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Direttore
Un appuntamento a Milano con il direttore di una grossa società d’assicurazione, per comodità ho preso il treno.
Appena partito da Padova sono andato in bagno e ho indossato sotto i pantaloni, autoreggenti con reggicalze e perizoma di pizzo.
In ufficio del direttore parlando di lavoro, si alza per prendere un po’ d’acqua, ho notato che anche Lui sotto i pantaloni indossava autoreggenti con reggicalze, mi sono messo in modo che Lui notasse che anch’io indossavo intimo da donna, poi un sorriso e con la mano mi sono accarezzato la coscia, ha capito subito.
Lui: a che ora ha il treno questa sera?
Io : alle 19.
Lui: chiamo mia moglie, lei è invitato a pranzo a casa mia.
Io: va bene.
Lui: pronto cara, abbiamo un ospite a pranzo prepara un pranzetto speciale.
Abbiamo terminato le cose di lavoro e alle 12.30 eravamo a casa sua.
Presentazione, la moglie (bella donna, elegante), un’amica (un decoltè stupendo con una 5 di seno)
Due uomini con un fisico da palestra.
Grande sala da pranzo, tavola impeccabile, cibo ottimo e una cameriera che serviva in gonna alquanto corta, calze a rete e tacchi quasi a spillo.
Terminato il pranzo la cameriera in due minuti ha liberato la tavola, la moglie si alza in piedi si toglie il vestito e rimane con stivaloni alti fino a metà coscia, autoreggenti perizoma di pelle e corpetto di pelle tutto in nero.
Il direttore si spoglia ed era come avevo intuito, tutto intimo in nero reggicalze, autoreggenti e perizomi poi ha indossato dei stivaloni alti e un reggiseno.
I due uomini si spogliano a petto nudo e rimangono in perizoma, fisico balestrato.
L’amica si spoglia, fisico statuario, perfetto, indossava un corpetto borchiato in pelle nera con il seno completamente fuori, autoreggenti con pizzo altissimo e in mezzo alle gambe 24cm di piacere.
La signora mi si avvicina e inizia a spogliarmi, due minuti dopo ero in autoreggenti, perizoma e reggicalze, mi porse un paio di scarpe con tacco da 11cm che indossai con piacere.
Arriva la cameriera e fa indossare alla signora un grosso cazzo, io mi trovo straiato sopra la tavola, pancia in su, mi alza le gambe, mi sposta il perizoma e mi sento il cazzo entrarmi nel culo, mentre l’amica (trans) mi succhia il mio cazzo con avvidità, i due uomini si avvicinano uno a destra e uno a sinistra, gli prendo il mano i loro cazzi e inizio a segarli mentre loro mi strizzano i capezzoli e il direttore mi piazza il sul uccello in bocca.
Due minuti dopo mi trovo il cazzo di uno degli uomini in culo, la signora che mi succhia il cazzo, l’amica mi da l’ucello in mano che sego, l’altro uomo mi mette l’uccello in bocca e con l’altra mano sego il direttore.
Altri due minuti mi trovo il cazzo del direttore in culo, uno degli uomini mi succhia il cazzo, la signora si leva il cazzo finto, me lo da in mano, leva il persevativo, lo da alla cameriera e io glielo infilo di brutto nella figa, l’amica mi mette il sul bellissimo cazzo da 24cm in bocca fino alla gola, l’altra mano sego altro uomo.
Ancora due minuti, un’uomo mi infila il suo cazzo in culo, il direttore mi succhia il cazzo, con una mano sego l’altro uomo, la signora sale sopra il tavolo e mi mette la figa in bocca e io le infilo la lingua dentro la figa, con l’altra mano sego l’amica. Ad un tratto uno dei maschi dice che sta per godere, arriva la cameriera, le leva il persevativo e lo prende in bocca e beve tutta la sborra, poi lo gira lo mette appoggiato a 45° su una sedia e le infila un grossissimo vibratore nel culo, molto lungo con il vibra al massimo.
Arriva il momento dell’amica (trans) e lentamente mi infila la sua mazza, con mio piacere, tutta nel mio culo ormai ben dilatato, l’altro uomo grida che sta per sborrare, arriva la cameriera le prende in bocca il cazzo e beve tutta la sborra e poi come l’altro lo gira lo mette a 45° su un’altra sedia difronte all’altro con un grossissimo vibratore nel culo sempre con il vibra al massimo e iniziano a bacciarsi in bocca. La signora sale sopra la tavola e si infila il mio cazzo in culo mentre il direttore mi mette il cazzo in bocca, dopo un po’ sempre succhiando il cazzo del direttore dico che sto per godere (sono riuscito s trattenermi fino alla fine perche la sera prima ho scopato mia moglie), la signora si leva il cazzo dal culo, leva il persevativo che da alla cameriera e inizia a succhiarmelo mostrandomi la sua bella figa mentre io continuavo a succhiare il cazzo al direttore e anche lui diceva che stava per sborrare e cosi pure l’amica (trans), arriva la cameriera e inizia aleccare la figa e il culo della signora. Inizio a sborrare in bocca della signora mentre la sborra del direttore mi entra in bocca, l’amica (trans) urla che mi sta sborrando in culo e la signora urla che sta godendo mentre la cameriera le succhiava la figa, i due uomini si erano straiati a terra facendo un bellissimo 69 con i due vibratori nel culo.
Mi sono alzato dalla tavola un po stordito ma molto contento della della goduta fatta, solo ora ho notato la cameriera, era una famosa donna di spettacolo che sicuramente moltissimi italiani avvrano fatto qualche pensierino erotico.
Di colpo il campanello della porta ha suonato ci siamo guardati tutti sorpresi, era la sveglia che mi avvertiva che dovevo alzarmi per andare a Milano all’appuntamento con il direttore di una grossa compagnia di assicurazione.
Mario
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16 years ago
lorena50,
55
Last visit: 16 years ago
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Moglie fuori...
Salve a tutti, rieccomi qua a raccontarvi un'altra storiella...
Oggi ho ricevuto un sms da parte di un amico che non vedevo da un po' (quello del primo racconto). Nel messaggio mi avvisava che sua moglie era fuori e che lui avrebbe avuto la serata libera. Detto, FATTO!
Subito ci si organizza per trascorrere al meglio la serata...
Quindi, scelta la lingerie da indossare per l'occasione attendo l'arrivo del mio amico e del suo bel cazzo... Arriva che mi trova già "in tiro" e nemmeno lo saluto che gli prendo già il cazzo in bocca... ci mettiamo più comodi e continuo con la bocca... mi mancava il sapore del suo cazzo... appena lo sento ben duro ed eccitato mi posiziono nella più classica della posizione per prenderla in culo: la pecorina. la mia preferita!!! finalmente un bel cazzo in culo! sostanza, durezza e prestazioni... ha tutto, non manca nulla... ed io sono felice di sentirmelo tutto dentro, sentirlo stantuffare nel mio buco!!! mi scopa fino a farmi bruciare il culo.... non ce la faccio più. continuo con la bocca... e finalmente... una bella colata di sborra dritta in gola! adoro la sborra del mio amico. non ne lascio cadere una sola goccia... e se dovesse accadere la leccherei dal pavimento... mi piace fare la troia per lui... così come piace anche a lui avere una puttana che chiede solo sesso, niente carezze o sdolcinati atteggiamenti..... spero di rivederlo presto...e troieggiare ancora con lui... e magari mi porta un amico.... chi lo può mai sapere?
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Una sera inaspettata (completo)
Finalmente mi sono deciso a completare questo racconto:
Usciamo nella stessa compagnia da anni, abbiamo un rapporto d'amicizia stretto e molto bello, quasi raro.
Io con lei e il suo ragazzo svolgiamo un'attività assieme e molto spesso capita che ci troviamo a casa di uno dei tre per discutere di cose di lavoro.
Due mesi fa ci troviamo a casa mia io e Elena (nome sostituto). Marco (nome sostituto) il suo ragazzo, non poteva venire. Capitava ogni tanto...
Lei era bellissima come sempre. Capelli mossi, lasciati asciugare al naturale, magliettina rossa che risaltava la sua abbronzatura con una scollatura che metteva in mostra la sua sempre provocante quarta misura e quei jeans con il largo buco sopra la tasca sinistra posteriore che faceva intravedere quel suo perizoma rosso come la magliettina....
Ero sempre stato "indifferente" a lei proprio per la bellissima amicizia che ci legava, ma quella sera non so cosa c'era nell'aria. Le solite battute, i soliti sorrisi risultavano diversi.
Abbiamo lavorato tutta la sera, erano ormai le 23:00 e non avevamo ancora finito. Elena mi chiede di andare in bagno.
Poco dopo sento la porta del bagno che si apre ed Elena che mi chiama. Mi fa notare che era finita la carta igienica (dimenticanza da uomo)...
Le spiego a voce senza entrare dov'è, ma lei mi replica dicendomi che non ce la fa a prenderla senza alzarsi e mi dice di entrare a prendergliela. Io inizialmente pensavo scherzasse, ma inizia a chiedermelo più volte dicendomi di non farmi problemi.
Non resisto, entro...Lei è lì seduta con le gambe semidivaricate. inevitabilmente i miei occhi cadono lì nel suo piacere così definito, così curato...alzo subito lo sguardo facendo finta di niente, e lei mi sorride senza dire nulla. Le do il rotolo ed esco...
Dopo un minuto Elena esce dal bagno e mi raggiunge in sala dove stavamo lavorando. Io ero in piedi, non sapevo che dire e lei mi si avvicina sempre di più.
mi arriva a pochi centimetri. sussurrando e sorridendo mi dice che adesso toccava a lei guardare... io sorrido, pensavo scherzasse
ma le sue mani stavano già sbottonando i miei jeans....
ad un certo punto lei inizia ad abbassarsi lentamente e con lei i miei jeans assieme allo slip. Il mio cazzo era già duro come non mai
lei lo guarda da pochissimi centimetri con occhi da affamata, e alza lo sguardo quasi come per dirmi "credi che non lo farei?" io le sorrido..."vai è tutto tuo...." penso dentro di me!!
lei lo riguarda, io socchiudo gli occhi e sento il suo fiato sempre più vicino fino a sentire il calore delle sue labbra sfiorarmi. lo sfiora dal basso verso l'alto fino ad arrivare alla mia cappella....ero eccitato come non mai. lo prende in bocca e mi fa un pompino con talmente tanta dolcezza che le sono venuto in bocca in maniera spropositata. non fece cadere una goccia....
ma non era soddisfatta
mi prende e mi spinge nel divano alle mie spalle e mi spoglia completamente...lei era ancora vestita in piedi davanti a me. la afferro per i fianchi e la tiro verso me. mi intrufolo con la lingua nella scollatura della sua magliettina, ma non so resistere molto e glie la tolgo.
In un batter d'occhio era lì, davanti a me, con addosso solo quel suo perizomino rosso che prima intravedevo nel buco dei jeans...quello volevo sfilarglielo con la bocca......
La prendo per i fianchi e la distendo sul divano. Parto con un gioco tra baci e lingua dal suo collo passando per tutto il suo corpo fino ai piedi…tornando verso l’alto mi soffermo sul quel perizomino rosso…era giunta l’ora di levarlo con la bocca! Lo addento e sento quella sua dolce pelle già bagnata sulle mie labbra…a quella splendida sensazione reagisco d’istinto e glie lo sfilo con una tale foga che per poco glie lo strappavo di dosso!
Ero ai suoi piedi con in bocca quell’intimo con quel profumo che avevo appena assaporato in tutto il suo corpo…stupendo…lascio la presa e incomincio a sfiorarla con le mie labbra dai piedi salendo per la sua gamba destra…mi stavo avvicinando sempre di più a quel piacere così definito e curato che avevo visto prima in bagno.
Era già umida di piacere, così inizio a sfiorarla, le mie labbra contro le sue…lei inizia a contorcersi, la stavo facendo impazzire…inizio ad esplorarla con la lingua, aveva un sapore divino…senza accorgermene ero con tutta la lingua dentro e con la punta del naso le stimolavo il clitoride…non volevo più staccarmi, sarei rimasto lì per ore…
La sento ansimare sempre di più finché sento le sue mani sulla mia testa che mi premono verso lei…ero bloccato sul suo piacere, ma non mi interessava, anzi…era fantastico…
Sento il suo clitoride appoggiato sul mio naso che inizia a pulsare, quindi alzo la testa e mi porto sopra di lei e in un momento mi trovo dentro di lei…era bellissimo, sembrava che sapessimo entrambi quello che voleva l’altro…
Dopo un po’ raggiungo anch’io l’orgasmo e le riempio quel suo piacere del mio caldo seme…ero stremato, ma la serata non era finita….
Rimaniamo una mezz’oretta distesi sul divano senza parlare scambiandoci ogni tanto dei sorrisi di soddisfazione…ad un certo punto mi si avvicina e mi sussurra: “cosa dici, concludiamo questa bella seratina?”
Neanche il tempo di chiedermi come voleva concluderla, che si mette a pecorina…non me lo feci chiedere due volte, così mi fiondo a leccarle quel suo buchino stretto ed incomincio a bagnarlo con la saliva iniziando ad inserire prima una poi due dita…era pronta…entro con calma, ma con facilità arrivo fino in fondo. La penetrai fino a riempirle anche questo buco del mio caldo seme….quando sono venuto, ancora dentro di lei, mi appoggiai soddisfatto sulla sua schiena…eravamo davvero allo stremo delle forze…
alla fine ci siamo ripromessi che quella sera doveva rimanere unica (e lo è stato sotto tutti gli aspetti).
Non ho più fatto del sano SESSO come quella sera…
Incredibile, ma le cose sono tornate subito come prima di quella sera, anzi forse l'amicizia tra tutti noi è ancora più bella....certo che rimmarrà nei nostri ricordi come una serata indimenticabile!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Montata insieme alla trans
Ciao questo è un fatto accaduto il 20 febbraio…..mi sono recata a casa di un amica trans che ogni tanto mi scopa …..ero in sandali rossi perizoma e top di rete larga autoreggenti microfibra con lacci laterali insomma come mi vedete nella foto di presentazione (che ho scattato prima di uscire di casa).
Lei si è molto eccitata e mi ha anche messo una parrucca e truccata ero una vera bomba del sesso dopo aver ballato abbracciate in ligerie davanti allo specchio mi ha inculata con violenza e dopo avermi allargata a dovere a preso un grosso dildo e mi ha forzata ad uno smorza candela veramente da sfondamento.
La cosa tuttavia non è finita li ….lei mi ha proposto per la serata di incontrare, insieme un suo cliente al quale piacciono sorprese del genere.
Figuratevi che la cosa ha avuto un ottima coincidenza visto che io ero a cena da colleghi con il mio principale e quindi giustificato (con la consorte). La cena l’ho trascorsa impazzendo dal desiderio, infatti sotto gli abiti da perfetto funzionario d’azienda indossavo intimo da vera battona e in macchina mi attendevano un paio di sandali in pelle rossa tacco 11.
Verso le 10 sono riuscita a sganciarmi una decina di minuti d’auto parcheggio sotto casa della mia amica (ormai avrete capito una professionista) mi spoglio delle mie vesti maschili indosso i sandali ed, eccitatissima attraverso la strada ticchettando sui miei trampoli rossi con il cuore che batte all’impazzata per il rischio di essere vista da qualcuno. Suono il campanello e dopo alcuni secondi di interminabile attesa ecco che la porta si apre, lei malgrado i suoi tacchi è più bassa di me è in stivali guepiere biondissima con 20 cm di cazzo fuori……l’amico è di la io entro e muovendomi flessuosa indossando una parrucca rossa e riccia (che mi ha dato lei) mi metto a danzare in maniera sensuale davnti al letto mentre lei spompina il maschio di turno che mi osserva eccitatissimo.
Io sono già sfondata dal pomeriggio di sesso ma è lui che paga e lui deve godere ….io osservo la monta della mia amica poi entrambi decidono di riempire di cazzo il loro giocattolo (io) ed entrambi si alternano nel culo uno dopo l’altra anche in bocca senza mai lasciarmi vuota…..io li imploro di sfondarmi tentano anche di infilarmi due cazzi assieme ma il dolore è fortissimo e non resisto. La cosa dura una mezzora poi riprendono a scopare fra loro io rimango li a fianco nel letto montata e sfondata ma ancora vogliosa lui viene fra le carni della mia compagna di giochi e lei vuole la mia bocca per soddisfare il suo palo duro….mi sale a cavallo e letteralmente mi scopa fra le labbra ….poi mi gira e mi sborra addosso sulla schiena dopo essersi tolta il preservativo…….
La cosa non è finita li per tornare in auto l’unica soluzione era uscire di nuovo vestita da puttana …questa volta montata per bene…..lo’ho fatto anche grondante di sborra è stata la cosa più eccitante della serata. Per fortuna ho potuto accedere nell’ufficio risistemarmi prima di tornare a casa.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Difficile....complicato....quasi....impossibile!!!
Difficile…………….Complicato………………….Quasi ……..Impossibile!!!!!!!!!!!!!!
“Il Tenace Supera Sempre l’Ostacolo”
E’ da tempo che non racconto i miei Momenti di Gioco e ciò è dovuto esclusivamente al ritmo incalzante del mio lavoro, poiché ringraziando il Dio Eros i Momenti di Gioco sono nella giusta misura e sovente sono di alta qualità!
Ad essere sincero non è facile raccontarVi quale di questi momenti di gioco, mi ha maggiormente intrigato al punto di raccontarvelo, poiché sono stati molteplici, ma in modo sereno posso dirVi che nel corso dell’anno 2006 ho conosciuto un buon numero di Coppie tra queste due mi hanno colpito in modo particolare, come mai ….. Vi chiederete??
Sicuramente per la loro Freschezza, quasi trentenni e per la loro Determinazione nel Vivere questi Giochi Trasgressivi ed il loro comune desiderio di “Condividere e Scambiare il proprio Lui con un’altra Lei”.
Maggio 2006 è stato il mese in cui ho conosciuto S. ed A. (Lui simpatico e simile a Beckam, Lei è Fresca, Dolce e Sensuale), con loro trascorsi una Intrigante serata c/o il mio ufficio (vecchio), nel corso della quale più volte lo champagne scese lungo il longilineo corpo della Bella prima di essere bevuto da me e dal suo S.
Credetemi bere quella fresca bevanda era l’unico time out che A. ci concedeva.
Dopo quella sera ci siamo rivisti nell’Aprile del 2007, quasi un anno dopo, come mai Vi chiederete …….., bà perché questo per Noi è un Gioco, il quale per concretizzarsi necessita di atmosfera e componenti speciali (Complicità, Intrigo, Malizia e Tempo), ma ad onor del vero diverse volte ci eravamo sentiti al telefono …. specialmente di sera…., come mai Vi chiederete??? Abbiate un po’ di pazienza e leggete il racconto e la Vs. curiosità verrà appagata.
Come Vi raccontavo da Maggio 2006 ad Aprile 2007 non li avevo più rivisti e sicuramente non perché fossi entrato in un ordine monastico, in quanto nel frattempo continuavo i miei Giochi Trasgressivi con Coppie di Amici consolidati e Nuovi ed è proprio con una Coppia appena conosciuta che nel Settembre 2006, avvenne quanto di seguito.
Come spesso avviene venni contattato da questa Coppia tramite mail e dopo il doveroso scambio di mail e foto facemmo reciproca conoscenza in cam su msn e mi reputarono in grado di poter Giocare con loro per una sera in “Car-Parcking Sex” a Bari.
L’appuntamento lo fissammo per le ore 22,00 di un lunedì di fine mese in un luogo da loro scelto al fine di mettere a proprio agio Lei.
I giorni precedenti all’incontro trascorrevano i modo lento, ma inesorabilmente giunse il fatidico Lunedì le mie perplessità erano molteplici (il luogo dell’incontro, non mi ispirava sicurezza e trasgressione, la coppia troppo bella per essere vera e sana “non mercenaria”, ecc), quindi titubante giunsi sul luogo dell’incontro con circa 15 minuti di ritardo, pensando e ripensando che si sarebbe trattato della “Classica Bufala”, invece ……, dopo la curva che ostruiva la visibilità del piazzale che si estendeva in campagna, sotto gli alberi di ulivo come da indicazioni era parcheggiata la loro auto …..l’adrenalina iniziò ad aumentare ed il mio pessimismo alzò felicemente bandiera bianca.
Parcheggiai la mia auto ad adeguata distanza e dopo un doveroso ed opportuno studio della situazione demmo inizio ad un Intrigante Gioco di Esibizionismo Reciproco.
Ricordo come se fosse oggi quando notai lo Splendido Corpo di V. (un Corpo Tonico, Scolpito, con un fondoschiena Super che richiamava alla memoria quello di A. “Piccolo Particolare”), ben presto il Ns. Esibizionismo divenne maggiormente audace, in quanto avevo aperto lo sportello e liberatomi dai pantaloni mi ero seduto sul mio sedile, ma con le gambe posate fuori sulla nuda terra, mi masturbavo lentamente sotto i loro occhi.
Dopo un po’ Lui L. un ragazzo che oltre ad essere bello ed audace si è rivelato essere munito di notevole intelligenza (dote che spesso manca in questo gioco), mi invitò ad avvicinarmi alla loro auto.
Tipo Canguro, con un balzo arrivai d’avanti allo sportello del lato passeggero della loro auto e …….. V. appariva ai miei occhi ancora più bella di come l’avevo giudicata in precedenza, i Ns. sguardi, i Ns. respiri trasmettevano il reciproco desiderio di Giocare.., di andare Oltre i limiti iniziali …….. e così V. fissandomi negli occhi e sorridendo aprì il loro sportello e con le sue curatissime e delicate mani iniziò ad accarezzare il mio Trugido e Desideroso Pene!!
I miei occhi incrociavano spesso quelli di L. in attesa che giungesse l’autorizzazione per toccare il corpo di V, era una Situazione Molto Maliziosa ed Intrigante.
V. mi guardava mentre mi masturbava, Io guardavo L. e questi guardava V. compiaciuto del Gioco, ma questo Gioco di complicità di sguardi ebbe l’epilogo quando L. disse a V.
“Amore spostati più in là che facciamo accomodare in auto S. (io), in tal modo puoi donarli le cure della tua bocca e nel contempo S. può vedere e se vuole, assaporare i tuoi abbondanti umori.
Insomma L. Elegantemente ed Intelligentemente ci invitava (Me e la Sua V.) ad un bel 69.
Prontamente Lei accolse il suggerimento e mi fece accomodare, il gioco ebbe in breve l’epilogo in quanto V. raggiunse l’orgasmo a motivo dei miei sapienti e decisi colpi di lingua, vedendo ciò L. invitò V. a cambiare posizione, ponendosi a pi greco mezzi (90°), in modo da poter essere penetrare da Lui e contemporaneamente mi ridonava le cure della sua bocca, impiegammo del tempo per raggiungere l’orgasmo, ma quando lo facemmo inondammo il seno di V.!
Dopo quella prima sera ci vedemmo con loro altre volte prima delle festività natalizie del 2006, sempre per Giochi in Car-Parcking Sex e l’iniziale Gioco di reciproco Esibizionismo cedette il posto a Giochi Trasgressivi più Audaci che vedevano L. e Me prendere V. contemporaneamente al fine di farle raggiungere Orgasmi Fantastici e Superiori a quelli precedenti, V. comunque non era passiva, ma ci regalava Giochi Erotici, Eleganti ed al Limite della Sopportazione Maschile …. Come mai Vi chiederete???
Alla Splendida creatura piaceva Molto Provocarci… ed una sera venne con un Tecnologico vibratore in metallo e si mise a giocare con movimenti lenti lungo i seni le labbra e poi mentre si penetrava in figa, emetteva dei gridolini e si mordicchiava le labbra, intenta a far ciò mi chiese se conoscessi una Coppia possibilmente del loro stesso Livello (età ed aspetto Fisico-Intellettuale).
A tale domanda risposi affermativamente e Lei riprese il Gioco del Vibratore mostrando un languido sorriso sul volto divenne maggiormente più incisiva nei suoi movimenti, a tale visione non resistevo più, volevo prenderla e sbatterla con tutta l’energia che avevo in corpo …., ma per mia fortuna sono molto riflessivo e presi il telefono e di spontanea iniziativa chiamai S. ed A. (la Coppia che avevo conosciuto nel Maggio 2006, di cui sopra), dopo qualche squillo, mi rispose A.
Con la sua vocina molto sexy A. mi salutò e dopo i doverosi convenevoli, le spiegai in quale situazione Trasgressiva fossi, pertanto le dissi che di lì a breve le avrei passato una Lei al telefono.
La risposta di A. fù OK, passamela!!!
Pertanto diedi il mio telefono a V. e le due ragazze iniziarono la conversazione.
Lo spirito di iniziativa è una caratteristica presente nel mio DNA, pertanto presi il vibratore dalle mani di V. ed inizia a masturbarla e memore del primo incontro, nel contempo leccavo il clitoride con colpi lenti e decisi.
V. fece diventare la telefonata un commento Minuto per Minuto del Ns. Gioco Trasgressivo e non riuscendo più a controllarsi passò il telefono a L. il quale dopo essersi presentato attivò il viva voce del telefono in modo da far partecipare acusticamente e oralmente Tutti (Noi “V. ed Io” e Loro “S. ed A.”) a questo Gioco, la situazione era notevolmente Intrigante e Maliziosa, poiché A. tramite telefono mi invitava a muovere il vibratore in profondità nella figa di V. e di leccarle il clitoride con maggiore decisione.
A ciò V. rispondeva, dicendo che la stavo leccando in modo Fantastico e di lì a breve stava per raggiungere l’orgasmo (cosa che fece in modo Violento ed Abbondante).
Appena gli animi si calmarono V. ringraziò A. per la sua disponibilità nel Gioco e diede la loro disponibilità per un drink conoscitivo.
In altre occassionii ho incontrato L. e V. ed S. e A. nel corso del 2007, ma ahimè sempre separatamente, poiché i reciproci impegni ci impedivano di concretizzare il drink promesso.
Ormai avevamo quasi perso la speranza di Incontrarci e di Vivere una Magnifica Serata di Gioco Trasgressivo e di Far Superare alle Due Lei la Barriera della Gelosia Femminile Nel Gioco circa la Condivisione del Proprio Lui!!!!
Ma oltre ad essere Intraprendente sono anche Molto Tenace e solo “Il Tenace Supera Gli Ostacoli”!!!
Non mollavo, settimanalmente sentivo (telefonicamente) se non gli incontravo (su msn)
e così finalmente una Sera del Giugno 2007 siamo riusciti ad incontrarci e credetemi vedere A. e S. con V. e L. contemporaneamente è stato un bel vedere, il Gioco è avvenuto c/o la sede del mio nuovo ufficio (era ancora verginello !!! Chi ? L’Ufficio ovviamente).
I quattro Amici hanno detto che è stata una Magnifica Serata, Organizzata da un Abile Anfitrione come Me (loro testuali parole).
Con Dolcezza e Naturalezza sono riuscito a Coinvolgere le Due LEI, facendole diventare Complici e credetemi l’Apice del Gioco è stato Raggiunto quando in virtù di questa Complicità le Due Ragazze hanno Condiviso i Loro Partner.
Non mi dilungo su i particolari dell’incontro, Vi posso Assicurare che le Due Splendide Ragazze Si Sono Donate Con Reciproca Eleganza, Complicità e Malizia, riuscendo a Regalarci UNA MAGICA ED INTRIGANTE SERA TRASGRESSIVA.
Vi lascio con la promessa di rivederci presto in questa rubrica per raccontarVi di un’altra Splendida Avventura vissuta in compagnia del mio Amico F. con una Bella e Maliziosa Coppia sul Litorale tarantino lo scorso fine Agosto 2007!!!
Vi ringrazio del tempo che avete dedicato alla lettura del mio racconto e Vi lascio con un Piccolo Consiglio:
Per le Coppie “I SINGOLI, NON SONO TUTTI UGUALI, E’ VERO CHE L’ERBA DANNOSA MERITA D’ ESSERE ESTIRPATA E BRUCIATA, MA TRA NOI SINGOLI ESISTONO I DISCRETI, I RISERVATI, COLORO CHE MERITANO DI CONDIVIDERE I Vs. GIOCHI, E QUESTI ULTIMI SONO COME I FIORI, LE PIANTE O GLI ALBERI CHE RENDONO BELLI E PROFUMATI I PRATI”;
Per i Singoli “PER TUTELARE LA CREDIBILITA’ DELLA Ns. CATEGORIA, PROPONIAMOCI CON ELEGANZA ED INTELLIGENZA (BASTA CON QUESTE FOTO DA MACELLERIA NEGLI ANNUNCI), NON INSERITE FOTO RUBATE SU INTERNET O PEGGIO DI ALTRI SINGOLI, NON SIATE INVADENTI (SE NON RIENTRATE NELLE FANTASIE O NEL GRADIMENTO DI UNA COPPIA, NON PERSEGUITATE LE PERSONE) E SOPRTATUTTO SEGNALATE AI RESPONSABILI DEI PORTALI DI ANNUNCI GLI INDIVIDUI CHE ROVINANO LA Ns. CATEGORIA
(LO SAPPIAMO ….. LI CONOSCIAMO ……, POICHE’ LE COPPIE CHE INCONTRIAMO SPESSO SPAVENTATI RACCONTANO GLI EPISODI)!!!
BUONI GIOCHINI A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Trasgressione
Premesso che:
amo infinitamente mia moglie ma che però, per quanto riguarda il sesso la pensiamo in modo molto diverso, non mi pongo problemi se mi capita di farlo con altre persone, e per lo spirito con cui lo faccio non provo alcun tipo di rimorso
Circa dieci anni fa' abbiamo trascorso le vacanze estive in calabria e come sempre era venuta con noi una cara amica di famiglia che chiamerò D (single).
Io pratico molto sport e così anche D, a differenza di mia moglie che invece non gliene può fregar di meno, per cui tutte le mattine verso le 7 io e D uscivamo per un'oretta di corsa
Il percorso, molto bello, attravrsava una pineta fino a sbucare sulla spiaggia, ed a quell'ora era praticamente deserto. Io e D (amica d'infanzia di mia moglie) corriamo assieme da anni, partecipando anche a manifestazioni sportive importanti, ed in compagnia di altri amici ci alleniamo spesso assieme.
Ma torniamo alle vacanze. Correndo si è soliti chiacchierare e con D ho sempre avuto molta confidenza per cui non mi sono mai posto problemi anche a schezare in modo pesante, lei è una donna brillante (mia coetanea) e spiritosa ed abituata a stare in mezzo a noi uomini ed è sempre stata al gioco. Inoltre, avendo avuto molti uomini, è bello farsi raccontare, scherzando, delle sue esperienze. Una mattina eravamo come al solito soli in pineta ed io la stuzzicavo chiedendole di tutti gli uomini che aveva avuto chi aveva il cazzo più grosso e chi l'aveva fatta godere di più, lei ridendo mi rispondeva che erano cazzi suoi e che non poteva dirmelo perchè li conoscevo anch'io, io per provocarla le dicevo che se voleva le facevo vedere e toccare il mio così da poter fare dei paragoni (non lo avrei mai fatto ma lo scherzo è scherzo e a parole ci stà tutto). Il discorso è andato avanti così per un po', fino a che ci siamo fermati per una piccola sosta a fare stratching, io, forse per i discorsi fatti, ero un po' eccitato e, coperto dalla canottiera, avevo il cazzo duro che puntava nei pantaloncini, quando, alzandomi da un piegamento, mi sono trovato davanti a lei che mi guardava fisso proprio lì, la canotta si era sollevata e mostrava chiaramente l'eccitazione, un po' imbarazzato ho tentato di ricompormi ma D non me ne ha dato il tempo, mi ha appoggiato una mano sui pantaloncini e sorridendomi silenziosa a cominciato ad accarezzarmelo, ce l'avevo durissimo, ed ero paralizzato e confuso da quello che stava succedendo. D ha infilato una mano e me lo ha tirato fuori menandomelo un po' poi si abbassata e me lo ha preso in bocca succhiandolo con l'abilità di una pornostar, a quel punto non mi bastava più un pompino e allora l'ho girata facendola appoggiare ad un albero e me la sono scopata alla pecorina. Mentre scopavo mi ha detto di avvisarla quando stavo per venire e così ho fatto, come gliel'ho detto si è sfilata il cazzo dalla figa e me lo ha ripreso in bocca bevendo ed ingoiando la mia abbondante sborrata, ci siamo ricomposti ed abbiamo ultimato (un po' barcollando) l'allenamento.
Da quel giorno abbiamo cominciato a vedreci regolarmente in un motel dove ho potuto constatare quanto fosse troia. le piaceva da matti quando la inculavo e ha voluto farmi provare quel piacere anche a me usando un bel strap-on. Non vi nascondo che la cosa mi è piaciuta e l'abbiamo rifatta più volte Abbiamo avuto anche un'esperienza con un'altra coppia dove io mi sono scopato la moglie di uno mentre lui scopava D, l'abbiamo anche presa in due lui in figa ed io in bocca. Purtroppo, anche se abbiamo fatto sesso, quest'esperienza non ci è piaciuta (quei due erano un po' troppo assatanati e ci è sembrato tutto un po' troppo meccanico) ed abbiamo lasciato perdere. Meglio l'esperienza in tre con un'altra donna avuta successivamente ma questa è un'altra storia, Dopo circa tre anni di queste frequentazioni la cosa è finita, lei si è fidanzata, ma siamo rimasti amici e con la media di una volta all'anno ci vediamo ancora per una bella scopata al motel.
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16 years ago
chinotto,
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L\\\'effetto farfalla
Sapete cos'è l'effetto farfalla? È un postulato matematico della teoria del caos. Una farfalla sbatte le ali in Cina e per una serie di effetti a catena improbabili, ma possibili, si scatena una tempesta in America.
Era un venerdì pomeriggio quando lei decise di incontrarlo. "Si, ma portami in un posto tranquillo, non voglio correre il rischio che ci vedano" gli disse. Lui la portò a casa sua. Era una villetta lontana da sguardi indiscreti. Appena entrò lei avvertì subito che non abitava lì, più dalla temperatura inclemente che dal disordine che regnava. Lui la condusse subito in una stanza da letto, l'unica calda, qui c'era il suo computer, lo stesso che li aveva fatti conoscere. Si sedettero sul letto e si guardarono qualche istante. Cercarono di vincere l’imbarazzo reciproco con frasi quasi scontate, forse banali ma non ci riuscirono gran che. L’atmosfera si stava facendo pesante ma più parlavano più i loro corpi si avvicinavano. Non credeva a cosa stava facendo, lui le si avvicinò e le dette un piccolo bacio sul collo. “Perché non ti allontani, stupida” pensava lei, ma non ci riusciva. L’unica cosa che le uscì dalla bocca fu un sospiro. Lui allora cercò di vincere la sua timidezza e con le labbra tentò di avvicinarsi alla bocca di lei. Sapevano entrambe cosa stava accadendo ma nessuno aveva la forza di ritrarsi. Piano, piano incontrò le sue labbra, dapprima le baciò l’angolo della bocca, poi posò con decisione le sue labbra sulle quelle di lei. Non si staccarono, finche anche le loro lingue, calde e desiderose non si unirono. Fu un bacio profondo e bellissimo. Lui allora, che aveva la sua mano sul viso di lei, cominciò a farla scendere giù per il collo, ultimo avamposto tra mente e cuore, scese fino a sfiorare con timidezza il seno di lei, esitò per un istante…poi riprese, la accarezzò ancora e scese, adesso con più audacia, lungo i fianchi. “di che forme meravigliose è fatto il vento” pensò. Sentì il corpo di lei vibrare e un sospiro le uscì dalla bocca, ormai impegnata a far conoscere profondamente le loro lingue. “Ma cosa ci faccio qui?” pensò lei.
Lei in quello stesso istante si rese conto di non voler essere da nessun altra parte. Lui le accarezzò i fianchi ma la mano, audace non si fermò. Si spostò cercando di sentire il sesso di lei. Le sue gambe vibrarono un po’, ebbe un sussulto, ma non oppose resistenza, e cominciò anche lei con una mano a scoprire il corpo di lui. Sentiva le spalle, piene di vigore, scorrere sotto la sua mano, le sue natiche, dure come il marmo. Ormai erano persi in essi. Piano le sbottonò i tre bottoni del giacchino che indossava e subito le scoprì i seni, meravigliosi, che non poteva far altro che assaggiare. Dopo averli sentiti sotto le proprie mani lui le sfiorò i capezzoli con la lingua, avida come se quello fosse l’ultimo pasto di un condannato. Forse lo era per davvero.
Si accorse, mentre con la mano esplorava il sesso di lei, che il suo corpo si muoveva quasi a cercare un ritmo con la sua mano. Lei che ormai lo amava e lo odiava insieme, fece cadere la sua mano sul suo pene. Lo sentì gemere, e continuò a toccarlo, come se fosse la prima volta che lo faceva, come una adolescente alla sua prima esperienza. Lei allora cominciò ad accarezzare la sua testa mentre egli le baciava i seni, poi cominciò a baciarle l’addome che si muoveva svelto a causa del respiro accelerato. Scese di botto e le baciò il sesso, esplorò con la lingua ogni anfratto di quel bene supremo e si inebriò assaggiando il nettare di lei. Lei con avidità si girò di scatto e lo mise supino, voleva comandare adesso. Gli sbottono la patta dei pantaloni e glie li sfilò. Scoprì quel corpo, giovane e glabro e si chinò su di lui. Fece le stesse cose che attimi prima le aveva fatto lui, baciandolo sull’addome e scendendo con le labbra fino al suo pene. Prima lo baciò piano attraverso i boxer, poi con avidità gli abbassò anche quelli e assaporò tutto ciò che in quel momento voleva. Si, lo amava, lo desiderava e la sua vagina adesso fremeva, non desiderava altro che averlo dentro di se. Si alzò e si mise a cavalcioni su di lui. I loro corpi fremevano, volevano esplodere ma cercarono, senza dirlo mai, di far durare tutto il più a lungo possibile, consapevoli che quello che stava accadendo, forse non sarebbe successo mai più. Ma non sembrò mai abbastanza, i loro corpi avevano ormai preso il controllo ed il piacere di lei esplose en un gemito lungo e sottile. Lui non riuscì allora più a trattenersi e gemette, inondando lei del suo piacere proibito. Rimasero così in silenzio a fissarsi, abbracciati, estenuati e avvinti, maledicendo il primo messaggio che si si erano scambiati. “Non si sarebbero più rivisti”, questo fu il loro pensiero.
Ma la farfalla, aveva già sbattuto le ali.
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16 years ago
admin, 75
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Un sogno dedicato a te ..dolcezza
Ho immaginato di incontrarti in un caffe', ho una gonna un po' corta..autoreggenti nere..velatissime..come ami tu..I nostri occhi si incrociano vogliosi, ci sediamo ad un tavolo abbastanza appartato.Dopo aver ordinato ti avvicini a me,mi accarezzi i capelli e mi sussurri nell'orecchio un tuo desiderio.
..mi chiedi di alzarmi e di andare in bagno, di sfilarmi il mio tanga nero, e di consegnartelo al mio ritorno al tavolo.
C'è uno stato di eccitazione di entrambi che i nostri sessi sono gia' umidi di desiderio.
Sono al tavolo con te e indosso solo quella gonna,mentre le mie mutandine le conservi gelosamente nella tasca della tua giacca.
Cominci a stuzzicarmi e con la tua mano accarezzi prima il mio ginocchio,la coscia e poi sempre piu' su, il tutto di nascosto dai presenti, il tutto furtivamente.
la tua mano sale vorrebbe violare il mio intimo, mentre io cerchi di mantenere un comportamento del tutto naturale, lei impavida sale, cerca, abusa si introduce.Puoi sentire il mio sesso sempre piu' bagnato e voglioso, prendi la mia mano e l'accompagni sul tuo per farti sentire quanto tu sia eccitato..
Vorresti scoppiare ma cerchi di trattenerti.....
All'improvviso ci ritroviamo in una stanza tutti soli, la passione prende il soppravvento.
La mia bocca passa ogni centimetro del tuo corpo, prima il tuo collo, il lobo del tuo orecchio, poi sempre piu giu' fino al torace......I miei seni , i miei capezzoli duri come la pietra.li succhi fino a farmi impazzire, la tua lingua passa vorace all'interno dei miei seni, ma anche all'esterno dove la zona è molto sensibile.
Scendi sempre di piu'..verso il mio ombelico, la lingua entra ed esce da esso, allarghi delicatamente con le mie mani le mie cosce per poter scendere ancora.
Il mio pube, l'angolo delle mie cosce, le mie gambe, sempre piu' giu', i miei piedi, ....................
IL mio SESSO........
Sono bagnata come una fontana, la tua bocca non riesce a staccarsi da lei, lecchi con voglia le mie labbra, le grandi.....le piccole, le succhi.le maltratti dolcemente, penetri con la tua lingua all'interno sempre di piu' facendo piccoli vortici che si allargano sempre di piu'.Vorresti farni venire gia' cosi'.....t bacio dappertutto..ti lecco dappertutto....scendo sempre piu' giu..sento il sapore della tua pelle..le mie mani dapperutto..ti esplorano..e la mia lingua scende..scende..sul tuo sesso..sulle tue natiche..dietro..ti lecco ancora..come ami tu..
.............................
mi giri cominci a baciare la mia schiena, scendi fino alle mie natiche le baci, le lecchi. Allarghi piano il mio sedere per poter passare la mia lingua sempre piu' vorace.Lecchi il mio sesso da dietro , ma non risparmi certo il mio culetto che attende le mie attenzioni.
Anche li la tua lingua penetra come nel burro.
Appoggio il tuo sesso sul mio corpo, sempre in quella posizione lo fai penetrare nel mio culetto bagnato degli umori del mio sesso, mentre una tua mano raccoglie il mio seno e l'altra gioca imperterrita con il mio clitoride.
ti giri ed io ti salgo sopra e mi penetro cosi sempre piu' in profondita'.
MI muovo sapientemente alla ricerca del nostro piacere le tue mani cercano il mio seno, la tua bocca i miei capezzoli e la mia bocca, dove le tue dita cercano di penetrare per essere succhiate come fossero un fallo.
su, giu', su ,giu' posso sentire il mio umore inondare il tuo sesso le mie grida di piacere..........mi gridi mi supplichi di farti venire................Aumento sensibilmente la mia cavalcata........ti sembra di scoppiare.........non resisti ............e veniamo in preda a sensazioni estreme.
Ma vuoi farmi assaggiare il tuo sapore quindi accompagni la mia bocca sul tuo sesso per farti ... ripulire e farmi assaporare cio' che ti appartiene.
baci ..tesoro mio..
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16 years ago
admin, 75
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La sorpresa
Quella mattina Rita era strana, c'era molta eccitazione nei suoi occhi, la salutai come tutte le mattine prima di andare a lavoro e lei mi disse:
"Oggi torna un po' prima che ho una bella sorpresa!"
Così feci, la sera tornai a casa un paio d'ore prima, tutto era stranamente silenziosa, Rita mi accompagnò in camera da letto, arrivati lì mi disse "Ora farai tutto quello che ti dico io!".
Mi fece sedere per terra con la schiena poggiata al letto, poi mi bendò e mi legò le mani al giro letto, cominciavo ad avere una vaga idea di quello che poteva essere la sorpresa, in fondo sapevo che Rita era una gran porca, ma la mia idea era lontana anni luce dalla realtà che di li a poco avrei scoperto.
Immobilizzato e cieco, sentivo dei rumori concitati, ad un certo punto un piede cominciò a carezzarmi il viso, "Annusalo" disse Rita, era un piede fasciato da morbide calze il suo odore me lo fece diventare subito duro, era un odore che conoscevo molto bene, era il piede di Rita, sentivo il cazzo che mi si gonfiava e spingeva, ma immobilizzato com'ero, non potevo nemmeno sfiorarlo. Quell'odore mi entrava dentro e mi scuoteva, Rita aveva sempre saputo quanto mi arrapasse l'odore dei piedi di una donna, improvvisamente un altro piede cominciò a sfiorarmi da prima in petto, poi saliva sempre più su verso la mia faccia, Rita mi ordinò: "Annusa e bacia anche questo", in quel momento ebbi una sorpresa che mi lasciò quasi di stucco, annusai quel piede, ma l'odore che salì mi era nuovo, mai sentito prima, stavo annusando il piede di qualcun'altra, mia moglie aveva portato qualche sua amica per divertirsi.
L'odore di questo piede, per me nuovo, mi fece eccitare come non mai, avevo i piedi due donne sul viso e quegli odori che si fondevano mi stavano stordendo, sentii delle mani che iniziavano a spogliarmi, "no, non è possibile!" pensai, i piedi erano ancora sul mio viso, doveva esserci una terza persona, mi spogliò completamente, il mio cazzo ora era duro e teso nell'aria. Sentii altri due piedi che iniziavano a carezzarlo!
Rita disse: "Ora puoi guardare!" Mi strappò la benda dagli occhi, venni investito da un'immagine che mi eccitò fin nel profondo: Davanti a me erano sedute in tre, tutte e tre vestite solo di calze autoreggenti, la prima era mia moglie Rita, sapevo già che fosse porca, ma non immaginavo fino a questo a punto, la seconda era Francesca, la ragazza di un nostro amico, era suo il secondo piede che mi avevano fatto annusare, avevo sempre sospettato che dietro quell'aria da ingenua ci fosse nascosta una grandissima padrona , la terza era Cristina, la migliore amica di mia moglie, lei mi stava carezzando il cazzo con i suoi piedi.
A quella vista la mia eccitazione superò ogni limite, cominciai ad annusare baciare e leccare quei due piedi che avevo vicino al naso, Rita continuava a dirmi "ti piace verme schifoso eh?" ed ancora "oggi sarai il nostro schiavo!", poi fece togliere il piede dalla mia faccia a Francesca e disse a Cristina di mettere il suo "Annusa il piede della mia amichetta, è una settimana che non li lava, apposta per te! Forza!" un nuovo odore intensissimo mi entro entrò dentro!
A quel punto Rita rivolta alle altre due: "Ora basta con i piedi, mettevi sedute, che ci facciamo leccare per bene!" E così si misero sedute tutte e tre a cosce aperte, con quelle fiche scure in mostra, bagnate ed odoranti di sesso, iniziai a leccare quella di Rita, gli passavo la lingua intorno al clitoride ed intanto con un dito all'interno la sditalinavo a dovere, la bocca iniziò a riempirsi di quel sapore dolciastro il sapore della fica di Rita, quanto mi piace, mentre facevo questo, le altre due si misero sotto di me ed iniziarono a succhiarmi il cazzo a turno un po' per uno, sentivo le loro lingue che scorrevano sulla mia cappella gonfia. A quel Punto Rita scostò la mia testa dalla sua fica, "Ora lecca la sua!" Indicando Francesca, Francesca si sedé sulla sedia a cosce aperte, aveva una fica pelosissima e riccia, Iniziai a leccargliela era bagnata fradicia per l'eccitazione, lei aveva un sapore più pungente, mentre gliela stavo leccano Rita tirò fuori due enormi cazzoni finti, uno lo indossò e iniziò ad infilarmelo nel culo violentemente, "prendilo tutto verme!" continuava ad urlare, sentivo quell'enorme cazzo nel culo, mi faceva un po' male ma il godimento che provavo era superiore al dolore, a quel punto Rita prese il secondo cazzone e disse a Cristina "Vieni qua, mettiti a pecora!", e gli infilo quell'altro enorme cazzone nel culo tutto insieme, per il dolore Cristina sobbalzò e gli uscì una lacrima, ma Rita continuava a stantuffarglielo nel culo, a quel punto il viso di Cristina si fece rosso, il godimento aveva preso il posto del dolore, e anche lei cominciò a muoversi per sentirsi scorrere quei due cazzoni nel culo. Rivolta a me Rita disse "Smetti di leccare la fica a Francesca, e vieni qua a leccarla a quest'altra porca!", e così mi misi sdraiato sotto Cristina, e iniziai a leccargliela, era bagnata e la sua fica si muoveva a ritmo delle botte che gli dava Rita, ogni tanto delle grosse gocce cadevano e mi riempivano la bocca, mentre facevo questo, Francesca si alternava un po' leccava il culo di Rita e un PO' mi succhiava il cazzo, a quel punto Cristina venne, inondandomi la bocca, Rita tirò fuori il cazzo che aveva infilato nel culo di Cristina, mi guardò e Mi disse "Devo sciacquarti la bocca, ce l'hai piena del succo di questa porca!" E così mi fece sdraiare, si accucciò sopra di me e iniziò a pisciarmi in bocca "Bevila tutta Porco!", a quella vista Cristina iniziò a pisciare nella bocca di Francesca che nel frattempo si era messa a cavallo sul mio cazzo, ficcandoselo ben bene dentro la fica, e così mi trovavo tutta la piscia di Rita in bocca e quella di Cristina che colava addosso a Francesca e finiva per inzupparmi per bene, una volta che ebbero finito tutte e due di pisciare, Rita e Cristina iniziarono a leccarsi la fica a vicenda, intanto Francesca si alzo in piedi ed mi prese la testa e mi premette la faccia con forza sulla sua fica, sentii un sapore acidulo in bocca, si anche lei mi stava pisciando in bocca, Rita, che intanto se la faceva leccare da Cristina, mi disse "Bevi tutto il piscio di quella porca di Francesca, non farne cascare nemmeno un goccio", per quanto mi impegnassi a ingoiare quella cascata di piscio, inevitabilmente un po’ fini per colarmi addosso e poi per terra, Rita se ne accorse, appena Francesca ebbe finito di pisciare mi fece pulire per bene la sua fica con la lingua, e poi ci mise a tutti e tre, io, Francesca e Cristina a leccare tutto il piscio dal pavimento, mentre lei con un piccolo frustino, ci frustava sul culo. Appena finito, Rita mi disse "Ti avevo detto di non farne cascare nemmeno una goccia, ora sarai punito", tirò fuori i due cazzoni di prima più un terzo, e li indossarono tutte e tre, "ora sarai la nostra troia" disse Rita, e vidi le facce di Francesca e di Cristina illuminarsi di un sorrisetto sadico.
Si rivolse quindi alle altre due: "Scopatevelo per bene", la Prima a scoparmi fu Cristina, m’infilò violentemente il suo cazzo nel culo e cominciò a spingere come se volesse spaccarmelo, Francesca intanto si mise davanti a me e mi disse "Succhiamelo troia!" intanto Rita cominciò a Succhiarmelo, e come me lo succhiava bene, stavo godendo come il porco che sono, Francesca e Cristina si scambiarono il posto e Francesca mi inizio a inculare ancora più violentemente di Cristina, mentre Cristina me lo faceva succhiare. A quel punto Rita si alzo e ci mise tutti e tre vicini a Pecora, tolse il cazzo alle altre due, infilò il suo nel mio culo, e con le mani spinse gli altri due nei culi di Cristina e Francesca, godevamo tutti e tre e le due troie intanto si sditalinavano e venivano strillando di piacere. Allora Rita tolse il suo cazzo mi girò e s’infilò tutto il mio cazzo dentro, cominciò a saltare su e giù finché non venimmo insieme, il mio cazzo sembrò esplodere in fiume di sborra che riempì la fica di Rita, che se la fece pulire immediatamente dalle abili lingue di Francesca e Cristina.
Ormai allo stremo delle forze avevo goduto tantissimo, e pensavo "Ed ora quale sarà la prossima sorpresa di mia moglie?"
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16 years ago
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Gnatas
Dopo un paio di giorni di assestamento nella nuova città, decisi di iscrivermi in palestra. Mi sarebbe servito per rilassarmi un po’ dopo il lavoro oltre che mantenermi in forma. All’ingresso, mi accoglie una simpatica segretaria che dopo avermi mostrato il locale, completa la mia iscrizione e mi consegna le chiavi dell’armadietto. Una volta in sala attrezzi, mi sento un po’ sperduto finché non si presenta un istruttore, che mi consiglia di iniziare facendo 10 minuti di tappeto.van Dopo aver terminato il riscaldamento inizio gli addominali. Mentre facevo le mie flessioni portando a fatica, le spalle verso le mie ginocchia, mi accorgo di una figura che mi osserva alle spalle. Una volta terminato l’ esercizio, si presenta dicendomi che è un istruttore. Gli chiedo di ripetermi il suo nome, perché la prima volta non lo comprendo. Mi rispose sorridendomi di chiamarsi Gnatas.
Subito, mi diede l’idea di una persona educata e simpatica. Mi disse che ora mi avrebbe seguito lui e che mi avrebbe fatto una scheda personalizzata. Mentre continuai gli addominali, stavolta eseguendo quelli bassi, portando le gambe al petto, mi diede l’impressione che mi stesse guardando il sedere. Un impressione che si tramutò in imbarazzo quando facendomi fare i glutei, me li tastava ripetutamente per controllare che facessi bene. Mi disse che avrei dovuto concentrarmi molto sul sedere perché secondo lui era molto sodo. Lo ringraziai, cercando di farla sembrare una cosa normale.
Mi portò ad un altro attrezzo ed anche lì mi fece fare la parte esterna del gluteo. Intanto, mi faceva compagnia parlando dell’alimentazione. Inizialmente, pensai che fosse gay, poi, venne una ragazza bellissima che mi tolse tutti i dubbi. Si avvicinò a noi, lo bacio sulle labbra e lo ringraziò per la notte precedente. Lui, ricambio, senza mostrare eccessivo entusiasmo e disse che era impegnato a seguirmi. Incuriosito gli chiesi se era la sua ragazza, e mi disse che era solo una amica e che aveva passato una notte di sesso con lei. Gli dissi che era molto bella e, non so perché dissi che aveva un bel culo. Lui sorrise dicendomi che io lo avevo più bello. Il mio volto immagino, mostrò tutta la mia sorpresa, perché lui continuò chiedendomi perché avessi quell’espressione.
Imbarazzato gli dissi che non mi aspettavo quel complimento. Lui invece, insisteva, dicendo che lo sapessi e per questo lo mettevo in risalto con quel pantalone bianco quasi aderente. Mi prese in contropiede, effettivamente quel pantalone era quasi una taglia più bassa, ma lo avevo comprato in saldi senza misurarlo il giorno prima. Cercai di cambiare il discorso e lui fece altrettanto. Ma quell’allenamento fu per me estremamente imbarazzante. Lui era sempre al mio fianco ed addirittura mentre feci i tricipiti con un attrezzo, lui si misi dietro di me appoggiando il suo pene al mio culo. Quel gesto mi fece impazzire. Ero eccitato e confuso. Non so cosa mi prese. Invece di reagire in maniera consona, non dissi nulla. Lui, preso conforto da quella situazione ed insisteva sempre più.
Mentre con le mani seguiva il movimento dei miei tricipiti, il suo pube era stretto a me. Quando terminò mi disse “Sei stata bravissima”. Io mi sentii crollare. Si era rivolto a me , con un femminile. Poi aggiunse “..Jenny”. E mi aveva anche dato un nome da donna. Rimasi immobile senza dire una parola. Poi lui mi indicò una panca e disse che avrei dovuto fare i pettorali. Confuso mi sdraiai e appoggiai le mani al bilanciere, quando vidi che si misi alle mie spalle, per aiutarmi mantenendolo dall’alto. Lì notai per la prima volta il suo pacco. Sembrava enorme e che stesse per esplodere. Lo fissai per tutto il tempo, senza accorgermene. Fu lui sorridendo che mi disse che era terminato l’esercizio. Non so spiegare il mio stato d’animo del momento. Vergogna, eccitazione, confusione.
Dopo aver fatto tre volte quell’esercizio, tutte e tre le volte mi ero perso in quella visione. Alla fine, presi coraggio e cercai di allontanarmi, quando lui venne verso di me e disse: “Dove vai Jenny?”
Balbettando dissi che dovevo andarmene, che era tardi. Lui mi prese e disse che avevo finito l’allenamento e che avrei dovuto fare una sauna. Risposi che non l’avevo acquistata e che non importava. Mi disse che era un omaggio e che avrei dovuto farla subito, altrimenti non aveva effetto.
Mi feci convincere, anche perché mi avrebbe rilassato un po’. Quindi entrai negli spogliatoi, presi l’accappatoio ed inizia la sauna, chiudendo a chiave la porta. Una volta dentro mi sentì rilassato e mi ritrovai a pensare a quello che era successo in sala. Ma che avevo fatto? Ho sempre avuto delle fantasie , ma non ho mai manifestato comportamenti ambigui. Come aveva fatto quel tipo ad indurmi ad accettare quelle cose. Mi aveva dato un nome da donna, me lo aveva appoggiato dietro ed inoltre aveva un pacco enorme. E non potevo smettere di pensarci. Quando all’improvviso la porta si aprì. Entrò in accappatoio e guardandomi disse “Ciao Jenny.” Sorpreso gli dissi che la porta era chiusa a chiave, ma lui rispose che aveva tutte le chiavi.
Proprio tutte!. “Sei bellissima” – aggiunse. Io, balbettando risposi “Gnatas..scusa non capisco..” “Presto capirai, tesoro..” . La sua sicurezza era inebriante. Sembrava tutto già deciso. Si tolse l’accappatoio e si sedette sulla sdraio. Lo vidi nudo. Piuttosto vidi il suo pene eretto. Enorme. Gli arrivava quasi fino all’ombelico.” Ora Siediti Jenny!” – mi ordinò. Confuso, obbedì. Ma mentre mi stavo per sedere al suo fianco sull’altra sdraio, lui col dito fece cenno di no. “Ma avevi detto di..” lui interruppe la mia frase e mi disse “Siediti qui!” indicando il suo pene eretto. Trasalì, non potevo credere alle mie orecchie. Mi aveva ordinato di sedermi sul suo cazzo. E con che sicurezza! Come se fosse una cosa naturale. Mentre pensavo, mi accorsi di trovarmi in piedi sopra di lui, con il mio sedere sopra il suo pene.
Lui intanto se lo toccava, e immagino inumidendolo un po’. Mi abbassai con calma, chiudendo gli occhi. Lasciando che il mio peso mi aiutasse a prenderlo dentro. Scivolai cosi lentamente che il tempo sembrò non passare mai. Mi ritrovai sopra di lui con parte del suo membro dentro di me. Con tono gentile e premuroso mi chiese se mi faceva male, tradendo una grande eccitazione. Risposi che non mi faceva tanto male, ma più che una risposta era un gemito, un languido sussurro. Mi sentivo ormai una donna e pronta per essere trombata. Mi sentii preso da una voglia di sesso irrefrenabile e mi girò vorticosamente la testa. Incominciai dalla prima volta in questa serata a sentirmi padrone della situazione ed iniziai a cavalcarlo con furia.
Non credo se lo aspettasse, perchè fu sorpreso dalla mia intraprendenza. Saltellavo su e giù sul suo cazzo, stringendo i miei solidi glutei.Mi appoggiai sul suo petto, cercando di far entrare quanto più cazzo dentro di me. Mi immaginavo di possederlo tutto nel culo, ma sapevo che non era così. E cercavo ogni volta di migliorare la mia meta, alzando ancora di più il sedere e divaricando il più possibile le gambe. Ogni volta lo sentivo scivolare un po’ più dentro, come se fosse risucchiato. Intanto lui mi strinse i glutei con le mani, come per trattenermi ed aiutarmi a prenderlo sempre più dentro.
Mugolando mi dice : ”Sei proprio una grandissima Troia” .Invece di offendermi , quelle parole mi eccitarono e gli risposi che aveva ragione che ero una Troia, una lurida puttana e che avevo voglia del suo cazzo. Sentirmi un corpo estraneo dentro il sedere, mi rendeva un’altra persona. Una persona che forse nascondevo da tanto tempo. All’improvviso lui mi spinse, come per scostarmi ed io mi alzai, sentendo il suo cazzo che usciva. “E’ troppo grosso per te..” Rimasi deluso ..e dissi che non era vero che lo avevo avuto tutto nel culo. Lui scoppio a ridere.”Oh..Jenny..lo hai solo assaggiato..” poi si alzo lasciandomi sedere sulla sdraio.”Non sei ancora alla sua altezza..”
Era rivolto verso di me in piedi con le gambe aperte, con le mano sui fianchi, mentre io seduto lo guardavo dal basso timidamente negli occhi. Non sapevo cosa fare. Mi disse di baciarlo. Io eseguii, baciando il suo membro come ipnotizzato. A quel punto la mia eccitazione raggiunse un limite mai provato, perché addirittura apri la bocca e glielo leccai. Non so cosa mi aspettavo, ma la sua reazione fu inaspettata. “Ma che fai Jenny?”.
Tiro indietro il membro e aiutandosi con le mani mi schiaffeggio con la sua asta poi disse di guardarlo negli occhi, mentre intanto incominciò a masturbarsi. “Ti ho detto di leccarlo?” Non risposi, ma con la testa feci un cenno negativo. “Esatto..quindi non lo devi fare.” Quel suo tono autoritario mi faceva sentire debole e protetto allo stesso tempo. Abbassai gli occhi e vidi il suo pene enorme furioso tra le sue mani, come se fosse pronto ad esplodere. “Guarda me!Non guardare il mio cazzo!”. Mi feci forza, ed alzai lo sguardo. “scusa, non volevo..” Quel mio modo di fare, penso, lo eccitò enormemente perché non riusci a tratternersi ed il primo fiotto centro la mia bocca ancora aperta, poi i successivi mi colpirono tutto intorno al viso, mentre stavo sputando il primo getto.
Mi portai le mani al volto per proteggermi, ma ormai era fatta. Avevo il viso inondato di sperma ed ora anche le mie mani lo erano, nel tentativo di toglierlo. “Che..cosa hai fatto?..va..vattene via..via!!” mi ritrovai a piagnucolare ancora ai suoi piedi, mentre lo vedevo che si chiudeva l’accapatoio e si avviava verso l’uscita. “D..dove vai?” dissi mentre mi ritrovavo solo in quella sauna, in ginocchio, fissando le mie mani inpastricciate. Appena ripreso andai subito a sciaquarmi. Mi asciugai con l’accapatoio il più possibile ed andai di corsa nello spogliatoio.
Lì, mi vestìi frettolosamente, senza fare la doccia, cercando di non attirare l’attenzione, ma mi sentìi gelare quando senti una voce dietro di me, mi chiese come stavo. Era l’istruttore , che aveva visto i miei occhi lucidi. Dissi che avevo mal di testa e non vedevo l’ora di tornarmene a casa. Mentre cercavo di andarmene, evitando la conversazione vidi Gnatas, che usciva dalla doccia, che si massagiava il pacco e mi osservava. Senza continuare il discorso, presi la borsa e me ne andai a casa.
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16 years ago
vanesia281191,
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Tutto cominciò così...
Una sera d' estate ero seduto nella mia auto in un parcheccio della città. Quando arriva un' auto con a bordo una coppia e si ferma non troppo lontano da me...
A quel punto pensai ad una coppia che doveva solo parlare. Dopo qualche minuto il mio telefonino si illumina, lo prendo per dare un' occhiata e trovo una richiesta di accesso tramite bluetooth, pensando si trattasse di un errore o di un virus non accetai. Sul telefonino però ricomparì dinuovo quella scritta di richiesta questa volta incuriosito accettai.... il mandante era:" coppia Vogliosa ". Quando apro il file ricevuto mi trovo davanti uno splendido seno con una mano che lo toccava. I miei pensieri a quel punto hanno cominciato a fluttuare, il cuore impazza all 'inverosimile, ogni senso era all' erta... non sapevo cosa fare allora decisi di inviare un messaggio sempre tramite bluetooth, dicendo che ero un ragazzo e che forse avevano sbagliato...
lo sapete cosa mi hanno risposto? " seguici con l 'auto "
gli ormoni si scatenarono,il sangue romba nelle orecchie,brividi freddi..caldi...sconquassano.....un fuoco divampa... le auto si mettono in moto ed io comincio a seguirli, mi conducono in un' altro parcheggio un pò più isolato dove la luce era più lieve. arrivati mi hanno fatto segno di affiancarmi, e dai finestrini chiusi sgorgo il viso di una signora molto affascinante più o meno sui 38 anni distinta... i battiti aumentano, i finestrini si abbassano la luce si accende e i loro corpi si iniziano a denudare. Nella mia testa viaggiavano milioni di pensieri ma quello più intenso era quello di non essere un rozzo e volgare , allora scendo dalla macchina e mi avvicino al loro finestrino ed inizio a guardare mentre lei con molta calma ma con molta fame lo prende in bocca al suo uomo e mi guarda dritto negli occhi. io inizio a farle i più dolci e intriganti complimenti che una donna potesse ricevere... era bella da togliere il fiato, linee morbide e sensuali, un seno favoloso pelle dorata... sembrava un' angelo... lei apri lo sportello e incominciò a toccarmi, ad aprire i pantaloni, poi accarezzo i miei boxer sempre guardandomi negli occhi,... io impazzivo... mi abbassò con modi dolci anche il resto... ero nudo li davanti a lei... lo accarezzo con le labbra poi incomincio a scivolare con la bocca... tutto questo senza mai parlare solo attraverso sguardi e gesti. Mi prese la mano e mi fece sedere sul sedile anteriore e lei si mise su di me! La mente era annebbiata... sospesa....brividi che oltrepassano l' anima..... iniziammo a fare l' amore... era estate faceva caldo i corpi erano umidi e morbidi i suoi seni davanti a me che ondeggiavano... Bhè sapete una cosa ? con quella coppia siamo rimasti ancora in contatto e ci vediamno spesso...
LA MIA PRIMA ESPERIENZA... TUTTO COMINCIO' COSI PER CASO...
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16 years ago
admin, 75
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Trasgredire è un\'arte!
Conosco bene il mio ruolo, non do niente per scontato: una telefonata, un incontro e poi sarà quel che sarà...
Credo sia un momento piacevole da gustare tutti insieme e magari da ripetere. Non sono libero, quindi non cerco guai.
Le mie fantasie vanno da una camera ad un parcheggio, da un cinema ad un negozio dove esibire la sensualità senza volgarità ma con quel pizzico di follia che può suscitare forti emozioni, fino a portarci dove i sensi vengono meglio appagati...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Sesso orale...
Quella fù la nostra prima volta con un singolo. Ci siamo conosciuti in un giardino di Settembre scorso. Era una serata tranquilla di quelle che fanno sognare...
Ad un certo punto un uomo 50 enne ci propone un gioco erotico. Guardare noi due durante il nostro rapporto.
Siamo andati a casa sua e nel semibuio della camera da letto noi due (coppia di coniugi) ci siamo spogliati e baciati... . Lui stava in piedi e si masturbava. Ad un certo punto si è avvicinato molto al letto e Lei gli accarezzò il pene. Poi iniziò a spompinarlo, passando il pene a lui. Dopo qualche secondo l'uomo si sdraiò sul letto in mezzo a noi.
Abbiamo succhiato entrambi volentieri il suo pene che a dire la verità era un pò molle.
Eravamo affamati di un gioco trasgressivo...
Fù eccitante! ogni tanto bisogna giocare un pò. Perchè non ripetere un'esperienza del genere?!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Finalmente un po di creatività
il mio desiderio l ho espresso nel confessionale. mentre scrivevo pensavo: tanto non risponde nessuno.
eppure non mi faccio capace ancora come , veramente, non ci sia qualcuno che , in un sito che sembra senza schemi , poi sia creativo.
sveglio , per lavoro al mattino presto , mi capita di avere voglia di un imprevisto, di qualcosa di fantasioso che non mi faccia andare al lavoro.
cosi ho confessato , nel confessionale , il tutto.
qualche giorno fa , come al solito, metto il caffè sul fuoco ed apro il computer per eventuali comunicazioni di lavoro e poi anche x un giro su questo sito.
ho un messaggio , leggo :
noi stamani abbiamo voglia di trasgredire, tu veramente vuoi?
erano le 5,30 del mattino , il messaggio era arrivato 5 minuti prima.
sicuramente si risposi. immediata la risposta : hai msn per comunicare piu veloce? ci spostammo li.
era il lui di coppia che mi diceva di aver letto insieme a lei il messaggio qualche giorno prima e di essersi svegliato con la voglia di trasgredire, aveva svegliato la lei che molto decisa aveva detto di si.
addirittura la lei , senza sapere se c ero o meno aveva incominciato a scegliere cosa mettere. mi disse che il messaggio li aveva stuzzicati entrambi.
mi disse di dove erano e che se , volevo potevo raggiungerli subito.
ci demmo appuntamento in un luogo scelto da lui.
il tempo di fare la barba e la doccia ed ero partito.
durante il tragitto ero incredulo e contento di aver trovato qualcuno fuori dai soliti schemi , certo rimaneva il fatto di piacersi(io non sono un super uomo esternamente) anche perchè lui mi aveva anticipato che lei era molto bella.
arrivato nel luogo deciso , lo chiamo al telefonino e dopo poco lo vedo arrivare a piedi. parcheggio e , vedendo un bar aperto , propongo di bere un caffè ma lui mi dice che faremo colazione a casa sua.
durante il tragitto mi chiede di me , cosa faccio , le mie esperienze.
poi mi parla di loro di questa voglia di qualcosa di fuori dagli schemi per rompere i ritmi del lavoro e mi dice che quando arriveremo a casa non vedro subito lei in quanto intenta a preparare se stessa e la colazione.
gli confermai che per me non c erano problemi.
arriviamo , bella casa , decisamente, ben arredata c è un grande salone dove mi fa accomodare e poi mette un dvd raccomandandomi di guaradarlo con interesse visto che era stato fatto per scherzo con lei che si presentava ad un ipotetico lui che avrebbero incontrato.
si allontano con la scusa di dare una mano alla lei.
il dvd parte e mi appare una bella donna, capelli media lunghezza, un viso ben truccato(racconto proprio la sequenza con cui si vedevano le cose) , occhi profondi,una giacca con una camicia sbottonata abbastanza da far intravedere un seno stupendo , una grossa cinta , una gonna appena sopra il ginocchio(un tubino), calze nere(solo dopo scopriro con la riga) , decolte attaccato alla caviglia con tacco alto.
decisamente troppo per me, pensai.
a questo punto lei , nel video , comincia a raccontarsi mentre cammina un po avanti ed indietro, e poi si avvia alla sgabello alto che avevano vicino all angolo bar.
si accomoda , accavalla , maliziosamente le gambe, comincia a sbottonare ulteriormente la camicia.
nel frattempo arriva lui che chiamero guido , per comodità, mi chiede un primo parere che , ovviamente , non puo essere che positivo.
mi dice che lei è pronta e che possiamo andare.
apre la porta della cucina , entriamo ma non intravedo nessuno, poi girando l angolo vedo un tavolo e , con immensa sorpresa, la lei stesa su di esso. un cuscino sotto la testa, le gambe in posizione chiusa ed eretta, i piedi appoggiati sul tavolo stesso e poi i due sedi sodi ricoperti di crema da un lato e, penso, cioccolata dall altra.
mi presenta , lei mi da la mano e fa per darmi un bacio sulla guancia , ovviamente mi piego e subito le sfioro la guancia.
ci chiede di accomodarci, lei non si puo muovere e mi chiede se mai avessi fatto colazione cosi , decisamente mai le confermai.
aveva messo dei biscotti , del caffè , dei cucchiaini.
servitevi pure disse. presi un primo biscotto che passai sul seno a me vicino che era quello con la cioccolata , le venne la pelle d oca e cominciai a mangiare lentamente, parlando con lei per fare conoscenza.poi decisi di prendere un po di crema , andai al lato opposto e , questa volta, presi la crema con la bocca.
lei ebbe un fremito e guardo suo marito. poi mi chiese se avessi voluto dei cornetti le dissi che se li aveva andava bene , altrimenti non c era nessun problema.
fu allora che apri per la prima volte le gambe e le distese, mi disse :ne ho solo uno e lo tenuto in caldo qui.
in realtà lo aveva infilato per metà in vagina , mi disse se lo vuoi sarà un po bagnato pero.
cosa cè di meglio dissi , riguardo il lui di coppia e gli disse : penso sia finalmente la persona giusta.
poi tocco a me stupirla, le chiesi se avesse voglia di bagnarlo ancora di piu con un altro liquido.
il viso fece un espressione estasiata , mi chiese se veramente volevo e mi confermo che le sarebbe piaciuto molto anzi moltissimo.
mi sedetti a capo tavola, la spostai piu verso di me e cominciai a mangiare la parte esterna mentre il lui le aveva dato in bocca il suo attrezzo.
precedentemente le avevo detto che non mi doveva dire quando avrebbe bagnato il cornetto e di farlo quando sarei arrivato alla parte piu interna.
prima di mangiare la parte interna , leccai l esterno della fica completamente depilata , mentre lo facevo vedevo che lei inarcava il bacino e cercava di spingere fuori il restante cornetto , un invito a mangiare , forse non vedeva l ora di bagnare il tutto , l accontentai e quasi subito mangiai il piu bel cornetto inzuppato della mia vita.
poi , finito il cornetto le chiesi di continuare con il suo liquido mentre era sul tavolo.
una volta finito , lei si alzo , mi bacio in bocca e poi con la lingua mi ripuli la faccia bagnata.
poi mi chiese se volevo prenderla li vicino al tavolo.
volli prima leccarle il seno al sapore ci crema e cioccolata e poi lei si piego e volle in bocca il mio attrezzo.
era stupenda scendeva giu fino in fondo ,lentamente, con le labbra avidamente attaccate per non perdere un solo centimetro.
dovetti fermarla e le dissi d indicarmi un bagno.
lei apri la bocca e mi disse falla qui!
non potete immagginare il mio stupore , ci conoscevamo da pochi minuti è gia eravamo ad un livello cosi alto di trasgressione.
venne ancora piu sotto e mi chiese d iniziare.
con molta fatica , perchè eccitato, uscirono prima poche gocce a spruzzo e poi una copiosa e liberatoria fontanella.
il marito , nel frattempo , si masturbava.
poi volle che la prendessimo li , in terra tutti e due , uno per buchino.
ma , questa è un altra storia............
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7
16 years ago
soloqualita, 66/66
Last visit: 3 days ago -
La piscina 1
Ah che palle la piscina! Ma non ho alternative. Sono un po’ soprappeso e se non voglio avere troppa pancetta devo sottopormi alla tortura, più mentale che fisica, di un’ora di nuoto libero un paio di giorni a settimana. Poiché faccio il libero professionista ho tempo quando capita e devo quindi trovare delle piscine libere un po’ a tutte le ore del giorno. La scelta è caduta su una piscina termale annessa ad un albergo che consente l’accesso, in numero limitato, anche a persone non ospiti della struttura.
La cittadina termale dove sorgono questi alberghi, non è lontana da dove abito ed ospita sempre molti tedeschi e austriaci, per lo più anziani, che godono delle varie cure di natura termale che vengono offerte.
La piscina è bella larga, ci sono sei corsie ed è lunga 25 metri; l’acqua è termale e quindi ci si nuota molto bene; il fatto è che ci si annoia. Su e giù, pausa, su e giù, pausa, e così via finché l’orologio non ti informa che sei riuscito a nuotare una buona oretta.
L’altro giorno sono riuscito ad andarci a metà mattina. C’erano poche persone, quattro o cinque vecchiarde di lingua tedesca e, oltre a me tre maschietti. Ho trovato posto in una corsia occupata da uno dei tre maschi, un tipo di poco più alto di me, più slanciato e con qualche anno più di me (intorno ai quaranta), capelli brizzolati.
Un paio di volte ci eravamo toccati incrociandoci e lui aveva biascicato uno “scusa” con un leggero accento tedesco. “Un altro crucco” pensai. Sentii parlare gli altri due maschietti e anche loro erano tedeschi e scherzavano su qualcosa che era capitato ad una delle vecchiarde. “Cazzo!” pensai “Stai a vedere che sono l’unico italiano!”.
Mancavano pochi minuti allo scadere dell’ora che mi ero prefissato per nuotare, quando gli altri due maschi lasciarono la piscina e andarono negli spogliatoi. Nuotai ancora per cinque minuti poi anch’io uscii seguito quasi subito dal brizzolato tedesco compagno di corsia.
Negli spogliatoi mi presi tutto l’armamentario per fare la doccia e mi avviai a lavarmi. Al locale si accedeva tramite una porta, tipo saloon, di vetri smerigliati e sui due lati c’erano quattro docce parte per parte. I due tedesconi stavano finendo di fare la doccia e continuavano a ridere e scherzare tra di loro. Passai in mezzo ai due e mi sistemai nell’ultima doccia in fondo, tolsi il costume da bagno e aprii l’acqua calda lasciando che scorresse sopra di me, poi regolai la temperatura e mi girai a guardare gli altri due. Il mio sguardo corse verso i loro piselli . Erano diversi, uno era lungo e un po’ incurvato, l’altro era grassoccio e più corto. Li guardai a fondo e mi nacque il desiderio di prenderli in mano e di toccarne la consistenza fino a sentire che crescevano sotto il mio controllo; ma cercai di cacciarlo perché un po’ mi faceva venire alla mente ricordi della mia adolescenza, ricordi che avevo accantonato.
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16 years ago
ettoreschi,
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Last visit: 2 years ago
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Piacere riflesso
Attraverso il corridoio di casa Sua. Entro nel soggiorno. Lui è lì, seduto sul divano blu.
Sapevo essere un giorno speciale per me, ma non sapevo che ne avrei capito il motivo semplicemente varcando la soglia di casa Sua.
Lei è in ginocchio di fronte a Lui. Le sue ginocchia posano su un morbido cuscino. Penso che deve averlo riposto Lui sul pavimento; un premuroso ed elegante gesto. Lei ha il capo chino sulle Sue gambe. Lui mi saluta e mi dice di sedermi al Suo fianco.
Appoggio la borsa a terra, tolgo il cappotto e mi siedo accanto a Lui. Mi avvicina a sé con una mano mentre l’altra afferra i capelli di lei, ancora china e impegnata ad assaporare il Suo Membro. Mi sorride, chiede come sto e poi sì lascia baciare.
La tensione di quella sorpresa svanisce nella fusione dei sapori delle nostre bocche. Sapori intensi come intenso è l’amore di condividere con me il piacere che un’altra femmina Gli sta offrendo.
Sono accanto a Lui e le emozioni si aggrovigliano nello stomaco. I miei occhi sono fissi su di lei mentre lo serve. Penso che vorrei sapere chi è, come si chiama, dove si sono conosciuti, se la rivedrò, se è la ragazza che da tempo cerchiamo o se è semplicemente una ragazza che frequenta di tanto in tanto…
Lo guardo. Lui ha già capito che vorrei sapere ogni cosa, ma so che ne parleremo solo più tardi.
Lei si alza, è quasi nuda. Ha un seno molto grande.
Mi alzo anche io. Lui mi fa spogliare. Io e lei rimaniamo in piedi davanti a Lui indossando solo delle scarpe col tacco, delle autoreggenti e il reggiseno. Lui ci guarda, sembra compiaciuto. Così ci dice di girarci di spalle, divaricare le gambe e mostrargli la fica e il sedere. Ci chiniamo in avanti e con le mani dilatiamo ogni orifizio così che Lui possa vedere ciò che è Suo.
Vorrei essere seduta al Suo fianco e guardare lei mentre si regala con tanta scioltezza. Non sono abituata a vedere una compagna che insieme a me si dedica al Suo piacere.
Lui ci fa riassumere sul pavimento: a quattro zampe, spalle poggiate a terra e culetto ben svettante.
Sento le Sue dita premere sui miei ingressi. Il mio cuore rallenta, come volessi percepire ogni minimo rumore di movimento. So che ha delle dita anche sugli ingressi di lei.
Prende lei per un braccio, la alza e la conduce in camera. La Sua mano mi accarezza il sedere e poi Lui mi dice “fai la brava, bimba”.
Sono in camera.
Sento lei gemere e Lui ansimare nel movimento. Ogni tanto le dice qualcosa, ma non riesco a capire. Sto in silenzio nell’altra stanza. Vorrei alzarmi e andare di là, vedere con i miei occhi il Suo Membro affondare nella calorosa palpitazione di altre carni. Vederlo prendersi ciò che Gli spetta ovunque Gli sia permesso. Ma rimango immobile, so che quando tornerà da me la sola cosa che si aspetta di vedere è la Sua femmina ancora composta ed in mostra come l’ha lasciata, da brava cagnolina…
Poi torna da me. Mi dice di alzarmi e di andare in camera.
Io e lei siamo a quattro zampe sul bordo del letto. Il capo è poggiato sulle lenzuola. Ci guardiamo. Ha l’aria un po’ stravolta e gli occhi rossi. Penso che deve aver tenuto in bocca il Suo Membro a lungo.
Lei sembra a suo agio, mentre a me sembra tutto così nuovo… La vedo chiudere gli occhi e arricciare di poco il naso. Lui la sta penetrando da dietro. Vedo il suo corpo scuotere e insieme le lenzuola e il letto e anche io che sono al suo fianco.
Intanto la Sua mano scivola tra le pieghe della mia fica calda e pulsante di desiderio. Le Sue dita entrano dietro e poi davanti e ogni tanto mi danno una pacca sul sedere. Poi non le sento più.
Lui sì scosta da lei. Dice ad entrambe di girarci e metterci in ginocchio sul pavimento.
Lei mi prende per mano mentre inginocchiate teniamo il volto ben alto e la bocca aperta. Mi chiedo cosa proverò assaporando il frutto del favore prestato da un'altra donna...
Un’esplosione calda mi riga il volto scivolando lungo il collo e giù a rigare i seni fino a gocciolare sulle cosce. La mia bocca si apre a quel calore mentre il Suo Membro vi affonda delicatamente. Con la lingua lo scorro per pulirlo da ogni traccia di sperma.
Poi Lui si toglie. Il mio sguardo si sposta su di lei, inginocchiata accanto a me. La Sua mano le preme sul capo fino a dirigerlo su di me. Sento la sua lingua tremare mentre scorre sul mio volto per pulirlo dal Suo seme.
...
Lei si riveste. Non so da quanto fosse lì prima che io arrivassi da Lui. Ci salutiamo. Lui l’accompagna alla porta parlandole come si conoscessero da sempre.
Adesso Lui è di fronte a me. Gli chiedo di lei con tono concitato:
"chiècomesichiamatorneràdaquantolaconoscièdiFirenze?"
Lui sorride, scuote il capo, si siede sul divano blu e posa un cuscino sul pavimento. Capisco che non è ancora giunto il momento di parlarne…
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16 years ago
daniela4JT,
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Cesso autostradale
Un cesso autostradale, l’idea ci balenava già da qualche chilometro, l’adrenalina pompava a mille nelle vene, la voglia era al massimo e fuori c'era troppa gente .... non eravamo in vena di pubblico inconsapevole.
L'ambiente non era il massimo, era incustodito, la porta non si chiudeva …. ma chi se ne fotte!!! La tengo bloccata ... lei guardandomi golosa mi aveva spinto contro essa, e, come se il tempo gli stesse sfuggendo, armeggiava nervosa alla mia cintura, strappandomi, quasi, il cazzo dai boxer..... l'aveva estratto ed aveva iniziato a succhiarlo avidamente, spingendoselo in fondo alla gola gorgogliante, tagliandosi il respiro. Il suo sguardo volava verso spazi infiniti, mentre il cazzo la pompava sempre piu' forsennatamente, rivoli di saliva gli scendevano dagli angoli della bocca incuneandosi nell'incavo dei seni prosperosi, umettandola fino alla fica, che smanettava oscenamente, stringendosi la clito .....
La testa ondeggiava sempre piu' forte, l'orgasmo stava arrivando, saliva impietoso dai testicoli, il primo schizzo, la colse in gola … conati …… piacere … anima .... il cazzo pulsante, la svegliò dal torpore orgasmico, e gli schizzi si susseguirono sul suo bel volto, rendendolo filante e perverso ...... mentre la lingua rapida guizzava per appropriarsi del mio “io” ..... mi beavo, guardandola e ringraziando la mia buona stella per averla incontrata ... . Il brusco risveglio ci fu' quando un applauso vociante da oltre la porta ci riporto' alla realta' ...azzzzzzz Mela e ora???
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
L\'agriturismo - prima parte
Il mio terzo racconto descrive qualcosa accadutomi pochissimo tempo fa, più o meno è passato un mese da quel giorno. Ero d’accordo con mio marito che quella sera saremmo andati a cena fuori, lasciando le bambine da sua madre. Lui sarebbe stato impegnato al lavoro fino alle otto, nel frattempo io avrei portato le bambine dalla nonna e lo avrei aspettato a casa. Alle sei ero già sola in casa, decisa a preparami per la sera che avevamo deciso essere speciale. Cercai un vestito adatto per la serata, non volevo essere troppo elegante ma avevo il preciso scopo di farmi desiderare: da mio marito e da chiunque mi avesse vista quella sera. Mi feci una doccia, depilandomi accuratamente l’intimità, volevo farlo impazzire e sapevo che trovarmi depilata al contatto della sua mano o della sua bocca lo lasciava sempre di stucco e ne aumentava la voracità…
Mi asciugai e misi una buona crema idratante su tutto il corpo, poi passai alla scelta dell’abbigliamento. Decisi di mettermi semplice, semplice ma eccitante. Un vestito nero, piuttosto attillato, che poteva mettere in risalto le forme e che aveva una discreta scollatura sul davanti. Indossai delle calze autoreggenti nere, delle scarpe con poco tacco, non troppo evidenti, e il vestito. Era una serata speciale e io dovevo essere speciale, così dopo aver esitato un po’ davanti al cassetto della biancheria intima decisi che non ce n’era bisogno. Il mio corpo nudo e liscio avrebbe sentito il contatto della stoffa del vestito per tutta la sera…
Arrivò a prendermi, mi fece aspettare qualche minuto per darsi una rinfrescata e mi disse che saremmo andati in un agriturismo poco fuori città, un posto molto grazioso che avevamo conosciuto qualche tempo prima. Essendo un giorno feriale non ci sarebbe stata nemmeno troppa gente. L’ideale, pensai io. Era proprio quello che cercavo, una serata intima ma in un luogo pubblico e poi… e poi avrei voluto godere, avrei voluto farlo godere, fargli sentire la mia pelle, prendere il suo cazzo, giocarci con le labbra, scaldarlo tra e mie gambe. Arrivammo all’agriturismo, fummo accolti dalla giovane ragazza che serviva ai tavoli, una trentenne molto sorridente e, secondo me, molto attraente. Mio marito non mi staccava gli occhi di dosso un momento, mi riempiva di complimenti, mi passava la mano sulla gamba, appena sentiva di poterlo fare. Mi disse che aveva una gran voglia di scoparmi. E eravamo solo all’antipasto. E la mia eccitazione, che dalla doccia pomeridiana era arrivata in me, saliva in maniera vertiginosa. Gli sguardi della ragazza che ci serviva mi sembravano complici, io rispondevo ai suoi sorrisi. La vedevo guardarmi, appoggiata al banco, lontano da noi. Lo dissi a mio marito che disse che era molto carina, che sapeva che mi sarebbe piaciuta, fin da quando eravamo entrati aveva capito che quell’aria maliziosa mi avrebbe attirato. Quando porto i primi piatti mi sporsi in avanti per allargare il vestito e mostrarle un po’ di seno nudo. Un altro sorriso, sorpreso e eccitato. Mio marito continuava a provocarmi, parlandomi di quello che mi avrebbe fatto e di quello che avrebbe fatto alla ragazza se avesse potuto. E di quello che avrebbe voluto vedermi fare con lei.
Mi alzai, chiesi alla ragazza l’indicazione per il bagno. Lei, sorridente mi accompagnò fino alla porta. Ringraziai ed entrai. Chiusi la porta ma senza chiavistello, in realtà avrei voluto lasciarla socchiusa ma non volevo sembrare sfacciata… rimasi in silenzio, immobile per qualche attimo, cercando di sentire se lei era uscita dall’anticamera del bagno e se era lì davanti, aspettando di aprire la porta. Non sentii nulla, e questo lasciva aperta ogni ipotesi. Mi appoggiai alla parte e misi la mani sotto il vestito, iniziai a sfiorarmi le gambe, la fica, la pancia. Presi il seno nelle mani e lo massaggiai, sentii i capezzoli diventare duri, eccitarsi sotto i movimenti delle mie dita. Abbassai una mano sul clitoride, lo strofinai, volevo godere, pensavo a quella ragazza che poteva essere lì fuori e alla sua bocca, pensavo alle mani di mio marito, al suo cazzo. Il dito entrava nei miei buchi, dolcemente, il piacere stava per esplodere in me, tornai al mio clitoride…
Sentii la porta dell’antibagno aprirsi. Abbassai in fretta il vestito. Silenzio, dei passi si avvicinavano alla porta, poteva essere qualche altro cliente dell’agriturismo, pensai per un attimo di chiudere a chiave ma poi non lo feci, in fondo abbassando il vestito ero coperta, forse avevo solo l’aria un po’ sconvolta… la porta si aprì. Mio marito!
- continua -
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16 years ago
claudiax67,
37
Last visit: 16 years ago
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Il gioco continua
Spesso la sera, durante i nostri momenti piu' intimi, parlavamo di quell'incontro strano, eccitante e sotto molti aspetti sconvolgentemente piacevole. Ricordavamo le parole, i gesti e tutte le volte la nostra fantasia volava immaginando lo svolgimento del prossimo gioco.Il giovane continuava a stuzzicare mia moglie con messaggini intriganti, telefonate dolci e cariche di corteggiamento elegante. Sapevo che la cosa la eccitavano molto e sapevo che servivano per sciogliere la tenzione, l'imbarazzo di un gioco che si faceva sempre piu' audace. Una sera, durante la cena, notai che mia moglie rimaneva per lunghi minuti in silenzio come per preparare un discorso cercava di trovare il momento giusto per dirmi qualcosa e infatti inizio' a parlare: OGGI CI SIAMO SENTITI E MI HA INVITATA A TRASCORRERE IL FINE SETTIMANA AL MARE CON LUI....Poi rimase in silenzio. Un sottile turbamento mi invase, un rossore al volto, brividi lungo la schiena e il mio cervello che ripeteva in modo ossessivo quelle parole. Le esaminava una per una dando un senso logico a tutto cio' ma non ci riuscivo. MI HA INVITATA.....MI HA INVITATA...MI HA INVITATA. Alora io ero escluso dal gioco, l'incontro si sarebbe svolto tra i due ed io?? sarei dovuto rimanere a casa ad attenderla? Ma poi lei continuo' a parlare: SABATO MI ACCOMPAGNERAI NELLA SUA VILLETTA AL MARE E VERRAI A RIPRENDERMI LA DOMENICA SERA MA SUL RETRO DELLA CASA CI SARA' UNA PORTICINA SOCCHIUSA E TU POTRAI RAGGIUNGERCI IN OGNI MOMENTO.la cosa mi tranquillizzo' e i fremiti si fecero un po meno intenzi.Il sabato pomeriggio partimmo di buonora in direzzione mare. Lei aveva indossato una minigonna piu' corta del solito, una camicetta sbottonatissima, le autoreggenti velate e le immancabili scarpe con tacco vertiginoso, aveva posto particolare attenzione al trucco, labbra rosse scarlatto, fondotinta sfumato con gli occhi , un alone di profumo avvolgeva tutto il suo corpo.Il telefono squillo':....SI SIAMO PARTITI....TRA UN ORETTA ARRIVIAMO...BACI.Nel rimettere il telefono nella borzetta notai un pacchetto di profilattici e il mio volto divenne una palla di fuoco.La villetta era immersa in una bella pineta e noi ci fermammo davanti al cancello, lei mi guardo' un attimo negli occhi poi mi bacio' e mi disse:....SARA' BELLO PER TUTTI. e se ne ando'.Il cancello automatico si apri' e lei scomparve. Ravviai la macchina e mi allontanai come fossi un automa.Sapere che la propria moglie si era recata in casa dell'amante e che avrebbe trascorso con lui un intero fine settimana mi eccitava ma nello stesso tempo mi sconvolgeva. Vagavo come ipnotizato per la pineta in cerca di cosa non saprei veramente.Poi mi fermai e cercai di ridare un senso all'intera faccenda.Avevo vagato per un'oretta ma gira che ti rigiro ero ancora nei pressi della villetta. Nascosi l'auto dietro a una radura e mi avviai a piedi tra i sentieri della pineta. Raggiunta la villa mi recai sul didietro e cercai con lo sguardo la porta secondaria d'ingresso. Mi avvicinai con cautela e pian pino l'aprii. Immetteva in una rimessa dove erano state accatastate le cose piu' strane. Vi erano attrezzi per il giardinaggio, cartoni pieni di bottiglie di vino, un gommone semisgonfio con dei remi all'interno e mille, mille altre cose. Quattro scalini conducevano a una porta che probabilmente immetteva nel reparto giono dell'immobile. Li salii velocemente e mi affaccia dallo spiraglio socchiuso. Dall'interno giungevano voci, risate mal soffocate,uno stereo trasmetteva una musica soft e le luci erano molto soffuse. Intravidi due corpi che ballavano un lento abbracciati mentre si sussurravano paroline all'orecchio.Poi sederono su un grande divano e l'uomo le offri' un calice se ne verso' anche per se e brindarono : A DUE PASSI CE' UN RISTORANTINO SUL MARE ANDIAMO A CENARE?....lei annui'. Frettolosamente uscii dalla villa e mi nascosi dietro un cespuglio li vidi uscire abbracciati come teneri amanti ed avviarsi verso la spiaggia. Li seguii da lontano timoroso di essere visto.Rimasero per lungo tempo a guardare il tramonto poi pian piano entrarono nel ristorante.Le sere ancora erano fresche e la brezza del mare si faceva sentire. Da una sala adiacente al ristorante si sentiva una musica da discoteca forse dopo cena sarebbero andati a ballare.Infreddolito mi avviai per le strade semi deserte del piccolo centro. Nei bar vi era pochissima gente ancora non era stagione di punta. Mi sedei a un tavolino ordinando un caffe'. Lo sorseggiai con estrema lentezza, poi presi in giornale fingendo dileggerlo ma il mio pensiero era molto lontano.Rimasi due ore guardando nel vuoto fino a quando incrociai lo sguardo del barrista, pagai e me ne andai.Adesso la grande vetrata del ristorante era inluminata, si vedeva la gente seduta durante la cena ma loro non riuscivo a vederli. Una sensazione come di panico mi invase, chissa dove fossero, cosa stessero facendo...non saperlo mi faceva sentire distaccato dal gioco,io che fino ad allora ne ero stato il regista, l'organizatore mi sentivo escluso.n silenzio mi recai nuovamente verso la casa.Nella rimessa vi era una sedia sgangherata e mi misi a sedere. Lasciai la porta socchiusa per far entrare un filo di luce,la luna era piena e un lontano lampione donava un effetto inreale all'ambiente.Mi ricordai che il mio portachiave era in realtà una piccola torcia e mi addentrai nella casa.Il salone era immenzo, una scalinata di legno conduceva porobabilmente nel reparto notte e io agevolato dalla tenue luce della torci mi ci recai. La camera matrimoniale era bella e lussuosa, con mobili patinati,un grande specchio era posto ai piedi del letto.Un rumore di auto si stava avvicinando ed io in fretta mi ritrassi nel mio luogo ''segreto''. Erano le tre' di mattina e I due stavano rientrando.Chiusa la porta alle spallelei getto' il lungo cappotto sul divano e lui si tolse la giacca.Si baciarono con ardore bevvero dalla bottiglia avviata e si baciarono ancora poi lui la prese per mano e salirono le scale.Adesso vedevo giungere una tenue luce dal reparto notte mentre giu il buio era totale. Timoroso di essere visto percorsi a carponi il salone tastando con le mani prima di fare ogni mio movimento. La porta della camera era socchiusa ma dallo spiraglio si vedevano riflessi sullo specchio due corpi abbracciati.Lei era seminuda con la camicetta completamente aperta e il turgido seno tra le labbra di lui, le mutandine abbassate mentre le mani dell'uomo le accarezzavano la passerina semi rasata, lei lo cercava con le mani e poi con le labbra.L'uomo si alzo' in piedi e io timoroso di essere visto mi ritira. Quando mi riaffacciai lui era completamente nudo,lei seduta sul bordo del letto gli accarezzava le palle mentre faceva sparire il cazzo dell'uomo dentro alla sua calda bocca. Poi anche lei si alzo' si tolze la camicetta, la gonna e le mutandine abbassate. Rimase con le autoreggenti e le scarpe......la troia sapeva che cosi' sarebbe stata ancora piu' bella e eccitante.Prese un preservativo dalla borzetta e lo srotolò sul cazzo eretto del giovane poi si mise a pecorina sul bordo del letto mentre lui in piedi le rimase dietro. Colsi il momento in cui la penetro', lei geme' forte e lui inizio' a muoversi piano.Poi le preme' la testa fino al materasso per farle sentire meglio il suo cazzo e lei lo sentiva eccome se lo sentiva in un crescedo di mugoli. Nel momento piu' bello lui la ''schiaccio'' sul materasso e la scopo' sdraiata da dietro, infilzata come un'anguilla all'arpione lei si divincolava e urlo' tutto il suo orgasmo anche lui venne. Pian piano mi ritirai giu nella rimessa.Rimasi seduto sulla sgangherata sedia un tempo infinito ripensando alla scena, stavo per richiudere la porta alle mie spalle per andarmene quando notai che la luce della camera era ancora accesa. Timidamente mi riavviai per le scale che adesso mi erano divenute familiari.Ancora una volta mi riaffacciai dalla porta socchiusa. I due erano sdraiati, abbracciati a baciarsi. Che strano vi erano due preservativi annodati per terra.Lei scivolo' lungo il suo petto leccandolo e poi si mise d'impegno a fargli un pompino. Notavo un'enrme stanchezza nel giovane, una difficoltà per una nuova erezzione poi lei gli sussurro' all'orecchio:....UO ANCHE LA VASELLINA IN BORZETTA. E lui fu invaso da un brivido nuovo.La vidi prendere il tubetto, stapparlo e spalmarsi la crema sul forellino del culo, a pecora invitò l'uomo a infilarla. Aveva ripreso un forte vigore e con decisione la penetro' lei urlo' il suo dolore,la sua rabba per una penetrazione troppo decisa ma presto il dolore divenne piacere.Lie urlava, si dimenava,in preda a un'altro orgasmo ma il giovane continuava a pomparla fino a che non le crollò addosso sfinito. Dopo pochi minuti lui stava dormendo.Fu allora che lei si giro' di scatto verzo di me incapace anche di ritrarmi, certo del fatto che lei sapesse.......Mi venne incontro, mi bacio' stringendomi cosi' forte da farmi male poi silenziosamente scendemmo. Vicino al divano vi era una plantana con luce regolabile l'accesi tenue tenue. Scambiammo poche parole lei mi baciava continuamente forse grata di averle regalato una cosi' bella serata. Si inginocchio' ai miei piedi mi abbasso i pantaloni e mi cavalco'. Adesso ero io a essere dentro di lei,la sentivo calda, percepivo il fatto che avesse scopato con un altro da poco ma la cosa era ancora maggiormente eccitante. Mentre la scopavo le accarezzavo il cul e anchesso' lo sentivo aperto, divaricato, pronto a rivevere le mie dita. Nel momento piu' bello mi fece uscire da lei e riceve' il mi sperma in bocca declutendo ogni cosa......aveva ragione quando aveva detto: CI DIVERTIREMO TUTTI E TRE....eccome se aveva ragione
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16 years ago
admin, 75
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Gioco dell\' oca erotico in coppia da noi ideato
Riportiamo di seguito una versione del gioco dell' oca da noi rivista in chiave erotica. la versione sottostante è fondamentalmente per una coppia, stiamo lavorando ad una versione ad hoc per un gioco che comprenda 2 o più coppie.
Occorrente e regole
Disegnate un tabellone di 63 caselle numerate, un dado
ogni volta che si arriva sulla casella si esegue quanto specificato sulla legenda qui sotto riportata (come nel gioco dell'oca si deve arrivare alla casella 63 esatta altrimenti si retrocede di tante caselle quante mancano al lancio del dado ) Chi vince ha diritto a riscuotere la posta che stabilirete a priori:
Buon divertimento :
1 fatti mollare un pizzicotto sul sedere
2 fatti massaggiare le spalle dal partner
3 togliti un indumento e fanne togliere 2 al partner
4 togliti un indumento
5 Vai alla casella 7
6 raddoppi il punteggio del dado se bevi 2 bicchierini di liquore o 2 bicchieri di vino
7 fatti mettere 2 cubetti di ghiaccio nelle mutande
8 Tatuaggio? No grazie … Un bel succhiotto senza pietà sulla spalla
9 aggiungi 5 al prossimo lancio del tuo avversario
10 togliersi tutto tranne le mutande
11 metti dei cubetti di ghiaccio nelle mutande del partner
12 togliersi tutto tranne le mutande
13 fatti mettere dei cubetti di ghiaccio nelle mutande
14 E se le mani fossero legate? … Togli le sue mutandine con la bocca
15 fatti baciare dal basso verso l'alto sul lato della schiena partendo dai piedi (fatti togliere le mutande se ancora addosso)
16 massaggiare la schiena
17 Bacia il partner dalla bocca in giù come se tu fossi un ascensore eventualmente toglili le mutande
18 raddoppia il tuo punteggio al prossimo lancio
19 fermo un turno (spogliati completamente se gia' non lo sei)
20 baciare il petto del partner (sfilagli le mutande se ancora addosso)
21 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
22 subisci 2 minuti di sollettico
23 leccare il collo del partner
24 leccare dello yogurt sul corpo del partner
25 leccare la schiena del partner
26 leccare delle gocce di liquore sul corpo del partner
27 il prossimo lancio del tuo avversario sarà decurtato di 3 punti
28 massaggia le spalle del partner
29 Leccare il contorno del corpo del partner (fare tutto il giro)
30 passa un cubetto di ghiaccio con la lingua sul corpo dell'altro fino a scioglierlo completamente
31 Prigione salta un turno di gioco e subisci 10 sculacciate dal partner
32 mangia un frutto posizionato fra le gambe del partner senza usare le mani
33 fai un massaggio con il corpo al partner
34 mettere del gelato/yogurt sul proprio corpo il partner lo deve leccare
35 il tuo avversario arretra di 10 caselle
36 raddoppia il punteggio del tuo prossimo lancio
37 il tuo avversario avanza di 5 caselle tu paghi il suo pegno
38 leccare i piedi al partner
39 infila un dito nel culo del partner fino ache non tira i dadi
40 leccare il buco del culo del partner
41 fatti infilare un dito nel culo dal partner entra ed esce per 5 volte
42 fermo un turno e retrocedi al 39 facendo la penitenza
43 farsi leccare il buco del culo dal partner
44 masturba il partner per due minuti
45 hai diritto a rilanciare il dado e avanzare solamente se per ogni numero berrai un bicchiere di liquore altrimenti perdi un turno
46 masturbati davanti al partner per 2 minuti
47 fai indietreggiare il tuo avversario al via
48 farsi leccare il buco del culo dal partner
49 aggiungi 3 al tuo prossimo lancio di dadi
50 Fai fare al tuo partner un pegno da te scelto
51 pratica sesso orale al partner per 3 minuti
52 masturba il partner per 3 minuti
53 paga un pegno che decide il tuo partner
54 masturba il partner usando i piedi per almeno 5 min
55 leccare il buco del culo del partner
56 masturba il partner per 5 minuti
57 il partner ti farà sesso orale sino al tuo orgasmo
58 aggiungi 4 al prossimo lancio
59 fatti masturbare sino a godere
60 indietreggia di 20 caselle e salta 2 turni di gioco ripeti l'ultimo pegno del tuo avversario
61 masturbati davanti al partner sino all' orgasmo
62 pratica sesso orale al partner sino all'orgasmo
fine
Attendiamo suggerimenti e consigli e il racconto della serata magari correlato dalle foto.
Marco e Sara
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16 years ago
admin, 75
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Una sedicenne in cerca di tenerezze
Non credo di essere una romantica, una sdolcinata che fa le fusa con il ragazzo o con le amiche. Anche perchè io un ragazzo non ce l'ho. Almeno nel senso di uno che ti viene dietro e poi vuole stare solo con te . Che barba sarebbe. A me piacciono le storie brevi, intense ma brevi. Soprattutto quelle dove dopo non c'è bisogno di stare lì a sdolcinare. Chi s'è visto ......OK. Eppure quella volta una tenerezza di più non sarebbe guastata. Quella volta che, scesa dalla corrire che mi portava come sempre da scuola a casa mi si affinaca in motoretta un ragazzino che mi fa: "cia bella dove vai?" E dove vuoi che vada? Non vedi che scendo dalla corriera della scuola. Al massimo vado a fare i compiti dalla mia amica. Questa volta però vado a casa mia. Il ragazzino non demorde e insiste pure. Potrà avere al massimo dodici anni. Già ma come fa allora con soli dodici anni ad avere la moto?. Forse non ha dodici anni. Intanto lui insiste che deve farmi provare la moto. Che è un portento con la moto. "va bene facciamo un giro ma solo uno".
Appoggio la mano sulla sua spalla e salgo sulla motocicletta. Non faccio in tempo ad aggiustarmi sul sedile che lui parte a razzo e io guasi cado e allora mi stringo a lui. Via, con la motocicletta, che bello. Primavera profumata, calda, luminosa. La passerina me la sento fresca perchè ho la gonna e anche se cerco di non farla svolazzare, comunque mi sento scoperta e il vento mi solletica. Intanto lui accellera perchè, l'ho capito, così io mi stringo a lui. E va bene allora mi stringo. Anzi visto che fai il furbo ti metto in crisi e ti tocco un pochino: scivolo con la mano giù dalla spalla al fianco e poi, una curva dopo l'altra, mi ritrovo, guarda che caso, vicino al suo uccello. Che nel frattempo sento è cresciuto. Accidenti, nemmeno quello di Gianni, il mio fidanzatino, è così grosso. Lui avverte la presenza indiscreta della mia mano e rallenta. Poi accosta con la moto e si ferma. "senti bella che ne dici di approfondire l'incontro?" Nemmeno per idea. Rispondo. Ma tradisco la voglia e allora lui mi si avvicina e con una mano mi accarezza una tette. Io arrossisco e allora lui mi tocca con tutte e due le mani i seni. A questo punto mi sento sciogliere. Mi sento un pò bagnata. e vorrei fare qualcosa con lui. Ma lui è molto timido. Nonostante l'approccio, la moto, l'età, la primavera, il primo tepore. E allora io scappo via, senza che lui abbia il tempo di riaversi dallo stupore, dalla sua fantasia. Scappo via e corro a csa. Entro in camera e mi chiudo a chiave. Non ho voglia di cenare. Ho solo voglia di ricordare cosa mi è accaduto. Così all'improvviso senza quasi rendermene conto. E mentre rammento lui e la moto, e la mia mano vicino al suo sesso e lui che me le tasta, le tette, e poi io che sono rossa dal timore e lui incerto perchè è pur sempre un giovincello che gioca a fare il grande, e mentre fantastico su cosa sarebbe potuto succedere ancora ,se fossi rimasta, la mia mano scende lentamente ad accarezzare il pancino, poi il ciffetto di peli della passerina poi labbre piccole ma carnose , svelando un buchettino che non è stato ancora esplorato se non dal dito. E orai il mio dito fa l'eploratore, ricordando l'avventura del ragazzino con la motocicletta. Ricordando Gianni, il mio fidanzatino, e il professore di ginnastica, che mi solleva sulla cavallina, e la mia amica del cuore, Cinzia, che ogni volta che andiamo in piscina, non perde occasione di farmi vedere la sua passera preoccupata di chiedermi se la trovo strana e diversa dal solito, dopo che il suo ragazzo l'ha sverginata un pomeriggio qualsiasi. Poi mi riaggiusto e preparo per la cena. C'è luce ancora. Le giornate si sono allungate. E' una primavera dolce, profumata e piena di promesse e io ho tanta voglia di avventure.
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16 years ago
jenette,
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Sorpresa al cinema parte 2!
...lei si era ricomposta e seduta di nuovo al suo posto..accanto al suo uomo..ma Mena ormai era in calore...mi disse all'orecchio che adesso voleva ricambiare..io diedi il mio assenso..e lei subito ando' con le sue mani in mezzo alle cosce..ma subito si ritrasse come se fosse stata folgorata..da qualcosa di..sconvolgente..allora lei mi sibilò all'orecchio.."ma lei...è...un lui..cioè..insomma lei..c'ha il..coso"..io allora la incitai a toccarlo tanto ormai il gioco era aperto...lei titubando di nuovo andò con la sua mano..lì...ma la mano lì rimase..e vidi nel semibuio che gli faceva una sega..mentre lui/lei cominciò di nuovo a toccarla in tutti posti e Mena si cominciava a dimenare come un'osseesssa..mentre lo masturbava..mi chiese se poteva prendermelo in bocca ..ma io le suggerì di prendere il suo..cioè quello di lei/lui in bocca..e così fece..il tutto durò pochi istanti perchè l'orgasmo arrivò subito..mentre il suo compagno s'era portato vicino a me e stava provando a toccarmi...io dissi a Mena che era arrivato il momento di andare via perchèproprio non m'andava essere toccato da un uomo...e subito in fretta e furia andammo via..anche se Mena in un primo momento non capì il motivo di un sì repentino addio...dopo giunti a casa io e Mena ripensando a tutto ciò che era successo facemmo l'amore fino all'alba...un bacio a tutti
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16 years ago
admin, 75
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Sorpresa al cinema!!!
Salve!noi siamo della provincia di CASERTA....abbiamo tanti desideri e tanti sogni ma mai avremmo immmaginato di vivere una situazione così eccitante e sorprendente come ci è successo l'altra sera:...io e miamoglie Mena abbiamo deciso di andare al cinema e dopo aver afidato i nostri bimbi alla mamma di lei..sabato sera verso le 21 ci siamo avviati al multisala di Caserta dove tra i vari film abbiamo deciso di vedere"io sono Leggenda"...quando siamo entrati nella penombra siamo riusciti tra vari tentennamenti a trovare il nostro posto in una sala semivuota dove sì e no c'erano 4-5 persone...il nostro posto era vicino ad un'altra coppia...allora Mena s'è accomodata accanto alla signora....il film era un pò scontato e dopo circa un quarto d'ora Mena mi riferiva che la signora stava cercando di toccarle la gamba...nemmeno il tempo di dirle di atttendere per vedere come si sviluppava la cosa...che vedo la signora che si avvinghia sul seno abbondante di Mena con mani e lingua in modo frenetico e arrapante...MENA eccitata dalla cosa cerca di palpare il mio cazzo ma non ci riesce perchè nel frattempo la signora s'era portata tra le sue cosce semiseduta ai suoi piedi le aveva tolto la mutandina ed aveva cominciato a succhiarle il clitoride...mentre il suo uomo imperterrito continuava a seguire il film....Durò circa dieci minuti il cunnilingus che la signora aveva deciso di regalare alla mia piccola conclusosi con un favoloso orgasmo..dopodichè la signora si ricompose e tornò al suo posto...CONTINUA!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Regole di trasgressione
Molti, sicuramente più esperti di me hanno dato indicazioni sul gioco della trasgressione.
Alcuni ritengono che non debbano esserci delle regole, ma solo istinto.
Io ritengo che lungo una via sconosciuta occorra stabilire dei riferimenti, che consentano alla coppia di incedere consapevolmente in un percorso che potrebbe rivelarsi pericoloso.
Il metodo con cui procedere è sempre e sicuramente un dialogo sincero e aperto che non possa prescindere dai seguenti riferimenti:
1) la ricerca del piacere è un gioco che deve essere sempre condiviso tra i patner
2) i patenr devono sempre essere reciprocamente presenti in ogni incontro extraconiugale
3) nessuno è obbligato o deve sentirsi forzato a fare nulla di più di ciò che desidera
4) è sempre possibile sospendere o interrompere il gioco senza obblighi
5) prima di ogni contatto, azione o approccio fisico con un altro/a esterno alla coppia occorre che entrambi i patner siano consenzienti e convinti
6) ogni rapporto esterno alla coppia deve essere sempre preceduto da un incontro esclusivamente conoscitivo
7) è indispensabile definire le preferenze sessuali e i limiti del gioco con l’altra coppia prima di cominciare
8) sono indispensabili certificazioni sanitarie di buona salute ( esami sangue completi donatori Avis ) delle persone che si incontrano, prima di approfondire il gioco
9) è indispensabile l’uso del profilattico per ogni eventuale contatto orale e/o genitale con patner esterni alla coppia
10) il gioco deve essere praticato in modo saltuario affinché non determini dipendenza psicologica
Attendo di eventuali indicazioni, opinioni, critiche o esperienze.
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16 years ago
admin, 75
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La mia fanatasia
LA COSA CHE MI PAICEREBBE ORGANIZZARE CON UNA BELLA COPPIA IN QUALCHE PARCO TIPO LA PELLERINA.............O LA CERTOSA ........LA MANDRIA.........
ORGANIZZIAMO UN SABATO POMERIGGIO ADESSO CHE SI STA BENE LA FAI METTERE CON UNA BELLA MINI GONNA E MENTRE PRENDETE IL SOLE IO OSERVO LE SUE GRAZIE ATTRAVERSO LE SUE GAMBE VISTO CHE NON PORTA L'INTIMO.............. E IO CON MOLTA TRANQUILLITA' GLI FACCIO VEDERE IL MIO C..... E MI MASTURBO CON MOLTA ATTENZIONE!!!!! COPPIE QUESTA FANTASIA POTREBBE DIVENTARE REALTA' CHE NE DITE? UN BACIO ALLE COPPIE NON MERCENARIE!!!
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16 years ago
admin, 75
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La prima volta
Laura, mia moglie, indossava una gonna di jeans corta, scarpe con tacchi alti ed una maglietta scollata. Mentre camminavamo per il centro di Brescia in cerca del luogo prescelto per l’incontro i passanti, cercando di non essere troppo ovvi, le gettavano occhiate alle gambe e al culo che lei ondeggiava dolcemente. Faceva finta di niente, ma sapeva benissimo di essere osservata. Io in passato mi divertivo a farle notare quelli che la sgranavano con gli occhi. Adesso era cosciente della sua sensualità e si divertiva a stuzzicare chi ne veniva rapito. Quando un ragazzo o un uomo le passava vicino accentuava l’altalenare delle sue bellissime natiche e poi mi guardava sorridendo. Io le facevo un cenno di consenso per confermare le furtive attenzioni ricevute. Camminavamo abbracciati e quando qualcuno aveva l’occhio un po’ troppo assorto io facevo scivolare la mano e le stringevo il culo facendola sussultare lamentandosi divertita. Ma la verità era che le piaceva ed ancor di più quando sapeva di essere osservata. Io però non guardavo solo lei, per quanto non mi stancassi mai di eccitarmi ad osservare le sue performance. La strada era gremita di belle ragazze che si dirigevano nei Bar e nelle Discoteche. Era sabato sera. Pantaloni a vita bassa, minigonne, tacchi a spillo, magliettine attillate e scollate. Era diventato un gioco per noi. Guardare, eccitarsi, provocare.
Ed ecco finalmente il Bar dove avremmo incontrato Marco e Valentina. Fuori c’erano ragazzi e ragazze con bicchieri in mano che fumavano e chiacchieravano. Ci eravamo scambiati alcune foto, ma ci chiedevamo se li avremmo riconosciuti. Fuori nessuno assomigliava alla bella coppia conosciuta su internet. Entrammo nel locale. Musica da discoteca. Molta gente in piedi davanti al bancone. Ci guardammo in giro sperduti. A un certo punto da una porta laterale la vidi arrivare. Era Valentina, Vale per gli amici. I capelli neri e lunghi le cadevano sulle spalle scoperte. Una maglietta attillata e bianca metteva in risalto la carnagione scura. Si fece spazio tra la gente e solo quando arrivò di fronte a noi vidi gli stivali alti, le calze autoreggenti a righe fin sopra il ginocchio e i pantaloncini corti e stretti. “Ciao!, Venite” disse, cercando di sovrastare il vociare assordante. Senza dire nulla la seguimmo e quando si girò per guidarci non potei fare a meno di guardarle il culo che era divinamente bello e tondo. Laura se ne accorse subito e mi fece l’occhiolino. Oltrepassata la porta da cui Valentina era arrivata ci trovammo in un anticamera. Valentina passò sotto un’arcata e noi la seguimmo. Questa area del locale era completamente diversa. Tante piccole salettine ricreavano un ambiente molto riservato. Luci soffuse, musica soft. Valentina si fermò davanti ad un tavolino. Intorno un divanetto in tessuto rosso e soffice. Un grosso separè ed una pianta enorme lo nascondevano completamente da occhi indiscreti. Marco ci aspettava sorseggiando un cocktail. Valentina lo invitò ad alzarsi e finalmente ci salutammo con baci e abbracci. Dopo esserci seduti di fronte a loro ci guardammo sorridendo. Eravamo tutti un po’ emozionati, come adolescenti al primo appuntamento, ma le tante chiacchierate in chat ci avevano dato la possibilità di scambiarci molte informazioni e fù molto facile incominciare a chiacchierare, come vecchi amici che non si vedono da molto tempo.
Marco indossava jeans slavati e una camicia bianca con le maniche girate fin sopra i gomiti e il colletto aperto. I capelli lunghi e bagnati gli davano un’aria molto intrigante e giovanile. Era un ragazzo simpaticissimo e ad ogni battuta tutti si facevano delle sonore risate. Era strano come quattro persone mai conosciute prima potessero sentirsi così a loro agio. Ci volle ben poco perché le battute si facessero piccanti e provocatorie. Laura non gli staccava gli occhi di dosso ed io naturalmente ero concentrato sugli occhi profondi e le labbra carnose della mia nuova amica, che si divertiva a provocarmi con sorriseti maliziosi. Dolcemente avvicinò il piede alla mia gamba e cominciò a strusciarlo guardandomi fisso negli occhi mentre faceva finta di ascoltare quello che Marco stava dicendo. Laura si accorse quasi immediatamente di quello che Valentina stava facendo e senza esitare disse a Marco: “Perché tu e Luca non vi cambiate di posto?” Come rifiutare? Un po’ imbarazzato mi alzai e andai a prendere il suo posto. Mentre Lui ostentava sicurezza e pieno controllo della situazione io mi sentivo impacciato e imbarazzato, ma anche esageratamente eccitato. Laura invece sembrava completamente a suo agio e come spesso in passato dimostrava la sua imprevedibilità. Non mi sarei certo aspettato questa sua sicurezza. Una volta seduti ricominciammo a chiacchierare. Di nuovo le battute spinte diventarono il centro dei nostri discorsi. Valentina mi mise il braccio intorno al collo. I capelli mi sfioravano la guancia. Il suo profumo inondava le mie narici. Con le dita cominciò ad accarezzarmi il collo. Laura scherzando ci rimproverò: “Ragazzi, non qui!” E via di nuovo battutine e sorriseti maliziosi. Anche Lei stava prendendo l’iniziativa e appoggiatasi con la testa alla spalla di Marco con la mano gli accarezzava la gamba. L’ambiente cominciava a scaldarsi. Allora mi feci forza ed anch’io misi la mano intorno al collo di Valentina. Le accarezzavo i capelli e le sfioravo la pelle. La sentii fremere. Si stava eccitando. In quanto a me ero su di giri già da un pezzo. Anche Marco non era rimasto impassibile alle avance di Laura. Aveva fatto passare la mano dietro alla sua schiena e le accarezzava il sedere. Era chiaro che quel posto, per quanto riservato, si stesse facendo stretto.
“Cosa facciamo? Vogliamo andare da qualche altra parte?” disse Valentina. Io risposi senza pensarci due volte: “Va bene, dove ci portate?”. “E’ una sorpresa. Vedrete che vi piacerà.” Rispose Marco.
Uscimmo dal locale ristabilendo le coppie originali. Mentre li seguivamo nel parcheggio Laura mi chiese: “Sei eccitato?” “Certo” le risposi io. “E tu?” “Da morire, ho una voglia pazzesca di scopare!”. “Con chi? Con me o con Marco?” Le dissi io sorridendo. Lei non rispose, ma si mise a ridere. Loro intanto erano arrivati alla loro macchina. Salimmo, loro davanti e noi dietro. Mentre le chiacchiere riprendevano io e Laura cominciammo a toccarci. Lei aprì le gambe ed io le spinsi la mano fino agli slip. Glieli spostai leggermente per poterla penetrare con le dita e restai sbalordito da quanto fosse già bagnata. Le mie dita scivolarono facilmente dentro di lei mentre la sua mano cercava la mia cintura per slacciarla. Stava perdendo il controllo. Smise di ascoltare quello che Valentina le stava dicendo e cominciò ad emettere gemiti di piacere cercando di non farsi sentire.
“Vi andrebbe di andare in un posto molto carino dove possiamo restare soli?” Eravamo troppo persi per poterle dare risposta. La mano di Laura ormai era dentro ai miei pantaloni e mi stava accarezzando il cazzo ormai duro. Valentina si girò verso di noi e sorrise. Ci guardava divertita ed eccitata. Marco si accorse che qualcosa stava succedendo. Diede un’occhiata veloce nello specchietto retrovisore: “Hei, non è giusto. Cosa fate? Cominciate senza di noi?” Niente da fare. Eravamo su un altro pianeta. Adesso Laura me lo teneva saldamente in mano mentre con il corpo accentuava la penetrazione delle mie dita nella sua figa. Ad ogni colpo gemeva di piacere. Intanto ci baciavamo e non ci accorgemmo neanche che Valentina stava venendo dietro. Si sedette di fianco a me e cominciò a baciarmi sul collo. Io con la mano le accarezzai le cosce. Lei slacciò la cerniera dei suoi pantaloncini e li fece scendere velocemente fino alle caviglie. Poi anche lei allargò le gambe per invitarmi dove lei voleva che io andassi. Stavo impazzendo di piacere. Si stava avverando uno dei miei più bei sogni erotici. Due ragazze tutte per me. Adesso masturbavo e penetravo entrambe con le dita e loro mi accarezzavano e mi stringevano il cazzo, mentre le loro lingue mi leccavano dal collo alla bocca soffermandosi a giocare anche tra di loro quando si incontravano. Ed io naturalmente approfittavo dei loro incontri per tirare fuori la mia e godere con loro. I nostri sospiri e i nostri gemiti aumentavano progressivamente. Ma Marco non era per niente contento. “Eh no! Così non và. Voi vi divertite ed io devo guidare?” Laura non lo fece nemmeno finire. Andò a sedersi al posto di Valentina: “Non ti preoccupare che adesso ci penso io a te!” Con le mani gli slacciò la cintura e gli aprì i pantaloni. Gli tirò fuori il cazzo e cominciò ad accarezzarglielo. In pochi secondi era duro come un sasso. “Ma ce la fai a guidare?” Gli chiese Valentina. “Non è che finiamo fuori strada?” “No, no. Non vi preoccupate. Ho tutto sotto controllo. E poi siamo quasi arrivati!” Rispose Lui deciso. Non voleva di certo perdersi le attenzioni di Laura. Adesso lei si stava chinando su di lui per prenderglielo in bocca. Nel frattempo io e Valentina eravamo avvinghiati come due polipi. Ci baciavamo, ci toccavamo dappertutto. Lei si sedette sopra di me spingendo la sua figa sul mio cazzo. Io con le mani le stringevo il culo e la baciavo con foga. La sentivo godere, i suoi gemiti si facevano sempre più forti e intensi uniti ai miei e a quelli di Marco che cercava di restare concentrato, ma che ovviamente cominciava ad avere qualche problema nel mantenere il controllo. Dal davanti si sentivano i gridolini di Lui “ Ahhhh, ahhhh, ahhh” e il mugolare soffocato di Laura: “Mmmmmm, mmmmm, mmmm!” in perfetto ritmo e cadenzati dal scendere e salire delle sue labbra intorno al suo cazzo. Finalmente arrivammo. Marco parcheggiò l’auto. Laura smise di succhiarglielo, gli prese il viso con entrambe le mani e gli spinse violentemente la lingua in bocca. Lui ricambiò con rantolii di piacere. Ci volle qualche minuto per ricomporci e riprendere un minimo di controllo. Prima di uscire dalla macchina Valentina mi baciò dolcemente su una guancia ed io la ricambiai con una carezza. Era una ragazza calda come il fuoco, ma sapeva anche essere dolcissima. Usciti dalla macchina Laura si avvicinò a me. Mi strinse forte e mi disse: “Non ce la faccio più” “Ho una voglia pazza” “ Se non scopo mi scoppia il cervello” I suoi occhi sprizzavano eccitazione e il suo corpo fremeva dal desiderio. Anche Valentina e Marco si scambiavano un po’ di coccole ridacchiando compiaciuti, mentre si dirigevano verso un bungalow. “Ma dove stiamo andando?” chiesi. “Abbiamo affittato un bungalow per questa notte!” “ Speriamo che vi piaccia.” Rispose Marco. Entrammo. Marco non fece in tempo a girare la chiave per chiudere la porta che già io e Laura ci eravamo buttati sul letto e avevamo cominciato a spogliarci. Il posto era bello ed accogliente. Il letto era enorme e rotondo. Specchi sul soffitto e sulle pareti. Luci colorate e soffuse. Ma noi ci facemmo poco caso. Avevamo perso ogni inibizione e Marco e Valentina per qualche minuto restarono a guardarci mentre ormai sdraiati e nudi sul letto ci baciavamo e ci masturbavamo a vicenda. “Beh, voi state a guardare?” Gli disse Laura. Anche loro cominciarono a spogliarsi e si avvicinarono a noi. Valentina si sdraiò vicino a me e Marco vicino a Laura. Mentre continuavamo a giocare tra di noi sentivamo i loro corpi caldi ed eccitati che si spingevano contro i nostri e le loro mani che giocavano alla ricerca dei nostri punti erogeni per accentuare ancor di più il nostro godimento. Io e Laura ci guardammo dritti negli occhi e con un cenno di intesa ci scambiammo il consenso a divertirci con i nostri nuovi giochi erotici. Ci girammo rispettivamente verso di loro. Io cominciai ad accarezzarla dolcemente su tutto il corpo mentre la baciavo con passione. Lei mi stringeva il culo con una mano, mentre con l’altra mi accarezzava il viso. Guardai verso Laura e Marco e vidi che anche loro erano abbracciati e stretti l’uno all’altro e si scambiavano lunghi baci e carezze su tutto il corpo. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così eccitante vederla con un altro uomo, scoprirla così disinibita e travolgente. Valentina mi chiese: “Ti piace vero?” Io le risposi deciso. “Sì, da impazzire!” . “Anche a me piace guardare Marco mentre scopa con un’altra ragazza”. “Però adesso voglio che tu ti concentri su di me!”. Le sue parole mi fecero eccitare ancor di più. Cominciai a leccarle il collo, poi giù lungo il petto fino ai seni. I capezzoli erano dritti e duri e dopo averli stimolati con la punta della lingua glieli succhiai voracemente. Lei godeva e mi spingeva la testa contro il seno per accentuare il contatto con le mie labbra. Poi continuai a scendere, leccandole la pancia, l’ombelico. Poi girai attorno alla sua vagina per raggiungere l’interno delle cosce. Mi avvicinavo alle grandi labbra per poi allontanarmi stuzzicandola. E finalmente la mia lingua si spostò sul clitoride morbido e teso. Giocai per lunghi minuti sentendola tesa ed ansimante. A un certo punto alzai lo sguardo per scoprire che stava osservando Laura e Marco. Mi fermai solo un’ istante per alzare lo sguardo ed ammirarli in un 69. Si leccavano e succhiavano a vicenda emettendo gemiti soffocati mentre i respiri si facevano via via più profondi e intensi. Era una visione paradisiaca. Valentina mi guardò e tirò fuori la lingua, con le mani mi prese dolcemente la testa e mi invitò a tornare a baciarla. Io obbedii. Ci baciammo di nuovo, stavolta più violentemente, con foga. Lei mi sussurrò in un’ orecchio. “Adesso voglio sentire il tuo cazzo dentro la mia bocca! Sdraiati!” Non avevo parole, né pensieri. C’era solo piacere, eccitazione, desiderio. Mi sdraiai. Lei venne sopra di me con la testa verso il mio cazzo e la figa sopra alla mia bocca. Con la lingua mi stuzzicava la punta della cappella e con la mano mi stringeva i testicoli. Io giocavo con le dita prima sul suo clitoride poi dentro di lei. Prima lentamente, poi sempre più velocemente, dentro e fuori, dentro e fuori. Adesso me lo stava succhiando e seguendo il ritmo da me impostato sentivo le sue labbra che salivano e scendevano sull’asta del mio cazzo. Non avevo mai goduto così tanto! Poi smisi di penetrarla con le dita e le spinsi dentro la lingua il più profondamente possibile mentre con le mani stringevo il suo magnifico culo. Lei smise di succhiarmelo. Stringendomi saldamente il cazzo cominciò ad emettere grida di piacere: “Ahhhhhh, ahhhhh, ahhhhhhh!” Sì, così! Ancora!!!”. Io cercavo di spingere la lingua sempre più a fondo mentre la facevo entrare ed uscire velocemente. A un certo punto Valentina si alzò. Venne a sedersi sopra di me. Laura e Marco nel frattempo avevano cambiato posizione. Lei era sdraiata a pancia in giù e lui sopra di lei strusciava il suo cazzo sul suo culo che lei sporgeva in fuori per sentire meglio la sua cappella scivolare sull’ano. Valentina si rivolse a Laura: “Adesso voglio sentirlo dentro, posso?” Aveva disegnata in viso un’ espressione sicura e divertita allo stesso tempo. Sapeva benissimo che Laura non aspettava altro perché quello voleva dire poter finalmente fare lo stesso con lui. Lei non rispose. Mi guardò ed io le feci l’occhiolino. Lei mi rispose allo stesso modo. Era il segnale. Eravamo liberi di fare tutto ciò che volevamo. Lei spostò lo sguardo su Valentina. In silenzio allungò la mano dietro, verso il cazzo di lui. Lo prese in mano e lo indirizzò dentro alla sua figa. Marco glielo spinse dentro dolcemente e Lei finalmente le rispose: “Non puoi! Devi!”. Lei fece lo stesso con me. Se lo indirizzò dentro e poi cominciò a cavalcarmi mentre con le mani mi accarezzava il petto. Le mie intanto si erano spostate sui suoi seni tondi e sodi. Intanto Marco la penetrava dal di dietro ed io potevo osservare le espressioni di godimento di Laura ad ogni suo colpo di cazzo. E ad ogni colpo le sue grida aumentavano di intensità: “Ahhhh, Ahhhhhhhh, Ahhhhhhhhh! E intanto ci guardava scopare. Anche Valentina godeva senza ritegno: “Mmmmmm, mmm, Siiiiii, Ahhhhh, ahhhhh!!” Io cominciavo a perdere il controllo. Il piacere era troppo grande per riuscire a trattenermi oltre. “Aspetta, aspetta! Sto per scoppiare!” Lei scese dal suo cavallo, velocemente me lo prese di nuovo in bocca masturbandomi con foga. Io venni con un impeto fortissimo” Aaaahhhhhh! Ahhhhh, aahhhhh! La bocca le si riempii del mio caldo sperma e lei lo ingoiò , leccandosi poi le labbra con un sorriso dipinto sul volto. Marco invece sembrava in pieno controllo. Laura si era girata a pancia in su con le gambe bene aperte e lui la penetrava con colpi lenti, ma forti e lei gli stringeva il culo con forza conficcandogli le unghie nei glutei. E mentre lo facevano si baciavano appassionatamente, le lingue incrociate ed avvinghiate come due serpenti in lotta. Mentre riprendevo le forze Valentina mi accarezzava il viso e mi baciava con dolcezza. Guardava il suo compagno e la sua nuova amica godere insieme e l’eccitazione di quell’ atto così trasgressivo la faceva impazzire di desiderio tanto che non potè trattenersi dal cominciare a masturbarsi. Io allora le tolsi la mano per sostituirla con la mia. E lei spostò la sua sul mio cazzo ormai molle. Anch’io li guardavo scopare ed ero eccitato quanto Valentina nel vedere mia moglie godere. Era bellissima, sensuale, calda e completamente disinibita. Ero rapito da quello che era stato sempre un sogno e che ora invece era realtà. Non potevo nemmeno immaginare quanto potesse essere bello. Senza nemmeno accorgermene il mio cazzo stava tornando nuovamente duro. Valentina continuava ad accarezzarlo ed io a masturbarla. Lei mi guardò compiaciuta pregustando il pensiero di un seguito ancor più trasgressivo ed eccitante di quello appena vissuto. Io le accarezzai i capelli e la fissai estasiato dalla sua bellezza. Con calma la invitai a sdraiarsi. Lei allargò le gambe. Io ero pronto per ricominciare. Guardai Laura e Marco, poi Valentina e mi resi conto che quello era solo l’inizio di un’avventura di cui non conoscevo il traguardo. Ma quello rese l’idea ancor più eccitante. Lo spinsi dentro di lei e ricominciai a vivere il sogno più bello della mia vita!
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16 years ago
admin, 75
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Gli uomini
Quante volte fra uomini ci siamo detti"ah le donne!!" chi riuscirà mai a capirle...
Io stesso tante volte ho fatto questa considerazione eppure in più di un caso io stesso mi rendevo conto che i miei comportamenti non erano spiegabili
Sono fortunato, ho avuto tante esperienze,con molte donne diverse anche fuori dall'italia ho trascorso anche un periodo dove veramente non ci capivo più niente, non sapevo più da chi andare,riuscivo a trovare sempre modi credidibili di argomentare sulle mie assenze da casa,a volte mi meravigliavo perfino di me stesso,inventavo delle cazzate incredidibili, eppure funzionavano,la mia compagna non si è mai accorta di niente. E' sempre andata bene
Per un periodo ho poi frequentato una donna molto più grande di me, si era perdutamente innamorata,e anche a me sinceramente non era indifferente. con lei abbiamo passato il limite,abbiamo fatto di tutto,e dico di tutto,dagli scambi di coppia al bdsm e tutto quanto altro la parte perversa della mente umana possa concepire,quando eravamo assieme stavo da Dio eppure alla notte finite le nostre "feste" mi trovavo nella condizione di dover andare via a tutti i costi perchè venivo assalito da un inquietudine tremenda che mi soffocava
Ne ho parlato con qualche mio amico li si che mi è cascato il mondo addosso...ho scoperto di uomini a cui è morta la moglie,con la salma ancora in casa e una bimba piccola andarsi a consolare dall'amante,ho sentito di un mio caro amico,che minacciava il suicidio perche la sua patner l'ha mollato che andava a mignotte tutte le sere per scaricare la tensione...la più bella..un ragazzo che io giudico come un fratello che è andato a festeggiare la nascita del proprio figlio con l'amante,la sera stessa del parto....
Io ho una grande passione per gli animali,ne ho di miei di varie specie,mi piace leggere su di loro,capire cosa pensano e come tentano di comunicare con noi,ma Vi assicuro che in natura non c'è specie più incoerente dell'uomo,inteso come maschio di razza umana
Forse qualche uomo leggendo queste righe penserà male di me è qualche donna magari riderà...fatemi sapere..
Saluti
P.
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16 years ago
egisto,
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La calda estate 2 – il cugino scapestrato
La calda estate 2 – Il cugino scapestrato
Faceva caldo quell’estate. Nella grande pianura quando arrivavano l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto, si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. L’anno prima ero stato ospitato per un breve periodo presso il casolare di campagna dove vivevano mia zia Grazia che era vedova, la nonna e mio cugino Gianni. Avevo quasi quindici anni e lì, nel casolare della famiglia di mia madre, ero diventato un vero uomo proprio grazie a mia zia.
Fu quindi pensare alla mia esperienza dell’anno prima, che mi aveva spinto a ripercorrere i sei chilometri in piena campagna sotto il sole, con l’obiettivo di giungere giusto dopo il pranzo, ma prima della siesta e quindi sperare di condividere ancora una volta con la zia, il suo letto per un paio d’ore.
Dovevo aver fatto male i calcoli però, perché quando giunsi nel cortile del casolare, mi si presentò inequivocabile il panorama delle finestre chiuse, sia al piano terra che al primo piano, che avevo imparato essere l’indicatore che la siesta era già in atto. Un po’ deluso andai a posare nel ripostiglio degli attrezzi la mia bicicletta e stavo pensando a come trascorrere le due ore che avevo immaginato ben diverse, quando vidi aprirsi un battente della finestra della camera di mio cugino Gianni. Mi appostai all’angolo della casa e mi misi a sbirciare. Gianni scavalcò la balaustra, si afferrò ad una sbarra dove alloggiava la puleggia che consentiva di caricare il fieno nel soppalco del fienile, si diede lo slancio ed atterrò sul soppalco. Quindi scese e, dopo essersi guardato con fare circospetto si avviò verso il campo coltivato a granoturco.
Mio cugino era considerato in tutta la famiglia allargata uno scapestrato. In realtà era un bravo ragazzo, solo non aveva voglia di studiare e voleva divertirsi anziché sgobbare sui libri. Anche quell’anno era stato rimandato con un numero di materie spropositato da riparare a settembre e potevo ben immaginare cosa succedeva quotidianamente in casa di mia nonna. Io e mio cugino avevamo uno strano rapporto. Almeno io verso di lui. Era l’unico maschio grande della mia famiglia cui potevo per certi versi rapportarmi come modello. Ma esisteva anche uno spirito di competizione un po’ maschile perché lui mi prendeva in giro in quanto secchione, quindi, secondo le sue strane “regole”, femminuccia (solo le femmine se ne stanno in casa a studiare o peggio a leggere), io mi incazzavo per questo ma ammiravo in lui la sfrontatezza del “macho” che affrontava avventure o aveva esperienze che io non potevo neanche lontanamente immaginare. Erano memorabili nella nostra famiglia, i racconti sulle fughe che aveva intentato per scappare dalle sgrinfie di mia zia, ed andare a giocare a carte e a fumare al bar del paese!
Fu quindi con il desiderio di vedere come si stava svolgendo una delle sue fughe, che mi misi a seguirlo cercando di non farmi vedere. Gianni andava spedito verso il campo di granoturco, io cercavo sempre di tenermi nascosto dietro o un carro o un cespuglio o un mucchio di sacchi. Alcune volte Gianni si guardò in giro circospetto e forse un paio di volte corsi il rischio che mi vedesse, ma riuscii sempre a raggiungere un nascondiglio o almeno così volevo credere. Poi si infilò dentro un filare di granoturco e io, quando giunsi al limitare del campo, imboccai un altro filare a questo vicino perché non volevo che girandosi mi scorgesse e non mi portasse più dove stava andando.
Avanzai guardingo fino a che non giunsi a metà del filare e mi fermai perché mi sembrava di non sentire più il rumore dello stormire delle gambe di granoturco scosse dal passaggio di Gianni. Feci ancora qualche passo scrutando in avanti, ma non mi sembrava più di scorgere la sua maglietta in lontananza. Avvertii poi come una folata di vento che arrivava alle mie spalle e, prima che riuscissi a girarmi, Gianni era piombato su di me e mi aveva buttato a terra cingendomi le braccia intorno alle spalle in modo da bloccare ogni mio movimento. Fu lo spavento e poi il sollievo per scoprire che il mio assalitore era mio cugino, ma dopo essermi irrigidito tutto, lasciai che il sollievo e, stranamente il piacere, di essere dominato da una persona conosciuta si impadronissero di me. Avevo tutti i sensi all’ennesima potenza per la tensione dell’inseguimento e avvertii l’odore, non disdicevole, di Gianni, un misto di sudore e di banane, di albicocche e di tabacco. “Cosa fai qui Ettore? Eh volevi spiarmi?” “Dai, lasciami andare. Volevo solo vedere dove andavi.” Intanto mi strattonavo cercando di liberarmi della stretta ma mio cugino si avvinghiava sempre più strettamente a me. “Bravo. Così poi lo vai a dire alla tua cara zietta. Lo so che le vuoi tanto bene e le racconti tutto . . .” Per un attimo mi sentii venir meno. Pensai subito che in qualche modo Gianni fosse venuto a sapere cosa c’era stato con mia zia Grazia l’anno prima, ma poi scartai decisamente l’idea e ritenni invece che la sua fosse più che altro gelosia perché venivo sempre considerato il ragazzo “buono” da coccolare.
“Non è vero! Prometto che non dirò niente a mia zia! Ma cosa volevi fare?” Cercai, mentre le mie parole uscivano dalle labbra, di fare pressione per districarmi dalla sua presa.“Lascia stare cosa voglio fare io, sei bravo a sviare il discorso! Ora tu sei qui e ho solo due possibilità: o ti porto con me e rischio che tu faccia la spia, o ti lego e ti tengo da qualche parte fino a che non ho finito. Cosa vuoi che faccia”. Dicendo così mi strinse ancora più forte le spalle e con una gamba improvvisò una presa di judo avvinghiante. Ora il suo corpo aderiva completamente al mio, il suo bacino vicino al mio culo, avvertivo anche una strana protuberanza e sentivo il suo volto ansimarmi le sue domande di fianco all’orecchio. “Dai Gianni fammi venire con te. Ti giuro che non dirò niente a nessuno!” “Lo giuri veramente? Che neanche al prete in confessionale lo dirai quello che faremo?” “Sì lo giuro! Lo giuro solennemente!” Stringendomi forte le spalle mi sussurrò con forza “Va bene. Ma sappi che se solo una sillaba di quanto faremo oggi, ti uscirà dalle labbra, ti verrò a cercare dovunque ti sarai nascosto e ti garantisco che nessuno potrà impedirmi di fartela pagare molto cara!” Dal tono non avevo alcun motivo per dubitare che Gianni avrebbe messo in pratico quanto aveva promesso. “Non temere sarò una tomba. E poi te l’ho giurato!” “Dai andiamo!” Così dicendo si rialzò lasciandomi libero, si scosse via dalle gambe, dai calzoni corti e dalla maglietta un po’ di polvere, aspettò che io facessi altrettanto e poi mi guidò fuori dalle corsie di granoturco.
Raccolse un vecchio lenzuolo piegato e si diresse verso il fossato in fondo al campo di granoturco. “Certo che se vuoi seguire qualcuno devi stare più attento a non farti vedere. Potevi anche metterti a suonare la tromba che non c’era differenza” “Davvero?” Il fatto di essere stato accettato con il “grande” Gianni mi aveva reso meno pedante e rompicoglioni ed ero disposto a tutto pur di continuare questa avventura da grande. L’avventura che mi si presentò, si rivelò essere solo il fatto di sfuggire al controllo di zia, e di restare un paio d’ore provando anche a fumare delle sigarette caserecce fatte con le barbe del granoturco. Erano pestilenziali e, credo, altamente tossiche, ma corrispondevano pienamente al mito della trasgressione “maschia”, cioè dei maschi che non temevano di fumare qualsiasi cosa (anche perché spesso nelle campagne più povere, non c’era veramente niente di adatto per fumare).
Poi era bello il senso di complicità che avvertivo, stare seduti sul lenzuolo disteso sul fondo del profondo fossato, circondati dalla vegetazione bassa tipica della zona e da alte robinie spinose. Il tutto dava un leggero senso di fresco e di umido che proteggeva dal calore bestiale dell’estate nella grande pianura. A un certo punto Gianni cominciò a togliersi la maglietta dicendo “Beh visto che siamo tra uomini, e che se tu non ci fossi stato mi sarei spogliato, io mi metto a mio agio”, si slacciò i pantaloni e tolse pure le mutande. Rimasi di sasso a guardarlo: un ragazzone grande un metro e ottanta circa di statura, le spalle larghe e robuste, ma una struttura comunque longilinea. Non era molto peloso, ma una piccola striscia di peluria partiva appena sotto l’ombelico ed andava poi ad allargarsi in un folto cespuglio di peli ricci e castani che sovrastava un cazzo ancora moscio ma slanciato e ricurvo in cima, con la punta che volgeva verso il basso. Il mio sguardo era inchiodato a guardargli l’uccello e Gianni evidentemente se ne accorse.
“Non hai mai visto un uomo nudo? Cosa aspetti a spogliarti anche tu o vuoi sudare? Ti prometto che non li misuriamo!” Già aveva proprio colto il problema, o meglio solo una parte del problema, perché da un lato temevo il confronto sulle dimensioni, ma dall’altro avevo paura che il principio di erezione svelasse quanto la cosa mi turbasse. Ma ero nel mondo degli uomini e non volevo esserne scacciato con l’accusa infamante di essere una femminuccia. Mi spogliai volgendo le spalle a Gianni, con la scusa di riporre poi gli indumenti a lato su un angolo del lenzuolone e mi sedetti velocemente in modo da non fare palesare niente di imbarazzante. Non ho evidentemente finito la fase di sviluppo e sono alto quasi un metro e settantacinque, non si può dire che sono grasso ma ho una struttura robusta e, purtroppo quel po’ di ciccia che ho è andata a irrobustire le mie tettine, o per lo meno questo è quello che io percepisco del mio corpo.
Rimanemmo un po’ distesi continuando a parlare delle partite a carte che Gianni faceva al bar, dei personaggi di paese che affollano l’osteria e che a me sembravano affascinanti nel racconto di mio cugino. Poi Gianni ritorna a parlare di noi. “Ma ti vergogni che te ne stai tutto lì accovacciato quasi avessi paura di farti vedere. Proprio tu che studi le abitudini degli antichi greci . . “ “E cosa centrano gli antichi greci?” “Beh avevano l’abitudine di trovarsi in comunità maschili, chiamate per lo più ginnasi, dove potevano starsene liberamente senza donne tra le palle, e nudi discorrevano di politica, scienze e filosofia, e i più anziani insegnavano ai più giovani a godere anche con il culo. . .” “Ma erano recchioni?” “No! Lo facevano perché ritenevano che uno non fosse uomo completamente se non sapesse godere davanti e di dietro. Uno è recchione se vuole godere solo di dietro. Ma imparare a godere con tutto il corpo è un arricchimento. Non mi dire che tu e i tuoi amichetti non vi siete mai toccati?” “No mai!” risposi troppo velocemente arrossendo leggermente per l’imbarazzo che la domanda mi aveva procurato. Gianni mi guardò e sorridendo disse “Ho capito. Non vuoi dirlo” “Non è che non voglio dirlo è che non è mai accaduto!” Anche questa volta ero stato troppo veloce nel rispondere e capivo anch’io di non essere convincente. Ma come si fa a dire apertamente al mondo intero “Sì io e il mio amico Fausto ci troviamo e ci tiriamo dei segoni grandiosi a vicenda”. Non è facile e difatti cerco di non pensare molto a questa cosa. Però anche se imbarazzante il discorso mi intrigava non poco e volevo approfondirlo.
Prima che pronunciassi la domanda che affiorava le mie labbra, Gianni si avvicina e con mossa decisa porta il suo dito medio, dopo averlo inumidito di saliva, proprio contro il mio buco e prova a forzarlo. “Uh sei ancora vergine didietro! Vediamo davanti” Così dicendo la sua mano avvolse il mio uccello come dovesse fargli una sega e gli tirò giù tutta la pelle “Davanti invece non sei più vergine cuginetto!”. Detto questo si sedette di nuovo al suo posto. Ero un po’ sconvolto, il tentativo di penetrazione mi aveva lasciato sia un po’ timoroso ma anche con il buchino affetto da uno strano prurito, ma soprattutto non mi era affatto dispiaciuto che avesse preso in mano il mio cazzo. Cercai di riportare il discorso su temi che mi piacevano di più e di allontanarli dalla mia persona “Ma precisamente cosa vuol dire godere con il culo?” “Beh il nostro culo è un ricettacolo di terminazioni nervose che se opportunamente sollecitate procurano piacere; inoltre è dal culo che riesci a toccare la prostata e questo stimola il tuo cazzo.” “Ma tutti dicono che essere inculati è doloroso e fa male!” “Beh le prime volte c’è sicuramente anche il dolore, ma ti assicuro che il piacere supera di gran lunga il dolore. Difatti è per questo che i greci usavano i ginnasi per iniziare i più giovani ai piaceri completi della carne.E’ molto meglio così se ci pensi bene, piuttosto che ritrovarti in una camerata militare, senza che nessuno abbia preparato il tuo buchino, e con i nonni che cercano qualche recluta con cui sfogare la mancanza di donne!” “Beh questo è vero. Ma tu sei vergine nel culo?” Appena fatta la domanda mi pentii perché stavamo prendendo una china pericolosa che una volta imboccata andava percorsa fino in fondo. Io non ero sicuro di volerlo. O meglio desideravo provare, ma non sapevo ancora se sarei riuscito ad accettare quello che avrei scoperto in fondo alla strada. Per quello continuavo a tergiversare parlando di greci e cercando con la mente di trasferire quello che mi diceva Gianni in opportunità per i miei giochi assieme a Fausto.
“Certo che no! Ho avuto la fortuna di avere un amico più esperto che mi ha preparato per bene. Vuoi sentire?” Senza aspettare la risposta si avvicinò, si sedette vicino a me mi prese letteralmente il dito medio, lo portò alla bocca dove lo inumidì molto copiosamente, quindi si allargò il solco con una mano e con l’altra spinse il mio dito a puntare il suo buco. Gli fece fare alcuni piccoli movimenti circolari fino a distendere le crespe della pelle, lo rimise in bocca (chissà che sapore avrà pensai) e poi lo spinse deciso dentro il culo. La prima falange fu accolta in un piccolo antro umido e stretto ma che dava comunque un senso di accoglienza. “Senti il tuo invece” Così dicendo tolse il mio dito dal suo culo, lo portò di nuovo in bocca a inumidirsi e quindi lo puntò questa volta sul mio buchino, dopo aver allargato il solco tra le chiappe con l’altra sua mano. Avvertii come una barriera insormontabile, e anche la mia prima reazione fu quella di stringere i muscoli a bloccare l’intrusione. “Vedi come sono diversi! Pensa se un cazzo ti volesse inculare e tu non fossi preparato come lo sono io. Allora sì che ti farebbe veramente male. Invece abituandolo lentamente ad allargarsi e a restringersi vedrai che primo non ti farà male e secondo imparerai a godere anche dal culo e non solo dal cazzo!”. Mentre diceva queste parole Gianni le aveva accompagnato continuando il movimento rotatorio del mio dito sull’orlo dell’orifizio, aveva preso l’altra mia mano a tenere allargate le chiappe e aveva appoggiato il suo braccio libero sulla mia spalla. Guardandomi negli occhi disse allora con tono dolce “Hai voglia di provare Ettore?”. “Non so Gianni ho paura. . .” “Ma però vuoi anche provare . . .” insinuò soavemente il mio serpente tentatore. Non osai rispondere anche perché il massaggio che mi stava imponendo cominciava a scatenare in me sensazioni mai provate. “Il segreto vedi è di imparare a dominare le tue contrazioni. . . “
Dava per scontato che io avessi detto di sì e proseguiva con la lezione, questa volta sostituì il mio dito con il suo, che nel frattempo aveva abbondantemente umettato. “Appena io spingo tu avrai una reazione, devi accettarla, lo sai ma puoi controllarla e lascia che io faccia un passo dentro di te.” Le parole furono seguite dall’azione e mi ritrovai con una falange del suo dito infilata nello sfintere. Ebbi quasi un giramento di testa, chiusi gli occhi e abbandonai la testa all’indietro. Tutte le terminazioni nervose erano all’erta e trasmettevano piacevoli segnali alla centralina nel cervello che sembrava impazzire e non governare più nulla. Ma al tempo stesso, con i sensi alla massima allerta, cercavo di assecondare i movimenti del dito come mi diceva Gianni.
“Bene bravo così. Adesso aspetta che lo lubrifico ancora un po’” Inaspettatamente tolse il dito e sentii i tessuti ricomporsi nella dimensione abituale, ma al tempo stesso avvertii un vuoto di cui non ero prima conscio e ancora quello strano prurito proprio lì che voleva essere placato da un languido massaggio. Il dito di Gianni fu accolto dai miei muscoli come un sollievo e lui poté ripartire dal punto dove eravamo rimasti. “Vedi che fa meno male di quello che pensi. Poi tu sei un bravo alunno. Ecco, adesso prova a spingere un po’ come se volessi cagare e poi cerca di fare tuo il dito.” Seguii i suoi consigli e mi ritrovai con il dito completamente dentro. Non ci credevo, diedi immediatamente il corso ad alcune contrazioni involontarie, quasi lo volessi scacciare, ma poi mi calmai e riuscii a far attenuare il dolore che le scosse mi avevano procurato. “Bravo così. Ha fatto un po’ male ma passa vero?” Biascicai un “Sì” che si udì appena. “Il più è fatto. Devi solo abituarti alla presenza che è in te e conoscere quella parte del tuo corpo” Quasi a sottolineare il significato di quello che mi diceva, la punta del dito cominciò a percorrere lentamente ogni centimetro quadrato delle mie viscere, trasmettendo al cervello la mappa del mio culo come mai lo avevo percepito. Le contrazioni per espellere il dito si erano calmate e di questo Gianni approfittò per allargare da dentro lo sfintere con movimenti circolari. Avevo cominciato anche un po’ a prevedere e desiderare questi movimenti. Si fermò “Prova a stringerlo e a rilasciarlo” Lo feci e avvertii con stupore e anche sorpresa che forse quel piccolo dito non mi bastava, che volevo qualcosa di più. “Ancora. Ancora” Obbedii godendo di sentire con i tessuti dell’intestino la conformazione del dito di Gianni, le sue falangi, la curva dell’unghia. Poi . . il vuoto! Con un colpo repentino tolse il dito e lo puntò nuovamente all’ingresso dell’orifizio. A sorpresa, per me, istintivamente mi mossi a riprendermi l’ospite che aveva riempito fino a quel momento in modo piacevole il mio anfratto. Mi abbandonai completamente con la schiena a terra e le gambe allargate e i piedi vicino al culo quasi fossi in posizione ginecologica perché l’ospite che mi stava trastullando in maniera insinuante, forse complice il caldo e l’umidità della grande pianura d’estate, mi stava lentamente illanguidendo. Immaginai più che vedere mio cugino che avvicinava il suo viso al mio buchino e lo irrorava con saliva mentre il suo dito smetteva il movimento circolare e provava a fare un po’ di dentro e fuori. Mi irrigidii un attimo quando sentii all’imbocco del condotto due ospiti, ma anche questa volta la voce serena ma più arrochita di Gianni mi fece calmare, mentre le dita distesero tutta la pelle che circonda il perineo con lunghi e pazienti movimenti circolari. Ad ogni giro la pressione delle dita per entrare si faceva più forte fino a che trionfanti si impossessarono del mio sfintere allargandolo sistematicamente ad ogni giro. Sentivo la muscolatura a protezione delle mie intimità più profonde cedere lentamente e contemporaneamente il languore che aveva cominciato ad invadermi si faceva più struggente e mi spingeva ad essere sempre più arrendevole.
Alcuni movimenti al mio fianco mi fecero aprire gli occhi per vedere cosa stava facendo Gianni. Con l’altra mano aveva impugnato la sua asta e se la stava menando e inumidendo di saliva. Capivo e temevo quello che il gesto voleva significare, così richiusi gli occhi e tornai a godermi la nuova avanzata delle dita fino alla base. Cominciai a mugolare sommessamente perché le ondate di piacere superavano il dolore che il su e giù mi procurava a volte per un movimento brusco o perché le mie contrazioni contrastavano con una spinta delle dita.
Sentii ad un tratto la bocca di Gianni poggiarsi sul mio capezzolino e cominciare a leccarlo con la lingua umida e insinuante. Il braccio libero di mio cugino scivolò fino a che la sua mano libera prese a titillarmi l’altro capezzolo. Ero lì ad occhi chiusi e mi lasciai andare a queste carezze piacevoli. Tutto il mio corpo stava diventando un’orchestra di sensazioni strane e gradevoli. Le tettine che tanto mi avevano infastidito erano anch’esse fonte di godimento, mentre il mio buco veniva ad ogni giro allargato dal lavorio della mano amica.
L’ansimare di Gianni vicino a me mi eccitava ancora di più: stavo dando piacere ad una persona con il mio corpo! Perché era chiaro che Gianni si stava attizzando sempre di più. Con decisione ma al tempo stesso delicatamente, mi fece ruotare su di me fino a mettermi carponi. Tenni gli occhi chiusi perché temevo di bloccarmi se avessi visto quello che intuivo stesse succedendo alle mie spalle. Mi sentivo anche strano con il buco del culo all’aria, tutto inumidito e, dopo molti minuti svuotato degli ospiti che tanto piacevolmente vi avevano albergato. Ma non sarebbe rimasto a lungo vuoto. Sentii la cappella di Gianni umida appoggiarsi al mio buco, Un breve movimento quasi a voler prendere la mira, le sue mani che mi prendono le chiappe e le allargano a favorire la penetrazione e poi . . . “Ah!” L’urlo mi uscì dal cuore e dal cervello e Gianni si fermò nella sua spinta: aveva infilato solo la cappella. Mi sembrava enorme (e lo era sicuramente rispetto alle dita) “Non preoccuparti non spingo fino a che non me lo dici tu. Facciamo come prima. Aspetti un po’ e poi spingi come se volessi cagarmi fuori, e dopo ti rilassi e me lo stringi tutto con il tuo intestino”. Respirando affannosamente feci come mi diceva e mi ritrovai centimetro dopo centimetro percorso tutto il mio canale dal suo cazzo. Fu una lenta marcia di avvicinamento, che sembrava non dovesse finire mai, ma le folate di libidine che partivano dal culo sovrastavano sempre di più il dolore che lentamente si attenuò. Mi ritrovai così impalato e pieno del cazzo di mio cugino. Lo strinsi con i muscoli delle viscere e ne assaporai con le pareti dell’intestino tutte le nervature e i contorni quasi a volerlo fare tutto mio.
Presi coscienza di essere posseduto completamente da un uomo e la cosa mi sconvolse perché non mi disturbò più di tanto: il piacere di essere “sotto” e di sentirsi riempito sovrastava qualsiasi remora morale. Cominciai a spingere lo sfintere e poi a richiamare il suo uccello dentro di me, incredibile! Appena lui usciva lasciava un vuoto che volevo subito riempire. I movimenti cominciarono a farsi più frenetici e Gianni smise di essere troppo delicato e mi afferrò con le mani entrambi i fianchi per dare alle sue spinte più forza, se mai ce ne fosse bisogno. “Ti sto scopando!” urlò lui, sentii la consistenza del suo uccello farsi di marmo e venni travolto da una sconosciuta libidine, “Sbattimi” urlai allora. Gianni cominciò a pompare come se dovesse vincere le olimpiadi delle inculate: stille di dolore attraversavano il mio cervello sepolte da ondate di piacere sconosciuto e mai provato prima: “Sì, dai, ancora, ancora, daiiiiii” e il mio urlo venne coronato dal suo “Sborrooooooo!” e sentii dentro di me prima una scarica di caldo liquido cremoso, poi un’altra, un’altra ancora e così fino a che Gianni non si svuotò tutto dentro di me. Rimanemmo così fermi e scossi dal tremito dell’orgasmo più squassante che avessi mai provato. Il liquido seminale cominciò a colarmi fuori dal culo e a scorrermi lungo le gambe e infine il cazzo di Gianni si affievolì uscendo ed egli, staccatosi da me, si stese su un fianco. Mi abbandonai anch’io su un fianco girandomi però verso di lui. Trascorsero alcuni minuti di silenzio nel quale i nostri respiri ritornarono ad un ritmo normale e i miei tessuti lacerati si ricomposero lentamente.
Guardavo Gianni che se ne stava disteso di tre quarti a faccia in giù sul lenzuolone, il cazzo ormai moscio in mezzo alle gambe, visibilmente stremato da una inculata che lo doveva aver svuotato di ogni energia. Il mio sguardo corse alla linea dolce e rotonda del suo culo, al solco che solo mezz’ora prima mi aveva fatto toccare con mano, anche se solo per prepararmi alla scoperta sessuale più sconvolgente che avessi fatto. Mi resi conto che il mio pisello stava riprendendo vigore: la vista del culo di mio cugino e il pensiero di quello che avrei provato a fare . . .Mi sembrava un’idea folle: provare a scopare il mio cuginone più anziano di me! Perché no mi dissi e mi avvicinai a lui. Lo cominciai ad accarezzare sulle gambe “Grazie, sai Gianni, sei stato molto dolce, anche se qualche volta mi ha fatto male. A te è piaciuto?” “Da morire. Hai un culo meraviglioso, morbido, sembra nato per scoparci dentro!” Arrossii per il complimento come se fossi una donna cui avevano appena detto che era una gran figona, ma continuai le carezze e poi passai al solco. Prima ci fu un irrigidimento, poi sentii i suoi muscoli rilassarsi, forse non aveva voglia di combattere a difesa del suo buco perché era troppo stanco, forse magari l’idea era passata anche per la sua testa, fatto sta che non oppose resistenza. Visto che non oppose resistenza, presi come lubrificante lo sperma che mi colava dal culo e con quello cominciai il movimento circolare intorno allo sfintere che ormai avevo imparato a subire.
Era vero, il suo culo non era più vergine, perché non fu necessario un lungo massaggio prima di infilare tutto il dito dentro. Sentivo che me lo stringeva, che lo spingeva fuori e poi lo richiamava con le contrazioni muscolari, ma sentivo anche che i tessuti erano già stati allargati, e più di una volta! Per sicurezza inserii due dita ed anche queste vennero inghiottite senza gran difficoltà. Il mio uccello era ormai dritto e duro come il marmo e con l’altra mano lo inumidii di saliva abbondante, soprattutto la punta. Quando sentii Gianni mugolare, lo guidai con le dita nel culo a mettersi carponi, mi sistemai dietro di lui, con le due mani allargai più che potei il solco tra le chiappe, quindi puntai la cappella all’ingresso del suo anfratto. Vidi le contrazioni dello sfintere e cogliendone il ritmo lo infilai nel momento più favorevole. La cappella fu inghiottita dentro e dovetti fare uno sforzo sovraumano per non venire: l’esperienza precedente e la vista del mio cazzo che stava inculando il cuginastro mi stavano facendo impazzire e perdere il controllo. Come lui aveva fatto con me, assecondai le sue spinte e guadagnai centimetri dopo centimetri fino a che non fu dentro tutto fino alla base. Mi fermai assaporando la bellissima sensazione di potere e di piacere che trovarsi con il proprio palo infilato dentro il culo di un uomo, ti dava. Avvertii le contrazioni delle viscere di Gianni e cominciai il mio su e giù. Il mugolio di Gianni cresceva di intensità assieme al piacere che attraversava tutto il suo corpo fino a fiondarsi nel cervello. Lo afferrai ai fianchi e cominciai a pompare, ma non come lui aveva fatto con me, ma con metodo e con potenza piuttosto che con frenesia. Il suo cazzo sbatteva contro le gambe ad ogni colpo e sembrava che tutto il suo corpo fosse squassato dai miei colpi che trasmettevano piacere e dolore, piacere e dolore, poi solo piacere. Un urlo parossistico mi colse quando mi sentivo ormai venire “Scopami scopami scopamiiiiiiiiii!” Gli risposi “Sìììììì” e con gli ultimi colpi ben assestati gli inondai il condotto della mia sborra calda e cremosa. Sembrava che non smettessi più di sborrare, poi mi placai e sentii anche il suo intestino contrarsi inconsapevolmente intorno al mio cazzo che si stava ammosciando.
Che giornata ragazzi! Ero venuto a casa di mia nonna con l’idea di scoparmi la zia Grazia e guarda invece che razza di esperienza! Ero stato inculato dal mio caro cugino scapestrato e poi l’avevo a mia volta inculato. E non sapevo proprio cosa mi era piaciuto di più. Pensai a quanto piacevole era stata la giornata ma soprattutto quali insperati orizzonti avesse aperto alla mia nascente vita sessuale. Sapevo che sarei venuto molto più spesso a casa della nonna e adesso, a seconda dell’ora in cui sarei arrivato avrei potuto trovare posto o nel letto di mia zia (oltre che nella sua figa e nel suo culo a questo punto!), oppure nel fosso a scambiarmi cortesie con mio cugino. Ma soprattutto avevo imparato alcune cose che potevo mettere in pratica anche con il mio amico Fausto. Dovevo pensare per bene dove trovare un posto adatto: anche le periferie di città hanno dei fossati e dei posti nascosti, dove ripararsi dal torpore e dalla temperatura prodotta da una calda estate. La calda estate di quando persi la verginità nel culo!
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Di Ettoreschi
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La calda estate - grazie zia
Faceva caldo quell’estate. Nella pianura quando arrivava l’estate e l’ondata di caldo che non andava più via fino al primo temporale d’agosto si creava una atmosfera “messicana” di languore e di predisposizione alla siesta. Questo si acuiva di più nel momento più caldo della giornata, dopo pranzo. Mia madre stava poco bene in quel periodo e i miei decisero quindi di mandarmi, finché non fosse migliorata, da mia zia. Avevo quattordici anni, a giorni quindici, e ogni mattina prendevo la bicicletta e mi facevo quasi sei chilometri per raggiungere il posto dove, in mezzo a sterminati campi di frumento, sorgeva il casolare della famiglia di mia madre. Era una classica casa di contadini della pianura padana, ampia ma dove lo spazio era più per gli attrezzi e le bestie che per le persone. Ci vivevano solo mia zia con mio cugino e mia nonna. Mia zia, una robusta signora dinamica e decisa, era rimasta vedova del marito ormai da svariati anni (suo marito era molto più anziano di lei) e viveva esclusivamente per tenere sulla “retta” via mio cugino Gianni, venti anni e poca voglia di studiare ma tanta di divertirsi.
Le mie giornate trascorrevano per lo più nella noia; mia zia era indaffarata con le faccende domestiche, a seguire i lavori dei campi e a controllare cosa facesse mio cugino, che era stato rimandato in tre materie (ma dovevano essere di più a sentire i professori). Non avevo quindi dei compagni di giochi della mia età e, negli anni sessanta, la televisione non era certo diffusa come ora nelle case. Aiutavo mia zia quindi anche in lavori per così dire “donneschi” ma, ripeto, più per noia che per convinzione. Mio cugino, che era segregato nella sua stanza, cercava solo pretesti per distrarsi dallo studio. Inoltre mi considerava uno “snaturato” secchione e non un vero maschio anche perché mi ero portato dei libri e spesso leggevo. Non lo aiutavo a fuggire dalla sua stanza e non andavo in giro alla ricerca di qualche perdigiorno capace di combinare qualche disastro, più per noia che per effettiva cattiveria.
Il primo giorno, dopo pranzo, la zia annunciò a tutti che dovevamo fare il sonnellino pomeridiano (era tradizione contadina che, durante l’estate, la vita si fermasse dopo mangiato) e non volle sentire le mie proteste di “cittadino”. Disse a mio cugino di fare spazio nel suo letto e di ospitarmi. Non c’erano altre stanze utilizzabili e non era sicuramente nelle abitudini di allora pensare che il salotto “buono” potesse venire aperto perché io dormissi sul divano!
Andai con Gianni nella sua stanza e cominciammo a spogliarci fino a restare solo in mutande. Gianni mi prese in giro “Guarda sembri proprio una femminuccia con quelle mutande da bambino e quelle tettine!”. E si girò sedendosi sul bordo del letto per togliersi i calzini. Io arrossii un po’ per l’umiliazione e un po’ per l’imbarazzo di un giovane adolescente che non sapeva nulla, o quasi, del sesso e che cominciava a sentirsi rimescolare dentro da strane tempeste. Non ero proprio longilineo ma da questo a dire che avevo le tette proprio ne passava. “Non ho le tette io!” quasi gridai. Gianni mi voltava le spalle ed io, incurante degli anni di differenza e, soprattutto della forza diversa, gli saltai addosso cercando di circondargli il collo con il mio braccio e attaccando a fare lotta come sapevo fare io. Ma lui era più forte, agile e, soprattutto, molto più abituato di me a lottare e a difendersi. Mi prese il braccio, lo staccò dal collo e contemporaneamente cominciò a girarsi, facendo leva sullo stesso mi stese con la schiena sul letto e cercò di mettermi un braccio sul collo. Mi divincolai con tutta la forza che avevo ma lui riuscì a prendermi alle spalle e circondarmi le braccia. Ero disteso sul fianco, con la parte superiore del corpo stretta nella morsa delle sue braccia e cercavo dando violenti colpi con il bacino e le gambe di liberarmi, ma Gianni mi circondò le gambe con la sua e si premette forte con il suo peso su di me. Sentivo la sua bocca ansimare per lo sforzo vicino all’orecchio. Con la mano destra cominciò ad accarezzarmi sul petto alitandomi “E queste cosa sono? Brutto birichino tu mi nascondi le tue cose più belle!”. Le sue dita correvano a tormentare ora uno ora l’altro dei capezzoli. Ansimavo e, sarà stato il caldo, l’eccitazione per la breve lotta, il languore indotto dalla penombra nella stanza ma avevo iniziato ad avere una erezione. Mi vergognavo da morire ma ero anche turbato e nel turbamento avvertivo che tenendomi stretto a sé anche mio cugino aveva una potente erezione. Non avevo mai avuto modo di vedere o tanto meno di sentire l’uccello di un maschio adulto, ma nella mia fantasia adolescenziale mi sembrò enorme e durissimo. Ebbi un timore ancestrale e dissi “No, dai”. Gianni mi rispose “Ma è un No oppure è un Dai continua?” e si fece più vicino.
La porta si spalancò di colpo ed entrò mia zia urlando sottovoce per non svegliare la nonna che dormiva nella stanza accanto. “Cosa state facendo delinquenti? E’ ora di dormire! Smettetela!”. Mentre ci separavamo, volli mostrare a Gianni che sapevo come ci si comportava “da uomo” ed intervenni a giustificare la situazione: “Niente zia stavamo facendo un po’ di lotta”. Lei, feroce come quasi tutte le volte in cui si rivolgeva al figlio lo apostrofò “Ma ti senti proprio così bravo a fare la lotta con un bambino?!” (Il termine bambino non mi piacque affatto ma visto come era incazzata mi guardai bene dall’obiettare). Poi rivolgendosi in tono più dolce verso di me disse “Ti ha fatto male?”. Io pensai che si riferisse alle braccia, e non avevo ancora la malizia di pensare ad altro, perciò risposi, deciso a far valere la mia mascolinità, “Assolutamente no!”. “Comunque adesso tu vieni a dormire da me” concluse mia zia con un tono che non ammetteva repliche e girandosi si diresse verso la sua stanza in fondo al corridoio. Gianni mi guardò di sottecchi e disse un po’ deluso, per la possibilità di avere una occasione di distrazione che gli era sgusciata via dalle mani, “Oh la signorina va a dormire nella stanza delle donne”. Gli feci una pernacchia con la bocca e corsi in fretta a raggiungere mia zia. “Siete dei ragazzacci! A queste ore le persone per bene dormono e non fanno casino disturbando chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!”. Non replicai vuoi perché il tono, anche se addolcito rispetto alla sfuriata di prima a Gianni, rimaneva comunque quello serio di una persona profondamente arrabbiata, vuoi perché mia zia Grazia mi era sempre apparsa come una persona decisa, una che aveva un tono che non ammetteva discussioni.
Forse le difficoltà della vita, la vedovanza con un figlio scapestrato da crescere, dover comunque mandare avanti una impresa agricola, l’aveva resa dura e decisa e così la vedevo anche se avvertivo una tenerezza celata quando lei si rivolgeva a me. Lei procedeva innanzi a me a piedi scalzi e coperta solo da una camicia da notte leggera, senza maniche che le arrivava appena sopra il ginocchio. Anche se avevo pensato a lei sempre come una persona anziana, doveva aver superato i quaranta anni e questo ai miei occhi di adolescente la rendeva sicuramente “anziana”, mi ritrovai a guardare le sue forme sode con un occhio diverso. Era alta meno di me, che pure non avevo ultimato il mio sviluppo di crescita, con una corporatura tarchiata ma non sgraziata ed anzi ben proporzionata, le cosce sode e un seno importante. Sempre brontolando si recò dall’altra parte del grande letto matrimoniale e si stese girandosi su un fianco e dandomi le spalle. Mi misi dall’altro lato del letto e cercai di stare fermo il più possibile anche se sapevo che non avrei dormito (non ne avevo l’abitudine e comunque la novità del luogo e degli avvenimenti mi avrebbero spinto a fantasticare). La sentii girarsi e rigarsi un po’ poi prese un respiro regolare e quieto. Anch’io che all’inizio non volevo neanche respirare per non disturbare “chi ha lavorato tutto il giorno e vuole riposare!” presi un respiro regolare e cominciai a seguire il filo dei miei pensieri e delle mie fantasie.
Pensai alla lotta con mio cugino, a come tutto era stato dominato da un alternarsi di sensazioni contrastanti e al mio principio di erezione. Poi il mio pensiero corse a mia zia che dormiva placida di fianco a me e mi resi conto che era la prima volta che giacevo a fianco di una donna che non era della mia famiglia. Il pensiero mi turbò e la mia fantasia corse alle fugaci immagini del seno di mia zia quando era apparsa in camicia da notte sulla porta della stanza di mio cugino. Sentivo crescere il mio desiderio fino a che la punta dell’uccello mi uscì dalle mutande. Mi affiorò un pensiero illuminante e cominciai a sollevare il lenzuolo in modo da guardarvi sotto, verso mia zia. Mi misi sul fianco sinistro e, respirando regolarmente come se stessi dormendo e il mio movimento fosse quello inconscio di un dormiente, cominciai a guardare. Mia zia era sul fianco ma con il bacino spostato verso di me, la camicia da notte le si era arrotolata su fino a lasciare scoperte tutte le chiappe e la sua figa piena e pelosa. Era la prima figa che vedevo così da vicino e la curiosità ebbe il sopravvento sul timore e le convenzioni. Mi spostai lentamente ammirando lo spettacolo che mi si era presentato innanzi: potevo distinguere nettamente il solco del sedere e poi in continuità anche l’esplosione del fiore di mia zia. Nelle fantasie sfrenate che avevano accompagnato le mie prime seghe mai mi era capitato di immaginare quello che mi stava succedendo e quello che stavo vedendo! Scorgevo chiaramente il segno che separava le due grandi labbra ed esso era diventato per me quasi un’ossessione: volevo toccarla proprio lì!
Mi avvicinai con il cuore che batteva all’impazzata travolto dal desiderio che sentivo sul punto di esplodere irrefrenabile e attanagliato dalla paura di commettere chissà quale nefandezza che mi avrebbe poi esposto al disprezzo della mia famiglia. Allungai in maniera lenta la mano verso la fonte del mio interesse più laido, stando attento a non fare movimenti bruschi, anche se il mio desiderio era di allungare la mano a palmo aperto e prenderla facendo scorrere la mano e le dita in tutti gli anfratti e cercando di scoprire tutte le fonti di piacere di cui si parlava con gli amici al campetto di calcio nelle pause delle interminabili partite estive.
Con un groppo alla gola sempre più stringente la mia mano si avvicinò alla figa di mia zia. Ormai solo un centimetro separava il dito che avevo teso verso la mia fonte di piacere. Il tempo per percorrerlo sembrò non trascorrere mai con tutti i sensi all’erta per cogliere qualsiasi movimento da parte di mia zia pronto a ritirarmi come se questo toccarla fosse frutto dell’inconscio movimento di un dormiente. Alla fine la toccai e ristetti. Mi sembrò di percepire come un breve rallentamento del ritmo di respiro ma poi mi sembrò che tutto proseguisse come prima. Ma ora avevo un problema: volevo violare con il mio dito quel solco che immaginavo profondo, porta di un anfratto fresco e di muschio, caldo e al tempo stesso umido. Spinto da una pulsione ancestrale, cominciai a spingere un po’ di più il mio dito e poi mi fermai. Mia zia ferma e con il respiro regolare. Un altro centimetro, e mia zia che mi sembra fare un respiro più profondo. Aspetto quasi un minuto in più e poi ancora un centimetro. Questa volta mi viene quasi un coccolone quando mia zia si sposta. Stavo quasi per ritrarre il dito ma il movimento che mia zia ha fatto, anche se mi era sembrato involontario, ha spinto il mio dito più profondamente nella spacca. Sento anche il dito accolto da un umidore caldo e dal profumo muschiato e acre che mi colpisce le narici e mi fa rizzare ancora di più (ammesso che fosse possibile) l’uccello che con l’altra mano ho tolto dalle mutande e lascio libero nell’aria perché sono sicuro che se tocca anche solo il lenzuolo mi succederà di sborrare. Adesso il dito è arpionato dentro la figa di mia zia e io sono un attimo perplesso perché non so decidermi su come continuare: visto che non posso arrischiarmi a palparla apertamente cosa posso fare? Andare dentro e fuori o scorrere lungo il solco che si stava facendo sempre più bagnato? Fu inavvertitamente (credo) mia zia a risolvere il mio dilemma con delle contrazioni involontarie che ritmicamente portarono il mio dito a penetrarla sempre di più. Sembrava quasi che nel sonno si dondolasse lentamente attorno al mio dito. L’odore di muschio acre e selvaggio aumentava sempre di più. Io mi sentivo sempre più infoiato e le mie remore stavano cadendo sempre di più (forse in realtà stavo imparando cosa voleva dire l’espressione “ragionare con il cazzo”). Avvicinai la punta del mio uccello alla fessura ora larga e umida di mia zia poi con un movimento che, nella mia immaginazione di adolescente inesperto, doveva assomigliare ad un volontario spostamento nel sonno, sostituii il dito con la punta dell’uccello. Sensazioni strane e contrastanti mi assalirono e mi dominarono: la paura di essere scoperto, la sensazione di caldo umidore che stava avvolgendo la mia cappella, la consapevolezza che stavo solo facendo un primo passo in un mondo inesplorato e forse non del tutto ostile, come magari in maniera ancestrale pensiamo. E allora presi il ritmo quasi impercettibile con cui mia zia muoveva il bacino e avanzai un centimetro alla volta e ogni centimetro che facevo la passione cresceva in modo insopportabile e al tempo stesso mi sentivo imbranato perché non ero abituato a muovermi silenziosamente in quella posizione. Ma ancora una volta fu mia zia che risolse la situazione, con un sospiro più profondo accompagnò un ulteriore spostamento del suo bacino verso di me e così facendo tutta la mia asta si trovò piantata fino alla base dentro la sua figa bagnata. Avvertii come una stretta tutto intorno al mio uccello quasi che le pareti a lungo inesplorate volessero assaggiare questo ospite inatteso. Poi, con la cadenza del respiro regolare del suo sonno cominciò a muovere il bacino in avanti e indietro. Continuò avanti e indietro, avanti e indietro, anche quando la mia sborra sgorgò inarrestabile dentro di lei, continuò a muoversi regolarmente avanti e indietro fino a che il mio uccello che aveva lentamente perso la durezza iniziale non tornò ad inturgidirsi e farsi duro come il marmo. Questa volta avvertii che il suo respiro regolare si era prima ingrossato e poi trasformato in una specie di sospiro lamentoso e ritmato al ritmo della musica immaginaria che le stava suonando nella testa. Mano a mano che i sospiri si facevano pesanti anche i colpi del suo bacino contro la base del mio pene si facevano più marcati e a questo punto cominciai anch’io a spingere ritmicamente incurante della finzione del sonno. Ripresi a muovermi come uno stantuffo, con la violenza di un adolescente sano e vigoroso che non conosce né remore né regole né trucchi e non ha esperienza nel trattare le donne. Ma la mia forza rendeva il canale di mia zia sempre più lubrificato e mi sembrava quasi di non sentire le pareti che stringevano se non a momenti regolari. Sul ritmo di questi momenti calmai la mia foga spingendo a più non posso fino a ché un getto di liquido vaginale non precedette di qualche attimo la mia seconda sborrata. Lentamente il ritmo si abbassò fino a che rimanemmo completamente fermi. Il pene diminuendo lentamente fuori uscì dalla fonte del mio primo piacere da uomo con la U maiuscola. Mi ritrassi lento e vergognoso perché, adesso che la foia si era calmata, tornava la paura della morale impressa con parole e comportamenti da una civiltà ancora profondamente contadina e religiosa che non aveva ancora conosciuto il ’68. Rimisi il cazzo nelle mutande e mi rigirai facendo finta di dormire e respirando regolarmente.
Anche mia zia riprese un respiro regolare da sonno profondamente ristoratore.
Quando infine mia zia si svegliò, si alzò, si rassettò la camicia da notte e si mosse lentamente quasi a non voler far rumore per non svegliarmi. “Grazie zia” dissi e la feci rimbalzare per la sorpresa. Un lampo di preoccupazione le attraversò il volto duro e mi chiese “Perché mai grazie?”. Io la guardai e dissi: “Per avermi salvato da Gianni!”. Mi parve di cogliere come una luce di sollievo attraversare il viso che si distese in un sorriso e avvicinandosi a me mi strinse il viso portandolo verso i suoi seni generosi e mi disse “Non ti preoccupare, non ti lascerò più dormire con quel lazzarone manesco. Verrai sempre a riposare con tua zia”.
Di Ettoreschi
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ettoreschi,
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La mia storia - inizio: incesto con mia madre.
Io voglio raccontare la storia della mia vita a puntate. Comincio da quando all’età di circa 14 anni caddi nella tromba delle scale dal terzo piano.
Stavo dando l’acqua alle piante quando persi l’equilibrio e caddi di sotto. Per fortuna non caddi di peso in quanto la ringhiera, man mano che precipitavo, andando a sbatterci contro attutiva la caduta. In sostanza rimasi privo di conoscenza e con parecchie fratture.
Tutto quanto mi venne raccontato da mia madre che, presente al fatto. Dopo la degenza in ospedale, della quale io non ricordo nulla, i miei ricordi vanno al mio letto di casa.
Mi dissero di essere rimasto in coma per qualche giorno e che poi avevo riaperto gli occhi. Tuttavia non riuscivo né a parlare, ne a fare dei movimenti volontari. Mia madre si prese cura di me. Mi dava da mangiare, mi faceva fare i bisogni, mi lavava.
Intanto il tempo passava ed io non davo segni di ripresa. Però anche se non parlavo io sentivo tutto.
Avevo voglia di fare qualcosa, muovermi ma dentro la mia testa era come se stessi ancora in coma, come se stessi dormendo.
Vari medici si erano alternati al mio capezzale, finché uno disse che avevo bisogno che il mio cervello venisse stuzzicato, come quando un’auto ha la batteria scarica e la si spinge per metterla in moto.
Mio padre faceva il panettiere ed andava al lavoro alle 3 di mattina per poi far ritorno nel pomeriggio e quindi andava subito a letto, per cui non poteva avere il tempo di stare con me.
Mia madre, dopo che finiva le sue faccende di casa, veniva accanto al mio letto e si metteva a parlare, a raccontarmi delle favole, a dirmi qualsiasi cosa, come se stesse parlando ad una persona normale. Io sentivo tutto e avrei avuto voglia di rispondere, ma non ce la facevo a parlare. Potevo muovere solo gli occhi.
Una volta accadde che era venuto a trovarmi mio zio, fratello di mio padre, il quale mi parlava e mi faceva delle domande. Naturalmente io non rispondevo e mia madre gli disse che non davo nessun segno se non il solo movimento degli occhi. Ad un certo punto mio zio, mentre mia madre gli aveva portato una cosa da bere, l’afferra per i fianchi, la tira a se e le dà un bacio in bocca.
Mia madre non si tirò indietro, anzi sembrava gradire il bacio ed in breve lui le tira le tette fuori e gliele palpa e le succhia i capezzoli.
A quella visione ricordo che cominciai a sentire il mio pisello indurirsi, finalmente una parte del mio corpo iniziava a reagire.
Vedere il seno di mia madre così da vicino mi stuzzicava parecchio e anche le sue cosce mi davano la scossa.
Poi i due andarono via, probabilmente andarono a fare l’amore in camera da letto. Poco più tardi mia madre rientra in camera mia perché era venuto il momento di fare i bisogni.
Mi tira giù il pigiama per mettermi la padella sotto il sedere. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi, e anche ai miei, fu quello di vedere il mio pisello durissimo. Per farmi fare la pipì mia madre dovette prenderlo con le mani e cercare di piegarlo. La sensazione di pisciare mentre mia madre me lo teneva in mano era stupende.
Quando venne il medico a visitarmi, mia madre gli raccontò della reazione che avevo avuto senza, tra l’altro, dire che lei stava pomiciando con lo zio e poi era andata a farsi scopare. Disse che a causa del gran caldo lei aveva la camicia aperta e le si vedeva un po’ il seno e anche la gonna, nel sedersi, era andata su scoprendole le cosce.
Il medico le disse di tirarmi giù il pigiama, ma in quel momento non ero eccitato. Poi lui chiese a mia madre di fare gli stessi movimenti dell’altra volta in modo da vedere se la mia reazione era stata una cosa casuale o perché data da una situazione ben precisa.
Con un po’ di imbarazzo mia madre sbottona la sua camicia facendo uscire un po’ le tette, poi si siede sul letto scoprendosi le cosce. A quello spettacolo il mio pisello riprese vigore.
Il medico disse che forse quello avrebbe potuto essere un metodo per stuzzicare il mio cervello a riprendersi.
Ricordo che mia madre pianse davanti al medico, forse perché lui le suggeriva di far qualcosa fuori dalla morale, però anche lei si rese conto che quella poteva essere la soluzione ai miei problemi.
In casa eravamo da soli in quanto mio padre era al lavoro e mia madre iniziò con la sua opera proprio la mattina seguente la visita del medico. Quando mi portò la colazione, si sedette sulla sedia accanto a me e mentre mi dava il caffellatte, aveva il seno quasi scoperto. Vedevo un po’ delle sue areole e gliele fissavo e intanto sbarravo gli occhi. Lei, vedendo questo, con un gesto aprì completamente la camicia facendosele uscire completamente.
Io dentro ero sveglio e volevo fare chissà che cosa, ma non riuscivo a fare nessun movimento. Ricordo solo che le dita della mia mano sinistra ad un certo punto si stiracchiarono. Mia madre pianse per il risultato che stava ottenendo.
Al momento di lavarmi, lei metteva la cerata sul letto e mi ci faceva rotolare sopra, poi mi spogliava completamente e prendeva a lavarmi con la spugna.
Quella volta venne in camera con il seno scoperto, senza nessun indumento, indossava solo la gonna. Alla vista di quel ben di Dio i miei occhi stavano per uscire dalle orbite e le dita delle mani si erano tutte stiracchiate.
Guardano i capezzoli di mia madre in modo appetitoso, avrei voluto assaggiarne uno, ma non potevo né dirglielo né farglielo capire. Quando mi spogliò avevo il pisello durissimo. Mia madre prese a lavarmi con la spugna per tutto il corpo e dopo aver finito mi asciugò. Ero ancora nudo col pisello duro e lei stava seduta sul letto con le tette quasi a contatto del mio viso.
Io gliele guardavo con avidità e lei, avvicinatasi, mi mise un capezzolo in bocca. Presi a succhiarlo e a leccarlo avidamente, come quando ero piccolo e lei mi allattava, quando sentii la mano di mia madre accarezzarmi il pisello e poi impugnarlo per iniziare una lenta masturbazione.
Mi stavo beando in quella posizione. Avevo gli occhi chiusi e li riaprii solo perché avevo sentito qualcosa che mi aveva bagnato il viso. Era mia madre che stava piangendo. Le sue lacrime mi bagnavano la guancia ed io non capivo se stesse piangendo per la gioia oppure per la vergogna.
Intanto mia madre non smetteva di masturbarmi e quando vide che stavo per raggiungere l’orgasmo accelerò il ritmo.
Ricordo che quel primo orgasmo fu stupendo, anche perché fu l’inizio del mio risveglio. Infatti mentre godevo emisi anche dei gemiti e sospiri forti e alla fine dissi “mamma”, seppure in modo confuso.
L’amore di mia madre che mi aveva fatto nascere, adesso mi aveva dato la spinta perché io mi svegliassi e quindi che rinascessi nuovamente.
Nel pomeriggio venne nuovamente il medico e lei gli disse ogni cosa. Il medico naturalmente le consigliò di continuare con quella terapia, anche se mia madre gli aveva detto che in un certo senso lei si vergognava.
Il giorno appresso, sempre durante l’operazione del lavaggio, mia madre agì nuovamente in quel modo. Mentre godevo lei vide che le mie gambe si muovevano e si stiravano, come ci si stiracchia la mattina subito dopo svegli. Forse quei risultati la convinsero a premere sull’acceleratore, fatto sta che iniziò una serie di stuzzicamenti, tralasciando le favole. Mi si presentava con addosso reggiseno e mutandine in pizzo nero e reggicalze con calze a rete da mozzare il fiato a chiunque. Il reggiseno era piccolo e fatto in modo che i capezzoli uscissero fuori con le areole. Era uno spettacolo molto ma molto stuzzicante, fino a che io non alzai le braccia nella sua direzione.
Lei, capendo che quello spettacolo non mi faceva altro che bene, continuava a mostrarsi a me senza avvicinarsi o si avvicinava quel tanto da farsi sfiorare. In quel modo mi spingeva a combattere con me stesso in modo da fare reagire il mio corpo.
Iniziai a dire qualche parola soprattutto ad elogiare le bellezze di mia madre la quale tutte le volte piangeva per la gioia. Ancora non parlavo del tutto normale, mi mangiavo qualche lettera o non la pronunciavo bene e lei alla fine mi accontentava masturbandomi.
Poi accadde che una mattina mia madre entrò in camera con addosso solo una guépiére con reggicalze incorporato, un paio di scarpe con tacco alto, senza mutandine e con le tette che uscivano fuori dalle coppe che lei teneva ripiegate all’interno.
Quella vista mi diede una tale scarica elettrica che sentii come una folgore su e giù per la spina dorsale. Il respiro mi si era fatto affannoso e sicuramente ero rosso in viso in quanto sentivo il viso andare a fuoco.
Prima di lavarmi mia madre fece una cosa bellissima, mi tolse il lenzuolo da sopra, mi spogliò e si mise sopra di me nella posizione del 69. Prese a succhiarmi il pisello mentre io, istintivamente presi a leccarle la figa. Le mie braccia rispondevano, così pure le dita delle mani. Ricordo che tenevo larga la figa di mia madre con entrambe le mani e le infilavo la lingua dentro. Mia madre raggiunse più volte l’orgasmo. Quando anch’io raggiunsi l’orgasmo, lei si alzò e prese a lavarmi per poi darmi il caffellatte.
Tuttavia non prese ad imboccarmi come faceva prima, mi aveva portato il vassoio ed io, non con poca fatica, presi il cucchiaio in mano ed iniziai a mangiare. Nel frattempo dicevo anche qualche parola, soprattutto ringraziavo mia madre dicendole che era stata brava a stuzzicare il mio cervello in quel modo.
Quando mio padre non era in casa, mia madre stava abbigliata con la guépiére e tutto in mostra, ed io emettevo dei sospiri perché mi deliziavo di quella visione.
Lei mi chiedeva cosa provassi nel vederla nuda ed io le sottolineavo le sue bellezze, quello che mi piaceva di più di lei, cioè il culo e le tette, e poi quando me lo prendeva in bocca. Mi disse, sorridendo un pochino, che si sentiva una puttana a comportarsi ed abbigliarsi in quel modo. Io le dissi, sempre sorridendo, che se poteva fare la puttana con lo zio, avrebbe potuto farlo anche con me. Mia madre mi venne vicino in fretta ed io pensai volesse darmi un ceffone ed invece mi diede un bacio in bocca. Mi disse che mio padre non aveva tempo per fare l’amore con lei perché era sempre impegnato col lavoro e lei aveva bisogno di un uomo per sfogarsi. Le dissi che ora c’ero io e che poteva sfogarsi con me. Mi baciò nuovamente in bocca dicendomi di non dire niente a nessuno in quanto quello sarebbe stato il nostro segreto.
Ormai anche le mie gambe davano segno di volersi risvegliare, segno che la terapia funzionava.
Una mattina mi feci trovare seduto sul letto. Lei ne fu stracontenta. E qualche giorno dopo cercai di alzarmi da solo. All’inizio feci un po’ di fatica, poi presi ad esercitarmi con la sedia facendo degli esercizi. Mi mettevo seduto sul letto ed alzano la sedia con i piedi, per tonificare i muscoli delle gambe.
E una mattina di quelle, sapendo che mio padre era al forno, mi alzai e pian pianino andai in camera di mia madre che ancora dormiva. Mi piazzai accanto a lei in piedi tutto nudo e col pisello dritto e glielo strisciavo sulle labbra. Quando lei aprì gli occhi emise un grido, forse per lo spavento.
La poca luce che filtrava dalla tapparella semi aperta faceva notare la mia sagoma ma non il mio viso, per cui lei pensò si trattasse di qualcuno che si era intrufolato in casa. Allora io andai verso la finestra camminando non molto veloce ed alzai la serranda. Mia madre si portò le mani alla bocca per non gridare e i suoi occhi si riempirono di lagrime per la gioia di vedermi in piedi.
Io la guardai e le dissi che quello era tutto merito suo, anche il pisello dritto. Poi avanzai verso di lei con il pisello duro e minaccioso. Mi fermai all’altezza della sua bocca e glielo strusciai sulle labbra. Lei mi disse “ma non sono una puttana” ed io le dissi “ed invece si, sei la mia puttana”.
Mia madre scostò le lenzuola e si mostrò a me tutta nuda a cosce spudoratamente spalancate. Mi disse “fottimi”.
Non me lo feci dire due volte, mi distesi sopra di lei e glielo infilai dentro. La sua figa ed bagnata e vogliosa ed il mio pisello non era molto grosso per quella figona.
Allora avevo quasi 15 anni e non ero molto esperto nel far l’amore, l’avevo solo visto in certi film porno. Mia madre fu la mia maestra. Mi insegnò come fare per soddisfarla col pisello con la lingua e con le mani.
Eravamo due amanti e non più madre e figlio. Tuttavia io la rispettavo come mamma in tutto e per tutto, solo quando dovevamo fare l’amore allora lei diventava la mia puttana.
Passò il tempo ed io mi ristabilii completamente, grazie comunque al sacrificio della mi mammina.
Ormai ero diventato quasi un uomo, il mio pisello si era ingrossato per bene ed aveva cambiato nome, passando da pisello a fava.
Mia madre però lo chiamava “il mio cazzone” e se lo sbaciucchiava un’infinità di volte.
Un giorno mi disse che aveva intenzione di insegnarmi un nuovo giochetto. Mi avvertì che questo nuovo gioco era un pochino pesante, ma io, conoscendo la sua voglia di sesso, non mi tirai indietro.
Eravamo entrambi nudi, sentivo un’attrazione per il suo corpo come fossi una calamita che attrae un pezzo di ferro. La sua peluria ricciola nera e le sue belle tette, per non parlare del suo bel culetto rotondo, mi mandavano in estasi.
Ad un certo punto lei prende la tela cerata, quella che un tempo mi metteva sotto quando doveva lavarmi, la mette per terra e mi ci fa distendere sopra, poi si piazza sopra il mio viso accovacciandosi sulle sue caviglie quasi in ginocchio e mi dice di leccarle la figa.
Io mi do da fare e con le mani nel frattempo le stuzzico i capezzoli. Mia madre viene in un batter d’occhio, una, due e anche tra volte.
Quanto termina di godere rimane sopra di me ed io le chiedo quale fosse questo nuovo gioco, visto che quello di leccarle la figa era una normalità per noi.
Non risponde, mi guarda fisso negli occhi e sorride. Io avevo la testa imprigionata dalle sue ginocchia e non potevo muovermi, quando all’improvviso vedo un getto di urina potente schizzare fuori dalla sua figa. Lei si allarga la figa con entrambe le mani quasi come a voler dirigere il getto dritto sul mio viso. Sul momento rimango stupito e forse anche un po’ schifato, ma sentire quel getto caldo sul mio viso mi eccita tremendamente, quindi apro la bocca e ne faccio entrare anche dentro. Assaggio la pipì di mia madre, è salata, calda e dolce.
Quando ella termina di pisciarmi in faccia riprendo a leccarle la figa, come per pulirla, facendole un bidet. Raggiunge nuovamente l’ennesimo orgasmo ed io le dico “mamma, sei proprio una puttana”.
Mia madre mi dà la mano facendomi alzare e mi bacia in bocca. Adesso è lei che assaggia i suoi umori, dal gusto della sua pipì ancora presente nella mia bocca, a quello dei suoi orgasmo.
Guardandomi sempre negli occhi e senza dirmi nulla, si inginocchia davanti a me ed inizia a spompinarmi. Le sborro in bocca quasi subito in quanto sono eccitatissimo. L’idea di avere una mamma così troia mi mandava il cervello in estasi.
Ad un certo punto, visto che lei era rimasta in ginocchio davanti a me, ci guardiamo fisso negli occhi senza dire una parola. Vedo un accenno sul suo viso voglioso e capisco ciò che vuole, ciò che si aspetta da me.
Mi concentro e mi libero della mia pipì sul suo viso. Lei apre la bocca ed io le piscio dentro, sugli occhi e sulle tette. Mi sentivo come un pompiere che stava spegnendo un incendio, e quell’incendio era il vulcano che era dentro mia madre.
Quella perversione mi ha nuovamente fatto eccitare, ma non solo a me, in quanto anche lei è su di giri, quasi non la riconosco più.
Mi dice “scopami, fottimi, mettimi incinta”.
Quelle parole piene di ardore mi mettono il fuoco dentro. La prendo per mano e la porta nella mia camera. La infilzo immediatamente e la pompo per diversi minuti. Avevo già raggiunto l’orgasmo e quindi potevo durare di più.
Dopo averla sentita urlare di piacere più di una volta, anch’io godo scaricandomi dentro la sua figa.
Dopo realizza che effettivamente sarebbe potuta rimanere incinta, quindi glielo dico e lei dice “voglio un figlio da te”. “ma tu sei matta” le dico, ma lei, in preda ad una specie di crisi di astinenza da sesso, mi sale sopra dopo avermi spompinato un altro po’ per farmelo tornare duro e si infilza nuovamente.
Stavolta è lei che cavalca sul mio cazzone. Mi incita come fosse ad un rodeo sopra uno stallone da domare.
Intanto sento la porta di casa che si apre, sicuramente è mio padre che torna dal lavoro. Le dico di tacere per non farsi sentire, ma lei non ne vuole sapere, anzi urla più forte dicendo cose indicibili, parla apertamente di sesso tra me e lei, decanta il mio cazzone, come lo chiama lei. La porta della camera si apre ed io vedo la figura di mio padre sulla soglia. Lei si ferma e si volta verso di lui, entrambi si fissano e poco dopo mia madre riprende la cavalcata sul mio cazzone sempre rimanendo a guardare mio padre. Poi raggiunge l’orgasmo in un modo osceno dicendo frasi oscene piene di sesso.
Mio padre si ritira ed io sono rosso per la vergogna. Quella troia di mia madre invece è fiera di se, mi prende per mano e mi porta in bagno a far la doccia.
Quando più tardi a cena siamo seduti a tavola, io cerco di scusarmi con mio padre il quale mi guarda, sorride e non mi dice nulla.
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Ad un certo punto mia madre, rivolgendosi a mio padre, dice “ma lo sai che tuo figlio ha proprio un bel cazzone?”. Mio padre mi guarda, la guarda e dice “bene, vorrà dire che adesso non andrai più a cercarti gli uomini per farti montare”.
Rimango esterrefatto. Ma allora mia madre era proprio una puttana!
Cerco di dire qualcosa a mio padre il quale mi blocca dicendomi delle cose che non sapevo. Mi parla del fatto che a causa del lavoro lui la trascurava e che quindi lei in un certo senso si sentiva autorizzata a cercare altri uomini per essere soddisfatta. Mi spiega un sacco di altre cose ed infine dice “sono contento che a soddisfare tua madre sia proprio tu e non un estraneo”. Poi continua dicendo “non avere vergogna di me se a tua madre viene la voglia di farsi scopare in mia presenza, lei lo fa apposta perché è anche una sfegatata esibizionista”.
Il seguito, se a qualcuno interessa, lo racconterò dopo. Ciao a tutti.
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16 years ago
Piersilvio3Pecetti,
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Una serata inaspettata...
Sono le 22:00 di un martedì sera, mi ritrovo in giro per la mia città e alla fine mi fermo al pub di un mio amico.
Entro e vado dritto al banco.
Noto che il locale è quasi vuoto e quindi il mio amico ha abbastanza tempo per chiacchierare con me.
Passa circa un quarto d'ora quando entra una ragazza sui 30, carina e ben vestita.
Anche lei si mette seduta al banco.
Tra una battuta e l'altra col mio amico coinvogliamo anche lei che si mostra simpatica e disponibile al dialogo.
Beviamo qualcosa e tra una parola e l'altra è già passata un'ora.
Dopo un'ora e diverse birre entriamo un po' più in confidenza e mi lascio sfuggire qualche complimento che sembra essere apprezzato.
Ci spostiamo fuori per fumare una sigaretta e continuiamo a chiacchierare e a scambiarci complimenti.
In particolare mi soffermavo sulle sue scarpe con un bel tacco da 12 e quanto queste contribuivano a rendere lei ancora più bella e affascinante.
Azzardo anche qualche battuta sull'intimo e vedo che lei risponde alle mie curiosità senza nessun problema.
Mi lascio sfuggire (volutamente) che trovo sensuale ed eccitante che un maschio indossi la biancheria della propria donna per rendere più giocoso il sesso... lei per niente sconvolta sembra addirittura divertita e incuriosita.
Mi fa però notare che un uomo in intimo femminile sarebbe alquanto ridicolo a causa dei peli.
Rispondo subito che mi depilo e che quindi il problema non si presenterebbe nel mio caso... Ride e mi dice: "Cos'è? Una nuova tecnica per provarci?" Ed io: "No, ma mi depilo comunque e se ne vuoi prova... "Piuttosto mi incuriosisce vederti in guepiere e calze..." fa subito lei. "Se vuoi" rispondo io "E quado vuoi" continuo.
Cinque secondi di pausa..... "Ora!" Risponde, e ancora "Seguimi in macchina".
Ci spostiamo in macchina verso casa sua, mi fa accomodare e mi porta un flute di prosecco... un brindisi e poi sparisce per due minuti.
Mi porta dell'intimo e mi dice di scegliere quale indossare. Quando avrei fatto sarei dovuto andare nell'unica stanza illuminata in fondo al corridoio.
Seguo le istruzioni e scelgo una guepiere rosa con perizoma coordinato e calze velate bianche tra le cose che mi ha portato.
Seguo il corridoio fino alla stanza illuminata, apro e vedo che è il bagno dove trovo lei in vestaglia nera con ricami cinesi.
Mi chiede di sedermi sullo sgabellino che avevo di fronte e mi dice che avrebbe pensato lei al resto.
Inizia a canticchiare una canzone e a truccarmi... sembra sicura di quello e che fa e sembra non sia la prima volta che trucca un uomo...
Dopo qualche minuto dice che può andare bene così e mi invita a seguirla. Entriamo in camera e mi fa sdraiare sul letto.
Lei si mette dietro a un paravento, toglie la vestaglia e sento che armeggia con qualcosa. Esce con un body in latex e stivali alti al ginocchio e lucidi.
Faccio come per alzarmi per andarle incontro e lei subito mi blocca sul letto.
Iniziamo a baciarci e toccarci e appena il cazzo mi si indurisce per bene inizia a leccarmelo e a succhiarlo.
Si dedica anche alle mie palle e ogni tanto offre la sua lingua anche al mio buchetto.
"Ti piace?" mi chiede... "Si" rispondo io... "Vediamo se ti piace così" fa lei... e inizia a leccarmi con insistenza l'orifizio fino a penetrarmi ora con la lingua, ora con le dita.
Premesso che i più attenti avranno letto che sono bisex e trav in privato, una delle cose che più mi fa impazzire è sentire un'abile lingua che mi lecca il culo. Se poi alla lingua abbiniamo le dita....
Noto che più mi eccito, più si eccita e dopo un bel po' di tempo passato così mi dice... "E adesso vediamo se ti piace così".
Mi fa spostare più in alto, prende le mie mani e le lega alla spalliera del letto, sbottona il body e inizia a cavalcarmi senza che io possa toccarla...
A un certo punto mi dice: "Per il momento basta così" mi slega, mi fa mettere carponi e mi rilega come prima, esce dal letto, apre l'armadio dal quale preleva uno strap-on e mentre lo indossa mi dice "Hai voluto indossare abiti da puttana? E adesso fai la puttana! Sei anche truccato da puttana!".
Si lecca la mano e la passa sul dildo, poi ripete il gesto ma stavolta l'obbiettivo è il mio culo... Spalma abbastanza saliva sul mio buco e subito "ZAC" inizia a penetrarmi lasciando il tempo allo sfintere di abituarsi.
Ancora un po' di saliva e inizia ad accelerare col ritmo. Dieci minuti più tardi è ancora lì, dietro di me che continua a sfondarmi il culo ed io che quasi vengo dall'eccitazione. Rallenta un attimo e mi dice che sono una brava puttana... mi slega i polsi e si stacca dallo strap-on..."Meriti un premio per quello che hai fatto" e riprende a succhiarmelo.
Questa volta lo prende tutto fino in gola.... e nonostante io non sia megadotato notavo in lei una certa difficoltà.
Senza dubbio era più brava a incularmi ma comunque ci sapeva fare anche con la bocca.
Poco dopo lascia il mio cazzo e mi si presenta col culo in faccia. "Lecca" mi dice.... "E quello che ho fatto a te devi farlo adesso tu a me, ma non ti permettere di scoparmi la fica!".
Dopo una bella leccata provo a penetrarla... scivola dentro quasi da solo... Toglie il preservativo dall strap-on e mentre la inculo se lo sbatte in fica e mi invita a spingere ancora di più.
Amici miei... nemmeno cinque minuti di inculata che esplodo in una sborrata che mai avevo visto!!! E lei... sembrava pisciasse da quanto è venuta.
Restiamo un po' fermi l'uno sull'altra... senza carezze o baci o altro...
Ci guardiao in faccia soltanto... e non serve dire che è piaciuto a entrambi....
L'unico dialogo che c'è stato prima dei saluti è stato: lei: "Lasciami il tuo numero, che quando avrò voglia di una brava puttana ti chiamo" io: "Ok, lo lascio sul tavolino, in salotto... e ricorda che le puttane, qua, siamo in due...vediamo anche di invitare qualche toro..."
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16 years ago
admin, 75
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Al cine, storia assolutamente vera.
Avevo 25 anni allora, ero giovane, spensierato, ingenuo e comunque desideroso di scoprire la vita. Avevo già frequentato quel cine a luci rosse ma, nonostante avessi notato dei movimenti strani dietro l’ultima fila della platea, non avevo mai avuto il coraggio di girarmi e guardare esattamente cosa succedesse, e tantomeno non avevo mai pensato di fermarmi li, appoggiato a quel muro, aspettando che succedesse chissacchè. Anzi, a dire il vero, il solo pensiero di essere avvicinato da uno sconosciuto mi spaventava o mi suscitava ribrezzo.
Quella sera non sapevo cosa fare, era un mercoledì di primavera, non avevo voglia di stare a casa e quel maledetto esame di diritto mi stava stremando, così decisi di fare un salto al cinema. Ricordo che non guardai nemmeno come si intitolava il film, tanto...che differenza faceva. Erano le 20 o 20.30. Entrai in sala e non c’erano che poche persone. Il film era già iniziato. Restai seduto per circa 10 minuti ma non trovavo pace allora decisi di salire al piano superiore. Una volta sopra mi sedetti in ultima fila, tanto, non c’era nessuno. Così mi rilassai e cominciai a sognare di essere il protagonista del film. Le attrici erano belle, bei corpi, belle labbra e prendevano il cazzo in tutte le posizioni possibili. Ma la cosa che mi eccitò di più fu che le vicende narrate dal film, o meglio, le situazioni, erano verosimili. Ecco perche’ gli ormoni cominciarono a circolare ad una velocità straordinaria e in men che non si dica mi ritrovai con l’uccello in tiro. Ad un tratto una coppia si sedette sulla fila davanti alla mia, un pò a destra. La posizione era tattica, ma io ero ancora innocente e non ci feci caso. In modo apparentemente naturale, la figura, che poi scoprii essere la lei di coppia, appoggiò la mano sullo schienale della poltrona esattamente davanti a me, come se volesse rilassarsi. Ma io ero concentrato sul film, troppo concentrato e non interpretai in nessun modo quel gesto!! Succedesse ora non resterei inerte. Ma forse fu proprio la mia inamovibilità che spinse la coppia a prendere coraggio. Fatto sta che la mano finse di cadere accidentalmente all’indietro, e nel cadere si appoggiò “casualmente” sul mio ginocchio. Io non potei non accorgermi del fatto ma chissà perche’ non ritrassi il ginocchio. Ricordo solo che il cuore cominciò a battere a 100000. La mano tornò ad appoggiarsi sul mio ginocchio, ma questa volta non accidentalmente perchè comincio a giochicchiare col dito sulla mia gamba, toccandola, sfiorandola e accarezzandola in modo sempre più deciso ed audace. Ricordo ancora come, la mia reazione fu di agevolare le “carezze” e avvicinai il mio ginocchio allo schienale della fila di fronte, cosicchè la mano comincio’ ad esplorare la mia gamba sempre più in alto fino ad arrivare alla patta. Avevo il membro di cemento e non chiedeva altro che essere liberato, ma io non avevo il coraggio di muovermi e non sapevo veramente che fare. All’improvviso la mano si retrasse e vidi le due ombre confabulare. Dopo qualche secondo si alzarono entrambi ed individuai che dovevano necessariamente essere una coppia etero, poichè la figura più bassa portava una minigonna. Non so ancora quanti anni avessero i due ma dal passo agile di lei e dalla loro figura longilinea capii che erano abbastanza giovani. Quando si alzarono ebbi l’impressione di aver perso un’occasione e mi maledissi per non essere stato più deciso nel fargli capire che mi piaceva. In realtà dopo essere usciti dalla fila di sedie, la lei di coppia venne a sedersi proprio accanto a me, mentre lui sparì dietro le mie spalle. Una volta seduta, lei si adoperò immediatamente per toccarmi la patta. Mi slaccio la cerniera, cercò il mio membro e subito dopo partì con lo slacciarmi la cintura. A me sembrava un sogno. Il cuore pulsava a dismisura, le guance erano incandescenti e non capii più nulla. Agevolai l’operazione e in un battibaleno mi trovai con i calzoni e gli slip alle caviglie, le gambe aperte e la sua bocca che mi succhiava. Insomma, il paradiso!!! Le immagini del film, i gemiti delle attrici e degli attori, l’atmosfera di un cinema al buio, la consapevolezza che qualcuno potesse vedere tutto, il profumo di lei, la sua chioma che mi copriva le parti intime e il suo saliscendi mentre mi succhiava, insomma tutto era fantastico. Quando lei si fece spazio tra le mie natiche e comiciò a titillarmi l’ano chiusi gli occhi e piegai la testa all’indietro dal piacere. Non era possibile, troppo bello per essere vero! Ad un tratto sentii qualcosa appoggiarsi sulla mia guancia. Era liscio, caldo e odorava di sesso. Scivolò sulla mia pelle, tra le guance e le labbra. Istintivamente socchiusi le labbra e estrassi la lingua e, non certo per caso, immediatamente il sesso di lui mi si appoggiò sopra. Lui non era sparito, si era semplicemente appostato dietro di noi due – in piedi – per godersi meglio lo spettacolo, e quando io piegai la testa indietro per il piacere lui interpretò il gesto come una ricerca del suo membro. La coincidenza non poteva essere per me più gradita , anche se, lo confesso, era la prima volta che toccavo un membro maschile. Lui si fece spazio tra le mie labbra e cominciò a entrarmi in bocca. Era grosso, liscio, profumato di sesso e mi riempì la bocca da subito. Lo afferrai con la mano destra torcendo un pò la testa ed iniziai a leccarlo, giocando con la punta della lingua sulla sua cappella turgida. Lo succhiai tutto, fin giù sulle palle. Non aveva peli. Lui mi fece capire che gli piaceva perchè con la mano guidò la mia testa in su ed in giù così da procurargli il massimo piacere. Io ero come drogato. Di sicuro ero in completa balia di questi due sconosciuti che stavano facendo di me quello che volevano. E a me piaceva come non mi era mai capitato prima. Non so quanto tempo passò, forse 10 secondi o forse 10 anni, ma io ero felicemente schiavo dei miei sensi e delle loro volontà. Ricordo ancora che feci appena in tempo di sentire il gemito di un attore che raggiungeva l’orgasmo che anch’io cominciai ad ansimare prima di esplodere. Il mio cazzo diventò improvvisamente d’acciaio e il ditino di lei nel frattempo si era fatto pieno spazio dentro di me. Godetti come non mai, mi mossi ritmicamente subendo gli spasmi del mio corpo e con l’uccello di lui in bocca emisi un gemito soffocato ma intenso. Estrassi l’uccello di lui dalla mia bocca per respirare tenedolo comunque in mano e lo sentii pulsare stranamente. Subito dopo un fiotto caldo di sperma mi inondò le labbra socchiuse e le guance e anche il corpo di lui fu preso dagli spasmi del piacere. Non ebbi l’istinto di allontanarmi, ma continuai a leccare quel suo membro turgido e pieno di sperma. Il gusto salato del suo seme mi ubriaco’. Immediatamente dopo sentìì la bocca di lei allontanarsi dal mio cazzo ed emettere un gemito di piacere. Anche lei stava avendo un orgasmo. E che orgasmo!! Aprii gli occhi e scoprii che mentre io venivo preso da lui e da lei contemporaneamente, un’altro sconosciuto era sopraggiunto e aveva cominciato a chiavarsi la lei, sollevandole la gonna e approfittando della sua posizione alla pecorina. Insomma il gioco, che io pensavo all’inizio fosse solo tra me e lei, si era presto esteso a 4 persone, ognuno che approfittava a modo suo della situazione. Ma la cosa esaltante fu che tutti raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente.
I tre sconosciuti si ricomposero subito e si allontanarono senza proferir parola , mentre io rimasi li, fermo, con i calzoni calati e lo sperma in viso per un pò. Non riuscivo a riprendermi. Alla fine anch’io mi risistemai alla meglio e uscii dal cinema. Non avevo mai avuto un rapporto con una sconosciuta prima di quel giorno ma soprattutto non avevo mai toccato un membro maschile fino a quel momento. Da allora non disdico qualche rapporto con maschi anche se, devo ammettere, sono molto selettivo e comunque preferisco le donne. Tante volte ho sognato quella sera, ma non ho mai avuto un’altra occasione così. Ancora oggi mi chiedo se non sia stato solo un sogno.
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16 years ago
robysxtv, 43
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La scoperta
già da tempo avevo capito, i segnali c'erano tutti, cambi d'umore repentini, bugie, ritardi.
ma forse è meglio cominciare dall'inizio.
io e mia moglie ci conosciamo dai tempi della scuola elemetare.
io sono stato l'unico fidanzato e fino a qualche tempo fa credevo di essere stato anche l'unico uomo.
insieme abbiamo passato momenti belle e momenti veramente brutti, ma siamo sempre riusciti a cavarcela.
da un paio di mesi però mi sono accortoche era cambiata.
non mi raccontava più cosa succedeva al lavoro, fa la commessa per un negozio di inttimo, e tornava a casa sempre più tardi e sempre più di cattivo umore.
qualche giorno fa decido di andarla a trovare per la pausa pranzo, incontro una sua collega che imbarazzata mi dice che LEI è rimasta in negozio per l'inventario. il negozio ha un entrata secondaria, ed è li che riesco a vedere le lunghe gambe di Valeria che escono dal camerino e in mezzo riconosco il suo titolare che la penetrave con foga.
mi accorgo che la porta non è chiusa, indeciso se fare una scenata entro piano piano, ma le sorpese non finiscono altri 4 maschi sono dentro con loro tutti con degli arnesi enormi... la sento gemere come una troia e gridare oscenità.
sono confuso non so cosa fare ma mentre cerco di riordinare le idee uno di loro si accorge della mia presenza, se chi sono è un cliente del mio studio.... ma lui non si scompone dice a valeria di girarsi e allargarsi il culo che gli è venuta voglia di prenderglielo.
la gelosia mi appanna la vista ma l'eccitazione mi acceca.. sento il cazzo esplodere. ed è propro in quel momento che valeria e i suoi 5 uomini si avvicinano e mi ordinano di mettermi in ginocchio, obbedisco senza ribbattere, lei prende in mano il cazzo più grosso e mi ordina di prenderlo in bocca a succhiarlo. premetto che fino ad allora non avevo mai avuto esperienze bsex. apro la bocca fra le risate e gli sfottò dell'allegra brigata. valeria, dandomi del cornuto frocio, mi leva i pantaloni e le mutande e vedendomi eccitato aumenta le offese paragonando l mio normalissimo cazzo alle bestie dei cinqua energumeni. il promo cazzo in culo è proprio quello del cliente dello studio che mi sfonda con poderose spinte mentre in bocca si alternano gli altri. mi sento una troia sono ormai sopraffatto dal piacere e comincio a godere fra le risate generali la mia valeria comanda il gioco è lei che decide chi devo spompinare e chi mi deve inculare fino a quando tutte e 5 mi sborrano in faccia ed in bocca, cerco di non fare cadere neanche una goccia.
da allora la ma vita sessuale è cambiata.
quasi tutti i giorni faccio sesso orale con il mio cliente che ognitanto porta un amico.
e la sera vado a prendere valeria e la ripulisco con la lingua da tutto lo sperma che gli viene schizzato durante la giornata
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16 years ago
queequeg74,
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Vita di paese - parte prima
Quello che sto per raccontare è un fatto realmente accaduto nel mio paese, un piccolo borgo nell’entroterra ligure. Per chi non conoscesse la realtà dei piccoli paesini, sappiate che uno dei motti maggiormente in voga è ‘Il paese è piccolo e la gente mormora!’, oppure ‘Tiri una scoreggia, tempo 5 minuti suonano le campane!’. Quando ci si conosce tutti, è quasi normale sapere vita, morte e miracoli di chicchessia. A lungo andare è una cosa fastidiosa, sentirti costantemente sulla bocca di tutti. E si sa, nei paesini la maggior parte della gente ha superato i 60, e li senti borbottare sui gradoni davanti alla chiesa frasi del tipo ‘I giovani di oggi..’ ‘Non ci sono più le stagioni di una volta..’ e altre perle di saggezza simili. Chiuso il preambolo, passiamo alla storia. Era da poco venuta ad abitare da noi una famiglia torinese. Il padre, un cicciotello sulla quarantina, aveva trovato impiego nella locale fabbrica di materassi (ebbene sì, da noi ne esiste ancora una!) come responsabile della sicurezza. La moglie, una bella donna sulla quarantina, sempre tenuta e ben pettinata, faceva la casalinga e non la si vedeva mai in giro a parte la domenica a messa. C’era anche una figlia, una bella ragazza di 18 anni che però abitava ancora in Piemonte e scendeva ogni morte di papa. Antipatici come erano, non ci misero molto ad attirarsi l’antipatia di tutto il paese. Non che ci voglia molto, qua basta che non saluti e subito sei tacciato di stregoneria. Loro però, erano gente davvero cafona. Lui guardava tutti con superbia, parcheggiava come voleva il suo BMW targato TO nella piazza del paese in modo da occupare 3 spazi in una volta..e non è che ce ne siano molti, in realtà! Lei, quando la si vedeva in giro, ti squadrava come una di città guarda un contadino! Una cosa molto fastidiosa, a dir la verità. Davvero gente da poco. Dopo qualche mese però che abitavano da noi, per il paese corse una voce strana: tutti i pomeriggi, dalle 14 alle 18, tanta gente del posto andava a casa loro e si fermava per dieci, quindici, venti minuti! Io e un mio amico, iniziammo a investigare. Purtroppo per arrivare a casa loro, bisognava passare davanti ad alcuni negozietti, e quindi non potevamo fermarci troppo a sostare perché i commercianti si sarebbero insospettiti. Se volevamo saperne di più, dovevamo agire nell’ombra, come i detective nei film! Il mio amico A, riuscì a ‘prendere in prestito’ il binocolo del padre, e salimmo su una collinetta vicina per spiare la zona segreta! In una settimana di appostamenti, notammo un andirivieni altamente sospetto: molta gente del paese saliva su, e una volta entrata, le persiane del salotto venivano chiuse, come se fosse una specie di segnale! Una vocina ci ronzava nella testa, ma dovevamo avere la conferma di quanto stava accadendo..una cosa del genere, bastava per solleticare le menti giovani e perverse di due 18enni che quotidianamente abusavano parecchio della loro mano sinistra (io!) e destra (il mio amico!). Decisi, io e il mio amico andammo a trovare la ‘Signora!’ un pomeriggio che le persiane erano aperte. Suonammo, e dopo poco la Signora venne ad aprire. Era tirata che sembrava una sfilata di Missoni, portava short attillati a mettere in mostra delle curve più che acettabili. Sul viso aveva un velo di trucco, ad accentuare dei bei occhioni verdi smeraldo. Aveva una camicetta sottile (era estare!) con una scollatura ampia che lasciava ben poco all’immaginazione! Nel complesso, una gran figa, diciamolo pure! ‘Che volete?’ ci accoglie con voce brusca. ‘Salve – rispondo io, con la faccia di tolla più estrema – abbiamo notato un certo via vai, e volevamo verificare se per caso qua si regalasse della Ganja!’. ‘Ma cosa dite? – risponde lei con un odiosissimo accento Piemontese (non che abbia niente contro i Piemontesi, ma mi perdonino se affermo che la loro cadenza dà veramente i nervi!) ‘Non sono mica una Pasticceria!’ ‘Lo sappiamo benissimo chi è lei – fa il mio amico – e abbiamo i soldi! Quanto?’ Non ci siamo resi conto in quel momento che rischiavamo una denuncia per calunnia, ma andammo avanti. ‘Ma cosa dite? Andate via o vi denuncio, maleducati!’ A sentirla gridare, alcuni vecchietti avevano messo la testa fuori dalle case, e scrutavano la scena con aria severa. ‘Ok – faccio io – andiamo, ci scusi per il disturbo! Son sicuro che le voci in paese son del tutto infondate!’. ‘Che voci – dice lei con voce stupita – cosa state borbottando?’ Il mio amico parte in quarta, con quella cattiveria che solo i liguri sanno avere : ‘Le voci che lei è una bald..’ ma lo trattengo dal dire l’ultima frase perché potrebbe metterci in guai davvero seri. ‘Volevamo dire, che tanta gente ha notato il via vai giornaliero da questa casa. Il paese è piccolo, la gente mormora!’. Lei ci guarda con aria perplessa, come chi non sa che pesci pigliare ma deve fare buon viso obbligato a cattivo gioco. ‘E cosa direbbero queste voci?’ continua lei. ‘Ancora non hai capito? – dice A. – Vogliono dire che sei una batt…’ e per la seconda volta mi trovo costretto a tirargli una gomitata per bloccare la sua lingua tagliente. ‘Siete due stronzi voi due sapere?’ e nel dire questo, tradisce una certa ansia che prima non aveva. ‘Se lo dice lei.. Noi siamo dell’oratorio, siamo due animatori. Il parroco, don Felice, allarmato dalle voci che corrono in piazza vuole capire se veramente c’è del vero o sono solo cattiverie di paese, e ci ha chiesto di controllare con circospetto. Noi siamo ragazzi fidati, sa che non abbiamo grilli per la testa e seguiamo la retta via (o la via del retto, questo l’ho pensata ma non la dissi!). Se avesse il benché minimo sospetto, avvertirebbe il Maresciallo dei Carabinieri. Non vi potrebbero fare nulla, ma ci sarebbe un gran putiferio e dubito che la vostra immagine di nobildonna ne uscirebbe linda e immacolata. Lei non si immagina neanche, in un paesino, quanto può essere forte la figura del parroco. Meglio non indispettirlo, soprattutto perché si sa, le beghine di chiesa cercano sempre nuova carne da mettere al fuoco.’ Lei non dice niente, ma improvvisamente è pallida come un lenzuolo. ‘Tombola, penso io!’ Ora te la diamo noi, la Mole! ‘Non è vero – farfuglia lei – non avete prove!’. ‘Allora è proprio tarda – inizio io con voce paziente – nei paesi non servono prove, bastano voci. Talvolta manco del tutto fondate, solo accenni. Poi la curiosità popolare fa il suo lavoro! Noi non cerchiamo prove, noi cerchiamo sospetti, indizi.. Le prove non valgono nulla! La gente di questo posto è annoiata, stanca, non aspetta altro che un po’ di vita per distruggerla! Signora mia, se ci tiene alla sua ‘Pubblica immagine’ (e questo concetto lo espressi con sincero disprezzo) le conviene ascoltare quanto dobbiamo proporle, se non vuole che il Parroco sappia quello che abbiamo scoperto!’ ‘E cosa dovrei fare?’ ‘Beh, per iniziare offrirci un caffè, non si incazzi se fumiamo nella sua cucina, chiuda le finestre e spalanchi le gamb..ehm le orecchie!’. ‘Accomodatevi!’ e spostandosi, ci lascia entrare.
FINE PRIMA PARTE
Vi stuzzica? Se vi è piaciuta scrivetemi commenti e pensieri, impressioni e spunti. La storia non finisce certo qua, quello che successe in seguito neanche il più perverso di voi riuscirà ad indovinare! Siete curiosi di sapere? Abbiate un po’ di pazienza.. Il dolce viene dopo il primo ed il secondo.. come disse Cicciolina!
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16 years ago
admin, 75
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Il mio primo incontro con una coppia (prima parte)
Primavera 2006: dopo molto tempo riesco a conoscere una coppia in cerca di single. Oramai coppie del genere è merce molta “rara”, un po’ perché noi single siamo molto esuberanti, un pò per le coppie che sono diventati molto diffidenti. Dopo un po’ di tira e molla e dopo una lunga serie di email “conoscitive” riusciamo a darci un appuntamento: uno di quelli appuntamenti tipo: ci prendiamo un caffè e ne parliamo.
Ore 1600: luogo dell’appuntamento, io arrivo con lo scooter, mi fermo e aspetto che mi chiamino. Dopo circa 30 minuti di attesa, quando oramai avevo perso ogni speranza, mi squillò il cellulare e una voce di una donna: “Salvo? Scusaci, stiamo per venire abbiamo avuto un contrattempo e non abbiamo avuto il tempo di farti neanche uno squillo…”!
Riattacco e dico fra me e me: perlomeno sono stati cortesi a chiamarmi e a scusarsi: forse è la coppia giusta, serie ed educata.
Eccoli, si presentano con una Mercedes nuova fiammante, color grigio perla. Scendono, si avvicinano e si presentano: “Piacere Antonio, sono il lui della coppia”. Un uomo di circa 37-40 anni, ben vestito, capelli brizzolati, sbarbato, diciamo un bell’uomo….
Poi tocca a lei: Giovanna: alta circa 1,70, mora, una signora ben distinta, forse con qualche kiletto in più, ma messi nei punti strategici del suo sensuale corpo….. "E tu saresti Salvo? Antonio mi ha parlato di te e mi ha messo una certa curiosità…” La guardavo incredulo di quello che stava succedendo, dalla mia bocca uscì un SI ma non mi resi conto di quello che dicevo: ero esterrefatto da quella donna. Era vestita con una gonna a tubo color blu scuro, una camicetta bianca scollata che si vedeva ogni cosa, capelli mossi tacchi a spillo e un braccialetto di oro bianco alla caviglia.
Ci sedemmo, venne il cameriere ed ordinammo delle bevande. Io ero seduto vicino a lei e mentre stavamo chiacchierando di avventure, di serietà, singles e coppie, posi la mia mano sulla sua, che accarezzava il bicchiere pieno di cola…. Sentii dalla sua mano un brivido risalire per tutto il braccio fino al cervello….. sentii il suo calore sui miei polpastrelli. Feci scivolare la mano fino al polso e l’avambraccio. Sicuramente era una donna che faceva sport, anche se, ripeto, aveva qualche kiletto in più, la sentivo soda sotto le mie mani….. Il suo compagno, mi osservava divertito di quello che stava succedendo, gli diceva che ero molto simpatico e che sicuramente poteva succedere qualcosa di buono tra noi…..
Il nostro incontro conoscitivo finì così: non successe nulla tranne che quando ci salutammo, lei mi strinse a se facendomi sentire i suoi capezzoli duri. Poi mi mordicchiò l’oblo dell’orecchio sinistro con le sue labbra carnose… ed io strofinai le mie labbra sul collo per sbaciucchiarla.
Passarono alcuni giorni e, se volete sapere la verità, ero tentato a fargli una telefonata sul loro cellulare per sapere cosa avevano deciso, da essere umano caliente quella donna mi aveva fatto bollire il sangue dalle arterie ai capillari. A lui non ci pensavo proprio, lo consideravo quasi il terzo incomodo.
Un giorno, quasi sera, stavo per ritornare a casa che mi squillò il cellulare, non controllai il numero poiché guidavo e risposi direttamente con l’auricolare. “Pronto: Salvo? Sono Giovanna, ti ricordi di me?” Ma come potevo dimenticarti gioia mia: gli volevo dire, sei entrata nei miei più profondi sogni erotici!
“Dove stai? Noi stiamo a casa e ti abbiamo pensato, perché non vieni qui a mangiare qualcosina con noi? Ci farebbe un grosso piacere!” Un piacere? Il piacere sarà mio, credimi……
Non me lo feci dire due volte: “Cara, dammi l’indirizzo, il tempo di arrivare e sarò da voi”. Mi feci dare l’indirizzo, ma non conoscendo la strada lui, Antonio, mi venne incontro e poi mi guidò fino a casa.
Abitavano in una casetta isolata, intorno giardini e piante. Mi fece entrare con la mia macchina nel loro pseudo podere, scesi e salutai Antonio. Lui mi mise la mano sulla spalla come amici di vecchia data e mi chiese com’era andata la giornata lavorativa, e se il loro invito aveva procurato problemi. Problemi? Assolutamente NO Antonio: risposi! Per me è un vero piacere trascorrere una serata con delle persone squisite come voi…..
Entrai in casa, un salotto a vista, arredata molto bene e di buon gusto. Sentii da lontano la sua voce: “Arrivo un attimo”! Ed eccola: si presentò con un vestitino molto blando e fresco, calze color carne, la solita scollatura da infarto. Mi abbracciò e come al solito il classico morso all’orecchio….. Che donna dissi tra me e me!
Mi fecero accomodare nel salotto, lei dapprima di sedette sulle gambe di Antonio, con le mani dietro, sulla sua pancia, e le gambe leggermente divaricate, al punto di notare che portava calze autoreggenti, ma non riuscivo a notare il colore delle mutandine o altro (che malato che sono) Cazzo! Già fantasticavo!
Dopo un po’ di chiacchiere, Antonio mi chiese se volevo qualcosina di fresco, diedi il mio consenso, Giovanna si alzò e mentre lui andava in un’altra stanza a prendere da bere, lei si sedette vicino a me.
All’inizio mi sentivo molto in imbarazzo, volevo saltargli addosso e strappargli tutto, ma capii lo stratagemma. Lei si voleva far conquistare davanti al marito, ma io dovevo conquistarla.
Appena arrivò lui, il tempo di sorseggiare un po’ di coca-cola, posai il bicchiere sul tavolino e gli misi una mano sulla gamba. Appena la toccai, lei fece un sobbalzo, come se avesse preso la corrente: la mia mano sulla sua gamba la palpeggiava per tutta la sua lunghezza. “Devo dire che tuo marito si deve ritenere molto fortunato ad avere te al suo fianco, sei veramente fantastica”. E nel frattempo palpeggiavo ancora di più, la mano fece alzare al gonna e arrivai oltre le calze e, appena ci fu il contatto con la sua pelle, lei fece n sobbalzò di nuovo e mi fissò negli occhi.
Gli misi la mano dal di dietro come se la volevo abbracciare, alzandole i capelli dal collo e l’alitai sul collo. Sentivo il suo corpo che fremeva vicino a me, e suo marito che guardava toccando dal sopra dei pantaloni il suo inguine. Arrivai con la mano fino a toccare i primi peli del fatidico triangolino della pube: CAZZO! Non porta mutandine o cose similari. Lei aprì le gambe e con le sue mani accompagnò la mia verso l’ingresso della vulva….. calda, già mezza bagnata dal suo umore, e già fremeva……
Intanto avevo incominciato a baciargli tutto in collo, dietro l’orecchio e piano piano scendevo giù verso i suoi poderosi seni…
Antonio oramai era diventato “autonomo”, di era abbassato il pantalone e se lo incominciava a menare, chiedendo a lei di osservarlo….. “guardami, guardami adesso,mentre Salvo ti stà toccando, guardami come stò….” le sussurrava, che con le gambe oramai aperte, il dito medio della mano conficcato dentro. Lei si girò e incominciò ad aprire la camicetta, e mentre l’apriva mi leccava tutte e due capezzoli: e poi giù sopra la pancia… ma non poteva andare oltre perché avevo ancora il pantalone…
Provai a togliermelo in un batter d’occhio, ma lei mi fermò, mi fece alzare e lei sempre seduta davanti a me incomiciò a slacciarmi un po’ alla volta il pantalone. E lui? Sempre in piedi si mise vicino a me ad osservare cosa voleva fare la cara mogliettina, masturbando il suo pene un pò floscio.
Mi abbassò il pantalone e rimasi solo con il boxer e il mio pene, oramai ben gonfio di gioia e voglia, risaltava abbondantemente da sotto il boxer…..
Lei mise le mani ai miei fianchi, e piano piano con la bocca cercava di abbassare il boxer, non ci riusciva all’inizio, allora feci per aiutarla con le mie mani ma mi bloccò con le sue e guardandomi negli occhi mi fece capire che non dovevo muovermi….
Antonio, ogni tanto l’ha pennellava con la cappella del suo pene tra le labbra che ogni tanto lei lo sbaciucchiava… ma il suo obiettivo era quello di abbassare i boxer da sola…. Si fece per alzarsi dal divano e con un colpo di bocca prese l’estremità alta del boxer tra i denti, e piano piano lo abbassò: e un po’ alla volta, dapprima la cappella, oramai tutta scappella e color rosso Ferrari, poi tutto il pene uscì da quella gabbia del boxer….
Ora davanti a lei aveva due pezzi da carne, il mio e quello di Antonio. Io non riuscivo a condurre il gioco poichè lei mi bloccava le mani, ma lui, gli dava piccole frustate di cappella sulla guancia per fargli capire che c’era anche lui…..
Ecco, ora mi lascia le mani e prende tutte e due i peni masturbandoli insieme…. “Che porcona che sei, amore mio, sei unica! Dai fai vedere a Salvo come lo prendi tutto in bocca, fagli sentire le tue tonsille”: detto fatto! Sentii come un vortice che cercava di strappare il mio uccello dal resto del corpo e, non so come, lo prese tutto in bocca fino ad arrivare all’inguine….
(Continua)
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16 years ago
admin, 75
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Come fui sverginato (parte seconda)
(parte seconda)
- Calma - replicò - non preoccuparti. Mi piace solo appoggiarlo all’esterno sul buchino...sentire la punta del pene avvolta dalle tue morbide chiappe. Calmati tesoro mio, ti voglio bene, non voglio farti del male. Mi basta il gran piacere mentale di immaginare l'inculata... mi basta immaginarla -
Blandendomi con quelle rassicurazioni, accarezzandomi e spingendomi con delicata essenzialità, mi fece chinare in avanti in maniera che il capo fosse più in basso dell’estremità posteriore. I glutei erano pronti a cullare il bimbo. La posizione, sussurrò, lo intrigava enormemente. Ero un automa nelle mani del suo padrone. Provavo piacere ad accontentarlo, ne presi coscienza in seguito ripercorrendo mentalmente quei momenti.
Le sue mani, forti, possenti, che accarezzavano vigorose i miei fianchi, passavano sui capezzoli induriti dal desiderio che il mio essere provava, e tornavano ad afferrarmi i fianchi, lisciavano il mio giovanile pendulo addome, entrando nell’area pelvica ed incanalandosi verso l’asta tesa che circuiva fra il pollice e il medio, stimolando il flusso di liquido prostatico. Trasalivo ogni volta che le sue dita sfioravano il frenulo. Mi si infiammavano le meningi nell’attesa di esalare l’ultimo sperma. Soffrivo e godevo nell’attesa pregando che non finisse mai, ma che pur avesse un termine.
L’inferno si spalancò improvviso dentro il mio ano. Fu un ribollire di carni roventi che si accartocciavano nel delirio di un momento. L’inganno ruppe ogni indugio e si fiondò nel mio interno. Avvertivo violento il buio che mi circondava; annaspavo cercando di gridare tutto il dolore che quegli istanti di tregenda mi elargivano con tanto livore. Dimenai le anche, spingendo le mani contro il suo bacino, quasi a schiodarlo dal povero corpo martoriato. Ma ogni mio sforzo era vano! Mi attanagliava con mille mani, con il peso della sua possanza fisica avanzava fino a farmi piangere; silenziosamente piangevo dentro la mia gola riarsa, dentro i miei occhi asciutti, nel mio animo ferito di essere umano violentato! Lo sfregamento violento irritava il povero ano preso alla sprovvista fino a farmi dolere in tutte le giunture. Supplicai di uscire da me, pregai di non farmi soffrire più.
La sua risposta fu dolce, rassicurante, e contrastava con la forte presa che esercitava sui miei fianchi, tipica di chi si è impadronito dell’altrui corpo. Infatti era ingannevole!
- Devi star fermo – disse – per non farti male devo uscire delicatamente perciò non devi dimenarti, ti conviene collaborare. Ora rilassati, io sto fermo, i tessuti del culo si distenderanno e uscirò facilmente. -
Ancora una volta la mia mente abbindolata dalla voce suadente mi indusse a seguire i consigli. Sentii che la verga indietreggiava nel mio colon traumatizzato, scivolando verso l’esterno, ma d’improvviso.... un affondo poderoso e violento mi rigettò nell’inferno facendomi rabbrividire e sudare freddo, mentre disperatamente la mia psiche urlava.
- E’ dentro, sta fermo che ti laceri! - disse per ottenere ancora una volta la mia collaborazione - Per uscire dovrò farlo piano, perché è tutto dentro fino alle palle -
Stetti fermo stringendo i denti, e stette fermo anche lui. Ansimavo. I miei fianchi erano sempre prigionieri delle sue forti mani, ma ormai non lo sentivo più come un estraneo, ma quasi come un male dovuto. Poi cominciò effettivamente ad arretrare, piano, e.... subito dopo a spingere, di nuovo, e poi di nuovo! Arretrava e avanzava, ritmicamente. Mi stava scopando, e non potevo sottrarmi: ero prigioniero. Delle sue forti mani, del suo desiderio. Forse anche della mia indole, giacché quando mi chiamò “bella puttana mia” non mi sentii offeso!
Nel frattempo i tessuti del mio povero culetto avevano cominciato ad assuefarsi alla dilatazione, con la conseguenza che il dolore si attenuava fino a scomparire lasciando il posto ad un leggero bruciore; lui ormai mi scopava energicamente, come forse aveva immaginato e desiderato di fare sin da quando ci eravamo sfiorati nel cinema. Ma nella mia mente stava accadendo qualcosa di strano: sentivo che un pò di piacere si stava unendo al dolore, anzi stavo scoprendo che il dolore stesso può esser fonte di piacere, di un piacere sofisticato, di alto livello perché coinvolgeva non solo il corpo ma anche la mente!
Mi riscoprii eccitato, e mentre mi scopava sbattendo ripetutamente il bacino sulle mie natiche...... sborrai impetuosamente, inondando il pavimento!. Era come una fontana che zampillava allegra senza che nessuno la toccasse. Uno, due tre, quattro, cinque violenti zampilli, sei, sette, otto liquidi rivoli di sborra fluirono dall’opercolo della povera asta sbattuta dal retro e costretta a trovar sfogo al vulcano interiore che gli bruciava il deretano!
Aveva cantato, l’implume uccello, senza che mano lo avesse toccato! Il piacere provato nella mente sballottata dall’imprevista piega degli avvenimenti, la goduria prostatica provocata dall’ingresso dell’estraneo organo cavernoso aveva donato al giovane uccello un insopprimibile e inimmaginato orgasmo!
Dopo pochi istanti le sue mani divennero una morsa d’acciaio e le mie viscere furono invase da una sensazione di intenso calore e gioia profonda: la belva umana urlava il suo orgasmo apostrofandomi malamente con voce roca, sentii le sue energie versate nel mio corpo. Lui era impetuosamente esausto, io ero incredibilmente felice!
Si accasciò un attimo su di me, poi si sollevò tirandomi con sé. Mi tenne stretto al suo petto, il respiro affrettato come dopo una lunga corsa, io compresi che quella sera non solo avevo provato la piacevole sensazione di essere posseduto, ma che era cambiata la mia vita. Orizzonti nuovi mi si schiudevano, orizzonti che nella vita mi hanno spesso consentito di poter entrare in comunicazione profonda con le donne.
Per un pò mi tenne fermo nel suo abbraccio, poi cominciò ad accarezzarmi mentre mi baciava teneramente sul collo. Mi abbandonai fra le sue tenere e forti braccia, poi carezzai le sue mani, con le mie spalle interamente poggiate sul suo petto. Provavo una felicità nuova!
Non saprò mai chi è stato l'ignoto che ha saputo violentarmi con tanta determinata concupiscenza, ma sarei lieto di poterlo ritrovare per ringraziarlo.
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16 years ago
admin, 75
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Come fui sverginato (parte prima)
In un vuoto e tardo pomeriggio primaverile, con l’arrivo della sera oramai incalzante, solo e senza impegni, decisi di andare a cinema per distrarmi dalla malinconica solitudine che si era impadronita di me. Il più vicino programmava un film erotico, con tette e culi al vento oscurati da pudiche stelline appropriatamente disposte su attraenti nudità femminili. Non ne vedevo da molti mesi in quanto erano ripetitivi e senza trame interessanti, tuttavia l’immagine provocante della locandina alimentò il desiderio e, infoiato, mi trovai nella sala buia in preda a un demone incontenibile.
Presi posto in ultima fila, in posizione molto laterale, defilata rispetto all’ingresso, pronto a scappare se fossi rimasto deluso da quello che speravo e temevo che mi accadesse. Le scene cominciarono a scorrere, nella sala imperavano i mugolii di piacere che accompagnavano le scene dense di rapporti sessuali di vario tipo.
Sapevo, per qualche sporadica esperienza, che nel settore in cui avevo preso posto ci si poteva imbattere in arrapati in cerca di contatto con altri maschi, in quanto alcune piccanti esperienze mi erano già capitate. In principio avevo accettato le avances di “passivi”; in seguito era accaduto che, dietro invito di occasionali partners, avevo accettato con interesse il ruolo passivo nel rapporto orale con gradimento sempre crescente. Ciò mi aveva fatto temere di scivolare verso la passività, ma avevo esorcizzato la mia paura allora, autoconvincendomi di essere un bisex attivo.
Ero conscio di gradire il contatto omosessuale, e quindi ero lì nel cinema con la speranza che la serata avrebbe potuto donarmi una gradevole scopata con un maschio desideroso di mettere in libertà il lato femminile della sua personalità.
Trascorsero una decina di minuti, e il posto al mio fianco fu occupato da un imponente e distinto signore. Lo sentii muoversi cambiando lievemente posizione, e incidentalmente, con finta casualità ma puntualmente, accostava la sua gamba alla mia: voleva saggiare la mia reazione. Non la ritrassi, anzi la spostai ancor più verso di lui in modo da farla combaciare alla sua. Lo squillo di tromba fu perfettamente recepito e, dopo poco, in prossimità del mio ginocchio avvertii il delicato avanzare delle dita che accennavano una timida carezza; restai fermo, godendo del contatto. Comprese che gradivo e, rincuorato e più spavaldo, accarezzò la mia coscia con l’intera mano, con decisione. Mi stavo eccitando. Visto il buon esito dell’esplorazione posò la mano sulla mia, prendendola e tirandola verso di sé. Compresi che voleva instaurare una reciprocità di contatto. Lo assecondai e lasciai che la conducesse verso la sua gamba, e pochi istanti dopo mi ritrovai il palmo della mano poggiato su un caldissimo e duro cazzo che nel frattempo aveva fatto sgusciare prepotentemente fuori con l’altra mano! Non mi ritrassi a quel contatto vigoroso, anzi richiusi le dita avvolgendo il carnoso tubero in una carezza armoniosa che lentamente scivolò verso l’alto e il basso. Lo sentii sospirare. Sembrava scontento e avvicinò la testa alla mia sussurrando:
- Prendilo in bocca -
- No, non qui - replicai avvicinando a mia volta la testa verso la sua - ho timore che qualcuno possa vederci -
- Allora andiamo via, andiamo a divertirci tra noi -
Il tono era stato deciso, di chi dà un ordine. Risposi annichilito con un semplice sì. Si assestò i pantaloni, ci alzammo e uscimmo insieme, senza proferire parola, come due vecchi amici.
Non parlammo in macchina perchè le gole erano serrate dal desiderio di dare sfogo alla nostra sessualità.
Mi condusse in un casolare abbandonato, e pensai che quel casolare era sicuro testimone di altre scorribande conclusesi con gioiose sborrate. Continuavamo a esser silenziosi, come se tra noi ci fosse una antica e collaudata intesa. Nel locale filtrava la poca luce fornita da una pallida luna che in cielo aveva preso il posto del sole, e si avvertiva solo lo spiegazzarsi dei tessuti dei nostri pantaloni che venivano sfilati. Le orecchie mi ronzavano sotto la spinta del sangue che ribolliva in tutto il mio essere. Non pensai più a nulla e ci abbracciammo ruvidamente, levigando reciprocamente i nostri tessuti muscolari, godendo del tepore che i nostri corpi si scambiavano. D’un tratto distinsi, nell’affanno e fra i rantoli che uscivano dalle nostre gole, la sua voce, come in un sogno, che mi incitava a chinarmi per assaporare il suo turgido sesso nell’alveo orale. Non capii più dov’ero e cosa ero, provai solo l’irrefrenabile desiderio di esaudire quella impellente e prorompente sua richiesta, e di farlo con gran dedizione. Mi era già capitato e col passar del tempo lo gradivo sempre più. Dicono che ho talento per tale pratica e, ringalluzzito, a mia volta ho avuto la pretesa di insegnare a qualche amica a migliorare la prestazione in materia.
Ormai dilavavo la gran stecca con la lingua, le labbra, la bocca tutta, lo facevo uscire per strofinarlo sulla guancia e al contempo carezzarlo col palmo della mano per poi farlo sprofondare nell’avida bocca, e serrar forti le labbra in fase di risalita. Il monumentale attrezzo mi balenava davanti agli occhi entrando e uscendo dalle mie ospitali cavità, sempre più umido e duro, gonfio di tutto il sangue del mondo, inturgidendo il collo sotto il glande che si protendeva più in alto. Era bello nel suo sapore salino, mentre l’odore si inaspriva con il crescere dell’eccitazione. Succhiavo e pompavo a più non posso vibrando in tutto il mio essere trasformato in nuda gelatina, macchina di puro piacere. Con un fil di voce disse che la mia bocca val più di una figa; la frase mi gratificò alquanto, intuii che stavo dando il meglio di me e volevo sentirlo in paradiso, continuai con lo spirito di una fanciulla devota, e di lì a poco udii nuovamente la sua voce ovattata e profonda come in un rantolo:
- Girati - mi disse - voglio sentirlo tra le tue gambe -
Obbedii come se fossero state le sinapsi del mio cervello a comunicare l’ordine ai miei nervi, ai miei muscoli, al mio sangue. Le mie membra si rivolsero nella posizione migliore per accogliere il nuovo accadimento. In rapido religioso silenzio inarcai la schiena ed allargai le gambe per agevolare l’occasionale amante. Provai il calore immane che sprigionava il teso randello che s’appoggiava sulla stretta apertura dell’ignavo mio ano ancor stretto e vergine.
- No – emisi un roco urlo smorzato, divincolandomi – non voglio! non mi piace, è una cosa che non faccio! Non sverginarmi! -
(continua)
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Atto i: conoscenza.
A volte ci è stato chiesto come ci siamo conosciuti io e la mia compagna di avventure....Io avevo avuto modo di conoscere in una chat una donna separata con la quale avevo instaurato un rapporto basato sul piacere reciproco.
Dopo innumerevoli scopate, abbiamo deciso in comune accordo di andare oltre con la trasgressione e così mi sono attivato su questa community e qui ho contattato una coppia irregolare con la quale ho legato virtualmente.
Come spesso accade il virtuale un giorno è diventato reale ed una sera ci siamo incontrati.
Lei era arrivata in compagnia di un amico, il che ci portava tutti allo stesso piano: nessuno di noi era legato sentimentalmente con la propria compagna/o.
Dopo aver bevuto qualcosa e riscaldata l'aria ci siamo cercati, ci siamo toccati, ci siamo trovati.....il seguito potete immaginarlo.
Da allora le cose sono cambiate, l'accoppiamento si è invertito e da circa cinque anni, io e la mia nuova compagna di avventure, ci divertiamo insieme ma anche separatamente nel mondo della trasgressione.
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16 years ago
cp33bari,
34/34
Last visit: 13 years ago
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Vogliosa??!!!
Vogliosa???!!! Questa, fu la prima domanda che feci nella finestra della chat…
Cosi mi proposi la prima volta sulla chat…. Una serata noiosa, senza nessuna possibilità di incontri. Fuori pioveva e faceva un gran freddo, chiuso nel mio studio, speravo di trovare una ragazza che aveva le mie stesse voglie. Non fu facile, ma ad un certo punto ricevetti la risposta: si anche io ho voglia …. Una strana sensazione mi pervase la mente, e cosi comincio il nostro dialogo.
Ma quella sera non successe nulla, iniziamo a parlare e scoprii che era una bella donna molto più grande di me, ma la trovai molto provocante e soprattutto eccitante. Dopo qualche ora di conversazione ci scambiamo i numeri di telefono, ripromettendoci di richiamarci entro poche ora. Cosi fu, ci sentimmo al cellulare e la sua voce era molto dolce, sembrava quella di una ragazzina entusiasta e curiosa di quello che stavamo vivendo insieme.
Le nostre telefonate e i nostri incontri in chat, divennero sempre più frequenti diventando veri e propri appuntamenti, con il mio linguaggio sempre molto curato e mai volgare, spesso la provocavo in chat e cercavo di eccitarla, spesso riuscivo nel mio intento, come mi diceva lei, poi confermato nei messaggi che mi inviava, dopo aver spento il pc.
I giorni passarono e cosi pure i mesi, mentre i nostri desideri aumentavano, le parole scritte e le voci al telefono, erano ormai insufficienti a soddisfare le nostre voglie e il desiderio di stare insieme realmente. Mentre cercavamo tutti i sistemi per renderci partecipi delle nostre emozioni e mostrare le nostre rispettive aspettative.
Fu lei, che un giorno mi chiese di farle da regalo per il suo compleanno …. Era disposta a pagarmi anche il viaggio per raggiungerla e cosi fece, dopo qualche giorno mi inviò i codici dei biglietti per arrivare da lei. Era la prima volta che una donna era tanto gentile con me. Si, avevo avuto già altre donne, ma mai nessuna prima di lei mi aveva fatto sentire cosi lusingato e cosi attratto dalle sue parole, dai suoi modi di fare, da quel desiderio di dividere insieme quei momenti. O forse era solo il desiderio di vedersi, scoprirsi finalmente, realmente oltre ad un monitor, oltre ad un telefono. Cosi, dopo lunghi preparativi e tante immaginazioni, create insieme, il giorno del nostro incontro arrivò.
La voglia di stare insieme, il desiderio, l’eccitazione era altissima. La notte prima, non riuscivo a prendere sonno, era altissima l’agitazione per il nostro primo incontro. Ricordo ancora il viaggio Fino all’aeroporto e l’attesa per la partenza del volo. Ma ora mai era solo questione di minuti e tutto sarebbe divenuto realtà. Ogni nostra fantasia, ogni nostro desiderio si stava per realizzare.
Finalmente, dopo un volo tranquillo in quella giornata di mezza primavera, giunsi da lei, usci dall’aeroporto accendendo subito il telefono e ancora per poco quello strumento che tanto ci aveva fatto sognare e desiderare ci porto l’uno incontro all’altra.
La vidi da lontano, era come l’avevo sempre immaginata e come da tempo la desideravo. La donna, che ogni uomo, spera almeno una volta di incontrare nella sua vita, solo 500 metri ci separavano, mi avvicinavo a lei deciso e molto agitato, ma allo stesso tempo eccitato e felice di essere finalmente giunto da lei. Una volta d’avanti a lei, ci abbracciamo e ci baciamo dolcemente, come sempre avevamo immaginato, nessun particolare era diverso dalle nostre fantasie. Le nostre labbra da prima si sfiorarono e poi divennero sempre più passionali e desiderose, sino a dischiudersi e a iniziare a cercarci con le lingue prima timidamente, poi sempre più decisi e disinvolti. Ci staccammo non so dopo quanto tempo e ci dirigemmo verso la sua auto, che stava a pochi metri da noi. Salimmo mentre le nostre mani continuavano a cercarsi. Ricordo ancora come era vestita, con una gonna nera e una camicia, che metteva in risalto il suo ancora perfetto seno.
Durante il tratto di strada, verso la nostra alcova, continuai ad accarezzare la sua gamba, sulle calze autoreggenti che indossava, sfiorandola dolcemente e salendo ogni tanto verso la fonte di piacere che tanto avevo desiderato, nel contempo ci scambiavamo spesso dolci baci, che si facevano sempre più passionali e vogliosi ….
Provavo forti brividi, ogni volta che la sua mano saliva lungo la mia gamba, sino a sfiorare sui pantaloni il culmine del mio piacere, che era ben visibile, anche attraverso i vestiti che lo ricoprivano …. Arrivammo finalmente a destinazione, aveva preparato tutto, come era nei nostri desideri, nelle nostre fantasie, nei nostri sogni che ogni notte ci confessavamo al telefono, sino a trovare una forte eccitazione nella stessa fantasia.
La stanza era splendida, un bagno all’ingresso e una letto in ferro battuto tutto era perfetto e molto elegante. Tutto circondato da un giardino ben curato. Portammo dentro i nostri bagagli e dopo aver chiuso la porta ci baciamo dolcemente nel piccolo corridoio che ci separava dal letto.
Ricordo ancora, come se fosse ora, come mi sedetti sul letto e lei in piedi d’avanti a me, la abbracciai stringendola, mentre il mio viso arrivava giusto al suo seno. Lentamente con le dita, le slacciai la camicetta e bottone dopo bottone risalii, dalla sua vita sino al suo decoltè, per poi farla scivolare via lungo le sue braccia. Sfiorai i suoi seni con le dita e poi li baciai tenendoli sempre coperti dallo splendido reggiseno, in pizzo bianco, che indossava, nonostante non più giovanissima, aveva un corpo splendido da far invidia a molte ragazze, molto più giovani di lei. Accarezzai e baciai ancora a lungo quel corpo, sentendo il suo profumo e il suo calore sul mio viso, sulle mie labbra, mentre i suoi occhi erano colmi di piacere. Lentamente, poi e sempre molto dolcemente, sganciai il bottone della gonna sfiorando il bordo del suo perizoma , facendola scivolare piano lungo le sue gambe, per apprezzare ogni singolo centimetro, di quel corpo ancora splendido, che lentamente si svelava ai miei occhi.
Una volta a terra, le sfilai lentamente le calze autoreggenti che indossava, prima la destro poi la sinistra, senza permetterle di far nulla se non baciarmi ogni tanto. E sfiorarmi ogni tanto, dove il mio desiderio mostrava tutto la voglia che avevo di lei. Baciai a lungo quel corpo, senza nessuna fretta, prima di scoprire finalmente i suoi seni, in tutto il loro splendore, ricordo ancora i capezzoli duri e i seni sodi, che riempirono i miei occhi e che dopo piccoli baci e tante dolci leccate arrivai a prendere nella mia bocca, sfiorando dolcemente con la lingua quelle splendide aureole, succhiando e leccando i capezzoli turgidi e pieni di desiderio per me. Solo per me.
Poi, iniziai a scendere lento lungo il suo ventre, sempre con piccoli baci e dolci carezze, mentre la mia bocca scendeva, le mie dita, continuavano a torturare dolcemente i suoi seni, mentre le si mordeva le labbra, ormai carica di desiderio … Fu allora, che lentamente posai le mie labbra sul suo perizoma, anch’esso di pizzo bianco e iniziai a sentire forte il suo profumo, sfiorai allungo con la lingua i bordi del perizoma, prima sul bordo destro poi su quello sinistro per poi risalire, cercando di insinuare la mia lingua sul bordo superiore, sino a che lo sfilai lentamente con le dita lungo i fianchi, mentre la mia lingua percorreva, lentamente ogni centimetro che si svelava a me.
Ora mai completamente nuda, provai per la prima volta la fonte del mio desiderio, che sino a quell’istante, era stata solo fantasia e che in quel momento divenne realtà. Fu lei poi a farmi alzare e spogliarmi lentamente, liberandomi dalla camicia e dai pantaloni, anche se molto più velocemente di come avevo fatto io, per via del desiderio che le avevo provocato. Ma provocandomi forti brividi lungo tutto il corpo, ogni volta che le sue mani carezzavano la mia schiena e si avvicinavano al mio desiderio di lei. Non potevamo resistere ancora a lungo, quando lei chinatasi ai miei piedi, fece scivolare i boxer a terra, prendendo tra le labbra, molto dolcemente, il mio membro lucido per lei.
Ricordo ancora che fu lei a farmi distendere nel letto, e tenendomi le mani mi blocco, accompagnando i nostri desideri finalmente nel piacere tanto desiderato.
per il Vostro parere potete contattarmi su [email protected]
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16 years ago
nicky1, 36
Last visit: 3 months ago -
Stress da grandi città
Sono arrabbiato....
STRESS.... STRESSS da grandi città...
Torino, Milano, Roma...
queste file.... queste macchine... i parcheggi...
ho visto dei milanesi parcheggiare male...
senso di colpa...
si sono fatti la multa da soli!
ore e ore in coda...
la più grande aspirazione di un milanese non è quella di elevarsi a Dio....
è quella di comprarsi un garage...
ho visto milanesi vendersi la macchina nuova e con i soldi comprarsi un garage...
ci vanno a dormire in piedi... come i cavalli!!!
MA PERCHE' DEVO FARE 9 ORE DI LAVORO E STARE 2 ORE IN TANGENZIALE !!!!!?
2 ore !!!
che ti alzi...
...
IL CULO HA PERSO LA RIGA !!!
...
te la devi rifare con il pennarello !!!
MA PERCHE' !!!!?
...
ogni volta che prendo la tangenziale per Milano est...
a Paullo... mi fermo !
c'è sempre la fila... Paullo !
cartello... 3 km... Paullo !
sono lì bloccato...
anche se non voglio guardare il cartello...
la "P" di Paullo è lì...
Paullo !!!
Mi giro e c'è Audi A6...
milanese vero...
Audi A6 tutta accessoriata...
lì... ferma anche lei... così...
Paullo...
ha un navigatore... pagato 2500 euro...
ha il display acceso...
e c'è scritto...
Paullo...
ma vaff...!!!
per non parlare poi dei supermercati !!!
I supermercati....
i supermercati, è mai possibile che ogni volta che vai al supermercato...
se hai l'euro per il carrello, non trovi parcheggio...
se trovi parcheggio non hai l'euro per il carrello !!!
Entri... e c'è questa situazione...
...
prendiamo ad esempio i vegetali....
mele, arancie, pere, pomodori, patate...
...
c'è il classico vecchietto...
con il pannello della pesa lì, i guanti di plastica trasparenti...
piglia la melanzana e sta 1 ora davanti al pannello...
all'inizio l'entusiasmo...
poi la delusione...
...
una volta ho trovato un vecchietto con la moglie che le ha messo i guanti...
lui ex chirurgo...
...
è stato 4 ore così davanti al pannello con le patate !!!
...
poi gli è venuto il fuoco di Santantonio davanti e dietro...
simmetrico...
la vena grossa in fronte...
ed è impazzito...
ha preso 2 penne bic, è andato al reparto carni...
ed ha operato un tacchino, l'ha portato da morto a prognosi riservata...
e c'è stato l'applauso !!!
...
Un tempo gli jogurt...
gli jogurt... negli anni 60 andavi al reparto jogurt c'era un mobiletto di formica bianco...
con 2 jogurt...
uno neutro e c'era scritto "NEUTRO"...
l'altro alla frutta, c'era scritto "C'E' DELLA FRUTTA"...
...
vacci un pò ora ?!!!
...
18 km di jogurt...
che sono vivi, ci sono i fermenti lattici vivi...
che ti parlano !!!
COMPRA ME.... COMPRA ME... COMPRA ME...
OOOHOHHHHHHHH !!!!
Ci prendono in giro !!!
ci sono al gongo, al mango, al maracango... al pelo di cinghiale...
...
ci sono quelle confezioni...
dove ci sono i granuli, che li metti in una vaschetta...
cresce, piove, nasce una piantina...
si mangiano da soli !!!
light!....
e poi non fidatevi dei kir!!
...
una volta passo di li, c'erano 2 kir...
che...
stavano scopando fra di loro !!!
HEI!!! MA COSA FATE ?!!!
e loro... MA SIAMO VIVI !!!!
MA ANDATELE A FARE DIETRO AL LATTE STE PORCHERIE !!!!
Noooo !!!
non ce la faccio più !!!
sto male...
vita nel lavoro...
le multe...
arriviamo la domenica e siamo distrutti !!!
l'italiano medio si alza la domenica...
alle 13:00...
si alza dal letto e il cervello lo mette sul comodino...
perchè non gli serve e non gli deve servire...
...
gira per la casa come uno zombie...
d'estate apre le finestre così sfrutta anche le correnti d'aria...
...
non pensa a niente...
è tra il sublime e il meschino...
poi arriva lei... sua moglie...
e con l'occhio vitreo e posseduto, ti guarda e ti fa....
...
TU!!!!
...
OGGI POMERIGGIO...
...
COL BIMBO...
...
ME...
...
E LA MACCHINA...
...
ANDIAMO...
...
ALL'IKEA !!!!
...
NOOOOOOOOOOOOO !
NOOOOOO !
...
Il grande magazzino !!!
...
NOOOOOO !
TI COMPRO LA PELLICCIA DI LEONE!!!!
MA L'IKEA NOOOOOOO !
...
vai in macchina all'Ikea...
l'Ikea di Milano...
arrivi al parcheggio...
e c'è un parcheggiatore che ti fa...
DI LA... DI LA !! indicando...
...
vai avanti... dopo 2 km un'altro parcheggiatore gemello che ti fa...
DI LA... DI LA !!
e dopo altri 3 km...
un'altro gemello ti fa...
DI LA... DI LA !!
...
PARCHEGGI IN SVIZZERA !!!!
e devi cambiare anche i soldi...
...
prendi il bimbo e cominci a camminare verso questo punto lontano che è l'Ikea...
il bimbo piange... gli si sfaldano i sandali...
tua moglie comincia a irrigidirsi perchè è diventata leader del gruppo...
...
arrivi all'Ikea, questo grande scatolone, dove milioni di persone sanno perchè sono lì...
solo i primi 5 minuti...
...
poi cominciano a picchiarsi...
...
arrivi con il bambino...
te lo prendono...
e te lo buttano...
in una vasca piena di palline colorate...
...
non lo troverai mai più...
...
te ne daranno uno alto uguale... ma svedese...
MA NON E' MIO FIGLIO !!!!!
...
tua moglie ti spinge al reparto armadi...
grande armadio... 4 stagioni...
tua moglie comincia a tempestarti di domande...
SENTI!!! LA CAMERA DEL BIMBO SONO 4x3,6...
SCEGLI TE... O FACCIAMO 3 BLOCCHI da 5x5,35...
OPPURE 6 BLOCCHI da 1,60X3,39...
SCEGLI TE EH....
AUMENTANDO MANCANO 20 cm DALLA PARETE...
E CI METTIAMO GLI SCI...
...
l'uomo reagisce ondeggiando su se stesso...
...
come un palloncino legato ad una staccionata...
...
e lei continua... insiste....
OPPURE FACCIAMO 1000 CASSETTI DA 1 cm ?!!!
...
...
poi ti spinge al reparto bagno...
il tappetino del bagno...
TI PIACE CON LE PALLINE ?!!! fa lei...
TI PIACE ?!!
...
E CON IL BRUCO ?!!!
E' PIU' IRONICO IL BRUCO...
PREFERISCI LE PALLINE O IL BRUCO !!!?
IL BRUCO ?!
O LE PALLINE ?!
...
PERO' CI SONO ANCHE CON LE FARFALLINE...
IL BRUCO LE PALLINE O LE FARFALLINE !!!?
LE FARFALLINE ?!!!
IL BRUCO ?!!!
...
L'uomo reagisce così...
SENTI.. IL BRUCO DIVENTA FARFALLINA...
PIGLIAMO LE PALLINE...
ABBIAMO IL FIGLIOLO A 70 km DA QUI'... DENTRO LE PALLINE...
LA MACCHINA A 600 km...
VOGLIO ANDARE A CASAAAA !!!!!!
...
Prendi l'armadio 4 stagioni...
un castello...
...
ti arriva dopo 36 mesi...
che non sai più nemmeno per chì...
...
un castello enorme e il pezzo più grande e di 12 cm X 12 cm....
...
dici.. io lo piglio e lo butto nel fuoco...
non lo monterò mai!!!
...
istruzioni in svedese... la seconda pagina in italiano...
SE VUOI RIVEDERE TUO FIGLIO MONTA L'ARMADIO !
...
allora decidi di montarlo...
non ti ci rimane nulla... ogni sera ti avanzano 60/70 viti...
le pigli...
bicchiere d'acqua in cucina...
...
LEVI LE IMPRONTE !!!!
...
Finisce che lo monti tutto...
finisce che l'hai montato esattamente tutto...
...
torni dal lavoro...
...
ritorni al tuo armadio...
apri le ante...
...
...
PIENO DI ROBA SUA !!!
...
MA SE L'HO PAGATO AL 100% IO !!!!
MA LE MIE CAMICE DOVE SONO ?!!!
...
lei indica in alto... LA !!!
...
COME LA !!!
IO DEVO SALTARE DA UNO SCALEO... RIMBALZARE SUL LETTO...
E AVERE POCHI ISTANTI PER SCEGLIERE LA CAMICIA...
NOOOOOO !
...
Va beh...
il tempo intanto passa...
il tempo passa e i figli crescono...
i nostri figli, quelli di 13/14 anni...
il primo della classe ha la faccia assente...
occhio perso e bocca semichiusa...
e sono poco curiosi...
non sono attratti dalla cultura, dalla poesia, dalla pittura....
sono attratti dalla luce...
dove c'è una fonte luminosa...
...
pantaloni con il cavallo alle ginocchia...
le maglie con maniche lunghe...
il cappellino...
hanno queste scarpe da ginnastica americane che costano 200/300 euro...
le stringhe non le legano, sono sciolte....
e camminano piano piano...
...
le bambine invecie...
vivono in coppia, mano nella mano...
QUESTA E' LA MIA AMICA KATIA....
masticando la cicca...
maglietta corta con l'ombelico di fuori...
camminano con le stringhe allacciate...
e quindi vanno veloci...
tanto che i bimbi non riescono a starle dietro...
...
allora vanno dal babbo!
...
devo dire che i bimbi vanno dal babbo e il primo grosso problema è riconoscere il babbo...
...
EPPURE TE T'HO GIA' RIVISTO !!!...
...
nella penombra del salotto, il babbo accende l'accendino...
e li aiuta...
sono attratti dalla luce dell'accendino!
...
secondo grosso problema è formulare la domanda...
la domanda è...
BABBO!!!
BABBO... MEL... ME... ME LOCOMPRI IL MOTORINO ?!!!!!
...
gli comprano il motorino... 2500 euro un pezzo di plastica....
ai miei tempi c'era il betino, 3 marce...
prima, seconda e terza....
tutta algebra...
IL CERVELLO SI SVILUPPAVA !!!!
C' ERA IL LIBRETTO DI ISTRUZIONI DI 40 PAGINE !!!
ORA ?!!
ora queste ditte di questi motorini, queste fabbriche....
vedono queste facce...
e dicono...
...
LEVA TUUTO !!!
...
il libretto di istruzioni sono solo 2 pagine..
...
sulla prima pagina, c'è scritto...
...
...
STAI CALMO !!!
...
SE CE LA FAI GIRA PAGINA !
...
i bimbi girano...
...
COMPLIMENTI!!!!
HIGHT LEVEL !!!
...
poi c'è solo un rigo...
PIGIA IL PIPPOLO GIALLO PER ACCENDERE IL MOTORINO !!!!
basta !!!
...
allora io mi immagino quest scena fuori da un bar...
4 motorini che vanno via...
anzi 3 perhè uno rimane lì...
e fa...
QUELLO STRONZO DI MIO PADRE CHE MI HA PRESO IL MOTORINO GIALLO...
E COME VEDO IO IL PIPPOLO !!!
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16 years ago
admin, 75
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