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Ha fatto il culo a mia moglie.
Mi chiamo Luigi, ho 27 anni e sono sposato con Emma, che ha due anni meno di me. Lei è una bella donna, di media statura, capelli neri lunghi ed un bel seno, ventre piatto e belle cosce lunghe, affusolate, percorrendo le quali si perviene a quello che io considero esser il pezzo forte del fisico di mia moglie: il suo culo. Mi piace molto farla vestire sexy e portarla in giro per farla ammirare ad altri maschi, cosa che piace molto anche a lei, per cui mi asseconda quando le propongo questo gioco esibizionistico, in cui lei, essendo la protagonista assoluta, si eccita moltissimo. Mi ha sempre solleticato particolarmente percepire il desiderio espresso dagli occhi di altri maschi nell'ammirare il suo culo. Quando l’ho conosciuta, lei non era più vergine e, fin da subito, ho provato il particolare piacere di sapere che un altro maschio avesse scopato con lei. Con il tempo, quel piacere si è evoluto e non riuscivo ad abbandonare l'idea di vederla fra le braccia di un altro uomo, anche se lei si è sempre mostrata alquanto restia ad assecondare e realizzare questo mio desiderio. A letto, è molto brava nel succhiare il cazzo e, dal momento che non sono molto dotato, le riesce facile infilarselo tutto in gola e, naturalmente, le sensazioni che mi trasmette sono tali da portarmi ad inondare la sua bocca con tanto di quel seme, che lei ingoia con malcelata golosità. È una pratica, quella della fellatio, che adoro particolarmente, perché, mentre me lo succhia, chiudo gli occhi ed immagino che lei stia facendo quella cosa ad un altro uomo e ciò mi eccita così tanto, che sborro all’istante. Qualche tempo fa, un sabato sera, siamo andati in una pizzeria per passare una serata in allegria e divertirci un po’. Nell'occasione, lei indossava una mini elasticizzata che le fasciava il fantastico culo, oltre ad evidenziare le sue splendide forme con l'uso di calze autoreggenti, che finivano in sandali dal tacco 12. Solo quello rappresentava già qualcosa di molto accattivante, ma, in più, al di sopra della mini, aveva un leggero top azzurro, quasi trasparente, che lasciava intravedere, in un eccezionale gioco di vedo/non vedo, il seno nudo e le areole dei capezzoli. Durante l'intera cena, mi ero eccitato da pazzi nel notare gli sguardi concupiscenti dei maschi che, osservando la mia donna, si erano di certo eccitati, perché, oltre a quanto descritto, lei non indossava nessun tipo di intimo e la sua splendida micetta, umida e calda, di tanto in tanto faceva capolino nel più completo stupore degli astanti. Abbiamo mangiato, ma, soprattutto, abbiamo bevuto un po’ troppo, così, quando siamo usciti, eravamo un po’ brilli. Non ubriachi, ma molto allegri e, fra una risata e l’altra, abbiamo deciso di andare a ballare in una discoteca, distante circa un’oretta di viaggio in auto. Abbiamo imboccato l’autostrada e, subito, lei ha acceso la luce di cortesia, con l'ovvia conseguenza che, ogni volta che sorpassavo un camion, il conducente del mezzo, o con il clacson o con l'uso dei fari, mostrava il suo compiacimento per aver visto la mia lei a cosce spalancate e con la fica in bella mostra. Naturalmente questo gioco ci eccitava molto e, in particolare, ci siamo divertiti molto con un camionista che, appena vista la mia donna, ha messo un braccio fuori dal finestrino facendo cenno di fermarmi, e lei, ridendo, ha detto che intendeva continuare a provocarlo. Così mi lasciavo superare, per poi superarlo di nuovo, in modo da mostrare ancor più fica e culo di mia moglie. Abbiamo ripetuto tre o quattro volte questo gioco e lei se ne era talmente eccitata che, ormai, dalla sua figa colavano succhi che le scorrevano lungo le gambe. Ad un tratto ho sentito forte il desiderio di urinare e, poiché l’area di servizio era molto lontana, ho approfittato entrando in un'area di sosta di quelle enormi, dove, soprattutto i camionisti, si fermano per riposare. Mi son fermato a ridosso di due piante e sono sceso per espletare il mio bisogno. Nell'area vi erano tre camion fermi, i cui conducenti, probabilmente, stavano riposando, perché si presentavano tutti bardati dalle apposite tendine. Mentre stavo provvedendo alla minzione, è arrivato ed ha parcheggiato accanto a noi, il grosso tir del camionista, con cui ci eravamo divertiti poco prima. Ha posizionato il mezzo a poca distanza dalla nostra auto, piegando un po’ l'avantreno in modo da creare una zona abbastanza chiusa e riparata. Sono rimasto immobile per la sorpresa, nonché indeciso sul da farsi, perché immaginavo che mia moglie potesse sentirsi a disagio in quella situazione. Mi stavo avvicinando allo sportello della mia auto, lasciato aperto, quando improvvisamente Emma, senza dir niente, è scesa dall’auto e, fatto un passo in avanti, ha appoggiato la scarpa del piede sinistro, sopra la ruota dell’auto, facendo salire la minigonna e mostrando il pizzo delle autoreggenti, rimanendo immobile con finta indifferenza. Per un lungo istante non è successo nulla, poi, improvvisamente, lo sportello del veicolo si è aperto ed è sceso un uomo dall’aspetto veramente imponente. Alto, molto più di me, spalle enormi, capelli biondi e lunghi, un fisico estremamente muscoloso, che si evidenziava sotto una sottile T-shirt, che ne modellava i pettorali. Avete presente Big Jim? Sembrava la copia esatta. Senza dir nulla, si è avvicinato ad Emma, che lo guardava con occhi carichi di ammirazione, mentre io, appoggiato allo sportello aperto dall’altro lato dell’auto, guardavo mia moglie senza sapere che fare. L’uomo si è avvicinato a lei e, senza dire una parola, ha portato il proprio braccio sinistro dietro le spalle di mia moglie e, fissandola negli occhi, l'ha stretta a sé e l’ha baciata. Mi aspettavo una reazione sdegnata da parte di mia moglie, invece ho visto che ha risposto al bacio con estremo trasporto. Intanto la mano destra dell’uomo accarezzava la coscia ancora sollevata di mia moglie e ho visto chiaramente quella grossa mano scivolare sotto la gonna, sicuramente a palpare il portentoso culo di mia moglie. I due si sono baciati a lungo, perché mia moglie ama molto esser baciata e la sua lingua, sicuramente, stava giocando con quella di quel maschio enorme, che, stringendola fra le braccia, sembrava quasi nasconderla. Hanno limonato a lungo, mentre lui le accarezzava il culo e la teneva stretta a sé, poi, ad un tratto, si sono distaccati e, senza dire una parola, lui, con la mano sinistra appoggiata sulla spalla di mia moglie, l’ha fatta abbassare davanti a sé, cosa cui lei ha aderito, senza opporre un benché minimo rifiuto. Ero stupito dalla disponibilità di mia moglie e, nello stesso tempo, eccitato per quello che vedevo. Lei, dopo aver armeggiato velocemente sulla chiusura dei pantaloni di quell’uomo, li ha abbassati fino alle caviglie e, da sotto i boxer, era visibile la sagoma di un membro di notevoli dimensioni. Quando ha abbassato anche i boxer, si è trovata davanti un cazzo di grandezza asinina. Lungo sicuramente oltre una ventina di centimetri, dall’aspetto un po’ scuro. Era un cilindro di carne perfetto, sormontato da una grossa cappella che immediatamente è sparita fra le fauci di mia moglie. Conosco l'abilità orale di lei, ma era la prima volta che la vedevo succhiare il cazzo di un altro uomo e questo mi ha eccitato così tanto che, senza neanche rendermene conto, mi stavo già segando. L’uomo ha delicatamente appoggiato la mano destra sul capo di Emma, ma non ha spinto il cazzo nella sua gola, al contrario, con estrema delicatezza, nonostante la grossa mole, le ha imposto un delicato ritmo alla pompa. Ad ogni affondo, vedevo quel cazzo scivolare sempre più nella gola di mia moglie, così da riuscire, man mano, a prenderlo tutto in bocca. Sono rimasto stupito quando, ho visto il naso di Emma toccare il pube di quell’uomo e pompare quel cazzo con una bravura tale da strappargli diversi gemiti di piacere. Ero sbalordito, perché avevo a lungo vagheggiato quello che stava ora succedendo sotto i miei occhi, ma, nello stesso tempo, ne ero sconvolto perché stava succedendo per davvero. Un misto di sensazioni, tra gelosia ed eccitazione, mi confondeva la mente, che, in parte desiderava ciò che vedeva, ma, nello stesso tempo, temeva la ripercussione di ciò che poteva comportare. Mi sono spostato di lato e mi sono avvicinato, passando davanti all’auto per vedere meglio quello che stava succedendo. Emma lo pompava con vigore e l’uomo assecondava, con idonei movimenti del corpo, il superbo pompino che riceveva da mia moglie. Lo ha succhiato per diverso tempo, poi, d'un tratto, ho visto che l’uomo bloccava, con entrambe le mani, la testa di mia moglie e, lasciatole solo una minima porzione di cazzo fra le labbra, ha emesso un lungo gemito, con cui ha esternato il momento in cui stava svuotando le palle nella bocca di mia moglie. Ho visto le guance di lei gonfiarsi e strabuzzare un po’ gli occhi, perché, evidentemente, lui le stava riversando in bocca una quantità enorme di seme. Lei, dopo un attimo di incertezza, ha ingoiato, con più deglutizioni, tutta la sborra che l’uomo le stava scaricando in bocca. Sono rimasto stupito dal fatto che l’uomo, dopo aver goduto, ha continuato a scoparle la bocca, spingendo di nuovo il cazzo tutto in gola ed Emma, imperterrita, continuava a leccare a succhiare quella splendida mazza, che a me sembrava, dopo l’orgasmo, divenuta ancor più grossa. Finalmente l’uomo si è sfilato dalla bocca di mia moglie e, dopo averla fatta sollevare, l'ha girata e fatto divaricare le gambe, l'ha fatta appoggiare al cofano della mia vettura e si è inginocchiato dietro di lei. Ha subito iniziato a leccare fica e culo di mia moglie che, ben presto, ha cominciato a gemere e godere a ripetizione.
«Oddio, che meraviglia! Amore, è una lingua divina! Mi sta leccando in maniera superba! Amore, vengo! VENGO!»
Sono rimasto stupito dalla facilità con cui è riuscito a far godere mia moglie, leccandole la fica. Io, nonostante il mio impegno, quando le lecco la fica, in genere, devo impiegare molto più tempo per farla godere, mentre lui, con poche leccate era riuscito subito a farla fremere per il piacere. Ad un tratto, lui si è alzato e, dopo aver aperto lo sportello posteriore della mia 500X, ha fatto appoggiare mia moglie sul sedile posteriore e, reggendola a gambe ancora divaricate, ha appoggiato la grossa cappella fra le labbra della fica di mia moglie e, con una spinta decisa, è affondato tutto dentro di lei. La spinta è stata talmente poderosa che Emma è stata sollevata letteralmente da terra di qualche buon centimetro e, solo quando l’uomo è uscito, lei ha potuto rimettere i piedi a terra. L'energumeno l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a pomparla sempre più forte e con maggior impeto, portandola ad un sublime, quanto immediato, orgasmo.
«Vengo! Amore, mi sta spaccando la fica! Amore, godo! Oddio, che toro! Più forte! Scopami più forte! Vengo!»
Ero incredulo. Vedere Emma godere così intensamente per quella monta, che aveva i tratti del bestiale, mi lasciava stupito, ma, nello stesso tempo, godevo nel vederla trattata come una vacca. L’uomo si è messo a pomparla a lungo e lei godeva senza soluzione di continuità. Son tornato sui miei passi ed ho aperto lo sportello dall’altro lato della vettura, cosicché potevo vedere il viso di Emma stravolto dal piacere che stava provando. È stata un’emozione così forte che ho quasi sborrato nelle mutande, senza neanche rendermene conto. Lei ha compreso bene l'eccitazione da cui ero assalito e, così, mi ha chiesto di salire in auto e sedermi davanti alla sua faccia, cosa che ho fatto immediatamente. Appena il mio cazzo è giunto tra le sue labbra, lei me lo ha subito preso in bocca, mentre continuava a farsi sfondare da quel toro, che la sbatteva così energicamente da far oscillare la vettura. Nel silenzio della sera, risonava forte il solo rumore del corpo di lui che impattava contro le chiappe di mia moglie che, dopo un ennesimo orgasmo, ha urlato a bocca piena, perché aveva tutto il mio cazzo in gola. Lui l’ha afferrata e, tiratala di nuovo in piedi, si è sfilato da lei e, dopo averla rigirata e fatta sdraiare sul sedile, è di nuovo affondato dentro di lei, reggendole le gambe in alto. Ho visto il corpo di mia moglie sussultare, quando lui le è arrivato in fondo e ha preso a pomparla con vigore. Lei ha serrato le braccia intorno al collo dell’uomo, mentre le gambe lo hanno cinto ai fianchi con i piedi poggiati sulla schiena. Lui la sbatteva con una forza inaudita ed Emma ha preso a godere di nuovo, urlando tutto il suo piacere.
«Vengo! Più forte! Scopami più forte, che vengo!»
Ero con il cazzo duro in mano ad osservare mia moglie sfondata da quel toro e, per un attimo, dentro di me, un pensiero ha terrorizzato la mia mente: se ora le sborra dentro, me la mette incinta, perché non mi sembra che Emma, questo mese, abbia ripreso a cautelarsi con la pillola. Ero tormentato da questo pensiero, ma, nello stesso tempo, mi eccitava l’idea che quel maschio, così poderoso, potesse ingravidare mia moglie. Lui ha proseguito a farla godere ancora, poi, improvvisamente, si è sfilato da lei e, sollevate le sue gambe fino al petto, ho visto chiaramente appoggiare il grosso randello al buco del culo di mia moglie, per poi, con due spinte decise, scivolare tutto dentro di lei, che ha spalancato gli occhi e, dalla sua bocca aperta, è emerso solo un flebile lamento.
«haahhhhiii… Piano! Mi sfondi il culo! Cazzo, come lo sento, tutto dentro! Amore, mi sta sfondando il culo!»
Ero stato io a sverginare il culo di Emma, ma, ovviamente, con il mio cazzo di normali dimensioni, non glielo avevo di certo dilatato come ora stava facendo quella specie di trave umana. Dopo qualche istante, l’uomo ha preso a pompare il culo di Emma con la stessa vigoria ed intensità con cui l’aveva scopata. Lei, dopo un iniziale principio di dolore, ha cominciato a godere e ad incitare quel maschio a pomparla ancor più forte.
«Più forte! Scopami più forte il culo! Cazzo, godo! Mi stai spaccando il culo! Più forte! Sfondami il culo più forte!»
Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Sentivo mia moglie incitare quel maschio a spaccarle il culo, quando io, a malapena, riuscivo a farla godere. Ero stupito ed affascinato dalla disponibilità di mia moglie nei confronti di quel maschio, che la stava montando in maniera così superba. Ha pompato a lungo anche il culo di mia moglie e, dopo innumerevoli orgasmi, improvvisamente l’ho visto irrigidirsi e rimanere ben piantato dentro di lei, mentre dalla sua bocca fuorusciva un grugnito da vero porco. Era evidente che le stava inondando il culo, ed Emma ne ha avvertito tutto l'ardore al punto da trarne un ulteriore piacere.
«Lo sento! Mi sta inondando il culo! Accidenti, è meraviglioso! Mi sta veramente facendo un clistere di sborra!»
L’uomo ha continuato a chiavare mia moglie ancora per un po’ e poi è uscito da lei e, dopo averla fatta alzare e inginocchiare davanti a lui, le ha offerto da pulire quella mazza che, nonostante avesse espulso sperma per due volte, dimostrava ancora di mantenere una certa consistenza. Lei, senza nessuna esitazione, ha preso in bocca quel cazzo, fradicio sia dei suoi umori che della sborra che ancora colava, e lo ha leccato e pulito alla perfezione. L’uomo, dopo che lei ha portato a compimento la sua opera di pulitura, si è rivestito velocemente e, abbassatosi su mia moglie, le ha dato un bacio sulla fronte e, senza dire una parola, è tornato al proprio camion e se n’è andato. Ero rimasto sbalordito da quanto accaduto e, seduto nell’auto, osservavo mia moglie letteralmente stremata dalla vigoria di quel mostro che l’aveva montata e fatta godere in maniera così intensa. Il rumore del camion mi ha, in qualche modo, destato dal mio torpore e, uscito dall’auto, mi sono avvicinato a mia moglie che aveva ancora gli occhi languidi, il viso sfatto dal piacere e, seduta a terra, era in evidenti condizioni pietose. Presi dei fazzolettini e, dopo averla sollevata, l’ho aiutata a darsi una ripulita da tutta quella sborra che colava, ora, anche dal culo sfondato di mia moglie. Ho osservato, aprendo le natiche, il suo foro oscenamente dilatato e, con due dita ho spinto un fazzolettino dentro quel buco, penetrando agevolmente. Lei ha emesso un flebile lamento e, sfinita, si è seduta sul sedile davanti. Poi, rivoltomi un languido sguardo, mi ha pregato di portarla a casa.
Giunti nel nostro appartamento, ho dovuto ancora aiutarla, perché era così stremata che le gambe quasi non la reggevano e, dopo averla spogliata, lei è entrata nel letto e si è addormentata immediatamente. Io mi sono sdraiato vicino a lei e avrei voluto rivolgerle tante domande, ma vederla così placidamente immersa nel sonno, ho preferito rimandare tutto al giorno dopo.
Ho cercato di dormire, ma è stato un riposo alquanto tormentato il mio, perché, ad un tratto, ho sognato che quel gigante che l’aveva scopata, l’aveva anche ingravidata e, nel mio incubo, vedevo Emma partorire tanti piccoli Big Jim.
Mi son svegliato di soprassalto e, mentre ripensavo all'incubo, mi son di nuovo trovato con il cazzo duro al pensiero che un maschio avrebbe potuto ingravidare mia moglie. Ho faticato non poco a riaddormentarmi e, subito, un nuovo incubo ha popolato il mio sonno. Vedevo Emma circondata da più maschi, che la scopavano a turno e ridevano, mentre riversavano nel suo ventre tutto quello che era il prodotto dei loro testicoli.
«Guarda, cornuto, come ingravidiamo questa troia di tua moglie!»
La vedevo stretta e farcita in ogni buco da tutti quei maschi, mentre io mi segavo come un pazzo, godendo del fatto che loro me la stavano ingravidando. Mi son svegliato, anche in questo caso, sudato fradicio, così son andato in bagno e mi son lavato la faccia; avrei anche voluto placare la mia eccitazione, ma ero troppo sconvolto dalle visioni, per dedicare attenzioni al mio cazzo duro al punto da farmi male per quanto mi eccitava quella situazione. All’alba, finalmente, mia moglie si è svegliata e guardandomi dritto negli occhi mi ha chiesto per quale motivo avessi quell’aria distrutta. Quando le ho raccontato dei miei incubi, lei mi ha sorriso e dato un bacio.
«Che pazzo che sei, amore. Sono oltre 10 giorni che ho ripreso a prendere la pillola e, quindi, proprio non avrebbe potuto ingravidarmi. Però vedo che la cosa ti eccita davvero molto.»
L’ho guardata ed ho tirato un sospiro di sollievo, mentre mi adoperavo ad accarezzarle il clitoride e, quando ho visto che stava iniziando di nuovo a godere, le son salito su e l’ho penetrata immediatamente. Era ancora un po’ dilatata e mi ha chiesto anche di far piano, perché la fica le dava ancora qualche fastidio per i postumi della sera precedente. L’ho guardata negli occhi e, continuando a scoparla, le ho chiesto per quale motivo si era resa così disponibile con quel maschio.
«Ma, amore, non era quello che volevi anche tu? Da quanto tempo mi stai dicendo che mi volevi vedere scopare con un altro e ieri sera mi è sembrata l'occasione giusta per esaudire questo tuo desiderio.»
Son rimasto piacevolmente sorpreso e lei mi ha sorriso e, dopo avermi fatto sdraiare supino, mi ha detto che era ancora troppo indolenzita per farsi scopare ancora, però non mi avrebbe lasciato insoddisfatto. È scivolata lungo il mio corpo e la sua bocca ha preso a succhiare il mio cazzo molto intensamente. Memore della serata precedente, ho assaporato con estremo piacere la facilità con cui lei ora ingoiava il mio cazzo fino in fondo e, dopo averlo succhiato a lungo, mi ha fatto sborrare fino all’ultima goccia nella sua bocca. L’ho rigirata ed ho insinuato la mia testa fra le sue cosce ancora intrise del piacere di quel maschio, che la sera precedente l’aveva letteralmente sfondata. Le ho allargato i glutei ed ho visto che quel culo, che la sera precedente era abbondantemente sfondato, si era quasi completamente richiuso. Ho preso a leccare fica e culo di mia moglie, facendola gemere, mentre lei proseguiva a succhiare il mio cazzo che, per effetto delle sensazioni ancora presenti nella nostra mente, era molto duro, rendendola fiera di sé stessa. Ad un tratto, con mia notevole sorpresa, mi ha chiesto di smetterla, non perché fosse stanca di quello che le stavo facendo, ma perché adesso voleva esser presa nuovamente. Effettivamente era molto eccitata e, così, si è girata su un fianco e mi ha chiesto che le facessi il culo. Sono rimasto un po’ stupito da quella richiesta, ma, senza esitazione, ho appoggiato il mio cazzo, ancor duro, al suo martoriato buchetto e, con un affondo deciso, gliel'ho spinto tutto dentro. Lei è rimasta immobile ed ho sentito il culo accogliermi senza alcuna difficoltà, poi le ho sollevato una gamba ed ho preso a masturbarle la figa, facendola subito godere.
«Muoviti più velocemente, sono tutto un dolore, ma voglio godere ancora con te. Ti sento bene nel culo e le tue dita nella fica mi fanno impazzire: continua a farmi godere, ti prego.»
Ho preso a sbatterla come un ossesso, perché, nella mia mente, le immagini di quel maschio, che la sera precedente le aveva sfondato il culo, erano ancora vive, e ciò serviva a scatenare in me una inopinata sensazione che mi induceva a pompare il culo di mia moglie, senza nessun riguardo. Ha avuto un lungo orgasmo, abbastanza forte ed intenso che l'ha fatta scuotere tutta e, nello stesso istante in cui lei godeva, anch’io le son venuto nel culo. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, poi si è spostata e mi ha posizionato il sedere in faccia. Potevo vedere lo sperma che colava da quel culo così ben aperto e sfondato e mi ha chiesto di leccarglielo per bene! All'inizio avevo qualche remora, ma poi ho incollato la mia bocca a quel foro e mi son messo a leccare tutto ciò che da esso sgorgava. È stata un’esperienza intensa, che ci ha sconvolti tutti e due e, da quella sera, per qualche decina di giorni, abbiamo continuato a scopare e godere entrambi spronati dalle sensazioni che ancora persistevano nella nostra mente.
Ora, siamo di nuovo in viaggio sull’autostrada, con la speranza di trovare ancora un maschio che possa sfondare il culo a mia moglie e farla godere come una troia, affinché, a mia volta, possa leccare tutto ciò che sgorga dai suoi buchi, perché ciò mi rende davvero cornuto e, soprattutto, molto felice.
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2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 20 hours ago -
Sono il bull di una coppia black.
Mi chiamo Mario, ho 37 anni, di media statura, con un bel fisico asciutto, gli occhi scuri, capelli castani. Sono uno scapolo impertinente e fermamente convinto a voler restare tale, perché mi piace troppo la mia vita libera e senza obblighi. Vivo e lavoro in una grande città, in un ufficio che si occupa di spedizioni. Siamo in cinque, due uomini e tre donne. Prima era diverso, perché ero l’unico maschio, ma poi è arrivato Omar, un enorme ragazzo di colore dal carattere mite e gentile. Fisicamente è un bell’uomo, con le spalle larghe, le mani forti e le braccia robuste. È completamente calvo e le mie colleghe hanno subito cominciato a strusciarsi a lui come gatte in calore, convinte di poter verificare la veridicità di quello che si dice a proposito degli uomini di colore, se, cioè, son forniti di una notevole dotazione. La cosa non mi ha affatto infastidito per due specifici motivi: uno, perché non mi va di creare attriti fra colleghi di lavoro, e secondo, perché non ho nulla da invidiare agli uomini di colore, per esser dotato abbastanza bene fra le gambe. Sì, Madre Natura è stata abbastanza munifica con me e mi ha donato un cazzo fuori dal comune: ho un membro di 23 cm di lunghezza e 14 di circonferenza. Come già detto, mi crogiolo nella mia libertà e regolarmente, due volte la settimana, mi scopo due quarantenni e con esse sfogo tutta la mia esuberante sessualità. Sono due belle troie, che, ovviamente, sono ignare l'una dell’altra, ma così vacche che, pur essendo sposate, provano infinito piacere nel farsi sfondare dalla mia notevole mazza, in entrambi i buchi. Questo mi permette di vivere una vita tranquilla e, soprattutto, di ignorare le lusinghe e le avances che mi rivolgono le mie colleghe. Naturalmente loro sono tre belle donne e solo una delle tre è sposata, mentre le altre due sono delle belle troiette che, spesso e volentieri, si fanno sbattere da uno o più maschi. Omar ha notato subito che non concedevo nessuna confidenza alle mie colleghe ed ho notato che anche lui mantiene sempre un certo distacco, al di là del normale rapporto di lavoro. Dopo il suo arrivo, fra di noi è nato un reciproco rapporto di fiducia e rispetto, dovuto al fatto che lui si è reso conto della mia grande esperienza e questo ha agevolato molto il suo inserimento nella squadra. Dopo circa tre mesi, eravamo divenuti abbastanza complici da scambiarci qualche confidenza, e un giorno, mentre facevamo una pausa caffè, mi ha chiesto come mai un bell’uomo come me non era sposato. Gli ho risposto che amavo troppo la mia libertà e, soprattutto, non avevo ancora trovato una donna libera, in grado di apprezzare una mia certa qualità nascosta. Lui mi ha guardato un po’ stupito, poi ha sorriso ed ha intuito a quale qualità mi stavo riferendo. Qualche giorno dopo, mi invita a casa sua un sabato sera, perché organizza una piccola grigliata in onore del fatto che finalmente è riuscito a ricongiungersi con sua moglie. Accetto volentieri e, puntuale, mi reco all’indirizzo che lui mi ha dato e mi ritrovo davanti ad una villetta a schiera, con un giardino sul retro, dove vi sono anche altre coppie di colore, che mi guardano meravigliate, in quanto sono l’unico bianco presente al barbecue. Lui mi viene incontro, mi abbraccia e mi saluta calorosamente davanti a tutti, poi si gira verso gli altri commensali e, con fare deciso, mi presenta loro.
«Amici, vi presento Mario, tecnicamente è il mio capo, anche se lui mi tratta più da amico e collega di lavoro.»
L’atmosfera si fa subito allegra e divertente e, dopo la presentazione, mi trovo davanti la sua splendida moglie, che lui mi presenta in maniera un po’ più riservata.
«Amore mio, questa è la persona di cui ti ho parlato e, come vedi, mi sembra perfettamente adeguata a ciò che abbiamo in mente noi due.»
Lei allunga una mano, mentre io la guardo veramente affascinato dalla sua bellezza. È molto più alta di noi, sicuramente 1m e 90, con un fisico snello e longilineo, con due cosce lunghissime che si intravedono sotto una minigonna abbastanza esigua, mentre il seno, di sicuro una terza, è appena celato sotto un top di colore giallo, che lo lascia quasi intravedere. Il suo viso è un ovale perfetto, i suoi occhi sono neri con un taglio quasi asiatico, dalla conformazione lunga e sottile. La bocca è ampia e le labbra carnose, ma non in maniera eccessiva, da conferirle una particolare bellezza esotica. I suoi capelli sono pettinati con tantissime treccine che figurano raccolte tutte insieme sul retro della nuca e bloccate da un fermaglio di legno.
«È un vero piacere far la conoscenza di una persona che mio marito ammira moltissimo. Io sono Jasmine e mi sento molto onorata di averti qui, in casa nostra, questa sera.»
Avverto uno strano brivido quando stringo la sua mano, che ha delle dita lunghe e affusolate che terminano con delle unghie laccate di un colore giallo pastello della stessa tonalità del top, che a malapena riesce a celare il suo seno. Passiamo il resto della serata a ridere e scherzare con i suoi amici, che si rivelano tutte persone simpatiche e goliarde. Spesso ho intercettato lo sguardo delle altre donne di colore presenti alla festa, ma, facendo un confronto, Jasmine è di certo la più bella di tutte. Non che le altre siano meno appetibili, anzi alcune sono molto attraenti, dai seni generosi ed abbondanti, oppure con culi abbastanza sporgenti ed invitanti, ancor più evidenziati perché quasi tutte calzano tacchi molto alti. Quando la bella serata sta volgendo al termine e mi accingo a lasciare l'allegra comitiva, Omar mi si avvicina e mi prega di restare fino all’ultimo. Mentre saluta una coppia di amici, Jasmine è alle prese con una coppia che ha palesemente bevuto troppo e non è prudente lasciarli andar via con la loro auto. Deve faticare non poco per convincere i due che hanno troppo alcol in corpo per poter guidare e il ritorno di Omar riesce, in qualche modo, a farli ragionare. Cerca di metterli nella sua auto per portarli a casa loro, ma, avendo un modello d'auto a quattro porte, la cosa si presenta quanto mai difficoltosa, in quanto, con lui alla guida, i due ubriachi dietro potrebbero aprire gli sportelli. Alla fine decidiamo di andare con la mia che è un modello a due porte e, una volta caricati i due, insieme ci rechiamo dall’altro lato della città, dove lì accompagniamo nella loro abitazione, per poi tornarcene a casa di Omar. Durante il viaggio di ritorno, lui si scusa con me per l’impiccio che si è creato e, soprattutto, mi spiega il motivo perché voleva che io restassi fino all’ultimo, a casa sua.
«Da un po’ di tempo, io e mia moglie siamo un po’ ai ferri corti e tu saresti la soluzione dei nostri problemi.»
Lo guardo senza capire, lui fa un profondo respiro e poi prosegue nella sua spiegazione.
«Vorrei vederti scopare mia moglie.»
Lo guardo con non poca meraviglia.
«Omar, non è che, per caso, hai bevuto un po’ troppo, anche tu?»
Lui sorride annuendo e girato verso di me, continua il suo discorso.
«Devi sapere che, circa due anni fa, ero già fidanzato con Jasmine e con lei il sesso non lo facevamo in maniera molto appagante, perché era vergine ed era decisa che avrebbe dovuto perdere la verginità solo alla prima notte di nozze, di conseguenza, più che parlare di sesso, potremmo dire che il tutto era ridotto a lunghe ed estenuanti masturbazioni. A quell’epoca avevo conosciuto una coppia. Lui, un bell’uomo molto serio e risoluto, lei, una vera meraviglia della natura: una splendida quarantenne tutta curve, un seno abbondante, ed un culo spettacolare. Senza tanti giri di parole, lui mi disse che voleva veder sua moglie scopare con un ragazzo di colore ed io, attratto dalla bellezza di quella donna e, soprattutto, frustrato dalle condizioni imposte da Jasmine, ho accettato. Era qualcosa di sconvolgente chiavare quella femmina. Godeva ripetutamente in maniera totalmente appagante. Si lasciava sfondare in ogni buco ed impazziva quando le riversavo in bocca tutto il mio piacere. Era insaziabile! Dopo lunghe cavalcate, con conseguente farcitura dei buchi, lei era capace di prendere il mio cazzo in bocca e farlo tornar duro, per poi ricominciare tutto daccapo, sotto lo sguardo estasiato di lui, che si masturbava fino allo sfinimento. Vissi per un anno quella fantastica esperienza, poi mi sono sposato con Jasmine, la quale, però, non sembrava molto disponibile al sesso estroso, fantasioso. Con lei la scopata era quella classica, alla missionaria, sul letto in silenzio ed a luci spente, mentre con l’altra era sconvolgente, appagante, trasgressiva, estenuante. Circa sei mesi dopo essermi sposato, Jasmine si è accorta della mia tresca con quella donna e, con occhi furiosi, mi ha imposto una scelta.
“Scegli: o io, o lei, ma fallo in fretta! “
Non ho avuto nessun dubbio, ho preferito stare con quella che amavo e con cui volevo passare il resto della mia vita. Lei però era molto dispiaciuta del fatto che io, per tanto tempo, l’avevo cornificata con quell’altra donna, e, per i primi due mesi, parlare di sesso con lei era veramente proibito. Una sera, la voglia era arrivata ad un limite inaccettabile e così, sdraiati nel letto ho cercato di fare l’amore con mia moglie. Le son salito sopra, ma lei si è rifiutata di far sesso con me. Ero folle di desiderio e non volevo usarle violenza, ho cercato di convincerla con la ragione ad accettare di scopare con me.
“Non puoi negare di far sesso con me, perché sono tuo marito! “
Lei si è inginocchiata sul letto ed aveva il viso ridotto ad una maschera di furore: i suoi occhi erano due carboni ardenti.
“Sei mio marito? Ti ricordo che lo eri anche quando ti scopavi quella puttana! Vuoi far sesso con me? Ok, va bene!”
Si è distesa sul letto, ha aperto le gambe, ha chiuso gli occhi ed è rimasta totalmente inerte. Ero così accecato dal desiderio che l’ho scopata quasi con rabbia e furore, raggiungendo quasi subito l’orgasmo. Solo dopo mi son reso conto della sua totale passività. Per un mese, ogni qualvolta che allungavo una mano e le faceva capire che volevo scopare, lei ripeteva lo stesso copione: immobile, sdraiata supina, a cosce aperte e totalmente passiva. Alla fine ho preso atto del fatto che così non poteva funzionare e, complice anche che la coppia di amici, che abbiamo appena riaccompagnato a casa, mi aveva suggerito la possibilità di un impiego in questa città, ho accettato e ci siamo trasferiti qui. Cambiare aria, pensavo, avrebbe potuto apportare modifiche anche ai nostri dissidi, ma, con Jasmine, mi sbagliavo di grosso. Ho cercato di dialogare con lei, ma sembrava che non ci fosse nessuna via d’uscita.
“Jasmine, ho sbagliato. Sono stato un perfetto idiota, che ha ragionato più con il cazzo che con la testa. Sono pronto ad accettare qualsiasi tua decisione, ma ti prego, non continuare a mantenere questo tuo atteggiamento così duro nei miei confronti, perché non riesco più a sopportarlo. “
Lei mi ha guardato e, con un tono di voce abbastanza pacato, mi ha parlato facendo tremare il mio cuore.
“Per quanto riguarda il sesso con te, non intendo apportare nessun cambiamento, ma, per quanto riguarda il dolore che ho provato nel sentirmi tradita, per quello, ci devo ancora pensare e, poi ti farò sapere cosa ho deciso. “
Quelle parole mi hanno frustrato. Circa due settimane fa, un pomeriggio, siamo passati per un bar del centro dove tu eri seduto e parlavi con delle persone e le ho detto che eri il mio collega, con cui avevo stretto una certa amicizia e lei, osservandoti, ti ha definito: “un maschio molto interessante. “
In quel momento son rimasto alquanto sorpreso, ma più tardi, nell’intimità del nostro letto, lei mi ha spiegato cosa intendeva con quella definizione nei tuoi confronti.
“Poiché sono stata per lungo tempo cornificata a mia insaputa, ho deciso che, per pareggiare il conto, voglio anch’io divertirmi a scopare con una persona a mia scelta, qualcuno che mi possa veramente intrigare. Il tuo collega mi sembra la persona giusta. Questa è la mia decisione e, poiché non è opinabile, o accetti, oppure le nostre strade prenderanno direzioni inesorabilmente diverse. “
All’inizio ho cercato di dissuaderla, ma non c’è stato modo di farle cambiar idea e così ti ho invitato questa sera, perché lei voleva conoscerti e, poiché ora già sono le 2:30 di notte, vorrei che, anziché andare a casa tua, tu restassi a dormire da noi, nel mio letto con mia moglie.»
Lo guardo incredulo e, nello stesso tempo, molto incuriosito, perché dentro di me non ho mai fatto sesso con una donna di colore, ma, soprattutto, anche perché quella esposta mi sembra una situazione assolutamente anomala. Generalmente, succede il contrario: è il black, che diventa il bull di una coppia, mentre in questo caso, io avrei dovuto scopare sua moglie con il suo beneplacito. Giunti a casa, appena entrati, ci viene incontro Jasmine. Indossa un trasparentissimo baby-doll, sotto cui si intravede della lingerie molto raffinata e delle calze autoreggenti con il pizzo molto alto, il tutto completato da tacchi altissimi. Appena chiusa la porta, i due si scambiano un’occhiata e lui annuisce. Lei si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi, poi mi rivolge la parola con una voce calda e sensuale.
«Grazie, per esser tornato qui, insieme a lui. Sicuramente ti avrà detto per quale motivo ti abbiamo chiesto di restare e, se non mi trovi di tuo gradimento, oppure hai dei pregiudizi che ti impediscono di far sesso con una donna di colore, puoi benissimo andartene, altrimenti, vorrei provare con te il piacere di scopare con un altro uomo, sotto gli occhi di mio marito. Son sicura che questa cosa sarà per lui molto dolorosa, ma è ciò che voglio che lui provi, per fargli capire cosa ho provato io, quando ho capito che mi cornificava e da tanto. Aggiungo anche che dovrai aver un po’ di pazienza, perché non sono molto smaliziata nel sesso: mio marito, era così preso dal godere con quella troia, che si è ben guardato dall’insegnare a sua moglie ad essere un'esperta femmina da letto.»
Senza aggiungere altro, mi prende per mano e, salita la rampa di scale, entriamo in camera da letto, seguiti da lui che, docile e remissivo, si siede su di una poltrona e ci osserva. Lei si inginocchia davanti a me e, dopo aver aperto i pantaloni ed abbassati gli slip, si trova davanti la mia verga già abbastanza dura, restandone piacevolmente colpita.
«WoW! Che bel cazzone! Omar, questo maschio è davvero molto ben fornito. Nel cambio sono quasi sicura che non ci rimetto e, sicuramente, farò in modo da gustarmelo per bene e fino in fondo.»
Senza aggiungere altro, spalanca la bocca e comincia a fagocitare il mio cazzo, facendolo scivolare abilmente lungo la gola. È stupefacente la sua bravura nell’ingoiare la mia verga, che diventa sempre più grossa e dura. Se lo gusta per un po’, mentre io mi spoglio e, una volta nudo, la sollevo e la faccio adagiare sul letto, spogliando anche lei di quel poco che indossa, lasciandola solo con le autoreggenti. Vedo la sua fica completamente priva di peli, con le labbra scure, ma con l’interno di un rosa molto conturbante e reso lucido dal piacere che sta provando. Mi distendo ed affondo la mia testa fra le sue cosce. Le mie narici sentono un odore estasiante di femmina in calore e affondo la mia lingua fra le pieghe di quella fica bollente. Lei continua a ingoiare il mio cazzo, facendolo sparire tutto dentro la gola, fin quando, di colpo, serra la mia testa fra le sue cosce ed il suo corpo viene scosso da un lungo brivido di piacere. Si sfila il mio cazzo dalla bocca e, rivolta a lui, lo rende partecipe del suo piacere.
«È bellissimo! È stupendo sentire la sua lingua che indugia fra le valve della mia vagina e mi tortura il clitoride, procurandomi orgasmi immediati. Guardami, cornuto! Guardami godere, perché tu questo piacere non me lo hai mai fatto provare!»
Aspetto che il suo corpo, smetta di tremare e, quando sto per riaffondare la testa fra le sue cosce, lei si rigira e, dopo essersi sdraiata supina, spalanca le cosce e con le mani mi invita ad entrarle dentro, cosa che faccio all’istante. Appena inginocchiato fra le sue gambe, lei afferra il mio cazzo e lo guida direttamente fra le labbra della sua fica e mi incita a penetrarla fino in fondo.
«Prendimi! Fammi sentire questa splendida mazza tutta, fino in fondo! Scopami! Fammi godere, e fammi impazzire!»
Scivolo dentro di lei che sento esser bollente! La sua fica è un vero forno incandescente, dove affondo senza nessuna difficoltà. Quando il mio corpo aderisce al suo, lei solleva le gambe e le annoda dietro la mia schiena e, mentre io comincio a pomparla, lei, con dei movimenti pelvici, asseconda la mia penetrazione, sbattendo con forza il suo corpo contro il mio. Gode poco dopo, con un orgasmo squassante; allora si gira verso di lui e gli mostra il suo viso trasformato in una maschera di piacere.
«Guardami, cornuto! Guardami come mi fa godere! Guarda come godo, che non ha niente a che vedere con quanto ho mai potuto godere con te!»
La sbatto con un buon ritmo e lei raggiunge di nuovo un altro orgasmo, poi abbassa le gambe, mi spinge di lato e, dopo avermi fatto sdraiare supino, sale su di me, impalandosi sul mio cazzo: aveva preso ad ondeggiare avanti/indietro, continuando a godere di orgasmi a ripetizione. Sollevo le mani ed afferro quei seni duri e sodi, ne strizzo i capezzoli, facendola godere ancor di più. Sfinita si sdraia sul mio corpo con il fiato corto, mi parla:
«È stato bellissimo! È stato veramente un piacere godere sopra di te e sono meravigliata anche dal fatto che ancora non sei venuto.»
Si gira verso di lui e, con un gesto della mano, lo invita ad avvicinarsi, cosa che lui fa immediatamente, inginocchiandosi sul letto vicino a lei.
«Questo maschio mi ha fatto impazzire ed ora sono molto indecisa, perché voglio sentirlo venire, ma ho due opzioni: lasciare che mi riempie il ventre con il suo piacere, ben sapendo che non sono protetta, oppure regalare a lui la mia verginità anale e lasciare che mi riempia il culo. Dimmi cornuto: quale delle due opzioni dovrei scegliere, secondo te?»
Giro lo sguardo verso di lui, che tiene il capo basso e, dentro di me, penso che entrambe le cose saranno per lui estremamente mortificanti.
«Jasmine, io ti amo e qualunque delle due opzioni vorrai scegliere, io sarò e resterò al tuo fianco.»
Lei si gira verso di me, incolla la sua bocca contro la mia e mi bacia in maniera forte, intensa, poi si stacca, scivola di lato, e si inginocchia di fianco a me. Poi si gira verso di lui e la sua voce è dura e decisa:
«Avvicinati, cornuto! Leccami il culo e preparalo per lui. Vedi di fare un buon lavoro, perché non mi va di sentire molto dolore, altrimenti mi sfilo il suo cazzo dal culo e me lo metto nella fica, dove mi farò riversare tutto il suo piacere.»
Lui si inginocchia e comincia a leccare quella rosetta, lubrificandola con la saliva che spinge dentro il buchetto con un dito, mentre lei si è spostata un po’ ed ha preso il mio cazzo in bocca, continuando ad ingoiarlo e coprirlo di saliva. Ad un tratto, quasi spazientita, lo spinge via e, girata verso di me, mi invita a profanare quel pertugio ancora vergine.
«Prendimi! Metti questa splendida verga nel mio culo. Non sarà facile ospitarlo tutto dentro di me, ma spero che, alla fine, tu ci riesca a farmi provare del piacere anche da questo verso.»
Mi inginocchio dietro di lei, mentre lui le tiene le chiappe aperte e continua a far colare della saliva lungo il solco delle natiche, che io, con la punta del cazzo, raccolgo e spingo contro quel foro. Lei fa un profondo respiro e, sollevatasi sulle braccia, spinge il suo corpo indietro nello stesso istante in cui io affondo dentro di lei. Dalla sua bocca esce un gemito di dolore e subito mi blocco, mentre lei mi invita a spingerlo ancora più dentro fino in fondo.
«Non ti fermare! Continua! Spingilo tutto dentro! Spaccami il culo! Voglio sentirlo tutto dentro!»
Inesorabile, affondo dentro di lei e, una volta che il mio corpo tocca il suo, resto immobile, lasciando che quel foro si adatti alla mia intrusione. Poi mi giro di scatto verso di lui e gli impartisco un ordine che lui esegue immediatamente:
«Sdraiati sotto di lei e leccale la fica fino a farla godere, in modo da attenuarle il dolore.»
Lui esegue e, sdraiato sotto di lei, comincia a torturarle il clitoride, facendola gemere, mentre io prendo a limare quel culo con un ritmo sempre più veloce e deciso. Ad un tratto sento che lei comincia a gemere di piacere e mi incita a scoparla ancora più forte ed a concludere dentro di lei.
«Continua! Più forte! Mi stai spaccando il culo! È bellissimo! Continua, ti prego, e non smettere fino a sborrarmi dentro!»
Mentre parla, con una mano ha aperto i pantaloni di Omar e, in qualche modo, ne ha estratto il cazzo che vedo anche quello lungo e duro e, mentre io ora le sfondo il culo sempre più velocemente, lei se lo infila tutto in gola, mentre geme di piacere. Per un attimo si sfila quel cazzo dalla bocca e mi urla che sta godendo ed aspetta con ansia che io sborri, cosa che faccio l’istante. Mi blocco dentro di lei e prendo a riversarle nel culo una quantità enorme di sborra. Lei si sente allagare il retto del mio piacere ed intensifica il movimento con la mano con cui masturba il cazzo di Omar, mentre lo succhia e, così, anche lui, ad un tratto, geme dal piacere e, di sicuro, le riversa in bocca una copiosa sborrata. Resto per un momento piantato dentro di lei, poi mi sfilo e, nel farlo, osservo il suo culo del tutto dilatato, da cui fuoriesce immediatamente un rivolo di sborra bianca che finisce sul viso sottostante di Omar, che continuava a leccare la fica di sua moglie. Lo vedo spingersi un poco in fuori per giungere a lambire con la lingua quel buco oscenamente dilatato e poter leccare la mia sborra che ora cola copiosa, perché lei si è sollevata e gli ha posto il buco del culo direttamente sulla bocca. Mentre lui glielo pulisce così ben farcito, lei mi ha fatto alzare in piedi e, posizionato davanti a lei, ha preso il mio cazzo in bocca ed ha cominciato un’operazione di pulitura che ben presto ottiene anche un altro effetto: il cazzo mi ritorna duro e lei lo succhia come se non ci fosse un domani. È una furia scatenata: mi sega il cazzo con entrambe le mani, mentre succhia con forza la cappella e, d’improvviso, avverto che sto per riversarle in gola un’altra sborrata. Lei solleva lo sguardo e, quando i nostri occhi si incontrano, lei intuisce che sono all’apice del piacere e, a maggior ragione, aumenta il ritmo della suzione, finché non le sborro in gola. Serra con forza le labbra intorno alla cappella, mentre con una mano continua a segarmi il cazzo e con l’altra accarezza le palle e le spreme per far uscire tutto, fino all’ultima goccia. Stremati, ci sdraiamo sul letto; lei si gira verso di lui, lo attira a sé e lo bacia con forza e passione. È qualcosa di veramente unico osservarli, mentre si scambiano questo bacio, perché con quel gesto stanno esternando il loro profondo amore. Provo a scendere dal letto, ma lei mi attira a sé e mi tiene stretto, assieme a lui.
«Quello che ho provato stanotte e qualcosa di straordinariamente unico, perciò, mio caro cornuto, dovrai accettare che, a partire da oggi, ogni qualvolta lui vorrà avere il mio corpo, tu dovrai assecondare i nostri desideri.»
Lui la guarda con occhi stracarichi di lacrime di gioia, la bacia e le promette che lei potrà fare tutto quello che vorrà, perché comunque lui sarà sempre al suo fianco.
È cominciata così la mia storia da bull con una coppia black, che è durata davvero a lungo.
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1
2 years ago
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Corna veloci.
Mi chiamo Pamela, ho 37 anni, sono sposata con Lucio che ha un anno più di me. Sono una bella donna, alta 1,80, occhi chiari e capelli scuri, bocca ampia e labbra carnose, un bel seno di una terza abbondante, un magnifico culo a mandolino che completa la fattura di cosce lunghe ed affusolate. Siamo una bella coppia nell’insieme, alquanto dedita al vizio: Lucio è un buon amante, ben dotato sia di cazzo che di cervello. Gli piace anche lasciarmi libera di vivere esperienze di puro sesso, che poi gli racconto, oppure le vive con me, e questo tipo di gioco ci provoca un'eccitazione talmente forte che per giorni scopiamo come ricci sino a restare senza fiato. Lavoro nel settore della moda per una ditta che organizza sfilate per stilisti o eventi particolari, che richiedono molto impegno e lavoro. In occasione della fine di uno di questi eventi, siamo usciti a cena per festeggiare, insieme ad alcuni amici, la perfetta riuscita di tutta la manifestazione e, in quell’occasione, è avvenuta una cosa che mi è piaciuta particolarmente. Quella sera ero decisamente vestita in maniera provocante: minigonna in pelle, nera, molto attillata, a metà coscia, che metteva in rilievo le fattezze del mio bel culetto, un top nero che mi copriva a malapena il seno con sopra una camicetta semitrasparente, oltre autoreggenti con tacchi alti ed un trucco non troppo marcato, ma che, in ogni caso, evidenziava le mie labbra carnose. Ci siamo dati appuntamento presso un locale, che quella sera era riservato esclusivamente a noi. Lì, abbiamo incontrato, fra gli altri, anche tre coppie di amici, che stavano a loro volta festeggiando e, tra essi, c’era una coppia nuova, di cui avevamo solo sentito parlare. Roberto e Simona non passavano certo inosservati: lei una bella donna bionda, con un fisico da sballo, e lui un maschio veramente molto figo, di cui sapevo qualcosa attraverso il cicaleccio di amiche, che non avevano remore a definirlo un maiale vero e proprio, dotato di un gran bel cazzo, molto sopra la norma e che sapeva usare benissimo. Per buona parte della serata, abbiamo riso e scherzato mangiando degli stuzzichini e bevendo molto; più di una volta, Roberto non ha perso l’occasione di strofinarsi sul mio sedere ed in una, forse anche in maniera accidentale, mi ha palpato il seno. Stranamente, la cosa mi ha sinceramente eccitato e, avendo notato che mio marito era intento a dialogare con Simona, ho avvertito l'impulso di verificare se le chiacchiere che si dicevano su Roberto corrispondessero al vero. Con finta indifferenza, in un momento in cui lui era vicino a mio marito, io, a mezza voce, ho informato il mio uomo che mi sarei recata in bagno. Lentamente ho attraversato la sala e, controllando attraverso il riflesso sul vetro dell’immensa sala, ho potuto notare che, in maniera quasi istantanea, Roberto mi stava seguendo. Sono entrata in bagno e, quando mi sono avvicinata alla porta del bagno, Roberto è entrato dietro di me, nel bagno delle signore, approfittando del fatto che non c'era nessuno. Chiusa la porta alle nostre spalle, lui mi ha abbracciato e baciato, senza dire una sola parola. Ho risposto al suo bacio con passione e la mia lingua si è insinuata nella sua bocca, intrecciando con la sua lingua una danza erotica sconvolgente. Spingevo il mio corpo contro il suo e strofinavo il mio pube su quel grosso pacco, che sentivo aumentare di volume proprio in corrispondenza del mio ventre. Dopo aver limonato per un tempo che a me è sembrato lunghissimo, lui mi ha spinto a sedermi sulla tazza del water, si è inginocchiato davanti a me e, dopo avermi sollevato le cosce, ha letteralmente strappato il perizoma, incollando la sua bocca sullo spacco della mia fica, già abbondantemente fradicia di umori. La sua lingua ha preso a scorrere dal basso verso l’alto, indugiando a lungo sul mio clitoride, facendomi ansimare e mugolare di piacere come una cagna in calore. La sua lingua vogliosa mi ha penetrato e leccato le piccole e grandi labbra, insistendo a mordicchiare il clitoride, finché, all’apice del piacere, gli ho riversato in bocca tutto il mio nettare, che lui ha raccolto, leccato e ingerito in maniera ingorda. Poi, improvvisamente, si è staccato e, sollevatosi davanti a me, ha afferrato il mio viso con entrambe le mani e, prima di baciarmi, mi ha invitato ad assaporare i miei liquidi. Mi ha baciato di nuovo con passione, mentre io ero carica di desiderio e curiosa di assaporare la sua verga fra le labbra, ma lui si è abbassato di nuovo fra le mie cosce ed ha preso a tirare le piccole labbra con la bocca, mentre mi penetrava con la lingua. È andato avanti così per parecchio tempo, fino a quando quella stupenda leccata di figa mi ha procurato un nuovo orgasmo, ancora più intenso del precedente. Dopo avermi provocato quell'ennesimo piacere, si è alzato in piedi e, abbassati i pantaloni, mi ha presentato davanti al viso una stupenda mazza, lunga e dura, sormontata da una grossa cappella lucida e violacea. Me l’ha appoggiata alle labbra ed io ho spalancato la bocca; lui è rimasto immobile permettendomi di leccare e succhiare quello pazzesco randello di carne, godendo del piacere che gli prodigavano le mie labbra e complimentandosi con me per la bravura che mettevo in quell'operazione.
«Complimenti! Sei veramente una stupenda succhiacazzi! Sono poche quelle che riescono a prendermelo in bocca, ma ancora meno quelle che, come te, riescono a farsene entrare più della metà in fondo alla gola.»
Ha continuato a scoparmi la bocca, fin quando l’ho pregato di fottermi.
«Mettimelo dentro! Spingimi questa superba verga in fondo all’utero! La voglio sentire tutta, fino in fondo, fin dentro l’anima!»
Lui, con un sorriso compiaciuto, mi ha sfilato il cazzo di bocca e, dopo avermi fatto sollevare, mi ha fatto inginocchiare sopra il coperchio del water e, appoggiata la punta di quella verga fra le labbra della mia conchiglia fradicia di umori, con due spinte decise, lo ha infilato tutto in fondo. Ho goduto all’istante. Sentire quella verga enorme che dilatava la mia fica e che, ad ogni affondo, sbatteva con forza contro il mio utero, mi ha provocato un orgasmo che ho mugolato a denti stretti, per non farmi sentire da tutto il locale.
Mi teneva ferma per i fianchi e mi pompava con un ritmo ben cadenzato, che alternava con altro molto potente o lento, con altro più dolce, per riprendere subito a scoparmi con colpi vigorosi e rudi e poi di nuovo lenti e profondi. Ho goduto a lungo, raggiungendo quattro o cinque orgasmi continui, mentre lui sembrava instancabile. Dopo aver avuto un altro orgasmo, si è fermato un attimo e, con entrambe le mani, mi ha aperto le chiappe, facendo colare della saliva lungo il solco, per poi spalmarla con la punta del cazzo, ormai fradicia di umori. Me l'ha appoggiato al buchetto e, con una spinta decisa, è scivolato tutto dentro di me. Non sono vergine di culo, ma quel randello che mi sfondava il retto, l’ho sentito tutto.
«Cazzo, fa piano! Mi sfondi il culo! Però mi piace, dai, spingimelo tutto fino in fondo! Cazzo, se mi piace!»
Lui mi ha afferrato i fianchi con entrambe le mani e, sollevatami dall’insolita posizione, mi ha fatto appoggiare le gambe per terra e, tenendomi sollevata solo una gamba, con un piede poggiato sul water, ha preso a sfondarmi il culo, con forza sempre più crescente Ho goduto anche per il fatto che, in quella posizione, la sua mano destra è scivolata davanti e, mentre il suo cazzo mi speronava il culo, ho sentito due dita dentro la fica che mi masturbavano velocemente, con la stessa intensità con cui venivo presa nel culo. Ha sollevato l’altra mano e, se all’inizio, la teneva sulla mia bocca per impedirmi di urlare, affinché nessuno si accorgesse di quanto stavamo facendo in quel bagno, ad un tratto due dita sono entrate nella mia bocca e la sua voce mi ha sconvolto.
«Troia! Immagina che, mentre ti sfondo il culo, un altro cazzo ti sia piantato nella fica e uno ancora ti sfondi la gola!»
Son venuta di nuovo, all’istante! Ho goduto nell’immaginare la scena erotica che lui mi stava rappresentando. Anche lui era all'apice, ho sentito il suo ritmo aumentare velocemente, e poi, ad un tratto, rimanere ben piantato nelle mie viscere, mentre un’ondata di calore ha cominciato ad invadere il mio intestino.
«Sborro, troia! Ti sto sborrando nel culo!»
Dopo aver sentito alcune pulsazioni di quel suo cazzo che mi farciva l'intestino, si è tirato indietro sfilandosi da me e, con una mano, mi ha fatto capire che dovevo inginocchiarmi davanti a lui, cosa che ho fatto all’istante.
Mi sono trovata fra le labbra quel cazzo fradicio dei miei umori anali e della sua sborra, che ancora continuava ad uscire abbondante. In preda ad un raptus di piacere, ho leccato ed assaporato ogni cosa presente su quella verga, godendo di quanto, in quel momento, mi ritenevo troia. Lui mi ha sorriso, poi mi ha sollevato e baciato di nuovo, complimentandosi ancora per la mia incontenibile libidine.
«Sei una vacca stupenda! Mi sei piaciuta appena ti ho visto entrare e, dentro di me, ho desiderato immediatamente godere del tuo corpo. Naturalmente mi piacerebbe ripetere quest’esperienza, anzi, se vuoi, ti organizzo il modo di farti vivere quella fantasia di cui ti parlavo prima: tu, io ed altri due maschi.»
L’ho guardato estasiata, poi ho preso dalla mia borsa il cellulare e mi son fatta dare il suo recapito telefonico. Lui è uscito, mentre io mi sono seduta sul water e, in qualche modo, ho lasciato colare dal mio culo slabbrato, tutta la sua sborra, fino a quando mi son data una ripulita e son tornata nel gruppo. Giunta di nuovo nel salone, Lucio è venuto vicino a me e, osservandomi attentamente, ha notato che avevo il trucco era un po' sfatto, i capelli un po' arruffati e l’aria un po’ sbattuta. Guardandolo dritto negli occhi, l’ho pregato di andar via perché ero stanca. Lui non ha detto nulla, ma, una volta che ci siamo trovati nell’intimità del nostro letto, senza che lui chiedesse nulla, mi sono appoggiata sdraiata sul suo corpo nudo e, impugnato il suo splendido cazzo, gli ho raccontato tutto quello che era successo, mentre lo segavo piano. Ha ascoltato in silenzio tutto il mio racconto, per poi salire su di me e penetrarmi con forza, scopandomi e facendomi godere ancora, quasi come se quello che avevo già provato non mi avesse soddisfatto. Mi ha pompato velocemente e, quando il mio corpo ha preso a tremare per effetto dell’ennesimo orgasmo che provavo, anche lui ha riversato dentro di me, la sua copiosa sborrata. Siamo rimasti abbracciati e, quando gli ho confessato che mi sarebbe piaciuto vivere quella fantasia con tre uomini, lui mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha risposto che a lui non sarebbe dispiaciuto, provare la bionda Simona e così, circa una settimana dopo, siamo andati noi quattro a cena e, assieme a noi, ci hanno raggiunto anche due amici di Roberto, che hanno poi trascorso il resto della serata in nostra compagnia, facendomi provare emozioni talmente forti che, nonostante siano già passati due mesi, quando chiudo gli occhi, ancora sento le mie mutandine inumidirsi da non credere.
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2
2 years ago
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Mi sono trovata un toro più giovane.
Mi chiamo Anna, ho 45 anni, sono sposata con Paolo che ha due anni più di me. Sono una bella donna. alta, mora, aspetto mediterraneo, seno prosperoso, fianchi leggermente larghi, un bel culo molto invitante. Non sono affatto grassa, ma ho le curve al posto giusto, che, spesso e volentieri, sono oggetto di ammirazione da parte dei tanti maschi che mi vedono per strada. Fino a due anni fa, noi eravamo la classica coppia tranquilla e serena che faceva una vita assolutamente normale. Lavoro, casa, amicizie, vacanze e altre cose, tutto nella più assoluta normalità. Poi, un giorno, nell’ufficio di Paolo è arrivata Pamela, una biondina tutta tette e culo, con una gran faccia da troia, che naturalmente faceva di tutto per mettersi in mostra. Lui si è subito sentito molto attratto da quella puttanella, che, a sua volta, ricambiava generosamente le sue attenzioni. Ne era così preso, che non è stato attento ad evitare di farsi beccare, quando ha deciso di scopare con lei. Da gran signora, quale sono, non ho fatto nessuna scenata, ma ho chiesto solo quali fossero le sue reali intenzioni circa il prosieguo della nostra relazione.
«Scusami! Ho fatto una cazzata gigantesca! È stata solo una stupida scopata con una troietta, che non ha nemmeno soddisfatto appieno quella specie di avventura. Vorrei che, in qualche modo, la nostra storia continui, perché abbiamo trascorso così tanto tempo insieme, che la sola idea di perderti, mi fa star male. Sono uno stupido per aver ragionato solo con il cazzo, e non con la testa ed il cuore. Sono disposto ad accettare qualunque rivalsa tu voglia infliggermi.»
L’ho ascoltato attentamente e mi son riservata di riflettere sulla sua ammissione di colpa e anche sul fatto che era disposto ad accettare l'eventuale mia reazione all'offesa rivoltami. Dopo circa una settimana, l’ho informato sulla mia decisione.
«Sono molto dispiaciuta per ciò che hai fatto. Anch’io avevo notato che il nostro rapporto era diventato decisamente monotono e te ne volevo parlare, perché volevo cercare insieme a te qualcosa per movimentarlo. Invece sono stata delusa e ferita dalla tua superficialità. Ho provato molto dolore nel constatare che tu avevi preferito scopare con una ragazza più giovane, considerando me ormai vecchia. Così, adesso, ho deciso di testare la mai femminilità alla mia età: ho bisogno di verificare se riesco portarmi a letto un ragazzo più giovane. Se questo dovesse avvenire, avremo pareggiato il conto e, una volta soddisfatta questa mia curiosità, le cose fra di noi torneranno ad essere esattamente come prima. Se non accetti questa mia iniziativa, possiamo anche rivolgerci a un legale ed avviare le pratiche per il divorzio.»
È rimasto ammutolito nel sentire quelle mie parole. Mi ha chiesto un po’ di tempo per riflettere e, dopo un iniziale momento di rabbia, sia con sé stesso per la sua stupida bravata, sia per il fatto che ora sarebbe toccato a lui provare lo stesso dolore che avevo provato io. Così, ha accettato, ma ha posto alcune condizioni.
«Trovo giusto che tu possa aver la possibilità di pareggiare il conto, ma vorrei chiederti solo una cosa. Dovrai farlo qui, in casa nostra, mentre io di nascosto ti guardo.»
Ho visto nei suoi occhi una strana luce, davvero particolare.
«Ma, ho capito bene? Vuoi che scopi con un altro sotto i tuoi occhi, qui, nella nostra casa?»
Ha annuito e mi ha confermato con precisione quali fossero le sue condizioni. Sono rimasta un po’ interdetta da questa sua richiesta e, dopo averci un po’ riflettuto, non ho accettato.
«Non se ne parla nemmeno! Questa scopata me la voglio fare da sola, come hai fatto tu. Prendere o lasciare.»
Lui era evidentemente dispiaciuto da questa mia decisione e, incuriosita, gli ho chiesto la motivazione per quanto proposto. Lui mi ha fornito delle spiegazioni, che non mi hanno per niente soddisfatto, ma, anzi, mi hanno sorpreso.
«Stranamente, dopo una iniziale rabbia, qualcosa dentro di me è cambiato. Mi son sentito eccitato all’idea che tu possa scopare con un altro uomo. Non riesco a spiegare il perché di questa strana sensazione; posso solo dire che mi eccita in maniera incredibile. Per placare questa mia eccitazione, son dovuto ricorrere a ripetute masturbazioni.»
Ero stravolta, ma anche incuriosita da questa sua confessione, così ho accettato. Per raggiungere lo scopo prefisso, ho deciso di accettare le avances che da tempo mi fa l’allenatore di nuoto della piscina che frequento, per mantenermi in forma. Ha vent'anni meno di me e desidero che mi aiuti a realizzare la mia vendetta. C'è qualcosa di speciale nell'entusiasmo di un giovane: scopare una donna più matura, leccarle la figa o metterle il cazzo in bocca, è qualcosa che li esalta al massimo. Con lui ho fatto subito un patto molto chiaro, precisando che il nostro avrebbe avuto come unico scopo quello di scopare e basta. Non intendevo far sorgere coinvolgimenti sentimentali e non avrei accettato nessun’altra possibilità di interazione con lui, se non il puro e semplice scopare. Sesso, solo sesso e nient’altro, poi, ognuno per la sua strada, fino alla prossima scopata, se ce ne fosse stata l'occasione. Ebbi ad incontrarlo in un ristorante per una cena veloce, prima di spostarci nel nostro appartamento. Una volta giunti in casa, ho deciso di punire mio marito in maniera eclatante: dopo esser entrata, l’ho chiamato e gli ho presentato il mio giovane amante. Lucio è rimasto alquanto perplesso per quella situazione, ma io gli ho precisato che se aveva voglia di scopare con me, doveva accettare il fatto che mio marito ci avrebbe guardato e lui, dopo un attimo di indecisione, ha accettato senza riserve.
«Accidenti! Questa sì che è una situazione davvero esplosiva!»
Ho detto a mio marito di sedersi su di una sedia, mentre io e Lucio ci siamo messi comodi sul letto. In breve è venuta a crearsi una situazione alquanto strana, perché all’inizio, per stemperare un po’ la tensione parlavamo e scherzavamo come tre amici che si rivedono dopo tanto tempo, al netto del fatto che, due di quegli amici erano sposati e la moglie era sdraiata sul letto con l'altro. Indossavo un top senza maniche e Lucio ha iniziato a baciarmi la parte posteriore della nuca. Mi è piaciuto molto ed ho cominciato ad eccitarmi. Mi sono appoggiata allo schienale ed ho cominciato ad accarezzargli leggermente la nuca. Lucio ha proseguito a baciarmi, passando alla bocca, sotto lo sguardo attento e silenzioso di mio marito. Ho cominciato a gemere di piacere, mentre sentivo le mani di Lucio che mi accarezzava le cosce, risalendo sotto la gonna. Poi mi ha sfilato il top, mettendo a nudo i miei seni e, mentre ne baciava uno, ha preso a strizzare l’altro, titillando fra le dita il relativo capezzolo e provocandomi una tremenda scarica elettrica che, partita dal seno si irradiava fino alla fica. Gemevo sempre più, mentre lui succhiava con la bocca il mio capezzolo duro, ed ora mi stavo eccitando per davvero. Ad un certo punto mi ha abbracciato e, rotolando sul letto, si è sdraiato supino sotto di me; gli son montata sopra ed ho fatto aderire lo spacco della fica contro il grosso bozzo che sentivo sotto i suoi pantaloni. Lui mi ha fatto chinare in avanti per aver modo di potermi succhiare i capezzoli. Erano straordinarie le sensazioni contrastanti che provavo: mi godevo la bocca di quel giovane che mi stava letteralmente facendo impazzire e, nel contempo, guardavo mio marito, cui ho sorriso, compiaciuta del fatto che potevo vagliare l'espressione del suo viso che denotava un misto di gioia/dolore. Mi piaceva fargli vedere quanto mi stavo divertendo. Non vedevo l'ora di spogliarmi completamente, cosicché Lucio potesse arrivare alla mia fica, ora completamente intrisa ed inzuppata dei miei umori. Ci siamo baciati ancora un po', ma poi l'ho interrotto per poterci togliere completamente i vestiti. Una volta nuda mi sono sdraiata e Lucio mi è salito sopra, strofinando il suo corpo contro il mio. La sensazione che provavo nel sentire il giovane nudo sopra di me, il suo grosso cazzo che diventa più duro per l'attrito dei nostri corpi, era qualcosa che mi inebriava ancora di più. Volevo fare le cose con calma, senza fretta per prolungare al massimo il mio piacere, e la sofferenza di mio marito, anche se, più passava il tempo, più mi rendevo conto che forse non era una sofferenza la sua, ma un sottile piacere che lui stava provando nel vedermi godere con quel maschio giovane è molto dotato. Poi Lucio ha iniziato a baciare il mio corpo, scendendo in basso lungo la mia pancia e fino alla mia fica. Ho iniziato a gemere e contorcermi mentre Lucio ha iniziato a leccare e succhiare la mia fica resa un lago dalla incredibile eccitazione che stavo provando. Ad un tratto, ho desiderato averlo dentro di me.
«Oh sì, voglio sentire il tuo cazzo dentro di me. Voglio sentirlo fino in fondo, che mi sfonda, che mi apre e mi riempie facendomi godere tantissimo.»
Lui si è inginocchiato fra le mie cosce aperte al massimo ed io, afferrato il suo cazzo e l'ho attratto verso la mia fica. Ha cominciato a strofinare il suo cazzo contro le labbra della mia fica, stuzzicandomi con il suo cazzo.
«Vuoi il mio cazzo dentro di te?»
Fremevo dall’impazienza di sentirlo dentro, fino in fondo.
«Oh, sì! Ti prego, spingilo tutto dentro di me!»
È stato incredibilmente bello mentre si è spinto fino in fondo. Sentivo che mi apriva la mia fica e scivolava mentre mi riempiva in maniera stupenda. È stata una sensazione incredibilmente bella sentire quando un uomo ti infila, per la prima volta, il suo cazzo dentro, prendendo possesso della tua fica e, in specie, quando tuo marito ti guarda. Il modo in cui Lucio mi stava scopando, era così bello che aprirsi ed accoglierlo, era la cosa più bella di cui potessi godere. Per questo ho stretto le gambe intorno a lui ed ho iniziato ad assecondare il movimento della sua monta. Ha preso a pomparmi in maniera forte e decisa, con colpi ben assestati che mi facevano tremare tutta. Ho sentito il mio primo orgasmo che iniziava a montare, quando Lucio ha iniziato a martellarmi dentro sempre più velocemente. Ho urlato di piacere, mentre l'onda del mio orgasmo attraversava tutto il mio corpo. Mi ha permesso di godere a lungo, finché, sempre continuando a pomparmi, si è sfilato da me e, fattami girare, ha deciso di prendermi da dietro.
«La tua fica è così calda ed accogliente che voglio goderla il più a lungo possibile.»
Ciò detto, mi ha afferrato per i fianchi ed ha iniziato a scoparmi alla pecorina. Mi ha pompato di nuovo a lungo e per bene, facendomi godere ancora e, non ancora pago del piacere che mi aveva procurato, mi ha afferrato per i fianchi e ci siamo sdraiati di lato, mentre lui continuava a sbattermi da dietro, reggendomi la coscia destra in alto, sopra di lui.
«Voglio sentirti sborrare. Voglio sentire il tuo piacere che mi inonda il ventre!»
Lucio ha iniziato a scoparmi con più vigore, finché non si è irrigidito ed è venuto. Ho sentito un'ondata di calore invadere la mia vagina, mentre lui, dopo avermi abbracciato forte, è rimasto un po’ immobile, ben piantato dentro di me: sentivo rivoli di sborra, colare dalla mia fica completamente slabbrata. Poi si alzato ed è andato in bagno. Mio marito è salito sul letto e si è disteso vicino a me.
«Ti è piaciuto quel quello che hai visto?»
«Sì, mi è piaciuto molto. È stato doloroso ed emozionante nello stesso tempo vederti godere con lui ed ora vorrei sapere quali sono le tue intenzioni.
«È stato fantastico! Mi ha scopato molto bene.»
Mentre gli rispondevo, lo guardavo con un grande sorriso stampato in faccia. Quando Lucio è tornato dal bagno, si è disteso dall’altro lato accanto a me, così io mi sono trovata tra mio marito ed il mio giovane amante. Mentre eravamo sdraiati, abbiamo chiacchierato un po’ e subito ho notato una certa complicità fra Lucio e mio marito. Paolo, mentre parlava, mi accarezzava lentamente il corpo, ed io, in quel momento, mi sono sentita come in paradiso. Dopo un po', Lucio e mio marito hanno iniziato a baciarmi e succhiarmi i seni. È stato fantastico. Mi son avvicinata ed ho iniziato a carezzare leggermente il cazzo di Lucio, che ha subito ripreso vigore. Lucio ha iniziato a baciarmi e strofinare la mia fica ancora bagnata, mentre mio marito ha preso a baciarmi il corpo, accarezzando le mie gambe, poi Lucio mi ha baciato appassionatamente in bocca, mentre mi scopava con le dita. Ho risposto a quel caldo bacio e, ad un tratto, lui si è staccato e inginocchiatosi di fianco a me, mi ha offerto da succhiare il suo cazzo che stava già tornando bello duro. L’ho preso in bocca ed ho iniziato a farlo godere, utilizzando le labbra e la gola, facendogli emettere gemiti di piacere.
«La tua bocca è fantastica. Succhialo e ingoialo tutto, che mi fa impazzire!»
Mentre mi infilavo quel randello in gola, ho sentito mio marito strofinare il suo cazzo duro su e giù per la mia fica bagnata. È stata subito una sensazione nuova: Non avevo mai avuto due uomini contemporaneamente. Questo mi ha subito fatto gemere di piacere, mentre mio marito ha fatto scivolare lentamente il suo cazzo duro dentro di me. Ero in estasi! Avevo il cazzo di Lucio in bocca e quello di mio marito ben piantato nella mia fica. Ho cominciato a gemere, la mia bocca si è riempita del cazzo di Lucio, mentre un ennesimo orgasmo mi ha travolto. L’ho succhiato a lungo e ne ho assaporato il succo, mentre Paolo mi pompava come un pazzo scatenato, godendo del fatto che il suo membro sguazzava in un misto di umori costituito dal seme dell’altro ed i miei umori, che non smettevano di sgorgare mentre godevo. È stato davvero sconvolgente e, ad un tratto, anche per Lucio dev'esser stato molto eccitante, perché, dopo pochi secondi, si è irrigidito e mi ha schizzato un ennesimo carico di sperma in bocca. Ho ingoiato tutto, felicemente. Nello stesso istante, anche Paolo ha cominciato a sborrare dentro di me ed ho sentito ancora un’ondata di calore riempire la mia vagina. Siamo rimasti tutti e tre per un lungo istante immobili, poi Lucio si alzato e, dopo esser andato in bagno, ne è uscito, ci ha sorriso e se n’è andato.
«Grazie, Anna, è stato bellissimo! Come d’accordo, io aspetterò che tu mi dica quando vuoi ripetere questa stupenda esperienza. Quanto a te, amico, hai una donna stupenda come moglie e, per questo, ti invidio.»
Mi son girata verso Paolo e, dopo avergli dato un bacio, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Tesoro, ti amo profondamente, ma questo non significa che da oggi la mia fica sarà solo per te, ma dovrai accettare di condividerla con tutti i maschi con cui mi piacerà godere.»
Lui mi ha guardato e, con occhi carichi di lacrime di gioia, mi ha abbracciato forte e mi ha baciato.
«È stato bellissimo, ma anche un po' imbarazzante, scoprirmi cornuto. Per me sarà sempre il più bello spettacolo poterti guardare mentre scopi con altri uomini e, se riceverò sempre da te questo ruolo privilegiato, ti posso assicurare che non avrò alcun interesse per altre donne.»
L’ho guardato e son giunta alla conclusione che non posso lamentarmi! Inutile dire che lo faremo ancora, ancora, e ancora...
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2 years ago
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Ho sposato una puttana!
Mi chiamo Simone, ho 39 anni, sono di media statura, fisico asciutto tenuto in allenamento dal lavoro che svolgo: sono un vigile del fuoco. Sessualmente parlando ho una dotazione che sta assolutamente nella media. Da nove anni sono sposato con Simona, che ha un anno più di me. Lei è un po’ piccola di statura, appena 1,65, ed ha un seno che, anche se non è molto grande, dopo due gravidanze, le è cresciuto fino a raggiungere una seconda misura. Ha un bel culetto tondo e sodo e le cosce, anche se non troppo lunghe, sono lisce e ben tornite. Nel rapporto sessuale, direi che, in principio è timida, ma poi diventa troia; come pure all’inizio del nostro rapporto non amava l'anale, mentre oggi lo accetta e lo gradisce, così come ama molto esser posseduta in doppia, ma, di certo, non con me. Lei si occupa di crescere i nostri due figli e, come casalinga, ha la giornata alquanto impegnata, in modo particolare quando i piccoli non sono a scuola. Prima di conoscere me, lei ha avuto una storia seria, finita per le continue infedeltà del suo fidanzato e, forse, qualche sua stessa avventura, mentre io ho avuto solo un paio di storie e un po’ d'avventure, soprattutto quando lavoravo fuori. Dopo il matrimonio ci siamo trasferiti in un quartiere nuovo, non molto lontano dal mio lavoro. La storia però che voglio raccontarvi, nasce prima del matrimonio. Era il secondo anno che eravamo fidanzati e, un giorno, mi sono accorto che Simona, mentre era seduta, le era salita la gonna e una delle sue cosce era in perfetta bella vista. Lei non ci aveva fatto caso, mentre io mi sono accorto che c’era un signore che la guardava affascinato da quello spettacolo offerto in maniera insolita. Anziché esserne infastidito, mi sono ritrovato ad avere una forte erezione. In quel momento non son riuscito a capire per quale motivo mi eccitava tanto il fatto che lei potesse, in qualche modo, esser oggetto del desiderio di altri maschi; l’unica cosa che scatenava a mille la mia fantasia, era immaginarla mentre faceva sesso con altri uomini. Mi eccitava così tanto questa cosa, che poi la scopavo come una bestia. Un po' di tempo dopo, eravamo in spiaggia da soli, in una zona un po’ defilata rispetto al grande flusso di bagnanti, per cui le ho chiesto di slacciare il reggiseno e prendere il sole in topless.
«Ma sei scemo! Non vedi che c’è un sacco di gente!»
L’ho guardata e le ho sorriso dicendo che la cosa mi faceva eccitare moltissimo, e poi, dentro di me, riflettevo sul fatto che intanto non aveva detto di no, ma aveva addotto altri motivi, quale quello di un po' di gente. In buona sostanza ciò significava che se ci fosse stata meno gente, probabilmente se lo sarebbe slacciato. Qualche settimana dopo, eravamo in una spiaggia nudista e, con un po’ di pazienza, son riuscito a farle togliere la parte di sopra del costume. Ho visto alcuni maschi che la fissavano, mentre si accarezzavano il cazzo che si induriva velocemente. Lei, all’inizio, era un po’ infastidita da questa cosa, poi, lentamente, ha cominciato ad accettare il gioco e, ben presto, ha cominciato a togliersi anche la parte di sotto del costume, rivelando la sua vena esibizionista. Ero eccitato da tutto questo e così le ho raccontato le mie fantasie. Lei è rimasta un po’ stupita da questi miei desideri e, per molto tempo, ha ostacolato ogni mia iniziativa tesa in quel senso. Per evitare di assecondare il mio desiderio, lei si giustificava dicendo che, per farlo, sarebbe stato necessario avere una certa tranquillità e libertà, ma, essendo ancora fidanzati, non potevamo avere la serenità per realizzare quelle fantasie. Nei due anni successivi, non sono riuscito a farla andare oltre un po’ di esibizionismo, anche se adesso, apertamente, le parlavo del mio desiderio di vederla posseduta da un altro maschio, e lei continuava a rifiutare di mettere in pratica questa mia fantasia. La svolta è avvenuta quando abbiamo deciso di sposarci. Organizzato tutto l’evento, l’unica cosa che restava da fare era la cena per l’addio al celibato. Lei e tre sue care amiche, sono andate per un weekend in una spa ed hanno passato due giorni in assoluto relax. L’unica nota trasgressiva è stata la cena nel ristorante della spa, dove lei si è alquanto ubriacata, e poiché anche le altre non erano da meno, a fatica sono riuscite ad entrare in camera sua e sono crollate tutte quattro sul suo letto, dove, per effetto dell’alcol, si sono addormentate tutte insieme. Solo all’alba si son rese conto di quanto avevano bevuto ed hanno passato il resto della giornata a cercare di smaltire i postumi della sbornia. Il mio addio al celibato è stato molto diverso. Tre amici mi hanno portato lungo la costa in una città piena di turisti e bagnanti. Il primo giorno, ho fatto amicizia con la barista dello stabilimento balneare dove eravamo sdraiati a prendere il sole e, senza saperlo, i miei amici le avevano raccontato che ero un futuro novello sposo e, previa lauta mancia, l’hanno convinta a far sesso con me. Non mi sembrava vero, quando lei mi ha trascinato nel magazzino del bar e, dopo essersi inginocchiata davanti a me ed avermelo preso in bocca, l'ha succhiato abbondantemente, e poi si è piegata di spalle ed ha voluto che la penetrassi da dietro. È stata una scopata abbastanza veloce e, quando son venuto, lei ha preteso che le riempissi la bocca del mio piacere. Però non sapevo che uno dei miei amici era il cugino dell’ex di Simona, quello che era stato lasciato perché ritenuto di totale infedeltà, e così, mentre io mi scopavo la barista, lui ha inviato le foto a suo cugino, che, naturalmente, non ha fatto altro che rimetterle a Simona, facendole presente che anch’io ero uno infedele. Ignaro di tutto ciò, la sera, dopo cena, i ragazzi hanno deciso di andare a fare un giro lungo la vecchia statale, dove notoriamente stazionano le prostitute e, poiché ero alquanto brillo, loro ne hanno scelta una ed io mi sono ritrovato sul sedile posteriore con la puttana che mi cavalcava. Anche in questa occasione, furono scattare delle foto, che hanno seguito lo stesso percorso delle altre, fino ad arrivare nel cellulare di Simona. Dopo la scopata, siamo andati a bere in un bar vicino all’albergo e lì ho dato fondo alla mia sbronza. Mi ricordo solo che in tre mi hanno adagiato sul letto e, al mattino, quando mi son svegliato, era molto tardi e sono andato in bagno a fare una doccia, per cercare di schiarirmi le idee. Poiché era tardi, la signora addetta alle pulizie, non ha notato il fatto che ero in bagno a farmi la doccia e, quando son tornato in camera nudo, lei è rimasta alquanto sorpresa. Non era giovane, doveva di sicuro avere intorno ai cinquant'anni, ma, fra i due, forse quello meno sorpreso ero. La signora, probabilmente una equadoregna, aveva due tette enormi, erano così grosse che sembravano due palle da bowling. Sono rimasto affascinato da quel seno florido e generoso e, mentre lei continuava a guardarmi senza dir nulla, io ho preso il portafogli e le ho offerto del danaro per poter godere una spagnola tra quelle enormi mammelle. Lei ha rifiutato sdegnata, al che ho insistito facendole presente che la settimana successiva mi sarei sposato con una donna che, al massimo, non raggiungeva la seconda misura. Forse perché intenerita da quanto detto o dall’offerta del danaro, lei ha accettato di farmi provare il piacere di una spagnola. Si è sdraiata sul letto e, scoperto quel seno portentoso, mi ha permesso di salirle sopra, a cavallo, e, mentre muovevo il mio cazzo in mezzo a quelle due splendide bocce di carne bollente, lei, con la punta della lingua, leccava la cappella. Io ho allungato una mano dietro di me e, sollevata la gonna, le ho spostato le mutande e le ho infilato due dita nella fica, portandola all'orgasmo. Ha rapidamente raggiunto il godimento, ma, non soddisfatta, mi ha chiesto di scoparla, cosa che ho fatto all'istante. L’ho pompata velocemente e, quando stavo per sborrare, lei mi ha chiesto di farlo sul seno. È stato bellissimo, svuotare le mie palle in mezzo a quelle due meraviglie della natura. Anche in questo caso, non sapevo che qualcuno era salito in camera a cercarmi e, guarda caso, aveva immortalato anche questa mia performance, con conseguente invio di foto nel cellulare di Simona. Quando siamo tornati, lei non mi ha detto nulla, anche se mi è apparso che il suo atteggiamento verso di me fosse cambiato. La mattina del giorno del nostro matrimonio, mentre mi stavo vestendo, improvvisamente il bip del mio cellulare mi annuncia l’arrivo di un messaggio. Scopro che è di Simona, che utilizzando telegram, mi manda un messaggio che lì per lì mi ha un po’ stupito.
«Amore buongiorno, oggi siamo pronti per diventare marito e moglie, ma io voglio esser assolutamente certa che questo sia anche il tuo desiderio. Ti chiedo quindi di confermare la tua ferma volontà di esser mio marito e di volermi per sempre al tuo fianco.»
Ho interpretato questa sua richiesta come un attimo di indecisione e, quindi, ho provveduto subito a rassicurarla.
«Buongiorno, amor mio, ti assicuro che l’idea di averti come moglie, per il resto della mia vita, mi fa impazzire di gioia. Dal momento in cui ti ho conosciuta, tutto mi è sembrato infinitamente bello e sono impaziente di completare il rito che ci vede oggi impegnati, per finalmente aver il piacere di averti al mio fianco come moglie, come donna, che amo e che rispetto.»
Dopo qualche istante, lei ha rinnovato il suo pensiero.
«Sono consapevole che sia un passo importante, almeno così lo è per me; quindi, vorrei esser certa, senza nessun'ombra di dubbio, che anche per te sia esattamente questo ciò che vuoi.»
Ero emozionato da questa sua incertezza e, quindi, ho cercato di rimarcare ancora di più la mia ferma convinzione di voler essere suo marito.
«Amore mio, ti assicuro, con ogni più assoluta certezza, che voglio solo te nella mia vita, che sei l’unica donna che amo e, qualunque cosa la vita ci riservi, io ti vorrò sempre al mio fianco, perché, da quando sei entrata nella mia vita, non c’è stata più nessun’altra donna capace di regalarmi le emozioni e la gioia che provo nel tenerti fra le mie braccia.
Lei mi ha mandato dei baci, poi un ennesimo messaggio.
«Voglio credere alle tue parole e ribadisco che ti voglio come marito, ma non sono certa che tu mi sia stato sempre fedele.»
Leggo il messaggio e resto alquanto impensierito finché noto l’arrivo di una foto, che una volta aperta, si autodistruggerà nel giro di qualche secondo. Incuriosito apro l'immagine e vedo la barista della spiaggia inginocchiata davanti a me con il mio cazzo in bocca. Resto sbalordito e, immediatamente, ne arriva un’altra, dove si vede la ragazza piegata di spalle, mentre io la scopo da dietro e, infine, la terza dove chiaramente si vede il mio cazzo che le inonda la bocca di sborra.
«Vedo che ti sei divertito durante la tua cena di addio al celibato e così, sapendo che uno dei tuoi più grandi desideri è quello di vedermi scopare con un altro uomo, oggi pareggerò il conto. Ti sei fatto tre troie, vuol dire che a mia volta oggi mi farò chiavare da tre cazzi. Pensaci bene, perché, se non accetti questo, puoi anche non venire in chiesa, perché non ti sposo.»
Subito dopo sono giunte altre immagini, sempre riferite a situazioni da me vissute durante la cena dell’addio al celibato, e, dentro di me, avvertivo un terribile tormento che mi fece decidere a prendere una decisione.
«È vero ho fatto una cazzata, ma non capisco perché tu voglia, proprio oggi, pareggiare il conto. In ogni caso ribadisco la mia ferma volontà di averti come moglie.»
Dopo qualche istante, sul mio cellulare apparve una foto, sempre con il sistema dell’autodistruzione, dove c'era Simona inginocchiata davanti ad un uomo, con il suo cazzo in bocca. Ho avuto una forte erezione che mi ha letteralmente stordito; son corso subito in bagno ed ho preso il cazzo in mano, mentre osservavo le foto successive, dove lei, piegata a 90 gradi e con il vestito alzato dietro, si faceva scopare da un uomo. Sono venuto all’istante. Ho fatto una sborrata così copiosa che ne sono rimasto stupito, ma, nello stesso tempo, anche allibito. La cosa che, in particolare, mi ha lasciato di stucco è stata quando mi sono accorto, prima dell’autodistruzione, che colui che se la stava scopando non era altri che il fotografo! Cazzo! Il fotografo! Questo significava che oggi, ogni volta che lui mi avrebbe inquadrato nell’obiettivo della sua macchina fotografica, dentro di sé, avrà sicuramente mormorato: «Cornuto, sorridi!»
Ero ancora stravolto da quanto stava succedendo, quando mi è giunta una terza foto che riprendeva Simona inginocchiata davanti a lui e si faceva riempire la bocca con la sua sborra. A quel punto il mio cazzo è tornato di nuovo duro, perché immaginavo che quando l’avrei baciata, avrei trovato, nella sua bocca, il sapore della sborra del fotografo. A fatica ho ripreso il controllo di me stesso: se da un lato ero effettivamente inebetito da tutta questa situazione, dall'altro ne ero eccitato al massimo. Quando son giunto dinanzi la chiesa e, poco dopo, è arrivata Simona, mi ha sorriso e subito mi ha dato un bacio sulle labbra, mentre mi guardava con occhi da maliarda. Ho sentito subito l’odore di cazzo sulle sue labbra e, per tutta la cerimonia, ho dovuto faticare tantissimo per nascondere la mia erezione. Era, comunque, un duro compito, perché ogni volta che il fotografo interagiva con me, dentro di me, avvertivo la stessa emozione provata quando ho visto la foto di lui che scopava la mia futura moglie. Fatte le foto di rito e, mentre tutti i parenti si spostavano al ristorante per il ricevimento, io e Simona siamo saliti sull’auto che l’aveva accompagnata in chiesa. Una grossa Mercedes molto elegante, condotta da un autista sicuramente straniero: alto, grosso, imponente ed ho visto Simona che, prima di partire, si è accordata con il fotografo, che mi ha guardato con un sorrisetto beffardo. Una volta partiti, lei si è sporta in avanti e ha detto qualcosa all’orecchio dell’autista, che subito ha deviato dal percorso. Le ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni, ma lei è stata molto chiara.
«Adesso, cornuto, sarai tu a sederti alla guida di questa auto e, facendo in modo da non dare nell'occhio, ci porti fino al piazzale in cima quella collina, dove spesso andiamo a fare sesso.»
Senza aggiungere altro, l’uomo da davanti è sceso e, dopo avermi aperto lo sportello, mi ha invitato a mettermi al posto di guida, mentre lui è salito dietro con mia moglie. Subito lei si è data da fare ad aprire la patta dei suoi pantaloni e lui li ha abbassati fin giù alle caviglie, mettendo subito in mostra una notevole dotazione che Simona ha, immediatamente, preso in bocca. Ero sconvolto! Ero sposato da neanche due ore e già mia moglie mi cornifica, ancor prima che io abbia avuto modo di consumare il matrimonio con lei. Incurante di quel che potessi pensare, lei ha preso a succhiare quel grosso cazzo che subito è lievitato, mostrando di esser una verga di tutto rispetto. Io ero combattuto fra il guidare con attenzione e guardare nello specchietto retrovisore: mi piaceva da morire vedere Simona fare un pompino a quell’uomo, che gemeva dal piacere. In breve, siamo arrivati in cima alla collina e, una volta parcheggiata l’auto sotto una pianta, Simona mi ha chiesto di scendere ed aprire lo sportello dal suo lato, onde aiutarla a sollevare il vestito così da permetterle di poter scopare con l’autista, senza rovinare il vestito nuziale. Ero come inebetito dalle mille sensazioni, tutte contrastanti, che mi affollavano la mente: obbedivo ai suoi ordini, come un automa. L’uomo si è sdraiato sul sedile, e lei gli è salita sopra, infilandosi quella grossa verga nella fica già fradicia. Ha emesso un lungo gemito di piacere, poi si è girata verso di me e con occhi stravolti dall'ebbrezza, mi ha parlato con un tono di voce mai udito.
«Sei soddisfatto di ciò che vedi? Non era questo ciò che mi chiedevi da tanto tempo? Ora, finalmente, mi vedi far la puttana, proprio come piace a te. Ti assicuro che questo gioco sta cominciando a piacer molto anche a me, di conseguenza, non escludo che questa, che per il momento è solo una vendetta, diventi una consuetudine.»
La guardavo sbalordito e, senza rendermene conto, avevo già preso il cazzo in mano e mi stavo segando, mentre lei urlava dal piacere nel saltellare, su e giù, su quella verga che le donava, man mano, sempre più goduria. Quando, dopo aver raggiunto un ennesimo orgasmo, l’uomo le ha fatto capire che era prossimo all’orgasmo, lei si è tolta da sopra di lui, è scesa dall’auto e si è inginocchiata di lato, obbligandomi ad accostare la mia faccia alla sua.
«Avvicinati, cornuto! Inginocchiati accanto a me, perché adesso voglio che lui sborri in faccia ad entrambi.»
Nel sentire quelle parole, mi sono schizzato in mano e senza rendermene conto mi son inginocchiato accanto a lei ed ho visto che quella grossa mazza, che l’uomo masturbava con irruenza, ha preso a schizzare fiotti di sborra che hanno colpito in pieno la bocca di Simona che, spalancata, l’ha ricevuta tutta dentro, senza perdere neanche una goccia. Poi lei ha afferrato quel membro e, spostatolo di lato, me lo ha infilato in bocca, obbligandomi a succhiarlo e leccarlo, fino all’ultima goccia. È stata una sensazione incredibile, sentire il sapore di quella sborra un po’ acidula, ma, nello stesso tempo, mi son sentito eccitato al massimo per aver visto, finalmente, mia moglie scopata da un altro. Giusto il tempo di ricomporci e siamo giunti al ristorante, dove abbiamo consumato il pranzo nuziale. Durante i vari brindisi ed ovazioni di gioia, ho notato che c’era uno dei commensali, Giuseppe, il suocero di mia cognata, sorella di Simona di due anni più grande e sposata l’anno precedente, che, spesso e volentieri, si avvicinava a mia moglie e, con fare da bellimbusto, le parlava e, più di una volta, le ha anche palpato il culo. Da qualche tempo avevo notato che Grazia, mia cognata, era come succube di Giuseppe e, più di una volta, le due sorelle si sono dilungate a parlare con lui. A circa metà pranzo, ho visto mia cognata e mia moglie, allontanarsi con il pretesto del bagno e, girato lo sguardo fra i commensali, ho notato che anche Giuseppe era sparito. Avrei voluto seguire mia moglie, ma non ci son riuscito perché trattenuto dagli amici che, fra un brindisi e l’altro, cercavano in qualche modo di ubriacarmi. Dopo non so quanto tempo, ho visto ricomparire mia moglie con il trucco sfatto, tant’è che mia cognata glielo ha dovuto ricomporre prima delle foto del taglio della torta. Il resto della cerimonia è scorso via in completa allegria e divertimento, mentre notavo, negli occhi di Giuseppe, uno sguardo ambiguo, quasi beffardo. Finita la cerimonia, io e Simona ci siamo ritrovati nella camera messa a disposizione dall'Hotel e, mentre ci stavamo cambiando, l’ho attirata a me e l’ho baciata con passione. Ho sentito forte il desiderio di sapere perché era sparita insieme a sua sorella.
«Siamo andate in bagno e siamo state seguite da Giuseppe, che da tempo monta mia sorella, sotto gli occhi estasiati di suo marito, che vede nel padre il toro capace di far godere sua moglie. Ero così incuriosita da questa cosa, che quando ce lo siamo visto entrare nel bagno, mia sorella ha subito chiuso la porta dietro di lui e, mentre io la guardavo, lei gli si è inginocchiata davanti e gli ha estratto un cazzo che sembrava quello di un cavallo, da quanto era grosso. Affascinata da quella verga, anch’io mi sono inginocchiata davanti a lui ed insieme lo abbiamo succhiato e leccato contemporaneamente, mentre lui godeva e ci definiva puttane e troie. Ho sentito forte il desiderio di provare quella mazza gigantesca e così, con l’aiuto di mia sorella, che mi ha sollevato il vestito, mi sono appoggiata al lavandino e lui, dopo avermi afferrato da dietro, ha appoggiato quel grosso randello fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso, me lo son ritrovato tutto in corpo. Come reazione a quell'introduzione così ingombrante, ho fatto un salto vero e proprio, mentre venivo sollevata da terra per quella monta così vigorosa. Mi ha scopato a lungo e bene, facendomi godere rapidamente, e quando è stato il suo momento di sborrare, insieme ci siamo inginocchiate di nuovo davanti a lui, per ricevere in bocca la sua copiosa sborrata. È stato qualcosa di incredibilmente bello ed unico, che mi ha, finalmente, fatto capire quanto sono intimamente troia e, poiché tu desideri esser un cornuto, ho deciso che, a partire da oggi, ti regalerò tante di quelle corna di cui potrai andar fiero.»
Avevo le lacrime agli occhi per l’emozione e il cazzo così duro che gliel'ho spinto immediatamente dentro quella sua fica ormai slabbrata ed aperta, ben conscio di chissà quanti altri cazzi avrebbe accolto. Da quel giorno sono passati quasi una decina di anni, durante i quali lei si è fatta montare da innumerevoli maschi e, per due volte, anche da Giuseppe Solo una volta ho avuto il piacere di vederla mentre lui le sfondava la fica il culo. Già il culo, uno dei piaceri a cui non posso accedere perché mia moglie lo riserva solo ai suoi amanti più dotati. Col tempo è rimasta incinta due volte, e i nostri figli assomigliano a lei come due gocce d’acqua, quindi dentro di me, non ho la certezza assoluta di essere il padre di queste creature, ma, il fatto di immaginare che un altro possa averla ingravidata, rendendo permanente le mie corna, mi eccita così tanto che quando ci penso sborro senza toccarmi.
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2 years ago
baxi18, 55
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Spingersi oltre
Ormai nella testa mi ripetevo: «...Il sesso standard non mi interessa più...», e in effetti non mi creava più molta adrenalina. Era un rischio, certamente: ma c'era un mondo dall'altra parte che mi incuriosiva troppo per essere ignorato. Qualcosa era scattato, qualcosa di nuovo, ancora non riuscivo a capire bene cosa. I giorni passavano ed io morivo dalla voglia di riaprire quei discorsi, fremevo dalla curiosità di spostare il limite ancora più in là. Non era facile tornare in Italia e aspettare che lei venisse a trovarmi, oppure andare lì e ricreare un momento ideale o una situazione utile al confronto. Ma l'attesa aumentava il desiderio ed io in fondo sapevo di essere un vero porco. Un maiale senza limiti, con la voglia perenne di sborrare di un 28enne sempre arrapato. Non so quante volte mi sarò masturbato ripensando e rivivendo quel momento, fantasticando tra le mie mille perversioni. Finalmente tornai da lei qualche settimana dopo e attesi il momento giusto per riparlarne. Fu come un gioco tra adolescenti, iniziammo a farci domande ''scomode'' sulle nostre esperienze passate che non avevamo mai avuto il coraggio di condividere. Iniziò lei, come sempre.
Mi raccontò che durante l'età della pubertà a volte le era difficile tenere a bada gli ormoni e le era capitato di toccarsi e masturbarsi durante pomeriggi trascorsi insieme alla sua migliore amica. Qualche volta, disse, si toccarono a vicenda. Per curiosità, per capire cosa si provasse nel farlo. Ecco che sentii di nuovo crescere e diventare umido qualcosa tra le mie gambe.
Mi disse: «in fondo a chi non è capitata una cosa del genere a quell'età almeno una volta...? Voi uomini siete più restii a parlarne perché avete paura di perdere punti in termini di mascolinità di fronte alle vostre donne». Aveva colpito nel segno. Poi aggiunse: «Troppa gente trascorre la propria esistenza soggiogata e impaurita da pregiudizi e da giudizi altrui, influenzata da quelli che la società impone come modelli! Voglio sentirmi libera di dire che ho voglia di prendere tre bei cazzoni contemporaneamente senza sentirmi giudicata!».
Capite bene con chi avevo a che fare? Finalmente una donna libera da preconcetti e da schemi mentali precostituiti. Era una fortuna inestimabile, letteralmente una manna dal cielo. L'occasione unica (probabilmente di tutta la vita) di potermi mostrare al 100%, senza filtri di alcun tipo. E naturalmente, la colsi senza indugi. Mentre scrivo queste memorie spesso, anche adesso, mi capita di sentire il pisello duro e completamente bagnato. Il ripercorrere questi momenti mi stordisce in modo forte, generando una forte eccitazione. Devo necessariamente fermarmi e fare una doccia fredda o spruzzare un po' di sperma bollente dappertutto. [continua]
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2 years ago
SingoloBsxNA,
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Corna consensuali.
Mi chiamo Giorgio, ho 49 anni e sono sposato da 26 anni con Angela, che ha la mia stessa età. Dal nostro matrimonio, è nato un figlio, maschio, di nome Luca, che ha 23 anni. Sono un uomo di media statura, un po’ in sovrappeso ed una vistosa calvizie che mi costringe a tenere la testa rasata. Angela, invece, è una bella donna, abbastanza alta dai capelli biondi a caschetto, occhi chiari, ed una bella bocca ampia e carnosa. Ha un bel seno reso ancor più florido dalla gravidanza, che non ha deturpato il suo fisico, ma, anzi, nell’insieme, è divenuto ancora più procace, dai fianchi più arrotondati ed un fondo schiena più voluminoso, al di sopra di due belle cosce. Quando l’ho conosciuta, lei era vergine, perché proveniva da una famiglia molto attenta al decoro. Il padre era una persona molto rigida e la madre, sempre molto rispettosa, favoriva i voleri del despota maschio. Con il matrimonio, lei ha acquisito, oltre un marito, anche una certa libertà. Insieme abbiamo sperimentato i piaceri del sesso. Io non sono molto dotato, mi reputo assolutamente nella norma, ma mi eccita molto leccare mia moglie e farla godere molto, prima di penetrarla. Lei, col tempo, ha imparato l'arte della fellatio, ivi compreso l'ingoio della sborra che emetto, quando le vengo in bocca. Non ho mai avuto il piacere di sperimentare, con lei, il rapporto anale perché, ho sempre pensato che la cosa la infastidisse. Quando nostro figlio ha preso la sua strada, noi due ci siam ritrovati da soli in casa ed ho avvertito il desiderio di rompere un po’ la monotonia del nostro rapporto. Così ho iniziato ad esplorare qualche sito porno. Al principio mi eccitavo un po’ nel vedere quelle immagini così diverse dalla nostra classica scopata. Ne ho parlato un po’ con lei che, sdegnata, non ha voluto assolutamente vedere quelle immagini. Allora ho cambiato tattica ed ho cominciato, dapprima, a regalarle della biancheria intima molto sexy. All’inizio mi dava del matto, ma, con un po’ di pazienza son riuscito a fargliela indossare. Così, al vederla in abbigliamento osé davanti allo specchio, mi sono eccitato molto e l’ho scopata intensamente. Il passo successivo è stato quello di acquistare un dildo di medie proporzioni, e di inserirlo nei nostri giochi di letto. Mi aspettavo un netto rifiuto, invece ho constatato un vero interesse nei confronti di quel membro che, pur se finto, la faceva godere moltissimo. Mi piaceva molto scoparla sentendo la sua fica più dilatata, rispetto alle dimensioni del mio cazzo. Visto il favorevole esito di questo esperimento, ne ho acquistato un altro di colore nero, dalle dimensioni ancora più grosse. Lei, all’inizio, si è mostrata alquanto sorpresa e ha quasi finto di non volerlo neanche provare, ma, quando mi sono avvicinato con quel nuovo strumento di piacere alle labbra della sua fica, l’ho trovata bagnata fradicia.
Pensavo di dover aggiungere del lubrificante per far penetrare quel grosso cazzo nel suo ventre, ma ho subito desistito perché mi sono reso conto di quanto era eccitata alla sola idea di sentire quei venti cm. di cazzo dentro di sé. Ha goduto moltissimo nel farsi masturbare con quell’enorme fallo piantato in fica. Io ero così eccitato che mi sono fatto succhiare il cazzo e le sono venuto due volte in bocca. Dopo di che, ho ripreso il discorso sulla possibilità di movimentare ulteriormente la nostra vita coniugale. Nel frattempo, avevo scoperto alcuni siti che trattavano argomenti tipo nudismo, esibizionismo, scambio di coppia e cuckoldismo. All’inizio, quasi non credeva a tutto quello che vedeva, ma poi si è incuriosita molto ed ha capito che esisteva un mondo diverso da quello conosciuto, che poteva presentare lati abbastanza interessanti e, perché no, anche piacevoli.
Bisognava solo riuscire a trovare il coraggio di osare. Allora l'ho fatta abituare ad indossare biancheria intima sexy, oltre a convincerla ad accorciare un po’ le sue gonne. Dopo un inizio perfuso da tanta indecisione, pian piano ha modificato il suo convincimento, prendendo ad apprezzare, non solo il tipo di biancheria che le proponevo, ma anche qualche gonna un po’ più corta e delle scarpe dal tacco più alto del solito. Ho notato che intercettava lusingata gli sguardi degli uomini che, incrociandola per strada, ne ammiravano la sua splendida figura ed il suo modo elegante e sinuoso di muoversi. Tutto questo mi procurava delle poderose erezioni, che si concretizzavano in impetuose scopate, durante le quali le provocavo piacere anche destinandole il termine "puttana". All’inizio mi guardava forse anche un po’ risentita, poi, presa dall’enfasi del piacere, si lasciava coinvolgere anche nel gioco del turpiloquio.
«Senti come sei fradicia, puttana! Ti piace sentire questo cazzo nero che ti sfonda la fica, vero? Troia! Ammettilo che ti piacerebbe avere un altro maschio che ti scopi e sfondi ogni tuo orifizio! Sei una vera zoccola!»
Vibrava di piacere nel sentire quelle mie parole e, dopo ogni orgasmo, mi incitava ancora di più.
«Sei un lurido maiale! Ti piace immaginare che io sia una puttana, una zoccola che vorresti vedere scopata da un altro maschio? Sei proprio un cornuto!»
Godevo come non mai nel sentirmi apostrofare con la parola "cornuto" da lei che, mentre lo diceva urlava di piacere. Una sera, sono anche riuscito a bendarla e questa nuova esperienza le è piaciuta al punto che, una volta, l’abbiamo anche ripetuta in auto.
Eravamo molto lontani da casa ed avevo letto, su un sito, che in un parcheggio, non distante dal nostro albergo, c’era un posto dove le coppie amavano esibirsi. L’avevo fatta vestire in maniera molto succinta, veramente da puttana. Giunti poco prima del parcheggio, le avevo bendato gli occhi e, una volta parcheggiata l’auto, avevo preso a spogliarla e a masturbarla sotto lo sguardo estasiato di due uomini che, fuori dal finestrino, osservavano la sua bella fica esposta e lucida di umori. Mentre io la masturbavo energicamente, quelli si segavano e mi chiedevano di abbassare il finestrino. Lei era molto eccitata e, ad un tratto, le ho tolto la benda. All’inizio ha avuto uno scatto di paura, ma, visto che eravamo al sicuro nella nostra auto e che quei due non avevano cattive intenzioni nei nostri confronti, abbiamo ripreso il gioco e, alla fine, sono riuscito a convincerla ad abbassare il finestrino e toccare con mano quei due cazzi. È stato sconvolgente quando lei li ha stretti in mano e, segandoli lentamente, ha ricevuto sulle dita la loro sborra. Subito dopo, appena hanno sborrato, lei mi ha pregato di andare via. Mi sono fermato in un altro posto ed ero così eccitato che l’ho scopata all’istante. Ha avuto un orgasmo incredibile appena ho affondato il mio cazzo dentro di lei. È stata un’esperienza straordinaria che mi ha eccitato così tanto che, a mia volta, le ho rapidamente riversato dentro tutto il mio piacere. Abbiamo rivisto, nella nostra mente, tante volte quella scena e, utilizzando i due membri finti, l’ho fatta abituare ad avere altri cazzi per le mani. La cosa è andata sempre più a migliorare e, ben presto, era lei che afferrava il dildo nero e se lo infilava in bocca, mentre io la masturbavo con l’altro, oppure, se la scopavo, lei li teneva entrambi in mano e li alternava fra le sue labbra. Lo scorso anno, in occasione del nostro 25º anniversario, ho deciso di trascorrere una settimana di vacanza a Maspalomas. Avevo letto di cose incredibili che succedevano fra quelle dune e anche lei, quando gliel'ho proposto, mi ha guardato con aria melensa. L’idea di prendere il sole nuda, la eccitava in maniera molto particolare e, dentro di me, mi eccitava da pazzi l'idea di, eventualmente, vedere mia moglie alle prese con un altro uomo. Per tutto il viaggio, entrambi eravamo piuttosto silenziosi, perché, di sicuro, ciascuno di noi immaginava quello che sarebbe potuto accadere durante quella vacanza. Siamo giunti a destinazione che era ormai sera, così siamo solo usciti un po’ a passeggio e cercare un ristorante dove cenare. L’aria era molto calda e perciò Angela ha indossato una gonna molto leggera, con sopra una semplice T-shirt che lasciava intravedere il reggiseno. Il corpo, splendidamente modellato da quegli indumenti ed il culo evidenziato da certi sandali che le avevo regalato qualche giorno prima, la rendevano decisamente attraente.
Ho subito avvertito quanto si sentisse lusingata nello scorgere i tanti sguardi di ammirazione, che le venivano rivolti al suo passaggio. Dopo cena, ci siamo concessi una passeggiata sul lungomare e lei ha potuto notare che tante donne/signore indossavano gonne ancor più corte delle sue e tacchi anche più alti, così mi ha rivolto uno sguardo incredulo, ma, nello stesso tempo, sembrava come se questo fosse diventato per lei una sfida. Quando siamo andati a letto, abbiamo scopato in maniera intensa ed appagante per tutti e due. Ha goduto molto, soprattutto quando, mentre la scopavo da dietro, le ho infilato un dito in bocca.
«Immagina che, mentre ti scopo, un altro te lo infila in bocca. Succhia troia! Succhia quest’altro cazzo che, dopo, ti chiaverà.»
Ha avuto un orgasmo devastante, che l’ha fatta tremare tutta e godere tantissimo. Anch’io però non ho resistito molto e le sono subito venuto dentro. Al mattino, dopo colazione, ci siamo avventurati fra le dune e subito ci siamo resi conto che vi era un mondo per noi totalmente sconosciuto. Donne completamente nude che si esibivano davanti ad alcuni maschi, che si masturbavano in loro onore. Ho visto gli occhi di Angela brillare per lo stupore e, nello stesso tempo, i suoi capezzoli gonfiarsi immediatamente, indice di una vera e propria eccitazione. Dopo aver girovagato, abbiamo deciso di metterci sdraiati in un piccolo avvallamento fra due dune, a ridosso di un rigoglioso cespuglio, che offriva un minimo di refrigerio alla forte calura che già si avvertiva. Seduti sulla sabbia fine di quella duna, siamo rimasti da soli per circa un’oretta, poi, è giunto vicino a noi un uomo alto, massiccio, bello e con un cazzo poderoso. Il tizio ci ha visto e si seduto a pochi metri da noi. Per diversi minuti c'è stato solo uno scambio di sguardi tra lui e noi. Ci osservava e, lentamente, si accarezzava il cazzo. Sembrava interessato ad Angela, che, però, mostrava indifferenza. Allora, quasi per rompere il ghiaccio, le ho chiesto quale impressione le avesse fatto quell’uomo seduto a poca distanza da noi.
«È un bell’uomo ed ha anche una bella dotazione.»
Mi è stato subito chiaro che non le era sfuggita quella peculiarità che, anche se in fase di riposo, era una gran bella verga più importante della mia. Le ho sorriso e proposto un suggerimento, giusto per vedere come reagiva.
«Perché non provi ad allargare un po’ le cosce, così da vedere l'effetto che fa?»
Incoraggiata dal mio suggerimento a farsi vedere ed osare, lei ha inarcato le gambe e le ha aperte in maniera tale che quell’uomo potesse avere una perfetta visione della sua fica. Ero elettrizzato da come si stava evolvendo la situazione. Così ho provato a sondare un po’ il terreno.
«Vuoi che lo avvicini? Questo potrebbe esser la persona che stiamo cercando, per vivere l'esperienza che tanto desidero: vederti chiavata da un altro uomo.»
Lei non ha risposto, però osservavo con quanto interesse Angela continuava a fissare lo sconosciuto e questo mi faceva eccitare al massimo. Ho allungato una mano fra le sue cosce ed ho sentito la figa bagnata. Per circa una mezz’ora, fra noi è continuato lo scambio di sguardi, mentre io, con delicatezza, proseguivo ad accarezzare la fica di Angela, che era sempre più bagnata. Quando le ho chiesto se voleva giocare con quel tizio, lei mi ha guardato con occhi languidi, quasi prossima a godere, perché le mie dita ora erano infilate dentro la sua fica e, con un filo di voce, ha risposto alla mia domanda.
«Amore, decidi tu, perché in questo momento non sono in grado di avere la mente lucida: sento che il piacere stravolge ogni mio pensiero.»
Ho rivolto di nuovo lo sguardo verso quel maschio e, al solo il pensiero che quella verga che aveva tra le mani e che, lentamente, aumentava di spessore potesse piantarsi nella fica di mia moglie, mi faceva indurire così tanto il cazzo, da farmi male. Con un cenno del capo, gli ha fatto capire che poteva avvicinarsi e lui, senza un attimo di esitazione, ha preso il suo telo e lo ha steso accanto al nostro, dal lato di Angela, così da averla in mezzo a noi due. Ha cercato con lo sguardo un mio cenno e, poi, ha allungato una mano sulla coscia di mia moglie, che subito ha avuto un fremito nel sentire quel contatto. Ho fatto le presentazioni ed ho scoperto che il tizio si chiamava Pablo, di origine messicana, ma residente da tanti anni qui, a Gran Canaria. Mentre parlava, Angela lo guardava con occhi languidi, mentre lui continuava ad accarezzarle la coscia, senza osare spingersi fino alla fica. Io continuavo ad accarezzarla e, ad un tratto, mi sono accorto che dalla figa di mia moglie cominciava a fuoruscire un flusso più caldo e intenso di umori, mentre i suoi capezzoli erano induriti al massimo. Pablo indugiava con le carezze, mentre parlava con noi e, ben presto, si è creato un buon feeling: attorno a noi c'era un'atmosfera languida e dolce. Con un sorriso, Angela ha poggiato una sua mano sulla coscia di Pablo, molto vicino all'inguine. Il cazzo, a quel contatto, ha subito reagito e si è fatto di marmo. Pablo ha rivolto uno sguardo prima ad Angela, che gli ha sorriso, e poi verso di me, che ho risposto con una strizzatina d'occhio, mentre la mano di mia moglie continuava a scorrere sulla sua coscia, sempre più vicina a quel cazzo che ora svettava in tutta la sua potenza virile. Pablo si è sdraiato accanto a lei, facendole ammirare e toccare il suo bel corpo che, per le carezze che riceveva, produceva notevoli effetti sulla consistenza del cazzo. Angela, allora, ha afferrato quell’asta, misurandone lo spessore, poi, con l’altra mano ha afferrato anche il mio, per valutare la diversa dimensione. Prese a masturbarci lentamente entrambi: finalmente aveva fra le mani due cazzi veri. Era la prima volta: non aveva mai avuto un altro cazzo, oltre al mio, in mano, mentre ora si godeva il piacere di masturbare un perfetto sconosciuto, sotto i miei occhi. Ho guardato mia moglie e l’ho invitata a prenderlo in bocca.
«Perché non lo prendi in bocca e gli fai sentire quanto sei brava a succhiare il cazzo.»
Lei non ha esitato. Si è inginocchiata tra le gambe di Pablo, in modo che io avessi una buona visione di ciò che stava per fare, poi ha mosso lentamente la bocca verso quel membro duro e svettante. Lo ha stretto forte nella mano, ha tirato la pelle verso il basso facendo emergere la grossa cappella rossa, che sovrastava quella splendida verga. Poi ha fatto scorrere la lingua sul glande e ci ha giocato, circondandolo. Sentivo la sua fica molto bagnata, mentre lei ha aperto la bocca per accogliere il membro di Pablo. Poi ha serrato le labbra intorno al tronco e ha cominciato muovere la testa su e giù. Lui ha sospirato, mentre si godeva la bocca di mia moglie. La masturbavo e continuavo a segarmi, mentre ero piacevolmente sorpreso dal fatto non aveva esitato a succhiare il cazzo di un perfetto sconosciuto, davanti a me. Lui mi ha guardato e, sorridendo, ha apprezzato quello che stava provando.
«Che troia che è tua moglie! È una vera puttana, succhiacazzi.»
L’ho guardato compiaciuto ed ho convenuto con lui che era veramente una gran puttana. Ho anche aggiunto che, se voleva poteva sborrare nella sua bocca, perché la troia lo avrebbe ingoiato tutto. Lui ha sorriso, mentre io osservavo senza perdere nessun dettaglio di ciò che stava facendo mia moglie. La stavo masturbando sempre più forte, quando, ad un tratto, lei, con un grido soffocato a causa della bocca piena, mi ha fatto capire che stava godendo: la cosa mi ha eccitato così tanto che, anch’io sono venuto, schizzandole sul culo e fra le cosce, una copiosa sborrata. Lei si è staccata per un attimo da quel cazzo e, quando si è girata, i nostri occhi si sono incrociati; i suoi brillavano di estremo piacere. Pablo ha afferrato mia moglie per i capelli ed ha preso a fotterle la bocca, facendo arrivare il suo cazzo fin nella gola di Angela. La scopava con ritmo accelerato, finché, con un grido, ha cominciato a sborrare.
«Ingoia puttana, ingoia!»
Gliel'ha lasciato in bocca per un paio di secondi, poi lo ha sfilato e le ha indirizzato altri due schizzi sul viso, coprendo mento e zigomo, mentre un altro paio l'hanno colpita su petto e ventre, fino all’ombelico. Angela, a vedersi battezzata da un perfetto sconosciuto di fronte alla mia passività di cornuto, ha avuto un ennesimo orgasmo. Dopo di che, Pablo si è sdraiato supino accanto a lei che, senza alcuna esitazione, ha preso quel membro ancora duro in bocca e lo ha succhiato, mentre lo sperma continuava a colare dal suo viso. Appena si è resa conto che quell'asta era perfettamente dura e tesa, è salita su di lui e se lo è infilato tutto dentro, con un solo affondo. Ho visto la bocca di Angela spalancarsi all'intrusione di quel pene, mentre il corpo veniva scosso da fremiti che le provocavano altri orgasmi. Ero strabiliato dalla facilità con cui godeva, quindi mi sono alzato in piedi e le ho offerto il mio cazzo da succhiare, cosa che lei ha fatto immediatamente. Questa situazione era troppo eccitante ed è bastato poco perché le riversassi in bocca quel poco di sperma che ancora mi era rimasto nelle mie palle. Pablo ha lasciato che io godessi nella bocca di mia moglie, poi mi ha guardato e, con un tono placido, mi ha esposto il suo pensiero.
«Adesso che hai dato sfogo alla tua libidine, siediti e guarda come si fa godere una troia come questa. Lascia a chi veramente sa scopare una donna e farla godere: ti mostro come va trattata una puttana come questa.»
Ha preso a sbattere Angela, sollevandole le gambe e facendola saltellare su di lui, fin quando, sfinita dai troppi orgasmi, si è adagiata sul suo petto. Lui si è sfilato e, dopo averla fatta girare, ha preso a scoparla da dietro e, quando ha scoperto che mia moglie aveva ancora il culo vergine, senza nessuna esitazione ha appoggiato la cappella su quel fiore immacolato e, con due affondi decisi, le è entrato tutto dentro. Ho visto la bocca di Angela spalancarsi senza emettere alcun suono, mentre lui continuava a pomparle il culo, tenendo due dita ben piantate nella fica. Ad Angela è sfuggito qualche lamento per il dolore, ma lui le ha imposto subito la sua risolutezza.
«Sta zitta, troia! Rilassati e lasciati andare! Concentrati sulle mie mani che ti stanno masturbando, così, a breve, proverai solo piacere nel farti rompere il culo da un vero maschio. Tu, cornuto, guarda come si sfonda il culo a questa troia, che, tra poco, proverà un nuovo piacere, così forte e intenso, che un cornuto come te non è stato capace di darle.»
Superfluo dire che ero letteralmente estasiato nel vedere con qual vigore, da maschio dominante, quello sconosciuto stava sfondando il culo di mia moglie. L’ha chiavata a lungo, facendola godere ancora e, poi, è venuto sborrando nel culo di Angela. Quando ha estratto il cazzo, lo ha presentato alla sua bocca che, senza indugio lo ha accolto per nettarlo da ogni singola traccia di piacere rimasta. Durante i rimanenti giorni della vacanza, Pablo ha preso il totale controllo di mia moglie che, affascinata, si è resa completamente succube di quel maschio così determinato, che le aveva donato emozioni del tutto sconvolgenti. Senza rendermene conto, assecondavo ogni loro capriccio, desiderio, o volere. Lui la scopava anche, e soprattutto, in mia assenza, e Angela decideva, di volta in volta, se raccontarmi quello che lui le faceva provare, oppure dovevo semplicemente immaginarlo. L’ultima sera, Angela ha dormito insieme a Pablo, anzi, invece di dormire, ha scopato per tutta la notte insieme a lui e ad altri tre maschi, amici suoi, che l’hanno goduta, usata, e farcita in ogni buco per tutta la notte. All’alba, l’ho vista tornare nel nostro miniappartamento e guardandola attentamente negli occhi, ho chiesto spiegazioni.
Lei ha scosso il capo e, senza dilungarsi oltre, ha risposto:
«Sono esausta. Ho bisogno di fare una doccia e dormire. Sono troppo stremata per parlare.»
L’ho lasciata riposare e il pomeriggio, durante il volo di ritorno, mi ha raccontato di quanto era stata felice di sentirsi stretta fra quei maschi che l’avevano fatta impazzire e, da quella volta, quando sente il bisogno di farsi sbattere fino allo sfinimento da più maschi, andiamo in qualche club prive', dove la posso ammirare, mentre si lascia montare da maschi che la fanno veramente impazzire. La mia intenzione era di movimentare il nostro rapporto e, finalmente, ho capito quanto fosse bello vedere la mia donna godere fra le braccia di altri maschi, felice di aver delle corna ben ramificate, che mi rendono orgoglioso e fiero.
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2 years ago
baxi18, 55
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La vacanza a ischia. finalmente mi fa cornuto!
Quando siamo tornati al molo, nel salutarci, Ciro ha dato Greta un mazzo di chiavi, specificando che erano quelle della sua abitazione, dove c’era una piscina con una splendida vista sulla baia, dove avremmo potuto tranquillamente prendere il sole senza essere disturbati da nessuno. Mi sarei aspettato un rifiuto da parte di Greta, che invece ha preso le chiavi e, senza dir nulla è salita in auto. Avevo una marea di domande da farle, ma sono stato zitto e, seguendo le indicazioni ricevute, abbiamo percorso poca strada e ci siamo trovati davanti ad un cancello bianco, dove lei è scesa, ha aperto e poi, dopo il mio passaggio, ha richiuso, muovendosi come se conoscesse perfettamente il posto. La casa era qualcosa di veramente unico, un misto di pietra, legno e vetro, dove lei è entrata e, dopo essersi spogliata nel salone, è uscita da una enorme portafinestra che immetteva su un terrazzo, dove c’era una veranda molto bella ed una bellissima piscina a livello calpestio, da cui si poteva godere uno dei più bei panorami di Ischia. Senza dire nulla, si è tuffata e, dopo una breve nuotata, ne è uscita e si è sdraiata su uno dei lettini posti sul terrazzo e, poiché ero curioso ma nello stesso tempo molto eccitato, ho deciso di provocarla un po’.
«Poiché credo che qui non vi siano occhi indiscreti, potremmo anche prendere il sole nudi?»
Senza dir nulla, mi sono tolto il costume e mi sono tuffato in piscina e, quando sono riemerso, ho visto che anche lei si era messa nuda. Sono uscito, ho visto che si stava spalmando la crema solare in assoluto silenzio, quindi mi sono offerto di spalmargliela sulle sue spalle, cosa cui lei ha aderito sdraiandosi a faccia in giù. Mi aspettavo che dicesse qualcosa in merito all'intera situazione, ma non lo faceva per cui mi sono avvicinato a lei ed ho letto nei suoi occhi una certa agitazione, sembrava indecisa se darmi o meno delle spiegazioni, oppure continuare a restare in silenzio. Io non ho chiesto nulla e lei è rimasta ancora in silenzio. Non so quanto tempo è passato, perché, sdraiato al sole mi sono assopito. Mi ha destato il suono della sua voce che, nel salone, stava parlando con qualcuno. Mi sono alzato incuriosito e mi sono avvicinato all’enorme finestrone: ho visto lei che parlava con Ciro. Era completamente nuda davanti a lui che, nudo, le offriva qualcosa da bere. Ciro, quando mi ha visto, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato a fare un brindisi con lui. Inutile dire che mi sentivo un po’ disagio, soprattutto per il fatto che eravamo tutti e tre nudi ed io, senza neanche rendermene conto, con la coda dell’occhio, ho fatto un istantaneo confronto del suo sesso con il mio: aveva un fallo molto più grosso del mio. Lo so, è banale e stupido, quanto assolutamente bizzarro, ma mettetevi nei miei panni: ero nudo davanti ad un ex di mia moglie, con lei nuda, davanti a lui nudo. Come si fa a non fare un confronto? Ho sorseggiato il prosecco che ci ha offerto e, subito dopo, ci ha invitato a metterci a tavola, perché aveva già preparato uno spaghetto veloce, da consumare insieme. Doveva esser tornato da diverso tempo, perché il pranzo era praticamente pronto e così ci siamo seduti tutti e tre a tavola.
A quel punto la mia curiosità ha avuto il sopravvento.
«Non ho mai chiesto nulla a mia moglie del suo passato e, tutto mi sarei aspettato, tranne che incontrare un suo ex, ma, da come vedo, fra voi due c’è tuttora una buona armonia, quindi mi piacerebbe saper da te come era lei da ragazza.»
Lui la guarda, sorride, mentre Greta mi osserva con occhi cattivi, facendomi intendere quanto quella domanda fosse inadeguata. Ciro non si è perso d'animo ed ha esordito:
«Quando l’ho conosciuta, era la più bella ragazza del liceo e, innamorarsi di lei, era quasi un dovere, per quanto era bella. Aveva molti corteggiatori ma sembrava che per lei nessuno fosse importante. La sera che abbiamo festeggiato il diploma, qualcuno ha messo un disco di musica latino-americana ed io e lei ci siamo messi a ballare come due provetti ballerini, quasi l’avessimo sempre fatto. È stato in quel momento che lei si è accorta di me e, per circa tre anni, durante i quali lei frequentava l’università, siamo stati molto bene insieme. Poi, un giorno, ho preso atto che volevo di più, avrei voluto sposarla, ma, in quel periodo, non affioravano prospettive valide per realizzare quel sogno, così le ho offerto di emigrare con me all’estero, ma lei ha rifiutato e così la nostra storia è finita.»
Vedo Greta fare una specie di sospiro di sollievo, perché lui è rimasto molto sul generico, lasciando a me ancora tanta curiosità. Consumiamo il pasto velocemente e, insieme, rassettiamo la tavola e poi tutti e tre ci mettiamo seduti su un divano, all’ombra del portico. Lui ci offre del limoncello, ma Greta sparisce in bagno. Colgo l’occasione per fare un ulteriore domanda.
«Da quello che ho capito, tu sei stato il primo a far l’amore con lei?»
Ho usato la parola amore, quando avrei dovuto dire sesso, ma non me la sono sentita. Lui si è voltato verso di me, ha appoggiato una mano sulla mia spalla e la sua voce, era pacata e serena.
«Se vuoi sapere se sono stato il primo con lei, ebbene sì, sono stato io ad insegnarle a fare sesso. All’inizio era un po’ titubante, ma poi, molto lentamente, si è sciolta ed è stato qualcosa di veramente straordinario. Era meraviglioso far l’amore con lei, dimostrando di essere una donna molto calda, carnale. Inoltre era stupefacente vedere quanto la sua prorompente bellezza fosse ammirata dagli altri e questo mi riempiva di un orgoglio particolare, strano, che mi eccitava in continuazione. Io avevo già avuto delle esperienze; ero stato, per alcuni anni, l’amante di una puttana scatenata che adorava scoparmi davanti al marito e perciò, esibire Greta, facendole indossare minigonne vertiginose, camicette sbottonate, era qualcosa che mi mandava ai pazzi. Lei non si mostrava molto disponibile in questo, anzi era piuttosto titubante e, spesso, mi diceva che esageravo, però poi si lasciava andare lo stesso, perché in fondo piaceva anche a lei. Una sera ho esagerato. Dopo una bella serata trascorsa in un locale da ballo, dove ci eravamo alquanto eccitati a ballare il latino/americano, mi ero accorto di quanti sbavavano ad osservare le sue cosce nude, mentre volteggiava fra le mie braccia e, quando siamo usciti ed abbiamo raggiunto l’auto, situata in fondo ad un parcheggio un po’ buio, ero così eccitato che ho voluto scoparla lì. Mi sono accorto che qualcuno ci aveva seguiti e, allora, ho deciso di bendarla. Lei è rimasta un po’ confusa, quasi incerta, però era eccitata come me e quindi non si è opposta. Le ho aperto la camicetta e le ho succhiato i seni; poi, dopo averla sdraiata sul sedile dell’auto, ho infilato la testa fra le sue cosce, quando mi sono accorto che il tizio che ci aveva seguito, si era avvicinato a noi e con un gesto mi ha chiesto di abbassare il finestrino, cosa che ho fatto. Mentre le leccavo la fica, facendola godere, il tizio ha allungato una mano e le ha toccato il seno. Lei ha avuto una reazione immediata e isterica. Ha cacciato un urlo fortissimo e, coprendosi sommariamente, mi ha urlato di portarla immediatamente a casa. Durante il tragitto mi ha insultato con parole dure e sprezzanti.
“Che cazzo ti sei messo in testa?! Cosa credi, che io sia una puttana? Mi vuoi mettere su un marciapiede a battere? Se è questo che pensi di me, ti sei sbagliato di grosso! Ho visto come ti piace mettermi in mostra: forse speri di trovare clienti generosi per la tua puttana? Sei un bastardo! Con me hai chiuso! Non ti voglio più vedere, vattene!”
«Aveva interpretato male quello che era solo un mio gioco, ma d’altronde bisognava capirla. Allora non c’era tutta la libertà mentale che c'è oggi e, soprattutto, pochi giorni prima c’era stato uno scandalo di giovani donne, che si prostituivano, e sicuramente aveva pensato che anch’io volessi avviarla a quel mestiere. Deluso, me ne sono andato all’estero ed ho deciso che non mi sarei mai più sposato e, per quanto riguarda il sesso, avrei solo scopato per soddisfare la mia libidine e niente di più: non volevo più soffrire per nessuna. Rivederla oggi, ha riaperto una ferita che credevo ormai rimarginata da tempo. Durante la mattinata, sulla barca, non vi abbiamo aiutato perché finalmente sono riuscito a spiegarmi con lei, a farle capire che era solo un gioco e le ho chiesto di perdonarmi per quanto accaduto.»
Lo guardo e comprendo tante cose; sto per ribattere, quando Greta torna e ci osserva con aria un po’ sorniona.
«Cosa avete da confabulare voi due? Attenzione: la maestra vi guarda e vi metterà in castigo!»
Una risata ci coglie tutti e tre; lei si avvicina a noi e lui le offre un bicchiere di limoncello che, però, rifiuta.
«Non mi voglio ubriacare, anzi, voglio essere molto sobria per capire bene quello che voglio e quello che sto per fare.»
Senza aggiungere altro, si inginocchia in mezzo a noi due e subito afferra i nostri sessi, prendendo a succhiarli, alternandoli in bocca. Ho subito una violenta erezione e anche Ciro non è da meno. Lei ci fa impazzire leccandoci i nostri cazzi e infilandoli ripetutamente in gola, poi si solleva, si gira verso di me e mi bacia in bocca. Sento il sapore di cazzo sulle sue labbra e questo mi eccita ancor più, perché, quando si stacca dal mio bacio, mi guarda dritto negli occhi e le sue parole sono di un languore unico, intrise di voluttà.
«Ormai mi è chiaro cosa vuoi da me e, in questo momento, spero di riuscire a soddisfare il suo desiderio.»
Senza aggiungere altro, si siede sul divano di vimini e spalanca oscenamente le cosce, portando una gamba in alto sopra la spalliera e mettendo in mostra la sua fica luccicante di umori. I suoi occhi mi invitano ad infilarmi fra quelle cosce ed a leccare il nettare che sgorga dal suo scrigno d'amore. Mi abbasso in ginocchio ai suoi piedi, aspiro l’odore di femmina in calore, mentre guardo il rosa della sua fica, bagnata dai suoi stessi umori che ora sgorgano in abbondanza. Immergo la mia bocca in quel nettare, lo lecco, lo succhio, lo bevo e mi disseto a quella fonte come farebbe un naufrago che approda su un'isola deserta. Lei geme, gode e continua ad irrorare la mia bocca del suo piacere, mentre dopo aver allungato una mano, riprende in bocca il cazzo di Ciro. Se lo fa scivolare tutto in gola, tutto dentro, finché il suo viso non sbatte contro il ventre di lui. Sono sconvolto dal piacere e la lecco come un disperato, facendola godere a bocca piena. Poi, ad un tratto, se lo sfila, appoggia la mano sul mio capo e, quando sollevo lo sguardo, ho capito tutto: ora è lui che vuole.
Mi sposto senza dire nulla e gli cedo il mio posto. Lui si inginocchia fra le cosce di mia moglie. Ha la verga dura in mano, accosta la sua grossa cappella violacea fra le labbra fradicie di Greta, che lo guarda dritto negli occhi e lo implora di penetrarla.
«Scopami! Mettimelo dentro fino in fondo! Fammelo di nuovo sentire tutto!»
Osservo immobile lui che, con due spinte decise, glielo affonda tutto dentro. Lei spalanca la bocca ed inarca il corpo, mentre geme di piacere. Lui rimane immobile, dentro di lei, poi solleva il bacino e comincia a pomparla con un ritmo cadenzato, che subito la manda ai matti. La scopa sfilando metà del cazzo e poi lo riaffonda dentro di lei, con un movimento secco e deciso. Il rumore dei loro corpi che si sbattono fra loro riempie l’aria, mentre io, senza rendermene conto, mi sto già segando. È lei che, dopo aver raggiunto il primo orgasmo, si gira verso di me, allunga una mano e m’invita ad avvicinami. Giuntole davanti, afferra il mio cazzo e se lo mette direttamente in gola. Mi succhia in maniera forte e decisa, mentre gode intensamente. Gli orgasmi di Greta si susseguono senza soluzione di continuità e l'ambiente risuona dei suoi gemiti di piacere. Quando sto per sborrare nella sua bocca, lui l’afferra per i fianchi e, tenendola stretta a sé, la solleva e poi si siede, facendola impalare su di sé. Lei rimane immobile per qualche istante, poi lui solleva le mani, afferra i suoi seni e se li porta alla bocca, succhiandone i capezzoli con forza. Lei prende a muoversi su quel cazzo quasi come una danza erotica che la travolge, facendola urlare ancora di piacere. Reclina la testa all’indietro, mentre lui prosegue a morderle i capezzoli. Un orgasmo forte, intenso, ad un tratto la stravolge tutta, provocandole un tremito lungo tutto il corpo, e lei, con entrambe le mani, blocca la testa di Ciro, schiacciandosela sul suo seno. È sfinita dal piacere, ma ha ancora la forza di appoggiar la bocca sulla sua testa e baciarlo fra i capelli, tenendolo stretto e immobile, quasi temendo di poter godere ancora.
È bello veder mia moglie travolta e sfinita per la voluttà soddisfatta: quanto a lungo ho sognato questo momento ed ora voglio godermelo attimo per attimo.
Sono ancora immobili, poi lei allenta la presa; i due si guardano negli occhi e, ad un tratto, lei si abbassa e lo bacia in bocca. Per me è come una sferzata: è qualcosa di sconvolgente, quello che si stanno scambiando, non è un bacio qualunque, è passione, desiderio, amore. Sento dentro di me una fitta di dolore, di profonda gelosia, perché, in quel momento, vengo assalito da un incubo: sto perdendo la mia donna? Perché quello non è il bacio di una cui piace il sesso, ma di una donna che ama, che prova un sentimento profondo per la persona con cui sta chiavando e baciando. La fitta al cuore aumenta sempre più perché temo davvero di star perdendo mia moglie. Ma lei, dopo averlo baciato a lungo, si stacca da lui, si gira verso di me e, allungata una mano, mi invita a sedermi sul divano, accanto a lui. Quando le sono vicino, lei si sporge verso di me e, pur rimanendo impalata sul cazzo di Ciro, mi bacia con forza, con amore, forse con una passione maggiore rispetto a quella usata con lui. La sua lingua è un serpente che si insinua nella mia bocca e si intreccia con la mia giocando in maniera non solo avida, ma decisamente appassionata. Quando si stacca, i suoi occhi brillano e sono umidi di lacrime di felicità.
«Ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun uomo. Sei la persona più importante della mia vita, il padre dei miei figli, il compagno, il marito, il complice, l’amico che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. Con te sono sempre stata benissimo, mentre con lui mi sento puttana, proprio come accadde quando stavo con lui. Amo anche lui, ma in maniera diversa, perché con lui il sesso è stato sempre qualcosa di sconvolgente ed ora mi rendo conto che non posso far a meno di voi due. Pensateci bene, perché io vi voglio entrambi: o entrambi o nessuno.»
La guardo sbalordito, ma, nello stesso tempo, molto eccitato, mentre lei mi guarda con occhi supplici, in attesa della mia risposta.
«Quando prima ti ho visto baciarlo, il mio cuore ha tremato, ma ora mi rendo conto che era solo una paura infondata. Per quel che mi riguarda, puoi avere lui quanto me, ogni volta che ne hai voglia, perché come ti ho visto godere in questi incredibili momenti, in cui scopavi con lui, non ti avevo mai visto in tutta la mia vita e, per questo, ti amo così tanto che voglio vederti ancora impazzire, come lo hai fatto poco fa.»
Anche gli occhi di Ciro brillano, lei lo guarda e lui annuisce, dicendo che, solo ora, dentro di sé, si rende conto che ha aspettato lei per tutta la vita e che ora che l'ha ritrovata, assolutamente non vuole perderla. Non c’è altro da dire, insieme ci trasferiamo in camera da letto, dove abbiamo scopato Greta per tutto il pomeriggio, facendola godere ripetutamente, fino allo stremo delle forze. È stato bello perché, fra noi, non c’è stata competizione, ma reciproca complicità tesa a farla godere quanto più possibile. L’abbiamo scopata a turno, a ripetizione, in continuazione, in ogni buco. Ci siamo alternati anche a leccarla: quando uno la inculava, l'altro era sdraiato sotto di lei e le leccava la fica. Oppure, quando uno la scopava, l'altro le faceva succhiare il cazzo, fermandosi sempre prima di venire, cosicché lei poteva continuare a godere: il culmine del piacere l'abbiamo raggiunto quando lei, impalata sul mio cazzo, è stata da lui spinta a sdraiarsi su di me, per prenderla nel lato B.
«Che meraviglia! Il tuo culo è sempre stato fra i miei desideri e son felice che lui ti abbia avviato anche a questo piacere, perché ora, sfondarti il culo con il mio cazzo, è qualcosa di veramente stupendo!»
È impazzita dal piacere e, alla fine, spossata, ci ha supplicato di godere, perché voleva anche il nostro piacere.
«Basta vi prego! Sono sfinita! Mi avete spremuto come un limone, e adesso voglio bere il vostro piacere, fino all’ultima goccia.»
Non ci siam fatti pregare oltre, perché anche noi eravamo al limite e, insieme, le abbiamo riversato in faccia, in bocca e su ogni parte del corpo, quanto contenuto delle nostre palle. Lei ha ci ha spremuti fino all’ultima goccia. Stremati, ci siamo sdraiati accanto a lei che ci ha baciato tenendoci stretti. In quel momento, mi sono sentito l’uomo più felice del mondo e la nostra vita è cambiata in maniera molto radicale. Finalmente avevo realizzato il mio desiderio ed avevo trovato anche un complice per far vivere a mia moglie nuove avventure. Abbiamo trascorso il resto del weekend insieme e, con estremo piacere, Greta finalmente ha preso coscienza di esser una grande troia. Ha messo da parte ogni ritegno ed ora non fa mistero che ama godere con più maschi. Ripresa la nostra vita, abbiamo ripensato con piacere al tempo trascorso con Ciro, riacuendo di continuo la nostra libidine. Dopo una decina di giorni, Ciro mi chiama e ci invita a tornare sull’isola, tanto la sua casa è libera e disponibile, e sente la mancanza di Greta. Ci organizziamo e qualche giorno dopo l’inizio di agosto, ci rechiamo insieme ad Ischia. Ci è venuto incontro al traghetto e ci ha accompagnato direttamente a casa sua, per poi lasciarci e ritornare dopo qualche ora. Finalmente ha tempo per Greta, che subito lo abbraccia e bacia, stringendolo con forza a sé. Lei ha voglia di lui e subito gli si inginocchia davanti e gli prende il cazzo in bocca, succhiandoglielo fino a farlo gemere di piacere. La cosa eccita molto anche me e, subito, mi inginocchio dietro di lei e comincio a masturbarla, trovandola ridotta ad un lago. Giusto il tempo che Ciro si denuda e subito la scopiamo, dentro l’acqua della piscina. Lui la prende da dietro, mentre io, seduto sul bordo, mi faccio succhiare il cazzo. Gode subito perché aveva desiderato tanto quel momento: in pratica non vedeva l'ora di avere ancora quella nerchia dentro di lei. Noi due, invece, sembra che ce la prendiamo con calma e ci alterniamo nei suoi buchi, scambiandoci di posto ed ogni volta lei gode. Alla fine, lei stessa ci implora di riempire il suo ventre con il nostro piacere.
«Mi fate impazzire! Mi state facendo godere a ripetizione, mentre voi due vi alternate a farmi impazzire. Adesso basta! Ora voglio bere il vostro piacere e assaporare nella mia bocca la nostra sborra.»
Ci diamo una occhiata d’intesa e, con immenso piacere, entrambi la prendiamo in doppia e, mentre lui le sfonda il culo, io la scopo in fica, muovendomi in sincronia: in pratica, mentre io ritiro il mio cazzo dalla sua fica, lui glielo spinge tutto nel culo e questa manovra la fa urlare di piacere. È un momento di lussuria tale che scuote anche noi e così, stringendola con forza, le riversiamo dentro tutta la nostra sborra. Appagato il desiderio, li lascio abbracciati a farsi le coccole, mentre io, in disparte, li osservo compiaciuto: quanto piacere le abbiamo fatto provare! Lui, nei tre giorni a seguire, è molto impegnato e ci lascia liberi di girare l’isola, ma ci chiede sempre di cenare nel suo ristorante, perché questo lo riempie di gioia. È un orgoglio per lui veder Greta seduta al tavolo e poter, di tanto in tanto, venir a degustare un sorso di vino, chiedendole se quanto ha cucinato è di suo gradimento. Il primo fine settimana, lui ci invita ad andare da lui a cena e bere qualcosa dopo, perché c’era una piccola band che avrebbe allietato la serata, facendo musica latino-americana. Siamo andati al ristorante ed abbiamo visto che c’era tanta gente, ma lui ci aveva riservato un tavolo e, per tutta la serata, ci siamo divertiti, io e mia moglie, a ballare sulle note dei vari ritmi sudamericani. Ad un tratto, anche lui si è unito a noi ed ha chiesto a Greta di ballare con lui la salsa. Lei indossava un vestito bianco corto, molto leggero e molto scollato. Ciro le ha chiesto se voleva ballare e, giunti in pista, hanno ballato insieme diversi ritmi. Ho osservato quanto fosse davvero sexy mentre ballava con lui; ho notato anche diversi ragazzi che si erano fermati a guardarla. Ogni volta che lui la faceva girare, il suo vestito saliva, mostrando il perizoma bianco e buona parte del suo culo. Ad un tratto, dal tavolo poco distante da noi, dove erano seduti quattro ragazzi, uno di loro, un ragazzo di colore, alto e molto palestrato, si è avvicinato e, con un sorriso a trentadue denti, si è messo a scherzare con Ciro.
«Amico, tua moglie è una brava e splendida ballerina. Quando la facevi girare, ho potuto vedere il suo perizoma ed ammirare le sue magnifiche cosce.»
Lui si è messo a ridere e poi, girandosi verso di noi, ha spiegato l’equivoco.
«Devo contraddirti, perché non è mia moglie, è la moglie di questo mio carissimo amico.»
Lui si è girato e, dopo aver guardato un attimo verso di me, si è chinato verso Greta e, allungata la mano, ha preso la sua e si è presentato, facendo un inchino con ostentata galanteria.
«Signora, lei è stupenda e mi scuso per la mia maleducazione, riferita al suo perizoma che, in ogni caso, è bellissimo. Mi permetta di presentarmi: mi chiamo Benjamin, ma tutti mi chiamano Ben. Sono il capitano di uno yacht, parcheggiato qui nel porto dell’isola, in attesa che il suo proprietario ci raggiunga per passare qualche giorno di navigazione lungo il Golfo. Io ed i miei compagni di lavoro, i tre ragazzi che vede al tavolo, siamo rimasti veramente affascinati dal suo modo di ballare e dalla sensualità che esprime. Se non le sembro troppo sfrontato, vorrei chiedere il permesso di ballare con lei, naturalmente con il consenso di suo marito.»
L’ho guardata, le ho sorriso e, dato che ero favorevole, gli ho risposto che poteva farlo e così, lei e Ben, son tornati sulla pista da ballo. Dopo alcuni balli, Greta è tornata al tavolo e ha detto che sentiva troppo caldo e ha aggiunto che Ben era un ballerino provetto e lei si era divertita davvero tanto. La serata stava volgendo al termine e, allora, Ben ha proposto a tutti noi, compreso Ciro, a trascorrere il resto della notte a bordo del loro yacht. Ho guardato mia moglie, che mi ha detto che si sentiva incuriosita, perché non era mai salita a bordo di una barca così grande e lussuosa. Siamo usciti dal locale e, poiché la barca era ormeggiata praticamente dall’altro lato dell’isola, non avendo taxi a disposizione, abbiamo deciso di andare con la nostra auto. Con me alla guida e Ciro seduto al mio fianco, sono rimasto stupito quando Ben è salito sul sedile posteriore e Greta gli si è accompagnata di fianco e gli ha messo i piedi in grembo. Gli ha anche chiesto di strofinarglieli perché le scarpe la stavano martoriando. Sono rimasto basito, ma, nello stesso tempo, eccitato in maniera incredibile, per questo strano comportamento di mia moglie. Osservavo lo spettacolo dallo specchietto retrovisore, ma non riuscivo a vedere granché, quindi ho pensato che Ben le stesse guardando per bene le cosce ed il perizoma. Ad un tratto Greta si è complimentata con lui.
«Che bella sensazione! Le tue mani sono così grandi e forti.»
Ci son voluti circa 20 minuti per raggiungere quella splendida enorme barca, più che costosa. Appena giunti a bordo, Benjamin ha detto Greta che, se voleva poteva tranquillamente rinfrescarsi, facendo una doccia. Lei ha accettato e lo ha seguito; è stata via circa una ventina di minuti. Io ero in compagnia di Ciro e, nel frattempo, ci eravamo versati un drink. Ciro mi ha guardato e mi ha parlato, facendomi capire di come si sarebbe evoluta il resto della serata.
«Per come conosco Ben, son sicuro che in questo momento ci starà provando con Greta e, da quello che ho capito, ho la netta sensazione che a lei questo gioco piace. Non mi stupirebbe se il resto della serata finisse con una scopata fra noi tre.»
Non ho avuto tempo di rispondere, perché Greta è tornata e aveva indossato una vestaglia di raso nero; mi ha baciato in bocca e poi ha detto:
«Mi sento molto meglio. Ti è piaciuto guardarci ballare?»
Ho annuito e lei, dopo aver sorseggiato un po’ del drink dal bicchiere di Ciro, per un attimo, si è trovata in mezzo a loro due, con Ben in piedi, davanti a lei che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei si è girata, verso di me, mi ha fatto un cenno e sorriso, poi, senza dir nulla, ha aperto la vestaglia. Subito Ben l’ha attirata più vicino a sé e l'ha baciata, poi le ha messo le mani sui seni; la sua mano era così grande da coprirle gran parte del seno. Greta gli si è avvicinata e, con una mano, gli ha stretto il cazzo.
«E' da quando ballavamo che ho sentito questo cazzo contro di me; ho subito capito che doveva esser molto grosso e ho desiderato molto poterlo avere.»
Poi si è inginocchiata, gli ha aperto la patta ed ha tirato fuori il suo cazzo. Era molto lungo, ma non era ancora duro. Si è voltata a guardarmi e mi ha sorriso maliziosamente.
«Poco fa, quando ti ho baciato, hai avvertito il sapore della sua sborra? Già, perché mentre eravamo sotto la doccia, gli ho fatto un pompino ed avevo ancora la sborra in bocca e per questo ti ho baciato.»
Ho avuto una erezione incredibile: avevo sentito un sapore diverso sulle sue labbra, ma non vi avevo prestato molta attenzione. Ora, invece, mi era assolutamente chiaro il gioco della provocazione, cui mi stava sottoponendo mia moglie. Ad un tratto si è alzata e, continuando a tenere quel cazzo in mano, ha permesso a Ciro di toglierle la semplice vestaglia che indossava, e subito si è ritrovata fra loro due, con indosso solo una giarrettiera nera con calze di nylon. Ben le ha messo un dito nella figa ed ha preso a muoverlo dentro e fuori, facendola godere, mentre lui era piacevolmente sorpreso di sentire quella fica già tutta allagata.
«Accidenti! È un lago! Voglio metterci il mio cazzo dentro.»
L’ha sollevata di peso e l'ha adagiata su uno dei divanetti presenti nel locale e subito lei ha ripreso a succhiargli il cazzo che, ora, era completamente duro. Ciro si era completamente denudato e lo stesso ha fatto Ben, mentre io li osservavo continuando a tenere il cazzo in mano, estasiato da quella visione: mia moglie stretta fra le braccia di un amico e di un gigante nero di cui, adesso, teneva in mano la verga di una misura mostruosa. Teso e duro, era sicuramente ben oltre i 20 cm, ma la sua circonferenza era qualcosa di incredibile. Greta lo stringeva tra le mani e, a fatica, riusciva a congiungere le dita, per quanto era grande lo spessore. Anche in bocca, per quanto lei sia una brava succhia cazzi, a mala pena riusciva a prenderne la punta. Ciro leccava Greta fra le cosce, facendola godere in continuazione e, dopo l’ennesimo orgasmo, si è spostato ed ha lasciato il posto all’altro che, inginocchiato fra le sue cosce, ha appoggiato quell’enorme cappella sullo spacco della fica di mia moglie. Ero sbalordito ed estasiato allo stesso tempo, ma anche un po’ intimidito perché temevo che quella imponente, quanto enorme dotazione, potesse, in qualche modo, creare uno squarcio nelle muscose di mia moglie. Lei ha sollevato le gambe, ha fatto un profondo respiro e poi, con un cenno della testa, l’ha invitato ad entrarle dentro. Lui ha iniziato a spingere quella grossa verga fra le labbra della fica di mia moglie che, trattenendo fiato, cercava di accoglierlo in maniera alquanto tranquilla. Ho osservato la delicatezza con cui lui glielo ha spinto nel ventre a mia moglie. Ad un tratto lei ha spalancato di colpo la bocca, bloccando con le mani il corpo di lui, e allora ho capito che certamente lui doveva esser giunto fino in fondo, anche se, circa ¼ dell'intero membro, era ancora all'esterno della fica di mia moglie. Ciro le masturbava il clitoride, facendola gemere e nello stesso tempo, con la bocca continuava a succhiare uno dei suoi capezzoli, mentre mia moglie, dopo aver fatto dei lunghi respiri, ha esortato il colosso nero a scoparla.
«Muoviti, lentamente, ma muoviti, perché sto veramente impazzendo dal piacere: mi sento completamente riempita da questo cazzo enorme.»
Lui ne ha sfilato una buona parte e poi ha cominciato a spingerglielo di nuovo dentro, e poi ancora fuori, e poi ancora dentro, affondando sempre di più dentro il ventre di mia moglie, che, incredibilmente, ad ogni affondo, ne riceveva un pezzo in più, fin quando ho visto che il corpo del nero aderiva a quello di Greta. Lo aveva accolto tutto in corpo! Lei mi ha guardato con gli occhi sbarrati, stupita essa stessa da quanto era riuscita ad inglobarne di quella verga. Quello, per lei, è stato l’inizio di una lunga serie di orgasmi che l'hanno scossa in continuazione, senza soluzione di continuità. Alla fine, sfinita a seguito dell'ultimo urlo di piacere, gli ha chiesto di sborrare. Mentre lui la faceva impazzire di piacere, Ciro, in piedi, davanti alla bocca, le faceva succhiare il suo cazzo e io li guardavo estasiato, segandomi e, senza rendermene conto, ho sborrato due volte. Ero incredulo, stupefatto, ma anche affascinato dallo spettacolo cui stavo assistendo: quel gigante stava devastando mia moglie, ma, nello stesso tempo, le stava dando tanto piacere. Quando lui si è sfilato, quel grosso membro portava i segni del piacere di Greta. Quell’enorme verga nera, era completamente ricoperta di crema bianca, che non era altro che tutto il piacere che lui gli aveva fatto provare. Si è spostato ed ho avuto modo di ammirare la fica completamente slargata di mia moglie. Era ancora dilatata e lui si è spostato per lasciare il suo posto a Ciro, che le si è inginocchiato davanti ed ha sollevato sulle sue spalle le cosce di Greta, che ha afferrato con entrambe le mani il grosso palo nero ed ha cominciato a leccarlo avidamente di tutta la crema che lo ricopriva. Ciro ha provato ad affondare il suo cazzo nel ventre di Greta, poi sorridendo, ha desistito.
«Cazzo, l’hai sfondata! È talmente aperta, che il mio ci sguazza dentro! Così ho deciso: ora le faccio il culo, così, almeno, sento qualcosa, altrimenti per sborrare devo farmi una sega, come lui.»
Ha sollevato ancora un po’ le gambe e, con una spinta decisa, l’ha penetrata nel culo, facendola sobbalzare. Ha preso a stantuffarla, mentre Greta impazziva nel tenere quella quell’enorme massa di carne nera tra le mani e fra le labbra. Se la strofinava continuamente fra viso, bocca e seno, cercando di segarla con entrambe le mani per farlo sborrare, ma lui, sembrava proprio non pronto a concludere.
«Te l'avevo detto che se ti sborravo in bocca, poi sarebbe stato difficile farmi godere ancora, quindi adesso lascio che il mio amico ti sborri in culo e poi, dopo che lui lo ha ben lubrificato con la sua sborra, te lo pianto anch'io nel culo e te lo farcisco a dovere.»
L’ho guardato, convinto che stesse scherzando, mentre Ciro la pompava facendola godere ancora, finché, con un grido strozzato, le ha riversato in culo tutto il suo piacere. Ho notato lo sguardo di intesa fra i due e, quando Ciro si è sfilato, Ben l’ha fatta girare ed inginocchiare sul divanetto. Ciro, dopo essersi posizionato di lato, ha aperto i glutei di Greta per aiutare l’intrusione di quella grossa massa nera. Ero stupito, stavo quasi per oppormi a quanto stava per succedere, quando Greta, ancora fibrillante del piacere della sborrata di Ciro in culo, l’ho invitato a prenderla dietro.
«Mettilo dentro, ma fa piano, per favore, perché sei davvero grosso!»
Lui, dolcemente e con estrema delicatezza, ma anche con determinazione, ha cominciato ad entrare dentro di lei, che pian piano lo ha ricevuto completamente, fino in fondo. Quando lui si è fermato dentro di lei, dando modo ai muscoli anali di adattarsi all'intrusione della sua verga, lei mi ha guardato e, ansimante per lo sforzo, mi ha invitato ad avvicinarmi assieme a Ciro e, prese le nostre verghe in mano, ha chiesto a quello di pomparle il culo, mentre succhiava i nostri cazzi. È stato qualcosa di sconvolgente! Ho visto che Ben stava sfondando il culo di mia moglie, che godeva ed urlava in continuazione, mentre continuava a succhiarci i cazzi, alternandoli nella bocca. Fortunatamente il gioco non è durato molto, perché improvvisamente lui, dopo averla afferrata per i fianchi e averla pompata a ritmo sostenuto, con un grido ha cominciato a inondarle il culo. Ho visto che mentre le svuotava dentro le sue grosse palle, ad ogni schizzo sfilava lentamente il cazzo dal culo di Greta e, alla fine, afferrata quella mazza ancora turgida, le ha spruzzato il suo ultimo schizzo sulla schiena e lungo il solco delle chiappe. Lei è letteralmente crollata, sfinita, sulla coperta della barca, mentre dal culo usciva una gran quantità di sborra, che ha formato una vera e propria chiazza in terra. Lui si è abbassato e dopo aver preso la sua faccia fra le mani, l’ha baciata in maniera calda e profonda. È stato un bacio lungo, sensuale, carico di piacere e quando si è staccato, ho visto gli occhi di lei brillare, mentre lui si è girato verso di noi e le ha rivolto un magnifico complimento.
«Sei una troia meravigliosa! Solo poche donne, nella mia vita, sono state capaci di prendere il mio cazzo in fica e, con la stessa facilità, anche nel culo. Tuo marito è un uomo fortunato, come lo è anche Ciro: entrambi sono così fortunati ad avere una femmina come te nel loro letto e, in maniera amicale, vi invidio da pazzi, grazie. Grazie per avermi fatto provare momenti che resteranno indimenticabili nella mia mente. Era da tempo che non mi godevo così bene ed a lungo, una gran troia che mi ha fatto veramente impazzire di piacere. Quando mi hai fatto il pompino sotto la doccia, pensavo che tutto sarebbe finito lì, e già mi ritenevo molto soddisfatto, ma quando ti ho visto prendere il cazzo di noi in bocca, ho capito che questa sera, finalmente, avrei scopato una Femmina con la F maiuscola. Spero di aver il piacere di rivederti ancora.»
Senza aggiungere altro, l’ha sollevata di peso, con la semplicità di chi solleva una piuma e, dopo essere scesi sotto coperta, l’ha portata in un bagno e le ha concesso di rimettersi perfettamente in ordine. Quando siamo scesi dalla barca, Greta era molto malferma sulle gambe, mi ha detto che si sentiva ancora il culo bruciare e la fica gonfia e tumefatta, ma, intanto, era felice di essersi goduta quella verga così grossa e, soprattutto, di aver goduto in piena libertà sotto i miei occhi, perché aveva notato con quanta estasi la guardavo. Infatti erano gli occhi dell'amore.
Questa è la mia donna, la femmina che finalmente mi ha regalato momenti indimenticabili e, mentre sfinita, sdraiata con me nel letto, si è addormentata soddisfatta, dentro di me penso che in futuro mi regalerà ancora momenti estremamente belli, dove lei farà da protagonista a scene che mi faranno godere ancora, senza fine.
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2 years ago
baxi18, 55
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la vacanza a ischia. prima parte. non mi riesce di avere le corna!
Mi chiamo Gennaro, ho 52 anni e da 25 sono sposato con Greta, che ha un anno meno di me. Sono impiegato nella pubblica amministrazione, mentre lei è una insegnante di scuola elementare. Greta è una bella donna, di media statura, capelli castano scuro abbastanza lunghi, che le arrivano sulle spalle, un bel seno di una quarta abbondante, fianchi morbidi dalle curve arrotondate a seguito di due gravidanze. Ha una bella bocca con labbra a cuoricino che, quando ci infilo il mio cazzo dentro, lei ingoia del tutto, anche perché sono assolutamente normodotato. Quando l’ho conosciuta aveva già fatto le sue esperienze: sapeva succhiare per bene il cazzo e lo accoglieva tranquillamente fra le cosce, perché un altro maschio aveva provveduto a sverginarla. Il culo poi è un vero capolavoro: sodo e tondo, quando l’ho conosciuta ce l'aveva ancora vergine, ma, con il tempo, è diventato un ulteriore pertugio dove ama accogliere il mio cazzo. Ho dovuto faticare un po', ma, con calma e pazienza, le ho fatto apprezzare anche quel tipo di rapporto sessuale. Da tempo ho preso a leggere storie su siti specifici, e mi eccitano quelle che trattano argomenti cuckold. Questo specifico modo di condurre il rapporto mi fa letteralmente impazzire, perché mi eccita anche il solo pensiero di poter vedere Greta godere fra le braccia di un altro uomo. Tra noi ne parliamo già da un po’, saremmo interessati a fare esperienze del genere, ma quella più vicina alla realizzazione di questa nostra fantasia è stata frequentare una spiaggia nudista, quando lo scorso anno siamo andati in vacanza in Sardegna. Abbiano notato una coppia che prendeva il sole nuda, in un angolo piuttosto appartato di una baia molto grande e fra di loro vi erano scambi reciproci di coccole sotto lo sguardo attento di un singolo molto dotato che, con il cazzo duro in mano, si masturbava mentre la signora succhiava quello del marito. Anche io e Greta ci siamo messi nudi e, per la prima volta, ho visto quanto interesse mia moglie suscitava nei confronti di quel maschio, che ora poteva spaziare con la vista tra due splendide femmine che gli mostravano impunemente le loro fiche e gli splendidi culi. Non mostrò imbarazzo quando, ad un tratto, l’altra signora, con un cenno della mano, lo invitò ad avvicinarsi e gli prese in bocca quella splendida verga. Mi sono accorto con quanto interesse Greta osservava la scena ed io, ormai eccitato e con il cazzo duro come il marmo, ho preso a scoparla, tenendola voltata di lato, in maniera che potesse continuare a vedere quello che succedeva con l’altra coppia. Ad un tratto quella signora, ha aperto le cosce ed il tizio ha preso a pomparla come un toro scatenato, facendola godere moltissimo sotto lo sguardo del marito, che si masturbava in continuazione. Le ha fatto raggiungere diversi orgasmi e poi si è sfilato da lei, le ha presentato il cazzo davanti alla bocca e, di punto in bianco, le ha riempito il viso di sborra, con il marito che godeva come un porco e lo esortava a far di più. Sono venuto anch’io a quella vista, perché ero eccitato in maniera incredibile ed anche Greta ha goduto nello stesso momento in cui io le riversavo dentro il mio piacere. È stata un’esperienza intensa, che ci ha indotto a discutere a lungo, sulla possibilità di poter vivere un'avventura di quel tipo, totalmente nuova per noi. La trovavamo molto eccitante, ma ancora non si erano verificati i presupposti per realizzarla, di sicuro doveva crearsi il momento giusto, così come il complice giusto per poter vivere quel momento.
Per festeggiare il nostro 25º anniversario, ho deciso di trascorrere qualche giorno in un hotel ad Ischia, dove è possibile far il bagno in acque termali, che sgorgano naturalmente dal sottosuolo. Giunti in questo hotel e preso possesso della nostra camera, munita di un terrazzo con stupenda vista mare, abbiamo fatto una doccia e, essendo ancora presto per recarci a cena, abbiamo deciso di visitare la Spa. Perciò, indossato un accappatoio, delle ciabatte ed un comodo costume, ho atteso Greta che era indecisa su quale costume indossare: uno intero o un altro, un bikini molto striminzito che, a malapena, riusciva a contenere il suo splendido seno, mentre la mutandina, di stile brasiliano, si infilava perfettamente nel solco delle natiche. Mi sono subito eccitato all’idea di vederla con indosso un simile costume in mezzo ad altra gente e così le ho consigliato il secondo. Scesi nella Spa, abbiamo prenotato una serie di massaggi, che, purtroppo, non era possibile avere quello stesso giorno, ma in quelli successivi. Ci siamo immersi nella splendida vasca, dove figuravano diversi dispositivi per l’idromassaggio. Quando lei si è tolto l’accappatoio, ho visto lo sguardo ammirato della decina di persone che erano immerse nella vasca. Appena entrati in vasca, ci siamo dedicati all’idromassaggio e, mentre aspettavo il mio turno, un signore, dall’aspetto molto imponente, spalle larghe, petto villoso, con i capelli bianchi, occhi scuri, si è spostato ed ha lasciato il suo posto a Greta. Ho notato con quanto interesse e cortesia l’uomo le ha fatto posto. Lo spazio dov’era l’idromassaggio, non era molto grande e i due erano quasi a contatto. In quel momento ho immaginato che quel maschio stesse accarezzando il culo di Greta e questo mi ha fatto subito eccitare in maniera incredibile. Mi sentivo un po’ in imbarazzo ad avere il cazzo duro, ma, fortunatamente, l’acqua era alta fino alle ascelle, mascherando quella mia condizione non certo elegante. Mi sono spostato, di fianco a loro e, dopo aver pigiato un pulsante, da una bocchetta incastrata nella parete, è venuto fuori un getto d’acqua che mi massaggiava la cervicale. Ero vicino a loro, ma ero anche costretto a tenere gli occhi socchiusi, quindi ho potuto solo constatare che l’uomo parlava con mia moglie, solleticando ulteriormente la mia eccitazione. Lo scroscio d’acqua impediva di sentire le loro parole e, quando è cessato il getto delle bollicine dell’idromassaggio, entrambi si sono spostati dall’altro lato della vasca, dove vi erano altri getti, per usufruire di massaggi sia sulla schiena che sulle gambe.
Mia moglie parlava amabilmente con quel signore, che, osservandolo meglio, ho potuto constatare poteva essere più o meno nostro coetaneo, dall’aspetto vigoroso, con il petto villoso dai peli bianchi. Mi sono spostato ed ho lasciato Greta a parlare con lui, poi, quando li ho raggiunti, lei si è girata verso di me e, dopo avermi presentato quel signore, di nome Antonio, mi ha detto una cosa particolarmente interessante.
«Il signor Antonio, ha prenotato un massaggio che però vorrebbe gentilmente cedere a me, perché lui ne ha fatti altri e, quindi, dice che ne può fare a meno. È molto gentile e mi piacerebbe usufruirne.»
Ho guardato quell’uomo ed ho annuito con un cenno del capo. Greta e Antonio, sono immediatamente usciti dalla vasca e, appena fuori, ho potuto ammirare il fisico imponente di quell’uomo e, soprattutto, il grosso pacco che si evidenziava sotto il tessuto del costume. Lui, appena uscito, ha preso l’accappatoio di Greta e l’ha aiutata ad indossarlo e, quando da dietro ha spinto in avanti i lembi dell’accappatoio, ho avuto come l’impressione che l’avesse abbracciata e, nello stesso tempo, le avesse fatto sentire il pacco, appoggiandolo sulle sue natiche. Lei non ha avuta alcuna reazione e, insieme, si sono allontanati verso l’area riservata ai massaggi. Vederli andare via insieme, mi ha, in qualche modo, eccitato ancora di più. La mia mente ha preso a fantasticare sul fatto che quell’uomo stava cercando di insidiare mia moglie ed io ne ero immensamente felice. Sono rimasto nella vasca e sembrava che il tempo si fosse fermato, così ho deciso di uscire e di godermi la sauna, posta immediatamente oltre la vasca dove ero immerso. Appena entrato in sauna, ho potuto notare che, da una vetrata laterale, era visibile il corridoio dove erano spariti mia moglie ed Antonio. Ho cercato di rilassarmi e, poiché ero solo, ha preso il cazzo in mano ed ho iniziato una lenta e rilassante sega. Tenevo lo sguardo fisso su quel corridoio e, dopo circa una mezz’ora, quando stavo per uscire dalla sauna, ho visto mia moglie uscire da una stanza, seguita da Antonio. I due sono rimasti ancora un po’ a parlare, poi lui è ritornato verso l’hotel, mentre Greta veniva a cercarmi nella vasca. Ho sentito dentro di me forte il desiderio di sapere per quale motivo erano stati insieme in quella stanza, ma, nello stesso tempo ero talmente eccitato che avrei potuto venire all’istante, quindi ho desistito dallo sborrare, perché volevo saperne di più. Sono uscito dalla sauna e, subito, sonO tornato ad immergermi nella vasca, giusto in tempo per vedere lei che, con aria radiosa, tornava da me, ma non si è immersa, mi ha detto di tornare in camera, perché voleva cambiarsi e uscire per cena. Siamo immediatamente risaliti e, durante il tragitto, ho fatto qualche domanda.
«Ce ne hai messo di tempo?! Ma quanto è durato quel massaggio?»
Lei ha sorriso maliziosamente, poi, appena giunti in camera e chiusa la porta, mi ha abbracciato e baciato con forza e, dopo aver tolto l’accappatoio, si sdraiata sul letto completamente nuda e, dopo aver aperto le cosce, mi ha invitato a scoparla con forza. Ero decisamente stravolto, ma, nello stesso tempo, molto eccitato. Per un attimo ho immerso la mia bocca sulla sua fica, da cui sgorgava nettare dolcissimo e lei mi ha afferrato per i capelli e mi ha tirato su di sé.
«Scopami! Prendimi perché ho una voglia pazzesca!»
L’ha penetrata con un colpo solo, trovandola bollente! Sembrava di infilare il mio cazzo in un liquido incandescente, mentre lei ha preso subito a godere, anche per il fatto che la sbattevo come un toro scatenato. Ha goduto quasi all’istante, è venuta stringendomi forte a sé e il suo piacere ha, in qualche modo, provocato anche il mio, che le ho riversato dentro con una colossale sborrata. Sfiniti, ci siamo distesi, sdraiati l’uno accanto all’altra. Allora l’ho guardata e le ho chiesto ulteriori spiegazioni. Lei mi ha sorriso e con voce ancora rotta dal piacere, mi ha raccontato quello che era successo con Antonio. Dentro di me avvertivo un misto di paura e piacere nel pensare che, probabilmente, lui se l’era scopata, ma ero anche curioso di capire perché non avevo sentito l’odore di maschio su di lei.
«Quando ci siamo recati nella sala del massaggio, Antonio ha chiesto alla ragazza se poteva cedere il suo posto, per un massaggio a me.
“Questa mia amica è giunta solo oggi, non ha avuto il tempo di prenotare un massaggio, posso cedere il mio posto?”
«La ragazza, ci ha risposto che non era necessario perché il suo collega fra cinque minuti avrebbe finito e, poiché un cliente aveva disdetto il proprio, non avendo altri impegni per la serata, avrebbero potuto farci un massaggio a quattro mani. Lui mi ha guardato e io, incuriosita, ho subito accettato. Ci ha fatto accomodare in una saletta dove c’erano due lettini adibiti al massaggio. Ci ha munito di mutandine monouso con un piccolo elastico e ci ha pregato di indossarle e sdraiarci. In quel momento mi sono resa conto che mi sarei dovuta spogliare davanti a lui e lui, gentilmente, si è voltato da vero gentiluomo. Rapidamente ci siamo sdraiati supini sopra i due lettini ed io tenevo il mio seno coperto con un piccolo asciugamano. Ad un tratto sono entrati la ragazza ed il suo compagno, un bel ragazzo giovane, mulatto, alto, che indossava dei pantaloni bianchi ed una maglietta che evidenziavano i suoi muscoli pettorali molto pronunciati. Dopo un breve saluto, la ragazza si è rivolta di nuovo ad Antonio.
“Lei aveva prenotato un massaggio completo e totale, vuole che lo facciamo anche alla sua amica?”
Lui mi ha sorriso e, nonostante io non avessi compreso di cosa stavano parlando, ho accettato. Un attimo dopo ci è stato chiesto di girarci all’ingiù e subito i due massaggiatori sono entrati in azione. La ragazza mi stava massaggiando dalla punta dei piedi a salire verso il resto del corpo, mentre il giovane massaggiava Antonio dalle spalle in giù. Era molto piacevole sentire l’azione di quelle mani esperte che si muovevano veloci lungo le mie gambe. Quando è giunta ai glutei, ad un tratto, i due si sono scambiati di posto: il giovane è venuto a massaggiare me, mentre la ragazza ha preso a massaggiare Antonio. Ho sentito un brivido quando le mani del giovane si sono appoggiate sul mio collo e subito una sensazione piacevole ha invaso il mio corpo. Si muoveva in maniera veloce, ma molto rilassante e, ben presto, mi sono sentita illanguidita. Poi ci hanno chiesto di nuovo di girarci supini, cosa che abbiamo fatto immediatamente. Quando sono stata di nuovo distesa, i due addetti si sono scambiati di persona, cosicché la ragazza è venuta a massaggiare me, mentre il giovane massaggiava lui. Le mani della ragazza hanno preso a scorrere liberamente dal collo fino all’inguine e una strana sensazione ho provato quando, in maniera delicata, ha spostato l’asciugamani che copriva il mio seno e le sue dita hanno indugiato sui miei seni senza mai toccare i capezzoli, ma procurandomi una strana sensazione di piacere. Ero molto eccitata dal fatto che Antonio poteva osservare il mio seno e, nello stesso tempo, ho notato che la mutandina che lui indossava era ben gonfia, indice del fatto che anche lui si stava eccitando. Come successo prima, anche adesso, all’improvviso, i due si sono scambiati di posto: la ragazza ha preso a massaggiare Antonio partendo dai piedi e salendo verso l’inguine, mentre il giovane faceva lo stesso con me con carezze molto audaci lungo le cosce, che mi procuravano un'eccitazione tutta particolare. Anche Antonio era molto eccitato e, ad un tratto, il giovane mi ha chiesto di sollevare leggermente una gamba e, dopo averla appoggiata inarcata sul lettino, ha preso l’altra ed ha fatto la stessa cosa. La ragazza invece indugiava molto sul corpo di Antonio e, ad un tratto, dopo essersi scambiata un’occhiata con il compagno, ha afferrato l’esile mutandina e, con un gesto rapido, l'ha praticamente distrutta, liberando un grosso membro, che subito ha afferrato e se lo è infilato in gola. Anche il giovane ha lacerato la mia mutandina e, immediatamente, la sua lingua è andata ad incollarsi sulla mia fica. Un demone! Mi ha leccato in maniera rapida e veloce, precisa, facendomi godere all’istante. Mentre mugolavo di piacere, sconvolta dalla situazione, ho sentito Antonio godere nella bocca della ragazza che, serrato quel membro fra le labbra, lo ha massaggiato fin quando lui non le ha riversato in gola tutto il suo piacere. Appena finito di godere, il giovane si è alzato e mi ha sorriso e lo stesso ha fatto la ragazza, lasciando il membro di Antonio ancora turgido, appoggiato sul fianco. Ci hanno sorriso e ci hanno detto che potevamo aspettare ancora qualche minuto, dopodiché eravamo liberi di andarcene. Senza aggiungere altro sono usciti. Ero stordita e, nello stesso tempo, sorpresa dal piacere provato così repentinamente che ho afferrato il mio costume e, indossato l’accappatoio, sono uscita insieme ad Antonio che mi guardava con aria incuriosita, perché probabilmente avrebbe voluto scoparmi. Il resto lo sai.»
Guardo Greta stupito, ho il cazzo ancora duro e, senza dir nulla, le apro le cosce e la scopo di nuovo, facendola godere ancora di più, mentre, in preda ad una frenesia erotica, le parlo in maniera molto provocante.
«Sei una meravigliosa troia! Ti sei fatta leccare da uno sconosciuto! Probabilmente ti sei anche fatta scopare da Antonio! Sei una puttana, che non mi dice la verità. Sono sicura che il bocchino ad Antonio lo hai fatto tu e non la ragazza! Adesso godi puttana, perché sei una meravigliosa e adorabile puttana!»
Greta ha avuto un orgasmo. Poi guardandomi fisso negli occhi, mi ha risposto a tono:
«Sei un porco maiale! Lo so che questa cosa ti fa impazzire, perché vuoi che io faccio la troia con un altro, ma se dovesse succedere, lo farò solo ed esclusivamente in tua presenza, perché, senza di te, la cosa non mi eccita. Quindi scopami, scopami forte e fammi godere, perché quando fai così, mi fai impazzire. Sei tu il mio uomo, sei il maschio che voglio dentro di me e sei l’uomo che dovrà vedermi godere con un altro, perché in quel momento, mentre starò scopando come una puttana, lo farò per te, solo per il tuo piacere, per soddisfare il tuo desiderio che ora è anche il mio.»
Sono venuto all’istante. Siamo rimasti abbracciati ancora lungo, poi ci siamo fatti una doccia e siamo usciti per andare a cena. Lei ha indossato un vestito leggermente scollato davanti, senza maniche, che le arrivava a metà coscia, una leggera strisciolina dietro, dove era ben evidente il suo decolté e un paio di scarpe dal tacco medio. Un ardito perizoma, che spariva nel solco delle sue natiche, la faceva sembrar nuda, sotto. Questo mi hai eccitato ancor di più. Siamo andati a cena in un piccolo ristorante, situato in prossimità del castello aragonese. Dopo aver consumato alcuni piatti di pesce, semplici e leggeri, abbiamo deciso di passeggiare un po’ per il corso. La serata era calda e l’atmosfera fra noi era rilassata ed allegra; siamo giunti davanti ad un piccolo locale che, su lato opposto, verso il mare, aveva un grande terrazzo, da cui si poteva ammirare l’isola ed il castello aragonese. Siamo rimasti attratti dalla musica latino-americana che proveniva da quel terrazzo e, una volta entrati, abbiamo visto che vi era una piccola band che allietava i presenti con quei ritmi che, a noi due, piacciono molto. In gioventù, entrambi siamo stati ballerini e, spesso e volentieri, anche da sposati abbiamo trascorso belle serate danzando con quei ritmi. Siamo entrati e ci siamo seduti a un tavolino; poco dopo, mentre ci servivano dei drink, l’orchestra ha iniziato a suonare una meravigliosa lambada. Forse ai giovani non dice niente, ma, per quelli di una “certa” come noi, questa musica vuol dire molto e subito, io e lei, ci siamo messi a ballare questa danza decisamente molto sensuale. Mi sono eccitato come succedeva anche in passato e anche a lei è piaciuto molto. Abbiamo ballato ancora un po', poi siamo tornati al tavolo, riprender fiato. Ad un tratto, un signore sulla quarantina, si è avvicinato e con fare molto garbato, ha invitato Greta a ballare una samba. Lei, con un sorriso, ha rifiutato l’invito, ma io l'ho esortata.
«Dai, balla, sei più brava di me in questa danza.»
Un po’ controvoglia ha accettato e l’ho osservata muoversi ritmicamente fra le braccia di quello sconosciuto, mentre, dentro di me, speravo che l’uomo osasse un po’ di più. Hanno ballato due altri brani insieme e, ad un tratto, per qualche minuto non li ho visti, perché confusi tra gli altri ballerini, specie se si trovavano in prossimità dell’orchestra. Quando la musica è finita ed è iniziato un nuovo ritmo, mi sono alzato in piedi, in preda ad un misto di gelosia e curiosità, cercando di capire dove fosse mia moglie. L’ho vista tornare verso di me un po’ confusa e poi, senza dir nulla, mi ha chiesto di tornare in albergo. Ho cercato di capire cosa fosse successo, ma lei ha solo detto che era stanca per la pesante giornata. Siamo tornati in camera, con me che ero sempre più curioso di capire il suo comportamento e, una volta a letto, lei mi ha fornito una semplice spiegazione.
«Ero già stanca e il ballare ha acuito ancor più la mia stanchezza.»
La scruto cercando di capire se sta dicendo la verità e lei, intuita la mia incredulità, ha aggiunto un'altra spiegazione che ancora non conoscevo.
«Va bene, ti dico cosa è successo mentre ballavo. Dopo la samba, abbiamo ballato ancora e, in più di una circostanza, ho avvertito sul mio ventre il grosso pacco di quel tizio che premeva sul mio pube. Ad un tratto, la sua bocca si è posata sulla mia e mi ha baciato. Sono rimasta alquanto sorpresa per la sua audacia, ma, nello stesso tempo, sentivo uno strano languore dentro di me. Ho avuto paura e sono scappata verso di te. Sono consapevole del fatto che vuoi che io mi lasci andare con un altro, ma, in quel momento, mi sono sentita a disagio: forse, prima o poi, lo farò, oppure no, però, in questo momento, non lo so!»
Non ha aggiunto altro, si è girata e si è addormentata, lasciandomi in preda ad infiniti dubbi sulle mie fantasie. Non riuscivo a capire perché, nonostante vi fossero state due buone occasioni, lei all’ultimo momento si era tirata indietro; pur desiderando trasgredire, non riusciva, in qualche modo, a sbloccarsi.
Il mattino dopo, dopo la colazione, siamo andati al mare, perché era una splendida giornata di sole, adatta per visitare la spiaggia dei Maronti, uno dei luoghi più rinomati dell’isola. Appena giunti, l’abbiamo trovata così affollata che vi abbiamo desistito. Abbiamo preso a girare un po’ per l’isola alla ricerca di un posto con un po’ meno di gente e, senza rendercene conto, ci siamo ritrovati davanti al porto di Forio, dove abbiamo deciso di fermarci un attimo per prendere un caffè. Seduti al bar, sono andato un attimo in bagno e quando sono tornato, ho visto che mia moglie parlava con due persone, due uomini più o meno nostri coetanei. Mi sono avvicinato al tavolino e subito lei ha fatto le presentazioni.
«Gennaro, questi due signori sono, rispettivamente, Nicola e Ciro.»
Mi hanno stretto la mano e guardato con un’aria un po’ strana. Subito Ciro ha precisato che, in passato, era stato fidanzato con Greta, che ora viveva sull’isola ed aveva, assieme al suo socio, un ristorante, perché lui era un cuoco di tutto rispetto sull’isola. Stavano uscendo con la barca per andare a pesca e catturare il pesce che avrebbero cucinato, quella sera, nel loro ristorante. La barca era lì a poca distanza e ci hanno invitato ad andar con loro. Ho visto Greta un po’ indecisa perché diceva loro che non avrebbe voluto disturbare, ma io ho sostenuto che, al contrario, avremmo potuto goderci una bella giornata di sole, atteso che le spiagge erano tutte stracolme di gente. Deciso per il sì, Ciro ci ha indicato dove lasciare l’auto, per poi recarci al molo. Siamo saliti su una bella barca da pesca d’altura, non il solito peschereccio, ma una vera e propria barca che era una via di mezzo fra uno yacht e un grosso motoscafo. Siamo subito usciti dal porto, e lui e l’altro hanno diretto la barca in direzione dell’isola di Ventotene, che avremmo raggiunto dopo una breve navigazione. Hanno precisato che, fra le due isole, esiste una vera e propria secca, dove la pesca risulta essere molto abbondante, soprattutto di quello molto pregiato. Ero seduto vicino a Nicola, che con estrema bravura pilotava quella grossa barca, mentre Ciro e Greta erano sulla parte anteriore e li ho visti parlare fra loro. Dopo un po’, ho visto Greta che si è tolta il copricostume, restando con il suo bikini audacemente sexy. Anche Ciro si è tolto la t-shirt e i due sono rimasti a parlare seduti a prua. Ero curioso di sapere cosa si stessero dicendo, ma, nello stesso tempo, volevo lasciare a Greta tutto il suo spazio, perché ero consapevole del fatto che, aver rivisto un suo ex, sicuramente, aveva suscitato in lei alcuni ricordi. I due parlavano e, a volte, ridevano e scherzavano amabilmente e, dopo un po’, siamo giunti nella zona di pesca. Subito Nicola, dopo aver spento i motori, ha iniziato a cercare la rete. Trovato il posto adatto, noi due eravamo intenti a salpare la rete, mentre Greta e Ciro erano ancora a prua, fuori dal mio sguardo e questo, per me, era motivo di eccitazione. Quando abbiamo tirato su la rete, abbiamo constatato che vi era una discreta quantità di pesce che abbiamo raccolto senza che loro due venissero, in qualche modo, ad aiutarci e, una volta finito, Nicola ha provveduto, con il mio aiuto, a riposizionare la rete. Per fare questo, mentre lui dispiegava la rete, io ho manovrato lentamente la barca, senza in nessun modo riuscire a vedere mia moglie, e questo mi eccitava vieppiù perché speravo potesse succedere qualcosa. Finito il lavoro, siamo risaliti in alto, sul posto di comando ed ho visto ancora Ciro e Greta seduti a prua, che parlavano come se noi non esistessimo nemmeno. Nicola ha chiamato Ciro e gli ha detto che mancava ancora qualcosa per completare ciò che serviva al loro ristorante, così Ciro ha suggerito di prenderlo al mercato del pesce di Ischia. Abbiamo invertito la rotta e siamo tornati con loro due che continuavano a parlare, mentre io ho cercato di sapere qualcosa di più su Ciro.
«È molto che conosci Ciro?»
Nicola mi ha guardato e sorriso, poi ha detto che lo conosceva da una vita, essendo lui suo cugino. Poi ha indicato Greta e mi ha chiesto da quanto tempo ero sposato con lei. Quando le ho detto che erano 25 anni, lui ha sorriso ed ha detto che effettivamente ne era passato di tempo da quando aveva visto Ciro e Greta insieme. Ero incuriosito così ho cercato di saperne ancora di più. Lui mi ha guardato e ha detto che non aspettava a lui raccontare la loro storia, ma casomai a mia moglie. In ogni caso, dopo Greta, Ciro era andato via all’estero e quando era tornato, si era dato da fare per diventare un cuoco stimato e rinomato, ancora scapolo e sempre più determinato a rimaner tale.
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Mia moglie mi ha regalato un bellissimo paio di corna!
Mi chiamo Giovanni e sono sposato con Sandra da sei anni, ma stiamo insieme da quasi dieci. Ho 38 anni, sono un uomo dall’aspetto normale, di media statura, moro, occhi scuri, mentre Sandra è veramente una bella donna. Lei ha 42 anni, mora con i capelli lunghi e lisci che le arrivano ben oltre le spalle. Ha una quinta di seno, che fa impazzire ogni maschio che le pone gli occhi addosso, oltre uno splendido culo a mandolino. Anche lei è di media statura ed ha due belle cosce lunghe affusolate, gli occhi scuri e la bocca ampia con labbra carnose. Dal punto di vista sessuale, non sono un super dotato, anzi direi assolutamente nella media e, per quanto riguarda lei, non ha performance da pornostar ma nemmeno mi posso lamentare. Adora molto farmi impazzire con il pompino: me lo divora praticamente ogni volta. Per quanto riguarda il culo, è sempre molto restia a concedermelo, ma quando lo fa ci gode moltissimo. Come ho detto adora succhiare il cazzo e, quando sborro, mi fa impazzire schizzare sulle sue splendide tettone, perché questo mi eccita da morire. Le piace molto anche quando le sborro sul viso o sul culo, dopo che l'ho scopata a pecora, la sua posizione preferita. Le piace da morire esser leccata, perché questo le provoca diversi orgasmi. Non ama vestire in maniera appariscente, ma, in compenso, adora molto indossare intimo sempre molto sexy, raffinato, e questo, per me, è motivo di grande eccitazione. Quando l'ho conosciuta non era vergine, ma non mi sono mai interessato del suo passato, mentre, invece, mi interessa molto il presente ed il futuro. Da quando mi son reso conto quanto sia oggetto di desiderio da parte di altri maschi, soprattutto per il suo splendido seno, dentro di me si è insinuata la fantasia di vederla alle prese con un altro uomo. Quando ne ho parlato con lei, mi ha dato del pazzo e, all’inizio, è andata anche su tutte le furie.
«Ma sei scemo? Ma come ti vengono certe idee? Perché dovrei andare con un altro uomo? Non sei geloso?»
Per un po’ di tempo mi ha tenuto il muso ed allora ho preso a spiegarle pacatamente, senza mai calcare la mano, quale era la mia fantasia più ricorrente: vederla scopare con un altro, sotto i miei occhi, in mia presenza, perché mi sarebbe piaciuto vederla godere ancor più di quanto, fino a quel momento, le avevo fatto provare. Pian piano la cosa deve aver cominciato ad incuriosirla, perché ha anche notato che guardavo con interesse le donne che si vestivano in maniera provocante e lei l’ha presa come una sfida.
«Vorrei capire perché ti piacciono tanto quelle vestite da puttana? Guarda che, se mi ci metto, posso farlo anch’io ad indossare abiti sexy, tacchi alti e sculettare come una vacca.»
Le sue parole mi hanno fatto capire che qualcosa, dentro di lei, stava cambiando e, complice il fatto che dovevamo andare a trovare una sua cugina, che aveva appena partorito e che abita in una città distante parecchi km da noi, abbiamo deciso di trascorrere tre giorni in quella zona. Ovviamente, una volta lì, abbiamo incontrato tutto il parentado e, fatte le opportune visite, senza tralasciare nessuno, ci siamo ritagliati una mezza giornata per noi, per visitare una baia di cui avevo sentito parlare, posta a circa un’oretta di macchina da quella zona. Avevo letto su Internet che, nella parte più estrema della baia, si poteva praticare il nudismo. Quando gliene ho fatto cenno, lei mi ha guardato con occhi piuttosto inviperiti, ma, durante il viaggio, le ho rammentato che lei stessa aveva detto che, in ogni caso, avrebbe potuto mettersi al pari delle altre donne e così, in un certo qual modo, le ho lanciato la sfida a mettersi nuda su quella spiaggia. Abbiamo trovato il posto e, dopo aver parcheggiato l’auto, abbiamo percorso, per circa una ventina di minuti, un lungo sentiero che terminava con una scalinata, che immetteva in quella piccola baia, dove c’erano molte persone nude distese al sole. Uomini e donne di tutte le età, di ogni aspetto fisico, dai più belli a quelli meno, ma, in ogni caso, erano tutti nudi. Appena trovato un posticino libero, vicino ad una roccia, ho disteso i nostri teli e subito mi son messo a nudo, provando in quel momento una particolare sensazione. Lei ha un po’ esitato, poi, timidamente, ha cominciato col togliere la parte superiore del costume ed il suo splendido seno è emerso in tutta la sua procacia. Ho subito notato lo sguardo dei vari maschi che si trovavano accanto a noi ed ho letto, nei loro occhi, la bramosia che li assaliva nell’ammirare il seno di mia moglie. Io stesso ho avuto una immediata erezione e mi son sdraiato prono, per mascherare l'imbarazzo che mi provocava l'eccitazione. Lei mi ha guardato ed ha capito che la cosa mi stava eccitando moltissimo, così, con un sorrisetto malizioso, quanto ironico e con un gesto, all'apparenza spontaneo, ha tolto anche la parte di sotto del costume, mostrando la sua splendida fica, non completamente depilata, ma con il suo triangolino di peli sul pube, perfettamente curato. Si è sdraiata supina e, dopo aver inforcato i suoi occhiali da sole scuri, ha preso ad abbronzarsi in silenzio. Ero molto eccitato e volevo, in qualche modo stuzzicarla un po’, così mi sono alzato e mi son offerto di spalmarle la crema addosso.
«Poiché è la prima volta che prendiamo il sole, sarà opportuno che ti spalmi un po’ di crema, soprattutto sul seno, la cui pelle è talmente delicata che potrebbe scottarsi al sole.»
Lei è rimasta un attimo a meditare, poi ha preso il flacone della crema solare ed ha accettato che fossi io a spalmarle la crema sul suo corpo. Prima di iniziare, mi son guardato un attimo intorno ed ho visto una persona che, quando siamo arrivati, stava in acqua ed ora ne stava uscendo, e si stava dirigendo verso un piccolo ombrellone, appoggiato a pochi metri da noi: il tizio guardava insistentemente nella nostra direzione. Quando è giunto più vicino, mi son accorto che era Gennaro, un uomo che entrambi conosciamo da molto tempo, praticamente dalle elementari. Frequentavamo due gruppi diversi, ma, in ogni caso, fra noi c’è sempre stata una discreta amicizia e anche lui, guardando verso di me, mi ha riconosciuto. Sandra non se n’è accorta subito e mi son reso conto che, ormai, anche lui ci aveva riconosciuto e, quindi, era inutile, a quel punto, nascondersi, così ho deciso che tanto valeva continuare il nostro gioco. Inginocchiato di lato, con la scogliera le spalle, in modo che le persone che stavano davanti a noi potevano ammirare quello che stavo facendo, ho schizzato due strisce di crema bianca sul seno di mia moglie. Ho provato un brivido di piacere nel farlo, perché sembravano due copiose sborrate e con calma, fingendo indifferenza, con entrambe le mani ho preso a spalmare quella crema sia sul seno che sul ventre di mia moglie, la quale, più tardi, mi confesserà quanto segue:
"Attraverso i miei occhiali da sole e con la coda degli occhi, osservavo la quantità di maschi, circa una decina, che, trovandosi più o meno vicino a noi, si godevano la scena e, più della metà, mi osservavano con occhi carichi di desiderio. Alcuni di loro si passavano ripetutamente la lingua sulle labbra, perché era evidente il desiderio che avevano di succhiarmi quel seno che tu accarezzavi in maniera lenta, ma infinitamente erotica".
I capezzoli di Sandra si erano gonfiati perché era evidente che anche lei si stava eccitando sotto l'azione del mio massaggio. Mi sono spostato leggermente, sempre rimanendo di lato e, con il flacone in mano, stavo spruzzando un ennesimo schizzo bianco sulla pancia di mia moglie e anche questo sembrava una copiosa sborrata, quando ho notato che Gennaro si era avvicinato e si era inginocchiato a poca distanza da noi. È stato in quel momento che Sandra l’ha visto e, girata verso di me, mi ha guardato con uno sguardo sorpreso. Ho letto nei suoi occhi il disappunto per aver incontrato una persona che ci conosceva.
«Sta' calma, tanto è ovvio che se noi siamo qui a fare i nudisti ed abbiamo incontrato lui che è nudo, non credo che a qualcuno venga in mente di raccontarlo in giro. Fino ad oggi, nessuno sapeva che anche lui era un nudista, quindi rilassati e cerchiamo di goderci questo momento.»
Lei ha fatto un profondo respiro, mi ha guardato e poi si è girata verso di lui e gli ha sorriso. Lui ha risposto al suo sorriso e lentamente si è avvicinato a noi. Quando si è inginocchiato dall’altro lato di Sandra, quello opposto al mio, ho potuto notare la sua ottima dotazione, che, pur se in posizione di riposo, già si mostrava molto superiore alla mia. Ho visto lo sguardo stupito di Sandra, che ha potuto constatare anche lei il gioiello che Gennaro aveva fra le gambe.
«Caspita, ragazzi! Non sapevo che anche voi eravate dei nudisti; ad averlo saputo, saremmo potuti venire insieme.»
Io ho guardato Sandra e stavo per rispondergli, quando invece è stata lei che è intervenuta nel discorso.
«Nemmeno noi lo sapevamo. In ogni caso è una sorpresa che ci fa molto piacere, anche se spero che resti discretamente riservata fra di noi.»
Lui ha incrociato le dita e, dopo averle baciate, ha sorriso, dicendo:
«Lo giuro su tutto quello che vuoi e spero che anche voi sarete così discreti da non rivelare in giro che frequento questo posto. Purtroppo è noto a tutti quanto sia bigotta la gente del nostro paese e, se dovessero scoprire che amiamo frequentare questo posto, saremmo messi subito tutti alla berlina.»
Ho notato Sandra decisamente più rilassata e così ho ripreso il mio lavoro. Ho appoggiato la mano sul suo ventre e lentamente ho spalmato la crema sul suo fianco sinistro, il lato, cioè, dove ero inginocchiato io, scendendo lungo la sua coscia, oltre il ginocchio e fino alla caviglia. Ho visto Gennaro che la guardava ammirato e mi sono girato verso di lui, facendogli una richiesta senza riflettere, perché la cosa avrebbe potuto far innervosire Sandra.
«Visto che sei qui, perché non mi aiuti a spalmarle la crema addosso.»
I suoi occhi hanno preso a brillare, mentre, appena finito di parlare, mi son girato verso mia moglie ed ero pronto a subire la sua sfuriata. Invece lei, dopo aver fatto un sorriso, ha reclinato indietro la testa e si è completamente distesa sul telo. Ho avuto un brivido incredibile quando le mani di Gennaro hanno toccato il corpo di mia moglie e, lentamente, hanno preso a spalmarle la crema, scivolando lungo l’altra coscia e, muovendole velocemente, ha cosparso la crema fino alla caviglia, per poi risalire all’interno della coscia, fino all’inguine. Ha preso il flacone in mano e, dopo averne fatta uscire un po’ sulla sua mano, ha ripreso a stendere uno strato di crema nell’interno delle cosce. L’ho lasciato fare, anzi ho inarcato un po’ la coscia dalla mia parte e questo ha fatto aprire le labbra della fica di mia moglie, così da far apparire il rosa della sua carne che, ora, tradiva la sua eccitazione. Lui senza esagerare, ha sfiorato e le labbra della fica di Sandra e poi è risalito lungo la pancia, fin sotto il seno.
«Queste splendide mammelle, hanno bisogno di esser protette un po’ meglio, perché vedo che ci sono delle zone non emulsionate.»
Era palese che fosse una scusa, ma la cosa mi stava così eccitando che ho annuito; di conseguenza, dopo aver spruzzato altra crema sulle sue tette, ho lasciato che lui, con entrambe le mani, gliela spalmasse. Ho notato il petto di Sandra gonfiarsi, per il profondo respiro che ha fatto, quando le sue mani hanno afferrato i suoi seni ed ha cominciato l'operazione di incrematura: lo ha fatto anche provvedendo a stuzzicare con le dita i capezzoli gonfi e duri. Mi era venuto un cazzo così duro che mi scoppiava ed ho potuto notare che anche quello di Gennaro si stava gonfiando, molto rapidamente. Ho lasciato per un po’ che continuasse a massaggiare quel seno, poi, guardando Sandra, l’ho pregata di girarsi e distendersi prona. Lei non ha mosso alcuna obiezione e, appena distesa a pancia in giù, ho spruzzato, lungo la colonna vertebrale, una lunga striscia bianca che lui ha preso a spalmare, facendo ampi cerchi rotatori dalle spalle e scendendo giù, fino ai glutei e, quando è arrivato in fondo, ne ho schizzato ancora un po’ sulle sue chiappe. Sembrava proprio una copiosa sborrata e infatti Gennaro mi ha guardato ed ha sorriso, mentre io annuivo, consapevole del fatto che entrambi avevamo pensato la stessa cosa. Le sue mani hanno preso a massaggiare lo splendido culo di mia moglie, che sentivo gemere sommessamente, mentre lui con i pollici è scivolato lungo il solco delle natiche, e poi, giù, fino a sfiorare il suo fiorellino anale, comprese le labbra della fica. Lei ha divaricato le cosce e lui ha continuato a spalmare la crema che io continuavo a spruzzare sulle gambe di mia moglie. Finita l’operazione, Sandra si è girata e lui, inginocchiato accanto a lei, aveva il cazzo completamente in tiro, mostrandolo tutta la sua fierezza. Siamo rimasti per qualche istante in silenzio, poi io, con una scusa, mi sono alzato e sono andato verso il mare, per ripulirmi le mani e, di proposito, ho lasciato loro due da soli. Giunti in acqua, mi son girato e li ho visti parlare, con lei che rideva, mentre con la testa faceva cenno a me. Son tornato sui miei passi e, inaspettatamente, Gennaro ci ha salutato ed è tornato sotto il suo ombrellone. Ho guardato Sandra cercando di capire e lei mi ha detto di averlo invitato a cena a casa nostra per proseguire il dialogo su questa strana esperienza. Ho rischiato di sborrare all’istante, al solo pensiero di averlo una sera, tutto per noi, a casa nostra. Ormai aveva preso corpo, nella mia mente, la possibilità che poteva esser lui il maschio con cui Sandra avrebbe potuto scopare. Ne ho parlato con lei, che ha scosso il capo e mi ha detto che ero davvero tutto matto. Mi sarei aspettato che avesse continuato a giocare, ma ho capito che c’era troppa gente. Quando siamo venuti via dalla spiaggia, ci siamo salutati e scambiato i nostri contatti telefonici e, durante il viaggio di ritorno, parlando con Sandra le ho chiesto quali erano state le sue sensazioni.
«Dai, lascia perdere, non voglio parlare. Ho solo assecondato il gioco che ti piaceva tanto.»
L’ho guardata, ma il tono della sua voce non mi ha convinto.
«Mi vuoi far credere che non ti è piaciuto?»
Lei ha cercato di sviare il discorso, ma io l’ho incalzata per avere una risposta.
«Che c’entra! È stato bello, anche eccitante, però non metterti strane idee in testa.»
Avrei fermato l’auto e l’avrei scopata all’istante, perché ero così eccitato che mi scoppiava il cazzo nei calzoni. Giunti a casa, l’ho scopata furiosamente prendendola da dietro, come piace a lei e facendola godere moltissimo. Per alcuni giorni, ho atteso che fosse lei a dire quando invitare Gennaro a casa nostra e, a metà settimana, le ho chiesto se ne avesse avuto piacere. Lei ha scosso il capo, fingendo di non aver nessun interesse per questa cosa, anche se ero convinto che, al contrario, era ben determinata a vivere quell'esperienza che le proponevo. La sera l’abbiamo chiamato e lo abbiamo invitato per il sabato successivo, ma lui ha preferito che fossimo noi ad andare da lui, perché abitando oltre la periferia del paese, la sua casa era posizionata in maniera più discreta rispetto la nostra che è più centrale. Così ho chiesto a Sandra di farsi bella per quella sera. Lei ha scosso la testa, insistendo nel suo fare indifferente, però ho notato che il sabato mattina è andata dalla parrucchiera per farsi acconciare in maniera stupenda i suoi meravigliosi capelli. Inoltre, la sera, dopo essersi fatta la doccia, mi ha chiamato in camera e sul letto erano esposti diversi capi di abbigliamento intimo e lei mi ha chiesto quali ritenessi potessero esser più adatti. Le ho consigliato un completo nero, con una mutandina molto sexy che spariva completamente nel solco delle sue natiche, mentre, davanti, un piccolo triangolino di stoffa nera, copriva a malapena le labbra della sua fica. Il reggiseno poi, quasi a balconcino, gonfiava ed evidenziava il suo seno, mostrando un solco da capogiro. Ha indossato una gonna viola, non troppo corta, con sopra una maglietta, con un ampio scollo, che scivolava giù fino ai fianchi, modellando il suo fisico stupendo. Le ho chiesto di indossare delle autoreggenti, ma lei ha rifiutato optando per un semplice collant color carne, molto velato, quasi inesistente ed ai piedi ha messo degli stivaletti in pelle, che le arrivavano fin quasi al ginocchio con un tacco 10.
«Dobbiamo andare ad una cena non ad un concorso di bellezza.»
L’ho guardata, pensando che invece era semplicemente meravigliosa. Giunti a destinazione, siamo entrati in casa di Gennaro: una graziosa abitazione di tipo rurale, perfettamente ristrutturata. Entrati nell’ampio salone, lui ci ha accolti in maniera allegra e cordiale, facendo subito i complimenti a Sandra.
«Caspita che spettacolo! Nuda sei bellissima, ma così sei davvero uno schianto. Tuo marito è proprio fortunato ad avere una bella donna come te, al fianco.»
Ci ha messo subito a nostro agio e, mentre finiva di preparare le pietanze, che lui aveva abilmente cucinato, ci ha offerto del prosecco come aperitivo. Ho visto con quanto interesse Sandra guardava Gennaro, che, apparentemente sembrava tutto interessato a cucinare, mentre lei, in piedi, vicino a lui e con il calice in mano, rideva e scherzava, sulla sua bravura culinaria. Ho deciso di lasciarli un po’ da soli e così mi son rifugiato in bagno, mentre, in realtà, sono solo sparito oltre la porta che separa la zona giorno da quella notte e son rimasto a vedere loro due ridere e scherzare. Mi son reso conto che c’era un buon feeling tra loro e questo mi ha eccitato non poco. Sono andato in bagno e mi sono masturbato, sborrando immediatamente. Appena tornato, ci siamo seduti a tavola per mangiare ed ho notato che essi continuavano a scambiarsi delle occhiate, come se ci fosse qualcosa da dire, ma nessuno dei due voleva iniziare l’argomento. Poi, inconsapevolmente, mi son ritrovato ad iniziare un discorso che ha avuto un seguito proprio come mi sarei aspettato.
«È stato piacevole in spiaggia, vederti spalmare la crema sul corpo di mia moglie. Credo che si sia eccitata un po’, anche lei.»
Lui ha sorriso ed ha annuito, guardando lei che, ad un tratto, si è fatta subito seria e le sue parole mi hanno fatto tremare il cuore.
«Vedo che non ti arrendi! Dunque hai proprio deciso che mi faccia scopare da qualcun altro e scommetto che vedi in Gennaro, la persona giusta. Sia ben chiara una cosa che, se questo dovesse succedere, da oggi in poi, sarò io a decidere dove, come, quando, e con chi farlo. Io con te ci sto bene, ma, da brava moglie, mi sento di dover assecondare i voleri di mio marito. Spero solo che anche Gennaro sia disposto a far sesso con una vecchia come me.»
Mentre io resto sbalordito dalle sue parole, è Gennaro che le risponde subito, fugando ogni dubbio.
«Vecchia? Assolutamente no! Sei una femmina stupenda! Se lui vuole che io faccia sesso con te, non ho nulla in contrario, perché per me non è una novità esser il bull di una coppia.»
Non c’è stato niente altro da aggiungere, Sandra si è alzata in piedi e, dopo averlo preso per mano, gli ha chiesto dov'era la camera da letto. Mi scoppiava il cazzo nei calzoni al solo pensiero che stava per realizzarsi il mio desiderio. Si sono avviati, tenendosi abbracciati, oltre il corridoio e sono entrati in una camera. Io sono rimasto stordito da questo suo repentino cambiamento, ma, nello stesso tempo, ero eccitato in maniera indecente. Non ricordo quanto tempo è passato, l’unica cosa che ho fatto è stata quella di avviarmi lentamente verso la camera e, senza rendermene conto, avevo già il cazzo in mano. Quando sono giunto sulla soglia della porta, mia moglie era già nuda sul letto, intenta a fare uno splendido 69 con lui. Ero affascinato nel vedere la sua bocca ingoiare per buona parte quella grossa e lunga verga di Gennaro. Lui ricambiava il piacere leccando avidamente la fica di mia moglie, che grondava umori in continuazione. I gemiti di piacere si mischiavano con il rumore del risucchio della bocca di Sandra, che cercava di ingoiare quanto più possibile la sua splendida asta. La bravura di Gennaro si è subito evidenziata, quando lei ha avuto un orgasmo che ha mugolato a bocca piena, mentre il suo corpo tremava scosso dal piacere. Incapace di far qualsiasi cosa, perché estasiato da ciò che vedevo, mi son seduto su di una sedia, in silenzio, continuando a masturbarmi ininterrottamente. Ad un tratto lei si è sollevata, si è staccata da lui e, prima di salire su quel cazzo, si è voltata di nuovo verso di me, guardandomi dritto in faccia.
«Pensaci bene, perché se adesso mi infilo questo nella fica, nulla sarà più come prima. Se vuoi mi fermo, ma, se non lo faccio, da oggi in poi sarò io a dettare le condizioni nella nostra coppia.»
Inebetito da tutta quella situazione, l’ho guardata con occhi carichi di libidine ed ho fatto un cenno d’assenso con la testa, mentre dalla mia bocca cercavo di far uscire le parole che lei voleva sentire.
«Sì, lo voglio, fai pure quello che vuoi, sei libera di fare esattamente ciò che desideri.»
Non ho aggiunto altro e lei, dopo aver scavalcato il corpo di Gennaro, l'ho vista afferrare la splendida verga che svettava in alto, dritta e dura e, dopo averla appoggiata alle labbra della fica, ci si è lasciata cadere sopra, impalandosi. Ha spalancato la bocca ed ha reclinato la testa all’indietro, ma nessun suono è uscito dalla sua gola, mentre lui ha sollevato le mani e, afferrati i suoi seni, tirandola verso di sé, con la bocca è andato a mordere e a succhiare i suoi capezzoli. Lei è rimasta un lungo istante immobile su di lui, poi ha preso a muoversi, roteando e saltellando su e giù. Anche lui non è rimasto passivo, e dopo aver inarcato le gambe, ha preso a sbatterla dal basso, provocando un forte rumore di corpi che sbattevano l’uno contro l’altro. Era un martellare ritmico, veloce e continuo e, ad un tratto, lei ha preso ad urlare il suo orgasmo.
«È bellissimo! Mi stai sventrando! Ti sento tutto dentro! Mi stai sfondando la fica! VENGO!»
Ha cominciato a godere in continuazione, mentre io continuavo a masturbarmi e sborrare nella mia mano. Lui l’ha scopata a lungo, continuando a tenerla sopra di sé e poi, ad un tratto, l’ha afferrata per i fianchi e, ruotandola, l’ha distesa sotto di lui. Lei ha sollevato le gambe e le ha appoggiate dietro i suoi glutei, spingendo il corpo in alto per andare incontro a quello di lui. Ha urlato ancora un orgasmo e, poi, un altro ancora, e, ad un tratto, sfinita si è girata verso di me. Il suo viso era l'autentica maschera del piacere e, guardandomi dritto negli occhi, ha sollevato la mano destra e mi ha fatto il gesto delle corna.
«Sei un cornuto! Da oggi in poi, sarei sempre più cornuto! Guarda come mi sta facendo impazzire questo maschio! Continua, continua a sfondarmi tutta!»
Mi sono avvicinato e, inginocchiato sul letto con il cazzo in mano, ho visto Sandra godere ancora una volta, mentre lui, ora, la sbatteva con più forza, fin quando l’ha avvertita che era prossimo ad eiaculare.
«Fantastica! Sei una femmina stupenda! Mi stai veramente facendo impazzire. Ora sono pronto a sborrare e voglio sapere se vuoi che lo faccia dentro di te!»
Ho tremato a quelle parole, perché Sandra in quel periodo non prendeva nessuna precauzione; non sapevo se era nel suo periodo fertile, mentre, dentro di me, ho sperato che lei gli dicesse di uscire. Lei non ha detto niente, mi ha guardato dritto negli occhi e poi, dopo averlo abbracciato e baciato, l’ha implorato di sborrarle dentro.
«Fammi impazzire, fammi sentire ancora questa verga che mi sfonda e mi inonda la fica. Fammi sentire la tua sborra calda che riempie la mia vagina.»
Ho tremato! Dentro di me, ho avuto timore che lui potesse mettermela incinta, ma nello stesso istante, il solo pensiero di Sandra, con la pancia gonfia di lui, mi ha fatto sborrare di nuovo, per l’ennesima volta. Lui ha aumentato di nuovo i colpi e, dopo che lei ha urlato il suo ennesimo orgasmo, con un grido, si è piantato tutto dentro di lei.
«Sborro! Sto sborrando! Guardami, cornuto! In questo momento, ti ingravido la moglie!»
Non riesco nemmeno a trovare le parole per spiegare le sensazioni che ho provato in quel momento, mentre lui le riversava nel ventre tutta la sua sborra. Gli occhi di Sandra erano chiusi, mentre lui continuava a iniettare dentro la sua fica il succo delle sue palle. Sono rimasti abbracciati a lungo, poi lui è uscito e lei è andata in bagno. Rimasti soli, lui mi ha guardato e mi ha chiesto se ero soddisfatto di quello che avevo visto, ma, soprattutto, se era realmente possibile che lei fosse stata ingravidata.
«Che scopata stupenda! Me la sarei fatta direttamente in spiaggia, ma, per esperienza, so che in quel posto far sesso libero, può essere pericoloso perché è ammesso solo il nudismo, per questo me ne sono andato. Spero che il fatto che lei possa essere incinta, sia solo una vostra fantasia. In ogni caso, è una femmina veramente eccezionale.»
L’ho guardato e, finalmente, ho capito perché non l’aveva scopata direttamente sulla spiaggia e poi gli ho detto che non ero certo sul fatto che lei potesse rimanere incinta. Non ho avuto il tempo di dire altro, perché Sandra è tornata e, raccolti i suoi vestiti, si è voltata verso di noi e le sue parole sono state semplici e pacate.
«Gennaro non ti devi preoccupare di nulla, perché adesso vado a casa e mi faccio scopare anche da lui con annessa venuta dentro, così, se per caso tu mi avessi messa incinta, non avrai nessuna responsabilità, perché è una cosa che ho voluto io, per far felice lui.»
Non ha aggiunto altro e, dopo essersi sommariamente rivestita, siamo tornati a casa. Durante il tragitto nessuno di noi due ha parlato e, una volta a letto, si è addormentata immediatamente. Inutile dire che ho passato una notte in bianco, pensando al fatto che se lei era incinta, io avrei dovuto allevare un figlio non mio, e questo, inspiegabilmente, mi ha fatto diventare il cazzo durissimo. Il giorno dopo, appena sveglia, ho sentito la sua bocca sul mio cazzo, che subito è diventato duro: lei è salita su di me e si è impalata sul mio cazzo, godendo immediatamente, poi mi ha trascinato sopra di lei e, sollevando le gambe in aria, mi ha guardato dritto negli occhi.
«Scopami, riempi il mio ventre con il suo seme, perché adesso voglio anche la tua sborra.»
Ho preso a pomparla come un pazzo e sono quasi venuto poco dopo, mentre lei, mi ha stretto forte a sé.
Era tranquilla e serena, e questo mi lasciava ancora tanti dubbi fin quando, quattro giorni dopo, son venute le mestruazioni e lei ha ricominciato a prendere la pillola. Solo allora mi ha confessato che era sicura di non essere incinta, ma aveva voluto farmi capire che quel gioco che tanto desideravo avrebbe potuto anche condurre ad una situazione di quel tipo.
In ogni caso, da allora, con cadenza settimanale, porto Sandra a casa di Gennaro, che la monta e la scopa, facendola godere moltissimo. A lui non nega nemmeno il culo e poiché mi sono lamentato di questo, l’ultima volta che si è fatta inculare, quando lui è uscito, lei si è girata verso di me e con un tono autoritario mi ha ordinato di leccare tutto ciò che sgorgava da quel foro, abbondantemente spanato.
Questa cosa mi ha talmente eccitato che ho sborrato senza toccarmi.
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2 years ago
baxi18, 55
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Ero un cornuto e non lo sapevo.
Mi chiamo Antonio, ma Tony per tutti, ho quarant’anni, son sposato con Lucia che ha la mia stessa età. Sono un imprenditore nel settore della grande distribuzione all’ingrosso, mentre Lucia è una casalinga e, in particolare, si dedica alla cura di un figlio, un bel maschietto. Sono di media statura, corporatura asciutta, moro, occhi scuri ed una dotazione assolutamente normale. Siamo sposati da 22 anni e la nostra unione si è rivelata sempre bella ed appagante. Lei è una bella donna, alta, capelli neri lunghi, un bel seno della quarta misura con dei grossi capezzoli ed un bel culo, cui spesso mi dedico a sondare quando facciamo sesso. Quando l’ho conosciuta era vergine e, insieme, abbiamo sperimentato il piacere del sesso. Sono stato il ad insegnarle a fare pompini e, col tempo, è diventata molto brava, mentre, almeno all’inizio, è stata un po' restia a farsi fare il culo. Dopo sposati, la vita ci ha regalato anni di immense soddisfazioni. Oggi lei si occupa di far crescere il figlio adolescente con tutte le relative problematiche, mentre io curo la mia azienda per poter permettere loro una vita abbastanza agiata. Da tempo, per movimentare il nostro rapporto, ho iniziato a fantasticare sulla possibilità di vederla stretta fra le braccia di altri maschi, ma lei ci ha sempre scherzato su, dicendo che avrebbe provato un profondo imbarazzo a farlo in mia presenza. Naturalmente ho avvertito il tono strano di un'affermazione di questo tipo, ma non ho mai pensato che lei potesse esser pronta a farlo a mia insaputa. In ogni caso, quel pensiero mi eccitava talmente tanto, che mi induceva a scopata in maniera sempre più vigorosa ed appagante. Dentro di me, sentivo come se lottassi contro un fantasma che, seppur nella mia fantasia, si scopava mia moglie. Poi si verificò un fatto che ebbe a cambiare tutto, rendendo il nostro rapporto totalmente diverso, molto più appagante e soddisfacente per entrambi. Circa un mese fa, siamo andati al matrimonio di una sua amica. Avevamo lasciato nostro figlio ai miei genitori, perché il matrimonio si celebrava in un’altra città. Poiché venivamo da fuori, ci avevano prenotato una camera nello stesso albergo, dove poi ci sarebbe stato il ricevimento, una volta finita la cerimonia nuziale. Durante il rinfresco, ricordo che, fra brindisi e bevute varie, entrambi eravamo abbastanza su di giri e così, quando la cerimonia era quasi giunta al termine, siamo saliti insieme al piano superiore per trovare la nostra camera. Eravamo allegri e ridevamo per il fatto che non riuscivamo a trovare la nostra stanza e abbiamo anche sbagliato il piano, salendo all’ultimo piano dell’Hotel. Mentre percorrevamo il corridoio, abbiamo incontrato due uomini: uno era un giovane di circa una ventina d’anni e l'altro era di sicuro sulla trentina. Ci hanno guardato incuriositi e, quando hanno realizzato che eravamo ubriachi ed avevamo sbagliato piano cercando di trovare la nostra camera, quelli hanno aperto una porta e ci hanno fatto entrare. Una volta dentro, siamo letteralmente crollati sul letto ed io mi sono assopito. Nel dormiveglia, mi sono reso conto che qualcosa stava succedendo accanto a me, ma non sono riuscito a mettere a fuoco la situazione, perché sono letteralmente crollato dal sonno. Quando mi sono svegliato, mi sono ritrovato insieme a mia moglie sdraiato sul letto nella nostra camera. Lei aveva l’aria stanca e sfatta, anche se avevamo dormito per molte ore. Ho notato che lei si era fatta la doccia e, sebbene avessi un forte mal di testa, mi sono alzato ed anch’io mi sono infilato sotto la doccia, che praticamente mi ha rigenerato. Tornato in camera, ho visto lei che mi guardava con aria un po’ triste. Ho preso a baciarla e, all’inizio lei non voleva assolutamente esser toccata, poi, pian piano, sono riuscito a farla sciogliere e, quando mi sono sdraiato sul suo corpo nudo ed ho iniziato a penetrarla, lei mi ha scrutato pregandomi di far piano perché era ancora tutta indolenzita. L’ho guardata cercando di capire, ma lei ha sollevato le gambe e mi ha chiesto di farla godere. L’ho scopata bene ed a lungo, facendola godere due volte, poi le sono venuto dentro e quando mi sono sfilato e sdraiato accanto a lei, le ho chiesto cosa intendeva allorché aveva detto che era tutta indolenzita. Lei mi ha guardato e, dopo aver fatto un lungo sospiro, mi ha chiesto cosa ricordavo della sera precedente. A parte il fatto che eravamo entrambi completamente ubriachi, ricordavo solo che, forse, eravamo entrati nella camera sbagliata, perché qualcuno ci aveva aperto la porta, ma in realtà non ricordavo altro. Lei ha sorriso e, dopo essersi sdraiata accanto a me ed aver preso il mio cazzo in mano, mi ha raccontato ciò che lei ricordava.
«È vero, siamo entrati nella camera sbagliata e ricordo le due persone che ti hanno aiutato a sdraiarti sul letto, poi io ho chiesto loro dove fosse un bagno, perché volevo fare pipì. Uno dei due mi ha indicato la toilette, poi, mentre ero seduta sulla tazza, giratami, ho visto che loro due erano appoggiati allo stipite della porta e mi guardavano con occhi carichi di libidine. Ero sola con loro, tu dormivi della grossa, ubriaco fradicio, ed anch'io ero oltre che brilla. Ero ancora seduta, quando si sono avvicinati e d'improvviso, mi sono ritrovata, davanti alla faccia, due splendide verghe tese e dure. Per un attimo sono rimasta frastornata, ma loro hanno approfittato per allungare le mani: hanno preso a palpeggiarmi ed io mi sono eccitata in maniera incredibile. Quand'anche tu fossi stato presente, non avrei fatto nulla per fermarli e ancora ora, a pensare a quei due uomini e quello che mi hanno fatto, non riesco a non bagnarmi.»
Nel sentire il suo racconto, il mio cazzo era di nuovo duro, ma la guardavo incredulo.
«Non è vero, non ti credo, ti stai prendendo gioco di me per farmi eccitare.»
«Capisco la tua incredulità, ma ti posso assicurare che è stato tutto vero. Per tornare a quanto successo ieri sera, ho iniziato a succhiare uno dei due cazzi che mi veniva offerto e, dopo averlo succhiato, mi sono resa conto che erano due cazzi grossi, molto più del tuo e volevo godermeli come si deve. Mi hanno chiavato in tutte le posizioni; ho dato loro anche il culo e mi sono venuti dentro. Mi hanno riempito e farcito di sborra ogni buco. Non smettevano di venire ed io mi sono presa la loro sborra in figa, nel culo, sulle tette, in faccia e nella bocca, ingoiando tutto, fino all’ultima goccia. Erano instancabili, sembrava non fossero mai sazi del mio corpo, poi, alla fine, li ho pregati di accompagnarmi fino alla nostra camera, dove ci hanno lasciato e io, prima di mettermi a letto, mi sono fatta una doccia.»
Il suo tono di voce era esattamente quello che mi ha sempre fatto dubitare che mia moglie mi avesse effettivamente cornificato, così ho deciso di approfondire l’argomento.
«Chissà perché, mentre parli, ho come l’impressione che quella non sia stata l'unica volta. Vorrei sapere se ci sono state anche altre occasioni.»
Lei mi ha baciato e poi ha ripreso a raccontare.
«Sì, tesoro mio, hai delle corna che trovano difficoltà a passare sotto la porta, perché quando una volta sei andato via per uno dei tuoi viaggi di lavoro, al tuo ritorno, ho notato che la camicia aveva una sottile macchia di rossetto e di fondotinta. Non ti ho mai chiesto nulla, però ho deciso che anch’io mi sarei divertita con altri maschi e, da quel che sento, mi sembra che questa condizione ti è particolarmente gradita, perché il tuo cazzo si è fatto duro come il marmo nella mia mano.»
Cerco di ricordare a quale episodio si riferisse, perché l’unica cosa che ricordo è la volta che mi sono assentato per l’acquisto di materie prime e sono stato invitato ad un addio al celibato: quella sera la spogliarellista si era strusciata abbondantemente anche su di me. Mentre parlava, continuava a segarmi lentamente ed io ero sempre più incredulo, ma anche molto eccitato, per cui ho deciso di penetrarla per farle sentire tutta la mia passione. L’ho scopata con forza e, quando lei ha raggiunto l’orgasmo, le ho riversato dentro, ancora una volta, tutto il mio piacere. Siamo rimasti immobili per diversi minuti, mentre i nostri corpi continuavano a fremere per il piacere appena provato; poi lei, dopo avermi dato un bacio, mi ha stretto a sé. Poi che avevamo ancora tutta la giornata a disposizione, abbiamo deciso di recarci in un piccolo stabilimento termale, situato accanto all’albergo. Giunti sul posto e dopo esserci cambiati, ci siamo recati nelle vasche idromassaggio e, quando siamo entrati dentro, lei si è girata, mi ha sorriso con il suo fare malizioso e, avvicinatasi a me, ha esclamato:
«Vedi quelle tre persone laggiù, all’angolo della vasca? Quelli che sono insieme a quel tizio calvo, sono i due che mi hanno scopato la notte scorsa.»
Ho guardato nella direzione indicata ed ho sentito dentro di me uno strano fermento, qualcosa di inspiegabile. Sentivo forte il desiderio di poterla vedere con quegli uomini, ma, nello stesso tempo, mi sentivo a disagio perché, appena si fossero girati ed avrebbero visto mia moglie, subito sarei stato identificato come il cornuto della situazione. Queste strane sensazioni mi riempivano di contrastanti emozioni. Ad un tratto i tre si sono girati e quello un po’ più anziano, con un gesto del capo, ha indicato agli altri due di guardare nella nostra direzione e sul viso di tutti e tre è apparso un cordiale sorriso. Dopo qualche minuto, si sono spostati verso di noi e, giunti da noi, hanno salutato amicalmente Lucia.
«Buongiorno signora, le è passata l’euforia della serata?»
La guardavano ancora con occhi di desiderio e, quello calvo, sembrava molto interessato a mia moglie. Ad un tratto, ha esordito con una proposta che mi ha trovato subito d’accordo.
«Ho letto in un articolo specializzato, che quando si eccede con l’alcool, la cosa migliore, il giorno successivo, è quello di godersi una sauna o un bagno turco, dove la temperatura fa sudare abbondantemente il corpo che, in breve, si libera delle tossine ingerite. Qui c’è una splendida sauna, perché non ci rechiamo tutti assieme, così vi rimettete subito in forma?»
Ho guardato Lucia, che ha annuito e così, tutti e cinque ci siamo recati nella sauna. Era un bel locale tutto in legno, con ampie panche ed al centro un braciere con pietre arroventate, su cui colava dell’acqua che generava molto vapore. Appena dentro, loro tre si sono immediatamente denudati ed ho guardato Lucia che, in un attimo, si è adeguata, facendo la stessa cosa. Io sono rimasto un po’ ad osservarla e subito il tizio calvo ha cominciato ad accarezzarle il corpo. Mi sono eccitato immediatamente, mentre lei veniva toccata da sei mani che pian piano la facevano decollare per le vette dell'erotismo. Ad un tratto è stata messa sdraiata su di un asse e subito uno dei tre le ha infilato la testa fra le cosce, prendendo a leccarla in maniera da farla subito godere. Estasiato osservavo mia moglie godere, mentre alternava nella bocca i cazzi degli altri due. Ad un tratto, quello che la leccava si è sollevato e con un affondo deciso le entrato tutto dentro, fino in fondo. Lei ha spalancato la bocca e un lungo gemito è uscito dalle sue labbra: ha preso a godere molto intensamente. Ero stupito e basito: in quel preciso momento stava cambiando totalmente la mia vita, perché finalmente la mia fantasia veniva realizzata e, nello stesso tempo, vedevo Lucia godere come mai in vita mia mi era successo. L’hanno scopata a turno tutti e tre, alternandosi fra le sue cosce, facendola godere a ripetizione, poi il calvo, l’ha girata di schiena e, con un affondo deciso, le è entrato nel culo, facendola urlare.
«Cazzo, fa piano! Mi stai spaccando il culo!»
Il tizio, come se non l'avesse sentita urlare, ha continuato a stantuffarla, facendola subito gemere di piacere, dopo l’iniziale dolore. Mentre la scopava con forza, l'ha tirata su di sé sdraiato sulla panca sottostante e lei si è ritrovata con le cosce in aria, sopra di lui. Il tizio più giovane, aiutato dall’altro, si è posizionato sulle cosce e con un affondo deciso l’ha presa davanti. Ho visto Lucia scopata in doppia ed era stupendo vedere quanto stava godendo. Il terzo non è rimasto inattivo e giratosi di lato, le ha offerto il suo cazzo da succhiare. Ora erano tre maschi che godevano di mia moglie in ogni buco possibile e, quasi all’unisono, hanno cominciato a sborrare, ricoprendola di tutto il loro piacere. Lentamente hanno sciolto quell'intrico di corpi e poi, con un sorriso un po’ ironico, i tre mi hanno lasciato da solo con lei, dicendo che avrei dovuto ancora disintossicarmi. In realtà ero venuto segandomi, mentre vedevo mia moglie far la puttana con tre maschi. Lei mi ha guardato con occhi sfatti, poi mi ha tirato a sé e, dopo avermi baciato, ha spalancato le cosce mostrandomi tutta la sborra che colava a fiumi da ciascun orifizio. Mi ha lasciato interdetto quando, con tono deciso, mi ha intimato di leccarla.
«Adesso che ho soddisfatto il suo desiderio, voglio esser leccata, perché voglio che tu assapori la sborra dei maschi che mi hanno appena goduto. Ho bisogno di sapere che mi ami sempre, anche così lordata, e che non ti faccio ribrezzo.»
Son rimasto un attimo titubante e, vista la sua determinazione, mi sono inginocchiato fra le sue cosce e l’ho leccata a lungo, portandola ad avere un ennesimo orgasmo, che ha riversato tutto nella mia bocca, mentre dalle sue labbra continuavano ad uscire parole rivolte a me:
«Sei un cornuto! Un adorabile cornuto, che impazzisce nel leccare la fica della moglie farcita da tutta la sborra che altri maschi le hanno riversato dentro. Vedo che ti piace proprio tanto, e, quindi, da oggi in poi, farò in modo di tornare a casa sempre piena del piacere di chi mi ha montato come una vacca e te la farò leccare tutta, fino all’ultima goccia. Sei veramente il re dei cornuti!»
Avevo le lacrime agli occhi. Ero infinitamente felice nell'apprendere che la mia donna mi aveva ripetutamente cornificato a mia insaputa e che, ora, era determinata a rendermi partecipe di quella sua perversione, che mi eccitava in maniera così forte da farmi avere sempre il cazzo duro. Da quel momento in poi, la nostra vita è cambiata e, oggi, aspetto sempre con ansia il suo ritorno, pronto a leccare il piacere che di sicuro le sgorgherà dalla fica. Ho infatti notato che non sono pochi i maschi che, generosamente, la scopano con vigore, regalandole interminabili momenti di perverso piacere.
È vero: sono il re dei cornuti, ma la cosa mi piace così tanto che non me ne frega per niente.
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2 years ago
baxi18, 55
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La nostra prima chiacchierata
Avevamo un bellissimo rapporto, condividevamo tutto. Ogni aspetto delle nostre vite anche se vivevamo a distanza. Molta distanza: lei est-europea, io italiano. Culture uguali e opposte allo stesso tempo. «Il linguaggio dell'amore è unico», pensavo, prima di aprirmi totalmente a lei. E scoprire che esisteva un mondo ancora inesplorato tutto da vivere. Due giovani poco meno che trentenni con tanta voglia di divertirsi e con molta curiosità innata. Avevamo iniziato una relazione quasi per gioco, come spesso capita, dopo esserci conosciuti su Facebook ed esserci incontrati a Budapest, una notte di marzo del 2010. Poi il gioco è diventato amore e trascorrevamo praticamente insieme tutti i weekend. Grazie a chiunque abbia avuto l'idea di creare compagnie aeree low cost. Un giorno eravamo a casa e usando il suo pc iniziai a curiosare...Trovai una cartella di foto vecchie, di una vacanza in Croazia col suo ex ed un'altra coppia. Lei e la sua amica erano in topless in spiaggia tranquillamente di fronte ai rispettivi compagni. Di primo acchitto ebbi una reazione di gelosia, un pugno nello stomaco e una forte sensazione di calore che mi pervase il corpo dal basso verso l'alto, fino a raggiungere il viso. Chiusi immediatamente il pc e provai a non pensare alla cosa, tanto più che avevo ficcanasato nel suo passato. Rischiavo di rovinare ogni cosa. Esatto, è questo il punto: il sesso a volte, la nudità, l'eros, le fantasie recondite, la passione, la gelosia, l'eccitazione paradossalmente invece di arricchire le relazioni, possono demolirle. Almeno se si è cresciuti nel contesto centro meridionale italiano, dove troppo spesso si giudicano i comportamenti altrui, i gusti sessuali, l'andamento delle relazioni e dove il cattolicesimo categorizza e punisce i peccati. Lei però proveniva da una famiglia, e quindi da un'educazione, essenzialmente laica. Dopo qualche giorno trovai il coraggio di parlarle di quelle foto e lei spiegò che in Croazia era abbastanza normale stare in spiaggia semi nudi, che più in generale non aveva un cattivo rapporto con l'esibizionismo e mi accese come un fiammifero quando chiese se guardare le tette della sua amica mi avessero eccitato. Sentivo di essere ad un punto di non ritorno, speravo non fosse la più classica delle trappole femminili, sospirando e sorridendo dissi di sì. Il vaso di Pandora era appena stato aperto. Sentii di nuovo quel calore su tutto il corpo, ma stavolta era voglia di condivisione ed eccitazione come mai ne avevo provata prima. Mise le mani nei pantaloni e sentì un pisello durissimo e umido, che faticava a starsene nelle mutandine e fuoriusciva dalla parte superiore scappellato. Continuava a chiedermi se tutta questa storia non mi avesse eccitato in modo diverso, mi sussurrava cose a bassa voce intimando di rilassarmi e continuando a chiedermi quanta voglia avessi di lei, giocava con le dita con i fili di precum che fuoriuscivano dal buchino e inondavano la cappella...Poi disse: «Adesso mastùrbati davanti a me, immagina di essere su quella spiaggia, in Croazia, e di essere uno sconosciuto che si è sdraiato e si è eccitato vicino a noi. Fammi vedere, dimostra quanto ti piace questa situazione!». Era una sensazione completamente nuova, incontenibile, forte, un flusso di energia straripante che non riuscivo a controllare. Era abilissima a portarmi a spasso con la mente, creando fantasie e giochi di puro godimento. Lo sperma spruzzò fuori con un getto ad una pressione e ad una velocità impressionante, lei leccò tutto con entusiasmo: sulle mie cosce, sulla pancia, tra le dita della mano, ovunque. Ed eravamo soltanto all'inizio...[continua]
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2 years ago
SingoloBsxNA,
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La mia fidanzata è una puttana!
Mi chiamo Antonio, sono alto1,71, per 75 kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, che sta completando il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta 1,50 per 50kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Siamo una coppia abbastanza affiatata, con un bel gruppo di amici, con i quali, spesso e volentieri, usciamo per vivere serate all’insegna del divertimento e dello svago. Fra di noi c’è una bella intesa e, nel sesso, la trovo sempre soddisfatta da me, che non sono un superdotato. Le piacciono molto i preliminari, in specie quando raggiunge l’orgasmo nel farsi leccare la fica o masturbare a lungo. Quando invece la scopo, aspetto sempre che lei raggiunga l'orgasmo e poi le riverso dentro tutto il mio piacere. È molto brava nel succhiare il cazzo e lo ingoia facilmente, anche perché, come ho detto, il mio non è né troppo lungo e nemmeno troppo grosso, ma questo a lei sembra non dispiacere affatto. Per reciproca comodità, abbiamo deciso di convivere e abitiamo in un miniappartamento, costituito da un angolo cottura, un piccolo salone ed una camera con bagno, il tutto in pochi metri quadri. Ci piace molto vivere assieme e quando, circa sei mesi fa, a seguito della dipartita della nonna materna, ha ereditato una bella villetta a schiera, grande e spaziosa, anche se un po’ datata, abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione per renderla più funzionale ai nostri bisogni, facendola diventare il nostro nido amore.
Per fare questi lavori, ci siamo rivolti ad un geometra, conosciuto da lei per aver fatto dei lavori nel condominio dove abitano i suoi genitori.
Il signor Giuseppe è un uomo sulla cinquantina, ben portati, spalle larghe, mani forti e robuste, dal carattere piacevole ed allegro. Subito si è reso disponibile ad organizzare e realizzare i lavori, che noi avevamo in mente di fare in quella casa. Tutti e tre abbiamo fatto un sopralluogo per stabilire ciò che era assolutamente necessario o urgente da fare: ad esempio il rifacimento di entrambi i bagni, la sostituzione delle tubature e della caldaia, posta in una piccola nicchia esterna, su uno dei due ampi terrazzi; questo avrebbe inevitabilmente comportato il rifacimento dell’intero pavimento del salone, sotto cui sarebbero passate le tubature. La volta successiva, ci siamo trovati ancora in quell'appartamento insieme a lui e ad una squadra di cinque persone, di cui lui si avvale per realizzare ristrutturazioni e dove ciascuno è esperto in un apposito settore. Mi sono trovato davanti cinque persone dall’aspetto imponente e massiccio. La particolarità consisteva nel fatto che erano tutti rumeni e, premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di queste persone, il loro modo di fare mi ha subito messo in allarme: fra essi vi era molta intesa e, soprattutto, tutti, nessuno escluso, staccava gli occhi dal corpo della mia fidanzata. Lei quel giorno indossava un semplice paio di jeans attillati ed un maglioncino che le modellava il seno; a completamento della mise, un semplice paio di scarpette da ginnastica, la rendevano, nell'insieme, una gradevole e bella visione; essi hanno posato a lungo gli occhi sul corpo di lei, che non credo abbia notato tutto questo interesse, in quanto presa dal parlare con il geometra e, di volta in volta, a seconda dell’argomento, con ciascuno dei cinque, mentre gli altri quattro se la mangiavano con lo sguardo.
Li osservavo, stando un po’ in disparte e, dentro di me, ho sentito una strana inquietudine, un misto di sensazioni contrastanti, che andavano da una folle gelosia ad una terribile eccitazione; sensazioni altalenanti che proprio non riuscivo a conciliare e tenere a freno. I cinque erano comandati da Dimitri, il più imponente di loro, colui che, in pratica, aveva creato quell’insieme di maestranze per realizzare ogni tipo di lavori. Subito dopo di lui c’era Pavel, forse il meno imponente fra i cinque e, a seguire, Igor, l’esperto d'idraulica e, sicuramente, quello dall’aspetto un po’ più inquietante, avendo le braccia coperte da tanti tatuaggi ed i capelli quasi rasi a zero. Il quarto, dal nome impronunciabile, che tutti chiamavano semplicemente Pietro, era il più taciturno, ma, nello stesso tempo, era quello che non smetteva un solo istante a mangiarsi la mia ragazza con lo sguardo. Infine Andrei, che non ho capito quale fosse la sua mansione, era sicuramente quello più loquace, che chiedeva sempre a Sara il parere su ogni cosa. Dopo aver stabilito tutto quanto, abbiamo dato inizio ai lavori, che si sarebbero dovuti protrarre per circa una decina di giorni. Dopo circa tre giorni, ci chiama Giuseppe, il geometra, e ci prega di passare a casa essendo giunto il momento di scegliere i materiali da sistemare nel bagno ed il pavimento del salone. Era una giornata particolarmente calda, io indossavo un paio di pantaloncini corti, e una semplice T-shirt, mentre Sara indossava un vestito leggero, bianco abbastanza trasparente, dove sotto si intravedeva, l’intimo bianco che, anche se non particolarmente sexy, la rendeva comunque un conturbante vedere. Giunti nella casa, abbiamo trovato solo il cinque personaggi sopra descritti e, subito, si sono attivati a spiegare, rivolgendosi soprattutto a lei, le scelte a farsi. Per prima cosa, ci hanno mostrato le mattonelle del pavimento del salone e, per fare questo, hanno invitato Sara ad avvicinarsi alla grande finestra, da cui proveniva molta luce, nonché il sole, elemento fondamentale per valutare il riflesso sulla mattonella. Lei non si è resa conto che, posizionatasi con la mattonella, fra loro ed il sole e piegandosi in avanti, il suo vestito è divenuto ancora più trasparente. Vista in controluce, si potevano intravedere benissimo le sue splendide forme, il suo meraviglioso culo che, anche se era coperto da una casta mutandina, era comunque un gran bel vedere. Anche in quest’occasione, ero leggermente più indietro rispetto agli altri, che le stavano tutti intorno ad attendere la sua decisione. Quando lei si è abbassata sulle ginocchia, per cambiare una mattonella con un’altra, il vestito è leggermente salito ed una bella porzione delle sue splendide cosce bianche è stata esposta alla vista di tutti. Tutti si sono guardati e, in particolare, Igor e Pavel, si sono scambiati un’occhiata d’intesa, mentre, a mia volta, in quel momento ero di nuovo assalito da quelle sensazioni contrastanti, che assumevano sempre più il sapore di un misto di gelosia/eccitazione nell'osservare di quanto desiderio fosse oggetto la mia fidanzata. Anche Dimitri la guardava da vicino e, forse, tra i cinque è stato quello che, essendo davanti a lei, ha goduto di più dello spettacolo offerto dalle sue cosce, al punto che, quando si è girato verso gli altri, ho visto che si inumidiva le labbra con la lingua; ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di notare un notevole rigonfio all'altezza del pacco; inoltre, guardando verso gli altri, ho notato che anch'essi avevano i pacchi gonfi e, questo, dentro di me, non ha fatto altro che aumentare il mio senso di inquietudine.
Dopo il salone, siamo passati al bagno, il più grande dei due; oltre a Sara, sono entrati Dimitri, Pavel e Andrei, mentre gli altri due si sono fermati sulla soglia, con me dietro che, a malapena riuscivo a vedere quello che succedeva dentro. Mentre parlavano, Dimitri l’ha fatta posizionare nell’angolo dove sarebbe stata installata la doccia che, creata in muratura su tre lati, era opportuno stabilirne le dimensioni.
«Signorina, venga qui, immagini di essere all’interno della sua doccia e ci dica se lo spazio creato sia sufficiente.»
Nel dire questo, lei si è ritrovata con Pavel sul lato destro, che simulava essere una parte del muro, mentre Andrei, era l’altro muro sul lato sinistro, mentre Dimitri le stava davanti. Vederla stretta fra quei tre grossi maschi, ho sentito crescere la mia erezione che è diventata insostenibile quando Dimitri le ha chiesto di fare un ulteriore esperimento.
«Signorina, immagini che le è caduto il sapone e si abbassi per raccoglierlo; così avremo modo di accertare se lo spazio è sufficiente.»
Quando Sara si è abbassata, chinandosi davanti a lui, il suo culo è andato a sbattere contro il pacco gonfio di Pavel, che è sì rimasto immobile, ma in ogni caso le ha fatto sentire fra le chiappe la consistenza del suo membro, perché lei, dopo un attimo di indecisione, si è girata e, nel fare quel movimento ha strusciato anche contro il pacco gonfio di Andrei. Allora si è abbassata ancora, sempre fingendo di raccogliere il sapone e, a quel punto, si è trovata davanti alla faccia il grosso pacco di Dimitri, che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei, dopo essere rimasta un attimo immobile ed abbassata in mezzo a loro, si è sollevata rossa in viso: è uscita da quello strano angolo, visibilmente turbata. È venuta verso di me e, senza guardarmi in volto, ha detto che andava tutto bene e si è avviata verso la porta. Essi sono rimasti tutti in silenzio, ma, nel venire verso di me, sicuramente Dimitri si è accorto che il mio cazzo era duro come il loro, anche se era evidente che le loro dotazioni erano più generose delle mie. Durante il viaggio di ritorno verso casa, nessuno di noi due ha aperto bocca e, quando le ho chiesto se andava tutto bene, lei si è girata verso di me con aria assente e, senza guardarmi negli occhi, mi ha detto che era tutto a posto. Due giorni dopo, il geometra ci chiede se possiamo passare per decidere la sistemazione dei vari sanitari in entrambi i bagni, ma io sono impossibilitato a farlo perché impegnato nel mio lavoro e, quindi, chiedo a Sara se, durante la pausa pranzo, fissata fra le 13:00 e le 15:00, può andare lei per decidere quello che era opportuno. Preso dal lavoro, non mi rendo conto nemmeno che ho chiesto alla mia ragazza di tornare a farsi ammirare da quei cinque maschi e, solo a sera, di ritorno a casa, la vedo un po’ confusa, assente, ma in ogni caso, allegra e felice. Le chiedo il motivo di tale soddisfazione e lei, dopo aver tentennato un attimo, quasi inseguendo un suo pensiero, mi risponde che la casa sta divenendo veramente bella e che non vede l’ora di poterci vivere insieme. Il resto della serata si svolge nella solita maniera, e dopo cena, mentre lei segue un reality in tv, io, stanco per la dura giornata di lavoro, decido di andare a letto. Mentre sono in bagno e mi sto lavando i denti, la mia attenzione viene attratta da un piccolo dettaglio che spunta dalla cesta dei panni sporchi. Incuriosito mi avvicino e, sollevato il coperchio, vedo che il piccolo cintino nero che fuoriusciva dalla cesta, non era altro che parte del reggiseno a balconcino di pizzo nero che le ho regalato per il suo ultimo compleanno. Incuriosito ho osservato meglio sia quell’indumento che il piccolo perizoma nero, ad esso abbinato e presente nella cesta. Quando ho controllato il perizoma, ho potuto osservare che la parte che è a contatto con la fica era completamente ricoperta dei suoi umori, quasi a significare che doveva aver vissuto un momento di libidine talmente intenso da averle provocato la emissione di abbondanti umori che avevano letteralmente intriso quell’indumento. L’ho annusato ed ho sentito forte l’odore di femmina di cui era impregnato. Senza neanche rendermene conto, l’ho immaginata in mezzo a quei cinque maiali, che la guardavano, la toccavano, la facevano godere come una troia. Il mio cazzo è diventato durissimo, quasi a farmi male. Portata la stoffa alla bocca, l'ho leccata e succhiata avidamente, poi, senza neanche rendermene conto, mi sono segato in maniera furente, ricoprendo l’indumento con una sborrata colossale. Ero sfinito. La sensazione provata era stata sconvolgente. Dentro di me, non riuscivo a comprendere quello strano cambiamento che stavo maturando nei confronti della mia fidanzata: una parte di me, la voleva casta e pura, mentre un'altra parte desiderava che fosse la più troia delle puttane, la più zoccola delle vacche mai vissuta sulla terra. Turbato, me ne sono andato a letto, con la mente stravolta da mille pensieri. Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno terribile, popolato da tanti cazzi tutti intorno alla mia Sara, che se li godeva e succhiava uno dopo l’altro, mentre loro ridevano di me, e mi davano del cornuto! Mi sono svegliato di soprassalto, ed ho visto lei che dormiva tranquillamente; stranamente mi sono ritrovato ancora con il cazzo duro. Ho cercato di riaddormentarmi, ma, alla fine, sono andato in bagno e, dopo aver preso di nuovo le sue mutandine ed averle avvolte intorno al mio cazzo, mi sono segato ancora, immaginandola scopata da tanti maschi. Sfinito sono tornato a letto. Il giorno successivo, mi ha chiamato di nuovo Giuseppe, il geometra, dicendomi che vi era un problema nella collocazione di uno dei mobili del bagno più piccolo e mi ha chiesto se era possibile fare insieme un sopralluogo. Ho cercato di contattare Sara, ma risultava irraggiungibile e, quando l'ho cercata in azienda, una sua collega mi ha detto che aveva preso due ore di permesso. Ho richiamato il geometra e gli ho dato appuntamento nel mio appartamento. Siamo arrivati quasi insieme davanti al palazzo e, quando siamo entrati dentro casa, ho sentito uno strano silenzio, rotto solo da strani rumori che provenivano da quella che era la vecchia camera da letto della nonna di Sara. Ho guardato Giuseppe che ha stretto le spalle senza dir nulla e, insieme, ci siamo avviati verso quella camera. Quando ho aperto la porta, ho visto una cosa che mi ha fatto gelare il sangue: Sara era nuda su quello che era il vecchio letto di sua nonna ed era alle prese con tutti e cinque gli uomini, che dovevano essere lì per fare i lavori dentro casa.
Ciascuno le stava offrendo il proprio cazzo da succhiare, mentre era impalata su quello di Dimitri che, dal basso, la pompava sbattendola alla grande.
Sono rimasto basito, ma nello stesso tempo, ho sentito forte un’erezione quasi dolorosa, che non è sfuggita ad Giuseppe.
«Aveva ragione Dimitri, nel dire che sei un cornuto, cui piace vedere la sua donna sbattuta e sfondata da altri maschi. Guarda come ti tira il cazzo! E allora, cornuto, tiralo fuori, perché adesso mi voglio godere anch’io quella puttana della tua fidanzata.»
Sono rimasto immobile a guardarla, mentre lei era così presa dal godere che quasi non ha notato la mia presenza. Anzi Giuseppe, dopo aver tirato fuori il cazzo, l'ha spinta a distendersi sul petto di Dimitri e, scavalcando le gambe di lui, glielo ha infilato dritto nel culo. Lei ha emesso un grido quasi strozzato, perché aveva la bocca piena di un altro cazzo, mentre gli altri due si stavano facendo masturbare da lei, che teneva i loro cazzi uno per mano. Ero furioso, ma nello stesso tempo tremendamente eccitato e, senza neanche rendermene conto, ho iniziato a segarmi e son subito schizzato. Pavel, quando mi ha visto sborrare, si è messo a ridere:
«Ragazzi! Guardate il cornuto: appena si è toccato il cazzo, è subito schizzato. Accidenti! È così eccitato nel vedere la sua donna godere in mezzo a noi, che sborra appena si tocca.»
Sara, si è tolta per un attimo il cazzo che aveva in bocca, si è girata verso di me ed i suoi occhi esprimevano l'implorazione di non far niente per interrompere quello che stava facendo. Dentro di me, in quel preciso momento, mi son subito reso conto che ciò che stavo vedendo era ciò che realmente volevo: avere una fidanzata e, di certo futura moglie, molto troia. Ciascuno di essi le ha sfondato il culo e la fica, riempendola di sperma fino all’ultima goccia, poi, quando tutti si son sentiti soddisfatti ed io ero venendo tre volte, masturbandomi, Dimitri e Giuseppe sono venuti verso di me e mi hanno dato una pacca sulla spalla.
«Complimenti! La tua donna è una vera vacca da letto! Ci ha fatto godere tutti e sei e, sicuramente, se ce ne fossero stati altri, li avrebbe spremuti fino all’ultima goccia. Adesso, per completare l’opera, dovresti inginocchiarti fra le sue cosce e leccare tutta la sborra che sta colando dai suoi buchi. Sei un bravo cornuto e quindi spetta a te lenire l’arrossamento che le abbiamo provocato, per averla scopata così intensamente.»
Non hanno aggiunto altro e sono usciti, lasciandoci soli. I miei occhi hanno incrociato quelli di Sara, che ha abbassato lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio totalmente sorpreso ed irretito. Per un lungo istante siamo rimasti in silenzio: ero indeciso sul come comportarmi, poi mi sono avvicinato ed ho visto il suo corpo cosparso di sborra, i suoi buchi dilaniati e slargati, da cui fuoriusciva tutta la sborra che le era stata riversata dentro. L'ho guardata negli occhi ed i miei hanno scorto nei suoi la soddisfazione e l'appagamento da cui erano pervasi. Quando mi ha rivolto la parola, il suo tono era incerto e la voce tremolante.
«Scusami amore! Non sono riuscita a resistere alla tentazione di provare come sarebbe stato concedermi a questi cinque maschi superbi che, con i loro cazzi enormi e duri, mi hanno fatto godere fino allo sfinimento. Capisco che sarò giudicata una puttana, una troia che ha tradito, ma devi capire che questo è il mio temperamento ed è più forte di me; è una cosa cui non so resistere. Io ti amo e i miei sentimenti per te sono fortissimi; tutto quello cui hai appena assistito è solo sesso, appagamento del corpo che, di tanto in tanto, desidera sconfinare e godere con un vero maschio. Tu mi piace moltissimo, il tuo modo di scopare è dolce, delicato e mi fa anche godere, ma la mia indole mi fa avvertire forte il desiderio di sentirmi usata, sfondata e slabbrata da uno o più cazzi che mi fanno godere proprio tanto. Se tutto ciò non è da te gradito, possiamo anche finire qui la nostra storia, altrimenti vieni fra le mie braccia e godiamo insieme del piacere che tutto questo ci potrà dare in futuro. Ho visto come e quanto ti sei masturbato, quindi sono convinta che la cosa, in qualche modo, sia piaciuto anche a te.»
L’ho guardata, l’ho baciata ed ho sentito il sapore del seme di tutti quelli che l’avevano riempita di sborra in faccia, in bocca e su tutto il resto del corpo. Mi è piaciuto molto ed ho sentito, dentro di me, che era quello che volevo e così, da quel momento, la nostra storia ha avuto una profonda trasformazione ed entrambi abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a vivere esperienze che non credevamo possibili.
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2 years ago
baxi18, 55
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Un marito complice. un brivido sconosciuto.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze, vissute sempre con gran soddisfazione di entrambi e magistralmente organizzate da Paolo, che ha dato esempio della sua abilità nel curare la regia in queste situazioni, voglio raccontarvi di quella volta in cui il nostro gioco è stato artefice di un brivido piuttosto particolare. Eravamo per caso in una grande città e Paolo aveva notato che vi era un cinema a luci rosse.
«Che ne dici di andarci e vedere cosa succede quando ti porto lì dentro, vestita da troia?»
Il solo pensiero di un'avventura di questo tipo mi ha fatto immediatamente bagnare e così ho accettato. La sera siamo usciti con me vestita da troia. Indossavo una mini, che più che una gonna sembrava una maxi cintura, calze autoreggenti e tacchi esagerati. Un top leggero elasticizzato che, a malapena, mi copriva il seno. Ovviamente non indossavo alcun indumento intimo e le mie labbra, ma anche il trucco in generale, era particolarmente marcato, proprio da puttana da strada. Lungo il breve tragitto, dal parcheggio al cinema, ho sentito addosso gli sguardi dei maschi che incrociavo e già questo mi ha eccitato in maniera sconvolgente. All’ingresso, quando abbiamo preso i biglietti, una donna anziana, molto truccata, mi ha guardato in maniera un po’ sorpresa, perché era evidente che stavamo entrando per far di sicuro qualche porcata. Ci siamo seduti e per un po' siamo rimasti da soli, ma, appena iniziato il film, dove una troia bionda si faceva subito scopare da quattro maschi, siamo stati raggiunti da un giovane, che si è seduto accanto a me. Paolo mi ha accarezzato il seno e lentamente ha abbassato l’elastico del top, scoprendolo. Il giovane ha subito guardato i miei seni scoperti con i capezzoli duri ed in bella mostra. Allora si è fatto audace ed ha allungato una mano per accarezzare un seno. Io sono rimasta immobile e, visto che anche Paolo non diceva nulla, lui ha preso ad accarezzarmi entrambe le tette e a succhiare i capezzoli, provocandomi gemiti di piacere soprattutto quando, con una mano, ha preso ad accarezzarmi le cosce. Mi succhiava le tette e, nello stesso tempo, mi accarezzava le cosce, provocandomi gemiti ancor più intensi, mentre Paolo guardava. Ad un tratto mi ha baciato e, dopo avermi fatto leggermente spostare ed aprire le gambe, la sua mano si è spostata sotto la minigonna e si è reso conto che avevo la fica bagnata. Ha preso a masturbarmi vigorosamente e, ben presto, ho avuto un orgasmo molto intenso. Ero così presa dal piacere che ho perso il contatto con la realtà. Altre due mani, da dietro, mi avevano afferrato i seni e, girata la testa, ho visto una persona che si sporgeva in avanti ed ora mi strizzava i capezzoli, procurandomi fremiti di piacere. L’altro, intanto, si era inginocchiato fra le mie cosce ed aveva preso a leccarmi la fica, facendomi raggiungere in breve un forte livello di eccitazione. Ho sentito l’orgasmo esplodere nel mio corpo, così ho appoggiato le mani sulla sua testa, schiacciandola contro la mia fica. Gli ho riversato in bocca tutto il mio piacere, mentre i miei gemiti erano coperti da quelli emessi dalla protagonista del film, che godeva schiacciata sotto tre maschi che le riempivano tutti i buchi. Ad un tratto, quello che mi stava torturando i capezzoli, ha detto qualcosa a Paolo che subito ha accettato e, in un attimo, ci siamo alzati e spostati al di là di una grossa e pesante tenda rossa. Superata una porta, ci siamo trovati nella zona toilette e, dietro di me, oltre mio marito, c’erano altre tre persone: il giovane che mi stava leccando ed altri due, più maturi. Il giovane mi ha messo in mano il suo cazzo grosso e duro, che ho accarezzato delicatamente. Intanto, gli altri due hanno tirato fuori anch'essi due verghe tese e dure. Mi hanno fatto piegare a 90° e, subito, mi sono trovate le loro cappelle fra le labbra. Si alternavano nella mia bocca, mentre il giovane si è di nuovo inginocchiato dietro di me, riprendendo a leccarmi la fica. Mi stavano facendo impazzire, perché oltre a succhiare i loro cazzi, uno di loro mi stava torturando i capezzoli e, con una mano allungata davanti, mi torturava il bottoncino. Ho goduto di un orgasmo intenso che mi ha fatto tremare tutta. Ad un certo punto, il giovane mi ha aperto di più le gambe ed ha iniziato a spingere il cazzo nella mia figa. Ho guardato Paolo, cercando di capire se non fosse, o meno, il caso di fermare il gioco, in quanto nessuno di noi, né loro avevano dei preservativi, ed io, in quel periodo, non ero protetta perché ero nel mese in cui avevo deciso di sospendere la pillola.
«Amore, questo intende scoparmi; non sarebbe il caso di smettere? Vuoi che mi scopi così, a pelle?»
Lui evidentemente era eccitato dal gioco e non si è ricordato di questo dettaglio.
«Se ti va, fatti pure scopare!»
Il giovane, con una spinta veloce, è entrato nella mia fica e mi scopava con tanto trasporto. Stavo gemendo e mi sono girata verso di lui, guardandolo.
«Non mi venire dentro, sta attento, per favore: non sono protetta.»
Lui mi stava scopando più forte ora ed io gemevo ad ogni spinta del suo cazzo duro, mentre continuavo a succhiare gli altri due. Ero così eccitata che sono venuta molto velocemente e poi, mentre stavo venendo per la seconda volta, lui ha avuto un lungo sussulto.
«Ora ci sono quasi.»
Aveva intensificato il ritmo della scopata ora e, mentre io stavo ancora venendo, l’ho implorato di farlo in maniera ancora più forte.
«Fottimi! Fottimi più forte! Sto per venire!»
Lui ha aumentato il ritmo e, ad un tratto, mi sono resa conto che stava per sborrare.
«Non mi venire dentro! No! Attento!»
Ma lui ha spinto completamente il suo cazzo nella mia fica ed ha iniziato a sborrare dentro di me. Ha sparato molti getti caldi di crema direttamente nella mia fica. Ha emesso un urlo che non aveva nulla di umano quando è venuto dentro di me; ha spinto il suo cazzo più a fondo possibile così da inondare il mio utero con il suo sperma caldo. Ho guardato Paolo, interdetta, senza fiato.
«Oh mio Dio, mi è venuto dentro, tesoro!»
Subito dopo si è sfilato da me ed un rivolo di sborra ha cominciato a colare lungo le mie cosce, ma è stato subito sostituito da uno dei due maturi che, senza esitazione mi ha spinto con forza il suo cazzo dentro. L’ho sentito entrare fino in fondo e dilatare ancor più le pareti della mia fica, perché la sua circonferenza era decisamente superiore a quella del giovane.
«Che vacca! Che troia stupenda! È così calda da far impazzire!»
Ha preso a fottermi in maniera quasi violenta, con colpi possenti e profondi, che mi facevano letteralmente sobbalzare. Ho goduto anche con lui di un orgasmo molto forte, che urlato a bocca piena, perché avevo tutto in gola il cazzo dell’altro maturo. Paolo mi guardava estasiato e scattava foto con il cellulare per immortalare quei momenti incredibili. Ero presa dal piacere e, ad un tratto, ho sentito anche quest’altro maschio piantarsi con forza dentro di me e riempire di nuovo la mia vagina di sperma.
«Cazzo, vengo! Ti sborro dentro, vacca!»
Un’ondata di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui continuava a dare dei colpi che provocavano la fuoruscita della sborra che mi stava riversando dentro. Ho avuto un brivido incredibile, un misto di piacere/terrore nello stesso tempo, perché mi rendevo conto che potevo restare incinta di questi due sconosciuti. Dopo avermi farcito per bene, il tizio si è sfilato da me e subito è stato sostituito dal terzo che, dopo avermi passato il cazzo lungo lo spacco della fica, ha appoggiato la cappella al mio culo e, con una spinta decisa, mi è entrato tutto dentro.
«Questa vacca è troppo dilatata davanti, così mi voglio godere il suo culo!»
L’ho sentito scivolare tutto dentro e anche lui ha preso a pomparmi con forza, mentre l’altro si è presentato davanti alla mia bocca e mi ha chiesto di pulirgli il cazzo, ancora sporco della sborra che mi aveva riversato in fica. Mi sentivo sconvolta, mentre godevo nel farmi inculare con forza da questo maschio rivelatosi determinato ed autoritario. Mentre mi pompava il culo, ad ogni affondo sentivo colare la sborra dalla fica lungo le cosce. Fortunatamente non è durato molto e, con un grugnito da maiale, mi ha riversato in culo tutto il suo piacere.
«Sborro! Sborro in questo culo stupendo! Ti sto inondando il culo, vacca!»
Al sentire quell'ondata di sperma invadere il mio retto, ho avuto un ennesimo orgasmo, mentre continuavo a succhiare l’altro che, a sua volta, bloccatami la testa e movendosi velocemente, mi ha sborrato in bocca.
«Bevi troia! Ingoia tutto! Sei una puttana meravigliosa!»
Si sono entrambi sfilati da me e, dopo aver rivolto uno sguardo di gratitudine verso Paolo, si sono complimentati con lui per quanto io fossi troia.
«Complimenti, cornuto! La tua vacca ci ha fatto davvero godere e, se ti va di farcela montare ancora, non hai che da portarla qui.»
Poi se ne sono andati, lasciandomi appoggiata al lavabo; ho guardato Paolo e, con voce incerta, perché ancora in preda al piacere, mi sono avvicinata a lui e, dopo averlo baciato, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Mi sono venuti dentro e spero di non essere nel mio periodo fertile, perché mi hanno letteralmente farcito l’utero. Potrebbero avermi ingravidata.»
Lui mi ha guardato ed ha scosso la testa, poi, sorridendo, mi ha abbracciato e baciato.
«Mi piaceva troppo guardare mia moglie a gambe aperte ed un altro uomo che la scopava; qualora ti avessero ingravidata, decideremo cosa fare al momento.»
Poi ce ne siamo andati e, recuperata la nostra auto, siam tornati in albergo. Mio marito era particolarmente eccitato, perché continuava a tener due dita piantate nella mia fica piena della sborra, riversatami dentro da due sconosciuti. Quando sono scesa dalla vettura, ho notato che c’era una grossa macchia sul sedile, anche se la maggior parte dello sperma era ancora nella mia fica. Giunti in camera, volevo farmi una doccia, ma lui mi ha letteralmente sbattuto sul letto e, dopo essersi inginocchiato fra le mie cosce, ha preso a leccare tutta la sborra che ancora colava e, quando ho avuto un ennesimo orgasmo, lui, di colpo, mi ha penetrato e pompato con forza, facendomi godere ancora, fin quando, con un grido, mi ha sborrato dentro anche lui. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, in silenzio, poi sono andata a farmi una doccia e, nei giorni a seguire, ripensavo a quella strana avventura, che mi aveva provocato emozioni davvero forti, ma, nello stesso tempo, così tanta ansia per timore di una gravidanza non opportuna. Fortunatamente così non è stato, ma ricordo questa avventura come una di quelle che più mi hanno sconvolto. Da quella volta, non ho più scopato con nessuno se non ero ben protetta o se il lui non indossava un preservativo. È stata un’imprudenza, andata bene solo per fortuna, che ci ha procurato brividi strani, ma anche tanto piacere a me e mio marito. Ancor oggi, quando vedo che non è particolarmente su di giri, mi basta sussurrargli all'orecchio che potrei farmi ingravidare da uno sconosciuto, che subito il suo cazzo diventa di marmo
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2 years ago
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Un marito complice. mi fa esibire in vacanza.
Sono ancora Lucrezia di 36 anni e da sei sposata con Paolo, che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze vissute sempre in maniera stupenda e magistralmente organizzate da Paolo, che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in vacanza in Croazia. Tutto è avvenuto perché, a causa della pandemia e tanti altri impegni personali lavorativi, lo scorso anno ci siamo trovati senza aver prenotato nessun tipo di vacanza, in nessun luogo. All’ultimo minuto, Paolo ha trovato un miniappartamento a Rovigno, in Croazia. Siamo partiti il sabato mattina e, dopo un bel viaggio, durante il quale lui mi ha sempre e continuamente stuzzicata ed esibita a tutti i camionisti che abbiamo incrociato, siamo arrivati a destinazione. Il gioco fatto durante il viaggio, per il quale mi aveva fatto indossare una mini nera, è un piccolo top giallo quasi trasparente, mi aveva eccitato molto e sicuramente ha eccitato tutte le persone che abbiamo incontrato. Giunti a destinazione, appena preso possesso del nostro miniappartamento, gli sono letteralmente saltata addosso e mi sono fatta scopare in piedi appoggiata al davanzale della finestra. Mi ha chiavato con forza e vigore, facendomi godere molto. Ero così eccitata che lo provocavo ancora di più.
«Porco maiale! Ti sei divertito ad esibirmi a tutti quelli che abbiamo incontrato. Sei un porco maiale, che gode nel mettere in mostra la sua puttana. Adesso chiavami con forza e fammi godere, altrimenti esco fuori e mi scopo il primo che passa.»
Naturalmente lui non si è fatto pregare. Mi ha pompato a lungo e bene e, alla fine, quando è stato il momento di sborrare, mi ha fatto inginocchiare davanti a lui e mi ha riversato in gola tutto il suo piacere. Fatta una bella doccia, abbiamo deciso di girare un po’ per Rovigno. La cittadina era meravigliosa e la serata abbastanza calda, con molta gente a passeggio. Ho notato anche molte donne che indossavano abiti abbastanza corti e il gioco dell’esibizionismo era quello più diffuso. Anche lui ha notato subito quanto fosse intrigante vedere le signore che si esibivano nei posti più disparati, in pubblico, nei bar o nei ristoranti e questo ha sicuramente ispirato mio marito. Quella sera siamo andati subito a letto, stanchi del viaggio e il mattino dopo, siamo andati a trovare un posto di cui avevamo sentito parlare: Punta Kryzia. Trovato questo angolo di paradiso, mi sono subito denudata ed ho potuto constatare quante coppie e singoli, tutti nudi, si dedicavano al piacere sessuale nella più completa libertà. Anch’io, alla fine del giorno, non ho resistito al piacere di fare un bel pompino a mio marito, che era eccitato come un cavallo. È stato bello esibirmi davanti ad altre persone e, alla fine, quando lui ha riversato nella mia bocca tutto il suo piacere ed io l’ho ingoiato, in quel momento è scoppiato un piccolo applauso delle persone che, messi in cerchio intorno a me, avevano assistito alla mia performance. Siamo tornati in casa e, dopo una bella doccia, siamo usciti per andare a cena in un ristorante. Per l’occasione Paolo mi ha chiesto di indossare una camicetta senza intimo sotto, tenuta chiusa solo con tre bottoni che, a malapena, resistevano alla pressione esercitata dalle mie tette libere, solo parzialmente nascoste dal tessuto. Sotto avevo una mini elasticizzata che modellava perfettamente il mio splendido culo. Niente calze, perché la serata era molto calda, e, ai piedi, dei sandali color argento con il tacco molto alto, mi permettevano di muovermi facendo ondeggiare in maniera molto provocante il mio splendido culetto. Abbiamo cenato in un piccolo ristorante dove vi erano molte persone ed ho potuto notare lo sguardo di alcuni maschi che si erano posati su di me. Ero consapevole che Paolo intendeva davvero esibirmi. In più occasioni mi ha chiesto di accavallare le gambe e poi scavallarle lentamente, mostrando la mia micetta già bagnata fradicia. Soddisfatto del risultato, siamo usciti e ci siamo messi a passeggiare per la città, fin quando siamo entrati in un piccolo bar, dove c’era musica live. Poiché tutti i tavoli all’esterno erano occupati, ci siamo seduti appoggiati al bancone, su dei sgabelli alquanto alti, che mi permettevano di mostrare ancora di più le mie splendide cosce. Dall’altro lato del bancone c’era un bell’uomo sulla quarantina, che indossava una T-shirt nera con il logo del bar. Aveva i capelli parzialmente grigi e, quando ci ha servito i nostri drink, ha indugiato a lungo sul solco delle mie tette. Paolo ha notato che il barista si sforzava di vedere il mio seno e, con un lieve sussurro me lo ha fatto notare ed io gli ho risposto che avevo avuto la sua stessa identica impressione. Ha finto di sorseggiare ancora un po’ il drink e poi mi ha chiesto cosa ne pensassi.
«Cosa ne pensi? Potrebbe esser parte integrante di un nostro gioco?»
Io ho dato un’ulteriore occhiata all’individuo che continuava ad orbitarmi attorno, i continuando a sbirciare all’interno della mia camicetta, e gli ho risposto che era un bel maschio, interessante. Allora Paolo si è avvicinato ancora di più e mi ha dato un suo suggerimento.
«Ho pensato che forse non ti sarebbe dispiaciuto aumentare la sua visuale, aprendo un altro bottone.»
Incuriosita dal gioco, gli ho chiesto se voleva che io gli facessi vedere le mie tette, e lui mi ha risposto che solo un paio di bottoni sarebbero bastati. Intrigata dal gioco, ho fatto notare che due bottoni gli avrebbero mostrato la gran parte dei miei seni. Lui ha sorriso ed ha continuato a sorseggiare il suo drink; così, mentre il tizio era girato di spalle, con un’abile mossa, ho aperto altri due bottoni, lasciandone solo uno a tener chiusa la mia camicetta. Era quasi superfluo, perché, da come ero seduta sullo sgabello e, piegandomi leggermente, in modo che la camicetta si aprisse, gli avrei mostrato abbondantemente i miei seni, ma non fino ai capezzoli. Lui ha apprezzato e, compiaciuto, ha osservato la reazione del tizio.
«Sì, così va bene, tesoro.»
Poi ha richiamato l’attenzione del barista ed ha chiesto un altro drink. Lui si è avvicinato a noi due per la nuova ordinazione e subito ha notato quanto poteva. Ovviamente mi sono leggermente chinata per mostrargli la maggior parte delle mie tette nude. Il tizio ha sorriso e, a bassa voce, ha aggiunto che era uno spettacolo veramente bello da vedere. È rimasto affascinato dalle mie tette e, in un momento in cui eravamo solo noi tre appoggiati al bancone, lui, dopo avermi dato un’occhiata, si è girato verso di me e, con una certa discrezione mi ha fatto una proposta.
«Apri il terzo bottone per me, ora.»
Ho guardato Paolo che ha annuito e così ho aperto il terzo bottone, lasciando i miei seni in completa bella vista. Il barista è stato lì un minuto, guardando le mie tette nude e, sotto quell'assidua osservazione, i miei capezzoli sono diventati ancor più duri. Li ha ammirati per un lungo istante, poi si avvicinato a me e mi ha sussurrato che la porta in fondo, a sinistra, era quella del bagno. Ho guardato Paolo che ha annuito e così mi sono alzata dallo sgabello ed ho varcato quello porta. Sono rimasta oltre una mezz’ora chiusa in quel locale e, quando sono tornata, Paolo mi ha guardato con occhi carichi di desiderio e, dopo avermi presa per mano, siamo usciti dal locale e, senza dire una parola, ci siamo velocemente incamminati verso casa nostra. Appena arrivati, lui mi ha appoggiato al muro e mi ha baciato con forza; la sua mano è scivolata sotto la mia gonna ed ha trovato la mia fica che stava ancora grondando del seme di quel maschio. Mi ha scopato all’istante, in piedi, come una puttana e, dopo aver raggiunto un veloce orgasmo e avermi sborrato dentro, si è placato, ci siamo spogliati e, sdraiati sul nostro letto, ha voluto un dettagliato racconto di quello che era successo nel bagno.
«Stavo entrando nel bagno e, mentre camminavo lungo il corridoio, lui mi ha fermato e, per un minuto, abbiamo parlato; i miei seni erano scoperti davanti a lui, che ha iniziato a stringerli fra le mani. Ci ha giocato un po', accarezzandoli e mi ha anche succhiato i capezzoli. Ero molto eccitata da questo insolito gioco, dove tu non eri presente, ma ero sicura che ti stava eccitando lo stesso. Mi ha baciato forte ed io ho ricambiato il bacio; ho potuto sentire che il suo cazzo premeva sul mio inguine, perché me lo strofinava sulla fica. Anch'io mi sono strofinata contro di lui e lo sentivo completamente duro. La mia fica era molto bagnata e lui ha allungato la mano ed ha potuto accertarlo.
“Sei bagnata fradicia! Sei proprio una zoccoletta in cerca di cazzo!”
Senza aggiungere altro, anziché entrare in bagno, mi ha spinto dentro un’altra porta che era un ufficio e, dopo avermi appoggiato alla scrivania, voltata di spalle e piegata a 90°, ho sentito una grossa verga penetrarmi fino in fondo e, mentre mi teneva per i fianchi, mi ha preso a stantuffare con forza, facendomi godere moltissimo. Sono venuta almeno tre volte e anche lui era quasi al limite, perché l’ho sentito pomparmi con un ritmo maggiore, per, infine, rimanere immobile, piantato dentro di me.
“Cazzo che troia che sei! Adesso ti farcisco, ti inondo la fica per la contentezza del cornuto che ti sta aspettando al bancone.”
«Ho sentito un’ondata di calore riempire la mia vagina e poi lui si è sfilato da me e, dopo avermi fatto inginocchiare, mi ha infilato in bocca la sua bella verga ancora turgida.»
“Lecca e pulisci tutto, perché voglio che il cornuto assapori anche dalla tua bocca il piacere della mia sborra.”
«Il resto lo sai e vedo che questo gioco ti ha particolarmente eccitato, perché ora hai di nuovo il cazzo duro.»
Paolo non ha aggiunto altro, mi ha trascinato su di sé ed io mi sono impalata di nuovo sul membro di mio marito, che mi ha chiavato così meravigliosamente, facendomi ancora godere, dopo questa esperienza assolutamente inaspettata. Il mattino successivo, siamo andati in giro per una piccola gita organizzata a bordo di una barca con tante altre persone e, in ogni occasione, lui mi ha fatto tenere sempre le cosce ben larghe, in modo da far intravedere le labbra della mia fica. Un signore, di mezza età, seduto davanti a me, ha fissato continuamente le mie cosce facendomi inumidire in maniera incredibile. Quando siamo tornati e ci siamo recati presso Punta Kryzia, quel signore ci è venuto dietro e, quando mi sono messa nuda, anche lui si è spogliato ed ha mostrato un bel fisico munito di una superba dotazione. Non è in lunghezza, ma in circonferenza, era superiore a quella di Paolo e, per tutto il resto della giornata, è rimasto ad ammirarmi, continuando a toccarsi quel grosso cazzo che, lentamente, si era gonfiato per me. Dietro suggerimento di mio marito, ho continuato a tenere le cosce aperte e, spesso e volentieri mi sono accarezzata la fica, guardandolo dritto negli occhi. Vedevo il desiderio nel suo sguardo e questo mi faceva bagnare moltissimo. Quando siamo venuti via, anche lui ci ha seguiti discretamente e, quando siamo entrati nel palazzo dove è ubicato il nostro miniappartamento, ho notato che lui, dopo qualche minuto, se n’è andato. Ero così eccitata, che mi volevo scopare Paolo appena chiusi dentro, ma lui, guardando fuori mi ha proposto un altro gioco.
«Ti sfido a cambiarti i vestiti con le tende della finestra aperte.»
La finestra era prospiciente un'ala di un grande albergo con molti piani e così, tante stanze potevano aver piena visione della nostra. Eccitata, l'ho fatto anche perché la stanza era illuminata solo da una piccola luce, quindi era piuttosto debole quando ho iniziato a spogliarmi. Ma, non appena mi sono tolta il copricostume, Paolo ha premuto l'interruttore per accendere tutto il resto delle luci. Sorprendentemente, ha acceso anche me! Ho sentito la mia fica gonfiarsi e inumidirsi, mentre continuavo a spogliarmi, ben consapevole che, da tutte quelle finestre di fronte, potevano vedere il mio corpo nudo. Non c'era dubbio che qualcuno stesse guardando, quindi mi sono spogliata con calma, restando in piena vista, facendo scorrere le dita tra le gambe e sul mio seno. Paolo era sbalordito. Questo lato di me lo eccitava tantissimo e lo stesso succedeva a me. Quando finalmente mi sono vestita, mi sono infilata un vestito sexy senza niente sotto. Il vestito era di lino bianco, abbastanza trasparente e aveva una cerniera per tutta la lunghezza, dalla scollatura alta all'orlo. L'ho lasciato aperto fino a circa la metà del petto, mostrando solo una piccola scollatura. Ero molto eccitata da questo gioco e lui ha preteso che la cerniera lampo fosse abbastanza aperta quel tanto che si potessero vedere entrambi i miei seni. Intanto i capezzoli si erano gonfiati e tendevano il sottile tessuto, che, così aperto, più mi chinavo in avanti, più diveniva visibile tutto il mio seno. Appena usciti, ho subito notato che, ad attenderci, seduto dall’altro lato della piazza, c’era lo stesso signore che ci aveva seguiti per tutto il giorno e quando l’ho fatto notare a Paolo, lui se ne è compiaciuto. Quello era seduto al bar e anche noi ci siamo seduti ad un tavolo accanto a lui; mi sono girata in modo che lui potesse avere una abbondante visione dei miei seni. Mi sono anche chinata in avanti a quello scopo, e lui ha sorriso compiaciuto. Mi piaceva sentirmi osservata da quell’uomo, che mi intrigava moltissimo e che, per tutto il giorno, aveva fatto in modo da mostrarmi il suo sesso gonfio, facendo crescere, dentro di me, una voglia pazzesca di sentirlo affondare nel mio ventre. Paolo mi ha sorpreso quando, improvvisamente, è andato in bagno, lasciandomi sola al tavolo. Il tizio, visto che ero sola, si è avvicinato e molto educatamente si è presentato:
«Mi chiamo Mario e se non sono inopportuno, le vorrei offrire un drink.»
Gli ho sorriso e, dopo le presentazioni, l’ho invitato a sedersi al nostro tavolo, cosa che lui ha fatto con piacere e, mentre facevamo due chiacchiere, non ho resistito a sporgermi in avanti per ottimizzare la sua visuale. Lui ha sorriso e, con un cenno del capo, ha apprezzato ciò che vedeva.
«Mi intriga molto questo gioco, soprattutto perché sono rimasto molto affascinato da lei, dal suo modo di esibirsi e, sicuramente, dal piacere che ne trae suo marito nel mostrarla, così audacemente in pubblico. Ho avuto molte esperienze e, nonostante l’abbia vista nella spiaggia nudista, ammetto che questo gioco esibizionistico è molto più eccitante, rispetto a vederla nuda in spiaggia.»
I suoi occhi indugiavano sul mio petto nudo e potevo quasi sentire il battito del mio cuore per la forte emozione che questo gioco mi procurava. Mi stavo bagnando terribilmente al vedere lo sguardo di quest’uomo che mi divora i seni con gli occhi: era qualcosa di infinitamente inebriante. Poi Paolo è tornato al nostro tavolo e subito si è unito a noi a parlare come vecchi amici; si è creata immediatamente una bella atmosfera fra di noi. Mario ha proposto a Paolo di continuare il gioco della mia esibizione, avendone lui una particolare esperienza. Figuratevi se mio marito non accettava subito e, così, abbiamo iniziato a girare per la città, passeggiando per le vie del centro notevolmente affollato e, in ogni occasione, Mario mi esortava ad aprire le cosce o mostrare le tette, così da attirare l’attenzione di molti maschi che, nell'ammirarmi, mostravano di desiderarmi e alcuni, addirittura, afferravano i loro pacchi duri, facendo intendere quello che avrebbero voluto farmi. Ero così eccitata che mi sentivo quasi stordita da questo gioco e, ad un tratto, ho sentito forte il desiderio di godere. Ci siamo ritrovati nella parte alta della città, dove vi era una specie di muretto con un piccolo parco sottostante e da lì lo sguardo spaziava sull'intera baia. Eravamo un po’ in penombra, nascosti da alcuni arbusti a ridosso di un grosso pino piegato dal vento e, improvvisamente, mi sono inginocchiata davanti a Mario e gli ho estratto quel grosso membro che sapevo trovarsi all'interno dei suoi pantaloni. Ho preso a succhiarlo con forza, facendolo subito gemere di piacere. Paolo scattava foto con il cellulare, mentre Mario gemeva sotto i colpi della mia lingua.
«Stupenda! Questa femmina mi sta succhiando il cazzo in maniera stupenda!»
Ero troppo eccitata, per accontentarmi solo di un pompino, così mi sono alzata e, appoggiata al muretto di spalle, gli ho offerto il mio corpo.
«Scopami! Mettimelo dentro, perché ho voglia di chiavare!»
Non si è fatto pregare e, dopo avermi afferrato per i fianchi, con un colpo deciso, me lo ha spinto tutto dentro, fino in fondo. Ha preso a pomparmi con forza, mentre sentivo la mia fica aperta e dilatata per far spazio a quel grosso membro che mi stava chiavando in maniera stupenda. Ho avuto un orgasmo veloce e poi un altro ancora, e, quando stavo per urlare il mio ennesimo piacere, Paolo mi ha infilato il suo cazzo in bocca. Ho preso a succhiarlo come se non ci fosse un domani e, ben presto, lui mi ha riversato in bocca tutto il suo piacere. Mario intanto mi devastava la fica a colpi di cazzo, pompandomi sempre più forte, fin quando, al mio terzo orgasmo, me lo ha spinto tutto dentro e mi ha inondato la fica, con tutto il suo piacere. È rimasto immobile piantato dentro di me, mentre mi riversava nella vagina con una quantità enorme di sborra.
«Prendi troia! È tutto il giorno che desidero inondare il suo ventre con il mio seme e adesso ti inondo anche l’anima!»
Mi ha riversato dentro un vero fiume di sborra che ha preso subito a colare dalla mia fica slabbrata quando lui si è sfilato, e, girandosi mi ha offerto quel randello ancora duro, da leccare. L’ho pulito per bene di ogni singola goccia di sperma, mentre Paolo mi guardava con occhi stracarichi di piacere. Alcune voci di persone che si stavano avvicinando, ci hanno costretto a ricomporci velocemente e così ci siamo salutati. Noi due siamo tornati in camera e, per l’ennesima volta, Paolo mi ha scopato con furore. Era la prima volta che giocavamo all’esibizionismo e per me è stata un’esperienza davvero esaltante: una delle tante che mio marito mi regala per farmi sentire una troia eccezionale.
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2 years ago
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Un marito complice. una doppia speciale.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nei precedenti racconti, dopo altre esperienze, vissute sempre in maniera stupenda, e magistralmente organizzate da Paolo che è sempre il regista di queste situazioni, l’ultima che abbiamo vissuto è avvenuta in maniera totalmente casuale. Era una domenica calda e, poiché entrambi avevamo voglia di qualcosa di diverso, abbiamo deciso di recarci su di una spiaggia lungo il fiume che, spesso e volentieri, abbiamo frequentato perché, essendo un po’ appartata ci permette di prendere il sole nudi. Adoro farlo, perché vedo che la cosa eccita molto mio marito che, puntualmente, finisce con lo scoparmi con foga e passione. Quella domenica, sentivo dentro di me il desiderio di qualcosa di nuovo, ma, anche avendone parlato con lui, non ero riuscita a fargli capire cosa veramente volevo. Lui, come sempre, non si è perso d’animo e mi ha detto, mentre percorrevamo la strada per andare al fiume, che prima di sera sicuramente avrebbe trovato il modo per soddisfare quel leggero languore che sentivo fra le cosce. Giunti nella spiaggetta, ci siamo distesi vicino ad un grosso salice piangente che, con i suoi rami, oltre alla frescura, offriva anche una certa intimità. Faceva caldo e, dopo essermi completamente denudata, lui mi ha spalmato della crema protettiva, così mi sono distesa prona e, complice una leggera brezza, mi sono assopita. Non riesco a quantificare il tempo del mio pisolino, ma l’unica cosa che ricordo è che, ad un tratto, una mano mi stava accarezzando il solco tra le natiche, scivolando giù oltre il buchetto, fino ad insinuarsi con le dita fra le labbra della mia ostrica, che subito ha iniziato ad inumidirsi. Quando ho cercato di capire cosa stesse succedendo, Paolo mi ha tranquillizzata.
«Tranquilla, non ti muovere, resta così. Lasciami fare e vedrai che ti farò vivere una esperienza davvero particolare.»
Non ha aggiunto altro e, con un mio foulard, mi ha bendato. È stata subito una sensazione incredibile, perché non avevo idea di quello che stava succedendo intorno a me. Ho sentito dei passi, poi delle voci che parlavano con lui, ma era solo un sussurrare, fra l'altro anche a distanza e, quindi, non sono riuscita a capire cosa stessero dicendo. Dentro di me ero in trepidante attesa e, nello stesso tempo, ero curiosa di sapere cosa, questa volta, avesse escogitato mio marito per farmi godere. Ad un tratto, l'ho sentito alle mie spalle e la sua voce dolce ha continuato a rasserenarmi, dicendomi cosa dovevo fare.
«Sdraiati supina, apri le cosce e resta immobile. Goditi ciò che provi e succhia ciò che ti viene offerto da succhiare.»
Fremevo dall’impazienza, mentre con gesto quasi naturale mi sdraiavo a cosce aperte, consapevole del fatto che, sicuramente, stavo offrendo a qualcuno la vista della mia fica aperta. Ho sentito dei movimenti intorno a me e, subito, un alito caldo sulle labbra della fica, mi ha provocato uno strano brivido. Una lingua grossa ha preso a scorrere lungo lo spacco e fra le pieghe delle labbra alla ricerca del mio bottoncino che, appena raggiunto, è stato afferrato fra labbra forti che lo hanno succhiato, facendomi subito gemere di piacere. Era bravo, mi stava leccando in maniera stupenda ed ho sentito immediatamente il piacere scorrere lungo il mio corpo. Stavo per spalancare la bocca al primo orgasmo, quando, immediatamente, ho avvertito un particolare odore che ha colpito le mie narici. Si trattava di un profumo intenso, qualcosa di speziato, di esotico, che veniva avvicinato alla mia bocca ed una mano, poggiata sulla testa, mi ha immobilizzato, mentre una cappella dal sapore aspro mi si è poggiata sulle labbra, che si sono aperte, accogliendo al suo interno una grossa verga. Ho preso subito a leccare quel membro che doveva esser grosso, perché ho sollevato una mano ed ho cercato di impugnarlo, ma le dita della mano, per quanto lunghe, non sono riuscite a congiungersi. Doveva essere qualcosa di veramente grosso, perché, a malapena, riuscivo a tenere in bocca la sola cappella. Ho preso a leccare e scorrere con la lingua lungo quell’asta di carne che sembrava non aver mai fine. Quando il mio naso ha sbattuto contro quello che dovevano esser le palle, ho sentito qualcosa di voluminoso premere contro il mio viso. Intanto chi mi leccava, era riuscito a farmi raggiungere il primo orgasmo, che ho urlato a bocca piena. A quel punto non ho resistito ed ho voluto esser partecipe del gioco a pieno titolo. Così mi sono immediatamente tolta la benda e la sorpresa è stata davvero grande, nel vedere che mi trovavo in mezzo a due splendidi ragazzi di colore, che mi stavano facendo letteralmente impazzire. Due statue di ebano, nere, dal fisico imponente e, soprattutto, per quello che già avevo potuto constatare, stavo succhiando un cazzo di notevole dimensione. Era abbastanza lungo, sicuramente molto più di quello di mio marito, ma ciò che mi dava dei brividi era la sua circonferenza, simile al mio polso. Sentire quel membro enorme fra le mie dita mi faceva abbondantemente bagnare, in aggiunta al fatto che l’altro, inginocchiato fra le mie cosce, mi stava letteralmente scopando con la lingua. Sentivo quell’enorme massa di carne entrare ed uscire velocemente dalla mia fica, come la punta di un membro che gioca, senza affondare completamente. Ho goduto di nuovo e, questa volta, urlando il mio piacere. Nel godere, ho visto lo sguardo di Paolo che era molto soddisfatto di quello che stava vedendo. Stava immortalando la mia performance con quei due splendidi tori neri, scattando foto con il suo cellulare. Ad un tratto il tizio che stavo succhiando si è sdraiato supino sul mio telo ed il suo palo era lì che svettava verso l’alto, in maniera davvero impressionante. Ho guardato Paolo cercando di carpire il suo assenso a vedermi, o meno, salire su quel mostro. Lui mi ha sorriso ed ha fatto un cenno di approvazione con il capo, mentre io, un po’ preoccupata, ho deciso che mi sarei impalata su di lui in modo da poter regolare io stessa la penetrazione di quella verga nel mio ventre. Mi sono accovacciata su di lui e, afferrato quel palo nero, l’ho appoggiato alle labbra della mia fica che, per vero, già schiumava dal piacere. Lentamente ho sentito dilatare le pareti della mia vagina che venivano strisciate da quella verga che, inesorabilmente, scivolava dentro il mio corpo. Era una sensazione incredibile, meravigliosa e devastante, allo stesso tempo. Era bellissimo sentirsi riempire da quel membro che, forse, mi stava sverginando di nuovo. Ho spinto in basso il mio pube, finché ho sentito la punta sbattere con forza contro il fondo della mia fica ed ho allungato la mano ad afferrare e trattenere ciò che restava ancora fuori: ne avevo preso a malapena la metà! Ho spalancato la bocca, perché ho sentito che il respiro mi veniva meno, ma non ho avuto modo di emettere alcun suono, perché l’altro, quello che mi aveva leccato abilmente, si è alzato in piedi e mi ha offerto, davanti alle labbra, anche la sua mazza. Era decisamente più corto di quello che mi stava penetrando, ma, nel complesso, era ancora più mostruoso. La sua circonferenza era di sicuro superiore a quella del suo amico e, cosa non trascurabile, la sua cappella sembrava quella di un grosso porcino. Ho spalancato la bocca cercando di ingoiarlo, ma, per quanto mi sforzassi, a malapena riuscivo a far entrare la sola cappella. Lui non si è perso d’animo e, dopo avermi afferrato la testa con entrambe le mani, ha preso a spingere delicatamente il suo cazzo dentro la mia bocca. Mi sentivo piena, sia nel ventre che nella bocca e, questa sensazione di impotenza, questo sentirmi usata, scopata, sia sopra che sotto, mi ha provocato una strana reazione: il mio corpo ha preso a tremare, scosso da un incredibile brivido di piacere che, partito dalla testa, ha percorso come fulmine tutto il mio corpo e, nonostante la bocca fosse completamente riempita da quel fungo speciale, un urlo strozzato è uscito dalla mia bocca. Il mio corpo ha preso a tremare in maniera incontrollabile ed una strana frenesia si è impossessata di me, mandandomi in delirio. Ho preso a saltellare su e giù su quel palo che mi stava sfondando la fica e, ogni volta che scendevo su di esso, avevo la sensazione che mi penetrava sempre di più. Infatti, ad un tratto, le mie natiche si sono appoggiate al corpo dell’uomo: lo avevo tutto dentro! Mi sono stupita della capacità della mia fica di fagocitare un così grosso pezzo di carne. Ormai decisa a godere fino in fondo, ho spinto con forza in gola anche l’altro, facendone comunque entrare ancora un po’ di più. Stordita dal forte orgasmo, sono rimasta inerte, lasciandomi scopare sia da quello sotto, che ora aveva inarcato le gambe e mi sbatteva dal basso verso l’alto, che dall’altro che continuava a pomparmi il cazzo in bocca, tenendomi la testa ferma. Un nuovo orgasmo ha preso a percorrere il mio corpo e, nell’istante in cui iniziavo a tremare per il piacere, quello in piedi ha sfilato il cazzo dalla bocca e così ho potuto urlare a squarciagola. Lui, dopo avermi lasciato assaporare il piacere, ha interagito con l’altro, parlando una lingua a me sconosciuta; i due devono essersi accordati alla perfezione, perché, quello che mi stava scopando, mi ha afferrato per i fianchi e, senza nessun sforzo apparente, dopo avermi sollevato di peso, mi ha rigirato e messo in ginocchio sotto di lui. Ora, così posizionata, lui mi pompava da dietro, montandomi come una vacca. Sentivo quel lungo membro scorrere dentro di me avanti/indietro e, quando giungeva all’uscita, avvertivo come una sensazione di vuoto, che subito spariva nella fase del suo nuovo affondo. Paolo mi guardava estasiato e, ad un tratto, si è avvicinato davanti a me in ginocchio e, dopo aver passato il cellulare all’altro, pregandolo di scattare delle foto, mi ha offerto il suo cazzo da succhiare.
«Succhiami il cazzo, troia! Finalmente oggi ho trovato due cazzi degni di questo nome, capaci di sfondarti come si deve! Voglio che ti godi queste due nerchie così potenti, perché in te, per molto tempo, dovrà restare il ricordo di quanto piacere proverai oggi.»
Ero letteralmente sconvolta, non credo di aver compreso neanche la metà di quello che mi aveva detto, perché, in quel momento, l’unica cosa che volevo era il suo cazzo in bocca. L’ho afferrato con decisione e succhiato con tutto l’impegno e la voglia che avevo in corpo, facendolo sborrare quasi subito. È venuto in maniera copiosa ed abbondante, riempendomi la bocca, poi si è fatto da parte, lasciando il posto all’altro che, però, aveva altre idee. Infatti si è sdraiato sotto di me e la sua bocca si è impadronita dei miei capezzoli ed ha preso a succhiarli, morderli in maniera così forte, da farmi urlare in un misto di piacere/dolore che, unito alla monta a cui mi sottoponeva l’altro da dietro, mi ha fatto di nuovo godere. Ancora una volta l'orgasmo che ho avuto mi ha completamente sfinito. Avevo davanti ai miei occhi il membro del tizio che mi stava succhiando i seni e ho potuto constatare che era davvero più grosso dell’altro. Lui, dopo avermi sentito godere, ha parlato di nuovo con l'altro nella sua incomprensibile lingua e deve avergli chiesto di scambiarsi di posto, perché il tizio dietro di me si è tolto. Ero convinta che adesso avrei preso in pancia anche l'altra verga, invece, il tizio che fino a quel momento mi aveva scopato, mi ha sollevato con estrema facilità, come fossi una bambola e, dopo avermi rigirato, a testa in giù, lasciando stupito anche Paolo, che scattava foto a raffica, mi ha offerto all’altro in modo assolutamente unico: praticamente era un 69, però fatto in piedi, dove io ero a testa in giù con il cazzo in bocca di colui che mi teneva stretta, mentre l’altro affondava la sua bocca nella mia fica, semplicemente abbassando il capo. Era pazzesca questa posizione perché il mio stesso peso gravava sulla mia bocca, facendomi ingurgitare sempre più il cazzo che tenevo in bocca. Ho goduto all’istante per questa insolita posizione, mai provata. Il tizio che mi stava leccando, quello con il cazzo ancora più grosso, ha preso a mordermi letteralmente la fica. Al momento mi stava mordendo le labbra, il clitoride, procurandomi una specie di dolore che in realtà si tramutava in maggior piacere. Non so dire quanto ho goduto in quell’insolita posizione e, poi, ad un tratto, lui si è di nuovo disteso supino e, dopo avermi rigirato sempre con estrema facilità, mi ha letteralmente adagiato su di lui. Mi son trovata a cosce larghe a guardarlo direttamente in faccia, mi ha appoggiato la fica sulla punta di quel grosso fungo, che ha subito preso a dilatarne le labbra e penetrarmi scivolando dentro di me. Pensavo che il precedente passaggio dell’altro, abbastanza voluminoso, avesse, in qualche modo, predisposto la mia vagina a ricevere anche quest’altro, mentre invece sentivo che mi apriva ancor di più. L’altro mi ha lasciato di peso e, caduta su di lui, mi sono sentita veramente sfondare la fica.
« hhahahh!... Mi squarti! Mi stai spaccando in due!»
Ero stravolta da quella sensazione di massima dilatazione a cui era sottoposta la mia fica e, girato lo sguardo verso Paolo, ho letto, nei suoi occhi, tutto il suo apprezzamento per quello che stavo facendo. Un attimo dopo, l’uomo ha inarcato le gambe ed ha preso a sbattermi dal basso verso l’altro. Credo di non aver mai provato, in vita mia, una così strana sensazione di pienezza, di massima dilatazione e, nello stesso tempo una tremenda sollecitazione erotica che, d'improvviso, mi ha fatto urlare di piacere, mentre la vagina cominciava a colare quasi stessi urinando. Quando Paolo ha notato questo, ha chiesto al ragazzo di restare per un attimo fermo, perché voleva immortalare il momento.
«Cazzo! La stai facendo squirtare! Fantastico! Sei il primo che riesce a portarla ad un così alto livello di piacere da farla, finalmente, squirtare! Continua, continua a pomparla, perché voglio che impazzisca per davvero!»
Non capivo più niente, ero letteralmente stordita, mentre il mio corpo si muoveva in maniera autonoma e incontrollata. Continuavo a godere in continuazione e, ad un tratto, stremata, mi sono sdraiata su quel maschio che mi stava letteralmente devastando la fica. Ero così in estasi, che non mi son nemmeno resa conto che l’altro si era inginocchiato dietro di me e, solo quando mi ha preso per i fianchi e, aiutato da Paolo, mi ha aperto le natiche, affondando il suo cazzo nel mio culo, solo allora, mi son resa conto che questi due mi avrebbero letteralmente diviso a metà.
«Oddio, vengo! Mi state letteralmente spaccando in due! Non vi fermate! Non vi fermate! Più forte! Voglio sentirvi fino in fondo! Paolo, amore, guardami, mi stanno letteralmente devastando ogni buco.»
Non riuscivo a credere alle mie parole. Non riuscivo a concepire il fatto che stavo incitando questi due a sventrarmi: mi stavano letteralmente slargando fica e culo. Paolo, eccitato da quello che vedeva, non ha trovato niente di meglio che posizionarsi davanti alla mia bocca e offrirmi il suo cazzo ancora duro. Non ricordo nemmeno se è stato lui ad infilarlo fra le mie labbra o io ad afferrarlo e ingoiarlo con voracità. Ero devastata da quei due enormi cilindri di carne che mi facevano godere a ripetizione. Improvvisamente Paolo mi ha afferrato per i capelli e, sfilato il suo cazzo dalla bocca, mi ha spruzzato in faccia due generose schizzate di sborra. Anche il tizio che mi stava inculando, ho sentito che aveva aumentato il ritmo della pompata e, ad un tratto, pronunciando parole per me incomprensibili, si è sfilato e, girato di lato, ha cominciato ad innaffiare il mio corpo con bordate di sperma che sembravano non finire mai. Mi ha ricoperto faccia, collo, seno, continuando a schizzare quasi fosse un idrante. Ho afferrato quel membro, l'ho preso in bocca e le ultime due bordate che, anche se dovevano esser le ultime, in realtà mi hanno gonfiato le guance da tanta che ne era. Il sapore di quella sborra era completamente diverso, più speziato, ma comunque molto gradevole. L’altro, dopo avermi lasciato ricoprire di sperma da mio marito e dal suo amico, mi ha sollevato di peso e, messa supina sotto di lui, mi ha sollevato le gambe sulle sue spalle: ero convinta che mi avrebbe ricoperto anche lui di sborra, invece ha spinto la cappella contro il buco del culo, facendomi letteralmente trasalire.
«Fai piano, ti prego! Ti voglio nel culo, ma fa piano, per favore!»
Sono rimasta io stessa sorpresa a sentir quelle parole, anche se, dentro di me, volevo gustarmi quel grosso palo mentre trafiggeva il mio culetto. Lui deve aver intuito le mie parole, perché dopo aver appoggiato la cappella al mio sfintere, ha preso a spingere, pian pianino, ma in maniera decisa, tutto quel grosso palo nel mio culo. Ho sentito tendersi le pareti e, ad un tratto, il culo ha ceduto al passaggio in quel grosso ariete, che me lo stava veramente sfondando. È scivolato velocemente dentro di me e poi, mentre lo guardavo con occhi sbarrati, incredula con me stessa di esser riuscita a prendere in culo anche quella trave, lui ha preso a muoversi con ritmo accelerato e, appena si è accorto che stavo di nuovo godendo, ha aumentato ancor più la velocità della chiavata. L’ho pregato di venire, perché volevo sentire anche il suo piacere ricoprire il mio corpo.
«Fantastico! Mi stai sfondando il culo! Dai, sfondamelo per bene e poi riempimi di sborra.»
Sembrava un toro scatenato e, quando il mio corpo ha smesso di fremere per il piacere, lui di colpo ha sfilato il cazzo che ha prodotto il classico rumore osceno del tappo e, tenendolo fra le mani, ha completato l'irrorazione del mio corpo con sborra maschile. I suoi getti hanno colpito la mia fica, colando lungo le pieghe, fino ad entrare nel mio culo più che slargato, il mio ventre, i miei seni fino a raggiungere le mie labbra, dove ha appoggiato quel grosso idrante che continuava ad emettere schizzi di sborra in continuazione. Ho assaporato anche la sua di sborra, che aveva lo stesso sapore dell’altra e, dopo averlo ben leccato, son crollata distesa sul telo, completamente sfinita per la gran quantità di orgasmi provati. I due si sono dati un cenno d’intesa, soddisfatti del piacere provato e, dopo aver ringraziato Paolo, con parole stentate nella nostra lingua, si sono allontanati. Paolo si è avvicinato a me e, dopo avermi immortalato tutta ricoperta di sborra con un ennesimo scatto, mi ha preso per mano e insieme ci siamo immersi nelle fresche acque del fiume, dove ho potuto rigenerare le mie forze. Tornata a riva, ancora sfinita dal lungo amplesso, ho guardato lui negli occhi, l’ho abbracciato e baciato con tutto l’amore che provavo nei suoi confronti. Lui ha ricambiato il mio bacio e le sue parole hanno scaldato con forza il mio cuore.
«Ti amo! Sei la donna più straordinaria che un uomo possa desiderare di avere al fianco. Sei una fervida compagna di giochi, la giusta complice che mi regala sensazioni indimenticabili e, per questo, io ti amo, ti adoro e ti ringrazio per tutto quello che mi regali.»
L’ho baciato con forza, mi sono stretta a lui e, poi, sono stata io che a ringraziarlo per avermi fatto vivere un momento indimenticabile creato dal nulla e, dentro di me, mi sono sentita eccezionalmente fortunata ad avere un uomo come lui, per marito. Per una donna, aver un marito complice è la cosa più bella del mondo.
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2 years ago
baxi18, 55
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Un marito complice. il primo carsex.
Sono ancora Lucrezia, di 36 anni e da sei sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nel precedente racconto, dopo altre esperienze, Paolo ha escogitato una condizione che mi ha permesso di vivere una nuova esperienza: un carsex. Avevamo in programma di andare al cinema, ma lui, prima di uscire, mi ha fatto una particolare richiesta:
"Vestiti da troia", mi ha detto. Gli ho rivolto uno sguardo interrogativo, cercando di capire quanto voleva fossi "troia" nel vestirmi e lui è stato molto esplicito.
«Indossa quel tubino bianco elasticizzato, un semplice paio di sandali dal tacco molto alto ed un trucco abbastanza marcato, che mettano in evidenza le labbra con un colore rosso acceso, da vera puttana.»
Convinta che avremmo fatto qualcosa di interessante al cinema, ho subito assecondato il suo desiderio. Appena mi ha visto, si è complimentato con me anche per il fatto che, seppur non richiesto, non avevo indossato nessun tipo di intimo e questo lo ha fatto sorridere, compiaciuto. Quando siamo saliti in auto, il mio vestito ha scoperto ancora di più le mie cosce e, mentre guidava la sua mano è spesso venuta ad accarezzare la mia fica, che già si era abbondantemente inumidita. Ho capito che doveva esserci qualcosa di strano, perché ha preso una direzione completamente opposta a quella che avremmo dovuto fare per andare al cinema. Siamo giunti al parcheggio della grande città mercato e lui si è fermato in un punto preciso, dove c’è l’immenso cartellone che funge da insegna. Dopo qualche istante, la nostra auto è stata affiancata da una grossa berlina scura e Paolo ha guardato verso il conducente di quell’auto; con un cenno d’intesa l’ha invitato a salire con noi, mentre ha chiesto a me di spostarmi dietro, con lui. L’ho guardato senza capire quello che stava succedendo, ma, appena seduta dietro, sono stata affiancata da un uomo sulla cinquantina, completamente calvo, che indossava solo una T-shirt e dei jeans.
«Ciao, Paolo, grazie per avermi invitato a partecipare a questo tuo carsex. Vedo che la troia che mi offri è ancora più bella di quanto lo sia nelle foto e spero di farla godere come merita.»
Poi si gira verso di me e, dopo avermi detto di chiamarsi Antonio, senza aggiungere altro mi ha fatto sdraiare sul sedile e subito ha infilato la sua testa fra le mie cosce, prendendo a leccarmi la fica. Ero stupefatta, stupita da questo gioco che, però, mi ha fatto eccitare tantissimo. Paolo ha subito ripreso a guidare l’auto in giro per la città. Ero sconvolta da questa incredibile esperienza, mai provata prima: era qualcosa di molto intrigante perché assolutamente insolita. Mi eccitava l’idea di poter godere, mentre lui percorreva tranquillamente le vie della città con il rischio che, ad ogni semaforo, qualcuno avesse potuto vedere noi due, dietro, far sesso. Antonio si è subito rivelato d'essere un bravissimo maschio, capace di farmi godere anche solo con la lingua. Ho avuto un orgasmo che ho urlato con tutta la voce che avevo in gola. Incurante del fatto che avrei potuto essere sentita. In quel grido ho espresso tutta la voglia che avevo, in quel momento. Lui è stato fantastico ed ha continuato a leccarmi la fica, raccogliendo tutti gli umori che da essa sgorgavano copiosi. Nello stesso tempo, mi eccitava il fatto che mio marito aveva sistemato l’inclinazione dello specchietto retrovisore e, pur continuando a guidare, poteva godersi lo spettacolo di sua moglie tutta presa a far la troia con un altro uomo alle sue spalle. Mi sono spostata un po’ ed ho slacciato i pantaloni di Antonio. Mi sono ritrovata fra le mani una splendida asta di ottime dimensioni, già bella dura e pronta per farmi godere. Senza nessuna esitazione, l‘ho spinto a sedere e sono salita su di lui, infilandomi immediatamente quello splendido palo tutto dentro la fica. È entrato molto facilmente, perché ero bagnata fradicia. Ero sconvolta nel sentirlo dentro di me e, nello stesso tempo, era meraviglioso farmi possedere da un maschio sconosciuto dal cazzo duro che ansimava ed urlava di piacere, sotto di me, mentre la macchina scivolava lentamente lungo le vie della città. Sono venuta all’istante. È stato un orgasmo forte, devastante, intenso che mi ha letteralmente stremata. Antonio è rimasto immobile, mentre Paolo, fermo ad un semaforo, ha allungato la sua mano dietro ed ha toccato il mio culo. Sentire quel contatto, mi ha provocato un ulteriore brivido. Poi è ripartito e, guidando sempre con calma, mentre io continuavo ad ondeggiare su quel cazzo, ad un certo punto ha fermato l’auto in un posto abbastanza appartato e, dopo esser sceso, ha aperto lo sportello laterale ed ha chiesto ad Antonio di sdraiarsi, mentre proseguiva a restare ben piantato dentro di me.
«Spostati un po’, perché, mentre tu le scopi la fica, io voglio inculare questa troia, qui adesso, all’istante.»
Antonio si è spostato scivolando un po’ sul sedile, in maniera che Paolo, restando semplicemente in ginocchio, avesse la possibilità di infilarmi il suo cazzo nel culo. È stata una sensazione incredibile: sentirmi penetrare in quella situazione così insolita e altamente erotica. Sono venuta all’istante, quando ho sentito entrambe le verghe riempire i miei buchi. Il mio piacere ha comunque provocato anche il loro, perché, prima Paolo e poi Antonio, in poco tempo, mi hanno riversato dentro tutto il loro piacere. Siamo rimasti ancora un po’ abbracciati, poi con dei fazzolettini di carta sono riuscita, in qualche modo, a ripulirmi. Antonio ha preso il posto di mio marito alla guida del veicolo ed ha ripreso a girare per la città, mentre io, dietro, scopavo con mio marito che ha subito ideato un nuovo gioco.
«Antonio, questa vacca di mia moglie è veramente una troia eccezionale! Mi sento davvero fortunato ad avere una puttana come questa in casa e, questa sera, voglio farla godere al massimo. Portaci in fondo a questo viale e prendi la sopraelevata che va verso lo stadio.»
Mentre parlava, continuava a leccare la mia fica ancora colma del piacere di Antonio. Sentire che avremmo raggiunto la zona dello stadio, mi ha provocato altri brividi, perché conosco il posto ed è sempre frequentato da prostitute o, quantomeno, da gente che vuole esibirsi. Quando siamo giunti in zona, Antonio ha abilmente manovrato l’auto e, ben presto, ci siam ritrovati all’estremità dell’immenso parcheggio, in una zona un po’ più buia e riservata. Stavo succhiando l’uccello di Paolo, quando i fari di un’auto ci hanno illuminato e, poco dopo, si è fermata a poca distanza da noi. Paolo ha aperto lo sportello dietro di me ed io, inginocchiata sul sedile intenta a succhiare il suo cazzo, ho messo in mostra a chi stava guardando il mio culo nudo, ancora umido del loro piacere. Ho cercato di capire se dietro di me vi fosse qualcuno, perché ho sentito rumore di passi, ma Paolo ha insistito a trattenermi la testa, facendomi continuare a succhiare il suo cazzo. Anche Antonio era sceso e l’ho sentito parlare con qualcuno; poi, subito dopo, una mano ha preso ad accarezzare il mio culo, mentre Paolo mi sborrava direttamente in bocca. Giusto il tempo di ingoiare il suo sperma, che lui si è spostato ed ha lasciato il suo posto ad Antonio, che mi ha presentato alla bocca di nuovo il suo cazzo, quasi perfettamente duro. Appena l'ho preso fra le labbra, ho sentito una lingua che mi leccava da dietro e, poco dopo, un cazzo, non troppo grosso, ha preso a scoparmi direttamente in fica. Ero così eccitata che è bastato poco a farmi godere e anche il tizio che mi stava scopando non è durato molto, perché si è sfilato di colpo e, con un mezzo grido soffocato, ha preso a schizzarmi sul culo e sul solco delle natiche. Paolo mi ha passato un fazzolettino con il quale mi sono un po’ pulita e, quando il tizio ha messo in moto per andarsene, i fari hanno inquadrato altre quattro persone, che stavano intorno alla vettura, in attesa del loro turno con il cazzo in mano. Subito Antonio mi ha fatto uscire dall’auto e, accovacciata mi sono ritrovata circondata da quattro cazzi, di cui uno era nero. Paolo guardava e scattava foto con il cellulare, mentre io, ora in preda ad un incontrollabile delirio erotico, ho preso a succhiare e segare quei cazzi come un'assatanata. Uno dei quattro, mi ha fatto sollevare e, dopo avermi appoggiato al cofano della vettura, si è posizionato dietro di me e, con un affondo deciso, me lo ha spinto tutto dentro la fica. Ho sentito una verga consistente che mi dilatava e poi il tipo, tenendomi per i fianchi, ha preso a pomparmi con forza. Urlava e godeva, mentre mi insultava.
«Che troia! Che puttana fantastica! Che fica bollente!»
Mentre mi stava pompando, mi sono ritrovata, davanti alla faccia, un bel manganello nero da succhiare. L’ho preso in bocca e questa era la prima volta che succhiavo un cazzo nero. Il suo sapore era un po’ più aspro, decisamente non molto pulito, ma subito lui ha preso a tenermi la testa bloccata per scoparmi la bocca con un movimento pelvico di avanti/indietro. Mi sentivo infilzata sia nella fica che nella bocca e, come risultato, ho avuto un orgasmo devastante. Le gambe mi hanno ceduto e sono stata costretta a farmi sostenere da quello che mi stava scopando. Lui, dopo avermi fatto godere ancora una volta, si è sfilato e, fattami abbassare all'altezza del suo pene, mi ha schizzato la sua sborra su collo e tette. Solo il tempo di succhiarlo ancora un po’, e subito il ragazzo di colore mi ha sollevato e, fattami sdraiare di nuovo, sul cofano dell’auto, mentre gli altri due mi reggevano le cosce in alto, si è posizionato con quel bastone nero fra le labbra della mia fica e, con un affondo deciso è entrato tutto dentro, fino in fondo. Come reazione a quell'improvvisa penetrazione, ho spalancato la bocca perché ho sentito quella verga scavare e dilatare la mia fica in un colpo solo. Ha poi preso a pomparmi con un ritmo sostenuto e questo è servito a farmi godere immediatamente. Sono venuta due volte, urlando a squarciagola il mio piacere, e lui, soddisfatto del risultato, si è sfilato, mi ha fatto girare ed appoggiare di nuovo all’auto. Pensavo che mi avrebbe scopato presa da dietro, invece ho sentito la sua cappella premere contro il mio buchetto e, in un attimo, prima che me ne rendessi conto, lui me ne aveva spinto più della metà, dentro il culo. Anche qui ho sentito i muscoli tendersi ed il buco dilatarsi con lui che, tenendomi ferma per i fianchi, continuava a spingermi quel bastone tutto nel culo. Antonio ha osservato la scena e, guardando Paolo, si è complimentato della facilità con cui mi stavo facendo sfondare il culo dal ragazzo di colore. Quest'ultimo ha preso a pomparmi sempre più in fretta e, ad un tratto, lo ha sfilato di colpo e, dopo avermi afferrato per i capelli, mi ha sborrato in faccia.
«Tieni maiala! Prendi anche tutta la mia sborra! Cagna!»
Ne aveva tanta, sembrava non finire mai. Quando l’ultimo schizzo ha coperto il mio viso, lui ha preso i miei capelli e con essi si è pulito il cazzo. Avvertivo di essere completamente impiastricciata di sborra e, quando gli altri due hanno voluto scoparmi ho guardato Paolo, supplicando di non farlo. Lui, allora, mi ha fatto accovacciare e ha detto agli altri due che potevano solo sborrarmi in faccia e sulle tette. Fortunatamente non ci hanno messo molto e, poco dopo, altri schizzi andavano ad aggiungersi a quelli che già coprivano il mio corpo. Sfinita, ricoperta di sborra, mi sono trascinata sul sedile della vettura e, mentre Paolo si sedeva alla guida, Antonio è venuto dietro con me e, sempre con dei fazzolettini, mi ha aiutato a ripulire almeno il volto. Quando ho riavuto un aspetto quasi normale, lui per niente sazio, anzi, ancor più eccitato, mi ha offerto da succhiare il suo cazzo.
«Succhiami il cazzo! Voglio sentire la tua bocca da troia che me lo succhia ancora.»
Sembra strano, ma, nonostante fossi davvero stremata, non ho saputo resistere alla tentazione di prendere in bocca ancora una volta il suo uccello. Ho preso a succhiarlo prima pian pianino, poi sempre più velocemente, fin quando lui ha appoggiato la mano sulla testa e mi ha costretto a rimanere con più della metà del cazzo piantato in gola. Un attimo dopo ha eruttato ancora la sua sborra.
«Vengo! Sborro! Bevi tutto troia! Bevilo, fino all’ultima goccia!»
Eccitata all’inverosimile, ho leccato e pulito tutto, poi, giunti nel parcheggio della Città Mercato, lui è sceso e ci ha salutato, mentre io ero ancora in preda ad una strana eccitazione: allora ho tirato Paolo vicino a me e, con il volto e la bocca ancora lordati dal seme dei maschi che mi avevano schizzato addosso, l’ho baciato con forza. Sarà stata l’eccitazione, il bacio o gli avvenimenti accaduti, ma ho sentito il suo cazzo duro come il ferro e, senza nessuna esitazione, l’ho estratto, ho aperto le cosce e chiesto a mio marito di scoparmi ancora, come una troia.
«Ti prego scopami! Voglio sentire il tuo cazzo dentro di me! Sono una zoccola, una puttana, una maiala che adesso vuole il cazzo del suo uomo tutto dentro, fino in fondo. Scopami e riempimi anche tu di sborra.»
Non ha avuto bisogno d'esser incitato, perché ha preso a pomparmi come un forsennato, urlando che ero la sua puttana.
«Ti fotto! Sei una troia! Una grandissima PUTTANA! Ti adoro! Ti adoro e ti amo, perché solo con te provo emozioni sconvolgenti.»
Era troppo eccitato e quando si è reso conto che anch’io stavo godendo, ha tentato di uscire da me, ma io ho serrato le gambe e l’ho tenuto stretto dentro di me, inebriandomi del calore del suo seme direttamente nel mio ventre. Siamo rimasti un lungo istante immobili e poi l’ho abbracciato e baciato e lui, soddisfatto dalle tante emozioni provate, mi ha portato a casa. Dopo una abbondante e profonda doccia, siamo crollati sul letto. Questa è la vita che amo condurre con mio marito che, ogni volta, riesce a regalarmi emozioni fortissime ed esperienze indimenticabili.
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baxi18, 55
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Un marito complice. una nuova esperienza inaspettata.
Mi chiamo Lucrezia, ho 36 anni e da sei sono sposata con Paolo che ha due anni più di me. Come narrato nel precedente racconto, dopo l’esperienza con tre maschi, il desiderio di realizzare altre fantasie è diventato per me ogni giorno più forte. Fortunatamente Paolo, non solo si mostrava disponibile a realizzare i miei desideri, ma ogni volta creava situazioni davvero travolgenti. Qualche tempo fa, mentre eravamo a pranzo, mi ha detto:
«Questo pomeriggio verrà a trovarci Michele. Tu non lo conosci, ma gli ho fatto vedere delle foto ed alcuni video di te, mentre ti fai sbattere da Luca e compagni, così ha espresso il desiderio di poter montare una vacca come te.»
Adoro il tono delle sue parole: quando parla di queste situazioni erotiche ed usa espressioni forti, tipo sbattere o mi definisce "vacca da montare", mi provocano le classiche farfalle allo stomaco. In quel momento mi sento veramente troia, vacca, puttana, e questo mi eccita ancor di più. Inoltre ha precisato che, per desiderio di Michele avrei dovuto vestirmi in una determinata maniera: semplice, senza indossare niente di sexy, ma delle semplici mutandine bianche ed un reggiseno appena sufficiente a contenere le mie mammelle. Oltre a questo, dei pantaloni con sotto dei collant. Ero particolarmente incuriosita da queste richieste, ma Paolo non mi ha dato alcuna spiegazione. Quando Michele ha suonato alla porta, Paolo inaspettatamente mi ha bendato. Questa cosa serve a darmi serenità, mi rende felice, perché mi fa sentir libera e, esser bendata, mi fa illanguidire perché vengo offerta ad un maschio di cui ancora non ho visto il viso, mentre potrò saggiare la sua reazione alla vista del mio corpo. È una sensazione incredibile, un senso di sottomissione, che però mi eccita in maniera fortissima. Per un lungo istante, nel salone, era percepibile solo il battito del mio cuore e, infine, la voce di Paolo che mi presentava a Michele.
«Ecco, lei è mia moglie ed è pronta a soddisfare ogni tuo desiderio.»
C’è stato un lungo istante di silenzio, poi la voce dello sconosciuto ha commentato ciò che vedeva.
«Avevi ragione: è molto bella e farò in modo di farla godere tantissimo.»
Delle mani sconosciute si sono appoggiate, da dietro, sulle mie spalle e con una leggera pressione mi ha fatto girare su me stessa. Era ovvio che mi stava esaminando e questo mi eccitava ancor di più, perché volevo capire come mai quest’uomo non aveva voluto che fossi vestita sexy e provocante, bensì una donna qualsiasi, come tante.
«Brava, sei esattamente come ti volevo! Un’annoiata casalinga che desidera solo scopare come una troia, per soddisfare la voglia repressa a causa di un marito stanco e distratto, che non riesce a soddisfarla.»
È stata una rivelazione davvero sconvolgente! Dunque era questo il gioco che lui voleva condurre con me. Dovevo sembrare la casalinga annoiata, desiderosa di cazzo e, se questo era la sua fantasia, ero disposta a soddisfare ogni suo desiderio. Per un lungo istante, lui deve ancora aver esaminato il mio corpo e poi, lentamente, ha preso a spogliarmi con una calma esasperante. Dopo avermi tolto la camicetta, ha slacciato il reggiseno e ne ha spostato le coppe, prendendo le mie tette tonde nel palmo della mano. Le ha massaggiate delicatamente, strizzandone i capezzoli e subito mi ha fatto gemere, perché sono molto sensibile a quel tocco. Ha soppesato bene i miei seni, impastandoli fra le mani forti, poi si è rivolto a Paolo e si è complimentato per quello che sentiva fra le mani.
«Che pelle stupenda! Sembra velluto puro! Il seno poi è meraviglioso, sodo con dei capezzoli veramente ipersensibili.»
Sicuramente si sarà piegato in avanti, perché immediatamente delle labbra calde si sono impossessate dei miei capezzoli, facendomi avvertire brividi di piacere. Dopo aver sentito che provavo piacere per il contatto delle sue labbra sul mio seno, si è abbassato e, con calma, mi ha sfilato i pantaloni, lasciandomi ancora con le mutandine. Mi ha fatto divaricare le cosce e le sue mani hanno preso a scorrere lungo le gambe, giungendo fino in zona fica, senza mai però toccarla. Era esasperante questo gioco, perché volevo esser accarezzata e masturbata, mentre lui indugiava ancora facendo lievitare la mia eccitazione. Ad un tratto, ha appoggiato entrambe le mani sui fianchi e, sempre in maniera pacata, ha cominciato a far scivolare le calze. Sentivo il fruscio dei collant che scivolavano lungo le mie cosce, mentre lui, sempre con estrema lentezza, mi ha fatto togliere prima un piede e poi l’altro. Ero molto eccitata e lui questo lo ha notato, facendone riferimento con Paolo.
«Il profumo di cagna in calore che emana, è stupendo! Sta bagnando le mutandine dei suoi umori e questo mi eccita da impazzire.»
Ha accarezzato ancora le mie cosce, ma, questa volta, non si è fermato e le sue dita hanno preso a scorrere sul tessuto delle mutandine, sempre più fradice dei miei umori. Le sue mani forti mi accarezzavano sia davanti, la fica, che dietro, il culo, ed io sbrodolavo sempre di più. Poi la sua bocca calda, si è appoggiata al tessuto delle mutandine, proprio nel punto dove la mia fica le aveva inzuppate e subito ha preso a leccare e succhiare il mio nettare dal tessuto stesso delle mutandine. Ero all’apice del piacere. Volevo quella lingua dentro di me, ma lui continuava a passarla sul tessuto sottile delle mutandine e questo mi portava ad un livello di eccitazione esponenziale. Con una mano, intanto, continuava a far scorrere un dito lungo il solco delle natiche e, quando giungeva all’altezza del mio fiorellino, spingeva il tessuto delle mutandine con il dito dentro il buco, che cercavo di dilatare il più possibile per ricevere piacere anche da quel posto. Poi, ad un tratto, quando ero prossima all’orgasmo, si è fermato di colpo e questo mi ha sconvolto.
«No! No, ti prego, non ti fermare! Continua, ti prego! Ti voglio! Voglio godere! Continua. Continua, ti voglio!»
Non ho ottenuto nessuna risposta, anzi sentivo dei movimenti, ma non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo. Evidentemente entrambi si erano denudati, perché, d'improvviso, ho sentito i loro corpi aderire al mio. Si sono stretti a me, uno davanti, l’altro dietro, e li sentivo diventar duri mentre mi baciavano sulla bocca, sul collo, sul seno. Sentivo il mio respiro accelerato ed ero sempre più eccitata, quando Paolo mi ha guidato, molto dolcemente, verso il divano dove mi ha fatto sedere. Poi si è spostato davanti a me, mi ha aperto le cosce, mentre, a mia volta, sentivo l’odore di maschio accanto a me, certamente dovuto al fatto che Michele mi aveva posizionato il cazzo a poca distanza dalla mia faccia. Ho sentito una mano appoggiarsi sul capo ed una grossa cappella premere fra le mie labbra, che subito si sono dischiuse. Le dimensioni di quel membro dovevano essere notevoli, perché appena infilata la punta ne è entrato solo un poco di più. Mentre mi teneva una mano sulla nuca, con l’altra ha afferrato un capezzolo e, strizzandolo con abilità, mi procurava ulteriore piacere. Ho preso a leccare e succhiare quel palo enorme; con le mani ho cercato di stringerlo, ma le mie dita, nonostante siano abbastanza lunghe, non son riuscite a congiungersi, per quanta era grosso il volume di quel membro. Era una meraviglia quel glande ed ho iniziato a succhiarlo, mentre mi industriavo a come riuscire a far entrare nella mia bocca il resto di quel pene. Paolo non è rimasto inerte e la sua lingua è andata a lambire la mia fica già abbondantemente bagnata. Michele si è complimentato per la mia bravura nel leccargli il cazzo.
«Che meraviglia! Una bocca davvero stupenda! La lingua è simile ad un serpente me lo avvolge completamente. Meraviglioso!»
Paolo intanto si era scatenato e la sua bocca mi stava mandando in estasi pura. Ho serrato le cosce per paura che si spostasse, lui mi ha lasciato fare e poi, quando le ho riaperte, ha continuato a farmi impazzire. Ho avuto un orgasmo squassante. Mi hanno lasciato il tempo di riprendermi ed io ne ho approfittato per togliermi la benda. Ora volevo vedere e così, finalmente, ho potuto ammirare la splendida dotazione di Michele. Poi lui si è seduto sul divano, tenendo il cazzo duro ed io mi ci sono seduta sopra, infilandomelo tutto fino in fondo. È entrato senza il minimo sforzo, data l’abbondante lubrificazione della mia vagina. Mi sono girata a guardare Paolo che stava scattando delle foto per immortalare il mio viso, reso estatico dal piacere.
«Guarda, come me lo ha piantato tutto dentro. Guarda, come questo maschio mi sbatte e mi fa godere.»
Ho visto il viso di Paolo illuminarsi nel sentirsi tirato in causa e, dopo avermi lanciato un bacio, ha ripreso a far foto da diverse angolazioni. Michele aveva inarcato le gambe e, con dei colpi tremendi del bacino, mi faceva saltellare su e giù. Ad ogni affondo, emettevo un gemito di piacere. Paolo si è avvicinato e mi offerto da succhiare il suo cazzo durissimo. L'ho stretto fra le labbra, mentre Michele mi pompava sempre più forte, fin quando, all’improvviso, l’ho sentito rimanere piantato tutto dentro di me.
«Vengo! Sto sborrando! Ti sto inondando con il mio piacere.»
Ho sentito un’ondata di calore riempire la mia vagina e, nello stesso tempo, la mano di Paolo sulla mia nuca ha immobilizzato la mia testa e, un istante dopo, anche la mia gola ha cominciato a ricevere generosi schizzi di sperma, che sgorgavano in abbondanza dall’uccello di mio marito, che serravo con forza fra le labbra. È stato un piacere enorme sentire la mia vagina riempirsi del seme di quel maschio, mentre ingoiavo a fatica anche quello di mio marito. Siamo rimasti per qualche istante immobili, poi il gruppo si è sciolto ed io sono corsa in bagno. Al ritorno anche loro sono andati a darsi una rinfrescata, poi Paolo ha offerto a me e Michele dei calici di prosecco fresco. Accarezzavo quel sesso che tanto piacere mi aveva donato e subito ha dato segno di risveglio, così, prima di prenderlo in bocca, ho proposto di andare tutti e tre sul nostro letto matrimoniale. Due minuti dopo, mi sdraiavo in maniera languida e vogliosa sopra il mio letto e, giratami di lato, offrivo ai miei due amanti il mio splendido culo. Forse sarà stato il gioco, l’eccitazione, il mio offrirmi in maniera così lasciva e spudorata, che, ben presto, i loro cazzi son tornati immediatamente duri. Ho succhiato a lungo quello di mio marito e, quando sono stata soddisfatta del risultato ottenuto, mi sono impalata su di lui e, dopo averlo affondato tutto dentro di me, l’ho guardato dritto negli occhi.
«Mi piacerebbe avere anche Michele nel culo. Credi che a lui questo possa piacere?»
Paolo mi ha sorriso e, girato lo sguardo, ha incrociato quello di Michele che già sorrideva, pregustando il piacere di spingere il suo palo nel mio culo.
«Credo che il nostro amico lo desideri intensamente e, dopo che ti avrà sfondato a dovere, mi piacerebbe completare l’opera con una bella sborrata anche da parte mia.»
Ho preso ad ondeggiare avanti/indietro sul cazzo di mio marito, cercando di sdraiarmi il più possibile sul suo corpo ed offrire la massima disponibilità delle mie chiappe a Michele. Lui ha cominciato ad accarezzarmi le chiappe, le ha dilatate e poi le sue dita hanno cominciato ad insinuarsi dentro quel buchetto che andava sempre più rilassandosi, per favorire la penetrazione. Adoro prenderlo nel culo, soprattutto da quando mi hanno scopato in tre: sentire due cazzi che mi penetrano contemporaneamente è diventata una cosa che mi fa letteralmente impazzire. Ho guardato Michele e l'ho invitato a penetrarmi. Le mie parole devono aver aumentato ancora di più la loro eccitazione.
«Avete voglia di inculare la vostra puttana? Volete sbatterla, fotterle il culo e farcirle ogni suo buco? Allora che aspettate? Prendetemi e fatemi sentire i vostri cazzi che mi sfondano in ogni buco.»
Ad un tale invito, così oscenamente proposto, Michele ha risposto appoggiando la grossa cappella sul mio buco e, con due spinte decise, è entrato tutto dentro di me. Ho sentito i miei buchi dilatarsi a dismisura e, dopo che per qualche istante si sono sistemati per bene, hanno cominciato a pomparmi sempre più forte. Ero completamente riempita, in estasi pura. Non ho resistito molto all’azione di quei due membri che ora mi stantuffavano con perfetto sincronismo. Un orgasmo devastante ha scosso tutto il mio corpo, mentre Paolo torturava i miei capezzoli e Michele, da dietro, dopo aver afferrato i miei capelli, mi tamponava in maniera stupenda.
«Godi troia! Senti come ti stiamo spaccando tutti i buchi? Sei una puttana, una troia, che ora deve solo godere.»
Immobile, stretta fra loro due, sentivo le mazze profanare i miei buchi con estrema precisione e, ad ogni affondo, una nuova ondata di piacere sommergeva la mia mente. Un altro orgasmo devastante ha scosso il mio corpo ed essi sono rimasti immobili, piantati dentro di me. Quando il piacere è passato, loro si sono semplicemente sfilati da me. Ho sentito i miei buchi aperti, dilatati: una sensazione di vuoto ha pervaso il mio corpo come se, d’improvviso, qualcosa fosse stato strappato da dentro di me. In preda ad una reale follia erotica, li ho guardati ed esortati a prendermi di nuovo.
«Inculatemi! Spingete i vostri cazzi dentro di me! Voglio sentirvi entrare fino in fondo.»
Michele si è sdraiato sotto di me, io gli sono immediatamente salita sopra e, dopo aver afferrato la sua verga dura, l’ho indirizzata con decisione fra le labbra della mia fica, che l’ha accolta golosa. Anche Paolo si è rapidamente posizionato dietro di me e, quando ha appoggiato il suo cazzo al mio culo, il lieve movimento di Michele, che ha spinto il mio corpo verso l’alto, ha fatto sì che il suo cazzo, anziché entrare nel mio culo, è scivolato improvvisamente dentro la mia fica, assieme a quello di Michele. Ho spalancato la bocca per la sorpresa inaspettata, mentre sentivo i muscoli della mia vagina tendersi in maniera inusuale. Per un attimo ho avuto la sensazione che si stessero lacerando, ma è stato solo un attimo, perché lui, dopo essere affondato tutto dentro di me, è rimasto immobile. Immediatamente una sensazione di pienezza, ha invaso il mio corpo e un’ondata di piacere ha sconvolto la mia mente, al punto da farmi pronunciare parole che non mi sarei mai sognata di dire.
«Mi sfondate! Mi state spaccando la fica! Vi sento tutti e due dentro di me! Bellissimo! Vi prego, continuate, sfondatemi tutta, ma fatemi godere come una vera troia! Mi piace sentirvi entrambi dentro di me in fica! Siete grossi, enormi, ma non importa: fatemi impazzire!»
È bastato che loro due iniziassero a muoversi e, ben presto, ho urlato tutto il mio piacere con tutto il fiato che ancora avevo in gola. La mia mente era completamente andata e li incitavo a scoparmi ancor più forte. Erano due pistoni che entravano ed uscivano con un sincronismo perfetto, e Michele si è complimentato con me.
«Sei davvero una gran puttana! Una troia stupenda, una zoccola meravigliosa, che mi fa godere tantissimo.»
Paolo intanto si muoveva sempre più velocemente e, ad un tratto, con un grido che non aveva nulla di umano, ha riversato tutto il suo piacere dentro di me. Si è svuotato completamente nella mia fica, mentre Michele continuava a pomparmi con colpi sempre più forti e decisi, finché anche lui mi ha riversato in corpo il suo piacere. Ero sfinita. Mi sentivo distrutta e colavo sborra dalla fica ormai più che dilatata, ma ero felice, soddisfatta, per aver goduto con quel maschio sconosciuto che mi aveva letteralmente fatto impazzire. È stata un’esperienza imprevista, vissuta nel breve periodo di un pomeriggio, ma ha appagato molto il mio desiderio di sentirmi troia. È stata una sensazione che mio marito capisce alla perfezione e per questo lo amo: per lui son disposta ad accettare qualunque cosa voglia propormi.
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2 years ago
baxi18, 55
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Un marito complice. la prima gang.
Mi chiamo Lucrezia, ho 36 anni e da sei sono sposata con Paolo, che ha due anni più di me. Lui è un bell’uomo, alto, biondo, occhi chiari di un azzurro stupendo, un bel fisico asciutto e muscoloso, le mani sono grandi e forti e, fra le gambe, ha una splendida dotazione, ben oltre la media, che lui usa in maniera davvero stupenda. Io sono mora dai capelli lunghi, occhi scuri, bocca ampia e carnosa, un seno di una quarta misura, il ventre piatto, un bel culo e cosce lunghe e affusolate. Ci siamo conosciuti circa otto anni fa, ad una festa di una amica comune. Io venivo da un periodo molto difficile, perché da un mese mi ero lasciata con il mio fidanzato, per la sua incontrollabile gelosia. Era un ragazzo abbastanza carino, molto ricco e questo gli permetteva di pretendere il totale controllo su di me. Era di una gelosia asfissiante, così, alla fine, l’ho mollato. Ha fatto un sacco di tragedie, mi ha minacciata se non tornavo con lui, ma io, esasperata dalla sua gelosia, ho deciso che era ora di abbandonarlo. Un mese dopo, mi trovo a questa festa di amica che conoscevo da tempo e vi era anche Paolo che, naturalmente, era l’oggetto dell’attrazione di buona parte delle ragazze presenti. Io avevo una voglia di cazzo da far paura. Avevo indossato una mini talmente corta che, al solo sollevare le braccia, metteva in mostra fica e culo. Tacchi alti ed una camicetta bianca, sotto cui era visibile un reggiseno a balconcino che gonfiava ulteriormente la mia quarta misura. Ci siamo dati uno sguardo e, in quel momento, ho deciso che quella sera doveva essere lui a soddisfare il mio prurito vaginale. Ho parlato con lui per tutta la sera, stuzzicando il suo interesse continuamente e, quando mi sono resa conto di aver suscitato il suo desiderio, senza dir nulla, ce ne siamo andati. Giunti nel parcheggio, lui mi ha chiesto solo se doveva portarmi a casa mia o a casa sua. Gli ho risposto che per me era indifferente e, dopo pochi minuti di strada, entravamo nel portone di una palazzina e, saliti in ascensore, siamo entrati in casa sua. Per tutto il tragitto nessuno di noi due ha parlato, ma, appena chiusa il portone dietro di noi, ci siamo avventati l’una contro l’altro, in maniera famelica. Esatto, avevo forte il desiderio di divorare quel maschio, come una mantide religiosa. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui e mi sono ritrovata fra le mani e davanti alla bocca quella splendida dotazione, grossa e dura, ho avvertito subito un brivido di piacere percorrermi la schiena e mi sono bagnata all’istante. Scopare con lui, quella sera, è stato qualcosa di veramente stupendo. Mi ha scopato per così tanto tempo, che nemmeno mi sembrava vero. Ha goduto ripetutamente in entrambi i miei buchi. Sembrava non esser mai pago di sentire le mie grida di piacere e, soprattutto, continuava a scoparmi in continuazione, passando dal culo alla fica, alla bocca e poi di nuovo nella fica e poi nel culo. Era una girandola di orgasmi che non finiva mai. Alla fine, sfiniti, ci siamo addormentati, senza neanche rendercene conto. All’alba mi sono svegliata fra le sue braccia e ho visto quel membro che mi aveva fatto così tanto godere; allora l’ho preso ancora in bocca ed ho ricominciato a succhiarlo, facendolo diventare subito bello duro. Lui si è svegliato, ha sorriso e si è complimentato con me.
«Che adorabile e insaziabile puttana che ho nel mio letto, questa mattina! Nonostante tu abbia preso cazzo per tutta la notte, questa mattina ne vuoi ancora! È davvero fantastico!»
Le sue parole mi hanno gonfiato d’orgoglio e, senza dir nulla, son salita su di lui e mi sono infilata dentro quel palo di carne viva, che subito mi ha fatto godere. Mi ha scopato di nuovo, facendomi godere ancora moltissimo e, al momento dell’orgasmo, l’ho pregato di venire nella mia bocca.
«Sborrami in bocca! Voglio bere il tuo seme. Mi hai farcito ogni buco questa notte, ma non nella bocca, quindi disseta la mia voglia di piacere.»
A causa della notte così intensa di orgasmi, pensavo che la sua sborrata fosse stata abbastanza contenuto, invece, nel momento dell’orgasmo, mi ha gonfiato letteralmente le guance da quanta me ne ha riversato in bocca. È stata la colazione più bella che abbia mai avuto in vita mia. Quando mi ha riaccompagnato a casa, mi ha chiesto un contatto telefonico e, due giorni dopo, mi ha invitato a cena. Durante la cena, abbiamo parlato delle nostre esperienze passate ed entrambi ci siamo trovati a raccontare le stesse esperienze e verificare che avevamo vissuto gli stessi identici problemi. Anche lui era stato costretto a mollare per problemi di gelosia della sua lei e così, da qualche tempo, pensava solo al sesso e basta, ma anche questo gli aveva creato dei problemi, perché le donne con cui scopava, diventavano possessive e gelose. Quando gli ho detto che io avevo avuto lo stesso identico suo problema, subito ci siamo resi conto che entrambi cercavamo la stessa cosa: la libertà di scegliere la persona con cui stare, senza l’ossessione della gelosia. Dopo cena siamo tornati di nuovo a scopare. Anche in questa occasione ho goduto moltissimo fra le sue braccia. Appagato il nostro desiderio di piacere, siamo rimasti a lungo a letto distesi ed abbracciati, e lui, fin da subito, mi ha detto che ero la femmina che stava cercando, perché con me si era sentito bene e, in questi due giorni, aveva pensato a lungo a me. Anch’io mi ero sorpresa a pensare a lui e così è nata la nostra storia. Dopo due anni di fidanzamento, durante i quali abbiamo passato momenti indimenticabili, ci siamo sposati. Il matrimonio ha solo rafforzato di più la nostra intesa. Con lui ho vissuto esperienze assolutamente uniche. Piace ad entrambi frequentare spiagge nudiste, dove abbiamo avuto esperienze molto appaganti, perché gli piace esibirmi ed io mi bagno in maniera incredibile quando lui mi propone di far la troia con altri. Adoro vedere i cazzi che si gonfiano quando mostro il culo o la fica. Queste cose sono per me come una droga, che mi obbliga a desiderare sempre più spesso di vivere queste emozioni così forti e travolgenti. Lui è il grande organizzatore di questi giochi perversi, ma in queste occasioni è anche un incallito voyeur. Mi osserva con desiderio, mentre interagisco con chi mi guarda, con chi si masturba per me, con chi mi sborra addosso, facendomi impazzire dal piacere. Ama immortalare quei momenti con foto/video, che poi, insieme, rivediamo e, oltre ad eccitarci di più, permettono di migliorare sempre più le mie performances. Da ultimo, ad entrambi è venuta una fantasia che, fino ad ora, non avevamo mai messo in pratica. In tutte le occasioni in cui lui mi ha esibito, nessuno dei maschi mi ha mai scopato, mentre ora desidera che io mi cimenti in una gang, dove sono alle prese con almeno tre uomini. Quando mi ha proposto questa esperienza, ho avvertito, dentro di me, sensazioni contrastanti. Ero affascinata dall’idea di essere l’oggetto del desiderio di tre maschi, ma, nello stesso tempo, ho avuto paura di non riuscire ad esser spigliata con loro.
«Devi stare tranquilla, perché saranno persone estremamente selezionate, tranquille, che non ti faranno alcun male, se non farti godere tutti assieme. Se sarà necessario, ti coprirò gli occhi, così, bendata, potrai solo godere delle sensazioni che riceverai, senza alcun timore.»
Seppur con ancora qualche dubbio, gli ho chiesto di organizzare la gang-bang. Dopo circa una ventina di giorni, mi dice che il sabato successivo saremmo usciti per andare a trovare Luca, un singolo cui ha mostrato la mia foto e non vede l’ora di sbattermi come una troia. Al solo sentir quelle parole, già mi provocava le farfalle allo stomaco. Il sabato mattina, mi sono preparata con cura: sono andata dall’estetista, parrucchiera e, insieme a lui, ho acquistato un abito adatto alla serata.
Era un vestito molto semplice, con cinque bottoni davanti che, naturalmente, solo tre venivano lasciati chiusi, sotto un paio di sandali dal tacco alto e basta. Il trucco leggermente più marcato, soprattutto le labbra sono state ricoperte di rosso fuoco per rendere più evidente la mia bocca da succhiacazzi. Quando siamo giunti a casa di Luca, erano già presenti anche gli altri due soggetti di questo gioco a tre. Tutti erano più grandi di noi, come minimo quarantenni, ma fisicamente molto palestrati. Vedere tutti quei muscoli tesi, sotto delle magliette attillate, mi ha, in qualche modo, fatto tremare. Paolo, nel mostrarmi questi tre maschi, si è girato verso di me e, con aria sorniona, mi ha parlato con un tono pacato ma deciso.
«Lui è Luca, Marco e Luigi; come vedi sono tre maschi fisicamente molto dotati e appena aprirai i loro pantaloni, capirai immediatamente cosa ti aspetta.»
Senza aggiungere altro, ha preso un foulard nero e mi ha bendato gli occhi. Immediatamente ho sentito le mani di quegli uomini su di me. Sentivo anche la loro voce ed i loro commenti.
«È veramente molto bella. Molto di più di come appare nella foto. Se poi è anche brava come l’hai descritta tu, allora sicuramente ci divertiremo molto a farla godere fino a stremarla.»
Mi hanno slacciato il vestito, bottone per bottone, con una calma estrema. Non sapevo chi dei tre lo stesse facendo o, forse, poteva essere anche mio marito. Per l’occasione Paolo aveva portato con sé, oltre ad una video camera, anche una macchina fotografica digitale, perché voleva immortalare ogni singolo momento di questo gioco. Appena mi hanno denudata, subito delle mani hanno preso ad accarezzarmi natiche e cosce. Non lo facevano tutti assieme, ma solo due mani distinte che mi hanno fatto vibrare e nello stesso tempo eccitare. Mi sarei aspettata che tutti mi saltassero addosso, invece avevo la netta sensazione che si alternavano su di me per farmi godere. Ho fatto un profondo respiro e, poi, sentivo Paolo che interrogava probabilmente quello che mi stava carezzando.
«Ti piace? Senti come è liscia la sua pelle? Senti come sono gonfi i suoi seni, sono molto sensibili; se li accarezzi e stimoli suoi capezzoli, gode molto... hai notato come è sodo il suo culo?»
Non so a chi apparteneva la voce che gli ha risposto.
«Ha una pelle che sembra seta, i suoi capezzoli sono veramente un invito a succhiarli.»
Poi ho sentito altre due mani aggiungersi alle altre e così, ora, ero maggiormente stimolata perché alcune dita sono finite con l'esplorare i miei buchi. Qualcuno mi ha fatto piegare in avanti e una bocca calda mi ha baciato. Paolo continuava ad elogiare le mie qualità di femmina in calore.
«Continuate ad eccitarla, perché quando comincerà a gemere sarà pronta a fare tutto quello che vorrete, ma anche a fare tutto quello che lei vorrà, perché non ama essere passiva.»
Ero al settimo cielo. Sentire mio marito elogiare le mie qualità, mi stava eccitando molto di più. Ho sentito due dita scivolare tra le gambe ed insinuarsi direttamente nella mia fica.
«Accidenti! È già bagnata fradicia! Questo gioco la sta eccitando moltissimo.»
Sono rimasta un attimo interdetta, perché la mano che mi aveva accarezzato sicuramente doveva essere quella di mio marito, che constatava quanto mi stavo eccitando. Era vero, ero eccitatissima, ma, nello stesso tempo, mi sentivo serena e desiderosa di godere. Mi hanno fatto dischiudere le gambe e, improvvisamente, mi sono sentita stretta fra corpi nudi che premevano contro di me. Quello dietro, ha appoggiato fra il solco delle mie natiche una verga sicuramente grossa, come quella di Paolo o, forse, anche più, mentre quello davanti, più alto di me, ha appoggiato anche lui qualcosa di estremamente grosso, appena sopra il monte di Venere ed ho sentito chiaramente quella mazza arrivare a lambire i miei seni. Fremevo, mentre sentivo le farfalle nello stomaco che rendevano le mie gambe molli. Mi hanno sollevato, e dopo pochi passi ho capito che eravamo giunti in camera, perché sono stata adagiata sopra un letto. Ho sentito Paolo chiedermi di tenere le cosce aperte e di offrirmi al loro sguardo. Ero immobile ed ho avvertito che qualcuno era salito sul letto, perché subito dopo ho avvertito un membro duro sfiorare le mie labbra. Senza esitare l’ho afferrato e l’ho portato alla bocca, mentre qualcuno ha iniziato a succhiare i miei capezzoli. Ancora la voce di Paolo mi ha dato un nuovo ordine.
«Prendilo in bocca e succhialo; quando lui sarà pronto a riversare nella tua gola tutta la sua sborra, voglio che la ingoi.»
Intenta a succhiare quel membro, ho sussultato quando una lingua calda si insinuata fra le pieghe della mia fica ed ha cominciato a leccarmi. Mi prendeva il clito fra le labbra e lo sfregava contro la lingua dura. Era qualcosa di meraviglioso, mi piaceva così tanto che ho preso a succhiare il cazzo che avevo in bocca con ancora più verve. Questo ha fatto gemere l’uomo che me lo spingeva sempre più in gola.
«Meravigliosa! Lo succhia in una maniera veramente stupenda!»
Godevo anche del piacere che mi procurava la bocca dell’altro maschio che si dedicava ai miei capezzoli. Mi sentivo succhiare e stimolare con forza i miei punti erogeni, stretti fra i denti, e tutto questo mi procurava un misto di piacere dolore, veramente da delirio. Ad un tratto ho avvertito forte il desiderio di vedere questi tre maschi all’opera, così senza dir nulla, mi sono tolta la benda. Paolo mi ha sorriso e ha annuito soddisfatto della mia scelta. Ora mi trovavo tra le mani quelle tre verghe possenti che si alternavano nella mia bocca. Ne succhiavo due contemporaneamente, mentre il terzo mi faceva godere leccandomi la fica. Ho avuto un orgasmo forte, intenso, che mi ha scosso tutta, dalla testa ai piedi. Sentivo forte il desiderio di essere posseduta, ma loro erano di tutt’altro avviso.
«Paolo, amore, permetti a questi uomini di scoparmi. Sento che voglio essere posseduta con forza, fino in fondo. Li voglio sentire dentro di me. Ti prego. Ti prego, lo voglio.»
Nessuno mi ha risposto, ma hanno continuato ad eccitare il mio corpo, facendomi provare un nuovo orgasmo che ho urlato con tutta me stessa. Poi Luca si è disteso sotto di me e, finalmente, mi sono impalata su di lui. Ho sentito quel cazzo che dilatava la mia fica e scivolava tutto dentro di me, regalandomi immediate sensazioni da sballo. Marco mi ha presentato il suo pene alla bocca e l’ho subito infilato tutto in gola, mentre sentivo Luigi che stava lubrificando il mio culo. Un lungo brivido mi ha percorso la schiena al pensiero che, fra poco, sarei stata posseduta anche in quel buco. Ha lavorato con solerzia il mio fiorellino, fin quando ha notato che ero pronta e rilassata, così mi ha fatto distendere sul corpo di Luca e, inginocchiatosi dietro di me, ha appoggiato quella grossa verga al culo. È stato qualcosa di veramente incredibile sentirlo scivolare dentro di me, che avevo già un grosso ingombro davanti. Quelle due aste hanno dilatato in maniera superba i miei buchi. Paolo fotografava e riprendeva ogni attimo, ogni singolo gesto di quell'operazione. Luigi mi ha lasciato un po’ di tempo affinché mi abituassi alla nuova penetrazione e, poi, con perfetto sincronismo hanno preso a pomparmi, mentre Marco mi ha di nuovo offerto il suo cazzo da succhiare. Ero piena, ingombra in ogni mio buco, e quella sensazione mi procurava piacere in continuazione. Ho goduto, urlato tutto il mio godimento con una lunga serie di orgasmi che sembravano non finire mai. Si sono alternati, scambiandosi i buchi per molto tempo e, quando Paolo mi ha guardato negli occhi ed ha visto che il mio volto appariva stremato dal piacere, ha sorriso soddisfatto.
«Adesso copritela di sborra. Voglio che le schizziate addosso tutto il vostro piacere.»
Mi ha fatto inginocchiare in mezzo a loro con la bocca aperta ed ho ricevuto, per buona parte in faccia, tutto il loro piacere. Schizzi bollenti hanno colpito le mie guance e, scorrendo lungo il viso sono colati giù fino ai seni. Ho succhiato e spremuto quelle canne roventi fino all’ultima goccia. Poi, soddisfatti, tutti e tre si sono complimentati con me.
«Paolo, complimenti, la tua donna è una magnifica puttana! Ci ha fatto godere a lungo e bene; sei molto fortunato ad avere una femmina così lasciva al tuo fianco.»
Mi sono sentita davvero inorgoglita, perché ho visto la soddisfazione negli occhi di mio marito e questo per me era la cosa più importante. Questa è stata la prima esperienza, che ho vissuto con tre uomini contemporaneamente, ma oltre a questa, con mio marito ho vissuto anche altre esperienze, davvero uniche.
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Una femmina insaziabile
Mi chiamo Mario, ho 46 anni, sono alto un metro e 70, occhi scuri, incanutito da oltre un decennio. Fisicamente sono di media corporatura e, a detta di chi lo ha provato, fra le gambe possiedo un bell’attrezzo che mi ha permesso di godere con molte donne. Va aggiunto che ho un fratello gemello, di nome Mauro, che è identico a me. Siamo entrambi sposati e, curiosamente, con due gemelle. Abbiamo entrambi due figli, un maschio ed una femmina che, a loro volta, sono gemelli. Lavoriamo entrambi nella ditta di zio Pasquale, specializzata nella installazione di impianti fotovoltaici. Qualche mese fa, per lavoro, ci siamo recati in una cittadina della Campania, dove la nostra ditta, assieme ad altre tre, aveva ricevuto un appalto per la realizzazione di un immenso campo solare. Dato che il lavoro avrebbe richiesto parecchio tempo, nostro zio ci sollecitò a trovarci una sistemazione in loco, così da lavorare in cantiere per l'intera settimana e tornare a casa ogni weekend o, al massimo, ogni 15 giorni. Su indicazione del titolare di una salumeria, dove ci eravamo fermati per prender dei panini imbottiti, ci fu segnalata un’abitazione, un po’ fuori dal centro, dove la proprietaria era disposta ad affittare almeno due camere a gente come noi. Immediatamente ci siamo recati all’indirizzo fornitoci e, giunti sul posto, abbiamo potuto constatare che si trattava di una bella casa colonica con giardino, posta al centro di una proprietà terriera adibita a frutteto, vigneto ed altri campi coltivati. Una volta avuta la presenza della proprietaria, ci siamo trovati davanti una splendida signora, più o meno nostra coetanea. Alta, mora, occhi scuri, labbra sensuali, una splendida quarta di seno ed un fisico non magro, ma neanche grasso, con le curve al posto giusto. Indossava un maglioncino di cachemire con un profondo scollo a V, che non celava il solco dei suoi splendidi seni ed una gonna che le arrivava al ginocchio, sotto cui spiccavano delle calze scure, che potevano esser benissimo delle autoreggenti. Ai piedi aveva delle scarpe di vernice nera, dal tacco 10 largo, che, sicuramente, dovevano essere abbastanza comode, ma le inarcavano la schiena in modo da evidenziare il culo, rendendo un’immagine di sé piuttosto sensuale.
«Buongiorno signora, sono Pasquale. Sono stato informato dal titolare del negozio di alimentari che lei potrebbe fittare due camere per il tempo accorrente alla costruzione, in questa zona, di un imponente impianto fotovoltaico.»
Lei, mentre ascoltava le parole di mio zio, sembrava aver occhi solo per noi due, che la guardavamo in maniera interessata, perché affascinati da quella donna che, pur nella sua semplicità, emanava una certa malia. Ci ha riflettuto un attimo e poi ha chiesto ulteriori spiegazioni.
«Buongiorno a voi signori. Mi chiamo Giovanna e, effettivamente, ho due camere libere che potrei fittare, ma sia ben chiaro che, oltre al pagamento anticipato di quanto dovuto, dovrete rispettare alcune regole su cui non transigo. È una cosa che metto sempre in chiaro, ogni volta che qualcuno mi chiede l'uso in locazione delle mie camere.»
Mio zio si è girato verso di noi, ed io, incuriosito, ho chiesto quali fossero queste regole, così inderogabili.
«Esigo il massimo rispetto; non voglio gente che gira nuda per casa; esigo che quando si utilizza il bagno, lo si deve lasciare pulito come lo si trova. Non amo gente sciatta o volgare e, in casa mia, non si fuma. Naturalmente non vi è concesso di portare donne in casa mia. Posso offrirvi, oltre alle camere, altri servigi, come la lavanderia, la cucina e, se volete, anche la colazione. Il riordino e la pulizia delle vostre camere sono inclusi nel prezzo. Dovrete mangiar fuori, perché non ammetto che si mangi in camera. Come vedete, le mie son regole semplici, ma ferree.»
Mentre parlava, osservavo le sue labbra e, dentro di me, cresceva la voglia di assaporare quella meraviglia, sulla punta del mio cazzo. Mio zio si è voltato verso di noi che abbiamo annuito favorevolmente e, pattuito il prezzo, che ci è sembrato decisamente onesto, siamo andati insieme a vedere le camere. Entrando, ci siamo trovati in un ampio salone, con mobili molto belli e di pregio, uno splendido camino, e arredi alle pareti che rendevano l’ambiente particolarmente curato, dove era evidente il tocco femminile. Percorso un breve corridoio, ci siamo trovati davanti a due porte che davano accesso alle nostre camere. Una era una cameretta con un letto singolo, dove abbiamo deciso di far dormire nostro zio, anche perché, detto fra noi, quando dorme, russa. Io e mio fratello abbiamo deciso di occupare l’altra camera che, pur essendo una matrimoniale, aveva due letti separati. Subito abbiamo iniziato a disfare le valige, mentre la signora, avuti i nostri documenti, ha iniziato la registrazione dei nostri dati. Mentre sistemavo le mie cose in un cassetto, mio fratello si è avvicinato e mi ha chiesto cosa ne pensavo di quella bella donna.
«Più che pensare, direi che mi piacerebbe fare: le metterei volentieri il mio cazzo fra quelle splendide labbra. Inoltre, mi piacerebbe sentirlo scorrere lungo quel solco dei seni che, sicuramente, me lo avvolgerebbero in maniera tale da far provare un piacere più che unico. Sono anche sicuro che la signora dovrebbe esser una gran porcona a letto.»
Lui ha sorriso ed ha annuito, confermando che anche a lui era sorto lo stesso intenso desiderio di fottere quella splendida cavalla, che ci eravamo trovati davanti. Sistemate le pratiche, siamo andati sul luogo di lavoro, restando d’accordo con la signora che saremmo tornati in serata, verso le 17:00. Durante il resto della giornata siamo stati impegnati nel lavoro, anche se, spesso e volentieri, io e mio fratello continuavamo a scambiarci fantasie sulla, ormai ritenuta tale, "maialona", ripromettendoci che, se vi fosse stata l’occasione, ci saremmo scopati la signora, anche insieme. Finita la giornata di lavoro, siamo tornati a casa e, ad accoglierci, ci siamo trovati davanti quello che doveva essere il marito.
«Buonasera, io sono Antonio, marito della signora Giovanna. Mia moglie è uscita per fare delle spese, onde arricchire la dispensa per far fronte a cena o quant'altro pattuito con lei.»
Anche lui ci guardava un po’ incuriosito e, mentre io e mio fratello siamo andati a fare una doccia, nostro zio è rimasto a parlare con quel tizio che, effettivamente, aveva un che di strano. Entrambi ci domandavamo come un soggetto, basso di statura, con pancetta prominente, stempiato e con pochi capelli in testa, fosse riuscito ad entrare nelle grazie di quella splendida donna che, sicuramente, con il suo fascino avrebbe potuto avere tanti pretendenti.
«Probabilmente deve avere un cazzo come quello di un cavallo, per soddisfare una troiona come quella.»
Guardo mio fratello, ma non condivido la sua analisi.
«Oppure, è un cornuto così convinto e contento, che lascia quella porcona libera di scopare con chi vuole.»
Ci siamo messi a ridere e, dopo la doccia, mentre eravamo in camera intenti a vestirci, attraverso la finestra abbiamo visto la signora tornare. Nello scendere dalla vettura, lei ha aperto le cosce, senza sapere che noi due la stavamo osservando. Abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero stupendo. Due meravigliose colonne di carne, bianche e splendidamente tornite, impreziosite dal pizzo delle autoreggenti. Ho guardato mio fratello e ci siamo rafforzati nell'idea che il marito fosse un cornuto. Anche lui, dopo lo spettacolo della scosciata della signora, si è convinto che, probabilmente, avevo visto giusto. Senza un attimo di esitazione, sono uscito fuori e le sono andato incontro, offrendomi di aiutare la signora a portare in casa le pesanti borse della spesa.
«Grazie, lei è molto gentile. Purtroppo oggi è difficile imbattersi in uomini così premurosi, quando vedono una donna in difficoltà.»
«Non mi deve ringraziare, perché le assicuro che è un vero piacere esserle d’aiuto, in questo e in tutto ciò di cui lei possa aver bisogno. Mi consideri sempre a sua disposizione, in tutto e per tutto, a qualsiasi ora del giorno e, se ci fosse necessità, anche della notte.»
Lei mi ha guardato con aria un po’ incuriosita, fingendo di essere contrariata, ma si vedeva benissimo che, in realtà, era compiaciuta da ciò che avevo detto, perché aveva interpretato bene il doppio senso delle mie parole. Giunti in cucina, ci ha raggiunto anche mio fratello e, insieme, l’abbiamo aiutata a sistemare le cose e, poiché la cosa sembrava piacerle molto, anche mio fratello, si è offerto di esserle di aiuto in qualunque cosa. Lei ci ha guardato e, sicura di non essere ascoltata da nessun altro, tranne che noi, ci ha parlato con un tono che voleva essere quasi un rimprovero, ma che, in realtà, esprimeva il conforto di avere due maschi come noi a sua disposizione.
«Signori, vi devo ricordare che sono una donna sposata e che voi siete ospiti a casa mia, perciò siate discreti e non vi approfittate di una povera signora, che spesso è sola e non ha molto da offrirvi.»
Noi due ci siamo dati un’occhiata ed abbiamo subito capito che la signora, a modo suo, ci aveva lanciato un chiaro messaggio. L’arrivo del marito ha interrotto il dialogo, ma durante la cena, ho notato che la signora Giovanna, spesso e volentieri, riempiva il bicchiere del marito e di nostro zio che, alla fine della cena, non era affatto sobrio, anzi direi che era senz'altro ubriaco.
Nostro zio, abbastanza alticcio anche lui, si è offerto di accompagnarlo in camera e, aiutato dalla signora, l’ha messo a letto, per poi salutarci e ritirarsi nella sua cameretta a dormire, perché effettivamente stanco. Noi due ci siamo offerti di aiutare Giovanna a rassettare e, mentre lei era intenta a sistemare i piatti sporchi all’interno della lavastoviglie, piegata in avanti, entrambi abbiamo potuto vedere che il vestito era salito ed erano visibili le sue splendide cosce, fasciate da autoreggenti, al di sopra delle quali si intravedeva il colore scuro di una striminzita mutandina che, a mala pena, copriva la sua splendida fica. Con la scusa di porgerle alcuni piatti sporchi, mi sono avvicinato da dietro e, con il cazzo già duro, ho fatto in modo di strusciarmi su di lei, che avvertendo il turgore della mia verga sulle sue natiche, è rimasta immobile, senza dire nulla. Le ho passato i piatti e lei, senza staccarsi da me, si è rialzata, continuando ad appoggiarsi al mio corpo, ha spinto il pulsante di avvio dell'elettrodomestico e poi si è girata. Guardandomi dritto negli occhi, ha cercato di imbastire una scusa, per giustificare quello che stava per succedere.
«Ragazzi, basta! Andate a letto che, di sicuro, sarete stanchi. Finirò io a mettere in ordine la cucina.»
Giro lo sguardo verso mio fratello, che ora è vicino a me, e anche lui la guarda con occhi carichi di desiderio. Non ascolto le sue parole e con la mia mano afferro la sua e la appoggio sul mio cazzo che, duro, preme sotto la stoffa dei pantaloni. Lei si morde il labbro inferiore, socchiude leggermente gli occhi poi cerca ancora un’ultima giustificazione, che nessuno di noi due accetta.
«No, vi prego, lasciatemi stare! Sono una donna sposata e mio marito dorme nell’altra camera.»
Per tutta risposta, mio fratello le ha preso l’altra mano e se l’è appoggiata sul suo cazzo, già bello duro come il mio, e stringendola un po’ a sé, le ha appoggiato la bocca sulla spalla destra, prendendo a baciare il collo di Giovanna, appena sotto l'orecchio. Lei ha emesso un lungo respiro, reclinando la testa all’indietro e, con forza, ha serrato tra le mani i nostri membri, ancora coperti dalla sottile stoffa dei pantaloni della tuta da ginnastica che, entrambi, indossavamo. Senza dire nulla, ho appoggiato la mano sulla sua spalla e l’ho spinta ad inginocchiarsi in mezzo a noi due. Mio fratello è stato più lesto di me nell’abbassare l’elastico dei pantaloni ed estrarre il suo cazzo duro, così da divenire subito preda delle calde labbra di Giovanna. Anch’io le ho offerto il mio, che lei ha impugnato e iniziato segare con la mano, mentre spingeva quello di mio fratello tutto nella sua gola. Ora, come già detto all'inizio, siamo gemelli e, entrambi, abbiamo due belle nerchie, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e da come Giovanna ha cominciato a gemere, abbiamo capito che apprezzava molto ciò che stava succhiando. La sua bravura era assolutamente fuori discussione. Accoglieva il cazzo di mio fratello giù per la gola con estrema facilità, palesando, oltre una certa esperienza, una voluttà da vera troia. Lui ha lasciato che lei assaporasse il suo cazzo e, poi, quando lo ha sfilato, si è girata verso di me; io le ho appoggiato la mano sulla testa e, senza nessuno sforzo, lei ha ingoiato anche il mio, fino in fondo. Ho sentito il suo viso premere contro il mio inguine, mentre il mio cazzo era scivolato lungo tutta la sua gola. La cosa sconvolgente è stata che, mentre aveva quei buoni venti cm in gola, lei ha estratto la punta della lingua ed è riuscita a lambire anche le mie palle. Per me era la prima volta che una femmina si infilava tutto il mio cazzo in gola e riusciva anche a leccarmi le palle.
«Cazzo, che meraviglia! Questa puttana è talmente brava che si prende il cazzo in gola e poi ti lecca anche le palle! Fratello mio, una zoccola così non la troviamo in nessun’altra parte del mondo. Son sicuro che, nei giorni che passeremo qui, avremo modo di divertirci molto con questa troia, che ancora non ha ben capito con che razza di maiali ha a che fare. Son sicuro che quando lo scoprirà, ne sarà estremamente compiaciuta.»
Mi sono gustato la splendida leccata di cazzo e, poiché avevo voglia di assaporare il suo nettare, l’ho fatta sollevare e, presa per mano, ci siamo spostati verso il salone. Ad un tratto, però lei, ha aperto un’altra porta e ci siamo trovati dentro un’altra camera. Vi era un letto matrimoniale ed un grosso armadio con un’intera parete a specchio. In un attimo ci siamo avventati su di lei che si è lasciata spogliare nuda, mentre le sue mani erano alla ricerca delle nostre verghe dure. Mentre anch’io mi spogliavo, lei ha preso a succhiare il cazzo di mio fratello e, a quel punto, l’ho fatta inginocchiare sul letto e mi sono posizionato dietro di lei. Ho dilatato quelle splendide natiche e subito mi sono trovato davanti, lo scuro buco del culo e lo spacco della sua fica, che già grondava umori in quantità. Ho sentito forte l’odore di femmina in calore che emanava la sua fica e, dopo essermi inebriato di quel profumo estasiante, ho affondato la mia lingua nello spacco rosa di quella femmina stupenda. Un gemito a bocca piena è risuonato nel silenzio della stanza, mentre mio fratello la reggeva con entrambe le mani sul capo e le imprimeva il ritmo della pompa. Il rumore del risucchio dello splendido pompino, faceva eco al mio leccare con avidità di quegli umori che veniva emessi in quantità da quell'ostrica profumata. Quando ho sentito il suo corpo fremere per un orgasmo forte e devastante, ho aperto ancora di più la bocca, avvertendo che mi veniva riempita del piacere di quella fantastica femmina, che stavo leccando. Lei si è sfilata il cazzo di mio fratello dalla bocca e si è girata verso di me, supplicandomi di scoparla.
«Prendimi, cazzo! Mettimelo dentro! Voglio sentire che mi apri tutta, fino in fondo e mi scopi come un toro scatenato. Ho voglia di godere, perché l’idea di avere in corpo le vostre mazze, mi fa veramente impazzire e voglio essere montata e godere, come una vacca in calore.»
Non ho avuto un attimo di esitazione e, dopo essermi inginocchiato dietro di lei, ho appoggiato il mio cazzo su quella fessura bollente e, con una spinta decisa, sono entrato tutto dentro, fino in fondo. Ha inarcato la schiena, perché la punta del mio cazzo deve aver sbattuto con forza in fondo e, a quel punto, l’ho afferrata per i capelli costringendola a spingere i fianchi verso di me, per ricevere meglio e più in profondità il mio cazzo. Poi, l’ho afferrata per i fianchi e mi sono messo a pomparla con un ritmo molto sostenuto, mentre lei continuava a succhiare imperterrita il cazzo di mio fratello che si godeva alla grande il piacere che stava ricevendo dalle labbra di questa incredibile troia.
«Cazzo, come succhia! Sembra un’idrovora! Mi sta succhiando anche l’anima e come hai detto tu, si mette tutto il cazzo in bocca e mi lecca ancora le palle! Che maiala stupenda! Una vera vacca da letto!»
Le sbattevo con forza il mio corpo contro i suoi glutei, mentre sentivo le palle sbattere, ad ogni affondo, contro le labbra della sua fica. Ha goduto all’istante. L’ho pompata a lungo, facendola godere molto, poi mio fratello mi ha chiesto se gli lasciavo il posto, perché anche lui voleva godere di quella figa calda, che godeva in continuazione. Ho accettato di fare cambio e lui si è sdraiato sotto di lei, lasciando che lei si impalasse su di lui. Lo ha cavalcato a lungo, godendo ripetutamente, mentre io, in piedi, mi facevo succhiare il cazzo da quelle labbra calde e vogliose. Ad un tratto, dopo l’ennesimo orgasmo Giovanna si è distesa su di lui, quasi sfinita, e dalla mia posizione ho visto il suo splendido culo. Dentro di me ha preso forma l’idea di penetrare anche quell'invitante buco. Mi sono inginocchiato fra le loro gambe e, dopo aver lubrificato con un po’ di saliva la punta del mio cazzo, l’ho appoggiata a quel fiore che, sotto una spinta decisa, si è aperto, facendomi scivolato dentro quella gaudente, che ha emesso un sincero gemito di piacere.
«Meraviglioso! Lo sento tutto nelle viscere! Mi state letteralmente squartando! Continuate, vi prego. Continuate a farmi godere, perché siete magnifici.»
Inutile dire che abbiamo continuato a scoparla ancora un po’, poi, datici un cenno d’intesa, ci siamo sistemati per sborrare in faccia a questa troia, che subito si è inginocchiata fra noi e, dopo aver preso i nostri cazzi in mano, li ha succhiati e masturbati finché, entrambi, le abbiamo riversato sul viso tutto il nostro piacere. Era uno spettacolo fortemente eccitante vedere quella faccia da puttana coperta di sborra, che colava dalle guance fin sopra i seni. Sfinita, è rimasta distesa e, dopo aver ripreso fiato, si è rivolta a noi con voce rotta dall’emozione.
«Grazie, ragazzi, siete stati meravigliosi ed ho goduto davvero tanto. Sarò volentieri la vostra puttana, a patto che, ognuno di voi due, mi faccia godere e mi faccia provare le stesse emozioni che ho provato questa sera.»
Distesi accanto a lei, sono stato preso da una certa curiosità.
«Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo modo di scopare. Hai mostrato di possedere una notevole libidine, non priva di una certa esperienza. Sono convinto che noi due non siamo gli unici cazzi, che tu ospiti fra le tue cosce.»
Lei sorride maliziosa e precisa che, all’interno del circuito di persone che la conoscono, se ne scopa quelle che hanno una maggior rilevanza per lei.
«Non ti sei sbagliato, mi piace molto scopare e, soprattutto, anche trarne vantaggio. Ad esempio, mi scopo anche il proprietario del supermercato che vi ha dato il mio indirizzo. A lui piace moltissimo mettermelo nel culo, perché sua moglie non glielo concede, così, appena fatta la spesa, vado nel suo ufficio, dove lui mi incula con gran piacere per entrambi. A volte è talmente arrapato che, dopo aver sborrato, il cazzo gli resta così duro che continua a scoparmi, finché non viene una seconda volta. Ovviamente, ogni volta che mi faccio inculare, ottengo anche il 50% di sconto sulla spesa. Mi scopo il macellaio, assieme al suo giovane dipendente. Lui ha una moglie talmente zoccola, che la dà a cani e porci, tranne che a lui, ed il motivo è semplice: ha un cazzetto così piccolo, che è davvero difficile, anche farglielo diventare duro. Così mentre lo succhio, il suo giovane garzone mi scopa energicamente. Mi godo l’impeto di quel giovane, che anche se non è molto resistente; mi pompa come un toro scatenato e ben presto mi riversa dentro tutta la sua notevole carica erotica. Appena è venuto, il suo capo lo spedisce di nuovo nel negozio, mentre lui si distende a terra e mi fa sedere con la fica sulla sua bocca. Non avrà il cazzo grosso, ma vi assicuro che ha una lingua da vero formichiere. È incredibilmente abile nell’infilarla in ogni anfratto della mia vagina, alla ricerca anche dell’ultima goccia di sperma che il suo giovane aiutante ha rilasciato nel mio ventre. Mi scopo anche il proprietario del distributore di benzina che, da quando ha assunto quel giovane ragazzo di colore, ogni volta che passo da loro, oltre a farmi il pieno all’auto mi fanno il pieno anche in ogni buco. Il ragazzo di colore poi ha una vera proboscide fra le gambe e, quando me lo spinge in culo, ho quasi la sensazione che mi esca dalla bocca. Un altro con cui mi piace scopare è il farmacista, assieme a quella vacca di sua moglie. Sono una coppia molto libertina e, mentre lui mi scopa con forza piegata a pecora, io lecco la fica di quella vacca che, quando gode, mi schiaccia il viso contro il suo clitoride ed urla al marito di sfondarmi il culo. Non ho tralasciato nemmeno i ragazzi che prestano servizio volontario nel punto di emergenza. Avete presente l’ambulanza che c’è all’inizio del paese con dentro un medico, un infermiere ed un autista. La scorsa estate, visto che si stavano annoiando, mi sono avvicinata e mi è sono fatta fare un vero check-up completo: attraverso una colonscopia, laringoscopia e colposcopia completa, hanno appurato che ero in perfetta forma. Non mi sono lasciata sfuggire nemmeno il sindaco, che assieme all’assessore all’urbanistica e al comandante delle guardie municipali, mi hanno scopato in tre nel suo ufficio, quando sono andata a sollecitare i permessi per la ristrutturazione di questo immobile. Dei tre, il più porco e dotato, era il comandante che, mentre gli altri due mi sfondavano fica e culo, lui mi colpiva la faccia con il suo cazzo grosso e duro e, dopo avermi schiaffeggiato, me lo infilava tutto in gola. Anche il direttore della banca è fra le persone che amano scoparmi. Una volta a settimana, vado da lui per farmi fare un generoso versamento nella vagina. E vi assicuro che, in fatto di versamento, il suo è quello più generoso, a parte i vostri di questa sera. In cambio, ottengo sempre uno sconto per il mio mutuo a tasso variabile.»
La guardo e d’impulso le rinnovo una domanda.
«Cazzo! C’è qualcuno in questo paese che non ti sei scopata?»
Lei sorride divertita, poi, dopo una attenta riflessione, prosegue nel suo elenco.
«Sì, è il nuovo comandante dei carabinieri che è giunto in paese da appena una decina di giorni. Però mi sono scopata i cinque uomini che collaborano con lui. Me li sono fatti tutti e cinque assieme e, per una sera, mi hanno letteralmente devastato ogni buco.»
Ora è mio fratello che la guarda un po’ stupito e, con una certa ironia, le pone un’ennesima domanda.
«Cazzo! Hai detto che ti manca il comandante dei carabinieri, quindi ci vuoi far credere che ti sei scopata anche il prete?»
«Sì, e vi assicuro che, fra tutti quelli che mi hanno scopato e mi scopano tutt'ora, è stato il più porco e, assolutamente, il più perverso. Mi ha scopato in canonica, assieme al suo diacono, che me lo ha piantato nel culo, senza tanti complimenti, mentre mi teneva sdraiata su di lui, voltata di spalle e con le cosce aperte. Quel pervertito di un prete, ha preso la sua cintura e mi ha frustato con sapiente maestria sia i capezzoli, che il clitoride. Quel dolore così sapientemente dosato, mi ha fatto avere un orgasmo devastante. Quando la pelle sotto la sferza delle frustate è diventata del colore di una fragola matura, quel porco ha estratto un cazzetto, neanche troppo grosso, ma ha cominciato a schizzare la sua sborra sopra la mia pelle irritata delle frustate. Sentire quei getti caldi in quei punti, resi più sensibili dalle frustate, era come ricevere degli spilli che si conficcavano nella mia pelle. La cosa sconvolgente era che, mentre mi copriva di sborra, e l’altro mi inondava il culo, lui urlava che mi stava liberando da Satana! Ammetto, però, che nella mia lista mancava far sesso con due gemelli, come voi. È stato molto interessante farsi pompare il culo da un maschio, mentre sotto di te ne hai uno uguale che ti scopa nella fica. È una sensazione strana e bellissima, è come se facessi sesso con un maschio che ha due cazzi. Vorrei solo sapere se le vostre mogli riescono a capire la differenza che c’è fra voi due. Non si sbagliano mai?»
Mio fratello la guarda e stringe le spalle mentre le risponde.
«Perché? Che differenza fa? Anche loro sono due gemelle. Quindi per noi non ha nessuna importanza se mi trovo nel letto di mia moglie o di mia cognata. Abbiamo anche messo al mondo, ognuno di noi, due figli, un maschio ed una femmina e, onestamente, non potrei dire se ad ingravidare mia moglie sono stato io o mio fratello, ma, in ogni caso, per noi non ha fatto nessuna differenza, perché anche i nostri figli sono gemelli.»
Giovanna ci guarda meravigliata.
«Cazzo, che fortuna! Poter scopare con un maschio diverso, senza doversi preoccupare se è il marito o il cognato! Sono due femmine davvero fortunate! E pensare che ero convinta di essere io la puttana, mentre mi rendo conto che anche le vostre donne non scherzano.»
Entrambi ci siamo messi a ridere, poi, essendo stanchi per la giornata di lavoro oltre che per il supplemento della serata, ce ne siamo andati a letto. Per circa sei settimane abbiamo abitato in quella casa e abbiamo scopato ripetutamente Giovanna, che ci ha sempre regalato tutto il suo piacere. Il marito, dopo la prima sera, non aveva bisogno di ubriacarsi, perché aveva capito che sua moglie godeva nello stare fra le nostre braccia e così, dopo cena, tutti e tre, a volte anche quattro, perché dopo un po’ si è unito anche lo zio, ci chiudevamo in quella camera e la scopavamo come se non ci fosse un domani. È stato bello vedere lo stupore di Giovanna, quando si è trovata davanti il cazzo di nostro zio, che, se noi siamo abbastanza ben dotati, lui lo è molto più di noi, non tanto in lunghezza, quanto in circonferenza. Quando lui ha sfondato il culo di Giovanna, lei ha spalancato la bocca e sbarrato gli occhi, cercando, in qualche modo, di sopportare la forte dilatazione cui era sottoposto il suo culo.
«Cazzo, fa piano! Ho come l’impressione che al posto del cazzo, tu mi abbia spinto in culo una mano intera!»
Zio Pasquale si è messo a ridere e, dopo averle dato una bella pacca sul culo, l’ha rassicurata che non era una mano, ma solamente la punta del suo cazzo.
«Sta zitta, vacca, che non morde! Dite tutte così quando la vedete, poi urlate di piacere quando vi spacco il culo.»
Finito il lavoro, il giorno dell’inaugurazione, abbiamo portato con noi anche le nostre mogli e, dopo la cerimonia, siamo stati ospiti a pranzo a casa di Giovanna e, nel pomeriggio, tutti e cinque ci siamo divertiti con lei e le nostre mogli. Quando, dopo averla fatta godere tantissimo, ci ha salutato, si è complimentata con le nostre donne.
«Amici, mi avete regalato un momento di piacere davvero sconvolgente. Già era bellissimo scopare con due gemelli, ma leccare le fiche di due donne perfettamente identiche, ha reso il gioco ancora più eccitante. Spero che in futuro avremo modo di godere ancora insieme.»
Durante il viaggio di ritorno, mentre guidavo con mio fratello seduto al fianco, ho sentito, dietro di me, il commento delle nostre donne.
«Accidenti, che fortuna, che questo lavoro sia finito così in fretta; altrimenti, con una femmina come Giovanna, questi due davanti, ben presto sarebbero rimasti senza uccello, perché quella puttana avrebbe finito per consumarli pur di farsi grattare il prurito che deve aver fra le cosce e che la rendono una femmina insaziabile.»
Ho guardato mio fratello che ha annuito e sorriso e, dentro di me, mi sono trovato concorde su ciò che avevo appena sentito dire.
Giovanna era stata davvero una femmina insaziabile.
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2 years ago
baxi18, 55
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Dopo il covid si ricomincia
Chiesi al ragazzo il numero di telefono, contento si avvicinò a mia moglie e la baciò in bocca. Era la prima volta che vedevo mia moglie baciare un'altra persona. Chiarisco che è il continuo del racconto precedente. Passarono circa due settimane da quell'incontro in auto e volutamente non ne feci più cenno con mia moglie ma durante una conversazione mi chiese se avessi telefonato al ragazzo, che chiameremo Enzo. Le dissi di non averlo chiamato ma se voleva potevo farlo anche in quel momento. Fece finta di avermelo chiesto per curiosità e non per interesse, ma si vedeva chiaramente che era eccitata e desiderosa di scoparselo di nuovo. Presi la palla in balzo e lo chiamai, fu molto contento di ricevere la chiamata chiedendomi di quando avremmo potuto rivederci magari non in auto . Con mio stupore, mia moglie mi chiese di passarle il telefono , lo feci con tutto il piacere del mondo. Eravamo sul divano entrambi e mentre lei parlava con lui cominciai a toccarla la sentii gia bagnata e desiderosa di viversi un altro momento di sesso col ragazzo. Fu lei a fissare l'appuntamento col ragazzo ma questa volta non in auto ma in una piccola villetta a mare di ns proprietà. Enzo sembrava ormai padrone della situazione e le chiese di vestirsi in modo sexy e che saremmo dovuti andare a prenderlo con la nostra auto. L'appuntamento era per il venerdi successivo e noi eravamo solo a mercoledi. Nei due giorni precedenti all'incontro si preparò in modo accurato l'intimo da indossare. Eravamo entrambi molto eccitati e giunto venerdi pomeriggio passammo a prenderlo nel luogo concordato. Salito in auto la prima cosa che fece si avvicinò alle labbra di mia moglie baciandola intensamente, poi cominciò a farle i complimenti per come era vestita facendole vedere come si era ingrandito il suo pacco. Mia moglie seduta accanto a me con le gambe interamente scoperte e le parole di Enzo mi fecero eccitare come non mai rendendomi ormai senza volontà e pronto a fare tutto cio che mi avrebbero chiesto. Impiegammo 45 minuti per giungere alla villetta a mare era ancora giorno e aprendo porte e finestre ci sedemmo sul divano. Volevo lasciarli da soli ma ero sempre piu eccitato di vederli scopare, da questi pensieri mi liberò Enzo che si sedette accanto a mia moglie e senza perdere tempo le infilò una mano tra le gambe e sentendo fosse gia bagnata le disse di alzarsi e di inginocchiarsi di fronte a lui ordinandomi di sedermi e di non proferire parola. Mia moglie eseguì si inginocchiò gli apri la patta dei pantaloni e tirandogli fuori il cazzo mi disse " guarda perchè ho voluto lui. Lo fece scomparire nella sua bocca senza farlo uscire un secondo fino a quando Enzo non venne. Per la prima volta la vedevo bere, lei guardandomi mi chiese di baciarla, mi avvicinai e la bacia sentendo tutti gli umori del cazzo di Enzo. Dopo poco si alzarono dalla poltrona e andarono in camera da letto .......ma questo ve lo racconto alla prossima.
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2 years ago
profcouple70,
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Le sue puttanelle! scopro il piacere anale.
Siamo ritornati alla vita di tutti i giorni e, per tre giorni, nessuno di noi due ha fatto cenno a quanto successo con Massimo. Solo la terza sera, sdraiati nel nostro letto, Marco, dopo avermi baciato è salito su di me e mi ha penetrata: riconosco che, nell'occasione, ho chiuso gli occhi ed ho immaginato che il membro che si stava agitando nella mia fica fosse la splendida mazza di Massimo e, all’istante, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto vibrare tutta. Marco che ha goduto assieme a me, mi ha lasciato il tempo di esprimere tutto il mio godimento, poi, dopo avermi baciato sulle labbra, mi ha guardato dritto negli occhi.
«Non è necessario che tu chiuda gli occhi per immaginare che il mio piccolo membro sia la splendida mazza che ti ha fatto godere, giorni fa. Per carità, mi fa piacere che tu immagini che sia lui che ti sta scopando, perché questa sensazione, questo desiderio, mi rende molto felice e non posso non ammettere che tutto quello che ho provato nel vederti godere con lui e, soprattutto aver potuto godere insieme a voi, è stata una goduria che ancora scorre nelle mie vene, inebria la mia mente e mi eccita così tanto, che come hai notato è bastato poco, perché raggiungessi il piacere e godere dentro di te. Abbiamo vissuto qualcosa di speciale e, onestamente, non vedo l’ora di ripetere questa fantastica esperienza. Però devo anche dire che nutro qualche perplessità sul fatto che vuole anche il tuo culetto: temo che quella grossa mazza possa farti molto male, quando ti sfonderà il culo.»
Ho guardato mio marito con enfasi, perché, da persona intelligente, aveva subito capito che il mio chiudere gli occhi era stato un espediente per focalizzare il mio ricordo su quel momento in cui avevo davvero fatto la troia fra le braccia di quel maschio, così dotato e dominante.
«Ti amo e ti reputo la persona più importante della mia vita. Massimo ci ha fatto godere moltissimo e sono sicura che godremo ancora di più la prossima volta. Questa certezza mi deriva dal fatto che saremo già consapevoli di ciò che ci aspetta e di quello che lui si aspetta da noi. Ti ringrazio per avermi spronato a vivere questa esperienza, ma ti chiedo, con tutto l’amore che io provo per te e quello che tu provi per me, di rimanere sempre al mio fianco, di assecondare questo gioco e permettere che lui possa ancora farci vivere emozioni così intense, come quelle che abbiamo appena vissuto.»
Lui mi ha stretto, mi ha abbracciato e, con le lacrime gli occhi, mi ha baciato ebbro di felicità. Nelle tre settimane a seguire, abbiamo sentito altre volte Massimo, il quale ci ha confermato l’appuntamento per una nuova esperienza da vivere con lui. Il giorno in cui ci siamo presentati nuovamente nella villetta in riva al lago, indossavo un abbigliamento completamente diverso da quello sobrio e morigerato di sempre. Questa volta, nascosta sotto un impermeabile lungo, avevo una minigonna davvero corta, calze autoreggenti, un esiguo perizoma, tacchi alti ed un reggiseno che esaltava ancora più la procacia delle mie tette, facendole apparire più abbondanti di quello che sono. Anche il trucco era adeguato al mio ruolo da perfetta puttana: le labbra, ricoperte da un rossetto dal colore acceso, esercitavano un palese invito a infilarvi dentro la splendida mazza che, di sicuro, il padrone mi avrebbe dato. Appena giunti da lui, ci ha immediatamente chiesto di spogliarci nudi e, quando ha visto ciò che indossavo, si è molto complimentato con mio marito.
«Bravo, cornuto, vedo che hai perfettamente capito cosa intendo, quando ti chiedo di offrirmi la tua troia in abbigliamento da vera puttana. Oggi faremo qualcosa di nuovo che, di certo, non avete ancora sperimentato. Per prima cosa, voglio che tu indossi questa tuta catsuit nera da donna, intera, senza cavallo, a rete e poi ci raggiunga in camera da letto.»
Senza aggiungere altro, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati nella camera da letto e, come la volta precedente, ho iniziato a spogliarlo lentamente e con lo sguardo basso, dopo di che lui si è disteso sul letto. Io ho preso ad adorare il suo corpo, facendo scorrere la mia bocca e lingua su ogni centimetro della sua pelle. Quando ero sul punto di prendere di nuovo in bocca quella splendida mazza, che dura e vogliosa svettava davanti ai miei occhi, Marco è entrato nella stanza ed entrambi ci siamo girati verso di lui.
Vederlo con indosso quella tuta da donna, con un perizoma così striminzito che a mala pena gli copriva il membro, mi ha lasciato alquanto sorpresa, mentre Massimo ha mostrato totale compiacimento per quel che vedeva.
«Brava puttanella! Così sei esattamente come ti volevo. Da oggi in poi sarai la puttanella che farà compagnia a quest’altra troia che mi sta leccando il cazzo. Vieni, avvicinati, perché per te ho un incarico molto importante. Apri quella piccola scatola che vedi sul comò, poi ti inginocchi dietro di lei e prepari il culo di tua moglie, perché oggi è giunto il momento che provi quanto piacere può ricevere una donna nel prendere un bel cazzo nel culo.»
Sono rimasta decisamente sbalordita, ma, nello stesso tempo, intimorita, però anche desiderosa di vivere questa esperienza che aveva un che di perverso. Marco si è subito dato da fare per realizzare questo progetto. La sua lingua ha preso a scorrere lungo il solco delle mie natiche e, per un attimo, mi sono irrigidita, ma poi ho iniziato a rilassarmi nel concentrare la mia attenzione sul cazzo di Massimo: sentivo dietro di me Marco che mi lubrificava il culo, inserendo prima un dito e, di certo, anche del gel, perché ho avvertito qualcosa di fresco che, delicatamente, blandiva il mio forellino posteriore.
Delicatamente mi ha introdotto prima un dito e, dopo averlo fatto scorrere bene dentro, ne ha raggiunto un altro con altro gel. Se all’inizio provavo un po’ di fastidio, dopo ho cominciato a sentire che mi stavo rilassando ed ero pronta a ricevere dentro di me quella mazza che stava lievitando nella mia bocca. Ero pronta e sentivo la mia intimità completamente bagnata per l’emozione ed il piacere che stavo per provare, quando Massimo si è alzato e, allungata una mano, ha preso un'altra piccola scatola e l'ha data a Marco.
«Cornuto, apri questa scatola e prendi ciò che vi trovi dentro. Dopo averlo ben lubrificato, fallo scivolare dentro il culo di tua moglie.»
Mi sono girata di scatto a guardare ed ho visto un cuneo lucente nelle mani di Marco e, poiché era poco più piccolo del membro che stavo tenendo in mano, mentalmente ho provato uno strano brivido, associato ad un po’ di timore di non esser in grado a prenderlo nel culo. Marco, molto delicatamente, dopo averlo lubrificato, ha cominciato a spingerlo e, lentamente, ho sentito che nell'entrare, mi dilatava il culo. Quando è scivolato oltre lo sfintere, ho avuto una strana sensazione di pienezza e, per un attimo, non ho capito quale fosse lo scopo di Massimo, perché ero convinta che, una volta pronta, mi avrebbe aperto il culo senza tanti complimenti, mentre invece ora mi trovavo con quello strano oggetto dentro, che mi dava sensazioni contrastanti. Nello stesso momento in cui Marco ha espletato ciò che gli era stato ordinato, lui mi ha fatto salire su di sé facendo sistemare lo spacco della mia fica sopra quella splendida trave, e poi, sorridendo, mi ha ordinato di prenderlo tutto in corpo. Per un attimo sono rimasta titubante: avevo qualcosa che mi ostruiva il culo e l’idea di accogliere quella splendida mazza, che la volta precedente mi aveva aperto in due, mi sembrava eccessiva. Lui ha notato la mia esitazione e, facendo una faccia un po’ contrariata, mi ha spinto di lato e, dopo aver ordinato Marco di tenere le mie gambe ben in alto, ha appoggiato la cappella fra le labbra della fica ed è scivolato dentro con decisione. Ho sentito la mia fica tendersi e questa volta ancor di più, perché avvertivo anche quell’altro intruso nel culo. Lui mi ha guardato fisso negli occhi e, con estrema soddisfazione, ha commentato la lenta penetrazione a cui mi stava sottoponendo.
«Brava la mia puttanella! Lascia che ti sfondi per bene la fica e tu, cornuto, guarda questa puttana come lo prende nella fica con in culo un cuneo che, in questo caso, potrebbe essere un altro membro. Sicuramente, fra poco, avrà ancora un orgasmo devastante.»
Era vero, sentirmi riempire davanti e dietro mi aveva sconvolto così tanto che immediatamente il mio corpo ha preso a tremare per un orgasmo incredibile.
Era esattamente quello che aveva annunciato lui; mi sentivo completamente piena. Lo sentivo scorrere dentro di me e strisciare sul cuneo che avevo dietro, e questo mi dava sensazioni impensabili in entrambi i buchi. Marco ci osservava estasiato e, dopo l’ennesimo orgasmo, Massimo si è sfilato da me e mi ha fatto rigirare, facendomi sistemare inginocchiata davanti a lui. Ha chiesto a Marco di sdraiarsi sotto di me, come la volta precedente.
«Ora, cornuto, voglio che tu faccia due cose. La prima è di togliere il cuneo dal culo di tua moglie, poi afferrare il mio cazzo ed appoggiarlo al suo culo; devi pregarmi di sfondare il culo di questa troia e di farla godere come non hai mai provato in vita sua. Dopo dovrai distenderti sotto di lei, per assistere, anche questa volta, da una posizione privilegiata, alla messa in culo di un vero cazzo. Cerca di essere una brava puttanella e di osservare con attenzione come le spacco il culo, mentre dovrai leccare la sua fica, perché voglio che goda tantissimo. Guarda bene, perché, la prossima volta, sarà tuo il culo che sfonderò.»
Appena finito di esporre il suo programma, ho sentito quel membro poderoso scivolare dentro di me ed ho sentito i muscoli anali tendersi al suo passaggio. Mentre all’inizio era un vero fastidio, subito alleviato dalla lingua di Marco che, ubbidiente, ha preso a leccarmi il bottoncino sulla fica, onde distrarmi dal lieve dolore che provavo nel sentirmi sfondare il culo. Quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi è pervenuta la sua voce pacata che mi invitava a rilassarmi.
«Brava la mia puttanella! Lo hai tutto nel culo! Ora rilassati e non pensare a niente. Concentra la tua mente sulla lingua che ti sta leccando la fica e, ben presto, sentirai tutto il piacere possibile nel prendere il mio cazzo in culo.»
Fatto un respiro lungo, mi sono lasciata andare e, ben presto, ho sentito quel membro scorrere lentamente dentro e fuori il mio culo. Ad ogni affondo lo sentivo aprirsi sempre più, consentendo un passaggio sempre più agevole, finché l'iniziale dolore o fastidio, si sono trasformati in un piacere nuovo ed intenso, mai provato in vita mia. Lui mi stantuffava il culo con estremo vigore, mentre la lingua di Marco mi faceva impazzire. La sentivo scorrere lungo lo spacco della mia fica e, quando Massimo era tutto dentro di me, quella lingua scorreva anche sulle grosse palle di lui che, compiaciuto, mi pompava con maggior vigore. È stata una lunga cavalcata, durante la quale ho provato tre orgasmi, poi, sfinita, mi sono girata verso di lui e con voce implorante ha supplicato di sborrare.
«Ti supplico, padrone, riempi il culo di questa troia, perché sono così sfinita che non riesco a resistere oltre ai colpi che la tua splendida mazza mi sta dando nel culo.»
Lui ha sorriso, poi, compiaciuto, ha chiesto a Marco di sfilarsi da sotto di me e di sdraiarsi supino al mio fianco, cosa che lui ha fatto immediatamente. Massimo mi teneva ancora per i fianchi ed ha preso a limare il mio culo in maniera molto più energica, finché, d'un tratto, tenendomene dentro poco più della sola punta e, con un grido per niente umano, mi ha schizzato due getti nel culo, per poi sfilarlo di colpo e, spintami di lato a Marco, ci ha ordinato di avvicinare le nostre facce. Un attimo dopo, lui sferzava i nostri visi con tre getti poderosi di sborra, che ci hanno colpito, oltre le guance, gli occhi e la bocca, mentre lui, ansimante di piacere, gioiva a far questo.
«Brave le mie puttanelle! Guardate come vi battezzo! Da oggi voi due sarete le mie adorabili puttanelle.»
Quando l’ultimo schizzo ha ricoperto il nostro viso, lui si è avvicinato ulteriormente e, subito, le nostre bocche, ancora impastate del suo seme, sono andate a pulire quella splendida mazza, leccando fino all’ultima stilla di piacere che sgorgava. Infine, soddisfatto, ci ha intimato di ripulire i nostri visi, leccando la sua sborra fino all’ultima goccia, nel mentre si è allontanato per fare la doccia. Allora, come sempre, io e Marco abbiamo preso a ripulire i nostri visi da quel nettare, per poi baciarci con tutto il trasporto possibile. È stato bello afferrare quel momento tutto per noi: essere soli nella nostra intimità, e guardarci negli occhi è servito a radicare in ognuno di noi la certezza che l’esperienza appena vissuta era stata artefice di emozioni tanto intense, quanto impensabili.
Quando ci siamo rivestiti e, prima di salutarci, Massimo ci ha consegnato un’altra piccola scatola e, una volta aperta, abbiamo visto che conteneva un altro plug, questa volta destinato a Marco.
«A partire da oggi, quando siete nella vostra intimità e per almeno un’ora al giorno, entrambi dovete tenere inserito quest'arnese. Voglio che i vostri culetti si abituino ad esser ingombrati da questi oggetti, cosicché, la prossima volta, sarà molto più agevole per voi accogliere e godere del mio cazzo mentre vi sfondo il culo, perché è questo il mio prossimo desiderio.»
Quando eravamo sulla via del ritorno, Marco mi ha chiesto delle sensazioni da me provate mentre ero inculata da Massimo. Dopo un attimo di riflessione, gli ho risposto che era stato qualcosa di veramente bello, molto appagante e soprattutto gratificante per la mia femminilità, in quanto ero stata capace di far godere anche un uomo esperto come Massimo. Ho però letto una lieve preoccupazione nei suoi occhi, ma, essendo davvero esausta, non ho indagato più di tanto su cosa potesse preoccuparlo. Nei giorni a seguire, le sensazioni che avevamo provato ci suscitavano nuove scosse di piacere indescrivibili e contrastanti: un misto tra emozione, eccitazione, timore, imbarazzo. Queste sensazioni persistevano in me, anche quando mio marito non c'era, perché ogni volta che indossavo il plug, sentivo dentro di me un piacere sconvolgente. Marco, invece, era restio a inserire il suo cuneo nel culo. Lo avvertiva come un fastidio, mentre io, più lo mettevo, più lo desideravo. Dopo una decina di giorni, sono anche uscita a far la spesa insieme Marco, senza nessun indumento intimo, ma indossando il cuneo che, per tutta il tempo che sono stata in giro con lui, mi ha trasmesso emozioni fortissime, sensazioni bellissime. Stare tra la gente senza intimo e, soprattutto, con il plug nel culo, mi davano sensazioni di piacere tale che, quando sono tornata, Marco mi ha scopato nello stesso modo in cui aveva fatto Massimo, facendomi godere tantissimo, perché, anche se il cazzo di Marco non era grosso come quello di Massimo, la presenza del cuneo dietro, mi suscitava quasi le stesse sensazioni provate con l'altro. Man mano che il tempo passava, desideravo sempre più trovarmi di nuovo fra le braccia di Massimo; chi, invece era un po’ preoccupato, era Marco, che sapeva benissimo che, la prossima, sarebbe stata la sua volta a prenderlo nel culo. Finalmente è stato organizzato un nuovo incontro. Appena giunti, ci siamo spogliati nudi e Marco ha indossato la solita tuta in rete, e questa volta, Massimo l’ha portato in camera assieme a me. Subito, l’ha fatto mettere in ginocchio e gli ha ordinato di leccargli il cazzo, mentre io, inginocchiata dietro di lui, dovevo preparargli il culo. Sentivo Marco teso, nervoso e, di questo, se ne è accorto anche Massimo, che l'ha esortato a rilassarsi.
«Puttanella, rilassati! Lasciati andare, perché comunque avrò il tuo culo. Se ti rilassi, riuscirai a godere, altrimenti ti sfondo il culo e per te sarà più difficile godere.»
Egli faceva dei profondi respiri, ma, quando spingevo il mio dito nel suo culo, sentivo che serrava le chiappe e questo non era certo rilassarsi. Alla fine, sono riuscita a mettergli due dita dentro e lui ha emesso un gemito. Allora Massimo si è posizionato dietro di lui, mentre io gli tenevo le chiappe allargate, e lui, dopo avergli cosparso il buco di gel, ha appoggiato la cappella: entrambi abbiamo ricevuto l'impressione che Marco non fosse ben disposto a prenderlo dentro.
«Guarda, puttanella, come ora sfondo il culo a quest'altra troietta. Guardami bene, perché adesso rompo il culo a tuo marito, e voglio che sia lui a chiedermelo.»
Marco era ancora teso, ma ciononostante, con voce tremula, lo ha pregato di sverginare il suo culo.
«Padrone, ti prego: rompi il culo a questa tua puttanella, che vuole tanto sentire la tua mazza dentro di sé.»
Massimo ha iniziato a spingere, mentre Marco inarcava la schiena quasi a voler ritardare l’intrusione. Massimo lo ha sculacciato ripetutamente e, poiché lui era restio a rilassarsi, mi ha ordinato di sdraiarmi sotto di lui e di prendergli il cazzo in bocca, cosa che ho fatto immediatamente. Quando ha visto che avevo il cazzo di mio marito in bocca, Massimo, con un affondo deciso, ha spinto una buona metà del proprio cazzo dentro il culo di Marco, che si è irrigidito all'istante, e ha emesso un grido di dolore, lo ha esortato a non spingerglielo tutto dentro. Massimo invece è scivolato dentro di lui, per poi restarvi immobile, mentre Marco si agitava, perché avvertiva un gran male. È rimasto immobile per lunghi istanti, mentre io gli succhiavo il cazzo cercando di farlo godere e questa attività ha un po’ alleviato il suo dolore. Massimo si è lentamente sfilato per poi riprendere ad affondare dentro di lui con più delicatezza e, quando si è reso conto che ormai scorreva abbastanza bene, ha preso a stantuffarlo con ritmo. D'improvviso il cazzo di Marco si è gonfiato nella mia bocca ed ha goduto con un gemito soffocato, perché aveva tutto il viso schiacciato contro il cuscino. Massimo ha notato che Marco era venuto ed allora ha preso a limargli il culo con maggior forza e vigoria.
«Lo sapevo che eri una puttanella! Hai appena goduto, mentre ti sfondavo il culo! Sei un'adorabile puttanella! Da oggi in poi, mi godrò i vostri culi a mio piacimento e farò in modo che restino sempre ben larghi ed accoglienti.»
Ha proseguito a pomparlo ancora per un po’, poi si è sfilato e, dopo avermi ordinato di inginocchiarmi al fianco di Marco, lui è uscito dal suo culo e con un affondo deciso è entrato nel mio. Mi sono sentita aprire, ma essendo ben allenata dal plug, il mio buco lo ha ricevuto agevolmente ed ho subito iniziato a godere, mentre Massimo elogiava la mia lascivia a prenderlo nel culo.
«Questa sì che è una puttanella ubbidiente! Lei ha tenuto il culo ben aperto, utilizzando il cuneo che le avevo dato, mentre tu, di certo, non ne hai fatto buon uso. Per questo ti punirò e, a partire da oggi, lo dovrai tenere almeno tre ore al giorno, tutti i giorni, ben piantato nel culo.»
Nel dire questo, si è sfilato da me e lo ha spinto con forza nel culo di Marco, che ha emesso un grido di dolore. Ci ha scopato entrambi, a lungo ed io ho goduto moltissimo, fin quando ci ha di nuovo fatto avvicinare i volti per scaricarci in faccia tutto il suo piacere.
Quando Marco ha avvicinato il suo viso al mio, ho visto che era rigato dalle lacrime per il dolore provato e, quando Massimo è venuto, glielo ha letteralmente ricoperto di sborra. Ha poi preteso che fosse Marco a pulirgli il cazzo, con il viso tutto impiastricciato del suo piacere. Io l'ho osservato e, sebbene avessi immaginato una sua tendenza alla sottomissione, non pensavo potesse essere così forte. Rimasti soli, ho leccato il viso di Marco con estremo piacere e con le labbra ricoperte della sborra di Massimo, l'ho baciato con immensa passione. C’era tutto l'amore possibile in quel bacio, oltre la profonda soddisfazione nel constatare che il mio uomo, dopo avermi regalato quella grande soddisfazione, era ancora capace di godere nel sentirsi umiliato, sottomesso, ma pur sempre innamorato di me. Dopo quella volta, anche Marco ha preso l’abitudine a tenere inserito il plug nel culo e questo ha agevolato moltissimo la sua sodomizzazione. Col passare dei mesi, la nostra esperienza è diventata una relazione. Lo desideravamo entrambi. Entrambi volevamo soddisfare i capricci di Massimo, che poi, in realtà, erano anche i nostri: godere con quel maschio stupendo che, ogni volta, ci regalava emozioni fortissime, che rimanevano presenti in noi per tutto il mese, fino alla volta successiva. È durato oltre un anno quel rapporto più che amicale, poi, improvvisamente, la moglie di Massimo si è ammalata di una grave malattia e lui ha dovuto dedicarsi a lei, tralasciando noi. Lo abbiamo incontrato una sola volta, ma ormai il gioco si era interrotto e l’alchimia delle volte scorse non c’era più, perché, come dice un vecchio adagio: il cazzo non vuol pensieri! Massimo, invece, era chiaro che di pensieri ne aveva tanti e molto più importanti di quelli di far godere noi, così lo abbiamo lasciato andare per la sua strada. Oggi siamo consapevoli che Massimo è stato un grande. Senza l'esperienza fatta con lui, probabilmente saremmo ancora a chiederci se farlo o meno. Aveva saputo guidarci con una certa autorevolezza, non avulsa da momenti di autentica lussuria, e, per questo, ne abbiamo avvertito moltissimo la mancanza. Ancora oggi siamo alla ricerca di un maschio maturo esperto, dominante quanto basti, che, con il suo modo di fare, il suo modo di stimolarci, ci faccia tornare a vivere quelle stesse intense emozioni che abbiamo provato con lui.
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2 years ago
baxi18, 55
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Le sue puttanelle! prima parte. la prima esperienza.
Sono Marina, ho 51 anni e da 28 sono sposata con Marco. Sono alta 1,70, capelli scuri, non troppo lunghi, occhi scuri, una terza di seno e un bel fisico con un bel culo, che attrae molto gli sguardi dei maschi. Ho partorito due volte, ma questo non ha intaccato il mio fisico, anzi, mio marito è convinto che le gravidanze mi abbiano reso ancor più bella. Lavoro come insegnante di storia e italiano alla scuola media e, per tanti aspetti, la nostra è stata per anni una vita tranquilla. Marco un maschio alto 1,73, capelli brizzolati, magro, fra le gambe non è molto dotato. Esercita la professione di commercialista e qualche anno fa, complice la noia, la routine di una vita matrimoniale troppo ripetitiva, ha cominciato a cercare in rete un po’ di svago ed è rimasto colpito dal mondo cuckold.
Leggendo racconti ed annunci di quel genere, capiva che ne era incuriosito ed immaginava me presa, davanti a lui, da un uomo deciso ed autoritario e questo lo eccitava non poco. Ha cominciato a parlarne con me, che subito mi son arrabbiata e l’ho considerato al pari di un maiale, un pervertito, ammonendolo che, qualora non gli bastassi più, potevamo chiudere la nostra storia.
Eravamo assieme da quando avevo sedici anni e lui venti. È stato il mio primo e, fino ad un anno fa, unico uomo, a parte un po’ di petting con un altro ragazzo, inteso come fidanzatino. Fino a quel momento, il nostro sesso rientrava tra i normali canoni di coppia: oltre a scopare, gli facevo dei pompini e, in quella pratica, ero anche diventata alquanto brava, ma il culetto non glielo avevo mai concesso. Conoscendo il mio carattere, Marco ha quindi cominciato un lento lavoro di persuasione, che mi ha, man mano, fatto cambiare idea.
È riuscito ad incuriosirmi facendomi leggere, assieme a lui, dei racconti e visitare siti, e questo ha fatto sì che cominciassi ad apprezzare ciò che vedevo e leggevo, commentando anche ciò che mi veniva proposto e riflettendo su ipotesi, avanzate a Marco, di poter assistere a momenti in cui la sua donna potesse abbandonarsi al languore provocato dal corteggiamento di un altro maschio. Ovvio che tutto questo mi riempiva di piacere ed orgoglio e, spesso, mi induceva a mostrarmi civettuola, dicendo:
«Accidenti, questo me lo farei proprio - oppure - Questo me lo faresti fare?» o, ancora, commentando ironicamente sulle dimensioni di certi membri visionati:
«Certo che sono proprio grossi! Cavolo, allora mi son persa davvero tanto in tutti questi anni?»
Così, leggendo e cercando tra gli annunci presenti su vari siti, di cui eravamo diventati esperti navigatori, e io sempre più curiosa di vedere fin dove si sarebbe spinto mio marito, sinceramente cominciai ad accarezzare l'idea di provare qualche esperienza nuova. Ovviamente quel continuo stato di eccitazione nel considerare le varie ipotesi, ci induceva a fare del buon sesso, cominciando anche ad immaginare la presenza di un estraneo tra noi. Ben presto abbiamo affinato idee e gusti. Di comune accordo, abbiamo deciso di non tener conto dei ragazzi troppo giovani e di scarso affidamento sul piano della riservatezza, per cui focalizzavamo l'attenzione su maschi non liberi e più grandi di età. Nel mentre proseguiva la ricerca del soggetto idoneo e per rendere più realistica la nostra fantasia, avevamo acquistato in rete un dildo di gomma, cui davamo, di volta in volta, il nome di uno di quei maschi come se fosse presente fra noi e, quando giocavamo, lo baciavamo assieme e ci eccitavamo moltissimo.
Il fatto che anche Marco baciasse e prendesse in bocca quel dildo eccitava ancor più la mia fantasia, in quanto lo sentivo e vedevo particolarmente coinvolto nel gioco che avremmo voluto tradurre in realtà.
Tra i molteplici annunci visionati, ci ha colpito quello di Massimo, un uomo attraente di 59 anni, sposato, di professione ortopedico. Le foto lo ritraevano come un uomo poderoso, munito di un membro notevole: sì, abbiamo guardato anche questo. Con lui abbiamo avuto un primo contatto a carattere epistolare, per poi passare alla chat e, infine, direi dopo circa tre mesi, al telefono: lui si è mostrato molto paziente nel rispettare i nostri tempi. Marco l'aveva contattato al telefono e ne era rimasto affascinato al punto da masturbarsi al solo sentirlo. Sentire quell'uomo che, con assoluta schiettezza gli diceva che prima gli avrebbe scopato la moglie, per poi permettergli di farsi ripulire il cazzo, gli metteva le farfalle allo stomaco. In un secondo momento, ho voluto parlargli anch'io e, devo dire, è stato molto gentile, anche se risoluto, sul come realizzare il suo e nostro obbiettivo, facendomi già intravedere come sarebbe stato il nostro incontro. Mi sono eccitata così tanto che, una settimana dopo, eravamo da lui. Quando l’ho avuto davanti, mi sono subito resa conto che sapeva bene come dominare una donna e, da uomo esperto, mi ha fatto subito sentir femmina e troia, come mai mi ero sentita prima. Entrambi siamo stati conquistati dal suo fascino e lui ne ha approfittato per svezzarci e sottometterci. Ci siamo ritrovati suoi ospiti in una villetta con vista sul lago e lui, in piedi, davanti a noi, ci ha detto, con voce pacata ma decisamente risoluta, quali erano le condizioni del gioco da lui condotto e cosa si sarebbe aspettato da una coppia come noi, che aveva deciso di avventurarsi in questo insolito modo di gestire il rapporto sessuale e, soprattutto, vivere nuove emozioni.
«Voglio essere molto chiaro con voi due, perché il gioco che state per intraprendere, sicuramente cambierà molte cose tra voi. Nulla sarà più come prima. Questo deve essere subito ben chiaro, perché se avete delle riserve mentali, delle incertezze, sarebbe meglio per voi lasciar perdere. Ma se ciascuno riuscirà ad interpretare il ruolo che gli sarà affidato, allora il piacere che ne deriverà sarà forte ed intenso. Io, per voi, sarò il vostro padrone e tu, Marina, diventerai la mia devota schiavetta, mentre tu Marco, sarai l’umile cornuto sottomesso, che dovrà, in tutto e per tutto, assecondare le mie necessità, i bisogni di Marina e, soprattutto, ubbidire ad ogni nostro singolo ordine. Fin da subito ho intuito che hai un forte desiderio di vedere tua moglie trattata come una troia e, in questo, sarai esaudito, ma questo comporterà, da parte tua, qualche sacrificio, soprattutto comporterà la cieca obbedienza ad ogni mio singolo comando.
Quanto a te, Marina, dovrai accettare che io abbia il totale dominio sul tuo corpo, sul tuo piacere, su ogni tua singola sensazione e dovrai accettare di vedere Marco umiliato e sottomesso ai miei voleri, senza mai dubitare che ciò che farò non sia teso alla ricerca del piacere totale che ognuno di noi tre riceverà, interpretando il proprio ruolo. Naturalmente pretendo da te una devozione assoluta, una totale ubbidienza, in tutto e per tutto. Aggiungo che, al di fuori del gioco, anche se dovessimo incontrarci in posti o luoghi diversi da questo, io posso anche fingere di non conoscervi, oppure manterrò un atteggiamento che nulla lasci immaginare su ciò che accade nella nostra intimità. Ora vorrei che, per qualche momento, riflettiate su quanto appena detto, così da dare la giusta interpretazione ad ogni parola, perché, al mio ritorno, dovrete dirmi se ciò che io vi ho proposto è esattamente ciò che volete, anche perché da quel momento si comincerà, senza più poter tornare indietro.»
Ho provato un certo batticuore nell’udire quelle parole e, rimasti soli, ho fissato Marco negli occhi, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.
«Credo che sia stato estremamente chiaro. Vorrei però essere certa che tu sia convinto che quello che lui ci ha proposto sia davvero quello che desideri.
Pensaci bene, perché io, con te, sto bene e non mi sono mai lamentata di nulla; però ti confesso anche che tutta questa storia suscita in me reazioni contrastanti: una parte di me vorrebbe fuggire, mentre l’altra, al pensiero di trovarmi tra le braccia di Massimo con il tuo consenso, mi fa avvertire le farfalle allo stomaco con conseguente umidore nelle mutandine. Quindi, se non sei convinto al 100%, lasciamo perdere e andiamocene.»
Nel sentire le mie parole, gli occhi di Marco hanno preso a brillare come due carboni ardenti e, dopo avermi abbracciato e baciato con passione, le sue parole hanno sciolto ogni mio dubbio come neve al sole.
«Lo voglio. Voglio vederti godere fra le braccia di Massimo e, se questo comporterà essere umiliato e sottomesso da lui, lo accetto ben volentieri, perché corrisponde esattamente a ciò che desidero da tempo. Dopo tanti anni, la nostra vita è diventata monotona ed ora ha bisogno di un reale scossone. Mi rendo conto che abbiamo davanti una persona che, in maniera chiara, si propone a farci vivere un’esperienza unica che cambierà sicuramente la nostra vita, ma, in tutto questo, ricordati che io ti amo da impazzire e l’idea di vederti fra le sue braccia, sapendo che proverai tanto piacere, mi eccita al punto che quasi vengo, senza toccarmi.»
Poco dopo è riapparso Massimo, e avuta la nostra totale disponibilità, si è seduto su di una poltrona, mentre noi due eravamo ancora in piedi davanti a lui, nella trepida attesa di quello che sarebbe stato l’inizio del gioco. Lui ci ha osservato per un istante, poi, sempre con voce pacata, ha iniziato ad impartire ordini.
«Marco offrimi tua moglie. Immagina di dovermi spronare a scopare tua moglie, a farla diventare la mia puttana, a godere di lei a mio piacimento e, per far questo, prova ad enumerare i suoi pregi e le sue migliori qualità. Spogliala lentamente, mentre parli di lei.»
Sono rimasta basita, mentre, nella mia mente, si configurava l'immagine di me messa all'incanto da mio marito; quel maschio mi stava osservando con la stessa attenzione che si presta quando, ad una fiera, si è pronti ad acquistare una "vacca" o un animale per la propria fattoria.
Questa sensazione ha aumentato ancora più l’umidità nelle mie mutandine. Poi Marco si è posizionato dietro di me e, con una voce lievemente incerta, direi proprio tremolante, ha iniziato a tessere le mie lodi.
«Marina è una splendida cinquantenne, che ha avuto due gravidanze, ma questo non ha intaccato il suo aspetto fisico che, come vedi, è privo di qualsiasi difetto. Il suo seno, che ora ti mostro, è ancora sodo e florido ed il suo ventre piatto, sovrasta il monte di Venere, che è uno dei punti più sensibili di questa donna. Come vedi è perfettamente depilata e la sua splendida fica non è molto usata, perché io non ho una grossa dotazione. Lei ama succhiare il cazzo, ma non so dirti quanto sia veramente brava, perché in bocca a preso solo il mio. Non ama molto ingoiare sborra ed il suo culetto è inviolato.»
Mentre parlava, mio marito mi ha completamente denudato e io mi sono trovata per un attimo in imbarazzo, quando lui, dopo avermi esposto al suo sguardo, mi ha chiesto di girarmi e di piegarmi per mostrare meglio i miei orifizi.
«Non sono molto soddisfatto del tuo giudizio, perché, da aspirante cornuto, non sei stato sufficientemente umile e rispettoso nei miei confronti di Marina. Per prima cosa avresti dovuto rivolgerti a me, chiedendo umilmente di ammirare la tua donna, che tu vuoi io trasformi in puttana. Per questo sarai punito. Quanto a lei, il suo aspetto è abbastanza provocante e mal le di addice farle indossare, al mio cospetto, dei pantaloni; questo indumento, a partire da oggi, sarà bandito in mia presenza. Inoltre, il suo abbigliamento intimo è quanto di più dozzinale si possa trovare in qualunque mercato. Avresti dovuto farle indossare dell’intimo di pregio, sexy ed accattivante, come dovrebbe vestire una vera puttana. In ogni caso vedremo di rimediare. Ora, però, chiedimi di istruire tua moglie affinché diventi la mia puttanella.»
Tremavo per le tante sensazioni che stavo provando. Inoltre le sue parole incidevano sulla mia psiche in maniera da farmi vibrare di piacere, ma anche di paura temendo di non esser all’altezza delle sue aspettative. Sentivo, dentro di me, che questo maschio era completamente diverso da ogni altra persona da me conosciuta, ma, soprattutto, il suo comportamento me lo rendeva come qualcosa di veramente speciale, per cui, a deluderlo, mi sarebbe dispiaciuto moltissimo.
«Padrone, perdona il tuo servo ignorante e, ti supplico, rendi questa donna degna di essere la tua puttana personale, così che la tua immensa bontà, possa rendere me un vero cornuto, sottomesso ed ubbidiente.»
Massimo l’ha guardato abbastanza compiaciuto, poi, mi ha preso per mano e, insieme, ci siamo avviati verso la camera da letto, ma, prima di entrare, ha bloccato Marco, con un ordine secco e stentoreo.
«No! Come ti ho anticipato, ti avrei punito per la tua insolenza, quindi, per ora, resterai qui e quello che succederà qui dentro, potrai solo ascoltarlo. Se sarò soddisfatto del comportamento di questa aspirante troia, ti farò assistere alla monta.»
Ho osservato lo sguardo dispiaciuto di Marco che si è seduto su una panchetta nei pressi dell'uscio, mentre Massimo entrava guidandomi in camera e, lasciata la porta aperta, mi ha avvicinato al letto.
«Troia, renditi utile e spoglia il tuo padrone.»
Sentirmi umiliare, insultare, mi appariva davvero strano: in fin dei conti ero una madre di famiglia, che ha sempre amato parole dolci e romantiche durante il rapporto, ma ora, stranamente, mi sono avvicinata a lui ed ho iniziato a sbottonare la sua camicia, ma lui mi ha bloccato di colpo, fissandomi con uno sguardo severo.
«Troia! Come osi fissare il tuo sguardo nel mio? Dovresti tenere gli occhi bassi, in segno di umiltà, perché ancora non ho deciso se farò di te la mia schiava o una semplice puttanella: devo stabilire se ti riterrò degna di godere del mio cazzo.»
Ho tremato. Dentro di me, per un attimo, ho avuto la sensazione di essere rifiutata e questo mi faceva sentire più che umiliata e, nello stesso tempo, mi ha spronato ad essere la pietra grezza che lui avrebbe reso un lucente diamante. Ho abbassato subito lo sguardo e, con movimenti veloci, l'ho spogliato. Quando mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho abbassato i pantaloni, attraverso la stoffa degli slip era visibile la notevole dimensione del suo membro che, già teso e duro, gonfiava il tessuto. Lo avevo visto in foto, ma, dal vivo e a due passi dalla mia faccia, mi sembrava ancora più grosso. Lui è rimasto in silenzio, in attesa, ed io, indecisa sul da farsi, ho timidamente abbassato l’indumento. Mi è subito sbattuta in faccia quella splendida colonna di carne viva e dura, che svettava imperiosa. Ho avvertito il suo forte odore di maschio, misto al profumo di chi ha appena fatto la doccia. Mi ha eccitato quel mix di odori e, soprattutto, la mia fica ha preso a colare in maniera impensabile. Lui mi ha preso la mano destra e mi ha fatto impugnare quella verga poderosa. Sono rimasta stupita dalla pomposità delle sue palle e, soprattutto, dal fatto che, stringendolo alla base, le mie quattro dita non riuscivano a congiungersi, mentre, sopra di esse, spuntava ancora tanta parte di quel fallo. Quando, al contrario, stringo quello di mio marito, sparisce dentro la mia mano e solo una minima parte ne spunta fuori, mentre di quello di Massimo ne avanzava almeno il doppio, sopra le dita. La cappella, non troppo grossa, rossa e profumata, era a poca distanza dalle mie labbra e, quando stavo per aprire la bocca ed infilarlo tutto dentro, lui mi ha sollevato e mi ha baciato in bocca con estrema passione. La sua lingua è entrata prepotentemente nella mia bocca ed ha giocato con la mia e poi, dopo aver limonato a lungo, lui si è sdraiato sul letto e mi ha fatto mettere di lato a lui e, di nuovo, la sua voce ha tuonato.
«Bacia e lecca ogni centimetro del mio corpo. Se sarò soddisfatto, ti permetterò di prendere in bocca il mio cazzo, che dovrai, non leccare o succhiare, ma adorare.»
Ho iniziato a percorrere quello splendido corpo, coprendolo di baci e leccate. Ho succhiato i suoi capezzoli, poi sono scivolata giù e ho ignorato quello splendido membro e, su sua indicazione, ho proseguito lungo quelle splendide cosce e via, ancor giù fino ai piedi, dove ho preso a leccare ogni singolo dito, soffermandomi sull’alluce. Dopo che mi ha permesso di risalire, lentamente ho iniziato ad accarezzare quelle due grosse palle piene e, con la punta della lingua, ho iniziato a risalire quell’asta meravigliosa, lucidandola con la mia saliva e, dopo averla afferrata, prima di infilarla in bocca, ho sollevato lo sguardo e, avuto un cenno d’assenso, ho cercato di infilarlo in bocca il più possibile. Egli ha emesso un lieve gemito e poi ha appoggiato la mano sulla mia testa e, senza forzare, mi ha imposto di pompare quella splendida mazza, cercando però di farne entrare il più possibile dentro la mia gola. Mi sentivo trapanare la bocca da quel palo di carne durissima e, con insistenza cercavo di spingerlo il più possibile dentro la bocca. Lui era immobile, si deliziava per ciò che gli stavo facendo e, compiaciuto, ha fatto una cosa che mi ha un po’ stupito.
«Cornuto, vieni, entra nella stanza e vieni a vedere come quella troia di tua moglie mi sta lucidando il cazzo.»
Un attimo dopo, è comparso Marco e Massimo lo ha obbligato a mettersi nudo. Una volta completamente spogliato, Massimo gli ha permesso di salire sul letto ed inginocchiarsi con la faccia accanto alla mia.
«Guarda cornuto, come mi sta lucidando bene il cazzo e sono convinto che la cosa la renda veramente felice, perché, nel vedere quella minima dotazione che ti ritrovi tra le gambe, mi fa capire l’impegno che questa zoccola deve mettere nel farmi godere. Sta tranquillo che farò in modo che, quando lo avrà assaggiato, sicuramente vorrà fare a meno del tuo.»
Ho girato lo sguardo per incrociare quello di Marco ed ho visto i suoi occhi veramente felici nell’ammirare quello che stavo facendo a quella splendida verga. Sentivo, dentro di me, sensazioni divergenti che spaziavano dalla vergogna di godere tra le braccia di un altro, fino ad avvertire un piacere immenso, che vedevo era lo stesso di quello che provava Marco, che amo e, quindi, ho abbandonato ogni ritegno ed ho cercato di cogliere il massimo del piacere da questa nuova esperienza. Lui ha allungato la mano e, appoggiatala sul capo di Marco, lo ha fatto avvicinare ancora di più a me e le sue parole hanno confermato quello che avevo già intuito.
«Bravo cornuto e guarda bene come questa puttanella di tua moglie mi sta lucidando il cazzo. Poiché sono convinto che anche tu muori dalla voglia di assaggiarlo, aiutala a farmi godere di più. Leccami anche tu, lucida bene il mio cazzo, le mie palle e, poiché sei un cornuto sottomesso, voglio sentire anche la tua lingua che lambisce il mio buchetto.»
Marco, senza un attimo di esitazione, si è messo subito all'opera e, ben presto, ho visto Massimo che godeva come un porco. Poi si è sollevato e, dopo avermi fatto girare e inginocchiare davanti a lui, ha ordinato a Marco di distendersi sotto di me.
«Cornuto, sdraiati sotto di lei e osserva in prima fila come monto questa vacca di tua moglie.»
Ho incrociato lo sguardo di Marco ed ho appurato che quell'ordine era quanto si aspettava: era oltremodo inebriato e pronto ad eseguire ciò che gli veniva imposto. Si è disteso sotto di me e, nello stesso tempo, ho sentito la punta di quella splendida mazza appoggiarsi alle labbra della mia fica che, fradicia di umori, aspettava solo l’attimo di esser penetrata. Lui ha continuato a spennellare lo spacco della fica con la cappella del cazzo, mentre io fremevo nell'attesa di sentirla dentro e, così l’ho implorato:
«Padrone, ti prego, spingilo dentro, fino in fondo; fa che questa lurida puttanella possa ospitare il tuo splendido membro nel suo ventre. Mostra a quel cornuto di marito, che sta sdraiato sotto di me, come si monta una vera vacca, che è ciò che desidero essere per te. Dimostrami quanto riesco ad eccitare la tua potenza taurina, così da farmi godere come mai è accaduto in vita mia.»
Io stessa ero stupita dalle parole che erano uscite dalla mia bocca, mentre lui, con un sorriso, ha dato seguito alla mia implorazione, affondando nel mio ventre. Ho subito sentito i muscoli vaginali tendersi, mentre quella vigorosa asta di carne mi apriva e dilatava in maniera incredibile. Mi sembrava quasi di perdere di nuovo la verginità perché, avendo partorito con due tagli cesarei, la mia fica non era mai stata sottoposta a nessuna eccessiva dilatazione. Ora, invece, mi sentivo aprire e riempire, nello stesso tempo, da quella fantastica colonna che, inesorabilmente, mi stava sventrando. Ha spalancato la bocca e ho emesso un lungo gemito di piacere, mentre anche Marco, sdraiato sotto di me, ha potuto godere di ciò che stava avvenendo sotto i suoi occhi.
«Padrone, è stupendo ciò che vedo: questa tua splendida verga sta letteralmente sventrando la fica di mia moglie e ciò mi fa impazzire di piacere. Ero certo che un maschio come te l’avrebbe fatta godere come non sono mai stato capace, in tutti questi anni. Ti prego, padrone, montala come merita questa vacca.»
Ormai le sensazioni, che si avvicendavano dentro di me, avevano assunto una dimensione di incredulità su quanto sentivo pronunciare da mio marito. Sentivo quel membro arrivarmi fino in fondo, sbattere la punta con forza contro la bocca dell’utero, non senza provocarmi fitte di dolore, ma, nello stesso tempo, un orgasmo incredibile. Ho gridato il mio piacere e questo è stato motivo di vanto per Massimo, che lo ha subito esternato dicendo:
«Brava, la mia puttanella! Così ti voglio! Calda e vogliosa, pronta a godere ogni volta che ti sfondo la fica con la mia poderosa mazza. Adesso godi fino in fondo, perché più in là avrò modo di farti provare anche altre piacevolezze.»
Ero in estasi, quanto mai sconvolta dal piacere appena provato: con Marco avevo fatto sesso tantissime volte ed avevo sempre pensato che in quello consistesse il piacere, mentre, ora che quel membro mi stava letteralmente spaccando in due, mi sembrava di vivere in un sogno. Ho preso a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità, e più volte abbiamo cambiato posizione, sempre con Marco che ci osservava da vicino e, spesso e volentieri, leccava le palle e il culo di Massimo, che ha proseguito a pomparmi per oltre un’oretta. Quando, sfinita, mi sono girata verso di lui e l’ho supplicato di inondare il mio ventre con il suo piacere, ho notato, negli occhi di quel maschio, il massimo della contentezza.
«Ti prego, padrone, vienimi dentro. Ti supplico, inonda il mio ventre con il tuo seme, perché un toro come te mi ha letteralmente stremata.»
Eravamo sdraiati di lato e lui mi stava scopando da dietro, mentre Marco teneva la mia gamba destra alzata, con il suo viso a poca distanza dai nostri sessi. Massimo ha intensificato il ritmo e, dopo alcuni affondi decisi, è rimasto immobile dentro di me e, con un grido da vero maschio dominante, ha iniziato a svuotare quelle sue splendide palle dentro la mia fica. Ho sentito un’ondata di calore riversarsi nel mio ventre e anche Marco, nello stesso tempo, dopo essersi masturbato velocemente, riempiva la sua stessa mano. Massimo è rimasto, per lunghi istanti, immobile dentro di me, poi è uscito e immediatamente mi ha presentato alla bocca la sua mazza ancora intrisa dei miei e suoi umori.
«Puttana, lecca e pulisci tutto; quanto a te, cornuto, aiutala.»
Ci siamo letteralmente avventati su di lui e le nostre lingue hanno raccolto ogni singola traccia di seme presente su quel membro. Ripetutamente Marco l’ha preso in bocca, succhiandolo così bene da ricevere i complimenti di Massimo.
«Sei una magnifica puttanella, esattamente come quella che ho appena inondato. Poiché intendo anche farle provare quanto sia bello prenderlo in culo e poiché una puttanella come te mi eccita per davvero, ho deciso che, dopo aver rotto il culo a tua moglie, farò lo stesso trattamento anche a te, così anche tu diventerai la mia puttanella.»
Ho visto lo stupore dipingersi sul volto di Marco. Le parole di Massimo, lo avevano decisamente colpito, ma nello stesso tempo, dentro di me, sentivo che questo strano gioco, di certo, ci avrebbe coinvolti più di quanto avevamo inizialmente immaginato. Ero convinta di dover scopare con un altro maschio, di goderne ad essere trattata da puttana e di vedere quanto ne avrebbe goduto il mio uomo ad osservare con quanto trasporto avrei realizzato il suo sogno. Ora, invece, nel sentire le parole di Massimo, mi stavo rendendo conto che saremmo andati ben oltre quello che avevamo immaginato. Dopo averlo ripulito, lui è andato in bagno a farsi una doccia, mentre Marco, dietro suo ordine, ha dovuto inginocchiarsi tra le mie cosce e leccare tutta la sborra che sgorgava dalla mia fica. È stata una sensazione bellissima, sublime, quella di sentire la sua lingua raccogliere scrupolosamente, ma anche con ingordigia, il seme che sgorgava dalla mia fica, oscenamente dilatata. Quando lui è tornato nella stanza, ci ha ordinato di andarcene e ci ha dato appuntamento dopo una trentina di giorni.
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2 years ago
baxi18, 55
Last visit: 20 hours ago -
Germania 1 amici
Storia vera per motivi pratici ho condensato molto.
Per lavoro mi recavo spesso in Germania, in una città vicino a Berna, ci andavo almeno 1 settimana ogni 3 mesi e a mangiare andavo spesso in un ristorante italiano gestito da una rumena mia coetanea, donna bellissima, Dalina detta Dali. Il locale era anche frequentato dai suoi amici, tutti noi coetanei (50 anni e oltre), c’era Peter uno svizzero allegro ma taciturno piccolo e un po grassoccio, c’era Ingrid sua moglie, vera tedesca, bionda un po grossa, due seni enormi, sempre allegra, poi c’era Anna, svizzera, piccolina magra capelli a spazzola bianchi e Marina, splendida, bionda un bel corpo, belle gambe, occhi bellissimi, un bel seno, in pratica Ingrid era il capo banda, Marina la seguiva e tutti partecipavano.
Dopo un po di volte di feste al ristorante, anche dopo la chiusura, mi invitarono ad una festa in casa di Ingrid, prima di andare Dali mi disse di aspettarmi una festa diversa, io risposi che niente mi avrebbe scandalizzato.
Durante il pranzo Marina mostrava interesse per me e io per lei, Anna se ne stava buona e Ingrid da buona padrona di casa girava tra di noi cercando di metterci a nostro agio, naturalmente tutti, tranne io, bevevano vino e liquori in maniera spropositata, tipico di quei posti, quindi allegria totale e vino a fiumi.
Finita la cena una loro coppia di amici andò via e le donne passate nel salotto misero su la musica e incominciarono a ballare con musica tedesca, sempre con i bicchieri in mano io ogni tanto su loro invito partecipavo, balli sensuali, toccatine e baci vari, io non mi tiravo indietro ma ero sempre molto rispettoso, con tutti.
Poi Ingrid fece segno a tutti di andare nella loro camera da letto, entrati, Ingrid mi fece segno di sedermi sulla poltrona vicino al letto, Marina con un cenno mi fece capire di seguire i consigli di Ingrid, avevano tutti i loro bicchieri e bottiglie, li posarono e iniziarono tutti a spogliarsi, Peter con gli slip grigi, Anna con la biancheria bianca, Ingrid con la biancheria arancione e Marina con biancheria di pizzo nero, ma arrivati solo alla biancheria intima si fermarono e salirono sul letto, Peter si sedette in centro letto seduto con la schiena appoggiata allo schienale, da quella posizione non si sarebbe piu mosso, le altre salirono e iniziarono una specie di balletto toccandosi e simulando dei rapporti, solo i baci tra loro erano reali, io rimasi a guardarli, mi sembrava strana quella scena, ma io ero in modalita di autocontrollo, ero tranquillo, volevo solo vedere dove si fossero spinti e rimasi buono sulla poltrona con il mio bel bicchiere in mano, naturalmente con la musica battevo le mani e facevo il tifo, prima a una poi al altra incitandole, ma sempre la mio posto.
Dopo 20 min pensavo che lo spettacolo fosse tutto li e durante il mio incitamento mi alzai e mi spogliai anche io fino a gli slip poi mi sedetti ancora, natuarlmente provocai gli applausi del gruppo, ma rimasi buono, per il momento volevo solo vedere, ogni tanto Marina mi laciava delle occhiate e io la incitavo perché vedevo che si stava divertendo. Capii che non era la prima volta che facevano cose del genere, si vedeva che erano già esperti e perfettamente a loro agio.
Quando ormai pensavo che non si sarebbero spinti oltre, Ingrid in ginocchio si sollevò, si tolse il reggiseno e si sfilò gli slip, il seno trabordante usci, e aveva la figa pelata, Anna fece lo stesso, reggiseno, seni piccoli, poi gli slip, figa pelata, Marina anche, seni giusti e bellissimi, figa con un filo di pelo ma perfettamente ben curata, era stupenda nuda, ma questo lo immaginavo, anche se me lo aspettavo rimasi quasi scioccato, Marina mi guadò ma io rimasi seduto, Anna andò verso Peter e gli sfilò gli slip (Peter era strafatto di vino e sorrideva solo, non si muoveva piu) slilati gli slip Anna prese il pene di Peter e se lo mise in bocca, Marina si straiò e Ingrid inizio a leccargli la figa, Peter sedudo cercava di toccare qualcosa ma arrivava solo ai seni di Anna, poi Ingrid si mise a 69 con Marina, adesso era anche Marina che leccava Ingrid e questa palpava anche Anna. Poi Anna smise con Peter, andò a leccare Marina e Ingrid incominciò a leccare il pene di Peter, che era beato con il bicchiere in mano.
Poi Anna in piedi mise la figa in bocca a Peter, Marina incominciò a masturbare Peter e intanto Ingrid aveva in bocca il pene di Peter.
Erano perfettamente a loro agio, sicuramente erano già esperti e l’avevano fatto decine di volte, mi alzai e mi tolsi gli slip, apprezzarono che fossi nudo con urla e gesti, ma io mi risedetti sulla poltrona, ero entrato in modalità autocontrollo, potevo stare con il cazzo duro per ore senza venire.
Il confronto con Peter era a mio favore, io alto, atletico, un bel culo duro, pelle mediterranea, il mio cazzo era il doppio.
Quando ormai ero super eccitato, mi chiamarono, Ingrid e Marina, mi alzai e andai verso Marina, la baciai in bocca, poi baciai Ingrid, mentre la limonavo, ero ai piedi del letto, Marina da straiata, mi prese il cazzo e se lo infilò in bocca, usava solo la lingua, io limonaco Ingrid e le toccavo i seni enormi, Anna si era fatta penetrare da Peter, Ingrid si girò andò verso Marina, prese il mio cazzo dalla sua bocca e inizio lei a leccare, io mi coricai e incominciai a leccare la figa, stupenda di Marina, usai tutta la mia abilità e tutta la mia esperienza, Marina urlò, Anna si interruppe e venne da me per limonare, Ingrid era su Peter, Anna arrivò e mi limonò, io volevo scopare Marina, trovato un varco, Marina capii e mi allargo le gambe, aveva una figa fantastica, la penetrai di forza, con colpi selvaggi, poi rallentai i colpi, piano ma decisi, le accarezzai i capelli e iniziai a limonarla per bene, con calma, era eccitatissima, poi arrivo Anna, si mise davanti a me a pecorina e in tedesco mi disse qualcosa, io presi il cazzo e glielo infilai in fica, disse di no, mi fece capire che lo voleva nel culo, Anna è la metà di me e ha un buco del culo piccolissimo, io cercai di incularla con Ingrid che venne ad aiutarla con vasellina, ma appena Anna urlava dal dolore io interrompevo, Ingri e Marina incitavano la incitavano tenendo il culo aperto, poi Peter disse qualcosa, Anna che era quella piu vicino al suo cazzo allontano da me e si avvicino a lui, gli prese il cazzo in bocca e Peter venne in bocca ad Anna, finito di venire Anna si alzo e Ingrid andò a finire di pulire Peter con la lingua, io intanto avevo messo il cazzo in bocca a Marina e questa stava leccando con piacere, poi se lo passo con Ingrid. Scopai Anna, scopai Ingrid e scopai Marina.
Dopo un po ero esausto anche io, mi straiai sul letto, dissi in italiano che stavo venendo, loro capirono e Marina e Ingrid si avventarono sul mio cazzo, Marina mi stava segando dentro la bocca di Ingrid, venni in una maniera esagerata, in bocca a tutte due inzuppandole la faccia i seni e i capelli, poi a pulire arrivò anche Anna, che adorava lo sperma.
Rimanemmo nel letto nudi per un ora, ogni tanto limonavo qualcuna e ogni tanto qualcuna cercava di segarmi il cazzo, naturalmente non smisero mai di bere.
Ci divertimmo, veramente e mi dissero che mi avrebbero invitato ancora, sulla porta di casa mi dissero se andavo in hotel, dissi di si, ma Marina mi abbraccio e mi disse “non credo tu vieni il weekend a casa mia che io con te devo ancora finire” naturamnete accettai.
Oltre questa ci vedemmo altre 3 volte, la seconda portai io il vino dal Italia e fu mitica, la seconda Anna non c’era, era uscita dal giro e la terza volta c’era una altra tedesca su di età ma sempre scatenata. Poi finì
Adesso anche se siamo su di età almeno due volte l’anno mi vedo ancora con Marina.
I tedeschi sanno divertirsi e sanno sicuramente fare le orgie, non mi sono meravigliato di questo gruppo perché avevo conusciuto Ines…ma questa è un'altra storia.
Per chi volesse posso dare anche altri particolari, ho condensato molto, ma la storia è molto più lunga.
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2 years ago
willywin,
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Abbiamo scopato mia moglie in tre. il terzo uomo.
Mi chiamo Mauro, ho 55 anni e sono sposato con Laura, che ha un anno più di me. Come raccontato nel precedente capitolo, sono riuscito, in qualche modo, a realizzare due forti desideri: veder mia moglie godere con un altro maschio e, soprattutto, farla partecipe del mio essere un maschio bisex. Tornati da quella vacanza, abbiamo ripreso la frenetica vita di tutti i giorni, fatta di lavoro, impegni e tante altre cose cui tutti dobbiamo far fronte. Dentro di noi, però, le cose erano cambiate e, soprattutto, entrambi avevamo la consapevolezza che l’esperienza vissuta ci aveva arricchito di nuove emozioni e resi entrambi più liberi di poter esprimere le nostre sensazioni, emozioni e, soprattutto, i nostri desideri. Circa due mesi dopo, in occasione del compleanno di Laura, ho invitato Gianni a raggiungerci a casa nostra. Il suo arrivo è stato un vero piacere per entrambi e, ospite presso di noi, ha reso il weekend, dedicato a festeggiare il compleanno di Laura, veramente stupendo. Lei, immancabilmente bella, ha saputo apprezzare le attenzioni che entrambi le prodigavamo, ma, in particolare, ha gradito molto il fatto che entrambi l’abbiamo scopata nel nostro letto, a lungo e ripetutamente, facendola godere moltissimo. È stato durante quei momenti che, mentre eravamo distesi a riprender fiato dopo l'ennesimo amplesso che ci aveva fatto godere tutti e tre in maniera intensa, Gianni le ha chiesto una cosa che, onestamente, non avevo mai preso in considerazione.
Parlando di esperienze sessuali, la sua domanda è stata molto precisa.
«Laura, ora che hai vissuto questa esperienza così diversa, saresti pronta a vivere un’avventura da sola? Preciso: entrambi ti abbiamo scopato e fatto godere moltissimo, ma tu, saresti capace di far un cornino a Mauro, senza farti osservare da lui, senza la sua presenza? Insomma, ti sentiresti lo stesso così femmina e puttana?»
Laura è rimasta davvero sorpresa, quasi imbarazzata e, mentre mi aspettavo una sua risposta leale, ha chinato il capo e, dopo aver riflettuto per qualche attimo, ha sollevato lo sguardo e, fissando intensamente il mio, mi ha detto una cosa che non mi sarei mai aspettato di sentire dalla sua bocca.
«Veramente, non sono stata sempre una donna onesta con te, amor mio, e credo che questo sia il momento giusto di farti una confessione, che da tempo mi tormenta. Ormai siamo sposati da oltre trent'anni e quello che sto per raccontarti è successo dopo soli cinque anni di matrimonio. All’epoca, ricorderai, avevo iniziato a lavorare nell’ufficio di Alberto, l’amico di mio padre. Assieme a me, nello stesso ufficio, vi lavorava Daniele, un bel ragazzo di cinque anni più grande di me che, con il suo aspetto fisico, i suoi capelli biondi, i suoi occhi chiari e la corporatura da nuotatore, sport che praticava ogni giorno, lo rendevano molto affascinante. Inoltre esternava una cordialità, allegria e disinvoltura che non era indifferente alle donne con cui si rapportava o, semplicemente, con quelle che venivano in ufficio per sbrigare delle pratiche. Naturalmente tra di noi c’era una simpatica amicizia, dovuta al fatto che io ero una principiante, mentre lui era già esperto nel lavoro. Spesso e volentieri mi rivolgevo a lui per consigli o per risolvere delle situazioni che a me sembravano insormontabili. Lui con me era sempre gentile e disponibile e, una volta, te l'ho anche presentato, ricordi? Era la festa aziendale che organizzammo prima delle festività natalizie; lui era quello con cui ho ballato il tango e tu, me lo ricordo, dicesti che era molto simpatico.
Circa due mesi dopo, il nostro ufficio ci mandò a fare il corso di aggiornamento, quello in cui rimasi fuori per tre giorni. Per partecipare a quel corso, dovemmo andar su, al nord, in quella immensa città, così grande e dispersiva rispetto alla nostra cittadina di provincia.»
Guardo Laura, cercando di capire e, soprattutto, ricordare quella persona. Dentro di me riaffioravano alcuni dettagli, che non avevo mai elaborato appieno. Ricordai perfettamente il suo collega, perché, all’epoca, già avevo avuto esperienze bisex e, vederlo ballare insieme a Laura quella sera, ho avvertito forte il desiderio di interagire con quel maschio che, comunque, mi affascinava e, ricordo con piacere quando, dopo aver ballato con Laura, si era fermato a bere qualcosa con noi, al nostro tavolo, e non potei non notare un discreto rigonfiamento sui suoi pantaloni, proprio all’altezza del pacco.
Rassereno mia moglie e la invito a proseguire il suo racconto.
«Non ti preoccupare, perché nemmeno io ti sono stato molto fedele, ma non con altre donne, bensì con qualche maschio con cui provai piacere a vivere mie esperienze bisex, quindi continua pure, perché voglio conoscere tutta la storia fino in fondo.»
Lei mi sorride e, girato lo sguardo verso Gianni, riceve anche da lui lo stesso invito.
«Il giorno prima della partenza, ricordo che lui si offrì di darmi un passaggio in auto, per non farmi prendere il treno, che avrebbe impiegato molte più ore di viaggio. Quella notte non riuscì a dormire, perché, qualche giorno prima, quando ci avevano comunicato che saremmo stati inviati a fare il corso di aggiornamento, io ero tornata nel mio ufficio, mentre lui era rimasto a parlare con Alberto e, mentre tornavo in ufficio, mi sono un attimo fermata all'erogatore dell’acqua per bere e, poiché la porta dell’ufficio era aperta, ho sentito quello che Alberto diceva a Daniele. In maniera scherzosa, lo esortava a tenere un comportamento da gentiluomo con me, che ero la nuora di un suo amico e, poiché avremmo viaggiato assieme, la cosa non lo faceva star tranquillo, a fronte della sua fama di maschio "alfa", che ammaliava le femmine. Insomma era considerato un vero "tombeur de femmes". Daniele gli rispose mantenendo lo stesso atteggiamento da buontempone, affermando che, pur essendo io una persona molto interessante, non mi vedeva come una femmina da portare a letto e che, di sicuro, non gli avrei permesso di indurmi a tradire mio marito.
In parte mi sentivo offesa da quella considerazione. Dentro di me era come se mi fosse stata lanciata una sfida e, così, avevo deciso che, in qualche modo, lo avrei provocato. Quando al mattino si è presentato a casa nostra, io ero già pronta per salire in auto con lui e, in quell’occasione indossavo quella gonna verde a portafoglio che tu mi avevi regalato, con sopra una camicetta bianca, da cui, in trasparenza, si intravedeva il reggiseno che, ovviamente, faceva risaltare la mia splendida quinta di seno. Ovviamente tenevo volutamente aperto un bottone in più del normale, per far sì che lui potesse ammirare il solco dei miei seni. Quando son salita in auto, ho fatto in modo che la gonna salisse un po' più su e, così, lui ha potuto notare anche il pizzo delle autoreggenti che indossavo nelle scarpe tacco 10.
Subito ha esternato complimenti con un gesto del capo per ciò che vedeva.
«Accidenti, Laura. Oggi sei bella da morire! Son felice di averti qui con me, in una versione completamente diversa da quella di tutti i giorni, in ufficio.»
Quel complimento mi ha strappato un sorriso e, durante il viaggio, ci siamo messi a parlare un po’ della nostra vita privata, cosa che in ufficio non avevamo mai fatto. Lui mi ha raccontato di non avere un legame fisso, perché, a suo dire, non aveva ancora trovato la persona giusta. E, alla mia domanda per capire quale era per lui la persona giusta, si è girato verso di me e, dopo avermi sorriso, mi ha dato una risposta che non poteva lusingarmi meglio.»
«La mia donna ideale, dovrebbe avere il tuo fisico, la tua allegria, il tuo splendido seno: seria quando serve, ma con un pizzico di follia fra le lenzuola, per render la vita sempre più interessante. Inoltre, a letto, vorrei fosse l'insieme di tante donne: dovrebbe esser una donna esigente, disponibile, puttana e, nello stesso tempo, anche dominante. Come vedi, non è facile trovare una donna così.»
«Io, sorridendo, ho risposto alle sue domande riferendo quale era il tenore della nostra vita coniugale. In poche parole gli ho detto che con te mi trovavo bene e che, anche a letto, eri un maschio che riusciva a soddisfare i miei bisogni. Lui è rimasto un po’ in silenzio, poi mi ha chiesto quando era stata l’ultima volta che avessi fatto una follia, che mi fossi sentita libera di esprimere ciò che sentivo in corpo, quando, insomma, mi fossi abbandonata al puro divertimento o avessi deciso di starmene buona e tranquilla. Non ho risposto, ma ho riflettuto a lungo su questa cosa e, per il resto del viaggio, abbiamo parlato solo di lavoro. Giunti a destinazione, nel pomeriggio, abbiamo subito iniziato il corso, che si è rivelato piuttosto impegnativo. La sera, dopo aver cenato, lui mi ha proposto di fare un giro per la città. Curiosa di conoscere la vita di una metropoli, ho accettato e siamo andati in giro per locali e, in uno di questi, c’era della musica live e, così, ci siamo seduti ad un tavolo e, dopo aver sorseggiato un drink, ci siamo messi a ballare. È stato bello sentirmi stringere tra le sue braccia ed avvertivo, dentro di me, la voglia di provocarlo, così, ho spinto il mio bacino contro il suo e immediatamente ho sentito crescere la sua erezione, che premeva prorompente contro il mio ventre. Abbiamo ballato per circa un’ora, quasi ininterrottamente, sempre abbracciati, stretti l’uno all’altro e, ad un tratto, le sue labbra si sono posate sul mio collo e, in quel momento, ho capito che ero riuscita nel mio intento: non mi sono fermata lì, ho cercato di provocarlo ancor di più.»
«Daniele fermati. Alberto ti ha proibito di provocare la nuora di un suo amico. Inoltre, hai detto che per te non sono niente, quindi per cortesia, smettila.»
«Mi ha guardato dritto negli occhi ed ha capito che avevo ascoltato le parole di Alberto, così mi ha provocato ancora di più. Ha sorriso e mi ha sfidato ad andare in camera con lui, per vedere se ero capace di resistere al suo fascino. In quel momento ho sentito forte il desiderio di dimostrare a me stessa che ero in grado di potermi rapportare con un altro maschio. Infatti, fino a quel momento, avevo avuto solo mio marito come punto di riferimento, quindi per me era importante poter constatare se avessi sufficiente femminilità da riuscire a provocare un uomo, fino al punto di desiderare di scoparmi. Senza dire niente, abbiamo preso l’auto e siamo tornati in albergo. Giunti davanti alle nostre camere, la mia era proprio adiacente la sua, lui ha aperto la porta della sua camera ed io, senza nessuna esitazione, vi sono entrata. Ci siamo ritrovati in piedi davanti al letto e, ad un tratto, lui mi ha stretto a sé ed ha cercato di baciarmi. Come prima reazione ho cercato di resistere a quel bacio, spiegando che il motivo della mia presenza in quella camera, era solo per dimostrare che non avevo alcun timore ad entrare in camera con lui. Ma, nel volgere la testa per parlare, la sua bocca si è incollata alla mia e la mia resistenza ha ceduto di colpo. Le sue mani hanno preso ad accarezzarmi i fianchi e la sua mano destra è risalita lungo la mia coscia, appoggiandosi sopra le mie mutandine, che già erano umide abbastanza. Quando le nostre labbra si sono staccate, lui aveva già infilato un dito nella mia fica e lo aveva fatto ruotare in maniera veloce, strappandomi un gemito di piacere. Poi lo ha sfilato e con destrezza ha sganciato la gonna, che è subito caduta ai miei piedi, ha sollevato quella mano e, mentre mi fissava negli occhi, ha aperto gli unici due bottoni che tenevano bloccata la camicetta, così da farsi esplodere davanti al viso i miei seni fino a quel momento intrappolati nel bianco indumento. Egli ha sollevato il reggiseno ed ha liberato le mie mammelle. Dapprima le palpò con delicatezza, poi strinse leggermente tra le dita i capezzoli, facendoli indurire per poi divenir preda delle sue labbra. Ho sospirato di piacere, tenevo le mani tra i capelli di Daniele che si godeva il mio seno. Ormai non ragionavo più, così ho preso a spogliare anche lui, mentre lui faceva lo stesso con me, lasciandomi con le sole autoreggenti. Entrambi nudi, ho potuto ammirare la sua dotazione: aveva il cazzo già duro ed eretto, non troppo lungo ma scuro e largo. con una bella cappella. Ho fatto per stringerlo tra le mani, ma lui mi ha spinto sul letto e mi son trovata distesa a cosce aperte davanti alla sua faccia. Ho notato lo sguardo del maschio travolto dalla libidine, che già pregustava il piacere di una nuova conquista. Si piegò sulla mia vagina pronto a baciare quell’ostrica, che aveva una sua vitalità. Mi ha annusato, aspirando il mio odore prima di leccare e succhiare con ingordigia gli umori che già sgorgavano copiosi. Poi ha incollato le sue labbra contro quelle della mia fica e la sua lingua si concentrò sul piccolo bocciolo: la frenesia mi portò a spingere il bacino contro la sua bocca. Quelle labbra schiacciavano il mio clitoride, mentre la lingua, resa appuntita come quella di un serpente, scorreva lungo lo spacco della fica, sempre più velocemente. Sentivo il piacere fluire lungo il mio corpo e, improvvisamente, lui ha aggiunto un dito, che è penetrato, dentro di me ed ha stimolato la parte interna e alta della vagina: ho goduto. Ho inarcato il corpo e, fremendo, l’ho spinto contro la sua bocca, mentre ero scossa da sensazioni talmente forti che mi facevano vibrare di piacere. Lui ha permesso che assaporassi quell'immenso piacere, ma io mi son girata fino a trovare il suo cazzo all’altezza del viso. Lui ha rimesso la mano fra le mie cosce, mentre io me lo portavo alla bocca. Lo strusciato un po’ sul viso, poi l’ho appoggiato sulle labbra, facendomelo scivolare giù in gola. Mentre gli tenevo le grosse palle in una mano, lui, lentamente, ha iniziato a chiavarmi la bocca; spingeva il suo uccello nella mia gola, poi lo ritraeva per riaffondarlo con un ritmo costante che, gradatamente, diveniva sempre più veloce. Fino a quel momento avevo succhiato solo il cazzo di mio marito e, questa volta, per me era come un esame: sarei stata capace di soddisfare con la bocca un altro maschio, anche se mio marito mi aveva sempre definita una brava succhia cazzi? Mi eccitava moltissimo quel gioco: esser masturbata e, nello stesso tempo, poter succhiare un cazzo. Ben presto mi son resa conto che un nuovo orgasmo stava per avvicinarsi e anche lui l'ha capito, così ha rallentato il ritmo della pompa, lasciandomi leccare quella colonna di carne bollente per poi spingerlo di nuovo nella mia bocca, continuando a scoparmi la gola. Abbiamo ripetuto questo gioco più d'una volta: praticamente quando lui si accorgeva che ero prossima ad un nuovo orgasmo, rallentava o, addirittura, interrompeva ogni movimento, lasciandomi in bilico sull'orlo del piacere, senza mai farmelo raggiungere.
Ero sfinita, così l’ho supplicato di farmi godere.
«Basta, Daniele, non ce la faccio più! Fammi godere. Voglio venire, perché mi stai facendo impazzire con quelle dita che mi portano sempre vicino all’orgasmo per poi fermarsi.»
Lui ha sorriso in maniera maliziosa, poi, dopo essersi posizionato fra le mie cosce, ha afferrato il suo membro e ha cominciato a farlo scorrere su e giù, lungo lo spacco della mia fica. Lo desideravo dentro, fino in fondo, ma lui indugiava, continuava a farmi assaggiare la punta, senza mai dare un affondo diretto e totale. Alla fine l’ho supplicato.
«Scopami! Trattami come una troia. Fammelo sentire fino in fondo. Aprimi. Riempimi del tuo cazzo!»
Lui ha puntato i suoi occhi fissi nei miei e, con un sorriso beffardo, me lo ha spinto tutto dentro. L’ho sentito entrare dentro come un ariete ed aprirmi in due; mentre il suo corpo aderiva al mio, le sue palle mi sbattevano sulle natiche. Ho spalancato la bocca quando lui ha preso a chiavarmi con forza. Ha cominciato a pompare quel cazzo dentro di me con un ritmo molto veloce e, ad ogni affondo faceva ruotare il bacino, dilatando ancor più la mia fica. Ho goduto subito di un orgasmo devastante, che ha scosso il mio corpo dalla testa ai piedi, ma lui ha proseguito a sbattermi, procurandomi orgasmi a ripetizione senza soluzione di continuità. Non so quante volte son venuta, ma ricordo che, ad un tratto, l’ho stretto a me e l’ho pregato di godere anche lui, perché volevo sentire il suo seme dentro di me. Lui mi ha baciato e, aumentato il ritmo, d'improvviso è rimasto tutto piantato dentro di me ed ho sentito che la mia vagina veniva letteralmente inondata dal seme di quel maschio, che mi aveva completamente stravolta. Siamo rimasti abbracciati per un tempo che mi è parso infinito, poi è scivolato di lato; il suo uccello, dopo l'orgasmo, era ancora semi rigido e ricoperto dai nostri umori e, senza che lui dicesse alcunché, mi sono abbassata su quel membro e, come presa da un raptus, l'ho preso in bocca e ripulito per bene. Quel mio gesto, mosso dalla spontaneità, è stato suggerito da un sentimento di gratitudine rivolto a quel cazzo, che mi aveva regalato tanto piacere. Lui mi ha lasciato fare e, mentre mi dedicavo a quell'operazione, la sua mano è scivolata di nuovo fra le mie cosce e, dopo aver infilato un dito nella fica, da cui ormai sgorgava il seme che mi aveva riversato dentro, ho sentito quel dito scivolare ancora più indietro, così da lubrificare, con quello sperma, il fiorellino anale. Per un attimo mi sono irrigidita; ho girato lo sguardo e, incrociati suoi occhi, mi ha sorriso, continuando a giocare con il mio buchetto che ora, sotto quella sollecitazione, lentamente, si stava schiudendo. L’ho guardato con fermezza negli occhi, mentre, dentro di me, decidevo di voler provare anche quell’esperienza, mai richiestami da mio marito. In effetti non c’era un motivo preciso per cui non ci eravamo mai accostati alla sodomia, ma, ora, ero curiosa di provare quella nuova sensazione. L’ho solo pregato di agire molto delicatamente, perché ero vergine. Lui è rimasto alquanto meravigliato da quella mia affermazione e, dopo aver ben lubrificato il mio buchetto, si è posizionato dietro di me e, esortandomi a stimolare il clitoride per aumentare il piacere, ha prima infilato il cazzo nella mia vagina e poi, dopo averlo estratto zuppo di umori, l'ha appoggiato al buchetto ed ha cominciato a spingere delicatamente. Ho sentito i muscoli anali tendersi sotto la spinta di quel membro che voleva entrare a tutti i costi. Per un attimo ho creduto che non sarebbe riuscito a penetrarmi, ma inopinatamente il mio culo ha ceduto e più di metà di quel cazzo è scivolato dentro di me. Ho spalancato la bocca e un grido mi è affiorato alle labbra. Lui è rimasto immobile, poi ha insistito affinché mi masturbassi con vigore, cosa che ho fatto e, difatti, il piacere che provavo serviva a lenire quel lieve dolore che sentivo nell'altro buchetto. Ha continuato a scivolare fino in fondo e poi, quando il suo corpo ha aderito al mio, la sua voce suadente mi ha rassicurato.
«Rilassati e sta calma, è fatta! Ce l’hai tutto nel culo! Continua a masturbarti e vedrai che, quanto prima, sentirai solo piacere.»
Ho seguito il suo suggerimento e, ben presto, il dolore si è trasformato in una specie di fastidio, poi, quando ha cominciato a sfregare il buco del culo, quel fastidio è diventato piacere. Mi ha scopato il culo a lungo e ho anche avuto un orgasmo. Quando lui ha sentito che godevo, i suoi movimenti sono diventati più vigorosi e frenetici, poi, improvvisamente, ho sentito un’ondata di calore invadermi il retto. Mi era venuto nel culo. Sfinita, mi sono adagiata sul letto e lui è uscito da me, mentre un rivolo di sborra colava dal culo lungo le labbra della fica. Sono rimasta distesa accanto a lui, che mi ha stretto fra le braccia, facendomi le coccole. Ero sfinita, il piacere provato era stato tanto e superbo, ma, soprattutto, avevo goduto anche a prenderlo nel culo. In quel momento, mi son resa conto che a mio marito non lo avevo mai dato e questo mi ha fatto avere un rimorso di coscienza. Mi sono alzata dal letto, ho indossato velocemente i miei abiti, l’ho guardato dritto negli occhi e le mie parole sono state chiare e risolute.
«È stato bello, ho goduto molto, ma la cosa non si ripeterà più, perché io amo mio marito. Questa sera ho solo voluto togliermi un capriccio, ma che sia ben chiara una cosa fra noi due: a partire da domani, torniamo ad essere due colleghi di lavoro e basta. Spero che saprai esser cosi discreto, da considerare questa cosa come un intimo segreto fra noi.»
Dette quelle parole, senza aggiungere altro, sono tornata in camera mia. Ho fatto una doccia e, quando sono andata a letto, ho avvertito, dentro di me, di aver commesso una grossa sciocchezza. Daniele, però, è stato corretto e, dopo quella volta, non ha mai più cercato di portarmi a letto. Due anni dopo, si è fatto trasferire nella succursale della grande città dove noi avevamo fatto il corso. Solo il mese scorso è tornato nella nostra sede ed oggi è il direttore della filiale. Quando ci siamo rivisti, ho avvertito un brivido, perché mi è tornato in mente ciò che avevo fatto a tua insaputa, ma lui, da perfetto gentiluomo, ha continuato a mantenere un atteggiamento distaccato, professionale, anche se, in un fugace momento che siamo stati soli, si è complimentato ancora per la splendida forma del mio fisico. Mi son sentita lusingata per questo, anche se non ha aggiunto altro; ora, però, ti confesso che non mi dispiacerebbe di trovarmi di nuovo fra le sue braccia e con la tua complicità.»
Guardo mia moglie con ardore e, poiché il mio cazzo era di nuovo duro, Gianni interpreta i miei pensieri prima ancora che io abbia il tempo di esporli.
«Caspita, amico mio! Questa sì che è una femmina con le palle! Se fossi in te, le offrirei l’occasione di vivere ancora quest'avventura. Immagina che bello sarebbe averlo ora, qui, insieme a noi, che scopiamo tua moglie, mentre tu ti diletti ad osservarci mentre la facciamo impazzire di piacere.»
Guardo Laura, che è rimasta in silenzio ed a testa bassa, ma, dentro di me, l’immagine proposta da Gianni, si materializza in un’ondata di piacere incredibile. Allora subito decido che il ferro va battuto finché è caldo e così esterno a Laura quello che è il mio pensiero.
«Poiché domani sera andremo a cena per festeggiare il tuo compleanno, perché non lo inviti ad unirsi a noi. Se poi, durante la cena, avremo modo di capire che lui è intenzionato a giocare anche con noi, io non avrò nulla in contrario ad averlo ospite nel nostro letto. Naturalmente tutto questo dipende da te, dal tuo desiderio di vivere ancora emozioni con quel maschio.»
Ora gli occhi di Laura brillano e, senza dir nulla, allunga la mano, prende il cellulare e lo chiama, mentre noi la ascoltiamo con quale abilità fa la civetta con Daniele.
«Buonasera, Daniele, come sai oggi è il mio compleanno e, questa mattina, mi hai detto che, come regalo, avrei potuto chiederti qualunque cosa. Perciò ho deciso che, come regalo, vorrei la tua presenza a cena, domani sera, assieme a mio marito ed un amico molto intimo. Naturalmente puoi anche rifiutare, ma dovrò considerare la cosa come un’offesa personale.»
La sera dopo è sparita in bagno a farsi bella, come dice lei, per più di un’ora. Quando la vediamo uscire, è decisamente uno splendore. Indossa un vestito lungo fino alle caviglie, che però ha un profondo spacco laterale che mostra buona parte della coscia. I suoi capelli sono raccolti dietro la nuca, ha collo e spalle scoperte e, davanti, il suo seno è sicuramente compresso in quella piccola guepière che le ho regalato, perché il piccolo reggiseno, di cui è munita, è a balconcino e solleva il seno e lo rende decisamente allettante. I piedi, nudi e ben curati, sono inguainati in scarpe dal tacco alto, che le inarcano lo splendido culo, e le sue labbra, tinte di rosso, sono di una sensualità che ti fanno venir voglia di infilarvi il cazzo. Quando giungiamo al ristorante, Daniele ci sta già aspettando e, ovviamente, non ha parole per lo splendido outfit esibito. Durante la cena, io e Gianni facciamo in modo che l’attenzione di Laura sia tutta rivolta a Daniele e lui, da perfetto uomo di mondo, nota questo dettaglio e, in un momento in cui lei va in bagno a rinfrescare il trucco, come dice lei, noi tre rimaniamo da soli e Daniele, dopo aver sorseggiato un po' di vino, mi guarda dritto negli occhi e mi fa una domanda inequivocabile.
«Da anni conosco tua moglie e l’ho sempre considerata una donna stupenda ed intelligente, molto bella e sensuale, ma, questa sera, ho come la sensazione che tu me la stia offrendo su un piatto d’argento. Posso anche sbagliare, ma ho la netta sensazione che fra voi tre ci sia un’intesa molto complice ed ho la certezza che a te non dispiacerebbe vederla stretta fra le mie braccia.»
Lo guardo, sorrido e la mia risposta gli fa illuminare di gioia gli occhi.
«Laura mi ha raccontato di come sei stato bravo a scoparla, di quanto l'hai fatta godere a sverginarle anche il culo, e tutto questo lei lo ricorda ancora con estremo piacere. È giusto quello che hai immaginato: avrei desiderio di vederla fra le tue braccia per godere assieme a noi due, che già da qualche tempo facciamo le doniamo intense emozioni nell’esser scopata da due maschi. Quando mi ha raccontato che sei stato tu ad iniziarla ai piaceri anali, ho capito perché, in tutti questi anni, ha sempre cercato di evitare che io le penetrasse il culo: aveva timore che scoprissi che qualcuno, prima di me, ci fosse già stato.
Ti assicuro che la cosa mi ha riempito di gioia: sono perfettamente consapevole del piacere che le hai dato, facendole conoscere la pratica della sodomia, perché, essendo io bisex, come anche l'amico qui presente, so bene di quale piacere parliamo e son contento che anche lei abbia avuto modo di provarlo.»
Il ritorno di Laura ci trova tutti e tre allegri, felici, e, dopo un ennesimo brindisi, ci dirigiamo direttamente a casa nostra. Appena giunti, Gianni e Daniele stringono Laura fra le loro braccia e iniziano a denudarla, mentre io li osservo seduto sul divano e, quando tutti e tre entrano nella nostra camera da letto, li raggiungo e mi spoglio lentamente, osservando mia moglie alle prese con quelle due splendide mazze che, subito, sono state sistemate agli angoli della sua bocca. Laura lecca e succhia i loro cazzi avidamente, mentre io mi spoglio e mi inginocchio fra le sue cosce, prendendo a leccare la sua fica, che già gronda di umori per il piacere che sta provando. La voce di Daniele mi riempie di gioia.
«Che gran troia! Col tempo è diventata una vera succhiacazzi. Sarà stupendo aprire ancora quel suo culo meraviglioso e scoparla ancora con forza, come ho fatto quella notte. Sono solo dispiaciuto del fatto che, dopo quella volta, non ha più voluto esser posseduta da me, mentre, ora, sono estremamente felice di scoprire che questa puttana è diventata una vera femmina da letto.»
Dopo averla leccata e fatta godere, mi sposto e lascio la fica di mia moglie, grondante umori, alle attenzioni di Daniele che, dopo esserci posizionato fra le sue gambe, la penetra con un affondo deciso, facendola godere all'istante. Io intanto mi dedico al cazzo di Gianni che, già bello duro, scivola tranquillamente nella mia bocca e, quando sento che mia moglie raggiunge un ennesimo orgasmo, esorto Daniele a cambiar posizione. Lui si sdraia supino e trascina su di sé Laura, continuando a tenerla impalata sul suo cazzo, mentre ora Gianni si posiziona dietro di lei e, dopo aver lubrificato per bene il culetto di mia moglie, affonda in lei per una doppia penetrazione, che subito fa impazzir di piacere la mia donna. Mi sollevo in piedi e posiziono davanti alla sua bocca il mio cazzo che, subito diventa preda delle sue labbra, ma son così tanto eccitato che subito le inondo la bocca. Mi sposto ed osservo i due maschi che montano mia moglie, facendola godere in continuazione. Dopo numerosi orgasmi, i due si scambiano di posto: ora è Gianni che, sdraiato, penetra la fica di Laura, mentre Daniele, con estremo piacere, le apre il culo, spingendo con forza il suo cazzo, fino in fondo. Lei gode ed urla come una troia; è all’apice del piacere quando i due maschi si sfilano da lei e la inondano di sborra calda che le ricopre viso, bocca, occhi, ma soprattutto, i suoi floridi seni. Sfinita, gira lo sguardo verso di me; allunga una mano e mi attira a sé, poi mi bacia con ancora la bocca impastata del seme di questi due maschi e io, assieme a lei, mi dedico a leccare quelle due splendide mazze, che tanto l’hanno fatta godere. Basta poco per farli tornare di nuovo duri e così, mentre Daniele mi incula e Gianni scopa mia moglie, io godo come un maiale e, quando sento che lui mi riversa in culo tutto il suo piacere, ho un ennesimo orgasmo e godo nello stesso istante in cui lei raggiunge un nuovo squassante orgasmo.
Da quel momento, Daniele è divenuto ospite fisso nel nostro letto e, a volte, si scopa Laura anche in ufficio. Spesso vanno a cena insieme e, al ritorno, io mi faccio trovare pronto per leccare il cazzo di Daniele e lo preparo per una nuova monta di mia moglie, che gode molto nel farsi sbattere da lui, mentre io lecco la sua fica da sotto, con le palle del suo nuovo toro che mi sbattono sulla fronte.
È bello giungere alla nostra età e scoprire che il piacere condiviso è quanto di più bello possa esistere in una coppia.
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2 years ago
baxi18, 55
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Dopo il covid
Ormai erano più di due anni che non giocavamo. Mia moglie, una stupenda 50enne non voleva più fare incontri di alcun genere, sapevo che forse mancava l'occasione per ricominciare a trasgredire. Le nostre passeggiate in auto con lei vestita in modo sexy ( gonna cortissima-autoreggenti in bella vista-camicia semiaperta ) continuavano però e quindi decisi di organizzare un sexy car con qualche ragazzo disposto per il momento al solo guardare mentre in macchina io la masturbavo e la facevo eccitare. Fu così che un mese fa un tardo pomeriggio uscimmo per eccitarci e avendolo saputo prima organizzai con un ragazzo di 30 anni disposto ad essere solo spettatore e magari mostrarsi a mia moglie. Dopo una decina di minuti dopo esserci fermati il ragazzo, riconoscendo l'auto che gli avevo descritto, si avvicinò e abbassando il finestrino tirò fuori la testa cominciando a guardarla mentre veniva da me masturbata prima con un dito poi due e poi tre. Lei, vedendolo, non voleva che si avvicinasse di più e lui rimanendo seduto nella propria auto tirò fuori il suo cazzo che era davvero notevole. Le dissi di girarsi e vedere quanto fosse grande e lei girandosi confermò . Presi uno strap on e piano piano lo feci entrare nella sua figa ormai bagnata sussurrandole nell'orecchio quanto fosse stato bello vederla scopare con quel ragazzo e che avrebbe sicuramente goduto tantissimo. Non rispondeva, ormai non staccava lo sguardo da quel ragazzo che continuava a masturbarsi mostrandosi a mia moglie. Le chiesi se potevo abbassare il finestrino ma lei non mi rispose , continuai a stuzzicarla insistendo sempre sulla volontà di far avvicinare il ragazzo, ormai mi ero reso conto che era al massimo dell'eccitazione e cosi senza chiederlo più abbassai finalmente il vetro che ci separava. i ragazzo capì subito e scese dalla sua auto e pian piano con molto tatto cominciò a sfiorarle la gamba fino ad arrivare alla figa. Mia moglie ormai aveva finalmente deciso di giocare e stendendo la mano cominciò a masturbarlo. Intanto il ragazzo avendo il pieno possesso della sua figa e aprendo la portiera si abbassò per leccarla e fu li che lei non capì più niente, il ragazzo, dopo 5 minuti sostituì la sua lingua col suo cazzo. Una scopata incredibile io venni subito e poco dopo anche il ragazzo le venne sopra il seno. Appena finito chiesi al ragazzo di scendere dall'auto e lei mi chiese subito di farmi dare il numero di telefono, chissà forse ricominceremo a vivere e a goderci la vita.
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2 years ago
profcouple70,
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Abbiamo scopato mia moglie in tre
Mi chiamo Mauro, ho 55 anni, carnagione scura e fisico asciutto; a detta di qualche amico particolare, anche un bel culo ed una discreta dotazione. Sono sposato con Laura, che ha un anno più di me. Lei è alta un metro e 65 dai capelli lisci e biondi, perché li tinge per mascherare l’inizio di qualche capello bianco. Ha una splendida quinta di seno coppa C, labbra sottili, occhi verdi, curve morbide, ma non grassa, anzi ritengo sia piena nei punti giusti. Quando l'ho conosciuta era vergine e non aveva mai succhiato un cazzo. Col tempo sono riuscito a farla diventare una discreta porcellina a letto. Oggi succhia, scopa, ingoia, gioca con un sottile dildo in culo, senza ancora prendere il cazzo, perché dice che le fa male; solo un po' di tempo fa, per due volte, sono riuscito a metterglielo e godermi anche quel pertugio. È una moglie fedele, innamorata e con tante fantasie: quando scopiamo, quasi sempre immagina che siamo in tre. Io, invece, sono bisex versatile e, spesso e volentieri, amo gustarmi dei nodosi membri, che spremo con piacere. Naturalmente lei questo non lo sa, anche se, dentro di me, è forte il desiderio di renderla partecipe anche di questo mio piacere. Poi, l’estate scorsa, è successo un fatto che ha cambiato completamente le cose fra di noi. Per motivi di lavoro, mi sono dovuto recare, per l’intero mese di luglio, in Corsica e, poiché lei aveva un eccesso di ferie da smaltire entro la fine di settembre, abbiamo deciso che sarebbe venuta con me e, anche se per circa mezza giornata ero impegnato nel lavoro, potevamo pur sempre stare insieme il resto del giorno e goderci le meraviglie di quell'isola. Appena preso possesso della nostra abitazione, abbiamo scoperto che essa era ubicata a poca distanza da una delle spiagge più belle dell’isola. Così, al mattino, io mi recavo al lavoro e mia moglie si sdraiava a prendere il sole in spiaggia. Essendo un’isola particolarmente votata al nudismo, dopo il secondo giorno, mia moglie ha preso ad eliminare prima la parte di sopra del costume, mettendo in mostra il suo meraviglioso seno. Il pomeriggio, quando l'ho raggiunta in spiaggia, mi son reso conto che molti maschi la guardavano con occhi carichi di desiderio e così, con calma e pazienza, l’ho convinta a mettersi nuda. Vederla desiderata da altri maschi mi eccitava molto e, soprattutto, non mi dispiaceva il fatto che molti di quei maschi, anche se con una certa discrezione, mostravano le loro erezioni. Era eccitante anche per me vedere quelle splendide mazze, che immaginavo avrebbero potuto penetrarla e, nello stesso tempo, immaginavo di sentirle nella mia bocca e, possibilmente, anche dentro di me.
L'eccitazione accumulata in spiaggia in quelle occasioni, si trasformava in esuberanti erezioni per me e molto desiderio per lei, così, la sera, nel letto scopavamo con sempre con più impeto e passione. Mia moglie, da persona scaltra quale è sempre stata, ha capito subito che il gioco mi eccitava moltissimo, quindi abbiamo cominciato a parlarne e confrontarci.
«Mi fa piacere apprendere che ti eccita vedermi osservata da altri maschi: infatti ho notato che il sesso, fra noi, ha mutato consistenza, è diventato più ardente, più intenso e decisamente più appagante.»
La guardo, sento dentro di me il desiderio di condividere anche il fatto che mi piacerebbe giocare, assieme a lei, con un altro maschio, ma, pensandoci, mi rendo conto che ancora non si è creata la giusta condizione per coinvolgerla in tutto questo. Decido di procedere per gradi e, dopo averla baciata, azzardo qualche ipotesi.
«È vero, mi eccita moltissimo vederti desiderata da altri maschi: è un misto di piacere/gelosia, che mi travolge al massimo grado quando ti possiedo e mi fa impazzire sentirti godere.»
Lei sorride dicendomi che son tutto matto e che, forse, tutto questo è un po’ troppo per il nostro rapporto. Rimango sul vago e, per un paio di giorni, non torniamo sull’argomento. A metà settimana, devo recarmi per lavoro dall’altra parte dell’isola e, poiché starò fuori per l'intera giornata, le propongo di venire con me. Raggiungiamo un paese con una lunga spiaggia di ghiaia bianca, dove la lascio a prendere il sole, mentre io mi reco ad incontrare la persona con cui dovrò passare tutta la mattinata. Durante quell'incontro di lavoro, scopro che Gianni, il mio referente nell’isola, è una persona molto simpatica e, soprattutto, ha l’aria di essere un gran porcellone. In un momento di relax dal lavoro, scambiamo qualche parola e lui si mette a ridere quando gli racconto che ho lasciato mia moglie grassona in spiaggia.
«Devi amare molto tua moglie ed esser molto sicuro di lei, per lasciarla da sola in spiaggia. Sicuramente ci sarà una caterva di maschi che la corteggerà. La cosa non ti infastidisce?»
Il suo tono curioso e, soprattutto, alquanto allusivo, mi spinge ad aprirmi un po’ nei suoi confronti.
«Mia moglie è una bella donna e, quando sposi una bella donna, si deve mettere in conto la possibilità che un altro maschio possa insidiarla, poi dipende da lei se andare oltre o, garbatamente, rifiutare ogni attenzione. In ogni caso, conoscendo mia moglie, son sicuro che ne sarei immediatamente informato.»
Lui sorride compiaciuto e mi dice che, finito il lavoro, gli farebbe molto piacere se gliela presentassi e ci invita, entrambi, a pranzare con lui in un piccolo ristorantino dove si mangia dell'ottimo pesce, cucinato in maniera speciale. Circa due ore dopo, insieme, raggiungiamo la spiaggia e trovo mia moglie in topless, sdraiata sul lettino vicino all'ombrellone, letteralmente circondata una decina di maschi, che se la stanno mangiando con gli occhi. Il nostro arrivo suscita la delusione di tutti, tranne di mia moglie, che mi sorride e mi abbraccia sollevata.
«Meno male che sei arrivato, altrimenti, ero decisa ad andarmene, perché, come hai visto, mi avevano letteralmente accerchiato e ti assicuro che, di proposte più o meno velate, ne ho ricevute davvero molte.»
Le sorrido compiaciuto e le presento il mio amico, cui lei si mostra subito compiaciuta per il suo bell'aspetto. Allora esorto mia moglie di andare a far una doccia, mentre noi due avremmo approfittato per far un bagno in mare, per poi andare a pranzo insieme. Non faccio in tempo a finir di parlare, che Gianni ci fa una controproposta.
«Ma quale doccia dello stabilimento?! Adesso andiamo tutti e tre a fare un bel bagno, così ci diamo una bella rinfrescata, poi andiamo in paese, a casa mia, e ci faremo la doccia nel mio bagno personale, che di certo è igienicamente più sicuro. Poi andiamo a mangiare e, poiché al molo ho una bella barca, se non avete impegni nel pomeriggio, potremo andare a vedere il tramonto alle isole Sanguinarie, che è lo spettacolo della natura più bello che ci sia da queste parti.»
Accordatici in tal senso, facciamo un bel bagno rinfrescante, poi ci rechiamo velocemente a casa sua.
Giunti nel piccolo paese, percorriamo una stretta stradina che ci porta nella parte alta del paese, dove è situata una piccola abitazione, molto in alto, da cui si gode davvero uno splendido panorama. La casa è arredata con semplicità ma, nello stesso tempo, con gusto e si presenta molto graziosa.
È costituita da un open space con angolo cottura ed una camera con bagno, un’altra cameretta con un terrazzino, da cui è visibile il porto sottostante, dove lui ci indica la sua barca: uno splendido Ferretti 40 roadster, di 12 metri, che conosco benissimo, perché ne possiede uno uguale, anche mio cugino. Dopo aver sorseggiato un flute di prosecco, mia moglie va in bagno a farsi la doccia, mentre noi due parliamo un po’ e lui mi racconta un po' della sua vita. È stato sposato, per alcuni anni, con una donna dal carattere duro e dispotico, senza un minimo di umorismo, bigotta e molto restia a qualsiasi tipo di trasgressione. Ha anche un figlio, che vive in Francia, mentre lui ha deciso di restare nell’isola e di godersi la vita quando gliene si presenta l’occasione. Quando torna, mia moglie è completamente nuda sotto un telo di spugna bianco e Gianni mi invita ad andare, a mia volta, a far la doccia, mentre sorseggia con lei ancora un calice di prosecco. Mentre sparisco oltre la porta della camera e prima di entrare in bagno, mi giro e li osservo; lui le fa una battuta, cui lei ride di gusto, e mi rendo conto che fra i due si sta instaurando un bel feeling, che mi appare di buon auspicio a certe mie perverse idee. Impiego pochissimo tempo a farmi la doccia, perché sono eccitato all’idea di lei completamente nuda insieme a lui e, questo, mi provoca un’erezione talmente forte che quasi ne ho male. Quando torno, li trovo che stanno ancora ridendo e lui, prima di andare in doccia, le dice una frase che mi incuriosisce non poco.
«Credo che tu dovrai cambiare idea, perché, in genere, non mi sbaglio mai nel giudicare una persona.»
Laura sorride e sorseggia ancora del prosecco, mentre io la guardo, cercando di capire, ma lei non mi dà nessuna spiegazione. Sono molto eccitato, la stringo a me, baciandola e allungo le mani sotto il telo di spugna, alla ricerca della sua intimità, che trovo già bella umida. Vorrei scoparla seduta stante, ma lei mi respinge con decisione.
«No, ti prego! Ora non è possibile! Siamo ospiti e non siamo soli e, soprattutto, non sarebbe bello nei confronti di Gianni.»
Io, invece, sono infoiato da morire e continuo a stringerla e palparla, fin quando la faccio abbassare e le offro il mio cazzo duro, davanti alla bocca.
«Hai ragione, come vedi sono talmente eccitato che mi fanno male anche le palle e, se non mi scarico un po’, starò davvero male per tutto il giorno. Ti prego, almeno succhiamelo un po’.»
Lei un po’ a malavoglia, lo prende in bocca e subito le blocco la testa con entrambe le mani, scopandole la bocca velocemente e sono così eccitato che mi basta davvero poco per inondarla con quattro schizzi generosi, che lei ingoia all'istante. Poi si stacca, si solleva e mi bacia con passione. Resto stupito dal gesto, mentre la sua lingua invade la mia, facendomi assaporare ciò che resta del mio piacere. È un bacio carico di passione e lei si stringe con forza a me, poi si stacca e mi guarda dritto negli occhi.
«Credevo che non avresti accettato di baciarmi, perché sapevi benissimo che avresti sentito il sapore del tuo piacere nella mia bocca.»
La guardo e la sento ancora più eccitata di prima. Mi rendo conto che era ora di condividere con lei qualche altro mio desiderio.
«Perché dovrebbe infastidirmi? Non trovo niente di spiacevole nel gustare dalla tua bocca, dove ho appena goduto, il sapore del mio sperma. Se piace a te, perché non dovrebbe piacere anche a me?»
Lei mi guarda e mi sorride con malizia.
«Credi che ti piacerebbe anche se fosse quello di un altro maschio?»
Ora sono io che le sorrido e le rispondo in maniera alquanto allusiva.
«Certo che mi piacerebbe, anzi, sarebbe sicuramente molto intrigante. Se un altro maschio ti avesse riempito la bocca col suo seme, significherebbe che, finalmente, hai deciso di vivere un’esperienza particolare e diversa dal solito. Sarebbe stupendo e il mio coinvolgimento sarebbe al massimo, quindi, perché non dovrebbe esser piacevole condividere anche lo sperma di un altro maschio?»
Non ho tempo di ricevere una risposta, perché lei si stacca da me e inizia a vestirsi e, mentre anch’io sto quasi per completare la mia vestizione, ritorna Gianni già completamente vestito e, insieme, raggiungiamo il piccolo ristorante posto proprio all’inizio del molo. Il pranzo è davvero ottimo, il pesce cucinato in maniera straordinaria e il tutto viene innaffiato da un vinello frizzante fresco, che ci rende allegri e spensierati. Appena pranzato, ci rechiamo sulla sua barca e subito lasciamo il porticciolo e ci dirigiamo verso sud, in direzione delle isole Sanguinarie. Appena impostata la rotta, Gianni ci suggerisce di fare un riposino nella cabina posta sotto la plancia di comando. Laura declina l’invito, perché le piace sentire il vento sulla pelle e Gianni le propone a mettersi comoda, anzi, se lo desidera, può sdraiarsi tranquillamente a prendere il sole nuda, cosa che lei fa, senza pensarci su due volte. Anche lui, appena finito di parlare, si spoglia completamente e resto affascinato dalla sua dotazione: le grosse palle, sormontate da un cazzo che, pur non essendo in erezione, dimostra di esser lungo e grosso in spessore. Vedo lo sguardo compiaciuto di mia moglie, mentre resto stupito dalla facilità con cui ha accettato la sua proposta e mi impongo di cercare di non esser, in questo momento, di intralcio a ciò che, evidentemente, frulla in testa a mia moglie. Quindi, silenziosamente, scendo di sotto e mi sdraio sul letto. Lascio la piccola porta socchiusa, mentre nella mia mente si formano immagini di mia moglie, completamente nuda, sola con lui, lontana dalla mia percezione visiva e questo mi eccita in maniera sconvolgente. Chiudo gli occhi e immagino scene erotiche, dove la protagonista è mia moglie insieme a Gianni. Sono così assorto nei miei pensieri che, ad un tratto, avverto un leggero rumore: apro gli occhi e vedo Gianni che sta chiudendo un piccolo armadio, da cui ha preso due teli da mare.
Mi guarda e sorride, poi, con un cenno del capo, indica la mia mano che ancora stringe con forza il mio sesso duro e teso.
«Complimenti! Hai un bell’attrezzo! Un'ottima mazza!»
«Stai scherzando! Qui chi dei due ha una bella mazza, se tu! La mia è assolutamente nella norma.»
Lui mi sorride, si avvicina, si inginocchia sul bordo del letto e, così facendo, il suo cazzo si trova preciso davanti alla mia faccia. Allungo la mano e, con un semplice gesto porto quella splendida cappella rossa alla mia bocca e, dopo avervi dato una bella leccata, me la infilo il più possibile in gola. Lecco ed assaporo quel cazzo, succhiandolo, mentre con la mano lo sego e, subito, sento che sta crescendo in maniera incredibile. Sentirlo lievitare fra le mie labbra, mi eccita da morire e, ben presto, riesco a tenere in bocca solo la punta di quella splendida mazza, che ora si erge in tutta la sua fierezza. Lui appoggia la mano sul mio capo e, oscillando con il bacino, mi detta il ritmo della pompa. Lo sento gonfiarsi ancora di più e, quando mi rendo conto che, di sicuro, fra poco mi riempirà la bocca di crema calda, lui si ferma e con voce rotta dal piacere, si stacca da me.
«No, non voglio ancora venire. Voglio godere ancora di più questo magnifico momento.»
Senza aggiungere altro, esce e torna a far compagnia a mia moglie. Resto disteso, stordito dal piacere appena provato e, anche se non ho avuto il premio di ricevere in bocca la sua crema, sono ancora stordito dalle vibrazioni che ho provato, nel sentire fra le labbra crescere quella splendida mazza. Resto ancora per un po’ disteso, poi decido di andare a vedere come si evolve questa storia. Silenziosamente mi avvicino al boccaporto e, quando sto per salire i pochi gradini che mi porteranno fuori, vedo mia moglie sdraiata sul divanetto, con la testa reclinata all’indietro, le cosce completamente spalancate e Gianni, inginocchiato fra esse, che la sta leccando, facendola godere molto. Noto che lei serra di colpo le cosce intorno alla testa di Gianni, geme ed urla di piacere, mentre il suo corpo viene scosso da fremiti che annunciano un suo potente orgasmo. Osservo la scena estasiato, consapevole del fatto che, finalmente, sto realizzando un sogno che stavamo coltivando da tempo. Li osservo ancora, e lui, dopo averla lasciata godere, si alza in piedi e si posiziona davanti a lei e, di sicuro, perché in realtà non vedo, deve averle offerto da succhiare quella splendida mazza, che poco prima si trovava fra le mie labbra.
Non resisto, esco e, senza dir nulla, mi inginocchio fra le cosce di mia moglie che, solo allora, si gira e mi vede. I suoi occhi brillano di una luce carica di voluttà ed io appoggio la punta del cazzo fra le labbra della sua fica fradicia e, con un affondo deciso, le entro tutto dentro, mentre lei prosegue a leccare quella splendida mazza che tiene con entrambe le mani. Il mio affondo le fa inarcare il corpo, mentre le sue gambe ora si stringono e si aggrappano ai miei fianchi. Scivolo nel suo ventre caldo e umido e mi allungo verso il suo viso. Lei, per un istante si gira verso di me, mi bacia, poi si sposta un po’ indietro ed avvicina il mio viso a quella splendida mazza, dura e pulsante. Sono indeciso: è chiaro che mi sta invitando a prenderlo in bocca insieme a lei, ma io sono ancora titubante.
«Dai, prendilo in bocca! Non esitare, ho visto che ti piace e, sicuramente, succhiarlo insieme, sarà piacevole per entrambi.»
La guardo un po’ stupito, ma non è il momento delle spiegazioni e, con decisione, spalanco la bocca per ricevere la grossa cappella fra le mie labbra. Anche lei si dedica a leccare l’asta e, mentre ci alterniamo con entrambe le bocche a scorrere lungo quella mazza vogliosa e dura, Gianni appoggia le sue mani sopra le nostre teste e muove il bacino avanti/indietro, permettendo che le nostre lingue e labbra gli procurino piacere. Per me è troppo, sento l’orgasmo esplodere nella mia mente, mentre sto scopando mia moglie, senza rendermi conto che preso dal piacere di succhiare il cazzo di Gianni, mi ha eccitato così tanto che in breve le inondo il ventre con tutto il mio piacere. È un orgasmo forte, devastante che mi lascia stordito e, nello stesso tempo, svuotato. Mi sfilo e dalla fica di mia moglie fa capolino un rivolo di sperma bianco, mi abbasso, lo lecco avidamente. Il gesto non sfugge ad entrambi, che sorridono con evidente compiacimento.
«Come vedi, Laura, avevo ragione io! Tuo marito, oltre ad essere un bisex convinto, è pronto a ricevere un sontuoso paio di corna, che ora, con la tua collaborazione, gli vorrei regalare.»
Si sposta, mi spinge, con una mano sulla spalla, a lasciar libero il posto tra le cosce di mia moglie ed appoggia quella grossa cappella sulle labbra della figa fradicia di Laura e, con due spinte decise, la penetra, fin in fondo. Lei inarca il corpo per meglio ricevere la spinta e, una volta giunto al fondo, la vedo spalancar la bocca e guardarmi con occhi esagitati. Dalla sua bocca non esce nessun suono, mentre con la mano afferra il mio cazzo, ancora duro e, mentre Gianni inizia a pomparla, lei gira la testa e si infila il mio cazzo in gola. È estasi pura, veder mia moglie posseduta con forza da quel toro; quelle immagini mi sconvolgono e mia mandano ai pazzi; poi, ad un certo punto, lei serra le labbra intorno al mio membro, mentre il suo corpo viene scosso da un orgasmo squassante, che la fa vibrare tutta. Gode ed urla a bocca piena, mentre ora Gianni la pompa con impeto sempre più crescente e mentre io sento la sua bocca che succhia il mio cazzo, in maniera decisa e vigorosa. Gode ancora e quel nuovo orgasmo la fa tremare come una foglia al vento, mentre lui prosegue senza sosta nel suo continuo pompare, con colpi sempre più veementi, che la squassano tutta, mentre sciorina tante lodi per lei.
«Meravigliosa! Che fica calda e stretta, meravigliosa! Mi fa impazzire! La voglio godere tutta, fino in fondo! Te la sfondo tutta! Te la voglio farcire e riempire di sperma, fino all’ultima goccia!»
Il corpo di Laura è tutto un fremito per i tanti, continui orgasmi che si avvicendano senza fine; ad un tratto, lui l’afferra per i fianchi e la scopa ancora con più forza e più velocemente, fin quando, con un urlo che ha poco di umano, si svuota tutto dentro di lei. Nello stesso istante in cui lui le inonda l’utero con tutto il suo seme, io, eccitato come un pazzo, le scarico in bocca ciò che resta del mio piacere, e lei si ritrova gratificata da tutto quel seme che la riempie in ogni dove. Restiamo immobili, poi, lentamente lui si sfila e quando si alza in piedi, appoggia la mano sinistra sulla mia spalla e mi esorta ad inginocchiarmi fra le cosce di mia moglie.
«Guarda che capolavoro! Guarda come ho slargato e slabbrato la fica di tua moglie! Adesso è piena e, poiché so che desideri assaporare anche il mio sperma, ti invito a leccare e ripulire tutto il mio piacere che sta sgorgando dalla fica di tua moglie. Dai non esitare, che son certo che è davvero ciò che vuoi.»
Non ho nessuna esitazione, mi inginocchio e vedo la fica di mia moglie oscenamente aperta, dilatata, da cui fa capolino il suo seme, che lecco e ingurgito fino all’ultima goccia, estasiato da quel premio appena ricevuto. Quando ho finito di leccare tutto, fino all’ultima goccia, eravamo giunti nel punto esatto per vedere lo spettacolo del tramonto e, gettata l’ancora, ci invita a fare un tuffo in mare. Una bella nuotata e, quando ritorniamo in barca, siamo tutti e tre consapevoli che quello che abbiamo appena vissuto, è stato solo l’inizio e, sicuramente, avremo ancora voglia di provare altre emozioni. Trascorriamo la serata in attesa del tramonto, che effettivamente si rivela uno spettacolo da non perdere. Mentre vediamo il sole scendere all'orizzonte, in un caleidoscopio di colori bellissimi, io sono inginocchiato davanti a lui e gli sto succhiando quel meraviglioso cazzo, che sta tornando immediatamente duro; nel contempo lui è intento a leccare la fica di mia moglie e, dopo l’ennesimo suo orgasmo, la fa salire su di lui e, impalata su quella meraviglia della natura, lei gode a ripetizione, mentre io le offro da succhiare il mio cazzo e, improvvisamente, sento anche le labbra di Gianni aiutare mia moglie nel farmi godere. Passiamo insieme a lui l’intera notte, durante la quale anch’io mi godo quella splendida mazza: mentre scopo mia moglie, lui mi incula con forza e determinazione, facendomi provare un nuovo tipo di emozioni.
Dopo questa esperienza, abbiamo passato con lui altre giornate veramente interessanti, durante le quali è riuscito a convincere mia moglie a prendere il mio cazzo in culo, mentre lui la scopava con forza e questo, per lei, è stata un'esperienza indimenticabile.
Oggi siamo una coppia che, spesso e volentieri, senza alcun problema, si regala momenti di piacere puro, godendo entrambi con terze persone senza distinzione di genere: insomma femmine o maschi, per noi non fa nessuna differenza.
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2 years ago
baxi18, 55
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Carpe diem!
Mi chiamo Enzo, ho 55 anni e sono sposato da 35 anni con Giulia che ha un anno meno di me. Sono di statura media, capelli scuri e fisico abbastanza asciutto, con, soprattutto, una bella dotazione fra le gambe, che mi ha sempre permesso di far godere mia moglie in maniera molto appagante. Giulia è una bella donna, con un bel fisico, ben proporzionato ed un seno che non passa inosservato, una quarta misura piena, che attira spesso lo sguardo degli uomini. Lei, però, è una persona che, nella vita di tutti i giorni, ha un comportamento ed un modo di fare piuttosto normale, senza grilli per la testa, ma, in certe situazioni, se le scatta quel particolare momento di libidine incontrollata, si trasforma in una donna viziosa e questo ci permette di vivere esperienze assolutamente fuori dal comune. Inoltre, fra noi, vige una buona intesa e, in questi ultimi cinque anni, il nostro rapporto si è evoluto in maniera alquanto appagante per entrambi.
Dopo una prima timida esperienza, con il tempo sono riuscito a convincere mia moglie a vivere il sesso in maniera libera ed appagante. Insieme o, a volte, singolarmente, amiamo approfittare di tutte le situazioni erotiche che la vita ci offre. Molto spesso tutto questo avviene casualmente, rendendo il gioco ancora più eccitante. Non importa se ci troviamo coinvolti a far sesso con una coppia, con un singolo o con persone conosciute in maniera occasionale o imprevista; ciò che desideriamo è solo godere e, se la cosa avviene in maniera separata, quando ci ritroviamo di nuovo assieme, colui che ha vissuto l’avventura la racconta all’altro e questo gioco ci provoca un’eccitazione tale da farci scopare con profonda passione.
Una recente avventura, avvenuta in maniera alquanto casuale, mi ha permesso di constatare che mia moglie, quando avverte dentro di sé il forte desiderio di vivere un momento di intensa libidine, non si pone remore, non si preoccupa proprio di niente: in quel preciso momento, vuole solo godere.
Ci trovavamo in un’altra città, a circa quattro ore di volo da casa nostra, perché ero stato invitato ad un simposio, attinente al mio lavoro. Una bella cittadina posta in riva al mare, con una lunghissima spiaggia. Poiché il secondo giorno avrei dovuto partecipare, nel pomeriggio, ad una tavola rotonda, la mattina, mentre facevamo la corsetta mattutina, ci siamo fermati sul lungomare di fronte ad un cantiere edile in attività, dove lavorava un ragazzo sui ventitré anni con un fisico da urlo, visti i muscoli che si evidenziavano sulla maglietta e ovunque, mentre era intento a preparare della malta. Pensavo che ci fossimo fermati solo un attimo per riprender fiato, ma ho subito notato che Giulia era rimasta attratta da quel giovane ed ha cercato subito di attirare la sua attenzione. Così, mentre lo fissava, ha preso a fare un po’ come i gatti: mi faceva le fusa, strisciando il suo corpo sul mio, con ciò attirando l’attenzione di quel ragazzo che non poteva fare altro che guardare a distanza. Di colpo mi son reso conto che mia moglie aveva voglia di qualcosa di speciale. Allora l’ho assecondata e così abbiamo cominciato a pomiciare, prima con dei piccoli bacini sul collo, fino ad arrivare a quelli passionali, limonandoci la bocca a vicenda, costringendo il giovane a guardarci molta attentamente. In pratica, disinteressatosi del tutto del cantiere, si è avvicinato a noi che, intanto, ci masturbavamo a vicenda. Questa scena ha fatto eccitare anche lui, che si è avvicinato sempre di più a noi, facendoci constatare che era munito di un voluminoso pacco che stava crescendo fra le sue gambe.
Giunto vicino a noi, Giulia ha allungato le mani e lui ha ricevuto subito i primi palpeggiamenti della mia lei. Infatti si è subito prodigata a tirar fuori il suo maestoso membro, che cercava di farsi strada tra quell’involucro ormai stretto e reso umido per l’eccitazione.
Io son rimasto, all’inizio, bloccato, perché impreparato a quella scena, dove lei, senza curarsi del luogo dove ci trovavamo e con una certa spudoratezza, gli ha estratto il membro e, prima carezzandolo con le mani e poi avvicinandovi la bocca, gli ha propinato un pompino da paura, trasformandosi, quando vuole, in una magnifica succhiacazzi, davvero esperta.
Non credevo ai miei occhi. Veder lei impegnata tra il mio e l'altro, prima con le mani e poi entrambi in bocca, con un fare famelico e godurioso, era qualcosa di infinitamente bello; sì, mi piaceva vedere con quanta bravura alternava i nostri cazzi nella sua bocca e, a volte, spalancava le labbra per accoglierli entrambi. Improvvisamente siamo stati interrotti dalla voce del capo cantiere, venuto alla ricerca del suo operaio smarrito e, trovatolo, assiste alla scena hard che gli si presenta davanti agli occhi. Si avvicina quasi a contatto con noi e lei, attratta dalla sua statuaria presenza, si disinteressa a me e, tirato fuori anche il membro del capo cantiere, prende a spompinare anche quello. Sempre più meravigliato dal comportamento disinvolto e lussurioso di mia moglie, preferisco starmene in disparte ad ammirare lei che si gode i due membri dei muratori e, estasiato da quella superbe scena erotica, comincio a masturbarmi come farebbe un cuckold. Dopo un lungo interminabile momento, il capocantiere ci invita a spostarci in un luogo più appartato, lontano da occhi indiscreti. Raggiunto l’interno della casa in costruzione e, riparati da alcune cataste di materiali, lei si prende cura di quei due, accogliendo in bocca i rispettivi membri. Ero estasiato a guardarla come si dedicava a quegli enormi falli, che le riempivano la bocca, quando, d'improvviso, alle mie spalle, è comparso un altro soggetto, sicuramente anch'egli addetto nel cantiere. Era un giovane dall’aspetto gracile, ma con in mano un cazzo non molto lungo, ma di una circonferenza del tutto fuori dal comune. Subito quello che era il capo l’ha invitato ad unirsi alla festa.
«Vieni anche tu! Avvicinati, che qui abbiamo questa troia che vuol godere e farsi riempire tutti i buchi. Però, tu la scoperai per ultimo, altrimenti, dopo che le avrai spanato i buchi col tuo paletto così grosso, i nostri sembreranno dei grissini.»
Lui sorride compiaciuto e, senza tanti complimenti, avvicina quella mazza fuori misura alle labbra di Giulia, che sembra gradire anche la presenza del nuovo arrivato. Improvvisamente il capo, dopo averla fatta piegare, le si posiziona dietro e, dopo aver abbassato i pantaloncini della tuta, spennella la sua grossa cappella lungo lo spacco della fica di Giulia e, appurato che è già completamente fradicia, l’afferra per i fianchi e glielo spinge dentro con un affondo secco e deciso.
«Accidenti! Questa vacca è un lago!»
Nello stesso istante in cui viene penetrata nel suo caldissimo nido, si gira e, guardandomi negli occhi, mi comunica tutta la sua soddisfazione per ciò che prova. Mentre il capo la pompa con impeto e passione, gli altri due si alternano nella sua bocca, fin quando il giovane, che per primo avevamo visto, invita il suo capo a sdraiarsi per terra, sopra un cartone, e trascinare su di sé Giulia. La vedo impalarsi su quello splendido membro e, appena lo prende tutto dentro, il giovane si posiziona dietro di lei con la chiara intenzione di penetrarle il culo.
Resto sorpreso dalla condiscendenza che Giulia dimostra nell'abbassarsi sul petto dell'altro, per far sì che il capomastro afferri le sue natiche, le apra il buco del culo e, con un po’ di difficoltà, riesca a prendere dentro di sé anche questo secondo membro, che la sfonda alla grande.
«Meravigliosa! Questa maiala dimostra una capacità ricettiva senza uguali in tutti i buchi. Che meraviglia! Che bel culo caldo!»
Il terzo, intanto, è rimasto in piedi e, in qualche modo, tiene Giulia con entrambe le mani sulla testa e, dopo averle appoggiato il cazzo sulle labbra, la scopa in bocca, cercando di spingere il più possibile il suo grosso membro dentro la gola di mia moglie, che, a stento, riesce giusto a far entrare un po' più della punta.
È una scena sconvolgente, dove lei gode a ripetizione, finché quello che le sta pompando il culo viene con un urlo, scaricando dentro di lei copiosi fiotti di sborra che le riempiono il retto.
«Meraviglioso, lo sento! Mi sta inondando il culo!»
Le assesta ancora qualche altro colpo, poi si sfila e lascia il posto all’altro amico, che ora cerca di infilare quella grossa mazza nel culo di Giulia. Nel tentativo di raggiungere il suo scopo, viene però interrotto dall’altro, che la sta scopando dal basso e, anche lui, con un grugnito da vero porco, le riversa nella fica tutto il suo piacere. Vedo Giulia scossa da brividi di piacere e, con la sua bocca spalancata, divenir preda del primo che ha goduto, che ora le infila fra le labbra il membro ancora barzotto, ma sporco dei suoi umori per farselo pulire. Per un lungo istante tutti e tre restano in silenzio, poi il capo la spinge di lato e lei si ritrova in ginocchio con il viso rivolto verso il basso e il culo in aria, mentre il giovane più dotato ora la prende per i fianchi e con una spinta decisa, lo infila nel primo buco a disposizione. Giulia spalanca la bocca, cerca di parlare, ma nessun suono viene fuori dalle sue labbra, mentre il giovane le spinge dentro, con forza, il suo enorme cazzo e, solo allora, mi rendo conto che glielo sta piantando tutto davanti.
«Fantastica! Che bella fica stretta! Accidenti, è tutta da spanare!»
La scopa con impeto, battendo con forza il suo corpo contro quello di mia moglie, che spinge indietro il bacino, andando incontro a quel membro che le sta letteralmente slabbrando la fica. Gode a ripetizione e lo incita a sfondarla ancor di più.
«Più forte! Spingilo più forte! Voglio sentirlo tutto dentro, fino in fondo!»
Poi la sua bocca viene ancora usata dagli altri due, che continuano a farsi succhiare i loro membri. In particolare, quello del giovane è ancora bello duro e chiede all’amico di cambiare posto, perché anche lui vuole scopare questa splendida maiala, capitata per caso. Vedo il giovane che si sfila dalla fica di mia moglie e, con un movimento lento, ma deciso, glielo spinge tutto nel culo. Giulia spalanca di nuovo la bocca e gli chiede di far piano, perché deve gestire l'ingombro non indifferente che ha nella fica. Il ragazzo la tiene per i fianchi e quando è riuscito ad infilarlo tutto dentro, allunga le mani ed afferra i seni di mia moglie, facendola inginocchiare, poi entrambi si sdraiano di lato e, a quel punto, invita l’altro amico a posizionarsi davanti per scoparla insieme. L’altro solleva la gamba di Giulia e, in un certo modo, riesce ad infilare anche il suo cazzo fra le cosce di mia moglie che ora gode è scossa da un orgasmo continuo. La pompano come forsennati e, in breve, anche loro due raggiungono il piacere, riversando nel ventre e nei buchi slabbrati di mia moglie, tutto il loro piacere. Lei gode ed urla quando riesce ad avere la bocca libera dal cazzo del capocantiere, che, imperterrito, continua a scopare la bocca di mia moglie. È bellissimo vederla godere ed io mi sono eccitato così tanto, che ho iniziato a sborrare, riempiendomi la mano del mio succo, mentre lei viene irrorata di caldo sperma in ogni buco, prima dai due giovani e poi seguiti dal capomastro, che le schizza in faccia un’ennesima sborrata. Lentamente, quel groviglio di corpi si è sciolto e uno dei tre le offre degli scottex per farle pulire il viso e asciugare il più possibile quei suoi buchi, che tracimavano tutto il piacere che vi era stato riversato dentro.
Dopo essersi in qualche modo ricomposta, lei fa un cenno della mano e li saluta. Poi, uscita dal cantiere, ha ripreso a correre sulla spiaggia come se nulla fosse successo, come se niente fosse avvenuto.
Ecco, questa è la cosa che mi fa impazzire di mia moglie: è capace di farmi vivere momenti di pura follia erotica e poi, quando tutto è finito, riesce a tornare sempre la meravigliosa donna di tutti i giorni.
Ora io vivo sempre nella speranza di un altro possibile incontro, perché mi rendo conto che siamo diventati dei veri porci e lei, soprattutto, una grande maiala.
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3 years ago
baxi18, 55
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La mia prima volta con un uomo maturo
La mia voglia di conoscere e sperimentare nel mondo del sesso, unita al mio aspetto femminile, e perche' no, ad un'amore viscerale per gli uomini di una certa eta', mi ha portata a realizzare fantasie fino ad allora solo sognate. Sono nata transgender, con un aspetto femminile ma si fatto maschio, ed e' proporio grazie al mio aspetto, che ho potuto scoprire le gioie che puo' dare prendere il cazzo. Scusate il francesismo, ma non ci sono altri modi per esprimere questo concetto del tutto naturale.
Sono sempre stato timido di carattere, molto introverso, non ho mai fatto amicizie volentieri, ho avuto sempre un carattere abbastanza schivo e chiuso, non ho mai legato facilmente con la gente, per questo motivo non ho mai avuto amicizie vere, quelle poche che trovai nel corso degli anni, le abbandonai ben presto, avendo trovato solo serpi che ti usano per i loro tornaconti, e una volta terminato i servigi, ti piantano senza uno straccio a cui appoggiarti. Di amicizie simili ne ho sempre fatto a meno, e ho preferito affidarmi a diciamo, affetti temporanei piuttosto che stabili.
Iniziai a imparare ad atteggiarmi a donna, e proprio dalle donne che imparati tutto cio' che so oggi nel sedurre gli uomini, dal trucco all'abbigliamento, dalle movenze al comportamento, in sostanza, feci un bel pieno di femminilita', grazie anche a delle VHS che sgraffignavo nelle edicole dove i proprietari erano meno attenti. Studiavo ogni particolare delle attrici che vedevo su quelle immagini forti ed esplicite, immaginando di essere una di loro, e guardavo per ore intere quelle movenze, mentre una bella donna si faceva scopare da maschi bianchi e di colore, ero attenta ad ogni particolare che potesse istruirmi a diventare perfetta, piu' perfetta di una donna biologica, pur non avendone gli stessi organi sessuali. imparai ad usare il mio culetto come una figa, e imparai anche abbastanza in fretta devo ammettere. La mia prima vera iniziazione, fu nemmeno farlo apposta, con un'uomo del mio quartiere, che conoscevo benissimo, e al quale non ero proprio indifferente, ad ogni incontro casuale non faceva altro che farmi complimenti e mangiarmi con gli occhi. Era un signore vedovo, sulla cinquantina d'anni, io ne avevo appena compiuti sedici.
Incontravo spesso quest'uomo al discount dove mi recavo per la spesa, d'estate, capitava uscissi con degli shorts sgambatissimi addosso, mostrando le mie belle gambe e forse anche qualcosina di troppo. Un culo favoloso, che non mi vergognavo di mettere in mostra, nonostante i pettegolezzi che sentivo dietro le spalle dalla gente del mio quartiere. I miei genitori, si erano trasferiti da poco tempo in veneto per questioni di salute, dopo mille battaglie, si erano convinti a non portarmi con loro, ma ad affidarmi l'appartamento in citta', lo stesso dov'ero nata e cresciuta. Appartamento, che usufruivo da solo, mantenendomi a volte con dei lavoretti, a volte aiutato da loro stessi.
Fu una mattinata di caldo luglio che ebbi l'occasione di addescare l'uomo. Sempre gentilmente, si offriva di darmi un passaggio con la sua auto fino a casa, evitandomi di farmi portare il peso delle borse della spesa. Era un'uomo gentilissimo, dai capelli brizzolati, un accenno di pancia, ma tutto sommato un'uomo apprezzabile, lo invitai da me a bere una bibita fresca o per un caffe' in modo da ringraziarlo per il passaggio. Non ho mai sopportato il caffe', mi ha sempre dato nausea solo a sentirne l'odore, ma avevo una scorta lasciato dai miei che tenevo da parte per situazioni di emergenza come quelle.
Feci dunque salire in casa l'uomo, che mi aiuto' con le borse, che si offri' di sistemarmi lui stesso in frigorifero. Ci scontrammo petto a petto, dopo aver preso delle lattine, mi voltai di scatto, e mi trovai senza volerlo tra le sue braccia. Restammo un'istante a fissarci senza parlare, era evidente che entrambi cercavamo di rompere il ghiaccio, e quello sembrava il momento piu' adatto. Istintivamente, portai il mio visetto dai lunghi capelli biondi e le mie labbra carnose, accando al suo, e ci baciammo. Fu un bacio cosi' passionale e naturale, che lasciai cadere a terra le lattine e mi avvinghiai a lui, buttandogli le braccia al collo, mentre le sue braccia, stringevano i miei fianchi stretti.
Non ci fu bisogno di parlare, parlarono i nostri occhi per noi, l'intesa fu immediata, come se ci conoscessimo da sempre. Lo aiutai a denudarsi, in piedi in cucina, tra le borse ancora da sistemare, lui denudo' me, togliendomi a fatica gli Shorts stretti e appiccicosi dal sudore, oltre la t-shirt che indossavo. Continuammo a baciarci appassionatamente contro la parete della mia cucina, entrambi liberi dai vestiti. Fu tutto anche troppo naturale, avevo visto mille volte le videocassette e avevo studiato a lungo le riviste, per non sapere cosa fare in quell'istante. Era il momento di verificare cosa avevo imparato, tirando fuori tutta la mia femminilita'.
Mi inginocchiai davanti a lui, prendendogli in pugno il cazzo gia' bello duro e pronto all'uso, lo sentivo bello gonfio nel mio pugno, mi scostai da un lato del collo i lunghi capelli, e aperte le labbra, lo infilai dentro tutto in gola, iniziando a spompinarlo con la destrezza di una vera troia da strada. Era il primo vero pompino che facevo in vita mia, e me lo gustai fino all'ultimo secondo. Fu una sensazione particolare, sentirmi riempire la bocca da quel palo caldo e duro di carne, mentre con l'altra manina masturbavo lentamente il mio. Lo sentivo gemere dal piacere, mentre mi accarezzava la testa, e mi faceva fare avanti e indietro a tempo con le sue grosse manone. Furono attimi bellissimi, credo sbrodolai anche, ma non me ne accorsi.
Ero decisa a tirare fuori tutta la mia femminilita' e a concedermi anima e corpo all'uomo dei miei sogni, lo feci sbrodolare riempiendomi la gola di caldo , che prontamente come avevo imparato, ingoiai davanti ai suoi occhi e al suo viso soddisfatto. Mi alzai in piedi, ancora con le labbra grondanti del suo seme, e lo baciai condividendo con lui la sua sperma. Fu fantastico, e per quella mattina fu anche troppo, decidemmo di vederci con piu calma nel pomeriggio. Nel trascorrre il resto della mattinata, non combinai molto, continuando a segarmi e sborrando a fontana, ripensando a quel meraviglioso atto d'amore, che mi era appena stato concesso. Ero un fiume in piena, e bramavo di raccontare la mia esperienza a qualcuno.
Come accennato poc'anzi, non avevo amicizie con cui potermi confidare, ma volevo e dovevo parlarne con qualcuno, non potevo tenermi tutto dentro. Feci la cosa piu naturale al mondo, chiamai mia madre, e confidai a lei cio' che mi era appena accaduto. In quel periodo, mio padre era ancora vivo, ci lascio' qualche anno piu' tardi per un'operazione di bypass al cuore. Mio padre, era un calabrese trapiantato in Lombardia da piccolino, aparte la vergogna che avrei avuto avesse saputo certe cose, non le avrebbe comunque mai accettate, quindi sapevo di poter contare sull'appoggio e la comprensione di mia madre.Cercai in un momento in cui mio padre non era in casa, di parlarle, e con una punta di orgoglio che non mi sentivo di nascondere, mi confidai a lei. Mia madre, era una donna di sani principi, cresciuta con un'educazione cattolica e puritana, certe situazioni non le comprendeva, ma si sforzava almeno di consigliarmi.
Mi diede dei consigli da mamma, che io ovviamente non ascoltai, volevo quell'uomo le dissi, lo volevo ad ogni costo, e non mi sarei fermata. Mi ero calata nella parte in tutto e per tutto, ed ero fermamente convinta di portare a termine il mio primo vero rapporto con un'uomo. Nel pomeriggio finalmente, l'uomo dei miei sogni arrivo' da me, stavamo per iniziare la nostra prima esperienza d'amore, e la cosa mi mandava fuori di testa.
Mi ero preparata a dovere per quell'incontro, e adesso dovevo solo mettere in pratica tutto cio' che avevo imparato. Era se vogliamo, una specie di esame per me da superare a pieni voti. Ci sistemammo nella camera da letto, sul lettone matrimoniale, dove per anni i miei genitori avevano dormito prima del loro trasferimento, ma anche il posto in cui fui concepita io stessa. L'idea di profanare quel lettone, mi eccitava oltremodo. Fu piu semplice e naturale di quel che pensassi, tutta la mia ansia e preoccupazione, svanirono appena fui al centro del letto insieme a lui, sotto disteso di schiena sul posto dove aveva dormito mamma, ed io sopra di lui, appoggiata con le braccia distese, mi lasciai andare, l'uomo guido' con la sua manona, il suo grosso e duro cazzo tra le mie natiche sudaticce e burrose, spinse, la sua grossa e turgida cappella scivolo' dentro al mio buchetto, facendomi chiudere gli occhioni e tirare un lungo sospiro di piacere. Mi scostai i lunghi capelli da un lato del visetto, e lasciai che spinse nuovamente il bacino in alto, per affondare ulteriormente dentro di me, il suo bel cazzo.
Sospirai ancora e ancora, sentendo che mi il suo palo duro, si faceva largo tra le mie natiche, aprendomi per bene. Venivo penetrata con dolcezza e amore, affondo' l'ultimo colpo, facendolo entrare del tutto fino alle palle pelose. Sospirai e lui gemette, mise le sue mani sulle mie natiche, aiutandomi a saltellare muovendomi a tempo con lui, mentre a pochi passi da noi, le tende trasparenti, ci coprivano alla vista esterna del palazzo difronte. La situazione era al massimo del piacere, sbrodolai in pancia al mio uomo, che mi apriva le chiappe con il suo bel cazzo duro scopandomi alla grande come mai avrei creduto in vita mia. Ho benedetto il suo cazzo in quell'istante, e mi dichiarai innamorata di lui. Stavo provando per la prima volta, sensazioni e piaceri, che ben presto avrei imparato a riconoscere all'istante con mille altri uomini.
Non posso certo descrivere a parole cio' che provai in quegli attimi benedetti, era sicuramente al di la' di come me lo ero immaginato. Sognare una cosa e un conto, provarla e tutt'altra faccenda, e il piacere che stavo provando mentre l'uomo mi sfondava le natiche con il suo bel cazzo duro e grosso, andava al di la' di ogni mio pensiero. Ah l'amore... Stavo avendo il mio primo rapporto completo con un'uomo finalmente, e mi sentivo femmina dalla punta dei piedi, alle punte dei capelli. Ora sapevo cosa provavano le donne che avevo visto fin troppe volte nelle riviste e nelle cassette porno, sapevo e mi piaceva, non mi preoccupai nemmeno una volta del fatto che potessi essere gay o meno, non mi importava di essere etichettata o additata, ero innamorata, mi sentivo femmina, e il mio unico desiderio, era che tutti potessero sapere quando ero troia. Ero nel periodo piu bello della mia adolescenza, e stavo avendo il mio primo rapporto d'amore con un vero uomo maturo, cosa potevo desiderare di piu? Peccato solo che mia madre non fosse li a vedermi.
Anche l'uomo sembrava assai coinvolto dalla situazione, godeva con me di questa esperienza fantastica che stavamo vivendo insieme, continuando a dispensarmi parole d'amore e di affetto, mentre godeva dentro di me. Ogni tanto, voltavo la testa verso la finestra a pochi passi da noi, per controllare se la fuori, qualcuno ci spiasse, vedevo distintamente, le figure dei vicini sui loro balconi parlottare o fare le loro cose, ma dubito potessero vedere attraverso le anche sottili tende della camera. Mi era presa una voglia assurda, di far vedere a qualcuno quanto stavo facendo, non chiedetemi perche', sara' stato il momento, l'amore, il piacere non so che dirvi, so solo che volevo che qualcuno assistesse a tutto cio'.
Ma al momento non avevamo proprio nessuno a cui far assistere la scena, e la prudenza nell'esporci la vinse su tutto il resto. Nel momento piu' impensato, ecco che il cordless sulla testiera del letto squillo', ero tentata di non rispondere, ma allungai il braccio e lo presi sempre senza staccarmi dall'uomo con cui continuai a saltellare su e giu e a cavalcare il suo bel cazzo dentro me. Mia madre, e chi poteva essere in un momento simile? Era preoccupata per la faccenda dell'uomo, e mi aveva cercato per esortarmi a lasciar perdere, ma era troppo tardi, dato non avevo pubblico con cui sfogarmi, decisi che sarebbe stata mia madre la mia vittima scelta. Una cosa, che poi imparai a fare spessissimo durante i primi anni, ovvero chiamarla per farle ascoltare in diretta le mie scopate con gli uomini, tutto inizio' proprio da li.
Cavalcando il cazzo del mio uomo, iniziai a sospirare di piacere al telefono con mia madre, cercando di raccontarle nei minimi particolari, il piacere che provavo, e la bellezza di quell'atto d'amore che stavo facendo nel suo letto tra l'altro. Mamma cerco' con la calma e la pazienza che la contraddistingueva, di assecondarmi, altro non poteva fare ormai, cercando di lasciarmi sfogare e cercando di comprendere i farfugliamenti che le raccontavo, tra un gemito e un sospiro. Da parte mia, ero in estasi completa, e non ricordo nemmeno cio' che le dissi, ma saranno state sicuramente sciocchezze dettate dal piacere che provavo, o comunque dall'amore che mi pervase in quel preciso momento. Ricordo vagamente di averle detto che me lo volevo addirittura sposare.
Mia madre, donna di santa pazienza, cerco' di ascoltare i miei deliri da troia infoiata, finche' pote' almeno, non so se mio padre fosse in casa quel giorno, o lei mi avesse chiamata da un'altra stanza, sicuramente, cerco' di ascoltarmi fino all'ultimo, prima di ciudere la telefonata. Volevo che anche l'uomo conoscesse e parlasse con mia madre, ma lui preferi' non farlo per rispetto e per vergogna chiaramente, ma io continuai fino alla fine a blaterare a mia madre tutto il piacere che stavo provando, fino a che il mio amore, non mi allago' le viscere di caldo sperma venendo con un sospirone aggrappandosi ai miei fianchi stretti. Dovetti lasciar cadere il cordless sul lettone, e venire a mia volta gemendo forte, e accasciandomi sul petto sudato del mio uomo che mi abbracciava teneramente.
Fu una scena meravigliosa vi giuro, mi sentivo ancora piena di lui e bagnata da ogni lato, non solo per il sudore, ma anche per la sperma che ancora era dentro di me, ingravidata dal mio primo uomo, sul letto dove io stessa fui concepita. Eravamo entrambi esausti, col fiato corto ma felici, ci fissammo e sorridemmo. Non sapevo se mia madre fosse ancora li al telefono, ma raccolsi il cordless, chiamandola, due volte non ebbi risposta, ma alla terza, mamma rispose, era ancora in ascolto. Credo volesse sincerarsi che stessi davvero bene, prima di chiudere la conversazione, la rassicurai che stavo benissimo, mai stata meglio di allora.
Lasciai mamma, con la promessa di risentirci verso sera, e rimasi ancora abbracciata al mio uomo, con il suo cazzo ormai afflosciato dentro al mio culo slargato. L'uomo divento' presto il mio uomo ufficiale, e restammo insieme per quasi un'anno, prima che le nostre strade si dividessero. Con mia madre invece, da quel giorno, iniziai una confidenza sempre piu' stretta, che culmino' poi nell'incontro dove mi rivelai a lei completamente, e di cui ho gia' parlato in un'altro racconto. Fu la scoperta dell'amore a portarmi a frequentare mille altri uomini di quell'eta', e a farmi raggiungere, piaceri mai immaginati ad ogni esperienza fatta.
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3 years ago
admin, 75
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Corna a parigi.
Mi chiamo Paolo, ho 57 anni, sono di media statura, pochi capelli, quelli rimasti, bianchi, occhi scuri e il fisico un po’ in sovrappeso. Sono sposato da 35 anni con Elisa, che ha più o meno la mia stessa età. Lei è una bella donna, alta più o meno come me, occhi scuri, capelli castani che le scendono fino alle spalle, una bella quarta di seno, fianchi un po’ larghi, e un bel culo, le cosce non sono molto lunghe, ma nell'insieme è una bella donna, che quando si veste elegante, fa la sua porca figura. Il sesso fra di noi è sempre stato molto appagante, sono munito di una discreta dotazione, ma soprattutto non ho fretta di godere, perché mi piace molto di più sentire lei quando raggiunge l’orgasmo e viene scossa dai fremiti di piacere. In tutti questi anni, abbiamo sempre scopato e ci siamo divertiti in maniera molto appagante, ma sempre fra noi e lei si è sempre prestata ad esaudire le mie fantasie. Più di una volta abbiamo goduto nell’immaginare che lei fosse una puttana ed io un suo cliente. Questa fantasia c’era sempre piaciuta molto, perché, in questo modo, io le potevo chiedere qualunque cosa: ad esempio prenderlo nel culo, succhiarmi il cazzo fino ad ingoiare la mia sborra, oppure farsi sborrare in faccia. Un’altra fantasia, cui abbiamo spesso fatto ricorso era quella di immaginare che lei mi stesse tradendo con un altro. Io la scopavo fingendo di essere il suo amante e di inondarle la fica con il mio seme.
«Prendilo tutto, troia! Ti inondo la fica, così vai a casa e la fai vedere a quel cornuto di tuo marito!»
Lei godeva molto in questo contesto e mi assecondava, soprattutto quando la invitavo ad immaginare di dover mostrare la sua fica, piena del mio sperma, al suo cornuto.
«Sì, bravo! Riempimi la fica! Pompamene dentro tantissima, così, poi, la faccio leccare a quel cornuto di mio marito!»
Inutile dire che queste fantasie ci facevano godere da matti. Per festeggiare il nostro anniversario di nozze, abbiamo deciso di passare quattro giorni a Parigi. Abbiamo prenotato dal giovedì alla domenica, presso un piccolo hotel vicino all'Arco di Trionfo, un hotel pulito, e molto carino. Le due settimane prima di andare in vacanza, non abbiamo avuto molto tempo per fare sesso, e così ci siamo ripromessi di divertirci e di godere moltissimo a scopare in vacanza, perché saremmo stati liberi da tutto e da tutti. Così, quando siamo arrivati a Parigi eravamo belli carichi. Giunti a destinazione, la sera, dopo esserci sistemati in albergo, siamo andati a cena in un piccolo ristorante posto su una terrazza, vicino alla Torre Eiffel e il tempo è volato via; per tutta la serata, ci siamo rilassati ed abbiamo iniziato ad assaporare il piacere della vacanza. Tornammo in albergo che era tardi, eravamo stanchi e mia moglie si è addormentata, mentre io avrei desiderato scoparla. Purtroppo però, lei non ha voluto sentir ragioni e così, anch’io mi sono addormentato, sebbene con il desiderio di fare sesso. Abbiamo dormito fino a tardi ed abbiamo superato l'ora di colazione, così ci siamo alzati per far la doccia ed uscire. Prima è andata mia moglie e poi, quando sono uscito dalla doccia, ho visto mia moglie agghindata in mutandine e reggiseno. Mi sono subito eccitato e le ho chiesto di scopare prima di uscire. Lei mi ha respinto, dicendomi che non era il caso di sprecare altro tempo di quella giornata, avendo intenzione di girare per la città e fare un po’ di shopping. Per far sesso, ci sarebbero stati i pomeriggi o le sere. Io, però, ho insistito così tanto, che si è offerta di masturbarmi prima di partire, con la promessa di scopare a sera, con molta più tranquillità. Dentro di me, ho pensato che, in fondo, una sega era meglio di niente. Inoltre pensavo di coinvolgerla, di farla eccitare e così, alla fine, avremmo scopato lo stesso. Mi sono tolto l'accappatoio e mi sono sdraiato supino sul letto e le ho chiesto di farlo bene, come lei sa fare. Mia moglie è molto brava, ti prende il cazzo e te lo masturba con lentezza esasperante. Quando vede che sei in procinto di sborrare, scende fino ai testicoli, li accarezza e li stringe con una morbidezza deliziosa, poi succhia un dito e te lo infila nel culo, con delicatezza. Mentre ero sdraiato, con lei inginocchiata di lato intenta a farmi la sega, ho notato che avevamo lasciato la finestra aperta e che c'era la possibilità d'esser spiati da qualche voyeur. Era molto eccitante l’idea che qualcuno potesse vederci e, anche se lei non era completamente nuda, la cosa diventava veramente piccante. Eccitato dall’idea che potessero vederci, ho pregato mia moglie di togliersi il reggiseno e lei ha accettato. Era la prima volta, che facevamo questo nuovo gioco ed era evidente che, anche a lei, la cosa piaceva moltissimo, inoltre è profondamente attratta dal mio cazzo quando è in completa erezione. Lei ha preso a segarmi in maniera lenta, facendomi assaporare bene il piacere della masturbazione. Poi ha abbassato la mano ed ha iniziato a giocare con i coglioni, delicatamente, per poi scivolare fino alla mia zona anale. Mentre mi accarezzava le palle e l'ano, la mia mano giocava con i bordi delle sue mutandine, così ho potuto insinuare le mie dita dentro di lei, percorrendo i rilievi della sua vulva, tastando i peli delle sue grandi labbra ed avvertendo l'umidità delle sue piccole labbra. Sentire le mie dita bagnate dai suoi umori, mi hai eccitato ancora di più e, così, le ho portate prima al naso e poi le ho succhiate, assaporando il suo nettare. Poi, quasi istintivamente, ho afferrato il bordo superiore delle sue mutandine e l'ho tirato giù. Invece di impedirmi di toglierle, si è messa in una posizione che mi ha reso più facile farlo ed è stata proprio lei a tirarle giù completamente e a gettarle a terra. Era ovvio che quella manovra la stava ulteriormente eccitando. Esser completamente nuda e ben in vista da parte di chiunque, per caso, si fosse trovato ad affacciarsi a qualsiasi balcone o finestra dall'altra parte della strada. Nuda, di spalle, in ginocchio accanto a me e, con le gambe leggermente divaricate, le mie mani nella sua figa e il suo culo in bella mostra, era tutto esposto allo sguardo di un eventuale voyeur. Non volevo accontentarmi di semplici tocchi e carezze. Ho messo due dita nella sua vagina, ho inserito il mio indice nel suo ano, ho cercato di masturbare il suo clitoride. Lei si mostrava sempre più eccitata nel ricambiare il piacere che ci stavamo donando. Mi ha masturbato con più forza, con più vigore, fino a quando ho capito che il mio orgasmo era imminente. Le ho chiesto di chinarsi e di succhiarmi, così da poterle venire in bocca. Lo ha fatto chinandosi per prendere in bocca il mio cazzo e, dallo specchio dell’armadio ho potuto ammirare le sue natiche aperte e la sua figa offerta in tutto il loro splendore, mentre il mio sperma era pronto a riversarsi nella sua bocca. Preso dal piacere, non ho fatto caso ai rumori fatti dal personale delle pulizie dell'hotel e, essendo rientrati stanchi la sera prima, avevo dimenticato di mettere il cartello "Non disturbare" sulla porta. Allora si verificò una cosa che ebbe a rendere la vacanza indimenticabile. Una chiave fu inserita nella serratura della nostra camera ed aprì la porta; subito dopo un ragazzo ha varcato la soglia della nostra camera. In quel preciso momento, mia moglie stava succhiando il mio cazzo e sapeva che, fra pochi istanti, sarebbe esploso nella sua bocca, mentre si godeva le mie dita infilate nei suoi buchi. Io ero stordito dal piacere che stavo provando e, quindi, nessuno di noi due era in grado di interrompere quello che stava facendo e, soprattutto, non avremmo potuto prevedere quella sorta di intrusione. Il giovane, appena entrato, ha cominciato a guardarci senza mostrare il minimo imbarazzo e, vedendo che non chiudeva la porta della nostra camera, gli ho fatto segno di farlo e, quando ha chiuso, gli ho fatto segno di avvicinarsi. Era un ragazzo giovane, bello e atletico. In quel momento, né mia moglie, né io eravamo infastiditi dalla sua presenza, anzi, ci eccitava molto. Si è avvicinato, finché non è stato in prossimità del culo di mia moglie. Lo stava fissando con un'espressione di ammirazione e desiderio. Mi ha guardato ed io gli ho rivolto un sorriso di approvazione. Ero sicuro che mia moglie non si sarebbe tirata indietro per quanto era eccitata. La sua mano, dapprima un po’ timidamente, con evidente incertezza, si è avvicinata alle natiche di mia moglie e le ha accarezzate amorevolmente, gustandone la morbidezza, il calore, e soprattutto il candore della sua pelle. Lei, per un attimo, ha smesso di succhiarmi il cazzo e mi ha guardato in faccia con un sorriso malizioso; poi ha fatto un cenno di approvazione, che mi ha fatto intendere che era disposta ad accettare tutto ciò che potesse succedere. Son tornato a guardare il ragazzo e gli ho fatto un cenno d’assenso con la testa. Lui, senza indugio, ha aperto la patta dei pantaloni e, messa la mano nelle mutande, ha tirato fuori un cazzo enorme, in perfetta erezione. L'ha indirizzato alla vagina di mia moglie e, una volta che ne ha irrorato la cappella con i suoi succhi vaginali, ha spinto con decisione quel palo in profondità. Mia moglie ha smesso di succhiarmi per poter urlare, ma la sua bocca spalancata non ha emesso nessun suono. Era una scena estremamente erotica. Mia moglie, a quattro zampe, infilzata in bocca e nella figa da due cazzi, che la pompavano in maniera vigorosa e profonda. È stato un momento di così forte intensità che le sono esploso direttamente in bocca. Con un grido strozzato, le ho riversato in gola una quantità industriale di sborra, che lei ha cercato di ingoiare. Ne iniettai così tanta che non riuscì a contenerla tutta, per cui rivoli bianchi le scorrevano lungo il mento, fino a colare sui suoi seni. Anche il giovane, nel veder mia moglie ingoiare la mia sborra, l’ha afferrata per i fianchi ed ha cominciato a scoparla aumentando sia il ritmo che la potenza. Le dava colpi bestiali, mentre lei godeva a bocca piena. Quando ho finito di svuotarmi dentro di lei, mi son spostato di lato e, dopo l’ennesimo orgasmo, in cui mia moglie ha cominciato a tremare ed urlare tutto il suo piacere, lui le ha riversato dentro la sua sborrata. Si è piantato tutto dentro di lei e, con un grugnito, ha cominciato ad eruttare sborra che non poteva esser trattenuta dalla sua vulva, perché quello continuava a pomparla come un pazzo. Continuava ad entrare e uscire dalla sua vagina, fino a depositare l'ultima goccia ancora presente nei suoi testicoli. Che piacere veder mia moglie scopata da uno sconosciuto, che continuava a inondarle il ventre con il suo piacere. Lo spettacolo era straordinariamente bello. Poi, dopo esser rimasto immobile e piantato dentro di lei, si è sfilato e, dalla sua fica slabbrata, è colata giù una striscia di sborra bianca. Lei, consapevole di ciò che aveva appena fatto, è andata in bagno per espellere ciò che aveva così appassionatamente ricevuto, sia in bocca che in figa. Il giovane si è ricomposto e, come era venuto, così se n’è andato, in silenzio, senza il minimo rumore, come se nulla fosse avvenuto, come se tutto fosse stato frutto della nostra immaginazione. Quando mia moglie è uscita dal bagno, mi ha abbracciato e, baciandomi in bocca, mi ha stretto con forza a sé.
«Andiamo, Parigi ci aspetta ed io non voglio farla aspettare. Questa sera, cerca di essere in forma, perché voglio scopare con te in maniera così forte, da immaginare di esser insieme ad un altro.»
Mentre parlava i suoi occhi brillavano e, a pensarci bene, mi è venuto in mente che avremmo potuto usufruire, per la cena, del servizio in camera
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3 years ago
baxi18, 55
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Per piacere scopa mia moglie. ultima parte.
Al ritorno lui è più sereno. Carlo lo nota e velocemente gli spiego il motivo. Lui approva subito la scelta del genero, e si offre per aiutarlo a convincere la figlia, anche se entrambi siamo convinti che non ve ne sia molto bisogno. Stefano ne parla con Luisa in presenza della madre. Luisa guarda la madre che la esorta a provare, anzi li consiglia di andarsene, dopo pranzo, a casa loro e di fare un primo tentativo. A pranzo l’atmosfera è divertente, si scherza e si fanno battute allusive, specie fra madre e figlia. Più tardi, a pranzo finito, i ragazzi mi chiedono di andar da loro: avrebbero desiderio di fare un viaggio nelle zone del Sud, dalle mie parti, e vorrebbero che suggerissi loro i posti più belli. E' chiaramente una scusa, ma tutti recitano bene la loro parte e, poco dopo, entro in casa loro. Un bellissimo appartamento in una zona nuovissima. Appena dentro, l’imbarazzo è totale, devo stemperare la tensione.
«Ragazzi, deve esser chiaro che io sono qui per darvi un aiuto, non per dividervi. Io posso star fermo a guardarvi, nascondermi, o far tutto o non far nulla, l’importante è che voi due siate ben convinti che io sono un amico fidato e discreto.»
Lei ascolta, guarda lui, poi con decisione lo prende per mano e mi fa cenno di seguirli.
«Se questa è la soluzione del nostro problema, lo voglio scoprire adesso; andiamo in camera e dicci cosa fare.»
Entriamo dentro una camera bellissima e ultra moderna. Chiedo a lui se è disposto a lasciare che lei lo ecciti. Lui scuote il capo.
«Non lo so, il mio primo impulso è quello di scappar via.»
Allora mi rivolgo a lei e le chiedo se ha delle corde. Mi risponde che ne ha in un sacco nell'armadio a muro: lui è alpinista. Lei va a recuperarle e leghiamo Stefano, nudo, al letto.
«Adesso lei ti farà provare del piacere toccandoti, poi tu farai a lei la stessa cosa.»
Lei si spoglia, e non posso fare a meno di notare che è veramente bella; è Matilde da giovane, e ne resto così affascinato, che ho una violenta erezione. Anche lui ha un’erezione e non è messo male: forse la metà del mio. Lei, intanto, ha gli occhi lucidi dall’eccitazione e, lentamente lo accarezza, lo tocca, poi si avvicina al cazzo e lo sega piano, quasi con devozione. Lui ha lo sguardo fisso su di lei e, quando gli afferra il cazzo duro, lui tende le corde, poi si rilassa, mentre lei lo masturba dolcemente, poi spronata da me, che non ho resistito al piacere di accarezzarle la schiena, si avvicina con la bocca alla cappella del marito e la lecca. Per un momento Stefano ha il corpo teso. Poi, pian piano si rilassa e comincia a godere del più bel e sontuoso pompino che abbia mai visto. Lo lecca tutto, facendo scorrere la lingua e succhiando l’asta, le palle, e certa di averlo in suo potere, adesso si scatena. Lo succhia con tanta passione da provocargli un’improvvisa sborrata. Lui l'avverte che sta per venire e la esorta a toglierselo dalla bocca, ma lei non lo fa e, anzi, lo serra ancora più stretto fra le labbra, lasciandosi riempire il cavo orale, senza perdere una sola goccia del suo seme. Lo succhia e lecca sempre facendo in modo che lui non si perda lo spettacolo. Sfinito, lui crolla e si rilassa. Ma lei è di tutt’altro avviso, si avvicina a lui e lo bacia in bocca. Lui non si sottrae.
«Quello che hai appena ricevuto è un bocchino con l’ingoio, che non vedevo l’ora di poterti fare. Adesso, ascolta e guarda come fa Luca, per poi imitarlo. Se vuoi ti slego.»
Lui non vuole essere sciolto. Preferisce restare ancora legato, si sente più sicuro. A quel punto faccio distendere Luisa a gambe aperte e lei si masturba, facendosi guardare da lui. Io gli spiego casa farò a sua moglie, poi mi abbasso e le lecco la fica, completamente fradicia di umori. Lei comincia subito a godere ed esplode. Doveva essere così piena, che mi sono bastate appena tre colpi di lingua per farla godere. Si rigira, mi sposta di lato per offrire a lui una maggior visuale, e prende a succhiarmi il cazzo, in un 69 da infarto. Gode e succhia come una furia scatenata. Lui osserva, ha il cazzo in tiro; lei non resiste e, dopo l’ennesimo orgasmo, mi sale sopra e se lo infila dentro. Volto lo sguardo verso di lui. Ha un’aria soddisfatta, contenta, al massimo della felicità.
«Dai, Luca, fa che goda. Sì, scopala, che poi lo faccio anch’io.»
Lei inizia una lunga ed energica cavalcata, fatta di orgasmi in rapida successione. Non avevo mai scopato una donna così eccitata e vogliosa. Per un tempo indefinito, lei mi pompa senza fermarsi un attimo, poi, sfinita, si accascia sul mio petto e si gira verso di lui.
«Amore, ti amo. Adesso voglio te!»
Si toglie da me, gli sale sopra e si scopa anche lui. Godono molto, lui mi chiede di scioglierlo e, a mani libere, lo vedo impacciato. Gli spiego dove e come accarezzarla per farla godere. Lei gode, lui impara velocemente. Poi lei si gira, mi guarda, mi afferra il cazzo e se lo porta alla bocca: lui osserva compiaciuto. Dopo averlo succhiato un po', mi guarda e mi fa capire che lo vuole nel culo. Mi abbasso dietro di lei, lo lecco e vi infilo due dita, che scorrono bene perché lubrificate dai suoi stessi umori, poi appoggio e vi infilo la cappella. Lei si ferma mentre ha lui dentro, ed è allora che glielo infilo tutto, di colpo. Mi muovo lentamente. Lui non ha esperienza, quindi lascio muovere lui, che ora la sbatte con colpi fortissimi; lei impazzisce di piacere e lo bacia. Intanto io la penetro dolcemente in culo, è fantastico. Sono entrato senza difficoltà in lei, segno che la ragazza lo ha usato abbastanza e la cosa mi eccita ancora di più. Lui non regge all’emozione del momento e sborra dentro di lei; io mi fermo e resto immobile dentro di lei. Dopo che Stefano ha goduto, la trascino su di me, senza sfilarle il cazzo dal culo, cosa che lei gradisce molto. Le apro le cosce, lei, rivolta al marito, si accarezza la fica, da cui esce la sua sborra: allora lo incito.
«Dai toccala, leccala tutta.»
Lui comincia prima con i seni e lei gli indica dove e come fare; lui è raggiante dalla felicità. Poi lentamente scende verso il basso. Sento la sua lingua scorrere lungo lo spacco della fica ed arrivare a leccare anche il mio cazzo. Luisa, intanto, gode anche per il mio cazzo nel suo culo. La sbatto con più impeto e le inondo il culo. Resto un momento fermo, lei si rigira, mettendo Stefano sotto di sé. Poi lentamente si sfila il mio cazzo dal culo, si distende e comincia un bellissimo 69 con lui. Sicuramente è la loro prima volta e li osservo contento, senza intervenire; voglio che sia un momento tutto loro. Si leccano a vicenda; lui si scatena e la lecca tutta, fica, culo e gode. Lei intanto gli succhia così bene il cazzo, che gli torna di nuovo duro. Lei si rigira e lo esorta ad incularla, cosa che lui fa con impeto, costringendo lei ad intimargli di fare più piano; intanto il suo sguardo tradisce una realtà diversa. Mi afferra il cazzo e lo succhia, lui ci sorprende, incitandola:
«Dai…succhialo, bocchinara…ingoialo…tutto!»
Ci scambiamo un’eloquente occhiata: è guarito o sta per esserlo. L’incula di brutto, le dà dei colpi tremendi. Mi invita a sfondarle anche la gola. Lei mi guarda compiaciuta, mi succhia e, ben presto, sono di nuovo in tiro. Lui se ne accorge, la solleva e mi consente di stendermi supino, poi la fa impalare su di me, mentre si rimette dietro di lei, che sta già godendo di nuovo con il mio davanti. Improvvisamente sento che anche lui vuole entrare davanti.
«Dai, Luca che le riempiamo la fica. Questa troia deve impazzire!»
Le sue parole mi eccitano, ma lasciano lei letteralmente basita. Lo stupore sul suo volto è totale.
Mi fermo, lo agevolo, lei apre la bocca per urlare, quando lui entra con impeto, insieme a me, davanti. Gode, urla, e lui si muove con la stessa furia cieca di un toro scatenato. Le slabbriamo la fica, facendole raggiungere diversi orgasmi, poi, non pago, esce e mi esorta a ripetere quel gioco in culo. Lei, sfinita, ci guarda stupita e rassegnata. La mettiamo di nuovo in mezzo a noi e, con qualche difficoltà, le sfondiamo in due il culo, anche se sono convinto che questo giochetto, per lei, non sia la prima volta.
«Ti piace, troia? Lo sapevo che eri sfondata. Lo avevo scoperto casualmente alcuni mesi fa; uno al bar ti ha riconosciuto e diceva ad un altro, che un pomeriggio ne avevi presi sei, tutti a due per volta, in fica e culo. Adesso godi, ti amo e voglio sempre sentirti godere; sei la mia troia, la mia puttana!»
Si muove con rinnovata energia e mi rendo conto che nemmeno io resisterò molto; lui mi guarda, lo intuisce e suggerisce:
«Schizziamole in bocca!»
Entrambi le inondiamo viso, bocca e capelli. Lei è sconvolta, lui ora è deciso. Il timido ragazzo ha lasciato il posto ad un vero toro. Sfiniti, restiamo distesi. Loro si baciano, si scambiano coccole, mentre io mi rivesto, li saluto e me ne vado.
«Aspetta, che fretta hai? E poi... almeno un grazie te lo dobbiamo.»
«Non mi dovete nulla; adesso avete intrapreso la strada per essere veramente felici e non avete più bisogno di me. Tu, Luisa, sei esperta e sai cosa insegnare a lui. Quanto a te, Stefano, hai fra le braccia una donna meravigliosa, che vale più di un tesoro; io non ho mai avuto una simile fortuna.»
«Non è esatto; mi risulta che spesso e volentieri tieni mia madre, con la complicità di papà, fra le braccia, e, da quello che mi ha detto, con infinito reciproco piacere.»
Mi ribatte Luisa con un sorriso, che ci contagia tutti. Torno a casa, sono stanco. Mi suona il cellulare: è Matilde.
«Grazie. Mi ha telefonato Luisa e mi ha detto che hai fatto un miracolo; ora sono veramente uniti. Sperano di averti ancora nel loro letto; mi ha detto che non puoi cavartela così, ne vuole ancora; devo preoccuparmi e pensare che ti dimenticherai di me?»
«Mai! Di te non posso farne a meno, lo sai. Quanto a loro, credo che ne hanno di cose da sistemare; tua figlia è decisamente molto più troia di te, ma, con un po’ di buona volontà, potresti arrivare al suo livello.»
Scoppiamo a ridere e ci diamo la buona notte. L’indomani Carlo si complimenta con me, per l’ottimo risultato ottenuto. Passano alcuni giorni e le cose hanno ripreso il normale corso. Matilde continua ad ospitarmi nel suo letto, mentre mi racconta che il rapporto dei ragazzi va alla grande. Stefano è diventato un perfetto "porcello", anzi, un maiale come suo padre, lo definisce Luisa. Sabato mattina andiamo insieme al centro commerciale; Matilde desidera un nuovo costume, quando, improvvisamente, sento due mani che mi coprono gli occhi. Cerco di capire chi possa essere e, alla fine, intuisco che si tratta di Luisa. Mi abbraccia e, dopo un attimo di euforia, si gira: c’è anche Stefano. Luisa mi chiede:
"Ma dov'eri finito? Non ti sei più fatto vivo.»
Mi rimprovera scherzando. Anche Stefano è molto felice di vedermi e mi racconta che la vita è diventata decisamente bella, ma ha ancora tante cose da chiedermi.
«Quando vieni a cena da noi?»
Poi mi racconta che, adesso, fra loro, si è creata una bellissima complicità, ed è lei ad esortarlo sempre più in là, nella ricerca del piacere. Inoltre lui ha trovato molto eccitante vedermi scopare sua moglie. Poi, passiamo a parlare di ferie e a loro, avendo già fatto il viaggio di nozze, ne sono rimaste poche per quest’anno.
«Domani, andiamo al mare. Luca ci ha fatto scoprire un posticino veramente fantastico, venite anche voi con noi?»
Propone Matilde. E così, il giorno successivo ci ritroviamo distesi sulla sabbia della nostra solita spiaggia nudista. Non conoscendo bene che tipo di reazione potessero avere, ci siamo spostati un poco più in fondo alla baia, dove la duna fa un mezzo arco e dei grossi massi ci riparano alla vista della maggior parte della gente, offrendoci maggior intimità. Solo due singoli, che ci hanno visto arrivare, si distendono vicino a noi. Consapevoli che dalla signora, la volta precedente, avevano ottenuto un bello spettacolo, degno di sega, oggi, ancora meglio, dal momento che le donne sono due. Discreti e mai invadenti, noi, tolleriamo la loro presenza. Visto con quanta disinvoltura si spoglia nuda Matilde e noi, anche gli sposi non hanno un attimo di esitazione, e quindi ci distendiamo al sole. Stefano si complimenta con la suocera per il bellissimo corpo ostentato e, in considerazione del fatto che ne ha sposato la figlia, si sente rincuorato per il futuro.
«Devo però precisare che, se tua figlia continua a far così tanto la zoccola, presto se lo troverà sciupato.»
Esordisce, lasciandoci tutti muti. Matilde e noi lo guardiamo, mentre Luisa ride. Poi lui si spiega.
«Devi sapere, che durante il periodo che ha passato a fare la specializzazione, si è anche divertita a specializzarsi nell’uso e consumo del cazzo. Non solo si è fatta sbattere da molti maschi, ma, una volta, addirittura da sei, che l’hanno presa anche in doppia, sia in fica che nel culo.»
Matilde la guarda stupita, lei ride e Stefano non sembra affatto risentito.
«Figlia mia, io mi sono divertita tanto da quando mi faccio scopare da Luca; con lui ho provato molte emozioni, piacere e cose decisamente fuori dal normale. Siamo stati anche, con lui e tuo padre, in un prive', dove mi hanno scopato anche in tre, riempiendomi tutti buchi, ma sempre uno per buco; se è vero quello che dice tuo marito, allora sei veramente una zoccola!»
Scoppiamo tutti a ridere e poi andiamo a farci una bella nuotata. Ci distendiamo di nuovo. Luisa, di lato rivolta verso la madre, con dietro, Stefano, mentre Carlo sta dietro Matilde, che chiede qualche spiegazione alla figlia.
«Non voglio mettere in dubbio quello che ha detto tuo marito, ma mi spieghi come si fa a finire in mezzo a sei maschi, che ti scopano in doppia?»
«È stato tutto per caso. Tornavo in metro dall’università; avevo dato un esame ed era andato benissimo. Vestivo il completo scuro, quello con le spalline rosse, una camicia bianca, calze auto reggenti e stivaletti non troppo alti. Mi tenevo al sostegno con la destra, mente nell’altra mano avevo un mazzo di fotocopie. Ad una fermata salirono sei ragazzi, tutti ben vestiti, parlavano di lavoro e, d'improvviso, la metro fece una brusca frenata; uno perse l’equilibrio e mi cadde addosso. Subito mi soccorrono tutti assieme; mi raccolsero i fogli e, per farsi perdonare, m’invitarono a pranzo. Li guardai e mi piacquero; ero in astinenza da cazzo da venti e più giorni, mi sentivo umida tra le cosce, ed accettai.»
Mentre parla, Stefano le accarezza il corpo; i capezzoli sono tesi e duri; lo stesso sta facendo Carlo con Matilde, che si sta eccitando al racconto della figlia; io li guardo in silenzio.
«Durante il pranzo furono estremamente carini, poi, all’uscita, m’invitarono a casa loro poco distante sia da lì, che da casa mia. Appena dentro prepararono il caffè, poi li ritrovai tutti intorno a me e quello che mi era caduto addosso, parlò per tutti»
«Siamo consapevoli che noi siamo in troppi e, poiché non vorremmo darti l’impressione di volerti saltare addosso, se non fosse chiederti troppo, vorremmo esortarti a farci divertire un po', magari con mani o bocca; naturalmente sei libera di andartene quando vuoi.»
«Li guardo tutti, sono così dolci e carini, che non mi sembra giusto rifiutare. Dico loro che accetto e che, a quello che solo io deciderò, perché magari mi risulta più interessante, lo farò scopare, mentre gli altri dovranno accontentarsi del resto. Per non perdere tempo li invito a spogliarsi e, in un momento, erano tutti nudi: meravigliosi, fisici stupendi e, che cazzi, mamma! Nella media di Luca. In un momento mi sono resa conto che li volevo tutti. Mi hanno portata in camera e distesa su di un matrimoniale, poi, immagina che sei bocche ti leccano e succhiano dappertutto, sei cazzi ti si strusciano e vogliono essere succhiati in fila, con calma, dodici mani ti fanno tante di quelle carezze che tu impazzisci. Per un tempo indefinito, mi hanno eccitato da morire, poi sono stata sollevata e messa su uno di essi, disteso supino e con il cazzo dritto, facendomi impalare. Subito un altro si è messo dietro e, in un attimo, mi ha fatto il culo; gli altri, a turno, mi infilavano cazzi in bocca, mentre alcuni mi toccavano il seno o mi masturbavano. Ho cominciato a godere e mi hanno fatto sborrare almeno tre o quattro volte; poi anch'essi mi hanno inondato i buchi. Usciti quelli, sotto altri due. Il tizio sotto è entrato bene, mentre l’altro, quello dietro, non ci riusciva. Improvvisamente, per errore, ha infilato il suo cazzo insieme a quello dell’amico davanti.»
«Accidenti! Ne ha presi due davanti! Ragazzi, è fantastica! Che troiona!»
«Per un momento ho avuto l’impressione che mi stessero sverginando di nuovo, ma è stato solo un attimo, perché quando si sono mossi e hanno cominciato a pomparmi, ho preso a godere come mai avevo fatto in vita mia. Mi hanno fatto perdere il conto di quante volte ho urlato vengo. Poi anche loro mi sono schizzati dentro e ti assicuro, mamma, che è stato meraviglioso sentire la loro sborra riempirmi la fica. Finito anche questi, ecco altri due, sempre davanti. Questi sono entrati meglio, io ho goduto subito: ero in preda ad una vera frenesia erotica, mi facevano morire di piacere. I primi due che mi hanno scopato, frattanto si erano fatti succhiare il cazzo, dicendo che anche loro mi volevano venire dentro insieme. Completato il giro, ne avevo già altri, tutti di nuovo duri. Mi hanno sollevato e impalato di nuovo; credevo volessero un secondo giro, invece si erano già accordati; mentre mi mettevano giù, mi hanno girato e distesa sul petto del giovane che stava sdraiato. Il suo cazzo è entrato dietro facilmente e, solo allora, mi sono resa conto che lui aveva, sotto di sé, due cuscini per far sì che io rimanessi più alta. Appena entrato il primo, un altro si è inginocchiato davanti, ha afferrato il cazzo dell’amico e via dentro, dietro, insieme. Nel culo li ho sentiti proprio bene. Proprio perché duri e grossi, mi sono scivolati dentro con qualche difficoltà. Fortunatamente vi aveva già sborrato il primo. Per un momento ho temuto che potessero squarciarmi il culo, invece sono scivolati gradualmente dandomi il tempo di abituarmi. Quando li ho sentiti che erano entrati fino in fondo, è iniziato il mio delirio. Ho goduto come una vera troia. Dopo un primo attimo, loro mi hanno pompato da infarto. Mi masturbavano la fica e addirittura uno ha cercato di entrare davanti. Quando mi hanno schizzato dentro, credo di aver perduto i sensi dal piacere provato. Quando tutti si sono divertiti a fare il doppio giro in culo, mentre altri mi hanno anche sborrato in bocca, in faccia, su capelli e tette, io ero sì, distrutta, ma felice. Finito, mi hanno permesso di fare una doccia e uno mi ha portato a casa in auto; non mi reggevo in piedi. Per due giorni, ho avuto il culo in fiamme, ma ne ti assicuro che ne è valsa mille volte la pena.»
Madre e figlia si abbracciano, visibilmente eccitate.
«Tesoro mio, sei proprio una vacca, una zoccola preziosa, che tuo marito dovrà badare a tenere ben stretta a sé.»
Sono abbracciate con le bocche a poca distanza l'una dall'altra e finiscono per congiungersi in un bacio pieno di passione. Di colpo cade anche un altro tabù, l’incesto non è più un problema. Si accarezzano, si toccano sotto lo sguardo di noi uomini che siamo molto eccitati. Mentre loro si baciano e iniziano a toccarsi, dentro la mia testa prende forma una strana idea. Mi alzo, guardo in giro, vi sono solo i due singoli che ci osservano, già con il cazzo in tiro, e si segano. Guardo i miei amici e, con un gesto eloquente della testa, indico i due e le donne abbracciate; mimo con la mano i due e poi ancora due. Stefano intuisce subito e lo spiega a Carlo, che mi guarda felice.
«Spostiamoci più sotto quei due grossi ginepri, altrimenti arrostiremo al sole.»
Chiaramente è un pretesto per conquistare un po' di privacy in più. Mentre ci spostiamo, faccio cenno ai due di avvicinarsi. Loro ascoltano le poche, ma significative direttive che io gli impartisco, poi sistemano i loro teli intorno ai nostri, dove ora vi sono madre e figlia impegnate a leccarsi le fighe in un infuocato 69. Godono del reciproco piacere; Matilde è scatenata, lecca la figa della figlia, facendola godere tantissimo. La prima ad accorgersi che il numero dei cazzi intorno a loro è aumentato, è Luisa. Mi guarda. Le indico la madre e il numero due. Lei guarda verso il padre ed il marito, inginocchiati intorno con il cazzo duro, ed essi le sorridono, annuendo con la testa. Lentamente anche la madre si rigira, poi, invitata da me, comincia a succhiare i cazzi, pronti accanto ed intorno a lei. Carlo invece, dopo aver assaggiato con piacere la bocca di Luisa, si mette dietro la moglie e l’infila di colpo. La scopa eccitatissimo sotto lo sguardo del genero che, intanto, sta assaporando le labbra della suocera. Carlo non regge il piacere che prova e sborra, gridando, dentro di lei. Appena uscito lui, dalla fica di Matilde cola la crema bianca del marito, e subito si fa avanti Stefano, che si distende supino e con il cazzo dritto, pronto a ricevere la fica della suocera, distesa su di lui. Si guardano, lei è visibilmente felice, e a lui sembra di vivere un sogno: poter scopare la suocera. Mi inginocchio dietro di lei e Luisa afferra il mio cazzo e quello del marito, e li spinge insieme verso la figa della madre, che si gira e mi guarda, con un viso stupito, ma felice. Entriamo lentamente dentro Matilde. La sentiamo dilatarsi. La sua bocca si apre, il corpo si inarca e tende, ma dalla bocca esce solo un gemito. Dopo essere arrivati in fondo ed aver preso atto che lei ha già raggiunto un orgasmo, cominciamo a pomparla velocemente. Lei gode, urla e trema, scossa dal piacere. Carlo le fa succhiare ancora il cazzo durissimo, mentre Luisa sta leccando gli altri due per averli ben in tiro. Sbatto Matilde e sento Stefano spingerle con forza il cazzo dentro. Il gioco lo eccita e ben presto viene. Sento distintamente i suoi getti inondare la fica di Matilde e anche il mio cazzo che, adesso, provoca rumori tipo sciabordio dentro di lei. Lascio anch’io il posto ai due ragazzi, che la prendono anche loro, insieme davanti. Entrano decisi agevolati dalla lubrificazione della sborra che cola. Matilde gode, si scuote in preda ad orgasmi sempre più devastanti, che la fanno fremere in maniera incontrollata. Ben presto anche loro schizzano, mentre Luisa ha fatto in modo di far restare tesi e duri sia il mio cazzo che quello degli altri. Sollevano Matilde, mentre io mi distendo con lei sopra, rivolta verso di me. Luisa, anche questa volta vuole che siamo noi a iniziare il servizio. Dietro le si inginocchia Carlo e incula la moglie che mi abbraccia e mi sussurra "grazie" in un orecchio. Lui è eccitato e, ben presto, le schizza dentro, consapevole di averle solo lubrificato il culo. Poi si toglie e lascia il posto a Stefano, che è davvero impaziente di poter penetrare nel culo della suocera. Entriamo anche qui molto lentamente, anche se sento che lei è ben lubrificata. Quando Stefano le è tutto dentro, mi guarda e mi chiede di farla impazzire. La scopiamo in maniera devastante, senza nessun riguardo. Stefano viene, io sono al limite, lei mi chiede di sborrarle in bocca, quindi appena lui esce e i due ci sostituiscono, mi presento davanti alle sue labbra e mi lascio segare da Luisa. Schizzo in bocca e sul viso delle due donne, che si baciano e leccano da vere troie tutta la sborra che sgorga dal mio cazzo. Anche i due giovani le infilano i cazzi in culo, facendola tremare di piacere, poi si svuotano in lei. Matilde rimane distesa, in preda al piacere che l’ha stordita; i due raccolgono i teli, ci salutano e lasciano soli. Mamma e figlia piangono lacrime di pura gioia, sono abbracciate dai loro mariti, mentre io osservo compiaciuto quanto sono diventate zoccole e troie le due femmine. Da quel giorno, sono passati cinque anni bellissimi, ricchi di situazioni fantastiche, poi io sono tornato nella mia terra e sono diventato direttore di una filiale di banca. Sono rimasto in bellissimi rapporti con loro. Luisa ha avuto un bel maschietto, che oggi ha quattro anni.
Di recente ho saputo che è di nuovo incinta. Spesso vengono in vacanza giù da me, e allora torniamo e divertirci insieme.
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3 years ago
baxi18, 55
Last visit: 20 hours ago -
Un momento di intenso piacere.
Sono passate da poco le 22:00, quando entro nel prive'. È la seconda volta che vengo in questo posto, dove, prima, c’era un altro locale in cui passavo le mie serate trasgressive.
Mi chiamo Carlo e sono un over 60, industriale, benestante, attualmente single e sto trascorrendo queste ennesime vacanze in un angolo della Croazia, dove la trasgressione è elevata all’ennesima potenza. Si, mi piace molto trovarmi in zone o posti dove si può trasgredire liberamente. Questo piacere è stato da sempre il filo conduttore della mia vita. Infatti, appena ventenne, immerso nelle calde acque di Saturnia, una donna, con accanto il marito, mi fece una splendida sega, mentre io le accarezzavo la figa. Da quel momento, la trasgressione, il gioco con le coppie, l’esibizionismo sono stati per me il mio costante piacere. Da quel momento in poi, ho cercato posti e spiagge, sempre più trasgressive. Da Cap d’Agde a capo Rizzuto, dal Lido di Dante alle spiagge della Toscana, per me il sesso è stato sempre e solo un gioco di esibizionismo e trasgressione pura. All’inizio ero attratto, oltre che dalla semplice masturbazione o penetrazione, dai giochi manuali, ma poi, a seguito della diffusione dell’AIDS, ai giochi penetrativi son divenuti sempre più interessanti quelli esibizionistici. Col passare degli anni, mi è sempre più piaciuto il gioco che si instaura quando ti trovi a guardare una donna sconosciuta che, sfrontatamente, si masturba per te e si eccita a vedere il tuo cazzo duro che seghi per lei. Ammetto che adoro anche partecipare alla masturbazione della femmina. Infatti, in più occasioni, specie nel periodo in cui ho frequentato le dune di Maspalomas, oltre alla masturbazione, ho anche goduto nel portare la femmina al piacere, usando più la lingua che le mani. Sono state esperienze intense, forti ed appaganti. Oggi, invece, preferisco spiagge come Punta Kryzia, qui in Croazia, dove il sesso si esprime in maniera libera da preconcetti. Appena dentro il locale, sono nel salone principale e vedo con piacere che c’è tanta gente. Non potrebbe essere diversamente, trovandoci alla vigilia di Ferragosto, il periodo più clou dell’anno. Vedo, fra le persone sedute, molte coppie che, durante il giorno, avevo ammirato fra le scogliere di Punta Kryzia. Molte di quelle donne, si erano tranquillamente accoppiate con tutti i maschi che venivano a tiro, quelle stesse che mi avevano rivolto le loro attenzioni. In particolare, c’è una bionda che, sicuramente, deve esser di razza germanica, forse tedesca o austriaca, che oggi era sdraiata vicino a me e, nell’arco della giornata, si è lasciata scopare da una ventina di maschi, con la stessa naturalezza con cui si beve un bicchier d’acqua. Ora la vedo circondata da alcuni singoli che, sicuramente, la porteranno nel retro, dove, oltre una tenda rossa, ci sono camere per dare sfogo a qualsiasi fantasia. Io, però, questa sera, voglio qualcosa di diverso, qualcosa che mi scopi prima la mente e, poi, faccia godere il mio corpo. Prendo un drink, cerco un posto per mettermi seduto, ma, essendo il locale molto affollato, devo destreggiarmi un po’ fra i tavoli, alla ricerca di una poltrona libera. Ne trovo una in fondo al locale, probabilmente è libera perché davanti vi è una colonna che, in qualche modo, limita la visuale dell’intera sala. Mi siedo e, sulla mia sinistra, c'è la piattaforma della lap dance, dove una splendida femmina sta eseguendo numeri attaccata al palo e sotto lo sguardo estasiato, sia di donne che di uomini, che indugiano con lo sguardo su di lei, allungando anche le mani per toccare quel corpo che si muove in modo sinuoso e lascivo. Mentre sorseggio il mio drink, giro lo sguardo dall’altro lato e, oltre la colonna, sulla mia destra, la mia attenzione viene attratta da un tavolo posto quasi all’angolo, dove si trovano sedute quattro persone: due uomini e due donne. Quella che mi volge le spalle, è una mora lei capelli corti e, poiché si è girata, ho potuto notare che deve avere un’età apparente al di là dei 40. Alla sua destra siede un giovane, sicuramente non oltre la trentina, con i capelli neri, fisico asciutto e ben piantato. Davanti a lei vi è un uomo con i capelli bianchi, la faccia simpatica e, alla sua sinistra, la mia attenzione viene attratta da una splendida femmina bionda, con i capelli lunghi che le cadono sulle spalle nude. È seduta di lato, rispetto a me e questo mi permette di ammirare il suo splendido profilo. Il seno, appena coperto da un miniabito che le arriva sopra i capezzoli, deve essere, come minimo, una terza abbondante. Ma quello che risalta nel suo profilo è sicuramente il suo splendido culo. Il tessuto elasticizzato del vestito ne delinea i contorni, così come le splendide cosce che lei tiene accavallate: sono, nel loro insieme, uno spettacolo da non perdere.
Indossa dei sandali d’argento dal tacco alto, come minimo un 12 e parla e ride con gli altri muovendo le mani, che appaiono splendide, con dita lunghe, affusolate ed unghie laccate di rosso. Non vedo il suo viso, ma, sicuramente, deve avere più o meno l’età del ragazzo che le sta di fronte. Ridono e scherzano fra loro e, anche se non sento le parole perché coperte dalla musica, è evidente che stanno parlando di sesso e, forse, di piacevoli esperienze. L’altra donna spesso e volentieri le accarezza le mani, le sussurra parole all’orecchio e sembra che, fra loro, vi sia molta complicità. Ad un tratto la bionda si alza in piedi e allunga una mano verso l’uomo dai capelli bianchi, che si alza e, insieme a lei, vanno verso il bancone del bar. Ingoio l’ultimo sorso del mio drink e li seguo, perché ho desiderio di vedere quella femmina nuda mentre gode con quel maschio che tiene per mano. Si fanno largo fra i vari tavoli e, sicuramente, spariranno dietro la tenda rossa, che separa questa zona dall’altra parte del locale. Invece, appena giunti in prossimità del bar, anziché dirigersi verso la tenda, salgono su una scala a chiocciola, posta sul lato destro del bancone. Sollevo lo sguardo e mi rendo conto che sopra il bancone vi è un piccolo soppalco, con una piccola balaustra di legno. Non avevo mai fatto caso a quel dettaglio che consideravo un semplice arredo del locale e prendo anche atto che il maschio, facendo salire davanti a sé la donna lungo la scala a chiocciola, deve aver goduto di meraviglie davvero eccezionali. Vedere quelle splendide cosce muoversi davanti ai suoi occhi ed averlo eccitato in maniera così diretta, ammirare quel meraviglioso culo inarcato a causa dei sandali dal tacco alto, deve aver reso la visione davvero paradisiaca. Lascio passare qualche attimo, poi, a mia volta e lentamente, salgo anch’io i pochi scalini che portano al piano di sopra. Quando vi giungo, guardo in giro e vedo che lo spazio è arredato con un divano munito di penisola, ed un tavolino, situato davanti al divano, dove la coppia si è seduta, scambiandosi effusioni. Le luci sono soffuse e, quando si rendono conto della mia presenza, l’uomo sussurra qualcosa all’orecchio della donna che mi guarda e poi torna a baciare il suo uomo, senza mostrare alcun fastidio per la mia indiscreta incursione. Ciò mi rassicura sul fatto che non disdegnano la mia presenza e ne traggo immenso piacere; per non disturbare, mi sposto sul lato sinistro, vicino alla parete, a circa un paio di metri da loro e, nella penombra, li osservo mentre giocano. L’uomo la bacia e l’accarezza con passione, la stringe a sé e lei gli accarezza il pacco gonfio, che si nota attraverso la stoffa dei pantaloni. Poi, ad un tratto, l’uomo scavalca la piccola penisola e, seduto, attira la donna a sé, voltata di schiena, e le apre le cosce, rivolte verso di me. Ammiro la splendida visione di quella figa che viene oscenamente offerta alla mia vista. Posso notare il rosa di quella conchiglia succosa che ora l’uomo accarezza con le dita di entrambe le mani, lasciandole scivolare all’interno delle cosce fino ad arrivare alle labbra della figa, senza però accarezzarla. È evidente che la donna si sta eccitando, perché appoggia la testa all’indietro sulla spalla dell’uomo, volta lo sguardo verso di me, incrocia i miei occhi, abbassa lo sguardo e vede che ho già il mio cazzo in mano, che ho provveduto a tirar fuori dai pantaloni: è bello duro e mi sto segando per lei. È evidente che ne è compiaciuta, perché mi sorride e passa la lingua sulle labbra, in maniera lasciva e provocante. L’uomo continua ad indugiare nell’accarezzare cosce e ventre della donna e lei, d'un tratto, afferra la mano dell’uomo e la comprime contro la figa, ma lui, per tutta risposta, con un gesto rapido, abbassa il vestito di lei mettendo in mostra due seni stupendi, con i capezzoli già duri e tesi, e le impone di accarezzarsi il seno, mentre lui torna a ripetere il gioco delle carezze sulla coscia e lungo le labbra della figa. La donna freme, eccitata dal gioco e dal fatto che mi sto masturbando per lei, oltre che dal desiderio di esser toccata. Ad un tratto porta la mano destra dietro di sé e, in qualche modo, riesce ad estrarre il cazzo dell’uomo, che è teso, duro e di buona consistenza. Lo sega, stringendolo forte fra le dita, mentre lui a quel punto le infila due dita nella fica e comincia a masturbarla velocemente, con la stessa intensità con cui lei masturba lui. Li osservo in silenzio, estasiato dall’intensità del gioco che si è creato fra di noi, che mi sta eccitando e decido di raggiungere il piacere nello stesso momento in cui sentirò godere lei. L’uomo la masturba con la mano sinistra, muovendola velocemente dentro e fuori quella fica slabbrata ed offerta alla mia vista, mentre con la destra risale il corpo della donna e, dopo aver afferrato il seno destro libero, ne stringe un capezzolo fra le dita, facendola gemere ancor di più e, dopo aver impastato un po’ quelle splendide tette, porta la mano ancora più in alto, fino alla bocca della donna e ne accarezza le labbra. Lei spalanca la bocca, l’uomo le infila due dita dentro, poi la costringe a girarsi verso di me. I nostri sguardi si incrociano e intuisco, dal gesto che l’uomo ha fatto, che la donna deve immaginare che quelle dita in bocca siano il mio cazzo, che io tengo in mano e che sto masturbando con il loro stesso ritmo. È un gioco di sguardi, di movimenti e desideri che, dalle nostre menti, si trasferiscono alle nostre mani, che si muovono all'unisono sui nostri sessi. Ora la donna sta masturbando l’uomo molto più velocemente e lui ricambia il piacere con la stessa intensità; io, con la mano sinistra, prendo un fazzolettino da una mensola posta di lato e lo posiziono esattamente sotto la mia cappella. Sia l’uomo che la donna hanno recepito il mio gesto ed hanno capito che sono in attesa del loro piacere per poter sfogare anche il mio. L’uomo ora le sbatte la mano in figa con più vigore e il corpo della donna si tende sempre più, finché, con una mano si toglie le dita dalla bocca ed emette un urlo che attesta il suo potente orgasmo. Il frastuono della musica non ha permesso che altri lo udissero, ma non è sfuggito né a me, né all’uomo, che ora continua a tenere le dita ben piantate dentro di lei, mentre anche lui con un sussulto le riempie la mano destra di sborra. In quel preciso istante, anch’io, con un gemito schizzo il mio seme sul fazzolettino e il gesto riesce gradito anche alla ragazza, che lo testimonia passandosi la lingua sulle labbra. È un attimo intenso, dove il piacere, dettato dallo sguardo, si è tramutato in un orgasmo reciproco. L’uomo, con la mano libera, prende la mano della donna farcita della sua sborra e gliela porta in alto, davanti alla bocca; lei raccoglie l'invito, tirata fuori la lingua, lecca il palmo di quella mano, per raccogliere tutta il nettare che vi è contenuto. Nel fare questo gesto, si è girata verso di me, quasi a voler significare che la voglia di leccare la sborra del compagno era maggiormente diretta a quello che il mio cazzo avrebbe potuto eruttare sul suo viso. Quella sensazione, quello sguardo, carico d’intense emozioni, è un piacere sottile che, partito dalla mente, ha percorso i nostri corpi, materializzandosi in un orgasmo che ciascuno di noi ha provato, giocando di fantasia e con i propri sessi. Resto per un lungo istante a guardare quella coppia e, soprattutto lei, il cui bel corpo ancora trema per il piacere provato, poi asciugo le ultime gocce del mio piacere e getto il fazzolettino in un piccolo recipiente, posto di lato. Ripongo il mio cazzo dentro i pantaloni e lei, prima che io me ne vada, mi sorride e, con la mano ancora lercia, mi manda un bacio. Scendo lentamente le scale, la mia presenza non è più necessaria; il gioco è stato intenso, emotivamente carico di piacere, che ha soddisfatto la mia voglia di godere in maniera assoluta, appagante, anche se fra noi non vi è stato nessun contatto. Quando sono di nuovo nel salone, vedo l’altra coppia, che era seduta al tavolo con loro, che si avviano verso la tenda rossa per accedere nell’altra parte del locale, dove sicuramente lei si godrà istanti di piacere profondo insieme a lui. Non li seguo, non mi interessa, per questa sera sono ampiamente soddisfatto per la forte ed intensa emozione che ho vissuto, e che mi ha fatto ulteriormente amare la mia vita libertina e trasgressiva.
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3 years ago
baxi18, 55
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La nostra prima esperienza bisex.
Mi chiamo Silvia, ho 39 anni. Sono alta un metro e 77, occhi verdi, capelli biondi che amo portare lunghi, terza di seno, ventre piatto, uno splendido culetto a mandolino alla fine di due vertiginose cosce, lunghe e affusolate, che lo rendono, a detta di tutti, il mio pezzo forte. Sono sposata con Luca, un uomo che ha dieci anni più di me. È un bell'uomo: fisico asciutto, dotato, che ama le cose belle, la buona cucina il sesso trasgressivo. È stato lui che mi ha fatto conoscere la trasgressione, realizzando molte delle nostre fantasie. Con lui ho sempre vissuto esperienze molto intriganti e molto appaganti dal punto di vista erotico e sessuale. Inoltre mi è sempre piaciuto, quando si andava nei club, che qualche donna facesse un pompino al mio Luca, essendo lui molto dotato sia in lunghezza che in circonferenza, ed io mi esaltavo a premere la bocca della femmina sull'uccello di mio marito, che mi limonavo con passione. Una delle sue fantasie più ricorrenti, era quella di vedermi all’opera con un’altra donna. All’inizio pensavo che fosse solo il desiderio di vederla nel letto insieme a me che giocava con lui, ma poi mi son resa conto che, invece, la sua fantasia era quella di vedermi proprio interagire con lei, in un rapporto saffico, che, in qualche modo, fosse appagante per tutti e tre. Anch’io, dentro di me, ho provato a desiderare la stessa cosa per lui e, casualmente, una volta è capitato che siamo riusciti a realizzare questi nostri desideri. Un’estate, abbiamo organizzato, all’ultimo momento, una settimana di ferie da trascorrere insieme e ce ne siamo andati in Corsica. Un pomeriggio, mentre eravamo in una spiaggia quasi deserta, l’ombrellone di una coppia, appena giunta lì vicino, venne spazzato via da un improvviso colpo di vento. Loro erano in acqua e l’ombrellone finì su mio marito, che si trovò graffiato su un braccio. Loro accorsero mortificati e, una volta constatato che anch'essi erano italiani, ci mettemmo a chiacchierare fra noi. Fatte le presentazioni, lui Carlo e lei Giulia, scopriamo che sono di una città vicino alla nostra. Dopo le solite cose, il discorso cadde sul sesso. Mentre parliamo, vedo Giulia che indugia sempre più, con uno sguardo malizioso, su di me e, alla fine, andiamo insieme, mano nella mano, in acqua. Lì, ci divertiamo spruzzandoci l'acqua addosso e, ridendo e scherzando, ci ritroviamo abbracciate, mentre a riva i nostri uomini ci osservano, a loro volta, divertiti. A questo punto, preferisco che sia Luca a proseguire il resto del racconto.
Luca.
Osservo mia moglie, ridere e scherzare assieme alla nuova conoscenza e, compiaciuto, assecondo il commento espresso da Carlo.
«Credo che fra le nostre donne sia scattata la scintilla: non ho mai visto Giulia divertirsi così tanto con una donna appena conosciuta.»
«Si, mi sembra proprio che fra loro ci sia feeling e, se tua moglie ha qualche tendenza bisex, allora direi che il gioco è fatto.»
Lui specifica che Giulia ha conosciuto da poco il piacere saffico, che è stata con due o tre donne, ma sempre molto tesa e passiva, mentre ora sembra aver preso l’iniziativa, forse per aver intuito la disponibilità di Silvia. Passiamo l’intera giornata con loro e, al rientro, ci invitano a cena da loro. Accettiamo e giunti al nostro residence, Silvia è talmente eccitata che la vorrei scopare subito, ma lei mi chiede di esser paziente visto che la serata è destinata a finire a letto tutti e quattro insieme. Quando torniamo da loro, la serata si accende subito dopo una breve cena, durante la quale le due donne si sono scambiate languide occhiate. Giulia prende Silvia per mano e la porta in camera, seguita da noi che, di conseguenza, ci spogliamo; vederle nude ed avvinghiate in un 69, è uno spettacolo da sballo totale. Godono, si leccano e si “mangiano“ i sessi senza sosta, mentre io e lui abbiamo i cazzi in tiro. Carlo mi chiede se può toccare il mio, confessandomi di esser bisex, e, per vero, a me la cosa non dà alcun fastidio. Si inginocchia davanti a me e me lo prende in bocca. Lo succhia e lecca benissimo. Lo ingoia tutto e non è che abbia un membro piccolo: ho un cazzo di quasi venti centimetri, per cinque di diametro, ma lui se lo infila giù per la gola con estrema disinvoltura. Giulia osserva il marito succhiarmi il cazzo, si stacca e viene ad aggiungere la sua bocca vicino a quella di Carlo, mentre Silvia va a succhiare il cazzo di Carlo, che è ben messo anche lui. Ci distendiamo e, mentre loro succhiano il mio, io mi metto a leccare la micetta di Silvia, ormai ridotta ad un lago. Mi fanno distendere supino, poi Giulia sale su di me e si impala, infilandoselo tutto dentro, con un solo affondo. Silvia guarda Carlo e lo invita a scoparla, cosa che lui fa subito. In breve la stanza si riempie dei gemiti di piacere di noi tutti. Le donne godono nel sentirci dentro di loro, finché Giulia, eccitata al massimo nel guardare il marito che scopa Silvia, lo incita a prenderla nel culo. Silvia, rimasta libera, si mette di lato, apre le chiappe dell’amica che, subito viene infilata dal marito, con un solo colpo, secco e deciso. Lui affonda tutto il cazzo dentro di lei, che geme e gode all’istante.
«Si! Vengo! Sfondami il culo!»
Carlo la pompa con impeto e passione, fin quando non dichiara di esser sul punto di sborrare. Lei, allora, gli urla di riempirle la bocca, e lui, ubbidiente, si sfila dal culo di sua moglie e glielo pianta in gola.
«Bevi, mia dolce troia! Ingoialo tutto!»
Lei succhia e pompa il cazzo del marito, spremendolo per bene, poi si gira verso Silvia, le mette una mano sulla nuca e l’attira a sé. Le incolla le labbra alle sue e si scambiano il nettare che lei ha raccolto in bocca. Le lingue sguazzano con piacere in quel fluido, che, per vero, viene anche condiviso da lui, allorché si unisce al lubrico bacio delle donne, assaporando un po’ del suo stesso seme. Io, allora, mi sfilo da Giulia e prendo a scopare Silvia, infilandole il mio cazzo nel culo, cosa che lei gradisce molto, poi la rigiro e la faccio distendere su di me, in modo da consentire a Giulia di poterle leccare la passera, con l’aiuto di Carlo, che la masturba infilando due dita, sia nella fica di mia moglie che in quella della sua. Ben presto, a Carlo ritorna duro e lo offre a Silvia, che lo succhia con estrema bravura e, alla fine, lui si pianta dentro mia moglie, regalandole una doppia come era già accaduto con Giulia. Gode mia moglie infilzata da due cazzi, e ci incita a sfondarla di più, mentre Giulia le succhia a morte i capezzoli, strappandole continui urletti di piacere. Io e Carlo siamo al limite e ci sfiliamo, poi, fatte avvicinare le due donne guancia a guancia, sborriamo sui loro visi. Esse cercano di accogliere in bocca, quanta più sborra possibile poi si leccano il viso reciprocamente, raccogliendo quanto cola da ogni parte. Stremati, ma felici, ci distendiamo a riprender fiato e, senza accorgercene, ci addormentiamo tutti e quattro nello stesso letto.
All’alba vengo svegliato dai gemiti di piacere di Silvia, che si sta facendo leccare la fica da Carlo ed il culo da Giulia. Mi eccito e infilo il culo di Giulia, mentre lei, insieme a Silvia, succhia il cazzo di suo marito, fino a che sborra, inondando le loro bocche. Poco dopo è anche il mio turno di fornire una calda dose di seme a queste due troie insaziabili.
Trascorriamo dei giorni fantastici, fra sesso, esibizionismo e, alla fine, nell’ultima sera, mi prendo anche il culo di Carlo, sotto la sapiente regia di Giulia, che vuole vederlo godere su un cazzo che lo sfondi a dovere. Dopo quell’esperienza, Giulia e Silvia si sono incontrate spesso ed hanno passato, fra loro, degli indimenticabili momenti, godendo ognuna del corpo dell’altra. Ci siamo anche rivisti in occasione di un Capodanno in montagna, dove ho potuto di nuovo assaporare il piacere di sentire la bocca di Carlo, succhiarmi il cazzo assieme alla lingua di sua moglie.
Questa nostra è stata un’esperienza bisex bellissima e Silvia si è ripromessa che, in ogni altra occasione, in cui ci abbandoneremo ai piaceri del sesso in compagnia, se sarà presente una donna, le chiederà di poter provare il piacere di assaporare il nettare di Venere direttamente alla sua fonte.
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3 years ago
baxi18, 55
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Corna segrete.
Mi chiamo Lucrezia, ho trentasei anni, sono di media statura, capelli biondi, occhi chiari tendenti all’azzurro, un seno che è una terza abbondante, ventre piatto, cosce affusolate culminanti in un bel culetto a mandolino. Sono sposata da dieci anni con Marco, un bel ragazzo che ha un anno più di me, un bel fisico mantenuto in perfetta forma, praticando molti sport. Siamo una coppia come tante che vive e lavora in una grande città. La nostra è un’esistenza alquanto piatta e ripetitiva: Sveglia al mattino, doccia e via al lavoro, per ritrovarsi la sera di nuovo insieme, cena, un po’ di tv, e poi a letto. In questi ultimi anni, anche il sesso è diventato alquanto ripetitivo. Il sabato mattina, prima che Marco esca per andare in bici con i suoi amici, mi sveglia, si insinua fra le mie cosce e mi penetra; mi scopa un po’, poi, quando lo sento muoversi più velocemente, mi scarica dentro il suo piacere. A volte, riesco ad avere un orgasmo, ma, molte altre, mi arrabbio con lui, perché mi sento solo usata.
«Cazzo! Quante volte devo dirti che così non va! Non puoi fare il tuo porco comodo, senza aspettare che anch'io raggiunga almeno un orgasmo.»
Lui però non mi ascolta, anzi sorride e mi dice che, in fondo, mi fa un piacere se non sono costretta ad impegnarmi molto per farlo godere, in quanto a lui va bene così. Mi sento frustrata e, ultimamente, ogni volta che questo succede, la cosa mi infastidisce ancor di più, soprattutto perché il giorno dopo, la domenica, sono io che prendo l’iniziativa, perché, avendo tempo, vorrei godermi una scopata fatta bene, ma lui trova sempre un pretesto per non accontentarmi: una volta è dovuto al fatto che siamo tornati tardi, altre volte perché lo abbiamo fatto il giorno prima e, quindi, lui non ne ha voglia. Tutto ciò aumenta la mia depressione, la mia profonda insoddisfazione che, naturalmente, si scontra con il fatto che, al di là di questo, lui è un marito veramente bravo, simpatico, allegro, ottimo lavoratore. Però, dentro di me, mi sento costantemente e profondamente insoddisfatta. Poi una mattina, casualmente, si verifica un piccolo fatto che, in qualche modo, ha cambiato la mia vita. Uscita dalla metro, mi sono infilata nel bar che c’è davanti al mio ufficio e, dopo aver ordinato un cappuccino con brioche ai frutti di bosco, mi son voltata per sedermi ad un tavolo. Nel movimento fatto, ho rovesciato interamente il mio cappuccino addosso alla persona che era in fila dietro di me e che aveva in mano la sua consumazione, facendo cadere tutto in terra. Mortificata, mi son trovata davanti un uomo più alto di me, dall’età apparente sulla cinquantina, di bell’aspetto, capelli bianchi, occhi scuri che, nonostante l’incidente, è rimasto calmo e, a sua volta, avendo notato la mia profonda agitazione, ha cercato di calmarmi e rassicurarmi subito.
«Oddio, mi scusi! Accidenti a me, ho fatto un disastro! Sono profondamente mortificata! La prego, accetti le mie scuse e le assicuro che le risarcirò il danno provocato, pagando la lavanderia di cui vorrà servirsi; spero solo che, al momento, questo piccolo incidente non le crei dei problemi.»
Lui mi ha sorriso e, con voce calma, mi ha rassicurato.
«Signorina, stia tranquilla, non è successo niente e le assicuro che si tratta di un danno, cui si può porre rimedio senza alcun assillo.»
Senza aggiungere altro, ha girato i tacchi e se n’è andato. Sono rimasta stupita, da quanto era successo e, dentro di me, mi son riproposta di offrirgli la colazione, appena lo avrei rivisto. Il giorno successivo, quando sono entrata nel bar, ho visto che era seduto ad un tavolo e, mentre consumava la sua colazione, con un dito scorreva lo schermo del suo cellulare. Mi sono avvicinata e mi sono offerta di pagargli la colazione, ma lui, con tutta tranquillità, ha declinato la mia offerta, specificando che la cosa era del tutto irrilevante. Poi, finito di consumare, è uscito salutandomi con un semplice gesto del capo. Dentro di me, sono rimasta amareggiata per il fatto che, pur avendogli creato un problema, non mi permetteva, in qualche modo, di disobbligarmi. Mi sono ripromessa che il giorno successivo sarei arrivata più presto, in modo da pagargli la colazione appena l'avrei visto giungere nel bar. Nei tre giorni successivi, invece, non l'ho visto e, quando ormai consideravo la faccenda chiusa, una mattina lui era davanti a me e stava già ritirando la sua consumazione. Allora mi son diretta prima alla cassa, provvedendo al pagamento della sua consumazione, poi, senza aggiungere altro, sono uscita. Lui mi aveva notato, perché, quando ero entrata, mi aveva sorriso, ma è rimasto sorpreso quando mi ha visto uscire, senza consumare nulla. Volutamente, per tre giorni, ho evitato di fermarmi nel bar e solo la quarta mattina, prima di entrare, ho aspettato che egli entrasse e, subito dopo, sono entrata dietro di lui. Giunti insieme al banco, lui si è girato e mi ha sorriso, ordinando due cappuccini con una brioche ai frutti di bosco per me ed una alla marmellata di albicocche per sé. Insieme ci siamo seduti ad un tavolo e con fare sereno, ci siamo presentati.
«Piacere, sono Paolo; devo ammettere di esser stato scortese nei tuoi confronti; in fondo volevi solo offrirmi la colazione. Spero che oggi mi darai la soddisfazione di ricambiare.»
Mentre parlava, i nostri occhi si sono incrociati ed il suo sguardo mi ha penetrato dentro, facendomi avvertire una strana sensazione: era come se quegli occhi fossero arrivati fin nel profondo della mia anima, provocandomi uno strano brivido che, dalla nuca è scivolato giù, lungo tutta la spina dorsale, per concentrarsi fra le mie gambe in maniera da farmi bagnare le mutandine.
Sono rimasta sorpresa da questa sensazione. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Mai, in vita mia, uno sguardo così penetrante mi aveva provocato una sensazione di piacere così forte, intensa.
«Piacere, sono Lucrezia e non sei stato affatto scortese, anzi, fra noi due, quella scortese credo di esser stata io.»
Mi ha di nuovo guardato negli occhi e ci siamo messi a ridere, e così, per tutta la settimana, ci siamo trovati al bar a far colazione insieme. Una decina di minuti, durante i quali io, nello stare insieme a lui, sentivo dentro di me sensazioni molto contrastanti. Per un verso, lui era semplicemente una persona distinta che, con il suo "aplomb", riesce a mettere le persone a loro agio, mentre nella mia mente, anzi, fra le mie cosce, la sua presenza, il suo sguardo, il suo magnetismo, la sua carica ironica, ma, soprattutto il suo modo di esprimersi, di gesticolare mentre parlava, lo rendeva intrigante. Al sabato mattina, come sempre, Marco mi scopò frettolosamente, ma, questa volta, non protestai: insolitamente, mentre subivo la sua monta, il mio cervello ebbe come un rifiuto per quello che subivo e, di conseguenza, sovrappose l'immagine di Paolo a quella di mio marito. Non so spiegare come avvenne, ma mi ritrovai a pensare di esser sotto di lui che mi scopava. Marco nemmeno si accorse che, nel momento in cui mi scaricava dentro il suo piacere, io, ad occhi chiusi, godevo nel pensare che fosse un altro maschio ad inondarmi il ventre. Egli, come di consueto, andò in bagno e poi se ne uscì, lasciandomi raggomitolata nel letto. Mi stupì notevolmente la sensazione di quel pensiero, di quell'adulterio mentale che, inconsciamente, desideravo e che mi aveva fatto godere, seppur in silenzio. Pensai molto a Paolo e mi resi conto che mi mancavano quei dieci minuti giornalieri con lui. Il lunedì attesi con ansia il suo arrivo, ma non arrivò, facendomi rimanere malissimo e, per tre giorni, non lo vidi. Il giovedì mattina, mentre ero in fila al banco, sentii, dietro di me, una voce che suggeriva una consumazione.
«Per me una brioche all’albicocca e, se per te va bene il solito, io passo alla cassa.»
Mi son girata e gli ho sorriso, mentre, dentro di me, ho fatto un notevole sforzo per non saltargli al collo, abbracciarlo e baciarlo. Ero strafelice! Si è scusato con me per la sua assenza nei giorni precedenti e poi, mentre si parlava, mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto assistere ad una mostra, che aveva organizzato un suo amico. Ho pensato che la sera dopo Marco sarebbe stato fuori per giocare a "padel" e poi, come sempre, finiscono in pizzeria, quindi ero libera.
«Quindi sei libera già nel tardo pomeriggio? Potremmo andare alla mostra e poi a cena in un ristorantino davvero carino.»
La sera stessa, parlando con Marco, scopro che dopo la partita, andranno a festeggiare il compleanno di uno di loro e che, quindi, dopo la pizzeria, ci sarà anche qualche altro festeggiamento. In pratica mi dice che tornerà molto tardi. La cosa ovviamente non mi infastidisce e già, dentro di me, sento i brividi di piacere che mi provoca l'idea di poter trascorrere una serata con Paolo. Al mio rientro nel pomeriggio del giorno dopo, trovo in camera i segni del passaggio di mio marito, che deve esser tornato ed uscito velocemente, lasciando indumenti sparsi un po' dappertutto. La cosa mi tranquillizza non poco, perché già, dentro di me, avevo ben chiaro tutto ciò che avrei fatto prima dell’arrivo di Paolo. Una bella doccia veloce, poi mi sono osservata allo specchio, prima di indossare il mio tubino nero elasticizzato, scelto per la sera. Ho tirato in alto i capelli, per valorizzare l’ovale del mio viso, ben truccato per evidenziare il colore degli occhi e le labbra rosse. Ho osservato il mio splendido seno, compresso in un reggiseno che lo conteneva a stento ed il mio culetto, appena fasciato da una sottile brasiliana che, nel lato posteriore, si era già infilata nel solco delle natiche, le splendide autoreggenti con dieci cm di pizzo ed un paio di scarpe nere, con il tacco dodici. Mi sono complimentata con me stessa per quello che vedevo: una bella donna di 36 anni che, questa sera, aveva deciso di vivere un’avventura capace di archiviare la tristezza e la monotonia di un rapporto divenuto troppo ripetitivo, ma, soprattutto, punire l’egoismo di un marito, capace di pensare solo ai propri bisogni. Avevo bisogno di quel momento particolare, per rientrare in possesso di tutta la mia autostima. Puntuale, sono scesa e, fatti pochi passi, ho raggiunto il luogo dell'appuntamento con Paolo. Lui era già lì ad aspettarmi, con un enorme SUV nero e, da perfetto cavaliere, mi ha aperto lo sportello dal lato passeggero, rivolgendo uno sguardo ammirato alle mie cosce, rese più affascinanti dalle mie autoreggenti. Ho notato nei suoi occhi, il compiacimento per ciò che aveva visto.
«Sei veramente splendida! Questa sera, credo proprio che la gente avrà più occhi per te, che per i quadri in esposizione.»
Traversata la città, abbiamo raggiunto un vecchio palazzo della zona centrale e, al piano terra, in ampi locali, era stata allestita la mostra dell’amico di Paolo. Appena giunti ed entrati, egli ci è venuto subito incontro e non smetteva di rivolgermi complimenti per il fascino che irradiavo: sembrava non avere occhi che per me.
«Paolo, dannato brigante! Ma dove le trovi donne così belle? È vero che ne hai avute sempre molto belle, ma, credimi, questa le batte tutte! Piacere, sono Luigi, e sono molto onorato di avere la sua presenza alla prima di questa mostra, dove la sua bellezza spero sia di complemento alle mie opere. Mi piacerebbe, e questo glielo dico in maniera assolutamente sincera, averla come modella per i miei quadri.»
Paolo ha sorriso ed ho visto nei suoi occhi lo sguardo compiaciuto per il fatto di aver suscitato l’ammirazione del suo amico. Siamo rimasti con lui per circa un’ora, durante la quale sono quasi sempre stata in compagnia di Luigi che, con la mia presenza, riusciva a calamitare l’ammirazione di tutti i presenti e questo mi ha, in qualche modo, riempito d’orgoglio. Era chiaro che mi esibiva e, dentro di me, questa sensazione di esser mostrata mi lusingava immensamente.
Era la prima volta che un maschio anteponeva la mia persona al proprio piacere e lasciava che altri ammirassero il mio corpo e ne provassero desiderio.
Inutile dire che tutto questo mi aveva già fatto inumidire fra le cosce. Poi, ad un certo punto, Paolo mi ha preso sottobraccio e mi ha detto che era ora di andare a cena. Luigi ci ha lasciato andare ad una sola condizione: dopo cena, saremmo passati nel suo appartamento, per un intimo rinfresco, riservato solo a poche persone. Quando son salita in auto, Paolo mi ha sorriso e mi ha chiesto se la cosa fosse stata di mio gradimento.
«Ammetto che mi è piaciuto molto, anzi è stato davvero elettrizzante. Per la prima volta mi son sentita al centro delle attenzioni di tanta gente. Spero che il fatto che il tuo amico mi abbia, in qualche modo, monopolizzato, non ti abbia fatto sentire trascurato.»
Egli ha sorriso e mi ha detto che osservarmi, mentre venivo esibita, era stato per lui un momento di puro piacere, qualcosa che non provava da tempo. Giunti al ristorante, abbiamo preso posto ad un piccolo tavolo e io gli ho chiesto perché un bell’uomo come lui, non era sposato. Lui mi ha guardato e mi ha detto che quanto prima mi avrebbe risposto, ma ora voleva sapere quanto fosse poco soddisfacente la mia vita matrimoniale. Gli ho risposto in maniera chiara ed esauriente. Gli ho raccontato della monotonia del rapporto in cui eravamo caduti e, soprattutto, ho evidenziato il fatto che il sesso era diventato solo una cosa meccanica, anzi, invero, solo qualcosa capace di sfogare la libidine di mio marito. Lui mi ha ascoltato in silenzio, poi, dopo aver sorseggiato un po’ di vino, mi ha raccontato la sua storia.
«Capisco che tu possa esser meravigliata che un uomo di 55 anni, sia da solo. Purtroppo, fino alla età che hai tu adesso, mi son preso cura dei miei genitori, che mi avevano avuto in tarda età. Entrambi malati, dipendevano dalle mie cure e, se vi aggiungi il fatto che già lavoravo per l’azienda di cui oggi sono un dirigente, non ho avuto molto tempo da dedicare ad una relazione stabile e duratura. Non ho mai cercato, né desiderato, impegni sentimentali, perché richiedevano tempo e dedizione, cose che non avevo disponibili. Dopo la morte dei miei genitori, ormai il mio modo di vivere è diventato questo ed ho continuato a vivere un’esperienza dopo l’altra, senza mai pormi il problema di una relazione stabile. L’unica cosa che, però, non mi son mai negato, è stata quella che, quando frequento una persona, mi dedico esclusivamente a lei e questo, in qualche modo, mi soddisfa moltissimo. Quando ti ho conosciuta, aveva appena troncato il rapporto con una persona con cui ero stato molto bene, per tre anni. Anche lei era un po' come te, più giovane di me e, ad un tratto, si è accorta che, nella sua esistenza, era giunto il momento di trovarsi un marito. Così mi ha lasciato ed io, ne sono rimasto profondamente dispiaciuto. Naturalmente non ho interferito nella sua volontà per nessun motivo e l’ho lasciata andare. Per questo, all’inizio, non volevo in nessun modo avere un dialogo con te, perché mi sei piaciuta subito, dal primo istante che ti ho visto, ed ho cercato anche di starti lontano, ma il tuo sguardo mi aveva già colpito nel cuore e non ho saputo resistere alla tentazione di rivederti. Mi sei entrata nel sangue ed ora ho forte il desiderio di possedere anche il tuo corpo. Sono consapevole che sei sposata e, quindi, non ti chiederò di divorziare anche perché non son sicuro di esser in grado di garantirti una vita insieme, ma, per quel che vale, ti posso assicurare che, fin quando sarai tra le mie braccia, cercherò in tutti modi di farti vivere momenti indimenticabili. Ora, quindi, intendo precisare che, semmai, fra noi, si instaurerà un rapporto affettivo, sarai solo e sempre tu a decidere fino a che punto far giungere questo gioco.»
Sono rimasta sorpresa, anche se dentro di me il mio cuore, scoppiavo di gioia per le parole che avevo sentito. Mi voleva ed io non desideravo altro che di esser nuda fra le sue braccia. L’ho guardato negli occhi e l’ho pregato di andarcene, perché non avevo più fame, almeno non di cibo, ma ero assolutamente assetata del suo piacere, del suo corpo, di tutto quanto avrebbe potuto donarmi. Siamo usciti e, senza dire una parola, abbiamo percorso la strada dal ristorante fino a casa sua in pieno silenzio. Una volta giunti, lui mi ha abbracciato e baciato. Ho sentito la sua lingua entrare nella mia bocca e giocare con la mia: quel bacio era così carico di passione, che un profondo languore ha percorso tutto il mio corpo e mi ha inumidito le mutandine. Senza dire una parola, mi son lasciata guidare fino alla camera da letto e, una volta giunti, ci siamo spogliati guardandoci negli occhi, nel più assoluto silenzio. Mi sono ritrovata nuda davanti a lui, in piedi al lato del letto. Ho guardato il suo corpo; era bello, nudo, tonico, magro ed il suo cazzo era grosso e duro. Mi ha delicatamente spinto indietro, in modo che potessi sdraiarmi sulla schiena. Esser nuda davanti a lui, non mi ha intimorito per la differenza di età, quanto, piuttosto, ho percepito la fiducia che mi irradiava il suo viso. I suoi occhi mi studiavano dappertutto e potevo dire che era contento. Ho abbassato entrambe le mani e le ho appoggiate sulle cosce, poi ho cominciato a sollevare le ginocchia. In silenzio ho allargato oscenamente le cosce nel tentativo di trasmettere il mio invito. Lo volevo. Lui si è infilato tra le mie gambe in ginocchio. Si è sporto in avanti e, messe le mani di fianco alle mie spalle, ha iniziato ad abbassarsi lentamente e, così facendo, il suo cazzo ha toccato la mia figa quasi completamente rasata. La sua durezza mi stava trasmettendo calore e pulsava sulla mia apertura, mentre iniziava a lambirmi il collo con le labbra. Quel contatto, mi ha provocato un sussulto che non potevo controllare. Intensi brividi di piacere hanno percorso il mio corpo, ero pronta a prendere il suo cazzo quando si sarebbe deciso a darmelo. Invece di balzarmi addosso per un giro veloce, ha continuato a baciarmi il collo. Senza fretta, ha fatto scorrere il suo cazzo lungo il solco più che irrorato della mia figa, mentre le sue labbra mi procuravano brividi di piacere. La sua calma era la evidente dimostrazione di una notevole esperienza e mi ha convinto che ero fra le braccia di una persona che sicuramente desiderava donarmi tanto piacere, e per far questo avrebbe usato tutta la sua esperienza e delicatezza, che non avevo mai ricevuto da parte di mio marito. Ho allungato la mano per avvolgere le mie dita intorno alla sua asta e l'ho premuta contro la mia apertura. Tenendo ben stretto quel membro, mi stavo stuzzicando, facendolo scorrere lungo le labbra, fradice dei miei umori. Si è posizionato in modo che potessi godere della sua dotazione meravigliosa, passandola ripetutamente sulla mia affamata intimità. Poi, con estrema dolcezza, ha iniziato a scivolare dentro di me, con facilità. Lentamente e con molta delicatezza, continuava a sprofondare in me, avvolgendomi con amorevoli carezze. Quella lenta penetrazione, mi regalava sensazioni che non avevo mai provato prima. Non ero abituata a simili delicatezze, non le avevo mai ricevute in tanti anni di sesso fatto con Marco, che era stato il mio unico uomo fino a quel momento. I miei respiri sono diventati sempre più corti ed i suoi affondi sempre più decisi, scivolando dentro di me in maniera completa, fino a raggiungere il fondo, procurandomi, ogni volta, quella meravigliosa sensazione di pienezza che provavo nel sentire quello splendido membro, di ottime dimensioni, scorrere dentro di me, come una spada infuocata nel suo fodero. Molto accorto, ha studiato il mio corpo in modo da farmi provare il massimo del piacere. Mentre continuava a pomparmi con dolcezza, sempre più dentro, lo sentivo crescere quasi pronto ad esplodere dentro di me, ma, ogni volta che sembrava che stesse per raggiungere l'orgasmo e riversarmi dentro tutto il suo sperma, era in grado di controllarsi e ritardare il momento finale, cosa che non mi ha affatto deluso. Ho goduto ripetutamente, con una serie di orgasmi lenti, ma molto appaganti, che mi hanno stremato in maniera piacevole, in attesa di ricevere dentro di me il suo piacere. Egli, ad un tratto, ha cominciato a muoversi sempre più velocemente fino a quando ha eruttato come un idrante: sembrava non aver mai fine. Ho sentito dentro di me un’ondata di calore che ha invaso la mia vagina, procurandomi una sensazione di piacere che ha percorso tutto il mio corpo, facendomi gemere di un ennesimo orgasmo, mentre lui continuava a riversare dentro di me tutto il suo piacere. Entrambi respiravamo a fatica e gemevamo di soddisfazione. Quando ha finito di riempirmi, è stato allora che ha ripreso a baciarmi sul collo, mentre il suo cazzo duro era ancora dentro di me, come a non voler rinunciare a godere del mio corpo. Sono scivolata di lato e, spingendomi verso il basso, ho preso fra le labbra quella splendida mazza, che mi aveva fatto godere così intensamente e ho preso a leccare a succhiare, raccogliendo ogni singola goccia del nettare, sia mio che suo, di cui era ricoperta. Lui è rimasto in silenzio, assaporando il piacere che la mia bocca gli stava regalando, poi, quando l’ho infilato tutto in gola, il suo corpo si è teso di nuovo e, dopo averlo succhiato a lungo e constatato che era ancora bello duro, mi son staccata da lui e giratami di spalle, gli ho offerto anche una cosa che mio marito non ha mai tenuto nel giusto conto: il mio culetto.
«Ti prego, prendimi anche dietro, ma cerca di esser delicato, perché lì praticamente sono vergine. Quel fesso di mio marito ci si è provato solo una sera a mettermelo dentro, ma avendo sentito che provavo dolore, ha immediatamente desistito, lasciandomi con la voglia di provarlo anche dietro. Considera questo come un dono che ti voglio fare e che, spero, ti sia gradito.»
Lui mi ha abbracciato da dietro, ha continuato a baciarmi sul collo e poi lentamente è scivolato più in basso; la sua bocca si è incollata alla mia rosellina e la sua lingua si è insinuata dentro, leccandola, così da rendere quel foro più morbido, più rilassato e pronto a ricevere quella splendida mazza, che sicuramente mi avrebbe fatto male, ma anche riempita d’orgoglio per il fatto di poterlo accogliere tutto dentro. Dopo aver indugiato a lungo all'ingresso del mio culo, egli ha cominciato a spingere il suo splendido membro, dopo averlo lubrificato dentro la mia figa, affinché fosse impregnarlo degli umori che continuavano a sgorgare da essa e, man mano e con un movimento lento, ma deciso, ha iniziato a penetrare dentro di me. All’inizio pensavo che il mio culo non volesse cedere, ma, quando la punta è riuscita a vincere la resistenza dello sfintere, per un attimo, ho sentito dolore e, poi, di proposito ha spinto il mio corpo indietro, affinché la penetrazione fosse totale e completa. Lui non si è fatto cogliere impreparato e, sentendo il mio corpo in movimento, con un affondo secco e deciso è entrato tutto dentro di me. Per un momento mi è sembrato come se mi stessero spaccando in due, non tanto per il dolore, ma per quella sensazione di fastidio che stavo provando nel sentirlo dentro di me. Contemporaneamente la sua mano è scivolata fra le labbra della mia figa ed ha iniziato subito a masturbarmi intensamente, mentre il suo membro restava immobile, piantato dentro di me. Le sensazioni di piacere, che le sue dita mi davano davanti, hanno presto contribuito a lenire la sensazione di fastidio che provavo nel sentirlo tutto dentro nel culo e, di conseguenza, mi son accorta che ero io stessa a muovere il mio corpo avanti/indietro, dando ritmo all'inculata, mentre lui contribuiva a limarmi il buchetto, in maniera sempre più decisa e completa. È stato molto bello sentirmi squassare il culo da quella splendida mazza e, ad un certo punto, ho pure goduto quando lui, dopo avermi scopato a lungo, si è ben piantato dentro di me, riversandomi nell’intestino tutto ciò che era ancora rimasto, all’interno delle sue palle. Un’ondata di calore mi ha invaso le viscere, facendomi godere all’istante. Siamo rimasti a lungo distesi, poi, dopo essere scivolato fuori da me, ci siamo recati in bagno e, insieme, siamo entrati sotto la doccia per eliminare le tracce del nostro piacere. Nonostante avessi goduto ripetutamente, non riuscivo a staccarmi da quel corpo che mi aveva reso totalmente femmina, facendomi godere e provar brividi e sensazioni per me ancora sconosciuti. Mi sono ricomposta e rivestita, poi lui mi ha riaccompagnato a casa. Sdraiata nuda nel mio letto, ho ripensato alle emozioni provate e ancora sentivo, dentro di me, brividi di piacere che quell’uomo, per merito della sua esperienza, era stato capace di instillarmi. Dopo circa un’ora, quando stavo per addormentarmi, ho sentito rientrare mio marito che cercava, in qualche modo di spogliarsi, evitando di far rumore. Ho finto di dormire, poi, quando ho capito che si era addormentato, sono andata in bagno, perché avvertivo ancora colare il piacere di Paolo dalla mia vagina. Seduta sulla tazza, mi sono ancora accarezzato la figa e, ad occhi chiusi, ho ripercorso ancora i momenti di piacere che avevo vissuto con il mio primo amante. Il giorno successivo, come al solito, Marco si è alzato per andare in bici, e, stranamente, non ha voluto far sesso, anzi se ne è andato senza far rumore, e la cosa mi ha incuriosito; quando, per far la doccia, ho deposto i miei panni nella cesta di quelli sporchi, ho notato un dettaglio che, in un certo senso, ha fugato ogni mio dubbio sul fatto che mio marito potesse avere un’altra donna. La sua camicia, nell’angolo in basso, vicino all’ultimo bottone, era sporca di fondotinta e, forse, vi era anche qualche traccia di rossetto. Allora ho chiuso gli occhi, ho fatto un respiro profondo e, dentro di me, ho deciso che, da quel momento in poi, Paolo era stato il primo, ma non sarebbe stato l'unico dei miei amanti.
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Un sogno diventa realtà. seconda parte.
Lei torna vicino ai tavoli e si mette a raccogliere le nostre cose, essendo quasi ora di tornare, mentre io e lui, a turno, entriamo in macchina e ci liberiamo del costume bagnato, indossando di nuovo i nostri bermuda e maglietta. Mentre io e Bruno siamo soli, gli chiedo di raccontarmi la sua esperienza vissuta con sua moglie.
«È avvenuto casualmente. Come ricorderai, lei mi aiutava nella gestione della macelleria ed io, da tempo, avevo notato che mi piaceva molto quando vedevo qualche cliente ammirare le sue splendide forme, o fare qualche complimento o qualche velata proposta, quando sembrava che io non potessi sentire. Lei, in genere, li bloccava sul nascere e, in maniera sempre seria, lasciava intendere che non amava quelle avances. Poi, tre anni prima della sua morte, una sera che eravamo usciti a cena, siamo entrati in quel piccolo ristorante che c’è su in centro, quello che sta immediatamente dietro il Duomo. Quella sera Lucia era meravigliosa. Indossava un abito leggero che le modellava il corpo in maniera davvero sexy e provocante. Il suo seno era praticamente in bella mostra e le sue cosce, velate da calze sottili, erano quanto di più bello si potesse ammirare. Le sue labbra, ricoperte di rosso, erano un invito al bacio da parte di chiunque le stesse osservando. Appena entrati, ci siamo diretti al nostro tavolo e, per fare questo, abbiamo attraversato la piccola sala, dove vi erano solo una decina di tavoli. Il suo passaggio, il suo incedere sinuoso ed elegante, ha suscitato l’ammirazione dei presenti ed io, in quel momento, mi son sentito più che orgoglioso e veramente eccitato, per il fatto che tante persone stavano ammirando mia moglie. In quel momento, ho avuto una forte erezione che ho potuto mascherare solo sedendomi al tavolo. Appena seduti, si è avvicinato a noi il proprietario. Un uomo alto, sulla sessantina, completamente calvo, dallo sguardo carico di desiderio, che ha indugiato, per alcuni istanti, sul corpo di Lucia e poi, quasi ignorando la mia presenza, le si è rivolto, chiedendo cosa poteva servire a quella splendida signora. Dopo aver fatto le ordinazioni, è stato lui stesso a portare al tavolo le nostre pietanze e, per tutta la durata della cena, è stato sempre vicino a noi, continuando ad ammirare Lucia, che si sentiva notevolmente lusingata da tante attenzioni. Ero in uno stato confusionale incredibile, perché la cosa mi stava eccitando in maniera così forte che, ad un certo punto, ho deciso di alzarmi e di andare in bagno, perché dovevo masturbarmi: mi faceva male il cazzo, da quanto era in tiro. Appena giunto in bagno, mi sono toccato l’uccello e, immediatamente, un'abbondante sborrata è schizzata in ogni dove. Sono rimasto per un istante senza fiato per la forte eccitazione provata, ma, soprattutto, avevo ancora il cazzo in tiro, al pensiero che avevo lasciato mia moglie da sola, esposta alle attenzioni di quel porco, che per tutta la serata non aveva fatto altro che mangiarsela con gli occhi. Solo l’idea di loro due soli, mi faceva sentire l’uccello ancora in tiro e, dopo essermi dato una rinfrescata, sono uscito e, dal mio punto di vista, ho potuto ammirare che lui era seduto al mio posto e parlava e rideva con lei. Quando sono giunto di nuovo al tavolo, lui, alzatosi in piedi, si è rivolto a me per la prima volta, avendomi ignorato per tutto il resto della serata.
«La sua splendida signora mi ha detto che voi avete una rinomata macelleria e, poiché necessito, per il mio locale, di carne fresca tutti i giorni, vorrei passare da voi per verificare se la qualità della vostra carne rientra nei miei standard e, quindi, divenire vostro cliente.»
Inutile che stia a raccontarti il seguito della serata. Non ci ha fatto nemmeno pagare il conto e, una volta giunti a casa, ho scopato Lucia con una furia tale che lei stessa è rimasta stupita dalla passione esternata. Dopo averla fatta godere tantissimo ed esser venuto dentro di lei, siamo rimasti a lungo abbracciati. Nel silenzio della nostra camera, lei mi ha chiesto se la mia eccitazione era stata provocata dai complimenti che Pietro, il proprietario del ristorante, le aveva fatto. Dopo un lungo istante ed una profonda riflessione, le ho confidato tutte le mie impressioni, le mie sensazioni, insomma tutto ciò che avevo provato nel vederla corteggiata da un altro. Anche lei mi ha confessato di essersi, per la prima volta, sentita lusingata dalle attenzioni di quell’uomo, che l’aveva colpita per il suo carisma, la forte personalità e determinazione, al punto da riuscire ad intrigarla. Entrambi abbiamo convenuto che, sicuramente, lui non si sarebbe fermato ai soli complimenti e, infatti, il giorno dopo la fatidica cena, Pietro si è presentato nel negozio ed ha voluto vedere quali erano i migliori tagli di carne che avevo in laboratorio. Io ero impegnato con una cliente e, dopo aver dato un’occhiata d’intesa a Lucia, l’ho pregata di accompagnarlo nel retrobottega, dove vi era sia la cella frigorifera, che il mio laboratorio. Ero eccitato al massimo al solo pensiero di loro due da soli dentro quel locale, fuori dalla mia vista. Appena uscita la cliente, ho chiuso la porta del negozio e sono entrato nel laboratorio; lo spettacolo che mi sono trovato davanti, era esattamente quello che stavo immaginando: lui in piedi, con il cazzo di fuori e lei, inginocchiata davanti a lui, che glielo succhiava con ingordigia. Il mio sopraggiungere non ha per niente interrotto quello che lei gli stava facendo, anzi, lui, con un gesto della mano, mi ha invitato ad avvicinarmi.
«Fantastica! Questa donna è veramente strabiliante! Ho desiderato il suo corpo dal primo istante che l'ho vista ed ora me lo sta succhiando in maniera divina.»
Ho aperto il mio grembiule e, tirato fuori il mio cazzo durissimo, ho iniziato a segarmi lentamente, mentre osservavo quella scena sconvolgente: non avrei mai potuto immaginare che fosse possibile quanto ora si svolgeva sotto i miei occhi; eppure, a vederla realizzata nei fatti, mi stava veramente facendo impazzire di piacere. Lui le teneva una mano sulla testa e, con un movimento lento, le dettava il ritmo della pompa. Spingeva il suo cazzo tutto dentro la bocca di Lucia, che lo ingoiava e restava, per qualche istante, con quel membro ben piantato nella gola. Pietro non aveva una super dotazione, anzi direi che, quanto a dimensioni, il suo era, forse, più spesso del mio, ma, sicuramente, meno lungo e, ciononostante, sembrava far impazzire mia moglie, che se lo gustava in bocca con grande impegno. Poi, ad un tratto, l'ha fatta sollevare, si è abbassato e, con un semplice gesto, le ha sfilato le mutandine, poi, con una mano, le ha accarezzato le cosce e, una volta giunto alla fica, ha iniziato a masturbarla. Lei si contorceva dal piacere che stava provando.
«Meraviglioso! Questa troia è già bagnata fradicia!»
Ad un tratto, ho visto sul volto di Lucia una smorfia di piacere: stava godendo! Un orgasmo improvviso la stava facendo tremare tutta. Lui ha continuato ancora un po’ a masturbarla, poi, ad un tratto, l'ha fatta girare e appoggiare al tavolo posto dietro di lei; le ha sollevato la gonna sulla schiena e, con una mano, le ha avvicinato la punta del cazzo fra le labbra fradice della fica; poi, dopo averle fatto divaricare le gambe, con un affondo deciso, le è entrato tutto dentro, fin in fondo. Ho visto Lucia inarcare la schiena, voltarsi verso di me e spalancare la bocca senza emettere alcun grido, ma anzi un sospiro di soddisfazione; poi ebbe ad abbassare la testa in avanti e, con lui che la teneva stretta per i fianchi, la vidi aggrapparsi con le mani ai lati del tavolo, per reggere l’impeto della monta cui era sottoposta. Ad ogni affondo, vedevo il suo corpo letteralmente sollevato da terra; lui la pompava con forza, ma con una cadenza non troppo veloce, dandole modo di assaporare sia il piacere di sentirsi riempita, che quello di sentire un membro diverso dal mio entrare dentro di lei. Ero immobile, come inebetito a quella scena altamente erotica che, in maniera così repentina, aveva stravolto il nostro rapporto; mi sentivo travolto da un misto di dolore/piacere, gelosia/orgoglio, nel vedere la mia donna montata come una vacca. Lui la scopava con un vigore inaudito e le assestava delle sonore sculacciate sulle candide chiappe. Dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi ha guardato e, con tono deciso, mi ha intimato un ordine preciso.
«Avvicinati! Sdraiati in mezzo alle nostre gambe, così potrai assistere in posizione privilegiata, come monto questa splendida vacca. È meravigliosa! La sua fica stretta mi sta facendo impazzire; il piacere che sento scorrere lungo il suo corpo, mi eccita ancor di più. Sdraiati sotto e apri bene la bocca, perché le voglio inondare l’utero con il mio sperma, per poi vederlo colare dalla sua fica nella tua bocca.»
Credimi, amico mio, a sentire quelle parole, sono rimasto letteralmente sconvolto. Ero stordito, inerme, incapace anche di visualizzare mentalmente ciò che mi stava chiedendo. Come un automa, mi sono disteso sotto di loro ed ho infilato la testa fra le loro cosce. Effettivamente aveva ragione lui; vedere quel membro che entrava e usciva, slabbrando la fica di mia moglie, era uno spettacolo da infarto! Mi faceva impazzire vederla posseduta con forza e sentirla gemere di piacere, nel sentirsi posseduta da quel maschio taurino; il tutto era qualcosa che sconvolgeva la mia mente. Ad un tratto, lui ha iniziato a pomparla più velocemente, per poi rimanere immobile con metà membro piantato dentro di lei. Ho visto delle contrazioni percorrere tutta l’asta, indice che le stava inoculando in fica tutta la sua sborra. Ammetto che, in quel momento, dentro di me, ho provato un forte brivido di paura: me la stava ingravidando?! Non ricordavo se Lucia aveva ricominciato a far uso di anticoncezionali, dopo che, una volta l’anno, per un mese, sospendeva la pillola. Questo brivido di paura, che avrebbe dovuto far inorridire la mia mente, in realtà mi ebbe a procurare un piacere simile a un orgasmo molto forte, intenso, al punto tale da realizzare che, anche se fosse stata ingravidata, non me ne sarei preoccupato più di tanto. Per un lungo istante, lui è rimasto immobile dentro di lei, poi si è abbassato e le ha sussurrato qualcosa che non ho capito, ma, appena si è sfilato, è stato ben chiaro ciò che le aveva ordinato: si doveva girare e far combaciare la fica con la mia bocca, in modo che il suo seme sarebbe sgorgato dal suo ventre per finire direttamente nella mia bocca. Lei ha puntualmente eseguito e, dentro di me, ero quasi inorridito all’idea di dover leccare la sborra di un altro uomo, però, nello stesso tempo, quando ha sentito quella crema bianca riempire la mia bocca ed assaggiare quel sapore dolciastro, ogni dubbio è scomparso ed ho iniziato a leccare e succhiare il sesso di mia moglie per raccogliere ogni singola goccia. Lei, intanto, si prendeva cura di quel cazzo che l’aveva fatta godere moltissimo, e lo stava leccando e ripulendo, mentre lui, compiaciuto, le esternava tutto il suo piacere.
«Magnifica! Mi stai leccando in una maniera sublime! Sei una meravigliosa succhiacazzi! Una vacca straordinaria!»
Poi, quando lei ha lucidato perfettamente quel membro che ora stava perdendo consistenza, mentre io continuavo imperterrito a dissetarmi a quella fonte, lui, dalla tasca ha estratto un piccolo foglietto e, appoggiatolo sul tavolo, ha dettato le sue condizioni.
«Qui c’è l’ordinativo della carne che voglio per il mio ristorante da cucinare questa sera: l'aspetto per le 18:00; manda lei.»
Poi, senza aggiungere altro, se n’è andò e lei, lentamente, si è sollevata dalla mia faccia e, appoggiatasi al tavolo, teneva la testa bassa, con l’aria un po’ mesta. Io mi sono alzato e l’ho guardata dritta in faccia, mentre lei cercava di sfuggire al mio sguardo inquisitorio.
«Perdonami! Non riesco a capire cosa mi sia successo! Non sono riuscita a resistere alla sua forte personalità e, quando mi ha baciato e messo le mani fra le cosce, non ho capito più niente. Mi sono abbassata ed il resto lo hai visto. Sono dispiaciuta perché ti ho, indegnamente, tradito e, se per questo non mi vuoi più, posso anche andarmene via.»
L’ho guardata dritta negli occhi e lei, in silenzio, aspettava la mia risposta, che è arrivata in maniera del tutto inattesa. Senza dir niente, l’ho sollevata di peso e l'ho messa seduta sul tavolo; le ho allargato le cosce ed ho appoggiato il mio cazzo su quella fica ancora fradicia dei suoi umori e della sborra che continuava a colare e, con un affondo deciso, le sono entrato tutto dentro ed ho cominciato a scoparla come un pazzo, mentre lei mi guardava con occhi carichi di lacrime di gioia, mentre io la scopavo sempre più forte.
«Ti amo! Non mi hai tradito! Non so come spiegartelo, ma era una cosa che, dentro di me, desideravo da tempo. Lo so che sono un pazzo, ma ti amo, e vederti godere fra le sue braccia, mi ha reso ancor più schiavo del mio amore per te; sono certamente impazzito di gioia, quando ti ho visto godere. Ho solo titubato quando lui ti è venuto dentro, pensando che poteva ingravidarti.»
Ero così eccitato, che mi sono bastati pochi colpi per riversare nel suo ventre tutto il mio piacere, intanto che lei, stringendomi con le gambe annodate dietro la schiena, mi ha impedito di uscir da lei.
«Amore mio, pazzo, non sono incinta; hai dimenticato che già da una settimana ho ricominciato a prendere la pillola! In ogni caso, non avevo, in quel momento, pensato a questa eventualità ed ora che mi ci fai pensare, avverto un brivido lungo la schiena che non so spiegare se di piacere o di paura, ma sicuramente sconvolge tutta me stessa.»
Puntuale, all’ora stabilita, lei è andata a consegnare la carne ordinata e lui l’ha scopata di nuovo, sulla scrivania del suo ufficio. Quando è tornata, dopo un’ora, stavo servendo dei clienti e, quando l’ha vista ritornare in negozio, aveva un aspetto radioso e quella sera, a letto, abbiamo di nuovo scopato. Da quel giorno, per tre anni, lui è diventato l'amante fisso di mia moglie. Era una persona molto educata, gentile, che la riempiva di mille attenzioni e, anche se la scopava ripetutamente, non mi ha mai estromesso dal piacere di godere con mia moglie. Anzi, spesso e volentieri, chiedeva la mia partecipazione, per aumentare ancor di più il suo piacere. Ripetutamente l'abbiamo posseduta anche in doppia e lei sembrava diventata ancor più bella e radiosa. Abbiamo anche fatto delle vacanze insieme e, in quelle occasioni, erano loro la coppia, mentre io assumevo il ruolo di singolo. In certe particolari occasioni, lui era libero di gestire Lucia a suo piacimento e, credimi, le ha fatto vivere delle esperienze meravigliose. Le ha insegnato a star nuda su delle spiagge, dove era permesso farlo, ad esibirsi, ad indossare indumenti molto succinti che nulla lasciavano all’immaginazione e io, che li osservavo a debita distanza, era fiero ed orgoglioso che quella splendida femmina era mia moglie e poi, la sera, organizzavano di andare in locali, dove lui la faceva scopare da altri uomini. In ogni caso, lei era felice e anch’io ero contento nel vederla così soddisfatta in questa nuova condizione. Poi, al ritorno dalle vacanze, lei ritornava ad essere la moglie tranquilla che tutti conoscevate e, solo una volta, proprio tua moglie, è stata lì per scoprire che, fra lei e Pietro, vi era una tresca. Infatti, una delle tante volte in cui Pietro veniva al mattino ad ordinare la carne, per poi ritirarsi con lei nel laboratorio per scoparla, è entrata tua moglie e, mentre la servivo, cercavo di far quanto più rumore possibile, per coprire i gemiti di piacere che provenivano da oltre la porta, dietro di me. Quando è uscita, ho notato che ha indugiato ancora un po’, prima di allontanarsi dal negozio, e non son sicuro che non abbia visto Pietro uscire dal negozio subito dopo. In ogni caso, non ne ha mai fatto menzione con Lucia e nemmeno con me. Sono stati tre anni meravigliosi e, quando lei è morta, anche lui ne ha sofferto tantissimo e credo che tu te lo ricordi bene, perché al funerale era al mio fianco ed era straziato dal dolore, come me. Dopo la sua morte, Pietro veniva ogni giorno in negozio e, mentre parlavamo di lei, ebbe a confessarmi che si era veramente innamorato di Lucia, ma, conoscendo la sua spontaneità, non avrebbe mai fatto nulla per portarla via da me, in quanto era fortemente convinto che l’amore che lei nutriva per me, era qualcosa di diverso dal piacere del sesso che provava con lui. Anche con lui il destino è stato cattivo. Ricorderai quella rapina andata male all’ufficio postale, dove lui fu ucciso, con un colpo al cuore, proprio mentre stava entrando ed i banditi uscivano.»
Guardo il mio amico ed i suoi occhi sono carichi di lacrime, ma la voce di mia moglie che ci chiama per raccogliere le nostre cose, ci fa interrompere il discorso ed insieme la raggiungiamo. Anche gli altri stanno raccogliendo ciascuno le proprie cose, perché era ora di tornare in paese. Non tanto perché fosse tardi, ma per il semplice fatto che, questa sera, in paese, ci sarà festa grande, con musica e balli, e si concluderà con uno spettacolo pirotecnico, che si annuncia da non perdere. Raccogliamo in fretta tutte le nostre cose e salutiamo gli altri che, alla spicciolata, se ne vanno. Alla fine restiamo solo noi tre e, mentre io e mia moglie portiamo le nostre due ceste in macchina, Bruno si occupa di controllare che la cenere sia spenta e che tutto sia lasciato pulito, come lo avevamo trovato. Mentre raggiungiamo la macchina, mia moglie mi guarda e mi chiede cosa avevo da chiacchierare tanto con Bruno. Le spiego a grandi linee che stavamo parlando di Lucia, di quanto fossero innamorati e di che splendida coppia erano, insieme. Lei mi guarda e scuote un po’ il capo, poi, con un tono di rammarico, pronuncia delle parole che mi lasciano un po’ stupito.
«Lucia era una mia amica, era una persona che amavo moltissimo, anche se, ho avuto l’impressione che tradisse Bruno.»
Intuisco che il suo riferimento è basato su quanto accennato da Bruno e, quindi, decido di passare al contrattacco.
«Sei sicura che lo tradiva? Che cosa significa tradire? Forse fare una cosa all’insaputa dell’altro? Chi ti dice che, invece, lui non ne fosse al corrente? O, meglio ancora, sei sicura che lui non fosse complice di lei, in quello che tu ritieni sia stato un tradimento?»
Lei mi guarda, il suo viso si illumina come se tutto d'un tratto, le fosse stata chiara una cosa che probabilmente sospettava o immaginava e, quando sta per ribattere qualcosa, l’arrivo di Bruno le tappa la bocca. Saliti in auto, lei si siede immediatamente dietro di me, mentre Bruno è al mio fianco e mentre stiamo tornando, ricordiamo quante belle feste abbiamo trascorso assieme lì, sulle sponde del lago e, dopo un primo momento, noto che lei si sposta al centro del sedile posteriore e, quando Bruno si gira per parlare con lei, ho come l’impressione che le sue cosce si aprano e, non avendo nessun tipo di intimo, è chiaro che a lui si rivela una splendida visione: quel meraviglioso triangolino di peli che c’è sulla fica di mia moglie. I nostri sguardi si incrociano più volte nello specchietto e i suoi occhi sembrano maliziosi, quasi a volermi far intendere qualcosa, senza parlare e, anch’io, qualche volta mi giro verso di lei e, in quel momento, lei stringe le cosce, quasi ad impedirmi di vedere ciò che mostra a lui. La cosa però che, per noi due davanti, è evidente, è il fatto che entrambi abbiamo il pacco gonfio, che preme sotto la stoffa dei nostri pantaloni. Giunti a casa, sono molto eccitato e vorrei scoparla, ma la presenza dei nostri figli, nuore ed altro, ce lo impediscono, quindi, una volta fatta una rapida doccia e cambiati gli indumenti, ci avviamo tutti alla festa. Giuliana indossa una gonna che le arriva al ginocchio e, sopra, una camicetta un po’ trasparente, da cui si indovina il bianco del reggiseno che fascia le sue splendide mammelle; un paio di sandali con il tacco abbastanza alto, che servono ad inarcarle lo splendido culo, rendono il suo incedere molto sensuale. Raggiunta la piazza del paese, ci ricongiungiamo a lui, che ci aspetta seduto ad un piccolo tavolo e, mentre i figli e mia moglie, partecipano ad uno dei tanti balli di gruppo, noi due ce ne stiamo seduti a sorseggiare del buon vino. Vedo con piacere che anche lui, come me, non ama i balli di gruppo, ma il suo sguardo continua a seguire mia moglie in tutte le sue evoluzioni e, quando tornano al tavolo per sorseggiare un po’ di vino, l’orchestra sul palco intona un valzer e mia moglie mi prende per mano ed insieme andiamo a ballare. La stringo a me e la faccio volteggiare, mentre mi inebrio dei suoi occhi allegri e della sua felicità, stampata sul volto. Finito il ballo, ce ne torniamo al tavolo e, dopo qualche minuto, l’orchestra inizia a suonare un tango e, poiché Bruno e sua moglie erano veramente molto bravi in quel ballo, quando mia moglie mi chiede di ballare di nuovo, io mi volto e le propongo di farlo con l'amico, che prontamente si alza in piedi, la prende per mano ed insieme vanno in pista. Nell’alzarsi in piedi, ho notato che anche lui era, come me, eccitato ed ora, l’idea che il corpo di Giuliana si struscia contro il membro di lui, mi fa eccitare ancor di più. Li osservo ballare e noto, con estremo piacere, che non si sprecano continui contatti, più o meno voluti, durante i quali, sicuramente, lui ha avuto modo di far sentire la sua vigoria premere fra le cosce di lei. Dopo quel ballo, riprendono i soliti balli di gruppo e, per un po’, ce ne stiamo seduti, a ridere e scherzare con qualche amico che passa, poi, ad un tratto, dopo aver consultato l’orologio, Bruno ci prende per mano e ci invita a seguirlo. Percorriamo metà della via principale e poi, raggiunto un piccolo vicolo, entriamo dentro un portone e saliamo al terzo piano, dove è posta l’abitazione del nostro amico. Una volta entrati, da una scala a chiocciola, raggiungiamo la mansarda e da lì, affacciati ad un finestrone, ci troviamo su un piccolo terrazzo ricavato nel tetto, da cui si vede tutta la città e, poco dopo, cominciano i fuochi d’artificio che possiamo ammirare da questa posizione senz'altro privilegiata. Restiamo tutti e tre appoggiati al piccolo moretto, con lei in mezzo a noi due, mentre io sono eccitato da morire e, ad un tratto, mi sposto leggermente dietro di lei, le stringo le braccia, i fianchi e, con la punta delle labbra, le bacio il collo, dietro la nuca. Lei emette un profondo respiro, spinge indietro il bacino ed il suo culo aderisce perfettamente al mio cazzo, che si insinua fra le sue chiappe. Conosco mia moglie e so che baciarla sul collo la fa letteralmente illanguidire ed io voglio che proprio questo si verifichi. Sollevo leggermente le mani ed afferro i suoi splendidi seni, inizio a massaggiarli, a strizzare i capezzoli. Da sopra la stoffa, li sento duri e gonfi, mentre il cielo viene rischiarato dai fuochi d’artificio. In quello stesso momento, dentro di noi, stanno esplodendo altri fuochi, ancor più esplosivi. Faccio scivolare una mano in basso e le accarezzo la fica da sopra la stoffa della gonna, poi volto lo sguardo e vedo Bruno che si accarezza il pacco, vicino a noi, mentre ci osserva estasiato. Con un gesto del capo e con un dito, gli indico i bottoni della camicetta e lui, intuito il mio desiderio, si avvicina, allunga una mano ed inizia a slacciare, uno dopo l’altro, lentamente, i quattro bottoni che la tengono chiusa. Giuliana manda la testa all’indietro e l’appoggia alla mia spalla, mentre tiene gli occhi chiusi; il suo respiro è sempre più affannato. Quando lui ha aperto l’ultimo bottone, immediatamente le mie mani si insinuano sotto il reggiseno e, con un gesto naturale, lo sollevo verso l’altro, liberando quelle splendide mammelle. Lui mi guarda e io, con un cenno d’assenso, lo invito ad accarezzare quella meraviglia della natura. Quando le sue mani toccano i capezzoli di mia moglie, sento che il suo corpo viene percorso da un brivido e, nel contempo, dentro di me, una forte eccitazione mi fa fremere dalla testa ai piedi. Bruno, dopo aver strizzato, accarezzato e torturato i capezzoli con i pollici, si abbassa e, con la bocca, si impossessa di uno di essi, succhiandolo con forza, mentre lei ora geme e, in uno sprazzo di pudore, cerca di fermarci.
«No, ragazzi, fermi! Che cosa mi state facendo? Vi prego, fermatevi, altrimenti non so dove tutto questo possa condurci.»
Il tono della sua voce è però rotto dall’emozione e nessuno dei due si ferma, anzi, lui si inginocchia davanti a lei e allunga le mani lungo le sue cosce e, con un gesto rapido. le sfila le mutandine, poi, con una mano, risale e le accarezza la fica, mentre io, dopo aver aperto la patta dei pantaloni e tirato fuori il cazzo, così duro da farmi male, la faccio piegare verso di me e glielo infilo in bocca. Mi appoggia al muretto e inizia a infilarsi il mio cazzo giù per la gola, mentre lui, dopo averle fatto divaricare le gambe, infila la testa da dietro e comincia a leccarle la fica. Deve fare un buon lavoro, perché, ad un certo punto, lei si blocca e il suo corpo comincia a tremare, scosso da brividi di piacere. Si sfila il cazzo dalla bocca e, con un lungo gemito, cerca ancora disperatamente, ma con minor convinzione, di fermarci.
«No! Così no, ti prego! Così mi fai venire! Vengo!»
Le rimetto il cazzo in bocca e, con una mano, le tengo ferma la testa, mentre comincio a muovere il bacino avanti/indietro, scopandole la bocca. Bruno solleva lo sguardo dopo averla sentita godere e, incrociato il mio, riceve, a mezzo di un cenno del capo, la mia intenzione a vederla scopata. Lui allora si solleva e, tirata su la gonna, appoggia la sua cappella fra le labbra della fica di mia moglie e, dopo averla afferrata per i fianchi, glielo spinge tutto dentro. L'affondo è così deciso da spingerla ad ingoiare tutto il mio cazzo, fino a sbattere, con la testa, contro il mio inguine, poi solleva le mani e, appoggiatasi a me, cerca in qualche modo di resistere all’impeto di quella monta. È un toro scatenato quello che la sta scopando, mentre lei inizia a vibrare, vicina a godere di un secondo orgasmo, mentre lui le urla tutto il suo piacere.
«Finalmente! È una vita che desideravo questo momento! Non sai quante volte, insieme a Lucia, abbiamo desiderato avervi nel nostro letto, ma lei diceva che tu non avresti mai ha accettato. Ma ora, finalmente, posso godermi questa tua fica, che è cosi bollente da invogliarmi scoparti fino allo sfinimento.»
Le assesta dei colpi tremendi che la fanno tremare tutta e poi, dopo che lei esterna il sopraggiungere di un ennesimo orgasmo, lui mi guarda, si sfila e mi invita a fare a cambio, perché vuole gustare anche il piacere della sua bocca. Mi posiziono dietro mia moglie e la penetro anch’io con un solo affondo. La trovo calda, bagnata, ben aperta e, soprattutto, desiderosa di godere. La scopo con forza, le sbatto il mio cazzo dentro come un toro scatenato, mentre lui le tiene la testa ferma e la scopa in bocca. La cosa è talmente eccitante che, ben presto, siamo prossimi all’orgasmo; intanto lei freme per l’ennesima volta mentre si abbandona ad un orgasmo tanto devastante da farle venir meno le gambe, al punto da doverla sorreggere. Nell’istante in cui in cielo esplodono i fuochi d’artificio per il gran finale, io, con un urlo che non ha niente di umano, mi svuoto dentro di lei. Dopo averla riempita di una colossale sborrata, invito l'amico a prendere il mio posto. Ci scambiamo di nuovo la posizione e, mentre Giuliana mi lecca e ripulisce il cazzo, lui si pianta di nuovo dentro di lei e la scopa con forza e ritmo tale finché anche lui non lui le riversa dentro tutto il suo piacere. Restiamo tutti e tre appoggiati al muro della terrazza, sfiniti, ma appagati. La prima a reagire è proprio mia moglie che raccolte le sue mutandine, si gira e ci guarda con occhi carichi di rimprovero, poi rientra in casa e, in qualche modo, si pulisce, cosa che facciamo anche noi, poi salutiamo Bruno e ce ne andiamo. Appena in strada, lei si gira verso di me e, con tono serio, mi parla piuttosto determinata.
«Spero che sarai soddisfatto: hai avuto quello che volevi; quindi accontentati e non tirare troppo la corda.»
La guardo, la bacio, la stringo a me, e sento che anche lei è rimasta soddisfatta. Sono contento che abbia partecipato volontariamente al gioco e, anche se ora, da appagata, si mostra restia ad approfondire il discorso, in realtà ha solo detto di non tirare troppo la corda, facendomi sperare che, in futuro, ci sarà ancora tanto da scrivere.
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3 years ago
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Un sogno diventato realtà. prima parte.
Mi chiamo Alfredo e ho 57, sono sposato con Giuliana che di anni ne ha 53. Sono di media statura, e oggi ho i capelli quasi tutti bianchi, mentre Giuliana, è una donna dall’aspetto tipico mediterranea. Alle forme leggermente arrotondate, ma non è affatto grassa, anzi, il suo corpo è bello e tonico. Il seno però, è decisamente fuori dal comune; una quinta piena. Siamo una coppia, con sani principi, come ce ne sono tante nel nostro paese, ci, siamo fidanzati molto giovani e sposati, molto giovani, e io per lei sono stato l'unico uomo, con il quale ha conosciuto l’amore, e il sesso. Io ho avuto qualche storia prima è dopo il matrimonio, grazie anche al fatto che faccio lavoro che a volte mi porta a passare delle notti fuori casa, mentre lei, si è occupata di far crescere i nostri figli dedicando tutto il suo tempo alla famiglia. Poi un giorno, ti ritrovi sulla soglia dei cinquant’anni, e con i figli grandi, questa rinnovata libertà, questo tempo da dedicare a noi, ti fa riscoprire il piacere del sesso fatto con la donna con cui vivi da sempre. In effetti, lei ha sempre soddisfatto ogni mio desiderio, assaporando come il piacere del sesso in tutte le sue forme. Col tempo è diventata molto brava nel succhiare il cazzo, e di ingoiare il piacere che le riverso in bocca. Dopo che con calma, l’ho sverginata, ha sempre goduto e trovato molto piacere nel godere con il mio cazzo. Anche nel rapporto anale, venuto in un secondo tempo, le ha procurato molto piacere anche questo modo diverso di fare sesso. Poi una sera mentre ero fuori città per lavoro, sono uscito dall’albergo situato vicino alla stazione centrale, percorrendo la via alla ricerca di un posto dove consumare un pasto. Entrato in un piccolo ristorante, mi sono seduto vicino alla vetrata da cui si vedeva la via, e mentre consumavo una bistecca con un contorno di insalata, fuori era già scesa la notte, essendo quasi alla fine di novembre, quando la mia attenzione è stata attratta da una insegna che era stata accesa dall’altro lato della strada, in un piccolo vicolo quasi invisibile fra due enormi palazzi. Nulla di particolare, se non il fatto che l’insegna vi era scritto: sexy shop. Da tempo, nella mia mente aveva preso forma una strana fantasia dovuta ad un fatto avvenuto in maniera quasi casuale, ma che aveva suscitato il mio interesse. Una sera casualmente, mentre la stavo scopando sdraiato di lato e ho messo un dito in bocca, e lei lo ha succhiato come se stesse succhiando un altro cazzo. Probabilmente nessuno di noi due in quel momento ha dato tanta importanza quel gesto, mentre io nella mia mente ogni volta che ripensavo a quel semplice gesto, sentivo sempre più forte la mia eccitazione e di conseguenza la scopavo con più impeto e passione. Quel gesto apparentemente semplice, mi ha in qualche modo eccitato perché per un attimo, quel dito era diventato nella mia mente un altro membro che la stava scopando in bocca. Ricordo di aver goduto nell’istante stesso in cui lei continuando succhiare il mio dito, ha avuto un orgasmo molto forte, sicuramente più intenso degli altri fino ad ora provati e questo ha provocato in me un forte piacere e le ho inondato il ventre con il mio seme, in maniera abbondante e copiosa. Così nel vedere quel insegna dentro di me ha preso forma l’idea di visitare quel luogo dove non era mai stato. Entrando, ho trovato un uomo sulla quarantina, che dopo avermi accolto con un sorriso, mi ha chiesto se avevo particolari richieste da soddisfare. Io semplicemente risposto che volevo fare un giro per farmi un’idea di quello che volevo eventualmente comprare. Ho indugiato a lungo fra gli scaffali e le vetrine, osservando tante cose di cui nemmeno sapevo l’esistenza, e alla fine nella mia incertezza più totale, ho deciso di acquistare un semplice vibratore, abbastanza realistico, che nelle mie intenzioni era destinato a stimolare ancora di più la mia compagna. La sera dopo, quando ci stavamo accingendo ad andare a letto, le ho mostrato il pacchetto anonimo che conteneva appunto questo strumento. Lei lo ha aperto con curioso interesse, e quando si è resa conto che era un semplice vibratore, la sua reazione è stata quanto di più sconvolgente mi sarei mai aspettato di sentire dalla sua bocca.
«Con questo che devo fare! Almeno portalo in carne e ossa!»
Nel sentire le sue parole, mi sono eccitato tanto è da allora è nata questa fantasia di farla godere, con un altro uomo. Nei giorni a seguire, ho continuato immaginare mia moglie stretta fra le braccia di un altro maschio, e questo mi ha provocato sempre delle forti erezioni, e in ogni occasione, l’ho scopata sempre intensamente, e a lei questo non è passato inosservato.
«Non riesco capire cosa ti stia succedendo, ma da qualche tempo, ti sento sempre eccitato e voglioso. Spero che tu non sia ricorso a delle pasticche blu di cui ho sentito parlare che sicuramente te lo faranno tirare tanto, ma di sicuro sono dannose per la tua salute. Io sono felice del fatto che tu desideri il mio corpo, ma non voglio per questo vederti stare male.»
Le ho garantito che non era assolutamente dovuto al fatto che mi stavo impasticcando di viagra, ma ad una certa idea che mi stava frullando per la mente da un po’ di tempo. Lei mi ha guardato sorridendo, e mi ha chiesto cosa fosse di tanto sconvolgente da eccitarmi così in maniera continua. In quel momento non mi sono sentito pronto ad esporre la mia idea, ma dentro di me ho cominciato ad elaborare un piano per convincere mia moglie a lasciarsi andare con un altro uomo. All’inizio ho cominciato a metterle di nuovo il dito in bocca, quando la scopavo con veemenza e lei questo lo ha subito accettato senza nessun problema. La fase successiva, è stato aggiungere il vibratore, e anche se lei all’inizio non ha voluto inserirlo dentro la vagina, io l’ho usato per stimolare il suo clitoride e farla godere così tanto fin quando stremata dal piacere, non ha accettato di sentirlo vibrare dentro di sé. Il piacere che ne è derivato è stato molto forte, e questo mi ha fatto sperare che piano piano sarei riuscito a farle cambiare idea. Muovendomi con calma e senza fretta, durante una delle nostre scopate più belle, le ho chiesto se in vita sua aveva mai desiderato tradirmi. Lei mi ha guardato molto stupita, mi ha detto che non aveva nessun desiderio di tradire la mia fiducia, il mio amore, e soprattutto nessuna voglia di trovare un altro cazzo in quanto con il mio si divertiva in maniera molto soddisfacente. Ho capito che se continuavo un discorso così frontale, non sarei arrivato nulla così ho deciso di aggirare l’ostacolo e una delle tante volte in cui la stava scopando, quando le ho messo il dito in bocca le ho sussurrato all’orecchio di immaginare che fosse un altro cazzo. La sua reazione è stata esattamente quello che mi aspettavo.
«Ma tu sei pazzo! Tu sei scemo fino nel profondo del tuo cervello! Perché dovrei avere un altro cazzo mentre sto godendo con il tuo?»
Io l’ho tranquillizzata continuando a scoparla lentamente, e poi con voce calma le ho spiegato la mia idea.
«Stai tranquilla! Calma, perché non ho nessuna intenzione di discutere con te, ma faccio notare che ti ho semplicemente chiesto di immaginare un altro cazzo nella tua bocca. Non ti ho chiesto di prendere un altro cazzo nella sua bocca, ma soltanto di immaginare che vi fosse. Ormai io e te facciamo sesso da tanti anni, e quindi un po’ di fantasia non fa altro che spezzare un po’ la routine del nostro rapporto. Non c’è niente di male a giocare con la fantasia, ed è questo che da un po’ di tempo mi fa tirare il cazzo, così tanto che anche a te mi è sembrato la cosa non dispiace.»
Lei è rimasta un attimo perplessa, poi dopo aver avuto da me la conferma che era solo fantasia, mi ha detto che in fondo la cosa la stuzzicava abbastanza, e se questo era il motivo per cui il mio cazzo era perennemente in tiro non le dispiaceva affatto assecondare queste mie pazze fantasie. È stato un punto di svolta importante, perché da quel momento, ho cominciato a sussurrarle ogni volta di immaginare una situazione sempre più coinvolgente, cercando in tanti modi di stimolare anche la sua fantasia chiedendo lei quali fossero i suoi desideri più nascosti, le sue fantasie, le cose che la facevano eccitare in maniera diversa da tutto quello che era stato fino a quel momento il nostro rapporto. All’inizio è stata molto titubante, ma dietro la mia costante insistenza, alla fine sono riuscito a farla sciogliere e lentamente, anche se all’inizio provava molto imbarazzo, sono riuscito a farle dire quanto le piaceva immaginare un altro cazzo dentro di sé. Sentirla dire che le sarebbe piaciuto succhiare un altro cazzo, mi ha fatto quasi sborrare all’istante. Cercare di realizzare questa fantasia a questo punto mi sembrava non più impossibile, ma dovevo trovare il modo, e soprattutto la persona giusta affinché questo potesse avvenire, e rendere la cosa assolutamente indimenticabile per lei. All’inizio ho cercato qualcuno di cui potermi fidare, ma ben presto mi sono reso conto che questa era la strada sbagliata. Ho cambiato tattica, e così mentre la scopavo pompandola lentamente, le ho chiesto di chiudere gli occhi, e di immaginare, una persona, anche un conoscente, un amico, o qualcuno che lei intrigava particolarmente e che le sarebbe piaciuto avere in quel momento nel nostro letto. Ovvio, le prime volte lei ha cercato in tutti modi di sviare la risposta.
«Non ti sto chiedendo di averlo realmente nel nostro letto, ma di immaginare come se ci fosse. Se mi dici chi ti piacerebbe fosse qui, renderebbe l’immagine e la fantasia molto più realistica anche a me, e questo non fa altro che accrescere la nostra eccitazione.»
A seguito di questa spiegazione, lentamente lei ha cominciato, all’inizio in maniera molto titubante a dire che vi era una persona che particolarmente stimolava in qualche modo la sua fantasia. Ho cercato di capire chi fosse, poi alla fine la sua risposta mi ha lasciato alquanto stupito.
«Hai presente il parroco che è venuto a sostituire Don Matteo che è ricoverato in ospedale per la frattura del bacino? Diciamo, che è un uomo come lui in qualche modo mi intriga, e mi fa pensare, che averlo qui con noi potrebbe in qualche modo aumentare la nostra libidine.»
Devo ammettere che la sua risposta mi ha lasciato senza parole. Avevo visto la persona di cui lei parlava, solo alcune volte, e tutto mi era sembrato tranne che fosse un libertino, anzi aveva avuto l’impressione che fosse una persona molto distaccata e riservata. Ero spiazzato, non sapevo come aggirare quest’ennesimo ostacolo. Non potevo certo andare dal reverendo, e invitarlo ad entrare nel nostro letto e scopare mia moglie. Ho lasciato passare un po’ di tempo, e poi quando è tornato il nostro parroco, sono ritornato a chiedere a mia moglie chi altri avrebbe potuto ospitare con me nel letto e fra le sue cosce. Lei, ha scosso il capo, e mi ha detto che era un pazzo, che questa stupida fantasia stava diventando troppo ossessiva. Mi sentivo sconfitto, non ero riuscito ad andare oltre nel mio progetto e questo mi riempiva molto di sconforto. Poi arrivò l’estate e un sabato mattina, poi avvenne un fatto che in qualche modo ha riacceso le mie speranze. Dovevamo acquistare la carne per una grigliata che avremmo fatto il giorno dopo assieme ai miei figli, alle loro fidanzate, e ad un altro gruppetto di amici, sulle sponde del lago che c’è non lontano da casa nostra. È una consuetudine che tutti anni, in occasione della festa del Santo Patrono, ci piace rinnovare e che in qualche modo ci coinvolge tutti. Ogni anno ciascuno di noi a rotazione porta la carne, mentre gli altri portano tutto il resto e quest’anno era compito nostro. Giunti davanti al macellaio di fiducia, non ho trovato subito posto per parcheggiare l’auto, e dopo aver fatto scendere mia moglie, ho cercato un parcheggio. Dopo circa una decina di minuti sono arrivato nelle vicinanze del negozio, e attraverso la vetrina ho visto che mia moglie era rimasta l’unica cliente e Bruno il macellaio, uno che ha più o meno la nostra età, e di cui siamo amici, fin da quando eravamo ragazzi, stava parlando ridendo e scherzando con lei che sembrava gradire le sue battute. La porta era aperta per via del caldo, e così nascosto dalla colonna, ho potuto ascoltare ciò che lui le diceva.
«Ecco a te, cara Giuliana un bel pezzo di carne. Peccato solo che accetti solo questa da me, che è fredda, mentre una bella donna come te ne meriterebbe altra più calda e viva.»
Lei rideva, e comprendendo appieno il doppio senso, mi rispondeva per le rime.
«Caro Bruno, devi sapere che ho già chi mi fornisce l’altra carne in gran quantità, e sazia tutta la mia fame.»
Lui continuava tra una bistecca l’altro, a ribadire utilizzando ancora i doppi sensi.
«Ne sono assolutamente certo, e mi dispiacerebbe che così non fosse perché sei una bella donna ti meriti tutto di più, però a volte mangiare sempre lo stesso filetto, può venire a noia, e assaggiare un po’ di carne di porco, marinata bene, può essere una novità in qualche modo stimola l’appetito.»
Lei lo ha guardato, e con un tono deciso ha detto qualcosa che mi ha fatto diventare l’uccello così duro da farmi male.
«Io non ho affermato e nemmeno escluso, che si tratti sempre dello stesso pezzo di carne, potrei avere più varietà di scelta di quello che tu possa mai pensare.»
Basito! Sentivo mia moglie, lasciar intendere al nostro amico che avrebbe potuto aver assaggiato anche altri cazzi oltre al mio, perché il senso della sua risposta era esattamente questo, mi ha fatto diventare il cazzo così duro da farmi male. Poi sono entrato, per non rischiare di farmi vedere dalla gente spiare dentro il locale che avrebbe potuto creare domande imbarazzanti. Appena dentro, mia moglie ha girato lo sguardo cercando di non incrociare i miei occhi, mentre io ho guardato verso Bruno, e con un cenno del capo, ho cercato la sua complicità.
«Amico mio, mi raccomando dammi la tua carne migliore, perché voglio fare bella figura con tutti, ma soprattutto anche con mia moglie, che di carne pregiata se ne intende.»
Lui con un sorriso sornione, ha intuito il doppio senso delle mie parole e da subito ribadito in maniera complice.
«Tranquillo caro amico, sono consapevole che la donna che hai sposato, non è una sprovveduta e sicuramente di pezzi pregiati se ne intende. Sei fortunato ad avere una moglie così bella.»
Lei sentendo quelle parole si è girata di scatto, e fingendo indignazione, ha ribattuto colpo su colpo.
«Smettetela di fare di stupidì, e compratevi un paio di occhiali entrambi. Da tempo nello specchio, non vedo più tutta quella bellezza di cui voi parlate. Ci sono tante ragazzette, o anche giovani donne molto più belle di me.»
Stavo per ribattere, ma Bruno mi ha preceduto.
«Giuliana non scherzare! Personalmente preferisco la carne di manza, meglio se un po’ stagionata, ad una vitellina da latte! Che ci fai con tutta quella roba così tenera e poco consistente, che al fuoco si brucia subito, mentre un bel pezzo di manza che devi marinare bene, e cuocere a fuoco lento, e, già durante la cottura assapori il piacere che proverai nel gustare quella carne che stai preparando.»
Lei nel sentire quelle parole, cariche di doppio senso, ha abbassato lo sguardo senza incrociare il mio, che continuando a guardare verso di lei rincaravo la dose a doppio senso del mio amico.
«Parole sante! Non c’è nessun confronto! Personalmente la penso esattamente come te, e poi vuoi mettere che mentre la prepari e la porti a giusto punto di cottura quanto piacere ti dà rispetto alla carne tenera, che messa sul fuoco è subito cotta. Non c’è paragone.»
Lei colta in contropiede dal nostro esserci coalizzati, scatta sulla difensiva.
«Ma smettetela di fare gli scemi! E poi tu Bruno mi sorprendi, perché mi sembra che fin quando era viva quella buonanima di tua moglie Lucia, non mi sembra che avessi da lamentarti su come veniva cucinata la carne. E adesso fatela finita e prepariamoci ad organizzare questa grigliata come si deve.»
Le sue parole, mi fanno venire in mente proprio il fatto che Bruno essendo vedovo da cinque anni, domani passerà la festa da solo e quindi decido di coinvolgerlo nella nostra grigliata, perché ho come la netta sensazione che con lui forse il mio progetto potrebbe fare un passo avanti. In fondo, è una persona che conosco dalle scuole elementari, e sua moglie Lucia, era molto amica di Giuliana. Fu proprio in quell’occasione che noi quattro diventammo rapidamente amici, e le donne decisero per noi con chi stare. Infatti Lucia si innamorò subito di Bruno, mentre io Giuliana abbiamo impiegato un po’ più di tempo. Per tanti anni siamo stati amici, e abbiamo fatto tante feste insieme, e vedevo il loro una coppia molto innamorata e complice, solare e allegra. In effetti Lucia era una gran bella donna, e all’inizio piaceva molto anche a me, quando ho visto che avevo occhi solo per Bruno, ho lasciato al mio amico la possibilità di stare al suo fianco. Forse per questo che ho impiegato un po’ di tempo a convincermi che anche Giuliana era una donna con cui si poteva stare bene insieme.
«Mia moglie ha perfettamente ragione, dobbiamo organizzarci bene e spero che tu domani non abbia nessun impegno perché non vieni con noi alla grigliata al lago. Ci farebbe molto piacere avere la tua presenza. Da quando è morta Lucia, sei sparito e questo giorno lo passi sempre da solo, quindi interpretando anche il desiderio di Giuliana, ci piacerebbe averti insieme a noi domani a fare festa.»
Nel sentire quelle parole, lei si gira mi guarda e sorride, poi rivolta verso di lui rinnovo anche lei il mio stesso invito. Lui rimane un attimo titubante, guarda me, poi guarda lei e cerca una scusa per non venire, ma è palese il fatto che la cosa gli faccia veramente piacere.
«E va bene, verrò anch’io, ma ad una sola condizione: che voi due adesso ve ne andate e mi lasciate preparare tutto l’occorrente per la grigliata, perché accetto solo a patto che sia io a portare la carne. Domani mattina passi a prendermi, e mi aiuti a caricare tutto l’occorrente, così andiamo insieme al lago.»
Cerco di obbiettare che questo non mi sembra giusto perché era compito nostro portare la carne, ma lui è irremovibile, e così ce ne andiamo. La sera nel letto, facciamo sesso, ma sia io che lei sembriamo distratti, poi Giuliana si addormenta velocemente mentre io cerco di studiare un modo per coinvolgere Bruno nel nostro gioco, facendo ben attenzione però di non rovinare la nostra amicizia, ma di capire se lui è realmente interessato a vivere questa esperienza con noi. Il giorno dopo ci troviamo con tutti al lago, e poiché è situato in una riserva di un parco naturale, vi sono state realizzate delle strutture per poter accendere fuochi, in tutta sicurezza. Poiché è una cosa che si fa quasi tutti gli anni, molte di queste strutture, sono già occupate e alla fine siamo costretti a percorrere quasi tutto il lago fino all’altezza della diga, in uno dei pochi bracieri ancora rimasti liberi per il semplice motivo che è situato in alto sopra lago, e ed essendo vicino alla diga vi è il divieto assoluto di fare il bagno. Passiamo metà della mattinata preparare tutto l’occorrente, ed essendo una decina di persone che conoscono Bruno da tanto tempo, tutti sono molto felici del fatto che siamo riusciti a coinvolgerlo di nuovo in quanto da tempo era veramente sparito in occasione di questa festività. Poi, quando rimasto solo da griglia della carne, tutti quanti decidono di scendere giù al lago percorrendo un piccolo sentiero per raggiungere una spiaggetta dove possibile fare il bagno e così restiamo solo noi tre ad occuparci del braciere. Io e Bruno, indossiamo dei bermuda, sotto cui abbiamo che ho il costume, mentre Giuliana splendida, perché indossa un abito tenuto chiuso davanti da una dozzina di bottoni, di cui solo la metà sono allacciati. Vedere le sue splendide cosce apparire ad ogni passo dalla stoffa del vestito, mi intriga moltissimo soprattutto bello anche il fatto che gli ultimi bottoni in cima sono slacciati e mostrano il solco bellissimo delle sue splendide mammelle. Anche Bruno vedo che indugia spesso con lo sguardo su quelle cosce bianche e soprattutto quando lei si piega e mette in mostra il suo splendido culo, la cosa non lo lascia affatto indifferente. Entrambi in più occasioni nel vederla piegata, ci siamo scambiati delle occhiate complici dove lui con un cenno d’assenso del capo ha dimostrato di gradire ciò che era ben in mostra davanti a noi. Inoltre durante questo periodo in cui siamo solo noi tre, tra di noi è tutto un gioco di battute, risate, scherzi e frasi cariche di doppi sensi, ai quali Giuliana risponde con altrettante battute, ma soprattutto ridendo e scherzando e accettando le nostre velate provocazioni. Atmosfera tra noi tre è diventata alquanto intrigante, e anche il ritorno degli altri, e anche durante il pranzo, l’atmosfera rimane molto complice soprattutto per il fatto che quando ci mettiamo seduti ai tavoli, per consumare le nostre libagioni, lei si siede sulla panca fra me e lui, ed entrambi possiamo ammirare, le sue splendide cosce, e soprattutto i suoi seni che sono stretti nella stoffa del costume che indossa sotto quel semplice abito. Dopo aver assaporato e gustato appieno il piacere delle nostre libagioni, come è consuetudine ci si distende all’ombra delle grandi querce costituiscono il bosco alle nostre spalle, per riposare. Mentre avviene tutto ciò, vedo che sia io propongo a Giuliana e Bruno, di scendere giù al lago di fare un bagno ristoratore anche noi. Subito la proposta viene accettata da entrambi, e presi i nostri zainetti nella vettura, Scendiamo lungo il sentiero. Bruno ci precede, poi dietro c’è Giuliana, ed infine io chiudo la fila. È lui che in alcuni tratti dove sentiero è un po’ più impervio aiuta lei nello scendere, ed essendo più in basso, noto che ogniqualvolta lei devi scendere un qualsiasi scalino, lui da sotto può ammirare le sue splendide cosce, e sicuramente lo sguardo arriva fino al blu del costume che lei indossa. Giunti alla spiaggetta, la troviamo deserta e dopo aver adagiato i nostri zaini sotto arbusto che offre un minimo di ombra alla forte calura del giorno, subito ci mettiamo in costume. Noto con piacere che lui indugia sulle splendide forme di Giuliana, soprattutto sul suo seno stretto e compresso nel costume due pezzi che la rende particolarmente eccitante. Sia lui che io indossiamo dei semplici costumi a slip, da cui si può notare il fatto che entrambi abbiamo una discreta erezione che anche se in maniera casuale, Giuliana nota perché mi guarda in faccia con finto disappunto.
«Mettiti della crema protettiva, altrimenti ti bruci subito le spalle.»
Era esattamente quello che volevo sentire, perché immediatamente me ne spalmo un po’ sulle spalle, e poi si gira e fa la stessa cosa con Bruno, ed io ho deciso che a questo punto voglio che sia lui a spalmarla su di lei. Senza aggiungere niente mi tuffo immediatamente in acqua, e mi allontana dalla riva. Quando mi giro a guardare, vedo lei inginocchiata sul suo telo, con Bruno in piedi dietro di lei che le spalma la crema sulle spalle, e quando si gira, per restituirle il flacone, il pacco ben gonfio di lui si ritrova davanti alla faccia di lei che lo osserva per un attimo poi alza lo sguardo, scuote il capo si mette a ridere. Non sento quello che si sono detti, ma è evidente che la battuta deve averla intrigata perché ora si distende sul telo, e lui continua a spalmare la crema lungo la schiena, e sulle cosce. La cosa mi eccita così tanto che sono costretta ad abbassare un po’ il costume per dare un minimo di sollievo al mio cazzo che mi sta scoppiando da quanto mi sta eccitando. Lentamente tornano a riva, e l’uscita dall’acqua lei mi rimprovera fingendo un certo disappunto.
«Ma sei pazzo! Mai a fare il bagno dopo che abbiamo mangiato tante cose pesanti che richiedono la lenta digestione? Ma vuoi proprio morire.»
Io la guardo, e poi girò la testa verso di lui che mi guarda quasi sorridendo.
«E che problema c’è! Tanto se muoio io sicuramente ho un amico che si prenderebbe cura di te.»
Lei scatta in piedi, e fingendo di essere adirata, ci rimprovera entrambi.
«Siete proprio due scemi! Io non ho intenzione di essere nella tua vedova né di trovarmi un’altra persona che mi consola. E adesso mi hai proprio fatto arrabbiare!»
Senza aggiungere altro, si gira, si tuffa in acqua e si allontana anche lei facendo alcune bracciate. Restiamo seduti ad osservarla, poi sono io che rompo il silenzio.
«È proprio una donna dal carattere deciso, anzi, col passare degli anni, è sempre più determinata. Però mi piace da morire, vederla così premurosa ed attraente.»
Bruno si gira verso di me, poi, dopo aver notato che sono a cazzo duro, guarda ancora verso di lei e le sue parole mi stupiscono più di quanto avrei potuto immaginare.
«Giuliana è una bella donna e di lei ho sempre ammirato questo suo splendido carattere; sei fortunato ad averla come moglie. Mi stupisce solo che tu abbia impiegato tanto tempo prima di giungere a desiderare di vederla fra le braccia di un altro uomo.»
Lo guardo cercando di capire e lui, con un sorriso malinconico, mi elargisce la sua spiegazione.
«Stai tranquillo! Io, rispetto a te, ho impiegato molto meno tempo a desiderare Lucia fra le braccia di un altro e, soprattutto, ho goduto come un maiale nel vederla scopata da un altro e godere senza remore. Questo non significa che io non l’amavo, anzi era proprio perché ne ero profondamente innamorato che ne godevo nel vederla soddisfare il suo piacere anche con altri maschi. La stessa cosa sta succedendo a te. L’ho notato da tanti piccoli dettagli, che solo chi, come me ha vissuto determinate esperienze, riesce a percepire. Mi auguro solo che tu abbia trovato la persona giusta con cui vivere questa esperienza, perché sono convinto che anche lei lo desideri, ma non ti sarà facile farle accettare una cosa così particolare che può rischiare di mettere in crisi il vostro rapporto, oppure lo può esaltare e farlo diventare qualcosa di veramente unico e irripetibile. Per me Lucia era diventato tutto questo. Era piacere allo stato puro, complicità totale e, soprattutto, qualcosa che rendeva il nostro rapporto unico e la nostra unione ancora più rafforzata.»
Lo guardo ancor più sbalordito, ma non posso aggiungere altro perché Giuliana torna riva e lui, prontamente, scatta in piedi e, preso il telo, glielo avvolge intorno al corpo, stringendola da dietro e, guardandomi da dietro a lei, mi fa un sorriso complice. Poi si gira anche lui e si tuffa in acqua, lasciandomi solo con Giuliana, che mi guarda, cercando di interpretare i miei pensieri.
«Sono proprio contenta che Bruno si sia unito a noi; mi sarebbe dispiaciuto non averlo più nella nostra comitiva. Inoltre ho la netta sensazione che voi due stiate architettando qualcosa e, sicuramente, conoscendo quanto sia maiale lui, sarà una cosa che probabilmente coinvolge anche me. Mi ricordo che, a suo tempo, Lucia mi raccontava che anche lui aveva le tue stesse fantasie e, quindi, son convinta che voi due abbiate raggiunto un’intesa davvero particolare. Cosa devo aspettarmi da questo vostro gioco complice?»
La guardo e noto che lei non è affatto adirata, anzi, le sue parole dal tono mite mi fanno sperare che, forse, anche lei, si stia adeguando a qualche novità. Non le rispondo, perché Bruno torna a riva, si asciuga e si distende con noi al sole; parliamo un po’ dei tempi passati e, soprattutto, dell'assenza della nostra amica Lucia. Poi, improvvisamente, la tranquillità della spiaggetta viene spazzata via per l’arrivo di un gruppo di ragazzini con famiglie, che iniziano subito a fare un gran baccano e noi tre, datoci un'occhiata, optiamo a tornare con il resto della comitiva. Nel risalire, non posso far a meno di notare che, né Giuliana, né io e Bruno ci siamo rivestiti, avendo indosso ancora i costumi bagnati e, quella condizione ci offre la possibilità di ammirare le splendide cosce e culo di Giuliana. Giunti in prossimità della nostra comitiva, decido di avanzare un lieve azzardo.
«Se ci vogliamo rivestire, dovremmo toglierci i costumi bagnati.»
Giuliana mi guarda un po’ stupita, poi anche lei riconosce che questa cosa è strettamente necessaria.
«Accidenti! Mi son dimenticata di portare un ricambio; se tolgo il costume, non avrò niente da mettere sotto il vestito.»
Guardo Bruno che sorride compiaciuto e, avvicinatosi a mia moglie, le sussurra che, in ogni caso, quel piccolo dettaglio sarà noto solo a noi tre. Lei ci dà un’occhiata, fingendo di esser contrariata e, dietro mio suggerimento, sale nella vettura e, protetta da sguardi indiscreti, si toglie il costume e, quando ritorna in mezzo a noi due, entrambi notiamo che i suoi capezzoli puntano la stoffa del vestito, rendendosi abbastanza evidenti e la cosa ci intriga moltissimo.
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Una bellissima esperienza. quinta parte.
L’esperienza vissuta mi aveva davvero sconvolto. Per tutto il giorno della domenica e, per alcuni giorni a seguire, continuavo a sentire dentro di me quelle intense sensazioni provate: inutile dire che mi erano piaciute. In quei momenti avevo toccato vette del piacere mai nemmeno immaginate e, soprattutto, la libidine provata mi procurava ancora, ogni volta che ripensavo a quei momenti, un brivido lungo la schiena che mi faceva inumidire le mie mutandine. Ma oltre a queste sensazioni, dentro di me, la moglie, la madre, la donna di tutti i giorni, mentalmente rimproverava la Silvia puttana per essersi venduta, in cambio di sensazioni così forti e devastanti. Queste impressioni contrastanti, non sono passate inosservate a mio marito, che aveva assistito a tutta quell'esperienza attraverso il tablet e, ora, in maniera molto discreta, scrutava il mio comportamento, cercando di capire se essa avesse, in qualche modo, intaccato il nostro rapporto. Anche Mario mi aveva cercato, facendomi sapere di aver parlato con Luca, in quanto vi erano altre richieste, da parte di altre persone, che volevano godere del mio corpo, ma Luca gli aveva risposto che questa decisione spettava solo ed esclusivamente a me. Inoltre, parlando con mio marito, ho capito che forse non era il caso di ripetere quel tipo di gioco.
«Sono convinto che hai vissuto un’esperienza bellissima, anche se pensavo che, finalmente, ti avrei visto all’opera con un’altra donna. In ogni caso, vederti godere con quei tre cazzi, mi ha eccitato moltissimo e mi ha reso fiero di avere una moglie straordinaria come te.»
Le sue parole, in qualche modo, mi hanno toccato e, soprattutto, la sua affermazione "vederti all’opera con un’altra donna" mi ha evidenziato il fatto che, forse, all'inizio, era questo il suo più forte desiderio, vedermi cioè interagire con un’altra donna e, eventualmente, potersi inserire anche lui nel gioco a tre, anche se, tra le sue fantasie più ricorrenti, vi è sempre stata quella di lasciarmi giocare con un’altra donna anche da sola, senza la sua presenza. Questo mi ha fatto riflettere ed ho capito che avevo già vissuto due esperienze molto intense, mentre lui ancora non era riuscito a realizzare nessuna delle sue fantasie. Certo, vedermi all’opera con altri maschi, era comunque il suo desiderio primario, ma non serviva a realizzare la sua fantasia; quindi, dentro di me, ha preso vigore l’idea che era ora che anche lui trovasse piacere nel realizzare ciò che desiderava. Ho rifiutato ogni altra proposta di vendermi che mi aveva fatto Mario, anche se, il giorno dopo che avevo vissuto quest’esperienza, è venuto a casa nostra e mi ha consegnato la considerevole cifra che quelle tre persone avevano pagato per avere il mio corpo. Era, nell’insieme, più di quanto io possa guadagnare in un mese di lavoro, ma non erano i soldi ad avermi spinta a provare quell’emozione, bensì l'intimo desiderio di sentirmi comprata ed usata. Ha preso la decisione che, prima di realizzare qualunque altra mia esperienza, dovevo in qualche modo soddisfare i desideri di mio marito. L’occasione si è presentata circa due mesi dopo, in occasione delle vacanze natalizie. È consuetudine, anche se in questi ultimi due anni a causa della pandemia non è stato sempre possibile, riunirci in montagna, in una baita che, tutti gli anni, i miei suoceri affittano, perché è adiacente ad una casa che, in quel paese, ha il fratello di mio suocero. Ogni anno abbiamo trascorso dei bellissimi momenti tutti insieme, i miei figli, i miei genitori, i miei suoceri e il fratello e la moglie di mio suocero, che sono due persone veramente piacevoli. Sempre allegri, sempre disponibili e, soprattutto, non avendo avuto figli, adorano i miei, che ricambiano con un affetto che va oltre il normale rapporto zio/nipoti. Con tutte le dovute precauzioni, ci siamo ritrovati tutti insieme e abbiamo festeggiato il Natale in maniera veramente bella, allegra e, soprattutto, serena, dopo il lungo tempo che ciò non succedeva. Il giorno 27 di dicembre, io e mio marito ci eravamo recati nel capoluogo per fare degli acquisti necessari per organizzare la cena di Capodanno, quando, passando davanti ad un ufficio turistico, abbiamo notato una locandina che parlava di una struttura, non molto lontano da dove eravamo noi, che era composta da un hotel, con annesso una Spa. La cosa ci ha un po’ incuriositi e siamo entrati per chiedere maggiori informazioni. La ragazza, che ci ha accolto, ha specificato che la struttura era particolarmente rinomata per due motivi: la prima perché tutto il complesso era dedicato al relax, era abbastanza capiente e, nello stesso tempo, capace di donare momenti di assoluto riposo. La seconda perché, essendo una struttura only adult, la tranquillità e la pace erano assolutamente garantite; inoltre, al godere di piscine termali riscaldate, dotate di ogni comfort e di ogni tipo di idromassaggio, era aggiunta la possibilità di abbandonarsi a massaggi a quattro mani, massaggi di coppia, grotta del fieno, grotta del sale, bagno turco, sauna finlandese e tante altre cose, tutte specificamente dedicate alla cura della persona e al totale relax. Ha aggiunto che vi era un particolare pacchetto dedicato al Capodanno, con inclusa la cena di mezzanotte. Ho guardato mio marito e, consapevoli del fatto che non saremmo rientrati al lavoro prima del 6 gennaio, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto trascorrere almeno due giorni in quel posto. Insieme abbiamo però convenuto che non era possibile approfittare dell'offerta predisposta, ma che era possibile andare prima di Capodanno, oppure immediatamente dopo. La ragazza ha consultato la disponibilità nelle date da noi indicate, ma nei giorni antecedenti il Capodanno era tutto completo, mentre era libera almeno una notte tra il due ed il tre gennaio. Dopo un attimo di riflessione, ho guardato Luca negli occhi e lui, con un cenno di assenso, ha chiesto alla signorina di prenotarci per quella notte, aggiungendovi tante altre cose comprese nell'offerta più ampia. La sera, a cena, ne ho parlato con mia madre, che era seduta a tavola accanto a me, la quale ha trovato giusto il fatto che ci prendessimo due giorni tutti per noi, ma non mi è sfuggito il cenno che si erano scambiati mia zia Simona e zio Davide, quando ho riferito il nome della struttura in cui avevamo prenotato. Ero stata colpita dal sorriso sornione con cui Davide aveva leggermente annuito guardando Simona, quasi a sottintendere che vi fosse qualcosa di particolare a proposito di quella struttura. Anche Luca lo aveva notato e, guardando me, aveva cercato di indagare se vi fosse qualcosa che ci fosse sfuggito. Nei giorni successivi non ho avuto modo di rimanere da sola con Simona, ma nel pomeriggio del Capodanno, mentre stavamo preparando alcuni manicaretti da cucinare per la cena, ho avuto modo di restare da sola con lei e, con una certa indifferenza, le ho chiesto alcune informazioni su quel posto.
«L’altra sera, mentre parlavo con la mamma dell’imminente vacanza che ci prendiamo io e Luca, mi è sembrato di capire, da un'espressione del tuo volto e di quello dello zio, che voi due conoscete quel posto. Per un attimo, ho avuto l'impressione di aver fatto un grande sbaglio e vorrei saperne di più, visto che il posto non è molto lontano da qui.»
Lei mi ha sorriso e la sua risposta è stata più esauriente di quanto mi sarei aspettata.
«Io e Simone andiamo spesso in quel posto, perché amiamo rilassarci e, soprattutto, godere di momenti di assoluto piacere. È un posto un po’ particolare, dove non sono ammessi bambini, perché, come potrai costatare tu stessa, vi è gente che si immerge nelle vasche anche senza costume e questo può suscitare qualche imbarazzo. Ma, in ogni caso, è un posto che regala meravigliose sensazioni e, soprattutto, ci si rilassa e se ne ricava molto piacere.»
Ho potuto notare che nelle sue parole vi erano precisi sottintesi, molti doppi sensi voluti, anzi abbastanza specifici e avrei voluto saperne di più, ma l’arrivo di mia suocera ha interrotto il discorso. Il giorno prestabilito, ci siamo incamminati e, dopo circa un’oretta, eravamo a destinazione. Siamo stati accolti alla reception da una splendida ragazza che, dopo averci assegnato la camera, ci ha illustrato tutto quello che c’era da sapere per poter passare due giorni in assoluto relax. La struttura, in sé e per sé, era molto bella, tutta in legno, e le camere erano stupende. Situata sul crinale di una collina, da qualsiasi angolo o finestra si guardava fuori, vi era, tutt'intorno, un panorama mozzafiato. Sul letto, come previsto, abbiamo trovato piegati due accappatoi bianchi e relative ciabattine infradito e, subito, ci siamo recati nel settore dedicato al relax. Lì siamo stati accolti da una signora e da una ragazza, che ci hanno informato su tutto quello che c’era da sapere in ordine al pacchetto che avevamo acquistato. Per prima cosa, ci hanno invitato a fare una doccia sensoriale, cui avrebbe fatto seguito un massaggio di coppia, per poi rilassarci in un luogo dove saremmo stati completamente nudi. Quando mi sono distesa sul lettino per ricevere il massaggio dopo la doccia, ho potuto notare che, accanto a me, anche Luca era disteso nudo e veniva massaggiato da una splendida ragazza, mentre io mi sono ritrovata addosso le mani di un uomo dall'apparente età di una trentina di anni che, con fare molto esperto, ha percorso con le sue mani tutto il mio corpo, sfiorando anche le mie parti intime, ma senza mai toccarle direttamente. Inutile dire che, quando mi sono rigirata supina, lui ha continuato a massaggiarmi, passando ripetutamente le sue mani anche sui miei seni: i capezzoli mi si sono gonfiati, mentre, con la coda dell’occhio, ho notato che anche il sesso di mio marito era diventato bello gonfio e duro. I due si sono detti qualcosa parlando in portoghese, lingua che conosco benissimo perché ho una collega di lavoro che viene da quella terra e, anche se non ne ho compreso l'esatto significato, era ovvio che stavano parlando dei nostri corpi eccitati. Dopo il massaggio, ci hanno lasciato da soli in quella stanza, distesi sui nostri lettini e, per un attimo, ho avvertito forte il desiderio di godere con mio marito, cosa che, in questi ultimi tempi, non era stato possibile, data la vicinanza delle nostre camere con quelle dei nostri parenti. Dopo qualche minuto, è tornata la ragazza e ci ha invitato ad entrare nella piscina con l’idromassaggio per completare il ciclo del rilassamento totale. Ci siamo recati nella grande vasca e abbiamo notato che, all’interno, vi erano solo una decina di coppie, quasi tutte di età superiore alla nostra, ad eccezione di una donna, più o meno nostra coetanea, che non poteva passare inosservata per la sua meravigliosa capigliatura rossa. Il colore dei suoi capelli era assolutamente naturale e ciò la rendeva particolarmente visibile in mezzo a tutti gli altri. Nell’entrare nella vasca, ho notato lo sguardo di tutti indugiare sui nostri corpi: molti uomini hanno ammirato con particolare cupidigia il mio corpo, mentre dalle donne presenti è partito un brusio di apprezzamento per l'attrezzo che sfoderava Luca che, anche se in fase di riposo, rappresentava un esempio di potenza mascolina bella a vedersi. In relazione a quest'ultima considerazione, la certezza me ne derivava dal fatto che, in altre occasioni, su spiagge nudiste, molte donne non potevano far a meno di indugiare con lo sguardo sul sesso di mio marito. Inutile dire che, sentire quegli sguardi addosso, mi hanno risvegliato ancor di più il desiderio di fare sesso con lui. Appena entrati nell’acqua calda, mi sono spostata, insieme a lui, verso un angolo dove, sommerse, vi erano delle piccole sdraio in acciaio, sotto cui sgorgava il getto dell’idromassaggio. Una sensazione infinitamente piacevole e, mentre mi accingevo a sedere sull’unica disponibile, mi son resa conto che accanto a me vi era la splendida ragazza dai capelli rossi. Ho appoggiato la testa al bordo della vasca ed ho chiuso gli occhi, cercando di rilassarmi il più possibile. Le nostre posizioni erano molto ravvicinate, quasi a contatto e, mentre le bollicine tonificavano i nostri corpi, ad un tratto ho avuto come la sensazione che la sua mano stesse sfiorando la mia coscia e, piano piano, risaliva lungo il mio corpo. Sono rimasta con gli occhi chiusi e, quando ho sentito di nuovo quella carezza, ha sollevato il braccio in maniera da agevolare il contatto in maniera più diretta, per esser certa che la sensazione non fosse generata dal flusso delle bollicine. Il mio gesto ha avuto l’effetto sperato e, ad un tratto, ho sentito la mano che, dopo aver accarezzato la mia coscia, anziché continuare a salire, si è spostata all’interno di essa e, con fare molto delicato, ho avvertito il contatto delle dita sfiorare la mia intimità. Ho emesso un sospiro, quasi un gemito, di piacere e, lentamente, ho divaricato ancor più le cosce. Quel gesto deve aver indotto la proprietaria della mano ad osare ancora di più e, ben presto, ho sentito distintamente due dita scivolare fra le labbra della fica, per poi insinuarsi dentro di essa, movendosi lentamente, ma in maniera decisa e costante. Un’onda di piacere ha invaso il mio corpo e, girando il viso dalla parte opposta, ho incrociato lo sguardo di mio marito, cui non era sfuggito quanto stava accadendo. Egli, avendo tenuto gli occhi aperti, aveva potuto osservare, attraverso la trasparenza dell’acqua, anche se increspata dalle bollicine, l’audace manovra della ragazza dai capelli rossi. In quel momento, ho desiderato, con tutta me stessa, che quel gioco proseguisse il più a lungo possibile. Dopo un certo tempo, che a me è sembrato infinito, durante il quale lei ha continuato a masturbarmi dolcemente, d'un tratto il getto delle bollicine è cessato e, immediatamente, lei ha tolto la mano dalla mia figa, mentre io, invece, continuavo a tenere gli occhi chiusi, finché la voce di Luca mi ha riportato alla realtà. Aprendo gli occhi, ho visto che lei stava uscendo dalla vasca e, preso l’accappatoio, si stava dirigendo verso la sala adibita a ristorante, annesso alla struttura. È stato in quel momento che Luca mi ha fatto notare che era ora di pranzo e che quel servizio era compresso nella nostra prenotazione, quindi siamo usciti anche noi e ci siamo incamminati sulle orme della rossa, che giunta in sala, si era seduta ad uno dei pochi tavoli ancora liberi. Nel sedermi a mia volta, ho, di proposito, scelto il posto davanti a lei, a poca distanza e, con fare quasi distaccato, ho fatto in modo che il mio accappatoio si aprisse in modo da offrirle una perfetta visione del mio seno. Per tutta la durata del pranzo, c'è stato un continuo scambio di occhiate, di piccoli sorrisi e di gesti intriganti, volutamente provocatori, come leccare in maniera molto languida il cucchiaino con cui mangiavo il dolce. Anche lei, in qualche modo, mi ha provocato, mentre mio marito osservava tutto questo in silenzio, ma con il viso carico di felicità, perché finalmente si stava realizzando il suo sogno: vedermi interagire con un’altra donna. Finito il pranzo, ci siamo diretti verso le altre zone dell’area relax ed ho notato che lei ci seguiva a poca distanza, così, quando noi due abbiamo imboccato un piccolo corridoio, è stata lei stessa che ci ha suggerito un altro posto.
«Non vi consiglio di andare in quella direzione, perché vi è la grotta della neve ed il freddo non è molto indicato per la digestione, al contrario, se andiamo da questa parte ci sono tanti altri posti, molto caldi.»
Noi due ci siamo scambiati un’occhiata ed un sorriso compiaciuto, per il piacere che provavo per essere riuscita ad intavolare un discorso con lei, che, a quel punto, si è presentata.
«Mi chiamo Katia e mi sembra che per voi sia la prima volta che venite in questo luogo, perciò sarei felice di farvi un po’ da guida.»
Siamo entrati nella sauna e la temperatura è di colpo aumentata, come è aumentata rapidamente la confidenza che si era instaurata fra me e lei, che sembrava avere occhi solo per me. Per un attimo ho pensato che la cosa potesse infastidire Luca, ma è bastato uno sguardo fra noi, per farmi capire che mio marito non si sentiva affatto escluso, ma si stava veramente gustando quest’esperienza abbastanza particolare. Distese nude, su delle assi di legno, nella penombra della sauna, dove eravamo assolutamente noi tre soli, improvvisamente ho sentito la mano di lei che mi ha accarezzato ancora lungo la coscia destra e, guardandomi dritta negli occhi, quasi a verificare se mostrassi dissenso e, al contrario, ottenuto un sorriso di compiacimento, la sua mano ha proseguito ad indugiare all’interno della mia coscia ed io l'ho incoraggiata ancor più, aprendo le gambe onde godere di quella carezza che volevo più intima, ma che lei continuava a ritardare. Ho teso il mio corpo che già veniva scosso da brividi di piacere, cercando di andare incontro a quella mano che in nessun modo voleva toccarmi la fica. Alla fine, ho allungato una mano e, afferrata la sua, l’ho schiacciata contro il mio sesso, gemendo dal piacere che quel contatto mi stava dando. Lei ha sorriso compiaciuta, ha abbassato la testa e la sua bocca si è impossessata di un mio capezzolo; lo ha succhiato e leccato in maniera magistrale, procurandomi intense ondate di piacere che stavano percorrendo tutto il mio corpo e che mi stavano già facendo bagnare in maniera incredibile. Per un po’, son rimasta passiva nell'assaporare il piacere di quella intima carezza, che, ora, si era trasformata in una vera e propria masturbazione. Sentire le sue dita dentro di me che mi scavavano dentro, che si muovevano veloci e sicure, mi stava procurando un’ondata di piacere che, a breve, mi avrebbe portato di certo all’orgasmo. Mi son girata dall’altro lato ed ho visto gli occhi di Luca che brillavano di gioia, mentre la sua mano, molto lentamente, accarezzava il membro, ora, teso e duro; allora mi son girata di nuovo verso di lei e, timidamente ho allungato una mano per accarezzare il suo corpo disteso accanto al mio. Lei, ha sollevato la bocca dal mio seno e si è allungata verso di me; un attimo dopo, le sue labbra si sono appoggiate alle mie e un dolcissimo, quanto intenso, bacio è iniziato fra di noi. È stata una cosa meravigliosa, altamente sensuale, molto diversa da come sei baciata da un uomo. Un bacio delicato, ma, nello stesso tempo, carico di erotismo, che mi ha fatto vibrare così tanto che, improvvisamente, ho sentito il piacere partire dal cervello e scorrere lungo tutto il corpo per, infine, concentrarsi sulla mia fica, sotto forma di esplosione di un orgasmo prepotente ed intenso. Katia, nel sentire il mio corpo vibrare, ha ripreso a mordermi il capezzolo, mentre ora le sue dita si muovevano dentro di me come impazzite, scopandomi dentro e fuori e muovendosi sempre in senso rotatorio, oltre che puntare il pollice contro il mio clitoride, facendomi godere immensamente. È stato un orgasmo intenso, prolungato che mi ha squassato tutta, dalla testa ai piedi. Lei mi ha lasciato il tempo di respirare, di assaporare il piacere così profondo e poi, sollevatasi, si è spostata e dopo essersi inginocchiata davanti a me, ha impresso la sua bocca su quella fonte da cui sgorgava copioso tutto il mio godimento. La sua lingua ha cominciato ad esplorare ogni piega della mia fica, scorrendo dal basso verso l’alto e indugiando con la punta contro il bottoncino, provocandomi scariche di piacere così devastanti, da lasciarmi quasi stordita. La sua bocca si è incollata alla mia fica e la sua lingua ha iniziato a scorrere in lungo ed in largo, così velocemente come un piccolo membro che mi stesse scopando, ma che, ogni volta, raccoglieva sempre più del succo che sgorgava dalla mia intimità. Ho sentito improvviso un ennesimo orgasmo e, con entrambe le mani, le ho afferrato la testa, schiacciandola contro la mia fica, mentre emettevo con la bocca un lungo gemito che ha fatto fremere il mio corpo. Ho stretto le cosce intorno al suo collo, quasi temendo che potesse smettere da un momento all'altro, mentre, in me, desideravo che quel piacere continuasse all’infinito. Quando i sensi si sono placati, le ho liberata la testa e lei, rivolgendomi lo sguardo, ha potuto vedere i miei occhi estatici, languidi e resi umidi dal piacere appena provato, mentre i suoi brillavano di gioia. Si è sollevata e con la bocca è tornata a baciare la mia; in quel momento ho potuto assaporare il piacere del mio orgasmo sulle sue labbra. L’ho spinta di lato, l’ho costretta a distendersi supina e poi ho incominciato ad accarezzarla, cercando, in qualche modo, di restituirle il piacere appena provato. Lei ha socchiuso gli occhi ed ha lasciato che le mie mani indugiassero sul suo corpo liberamente, fin quando le mie dita si sono insinuate all’interno della sua intimità ed ho cominciato a muoverle, a ruotarle nello stesso modo in cui lei lo aveva fatto a me, e, ben presto, il suo corpo si è teso e con un grido soffocato, l’ho sentita godere, stringendo con forza le cosce contro la mia mano, per impedire di continuare, ma io, con le dita affondate dentro di lei, pur avendo la mano immobilizzata, ho proseguito a muovere le dita, procurandole altro piacere. È stato un orgasmo rapido, intenso anche il suo, cui ha fatto seguito un lungo bacio forte, passionale, carico di desiderio. In tutto questo tempo, Luca ha continuato ad osservarci, senza mai intervenire, senza in nessun modo disturbare quel momento magico che si era creato fra noi due. Placati i sensi, lei ha continuato a tenermi sdraiata sul suo corpo, coccolandomi dolcemente. Dopo un po’, siamo uscite e siamo tornate di nuovo ad immergerci nella vasca con l’idromassaggio e, sedute una accanto all’altra, abbiamo iniziato a parlare un po’ tra noi. Tra una confidenza e l’altra, abbiamo appreso che lei abita e vive in una cittadina non molto lontano dalla nostra e che svolge un lavoro molto importante: viceprocuratore della Repubblica e questo le impone un comportamento assolutamente irreprensibile. Per questo, di tanto in tanto, quando decide di evadere, percorre così tanta strada, fino a raggiungere questo posto, alquanto fuori mano, dai grandi flussi turistici per venire a rilassarsi. Ovvio che, come in questo caso, quando le si presenta l’occasione, si abbandona anche a godere del piacere del corpo di una donna. Siamo rimaste fino all’ora di cena immerse nell’acqua, poi, dopo una bella doccia, ci siamo vestite in maniera abbastanza elegante e, assieme a Luca, siamo andati a mangiare in un ristorante situato ancora più in alto, verso un famoso passo montano. Durante il tragitto, io e lei eravamo sedute dietro e, per tutto il tempo, le nostre mani hanno indugiato sui nostri corpi con carezze che ci hanno eccitato in maniera incredibile. Sentivo le sue mani sul mio corpo, mentre con lo sguardo osservavo gli occhi di mio marito che, mentre guidava, ci osservava attraverso lo specchietto retrovisore. Durante la cena, lei si è rivolta a mio marito, precisando che, in realtà, non è lesbica, che le piacciono gli uomini, solo che, quando mi ha visto entrare nella vasca, ha avvertito dentro di sé, il forte desiderio di godere del mio corpo. Tornati in albergo, ci ha invitati ad andare in camera sua, dove ci siamo distesi sul suo letto e, mentre noi due eravamo impegnate in uno splendido 69, Luca, da dietro, mi ha penetrato, scopandomi con lei sotto che mi leccava la fica. È stato giocoforza che la sua lingua potesse indugiare anche lungo l’asta di mio marito che mi penetrava, facendomi godere moltissimo. Dopo alcuni orgasmi, lei ha cambiato posizione ed ha messo me sotto di sé e, giratasi verso Luca, l’ha invitato a prenderla nel culo.
«Ti prego, lo voglio sentire nel culo: mi piace molto esser chiavata, ma avendo la lingua di Silvia che mi lecca, voglio sentire la tua splendida mazza che mi sfonda il culo.»
Inutile dire che Luca, dopo averla afferrata per i fianchi, si è piantato tutto dentro di lei e ha cominciato a pompare lo splendido culo che, nonostante fosse abbastanza stretto, ha completamente assorbito la splendida mazza di mio marito, che l'ha pompata a lungo, fin quando non ci ha detto che era prossimo all’orgasmo. A quel punto, noi due ci siamo staccate e, inginocchiate davanti a lui abbiamo preteso che ci sborrasse in bocca ad entrambe, cosa che lui ha fatto in maniera copiosa e generosa, riempendo le nostre bocche con tutto il suo piacere. Un attimo dopo aver ricevuto l’ultimo schizzo in bocca, noi due ci siamo unite in un bacio lungo e passionale, durante il quale ci siamo scambiate ripetutamente la sua sborra. Siamo rimaste abbracciate ed un sonno ristoratore ci ha avvolto fra le sue braccia. Mi sono svegliata sentendo le dolci labbra di Katia, che mi leccava fra le cosce, mentre Luca le ricambiava il favore, leccando la sua fica. Io sentivo l’onda del piacere percorrere il mio corpo e, giratami, mi son trovata davanti il cazzo di mio marito, che si stava lentamente eccitando, mentre leccava con avidità la fica della nostra amica. Ho aperto la bocca e me lo sono infilato tutto in gola, facendolo subito godere. La prima a raggiungere l'orgasmo è stata Katia, che sotto le sapienti leccate di mio marito, ha emesso un gemito profondo, il suo corpo ha iniziato a tremare intensamente e, a quel punto, lui l'ha distesa supina e, inginocchiatosi in mezzo alle sue cosce, ha appoggiato il suo cazzo fra le labbra di quella figa ancora scossa dall’ultimo orgasmo e, con delle spinte decise, le è entrato tutto dentro. Lei ha inarcato il corpo, per ricevere meglio quella splendida mazza che la stava penetrando, poi si è girata verso di me e mi ha invitato a sedermi con la fica sulla sua bocca. Sentire la sua lingua che mi leccava, mentre inginocchiata su di lei baciavo mio marito che la stava scopando, è stato qualcosa di veramente forte, intenso, che mi ha fatto subito godere di un orgasmo squassante, che mi ha fatto tremare tutta. Anche lei ha goduto nel sentirsi sfondare da quello splendido membro e, quando Luca è stato prossimo all’orgasmo, gli ho chiesto, ancora una volta, di eiaculare nelle nostre bocche. Però ho visto Katia incrociare le gambe intorno ai fianchi di lui per non farlo uscire, così lui, con un ennesimo affondo, ha sborrato tutto dentro di lei. Mi sono sollevata ed ho osservato lei che assaporava il piacere di sentirsi inondare il ventre del seme di mio marito e, poi, quando lui è uscito, lei mi ha fatto distendere supina e, sdraiatasi di nuovo nella posizione del 69, mi ha offerto la sua fica da leccare, quando da essa sgorgava il seme di mio marito. Mentre leccavo quel nettare, lei, sollevata la testa, ha preso in bocca il cazzo di mio marito e lo ha succhiato con forza, facendolo restare bello duro, e poi, si è sollevata su di me, mettendosi nella stessa posizione in cui ero io mentre lei veniva scopata da Luca, e l’ha invitato a fare la stessa cosa con me. Naturalmente Luca era molto eccitato da tutta la scena che aveva visto e, senza nessuna difficoltà, è entrato dentro di me, spingendo il suo cazzo fino in fondo e facendomi subito godere. Impazzivo di piacere, nel leccare quella fica da cui ancora sgorgava il seme di mio marito, mentre, a mia volta, venivo pompata con forza da lui, fin quando un orgasmo molto forte mi ha scosso il corpo. Stremata, sono rimasta distesa sul letto, mentre lui, segandosi velocemente, ci regalava gli ultimi schizzi di sborra ancora presenti nelle sue palle. Sentire il suo seme sul mio viso, mi ha, in qualche modo, ridestato e, subito dopo, la lingua avida di Katia ha cominciato a pulire il mio viso, leccando ogni singola goccia del piacere di cui era cosparso. Siamo rimasti per alcuni minuti distesi sfiniti sul letto, poi, presi i nostri accappatoi, siamo scesi e, dopo aver fatto colazione, ci siamo recati nell’area relax, dove abbiamo potuto usufruire di tutte le altre opzioni comprese nella nostra prenotazione. Nel pomeriggio inoltrato, ci siamo salutati, con la promessa di rivederci a casa nostra. Durante il viaggio di ritorno, le parole di Luca mi hanno riempito d’orgoglio.
«Grazie, amore mio! Era una cosa che desideravo da tempo, e non mi sarei aspettato di viverla in questo momento e, soprattutto, in maniera così bella e appagante. Ti avevo visto così presa dal gioco con Mario che non volevo in nessun modo interrompere le bellissime esperienze che stavi provando, quindi, questa nuova ed esaltante prova del tuo amore, mi rende particolarmente felice e, anche se non ce n'è bisogno, conferma ancor di più che ho, al mio fianco, una donna stupenda che amo da impazzire.»
Ho appoggiato la testa al sedile ed ho guardato fuori dal finestrino il magnifico panorama che scorreva, mentre, in me, mi sentivo particolarmente fiera e lusingata per aver fatto vivere a mio marito una cosa che desiderava da tempo.
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3 years ago
baxi18, 55
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Una serata speciale
Capitolo 1.
Entri nell'atrio felice di lasciarti alle spalle la pioggia, che non smette di scendere da quando siete usciti di casa. L’interno è affollato e l'aria calda e umida. Se almeno potessi sbarazzarti del cappotto che ti ho chiesto di indossare, così pesante e ingombrante! Per fortuna, una hostess sembra averti letto nel pensiero e si avvicina per aiutarti a disfartene. Con aria complice, la giovane sconosciuta ti fa scivolare una busta tra le mani. Non hai nemmeno il tempo di reagire che lei è già scomparsa nel guardaroba col tuo cappotto. Guardi la busta, sulla quale ho scritto a penna il mio nome: Andrea. Istintivamente alzi lo sguardo. Mi cerchi tra le persone che ti sono vicine. Ma a causa della pandemia e della maledetta mascherina che tutti devono indossare, e che rende tutti uguali, non riesci a riconoscermi. Apri la busta. Dentro c'è un piccolo oggetto. Bianco. Molto leggero. Di forma ovoide. Assomiglia ad un piccolo proiettile. Un filo molto sottile, impalpabile al tatto, termina in un LED, così piccolo da apparire quasi invisibile, se non fosse per la luce verde che lampeggia lentamente. All’improvviso, la luce diventa rossa e una leggera scarica elettrica ti sorprende. Tuo marito è ancora fuori, sta cercando un posto libero dove parcheggiare e dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Alzi lo sguardo. C'è troppa gente intorno a te e i bagni sono troppo lontani. Ma non hai tempo. Con il cuore che prende a battere più veloce, ti metti in disparte, dietro una tenda rossa. Con movimenti rapidi, sollevi la gonna. Abbassi le mutandine blu notte, quelle che ti avevo chiesto di indossare. Con il piccolo oggetto tra le dita esiti. Ma quella fioca luce che lampeggia nuovamente di verde ti attira tremendamente. Impaziente come sei, decidi di non aspettare. Il piccolo ovulo bianco scivola tra le tue labbra umide di eccitazione senza alcuno sforzo. Lo spingi dentro la tua figa con due dita. E una leggera scarica elettrica ti sorprende di nuovo. Il minuscolo LED, l'unico elemento rimasto al di fuori del tuo sesso, lampeggia di rosso. Hai il respiro corto mentre una seconda scarica elettrica, più intensa questa volta, ti assale. Il LED rosso prende a lampeggiare più velocemente. Chiudi gli occhi. Una terza scarica, decisamente più forte delle precedenti, ti fa tremare le ginocchia. Il LED rosso sembra impazzito. Senti la corrente elettrica attraversare il tuo corpo. Dal tuo sesso scende giù, verso la pianta dei piedi. E sale su, verso i capelli. Non vedi più niente. Non senti più niente. Un orgasmo tanto rapido quanto intenso ti scuote tutta. Cerchi di soffocare un gemito quando percepisci una presenza al tuo fianco. Riapri gli occhi. È tuo marito, che finalmente ti ha raggiunta. Ti guarda e capisce. Nonostante la mascherina, ha notato immediatamente il rossore sulle tue guance, la tua eccitazione. Ha notato anche la tua gonna sollevata, le mutandine abbassate. Anche lui eccitato, ti fa scudo e tu, con gesti rapidi, alzi le mutandine prima che qualcuno possa vederti. Le luci sono già abbassate quando vi affrettate verso la sala. Segui tuo marito un passo dietro di lui, le gambe che ti tremano ancora di piacere. Senti gocce di liquido vaginale colare dalla tua figa e rigarti le cosce. Ti senti così bagnata che immagini di lasciare una scia vischiosa dietro di te. Sorridi tra te e te immaginando che qualcuno potrebbe scivolare e rompersi una gamba a causa del tuo orgasmo. Di che riderci sopra. Mi cerchi di nuovo tra le poche persone che ancora si trovano nell’atrio, ma non mi vedi. Tuo marito fa lo stesso, e nemmeno lui mi vede. Nella sala, cercate rapidamente i vostri posti e andate a sedervi. Il concerto sta per iniziare e tu non puoi evitare di pensare al piccolo ovulo rimasto dentro la tua vagina. Alle scariche elettriche che ti ho inviato e che ti hanno provocato un piacere che non ti aspettavi e che ti ha travolta. Vuoi controllare se la piccola luce lampeggiante è ancora lì, tra le tue cosce. Per tua fortuna, il posto accanto a te è vuoto. Con una mano inizi a far scorrere verso l'alto i bordi della gonna. Lentamente. Sul palco, i cantanti hanno voci meravigliose, ma per quanto sei concentrata, potrebbero anche ragliare come asini e non noteresti la differenza. Un centimetro alla volta, i tuoi sforzi vengono finalmente premiati. Nessuno, tranne tuo marito, si è accorto di ciò che stai facendo. Quando senti che la gonna è sufficientemente alzata, fai scorrere le mani verso le tue cosce. In modo molto discreto, con il pollice sollevi il bordo delle mutandine, mentre fai scorrere l’indice sotto il tessuto. Cerchi il filo con il LED luminoso, ma non lo trovi. Forse lo hai perso, pensi. Eri così bagnata nell’atrio, che potrebbe esserti scivolato fuori senza che te ne accorgessi. Chiudi gli occhi e ti mordi il labbro. No, non può essere! Ti ricordi che quando avevi aperto la busta, avevi notato che il filo era così sottile da essere quasi impalpabile. Devi cercare meglio. Andare più in profondità. Fai quindi scorrere il dito indice nella tua vagina. Fremi un po'. Forse è stato l'effetto delle scariche elettriche, che hanno sensibilizzato la tua figa. Oppure è la condizione di pericolo che ti eccita. Comunque sia, decidi di approfittarne. Il tuo dito, che si lascia inghiottire dalla caverna buia e umida, ti regala una sensazione di dolce piacere. Senza che tu lo abbia veramente deciso, il dito medio segue l'indice e l'anulare lo accompagna. Ora hai tre dita che si muovono dentro di te, tre dita che spingi più in profondità, che ti scaldano le guance. Quella che provi è una sensazione di piacere che viene da lontano. Che ti riporta indietro nel tempo. Quando eri solo un'adolescente che scopre il proprio corpo. Che cerca piccoli momenti di piacere senza preoccuparsi di nulla. Che ne parla liberamente con la sua migliore amica. Che approfitta di ogni momento, di ogni occasione, senza alcun senso di colpa. Col pollice stimoli il tuo clitoride, mentre imprimi mezzo giro con le tre dita. E finalmente lo tocchi. Il piccolo ovulo è ancora lì. Adesso ne hai la prova. Puoi finalmente tirare fuori le dita dalla tua fica. Ma ogni millimetro della tua vagina, che pulsa di piacere, ti reclama. E neanche le tue dita, in fondo, vogliono ritirarsi. Stanno bene lì dove sono. E allora le fai girare in tondo. Avanti e indietro. Di nuovo in tondo. Pieghi le dita a gancio e spingi, spingi, spingi, finché non arriva l’orgasmo. Veloce, morbido, lui se ne fotte degli altri spettatori, se ne fotte della musica e delle magnifiche voci che vibrano nell'aria come il tuo piacere, profondo, leggero, libero come i tuoi sedici anni. Il primo pezzo sta per finire e tu hai il tempo necessario per sistemare le mutandine, per rimettere la gonna al suo posto. E solo in quel momento ti accorgi della mia presenza, nel posto accanto a te che era rimasto libero. Tuo marito ti sorride, sono seduto lì già da qualche minuto e lui se ne era accorto, ma non tu, troppo presa dal tuo piacere. Il pubblico si alza in piedi per applaudire. Ne approfitto per prenderti per mano. Insieme scivoliamo via dalla fila, seguiti da tuo marito. Passiamo una porta. Vi faccio segno di stare in silenzio. Alla fine del corridoio ci sono i camerini. Entriamo. La luce è fioca. La moquette rossa che ricopre pavimento e pareti riscaldano l’ambiente, simile al più lussurioso dei gironi infernali. Un grande divano ci accoglie. Ti faccio stendere, ti allargo le gambe, mentre tuo marito si accomoda su una poltrona, davanti a noi. Pronto a godersi il vero spettacolo della serata… (continua)
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3 years ago
Andre374,
22
Last visit: 3 years ago
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Voleva solo un piercing
Lavoro in uno studio di tatuaggi e piercing da anni e quotidianamente ho a che fare con gente di tutti i tipi.
Dal gigante palestrato che sviene per un foro al lobo alla ragazzina che ride serena durante la foratura dei capezzoli.
Ma come Laura e il suo compagno non ne avevo mai incontrati.
Il primo contatto con Laura l'ho avuto attraverso la mia pagina social, mi seguiva da tempo e ogni tanto mi faceva i complimenti per i miei lavori.
Un bel giorno, tramite messaggi privati, mi chiese se eseguissi piercing genitali. Ovviamente la mia risposta fu affermativa, purtroppo per le regole dei vari social, certe immagini non possono essere pubblicate e quindi non aveva mai visto quel genere di lavori.
Le mandai qualche foto in privato e si disse interessata ad un piercing al monte di venere.
Non conoscendola personalmente ma avendo a che fare con tanti perditempo le chiesi subito se intendeva prenotarsi, disse che ci doveva pensare e che ne doveva parlare col compagno e la chiudemmo lì.
Passò qualche settimana durante la quale notai una certa insistenza dei suoi mi piace alle mie foto, anche personali, e commenti di apprezzamento sempre meno velati.
Ad un mese esatto dalla richiesta di informazioni sul piercing, ecco arrivare la richiesta di appuntamento.
Trattandosi di un piercing intimo ebbi cura di piazzare il suo appuntamento in chiusura così da non avere spettatori indesiderati e rompiscatole vari.
Puntuali come orologi svizzeri, all'orario stabilito, ecco arrivare Laura e compagno.
Lei uno splendore, non altissima ma con un fisico moderatamente palestrato e tonico, un sorriso furbetto e un seno da giramento di testa. Lui fisicamente ok ma molto riservato, si limitava ad annuire quando interpellato.
Rompemmo subito il ghiaccio parlando del più e del meno, poi lei mandò lui a prendere qualcosa da bere al bar di fronte lo studio.
Non aveva fretta di bucarsi, sembrava avesse più interesse per la conversazione.
Al ritorno di lui bevemmo, loro una birra ed io una redbull (non bevo alcolici durante il lavoro), continuando tranquillamente a discutere.
Dirottai la conversazione sul piercing, su come va eseguito e soprattutto su come va curato, le consigliai dei prodotti specifici per l'igiene e le diedi tutte le raccomandazioni del caso, poi finalmente passammo nella saletta dei piercing, la mia stanza delle torture.
Un febbraio così freddo non lo avevamo mai avuto per questo mi ero premurato di riscaldare preventivamente la saletta.
Laura era molto a suo agio, si sfilò rapidamente scarpe e jeans e si accomodò sul lettino.
Indossava ancora l'intimo, un perizoma nero che niente lasciava all'immaginazione. Culo tornito e sodo, cosce muscolose e il pube accuratamente depilato insieme a tutta la patata.
Mantenevo una calma apparente ma la carica erotica di Laura aveva acceso un fuoco dentro di me e lei non tardò a notarlo, complice il fatto che da sotto la tuta che indossavo il cazzo si faceva notare in maniera arrogante.
Sfilò via anche il perizoma e un profumo delicato di detergente intimo e fica raggiunse le mie narici.
Puntai la luce sulla sua fica e notai subito il luccichio di qualche perla di piacere tra le sue piccole labbra.
Misi i guanti e iniziai ad esaminare la zona da forare. Oddio, si stava bagnando.
Dopotutto le stavo sfiorando il cappuccio del clitoride, pensai che la reazione fosse più che normale, quindi continuai a fare il mio lavoro.
Giusto un attimo prima di prendere l'ago, mi ferma e mi chiede: "ma dopo il piercing, quanto tempo deve passare prima che possa di nuovo usare la mia fichetta?".
Le dico subito che almeno per un mese deve attendere, poi la guarigione è variabile per ognuno di noi, ma un mese è il minimo.
Lei guarda il suo compagno, lui si china e si scambiano qualche parola all'orecchio, lui annuisce e lei raggiante come se avesse scoperto chissà quale segreto universale, esordisce con: "allora prima di procedere verso la strada della castità mi sembra doveroso fare almeno un piccolo festino."
Adesso ho gli occhi di entrambi puntati contro, lui mi guarda in faccia, lei è più interessata ai sussulti del mio pacco e per rompere ogni indugio inizia a massaggiare il pacco di lui che data la posizione le preme quasi sul viso.
Con un gesto sapiente libera il cazzo di lui e inizia a leccarne prima la punta poi tutta l'asta fino alle palle.
Io sono ancora attonito per lo spettacolo che mi si è parato davanti ma ci vuole davvero poco a riprendermi.
Adesso il suo piede strofina contro il mio uccello, ne saggia le dimensioni e la consistenza. Io non resisto all'invito e vista la posizione favorevole mi fiondo su quella fica profumata e pulsante.
Inizio a leccarla sempre più insistentemente, passando dal perineo fino al clitoride, poi mi concentro sul nettare che esce e con la punta della lingua la penetro dolcemente.
Lei ha la bocca piena di cazzo, lo ingoia fino alle palle e oltre. Io ho tutta la lingua nella sua fica che ora gronda di umori e saliva, pulsa e si dilata come se dovesse inghiottirci tutti.
E' il momento di riempirla per bene. Togliermi la tuta è un gioco da ragazzi, in meno di un secondo sono col cazzo svettante, la sto puntando ma non voglio scoparla subito. Voglio farglielo desiderare, quindi inizio con lo strofinare la cappella contro il suo clitoride. Per quanto è gonfio di desiderio sembra una piccola cappella. Cappella al cospetto della quale è doveroso inchinarsi e ungersi con quel liquido santo.
Si toglie il cazzo di bocca solo per implorarmi di fotterla e quando le sono dentro lei può riprendere il suo pompino.
I suoi orgasmi non si contano, il lenzuolino protettivo è zuppo e i rivoli gocciolano giù dal lettino.
Questo è il momento di cambiare posizione. Mentre mi sposto per raggiungere la sua bocca lei si rigira per mettersi a pecorella; lui prende a stantuffarla con rabbia io mi limito a premerle la testa contro il mio uccello.
I sui occhi sono praticamente rivoltati al contrario per quanto sta godendo. La sua fica sembra un idrante che vuole spegnere i nostri cazzi.
Ci alterniamo tra bocca e fica quando lei decide per una bella doppia penetrazione.
Sono sdraiato sotto di lei, la sento armeggiare col mio cazzo e lo vedo scomparire nel suo culo stretto. Mi cavalca con veemenza, poi si ferma e accoglie il suo compagno nella fica. Come un meccanismo perfettamente rodato e sincronizzato ci muoviamo al ritmo del suo piacere. L'eccitazione ha raggiunto livelli altissimi e anche noi stiamo per esplodere. Consapevole del fatto che non potevamo durare in eterno, Laura decide di raccogliere il frutto delle sue fatiche. Scende dal lettino, libera finalmente quelle due tettone enormi, si inginocchia tra noi due e ci lascia sborrare su di lei.
E' ancora inginocchiata ed è letteralmente grondante di sborra. La faccia, il collo e le tette sono cime innevate. Incurante di tutto lui la bacia appassionatamente mentre lei si strofina lo sperma caldo sulle tette.
Accenna pure a sgrillettarsi per regalarsi l'ultimo orgasmo prima della castità.
Siamo stremati, sudati ma altamente soddisfatti. Fornisco asciugamani puliti e salviette imbevute per ripulirci alla meno peggio. Disinfetto il lettino e metto un nuovo lenzuolino, rimetto i guanti e sono pronto per fare questo benedetto buco quando lei esordice con: "dai è tardi, magari lo facciamo domani, non vedo l'ora di tornare qui in studio da te".
Non so se Laura farà mai il piercing ma so che non vedo l'ora di vederla tornare...
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3 years ago
unabottaevia,
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Last visit: 7 months ago
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Una bellissima esperienza. quarta parte
Dal giovedì al sabato, il tempo sembrava essersi fermato. Più si avvicinava l’ora fatidica e più cresceva la mia indecisione. Volevo quell’esperienza con tutte le mie forze, ma, nello stesso tempo, la temevo. Mille pensieri contrastanti affollavano la mia mente e, soprattutto, le mie notti. Cosa dovevo aspettarmi? Sarei stato in grado di sostenere il gioco? Avrei avuto il coraggio di andare fino in fondo? E se poi qualcuno mi avesse riconosciuto? Qualcuno che conosco nella vita di tutti i giorni, come ne sarebbe uscita la mia immagine di brava moglie, madre esemplare, che nella realtà si prostituisce per soldi? Troppe domande, troppi dubbi, che mi facevano sentire ancor più impotente davanti a tutto questo strano gioco, in cui mi ero infilata. Certo, avrei potuto uscirne, ma intanto, il solo pensiero di essere usata da degli sconosciuti come oggetto di piacere, mi faceva bagnare così tanto fra le cosce, che a volte ero costretta a rifugiarmi nel bagno aziendale e masturbarmi per alleviare momentaneamente quella sensazione di piacere, quella forte eccitazione che stavo provando al pensiero di quello che sarebbe successo sabato. Inoltre Mario ci metteva del suo, inviandomi dei messaggini con cui mi informava che, per sabato, avrebbe provveduto lui al mio abbigliamento. Anche questa cosa mi incuriosiva ed eccitava, perché, dentro di me, avevo sempre pensato che sarebbe stata sufficiente una minigonna ed una camicetta per essere una puttana perfetta. Ma non con lui, che teneva a precisare che avrebbe provveduto a far sì che io, sabato, non fossi vestita come una puttana da strada, bensì una "escort" d’alto bordo. Altra ondata di adrenalina nel considerare che, evidentemente, il livello delle persone che avevano pagato una cifra, che tra l’altro ignoravo, ma che sapevo essere molto alta, doveva essere quello di gente dell'alta società. Sabato mattina, sono andata prima dall’estetista, per una pulizia completa del corpo, sia dei peli che della pelle, poi dalla parrucchiera affinché mi dotasse di un'acconciatura all'altezza della situazione e, quando son tornata casa, ho trovato un pacco contenente un abito con scollo a V, a manica lunga avvolgente, con uno spacco laterale in velluto nero, scarpe decolté estreme, nero vernice, tacco 15 metal oro, autoreggenti con riga posteriore ed un completo che io stessa avevo visto in un negozio di intimo molto famoso, denominato: Carioca - Prive' - Miss Butterfly. Sono rimasta davvero stupita per le cose molto fini ed eleganti che mi erano state recapitate. Puntuale, alle 20:00, Mario si è presentato a casa mia e, mentre mi accingevo ad uscire con lui, ho visto che consegnava a Luca un tablet; poi, girandomi intorno, si è accertato che tutto corrispondesse a quanto da lui voluto, ha raccolto i miei lunghi capelli biondi, facendoli cadere sulla spalla sinistra e mi ha invitato a fare alcuni passi. Camminare su quelle scarpe dal tacco esagerato, rendeva il mio incedere sinuoso e sensuale, e si è complimentato con me, per tutto quello che i suoi occhi stavano vedendo.
«Sei veramente stupenda! Credo che questa sera potrei vivere un’esperienza indimenticabile, ma, in ogni caso, sei così bella che Luca può considerarsi orgoglioso di avere al suo fianco una donna come te. Ti scoperei, qui, in piedi, senza nessuna esitazione.»
Mi sono girata a guardare mio marito, che mi ha sorriso e, con un abbraccio, mi ha salutato, aggiungendo:
«Sei ancora in tempo a fermare tutto, ma, se non lo farai, sono sicuro che vivrai un’esperienza bellissima ed io starò qui ad aspettare il tuo ritorno.»
Ho ricambiato il sorriso e, insieme al mio accompagnatore, sono uscita. Durante la ventina di minuti che abbiamo impiegato per raggiungere il luogo, dove avrei dovuto vivere la mia nuova esperienza, Mario è rimasto sempre in silenzio, mentre, in cuor mio, provavo un misto di paura, eccitazione, indecisione e tanta adrenalina, che formavano un cocktail tale da rendermi come ubriaca, stordita: tra poco sarei stata palpeggiata dalle mani di persone sconosciute, che avrebbero potuto utilizzare il mio corpo a loro piacimento. Quando siamo giunti a destinazione, dopo aver varcato un imponente cancello, lui ha arrestato l’auto davanti ad una splendida villa; è sceso dall’auto, mi ha preso sottobraccio, e, insieme, ci siamo presentati alla porta. Un attimo prima di bussare mi ha guardato e mi ha ricordato che potevo ancora decidere di rinunciare a tutto, ma, una volta entrata, sarei stata completamente a disposizione di chi aveva pagato lautamente per avermi. Un mio profondo respiro gli ha comunicato che ero determinata in quello che era stato deciso, e lui, allungata una mano, ha schiacciato il pulsante del campanello. Un attimo dopo, la porta si è aperta e, davanti a me, si è presentata la signora che era seduta al tavolo, accanto al nostro, alcune sere prima. Alta più o meno quanto me, con i capelli neri tenuti corti a caschetto, gli occhi chiari e la bocca non troppo ampia, indossava un completo giacca e pantalone, con scarpe che dovevano esser, più o meno, identiche alle mie e, sotto la giacca, si poteva ben vedere una camicetta di pizzo, finemente ricamata, il cui collo sovrastava quello della giacca. Mi ha accolto con un sorriso e, allungata una mano, ha afferrato la mia e mi ha invitato ad entrare.
«Buonasera, mia cara; sono Giulia e sono molto contenta di averti qui, con me, stasera.»
Per un attimo ho immaginato che fosse lei la persona che aveva pagato per avermi, ma, entrata in un ampio salone, mi sono trovata davanti anche gli altri due commensali di quella fatidica sera. Uno dei due, completamente calvo, mi è venuto incontro.
«Buonasera, io sono Carlo, mentre lui è il nostro amico Giorgio. Ti diamo il benvenuto a casa nostra.»
Nello stringermi la mano, ho avvertito un brivido particolare e, mentre seguivo Giulia ed accomodarmi in uno splendido divano, non ho potuto fare meno di notare che Giorgio, nel parlare con Mario, gli ha consegnato una busta dalla forma rettangolare: ho ipotizzato fossero delle banconote. Lui, dopo averle messe rapidamente in tasca, si è girato verso di me e, con un cenno, mi ha salutato, avvertendomi che, dopo, uno di essi mi avrebbe riaccompagnato a casa.
Una volta uscito, mi sono sentita avvolta come in una coltre di silenzio: sentivo il mio cuore battere come un tamburo impazzito per la strana ed insolita situazione in cui mi trovavo. Il silenzio è stato interrotto dall’entrata di una giovane cameriera che portava un vassoio contenente quattro calici e, per prima, sono stata invitata a prenderne uno, per poi, insieme, far un brindisi.
«Mia cara Silvia, sono molto onorata del fatto che tu, questa sera, abbia scelto di partecipare al nostro gioco. Io e mio marito, come pure il nostro comune amico, nonché suo socio in affari, amiamo, di tanto in tanto, inserire nel nostro ménage à trois, una persona che desideri vivere un’esperienza quanto mai singolare e ci eccita molto pagare la disponibilità di questa persona. Siamo tutti e tre a conoscenza del fatto che sei una persona tranquilla, una madre, una donna che, nella vita di tutti i giorni, non svolge il mestiere più antico del mondo, ma che questa sera, per il suo e nostro piacere, ha deciso di accettare la nostra offerta. Nessuno di noi ti farà del male e il tablet che Mario ha consegnato a tuo marito, gli permetterà di seguire, attraverso delle telecamere che abbiamo all’interno di questa abitazione, tutto ciò che noi faremo con te. Una volta uscita da qui, nessuno di noi, incontrandoti nella vita di tutti i giorni, ti rivolgerà la parola o farà qualsiasi gesto che possa in qualche modo far capire che noi ci conosciamo ed è quanto pretendiamo anche da te. In cambio di tutto questo, speriamo di farti vivere un’esperienza indimenticabile.»
La piacevolezza di quel Prosecco, che scivolava giù nella mia gola, mi ha, in un certo qual modo, rilassato ed ero pronta a sentirmi oggetto del loro godimento, ma, invece, Giulia, presami per mano, e con un sorriso sulle labbra, mi ha accompagnato oltre una porta scorrevole, dove una tavola imbandita era già pronta per consumare una cena. Ci siamo seduti a tavola come quattro vecchi amici, parlando anche di cose banali, di piccoli aneddoti e, soprattutto, di situazioni piccanti che loro hanno vissuto in tempi passati. Questo modo di fare, mi ha permesso di rilassarmi ancor di più, e, ben presto, ho avvertito in cuor mio un desiderio imperioso di vivere questa esperienza, che era cominciata con una tanta indecisione, ma che ora si era davvero rivelata intrigante. Finita la cena, siamo tornati nell’altro salone e ci siamo sistemati vicino ad uno splendido caminetto acceso, quando Giorgio si è seduto ad uno splendido pianoforte a coda ed ha iniziato a suonare una delle melodie di Richard Clayderman, Ballade pour Adeline, melodia che conosco benissimo, in quanto è stata la colonna sonora del video del nostro matrimonio. Sono rimasta stupita e mi sono appoggiata al piano, mentre Giulia ballava con suo marito sulle note di questa musica, che amo moltissimo. Guardavo le mani di Giorgio muoversi con estrema sicurezza sulla tastiera del pianoforte ed ho immaginato di sentirle sul mio corpo e, questo mi ha provocato un lungo brivido, che mi ha fatto inumidire fra le cosce. Vedevo nei suoi occhi il desiderio di ammirare il mio corpo e, nello stesso tempo, questa attesa rendeva il gioco ancor più intrigante e sensuale. Ad un tratto, Carlo e Giulia si sono avvicinati al pianoforte e, in un attimo, Carlo si è seduto ed ha preso a suonare al posto di Giorgio, che si è messo in piedi ed ha proseguito il ballo con Giulia. Ora vedevo bene gli occhi di Carlo che indugiavano sul mio corpo, mentre le note di quel motivo continuavano ad illanguidire il mio corpo. Dopo alcuni momenti, anche l’altra coppia si è avvicinata al piano e, con un po' di stupore, ho potuto vedere Giulia prendere il posto di Carlo e, Giorgio, allungata una mano, mi ha invitato a ballare con lui. Sentire il suo corpo aderire al mio, mi ha subito dato piacere. Lo sentivo forte, tonico e, soprattutto, al contatto ho potuto verificare la presenza di un pacco già gonfio, che ha cominciato a premere contro il mio basso ventre. Per un attimo, ho socchiuso gli occhi, assaporando quel momento di piacere, ma subito sono stata riportata alla realtà da due mani e da un altro corpo che, appoggiatosi delicatamente dietro di me, mi ha stretto, mentre delle calde labbra hanno preso a lambire il mio collo, alla base della nuca e, dopo aver spostato un ciuffo di capelli, ha preso a baciarmi da dietro, mentre sentivo premere sul solco dei miei glutei, un altro pacco, anch'esso di generosa consistenza. La sensazione di esser stretta in mezzo a quei due uomini, che continuavano a muoversi lentamente, seguendo la melodia suonata da Giulia, mi ha fatto eccitare ancora di più. Sentivo le loro mani scivolare sul mio corpo, ma senza soffermarsi in nessun posto in particolare e, nello stesso tempo, le sentivo passare dappertutto, sui seni, fra le cosce, sul mio culo. Ero inebriata dal piacere che stavo provando, quando, ad un certo punto, Giulia si è alzata dal piano e, giunta in mezzo a noi, mi ha preso per mano e, senza dir nulla, mi ha condotto oltre una porta e, insieme, abbiamo percorso un breve corridoio, seguite dai due uomini che, dietro di noi, in silenzio, osservavano il nostro incedere sinuoso, su quei vertiginosi tacchi che inarcavano in maniera provocante i nostri culi. Certamente viste da dietro, dovevamo offrire una visione molto eccitante. Siamo entrate in una stanza piuttosto particolare, dove vi era un letto rotondo molto ampio e, su due delle quattro pareti, erano installati immensi specchi, così come sul soffitto. Un lungo brivido mi ha percorso la schiena quando, delicatamente, Giulia ha iniziato a spogliarmi, rivelando il pregio delle cose che coprivano le mie intimità. In un attimo, mi sono ritrovata solo con quella ricercata lingerie, che indossavo. Il tempo di mettermi sdraiata sul letto e ruotare il viso dall’altra parte ed ho potuto ammirare lo splendido fisico dei due maschi che, in un attimo, si erano denudati. Nonostante entrambi potessero avere l'apparente età di non meno di cinquant’anni, il loro aspetto era quello di due uomini dal fisico asciutto e forte, con due ottime dotazioni. Ero pronta, psicologicamente, a vivere questa esperienza con due uomini ed una donna, quando, girato lo sguardo per poter ammirare il corpo di Giulia, sono rimasta letteralmente basita. Lei indossava una lingerie assolutamente identica alla mia, diversa nel solo colore, bianco, ma ciò che mi ha tolto il fiato è stato il fatto che, in basso, fra le sottili strisce che avrebbero dovuto coprire una figa, lei aveva un membro di notevoli dimensioni, che svettava duro verso l’alto, imponente, con una cappella grossa e due coglioni, a malapena contenuti nello striminzito indumento. Mi son, quindi, resa conto, che Giulia, in realtà non era una donna, bensì un trans. Che delusione! Io che mi aspettavo di sentire la lingua di una femmina fra le cosce, in realtà avrei goduto con tre maschi. Ma la cosa che, più di tutte, mi ha lasciato stupita, erano le dimensioni del membro di Giulia. Non tanto per la lunghezza: di sicuro quello di Carlo era più lungo, pur sempre di ottime proporzioni, mentre quello di Giorgio, anche se più sottile, era sicuramente il più lungo dei tre, ma lo spessore di quel cazzo era decisamente fuori del comune. Con i miei giochi soft sulle spiagge nudiste, di cazzi ne avevo visti di varie dimensioni, ma uno come quello di Giulia non lo avevo mai visto: il suo spessore era pari al mio polso e la grossa cappella rosso/viola che lo sormontava, lo rendeva come qualcosa di assolutamente unico.
«Leggo nei tuoi occhi, tutto lo stupore che ti ha assalito, nel prendere atto che, in realtà, questa sera saranno tre i cazzi che riempiranno i tuoi buchi. Spero che questo non sia un problema per te, perché ho desiderato il tuo corpo dal primo istante che ti ho visto. Quella sera, quando eri bendata ed i miei compagni ti hanno fatto succhiare i loro cazzi, ho volutamente tenuto il mio lontano dalla tua bocca, perché volevo che lo assaporassi in un altro momento, come ora, con calma e in tutta la sua vigoria.»
Ho tremato, ma, nello stesso tempo, ho sentito un’ondata di calore invadere la mia vagina, bagnando quell’esile string, che venne rapidamente rimosso dalle abili mani di Carlo. Subito la lingua di Giorgio è andata ad infilarsi fra le grinze della mia fica, da cui sgorgava nettare in quantità. Mentre osservavo lo splendido corpo di Giulia, costituito nella parte superiore da un seno bellissimo e, nella parte inferiore, da quel membro incredibile, nell’insieme appariva molto femminile, con tratti decisamente inadatti ad un uomo. Stupita, e nello stesso tempo eccitata fino al massimo livello, ho iniziato a godere subito in maniera intensa, sia per la lingua di Giorgio, che mi leccava avidamente, ma anche per le abili mani di Carlo, che accarezzavano i miei seni, fin quando ho avuto, fra le mani, il suo duro scettro, che ho portato alla bocca e iniziato a leccare, sotto lo sguardo attento di Giulia, che, in ginocchio, appoggiata alla spalliera del letto, ci osservava mentre si masturbava molto lentamente. Ben presto di gemiti del mio piacere hanno riempito la stanza e, ad un tratto, ho sentito Giorgio, che ha appoggiato il suo membro fra le labbra della mia fica e, con una spinta decisa, me lo ha infilato tutto dentro. Ho inarcato il corpo nel sentire la mia fica riempita da quel cazzo che, in tutta la sua lunghezza, è penetrato fino in fondo, facendomi subito gemere di piacere. Ha preso a pomparmi con una lentezza esasperante, infilando tutto il membro dentro per poi sfilarlo altrettanto lentamente e, subito dopo, riaffondarlo ancora, e poi ancora, con un ritmo veramente snervante. Succhiavo il cazzo di Carlo, che sentivo ingrossarsi sempre di più nella mia bocca, fin quando Giorgio, dopo avermi afferrato, mi ha trascinato e fatta sdraiare su di lui. Continuando ad avere la bocca piena del cazzo di Carlo, ho sentito la bocca di Giulia lambire l'esterno del mio forellino anale e la sua lingua ha iniziato ad insinuarsi dentro, mentre mi si leccava il buco del culo. È stata una sensazione bellissima, che mi ha procurato, insieme a tutto il resto, un orgasmo che ho urlato a bocca piena, mentre il mio corpo ha preso a tremare, come percorso da mille scariche elettriche, che si traducevano in ondate di piacere che provocavano diverse emissioni di umori dalla mia fica, magistralmente pompata da Giorgio. Per un attimo temuto che quell’enorme membro di Giulia potesse penetrarmi il culo, mentre ero scopata da Giorgio, ma lei, saggiamente, ha lubrificato e fatto rilassare i miei muscoli anali, preparandoli opportunamente ad una doppia penetrazione che, poco dopo, Carlo, posizionatosi dietro di me, ha eseguito in maniera esemplare. Sentirmi piena di quelle due splendide mazze che mi pompavano con un ritmo ben sincronizzato, facendomi assaporare sempre un cazzo dentro, mentre l’altro usciva, mi ha fatto provare un ennesimo orgasmo, facendomi urlare di piacere. La bocca avida di Giulia si è posata sulla mia e, baciandomi con passione, la sua lingua è penetrata nella mia bocca ed ha iniziato a leccare e succhiare la mia, mentre il piacere scorreva, ormai incontrollato, lungo tutto il mio corpo. Dopo aver limonato a lungo fra noi due, lei si è spostata e, inginocchiatasi sopra la testa di Giorgio, mi ha offerto alle labbra la sua splendida mazza. Era talmente grossa che non riuscivo a congiungere la punta delle dita, quindi ho appoggiato la bocca su quella splendida fragola rossa che era la sua cappella ed ho iniziato a leccare, cercando di farmela penetrare il più possibile in bocca. I gemiti di piacere di Giulia, che hanno fatto intendere quanto gradiva ciò che le stavo facendo e la sua voce rotta dall’emozione, ha, in un certo modo, spezzato il silenzio che si era creato nella stanza.
«Bravissima! Mi sta leccando in maniera divina! Sei una meravigliosa succhiacazzi e, sicuramente, sapresti essere una vera puttana, ma sapere che non lo fai di professione e sentire che mi lecchi in maniera così sublime, mi fa godere ancora di più. Fammi impazzire, fammi godere il più possibile con la tua bocca, perché poi vorrò godere anche con tutti i tuoi buchi.»
Sentire le sue parole mi hanno letteralmente sballato e, dopo l’ennesimo orgasmo, i due maschi si sono sfilati da me e, con un rapido gesto, mi hanno semplicemente rigirato. Mi sono trovata nel culo il cazzo di Giorgio, che è entrato fino in fondo, mentre ora la bocca di Carlo leccava la mia fica slabbrata, ma fradicia del piacere che aveva appena provato. Ha indugiato a lungo con la sua bocca fra le pieghe della mia fica e, alla fine, quando ero prossima all’ennesimo orgasmo, anziché scoparmi, egli si è spostato, lasciando il suo posto a Giulia che, inginocchiata fra le mie cosce, ha appoggiato la sua enorme cappella fra le labbra della mia fica, resa ancor più stretta per l'altro cazzo che avevo nel culo. L’ho guardata e per un attimo ho avuto il terrore che quell’enorme membro non sarebbe riuscito ad entrarmi dentro, ma lei, con un sorriso, ha appoggiato quella splendida mazza e, con un movimento lento e delicato lo ha spinto tutto dentro di me. Mi sentivo aprire, dilatare le pareti della vagina al passaggio di quell’enorme massa che lentamente scivolava tutta dentro il mio ventre. Mi sono stupita del fatto di averlo preso tutto dentro e quando raggiunge il fondo, un orgasmo devastante ha sconvolto il mio corpo, facendomi urlare con tutto il fiato che avevo in gola. Lei è rimasta immobile, lasciandomi il tempo di assaporare il piacere appena provato, poi, assecondando i movimenti dell’altro, ha iniziato a pomparmi con un ritmo più sostenuto rispetto a quello che era stato fino a quel momento, portandomi, in men che non si dica, a godere un orgasmo dopo l’altro, senza fine. Era incredibile quell’enorme mazza che mi slabbra la fica, me la slarga tutta in una maniera devastante e, nello stesso tempo, mi faceva godere come mai provato in vita mia. Non so per quanto tempo ho goduto di continuo, ricordo solo che, ad un tratto, lei mi ha afferrato e mi ha trascinato su di lei che, sdraiata sotto di me, mi ha impalato su quel membro grosso e duro facendomi sollevare il corpo verticalmente su di lei. Per un attimo, mi è sembrato che mi fosse arrivato in gola, per la profondità raggiunta dentro di me. Subito gli altri due si sono messi in piedi ai miei lati e, a turno, mi hanno offerto da succhiare i loro cazzi, mentre Giulia, dopo aver inarcato le gambe, mi sbatteva dal basso, devastandomi la fica. Ho goduto così tanto che penso di aver perso i sensi e, quando lei mi ha disteso ancora sul suo corpo, è stata la volta di Carlo che, appoggiatosi dietro di me, mi ha infilato il suo cazzo nel culo fino in fondo. Sentire anche quest’altra mazza dentro, ha devastato ancor di più i miei sensi, provocandomi un ennesimo orgasmo, che ha avuto il suo apice quando lui, dopo avermi pompato alla grande ha urlato il suo piacere, scaricando nelle mie viscere tutto il contenuto delle sue palle. Un’ondata di calore mi ha invaso l’intestino, facendomi godere tantissimo. È rimasto per un lungo istante immobile, poi si è sfilato da me, mentre il suo posto veniva occupato dal cazzo di Giorgio, che mi è entrato dentro, facendo fuoriuscire la sborra che vi era contenuta, mentre Carlo mi presentava il suo cazzo da pulire davanti alla bocca. L'ho leccato, succhiato, raccogliendo fino all’ultima goccia del piacere da cui era ricoperto, mentre anche Giorgio, con un ritmo molto sostenuto, mi riversava nel culo la sua copiosa sborrata. Durante tutto questo, Giulia era rimasta immobile, mantenendo piantato dentro di me il suo splendido cazzo, assecondando i movimenti degli altri due che, in qualche modo, mi stavano inondando il culo di sborra. Poi, appena Giorgio si è sfilato, lei mi ha fatto togliere da sopra di sé e, posizionatasi dietro, ho sentito la cappella tendere con forza le pieghe del mio buchetto posteriore, che si è teso cercando di inglobare quella mazza enorme. Un gemito di dolore è uscito dalla mia bocca, quando improvvisamente la sua cappella è entrata dentro di me e solo a quel punto mi son resa conto che, avendomi gli altri sborrato nel culo, hanno agevolato il passaggio della bestia, che ora mi stava letteralmente sventrando. L’ho sentito scivolare dentro di me come un palo infuocato, mi ha aperto in due, sfondandomi le reni e quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi son resa conto di averlo tutto dentro; stranamente questa cosa, anziché preoccuparmi, mi hai eccitato in una maniera incredibile e quando lei ha cominciato a muoversi avanti/indietro, limando in maniera incredibile il mio culo, ho iniziato a godere, pisciando letteralmente il mio piacere. Carlo si è sdraiato sotto di me e, ben presto, ho sentito la sua lingua leccare la mia fica, mentre Giulia continuava sfondarmi il culo; Giorgio mi ha presentato il suo cazzo davanti alla bocca e, in un'incredibile girandola di orgasmi, li ho sentiti godere entrambi dentro di me. Il primo a riempirmi la gola è stato Giorgio che, con un grido soffocato, mi ha riversato in gola una sborrata, poi, quando lui si è tolto, ho abbassato la testa e mi son trovata davanti alla faccia il cazzo di Carlo che, stando sdraiato sotto di me, continuava a leccarmi la fica. L’ho succhiato con forza, fin quando anche lui non mi ha riversato in gola il suo piacere, mentre sentivo il cazzo di Giulia sfondarmi il culo, con colpi sempre più forti, fin quando, d'improvviso, con un grido acuto mi ha riversato in culo tutto il suo piacere.
«Troia, ti stai facendo riempire il culo, e allora ti farcisco anch'io questo culo da puttana! Te lo sfondo tutto e te lo inondo tutto!»
È rimasta immobile, mentre sentivo chiaramente le pulsazioni di quel cazzo che mi eruttava in culo tutto il suo piacere, mentre io venivo scossa da un ennesimo orgasmo. Carlo si è sfilato da sotto di me, mentre Giulia, lentamente, è uscita dal mio culo e, quando ha tolto il cazzo, mi è sembrato come se il mio culo fosse così tanto dilatato, da esser simile ad una voragine. Anche lei, mi ha presentato la sua splendida mazza davanti alla bocca per farla pulire. L’ho fatto con estremo piacere, godendo del fatto che, nonostante avesse appena eiaculato, la sua erezione non si era indebolita per niente. La mia bocca lo ha leccato, pulito e succhiato fino all’ultima goccia di sborra e, alla fine, l'ho reso bello, lucido e dannatamente ancora duro. Lei mi ha sorriso e, facendomi sdraiare supina, si è di nuovo infilata fra le mie cosce e, dopo avermelo piantato di nuovo davanti, si è allungato sulle braccia, ha portato il suo corpo su di me, in modo che la mia bocca fosse perfettamente all’altezza dei suoi seni. Mi ha invitato a baciare e a succhiare i suoi capezzoli.
«Succhiami, succhiami i capezzoli, leccali forte, mordili, fammi male così godo di più!»
Non me lo son fatto dire due volte. Ho preso a succhiare e mordere quei capezzoli, mentre lei mi stantuffava la fica sempre più forte, sotto lo sguardo estasiato degli altri due uomini che, a turno, hanno infilato i loro cazzi ancora barzotti fra le nostre bocche. Era incredibile il piacere che stavo provando e, nello stesso tempo, mi eccitava molto quel giocare con la sua bocca, sopra un altro cazzo. Spesso le nostre lingue si sono incontrate mentre leccavano una cappella, o le palle del maschio di turno che ce lo aveva infilato in bocca, finché segandosi entrambi velocemente, ci son venuti sul viso. Appena due schizzi, ma sufficienti ad imbrattare il mio viso, che Giulia prontamente ha pulito, leccando la mia faccia coperta di sborra. Ho goduto anche in questo nel sentirmi posseduta e, nello stesso tempo, schizzata, leccata come una cagna. La cosa deve avere eccitato molto anche lei, perché, improvvisamente, ha cominciato a muoversi più velocemente dentro di me e, ben presto, guardandomi negli occhi, mi ha riversato dentro un’ondata di calore, urlando il suo ennesimo orgasmo.
«Troia vengo! Vengo dentro di te, puttana! Ti inondo il ventre, troia!»
Per un lungo istante, è rimasta immobile, piantata dentro di me, poi lentamente si è sfilata e sdraiata al mio fianco; ha preso il mio viso fra le mani e, con gli occhi resi umidi dall’emozione, mi ha baciato, mentre ho sentito una lingua farsi strada fra le pieghe della mia figa tumefatta e gonfia, da cui sgorgava tutta la sborra che vi era stata appena riversata, che ha preso a sorbire tutto il piacere che ne usciva. Ho stretto istintivamente le cosce, sfinita dall’emozione per l’intenso piacere provato, ma anche perché sentivo ancora stimolare la mia vagina ormai resa insensibile per il troppo piacere.
«Grazie, sei stata veramente fantastica e, soprattutto, ti ringrazio per avere ospitato dentro tuo corpo il mio cazzo. Come vedi non è facile, per me, trovare una donna capace di ricevere una simile mazza nel ventre, ed è per questo che troviamo giusto pagare, ma devo ammettere che questa è stata una delle poche volte, in cui veramente ho visto una donna godere mentre la penetravo, sia davanti che dietro, e questo mi ha riempito estremamente di gioia. Silvia sei una puttana stupenda, sei una femmina meravigliosa e una troia capace di farsi sbattere, come poche altre. Se vorrai, mi piacerebbe ancora avere il tuo corpo, ma dovrebbe essere una tua libera scelta e, soprattutto, mi piacerebbe avere la tua amicizia anche al di fuori del letto. Come avrai capito, per il fatto che sono una trans, non ho molte amicizie ed è per questo che, quando trovo una donna speciale come te, le chiedo sempre se gradisce la mia compagnia e la mia amicizia.»
Nonostante fossi stordita dall’immenso piacere provato, le ho dato un bacio sulla bocca e le ho assicurato che anche per me sarebbe stato bellissimo poter coltivare il nostro rapporto anche al di fuori del sesso, che, in ogni caso, era stato bello ed appagante. Poi mi hanno aiutato a rivestirmi e Giorgio mi ha accompagnato a casa; quando sono entrata, poiché stremata, sono stata aiutata da Luca a mettermi a letto, non prima di avermi abbracciato e baciato con estrema passione.
«Amore mio, sei stata stupenda! Ammetto, che quando ho visto cosa c’era tra le gambe di Giulia, per un attimo ho avuto paura per te, ma, vederti godere così tanto con lei, mi ha riempito di gioia e di profondo orgoglio nel vedere quanto troia sia mia moglie. Ti amo, ora riposa; il futuro è tutto ancora nelle tue mani.»
Ho chiuso gli occhi, e ho sentito ancora un brivido di piacere percorrere il mio corpo, mentre la stanchezza mi ha fatto addormentare.
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