Una domenica pomeriggio
Il sole ardeva per le strade e rubava il fiato. Le strade vuote sembravano infinite e si offuscavano all’orizzonte, all’ombra dei palazzi qualche solitario cane randagio rimaneva immobile, provato dalla troppa caluria. Tutto sembrava immobile, stantio, come acqua in un pozzo abbandonato. Michele, sdraiato sul divano, sentiva un prurito insistente al polpaccio. Più si grattava, più il prurito aumentava. Lo chiamava prurito sintomatico, senza in realtà sapere cosa significasse. Sapeva solamente che quando provava quel fastidio qualcosa dentro lui si muoveva, ansiosamente desiderava uscire fuori. Quando era in agenzia lo traduceva immediatamente come desiderio di vittoria, al primo cliente doveva riuscire a concludere un accordo, un affitto, una vendita, qualsiasi cosa. L’importante era vincere, ma tra le mura domestiche quel prurito insistente assumeva ben altri significati e connotati. Sentì dalla cucina sua moglie che sistemava i piatti nella credenza, che terminava gli ultimi lavori domestici della pausa pranzo; al resto ci avrebbe pensato domani mattina Victoria, la colf rumena in servizio da loro. Si lasciò torturare dal prurito resistendo alla tentazione di grattarsi sino a che il fastidio sembrò sparire. Il ciclismo lo annoiava da matti, ma era l’unico argomento di conversazione in agenzia, pertanto era costretto a seguirlo, seppur sporadicamente, ma almeno a conoscere i nomi dei vincitori delle varie tappe e dei vari tour. Michele aveva appena socchiuso gli occhi quando sentì il corpo di sua moglie adagiarsi dolcemente sul divano, schiuse gli occhi e le sorrise. Aveva i capelli disordinati raccolti con una pinza sopra il collo, indossava un vestitino nero corto e molto scollato, Michele riusciva scorgere i capezzoli e i piccoli seni liberi dal reggiseno. Sentì il prurito spostarsi dal polpaccio al basso ventre, gli occhi gli si aprirono ed il torpore del dopo pranzo quotidiano sembrò lentamente svanire, lasciando spazio ad una vigile eccitazione. Gianna gli chiese se poteva cambiare programma, Michele annuì senza distogliere lo sguardo dal corpo della moglie. Si era concentrato adesso sulle sue cosce, le sue gambe lisce e morbide e sentì un brivido lungo la schiena. Si mise a sedere rivolto deliberatamente verso sua moglie, distratta dai balli scoordinati di un programma di intrattenimento pomeridiano. Gianna si accorse che suo marito la fissava e guardando i ballerini a petto nudo e conscia dell’eccitazione del marito provò anche lei un brivido lungo la schiena. Si sdraiò su un fianco dando al marito la prospettiva del suo didietro. Sapeva che la parte del suo corpo che suo marito adorava di più era proprio quella e si preoccupò di lasciarla un po’ scoperta. Michele sentì il suo membro indurirsi e si accorse dello sguardo languido della moglie che avidamente divorava il fisico del primo ballerino della troupe televisiva. Questo lo eccitò ancor più facendogli sentire un calore tutto intorno al collo ed alle orecchie. Si avvicinò a sua moglie e le chiese se volesse uscire, Gianna lo guardò un attimino dubbiosa, poi scorgendo lo sguardo eccitato di suo marito capì ed acconsentì. Michele indossò rapidamente un jeans scuro ed una camicia arancione, mentre sua moglie si rintanò in camera da letto chiudendo la porta a chiave. Il silenzio regnava nella casa e rendeva l’attesa ancora più eccitante. Michele si alzava continuamente dal divano impaziente di vedere sua moglie e nella sua mente non v’era il minimo dubbio sulla destinazione a cui l’avrebbe condotta. Tutto per lui era chiaro e sicuro. Gianna con gli anni aveva imparato ad assecondare Michele in ogni sua voglia perché era cosciente che lei ne poteva solo trarre vantaggi e piaceri. Quand’erano fidanzati lei ancora aveva paura e raramente si lasciava andare e trasportare, Michele d’altro canto, cieco d’eccitazione ed euforia, rischiava sempre di esagerare, ma il tempo ed il loro maturo amore li aveva condotti verso la certezza e la fiducia. Gianna aveva trovato in Michele il suo Caronte, l’uomo che sapeva portarla nei sentieri del piacere, e Michele aveva imparato a gestire e dirigere momenti e gradi dell’eccitazione e dei giochi. Gianna uscì dalla camera da letto dopo venti minuti abbondanti; dopo aver provato più di un vestito era approdata alla soluzione più semplice, di immediata sensualità e di facile approccio: una mini gonna nera a voilà ed un top bianco decisamente scollato. Michele le si avvicinò e la baciò appassionatamente, ripetutamente le accarezzò i capelli che lei aveva sciolto e le baciò il collo, poi le alzò la gonna e le sfilò le mutandine, le gettò sul divano, la prese per mano ed uscirono di casa.
Gianna, seduta sulla macchina, con la pelle direttamente poggiata sulla pelle dei sedili, fremeva d’eccitazione, desiderosa di conoscere la destinazione e i giochi che l’attendevano. Non chiedeva, si limitava a sorridere al marito e ad assecondare le sue carezze. Si sentiva già intimamente bagnata, gli umori le si confondevano ai sudori e sentiva una strana ansia dentro al ventre profondersi in tutto il suo corpo caricandola di fermento ed eccitazione. Michele allungava la mano e le carezzava la coscia sfiorandola ogni tanto sulla figa per valutarne l’eccitazione. Era cosciente che per una donna basta solo un pensiero per far svanire tutto, per questo bisogna sempre tenerle vive, mantenere in loro la voglia e il desiderio. Si trovavano su vie principali, ma non riusciva a capire dove si stessero dirigendo, Michele si accarezzava il pizzo e mentre passarono davanti al cinema porno sorrise a Gianna che capì subito. Lei ebbe un attimo di timore, poi sentì ancora il ventre contrarsi dall’eccitazione e decise di lasciarsi nuovamente andare alle voglie del marito. Michele posteggiò giusto dietro il cinema, davanti alle uscite secondarie di questo, aiutò sua moglie a scendere dalla macchina e la prese per mano. Entrarono senza guardarsi attorno e prima si avvicinarono al bancone del bar. Ordinarono due caffè, mentre il barista osservava Gianna con sorpresa e visibile eccitazione. Michele sorseggiò il caffè molto lentamente, più lentamente del solito, per permettere al barista di osservare meglio sua moglie, lei si sentì un attimo in imbarazzo, ma la mano sicura e calda del marito sul suo culo le diedero forza e sicurezza. Michele pagò i caffè e fece i biglietti al bancone accanto. “Buona visione”, disse il vecchio proprietario con un sorriso annerito e malizioso. “Grazie”, rispose Gianna sorridendo appena. Entrando in sala il buio li investì violentemente, lo schermo proiettava su di loro una luce ritmica e quasi ipnotica. Fermi davanti all’entrata sentivano i passi della gente accanto a loro ed un odore acre di fumo e sperma. Dopo qualche secondo il buio cominciò a schiarirsi e riuscirono a vedere tutto intorno alla sala uomini in piedi intenti a guardarli e altri seduti intenti ad osservare il film. Michele prese per mano sua moglie e la portò a sedere su alcune poltrone in fondo alla sala. Per raggiungerle passarono davanti ad uomini maturi che squadrarono Gianna senza osare, e lei sentì i loro occhi su di se. Un altro brivido intenso di eccitazione la attraversò. Si sedettero poco distanti da un ragazzo sulla trentina intento a masturbarsi. Gianna sbirciò e strinse la mano di suo marito. Il ragazzo si accorse della donna ed istintivamente si coprì. Michele fremeva di eccitazione, aveva il cazzo duro. Sullo schermo vi era una scena di sesso a tre, due donne ed un uomo, Gianna quasi non lo guardava nemmeno lo schermo, voleva solo vedere quanta gente la stesse guardando, quante mani avrebbero voluta sfiorarla, toccarla. Da dietro la testa del marito guardava il ragazzo vicino a loro. Aveva una leggera barba incolta, i capelli ricci sembravano fermi sulla testa, senza appartenenza, la camicia gli copriva il membro visibilmente eccitato che formava un grosso bozzo. Michele si accorse degli sguardi della moglie verso il ragazzo, le prese la mano e se la mise sulla patta dei pantaloni. Lei, senza smettere di fare gli occhi languidi al ragazzo, che lentamente cominciava ad abituarsi alla situazione, abbassò la cerniera dei pantaloni del marito e tirò fuori il suo cazzo cominciando a masturbarlo. Accanto a loro si era formato un semi cerchio di uomini che si toccavano guardando la scena. Gianna se ne accorse, ma non sentì più né paura, né timore, ma solo pura eccitazione. Si sentiva una regina al centro delle attenzioni di tutti quegli uomini, e Michele era il suo re che disponeva di lei. Si chinò su suo marito e prese a succhiarglielo. Il ragazzo tirò fuori il suo cazzo e cominciò a masturbarsi osservando la coppia. Un uomo tentò di avvicinarsi a Gianna per toccarla, ma un solo sguardo furioso di Michele bastò per allontanarlo, lei alzò gli occhi sorrise al marito e fece un cenno al ragazzo, che però non si mosse di un millimetro. Michele fece alzare Gianna e la fece sedere alla sua sinistra ancora più vicina al trentenne, ormai spudoratamente pieno di voglia. Fu quando vide che sotto la gonna Gianna non portava le mutande che il ragazzo esplose gemendo sottovoce ed inondandosi la mano di sperma. Lei gli sorrise e poi baciò il marito che la cinse con un braccio e cominciò a toccarla. Lei era ormai un fiume in piena, esplodeva dentro lei il desiderio di farsi possedere. Michele si guardava attorno, ma vedeva solamente uomini maturi, brutti e poco attraenti, nulla che potesse piacere alla moglie. Si alzò e la portò dietro una tenda del cinema, pesante velluto rosso. La baciò appassionatamente, cingendola con le braccia e tenendole forte i fianchi, facendole sentire tutta la sua forza maschia ed il suo desiderio. Se la girò tra le braccia, la fece chinare in avanti e con un colpo secco la penetrò, tanto che lei dovette mordersi le labbra pur di non urlare dal piacere. Gli altri si erano allontanati, lasciando i due alla loro privata conversazione, solo un ragazzo di colore era rimasto nei dintorni, uno che Michele ancora non aveva visto. Gianna aveva la faccia rivolta contro il muro, mentre suo marito la possedeva con forza, fece cenno al ragazzo di avvicinarsi, quello non se lo fece ripetere due volte e tirò subito fuori il suo membro enorme e caldo. Michele si scostò e gli fece spazio, Gianna si accorse che qualcosa stava succedendo, ma si fidava del marito, e quando il negro la possedette sentì un esplosione dentro al ventre, sentì la forza maschia del ragazzo divorarla e lei urlò di piacere. Michele, felice, cominciò a masturbarsi, mentre Gianna velocemente raggiungeva il paradiso, l’orgasmo desiderato e poco prima guardò Michele negli occhi, lui lesse il labiale delle sue labbra “Ti amo”, poi urlò di piacere. Michele la prese per mano ed uscirono velocemente dal cinema, subito in macchina, si guardarono, si sorrisero e si diedero un ultimo bacio appassionato.
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16 years ago
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Certificazione Profili
esistono due tipi di certificazione, la prima per le coppie e singole e la seconda per i singoli ed i trav/trans.
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la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
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17 years ago
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16 years ago
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 years ago
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 years ago
valerio,
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