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La prima entrata...posteriore
Mi chiamo Manuel e sono un ragazzo della provincia di Udine.
Nel mio appartamento, che all'epoca dividevo con i miei genitori veniva due volte la settimana una donna delle pulizie, che si prendeva cura della casa.
In verità io era innamorata della sua figliola, mia coetanea e quindi all'epoca diciannovenne.
Piu' volte le avevo chiesto se portava alla figlia i miei saluti, avevo espresso ammirazione per la sua figliola, ma mai mi sarei aspettato
quello che stava per accadere.
Infatti questa bella quarantenne, una mattina in cui i miei genitori erano fuori, dopo una mia insistenza per mettere una sua buona parola con la figlia, mi chiese se per caso mi sarebbe piaciuto provare prima l'albero che aveva generato la sua figliola.
Certamente non me lo sono fatto ripetere due volte e piano piano ho dapprima infilato la mia lingua nella sua bocca e successivamente ho cominciato a spogliarla facendolo il piu' in fretta possibile.
Mentre tentavo di togliergli la gonna, mi disse che aveva le mestruazioni e quindi la porta davanti era fuori uso.
Ma dall'aria maliziosa avevo capito che aveva una soluzione in serbo.
Infatti, mi disse sorridendomi di ricordarmi che le donne hanno due entrate e che sarebbe stata ben lieta di accogliermi in quella posteriore. Il mio uccello ebbe una rapida impennata, e una volta appoggiata Carla, questo è il suo nome, alla poltrona del soggiorno, la feci girare per prepararmi il terreno. Incominciai a leccargli il buchino e intanto anche un pò goffamente tentava di fargli un bel ditalino, tra l'altro raccogliendo anche un bel po' del suo sugo.
Lei era al settimo cielo e me lo dimostrava con delle parole del tutto senza senso.
Il sapore del suo buchino era un po' forte, penso infatti che quella mattina non si era lavata da quelle parti.
Comunque imponendovi di non venire subito, dopo buoni dieci minuti di leccamento, mentre lei ancora si scioglieva nel suo brodo di giuggiole, ho appoggiato la cappella al garofanino ed ho spinto con decisione.
Per me era la prima volta che avevo un rapporto anale, ma per lei sicuramente no, dal momento che il mio bastone le era entrato per tutti e diciotto i centimetri e che lei godeva come una vera vacca.
Dopo averle provocato due bellissimi orgasmi (a suo dire) le ho sborrato copiosamente nell'intestino facendola urlare di piacere.
Una volta tirato fuori il mio cazzo dal suo posteriore, l'ho dapprima ripulito di materia un po' impropria, ma debbo dire che non mi e' dispiaciuto affatto e non mi ha dato un senso di sporco, anzi mi ha anche eccitato maggiormente.
Ho finito per vedere il suo culo ancora aperto che gocciolava della mia sborra, ed andava sul pavimento vicino al fuoco.
Non ho avuto più bisogno di pensare alla figlia, e sicuramente non me ne sono pentito.
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20 years ago
admin, 75
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Giada
Giada giaceva ancora assopita nel suo letto, calda e sudata. Cercava un motivo valido per alzarsi ed affrontare una nuova giornata mentre la sua mente ripercorreva , attimo dopo attimo, il tempo appena trascorso in compagnia di Gianluca.
Eh si, se lui fosse stato ancora lì, lei l’avrebbe svegliato dolcemente ; avrebbe iniziato ad accarezzare l’uccello di lui con la mano per poi avvicinarsi con la bocca ed iniziare a leccarglielo. La sua lingua sarebbe corsa ritmicamente dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, scivolando lungo tutti i lati del meraviglioso membro di Gianluca fino a vederlo ergersi in tutta la sua maestosità e prepotenza. A quel punto l’avrebbe ingoiato completamente ; in fondo era suo, tutto suo.Che immensa soddisfazione vedere il corpo di Gianluca contorcersi dal piacere mentre il suo uccello entrava ed usciva dalla sua bocca, umido di saliva.
Che bel modo di iniziare la giornata, pensava tra se Giada. Così ci si sente davvero vivi, appagati.
Gianluca era entrato nella sua vita grigia e senza sole, scandita dal solito tran tran quotidiano, come un tornado, proprio quando lei ormai pensava che non fosse più possibile vivere emozioni nuove ; il lavoro, la casa, i figli, il sesso con suo marito, consumato frettolosamente e per mero dovere, senza soddisfazione. Per trovare una ragione alla sua esistenza Giada si guardava in giro ; “ in fondo tutti vivono così” pensava. “I desideri,i sogni, le fantasie sono cose da ragazzi:quando si è adulti non c’è più spazio per essi, occorre essere responsabili e non perdersi in fatue utopie”.
Apparentemente Giada non aveva motivo per essere insoddisfatta della sua vita ; aveva una bella casa, due figli adorabili, una occupazione che le garantiva l’indipendenza economica, un marito con una buona posizione economica e sociale ; molte sue amiche la invidiavano di sicuro.Eppure Giada continuava ad essere infelice ; si trascinava tra le mille incombenze della sua esistenza trascurando se stessa e le sue esigenze. Ogni tanto cercava di consolarsi pensando come, un giorno, quando i figli avessero raggiunto una loro indipendenza, si sarebbe potuta ritagliare degli spazi per se e per la sua grande passione, i viaggi. Passione alla quale aveva dovuto rinunciare per la ritrosia del marito a spostarsi da casa anche solo per pochi giorni.Invece, da quando aveva conosciuto Gianluca, Giada aveva iniziato ad osservare le cose da molteplici prospettive. Lui le aveva fatto scoprire l’amore, quello vero, il piacere, la passione quali elementi essenziali della vita.
Quando riuscivano ad incontrarsi passavano ore ed ore a fare l’amore senza smettere mai ; lei lo baciava così intensamente da togliergli il respiro, lui era sempre dolcissimo : la accarezzava con una tenerezza infinita e ricambiava i suoi baci con analogo ardore. Poi la passione che li univa scoppiava in tutta la sua incredibile prepotenza ; Gianluca iniziava a leccarla in ogni angolo del suo corpo, e quando si soffermava con la sua lingua all’interno delle cosce di lei, Giada perdeva il controllo di se stessa e lui continuava, le infilava la lingua nella sua umida fessura ed iniziava a muoverla senza tregua, poi le mordicchiava il clitoride ed infine tornava ad immergere la sua lingua dentro lei fino a farla venire. Tutte le membra di Giada si agitavano convulsamente e scoordinatamente per il piacere, mentre lui,non pago, si dissetava col succo di lei.Giada si godeva ogni singolo istante come fosse stato l’ultimo attimo della sua vita. Non aveva mai provato nulla di simile in passato.
Non aveva mai avuto un uomo che si dedicasse a lei, che le facesse provare il piacere in tutte le sue sfumature. Ed ogni volta che facevano l’amore non era mai uguale ; scoprivano sempre qualcosa di nuovo, di più intenso. Non era solo sesso, era l’incontro di due anime all’eterna ricerca dell’appagamento fisico e mentale.
Negli anni Giada si era abituata a rapporti sessuali vissuti frettolosamente, ove l’importante per il marito era “svuotarsi”, ed il piacere era un aspetto meramente accessorio.Giada ignorava completamente il concetto di piacere, da raggiungere reciprocamente senza limiti di tempo e spazio. Era per lei una dimensione completamente nuova, che le aveva letteralmente sconvolto la vita.
Con Gianluca aveva imparato a fare l’amore, ma soprattutto aveva capito cos’era l’amore in tutte le sue componenti, a volte anche dolorose. La sua vita non sarebbe mai più stata la stessa, e questo la spaventava molto.
A volte provava un profondo rancore, quasi odio, nei confronti di Gianluca, perché era entrato in lei con una violenza tale da stravolgere il suo precario equilibrio di vita, faticosamente costruito anche tacitando alcuni aspetti della sua natura. E detestava anche se stessa per avergli permesso di entrare nella sua vita senza valutare le conseguenze di questo passo. Ed ora cosa avrebbe fatto ?
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20 years ago
admin, 75
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Da uomo a femmina
Da circa due anni avevo preso il vezzo di trasformarmi in una piacevole ragazza mentre mi trovavo solo in casa.
Quando si presentava l’occasione, mi accomodavo in bagno con tutta tranquillità, mi spogliavo degli indumenti maschili e mi infilavo in una dolce doccia per rinfrescare e ammorbidire il corpo.
Una rapida asciugata e subito in camera davanti allo specchio ad ammirare la trasformazione: iniziavo infilandomi il reggiseno che avvolgeva ben gonfio le mie tettine ormai diventate di una prima misura; indossavo mutandine di pizzo a volte alte e fascianti, a volte sgambate sui fianchi; schiacciavo tra le cosce il pisellino in modo da avere un bel profilo femmineo; mi sedevo sul letto e alzando le gambe indossavo delle classiche calze autoreggenti bianche.
A quel punto mi sentivo a mio agio, per alcuni minuti mi deliziavo passandomi le mani su tutto il corpo per sentire le dolci rotondità dei seni, del pube e del culetto; iniziavo poi delle fantastiche situazioni a seconda di quale mi passava per la mente: ero la servetta fedele che serviva il suo padrone immaginario portandogli da bere e strusciandosi poi sulle sue gambe; ero la domestica ad ore che rimetteva in ordine la casa, soffermandosi sulla scala alla finestra alla mercè di chi passava dalla strada; ero la ragazza vergine che si faceva visitare dal ginecologo aprendo bene le cosce e facendosi ispezionare con lo speculum nel culetto.
Col passare del tempo mi ero spinta oltre e avevo provato a fermarmi al buio in luoghi semideserti, mi sdraiavo sul cofano in lingerie e mi credevo una ragazza di vita.
Poco tempo fa però, è successo un fatto strano che ha cambiato radicalmente il mio modo di essere femmina.
Antefatto, mesi addietro avevo mandato una specie di confessione ad un sito specializzato in racconti, fantasie e confessioni erotiche per pura curiosità; circa un mese fa, ricevo un’e-mail da un signore che è rimasto ben impressionato da ciò che avevo scritto. Iniziamo uno scambio di e-mails in modo da conoscerci, in pratica lui è un professore in pensione, mi sembra un tipo molto pacato e sincero che riesce anche a capirmi e a fornirmi preziosi consigli su come mi devo comportare, vista la situazione; inoltre scambia volentieri con me idee e fantasie erotiche sempre riferite a noi due.
Un giorno si presenta l’occasione inaspettata di recarmi nella sua città per un lavoretto; subito lo contatto per proporgli di vederci e conoscerci; lui accetta felice e ci diamo appuntamento per una sera di aprile dopo le 21,30.
Io tranquilla vado a fare il lavoretto; sono emozionatissima: sarà la prima volta che conoscerò un uomo e questo sa del mio vizietto privato; la mia intenzione è di conoscerlo solamente, ciò non toglie che in un momento di follia, mi metto un paio di mutandine alte e fascianti da donna. Come convenuto, alle 21,30 mi presento al luogo stabilito e trovo un distinto signore con tanto di cravatta, maglioncino e giacca; sembra un lord inglese; chiedo se è lui A. e di risposta ricevo un gran bel sorriso e la domanda se io sono peppina; siamo noi, finalmente ci conosciamo.
Sono in tilt, il cuore mi batte all’impazzata, tra le gambe sento uno strano movimento; una stretta di mano e via, saliamo sulla mia auto e ci dirigiamo verso una via buia della città. Nel frattempo iniziamo a conoscerci, rimango frastornata dal suo profumo inebriante e dal fatto che mi ripete più volte che sono anche bella; wow, è la prima volta che un uomo mi dice che sono bella mentre sono ancora in abiti maschili; finalmente arriviamo in fondo ad una via abbastanza oscura, notiamo solo un paio di persone in lontananza e decidiamo di fermarci. L’emozione non mi lascia un attimo, con un sorriso sparo la prima oscenità della serata, anche se in realtà, appena saliti in macchina e nel parcheggio di una via abbastanza trafficata, da perfetta stupida stavo slacciandomi la cintura dei jeans, subito fermata da lui; quindi sorridendo butto lì “Sai, indosso un paio di mutandine da donna, vuoi vedere come mi stanno?”. È fatta, mi sono lanciata; A. sempre sorridendo mi dice di si e in un attimo alzo la maglia mostrando le mie tenere tettine e abbasso i jeans svelando il mio pube coperto da slip bianchi; il pisellino era piegato in giù tra le mie gambe per cui avevo anche un bel profilo sinuoso. Ora proprio non connetto più, è la prima volta che mi concedo ad un uomo comportandomi da donna; tengo ben alzata la maglia, A. è una furia, con una mano palpa e pizzica tettine e capezzolini, con l’altra entra nelle mutandine, impugna il mio uccellino, lo accarezza, abbassa sempre più gli slip sino a scoprirmi tutto il pube, ora ammira il mio gambo già bello lungo per il raffinato maneggio del prof.. Nel frattempo il mio corpo è in preda ai brividi, mi sta facendo godere e non riesco a non inarcare la schiena, sembro una verginella che scopre per la prima volta le gioie del sesso, A. ne approfitta per palparmi sempre più le tettine e per infilarsi anche tra le cosce; io vorrei sdraiarmi per girarmi e offrirgli anche la visione e l’uso del culetto ma l’emozione del momento fa si che non riesca a fermare le contorsioni. Ora A. estrae anche il suo membro, mi lancio e cerco di scappellarlo, mi piace tenere in mano l’asta di un altro uomo, è la prima volta e spero di farlo ancora tante volte; mi impegno a tirarglielo lungo ma lui ha il sopravvento e in breve mi porta ad una forte orgasmo.
Riempio le mutandine, le mie e le sue dita col mio succo, è stata una forte sensazione e ora da bravo gentleman mi porge dei fazzolettini per pulirmi; avevamo parlato anche della gioia nel bere il seme umano, quasi quasi gli do una dimostrazione di come adoro bere il mio nettare leccandolo direttamente dalle mie dita ma la situazione è troppo emozionante per me, non ricordo nulla delle cose che avrei voluto fare in sua presenza e per questo mi lagno ancora oggi.
Purtroppo devo tornare a casa, alcune sue carezze per concludere e mi rivesto davanti a lui; è stato bellissimo, intrigante anche la situazione di appartarci in auto, anche se sarei felicissima di essere con un uomo in una stanza per potermi spogliare sensualmente davanti a lui ed essere la sua bambola di sesso.
Ora siamo sempre in contatto, stiamo capendo cosa potremo fare insieme o con altri la prossima volta che ci incontreremo, ed abbiamo molte idee chiare.
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20 years ago
admin, 75
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Ma guarda un po'
Ma guarda un po’ i casi della vita! – Pensavo osservando sognante quella creatura sinuosa che stava seduta davanti a me, sul comodo divano del suo salotto.
Ci conoscevamo da poco più di un paio d’ore e già mi sentivo profondamente turbato dalla sua presenza, soprattutto in quel momento nel quale potevo rimirare le sue lunghissime gambe così ben tornite, con le caviglie sottili ed il polpaccio accuratamente disegnato.
Lei, Sonia, sembrava divertita perché mi sorrideva, le labbra inumidite dal rapido saettare della sua lingua, un movimento appena accennato in verità, ed io mi sentivo ancora ansante a causa del violento orgasmo che mi aveva provocato ma ancora eccitato, seppur stranito dalla violenza di quella sensazione.
Lei doveva avvertire questa mia sensazione perché mi guardava con interesse, gli occhi rilucenti di un desiderio selvaggio, ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla punta della lingua che faceva capolino da quella fila di denti bianchissimi, che si stagliavano sul colore brunito della sua pelle.
Mi appoggiai allo schienale socchiudendo gli occhi, ritornando al momento durante il quale l’avevo seguita su per le scale, affascinato dal suo ancheggiare sensuale su quei tacchi altissimi, eccitato in maniera incredibile ed un po’ perplesso per quello che mi stava accadendo; poi lei aveva aperto la porta e, cogliendo la mia esitazione, mi aveva preso per un polso accompagnandomi nell’ingresso; era bastato quel fugace contatto per procurarmi una delle più violente erezioni degli ultimi anni e lei se ne accorse perché mi sorrise, un espressione che lasciava intendere eventi straordinari.
Era vero, me ne resi perfettamente conto quando mi si avvicinò e mi sentii avvolgere dal suo aroma delicato, dal caldo profumo del suo alito, quando mi sentii tendere allo spasimo la tela dei pantaloni.
Mi raggiunse al fianco e mi baciò sul collo anzi, meglio, mi sfiorò appena la pelle con le sue labbra e mi lasciai avvampare dal desiderio mentre le sue mani mi esploravano il torace, insinuandosi sul mio petto, sotto la camicia che riusciva a sbottonare senza la minima difficoltà.
Mi resi conto di essere a torso nudo soltanto quando compresi che il suo braccio mi cingeva perfettamente la vita ed allora mi dedicai alla sua camicetta, che lasciava intravedere un seno generoso e sodo, fatto apposta per essere baciato; sbottonai con calma l’indumento, gustandomi i palmi di pelle scura che emergevano sempre più, finchè sfilai l’indumento dalle sue spalle dritte e potei sfiorare la punta del capezzolo inturgidito, vedendolo rabbrividire ancor di più.
La strinsi al petto, facendole sentire la mia eccitazione, lei annuì dischiudendo le labbra, la baciai sul collo risalendo piano sul mento, poi incontrai la lingua e ci baciammo, con calma e passione, mentre ci slacciavamo a vicenda le cinture.
Feci scivolare le mani sui suoi fianchi sodi, verso i glutei, notando quanto fossero lisci, lei mi prese delicatamente il pene in mano, castrandolo dai miei boxer, e lo strinse con attenzione strappandomi un gemito di piacere. Annuì di nuovo iniziando a masturbarmi lentamente, come per saggiare la mia eccitazione ed io temetti di venirle tra le dita tanto ero eccitato.
Iniziai a sfilarle gli slip ma lei mi precedette con un morso sul collo, per niente doloroso, solo molto eccitante, e mi trovai seduto, nella stessa posizione, più o meno, nella quale sono adesso, con i suoi capelli che mi solleticavano il petto mentre scendevano in basso, sempre più in basso, finchè mi sentii avvampare del calore umido della sua bocca che ingoiava il membro!
Serrò le labbra sulla mia carne mentre mi carezzava delicatamente i testicoli con una mano, con l’altra accompagnava il movimento ritmico della sua bocca ed io mi abbandonai ad uno dei miei più violenti orgasmi, probabilmente il migliore da quando mi ritenevo un essere “sessualmente raziocinante”.
Riuscì a prolungarmi l’orgasmo oltre ogni tempo ragionevole, mi parve un eternità, poi, sfinito, mi accasciai sul divano mentre sentivo le sue labbra risalire sul petto, ed ancora più su; aprii gli occhi e vidi il suo volto sorridente, sembrava aspettasse qualcosa, anzi, sembrava non aspettasse altro che facessi qualcosa; mi protesi verso le sue labbra e ci baciammo, cercai di portarla su di me ma sembrava restia a farlo, poi con un risolino si alzò e si mise a sedere proprio davanti a me, proprio come siamo adesso.
Non vorrei farlo, anzi vorrei farlo anche se so che forse non dovrei farlo, ma ho i suoi slip tra le dita ed un'altra incredibile erezione in corso.
Incredibile è proprio il termine giusto!
Comunque mi alzo, il mio pene è perfettamente eretto in questo momento, vado verso di lei e la guardo scuotendo la testa, lei mi sorride, quel suo sorriso sarò la mia fine, lo so, e quando dischiude le gambe, quelle sue splendide gambe perfettamente tornite, mi rendo conto di non poter fare altro che inginocchiarmi al suo cospetto, dischiudere leggermente le labbra ed accogliere nella mia bocca la sua erezione lasciandomi trascinare nel vortice di questa incredibile passione.
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