Seduto a un tavolo del Caffè ...... guardavo con apprensione al di là della vetrina. Da più di mezz'ora ero in attesa del passaggio di una donna. Conducevo il medesimo appostamento da poco più di un mese. Non era un capriccio, ma una necessità che non mi dava pace. Lei pareva non essersi accorta della mia presenza, perlomeno questa era l'impressione che ne avevo ricevuto, sbagliando. Avevo messo in atto più di un espediente per attirare la sua attenzione, non ultimo quello di guardarla fissamente quando transitava dinanzi alla vetrina del bar, poi una mattina...
La giornata era uggiosa, piovigginava a gocciole rade, come succede in novembre quando l'atmosfera è ricca di condensa di vapore acqueo. La vidi arrivare quando ancora era lontana dal mio punto di osservazione. Indossava un impermeabile sportivo, fiore di latte, con cintura alla vita. Il bavero era lievemente rialzato. Un foulard di seta azzurro, dello stesso colore dell'ombrello che stringeva nella mano, le fasciava il capo. Mi alzai dalla sedia, lasciai sul tavolo il bicchiere mezzo pieno di bitter analcolico, e mi avviai verso l'uscita. Al cameriere lasciai un biglietto da cinque euro: molto più del costo della consumazione, senza preoccuparmi di ricevere il resto.
Mi ritrovai per la strada determinato a seguirla da vicino come avevo fatto in altre occasioni, anche se non avevo mai trovato il coraggio di bloccarla come avrei desiderato fare.
Procedeva a zig-zag sul marciapiede incuneandosi fra i passanti che riempivano le banchine ai lati della strada. Scansava con abilità le persone che la precedevano e quelle che le venivano contro come fosse in ritardo ad un appuntamento. L'aspetto era di una donna non più giovane, ma ancora piacente. Mostrava d’avere poco meno di quarant'anni, non di più. I lineamenti del viso, delicati e privi di rughe, le conferivano un aspetto fine ed elegante. Il trench nascondeva la silhouette di un corpo denso di curve e appetibile agli occhi di molti uomini.
Sotto i portici chiuse l'ombrello e proseguì più spedita, al riparo dalla pioggia, fino all'imbocco di un Vicolo. Girò nella strada angusta, percorse un breve tratto tenendosi rasente al muro delle case, poi infilò un portone di un caseggiato recentemente ristrutturato.
L'edificio era lo stesso in cui l'avevo vista entrare nei giorni precedenti, e da cui era uscita solo dopo essersi intrattenuta per lungo tempo. Mi fermai a poca distanza dal casamento, sul marciapiede opposto a quello che poc'anzi aveva calcato prima di infilarsi nel portone.
Al riparo, sotto l'ombrello, rimasi ad osservare la facciata dell'edificio chiedendomi per l'ennesima volta qual era il motivo che la conduceva ogni giorno in quel luogo. Di lei tutto mi era sconosciuto, perfino il nome, eppure durante gli appostamenti mi ero fatto la convinzione che fosse una donna affidabile, riflessiva, e soprattutto sincera. Dote quest'ultima assai rara nelle donne.
La mia inavvicinabile amica del cuore aveva l'apparenza di essere diversa dalle donne che avevo conosciuto, e forse in questo non mi sbagliavo. A differenza delle precedenti circostanze stavolta decisi di dare seguito alla mia curiosità. Attraversai la strada e mi avvicinai al portone. Lo trovai socchiuso. Varcai la soglia e m’incamminai per un angusto corridoio che conduceva ad un cortile interno.
La tromba delle scale dell’edificio a tre piani, stretta e all'apparenza disagevole da percorrere, aveva un aspetto sinistro per la poca luce che filtrava dalle feritoie adiacenti il cortile. Della misteriosa amica non c'era traccia. Gli scalini in cotto su cui poggiai i piedi risalendo le scale erano consumati nella parte centrale. Avanzai con cautela facendo ricordo al corrimano di legno nella salita in modo da non scivolare e provocare dell'inutile fracasso. Al pianerottolo del primo piano trovai tre porte disposte sui tre lati. Accostai l'orecchio a quella centrale prestando attenzione ai rumori che provenivano dall'interno.
Il fragore di spari ed esplosioni tipico dei film d'azione erano segnali inequivocabili che gli inquilini stavano guardando la tivù. Mi avvicinai alla porta più distante dalla tromba delle scale, appoggiai l'orecchio allo stipite di legno, e percepii il rumore di una discussione fra due uomini. Nella terza invece arrivavano le note musicali di un brano sinfonico. Prima di proseguire nella mia ricerca mi soffermai a leggere i nominativi incisi sulle targhe in ottone appiccicate ai legni delle porte. Nessuno di quei nomi di famiglie mi suggeriva qualcosa di particolare. Salii al piano superiore e poi all'ultimo piano dell'edificio continuando ad origliare alle porte, consapevole che uno degli inquilini avrebbe potuto fare la sua comparsa mentre ero impegnato a origliare.
Stavo con l'orecchio accostato all'uscio, intento ad ascoltare i rumori che provenivano all'interno di un appartamento, quando lo scampanellare di un telefono e la successiva risposta di una voce femminile mi fecero intuire che l'abitazione poteva essere quella giusta, quella dove aveva trovato rifugio la misteriosa donna che avevo pedinato.
Rimasi immobile, coi piedi ancorati allo zerbino, ad ascoltare i rumori che provenivano dalla stanza. La voce si esaurì e dall'interno sopraggiunse il calpestio di tacchi che si muovevano freneticamente sul pavimento. Tutt'a un tratto la porta si aprì e apparve lei, la mia donna. Sorpresi entrambi dalla presenza dell'altro restammo a lungo a fissarci negli occhi, poi senza dire una parola, calamitati dai nostri occhi, avvicinammo le labbra e ci scambiammo un tenero bacio come mi era capitato di vedere soltanto in qualche film francese.
La sua bocca era bollente come il resto del corpo che strinsi fra le braccia dopo averla attirata a me. Restammo lì, nel pianerottolo, avvinghiati l'uno all'altra, torcendoci le labbra come due innamorati. Penetrai la sua bocca con la lingua e lei mi emulò ficcando la punta della sua nella mia bocca. L'eccitazione ebbe il sopravvento. Le infilai le mani sotto l'ingombrante maglione di lana che indossava sotto la vestaglia da lavoro e fui lesto ad inglobarle le tette nelle mani.
Non indossava il reggiseno. Le forme delle mammelle, tonde e sode, non erano troppo grosse: giusto il genere che prediligo. Lei mi lasciò fare, senza opporre resistenza, ed io non trovai di meglio che abbandonarmi ad esplorare con la mano i capezzoli che sentivo turgidi. Il contatto delle dita le provocò un leggero fremito, inarcò la schiena all'indietro e ansimò in modo profondo.
Assorbii fra labbra e lingua la sporgenza carnosa di una mammella e iniziai a succhiarla come un lattante. Lei prese a mugolare di piacere ed io proseguii nella mia azione carezzandole l'altra mammella. Tutt’a un tratto sentii una mano scivolarmi sulla patta dei pantaloni e abbassare la lampo. Cominciò a masturbarmi, alternando rapidi movimenti della mano ad altri lenti e ancora più eccitanti.
Trovarmi sul pianerottolo nella condizione di essere scoperto da qualche condomino rese la situazione oltremodo eccitante. Allungai una mano sotto la gonna. Non portava collant, ma calze autoreggenti. Intrufolai le dita sotto il tessuto delle mutandine e cercai di farle scendere.
Lei fu più rapida delle mie dita, si scostò e sfilò gli slip facendoli scendere lungo le gambe fino a farli cadere sul pavimento. Le abbrancai i glutei e la sollevai di peso da terra, poi le allargai le cosce serrandole attorno ai miei fianchi. Lei snodò entrambe le braccia attorno al mio collo puntellandosi con la schiena contro la parete del muro. Aiutandomi con la mano guidai il cazzo nella fica, facilitato dalla copiosa secrezione di cui era impregnata la mucosa. Iniziai ad incalzarla con colpi di bacino, spingendo il cazzo più in profondità che potevo.
Avevo il fiato grosso e respiravo con affanno, lei invece mugolava di piacere premendo la bocca all'attaccatura del mio collo. Le sborrai nella fica senza nessuna precauzione urlando di gioia nel momento in cui giunsi all'orgasmo. Lei si arricciò con le cosce su di me e pronunciò un'unica parola:
- Sì... sì... sì... sì. sì.
Sazi dei baci e delle carezze che c'eravamo scambiati, incuranti degli inquilini che nel frattempo si erano sporti nei pianerottoli dei piani inferiori chiedendosi qual era l'origine dei rumori, ci accomiatammo scambiandoci un semplice ciao!
Prima di discendere le scale diedi un'occhiata alla dicitura che stava impressa sulla vestaglia da lavoro indossata dalla mia occasionale compagna; allora mi fu chiaro cosa andava a fare in quella casa.
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Certificazione Profili
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la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
NON Sono ammessi Fotomontaggi di nessun genere il logo deve obbligatoriamente essere stampato ed utilizzato per fare una foto reale.
NON AVETE LA STAMPANTE? nessun problema potete ricevere la certifica in questo modo prendete un normale foglio A4 e con un pennarello scrivete la Vs username seguita dalla frase "certificati da SexyCommunity" in data.... e poi utilizzate lo stesso foglio per scattare una foto come se fosse il nostro logo. (se sei singola puoi scattare foto allo specchio)IMPORTANTE: il volto DEVE ESSERE CENSURATO e quindi NON riconoscibile in quanto la foto inviata verrà pubblicata sul profilo dove deve rimanere obbligatoriamente per validare la certifica (può essere spostata nella gallery)
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17 years ago
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16 years ago
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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