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La mia biografia parte settima
carla e mia moglie si sistemarono alla meglio e venero dove stavamo noi si sedettero alle poltrone davanti a noi e mia moglie era tutta arrossata nel viso ma anche carla poi disse se lo spettacolo che abbiamo offerto era di vostro gradimento ma non e terminato ancora infatti dopo circa una oretta carla prese per mano barbara che la segui senza dire una parola andarono di nuovo in camera da letto e carla ricomincio a leccare le tette di mia moglie fino a comincio a baciarla in bocca vedevo barbara che collaborava abbraciando carla con forza mentre carla con una mano la denudo del tutto e la adaggio sul letto e con un cenno ci chiamo in cui carla era tutta presa a leccare la fica di barbara io cominciai a leccare la fica di carla mentre luca mi prendeva il mio cazzo in bocca barbara vedendo quello che stava succedento ando a prenderre in bocca il cazzo di luca si andava avanti un po ma quando il mio cazzo era divenuto duro lo misi nella fica di carla in un solo colpo mentre luca scopava mia moglie che era tutta eccitata dalla situazione che si era creata devo dire che non o mai visto mia moglie in quelle condizioni che era diventata di una personalita opposta a prima. dopo che ci siamo salutati nel trgitto del ritorno domandai se gli era piaciuto e lei afermo che non aveva mai goduto in vita sua cosi tanto che mi fece promettere che ci saremmo andati di nuovo cosi il giorno dopo telefonai a casa di luca in cui dissi che era andato tutto bene e se per sabato non avevano impegni ci saremmo rivisti e loro accettarono. ci incontrammo in un caratteristico ristorantino per cenare e dopo cena si recammo a casa loro e gia dentro l'ascensore carla comincio a baciare in bocca barbara che senza perplessita ricambiava che luca guasi non faceva in tempo ad aprire la porta che gia erano nude infatti mia moglie per quella sera non si mise niente sotto che sono rimasto anchio del suo comportamento carla la fece distendere sul tappeto del salotto e comincio a leccarla in tuttoil corpo e barbara si era messa a leccargli la fica con veracita che carla urlava di piacere luca comincio a leccare la fica di mia moglie e io prendevo in bocca il cazzo di luca barbara si giro e vide quello che stavo facendo io e rimase un po meravigliata ma continuo a leccare la fica di carla mentre gli metteva tre dita in fica e la stava vacendo godere io mi misi in ginoccchio i luca capi e mi conficcava il suo cazzo tutto dentro il mio culo mia mogli vedendo il zazzo di luca che andava avanti e indietro si mise sotto di me e comincio a prendere il mio cazzo in bocca dicendo che era bello vedere il cazzo di luca entrare e uscire dal mio culo carla no prse temp e tiro fuori un doppio fallo che uno se lo mise nella sua fica e l'altro lo infilo nella fica di barbara era la pria volta che sentivo urlare di piacere cosi intenso da mia moglie ando avanti per guasi tutta la notte e poi stemati ci rivestimmo e tornammo a casa ma mia moglie volle sapere come mai ero cosi che mi piacevano le donne e anche gli uomini e poi volle sapere se lo avevo fatto prima senza di lei ma la rassicurai che non lo veci e le raccontai la vecchia storia con il professore e sua moglie. ci vedemmo per circa un anno e tutto filava bene ma poi luca non aveva più tempo a disposizione pe via della mamma che si ammalo e la dovevano accudire in casa loro. cosi disi a mia moglie se si voleva cambiare con una altra coppia in un primo momento disse di no ma dopo un po di tempo ritorno lei stessa sul discorso e accetto cosi dammo un appuntamento pe conoscersi si recammo sul posto era un bar del centro enel tavolo seduti vi erano due coppie e un singolo noi ci sedemmo al tavolo vicino e aspettavamo le persone che dovevano presentarsi ma poco dopo una donna del tavolo vicino mi disse che era lei la persona ma subito le feci notare che forse cera un malinteso ma mi assicuro che le altre persone andavano via certo non erano delle persone come luca e sua moglie ma non erano brutte anzi erano molto più giovani di noi cosi si prenderono accordi di quello che si doveva fare e non faree a fine settimana ci recammo presso di loro ma quando siamo entrati abbiamo trovato una sorpresa che cerano anche l'altra coppi e il singolo ma si pensava sempre che andassero via cosi ci accomodammo sul divano aspettando che andavano via ma non successe invece cominciarono a spogliare e una di queste ando da mia moglie e la prese per spogliarla ma barbara si ribello e disse di andarcene che era uno schifo e gente poco seria infatti da quelle parole di mia moglie scateno un frasaggio da strada. andammo subito via e lei mi dette la colpa a me di tutto e non mi dovevo permettermi più di portarla insieme per questi giuochi.
passata la burasca ritornammo al discorso ma lei in tutta francheza si rifiuto di nuovo cosi passarva del tempo ma no mi arrendevo infatti richiamai luca e carla per un incontro e lo accennai a barbara e accetto subito ma fu un fiasco in quanto in quest tempo le venne una neopausa precoce che gli venivano delle caldane che stava mele infatti il fiasco fu proprio questo che mentre si scopava doveva per forza smettere. lei fu comprensiva e mi disse che se volevo incontrarmi con altre persone lo potevo fare perche sapeva quanto il sesso sia normale e bisex mi piaceva. incotrai delle coppie e devo dire che ce ne sono anche molto strane ma tante mi confidarono che il loro matrimonio stava per terminare e con lo scambio ci a tenuto uniti in quanto lo si era deciso insieme altri avevano un amante e scoperti ne parlarono civilmente e insieme scelsero di accettare per il fatto sia l'uomo o la donna sposati non possono dare nulla ma solo sesso, lo scambio insieme. la mia esperienza con la vita che oggi si conduce cosè passare delle ore di sesso sia in coppia sia con un altro uomo oppure una altra donna che fanno dimenticare e non pensare alle problematiche che ci assillano tutti i giorni. fine della mia biografia.
ciao g.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
A lei.
Guardo, attraverso i tuoi occhi
l'infinita quiete innevata.
Insieme a lei vorrei scomparire
all'interno di un tuo respiro
per rinascere nel tuo sorriso.
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16 years ago
miss1dada202006,
30
Last visit: 15 years ago
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La mia biografia parte sesta
come gia dicevo che anna ando via e rimasi solo ma cio che o potuto constatare che le amicizie di luana che mi invitava qualche volta a partecipare e cosi giorgio e sua moglie.
passo circa un anno e per motivi di lavoro mi dovevo recarmi a francoforte e prendendo posto sull'aereo e alla poltrona di fianco prese posto una ragazza molto semplice, minutina di corporatura ma non feci molto caso a questa ragazza ma al momento de decollo mentre ero con i miei pensieri, mi sentivo stringere il braccio che era sul bracciolo dell'aereo non dissi nulla ma auna virata si ripete lei si accorse e si scuso dell'accaduto e cosi ci presentammo io g. lei barbara aveva pressapoco un ventisei/ventsette anni e durante il volo si parlava che era la prima volta che prendeva l'aereo e per forza maggiore doveva andare a dare il cambio a una sua collega che si era sentita male e doveva rimanere per tutta la durata della mostra campionaria circa sei giorni e che non conosceva nulla sia della città e dove si trovava la fiera campionaria e dissi che anche io stavo per lo stesso motivo e di non preoccuparsi che io ero di casa per le tante volte che ero venuto a francoforte
parlado domandai dove alloggiasse e cosi dissi che il mio hotel era lo stesso che alloggiavo io ma devo dire che non era vero cosi quando arrivammo la accompagnai in hotel dove di nascosto dissi se avevano una camera a disposizione per me e cosi rimasi nel suo stesso hotel disdicendo il mio hotel poi ci recammo in fiera insieme per far fronte ai nostri impegni dandogli appuntamento per la chiusura della mostra campionaria. era circa le 19,00 e cosi dissi se voleva fare due passi per tornare in hotel in modo che intanto vedeva un poco la città e lei accettò, mentre si passeggiava lei mi disse che veniva da una delusione che dopo cinque anni il suo ragazzo la lasciò e ancora ci pensava cosi anche io gli dissi della mia convivenza per tanti anni e fini proprio circa un anno fa ma senza dire niente di ciò facevamo con anna. la ci freguentavamo e si usciva per fargli visitare la citta un paio di volte mi feci prestare l'auto di un amico del posto per girare un po più al largo.
quando siamo ritornati nella nostra città continuammo a vedersi e cosi dopo un po e nato qualcosa che due anni dopo ci sposammo e tuttora e mia moglie in cui sono nati due figli. devo dire che barbara era una donna all'opposto di anna e piano piano in fatto di sesso si andavamoa deteriorare i nostri rapporti, prima io non pesavo che si arrivasse a questo forse presi tutte e due ad accudire i figli ma cio e successo quando i figli erano divenuti indipendenti e barbara era rimasta come era prima cosi per invogliarla cominciai a fare delle ipotesi e csa ne pensava di sesso tra donne, e uomini oppure insieme uomini e donne bisex e devo dire che avvolte era interessata a sapere cosi incominciai a portare delle cassette di film di quel genere e cosi la sera andando a letto le visonavamo insieme e lei nel vederle si eccitava e si finiva che si scopava sempre quando si vedevano cosi mentre scopavamo gli facevo delle domande, come se al posto ci fosse un altro uomo oppure se gli piaceva che il cazzo che la scopava fosse più grosso del mio e lei rispondeva mogulando di piacere di si, forse perche sentendomi e vedendo i film lei si eccitava a tal punto che acconsentiva.dopo questo gli dissi cosa ne pensava dello scambio di partener con altre coppie lei rimaneva avvolte intaressata ma piu delle volte senza risposte si andava avanti e io cercavo di portarla al discorso con insistenza cosi un giorno disse che avrebbe anche provato ma a certe condizioni, se non gli piaceva di interompere subito e andare via poi da non provare che le fosse messo in culo infatti era gia da tanto tempo che anchio non lo facevo che durante il parto del secondo figlio si sono formati dei noduli emoroidi che gli davano molto dolore, non dovevano essere persone invadenti e maleducati, e quando si doveva fare non a casa nostra.
mi sono messo alla ricerca di una coppia che aveva delle caratteristiche come voleva barbara e cosi individuai una coppia che a mio giudizio si addiceva cosi volli un appuntamento da solo e gli spiegai di essere molto cauti e far finta che gia li conoscievo e constatai che erano delle persone a modo e non proprio abbituè dicendomi che loro erano bisex.
raccontai a barbara di questa coppia dicendo che gia li conoscevo e le acconsenti di incontrarli cosi ci mettemmo in contatto e era per il sabato prossimo.il sabato sera barbara si preparo e con mio stupore vidi che stava indosando un intimo cosi sex che mi si rizzo il cazzo solo a vederlo ci recammo a casa di luca e carla e ci fecero accomodare per una cenetta che avevano preparato e dopo ci recammo sul divano a scambiare qualche chiacchiera dopo un po per una scusa carla invito barbara di andare in camera sua perche voleva un consiglio di come gli stava un vestito lasciarono la porta aperta in cui si poteva vedere tutto cosi carla si sfilo il vestito e rimase con una minuscola mutandina senza reggiseno devo dire che aveva un bel petto e mia moglie gli fece dei complimenti e al quel punto carla prese la mano di barbara e se la porto a farsi tocare il petto dicendo che lei addoperava una crema per tenerlo cosi rassodato a quel punto comincio a sbottonare la camicetta di mia moglie e nello stesso tempo a slacciargli il geggi seno che rimase nudo carla prese a giocare con i capezzoli che si vedeva che si ingrossavano fino a comincio a succhiarli e mentre lo faceva come una maga tolse le mudandine a barbara e incomincio a toccarla in mezzo alle gambe mia moglie sembrava un automa senza volonta la fece stendere sul letto e comincio a leccargli la fica barbaara mogulava di piacere e vedevo che si inarcava per poter donare la sua fica a carla mentre non digo che vedendo mia moglie in quelle condizioni mi fece arrapare che luca che stava vicino a me comincio a tirarmi fuori il cazzo se lo porto tutto in bocca che venni subito.
per motivi di tempo non o potuto teminare fino alla fine la prossima lo terminero
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Un amico per studiare
Ero da poco a Napoli per studiare Università, al corso conosco un ragazzo del mio corso e in breve tempo divento amico suo.Lui chiede di studiare insieme e io sono daccordo con lui. Questo mi facilita imparare anche la lingua.
Durante una sera, mentre stavamo studiando in camera mia, io soggiorno in casa di una signora che fittato me camera, lui seduto vicino a me incomincia a toccarmi in mezzo alle gambe e mi dice e vero che voi lo avete lungo e grosso. Io balbettando non so cosa rispondere, e lui incomincia ad accarezzare il mio cazzo , che diventa sempre piu grande, poi incomincia ad aprire cerniera e lo tira fuori e dice veramente grande cazzo tuo, incomincia a masturbare, poi incomincia a sputarci sopra e dopo affonda con la bocca dentro mio cazzo. Io che ero a digiuno da quando ero in Italia, da circa tre mesi, non lo respinto, devo dire che la sua bocca mi piaceva, era evidente che lo faceva spesso e lui trovato miolto gusto quando gli o sborrato in gola. Da quel giorno , inutile dire che prima di studiare e dopo studio, lo cavalco ben bene tanto da fargli un buco di culo enorme, ma lui essere contento e gli piace fare anche tanti bucchini bene bene.
continua storia........
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16 years ago
thomas656,
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Last visit: 2 years ago
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Al mare
Quest'anno siamo andati con la mia lei al mare, in una zona abbastanza appartata, in cerca di pace e tranquillità. Vista la solitudine della spiaggia lei mi propone di mettersi in topples (per la prima volta). Dopo 20 minuti stavamo facendo sesso e ci siamo accorti che eravamo spiati da un tale che con l'arnese in mano si dava da fare.
Da quel giorno la mia lei è sempre più trasgressiva.
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16 years ago
poipoipoi216172,
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Last visit: 12 years ago
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Lella3
La mia relazione con Lella continua alimentata dalle sue confidenze-confessioni delle esperienze avute da sola ma gestite dal marito. Non che lei fosse stata mai costretta, anzi aveva molto apprezzato la libertà che il marito le dava di potersi concedere avventure sessuali e dare sfogo liberamente alla sua libidine senza doversi preoccupare di lui. Ma aveva però deciso di limitare le intrusioni del marito e scegliersi le esperienze isolatamente dal marito. Ed io beneficiavo di questa sua decisione. Mi raccontava e automaticamente trasparivano gli annedoti che lei apprezzava senza doverli subire. Ed era un evidente invito ad organizzarli anche io per lei, ma da vivere insieme e non da sola come faceva il marito.
Ad esempio le piaceva molto che il suo amante la esibisse ad altri uomini mentre facevano sesso. Ma non desiderava saperlo prima. Fu cosi che iniziai a cercare umini maturi, voyeur ed ospitali. La prima volta le dissi che avevo incontrato un conoscente di 50 anni e che parlando del più e del meno mi aveva detto di andare a fargli visita quando volevo. Anche con la tua amichetta, puoi disporre della mia casa quando vuoi, le raccontai. Lei capì che non era vero e finse di crederci. Il finto amico si chiamava Sergio ed era guardone con preferenze alla sottomissione. Lui stava al gioco che io impostavo, anche solo per formalità. Andammo da lui e li presentai. Ci fece accomodare in salotto e mentre parlavamo Lella consapevole di essere al centro dell'interesse si fingeva distratta assumendo l'aria della Lolita, quale mia amante. Le piaceva l'idea di essere vista da Sergio come la mia puttana. All'improvviso chiesi a Sergio se gli piaceva la mia amica e se la trovava bella. In attesa della risposta accarezzai le tette di Lella facendole uscire dalla camicetta già scollata..Sergio non riuscì a rispondere e rimase ammutolito. Incalzai dicendogli, "adesso ti faccio vedere che oltre ad essere bella è anche molto brava". E rivolgendomi a Lella le dissi di spogliarsi e che Sergio avrebbe solo guardato. Ma che se lei voleva dargli qualche ordine lui avrebbe volentieri ubbidito!! lei si rivolse a Sergio chiedendogli conferma: "Saresti disposto a fare davvero tutto quello che ti chiedo?", "Si signora" rispose Sergio.
Io ero seduto tutto nudo sul divano ed il cazzo eretto, Lella salì sopra dandomi la schiena in modo che Sergio guardasse il mio cazzo dentro la sua fica, ed iniziò un saliscendi facendo attenzione a lasciare la visuale a Sergio. "Vieni qui", gli disse e lo fece inginocchiare chiedendogli di leccare la fica posseduta dal mio cazzo. Lui come un cagnolino ubbidiente le leccava il lembo ella fica passando dalle mie palle. Lella era eccitatissima e il fatto che Sergio si mostrava davvero ubbidiente la stimolo' a chiedere di piu'. Si alzò lasciando il mio cazzo duro e ritto da solo e disse a Sergio di succhiarlo. Lei guardava e si masturbava. Il suo viso era molto eccitato ed era ormai diventata una bestia sessuale!! Ormai la conoscevo bene e sapevo che si stava masturbando e che presto avrebbe goduto. Ordinai a Sergio di lasciare il mio cazzo e leccare la fica di Lella sino a quando non avesse goduto. Gli disse di bere tutto il suo umore sino all'ultima goccia. Mentre Sergio leccava e lei si strizzava i capezzoli gridando io andai in bagno e preso un bicchiere versai una quantità di urina dentro. Ritornai che Lella urlava dal godimento. Stava godendo e gridava come era solio fare. Con la mano fermai la testa di Sergio obbligandolo a non smettere e invitai Lella a pisciare nella sua bocca. Mi guardò con aria interrogativa. "Piscigli in bocca" le dissi. " Lui lo adora". Visto che Sergio non rispose rimanendo in attesa Lella gli pisciò in bocca. Il bicchiere da me riempito era sul tavolino. Misi Lella alla pecorina per incularla e invitai Sergio a bere il bicchiere da me riempito.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Quella prima volta
Finalmente il momento era arrivato. Avevo risposto all'annuncio su internet. Rubrica coppie. L. e P. coniugi qurantenni cercano coppie, trav, singolo bisex. La coppia si presentava come Bisex sia lei che lui, disposti a molto ...anche pissing..... Io ho risposto dicendo che ero TRAV . Ma in verità non mi ero mai travestito fino ad allora. Fino a quel momento ...atteso e poi finalmente giunto. Mi preparo per l'evento. Devo trovarmi alla stazione di Firenze per le ore nove di sera. Ad aspettarmi ci sarà la coppia, o forse lei o forse solo lui. Non so. Mi preparo eccitato o meglio.....eccitata perchè indosso subito, dopo la doccia, un perizoma trasparente rosso e poi calzo delle autoreggenti nere sulle mie gambe ben depilate e snelle. Mi sono depilato tutta, completamente ad eccezione di un ciuffetto di peli a triangolino sul pube. Il culetto pure è glabro e l'ho lubrificato tutto, mettendoci anche il dito dentro con il lubrificante naturale acquistato al sex- shop. Indosso una gonna corta con spacco vertiginoso e una maglietta attilatissima e corta che lascia scoperto il pancino e l'ombelico. Sopra vesto una pelliccia sintetica chiara sbarazzina, che copre tutto ma che posso maliziosamente aprire per esibirmi ed eccitarmi ed eccitare da vera puttana. La parrucca a caschetto, con un leggero fondo tinta e il rossetto chiaro completa l'opera. Così non mi può riconoscere nessuno e soprattutto posso apparire una troietta vera in calore. Sono eccitata e già bagnata.
Prendo un taxi. Il taxista mi guarda complice. Mi siedo sul sedile davanti e si parte. Durante il breve tragitto il taxista cerca di attaccare bottone e io mi eccito. So di piacere come puttana, come donna, e spero che mi dimostri il suo interessamento. Maliziosamente mi scopro le gambe, alzo distrattamente la gonna e lascio intravvedere il perizoma. L'uccello mi si è gonfiato a dismisura. Il taxista vede tutto e allunga una mano sulla mia coscia. Io gli dico che è uno sporcaccione, ma glielo dico con voce rotta dal piacere e senza resistenza o indulgenza. Lui continua a tastarmi la gamba poi scivola verso il mio cazzo e lo sfiora, poi imdugia poi lo tocca e poi.....siamo arrivati. Mi guarda e dice che se lo lascio continuare mi fa uno sconto sulla corsa, anzi me la fa gratis. Io non rifiuto e dico "continua allora porcone voglio vedere cosa mi fai qui in auto, alla stazione dove ci sono tutti a passare e possono vederci". Lui di irsposta me lo prende in mano e comincia a stantuffarmelo. Si sbottona anche la patta dei calzoni e tira fuori il suo uccello, niente male, e comincia a menarselo. Io lo guardo un pò. poi non ce la faccio e vado giù con il volto fino ad averlo davanti alla faccia. quel cazzo turgiso e scappellato. Non lo prendo in bocca. So che lo vorrebbe ma resisto per farlo eccitare ancora di più. Lui non resiste e viene abbondantemente sulla mia faccia. Mi bagna anche i capelli. Mi alzo e vado per scendere, non prima di essermi riassettata. Ci salutiamo. Corsa in taxi gratis. Che puttana che sono. E via in carrozza verso l'incontro di Firenze. (continua 1)
Jenette
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16 years ago
jenette,
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Last visit: 16 years ago
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Vechi amici
Il viaggio in aereo era stato lungo e spossante. Tutto quello che sognavamo in quel momento era una doccia calda e un morbido letto. Monia ci aspettava all’uscita del terminale con suo marito Luca. Non li vedevamo da molti anni ed eravamo rimasti in contatto solo tramite e-mail. Ci eravamo conosciuti durante una vacanza all’estero ed in soli due giorni si era creta tra noi un’amicizia molto particolare. Nei loro messaggi, Monia e Luca, ci avevano invitato spesso ad andare a trovarli, ma per un motivo o per l’altro avevamo sempre rinviato. Fino ad ora. L’ennesimo invito accompagnato da un loro perentorio: “Stavolta non inventatevi scuse. Se non venite veniamo a prendervi!!!” ci aveva convinto a prenderci una piccola vacanza per incontrarli e rivivere i bei momenti passati durante quella lontana vacanza.
Un po’ frastornati sentimmo qualcuno chiamarci per nome: “Sara! Giorgio! Siamo qui! Finalmente!!”. Una ragazza veniva verso di noi. Nonostante la minigonna e gli stivali con tacchi alti si muoveva con disinvoltura ed agilità. Ci volle un attimo per renderci conto che era Monia. Forse l’avevamo semplicemente dimenticata oppure era cambiata. Fatto stà che io e Sara ci guardammo stupiti. Era estremamente sexy, molto più di quello che ricordavamo. I capelli lunghi e lisci le cadevano sulle spalle. La maglietta attillata metteva in risalto i seni tondi e sodi.
“Ciao! Che bello rivedervi! Alla fine vi siete decisi. Siamo proprio felici che siate finalmente venuti. Andiamo. Luca ci sta aspettando in macchina”. Dopo un abbraccio e un bacio, appena Monia si girò per dirigersi verso l’auto dove Luca ci aspettava, io e Sara ci guardammo con uno sguardo d’intesa che si traduceva chiaramente in quattro parole: “Che pezzo di gnocca!”. Mentre la seguivamo non potevamo toglierle gli occhi dal culo che dentro quella gonna stretta e corta sembrava gridare: “Stringimi!!”. Con sorrisi maliziosi e strizzatine d’occhio, di nascosto, ci scambiavamo consensi di piacere per la splendida visuale, mentre lei davanti a noi ci guidava con passo deciso tra le auto del parcheggio.
Appena Luca si accorse del nostro imminente arrivo uscì dalla macchina e ci venne incontro. Di nuovo abbracci e baci e di nuovo lo stupore nel trovarlo in forma e molto attraente. Non che durante la nostra breve conoscenza fossero una coppia poco interessante, ma sembrava che il tempo li avesse ringiovaniti e li avessi resi più trasgressivi, spregiudicati.
Il tragitto dall’aeroporto alla loro splendida villetta fù occupato dai ricordi a quei due giorni di vacanze. Tra risate e “Vi ricordate?” il tempo passò velocissimo.
“Eccoci!”. Luca ci mostrò subito la nostra camera. Sul letto erano già pronti gli accappatoi e sul tappeto le ciabatte. “ Forza. Spogliatevi e mettetevi gli accappatoi che la vasca da bagno è già pronta. Non vi dispiace vero se partecipiamo anche noi?!”. Io e Sara ci guardammo sorpresi. “Scusa Luca, ma che razza di vasca avete per starci in quattro?” Lo dissi sghignazzando, pensando che scherzasse, ma lui tranquillamente ci invitò a seguirlo. “Venite. Vi faccio vedere.”
Il bagno era grandissimo e nel mezzo c’era una enorme vasca idromassaggio, degna di un vero centro benessere. “ Minchia! Alla faccia della vasca da bagno!!” Luca trovò la mia esclamazione divertente e si fece una sonora risata. “Allora? Come vedete c’è posto per tutti. Dateci 5 minuti e arriviamo, ok?”
Cosa potevamo dire? Quella era casa loro. Tra l’altro la cosa era molto eccitante per entrambi. Io e Sara ci eravamo raccontati spesso fantasie erotiche a quattro e anche se non potevamo sapere cosa sarebbe successo in seguito, la situazione era molto intrigante e quindi Sara, senza timore rispose: “Ma certo, fate con calma”.
Luca uscì dal bagno. Un po’ imbarazzati dal pensiero della situazione che si sarebbe venuta a creare, ma eccitatissimi ci spogliammo e ci immergemmo nell’acqua calda. “Sara, stai pensando a quello che stò pensando io?” Senza rispondere allungò la mano verso il mio cazzo e cominciò ad accarezzarlo. Nel giro di pochissimi secondi era duro e pulsante. Nel frattempo lei aveva allargato le gambe per lasciarmi accarezzare la sua figa, depilata pochi giorni prima. Avevamo cominciato a slinguare, quando li sentimmo arrivare. “ Arrivano!” Come due scolaretti che non vogliono farsi cogliere in flagrante tornammo a sederci facendo finta di niente, ma evidentemente rossi in viso per l’imbarazzo.
La porta si aprì ed entrarono con addosso gli accappatoi. “ Com’è? Bello, vero?” Mentre Monia parlava lei e Luca si stavano spogliando come se niente fosse.
“E’ bellissimo! Credo proprio che dovremmo venire a trovarvi più spesso.”. Risposi io.
“E’ vero! Vi abbiamo invitato così tante volte che cominciavamo a pensare che non sareste mai venuti”. Nel frattempo anche loro si erano immersi nell’acqua e la conversazione continuava, come se fossimo seduti ad un bar a parlare del più e del meno. Chiacchierando cominciammo a sentirci più a nostro agio, anche se era evidente che i loro sguardi si posavano perennemente sui nostri corpi per esplorarci e i loro occhi non potevano nascondere l’eccitazione. Dopo aver ricordato altri episodi passati eravamo molto più rilassati. Lasciavamo che loro ci guardassero ed anche noi avevamo cominciato a fissarli spudoratamente con sguardi sensuali e sorrisi di piacere.
A un certo punto Luca prese il bagno schiuma. Ne verso un po’ sulle mani e cominciò a lavare la schiena di Monia. “Luca, me ne passi un po’?” Dissi io, cogliendo al volo l’invito. Così cominciammo ad insaponare le nostre rispettive compagne, mentre facendo finta di niente loro continuavano a chiacchierare. Ma dalla schiena le mani cominciarono a muoversi sul collo, sulle spalle e poi sui seni e le ragazze, tra una parola e l’altra cominciarono ad emettere sospiri di piacere. Ormai era chiaro che non avremmo semplicemente fatto un bagno. Monia e Sara, sedute l’una di fronte all’altra, le gambe aperte ed il viso ormai segnato dal piacere e dall’eccitazione si lasciavano toccare d’appertutto. Noi uomini guardavamo le rispettive amiche, con i cazzi che ormai erano duri e vogliosi di qualcosa di più. Ci guardavamo a vicenda baciandoci e toccandoci ovunque. I sospiri di piacere si trasformarono in gemiti di godimento. Monia invitò Luca ad alzarsi e dopo avergli preso il cazzo in mano cominciò a leccarglielo dolcemente dal glande ai testicoli, su e giù, con avidità. Luca godeva nel guardarci mentre li osservavamo e noi eravamo eccitatissimi da quella situazione tante volte fantasticata. Non potevamo levare lo sguardo e intanto ci masturbavamo a vicenda. Adesso Monia glielo aveva preso tutto in bocca e glielo stava succhiando sempre più velocemente mentre lui le accarezzava la testa spingendogliela dolcemente avanti e indietro. A un certo punto lei si fermò e guardandoci disse: “Dai ragazzi, adesso vogliamo goderci un po’ di spettacolo anche noi”. Non ce lo facemmo certo ripetere. Io mi alzai e lo infilai nella bocca spalancata di Sara che non aspettava altro. Sentivo la sua lingua leccarmi con forza il glande, mentre le labbra stringevano il mio cazzo . Monia e Sara presero a succhiarcelo con lo stesso ritmo e mentre lo facevano si guardavano eccitate. Sembrava avessero intrapreso una gara per dare mostra delle loro abilità di pompinare. Succhiavano e succhiavano senza fermarsi fino a quando Luca disse: “Ferma! Ferma! Aspetta o mi farai venire!” Ma Monia continuava, ancora e ancora, stringendoglielo forte in una mano mentre le labbra carnose scivolavano velocemente sul suo cazzo. Allora Luca le spostò la testa per costringerla a interrompere quella tortura di piacere. Lei sorrise dicendogli: “Va bene, però adesso tocca a te!”. Dopo essersi seduta sul bordo della vasca inarcò la schiena e la testa all’indietro e aperte le gambe invitò Luca a leccargliela. Anche questa volta prima di seguire il loro esempio, li guardammo godere. Era stupendo vedere la lingua di lui che le stimolava il clitoride e il viso di lei che ad ogni colpo disegnava espressioni e gemiti di piacere. “Adesso spingila dentro” disse Monia con tono perentorio. Luca fece scivolare la lingua fino a spingergliela dentro e cominciò a penetrarla cercando di andare il più possibile in profondità. Monia adesso stava perdendo ogni controllo. Il suo corpo si contorceva cercando di rendere più facile la via alla lingua di Luca per dargli modo di arrivare sempre più in profondità. Ogni colpo era un sussulto. Le mani di Lei presero la sua testa e cominciò a dargli il ritmo che più desiderava, ora più veloce o più piano, ora più o meno profondamente. Luca era insaziabile e non sembrava avesse intenzione di smettere quel gioco. Questa volta non aspettammo il loro invito. Seguimmo esattamente il loro esempio. A questo punto i gemiti e i sussulti erano stati sostituiti da spasmodici rantoli di godimento. Mentre si lasciavano penetrare dalle nostre lingue lunghe e vogliose, Monia e Sara si guardavano e mostravano le proprie lingue leccandosi le labbra, mentre con le mani si stringevano i seni o si masturbavano il clitoride. Avevano gli sguardi fissi l’una nell’altra ed era evidente che si stessero invitando a vicenda a giocare tra loro. Io e luca ci rendemmo conto del desiderio che stava crescendo tra di loro. Così in un momento di pausa e con uno sguardo d’intesa, ci sedemmo e invitammo le ragazze a cavalcarci, ma dal dietro con loro rivolte l’una verso l’altra. Appena i nostri cazzi furono penetrati nelle loro fighe ormai ben aperte loro tornarono a guardarsi e lentamente si avvicinarono e cominciarono a toccarsi i seni, le cosce e giunte al clitoride si masturbarono a vicenda mentre le lingue si erano inevitabilmente incontrate per dare sfogo ad un vortice di desiderio. Monia e Sara godevano come mai avevano fatto prima. Luca e Giorgio se ne rendevano conto e continuavano a scoparle con forza mentre con lo sguardo si godevano lo spettacolo. Passò del tempo prima che le ragazze furono soddisfatte del loro scambio di attenzioni. Questa volta fù Sara a prendere l’iniziativa: “Monia, adesso voglio guardarti mentre Luca e Giorgio ti scopano!” Monia rispose con un’enorme sorriso: “Tutto ciò che vuoi, Sara!” Dopo essersi girata ed aver cavalcato Luca, stavolta rivolta verso di lui sporse il culo in fuori invitandomi a penetrarla. Glielo appoggiai sull’ano dolcemente e lentamente lo infilai dentro mentre sentivo il cazzo di Luca che entrava e usciva dalla sua figa ormai completamente dilatata. In un primo momento Monia si fermò per lasciare che il mio cazzo fosse completamente dentro di lei e poi riprese a muoversi avanti e indietro per sentire i nostri cazzi duri dentro di lei entrare e uscire sempre più velocemente. Adesso Monia gridava: “Così, bravi! Scopatemi! Fatemi godere! Ancora! Ancora! Sara intanto si era avvicinata e con una mano le masturbava il clitoride, con l’altra le accarezzava il culo e con la lingua le leccava il collo. Monia era ormai al culmine del piacere. Le unghie affondarono su una spalla di Luca e su una natica di Giorgio e loro capirono che stava per venire. Con colpi ancor più decisi la portarono all’orgasmo. In crescendo i suoi gemiti si fecero sempre più forti. Poi venne: “Siiiiì, Ahhhhh, Ahhhhhhhhh” I denti stretti in una smorfia di godimento e il corpo che scoppiava in un susseguirsi di sussulti di piacere: “Ahhhhh, ahhhhhh, ahhhhh, ahhh! E’ bellissimo! Bellissimo! Non ho mai goduto così tanto!” Io sfilai il mio cazzo dal suo culo e lei si alzò sfilando il cazzo di Luca per andarsi a sedere con gli occhi chiusi e il respiro affannoso. Con uno sguardo di pace dipinto sul volto rimase silenziosa e assorta in quel momento paradisiaco. Adesso però era Sara che voleva la sua parte. Io e Luca eravamo provati dallo sforzo fisico e riprendere immediatamente non ci avrebbe certo dato la possibilità di resistere a lungo senza venire. “Sara, dacci un’ attimo per riprenderci!” Glielo dissi quasi implorandola. Sara, con un sorriso, invitò entrambi a sederci uno di fianco all’altro sul bordo della vasca. Presi i nostri cazzi in mano cominciò a masturbarci fino a farci tornare il cazzo bello duro. Poi cominciò a succhiarli, prima uno poi l’altro, con avidità. Si vedeva che aveva una gran voglia di farsi scopare e la sua foga era solo l’espressione del desiderio che dentro di lei stava per scoppiare. Mentre ci facevamo spompinare io e Luca le accarezzavamo i capelli mentre le facevamo complimenti su come fosse brava e bella. Per provocarla Luca le disse: “Tra poco io e Giorgio ti scoperemo fino a farti scoppiare. Vedrai come sarà bello sentire due cazzi grossi e duri dentro di te!” Nel frattempo Monia aveva ripreso lucidità e avvicinatasi a Sara le aveva infilato due dita in figa e uno nel culo sussurrandole nell’orecchio: “Ti piace il cazzo, vero? Lo vuoi sentire tutto dentro, vero?” Sara stava già godendo e muoveva il corpo avanti e indietro per sentire meglio le dita di lei che la penetravano, mentre continuava a stringere e a succhiare i nostri cazzi. Di colpo si fermò: “Ora basta. Scopatemi! Non posso più aspettare. Voglio sentirli dentro”. Io e Luca ci scambiammo di posto. Sara cavalcandomi me lo prese e se lo infilò dentro la figa e poi fece lo stesso con il cazzo di Luca indirizzandoselo nel culo. Una volta che furono entrambi dentro cominciò a muoversi e a godere come un’invasata. Sentiva solo piacere e godimento. Il resto non esisteva più. Come Sara aveva fatto con Lei, Monia cominciò a toccarla e a baciarla dappertutto. Sara che non era una ragazza a cui piaceva farsi sentire durante il sesso cominciò a godere rumorosamente: “Ahhhh, Ahhhhh, Mmmmmm, Dai, così, più forte! Voglio sentirli più in fondo! Ahhh, Ahhhh!!. Mentre la scopavo le leccavo i seni e le succhiavo i capezzoli, mentre Luca le sussurrava nell’orecchio: “Ti piace farti scopare, vero! Facci vedere come sei brava! Godi, Godi! Facci sentire come ti piace!”. Sara perse ogni inibizione e aumentò ancor di più il ritmo.” Ancora!Ancora! Di più! Voglio godere di più! Scopatemi! Siiiì, scopatemi ancora!! Voglio venire! Adesso!! Vengooooo!!” Sara si strinse con le braccia intorno al mio collo, facendomi quasi male tanto era forte l’orgasmo. E mentre veniva la sentivo godere con un’intensità e una foga mai sentita prima:”Ahhhhh, Ahhhhhhhh, Ahhhhhhhhh!!! Ahhhh, Ahhh! Il respiro si fece man mano più calmo, ma lei non accennava a muoversi come se volesse fermare quell’attimo per sempre. Con la testa appoggiata sulla mia spalla mi sussurrava: “è stato bellissimo! Non ho mai provato nulla di simile. Dio, quanto ho goduto”. Luca sfilò il cazzo dal suo culo e insieme a Monia andarono a sedersi su un lato della vasca. Sara restò ancora per un po’ immobile e poi col sorriso stampato in volto si alzò per sedersi al mio fianco. Ci furono un paio di minuti di silenzio e poi Monia e Sara guardandosi si misero a ridere soddisfatte. Io e luca ci guardammo compiaciuti per il lavoro ben fatto. Ancora silenzio. Allora inevitabilmente Luca disse: “Hm, hm! Ragazze, non vi sembra di aver dimenticato qualcosa?”. Le ragazze non risposero, ma sui loro volti era evidente che quella domanda non sarebbe rimasta senza una risposta. Con uno sguardo d’intesa si alzarono e si scambiarono di posto. La doccia calda e il letto morbido erano spariti dai nostri pensieri. C’era ancora tanta voglia di godere…………….
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16 years ago
admin, 75
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Sexy valentina
Il negozio, quel mattino di agosto, era completamente vuoto. Seduto dietro il bancone navigavo senza meta nella rete telematica. Il proprietario si era preso una lunga vacanza ed io ero padrone di fare tutto ciò che volevo. Aprivo la mattina presto e chiudevo la sera tardi. Non era il massimo spendere il mese intero chiuso in un negozio di elettrodomestici, ma in fondo erano soldi facili. Coincidenza del destino, alla radio i Dire Straits suonavano: Money for nothing! Era noioso, ma sempre meglio che stare chiusi in fabbrica a farsi il mazzo! Dall’inizio del mese avevo visto solo una decina di clienti che entravano soltanto per curiosare. Ma grazie a Dio c’era internet. La mia salvezza! Da buon ventenne la maggior parte dei siti visitati mostravano tette, culi e belle fighe con stalloni superdotati che le penetravano in ogni antro. Ma dopo tre giorni di full immersion anche quello cominciava ad avere una certa monotonia. Immobile davanti al monitor fissavo la pagina iniziale di Yahoo e cercavo di trovare una parola interessante da digitare per la ricerca. Ed ecco lo spunto di cui avevo bisogno arrivare dalla radio. Il Dj stava chiacchierando con una ragazza che raccontava di come lei e il suo ragazzo facessero sesso con altre coppie. Erano scambisti. Molto interessante, pensai! Digitai la parola scambisti e cominciai la ricerca. Wow, quanti siti! Quello fù il mio primo pensiero, ma in fondo perché stupirmi. Non ero certo un ingenuo e sapevo benissimo che il mondo del sesso non aveva confini. Ancor meno in internet dove il sesso aveva trovato il terreno fertile per dare sfogo a tutte le sue perversioni. Cominciai a spulciarli, ad uno ad uno. Ce n’erano di tutti i gusti. Chi cercava una coppia, chi cercava una singola, chi un trans, chi un bisex. Le orge, il sadomaso, i feticisti. Rimasi stupito da come la maggior parte delle persone inseriva foto dei propri organi genitali come se fossero sul banco di un macellaio. Primi piani di cazzi, di fighe aperte, di culi sfondati, tette schizzate di sborra. Per quanto i miei ormoni fossero sempre al lavoro e il mio cazzo perennemente in tiro, quelle foto non mi stimolavano poi così tanto. E poi che monotonia! Dopo una ventina di primi piani di figa cominciavo ad essere davvero stufo. Ma le cose cambiarono quando spulciando gli annunci di ragazze singole trovai quello di Valentina. Wow, questa sì che era un gran pezzo di gnocca!! Non era solo bella, era Sexy! Mentre facevo scorrere le sue immagini sul monitor la parola Sexy prendeva sempre più vigore. Dio, quanto era sensuale. Con destrezza e disinvoltura metteva in mostra tutte le sue qualità in posizioni provocanti. Uno splendido culo rotondo, il seno prosperoso, le cosce sode mettevano in risalto la sinuosità delle forme. La carnagione scura e i capelli lisci e neri come la pece facevano pensare al fuoco che arde nelle donne di origine latina. La pelle cosparsa di olio, gli stivali alti fin sopra il ginocchio con tacchi a spillo. Non c’era nulla in quelle foto che si avvicinasse anche solo minimamente alla parola “volgare”. Si vedeva in fondo molto meno in confronto alle foto dei macellai, ma nonostante questo era molto più stimolante. Il corpo di Valentina, la sua capacità di provocare in me un desiderio irrefrenabile mi stava facendo sballare. Senza neanche accorgermene avevo portato la mano sul cazzo che era diventato di marmo. Ero talmente eccitato che pulsava. Facevo passare ripetutamente le sue foto, ancora e ancora, analizzando ogni centimetro del suo corpo caldo e invitante. Per un attimo cercai di riprendere il controllo, ma dopo uno sguardo fugace all’esterno del negozio per controllare che non arrivasse nessuno, mi rituffai nel mio momento di estasi. Come era inevitabile cominciai a fantasticare di lei. Pensavo a come per caso sarebbe entrata nel negozio in cerca di qualche aggeggio per la cucina. Vedendola entrare avrei sgranato gli occhi, colpito da quella carica erotica che sprigionava ogni suo singolo movimento. Un saluto e avrebbe cominciato a gironzolare per il negozio. La immaginavo con una minigonna da mozzafiato, i suoi provocanti stivali alti con tacchi a spillo e una maglietta attillata che mettevano in risalto i seni sodi e voluminosi. Non indossava il reggiseno e per quanto mi sforzassi non riuscivo a distogliere lo sguardo dai capezzoli duri e appuntiti e sulle labbra carnose sulle quali sognavo di poter passare la mia lingua umida. Nel girarsi i suoi occhi profondi incrociarono i miei in un attimo che mi era sembrato eterno. Seguivo ogni suo movimento con i miei denti che mordevano il labbro inferiore, quasi fino a farlo sanguinare. A un certo punto, giratasi di schiena, si chinò per guardare qualcosa da vicino. Dio, che culo divino. E quelle cosce. Stavo scoppiando dalla voglia di trascinarla nel retro del locale per strapparle i vestiti di dosso e per scoparla con violenza. Si rialzò in piedi e si girò verso di me. Io cercai di riprendere un po’ di contegno e di non far trasparire la mia eccitazione, ma lei sembrava sapere benissimo a cosa stavo pensando. Si avvicinò al bancone con un sorriso malizioso e gli occhi che mi fissavano senza esitazione, senza alcun segno di insicurezza. Io ero immobilizzato!
“Ciao bello, avrei bisogno del tuo aiuto”. Io ero impacciatissimo e balbettando le risposi: “Mi dica Signora, cercherò di esserle d’aiuto”. Lei mi guardò con un sorriso dolce e divertito: “Come signora, vorresti dirmi che ti sembro vecchia?”. "No, certo che no, anzi…..”. Era compiaciuta dal mio “anzi” perché la portava proprio dove lei voleva. Mi chiese: “Anzi cosa?”. Io ero completamente rosso in viso e non sapevo cosa rispondere. Non mi ero mai trovato in una situazione simile. Era chiaro che mi stesse provocando. Ma dove voleva arrivare? “Sei una ragazza bellissima, tutto qui”. Dissi, mentre sudavo freddo. “Grazie, sei gentile e sei anche molto carino”. Avevo un sorriso da ebete stampato in faccia e le guance rosse come due pomodori. Lo sapevo e mi sentivo estremamente in imbarazzo. Ed ecco il colpo di grazia. Lei abbassò lo sguardo e mi fissò il rigonfiamento nei jeans. Il mio cazzo era ancora in tiro e lei fece passare la lingua sulle labbra. Io non sapevo più cosa fare, ma lei invece lo sapeva benissimo. Senza la minima incertezza si guardò intorno. Non c’era nessuno. Anche la strada era deserta. Poi diede un’occhiata alla porta dell’ufficio che era semi aperta. E mi disse: “Sei solo vero?”. Tutto quello che riuscii a dire fu “Sì!” Ero paralizzato. Lei venne dietro il bancone, mi prese per mano e senza dire una parola mi accompagnò nell’ufficio. Dietro alla scrivania c’era una sedia in pelle, di quelle enormi e comodissime. Con decisione mi fece sedere e dopo essersi alzata la minigonna fino alla vita si mise a cavalcioni sopra di me. Io ero eccitatissimo, anzi decisamente troppo eccitato. Avevo bisogno di calmarmi e di riprendere il controllo. Lei mi prese la mano e la infilò dentro le mutande. Era completamente bagnata. Con le dita cominciai a masturbarle il clitoride e solo allora lei cominciò a perdere la propria compostezza. Continuava a tenermi il polso e guidava la velocità della mia mano, mentre gemeva di piacere, la testa leggermente piegata all’indietro e gli occhi chiusi. Poi spinse la mia mano più giù ed io la assecondai infilandole due dita dentro alla figa. Mentre queste entravano lei emise un sussulto di piacere e ad ogni colpo delle mie dita il suo corpo fremeva. Mi lasciò il polso e afferratomi la nuca avvicinò il mio viso al suo e mi spinse la lingua in bocca. Era avida. La sua lingua cercava la mia con vigore e forza. Ed io ricambiavo con desiderio la sua ricerca. Io godevo, godevo. Ero eccitato da impazzire. Non potevo, non riuscivo a pensare a niente. Sentivo solo il mio desiderio che cresceva e il mio cazzo che a quel punto era dolorante e soffriva stretto nei jeans. Poi cominciò a spogliarmi. Mi tolse la maglietta e poi si tolse la sua ed io potei vedere quegli splendidi capezzoli. Mi precipitai su di loro succhiandoli voracemente prima l’uno e poi l’altro, mentre con le mani le stringevo il culo. La sentivo godere e contorcersi dal piacere. A un certo punto lei mi prese dolcemente la testa e la scostò dal suo petto. Ancora ansimante mi guardò negli occhi e mi disse: “Adesso voglio il tuo cazzo!” Alzatasi, si tolse le mutande di pizzo. Mi slacciò i pantaloni e in un unico gesto mi tolse i jeans e i boxer. Si inginocchiò davanti a me e allargatomi le gambe me lo prese in bocca. Dio, che bello!!. La sua lingua leccava dolcemente il glande, mentre le labbra carnose avvolgevano il mio cazzo e lo succhiavano con foga. Su e giù, su e giù. Io la guardavo incredulo, zitto e schiavo di una situazione che non sapevo gestire. E godevo, godevo e Lei lo sapeva. Mentre me lo succhiava mi guardava dritto negli occhi per godere lo spettacolo delle mie espressioni di piacere. Poi di colpo si fermò. Si alzò in piedi, si girò di schiena e mentre con una mano mi teneva il cazzo in piedi con l’altra si allargava le labbra della figa. Dopo aver roteato dolcemente il mio glande sulle sue labbra lo fece penetrare. Con violenza! Con foga! Mi stava montando come un’invasata e godeva come una pazza. Ad ogni colpo gridava: “Ahhhhhh, ahhhhhhhh, ahhhhh” Sempre più veloce, sempre più violentemente: “Ahhhhh, sììììì, ancoraaaaaa, ancoraaaaa!!” Io stringevo i denti e cercavo di trattenermi dal venire. Per me era davvero troppo. Non sarei durato a lungo. Con le mani sui suoi fianchi cercai di rallentare la sua corsa ed allora lei capì. Si inarcò all’indietro stendendosi con la schiena su di me. Mi prese una mano e se la mise sul seno, poi prese l’altra e la portò al clitoride. Mentre le stringevo i seni ed i capezzoli lei riprese a guidarmi nel masturbarle il clitoride. Poi lasciò che io facessi da solo il mio dovere e lei allungò una mano fino ai miei testicoli e me li strinse con foga, ma senza farmi male. Poi girò la testa di lato e tirata fuori la lingua mi invitò a farla incontrare con la mia. I nostri gemiti di godimento si fondevano in un'unica sinfonia di mugolii e sussulti: "Mmmmm, mmmm, Ahhhh, Ahhhhh!!". Lei, intenzionalmente, non mi stava più montando e questo mi dava la possibilità di lasciarmi andare senza preoccuparmi di non venire. Così passarono parecchi minuti di paradisiaca esplorazione di tutto il suo corpo. La toccavo, la accarezzavo dappertutto. La pelle era morbida e liscia, i muscoli sodi e tonici. Era davvero stupenda ed era maledettamente brava. Mi stava facendo impazzire!! Naturalmente fu di nuovo lei a cambiare il gioco. Con sicurezza si alzò sfilandomi il cazzo e buttate a terra tutte le cartacce si sdraiò sulla scrivania. Poi allargò le gambe e mi disse: “Scopami!!” Era un’ordine a cui non si poteva certo disubbidire. Avevo recuperato le forze e il controllo e stavolta l’avrei davvero scopata. Sarei stato io a penetrarla e a guidare i giochi. Accarezzondele le cosce aprii per bene le sue gambe ed ammirai quel dono magnifico che le donne hanno il privilegio di possedere. Poi mi avvicinai a lei. Le accostai il glande alla figa. Cominciai a spingerlo dentro pian piano. Ero pronto per dare un colpo deciso penetrandola con forza, mentre con le mani le stringevo le cosce quando:
"Dlin, Dlon!!”
Alzai lo sguardo e vidi un cliente entrare. Ero seduto dietro al bancone. Sul monitor del computer scorrevano le foto di una bellissima ragazza in pose provocanti e sensuali. Sentii che i boxer erano leggermente bagnati. Chiusi il sito sul computer e cercai di riprendere un minimo di contegno. Il cliente diede un’occhiata veloce ad un paio di scaffali e poi se ne andò. Appena uscito feci un grosso sospiro e un sorrisetto mi si dipinse sul volto. “Porcaccia eva, stavo sognando ad occhi aperti! E che sogno! Se quella ragazza riesce a farmi questo solo con la fantasia chissà cosa potrebbe fare nella realtà!? Il tempo era volato ed era arrivato il momento di chiudere e di tornare a casa. Mentre camminavo per la strada non riuscivo a smettere di pensare a quella ragazza. Valentina! Mi aveva rapito! Dovevo scriverle! Sì, se c’era anche una piccolissima possibilità di conoscerla dovevo provare!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Antonella a roma 2
Finite le mie cose in fretta col cuore in gola al solo pensiero di cosa possa aver combinato antonella cosi arrapata la kiamo mi dice ke sta misurandosi dei vestiti in una boutique.arrivo nel negozio si sta misurando una maglia , la titolare ke la stava seguendo sta x andare via e si scusa ma deve and via il conto si appresta a farcelo un giovanotto sui 25 anni diciamo insignificante ne un adone ne bruttissimo normale leggermente balbuziente.andata via la signora antonella si mette a ricercare altri abiti, nn capivo ma mi viene vicino e mi dice di aver notato ke il giovanotto aveva un bel pacco e ke se nn avevo nulla in contrario ci voleva provare restai esterefatto nn era quello il suo genere ma la troppa eccitazione e i modi di quel ragazzo lavevano colpita. inizio spudoratamente la corte a quel ragazzo ke scoprimmo avere 23 anni,io reggevo la pelliccia e lei si provava maglie, giakke, nel mentre kiakkierava col ragazzo dicendo sei fidanzato e lui no e tante altre cose ke sinceramente nn erano nel suo stile ancor di piu xke il ragazzo era un po imbranato e piu anto lo incalzava e piu lui era balbuziente. anto cominciava a ridere lui pure. avevano creato del feeling. al momento di rimettere gli stivali anto mi kiese aiuto io dissi ke stavo con la pelliccia in mano e rivoltomi a lui facendogli lokkiolino lo pregai di farlo al posto mio.lui seduto antonella con la gamba in mezzo alle sue cosce gli vedeva propio tutto,il ragazzo tutto rosso nn riusciva a parlare ed anto conservando una buona dose della sua imbranataggine nn riusciva a dire una parola . intervenni prontamente io dicendo a lui : ti piace? vero? e una bella figa?si .antonella gli carezzo la testa e lostrinse a se lui inizio a leccarle le cosce senza guardarla . antonella si sente nave scuola fa alzare il ragazzo e lo bacia lui molto contrito pero un po si e sciolto va a chiudere il negozio e torna da noi io e anto stavamo limonando come torna lui lo mettiamo in mezzo antonella se loabbraccia se lo bacia al collo allorecchio e poi si baciano in bocca gli mette la lingua in bocca, antonella sa quello ke deve fare con un ragazzo cosi imbranato si sente molto sicura.io le sto dietro e le porto le mani sulla patta del ragazzo e poi prendo le mani del ragazzo ke stazionavano sulla skiena in mezzo alle coscie di anto, ke aveva gia aperto la patta e lui eccitatissimo sfodero un bel cazzo di notevoli proporzioni ma un po storto. tolsi lo slip ad antonella la feci sedere e lei glielo prese tutto in bocca . poi il giovane prese il comando delle operazioni la stese a terra e la scopo x bene.quando ebbero finito le regalò uno slip.
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16 years ago
mabo5059,
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Antonella a roma 1
da quando dallultima esperienza di gruppo vissuta antonella e molto cambiata sessualmente, molto piu aperta alle esperienze ke le organizzo e ke insieme poi nei ns momenti di intimita ne tracciamo il profilo.una di queste e sempre la provocazione x strada, cioe lei da sola o con me vestita da troia molto ammiccante e disponibile in luoghi a noi sconosciuti.Dovendo andare a roma x lavoro, una settimana prima iniziamo ad immaginare di girere prima insieme x le strade di roma centro e poi io ke vado a fare la commissione e lei girovaga x negozi molto ben attenta a possibili corteggiatori magari un po attempati.Lungo lautostrada la strizzo x bene tanté ke lei x la forte eccitazione in pieno giorno(x indurmi a fermarmi in qualke piazzola) mostro le tette ad un camionista ke stavo sorpassando, un brivido mi percorse la schiena (se lo conosciamo?). comunque riuscii a nn fermarmi antonella stava eccitatissima. Le spiegai ke doveva essere una persona a modo di una certa eta x nn rischiare ecc. ecc.di farlo sbavare un po prima di accettarne la corte. Scendiamo dalla macchina lei col solito abbigliamento; pelliccia , calze a rete minigonna plissettata, stivali sopra il ginokkio una scollatura abbondandissima.non passava propio inosservata.dopo una breve passeggiata arrivati presso gli uffici dove dovevo andare la salutai ed ebbi limpressione di una ke nn vedeva lora di essere lasciata da sola.
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16 years ago
mabo5059,
45/45
Last visit: 13 years ago
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Storia vera ed incredibile!!
nn sono un amante dei racconti ma quello che mi è successo è un fatto reale talmente incredibile ed emozionante che voglio raccontarlo a tutti gli amici di desy...
premetto ke sn un bel ragazzo..palestrato 1,78 cm..ex calciatore prof...moro, okki verdi..insomma.niente male dai...
l'altra gg ero in palestra ad allenarmi...ero seduto sulla panca e mentre alzavo dei manubri per portarli verso il petto per fare le spinte sento un dolore fortissimo alla skiena, qualke cm sopra l'osso sacro...
mollo tutto e vado dritto dritto negli spogliatoi...visto il forte dolore mi reco della zona relax della palestra dove vi sn anke 2 estetiste...
nn le conoscevo bene..erano da poco li vista la nuova gestione...giusto un ciao ciao al volo...
cmq..vado dentro da loro e mi viene incontro la piu carina(bona direi) seno grande(penso una v) vita piccola ed un gran bel culo(tutto vero credetemi)!! le faccio presente il problema e mi dice ke si potrebbe provare con una serie di massaggi...
bene allora...concordato il prezzo le kiedo se posso iniziare subito...risp positiva... allora le faccio..."vado a farmi una doccia e torno"...20 min dopo ero sul lettino..massaggio da paura...mezz'ora..bravissima...fin qui tutto ok..nn vi nego ke con la testa fantasticavo pensando a lei e alle varie porcate ke ci potevano uscire...makke...lancio un paio di ami ma nn raccoglie..finita li ho pensato...fatto il massaggio mi rivesto pago e cominciamo a kiakkierare del piu e del meno.ad un certo punto comincia con degli apprezzamenti da paura...sei bellissimo (addirittura!) a quel punto prendo e la bacio..dopo 1 min di intenso limonare(forse meno)prendo la sua mano e me la porto sul cazzo gia duro come la coda di un canguro( porci la maurizia la vedete tutti è?) ad un certo punto le chiedo di baciarmelo e manco a farselo ripetere mi porta in un'altra stanza chiusa sl dalla tendina..dopo qualke min che sbokkinava la sorpresa piu grande...entra l'altra ed anzike' arrossire e andarsene inizia a baciarmi...bellissimo..anke lei è molto carina...insomma..alla fine tutte e due con il mio cazzo in bocca..la piu bella pompa della mia vita...nn le ho scopate ma...vedremo al prossimo massaggio cosa succedera'...
è una storia vera..fortunatamente!! alla prossima...
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16 years ago
77modellovero,
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Last visit: 6 years ago
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Percorsi di vita.
Ti incontro lungo il cammino su un sentiero immerso nell'oscurità.
Ho con me una lampada.
Improvvisamente non sei più nelle tenebre, ma la lampada è mia.
Presto ci separeremo, perchè tu hai la tua vita e io la mia.
Ogni individuo ha la sua via individuale per raggiungere il propio destino.
Per un po' ti dimentichi completamente del buio, la mia luce serve sia per me che per te. Ma presto giunge il momento in cui ci dobbiamo separare: io vado per la mia strada, tu prosegui per la tua.Ora dovrai di nuovo andare avanti a tentoni nell'oscurità, e questa sarà ancora più profonda.Allora capisci che era meglio prima. Che è meglio la propia oscurita piuttosto che una luce che non ti appartiene.
Io non ho modelli da darti,ne valori, ne moralità.Posso darti soltanto l'incoraggiamento , un'incoraggiamento che ti riporti a te stesso.
Posso soltanto darti la libertà ,affinchè tu possa sbocciare e diventare una luce. La tua luce.
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16 years ago
miss1dada202006,
30
Last visit: 15 years ago
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!!!
il sesso e' un'arte,e' perche' nn scoprire nuove esperienze
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16 years ago
PRENDIMELOINBOCCA,
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Last visit: 9 years ago
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Incontro al cinema 2
Ciao, innanzitutto grazie alla redazione per aver pubblicato il mio precedente racconto ed alle lettrici e lettori che lo hanno letto. Voglio raccontarvi un'altra mia avventura nel cinema della capitale. Sempre vestito normalmente, indossavo intimamente autoreggenti e perizoma, me ne stavo nel solito angolino buio della sala proiezioni. Fra la parete e dove sostavo vi era abbastanza spazio per infilarsi una persona,le persone passive usano questo medoto per far capire di essere pronte a farsi palpare e toccare il culo. Dopo poco tempo, sentii afferrarmi da dietro la mano e portarla a brandire uno spadone di carne, gia fuori dallle mutante, e duro come il marmo. Mi girai e vidi un orientale con il turbante in testa, era pachistano come mi disse in seguito, che mi propose di seguirlo in bagno. Accettai nonostante qualche titubanza e, una volta all'interno del tugurio, mi fece inginocchiare e me lo ficcò in bocca, mentre con le dita della sua mano mi esplorava le natiche. Ben presto scostò il tenue diaframma del mio perizona e mi ficco due tita nel culo, già reso scivoloso con della crema neutrogena, che avevo opportunamente spalmato, prima che uscissi di casa. Voleva subito entrare in me, ma lo convinsi, abbastanza facilmente, a mettersi prima un preservativo e così lo lasciai fare, abbandonandomi alla sua foga di grande scopatore. Sborrò quasi subito lasciandomi quasi delusa, ma mentre glielo ripulivo, cosa che amo fare volentieri, il suo bel cazzo ritornò in erzione con mia grande sorpresa. Di nuovo con un preservativo, mi inculò con più ardore di prima facendomi venire senza toccarmi, gridando di piacere. Ero soddisfatta, regalai 20000 mila lire al mio occasionale partner che gradì molto dandomi un bacio sulla guancia.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Pomodoro e peperoncino
Non che ci fosse molto da dire. Avevo fatto la solita cazzata. Il fatto è che
a me il peperoncino, non è solo che mi piace, ma proprio ci vado matto.
Dicono che è una droga, per me davvero lo è. E da quella volta di più.
Allora, come al solito, ma al solito davvero, mi sarà capitato decine di
volte, e tutte le volte mi dico mai più, non ci caschi mai più, allora come al
solito, dopo aver spezzato un bel peperoncino rosso sulla pasta che
stavo per portare in tavola, mi viene di darmi una rinfrescata. Poi mi sarei
presentato a tavola con il piattone bello fumante, bianco e rosso, gli
spaghetti luccicanti, che ti facevano capire che bene avevi fatto a
startene a mare tutto il giorno fino alle cinque di pomeriggio, e che quello
era il premio. O almeno l'inizio dei premi.
Insomma, diciamolo chiaro, non ci avrei messo tutta sta passione se fossi
stato solo soletto, ma con lei li che era stata con me sdraiata tutto il
giorno e tutto il giorno a mare, sopra e sotto gli scogli e poi di nuovo al
sole ed a mare. Con lei li, dicevo, volevo fare una bella figura da cuoco
mediterraneo.
E così mi ero lanciato in questo meraviglioso spaghetto che ora mi brillava
davanti. Mi giro sul lavello e lo faccio, mi sciacquo la faccia. E come al
solito ecco che succede: mi passo le dita sugli occhi per lavarmi e come lo
faccio penso : no mamma no, il peperoncino, l'ho fatto di nuovo...
Gli occhi cominciano a bruciare, diventeranno più belli, penso per
consolarmi, ma non basta, perchè è calabrese il peperoncino, e brucia
davvero. ahia.
Mi faccio coraggio e torno in cucina, agguanto il piatto e mi presento in
sala, sorridendo di fronte al suo viso scottato dalla giornata di sole. Che
belli, mi dice, entusiasta. Evviva ho scelto bene, non è di quelle che non
assaggiano nulla fuori zona, evviva, è viva, penso offrendole come se
fossero collane e gioielli, e sono spaghetti ed i filetti di pomodoro appena
scottati.
Li assaggia ed io vado in estasi a vedere come li risucchia lentamente, e
poi come passa la lingua tonda e morbida sulla forchetta per raccogliere
un pezzetto di basilico. Mangia ed io guardo le sue labbra chiudersi sui
bocconi, sento le mie parole ma non le seguo, sono ormai perso tra le
olive ed i suoi denti che le schiacciano piano.
Mamma come brucia, dice lei ed apre la bocca, allarga le labbra per
aspirare aria, stringe le labbra dentro. Non devo bere, dice, poi è peggio.
E' vero, è capitato anche a me, aggiungo. Mi guarda sorridendo. Aumenta
la percezione di tutti gli altri gusti, dice.
Ma mentre lo dice, mi manca il respiro perché l'immagine delle sue labbra
che si aprono si è fissata tra un neurone e l'altro e prende a percorrere e
ripercorrere un qualche circuito nella mia mente. Le verso del vino e vedo
le sue labbra dure e gonfie per il sangue che le arrossa. Le mie anche
sono così, adesso lo sento, me ne accorgo solo ora che vedo le sue.
Allarga di nuovo le labbra, aspira, che chiude, stringe sui denti come
durante un orgasmo.
Sento le sue labbra gonfie rispondere alle mie e solo allora capisco che
l'ho baciata.
Il gusto dell'olio ed il sale sulla sua pelle si mischiano nel nostro bacio ed
io non capisco più se bacio lei, il mare o tutta la nostra giornata.
Mi scosto con l'espressione più spaesata, ora è lei che mi guarda come
quella foglia di basilico prima, mi prende per la maglietta e mi tira a se.
Nei miei ricordi il sale della sua pelle ed il peperoncino continuano a
mescolarsi. Il peperoncino esalta gli altri gusti, aveva detto, ed io ancora
ricordo il gusto esaltato suo dolcissimo, e le grida ansimanti che
accoglievano i miei movimenti in lei.
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16 years ago
admin, 75
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Coppia bisex con singolo
La cercavo da un po’ Marina. Contattata tempo fa tramite un sito di annunci privati. Scambisti, trans. Amatrici. Un po’ di tutto. O forse niente. Non lo so. “Marina e Marco cercano un maschio bisex per notti infuocate. Marina aperta a tutto, Marco solo attivo“. Avevo spedito loro una mia fotografia e il numero di cellulare. Aspettando una chiamata che faticava ad arrivare. A dire il vero un po’ me l’ero messa via, poi quella notte devo pure aver bevuto, probabile avessi esagerato nel propormi. Però ci pensavo. Fino a Sabato. Fino a che il telefono squilla per davvero. La voce di Marina la catturo al volo. Sensuale al punto da farmi sciogliere le ultime resistenze. Paranoie. Domenica alle tre. Padova. Prato della valle. La loro casa è a due passi. Ci arriviamo a piedi chiacchierando quel tanto da rilasciare i muscoli. E la testa. Marina dice di aver barato sull’età . Mi ritrovo una ragazza sulla quarantina, vestita da diciottenne. Marco, il suo uomo, stessi anni. Elegante sotto il giaccone di pelle nera. Parliamo fino al loro appartamento dove facciamo presto a spogliarci. Marco guarda tenendosi il cazzo con una mano e con l’altra una video camera digitale. Mi chiede se per me è un problema. Io continuo a leccare i piedi di Marina. Che ad un tratto si sposta. Mi prende il cazzo e inizia a succhiarlo. Ci giriamo piano. Fino a chiudere il cerchio. Il mio cazzo a farsi spompare dalle sue labbra e dalla gola. La mia lingua a mordere il clitoride. Figa che piano si bagna sempre più. I primi gemiti di calore. Sento la voce di Marco accennare a qualcosa. Ma non capisco. Troppo preso dalla fica di Marina. Marco insiste. Mi volto verso di lui. Che vedo seduto sulla poltrona. Cazzo da far paura. Eretto al limite. Telecamera sempre puntata su di noi. “In culo. Spaccagli il culo†Marina sembra eseguire gli ordini a comando. Tanto da essere gia pronta. Quasi avesse paura che il suo uomo venga e che l’incantesimo si rompa Uno sputo sul culo di Marina. E la lingua. Ad ammorbidire il passaggio. Che poteva anche avvenire a secco. Ma va bene così. Inizio a pompare e caricare quella bellezza. Fino a chiudere gli occhi. Fino a sentire il corpo irrigidirsi dalla voglia. Che sento qualcosa di caldo sfiorarmi le labbra. Inizio a baciare il cazzo di Marco. A odorarlo. A leccarlo. Assaporando il liquido che ne avvolgeva la cappella. Apro gli occhi. E non posso fare a meno di prenderlo in bocca. Tutto. E succhiarlo. Con il mio che continua a pompare sangue dentro il culo di Marina. Marco è in piedi. Cazzo nella mia bocca a farsi spompinare. Nella sua mano destra la solita video camera digitale. Marina grida. Io continuo a succhiare. Fino a sentire le gambe di Marco tremare. Ingoio tutto. Compreso quel che mi resta nella faccia. Per venire nel culo di Marina. E rompere l’incantesimo. “Ci sentiamo prestoâ€
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16 years ago
admin, 75
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Cuginetta silvia
Mi mandò un sms alle 22.40, per chiedermi un passaggio urgente per la stazione, doveva prendere il treno per tornare a casa ed aveva paura di perderlo.
Mi precipitai da lei. Mi stava attendendo fuori il portone di casa di mia nonna, con in spalla uno zainetto, vestita con una maglia che lasciava scoperto l’ombelico ed una gonna in jeans appena sopra il ginocchio e scarpe basse.
La feci salire in macchina e ci dirigemmo alla stazione, seduta accanto a me in auto non potetti evitare di guardarle le cosce, sode e magre a pelle nuda. Evitai le strade piu trafficate, fui fortunato con i semafori, arrivammo alla stazione. La coda ala biglietteria automatica le fece perdere il treno.
Erano ormai quasi le 23, mia nonna probabilmente era gia sotto le coperte a dormire e non era il caso di riaccompagnarla da lei.
Le dissi che poteva venire a dormire a casa dei miei, in tavernetta c’era il divano letto, avrebbe potuto dormire lì e partire all’indomani.
Fu d’accordo e risalimmo in macchina, lungo il tragitto gli argomenti furono: hai il ragazzo dove te ne vai il sabato sera e cavolate del genere, dalle risposte mi sembrava un po insoddisfatta della solita routine e d’altronde a quell’età anch’io la pensavo in quel modo, giungemmo a casa.
L’accompagnai in tavernetta, ma era ancora relativamente presto per una calda sera d’estate, così le chiesi se voleva bere qualcosa, mi disse “bevo quello che bevi tu”, preparai due vodka con martini, si sedette sul divano e sorseggiava il drink, i miei occhi cadevano ripetutamente sulle sue cosce.
Si scolò il drink in 10 minuti, io feci altrettanto e ne preparai altri due senza chiederle se ne voleva.
Mentre bevevo e man mano mi accorgeva che l’alcool le entrava in circolo le chiesi da quanto non scopava, mi rispose “da tanto, e tu?” le risposi “da una settimana ma ora ho una gran voglia”, mi rispose “anche io”. Al che le misi una mano sulla coscia nuda e fresca e gliela palpai. Mi disse di star fermo, ma poco dopo ci riprovai, la sua resistenza fu molto debole per non dire inesistente.
Le passai il dito medio al centro dello slip sfiorandogli la fessura della figa, apri’ le gambe.
Mi ricordo’ che ero suo cugino, le risposi che sapevo bene chi ero.
Mi disse che aveva paura, io le dissi che non avevo i profilattici.
Le chiesi di spogliarsi, nel frattempo chiusi a chiave la porta della tavernetta.
In un batter d’occhio era nuda, era depilata, io rimasi in boxer, la feci mettere a pecora sul divano e comiciai a leccarle figa e culo senza pietà, entravo e uscivo la lingua da entrambi i buchi.
Mi disse che non voleva farlo perché non avevo i profilattici, al che’ le infilai il dito medio in culo e lei nn disse nulla, continuai a stantuffarle l’ano,mi diceva di fermarmi, io continuavo, non fece più resistenza e si rilassò, riuscivo a infilarle due dita nel culo, mentre le leccavo la figa.
Le dissi che volevo incularla, non mi rispose. Preparai l’arnese, lo puntai e comincia ad entrare. Entrai la cappella, mi fermai, uscii, la rientrai e mi fermai. Lei ansimava piano. Glielo infiali tutto con un unico colpo lento ma continuo. Cominciai a fare su e giù, lei ansimava, poi glie lo toglievo e glie lo infilavo nuovamente.
Silvia aveva 20 anni ed il culo rotto.
lo toglievo e infilavo, entrava molto facilmente. Diedi gli ultimi colpi molto profondi e ci rimasi fino a venire. Quando lo tolsi dal suo bel culetto, uscii un po’ sporco, lei si imbarazzò, ma le dissi di non preoccuparsi perche’ solo nei film porno esce sempre pulito, eppoi non mi facevo problemi di questo tipo con ragazze carine come lei, infatti non mi ero fatto problemi neanche a infilale la lingua nel culo.
Andò in bagno si rivesti, facemmo due chiacchiere veloci dopodiche’ andai in camera mia. Salii le scale che portavano al piano superiore pensando se all’indomani mi avrebbe fatto un bel pompino.
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16 years ago
cantrell,
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La mia biografia parte quinta
ci siamo rivisti con luana e nata una amicizia non solo basata sul sesso come anche con giorgio e sua moglie che ci sentivamo spesso.cominciammo a fare una cernita delle lettere che ci avevano mandato per l'annuncio che era stato fatto e cominciammo a cestinare le persone senza foto e telefono poi quei signori che si spacciavano per superdotati ma dalle foto non lo erano cosi la scelta ricadde su quattro cinque persone ma pii la strngemmo a tre. abbiamo fissato un appuntamento a un bar per poter parlare e vedere anche se erano persone affidabili dopo aver appurato anna detto le condizioni in cui io dovevo rimanere fuori dalla mischia e dovevo solo assistere e tutti e tre dovevano farlo in contemporania con lei e loro accettarono cosi dammo appuntamento per il sabato sera.
si presentrono in perfetta puntualita cosi li facemmo accomodare in salotto per prendere un dryn anna con molta convizione e curiosita prima di iniziare volle verificare se veramente erano come la foto che ci avevano mandato, il primo fu stefano che era un bel superdotato poi fu la volta gino che sono rimasto di stucco non per la lunghezza ma dalla circonferenza e scerzando presi il centimetro per misurarlo infatti aveva una circonferenza di ventidue centimetri per diciotto di lunghezza gia a anna gli brillavano gli occhi poi alì un giammaicano ma trapiantato in italia da molto tempo e vedendo il cazzo di alì sono rimasto a bocca aperta anna mi origlio che assomigliava allo stallone che abbiamo visto in montagna avendo ancora il centimetro a portata di mano lo misurai in erezione, trentadue centimetri di lunghezza per una circonferenza di dieciotto erano gia guasi nudi che anna si denudo subito e comincio a toccarli e prenderli in bocca i tre si catapultavano su anna e cominciarono a parparla leccargli i capezzoli che gia erano dritti le leccavano la fica e anna gia urlava dipiacere era come una indiavolata, prese alì e lo fece sdraiare sul tappeto e si vedeva quel cazzo che sembrava un obelisco anna si mise sopra di lui e se lo conficco tutto nella fica mentrestefano si mise dierto di lei e lo affondo tutto nel culo lei li incitava a fare piu forte e voleva sentirli fino in fondo sia della fica che nel culo gino non fece altro che gli tappo la bocca infatti faceva fatica a contenerlo,mentre io mi masturbavo cosi forte che venni subito anche nel vedere lo spettacolo che stavano facendoloro vennero tutte e tre ma poco dopo ricominciarono e anna volle prendere il cazzo di alì e stefano tutte e due nella fica e si vedeva che la sua fica si allargava sempre di più per contenerli ricomincio a mugolare dal piacere mentre gino lo rimetteva in bocca ma dopo poco si tolse i due cazzi dalla fica e volle che gino lo mettese in fica mentre alì lo infilava nel culo e vedevo che entrava fino in fondo stefano passo davanti a lei e lo mise tutto in bocca fino alle palle infatti anna ogni volta che lo affondava gli venivano dei cogniti di rigetto ando avanti in tutto la serata per circa quattro ore io nel masturbarmi tanto che il mio cazzo si era gonfiato che duro per un paio di giorni al momento di salutarci anna rimase sul tapeto che per quanti orgasmi non aveva piu le forze di alzarsi. ci rincontrammo altre cinque si volte e anna aveva provato tutti i cazzi in varie posizioni e in tutti i buche che aveva solo gino non era riuscito a metterlo nel culo di anna perch elei sentiva dolore. pasarono circa due mesi una mattina anni mi disse che sarebbe andata via con alì spiegandomi che in alì aveva trovato la persona giusta sia in fatto di sesso che siera anche innammorata io ci rimasi di stucco ma da persona civile gli dissi se era una scelta giusta da andare ma con li cuore ferito perche dopo circa otto anni e ne avevamo fatte di tutti i colori non era facile digerire
cotinuera con la sesta e ultima parte
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16 years ago
admin, 75
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La mia biografia parte quarta
ci incontrammo altre volte con giorgio e laura eravamo un quartetto molto affiatato in cui si faceva di tutto per divertirci come laura infilo la sua mano nel culo di giorgio allora capii come era entrato il mio cazzo nel culo di giorgio cosi senza fatica e laura anna incomincio a mettere la sua mano a laura fino a che anche anna volle provare a farsi mettere la mano di laura tutta in fica e godeva urlando di piacere che per fortuna abbitavamo isolati che se eravamo in un condominio avrebbero sentito tutti gli urli di annaper il grande godimento che laura gli procurava si provava di tutto cio che piaceva più di tutti a laura avere una mano in fice mentre io o giorgio mettevamo il cazza in culo di laura oppure mettevamotutte e due insieme il cazzo in fica sia di anna che di laura.
andammo avanti per circa un anno e anna era diventato ancora piu esigente e non nascondo che anche io lo ero, lo si era visto che si recammo in ferie in montagna e facendo la consueta passeggiata passammo vicino a un maneggio e in un recinto assistemmo a una monta di uno stallone, anna vedendo il cazzo del cavallo che sembrava un obelisco che entrava nella fica della cavalla anna gia gli aveva messo un certo tremolio infatti disse di ritornare subito in albergo e strada facendo diceva che cazzo penza se potessi stare io al posto della cavalla e io gli dicevo che era matta cosi entrammo in camera e lei si denudo andando in bagno e ritorno con un flacone di bagno schiuma abbastaza grande e comincio a infilarselo in fica vedevo la sua fica che si dilatava sempre di più fino a che entro tutto dovetti mettergli il mio cazzo in bocca per soffocare le urla di piacere devo dire che venne almeno cinque sie volte di seguito. ritornammo dalle ferie e dissi che mi avrebbe fatto piacere di provare con un trans e lei acconsenti ma sole se in seguito lei lo avrebbe fatto fatto con almeno tre megadotati e cosi cominciammo a mettere gle annunci sulla rivista specializzata e le risposte cominciarono a venire e la nostra prima scelta ricade su un trans mulatto che dalle foto direi che era uno schianto e molto giovane infatti aveva venti anni e si chiamava luana
lo invitammo per un sabato sera edevo dire che era ancor più bello con un corpo e gambe bellissime un culetto perfetto che fece dire a anna che era meglio di lei, dopo una cenetta si passo al dunque comincia a parparla e tirai fuori i seni per succhiarli ma con sorpresa vidi che non erano molto grandi ma due piccole pere e lei disse che erano vere senza protesi ma solo delle punture forse di ormoni femminili, cominciai a leccarla tutta mentre anna la denudava e cosi si presento tutta nuda e aveva un cazzo gia dritti e duro grandissimo e anna lo comincio a leccarlo e prenderlo in bocca e cosi feci anche io finche anna mi veniva dietro e incomincio a leccarmi il culo e con due dita mi penetrava poi ancora mise della saliva e porto dietro di me luana e indirizzo il cazzo sul mio culo devo dire che era molto grande e faceva fatica ad entrare infatti avvertivo dei piccoli dolori ma la sua corsa non si arresto e me lo sentii tutto dentro e comincio a d andare avanti edietro che oramai il mio culo lo riceveva benissimo anna si distese sotto di me e comincio a prenderlo in bocca fino a che venivo dentro la sua bocca e luana tolse il cazzo dal culo e lo porto nel culo di anna e lo infilo tutto fino a che non venne. dopo un po ricominciammo ero io che lo mettevo in culo a luana mentre anna prendeva in bocca il cazzo di luana fino a che non venimmo di nuovo.
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16 years ago
admin, 75
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Al cinema porno a trieste..
Leggo su Desy un’inserzione di una trav –amo farmi portare in un cinema porno..-
L’inserzione dice poco e tanto nello stesso tempo. Decido di contattarla. Una avventura con una trav in un cinema non l’ho mai fatta finora, solo parzialmente con una incontrata casualmente in sala, ma di femminile aveva ben poco, a parte reggicalze e calze a rete..più che trav era un feticista dell’intimo femminile…
Tra l’altro, avevo anche dedicato un raccontino “Al cinema con una trav” ad una mia cara amica trav, anche per tentarla ad aderire alla mia richiesta. Il racconto a lei era piaciuto tanto, ma di aderire neanche l’ombra..
Adesso vediamo con questa qui, mi sembra una decisa..
Ci accordiamo per questo lunedì, lei viene da me a Trieste dove c’è una sala cinematografica che durante i giorni feriali è a luci rosse. L’attendo in macchina vicino al cinema. Arriva una macchina, è lei…Scende, e …contrariamente a quanto concordato, di cambiarsi in sala, la vedo già vestita da troiona, con parrucca nera alla Valentina (Crepax), soprabito nero lungo, ma lasciato aperto davanti in modo da lasciar intravedere minigonna , calze a rete e stivali alla moschettiera, il tutto corredato da un trucco pesante e labbra alla pompinara (per chi non lo sa è quel trucco con il rossetto sulle labbra contornato da una riga scura…la definizione è mia…)
Mi sale il sangue alla testa, per l’eccitazione e anche, lo confesso per l’emozione di dover passare con lei vestita in quel modo davanti alla cassa, dove guarda caso c’è una donna…
Entriamo, vado a fare i biglietti sperando di occultarla col mio corpo , poi, sempre cercando di mettermi tra lei e lo sguardo della cassiera la accompagno frettolosamente in sala.
Ecco…adesso mi sento al sicuro, la sala è buia, il più è fatto…
Andiamo nelle ultime file, dove ci sono sempre e quasi esclusivamente chi si masturba o cerca approcci.
Ci sediamo nell’ultima fila di poltroncine, dietro di noi c’è ancora uno spazio ed uno scalino a ridosso del muro, di solito pieno di gente, in quanto sono alle spalle di chi guarda il film e possono indisturbati fare di tutto senza essere visti…
Veniamo notati subito, alcuni ci scambiano probabilmente per una coppietta…..
Lei comincia a togliersi il soprabito ed accavalla le gambe, lasciando intravedere le giarrettiere che portava…io mi tiro fuori il cazzo e glielo faccio menare, e quando è duro, lei si abbassa e comincia a prendermelo in bocca…
Dopo un po’ siamo letteralmente circondati da uomini, davanti dietro e di lato a noi, praticamente se uno delle file anteriori si girava, vedeva solo una muraglia di gente in piedi o seduta che ci attorniava..La mia amica continua a spompinarmi..
Un nugolo di mani bramose, prima timidamente, e dopo essersi accertati del nostro gradimento con più sicurezza, cominciano a toccarla dappertutto.. la sento gemere, uno le aveva infilato uno (o più?) dita nel culo..Lei ormai calda ed eccitata si alza e mostrandomi la schiena si siede sopra al mio cazzo in tiro e comincia ad andare su e giù ritmicamente..due uomini gli avvicinano i rispettivi cazzi davanti alla sua bocca, lei continuando il lavoro iniziato con me, non se li lascia scappare e con voracità comincia a spompinarli, uno alla volta e anche tutti e due assieme..Dopo un po io le vengo dentro,e di la a poco anche i 2 cazzi gli sputano addosso la loro sborra copiosamente sul suo viso,,,gli altri esclusi 3 o 4, continuano a menarselo, cercando di non perdere neanche un fotogramma della scenetta che offrivamo..Io e lei ci alziamo, la faccio appoggiare ad una poltroncina per essere posseduta alla pecorina…dico a quelli che mi stanno vicini che se hanno il preservativo me la possono montare.. Il primo con una velocità da Tex Willer estrae prontamente il suo..ecco tocca a me sembra dire con lo sguardo compiaciuto, se lo infila e glielo sbatte dentro con decisione e se la pompa con colpi lento ma potenti..lei geme come una vacca da monta..dopo un po’, aumenta l’andatura e viene godendo …Un altro che aspettava il turno appena vede il buco libero ci pensa prontamente a riempirlo..questo qui non va a diesel, glielo sbatte dentro e fuori con una velocità incredibile, e viene abbastanza presto…vedi cosa succede a mangiare troppe carote…
Tre cazzi presi e 2 spompinati, penso che per oggi poteva bastare e decidiamo di andarcene…Usciamo dalla porta di sicurezza per non ripassare dalla cassa…ecco siamo in strada nuovamente…
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16 years ago
leonida1960,
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La mia biografia perte terza
ritornando ai miei cugini devo dire che non o mantenuto la promessa che sarei ritornato per qualche fina settimanaci tenevamo pero in contatto e ci sentivamo e loro mi raccontavano le cose che facevano e grazia era diventata una vera porca ma ancora vergineinfatti circa due anni dopo si sposo con quei matrimoni un po combinati e alberto dopo un po si sposo anche lui. la mia vita andava avanti normalmente con qualche conoscenza sia di donne e avvolte per non perdere il vizio con qualche uomo ma niente di interessante in quanto o constatato che se non cera una persona femminile insieme non mi piaceva tanto.
partii per il militare e intanto mi ero fidanzato con una ragazza ma devo dire che era una cosa cosi e quando venivo in licenza ci poteva al massimi scappare qualche masturbazione e bochino ma niente di più,ritornai siamo andati avanti e ci siamom lasciati da buoni amici.
allepoca avevo ventidue anni e in una festa un mio amico mi presento anna una ragazza che aveva ventanni non era carina di viso piccolina di corporatura con un corpo stupendo tutto messo al punto giusto cosi abbiamo cominciato a freguentarci e devo dire che dopo due tre volte siamo andati a letto devo dire che era un vulcano di sesso diciamo era una ninfomane di tutto rispetto e per questo che mi ci sono invaghito tanto che dopo un anno andammo ad abitare insieme in una casetta di campagnia di proprieta dei miei genitori, infatti potei constatare che anna era aperta in tutti i canali anche per bene infatti lei diceva io sono nata per fare sempre sesso che gli piaceva da morire devo dire che a me non dispiaceva affatto anzi quando mi raccontava qualche sua avventura io mi eccitavo e lei lo sapeva e mi stuzzicava sempre.
dopo qualche tempo ritornai prima del previsto per fargli una improvisata che la volevo portare a cena fuori, entrando in casa sentii subito i mogulii di anna dalla camera da letto e curioso non mi feci sentire e quando arrivai alla porta vidi anna che stava a cavalcioni a un uomo e come una indiavolata andava su e giu sul cazzo dell'uomo devo dire che aveva un cazzo direi abbastanza longo e grosso, vedendo non ebbi nulla da dire ma mi eccitavo al tal punto che lo tirai fuori e cominciani a masturbarmi fino a che non venni e sporcai in terra ma vedendo che anche loro avevano terminato uscii di casa per non farmi notare e quando usci io entrai e trovai anna sulla porta delle camera e io senza nulla fosse la salutai, ma lei mi disse se ero entrato prima non potei negare in quanto vi erano le evidenze in terra e cosi passavo anche da buggiardo cosi dissi di si e mi ero talmente eccitato nel vederti scopare con uno sconosciuto che come vedi sono venuto ecome puoi constatare. passarono dei giorni e riparlando del fatto mi disse che era un suo amico di vecchia data e mi aveva sempre piaciuto andare a letto con lui ma lo incontrato per caso era solo di passaggio. cosi anche io le raccontai delle mie storie e che ero un bisex e anna non ebbe nualla dire alquel punto io proposi se devi farlo con altri perche non lo facciamo insieme cosi non ci possiamo prendere più in giro e siamo consensienti e consapevoli di ciò che facciamo e lei accetto cominciammo a mettere dei annunci su delle riviste specializzate ci scambi di coppia e devo dire che abbiamo avuto delle esperienze buone e poco buone infatti si presentavono delle coppie che si definivano come le nostre richiste ma si riscontravano al contrario.
da questi annunci conoscemmo una coppia di bisex sui trentacique anni lui ventotto lei devo dira che erano cordiali ed educati di nome giorgio e laura dopo una cena insieme siamo andati a casa mia a terminare la serata infatti senza tanti preliminari laura gia era succhiare i capezzoli di anna fino a che non si sono denutate del tutto poi incomincio a leccargli la fice girandosi e formando il sessantanove e si leccavano a tal punto che si erano dimenticati di noi e cosi giorgio comincio a togliermi i pantaloni e nello stesso tempo lo faceva anche lui i in un momento ci ritrovammo nudi anhe noi e cominciammo a succhiarsi il cazzo con un sessantanove anche noifino a che non venimmo guasi insieme con lo sperma in bocca laura e anna vennero e cominiarono a baciarci fino a che non ripulivano la nostra bocca dallo sperma. dopo un po di tempo ricominciammo i sia laura che anna vollero che io mettevo in culo il mio cazzo a giorgio e si mise in posizione e appena lo appoggiaio giorgio fece un movimento indietro e entro in un solo colpo tutto dentro con mia sbalorditagine andavo su e giu mentre laura mi si mise dietro di me vedevo che si era messa un fallo finto legato alla vita e anna lo pilotava per farlo entrare nel mio culo e quando fu entrato si mise a prendere il cazo di giorgio in bocca e gli fece un bocchino godemmo immenzamente e venimmo tutti insieme o guasi.
prosegue 4 parte
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16 years ago
admin, 75
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In estate
Una mattina d’agosto, appena rientrato dalle ferie, in chat lei mi fa “ma perché nn vieni a trovarmi?”.
Il fatto era che avevamo chattato si e no tre volte, era a circa 80 km da me, e poi io non ci credo a ste cose. In ogni modo dopo che lei mi ha spiegato bene la strada decido di mettermi in viaggio, mal che vada faccio un giro in moto e pranzo fuori.
Giunto in zona faccio uno squillo al cellulare e lei subito esce fuori dal giardino e mi apre il cancello facendomi cenno di entrare, io molto imbarazzato parcheggio la moto ed entro. Mentre mi avvicino la guardo meglio (in cam non è che abbia visto tanto) e scopro con piacere di avere di fronte a me una gran bella donna: 165 cm, una quarta di seno, non una modella ma un bel fisico, e due occhi stupendi. Entro in casa e lei mentre mi offre da bere mi spiega che ha lasciato il bimbo dalla suocera e mi fa intendere che il marito la ..trascura, ma non finisco manco di fare il secondo sorso che lei ha già ..accorciato le distanze. Una gonna sul ginocchio,due gambe belle tornite, un sedere che mi sembra sodo sodo, una camicetta dalla quale gli esplodono i seni notevoli e duri mi fanno lasciare subito il bicchiere e occuparmi d’altro. Mi prende per mano e mi porta su nella cameretta e io per le scale non posso non guardare il suo fondo schiena che lei muove in modo sublime.
In un attimo siamo abbracciati e ci baciamo avidamente ,io incredulo di quello che mi stava succedendo: ero a casa di una ragazza conosciuta da poco e stavo affondando la mia lingua nella sua bocca e una mano frugava nella camicetta mentre l’altra saliva su per la gamba fino a raggiungere il suo culo. Era evidente la sua voglia , infatti quando la mia mano sfiora la sua “intimità” la trova immersa in un lago di umori caldi; non eravamo ancora sul letto quando la spoglio e comincio a baciarla tutta, dalle labbra al collo, dalle spalle al suo splendido seno sodo e con i capezzoli durissimi. La faccio sedere e la bacio in mezzo alle gambe, la sua fica era un lago e io la esploro con la lingua e con un dito e lei in men che non si dica raggiunge l’orgasmo tenendomi la testa con le mani e con un gemito lunghissimo , allora lei si tira su e mi spoglia, mi fa distendere e comincia a leccarlo e succhiarlo con un’avidità impressionante, alternando il massaggio con le mani e quello con il suo seno ormai di pietra; devo farla smettere altrimenti vengo dopo pochi minuti.
Senza dire nulla e con uno scatto felino si siede su di me accogliendolo nella sua magnifica e caldissima fica oramai allagata. Comincia allora la sua danza a volte lenta a volte veloce e io nel vederla muoversi così non posso esimermi dal tirarla a me per accarezzare e leccare il suo seno . Adesso però basta, decido di essere un po’ più deciso, la tiro su la metto a carponi e gli sono di nuovo dentro, continuando a torturare i suoi seni, cosa che evidentemente gli piace …… accompagna i miei movimenti come un ossessa. Ma in quella posizione sono io a perdere il controllo infatti il suo culo era un invito a nozze… gli infilo prima un dito , poi due e comincio a pomparla con le dita…. È la fine per entrambi, si perde il controllo , io che volevo scoparla ance lì non riesco nel mio intento in quanto quella situazione mi ha fatto andare in orbita e quando io sto per tirarlo fuori x esplodere il mio piacere lei mi ordina di continuare ; entrambi tremiamo per un orgasmo simultaneo che mi fa annebbiare la vista e fa cadere lei stremata dal piacere. Però trova la forza x riprendelo tra le mani e come x ringraziarlo me lo tiene tra la bocca e il seno come per farlo dormire..
Purtroppo il tempo stringe e dobbiamo lasciarci, ma con la promessa di rivederci per riprendere il ..discorso…
Ma così come è venuta è sparita…. Chissà…..
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16 years ago
admin, 75
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Contenta lei...
..Mi manda un sms dove mi dice il piano io salgo su senza nemmeno prendere l’ascensore, non ho voglia di aspettarlo. La porta aperta mi offre un spettacolo ….normale. Una ragazza normale vestita normale , da casalinga, pantalone di tuta e maglietta. Questo fatto non mi disturba anzi mi tranquillizza, sono sempre timido io…
C’eravamo scritti solo un paio di mail e visto due foto, così cominciamo a parlare del più e del meno di fronte a un caffè; lei sapeva che non avevo molto tempo, sta di fatto che il discorso era piacevole, pure troppo stava quasi per “scadere” il mio tempo , e io avevo perso quasi ogni speranza quando lei mi invita a fare un giro per la casa. Giunti in camera da letto mi dice di avere un problema col pc, si siede e mi fa vedere di che si tratta; io in piedi di fianco e lei seduta , mi chino un attimo x vedere meglio e ho la possibilità di sentire il suo profumo…..splendido…
Mi rialzo dopo un paio di click (era una cazzata) e lei si gira, si alza, mi spinge con violenza sul letto e mi salta su, mi spoglia mentre si spoglia, rimanendo così nudi sul letto, e lì che capisco: si gira verso io mio lui un po’ spaventato, e mi offre la sua patatina tutta depilata. Comincia un 69 da paura, mentre succhia e lecca mi incita, con i movimenti del suo bacino, a elevare il ritmo e io gli infilo dentro due dita e col la lingua raccolgo i suoi copiosi umori. Sta godendo da matta,e me ne accorgo da come non lascia tregua al mio uccello, non tralasciando niente, palle comprese.
Dopo non so quanto tempo, durante il quale abbiamo girato per tutto il letto senza mai distogliere la nostra attenzione da questo 69, il suo bacino aumenta ulteriormente il ritmo fino al raggiungimento dell’orgasmo durante il quale lascia uscire dalla sua bocca il mio uccello oramai pronto. Ma è soolo un attimo, lei si gira, togliendomi quella splendida visuale (la sua patatina era davvero splendida), e si fionda sul mio uccello dicendomi di stare tranquillo… e chi si agita….
Pochi colpi di lingua, che usa con maestria, e io vengooooooo, senza staccarsi un attimo beve tutto e continua fino all’ultima goccia.
Risale su e con una voce dolcissima , e con due occhini neri, mi confessa che per lei questa è la cosa che più gli piace fare. Che dire …lo fa magnificamente …..
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16 years ago
admin, 75
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Una situazione inaspettata
Una situazione inaspettata
Io e Ivana siamo una coppia molto affiata, abbiamo anche un ottima intesa sessuale.
Negli ultimi tempi quando facevamo l'amore, immaginavamo situazioni altamente erotiche, come ad esempio un altro uomo che facesse sesso insieme a noi e che soddisfasse entrambi, a lei sarebbe piaciuto vedermi mentre uno mi infilasse il suo cazzo nel culo.
Piano piano cominciammo a parlarne con molta naturalezza e serenità, io optavo per un uomo di colore e lei per un uomo bianco, in ogni caso doveva essere dotato, e la cosa doveva valerne la pena di farlo. Se ne parlava ma non si arrivava mai a una concretizzazione, cominciammo a uscire a frequentare locali in cerca di qualcuno che attirasse la nostra attenzione, finché una sera mentre passeggiavamo in un viale di una città, Ivana avendo un po di sete, ci fermammo in una bancarella per comprare una bottiglietta d'acqua, lei era vestita molto sexy, c'era un nero dall'aria un po distinta che la guardava con occhi insistenti, sia io che Ivana ci accorgemmo dell'uomo, prendemmo l'acqua e ci allontanammo di qualche metro non perdendolo di vista, ci appoggiammo a un muretto,
(Io) Hai visto come ti guardava quello, chissà cosa gli passa per la testa.
(Lei) Si l'ho visto, eh si se l'ho visto, quasi quasi mi sono eccitata da quegli sguardi,
Ci baciammo mentre lui ci guardava, entrambi eravamo eccitati, Ivana gli allargò le cosce facendogli vedere la sua patatina coperta dal perizoma, dopo di che cominciammo a passeggiare, lui si alzò e andò a mettersi dove eravamo seduti noi, noi continuammo la nostra passeggiata e poi rigirammo salendo per il viale, lui era lì come ad attenderci, i nostri sguardi si incrociavano con intensità e complicità, appena arrivati a un passo da lui, ci saluto molto distintamente,
(Lui) Buonasera, egregi signori,
(Noi) Salve, stasera è una bella serata, non pensi?
(Lui) Si è vero, è proprio una bella serata,
Ci presentammo, lui si chiamava Habdul, era un bell'uomo alto, all'incirca sui 50 anni, cominciammo a parlare del più e del meno, sia io che Ivana eravamo eccitati dalla situazione che si poteva venire a creare.
(Habdul) Sai che sei una bella donna, Ivana,
(Lei) Grazie, sei molto gentile, e sei anche molto carino,
(Io) E cosa ti piace di Ivana, dimmi la verità senza problemi,
(Habdul) Mi piace molto quello che mi ha fatto vedere poco fa.
(Lei) Ti va di farti un giro con noi?
(Habdul) Certo, perchè no!
Andammo nella macchina, salimmo e andammo in giro, Ivana si scopriva le cosce lui si sedette dietro e si toccava il cazzo che doveva essere duro, mentre si parlava anche di cose un po hard.
(Lei) Ti va Hadul di giocare un po con noi?
(Habdul) Certo che mi va, perché non passi dietro mentre gianni cerca un posto tranquillo,
Ivana passò dietro con lui, mentre io mi sbrigai a trovare un posto tranquillo, le tolse le mutande e si butto con la sua faccia nella sua figa bagnata, Ivana cominciò a gemere e a gridare di piacere, mentre lui si era abbassato i pantaloni ed aveva tirato fuori il suo cazzo che era di belle dimensioni, trovai un posto sicuro e appartato pieno di alberi e posteggiai sentire Ivana che gridava in quel modo mi eccitava da morire avevo il cazzo che mi stava scoppiando, cominciai a palpargli il cazzo, era davvero grosso, mentre lui gli leccava la figa bagnata succhiando tutti i suoi umori da troia,
(Lei) Se devi scoparmi, voglio che scopi anche Gianni così capisce cosa significa prenderla nel culo, con voce tremula dall'eccitazione,
(Habdul) Si certo vi scoperò entrambi e vi scasserò il culo,
Intanto cominciate col succhiarmelo luridi porci,
Cominciammo a leccare e succhiare il suo cazzo come un gelato, quasi quasi facevamo a gara io e Ivana per leccarlo il più possibile, mentre lui godeva come un porco succhiando la figa e il buco del culo di Ivana,
(Habdul) Puttana lecca il culo di tuo marito, il cornuto, che tra un po' lo impalo col mio cazzo,
Ivana cominciò a leccare il mio culo, dopo un po' si unì a lei anche Habdul, e io mi ritrovai con due lingue che leccavano il mio culo, ma che nello stesso tempo si toccavano tra loro slinguazzandosi e baciandosi anche,
(Lei) Dai scopa mio marito che voglio vedere come gode questa troia e puttana di mio marito, mentre lo baciava in bocca succhiandogli la lingua,
Impugnò il suo bel cazzo, appoggiò la cappella sul buco del mio culo, esercitò una piccola pressione, sentii il buco del culo allargarsi e la cappella del suo cazzo entrare, sentii del dolore e man mano che affondava il suo cazzo il dolore aumentava, cominciai a lamentarmi, Ivana cominciò ad accarezzarmi e cominciò a leccarmi il culo mentre Habdul mi scopava, piano piano il piacere comincio a invader mi tutto , cominciai a gemere di piacere e Ivana si era messa in modo che leccasse il mio cazzo il mio culo e il cazzo di Hadul che mi scopava e la figa in faccia ad Habdul che gliela succhiava e slinguazzava facendola gridare di piacere,
(Lei) Si, si, leccami, scopalo questo cornuto froscio e pezzo di merda, rompigli il culo, scassalo, si, si, si
(Io) ahahah ghghgh si sono troia piu troia di te mia cara Ivana, diglielo pure tu Hadul,
(Habdul) Tu stai zitto cornuto, sei solo un pezzo di froscio, e tua moglie è gran porca che fra un po la cavalcherò come una troia,
Tutte quelle grida e quelle parole ci eccitavano da morire e i suoi colpi erano sempre più violenti che mi facevano sobbalzare, dopo circa mezzora tiro fuori il cazzo sborrando nelle nostre bocche, fiotti di sborra inondarono i nostri visi e le nostre bocche, quando fini di sborrare mi sposto come u sacco di immondizia, afferrò Ivana e cominciò a scoparla in tutto e per tutto, io guardavo e quelle immagini di mia moglie cavalcata, scopata, chiavata, mi eccitavano, mi avvicinai a lei e le misi il cazzo in bocca, Habdul la scopò per circa un ora, permettendomi solamente di tenerla per le braccia, poi ci inondò della sua sborra che fu abbondante, ed entrambi gli pulimmo il cazzo con le nostre lingue, rimanemmo un po' fermi nella macchina abbracciati, dopo un po' aprì lo sportello e ci spinse fuori, facendoci mettere in ginocchio, impugnò il suo cazzo e cominciò a pisciarci addosso, sui nostri visi facendocela pure ingoiare, e mentre faceva tutto ciò ci insultava, io e Ivana ci abbracciavamo, e tutto ciò ci eccitava da morire, poi quando finì di pisciare, mi afferrò per i capelli mi diede delle sculacciate e mi scaraventò per terra, sia io che Ivana non capimmo nulla, poi afferrò Ivana la portò dentro la macchina chiudendo la portiera, lasciandomi fuori, cercai di aprire lo sportello inutilmente, cominciò a scoparsela come un animale in calore, io guardavo dal finestrino, Ivana diceva
(Ivana) Non ti preoccupare Gianni, stiamo solo scopando come cani,
Godeva come una cagna e lui anche, sentirmi escluso mi faceva sentire come un verme ma mi eccitava, godevo nel vederli scopare come cani, e lui che la insultava e insultava anche me,
(Io) Fammi entrare Habdul, voglio esserci pure, voglio aiutarti
(Habdul) Stai zitto pezzo di merda ma le devo scopare solo io la tua bagascia,
(Ivana) Lasciaci soli, e resta fuori, è meglio che non guardi, lo hai voluto tu, e questo ti stiamo dando, ora lasciaci scopare in pace, con voce tremulo dall'eccitazione,
Mi accasciai per terra masturbandomi, sentivo le sue grida di piacere, volevo essere sia la posto di Ivana che di Habdul, cominciai a rotolarmi per terra, poi sentii entrambi gridare più forte mi alzai e vidi lui sopra di lei, avvinghiati, entrambi godettero e lui le sborro dentro,
(Lei) Si, si, ahahaha ghghg siiiiiiiiiiiiii sborrami dentrooooooooooooooooo Habdul,
(Habdul) Si si puttana prendimi anche la mia sborra lurida puttana perchè tu e tuo marito vi meritate questo, luridi porci,
Rimasero abbracciati per un po', poi aprirono lo sportello, lei sdraiata, era sfinita, lui la spinse fuori come se era un sacco di immondizia,
(Habdul) Eccoti la tua puttana, te la puoi riprendere, vi ho dato quello che volevate,
Si accese una sigaretta, eravamo sdraiati per terra, quando finì di fumarsi la sigaretta, prese i nostri abiti, si puli il cazzo e tutto i sudori delle fatiche del sesso, e ce li tirò addosso dicendoci di vestirci, ci vestimmo
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16 years ago
admin, 75
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L\'avventura
La serata inizia bene, il mio amico è puntuale e partiamo alla volta di questo locale famoso ma mai frequentato. C’è giàa molta gente e noi ci accomodiamo per iniziare la serata al banco bar e per guardarci un pò attorno, per renderci conto della “fauna” . Tu sei seduta ad un tavolo con altre persone, i tuoi occhi già mi scrutano e i mie non riescono ad evitare i tuoi. Di sicuro il tuo abito e le tue forme non lasciano scampo allo sguardo, ma voglio vedere fino a dove si può arrivare. Infatti tu ti alzi e ti avvicini, ti appoggi leggermente per arrivare al mio orecchio e sentirti sussurrare "balli?" Senza proferire parola mi alzo e ti lascio passare, seguendoti, in controluce le tue forme sono da lasciare senza fiato. I nostri corpi si avvicinano, si sfiorano e si toccano , le mani si incontrano e seguendo la musica appoggiamo le nostre guance , tanto a avere l’orecchio dell’altro vicino alla bocca così che è sufficiente sussurrare anche se il volume della musica è alto. Da lì ad abbandonare la compagnia è questione di un attimo e ci ritroviamo in una stanza che chi sa in che modo sia saltata fuori non è dato sapere. Io mi appoggio sul letto e pensando a te che per un attimo sei scomparsa dietro la porta del bagno sogno.!!
…legato al letto con le mani unite e i polsi stretti da una “corda di seta, forse potrei liberarmi, ma tu ti avvicini lentamente, le luci soffuse, la mente perduta, forse un sogno, sei stupenda, capelli sciolti fin sopra le spalle , seni abbondanti leggermente sostenuti e coperti da un braccio che con una sensualità quasi pudica, vita stretta su fianchi morbidi mi portano ad una eccitazione quasi da brividi, aspettando che tu ti avvicini ... non potrò toccarti ... ti avvicini dalla parte del fondo del letto sali con le ginocchia e mi guardi, sfiori leggermente i miei piedi, anche se in ginocchio mi sovrasti e da vicino ho modo di vederti nella tua completezza la tue mani si appoggiano sul dorso dei mie piedi,
... vorrei avvicinarmi ... e salgono lentamente, le lasci unite e fai scivolare le mani fino all’interno coscia, vorrei allargarle ma tu con le ginocchia le tieni bloccate, unite, sento i tuoi capelli sulle mie ginocchia, sento la tua pelle sulla mia , vedo solo la tua nuca e i tuoi capelli, … vorrei appoggiarci le mie mani ma ... le tue mani salgono fino l mio ventre, sento il caldo della tua lingua sulle mie cosce, ti sento respirare e il caldo del tuo respiro sulle mie gambe, le tue mani scivolano sui miei fianchi e tornano alle cosce, fai scivolare i pollici premuti sui quadricipiti fino alle ginocchia e alzando leggermente il capo intravedo i tuoi occhi che scrutano l’erezione e il mio viso, che per la posizione è tirato nella speranza di vederti, non una parola, non un gesto, così quasi in silenzio ti sei impossessata del mio corpo, della mia libertà ma anche del mio desiderio, che ora è solo a tua disposizione ... mi piacerebbe toccarti con le mani a schiena ...a questo punto sali con le tue ginocchia all’altezza delle mie e mi sei sopra, voluttuosa, vogliosa, avvolgente ma soprattutto padrona della situazione. Le tue mani iniziano un’opera leggera, decisa, mirata e conosciuta, le tue dita sottili si infilano sfiorano accarezzano stimolano e più mi senti rigido e più mi cerchi e cerchi punti, inizio a sentire la tua lingua sempre più calda e bagnata salire, avvicinarsi sfiorare e assaggiare la posizione eretta, la tua mano destra lo afferra alla base tenendolo come preferisci e la tua sinistra scivola fino a trovare la mia bocca ... non vale, io non ho “mani
solo respiri e sussulti
Quando decidi che la cosa è al punto giusto fai l’ennesimo passo fino ad essermi sopra a tutti gli effetti mi appoggi una mano sulla bocca e con l’altra lo indirizzi, non è come al solito, lo appoggi dietro, e senza esitare ti ci “siedi” obbligandolo ad entrare senza “raccomandazioni” , i tuoi occhi si aprono e mi fissano come a volermi parlare, come a volermi dire solo con l’espressione di chi entra senza bussare, lo stupore, il piacere, la sorpresa, la voglia di essere, di possedere, del piacere voluto, cercato, trovato e ottenuto, tutto a modo tuo, la mia tensione e’ alta, tu te ne accorgi me non esiti sentendomi , ad accompagnarmi fino alla fine così senza alcun tipo di assenso ma di partecipazione.
Ti appoggi sul mio petto e rimani li con le tue mani sul mio viso ... come una sensazione di libertà riprendo l’uso delle braccia ... come dopo una posizione scomoda ... sono affannato, respiro lento e profondo, sei su di me, le mie braccia, le mie mani sono libere e ti toccano, ti prendo il viso. Gli occhi profondi, in questo momento sono lontani dietro a chissà quale oasi lontana, ti porto a me e ti bacio, dolce lungo intenso bacio, mi ritrovo le mie mani sul mio viso ed è giorno ...
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16 years ago
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Buon natale matteo!
Nelle strade ormai già dalla fine di novembre si respirava l’inconfondibile atmosfera di luci e colori che rendeva particolarmente piacevole lo shopping del sabato sera. Lucrezia era sempre stata fisionomista e si divertiva ad osservare i volti della gente che affollava i marciapiedi registrandone i segni particolari: le bastava una lieve inclinazione delle labbra o una particolare forma delle rughe d’espressione per intuire lo stato d’animo delle persone che affollavano i negozi o che incrociava nella brulicante zona pedonale. Un misto di pena e senso di colpa immancabile la colpiva allorché i suoi occhi incontravano quelli dello zingarello di turno o del suonatore di tromba rumeno che riempiva l’aria di note di struggente malinconia. Nella rumorosa confusione cittadina solo dopo qualche secondo realizzò che quel suono quasi impercettibile che le giungeva all’orecchio era il trillo del suo cellulare. Sul display, illuminata da fosfori verdi, il nome dell’amica conosciuta al corso di specializzazione pagato dall’azienda. “Lucrezia, ciao sono Paola ... ti ricordi?” - “Ciao Paola che piacere risentirti!!! Come stai?” - “Io benone … sai sono in giro per negozi e per fare due passi” - “Tuo marito i bimbi ... tutti bene?” - “Sì, bene! Tu non lo conosci Matteo … ma … sai … lui è allergico allo shopping ed ha una bella fantasia per cui gli è facile tirar fuori la scusa buona per evitarsi il supplizio!” - “Tutti uguali … figurarsi! Sai questo per me sarà il primo Natale senza di lui e … ho deciso di trascorrerlo fuori, credo sia meglio. Andrò in settimana bianca con i miei amici della compagnia teatrale” - “Daiii … ma davvero!! Senti perché non vieni da noi? A casa c’è spazio, trascorri il Natale con noi e poi prosegui per la montagna” - “No Paola daiii ti ringrazio ma non mi sembra il caso. Il Natale è bello in famiglia, non vorrei fare la guastafeste" - “Senti non dirle nemmeno queste cose!!! A me e a Matteo non sembrerà vero di avere la scusa buona per evadere un po’ dai terribili pomeriggi con zii e cugini vari” - “Senti Paola ... sarò sincera. Io ho già prenotato il fine anno in Trentino per cui il 28 sarò a Marilleva per una settimana. Pensa abbiamo anche organizzato uno spettacolo da rappresentare nella sala convegni dnell’hotel per il veglione!!! Non è che non voglia venire ... anzi ma ...”
“Nessun ma ... è perfetto così!! Verrai il 24 e ripartirai il 28 mattina … non ti do nemmeno il tempo di "puzzare" ed i tuoi amici avranno comunque la loro attrice protagonista!!” - “Daiiiiii ... sei gentileee … ok ok … accetto … se insisti ... volentieri!” - “Evviva … lo dico a Matteo e ai nostri cuccioli ... saranno felici di avervi ospiti! Ci risentiamo per i dettagli … un bacio ... ciaoooOO!”- “Ciao Paola … a presto!”.
Proprio un angelo quella donna, conosciuta all’incirca due mesi prima durante il corso di due settimane tenutosi a Bologna. Erano andare subito d’accordo e in quei quindici giorni non avevano fatto altro che chiacchierare e scambiarsi confidenze reciproche. Già … ricordava l’amica descrivere suo marito ... alternando pregi e difetti tanto da destare la sua specialissima attenzione: uomo interessante trasformato, per amore, in un innocuo agnellino ma … ci avrebbe giurato ... con occhi lampeggianti da lupo!
“Pensa che quando ci siamo conosciuti” le aveva detto Paola ostentando l’orgoglio della vincitrice “faceva un sacco di sport e non ti dico quante donne gli andavano dietro!!! Poi però ha conosciuto me e si è trasformato in un perfetto maritino con un unico grandissimo handicap: guai però a chiedergli di uscire per negozi!! Piuttosto rimane al lavoro tutta la sera ma … proprio non ama lo shopping!”.
Persa in quei pensieri entrò in un elegante negozio di intimo dal quale – si era detta tra sé – non sarebbe uscita senza un regalo per la sua dolce amica. Dopo un po’ uscì dal negozio con quella gioia bambina nel cuore che solo ha chi sa di aver comprato un presente che farà felice qualcuno. Paola, infatti, nei suoi discorsi fiume le era sembrata la classica donna tranquilla ed amante del sonno per cui la soffice ed elegante camicia da notte che aveva acquistato per lei sarebbe stata di sicuro apprezzata. Per i figli comprò, dopo un notevole sforzo per ricordare ciò che Paola le aveva detto circa le passioni uno di quei mostriciattoli terribili per i quali vanno matti i bambini dell’ultima generazione e uno splendido paio di orecchini indiani per la femminuccia. Rimaneva il regalo per Matteo … Ci pensò poi, con un sorriso appena percettibile sulla bocca, acquistò quel profumo maschile che le piaceva tanto.
Arrivò all’incirca all’ora di pranzo dopo aver guidato tutta la mattina con l’auto carica come un uovo. Con l’aiuto di Paola e i figli riuscì a sistemare tutte le sue cose nella confortevole stanza che avevano riservato a lei e sua figlia.
Era la vigilia di Natale per cui non era previsto un pranzo degno di questo nome e le due amiche ne approfittarono per avviare una conversazione fiume condita di tante femminili confidenze mentre la figlia di Lucrezia era ormai in piena simbiosi con i due figli di Paola. Il trillo del citofono le interruppe. “Deve essere Matteo, dai vieni che te lo presento!”
Quando la porta dell’appartamento si schiuse le parve di conoscere da sempre il padrone di casa. “Ciao, sono Matteo, tu devi essere Lucrezia, Paola mi ha parlato a lungo di te!!”. Bei lineamenti, maschili, e quegli occhi che si posavano su di lei impercettibilmente più a lungo del dovuto. “Piacere Matteo, sono Lucrezia! Finalmente ti conosco ... sai Paola sempre a dirmi Matteo di qui, Matteo di là!”. Risero tutti … i due coniugi si scambiarono un bacio veloce. Durante tutto il pomeriggio Matteo si mostrò velatamente curioso e volle anche sapere dello spettacolo teatrale di Capodanno. “Un piccolo musical in costume … il titolo è ANGELIeDEMONI, sì come il famoso libro, ed io dovrò intonare due o tre canzoni per le schiere angeliche!”.
“Ma dai … siamo sicuri che ti abbiano inserito nella squadra giusta? No perché Paola mi racconta …” - “Ma che diciiii scemoo!!! Paola lo conosceva bene e gli diede una pacca sulla spalla per tacitare la sua vena ironica. “E pensa che Paola sa ben poco!” rilanciò Lucrezia stimolando una gran risata che riempì la sala. Poi … con i bambini che continuavano a giocare in giardino … pianificarono l’arrivo di Babbo Natale con i doni. “Matteo ma non pensare che io quest’anno ce la faccia a stare sveglia per riprenderti mentre depositi i doni sotto l’albero! I bambini sono elettrici, andranno a letto tardi e domani sai chi abbiamo a pranzo!” - “Non ti preoccupare Paola, ho la telecamera in stanza, lo riprendo io che dormo sempre poco, non c’è problema! “Se ti va Lucrezia mi fai davvero un piacere!” - “Sì non c’è problema, pensiamo piuttosto a cosa devi fare Matteo … vediamo … quando tutti dormiranno indosserai l'abito di Babbo Natale ed io ti riprenderò mentre entri dalla finestra e poni sotto l'albero i regali, così domattina, quando i bambini si alzeranno, non solo gioiranno per i doni ma potranno vedere in tv il filmino che prova l’esistenza del loro famoso benefattore. "Che ne dite?” Paola fu subito entusiasta del piano e Matteo, il dolce Matteo, per nutrire ancora un anno il sogno dei bambini accettò di buon grado il da farsi. Erano ormai le due di notte quando la casa si addormentò. Come da accordi Matteo e Lucrezia, dopo avere riempito di doni i sacchi di juta, si prepararono all’avvento di Babbo Natale. Matteo, ormai esperto per averlo già fatto in passato, indossò lo scomodissimo vestito fatto del tessuto più acrilico che avesse mai toccato. Incollata la barba bianca ed infilato il classico cuscino sotto la cinta per creare un voluminoso e bonario pancione, si caricò i sacchi ed prima di uscire dalla porta di casa per rientrare dalla finestra del giardino, che aveva in precedenza socchiuso, le ripetè: “Lucrezia ora tu vai in stanza a prendere la telecamera, quando sono sotto la finestra e pronto a scavalcarla faccio un colpo di tosse in modo che tu possa iniziare la ripresa!” “OK … pronti!” Non appena Matteo uscì di casa Lucrezia corse in camera per prendere la telecamera e ... indossare il vestito da angelo che si era fatta realizzare dalla sarta di fiducia per lo spettacolo di Capodanno. “Bè dovrei essere un angioletto” sorrise maliziosa ma gli stivali bianchi sino alle ginocchia, le calze a rete color carne , la minigonna ed il top di latex color ghiaccio arricchiti di ali piumate e una rete d'orata certo non la rendevano un’innocua cherubina. Con la telecamera tra le mani si diresse verso la finestra aspettando il colpo di tosse concordato. REC: il goffo Babbo Natale scavalca con qualche difficoltà la finestra, portandosi sulla schiena numerosi sacchi – soddisfatto preleva i pacchetti dai sacchi e li posiziona sotto l’albero lampeggiante per le serie luminose - senza voltarsi mai il Babbo Natale rimette i sacchi vuoti in spalla e scavalca la finestra dopo un teatrale saluto all’albero carico di palle colorate – STOP. Nel mentre Matteo faceva il giro del giardino lei fece in tempo a scaricare il filmino nella TV preparando la festa dei bambini per l’indomani.Ora però…voleva che per una volta anche Babbo Natale ricevesse un dono!!!Quando Matteo rientrò con ancora indosso la barba bianca rimase di stucco per qualche attimo "Lucreziaaaaaaaa, ma … ti sei cambiata? E’ l’abito di scena? Grazie per averlo indossato per me!!! Ero curioso … sei … sei bellissima!" “Grazie!” gli rispose, con una voce calda come il Natale. "Voglio riprenderti anch’io!! " e così dicendo le prese di mano la telecamera mentre Lucrezia, con teatrale naturalezza accennava qualche passo di danza non propriamente puritano.REC “Lo sapevo che ti hanno messa nella squadra sbagliata!” “Ah pensi che con un viso come il mio non ci si possa aspettare nulla di serio?” "Nulla di serio ma…piacevolissimooo!” Matteo la strinse forte mentre le loro bocche, inizialmente ostacolate dalla barba canuta, si unirono in un lunghissimo ed avido bacio.“Il mio regalo per te!” Una nuvoletta di profumo coprì il sudore che imperlava leggermente il viso del bell’uomo finalmente libero dal vestito-trappola. “Lucrezia … non so come ringraziarti!!! Anzi no … un’ideuzza l’avrei!!!” Le mani di Matteo sfiorarono la schiena piumata e percorsero dal basso l’intera schiena dell’unico angelo del quale era certo senza alcuna ombra di dubbio il genere sessuale.Il vestito da Babbo Natale in un attimo scivolò giù, seguito dall’ingombrante cuscino di piume. Come due serpenti che si fronteggino in una lotta disperata, i loro corpi si avvolsero, scorrendo l’uno sull’altro lentamente, aiutati in questo solo da unghie femminili conficcate in spalle d’atleta. L’impeto li spinse sul tappeto. Matteo finì disteso … il suo corpo statuario era rigido, la sua carne era illuminata ritmicamente dalle serie luminose … che però furono sufficienti perché la lingua di Lucrezia trovasse la via, scivolando con la lentezza del predatore che si avvicina alla vittima, verso quel meraviglioso regalo di Natale ormai indecentemente voglioso e duro. Le mani del Babbo Natale le si posarono sulla nuca invitandola ad accogliere in quella meravigliosa bocca canora quel glande dal luccicore lampeggiante. Lucrezia, come un angelo dalla diabolica sapienza, percorse l’asta, pompò con le labbra carnose ogni centimetro di quel membro duro, aspirò nel cavo orale i testicoli, li avvolse nel tepore della saliva, gustandosi con gli occhi lo spettacolo di quei pugni forti che stringevano il tappeto per il piacere. Quando il pulsare frequente del cazzo di Matteo l’avvertì dell’approssimarsi dell’esplosione, Lucrezia si sollevò restando in piedi a guardarlo per pochissimi attimi, quelli sufficienti a che gli occhi dell’uomo si riempissero del desiderio di possesso del corpo femminile che li sovrastava. Mentre le mani del bravo maritino stringevano alla caviglia gli stivali, Lucrezia scostò lievemente la brasiliana, si chinò nuovamente su di lui, prese il membro gonfio con una mano e lo indirizzò in quella bocca di carne spalancata e umida, scivolandoci sopra centimetro dopo centimetro, sentendone ogni vena, ogni pressione sulle morbide pareti della sua fica. L’estasi disegnata sul viso di Matteo la guidò nel ritmo con il quale continuò ad impalarsi su quel cazzo fino a che un fiume caldo ed inarrestabile le risalì dentro, riempiendola di calore e producendole un orgasmo violento la cui rumorosità fu attutita dalla mano che l’uomo le tenne pressata sulla sua bocca carnosa mentre le assestava le ultime poderose spinte prima di spegnersi in lei. STOP “Questo filmino è il mio regalo di Natale per te Lucrezia, Buon Natale tesoro!” “Graziee … Matteo, davvero una gran bella sorpresa! Buon Natale anche a te!” Nella stanza ormai silenziosa di voci umane un osservatore attento avrebbe potuto notare che le serie luminose dell’Albero avevano inspiegabilmente intensificato la loro intermittenza.
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lilliana,
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La mia amica ... non me l\'aspettavo
Ciao a tutti, è il seconto racconto che scrivo, ho pure messo l'annuncio qua su desiderya, che ringrazio per l'opportunita' che ci offre, per trovare ragazze che si divertano con sado soft, ma non è cosi semplice!
Comunque, mia moglie è partita 5 giorni fa per andare al mare, io ammalato sono restato a casa tutto solo, a parte la mamma che passava a vadere come stavo... ero soletto, giovedi mi chiama Francy, una mia cara amica, ora sposata con dei bimbi, mi dice che ha visto mia mamma e ha saputo che ero a casa da solo e che voleva passare a trovarmi, visto che il marito e i bimbi sono a sciare.
Io accetto, anche perchè a lei ho sempre raccontato tutte le mie cose piu' intime compreso le mie fantasie erotiche, sempre all'insaputo di mia moglie, ma con lei non è mai successo niente!
Verso le 5 di sera di giovedi suona il campanello, è lei, appena entra in casa anche se ho la febbre subito mi si ingrossa, cerco di rilassarmi, mi sdraio sul divano e mi copro, lei inizia a fare domande di rutin, mi fa il te' una spremuta, per finire a provarmi la febbre, ne ho 38e mezzo!
Subito mi chiede cosa sto' prendendo per curarmi, io rispondo tachipirina in compresse!
Non va bene mi dici, mi dice che torna subito, infatti dopo 10 minuti torna con un sacchetto della farmacia in mano!
Ora inizia il bello, mi chiede di girarmi e togliermi i pantaloni e mutande, io chiedo cosa vuole fare ma lei fa l'arrabbiata, cosi mi giro e faccio cio' che vuole!
Mi mette un goccio di sapone liquido sull' ano e poi mi infila una supposta!
A me è piaciuto molto infatti mi esce un ... che bello... lei a questo punto ride si alza e va dicendo ci si vede domani!
Infatti venerdi pom arriva ancora verso le 5, solite cose , te' quattro chiacchere e mi prova la febbre, non ne ho piu', mi chiede o meglio, mi ordina di andare a fare una doccia intanto che lei è li, cosi faccio, mi sento gia' nelle sue mani!
Finito la doccia vado in camera per vestirmi, me la trovo in parte al letto con un completino giallo e stivaletti neri in pelle, gli chiedo che vuole fare .... lei mi risponde che è una mia fantasia che gli ho scritto via e-mail!
Ok ! cosa devo fare?
Sdraiati! mi risponde.
Mi lega al letto a pamcia in su a mo di croce, tutto nudo, prende un piccolo fallo con delle cinghiette, penso ad uno strap on, invece..... dopo avermi lubrificato l'ano con il dito, me lo infila tutto nel culo, uau a me piace moltissimo!
Con le cinghiette me lo lega in vita cosi non esce piu', mi dice, infatti da li non si muoveva!
Poi si siede sopra la faccia, con le sue mutandine gia bagnate, mi faceva impazzire, un po' soffocavo ma un po' mi divertivo!
una mezzoretta di facesitting con lei con gli slip, poi se li è tolti ed ha continuato senza, fino a qaundo è venuita, mi sono accorto per le piccole spinte che la sua dolce patatina ha dato sulla mia lingua, Strabello!
Pensavo fosse finito il gioco, invece no!
Prende un profilattico e prova ad infilarmelo, purtroppo non ci riesce, vengo praticamente subito, si perchè tra l'altro sono uno di quelli sfiagti che soffre di eiaculazione precoce, a parte questo lai fa la parte della padrona arrabbiata, cosi mi fa bere tutto cio che è mi è uscito, tutta la mia sborra pian pèianino me la fatta ingerire!
Tutto questo sempre da legato!
Ora arriva il bello, non contenta del risultato, toglie il fallo piccolo, e ne prende uno un po' piu' grosso, e me lo infila di nuovo nel culo, dicendo che non sono stato bravo, io rispondo che da lei non me l'aspettavo, cosi per farmi stare zitto mi infila le sue mutandine in bocca!
A quel punto mi rieccito a manetta, lei prende il profilattico, me lo mette esi siede sopra ed inizia a cavalcarmi!
Uno spettacolo unico!!!
Ad un certo punto mi toglie le mutandine dalla bocca e mi infila le sue dita....... e, mentyre faceva tutto questo mi continuava a chiedere se mi piaceva!
Secondo voi?
Be si moltissimo, quando sono venuto per la seconda volta era appena venuta anche lei, un paio d'ore fantastiche ma non credo si ripetera' a meno che io non mi ammalero' quando mia moglie è via e in coincidenza a suo marito a sciare!
A pereso
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16 years ago
straponbg,
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Last visit: 16 years ago
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La mia biografia parte seconda
dopo che mario e angela erano partiti ,per un periodo di tempo non o avuto più rapporti per tanto tempo fino penso ai 16 anni e in questi anni mi masturbavo anche due volte al giorno da solo pensando sempre a loro infatti mi ero un po deperito e a quel punto i miei genitori avevano deciso di mandarmi in campagnia da certi parenti per passare le vaganze estive in modo che mi riprendessi dal deperimento che avevo ma solo io sapevo il motivo. arrivai a casa di mio zio aveva una casa molto grande tipo casale colognale e mi fu assegnata la mia camera che era vicino a i miei due cugini alberto e grazia di un paio di anni più grandi di me diciamo che erano dei sconosciuti per il semplce motivo che non ci siamo guasi mai freguentati pre il motivo che non andavamo mai a trovarli per motivi di distanza e di lavoro dei miei genitori. era un posto in campagnia molto isolato infatti si andava solo la domenica in paese che per arrivarci ci voleva circa due ore a piedi ma ci andavamo appunto la domenica con la macchina la mattina dopo aver accudito gli animali e si ritornava il pomeriggio presto. i miei cugini facevano del tutto a mettermi a mio agio mi portavano per l'azienda agricola a farmi visitare tuttosi scherzava sempre e devo dire che passando i giorni mi si levava dalla testa mario e angela e cosi fu dopo circa un mese avevo ripreso una vita normale e devo dire che era piacevole fare la vita di campagnia. una sera faceva un caldo bestiale e non riuscivo a dormire mi alzai dal letto e andai in cortile per prendere un poco di fresco e passando sotto la finestra di grazia sentii parlare sottovoce lei e mio cugino alberto per curiosita mi avvicinai per sentire cosa dicevano pensando che parlavano di me ma mi resi conto che non era cosi perche scorgevo che albeto diceva a grazia di prendelo in bocca mi misi meglio per vedere e il cazzo di alberto era gia duro e grazia lo stava masturbando per poi infilarselo tutto in bocca e cominio ad andare su e giu fino a che alberto non gli scrico tutta la sua sperma in bocca che grazia non la sputo ma la ingoio tutta. la mattina quando ci siamo rivisti io ero un po imbarazzato con loro e mi comportai per qualche giorno cosi e grazia che era la più intraprendente mi disse che cosa avevo e io gli risposi che avevo visto ciò che avevate fatto lei arrosi e disse di non dire niente ai loro genitori spiegandomi come volesse scusarsi che non cera nessun passatempo e non avevamo altro da fare infatti constatai anchio che era cosi abbituato nella citta. i giorni passavano normalmente quando una sera sentii dei rumori davanti alla porta della mia camera e vidi entrare grazia con alberto che venivano a sedersi sul letto e cominciammo a chiacchierare del più e del meno arrivando al discorso di quella sera e mi dissero se avevo avute delle esperienze mi facevo prometere di non dira a nessuno ciò che stavo per digli ma anche ricattandoli che se avessero parlato avrei raccontato di ciò che facevano loro, cosi raccontai tutto ciò che avevo fatto e vedevo nei loro occhi la libidine mentre narravo le mie esperienze che più andavo avanti e più si eccitavano e grazia incomincio a frugare in mezzo alle gambe di alberto tirado fuori il cazzo di alberto e con l'altra mano tiro fuori il mio cazzo e incomincio a masturbarli mentre io e mio cugino incominciammo a parpalla tutta lei si inginocchio e cominco aprenderli in bocca prima uno poi l'altro fino a quando non venni in bocca senza che se ne perdeva una goccia poi fu la volta alberto e grazia ingoio tutto. il giorno seguente alberto e grazia mi domandarono se prendendolo in culo avessi avuto dei dolori risposi di no per il semplice modivo che avevo avuto una preparazione prima e grazia disse se si godeva perche le loro marachelle si limitavono a qualche ditalino e bocchino tra di loro e non erano andati oltre perche grazia aveva paura di perdere la verginita e di rimanere incinta. ci ritrovammo in un magazzino degli attrezzi lontano dalla casa e li dissi a grazia di provare a prenderlo in fica ma si rifiuto ma disse che voleva provare a prenderlo in culo allora la feci mettere in ginocchio e per lubrificante trovai della vasellina etolica e la passai sull'ano e sul mio cazzo e incominciai a penetrarla come fece mario con me e con quache piccolo dolore entro trionfante tutto nel suo culu mentre alberto si masturbava vedendomi andare su e giu nel culo di grazia e quando stavo per venire tirai fuori il cazzo dal culo ma grazia si giro e lo fece venire in bocca in modo che non si perdeva una goccia, dopo domandai perche gli piacesse tanto ingoiare lo sperma e lei mi rispose che per non lasciare traccie di sporco aveva preso il gusto di indogliarlo e gli piaceva anche come gusto. ci ritrovammo spesso nel magazzino e a turno lo mattevamo in culo a grazia fino a quando dissi a d alberto che oggi lo facevamo differentemente e alberto accetto cosi mentre io lo metevo in culo a grazia albertolo meteva in culo a me non vi dico che e stato un piacere che avevo dimenticato che ssentivo che alberto stava per venire dissi di sborarmi dentro e io lo facevo dentro a grazia che godeva come non aveva provato prima. le vacanze erano arrivate alla fine e promisi di ritornare per dei fine settimana.
continua con perte terza
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Come è iniziato il mio esibizionismo
Si inizia coi parenti, qualche tempo fa mia cugina venne a dormire a casa mia, e la sera in camera mia iniziammo a parlare di prime esperienze, io 21 anni e lei 20, quando lei mi chiese se avevo delle foto da farle vedere sul pc. Io avevo un cd con circa 3000 foto e le iniziammo a vedere,io iniziai ad eccitarmi e gli chiesi se gli dava fastidio se lo cacciavo e mi segavo, lei disse no fai pure, iniziai a
segare i miei 19x5,5cm e lei guardava me e poi le foto, cercai di convincerla a masturbarsi, ma nn volle, la invitai a toccare il mio cazzo ma nn lo fece, solo che faceva molti bei commenti sul mio cazzo, solo una cosa ottenni, mi mostro le tette, dopo 30-35min di sega arrivò la sborrata più bella che abbia mai fatto, sporcai a terra e lei disse stanno qui i fazzoletti vai pure in bagno pulisco io. Da quel giorno nn ho avuto più occasione di continuare ma è stata una esp bellissima.
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16 years ago
dandaniel06,
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Last visit: 5 months ago
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Prima esperienza esibizionista
Due anni nella vecchia residenza. Vivevo in un palazzo che all'ultimo piano non era abitato ed era l'unico da cui si riuscisse a vedere in camera mia. Vi si trasferì una famiglia, marito moglie e due figli piccoli. Lei una trentenne molto bella, non fisico mozzafiato ma naturale con due tette belle grosse e sedere bello grosso. Mi eccitava da morire, una mattina ero solo in casa mi sveglia presto erano le 8, apri le imposte in camera e la vidi passare avanti alla finestra che faceva i servizi, cosi decisi di mettermi nudo sul letto, da li lei riusciva a vedere tutto, cosi mi eccitai e avevo il cazzo duro, lei pensando ke non la vedessi passava e ripassava avanti alla finestra guardandomi, il giorno dopo feci la stessa cosa e la vidi toccarsi il seno. Ero eccitatissimo e iniziai a segarmi, e lei guardava
cercando di nn farsi vedere. Arrivai al punto di segarmi mentre lei mi vedeva e la salutavo sborrando, nn ho mai avuto l'occasione di fermarla e parlarci, lei ha cambiato dimora e anche io, è stata la cosa più eccitante avrei voluto di più. Mandatemi commenti e consigli o storie simili ciao Dandaniel
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16 years ago
dandaniel06,
26
Last visit: 5 months ago
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Avevo la bocca piena n4
Le gambe mi tremavano e il sudore iniziava a scendere
tra le coscie.
La porta si aprì e io ero come una preda impaurita davanti
a lui impaurita perchè sola e non sapevo come comportarmi
lui si avvicinò a me e mi prese la testa delicatamente
con il palmo della mano e mispinse verso la sua bocca
io baciai con passine le sue labbra e succhiai la sua
lingua come fosse un piccolo pene.
Chiusi gli occhi e la sua lingua iniziò a rotearmi in bocca
penetrando fino in gola,la saliva bagnava le mie labbra
e il mio mento come fosse sperma caldo.
Ero eccitatissima e strusciavo il mio sesso sul suo gonfiore
bagnandomi sempre di più.
Mi prese le mani e sempre con la sua lingua infilata fino alle
tonsille le portò verso il suo sesso,non era grosso ma era molto
duro e arcuato e riempiva la mia mano in tutta la la sua lunghezza.
Iniziai a menarlo come fosse una pompa e mentre lui continuava a far
roteare la lingua nella mia bocca io mi strusciavo le coscie tra
loro provocando un piacere al mio basso ventre.
Mi estrasse la lingua dalla bocca e mi invitò ad inginocchiarmi sul
materassino ginnico e prendendo la mia testa fra le sue mani la portò ad imboccare la sua verga arcuata,la annusai e sentendo l'odore del
suo sesso mi eccitai e iniziai non a leccarlo ma a riempirmi del
suo sesso perchè era quello che volevo essere riempita e posseduta
sentirmi tra le braccia di un uomo che riempiva la mia femminilità.
Succhiavo avidamente quel pezzo di carne e più lo succhiavo più entrava in tensione con il suo sesso stretto fra le labbra iniziai a denudarmi e tolta la camicetta due dita afferrarono i miei piccoli capezzoli eretti e stretti nella sua morsa si eccitavano sempre di più
ormai ero pronta per essere penetrata non aspettavo altro il suo sesso era al massimo lo sentivo pulsare gonfio di umori nella mia bocca
e iniziavo a sentire qualche goccia scendermi in gola non resistetti
lo sfila dalla bocca e abbassandomi le mutandine mi girai e proponendogli di essere presa da dietro mi sdraia con la pancia sul cavalletto divaricai le gambe e chiusi gli occhi dio come lo volevo volevo sentirlo scendere nella mia vulva calda e bagnata.
Mi sentii afferrare i glutei dalle sue mani e allargandomi le chiappe
mi sentii insalivare lo sfintere e poi sentii la sua lingua
penetrare la mia fessurina sgocciolante non resistetti più e venni
con la sua lingua infilata nel mio sesso pensavo a questo punto
di ricevere il suo randello fino in fondo ma mi ero sbagliata
era destino che la mia intimità non venisse violata.
Le sue voglie erano ben altre sempre con gli occhi chiusi senza
vedere cosa faceva mi sentii scorrere un liquido tra il solco
delle natiche un dito iniziò ad esplorare il mio sfintere e rotenado
lo allargò quanto bastasse a essere profanato .
Quando sentii il suo glande appoggiarsi e spingere nel mio buco posteriore emisi un lamento strinsi i denti e trattenendo il fiato sentii il suo sesso entrare nel mio intestino ,spingeva il suo sesso curvo fino in fondo e quando la strada fu fatta io mi sentii aperta laceratae non sentivo più che usciva e entrava sentivo solo che ero piena di lui l'ano riceveva dei colpi incredibili e mi sembrava che si stesse rompendo, mentre due dita affondavano nelle mie carni vaginali.
Ormai ero montata nel culo e mi girava la testa
iniziaia spingere anche io verso di lui facendolo sprofondare dentro
di me ,sudavamo la sua lingua percorreva il mio collo e le mie orecchie
persi completamente il controllo e mi ricordo che venni ancora mentre lui mi riempiva la pancia del suo seme caldo che facilitava ancora di più
la penetrazione sempre supina sfilò il suo dardo dal mio culo e iniziò a pulirmi con un fazzolettino chidendomi se mi era piaciuto.
Cosa dire ormai il mio orfizio aveva preso una dimensione diversa
si era allargato a dismisura e non sentivo nemmeno più scendere il suo seme che mi colava tra le gambe mi faceva male ma una volta ripulita la sua lingua medicò le mie ferite facendomi chiudere gli occhi ancora.
Avevo sofferto,avevo goduto, e mi sentivo una donna ma rimasi
con la voglia di sentire un grosso pene che mi facesse godere
sbattendo il mio sesso riempiendolo di sperma caldo.
baci jenny
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16 years ago
jenny69,
39
Last visit: 14 years ago
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Serata a tema fetish e sado maso .........
Serata fetish e sado maso.
Noi lavoriamo per una tv privata molto famosa e facciamo riprese e interviste in feste fetish e sado maso in ville super, verso via vercelli a Milano. La serata era composta almeno da 300 persone tutte a tema. La villa si sviluppa su tre piani con macchinari, sale torture ovunque.
Calcolate che le padrone di casa erano madre e figlia mistress col papa’ schiavo (fate voi …).
Ovviamente come regola e come concetto io e l’operatore ci dovevamo presentare come master, anche perche’ non avremmo potuto parlare con le mistress e intervistarle e cmq sarebbe stato il mio ruolo nel generico.
Ci spostiamo al piano superiore dove su un divanetto avevamo montato le luci e la zona interviste per chi voleva. Rccogliamo un tot di gente fino a quando non mi arriva questa venere giapponese alta uno e ottanta coi tacchi. Giuro una figa mostruosa (nessun uomo o donna avrebbe detto di no a una cosi’). Era stupenda labbra rosse carnagione bianchissima occhi scuri, capelli lunghi neri fino al culo. Corpetto nero e vinaccio con due tettine che spingevano, una culot nera e stivali in corredo fino al ginocchio di lattice nero. Lei simpatica fa l’intervista da sola senza il amrito e accetta scherzi e battute da parte mia.
Di colpo le pile della sony si scaricano e una luce si brucia. Il mio operatore va a a recuperarle e sapendo che ci avrebbe messo una 40ina di minuti iniziamo a scherzare del piu’ e del meno per due minuti, ovviamente parlando dell’ambiente e delle situazioni che ne rientrano nella serata. Io non avevo mai fatto sado maso ma c’era qualcosa che lo rendeva molto intrigante parlando con lei.
Lei mi chiede se giocavo nell’ambiente e parliamo per due minuti in modo veramente tranquillo come se l’ambiente che ci circondava era assolutamente normale. Tutto era eccitante trasgressivo all’ ennesima potenza e sicuramente fuori dagli schemi normali.
A un tratto il padrone di casa (lo schiavetto ) entra in una stanza alla fine della scalinata di fianco a noi chiedendoci scusa. Sta due minuti e esce veloce e per non disturbarci non si accorge di chiudere a chiave a con la porta appoggiata e di tutta fretta sparisce scendendo la scala. Entrambi ci accorgiamo che la porta era rimasta aperta e lei mi dice chissà che cosa c’era dietro. In un modo forse da ficcanaso ma curiosi ci avviciniamo alla porta. Entriamo furtivi e vediamo una stanza da sogno: era completamente buia sulla destra e si scorgeva nella penombra una libreria di almeno 5 metri in stile gotico di legno. Davanti un tappeto con un pianoforte illuminato per meta’ dal chiarore di luna che entrava da un finestrone a quadrettoni che creava una rettangolo nella stanza sopra a un divano a elle da almeno 10 posti scuro. Non posso dire il colore ma avrei detto che era o blu o verde. La situazione era inrigante camminavamo vicini e furtivi perche’ sapevamo che se ci beccavano ci avrebbero cazziati di brutto ma era bello, il marito sotto inconsapevole noi in un luogo che non dovevamo esserci, era bello.
Io amante della musica mi avvicino al piano forte lo accarezzo e lei mi chiede se sapevo suonarlo. Io rispondo: so fare qualcosina e sapendo che sotto c’era musica al palo e che nessuno ci sentiva le chiesi se voleva sentire qualcosa. Premetto io suono chitarra e percussioni da anni ma adoro il piano e appena posso strimpello a casa di una mia amica veramente brava che mi insegna.
E li parte la magia: lei da mistress stilosa si siede sul pianoforte appoggiando i tacchi sulla tastiera coperta, io senza dire nulla mi siedo tra le sue gambe aperte ammirando la sua bellenza . la squadro dai tacchi al viso nella penombra e lei maliziosa inizia a succhiarsi il dito guardandomi fisso negl’ occhi. Non ci credevo ero eccitatissimo. Con un colpo deciso le prendo le scarpe e le appoggio sulle spalle , sento i tacchi che puntano, apro la tastiera, schiaccio il pedale e inizio a strimpellare musica classica. Lei maliziosa inizia a muoversi e capii che stava strusciando la figa sul pianoforte fino a quando guardandola lei mi fa un gesto con lo sguardo come dire allora?
Io li esplodo mi alzo la spingo sul piano con le gambe aperte le sfilo di forza la culot di lattice e inizio a leccarla mentre lei si contorce e mi prende per la nuca per farsi infilare la lingua fino infondo. Era sensualissima sentivo il suo sesso esplodere di piacere e li sapevo che da li a poco sarebbe sfociata in un turbine di pasione. Io avevo una mistress che avrebbe fatto quello che volevo. Quindi tutta la sua cattiveria si stava trasformando in sottomissione e anche se era la mia prima volta in una situazione del genere sapevo che lei era li per noi.
A un tratto lei abbassa la cerniera e infila la mano nei miei boxer e sente i miei 22cm che spingono per uscire e lo tira fuori segandolo e dicendomi in modo veramente caldo: Lo voglio!!!!
Io senza farmelo dire due volte lo spingo sulla figa salendo sul pianoforte spingendola nel centro della coda e giocando con la cappella sul suo clitoride. Era calda umida e lei a ogni spinta si inebriava di piacere, fino a quando entra nella figa con la cappella e lei avvinghiandosi di colpo lo infila tutto. Lo sento entrare e sento lei che e si allarga e lo sento scivolare fino in fondo. Sento l’utero, e sento la cappella che si gira in torno all’utero e lei che inizia ad ansimare. Mi punta le dita sulla giacca e sento se si avvinghia e il suo monte di venere che spinge sopra al mio cazzo.
Dopo 15 minuti buoni di pompata sento le mie palle che diventano umide nei pantaloni e sento che lei viene. La guardo nella penombra e le dico sto per venire e lei dopo essere venuta mi tira su e mi lancia dal piano forte. Rimango in piedi davanti al divano lei scende al volo e in ginocchio davanti a me a gambe a perte inizia a succhiarlo . le ripeto sto venendo!! e lei aumenta il ritmo per farmi capire che voleva la mia sborra. Sento che si gonfia, esplode! Lei serra le labbra e si ferma per riempire la bocca del mio succo. Lo ingoia senza battere ciglio. E ricomincia a succhiarlo infilandolo in bocca e mentre ingoia. Sento che lei lo succhia quasi strappandolo dalla cappella per pulirlo tutto e succhiare tutto il mio nettere.
Finiamo io la stacco perche’ stavo esplodendo di piacere, quasi ingestibile sospirando un wow e ci ricomponiamo al volo. Usciamo furtivi dalla stanza guardando se saliva qualcuno dalla scala e o se c’era qualcuno o il mio assistente in zona. Bellissimo nessuno ci aveva visto. Ci sediamo di fretta sul divanetto e nel frattempo sale prima l’operatore con la luce e la batteria e dietro il marito. Noi facendo finta di niente lo salutiamo, io do la mano al marito e scherzando le dico complimenti per la venere e lui convinto dice la mia venere!
Dentro di me parte un sorriso e le do quasi dello sfigato nella mia mente. Ricominciamo e finiamo l’interista con lui che si crede un master insuperabile. Finiamo, si alzano e con lui davanti scendono la scalinata di marmo. Lei dietro di colpo si gira e sorridendo col dito mi manda un bacio senza che lui veda niente. Sento i suoi tacchi che scendono e la vedo sparire. Il mio operatore mi gaurda e mi chiede che e’ successo. E io semplicemente le dico lascia stare!; pensando ancora ai nostri momenti.
So che eticamente non e’ stato giusto ma vi assicuro che ancora adesso penso a lei. Nel tempo abbiamo iniziato un nostro gioco che quando ci vediamo a queste feste ci imboschiamo e ci divertiamo tra di noi all’oscuro di tutti. Abbiamo fatto anche due week and insieme e sono stati pazzeschi e che saprete in futuro nei miei racconti che cosa abiamo fatto. Io da li gioco col sado maso a livello sofh prendendo lei e rendendola trasportata in un turbine di piacere fino a quando non mi dice basta stringendosi la mano tra le gambe per troppo piacere.
Mi accorgo scrivendo, che a livello sessuale, nella vita sono stato fortunato però mi rendo conto, anche che vivendo la cosa come un gioco e non con preoccupazioni o stress sono riuscito a rendere e a vivere le cose come il gioco piu’ bello del mondo e penso a tutte le coppie e i singoli patetici che raccolgono tutto quello che arriva e in realtra non se la godono come dovrebbe essere di concetto in questo ambiente , pensino a cio’ che realizzano.
Scusate ma fatevelo dire se andate a puttane fate prima e parlo anche alle coppie!
Lo stile, la raffinatezza,e il savoir faire bisogna averlo dentro cercarlo nel posto giusto e tirarlo fuori quando e’ ora e nel modo giusto. Anch’io ho incontrato tante coppie e anche se loro mi richiamano non le ricontatto proprio per questo motivo: non vivono il gioco come un gioco normale o come il bisogno solo di lei o di lui.
Per forza poca gente non concretizza nel tempo perche’ solo uno fa quello che vuole e l’altro succube del compagno oppere lo fa solo per un motivo egoista personale o per dare il contentino al partner. So che da singol non ho sbattimenti pero capiamo che anche per noi non e’ rosa e fiori come vorremmo.
Fino a quando non c’e’ una liberta’ mentale e una liberta’ di dialogo di tutti anche in questo ambiente ci saranno tanti cornuti e mazziati e ,direi in queste situazioni, cornuti e rimazziati due volte. Spero che chi legge questo mio vissuto ragioni e si senta bene col partner perche’ se si ritrova nel marito della mistress dovrebbe farsi un esame di coscienza, sempre per la mia concezione sui vissuti miei.
Spero che a qualcuno piaccia il racconto e la mia morale e che tanti condividano il mio modo di vedere il sesso in determinate situazioni. Non voglio speculare sentenze ma penso che sia giusto dire le cose come sono in realta’ anche se tanti fanno i fighi o si sentono scazzati dalla morale e quindi non sono realisti.
Chiedo cmq scusa a tutti quelli che si sentono toccati non era mia intenzione di offendere nessuno ma di intrigare con una situazione e inserire una morale costruttiva, e spero che ci sia gente che da commenti costruttivi e non volgari o squallidi come potete leggere nei miei racconti e li lascio li per far capire la loro pateticita’. G.B.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
La mia biografia
intendo precisare che tutti i nomi che apparono sono di pura invenzione essendo un racconto veramente vissuto da me per non incombere a riconoscimenti di persone essendo una biografia veramente vissuta.
oggi o 58 anni mi chiamo giam48 la mia storia ebbe inizio molto presto all'incirca avevo 10/11 anni cioè da fanciullo, quando con i miei coetani si facevano delle cose forse per giuoco ma con un pizzico di malizia, ci si riuniva 3/4 coitani e si facevano delle sfide come chi faceva la pipi più distante oppure chi aveva il cazzo più longo e più grande, poi si facevano sempre cose più spinte come prenderlo in bocca i metterselo il culo reciprocamente in quanto i nostri cazzi erano non più granti del didino della mano, ma gia ai quei tempi forse perchè ero portato a fare quei giuochi che non mi dispiceva, nella mente mi veniva il desiderio e la curiosità di vedere il cazzo di una persona adulta per constatare la diferenza di noi fanciulli. freguentavo la seconda media ma a meta gennaio per traferimento di casa andammo ad abitare in un altro quartiere e cosi dovetti cambiare anche scuola ma nella nuova scuola rimasi un poco indietro per l'adattamento assendo più avanti come programma cosi i professori convocarono i miei genitori per spiegargli che per non perdere l'anno mi abbastavano delle ripetizioni di recupero e cosi si decise di mandarmi in pomeriggio presso un professore per delle ripetizioni il professore di nome mario viveva con sua mogle angela e non avevano figli lui aveva circa 45 anni lei sui 38/40 anni, cosi passavo i pomeriggi a studiare per recuperare.
un giorno il profesore mi comincio a fare dei complimenti come sei un bel ragazzino e io non nascondevola mia vanita sapendo che non era il primo a dirmelo e io lo sapevo forse perche avevodei liniamenti femminili, le cilie molto lunghe e nere, ma non davo caso a tutto ciò.
dai complimenti pasarono 2o3 giorni nella normalita ma mi chiese con molta cortesia se poteva darmi un bacio e io acconsentii ma pensando a un bacio sulla guancia ma non fu cosi lui appoggio le sue labbra sulle mie e mi bacio ma sentivo la sua lingua che cercava di penetrare nella bocca e fini li, io no nascondo che mi eroeccitato e il mio cazzo divenne subito duro. il giorno dopo disse se poteva baciarmi di nuovo e io accetai subito ma al momentoche lui cerco di mettermi la lingua nella mia bocca lo incoraggiai aprendoleggermente le labbra e lui capi e affondo la sua lingua e facendola rotolare con la mia lingua, o avuto un piacere immenso e il mio cazzo si induri subito ma involontarialmente la mia mano ando a sfiorare il suo cazzo e mi soffermaio sentendolo dure e molto grande.
i giorni successivi scorrevano senza altre cose e non succedeva nulla, da parte mia mi ero incuriosito nel sentire il suo cazzo cosi grande e duro e volevo togliermi la curiosita di vederlo come era fatto in realta ma non si parlava di ciò che era successo. un pomeriggio mi presentai molto più presto del solido e mi apri la moglie angela che mi fece entrare chiamando mario ma lui era in accappatoio e disse di aspetare che stava facendosi una doccia mentre la moglie usciva per delle commissionimentre aspettavo mario mi sono incuriusito e andai a sbirciare mario ma la porta era chiusa e non potetti farlo cosi andai di nuova sul divano ma dopo pochi minuti passo mario per recarsi in camera e li lo seguii per spiarlo infatti lascio la porta succhiusa e cominciai sbirciare ma mi esposi che nell'aprire l'armadio mi intravise attraverso lo specchio, non mi sgrido ma mi fece entrare e volle sapere de mio comportamento non nego che mi vergognai e non riuscivo a spiegare ma mi feci coraggio e raccontai della mia curiosita dopo aver constatato al momento del bacio di come era fatto il cazzo di un adulto, mario si avvicino e si apri l'accappatoio e io potevo appagare la mia curiosita ma rimasi un po male vedendolo cosi piccolo e floscio ma come una calamita la mia mano ando a prenderlo e comincio a diventa re grande e duro che la mia mano non lo conteneva più e cominciai a masturbarlo finche non fuorisciva un liquido biancastro e appiccicoso che mi imbrattava tutte e due le mani e il mio cazzo divento cosi duro che venii ma senza che fuorusciva qualcosa. da allora si faceva spesso e lui mi insegnava altre cose come a prenderlo in bocca, mi faceva sdraiare e lo metteva in mezzo alle natiche finche non veniva e mi inondava della sua sperma calda e io trovavo un piacere immenso, ma lui ricambiava in altre maniere mi faceva diventare duro il mio cazzo e se lo faceva mettere dentro il culo mentre si basturbava. un giorno mentre stavamo a fare queste cose entro angela e ci sorprese a tale atteggiamenti io cercavo di coprirmi per non farmi vedere ma lei seenza dire niente si avvicino dicendomi di non aver paura e non dovevo vergognarmi e mentre mi parlava allungo una mano e mi prese il mio cazzo e comincio a masturbarmi dicedo che anche lei voleva divertirsi e non sol suo marito poi se lo porto in bocca e comincio a succhiare e leccarlo fino a che godetti e dissi di smettere che era troppo.
cosi passarono altri giorni e si era diventati in tre a fare tante altre cose come angela si mise avanti a me e si apri la sua fica e mi insegno a leccarla ma in particolare di succhiare il piccolo cazzetto che aveva in cui la faceva godere immensamente e mentre lo facevo vedevo il cazzo di mario che entrava tutto nel suo culo fino in fondo finche non lo tirava fuori scricando il suo sperma sul culo di angela mentre lei mi succhiava il mio cazzo.
alcune volte mario mi metteva il suo cazzo sol mio ano senza che cercava di farlo entrare e li che confidai a entrambi il desiderio di provare a essere penetrato anche io ma angela disse che non era il momento di farlo cosi su due piedi che potevo incorrere a delle lacerazioni dolorose ma mi assicuro che prima o dopo avrei provato, da quel giorno angela comincio a metermi una crema sul mio ano e a infilarci un dito e muovendolo in modo da cercare di diladarlo piano piano comincio a metere due e sempre cercando di aprirli esentivo un grande piacere quando lo faceva e setivo anche che si dilatava sempre di più fino a che un giorno disse che forse ero pronto facendomi mettere in ginocchio sul divano e comincio a mettere della crema e le sue dita entravano dentro il mio culo cercando di dilatarlo il più possibile io non sentivo alcun dolore fece mettere mario dietro di me e prese il suo cazzo che era gia duro e grosso ci mise delle crema e lo piloto fino all'entrata del mio culo comincio a spingere piano e sentivo che si faceva strada ma mario quando sentiva un piccolo ostacolo si fermava per poi a rispingere dentro il suo cazzo fino a a entrato tutto io sentivi il suo cazzo dentro di me e angela incomincio a prendere il mio cazzo in bocca mentre sentivo il cazzo di mario andare avanti e indietro fino a che sentii all'interno del mio culo un getto caldo e nello stesso tempo anchio venni per la prima volta in bocca a engela
continuammo e facevo delle esperieze che scopavo, inculavo angela eravamo diventati un trio affiatatissimo e per me e stato un anno bellissimo in cui ero stato promosso, mi ero tolto delle soddisfazioni bellissime lo prendevo in culo senza probblemi avevo rapporti sia con personne dello stesso sesso e con sesso diverso infatti duro per4 un altro anno ma per motivi di trasferimento di mario e angela non ci siamo con mio rammarico visti più.
fine prima perte
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16 years ago
admin, 75
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Scambi \"culturali\"
Era una bella sera estiva, dopo una giornata di grande caldo era finalmente arrivata una bella brezza fresca e così visto che quella sera i miei familiari erano tutti fuori, chi per un motivo, chi per un altro, finalmente mi pregusto una bella seratina con un bel film e solo frutta per cena.
Mi accingo a prepararmi, mi metto uno di quegli abitini estivi che coprono il necessario, quando sento squillare improvvisamente il telefono, penso a qualche scocciatura, invece è la mia cara amica che abita in Spagna ed è venuta a trovare i suoi, e così dice che passa a trovarmi.
Mi scoccio un po’ perché mi sentivo leggermente stanca, ma che dovevo fare? E poi dice che ha una sorpresa.Arriva dopo un po’ insieme ad un suo amico spagnolo doc, io vado pazza per gli spagnoli, questo è proprio carino assomiglia a Raoul Bova, ma ha gli occhi scuri e un sorriso così aperto che ti mette subito di buon umore.
La disgraziata dell’amica mia sa quanto mi piace sentire parlare lo spagnolo, e poi se è un bel ragazzo, vado in brodo di giuggiole, e così maliziosamente mi spiega che è da un po’ che escono insieme, che parla poco l’italiano, e che è bravissimo con il “cunnilingus”, la guardo sbalordita, da quando abita in Spagna è diventata proprio una pazza esaurita, non so dove vuole arrivare, ma dal suo sguardo malizioso posso intuire……..
Comincia a baciarlo in bocca con tutta la lingua dentro, un bacio alla francese di quelli sostanziosi, lui poverino si sente in imbarazzo, ma lei non intende mollare, comincia a slinguazzarlo e gli apre la patta dei pantaloni e con l’altra mano cerca di coinvolgere anche me nei suoi giochetti, il ragazzo si fa più ardito e comincia a baciare anche me, lei mi dice di rilassarmi che ne ho proprio bisogno, e così mi lascio andare e li lascio fare, cominciano tutti e due a baciarmi sul collo, sulle braccia, sulle gambe… fino a che lui non arriva sulla mia farfallina, e qua comincia con una tecnica tutta particolare a succhiare e leccare che è la fine del mondo.
Mi contorco dal piacere e vedo che anche la mia amica si dà da fare e comincia a leccargli le palle e la verga, insomma stavamo facendo proprio un bel triangolo, lui aveva un modo di leccare che mi stava portando alle stelle, e così vengo quasi subito soffocando le grida di piacere e contorcendomi estasiata, allora lui lascia me e comincia a pompare la mia amica, che nel frattempo si stava sditalinando guardando lui che mi leccava, comincia a pomparla con un ritmo che non gli da tregua e la porta all’orgasmo in breve, lei sbrodola che è un piacere, si butta sul divano sfinita, e lui non contento e con il cazzo ancora in tiro, mi afferra con la testa e me lo piazza in bocca, resto un po’ perplessa, pensavo che avesse esaurito le batterie, e così mi do da fare cercando di essere brava quanto lui con me, lo lecco per bene, sulla cappella e lo faccio fremere di piacere e poi gli faccio un gran pompino con il risucchio che lo lascio senza fiato, e lo faccio finalmente venire in bocca e ingoiando tutto! Stavolta è proprio sfinito, e anche noi lo siamo, la serata non è stata niente male, proprio una bella sorpresa mi ha fatto la mia amica! Ci ricomponiamo prima che arrivi mio marito, e così ci beviamo qualcosa per rilassarci un po’, dopo un po’ vanno via che è quasi mezzanotte, ed io ancora tutta rilassata aspetto che arrivi lui.
Non so se raccontargli tutto o sorvolare, quando arriva mi trova proprio tutta rilassata, e capisce dal mio sguardo che è successo qualcosa, comincio a raccontargli quello che era successo e lui invece di arrabbiarsi si eccita come un matto e comincia a fottermi a più non posso, non ho potuto fare molto perché le mie energie le avevo quasi esaurite, ma è stata una gran bella scopata, devo dire alla mia amica di venire a trovarmi più spesso con le sue “sorprese”!
Sandra
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16 years ago
redpassion6969,
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Remo
Racconto scritto dalla donna che ho conosciuto in chat ed incontrato successivamente:
"Remo è un uomo alto, 50 anni, biondo occhi azzurri, il classico uomo che si definirebbe "distinto", Amelia sorride quando pensa a questi aggettivi per l'uomo che ultimamente frequenta. Intuisce una certa timidezza dietro al suo portamento eretto e questo le piace perché le comunica tenerezza. Però il modo "signorile" di Remo è una cosa che notano tutti…come quella sera al ristorante, la prima volta che si erano incontrati, al loro tavolo era venuto subito il proprietario del ristorante, benché nel ristorante ci fossero altri avventori e Remo non fosse mai stato in quel ristorante. Ufficialmente era un incontro di lavoro ma ben presto avevano finito per parlare di loro, raccontandosi. Amelia adorava la conversazione e trovare uomini brillanti capaci di ascoltare e di tenere una conversazione mai banale non era cosa di tutti i giorni, spesso le capitava di sostenere da sola la serata leggendo sulla fronte del suo accompagnatore a chiare lettere tipo insegna al neon: non mi importa di che parli purchè dopo tu me la dia. Remo le piaceva anche per quello. Nessun messaggio sublimale che diceva "ti voglio scopare!". Quella prima sera non accadde niente, se non un casto bacio sulla guancia alla fine della serata. Remo aveva espresso l'intenzione di fare una passeggiata prima di andare a dormire ed Amelia si era offerta di accompagnarlo e il rifiuto di lui l'aveva un pochino confusa. Qualche settimana dopo, con alle spalle conversazioni telefoniche, mail e frasi in chat piuttosto erotiche, Amelia si trovava in piedi, nel corridoio di un albergo, di fronte alla porta di una stanza dentro la quale sapeva c'era Remo che la stava aspettando. Era lì già da un paio di minuti, si stava chiedendo perché era così emozionata, con il fiato corto e con il cuore che le rombava nel petto. Avevano creato volutamente intorno a questo incontro delle aspettative particolari che rendevano tutto molto intrigante, ma Amelia non era una ragazzina…,eppure era emozionata e questa sensazione le piaceva moltissimo. Il sesso senza emozioni non le diceva molto.
Finalmente si decise a bussare, all'interno sentì un lieve rumore e poi la porta si aprì. Amelia sorrise un po' imbarazzata, Remo era in camicia e pantaloni "d'ufficio", le stava sorridendo, fece qualche passo indietro per farla entrare e il suo sguardo l'avvolse dalla testa ai piedi, la squadrò dall'alto in basso, aveva una gonna al ginocchio e un cardigan, sandali con la zeppa e lacci alla schiava, poi le prese la borsa, l'appoggio sul letto e si baciarono a lungo le lingue ad esplorare le bocche, le mani che correvano sul corpo dell'altro…. Si sentiva come un'adolescente al primo incontro, emozionata, impacciata. Si staccarono e si sorrisero, lui le versò del vino in un bicchiere e ruppero il ghiaccio iniziando a parlare di lavoro. Si sedettero fuori in terrazzo, Amelia era imbarazzata perché Remo manteneva una certa distanza e lei aveva bisogno del contatto fisico era una necessità per lei. Dopo un po' Remo propose di iniziare a giocare, tra le cose che le aveva anticipato lui c'era proprio questo gioco con i dadi, tipo gioco dell'oca, con delle tavole che ad ogni casella avevano ovviamente una "penitenza" a sfondo erotico. Gioco che lei aveva trovato subito intrigante proprio perché sessualmente loro due non si conoscevano ancora. La prima tavola li fece rimanere entrambi nudi, i vestiti se li erano tolti uno alla volta come diceva il gioco. Amelia rise molto quando tra le penitenze c'era quella di nascondersi addosso il dado e il partner lo doveva cercare. Lei palpò Remo dappertutto (era rimasto solo con i boxer) prima di capire che se lo era nascosto dietro l'orecchio!! La seconda tavola li vedeva impegnati con penitenze che prevedevano di masturbarsi l'uno davanti all'altra, di mangiare dal sesso del proprio partner (Remo mise una mozzarellina freddissima tra le labbra della figa di Amelia, all'altezza del clitoride e la mangiò un pezzettino per volta eccitandola moltissimo) La terza tavola era fatta di penitenze sessuali, posizioni in cui fare sesso…..ma Remo decise di non continuare il gioco, fece distendere Amelia al centro del letto e la bendò. Poi le legò braccia e gambe al letto. Amelia si sentiva indifesa…braccia e gambe aperte…aperta allo sguardo di Remo senza sapere che cosa stava preparando quell'uomo che si era rivelato avere una grande fantasia ed un erotismo che le piaceva moltissimo. Non era la prima volta che si ritrovava legata ma la posizione era nuova per lei perché non solo era legata ma anche immobilizzata sul letto. Remo le chiese se era preoccupata, lei rispose di no, ma più sentiva Remo muoversi nella stanza e più l'eccitazione le saliva dentro…sentì che qualcosa la colpiva piano sui seni, poi sulle gambe, sulla pancia e ancora sui seni…..Remo la stava frustando con un gatto a nove code, ma piano, senza farle del male, eppure lei sussultava ad ogni tocco…..sentì qualcosa di freddo che le veniva "sbattuto" sulla pancia e sotto i seni…."che cos'è secondo te?" Le chiese lui. "Prosciutto" rispose Amelia. Lo sentì salire sul letto in ginocchio ed avvicinarsi a lei….la stava usando come piatto per il suo cibo….poi le versò del vino nell'ombelico e succhiò…….Amelia era fuori di se dall'eccitazione, era in croce su quel letto mentre lui la stava leccando, succhiando….era una cosa meravigliosa. Ad un certo punto lui prese le palline cinesi, due abbastanza grandi e del gel…. Amelia sentì il calore del gel sul clitoride e poi le palline che venivano strofinate lì e lungo tutto il suo sesso e poi Remo ne infilò una nella sua figa. Amelia sospirò forte, era molto eccitata e non vedeva l'ora di sentirsi riempita finalmente da qualcosa, da qualsiasi cosa. Remo infilò anche la seconda ed Amelia fece un piccolo grido. Poi lui comincio a masturbarla, si muoveva sempre più veloce sul suo clitoride, lei muoveva il bacino e sentiva le palline sbattere dentro di lei, quel peso piacevole al basso ventre che le davano le palline più lo stimolo di Remo….. Amelia venne gridando per quello che le stava facendo Remo ma anche per tutta l'eccitazione che aveva accumulato fino a quel momento e mentre veniva Remo si lanciò sui suoi capezzoli tormentandoli e pizzicandoglieli…….. Remo le tolse la benda e salì sopra di lei appoggiando il suo cazzo tra le tette di Amelia, la stava scopando così, scivolando avanti e indietro tra le sue tette, lei alzò la testa e cominciò a leccarlo… "ti slego"le disse Remo "perché voglio che tu mi tocchi". Remo aveva il membro bagnato ed era molto eccitato, Amelia lo leccò un po' così poi lui si distese sul letto e lei si mise tra le sue gambe leccandogli prima la zona sotto le palle, poi succhiandole avidamente ed infine concentrandosi sull'asta e sulla cappella mentre con un dito accarezzava l'ano dell'uomo…..ad un certo punto Remo le disse di girarsi e di alzare appena un po' il bacino. In quella posizione era esposta ancora di più allo sguardo di lui…le piaceva molto quella posizione, ma i giochi non erano ancora finiti. Remo prese un grosso vibratore, lo unse con il gel e giocò un po' con la figa e il buchetto di Amelia. Amelia era di nuovo sulla strada per un altro orgasmo….Remo la scopò così mettendole il cazzo dentro fino in fondo….sbattendo contro il suo culo….poi uscì, Amelia si sedette sul letto con Remo davanti a lei in piedi e lo riprese in bocca. Ora toccava a lui venire, lei raccolse il suo seno sotto il cazzo e lo prese in bocca mentre Remo si masturbava tra le sue labbra….lei sentì che era vicinissimo all'orgasmo e aprì la bocca per accoglierlo tutto dentro, la mano di lui sulla sua testa……… Remo venne dentro la sua bocca con un lungo gemito lei lo tenne dentro fino a che non smise di venire poi lasciò cadere un po' di sperma sul seno e mentre se lo spalmava sui capezzoli continuò a leccare il suo membro.
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16 years ago
Remo128,
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Cronaca di una influenza
Era da un paio di giorni che non ero al massimo, la sera mi sentivo stanca, avevo il raffreddore fino a che la mattina quando suonò la sveglia il mal di testa era al massimo e mi sentivo tutta calda, mi alzo dal letto per cercare il termometro, misuro la febbre … ecco ci siamo un bel 39°! Quasi quasi ero contenta di starmene al calduccio nel mio letto, sveglio mio marito per dirgli che ho la febbre e se può telefonare lui in ufficio per me per dire che stavo male, tra uno sbadiglio e l’altro si alza ed esegue e poi si prepara ad uscire per andare al lavoro dandomi un bacio frettoloso.. paura del contagio?
Mi preparo alla mia giornata a letto, pregusto nonostante il malessere che ho, una bella mattinata davanti la tivù! Verso le 11,00 mi ricordo che devo chiamare il dottore per dirgli di farmi il certificato da mandare in ufficio, così gli telefono e mi dice che si trova di passaggio e che verrà a portarmelo a casa. Mi metto un po’ in agitazione, in giro c’è un po’ di disordine, i figli sono a scuola fino a tardi, ma sto troppo male per alzarmi, che vada tutto al diavolo, cerco almeno di sistemarmi io un po’, il dottore è proprio un bell’uomo e la vanità femminile sopravvive anche all’influenza! Dopo un po’ arriva il dottore, è più bono del solito, o sarà la febbre a farmelo vedere al meglio, si dispiace nel vedermi così febbricitante, mi prescrive dei farmaci, mi fa un bel certificato di 5 giorni e poi dice che mi deve misurare la febbre, mi sento un po’ a disagio quando mi scopre per mettermi il termometro sotto l’ascella, perché indugia un po’ vicino al seno, penso ancora che è la febbre a farmelo pensare, invece comincia a carezzarmi prima le mani con la scusa di vedere quanto sono calde, poi le gambe, non so che fare e che dire, mi sento imbarazzata e lui per niente a disagio comincia a dire che aveva sempre sperato di potermi trovare a letto perché è da tanto che gli piacevo, gli ricordo che ho la febbre e che lui è da me per curarmi, con un sorriso malizioso mi sfila il termometro e dice che ha proprio una bella cura per me e ficca la testa sotto le coperte e comincia a leccarmi la “passerina”, io mi ribello un po’, ma poi lo lascio fare perché ha una lingua che sembra un frullatore e mi sento già su di giri, ci sa fare proprio il bel dottore con la lingua, poi aggiunge anche le dita, mi sta facendo andare in paradiso, mugolo e sbavo a più non posso fino che mi porta all’apice del piacere e allora vengo a più non posso, non ci potevo credere di averlo fatto, apro gli occhi e lui è ancora lì, rosso in viso per lo sforzo e con un bell’arnese in mano che si sta cominciando a menare, gli dico che è un po’ azzardato, ma lui dice che è da tanto tempo che mi sogna la notte e che si fa le seghe pensando a me e così comincio a menarglielo e dopo un po’ me lo mette in bocca, è proprio bello grosso, mi riempie tutta la bocca, cerco di fare del mio meglio, ma la posizione non è delle migliori, ma riesco la stesso a mandarlo alle stelle facendo scivolare su e giù la cappella, si dimena tutto e mi fa eccitare da morire, e così vede che sono di nuovo tutta un bollore, non perde altro tempo e me lo infila in fica facendomi sentire al massimo, si muove in maniera decisa e dolce allo stesso tempo, mi sento tutta piena del suo arnese, si muove benissimo facendomi arrivare al massimo del piacere e così arriviamo in breve tutti e due all’orgasmo. Sfiniti ci abbandoniamo un po’ al piacere provato, e ci rendiamo conto che la cosa è un po’ sfuggita di mano a tutti e due, si scusa per il suo ardire ma dice che la tentazione è stata troppo forte, io gli dico che farò conto di avere avuto un’allucinazione, e lui mi dice di stare tranquilla che starò benissimo in poco tempo con la sua cura “speciale”, anzi se voglio ripeterà il trattamento il giorno dopo! Gli dico di lasciarmi sola che sono troppo stanca e così posso finalmente abbandonarmi ad un piacevole sonno ristoratore, che influenza memorabile! Era da anni che non mi capitava una “febbre “ simile, mi sa che devo essere malata più spesso!!!!!
Sandra.
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16 years ago
redpassion6969,
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Profumo ritrovato
Vi pregherei prima di leggere questo racconto di leggere il precedente, e scusatemi se sono stata molto lunga.
Novembre 2000, mi preparo per un corso di aggiornamento in materia di sicurezza con destinazione Bologna. Come al solito mi prende sempre male fare questi corsi visti i noiosissimi due giorni di fiumi di parole e discussioni senza fine e per quelle noiose sere tra una misera passeggiata in centro e la stanza dell’hotel.
Ma le cose che vanno fatte si devono fare altrimenti si resta indietro, è questo che mi ripeto sempre per farmi passare la paranoia dei due giorni.
Arrivo a Bologna verso le 9,30 e con molta facilità trovo l’hotel, faccio le solite cose, consegna documenti, e di corsa su in stanza per il bisogno di fare una doccia rilassante dopo il viaggio. Scendo giù e noto che la sala convegni è già pronta così decido di andare a prendere un caffè al bar dell’hotel. Ero seduta con le spalle rivolte verso l’ingresso e guardavo la tv mentre bevevo il caffè, ma ad certo punto sento il rumore delle ruote di una valigia, percepisco che entrava un cliente, ma al buongiorno verso il portiere il cuore mi arriva in gola, sento che non riesco più a controllare le pulsazioni. Mi dico che non può essere , non può essere lui, il mio amico Fabio, erano tredici anni che non lo vedevo e sentivo. Ma quando il portiere gli chiede se aveva la prenotazione lui risponde si, dicendogli che era per il convegno e che la prenotazione era stata fatta per il signor Fabio G…….. , a quel punto sprofondo, mi giro e la cosa più strana era che lui parlava con il portiere e guardava verso di me. Abbiamo sorriso, erano passati tredici anni ma in un attimo abbiamo capito chi era l’altro, ci siamo abbracciati e salutati, io tremavo per l’emozione come una ragazzina di 15 anni, anche lui era visibilmente emozionato ma entrambi molto felici. Era ormai tardi, quel noiosissimo convegno iniziava, così ci promettiamo di pranzare insieme nella pausa pranzo.
Mentre si era lì seduti, ci cercavamo e si sorrideva come ai tempi del liceo, facendo smorfie che facevano capire quanto fosse noiosa la cosa, come erano noiosi certi professori 13 anni prima e questo ci divertiva molto.
Ma nel ristorante dell’hotel non avevano tavoli da due e così ci sediamo con altre persone, ma questo non ci fermò, un ora di interminabili risate nel ricordare i tempi del liceo e quello che ci faceva sorridere di più era sentire parlare gli altri componenti del nostro tavolo in maniera molto seriosa su quanto avevamo ascoltato. Si, tutto si era oscurato intorno a noi ed eravamo tornati ai tempi del liceo.
Era ora di ricominciare e gli propongo di cenare insieme la sera ma fuori dall’hotel, lui accetta con molto piacere dicendomi che avrebbe preferito la classica pizza perché la cena sarebbe stata seriosa e di serioso e noiosa la vita quotidiana ne era piena, invece la pizza sarebbe stato ritornare indietro di tredici anni quando eravamo tutti senza una lira e ci si divertiva con nulla.
Finita la prima giornata del noiosissimo convegno corriamo verso le stanze per la doccia euforici per la serata in pizzeria che ci aspetta. Chiediamo al portiere dove era possibile fare una pizza decente e lui ci risponde che a 200 metri dall’hotel c’è una pizzeria che fa una pizza molto buona, ci diciamo: meglio così, perchè evitiamo di prendere l’auto.
In pizzeria ci raccontiamo delle nostre vite, mi dice che è socio in uno studio tecnico associato a Milano, che è felicemente sposato con un figlio, io gli racconto un po di me, del mio lavoro e che non ero sposata. A quella affermazione lui mi dice con molto imbarazzo che non aveva mai dimenticato e che ricordava molto spesso quella notte a Parigi, anche se questo non lo aveva mai porto ad avere rapporti con uomini o trans, ma che quella notte era stata una notte unica e speciale. In quel momento sono proiettata con violenza indietro di tredici anni, era la mia prima volta, percepisco quel suo profumo di uomo, il mio essere donna, il desiderio, la tenerezza di Fabio ed ecco che mi viene giù una lacrima, lui mi accarezza una mano e mi chiede scusa, che non doveva ricordare quel momento. Io gli dico di non scusarsi, perché non immagina quanto è stato determinate lui e quella sera ad essere la persona che sono oggi e che non smetterò mai di ringraziare lui.
Si và a nanna, ma io non riesco ad addormentarmi, si sentivo la voglia di lui, volevo sentirlo dentro di me, volevo che godesse di me per la femmina che ero diventata e quasi vengo solo al pensiero di lui, ma mi dicevo di non rovinare quelle giornate con lui, di stare calma e non dare spazio alla zoccola che ero anche diventata.
La mattina successiva dopo colazione mi dice che non aveva chiuso occhio per tutta la notte, si sentiva eccitato per le emozioni vissute il giorno precedente, io gli dico che anche io non avevo dormito e di risposta lui mi dice sorridendo: a saperlo prima sarei venuto nella tua stanza a farti compagnia. E li esce la zoccola che sono dicendogli: fallo stasera, con te nello stesso hotel sarà anche questa una notte in bianco. Lui mi guarda e sorridendo mi dice che ci penserà in caso anche lui avrebbe avuto bisogno di un sonnifero, e li che scoppiamo in una risata isterica.
Sentivo che dovevo rischiare, dovevo far vedere a Fabio quanto femmina e zoccola ero diventata, se quella notte a Parigi non l’aveva dimenticata per 13 anni, se ci fosse stata questa lo avrei accompagnato fino all’età pensionabile.
Durante il convegno mi faccio venire un mal di testa (fasullo) e chiedo di allontanarmi, lui mi guarda preoccupato e con un sorriso gli faccio capire di stare tranquillo, lui capisce, si ricorda dei finti malori della scuola per non essere interrogati e sorride.
Sentivo che dovevo rischiare, sfoglio pagine gialle e trovo un sexy shop, in dieci minuti sono arrivata, compro scarpe con tacco 14 cm, autoreggenti con pizzo nere, un completino molto sexy nero, vestitino trasparente nero e parrucca rosso mogano. Mi fermo in un negozio di cosmetica e compro un set per il trucco, il problema della depilazione non sussisteva visto che ero stata dall’estetista due giorni prima di partire.
Ritorno in hotel lascio i sacchetti in stanza e scendo nella sala , ormai tutte le parole e le discussioni non aveva peso e senso per me, ero ormai eccitata, lo guardavo e nella mia mente mi facevo i film.
Alla fine della giornata dopo cena io gli dico che ero stanca, che avevo bisogno del letto per rilassarmi, lui mi guarda e mi dice: allora stasera dormi visto che sei stanca. Io di risposta gli ribadisco ( ormai l’atteggiamento da zoccola era venuto fuori) che con lui in hotel sarebbe stata una notte molto lunga e se anche lui non sarebbe riuscito a trovare sono poteva tranquillamente bussare alla mia porta per stare un po insieme, e gli dico il numero di stanza.
Ero in stanza sul letto, con la sola luce del bagno accesa e guardavo i sacchetti che mi avrebbero permesso di far conoscere Marina a Fabio, ma non volevo vestirmi, ero convinta che non sarebbe mai venuto. Ma dopo 30 minuti sento bussare alla porta, cuore in gola, 5 metri dal letto alla porta e ci metto 1 minuto per arrivare visto quanto mi tremassero le gambe. Apro lui mi sorride e mi dice che voleva parlare un po con me visto che il giorno successivo saremmo dovuti partire.
Ci sediamo sul letto e capisco che ha voglia di me, ha voglia di rivivere quelle sensazioni vissute 13 anni prima, ci sediamo sul letto e mi accarezza una gamba, io gli chiedo se era sicuro e con voce ferma mi dice di si, che è da sempre che ha sognato quel momento.
A quel punto gli dico di non avere fretta, di aspettare un po perché volevo che conoscesse fino in fondo l’altra parte di me e mi rifilo in bagno. Fabio preoccupato visto i 30 minuti di cui avevo bisogno bussa ogni 5 minuti alla porta chiedendomi se stavo bene e cosa stesse succedendo, tranquillizzandolo tutte le volte.
Esco dal bagno e lui e in piedi, vedendomi si siede sul letto e mi dice: sei tu? Sei davvero tu? Ed io gli rispondo di si che in quel momento ero realmente la persona che ero, Marina. Fabio si avvicina a pochi centimetri da me, mi guarda negli occhi e mi dice: sei bellissima.
Mi abbraccia ed inizia a baciarmi, affonda la sua lingua nella mia bocca , bacia divinamente. Sento il suo cazzo durissimo premere su di me è eccitato quanto lo sono io, ha voglia di me quanto io di lui. Sento che voglio portarlo al punto più alto del piacere e del godimento, mi siedo sul letto mentre lui è di fronte a me, lui cerca di togliere le scarpe ma gli dico di stare calmo e che abbiamo tutta la notte, gli faccio capire che deve stare fermo, sono io che con grazia lo devo svestire e lui si lascia andare. Gli sfilo i pantaloni ed inizio a leccargli le cosce fino ad arrivare a mordicchiare il suo cazzo durissimo da sopra i box, lo sento ansimare mi dice che sono stupenda, gli sfilo i box e svetta quel cazzo che non ho mai dimenticato. Bello 22 cm di cazzo stupendo, ed inizio a leccarlo portando la mia lingua nella parte inferiore del suo cazzo su e giù su tutta la sua lunghezza e mettendomi le palle in bocca tutte le volte che le avevo a tiro.
Ho voglia del suo cazzo, ed inizio a pomparlo cercando di ingoiarlo tutto, ma sono tanti 22 cm,lo pompo e lecco quel glade stupendo, è durissimo, le vene ingrossate al punto di scoppiare le percepisco sulle mie labbra, ma non voglio farlo venire.
Mi mette alla pecorina con le ginocchia ai bordi del letto e mi dice che vuole scoparmi come una femmina, non voglio lubrificante perchè sono eccitata e bagnata come non mai, voglio sentire fino in fondo la rudezza di quel cazzo stupendo. Mi bacia ancora una volta con passione e poggia il suo cazzo sul mio buchino voglioso, con molta delicatezza lui cerca di entrare ma io ho voglia, e con un colpo di reni violento lo faccio entrare, lui urla, io urlo, siamo in cielo. Il mio Fabio mi stà scopando e anche divinamente, con colpi secchi, decisi, con una sincronia stupenda, Continua a scoparmi per 30 minuti, stiamo godendo come non mai, dal mio cazzo durissimo esce sperma senza nemmeno toccarmi, lui non accenna a smettere e continua urlando tutto il piacere di quel momento.
Mi fa distendere sul letto a gambe aperte vuole prendermi come una donna, in quei attimi sono impaziente mi sembra di perdere tempo, il mio buco reclama di essere riempito da quel membro,. Mi bacia e cerca di entrare ma non ci riesce, ed e li che la mia esperienza di zoccola viene fuori, mi metto due cuscini sotto la schiena ed in un attimo e di nuovo dentro a scoparmi con passione, urliamo, ci baciamo per quel piacere immenso, sento che sta per venire e lo prego di riempimi tutta, mi bacia ed aumenta il ritmo sento le sue palle urtare con violenza su di me, sta godendo sento le mie viscere riempirsi di un liquido caldo, lui gode, io cosa rara sto godendo analmente e li che viene fuori un urlo di massimo godimento. Mi bacia e sorridendo mi dice che 13 anni prima se sapeva che sarei diventata così avrebbe sposato me, sorridiamo e ci stendiamo sul letto.
Dieci minuti di silenzio e sento la sua mano tra le mie cosce e mi dice: vorrei, sento il desiderio di fare una cosa ma non so se posso. Io gli rispondo che lui può fare tutto quello che vuole perché in quel momento io ero la per lui, a quella affermazione Fabio inizia a toccare il mio cazzo, io mi eccito ancora e in un attimo era di nuovo in tiro, a lui piace molto sento che scende con il viso verso il mio cazzo ed inizia a leccarlo, io con dolcezza metto la mano sulla sua testa e lo porto a metterlo in bocca, ed inizia a pomparlo con passione. Vedo il suo cazzo indurirsi ancora per l’eccitazione e ci mettiamo sul lato mettendomi in bocca quel cazzo ancora in tiro, e con una gran voglia di godere ancora. Facciamo un 69 bellissimo, pompa il mio cazzo divinamente e sento che sto per venire, lascio la presa del suo cazzo per un attimo e gli dico che sto per venire e che non vorrei sporcarlo, lui alza la testa e mi dice di venirlo in bocca perché voleva assaporare tutto di me. Ormai persi da quella inebriante momento godiamo insieme strigendoci l’uno all’altro, io sto bevendo tutto di lui, non voglio perdermi una goccia di quel nettare stupendo, ma sento anche lui che ingoia tutto e leccandosi fino all’ultima goccia. Si alza mi bacia con i nostri umori che si mischiavano divinamente e mi dice che non aveva mai fatto l’amore così e che era sicuro che mai ci sarebbe stata un'altra volta .
Dopo 30 minuti decidiamo di andare a dormire e che il mattino successivo ci saremmo scambiati i numeri di cellulare, ultimo bellissimo bacio e la porta si chiude.
Il mattino successivo parto molto presto e lascio un biglietto al portiere da far recapitare a Fabio dove avevo scritto; è giusto così, tu devi tornare a casa da tua moglie e tuo figlio, io vorrei essere sempre la fonte del tuo piacere e non della tua sofferenza, scambiarci i numeri sarebbe stato solo un voler cercare a tutti i costi di rivederci incasinando la tua vita.
Ciao Fabio, sei e resterai unico.
Marina
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16 years ago
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Dal ginecologo
Dal Ginecologo
Abbiamo 43 e 44 anni. Ambedue carini. Lei è una bella donna, ben messa sotto ogni punto di vista.
Mia moglie doveva effettuare una visita di controllo dal ginecologo, e prese appuntamento con un medico consigliatole da una vicina.
Mi chiese di accompagnarla
Era l’ultimo appuntamento della giornata in studio, e la paziente precedente, uscendo, disse a mia moglie che il medico l’attendeva in studio.
Io stavo leggendo, su una rivista in studio, un articolo su un giornale che mi interessava, e dissi a mia moglie di andare, che nel caso l’avrei raggiunta.
Finito l’articolo, rimasi sulla poltrona sentendo mia moglie che parlava rispondendo alle solite domande che un ginecologo pone prima di una visita.
Sentivo bene perché la porta era un po’ aperta. Il medico, credendo che mia moglie fosse venuta sola, una volta uscito nel corridoio per andare in un’altra stanza a fare non so che, l’aveva lasciata un po’ aperta, tanto era l’ultima paziente.
Dopo poco, sentii il medico dire a mia moglie di prepararsi per la visita.
Ci furono un paio di minuti di silenzio e allora mi alzai per raggiungere mia moglie in studio, ma una volta vicino la porta mi fermai perché sentii il medico dire: “Complimenti signora, come si mantiene bene, non dimostra affatto la sua età â€
Incuriosito, mi misi a guardare attraverso l’apertura della porta.
Mia moglie si stava spogliando, era in reggiseno e mutandine, e il medico dalla scrivania la stava osservando con una espressione piuttosto eloquente.
Mia moglie rimase un attimo così in piedi, e il medico, andandole incontro le disse “Si tolga il reggisenoâ€.
Lei si tolse il reggiseno mentre il medico le arrivò dietro dicendole: “Cominciamo con il controllo del senoâ€.
Iniziò a toccarle i seni da sotto, con molta delicatezza. Troppa, pensai.
I capezzoli di mia moglie si indurirono immediatamente.
Rimasi un po’ turbato da questo, non avevo mai assistito ad una visita del genere, e mi incuriosii.
Il medico continuò a palparle il seno per un bel po’, mentre mia moglie sembrava stesse un pochino in disagio, così in piedi, quasi completamente nuda, con il medico alle spalle.
La cosa andò avanti qualche minuto, ed io continuavo a guardare e ad aumentare la mia curiosità .
Dopo poco il medico chiese a mia moglie che poteva andare in bagno a fare la pipi se necessario, per procedere alla visita ginecologica.
Il bagno era in uno stanzino nello studio, e mia moglie entrò chiudendo la porta.
Vidi il medico avvicinarsi e chinarsi per sbirciare dal buco della serratura.
Cazzo, dissi tra me e me. Ma che sta facendo!.
Nello stesso tempo però non riuscii a muovermi per entrare e dire qualche parola al medico. Le pulsazioni mi stavano aumentando, e sentivo una strana sensazione, mai provata.
Mia moglie poco dopo uscì e il medico le chiese di togliersi le mutandine e di accomodarsi sul lettino.
Mia moglie si mise accanto al lettino e si sfilò le mutandine rivolta con le spalle al medico.
La scena mi colpì. Mia moglie mostrava un culo bellissimo che il medico guardava
senza essere visto da lei.
Ora era completamente nuda.
Iniziò a salire sul lettino e il medico con la scusa di aiutarla, le poggiava i palmi delle mani sulle natiche.
Una volta salita, le chiese di divaricare le gambe e poggiarle sui ferri del lettino.
Per aiutarla a venire avanti sul bordo, l’aiutò ancora una volta con le mani sul culo.
Tutto questo cominciava a farmi sentire una sensazione fastidiosa di gelosia, ma nello stesso tempo di piacere per quello che vedevo.
Prima di iniziare la visita, il medico disse “vedo che la sua vagina è bagnata, forse ci sono dei residui di urina, prendo un fazzolettino e l’asciugoâ€.
Mia moglie disse “mi scusi, mi sono pulita ma può darsi che non l’abbia fatto bene, ora provvedoâ€.
E il medico “ma no, si figuri, non si preoccupi e non si sposti dalla posizione, ci penso io†e prendendo un fazzolettino, cominciò a detergere la parte con molta delicatezza e attenzione, con il viso a pochi centimetri dalla fica di mia moglie.
Rimasi immobile con la sensazione già descritta, che aumentava.
Mia moglie sembrava anche qui a disagio, e tendeva a chiudere le gambe, come per un senso di vergogna.
Ma il medico continuava tranquillo a “detergere†la parte, con movimenti molto delicati, dicendo a mia moglie di divaricare le gambe.
Finito di pulire mia moglie, disse a quest’ultima “ora devo iniziare a visitarla, la prego di rilassarsi e di tenere le gambe ben aperte, non si vergogni, sono un medico.
Si mise seduto su uno sgabello con il viso di fronte la fica di mia moglie e iniziò infilandole profondamente il dito medio della mano destra nella stessa, e mia moglie, contraendosi un po’, disse al medico “scusi, ma non usa i guanti?â€
E già , pensai, forse questo tipo di visita si doveva fare così.
Ma il medico, tranquillo, le rispose “non si preoccupi, mi sono lavato bene le mani, e preferisco fare le visite senza guanti perché mi permette di sentire meglio la parte e valutare meglio la situazione â€.
Sentii il sangue ribollirmi dentro per il fastidio causato dalla gelosia di vedere un uomo, tra l’altro abbastanza carino, snello, distinto, infilare un dito nella fica di mia moglie. Anche se era un medico, trovavo la cosa fastidiosa per me.
Ma non riuscivo a pensare più di tanto, la scena mi dava fastidio ma nello stesso tempo, cosa che cresceva sempre di più, una sensazione di piacere e di erotismo che prevaricava tutto.
Mi accorsi che il mio pene era in erezione, ed in modo particolarmente forte.
Mia moglie non disse altro e il medico continuò nella visita, sfilando e rinfilando il dito come fosse un cazzo, toccando e ritoccando in modo delicato anche la parte esterna delle labbra.
Vidi mia moglie avere qualche piccolo sussulto, ma conoscendola, vidi il suo viso tranquillo ma un po’ diverso.
Il medico continuò a “starci abbastanzaâ€, su quella fica e disse “vedo che la sua lubrificazione funziona bene†.
“E ci credo†pensai tra me e me “se continui a scoparla con il dito!â€
Poi prese una lampadina tascabile e si mise a vedere bene con la luce, la fica di mia moglie, allargandogliela con un attrezzo metallico che doveva essere un divaricatore.
Poi continuò con il dito a “sfrugugliare†la fica di mia moglie, il cui viso si faceva sempre più disteso.
Con la scusa di controllare la posizione dell’utero, fece scendere mia moglie dal lettino, la fece mettere dritta in piedi con le gambe larghe e continuò a visitarle la vagina “da sotto†e da dietro , sempre con il dito medio, così con il palmo della mano le poteva tastare il culo.
Le mie sensazioni continuavano ad aumentare e iniziavo a provare un gusto che mi portò a toccarmi.
Oltretutto vedevo mia moglie tranquillamente muoversi ormai a suo agio
Con la scusa di dover controllare non so che, la fece mettere piegata con i gomiti sul lettino e continuò a visitarle la vagina.
Mia moglie messa così “a pecorina†era stupenda e quest’uomo che le stava dietro con il dito dentro a mo’ di cazzo era per me molto eccitante.
Per lo stesso motivo, le disse che gli dispiaceva doverlo fare, ma era necessaria una visita “rettaleâ€.
Pensai “ma tu guarda questo porco che faccia tosta che haâ€. Ma nello stesso tempo mi accorsi che il mio cazzo era ancora più duro e aveva iniziato a emettere del liquido. Mi sentivo bagnato e molto eccitato.
Lei tranquilla accettò dicendo “se è necessario, faccia pureâ€.
Capii che mia moglie non solo si era eccitata perché era molto bagnata, ma il gioco le cominciava a piacere e stava dando corda al medico.
Ma non sapeva che io stavo guardando e sentendo tutto. Pensava che ero rimasto a leggere la rivista.
Questo mi eccitò ancora di più, e sentii il bisogno di tirarmelo fuori.
Il ginecologo prese della crema, ma non si mise i guanti, il porco (conosco come si fa una visita rettale.
Sempre con il dito medio mise della crema sul buchetto del culo di mia moglie, le disse di non contrarsi e appoggiò la punta del dito sul buco del culo.
Infilò quel medio con forza e velocità come fosse un cazzo che dovesse sverginare una adolescente.
Mia moglie ebbe un sussulto ed emise un piccolo gridolino di dolore.
Il medico disse “mi perdoni se le fa un po’ male, ma non ho sceltaâ€.
Invece non era vero, perché “il porco†poteva anche essere più delicato, infilare il dito lentamente e non come se dovesse violentarla.
Ma mia moglie praticamente lo incoraggiò perché disse “ non si preoccupi, faccia pure, se è necessarioâ€.
Iniziai a pensare che forse anche lei era una porca, per come non reagiva e stava tranquilla in tutta la situazione.
Anche questa scena, ormai il tutto era in un crescendo micidiale, mi fece eccitare ancora di più, e iniziai a masturbarmi con lentezza perché già ero lì lì per venire solo con questa visone. Probabilmente ero un gran voyeur e non lo sapevo.
Il medico continuò la visita sfilando e infilando il dito, come prima nella fica, come se la stesse inculando.
E quella porca di mia moglie, perché a questo punto tale è, in quanto non si poteva più pensare che il tutto fosse una normale visita, stava tranquillamente a pecorina e a gambe larghe senza dire nulla e senza nessun ritegno. Anzi!!!!.
“L’inculata†andò avanti per un bel po’, con mia moglie sempre lì tranquilla, ed io che stavo per scoppiare.
Poi il medico sfilò il dito, se lo pulì con un fazzolettino e disse a mia moglie di stendersi sul lettino.
La rimise in posizione ginecologica e continuò con una seconda visita.
Il porco non aveva ancora finito di divertirsi, e neanche quella porca troia di mia moglie che si distese tranquilla, questa vola a gambe bene aperte senza farselo raccomandare, pronta per essere ripenetrata dal “dito-cazzoâ€.
.
Con la scusa di dover risentire, dopo la visita rettale, come aveva reagito la parte visitata, ricominciò “praticamente a masturbare†quella troia di mia moglie, che non reagì in modo negativo, anzi provava piacere a farsi toccare.
Il porco, furbo, capì la situazione, si avvicinò con la bocca e cominciò a leccare la fica di mia moglie.
Lei, che a questo punto non si può che definire puttana, non disse nulla, anzi, come se se lo aspettasse, si rilassò tranquilla e cominciò a far sentire il suo piacere.
Il tutto si svolse in silenzio, mentre io sempre più stupefatto ed eccitato, cominciai a menarmelo sul serio.
Il bello è che anche il dottore, seduto sul solito sgabello, se lo tirò fuori e cominciò a masturbarsi anche lui, senza che mia moglie potesse vedere quello che stava accadendo.
Mia moglie di solito è “duretta†a venire, ma in questa occasione non ci mise poi molto e dopo poche e sapienti leccate, se ne venne, gemendo quasi in silenzio, forse per paura che io potessi sentirla, ma me ne accorsi dai suoi movimenti.
Non ce la facevo più, mi schizzai dentro un fazzolettino, che poi misi in tasca
Il porco non se ne venne, ma finita la sua opera se lo rimise dentro senza che lei si accorgesse di nulla.
La fece scendere dal lettino, la fece rivestire, le prescrisse alcuni esami e qualche medicinale e le fissò un nuovo appuntamento dicendo “è necessario che la riveda dopo un breve periodo di curaâ€.
Lei fissò l’appuntamento, salutò ed uscì.
Nel frattempo mi ero riseduto nella poltrona, e quando lei arrivò in sala d’attesa disse “ti aspettavo, com’e che non sei entrato? Lo sapevo che ti saresti fermato a leggere, e non ti saresti preoccupato di farmi compagnia. Pazienza, ho fatto da sola.â€
Mentre stavamo per uscire, venne il medico in sala d’attesa, vedendomi rimase un attimo interdetto e lei disse “le presento mio marito, mi aveva accompagnato, poi ha trovato la sua rivista preferita e sapevo che non sarebbe entrato, dimenticandosi della moglie, su questo è un po’ distrattoâ€.
E lui “Ah, meglio così, spesso le pazienti preferiscono venire da sole per essere visitate perché la presenza del marito le mette in imbarazzo, mentre così la visita si svolge in modo del tutto professionale e liberoâ€
Hai capito il porcone professionale?
Prima si era quasi spaventato nel vedermi, non si aspettava della mia presenza e forse aveva pensato che potessi aver sentito o visto qualcosa, senza sapere che avevo assistito a tutta la scena.
E aggiunse “ va bene, allora vi saluto e a lei l’aspetto per il prossimo appuntamentoâ€.
Brutto porco, aspetta lei, non noi per il prossimo appuntamento, come se le volesse far capire “venga da sola, mi raccomandoâ€.
Mi diede la mano, ancora sporca degli umori di mia moglie, ed uscimmo.
Mentre stavo nel portone pensai “sono sicuro che quel porco si sta facendo una sega di quelle meravigliose. Beato luiâ€
In auto le chiesi “come è andata? tutto bene? ci sono problemi.â€
E lei disse: “no, in linea di massima tutto a posto, salvo un ulteriore controllo che dovrò fare dopo una leggera cura e un esame, ma niente di cheâ€
E aggiunse: “la prossima volta potrò venire anche da sola, non è necessario che mi accompagni, tanto è solo un controlloâ€
Avete compreso? La porca si era divertita, e voleva fare un altro giro, anche più completo, e da sola, perché magari ci voleva mettere del suo stando più libera senza la mia presenza.
La sera a casa, prima di andare a dormire lei si spogliò completamente e poi si mise la camicia da notte.
E in quel momento si mise avanti ai miei occhi “il quadro†visto poche ore prima.
Mi sono di nuovo eccitato e mi sono avvicinato a lei.
Lei però mi disse “scusa, ma stasera è meglio di no, dopo la visita mi sento un po’ dolente, sai fa un po’ male, sono arrossata e vorrei evitareâ€.
“E ti credo,†pensai “dopo tutte quelle “ravanate†che quel porco ti ha dato.†Ma li non mi sembrava dolente, la troia.
Ora mi trovo nella situazione che non so che fare, ed ogni volta che ci penso mi sale il sangue al cervello per la gelosia, ma nello stesso tempo mi eccito per quanto è stata porca e puttana lei, e porco lui, e mi masturbo come un ragazzino rivivendo tutta la scena. E questo accade quasi ogni giorno.
Mi piacerebbe scoparci su con lei, ma ho paura che se le dico tutto, lei non va al secondo appuntamento, mentre ho una gran voglia che accada di nuovo tutto, anche meglio, solo che vorrei esserci.
Vorrei sapere da voi (soprattutto dalle donne) se avete avuto esperienze simili, che pensate di questo suo comportamento, tutte le vostre impressioni e pensieri in merito, che cosa avreste fatto voi, se la cosa vi ecciterebbe nello stesso modo e cosa mi consigliereste. Insomma qualsiasi vostra mail è bene accetta.
Scrivetemi a [email protected]
Grazie.
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picotico,
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Di Tom [email protected]
Il “Corona” era un piccolo pub in centro, situato fra l’imbocco di un’anonima stradina lastricata da pietre rosse e la scalinata di gradini di marmo che si prolungava fino alla villa dei Giaggioli, una grande costruzione ottocentesca circondata da un immenso giardino perennemente fiorito.
Claudia prese posto al tavolo vicino alla vetrata che si affacciava sulla strada, seminascosta alla vista della gente da una graziosa siepe di alloro e oleandro. Nel locale in quel momento vi erano solo altre cinque persone. Erano le tre del pomeriggio. Claudia ordinò un tè ed attese. Isabella giunse dopo poco meno di dieci minuti: era una bellissima ragazza sulla trentina, con lunghi capelli corvini lisci e occhi di un azzurro così profondo che la stessa Claudia ne rimase per alcuni momenti abbagliata. Il ticchettio dei tacchi puliti di Isabella scandì il passo morbido ed aggraziato della fanciulla mentre ella si andava a sedere al tavolo della donna.
Isabella indossava una gonna in jeans dal bordo obliquo con un breve spacco sulla destra che sfiorava le belle ginocchia, una maglietta bianca ed una giacca blu da mezza stagione abbottonata in vita.
Claudia era di qualche anno più anziana di Isabella, portava i capelli corti e indossava un tailleur azzurro attillato che ne esaltava le forme piene e generose. Al suo fianco, accoccolata come un cane ai piedi del padrone stava una borsa di cuoio con laccio da portare a tracolla, simile a quella che portano i rappresentanti di articoli domestici. Calzava eleganti decolté bianche con il tacco a spillo.
-“Buon pomeriggio”- esordì Claudia –“Ben ritrovata”-
Isabella si tolse la giacca leggera mettendo in mostra due spalle lisce e allenate, poi si rimise a sedere.
-“Scusa il ritardo”- disse.
-“Spero di non averti arrecato troppo disturbo, costringendoti a saltare un giorno di lavoro”- continuò Claudia, sorseggiando il suo tè.
-“Il mio lavoro è molto flessibile. Ho dovuto solo disdire un appuntamento con un fornitore. L’azienda va bene, ha ingranato. Possiamo permetterci di stabilire noi i tempi”-
Claudia annuì –“Posso offrirti qualcosa?”-
-“No, ti ringrazio”- si guardò attorno circospetta ed avvicinò il viso a quello della propria interlocutrice –“Vorrei solo che mi rispiegassi questa faccenda delle foto da fare con la schiava”-
Claudia sorrise e bevve un altro sorso di tè.
-“La storia è semplice, amica mia”- ponderò le parole e si appoggiò con la schiena allo schienale in legno di frassino del sedile. Fuori dal locale la gente andava e veniva nella più banale monotonia mentre nel cielo Sole e nuvole splendevano con il medesimo, primaverile, entusiasmo.
-“Come sai io sono una scrittrice. Scrivo romanzi e raccolte di racconti erotici, più che altro sul tema del feticismo, del sadomasochismo e della dominazione della donna su altre donne”-
Isabella annuì impercettibilmente. Nel suo sguardo sincero si poteva scorgere una nota d’imbarazzo. Claudia la guardava dritta negli occhi, mentre parlava, la studiava, la esaminava in ogni dettaglio, dalla bella pelle al viso dolce. Anche la dialettica della giovane era sotto esame.
-“Ti ho già spiegato telefonicamente di Alessia, la mia schiava”-
Isabella spostò la bella testa di lato, incuriosita ed interessata.
-“Che cosa c’è?”- chiese Claudia.
-“C’è che di questa Alessia mi hai solo accennato, per telefono. Non so nulla di lei, in realtà”- Una pausa –“O quantomeno non so nulla di quello che realmente dovrei sapere”-
-“No?”- domandò Claudia divertita –“Sai ogni cosa. Alessia mi obbedisce. E’ la mia cagna, la mia sguattera, il mio trastullo durante le serate noiose, il mio giocattolo quando mi sento cattiva, il mio wc, la mia domestica. Sai che è proprio così che si presentò a me? Avevo messo una piccola inserzione in uno dei tanti siti eros della rete, dove chiedevo…anzi, ordinavo a tutte le giovani aspiranti schiave in zona Firenze di farsi avanti mandandomi un messaggio di supplica. Avevo chiesto espressamente di ragazze massimo trentenni, carine, disponibili ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, deferenza assoluta. Mi risposero quasi in quaranta, non ci avrei creduto neppure io. Tanto più che non avevo menzionato praticamente nulla di me e del mio aspetto fisico. Chiunque mi abbia inviato un messaggio di risposta lo ha fatto, si può dire così, alla cieca”-
-“Sai che al mondo le aspiranti schiave sono tante. Magari davanti allo schermo di un computer è più facile vincere la naturale ritrosia”— annuì Isabella.
-“E’ comprensibile. Comunque sia, fra le risposte selezionai una rosa di cinque candidate. Ne avevo molte, quindi potevo permettermi di scegliere. Presi in considerazione quelle che avevano inviato lettere ben scritte… mi eccitava l’idea di sottomettere non solo una stupida serva ignorante ma una ragazza intelligente e colta…e fra esse scelsi quelle che meglio delle altre mostravano un sincero istinto di sottomissione”-
-“E’ così che arrivasti ad Alessia?”- la interruppe Isabella.
-“No. Come ti ho detto individuai le cinque candidate più promettenti e inviai ad ognuna di loro una mail per fissare un appuntamento dal vivo. Una mancò l’appuntamento”-
-“Ah”- fece Isabella –“Un uomo, sicuramente, spacciatosi per donna. In quest’ambiente…”-
-“No, non credo. Nonostante lo smacco mi ha mandato in più di un’occasione lettere di scusa, invitandomi a stabilire un secondo appuntamento”-
-“E tu?”-
-“E io? Non l’ ho degnata di risposta, naturalmente. Avermi dato “buca” una volta è stato un insulto imperdonabile. Col tempo ha desistito, ovviamente. E comunque avevo già ottimo materiale fra le mani”-
Claudia parlava delle sue serve come di oggetti. Una cosa, questa, che colpì molto Isabella. La bella ragazza rimase silenziosa, attenta a non perdere neppure una sillaba delle parole della scrittrice.
-“Come concordato le altre quattro si presentarono agli appuntamenti all’ora e nel giorno che io avevo stabilito, premurandosi d’essere già al loro posto quand’io fossi arrivata. La prima che incontrai era una bella morettina sui venticinque anni, un fisico asciutto ed un sorriso ammaliante. La misi subito alla prova. ‘Inginocchiati e baciami le scarpe’ le dissi. Lei era titubante. Eravamo in piazza della Repubblica, un luogo…ci sarai passata qualche volta…”-
-“E’ sempre molto affollato”- convenne Isabella.
-“La serva andava incoraggiata. Le misi una mano sulla spalla e la spinsi giù. Lei cedette quasi subito, poggiò entrambe le ginocchia sul marciapiede e fulmineamente mi prese un piede fra le mani, spingendo in alto, per sollevarlo. Sperava le venissi incontro, sollevando la gamba per rendere più veloce l’operazione di adorazione”-
-“E tu?”-
-“Calcai il piede con forza per terra. Avrebbe dovuto chinarsi completamente, sfiorare con la faccia il lastricato del marciapiede, se voleva adorarmi”-
-“Lo fece?”-
-“No”- Claudia sorseggiò il suo tè –“Mi guardò quasi con le lacrime agli occhi e balbettò di non poterlo fare. Si vergognava, disse”-
-“Immagino tu l’abbia ripudiata, per questo”-
-“Me ne andai dopo averla schiaffeggiata davanti a tutti. Lei rimase impietrita, in ginocchio, troppo sconcertata per potersi alzare. Aveva ancora fra le mani la mia scarpetta. Dopo aver liberato il mio piede dalla sua patetica stretta mi voltai e me ne andai. Non dissi nulla e non le rivolsi neppure la parola”-
-“E la gente che era lì d’intorno? Capisco che lei si sia vergognata nel baciare le scarpe di un’altra donna. Ciò che non mi è chiaro è…insomma, se la ragazza avesse trovato la forza di andare fino in fondo tu non avresti provato un po’ d’imbarazzo”-
-“No, assolutamente. E perché mai?”- Claudia guardò Isabella negli occhi ed il suo sguardo era penetrante come una lama –“Tu ti saresti vergognata, al posto mio??”-
Isabella arrossì di colpo –“Si, credo di si”-
-“Me lo ricorderò. Bene, ti stavo raccontando di come scelsi la mia attuale serva”-
-“Ne hai liquidate due, una perché non si è presentata all’appuntamento, l’altra perché si è rifiutata di baciarti le scarpe. Le altre tre?”-
-“La terza fu una delusione da tutti i punti di vista. Innanzitutto non era affatto carina, era una ventottenne scialba con due brutti nei sul labbro superiore ed i capelli di un biondo sporco che non sapevano da quale lato della fronte cadere. Poi, quando le chiesi della disponibilità di tempo che avrebbe potuto dedicarmi mi rispose che avrebbe eseguito ogni mio ordine ma solo per un giorno o due la settimana. Una studentessa mi doveva capitare!…’negli altri giorni non posso perché studio o lavoro’, disse con una vocina stridula da gallina strozzata. Così mandai a quel paese anche quella. E dire che la sua mail era forse quella che più delle altre mi aveva colpita. Ma così andò, restavano le altre due. Una veniva da Fiesole, abbastanza carina, alta, snella, cordiale. Si chiamava Tatiana. L’altra, la conoscerai questa sera, era Alessia. Fu una scelta difficile quella che mi si prospettava. Entrambe mi offrivano tutto il loro tempo, entrambe mi mettevano a disposizione il loro corpo e la loro mente. A Tatiana chiesi di fare ciò che avevo chiesto alla seconda ragazza, l’inginocchiarsi in pubblico ed il rendere omaggio alle mie scarpette. Lei s’inginocchiò senza battere ciglio. Il suo bacio fu lungo ed appassionato, tanto che fui io a dover allontanare le sue labbra dalla punta delle mie scarpe, sembrava non volersene più staccare”-
-“Dov’eravate?”-
-“Alla stazione di Santa Maria Novella. Anch’esso è un luogo assai frequentato, però noi eravamo in un punto un po’ in disparte ed a quell’ora vi erano pochissime persone ad assistere. Hai presente i marciapiedi vicini ai binari 1 e 2?”-
-“Si, certamente”- rispose Isabella.
La ragazza mora immaginava la scena. Una bella ed affascinate signora in tailleur che passeggia lungo la banchina, le viene incontro una ragazza di qualche anno più giovane. Parlano per qualche minuto, entrambe in piedi, poi all’improvviso quella più giovane si prostra davanti all’altra, che la fissa dall’alto sorridendo divertita, le porge il piedino calzato in un’aristocratica scarpa dal tacco alto ed attende.
La ragazza ha entrambe le ginocchia e le mani appoggiate sulle mattonelle polverose e fredde del marciapiede; qualcuno si volta e guarda le due, con l’incuriosito disinteresse che si può prestare a due sconosciute che fanno qualcosa di bizzarro in pubblico. Un treno parte in lontananza, se ne ode lo sferragliare ed il fischio penetrante nell’orecchio. Infine, la ragazza si china fin quasi a sfiorare il terreno con la faccia e bacia la punta della scarpa della signora con il tailleur che, pazientemente, la lascia fare. La ragazza perdura, le piace mostrarsi devota ed obbediente, stacca le labbra e poi le riappoggia una seconda volta un po’ più in alto, sul collo della scarpa. Di nuovo scende alla punta. La donna muove leggermente il piede indicando alla schiava, senza bisogno di parlare, dove preferisce che i suoi atti di devozione tocchino la calzatura. Le fa notare che anche l’altra scarpa ha necessità d’essere accudita e la ragazza esegue. Ben presto la signora si annoia di tutto quello sbaciucchiare. E gli sguardi dei presenti si moltiplicano rapidamente, ormai sono tanto numerosi da infastidirla. Può bastare, per il momento. Prova superata. Così la signora con il tailleur fa un passo indietro. La ragazza resta per qualche attimo ancora a terra, poi solleva il capo verso il viso della padrona, che dall’alto la guarda come un falco che punta un topolino impaurito. La signora sorride; è un ghigno malizioso ma la ragazza sarebbe pronta a tuffarsi nuovamente sulle sue scarpe e sulle affusolate estremità della nuova signora. Però quest’ultima la ferma con un cenno del capo e le ordina di rimettersi in piedi, magari di darsi un contegno meno penoso, di smetterla di sbavare davanti al suo cospetto. La ragazza si scusa,umilmente, mentre…
La voce calma e suadente di Claudia riportò Isabella alla realtà. Tale era l’intensità ed il trasporto dell’immaginazione con cui Isabella stava rivisitando il racconto di Claudia che per un istante le giovane parve disorientata nel trovarsi seduta davanti ad un tavolo in un piccolo pub di un paesello di collina. Una parte di lei era rimasta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.
-“Ed allora coma mai hai scelto l’altra, se questa era così obbediente?”- chiese.
Claudia appoggiò i gomiti sul tavolo e pose il mento sulle dita intrecciate delle mani. Fissava Isabella con un’aria sorniona ed attenta al tempo stesso, come se la stesse studiando senza tuttavia dare segni manifesti di aggressività. –“Con Alessia fu un’altra cosa. La sua mail mi giunse in ritardo rispetto alle altre e quando mi decisi a prendere contatti con lei avevo tanto di quel lavoro da sbrigare…articoli da leggere, pezzi da scrivere ex novo, capitoli di un libro da correggere e rifinire… non potevo per alcun motivo assentarmi da casa. Decisi di far venire lei da me. Sai come si dice, se Maometto non può andare alla montagna… Pochi giorni prima avevo vagliato le altre schiave ed avevo promesso a Tatiana che l’avrei richiamata per farle sapere se l’avessi accettata oppure no, quindi disponevo già di una potenziale schiava tuttofare. Diedi un appuntamento ad Alessia per un sabato sera, le dissi di vestire in modo elegante ma semplice. Puntuale la schiava si presentò con indosso una giacca estiva blu scura e un paio di jeans. Mi colpì il suo viso. Era bello e fine, gli occhi azzurri di Alessia parevano gemme incastonate nella madreperla. Poi, quelle labbra…erano appena velate da un sottile filo di rossetto scarlatto, sensuali ed aggraziate come se ne vedono poche….Meglio, molto meglio dell’altra serva, almeno esteticamente. Decisi di metterla immediatamente alla prova”-
-“Cosa le facesti fare?”-
-“La feci entrare in casa, per prima cosa, e sulla porta mi dimostrai gentile e cortese. Sia perché la strada a quell’ora era piena di gente sia perché volevo…come dire…ammansire la farfalla prima di farla cadere nella mia tela”-
-“Capisco”- Era vero. Anche Isabella si sentiva una farfalla –“Ma se questa tizia vuole fare con me quello che ha fatto, o sta facendo, alle sue cosiddette schiave si sbaglia di grosso”- pensò Isabella.
-“La portai in salotto e la feci accomodare. Lei era graziosa e rispettosa nel modo di fare e nelle parole. Una timidezza controllata che mi piacque molto fin dal principio. Tuttavia l’aspirante schiava”- disse sorridendo –“dimostrò di essere una ragazza di buona cultura ed una capace intenditrice di classici e di attualità. Sostenne brillantemente una conversazione basata sulla filosofia di poeti greci e non molti sono in grado di farlo. Mi aveva incuriosito. A quel punto volli metterla alla prova. Mi sedetti davanti a lei, ed indicai col dito la punta delle scarpe. Stavo per ordinarle di leccare la tomaia ma Alessia anticipò i miei ordini e si chinò a baciarmi i piedi, come se fosse riuscita a leggermi nella mente”-
-“Aspetta, aspetta…come sei passata dai filosofi greci a…a …insomma…”-
Claudia rise coprendosi la bocca con il dorso di una mano. –“Si, dillo pure. Al farmi leccare le scarpe. Beh, come ti ho detto avevo trovato interessante quella ragazza fin dal primo momento che l’avevo vista. Si può dire che già sulla soglia della porta avessi deciso che sarebbe stata lei la mia schiava. Ma dovevo agire con cautela, tu capisci, naturalmente. Se si fosse dimostrata un’incapace, come la prima ragazza, avrei perso una buona occasione per arruolare una schiava con la “S” maiuscola. Così, per prima cosa testai il suo carattere, il suo modo di reggere le provocazioni, la sua serietà. Quando decisi che si, in effetti quella ragazza era lì per un motivo a lei caro e non solo per gioco, passai all’azione”-
-“E le ordinasti…”-
-“Di dimostrarmi la sua dedizione”-
-“E lei accettò senza riserve?”-
-“Assolutamente. Una maestria ed un impegno degni delle ancelle di re e regine d’altri tempi. Quella ragazza, appena venticinquenne, era talmente bella da poter assoggettare tutti gli uomini del mondo ai propri desideri eppure quella sera era lì, davanti a me, genuflessa come la più servile delle sguattere. Mi adorò. Fece atto di sottomissione baciando prima la punta della scarpa destra poi la sinistra. Leccò la morbida superficie già di per se lucida e poi, senza che le avessi ordinato alcunché, scese sulle suole e quelle proprio pulite non potevano essere. Leccò il cuoio e succhiò il tacco”- dicendo questo Claudia chiuse gli occhi ed il suo volto si rilassò, come abbandonandosi ai ricordi piacevoli che quell’esperienza le aveva lasciato. Isabella la destò bruscamente.
-“Ma come, mi vuoi dire che una ragazza ti ha leccato la suola della scarpa?”- chiese perplessa.
-“Si”-
-“Che schifo! E tu gliel’ hai lasciato fare?”- lo stupore nei suoi occhi era palese.
Claudia rise.
-“Naturalmente”-
-“Non mi pare una cosa molto igienica”-
-“Non lo è, infatti. E la schiava avrebbe potuto ingoiare anche qualcosa che le avrebbe fatto male. E’ questo che mi vuoi chiedere, vero?”-
Isabella annuì.
-“Certo, ho considerato anch’io quest’aspetto del nostro rapporto. E quando l’ ho vista strisciare con la testa sul pavimento sollevando la lingua verso la suola della scarpa che tenevo sollevata da terra. Li per lì mi è venuto spontaneo toglierle il piede davanti al viso e farla allontanare. Poi però…”-
Sospirò.
-“Poi però…cosa?”- incalzò Isabella.
-“A te è mai capitato che un uomo, o una donna, si umiliasse per te in quella maniera? Come Alessia, intendo”-
-“Ammettendo che quel che mi hai raccontato fino ad ora corrisponda tutto al vero…no, mai. Né con un uomo, né con una donna. Anzi, tanto meno con una donna ho sperimentato vicende simili”-
-“E’ inebriante”- disse Claudia, ed i suoi occhi si illuminarono come stelle –“Una emozione che racchiude in se un senso di potere e libertà infinite. Non potevo oppormi ai miei sensi. Lasciai che Alessia schiacciasse il suo orgoglio sotto ai miei piedi e mi compiacqui di questo”-
Isabella non sapeva se inorridire o semplicemente scappar via. La donna che aveva davanti le faceva paura, da un certo punto di vista, ma al contempo l’attirava irresistibilmente. Lei e tutto quel complesso mondo che le orbitava attorno. Isabella si sentì come la farfalla in procinto di essere intrappolata dalla tela del ragno. La farfalla che ingenuamente volava troppo vicino alla trappola del predatore.
-“E quand’è stato il momento in cui fosti certa che Alessia sarebbe stata una buona schiava?”-
-“Attesi che terminasse la sua opera. Ovviamente trascorsero alcuni minuti…. la serva traeva assai piacere da quel mortificarsi per me. Non volevo essere proprio io ad interromperla perché desideravo conoscere l’entità dell’affetto che la ragazza nutriva per la mia persona. Finalmente dopo qualche tempo, Alessia decise che ne aveva abbastanza, forse più per paura di annoiare me che non per effettiva sazietà. Ma a me andava già bene così”-
-“Vorrei vedere!”- esclamò Isabella –“allora Alesia aveva superato la selezione”-
-“Esattamente”- affermò Claudia –“E quando accennò ad allontanare la faccia dalla mia scarpa la precedetti e la bloccai in basso con un piede”-
-“Le schiacciasti la faccia per terra?”-
-“Si, perché non si muovesse le conficcai il tacco fra le vertebre e la nuca”-
-“E lei reagì?”-
-“Non vi provò neppure”-
-“Veramente masochista”-
-“Mmmm…non lo definirei un comportamento propriamente masochista. Non lo reputo il termine più adatto. Più che altro direi che Alessia volesse dimostrare di essere fedele”-.
-“Voleva assolutamente quel posto di schiava al tuo servizio”-
-“Che per sua fortuna ottenne”-
-“Fortuna?”- si chiese Isabella. Vivere come sguattera al servizio di qualcuno non è il massimo, ma quando la datrice di lavoro è anche una feticista convinta che crede nella propria superiorità, non lo si può definire certamente privilegio! Isabella distolse lo sguardo dalla scrittrice e si voltò in direzione della finestra. Al di là del vetro la gente camminava in un tardo pomeriggio uggioso e sempre più buio.
-“Si sta facendo sera, dottoressa”- disse la ragazza. Claudia la fissò perplessa.
-“Dottoressa?”-
-“Non so bene come rivolgermi a te”-
-“Chiamami semplicemente Claudia”-
-“Ci siamo!”- pensò Isabella. Squadrò nuovamente Claudia con aria attenta –“Mi concedi quest’onore così facilmente? Credevo ti considerassi superiore a qualsiasi altra donna!”-
Claudia rise questa volta più sonoramente. Era una risata cristallina e limpida.
-“Ah, cara Isabella”- disse la scrittrice con il tono di bonario rimprovero di chi si rivolge ad un bambino che ha sbagliato un complicato esercizio di aritmetica –“A volte mostri un’ingenuità tale che mi viene da pensare d’aver sbagliato la mia valutazione”-
Isabella si tirò indietro, appoggiando la schiena all’imbottitura della poltroncina.
-“Che cosa intendi? Sarei stata valutata? E perché?”-
-“Non esserne risentita, te ne prego, cara”- disse Claudia –“Ti ho già spiegato che cosa voglio da te, giusto? Immagini di una bella padrona che umilia la sua docile schiava. Ci sono undici capitoli nel mio libro, quindi occorrono altrettante fotografie, ognuna in tema con l’argomento del capitolo stesso. Poi ne occorre un’altra per la copertina. In tutto fanno dodici foto”-
-“Si, questo lo sapevo già. Dunque?”- Isabella cominciava a spazientirsi.
-“La schiava sarà Alessia. La mia schiava personale. Verrà coperta con una maschera, in modo che non la si possa riconoscere. La padrona sarai tu ma le parti del tuo corpo che verranno fotografate non riguarderanno la faccia. Dalle foto non vi sarà modo di risalire a te”-
-“Immagino si tratti di riprendere i miei piedi, le gambe”-
-“Le mani, ed anche il sedere”-
-“Anche questo me l’avevi già accennato. O almeno mi potevo immaginare qualcosa di simile, visto di cosa ti occupi. Ma il tutto non risponde ad alcune mie domande”-
Claudia annuì –“Ti capisco. Vedi, le foto nel mio libro sono importanti, benché non rappresentino una parte vitale del racconto. Come in tutti i libri di narrativa i miei romanzi potrebbero fare a meno di un’immagine introduttiva. Tuttavia ho deciso, per esigenze di mercato e dovendo obbedire alla psicologia del possibile acquirente, di inserire alcune immagini. Purtroppo le immagini di cui ho bisogno non sono facili da ottenere, sia per il soggetto, sia per il pubblico al quale vengono rivolte”-
-“Continuo a non capire”-
-“Stiamo parlando di racconti che trattano di dominatrici e di schiave. Quali dovrebbero essere secondo te le protagoniste, i soggetti di simili fotografie? Due facce, raccolte a caso per strada? Magari una bella vamp dall’espressione losca nella parte della padrona ed una ragazzina con lo sguardo triste ed il viso da adolescente come serva?”-
-“Beh…”-
-“Troppo banale. Certa gente non se ne accorge, per loro due facce, due gambe, due…se mi permetti un’espressione colorita…due chiappe sono la stessa cosa. Ma tanti altri e specialmente chi è più sensibile ai richiami del feticismo e del sadomasochismo “captano” lo spirito che alberga nelle persone che compaiono nelle foto. “Sentono” se la mistress è veramente una mistress e se la schiava è una vera sottomessa”-
-“Questo mi pare veramente strano”- Isabella scosse la testa.
-“Eppure è così. Ti assicuro che anche io ho tali percezioni, se vogliamo chiamarle così. Ora, Alessia è una vera schiava. E’ sottomessa a me al cento per cento, non lo era il giorno che si presentò a casa mia, ma l’ ho addestrata ben bene in pochi mesi”-
-“Mi sembra che prima tu abbia detto che già al vostro primo incontro Alessia si dimostrò una serva perfetta”- Pronunciò la parola “serva” quasi con imbarazzo, perché provava dispiacere ad inquadrare una perfetta sconosciuta con tale termine.
-“Si, si dimostrò bravina. Ma tu non sai in cosa consista il mio addestramento e a quali livelli di sottomissione Alessia sia giunta nel frattempo”-
-“Parlamene”-
-“Più tardi”- disse Claudia –“Ti stavo parlando di ciò che mi aspetto da te. Alessia sarà la schiava perché è veramente tale. E tu sarai la padrona, perché mi sono accorta che è questo quello che sei. Una dominatrice”-
Isabella sentì come se qualcuno l’avesse frustata nel fondo dell’anima –“Io?”-
-“Si, tu. Credi che non me ne sia accorta? Per questo ti ho concesso di chiamarmi per nome. Un privilegio che a non molti concedo”-
-“Ma io non sono una…”-
-“Feticista? No, non lo sei. Ma essere una padrona non vuol dire solo provare piacere nel farsi leccare i piedi o indossare un costumino in latex. Se vorrai venire con me capirai cosa intendo”-
-“E se rifiutassi?”-
-“Liberissima di farlo”- disse sbrigativamente Claudia, alzandosi in piedi –“Se accetti il lavoro seguimi, altrimenti goditi il tuo tè. La consumazione è già stata pagata”-
-“Aspetta”-
-“Che c’è?”-
-“Secondo te io sono davvero una…”-
-“Dominatrice? Lo sei, credimi”-
-“E se faccio queste foto chi le guarderà penserà che io …”-
-“Penserà ‘questa è una padrona vera, ha tutti gli attributi che una mistress dovrebbe avere”- affermò Claudia. Isabella rimase immobile per qualche secondo. Fissava la tazza semipiena davanti a se, il tè ancora spandeva una cortina di vapore del colore dell’argento nell’aria immobile.
Tè o schiava, si domandò Isabella. Per dieci foto erano previsti almeno cinquanta scatti e poi su di essi sarebbe caduta la scelta delle immagini migliori. Sarebbe stata un’ora di lavoro o poco più. E sarebbe stata pagata bene, quello che di solito guadagnava in due giorni. Ma una parte di se aveva paura. Di Claudia, del suo sguardo che sembrava capire i segreti più reconditi della sua mente, di tutta quell’assurda situazione del racconto della scrittrice. Ma soprattutto , Isabella aveva paura di se stessa. Paura di ammettere che Claudia si era accorta di una parte oscura del suo animo fin ad allora ignota persino a lei.
Il fumo che si sollevava dallo specchio dorato del tè sbiadì e scomparve.
-“Prendiamo la tua macchina?”- chiese Isabella.
Claudia sorrise e nel suo sguardo intrigante si leggeva compiacimento e divertita malizia.
-“Certo”- disse e s’avviò verso l’uscita del pub. Isabella, senza aggiungere altro la seguì.
La decisione era presa.
Si trovavano al limitare del boschetto che circondava il paese e l’automobile rombava sulla strada buia. I fari accesi illuminavano un panorama, tetro e immobile.
Claudia parlò a lungo con Isabella dei giorni immediatamente successivi all’assunzione di Alessia. Descrisse minuziosamente e con dovizia di particolari le varie mansioni alle quali la schiava era adibita. La pulizia di tutta la casa della scrittrice, il bucato, la preparazione del pranzo e della cena.
-“Fin qui sembrerebbe una normalissima colf”- disse Isabella ad un certo punto.
-“Ah, ma questa è solo una parte dei suoi compiti. Come ti ho spiegato io ho dei piedi perfetti e desidero che lo smalto delle mie unghie e le scarpe siano sempre impeccabili. A questo serve Alessia. A lucidare quotidianamente le mie decine di paia di scarpe. Alle volte lascio che lo faccia con la spazzola, come s’addice ad un essere umano, ma altre volte, quando mi sento particolarmente cattivella ed in vena di malizie, le consento di usare solo la lingua”-
-“Per quale motivo?”-
-“Perché per lei è crudele. E perché mi diverte vederla arrivare al limite. Non ci crederai, una volta tornai a casa veramente infuriata. Ero stata a cena con il responsabile di un’importante casa editrice e, non ricordo neppure bene per quale motivo, ero stata costretta a tornare a piedi. Due chilometri in tacchi a spillo, la sera tardi. Un inferno. Avevo i piedi tutti indolenziti”-
-“Posso immaginarlo”-
-“Appena arrivai a casa Alessia era lì, dietro la porta, in ginocchio”-
-“Ti aspetta così?”-
-“Naturalmente. Ma non sempre…spesso rincaso accompagnata da persone ignare del fatto che io viva con una schiava e non avrei il tempo ne la voglia di raccontare a tutti quanti cosa faccio con quella ragazza. Quella sera, in particolare però, ero sicura di rincasare da sola ed avevo dato disposizione alla serva affinché si comportasse come tale per tutta la sera. Mi tolsi le scarpe e camminai a piedi nudi sul pavimento fino in camera. Alessia raccolse le scarpe con la bocca e mi seguì carponi. Mi feci praticare un massaggio rilassante alle piante, prima con le mani e poi, non avvertendo beneficio, ordinai ad Alessia di leccare. Lei come puoi immaginare, obbedì molto volentieri. Fu allora che mi venne un’idea. Avevo visto qualcosa su un sito di Internet, avevo letto dell’altro in certe riviste specializzate ma non avevo esperienza in merito”-
-“Su cosa?”-
-“Sul trampling, cara Isabella. L’arte del calpestamento. Sai di cosa si tratta, vero?”-
-“Non proprio, ma me lo posso immaginare. Fammi capire bene, però. Tu, la messaggera del verbo erotico- fetish nel panorama letterario del momento non conoscevi questo…come si chiama, trampling, non è vero?”-
-“Certo che lo conoscevo. Ma come hai appena detto giustamente io scrivo di argomenti erotici, non pornografici. Avevo sempre considerato il calpestamento come una perversione e non vi avevo mai dato particolarmente peso. Quando vidi Alessia china a leccarmi i piedi desiderai ardentemente di calpestare quel corpo. Non ebbi da fare altro che pronunciare due parole ‘stenditi, schiava’ che me la ritrovai sdraiata davanti a me, come uno zerbino. Calai il piede sinistro, ora ben rilassato e fresco sul suo stomaco. Alessia assunse una strana espressione, a metà fra la sofferenza ed il piacere, poi mi sollevai del tutto, poggiano l’altro piede al centro dei suoi seni”-
Isabella si morse un labbro senza rendersene conto. Il verso di una bambina con un bel gelato fra le mani. Ciò non sfuggì certamente a Claudia.
-“Ti intriga, non è vero?”- chiese la scrittrice –“Si sta facendo interessante”-
Isabella arrossì e distolse lo sguardo dalla donna –“Non è come pensi”-
-“Non ti avevo avvertita che la tua natura è questa? Comunque adesso lasciami terminare il racconto. Ero salita sulla pancia di Alessia, mi godevo le sue smorfie di dolore ed i suoi gemiti strozzati. Sentivo lei sotto di me che pativa, sapendo di soffrire senza altro motivo che non fosse il mio capriccio ed io ero lì, a bearmi della morbida pelle che i miei piedi straziavano e della sua sottomissione che mi faceva sentire una dea. Feci un passetto in direzione della sua faccia e le salii sul petto, togliendole il fiato. La vedevo soffocare a causa dello schiacciamento dei polmoni. Annaspava in cerca d’aria, ma quando le sue mani raggiunsero le mie gambe Alessia si congelò per non recarmi fastidio ed i suoi movimenti frenetici si trasformarono in carezze sui miei polpacci. Ancora un passo, le calpestai la faccia. Con un piede soltanto. Le dissi ‘Lecca’ e lei lo fece. Camminai a lungo sul suo morbido corpo, su tutto il suo corpo, la trattai come un verme e dalla fine lei si ritrovò distrutta”-
-“Lo credo bene”-
-“Sai, è una bella ragazza, ma è fine e minuta. Io peso senz’altro più di lei. E sono anche più alta”-
Isabella annuì. Strano che non se ne fosse accorta ma le storie di Claudia non la inorridivano più. Anzi, all’imboccatura della circonvallazione per Firenze che le avrebbe portate a casa della scrittrice, la ragazza dai capelli corvini non vedeva l’ora di conoscere Alessia. Per stringerle la mano e per fare quel servizio fotografico per il quale era stata pagata? Oppure per infilarle un piede in bocca, torturarle le mani con uno dei tacchi appuntiti degli stivali che indossava fino a farla urlare? Per calpestarla e cavalcarla?
Si, Isabella voleva conoscere Alessia. Per approfittare di una schiava, ma facendolo in modo da non destare sospetti. Anche se recitare la parte della padrona le fosse piaciuto Isabella altro non avrebbe fatto che il proprio dovere di modella. Era un modo per avere la schiava per se, almeno per una sera senza che Claudia potesse rinfocolare i sospetti sulla sua natura feticista. Non avrebbe concesso alla scrittrice di scandagliare una seconda volta il suo animo e ciò che di nero si nascondeva in fondo ad esso, tuttavia avrebbe avuta Alessia ai suoi piedi. E quell’esperienza sarebbe bastata a toglierle la soddisfazione per tutta la vita, senza dubbio. Poi niente più sogni feticisti o strani. Questo pensava Isabella, mentre la macchina di Claudia svoltava in direzione del centro della città. Mancavano pochi minuti prima di raggiungere la destinazione quando la ragazza si decise a rompere di nuovo il silenzio.
-“E lo hai più rifatto?”- chiese la ragazza dai capelli corvini –“Calpestarla, intendo”-
-“Più di una volta, spesso con i tacchi alti”- disse Claudia –“Qualche volta si è dimostrata talmente brava a resistere che mi sono lasciata trasportare. Un giorno le ho quasi cavato un occhio con un tacco appuntito e lei non si è neppure messa ad urlare”-
-“Accidenti!”-
-“E’ così. Non tutte le sere naturalmente avviene questo. Per lo più Alessia è la mia sguattera e la impiego solo per la cura della casa. Le occasioni nelle quali la sfrutto come un vero e proprio giocattolo si contano sulle punte delle dita”-
-“Fortuna sua”-
-“Alessia si considera molto fortunata ad essere la mia schiava”-
-“E tu le hai parlato di me?”-
-“Ovviamente, adesso è a casa che ci aspetta. E’ già pronta per le foto”-
-“Cosa ne pensa? Una padrona che non sei tu, baciare i piedi ad una sconosciuta…”-
-“Non ti preoccupare, Alessia è anche la tua schiava. Te l’ho detto. Tu sei una padrona autentica. Inizialmente ti obbedirà perché la costringerò io, poi sarà messa di fronte ad una scelta. Se riconoscerà la tua natura superiore e dominante continuerà ad essere la tua serva, se avverrà altrimenti sarà libera di rifiutarsi di esserlo. Ma come io mi sono accorta del fatto che sei una padrona per indole, sono convinta che alla stessa conclusione giungerà Alessia”-
-“Per il momento facciamo le foto, poi si vedrà…”- disse Isabella.
La macchina accelerò e si diresse verso la meta.
La casa di Isabella era una grande villa circondata da un ampio giardino e da alte siepi. La scrittrice fece strada, arrivò alla porta d’ingresso e suonò il campanello. Dopo due secondi Alessia aprì.
Isabella la vide inginocchiata dietro l’uscio, con lo sguardo chino verso il basso; non appena Claudia pose un piede sullo zerbino la schiava si fece avanti e le baciò le scarpe.
-“Bentornata, signora”- disse.
-“Ciao, Alessia, fatti indietro. Ho portata un’ospite”-
Alessia si spostò di fianco, lasciando che Claudia la oltrepassasse e permettendo ad Isabella di varcare la soglia. La modella si parò in tutta la sua altezza e magnificenza davanti ad un’altra ragazza, molto bella ma prostrata nel più umiliante dei modi. La solo vista di quell’essere che sembrava strisciare ai suoi piedi infiammò Isabella di un’emozione incontrollabile.
-“Alessia”- disse Claudia.
-“Si, dottoressa”-
-“Questa è Isabella. E’ la modella che dovrà posare con te per le foto. Alza lo sguardo”-
Alessia si sollevò un poco, giusto per osservare le gambe della ragazza, poi salì più in alto, verso la pancia ed il petto, infine ne vide la faccia bella e candida.
Isabella era stupenda, in effetti. Una principessa dai nerissimi capelli di ametista. Aveva un’aria perplessa ma non si leggeva nei suoi occhi alcun accenno d’imbarazzo.
-“Ti piace?”- chiese Claudia alla serva.
-“Si, signora”- rispose la schiava. Esitò un attimo, poi aggiunse –“E’ bellissima, proprio come me l’aveva descritta”-
Claudia rise compiaciuta. –“Allora se ti piace tanto prendi confidenza con i suoi piedi”-
-“Si, dottoressa”-
Abbassò la testa e cercò di baciare la punta degli stivali di Isabella. La modella, poiché non se l’aspettava, fece un passo indietro e la serva si trovò col naso schiacciato sullo zerbino.
Claudia si fece fulmineamente in avanti. Pose un piede sulla schiena di Alessia e afferrò Isabella per un braccio, tirandola verso di se.
-“Non esitare”- disse la scrittrice.
-“Scusa, ma non ero preparata a questo”- rispose Isabella, movendosi verso Alessia ed assecondando la spinta della donna.
-“Alessia”- disse Isabella.
La schiava chinò il capo –“Signora”-
-“Signorina, prego”- la rimproverò la modella.
-“Mi scusi, signorina”-
-“Baciami gli stivali”-
Alessia si fece avanti. Isabella sollevò un piede e la fermò puntandole un tacco sulla fronte.
-“Non come hai fatto con Claudia, però. Voglio che tu mi baci la suola. E’ un po’ sporca”-
Alessia baciò la suola dello stivale che era già sollevato.
-“Ancora”- disse Isabella.
Alessia baciò una seconda volta la suola.
-“Ancora…ancora…lecca, lecca adesso. Leccala finché non sarà pulita”-
La schiava esitò. Claudia pigiò il tacco sulla schiena della sottomessa –“Che fai? Ti fai riprendere?”-
-“Scusi, dottoressa”-
-“Devi chiedere scusa a Isabella, schiava, non a me”-
-“Scusi, signorina Isabella. Obbedisco subito”- Prese fra le mani la caviglia di Isabella e leccò la suola dello stivaletto. La sua bocca fu invasa da una sostanza pastosa e da un sapore acre e disgustoso.
Quando la suola fu ripulita da ogni sassolino, da ogni patina di fango e polvere, Alessia pose il piede di Isabella sullo zerbino. La modella osservò il lavoro svolto e annuì.
Quando Alessia fece per prendere l’altro stivaletto Isabella la fermò –“Basta. In piedi è scomodo. Continueremo più tardi”-
Guardò Claudia –“Prima facciamo le foto?”-
-“Come preferisci. Seguimi”-
La donna condusse Isabella in una camera spoglia, arredata solo da un divano bianco, un tappeto e due vasi da fiori agli angoli più lontani dalla porta. Vi era un’unica, ampia finestra rettangolare nella stanza, oscurata da tapparelle di un cupo colore blu elettrico.
Accanto al divano vi erano un paio di stivaloni in latex nero alti alla coscia ed un corpetto, anch’esso di latex nero,privo di maniche. Gli stivali avevano tacchi vertiginosamente alti, il corpetto era molto sexy.
Isabella raccolse quest’ultimo e l’osservò incuriosita.
-“Devo indossare questo?”- chiese.
-“Ti starà benissimo”- disse Claudia. Alessia seguiva la donna passo dopo passo. Era in piedi ma teneva lo sguardo basso, rivolto alle sublimi caviglie della sua proprietaria –“Non trovi che il nero sia il suo colore, Alessia?”-
-“Senza dubbio, dottoressa. E la signorina Isabella è perfetta”-
Isabella sorrise –“Mi cambio subito, così cominciamo”-
Si tolse gonna e stivaletti, poi la maglietta. Claudia e la serva attesero fuori. Dopo pochi minuti la modella le chiamò dall’interno della stanza.
-“Sono pronta, credo…potete venire”- disse.
Claudia entrò, seguita a ruota dalla serva e la figura di Isabella lasciò entrambe di stucco.
-“Veramente è anche meglio di quanto mi aspettassi”- disse raggiante la scrittrice –“Se le foto che andranno in testa ad ogni capitolo riusciranno a trasmettere anche solo un briciolo dello spirito di dominatrice che vedo in te in questo momento, non potrò che ritenermi soddisfatto”-
Era vero. Isabella era perfetta. Grintosa, bellissima, fatale. Il costumino sadomaso ne esaltava il fisico longilineo e tonico, i tacchi ne slanciavano la figura già incredibilmente sexy, conferendole una postura imperiosa e statuaria.
Alessia si fece avanti e le consegnò un paio di guanti anch’essi in latex nero, di quelli che coprono le braccia fino al bicipite. Isabella li prese senza ringraziare e li indossò.
-“Come sto?”- sorrise ruotando sulle punte degli stivali e mostrandosi in tutto il suo splendore. I suoi capelli d’ebano cadevano sulla schiena mescolandosi alla nera e lucida superficie del corpetto.
-“Direi che miglior investimento non poteva essere fatto”- rispose Claudia –“Non fai che confermare ciò che avevo predetto al pub. Sei tu la persona adatta ad impersonare il ruolo della padrona”-
-“Davvero? Benissimo!”- esclamò Isabella –“Ora dunque manca solo la schiava”-
Non terminò la frase che Alessia s’era già infilata la mascherina che avrebbe nascosto il suo viso nelle fotografie. Era un copricapo che le fasciava fronte, naso e zigomi; le scendeva attorno ai capelli, chiudendosi per mezzo di un laccetto elastico all’altezza della nuca.
-“Le foto verranno scattate qui”- informò Claudia –“in questa stanza ed io sarò la fotografa. Ho una certa esperienza in campo fotografico”-
La schiava andò a prendere macchina e rullini, diede tutto alla padrona e s’andò ad acquattare ai piedi di Isabella. La modella la guardò dall’alto in basso torreggiando su di lei come una vera divinità greca.
-“Che dobbiamo fare?”- chiese –“Dai tu le disposizioni”-
-“Si. Dunque, per il primo racconto ho intessuto una storia basata sul calpestamento. Ti ho già detto di che cosa si tratta, giusto?”-
-“E ciò che ti piace fare con la nostra fedele schiava”- disse Isabella senza troppo tatto. La schiava in questione era proprio lì, inginocchiata accanto a lei.
-“Si, è proprio quello. Così adesso salirai sulla schiena di Alessia…lei sa già che posizione assumere…e farai finta di essere un’imperatrice d’altri tempi”-
-“Tutto qui?”- chiese Isabella.
-“Tutto qui!”- rispose la scrittrice.
Alessia si era messa in ginocchio: appoggiò anche le mani sul pavimento in modo da avere la schiena perfettamente orizzontale ed in linea con la testa.
Isabella la guardò assumere posizione poi, senza esitare, le salì sul dorso ad un palmo di distanza dalla nuca, saltandole letteralmente addosso.
I tacchi degli stivali erano lunghissimi ed appuntiti. Affondarono nella pelle della sottomessa come punteruoli. Alessia gemette.
-“Che cos’ha?”- chiese innocentemente Isabella, a metà fra il divertito e lo stupito.
-“No, niente”- disse Claudia –“Ben eretta, Isabella, per favore”-
La dominatrice assunse una posizione da virago guerriera, a gambe divaricate, le mani poggiate sui fianchi e la testa alta.
Claudia scattò alcune foto da diverse angolazioni.
-“Perfetto, benissimo”- ripeteva ad ogni scatto –“Benissimo…si, sposta il peso sulla gamba sinistra…”-
Scattò una quindicina di foto, infine disse –“Passiamo al secondo capitolo. In questo ho parlato di devozione verso il piede femminile e, ovviamente, anche verso la calzatura della donna”-
Cambiò posizione –“Ah, Isabella, cara, puoi scendere adesso”-
-“Di gia?”- chiese la ragazza, torturando ancora un poco la colonna vertebrale della sottomessa con i tacchi –“E va bene. Vediamo cosa prevede adesso il menù…”-
E con un tono un po’ indispettito discese da Alessia.
-“Si tratta di fare un primo piano della bocca di Alessia che tiene fra le labbra uno dei tuoi tacchi. In questa immagine non vedremo che un tuo stivale, perciò”-
-“Forza, allora. Mettiamoci al lavoro”- disse Isabella.
Claudia scattò altre dieci foto, poi le due dominatrici e la serva passarono ad un altro soggetto
-“Terzo racconto….pony- girl…Isabella, siediti sulla schiena di Alessia e fa finta di essere un’amazzone… ecco, metti ad Alessia questo collare. E non scordare il guinzaglio….Bene, tira un poco il guinzaglio, falle assumere un’espressione sofferente. E ricorda di sollevare tutti e due i piedi dal pavimento…Bravissima, Isabella. E tu, schiava, inarca di più la schiena, non vedi che la tua padrona è scomoda?”- disse Claudia.
-“Il quarto racconto vede la schiavetta alle prese con le morbose manie della sua mistress per il proprio sedere….qui ci vuole un bel primo piano del tuo fondoschiena, cara…Alessia, avvicinati e da’ un bacio sulle natiche di Isabella…guarda quanto sono belle”-
-“Quinto racconto parla di una ragazza che fa la lustrascarpe in strada…una lustrascarpe molto particolare, che invece di spazzole e lucidi impiega la sola lingua….Isabella, poggia sul pavimento quel cuscino e mettici i piedi sopra. E tu, Alessia, striscia a leccarle gli stivali…mostra bene la lingua, mi raccomando…ecco, così… Il sesto racconto parla di una bella padroncina che porta la sua serva in vacanza al mare…qui dovresti toglierti gli stivali, Isabella…devi posare a piedi nudi….Alessia, apri per bene la bocca e chinati di più così la tua nuova padrona può infilarvi dentro il suo piedino, vero Isabella?”-
E di seguito furono scattate le foto per i restanti episodi del libro di Claudia. Ogni volta la scrittrice trovava sempre qualcosa di umiliante e doloroso da far compiere alla sua serva e Isabella pareva divertirsi sempre più.
Alla fine della serata giunse il momento della foto di copertina.
-“Ed ora ecco il gran finale!”- esclamò Claudia raggiante –“Fin qui è andato tutto bene. Abbiamo dell’ottimo materiale”-
Si avvicinò ad Isabella con aria maliziosa, indicando la serva con gli occhi.
-“Cos’hai in mente?”- chiese divertita la modella –“Hai uno sguardo che non promette nulla di buono”- disse –“Per la nostra schiavetta, intendo”-
Claudia sorrise. –“Nient’affatto! Vedrai come sarà contenta, invece”- Programmò la macchina fotografica digitale con l’autoscatto e pose l’apparecchio sul cavalletto, inquadrò con cura il divano e mise a fuoco.
-“Ah, ho capito!”- disse Isabella –“Una foto a tre!”-
-“Giusto! La schiava con entrambe le sue padrone”-
-“Come ci mettiamo?”- chiese Isabella.
-“Sono un poco indecisa, in effetti. All’inizio avevo pensato a qualcosa di tradizionale. Noi due sedute sul divano a gambe distese e la serva che ci fa da poggiapiedi”-
-“Sublime. Perché non lo facciamo?”-
-“E’ un immagine un po’ anonima per la copertina di un libro. Serve qualcosa che colpisca di più l’immaginazione”-
-“E dunque?”-
-“Senti questa. Tu te ne stai sul divano, comoda, con le gambe accavallate e le braccia distese sullo schienale. Alessia ti sta davanti, in ginocchio e ti lecca gli stivali mentre io sono in piedi sulla schiena della serva e le strattono il collo col guinzaglio che ha legato al collare. Che te ne pare?”-
-“Gradevole, molto gradevole”- disse Isabella, con espressione sorniona. Si aggiustò una ciocca di capelli che si era ribellata alla sua folta capigliatura –“Però ad una condizione!”-
-“Quale?”- chiese la scrittrice.
-“Che sia tu quella seduta sul divano a farsi leccare le scarpe. Io starò in piedi sulla sua schiena!”-
-“Ti comici ad ambientare, eh?”-
-“Si, non posso negarlo”-
-“Così sia, allora”-
Alessia si era già posta a quattro zampe di fronte al divano. Attendeva.
Dopo aver riposto la macchina fotografica e scaricato le immagini sul computer Isabella e Claudia cenarono. Alessia, dopo aver servito le sue due padrone, per ordine della scrittrice si accucciò sotto al tavolo, onorando con devozione e affetto i piedi stanchi ed un po’ dolenti della bella ospite. Claudia le gettò di tanto in tanto qualche biscotto ed alcuni avanzi. La serva li ingoiò direttamente sul pavimento, ringraziando la dottoressa con carezze sulle belle gambe e baci amorevoli sulle caviglie.
-“Dunque il servizio è finito”- disse ad un certo punto Claudia. La cena era quasi al termine e fuori era ormai buio pesto.
-“Spero che il servizio sia venuto bene”- disse Isabella –“E che tu sia rimasta soddisfatta”-
-“Lo sono già, nonostante non abbia ancora avuto modo di controllare le foto, te lo assicuro. Domani la schiava ed io controlleremo gli scatti uno per uno, ed in giornata selezionerò quali immagini far pubblicare e quali no, sai. Fino a qualche tempo fa usavo una macchina fotografica tradizionale, di quelle con il rullino. Ero costretta a mandare la schiava a far sviluppare i rullini e ritirare le foto perché sai, le immagini sono assai forti e chi sviluppa le pellicole spesso da una sbirciatina al materiale dei clienti. Non volevo che qualcuno associasse la mia persona a pratiche poco ortodosse come il fetish o il sadomaso. Così lasciavo che fosse lei ad esporsi al posto mio”- disse, indicando col dito indice lo spazio sotto al tavolo e lanciando un debole calcio al fianco della sottomessa.
-“Come sarebbe? Tu scrivi libri per professione! La gente legge di storie sadomaso e fetish che portano il tuo nome. Come si può non associare queste pratiche che tu chiami poco ortodosse a te?”-
-“Perché questo libro, come molti altri che trattano di argomenti simili, diciamo a margine dell’eros tradizionale, lo faccio pubblicare sotto pseudonimo”-
-“Capisco”-
-“Ma veniamo a noi. Vogliamo continuare il discorso lasciato in sospeso oggi al pub?”-
-“Quale discorso?”- chiese Isabella.
-“Il discorso riguardo alla tua vocazione nascosta. Non te ne sarai già scordata?”- Claudia sorrideva. Era un sorriso appena pronunciato. Per un attimo la ragazza con i capelli corvini tornò con la mente alla sensazione avvertita poche ore prima, quando le era sembrato che Claudia fosse in grado di leggerle nel cuore con il suo sguardo attento e penetrante.
-“Beh, che cos’è rimasto da dire, ancora?”-
-“C’è molto da dire a questo riguardo. Ma non voglio forzarti”-
-“Se parli del servizio fotografico devo dire che avevi ragione. Non è stato molto più traumatico delle sfilate a cui ho partecipato in passato e senza dubbio ne ho tratto un buon profitto. Inoltre posare davanti ad una sola persona è senz’altro più rilassante che non sgambettare davanti ad uno staff di trenta fotografi. Devo dire che considero quest’esperienza assi positivamente”- una pausa –“Ma riguardo al fatto che io sia una feticista come te….”-
Claudia lasciò le posate nel piatto e si adagiò sulla sedia –“Bene, vedo che ti serve un’ultima dimostrazione. Alessia!”- chiamò.
-“Si, dottoressa”- rispose prontamente la ragazza da sotto al tavolo.
-“Il lavoro di Isabella si può considerare concluso in questo stesso momento. Non sei più costretta a mortificare te stessa davanti a lei. Se non vuoi più leccarle i piedi striscia fuori da sotto al tavolo e vieni qui”-
Vi fu un lungo silenzio. In quel momento Isabella avvertì la dolce pressione della lingua di Alessia che abbandonava la superficie dei suoi piedi. Le piante erano poste sul cuscino adoperato durante il servizio fotografico. La ragazza sentì in cuor suo che Alessia aveva deciso di non essere più la sua schiava. Non aveva riconosciuto in lei la natura della dominatrice, quindi!
-“Eppure Claudia aveva affermato d’essere sicura che io lo fossi”- pensò la giovane. –“Ed ora la scelta di questa piccola cagna sotto al tavolo mi rode più di quanto non vorrei ammettere. Mi rode quanto roderebbe ad una padrona a cui la schiava manchi di rispetto! Non è forse questa la prova che io appartengo alla razza delle dominatrici?”-
Appena ebbe terminato di comporre questo pensiero Isabella avvertì di nuovo una piacevole e fresca sensazione sulla punta del piedino destro. Era la lingua di Alessia. La schiava l’aveva riconosciuta come sua padrona.
-“Bene”- disse Isabella, sorridendo –“Si direbbe che avessi ragione tu, Claudia”-
La scrittrice annuì –“Siamo simili, io e te. Abbiamo la capacità di manipolare gli altri ed usarli per i nostri fini. Per il nostro piacere e divertimento. Ma io ho qualche anno più di te. Anni di esperienza, intendo. Devi comprendere che io domino schiave e schiavi da prima ancora che tu sentissi per la prima volta la parola “sadomaso” Presto anche tu, come me, diverrai capace di leggere nei cuori delle sottomesse e di riconoscere l’animo di una padrona”-
-“Dividiamo la schiava?”- chiese Isabella.
-“Solo per poco. Solo per stasera”- sorseggiò un bicchiere di vino rosso rigirando il calice di cristallo fra le dita esperte –“Presto troverai una schiavetta tutta tua. Per stasera, quindi, dormirai qui con me. Alessia avrà il piacere e l’onore di essere il tuo scendiletto, se lo vorrai”-
Isabella fremette –“Benissimo. Sollevò un piede e lo appoggiò sulla testa della serva sfregandole i capelli e calcando il suo viso sul cuscino a fianco dell’altro piede”-
-“Che vogliamo fare stasera?”- chiese Claudia in quel momento –“Non avrai voglia di stare chiusa in casa!”-
-“Un passatempo lo abbiamo!”- rispose subito Isabella, incrementando la pressione del piede sul capo della serva. Alessia emise gemiti soffocati di dolore.
-“Beh, si. Ma lei sarà qui anche domani e dopodomani. Stasera pensavo di uscire a bere qualcosa in un localino che conosco. E poi magari andiamo a fare un giro in centro. Ti voglio far vedere una cosa che sono sicura troverai interessantissima!”-.
-“Di che si tratta?”-
-“Seguimi e lo saprai!”-
Claudia s’alzò ed uscì velocemente dalla sala da pranzo.
-“Alessia, asciuga i piedi della signorina Isabella e seguimi. Io e la tua nuova padrona usciamo, perciò devo prepararti”-
-“Si, dottoressa”-
Mentre la serva asciugava le tracce di saliva dai piedini della modella, quest’ultima si voltò verso la scrittrice.
-“Devi prepararla? Per cosa?”-
-“Seguimi e te lo mostrerò”- disse Claudia. Era ferma sulla soglia della porta e sulle sue labbra era stampato sorriso sottile.
Si fece seguire da Alessia fin nella camera da letto e lì si svestì. Tolse gonna , scarpe e giacca. Indossò una gonna più lunga, con uno spacco sul fianco destro, calze a rete nere ed un vestitino scollato di seta molto ampio che lasciava scoperte le spalle.
La serva le portò un paio di decolté rosse che facevano intravedere la punta del piede e le unghie smaltate di rosso vivo. Un laccetto sottile le girava attorno alla caviglia chiudendosi in una piccola fibbia dorata impreziosita da uno scintillante diadema color del tramonto.
-“Vieni”- ordinò alla schiava.
Si recò in bagno, estrasse dal cassetto sotto al lavandino un rotolo di nastro adesivo telato e ne strappò un segmento lungo una spanna.
Isabella osservò la donna con curiosità. Claudia aveva lasciato gli indumenti indossati durante il giorno di là, in camera, ma aveva fatto portare in bagno le calze autoreggenti dalla sua sottomessa.
-“Alessia”- disse Claudia –“Apri la bocca”-
La schiava obbedì. La scrittrice fece un bolo con le sue calze usate e gliele infilò in bocca, assicurandosi che la parte sudata che era stata direttamente a contatto con il piede andasse a toccare la lingua ed il palato della giovane.
-“Chiudi”- ordinò.
Alessia obbedì. Nessun lembo delle calze fuoriusciva dalle sue labbra rosate.
-“Bene”- disse Claudia, foderando la bocca della serva col nastro adesivo –“Impara da me, Isabella. Se un giorno vorrai fare lo stesso con una delle tue schiave, che sicuramente saranno numerose, assicurati che le calze siano ben chiuse nella loro bocca. Adorano che le si faccia questo. Adorano essere sottoposte a trattamenti così umilianti. Se lasci che anche un solo lembo spunti fuori da un angolino delle labbra vi applichi sopra il nastro adesivo, il massimo che può succedere quando lo vai a togliere è che le calze si smaglino”-
-“Si”- commentò Isabella –“Va bene, ma non avevi detto che stasera saremmo uscite?”-
-“Infatti”-
-“E allora? Non vorrai lasciare le tue calze nella bocca della serva per tutto il tempo!”- esclamò con aria lievemente preoccupata la modella.
Claudia fece inginocchiare Alessia con il seno appoggiato sull’orlo della tazza del water e le ordinò di abbracciare il gabinetto.
-“Sei preoccupata che la nostra bella schiavetta soffochi?”-
-“No, certo che non soffocherà. Può respirare sempre col naso”- esclamò Isabella –“Ma le calze non ti si sciupano?”-
Claudia rise. Lo stesso fece Isabella, un attimo dopo essersi resa conto di quale fosse la preoccupazione espressa. Il volto di Alessia era imperturbabile e non trasmetteva alcuna emozione.
La scrittrice legò i polsi della serva con molta forza in modo da costringere quest’ultima a rimanere in ginocchio, con la faccia rivolta verso il fondo della tazza. Infine abbassò il copri- water sulla sua testa.
-“Che dici, le diamo una rinfrescatina?”- domandò Claudia.
-“Perché no?”- rispose allegramente Isabella. Voleva essere lei a premere il bottone dello scarico ma prima che potesse muovere un solo dito la donna aveva già azionato il pulsante.
Un getto d’acqua fredda e spumeggiante colpì Alessia in piena faccia, penetrandole nelle narici e togliendole l’ossigeno per qualche secondo. La ragazza cercò di gridare, di tirarsi indietro. Claudia le premette un ginocchio sulla nuca, obbligandola a tenere la testa fra la tazza e la tavoletta del water e rimase indifferente ai lamenti della serva.
Quando la padrona tolse il ginocchio Alessia aveva i capelli completamente fradici. Rivoli di acqua gelata le scendevano lungo il collo, raccogliendosi sull’orlo della camicetta. I suoi occhi vedevano confusamente ed il naso le gocciolava. Mentre riprendeva fiato udì le voci delle due donne sopra di lei.
-“Aspetta!”- diceva Isabella –“Volevo essere io a sciacquarle la faccia! Non sono un ospite da trattare con riguardo?”-
Claudia sorrise –“E’ vero, l’ho fatto senza pensare. Ma accomodati, forse Alessia ha bisogno di un altro bagno!”-
Isabella non se lo fece ripetere due volte. Si precipitò verso la schiava e appoggiò l’indice sul tasto dello sciacquone.
-“Aspetta”- la fermò Claudia –“Devi bloccarle la testa sotto alla tavoletta con le gambe, altrimenti quella si tira indietro e ti schizza”-
Isabella seguì il consiglio dell’amica. Si appoggiò con decisione sulla schiava, premendole un ginocchio alla base del collo e un altro sulla spalla destra, poi si sporse in avanti e premette il tasto dello scarico. Sentì i muscoli del torace e quelli della schiena di Alessia che si contraevano sotto di lei. Questo la esaltò.
-“Quasi quasi gliene do un’altra porzione”- disse con una vocetta cattiva che non era la sua e che colse di sorpresa anche la stessa Claudia.
-“No, dai!”- esclamò la scrittrice –“Dobbiamo sbrigarci se vogliamo trovare un tavolo ancora libero in quel locale che ti ho detto. Lo farai di nuovo quando saremo tornate!”-
-“Come vuoi”- disse la modella, scendendo elegantemente dal dorso della serva. Fece per sollevare il copri- water ma la scrittrice la fermò.
-“Lasciala sgrondare”- disse –“Altrimenti mi bagna le mattonelle del bagno”-
-“Capisco”-
Se ne andarono ridendo, senza rivolgere una parola alla sottomessa, e lasciandola sola, bagnata ed al buio. Quella per Alessia sarebbe stata una lunga serata.
Claudia ed Isabella bevvero un drink in un pub in centro. Il locale era assai carino, arredato con brio e frequentato da gente cordiale. Parlarono fra loro, di Alessia e di quanto fosse comodo possedere completamente qualcuno. Andarono poi verso Palazzo Pitti e verso Piazza Santa Maria Novella , passeggiarono come due amiche di vecchia data e guardarono le vetrine ancora illuminate. La scrittrice mostrò ad Isabella come riconoscere i sottomessi. Li inquadrava dal loro modo di camminare, dagli sguardi supplichevoli che essi rivolgevano alle gambe delle due donne ed ai tacchi alti di Isabella.
Infine tornarono a casa di Claudia, al loro rientro mancavano pochi minuti alla mezzanotte. La donna andò a togliersi le scarpe ed il soprabito, Isabella invece si diresse senza esitare in bagno. Alessia giaceva ancora immobile così come l’avevano lasciata, con il capo incastrato sotto l’asse del water e le mani legate dietro la tazza.
Isabella si avvicinò e si sedette senza troppi complimenti sul copri- water. Dall’interno del sanitario giunsero i singulti strozzati della schiava.
-“Siamo tornate”- esclamò Isabella accavallando le gambe e sollevando tutti e due i piedi dal pavimento –“Non si saluta?”-
Alessia singhiozzò ed ansimò.
La modella, gravando completamente sulla testa della sottomessa, schiacciò il bottone dello sciacquone e la irrorò sul viso e sui capelli. Attese che il getto fosse scemato, quindi si alzò in piedi, togliendo l’asse da sopra il capo di Alessia.
La ragazza grondava acqua dalla chioma ed il suo viso era disfatto. Cercò di sollevare il busto ma le corde glielo impedirono. La serva ricadde con la testa sul bordo del water.
-“E’ stata una serata indimenticabile. La tua padrona è veramente in gamba. Mi ha insegnato a riconoscere gli schiavi e le schiave per strada, giù in centro. Alla fine mi sono avvicinata ad un ragazzo che prometteva di essere un vermetto in regola e ho fatto cadere la borsetta ai miei piedi, accanto a lui. E sai quello che ha fatto? S’è inginocchiato e me l’ha restituita con un “prego, signorina, è sua”. Al che io mi sono avvicinata a lui e senza dargli tempo alzarsi gli ho messo il dorso della mano davanti al viso. “Baciala”, ho detto e lui non se l’è fatto ripetere due volte”-
-“Si, signorina”- rispose Alessia.
Claudia entrò in quel momento.
-“Ah, vedo che hai annacquata la nostra povera schiavetta”-
-“Si, mi piace un mondo”- rispose Isabella –“Però per stasera ne ho abbastanza. Domani devo alzarmi presto. Andiamo a dormire?”-
-“Come vuoi. Avevo fatto preparare la camera degli ospiti prima che tu arrivassi”- disse Claudia.
-“Lei dove dorme?”- chiese la modella indicando Alessia.
-“Sul tappeto”- rispose Claudia –“Ai piedi del letto. La mattina mi prepara il cappuccino e poi mi sveglia. Colazione a letto, ovviamente”-
-“Che te ne fai della serva durante la notte?”-
-“Mah, dipende. Alle volte non riesco a prendere sonno e mi faccio fare un bel massaggio sulla schiena e sulle gambe. Sai, lei è molto brava a fare massaggi e come hai visto è anche molto portata per i giochi di lingua”-
Isabella rise.
-“Con le mani e con le labbra non la batte nessuno”- disse Claudia. Si avvicinò al gabinetto e sciolse Alessia. La ragazza cadde distesa sul pavimento, bagnando le mattonelle.
-“Alessia, accompagna la nostra ospite in camera sua e pulisci dove hai bagnato, poi metti a posto le scarpe ed il trench con i quali sono uscita. Datti una ripulita e asciugati i capelli”-
Claudia uscì dal bagno seguita da Isabella –“Non fare rumore quando mi raggiungi in camera”-
-Certo, dottoressa”- rispose Alessia.
Ma Isabella trattenne Claudia –“Posso tenerla io per stanotte?”-
-“La vuoi tu?”-
-“So di pretendere molto ma…solo per una notte ho pensato che si potesse fare”- insistette Isabella.
-“Si, beh, non è una grande richiesta”- mormorò maliziosamente Claudia –“Ma non c’è scendiletto né tappeto nella camera degli ospiti”-
-“Fa nulla”- esclamò l’altra –“La farò dormire sul pavimento”-
Claudia spinse indietro la testa e rise sonoramente –“Sei proprio cattiva quando vuoi”-
-“Allora? Me lo concedi o no, questo privilegio?”-
-“Ma si, perché no?”- disse Claudia. Poi, rivolgendosi alla serva intimò –“Fai tutto ciò che ti è stato ordinato di fare, ed in fretta. Ma quando avrai terminato i tuoi compiti non venire in camera mia come al solito. Segui la padrona Isabella nella stanza degli ospiti, stanotte dipenderai da lei”-
-“Si, dottoressa”-
Claudia uscì prendendo l’amica per mano. –“Ti mostro io dov’è la stanza degli ospiti”-
Isabella la seguì, non prima d’aver salutata la serva –“Fai presto, schiavetta. Ti aspetto”-
La serva asciugò il bagno, si rassettò i capelli ed il viso, sistemò le preziose calzature della sua prima padrona nella scarpiera e mise a posto il soprabito e la giacca.
Si presentò in punta di piedi davanti alla camera di Isabella quando Claudia dormiva già. Aprì la porta. La stanza era buia. Alessia chiuse l’uscio senza sbattere e si avvicinò al giaciglio a quattro zampe, sdraiandosi sul freddo pavimento al posto dello scendiletto.
Trascorsero alcuni secondi di silenzio assoluto. La serva pensò bene che la modella fosse già addormentata, sfinita dopo una lunga giornata di lavoro. Chiuse gli occhi e cercò di assopirsi. L’indomani avrebbe dovuto svegliare la sue due padrone, preparando per loro una buona colazione ed aiutandole a vestirsi e a truccarsi. Si assopì. D’un tratto qualcosa la toccò sul volto. Alessia aprì gli occhi e vide, nella penombra, il bel piedino di Isabella che dondolava sopra al suo naso. La gamba della dea sporgeva dalla coperta fino al ginocchio. D’istinto Alessia provò il desiderio di baciarlo.
-“Sei qui, Alessia?”- chiese la melliflua voce della nuova padrona.
-“Si, signorina Isabella. Ai suoi ordini”-
Isabella rise. –“Come sei brava, cara la mia servetta. Ma senti, Alessia, ti pare che io sia un po’ troppo cattiva con te?”-
-“No, assolutamente, signorina”-
-“Prima però ti ho fatto male”-
-“Non si preoccupi. Lei può fare di me quel che vuole”- giurò Alessia.
-“Davvero? Allora senti, stasera non ho sonno…non ancora”- scoprì le sue belle gambe dal morbido abbraccio delle coperte –“Claudia ha detto che sei brava a fare i massaggi e voglio proprio vedere se è la verità. Comincia da dove sai e datti da fare con la lingua”-
Alessia si mise in ginocchio e senza esitare, in assoluto silenzio, iniziò a leccare i piedini perfetti di Isabella.
E a chi volesse scrivermi ma non trova l’occasione per farlo… mail e contatto msn sono sotto al titolo!!
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tom,
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