La nave che mi condusse in Arabia era in realta' un grosso yatch di proprieta' del Sultano, ricco e adorno di cose preziose. Doveva essere un uomo molto ricco questo arabo, e anche parecchio raffinato, visto la qualita' degli oggetti che si trovavano nella barca.
La stessa cosa non si poteva proprio dire dell'equipaggio, erano tutti uomini rozzi, anche se ben vestiti, e si vedeva lontano un miglio che mi avrebbero volentieri fatto la festa.
Non sapevo inoltre che Ali era un convinto sodomita, passivo ovviamente, e che la festa me la stavano preparando davvero.
Fino a che non avessi messo piede in territorio arabo e non avessi quindi sposato il Sultano, in realta' non gli appartenevo ancora e cio' spinse Ali e la ciurma a preparare un'accoglienza per la sottoscritta degna di una tale congrega di mascalzoni.
Io dovevo servire i pasti e cio' era pretesto per mettermi le mani addosso senza troppi riguardi. Ogni volta che mi fermavo vicino a qualcuno dei marinai subito allungavano le mani per sondare i miei pertugi, con il fine ultimo di farmi fare degli errori.
Ma io resistevo, visto il mio addestramento da schiava non mi era difficile mostrarmi sempre docile e premurosa, fino a che un tipo nero e muscoloso non mi colse di sorpresa mentre stavo servendo il te del pomeriggio.
Avevo un pesante vassoio in mano, colmo di tazzine e con la teiera piena di liquido fumante. Mentre gli passavo vicino mi infilo’ con crudelta' un dito nel culo fino alla radice. Siccome aveva delle mani lunghe e spesse come le corde di canapa (simili alle cime che si usano sulle navi), non potei trattenere un urletto e scaraventai tutto il contenuto del vassoio su un altro marinaio seduto di fianco a lui.
L'uomo grido insulti alla mia persona in arabo e mi mollo uno schiaffo che mi fece ruzzolare per terra.
Mentre stava per colpirmi di nuovo Ali intervenne fermandogli con presa decisa il braccio "no non dobbiamo lasciarle segni che manifestino il nostro trattamento, se giunge dal Sultano con anche solo un graffio saremmo scorticati a sangue a forza di frustate" cosi dicendo allungo’ una mano per rialzarmi "ma pagherai questa mancanza di rispetto cara la mia sgualdrinella" mettendo tutto il suo disprezzo nel pronunciare quell'offesa.
Al momento non successe niente e questo non fece altro che far crescere la mia inquietudine. La sera giunse in un lampo e ancora niente faceva presagire cosa avessero in mente Ali e i suoi "amichetti".
Quando venni chiamata per servire la cena nell'ampio salone della nave pero' capii da uno strano aggeggio posto in mezzo alla stanza, che avevano deciso, forse da tempo, di frustarmi o qualcosa del genere. Strano pensai io, mancavano si e no una settimana di navigazione e la frusta lasciava segni evidenti.....
L'aggeggio era una specia di paranco da cui pendevano delle funi, terminanti con dei braccialetti di cuoio, regolabili a piacimento tramite delle carrucole e degli argani.
Stavolta fui costretta a servire praticamente nuda, commenti in arabo, che cominciavo a capire, e toccate qui e la' si sprecarono per tutto il tempo della cena.
Ero l'unica donna nel raggio di parecchie miglia marine, e questi avanzi di galera erano un bel po' che non stavano con una femmina (e se per questo anche con un bel pezzo di sapone).
Questo era l'aspetto forse piu' fastidioso, ero abituata alle mani addosso ma non alla sporcizia.
Dopo cena Ali mi spiego' finalmente a cosa serviva la messinscena. Piu' che spiegarmelo me lo fecero vedere, mi presero e mi legarono i polsi alle funi provenienti dall'alto e le gambe a delle cavigliere, in modo che rimanessero belle aperte.
La posizione non era delle piu' scomode ma non ero eccitata come le altre volte. Nel passato mi ero trovata nelle stesse identiche situazioni, ma ero con persone che sapevo mi avrebbero fatto del male, ma di cui in un certo senso mi fidavo. Questi marinai invece erano dei perfetti sconosciuti, volevano da me solo una cosa, il piacere e il dolore, ma non penso che gliene fregasse molto del Mio piacere.
Fu cosi che Ali venne a parlarmi davanti alla faccia per farmi vedere lo strumento che intendeva usare. Era una frusta con molte corregge di seta rosa, molto pittoresca, se non avessi poi provato la quantita' e la qualita' del male che poteva infliggere.
"Vedi io non posso lasciarti segni evidenti, il Sultano mi farebbe levare la pelle di dosso, ma non e' detto che non possa farti ballare un po' per noi. Soddisfare poi questi 10 uomini non dovrebbe essere un problema per una puttanella come te, vero?" disse agitandomi la frusta sotto il naso.
"Questa sembra un innocuo scacciamosche, e lo e' in effetti. Viene usato da molti arabi per mandare via queste fastidiose creature di Allah. Cosi da asciutto infatti non puo' che farti il solletico" e per rafforzare le sue affermazioni mi diede un colpo forte tra le gambe, con l'unico effetto di farmi aria.
"Ma se la seta viene bagnata" disse facendo segno perche' gli portassero dell'acqua "diventa tagliente come una lama, la cosa curiosa e' che non lascia alcun segno e si puo' andare avanti per ore lasciando un lieve rossore alla pelle, che svanisce nel passare di una notte" continuo' a parlare mentre bagnava con cura le corregge immergendo lo scacciamosche in un secchio.
Appena finita l'operazione, senza dire una parola in piu' ripete il gesto di prima, e mi imparti' il primo dolore della serata.
La frusta sibilo' impercettibilmente nell'aria descrivendo un movimento rotatorio, per poi abbattersi tra le mie coscie spalancate producendo alla fine uno schiocco purtroppo tristemente noto contro la mia pelle delicata.
Fu' un movimento tanto improvviso quanto crudele e urlai con foga liberando insieme ai miei polmoni il mio dolore:"ahhhhhhrgggggggggg, ma voi siete matti, ahhhh" una seconda scudisciata mi colse invece sul culo e vidi con la coda dell'occhio che ognuno dei dieci marinai aveva in mano una frusta simile.
Con Ali erano in 11 e a turno cominciarono a girarmi intorno colpendo a piu' non posso ogni centimetro della mia pelle. Il male era davvero come lo aveva descritto Ali, 10, 100 no mille aghi che bruciavano e pungevano la pelle. Vedevo tra le lacrime i miei seni compatti ballonzolare di qua' e di la' ad ogni colpo inferto.
Tentavo inutilmente di sottrarmi ai miei aguzzini, ma la posizione e i legacci mi impedivano qualsiasi minimo movimento.
Non venne risparmiata neanche la faccia e quando un colpo la raggiunse sembro' che mi staccassero un pezzo di carne dalla guancia.
Alcuni avevano delle fisse, dopo il seno e la faccia, uno prese a martoriare il culo con potenti e mirati colpi, poi le coscie, la pancia, la schiena, braccia e polpacci, le mani e ovviamente il sesso.
Infatti quello che mi aveva preso di mira la patatina era il piu' dotato e bastardo. Non si limitava a colpire e basta, lasciando che le corregge cadessero verso il basso per effetto della gravita', no troppo semplice. Lui appena inferto il colpo tirava a se le corregge che sfregando sulla parte esterna della vagina mi bruciavano la pelle come un tizzone ardente.
Non so quanto la duro' la situazione perche' svenni per il male e la stanchezza. Quando mi svegliai ero stata tolta dalla vecchia posizione e messa a cavalcioni di una specie di panca, ma eravamo all'aperto sul ponte e l'aria fresca mitigo' per un po' il bruciore della mia pelle. Fu' come al solito Ali che impartiva gli ordini per le danze:"Adesso che hai assaggiato la frusta assaggierai le nerchie dei miei bravi marinai".
In un momento di pausa notai che non avevo segni, al limite un rossore simile ad una giornata di sole al mare o poco piu', ma la pelle mi doleva come se mi fosse passato sopra un esercito.
Appena ripresami da questa riflessione vidi che i marinai erano tutti nudi con i loro pesanti e nodosi randelli gia' per aria. Ero stata con molti uomini negli ultimi tempi e di cazzi me ne intendevo, ma mai avevo visto una simile collezione di attrezzi maschili tutti insieme. Il meno dotato doveva averlo lungo almeno 20cm per una circonferenza di 6, gli altri erano fuori misura, uno, il nero, addirittura non era ancora in tiro ma quasi gli arrivava a mezza coscia.
"Ehi non ti far venire la bava alla bocca lurida puttanella" mi disse Ali tanto per riacquistare la mia attenzione, "non hanno solo l'intenzione di farti divertire, dovrai soddisfare tutti quanti finche' ne avranno voglia, e se li conosco bene non si fermano mai prima di averne fatte almeno tre, eh ragazzi" disse rivolto agli astanti per incitarli (seh, come se ce ne fosse stato il bisogno).
"Il primo giro consistera' in un bel pompino con ingoio per tutti, tanto per toglierli dall'infoiamento che li pervade, sei d'accordo?" disse mentre mi appioppava una bella manata sulle chiappe. "Si si va bene" ma non dissi niente di piu'.
Cosi si fece avanti il primo ma visto che non aprivo la bocca decise di darmi un ennesimo colpetto di frusta sulla pelle gia' dolorante per il trattamento precedente.
Segui' un mio lamento di dolore che il tipo sfrutto' per ficcarmelo in gola. Puzzava per benino, la mia congettura sul fatto che non fossero amici del sapone era purtroppo vera.
Un misto di collera e di vomito mi assali appena arrivo' a solleticarmi il naso con i suoi peli pubici. Incazzato per questo mi tempesto' di frustate sul mio didietro offerto ed indifeso, menando anche grandi fendenti col suo cazzo.
Per fortuna che era molto che non vedeva una donna ma quando venne forse non benedii questa forzata astinenza. Il primo getto di sperma mi colse impreparata e ancora un po' mi strozzo'. Gli altri si diverti a dirigermeli sulla faccia, sul naso, sugli occhi e nei capelli.
Prima del secondo round mi buttarono in faccia un secchio di acqua salata, con l'intento di pulirmi, ma il sale accrebbe l'effetto di bruciore della mia pelle.
Il secondo e tutti gli altri si accanirono su di me con fare animale, riempiendomi la bocca di denso e caldo seme, imbrattandomi tutta e facendomi assomigliare, prima dell'ennesima secchiata d'acqua, come la peggiore delle puttane di un malfamato bordello.
Il nero fu' il piu' tremendo e si tenne per ultimo. Mentre aspettava la verga si era ingrossata e alla fine sembrava piu' il braccio di una persona che un organo sessuale.
Quando avvicino il mostruoso arnese alla mia stanca bocca, spinse tra le mie labbra come per penetrare una vagina. Facevo fatica a respirare e anche se si impegno' a spingermelo in gola al massimo riusci a mettermene un terzo. Non vi dico quando venne, sembrava un cavallo e mi getto addosso dei getti di seme che sembravano quelli provenienti da un idrante.
Era solo il primo giro ma ero gia' a pezzi, la bocca mi doleva e avevo la mascella indolenzita.
Nel frattempo vidi che Ali non si era riposato, ma anzi dopo il mio lavoro si era prodigato per rimettere i ragazzi in funzione utilizzando le sue doti "linguistiche".
In breve tiro' in piedi una catena di montaggio, lui ciucciava i ragazzi e questi arrivavano da dietro e a pecorina mi farcivano davanti o dietro a seconda del momento.
Ero abbastanza bagnata e la cosa non fu' spiacevole del tutto, dopo un po' di assalti la micia e il culetto mi bruciavano ma non tutti erano maldestri e ci sapevano fare.
Qualcuno mi pompava con fermezza e altri con gentilezza, pensando anche al mio piacere.
Tra un orgasmo e l'altro notai che mi venivano in culo ma davanti mai, riversando il loro piacere sulla mia schiena, un atto di rispetto per il mio futuro marito?
Il nero ovviamente arrivo' per ultimo e volle lasciarmi un ricordino in entrambi i pertugi.
Prima mi penetro' la patatina, che fece fatica ad abituarsi all'enorme intruso. Doveva aver avuto una vita triste, infatti l'omone non riusciva che a mettermi la meta' della sua enorme proboscide, cosi Ali gli leccava devotamente l'altra meta' insalivandogli tutta l'asta fino ai testicoli.
Poi il nero cambio idea e decise di farmi anche il didietro, ma urlai disperata che mi avrebbe squartato in due. "Buona buona non ti preoccupare" mi disse" guarda di mettero' un unguento miracoloso che vedrai ti aiutera' a sopportare il male".
Prese da una tasca un vaso contenente liquido viscido e mi cosparse tutta la zona perianale. Era bello fresco e il massaggio che duro' molto fu' piacevolissimo. "Questo e' un succo che si estrae da una pianta del centro Africa e che permette a noi, generosamente baciati dalla natura in quanto a dimensioni, di godere delle donne a fondo".
COSA COSA? Che voleva dire, che mi avrebbe messo in culo tutto il suo affare, ma questo era matto pensai al momento.
Sentii la cappella che si avvicinava al mio ano, ma stranamente questi non oppose resistenza e l'affare comincio' il suo lungo viaggio di conquista dei miei intestini.
La pomata, mi fu' spiegato in seguito, aveva un duplice scopo:
era un lubrificante/anestetizzante, che rilassava i muscoli come sotto l'effetto di una potente droga.
Solo cosi gli uomini della sua tribu' poteva giacere con le loro donne senza rovinarle fisicamente tutte le volte.
Stranamente la parte rimaneva abbastanza sensibile per provare piacere, ma non subiva che un generale indolenzimento per il giorno dopo.
Mentre ero intenta a pensare quando tutto cio' sarebbe finito, ecco che lanciai un gemito di piacere misto a stupore, perche' sentii sulla pelle serica del mio sedere il contatto con il pube del possente ragazzo africano.
Mi era entrato dentro fino alle palle, questa si che era un'inculata coi fiocchi e controfiocchi.
Fu' cosi che mi pompo' per un’ora intera, avendo l'accortezza mediante la stimolazione della vagina, di farmi provare almeno una decina di orgasmi squassanti, duranti i quali le forti contrazioni involontarie del mio ano lo facevano gemere di piacere.
Solo quando Ali si dimostro' soddisfatto gli diede il permesso di eiaculare e il nero esplose in me con un torrente di seme che mi scateno' l'ennesimo delirante orgasmo.
Mentre la mia mente si spegneva per la stanchezza, intuii che anche l'eunuco aveva provato un'esperienza simile.
Dopo quella sera mi lasciarono stare per quasi tutto il viaggio, in modo da consentirmi di riprendere le forze. Mi fecero male i pertugi per tutto il resto del viaggio, ma non mi tormentarono piu', lasciandomi nella mia cabina e servendomi i pasti, come se fossi la loro regina.....e con tutta probabilita' dopo quella sera lo ero diventata davvero, la regina del piacere.
Dopo una settimana di navigazione giunsi finalmente dal mio nuovo padrone.
Cosi la vecchia Marika tramonto’ defintivamente.
Diventai nel breve la preferita del Sultano, mettendogli al mondo anche una mezza dozzina di figli....
Adesso che sono ormai “anziana” mi sono messa a scrivere queste memorie...per far sapere al mondo che sono esistita in molte forme..ma che alla fine ho deciso io come dirigere il mio destino!!
Spero vi siate divertiti..e perche’ no...anche eccitati.
Marika
FINE
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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