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Marilù, parte seconda
La mattina successiva sono libero dal lavoro e poltrisco a letto…fa caldo e giro nudo per casa…faccio una doccia. Alle 8,30 suonano la porta…è lei, entra in casa e mi dice che mi ha pensato tutta la notte e che si è anche masturbata, che ha ripensato a quello che le ho detto e che lo trova giusto, ma vuole ancora giocare con me perché le è piaciuto. Le chiedo dei suoi genitori e lei risponde che conoscendo i miei turni aveva detto ai suoi che sarebbe andata in piscina e che sarebbe rientrata la sera. Mi tranquillizzo, stacco i cellulari e il telefono di casa e la porto in camera da letto, la stendo e inizio a carezzarla, la spoglio lasciandole solo i calzini da ginnastica…così sembra proprio una lolita…Piccola, minuta, ma con un corpo da donna già formato. Come il giorno precedente le lecco tutto il corpo facendole una camicia di saliva, ci mettiamo a 69 con me sopra e mentre me lo succhia io le titillo il clitoride. Se ne viene una prima volta ma non è soddisfatta. Mi dice che vuole sapere cosa si prova con un cazzo vicino la fica, anche senza penetrazione. Le metto un cuscino sotto le reni e le struscio la mia cappella sulla fica. Inizia a dimenarsi col corpo e con la testa dicendo “…Dio mio…è bellissimo…continua…fammi godere”… alterno le strusciate dalla fica al buchetto del culo, penetrando leggermente in entrambi, pensando che non posso e non voglio spingermi oltre…Gode di nuovo a spruzzi che imbrattano le lenzuola e la mia pancia..Si rilassa, le chiedo se le è piaciuto, mi risponde di si, poi mi chiede come la vedo come donna. Le rispondo che se continua così, quando sarà il momento diventerà una bella troia. Un sorriso spunta sulle sue labbra, si accuccia e mi fa uno stupendo pompino…Stavolta vengo nella sua bocca, ma come il giorno prima non ingoia e mi risputa tutto sulla pancia. Comunque sono soddisfatto… mi è piaciuto (…e vorrei vedere direte voi…) Comunque non sono ancora sazio, se potessi la distruggerei seduta stante a colpi di cazzo. Questo pensiero mi rifà arrapare e lei mi chiede se tutti gli uomini sono così, le rispondo che non lo so e che quando una mi piace posso scopare per ore di seguito. “Voglio provare una cosa” mi dice…mi fa stendere e si mette su di me..dice che l’ha visto fare in un filmetto porno. Inizia a muovere il bacino sul mio cazzo, facendoselo scorrere tra le grandi labbra, sembra che mi stia facendo una sega con la fica. I suoi umori me lo bagnano e diventa scivoloso, l’intera asta è tra le labbra della fica e la mia pancia e la cappella le solletica il clitoride. Mi godo questo bel massaggio al cazzo e mi rilasso, lei continua a muoversi, bagnandomelo sempre di più, si agita in preda all’orgasmo. Ad un certo punto, forse perché è andata troppo avanti, nel tornare indietro la cappella trova il suo naturale orifizio…si ferma, mi guarda negli occhi e con un colpo secco spinge….le sono tutto dentro…si ferma, la bocca aperta come a cercare aria…non un gemito, non un urlo, respira affannosamente, le guance rosse come se trattenesse il respiro, un rivolo di sangue mi bagna il pube, si stende su di me…piange…mi dice che è felice, le fa male, ma è sicuro che poi godrà. Penso oramai il danno è fatto…tanto vale dare e ricevere piacere. Che strano, penso, la seconda vergine della mia vita l’ho avuta a 45 anni, forse la volevo in modo diverso nella classica posizione, invece si è sverginata da sola, meglio così…l’importante è che sia felice…Inizio a muovermi, lentamente, la penetro tutta, lei inizia a sospirare, poi accelera il respiro, mi bacia…ci baciamo…urla il suo godimento nella mia bocca, è tutta sudata, sta godendo e si vede, ma non è ancora giunta al culmine, si mette dritta su di me e come una troia consumata inizia a muoversi con i movimenti che ho già visto fare ad altre donne, prima avanti e indietro come prima, poi su e giù, accelera i movimenti, mi dice che “è bellissimo…non credevo fosse così bello scopare!!!...lo voglio tutto dentro…mi riempi….fammi godere ancora…”, finchè con un urlo non viene di nuovo, stavolta però stringe le gambe attorno al mio corpo, si stende all’indietro continuando a fare su e giù e un nuovo lunghissimo schizzo esce dalla sua fica. Si accascia su di me sfinita, poi lentamente si gira, mi guarda, si porta una mano sulla fica e si mette dentro tre dita…mi dice “ora finalmente potrò godere per bene anche da sola…manca solo una cosa…anzi due….” Cosa? Le chiedo…”voglio sentire mentre mi riempi e poi ho saputo che si può farlo anche dietro, ma quello sarà per un'altra volta”…E se poi ci resti? Le chiedo. Mi dice di stare tranquillo perché a causa di una disfunzione del ciclo sono tre anni che prende la pillola..questa frase mi eccita ancora di più…D’accordo le dico, però a modo mio…la giro, la posiziono a gambe aperte e la penetro..un urlo strozzato esce dalla sua bocca, inizio a pompare, sento lo sciaccquettio della sua fica…mi stringe bene…continuo a pompare, lei urla che le piace..” me lo sento nella pancia…..non ti fermare…continua!!!!...cazzo che bello…vengo….godo, riempimi di sperma, fammi tua…voglio il tuo cazzo, mi spacchi…ho la fica tutta aperta….dai SIIIIII….” La pompo con violenza, poi non ce la faccio più…le vengo dentro…in quella fichetta fino a pochi minuti prima immacolata. I miei spruzzi le arrivano all’utero e un nuovo potente orgasmo la coglie, si accascia come una bambola inanimata mentre le dò gli ultimi colpi.
Ci rilassiamo e decidiamo di mangiare qualcosa, oramai sono le tredici, ma prima facciamo una doccia rigenerante. Entriamo insieme, ci laviamo, lei si diverte a scoprire il suo nuovo buco, lo insapona lo risciacqua, poi la lavo io, le insapono la schiena, le tettine e con l’acqua che ci inonda la bacio sulla bocca, ci asciughiamo a malapena e ancora bagnati e tutti nudi ci cuciniamo una spaghettata. Mangiamo nudi, lei di gusto, io un po’ meno, forse è il rimorso per ciò che ho fatto, ma poi penso che al mio fianco ho solo una bella donna, la guardo e mi rieccito, il mio cazzo svetta, lei lo guarda e mentre con una mano continua a mangiare, con l’altro me lo accarezza, io faccio altrettanto, frugando il suo buchino appena violato che trovo bagnato. Senza una parola ci prendiamo per mano e ritorniamo in camera da letto. Ora voglio scoparla sul serio, voglio farle sapere cosa significa chiavare…la stendo e riprendo a leccarla tra sue gambe, con le mani le tocco le tette e i capezzoli, lei inizia a mugolare di nuovo, sembra una gattina che fa le fusa, mi stringe la testa tra le sue cosce e mi spinge la faccia sulla sua fica. Ce l’ho duro da morire, le prendo le gambe e me le porto sulle spalle, vedo la sua fica bagnata e congestionata, con un sol colpo le sono dentro..stavolta caccia un urlo di dolore, probabilmente sono andato troppo a fondo…mi limito e prendo a pompare, dapprima delicatamente poi, quando sento il suo orgasmo crescere, sempre più velocemente. Me la giro come un pupazzo e la metto a pecorina, le sono dentro tutto…con un pollice le titillo il buchetto oscuro, me lo bagno con i suoi succhi e lo infilo mentre continuo a scoparmela, lei si irrigidisce e mi chiede di smetterla se nò non riesce a godere..così lo tolgo, la prendo per i fianchi e le do delle tremende bordate. Le lenzuola sono bagnate dei suoi succhi, è una fontana…viene copiosamente, finchè dopo una buona mezz’ora mi scarico in lei…se ne viene un’altra volta e distrutta si accascia. Ci riposiamo, vado a prendere del tè, ma quando ritorno lei si stà vestendo, mi dice che è tardi e che deve ritornare. Mi metto un accappatoio e l’accompagno alla porta. Sulla porta mi dice che è stato bellissimo, che ora si sente donna e finalmente realizzata come tale. “Forse non godrò mai più come oggi con te, ma la cosa finisce qui…perdonami, ma voglio costruirmi la mia vita con un ragazzo della mia età e se continuassi a frequentarti non so se ci riuscirei”. Un po’ triste le dico che ha ragione, che se vuole restiamo amici e se ha bisogno di un consiglio sarò sempre disponibile per lei. Mi dà un bacio in bocca e mi dice “Grazie…sei stupendo”. La guardo allontanarsi…ho un nodo allo stomaco, ma so che ha ragione e in fondo si è dimostrata molto più matura di me. Successivamente ho saputo che ha lasciato il ragazzo con cui stava, spesso la vedo da me in compagnia di mia figlia…ci sorridiamo e con gli occhi le faccio capire i bellissimi momenti e la felicità che mi ha regalato.
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17 years ago
scopodonnexsetteore,
52
Last visit: 7 months ago
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Marilù
Oramai avrete capito che le donne mi piacciono tutte, giovani e meno giovani, belle e meno belle, sposate, fidanzate, basta che abbiano voglia di tirare fuori la parte trasgressiva che c’è in ognuna di loro. L’ultima mi è capitata pochi giorni fa, è un’amica di mia figlia, appena 18enne (…bel porco vero???). Ero solo, la famiglia a mare e io a casa per il mio lavoro, ma dovevo raggiungerla dopo pochi giorni. Si presenta Marilù, bella, fresca come una rosa, mi chiede di restituirle un libro che aveva prestato a mia figlia e che le occorreva per un ripasso delle materie di scuola, la faccio accomodare e insieme andiamo nella camera a cercarlo. Dopo averlo trovato le offro una bibita che accetta con piacere visto il caldo. Ci sediamo in soggiorno con due bicchieri di tè con ghiaccio e iniziamo a parlare delle solite cose, la famiglia, la scuola, il ragazzo…Tutto a un tratto mi chiede di me, se era vero che avevo tradito mia moglie con una ragazzina. Le chiedo come faccia a saperlo e lei mi risponde che mia figlia avendo sentito le discussioni tra me e mia moglie si era confidata con lei. Le dico che per lei è presto capire i problemi di una coppia e che un giorno avrebbe capito da sola, cerco di spiegarle che dopo un po’ di anni la passione viene meno e si cercano altri lidi, specie se la partner è refrattaria per quanto riguarda il sesso. Mi prega di raccontarle la storia dal mio punto di vista…l’accontento non tralasciando nessun particolare, neppure il più scabroso. Vi giuro che in quel momento non avevo intenzione di combinare niente, anche perché la conosco fin da piccola, ma al mio racconto vedo che lei inizia a muoversi sulla sedia e a strofinare leggermente le gambe facendo risalire appena la leggera gonnellina. Tra il vedo e non vedo finisco il mio racconto raccontandole delle urla che Sara emetteva quando era sotto di me..Le chiedo se si era eccitata, lei mi risponde di si, che il suo ragazzo non le aveva mai fatto provare simili sensazioni anche perché sono entrambi vergini ed inesperti. Finito il tè la accompagno alla porta, lei mi stupisce dicendomi “me lo fai vedere?”, soddisfando la sua curiosità mi abbasso il pantaloncino e il mio cazzo viene fuori in tutto il suo turgore come una molla…”Mio Dio….è enorme!!!!” mi fa….le dico che ce ne sono anche di più grossi…mi chiede perché è scoperto ed io le dico che sono stato operato da piccolo di fimosi e che mi è rimasto scappellato…Mi chiede di toccarlo, io acconsento e me lo prende in mano passando un pollice sulla cappella per verificarne la rugosità… Mi dice “…è strano…è ruvido…”, “Si”, le rispondo”…forse è per questo che le donne lo gradiscono, ma ora è meglio che togli le mani, altrimenti perdo la testa”, lei per tutta risposta mi dice che l’ha già persa, si inginocchia e vedo il mio cazzo sparire tra la sua boccuccia (…hai capito la verginella!!!!...), mi dice che col suo ragazzo lo fa spesso ma che più in là non si è mai spinta, che non sa cosa significhi godere. Sto perdendo veramente la testa..la sposto e la stendo sul divano, giuro che non voglio farmela, voglio soltanto farla godere..le sfilo le mutandine e viene fuori un bocciolo di rosa, fresco e profumato sul quale mi butto a pesce iniziando a leccare quella stupenda vagina mai deflorata…lei inizia a gemere e più geme più infilo dentro la lingua, finchè posso, dato che la sento chiusa…allargo le grandi labbra e le lecco l’imene intatto e il bottoncino..lei inizia a smaniare e a dare dei piccoli urletti…mi dice che le piace. La spoglio e finalmente posso vederla in tutto il suo splendore, ventre piatto e glutei allenati da anni di danza classica, due seni piccoli e acerbi sormontati da due aureole grosse che fanno da contorno a due piccoli boccioli ritti come chiodi per l’eccitazione. Riprendo a leccarla, alternando fica, clitoride e seni, le lecco l’ombellico, dietro le orecchie, lei inizia a smaniare sempre più forte e quando credo che sia al limite le succhio voracemente il clitoride infilandole un dito..viene con un urlo che mi affretto a tappare con una mano e contemporaneamente uno schizzo mi inonda il viso, seguito da altri di non minore intensità. Mai avevo visto una donna sborrare a schizzi..Lei mi scansa e mortificata si accuccia sul divano piangendo.. Le chiedo cos’abbia e lei mi risponde che non ha capito più niente, di scusarla per avermi fatto la pipì in faccia..La carezzo guardandola teneramente e le dico che non era pipì, ma solo il frutto del suo piacere e che a me era piaciuto tantissimo. La stendo e riprendo a carezzarla mentre il mio cazzo struscia sulle sue gambe, lei allunga una mano e inizia a segarmelo. Seduto sul divano la faccio accucciare ai miei piedi e inizia a leccarmelo e a succhiarmelo..”Voglio farti godere”…inizia a menarmelo furiosamente tenendo la lingua poggiata sul glande e l’astinenza forzata non tarda a farsi sentire, con potenti schizzi di sperma le inondo la faccia, i capelli e parte della bocca che lei risputa sul mio pene. Tranquillizzato per il momento le chiedo se le è piaciuto. Mi risponde di si, che non aveva mai goduto così prima e che forse quello era stato il suo primo vero orgasmo. Le dico che altri ne seguiranno con il suo uomo quando sarà il momento, lei mi dice che non vuole altri uomini, ma solo me. Le dico che non è possibile, che lei è amica di mia figlia e che ha la sua stessa età e che già ci siamo spinti oltre. Ma lei dice che non le interessa, che non è mia figlia e che se l’ho fatto con una di 19 anni posso farlo con una di 18…(il ragionamento non fa una grinza….). Le dico che non è giusto, che la sua prima volta deve essere indimenticabile e lei risponde che è convinta che con me lo sarà senz’altro. Mi arrendo, ma si è fatto tardi e le dico che ne riparleremo…
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17 years ago
scopodonnexsetteore,
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Last visit: 7 months ago
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Una sera al ristorante
Era una delle tante , forse troppe sere che chiudevo il ristorante dopo un'interminabile giornata di lavoro.
Stavo " facendo la cassa " quando all'improvviso sento entrare qualcuno , subito scatto in piedi e prendo d'istinto un posacenere di vetro in mano . Il cuore in gola e la certezza che quello stronzo del cameriere uscendo non ha tirato giu' la serranda .
"...........C'e' qualcuno?"
Una voce di donna accompagnata ad un tacchettio di scarpe alte .
Io dietro la colonna metto giu' il posacenere sul tavolo e sbucando nella penombra della sala vedo lei.
Capelli bagnati dalla pioggia , intenta strizzarli con la testa inclinata al contempo si guarda il tacco sollevando la gamba e aprendo cosi la gonna in quell'attimo noto, nel chiaroscuro, la sagoma perfetta di una donna bellissima.
"Venga avanti... e' tutta bagnata, accidenti , non mi ero accorto che piovesse cosi.... si segga , vado a prenderle un asciugamano...
un attimo solo...
" mi allontano, metto via l''incasso, vado verso il bar ,prendo un asciugamano pulito nella dispensa ,
mi fermo a guardarla..........
Assolutamente sexy , si era tolta le scarpe ,le aveva messe ordinatamente sotto la sedia ,continuava a ravvivarsi i capelli ,
si era tolta il cappotto nero e l'aveva appoggiato sulla sedia accanto .
Cerca qualcosa nella borsetta , tira fuori una sigaretta , l'accende senza chiedere niente.
Sono di fronte a lei , dietro il bancone del bar , in silenzio.
Mi avvicino porgendogli l'asciugamano e cortesemente le chiedo se poteva spegnere la sigaretta .
Mi guarda e dice
" .....su non faccia il pignolo, non c'e' nessuno adesso ...ne vuole una?"
" ...non fumo , ma non mi da fastidio...faccia pure."
Con una serie di domande banali scopro che ha litigato con il fidanzato , al semaforo e' scesa dalla macchina , pioveva a dirotto e si e' riparata nel mio ristorante.
Da sotto la gonna noto il pizzo delle autoreggenti , la camicetta nera lascia intravvedere un seno sodo anche se e' senza reggiseno , con i capelli quasi asciutti mi accorgo che e' proprio carina .
" Vuole un caffe'?"
"....mmm , non ha qualcosa di piu' forte...? "
" ....vediamo... un rum puo' andare ?"
" no , troppo forte...ha dello champagne?" penso ,
"questa e' matta !"
ma poi vado verso il bar prendo una bottiglia e due fluit la raggiungo .........
Poso tutto sul tavolo e da impiedi davanti a lei stappo lo champagne , lo verso , ma d'istinto prima di sedermi al tavolo vado a chiudere la serranda.Quando mi giro la trovo impiedi ,con il bicchiere in alto a proporre un brindisi......
la raggiungo , mi accorgo che s'e' rimessa le scarpe....
"mamma quant'e' alta!!"
" .......brindiamo?"
" a cosa?"
".......a questo incontro fortuito e fortunato, spero"
" ...va bene ! salute allora!"
Finito d'un sorso il bicchiere , me ne versa subito un'altro , e tra gli apprezzamenti per lo champagne e per il ristorante passa il tempo , chiacchierando tra una sigaretta e l'altra e tante risate finiamo la bottiglia.
" ...Si e' fatto tardi , domani lavoro , il mio ragazzo sara' ancora sotto casa ad aspettarmi......vado ..."
"ti accompagno alla porta ...........
"D'improvviso me la sono trovata tra le braccia ed e' scattato un bacio lungo e appassionato che mi ha dato la licenza di andare avanti.
L'ho messa seduta sul tavolo , mi sono seduto davanti a lei gli ho aperto le gambe e comodamente me la sono leccata tutta .Interminabile leccata.
A un certo punto , e' scesa dal tavolo s'e' tolta l'inesistente mutandina,
s'e' girata di culo allungando le braccia daventi a lei , quando l'ho penetrata ha stretto la tovaglia a se facendo cadere i bichieri a terra............
Ero scomodo , dopo un po', essendo troppo alta con quei tacchi benche' gridasse di piacere , non riuscivo a darle i colpi giusti....
Che fica!! la prendo e la metto a terra alla pecorina , gli sollevo bene la gonna sulle natiche , e alla CAVALLINA glielo metto tutto in fica a poco a poco fino in fondo........... Non resiste sta per venire..... Smonto le passo davanti melo faccio prendere in bocca , poi , ritorno senza inginocchiarmi a prenderla da dietro alla pecorina ...... sto per venire .... voglio un gran finale!!!!! ................. la faccio alzare ,le inforco le gambe ,me la metto in braccio ..... e dopo qualche colpo veniamo insieme.............BELLISSIMO !! eravamo esausti e al contempo meravigliati e stupiti di tanta intesa. Dopo esserci messi a posto ci siamo salutati con due bacetti sulle guance .
Non l'ho mai piu' rivista.
blacknightfever
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5
17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La mia prima volta con un uomo
......ero li ad agrigento..in una casa diroccata...con lui ....Ll. si hiama.....piu' grande di me.....io appena undicenne...lui quindicenne.....parlavamo di sesso...abbiamo fatto una gara.....rivolti verso il muro.....vinceva chi faceva arrivare lo schizzo della pipi piu' in alto....cominciammo...lo guardavo...mi piaceva guardarlo....mi è diventato duro...anche a lui...toccalo mi disse...non ci pensai due volte...tutto mi veniva spontaneo...mi piaceva masturbarlo...poi in bocca....mi piacque...lo volevo...ero piccolo ma lo desideravo forse da sempre.....da allor sono passati tanti anni...e succhio ancora...anzi sempre di piu'....
voglio raccontarvi la mia vita....seguitemi nel mio mondo fatto di cazzi....i CAZZI MIEI!!!
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La prima di venere
Voglio raccontare della prima volta che un mio amico D
ha visto di persona le tette di mia moglie, Venere, all’epoca la mia ragazza, e mi sa che era la prima volta in assoluto in quanto non le avevo ancora fatto nessuna foto sexy.
Era anni fa, D lavorava nella nostra città ma non si era ancora sposato, quindi viveva da solo in una camera in affitto, perché la sua ragazza P, futura moglie, viveva ancora nella loro città d’origine. Un sabato pomeriggio eravamo a spasso noi tre per una via di negozi; siccome questa stanza era proprio lì decidemmo di andare a vedere come si era sistemato. Ovviamente la stanza era piccola: un letto, un armadio, una scrivania con sedia e una poltrona.
Io e D ci sedemmo sulla sedia e sulla poltrona, invece Venere si sedette sul letto. Iniziammo a chiacchierare di varie cose finché non portai il discorso sul fatto che Venere aveva iniziato a prendere il sole in topless. Cosi le chiedemmo se lo avrebbe fatto in presenza di D e della sua fidanzata, P. Lei rispose che se P lo avesse fatto pure lei oppure quantomeno non avesse avuto problemi a che Venere faceva vedere le tette a D, lei si sarebbe tolto certamente il reggiseno. Allora provai a chiederle se ci faceva vedere le tette li per li. Lei rispose che non se ne parlava nemmeno, perchè una cosa era in spiaggia dove si è tutti in costume e non sei l’unica a far vedere le tette e un’altra li, in una camera da letto, insieme a due ragazzi, le sembrava di essere una poco di buono e poi le sembrava brutto per la fidanzata di D che non era li presente e non sapeva
se si sarebbe arrabbiata della cosa.
Insistemmo tanto ma lei sembrava irremovibile. Allora ci venne un’idea. Le proponemmo di telefonare a P e di chiedere a lei cosa ne pensava, poi Venere avrebbe scelto se spogliarsi o no. Nonostante ciò rispose che non se ne faceva nulla. D andò lo stesso a telefonare a P da un’altra stanza, all’epoca non c’erano ancora i cellulari, e tornò dicendo che P non aveva nessun problema se Venere ci faceva vedere le tette. Sarà stato vero? boh!
Insomma, dopo un po’ di altre reticenze Venere decise di levarsi il maglione,
ricordo che era verde, e la camicetta, rimanendo con la gonna e il solo
reggiseno, peraltro poco coprente in quanto del tipo leggero traforato. Rimase
cosi per qualche attimo, chiedendoci che cosa ne pensavamo, pavoneggiandosi e
facendosi ammirare. A questo punto le dissi che era stata grande, che non
pensavo avesse avuto il coraggio e che se voleva poteva rivestirsi, ma lei,
non me lo sarei aspettato, disse che no, l’avevamo provocata e ora voleva
continuare. Cosi si sganciò il gancio del reggiseno che cadde in terra
lasciandola con le tette scoperte. Era stupenda! Venere ha le tette non
troppo grandi, ma ben sorrette, con i capezzoli grandi anche quando si
inturgidiscono, e quella volta erano belli duri! Evidentemente c’e un fondo di
troiaggine in ogni donna. Rimase cosi per qualche minuto per farsi ammirare,
dopodichè si rivestì e chiese di andar via.
Ecco, questa è la prima storia che racconto, ma giuro che ce ne furono
molte altre, anche più.......spinte. D in seguito l’ha vista
completamente nuda dal vivo e che ci fu anche qualche piccola cosa in più.
Aspetto commenti su questo episodio e a chi si dimostra veramente interessato prometto altri racconti e, perché no?, anche qualche foto di Venere. Scrivetemi a: [email protected]
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4
17 years ago
antonio720,
38
Last visit: 12 years ago
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Quando la voglia straborda...
Martedì sera e mercoledì scorsi eravamo al nostro terzo incontro. Li sto frequentando già da qualche tempo... e ogni volta è sempre diversa, sempre migliore... siamo fortunati.
Prima sera: anguria e birra in giardino, era una sorpresa organizzata da lui, ma lei torna alle 11,00 dalle prove del musical a pezzi... era tardi...
Seconda sera... Torta (fatta in casa) e spumante... ma lei "ha le sue cose"... che fortunaaa...
Quando già avevo abbandonato ogni prospettiva, ingoiato il boccone amaro, appagato dall'ottima conversazione, dall'ospitalità e dall'amicizia... improvvisamente la voglia è troppa e straborda: - 'Qui fa freddo, entriamo' - ordina lei a sorpresa verso le 11.30 invece di dar congedo.
... In tre sul divano nella penombra... non vi lascio immaginare... Io davanti, lui dietro e lei in mezzo, posizioni obbligate e fisse, dalla circostanza...
Interminabile traversata... le sono venuto in faccia alle 2,00.
Affogati insieme nel cuscinone immenso di palline di polistirolo ricoperto di morbido pile, lei a bocca spalancata mi baciava e leccava il membro da sotto mentre io glielo servivo sulle labbra, lungo il viso, masturbandomi. Con l'altra mano la reggevo, guidavo, le massaggiavo dolcemente la nuca. La cappella mi faceva quasi male tanto mi aveva succhiato e a volte volutamente morso, così le palle: temevo di non venire.
... Gemendo si penetrava con la mano furiosamente mentre con l'altra mi palpava a tratti il buchetto (le piace... ora, a distanza di giorni, me lo ha confidato... le piace il buchetto del mio culetto...) Il mio cazzo sulla faccia, dentro la bocca, sulla lingua... cercandomi a tutti i costi... la sua voglia era immensa.
Schizzo sulle labbra, di traverso sul naso, la guancia, sulla lingua, una maschera, estasi, lo sperma che scivola dentro la bocca e dal mento, piano, sul petto.
Lentamente... che bello... iniziamo a spalmare la crema sulla lingua e sul suo viso ispirato e sorridente: - "Siii, che bello... tesoro, che bello..." - con voce quasi impercettibile. Prima con la cappella, poi le dita, sue e mie sfiorate insieme, fino ad asciugarlo, fino a che non si assorbe tutto: - "Il tuo sperma è buonissimo" - sussurra.
Guadagnando il divano rimaniamo distesi abbracciati stretti per minuti interminabili... baciandoci e stringendoci con la tenerezza e l'audacia di due fidanzati.
Il suo gusto in bocca buonissimo, la lingua calda e amorosa, il suo odore... misto al mio... queste meravigliose coccole... Penso a casa: sono a casa...
Non sempre il sesso si decora d'affetto fin quasi a toccare l'amore come in questo raro caso... tant'è che il marito si è defilato, lasciandoci godere tranquilli una situazione intensissima, da soli.... venerdì questo ci rivediamo e ho richiesto, anzi preteso, la sua partecipazione... vorrei per lei, dopo questo lunghissimo bocchino, una mareggiata di doppie penetrazioni... e sentire anche lui vicino...
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Che porca
Questa mia avventura mi e capitata circa un anno fa con una mia concorrente di lavoro che mai avevo conosciuto prima.
Inizio tutto con una sua telefonata in negozio , si presento sono ..(nome di comodo barbara) ho il negozio come il tuo in provincia di verona, sai mi hanno istallato una macchina e purtroppo manca un pezzo se per caso io lo avevo, gli risposi di si che era in casa , allora mi disse che sarebbe venuto a prenderlo nel giro di venti minuti.
Intento a servire i vari clienti ad un certu punto chiedo ad una ragazza cosa aveva bisogno, era lei si presento parlammo del lavoro e della macchina che gli avevano installo.
Dopo una ventina di minuti mi chiese cosa mi doveva per quel pezzo , io gli risposi che me lo avrebbe ridato appena lo aveva, mi ringrazio salutandomi alla prossima volta.
Lei era un tipo di ragazza semplice un bel viso alta 1 65 con qualche chiletto di troppo ma non grassa , capelli castano una terza di seno , un giorno sul piu bello era ora di chiusara circa le 12 45 , entra lei ci salutammo e cominciammo a parlare del piu e del meno di come si trovava con quella macchina e guardando la mia gli feci vedere die trucchi per usarla, ogni tanto lei per vedere bene certe funzioni si appoggiava al braccio con le tette, io ero un po titubante, la cosa si ripete parecchie volte, alllora con la scusa che dovevo chiudere , chiusi la porta e spensi le luci del negozio, e tornai a farle vedere la macchina.
Era gia una ventina di minuti intenti sulla macchina , non mi ricoro come mai ma cambiammo discorso quanti anni hai e via dicendo , intanto mi ero seduto sullo sgabello mentre lei era in piedi davanti a me, lei mi disse cheaveva 31 anni e che era fidanza .
Io ero ancora un po eccitato dalle sue tette sul mio braccio , che gli chiesi se voleva uscire a mangiare una sera, lei mi rispose che non poteva , allora io insistetti e mi accontento dicendomi che forse settimana prossima se riusciva a liberarsi forse potevamo andare a mangiare una pizza.
Ma vedevo i suoi occhi che mi fissavano a lungo, allora allungai un mano per prendere la sua e la tirai verso di me, la feci sedere sulle mie gambe e la baciai, pensando adesso mi tira uno schiaffo ed invece cominciammo a limonare come due pazzi , io allungavo le mani dappertutto , gli misi le mani sotto la maglietta e cominciai a toccargli le tette , poi gli sbottonai il reggiseno ed avevo in mano i suoi capezzoli, li strinsi e la setii gemere.
Decisi di portarla in magazzino, poiche li qualcuno poteva vederci , mi segui e arrivati ci baciammo ancora , cominciai a spogliarla e lei fece la stessa cosa com me, quando fu nuda mi abbassai a leccargli in mezzo alle gambe, un sapore stupendo, e dopo fu il suo turno mi spompino a meraviglia , ma quando gli disse che la volevo scopare mi fermo , anche perche ormai si era fato tardi, ma continuo a succhiare e a menare finche non gli sborrai tutto sulle tette.
Ci ripulimmo e ci scambiammo i numeri di cell. mi saluto , usci e ando a lavorare, dopo unaventina di minuti mi arriva un suo messaggio , dove vi era scritto che era stata bene con me e che ci saremmo rivisti.
La settima dopo (martedi)arrivo puntuale sempre verso le 12 45 , feci presto a chiudere il negozio e ci baciammo , subito andammo in magazzino, ci spogliammo e dopo un po di preliminari , mi chiese di scoparla, infilai il preservativo e la penetrai , prima incomincia piano anche perche era un po stretta , poi sempre piu forte, finche la girai in tutte le posizioni.
Una delle cose piu belle fu quando mentre la scopavo alla pecorina ,mi incito a spingere piu forte, ed a tirargli i capelli , la cosa fu eccitante che la scopai con forza mentre lei godeva e mi incitava di piu dandomi del porco, alche io ricambiai dicendogli che era una gran troia . Sentivo quanto godeva era un fiume , e piu si bagnava e piu mi eccitavo , era venuta alemno cinque volte con degl urli spaventosi , anche perche quando veniva si fermava sempree a gustarsi il cazzo fino in fondo.
Quella scopata duro almeno un ora e mezza (non vengo subito anche perche mi piace far gofere la donna) che arrivo il mio turno per venire , gli dissi che stavo per venire allora si sfilo il cazzo dalla sua figa , e si giro dicendomi di sborrargli in faccia, beh non so quanta sborra feci per l eccitazione che lei si meraviglio.
Eravamo distesi per terra e mi confido che era si fidanzata ma non scopava piu con lui da lameno sei mesi e che aveva una figlia e che era una settimana che aveva deciso di vivere da solo , io non feci nessun commento e gli dissi che era la sua vita e che doveva fare quello che si sentiva.
Dopo quella scopata fantastica, ci continuevamo a scmabiare messaggi con varie porcate , arrivo un messaggio che venerdi sera era libera, andammo a mangiare una pizza, ma talmenti eccitati finimmo subito , e mi invito a vedere casa sua, il tempo di entrare ed eravamo gia nudi intenti a scopare , scopammo come dei forsennati , che sul piu bello gli ifilai un dito nel culo mentre la scopavo alla pecora,e gli chiesi se lo aveva gia fatto mi rispose che aveva provato un paio di volte con il suo ragazzo e che gli faceva male, ma la convinsi a farsi fare il culo, le feci prendere dell olio per il corpo e mente la scopavo infilavo prima un dito poi due .
Sfilai il cazzo e lo puntai al suo buco, lentamente comincio a entrare la cappella , lei mi diceva che gli faceva un po male allora gli dissi di spingere in fuori che sarebbe entrato meglio e dopo alcuni minuti fini dentro tutto, restammo fermi per un paio di secondi dopodiche cominciai a scoparla piano piano , ebbe un urlo fortissimo , la troia aveva avuto il suo primo orgasmo anale , e a questo punto vista leccitazione gli sborrai tutto sulla schiena.
LA relazioen e durata circa un anno e mezzo piu avanti vi raccontero altre scopate. ciao e grazie dei commenti
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17 years ago
scanner68vr, 50
Last visit: 5 years ago -
Libido
Ti chiamo sento la tua voce mi stupisco ,in rete una vera donna??? Pensavo fossi un uomo che scriveva solo fantasie e porcate per attirare su di se gli occhi dei curiosi tra cui io............Si è lei quella della foto, formosa tette da sballo, culo formoso e labbra carnose, adesso?? Devo incontrarla sarò all'altezza della situazione??Sono anni che non tradisco, sono anni che la cerco e all'improvviso mi appare..........Timidamente all'incontro la osservo, le parlo la stuzzico, magari fantastica solo sta tipa.......no mio DIO mi sale addosso , mi strappa i pantalani di dosso, si è lei che cercavo mi tolgo la maschera da Angelo e indosso la maschera da porco............mi rivesto svuotato a dovere ,cambia la mia vita le mie ricerche adesso l'ho trovata ..........
Ormai ci conosciamo meglio niente maschere l'invito nel mio appartamento, la faccio sdraiare sul letto, le bendo gli occhi con un foluar di seta, la lego, lei con le mani cerca il mio cazzo da succhiare io mi scosto, mi nascondo , lei mi cerca, all'improvviso lei sente la mia lingua calda tra le cosce l'assciugo a dovere, la scopo con la lingua, ho gia' 5 dita in fica lei non si accorge di nulla tanto è la bramosia e il piacere di avermi, lei urla le tappo all'improvviso la bocca col mio cazzo fino alla gola, lei mi dice di toccarla di palpeggiarla quando all'improvviso sente la presenza di un qualcuno nella stanza, si sente palpata e leccata , si finalmente corona anche il suo sogno, un'altra donna che si prende cura e le assciuga gli uomori della vagina , lei è tra due fuochi , succhia e viene leccata , l'altra donna dopo gli si accovaccia con la fica sulla sua bocca mentre io l'impalo a dovere, lei vorrebbe vedere il volto della donna misteriosa, vorrebbe slegarsi per toccarla , nulla..........soffre legata e bendata....solo alla fine gli sara' tolta la benda per vedersi il corpo cosparso sel mio seme........mi domanda: "dovè l'altra............" la vedrai la prossima volta quando tornerà con il suo lui per assaporare ed essere riempita da 2 uomini mentre lei ti bacia e ti sussurra all'orecchio quanto sei porca..........
Quando pensi che ti annoierai con me saro' capace di darti nuovi stimoli mai dolce dea del sesso.......................................
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1
17 years ago
EliotCT,
40
Last visit: 16 years ago
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Singola bsx
voglio ringraziare una amica conosciuta tramite questo sito,singola bsx con la quale ho fatto dell'ottimo sesso.sono arrivato a casa sua...dopo la presentazione ed un buon caffè,mi ha preso la mano e mi ha portato in camera sua...ho trovato sul suo letto un abbigliamento femminile molto sexy...perizoma nero,molto fine,autoreggenti nere,reggiseno a balconcino e scarpe...mi ha detto di indossare quelle cose lasciandomi solo...mi ha poi raggiunto vestita anche lei molto sexy ed ha iniziato a truccarmi..finito il tutto ci siamo baciati ed abbiamo iniziato a fare cose..io impazzisco per i piedi femminili,per cui ho iniziato a leccarli, prima le dita singolarmente poi tutto il piede..e lei era già bagnatissima...poi pian piano sono salito fino alla farfallina la ho solo sfiorata con le labbra e leccavo fino ai capezzoli...poi di nuovo giù fino alla farfallina dove però mi sono soffermato a lungo...giocando con lingua e dito e dpo poco lei se ne è venuta con gemiti pazzeschi..il mio pisello si era fatto durissimo..lei si è prima seduta sopra ed ha cavalcato fino al secondo orgasmo...infine si è messa a pecora e lì ho scopato fino a venirmene con schizzi copiosi....dopo tutto questo eravamo ancora eccitati..lei si è alzata ha aperto il cassetto del comodino ha preso lo strap-on..mi ha messo a pecora...e mi ha scopato muovendosi in una maniera che ho iniziato a godere tantissimo,tanto che eravamo presi che siamo venuti entrambi di nuovo..ragazzi è stato meraviglioso...e vorrei ripetere tutto ciò
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Un\' esperienza sconvolgente.
Voglio raccontarvi una storia vera,l'unica vissuta da me in maniera intensa,
emozionante ,eccitante con una coppia. Adesso ho 40 anni, e l'ho vissuta...
circa 15 anni fa! Non ero ancora sposato,ma già allora,ancora abbastanza giovane,desideravo giocare con una coppia e mi dilettavo a mettere annunci indirizzati a tale ricerca, nella mitica "La Pulce", completamente gratuiti, in cui fornivo un fermo posta e dove...non rispondeva mai nessuno.
Il testo dell' annuncio più o meno parlava di un bel ragazzo, serio educato e pulito, che desiderava giocare con una coppia in luoghi insoliti, prediligendo una lei di coppia che indossasse il reggicalze. Forse se avessi richiesto una donna con due teste, avrei avuto più risposte! Però un giorno......Vado all'ufficio postale di via Pellicceria e trovo una lettera; pensò già ad uno scherzo di cattivo gusto, ma quando la apro, che emozione!, trovo la risposta di una coppia, che si dice interessata alla mia proposta e mi indica un numero telefonico. Li contatto e fissiamo un appuntamento per la sera stessa: che stava succedendo?
Ci incontriamo nel luogo stabilito e andiamo a bere qualcosa per conoscersi meglio. Lui avrà circa trent'anni, moro robusto piuttosto timido, lei è un pò più giovane,mora anche lei, molto bella di viso, non molto alta ma ben proporzionata: così mi ricordo la radiografai.
Dopo aver passato un'oretta a parlare del più e del meno, lei, mi spiace ma non ricordo il suo nome, ci propose di andare al cinema: mi pareva di sognare! Andammo, ricordo bene, al cinema Capitol, a vedere un film d'azione! Ci sedemmo a metà sala, non c'era molta gente, in un posto dove capimmo non avremmo dato troppo nell'occhio, con noi maschietti ai lati e lei nel centro. Dopo pochi minuti, vedo che lei nel sistemarsi a sedere meglio, fa salire un pò la gonna e intravedo il bordo del reggicalze che sostiene un paio di splendide calze nere. La mia mano si fa audace, quella del suo lui uguale, ed insieme ci ritroviamo a farle uno splendido,ritmico ditalino. Lei allarga le cosce, stringe le labbra per non urlare, e tenendo in mano i nostri cazzi duri, viene sobbalzando nella poltroncina del cinema. Continua a smanettarci l'uccello, lui le pizzica i capezzoli, ed io con una mossa audace riesco a infilargli un dito nel buco del culo! Andiamo avanti per un pò, quando lei ci propone di andarcene in un altro posto. Usciamo, il cazzo mi sta scoppiando! Saliamo sulla mia macchina, la loro era rimasta parcheggiata al bar, e mi dirigo verso la campagna dalle parti di Firenze Sud. Mentre sto guidando, il marito è seduto accanto a me, lei inizia a infilarci la lingua nel lobo dell'orecchio a turno,ed intanto ci accarezza l'uccello! Arrivo in un posticino tranquillo, alla faccia del mostro di Firenze, e ci mettiamo tutti e tre dietro. Lei si tira su la gonna, se la sfila, resta soltanto in reggicalze, e inizia a baciarmi in maniera appassionata, sedendosi sopra a me: la faccio distendere e inizio a leccargli la passera con avidità, ma lentamente,ritmicamente, e la sento venirmi in bocca non so quante volte, il suo sapore si diffonde per tutta la macchina, oltre che sulle mie labbra. Poi la tiro su,mi infilo un profilattico e la scopo a pecorina, prima dolcemente eppoi sempre più forte, finchè non viene urlando, è proprio il termine esatto, tutto il suo piacere! Si volta mi bacia in bocca soddisfatta accarezzandomi le palle, mi toglie il profilattico e inizia a farmi un pompino da urlo: passa la lingua dappertutto,mi lecca i coglioni mentre mi masturba, mi fa sparire il cazzo dentro la sua bocca, e lo ritira fuori per leccarmi la cappella, guardandomi ogni tanto negli occhi con un'aria da porca consumata, mentre il marito sborrava al termine di un segone furioso. Dopo poco venni anche io, e fu una cosa stupenda......Mi avvolse il cazzo intorno alla sua bocca e con un movimento sempre più veloce, mi fece venire nella sua gola ingoiando tutto fino alla fine. Che godimento!
Sono passati tanti anni da quella serata per me memorabile,ma ancora dentro di me è vivo il ricordo per quella stupenda avventura,e ancor oggi pur più vecchio, ma a 40anni non siamo giovani?, ma ancora piacente e piacevole aspetto di rivivere un'avventura simile. Forse Desiderya, riuscirà, dove riuscì "La Pulce "? Contattatemi per farmi rivivere la più bella esperienza della mia vita.
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4
17 years ago
lucal,
40
Last visit: 13 years ago
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Un\\\'insolita vacanza -prima parte
Dopo un anno di lavoro intenso, finalmente arrivavano le vacanze. Avrei portato tutta la mia famiglia in Sardegna: mia moglie e i miei 3 figli.
L’agenzia ci aveva avvisato che il piano superiore era occupato da un gruppo di sei ragazzi e che quindi avrebbero fatto un po’ di confusione, ma la voglia di partire era tanta e quindi ho accettato ugualmente.
In 10 anni di matrimonio non ho mai pensato di tradire mia moglie e mai avrei pensato di provarne il desiderio proprio in vacanza.
Arrivati alla casa parcheggiamo nel vialetto e sento già la musica a livelli altissimi, scambio uno sguardo con mia moglie e lei scuote la testa.. “Ci faranno impazzire” mi dice e nel frattempo entra in casa con la mia piccola ciurma. Nel frattempo comincio a scaricare i bagagli, con tre bambini tra giocattoli e vestiti di ricambio avevamo preso su mezza casa. Osservo la casa dall’esterno, è bella spaziosa e per fortuna ci hanno dato il piano terra dove c’è un bel giardino recintato, la macchina è parcheggiata ad altezza di una stanza del piano superiore… e mi accorgo che è il bagno.
La finestra però è circondata da un muretto di mattoni bucherellati, hanno una forma strana sono tutti forati e si riesce a vedere chiaramente all’interno della stanza, tra il muretto e la finestra c’è la cisterna per l’acqua.
Stavo finendo di scaricare le ultime cose quando sento la voce di due ragazze provenire dal bagno, si stanno cambiando per la spiaggia, sono giovani avranno entrambe 24 anni al massimo, sono castane e hanno le forme al posto giusto. “Ma cosa sto pensando” dico fra me e me…
Sento che escono con le macchine e si avviano a prendere la tintarella.
La giornata prosegue tranquillamente ed arriva la sera, sono fuori in veranda a fumare una sigaretta, quando sento che si apre l’acqua della doccia, il mio cervello mi impone di andare a sbirciare.. entro in casa e prendo le chiavi della macchina propinando la scusa di dover cercare qualcosa in macchina.
È li, nel bagno e si sta spogliando per farsi la doccia, è la più formosetta delle due, ha almeno una terza e un culo spettacolare. Si toglie tutto incurante dei miei sguardi, forse pensa che con i mattoncini è coperta, ma in realtà si vede tutto e benissimo. Sento una voglia crescere nei mie short, un eccitazione simile a quando avevo 15 anni e spiavo mia sorella cambiarsi in bagno.
“Papàààààààààààààààààà” mi chiama mio figlio che mi riporta alla realtà di padre, solo che ora non posso entrare cosi in casa, mia moglie se ne accorgerebbe sicuramente, apro la macchina e prendo una maglietta più lunga di quella che indosso ora e me la cambio. Per fortuna mia moglie non ha fatto domande sul cambio. È tardi è quasi l’una, in casa dormono tutti, io no ho in mente ancora le curve sinuose che lasciano cadere i vestiti e si infilano nella doccia, mi corico sulla brandina in giardino e la fantasia comincia a volare.. mi immagino sotto la doccia con quella ragazza, a stringerla e a farle sentire la mia virilità penetrandola fortemente e sorreggendola per le cosce..sento la sua bocca che si abbassa e che va a cercare il mio membro.. me lo prende in bocca e sta lavorando la punta.. riapro gli occhi e mi accorgo che l’ho tirato fuori dai pantaloni e me lo sto menando come non facevo da una decina di anni. Nel buio del giardino esplodo e l’ultimo mio pensiero è che la ragazza è sotto di me con la bocca spalancata a bere tutto. Sconvolto da quello che ho appena fatto mi ricompongo, piego la brandina e sto per entrare in casa quando mi accorgo che l’oggetto del mio desiderio è affacciata alla finestra della loro veranda chiusa, mi guarda e fuma. Sono imbarazzato ma eccitato allo stesso tempo.. temo e spero che mi abbia visto..
È mattina e sto andando al market a fare spesa, sto per entrare in macchina quando incontro la ragazza.. sta stendendo i suoi perizomini appena lavati ed è uno splendore alla luce del sole, i nostri sguardi si incrociano mi fa l’occhiolino e mi dice “Ciao vicino!!”imbarazzatissimo alzo una mano in segno di saluto e mi chiudo in macchina, ho il cuore a mille.. ora ho la certezza che mi ha visto..
Torno carico come un asino di tutte le cose che mia moglie ha inserito nella lista della spesa, le macchine dei ragazzi non ci sono, ma si è alzato un vento fortissimo e un paio di mutandine si è staccato ed è caduto per terra.. impazzisco.. sono le sue.. mi guardo intorno e raccogliendole me le infilo in tasca.
Finalmente mi distrarrò andando in spiaggia con la mia famiglia. Torniamo che sono le sei e sono tutti fuori a farsi i gavettoni, ma la “mia” lei non la vedo, solo spostandomi più in là la noto, è sotto la doccia esterna avvinghiata ad un ragazzo, che presumo sia il suo fidanzato, e non so come mai ma mi sale la gelosia, apre gli occhi mi vede e mi fa un cenno di saluto con la mano, ricambio con un’alzata di testa.
Entro in casa mia moglie è in giardino con i bambini, mi infilo in bagno ed estraggo il prezioso furto che ho in tasca, è restato li tutto il giorno, ovviamente non sa di lei, è stato lavato.. ma il pensiero che l’ha indossato che ha contenuto quella meravigliosa fighetta e che quel filo ha avuto l’onore di essere ospitato tra quei due glutei perfetti mi provoca un’erezione fortissima e chiudendo la porta a chiave e circondando il mio cazzo con le mutandine comincio a masturbarmi, esplodo dopo poco tempo, la voglia di lei era troppa e le inondo di seme caldo. Cerco di asciugarle un po’ con la carta igienica ma l’odore di seme si sente ugualmente, le ripongo nella tasca, mi spoglio completamente e mi infilo in doccia. Mentre mia moglie fa il bagno ai bambini io mi preparo, stasera usciremo a cena, specchiandomi mi vedo affascinante, sono un trentottenne dal fisico asciutto, moro e con gli occhi neri, pensandolo mi scappa da ridere.. mi sto valutando allo specchio come un sedicenne con l’acne.
Prendo i passeggini e seggiolini e li comincio a mettere in macchina, ancora sento il rumore della doccia che si spegne mi giro… e non è lei, ma un suo amico che si è appena lavato, si mette la salvietta intorno alla vita ed esce dal bagno, “niente stasera l’ho persa” penso.. quando sento la sua voce “ce ne hai messo di tempo per lavarti Ale! Su su che ho bisogno di una doccia, fuori dalle palle” mi parte un sorriso da ebete sulla faccia e sono li con il passeggino in mano a guardarla, sono inebetito sul serio non riesco a muovere un muscolo, non so come ma lei guarda fuori dalla finestra e mi vede li cosi con quell’espressione da idiota e mi sorride sorniona. Sono incantato a fissarla e lei mi tiene gioco con lo sguardo, fa gli occhi da gatta.. in calore aggiungerei io… senza togliere gli occhi dai miei inizia a sfilarsi le ciabatte, ha dei piedi bellissimi e scalza si mette in piedi sui bordi della vasca da bagno, comincia ad ondeggiare muovendo le anche come una dea, inizia a sfilarsi la mogliettina, sotto ha il costume da bagno rosso riempito alla perfezione dal suo seno.. non stacca mai gli occhi dai miei.. ci stiamo letteralmente mangiando con gli occhi.. si sta per slacciare la gonnellina quando mia moglie mi richiama all’ordine.. che palle.. sul più bello! La guardo desolato, ma fugge il mio sguardo e chiude la finestra. Nero di nervoso carico tutti in macchina e partiamo verso il ristorante, ne facciamo ritorno verso le 10.30 avendo i figli piccoli non si puo’ stare molto in giro, scendono tutti dall’auto e si dirigono in casa mentre io procedo nella fase scarico di passeggini e giocattoli vari, mi sento chiamare “Ehy!” è in bagno sta tirando i capelli alla sua amica ed è in reggiseno e minigonna ed è un sogno. La saluto con la mano e mi fa di nuovo l’occhiolino.. la sua amica le dice “non fare l’oca Sara” si alza e chiude la finestra. Evidentemente si stanno preparando per uscire.. che stronza la sua amica!
Almeno adesso so il suo nome, entro in casa e trovo mia moglie addormentata nel letto coi bambini, quindi esco in giardino sullo sdraio a prendere un po’ d’aria e a fumare una sigaretta. Metto la mano in tasca per cercare l’accendino e ritrovo le mutandine rubate e ripenso alla sensazione che ho provato prima strofinandole.. sento “Pssssss” alzo la testa e c’è lei affacciata alla finestra della veranda e mi lancia qualcosa che mi atterra tra le mani. “questo non l’ho lavato..”.. non ci potevo credere mi aveva lanciato un pizzosissimo perizoma nero ed era ancora caldo di lei. “fanne buon uso!”. Avevo il cazzo che mi esplodeva nei pantaloni non ho avuto neanche la forza di ringraziarla, sono corso in casa, ho preso la direzione del bagno e mi sono chiuso dietro la porta, stavo tremando, quella ragazzina mi stava mandando fuori di testa.. mi sono spogliato completamente e mi sono coricato nella vasca da bagno vuota, ho avvicinato alla faccia il dono appena ricevuto, sapeva di buonissimo un misto di bagnoschiuma e di umori femminili.. non volevo sprecare quel ben di dio con una sborrata.. volevo preservare il suo odore e integrità, cosi tenendole premute sul viso ho recuperato il paio che le avevo rubato io, e che avevo già usato, e con quelle ho preso a masturbarmi. Muovevo la mano sul cazzo e inspiravo la tutta la femminilità di “Sara” sul paio donatomi. Vedendomi da fuori mi sarei sentito ridicolo cosi, nudo nella vasca a sfregarmi il pene in balia di 2 paia di mutandine, ma non ci potevo fare niente aveva risvegliato tutti gli ormoni che avevo represso con il matrimonio.
Incredibile 38 anni e mi stavo ammazzando di seghe per una sconosciuta che mi faceva arrapare un casino.
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8
17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Il mio primo rapporto bisex
ciao vi racconto la mia prima esperienza bisex , e accaduta all eta di 14 anni con un amico andrea, eravamo come al solito a segarci guardando i vari giornaletti porno seduti sul divano , e pian apiano gli uccelli si indurivano che ad un tratto andrea mi chiese se poteva toccarlo per vedere se era duro come il suo , io lo assecondai e lui lo prese subito in mano menandolo. l eccitazione era a mille , e nello stesso tempo feci lo stesso con il suo, ci ritrovammo tutti e due a segarci con il cazzo dell altro finche non sborrammo contemporaneamente . Ci lavammo e finimmo li per quella volta , i nostri incontri si susseguivano almeno due tre volte la settimana fino a che un giorno partimmo in ferie con l oratorio , e andammo in montagna per 15 giorni .
Eravamo in camera insiemi , purtroppo senza i soliti porno , ed una sera cominciammo a segarci a vicenda , ma mi dovetti alzare per andare in bagno a far pipi . Al ritorno dal bagno andrea era li intento a segarsi pero non sdraiato ma seduto sul letto, appena mi avvicinai lui lascio il suo cazzo e prese il mio senza chiedermelo comincio a farmi un pompino era il primo della mai vita, la cosa era strana ma piacevole non pensavo fosse cosi porco, non ci volle tanto per sborrare , infatti dopo 3 minuti sborrai come mai , ma ancora piu porco si fece sborrare tutto in bocca e deglutii tutto. La serata fini che lo segai fino a quando non lo feci sborrare.
continua
13
1
17 years ago
serio1968vr,
48
Last visit: 6 years ago
-
Quel giorno ....... (terza ed ultima parte)
dopo il loro incontro Carlo e Serena, appagati di quanto avevano fatto insieme, volevano completare quel terzetto .......... conivolgendo ancor di più Lodovica che, essendo ancora presa dai suoi problemi lavorativi e ......... di famiglia, non riusciva a trovare un pò di tempo per le loro ...... avventure.
Un giovedì, di tardo pomeriggio, Carlo telefonò a Serena " ciao........ come stai"
"Bene .......... "
"E Lodovica ........"
"è in ufficio sempre più presa dal lavoro ........ penso che avrebbe bisogno di un pò di distrazione ......."
"intendi ...... di noi due"
"certamente!"
"sono quasi le sei .........., i nostri colleghi stanno uscendo tutti .......... che ne dici se .........." on finii di dire che sentii la voce di Lodovica che stava chiamando Serena ..... per una pratica importante ........ lei mi rispose "vieni subito ......... io vado da lei e ...... ti aspetto" e riagganciò.
aspettai alcuni minuti e mi avviai per il loro ufficio, con un sorriso malizioso e con la voglia di ....... apagare i nostri istinti.
appena arrivai, sostai un poco nell'ufficio di Serena, sbirciando la porta semi aperta ........vedevo benissimo Lodovica, dietro una bella scrivania colma di scartoffie ed al suo fianco Serena, che mi guardava con gli occhi già vogliosi di attenzione.
Lodovica era tutta presa dal lavoro, che non mi aveva ancora visto, parlava con Serena del lavoro da fare e che quella sera dovevano allungare il periodo lavorativo, in quanto stava preparando una riunione per il giorno dopo.
In quell'attimo alzando lo sguardo .......... mi intravide .......
Ero in piedi, nell'altro ufficio .......... i nostri sguardi di incrociarono, si illuminarono e ..............Lodovica si alzò dalla sedia, guardò Serena e ........ in un attimo capì.
Era vestita con un tailleur arancio, la gonna al ginocchio, le calze velate ed una camicietta bianca che lasciava trasparire il seno ....... tenuto da un reggiseno a balconcino bianco ....... in bella mostra.
Mi fece cenno di entrare ...........
Non passo molto tempo che ........ Serena si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla bocca, le nostre lingue si intrecciarono e si muovevano .......... una vampata mi prese ed una voglia di averla .......... di prenderla lì ....... mi assalì tutto.
Si staccò dalle mie labbra, mi guardò gli occhi, la seguii ........ chiuse la porta a chiave ........ e ..........
.. il click della chiave che chiudeva la porta fu l'inequivocabile segnale che i timori dovevano lasciare posto alla passione e ... dagli occhi di Carlo le donne percepirono che stavolta ci sarebbe stata anche molta trasgressione.
L'ora tarda, quasi le 8 della sera, avrebbe permesso di lasciarsi andare alla libido senza doversi eccessivamente preoccupare di visite inopportune. L'uomo si staccò dalle avide labbra di Serena per avvicinarsi alla più giovane collega. Con forza la prese e la girò di spalle facendola piegare sulla scrivania.
Iniziò a carezzarla tra le gambe, senza dolcezza ... solo con la crescente loussuria che si stava impossessando della mente di tutti. Le mani corsero velocemente ad alzare la gonna arancione, facendo intravedere le autoreggenti color carna e scoprendo che Lodovica era senza slip. Serena si avvicinò e, mentre Carlo infilava due dita nella fica della giovane, iniziò a leccare l'ano della collega con la punta della lingua, intanto le sue mani annaspavano verso il membro dell'uomo, cercando di tirarlo fuori dai pantaloni. Carlo si ritrasse, ordinando alle donne di rimanere ferme dov'erano. Con un'evidente erezione aprì un cassetto della scrivania e tirò fuori un mucchietto di elastici a fettuccia. Ne prese qualcuno e con maestria legò le caviglie di Lodovica alle zampe della scrivania. La donna era così immobilizzata mostrando in modo osceno ma eccitante il suo splendido culo. Poi prese altri due elastici che mise ai polsi di Serena, facendole mettere le mani dietro la schiena, rendendole di fatto più difficile la libertà di movimento.
Si riavvicinò alle donne ... prese per i capelli Serena e le portò il capo verso il suo cazzo ma senza tirarlo fuori. La donna cominciò a cercare di mordicchiarlo attraverso i pantaloni sbavando sul tessuto, ma il membro le sfuggiva e non poteva neanche aiutarsi con le mani. Intanto Carlo aveva ripreso a masturbare Lodovica, infilandole due dita nel culo e la lingua nella fica.
Gli elastici stretti nelle carni delle donne iniziavano a fare i loro primi effetti: la carne vicina agli improvvisati legacci iniziava a diventare bianca, segna evidente di una difficile circolazione del sangue.
Poi ordinò a Serena di tirargli fuori il pene dai pantaloni, ma utilizzando solo la bocca e i denti. Tra i ssospiri di Lodovica che stava vieppiù eccitandosi per la situazione e per le sollecitazioni di Carlo, Serena si diede da fare. I movimenti da contorsionista fecero intravedere il reggicalze bordeaux che reggeva le sensualissime calze nere con riga dietro. "Sbrigati" urlò Carlo"altrimenti quest'altra troia viene prima ancora di essere scopata" sentendo aumentare i gemiti e gli umori grondanti dall'intimità di Lodovica. Finalmente la bocca di Serena riuscì a far uscire il membro del collega, che saettò maestoso con la cappella turgida e purpurea. "Aiutami a infilarlo dentro la fica della tua collaboratrice" intimò Carlo a Serena con evidente atteggiamento da "master". Serena si girò su sé stessa e con la mani indolenzite e intorpidite dagli elastici prese il membro di Carlo e di spalle cercò di infilarlo nella fica della donna che intanto continuava a rimanere piegata a pecorina sulla scrivania. La punta del cazzo appena riuscì a poggiarsi sulle labbra della fica venne ingoiata come un fulmine al suo interno. Carlo iniziò a montarla, schiaffegiandole il culo con sonori schiaffoni, e nel contempo aveva fatto girare a pecorina anche Serena, nella medesima posizione della collega, infilandole tre dita nella fica. I gemiti delle donne ormai si intervallavano senza sosta. Serena con un sussurro rauco invitò Carlo a scoparla "Fotti anche me ... ti prego ... non ce la faccio più ..." Intanto la bocca di Lodovica aveva raggiunto con fatica quella di Serena, iniziando a baciarla con foga ....
Il cazzo di Carlo entrava ed usciva dalla fica piena di umori di Lodovica, la quale gemeva sotto i colpi ben decisi del suo collega …..sentendosi scendere sulle cosce tutti quei liquidi e ……. sentendo aumentare sempre più il calore …….fino allo sfinimento.
Una prima scossa le pervase tutto il corpo e …….. una scossa ancor più forte e decisa la fege gemere ed urlare di piacere “godoooooooooooo ……..”
L’urlo acuto e rauco di Lodovica fece da impulso per l’accellerazione del cazzo di Carlo dentro di lei ………. Sentiva quel membro duro premere dentro e procurarle piacere ….. e scosse elettriche che la fecero godere a ripetizione per tre volte ………
Carlo intanto scopava con le dita la fica ed il culo di Serena, che, ormai fradicia di umori ……. continuava ad implorare Carlo “scopamiiiii ….”
Le due donne si baciavano lingua a lingua, ma non potevano accarezzarsi e toccarsi, data la loro posizione e ……. gli elastici che continuavano a premere sulla loro pelle che,ormai livida lasciava dei segni rossi molto pronunciati mischiando il loro piacere al dolore.
Carlo ………. levò il cazzo dalla fica di Lodovica e lo appoggiò alle labbra di Serena che, ormai fradicie se lo inghiottirono tutto ……… fino alle palle.
“Siiiiiiii “ gemette Serena …… ma nel contempo Carlo prese dalla scrivania un fallo di gomma e ……… glielo infilò tutto nel culo
Serena si contrasse e ……. Iniziò a muoversi quasi indemoniata. Aveva due cazzi dentro di lei e …….”Godoooooooo” iniziò ad urlare ….. mordendo le labbra di Lodovica che la stava baciando.
“Ahhhhhhhhh” urlò Lodovica e Serena insieme …….. Carlo beatamente scopava nel culo sia l’una che l’altra col fallo di gomma.
Carlo graffiò la schiena delle due, le scopava col fallo nel culo e le penetrava col suo cazzo ……. Facendole gemere ………. Mentre il sangue delle loro mani si mischiava agli umori delle due donne.
Le due donne gemevano e godevano sotto i colpi del loro collega, ormai estasiate di quando stavano passando e ……… si baciavano ripetutamente …….. senza proferir parola, ma solo guardandosi negli occhi …… come due cagnoline.
Ad un certo punto …… Carlo, voglioso di schizzare nelle loro bocche, girò dall’altra parte della scrivania e ……….. puntò la sua cappella tra le bocche avide delle due colleghe ………… Serena e Lodovica muovevano le lingue su quella cappella e quel cazzo, sporco di umori delle due donne, e lo infilavano a turno dentro la loro bocca ……..tale era l’unica cosa che potevano fare, in quanto erano ancora legate con gli elastici.
Uno schizzo di sperma caldo ed appiccicoso invase le loro facce e le loro lingue …….. tutte protese per accapararselo tutto.
Si leccarono e baciarono ….. ormai esauste e accontentate di ciò che aveva avuto.
Ormai esausti Carlo, Serena e Lodovica si ricomposero ed uscirono.
Erano già le dieci!
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17 years ago
carino6423,
37
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Un simpatico furbetto
Roby ci aveva contattato alcune settimane prima e aveva mandato al nostro indirizzo e-mail una sua foto.
Era davvero un uomo interessante, poteva avere poco meno di quarant’anni, fisico asciutto, indossava un completo scuro e si era proposto in modo elegante. Tuttavia essendo singolo pensavamo di non prenderlo in considerazione e gli rispondemmo negativamente, anche perché se avessimo accettato nei nostri giochi un singolo, questi avrebbe dovuto almeno essere bisex ; Gabri, infatti, da tempo desiderava provare una penetrazione anale da parte di un cazzo vero, i giochi con il fallo di gomma non lo eccitavano quasi più.
Voleva poter succhiare e leccare un cazzo vero, sentirlo fremere dentro di sé, pulsare ed esplodere in un orgasmo. Voleva sentire lo sperma riempirgli il culo, le palle sbattere contro le natiche e soprattutto voleva esserne lui l’artefice, con il suo corpo, così come sapeva farmi godere con il suo cazzone una due cinque, dieci volte, quando facevamo l’amore. Perciò cercavamo una coppia che coniugasse le sue voglie con le nostre. Un singolo etero non ci serviva. Come lo dissi a Roby lui replicò che non era solo etero ma anche bisessuale e che, se si fosse trattato di giochi manuali ed orali non si sarebbe tirato certo indietro, anzi.
Non era proprio quello che cercavamo ma la sua insistenza ci incuriosì e decidemmo di provare per una volta a fare l’amore in tre, e io già mi eccitavo all’idea di avere a disposizione due maschi e...due cazzi.
All’incontro conoscitivo troviamo un ragazzone diverso da quello della foto: qualche chilo in più, una maglietta, jeans, scarpe da tennis e un’aria scanzonata. Ci invitò al ristorante per approfondire la conoscenza davanti ad una buona cena a base di pesce e un bicchiere di vino d’annata. Possedeva una bella parlantina e ci raccontammo le reciproche esperienze e alcuni fatti della nostra vita. Roby era gioviale e spiritoso, una buona miscela di garbo e spigliatezza e quando ci invitò nel suo appartamento decidemmo di accettare anche perché avevamo attraversato mezzo Piemonte per incontrarlo e andarcene senza aver combinato nulla non ci sembrava logico.
Roby viveva in un appartamento di nuova costruzione, ordinato e pulito. Ci disse che era sovente in viaggio e quindi lo sfruttava poco. Gli credemmo perché per essere l’appartamento di uno scapolo era troppo ordinato e pulito. A turno ci demmo una rinfrescata poi in soggiorno Roby e Gabri si diedero un gran da fare su di me; cominciarono a spogliarmi, a baciarmi dappertutto. Alle mie spalle Gabri pose le sue mani sui miei seni e lo sentii appoggiare il suo pacco contro le mie natiche. Roby a sua volta si strinse a me premendo il suo bacino contro il mio, incollò la sua bocca sulla mia esplorandola con la lingua. Mi pareva di essere un sandwich ma la cosa cominciava a piacermi e allungai le mani alla ricerca dei loro uccelli. Li trovai ambedue eretti e turgidi. Con affanno, perché le mani e le lingue dei miei amanti non mi concedevano tregua, riuscii a calare i pantaloni a Roby ed a insinuarmi dentro gli slip, presi il suo cazzo tra le dita e cominciai a massaggiarlo su e giù. Con l’altra mano cercai di fare altrettanto con Gabri ma lui si era già spogliato di ogni indumento e il suo membro svettava davanti al mio sedere. Li allontanai un attimo poi mi inginocchiai e prendendo i due falli con le mani li portai alla bocca per spompinarli a turno. Che gioia sentirli pulsare sotto i colpi sapienti della mia lingua. Tirando delicatamente le due appendici costrinsi i due maschi ad avvicinarsi di modo che le due cappelle quasi si toccavano. Erano troppo grossi per accoglierli insieme in bocca….non sarei riuscita a respirare...
I due uomini erano uno di fronte all’altro, avrebbero potuto toccarsi, accarezzarsi, anche limonare ma invece rimasero indifferenti. Pensai che se ciò era comprensibile per Gabri, che si trovava ad affrontare la sua prima esperienza bisex, altrettanto non lo era per Roby che invece aveva affermato di esserlo veramente. quasi mi avesse letto nel pensiero, Gabri si inchinò al mio fianco e disse: fammi vedere come lo succhi e poi fai provare a me! Come prese in bocca il cazzo di Roby capii che non aveva bisogno di alcuna lezione! è vero che uno del tuo stesso sesso sa farti godere di più perché sa darti quello che piace anche a lui e nel modo che desideri.
Gabri spompinava con vera maestria. Lentamente il cazzo scompariva e ricompariva nella sua bocca, lo leccava e lo accarezzava con la lingua, sull’asta, sulla cappella e poi ancora sull’asta e sulle palle. Nel frattempo io mi ero messa alle spalle di Roby, gli accarezzai i glutei e cominciai a leccarlo dal solco delle natiche alla schiena, su su sino alla nuca, leccandogli il collo e le orecchie, sino a sentirlo gemere di piacere. Allora si divincolò e prendendoci per mano ci portò nella camera da letto, qui ci sdraiammo e i due maschi furono nuovamente su di me, Roby si mise accanto a me in posizione 69, il viso tra le mie cosce e cominciò a leccarmi il grilletto….sentivo la passera esplodere dal piacere. Gabri mi baciò sulla bocca, avvertii la sua saliva sapeva di cazzo...glielo dissi e lui rise dicendomi: allora senti se il mio ti piace di più! Si mise in ginocchio in modo tale che il mio busto si trovò tra le sue gambe e il suo cazzo a pochi centimetri dal mio viso, mise due cuscini sotto la mia testa per farmi stare a mio agio e cominciò a scoparmi in bocca. Succhiavo come potevo il cazzo di Gabri e lui con la mano destra faceva una sega a Roby. Di lì a poco sentii che non era più la lingua a premere contro il clitoride ma qualcosa di duro...di più grosso….Roby si era spostato e stava entrando dentro di me con il suo arnese, con decisione, quasi con violenza. Mi sbatteva energicamente, ritmicamente e sebbene non mi dispiacesse, preferivo il modo di fare l’amore di Gabri, più lento, più attento a stimolare i miei punti sensibili. Era evidente che Roby cercava di appagarsi e non si chiedeva se mi piacesse o meno. Gabri invece era sempre attento affinchè dal rapporto sessuale ricavassi il massimo godimento.
Avevo caldeggiato quell’orgetta a tre non perché avessi desiderio di concedermi ad un altro uomo, anzi. Gabri è un grande amatore, mi scopa per un’ora difilata e mi fa godere come non ho goduto mai con nessun altro.
L’avevo fatto perché potesse soddisfare la sua voglia inappagata, perché Roby poteva essere quell’esperienza che desiderava mentre era ormai chiaro che il nostro amico, pur di venire con noi, aveva affermato di essere quello che non era! Ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare e poi la situazione anche se non era quello che desideravamo non era neanche tanto male. Roby aveva goduto dentro me (con il profilattico, naturalmente…) mentre Gabri ancora scopava nella mia bocca. Sapevo che in situazioni simili poteva resistere ancora parecchio così gli chiesi di prendermi nella figa, perché ne avevo ancora voglia. Mi mise alla pecorina e mi penetrò con dolcezza. Scopava lentamente per farmi sentire la nerchia nei punti dove sapeva che godevo di più e in cambio io avevo un orgasmo dietro l’altro….- mi fai impazzire, amore - gli dissi, e lui si sfilò dalla vagina appoggiando l’uccello contro l’ano e aprendosi un varco nello sfintere. Ero al parossismo. Avvertivo un calore intensissimo pervadere culo e figa. Gli umori mi colavano copiosi lungo le gambe e Gabri affondava sempre di più il suo cazzo dentro i miei intestini, quando ad un tratto sentii fiotti di sperma riempirmi la cavità anale ed i gemiti di godimento del mio amore.
Esplosi anch’io in un ultimo intenso, appagato orgasmo. Quella sì che era stata una grande chiavata e Roby solo un simpatico furbetto. L’abbiamo definitivamente scartato e ci siamo rimessi alla ricerca della coppia giusta: lei bisex per le mie voglie, lui bisex per quelle di Gabriele e che si possa poi giocare tutti e quattro assieme. Forza coppie bisex, fatevi avanti! Siamo sì un po' stagionati, ma giovanili nella mente e nel corpo e con tanta voglia di fare sesso con voi!!!! (ma solo se non siete fumatori).
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2
17 years ago
gabri30rosita,
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Le dune
Era un periodo non troppo felice per la nostra vita di coppia, le tensioni per gli esami universitari di settembre si facevano già sentire, nonostante fossimo solo al 20 Agosto, e quelle bellissime giornate estive si passavano sui libri a studiare. Il periodo vacanziero di solo, stupendo e stancante sesso, di quello che ti lascia sudato, esausto senza forze, ma appagato e ansimante, era ormai solo un bel ricordo. La routine stava ricominciando. Quel periodo carico di nervosismo che precedeva gli esami proprio non lo sopportavo! Avevamo modi diversi di affrontare la situazione, lei con febbrile necessità di passare ogni attimo sui libri, leggendo e rileggendo quelle pagine cariche di parole a volte senza senso, che la assorbivano per ore, prima che si accorgesse che l’ora di cena era passata da un pezzo. Ma lei non c’era per nessuno! Tantomeno per me! E questo mi faceva infuriare! Essere l’unico degno di attenzione il giorno prima e il giorno dopo non avere più diritto a chiedere neppure: -Amore me lo dai un bacio?-. Vi lascio immaginare la vita sessuale come fosse! Il deserto!
Io invece avevo bisogno di essere tranquillo, in pace con me stesso e appagato. Con questi presupposti avrei studiato tranquillamente, anche solo poche ore al giorno, ma sarei tornato a casa con un ottimo risultato. Purtroppo quel giorno ero entrato in un circolo vizioso e non riuscivo a combinare niente! Avevo voglia di fare l’amore! E ogni volta che mi avvicinavo a lei, intenta a studiare, ogni volta che la afferravo da dietro stringendo il mio petto nudo alla sua schiena e cominciavo a baciarle appassionatamente il collo, ricevevo come risposta un -Lasciami stare! Non vedi che devo studiare?!? Pensa a fare lo stesso anche te!- seguito da un energico scrollone. Basta! Non ne potevo più! Io avevo voglia! Io la volevo!
Volevo strapparle quella veste di raso che portava, così corta e leggera che le copriva a malapena quel bel sedere rotondo e proporzionato, quel misero perizoma di pizzo nero che indossava ed esaltava la sua rotondità. E che dire di quei bei capezzoli che avevano la forza di sollevare il reggiseno e di farsi vedere spuntando sotto la stoffa? Avevo voglia di leccarla tutta, dalla punta della lingua fino a quelle cosce sempre lisce e perfette! Volevo prenderla di peso e buttarla sul letto, toglierle con i denti quel poco intimo che indossava e farmi succhiare l’uccello come solo lei sapeva fare! Ero indeciso se venirle subito sul viso e poi fare l’amore, oppure se fare l’amore e schizzarla ovunque, come se stesse piovendo. Non era importante il come possederla, ma mi eccitava l’idea di venirle addosso, sul viso, ovunque, di farle sentire scivolare sulla pelle il mio caldo seme e di vedere il suo viso soddisfatto e compiaciuto per avermi fatto godere immensamente! Purtroppo una cosa del genere non era mai successa... Non era il tipo da fare queste cose. Era piuttosto egoista quando si trattava di godere e finché non era arrivata all’orgasmo lei, come si dice, non c’era trippa per gatti, ovvero per me! A letto era molto brava, non c’è che dire, ma il mio orgasmo le interessava davvero poco!
Ormai era una settimana che non facevamo l’amore, né qualsiasi altro tipo di sesso ed io non ce la facevo davvero più! Comunque, deciso a soddisfare questo mio impellente desiderio e trombarmela, perché avevo proprio voglia di scopare, di godere e di fregarmene di lei, almeno una volta, la presi in braccio e la gettai sul letto. Questo mi comportò non poca fatica perché continuava ad agitarsi e a dirmi: -Ma cosa stai facendo? Lasciami che devo studiare!-. Appena l’ebbi lanciata sul letto le urlai queste parole: -Non me ne frega un cazzo! Ora ho proprio voglia di scoparti!-. Lei rimase di sasso. Non se le aspettava queste parole da me, mai volgare, sempre gentile e tranquillo, mai una volta l’avevo offesa o avevo alzato la voce con lei. Quelle parole che mi erano uscite di bocca avevano lasciato stranito anche me.
Adesso c’era il silenzio. Si sentiva solo il rumore di un autobus che passava per strada. Qualche secondo di nulla. Ci guardavamo in silenzio, io in piedi in fondo al letto, lei seminuda sul letto, su di un fianco, con la veste sollevata che le faceva assumere un’aria davvero eccitante.
Con mia grande sorpresa la prima a parlare fu lei: -Va bene, ma non qui. Andiamo al mare!-.
In due minuti eravamo pronti e già con il casco in mano. Il mio scooter ci portò a destinazione in poco meno di mezz’ora. Adesso eravamo lì, sulla spiaggia, il caldo pomeriggio stava ormai per finire e il sole cominciava ad abbassarsi verso l’orizzonte assumendo un colore sempre più caldo, dal giallo all’arancione e poi un colore rosso intenso che si rifletteva sulle poche nuvole che ci facevano compagnia. Già, perché ormai eravamo soli sulla spiaggia, avevamo camminato un bel po’, era rimasto solo qualche pescatore che vedevamo in lontananza.
Lei mi prese la mano e mi disse: -Seguimi!-
Lasciammo il bagnasciuga e ci dirigemmo verso le dune che separavano la spiaggia dalla pineta. Le dune non molto alte, la vegetazione di graminacee che ci copriva parzialmente da un eventuale “visitatore” estraneo, il dolce suono delle onde e del vento, la varietà dei colori in continuo cambiamento, davano a questo luogo un non so che di surreale. Lei si mise davanti a me e mi baciò. Ero io che volevo scoparla eppure mi sentivo succube dei suoi movimenti. Si girò verso il mare ed io la abbracciai da dietro. Aveva le mani sulle mie, tenendomi a sua volta. La stringevo forte come non avevo mai fatto. Tenevo la testa sulla sua spalla. Stavo bene. Guardammo il sole tramontare, insieme, in quello stupendo abbraccio.
Feci scivolare la mano sul suo fianco e cercai di farla scorrere nel costume con delicatezza, per toccarle il sesso. Non aveva il costume! Durante il nostro abbraccio se lo era fatto scivolare giù senza che me ne accorgessi! Sotto era nuda! Che sorpresa! Allora continuai a far scivolare la mano fino a sentire il suo soffice prato, all’inglese. Scesi ancora e finalmente le sfiorai il clitoride, un brivido la percorse e la fece ansimare un attimo. Non mi soffermai, volevo arrivare subito alla “zona calda”; scesi ancora di più, facendole percorrere il mio dito con il clitoride. Sentivo il suo corpo tremare sempre di più dal piacere a mano a mano che il mio dito scendeva dentro di lei; era bagnata come non la avevo mai sentita, oserei dire fradicia! Immediatamente mi sono sentito gonfiare il membro dentro il costume ed ho iniziato a spingere con forza verso di lei, come volessi scoparla con il costume addosso! I gemiti di piacere aumentavano e così la mia eccitazione, ma non volevo consumare tutto subito! Volevo che durasse di più! Continuai a muovere il mio dito dentro di lei, mentre le sfregavo il clitoride che tenevo alla meglio tra il pollice e l’indice. Mi prese la mano e con un gesto quasi sofferente me la tolse dal suo sesso, aprì un po’ meglio le gambe, mise le mie mani sui suoi fianchi e s’inclinò con il busto in avanti, aspettandosi di essere penetrata subito!
Invece mi abbassai il costume e cominciai a sfregarle il mio membro duro come il marmo all’esterno di quella bella topina rasata, liscia come la seta ed eccitante più che mai. Sentivo pompare il sangue all’interno del mio cazzo, lo sentivo pulsare, quasi mi faceva male per quanto si stava gonfiando; lei lo sapeva e godeva per questo! I suoi umori sembravano un fiume in piena che ha rotto gli argini, avevo il cazzo inondato avendolo semplicemente strofinato sulle sue morbide e grandi labbra. Passarono pochi secondi, forse minuti, chi lo sa?! Il tempo non aveva più senso, quando lei lo prese con una mano e se lo infilò dentro. -Oh, Dio!- furono le sue parole, troncate da un’infinita serie di gemiti e lamenti. Il mio cazzo la penetrò senza fatica alcuna, era così bello! Sentivo ogni singolo centimetro del suo interno, il mio cazzo scivolava quasi senza attrito alcuno, eppure mi piaceva da morire! Eppure la mia cappella mi trasmetteva indicibile piacere, ero eccitato fino all’infinito, spingevo dentro di lei con forza, sentivo la sua carne contrarsi attorno alla mia asta e poi rilassarsi, contrarsi di nuovo e poi rilassarsi ancora. Stava urlando dal piacere, gridava con tutta la voce che aveva! Forse troppo! E se ci avessero sentito? Allora con una mano le tappai la bocca e le sussurrai all’orecchio -Stai zitta, amore! Vuoi che ci sentano?-. Le sue grida diventarono più grevi e soffocate, ma la mia mano rimase sulla sua bocca. Allora cominciò a leccarmi le dita, quasi mi facesse un pompino; la sua lingua umida passava intorno alle mie dita, si fermava sui polpastrelli e tornava di nuovo giù, in mezzo, sopra, sotto, ovunque! Il cazzo mi esplodeva! Poi pensai che quella era la mano con la quale le avevo fatto un ditalino all’inizio e lei la stava leccando; leccava le dita che erano state dentro di lei pochi minuti prima e le piaceva, leccava con gusto! Che porca! Intanto continuavo a scoparmela con forza, sentivo che lo sperma si stava facendo strada, era a mezz’asta, ora più su, fino alla punta! C’ero quasi, stavo per venire, sentivo che non potevo resistere ancora e lei non era venuta, pensavo. Dicevo dentro di me,-Dai, dai! Godi! Libera tutto quello che hai dentro e inondale la vagina! Godi dentro di lei e falla tua per sempre!-. Ma non potevo farlo. Ormai non resistevo più, dovevo venire! Quello che era stato era stato, era il mio momento! -Sto per venire amore!- le gridai con la voce spezzata dal piacere. Feci per toglierlo da dentro di lei, ma con mio grande stupore lei si girò velocemente, me lo prese in mano e si inginocchiò. Forse non è stato questo l’ordine con cui è successo, ma chi se lo ricorda? Ero super eccitato e stavo per venire!! Bastò vederla in quella posizione e due movimenti della sua mano per far esplodere il mio piacere. Venni a schizzo, esagerato! Le sborrai sulla faccia, sui capelli, sulle tette! Uno schizzo la scavalcò tutta senza toccarla! E vederla con quel sorriso sulle labbra mentre godevo, mi appagò moltissimo. Avevo appena finito di venire che me lo prese in bocca, ricoperto di sperma quale era e cominciò a leccarlo e succhiarlo come se non ne avesse avuto abbastanza, godevo, godevo di nuovo! Non finivo più, ho avuto un orgasmo intensissimo e notevolmente lungo, forse ne ho avuti due, non so…
Lo strofinò sul viso, sulle labbra e di nuovo sul viso, con movimenti circolari e lenti. Era ricoperta dal mio seme! Che bello! Quanto lo avevo desiderato!
Si alzò e guardandomi negli occhi mi chiese: -Ti è piaciuto?-.
La mia risposta fu un sospiro e un lieve cenno affermativo con il capo.
Lei si andò a sciacquare in mare ed io la seguii. Facemmo il bagno nudi con le ultime luci del sole ormai tramontato.
I giorni seguenti furono carichi di studio, ma questa volta aveva capito come farmi felice, anche a casa!
16
1
17 years ago
Voglio3Te,
37
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La passione all\'improvviso..
Maggio 2005..
L'estate è alle porte..decido così di andare un week end (sab-dom)nella casa al mare per dare uno sguardo ai lavori di risrutturazione iniziati ad Aprile..
Sabato pomeriggio..
quando arrivo scopro subito che il "villaggio" non è proprio deserto...la casa del mio vicino, ospita una giovane coppia in vacanza, che educatamente saluta al mio arrivo..
Noto subito un fare molto garbato, quando dopo circa un'ora bussano alla porta di casa mia per chiedere delle informazioni su quel cartello appeso nel giardino con su scritto "VENDESI"...
Li faccio accomodare, scambiamo qualche chiacchiera..il panorama intorno è stupendo, incantevole...ripetiamo entrambi mentre guardiamo fuori dalle vetrate...sono persone splendide, educate e molto colte..sposati da circa 8 anni, entrambi professionisti..e soprattutto belli..(stanno bene insieme)...ci scambiamo i numeri e ci salutiamo..
La mia intenzione era quella di rientrare verso la città, ma considerata l'ora e i km da fare ho preferito evitare. (la scelta è stata veramente saggia..)
Ore 21 circa..driiiinnn...il campanello!!
è La lei della coppia che mi chiede cortesemente se ho del sale e se voglio unirmi a loro x cena...(ringrazio gli operai dell'impresa che hanno lasciato un pò di viveri, tra cui il sale :-) ).
La cena è pronta....il Cibo è molto delicato e l'atmosfera è stranamente magica...(il panorama è stupendo..la costa..le luci...)..a tavola si chiacchiera, discorsi armoniosi, piacevoli...punti di vista sul turismo, differenza tra regioni e rispettivi punti di forza...piacevole..
Ogni tanto ammiro lei, è bellissima, ha un fisico perfetto e dei modi di fare che io dannatamente adoro..sorride, sorride sempre..è dolce e terribilmente sensuale...una canottierina nera copre appena i suoi splendidi seni...non ha il reggiseno e la cosa mi lascia incredibilmente fantasticare..
La cena prosegue, quando ad un certo punto lei si alza e va a prendere qualcosa dal frigo. lui si gira verso me chiedendomi di ammirare il sedere della sua compagna... - Mattia non è fantastico il sedere di mia moglie?! IO...rosso come un peperone accenno un sorriso..non parlo..sono imbarazzato...lei ha sentito e sorride..:-$ - -LUI - Mattia, stai tranquillo se te lo chiedo io non devi metterti problemi...allora?? non è fantastico?! a me fa impazzire dice lui...IO rispondo: be se la metti così allora ti dico che fa impazzire anche me..ma non solo il sedere...e mi congratulo con lei, che sorridente ringrazia e accenna un bacino...
il suo Lui si alza, va verso Lei, l'abbraccia da dietro, si gira verso me e mentre le abbassa i panta mi chiede: Mattia hai voglia di giocare con noi?
La mia risposta è palese..
Sono imbarazzato, e allo stesso tempo eccitato..mi alzo, loro iniziano a coccolarsi..
Lui le accarezza i seni baciandola sul collo, io sono un pò sconvolto..vorrei buttarmi in mezzo ma continuo a studiare la scena...
finalmente intravedo i suoi seni nudi...sono stupendi..i capezzoli sono neri e grossi..li adoro..lui si struscia sul suo sedere e io lentamente mi avvicino a loro..
Inizio a leccare i suoi capezzoli, mentre lei accarezza i miei capelli..lui le abbassa i pantaloni e inizia a leccarla tra le gambe..
L'atmosfera è rovente...
ci mettiamo sul divano, con gli ormoni che sbattono, lei si siede al mio fianco e lui si sposta..la bacio, è impressionante quanto mi eccita, è la prima volta che mi capita una cosa del genere, è fantastico..prendo la sua lingua in bocca, e le mie mani iniziano ad accarezzare i suoi splendidi seni..li prendo in bocca..lei ansima delicatamente..arriva lui.. prende in bocca il suo e io prendo in bocca la sua..l'odore e il sapore della sua ..... sono divini...non resisto..questa scena l'ho sognata..non ci voglio credere..e vengo..
Mi sposto scusandomi per essere venuto così presto, lei è orgogliosa, felice, compiaciuta, mi prende a se e inizia a praticare sesso orale sul mio .... lui va dietro lei..inizia a penetrarla, si conoscono benissimo, conoscono ogni loro fantasia e desiderio, lei continua a succhiare il mio, voglio baciarla, mi avvicino alla sua bocca e prendo la sua lingua...questa scena fa impazzire anche il suo Lui..adora vedere lei in queste gesta e lo adoro anch'io..e vieneee...
lui abbandona per un attimo...Ora siamo io e lei..ci baciamo e ci masturbiamo a vicenda...è pazzesco...
nella posizione del missionario iniziamo a scopare..lei urla..io lecco i suoi capezzoli e lei preme forte le dita sul mio sedere..mi riempie di complimenti.....mi fa impazzire..è bellissima..
lui è seduto su una sedia che si masturba...lei non resiste, urla ancoraaaa e viene..io sto x venire..mi chede di uscire dalla sua ....lo vuole in bocca, come adora il suo lui..non passa neanche un minuto che il mio orgasmo gia riempie la sua bocca...
Distrutti e sudati, lei prepara un buonissimo caffè...
ha solo la canottiera e un perizoma...non mi stanco di osservarla..è bellissima...
mentre si chiacchiera sorridenti dell'accaduto, il suo lui si alza, eccitato, e rinizia a baciarla....nel vedere questa scena mi è rivenuto duro...lui le toglie nuovamente la canottiera e lei rinizia a succhiarglielo...non resisto..mi inginokkio tra le sue gambe e inizio a leccargliela...
i nostri ormoni riesplodono...lui si sdraia sul dvano e lei si siede sopra..iniziano a scopare..ammiro lascena, quando lei si gira verso me invitandomi a partecipare..avrei voluto penetrarla nel punto proibito, ma sentiva dolore e la posizione non l'aiutava..
Lei prende il mio .... e lo mette dentro...ora siamo in 2 dentro lei..stringo i suoi seni.....volano parole armoniose piene di passione...trascorrono appena 2 minuti che le sue urla di piacere nel raggiungere l'orgasmo, ricoprono il mio lamento di piacere...le urla si fanno sempre più intense...è fantastico....abbiamo raggiunto tutti nello stesso momento....indescrivile.....
ora ci guardiamo tutti negli occhi...ci congratuliamo l'uno con l'altro...sudati e stanchi ci rifugiamo ognuno dentro il proprio nido..ci salutiamooo...con un semplice: Buonanotte cari..a domani....
Non ho mai avuto l'occasione di rincontrarli o sentirli...li volevo ringraziare per avermi fatto conoscere la passione...
un abbraccio...Sir. Mattia.
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1
17 years ago
admin, 75
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La madre
Stavamo lavorando in quella casa da più di 3 mesi…una ristrutturazione importante, elettricisti e muratori stavano concludendo l’opera e noi falegnami non eravamo nemmeno a metà, da circa un mesetto avevo iniziato a scoparmi la figlia più piccola dei proprietari, aveva 21 anni e un caratterino molto vivace; sudavamo spesso nel sottotetto coperti dai rumori dei carpentieri, ma non dagli occhi di qualche collega che credo avesse intuito tutto già da tempo.Era iniziato agosto da pochi giorni quando una sera dopo il solito servizietto stavo scendendo al piano terra molto stanco per la sudata e per le ore di lavoro precedenti; trovai sotto la proprietaria una avvocatessa di 45 anni vestita di tutto punto , capelli nerissimi raccolti a coda , era appena scesa da una grossa auto e già stava inveendo per la posizione errata di una grossa trave di legno appoggiata dalla gru che questa mattina l’aveva consegnata.Volevo andarmene a casa ma la donna pretese urlando che la trave fosse collocata correttamente; di malavoglia gli uomini si avvicinarono e cercando di fare forza provarono a sollevare inutilmente la massa lignea.
Mi avvicinai allora al gruppo cominciando a coordinare le manovre per creare una leva, il sole anche se stanco era ancora straziante sulle nostre schiene e la signora sembrava trarre piacere da quella visione schiavistica di persone al lavoro, sentivo il suo sguardo sul mio corpo, i miei muscoli tesi ed il sudore che li solcava erano oggetto del suo disgusto di donna borghese agiata che aveva sacrificato la sua libera esistenza per i beni immaginari che un uomo, oramai 60enne, le aveva offerto tramite il denaro che possedeva.
Finalmente la grossa trave fu spostata, ma la signora non smetteva di mortificare gli operai, si era messa all’ombra lasciandosi alle spalle il sole…vedevo così i suoi occhi , nascosti da scure lenti da sole , ora quello strano gioco di luce mi permetteva di vedere le sue pupille fisse, seguii quello sguardo andando a sbattere contro i pantaloncini molto corti di un ragazzo del marocco; la stoffa era incollata alla pelle del ragazzo dal sudore e abbastanza nitida era la forma dei suoi genitali decisamente sviluppati.
Lei aveva ancora ordini e parole per loro,io stavo diventando nervoso e tornai in casa , in un baleno la trovai di fronte a me, in mano decine di disegni,al piano di sopra il cantiere era molto indietro parlavamo di lavoro ma iniziavo a fissarle il seno ,avevo voglia...
“Troia” le dissi , di colpo si bloccò , non trovò parole per rispondere e nemmeno ne ebbe il tempo,mi rigirai nella mano i suoi capelli chiusi nella coda e il suo corpo elegante e profumato fu contro al mio sudato , tirai verso il basso i capelli esponendo alla mia vista il suo collo teso, sputai una forte quantità di saliva proprio li e aspettai di vederla scomparire nell’incavo dei suoi seni, di tutta risposta mi sputò in faccia lei, la colpii con un forte schiaffo sempre tenendola per i capelli,iniziò a dimenarsi e ad urlare parole che nessuno avrebbe sentito; misi il mio scarpone tra le sue scarpette di lacca costringendola ad aprire le gambe, la mia mano iniziò a risalirle l’interno cosce ,l’inguine era fradicio di sudore,strappai le esili mutandine e affondai due dita grosse e ruvide nella sua fica, mentre con il pollice sentii i contorni di quella folta striscia di pelo cesellata da mani esperte; non passò un minuto e le sue urla divennero gemiti, con gli ultimi violentissimi colpi la sollevai da terra e tenendola sospesa ebbe un orgasmo , dal mio polso rivoli di liquido caldissimo iniziarono a gocciolare sul pavimento; la lasciai di colpo inginocchiandola a me , con una mano liberai il mio cazzo ,tirai indietro la pelle esponendole il glande,mi presi la radice dell’asta sbattendole sul viso più volte la mia carne, costrinsi la sua testa sul mio ventre …credo che a quel punto avvertì l’odore di sua figlia sul mio corpo, mi fissò lo sguardo , spinsi in risposta il cazzo nella sua bocca vincendo la resistenza delle sue labbra sempre tenendola bloccata per i capelli.
L’erezione fu totale , il mio cazzo decisamente grosso le stava fottendo la bocca , affondai tre colpi fino a sentire i coglioni sbatterle sul mento sarei anche potuto venire se quasi non soffocasse da tanta carne ,qualche colpo di tosse qualche spasmo e la portai contro alla colonna in centro al locale, non era stata ancora lisciata, il cemento era irregolare ed aguzzo in certi punti…appoggiai la sua schiena alla colonna le entrai in fica con tutta la forza che avevo nel ventre, iniziai a sfotterla con forza,liberai i suoi capelli per abbracciare la colonna tenendo lei tra il cemento e me; riuscivo così a spingere anche con le braccia, la sua schiena straziata la rese aggressiva, le sue unghie si conficcarono nelle mie spalle, i sui denti nel mio avambraccio accompagnarono il suo orgasmo per intensità poiché vidi un sottile rivolo rosso corrermi il braccio; eccitato la buttai sui sacchi di cemento, il suo bel vestito era irriconoscibile, lacerato sulla schiena e lercio davanti; la sistemai a pecora ma il suo dimenarsi mi costrinse a bloccarle con del nastro marrone da pacchi i polsi dietro alla schiena…….mi misi dietro di lei con le ginocchia salii sui suoi polpacci, la meno riprese la coda di capelli, le alzai il vestito…mi sorprese molto il culo incredibilmente sodo,nitidi i fasci muscolari ininterrotta l’abbronzatura non tradiva segni di costume; aprii con la mano le carni massaggiai il buco inumidendolo con la saliva, cercai di affondare il pollice ma lo sfintere opponeva una resistenza straordinaria,tentai allora di incularla così…ma tutto fu vano…. Mi guardai il braccio ferito dal suo morso…con tutta la forza che evevo in quel braccio le tirai una sberla sulla natica, poi un’altra, un’altra ancora , il suo corpo era teso ogni muscolo contratto,la pelle stava diventando violacea sotto i miei colpi , mi sporcai la mano di sabbia e colpii…il dolore fu amplificato e i suoi muscoli cedettero di colpo, affondai dentro al suo culo l’intero cazzo chiudendole contemporaneamente la bocca per le grida di strazio che ne uscirono, non mi fermai neppure quando il mio pube incontrò la sua pelle, mi alzai cercando la penetrazione totale; era strettissima il mio cazzo chiuso in una morsa iniziava a pulsare con le mani aperte sulle sue chiappe iniziai a pomparla ,la sentivo venire ripetutamente, guardandomi il pene entrare ed uscire mi ceccitò non poco il rosso di cui si erano tinti i miei peli,non resistetti molto e le scaricai in culo una quantità enorme di sperma , la sentivo correre , l’orgasmo fu rallentato dal suo sfintere e per questo più intenso……
Mi sfilai mi ripulii il cazzo e mi rivestii, i suoi occhi erano coperti di lacrime, più giù altre lacrime scendevano da un sesso che vedevo ora nerissimo e curatissimo mi inginocchiai..cercando con la bocca quelle labbra…vi appoggiai le mie e laccai il suo piacere inaspettatamente dolce; senza dire nulla la lasciai e presi le scale; in giardino trovai la figlia….mi avvicinai a lei la abbracciai forte ,guardando verso l’alto vidi dalla finestra lo sguardo impietrito della signora…presi la ragazza e le baciai la bocca ….in un…dolce…. bacio
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17 years ago
admin, 75
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Da quanto tempo
Non vedevo un amico da diversi mesi. Ci sentivamo spesso per organizzarci ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro, sfumava sempre tutto. Alla fine abbiamo trovato una serata di libertà coincidente per entrambi. Classica situazione: vengo io, no vieni tu, io non ho casa, ecc...ecc... Vado da lui, ci accomodiamo in salotto e si parla del più e del meno. Dopo un po' prendo la mia valigetta e mi allontano verso il bagno. Esco da troia. Guepiere, calze velate sorrette da reggicalze e tacchi a spillo. Nemmeno tre secondi e mi ritrovo a succhiargli il meraviglioso cazzo. Gli lecco le palle e lo insalivo per bene. Mi prende e mi gira. Posizione carponi o come preferisco dire io... a pecorina!
Gioca un po' col mio buco, lo rilassa con un po' di saliva distribuita dal suo dito medio e poi mi penetra prima con uno e poi con due dita. Aggiungo io ancora un po' di saliva e lo invito a scoparmi. Entra quasi tutto con un solo colpo. Lo tira un po' fuori e poi affonda. Adoro quando mi scopa così. Continua a scoparmi fino a farmi sentire le palle che sbattono contro le mie. Sento tutta la lunghezza del suo cazzo. Non è un super dotato ma il suo cazzo è davvero bello e lo sa anche usare. E adoro quando lo usa su di me. Lo invito a continuare e a lubrificare la zona interessata... Sento il suo strumento che esce completamente dal mio sfintere e rientra tutto d'un colpo. Ripete la cosa diverse volte perchè sa che mi piace da matti sentire il buco che resta aperto in attesa di essere tappato. Inizio a spingere indietro verso il suo cazzo per sentirlo tutto... E' lì che sborra! Mi sborra in parte dentro ed in parte fuori dal culo. Non lo faccio uscire. Decido di spalmarmi lo sperma che mi ritrovo sulle natiche per tutto il culo. Mi ritrovo a spalmarlo anche attorno al buco ed è lì che mi viene l'idea della serata: con ancora il suo cazzo mezzo moscio dentro il culo inizio a penetrarmi con un dito... poi passo a due. Lui riprende a muoversi: gli piace. Ma ancora non ha il cazzo duro abbastanza. Decide allora di accompagnare i miei gesti al punto di imitarli. Allora lo lascio fare e faccio davvero bene!!! Aggiunge ancora saliva allo sperma versatomi prima e inizia a penetrarmi con le dita. Penso ne abbia messe dentro tre e andava sempre più veloce e me le ruotava dentro... Sento che il suo cazzo è di nuovo pronto. Riprende a scoparmi con gradita forza. Ormai ho il culo apertissimo. Mentre mi scopa cerco di ripetere l'esperimento di prima ma mi blocca la mano e mi invita a gesti a tenere ben aperte le natiche. Capisco che ha qualcosa in mente: Rigira un attimo con la mano attorno al mio buco e col suo cazzo mi infila anche il pollice! Che dolore! Sentivo come si stesse spaccando qualcosa ma non lo fermai perchè mi piaceva. Continuò come se sapesse che il dolore prima o poi si sarebbe tramutato in piacere. Continuò fino alla fine. Fino a venirmi stavolta tutto dentro.... Ho goduto come la troia che sono! Adoro farmi scopare e già immagino la prossima volta che lo vedrò... E' davvero un grande... Peccato non ho bevuto, ma quanto mi ha fatto godere!!!!!
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Genova-olbia luglio 2007
ciao a tutti sono marco....un bel 34nne lombardo....non libero ma cmq intrigato da questo magnifico mondo.
diciamo che però da quando mi è capitato di avere storielle con coppie come singolo anche il mio occhio nel guardare le altre coppie è diverso.
dalla mia ho sicuramente l'apetto estetico e questo mi ha aiutato parecchio in questa strana ma non incredibile avventura accadutami la notte del 14 luglio di quest'anno sul traghetto che da genova va a olbia, in sardegna.
di solito raggiungo mia moglie in sardegna con l'aereo ma in quell'occasione avevo deciso di portare in sardegna un'altra macchina spider con la quale divertirci in costa smeralda e quindi avevo optato per il traghetto.
arrivo al porto di genova con la macchina aperta ed essendo single quella sera.....avevo indossato un vestito un pò grunge.....abbronzato.....rayban a specchio capello mosso e lunghetto...insomma nell'insieme mi ero fatto abbastanza notare anche da un gruppetto di ragazze che non avevano disdegnato (loro poi erano govani e in gruppo) di fare le ochette con un 34nne brizzolato.
La persona che però più mi aveva intrigato....come al solito.....era l'occupante di una macchina in coda a fianco della mia e come al solito era sposata con tanto di marito e due bimbi al seguito..
Una bellissima donna di torino molto casual ma sexy....pantaloncino bianco attillato gamba lunga abbronzata stivali camicia bianca scollata cappellino......insomma eravamo in due a farci notare...
ovviamente iniziò a non scollarmi gli occhi di dosso e pur consapevole del fatto che esistono coppie scambiste o allargate il marito e la situazione mi incutevano parecchio imbarazzo.
senonchè...il marito per una banalità legata alla convalida dei biglietti iniziò ad "attacare bottone con me" passando il tempo con più argomenti legati al mare...alla loro città a cosa simili....nulla di sconvolgente ma nel frattempo la tipa mi guardava in modo insistente e spesso anche in zona franca dove i jeans leggermente attillati facevano notare il pacchetto regalo.
arrivò il momento di salire e tutti in macchina......di corsa verso la pancia della nave.
me la sarei scopata....dio come me la sarei scopata.....ma trovare una coppia di quelle che di solito incontro in internet o che leggo nei racconti in questo sito non è sempre cosa facile e.....con questo tipo mi ero perso anche le 5 tipette bolognesi un pò gallinelle che avevano manifestato l'idea di fare una notte dvertente sul traghetto...
salgo...e perdo di vista chiunque...andando a cercare la mia cabina...per passare una notte da solo soletto....che palle....
trovo la cabina......mi sdraio un secondo.....poi doccia...e pronto per andare a cena al self service e a sentire un pò di musica...
ovviamente dati i presupposti ed il fatto che io adoro piacere....mi concio un pò da fiko...quell'elegante sportivo maschio che so che piace alle donne (per la cronaca sono alto 183 cm moro occi neri capelli leggermente brizzolati e faccio sporta da 30 anni)...
ok...lasciamo stare...arrivo al self service e prendo qualcosa da mangiare ma dei tipi di coppia ....e delle tipe...neanche l'ombra..ok.....niente da fare...e in giro...solo situazioni kisere e donne....di scarsissimo sex appeal...
finita la cena vado al piano bar....e udite udite...ritrovo il caro amico compagno di coda e la mogliettina ancora più sexy del pomeriggio....con bimbi al seguito...
ci beviamo una birra ascoltiamo un pò di musica e.....l'amico.....decide di tornarein cabina a mettere a nanna i due bimbi...
la moglie decide di fermarsi....ed io.....avevo già idea....che da li non si sarebbe svincolata volentieri...
la prendo alla larga parliamo del più e del meno....ovviamente cerca di abndare su argomenti affascinanti....e intriganti...ma la musica è alta...e non si può fumare.....decidiamo quindi di uscire sul ponte per fumare...e continuare il discorso
la nave era partita e il vento era fastidioso e quindi ci ripariamo in un punto....meno ventilato quando....i discorsi da parte sua si fanno un pò più.....ironici e sensuali....
la guardo fissa negli occhi......vedo che intorno c'è pochissima gente e lentamente mi avvcinoalle sue labbra per un lungo e appassionato bacio
lei....non vedeva l'ora e in quel bacio mi da l'idea che mi voglia mangiare....
la sigaretta si consuma dal vento....e noi continuiamo imperterriti......e le mie labbra scivolano dalla bocca al colo e al lobo dell'orecchio dove le sussurro che ho una voglia pazza di leccarla...
la mia mano sale sotto la maglietta e sento che non hai il reggiseno....una 3a splendida con un capezzolo duro e turgido.....la avvicicno e le faccio sentire la mai erezione e dotazione......lei mi dice....portami in cabina....ho voglia di scoparti....
solo una scivolata verso....ma tuo marito??? e lei mi rassicura schiacciandomi l'occhiolino...
la cosa strana che mentre andiamo in cabina e appena entrati lei manda un sms col suo cellulare...non so a chi...e appena entra le salto addosso....sempre però con il massimo della mia dolcezza
la spoglio e inizio a leccarla.....facendola sussultare....e sentendola ansimare noncurante di trovarsi in una cabina di una nave
la lecco e mentre la lecco la accarezzo.....
poi......mi spoglio e le porgo il mio cazzo eretto e lei inizia con un pompino magnifico....
proprio mentre stavo inizando a scoparla sento bussare alla mia cabina e mi viene un tuffo al cuore....chi cazzo sarà.....ero in panico...
lei mi tranquillizza sorrdiendomi e nuda va ad aprire era il marito...
che appena entrato mi sorride....e mi dice......io sono gentile con te e tu mi scopi la moglie....solo una battuta per poi inserirsi el gioco e andare avanti fino quasi all'arrivo...
attendo commenti e nel caso vi racconterò un'altra avventura...o continuerò con maggiore dettaglio questa....
è la realtà!!!!!!la pura e semplice verità!!!! non mi intrigano le mere fantasie...
baci marco
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17 years ago
intrigopuro,
39
Last visit: 16 years ago
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Sogni, fantasie e tanto sesso!
Ecco a voi la mia fantasia. Anzi, una delle tante ma sicuramente la più eccitante.
PREMESSA: quanto scrivo è quello che vorrei fare con una coppia. Esisterà una così?
Tentar non nuoce. Se mai esisti, contattami!
Un po di me prima di cominciare:
Alcuni mesi fa avevo una "amica" di giochi. Lei è fidanzata e ci si vedeva poco ma ci si divertiva molto.
Un giorno le regalo un completino intimo molto bello (che ho pubblicato anche in qualche mia foto).
Le stava benissimo, aderente, con le curve giuste.
Dopo aver fatto quel che dovevamo fare le viene un'idea. e mi dice: perchè non lo provi su di te e vediamo a chi sta meglio!
Li per li mi son messo a ridere, ma poi mi son detto che sarebbe una cosa carina e lo provo.
non sapevo neanche come infilarlo, come allacciarlo.... insomma un imbranato totale.
Lei interviene in mio aiuto, me lo sistema, me lo fissa e mi guarda.
Mi dice: stai benissimo così! ti sta proprio una favola!!
Mentre indossavo l'abito ho sentito una certa eccitazione e di conseguenza una erezione di quelle belle toste.
LEi, sorridente, si avvicina e mi dice: Hey, ti si è indurito ancora! So io come farti divertire adesso....
mi fa sedere sul letto, si avvicina con la bocca e comincia un lavoretto per bene.
All'improvviso, sento un suo dito entrarmi dentro. è scivolato dentro senza troppa fatica. la guardo, lei mi guarda e mi dice... ti piace questa novità?
non ho esitato a risponderle! SI. continua!!
e lei con quel ditino che andava su e giu, mentre con la bocca mi stava facendo impazzire.
nel giro di qualche minuto le esplodo in bocca. lei si alza, si pulisce le labbra con la lingua, sfila via il dito e mi dice: ti è piaciuto?
il mio sorriso valeva piu di mille parole.......
la cosa è andata avanti per 3-4 settimana poi purtroppo lei si è sposata ed è andata a vivere a 80km di distanza..... da quel momento credo di essermi sbloccato del tutto.
ora non mi resta che il grande passo!
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Eccoci al dunque.
Conosco una coppia, lei è carina, magra, vestita sexy e molto dolce. Lui bel ragazzo, bel fisico e curato.
Ci si incontra in hotel. Entriamo separatamente per non dare nell'occhio.
Io nella mia camera, loro in un'altra.
mi chiamano e mi dicono di raggiungerli. Busso, lui mi apre e mi invita ad entrare.
lei è sul letto, seduta, con addosso un completino sexy, autoreggenti e stivali. Lui in pantaloni e camicia un po slacciata.
lei mi invita a sedere sul letto, prende una borsa, la apre e tira fuori la sua lingerie preferita.
Mi invita a scegliere quella per lei, per me e per lui.
hanno intenzione di giocare in modo alternato.
prima lei con noi due bsx. poi solo uno dei due travestito ed infine il piu classico dei triangoli!
cominciamo a vestirci, io scelgo per me e lui per se.
dallo spacco della mia tutina esce fuori il mio bastone. Duro come sempre e gia bagnato.
entrambi si avvicinano e lo baciano e lo leccano..... è bello sentire due bocche!
lui si stende sul letto divarica le gambe e mi invita a fare un 69
io sopra, lui sotto e lei dietro di me mi penetra con uno strap on. lui me lo prende tutto in bocca e lei mi cavalca.
poi invertiamo. io sotto e lui sopra. sento i colpi di lei che penetrano dentro. lo sento quasi dal suo pene.
lei ci da sotto e lui quasi urla di piacere
lei mi chiede di andare dietro di lei e penetrarla. vuole un orgasmo.
mi avvicino, le infilo il mio uccello nella sua bagnatissima figa e la martello con tutta la forza.
lui sente ora anche i miei colpi. un trenino con lei in mezzo......
mentre sta per venire si sposta sulla bocca di lui. Lui lecca forte, le infila un dito e dopo poco è totalmente bagnato dall'orgasmo di lei.
lui mi invita a fare la stessa cosa.
mi avvicino, lui mi pompa con decisione e mi fa venire. lo inondo di crema su tutto il corpo. è stato splendido.
ora lei torna ad essere la padrona.
vuole che lui mi cavalchi fino a farmi avere un orgasmo.
mi metto in posizione, lei mi bacia l'uccello e lui mi monta dietro.
lo sento tutto e sento la lingua di lei come impazzita.
mi invidia e decide dopo un po di prendere il mio posto.
vuole concedersi ad entrambi.
io vado sotto, lui sopra. lei nel mezzo.
si dimena per farci entrare, trema ma poi..... si apre totalmente ed urla di piacere.
oramai siamo fuori controllo.
io la penetro violentemente avanti, lui dietro martella come un toro.
è l'esplosione totale.
nel giro di un minuto veniamo tutti e 3.
lei mi chiede se voglio assaggiare il suo posteriore e senza farmelo ripetere due volte, passo dietro, le apro le gambe e approfitto del buco gia bello che dilatato.
Lei fa un gemito, lui le sta leccando la figa mentre io la prendo da dietro.
urla di piacere ancora. loro sono in 69 e lui lecca sia lei che me.
mi tira fuori l'uccello, lo prende in bocca e poi lo rimette dentro.
ultima esplosione. ci chiede di venirle in faccia.
si siede sul letto, ci guarda, si bagna e ride!
di fantasie ne ho ancora molte......
alla prossima puntata!!!
[email protected]
msn anche con cam.
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
La scoperta
Avevo da poco compiuto i 17 anni, ma a loro dissi che ne avevo 18 e mezzo e non avendo l’auto inventai la scusa più banale del guasto meccanico per farmi venire a prendere alla stazione dei treni.
Nei giornaletti pornografici trovavo troppa finzione, volti impostati anche durante gli orgasmi,fisici perfetti,pelli lucide, corpi depilati, ciò mi discostava dalla realtà , quelle immagini non mi trasmettevano emozioni.
Una mattina portai le immondizie di casa nell’apposito locale del condominio, era un mio compito prima di andare a scuola,e tra i giornali ammucchiati ne scorsi uno di annunci amatoriali di coppie e singoli, aprendolo e guardando di sfuggita le prime immagini provai subito una eccitazione che mi creò un immediata erezione, misi di corsa il giornale nel mio zaino e mi affrettai alla fermata del bus.
Le ore a scuola volarono ed al suono della campana saltai letteralmente sui banchi per uscire dall’edificio,giunto a casa con il mio tesoro conservato nello zaino trovai come di consueto la tavola pronta , mangiai con frenesia e aiutai mia mamma a riordinare la cucina cosa che la sorprese molto…finalmente uscì……finalmente ero solo.finalmente potevo aprire il mio forziere ..
Mi chiusi in camera mia , mi liberai di tutti i vestiti, aprii sul letto il giornale : le immagini erano di scarsa qualità ma incredibilmente vere agli occhi di un ragazzo di 15 anni che scopriva il sesso, il mio membro iniziò a farmi male da tanto potente era l’erezione, mi accorsi che la causa scatenante era la vista del pelo, guardavo con più interesse le donne more naturalissime nel pube ,la mia fantasia decollò, mi alzai davanti allo specchio, guardai il mio corpo l’incavo delle mie ascelle era ancora liscio glabro come il petto, sul pube nasceva una dorata peluria smorzata però dalla lama del rasoio che lo sport del ciclismo mi imponeva.
Mi masturbai all’impiedi, sfogliai il giornale finchè trovai l’immagine che più mi eccitava, una donna mora con una nerissima striscia di pelo che le solcava il sesso,capelli neri bagnati incollati sul viso seni grossi vinti dalla gravità ma con due aureole scure da cui sorgevano capezzoli larghi come bottoni, era seduta su una sedia a gambe oscenamente aperte …sotto la scritta “ coppia di mantova, lei 47 anni………”La mia mano mi condusse all’orgasmo in un attimo, tenni la mano serratissima, lo sperma iniziò a colarmi sulle nocche delle dita adagiandosi poi sulle mie cosce per proseguire verso il basso la sua lenta corsa.
Continuai questo gioco per quasi due anni fino appunto al 17esimo quando il mio fisico iniziò a prendere forme maschie, i miei genitali che confrontavo sui giornali con quelli di altri uomini erano diventati di tutto rispetto anche se non fui io ad accorgermene nella mia ingenuità.
A questo gioco se ne aggiunse un altro , una sera in cui ero solo in casa presi la macchina fotografica deio miei genitori e iniziai a fotografarmi nudo con l’autoscatto, 27 scatti in 27 pose qualcuna addirittura con il petto inondato dal bianco liquido del piacere; il problema fu lo sviluppo di queste foto, andai in un grosso centro commerciale un sabato, era strapieno , andai al centro sviluppo dell’ipermercato e consegnai il rullino, ripassai dopo un ora, chi consegnava le foto non era lo stesso che le sviluppava,….con mia grandissima gioia!!!
Ora tutto fu pronto…trovai il coraggio di scrivera a circa una decina di coppie accludendo al breve scritto una mia foto.
Andai quasi tremante a ritirare dopo 15 giorni il fermoposta, vi trovai 4 lettere, 2 le stracciai subito in quanto volgarissime e sgrammaticate, la altre contenevano oltre agli scritti i numeri telefonici…….passò qualche mese, finchè aiutato dall’alcool trovai la forza per alzare la cornetta.
Dall’altra parte un uomo gentilissimo mi stupì subito per cordialità e serenità, mi fece domande di interesse generale e quando il ghiaccio fu rotto passò il ricevitore alla sua signora anche lei estremamente pacata, una voce dolcissima calda e in tratti provocatoria. Non parlammo mai di sesso confermai la mia età in diciotto anni e sette mesi e concludemmo la conversazione a cui seguirono pochi messaggini prima che il mio telefono suonò di nuovo, loro questa volta mi chiesero un incontro, dissi di si……
Passai la notte precedente all’incontro nella più totale ed agitata insonnia , la sera stetti un ora al bagno , mia madre si era convinta che dovessi uscire con una ragazza,e mi arrivarono battutine ironiche anche da mio padre. Presi il treno…per fare 25 kilometri…! Erano le 20 di sera fuori dalla stazione vidi la grossa auto con cui sapevo sarebbero venuti a prendermi, mi avvicinai, lui scese, un uomo sulla 50ina molto curato, ottimamente vestito, un volto rassicurante un sorriso sincero e una forte stretta di mano allentarono la mia emozione.Dall’altro lato intanto scese lei, una donna decisamente più giovane di lui, sulla quarantina, minuta capelli biondi portati a caschetto, truccata con infinita classe senza abusare di toni e quantità,indossava un vestito molto elegante nero che risaltava forme e un seno proporzionato al suo fisico con una scollatura generosa e quando le diedi la mano mi concentrai perché non notasse il tremolio delle mie gambe, parlai poco poiché anche la voce non era fermissima, salii sulla loro auto nel sedile posteriore e raggiungemmo il ristorante. Mi rilassai durante il tragitto, tutto merito di Claudio che sembrava mi conoscesse da una vita. Al ristorante mangiammo discutendo di argomenti vastissimi ,lei Elena parlava meno, ma mi trovai spesso i suoi occhi verdi piantati nei miei.Concludemmo la piacevole cena e Claudio insistette per pagare il conto, rimasi colpito dalla quantità di carte di credito che teneva nel portafogli. Mi chiesero se mi andava un digestivo a casa loro…accettai….Raggiungemmo la villetta in un quarto d’ora ad attenderci un grosso pastore tedesco che fu richiamato subito da Claudio, la casa era molto accogliente, con i divani attorno al caminetto che fu la prima cosa a venir accesa, ci sedemmo e Claudio da un mobiletto estrasse una bottiglia di limoncello fatto rigorosamente in casa da parenti suoi nel salento,portandolo alla bocca ne avvertii il grado elevatissimo….in quel momento da un altro locale entrò Elena, si era tolta il vestito, indossava un intimo molto accattivante , soprattutto la coulotte che esaltava le forme del suo fondoschiena , sul davanti cercavo tra i forellini del pizzo di scorgere quel soffice agognato pelo che tante fantasie aveva suscitato in me…ma invano…dalla stoffa del reggiseno spingevano eretti dal freddo due capezzoli appuntiti, indossava calze autoreggenti ed una vestaglia semitrasparente nera; venne a sedersi al mio fianco…Claudio sorrise, forse ripensandoci ora più per il colore che credo avessi assunto che per altro,
Lei mi portò una mano sulla tempia carezzandomi i capelli e scendendo sulla guancia la carezzai anche io, più maldestramente , Claudio si occupò del camino e quando la fiamma fu forte spense la luce della stanza ,Elena intanto iniziò a sbottonare la mia camicia, i polsi, poi il collo , mi sollevò la maglia intima e sentii la sue labbra sulla mia pelle , quando me la sfilò richiamò l’attenzione di Claudio compiaciuta del mio ventre liscio privo di peli, mi lasciai sfuggire un gemito quando le sue labbra arrivarono ai miei capezzoli avvolgendoli,Anche claudio si denudò il petto sedendosi dietro ad Elena le tolse la vestaglia e slacciò il suo reggiseno, lei mi prese la testa e la guidò verso il suo cuore….aprii la bocca e vi accolsi quella carne appuntita dall’eccitazione iniziai a succhiare…istinto innato, lei iniziò a gemere mi illusi della mia bravura finchè aprendo gli occhi non vidi lui accovacciato tra le sue cosce intento a leccarla, continuammo poco così perché Elena ci trascinò in camera da letto, sedendosi sul bordo si tolse le mutandine mi chiamò ai suoi piedi , mi inginocchiai , una soffice strisciolina delicatissima di pelo biondo faceva da corona ad un sesso rosa molto piccolo caldamente umido,la mia prima volta… senza sapere con esattezza come esplorare quella parte del corpo femminile così misteriosa per un ragazzo, mi buttai su quelle piccole labbra con la voglia di dimostrare che ero il piu bravo di tutti…ma non la sentivo gemere…..mi spalancò le gambe quasi ad invitarmi, con due dita si scostò le labbra…capii allora che dovevo leccarla in quel punto preciso. ..mi inventai di succhiarla..la sentii gemere succhiai con tutto me stesso …il suo corpo si tese, inaspettatamente fui colto da un getto incolore,tanto copioso da farmi pensare ingenuamente all’urina, mi scostai, subito Claudio prese il mio posto finendo ciò che io avevo iniziato ed interrotto.
Elena mi afferrò la cintura dei pantaloni , in un attimo mi ritrovai con il cazzo completamente duro a fendere l’aria. Lei commento con stupore le mie misure, dietro Claudio si svestì completamente mostrando il pene completamente eretto ma di dimensioni molto modeste , ci trovammo tutti e tre nel letto lei in mezzo, tra di loro vi era molta complicità , io imbarazzato persi subito l’erezione, lui la penetrò nella più classica delle posizioni, pochi colpi molto forti mentre lei mi carezzava il corpo, guardai gli occhi di Claudio mentre scaricò il suo orgasmo dentro al sesso di lei.Elena si tirò un po più su verso la spalliera e mentre mi baciava e carezzava permise a Claudio di ripulirle il sesso con la lingua. Nel vedere quell’uomo con il viso tra le gambe di lei a saziarsi del proprio sperma andai in crisi, il cazzo non rispondeva più ai miei comandi standosene adagiato sui testicoli….
Una volta finito andò in bagno , Elena portò la testa sul mio pube succhiò con una dolcezza inaudita il mio pene che iniziò a crescere nella sua bocca, quando fu completamente eretto si fermò per farmi i complimenti, arrivò Claudio con tra le mani un preservativo…il tempo di aprirlo e la mia erezione svanì, provammo un po ma…niente da fare…con tre vestaglie indosso tornammo in salotto, altro limoncello, passarono dieci minuti e ricominciammo a giocare , lui era di nuovo pronto ,tornammo in camera lei mi fece sdraiare sul letto si mise sopra di me mi prese in bocca il cazzo moscio , lui dietro la prese a pecorina , iniziò a scoparla io vedevo lui muoversi , non riuscivo ad avere erezione, i suoi colpi fecero salire lei e mi ritrovai il suo viso sopra al mio, mi leccò la testa rasata,la faccia e mi baciò , credo ebbe un orgasmo, lui poco dopo era di nuovo a goderle dentro, sfilandolo sentii del liquido caldo colarmi sul sesso,lei crollò addosso a me, Claudio iniziò così a leccare i sessi di entrambi , mi piaceva la sua bocca, mi infastidiva la sua barba….
Tornò in bagno , io ero in evidente imbarazzo per la mia prestazione ne parlai a lei mi chiese se era la prima volta…le confessai di si , chje era la mia prima volta non solo con una coppia ma ..prima in generale le confessai la mia vera età lei mi fece un grosso sorriso e mi disse che ci avrebbe pensato lei. Claudio entrò di nuovo in camera,questa volta fu lei a prendere l’iniziativa portando la testa tra le sue gambe , lo distrusse letteralmente con labbra e lingua , lui non arrivava più al piacere,ma alla fine cedette sotto i colpi e le carezze all’ano di Elena, che ingoiò completamente il piacere del marito,questa volta andarono in bagno assieme, lei si fece una doccia, e quando uscì rimase a parlare con lui per qualche minuto, non comprendevo i loro discorsi ma il risultato fu Elena che entrando si chiuse dietro se la porta, due colpi sordi e Claudio la riaprì con in mano una scatola di preservativi, lei li afferrò e richiuse , stavolta a chiave la porta.
La sua bocca stavolta sortì il risultato , la mia erezione era piena ,lei in piedi sopra di me…si accovacciò..prese i preservativi, ne aprì uno e lo infilò sul mio pene , mi guardò sorridendo e lo sfilò avvicinandosi con la vulva alla mia punta…tremavo di desiderio,poi una sensazione di calore , stavo scivolando in lei…ad oltre metà iniziò ad ansimare e a gemere , iniziò a scoparmi , mi leccava il petto i capezzoli, mi accarezzava i capelli, si mise dritta sopra di me ..le dissi che ..stavo per venire, disegnò con il bacino dei cerchi poi dei salti forti sul mio ventre ed infine un orgasmo urlato a cui seguì il mio molto intenso.
Volle che la accompagnassi in bagno,una furtiva occhiata a Claudio seduto in divano a guardare la televisione e ci chiudemmo nel bagno , mi spinse sotto la doccia con una dolcezza quasi materna e iniziò ad insaponarmi ovunque , io presi la confidenza di toccarla di baciarla e di leccarla , poi nonappena usciti mi asciugò e mi avvolse in un asciugamano molto grande, tornammo in camera….
Trovai tutto me stesso per metterla a bordo letto con decisione, di nuovo duro cercavo il suo stretto orifizio…mi aiutò la sua mano, alzandole le gambe sulle mie spalle spinsi con quanta forza avevo in corpo…lei portò le mani al ventre in un urlo di dolore , mi fermai, “continua continua” mi disse e proseguii con tutto me stesso , mi insegnò delle varianti, fin quando arrivò in ginocchio sul letto dicendomi che però dovevo fare piano…pensai che lo volesse dietro e vi avvicinai la punta….ma più veloce la sua mano mi ricondusse nella fica che pompai all’inverosimile fino a scaricare dentro tutto il mio piacere,così a pecora resistetti molto e il mio orgasmo fu molto prolungato, lei si accasciò sfinita sul letto esibendo sul materasso un lago trasparente di piacere; pensavo di aver finito…ero distrutto, lei mi prese con dolcezza spense la luce e iniziammo sotto le coperte a baciarci , facemmo l’amore a lungo, un amore non solo fisico,fatto di parole e di carezze di abbracci., lei era dolcissima mi portò più volte al limite facendomi cadere per poi riprendermi, l’ultimo orgasmo lo ebbi standole sopra…in un lungo bacio…….
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1
17 years ago
admin, 75
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La mia stupratrice
Per te, regina di perversione...
"Come d'accordo mi nascondo in bagno, lasciando socchiusa la porta per poter osservare senza essere visto.
Sei bellissima, con la vestaglietta nera che lascia intravedere il seno prorompente al di sotto, racchiuso dal reggiseno. Il tuo profumo mi inebria, mi guardi il cazzo, si indurisce, lo strizzi un'ultima volta e torni sul letto.
Entrano i tuoi ospiti: i due slavi del parco. Appena entrano richiudono la porta, sanno di essere soli con te, e sono infoiatissimi. Lo vedo da come tirano i calzoni al più giovane, mentre il più vecchio già comincia a slacciarsi i pantaloni. Tu ti avvicini e lo schiaffeggi, gli dici "che cazzo fai coglione", li vuoi provocare puttana...
Poi gli infili la tua mano nei calzoni semiperti, e gli afferri i coglioni mentre lo guardi negli occhi. Il giovane si avvicina e ti preme il suo pacco sul culo. Tu ti volti e gli sputi in faccia. A questo punto scattano come due animali, non ci stanno più dentro dalla voglia di fottere che hanno, uno ti prende e ti butta per terra, e ti blocca le mani, l'altro si mette tra le tue cosce, le allarga a forza, i slaccia i calzoni e fa per scoparti...
tu mi guardi in bagno, e mi sorridi, e... vedo il pensiero che si fa strada dentro di te, nel momento in cui si forma, capisco tutto ma è tardi, voglio chiuderm dentro ma la chiave... non c'è, l'hai presa tu puttana, sapevi già tutto!
Dici "e quel guardone di merda chi è?" e i due slavi subito si voltano verso di me... accidenti sono nudo e mi sto mendando il cazzo, è duro e bagnato...
entrano in bagno e mi prendono, mi portano fuori e mi sbattono in ginocchio davanti a te
tu mi guardi e fai finta di non conoscermi, dici a loro che possono fare di te la loro puttana se prima mi infilano tutti i bichi con il loro cazzone...
io ti supplico nudo in ginocchio di non farlo, che farò di tutto, ma nulla serve, sei la mia Stupratrice, lo capisco adesso!
mi ritrovo sul letto, a pancia in giù, uno slavo dietro mi appoggia la cappella sul buco del culo, io urlo, grido che non voglio, l'altro mi si pianta davanti ì, mi afferra la testa con una mano e con l'altra mi spinge in bocca un cazzo enorme, più grande ti tutti i vibratori che ho mai visto. Le urla mi si chiudono in gola, e l'altro mi spinge la cappella nel culo, e dietro un'asta lunga come la fame...
ti guardo tra le lacrime, tu ridi e mi guardi, mi guardi, mi guardi...
finalmente dici "basta!" e loro estraggono i loro arnesi dal mio corpo da puttana, ormai non sono che quello davanti a te, ho preso due cazzi insieme, sono la tua troia da monta...
e allora ti concedi alle loro foghe, loro ti prendono come animali, ti fottono con energia, sento i colpi che ti fanno ansimare e sbattere le tette, e mi guardi... e io capisco, sono la tua puttana, tu mi hai stuprato, mi hai violentato con forza, lì in un angolo col culo sfondato me lo prendo in mano, e mi masturbo, raggiungo con il mio ritmo il loro ritmo, e veniamo insieme, io per mano mia e tu per i loro cazzi, guardandoci dritto negli occhi... Mi hai stuprato e ti dedico una sega, sono proprio una vacca in calore per te...!"
La tua troia
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17 years ago
admin, 75
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La nostra prima volta
Dopo tanti anni di amore e sesso, la nostra complicità si è affinata, ogni situazione viene studiata e programmata, ci piace giocare insieme e decidere insieme. Dopo tante titubanze decidiamo di provare un nuovo gioco erotico, fatto di fantasia e di sogni, il nostro ricorrente è trovare una coppia come noi serena, felice e desiderosa di vivere emozioni senza volgarità, con dolcezza e complicità.
Dopo tanti tentativi troviamo una coppia che ha le nostre stesse affinità, ci piacciono, gli piacciamo, decidiamo di vederci senza tanti preamboli, deve essere solo un incontro per conoscerci per vedere se incontrarci è come chattare, ci siamo presi, ci intrighiamo a vicenda, vogliamo provare l'emozione dell'incontro.
Sappiamo che non dobbiamo fantasticare, meglio non correre, stare con i piedi per terra. Arriva il giorno fatidico, decidiamo di incontrarci in un luogo affollato, sembra strano ma ci riconosciamo subito, il primo impatto è bellissimo, sembriamo vecchi amici che hanno piacere di vedersi dopo tanto tempo.
Il posto ci sembra stretto, prendiamo un aperitivo, e senza neanche accorgerci fra una parola e l'altra ci avviciniamo verso le macchine, ci guardiamo e con un sorriso malizioso ci propongono di seguirli......
Si è proprio come avremo voluto, senza batter ciglio ci siamo accodati a loro, durante il tragitto ci siamo guardati, sembravamo innamorati come al primo appuntamento, volevamo tutti e due vivere l'esperienza, non c'è stato bisogno di parole, i nostri visi parlavano da soli.
Finalmente dopo circa dieci minuti di macchina arriviamo ad un casolare, il loro rifugio...... Ci fanno strada, entriamo, un posto accogliente caldo ci vien voglia di un caffè e andiamo tutti insieme a prepararlo come automi, ridiamo, siamo tesi ma decisi, iniziamo il corteggiamento piccoli tocchi carezze leggere, sale la pressione ma nessuno si tira indietro, anzi pian piano iniziano a volare i vestiti e in men che non si dica ci troviamo nudi, è bello giocare con il corpo di una sconosciuta, è bello giocare con il corpo di uno sconosciuto....
Il caffè può attendere, perchè non metterci comodi.... andiamo in camera da letto nel lettone tutti e quattro insieme!
Sono curiosa voglio vedere il mio amore per la prima volta con un'altra donna e nello stesso tempo voglio vedere dove arrivo io.
Però...! l'amica decide di passare al contrattacco e stende il mio amore sul letto, inizia a baciarlo lentamente in tutto il corpo e lui che fa? Le sue mani frugano in ogni angolo, ricambia i baci le carezze... è proprio eccitante vederli, ma non posso fare la guardona anche perchè l'altro gioca con me in modo meraviglioso, dolce, sensuale, non posso essere da meno allora inizio lentamente a scaldarmi, lo prendo dolcemente in bocca e vado pian piano su e giù, lo sento pulsare, ansimare mentre con la sua lingua mi fruga dolcemente, nooooo non fermarti ora continua gli dico e lui obbedisce, è veramente bello, sarà l'adrenalina, sarà la voglia di provare nuove emozioni, ma vorrei che il momento non finisse mai.
Ci sono anche io uomo!!!!!.....Mentre la mia donna gioca con lui, io inizio ad accarezzare e baciare lentamente il corpo di lei, parto dal collo, dietro le orecchie, baci e carezze dolci leggere, senza stringere, senza far male, scendo molto lentamente, arrivo ai capezzoli, sono già duri pronti ad essere accolti dalle mie labra, mi chiede di morderli dolcemente ed io obbedisco, mordo e gioco con la lingua, è già bagnata, ma non è il momento di affondare, continuiamo a baciarci a stringerci a sentire i nostri colpi caldi pulsare, lei non resiste, vede il mio arnese pronto e si sposta, lo prende dolcemente in bocca e lo fa sparire completamente, che emozione, che eccitazione, non voglio venire ora, la fermo, voglio restituirle il favore e allora scendo giù, inizio a mordicchiare il clitoride, a far scorrere la lingua su e giù e pian piano entra nella fessura, è piena di umore, bagnata, umore acre e dolce nello stesso tempo irresistibile, lei ansima vuole il mio scettro, ma io son troppo preso dal gioco, non riesco a staccarmi dalla fessura, la lingua sembra incollata......
Noo non mi sono dimenticato del mio amore, ci cerchiamo con gli sguardi pieni di complicità, ci accarezziamo, si vede che siamo felici della nostra scelta!
Le donne prendono il sopravvento, non resistono più vogliono essere possedute e allora, quansi come se si fossero messe d'accordo, ci vengono sopra, prendono con dolcezza il nsotro scetro alto e orgoglioso, lentamente infilano il preservativo e fanno sciovolare il nostro pene nelle loro dolci fessure, già umide e vogliose. E' meraviglioso senti un calore irresistibile che fa diventare di marmo il tuo muscolo. Si muovono in sincronia, prima con dolcezza e poi con impeto, vogliono sentirlo dentro, noi ansimiamo, siamo a mille, gli occhi miei si incrociano con quelli dell'amico, siamo al settimo cielo!
Il mio amore, ha voglia anche di me, mentre cavalca si avvicina dolcemente al mio viso e mi bacia appassionatamente, non doveva farlo, esplodo vengo, quasi contemporaneamente viene anche l'amico, ridiamo di gusto, ci rilassiamo un attimo coccolando a abbracciando le nostre donne....
No, non finisce qui la notte è lunga e prosegue come è iniziata con dolcezza e amore, sesso fatto con amore e complicità, proprio quello che cercavamo.
Ormai è alba, decidiamo di vestirci e di prepararci il caffè sospeso la sera prima, ci guardiamo tutti e quattro negli occhi, non c'è bisogno di parole, è chiaro che siamo felici e contenti della conoscenza approfondita che abbiamo fatto. Sappiamo già da ora che ci cercheremo nuovamente, che avremo voglia di giocare nuovamente tutti e quattro insieme...
Ci salutiamo con un dolce bacio, le donne ricambiano con affetto, molto affetto.... meglio andare, l'adrenalina sta nuovamente salendo a mille...
ps: abbiamo deciso di incontrarci nuovamente dopo un mese e mezzo, è la seconda volta è stata addirittura migliore della prima!!!! Grazie dolce coppia piena di classe!
16
1
17 years ago
admin, 75
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Amore in numero dispari
Come ho già detto, le nostre fantasie più nascoste rimangono tali finché non incontri l'anima gemella che le condivide e ti aiuta a realizzarle facendo il grande salto tra fantasia e realtà. Col mio fidanzato colto ed educato, ma insospettabile perverso, fatalmente non ci fermammo all'esperienza che ho raccontato nella storia: La Gelosia e la Passione
L'esperienza di combinare gelosia e passione era da ripetere, l'unica cosa che lui avrebbe voluto evitare, perché troppo violenta come emozione, era l'attesa del mio ritorno. "Se devi avere altri uomini, e io sono contento che tu ne abbia, -mi disse- voglio però d'ora in poi esser presente anch'io...!"
Era un salto di livello piuttosto forte, ma la cosa mi stuzzicava: anch'io (come la maggior parte di voi) avevo spesso fantasticato di trovarmi a letto con due uomini, gentili e premurosi, che mi mettessero al centro delle loro attenzioni e non avessero altra priorità che farmi godere.
Non volevamo certo esporci con gente che ci conosceva bene, e fu così che pensammo di esplorare le nebbie torbide del mondo degli scambisti in rete. Non volevamo incontrare un uomo singolo, ci pareva più rassicurante conoscere una coppia, e poi in fondo anch'io (dopo la vicenda raccontata in "Complicità") cominciavo a pensare davvero che vedere il mio lui al centro delle attenzioni di un'altra donna, avendo però tutto sotto controllo, mi poteva eccitare.
Devo ammettere inoltre che tra le mie molteplici fantasie, c'era anche quella di provare prima o poi l'amore con un'altra donna. In passato mi era capitato di baciare per scommessa una mia amica sulla bocca, e la curiosità non mi aveva mai abbandonata. Penso che l'omosessualità femminile per molti aspetti sia più naturale di quella maschile, in fondo i neonati, maschi o femmine che siano, hanno il loro primo rapporto di piacere proprio nel contatto col seno materno, e poi trovo che quello tra donne sia un contatto più dolce, meno brutale.
Cercando qualcuno in rete, speravamo in un incontro divertente, senza impegno, con persone che cercassero, come noi, solo di divertirsi e godersi la vita, e che accettassero di buon grado, nel caso non si fosse creata la giusta atmosfera, che l'incontro potesse anche finire con una semplice cena e un nulla di fatto.
Esistevano però ovviamente altre remore legate alla possibile pericolosità degli estranei che avremmo incontrato, che in fondo potevano essere dei "disturbati" se non dei veri e propri maniaci. Il fare questa nuova esperienza in rete, con degli sconosciuti, ci preoccupava dunque non poco. Quindi decidemmo, prima di tutto, di non mettere un annuncio nostro, ma di cominciare a selezionarne uno tra quelli esistenti.
Uno dei primi contatti lo avemmo rispondendo a un annuncio di persone scelte al di fuori dalla nostra area geografica, ma di età prossima alla nostra; eravamo colpiti dalla loro gioia di vivere e dalla apparente tranquillità con cui affrontavano la questione, inoltre non parevano dei veterani incalliti, e si dichiaravano "molto selettivi". Non temevamo la loro selettività e con uno scambio di e-mail capimmo che potevano fare al caso nostro. C'era un unico problema: non erano una coppia, ma erano in tre!!! Due uomini e una donna.
Ne parlammo ancora tra noi. La cosa presentava vantaggi e svantaggi: se da una parte avevamo la garanzia che i tre, essendo uniti da semplice amicizia, non vivevano tensioni sgradevoli o gelosie mal represse di coppia, ma che affrontavano il gioco col gusto goliardico che noi stessi cercavamo, d'altra parte però, come prima esperienza, per noi era piuttosto "forte", e da parte del mio fidanzato c'era la preoccupazione del tutto primordiale di dover affrontare e fronteggiare due maschi nella loro "tana".
Da parte mia comunque il pensiero di avere intorno a me tre uomini e una donna che si era apertamente dichiarata bisex, mi attirava e disorientava al tempo stesso. Le fantasie sono una cosa, la realtà purtroppo è spesso un'altra. La preoccupazione era tanta, ma in parte venne superata dai primi contatti telefonici con la ragazza del trio. Noi donne siamo giustamente più diffidenti e dunque era giusto che fossimo noi a decidere i giochi, fidandoci anche del nostro proverbiale sesto senso.
Devo dire che io e lei ci piacemmo subito e ci rassicurammo a vicenda. Sapevamo che, alla peggio, sarebbe finita con una cena maliziosa ed intrigante, e basta. Dopo alcune telefonate, diluite nel tempo, venne il giorno dell'incontro e il primo problema era il riconoscersi: non ci eravamo mai visti in faccia. Che effetto ci avrebbe fatto vedere in carne e ossa degli sconosciuti che avevamo sentito al telefono o visto solo in foto in cui risultavano irriconoscibili?
Fissammo l'appuntamento al casello dell'autostrada, scendemmo dalla macchina, e il primo impatto strano fu quello dell'altezza: i due ragazzi erano un po' più bassi della ragazza, che era quasi un metro e ottanta. A me stranamente lei piacque subito, persino più degli altri due: era proporzionata e aveva un corpo scultoreo che si faceva guardare, forse aveva fatto danza. Anche i due ragazzi comunque non erano male. Al mio fidanzato invece non piacevano molto le ragazze alte, e quindi lei non era esattamente il suo tipo. Inoltre era distratto dalla presenza dei suoi due rivali, ed era attentissimo a squadrarli dalla testa ai piedi...
I commenti che facemmo col mio fidanzato, mentre ci dirigevamo al ristorante su macchine separate, erano tra il divertito, l'eccitato e il nervoso. Quelli erano dei perfetti estranei e, a freddo, se già era difficile pensare cosa ci saremmo raccontati a cena, era ancor più incomprensibile credere che di lì a poco saremmo potuti finire tutti e cinque a letto!
Durante la cena scherzammo e ci sciogliemmo un po', loro ci raccontarono le loro esperienze (in rete e non) e dai loro racconti capimmo che non è facile trovarsi con le persone giuste, loro per primi avevano incontrato grandi difficoltà e conosciuto persone sgradevoli, malgrado la ragazza fosse un'attenta selezionatrice.
A fine serata decidemmo di andare a bere qualcosa a casa di uno dei due ragazzi. L'imbarazzo era palpabile, io e il mio fidanzato restavamo stretti l'una all'altro e non eravamo ancora convinti dell'epilogo. Dopo un po' però, con l'aiuto di qualche bicchiere, le luci soffuse e una musica d'atmosfera, decidemmo di comune accordo che io e l'altra ragazza ci saremmo sedute sul divano, per cominciare a entrare in confidenza tra noi; nel frattempo i maschietti, quasi distratti, sarebbero restati in disparte a parlare del più e del meno.
Cosi facemmo e in breve l'atmosfera si scaldò. Lei mi abbracciò e cominciò a baciarmi e a toccarmi con mano più esperta della mia; io non avevo gran dimestichezza nell'accarezzare un seno che non fosse il mio, però quel contatto morbido e quella bocca dolce mi fecero abbandonare ogni remora, non faticai molto a scoprirmi bisex. Tra baci e abbracci i preliminari proseguirono, eravamo ormai semisvestite, ci baciavamo a turno i capezzoli e l'eccitazione crebbe, mentre gli uomini stavano in un angolo a parlottare chissà di cosa, di calcio, di auto o di computer, come se noi due neanche esistessimo...
Fui io a quel punto, con mia stessa sorpresa, a chiamarli in causa, con una piccola frase di sfida, del tipo: "Ma che fine hanno fatto gli uomini? Fateci vedere che ci siete anche voi!". Non se lo fecero ripetere due volte e si avvicinarono tutti e tre al divano. Non capivo se il mio fidanzato era contento o agitato per quella mia audace sortita, ma dall'espressione mi pareva comunque in subbuglio.
Si avvicinò a noi ragazze, che nel frattempo ci eravamo sdraiate, e cominciò a baciarci entrambe, con uno strano e inedito incrocio a tre. Da come lo conoscevo però mi pareva più preoccupato per me che non attratto dall'altra ragazza. Notavo che, con la coda dell'occhio, seguiva con attenzione i movimenti degli altri due, i quali nel frattempo si erano accostati a noi con molto garbo e gentilezza, per fare la loro parte, devo dire senza invadenza.
Uno cominciò ad accarezzarmi il seno e a succhiarmi un capezzolo, l'altro ai piedi del divano cominciò ad esplorarmi sotto gli slip... ero già molto bagnata, e lui mi penetrò col dito medio; iniziò a muovere la mano avanti e indietro, cercando di toccarmi nei punti più sensibili. Non ci misi molto a cominciare ad ansimare. Fu a quel punto che il mio fidanzato, accostando la bocca al mio orecchio, prese a sussurrarmi piano: "...ti amo, ti amo, ti amo!".
Loro tre si conoscevano bene, gli uomini erano etero e la donna bisex, quindi è naturale che fossero tutti attratti da me che rappresentavo la vera novità. Il mio fidanzato, che non si era ancora rilassato, mi osservava e catturava ogni mio sospiro, quindi in breve io mi trovai al centro dell'attenzione di tutti e quattro!
Ero eccitata ma ancora impacciata, e mi abbandonavo meglio alle attenzioni dell'altra ragazza e del mio fidanzato, che non a quelle degli altri due uomini che sentivo ancora molto estranei. Il divano cominciava ad essere affollato e il padrone di casa propose di trasferirci tutti in camera da letto, dove ci attendeva un comodo lettone.
Giunti sul letto ci eravamo ormai spogliati completamente, il mio fidanzato non si staccava da me, io lo masturbavo lentamente, mentre mi abbracciava, mi accarezzava e mi sussurrava all'orecchio parole dolci; gli altri a loro volta mi toccavano e mi baciavano su tutto il corpo. Ansimai più forte quando un lingua, non so dire di chi, mi leccò avidamente, mescolando la sua saliva ai miei umori, già abbondanti.
In quella penombra, i corpi si aggrovigliavano, e l'altra ragazza cominciò ad occuparsi di uno dei suoi amici, la vidi mentre gli sollevava il membro e se lo portava alle labbra, lo leccò, lo baciò sulla punta e poi lo fece sparire tutto nella bocca, e così su e giù un po' di volte. Io feci lo stesso col mio fidanzato, mentre l'altro ragazzo iniziò a masturbare lentamente sia me che la sua amica, entrando fino in fondo con le dita.
Si muoveva prima lentamente, poi accelerava sempre più, in armonia coi nostri ansimi e respiri. Devo dire che l'eccitazione dell'altra ragazza, che mugolava con la bocca piena, era molto contagiosa. L'altro ragazzo prese ad accarezzarmi le gambe e a massaggiarmi i piedi. Sentire tutte quelle mani che percorrevano il mio corpo mi mandava in estasi. Nelle lunghe ore di piacere che seguirono esplorammo le posizioni più fantasiose e vi furono frequenti scambi di partner. Solo il mio fidanzato non mi abbandonava e restava sempre al mio fianco.
Io devo dire che fino a quel momento non avevo osato toccare seriamente i due ragazzi, li avevo baciati sulla bocca e accarezzati, mi ero abbandonata alle loro attenzioni, ma per le loro parti più intime mi ero limitata a "guardare e non toccare"; in fondo erano degli estranei, e poi devo anche dire che mi imbarazzava un po' il farlo di fronte al mio fidanzato...
Avevano entrambi membri di discrete dimensioni, né piccoli né enormi, uno aveva una forma un po' più "a fungo" dell'altro. Un contatto però c'era già stato: li avevo sentiti caldi e morbidi sulla mia pelle, quando durante l'eccitazione degli abbracci si strofinavano ritmicamente sulle mie cosce, sul mio didietro, o contro la mia pancia.
Il mio fidanzato restava in prima fila a godersi lo spettacolo, e non voleva perdersi nulla di quello che condividevo con gli altri, tanto che lui l'altra ragazza non l'aveva fino a quel momento neanche sfiorata. Io comunque, benché molto impegnata, non lo trascuravo affatto e avevo costantemente il suo pisello o in mano o in bocca.
Fu in uno di quei momenti di eccitazione che, mentre lui mi baciava il collo e la nuca, e uno dei ragazzi mise la testa tra le mie gambe, cominciando a leccarmi e a masturbarmi con dolcezza, che io ansimai più forte. E mentre godevo e ansimavo, avevo di fronte a me il bel membro eretto del ragazzo; a quel punto ebbi un momento di languore e ruppi gli indugi: allungai la mano e glielo accarezzai, dapprima avvolgendolo delicatamente da sopra con le dita, e poi impugnandolo con tutto il palmo.
Era caldo e duro. Nell'altra avevo quello del mio fidanzato, che ebbe un fremito ulteriore di eccitazione, cominciai a muoverli entrambi, ritmicamente, dolcemente. Erano durissimi ma nel contempo lisci e morbidi. Uno lo conoscevo bene, sapevo le sue reazioni, l'altro era invece sconosciuto, del tutto nuovo al tatto, non sapevo come avrebbe reagito al mio tocco.
Il ragazzo non tardò a manifestare il suo compiacimento, prese ad accompagnare il movimento della mia mano con con il bacino, e soprattutto prese a leccarmi e a toccarmi con maggiore passione. La mia eccitazione crebbe, ero in estasi, sentii salire vampate di calore e ansimai sempre di più. Li strinsi forte entrambi tra le mani, sempre piu forte, mentre il piacere cresceva, da un lato temevo di far del male ai due poveretti, dall'altro non mi importava nulla, mi importava solo di godere, soffocai come potevo le mie grida ed ebbi un orgasmo, forte, prepotente!
Per fortuna nessuno dei due si lamentò del dolore. Penso fossero passate un paio d'ore da quando ci eravamo trasferiti sul letto e quello che non capivo è come mai nessuno degli uomini avesse ancora avuto un orgasmo. Quel pensiero attraversò la mia mente per un attimo soltanto, il ragazzo smise di leccarmi e masturbarmi e si mise a baciarmi delicatamente, accarezzandomi l'interno delle coscie. La mia eccitazione era ancora alta e come per ringraziarlo del piacere che mi aveva donato, mi accostai a lui e glielo presi avidamente in bocca.
Lo succhiavo e mi muovevo con tanto entusiasmo che lui mi dovette fermare un paio di volte per evitare di venirmi in bocca. Il mio fidanzato, forse col timore di essere escluso dal gioco, si levò in ginocchio sul letto e si avvicinò anche lui alla mia bocca. Cominciai a succhiarli entrambi a turno e poi a leccarli assieme, vicini che si potevano toccare. Era la prima volta in vita mia che facevo un doppio pompino e la cosa mi pareva ancora più incredibile se pensavo che uno dei due era quello di uno sconosciuto!
Nel frattempo l'altra ragazza stava godendo vivacemente, dall'altra parte del letto, mentre il suo amico la possedeva da dietro. Per quanto mi riguardava invece avevamo stabilito che non era concessa la penetrazione, solo giochi manuali e orali, l'unico che avrebbe potuto penetrarmi era il mio fidanzato, ma non lo fece.
Liberatami anche di quel tabù, presi presto confidenza con l'altro sconosciuto, lo andai a cercare e saggiai tra la lingua e il palato quella strana forma di fungo; era ancora cosparso degli umori dell'amica. Il mio fidanzato invece non si fece ricambiare il favore dall'altra ragazza, da un lato questo mi fece piacere, dall'altro provai gelosia ed eccitazione quando vidi che si era messo a baciarla e accarezzarla su tutto il corpo, fino alle parti più intime. Sospettai per un attimo che lo facesse un po' per vendetta, e un po' per distrarmi dall'incontro ravvicinato e prolungato che io stavo avendo col "fungo".
Non so se fosse quello, ma riuscì nel suo intento, a quel punto infatti ero io che non volevo essere esclusa dal gioco e mi avvicinai a mia volta per leccarla assieme a lui. E con le nostre teste immerse tra le gambe della ragazza, ci baciavamo tra noi mentre la leccavamo avidamente, in un intreccio di saliva e umori per me del tutto nuovo. Era la prima volta che assaggiavo il gusto di un'altra donna, mi pareva tutto così strano e irreale, e ancora una volta il mio fidanzato mi sussurrò: "ti amo!"
I giochi erotici continuarono ancora per qualche ora, sperimentato ogni incrocio e combinazione possibile (etero e lesbo). Mi pareva però che nessuno degli uomini avesse ancora avuto un orgasmo. Avvenne tutto in poco tempo. Mentre, in preda al godimento, giocherellavavo col membro di uno dei ragazzi, quello ebbe un sussulto inatteso e mi "esplose" in mano, con una raffica di fiotti caldi diretti sulla sua stessa pancia, ma che colarono in parte anche sulle mie mani.
Questo avveniva mentre l'altro ragazzo da sotto mi stava ancora leccando e masturbando avidamente; a quella vista anche lui si eccitò al punto che non riusci più a frenare il suo "entusiasmo". Siccome puntava dritto verso di me, sfiorai col mio piede la punta del suo "fungo", appena in tempo per deviare il primo getto, che arrivò così potente da scavalcare tutti e andare a centrare una specie di quadro giapponese appeso sopra il letto! I getti successivi schizzarono sulle lenzuola e sulle mie gambe, che avevo prontamente serrato per ripararmi.
L'evento fu così incredibile e improvviso che scatenò l'ilarità generale. Restava il mio fidanzato, che si avvicinò al mio viso con intenzioni inequivocabili... io mi vergognavo di uno spettacolo così intimo di fronte a quegli "estranei" e gli sibilai: "guai a te se ci provi!", lui allora scese a più miti consigli e mi inondò la pancia e il seno.
Scoprii piu tardi che lui si era allontanato due o tre volte in bagno durante la nottata, non solo per suoi bisogni fisiologici (frequenti per la forte emozione), ma anche per rinfrescarsi, poiché era talmente eccitato che aveva avuto svariati orgasmi silenziosi.
Erano ormai le prime luci dell'alba; stremati, ma soddisfatti e di buon umore, ci rivestimmo e decidemmo di uscire a fare colazione assieme. Loro ci invitarono a restare a dormire. Ma l'adrenalina era ancora alta e non avevamo sonno, il mio fidanzato mi propose di ripartire subito per tornare a casa. Salutammo i nuovi amici, con la promessa di ritrovarci presto e salimmo in macchina.
A quel punto sentivamo entrambi l'esigenza di stare tranquilli, noi due da soli, di elaborare dentro tra noi quella tempesta di emozioni alla quale ci eravamo esposti... Arrivati a casa pensavamo di riposarci, ma i nostri ormoni erano letteralmente fuori controllo! L'eccitazione era ancora tale che, anziché dormire, ci mettemmo a far l'amore per ore, e poi di nuovo dopo, appena risvegliati, e poi ancora così per altri due giorni !!!
Che dirvi ragazze?
Un'esperienza che auguro a chiunque sappia reggere le emozioni forti!
Se siete troppo fragili, deboli di cuore, o in un periodo vulnerabile della vostra vita, ve lo sconsiglio, in ogni altro caso invece non potete perdervi un'esperienza simile, a patto che la condividiate con le persona giuste.
Valentina
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17 years ago
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La gelosia e la passione
Le nostre fantasie più nascoste rimangono tali finché non incontri l'anima gemella che le condivide e ti aiuta a realizzarle, facendo il grande salto tra fantasia e realtà.
Come dicevo, io ho avuto un fidanzato all'apparenza garbato e di cultura raffinata, ma che aveva un lato insospettabile, molto perverso e cerebrale. Lo stesso del racconto "Complicità", con lui si era creato un rapporto di massima fiducia e sincerità. Talvolta gli raccontavo di come gli uomini ci provavano con me e lui presto mi confidò che lo ingelosiva ma al tempo stesso lo eccitava il pensiero di vedermi desiderata e persino abbandonata tra le braccia di un altro uomo. Mi disse che aveva scoperto questa cosa tempo addietro, ma in passato, con le sue ex, si era limitato alla semplice fantasia.
Un'amica psicologa mi spiegò più avanti che la cosa è alquanto diffusa, poiché risveglia quell'istinto di competizione innato nel maschio, e quel desiderio atavico di "riconquista del territorio" (in questo caso la femmina).
È un sentimento contrastante, difficile da gestire, per questo di solito nelle coppie prevale la gelosia, e questo impulso viene raramente utilizzato come afrodisiaco, si ferma per lo più alla pura immaginazione.
Quindi io, un po' per assecondare la fantasia del mio fidanzato, un po' perché in effetti la cosa mi intrigava, decisi di inoltrarmi in questo "campo minato". C'era un ragazzo che dava lezioni di tango, che io trovavo affascinante e che da tempo mi faceva le sue avances. Decidemmo di comune accordo che da quel momento gli avrei "dato spago", ed eravamo intesi col mio fidanzato che lo avrei chiamato alla fine di ogni mia telefonata o incontro col ballerino, per raccontargli per filo e per segno cosa avevamo detto e fatto (un po' come mi sarei confidata con un'amica del cuore).
Il patto doveva essere ferreo e inviolabile, perché non venisse mai a cadere quel clima di complicità, fiducia e rispetto che ci univa e che rendeva il nostro rapporto privilegiato e prioritario rispetto a qualunque altro.
Puntualmente dunque lo richiamai dopo la prima sera in cui accettai di uscire col maestro di tango e, benché fosse piena notte, gli raccontai nei dettagli cosa era successo, di quando e quanto ci eravamo baciati, di come lui mi aveva accarezzato il seno con dolcezza e mi aveva detto quanto fosse liscia la mia pelle, e che poi mi aveva proposto di salire in casa, ma che io avevo rifiutato. Mi pareva ancora prematuro, neanche sapevo che effetto avrebbe fatto questa prima trasgressione alla nostra coppia.
Il mio fidanzato mi confessò che il racconto lo turbava ed eccitava al tempo stesso, era un misto di gelosia e desiderio, lo stesso che aveva già provato, quando gli raccontavo di approcci avuti con altri uomini, nel periodo in cui ancora non stavamo insieme, ma questa volta l'emozione per lui era più intensa. Nei giorni successivi con lui a letto furono fuoco e fiamme.
Passò una settimana e arrivò il momento in cui avrei dovuto rivedere il maestro di tango. L'incontro sarebbe avvenuto in un locale della città (lo stesso dove ci eravamo conosciuti), poi saremmo usciti assieme a fine serata, e poi chissà...
Quella stessa sera, prima dell'incontro, uscimmo col mio fidanzato e andammo al cinema. Durante il film lui mi baciò e mi accarezzò, fino a toccarmi e provocarmi per eccitarmi al massimo. Alla fine del film eravamo tutti e due confusi, non sapevamo cosa aspettarci dalla serata e io non ero più così convinta di incontrare il maestro di tango, avrei voluto restare col mio fidanzato per finire in bellezza quello che avevamo iniziato...
Non ci volevo andare anche perché ero un po' stanca (era passata la mezzanotte), e così, accompagnandomi a casa, lui decise comunque di passare davanti al locale in cui si ballava il tango. Alla vista del locale, qualcosa dentro me si mise in moto, ci ripensai e decisi di andare a prendere la mia macchina e tornare a farmi un giro da quelle parti. La cosa lì per lì non dispiacque al mio fidanzato, che tornò a casa sua, apparentemente tranquillo.
L'accordo era che lo avrei chiamato non appena fossi rientrata a casa, qualunque ora fosse...
Arrivai al locale, vidi il maestro e ci fu un cenno di intesa, aspettai che finisse la lezione. Usciti dal locale, verso le 3, andammo a casa sua, ci baciammo per un po' e poi io andai in bagno per spogliarmi, lui mi diede una sua T-shirt per la notte. Esitai a uscire dal bagno, mi guardavo allo specchio, era la seconda volta che lo incontravo e mi piaceva, ma non avevo mai bruciato così in fretta le tappe con un uomo! Ero tesa, indecisa, non sapevo più se stavo facendo tutto quello per mio puro piacere, o solo per assecondare i desideri perversi del mio fidanzato.
Alla fine mi decisi e uscii dal bagno, con indosso solo la T-shirt e mi confortò vedere che anche il maestrino di tango pareva piuttosto agitato. Il letto era da una piazza e mezza, già disfatto (o forse mai rifatto?). Appena arrivata a letto lui mi baciò, poi scese dal collo al petto, si soffermò sui seni e sui capezzoli, e poi giù, giù... mise la sua testa tra le mie gambe, e mi baciò a lungo lì; mi bagnai molto.
Alla fine si coricò sulle spalle e mi tirò su di se, io mi misi a cavalcioni su di lui e sentii mentre mi penetrava lentamente, il mio sesso grondava di saliva e umori...
Aveva un modo irregolare di muoversi, che non mi piaceva molto, accelerava poi di colpo si fermava. Io mi muovevo e partecipavo attivamente, ma il suo "coso", che doveva essere piuttosto lungo, andava spesso a puntare dentro di me in modo doloroso... Dopo un po' lui cambiò posizione cercò di penetrarmi dietro, ebbi un attimo di fastidio, lui ci riprovò e io gli dissi che non volevo (le poche volte che ci avevo provato non mi era piaciuto granché, e non era certo quello il momento di aprirmi a nuovi esperimenti...).
Lui allora riprese normalmente, cambiando spesso posizione. L'imbarazzo era ancora alto, io ansimavo piano, e lui stava quasi muto. Poi avvenne una cosa strana: io a un certo punto nella penombra gli sorrisi, e lui in modo inatteso si arrabbiò, perché pensava lo prendessi in giro!
Ma presto il malumore rientrò e nostri corpi si riavvinghiarono, certo sempre con l'accortezza e l'imbarazzo di chi si conosce poco. L'amplesso continuò per circa due ore, finì dopo le 5, quando entrambi stanchi, senza ancora aver raggiunto l'orgasmo, ci fermammo e ci addormentammo esausti. Prima di prender sonno ebbi un pensiero per il mio fidanzato: mi domandai cosa stesse facendo in quel momento, dormiva tranquillo? Era in ansia? Avrei voluto chiamarlo, ma non potevo certo fargli una telefonata, lì in quel momento...
La mattina, verso le 9, nel dormiveglia l'attività amorosa col mio partner occasionale riprese con frequenti pause e cambi di posizione. Durante una delle pause io gli accarezzai la schiena da dietro e poi il petto e la pancia, alla fine allungai il braccio fino a prenderglielo in mano, e presi ad accarezzarglielo delicatamente. Lui si girò supino e io mi chinai, usando la sua pancia come cuscino, per osservare meglio quell'oggetto ancora estraneo, alla luce del mattino: fino a quel momento lo avevo soltanto sentito dentro di me, e lo avevo appena sfiorato un paio di volte, perché non "sbagliasse strada" nella notte... Lo osservai bene: era molto lungo ma piuttosto stretto...
A quel punto lo presi delicatamente in bocca e cominciai a succhiarlo, mugolando di piacere. Lui diede chiari segni di gradire quell'inattesa iniziativa... e cominciò anche lui a mugolare e ansimare come non aveva mai fatto fino a quel momento! Mi prese, mi rigirò e cominciò a scoparmi con rinnovato vigore, e anch'io ansimai più forte, come non avevo ancora fatto. Lui a quel punto mi tappò la bocca con la mano (perché viveva con sua sorella e non voleva svegliarla). Quando tolse la mano, gli chiesi di rimettermela sulla bocca perché mi piaceva...
Alla fine, al culmine del godimento, mi chiese il permesso di venirmi sul collo, io annuii e lui mi inondò collo e tette, poi con cura mi spalmò il suo sperma dappertutto, dal mento al petto...
A quel punto ci fermammo, nuovamente esausti, parlammo un po', finché non ci riaddormentammo.
Quando ci risvegliammo era ormai quasi l'una e io cominciai a sentire un po' di senso di colpa nei confronti del mio fidanzato, così mi rivestii di fretta per andarmene. Il maestro di tango per salutarmi mi baciò a lungo, ma con quel bacio si eccitò ancora, così mi stese sul letto e riprese a spogliarmi freneticamente; proprio in quel momento squillò il telefono e la sorella dall'altra stanza lo chiamò per rispondere. Anch'io avrei voluto fare la mia telefonata, ma aspettai.
Alla fine lui tornò, e in modo più disinvolto, quasi brusco, mi presentò il suo arnese davanti alla faccia, perché glielo prendessi in bocca. Io lo succhiai avidamente mentre lui spingeva fin quasi a soffocarmi, poi volle che lo leccassi un po' dappertutto lì sotto... e io lo baciai e lo leccai con cura, usando le tecniche più raffinate che conoscevo, spingendo con la lingua sotto il prepuzio, nel punto più sensibile. Di tanto in tanto però facevo crescere la tensione, fermandomi a parlare e scherzare con lui...
Infiammato di desiderio da questa cura, lui riprese a scoparmi eccitatissimo e si fermava spesso perché era al limite dell'orgasmo, mi disse che faticava a trattenersi, in barba ad ogni precauzione gli dissi che poteva venirmi dentro senza paura, perché prendevo la pillola. Lui si convinse, si abbandonò ad un orgasmo intenso e liberatorio, sentivo i suoi fiotti caldi che mi riempivano, la cosa mi fece godere molto...
Restai un po' lì abbandonata, ma poi tornai in me, mi rivestii e uscii da quella casa, così potei finalmente chiamare il mio fidanzato. Era un freddo sabato di dicembre ed erano ormai quasi le 3 e mezza del pomeriggio! Trovai che il mio lui era andato a casa di una amica per aiutarla a risolvere un problema col computer, era agitatissimo e disse che io avevo una voce "ombrosa ed esausta" non faticavo a credergli.
Mi raccontò che dopo le 3 di notte era stato preso da agitazione ed era riuscito a dormire non più di un paio d'ore. Appena sveglio, verso le 7 era andato a vedere se c'erano miei messaggi in segreteria, ma niente... Era poi andato a prendere un amico all'aeroporto verso mezzogiorno, e con lui era andato a mangiare una pizza, l'agitazione era diventata ansia, e mentre a tavola l'amico parlava, lui non seguiva più i discorsi, guardava in continuazione l'orologio e il telefonino che non squillava !
Disse che stava malissimo !!!
Si precipitò a casa mia, disse che aveva le palpitazioni e che la strada per arrivare da me gli sembrava non finisse mai. Come entrò in casa mi abbracciò fortissimo, io mi ero lavata sommariamente, non avevo avuto né il tempo né la forza di fare un bel bagno rigeneratore, e lui disse che su di me sentiva ancora l'odore dell'altro...
La cosa lo eccitò in modo quasi animale, io ero esausta, esitai a baciarlo, provavo una specie di disorientamento, quasi di repulsione verso il mio fidanzato (fino a pochi minuti prima avevo in bocca il pene di un altro uomo), ma poi lo baciai e lo toccai sui pantaloni... ce l'aveva durissimo! Disse che sentiva delle vampate di caldo al collo...
Io non mangiavo dal giorno prima, ero affamata, ma anche esausta e avrei voluto dormire; gli chiesi gentilmente di lasciarmi riposare a letto fino almeno ad ora di cena. Il mio fidanzato accettò, ma si spogliò e si sdraiò accanto a me, e mi chiese di raccontargli tutto, per filo e per segno. Non ne avevo la forza, ma glielo dovevo, era nei patti, e poi mi faceva tenerezza perché lo vedevo in preda a un'ansia indicibile, così cominciai.
Mentre gli raccontavo i dettagli più scabrosi, lui era come impazzito in un turbinio di passioni, tra gelosia ed eccitazione, mi voleva possedere per quell'istinto animale di cui parlavamo prima, che impone all'uomo di rimarcare il suo territorio! Ma non gli bastava: voleva che oltre a raccontargli i fatti, ripetessi con lui tutte le evoluzioni erotiche che avevo messo in pratica col mio amante di una notte.
Io era esausta e quasi nauseata per il troppo sesso delle ultime ore, ma la cosa non lo fermò, anzi lo eccitò ancor di più! Io avvertivo questa smania, e devo dire che un po' mi contagiava, se avessi avuto la forza avrei partecipato meglio.
Gli raccontai che che non avevo avuto orgasmi quella notte, perché ho bisogno di molta calma per raggiungerlo, ed ero troppo agitata per la situazione anomala, e poi gli dissi che mi era piaciuto meno di quanto sperassi, perché il ballerino si era rivelato più rude e indelicato rispetto alla prima volta, quando lo avevo incontrato in macchina e ci eravamo baciati.
Il mio fidanzato, sentendo quei racconti e avvertendo l'odore del rivale sulla mia pelle si era eccitato all'inverosimile. Volle che glielo prendessi in mano, e poi in bocca, e poi che lo stringessi tra le tette, mi accarezzava e si strofinava a me con smania in tutto il corpo. Sembrava non gli bastasse più averne uno solo, avrebbe voluto penetrarmi da più parti contemporaneamente...
Alla fine mi entrò dentro con grande passione e facemmo l'amore come non l'avevamo mai fatto. Io, devo dire, ero piuttosto fiacca, inerte e passiva, ma ero molto bagnata e non potevo fare a meno di ansimare di piacere.
Lui era così eccitato che venne tre volte nel giro di un paio d'ore e ogni volta mi inondò di sperma (accumulato forse assieme all'ansia, nelle interminabili ore di attesa). La prima volta venne dentro di me, la seconda sul collo e le tette (forse proprio per rimarcare e coprire l'odore del rivale), e la terza, quando ormai semisvenuta mi ero rannicchiata, implorando pietà perché non ne potevo più, lui ebbe ancora un orgasmo masturbandosi sulla mia schiena...
Ero sfinita, ma quella passione quel desiderio irrefrenabile del mio partner mi eveva eccitata moltissimo e, anche se in quel momento non avevo la forza di apprezzarlo fino in fondo, ci ripensai e ci fantasticai sopra ancora spesso, nei mesi a venire.
Valentina
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17 years ago
Melavalentina, 42/42
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Complicità
Io ho avuto tempo addietro un fidanzato all'apparenza garbato e di cultura raffinata, ma che aveva un lato insospettabile, molto perverso e cerebrale, fu lui che mi aiutò ad esprimere una parte morbosa di me ancora semi-inesplorata.
Quand'ero agli inizi della relazione con lui, ci fu ospite a casa mia un'amica di vecchia data. Lui fece con me una battuta sul fatto che la trovava piuttosto attraente, io per scherzo gli lanciai una sfida: "...e allora provaci!", "Guarda che ci provo davvero..." rispose lui.
Delle amiche sappiamo che non c'è sempre da fidarsi, ma io ero tranquilla: in fondo era una mia cara amica da tanti anni. Uscimmo un giorno tutti e tre assieme, dovevamo andare in un posto dove io dovevo trovarmi per lavoro, e da lì avremmo poi proseguito in pizzeria. Tutto procedette normalmente: io finii il mio lavoro e poi andammo a cena, chiacchierammo tranquillamente del più e del meno e alla fine il mio fidanzato ci riaccompagnò a casa.
La mia amica salì prima di me e io restai giù per un po' in macchina col mio fidanzato, che mi raccontò quanto segue: mentre qualche ora prima io ero impegnata a lavorare, loro due si erano seduti in disparte. Dopo un po' lui aveva cominciato a prenderle la mano e lei non l'aveva ritratta, poi le aveva accarezzato i capelli e lei non aveva reagito, e infine era passato ai baci sul collo! Lei si limitava a frasi di repertorio del tipo "ma cosa fai?" oppure "ma ti pare giusto?", ma intanto lo lasciava fare!
Non credevo alle mie orecchie! "Stai scherzando?! Stai scherzando!" ripetevo in modo ossessivo al mio fidanzato, man mano che procedeva col racconto! E non era tutto: in pizzeria, mente parlavamo, i due si erano fatti "piedino" sotto il tavolo per tutto il tempo, e quando io mi ero assentata un attimo per andare in bagno, si erano persino baciati!!
Ma che puttana!!!
Non ci potevo credere! Ero in preda a un turbinio di emozioni. Non potevo certo prendermela col mio fidanzato, in fondo a sfidarlo ero stata io... Avrei voluto spaccare la testa a quella puttana della mia amica, e nel contempo provavo una strana gelosia e improvvisa eccitazione morbosa. "Come vi siete baciati, così?" gli chiesi, e gli diedi un bacio focoso.
In fondo lui era stato sincero (...ammesso che non fosse tutto uno scherzo)
Nel dubbio decisi di far finta di niente, e il giorno dopo ci dovevamo rivedere tutti e tre assieme. La mia amica non disse nulla, finché nel pomeriggio sbottò: "Ti prego, oggi non lasciarmi sola col tuo fidanzato: quando non ci sei ci prova con me!"
"Ci prova soltanto?? -avrei voluto dirle- Brutta troia! Ma se lo hai pure baciato!!!" ...e invece mi trattenni, feci la splendida e minimizzai: "Ma sì, è fatto così, gli piace scherzare!"
La mia amica restò di stucco, per non dire di peggio: non immaginava certo che io sapessi già tutto in anticipo, e allora perché me lo aveva detto in quei termini? Forse sperava di farci litigare per avere campo libero?
Quando lei ripartì, scambiò ancora degli sms col mio fidanzato, e perfino una telefonata erotica!
Lui fu sincero, mi fece leggere gli sms e mi tenne continuamente aggiornata, lei non seppe mai che io sapevo. Morale della favola, da quel momento considerai il mio fidanzato ancora più "fidanzato" e la mia amica molto meno amica!
Valentina
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2
17 years ago
Melavalentina, 42/42
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L\'appuntamento
Mi succede sempre più spesso dopo quella prima avventura di eccitarmi in ufficio ricordando quello che è accaduto quella sera, e non posso fare a meno di toccarmi di nascosto la figa sotto la scrivania stando attenta che qualcuno non se ne accorga. Poi ci sono le giornate come oggi in cui il ricordo è particolarmente vivo e toccarmi sopra i vestiti non mi basta. Uno sguardo alle mie colleghe, sono tutte impegnate, infilo le mani dentro i miei pantaloni,il perizoma che indosso ne afferro l’ elastico,lo strappo piano, e lo faccio rapidamente scivolare ai miei piedi e lo sfilo. Mentre lo infilo nella borsa posso sentire quanto sono già umide ed il delizioso profumo di femmina in calore che emanano. Ora sempre tenendo d’ occhio le colleghe, impegnatissime, passo le dita tra le cosce, accarezzo la pelle morbida, finchè arrivo al mio nido d’ amore e vi passo le dita leggere lungo le labbra che cominciano a schiudersi e posso raccogliere il mio miele che comincia a defluire. Un lieve gemito appena tocco il clitoride che si sta gonfiando e comincia a spuntare dalle labbra anch’ esse gonfie di desiderio. Penso che non potrò resistere ancora a lungo, è ormai da quasi un mese che non ricevo suoi messaggi…..comincio ad impazzire di desiderio, delle sue mani sul mio corpo, le sue carezze sul mio culo e sulle tette. Lo squillo del messaggio sul telefonino…per fortuna mi distrae altrimenti non so se avrei mantenuto il controllo ancora per molto. Mi affretto a leggere col cuore in gola…fa che sia lui..: “ ore 13.30, solito posto”. Finalmente, queste poche parole secche e decise non fanno altro che aumentare la mia eccitazione, il suo controllo di questa situazione mi fa sentire completamente sua, la sua femmina !!!
Il tempo fino alla pausa pranzo sembra non passare mai, e prima di uscire decido di andare in bagno a rimettere le mutandine…anzi no, sarà ancora più eccitante uscire senza e sentire la brezza leggera tra le cosce che mi farà eccitare ancora di più…se ancora ce ne fosse bisogno.
Il solito bar, due tramezzini mangiati rapidamente e poi una sistemata al trucco, uno sguardo all’ orologio…non voglio assolutamente arrivare tardi.
Mi avvio così ai grandi magazzini , un pò di shopping mi farà bene prima di rientrare al lavoro, e comincio a gironzolare nel reparto di biancheria intima donna/uomo ammirando i bellissimi capi esposti, accarezzando i morbidi tessuti che ispirano femminilità ed erotismo.
Prendo alcuni perizoma ed una bellissima guepiere e decido di provarli avviandomi verso i camerini di prova del reparto, e senza notare che la porta sembra chiusa afferro la maniglia e spingo.
La porta si apre….ma rimango sorpresa trovando il camerino già occupato da un uomo…che sta provando qualcosa. Io rimango un attimo immobile , con la maniglia in mano e ci fissiamo negli occhi. Il suo sguardo emana calore , e con un sorriso disarmante mi dice :”entri pure è grande qui, se non si scandalizza ce lo possiamo dividere”. Dopo un attimo un nuovo sorriso mi fa sciogliere ed entro con lui, “io mi giro dall’ altra parte” mi dice... come se le pareti a specchio potessero garantire un minimo di privacy, e comincia a sfilare i pantaloni e a provare dei capi di intimo. Anche io comincio a spogliarmi e non posso fare a meno di notare, attraverso lo specchio, il bellissimo culetto che l’ uomo esibisce nei suoi boxer aderenti. Cerco di non farci caso e comincio lentamente a spogliarmi anche io, voglio provare la guepiere. Levo la camicetta ed emerge il mio bel seno, una 4°piena, racchiuso a malapena il un leggerissimo reggiseno di tulle sotto al quale si vedono i miei grandi capezzoli che cominciano ad indurirsi. Lascio cadere i pantaloni, dimenticando che non ho le mutandine. “Ma lei esce sempre cosi ?” sento la sua voce dietro di me, ed all’ improvviso ritorno alla realtà. Sono in uno spogliatoio , con un uomo che non conosco, nuda , e stop per provare una guepiere che farebbe resuscitare anche un morto. Alzo lo sguardo verso lo specchio e lo vedo riflesso in piedi dietro di me avvicinare la sua bocca sul mio collo posandovi un bacio languido, mentre le sue mani scorrono sui miei fianchi e il suo corpo aderisce dolcemente al mio. Il bacio sul collo mi fa perdere la testa completamente, mi giro verso di lui e gli infilo la lingua in bocca in un bacio tenero ed appassionato al tempo stesso . Quanto avevo aspettato questo momento dall’ ultima volta,…. Ogni volta questa scena che si ripete quasi allo stesso modo, ma ogni volta scoprendo qualcosa di nuovo nei nostri corpi.
La sua mano abile sgancia il reggiseno e comincia ad accarezzare e succhiare i miei seni eccitati stringendo piano i capezzoli tra le dita…e ad ogni strizzata la mia fica reagisce liberando il suo miele in quantità sempre maggiori, un lago di piaceri. Anche io lo spoglio, prima la maglia, poi i boxer, dai quali scatta fuori il suo cazzo duro come la roccia che punta verso di me. Sono completamente nuda, solo un paio di eleganti scarpe con il tacco , e mi fa appoggiare con la schiena alla parete a specchio, si inginocchia davanti a me mi fa alzare una gamba, se la posa sulla sua spalla e la bocca va a posarsi sulle labbra aperte della fica gocciolante cominciando a leccare e succhiare la fessura da sotto a sopra succhiando il clitoride ormai completamente esposto.
Le mie gambe non reggono al piacere che mi provoca e hanno dei momenti di cedimento, ma fortunatamente lui mi regge…e succhia succhia finchè il primo orgasmo comincia a salirmi dal centro delle cosce fino ad esplodermi nel cervello e comincio a godere mordendomi un mano per non farmi sentire al di fuori, e lui beve tutto il succo che mi cola in abbondanza.
Appena l’ orgasmo si placa, lui si alza e mi bacia con lingua che ancora sapora del mio piacere. Ora tocca a me…mi inginocchio, mi trovo davanti il suo cazzo in tiro come mai.. lo faccio sparire tra le mie labbra e comincio a succhiare e leccare la cappella insalivandolo per farlo scorrere bene mentre con una mano gli massaggio e gli strizzo piano le palle e con l’ altra lo accarezzo tra le cosce stuzzicandogli l’ ano con un dito.
I suoi mugolii mi fanno capire che gradisce…ma mi stacca a fatica , mi fa rialzare e mi gira facendomi piegare ed appoggiando le mani contro lo specchio.
Delicatamente mi accarezza tutta la schiena e massaggia il seno , che penzolando è ancora più sensibile. Ora lo sento che cerca col il suo sesso la mia fessura ormai infuocata che lo aspira come se fosse una questione di vita o di morte. Mi piace sentirlo affondare mentre mi tiene per i fianchi e si spinge dentro fino a quando non sento le palle che mi battono sulle chiappe. Mi fa rilassare qualche secondo mentre con un leggero movimento rotatorio sembra volermi allargare ancora di più la fica che ha ripreso a gocciolare e i rivoli di piacere mi segnano le cosce.
Poi lentamente comincia a scoparmi, dapprima lentamente poi con sempre maggiore vigore mentre con una mano mi massaggia i seni dai capezzoli induriti, e con l’ altra arriva a massaggiarmi il clitoride. Mi scopa da dio, alterna colpi profondi e lenti ad altri rapidi e veloci…si piega sulla mia schiena e mi sussurra all’ orecchio: “toccati la fica maialona”, la mia mano allora prende il posto della sua sul clitoride….le mie dita lo conoscono a meraviglia pochi minuti e il mio tocco unito al suo cazzo che continua a scoparmi meravigliosamente sono sufficienti a portarmi sull’ orlo di un orgasmo che sento che sarà devastante. Alzo la testa e mi vedo allo specchio…uno spettacolo di una eccitazione unica. Io che sto a pecorina mentre uno sconosciuto mi sta portando verso un orgasmo magnifico e il mio viso è stravolto dalla eccitazione. Questa visione è la goccia che serviva a farmi partire…sento che non posso fermarmi e mi lascio andare ad un orgasmo travolgente e mentre godo lui continua a scoparmi lentamente infilandomi all’ improvviso un dito nel sedere.
Non resisto e urlo, nonostante continuo a mordermi una mano per non farmi sentire fino alle casse del negozio…..un orgasmo lunghissimo mentre sento ce anche lui sta per venire e salta fuori schizzandomi tutto il suo sperma caldo sulle chiappe e sulla schiena.
Rimaniamo immobili a lungo mentre mi massaggia i fianchi e mi spalma la sua crema sulla schiena e sui glutei e ricomincia a baciarmi il collo , le orecchie.. dolcemente.
Riprendiamo fiato e ci baciamo appassionatamente…ma ormai comincio a rendermi conto di quello che è successo. Ci rivestiamo velocemente…senza una parola.. solo lo sguardo ci basta a capire l’ attrazione che ci lega.
E’ tardi e devo scappare in ufficio… e vado così di corsa che dimentico di riportare la guepiere e gli slip al loro posto negli scaffali; uscendo dallo spogliatoio incrocio una commessa che mi fissa con uno sguardo interrogativo, guarda poi verso la porta e vede uscire anche lui che la guarda sorridendo strizzandogli l’ occhio e se ne va senza fare una piega. Chissà quando riceverò il prossimo messaggio.
Il resto della giornata è una totale confusione sconvolta come sono dagli orgasmi che mi sono goduta poche ore prima e finalmente arriva l’ ora di andare a casa, dal marito e dai figli…dalle cose di tutti i giorni.
Finalmente a casa apro la porta e trovo lui che mi bacia con passione..”ehi cosa è successo gli chiedo” , lui mi sorride e mi avvio verso la camera per spogliarmi e appena entro appoggiata sul letto trovo una sorpresa per me….quella magnifica guepiere nera che avevo cercato di provare oggi pomeriggio ai magazzini. Il mio cuore si riempie di gioia..la stringo a me.. la annuso.. si sente ancora l’ odore dell’ amore.
Apro il mio cassetto speciale e vado a riporla assieme a decine di altri bellissimi completi intimi di tutte le forme e tessuti.
Lui silenziosamente mi abbraccia da dietro e mi sussurra all’ orecchio… “ti piace ? devi essere una favola con questo addosso. Mettilo per me stasera…ho voglia di fare l’ amore …”
Mi giro e d’ istinto lo bacio……”certo amore… te lo sei proprio meritato. Voglio fare l’ amore così con te per tutta la vita” .
Mamma mia che donna..pensate quanta falsita' possa esistere!porca miseria...
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17 years ago
admin, 75
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Il primo lavoro ?segretaria
E' una giornata di maggio,inizia a far caldo..
Moana è in cerca di un lavoro non a tempo determinato e dopo mille richieste,finalmente riesce ad avere un colloquio presso uno studio legale,l'avvocato piu' importante della città.
Lo stipendio è ottimo e lo studio è piuttosto grande, in più essere la segretaria personale del gran capo è abbastanza rilevante.
Lucidalabbra, capelli raccolti in una coda, sabot con un tacchetto discreto e sono pronta per lanciarmi nella canicola.
Parliamo di una ragazza particolarmente timida,ancor prima di esser totalmente distolta dalla sua pudica intimita'.
Sono le 15.25 quando entro nel lussuoso palazzetto d’epoca dell'avvocato. E’ un piccolo regno di tre piani, e io devo andare all’ultimo. Prendo l’ascensore e in attimo sono davanti alla porta, già aperta. Entro in una grande stanza arredata con mobili d’epoca e tappeti persiani. C’è anche una bellissima scrivania, vuota, e in cuor mio spero sia quello il posto in cui lavorerò presto.
La voce del titolare mi strappa ai miei pensieri
– Eccola qui, spero che il suo posto le piaccia –
Mi aspettavo un uomo anzianotto e burbero, invece l’uomo che ho davanti è un bel quarantenne elegantissimo e con due occhi blu da far svenire. Sono stupefatta e balbetto per la sorpresa
– Bu..buongiorno…ecco…sì…è bellissimo qui –
Il dottor A. mi tende la mano, spiegandomi che sta subentrando al padre nella gestione dello studio e che ha proprio bisogno di una collaboratrice di cui potersi fidare. Mi fa entrare nella sua stanza e ci accomodiamo alla scrivania.
– Il suo curriculum è perfetto e lei è esattamente come speravo. Posso offrirle qualcosa da bere?
– No…non si disturbi… – dico imbarazzata. Quest’uomo mi fa un effetto stranissimo, sono…confusa.
– Non sarà intimorita? – mi fa lui. – Non c’è ragione, si rilassi. Anzi, si tolga pure la giacca, oggi l’aria condizionata ha fatto i capricci e si sta meglio in libertà –
Eseguo come un automa, a occhi bassi. Non so cosa mi succede, ma sento i miei capezzoli durissimi sotto la stoffa del vestito e un languore alla pancia. Appena lo guardo e mi accorgo che lui li fissa con insistenza, divento paonazza. Che mi è saltato in mente di non mettere il reggiseno?
Lui nel frattempo si è alzato, mi ha versato qualcosa da bere dal minibar e mi ha portato il bicchiere. E’ rimasto immobile in piedi a guardarmi mentre sorseggio, e io mi sento mancare il fiato e faccio una gran fatica a deglutire.
Appena appoggio il bicchiere sul tavolo, sento uno strattone: mi ha afferrato per la coda e mi sta spingendo la testa indietro. Non faccio neanche in tempo a emettere un gridolino che ha afferrato il bicchiere e me lo ha posato sulle labbra.
– Bevi! – mi ordina.
Apro la bocca, e deglutisco un po’ d’acqua, ma non riesco a mandarla giù tutta e mi cola giù sul collo, fino alla scollatura. Lui continua a versare e l’acqua mi cola addosso fino all’ultimo sorso, finchè anche i tre cubetti di ghiaccio scivolano lentamente nell’incavo dei miei seni. Urlo qualcosa, ma lui mi schiaffeggia e tira subito fuori i miei capezzoli durissimi, sempre strattonandomi per la coda, e comincia a tormentarli con un cubetto di ghiaccio. Sono interdetta, ma mi accorgo che comincia a piacermi. Emetto mugolii sommessi.
– Sei più rilassata adesso? – chiede.
Sono sprofondata nella vergogna. Il mio futuro datore di lavoro struscia ghiaccio sui miei capezzoli e io non solo non reagisco e non riesco nemmeno a parlare, ma mi sto anche eccitando…
– Non rispondi, eh? Allora vediamo se ti rilassa di più questo – e in un attimo sento una fitta lancinante al capezzolo destro e poi al sinistro
– Arghhh, mi fa male – urlo.
Il bastardo mi ha pinzato i capezzoli con due pinzette d’acciaio per i documenti e adesso mi tiene i polsi dietro la schiena.
– Adesso parli, eh? –
– La prego basta, mi tolga queste pinze…bruciano! –
Mentre mi dimeno inutilmente sulla sedia, mi infila la mano tra le gambe. – Sei bagnatissima troietta, allora non è vero che non ti piacciono le pinze… – comincia a frugare sotto le mie mutandine, e io allargo le gambe e gemo. Strattona le pinze e urlo a squarciagola.
– Parla puttana, dimmi che ti piace –
– Siiiiiii, mi piace – dico con un filo di voce.
– Brava puttana, dillo più forte che ti piace e che vuoi essere la mia cagna sempre in calore.
– Siiiii…. – infila di colpo due dita nella mia fica fradicia facendomi sobbalzare – mi piace essere la tua…cagnaaaaaa – le dita sono diventate tre mente con l’altra mano tira le pinze che mi stanno martoriando i capezzoli.
– Non ti stai dimenticando qualcosa cagnetta? Come dev’essere la mia cagna? – toglie le dita dalla figa e torna a strattonare le pinze, mi manca il fiato – in caloreee – dico con un urlo strozzato mentre le stacca, facendomi molto più male di quando le tirava.
– Brava cagna – dice mentre mi massaggia le tette doloranti. Sono sconvolta, svuotata. Tremo e ho il viso rigato di lacrime. Lui si avvicina e mi lecca una lacrima, mentre con la mano libera torna a scavarmi la fica. Ricomincio a eccitarmi e apro ancora di più le gambe. – Brava cagna, devi tenere sempre le gambe aperte quando sei con me, ricordalo, devi sempre essere aperta e bagnata, pronta a farti usare per soddisfare tutte le mie voglie. –
Smette di accarezzarmi e mi ordina di mettermi a quattro zampe e di seguirlo fino alla sua poltrona.
– Adesso toglimi le scarpe e leccami i piedi, voglio che la mia cagna mi faccia un accurato pediluvio – Io gli slaccio le scarpe e gli tolgo le calze, poi comincio timidamente a baciargli il collo di un piede, ma lui mi riacchiappa per la coda – Dov’è la lingua cagna? Devi leccare, non baciare. Hai mai visto una cagna che bacia? Tiro fuori la lingua e comincio a dargli piccole leccatine con la punta. – Fammela sentire tutta questa lingua, e infilala tra le dita, forza, stamattina non li ho lavati pensando a te – a quelle parole sono assalita da un moto di ribrezzo e smetto di leccare. – Chi ti ha detto di fermarti? – cerco di divincolarmi, ma lui mi tiene per la coda – Ti prego, mi fai male…fammi alzare… –
– Vuoi alzarti cagna? Adesso sarai punita, così comincerai a capire cosa vuol dire essere una cagna ubbidiente – e tira fuori dal cassetto delle corde. Mi prende per la coda e mi posiziona a un lato della sua pesante scrivania, legandomi i polsi ai due piedi. Poi, armeggia ancora e mi blocca le caviglie con delle cavigliere di pelle che aggancia a due mobili con dei moschettoni in maniera tale che io non possa chiudere le gambe, mi scopre completamente il culo e mi strappa il perizoma. – Leccalo tutto, guarda com’è fradicio dei tuoi umori, cagna –
Sentire il mio sapore mi fa eccitare di nuovo e comincio a leccare con foga – Cagna schifosa, adesso ti insegnerò a leccare i piedi del padrone con lo stesso entusiasmo – mi solleva la testa e mi attacca dietro le orecchie una specie di cordino di cuoio con una palla che mi si infila in bocca. Non posso più parlare, e più mi sforzo più sbavo emettendo mugolii incomprensibili. Lui, nel frattempo si è lentamente sfilato la cintura e me la fa vedere dicendo
– Da dove vuoi cominciare, dal cuoio o dalla fibbia, cagna? – cerco di urlare, ma senza nessun risultato. Lui ride e scompare dalla mia vista, allora mi agito, ma sono bloccata…sento qualcosa accarezzarmi su un fianco e ho un brivido, ancora una carezza, sulla schiena, poi all’improvviso un bruciore violento sulla mia chiappa e lo schiocco della cinta. Una volta, due, tre, sempre sullo stesso punto, mi sento bruciare, non resisto. Quattro, cambia chiappa, cinque, sei…perdo il conto…finchè la frusta non colpisce la mia fica, ed è come se una scarica elettrica mi attraversasse il cervello. Si ferma e mi tocca, trovandomi fradicia
– Ti piace la cinta eh? Sei tutta bagnata troia…vediamo se ti piace anche così… – e in un attimo sento un bruciore violento alla fica che si moltiplica, insopportabile, soprattutto sul clitoride – Vediamo se ti piacciono le pinze su quella fica da cagna – brucia, è insopportabile, e lui continua a frustarmi il culo, facendomi sussultare a ogni colpo, finchè la cinta non raggiunge le mollette sulla fica e mi fa inarcare come una cavalla imbizzarrita. Una volta, due, tre…sono al limite e piango quando la mano strappa via le mollette facendomi vedere le stelle. Ma subito mi massaggia, dolcemente, e finalmente torno a respirare. La mano si insinua per darmi piacere, mi eccita, poi di colpo smette, e lui mi si para davanti e mi toglie il bavaglio.
Io piango e non riesco a guardarlo negli occhi. Mi scioglie, prima le mani, poi le gambe, e mi colpisce il viso con il cazzo durissimo che ha tirato fuori dalla patta.
– Succhialo bene – me lo metto in bocca e comincio a leccarlo, ancora gemente. Lui mi prende per le orecchie e comincia a spingere sempre più a fondo – Tutto, lo devi ingoiare tutto – mi scopa la bocca e mi blocca sul suo inguine tappandomi il naso. Sto per soffocare quando mi stacca. – Continua a succhiare, apri le gambe e toccati. Voglio vederti venire – comincio a toccarmi il clitoride e a succhiare con passione, eccitatissima. – Dillo che sei la mia cagna e che godi –
Appena sento le sue dita infilarsi dentro la fica godo come una disperata, urlando il mio piacere – Aaaahhhhhhh, sììììììììììììììì, godooooooooooooooooo sono la tua cagna…..sìììììììììì….godoooooooooooooo – Resto tramortita, tremante, per qualche istante. Poi lui mi solleva e mi bacia sulla bocca. Incrociamo le nostre lingue mentre ho ancora gli ultimi spasmi del violentissimo orgasmo che mi ha squassato.
– Brava cagna, da oggi sei la mia segretaria cagna, ti educherò per bene a diventare la miglior cagna in circolazione in questa città. Adesso vai in bagno a rinfrescarti, ma non chiudere la porta e poi vai a casa. –
Mi avvio barcollante verso il bagno. Ho il mascara colato su tutto il viso e la faccia stravolta. Mi tremano le gambe anche quando mi siedo sulla tazza del cesso per fare pipì.
– Sollevati un po’, voglio vederti pisciare – mi dice dallo stipite. – Ma mi…imbarazza… – sussurro. Si avvicina come una furia e mi solleva dai fianchi
– Troia, tu da oggi farai tutto quello che ti dico di fare, sarai umiliata ed esposta come e quando voglio io. Quindi adesso accovacciati dentro la vasca da bagno, piscerai lì dentro –
Mi spostai dentro la vasca, a piedi nudi, lui mi allargò le cosce, poi si avvicinò tirando fuori il cazzo e me lo fece succhiare
– Piscia mentre mi succhi come una puttana da strada, altrimenti dovrò punirti – ma la mia vescica non ne voleva sapere, non riuscivo a farlo in quella posizione e speravo che la succhiata potesse distoglierlo.
– Va bene, l’hai voluto tu –
Sono nuda dentro la vasca coi capezzoli martoriati in tiro e il suo cazzo in bocca quando sento il suo piscio colpirmi la gola. A momenti affogo. Tossisco
– Nooooooo – urlo.
– Apri la bocca troia e toccati, piscerò addosso a te e dentro la tua bocca mentre godi ad essere trattata come una puttana –
Quelle parole mi eccitano ancora di più e il secondo schizzo mi raggiunge sul collo, e poi sulla fica. Comincio a sgrillettarmi furiosamente mentre la sua pipì mi arriva in bocca, sulle tette sulla mano tra le mie cosce e lui mi urla di godere come una cagna.
Vengo senza ritegno mentre lui mi inonda il viso di pipì che lascio scivolare anche dentro la mia bocca.
– Sei più cagna di quanto non credessi, preferisci farti pisciare addosso che pisciare davanti a me. Me ne ricorderò. Ora lavati e vai, per oggi hai goduto abbastanza –
E uscendo dal bagno aggiunge – Ah ti aspetto domani mattina alle 9 in punto. Ti voglio senza biancheria intima e coi tacchi alti.
Dovrò lavorare molto su di te, ma sei assunta
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3
17 years ago
admin, 75
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Coppia di grezzana
ciao volevo raccontarvi un altro racconto accaduto un anno fa, guardando i vari siti di annunci di coppie ma senza trovare niente, intento nel guardare non mi accorgo che la casella dei messaggi lampeggia.
Clicco sulla posta e trovo un messaggio di una coppia di verona che mi faceva i complimeti per le foto, io contraccambiai subito visto che erano online , non ci volle molto per ricevere una risposta .
Mi diedero il loro contatto msn , subito dopo aggiunsi il contatto e cominciammo a parlare scambiandoci complimenti sulle foto e fisico di lei e delle sue posizioni e che a lui piaceva fare foto e riprendere quello che facevano in coppia , senza neanche accorgermi erano gia le 20,30 (avevamo incominciato circa le 19;30, che lui mi propose di raggiungerli a casa loro.
Io eccitato gli risposi che dovevo ancora prepararmi visto che ero in ufficio , mi diedero il loro numero e andai a casa a farmi una bella doccia rinfrescane.
Partii verso le 21,15 (non sono pratico di verona) sbagliai starda e mi ritrovai verso casa loro che erano gia le 10,30, li chiamai ma lui mi rispose che era troppo tardi poiche la mattina si doveva alzare alle 5, ci salutammo metendoci d accordo per un altra volta.
Tornai indietro un po deluso dal casino che avevo fatto e andai a dormire.
La mattina susseguente pensavo ancora all occasione sfumata, ma un trillo del cell. mi fece cambiare umore, apro il messaggio e sono loro che mi inviatavano la sera per bere un caffe da loro, risposi subito che andava bene visto che la stara ormai la sapevo e che per 21 sarei arrivato.
Tutto contento per l appuntamento la giornata passo velocemente, partii da casa alle 20,30 e alle 21.00 ero davanti a casa loro, lui ere sul balcone che mi aspettava , e mi indico la starda per salire da loro,
Sali al secondo piano della villetta , ci salutammo presentandoci, lui si chiamava andrea e francesca( nomi inventati per correttezza) lui 1,75 un po robusto , lei quasi 1,80 ionda un gran bel fisico non italiana , vestita in modo normale .
Mi offrirono da bere e scambiando quattro chiacchere passo circa una ventina di minuti, alche lei disse che doveva andare un attimo in bagno intanto lui mi offri da bere del aranciata e mi racconto che gli piaceva riprendere quello che facevano in coppia e se ero d accordo di farmi riprendere , ed io accettai , passo una decina di minuti, e la vedo uscire da una porta con un vestito attillante nero con dei bei sandali tutta in ordine (una gran bella figa), gli feci i complimenti per come era bella ed eccitante, poi pero io dovetti andare in bagno a far pippi, lei si alzo e mi indico il bagno facedomi starda, entrai e feci quello che dovevo fare senza chiudere la porta a chiave , nell attimo che finni di far pipi la porta si apri , era lei mi disse che se avevo bisogno di u asciugamano di usare quello appoggiato sulla vasca , mi lavai per bene ed usci dal bagno .
Appena uscito mi trovai lui con in mano la videocamera e mi disse che non riusciva afarla funzionare , e che francesca era in camera che mi aspettava, presi e andai in camera lei era seduta su un angolo del letto ed appena mi vide si lazo e mi venne incontro. cominciammo a toccarci senza baciarsi , comincio a spogliarmi ed io feci lo stesso, poi si inginocchio e comincio un favoloso pompino.
Dopo la feci accomodare sul letto per leccargli la figa ma lei non volle , anzi prese il presevativo e mi fece stendere sul letto, con la sua ablita in un attimo mi infilo il preservativo con la bocca e in un istante si sedette sopra facendolo arrivare fino in fono.
Intato lui non si vedeva era intento ancora con la videocamera che non voleva funzionare, le comincio a cavalcarmi finche non venne la prima volta, allora lo tiraoi fuori e la feci stendere, cosi la scopai a gambe larghe , poi ancora mettendomi le sue gambe sulle spalle spingendolo sempre piu, lei di diceva di spingere e di scoparla duro.
cambiammo parecchie posizione e venen alemno cinque sei volte, alche arrivo anche lui gia nudo che si menava il cazzo , subito le chiese se ero di suo gradimento e lei rispose di si che avevo un bel cazzo e che lo sapevo usare , allora comincio ad incitarla nel farsi montare,mentre lei era alla pecorina io la scopavo su si mise dvanti e comincio a farsi pomapre l uccello , poi cambiammo posizione con lui che la scopava e incitava dandogli della gran troia, ed io a farmi succhiare ,lui non resistette molto circa una ventina di minuti e gli sborro nella fica, ma lei non era esausta e allora si infilo il mio cazzo in figa , era eccitante scoparla pensando che era stata appena riempita da suo marito, lui sempre li con noi la incitava a afrmi sborrare , e ci riusci dopo un ora e mezza , ma la cosa piu bella e che volle che gli scaricasi utto sulle sue tette. infatti fu cosi mi sfilai dalla sua figa e tolsi ii preservativo sborrando come mai sulle sue tette .
Stammo li per almeno venti minuti sul letto tutti e tre esausti e contenti.poi ci lavammo e ci rivestemmo accomodandoci sul divano .
Poi siccome si era fatto tardi ci salutammo e ci demmo appuntamento per un altra volta e che avrebbero fatto partecipare un altra coppia loro amica.
ciao e spero di essere riuscito ad accontentarvi
se qualche coppia vuole conoscermi ne sarei lieto.
14
1
17 years ago
scanner68vr, 50
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La razionalita\' sfuma dalla mente,l\'istino prend
Il principio d'autunno è un momento particolare dove ognuno,dopo il trascorrere dell'estate cerca di adeguarsi all'arrivo dell'inverno e delle sue abitudini,iniziando da una sera tra amiche in questo caso.
Un dopocena rilassante e soft in un locale sobrio e la musica di sottofondo accompagna le ore che trascorrono.I divanetti sono comodi,tra chiacchiere e battute.Fuori l'aria è fresca,lei è vestita di nero,il suo dolcevita disegna la curva perfetta del suo seno a cupula..Il suo profumo e' intenso ed inebriante,raffinato..Come la sua voce suadente ed accattivante.
I suoi occhi..provocanti e tumultuosi,pronti a guardare nella parte piu' intima.Lei,si lascia prendere dai discorsi sempre piu' intimi,dalle confidenze piu' sfacciate,per una sera libere di bere e di fregarsene del mondo intero.Poco lontano dal gruppo delle stesse,lei..solleva lo sguardo e lo vede..In un gruppetto di persone.Affascinante come sempre,Giacomo,un amico di famiglia..
O meglio un po’ più di un conoscente ed un po’ meno di un amico
.Ti sei ritrovata alcune volte, sola, in quei momenti in cui la mente vola e il corpo esige, a fantasticare su di lui, per poi ritrovarti imbarazzata a fissarlo in occasione di un incontro, ricordando quei pensieri, quasi lui potesse sapere.
Forse l’alcool.Forse i discorsi fatti con le amiche.Forse chissà …
Fanno emergere in te quell’istinto di sfida che ben conosci
Quel desiderio di sfidare mostrandoti per poi negare
Di superare la tua naturale timidezza, almeno per un attimo, per gioco
Lo fissi
Spudoratamente
Aspettando che il tuo sguardo lo porti a fissarti
E finalmente i suoi occhi incrociano i tuoi.
Sfacciatamente lasci che … innocentemente la tua lingua ti accarezzi le labbra, quasi a raccogliere una immaginaria goccia del tuo cocktail
Piegando appena la testa di lato, mostrando il collo flessuoso
Ami quel gioco
Ami vedere lo sguardo di chi ti fissa farsi acceso
Sapendo che la mente vola, immagina
Cercando di indovinare i pensieri osceni che in quel momento passano nella mente di chi hai scelto come vittima
E stasera sarà lui la tua vittima
Sarà lui che immaginerà e desidererà il tuo corpo per poi vederti … freddamente distogliere lo sguardo tornando alle tue chiacchiere tra amiche ed allontanandoti poi lasciandolo con le sue fantasie e la sua eccitazione inappagata
La tua mano che … casualmente sfiora il tuo collo, la tua gola
Lente le tue dita sulla tua pelle
Ma … lui non ti guarda più
Il suo sguardo è altrove
Perché?
Sai di piacere
Sai di saper essere dolcemente puttana quando vuoi
Conosci le reazioni degli uomini quando inizi quel gioco
Li vedi fissarti con occhi spalancati ed acquosi
Che non sanno allontanarsi da te
Il loro respiro farsi più rapido
Inseguendo immagini oscene nella loro mente
Immagini con te protagonista
Sorridi tra te ai loro tentativi a volte goffi di ricambiare i tuoi movimenti con altrettante movenze che vorrebbero essere seducenti
Che forse lo sono, ma nel tuo gioco son solo ridicole
Sorridi quando li vedi sollevare il bicchiere in un silenzioso brindisi a te
Sorridi quando fissi i loro pantaloni improvvisamente gonfi dal desiderio
E quasi puoi leggere nelle loro menti quel “cosa ti farei, come ti farei…”
Quelle immagini fantasiose su come prenderebbero la tua bocca, la tua figa, il tuo culo
Perché ora lui no?
Perché non ti guarda?
Con fastidio distogli la mente da quel gioco
Torni a chiacchierare con le amiche
Ma quel pensiero, quel gioco ormai ti ha presa
E di sottecchi sbirci verso lui
Vuol giocare pensi
Finge di non guardarmi per fissarmi poi di nascosto
Ma ogni volta che guardi verso lui il suo sguardo è altrove
Forse l’alcool
Forse le chiacchiere un po’ troppo spinte tra amiche
Forse una sorda rabbia nel vederlo sfuggire al tuo gioco
Quasi una offesa alla tua femminilità
E lentamente ti sposti sul divanetto
Così che lui possa vedere il tuo corpo e le tue mani muoversi come danzatrici esperte..
Ancora il tuo sguardo fisso su lui
Che finalmente torna a guardarti
Sorride
Si, non puoi sbagliare sorride a te
È tuo ormai… mentre lentamente lasci che le tue mani sfiorino le cosce attraverso l'inteno coscia...lo guardi...Lo fissi..
Ma … ancora i suoi occhi ti abbandonano
Lo vedi parlare con una ragazza seduta accanto a lui
Scherzare ridendo
Lei che si siede più vicina
Spudoratamente vicina, parlandogli all’orecchio
“PUTTANA”
Questo pensiero ti attraversa all’improvviso la mente
Oltre il razionale
Perché razionalmente sei tu la puttana che cerca di stuzzicarlo, eccitarlo, coinvolgerlo per poi … negarti
Ma i suoi occhi ora tornano
Nei tuoi
A fissarti
Diverso il suo sguardo ora
Più deciso
Mentre la sua mano sfiora il collo di lei
Le sue dita le accarezzano la gola
Come poco prima le tue dita sfioravano te
Ora sei tu a non riuscire a staccare lo sguardo da loro
Quasi a sentire quelle dita sulla tua pelle
Sulla gola
Ora sei tu a sentir brividi scorrere sulla pelle
Gli stessi che lei sente
E i suoi occhi non ti abbandonano
Mentre la sua mano scivola sulla schiena nuda di lei
La vedi tendere i muscoli a quella carezza
Che prosegue indecente lungo la sua schiena
Che disegna la curva morbida delle sue natiche che generosamente mostra premendosi contro lui
Ora è il tuo respiro a farsi rapido
Affrettato
Mentre lo vedi sfiorare le ginocchia di lei, le gambe, lasciate abbondantemente nude dalla gonna corta
“puttana”
torna ad urlarle la tua mente
e quasi non ti rendi conto che la tua mano sta seguendo quei movimenti
sfiorando piano le tue cosce
il chiacchiericcio delle amiche è solo un sottofondo ormai,
ormai sei presa dai suoi occhi
che non lasciano i tuoi neppure per un istante
ormai sai che il gioco si è ribaltato
che è il tuo ventre a pulsare
è la tua voglia a bagnare lo slip
sono i tuoi pensieri che oscenamente gridano, quasi lui potesse sentirli
“cosa vorrei farti ora, come vorrei mi facessi ora, sentire le tue mani, il tuo cazzo, succhiarlo, berlo, farmi fottere”
e il tuo viso improvvisamente diventa paonazzo perché proprio in quell’istante sul suo viso si disegna un sorriso strano
quasi lui potesse leggerti dentro
sapesse cosa pensi
cosa provi
cosa vorresti
tu, fedele a te stessa
tu che solo con la mente tradisci
tu che anche solo dopo quei tradimenti cerebrali ti fai prendere dai rimorsi
tu, che ora chiudi le tue mani a pugno premendole ritmicamente sul ventre
mentre vedi la sua lingua assaggiare il collo di lei
che si stringe a lui
che si dona a lui
“puttana”
puttana lei e stronzo lui
perché sa cosa ti sta facendo
e neppure per un istante ti sfiora il pensiero che è esattamente ciò che tu volevi fare a lui
ma ora vorresti esser tu contro di lui su quel divanetto
ora vorresti sentire tu le sue mani
ora vorresti esser tu a sussurrargli all’orecchio quanto sono fradici i tuoi slip
duri i tuoi capezzoli
ora vorresti
li
in quel locale in penombra
premere spudoratamente il tuo seno contro il suo petto per fargli sentire la tua voglia
tu contro lui, e vorresti fosse lei a fissarvi ..piena di desiderio represso ….
…………..
“moana…, moana va tutto bene?”
parole che sembrano giungere da un altro mondo
parole che a fatica colleghi alla voce di franca, la tua migliore amica
ti sforzi di distogliere lo sguardo da lui
con voce malferma sussurri “si, tutto bene, solo forse un cocktail di troppo”
e con un sorriso forzato ti alzi per andare in bagno
non gli darai questa soddisfazione a quello stronzo
non ti vedrà fissare le sue mani desiderandole
la sua bocca sognandola
sollevi il capo decisa
attraversando il locale
accidenti devi passare accanto a loro
fingi di non vederlo, non reggeresti ad un suo saluto
la testa alta
lo sguardo lontano
e mentre passi accanto a loro
lei che ridacchia querula sussurrandogli “sei un lurido porco” con un tono che sottintende ben altro..
finalmente la porta del bagno
la chiudi alle tue spalle
rabbia ora
rabbia folle in te
rabbia con te stessa
per aver iniziato quel gioco stupido
per avergli permesso di girarlo a suo favore
per aver concesso alla tua mente ed al tuo corpo di abbandonarsi
inghiotti con decisione due piccole lacrime che stanno bagnando i tuoi occhi
NO
Non gli regalerai anche le tue lacrime
Chiudi il coperchio della tazza WC e ti siedi
Per un attimo il tuo odore di femmina eccitata ti avvolge
Ti stordisce
“smettila moana”
cerchi di ritrovare il tuo equilibrio
te stessa
il click sommesso di un messaggio al tuo cellulare
sorridi immaginando il messaggio di buonanotte di una persona cara e
così dolce
e tu così stronza ad aver pensato, desiderato… ad esser stata così … puttana,
si lo sai bene di esserti sentita così e ti è piaciuto da morire
ma ora basta
prendi il cellulare dalla borsa per rispondere
e l’aria ti manca
non è chi ti aspettavi
un numero che non hai memorizzato
il cuore che batte un colpo a vuoto
tentata di cancellarlo senza leggerlo
non essere sciocca
probabilmente è un errore
o chissà
leggi
arrossisci
ti arrabbi
ti ecciti
ti insulti
lo insulti
tutto contemporaneamente in un turbinio di pensieri scomposti
è lui
è Giacomo
sapevi che aveva il tuo numero
come pure quello del suo amico nonche' il tuo ambito compagno
tu non hai mai memorizzato il suo
leggi
rileggi quelle frasi
meccanicamente le cancelli dal cellulare
ma sai bene che non riuscirai a cancellarle dalla mente
sembrano rimbombarti in testa
colmarti il cervello
ripetersi ossessive
e mentalmente ti ripeti quelle frasi
ossessivamente
quasi a sentirle dette da una voce …
“sono qui moana, oltre la porta di questo piccolo bagno, solo questa porta ci separa
e io so cosa vorresti ora moana, so cosa senti ora moana, so cosa temi ora moana,
esattamente tra cinque minuti me ne andrò se non vedrò questa porta aprirsi ed allora ti resteranno solo rimpianti per ciò che poteva essere”
il tuo sguardo resta fisso sul cellulare che ancora stringi tra le mani
l’orologio che scandisce il tempo
vorresti urlargli “vaffanculo stronzo”
dirgli che non hai bisogno di lui per godere
che non sai che fartene di lui
ma la tua mente vola sola ormai
lo rivedi su quel divanetto
le sue mani accarezzare lei
ritrovi i brividi che gia sentivi
mentre la tua mano inseguendo quelle immagini è tra le tue cosce, premendo su quello slip fradicio
indecentemente zuppo di te
e il tuo odore di femmina eccitata colma l’aria e ti stordisce
e ti alzi
le tue mani tremano appena mentre aprono la porta
la schiudono piano mentre il cuore pare fermarsi ed il volto è acceso di imbarazzo e voglia
apri quella porta e …
nessuno..
non c’è nessuno in quell’antibagno
perché quel senso di vuoto e disperazione in te moan?
Dovresti esserne contenta, ha dimostrato più buon senso di te
Perché quel senso di vuoto? Dovresti essere furiosa, sta ancora giocando con te
Perché ti senti in colpa e guardi l’orologio pensando di aver lasciato trascorrere quei cinque minuti, mentre le lancette ti dicono di no?
Ti guardi allo specchio
Il tuo viso dice tutto, troppo …
Un velo di trucco a nascondere quei segni sotto gli occhi
Non gli darai la soddisfazione di capire
Cazzo non saprà che hai aperto quella porta
Lasci che il tempo scorra, mentre piano il tuo corpo si calma
E una freddezza glaciale ti prende
Non ancora, aspetterai ancora, deve esser sicuro che quei cinque minuti siano trascorsi lasciando chiusa quella porta.
Ora
Ora ti senti pronta
Il tuo viso si dipinge in una maschera di indifferenza mentre torni nel locale, dirigendoti con passo che speri fermo e sicuro, verso le amiche
Passando accanto a quel divanetto ….
… Vuoto …
Per un attimo le gambe ti cedono
STRONZO, MILLE VOLTE STRONZO
Non si è neppure degnato di aspettare e capire se avresti aperto quella porta
Ti ha fatto fare la figura della puttana in calore pronta ad aprire le cosce al primo stronzo che la fissa
Pronta a bagnarsi lo slip solo per uno sguardo
………………………..
Ma tu …. ERI … pronta ad aprire quella porta
E il tuo slip … E’ … fradicio per quegli sguardi
Mille pensieri nella mente
Le gambe malferme
Un senso di rabbia e frustrazione in te
Mentre sussurri a franca poche parole di scusa dicendo che preferisci tornare a casa
Rifiuti gentilmente la sua offerta di accompagnarti, la rassicuri sul tuo star bene
Solo stanchezza e troppo alcool
Una buona dormita sistemerà tutto
E finalmente esci
Aria
Hai bisogno d’aria ora
Per toglierti da dosso quell’esserti sentita sporca
Puttana
Cagna
Aria pulita che lavi i tuoi pensieri ora
Mentre attraversi il parcheggio verso la tua auto
Frugando nella borsa a cercare le chiavi
E finalmente ora puoi lasciare che lacrime segnino il tuo volto
Rabbia e delusione forse
Sfogo
Malinconia
Umiliazione
Mentre la tua mano è gia sulla portiera
“buonasera MOANA”
il sangue si fa ghiaccio nelle vene
la sua voce
lurido pezzo di merda
sapeva che saresti uscita
umiliata e delusa
sapeva che saresti uscita
e vuol godersi la sua vittoria fino in fondo
inghiotti le lacrime girandoti lentamente
indossando il tuo sguardo più duro
trovandotelo davanti
sicuro
sorridente
STRONZO!
Sussurri un “..buonasera”
Che ti fa odiare ancor più te stessa
Non puoi permettergli di farti incrinare la voce
Di farti comportare come una quindicenne al primo appuntamento
Le sue parole … inattese …
“sono felice che tu abbia aperto quella porta moana”
un tremito attraversa il tuo corpo
come lo sa? Come può saperlo
ti appoggi all’auto
il respiro ti manca
non sai cosa dire, come reagire
ma cazzo devi reagire
non puoi permettergli di …..
…………………….
la sua mano
a sfiorare i tuoi capelli
la sua mano
ad accarezzare la tua gola
la tua pelle
il tuo corpo che ti urla di non pensare
di abbandonarti
la tua mente che non sa più razionalizzare
lo fissi
a bocca schiusa
respirandogli in viso la tua voglia
il suo corpo contro il tuo, schiacciata contro la tua auto
e tu che premi contro lui
sfacciatamente ora.
Ora non servono più parole
ora è il tuo corpo che parla al suo
che si offre al suo
cerchi il suo ventre con il tuo
premi il tuo bacino contro il suo
ondeggiando
mentre la sua mano stringe il tuo seno
e la sua lingua assaggia la tua pelle
ora le tue unghie lo stringono a te
lo vuoi, lo chiami, lo aspetti,
mentre la sua mano scivola tra le tue cosce a trovare quello slip fradicio
a muoverlo dolcemente
a premerlo severamente
ad eccitarti ancor più
per poi strapparlo con un gesto secco
e finalmente le sue dita in te
a spingere nel tuo ventre
a muoversi in te
per poi uscire
lorde della tua voglia
e strisciare sul tuo volto
a bagnarlo della tua stessa voglia
a farti assaggiare la tua voglia dalle sue dita
… le sue dita
ora severe
sui tuoi capelli
a spingerti a terra
davanti a lui
in ginocchio sull’asfalto di quel parcheggio buio
nascosta dalla tua auto agli sguardi di chi esce da locale
ma ora non ti importa nulla
ami quella mano dura sui tuoi capelli
ami quel dolore sordo alle tue ginocchia
quel pungolare dell’asfalto sulla tua pelle
ami soprattutto l’odore violento del suo sesso
li
davanti a te ora
li a sfiorare le tue labbra
a schiuderle per scivolare in te
ad uscire per battere duramente sulle tue guance
e tornare tra le tue labbra
in fondo alla tua bocca
a fotterti la gola
con forza
con colpi profondi e decisi
e ad ogni colpo il tuo capo batte contro la portiera chiusa della tua auto
ora ti senti puttana fino in fondo
ora vuoi esser puttana fino in fondo
li, scopata in bocca da un quasi sconosciuto in un parcheggio
li in ginocchio davanti a lui a sbavare sul suo cazzo
li a colare voglia indecente tra le cosce senza alcun pudore
la sua mano ti strappa da lui
piega il tuo capo verso il suo
sputa saliva sul tuo viso
e quasi un orgasmo ti travolge
mentre ti solleva
aprendo la portiera
mentre ti fa chinare in avanti, il viso schiacciato sul sedile
e lui, in piedi, dietro te
solleva sulle tue natiche nude
lui dietro te
senza bisogno di dire nulla
spinge il suo sesso in te
scivolando sulla tua voglia
lui dietro te ti scopa come si scopa una cagna in calore
e godi nel sentirti fieramente tale
lui dietro te accarezza le tue natiche
le colpisce con forza con una sculacciata inattesa
una seconda
una terza
ritmicamente con i suoi colpi
lui dietro te che ti chiede .. ordina … di mostrargli come si masturba una puttana da strada mentre viene scopata in un parcheggio
e gia la tua mano è li
sul clitoride
gia le tue dita si muovono in ritmi che conosci ed ami
movimenti che accelerano quando le sue dita schiudono le tue natiche
quando forzano il tuo culo
preparandolo
quando lasciano il posto al suo cazzo
che prepotente ti prende
più veloce la tua mano
mentre soffochi, piegata su quel sedile, gemiti di dolore
che presto sfumano in piacere
mentre lo senti prepotente nelle tue viscere
mentre ti fai sbattere come mille volte hai sognato
e finalmente ritrovi la voce
soffiando in quel sedile parole mille volte pensate
troppo poco dette
finalmente urli il tuo piacere nel sentirti puttana
nel sentirti presa
usata quasi
nel sentirti femmina
ancora
ed ancora
fina a quell’orgasmo violento
che fa mancare il fiato
che fa piegare le gambe
che fa urlare la tua anima
che fa colare voglia sulle tue dita
che si amplifica quando ti senti trascinata fuori da quell’auto
spinta ancora a terra
ancora il suo sesso tra le labbra
ancora la tua testa tra le sue mani
ancora colpi decisi nella tua gola
sentendo quel cazzo teso
che sa di lui e di te
lo senti fremere
vibrare
esploderti in bocca
sulle labbra
sul viso
bevendo il suo piacere
per poi sentirti dolcemente sollevare
stringere contro lui
accarezzare piano i capelli mentre cerchi di tornare a connettere
riemergendo dal limbo del piacere
e lui che ti sorride
tu che sorridi a lui
senza imbarazzi ora
mentre galantemente ti bacia la mano sussurrandoti … “a presto”
e tu rispondi con un semplice “si”
e sei sulla tua auto
guidando verso casa
il suo piacere che si asciuga sul tuo viso
il tuo che ancora bagna le tue cosce
l’odore di sesso e piacere nella tua auto
sorridi
non hai sensi di colpa ora
stranamente non stavolta che non hai tradito con la mente ma con tutta te stessa
sorridi
pensando a quel saluto “si, … a presto”
e al tuo slip stracciato rimasto sull’asfalto di quel parcheggio.
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17 years ago
admin, 75
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La prima volta da sorellina
Dopo un bel periodo di navigazione sul vostro sito e alcuni incontri sempre positivi con travestiti, finalmente mi sono deciso…dovevo diventare una perfetta sorellina per poter lesbicare con altre trav porcellina come me, oppure divertirmi con coppie.
La preparazione è stata molto studiata; sono stati inizialmente acquistati parrucca azzurra a caschetto, trucchi, autoreggenti a rete e sandali aperti con tacco dodici…quindi scovando per casa e per mercatini ho aggiunto al corredo alcune collane, un bel vestitino stretto che mette in risalto le forme e altri oggetti utili a soddisfare la mia perversione, quindi eccomi pronta!!!
Pur continuando a svolgere una normalissima vita da fidanzato alcune sere mi trasformo in Rebecca, fighetta dai capelli turchini pronta a giocare…il primo incontro è stato veramente eccitante, la sorellina mi aveva ordinato massima depilazione trucco pesante tacco alto ed è stata esaudita, arrivata a casa sua sono corsa in bagno per rivedere gli ultimi dettagli mentre anche lei si cambiava, quindi ci siamo incontrati in semi buio dove abbiamo cominciato a slinguare toccarci e palparci i culi. Ero talmente eccitato che praticamente sono venuto limonando…un altro giretto in bagno a sistemarci e abbiamo cominciato a divertirci seriamente, prima Luana ha tirato fuori un cazzo di tutto rispetto, che ho preso in bocca con piacere per farlo irrigidire, poi è stata la sua volta di spompinare, mi ha succhiato il cazzo per 5 minuti buoni finchè non hanno suonato alla porta…stupito e anche un po’ impaurito guardo Luana che mi dice di non preoccuparmi se non mi dispiaceva aveva invitato un’altra sorellina.
Nessun problema ovviamente, inoltre quando abbiamo aperto la porta è arrivata una fica esagerata che ancora non era a posto con il trucco. Messi in salotto e riaggiustati cominciamo a farci due foto un po di conoscenza e bere qualcosa…al secondo bicchiere, dopo aver messo un bel film porno ci chiediamo a vicenda … “ti sei mai fatta pisciare addosso?”.
Subito rispondo di si un paio di volte, e voi? La nuova sorellina che si chamava Patrizia ci disse di no perché ogni volta non si riusciva, data l’eccitazione di entrambi a metà rapporto i cazzi erano troppo duri; detto fatto era il momento giusto, senza preoccuparci neanche di andare in bagno tiriamo fuori i due cazzi barzotti e cominciamo a inondare Patrizia che nel frattempo aveva capito tutto e si era messa in ginocchio per ricevere la pioggia dorata….man mano che procedevamo con la pisciata Patrizia ci toccava i coglioni suscitando in entrambe un’erezione che ha subito interrotto la pisciata, ma che ha cominciato il gioco.
Patrizia splendida e con il piscio che ancora le colava sulle tette comincia a spompinare i due cazzi mentre io e Luana limoniamo accarezzandole la nuca, ad un certo punto comincia a leccare il buco del culo di Luana che nel frattempo si era girata, e io mi abbasso per prendere in bocca il cazzo di Patrizia, cominciando così un bel trenino. A questo punto Luana voleva essere inculata; si mette a pecora e aspetta; Patrizia senza alzarsi dalla posizione comincia a insalivare il mio cazzo che in un niente riempie il culo della splendida sorellina, che si ritrova con un palo nel culo e il cazzo di Patrizia in bocca.
Ora tocca a Patrizia il centro dell’attenzione, e mentre io le lecco cazzo e palle Luana se la siede sul palo che la riempie. Io sono troppo eccitato e mollo l’arnese di Patrizia per metterle il mio in bocca…toccava a lei un cazzo in bocca e uno nel culo!! Resisto pochi colpi e riempio le sorelline con un bel getto di sborra che si passano limonando….ma so che tocca a me ricevere i getti e golosa mi metto in ginocchio…Luana tira fuori il cazzo da Patrizia ed entrambe si mettono a segasi su di me…pochi secondi e ho due sorelline che mi piovono addosso sborra calda….gran finale!!!
Tornate in noi ci rivestiamo, e con un paio di baci ci salutiamo…a presto!!
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2
17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
A volte in ufficio nn si lavora....
...pomeriggio tardo, arrivo, posteggio e avvicinandomi al portone chiamo, mi blocco, dallo stesso sta uscendo una donna brutta, bassa e larga, immagino chi sia, con disinvoltura effettuo la chiamata, "pronto" "sono qui, apri" "ehm... senti.." "si, è appena uscita, aveva in mano una radio vero?" "si, ma come..." "tesoro, io sò..." " ok apro"....
..entro, un sorriso mi rallegra quella che fino ad ora è stata una giornataccia, ma la voglia di possederla è forte, più forte del mio malumore. Un bacio, poi mi accomodo disinvolto sulla sua sedia, la fisso e lei si butta su di me baciandomi. Languidamente continuiamo a scambiarci convenevoli linguistici mentre le nostre mani automaticamente stanno già effettuando opera di svestizione, il suo capezzolo mi saluta orgoglioso e festante, avrà dolore e gioia, lo sa già.... Siamo ormai nudi e le offro la sorpresa del giorno, mi sono rasato, il mio pene è libero e felice della sua nudità e lei apprezza, chinandosi immediatamente per leccare. Sa ormai dove mi piace di più, desiderandomi, sa come portarmi subito su di giri.. Mi risiedo e la prendo per i fianchi, la faccio accomodare su di me e lascio che si penetri da sola. I miei occhi nei suoi, adoro leggerli in questi momenti, subito si modificano, il dolce sguardo lascia posto alla cattivona che è nel suo ventre, si anima la bestia che dorme nella sua umida tana. Dopo pochi colpi è già pronta ad inaugurare una serie di orgasmi, ma solo dopo il terzo vedo finalmente i lampi di odio partire verso di me dai suoi dolci occhi, in questi momenti mi odia, sappiamo entrambi perché, non c'è bisogno di dircelo, le mie grandi mani sono sui suoi fianchi, la bloccano, a volte stringendo a volte governando il ritmo. 5! La vedo che si rilassa un attimo, allora inizio a parlare mentre la costringo a mantenere un ritmo scomposto, innaturale, rapido, lento, delicato, brutale, senza senso, senza un filo logico. Nuovamente si eccita grazie alla mie parole, le parlo di uomini e donne di quel forum in rete, gente che adesso magari legge, ma il bello è questo, le commento le persone, li nomino, li giudico, i suoi cagnolini che sbavano immaginando di poter essere qui adesso.. E le donne, quelle con cui parla, dice battute e si confronta, quelle che dicono che non hanno più di un orgasmo alla volta... quelle multiorgasmiche... ridiamo... ci diamo dentro finché abbia lei quelli che non avete voi.... siamo a 9. ..."Sublime, ma tu non vieni?" "no gioia è lunga questa"... 10!
.. La sollevo, la giro appoggiata alla scrivania, e mi prendo il suo corpo da dietro, pochi colpi e sento il mio scroto umido, un leggero rivolo scende. Mi eccita scoparla, le blocco i capelli con la mano sinistra, li tiro a me, inarca la schiena per alleviare il dolore, la mano destra corre verso la clitoride, che ormai è tesa come la corda di un violino, la sfioro, poi la schiaccio brutale, provocandole degli scossoni di un sensuale mix tra dolore e godimento. 12! .. Ormai le tremano le gambe e mentre me ne accorgo, lei me lo conferma, "non ce la faccio più, non mi reggono le gambe" ed in effetti mi rendo conto che la tengo sollevata con il braccio destro, se togliessi la mano dalla clitoride si accascerebbe al suolo.
Mi risiedo e la riprendo sopra di me, ormai è totalmente abbandonata, non ha più forze, si sorregge con la scusa di passarmi le mani nei capelli, ma l'unico motivo è poter incrociare le dita dietro la mia nuca per sorreggersi... 13! Non ne può più è sfinita, mi guarda e mi chiede se devo venire, ma è ancora lontana, allora si lascia andare, scivola ai miei piedi, ma più che scivolare, cade sulle ginocchia per mancanza di forze, inizia a leccare, masturbare e succhiare, ma vedo che se non l'aiuto non potrà tornare dal suo maritino in tempo per la cena... prendo in mano la situazione ed inizio a menarmelo, sempre più forte, lei sa dove mettere la lingua e lo fa con la riconoscenza verso chi le ha dato tutti questi orgasmi, sento arrivare il momento, mi alzo in piedi, lei sempre accucciata sotto di me, si rende conto che il momento è vicino, sente i miei muscoli pulsare per l'avvicinarsi del momento, si contraggono, appoggiata con una spalla alla mia gamba sinistra ha un dettagliato report del momento, infatti senza che dica nulla, alza la testa quel tanto da mettere il suo bel viso davanti a lui che rosso di eccitazione è pronto ad inviarle il dolce miele, non vuole berlo, vuole sentirlo arrivare addosso, sul viso, sulle spalle sul seno, le piace, la fa sentire viva e donna, appagata di avermi soddisfatto.. Ed infatti ecco il premio di tanta fatica.... Mi toglie la mano, lo prende e se lo passa sul viso, ci gioca con la bocca, lo lecca tutto, appagandosi del sentirlo rilassarsi dolcemente..... E' li ai miei piedi, sudata, sporca della mia sborra. Guardo i rivoli di liquido che fanno presa sulle sue spalle, sui suoi capezzoli, sul suo viso.... la alzo, e la bacio, sentendo il mio sapore in lei.... il trasgressivo bacio degli amanti, quello che ti ricordi sempre, quello che ti segna dentro..
... ci spostiamo in bagno, ripulita rapida, mentre riprendiamo un filo di forza, siamo stremati entrambi, le gambe mi reggono a fatica, e vedo lei che ancora trema sulle ginocchia.
Qualche dolce bacio e siamo pronti ad uscire...
Strada, saluto senza bacio, come due conoscenti, ma i nostri occhi hanno già trasmesso il messaggio, non serve un bacio.. Sarebbe solo un'inutile rafforzativo ai nostri discorsi muti.
Accendo il cellulare, parte la prima chiamata... Si ritorna alla normalità!!
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17 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Quel giorno ............. (seconda parte)
Al lavoro, non poteva far altro …….. che ricordare quegli attimi, quei momenti intensi di …….. sesso che li aveva ormai ……… uniti, per cui …………. telefonò a Serena, sperando in un possibile approfondimento delle loro vicende.
“ciao Serena sono Carlo ……..”
“ciao Carlo, sai stamani con Lodovica ……… abbiamo parlato proprio di te ……….”
Pausa, la sua voce era dolce e nello stesso tempo distaccata, per cui un senso di gelido mi pervade su tutto il corpo
Serena riprese la conversazione “……..scusami per la lunga pausa ….. c’era un fattorino” …… riprese con voce più dolce e profonda “sei stato fantatico ……. Sento ancora la tua lingua, mia hai fatto impazzire, “
Carlo ripresosi “……. Grazie ….. anche tu sei stata unica ……..e Lodovica, che ne pensa”
“Carlo, ……. Abbiamo goduto molto e ……… vorremmo continuare …….. se a te va bene”
“Certamente …….. quando?”
“Nel pomeriggio, a casa mia ……… sai abito da sola”
“Solo io e te o ……. anche Lodovica”
“Lei verrà dopo ……… ha delle faccende da sbrigare …….. inziamo noi due …….. se a te va”
“non aspettavo altro …. che tu lo dicessi …………….. un bacio e ………. leccatina”
“oooohh …… Carlo, così mi fai bagnare ……….. a dopo, un bacino bacino”
Suonai il campanello e ……………. Rimasi incantato dal suo abbigliamento ……….
Lei era lì, il suo bel fisico delineato da un perizoma di pizzo nero, la giarrettiera e due calze velatissime ed un baby doll trasparente che lasciava intravedere il seno di lei, leggeremente sceso, ma pieno e con i capezzoli turgidi e pronunciati che…….. aspettavano solo lui ……. per essere toccati e …….. baciati ………..
Un bacio lingua a lingua lungo una miriade di minuti ……. dette il tempo di accarezzare quel corpo sinuoso e caldo ……… e ……….. ci avviammo alla camera da letto ………
Mentre mi spogliai, la mia bocca …….. avida di quel corpo ………… iniziò a baciare e mordere quel poco di pelle nuda ……. del suo collo e ……… la pelle di lei ……. si fece …….. d’oca ……..
Un lamento ed un fremito le pervase il corpo ……… ed accarezzo quei capelli e quella testa ….. così vicina e così sensuale …….. lasciandosi andare alla sua mercè …………
La bocca cominciò a leccare e mordicchiare ogni punto del corpo ed ogni angolo …….. le spalle, il collo, le braccia ……… fino alle dita …….. che entrarono sinuose nella sua bocca calda ……… e furono succhiate e leccate ………. poi ……….. il seno, i capezzoli ……. si irrigidirono …….
“Siii ……” usci dalla bocca di Serena ………sentendo i suoi umori ……. percorrerle le cosce ……. tanto stava …….. appagata da quella bocca che ………… si muoveva tra i seni, i capezzoli ed in ventre ……………..
Sentì una mano …………. accarezzarle le labbra …….. il clito e ………. percorrerle tutto fino al suo culo …………… e poi …………… di nuovo a muoversi come per appagarla ……….. mentre la bocca continuava sui suoi seni ed i capezzoli …………
“Siiiiiiiiiiiiiii ………. continuaaaa ……….”
Non riusciva a dire altro ………. Stava gemendo e godendo …….. al solo …….. “toccare”
Le dita di lui erano molto delicate e …….. travolgenti ……….. che quasi non si accorse che ……… erano finite dentro di lei ………..
“oooohh …….”
Due dita la prendevano davanti ed uno dal dietro …………… e la scopavano ………. D’incanto
La bocca scese sul suo clito e …………… lo succhio tutto ………… facendolo scomparire nella bocca e ………… un leggero fremito la pervase …….. appena la lingua si mosse per accarezzarlo …………
“Godoooooo ………”
Neppure lei si accorse di tutto questo che …………. Si trovò a godere nell’amplesso ……… senza che lo avesse toccato …………….
Era stupendo e …… bellissimo ……….. quasi Carlo conoscesse le sue voglie ed i suoi desideri ………….
Allungò la mano e …………….. prese quel membro …………. Già bagnato e voglioso e …………. scappellandolo …….. ne trasse fuori un po’ di liquido che ………. Scorse nelle sue mani ……….
Lo avvicinò alla sua bocca e ……….. leccò quel liquido e quella cappella ………… ormai sue
Lo avvolse tutto nella sua bocca e …………
Iniziò a muoverlo ed a leccarlo ……….. con la voglia di godere …….. e di farlo godere ………… insieme
Bastò pochi movimenti che …………. Un liquido caldo le si riversò nella bocca e nella gola ……… riempiendola …. tutta e fuoriuscendo ……… un poco
“Siiiiiiii ……..” disse Carlo mentre godeva ………. nella bocca di lei
Sembrava che ognuno ……….. volesse far godere l’altro ………. Senza esser vogliosi di ……. Sentirsi uniti e travolti dalle loro passioni
Continuò quel gioco ………. e ……… ripresisi dalle loro esplosioni ………. Iniziarono a baciarsi ed ad eccitarsi ……….
La bocca di lui ……… sul sesso di lei ……… esploravano quelle labbra ……… quella fica ………. quel culo ………. scopandola …. e facendola gemere
La bocca di lei e la sua lingua ……… sulla cappella di lui ……….. sulle sue palle ………. nel suo culo ……….. infilando la lingua e ……… scopandolo come se volesse ……….. prenderlo e …….. farlo suo
Si muovevano all’unisono …………
Gemevano e si contraevano …………
“Godooooooooo ……..” questo sottile accenno ………………. di lei ………….. “ti voglio dentro di me ………… vieni” …………….
Carlo si ……… girò ed ……… appoggiò la cappella bagnata di umori e di saliva …. A quelle labbra ……… ormai fradicie di umori e ………. Penetrò dentro di lei …………….
Le gambe sulle sue spalle ………… iniziò a muoversi dentro di lei …………
Su e giù ……. Con movimento lento, roteante e veloce ……… ritmato ………….
“siiiiiiii ……… “
Gemevano ……. si baciavano ………… e …………………
“GODOOOOOOOOO” insieme fu l’esplosione dei due corpi………………….…avvinghiati ed esausti ………… si unirono e si baciarono …………….. contenti …… e ….
………… insieme “Lodovica?” ………..
non era venuta …………
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17 years ago
carino6423,
37
Last visit: 11 years ago
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Quel giorno .............
Quel giorno Carlo aveva deciso che, nonostante fosse ancora un po’ depresso, sarebbe andato al mare, ……….. adora andare sulla spiaggia a passeggiare a piedi nudi in questi giorni di ottobre inoltrato, quando tutti i bagni sono chiusi ermeticamente e si trovano solamente delle coppie a pomiciare e qualcuno che fa footing o che porta il cane a spasso.
Mentre camminava da circa un’ora, una coppia vicino ad uno scoglio lo incuriosì ….. sarà che da un po’ di tempo non aveva una donna, sarà la curiosità ……… si fermò un attimo e cerco di vedere meglio quegli strani movimenti ………..
Vide due corpi che si avvolgevano …. Ma non riusciva bene a distinguere quale fosse la donna e quale l’uomo ……… cosicché si avvicinò …. Per guardare meglio le due fisionomie ……….
Avvicinandosi ………. Non si accorse dello scoglio ed inciampò a terra ……. Bagnandosi e sporcandosi ……… e maledendo la sua curiosità ……..
Sentì delle risate ………….. ed alzò il capo …. Cercando chi stesse ridendo e ………
La sua curiosità fu appagata ……….
Dallo scoglio le due donne, ebbene sì due donne ………., avevano sentito il rumore e l’urlo di Carlo e si erano voltate verso di lui ridendo …….. della buffa caduta che aveva fatto ……..
Riconobbe quei visi ……….. e ………..
… inequivocabilmente le due donne erano le colleghe di Carlo, quelle della stanza a fianco alla sua.
Quante volte, assieme agli altri uomini dell’ufficio, aveva fatto peccaminosi apprezzamenti su Serena e Ludovica. La prima era una signora che aveva superato gli “anta” ed era considerata una donna algida e ritrosa a qualsiasi “avance”, la seconda, molto giovane, era stata assunta da qualche mese proprio come segretaria di Serena.
Trovarsele ora lì davanti, in atteggiamenti tanto giocosi quanto intimi e maliziosi, turbò non poco Carlo.
Alla sua caduta risolini di scherno si sollevarono immediati e mentre una delle due indicava nella sua direzione l’altra evidentemente si accorse di chi fosse quell’uomo, caduto in modo così buffo.
Per un attimo i tre rimasero come immobilizzati, ognuno con i suoi timori … ognuno con le proprie fantasie.
Poi Carlo prese coraggio e si avvicinò. “Ehi, come state …oggi di certo non mi aspettavo di fare certi incontri!” esclamò l’uomo, osservando con insistenza il micro abbigliamento delle due donne.
Serena aveva un perizoma rosso che delineava in maniera perfetta le sue splendide curve del culo, mentre Ludovica aveva un costume brasiliano che fasciava i suoi glutei sodi e abbronzati.
Ambedue erano in topless e il loro seno era sensuale, seppur con diverse modalità.
Quello di Serena era leggermente sceso, ma pieno e a base larga, con i capezzoli naturalmente turgidi e pronunciati.
L’altra collega aveva delle tette non particolarmente grandi, ad occhio una seconda, però stavano magicamente su, sfidando la legge di gravità.
“Ciao Carlo, anche tu frequenti questo angolo di paradiso?”
“In effetti non è un posto conosciuto da molti. Ma il fatto che ci siamo le dune di sabbia e tutti questi arbusti, mi fa immaginare di essere in una strana oasi lambita dal mare.”
“Come sei poetico” ribattè Ludovica “dai siediti vicino a noi”.
“Veramente” replicò Carlo “ nel vedervi così svestite i pensieri romantici lasciano posti a quelli un po’ più maliziosi. E poi non vorrei disturbare … mi sembrava che foste indaffarate a …giocare tra di voi … insomma …”
“Ci sembri impacciato, forse ti abbiamo scandalizzato … ma stavamo solo divertendoci, sai tra sole donne non è che si possa fare molto di più ..:”
“Perché, cosa avevate in mente?” rispose l’uomo toccandosi il membro che sotto lo slip era ormai evidente.
Gli occhi maliziosi delle donne saettarono verso il pube di Carlo, mentre le mani ripresero a carezzarsi con apparente innocenza. Una leggera brezza pomeridiana aveva intanto preso a spirare, facendo svolazzare i loro bei capelli, che sembravano essere un sipario magmatico sui loro corpi scolpiti.
A quella vista il glande dell’uomo iniziò a fare capolino dalla parte inferiore del costume, mentre le due colleghe avevano iniziato ad accentuare le loro carezze e ora stavano carezzandosi la punta dei seni.
Poi le bocche si avvicinarono e le lingue si resero visibili, intrecciandosi e rincorrendosi una nella bocca dell’altra. Carlo lasciò fare, voleva vedere fino dove le donne volessero arrivare.
Le mani di Ludovica cominciarono a carezzare il solco della schiena di Serena e le sue dita si insinuarono sotto il sottile filo del perizoma arrivando a solleticare il buchino posteriore della collega più matura.
L’uomo si guardò attorno, sembrava un deserto.
Loro compagno era solo il rumore del vento e delle onde che si rifrangevano con lamentosa monotonia sulla riva. Carlo si appropinquò senza intervenire, tirò fuori il suo membro ormai duro e iniziò a masturbarsi lentamente; la pelle del pene scendeva e saliva … su e giù … su e giù … con studiata lentezza.
Nel frattempo la lingua di Serena uscì dalla bocca di Ludovica e con decisione si diresse verso il ventre della collega, si soffermò qualche istante per sollecitare l’ombelico e poi scese verso il Monte di Venere.
Con le mani allargò bene le gambe della compagna ed iniziò a soffiarci sopra, tra le labbra della vagina…..
Ludovica guardò Carlo e …….. ammicando lo fece avvicinare …………
Prese quel membro tra le sue mani e lo avvicinò alla bocca ……….. facendolo scomparire dentro ………
Serena inizio a far danzare la sua lingua tra le labbra di Ludovica ……… ed a succhiarle il clito ….. quasi lo spompinasse ………… le sue mani accarezzavano le labbra e si insunuvano nella fica e nel culo, ormai umidi di umori e di bramosia ………..
Carlo …….. deliziato da tanto bontà non sapeva ancora cosa gli avrebbe dato il fato ………… il suo membro, duro e bagnato era alla mercè di Ludovica, che così esperta muoveva su e giù ………. Facendo passare la sua lingua sulla cappella ……… così da procurare scariche elettriche
In quel mentre ……… si allungò sul corpo di Serena e ……… iniziò a baciarle i seni, mordicchiare i capezzoli ……………… e scese tra le labbra di lei ……….. già bagnate di umori e così profumate che …………. affondò la sua lingua …………. e ……… iniziò ad assaporare quei sapori che tanto aveva immaginato.
L’amplesso portò i tre al godimento ……. Venire nella bocca dell’altro li aveva resi complici dei loro piaceri …….. e, nella penombra si …. avviarono.
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17 years ago
carino6423,
37
Last visit: 11 years ago
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La prima volta di duenovizi pte2
Si accomodano sul divano, che nel frattempo ho trasformato in letto, la luce è soffusa, rossastra, lei si sdraia, ha le gambe scoperte grazie alla minigonna che ancora indossa.
Lui inizia ad accarezzarle dolcemente le gambe, i piedi, il suo tocco è leggerissimo, lei chiude gli occhi, cerca di sciogliere il nervosismo che la pervade.
La aiuto accarezzandola anche io, dapprima le gambe, insieme a lui e poi salgo sul pube, sul ventre.
Ora sono quattro le mani a sfiorarla, comincia a gemere di piacere, la sensazione deve essere estasiante per lei!
Le sfilo maldestramente la gonna, è corta si, ma anche molto stretta, le fascia i fianchi, ride al mio goffo tentativo e mi aiuta, rimane col perizoma nero…è bellissima!
Ora io e lui siamo completamente nudi, lo invito a togliere quel piccolo lembo di stoffa che ci separa dal suo fiore, cosa che facciamo insieme iniziando a leccarlo con dolcezza!, i nostri cazzi sono duri e tesi!
Ci sdraiamo al suo fianco e ci strusciamo coi nostri corpi al suo, in un sensuale massaggio.
Le prendo una mano e tento di dirigerla verso il cazzo di lui, lei si ritrae ridendo, ma poi lo fa spontaneamente ed inizia a toccarlo, a sfiorarlo, con l altra mano gli accarezza la schiena, gli succhia e gli morde i capezzoli che sa essere molto sensibili e poi….
Si abbassa su di lui e lo prende in bocca!
Io rimango incredulo! Mia moglie che succhia il cazzo di un altro uomo…è una sensazione per me stupenda, è da tempo che la sognavo!
Ma la mia incredulità aumenta quando lei, con sguardo malizioso ed un sorriso ironico mi porge quel cazzo umido della sua saliva e mi invita a prenderlo in bocca insieme a lei!
…è bello, accidenti, mi piace!
Lo sento fremere in bocca, lo lecchiamo insieme e ci baciamo con il cazzo fra le nostre lingue, penso che a breve ci venga tra le labbra tanto forti sono i suoi gemiti di piacere!
No.... resiste, ed allora lei si dedica ad entrambi i cazzi che quella serata, che ormai si preannuncia essere fantastica, le ha messo a disposizione!
Un doppio pompino esaltante, le nostre cappelle turgide e tese che si toccano e la sua lingua che le lecca entrambe e che, a turno, spariscono nella bocca vorace di lei ormai completamente lasciatasi andare al piacere e all’ erotismo.
Ho voglia di scoparla e lo faccio, lentamente, dolcemente, mentre lei non smette di succhiare quel cazzo, non più estraneo, che le stà dando un piacere inaspettato.
Colgo il desiderio di lui e quindi smetto di pompare mia moglie e lo invito al mio posto, gli prendo il cazzo in mano e lo dirigo verso quella figa grondante di umori e di piacere e lo infilo dolcemente dentro di lei, mentre le tocco il clitoride, accarezzo le palle ed il buco di lui, mi chino a leccare entrambi, ormai sono in estasi totale, porgo il mio cazzo tra le loro labbra, lo succhiano mentre la scopa, sempre più velocemente…non resisto più!
Sborro copiosamente tra le labbra di lei, lo succhia avidamente, ha il viso, i capelli e la bocca pieni della mia sborra, mista al sudore di quei tre corpi avvinghiati ed avvolti dal piacere, il suo orgasmo è violento, gode con noi, quando lui esce dalla figa e le viene sul ventre e lei non esita a spalmarsi su tutto il corpo i nostri nettari asprigni!
Ci abbracciamo tutti e tre ansimanti,sazi di piacere, consapevoli di aver vissuto per la prima volta un esperienza bellissima, un piacere nuovo che , siamo certi, si ripeterà, perché ormai, non siamo più DUENOVIZI!
P.S. Un anticipato GRAZIE di cuore a tutti coloro che leggeranno questo racconto e vorranno lasciare un commento! R&D
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La prima volta di duenovizi pte 1
Un saluto a tutti quelli che avranno la pazienza di leggere questo mio racconto! Vorrei dire loro che non si tratta di un frutto della mia fantasia, ma di una storia vera, vissuta il 01/09/2007
Ho pensato di suddividere il racconto in due parti per evitare di annoiare chi legge, vedi se ti piace il preludio e, se lo ritieni opportuno, prosegui!
Buona lettura.....
Era già un pò di tempo che sognavo una situazione trasgressiva da vivere assieme alla mia compagna, e finalmente!
Da mesi ormai era presente un nostro annuncio sul sito alla ricerca di una coppia con la quale instaurare un rapporto di amicizia che potesse portare a situazioni piccanti e trasgressive, e tante sono state le coppie che hanno risposto ed innumerevoli i singoli.
Ad onor del vero l esploratore sono io, perchè la mia lei non è mai stata convinta della cosa, dice che non ne sente il bisogno, però sta al gioco e accetta di conoscere alcune coppie.
In totale tre!
Ma, purtroppo, con nessuna delle tre si va oltre a momenti piacevoli, la cena, tante chiacchiere, anche piccanti, l instaurarsi di un amicizia e confidenza che potrebbero anche diventare durature, ma nulla di più!
Motivo?
La gelosia di mia moglie..! Dice che non sopporta l idea di vedermi alle prese con un altra donna, il pensiero che io possa trarre e dare piacere ad un altra la fa imbestialire!
...e allora che faccio?
Mi metto alla ricerca di un singolo......la mia voglia di trasgressione non si placa, proviamo così, mia moglie, non troppo convinta, accetta!
Senza molta fatica, ne affannate ricerche, trovo una persona che potrebbe fare al caso nostro, sembra una persona gentile, educata, pacata e non assatanata come molti altri!
Scrivo! Qualche scambio di mail, poi sms e telefonate, si instaura un bel rapporto di complicità e poi, finalmente, l incontro!
Ci si riconosce subito viste le tante foto scambiate, le presentazioni, le solite frasi di rito e poi, via, andiamo a mangiare una pizza!
Cena piacevole, un drink sul lungomare tra tante parole, allusioni, ammiccamenti, il tutto condito da una simpatia reciproca che pare consolidarsi col passare del tempo, dopo di che la fatidica frase....andiamo a casa nostra a bere qualcosa?
Si entra in casa, ci si versa da bere, l aria è tesa, siamo tutti in ansia, non dimentichiamoci che per tutti è la prima volta che ci si trova in una situazione simile, la tensione è palpabile!
Devo fare qualcosa per allentare la morsa!
Tra frasi fatte e sciocchezze, senza essere in alcun modo volgare, inizio ad accarezzarle i seni, ne estraggo uno dalla leggera maglia che indossa e...
....-guarda che capezzoli meravigliosi che ha !-
....-dai, non fare lo scemo !-
....-e cosa c è di male, li ha visti tante volte in fotografia, dal vero sono ancora più belli !-
Cerco un aiuto incrociando lo sguardo di lui che finalmente si sblocca un pò e dice....-hai delle belle gambe, ti farebbe piacere se ti facessi un massaggio rilassante?-
Lei, ridendo, ma evidentemente tesa e titubante, ma forse eccitata all'idea, accetta!
Colgo la palla al balzo, non mi sembra vero, porgo un flacone di olio profumato e propongo di accomodarci sul divano...-si sta più comodi!!!-
CONTINUA.....
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...a due mani
In una camera...LEI:
luci soffuse... finestre aperte ma tende scure tirate...
iniziamo a baciarci...
dal bacio si capisce come sarà il sesso con un uomo...
caldo... intenso... e mai noiso...
la lingua, veloce dentro la mia bocca e poi lenta... attorno alle mie labbra... capisco che se userai il cazzo così...
inizio a baciarti il collo... e con le mani ti stringo i capezzoli... non te lo aspettavi... ma ti piace...
sento il cazzo che diventa duro...
anche tu appoggi la tua mano sul mio capezzolo...
sbottoni la mia camicetta e infili la mano...
ti bagni le dita e ritorni a stringere il capezzolo...
mmmmm... mi senti gemere un pò... ti piace sapere che gemo per te...
ti voglio... ma non te lo dico... aspetto...
tu mi spogli....
mi guardi... mi parli... mi dici cosa mi farai... mi sto eccitando... mi sento un pò bagnata... allora mi inginocchio di fronte a te... ti tolgo i pantaloni... il tuo cazzo... è duro... mi piace... lo tocco... con la lingua lecco la punta... la cappella... calda.. morbida... lo prendo in bocca ed inizio ad andare su e giù velocemente, poi rallento... lo prendo in mano e con la lingua seguo la vena, dalla base alla punta e lo riprendo tutto in bocca.
mentre lo succhio allungo le mani sul tuo culo... bello, sodo... ti sento gemere... vorresti venire... ma io ancora non voglio... allora lo tiro fuori e con la cappella sfioro la mia faccia, il mio collo... ti chiedo se vuoi godere così e poi farlo tornare duro per una bella scopata... dici di si...
ti faccio sedere sul divano... mi inginocchio di nuovo davanti a te... ti piace vedermi inginocchiata...
lo riprendo in bocca... mmmm
ti sento gemere... tu mi dici di andare più veloce, usare le mani e la bocca...
allora io... ci metto le tette e lecco la punta...
poi lo rimetto tutto in bocca...
sento che stai per venire... lo prendo in mano e ti lascio il comando...
"dove vuoi sborare?" ti chiedo...
"in bocca" mi rispondi... "bevilo"...allora ricomicio ad andare su e giù
sento il liquido caldo in bocca... tu godi, gemi, alloro lo faccio uscire e lascio andare le ultime gocce sul seno...
mi guardi...
le tue parole "ora tocca a te..."
io gemo... so che sarà meraviglioso
ma tu sai che voglio godere con il cazzo duro dentro di me...
iniziamo di nuovo a toccarci...
In una camera...LUI:
A questo punto sono io che voglio prendere in mano la situazione ed è per questo che ti faccio sedere sul divano...ma non diritta sarebbe scontato. Devi metterti con la gamba destra piegata in modo che il ginocchio tocchi il seno, il piede sul divano e l'altra gamba puntata per terra giù dal divano...così riesco a vederti completamente...e ti guardo. Ti stai chiedendo perchè non faccio qualcosa ma io voglio godermi ogni millimetro del tuo corpo offerto...e mentre sei in questa posizione mi chino verso di te e ti bacio...è strano sentire il mio sapore nella tua bocca, prima sapevi di frutta, ora no. Ma non mi da fastidio...il mio piacere ti è colato lungo le labbra ed è li che mi piace succhiare e mordicchiare...il labbro inferiore soprattutto, pieno e promettente...
Poi lentamente mi inginocchio e mentre lo faccio la mia bocca aperta percorre il tuo corpo. Non ti sto leccando, ma con la bocca socchiusa respiro ad un millimetro di distanza dalla tua pelle...sento il tuo profumo, il tuo odore inconfondibile...ed arrivo ai seni...che stringo fra le mani con energia...no non ti faccio male ma mi DEVI sentire...devi sentire che ho voglia, che lo metterei dentro subito e mi risvuoterei dinuovo...mi è tornato duro dopo il bacio che ti ho dato. E così prendo in bocca il tuo capezzolo e lo ripasso con la lingua, ci giro intorno e succhio con energia mentre con l'altra mano ti stringo la coscia...quella della gamba che stai puntando a terra e siccome sei in una posizione di tensione sento il muscolo che sporge sotto la pelle...e so che mi basterebbe salire di qualche centimetro per sentire la tua figa bagnata aprirsi alle mie dita...ma non lo faccio. Perchè ti voglio assaggiare prima di toccarti. Voglio prenderti in bocca e farti venire come tu hai fatto venire me...e scendo col viso sulla tua pancia...
e mentre scendo arrivo al ventre, all'ombelico e mi accorgo che mentre sto passando di la sussulti...è solletico? forse...allora torno un pò su e rispondi di nuovo...tiro fuori la punta della lingua e sfioro la pelle intorno all'ombelico...sopra e sotto...non dentro. Destra e sinistra...non dentro. Ora dentro. Muovo la lingua in circoletti lentamente intorno all'ombelico e dentro...bello sentirti gemere...nulla è più gratificante del sentire la propria compagna che prova piacere...e allora scendo di più...scendo sul pube dove c'è l'attaccatura dei peli...e appoggio la bocca in modo tale da sentirli dentro ed incomincio a succhiare e leccare non più piano ma con foga. La mia saliva si mischia ai tuoi peli...qualcuno mi resta in bocca...ma non mi interessa...in questo momento potrebbero prendermi a calci che non sentirei nulla...sento solo i tuoi sospiri e non conta altro...
> E finalmente arrivo dove volevo...sporgo la mia lingua ed arrivo a sfiorare l'attacatura delle labbra con il pube...il clitoride sporge lievemente...lo intravedo...e lo succhio. Sai ti ho fatto sedere così proprio perchè in questa posizione riesco ad avere la tua figa tutta a portata della mia bocca...dal clitoride al culo...non ho solo una parte a disposizione, posso prendere tutto quello che voglio e così faccio. Muovo la mia lingua lentamente dal clitoride al buco del culo...passo il contorno delle labbra e mi fermo a succhiarle...infilo la lingua dentro...e sento il tuo gusto lievemente metallico...buono...e poi di nuovo su e giù...ma sento che non ti basta...sento che ti ecciti alla grande ma non riuscirai a venire così...e allora avvicino due dita, indice e medio e le infilo in modo deciso anche se non veloce...e comincio ad andare avanti indietro mentre mi sono posizionato con la bocca sul clitoride...lo tengo in bocca e lo succhio...succhio e lascio, succhio e lascio...e con la mano aumento il ritmo...mi piace quando apri le gambe ed accompagni i miei movimenti...mi piace quando il tuo respiro si spezza ed inizi a muoverti al mio ritmo...siamo in sintonia alla grande, e sei completamente bagnata...il rumore delle mie dita dentro di te è sempre più veloce e così il tuo petto che si alza e si abbassa...i muscoli sulla pancia si tendono...la tua schiena si inarca lievemente come a volermi offrire tutto il tuo sesso...e infilo anche il terzo dito, l'anulare...indice, medio e anulare...ed eccoti...eccoti...non trattenerti...urla se ti va...esplodi come sono esploso io...
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Col vento nel cuore
Cap. 1
Ancora poco e sarà quì. Come ogni giorno da 12 anni quasi alla stessa ora si affaccerà alla mia finestra facendo capolino e riportandomi alla mia vita reale, quella che durante tutte le notti riesco a dimenticare grazie ai sogni di libertà e spazi aperti. Come sempre lui sarà lì a ricordarmi di fare i conti con la mia coscienza. Lui è il primo raggio di sole del mattino quello che da 12 anni mi sveglia entrando dalla finestra di questa mia cella.
E’ curioso come quando non possiedi più niente, persino una squallida cella di un carcere possa diventare tua, sentendola come l’unico posto dove trovi rifugio.
Questa notte ho dormito poco, il pensiero del mio ultimo giorno all’interno della Agrippa e forse anche il mio ultimo giorno sull’Isola di Pianosa, mi ha reso inquieto.
Se da un lato sono felice di uscire e poter respirare soltanto se mi andrà, dall’altro so bene che i fantasmi della mia coscienza non potrò lasciarli quì.
In questi lunghi anni non mi sono mai professato innocente, sono reo confesso. Con un mio gesto ho tolto la vita ad un altro essere umano, e poco conta se sia stato un gesto involontario e se in buona parte il fatto sia stato dovuto al caso. Rimango sempre colpevole di non aver pensato, di non aver fatto attenzione, di non aver prevenuto, con la colpevole leggerezza di tutti quelli che pensano: “a me non può accadere”.
Subito dopo quel maledetto giorno di 12 anni fà, ho desiderato fortemente che il mio processo e la mia condanna fossero quanto più rapide possibile sapendo che la vera espiazione sarebbe venuta dopo, nella solitudine della mia mente e nell’ansia delle notti insonni. Speravo che la reclusione con tutto quello che sarebbe conseguito dal convivere con uomini spesso senza scrupoli e con niente da perdere, alla privazione della libertà, potessero lenire il mio dolore ed il mio senso di colpa, ma non è stato così.
Non credevo potesse esistere un dolore così persistente, come un’indolensimento che non ti abbandona mai, in ogni attimo della tua vita, è pronto a riemergere ricordandoti il come, il quando ed il perchè della tua condizione attuale.
Nei primi anni dopo la condanna mi convinsi che l’avrei fatta finita, privandomi del bene più grande e riequilibrando le cose: la mia vita in cambio di quella che avevo distrutto. In seguito si fece spazio il dubbio che così facendo mi sarei sottratto al peso della mia coscienza e che sopportare e convivere con questo dolore avrebbe, almeno in parte, reso , silenziosa giustizia, alla persona scomparsa ed ai suoi familiari.
Arrivai anche a chiedermi se questo mio sentire non fosse altro che una scusa legata all’istintivo desiderio di sopravivenza insito in ogni essere umano. Tutt’oggi non sono giunto ad una risposta certa. Sono però convinto del fatto che ogni giorno della mia vita in cui mi dannerò di aver stroncato un’esistenza, avrà il valore di un fiore deposto sulla tomba di quell’uomo.
Prima che tutto cominciasse ero un poliziotto, forse non bravissimo, ma con un certo istinto e con l’arte della mediazione. Là dove alcuni miei colleghi avrebbero risolto tutto con qualche schiaffo, io mi inerpicavo nella difficile ricerca di una mediazione verbale spesso con successo, ma qualche volta con clamorosi “tonfi”.
Sono cresciuto in una famiglia dove il valore più alto che mi sia stato trasmesso è quello della “vita umana” e della dignità degli individui. Per questo già da ragazzo ogni forma di sopraffazione verbale o fisica era contraria al valore da me attribuito all’individuo ed alla sua vita. Con questa motivazione ho potuto interpretare il ruolo di “poliziotto” contrastando, nel mio piccolo, la sopraffazione, la violenza e l’ingiustizia in ogni sua forma, cercando di non cadere mai nel paradosso di utilizzare la violenza per combattere la violenza.
Avevo costruito una famiglia, avevo una mia casa e come molti conducevo una vita regolare, ma le prove che la vita ti mette davanti sono talvolta più grandi di noi stessi e così un giorno ho perduto tutto: gli affetti, gli amici, il lavoro e tutto il resto.
Poi il baratro. Le voci urlanti dei parenti il giorno del processo che mi offendevano nel vano tentativo di alleviare la loro sofferenza esprimendo tutto l’odio che provavano per me. Dentro di me tanta carica aggressiva poteva soltanto unirsi al mio dolore trincerato dietro al mio ininterrotto silenzio durato per un intero anno dopo quel tragico giorno.
La vita sull’isola di Pianosa scorreva abbastanza bene. Durante il giorno le attività della colonia agricola riuscivano ad impegnarmi dal punto di vista fisico quel tanto da farmi giungere sfinito all’ora di andare a letto facendo sprofondare tutti i miei pensieri e le mie angoscie dopo “soltanto” un paio d’ore di arrovellamenti mentali.
Pianosa è una delle forme più “perfide” di reclusione che mente umana potesse concepire, ma non per le condizioni di vita dei detenuti. Il contrasto tra una vita di reclusione e privazione associato alla possibilità di guardare quasi ininterrottamente la linea dell’orizzonte con il contrasto del verde di una vegetazione rigogliosa e prepotente ed il blu scuro del mare, rappresentano una vera tortura per chiunque, non esclusi i secondini che conducono una vita in qran parte simile a quella dei detenuti, con la sola consapevolezza mentale di essere i vigilanti e non i vigilati.
Guardando il mare dalle sbarre della mia cella mi sono chiesto spesso come sarebbe stato il mio domani e se un domani ci sarebbe stato. Adesso che stavo per uscire non mi sentivo minimamente pronto ad affrontare il mondo. Non sò quando sia accaduto che questa prigione sia divenuta il mio carapace, in grado di proteggermi oltre che di ospitarmi, ma adesso che sentivo sempre più vicino il momento di liberarmene provavo un forte senso di disiagio.
Alle 9.00 in punto il Sovrintendente si presenta alla mia porta e sento che introduce la chiave nella toppa. Il mio cuore batte all’impazzata come quello di un 15 enne al primo appuntamento. Mi conduce all’Ufficio Matricola lo stesso dal quale sono passato il giorno del mio arrivo, ma questa volta gli oggetti che mi furono tolti allora, mi vengono restituiti. Alcuni di loro non li ricordavo neanche più. L’Addeto alla matricola, dopo aver depositato i miei “effetti personali” come li chiama lui, sul tavolo, si avvia verso la cassaforte e ne estrae una busta con spillato un foglio che stacca con un colpo secco e pone davanti a me insieme ad una penna.
Soltanto in quel momento apprendo che in tutti questi anni il mio lavoro nella colonia ha prodotto un guadagno che si è accumulato al fine di permettermi da “scarcerando” di poter contare su un minimo di autonomia economica sino al momento di una nuova sistemazione. Firmo, ringrazio sommessamente, mi guardano come se avessi bestemmiato, poi è il momento del commiato dei compagni e del Direttore.
Non riesco a nascondere la mia commozione quando mi trovo faccia a faccia col Maresciallo Del Pistoia, un uomo speciale, forse l’unico che nonostante il mio silenzio di questi anni si sia ostinato a parlarmi senza mai ottenere una sola risposta alle sue domande. Un uomo, gentile e fortemente legato al mare. I suoi racconti tra l’immaginario ed il reale mi hanno spesso fatto volare con la mente aldilà di quelle sbarre ed oggi che che parto, non posso che ricacciare in gola un nodo di pianto e distogliere il mio sguardo dal suo. Non potrò mai dirgli quanto questa sua umanità mi abbia scaldato il cuore in questi anni.
Poi come in un vortice, tutto si “srotola” troppo velocemente perchè io possa realmente rendermi conto di quel che sta accadendo. Vengo come spinto fuori dal portone che subito si richude dietro di me ed il panico mi assale.... mi volto un attimo a guardare il muro “sgarrupato” della Agrippa e poi mi volto lentamente verso il mare con lo sguardo ancora a terra è come se avessi paura di incrociare tutta quell’infinità, mi faccio coraggio e poco a poco alzo lo sguardo su quel trionfo di colori e luci.
Percorro di buon passo la strada che porta al porticciolo. Passando getto uno sguardo su Cala dei Turchi e poi giù sino alla banchina dove il molo e pieno di turisti. Mi confondo tra loro con la paura che qualcuno possa riconoscermi, ma è soltanto una mia idea, non sono ne un Boss mafioso ne un personaggio conosciuto ed infatti nessuno si volta a guardarmi. Per alcuni attimi resto rapito dalla bellezza di una donna con i capelli al vento. Non ricordavo più come fosse bello guardarle. Poi la mia attenzione cade su due ragazzini che giocano gioiosamente. Sono attimi di un’intensità indescrivibile e come risvegliarsi da un torpore durato 12 anni. E’ il momento dell’imbarco e l’uomo che controlla i biglietti è l’unico che può sapere da dove vengo. Il mio biglietto è diverso da tutti gli altri, infatti si sofferma, lo guarda con attenzione poi mi sorride e restituendomelo mi dice “ ben tornato”. Salgo a bordo e mi confondo nuovamente tra la folla.
Il viaggio per Livorno mi sembra interminabile, guardo l’Elba scorrere accanto a noi e sono incantato dalla sua bellezza. Continuano a venirmi in mente i racconti del Maresciallo Del Pistoia e quella volta in cui venne a bussarmi alla cella in piena notte per dirmi di seguirlo senza fare domande. Mi condusse nei sotterranei, aprì una porta cigolante e mi fece partecipe di un suo segreto.
Negli scantinati del carcere, aveva allestito un vero e proprio cantiere navale dove nottetempo, quando non era in servizio si dedicava alla costruzione di una barca di legno a vela con la quale, giurò più volte, sarebbe partito per il giro del mondo appena raggiunta l’età della pensione. Non gli chiesi mai come avrebbe fatto a farla uscire dagli scantinati giàcchè era forse lunga 7 metri e larga almeno 3, sicuramente più del vano scale che risaliva verso l’uscita.
L’Arrivo a Livorno mi provoca una nuova emozione, continuo a non saper dove posare lo sguardo per primo, so soltanto che tutto mi sembra bellissimo, il porto, le barche all’ormeggio, i pescatori, persino i rifiuti che galleggiano negli angoli della darsena vecchia.
Mi siedo e resto a guardare, la vita che scorre per alcune ore fino a quando “rinvengo”. Improvvisamente mi accorgo che la mia prigione è venuta via con me, non ho potuto lasciare i fantasmi sull’isola di Pianosa, sono tutti dentro di me in più con il cruccio adesso di essere stato assolto dalla giustizia dell’uomo avendo espiato la pena, ma di non poter in alcun modo ottenere il perdono della mia coscienza.
I giorni scorrono tra la ricerca di un equilibrio e le mille domande che mi assillano. Sono certo del fatto che non cercherò nessuno dei parenti o dei colleghi che di sicuro mi hanno dimenticato. L’ultima lettera l’ho ricevuta 2 anni dopo il mio ingresso in carcere, da allora 10 anni di silenzio ed assoluta assenza di chiunque.
Continuo a toccare nella mia tasca la busta contente tutto il denaro consegnatomi a Pianosa, ma è come se avessi paura anche soltanto di aprirla. Credevo che il mio primo giorno di libertà sarebbe stato pieno di quei confort che mi sono stati negati per così lungo tempo, invece mi scopro capace di accontentarmi di poco e resto cosi trà il porto e la città per almeno due settimane, dormendo sul ponte di una peschereccio alzandomi alle 4.30 tutti i giorni per non lasciare traccia della mia presenza e non essere scoperto dal pescatore che ogni giorno alle 5 salpa per il suo lavoro.
E’ un uomo anziano con capelli e barba bianca, un volto segnato dal freddo e dal sole sembra una persona semplice, ma dall’aria severa. Lo guardo ogni mattina dal ponte che sovrasta la darsena vecchia, mentre si accinge a lasciare l’ormeggio, non parla con nessuno, appronta la sua barca e salpa in completa solitudine per poi rientrare verso le 9 lui non rivolge mai lo sguardo verso di me anzi sembra non accorgersi nemmeno della mia presenza.
Lo guardo e un pò lo invidio fiero e libero di affrontare il mare contando soltanto sulle proprie forze. Proprio come quei gabbiani che lo accompagnano al suo ritorno in porto. Penso che vorrei avere il coraggio di imbarcarmi e partire forse per ricominciare e forse per farla finita, ma di sicuro per lasciare questo mondo che sento non appartenermi più.
Cap.2
Un sera più fredda delle altre, salendo sul ponte della barca di legno che scricchiola sotto i miei piedi, trovo una coperta ed un maglione ben piegati come se fossero li ad aspettarmi. Quella stessa sera, nuovamente assalito dai miei fantasmi stenterò a prendere sonno abbandonandomi soltanto a notte fonda. Come se fosse trascorso soltanto un attimo dal momento in cui mi sono addormentato vengo svegliato dal rollio della barca, qualcuno sta salendo a bordo. Il panico mia assale. Mi nascondo sotto la coperta cercando di diventare invisibile. Dopo pochi attimi sento il motore che si avvia e la barca che si muove. Resto come congelato sotto la coperta trattenendo il fiato. Intanto albeggia, l’uomo si muove sul ponte della barca. Penso fra me e me che dovrei saltare in mare per non dargli il tempo di accorgersi della mia presenza se non quando ormai fuori bordo. Un profumo di caffè mi avvolge, sa di caldo e di buono.
Il passo dell’uomo si avvicina, si sofferma, poi riparte. Ormai sono sicuro. Non può non evermi visto. Alzo un lembo del mio nascondiglio per sbirciare cosa accade. L’uomo ha depositato davanti a me una tazzina metallica di smalto blu colma di caffè e si è nuovamente dedicato alle sue attività. Rifletto e capisco che non solo sa della mia presenza, ma il caffè lo ha messo li proprio per me.
Mi faccio coraggio, esco lentamente da sotto la coperta, resto seduto sul ponte, accecato dai primi raggi del sole. Incrocio il suo sguardo. Accenna un sorriso. Poi si volta e riprende ad osservare l’orizzonte con in mano il timone.
Fulvio, questo è il suo nome mi racconta che da alcuni giorni aveva notato le tracce del mio soggiorno a bordo, ma che se ero tornato senza mai toccare niente, non rappresentavo un pericolo per lui e per la sua barca.
E’ un uomo solo, non ha famiglia, anzi dice: “la mia famiglia è Onda Etrusca, la sua barca, con la quale da oltre 8 anni tutti i giorni, anche quando il tempo non lo consiglia, esce dal porto di Livorno, per andare a pescare intorno allo scoglio della Meloria e nei pressi della Gorgona.
Fulvio non domanda mai niente di me, come se sapesse già tutta la mia storia e non volesse mettermi in imbarazzo.
La mattinata prosegue tra poche parole e molti sguardi. Cerco di rendermi utile a bordo come posso. Non ho mai pescato neanche con la canna, figuriamoci con le reti, ma osservando Fulvio, cerco di apprendere ed imitarlo.
Le settimane successive saranno le più belle dopo molto tempo, l’accordo mai espresso prosegue. Io continuo a dormire a bordo, ma questa volta in cabina in un vero letto, ed alle 5 di ogni giorno usciamo per la pesca dalla quale Fulvio mi lascia tenere quel che mi occorre per mangiare. Al rientro dalle battute, cerco di rendermi utile facendogli trovare Onda Etrusca pronta e pulita per il giorno successivo.
In breve mi rendo conto che trovarmi in mezzo al mare riesce a sollevare il mio spirito e la mia anima da tutte le angosce, come se mollando gli ormeggi, potessi lasciare tutto il mio passato a terra liberandomene sino al il mio rientro. In mare mi sento libero, veramente libero e felice.
Ogni giorno le prime luci dell’alba che illuminano la rocca della Darsena Medicea e poco a poco la diga foranea di Livorno accendono in me un desiderio irrefrenabile di prendere il mare.
I giorni passano e la confidenza con Fulvio cresce a poco a poco. Una sera, tornato al molo, vedendomi pulire il ponte mi invita a bere qualcosa. Io accetto, faccio l’atto di scendere dalla barca, ma lui con un gesto della mano mi ferma, sale a bordo e mi dice di mollare gli ormeggi. Non capisco ma eseguo senza discutere. E’ la mia prima navigazione notturna, ma vedere Fulvio al timone della sua Onda Etrusca, mi rassicura, lui certamente sa quello che fa. Dopo pochi minuti siamo in mezzo ad una splendida notte su un mare calmo e reso argenteo da una luna come non ricordo di averne mai viste prima. Fulvio ferma i motori. Gettà l’ancora e aprendo uno stipo, estrae una bottiglia di vino che stappa con un sol movimento, le sue mani, rugose e forti sembrano non incontrare mai ostacoli durante i movimenti.
Restiamo seduti ed incantati a raccontarci le nostre vite. Nessun commento, soltanto comprensione. Anche Fulvio no ha avuto una vita facile, ma almeno la sua vita attuale è una scelta. Io invece mi rendo conto che in queste settimane sto soltanto rimandando di occuparmi della mia “nuova vita”. La verità è che ogni volta che mi immagino intento nella ricerca di un vero lavoro o di una casa, sono assalito dalla sensazione di non meritare questa seconda opportunità. Sono comunque coscente che non potrò approfittare in eterno dell’ospitalità di Fulvio.
Racconto la mia storia ad un uomo del quale non so quasi niente e lui senza dir niente ascolta, con lo sguardo verso il buio. Intuisce la mia irrequietezza che ho la sensazione di non riuscire a dipingere con reale intensità. Le mie ansie e le mie paure raggiungono la superfice attraverso un flusso ininterrotto di parole, che come la forza delle acquee che rompono un argine all’improvviso, fuiscono oltre la mia reale volontà. Mi ascolto mentre parlo e le parole suonando insolite anche a me che sino ad oggi non ho mai raccontanto il mio dolore.
Terminato il mio racconto restiamo in silenzio per molti minuti. Sono attimi che hanno il valore di cento parole. Fulvio interrompera quel silenzio con una sola parola: “rientriamo”.
“Domattina niente pesca” dice Fulvio al nostro rientro. Passo a prenderti alle 8.
La notte che seguirà sarà la prima dopo tanti anni una in cui riuscirò a dormire senza sognare qualcosa che abbia a che fare con il motivo della mia reclusione. Forse condividere con qualcuno il mio peso mi ha fatto bene.
Puntuale come la ritmica del faro della Meloria, Fulvio arriva. Accenno a scendere dalla barca, ma con un gesto della mano mi ferma.
- Molla gli ormeggi (dice)
- Ma non avevi detto che oggi non si pescava?
- Infatti (risponde lui)
Non insisto, mollo gli ormeggi mentre Fulvio mette in moto.
Onda Etrusca non si lascia pregare e muove immediatamente verso l’uscita della darsena.
Questa volta però Fulvio non punta verso il mare aperto e risalendo la costa in direzione nord, imbocchiamo un canale che ci porterà ai piedi di un Casone da pesca. La struttura è di legno alta oltre 10 metri, posa su palafitte ed esattamente sopra di noi si stende un enorme bilancere da pesca. Accostiamo ad un improbabile molo di legno al quale ormeggiamo “all’ inglese”.
Fulvio tace e io non domando. La nostra conoscenza è fondamentalmente basata su questo. Libertà di non doversi dare spiegazioni. Molte volte del resto, basta attendere per capire tutto senza aver domandato.
Così scendiamo sul molo che ondeggia in maniera preoccupante sotto il nostro peso. Solo pochi passi ci separano da una scala verticale in legno che conduce verso l’interno del casone. Salgo preceduto da Fulvio, senza poter fare a meno di notare quanto l’intera struttura sia tanto affascinante quanto vetusta. A pochi metri da noi alcune anatre rumoreggiano come a segnalare la nostra presenza.
Un forte rumore richiama la mia attenzione. Fulvio con un colpo di spalla ha ribaltato la botola che si trova al vertice della scala e che immette all’interno della costruzione. Entro e resto a metà con la testa nella botola e le gambe ancora fuori sulla scala. L’interno del casone è incredibilmente affascinante. Il gioco di legni con i colori caldi e la qualtità di oggetti in esso accumulati, impegna il mio sguardo per alcuni minuti. Ogni angolo delle pareti e del soffitto è coperto di reti, gavitelli, cime, lanterne, palamiti e tutto quant’altro abbia attinenza con il mare. Un forte profumo misto tra sale, pesce e muffa pervade l’ambiente.
Entro e vedo Fulvio aprire una porta che immette in una seconda stanza, questa volta buia. Ancora un rumore ed una delle pareti di questo locale buio si apre verso l’esterno lasciando entrare una ventata di aria pulita e la forte luce del sole. Resto accecato per alcuni attimi, poi focalizzo al centro del grande locale qualcosa di molto grande coperto da un telo.
Si tratta di un’imbarcazione, evidentemente rimessata in attesa di chissà cosa. Fulvio mi racconta che quella è la vera “Onda Etrusca”, apprendo che il suo peschereccio si chiamava in un altro modo, ma Fulvio gli ha cambiato nome quando è entrato in possesso di questo “relitto”. Onda Etrusca è uno Shogun di 14 metri a vela armato Sloop, si tratta di un imbarcazione a chiglia, che ha recuperato ed acquistato per poche lire molti anni fa con l’idea di ripristinarla e partire per un viaggio intorno al mondo, ma che poi ha continuato a fissare per settimane, mesi ed anni senza mai avere il coraggio di cominciarne la ristrutturazione.
Restiamo seduti a parlare per diverse ore, capisco dalle parole di Fulvio che quella barca in realtà è il suo sogno nel cassetto. Quello che spesso accompagna la vita di un uomo restando il più delle volte inrealizzato, ma che conserva il valore di un obiettivo da perseguire, di una motivazione per andare avanti anche nei giorni in cui la vita è tutt’altro che facile. Mi confessa di non aver mai iniziato i lavori di ristrutturazione perchè economicamente troppo onerosi anche soltanto in termini di materiali e tutto sommato di essere anche troppo vecchio e stanco per trovare l’energia necessaria a provarci.
Posso soltanto intuire la silenziosa sofferenza di Fulvio che da oltre 10 anni osserva la sua Onda Etrusca stazionare in quel magazzino senza trovare le risorse per poterla rimettere in mare. Improvvisamente, mi ricordo della busta che ho in tasca. Adesso so cosa voglio fare di tutto questo denaro. Realizzare il sogno di Fulvio e forse anche un pò il mio. Ripristinare Onda Etrusca e prendere il mare verso una nuova vita.
Un pò timoroso propongo a Fulvio l’idea di lavorare insieme alla ristrutturazione e di fare società lui mettendoci la barca ed io offrendo le risorse economiche per la ristruttuazione.
Non risponde, mi guarda, allunga lo sguardo verso il mare, mi mette una mano sulla spalla e con le forti dita la stringe come a voler sugellare un contratto. Colgo un moto di commozione nei suoi occhi. Il silenzio sancisce il nostro accordo.
I mesi che seguiranno saranno pieni di entusiasmo e di fatica. Onda Etrusca è ridotta davvero male. Una falla nello scafo, l’albero diviso in due parti ed al suo interno segni evidenti dell’acqua che ha invaso tutto impregnando irrimediabilmente legni, tessuti ed anche il motore che si presenta come un unica incrostazione. Capisco lo sconforto di Fulvio davanti a tutto questo, ma la chiave delle “grandi opere” sta nel non guardarle nel loro insieme, ma nello scomporle in piccole parti. Ogni singolo piccolo lavoro, costituisce una conquista che ti avvicina al risultato finale.
Ogni giorno per 14 mesi, dopo aver pescato in mare per garantirci comunque quel che ci occorre per vivere, andremo al casone e riprenderemo i nostri lavori. Le mani spaccate dalla polvere e dal freddo a volte ci indurranno a desistere, ma fortunatamente l’alternarsi degli stati di umore ed entusiasmo tra me e Fulvio sosterranno a volte l’uno a volte l’altro .
Restaurare la barca sarà stimolante non soltanto per le nozioni di manualità che acquisirò durante tutta la lavorazione, ma anche per la continua attività mentale necessaria al reperimento del giusto pezzo o dell’impiego di qualcosa di recuperato in sostituzione di un pezzo non reperibile. Sfaciacarrozze, vecchi cantieri edili e navali saranno le nostre basi di approvigionamento. A volte dopo ore di estenuante trattativa commerciale riusciamo a farci cedere assi di legno e pannelli non più utilizzati in stato di evidente abbandono, ma che improvvisamente per il proprietario, assumono un enorme valore affettivo nonappena intusce l’opportunità di ricavarne un prezzo.
A maggio 2005 Onda Etrusca sarà pronta, almeno così credevamo. Per issare l’albero, ricavato dalla paziente lavorazione di un palo di legno proveniente da una dismessa rete elettrica, dovremo ricorrere all’internvento di un carro gru che prima alerà Onda Etrusca nel sottostante canale e poi isserà l’albero che fisseremo a strallo, paterazzo e sartie. Per la regolazione ed il fissaggio definitivo ricorreremo ad un esperto. Gianni Serafini, Comandate di lungo corso della Marina Militare in pensione, appassionato progettista e costruttore di barche noto per non volere compensi in denaro per la sua consulenza, ma per decidere se fornirla solanto in situazioni che lui stesso giudica o meno opportune. Dopo aver visionato Onda Etrusca ed aver ascoltato il raccolto della sua storia e della lunga opera di restauro, Serafini, con lo sguardo fisso sulla barca scosterà la pipa dalla bocca per un attimo, ed in una nube di profumato odore di tabacco bruciato emetterà l’attesa sentenza:
- Si può fare!
L’Indomani e per tre settimane sarà all’opera in piccole regolazioni e grandi modifiche. Diventerà il nostro capo cantiere, aggirandosi per la barca con l’aria del critico d’arte segnalerà tutti gli interventi da fare e rifare sino al raggiungimento dello stato dell’arte.
A volte la sua aria da consumato esperto, farà innervosire Fulvio, ma il rispetto per la figura del Comandante prevarrà su quei momenti di nervosismo anche in vista dell’avvicinarsi della prima uscita in mare aperto. Serafini farà molto di più di quanto fosse nei patti. Continuerà a verificare l’imbarcazione con meticolosa e professionale attenzione fino al giorno in cui un mattina arrivirà al casone non con il suo proverbiale ciclomotore, ma con un furgone. Senza parlare, indicherà con un gesto della sua pipa il furgone e aprendolo io e Fulvio ci troveremo davanti un quintale scarso di vele recuperate non sapremo mai dove, a volte è meglio non domandare, che serviranno ad invelare Onda Etrusca comprese randa, fiocco, tormentina e spinnaker. Serafini si rivelerà anche un abile velaio e per giorni e giorni misurerà, taglierà, cucirà ed incollerà completando l’attrezzatura di coperta con 2 winch recanti il simbolo della Marina Militare.
Il restauro di Onda Estrusca, intanto non è passato inosservato e numerosi curiosi tutti i giorni passano a vedere come procedono le operazioni.
Un maestro di una scuola elementare chiederà il permesso di condurre i ragazzi a vedere la barca da vicino. Fulvio un pò dubbioso accetterà a condizione però che rimangano sulla sponda del canale, senza salire a bordo. Quel giorno mi riconcilierò ulteriormente con la vita. I bambini con la loro innocente irruenza mi ricorderanno di quando ero ragazzino io. Le domande, a volte incomprensibili ed a volte incredibilmente argute, ci faranno sorridere non senza un pò di orgoglio per l’ammirazione che si legge nei loro occhi.
Al termine della visita dei ragazzi, mentre si allontanano restiamo seduti sul ponte suddisfatti ed appagati dalla loro presenza. Fulvio con un balzo salterà sulla tuga e chiamato il Maestro annuncerà:
- Se desiderate assistere domenica mattina ci sarà la prima uscita in mare di Onda Etrusca.
Lo guardo stupito. Mi sorride. Rispondo con un gesto della mano chiusa a pugno.
Il Maestro ringrazia e ci assicura la sua presenza e quella dei ragazzi all’imboccatura del canale alle 10 di domenica mattina.
Si allontanano. Guardo Fulvio e dico:
- ma non siamo ancora pronti
- noi no, ma Onda Etrusca si.
Annuisco. Siamo comunque increduli che il grande giorno sia arrivato. La notte la passeremo a bordo di Onda Etrusca senza quansi riuscire a dormire per la palpabile eccitazione ed all’alba siamo già in piedi. Pulire e riodinare la barca impegna le prime ore del giorno ed alle 9.30 Fulvio, con aria solenne dice:
- è ora!
sorrido e gli stringo la mano
- “molla gli ormeggi !”
Mentre libero Onda Etrusca mi tremano le mani. Fulvio avvia il motore che parte al primo colpo. In quel momento mi sovviene che non ho mai navigato a vela e sorpatutto non ho la minima idea di cosa si debba fare anche soltanto per dare assistenza. Mi volgo verso Fulvio per renderlo partecipe, ma la sua aria fiera mi rassicura. Così opto per un più dignitoso silenzio. Guardiamo scorrere la costa in silenzio. Onda Etrusca è al suo massimo splendore.
E’ Curioso non ho idea di come governarla, ma ne conosco ogni più intimo dettaglio, dai paglioli alla chiglia, dall’elica all’indicatore del vento posto in testa d’albero.
Mentre un tiepido sole ci riscalda guardo il mare in fondo al canale, le piccole onde disordinate sulla barra segnano l’incontrarsi della corrente fluviale con le onde del mare e probabilmente anche un basso fondale. Mentre inseguo i miei pensieri quasi dimentico il nostro “appuntamento”.
Fulvio fa segno con la mano ed indica la sponda destra della foce del canale. Un campanello di persone nel vederci arrivare intona un brusio crescente che si trasforma in fischi, applausi e grida via via che ci avviciniamo. Dentro di me penso che non stiano aspettando noi e guardo verso poppa. Invece non c’è nessun altro.
Quando ormai i volti cominciano a delinearsi, riconosco il maestro della scuola con la sua classe al completo più molti genitori, amici e curiosi. Onda Etrusca sfila il gruppo acclamata come una vera diva. L’ingresso in mare e liscio come l’olio. In pochi attimi cominciamo ad allontanarci dalla costa. Le voci degli amici venuti a salutarci si attutiscono sempre di più. Siamo euforici, non ho mai visto Fulvio sorridere così e ci abbracciamo in un walzer di esultazione.
Tornati in noi, Fulvio, mi dice di prendere il timone. Rispondo che non ho la patente. Lui ribatte: “ nessun’ onda ha mai chiesto la patente ad un marinaio prima di infrangersi sulla sua barca”.
Sorrido e mi accosto a lui. Prima una mano e poi l’altra, ecco, adesso Onda Etrusca è al mio comando. Fulvio issa la randa con non poca fatica. La tela è molta e forse il mio modo di prendere il vento non è l’ideale per aiutarlo. Terminato con la randa è il momento del fiocco, sento la barca inclinarsi verso sinistra. Fulvio mi fa un gesto passandosi una mano distesa sotto la cola come per tagliarsela. Capisco che si riferisce al motore. Internvego sul pulsante ed un beep accompagna lo spengimento e la magia.
Fulvio raggiunge il pozzetto e riprende il comando. Le vele gonfie di un vento non teso, ma costante sospingono la barca con maggior vigore di quanto non facesse il motore che non era certo al massimo dei giri, ma la sensazione della velocità in assenza di rumore se non quello del’acqua e del ventom, è inebriante.
Sono al limite della commozione quando mi volto verso terra e realizzo che si trova ormai lontana. Il nostro primo giorno di navigazione sarà salutato da 4 delfini che al largo di Marina di Massa ci affiancheranno passando più volte sotto la nostra prua. Nessun battesimo poteva essere migliore di questo: prima gli amici della scuola e poi i delfini.
Veramente, una giornata perfetta.
Alle 18.00 circa, siamo nei pressi della diga foranea di Spezia dove Fulvio, con l’aria di uno che è di casa, ammaina le vele e riaccende il motore per accostare alla banchina di un’associazione nautica dove alcune persone ci vengono incontro è ci assistono nelle manovre di ormeggio. Il racconto del restauro di Onda Etrusca e della nostra breve navigazione monopolizzerà la serata ed i nostri nuovi amici, offrendoci una cena a base di pesce, si intratterranno con noi fino a tardi. Nel frastuono delle risate penso che erano almeno 13 anni che non passavo una giornata così, ma poi ripensandoci capisco che forse una giornata così non l’avevo mai vissuta. Emozioni, natura, spazi aperti e la magia della vela. Forse sarà il vino, ma ho la sensazione che qualcosa di grande ed inaspettato si sia affacciato nella mia vita.
CAP.3
La mattina seguente dormirò fino a tardi e senza alcun fantasma che mi disturbi. Il vento ed il vino hanno giocato il loro ruolo. Alle 10 dei rumori provenienti dal pozzetto mi richiamano alla realtà. Esco ed abbagliato dal sole guardo Fulvio seduto sul pontile che osserva l’ampia baia. Mentre lo saluto noto accanto a lui il suo sacco.
- Cosa fai Fulvio ?
- E tutto pronto, aspettavo che tu ti svegliassi per andare.
- Andare dove ? domando
- A casa, risponde.
- Qui inizia la tua nuova vita.
Lo guardo senza capire:
- di cosa stai parlando?
- Ho parlato con gli amici dell’associazione, abbiamo fatto un accordo. Potrai restare ormeggiato qui e vivere su onda etrusca per tutta la stagione. In cambio loro utilizzaranno la barca per brevi crociere scuola e tu potrai sempre andare con loro così farai esperienza di navigazione ed imparerai a condurre. Sono molto bravi sai ?
Sono sempre più stupito.
- ma e come farai con la pesca ? mi interrompe
- hei ragazzo, ho fatto il pescatore solitario per tanto tempo prima di te, non crederai che non ne sia più capace?
- No certo.
- Allora poche storie, accompagnami alla stazione che tra poco il mio treno parte.
Lungo il tragitto insisto perche Fulvio rimanga con me o mi riconduca con Onda Etrusca a Livorno. Fulvio però è irremovibile. Dice che quando sarò pronto riporterò io stesso Onda Etrusca a casa. Così in un silenzio di quelli che già abbiamo sperimentato, camminiamo sino alla stazione dove Fulvio sbotta con aria severa:
- adesso vai, non mi sono mai piaciuti gli addii
- non vuoi che aspetti con te il treno ?
- perchè non ne hai mai visto partire uno ?
Ancora una volta mi chiude la bocca. E dopo una poderosa stretta di mano, ignorando il nodo che mi attanaglia la gola, mi volto e mi incammino nuovamente in direzione del porto.
Quella sarà l’ultima volta che vedrò Fulvio, al molo mi racconteranno alcuni mesi dopo che risulterà scomparso in mare durante un fortunale. La sua barca sarà recuperato dalla Guardia Costiera in prossimità della Gorgona, alla deriva, malandata, ma galleggiante. Di Fulvio nessuna traccia.
Al Circolo sarà inscenata una commovente cerimonia alla quale prenderò parte in segno di rispetto per Fulvio. Al termine della cerimonia, rimasto sul molo, con due soli amici, avvolgeremo un ancorotto in una bandiera tricolore e la lasceremo scivolare sul fondo del mare come ad accompagnare Fulvio. Ovunque lui sia.
Passeranno i mesi ed Onda Etrusca continuerà ad ospitare ragazzi e famiglie desiderose di vivere il mare e conoscere le tecniche di navigazione a vela. Io gli accompagnerò sempre, da prima, confesso, mosso dalla gelosia per Onda Etrusca, per non lasciarla sola con altri, poi ben presto, trascinato dal desiderio di prendere il largo. Col passare dei mesi svilupperò le mie capacità di “marinaio” così, seguendo i consigli e le critiche di Antonio Malaspina, socio anziano del circolo, casertano di nascita, ma spezino di adozione, con il suo dialetto ibrido, spezio-partenopeo, alternati a sproloqui incomprensibili in una lingua a me tutt’oggi incomprensibile, mi apostrofa spesso dicendomi: “sei il peggiore”, ma poco dopo sorride in segno di riconciliazione. Antonio segue i gruppi sia per le navigazioni da diporto che per i corsi di vela e così approfittando della sua esperienza e pazienza finisco col apprendere tutte le nozioni e la perizia del buon marinaio. Dalle andature alla regolazioni delle vele, dalla scelta dell’ancoraggio più adeguato alla stima delle condizioni meteo e persino un pò di navigazione astronomica.
Una sera, rientrati dalla solita navigazione scuola, mentre stiamo mettendo in ordine la barca, Antonio mi dice che l’accordo fatto quasi un’anno fa con Fulvio non è piu valido e se desiderò continuare a vivere al molo dell’associazione dovrò imparare a darmi da fare.
Lo guardo un pò perplesso, ma rispondo:
- certamente, ma come ?
- non ti preoccupare, ci vediamo domani
L’indomani alle 9 il nuovo gruppo si presenta sul molo pronto a prendere la prima lezione di vela, ma Antonio non si vede ancora. Faccio salire tutti a bordo e comincio ad illustrare le parti della barca e le nomenclature fondamentali. E’ una lezione tutta teorica che avendo sentito almeno 500 volte pronunciata da Antonio, ripeto come una poesia, peraltro con la capacità di prevedere anche le domande del gruppo, che, senza nulla togliere al loro estro, sono le stesse dei gruppi precedenti. Dopo quasi un’ora di teoria, sarebbe giunto il momento di prendere il mare, ma Antonio non si è ancora visto, voltandomi però lo scorgo seduto sul molo a pochi passi da me.
L’Imbarazzo mi assale, l’idea che mi abbia ascoltanto tutto quel tempo mi fa persino un pò arrossire.
- e bravo il nostro marinaio. Mo vo verè che si diventato nu capitano ??
- scusa Antonio tu non venivi ed i ragazzi si guardavono intorno così ho pensato...
- hai pensato bene, adesso molla gli ormeggi ed oggi la lezione la continui tu.
Così, faremo. In mare le mie spiegazioni risulteranno comprensibili e la pratica acquisita riuscirà a rendere le altre 2 ore di lezione piacevoli e divertenti. Ogni tanto cercherò lo sguardo di Antonio che sorridente con un movimento del capo mi inciterà a proseguire. Al rientro in porto, salutati i ragazzi, Antonio mi dirà che quel gruppo sarà mio per tutto il percorso scuola.
A quel gruppo ne seguirà un secondo e poi un altro ancora, e mese dopo mese continuerò l’attività della scuola diventando in breve conosciuto e popolare in tutto il porto.
Vivere in barca è un esperienza formidabile. Si finisce con il diventare tutt’uno con lei. Onda Etrusca per quanto grande ed accessoriata non potrà mai essere una casa. Il suo continuo muovimendo fluttuante diventa per me insostituibile, tanto che scendendo percepisco che il labirinto del mio orecchio non apprezza per niente la stabilità della terra ferma. La vicinanza con il mare ed il cielo riempono il mio animo e le mie notti. A volte, seduto in pozzetto, con la luna che illumina la tuga e si riflette sul mare, guardando Onda Etrusca, penso a Fulvio ed a quanto sarebbe stato orgoglioso di sapere di essere riuscito a fare di me un uomo di mare. Sono anche convinto che la sua sia stata una dolce fine. Abbracciato dal quel mare che lo ha accompagnato per tutta la vita, quando arriverà il mio momento vorrò finire come lui, altro che essere seppellito.
“Date le mie spoglie al mare, lui solo sapra cosa fare di me. Se vorrà ricambiare soltanto un pò dell’amore che ho avuto per lui, mi terrà con se.”
Cap.4
E’ il 28 di maggio, sono le 3.30 del mattino e qualcosa mi sveglia. E’ il rumore delle drizze che urtano sull’albero. Esco in pozzetto, il vento è rinforzato e probabilmente con lui il mare. Ormai sono sveglio e mi siedo in pozzetto a godermi il vento sotto un cielo stellato. Una luna dal colore surreale illumina tutta la baia, l’isola del Tino si profila all’orizzonte. Fuori dalla diga foranea le onde frangono, no le vedo ma posso sentirle. Resto ad ascoltare il rumore del mare. Scendo in quadrato a prendere qualcosa da bere e mentre risalgo in pozzetto, con un gesto istintivo della mano, abbasso l’interruttore che da corrente alla strumentazione. La radio si accende sul canale 16 e subito sento un appello coincitato. Una voce segnala di essere a bordo di un’imbarcazione a vela di 9 metri a 4 miglia ad ovest del porto di Spezia e di non essere più in grado di governare.
L’Istinto prende il sopravvento, metto in moto, mollo gli ormeggi ed in pochi attimi sto raggiungendo l’imboccatura della diga foranea. Il mare e formato. Le onde frangono con un rumore assordante. Nella fretta non ho pensato a coprirmi con la cerata e la prima onda mi bagna da capo a piedi. Vorrei innestare l’autopilota, ma il mare che giunge proprio dalla direzione in cui devo dirigermi non è assolutamente gestibile in automatico. Devo assecondare le onde prendendole al mascole, ma non appena raggiungo la cresta, nella fase discendente mi trovo a compensare perchè la poppa no scivoli in avanti. L’Inferno è appena cominciato e già mi chiedeo se sia stata una buona idea uscire in mare aperto. Intanto la radio ripete l’appello in maniera sempre più coincitata. Questa volta rispondo:
- Imbarcazione 9 metri da Onda Etrusca
- Vi ricevo Onda Etrusca, il nostro timone è saltato e siamo senza governo
- Avanzo verso di voi con tutte le luci accese, avvisatemi nonappena mi avvistate
Passano alcuni interminabili minuti di silenzio mentre le onde frangono sul ponte riuscendo a riempire il pozzetto ed in parte entrando dal tambucio. Avvio le pompe di sentina. Il mare cresce ancora. E’ di un colore vitreo, quasi completamente coperto di una schiuma disordinata dalla quale non si riesce quasi ad intuire la direzione delle onde.
Ecco la voce del mio intorlocutore farsi viva nuovamente:
- Onda Etrusca da Imbarcazione 9 metri, vi vediamo siete esattamente allineati con noi, proseguite così.
Un ultima onda mi solleva e proprio quando sono sulla cresta, vedo a non più di mezzo miglio uno scafo scendere troppo rapidamente da un’onda intraversandosi sino a coricarsi sul fianco. Soltanto il pesante bulbo riesce a riportarla in verticare non appena nel cavo dell’onda stessa. Lancio alcuni fischi di sirena come per rassicurare l’equipaggio della barca in avaria della mia presenza.
Ancora pochi attimi e sono prossimo a loro. In pozzetto una sola persona imbraccia un remo o qualcosa di simile con cui cerca di improvvisare timone nel vano tentativo di controllare la direzione della barca.
Il mio motore è al massimo dei giri, gli sflilo accanto lanciando una cima assicurata alle bitte di poppa l’uomo sul ponte capisce e rapidamente recupera la cima e prima che questa sia finita corre verso prua assicurandola alla meno peggio. Lo strattone è inevitabile. Porto al minimo il motore per attutire lo strappo e poi riprendo lentamente fino a vincere la massa inerziale della barca in avaria che subito si accoda ad Onda Etrusca. L’uomo, caduto con il primo strattone, si rialza ed assicura ulteriormente la cima che nel frattempo si è tesa come una corda di violino. Non oso pensare a cosa potrebbe accadere se dovesse cedere. Ancora sulla cresta dell’onda inizio una virata leggera che mi porta ad invertire la direzione proprio nel cavo tra due onde, effettuando una manovra molto ampia il mio traino riesce ad allinearsi. Appena lo vedo quasi dietro di me, do tutta manetta ed inizia la corsa con le onde. Ogni volta che io salgo l’onda lei scende la precedente con il risultato che la cima da continui e poderosi strattoni, mentre le onde continuano ad invadere Onda Etrusca che appesantita dal traino talvolta si ingavona passando dentro l’onda anzichè sopra.
Sono non più di 15 minuti di corsa, ma sembrano ore interminabili. Finalmente superiamo la diga foranea e le onde sparisocno come d’incanto. Mi spingo ancora all’interno per allontanarci dal frastuono del mare. Rallento, fermo il motore. Lo scafo che ora distinguo essere di colore giallo, continua il suo abbrivio e mi si affianca fino quasi ad un terzo della mia lunghezza.
Vado incontro all’uomo che è rimasto tutto il tempo attaccato allo strallo di prua.
- Grazie. Mi urla.
- Tutto bene ? domando
- Si , ma ce la siamo vista brutta
- Ci sono altre persone a bordo ?
- Si , mia moglie ed i miei due bambini
Appena nominati eccoli uscire, hanno i visi spauriti e pallidi. Uno dei due bambini che non avrà più di cinque anni è avvinghiato alla madre e piange. Dopo ancora qualche parola riprendiamo il traino ed attracchiamo entrambe alla banchina dove dimoro abitualmente.
Soltanto la mattina successiva, facendo un’analisi dell’accaduto, con Malaspina, realizzo di aver fatto tutta una serie di fesserie, tra cui la più evidente, quella di essermi lanciato in mare senza aver contattato la capitaneria ne avvisato nessuno.
Credo che un pò di tutti quegli anni di Polizia, mi siano rimasti addosso. L’Istinto di soccorrere chi è in difficoltà rimane inalterato anche dopo tanto tempo. Così non ho pensato, prima di lanciarmi al recupero e poi il mare mi ha impegnato senza lasciarmi il tempo di riflettere sino al rientro in porto.
Claudio e Daniela, così si chiamano i miei nuovi amici, la sera successiva organizzeranno una cena di ringraziamento per me. Così trasferiti tutti a bordo di Onda Etrusca, sufficentemente grande da ospitare anche i piccoli Alessandro e Claudia, Daniela preparerà una cena come soltanto una donna sa fare. Le molte scatolette aperte in questi mesi mi avevano fatto dimenticare il “commovente” sapore di una pietanza vera, cucinata con capacità ed amore.
Mi raccontano di essere di rientro da un lungo giro che gli ha visti prima raggiungere Gibilterra sempre navigando lungo costa e poi puntare dritti sulle baleari da dove con una navigazione d’altura, che per un 9 metri non è cosa da poco, hanno puntato sulla Corsica e poi da Calvì direttamente verso Spezia.
Come spesso accade in mare, quando ormai avevano cominciato a rilassarsi perchè prossimi a Spezia, ecco il mare gonfiarsi ed il vento salire nello spazio di qualche ora.
Il vero problema è stato quello della rottura della trasmissione alla pala del timone. Altre volte avevano navigato con mare grosso, raccontano Claudio e Daniela, tanto che i bambini sono talmente abituati al fluttuare della loro “casetta” che ne approfittano per fare giochi sotto coperta facendo scorrere una pallina da una murata all’altra della barca, senza minimamente preoccuparsi del mare. Questa volta però il vento forte, unito all’impossibilità di manovrare hanno reso la situazione davvero ingestibile.
Negli occhi di Daniela scorgo un bagliore, forse una lacrima che vorrebbe uscire.
Claudio interrompe il silenzio che è caduto sulla nostra conversazione:
- ma poi ho sentito la tua voce alla radio ed ho cominciato a sperare che avremmo potuto farcela anche questa volta.
- È stata una serie di coincidenze quasi inspiegabili: l’essere svegliato dal vento, l’appello via radio, e poi avervi individuati quasi subito.
- Credo che possiamo ringraziare la nostra buona stella.
- Già, proprio così.
La serata prosegue tra le grida dei bambini che su Onda Etrusca scoprono nuovi spazi ed angoli per poter giocare rispetto alla loro barca. Le loro voci mi fanno tornare in mente il giorno della visita della scolaresca al “cantiere” di Onda Etrusca. Fulvio mi manca. Quanto vorrei che fosse quì con noi questa sera.
La mattina seguente Claudio prenderà accordi con un cantiere li vicino ed alata la barca stimeranno che in una sola giornata di lavoro lui e tutta la sua famiglia potranno riprendere il mare per raggiungere casa.
Qualcosa si sta rompendo dentro di me. Un’ansia crescente mi rende inquieto. Claudio e Daniela con i piccoli hanno ripreso il mare questa mattina. L’Addio è stato commovente, ma una delle caratteristiche della vita in mare è quella di incontrare nuovi amici a cui donare un pò di se e dai quali ricevere un po di loro. Poi arriva sempre il momento di ripartire. Rimane una specie di piccolo suvenir che ti accompagnerà fin tanto che la memoria sarà in grado di ricordare. I Volti di Claudio e Daniela, come quelli dei bambini, mi accompagneranno e saranno per me una visione di conforto nei momenti bui dei mesi a venire.
Dopo giorni passati a cercare di capire perchè Malaspina e la sua scuola di vela non sembrerebbero più in grado di colmare il vuoto che c’è in me, capisco che Claudio e Daniela hanno riaperto in me il “miraggio di una famiglia”.
Sono solo ormai da troppo tempo e talvolta affiorano ricordi della mia “prima vita”, quella in cui avevo una casa ed una moglie. Quando credevo che il futuro sarebbe stato proprio quello che immaginavo per me e per lei. Poi la mia tempesta personale ha cambiato tutto. Come un uragano ha stravolto i tempi e le aspettative, ho imparato da allora che non bisogna mai essere troppo sicuri di ciò che la vita ci riserverà. Un solo episodio potrà cambiare ineluttabilmente tutti i giorni della tua vita successiva. Anche per questo ho imparato ad apprezzare ogni giorno come fosse l’ultimo.
Il mio nuovo uragano si chiama Simona. La guardo ogni giorno venire al molo attendere l’arrivo di Malaspina ed imbarcarsi sempre con un’aria seria ma distesa. Ha gli occhi verdi come il mare prima di un temporale e dei lunghi capelli neri. Resto seduto sulla coperta ad osservarla ogni giorno per tutta la durata della sua lezione di vela. Non le ho mai rivolto la parola e nemmeno lo farò. Sento di non poter condividere la mia vita con qualcuno. Sono abbrutito, sregolato. Ormai da troppo tempo dormo solo poche ore per notte, recuperando poi di giorno. I miei pasti sono fatti di pesci o scatolette. Proprio non potrei immaginarmi a dividere tutto questo “lusso” con una perla come lei.
Al termine dell’ultimo giorno del corso di Simona, dopo 10 giornate consecutive di mare, Antonio Malaspina si avvicina e mi chiede se mi interessa un lavoro di qualche giorno. Rispondo di si, penso che forse servirà a scuotermi un pò da quell’apatia che ha invaso le mie giornate. Lui annuisce, si volta e sbarca come al solito. Resto incuirosito, ma so bene che Antonio è sempre un pò enigmatico. Quando riterrà che sia il momento opportuno, probabilmente, mi darà maggiori dettagli.
La mattina seguente è sabato, mi attardo un p’ò di più in cuccetta perchè come sempre, ho dormito a tratti durante la notte. Alle 9.00 vengo svegliato dal rumore di un carrello sul pontile.
- Sveglia è ora di alzarsi. ( la voce di Antonio)
Salto giù dalla cuccetta ed esco in pozzetto. Antonio spinge un carrello carico di viveri come di uno che è appena uscito da un supermercato.
- Carichiamo la cambusa tra poco il tuo ospite sarà quì.
- Chi ? domando ancora frastornato dal sonno.
- Hai un cliente che vuole navigare tra le isole dell’arcipelago, anzi dovrebbe già essere quì.
- Ed io cosa devo fare ?
- Devi approntare un buon piano di navigazione che comprenda Elba, Capraia, Giglio e Montecristo, ma probabilmente deciderete le tappe lungo il percorso.
- Quanto staremo fuori ? domando
- Non fare domande sciocche, solo Dio sa per quanti giorni il mare sarà disposto a sopportarti.
E’ inutile cercare di capirne di più, quando Malaspina fa così bisogna lasciarlo fare. Mentre carico la cambusa stivando tutte le provviste, mi rendo conto che sono veramente tante, ne deduco che si tratti di un gruppo numeroso. Non ho mai fatto lo skipper, ma quello che mi preoccupa di più non è il mare, ma la convivenza con altre persone a bordo di Onda Etrusca. E’ dai tempi di Fulvio che non ho più avuto ospiti a bordo se non per qualche ora.
Termino la sistemazione del materiale, e mentre chiudo l’ultimo gavone, dico ad Antonio di collegare la bocchetta dell’acqua per riempie i serbatoi di Onda Etrusca, mi risponde OK,
ma il suo tono di voce mi lascia perplesso.
Esco in pozzetto e di Antonio non vi è più traccia, mentre seduta a poppa c’è Simona.
Resto immobile e senza parole. Mi sorride ed ancora una volta resto stregato dai sui occhi.
Cerco di darmi un contegno:
- Ciao dove sono gli altri? (domando)
- Gli altri chi ?
- Antonio mi ha detto che aspettavo un gruppo per un giro delle isole toscane
- Infatti. Sono io il tuo gruppo. Ho chiesto agl’altri ma nessuno poteva partire in questi giorni e così ci sono soltanto io. E’ un problema ?
- ....no, certo che non è un problema.
Soltanto adesso capisco il tiro mancino di Malaspina. Gran figlio di una megattera casertana.
Mentre stiamo ultimando i preparativi per la partenza, eccolo ricomparire, Si avvicina con aria sorniona e rimanendo sul molo e mi consegna una busta.
- Non aprirla. Conservala a bordo ed aprila soltanto se un giorno la capitaneria di porto o chi per loro dovessero fermarti per un controllo in mare. Soltanto in quel caso.
- Questo è l’ultimo favore che dovevo a Fulvio, me lo chiese prima di partire.
- Cosa centra Fulvio ?
- Non preoccuparti, prendila e fai come ti ho detto.
Avvolto da una profumata nuvola del fumo della sua pipa, Malaspina si allontana lasciandomi con un palmo di naso ed una curiosità morbosa di sapere cosa conterrà quella busta, ma ho grande rispetto per lui e per il buon Fulvio, così faccio come mi ha detto. Ripongo la busta nella cartellina dei documenti di bordo e riprendo le mie attività.
Il nostro piano di navigazione si articola in maniera molto semplice. Decidiamo di puntare su Gorgona, sede della colonia penale e pertanto non avvicinabile a meno di un miglio, poi rotta su Capraia e poi vedremo. Mentre rimetto via le carte mi sovviene che non ho mai navigato fuori dalle acque di Spezia se non per poche miglia al comando di Onda Etrusca.
La prima parte del viaggio sarà per me un rivivere alcune delle emozioni della prima uscita in mare con Fulvio a bordo della nostra barca appena restaurata. Il mio silenzioso pensare non passerà inosservato agli occhi di Simona che oltre che bellissima si dimostra anche molto sensibile. Le giornate proseguiranno tra un mare clemente ed un commosso racconto dei tempi andati. Anche lei ha una storia alle spalle, nonostante la sua giovane età, la scomparsa dei suoi genitori l’ha indotta ad una crescita rapida che oggi la rende molto più forte e matura dei suoi 26 anni.
Vive da sola e lavora come archeologa in una cooperativa fiorentina che si sta occupando del recupero di alcune navi etrusche rinvenute a Pisa. L’Archeologia è una passione che ha avuto sin da ragazzina e si ritiene fortunata di aver potuto fare di questa passione un lavoro.
Simona non domanda mai. Mi lascia il tempo di maturare il desiderio di raccontare piccoli frammenti della mia storia. Ascolta con attenzione e partecipa ai miei silenzi con una pazienza da “marinaio” .
In prossimità di Livorno, l’attrazione magnetica di quei luoghi esercita su di me un’irresistibile pulsione. Così un po’ sommesso domando a Simona il permesso di fare una piccola variazione al nostro programma. Prima di rispondere osserva i miei occhi un po’ umidi e con un cenno del capo darà il via alla manovra che ci condurrà all’imboccatura del canale lungo il quale Onda Etrusca fu restituita a nuova vita.
Procediamo al minimo e davanti ai miei occhi scorre tutta la mia seconda vita. Mi sembra persino di sentire le voci dei bambini che ci salutarono il giorno della partenza. Dopo l’ennesima curva ecco comparire il casone di Fulvio. Accosto, con un balzo scendo a terra e raggiungo l’ingresso. Sulla vecchia porta di legno svetta un lucchetto lucente che mi fa rimpiangere quello vecchio e rugginoso col quale litigavamo ogni giorno per aprire la mattina e per richiudere la sera. Quel pezzo di ferro lucente mi sveglia dal sogno. Fulvio non è più li ed il casone probabilmente adesso è di altri. Simona intanto mi ha raggiunto restando 2 passi dietro me a guardare cosa faccio. Quando mi siedo sul terreno singhiozzando si avvicina e mi abbraccia come a voler lenire il mio dolore. Restiamo li per un tempo indefinito e poi torniamo a bordo dove la cena sarà l’occasione giusta per raccontare tutta la mia storia, tra un bicchiere di vino ed il suo sorriso che su di me ha l’effetto di un caminetto acceso.
La mattina seguente, baciata da un sole caldo ed un cielo terzo, riporterà il buon umore a bordo. Alzatomi per primo preparo una colazione da essere umani. Mentre la caffettiera sbuffa ecco Simona uscire dalla sua cabina. I capelli in disordine, gli occhi semi chiusi, il pigiama di pile ed il suo inseparabile sorriso. Capisco che ancora un nuovo fantasma ha lasciato la mia vita. Addio Fulvio. Buon Vento.
Entro un’ora salpiamo riguadagnando il mare aperto, destinazione Capraia.
L’Isola di Capraia è un paradiso in terra. Una vera perla del mediterraneo, la bianca roccia interrotta da antiche colate laviche che colorano di rosso pareti e fondali rendono suggestiva la circumnavigazione. Il piccolo Marina di Capraia è quanto di più semplice si possa immaginare. Poche attività commerciali subito ai piedi della montagna. Una lunga salita ci conduce al paese arroccato sulla collina dalla quale si gode una vista mozzafiato.
Gli anni trascorsi a Pianosa hanno fatto di me un isolano. Poter guardare in ogni direzione sapendo che il mare mi circonda, anziché darmi ansia, come fa ad alcuni, mi rassicura. Adesso forse intuisco il mio legame con la barca. Onda Etrusca è la mia isola, quella dove posso rifugiarmi lontano dagli sguardi e dai cattivi pensieri, anche dai miei.
Per la prima volta, la presenza “stabile” di una persona a bordo, non mi infastidisce. Simona sembra aver infranto questo confine, entrando poco a poco nel mio mondo, in punta di piedi, così da non arrecare il benché minimo disturbo, anzi da farmi apprezzare il fatto di sapere che posso incontrare il suo sguardo ogni volta che ne sento il bisogno.
Cap. 5
Il nostro soggiorno a Capraia dura, come da programma, fino a che entrambe non decidiamo che sia il momento di ripartire. Dopo le esplorazioni a terra, tra una natura prorompente e stormi di gabbiani che imbiancano intere parti dell’isola, durante la cena del 4° giorno la decisione viene presa. Domani mattina si salpa, anche se il nostro programma originario viene subito modificato. Non più le isole della Toscana, ma rotta sulla Corsica.
Il mattino ha l’oro in bocca, era solito dire Malavolti, uno dei miei compagni dei giorni di Pianosa. Così alle 6.00 sono già sul ponte a preparare tutto per la partenza. Il mio andirivieni in pozzetto ha sicuramente svegliato Simona, che però resta in cabina. Così poco prima delle 7, terminati i rifornimenti di rito, mollo gli ormeggi e faccio scivolare Onda Etrusca verso l’uscita del marina. Una Brezza proveniente da est si manifesta subito ed è di quelle che non appena accenni a sciogliere il fiocco, lo fanno gonfiare in un attimo dando inizio alle danze.
Il mare è appena increspato e lo scafo scivola via come sull’olio. Mi volto a dare un ultimo sguardo a Capraia, come per ringraziarla dell’ospitalità e nel contempo mi lascio strappare la promessa che un giorno tornerò.
Avvolto dalle emozioni che mi investono ogni volta che la mia barca gioca col vento, vengo distratto dal rumore di un peschereccio che mi segue ad alcune centinaia di mentre appena fuori dal marina. Posandoci lo sguardo, vedo qualcuno che saluta, ma è troppo lontano per distinguere qualcosa. Penso alla proverbiale accoglienza degli uomini di mare e rispondo al saluto con grandi bracciate. Mentre passano i minuti il rumore del peschereccio si fa sempre più vicino, mi volto ancora a guardare ed adesso posso distinguere due persone a bordo, resto perplesso per il continuo salutare di una delle due. Così poggio leggermente per favorire il peschereccio che sembra volermi raggiungere a tutti i costi.
La persona che mi saluta e che presto si rivela essere un donna, è Simona. Una volta a bordo mi dirà che pensando di procurare la colazione si era allontanata prima del mio risveglio e poi si era scapicollata per la discesa che dal paese conduce al marina, ma senza fare in tempo a raggiungermi. Regalo al pescatore una bottiglia di vino per ringraziarlo, ma sembra gradire molto di più il bacio di Simona quando lo saluta. Adesso l’equipaggio è al completo e possiamo far rotta sulla Corsica.
Saranno giorni di rara serenità, il mare evidentemente ancora ci sopporta e così mi permette di solcarlo senza difficoltà. La traversata sarà effettuata in condizioni ottimali, anche se con poco vento. Il viaggio di Simona terminerà non appena in vista della Corsica, una telefonata la richiamerà prima in terra ferma e poi con un aereo a casa per improvvisi impegni di lavoro. Vi risparmio il momento del saluto che io stesso mi sarei risparmiato.
La sera della sua partenza resterò seduto in pozzetto sotto una luna che quasi sembra schiacciarmi, in compagnia di una delle numerose bottiglie di vino imbarcate che senza farmi domande si lascerà a poco a poco svuotare in un accalcarsi di pensieri e ricordi con i quali passerò in rassegna tutta la mia “seconda” vita come sull’orlo di un baratro, ancora una volta sento che tutto sta per finire, ma questa volta con una nuova idea che si affaccia nella mia mente.
Su di una malandata barca in legno ormeggiata accanto ad Onda Etrusca, un anziano signore dalla bianca barba e dalle braccia così magre da sembrare un ragno, mi fa compagnia con il suo bicchiere in mano, Non scambiamo neanche una parola favoriti forse anche dalla grande bandiera finlandese che espone a poppa, preferisco immaginare che abbia compreso il mio silenzio ed abbia voluto rispettarlo.
Il mattino come si sul dire ha l’oro in bocca è così alle prime luci dell’alba, io ed il mio mal di testa, molliamo gli ormeggi e mettiamo prua verso nord. Il volto del bianco signore Finlandese di ieri sera, che facendo capolino dal tambucio mi sorride, sarà l’ultimo che vedrò per oltre 10 giorni.
Quello che soltanto ieri sera era un’idea oggi è una decisione presa ed approvata. Niente più mi lega a nessun luogo. Andrò avanti fino a che il mare mi vorrà. Un po’ come Bernard Motessier con la sua Joshua, il mio accordo con Onda Etrusca sarà : “tu dammi vento ed io ti darò miglia”.
Confortato da un meteo rassicurante e dalla cambusa pensata per 2 persone dopo la partenza di Simona anche il mio mal di testa ha voluto sbarcare e così, carte nautiche alla mano e sestante, come Malaspina ha sempre predicato : “sfaccimme e gps” penso di aver fatto rotta verso le Isole Baleari, dico penso, perché quando ormai credevo di doverle scorgere a prua le ho invece scorte al traverso ma in lontananza. La mia navigazione solitaria che si è svolta sulle 24 ore mi ha portato in sintonia col mare.
Il suono delle onde che frangono sulla prua incessantemente, è un rumore che a poco a poco diventa familiare, come l’ondeggiare di tutto il mio “mondo solido”.
Sparuti gabbiani in lontananza mi hanno urlato qualcosa che non ho compreso, ma che ho come la sensazione volesse essere un saluto.
Questo rumoroso silenzio diventa come una colonna sonora che ti accompagna senza tregua. A volte si interrompe nella sua continuità con un sordo rumore proveniente dalla coperta. La prima volta mi ha spaventato, ma poi mi sono abituato all’idea dei pesci volanti che vengono a farmi visita a bordo atterrando sul prendisole e che io mi affretto a rigettare in acqua.
Il mare ha voluto concedermi anche un'altra gioia, quella dell’incontro con 3 delfini che si sono alternati a correre da un lato all’altro della prua tra salti, tuffi e grida.
E’ come guardare dei bambini che giocano al pallone.
Entusiasti della vita e con tutte le opportunità ancora nelle mani.
Ad uno di loro ho chiesto di portare un saluto a Fulvio, questa volta, nonostante la “diversa bandiera” sono certo abbia compreso.
Chi non è avvezzo a lunghe navigazioni in solitario può essere portato a pensare che sopraggiunga la noia, ma da quel che ho potuto vedere, i tempi del mare sono assai lontani da quelli dell’implacabile orologio, ad un certo punto, giorno o notte, fame e sonno diventano unicamente pezzetti di un unico insieme: la tua esistenza, è come se una forza magnetica mi richiamasse non so bene dove, continuo a fissare la carta con l’unica certezza che il mediterraneo sia troppo piccolo per noi due.
Così davanti al porto di xxxxxx il comitato di accoglienza si scatena riconducendomi alla realtà. Una motovedetta della xxxxxxxx mi abborda come abitualmente devono fare i pirati. Il loro aspetto severo e le armi che espongono come un vessillo distintivo mi provoca un dejevux. Sono passati molti anni ma ancora ricordo certi momenti e come fermare un auto o una barca, del resto non fa differenza, sia sempre un momento di tensione, almeno sino a quando i veicoli non siano fermi, le persone non siano a terra insomma la situazione sia sottocontrollo.
Li assecondo in un inglese molto all’ “Albertone”, confido che nessuno di loro sia madrelingua inglese. Una volta trasferiti a bordo riusciamo tutti a rilassarci. Uno dei militari sale e scende più volte sotto coperta
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17 years ago
admin, 75
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Noi - terza parte
Da quel giorno le cose cambiarono tra noi. Non cambiò la nostra voglia di sesso, di sesso orale in particolare. Però sentivamo entrambi che quell’episodio aveva aperto nuovi orizzonti alla nostra storia. Una sera tornai a casa dopo il lavoro, lei era già rientrata e aveva preparato una cena meravigliosa, molto romantica. Candele ad illuminare la tavola apparecchiata in terrazza. “Mi faccio una doccia e mi cambio” le dissi, vedendo che lei era già vestita per la cena: indossava una gonna di lino molto leggera e una bella maglia scollata che aveva acquistato la sera stessa. Mi vestii dopo la doccia, la raggiunsi fuori e iniziammo a mangiare. Dopo la cena, continuammo a bere del vino e parlare. Prese la mia mano, quasi improvvisamente, dopo uno sguardo malizioso e la mise sotto la gonna. “Ho una sorpresa per te, anzi per noi…”. Fece salire la mia mano, guidandola sul suo sedere perfetto, sentivo la pelle nuda, la morbidezza, le natiche che si materializzavano. Ma non sentivo le mutande, non sentivo nemmeno un minuscolo perizoma. Mi eccitò profondamente. “Sei magnifica” le dissi, mentre la baciavo. E lei fece passare la mia mano davanti; sentii solo pelle, pelle liscissima, morbida e poi il clitoride. Si era completamente depilata. “ti piace?” chiese, con la voce rotta dall’eccitazione che stava provando. Non le risposi, abbassai la gonna, gliela sfilai e la feci appoggiare al bordo della terrazza, con le spalle alla ringhiera. Mi inginocchiai davanti a lei e iniziai a guardarla, a toccarla, sfiorandola piano. Poi la leccai, sentivo tutta la sua pelle, il suo sapore mi entrava nella bocca, sulle labbra, lo gustai a lungo. “Ci possono vedere…” sussurrò piano, con tono compiaciuto. Di nuovo non le risposi, continuai a leccare quella magnifica pelle. E lei godeva, sentii aumentarne il piacere, crescere la voglia di venire nella mia bocca. “Sento tutto molto di più, è bellissimo” disse. Mi spostò per un attimo, si volle sedere sulla sedia di tela, allargò le gambe e guidò la mia testa in mezzo alle sue gambe. Venne, stringendomi la testa e stringendo le gambe, sforzandosi di non urlare ma non riuscendo a coprire i gemiti del suo piacere. Mi tenne tra le sue gambe per un po’.
Poi si fece passare una sigaretta che si fumò, aspirando lentamente seduta, rimanendo com’era. Continuai a guardarla “Sei meravigliosa”. “Domani voglio che levi anche tu i tuoi peli, voglio sentirti tutto, liscio, ingoiare il tuo pisello nudo” disse lei. E dicendolo mi aprì i pantaloni. Mi fece mettere in piedi come era stata lei precedentemente, appoggiato alla ringhiera. “Vorrei che qualcuno mi vedesse mentre te lo lecco” disse. Non potevo più resisterle, la vedevo lì davanti a me, inginocchiata, nuda dalla cintola in giù, con le mani sul mio cazzo e lo sguardo che si spostava per vedere se qualcuno la stesse osservando da qualche finestra. Lo prese in bocca e iniziò a muoversi come solo lei sapeva fare, la sua voglia di farmi godere mi stava facendo girare la testa. “Quanto sei porca….” e lei non si staccò ma mosse soltanto la testa per annuire, aumentando il ritmo dei suoi movimenti. Poi si staccò per un attimo con la bocca, continuando il suo movimento con le due mani. “Sai, ripensavo a quel pompino che ho fatto a Luca, e mi sono eccitata, avevo voglia di sentire una lingua che mi leccasse, così mi sono depilata…”. Stavo per venire ma volevo che quei momenti continuassero per molto tempo, così mi accesi una sigaretta, interrompendola per pochi attimi. “Vorresti farne altri, vero?” le dissi, non appena riprese il suo pompino “…vorresti mostrare ad altre persone quanto sei brava…” lei mosse ancora una volta la testa come ad annuire, poi me lo disse: “sì, vorrei far vedere ad altri come sono brava, vorrei lasciare un ricordo di me…”. Venni nella sua bocca, mentre lei aveva iniziato a toccarsi tra le gambe, eccitata da quello che stava facendo e da quello che stava pensando.
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17 years ago
lentezza,
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La massaggiatrice
La scorsa settimana avevo un dolorino alla schiena, ho preso uno di quei settimanali di annunci e ho cercato una massaggiatrice, uomini non ce n'erano negli annunci.
Finalmente risponde una voce cordiale e vivace, prendo appuntamento, si trova non lontano da Pordenone.
Mi presento puntuale, entro e mi accoglie una bella signora bionda sui 55 anni, 1,60 belle forme, abbronzata, con una vestaglia verde che le arriva un po' più in su di metà coscia. E' una fisioterapista in pensione con tanto di attestati appesi al muro.
Mi fa accomodare nella camera dove c'è un lettino per massaggi professionale, mi fa spogliare e dopo avermi chiesto notizie sul mio problema mi massaggia con un olio e mi rilassa tutto il corpo; ha un modo gentile di chiaccherare del più e del meno, mi giro e ripete il massaggio dai piedi al petto fino alla testa...
"Io ho finito la parte necessaria, adesso se vuoi puloi arrivare alla punta dell'iceberg?". "Con quelle mani portami dove vuoi" è mia risposta ammiccante....
Mi lascia steso e va a lavarsi le mani dall'olio, ritorna e si toglie la vestaglia per il caldo.....
Un corpo ben tornito si materializza. Una quarta di seno rinchiuso in uno stretto reggiseno che sembra esplodere e un bel culo sodo e tonto tagliato in due dal perizoma...complimenti.
Mi prende in mano il cazzo che nel frattempo non è rimasto insensibile, mi accerezza i testicoli e con un dito mi sfiora il buchetto che si contrae per il piacere.
" se vuoi ti posso anche infilare un ditino..." mi sussurra in un orecchio con voce calda.
"Guarda che uno naenche lo sento, ne voglio almeno due!"
Si infila un guanto in lattice, prende un preservativo e con la bocca lo srotola sul mio cazzo duro.
Intanto il suo dito mi penetra..."avevi ragione, è bello largo adesso provo con due...." ho un sussulto mentre mi spinge le dita dentro.
"adesso sì mi diverto" mi dice mentre mi masturba e mi succhia avidamente il cazzo "se un bel maialino.."
"e tu una gran bella porcona..." le rispondo accarezzandole il culo.
Lei alza una gamba e appoggia il piede sul lettino offrendomi il perizoma gonfio da accarezzare...
Allungo la mano, il perizoma è caldo e bagnato, lo sposto e trovo le labbra della figa completamente depilata che si schiudono.....
"anche a te piace allora..." e le infilo un dito dentro iniziando a rovistare.
Infilo il secondo e lei mi dice "un dito a me e uno lo metto io a te" infilando tre dita nel mio culo....
Indice, medio e anulare rovistano la sua figa che nel frattempo sembra un lago.....
Lei mantiene la promessa e la sua mano fino al palmo mi sta aprendo il culo, un dolore completamente superato dal piacere...
"porco se non togli quelle dita non riesco a sfondarti e succhiarti, o le togli o ti meni il cazzone (sono 20 centrimetri....) mentre ti inculo!"
Inarco un po' la sciena per facilitarle la penetrazione mentre con la mano libera mi sto menando il cazzo ormai prossimo all'esplosione....
"mi strai facendo godere porco....Togli in preservativo che mi sborri tra le tette!"
Fatto! io spingo dentro di lei, lei dentro di me asnimando a ogni mio colpo... "Sto per venire..." Un secondo e la mia cappella si trova stretta tra le sue tettone e inizia a schizzare....
Lei approfitta e con un colpo secco la sua mano scivola fino al palmo.
Qualche secondo e mi riprendo, sento il culo pieno, la pelle del buco tirata e il suo pollice che massaggia i miei testicoli..
"Sei un gran bel maiale, un gran bel cazzone e un buco bello aperto. Io e te possiamo fare tanti giochi insieme... intanto puliscimi le tette della sborra" Sfila la mano dal mio culo con sollievo, le mie dita scivolano fuori dalla sua fuga fradicia e mi trovo il solco delle tette pieno di sborra da leccare. Un po' lecco e un po' mi lecco le dita bagnate dal suo piacere....
"Se ti affidi alle mie mani in un paio di sedute risolviamo il tuo problema." mi dice mentre ci salutiamo rivestiti.
"Pensi possano bastare per la schiena?"
"Non parlavo di quello. Mi riferivo alla dilatazione del tuo culo per prendere tutta la mano fino al polso..."
Un bacio sulla guancia e via in ufficio per un pomeriggio di lavoro sicuramente poco pesante....
Adesso per due settimane lei è in ferie, non vedo l'ora che ritorni.
Alla prossima......
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17 years ago
cercosesso257333,
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