un fazzolettino inumidito e mi pulì delicatamente l’ano e la cappella dalla sua e dalla mia sborra e poi mi ringraziò timidamente.
Ci addormentammo subito e poi… la gran figa sparì per sempre.

Top rated stories from category fetish

Comments

Send
  • trikkens, 48
    Piacevole e sensuale, si legge tutto d'un fiato, bella fantasia (sara' poi fantasia?)
    read more roll up