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Una vacanza diversa (donne vogliose)
Nessuno in quella casa aveva l’abitudine a chiudere la porta neanche quando andava in bagno e così poteva facilmente capitare di entrare e trovarlo già occupato da qualcuno ed era proprio quello che successe a Carlo quella mattina. Era entrato per fare una doccia e ci aveva trovato Roberta con la grossa figa ben aperta che pisciava tranquilla con le mutandine ai piedi. Vedendo il ragazzo indeciso lo chiamò “Resta, non mi disturbi, avrai già visto tua madre pisciare qualche volta no?” Assolutamente no! Non gli era mai capitato e neanche se lo augurava ma la donna insisteva perché restasse e lui imbarazzato cercava di guardare ovunque tranne che verso la figa da cui usciva il getto fitto, anche se la rapida occhiata iniziale gli aveva messo addosso una strana eccitazione, soprattutto quei grossi seni coperti dalla leggera camicetta lo attiravano visibilmente. La padrona di casa intanto si asciugava la vagina e si abbassava per sfilarsi le mutandine e poi levarsi la camicia. Il ragazzo provò nuovamente a uscire e lei glielo impedì di nuovo “Ma stai qui, insomma…siamo in famiglia…hai già visto una figa per bene?” rideva allargando le gambe e i grossi seni ballavano sotto il naso del ragazzo esterrefatto. “Si certo” disse lui imbarazzatissimo avendo capito che stava per succedere qualcosa che non gli sarebbe dispiaciuto per niente finalmente. “Eri venuto per lavarti, fai pure non preoccuparti per me, non guardo” ma al contrario si avvicinò per accompagnarlo sotto la doccia. Lui aveva ancora la maglietta e lo slip del costume. “Sei davvero un bel ragazzo” nuda davanti a lui gli aveva passato una mano intorno alla vita e lo stringeva contro di sé. Inevitabilmente il suo membro si rizzò completamente. “Sei come Simone, potrei essere tua zia…dai fammi vedere il tuo bel petto, aspetta ti tolgo la maglietta, alza le braccia”. Carlo ricordava bene che l’amico gli aveva confidato di essersi scopato la zia e ora ne stava per avere le prove, certo non era giovane e fresca come Laura ma il suo corpo adulto lo intrigava molto di più ed era ora che facesse qualche esperienza più interessante delle precedenti. Si lasciava fare già tutto eccitato, non se lo sarebbe davvero mai aspettato. “Oh che bel petto…lasciami toccare” mentre gli palpava il petto, la sua figa andava gonfiandosi lentamente “Che bei capezzoli diventano duri sotto le mie dita proprio come i miei” esclamò la donna piena di voglia, tirandogli i capezzoli come se fosse il suo amante. “è morbido il tuo pancino e così caldo” Roberta sapeva di sudore, Carlo sentiva l’odore della grossa figa aumentare d’intensità, quando si muoveva i suoi peli gli sfioravano la pancia senza smettere di accarezzargli il petto. Gli passava le dita sotto le ascelle poi scendeva per i fianchi fino all’elastico del costume. Una mano è scivolata dietro sotto il costume per toccargli le natiche. “No signora, no..” “Si si” ha invece risposto lei incollandosi al corpo del giovane con la figa contro la sua pancia. Poi ha aggiunto “Lo vedi anche lei ti trova bello…sai cosa mi piacerebbe? Che mi facessi vedere il pisello…sei biondo sarà una novità, Simone è così bruno là” si è messa in ginocchio davanti a lui e gli ha abbassato lo slip sui piedi. Gli fissava il pelo biondo. “Sei proprio ben fatto e mi sembra anche che tu abbia una gran voglia…hai la cappella tutta tesa, è grossa, è eccitante, chiamami Roberta o zia se preferisci, ci divertiremo molto insieme” e finendo la frase gli aveva messo il naso tra le cosce e gli leccava la cappella con la lingua di fuori. Carlo abbassa la testa per guardarla tra le cosce aperte e vede la figa ancora più allargata. Le gambe non lo reggevano più. Lei gli afferrava le natiche con la punta delle dita nel solco del suo culo e si è rialzata con il naso bagnato, poi si è aperta la figa con le dita e gli ha sfiorato la cappella con il clitoride e ogni tanto spingeva in avanti con la figa fradicia. Si apriva senza difficoltà “Vedi com’è bello” ma furono interrotti sul più bello da un rumore di passi e lei lo lascia così uscendo dal bagno. Due secondi dopo entra Francesco mentre Carlo nudo cercava di nascondersi sotto la doccia. Cercava di comportarsi nel modo più naturale possibile in realtà aveva paura di farsi scoprire eccitato per la presenza della moglie. Quello che ancora non poteva sapere Carlo era naturalmente che la visita di Francesco nel bagno non era propriamente casuale…se doveva far scopare la moglie anche con il giovane ospite, lui voleva valutare la scelta per eccitarsi all’idea. “Allora mio caro Carlo tutto bene?” “Si si signore” “Mi lavo mentre fai la doccia, non ti disturbo vero?” “No no” risponde il ragazzo mentendo. Era ancora eccitato dalle carezze della moglie ma Francesco sembrava non badare alla sua erezione. Per rendere il tutto più naturale e magari complice Carlo iniziò a lavarsi senza chiudere la tenda. Lui lo vedeva e Carlo lo guardava. Francesco si levava il costume restando completamente nudo. Iniziava a insaponarsi su tutto il corpo senza pudore anche fra le cosce scappellandosi per bene l’uccello mostrando bene al ragazzo quello che faceva, poi si è insaponato il solco del culo sfregando energicamente e socchiudendo gli occhi. Carlo si lavava facendo finta di niente ma era eccitato. Francesco si siede per asciugarsi l’uccello masturbandolo un po’ con l’asciugamano. Finita la doccia Francesco era ancora là a cosce aperte che si asciugava, spalancato e osceno. “Bene, so che Simone ti porta a conoscere le sue amiche “ gli disse strizzandogli l’occhio da uomo a uomo. E finalmente Carlo si sente sollevato, almeno lui non gli ha proposto nulla di strano. Rimasto solo nel bagno però non ha potuto resistere alla tentazione di stringersi il cazzo il più forte possibile tra le mani e in pochi secondi completare l’orgasmo interrotto da Roberta. Sborrava pensando alla figa della donna al suo calore sulla sua cappella.
Ramona e Tina, due amiche di Simone erano passate a prenderli per passare il pomeriggio al mare. Erano tutte e due ricce con i capelli lunghi. Ramona era magra e slanciata e sedeva in auto accanto a Simone mentre Tina più in carne era seduta dietro con Carlo. “Come lo trovi il mio amico, Tina?” ha chiesto Simone. “è bellissimo” e Carlo arrossì per il complimento, le cose si mettevano bene pensò, quelle due tizie sembravano due belle viziose e non si aspettava che fossero le ragazze a fare le prime mosse e quando Tina gli posò una mano sulla coscia non si ritrasse. Simone lo guardava e gli faceva l’occhiolino nello specchietto retrovisore. Carlo era timido e non osava parlare. Le ragazze invece erano delle gran chiacchierone e molto intraprendenti. La mano di Tina saliva lentamente sulla coscia del ragazzo. Simone doveva averla istruita bene sulla sua situazione di ragazzo timido e inesperto. Carlo cercava di guardare il paesaggio per distrarsi dalle idee che gli venivano in mente ma che gli facevano gonfiare il costume. Tina aveva dei pantaloncini molto larghi e lui le poteva intravedere la figa. Non aveva né slip né il costume e ogni tanto si grattava là parlando come se tutto fosse normale e previsto. Arrivati alla spiaggia deserta Simone si è messo immediatamente nudo e così pure le sue amiche. “Su Carlo, fai come noi, siamo soli qui” gli aveva gridato Simone e vedendolo impacciato rincara la dose “Non fare il bambino, sei un uomo” si è messo dietro di lui e gli ha tolto la maglietta. Era già eccitato per quei tre corpi nudi e si vedeva dal costume. “Bisogna togliersi anche il costume” ha gridato Tina ridendo “Qui facciamo il bagno così” “D’accordo ragazze adesso lo fa” ma precedendolo gli aveva tirato lui stesso giù il costume. Ora anche Carlo era nudo davanti a loro, lo guardavano tutti e non voleva fare la figura dello scemo così rosso in viso si è abbassato per sfilarsi il costume. Lo spettacolo sembrava piacere soprattutto a Tina, la sua figa si gonfiava a vista d’occhio. Simone stendendo l’asciugamano le passa vicino e le pizzica la figa ridendo “ Ehi mi sembri eccitata…è Carlo che ti fa quest’effetto? è biondo scommetto che non ne avevi mai visti, ha un bel cazzo duro” “Si è bello” Carlo era sempre più imbarazzato e andò a sedersi vicino all’amico stringendo le cosce per nascondere l’erezione. Le due ragazze invece erano sedute di fronte e al contrario cercavano di nascondere il meno possibile aprendo al massimo le gambe, avevano delle grosse fighe e dei seni enormi. Quella di Ramona sembrava più carnosa, Carlo si trovò a confrontarla con quella di Laura e si disse che era più eccitante perché così aperta le si vedeva subito il clitoride. Stava iniziando a sentirsi a suo agio anche lui. A quel punto Simone si alza e si mette a pisciare davanti a tutti continuando a parlare e nessuno ci faceva caso. Si è scrollato l’uccello e si è buttato addosso a Ramona per giocare, in un secondo se l’era messa sopra ridendo e facendola sedere sul suo pene. “è tanto che non ci vediamo eh…mi sei mancata Ramo” Carlo sentiva tornare l’imbarazzo nel guardarli così, lui le passava la lingua sulle labbra e dondolava le natiche per incollarle meglio il grosso uccello. Si vedeva bene che lo aveva duro e ritto contro la figa socchiusa di lei. Carlo continuava a stringere le cosce per nascondere l’erezione a Tina che lo guardava con sempre più interesse. “Dai prenditelo dentro sento che lo vuoi” Simone si prendeva l’uccello enorme in mano e glielo ha infilato dentro in un sol colpo completamente nella fica. La ragazza guardava Carlo ridendo “Scandalizzi il tuo amico guarda” “Eppure non è più vergine posso assicurartelo. Aspetta ti faccio vedere il suo cazzo” Simone esce dall’amica con l’uccello durissimo e si avvicina a Carlo per aprirgli le cosce. Carlo non voleva vedere cosa gli facevano ma sentiva la mano di Simone tra le cosce che gli prendeva il cazzo e lo scappellava. Sdraiato sulla schiena a gambe aperte li guardava fare vergognandosi troppo per intervenire. “Guarda sono io che l’ho sverginato, puoi mettertelo fino in fondo, guarda non mi sta in una mano” diceva Simone stringendogli il cazzo. Carlo era confuso sentiva l’amico fargli una sega ma non riusciva a nascondere l’eccitazione quando lui aumentava il ritmo o gli sfiorava il sedere. “Dai fattelo non chiede altro” ha detto Simone ridendo. Carlo era eccitato come non mai mentre Ramona si stendeva su di lui e gli sfregava il cazzo con la figa ma era così bagnata che scivolava via. Ancora una volta Simone è venuto in aiuto dell’amico, era veramente vizioso e adesso a Carlo le sue tendenze bisex interessavano poco se sarebbero servite a farsi la sua prima scopata. “Hai visto che buco rosa? Non ne avevi mai visti così eh? è bello ritto il tuo uccello e anche i tuoi coglioni sono belli duri” aveva messo una mano dietro le natiche di Ramona e di colpo le ha messo l’uccello di Carlo nella figa. La verga era così lunga e così grossa che arrivava al fondo della vagina della ragazza e i grossi coglioni di Carlo le urtavano sulle chiappe e sul sedere. Tina lo accarezzava sul petto e Ramona se lo cavalcava alla grande, la sua verga scivolava sulle pareti della vagina e le toccava il fondo. Ormai non gli importava più nulla se qualcuno li avesse visti. La sua prima scopata era con due ragazze addirittura, andava oltre ogni previsione. “E quest’altra grossa figa? Bisogna occuparsi anche di lei” Simone si è messo in ginocchio fra le cosce di Tina e ha preso la figa tra le labbra, la colpiva con la fronte sulla pancia sudata nel tentativo di andare più a fondo possibile. Gli altri continuavano a scopare sempre più forte, Carlo stava riempiendo la sua prima figa ed era fuori di se. Ramona lo guardava scopandolo e si piegava in avanti per toccare le chiappe di Simone. Lui ha sussultato continuando a leccare l’amica, era chiaro che Ramona gli avesse messo un dito nel culo. Si vedeva la grossa figa di Tina coperta di peli colare nella bocca di Simone. Lui le manipolava i seni continuando a succhiargliela con foga. Ramona ha iniziato a gridare lasciando il sedere di Simone per non perdere l’equilibrio mentre sentiva lo sperma di Carlo a fiotti in fondo alla figa, la riempiva tutta. Sbatteva ancora più forte con l’uccello che schizzava lo sperma, contraendo la figa per godere al rallentatore. Anche Tina stava venendo nella bocca di Simone. Quando Ramona si è alzata con la fica aperta e grondante di succo, Simone continuava a leccare la figa per bere il suo sugo, gli piaceva troppo si vedeva. Carlo era steso e sfinito con l’uccello molle da cui colavano ancora gocce di sperma. Simone gli è andato tra le cosce si è piegato e Carlo sentiva il suo fiato e poi la lingua sul pisello, se lo è messo in bocca e ha aspirato. Beveva il sugo di Ramona rimasto sul cazzo dell’amico e lo succhiava allo stesso tempo, poi ha sollevato la testa “Allora è stato bello eh?” “Si..” “Vedi a me piace scopare ma quello che preferisco è inculare e soprattutto bere gli umori delle donne, è più forte di me ne vado matto” si è chinato sulla cappella di Carlo l’ha baciata e gli ha dato una gran linguata. Finirono tutti in mare per lavarsi ancora piuttosto eccitati.
Era la prima sera da quando li aveva guardati scopare che Francesco trovò l’occasione di parlare apertamente con il giovane nipote della moglie. Gli stava raccontando quanto lo avesse eccitato tirarsi fuori l’uccello e masturbarsi per loro e approfittò per confidargli che se lui era d’accordo avrebbero potuto tentare qualcosa di simile con la sua ragazza. Simone non era certo il tipo da essere geloso e in fondo questa complicità con il marito della zia gli aveva già portato dei vantaggi, ma non era certo che Laura avesse accettato, secondo lui era un tipo complicato, soprattutto una provocatrice, ci sarebbe anche potuta stare all’inizio, gliene avrebbe fatte vedere di tutti i colori senza permettergli di toccare niente. Francesco propose di convincerla allora anche solo a spogliarsi per loro e magari masturbarsi un po’, mentre loro si sarebbero limitati a guardarla. Simone che aveva vissuto un bel pomeriggio caldo sulla spiaggia senza però godere era parecchio su di giri e accettò. Raggiunse la sua ragazza in camera e attese l’arrivo dell’altro uomo senza dirle nulla. Francesco aveva portato con sé una bottiglia di buon vino sperando di scaldare l’atmosfera e rendere l’incontro più semplice. Strizzò l’occhio a Simone e gli disse di controllarsi che se tutto andava bene non si sarebbero limitati solo a masturbarsi. “Mi raccomando, non venire, facciamole fare il suo show, beviamo insieme e magari ce la scopiamo”. Laura era già sul letto pronta ad esibirsi per i due uomini, il patto con il suo ragazzo era che li avrebbe solo eccitati mentre loro la guardavano seduti sul divano. I due si siedono sul divano come d’accordo, si tirano fuori l’uccello e lo spettacolo comincia con tanto di musica. Laura si dava da fare, scopriva e ricopriva le cosce lasciando intravedere senza concedersi, faceva di tutto per eccitarli senza però eccitarsi veramente anche lei. Simone aveva ragione in proposito e intanto si masturbava piano insieme all’altro uomo seguendo lo spettacolo con scarso interesse. Laura non aveva niente sotto il vestito e proprio quel pomeriggio aveva accorciato il suo cespuglio, i due uomini potevano ammirare i minimi dettagli della fica. Le piccole labbra molto sottili, rosa chiaro che sporgevano dal bordo della fessura. Esibirsi davanti a quei due guardoni la stava iniziando a eccitare si notava dalla comparsa delle secrezioni e il grosso clitoride sbucava ben in vista, i seni a pera si agitavano con eleganza e faceva di tutto per mostrare anche le natiche di quel culetto piccolo e ben fatto. Ora si accarezzava con due mani seguendo il programma concordato salendo dalle cosce ai seni gemendo piano. Per i due uomini l’importante era non venire e ogni tanto Francesco controllava che il ragazzo evitasse di masturbarsi troppo forte. Laura stesa sul letto poggiava un dito sulla fessura gli altri due continuavano a non venire ma godevano delle espressioni preoccupate della ragazza che non vedeva realizzarsi il loro accordo. Era il momento di aggiungere un po’ di alcol alla serata bevendo fu lei ad interrompere l’imbarazzo “Cosa aspettate a venire? Non vi piaccio?” loro la rassicurano e la incitano a proseguire. Lei afferrando la bottiglia inizia a succhiarla come se fosse un pene, continuando a bere iniziava a perdere il controllo e si posava la bottiglia tra le cosce. I due uomini fingendo di masturbarsi a tutta forza si avvicinano al letto e la incitano a essere sempre più oscena. Con il collo della bottiglia affondata tra i peli, si masturbava in piedi ed era chiaro che fingeva sempre meno, aveva l’affanno, le cose stavano andando come dovevano. A un certo punto perché era davvero eccitata, si è sdraiata, ha allargato le cosce e si è infilata il collo trasparente della bottiglia nella vagina. I due con l’uccello in mano erano vicinissimi a lei e hanno spinto il fondo della bottiglia per farla penetrare di più “Non era quello che dovevamo fare, mi sto eccitando troppo smettetela” ma loro le avevano staccato le mani dalla bottiglia e le avevano messe sui seni. Si era arresa. Simone pistonava la ragazza con la bottiglia mentre Francesco saliva sul letto. A ogni colpo della bottiglia si pizzicava i seni. La bottiglia si copriva di umori e lei ora incitava il fidanzato a continuare a masturbarla “Si dai sfondami vai fino in fondo” Francesco eccitatissimo non ne poteva più si abbassa quindi sul volto della ragazza e le sfiora le labbra con i coglioni. Lei sull’orlo dell’orgasmo li prende in bocca e li succhia con tutti i peli continuando a dimenare il bacino sotto i colpi di bottiglia del fidanzato. Quando Francesco le toglie i coglioni dalla bocca lei si arrende “ Fate quello che volete di me, mi piace, continuate, fatemi tutto”. Simone le toglie la bottiglia si spoglia e si stende su di lei per penetrarla “Ah il tuo uccello…lo sento dentro di me” girandole la testa l’altro le ficca l’uccello in bocca, succhiava bene come una maiala palpandogli i coglioni. Simone che non voleva godere per primo si ritira da lei e la sente urlare “Scopatemi ancora” lui le porge la bottiglia di nuovo “ Dai scopati da sola” prendendo la bottiglia con due mani solleva le gambe e se l’affonda con un colpo solo. Gemeva scopandosi “Arriva in fondo…godo…ah si” i due la aiutano a mettersi a quattro zampe sul letto. Simone voleva farselo succhiare e glielo ficca in bocca fino ai peli. Lei gemendo inizia a ciucciare con avidità. Intanto Francesco si stava spalmando l’uccello con il lubrificante. Aiutando Laura a sporgere il sedere le frugava il solco e la fessura con l’uccello poi appoggia la cappella sull’ano morbido e rosa. Lei cerca di protestare viste le dimensioni a cui non è abituata in quel posto ma lui non desiste e sculacciandola forte per abituarla al dolore le dice di spingere per allargare il buco senza smettere di succhiare il suo uomo. Il buco del culo era stretto ma l’uomo riesce a penetrare con forza fino ai coglioni ed ora era lei che collaborava spingendo il sedere per farsi penetrare fino in fondo. Intanto Francesco la masturbava per eccitarla e farla aprire ancora di più. Stretta fra due cazzi belli grossi andava avanti e indietro e si sentivano gemiti e sospiri oltre ai suoni umidi dei corpi che sbattevano. L’inculata è durata poco e sentendo lo sperma spandersi nel suo culo Laura succhiava più in fretta fino a riempirsi la gola di succo. Le colava sperma dalla bocca e dal culo ma non era finita. I due si scambiano di posto. Ora era Simone che voleva incularla. Aveva trovato l’ano allargato e unto di lubrificante ed è affondato con facilità. Laura con l’ano nuovamente pieno continuava a godere e Francesco ne approfitta per ficcarle in bocca l’uccello con il sapore del suo culo. Intanto il fidanzato incollato al suo culo urlava di piacere e si sono svuotati nuovamente in lei a tempo di record. Dopo una ragionevole pausa hanno cercato di prenderla in due nell’ano e nella figa contemporaneamente. Francesco steso sotto si faceva calare la ragazza sul cazzone mentre l’altro le scivolava nel buco stretto sentendo il cazzo dell’altro attraverso il suo corpo. La prima a venire stavolta è stata lei “Li sento bene, tutti e due mi sfondate” e venendo le è scappata qualche goccia di pipì sulla pancia di Francesco mentre i due uccelli le schizzavano insieme nella figa e nel culo.
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16 years ago
joshina,
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Last visit: 7 years ago
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Era come lo volevo.
Era come lo volevo.
L'avevo visto nelle foto.
Non era grasso, ma era in carne.
Non era vecchio, ma dall'alto dei sui 50 anni mi incuteva il timore dovuto.
Il suo viso.
Quello che noi definiremmo da "Vecchio Porco".
Assatanato, voglioso.
Era uno di quelli a cui non importava se eri donna, uomo o altro.
L'importante era il suo piacere, divertirsi.
E per me l'importante era la sua faccia, il suo corpo e la sua età.
Quella che ha un assatanato, un voglioso quando vede la sua preda.
Quasi la bava alla bocca.
Era divorziato, andava a cercare il sesso per strada senza fortuna troppe volte, e poi trovò me.
Su internet, su un sito, sulla mail, su msn e infine a casa sua.
Mi presentai nel suo appartamento all'ora dovuta.
Non feci in tempo ad entrare in casa che già mi spinse in ginocchio.
La mia testa tra le sue mani.
Il suo membro nella mia bocca.
Avanti e indetro, dentro e fuori.
Non credo provasse piacere dall'atto in se.
Quando dall'avermi nelle sue mani.
Le sue misure non erano asinine, ma non mi interessava.
Volevo solo il suo viso, il suo corpo e la sua età.
"Spogliati troietta".
Non me l'aspettavo così presto.
Ma lo capii.
A Lui non interessava il piacere, a lui interessava avermi.
Era voglioso, da troppo tempo non vedeva una persona pronta a darsi a lui in tutto e per tutto!
Mi spogliò e iniziò a giocare con il mio buchetto, mentre continuavo il lavoro di bocca.
Lo tolse dalle mie labbra, e senza fiatare si prese il mio buco.
Foga, forza, dolore e rabbia.
C'era tutto in quel rapporto, sebbene fosse solo sessuale.
Non so esattamente quanto durò.
So solo che lo tirò fuori e mi venne in bocca e sulla faccia e mi guardò come l'ultimo dei pezzenti.
"Quanto vuoi?"
"Nulla...ho già avuto quello che volevo, il tuo viso, il tuo corpo, la tua età".
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 1 day ago -
Una vacanza diversa (emozioni forti)
Inseriamo nel racconto un nuovo personaggio che conosceremo piano piano insieme a voi. Si tratta di Antonio, un amico del sito che ci ha scritto attratto dal nostro racconto...
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Antonio, 27 anni è il nuovo vicino di casa di questa coppia. Ha preso in fitto l'appartamento di proprietà di roberta e Francesco per trascorrere una decina di giorni da solo e in totale relax. in realtà il consiglio gli era arrivato da un amico che gli aveva raccontato della spiaggia nudista là vicino dove si potevano ammirare e non solo splendide donne molto molto disponibili. quello che ancora non sapeva il bell'antonio ma che avrebbe scoperto il giorno stesso del suo arrivo era che non avrebbe neanche dovuto faticare più di tanto in spiaggia per avere qualcosa di molto molto stimolante proprio a portata di mano. il suo appartamente infatti era esattamente di fronte a pochi metri da quello dei padroni di casa e la sua camera da letto manco a farlo apposta affacciava simmetricamente su quella della calda roberta. antonio aveva notato subito quel corpo di donna più grande di lui ma un pò intimorito non immaginava che anche lei aveva notato eccome la sua presenza...tanto che...quella mattina, vedendo che il ragazzo era ancora in casa, roberta decide di dargli il benvenuto spalancando le finestre della sua camera e tornando a letto dal marito senza dare troppo peso allo spettacolo che poteva offrire al nuovo inquilino se lui avesse voluto approfittarne...a letto Francesco si stava facendo raccontare dalla moglie tutte le volte che in passato aveva approfittato delle grazie del giovane e prestante nipote, ora che questo tabù tra di loro era caduto, aveva tutta l’intenzione di godere anche lui di questa situazione perversa ed eccitante. I racconti delle scuse che lei trovava per spogliarlo, manipolarlo e infine scoparselo si mescolavano alle sue fantasie e gli facevano lentamente indurire l’uccello. La rassicurava sul fatto che vederli scopare la sera prima lo aveva arrapato da morire e che non avrebbe fatto nulla per impedire i loro incontri in questa vacanza. Per ringraziarlo della possibilità di scoparsi il ragazzo in tutta libertà, Roberta gli offrì l’occasione di realizzare una sua vecchia fantasia ma prima doveva assicurarsi che la sua nuova preda non perdesse un istante di quello che aveva in mente di fare...si affacciò alla finestra e lo trovò là, bello e sorridente ma ancora troppo vestito per i suoi gusti, iniziò a guardarlo con aria maliziosa e vcatturandolo con lo sguardo lo invitò a mostrarsi. il ragazzo però sapeva il fatto suo ed era certo che se si fosse fatto desiderare avrebbe avutro quella donna completamente a sua disposizione quindi con fare distratto si sbottonò la camicia ma nulla di più. la vista del suo petto villoso, scuro e forte inebriò le fantasie di roberta che avrebbe voluto vedere molto di più ma decise di fare il primo passo e così chiese ad alta voce al marito di accompagnarla in bagno dove si sarebbe lasciata fare passivamente quello che lui sognava da tempo. quell'invito infiammò i due uomini, quello al suo fianco e l'altro di fronte che seguì la coppia cambiare stanza incuriosito di vedere fino a che punto sarebbero arrivati consapevole che lei sapeva di essere spiata e lui no. L’idea di giocare a suo piacimento con la moglie proprio mentre pisciava gli fece venire l’uccello ancora più duro. Era molto tempo che lo eccitava il pensiero di guardarla durante quell’atto così intimo. Arrivati in bagno, fu lei a proporre che avrebbe dovuto fare tutto lui compreso naturalmente spogliarla. Senza perdere tempo le prese l’orlo della camicia da notte e la sollevò sulle sue cosce carnose, passandole le mani sotto le chiappe gliela solleva per abbassare molto lentamente le sue mutandine che trovò già umide, segno che forse quel gioco non era fatto solo per il gusto perverso di lui. Francesco intravede il sesso peloso della moglie che subito scompare tra le cosce chiuse come per dispetto cominciando già a svuotarsi, non poteva ancora vedere ma già il rumore del getto era eccitante da impazzire. Era il momento di proseguire, in ginocchio davanti a lei, nel posto ideale per avere una buona vista le tira giù lo slip fino alle caviglie, fino a sfilarglielo e aprirle finalmente le cosce, facendo comparire il folto pelo nero che si arricciava tra le cosce fino alle chiappe. La colata di pipì attraversava il folto cespuglio bagnandolo, Francesco si avvicina alla fica fino a riceverne degli schizzi caldi in faccia. Lei continuava a pisciare con gli occhi chiusi e la fica a pochi cm dal viso del marito arrapato come un toro per lo spettacolo del pelo umido e l’odore forte del piscio. Avvicina le mani al sesso e affonda le dita nel folto dei peli che cercava di scostare. Le allargava la grossa figa, le piccole labbra rosso scuro che sporgevano all’entrata della vagina e finalmente riesce a vedere chiaramente lo schizzo violento. Annusava da vicino la fica distinguendo l’odore delle secrezioni da quello del piscio bollente. Ipnotizzato dal grosso clitoride che sbucava in cima. Teneva aperta la massa dei peli, scostava le piccole labbra con i pollici. La colata di piscio gli inondava le dita ma non gli impediva di frugare l’entrata della vagina allargandola. Quando Roberta finì anche le ultime gocce restò nella posizione lasciando che il dito del marito le percorresse tutta la fessura dal clitoride all’ano e ritorno. Non le mancava molto per godere a giudicare dalle secrezioni che sporcavano le dita dell’uomo e nulla lo avrebbe fermato proprio ora. La vagina era spalancata, lui ci infilava un dito lentamente facendolo girare e raggiungeva il fondo, era molto calda e continuava a colare non più di pipì ora. Non riuscendo più a resistere Roberta apre di più le gambe spingendosi in avanti e mostrando meglio il sesso. Lui continuava a spingere il dito senza aumentare il ritmo come invece lei avrebbe voluto per venire. Francesco appoggiò la testa sul water per guardarle l’ano al di là del cespuglio di peli pieni di piscio. Ci mette il dito e sente il buchino carnoso ed elastico, le appoggia la punta dell’indice scivoloso di secrezioni e di piscio fra le chiappe aperte e lei andava incontro alla spinta vogliosa come sempre. Le infila il dito nell’ano che si contrae diventando ancora più caldo della figa. Ora le masturbava la figa e l’ano nello stesso tempo e le spingeva la faccia tra le cosce per raggiungere il clitoride con la punta della lingua. La masturbazione si faceva sempre più spudorata con tutte che dita che affondavano nel succo della donna fino a farla godere con le cosce che le tremavano. Ora era lui a non poterne più, si alza e si tira fuori l’uccello e glielo ficca nella bocca aperta. Roberta era troppo debole per succhiarlo ma lo lasciava fare e questo si rivelò per il marito ancora più eccitante. L’uccello scivolava bene grazie alla saliva abbondante, lui la teneva ferma per la testa per scoparle la bocca. Le urtava il mento con i coglioni, era troppo eccitato e non si curò di urlarle “Porca mi fai venire” mentre lei ingoiava completamente tutti gli schizzi di sperma. Alla fine lei prendendo della carta gli chiede di asciugarle la figa ma lui di nuovo in ginocchio invece di usare la carta le incolla la lingua sul clitoride sempre bello duro per pulirla così, prima di passarle la salvietta e rimetterle le mutandine. Tornando a letto, roberta era certa che il suo antonio avesse visto tutto e si dispiaceva solo che anche lui non si fosse mostrato forse per paura o privacy, ma l'idea della sua patta gonfia la rese pazza di curiosità...mille domande le affollavano la mente....come era sotto il nuovo arrivato? Peloso come sul petto? Indossava slip o boxer? e il culo? era forte e tosto come prometteva? Sperava proprio di scoprirlo quanto prima! Francesco pensava che certo il nipote della moglie era un bel ragazzo e anche molto capace a letto ma ce ne voleva di tempo prima che sarebbe diventato così perverso e il pensiero lo fece sorridere tanto da proporre alla donna di ripetere lo spettacolo una delle prossime sere coinvolgendo anche il giovane per rendere la cosa ancora più interessante e naturalmente lei pensò che non si sarebbe trattato solo del giovane nipote ma chissà forse anche al suo nuovo vicino misterioso piaceva quel tipo di giochi...ma come fare per scoprirlo?
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Gli unici che sembravano aver legato meno fino a quel momento erano i due ragazzi, Carlo e Simone. Certo sarebbe spettato a Simone fare il primo passo, Carlo era timido, l’altro era di casa e in più ora si aggiungeva l’imbarazzo di aver fatto godere la sua ragazza. Temeva proprio di non saper uscire da quella strana situazione e invece si sbagliava. La seconda mattina infatti Simone a petto nudo e solo con uno slip molto aderente dal quale sbucava un ciuffo di peli neri si presentò in camera del ragazzo per fare amicizia. Carlo era affascinato da quel ragazzo così sicuro di sé e così piacente. Luccicava di sudore ma aveva un buon odore. “Ehi amico che ne diresti di uscire insieme qualche volta? Ho delle amiche che ti piaceranno! Vedrai sono simpatiche, ma il problema è che scopano male” “Cosa?” Carlo non poteva crederci, non le bastava quella maiala della sua ragazza? Ma poi pensò che se lei andava in giro a guardare altri uccelli era più che giusto che anche lui facesse lo stesso, in fondo erano giovani e si presentava l’occasione che aspettava, il nuovo amico certamente più esperto avrebbe fatto al caso suo. “Si, vogliono solo essere infilate nella fica! Se lo agitano dentro un paio di volte e vengono…quello che c’è di buono è che hanno sempre voglia”. Simone lo stava trattando già come un vecchio amico e parlando si grattava tranquillamente l’uccello scostandosi le mutande. Carlo vedeva benissimo che era duro. Col dito liberava l’uccello di lato dallo slip e se lo accarezzava, Carlo era veramente imbarazzato ma si stava eccitando proprio come il giorno prima con Tom. Scorgendo l’imbarazzo di Carlo, Simone fu costretto a chiedergli in tono confidenziale se non fosse per caso…vergine, l’altro avrebbe voluto mentire per non fare brutta figura ma vedendo che l’amico insisteva confessò abbassando lo sguardo, vergognandosi della sua età. “Caspita! Beh pazienza sistemeremo la cosa” “Ah si?” disse Carlo cercando di mantenere la calma senza avere minimamente idea di quello che l’altro gli stava per proporre. “Beh si, ti svergino io, sarà più semplice poi con le ragazze, quelle se ne fregano, sono delle cagne e rischieresti di fare brutta figura” “Ma cosa vuoi fare?” “Togliti le mutande vedrai, ti sono amico, la prima figa che mi sono fatto è stata quella di zia Roby ed è stato troppo imbarazzante, dai retta a me, meglio fare un po’ di pratica tra amici, ti puoi fidare” “Ma no non voglio” “Su..oh che verginello che sei” e detto questo si era avvicinato, salito sul letto e gli aveva tolto le mutande in un sol colpo. La situazione lo imbarazzava da morire, avrebbe voluto proporre di chiamare Laura per quello ma non sapeva come. “Non voglio Simone”ma l’altro gli aveva già allargato le cosce tremanti e gli ha guardato l’uccello grosso “Figuriamoci se non vuoi, guardati sei tutto eccitato, t’indurisci come un maiale, sei eccitato ma devi esserlo ancora di più, chiudi gli occhi e immagina che sia una donna” gli passava la mano aperta sul pisello facendolo sussultare “Non voglio sei un ragazzo” senza lasciargli il tempo di parlare ancora gli era salito addosso levandogli anche la maglietta. I grossi coglioni di Simone gli dondolavano sotto gli occhi, sentiva il suo odore intimo, era un odore leggero di sudore, un odore di uomo. In quel momento Carlo immaginò che fosse Laura a scappellargli il cazzo come invece stava facendo Simone. Simone si era messo tra le cosce del nuovo amico e gliele aveva scostate. “Pensa a una donna che ti piace e lasciati fare, guarda che è per te che lo faccio!” Recitava bene il suo ruolo di amico disinteressato ma provava visibilmente piacere in quello che stava facendo. Mentre continuava a toccargli il cazzo, Carlo pensava alla grossa figa della padrona di casa. “No, non voglio” ripeteva lasciandosi fare. L’altro gli scappellava l’uccello tenendolo ben stretto tra le dita. Gli pizzicava la cappella, la masturbava dolcemente con grande abilità. “Dai no, quello no” diceva Carlo ma senza muoversi, senza avere il coraggio di aprire gli occhi per incontrare il suo sguardo. “Cavolo che cappella, è grossissima, mi piacerebbe averla così, Laura aveva ragione”. Sapere che la ragazza aveva confidato al fidanzato quello che avevano fatto eccitò terribilmente Carlo mentre sentiva il fiato di Simone tra le cosce. “Sai devo succhiarti, non sei abbastanza duro, c’è rischio che non riesca ad entrare, veramente non mi piace ma bisogna farlo” “No lasciami” provava a dire Carlo mentre l’altro aveva già iniziato a leccarlo. Non glielo avevano mai fatto. Simone gli avvolgeva il cazzo con la lingua lo mordicchiava, lo aspirava, scendeva con la punta della lingua fino al sedere insistendo. Il cazzo di Carlo s’induriva sempre più suo malgrado. Ora gli aveva incollato la faccia al pene e lo aspirava senza fermarsi. La saliva dell’uno si mescolava ai liquidi dell’altro e gli colava sulle natiche, il suo naso gli strofinava la cappella. L’orgasmo era vicino, il ragazzo non riusciva più a trattenersi. Quindi posa la mano sulla testa dell’amico per spingerla più forte sul suo cazzo. Lui però toglie subito la testa dalle sue cosce fermandolo di botto. “Eh no, non devi venire, non ho finito” “Simone…” “Su diamoci da fare”. Si appoggia la punta rotonda della cappella all’entrata del suo culo. Carlo chiude gli occhi vergognandosi di essersi lasciato andare come uno sporcaccione, come un gay…lentamente l’altro si faceva entrare la mazza nel culo. Il piacere è ripreso per entrambi ma sentivano una resistenza fino a quando l’ano di Simone ha ceduto e il piacere è diventato ancora più intenso, il cazzo di Carlo ora esplorava le parti più interne del corpo dell’amico, le frugavano. Simone cominciava a fare su e giù eccitando l’altro sempre di più, con una mano gli solleticava le palle, scendeva più sotto e gli stuzzicava il buco del culo. Di colpo ha contratto i muscoli anali richiudendoli sulla mazza dura di Carlo. Solo nel momento dell’orgasmo Carlo apre gli occhi per guardare Simone che era esaltato nel vederlo godere senza ritegno. Quando iniziava a sentire dolore con una mano ha aiutato l’amico ad uscire dal suo corpo. “Ecco fatto, non sei più vergine, sei un uomo, potremo divertirci noi due…mi piaci proprio.” Il cazzo di Carlo pieno di sperma si stava lentamente ammosciando e aveva attaccato sopra qualche pelo scuro del culo del compagno. L’orgasmo lo aveva svuotato, sfinito, si toccava l’uccello molle con un’estrema vergogna mentre Simone lasciava la stanza per raggiungere la fidanzata che aveva spiato tutto. “Allora ti è piaciuto Laura? Ma ti sei masturbata, sei una sporcacciona!” “Cazzo hai visto come ha goduto?” ha risposto lei ridendo.
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16 years ago
joshina,
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Maristella
Maristella
Questa storia è un po’ diversa dalle solite che scrivo. Inizialmente era partita con l’essere un racconto sm, poi la trama ha iniziato ad andare alla deriva per conto suo. Spero che vi piacerà comunque. Come sempre resto in attesa di commenti, critiche e suggerimenti.
Di tom [email protected]
Conobbi Maristella (o Mariastella, come fu erroneamente registrata dalla guardia medica la notte in cui fu ricoverata) un venerdì sera, poco dopo l’ora di cena. Mi trovavo all’ospedale per effettuare il consueto giro delle viste. Era l’ultimo della giornata, poi me ne sarei andato a dormire a casa mia. Per altre dodici ore niente più malati, vomito, padelle e degenti in crisi d’astinenza.
Maristella alloggiava nell’ultima sala del corridoio. La sua camera contava due letti, uno era vuoto, l’altro lo occupava lei, rannicchiata sotto le coperte e in un angolo del materasso, quasi provasse vergogna a trovarsi lì, in quel momento e in quello stato. E’ una cosa che capita frequentemente, più frequentemente di quanto si creda; molti ricoverati pensano che la loro malattia sia una sorta di macchia su quella fedina penale che è la vita. Prendono la degenza come un’umiliazione, un loro fallimento personale. Come se una cardiopatia, un cancro o il diabete fossero un crimine da scontare. Cosa angustiasse la ragazza, poi, neppure lo sapevo. Si trovava nel reparto di chirurgia, convalescente per una banale operazione alla mano. Lo lessi nella cartella clinica.
“Buonasera” salutai.
Maristella sollevò impercettibilmente il suo sguardo e mi fissò in silenzio. Pareva un coniglietto spaventato di fronte alla faina di turno. Avrei voluto dirle che non mordevo.
“Lussazione delle falangi…a tre dita” dissi “Adesso sta meglio?”
La ragazza annuì.
Sotto l’impersonale luce al neon dell’ospedale stentai a riconoscerne la bellezza. Maristella mi sembrò una ragazza come tante altre. Non brutta, ma neppure bellissima. Si sarebbe potuta facilmente confondere con la massa.
“Come te le sei procurate?” chiesi.
Lei scosse la testa.
“Le lussazioni, intendo” ripetei “Come te le sei procurate?”
“Non ha importanza” accennò lei, timidamente.
“Beh, potrebbe averne…tu dimmelo, poi lascia giudicare a me. Sono o non sono un dottore?”
“Sono caduta dalle scale”
“Ah…lussazioni insolite, per una caduta dalle scale”
“E’ andata così” disse lei. Si voltò dall’altro lato del letto e rimboccò le coperte fin quasi al naso. Non aveva voglia di parlarne. Per nulla.
“E’ venuto qualcuno a trovarti?” chiesi.
Scosse il capo. No, nessuna visita per Maristella.
“Capisco” conclusi “Ti lascio riposare, allora. Buona sera”
Me ne andai in silenzio, dopo aver riposto la cartella clinica nell’apposita cartelletta ai piedi del letto.
La rividi solo due giorni dopo, poiché il sabato era il mio giorno libero. Mentre entravo nella stanza di Maristella vidi un poliziotto in divisa ed un uomo in borghese appoggiati al muro, proprio di fronte alla porta della stanza. Parlottavano a bassa voce come se non avessero voluto farsi udire dalla ragazza. Parlottavano di un “picchiatore”.
Mi avvicinai per chiedere spiegazioni. In fondo quello era un ospedale ed io un dottore. Nessuno mi aveva avvertito di una visita programmata delle forze dell’ordine.
“C’è qualche problema?” domandai.
“Lei è un dottore?” mi domandò l’uomo in borghese. Avrei compreso poco dopo che si trattava di un ispettore di polizia.
“Sì. Sono un chirurgo. Conoscete la ragazza della 16?”
“Sì”
“Mmmm…dovrei essere messo al corrente di qualcosa?”
Già mi figuravo che l’apparentemente innocua Maristella fosse una specie di criminale incallita, roba da BR o simile…
“Dovevamo fare solo alcune domande alla ragazza” disse l’ispettore. Poi, senza girarci troppo intorno “Quei lividi che ha addosso…crediamo che non se li sia procurati cadendo dalle scale”
“Ah, no?”
“No, lei è un dottore…avrà già visto donne vittime di violenze domestiche”
“A dire il vero no” risposi. Io mi occupo di aprire toraci a furia di bisturi. Smanetto negli organi interni come un cieco che ha perduto una monetina sul marciapiede.
“E’ una brutta storia” intervenne l’altro poliziotto.
“E’ stato il marito?” chiesi.
“Chi altri?” disse l’ispettore, come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.
“L’avete arrestato?” chiesi ancora.
“Senza una denuncia da parte di lei non possiamo fare nulla”
“E lei non apre bocca…” disse l’altro.
“Capisco” dissi “Le avete già parlato?”
“Sì”
“Posso vedere se con me sarà più loquace” conclusi.
“In questo caso buona fortuna” sbuffò l’ispettore “Quella lì ha paura della sua stessa ombra”
“Me ne vuoi parlare? Qualunque cosa tu mi dica, se non vuoi, non uscirà da qui”
Eravamo soli, io e lei. Di fuori, nel corridoio, il Venturini vomitava l’anima davanti alla statua della Madonna. Le infermiere non ne potevano più di raccattare i suoi succhi gastrici. Ormai il loro odore aveva impregnato quel budello dell’ospedale con un tanfo insopportabile. Povero Venturini, rincoglionito d’un ultranovantenne con un Parkinson talmente grave che il suo tremolio lo registrava pure l’osservatorio sismologico dell’Università!
Maristella non diceva sì e non diceva no. Aveva un disperato bisogno di sfogarsi con qualcuno e un’altrettanto grande paura che la costringeva a non farlo. La contraddizione parlava per lei; la sua bocca diceva che non sapeva nulla di mariti violenti, botte e minacce, i suoi occhi pregavano affinché qualcuno condividesse con lei il macigno che fino a quel momento aveva portato in totale solitudine.
Devo dire di non essere un gran conoscitore della psiche umana, in special modo della psiche femminile…ed in special modo ancora della psiche femminile di donne che hanno subito maltrattamenti. Com’è possibile che una ragazza come Maristella si omologhi al ruolo di vittima designata nei confronti di qualcuno che, visto come la mena, sicuramente non la ama? Cosa la trattiene dal denunciarlo? Dal fuggire da quella casa? Dal chiamare un amico, un parente in grado di prendere le sue parti?
Perché intestardirsi ad alloggiare all’inferno, quando la porta d’uscita è lì a due passi? Non lo so e non capisco. Forse teme di non essere creduta e che il caro maritino gliela farà pagare per averlo “sputtanato” in giro? Forse teme una rappresaglia ancora più violenta non appena rimetterà piede in casa?
Fatto sta che Maristella, più la guardo e più mi si presenta come un enigma. E’ una bella ragazza. E’ giovane, carina, capelli lunghi fino alle spalle e occhi nocciola da cerbiatta. Forse un po’ magrolina, per la sua altezza, ma fisicamente tutt’altro che da disprezzare. Conosco ragazzi più e meno giovani che si stenderebbero in una pozzanghera motosa a mo’ di ponte, per non farle sporcare le suole delle scarpe…e invece nulla…Maristella sta col tipo prepotente. Quello dal manrovescio facile. Quello che la rispetta come un Mocio Vileda usato. E, inspiegabilmente, qualcosa la trattiene dal cambiare aria.
Come ho detto, non sono un gran conoscitore della psiche femminile.
A suon di tentativi, comunque, la convinco ad aprire bocca. Perché Maristella non è stupida. Ha voglia di parlare. Di confidarsi con me. Non si fida ancora. Non completamente. Lì per lì non ne comprendo il perché…poi, pian piano inizio a capire. Per lei io sono solo un dottore. Uno che fa il suo lavoro. Non mi sto interessando veramente a lei, lo faccio solo per completare quelle otto canoniche ore di servizio che mi separano dall’andarmene a casa a farmi una doccia. Quando mi sarò fatto dire quel che voglio, per lei non cambierà nulla. Ritornerà dal marito manesco a riprendere tante botte. Allora perché parlare, si domanda lei. Tanto vale tener il becco chiuso e sopportare il clima che si respira a casa. Menata sì, menata e umiliata no.
Ma io non demordo. Le dico che mi sto interessando al suo caso, ma non per dovere professionale. Il giuramento di Ippocrate non c’entra nulla. Le dico che ho un motivo personale per farlo…
Perché è assai bella e perché sono single
…e cioè che quando ero piccolo mia madre…eeeehhhh, quante gliene ha fatte passare mio padre…
Ballista
“E tu cosa facevi?” chiede Maristella “Quando tuo padre…”
“Eh, mi nascondevo, piangevo…le solite cose, insomma” Non ve la faccio lunga. Le racconto un sacco di frottole del menga.
“E’ cominciata qualche settimana dopo il matrimonio”
Le parole le escono di bocca tutte assieme, come se quella fosse una verità scomoda da pronunciare. Una verità che se proprio deve uscire allora tanto meglio se esce in fretta in una sola frase.
Racconta a lungo e io la sto a sentire in silenzio.
Franco lo conobbi al liceo. Era uno dei tipi fighi della scuola, hai presente? Uno di quelli che gira con la giacca di pelle, la moto truccata e risponde male pure ai professori. Rispetto alla media degli altri ragazzi dimostrava quatto o cinque anni di più…noi ragazze stravedevamo per lui. Iniziammo a fare sesso subito dopo esserci conosciuti, subito dopo esserci messi insieme. Anche allora era uno che a letto voleva comandare tutto lui. Non che fosse violento…non come ora, almeno…ma insomma, sapeva quello che voleva e lo prendeva senza farsi troppi problemi. La prima volta eravamo al cinema. Stavamo guardando non ricordo più neppure che film.
Ad un certo punto lui mi dice “Questa merda mi fa dormire. Dai, datti da fare tu…” e mentre lo diceva mi appoggiò la mano sulla nuca e mi spinse la testa verso il basso. Non c’era molta gente, nel cinema, ed era molto buio. Franco mi strusciò la patta dei pantaloni sulla faccia. Mentre lo faceva sentivo il suo membro che diventava sempre più duro.
“Hai mai lavorato di bocca?” mi chiese.
Ed io “No, mai”.
“Ti insegno. Vedrai che ti viene bene”.
Si tirò giù la cerniera con una mano mentre con l’altra continuava a forzare la mia testa sul suo bacino. Mentre lo faceva non mi guardava neppure. Mi stava semplicemente adoperando per godere. Ero uno strumento di piacere, per lui, e niente di più. Il suo pene era già molto duro, quando tirò giù l’elastico delle mutande. Mi schizzò letteralmente in faccia. Era la prima volta che lo prendevo in bocca ad un ragazzo. Mi avvicinai con le labbra mezze chiuse e lo baciai.
“Apri la bocca” ordinò Franco. Io lo feci. Immediatamente sentii la cappella che mi entrava fra le labbra.
“Lecca” mi disse con fare altero.
Per dargli piacere feci come mi aveva detto. Non avevo molta esperienza e si vedeva. Cercavo di fare del mio meglio perché non volevo deluderlo. Non volevo che il ragazzo più carino della scuola si sbarazzasse di me al primo appuntamento, dopo aver sognato di essere la sua girlfriend per due anni. Lo lavorai di lingua e di labbra. Facevo quello che le cassette porno, le poche che avevo visto negli ani passati, mi avevano “insegnato”. Andavo su e giù, fino alle palle e risalivo fino alla punta. Al momento di staccarmi dal boccone mi rituffavo verso di lui fino a prenderlo completamente in bocca. Franco gradiva. Lo sentivo da come respirava. Lo sentivo dal movimento delle sue dita fra i miei capelli. Non era un movimento delicato. No, Franco mi premeva la testa non per accarezzarmi, ma solo per evitare che la mia bocca si rifiutasse di eseguire il compito che lui le aveva assegnato. Ma in quel momento non pensavo di scappare. Volevo terminare il mio compito e farlo per bene. E brava lo ero davvero, come ti ho detto, perché Franco si degnava di usare la mia bocca e la mia lingua per godere. Quando sentii che il suo respiro iniziava a diventare affanno ed i muscoli ben scolpiti dell’addome si contrassero, pensai che Franco fosse sul punto di venire. Ero pronta a sfilarmi ad un suo cenno. Invece, quando avvertii qualcosa di bagnato percorrermi il palato, la sua mano era ancora ben lungi dall’aver abbandonato la mia testa. Lo sentii irrorare il mio palato. Cercai allora di sollevare la testa.
“Cazzo fai?” disse lui, spingendomi con forza la testa verso il basso, verso il suo membro. Bevvi tutto. Tossii e inghiottii. Franco mi premette la nuca fino ad infilarmi tutto il suo pene in bocca. Il mio naso affondava fra i suoi peli, i suoi testicoli strofinavano i miei occhi. Per qualche secondo perdetti la percezione di dove eravamo e di cosa mi stava accadendo. Eravamo solo io, una foresta bruna davanti al mio volto e una cosa dura e grande che violentava la mia bocca.
“Ecco…adesso ti puoi sfilare” disse lui, quando la mia gola ebbe inghiottito tutto lo sperma prodotto dalle gonadi.
“Vatti a dare una ripulita, Mari, che poi ce ne andiamo. Questo film è un pacco assurdo”
E quella fu la nostra prima uscita. Rispetto a quel che sarebbe avvenuto da lì a poco era ancora nulla, ti assicuro.
Le sue pretese in campo sessuale rimasero le stesse per i primi due anni. Lentamente, però, la sua personalità prese il sopravvento. Io ero la sua ragazza, ma lui non era il mio ragazzo. Quando uscivamo in coppia lui camminava davanti a me. Frequentavamo i suoi amici, quasi mai le mie amiche. Quando mi presentava ad uno sconosciuto non si degnava di guardarmi, raramente mi rivolgeva la parola in pubblico. In genere ero lasciata lì, come un cappotto nell’armadio, finché non aveva terminato di monopolizzare la piazza con la sua baldanza ed i suoi modi da primadonna. Poi, semplicemente, al termine della serata mi veniva a riprendere e ce ne andavamo. Le mie amiche mi avevano accennato qualcosa al riguardo delle sue amanti.
“Franco ha altre donne. Si vede con quella e con quell’altra…”
Credo che la mia sottomissione fosse iniziata già allora. Perché dico questo? Perché non cercai di scoprire la verità, se Franco mi tradiva per davvero oppure no. Occhio non vede e cuore non duole, si dice. Ecco, per me era così. Mi voltavo dall’altra parte e facevo finta di nulla.
Fu lui a decidere che ci saremmo dovuti sposare. Decise anche quando. Avevo vent’anni, allora, e stavamo insieme da tre. Non ebbi nulla da replicare. Mi adattai pure a quella decisione. In fondo perché no? Aveva un buon lavoro, né meglio né peggio di altri. Avremmo abitato in un affitto in periferia, né più bello né meno bello di altri. Avremmo avuto un gatto, una utilitaria e qualche soldo da parte. Avrei terminato gli studi all’Università, facoltà di Scienze della Formazione, e mi sarei cercata un lavoro pure io. Franco era il lato forte della coppia, ma in quante coppie l’uomo è quello che comanda? In tantissime. Eppure non ci sono problemi. Non mi aveva mai picchiata, fino ad allora. Si faceva quel che diceva lui e tanto bastava perché la vita andasse avanti, in un modo o in un altro.
Ma dopo il matrimonio le cose cambiarono. E cambiarono in peggio.
Credo che la fede al dito rappresentasse un messaggio, per lui. Voleva dire che io gli appartenevo completamente. Era una specie di contratto. Col matrimonio mi aveva acquistato. Al ritorno dalla luna di miele ebbi la dimostrazione che Franco faceva sesso con altre donne.
Nel giro di un mese i nostri rapporti passarono da uno ogni due giorni a uno ogni trenta giorni. Per il resto, Franco usava solo la mia bocca. E’ quasi buffo da raccontare. Tornava a casa e la prima cosa che faceva era costringermi ad interrompere qualunque altra mansione stessi svolgendo in quel momento…fosse studiare, cucinare o farmi la doccia…e piantarmi il membro in bocca. Sia che lui rimanesse in piedi o che si mettesse seduto, dovevo inginocchiarmi quasi fossi la sua schiava e succhiarglielo fino a farlo venire. Naturalmente, nella mia gola.
Gli piaceva farsi leccare le palle e me lo chiedeva di continuo. Una sera, non contento di come avevo cucinato, mi rimproverò dicendomi che per una settimana, mentre lui mangiava, io sarei dovuta stare sotto al tavolo a fargli un pompino. Credevo stesse scherzando. Prima che la mia faccia fosse raggiunta dalla sua mano lo credevo veramente.
Quella fu la prima volta che mi picchiò. Per sette giorni Franco tornava ed io gli facevo trovare la tavola apparecchiata, servivo in tavola e mi andavo ad accucciare fra le sue gambe. Lui, nel frattempo, aveva provveduto a togliesi i pantaloni, la camicia e le mutande. Mi metteva il membro dritto di fronte al viso e cominciava tranquillamente a mangiare.
“Sai cosa fare. Lecca” ordinava.
Mentre obbedivo, Franco mi scherniva con battute e frecciatine alle quali non replicavo quasi mai se non per rispondere “Sì, Franco”
Immancabile la bevuta di sperma al termine del mio servizio. Siccome aveva le mani occupate con le posate, non potendo spingermi la nuca verso di sé, Franco era solito stringermi la testa fra le sue cosce. Si liberava a suo piacere e poi mi lasciava. In genere, avendo sbrigata l’incombenza del pompino prima del termine della cena, Franco esigeva che coadiuvassi ulteriormente il suo pasto massaggiandogli le palle con la lingua o con le labbra.
Ricordo che una volta, eravamo in salotto, mentre io lo servivo come era suo solito costringermi a fare, lui telefonò a qualcuno. Non mi disse che fosse l’interlocutore, né la distanza dal cellulare mi poteva permettere di udire il timbro di voce dell’altro, ma sono sicura che si trattasse di una delle sue amanti. La chiamò “cara” e poi “ci vediamo al solito posto”. Non avevo mai pianto, con il membro di Franco fra le labbra. Mai, fino a quel giorno.
Ma quando disse “Sì…beh, puoi indovinare, no? Cosa vuoi che faccia? Ti ho detto cos’è che sa fare per bene, te lo ricordi? Sì, anche adesso. No, con te no, figuriamoci! Sì, sì…a domani. Un bacio”
Mi venne in bocca in quel momento. Copiosamente. Stava parlando con la sua amante. Quella alla quale “no, con lei no …non la costringerebbe a fargli un pompino…figuriamoci”. E nel frattempo sua moglie, quella che sanno tutti cosa sa fare meglio, era prostrata a leccargli il cazzo.
Era troppo anche per me. Franco non se ne accorse. Se se ne accorse credo che non gliene importò più di tanto. Quelle che scendevano sulle mie guance non erano gocce di sperma. Erano lacrime.
Avevo ventidue anni quando anche i pompini non sembrarono più in grado di placare le sempre più bizzarre esigenze del mio “uomo”.
Ormai sembrava che la mia presenza gli fosse venuta a noia. Forse le sue amanti lo soddisfacevano meglio, sia di bocca che di vagina. Non lo so. So che Franco iniziò a degnarsi sempre più raramente della mia lingua. Il nostro rapporto stava per conoscere un nuovo stadio della degradazione. Da fidanzata ero diventata la sua troia succhiacazzo, adesso sarei stata la sua domestica. La sua sguattera a tempo pieno. Franco diventò sempre più esigente. A livello di casa dovevo sbrigare tutto io. Faccende domestiche, cucinare, stirare, pulire, fare il bucato e chi più ne ha più ne metta. Lui non muoveva più un dito. E poi, come è nella migliore tradizione degli abusi di coppia, aumentarono anche le botte. Se tornava nervoso da lavoro trovava sempre da ridire su come era stato passato il cencio sulle scale o come era stata stirata la sua camicia.
“Guarda il colletto, cazzo!” urlava “Ma io mi faccio un mazzo così per guadagnare due soldi e tu che cazzo fai? Come faccio ad andare a lavoro con questa cazzo di camicia? Eh?”
Frequente anche il rinfacciarmi che io ero quella che “Ancora a scuola, vai! Ma chi li riporta i soldi a casa, eh? Io lavoro per tutti e due! Almeno tu facessi quello che ti chiedo, ma no! Nemmeno quello! Allora mi devo incazzare! Dimmelo che vuoi farmi incazzare!”
Nei primi tempi la rabbia passava con un pompino. Magari un pompino rabbioso, di quelli in cui Franco, per spregio, mi fotteva fino in gola, umiliandomi nello sborrarmi sul palato. Ma quando la mia bocca cessò di essere così appetibile per i suoi istinti, non vi fu altro che gli schiaffi e i cazzotti.
E lì iniziò la vergogna.
Uscivo sempre meno spesso, da quell’appartamento. I lividi che avevo sulla faccia…erano come un segnale che avvertiva gli altri di quello che ero. Una donnaccia. Una che si fa mettere le corna. Una che non sa fare i lavori domestici. Una che scontenta il marito ogni sera, perché il marito lavora e io no. Una cornuta succhiacazzo che non guadagna il becco d’un quattrino e fa la mantenuta.
Una che il marito punisce, perché in fondo quello che riporta a casa il pane è lui.
Il secondo anno di matrimonio fu una buona scuola. Mi insegnò a subire in silenzio. A sopportare. E a convincermi che se ero sprofondata in quell’incubo, in fin dei conti, era solo colpa mia.
Ricordo che una volta se la prese con me perché la bolletta del telefono era, secondo lui, troppo cara.
“Stai tutto il giorno a parlare con tua madre! Ecco perché questa bolletta è così salata! Di cosa avrete da parlare, poi!”
Mi punì quella sera stessa, a letto. Prima mi prese in bocca, violentemente e con il sommo scopo di umiliarmi e farmi male, poi mi costrinse a stendermi sotto le coperte standomene tutta rannicchiata in fondo al letto. Dovevo trascorrere tutta la notte con la faccia sul suo “pacco mutande” come lo chiamava lui, pronta a soddisfarlo di lingua non appena ne avesse avuta necessità. Mi usò due volte, durante la notte. La prima volta fu poco dopo l’una. Sentii un forte dolore al petto, dove Franco mi aveva colpito con un colpo di ginocchio, poi la sua mano mi afferrò per la testa e mi premette con forza contro il suo bacino. Il suo membro era ancora molle. Si vedeva che non aveva alcuna intenzione di godere. Il suo solo scopo era quello di farmi sentire ancor più troia di quanto già non mi sentissi.
“Mastica il bastone, puttana!” disse con rabbia.
Me lo infilò in bocca talmente in profondità che pensai mi sarebbero scese in gola persino le sue palle. Entrava e usciva con foga, meccanicamente, colpendomi il palato con l’apice del pene quasi fosse un pistone. Cercai di dare a quel movimento un ritmo più tollerabile trattenendo l’andirivieni dei suoi lombi con le mani. Franco mi prese le mani e me le fece scendere alle sue cosce, poi mi schiaffeggiò due volte e mi afferrò per i capelli.
“Cazzo fai, stronza? Continua a pompare!”
Non contento del servizietto, si pulì l’apice del membro sporco di saliva e qualche traccia di sperma sui miei capelli e sul mio viso.
“Ora lo riprendi in bocca e te ne stai senza fiatare fino a domani mattina” mi ordinò “Ma non muovere la lingua. Lo so che ti piacerebbe, sei una prostituta mancata. Voglio solo che me lo tieni in bocca. Per stanotte non ti ci sborro più, in quella cazzo di gola. Non sei degna neppure di questo”
Feci come mi aveva imposto. Immobile, silenziosa. Stavo attenta a respirare il più piano possibile perché avevo paura che il mio solo alito tiepido potesse solleticare il suo pene e svegliarlo. Si sarebbe arrabbiato di nuovo con me. E mantenevo ferma la lingua meglio che potevo. Avevo paura persino ad inghiottire la saliva. Lasciavo che essa fluisse dalla fessura delle labbra fino a sgrondare sul materasso.
La mattina successiva Franco si svegliò di buon ora. Lo sentii sbadigliare rumorosamente. Accortosi che avevo mantenuto la mia posizione per tutta la notte e senza neppure dormire per un istante, scostò le lenzuola e mi fissò da sopra con fare cattivo.
“Lo dicevo io, che hai sbagliato mestiere. Guarda se all’Università c’è un corso per battona da strada. Ti darebbero la laurea ad honorem” disse “Visto che la mia stecca ti piace tanto falla spurgare nella fogna”
Sapevo già cosa fare. Per la terza volta dalla sera precedente mi ingegnai a fare un pompino da manuale all’uomo che mi aveva eletta ad elettrodomestico casalingo.
Anche questa volta venne dentro la mia bocca. Tanto per inventare una novità sul tema mi fece tenere in bocca lo sperma finché non si fu lavato. Poi mi disse di preparargli la colazione, sempre senza sputare né ingoiare quel repellente liquido pastoso.
Dopo quasi mezz’ora di quella tortura -avevo già i conati di vomito- mi disse di inghiottire fino all’ultima goccia.
La settimana passata ho finalmente incontrata la sua amante, o almeno una delle sue amanti. E’ una bionda longilinea e molto bella sia di viso che di corpo. Non so quanti anni abbia. Ne dimostra una ventina, ma potrebbe averne qualcuno di più. Franco mi ha chiamata sul tardi.
“Sto per arrivare a casa. Non sono solo e non voglio che tu ti faccia trovare in giro. Vattene da tua madre, nasconditi sotto al letto, nello sgabuzzino o chiuditi in garage. Non mi importa cosa farai, ma voglio casa libera, ci siamo intesi?”
Non mi diede tempo di replicare e attaccò il telefono.
Così mi nascosi nello sgabuzzino. E’ una stanza piccola, ma abbastanza ariosa, ingombra di roba ma sufficientemente ampia da ospitare due o tre persone.
Mi nascosi lì ed attesi il ritorno suo e del misterioso ospite. Lo sentii rientrare pochi minuti più tardi con questa bella bionda.
Non erano ancora entrati e già le loro labbra erano incollate le une alle altre. Stentavo a ricordare l’ultima volta in cui io e Franco eravamo stati così. Forse non c’era mai stata.
La ragazza -Monica, intuii che si chiamava- cenò a tavola con mio marito. Parlarono del più e del meno, dell’azienda del padre di lei e di me. Sì, anche di me. Franco le disse che non c’era problema se si incontravano a casa nostra, perché “quella cornuta”, cioè io, sapeva già ogni cosa.
Andarono in salotto e dai gemiti che udii compresi che stavano facendo l’amore. Stessa scena a letto. Il nostro letto.
Ma il momento clou della serata era là da venire. Franco si era accorto che la mia macchina era ancora in garage, quindi non potevo essere tornata dai miei. Guardò sotto al letto e non mi trovò. Allora venne a cercarmi nello sgabuzzino. Sentii aprire la porta. I miei occhi non erano ancora abituati alla luce che la sua mano mi prese per i capelli e mi trascinò fuori, sbattendomi in ginocchio sul pavimento. Di fonte a me vidi le splendide gambe di Monica. Calzava scarpe decolletè molto costose e in breve capii come mai Franco le riservasse un trattamento così tenero e scrupoloso. Era la figlia del suo dirigente.
Monica era una ragazza viziata. Mi guardò sghignazzando dall’alto del suo metro e ottanta, indicandomi con un dito.
“Tua moglie?”
“Sì” disse Franco.
“La fai dormire nel ripostiglio?”
“Ogni tanto. Quando non fa la brava”
Mi prese per il bavero della camicia e mi spinse in basso, proprio accanto ai piedi della sua amante. Monica allungò una gamba e mi strofinò il dorso e la suola della scarpa sulla faccia. L’odore del cuoio mi raggiunse le narici.
“Dai, mogliettina…saluta come si deve” disse Franco.
Me ne rimasi zitta come un pesce. Non avevo bisogno di parlare. Sapevo cosa volevano quei due. Volevano solo umiliarmi. Perciò feci per loro un piccolo show. Mi prostrai di più e andai a posare un bacio sulle scarpe della donna. Monica scoppiò a ridere come una pazza. Ruotò il piede e mi ritrovai davanti al volto il tacco e la suola. Baciai anche quella. Il tacco, invece, lo succhiai come un membro maschile.
“Vedi come pompa bene?” disse Franco “E’allenata. Qualunque oggetto di forma fallica tu gli metta davanti al viso, la sua reazione è sempre quella”
“Ah, sì?”
“Vuoi vedere?”
“Dai! Certo che voglio vedere! Fottila in bocca!”
Franco non si fece pregare. Benché, come ho detto, non adoperasse più la mia lingua come durante i primi anni di matrimonio, di tanto in tanto non disdegnava di somministrarmi la sua dose di sperma.
Mi fece fare un pompino davanti a Monica, mentre quest’ultima, al suo fianco, si strusciava languida contro le sue spalle, baciandolo con trasporto.
Il piacere di quell’uomo mi espose in bocca, facendomi tossire e causando un’ennesima ridda di risa dalle bocche dei miei padroni.
Dopo il servizio a Franco fui mandata a sciacquarmi la bocca con l’ordine di tornare in camera al più presto. E venne anche per Monica il momento di usarmi per il proprio piacere. Quando fui di ritorno in camera era distesa sul letto a pancia in giù. Pretese, sotto lo sguardo attento di Franco, che io le baciassi i glutei, che glieli leccassi, che mi trasferissi al solco fra le natiche e che lì iniziassi da principio. Prima i baci, poi dei colpetti di lingua ed infine lappate lente e ampie.
“Mmmm…mi sto bagnando” disse sorniona “Ci sa fare, la mogliettina!”
Franco era dietro di me. Con una mano mi spingeva la testa fra le chiappe dell’amante. Ad un certo punto Monica fece un cenno con la mano e lui mi tirò indietro. La donna si voltò rivolgendo verso di me il suo sesso.
“Ora leccami lì” ordinò.
Non l’avevo mai fatto. Non avevo mai leccato il sesso di un’altra donna. Dentro di me ebbi un moto di repulsione e feci per allontanarmi. La serata, a giudicare dall’espressione piena di libidine di quei due, era appena iniziata. Per me, invece, terminò in quel preciso istante.
Franco non poteva sopportare una così maldestra ribellione da parte del suo oggetto. Mi colpì con un pugno così forte da staccarmi i piedi da terra. Sbattei contro il comodino e svenni. Per rallentare la caduta mi lussai le dita. L’ultima cosa che ricordo fu l’immagine di Monica, bellissima e sensualissima, distesa sul mio letto completamente nuda che massaggiava la sua vagina in attesa della mia lingua.
“E poi?” chiesi.
“E poi mi sono risvegliata in ambulanza”
“Ti hanno portata direttamente in ospedale?”
“Sì”
“Lo hai denunciato?”
“No”
“Fallo”
“No”
“Fallo. E’ meglio”
“Voglio solo tornare a casa, adesso” disse Maristella “Ho fatto male a raccontare tutto ad un estraneo”
“Rispondi sinceramente. Come mai non ti sei mai allontanata da quell’uomo?”
“Non…”
“Tornerai da lui?”
La ragazza abbassò lo sguardo. Era un sì. Inequivocabile.
“A farle da serva e sacco per gli allenamenti?”
“…”
“E a leccare le natiche alla sua amante”
“…”
Non era una situazione semplice. In questi casi forze dell’ordine e assistenti sociali servono a poco, se la vittima non fa il primo passo…non è detto che servano a molto neppure se la vittima si ribella, compila una denuncia in regola e cerca di cambiare aria! Figuriamoci se decide di subire passivamente ogni sopruso!
Ma certe situazioni possono essere risolte anche per vie traverse e non del tutto ortodosse, qualche volta. In particolar modo se un professore di medicina s’interessa al caso di una paziente che riesce a conquistare il suo affetto.
“Rispondi solo a questo, Maristella. Se io ti dicessi che c’è un modo per non avere più nulla a che fare con Franco, se ti dicessi che lui e tutto il marciume che gli gravita attorno scompariranno dalla tua vita, ora, per sempre e in maniera definitiva…se io ti dicessi che quando deciderai di accettare il mio aiuto, in alcun modo dovrai avere da temere le sue ritorsioni e le sue vendette, allora acconsentiresti a dire di sì alla mia proposta?”
La ragazza sollevò lo sguardo. Per la prima volta da quando ero entrato nella sua camera scorsi in lei un fioco bagliore di entusiasmo.
Non mi rispose, ma ciò non aveva importanza. Questa volta decido per lei, mi dissi. Ma a differenza del bastardo che la attendeva a casa per riprendere a picchiarla, non lo avrei fatto per recarle un torto.
Con qualche imbroglio alla mutua e una parolina buona al primario, non è difficile inventare una complicazione osteo-muscolare abbastanza grave da richiedere due settimane di degenza. Maristella trascorre due settimane all’ospedale. Non un bel posto, lo ammetto, ma sempre meglio di una palestra domestica dove vieni adoperata come pungiball. Contemporaneamente, il signor Franco viene richiamato dalla locale sede dell’ASL per ricordargli che, diventando donatori di sangue, si può fruire di un controllo gratuito sullo stato di salute del soggetto. Dai test per il controllo della sieropositività all’emocromo. Si sa che per una persona che fa sport è importante.
“…poi, mica uno deve andare a donare sangue tutti i mesi…basta anche una fialetta oggi e una fra sei mesi…”
“E tutti gli esami gratis?” chiede Franco.
“Come no! Diventare donatori conviene!” assicura un misterioso addetto dell’ASL di cui nessuno conosce nome o generalità.
Ma i risultati del signor Franco sono alquanto bizzarri. Epatite B conclamata. Ricovero d’urgenza e senza indugi. Poi iniziano gli esami in una struttura adeguata, gli accertamenti sullo stato di progressione del virus ecc ecc…Una flebo qua e una flebo là il signor Franco, invece di migliorare peggiora sempre più. Nell’arco di dieci giorni subisce un tracollo da piaga biblica. Una vera disdetta, per un ragazzone così alto e in salute…
L’ultima volta che lo vedo va per un trapianto del fegato. Chi l’avrebbe mai detto che i metalli pesanti nel sangue facciano quest’effetto? Ho conosciuto anche la signorina Monica. E’ venuta un giorno a trovare Franco. Non l’ha trovato bene. Niente più fascino, muscoli e batacchio duro come legno…per la bionda figlia di papà poco ne viene. Basta cambiare amante. Ma intanto il signor Franco perde il lavoro. E con quello la sua dignità. Senza la sua prepotenza chi ha più paura di lui? Ora è lui a temere gli altri.
Maristella ha ottenuto il divorzio. Ora è libera di andare con chi le pare e piace. Stiamo insieme da un paio di mesi, non so quanto durerà e se durerà, ma per ora ce la passiamo bene. Si sta riabituando ad avere un uomo che prima di chiedere qualcosa dice “per favore”. L’unica cosa che le ho imposto, per così dire, è di riprendere i suoi studi all’Università. Almeno la laurea Triennale. Le mancano pochi esami e la tesi. Credo le farà bene ricordare le vecchie abitudini, riprendere in mano i libri, concentrarsi su qualcosa che non siano lividi, lussazioni e pompini. Farà bene alla sua autostima.
Staremo a vedere come andrà a finire.
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16 years ago
tom,
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Una vacanza diversa (voyeurismo)
Roberta aveva dormito poco e male ripensando a quello che era successo e più pensava al ragazzo che dormiva nella stanza accanto più si eccitava, non riuscì a trattenersi e con il marito che le dormiva accanto prese a masturbarsi con la mente che vagava sulle possibilità di potersi godere ancora il ragazzo proprio con la compiacenza del marito,e magari chissà anche lui avrebbe potuto assaggiare il corpo della giovane Laura, lei non ci trovava nulla di male e del resto era stato proprio Simone a provocarli dicendo che non sarebbe stato geloso, i suoi pensieri si facevano sempre più perversi quando con due dita infilate in fondo alla vagina colante e uno della stretta apertura anale si ricordò che gli ospiti sarebbero stati in 3….Carlo…come sarebbe stato…era carino…disponibile e magari favorendo l’amicizia con quel porco del nipote ci sarebbe scappato anche qualche gioco in 3…era troppo, venne senza controllo e senza essere sicura che il marito accanto non si fosse accorto di nulla…
La mattina si ritrovò sola in casa con Simone mentre attendevano l’arrivo degli altri e di Tom un ragazzo di colore assunto come aiuto domestico in previsione del gran numero di ospiti…Simone si sedette in cucina per la colazione e quando la zia si avvicinò per servirgliela una mano del giovane già voglioso di prima mattina si introdusse sotto la gonna di lei, Roberta con qualche difficoltà riuscì a levarla ma lui le chiese: ”Perché fai così, non ti va?” “Non è ne l’ora ne il posto e poi stanno per arrivare gli altri” “Ma che momento e momento io ti conosco quando si tratta di…non ti tiri mai indietro” “No non è vero e poi adesso non mi va” “Ma lasciati andare, nessuno ne saprà mai nulla te lo giuro” e senza finire la frase aveva già introdotto di nuovo la mano sotto la gonna. “Lasciami fare zia, sei troppo bella” e la sua voce era già troppo eccitata per tornare indietro. La mano era arrivata al bordo delle mutandine due dita si erano infilate sotto e stavano esplorando i primi riccioli, lei gli scostò di nuovo la mano ma lui era troppo eccitato per arrendersi. “Sono sicuro che sei ancora quella donna calda che conoscevo, dai non fare tante storie” e invece era proprio quel gioco di resistenza che stava eccitando ancor di più la debole Roberta, quella mano aggressiva vinse e lei allargò le gambe sentendo che la mano si stava avvicinando alle mutandine, si stava bagnando e cercava ancora di ribellarsi ma lui insisteva. “Sai cosa vorrei ora? Che mi facessi vedere di nuovo la fica” e intanto la mano era passata a stringerle il sedere, lei sentiva l’odore intenso di maschio giovane, si lasciò andare all’indietro mentre la sua mano prepotente le afferrava l’elastico degli slip abbassandolo “Ecco era questa che volevo vedere, ieri non ho fatto a tempo a guardarla, quanto è pelosa me la ricordavo bene” . Le alzò la gonna con tutta la mano schiacciata sull’inguine peloso e folto. Un dito cercò di infilarsi nella fessura che Roberta si sforzava di tenere chiusa ma il dito era impaziente superò le labbra bagnate e lei si arrese “Ma sei fradicia! Lo sapevo che ti andava” il dito andò a cercare il clitoride e le diede un colpetto, Roberta ansimò strofinando il pube voglioso sul dito “Mmmm tutte quelle storie per nascondere che anche tu sei in calore appena sveglia” e il suo dito la stava facendo godere, ormai aveva le cosce aperte e Simone la masturbava con calma, le mutandine erano arrivate alle caviglie e lui poteva godersi lo spettacolo “Ti ricordi la prima volta che me l’hai fatta vedere?” Spinse l’indice ancora più a fondo, era fradicia e il dito scivolava senza problemi non c’era più nessuna resistenza, Roberta gemeva con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, guardandole i seni ancora coperti capì che stava per godere e si fermò. Andò a stringere un seno e il capezzolo duro forte da farle male “Fatti vedere nuda, spogliati!” Ma mentre stava per cedere sentirono il rumore della porta, Roberta si tirò su le mutandine in un lampo e gli chiese di andare ad aprire non poteva farsi vedere in quello stato. Simone era nervoso “Uffa ed io che avevo voglia di mettertelo dietro come ieri”.
Quando furono al completo dopo l’arrivo di Carlo e Laura, inaugurarono la stagione estiva con il primo bagno tutti insieme sulla spiaggetta più vicina. Carlo sembrava molto timido e troppo riservato ed era rimasto subito impressionato quando vide tutti spogliarsi per andare a fare il bagno. Francesco fu il primo a togliersi i vestiti e abbassarsi gli slip dicendo che era così che andava preso il sole. Si esibiva davanti a tutti senza il minimo imbarazzo. Simone non aveva messo neppure il costume e faceva il bagno in mutande che divennero presto trasparenti e lasciavano vedere tutto o quasi. Roberta si era tolta lo slip davanti a tutti per infilarsi il costume e Carlo le aveva visto bene la figa, la prima della sua vita! Era grossa e carnosa, molto pelosa, sembrava anche piuttosto aperta, ma forse era solo perché era una donna adulta, pensò Carlo che ne fu comunque un po’ turbato soprattutto dai grossi seni che ballavano a ogni movimento. Solo Laura aveva il costume ma fu la prima a rincorrere il suo ragazzo per tirargli giù le mutande mentre gli adulti ridevano del tutto tranquilli. Carlo incredibilmente timido non aveva alcuna intenzione di levarsi il costume ma malediceva questa sua timidezza.
Tornati a casa, furono accolti da Tom che si propose di fare un massaggio di benvenuto al giovane ospite. Carlo inizialmente non capì bene di cosa si sarebbe trattato ma quel giovane uomo sui trent’anni lo affascinava per la sua bellezza, degna di un vero modello. Era in pantaloncini e camicia a piedi nudi, doveva avere un bel petto e delle natiche tonde e sporgenti. Laura gli aveva messo gli occhi addosso da subito. Carlo lo aspettava quindi sdraiato sul suo letto tutto sudato quando lui è entrato con due asciugamani e degli oli profumati in mano. Capì allora che quell’uomo voleva toccarlo e il pensiero lo terrorizzò. “Prima di tutto leviamo questa maglietta e questo costume, li laverò, poi stenditi e rilassati, hai un bel petto davvero” Carlo non sapeva proprio più dove nascondersi e non voleva fare brutta figura appena arrivato, sembrava così naturale che quel ragazzo splendido lo stava mettendo nudo mentre lui era l’unico ad essersi rifiutato di mostrarsi nudo dagli altri, voleva tenersi almeno lo slip convinto che il massaggio se proprio doveva esserci non avrebbe riguardato quelle parti del suo corpo ancora inesplorate ma il nero non ascoltò obiezioni e sollevandogli le natiche lo aiutò a liberarsene, ripetendogli di rilassarsi che avrebbe pensato a tutto lui. Gli slip gli erano scivolati via e ora era completamente nudo steso sul letto sotto gli occhi di Tom che lo guardava in ogni dettaglio senza il minimo imbarazzo. Ormai non poteva fare molto ma di rilassarsi proprio non se e parlava…”Sei incredibilmente biondo Carlo avrai molto successo con le ragazze” ed era quello che il ragazzo si augurava perché nonostante il bell’aspetto la sua timidezza finora lo aveva sempre bloccato ed era anche per questo che aveva accettato l’invito di suo padre a trascorrere delle vacanze in un posto nuovo. Ora però era tutto diverso da quello che si aspettava era confuso e in ogni caso sembrava non avere scelta, per cui decise di lasciarsi andare convinto delle buone intenzioni di quell’uomo che vedeva così virile….non sarebbe successo nulla di spiacevole doveva smetterla di farsi venire strane idee sarebbe stato solo un massaggio…innocente…solo un massaggio, questi erano i pensieri che cercava a tutti i costi di farsi venire in mente mentre le mani dell’uomo erano sotto le sue natiche per sistemare l’asciugamano. Gli teneva una natica avvolgendola quasi tutta con la mano, la punta delle dita erano al limite del solco e sentiva un unghia sfiorargli l’ano dandogli dei brividi del tutto inaspettati. Non sapeva perchè ma iniziava a piacergli farsi vedere nudo e farsi toccare da quel bel ragazzo, tanto più che muovendosi il suo pantaloncino si era leggermente scostato e gli aveva intravisto fra le gambe la base del cazzo e la cappella in mezzo ai peli pubici nerissimi e ricci. Non stava capendo più nulla. E l’altro ne approfittò per iniziare il massaggio dal petto coprendolo di oli girando intorno ai capezzoli che inevitabilmente si rizzarono. Lo massaggiava e lo accarezzava allo stesso tempo, diventava difficile non essere eccitato da quelle carezze. Sembrava che piacesse a entrambi ora, pizzicandogli i capezzoli gli chiese se era bello, se si stava rilassando e a quel punto il ragazzo non riuscì a mentire, si gli stava piacendo, ma evitava di guardarlo. Carlo aveva paura del seguito ma quello che gli aveva fatto finora gli era piaciuto molto più del previsto. “Adesso apri le cosce Carlo bisogna massaggiare bene” i suoi timori erano giustificati allora, non voleva aprire le cosce si sentiva sudato e non solo, era eccitato per quanto se ne vergognasse e solo in quel momento si accorse che la porta era rimasta aperta, non era mai stato tanto imbarazzato, se fosse passato qualcuno sarebbe voluto sprofondare sotto terra e poiché lui non si decideva ad aprire le gambe fu il nero a prendere l’iniziativa aprendogliele con forza, ora vedeva tutto della sua intimità e sorrideva guardandogli l’uccello. Carlo salta quando l’altro gli fa scorrere le dita sull’asta, dai peli all’inizio della cappella, non poteva più nascondere di averlo duro. Come se non bastava, commentava tutti i suoi gesti rendendo la cosa ancora più imbarazzante “sei molto peloso e molto biondo, carina questa peluria che scende lungo le cosce, quando sarai abbronzato starai molto bene, ma ora apri un po’ di più altrimenti come faccio a far bene il mio lavoro su” Carlo chiude gli occhi e apre al massimo sperava almeno che non commentasse la sua erezione e invece lo fece, notò che non poteva negare che gli piacesse. Le dita lubrificate di olio gli stringevano il pene, glielo giravano e scivolavano quasi fino all’ano, si fermavano di più sull’asta stringendola, lisciando i peli tutti intorno. “Ma cosa fa???” “Bisogna massaggiare anche là è importante” ha risposto sorridendo, la mano teneva salda la giovane verga, la scappellava più che poteva e suo malgrado Carlo ne provava piacere, ora sperava che gli facesse una sega come faceva spesso lui quando si masturbava ma proprio a quel punto vide Laura appoggiata alla porta che guardava. Le dita di Tom erano appena arrivate intorno alla cappella, Carlo cercò di avvisarlo ma il ragazzo non ne tenne conto dicendogli che era una bella viziosa non si sarebbe sconvolta e già lo aveva spiato mentre si lavava. “Non farci caso Carlo”. Carlo non poteva crederci invece, non solo una ragazza lo stava guardando tra le cosce ma sembrava fregarsene di quello che stavano facendo come se fosse la cosa più normale del mondo. “Hai una cappella molto grossa è proprio carina” Carlo non osava dire più niente e per fortuna Laura era andata via. E’ vero che aveva la cappella grossa, prima pensava fosse normale ma confrontandosi con i compagni si era accorto che la sua superava la norma in larghezza. E ora Tom gliela stava masturbando e lui era durissimo le sue dita scivolavano intorno ai bordi tirando la pelle più indietro possibile ci giravano intorno, ci giocherellavano. Era turbato ma anche troppo sensibile ora. Tom gli aveva lasciato la cappella per scendere più in basso, gli ha aperto l’inizio delle natiche e gli ha passato un dito scivoloso sull’ano. Carlo sussultava e ha guardato l’apertura dei pantaloncini dell’altro per vedergli il cazzo. Aveva le cosce lisce e nere e si dovette trattenere per non toccarlo. Era come ubriaco di vergogna. Il dito gli è entrato nel sedere senza difficoltà gli ha “massaggiato” l’interno dell’ano con due va e vieni. Era sull’orlo dell’orgasmo. Di colpo però ha tolto le mani l’ha sciacquato dall’olio passandogli l’asciugamano sul cazzo e sul sedere così forte che gli ha fatto male alla cappella…Carlo ora era visibilmente deluso, voleva rimettersi lo slip ma Tom gli suggerì di restare senza, faceva troppo caldo e avrebbe perso l’effetto del massaggio e se ne andò con il suo costume da lavare. Carlo era allibito. Restava nudo sotto il lenzuolo quando è entrata Laura senza il minimo imbarazzo. Laura aveva un corpo da adolescente molto magro e la faccia piena di dolci lentiggini i capelli lunghi ricci le davano un’aria innocente tuttavia Carlo notava un’espressione viziosa sul suo viso, aveva addosso solo i pantaloncini, tette al vento come tutte le donne in quella casa, si siede sul letto accanto a Carlo sempre più imbarazzato per lo spettacolo che aveva offerto prima. Chissà che strane idee si era fatta ora la ragazza. “Allora Carlo come va?” “Un po’ stanco per il viaggio” fu l’unica cosa che riuscì a dire fingendo che non fosse successo altro ma lei aveva già afferrato il lenzuolo e lo stava tirando giù. “Ma sei matta Laura?” “Dai non eri così timido prima con Tom. E’ gay non lo sapevi? Ti ha dato fastidio?” e intanto esaminava il corpo nudo del ragazzo. “Ma se ci scopre il tuo ragazzo?” “Dirò che sei tu che mi hai provocato, che sei vizioso” Quella stronzetta ci sapeva fare. Carlo non voleva storie prima ancora che iniziasse la vacanza e in più era contento di farsi vedere nudo finalmente da una ragazza. Cercò quindi di essere gentile nonostante lo sguardo fosse attirato dal centro dei suoi pantaloncini. “Caspita! Sei molto peloso per un biondo! Aspetta ti annuso il pisello per sapere se Tom ha fatto un buon lavoro” “Oh no Laura” sussurra Carlo sentendogli crescere nuovamente l’erezione. Ma lei si era buttata tra le sue cosce aprendole con le mani, Carlo non poteva che cedere. Gli ha infilato subito il naso tra le cosce respirando forte e il suo fiato caldo lo ha fatto indurire. Non poteva credere che esistessero delle ragazze così viziose a quell’età, lo frugava tra le cosce con il naso, voleva essere leccato ma la timidezza gli impediva di dirlo e lei alzò la testa lo aveva solo annusato. Era pieno di brividi. “Hai davvero una cappella incredibile, guarda è tutta tesa, ce l’hai duro allora ti piace eh” “Zitta che ci sentono!” Ha fatto si con la testa e si è slacciata i pantaloncini ,la figa era gonfia e aperta. Aveva un bel taglio non grossa come quella della signora intravista in spiaggia ma ce l’aveva aperta, era una figa da adolescente circondata di peli bruni. Ha cominciato a masturbarsi tutta fiera di mostrare la figa. “Non facciamo rumore tranquillo, sei troppo eccitante per resistere” ha mormorato. Si è avvicinata ancora di più al ragazzo e le sue dita correvano sul suo petto sui capezzoli che si sono rizzati subito nuovamente. Carlo era immobile si faceva toccare e si sorprendeva di provare lo stesso piacere di prima solo che ora non riusciva a staccare gli occhi dalla sua piccola figa aperta il clitoride rosa di fuori con la punta tutta luccicante i pantaloncini erano scivolati e aveva le tette di fuori, Carlo sentiva l’odore del suo corpo, un forte odore di sudore. Continuando a masturbarsi ha fatto scivolare l’altra mano dal petto al pisello facendo scorrere le dita lungo l’asta bagnata. Era maldestra lo toccava nervosamente le unghie lunghe gli facevano male passando sulla cappella e sulla mazza, lo teneva stretto in mano senza muoverlo. Vedeva benissimo che era eccitato, iniziava a muovere la mano sulla verga cercando di scappellarla il più possibile poi lo ha lasciato e si è portata la mano sul naso “Mmm il tuo odore è più buono di quello del pisello di Simone, il suo è troppo forte” il pensiero di quei due che facevano le porcherie eccitò terribilmente Carlo, ora riusciva a vincere la vergogna e quando lei gli ha proposto di toccarle la figa non poteva credere alle sue orecchie, la figa era aperta bagnata a pochi centimetri dal naso di Carlo. Gli ha preso la mano e l’ha incollata sulla figa. Il ragazzo era fuori di se, cominciava a masturbarla pur non avendolo mai fatto, il gesto gli venne naturale era bagnata e morbida faceva scorrere le labbra sul clitoride, i seni le si erano gonfiati ha respirato forte e il suo liquido vischioso e caldo è iniziato a colarle tra le cosce. Stava venendo. Carlo l’aveva lasciata andare non sapendo casa fare e lei se l’era ripresa masturbandosi con violenza, non finiva mai di venire. Poi si è rimessa i pantaloncini ed è uscita senza dire una parola. Carlo era sdraiato nudo che si stava ancora chiedendo cosa gli stesse capitando. Si vergognava di nuovo, come aveva potuto provare piacere con un uomo e con una donna? E perché nessuno dei due aveva fatto venire lui? In quel momento è rientrato Thomas “Che ti avevo detto Carlo? E’ una gran porca vero?” Quando è uscito però Carlo ha dovuto completare il lavoro con una delle più belle seghe della sua vita.
La sera dopo cena Francesco era convinto che se avesse lasciato il modo a sua moglie di restare sola con il nipote ne avrebbe viste delle belle ed era proprio curioso di masturbarsi spiandoli in azione. Aspettò che tutti fossero andati a letto per lasciare la porta della loro camera aperta sperando che il ragazzo raccogliesse l’invito e andò in giardino a fumare. Attese gli eventi con la patta sbottonata, infondo le battute del giorno prima avevano lasciato intendere molto e anche il bagno a mare del pomeriggio lasciava poco spazio agli equivoci, se gli altri due fossero stati altrettanto svegli, era chiaro che era quello che voleva anche lui. E, infatti…nella sua camera il ragazzo non si era fatto attendere molto. In piedi in mezzo alla stanza Roberta e Simone si stavano già palpando, stasera era lei la più intraprendente mentre lui con aria leggermente spaventata si lasciava fare. Quando lei ha cominciato a spogliarlo si è finalmente deciso ad imitarla, poco dopo restarono solo in intimo e Francesco in giardino con l’uccello in mano aspettava il seguito con impazienza. Il ragazzo era ancora imbambolato di fronte al seno di sua zia molto più grosso di quello della sua ragazza. Mentre lei lo metteva in slip, lui le sganciava il reggiseno buttandolo per terra. Francesco in giardino si masturbava fissandole le tette dalla finestra “Allora ti piacciono ancora?” ha sentito chiaramente Francesco a conferma che quel gioco andava avanti da tempo ma finalmente ora poteva goderne anche lui. Il ragazzo con espressione sbalordita le ha afferrato i seni con violenza lasciandole dei segni rossi e una smorfia di dolore e soddisfazione insieme tanto da premere le sue stesse dita su quelle di lui e farsi tirare i capezzoli, intanto che gli strusciava la figa sull’uccello sopra le mutandine. Quando il ragazzo l’ha messa nuda, il marito in giardino si è masturbato alla grande, il cespuglio folto della moglie si vedeva bene e lo eccitava da morire l’idea che ora non fosse per lui. Dopo aver richiuso l’uccello nella patta è rientrato, deciso a godersi lo spettacolo da vicino, i due amanti avevano abboccato, che senso aveva nascondersi? Avanzando nella penombra l’uomo si accosta alla porta ancora aperta. Di fronte senza notare la sua presenza Roberta aveva appena tolto le mutande al nipote che restava in piedi e gli manipolava l’uccello e i coglioni guardandolo negli occhi, lui era immobile. Spingendo il bacino, la donna ha avvicinato il glande di lui ai suoi peli, si masturbava con l’uccello che stringeva come un manico. “Che porco il ragazzo e che puttana mia moglie” pensava Francesco affascinato però dallo spettacolo. Roberta si stava inginocchiando e prendeva in bocca l’uccello del nipote. Con gli occhi chiusi e le labbra ben aperte ingoiava l’uccello fino ai coglioni facendoli ballare tra le dita. Era chiaro che lo stava facendo per il suo piacere e non era affatto la prima volta, ecco che Francesco poteva spiare cosa facevano quei due alle sue spalle. Simone tremava guardando la zia pomparlo a tutta forza, lei gli teneva le mani sulle chiappe e lo invitava a scoparle la bocca. L’uccello brillante di saliva entrava e usciva dalla grossa bocca quando Roberta si è alzata e ha trascinato il ragazzo sul loro letto, Francesco si è tolto la maglietta. Roberta sollevandosi con le mani le cosce si faceva leccare la figa. Francesco continuando a guardare, si slacciava i jeans, non ne poteva più aveva una gran voglia di tirarsi fuori l’uccello ma non voleva ancora farsi vedere per paura di interromperli. Non riusciva più a vedere la faccia di Simone affondata nella foresta di peli neri fra le larghe gambe della moglie e lei gridava di piacere…evidentemente il ragazzino ci sapeva fare e Francesco non poté non immaginare quando lo faceva alla figa giovane della sua fidanzata. Fuori di sé dall’eccitazione a quell’idea dopo essersi liberato dei jeans, si tirava giù la mutanda e con la cappella gonfia in mano decide finalmente di entrare e continuare a seguire quello che facevano più da vicino, sarebbe intervenuto ma prima voleva vedere cosa facevano. La donna si tirava addosso il nipote con voglia e gli guidava l’uccello nella fica e si sono incollati l’uno all’altra. La scena lo eccitava sul serio. Simone ci dava dentro a gran colpi e schiaffeggiava i seni della zia che urlava. “Che porco, che porca” ripeteva tra se Francesco, si prendeva l’uccello in mano e stringendoselo andava a sedersi sulla poltrona di fronte al letto. Ora doveva trattenere l’eiaculazione. “Si vai mettiglielo dentro fino in fondo” si è sorpreso a gridare rivelando ai due amanti la sua presenza “Sfondala sul serio, si così, continua” li incitava. Per farlo contento si erano messi alla pecorina, Roberta si apriva con due mani mentre Simone sudato fradicio ci dava dentro a fondo tenendola per i fianchi, colpendo le chiappe ad ogni affondo. Ogni tanto tirava fuori l’uccello grondante, si piegava e le leccava l’ano spalancato tra le dita della donna facendola gridare. Francesco preoccupato di finire prima di loro si forzava di rallentare la mano sul suo cazzo. Vedeva benissimo ora sua moglie afferrare l’uccello del nipote da dietro, toglierselo dalla vagina e posarselo sull’ano. Il ragazzo rapidamente appoggiava la cappella sul buco del culo della donna che si piegava per aiutarlo nella penetrazione. La stava penetrando senza lubrificante, Francesco quasi non ci credeva e invece il culo della sua donna ingoiava tutto l’uccello in un sol colpo, dovevano avere una grande abitudine a prendersi nell’ano pensò meravigliato l’uomo e pensare che con lui non lo faceva, ma il paragone tra il suo cazzo e quello del ragazzo spiegò tutto e in un certo senso lo inorgoglì. Quando ha sentito che i due stavano per godere gli ha gridato “Dacci dentro ragazzo, falla venire!” Per stare più comodo nel momento cruciale era salito sul letto senza disturbarli e questo li ha fatti venire praticamente insieme. Mentre Simone tornava in camera sua, Roberta stesa sul letto si asciugava la figa con il lenzuolo, prima di dormire però vedendo il suo uccello di nuovo duro Francesco la salutò dicendole che la prossima volta sarebbe toccato a lui incularla a secco e risero soddisfatti.
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joshina,
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Giochi di ruolo
ANTEFATTO
Si erano conosciuti intorno ad un tavolino in un bar, presentati da una coppia amica.
La serata era trascorsa nella conoscenza…pervasa da un sottile erotismo e da una voglia di proseguire la serata…da subito.
Proprio il dover interrompere una simbiosi che cresceva di minuto in minuto, proprio il dover staccare la spina…invece che interrompere il processo di avvicinamento lo eccitò ancor di più.
Non erano trascorse che poche ore che Magda. e Gp. Sentirono il desiderio di farsi vivi…di comunicare di scoprire se anche dall’altra parte quel processo chimico stava producendo una reazione a catena.
Gp. aveva subito questo evento molte volte quando vedeva magda eccitarsi per l’imminenza dell’incontro…una strana sorta di gelosia gli prendeva lo stomaco perché non capiva il motivo di tanta eccitabilità.
Ora viveva sulla pelle le stesse cose dall’altra parte della barricata.
Sentiva l’eccitazione crescere così come la paura…paura di non farcela, paura di non essere all’altezza.
Fu allora che ricordando le prediche fatte a magda “ basta il desiderio amore mio” , “non aver paura di nulla fatti guidare dal tuo istinto più nascosto…più animale” che gli vennero alla mente, come in un film, gli incontri fatti…le situazioni che per magda erano state più significative ed allentanti…. Quella con un certo Pierr che per tutta la serata non ebbe un minimo di erezione ma che fece godere magda con il solo desiderio utilizzando quello che in quel momento madre natura metteva a sua disposizione: la voce, la lingua, le mani.!
Magda era stata stregata dalle parole di Acqua Sorgiva ovvero che voleva offrirla come dono al suo compagno!
Viveva la situazione come qualcosa di iniziatico e nello stesso tempo di una complicità assoluta verso la donna.
Sapeva che poteva giocare con Occhio di Falco in tutte le direzioni e questo la tranquillizzava rispetto a Gp, ma viveva il momento dell’attesa…contando i minuti.
Senza saperlo erano entrati nel carnevale, senza indossare maschere erano già altre persone…
Persone che attendevano l’evento trattenendo il respiro…
Era tempo di pensare al gioco e di dare agli attori i loro ruoli!
Gp. rispolverò il suo nic antico ed entrò nella pelle di “Lupo Solitario” e Magda in quella di “Pelle di Luna”
IL GIOCO
Il periodo storico è la Cina Imperiale.
Al tempo della dinastia Han (206 aC. – 220 dC.), era in vigore l’uso di sottoporre ad esami ufficiali i funzionari di corte da qualificare ed assumere con funzioni e ranghi avanzati.
Nel nono volume della “storia degli Han” (Han Shu) è riportato che nel 43 aC., LiuShi, l’imperastore Yuan, ordinò che tutti i suoi funzionari fossero sottoposti ad un controllo per verificare che essi rispondessero ai requisiti di semplicità di vita, onestà di comportamento, gentilezza nei rapporti sociali, buona condotta e che conoscessero le pratiche segrete del Tao del sesso.
L’accademia Imperiale della via segreta del tao del sesso era a tutti gli effetti un istituto di formazione professionale condotto per mezzo di una sofisticata organizzazione, completo di uno staff e di una gestione amministrativa, con una struttura in specializzazioni ed un rigido sistema di apprendimento.
I funzionari studenti ammessi all’accademia seguivano prima dei corsi base, poi corsi sempre più complessi.
I corsi di base comuni prevedevano la pratica manuale e la tradizione orale.
Quelli avanzati l’utilizzo della verga d’oro con cui chiudere tutti gli orifizi.
L’Accademia gestiva nella capitale un piccolo fabbricato dove si coltivavano i giovani di buon intuito e ben forniti degli attrezzi necessari per la riuscita degli esami finali.
I giovani assunti, imparavano a coltivare i loro desideri e a trattare le vie segrete del Tao, fino ad essere promossi “ coltivatori del Se “.
I PERSONAGGI
Il maestro K’ouen della dinastia del Drago Giallo detto “lupo solitario” e la maestra Souen della dinastia del Drago Verde detta “pelle di luna” erano i direttori dell’Accademia Imperiale della via segreta del Tao.
Liu Shi, l’imperatore Yuan aveva appena eletto a corte il nuovo maestro di cerimonia
Ken, della dinastia Chen detto “Occhio di Falco”.
La moglie di Ken la principessa Li della Manciuria detta “Acqua Sorgiva” era invece da tempo consigliere imperiale.
Ai due funzionari imperiali venne dato l’ordine di procedere alle trattative di resa con le popolazioni belligeranti nei lontani confini orientali.
Prima di partire l’ìmperatore decise che i due funzionari dovessero prendere parte a delle lezioni speciali impartite nell’Accademia Imperiale della via segreta del Tao.
Tali lezioni dovevano mettere in condizione la principessa di ripassare le nozioni avute anni prima ma, come aveva sottolineato l’imperatore nella lettera scritta al maestro K’ouen e alla maestra Souen, di portare la principessa ad un livello di “degradazione” di modo che se presa prigioniera avrebbe sopportato senza difficoltà alcuna qualsiasi umiliazione.
Per quanto invece riguardava Ken “Occhio di Falco” doveva essere impartito il livello di base con particolare riferimento alla tradizione orale e manuale.
Il PROGRAMMA SOTTOPOSTO ALL’IMPERATORE DALL’ACCADEMIA IMPERIALE DELLA VIA SEGRETA DEL TAO PER IL MAESTRO DI CERIMONIA KEN E PER LA PRICIPESSA LI.
Gentilissimo Imperatore le scriviamo per darle il resoconto del programma di lezione impartite ai due funzionari : Principessa Li (Acqua Sorgiva) e Signor Ken della dinastia Chen.(Occhio di Falco)
Perdoni il linguaggio non adatto alle venerande orecchie di sua eminenza ma la via segreta del Tao le contempla.
I due funzionari sono stati da noi accolti con gran cerimoniale e con il dovuto rispetto per le loro regali persone, la principessa Lì è comunque passata inosservata in quanto, come da sua eminenza suggerito, le è stato concesso l’anonimato mediante l’applicazione di una maschera…per cui nessuno dell’Accademia potrà mai mettere in relazione la sua persona con la dinastia di appartenenza!
Per prima cosa abbiamo officiato il rito delle quattro direzioni.
E’ stato creato il quadrato magico ponendo i presenti agli angoli del quadrato.
Il maestro K’ouen (lupo solitario) aveva di fronte la principessa Li.(acqua sorgiva)
Mentre la maestra Souen (pelle di luna) aveva di fronte occhio di falco
Dopo essersi guardati negli occhi e aver attivato i sigilli del cuore rivolgendo il sigillo al proprio compagno di viaggio instaurando l’onda energetica è stato attivato il sigillo del sesso rivolgendolo verso il soggetto che ognuno aveva di fronte.
A questo punto, il maestro “lupo solitario” ha accompagnato la maestra “pelle di luna” verso la principessa “acqua sorgiva” la quale prendendola per mano ne ha fatto simbolicamente “dono” al suo sposo “occhio di falco”.
Tutti sono ritornati al loro posto ed il maestro “lupo solitario ha dato inizio alle lezioni.
Con un breve cenno del capo ha voluto che la principessa Lì si togliesse i vestiti.
Con fare imperioso ha ordinato che questi dovessero essere tolti uno alla volta con la lentezza del Tai Qi , mentre tutti dovevano assistere alla scena.
Tolte anche le mutandine ha preteso che si girasse e mostrasse da tergo il suo sesso a tutti i presenti.
Il maestro Lupo solitario con fare deciso si è quindi recato presso la principessa e mettendole una mano sul sesso ha verificato se era asciutto o bagnato.
Ha quindi fatto sdraiare “acqua sorgiva” , sul lettino da campo, a pancia in giù e con fare deciso, dopo essersi bagnato le mani con olio di loto, le ha allargato le natiche e preso a massaggiare il punto della grande fonte (nel perineo: tra l’ ano e il sesso ). Poi con decisione ha iniziato a massaggiare le “grandi “e le “ piccole” labbra.
Tirava e pizzicava, roteava e affondava le mani come se stesse eseguendo una dolce melodia.
La principessa dapprima silenziosa iniziò ad emettere lievi mugugni che diventarono sempre più rochi e frequenti fino a seguire il ritmo imposto dal maestro.
Improvvisamente “lupo solitario” ha affondato le mani nella fica della principessa.
Ha cercato il punto “G” ed ha iniziato a masturbarla con un dito mentre con il dorso della mano sfregava sul clitoride… fino a quando i mugolii della principessa non si tramutarono in piccole grida con toni più alti e frenetici ed allora le infilò anche un dito nel culo.
Un urlo di piacere deliziò i presenti, “acqua sorgiva” aveva avuto il primo orgasmo della serata.
Occhio di falco, suo marito, le si avvicinò le prese le mani e le accarezzò il volto e la baciò teneramente sulle labbra.
Il maestro lupo solitario lo richiamò alla realtà…invitò la maestra “pelle di luna” a svestirsi e a riproporre la stessa tecnica a occhio di falco.
Pelle di luna mostrò la sua “rosa nera” ad occhio di falco che rimase attonito e con gli occhi increduli…gli andò vicino gli prese dolcemente le mani che poggiò sui suoi fianchi e lo condusse vicino al lettino da campo…si distese supina e lo invitò ad ungersi le mani con l’olio di mandorla.
Lentamente gli spiegò cosa doveva fare e come voleva essere toccata.
Lo guardava dritta negli occhi mentre il cuore di occhio di falco rimbombava la marcia di guerra.
Inizio gradualmente a prendere confidenza con quel corpo e come per incanto le sue mani – con i suggerimenti della maestra “pelle di luna”- iniziarono a muoversi con eleganza ricordando antiche sensazioni e gesti.
Ben presto “pelle di luna” fu rapita dalle emozioni che quelle mani suscitavano nel suo corpo…”bravo, bravo” sussurrava di quando in quando al suo allievo finchè impercettibili rantoli di piacere presero il sopravvento sulla parola.
La principessa guardava la scena, a volte, con occhi seri, a volte divertiti , e a volte tristi… la paura e il piacere si alternavano nel suo cuore…
Il maestro “lupo solitario” la prese per mano e la condusse nel bagno mentre i rantoli di piacere di pelle di luna si facevano più forti.
La fece entrare nella vasca e le lavò il sesso…deterse con calma e decisione l’olio…e poi l’asciugò con cura…
Mentre dall’altra stanza le grida annunciavano che il secondo orgasmo della serata era arrivato al suo apogeo il maestro “lupo solitario” fece inginocchiare la principessa, le divaricò le gambe e tuffo la sua testa nel sesso… da dietro…e prese a leccarla in quella posizione.
La maestra “pelle di luna” ed occhio di falco entrarono nel bagno per compiere la stessa operazione di purificazione.
Il maestro K’ouen fece allora alzare la principessa e la riportò sul lettino da campo.
Di nuovo le divaricò le gambe e prese a “stuzzicare” con la lingua il suo clitoride, mentre con le mani le stringeva i capezzoli.
Non passò molto tempo… “acqua sorgiva” era di nuovo eccitata e pronta per il suo secondo orgasmo.
La lingua del maestro si muoveva veloce e silenziosa sul clitoride che sembrava diventato un piccolo pene.
Lo lecco e lo succhiò… lo succhiò bevendo il fluido della principessa.
Era caldo e fresco ed aveva il profumo delle rose appena colte.
L’ urlo di piacere di “ acqua sorgiva” lo colse di sorpresa.
La maestra “pelle di luna” ed occhio di falco erano, nel frattempo entrati nella stanza ed avevano assistito al secondo orgasmo della principessa.
Il maestro “lupo solitario” invitò la principessa a seguirlo sul pavimento, dove era stata deposta una coperta.
Fu lasciato il posto ad occhio di falco che questa volta non vedeva l’ora di procedere a quanto aveva visto fare.
Pelle di luna divaricò le gambe mettendo in evidenza la sua nera caverna da dove spiccava la luce rosata delle sue pareti.
Occhio di falco si tuffo in quel meandro…leccando e bevendo…dimostrando tutta la sua bravura.
Pelle di luna arrivò molto velocemente al suo orgasmo e la stanza fu riempita dai suoi gemiti di piacere.
Nel frattempo il maestro “lupo solitario” tirò fuori il membro e lo infilò decisamente nella bocca della principessa che lo accolse con grande avidità.
Dimostrò in quel frangente di essere veramente regale e di sopportare la “degradazione” derivante dal sesso. Era infatti in ginocchio davanti al maestro e succhiava il suo membro… lo faceva, nonostante la posizione, in maniera armoniosa e delicata come si conviene ad una persona di alto lignaggio…nonostante la maschera si vedeva che era personaggio della famiglia imperiale!
Il maestro lupo solitario emise un piccolo grido e il fiotto di sperma scivolò sul petto nudo della principessa che lo accolse con umiltà stringendo tra le mani le natiche del maestro.
La maestra “pelle di Luna” nel frattempo aveva tolto i calzoni ad occhio di falco e si era portato il membro nella bocca…procedeva in modo ritmico…come una altalena che inizia lentamente e poi acquista velocità fino a far volare e toccare il cielo con le dita….
Gli lecco le palle e il membro nella sua lunghezza più e più volte…
Occhio di falco che aveva iniziato in modo silenzioso e quasi distaccato era ormai partecipe con la voce e con il corpo…le sue grida riempivano la stanza, le sue mani accarezzavano la testa di pelle di luna finchè anche lui raggiunse il punto più alto.
Venne!... e il suo sperma inondò pelle di luna che lo guardò con tenerezza e gioia.
Le due donne si guardarono…si sorrisero, si alzarono…riempirono i calici di buon vino
e brindarono insieme ai compagni di viaggio la conclusione della serata.
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16 years ago
yin3yang3it,
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Le voglie di anna
Si conoscono da bambine, Grazia, Anna, Patrizia e Antonella.
È loro abitudine ritrovarsi periodicamente per passare alcune ore insieme prendendo un the.
Sposate, madri, non vogliono cadere nella monotonia di una vita sessuale limitata ai rapporti coi mariti
Così si sono dedicate a cercare delle nuove esperienze e a raccontarle per goderne insieme.
Questa volta tocca a Anna racconta la sua ultima esperienza alle amiche che, attente e incuriosite, si preparano a goderne.
Anna 45 anni è una donna che emana sesso al solo guardarla.
Capelli rossi, labbra carnose un fisico proporzionato, seni grandi e sodi, e un fondo schiena scolpito e armonioso.
Da anni insegna materie letterarie in una scuola superiore frequentata quasi esclusivamente da maschi.
Da tempo non si sente completamente soddisfatta dei rapporti sessuali con il marito, la monotonia ha preso il soppravvento.
La sua educazione l’ha sempre condizionata ad un comportamento sessualmente irreprensibile, ma un desiderio si è insinuato nella sua mente.
Emanuele, il suo studente preferito, bravo ragazzo, studioso , interessato alle lezioni, che siede sempre al primo banco.
Un fisico asciutto e sportivo , alto , capelli corvini, occhi azzurri che infondono dei brividi ad ogni sguardo.
E poi quella particolare attenzione durante le lezioni, quel suo sguardo di diciottenne che la scrutava mentre spiegava, la osservava non solo in viso, la scruta in tutto il corpo.
Improvvisamente Anna comprese che l’interesse del ragazzo forse non era solo determinato dall’amore per la letteratura ma c’era dell’altro………….
Anna iniziò ad osservarlo con attenzione durante le ore di lezione, si accorse che lo sguardo del ragazzo era puntato sulle sue scollature, sulle sue cosce e quando accavallava le gambe vedeva la sua attenzione nell’osservare e carpire la visione di ogni millimetro di pelle che si scopriva.
Iniziò uno strano gioco tra i due, sottile, non dichiarato.
Anna Iniziò a vestirsi ed atteggiarsi in modo garbatamente eccitante, del resto lei era sempre stata maestra in questo.
Indossava delle maglie con ampie scollature che facevano intravvedere la rotondità e le forme dei sui splendidi seni, gonne sopra il ginocchio, che una volta seduta facevano apparire le sue cosce , velate da calze autoreggenti.
Giunse fino a sedersi nei banchi degli alunni per capire, vista la disposizione della cattedra quello che Emanuele poteva intravvedere dalla sua posizione……………..
Gli altri studenti di solito non prestavano molta attenzione alle sue lezioni, essendo un istituto tecnico, le materie letterarie non li interessavano più di tanto, spesso in aula non c’erano più di dieci ragazzi che a mala pena la ascoltavano.
Anna approfittando di questo, offriva ad Emanuele visioni particolari del suo corpo, sedendosi e accavallando le gambe in modo garbatamente scomposto, chinandosi di fronte Adv a lui per fargli vedere i suoi seni dalla generosa scollatura.
Emanuele gradiva………….e lo si vedeva chiaramente , dall’effetto visibile sui suoi pantaloni, il rigonfiamento era evidente; tuttavia non aveva i coraggio di manifestare in modo concreto il suo interesse.
Il gioco andava sempre più avanti, ormai tra Anna ed Emanuele si era creata una comunicazione erotica non ufficiale fatta di sguardi e atteggiamenti che creava dentro di loro forti emozioni.
Le occhiate, e gli sguardi diventavano sempre più espliciti e reciproci, senza che nessuno dei due avesse il coraggio di fare il primo passo.
Si avvicinava il periodo degli esami di maturità, e furono istituiti dei corsi di approfondimento pomeridiano per perfezionare la preparazione degli studenti.
Il primo giorno Emanuele era il solo studente presente, Anna lo fece accomodare nell’aula e vista la situazione si sedette nel banco vicino a lui per poterlo seguire meglio.
La scuola era semideserta, lei si era vestita con una camicetta bianca e una gonna leggermente corta, portava delle autoreggenti a rete che la rendevano se possibile ancora più gradevole, sensuale, eccitante.
Iniziò a Leggere insieme ad Emanuele relazione su Foscolo, mentre lo faceva, accavallò le gambe, facendo scorrere la gonna fino a far rivelare il pizzo delle autoreggenti.
Intanto osservava le reazioni del ragazzo, che era ormai diventato paonazzo, la scopava con il solo sguardo, e moriva dal desiderio di averla.
Non paga delle reazioni di Emanuele, Anna giocherellava con la collana che portava al collo , aprendo così la camicetta che faceva intravvedere il suo bel seno con i capezzoli turgidi, il tutto a malapena contenuto dal mini reggiseno che indossava.
La tensione erotica era diventata palpabile, la patta dei pantaloni di Emanuele stava per lacerarsi per la pressione esercitata dal suo membro esasperatamente eccitato.
Tutto accadde in un istante, Emanuele, delicatamente, ma decisamente, si avvicinò al viso di Anna e la baciò, facendo saettare la sua lingua impaziente tra le sue labbra,.
Lei non ebbe nemmeno la forza di reagire e rispose al bacio con di un ardore sconosciuto, e contemporaneamente appoggiò la mano , carezzandolo, sul membro impazzito liberandolo dai pantaloni.
Lo avvolse tra le labbra, e iniziò a titillarlo con sapienti tocchi della lingua, percorrendo le vie segnate dalle vene sporgenti sulla pelle tesa, fino ad arrivare alla cappella turgida, che leccò sapientemente, per un tempo che sembrò infinito.
Iniziarono a spogliarsi in silenzio e guardandosi negli occhi.
Si tolsero i vestiti a vicenda, freneticamente, fino a restare nudi.
Anna prese l’enorme membro del ragazzo e lo avviluppò tra le sue cosce facendolo risucchiare dalla sua passera inondata di umori e frenetica di desiderio.
Seguirono minuti di gemiti e godimento, in un vortice di posizioni sempre nuove, in piedi , stesi sui banchi o per terra.
Non trascurarono nulla dei piaceri possibili, Emanuele la possedette anche dietro facendola mugolare per lunghi minuti che sembrano non finire mai.
Gli orgasmi si susseguivano e Anna benediva la forza della gioventù di Emanuele che la faceva raggiungere livelli di estremo godimento, come mai lei aveva raggiunto nella sua vita
Ad ogni orgasmo portava il membro di Emanuele alle labbra e suggeva avida il nettare che ne fuoriusciva abbondante, caldo, e profumato di virile giovinezza.
Anna ritornò d’improvviso alla realtà, “ dobbiamo andare disse” potrebbe venire qualcuno e scoprirci; si rivestirono e si diedero appuntamento per i giorni seguenti……………..ma questa volta a casa di Anna.
Emanuele il giorno dopo propose ad Anna di far partecipare agli incontri anche Giulio il suo amico più caro che avrebbe anche lui dovuto sostenere quell’anno gli esami di maturità; Anna accettò di buon grado la proposta, ad un patto che sarebbero state presenti anche le sue amiche del cuore………………..ma questa è un’altra storia.
Il frutto di questi eventi eroticamente formativi, fu una relazione su Ugo Foscolo che presentata agli esami di maturità, fruttò ad Emanuele una promozione con il massimo dei voti.!
Come al solito alla fine del racconto le quattro amiche erano molto eccitate, si spogliarono e si dedicarono alla loro terapia preferita in questi casi.
Armate di vibratori e accessori vari, conclusero in erotica allegria la serata, un bacio a tutti!
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16 years ago
admin, 75
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Una vacanza diversa (l\'arrivo)
La stanza degli ospiti era pronta, Roberta e suo marito erano davvero felici di ospitare per l’estate il suo nipote con la fidanzatina. Simone era cresciuto, si stava trasformando in un giovane uomo, anche se aveva appena diciannove anni, era molto maturato e la zia era contenta di saperlo sistemato con una bella ragazza poco più giovane di lui, anzi era proprio curiosa di conoscerla…in fondo era sempre stato il suo nipote preferito. All’inizio le era sembrato strano che lui venisse da solo con un giorno di anticipo ma era stata rassicurata che Laura, la ragazza, lo avrebbe raggiunto l’indomani. Stava per aprire la stanza, dove lo avrebbe ospitato quando sentì la sua mano sulla spalla. Indecisa si fermò mentre lui le sussurrava: “Si saluta così il nipotino?” non si aspettava quella mossa. Dopo tutto era passato un anno e si erano ripromessi di lasciarsi il loro passato segreto alle spalle, tanto più che ora lei era sposata e lui felicemente fidanzato..lui non tolse la mano ma l’afferrò per la vita e la costrinse a girarsi. Il suo viso era proprio là, sorridente e spensierato. Le labbra pronte per un bacio. Roberta lasciò che la baciasse, cercando di non abbandonarsi, non voleva ricadere nei vizi del passato, ma non aveva fatto i conti con le trasformazioni di Simone, appena lo toccò fu presa da una strana debolezza che la fece arrendere nelle sue giovani braccia, lui aveva contato su questo…conosceva bene la zietta, non era cambiata, ora si invertivano le parti e se un anno fa era stata lei a sedurlo, ingenuo ed inesperto, ora si sentiva in debito di farle vedere quanto fosse cresciuto…anche grazie ai suoi insegnamenti da cagna in calore! Posò le sue sulle labbra socchiuse che sembravano supplicarlo. La baciò. Prima delicatamente, sfiorandola appena, poi vedendo che era ricambiato continuò con crescente passione. La bocca di Roberta era morbida e accogliente, lasciò le loro lingue intrecciarsi, penetrò a fondo con la sua carezzandola. Roberta si scoprì più debole del previsto e desiderosa di qualcos’altro, ma fu lui a interpretare i suoi pensieri e le chiese: “Ricordi?” lei confermò con un gemito “Lo facciamo?” abbandonata tra le sue braccia chiuse gli occhi. Lo desiderava, lei una donna all’apparenza irreprensibile, una donna di 38 anni che però stava desiderando un ragazzo della metà dei suoi anni…suo nipote per giunta! Le tornarono alla mente i brividi della trasgressione di quei giochi quando era lei a comandare, e aveva la testa che le girava, Francesco, il marito, non sarebbe rincasato prima di 2 ore avevano tutto il tempo…”E’ da un anno che ripenso e desidero il tuo splendido culo” “Non parlare così, sei diventato proprio un porco, dimentichi che sono tua zia?” “No affatto, lo ricordo benissimo e ricordo anche che a quei tempi era la cosa che ci piaceva di più…a tutti e due e a me è mancato tanto, troppo” “sei diventato un maniaco pervertito” “E secondo te di chi è il merito?” Si sedette sul divano con lei in piedi davanti, le mise una mano sulla coscia e la palpò senza ritegno, alzando la gonna e prendendo in mano una natica soda, la patta dei suoi pantaloni si gonfiò da scoppiare. Roberta ansimava e gli disse: “Fammi quello che vuoi ma fammelo bene!” la gonna se la tolse lei, lui si fermò ad ammirare quel corpo e ricordare quante volte fosse stato suo, il culetto era ancora invitante, le slacciò il reggiseno da dietro. Le massaggiò lentamente le spalle e fece scorrere la lingua lungo la spina dorsale fino a raggiungere l’inizio del sedere. Lei era coperta di brividi. Dopo aver baciato e morso a lungo le natiche le sfilò lo slip e la fece sedere sulla poltrona. Senza perdere tempo le alzò le gambe e affondò le labbra nel suo pube profumato, aveva davanti al naso sia il sesso morbido e aperto di sua zia sia l’altro buchino scuro sia si nascondeva tra le natiche. Cominciò a baciare proprio là. Lei stava ferma ma si vedeva che gradiva quel trattamento. Ogni tanto sussultava ed emetteva dei sospiri d’incitamento. Dopo un po’ di saliva affondò con forza la lingua cercando di spingerla più in fondo possibile, la sentì mugolare e lo fermò “Un momento…torno subito”. La lasciò andare guardandole il sedere mentre si allontanava. La seguì di nascosto e si ritrovò nel bagno di fronte alla zia seduta sulla tazza, lei allargò le gambe per permettergli di vedere il getto che cominciava a schizzare, continuò a guardare anche mentre si asciugava, la trasgressione dei vecchi tempi stava prendendo il sopravvento su entrambi, si sistemò a novanta gradi poggiando le mani sulla vasca, lui non perse tempo e cominciò a massaggiarla con il lubrificante che aveva trovato sulla mensola evidentemente pronto all’uso, passò sulla vagina e tra le chiappe, Roberta si abbandonò senza ritegno, il nipote le massaggiò il culetto con molta crema a fondo lubrificandola tutta, cosparse per bene il buchetto prima di inserire la crema anche dentro, se ne mise un po’ sulla cappella e l’appoggiò allo sfintere, spingendolo con forza. In un attimo le fu tutto dentro, il buco era ancora largo e accogliente come lo ricordava. Roberta ebbe un brivido e si piegò meglio per andargli incontro, da qualche tempo non riusciva più a prenderlo tutto così bene, suo marito lo aveva troppo grosso per questo genere di piaceri e quante volte lei si era masturbata quell’anno ripensando alla mazza dura del nipotino. Il suo sfintere pulsava stringendolo e poi lasciandolo di colpo quando usciva. Sentiva lo scroto battere contro il sedere. Lui la afferrò per i seni e riprese ad affondare. Gli piaceva vedere la sua asta sparire interamente tra le natiche aperte della zia. Lei alzò la testa e gli gridò di baciarla e che era un porco, per accontentarla dovette uscire quasi tutto il membro, la lingua lunga si intrecciò con la sua tra le labbra aperte ora aveva la cappella proprio all’entrata dello sfintere, era la parte più grossa del suo fallo e ogni volta le stuzzicava l’ano che tendeva a richiudersi mentre lui penetrava lentamente, ma lei ora ne voleva ancora e ancora, le sprofondò tutto dentro mentre lei spingeva il sedere all’indietro finché fu lei a fare tutto muovendo il sedere avanti e dietro, si stava scopando da sola, non riuscì più a resistere vedendo quanto fosse infoiata e dopo pochi colpi le venne dentro con violenza, infilandola tutta in profondità mentre anche lei godeva. “Che culo zia! Nulla di paragonabile a quello di Laura anche se era vergine quando glielo ho sfondato!” Dopo questo che per la donna fu un gran complimento si spostarono in camera da letto, nudi, Roberta guardò l’orologio, ancora 45 minuti…si ritrovarono distesi uno sull’altra, Roberta era confusa e ancora eccitata, come avrebbero gestito quella convivenza ora? Lui la baciò e lei si trovò quasi involontariamente ad aprire le cosce, era bagnata e ancora ansimante gli disse: “Lo voglio qui ora”. La penetrazione fu molto più facile stavolta e lei gli serrò le cosce sulle natiche per tenerselo dentro, venne per prima e mentre lui affondava nelle sue carni sempre più bagnate, pensò alla fortuna che aveva suo marito a possederla così, l’idea della zia che scopava con il marito lo eccitò terribilmente e così venne anche lui nel fondo di quella figa meravigliosa.
Fecero in tempo a sistemarsi prima dell’arrivo di Francesco che li trovò in salotto a chiacchierare, nessuno dei due ebbe la certezza che l’uomo non avesse sospettato nulla, e se era così, ci sarebbe stato da divertirsi, il pensiero eccitò nuovamente Roberta che sentì indurirsi i capezzoli vedendo il marito che dava un caloroso benvenuto al nipote, che fosse così perverso da sapere e accettare? “Che bello ritrovarsi tutti insieme” e li guardò sorridendo. “Forse era proprio quello di cui avevamo bisogno…una bella vacanza…diversa” azzardò Roberta per vedere se aveva capito bene. Ed era a quello che si riferiva Francesco annunciando che si sarebbe aggiunto al gruppo anche il figlio di un suo carissimo amico, un certo Carlo di appena diciotto anni e nel porre l’accento sull’età lanciò uno sguardo malizioso alla moglie e al nipote. “Bene” concluse il ragazzo “in fin dei conti è sempre bello fare nuove amicizie. Non penso che sarò geloso” e strizzò l’occhio a tutti e due lasciando intendere che ormai c’era poco da nascondersi. Roberta si alzò diede un colpetto a Simone sul sedere e gli disse ad alta voce: “Abbiamo davvero una bella estate davanti a noi, vero tesoro?”
Come continua secondo voi? Chi è il vostro personaggio preferito e perchè?
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16 years ago
joshina,
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La saga di morgy capitolo 2°
La nottata la passai quasi completamente in bianco, quel pacco, quel cazzo di mio suocero lo avevo costantemente avanti agli occhi, erano quasi le luci dell’alba quando finalmente riuscii ad addormentarmi.
Il mattino seguente per fortuna mio suocero stette fuori quasi per l’intera giornata, in questo modo ebbi modo di distrarmi, quasi togliermelo dalla mente, la sera poi molto abilmente riuscii a convincere i miei suoceri a lasciarmi nella mia camera dicendo che mi sentivo terribilmente influenzata e quindi non ebbi modo di rivederlo se non dopo due giorni dall’accadimento, e per altro era venerdì quindi il giorno successivo sarebbe tornato mio marito, che lavora al nord insieme al fratello.
Il sabato mattina finalmente arriva e con esso , nella tarda mattinata anche mio marito con mio cognato Miki. Lui , mio cognato , e’ un bel ragazzo di 28 anni, alto 1,70 circa, capelli castani, occhi verdi, carnagione tipicamente mediterranea, da sempre molto gentile e premuroso nei miei confronti, sposato e separato dopo tre anni di un matrimonio a suo modo di dire travagliato. Il rivedere mio marito mi riempie di gioia anche se lui come al solito pensa sempre ed esclusivamente ai fattacci suoi…
La giornata passa tranquillamente anche se dentro di me cresce in modo inesorabile la voglia di lui, erano 3 settimane che non riscendeva, e durante tutto questo tempo mi ero dovuta accontentare del mio ditino oltre naturalmente alla visione del splendido cazzo di mio suocero, anzi forse proprio quella visione aveva fatto montare in me quella voglia di essere scopata , voglia che riuscii a portarmi addosso per tutta la giornata. Dopo la cena tutti in famiglia non aspettavo altro che ritirarmi nella mia stanza con mio marito quando lui mi fa’ ‘ Morgy esco a bere una birra con mio fratello e i miei amici che non vedo da più di venti giorni, te va pure a dormire e non aspettarmi che ho intenzione di fare tardi…’ . Sono incredula, stralunata, mi sento cascare il mondo addosso, ma come dopo tre settimane che lo aspetto questo se ne esce con gli amici… non riuscivo a credere alle mie orecchie, sapevo che era uno stronzo e che pensava solo ed esclusivamente ai cazzi suoi ma questo era troppo… Estremamente delusa mi spoglio, infilo il mio pigiamone e sommessamente mi addormento, sola , sconsolata, nel mio enorme letto…
Non so che ore fossero, forse la mattina presto o comunque alle prime ore dell’alba, sento ridacchiare al piano di sotto mio marito che torna col fratello, sono entrambi ubriachi, lo si capisce dal loro tono di voce e dalle risate che fanno. Dopo pochi minuti sento mio marito entrare nella camera da letto, si sente la puzza della birra a metri di distanza, si avvicina al letto, mi scopre, mi sfila il pezzo di sotto del pigiama e con esso le mutandine, mi guarda, si slaccia i pantaloni e senza che nemmeno mi da il tempo di rendermene conto mi penetra col suo cazzo (… per modo di dire…) nemmeno perfettamente eretto, mi trafigge giusto tre volte, lo sfila e mi sborra sulla pancia… Non ci credevo, un’attesa di tre settimane, finita in 10 secondi, mi ha scopata (se così vogliamo chiamarla) senza che nemmeno me ne accorgessi, senza sapere se ero sveglia o addormentata, senza un bacio, senza nulla. Mai come questa volta avevo capito che gli servivo solo ed esclusivamente per svuotargli quella specie di coglioni che ha… Ero distrutta moralmente e come donna… Finisce di spogliarsi si mette al mio fianco, si gira sul lato e si addormenta.
Quella sera ho finalmente capito che era l’inizio della fine del mio matrimonio. Matrimonio dal quale ne sarei uscita sicuramente con le ossa rotte , non tanto fisicamente, ma psicologicamente si, eppure qualcosa in me finalmente stava cambiando , non so’ ancora cosa, ma lo avvertivo.
La mattina successiva, mio marito si svegliò tardissimo, giusto il tempo di pranzare , vedersi le partite, salutarmi con un bacio sulla fronte e andarsene…
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16 years ago
admin, 75
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Sandra-trav e il prof vicino di casa
….sapete di quelle giornate nate un po’ cosi senza voglia di fare nulla? Ecco oggi è una di quelle.
Così decido di uscire per girovagare senza meta. Faccio una bella passeggiata al mare poi decido di andare a vedere delle vetrine, la voglia di qualche nuovo vestitini mi prende.
Dopo vari giretti finalmente becco un vestitino da urlo gonna strettina e giacchina nere…wow. Mi decido e le compro e cosi scappo a casa per provarle.
Quella strana giornata coscetta stava prendendo una bella piega. Arrivata a casa mi cambio metto dell’intimo adeguato slip mini e reggiseno autoreggenti (non uso collant) e finalmente ecco con la gonna e la giacca appena acquistate. Mi stanno un incanto wow mi ci sento molto donna.
Mi pavoneggio un po’ e poi decido di levarmelo ma prima do una sbirciatina alla posta di desiderya,ed eccola li la mail …la apro è quella di una mcio mai incontrato fin ‘ora ma con il quale ci siamo sentiti un paio di volte. Dice di essere a casa solo e che mi vorrebbe li…
Gli rispondo che sono libera e ci sentiamo al cell, cavolo abita proprio a 3 minuti da casa mia!!!!
Ciò mi rendi titubante sull’incontro ma ormai sono come dire ….accaldata.
In fondo sono già vestita e anche bene…beh gli dico che tra 30 minuti sono da lui .il tempo di truccarmi ed esco ben camuffata, per non dare nell’occhio.
Come sempre avviso la mi amica del cuore che sto andando ad un appuntamento e in pochi passi sono davanti al portone di casa sua. Busso e chi mi apre una persona distinta 45 anni circa. Mai visto nella zona e infatti mi dice che è li in affitto, fa il prof all’università. Una bella chiacchierata, mentre vedo i suoi occhi che mi scrutano ed io mi lascio ammirare e mi concedo ai suoi sguardi.
Siamo seduti vicini sempre più vicini, ed ecco che all’improvviso si avvicina al mio collo baciandomelo….mmmm che gentilezza ,proprio quella che piace a me…decisi ma gentili non amo i rozzi e l volgarità.
Ormai le sue mani sono sopra le mie cosce le sfiora sente le autoreggenti si eccita ancora di più…e mi chiede di spogliarmi per lui..vuole uno spogliarello…ed io lo accontento……mentre mi spoglio lui si sega e continua sempre più veloce….io ormai quasi nuda…..mi avvicino a lui…e contino a segarlo….mi di ce che vuole essere solo segato ama la masturbazione……vede anche m eccitata e timidamente mi tocca segandomi… mmmm l’eccitazione è al max livello….inizia a leccarmi i capezzoli i piedi con ancora le scarpe…e mi lecca il buchetto……mmmmm , sa che non amo essere penetrata e infatti gioca solo con la lingua sul mio culetto. E ora che lo prendo in bocca lo lecco tutto lo sento che geme sta per scoppiare vuole godere e urla…fino ad esplodere e a schizzettare per la casa…..
Mmmm e dire che sembrava una di quelle giornate anonime!!!
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16 years ago
admin, 75
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La saga di morgy capitolo 1°
Sono Morgy una giovanissima ragazza di 23 anni, viso molto dolce, grandi occhioni verdi, labbra molto carnose, capelli di un palmo sulla spalla. Sono alta 1,60 circa, ma il mio pezzo forte e’ il seno, porto una 5 abbondante. Nella mia vita non ho avuto molte esperienze, in pratica posso dire che il mio primo e unico uomo sia stato il mio attuale ex marito. Lui era un tipo molto all’antica, molto legato ai suoi familiari, abitiamo nella stessa villetta, un po’ fuori mano, insieme ai suoi genitori.
Mio marito e’ 1,78 circa, capelli cortissimi, castani, molto robusto , col passare del tempo divenuto apatico, cosa che col passare del tempo ci allontanava sempre di più oltre al suo lavoro naturalmente che lo costringeva a intere settimane lontano da casa. Quando tornava a casa pensava solo a scoparmi e a alleggerire le sue palle, col suo cazzo di 13 cm circa, che a me cmq sembrava enorme, visto che come detto non avevo moltissima esperienza in tal senso. A me comunque restava quasi sempre un senso di inappagamento, molto raramente col passare del tempo raggiungevo l’orgasmo, ed ero quasi sempre costretta a sbrigarmela da sola. In fondo non ci voleva molto sono clitoridea , mi bastavano 5 minuti, a sfregarmelo e raggiungevo l’orgasmo, ma comunque dentro di me cresceva l’inappagamento.
Mia suocera il classico tipo di donna che non gli andava mai bene niente,mezza isterica e sempre con il dito puntato su di me per qualsiasi cosa facessi, in poche parole non mi avrebbe digerita neanche con dieci bottiglie di maalox garantito!di media statura capelli castani a caschetto un culo privo di attrattiva e una 4 di seno abbondante ma castamente nascosto come infatti a me mi criticava perché io le mettevo sempre in mostra.
Mio suocero beh lui era un’altra cosa da ragazzo lo chiamavano Richard gere del paese e infatti una somiglianza incredibile,più o meno 1,74 capelli folti con striature di bianco,molto affascinante spalle di media larghezza fisico asciutto,gambe ben fatte e toniche.
A causa dei frequenti viaggi di mio marito,io ero quasi costretta a vivere,per non sentire la solitudine,e a causa della gelosia di mio marito,nelle stesse stanze dei miei suoceri. E da qui nasce la mia storia. Un giorno girovagando per l’enorme casa noto la porta del bagno socchiusa e sento il fruscio della doccia dall’interno. Istintivamente sbircio all’interno, e cosa vedo? Mio suocero, si proprio lui intendo a farsi una doccia. Vedo benissimo le sua grandi spalle, la sua pelle olivastra resa ancora più lucida dall’acqua che scende, un bel sedere , tonico, piccolo, ma ciò che mi scombussolò tutta fu quando si girò. Aveva un cazzo enorme, era moscio, e già così mi sembrava molto più grande di quando mio marito lo ha perfettamente eretto. Quella visione mi ha sconquassato tutta, mi sentivo un bollore dentro scendermi dalla testa al seno, mi sentivo i capezzoli rigidissimi, turgidi come non mai, e tra le cosce una sensazione mai sentita prima, vado a toccarmi e me la sento bagnatissima, quasi fracida, non resisto più, corro nella mia camera , e appena mi sfilo le mutandine, basta sfiorarmi che esplodo in un lunghissimo orgasmo molto appagante e quasi mai provato prima. Mi stendo sul letto , frastornata come non mai, avevo il cazzo di mio suocero fisso davanti agli occhi, non riuscivo a credere che esistesse qualcosa di quelle dimensioni, cercai nella mia mente di dargli una misura, pensai che fosse attorno ai 19 20 centimetri di lunghezza e attorno a 7 8 di circonferenza, pensavo a come quella troia di mia suocera riuscisse a tenerlo in mezzo alle gambe, quando sento la sua voce chiamarmi dal piano inferiore, che era pronta la cena.
Cerco di darmi una sistemata, mi sentivo ancora infuocata dentro, e non sapevo se una volta di fronte a mia suocero, a tavola sarei riuscita a guardarlo in faccia , negli occhi. Mi sistemai alla ben e meglio e scesi, sedetti a tavola, mi resi conto che ero più silenziosa del solito, cercavo di evitare lo sguardo di mio suocero, finchè lui mi chiese, ‘Morgy cara cosa hai sei stranamente silenziosa questa sera, qualcosa non va? ‘ , le sue parole mi costringono a guardarlo, ‘ no ho solo un po’ di inappetenza e un dolore allo stomaco, penso che andrò a dormire presto questa sera’ e mentre lo guardo, lui si alza con l’intento di venirmi a toccare la fronte per vedere se avevo la febbre e inevitabilmente il mio sguardo ricade sul suo pacco, e la mia mente mi fa rivedere il suo enorme pacco…. (continua)
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16 years ago
admin, 75
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Ho pagato il fotografo in natura
Questo racconto rappresenta una vicenda realmente accaduta nel mese di ottobre del 2008.
Dopo aver eliminato tutto il mio annuncio e aver abbandonato le mi vesti di trav, complice un abbordaggio che un pomeriggio di agosto ho subito (si fa per dire) mentre nuda (o nudo) prendevo il sole al fiume da una coppia di maturi, mi sono ritrovata nuovamente su desy e ad acquistare sandali lingerie parrucca per rientrare da trav in questo mondo di trasgressione.
Un pomeriggio a casa mi capita di chattare con un maturo della mia città che mi invita a casa sua. Io esco subito e lo raggiungo e li scopro che ha una attrezzatura semiprofessionale da fotografo.
Lui non ha preservativi e cosi mi limito a spompinarlo con la promessa di tornare a trovarlo per un servizio fotografico cosa che avviene puntualmente 4 giorni dopo.
Questa volta in lingerie e tacchi mi fa una serie di foto che potete anche vedere sul mio annuncio.
Il pagamento per il disturbo, visto che lui si è eccitato molto, e io pure, avviene puntualmente in natura. Mentre affina le mie foto al pc io sono in ginocchio sotto la scrivania che lo spompino per una buona mezzora. Quando ha finito di sistemare le foto e visto che non è ancora venuto mi metto a pecorina gambe larghissime sul suo divano lui mi guarda mentre mi allargo il buco tirando con due dita da sotto e con altre due dita da sopra la schiena. Il mio ano è oscenamente aperto e dilatato e lui mi viene davanti per farsi infilare un preservativo che con il suo aiuto riesco a fargli indossare con la bocca visto che avevo le mani impegnate a allargarmi il fiore.
Suona il campanello lui mi lascia in camera e va a veder allo spioncino è un suo amico che il fotografo fa accomodare dicendogli di avere in casa una cavalla da monta. Mi raggiungono io sono eccitatissima lui non aspetta altro e inizia la monta mentre il nuovo arrivato si spoglia e mi infila il cazzo moscio in bocca. È pulito ha un buon sapore e mentre sono squassata dai colpi del padrone di casa sento la carne del nuovo ospite indurirsi in bocca. In poco tempo i due iniziano a cavalcarmi alternandosi fra bocca e culo scambiandosi più volte (meno male avevo fatto una serie di clisteri).
Tentano anche di scoparmi in due nel culo ma non sono (ancora e spero per poco) così larga. Gli chiedo di non venirmi dentro e cosi togliendosi i preservativi mi vengo in faccia e in bocca. Mi chiedono se voglio essere lavata dalla loro pioggia dorata io grondante sperma e sculettante sui tacchi mi alzo e mi dirigo in bagno inginocchiandomi nella vasca. I due mi raggiungono con i cazzi ormai mosci e di li a poco mi pisciano addosso e si fanno pulire i membri con la mia bocca.
Mentre lo faccio il fotografo si rieccita e mi prende mentre l’ospite decide di prendersi il mio cazzo in bocca. Sono sporca di sborra grondo piscio sono a gambe larghe appoggiata con le mani al muro del bagno mentre il fotografo mi pompa il culo e il suo amico mi spompina.
Quando vengo nella bocca del nuovo arrivato traballo e le contrazioni del mio ano fanno quasi arrivare all’orgasmo il padrone di casa che mi fa inginocchiare e mi infila il cazzo in gola e di li a poco viene ancora una volta.
Un gran bel servizio fotografico ci laviamo a vicenda i due mi vogliono mondare indugiando con le mani particolarmente sul mio didetro ormai bello largo.
Alla fine dopo aver fatto sborrare nel culo (con il preserva) ancora una volta il nuovo arrivato ci puliamo e io mi rivesto per tornare a casa con il mio disco di foto che mi è costato una pomeriggio di goduria.
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16 years ago
admin, 75
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L\'incontro
Finalmente ...dopo tanti mesi di chat , video chat e tanti appuntamenti rinviati all'ultimo minuto, ho incontrato S...
lui e un uomo con la quale ho instaurato un rapporto di amicizia e complicita...ci siamo dati appuntamento in un bar.
L'emozione è tanta e per me è la prima volta che incontro un uomo che non sia mio marito.
Quando arrivo, lui è gia li che aspetta come mi vede apre la portiera dell'auto , entro , il mio saluto rimane strozzato in gola e mi avvicino a lui e lo bacio sulla guancia.
Gli chiedo:come stai?
Lui più emozionato di me risponde: bene bene...andiamo via...
Parliamo di tante cose che non mi accorgo che siamo usciti dalla citta, ci troviamo sulla strada che porta alla zona balneare.
Chiedo : come mai qui ?
Lui risponde : per essere sicuri che nessuno possa incontrarci e riconoscerci.
Entriamo in una strada laterale che costeggia il mare e siamo davanti una villa trasformata in B&B.
Suona il clacson ed il cancello si apre, entriamo , posteggia l'auto e scendiamo.
Entrati in camera iniziamo a baciarci,mentre con le mani tentiamo di spogliarci a vicenda ,finalmente nudi uno di fronte all'altro.
In tutti questi mesi , ho desiderato tanto sentire le sue mani sul mio corpo,sentire il suo calore,poterlo toccare e non mi sembra vero che adesso sia davanti a me.
Ci sdraiamo sul letto , mi apre le cosce e inizia a leccarmi la fica già piena di umori ,la sua lingua lunga e morbida cerca il clitoride e poi diventa dura ed entra dentro di me.
Continua a scoparmi con la lingua per un po , la mia fica gronda , sento scolare il mio liquido giu tra le natiche , dopo un pò si sdraia e mi chiede di mettermi sopra di lui.
Mi metto sopra ed appogio la mia fica sul suo viso e lui continua ancora a leccarmi ,sempre con maggior foga,quasi non riesco a respirare,il mio liquido vaginale lo innonda.
Mentre sono sopra il suo viso , allungo la mano dietro verso il suo cazzo eretto , aspetta solo di essere succhiato .
Scivolo giù lasciando una scia sul suo petto del mio odore mi chino verso il suo cazzo e inizio a leccare e leccare ,come un bimbo lecca il suo gelato per paura che si sciolga
Il suo gemere diventa ogni secondo più forte , sento il suo cazzo vibrare nella mia bocca capisco che sta per godere ,l'ho guardo e mi dice di non fermarmi ,
di continuare perchè non riesce piu a trattenersi dal venire ,continuo a succhiarlo con piu forza aspetto con ansia il suo dolce flutto di sperma .
Lui mi prende per i capelli e accompagnando i miei movimenti gode e mi sborra dentro la bocca..di istinto mi tiro indietro ma assaporo il sapore forte ed eccitante del suo sperma ,
mi fermo e aspetto che finisca di sborrarmi in bocca , non ingoio ma lo tengo in bocca .
Alzo la testa e guardandolo apro la bocca lentamente lascio che il suo sperma fuoriesca e scivoli sul mio seno per poi sdraiarmi sopra di lui e sporcargli il petto del suo stesso sperma .
Lui si rilassa un attimo ed io accanto a lui.
Mi abbraccia e ricomincia ad accarezzarmi il seno,mi lecca i capezzoli ,lo guardo ,il mio godimento e guardarlo mentre scopre il mio corpo,.
Si mette sopra di me e afferrando il suo cazzo e lo mette dentro la mia fica ed inizia a scoparmi alternando movimenti lenti e affondati a movimenti rapidi e corti .
Lo sento vibrare dentro di me, sto per venire , lui capisce e continua a pomparmi più forte ....si si si .... vengo un primo orgasmo mi fa scivolare le gambe sul letto .
Lui continua ancora a scoparmi , sempre con più forza , sento che un'altro orgasmo sta per arrivare , quando lui si blocca e mi dice : vieni con me.
Entriamo in bagno , mi fa mettere dentro la vasca da bagno e apre l'acqua della doccia ,poi entra anche lui ed iniziamo a baciarci .
Quasi in apnea , continuiamo a baciarci , l'acqua scorre tra le guance ed i corpi avvinghiati , scivolando giu per le gambe .
Mi gira , inizia a baciami la nuca , il collo , le spalle , scendendo giu verso il mio culo , allarga le natiche ed inizia a leccarmi il buchino .
Con la lingua turgida , comincia ad allargarmi il buco , fino a che rilassato la sua lingua entra dentro ,ripercorre baciandomi la strada dal culo al collo , baciandomi e mordendomi .
Si avvicina all'orecchio e mi sussurra :l'hai mai fatto dietro ?
Scuoto leggermente la testa , mentre spingo all'indietro , cercando il suo cazzo che si struscia tra le mie natiche ;
eccitata confusa e totalmente in preda alla passione , gli rispondo : No , non l'ho mai fatto.
Coninuando a strusciarsi mi chiede se voglio farlo , la mia mente dice no , la mia testa rimane immobile , il mio corpo spinge sempre di più indietro .
Dopo qualche attimo , sento un liquido freddo scorrere tra le natiche , lui mi china in avanti e si discosta un po.
Sento che passa il suo cazzo , tra le natiche come per bagnarlo di quel liquido freddo , poi lo avvicina al mio buchino ed inizia a spingere dolcemente .
Stringo un pò le natiche , ma poi cedo alla curiosita di provare , mi rilasso e sento che il buco sta per cedere ed allargarsi , sono pronta a ricevere quel cazzo nel mio culo .
Lo sento entrare , centimetro dopo centimetro , fino a quando sento che la sua capella è ormai dentro di me , un'altro po di quel liquido freddo e lo sento entrare ancora .
Mi fa male , ma non volgio che smetta , trattengo il respiro nella speranza che quel dolore passi presto e si trasformi in piacere .
Mi sento come una puttana di quei film che guardo la sera sdraiata sul divano con mio marito . Mi sono sempre chiesta , come fosse , e adesso sto per saperlo .
Lui inizia a scoparmi , afferrandomi per i fianchi , un misto tra dolore atroce e godimento mi confondono la mente , mi sento spaccare, quando lui affonda i suoi colpi.
Allungo la mano verso il suo fianco , un po per allontanarlo un po per avvicinarlo , sto godendo , mi piace non pensavo di essere cosi troia , mi sento proprio come quelle puttane dei film .
I suoi movimenti diventano sempre piu rapidi e cadenzati , sento vibrare il suo cazzo nel culo , sta per venire , lo sento .
Mi spinge sempre con piu forza , intanto mi sto sfregando la fica ,voglio venire anchio , inizio a godere ed è un godimento diverso mai provato prima ,bello forte e doloroso.
Non resisto piu , e neanche lui , mi dice che sta per sborrami nel culo ed io gli rispondo di farlo che voglio sentire il suo sperma dentro di me , un primo flutto lo sento distintamente ...poi ...il buio.
Vengo anch'io , un godimento talmente forte che le gambe mi tremano e la vista mi si annebbia ; stento a rimanere in piedi ,mentre lui stremato si è chinato sulla mia schiena.
Sento il suo cazzo , perdere la sua vigorosità ed uscire lentamente ....il suo sperma cola tra le natiche fino alle gambe ...il buco mi fa male ..mi brucia e sento che piano piano si sta rischiudendo .
Ci puliamo e andiamo verso il letto , siamo stremati , abbiamo giusto la forza per scambiarci qualche bacio , ci abbracciamo e rimaniamo li , a riposare .
Mai avrei pensato , che si potesse amare un uomo cosi , come ho amato lui , donandomi totalmente .
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16 years ago
enzolucia, 52/52
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La donna delle pulizie
La storia che vado a raccontare è realmente accaduta.
I miei genitori da circa 4 anni avevano una donna delle pulizie, piacente di circa 45anni, che lasciava intravedere attraverso i Jeans un ventre abbastanza accogliente, ma non avevo mai pensato a lei come ad una femmina.
In quel periodo essendomi separato da mia moglie coabitavo con loro; quella mattina non lavorando ero a casa ,erano circa le 10,00 ed io alzandomi dal letto mi recai in bagno per lavarmi.
Stavo tranquillamente facendomi la doccia,quando la porta si aprì,era la donna delle pulizie,si affacciò proprio mentre stava lavando i genitali,avevo il cazzo in mano e stavo lavando la cappella,essa a quella vista sgranò gli occhi, fu in quel momento che incrociando il suo sguardo,la vidi come una femmina da monta,seppi dopo, che il marito da parecchi anni era sofferente di cuore, quindi potete immaginare la voglia che le monto in testa e dentro l’utero, il mio sesso come vivo sentendosi osservato si drizzò svettando in tutta la sua lunghezza,essa tentò un timido tentativo di scusarsi, ma io la precedetti,guardandola dritta negli occhi e dicendogli, non si preoccupi, avrà senz’altro visto altri uomini nudi, essa arrossì, da quel momento non sognai altro che riempirla e lavorarla come a me piaceva….. cioè portarla al punto di non ritorno,in cui l’unica cosa che importa ad una donna e essere riempita per bene e sentirsi la carne pastrugnata fino nel più profondo del suo essere.
Sapevo per esperienza infatti che quasi tutte, anche le più ritrose se scaldate nel giusto modo,diventano delle femmine, che mettendo da parte il naturale pudore, sono esse stesse che ti supplicano di essere penetrate,riempite e sbattute senza ritegno, in quella fase possono anche accogliere il membro più largo e lungo anzi lo bramano, per sentirsi porche.
Il Mercoledì feci in modo che in casa non ci fossero i miei genitori, essa arrivò, signor…è solo oggi, si le risposi e vidi che mostrava chiaramente di non sentirsi a suo agio, ma iniziò a lavorare come nulla fosse, dopo un po’ andai nella stanza dove era, indossavo un paio di pantaloncini senza nulla sotto, e chiaramente si poteva osservare il mio sesso gonfio, notavo, il suo viso che arrossiva sempre di più.
Le ponevo delle domande come nulla fosse e la vedevo che respirava a fatica, a quel punto mi dissi: è cotta!
Mi accostai a lei abbracciandola e leccandole il collo,tentò una timida resistenza, ma poi crollò lasciandosi andare, sempre continuando nel mio lavoro di lingua,le accostai la mia mano sul pube e sentii attraverso i jeans la sua carne cedevole, mi sembrava che il suo spacco si aprisse,essa vibrò ed emise un lungo sospiro, le slacciai i jeans che caddero sul pavimento, scostai lateralmente l’orlo delle sue mutande,accarezzando il monte di venere, con la mano aperta, in un movimento circolare,sentivo i suoi lunghi peli, lo spacco della sua capiente fica ed il clitoride che attraverso le sue labbra umide faceva capolino, era bagnata fradicia, la sua timida natura era vinta e lei era in mio possesso, me ne accorsi perché allargò le cosce come per invitarmi a penetrarla, dalla sua bocca un lungo lamento ooooohhhhhhh siiiii daiiiii siiiiiiiiiiiiiiiiiahhhhhh, era come io l’avevo sognata, vinta ed in mio potere.
Andammo in camere da letto, la spoglia completamente,aveva un seno ancora piacente anche se non più fresco, abbondante con dei grandi capezzoli, che presi subito nella mia bocca, facendo scorrere su di essi la mia lingua, essa ormai ruggiva tutto il suo piacere,la sua vulva pulsava in maniera spasmodica e grondava sborra,avvicinai il mio viso alla sua fica, e inizia movimenti rotatori con la mia lingua che le allargava la carne, essa non connetteva più, ruggiva,urlava, allargava le cosce a dismisura, si dimenava nel grande letto,cercando di incollare la sua fica alla mia bocca che continuava a leccarla penetrarla, ad un tratto mi afferrò la testa con le mani e spinse il mio viso a sé, come se volesse farsi penetrare da esso, sembrava un invasata e l’unica cosa che mi restava da fare per lavorarla come a me piaceva, cioè non farla godere subito,.era legarla al letto,tolsi la testa dalla su slabbrata fica diventata di un rosso violeaceo, nooooooo, esclamò essa e subito cercò di penetrarsi con le sue mani, ma io la bloccai, legando le braccia alla testiera della letto, mi guardò in maniera languida, fammi godere ti prego, e quello che voglio,stai tranquilla ti farò recuperare i tuoi anni di astinenza, e continuai il mio lavoro legando le sue caviglie all’in su,verso la sua testa, così
che fosse allargata al massimo, la guardai, era da impazzire, la sua grossa fica era totalmente aperta,
le grandi labbra, penzolavano in giù come due grandi ali, totalmente bagnate dei suoi umori, l’imbocco della sua vagina era totalmente aperto e mostrava il lungo canale che portava dentro il suo essere, dentro quel buco nero che conduceva al suo utero, i suoi umori colavano ormai copiosi sulle lenzuola bagnate fradicie, la sua fica pulsava il suo buco si apriva e chiudeva smanioso, ed essa implorava l’orgasmo.
Avvicinai la mia mano allo spacco, introdussi un dito poi un secondo, poi un terzo, la carne cedevole, lubrificata si apriva sotto la mia pressione, essa si dimenava, poi chiusi il pugno a mò di cazzo ed iniziai a penetrarla, penetrarono le mie dita, che girai in essa,allargandola ancora di più,
poi iniziai la penetrazione del palmo della mano e picchiettando fui dentro di essa sino al polso, essa ruggì, e venne copiosamente allagando la mia mano, non avevo mai visto una donna buttare fuori dal sua fica tanta sborra, rimasi fermò un po’, poi mi misi a cavalcioni sulla sua testa, sempre con il polso dentro di lei, e quando il mio cazzo teso allo spasimo fu sulla sua bocca la penetrai, essa allargò la bocca ed io iniziai a fotterla,nel contempo il mio polso iniziò a rimuoversi in lei, in modo rotatorio,le mie dita allargavano la sua caverna, sentivo l’interno che si contraeva e muovevo le dita,accarezzando la sua carne, essa ruggiva, guaiva, piangeva, urlava ,tremava tutta come scossa da corrente elettrica, il mio cazzo continuava a penetrare la sua bocca arrivando ormai alla sua gola, mi accorsi che la stavo soffocando ed uscii un po’ da lei, che comunque continuò un sapiente lavoro di lingua come da esperta bocchinara, io per l’eccitazione, spinsi il mio braccio ancora più dentro di lei, arrivando a toccare con le mie dita il suo utero, che sentivo pulsare, aprirsi e chiudere e gli infilai dentro un dito, sentivo le sue ovaie, insomma la sua natura era squassata da me, ma lei gradiva molto questo lavoro, e godeva come una bestia ferita.
Poi diedi dei possenti colpi dentro la sua bocca, muovetti tutte le mie dita in lei e mentre scaricavo la mia sborra nella sua gola, sentii la sua fica pulsare e lei mugolare, sborrare, sborrare, sborrare in un modo che sembrava che i suoi orgasmi non dovessero mai finire, poi si acquietò sul letto come svenuta, e rimase in quel modo per un paio di minuti con le orbite all’insù, persa in mondo fatato.
Al suo risveglio mi abbracciò felice, tra di noi oggi non c’è amore ma solo voglia di godere, essa diventa ogni giorno più porca e mi chiede ogni giorno di più.
Ci vediamo una volta la settimana, ormai a casa mia e mi ha chiesto di penetrarla con una zucchina e vorrebbe vedere se riesce a farsi infilare da una grossa melenzana………..nel prossimo racconto vi informerò di come vanno le cose, e se lei e riuscita a prendere in sé il capiente ospite.
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16 years ago
admin, 75
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Sonia la vicina di casa
Abitavo in quel condominio ormai da parecchi anni,la mia vicina di casa una donna sui sessanta anni, aveva il balcone confinante con il mio, e parecchie volte avevo notato che girando per casa nudo o in slip ero osservato da lei dal balcone che confinava con il mio, quasi ogni volta appena alzavo lo sguardo verso di lei, spariva rientrando in casa.
ormai giravo per casa nudo sapendo della situazione, e facevo finta di nulla, ma il pensiero certo di lei che mi osservava aveva un grande effetto sul mio cazzo che ormai era quasi sempre dritto,gonfio e non aspettavo altro, che il momento in cui si sarebbe presentata l'occasione per poterla riempire a dovere con ogni cosa, per farle urlare tutta la sua libidine.
Venne l'estate e come al solito giravo nudo con il cazzo che svettava, in quel periodo il marito era fuori per cure termali e lei quell'anno a differenza dal solito aveva evitato di accompagnarlo.
Una mattina sentii suonare al mio campanello, apri la porta ed era lei, Signor.......le dispiace se mi appoggio un attimo sul suo letto, sento di stare per svenire e non vorrei trovarmi sola in casa,prego si accomodi feci io che avevo capito la scusa ma abbozzavo sperando di fottermela per bene.
essa si accomodò sul letto, senta io sono di là se ha bisogno può chiamarmi.
Passarono circa15 minuti e la sentii dire: " venga per favore sto male……sto male ripetè" ,io accorsi e la trovai svenuta, signora ma lei niente, allora provai a toccarle una coscia , ma lei continuava a rimanere esanime, allora le aprii piano le gambe,scostandole la vestaglia e vidi il monte di venere talmente ampio da non essere contenuto dagli slip,per cui da essi fuoriuscivano lunghi peli, che mi portarono al settimo cielo, appoggiai la mano sul monte di venere e sentii lo spacco caldo, bagnato, come se lei fosse già eccitata e non svenuta come voleva fare credere, le tolsi gli slip e mi apparve una fica aperta, gocciolante,con un largo spacco che portava al canale di carne già aperto, sormontato da grosse labbra di un colore violaceo, che pendevano dal monte di venere, le aprii infilai dentro due dita, oooohhh sospirò essa che non aspettava altro, ma la sua naturale resistenza la portò ad aprire gli occhi dicendomi: Ma cosa fa, come si permette????? Io la guardai, non era questo che voleva e dicendo così continuai a massaggiargli la grande fica, essa ebbe un sussulto, poi attimo di esitazione, poi fece come se volesse spostarsi, allora continuai a toccarla accarezzandole il clitoride, massaggiandolo con due dita, come se le stessi facendo una sega, essa chiuse gli occhi, rapita in quel mondo fatato dove le sensazioni prendono il sopravvento e si è in un'altra dimensione, aveva perso ogni pudore, vedendo che era ben cotta, tolsi la mano, OHHHHHHH NOOOOOOOO sospirò lei, io sadicamente volevo vendicarmi del comportamento ipocrita di prima,
e benché sapevo che ormai voleva solo godere, sfacciatamente le dissi: “se non vuole si alzi e vada via e non mi cerchi più” e dicendole così, le presentai davanti agli occhi il mio cazzo che svettava in tutta la sua lunghezza, lo avvicinai alla sua bocca che magicamente si aprì accogliendomi dentro,
la pistonavo per bene arrivandole fino in gola, ma non feci alcun movimento verso la sua fica, essa osservando ciò, si infilò due sue dita dentro, iniziando a darsi piacere da sola, ma io per vendicarmi del suo precedente comportamento, le tolsi la sua mano dalla fica, tenendola ferma e continuando a entrare e uscire dalla sua bocca arrivando alla gola.
Poi mi scostai da essa, la sdraiai sul letto, spalancandole le cosce e sistemandomi davanti alla fica, che adesso mi appariva in tutta la sua grandezza, vedevo che pulsava, si apriva chiudeva e continuamente ne fuoriuscivano umori che andavano a bagnare le lenzuola.
Mi staccai da essa, avvicinandomi questa volta al suo viso, leccandole il collo con lunghi movimenti di lingua, essa sobbalzava e le sue cosce si spalancavano, cercava di masturbarsi da sola, ma il mio corpo le impediva ogni movimento, poi le sussurrai, dimmi che vuoi essere riempita,essa non rispose, questo comportamento mi indispettì molto, va bene allora ti farò godere e proverai tanti orgasmi quanti non ne hai mai provato, i suoi occhi mi osservarono languidi, presi da un cassetto, due corde e le usai per legarla al letto in maniera così oscena che la sua fica era spalancata a tal punto che potevo vedere il canale che portava dentro il suo essere,iniziai a toccarle il sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, iniziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei , sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso che ormai era dentro di lei, le sue cosce oscenamente aperte, mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutto il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
iniziai a penetrarla con un grosso vibratore, lungo almeno 25 centimetri, che oltre ad avanzare in lunghezza, aveva un movimento rotatorio, glielo schiaffai dentro senza ritegno e la penetrai per intero, essa incominciò letteralmente a guaire,la vedevo dimenarsi sul letto, sobbalzare, vibrare,ruotare la testa da un capo all’altro del letto,le orbite degli occhi le andarono all’insù, ed essa si stava avviando al un lungo e potente orgasmo, il suo movimento sembrava una danza senza sosta, a quel punto attraverso il pulsante aumentai la velocità, essa ruggì iniziando a godere ma…per vendicarmi fermai il movimento del vibratore ed essa rimase sospesa a mezz’aria, le cosce spalancate,e la fica pulsante ed in fiamme, urlò tutto il suo disappunto, guardandomi con occhi di bestia ferita, dimmi che vuoi godere,che vuoi essere riempita, che vuoi sentirti troia, dimmelo! siiiiiiiii riempimi, scassami, fammi sentire porca, fottimi anche il cervello,siiii daiiiii, ti supplico non ce la faccio più, voglio godeeerrreeeee
Allora mi sistemai nuovamente davanti a lei, piantandole di nuovo il grosso vibratore nella sua fica che ormai era un antro, allagato, contemporaneamente le sollevai il bacino, puntai il mio cazzo verso il buco dell’ano e cercai di penetrarla,
ma mi accorsi, che lì era ancora vergine, per cui dovetti faticare non poco per riuscire nella penetrazione, essa urlava tutto il suo dolore, ma io la pistonavo senza sosta e con un ultimo colpo riuscii a penetrarla completamente, riempiendole il culo, attraverso la parete sentivo le contrazioni della fica contro il vibratore, sentivo il movimento rotatorio che mi massaggiava il cazzo che diventava sempre più grosso…..essa passato il dolore,spalancò la bocca urlando così forte che dovetti tappargli la bocca per non fare accorrere i vicini, la sua testa roteava, i suoi capelli in modo scomposto le danzavano sul viso che diventava sempre più paonazzo, ed era tutto un gemito un siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii infinito,i suoi orgasmi si prolungavano senza sosta e il suo essere era tutto un tremore………..volevo riempirle la fica,quindi uscì dal suo culo ormai sfondato e senza toglierle il vibratore penetrai in essa, il suo canale si aprii e io sprofondai in essa fino all’utero…..non dovevo neanche muovermi,perché con il suo tremore si sfondava da sola,e la fica squassata da continui orgasmi si apriva e chiudeva in continuazione come una grossa mano che ti strizza l'uccello, questo movimento mi procurò delle scariche elettriche che dal cervello arrivarono al cazzo che sputò tutta la sua sborra in un orgasmo infinito e riempii, con lunghi e potenti getti, che le colpivano l'utero, riempendola fino alla pancia. essa godeva come mai avevo visto e non era mai sazia, il suo movimento sembrava non dovesse mai avere termine, dimenava il bacino, spalancando le coscie, urlava ormai persa nei suoi continui orgasmi…….poi si acquietò restando immobile, questa volta sembrava davvero svenuta…….dopo qualche minuto apri gli occhi e guardandomi mi disse: “grazie,mai avevo goduto così”.
Voglio continuare a vederti ogni volta che sarà possibile per godere senza ritegno, per godere da porca, per fare cornuto mio marito che ormai sono anni che non mi guarda più.
Ormai ci vediamo almeno una volta alla settimana e credetemi l’età non conta, ha sessantanni, ma gode come una ragazzina.
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16 years ago
admin, 75
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Seppi dopo che si chiamava sonia
Sono un ginecologo abbastanza conosciuto e stimato, mai, ho pensato alle mie pazienti come delle femmine e mi sono sempre comportato in modo estremamente professionale finché un giorno nel mio studio si presentò una ragazza, che dal modo di parlare e di comportarsi era tutta da fottere.
Esordì dicendomi vengo da lei perchè tempo fa presa da una voglia estrema mi sono infilata dentro un casco di banane e penso di essermi graffiata le pareti interne della fica..
la sua affermazione mi mandò in erezione totale , ma cercai di rimanere il più professionale possibile, anche perchè lo studio era pieno di pazienti, ma lei durante la visita si mostrò bagnata a non finire, penetravo due dita senza incontrare nessuna resistenza anzi si può dire che la sua fica, quando iniziai successivamente a penetrarla con il divaricatore per scrutare l’ interno incominciò a dimenarsi e pulsare, le pareti si contraevano senza sosta e dovetti tapparle la bocca per non fare sentire i suoi mugolii infine venne come una fontana, non avevo mai visto una donna sborrare in quel modo.
il sangue mi salii al cervello e mi dissi: me la devo fottere . La feci rivestire, fissandole il prossimo appuntamento per il Giovedì successivo, inserendola di proposito per ultima,così da potere rimanere solo con lei,e farle una accurata visita per tastare la sua natura.
Essa accettò di buon grado come se l’idea di avermi in suo possesso la eccitava da morire.
,prenda l’appuntamento il mio nome è: Sonia XXXXXXXXXXXX.
Il giovedì iniziai le visite con una eccitazione particolare, osservavo le fiche delle mie pazienti come non avevo mai fatto, toccavo la loro fica,scrutando il clitoride eretto,le grandi labbra che in alcune pendevano oscenamente, insomma tutto il pomeriggio non stavo nella pelle, aspettando il momento in cui avrei potuto rincontrarla e dedicarmi totalmente alla sua fica così giovane ma così capace di contenere grossi ospiti.
Finalmente arrivò l ultimo appuntamento ed essa arrivò, si spogli e si sistemi sul lettino, era da mordere, da fottere, subito..si spoglio quasi prolungandosi, quasi che cercasse di provocarmi..io facevo finta di nulla..poi si sistemò sul lettino appoggiando le gambe sugli appositi supporti.vado bene così, mi sussurrò, mi girai e la vidi aperta,già lubrificata,il canale era già allagato della sua sborra, e aperto così tanto che intravedevo le pareti interne di quella caverna che pulsava in maniera spasmodica.
siii le dissi presi una sedia e mi sedetti davanti a lei, tanto vicino alla sua fica che la visione mi fece avere una di quelle erezioni che da tempo non avevo, il mio cazzo inizio a pulsare in maniera spasmodica, avrei voluto affondare in lei ma volevo vedere chi fosse per essere certo che Non sarei incorso in problemi..quindi iniziai la visita, indossai un guanto e penetrai un dito che scivolò dentro come risucchiato essa sentendo la manipolazione, partì in gorgheggi che riempivano la stanza e mi mandavano in visibilio.infilai un secondo dito ed essa sobbalzò, tremando e roteando il bacino, spingendo la sua fica verso le mie dita come per fottersi da sola, è fatta pensai….mi tolsi i calzoni spogliandomi completamente, il mio cazzo si ergeva durissimo, essa quando lo vide,sgranò gli occhi ed emise un sospiro che non lasciava dubbi..
mi avvicinai alla sua bocca, che immediatamente si aprì accogliendomi dentro, no dovevo muovermi, faceva tutto da sola ed era fantastica.ripresi la penetrazione infilando questa volta quattro dita,rigirandole in essa, e sentendo le pareti interne che spasmodicamente si contraevano, era tutta un lago, i suoi gemiti, nonostante avesse la bocca tappata da mio grosso randello di carne si alzavano nella stanza, ed essa godeva, per le manipolazioni della dita dentro di lei, vidi che impazziva dalla voglia, quindi senza ritegno uscii da quel suo canale aperto e pulsante, chiusi le dita a mò di pugno, e roteando e spingendo mi rituffai in lei, che mi accolse ruggendo, urlando, scalciando come una bestia ferita, tremava,urlava,roteava il bacino, spalancava le cosce come se volesse accogliermi dentro ancora di più,preso dalla libidine iniziai a spingermi in lei riuscendo a fare sparire il mio polso ed in maniera ritmica scorrevo su e giù in quel canale allagato, essa sborrò tutto il suo liquido,le sue orbite andarono all’ insù e potevo vedere il biancore delle sue pupille, persa nel suo piacere continuava a succhiarmi il cazzo,che non potendo più contenersi, scaricò nella sua gola tutto la sborra, feci come per uscire ma essa serrò il mio bacino con le sue braccia e bevette tutto.
Pensavo che avevamo finito, invece vidi che il bacino roteava lungo il mio braccio che ormai era in lei scassandole l’ utero che chiaramente sentivo contrarsi.voglio una bottiglia in me siiii. scassami la fica, riempimi ancora ancora di più,….
in quel momento si affaccio alla porta dello studio, un ragazzo di colore, veniva ogni sera per pulirmi lo studio..ed io non me lo ricordavo più.vide la scena e fece per uscire, ma io lo bloccai, vieni riempi questa cavalla,egli che non credeva ai suoi occhi, si tolse i pantaloni, presentando davanti al viso della troia, un cazzo che ritengo fosse stato almeno sui 28 cm di lunghezza e 10 di diametro, siiiii ohhhooooo disse lei dai fottimi, egli si sistemò davanti il lettino e iniziò a sfiorare, a sfiorare il clitoride, poi le grandi labbra, scostandole piano e picchiettando in esse per penetrarla, in lei già un 4 dita, andando avanti e indietro e roteando il bastone in lei,la penetrava piano essa si contorceva sempre di più e sempre di più urlava riempimi siiiii tutto siiii e dicendo così roteava il bacino,io mi gustavo la scena,le sue pupille erano dilatate e quando il negro con un possente colpo fu dentro di lei essa letteralmente guai urlò e la vidi fremere i muscoli delle cosce tremavano essa urlava il suo piacere,ooohh siiiii le ovaie sono contro di te sssiiiii mi sento piena aooaoaoahhhhhh siiiiiiiiiii
lui era fermo dentro di lei e vedevo la fica contrarsi continuamente,poi inizio un vai e vieni ed ad ogni colpo essa spalancava la bocca e sembrava piangesse, io non ce la feci più mi sistemai davanti al lettino, dissi al negro di sollevarla sulle sue braccia andai dietro e con un colpo ben assestato le penetrai il culo, essa letteralmente guai, le orbite sembrava dovessero uscire fuori.
La pistonavamo bene bene,attraverso la sottile barriera che separa la fica dal culo,sentivo il cazzo del negro che la perforava,che avanzava essa sborrava sborrava e persa nei suoi orgasmi non faceva altro che ripetere siiii ancora siiiii ooohooooo godoooooo aahhhh, noi eravamo al massimo e non resistendo oltre la riempimmo di sborra che data la quantità, fuoriusciva da essa bagnando il pavimento, poi ci acquietammo, io uscii da lei che rimase infissa sul gigantesco cazzo del negro, che dovette letteralmente sollevarla, per fuoriscire da dei.
Quando tutto fu finito essa ci abbracciò entrambi,esclamando non posso perdervi, oh dio quanti orgasmi ho provato,
Dottore va bene per il prossimo Giovedì?
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1
16 years ago
admin, 75
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Al cinema in bagno
Ripreso dal mio annuncio per la città di Udine:
Ha una giacca nera di pelle e mi chiede di andare con lui in auto in un posto tranquillo, dice che ha letto il mio annuncio su internet, che sa che mi piacciono i cazzi grandi e che lui ce l'ha bello grosso. "Allora, stupenda troia, andiamo?", mi mette una mano sul culo e mi palpa con molta disinvoltura. Non è che non voglia andare con lui, anzi mi piace il suo approccio decisamente diretto, ma sono già d'accordo per trovarmi con un'altra persona proprio a quest'ora e ci tengo a mantenere gli impegni presi, così gli dico che magari se ne parla più tardi. "Più tardi non posso, tra poco devo andare, domani mattina lavoro". Gli ripeto che mi spiace e che ora non posso, poi mi giro e vado in bagno. Subito dopo di me sento entrare un'altra persona ma non ci faccio caso, entro nell'unica toilette, mi giro a metà per chiudere la porta e un uomo si infila dentro e mi guarda negli occhi: è ancora lui, giacca di pelle. Io non so fare di meglio che dire uno stupidissimo "Be'?", lui invece agisce: si gira, chiude la porta, si rigira verso di me, mi mette le mani sulle spalle e mi fa voltare faccia al muro. Un po' perchè ho tacchi di 10cm e non sono molto sicura sulle gambe, un po' perchè con gli uomini sono proprio passiva e riescono a farmi fare quello che vogliono, fattostà che lo assecondo, anche quando mi fa piegare ed appoggiare le mani al muro. Sento il rumore della cerniera lampo dei suoi pantaloni, mi alza la minigonna, scosta il perizoma, la sua cappella è tra i mie glutei, trova il mio buchino, spinge e mi penetra. Per fortuna prima di entrare in sala mi sono lubrificata ed allargata, altrimenti ora sentirei proprio male. Anche così, però, quando la cappella entra completamente, non riesco a trattenere un forte gemito. "Fai piano perfavore!", ce l'ha grosso davvero, me lo infila lentamente tutto dentro, mooolto lentamente, fino in fondo, e poi spinge forte tenendomi per i fianchi, fa così 3 o 4 volte e poi inizia a prendere velocità. Per me la cosa è estremamente intensa, trattengo a stento i gemiti e mi verrebbe da chiedergli di fermarsi, ma allo stesso tempo mi piace da morire, sono in bilico tra il dolore e il piacere, un luogo segreto e bellissimo. Dovrei cercare di 'difendere' il mio corpo, ma sento invece un impulso irresistibile che mi porta ad allargare le gambe, inarcare la schiena e spingere il fondoschiena verso di lui per metterlo a sua completa disposizione : è per questo impulso che so di essere una troia. Sento la porta del bagno che si apre e i passi di una persona che viene a fare le sue cose, il rumore ritmico del corpo di lui contro i miei glutei è forte, impossibile non udirlo, mi sento in imbarazzo e ho paura che possa nascere qualche problema per l'uso del bagno. Il nuovo arrivato resta immobile, probabilmente sta ascoltando, il toro che mi sta sbattendo se ne disinteressa
completamente, continua a darmi colpi su colpi, ansima anche parecchio. Giro la testa col dito sulla bocca per invitarlo a non fare rumore, ma ha gli occhi chiusi ed è completamente preso dalla monta. Adesso anzi aumenta il ritmo e i colpi sono più forti, mi sa che si sta avvicinando all'orgasmo, le mie braccia sono stanche e devo appoggiarmi al muro con la testa. Penso alla persona che ci ascolta dietro la porta e stringo i denti per non fare gemiti o versi (in auto starei già uggiolando come una cagna), ma i suoi ultimi affondi mentre mi riempie di sborra sono così furiosi e spietati che non riesco a trattenermi e lascio andare una serie di brevi acute urla, mi vergogno da morire pensando che c'è uno sconosciuto che mi ascolta: una troia sì, ma una troia timida. Lui ha finito di farcirmi come un bignè ma non tira fuori subito la sua lancia, me la muove dentro piano ancora un po', poi si riveste, mi guarda per un momento negli occhi, mi dà un bacio sulla guancia, esce senza dire una parola e lasciando la porta aperta. L'uomo che era fuori ad ascoltare infila la testa dentro, mi esamina rapidamente con lo sguardo e poi fa: "Mi posso divertire un po' anch'io?". E' carino, e non so dire di no, "Va bene, vieni", e mentre mi entra dentro ripenso a giacca di pelle : per fortuna esiste davvero qualche toro come piace a me.
Questo raccontino è di fantasia, ma mi piacerebbe davvero subire una violenza, uno stupro, in una situazione del genere, spero che qualcuno prima o poi lo faccia, senza avvertirmi ovviamente, ciao
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16 years ago
admin, 75
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Al centro del mondo..
Il nostro incontro è avvenuto lì. In quella sala ristorante di un bellissimo albergo, a cena. Loro due a cena intima, una candela, luce soffusa , una bottiglia di buon vino e forse anche un po’ di eccitante imbarazzo. Io poco più lontano, da solo.. a cena con me stesso e con lo sguardo rivolto al loro tavolo, in modo da vedere lui di spalle e lei negli occhi. Ci siamo “trovati” tramite un annuncio di quelli .. “Coppia con lui cukhold cerca singolo Bull o Master” al quale ho risposto perché incuriosito da alcuni dettagli. Poche mail e una telefonata di lei .. nella quale manifestava la volontà di vedersi.. ed io ho pensato al resto. Un tavolo prenotato per loro lì, non distante dal mio.. per l’inizio del nostro gioco.
Eravamo d’accordo sul fatto che lei mi avrebbe seguito in bagno.. ed anche sul fatto che lui sapeva di me, ma non sapeva chi fossi in realtà e soprattutto non sapeva quando mi sarei fatto vedere e come avremmo giocato.
Nell’attesa del primo, mi alzo e mi dirigo in bagno, lei si alza con una scusa e mi raggiunge.
“Non dire niente.. sfilati le mutandine”.
Lei mi guarda un attimo negli occhi, poi abbassa lo sguardo e si alzandosi un po’ la gonna si sfila le mutandine che per un attimo si impigliano nel vorticoso tacco della scarpa destra .. si rialza e me le consegna.
“Queste le tengo io.. buon appetito.”
Esco dal bagno dopo essermi infilato le mutandine nella tasca della giacca e mi risiedo. Dopo alcuni istanti esce anche lei e se ne torna al tavolo. La cena prosegue, ho la sensazione che lei non racconti nulla a suo marito di quanto accaduto in bagno, .. gli accordi sono che lei racconta tutto ciò che vuole a lui, quando e se lo desidera. Io mi diverto ad osservarla e lei lancia ogni tanto qualche occhiata e quando io dirigo lo sguardo verso le sue gambe lei accenna ad allargarle, io faccio segno di no con la testa e lei si ricompone.
Dopo il secondo, mi alzo nuovamente e torno ancora in bagno, dopo alcuni secondi arriva anche lei..
Le consegno una chiave elettronica..
“Questa è per te, è la chiave della mia camera.. E questo è per tuo marito.” Le consegno un bigliettino ripiegato.
“Buona serata”.
Esco dal bagno e mi dirigo nella hall.. Lei torna al tavolo a finire la sua cena e consegna il bigliettino al marito ..
“Buonasera, spero che la cena sia stata di suo gradimento. Quando avrete finito, senza fretta alcuna, c’è una camera che vi attende … In terra davanti al divanetto c’è un piccolo cuscino. Voglio che con molta attenzione spogli tua moglie completamente, e che l’aiuti ad indossare ciò che troverai sul letto, è un mio regalo. Poi la farei inginocchiare a terra facendole appoggiare la testa sul cuscino, in modo che il suo culetto rimanga ben alto in vista .. Poi aprirai la porta e mi farai entrare. Per ora è tutto quello che devi sapere..”
Presentandosi, lei mi aveva detto di non amare giochi troppo violenti, e nello specifico ricercava spesso in questi giochi erotismo e particolarità. Loro non praticavano sesso anale … perché a lei non piaceva (così sosteneva lui) o perché lui non aveva mai realmente insistito in modo convinto (così diceva lei). Questa la curiosità che mi aveva spinto a cercare un contatto, perché la mia fantasia aveva corso veloce fino alla fine della storia immaginando una situazione per me molto eccitante.
Li vidi uscire dalla sala ristorante e dirigersi agli ascensori, feci passare qualche minuto e mi diressi verso la camera. Appoggiato al muro aspettavo che la porta si aprisse, immaginando con quale cura si svolgesse la “preparazione” all’interno.. passò quasi un quarto d’ora, questo mi dette l’impressione che il gioco aveva preso la giusta strada.
La porta si aprì, e entrai accolto da un “Ciao..” da parte di lui. Mi preoccupai subito di avvicinare un dito al naso ad indicare silenzio.. “Ssssttt … non devi dire altro. Mettiti qui nell’ombra e zitto.”
Lo lasciai nel piccolo atrio davanti al bagno e mi diressi verso lei, che stava nella posizione descritta.. era scalza, gambe nude, indossava un paio di mutandine semplici, nere, eroticamente pudiche ed un reggiseno nero liscio non lavorato. La testa appoggiata sul cuscino rivolta su un fianco, sull’altro fianco.. non mi vedeva arrivare ma ne sentiva i passi attutiti dalla moquette.
Mi avvicinai piano fino ad accasciarmi al suo fianco, le passai una mano sulla schiena carezzandola e poi sul sedere e lungo le gambe.. stava immobile, era un quadro molto eccitante.
Alzato nuovamente le girai intorno andando vicino al divano sotto la grande finestra, così da farmi vedere.. mi tolsi la giacca e mi sfilai con calma la cravatta.. mi slacciai i polsini della camicia senza mai toglierle gli occhi di dosso. Il suo sguardo era rilassato e nascondeva molta eccitazione per il fatto che non sapesse in realtà cosa sarebbe accaduto, pur immaginando qualcosa.
Aprii un cassetto e tirai fuori un barattolo di vasellina e lo posizionai davanti ai suoi occhi, non distante dal viso, e vi poggiai sopra un profilattico. Mi misi seduto sul divano e mi slacciai le scarpe e sfilai i calzini.. mi tolsi i pantaloni e la camicia e rimasi in slip. Tornai dietro di lei.. e le sfilai le mutandine abbassandole pian piano a metà coscia.. aprii il vasetto di vasellina e con moltissima cura iniziai ad ungerla con attenzione e premura lasciando scivolare il dito all’interno. Lei stava in religioso silenzio ad occhi socchiusi ad ascoltare il suo intimo pulsare. Dopo alcuni minuti mi inginocchiai dietro di lei abbassandomi gli slip e … mi alzai ricoprendomi e andai verso suo marito..
“Tu adesso non puoi più vedere.. non è roba per te, spettacolo finito.” E lo feci entrare in bagno chiudendo la porta.
Tornai da lei.. il gioco era iniziato mi piaceva molto, era l’inizio del mio pensiero, la fantasia oltre il desiderio.
La feci alzare.
Lei si alzò e mi guardò con gli occhi mezzi chiusi, era avvolta nella passione ed ebbra di desiderio.. le avrei potuto far fare tutto.
La feci sedere sulla poltrona, mi inginocchiai davanti a lei, passai le mie calde mani sotto il suo sedere e sollevandola un po’ la avvicinai a me quasi fuori dalla seduta della poltrona.. le sfilai del tutto le mutandine e iniziai a baciarla e leccarla..
La mia lingua di seta sapeva dove e come sfiorarla, lei iniziò presto e gemere ed io continuai a leccarla per diverso tempo, sentendola crescere per poi rallentare e crescere ancora. Il pensiero che suo marito oltre quella porta sentisse tutto immaginando del sesso anale, faceva piacere a me ed impazzire lei, che aumentava il suo piacere che si tramutava in gemiti e piccole urla.. Mi piaceva tenerla lì, tra sesso e piacere, tra brividi e orgasmo cercando di non farglielo raggiungere troppo in fretta. Più il gioco si protraeva e più tutto era meraviglioso. .. Poi mi staccai, mi tolsi gli slip e infilai il profilattico con calma.. e le entrai dentro. Fu sesso.. senza mai fretta, cercando le sue parole ed i suoi versi, le sue piccole urla e le brevi grida.. era talmente eccitata che qualunque cosa avrei fatto le avrebbe procurato piacere. .. Dopo poco il suo piacere salì ancora e io non lo fermai più.. con il mio movimento la seguii fino all’orgasmo che arrivò con un urlo liberatorio..
La feci alzare ancora.. e la rimisi in ginocchio con la testa sul cuscino. Mi sfilai il profilattico lasciandolo vicino alla vasellina e mi diressi al bagno aprendo la porta ..
“Ok , adesso tocca a te …”
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5
16 years ago
admin, 75
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Tra sogno e realtà
era il periodo estivo e la calura estiva era insopportabile nonostante il vantilatore acceso,ero sempre abituata a dormire con il minomo indispensabile addosso e a volte dormivo anche in baby doll tanto non c'era niente di male,nonostante tutti in casa mi guardavano
con uno sguardo che lasciava intendere che disapprovavano il mio abbigliamento per la notte,solo lui mio suocero vedevo che mi guardava in modo diverso e la cosa a me eccitava terribilmente e andai a letto.
mentre dormivo qualcosa destò il mio sonno,aprii gli occhi e vidi che era giorno,e lo vidi li ai piedi del mio letto con solo dei pantaloncini di jeans e a torso nudo,la sua pelle abbronzata era imperlata di goccie di sudore il suo fisico asciutto e atletico mi aveva sempre eccitata,vidi i
suoi stupendi occhi verdi pieni di voglia ricambiai il suo sguardo fece pochi passi e si sedette accanto a me,e mi accarezzò la guancia e poi il collo per poi soffermarsi sul seno e strizzandomi un capezzolo da sopra la stoffa,inizio a baciarmi dolcemente,insinuo la lingua nella mia bocca e le nostre lingue si sfioravanoe il bacio si fece piu carico di ardore.
ero eccitata in un modo incredibile avevo picoli brividi di piacere che mi percorrevano per tutto il corpo,gli accarezzai l'inguine e appoggiai la mano sul rigonfiamento evidente dei suoi pantaloni,mentre continuava a baciarmi gli sbottonai i pantaloni,lo sentii duro nella mia mano ed era anche ben messo.
si alzò e fece scendere del tutto i pantaloni e mi ritrovai il suo membro eretto davanti al mio naso ,iniziai a massaggiarglielo per tutta la sua lunghezza e con l'altra mano gli accarezzavo le palle,con la bocca iniziai a dargli picoli baci sulla cappella violacea e a leccarglielo su e giu lo feci sprofondare tutto nella mia bocca fino a sentire i suoi peli solleticarmi il naso.avevo un lago in mezzo alle cosce ero bagnatissima,
continuavo a spompinarlo come un'ossessa mi fermai per prendere fiato
e senza tanti complimenti mi afferrò per i capelli per farmi continuare ancora e inizio a scoparmi selvaggiamente la bocca,sentivo il suo respiro farsi piu pesante e intuii che stava per venire allora accellerai il ritmo e con la lingua davo piccoli colpetti sulla sua cappella e fu cosi che sborrò nella mia bocca bevvi avidamente come un assetata e con la lingua raccoglievo le altre goccie che ne erano rimaste sulla sua cappella,mentalmente mi chiedevo se mi avrebbe scopata avevo una voglia incredibile eavevo la figa in fiamme e bagnatissima.
come se mi avesse letto nel pensiero ,mi butta sul letto mi apre le gambe e inizia a leccarmela divinamente,mi leccava e mordeva il clitoride,impazzivo dal piacere e con la mano dovetti tapparmi la bocca per attenuare i miei gemiti,il mio corpo iniziò a tremare l'orgasmo fu intenso non avevo mai avuto un orgasmo cosi,si scostò e sembrava che volesse andarsene cercai di trattenerlo tirandogli il braccio e gli dissi:ti prego scopami ho voglia di te!mi guardò e mi baciò la fronte dicendomi... tranquilla piccola non mancherà occasione!.
mi sveglio all'improvviso un po frastornata ai piedi del mio letto non c'è mio socero ma quella strega di mia suocera sbraitando la solita canzone:sciagurata sono le 8 alzati devi fà le pulizie!!e se ne và.
mi ritrovo a pensare cavoli era solo un sogno sembrava cosi realistico,
mmm che PECCATO!!!!
****da quando vidi mio suocero di nascosto fare la doccia iniziai a fantasticare su di lui,e che minchia che ha! :-)
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16 years ago
admin, 75
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Notte proibita
Tu sei li davanti a me, i nostri sguardi si incrociano, d'un tratto, le tue labbra sfiorano le mie. Un dolce bacio mi riscalda. Ti abbraccio e iniziamo a baciarci.
L'eccitazione è fortissima, nei tuoi baci sento la tua irrefrenabile voglia di sesso, mentre il mio pene è inesorabilmente eccitato. Inizi a spogliarmi lasciandomi a dorso nudo, mi baci il collo. Io ti tolgo la maglietta e per la prima volta esploro il tuo corpo con lo sguardo. Vedo il tuo seno avvolto dal reggiseno, non resisto, te lo tolgo subito. Il solo vedere le tue tette mi ha fatto fracicare il pisello. Ci abbracciamo e iniziamo a baciarci sentendo il mio petto contro i tuoi seni. Con le mani carezzi la schiena e scendi fino a togliermi i pantaloni. Tu sei chianata davanti a me e ti ritrovi un cazzo così arrapato che quasi ne rimani impressionata, ma il solo pensiero che quel pisello entrerà nella tua fica, quasi ti fa venire. Togli immediatamente le mie mutande e prendi il mio pisello con la mano. Inizi a mastubarlo, è troppo eccitato. Ti avvicini con il viso, con la bocca, le tue labbra sfiorano la mia cappella fradicia e quasi mi fai venire. Lo infili dentro la tua bocca e sento la tua lingua che inizia a leccare. Con l'altra mano carezzi le mie palle, le stringi leggermente come se volessi far uscire subito qualcosa.Su e giù con la mano, la tua bocca e la lingua che lecca la cappella, non resisto, uno schizzo inesorabile di sperma allaga la tua bocca. Con una mano continui a premere sulle palle mentre con l'altra continui a masturbarmelo, con la lingua quasi sommersa dal primo schizzo continui a leccarmelo, lo tiri fuori e continuo a schizzare sperma sul tuo viso, l'orgasmo sembra non avere fine, continuo a schizzare sperma su di te e tu non ti fermi come se ne volessi ancora. Ormai hai il viso coperto dagli schizzi e lo sperma inizia a colarti sul collo e sulle tette. Non ti fermi e gli schizzi ancora escono. Lo riprendi di nuovo in bocca e inizi a farmi un nuovo bocchino. Lo sperma ti ha completamente bagnata. Il mio pisello è rimasto duro ed eccitato come prima, anche se non vedo l'ora di infilarlo nella tua fica ti lascio continuare il tuo inesorabile bocchino. Il solo sapere che quella bocca, quel viso e quella lingua sono tuoi mi sta facendo rivenire di nuovo, ma ho troppa voglia, ti fermo, ti bacio mentre ti tolgo i pantaloni e le mutande in un gesto solo. Ti distendo, il tuo corpo completamente nudo con la tua fica bagnata mi ricaricano all'istante. Senza troppo esitare mi adagio su di te e penetro dolcemente con il pisello ancora fracico di sperma dentro la tua fica bagnata. Inizio a scoparti. I movimenti sono dolci, ma veloci. Sei così eccitata che vieni in un esorabile orgasmo spruzzando i tuoi umori sul mio pisello mentre io sto continuando a scoparti. Urli di piacere mentre mi sussurri di continuare. Mentre ti sto leccando il collo e le tette ancora bagnate dal mio sperma, uno schizzo irrefrenabile di sperma inonda la tua fica. Il sentire lo schizzo del mio orgasmo ti fa venire di nuovo. I tuoi umori si uniscono ai miei inesorabili schizzi dentro la tua fica mentre sudati e abbracciati distesi sul letto continuiamo a baciarci. La voglia di sesso è troppo forte, io non riesco a fermarmi e tu mi carezzi il sedere spingendomi a te perchè non vuoi che mi fermi. Ad un tratta ci baciamo in bocca appassionatamente, tutto si ferma. Solo il nostro bacio ha importanza. Fai per tirarti su, il mio pisello fracico, ma ancora duro ed eccitato esce dalla tua fica, mi sussurri che lo vuoi dietro. Ti bacio, tu ti volti e mi fai vedere quel delizioso sederino. Inizio a baciartelo, a leccartelo. La cosa ti eccita e mi chiedi di sfondartelo. Mi avvicino a te, con il cazzo duro strofino leggermente le labbra della tua fica fracica e lo lascio scivolare fino al tuo culo. La mia cappella si fa strada dentro il tuo culetto, mi adagio sulla tua schiena sudata mentre tu rivolta con il viso verso di me mi baci. Inizio a spingerlo dentro dolcemente per non farti male. Il mio pisello è così bagnato che scivola senza sosta fino a che non entra completamente. Piano piano inizio a scoparti nel culo. La cosa ti eccita molto. Mentre continuo a scoparti con la mano ti masturbo la fica. Ti sto scopando da dietro il mio pisello dentro il tuo culo è arrapato come non mai, mentre continuo a baciarti un primo schizzo di sperma allaga il tuo culo, questa volta non mi fermo continuo a scoparti mentre altri inesorabili schizzi continuano ad uscire riempiendo il tuo culo di sperma. Continuo a sbatterti mentre il pisello si affoga nel tuo culo allagato dallo sperma senza smettere di baciarti. Mi adagio sulla tua schiena sudata, ci stiamo ancora baciando. Io mi lascio andare su di te, ma tu sei eccitata e hai voglia di venire. Il mio pisello fracico esce dal tuo culo, mi distendi sul letto, prendi il mio pisello e inizi a fargli un bocchino succhiandolo forte, lo vuoi duro anche più di prima. Sei troppo fregna e mi arrapi troppo, il mio cazzo si indurisce ai tuoi comandi, ora che è come lo volevi, sali sopra, lo infili dentro la tua fica e inizi a scoparmi di brutto. Sei eccitatissima, il mio cazzo enorme ti arrapa e continui a scoparmi sempre più forte fino a venire in un orgasmo da urlo. Non ti fermi, ne vuoi un altro, continui, sei così eccitata che viene nuovamente, ma non ti fermi perchè vuoi orgasmare sentendo lo schizzo di sperma. Mentre continui a scoparmi ti lecco le tette e ti accarezzo la schiena, fin quando uno schizzo di sperma esce dal mio pisello nella tua fica inondandola nuovamente. Dopo il primo schizzo sento come uno schizzo sul pisello, sono i tuoi umori dell'ennesimo orgasmo. La tua fica non si ferma, continui a sbattermi facendo uscire altro sperma. Siamo sfiniti e completamente sudati. Ti adagi su di me, il mio cazzo rimane dentro la tua fica completamente bagnata, siamo troppo stanchi per fare altri movimenti...
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16 years ago
admin, 75
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Roberta69
La sera dopo il lavoro ho sempre voglia di fare la maiala. Un modo per soddisfare la mia troiaggine è quella di travestrirmi e fare una capatina dalle parti del cinema porno della mia città. Dentro in sala o al parcheggio si trova sempre modo di incontrare qualche sporcaccione. Dentro al cinema il corteggiamento è più sensuale. Puoi sederti o restare in piedi. Gli uomini ti passano accanto varie volte e dopo una serie di sguardi reciproci qualcuno si avvicina e ti dice la fatidica frase "Vieni a fare un giretto con me?". Io , già eccitata e in calore, per i bei cazzi che vedo sullo schermo rispondo subito di si. Anche al parcheggio è bello farsi fare la corte. Tu te ne stai seduta in auto con le gambe larghe ad aspettare. Il tuo partner occasionale passa più volte in macchina . Una serie di sguardi significativi e poi lui si mette dietro la tua auto. Un'attesa di pochi minuti poi lui si avvicina al finestrino e guardandoti le cosce ti chiede se hai bisogno di compagnia. Proprio come è accaduto l'altra sera. Si Si Si è stata la mia risposta al bel uomo che voleva sedurmi. Sono salita sulla sua auto e mi ha portata a casa sua. Si vedeva subito che andava matto per il sesso con i travesta. E' stato molto dolce e per tutto il percorso mi ha tenuto per mano e ha accarezzato le mie gambe velate da belle calze a rete bianche, sexy e invitanti. Io ero tutta un brivido di voglia. Siamo saliti a casa sua e lui non mi ha nemmeno dato il tempo di ambientarmi. Mi ha portata in bagno e restando in piedi mi ha girata di schiena , mi ha alzato la minigonna e abbassato le mutandine. Voleva subito il mio culetto. Io sono riuscita solo a fare un pò di resistenza ma poi mi sono arresa e mi sono trovata, piacevolmente devo dire, inculata. Mi ha cavalcata e posseduta a lungo fino al gran finale. Ha guidato la mia testa sul suo cazzo e io ho succhiato avidamente la sua virilità nella mia bocca fino a che mi ha inondato il viso di sperma. Mi sono rimessa le mutandine e mi sono toccata fino a sborrare. Poi sono tornata a casa bagnata ma felice.
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16 years ago
admin, 75
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La prima volta che...
Sono sempre stata molto calda di temperamento e il sesso l’ho sempre apprezzato e gustato oltre che desiderato. Ma sempre nei canoni ordinari. Cioè sempre con il mio ragazzo, il mio compagno, mio marito. Non avevo mai trasgredito oltre gli incontri 1+1. Insomma con il mio uomo.
Questa estate ero in vacanza in una bella città di montagna. Ero in albergo in compagnia di mio marito quando e’ dovuto rientrare anzitempo per inaspettati impegni di lavoro. Volevo ritornare con lui, ma la camera era pagata per altri due giorni. E mio marito, da buon ligure mi disse di rimanere da sola per non sprecare i soldi già pagati.
Dopo pranzo e’ andato ed io ero nella hall dell’albergo pensando come impegnare da sola il tempo. Non ero abituata a star da sola. Di solito mio marito pensava a tutto!! Mentre pensavo vedo arrivare una coppia con bagagli. Lei era bellissima. Bionda, misure perfette e la sua espressione sorridente al mondo era davvero intrigante. Non avevo mai, sino allora, fatto riflessioni del genere su una donna. Ero meravigliata dei pensieri che stavano avvolgendo la mia mente. Poi mi sono distratta vedendo il suo uomo. Ammazza che coppia. Era davvero un bono. Atletico alto circa 1,85, moro e molto distinto nonostante l’abbigliamento casual. Mi succedeva qualcosa. Li desideravo entrambi. Ma era solo una fantasia.
Intanto la coppia era alla reception per le formalità e con i bagagli si avviavano verso l’ascensore per andare in camera. D’istinto, e senza pensarci, mi sono portata anche io all’ascensore per andare in camera mia a distendermi. In attesa che arrivasse l’ascensore eravamo vicini e potei sentirli parlare. Erano tedeschi. Quindi non capivo niente. All’arrivo dell’ascensore lui mi fece spazio dandomi la precedenza e mi seguirono dentro. Mi chiesero qualcosa che non capii ma risposi con la mano 4 per indicare il piano. Mi parve di capire che eravamo allo stesso piano. La donna mi rivolse qualcosa in tedesco ma feci segno di non conoscere la loro lingua. Mi guardarono sorridenti. Lei guardò insistentemente le mia mani. In una avevo la chiave della camera col numero 429 e nell’altra mano avevo il cellulare. Lei mi sorrise e mostrò la sua chiave con il numero 484. Pensai, siamo lontani. Almeno non li sentirò.
Usciti dall’ascensore ci siamo avviati tutti e tre nel corridoio. Arrivata alla mia stanza rimasi stupita nello scoprire che di fronte alla mia, al lato opposto, vi era la camera 484!! Non eravamo a fianco ma di fronte.
Con un Bye Bye ci siamo salutati e ognuno nelle proprie stanze.
Mi sono sdraiata sul letto e acceso il televisore. Ma continuavi a pensare quei due. Mi stavo arrovellando. Mi eccitava l’idea di essere insieme a loro. Farmi prendere da entrambi e sfrenarmi . Durante questi pensieri la mia mano come un automa, si e’ infilata tra le cosce..e mi accarezzavo. Fui distratta da uno squillo di un messaggio sul cellulare. Lo prendo e il messaggio diceva pressapoco: Accetti la connessione di Bluetoot da parte del Nokia ecc? Non avevo mai ricevuto tali messaggi e non capivo. Non ho risposto niente. Ma mi sono ricordata che il cellulare della coppia in ascensore era proprio un Nokia. Sarà un caso..? E cosa vorrà significare di accettare la connessione? Sino allora non ero a conoscenza di queste diavolerie di connessione di Blutoot tra due cellulari che nemmeno si conoscono . Ho ripreso il mio telefonino ed ho cliccato SI.
Mi escono due pagine una di testo e una di foto. Nel testo c’era Room 484 – un numero di cellulare.
La foto invece era di loro due che ridevano!! Ero imbarazzatissima. Mi ero immaginata che avessero il mio numero. Come era possibile. Sono arrossita alla sola idea che in ascensore avessero intuito i miei pensieri.
Ho chiamato mio marito per sapere del viaggio di ritorno e gli ho detto di aver ricevuto quello strano messaggio del Blutoot, ma non gli ho detto di aver aperto il contenuto, ,ma per sapere tecnicamente come funziona. Lui mi ha spiegato che con il solo modello del cellulare e’ possibile chiedere una connessione ad un altro cellulare purchè vicini. Chiarito il mistero e salutato mio marito cominciavo ad essere eccitata. La coppia tedesca pensava la stessa cosa che pensavo io ed erano..disponibili. Ma io non sapevo come reagire..Cosa fare. Ero combattuta dal fare il primo passo o aspettare…
Sono uscita dalla mia stanza …e mi sono messa a passeggiare nel corridoio del piano. Passano pochi minuti e vedo aprire la porta della loro stanza. Esce lei. Si ferma fuori alla sua porta e incrociando il mio sguardo mi fa un salutino con un sorriso accattivante. Ricambio il sorriso. Lei viene verso di me. Io vado verso di lei.
Appena vicine..senza profferire parole, tra l’altro per me incomprensibili, mi prende dolcemente e, sempre nel corridoio, mi bacia in bocca. Mi infila la lingua come fosse un pene e la lascia roteare nella mia bocca tenendomi stretta a se. Un bacio lungo, trasgressivo che mi ha letteralmente stordita. Ero bagnata, ero impacciata ma con tanta voglia di voler continuare. Mi faccio coraggio, la prendo per la mano e mi avvio verso la mia stanza. Appena dentro chiudo la porta e questa volta sono io ad afferrare lei per baciarla e infilarle una mano tra le cosce. Anche lei era bagnata!!! Ci siamo stese sul letto e sempre in silenzio abbiamo continuato. Dopo il bacio in bocca piu’ trasgressivo che mi fosse mai capitato di dare abbiamo iniziato a toccarci le tette a vicenda, a succhiarle e leccarle sino a far un 69 classico. L’unica differenza che nella mia bocca c’era una splendida vagina al posto del canonico membro maschile. Trascorsa quasi un’ora e goduto entrambe abbondantemente Erika, il suo nome, deve avermi chiesto di andare nella sua stanza. L’ho capito perché mentre parlava sia avviava, tenendomi per mano, verso l’uscita della camera.
Infatti mi ha portato nella loro stanza. Mi ha fatto sedere. Lui era steso sul letto in boxer. Lei gli parlava, suppongo che riferisse l’accaduto. L’ho immaginato perche mentre lei parlava il gonfiore tra i suoi boxer era evidente. Talmente evidente che Erika glielo ha tirato fuori iniziando a succhiarlo. Un membro bellissimo, sui 25 cm. Mentre lei succhiava mi ha guardato facendo segno con la mano di avvicinarmi a lei. L’ho fatto. Mi ha tirato la testa verso la sua bocca facendomi unire a lei per continuare insieme quanto da lei iniziato. Ci slinguavamo io ed Erika col membro del marito…Lui ansimava, gli piaceva e nel contempo mi ha messo una mano tra le cosce insinuandosi dentro sino a masturbarmi. Era abilissimo. Lui diceva delle cose a lei che non capivo. Ma quando lei mi ha fatto girare alla pecorina, ho capito che le chiedeva di penetrarmi!!
E’ entrato prima dolcemente con un ritmo davvero estenuante. Lo volevo piu dentro e mi inarcavo per farlo entrare. Erika si e’ messa con la testa sotto, tra le mie cosce, per poterla leccare a me e a lui mentre sprofondava col ritmo che andava aumentando. Poi lui lo ha tolto lasciando solo la lingua di Erika che slinguettava come fosse un uccello. Intanto Lui si stava piazzando da dietro. Mi titillava con le dita l’ano. Mi piaceva, avevo paura tanto era grande. Ma lo volevo. Mi ha introdotto la lingua inumidendomelo. Bella sensazione. Avevo una lingua davanti e una di dietro…contemporaneamente.
All’improvviso non sento piu la lingua di dietro ma due mani che tenevano allargate le mie natiche.
Incredibilmente in un solo colpo me lo ha infilato nel culo!!! Un dolore enorme ma un piacere grande. Lei leccava davanti e lui mi sfondava di dietro. Non si sono mai fermati. Ho goduto tantissimo e l’ultimo orgasmo e’ stato iniseme a lui quando mi ha inondata un getto abbondante di sperma nel culo.
Tutto questo senza aver mai scambiato nemmeno una parola.
All’improvviso non sento piu la lingua di dietro ma due mani che tenevano allargate le mie natiche.
Incredibilmente in un solo colpo me lo ha infilato nel culo!!! Un dolore enorme ma un piacere grande. Lei leccava davanti e lui mi sfondava di dietro. Non si sono mai fermati. Ho goduto tantissimo e l’ultimo orgasmo e’ stato iniseme a lui quando mi ha inondata un getto abbondante di sperma nel culo.
Tutto questo senza aver mai scambiato nemmeno una parola.
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16 years ago
admin, 75
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Solo un amico
Guido stanca per la nottata appena trascorsa.. ho dormito 4 ore e mi aspetta una giornata intensa in università. Il mio risveglio è stato dolce, con tanti baci sul collo e sulle guance; non volevo proprio aprire gli occhi questa mattina, ma quei baci mi riportarono alla realtà. Mi è sempre piaciuto dormire da lui… il suo appartamento, una mansardina al terzo piano di un palazzo con le travi in legno a vista, mi fa sentire tranquilla e serena.
Ormai ci conosciamo da 7 anni. Il rapporto che mi lega a lui è particolare, strano.. mi ha insegnato e dato tanto; ma mi ha fatto anche tanto male. Non sono innamorata di lui. Ciò che lo fa apparire così importante ai miei occhi è stato il dono che gli ho concesso quando ci siamo conosciuti.
Allora ero una ragazzina di 16 anni, sicuramente vogliosa di esperienze nuove, ma più che altro in cerca di amore… di tanto amore. Non un amore struggente, passionale ma un amore paterno che sapesse consolarmi e aiutarmi in quel periodo così complicato della mia vita. Credo che egli, ancora oggi, non sappia il perché mi sono concessa a lui così giovane ed inesperta, come un’allieva si pone nelle mani del maestro per essere creata come un vaso d’argilla. Oggi l’allieva ha superato il maestro. Potrei staccarmi da lui ma non ci riesco.
In questi 7 anni non ci siamo mai aperti più di tanto l’uno all’altra; lui persona estremamente riservata fino a farmi esasperare, e io ragazza allegra e vivace messa sempre in soggezione da questo suo fare misterioso.
Questa notte vuole giocare in cam.. chatta con persone sconosciute, desiderose di ammirare spettacoli che accendano le loro fantasie. Mi esibisce come un trofeo; mi bacia in modo provocatorio consapevole di avere degli sguardi vogliosi addosso. Si connette una ragazza con cui chattiamo da un po’: “ciao, siamo insieme” . Ma non vuole chattare… vuole sentire la sua voce mentre gli prendo il membro in bocca.
Mi piace farmi sottomettere ma non sono la sua schiava e lui non mi tratta come tale. Gli piace solo comandare. Sa perfettamente che se mi prende con forza per i capelli e mi mette il suo sesso di fronte agli occhi glielo succhierò con passione. Mi eccita.
Parla con questa ragazza mentre gli regalo un forte piacere… le dice cose sconce, la fa eccitare e a quelle parole mi eccito anch’io. Ma perché, allora, sono così arrabbiata? Sento che si rivolge a lei esattamente come fa con me quando mi possiede; sono IO la sua troia!! Vorrei stringere i denti, non forte, ma quel poco che basta per fargli leggermente male e invece viene.. nella mia bocca, sul mio viso.
Vado in bagno a sciacquarmi il suo seme dal viso, e la mia rabbia dal cuore. Mi guardo allo specchio. Non sono innamorata di lui.. mi fa solo così arrabbiare. Quando sono a casa sua diventa tutto relativo: divento un’altra persona, spesso taciturna e pensierosa ma estremamente serena che al momento giusto sa diventare un’amante passionale trasportata dalla sua personalità dominatrice. Mi ritrovo sovente a fissarlo in quello che fa, nei suoi gesti, nel sonno, sperando di carpire con lo sguardo quello che lui non vuole far trasparire.
Non sono innamorata di lui… ma sta notte è stata fantastica. Spenta la luce, ci corichiamo e con uno strattone mi trae a sè. Non amo dormire abbracciata al proprio partner, fidanzato , marito o amico a differenza delle altre donne.
È stato sempre molto autoritario nel suo modo di fare.. anche quando decide di lasciarsi andare in dolci effusioni resta comunque padrone della situazione.
Gli piace prima di addormentarsi tenermi tra le sue braccia; sdraiati su di un lato, lui dietro e io davanti, con un braccio che mi passa sotto il collo e l’altro che mi avvolge le spalle, le nostre mani si cercano, le dita si incrociano tra loro. Sento i suoi sospiri sui miei capelli, sul mio collo…
Sta notte non faccio fatica ad addormentarmi stretta a lui. Mi assopisco coccolata dalle sue braccia. Questa mattina il suono della sveglia mi ha riportato alla realtà… i suoi baci cercano di rendere meno duro quel suono che ha interrotto questa splendida nottata.
Una volta alzati dal letto lui torna ad essere l’uomo misterioso che tanto mi fa arrabbiare e in me ricompare la consapevolezza che resterà per sempre solo un “amico”.
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16 years ago
admin, 75
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Fantastica susy
Frequentavo Susanna da circa 4 mesi. La nostra storia era decisamente improntata al sesso. Non che mancasse intesa anche fuori dalle lenzuola, però era evidente che l'attrazione fisica aveva dato non solo il via alla nostra relazione, ma ne forniva anche una costante, intensa ed eccitante alimentazione.
Facevamo sesso ogni due giorni circa, e comunque ad ogni occasione propizia. Ci capitava di farlo un po' ovunque: in pieno giorno, in macchina, in una piazzola di sosta in autostrada; nei bagni di un ristorante; a casa di amici sempre di nascosto in bagno; una volta mi fece persino una sega sedendosi sopra di me e mettendomi con discrezione una mano nei pantaloni in un pub a notte inoltrata. In treno, adorava trovare lo scopartimento vuoto, chiudere le tendine e chinarsi fra le mie gambe spompinando avidamente l'uccello. Aveva sempre voglia. E io certo non mi tiravo indietro!
Ricordo una volta che ci incontrammo in piazza castello e dopo il bacio di benvenuto mi guardò con i suoi occhi neri e scintillanti, spinse verso la mia faccia il suo decoltè prosperoso ed esageratamente scollato sussurrandomi: "ho voglia del tuo cazzo".
Era il sogno erotico di qualsiasi persona di sesso maschile si trovasse lì in quel momento!
Ricordo che ci dirigemmo verso un bar piuttosto grande, finendo praticamente subito in bagno. La presi da dietro, stantuffandola per una decina di minuti fino a farla venire. Quella volta io non arrivai all'orgasmo. Ricordo che volevo solo farla ululare sommessamente di piacere. La scopavo così spesso che talvolta non ero realmente intezionato a venire. Mi dedicavo allora al suo sommo piacere. Mi piaceva soddisfare le sue fantasie e qualche volta mi spingevo anche un po' oltre i miei effettivi gusti o pudori. Ma con lei tutto era davvero possibile.
Altre volte era stata lei a soddosfarmi uscendo un po' dai suoi schemi (se mai ne avesse avuti!); una volta, in treno, mentre si era chinata per spompinarmi, le chiesi di denudarsi completamente. Lei era restia perchè temeva che comunque qualcuno potesse aprire la porta dello scompartimento, alla ricerca di un posto. Ma era proprio questo che a me eccitava particolarmente. Insistetti e lei allora si denudò completamente. Il suo seno prosperoso, una quarta abbondante, stava su bello dritto da solo. Era senza dubbio rifatto. Ma rifatto bene. Non era eccessivamente innaturale. Certo è che una quarta di seno, avrebbe dovuto pendere leggermente di più. La forma vagamente a punta accentuava però la sensazione che stesse su bello dritto. Le gambe erano ben tornite e culminavano nel pube rasato a zero, dalle labbra gonfie e sporgenti. Il clitoride prominente sembrava un invito a possederla con la bocca prima ancora che con il pene.
I capelli lunghi e lisci le si appoggiavano sulle spalle, e quando si chinò sul mio uccello spinse il suo culo all'insù, statuario, tondeggiante e liscio come una pesca matura. Mi sponpinò per qualche minuto, poi il treno rallentò vistosamente in prossimità di una stazione. Non doveva fermarsi... trasitava solo molto lentamente.
Susy mi stupì, quando si sfilò l'uccello di bocca, si alzò in piedi e scostò le tendine del finestrino!
Il treno stava transitando in stazione, piena di gente, e lei si appoggiò quasi al vetro del finestrino masturbandosi il clitoride davanti a tutti! Io non potei fare a meno di finire il lavoro della sua bocca, con le mie mani... e venni praticamente istantaneamente. Poi scendemmo precipitosamente alla stazione successiva, per timore che qualcuno si fosse lamentato. Mi confessò più tardi che lo aveva fatto non perchè le piacesse, ma per farmi eccitare. Aveva capito che l'idea che qualcun altro l'avesse potuta vedere nuda, mentre faceva sesso con me mi eccitava. E decise sul momento di realizzare la mia fantasia! Ecco questa era Susy.
Quella sera stavo ripensando un po' a tutte queste cose, mentre mi dirigevo verso casa sua, per cena. Ogni volta cercavo di immaginare cosa avremmo combinato. E quasi sempre la realtà superava le mie fantasie.
Arrivai sul suo pianerottolo e suonai. Sentii la sua voce provenire dall'altra parte della casa: "entraaaa !! è apertooo !!".
In effetti girai la maniglia ed entrai. Il salotto era disseminato di suoi vestiti: la camicetta su una sedia, i pantaloni sul divano, il reggiseno sul tavolino e gli slip sull'uscio dell'anticamera. Sentivo l'acqua della vasca in bagno scorrere copiosamente. Era senz'altro in bagno a rinfrescarsi. Mi diressi verso di lei e quando entrai nell'anticamera che conduceva alla toilette da un lato e alla camera da letto dalla parte opposte, vidi una sedia rivolta proprio verso la porta del bagno, socchiusa.
Capii che Susy stava archietettando qualcosa... Stetti al gioco e mi sedetti comodo sulla seggiola, quindi salutai con tono ironico: "ciao Susy... ho visto un po' di disordine in salotto...". Mi rispose: "Ehm, si, si, ho avuto voglia di spogliarmi e girare un po' nuda per casa, poi metto a posto. Sto finendo di farmi un bagno caldo... se vuoi puoi stare lì sulla sedia e guardarmi un po'...". Con un piede si sporse fuori dalla vasca e aprii la porta del bagno lentamente. Era immersa nella vasca con la sua lunga e sensuale gamba ancora protratta verso la porta. L'ammirai in silenzio facendole percepire il mio sguardo lungo tutta la lunghezza della gamba.
Lei si portò una mano ad un seno e se lo massaggiò leggermente. Sapeva come eccitarmi con l'abilità di una troia professionista ! In effetti sentii qualche effetto delle sue movenze erotiche e provocanti, laggiù fra le mie mutande. Poi si alzò e si mise a cavalcioni della vasca, grondante di schiuma. Mi guardava fisso negli occhi, e portò la mano dal seno giù giù verso l'ombelico, e poi fino al monte di venere, iniziandosi a palpeggiare da sola. Socchiuse gli occhi per un attimo e poi mentre si passava le dita fra le grandi labbra, tornò a guardami intensamente negli occhi. Avevo l'uccello che stava pompando a mille fra le mutande! sentii il bisogno impellente di iniziare a masturbarmi con vigore, e così mi slacciai i pantaloni, senza toglierle gli occhi di dosso per un instante, e me li calai fino alle caviglie. Mi tolsi la maglietta per il suo gusto (sapevo che si eccitava molto guardando il mio petto nudo) e iniziai a massaggiarmi con vigore l'uccello da sotto le mutande. Stava crescendo a dismisura e ben presto trabordò dalla stoffa delle mutande, incontenibile. Mi sfilai le mutande restando completamente nudo e iniziai a masturbarmi selvaggiamente, mentre lei faceva altrettanto ammirando come mi sbattevo l'asta mentre la guardavo.
Era come se stessimo facendo l'amore... ma non ci toccavamo. Non c'era contatto fisico dei corpi, ma solo un'eccitazione mentale travolgente. Stavo inziando a godere come poche volte - persino con lei - avevo goduto, quando sentii dei rumori provenire da dietro le mie spalle. Mi voltai e vidi con stupore la porta della camera da letto aperta, e due donne e un uomo di colore incredibilmente dotato che si stavano godendo la scena, masturbandosi vicendevolemente !!
Il mio pene ebbe un sussulto, quasi un piccolo orgasmo pur senza sborrare, mi fermai un attimo e tornai a rivolgere la mia attenzione a quella gran maiala di Susy! Mi guardò sorridendo e disse: "Volevo farti una sorpresa... spero che apprezzerai... c'ho messo un mese ad organizzare questa orgia. Non sai quanto è difficile trovare persone serie per scopare tutti insieme !". Questa volta mi aveva davvero stupito. Ero eccitatissimo, e quasi temevo di rovinare tutto venendo troppo presto. Mi ripresi dopo qualche secondo di smarrimento e replicai: "Apprezzo, Susy, sei una grandissima maiala! questa sera meriti di essere scopata a ripetizione, di godere come un coniglio in calore!" - "Ahhh ero sicura che ti avrebbe fatto piacere! voglio vederti che scopi con Vale e Roberta!"
Non me lo feci ripetere due volte, e mi alzai dalla sedia. Mi buttai nel letto fra le tette e le cosce di Valeria e Roberta, e il cazzo gigante di Sam.
Iniziai ad aggrovigliarmi a loro senza quasi capire quale fica stessi leccando e chi mi leccasse il mio cazzo. Vidi ad un certo punto la bionda che sotto di me, assieme al Sam si baciavano leccandomi il pene fra le loro bocche. Io intanto stavo succhiando le tette di Valeria, la mora, che ansimava come nei film porno!
Poco dopo arrivò anche Susy e il groviglio si complicò ulteriormente... la vidi spompinare con voluttuosità il cazzo di Sam, che a stento le entrava per metà in bocca... Poi Susy si mise a pancia in su e allargò le gambe aspettando il più generoso. Guardai Sam e con un cenno di intesa lo feci andare avanti per primo... Volevo che Susy assaggiasse quel pene fuori dal comune. Statuario per proporzioni e consistenza...
Sam iniziò a stantuffare Susy come una locomotiva a piena velocità... la loro carne sbatteva vicendovolmente producendo gli eccitanti suoni del sesso. Io mi ero messo a guardare mentre Vale e la Roby stavano lesbicando fra loro a pochi centimentri dal mio pene. Susy intanto era letteralmente fuori controllo, ed emetteva gemiti di tutte le tonalità... "scopami, scopami, voglio il tuo cazzone tutto dentro, ah, si, sfondami davvero!"... sentivo il mio pene pulsare, credevo di venire solo guardandoli e sentendoli...
"Sì, bel cazzone, sì... sì... spingilo, sì... dentro... aaahhh.... mmmh.... spingi, spingi!"
A quel punto Sam la girò sul fianco mentre continuava a scoparle la figa senza sosta. Io capii e mi avvicinai con il mio cazzo di buone dimensioni, ma che al confornto del suo impallidiva in tutti i sensi...
Ma nella fica ci stava pensando già lui a riempirla a dovere, così appoggiai la cappella fra le chiappe di Susy cercando il buco del suo culo sudato. E iniziai a spingere con sempre maggior vigore finchè anche il mio membro la penetrò. Susy stava ululando di piacere! iniziò a muovere il bacino in modo inconsulto e frenetico, voleva sentire tutti i suoi cazzi dentro di sè!
Valeria intanto si era abbracciata a me e aveva iniziato a limonarmi in modo piuttosto osceno: le nostre lingue grondavano saliva sui corpi sudati, si cercavano, si esploravano senza ritegno e senza pudore. Sembrava mi volesse mangiare! Roberta invece si godeva lo spettacolo masturbandosi con un cazzo di gomma sbucato da non so dove... Susy venne di schianto, inondando entrambi i nostri cazzi con il suo umore. Godette a lungo e lanciando strilli di piacere incontenibile. Io e Sam godemmo quasi all'unisono. Lui tirò fuori l'uccello pochi secondi prima e sborrò copiosamente sulla faccia di Susy, che esausta cercava di leccare quanto più seme possibile, mentre ancora il suo corpo si agitava sotto i colpi ritmati del mio cazzo nel culo.
Venni, esplodendo fra le sue chiappe una quantità incredibile di sborra. Sembrava non finire mai. E quella che colava era sapientemente raccolta da Roberta che stava iniziando a venire anche lei, con il suo cazzone di gomma. Valeria intanto mi aveva sbattuto la sua fica leggermente pelosa e fradicia in faccia, agitandola sulle mie labbra. Dopo essere venuto iniziai a leccarla avidamente fino a farla venire, di lì a pochi minuti.
Quando finimmo eravamo tutti e cinque esausti sul letto. Nudi, sudati, grondanti di saliva, sborra e caldi umori vaginali. Dopo circa una mezz'oretta riprendemmo le danze, scambiando le coppie e continuando a leccarci, a succhiarci e a masturbarci a vicenda.
Sembravamo non voler smettere più, ed in effetti con le dovute pause di riposo, tirammo le 3 del mattino.
Frequentai Susy in modo stabile ancora per alcuni mesi, ma col passare del tempo gli incontri si facevano sempre più saltuari. Oggi capita ancora di sentirsi qualche volta, quando abbiamo bisogno di organizzare qualcosa a tre o quattro, o anche solo per una scopata fatta come si deve. E devo dire che la lontananza, a volte anche più di un anno, giova parecchio all'esplosione sessuale che riusciamo a produrre quando ci ritroviamo.
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16 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
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Malizia
Giovanna e Nicola non li sentivamo da tempo,tanti reciproci impegni di lavoro la loro prole e il tempo che manca purtroppo spesso x riuscire a coltivare un'amicizia ci avevano impedito futuri incontri.Io e lui eravamo in un periodo molto impegnativo dal lato professionale,la carriera che stavamo intraprendendo nella ns societa' ci lasciava pochissimo tempo da dedicare persino a noi stessi.Giovanna e nicola li avevamo conosciuti in internet,erano una bella coppia,molto affiatati,innamoratissimi come noi.Convivevano da 12 anni,avevano due figli che chiamavano amorevolmente le loro pesti ma che amavano col cuore.Lavoravano nell'azienda del padre di Giovanna entrambi,un'azienda leader nel settore,impegni a non finire,stress ma cmq tante soddisfazioni ma come noi pochissimo tempo a disposizione.Avevano una bellissima villa sul lago maggiore,diverse volte ci avevano invitato e compatibilmente coi ns impegni eravamo andati a casa loro.Era un venerdi' sera,io e mio marito eravamo esausti,non vedevamo l'ora di andare a riposare.Alle 20 squilla il mio cell.stiamo x cenare.Rispondo in fretta e furia,è Giovanna,dolcissima come sempre,voce squillante,la riconosco subito.Ci invita se ovviamente vogliamo x il week a casa loro.Non ne abbiamo nessunissima voglia ma dopo sue insistenze accettiamo.L'amicizia x noi è un valore fondamentale e veri,sinceri amici non li vorremmo perdere x nulla al mondo.Giovanna e Nicola sono una coppia stupenda dal lato umano.Il sabato mattina siamo a casa loro,Giovanna ci apre la porta,indossa una vestaglia da camera nera in pizzo,sotto intravedo tanga traforato e reggiseno nero in pizzo.Ci abbraccia e si scusa di presentarsi in desabie' mi sono appena svegliata Francy mi dice.Ci fa' accomodare in salotto,la osservo,la scruto,è bellissima,capelli biondi raccolti a chignon,viso radioso come sempre,pelle di velluto che nella luce fioca del mattino delineano i lineamenti dolcissimi del suo corpo statuario.Pare una dea.Sei dimagrita molto Gio' le dico.Anche tu Fra' sei in forma,dall'ultima volta in cui ci siamo viste ho perso 13 kg.Sale e si scusa in camera x cambiarsi,Nicola è ancora a letto,è un pigrone mi dice sorridendo.Prendiamo un caffe' e dopo un quarto d'ora circa Gio' scende,è in abito lungo fuxya,capelli che paiono d'oro sotto i raggi del sole che invadono la stanza.Nicola scende poco dopo.Alto,capelli nerissimi e volto radioso come sempre,ci abbraccia entrambi,conversiamo x un'oretta circa.Andiamo Fra' mi dice Giovanna fa' gia' caldo,vieni in piscina,ci rifreschiamo un po'.La loro casa ha una bellissima piscina,i genitori l'hanno fatta costruire anni fa' poi con tanti sacrifici l'hanno fatta diventare una bellissima villa,piscina,campo da tennis,darsena x il loro natante.Non ho il costume le dico,come faccio a fare il bagno?Non preoccuparti Fra' mi dice ormai abbiamo la stessa taglia o quasi,ti do' uno dei miei.Salgo in camera con Gio',mi apre il guardaroba,osservo i bellissimi abiti che acquista sempre e solo esclusivamente a Milano tutti grandi firme.Mi fa' scegliere fra i tantissimi costumi da bagno che possiede,sono in imbarazzo,lei ovviamente se ne accorge e sceglie lei x me.Costume nero tanga lucido firmato.Fra' mi dice indossalo questo è la tua misura,l'ho comprato due anni fa' poi sono dimagrita ancora e ora non mi sta' piu'.Mi spoglio,Gio' mi guarda,hai un corpo bellissimo Fra' mi dice,stai bene sai, eri carina anche quando eri piu' formosa ma ora sei bellissima.Arrossisco quasi,lei mi scruta,a volte scorgo nei suoi occhi un lampo di desiderio.Tolgo tutto,resto nuda davanti a Gio',anche lei ora si spoglia x indossare il costume,un seno formoso alto e turgido,depilata completamente,pelle lucida e vellutataSei stupenda le dico,mi ricambia con un dolcissimo sorriso e sguardo intenso.L'osservo intensamente e lei pare mangiarmi con gli occhi.Scendiamo e ci tuffiamo in piscina.Nicola e Mauro mio marito ci raggiungono.Dopo due vasche mi attacco al bordo della grande piscina.Ora sto' meglio Gio' le dico.Pare una sirena dolcissima,i biondi capelli col riflesso del sole e nell'acqua fanno di lei una dea.Non l'avevo mai notato dopo vari incontri.Ora osservandola mi sento intrigata,quasi eccitata.Gio' si avvicina,sei bella Fra' mi dice,Mauro è un uomo fortunato ad avere te.Mi accarezza,mi tocca il seno,resto immobile,quasi allibita ma al contempo eccitata.Non lo do' a vedere ma i miei capezzoli svettano dal costume succinto e non posso nasconderli.Gio' si fa' sempre piu' intraprendente,ricambio le carezze.Ora scende dal mio seno e sotto l'acqua mi accarezza il pube,dolcemente mi toglie il reggiseno del costume,accarezza i capezzoli turgidi e vogliosi,la mano poi scende dolcissima Gio' le dico cosi' non resisto a lungo.Lei non proferisce parola,mi bacia,mi spoglia e resto nuda sott'acqua.Mi eccita,mi fa' impazzire.Amore mi dice vieni,torniamo in salotto,prima una bella doccia per togliere il cloro.Nicola e il mio lui mi osservano quasi increduli ma vedo dai loro occhi l'eccitazzione.Gio' mi prende per mano,si spoglia completamente e facciamo la doccia assieme,mi lava lei,accarezza la mia pelle con le mani,pare velluto la sua pelle.Loro continuano ad osservarci poi con l'accappatoio andiamo in salotto.Sul sofa' Gio' mi bacia,mi scosta lentamente l'accappatoio e succhia i miei capezzoli,Nicola e Mauro sono seduti di fianco a noi,Ora Nicola mi tocca Mauro spoglia lentamente Gio' eccitatissima,succhia dolcemente i suoi capezzoli turgidi e la fa' gemere dal desiderio.Finiamo in camera tutti assieme,Gio' mi apre le gambe,lecca e succhia avidamente il mio clito,gemo,urlo,la imploro di possedermi,voglio essere tua gioia le dico. Mi sale sopra ed assaporo i suoi dolci umori,la lecco,la succhio e con le labbra e la lingua la faccio urlare.All'improvviso estrae da sotto il cuscino un grosso strap on che cosparge di crema,mi gira e mi possiede alla pecorella,sento i suo colpi profondi,sto' impazzendo dal piacere,Mauro da dietro le tocca il seno,Nicola da sotto succhia i miei capezzoli,sto' godendo,sto' urlado,sto'impazzendo dal piacere.Mi toglie il grosso fallo e sento all'improvviso penetrarmi ancora,mauro mi sta' possedendo mentre nicola possiede gio',godiamo assieme dopo un'oretta circa,i miei caldi umori e quelli di Gio inondano il letto e il piacere raggiunge l'apice.Un'amicizia vera e sincera ci legava e continua e legarci,ora anche qualcosa in piu'.Un'attrazzione fisica bellissima.
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16 years ago
iltulipanorossocp1,
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Last visit: 13 years ago
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La singola
Mi ritrovo nel mio letto a chattare con un mio amico a raccontargli quello che ho appena vissuto.. sento male dappertutto e mi sento davvero stremata. Quando ho ricevuto l’invito ad andare da loro questa sera non mi aspettavo una serata così trasgressiva.
La prima volta che ho visto Francesca e Nicola lavoravo ancora presso una negozio di intimo e calze in un centro commerciale della provincia; mi avevano avvisato la sera prima che sarebbero passati a trovarmi al lavoro perché erano curiosi di conoscermi. Avevo chattato poco con loro, prima di quell’incontro, e per msn non erano riusciti a starmi molto simpatici. In chat una persona o una coppia o mi sta simpatica subito o è difficile accendere le mie voglie o fantasie dopo. Abitando però nella stessa città e avendogli detto il luogo dove lavoravo mi sembrava brutto dire loro di non passare a trovarmi; alla fine un caffè insieme si poteva anche prendere, non mi avrebbe cambiato la vita.
L’unica mia paura era la reazione di lei.. in chat mi aveva detto di essere molto spinta e che le piaceva giocare con le ragazze nei posti insoliti, mi aveva chiesto se in negozio da me avrebbe potuto provare un capo intimo magari con il mio aiuto.. ero terrorizzata dall’idea che potesse fare qualcosa che mi mettesse in imbarazzo di fronte alle mie colleghe, ignare in tutto e per tutto di questi giochi maliziosi e intriganti che affollavano la mia mente da un paio di mesi e che avrebbero rovinato la reputazione da brava ragazza che aleggiava intorno a me se qualcuno ne fosse venuto a conoscenza. Le spiegai i miei timori, pregandola di non fare nulla che potesse mettermi in imbarazzo; mi tranquillizzò dicendo che non stava cercando problemi ma voleva solo una bella amicizia senza mettere a disagio nessuno.
In quel periodo lavoravo la mattina in un centro commerciale e il pomeriggio in un altro. Non ci si poteva vestire come si voleva ma bisognava rigorosamente mettere la divisa del negozio: pantaloni e maglia nera con il logo dell’azienda con uno scollo a V, un po’ troppo accentuato per il seno prosperoso che mi ritrovo, che veniva chiuso da una bottone a clip che regolarmente si apriva ad ogni mio movimento ed evidenziava ulteriormente la scollatura. Quel giorno, un giovedì per l’esattezza, ero arrivata da poco in negozio pieno di scatoloni di merce nuova da sbollare e sistemare alla bene e meglio nel magazzino fino a quando non avremmo tolto i costumi in esposizione nel punto vendita. Iniziai senza indugio il mio lavoro e tempo 5 minuti entrò in negozio una ragazza carina, alta quanto me, minuta con i capelli castano scuri, ricci e lunghi fino alle spalle, occhi verdi, con il classico seno che sta in una coppa di champagne. Si avvicinò e salutandomi mi chiese con un po’ di imbarazzo: “tu sei Giulia?” le sorrisi capendo subito che era la lei di coppia e a quel punto tranquillizzandosi dal fatto di avere trovato la persona giusta si presentò: “Sono Francesca, piacere di conoscerti. Nicola è qui fuori”. Il giorno prima mi aveva detto che sarebbe entrata in negozio da sola, lasciando il suo ragazzo fuori per non mettermi troppo in imbarazzo e perché le conoscenze preventive le voleva fare lei con le ragazze, in quanto le piacevano davvero molto. Restammo li a parlare appoggiate ad un tavolino all’interno del punto vendita fino a quando anche il suo ragazzo entrò , si avvicinò a noi e si presentò; parlammo in negozio come vecchi amici fino a quando tornò la mia collega dalla pausa e ne approfittai per andare al bar a bere un caffè con Nicola e Francesca.. nel tragitto verso il bar la conversazione iniziò a spingersi su argomenti un po’ più tabù. Iniziarono a raccontarmi come si erano conosciuti loro, le esperienze che avevano fatto e che Francesca era molto spinta in questi giochi, le piaceva condurre il gioco e dominare sulla donna oltre con la sua presenza anche con strap on e giochini vari. Seduti al tavolino del bar notavo che sia Francesca che (e soprattutto) Nicola guardavano insistentemente verso quella scollatura che non voleva stare chiusa. Più volte in chat mi avevano detto che ad entrambi piaceva il seno prosperoso ed evidentemente il mio piaceva parecchio.. quando Nicola si rese conto che avevo notato la sua insistenza nel guardarmi le tette cercò di distogliere lo sguardo ma notavo che benché si sforzasse il suo sguardo continuavo a cadere tra le pieghe della mia maglietta. Rimanemmo un altro po’ a parlare della nostra vita, del lavoro e degli hobby dopo di che mi riaccompagnarono al mio negozio e ci salutammo con due baci promettendo di risentirci presto.
Ripenso a quel primo incontro in questa serata così strana e sento il mio culo bruciare ancora.. quanto me l’hanno scopato quei due!! Ad un certo punto pensavo davvero di non sopportare più quel cazzo e quelle dita che mi hanno scopato in tutto i modi, ma quanto ho goduto! Quando oggi pomeriggio Francesca mi ha chiesto se andavo da loro sta sera non avevo ben capito cosa avevano in mente. Fin dal primo incontro mi avevano detto che prima del sesso cercavano un’amicizia sincera, pensavo fosse un invito a cena come un altro per scambiare 4 chiacchiere e conoscersi un po’ meglio.
Lunedì pomeriggio ero davanti al pc cercando di studiare qualcosa quando mi si aprì una nuova finestra di conversazione; era Francesca che mi chiedeva come stavo e dicendomi che la sera avevano la casa libera e se volevo andare a cena da loro. Le dissi che si poteva fare, mi ero trovata bene in loro compagnia e mi avrebbe fatto piacere approfondire l’amicizia. Mi chiese se il cinese per cena potesse andare bene e se avevo preferenze sul tipo di bevande da bere. Ci demmo appuntamento per le 20.30 ad un benzinaio dove mi sarebbero venuti a prendere per poi scortarmi fino a casa loro.
Quando iniziò ad avvicinarsi sera mi andai a fare la doccia per prepararmi alla serata e finito di lavarmi presi la lametta e mi depilai la fighetta sapendo che a lei piaceva molto completamente depilata; uscita dalla doccia aprì il mio armadio e iniziai a tirare fuori i vestiti che avevo, incerta su cosa mettermi.. inizialmente misi un paio di collant bianchi con una gonna jeans, un corpetto bianco che si abbinavano ai collant e una camicetta con le decolté nere con tacco a spillo. Guardandomi allo specchio però mi resi conto che era veramente troppo sfacciato quel modo di vestire.. sembrava quasi voler dire “sono una troia, fate di me ciò che volete”. Optai quindi per dei pantaloni neri al posto della gonna.. decisi comunque di tenere le decolté e il corpetto e coprirmi solo con una giacchetta bianca non troppo scollata; per finire mi legai una parte di capelli con una molletta lasciando i più lunghi cadere dietro le spalle e due ciuffi più corti incorniciarmi il viso, allacciai al collo un collier di Swarovski colorati regalatami da mia madre il giorno del mio diploma con abbinati due orecchini pendenti dagli stessi colori vivaci. Prima di uscire mandai un sms a Francesca e Nicola dicendo che stavo partendo da casa mia e che sarei stata al benzinaio entro 20 minuti infilai l’impermeabile rosso presi la borsa e uscì di casa. Non ero per niente tesa, guidavo tranquillamente verso il posto del nostro appuntamento canticchiando le canzoni che venivano trasmesse alla radio. Arrivai al distributore ben 10 minuti prima dell’ora prestabilita, non sapevo se mandare un sms per comunicare che ero già li o aspettare. Aspettai 2 minuti dopo di che mi decisi a scrivere un messaggio: “sono già qui”. Nemmeno 30 secondi e iniziò a squillarmi il cellulare.. risposi.. era Nicola “ciao Giulia, mi spiace se ti faccio aspettare; le signore non dovrebbero mai attendere, sono un po’ in ritardo, 5 minuti e sono li”. Riattaccammo la conversazione, ora iniziavo a sentire un po’ di nervosismo.. guardavo costantemente lo specchietto retrovisore per vedere se sopraggiungeva qualche automobile. Giocherellavo con le chiavi della macchina e avevo una gamba che continuava a trotterellare, non riusciva a stare ferma. Alle 20.30 in punto vidi una macchina arrivare e mi squillò il cellulare.. non feci nemmeno in tempo a dire pronto che sentii dall’altro capo del telefono “Tigra gialla??” stavo per rispondergli in maniera affermativa quando vidi sulla destra una macchina che mi si affiancò: era Nicola che mi salutò e mi fece cenno di seguirlo con una mano. Caspita quanto correva! Non capivo se era lui ad andare ad un velocità spropositata, se ero io che con i tacchi facevo fatica a guidare o se era l’agitazione per quella serata che era appena cominciata. Percorremmo 5 minuti buoni di strada tra tangenziale, stradoni e case. Arrivati di fronte ad un palazzo si fermò e mi indicò un posto libero, capii che eravamo arrivati a destinazione e che dovevo parcheggiare dove mi aveva segnalato lui. Nicola andò a parcheggiare poco più indietro di me e si fermò davanti al cancello di casa sua ad aspettarmi. Scesi dall’auto, la chiusi e mi diressi verso di lui che mi salutò dandomi due baci sulle guance mentre il suo sguardo cadde sul mio seno coperto dalla giacchetta. Iniziammo a parlare di come erano andate le rispettive giornate mentre apriva il cancelletto e il portone del palazzo e mi invitò ad entrare.. il rumore dei miei tacchi rimbombava nell’atrio del palazzo, percorremmo le scale sempre parlando del più e del meno fino ad arrivare davanti alla porta del suo appartamento. Mi aprì la porta e mi ritrovai in un salone medio-grande, che comprendeva una bella cucina spaziosa sulla sinistra e due divani a mo’ di salottino sulla destra; la casa era un po’ in subbuglio ma vivibile, Nicola si scusò per il disordine che regna sovrano in casa. Per tranquillizzarlo gli risposi “ah, non preoccuparti, dovresti vedere camera mia!”.
Chiamò Francesca che era in un’altra stanza della casa, mi apparve davanti con indosso solo un maglione largo almeno 4 taglie più della sua, probabilmente di Nicola e mi salutò con i soliti due baci sulle guance. Mi dissero di mettermi comoda e mi chiesero se avevo qualche preferenza su cosa bere; ci sedemmo intorno al tavolo della cucina e iniziammo a discutere su cosa ordinare da mangiare dal cinese. Una volta deciso cosa mangiare, Nicola diede un bacio a Francesca sulle labbra e uno sulla guancia a me e uscì per andare a recuperare la nostra cena lasciando noi ragazze da sole in casa. Eravamo una di fronte all’altra sedute al tavolo, sembravamo due vecchie amiche che parlavano dei problemi quotidiani che assediavano la vita di tutte le persone; si alzò per andare a prendere una bottiglia di vino bianco e dei bicchieri puliti ne versò un goccio e facemmo un cin cin per festeggiare questo incontro. Poi si sedette sulla sedia vicino alla mia.. inizialmente stavamo indietro con i corpi che comunicavano un po’ di timidezza (almeno da parte mia), stavo con le braccia conserte, appoggiata allo schienale della seggiola e giocherellavo con il bicchiere nel quale mi aveva versato il vino; man mano che chiacchieravamo mi lasciai andare mi tesi verso di lei e mentre si scherzava sulla poca voglia di studiare mi appoggiò una mano sul braccio e mi disse “secondo me sei una brasa querta!” le chiesi cosa volesse dire e mi spiegò che in dialetto significa “brace coperta” riferito al fuoco che sta per spegnersi ma basta dargli una smossa per ravvivarlo. Mi misi a ridere. Questo non me l’avevo detto mai nessuno, anzi spesso mi dicevano che avevo una faccina da furba… ora la guardavo senza imbarazzo eravamo molto vicine, nella mia mente passò la voglia di darle un bacio appassionato ma proprio in quel momento sentimmo la chiave che entrò nella toppa della serratura. Era Nicola tornato con la nostra cena; “hai fatto presto” disse Francesca quasi dispiaciuta che fosse già tornato.. effettivamente un po’ dispiaciuta lo ero anch’io, avrei voluto metterle la lingua in bocca e assaggiare il suo sapore. Nicola e Francesca iniziarono a preparare tavola, portarono in tavola le cibarie cinesi e iniziammo a mangiare. Nicola era curioso di sapere cosa ci eravamo dette in sua assenza, forse sperava che fosse già successo qualcosa tra noi due, e Francesca ribadì il fatto che secondo lei fossi una “brasa querta”. Adesso i dialoghi erano quasi tutti condotti da Nicola che mi spiegava nel dettaglio le loro esperienze, il loro modo di pensare e di giocare. Venni a sapere che a Francesca non piacciono molto gli uomini a meno che non abbiano una fisionomia effemminata ma che in compenso le piace molto giocare con le donne, fare la dominatrice, farle godere; mentre Nicola mi diceva queste parole Francesca mi guardava con un sorrisetto compiaciuto quasi stesse immaginando di sottomettere la sottoscritta.. ricambiai il sorriso, poi tornai a guardare Nicola. Lo trovai nuovamente a fissarmi il seno insistentemente. Adesso iniziavo a risentirmi un po’ in imbarazzo sentendo i suoi occhi sulle mie tette e Francesca che mi fissava con quel sorriso stampato sulle labbra. Cambiammo argomento e iniziarono a fare domande su di me, sul lavoro che avevo quando c’eravamo conosciuti e che nel frattempo avevo perso per dedicarmi all’università.
Finimmo di mangiare conversando sempre amabilmente spaziando da argomenti più piccanti a quelli di tutti i giorni; restammo un altro po’ seduti a tavola fino a quando Nicola si alzò e disse che andava a coricarsi un po’ in una stanza della casa.. prima di uscire dalla sala si girò si avvicinò a me e mi disse: “scusa Giulia, ma è da quando ti ho visto la prima volta che lo voglio fare” e da dietro mi introdusse una mano sotto la giacca e iniziò a palparmi e massaggiarmi un seno. Mi irrigidì immediatamente e mi misi a ridere per scemare la tensione che sentivo.. Francesca mi sorrise e mi tranquillizzò: “non ti preoccupare lo fa sempre.. anche se ti incontra per strada in un luogo poco frequentato ti palperà il sedere o le tette, ma scherza”. Nicola tolse la mano dal mio seno e mi chiese scusa spiegandomi che aveva troppa voglia di toccare le mie tette, gli risposi di non preoccuparsi che non c’erano problemi; detto ciò sparì dalla sala e si diresse a sdraiarsi su un lettino in una stanzetta della casa. Rimasi sola con Francesca mi guardò e mi disse: “beh scusa, ma se l’ha fatto lui…” corse intorno al tavolo e da dietro allungo le sue mani verso il mio seno. Una volta prese tra le dita i miei seni esclamò stupita “ma quante sono?!?” riniziai a ridere.. cominciò a massaggiarli con sapienza, slacciandomi i bottoni della giacca e abbassando il corpetto scoprendo parzialmente il mio grosso seno. Si abbassò a baciarmi il collo fino a scendere a leccarmi e mordicchiarmi un capezzolo e un mugolio mi uscì dalle labbra… capendo che il suo trattamento mi eccitava parecchio continuò ad alternare baci sul collo e sui capezzoli. Girai la testa verso di lei e mi ritrovai le sue labbra a pochi centimetri dalle mie: subito ci avvicinammo e ci lasciammo trasportare da un bacio appassionato, le nostre labbra combaciavano perfettamente, le nostre lingue si attorcigliavano e sentivo l’eccitazione crescere mentre lei continuava a stimolarmi i seni. Smise di baciarmi e carezzandomi il collo con le labbra mi disse: “perché non ci spostiamo in camera da letto?”; acconsentì dandole un altro bacio.
Mi alzai con il seno ancora di fuori dal bustino e seguì Francesca verso la camera da letto; entrate nella stanza notò che Nicola ci aveva preparato il letto con cuscini e una coperta che andava a coprire il piumone onde evitare di sporcarlo durante i giochi. Mi tolsi le decolté ritornando alla mia altezza naturale.. ora potevo guardare negli occhi Francesca essendo più o meno alte uguali. Iniziò a baciarmi di nuovo sfilandomi la giacca e sbottonandomi il corpetto che era chiuso da tanti gancetti sulla schiena. Impaziente di vedere bene le tette libere da ogni costrizione arrivò a metà schiena e mi abbasso il bustino che le copriva ancora parzialmente. Si abbassò e le prese in bocca baciandole e mordicchiandole, e girandomi verso il letto mi ci buttò sopra, salì su di me e alternando baci tra il collo, il seno e la bocca mi mise una gamba in mezzo alle cosce strusciandola sulla mia fighetta che iniziava a bagnarsi notevolmente; mentre lei si occupò di slacciarmi i pantaloni io finii di sganciare i gancetti del mio corpetto e me lo sfilai di dosso. Francesca mi guardava in piedi ormai solo con gli slip indosso e prima di gettarsi su di me si tolse la grande felpa che la copriva e il perizoma di un colore rosso porpora. Ai miei occhi mi apparve un corpo asciutto e atletico, due tette piccole e sode con capezzoli turgidi ed una fighetta ben depilata con una triangolino di peli cortissimi intorno al suo clitoride.
Francesca iniziò a stuzzicarmi il clitoride da sopra gli slip cercando di scostarli per leccarmi e penetrarmi con un dito.. essendo molto aderenti e dando fastidio al suo lavoro decise di togliermeli per potermi masturbare meglio. Ritrovandomi completamente nuda iniziò a leccarmi la fighetta e i miei gemiti e sospiri iniziarono ad essere sempre più frequenti e irregolari; smise di leccarmi e si avvicinò al mio viso baciandomi con il gusto dei miei sapori ancora in bocca. Con la coda dell’occhio vidi Nicola entrare nella stanza, si avvicinò al comò dove era appoggiata la macchina fotografica e cominciò a fare foto a me e Francesca che giocavamo e ci accarezzavamo a vicenda. Fatte un paio di foto si sdraiò vicino a me iniziando a massaggiarmi le tette e a mordere con foga e forza i capezzoli, Francesca si alzò e baciò Nicola dicendogli che le piacevo molto.. io ero lì, completamente nuda, con le gambe spalancate a far vedere la figa totalmente rasata e loro in piedi di fronte a me a baciarsi; Nicola si staccò da Francesca e abbassandosi verso di me mi chiese “posso assaggiarti anch’io?”. Non detti nessuna risposta, reclinai la testa indietro e alzai leggermente il bacino per offrirmi meglio alla sua lingua vogliosa di sentire il mio sapore; si stupì di quanto fossi umida, si stese su di me e iniziò a strusciarmi il cazzo duro sulla figa.. ansimavo, gli facevo capire quanta voglia avessi di essere riempita da un cazzo, di godere e sfogare tutta la voglia che Francesca mi aveva messo addosso con la sua lingua. Me lo infilò dentro tutto d’un fiato mi sentì piena fino alle ovaie, iniziò a scoparmi violentemente e i miei mugolii si trasformarono in urla più lui pompava il cazzo dentro di me. Mi portai una mano davanti alla bocca per strozzarmi in gola quelle strilla e Nicola mi disse di urlare pure quanto volevo, che non c’erano problemi.. avvolsi le mie braccia intorno alle sue spalle per sentire meglio le forti spinte del suo membro dentro il mio ventre. Mi alzò le gambe sopra le sue spalle in modo che il suo fallo potesse affondare meglio dentro di me.. i primi colpi furono quasi dolorosi da quanto forti e profondi erano ma l’eccitazione e la voglia che provavo erano troppo alte per dirgli di smettere; mentre mi scopava disse a Francesca di salire sopra di me, sopra la mia bocca in modo tale che gliela potessi leccare per bene. Mi scavalcò e portò la sua fighetta davanti agli occhi, presi in bocca il suo sesso gonfio e voglioso di godere.. alternavo dei colpi di lingua con dei piccoli morsi al clitoride, fino a prenderlo in bocca come un piccolo cazzo. Sentivo il respiro di Francesca aumentare iniziando a gemere mentre Nicola, che mi stava ancora scopando, le palpava il seno e la baciava passionalmente, fino a quando iniziò a gemere sempre più forte e scoppiò in un orgasmo liberatorio. Mi sbrodolarono in bocca tutti i suoi umori che bevvi avidamente per poi stendersi di fianco a me commentando “mamma mia, stupendo.. è stata la ragazza più brava a leccarmela!” mentre il cazzo di Nicola continuava a stantuffarmi: a quelle parole sentì un po’ di imbarazzo non capendo bene cosa avessi fatto per averla fatta godere così tanto e le sorrisi.. ma ben presto l’imbarazzo sparì sotto i colpi di quel cazzo portentoso. Nel frattempo Francesca aveva iniziato a masturbarsi vedendo il suo moroso scoparsi un’altra e commentò: “dai continua così, questi gridolini sono fantastici”. Non sono mai riuscita a godere in silenzio, anzi sono molto rumorosa esprimendo così tutto il mio godimento, ed entrambi sembravano apprezzare molto il mio modo di vivere il sesso senza tabù. All’ennesimo colpo ben assestato di cazzo raggiunsi finalmente l’orgasmo anch’io, urlando tutto il piacere che stavo provando in quel momento. Francesca mi guardò e mi disse: “l’avevo detto io che eri una brasa querta” e Nicola per tutta risposta le disse: “ma lo sai, che le santarelline sono sempre le migliori”. Scoppiammo a ridere tutti e tre e lei mi prese in giro per come mi ero sciolta dopo l’orgasmo liberatorio dandomi un dolce bacio mentre il cazzo di Nicola giaceva ancora nella mia figa.. Francesca si alzò prese la macchina fotografica e fece qualche altra foto… il farmi fotografare mi eccitava ancora di più! Dopo di che si mise dietro a Nicola e iniziò a sollecitarmi lo sfintere… mentre mi scopava chiese a Francesca se voleva incularmi e lei acconsentì. Un brivido mi percorse la schiena… “come incularmi?!?lei?con cosa?” pensai. Da un cassetto tirò fuori uno strap on e mi disse che lei adora inculare le ragazzine vogliose come me.. Nicola disse che le avrebbe fatto strada per permetterle di scoparmi meglio, smise di fottermi e prese un gel lubrificante che servì a bagnarmi l’ano fino ad inserirmi un dito.. Francesca iniziò a baciarmi in bocca e con un dito mi sollecitava il clitoride per rendere meno doloroso l’ingresso nel mio buchino. Dopo un dito ne inserì un altro e poi un altro ancora, iniziavo a sentire davvero male e dalle mie labbra uscivano preghiere di smettere: “no, no basta”.. Nicola sentendo quelle parole mi toccò la figa e disse a Francesca “dice no, no ma è bagnata fradicia ‘sta zoccola” detto ciò si sdraio su di me e piano piano mi infilò tutto il cazzo nel culo.. ero rigidissima, sentivo un male terribile. Il suo cazzo non era tanto lungo ma aveva una circonferenza notevole che si fece sentire tutta nel momento in cui mi penetrò. Francesca era sempre affianco a me che mi baciava e accarezzava quasi volesse coccolarmi per sopportare quel dolore che sapeva bene che ben presto sarebbe diventato una piacevole tortura. In fretta, infatti, i miei lamenti per il dolore si trasformarono in gemiti di piacere e più gemevo, più Nicola aumentava il ritmo con Francesca che lo incitava ad andare sempre più forte perché voleva sentirmi gemere; prese la macchina fotografica e riniziò a fare foto.. sentendo il piacere vicino iniziai a sgrillettarmi e questo eccitò ulteriormente Nicola che sembrava apprezzare lo spettacolo e disse a Francesca “guarda come si masturba…” sentendo queste parole scoppiai in un altro orgasmo ancora più forte del primo! Nicola mi teneva per i capelli mentre continuava a scoparmi il culo disse a Francesca che dovevano tenermi stretta perché non era facile trovare una puttanella come me.
Finito di contrarmi per il piacere appena raggiunto, Nicola disse che ormai aveva fatto strada per lo strap on e chiese a Francesca se voleva prendere il suo posto: lei a quella richiesta prese il fallo finto e se lo legò intorno alla vita, lo lubrifico con un po’ di gel e lo accostò all’ano.. entrò con estrema delicatezza quasi non sentii dolore un po’ per il culo sfondato dal cazzo di lui un po’ perché i suoi gesti erano mirati esclusivamente al mio piacere. Senza nemmeno che me ne accorgessi mi ritrovai quel cazzo finto fino nell’intestino che iniziò a scoparmi lentamente e con molta goduria. Nicola fece qualche altra foto di quella scena che ai suoi occhi doveva essere molto eccitante, la sua ragazza che stava inculando una troietta che godeva come una matta.. mi portò il suo cazzo di fronte al viso e appena lo vidi tirai fuori la lingua e iniziai a leccargli la cappella.. ero ansiosa di fargli sentire che spampinavo bene allo stesso modo in cui leccavo una figa ma ero distratta dai colpi energici che ora mi impartiva Francesca nel culo. Nonostante ciò cercai di concentrarmi e porre la mia attenzione sul cazzo di Nicola che ora svettava di fronte ai miei occhi: aprì la bocca e iniziai ad andare su e giù su quell’asta dura, che poco prima mi aveva sfondato lo sfintere, alternando colpi di lingua sulla cappella a vere e proprie scopate nella mia piccola bocca. Iniziai ad eccitarmi ad avere il suo membro in bocca ma ben presto mi fece interrompere e Francesca smise di scoparmi; Nicola mi disse: “adesso ti facciamo provare la doppia”… ormai non mi spaventava più nulla ero in loro completa balia, solo vogliosa di godermi quella stupenda serata! Francesca si sdraiò e mi disse di sedermi su di lei, con un po’ di fatica cercò di introdurmi lo strap on in figa ed appena entrato fece partire una leggera vibrazione mentre Nicola da dietro si preparava a incularmi nuovamente; adesso mi ritrovavo faccia a faccia con Francesca che mi baciava, in quella posizione la dominavo e scesi a baciarle il collo per poi tornare a cercare la sua lingua. Un brivido mi percorse quando Nicola iniziò a spingere contro l’ano, adesso si anche avevo paura di essere aperta con un cazzo finto in figa e con uno di carne nel culo; quando però iniziarono a muoversi in simultanea bastarono due colpi per mandarmi in estasi.. mi ritrovai d’improvviso su un altro pianeta, vedevo immagini sconnesse che mi offuscavano la mente, stavo provando uno dei piaceri più intensi che una donna potesse provare e gli orgasmi si susseguivano uno dietro l’altro senza darmi tregua. Non so nemmeno per quanto tempo siano andati avanti a scoparmi in quella posizione, ero talmente presa da quella situazione che tutto divenne relativo, le mie urla iniziavano a perdere di intensità stremata dagli orgasmi che stavo raggiungendo. Sentivo Nicola darmi dei piccoli sculaccioni per poi andare in cerca delle mie tette e martoriare i capezzoli con le mani; disse a Francesca che non resisteva più che doveva venire ma lei lo pregò di resistere che voleva vederlo incularmi ancora, che le piaceva troppo vedere il movimento delle sue anche che andavano avanti indietro mentre il suo cazzo sprofondava nel mio culo. Detto ciò sfilò il suo cazzo dall’ano in modo tale che potessi alzarmi dal fallo che Francesca teneva intorno alla vita; ero stremata, sudata fradicia, approfittai di quella piccola pausa per togliermi l’orologio, il collier e gli orecchini che indossavo ancora dall’inizio dei giochi. Vedendomi così sudata mi porsero un asciugamano per potermi asciugare dal sudore che mi rendeva appiccicaticcia.. c’eravamo seduti tutti e tre sul letto e parlavamo amabilmente cercando di riprendere le forze. Scherzavano sul fatto che godessi così tanto e mi ripetevano “eh, avevi proprio bisogno di una bella ripassata” io ridevo, ormai non sentivo più l’imbarazzo per queste frecciatine sottili che mi lanciavano..effettivamente di una bella ripassata ne avevo bisogno sul serio!
Pensavo che ormai la fine dei giochi era vicina e invece Francesca mi guardò e con un sorrisetto sulle labbra mi disse “non penserai che sia finita qui? Ho comprato da poco un giocattolo nuovo…” prese dai piedi del letto un fallo doppio che sarà stato lungo una 50ina di centimetri. Raggelai.. “ma non vorrà provare a penetrarmi completamente con quel coso?!?” pensai. Per mia fortuna aveva ben altro in mente: mi fece sdraiare e iniziò a penetrarmi con una estremità del fallo, fattane entrare una buona ventina di centimetri iniziò ad introdursi nella sua fighetta l’altra estremità tra me e lei lo ingoiammo tutto nelle nostre fighette ora eravamo a diretto contatto, sentivo il suo sesso che si strusciava sul mio… più lei si muoveva e si contorceva dal piacere più io godevo per quel fallo doppio che ci stava procurando un piacere reciproco. Iniziai a dimenarmi e più sobbalzavo io più lo faceva lei.. stavo godendo così tanto dall’idea di darle piacere che non saprei nemmeno dire se raggiunsi l’orgasmo o meno. Dopo 5 minuti buoni che eravamo a strusciarci figa contro figa Francesca si alzò e iniziò a sfilarsi quel serpente che aveva in mezzo alle gambe costatando che era davvero lungo!
Non feci nemmeno in tempo a ritrovarmi il ventre vuoto dal suo nuovo giocattolo che Nicola mi penetrò violentemente col suo cazzo e riniziò a scoparmi con vigore, non era per niente stanco della doppia appena finita,anzi aveva tutta intenzione di farmi godere ancora molto.. Francesca si sdraiò affiancò a noi e iniziò a masturbarsi; ribadì il fatto che i miei mugolii e i miei gemiti la eccitavano terribilmente. “se continui a godere così mi fai venire subito” mi disse.. la eccitava da morire vedere che il suo uomo scopasse con tanto vigore una troietta come me e che io ci godevo di gusto. Nicola iniziò a darmi dei baci sulle labbra e io mi irrigidì nuovamente. Francesca nelle nostre chattate mi aveva detto chiaramente che non voleva che ci fossero dei baci con il suo ragazzo (era l’unico limite che aveva imposto)e vedere che lui si comportava così mi mise molto in difficoltà… poi capì che era una sfida nei confronti di Francesca. Mi baciava a fior di labbra e si girava verso di lei chiedendole se le dava fastidio; lei rispondeva in maniera negativa e di volta in volta Nicola mi affondava sempre di più la lingua in bocca… non sapevo davvero cosa fare i suoi baci mi eccitavano, ma non volevo che si rovinasse quella bella situazione che si era creata fino a quel momento e soprattutto non volevo mancare di rispetto a Francesca. Lei però non diceva nulla continua a toccarsi sentendo i miei gemiti dovuti a quel fallo che mi entrava fino alle palle, trasportata da questa situazione ad un certo punto disse “non mi da fastidio, baciala con passione”. Nicola si girò verso di me cercando di baciarmi ma trovò resistenza da parte mia e in un orecchio sussurrò “lasciati andare, a Francesca non da fastidio”: cercai lo sguardo di lei per avere un cenno di conferma da parte sua e vidi che era li a masturbarsi quasi al culmine del suo piacere. Mi lasciai trasportare da Nicola in un bacio appassionato, le nostre lingue si cercavano, giocavano mentre un nuovo orgasmo si faceva strada in me.
Non erano ancora finiti gli spasmi di quell’ennesimo orgasmo che estrasse il suo cazzo dalla figa e lo piantò con violenza nel culo: urlai per il dolore. Aveva il fallo ben lubrificato dai miei umori ma non ero preparata a riceverlo e sentì un bruciore intenso; “questa volta me l’ha rotto sul serio” pensai. Francesca mi baciò e mi disse “è solo l’inizio che fa male, fa male pure a me, ma poi è piacevole.. prima che arrivassi tu ha inculato anche me”. Nicola da canto suo avevo riniziato a pomparmi per bene e guardandomi negli occhi con un sorriso compiaciuto mi disse: “questo te lo voglio scopare ogni volta che ci vediamo!” e poi aggiunse guardando Francesca “ la prossima volta invitiamo anche Alessandro e Roberto così le facciamo fare la doppia con loro” vidi la faccia di Francesca un po’ perplessa, quasi spaventata, e Nicola specificò “questi nostri amici hanno una cazzo di 25 centimetri l’uno!”. In quella posizione Francesca salì nuovamente su di me e mi ritrovai la sua fighetta fradicia tra le mie labbra.. cominciai a leccargliela come avevo fatto poco prima sapendo di averle procurato un piacere intenso; si abbassò verso la mia vagina e con il cazzo di Nicola che ancora mi scopava il culo iniziammo un favoloso 69… mentre Francesca continuava a leccarmela, lui estrasse il suo cazzo dall’ano e iniziò a scoparmi in figa con il fallo doppio ignara di quello che mi sarebbe successo di li a poco. Presa dalla stupenda fighetta di Francesca e dal piacere che mi stava dando la sua lingua, non mi accorsi che Nicola aveva iniziano a lubrificare l’altra estremità del fallo e iniziava a spingere verso il mio sfintere. Quando entrò mi bloccai.. mi fece così male che non riuscì nemmeno ad urlare, mi irrigidì completamente strinsi il buchetto per cercare di fare resistenza mentre Francesca sapientemente mi leccava il clitoride; mi morsi le labbra e strinsi gli occhi per cercare di sopportare il dolore ma era davvero troppo.. non resistevo più, era una cosa lacerante nel vero senso della parola. Stavo per implorare pietà, chiedere di smettere quella tortura che non riuscivo a sopportare quando sentì dal cervello partire una scossa elettrica.. un orgasmo, forse due o tre tutti insieme! Iniziai a dimenarmi, urlare, era iniziato un piacere che non avevo mai provato in vita mia! Francesca ancora sopra di me cercò di tenermi ferma per quanto possibile in quanto mi agitavo come una pazza… poi dal nulla come era arrivato, quell’orgasmo svanì, lasciandomi sfinita e tremante. Sentì Nicola dire a Francesca di fare piano a sfilare quell’enorme membro dal mio ano per non farmi troppo male.
Francesca si alzò da sopra di me e si sdraiò in fondo al letto. Nicola intanto mi si sdraiò sopra e baciandomi mi introdusse il suo cazzo in figa quasi a volermi premiare di essere stata così brava a sopportare il dolore… non ce la faceva più, sentivo che aveva una grande voglia di godere. Mentre mi scopava si girò verso Francesca e le disse “io le sborro sulle tette e tu lecchi, ti va?”.. anche Francesca ormai mi sembrava esausta ma nonostante tutto continuava a toccarsi e masturbarsi. Non ci vollero molti colpi che mi sborrò copiosamente sul ventre, sul seno e qualche schizzo mi arrivò persino sul collo e sui capelli.. vedendo di avermi impiastricciata tutta prese l’asciugamano che avevo utilizzato per asciugarmi il sudore e con dolcezza mi ripulì il corpo dal suo seme. Nel frattempo Francesca stava raggiungendo l’ennesimo orgasmo lamentandosi che ormai iniziava a farle male il clitoride da quanto se lo era trastullato.
Ci ritrovammo così una di fianco all’altra esauste abbracciate, e ci demmo un bacio per coccolarci un po’.. Nicola uscendo dalla stanza, per lasciarsi sole, commentò: “tra un po’ i vicini vengono a bussare alla porta e chiedono se possono partecipare anche loro” scoppiammo in una risata che sciolse le ultime tensioni che erano rimaste… Francesca mi abbracciava come si abbraccia una figlioletta impaurita: avevo il suo braccio che mi avvolgeva le spalle e con l’altra mano mi accarezzava tutto il corpo. Parlando del più e del meno mi disse “sai?!? Non ho mai visto nessuna raggiungere l’orgasmo così velocemente”. Le diedi una risposta sciocca, del tipo che sono fortuna perché raggiungo facilmente l’orgasmo.. in realtà pensavo che anche una frigida quella sera, nelle loro mani sapienti, avrebbe raggiunto tutti quegli orgasmi, era impossibile resistere. Mi piaceva stare tra le braccia di Francesca, mi facevano sentire protetta e sicura del bel feeling che si era instaurato tra di noi. Dopo pochi minuti tornò Nicola e si sedette di fianco a me, lasciandomi in mezzo a loro due; mentre mi giravo verso di lui per non dargli le spalle mi mise una mano in mezzo alle cosce e rivolto a Francesca disse: “è impressionante, senti quant’è bagnata!” e detto ciò mi infilo il dito medio in figa e iniziò a stantuffarmi per far sentirle il rumore che faceva il dito ad entrare ed uscire dal mio sesso. La fissò e le ordinò di leccarmela mentre lui riprese a mordermi i capezzoli con violenza.. Francesca si introdusse in mezzo alle mie gambe per leccarmi abilmente mentre Nicola si diresse dietro di lei e iniziò a incularla dandole sonori sculaccioni.. lei si staccò dalla mia fighetta e protestò per il troppo dolore ma vedendo che lui non aveva nessuna intenzione di diminuire il ritmo cercò di rilassarsi e godersi quell’inculata mentre continuava a stuzzicarmi i clitoride per non farmi sentire “sola”. Francesca impiegò poco tempo a raggiungere l’orgasmo e sazia di quel cazzo se lo sfilò, smise di leccarmela e si sdraiò nuovamente di fianco a me; ora Nicola si ritrovava di fonte a me con le cosce ancora spalancate e bagnate dai miei umori.. si avvicinò e per l’ennesima volta lo infilò nel mio deretano questa volta con estrema delicatezza sapendo il dolore che avevo sopportato pochi minuti prima con il fallo doppio. Mugugnavo, mi lamentavo, non ce la facevo davvero più a prenderlo li, era da un sacco di tempo che non facevo sesso anale e loro quella sera si riaprirono la strada in tutti i modi: Nicola mi diceva di stare tranquilla che ben presto sarebbe diventato piacevole come sempre, la sua voce era dolce e calma adesso e mi dava dei piccoli baci sulle labbra e sulla fronte, sapeva bene che ero al limite della sopportazione.. cercai di resistere altri due colpi poi per la prima volta in quella sera mi imposi e in un orecchio gli bisbigliai “BASTA!”. Non protestò, lo sfilò delicatamente per andarlo ad inserire nella vagina donandomi un po’ di piacere fino a raggiungere l’ultimo e stremato orgasmo. Mi baciò, si alzò dal letto e si diresse verso la porta; “Dove vai?” chiese Francesca. “Io sono a posto così… e anche voi mi sembra” rispose ridendo “adesso, con calma, possiamo pure rivestirci” e uscì dalla stanza. Mi sedetti sul letto guardai Francesca, aveva un’aria sfinita pure lei… “mi gira la testa” mi disse; già, pure a me girava la testa da tanti orgasmi avevo raggiunto, facevo fatica a stare persino seduta. Presi l’orologio e guardai l’ora: le 23.30. pensavo fosse passato molto più tempo da quando avessimo iniziato a giocare e invece erano passate solamente tre ore dall’inizio della cena. Francesca si alzò e mi aiutò a raccogliere i miei vestiti che nella foga del momento erano stati sparpagliati di qua e di la per la stanza.
Prima di uscire dal loro appartamento mi girai verso Francesca che mi baciò di nuovo in maniera appassionata e, come una sorella maggiore premurosa, mi disse: “Petola, sei hai bisogno, chiama!”, la ringraziai e scesi con Nicola in strada per farmi dare le indicazioni per tornare sulla via del ritorno. Camminavo per le scale e per l’atrio del palazzo in punta di piedi per evitare di disturbare ulteriormente i condomini che probabilmente erano già a dormire (o quantomeno cercavano di farlo); fuori dal cancelletto mi spiegò il tragitto per tornare sulla strada principale che mi avrebbe portato a casa mia, poi mi salutò con un bacio a fior di labbra.
Mi ritrovo nel letto a ripensare a questa nuova avventura e penso che domani in università farò fatica a stare seduta sulla sedia… sento i capezzoli che iniziano a farmi male da quanto sono stati torturati; mi squilla il cellulare, lo prendo in mano e leggo che è arrivato un nuovo messaggio. Sono Nicola e Francesca… “Grazie di tutto, speriamo di aver trovato un’amica.. buonanotte”… buonanotte…
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16 years ago
admin, 75
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La mia prima volta con 2 donne
La mia storia inizia in un pomeriggio piovoso nella città di milano visto che convivevo con la mia ex donna piu grande di me di ben 20 anni. Ci trovavamo a casa a vedere la tv e ad un certo punto suonano al citofono. E' una sua amica ed è venuta a trovarci per passare un pomeriggio spensierato a causa di problemi familiari che aveva. La facciamo accomodare nel salone e preparo subito un buon caffè mentre le 2 donne stanno li sedute sul divano a parlare tra di loro. Sapevo gia che in passato le 2 porche avevano avuto esperienze bisex e non nascondo che la cosa mi eccitava parecchio (come penso a qualsiasi altra persona). A caffè pronto entro anche io nel salone per offrire loro la bevanda e mi siedo nel mezzo come nel volerlo fare apposta. Loro continuano a chiaccherare fino a quando preso da un momento di eccitamento spudorato dico alle 2 troie....."Bhe e allora? Non me lo succhiate?". Scoppiano a ridere senza riuscire a fermarsi e la mia donna con un tono molto porco mi dice "Ti accontento subito se vuoi". Io acconsento a quello che lei mi dice e mi abbasso i pantaloni. Inizia a massaggiarlo tra le mutande fino a farlo diventare duro come una pietra e poi lo tira fuori. La sua amica nel frattempo stava iniziando ad accarezzarsi le tette molto delicatamente mentre guardava il mio uccello. La mia donna iniziò a succhiarlo e leccarlo. Lo scappellava e leccava tutta la cappella, strofinava il viso e intanto iniziava a toccarsi. L'amica eccitata iniziò anch'essa ad accarezzarlo e a leccarlo fino a quando spazientito dissi: "Ok troie è il momento di spogliarvi e di leccarvi le fighette depilate che avete". Le 2 si spogliarono e iniziarono a baciarsi, leccarsi e toccarsi. Fecero il 69 mentre io mi masturbavo lentamente attratto dallo spettacolo che mi stavano offrendo seduto in prima fila. Ad un certo punto dopo leccatine varie tra loro mi alzo e decido di scoparle. Inizio con l'amica, la metto a pecora e inizio a scoparla mentre la mia ex mi lecca le palle sdraiata da sotto. Poi gli sputo sul culo e inizio a incularla prima delicatamente e poi sempre piu forte. La porca urla di piacere e dolore nello stesso tempo ma mi dice di continuare. Mentre la inculo la mia donna si mette davanti alla sua amica e si fa leccare la figa. Ora è il momento di soddisfare anche la mia donna. Invertono le posizioni e quindi ora la mia donna lecca la figa dell'amica e io me la inculo. Ha il culo bello largo visto che facevamo certi giochini con bottiglie o cose simili. Dopo averla sfondata per bene è il momento della figa che è un lago di piacere. Saranno passati circa 40 minuti ed è giunto il momento di venire. Dico alle 2 maialone di mettersi sdraiate una accanto all'altra e io all'impiedi inizio a segarmi. Quando sto per venire gli faccio aprire la bocca e sparo su di loro, sulla loro bocca e sui loro seni tutta la mia sborra che è una marea. Se la spalmano su tutto il corpo e si leccano poi a vicenda. Poi si alzano e finiscono di pulire con la loro lingua il mio cazzo ancora contenente qualche goccia di sborra. A turno soddisfatti andiamo in bagno a ripulirci e a continuare poi la discussione che avevano iniziato a intraprendere le 2 donne riguardante i problemi familiari.
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16 years ago
dolce1singolo,
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L\'annuncio
Tra i tanti che mi avevano contattato dopo l’inserzione di quell’annuncio ben poche risposte riuscivano a interessarmi veramente; era un annuncio molto esplicito, che lasciava ben poco alla fantasia dei maschietti, oppure che la accendeva vivacemente. Certamente non mi ero posta tabù nello scrivere. Avevo ben esplicitato di avere una grande voglia di cazzo e non solo (l’unica mia esperienza bsx mi ha lasciato un segno molto positivo, e la voglia di riprovare una nuova fighetta si faceva sentire) e che avevo una grande voglia di essere trattata da troia quale sono.
Da quando l’ho pubblicato mi sono arrivate e-mail su e-mail contatti messenger a non finire, nessuno che riuscisse ad attirare la mia attenzione; un giorno percorrendo senza speranza le nuove e-mail che mi erano arrivate incappai in una mail ben scritta, molto intrigante. Non cadeva nel volgare, ma riusciva a farmi eccitare per bene. Mi scriveva un uomo di 37 anni, che dice di chiamarsi M., componente di varie gang bang in diverse città del Veneto e si proponeva per farmi passare delle ore indimenticabili con lui e i suoi amici. Insieme alla mail aveva allegato un paio di foto non molto nitide che tralasciavano vedere un po’ poco del viso quindi la mia curiosità verso quest’uomo aumentava notevolmente. Ho risposto alla mail allegando il mio indirizzo msn chiedendogli se ci si poteva sentire velocemente per una conoscenza preventiva…
Nella prima conversazione in msn sono venuta a sapere che M. era sposato come tutti i suoi amici che andavano a formare le gang… per principio morale cerco sempre di non andare con uomini sposati seguendo il comandamento di non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a me. Detto ciò sembrava quasi che la conoscenza si dovesse fermare a quella conversazione; il giorno dopo, invece, mi riscrive in msn come se niente fosse.. parlando del più e del meno mi dice che a lui colpisce molto la voce di una persona, che può trasmettere passione o indifferenza, e con questa scusa mi chiede il numero di cellulare. “Testa dura” penso tra me e me, appena 24 ore prima gli avevo ben spiegato le mie ragioni sul non andare con uomini sposati e adesso mi chiede il cellulare.. non so perché non ho avuto nemmeno un attimo di ripensamento e ho scritto nella finestra di conversazione il numero del mio cellulare tutto d’un fiato come fosse un’azione naturale dare il proprio recapito telefonico ad un perfetto sconosciuto che sai perfettamente che l’unico suo interesse è quello di scoparti come una troietta in calore.
Ho risposto al cellulare con sicurezza senza tradire la lieve emozione che provavo nel parlare con questa persona sconosciuta molto + grande di me, tra l’altro sposata; aveva una bella voce, calma, calda che seppe tranquillizzarmi subito e iniziammo una bella conversazione prima parlando del più e del meno fino ad arrivare argomenti un po’ più piccanti.. Volle rileggere il mio annuncio al telefono con me commentandolo in ogni sua parte e facendomi i complimenti per le foto esplicite che avevo inserito: questo mi fece imbarazzare da morire, quasi mi vergognavo di aver pubblicato un annuncio così diretto e deciso. Mi chiese se avevo già fatto incontri, cosa mi piaceva fare e mi spiegò un po’ come funzionavano le gang bang non avendone mai fatta una ed essendo molto curiosa di provare. Senza accorgermene iniziai a bagnarmi sentendo la sua voce calda e le sue parole molto eccitanti; mi chiese se volevo provare a prendere in bocca due cazzi insieme se mai avrei provato una gang con lui e i suoi amici.. gli spiegai che era difficile per me prenderne due, avendo la bocca molto piccola, addirittura a volte con membri molto grandi faccio fatica anche con uno. Appreso ciò iniziò a dirmi che avrebbe voluto sentire la mia bocca piccola intorno al suo cazzo per vedere di cosa ero capace, che gli piacevano molto le mie grosse tette e avrebbe voluto giocarci e sborrarci sopra ; non riuscivo a dire una parola ero eccitatissima, il mio corpo non rispondeva più alla mia volontà e senza nemmeno che me ne accorgessi mi ritrovai con un dito che mi stuzzicava il clitoride. Un gemito mi uscì dalla bocca quando sentì quanti umori mi avevano impiastricciato gli slip; M. mi chiese se mi stavo toccando ma mi sentivo troppo in imbarazzo per ammetterlo e negai smettendo di masturbarmi per timore che mi scappassero altri mugolii. La telefonata durò almeno 40 minuti nei quali mi chiese le mie preferenze sessuali e mi disse quello che mi avrebbe fatto, tutte cose molto eccitanti ed intriganti. Mi salutò dicendo che era arrivato a casa dalla moglie e che ci saremmo sentiti il giorno successivo raccomandandosi la sera stessa di masturbarmi pensando a lui e a come mi avrebbe fatto godere. Appena riattaccata la conversazione ho riportato la mano nei pantaloni per sentire in che stato era la mia fighetta: era fradicia, penso di non essere mai stata così bagnata, le dita entravano e uscivano senza alcun ostacolo, potevo inserire un dito dietro l’altro senza problemi e dopo 30 secondi esplosi in un orgasmo che mi scosse dalla testa ai piedi. Quella notte non riuscì a prendere sonno prima delle 3 di notte.. nel mia cameretta da brava ragazza mi scopai con il mio vibratore, compagno di tante notti, comprato insieme al mio ex ragazzo per movimentare i nostri rapporti sessuali e fondamentale per sopportare le lunghe astinenze della vita da single.
Il giorno seguente durante le lezioni in università ricevetti un sms di M. che mi chiedeva se avevo passato bene la notte e se mi ero divertita; gli dissi che mi ero data parecchio da fare con “l’amico di gomma” e mi chiese se il mercoledì o in settimana ci si poteva incontrare per conoscerci… non facendo mai incontri da sola cercai di temporeggiare rispondendogli che il mio amico che di solito mi accompagna agli incontri era impegnato tutta la settimana e quindi sarebbe stato difficile vedersi e che gli avrei saputo dire per la settimana successiva. Passarono così due giorni relativamente tranquilli, niente telefonate pochi sms presa dagli impegni di università, palestra e studio.
Il mercoledì sera verso le 7 e mezza, mentre correvo in palestra in ritardo per il corso mi arrivò un sms; presi il cellulare in mano e distrattamente mentre guidavo lessi: “ciao giulietta come stai? Sto andando a cena dalle tue parti e dovrei terminare per le 22.30. Sei curiosa di vedere come sono fatto, ma giusto 5 minuti”. Un brivido. “E adesso che gli rispondo?!? Se inizio ad inventare scuse penserà che non sono convinta di fare questi giochi, ma incontrarlo da sola così tardi, non sarà rischioso?” Ero quasi tentata di non rispondergli di far finta di non aver ricevuto l’sms o rispondergli troppo tardi per mettersi d’accordo su un eventuale incontro.. ma la voglia di conoscerlo era veramente tanta! Misi questa decisione nelle mani del destino e gli risposi: “Io adesso sto andando in palestra e uscirò per le 22, 22 e mezza se riesci a passare per quell’ora si può fare.. più tardi è difficile.” Le cene di solito non finiscono mai per l’ora prestabilita, pensavo tra me e me, quindi sarà difficile che riesca a tornare per quell’ora.
Passai tutto il tempo della palestra a fantasticare su come sarebbe avvenuto l’eventuale incontro, la cosa mi eccitava e spaventava allo stesso momento. Tenevo il cellulare costantemente sotto controllo per paura di perdermi un suo sms o una chiamata che mi diceva che si era liberato.
Verso le 22 e 10 decisi che era arrivato il momento di andare a farsi la doccia anche se avevo saltato qualche esercizio.. ci avrei messo una mezzoretta a prepararmi e non volevo fare troppo tardi. Se era vero che per le 22.30 sarebbe ripassato per la mia città mi sarei preparata in tempo se avesse tardato voleva dire che non era destino che ci incontrassimo: non sapevo nemmeno io cosa desiderare. Nello spogliatoio femminile ero rimasta solamente io, mi spogliai mi avvolsi nell’asciugamano e mi diressi verso le docce: mi lavai accuratamente i lunghi capelli mori, shampoo e poi balsamo per poi passare al lavarmi il corpo. Mi soffermai a massaggiare e a lavare bene la fighetta che non era interamente depilata ma iniziava a vedersi la ricrescita: arrivavo direttamente dall’università e non avevo con me nemmeno una lametta per radermi quei piccoli peli che iniziavano a crescere. Dopo tutto in quella giornata non mi aspettavo certo di dovermi porre questo problema. Mi tranquillizzai pensando che lui stesso aveva detto che si sarebbero trattati di 5 minuti e quindi non ci sarebbe stato il tempo di fare nulla se non vedersi in viso e chiacchierare un po’ a quattr’occhi. Finii di risciacquare il bagno schiuma e stetti un altro minuto sotto l’acqua a riposare la testa che mi scoppiava a furia di farmi paranoie su questo incontro.
Uscii dalla doccia e mi sbrigai ad asciugarmi e vestirmi per il freddo terribile che c’era; mi dispiacqui del fatto che sarei andata all’appuntamento vestita in modo del tutto normale come ero andata vestita in università: un paio di pantaloni neri, camicetta bianca e impermeabile rosso con una collana a forma di fiore attorno al collo e degli orecchini abbinati. Una volta vestita iniziai ad asciugarmi i capelli con il phon messi a disposizione dalla palestra: mentre presi in mano il phon constatai che erano già le 10.20. “Non ci vediamo più” pensai “è tardi ormai.. se non si è fatto sentire fino ad adesso, dubito che riesca a sganciarsi ed essere qui entro 10 minuti”. Iniziai con calma a passare il phon sui capelli mentre mi fissavo allo specchio e non sapevo se essere dispiaciuta o contenta di ciò; quando non ero nemmeno a metà dell’opera mi arrivò un sms .. era lui.. “tra 5 minuti sono li”. Oh mamma! E quindi ce l’ha fatta ad arrivare in tempo! Guardavo inebetita il cellulare mentre continuavo ad asciugarmi i capelli quando lui decise di chiamarmi per farsi spiegare dove potersi incontrare. Cercai di fare mente locale su dove potersi vedere in un posto comodo per entrambi da raggiungere; l’unica cosa che mi venne in mente fu il parcheggio di un centro commerciale a pochi minuti dalla mia palestra e vicino all’uscita dell’autostrada. Prima di riattaccare ci dicemmo il tipo di macchina che avevamo per riconoscerci più facilmente e ci salutammo.
Finii di pettinarmi alla bene e meglio, lasciandomi i capelli ancora umidi, mi misi l’impermeabile presi la sacca della palestra e uscii. Salita in macchina mi diedi dell’idiota.. ma proprio in un posto così isolato dovevo dargli appuntamento?!? E se poi succedeva qualcosa, che facevo? Ormai la frittata era fatta, non avevo che da andare all’appuntamento e sperare di trovare una persona per bene. Nel tragitto senti la mia fighetta che si stava bagnando copiosamente, quella situazione mi intrigava terribilmente.
Quando arrivai al parcheggio del centro commerciale cercai la sua macchina con lo sguardo, passai di fianco ad un’auto del tipo che mi aveva descritto e vidi dentro un uomo seduto al posto del guidatore col motore spento. Mi affiancai e spensi il motore sperando di aver imbroccato l’auto giusta: quando mi vide scese subito dalla sua macchina e si diresse verso la mia.. ero così agitata che non riuscì nemmeno a guardare fuori dal finestrino per vedere la fisionomia del suo volto, mi attardai a spegnere la radio e mettere via il cellulare che avevo buttato sul sedile del passeggero. Aprì la portiera e M. era li in piedi ad aspettarmi, scesi e con un sorriso mi disse “Ciao Giulietta” dandomi due baci sulle guance; le mie paure scemarono anche se la tensione rimase molto alta. Era un bell’uomo, dimostrava meno anni della sua età, poco più alto di me , capelli scuri e pizzetto. Cominciammo a parlare e lui abbassò lo sguardo verso la scollatura della camicetta e commentò “bel fiore..” riferendosi al ciondolo che avevo intorno al collo. “Si il fiore va a guardare lui..” pensavo… si avvicinava sempre di più e io iniziavo ad agitarmi.. “ma non dovevano essere solo 5 minuti? Solo una conoscenza veloce?” Indietreggiavo sempre di più, fino a ritrovarmi appoggiata alla portiera della mia automobile più indietro non potevo andare.. ora era così vicino che potevo sentire distintamente il suo profumo; era inebriante mi stava stregando da tanto era buono, scherzando gli dissi che adesso che ci eravamo conosciuti potevamo andare a casa e lui mi chiese “abiti da sola?”. “E no, magari” risposi io e mentre indagava su chi abitasse con me mi appoggiò le sue labbra sul collo, in mezzo ai miei capelli ancora umidi.. mi paralizzai.. ero un lago, eccitatissima da quel profumo e quelle labbra a me sconosciute; iniziò a baciarmi il collo per poi risalire a mordicchiarmi l’orecchio e un gemito mi uscì dalla bocca. Ormai ero sua, in suo potere, in sua balia: mi prese la testa tra le mani e mi diede un bacio appassionato che esprimeva tutta la voglia che aveva di possedermi quella sera, in quel momento; lui un uomo di 37 anni sposato e io una ragazzina vogliosa di cazzo di 22. Sentivo il suo membro che cresceva nei pantaloni e che strusciava su di me per farmi capire tutta la voglia che aveva di scoparmi.
Smise di baciarmi e mi disse di salire sulla sua auto per cercare un posto più tranquillo. Nemmeno il tempo di uscire dal parcheggio del centro commerciale che sentii le sue mani che si appoggiarono sul mio seno, iniziavano a slacciare i bottoni della camicetta e cominciò a palparli e stuzzicarli; mi diceva quanto gli piacevano le tette così grandi che avrei potuto farci di tutto con quelle. Trovammo una stradina che entrava per campi e finimmo in una zona industriale; si fermò in un parcheggio, a quell’ora di sera non avremmo avuto scocciatori. Appena spenta la macchina si avvicinò e mi baciò di nuovo mentre continuava a giocare con i miei seni; dopo di che scese con le sue labbra e iniziò a baciarli e mordicchiarli, io ero in estasi non capivo più niente.
Intanto si slacciò i pantaloni e tirò fuori il suo membro: era lungo una ventina di centimetri, non molto grosso ma mi piaceva molto! Era già bello duro quindi si fece ammirare in tutta la sua bellezza. Appena si abbassò i pantaloni e boxer mi disse “fammi vedere la tua boccuccia piccola cosa sa fare”; fu come un interruttore che si accese in me.. mi abbassai verso il suo cazzo e lo presi in bocca tutto d’un colpo, aveva un ottimo sapore e presi subito il ritmo giusto per succhiarglielo a dovere. Gli prendevo tutta l’asta fino in gola per poi farla uscire dalla mia bocca e leccargli la cappella; avendo la bocca piccola mi si stanca in fretta ma nessuno si è mai lamentato dei miei pompini, anzi.. ^_^ mentre ero piegata su di lui mi introdusse una mano nei pantaloni andando subito a giocare con lo sfintere.. mi irrigidii molto quando sentii le sue dita che cercavano di farsi spazio nel culo. Il sesso anale mi piace ma è da parecchio che non lo pratico e riabituarsi è sempre un po’ dura; M. mi aveva già spiegato tra l’altro che una delle cose principali di una gang oltre le abbondanti sborrate in faccia alla fine dei giochi sono le doppie, cosa che mi eccita da morire, e che quindi devo essere ben allenata a prendere cazzi in entrambi i buchi. Mi fece alzare dal suo cazzo, mi diede un bacio e mi fece notare che ero troppo vestita. Velocemente mi sfilai l’impermeabile, la camicetta già mezza slacciata e i pantaloni: nel togliermi gli slip mi resi conto che ero davvero molto bagnata tantè che avevo paura di rovinare i sedili in pelle della macchina. Ma non feci in tempo nemmeno a pensarlo che mi ritrovai di nuovo il cazzo di M. in bocca mentre lui ora mi toccava la fighetta fradicia senza dire nulla.. si inumidiva le dita per poi spostarsi verso l’ano e penetrarlo leggermente; quando introdusse tutto un dito mi sollevai dal suo cazzo lanciando un gemito di dolore misto a piacere e lui mi disse “lo so che ti piace, non ti sto facendo male” a queste parole mi bagnai ancora di più e riniziai a succhiargli il cazzo con più foga di prima, e lui mi disse che voleva scoparmi e incularmi ma che avrei dovuto sedermi su di lui perché non c’erano altre posizioni alternative avendo nella macchina una gran confusione.
Tirò il sedile indietro il più possibile e io lo scavalcai e mi sedetti su di lui.. gli presi il cazzo in mano e M. mi invitò a infilarmelo dentro da sola; non me lo feci ripetere due volte e me lo infilai in figa tutto, fino alle palle e iniziai a cavalcarlo. Mi bloccò quasi subito dicendomi che se lo scopavo così sarebbe venuto subito, mi fermai e mi strinsi a lui con le braccia intorno alle sue spalle.. sentiva che ero impaziente, avevo il respiro affannato e una voglia di godere incredibile. Mi tranquillizzò dicendomi che quando passava la prima fase “critica” poi durava per ore avrei solo dovuto avere un po’ di pazienza per pochi minuti e poi avrei potuto fare ciò che volevo; a quelle parole inconsciamente riniziai a strusciarmi sul suo cazzo ancora tutto dentro di me e lui mi sussurrò in un orecchio “secondo me appena inizi a muoverti sborri!” era vero! Mi sono bastati due colpi ben assestati di cazzo che sono esplosa in un orgasmo furibondo.. ma ne volevo ancora! Ero in astinenza da più di un mese e avevo un porco sposato di 37 anni che mi stava scopando come una troia e avevo tutta intenzione di godermela fino in fondo quella scopata.
Ancora scossa dal primo orgasmo M. mi prese per i fianchi invitandomi a cavalcarlo di nuovo dandomi il ritmo, mi disse che voleva anche incularmi in quella posizione, mi bagnai ancora di più riversando tutti i miei umori sul suo cazzo. M. capì che sentirmi dire queste porcate mi eccitava da matti e iniziò a dirmi cose oscene, chiedendomi se volevo altri cazzi o se avrei voluto(sapendo delle mie tendenze bsx) che da fuori la macchina una ragazza si mettesse a massaggiarmi i seni mentre lui mi scopava. Ero in estasi sapevo solo dire “si,si” ad ogni domanda mentre continuavo a scoparmi quel cazzo divino; mi disse che ero una troia, senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai a dirgli “si, sono una troia, mi piace il tuo cazzo”. Non nascondo che non è una novità, non era la prima volta che mi davano e mi davo della troia mentre mi si scopava, ma con uno sconosciuto che conoscevo da un quarto d’ora non mi era mai successo ad arrivare a certi limiti, avevo perso completamente ogni freno inibitorio!
Di li a poco mi ritrovai a raggiungere un secondo e un terzo orgasmo… mi chiese se lo volevo sentire anche nel culo ma il terzo orgasmo mi aveva sfinita e il dolore alle gambe per la posizione scomoda iniziava a farsi sentire. Mi disse di non preoccuparmi e di tornare pure a sedermi sul sedile del passeggero se non riuscivo più a stare seduta su di lui, così a malincuore mi sfilai quello stupendo cazzo che mi aveva fatto godere per ben tre volte e tornai a sedermi sul sedile del passeggero. Mi passò delle salviette per pulirmi onde evitare di sporcar tutto visto la notevole quantità di umori che avevo perso. Ero davvero sfinita e non riuscivo nemmeno a tenere gli occhi aperti a causa anche dell’ora tarda che s’era fatta. M. mi si avvicinò e baciandomi mi chiese se avevo voglia di assaggiare il suo sperma; a quella domanda riacquistai le mie energie e mi buttai a capofitto sul suo cazzo per ricevere il prezioso nettare. Mentre succhiavo mi disse che voleva schizzarmi in bocca si prese il cazzo in mano, e smettendo di spompinare, accostai la mia bocca spalancata alla sua cappella in attesa dei fiotti di densa e calda sborra che non tardarono arrivare.. un grido di piacere lacerò il silenzio che si era creato da quando avevo smesso di cavalcarlo e dopo il primo schizzo ce ne fu un secondo e poi un terzo.. deglutì tutto e presi in bocca il suo cazzo per non perderne nemmeno un goccio e ripulirlo per bene. Nel frattempo i suoi spasmi si stavano calmando e il suo membro ancora nella mia bocca iniziava a perdere di consistenza.
Restammo nudi e sudati ancora per qualche minuto poi con calma iniziammo a rivestirci.. ormai erano le 23.20 era passata quasi un’ora da quando c’eravamo visti nel parcheggio; “alla faccia dei 5 minuti” pensai.
Ci incamminammo verso il parcheggio del centro commerciale dove avevo lasciato la mia macchina con la promessa che mi sarei fatta sentire per un incontro insieme al mio amico ed eventualmente ad un incontro con i componenti della gang bang ai quali, mi ha detto, aveva già accennato di me. Un bacio frugale prima di scendere dall’auto con la consapevolezza che questo era solo l’inizio di un gioco molto piacevole!
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16 years ago
admin, 75
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Incontro nell\'area di parcheggio
Venerdi 20 settembre ore 1:30 di notte, mi trovo nella mia area di parcheggio preferita dell’autostrada e ho in mente di di andarmene e dirigermi verso casa non avendo trovato una coppia con cui fare qualcosa.... Come mio solito “ultimo rito” aspetto una ultima macchina che entri nel parcheggio e noto che entra un macchinone “Mercedes” uno degli ultimi modelli colore blu scuro con sopra una coppia e si parcheggiano una decina di metri dietro la mia, scendo dalla mia auto per farmi vedere e subito dopo loro ripartono e mi passano affianco parcheggiandosi questa volta una decina di metri davanti a me con le luci di posizione accese. Io risalgo in macchina la accendo e gli passo affianco parcheggiandomi questa volta io davanti a loro con le luci di posizioni accese. Loro ripartono lentamente imboccando l’autostrada e io a quel punto decido di sequirli in lontananza (non sapendo su come agire visto che negli incontri passati mi era sempre capitato di “Fare” nel parcheggio e mai altrove) e vedo che loro mi fanno segno con la freccia destra e io ricambio con lampeggiante loro di nuovo con la freccia e io di nuovo lampeggiante. Capisco che l’approccio ormai è fatto ma si tratta di capire su dove si vogliono dirigere e vedo che imboccano la prima uscita dell’autostrada. Loro escono tranquillamente avendo il “Telepass” mentre io mi fermo nell’automatico del casello pagando. Lì ho persi un’attimo di vista ma li ritrovo subito essendosi fermati nel parcheggio appena fuori dall’autostrada. Mi affianco verso la auto abbasso il finestrino e parlando con “lui” gli chiedo “Come và?” e lui “Tutto bene grazie, ti ho fatto fare un po’ di strada” e io “Non importa tanto è la stessa strada che avrei fatto per andare verso casa” e lui “Vuoi vedere qualcosa di veramente bello?” io ovviamente rispondo di Sì e accende la luce interna della macchina e mi dice “Guarda che donna”. Una donna Favolosa vestita di classe con una benda sugli occhi, alta 170, capelli biondi lunghi, una quarta di tette tutte belle sode, unghie lunghe rosse. Non credevo ai miei occhi e in me l’eccitazione era cresciuta notevolmente. Gli dico che conosco un posto più tranquillo su dove andare (eravamo vicinissimi a zona “CASSEL”) essendoci messi in bella vista e molto rischioso se sarebbe passata una pattuglia di polizia ma lui rifiuta e dice che lì va bene e io amante anche dell’esibizionismo “Rischioso” accetto volentieri……. Parcheggio la macchina e scendo e mi dirigo verso la portiera di “lei” e la guardo ancora bene, Stupenda!! “Lui” abbassa di circa 15 cm il finestrino e inizia a toccarle tette e cosce e dice ”Hai visto che bella donna che ho? Vero che sono fortunato?” Io non posso fare altro che dirgli di sì e che è molto fortunato. Lui a quel punto se lo tira fuori e prende la mano di lei che con quelle belle unghie rosse inizia a toccarglielo. A quel punto me lo tiro fuori anche io e inizio a segarmi lentamente guardando lui che continua a toccarla dovunque mentre lei glielo tocca… Dopo 5 minuti apre la portiera della macchina avendo acquistato fiducia su di me e io gli chiedo se posso toccare quel corpo magnifico che ha e lui ri sponde di sì ma facendo piano e con dolcezza se no “il gioco finiva”… Inizio a toccargli le belle cosce tutte liscie come una seta e le tettone tutte abbronzate che possiede continuando a masturbarmi. Si respira una aria erotica tra noi tre magica e poi lei con la benda la rende doppiamente erotica…. Ad un certo punto mi dice” Ti faccio vedere qualcosa di bellissimo” e gli alza la gonna, lei è con un perizoma finissimo glielo sposta di lato e mi fa vedere la figa di lei tutta curata e depilata nei minimi dettagli e con delicatezza con 2 dita gliela allarga dolcemente…. Mmmmmmmmm che bello… Sempre con la gonna tirata su la fa mettere in ginocchio sul sedile e la fa mettere a pecorina con il suo bel culo contornato da quel perizoma finissimo rivolto verso di me e mi dice “Guarda che bello”, io incantato glielo accarezzo e a quel punto prende la testa di lei e la fa avvicinare al suo cazzo e lei glielo prende in bocca. Lui respira profondamente segno che gli piace da matti mentre io con lei a pecorina gli bacio e tocco il suo culo e le sue cosce…. Ad un certo punto ci fermiamo per l’arrivo di una macchina ed è un ragazzo che ci avrà visto fare e si è fermato per vedere cosa succedeva ma inteligentemente si mette in lontananza e non si avvicina… Noi continuamo con lei sempre che lo ciuccia e io che la bacio e tocco sempre con più insistenza fino a toccargli la figa e lei ha un mugugno di piacere, sentendo che gli piace con una mano continuo a toccargli cosce e culo e con l’altra gli faccio un ditalino e gli tocco il clitoride e lei mugugna sempre di più…. Siamo alle stelle tutte e tre lui emette dei forti versi dal godimento e lei sempre che mugugna con il cazzo di lui in bocca fino a che lui non gli viene in bocca urlando fortemente “STO VENENDOOOOO!!!!” un urlo mai sentito…..lui sfinito e con il respiro in affanno vuole vedere che anche io sborro e con la sinistra gli tocco le cosce e le tette e con la destra mi masturbo fino a venire in una mega sborrata dall’eccitazione che avevo sul mio petto come lui voleva. Ridendo tutte e tre dalla felicità ci puliamo e lei dice “Siamo tre porci” e io rispondo “Alla fine si vive una vita sola no?”…… Ci salutiamo ringraziandoci e alla prossima…… è stato favoloso anche se non c’è stato rapporto sessuale tra me e lei perché più delle volte è più bella la situazione che si forma che il sesso fine a se stesso……..
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16 years ago
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L\'ultima corsa
Serata con finale inaspettato in quella bella cittadina inglese.
Mi trovavo lì per affari. La prima settimana il lavoro non mi aveva lasciato tempo neppure per guardarmi attorno, ma l'ultimo giorno della mia permanenza avevo trovato finalmente il tempo per fare una passeggiata in centro e gustarmi qualche buona birra inglese.
Euforico per il mio rientro a casa dopo aver passato un paio di settimane da solo, quella sera affogai decisamente nella birra la mia solitudine. La mattina non avrei avuto nulla da fare e nel pomeriggio avrei solo dovuto trasferirmi nella vicina Londra per prendere il volo di rientro, perciò, potevo permettermi di fare le ore piccole.
Soddisfatto della bevuta, ritenendo ancora presto per tornare in albergo, feci una passeggiata per le vie del centro. Nessuno per la strada a parte me. Apprezzai il silenzio di quella tiepida notte e dopo aver comprato qualcosa da mangiare in un distributore self-service, decisi che si poteva anche tornare indietro.
Ero alloggiato in un piccolo alberghetto appena fuori dal paese e per raggiungerlo mi muovevo con il bus, molto comodo perchè faceva capolinea proprio di fronte all'hotel.
Raggiunsi la fermata. Ero stato fortunato. L'ultima corsa sarebbe passate nel giro di 5 minuti e 30 ce ne sarebbero voluti per arrivare a destinazione.
Il bus arrivò, deserto e puntuale, e per stare comodo mi sedetti nei posti spalle al finestrino. Mentre le porte stavano per chiudersi si intrufolò di fretta una ragazza. Avrà avuto non più di 25 anni, capelli rossi lunghi e mossi e tipico viso all'inglese pieno di lentiggini.
Portava una maglietta bianca attillata e sottile che le stringeva il seno prosperoso e potevo vedere i suoi capezzoli così turgidi come se volessero lacerare quel sottile strato di stoffa per offrirsi generosi.
Sotto una minigonna leggera a vita bassa che le copriva non più dell'indispensabile ed ai piedi un paio di gazzelle.
Si guardò attorno per un attimo quindi decise di sedersi proprio di fronte a me.
Il bus continuava la sua corsa senza fermate. Lei era davanti a me e io sfacciatamente, mosso dalla sua bellezza e dall'alcol che avevo in corpo, le fissavo il seno e le lunghe gambe.
Dapprima la ragazza distoglieva gli occhi dai miei quando i nostri sguardi si incontravano, poi, inaspettatamente, mi sorrise come se volesse stare al gioco. Lo fece così maliziosamente che mi lasciò quasi sbalordito. Ma fu solo per un momento, tanto che ripresi immediatamente a fissarla e a farle capire che ne ero attratto.
Di lì a poco, prima mi fece l'occhiolino, poi, facendo un cenno con la testa per attirare la mia attenziane versi il basso, sprofondò un poco nel sedile tenedno contemporaneamente con le mani la gonna.
Vidi che non portava intimo e appena incontrai nuovamente il suo sguardo ecco nuovamente il cenno con la testa.
Aveva aperto senza alcun pudore le sue bianche cosce con le dita aveva divaricato le sue morbide labbra rosa.
Ebbi un erezione praticamente immediata e continuai ad ammiararla masturbarsi. Ora le sue dita si spingevano in profondità e la sua eccitazione creceva come il gonfiore del suo clitoride.
Eravamo giunti ormai al capolinea quando lei prima distese completamente le gambe per stringere con l'inguine le sue dita maliziose, quindi vidi il brivido dell'orgasmo che la pervase sprigionandosi dal ventre.
Fu una scena tlmente erotica che quasi venni pure io.
Si ricompose, mi sorrise e mi fece di nuovo un cenno con la testa quasi come volesse fare lei da spettatrice.
Intanto il bus arrivò al capolinea e dovemmo scendere. Il bus ripartì per il deposito e ci trovammo l'uno di fronte all'altra in un angolo di strada completamente deserto e nella penombra generata dalla timada luce di un lampione qualche metro più in là.
Ci fissammo negli occhi qualche istante, quindi, senza dire una parola le tirai su la maglietta fino a scoprirle il seno interamente. Lei rimase immobile con le braccia lungo il corpo. Affondai il mio viso nel suo morbido seno, roteando la mia lingua così vogliosa sui suoi capezzoli. Quindi, spinto dall'eccitazione più incontrollabile, la feci sedere sul marciapiede, le presi le mani e le indirizzai dentro i miei pantaloni.
Fu lei a fare il resto. Estrasse il mio membro e iniziò a leccarlo quasi con ingordigia fissandomi negli occhi. Le sue mani seguivano il movimento. Ogni tanto si sporgeva per accogliermi tra i suoi caldi seni poi riprendeva subito ad adoperarsi con la bocca. Le stringevo i capezzoli dandole quel piacere misto dolore che vedevo farla impazzire.
Poteva sentire pulsare la mia turgida cappella tra le sue labbra. La sua lingua insisteva con esperienza sul mio glande tanto che non durai molto a lungo.
Sentì che stavo per raggiungere l'orgasmo, scostò la bocca e la tenne spalancata davanti alla mia cappella. Quindi me lo impugnò e masturbandomi velocemente con la mano si nutrì del frutto del mio orgasmo sempre non distogliendo mai gli occhi dai miei.
Il grido del mio piacere si disperse nel silenzio della notte.
Ci ricomponemmo entrambi, lei si alzò in piedi davanti a me, mi sorrise e scappò via di corsa.
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16 years ago
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Lo schiavo tom e padronvale
di Tom
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Infine la Padrona concesse allo scrittore che ne aveva narrato le avventure di conoscerla di persona. Si presentò a casa del biografo un sabato mattina. Con lei vi era anche una sua amica di nome Silvia, che tanto aveva insistito per accompagnarla. Anche quest’ultima era curiosa di fare la conoscenza della penna che aveva dedicato tante pagine alla Dea e solo un paio di episodi a lei. Lo scrittore andò ad aprire alle due dominatrici: era un ragazzo alto un metro e settantacinque, capelli castani abbastanza lunghi e fisico allenato. Non appena si trovò davanti alle due ragazze s’inginocchiò con umiltà e baciò loro le scarpe ed i piedi. Silvia e Valentina lo lasciarono fare scambiando fra loro un’occhiata furba.
-“Benvenuta, mia Padrona. Io sono Tom”- disse il servo.
La Dea annuì e porse il piede in modo che lo schiavo potesse raggiungere anche il tacco e la suola dello stivaletto.
-“Ah, bene! A lei tante cerimonie e a me solo un bacio sulle scarpe?!”- esclamò Silvia –“Cos’è, ti faccio schifo io?”-
-“No, affatto, padron Silvia, ma trattandosi di…”-
Silvia saltò con entrambi i piedi sulla schiena dello scrittore. Egli, essendo abbastanza robusto, non vacillò neppure.
-“Leccaglieli! Leccaglieli! Intanto io ti calpesto come il verme che sei!”-
-“Ai suoi ordini, padron Silvia!”- obbedì Tom, continuando a leccare le scarpe di Vale.
-“Bravo, hai imparato subito come ci si comporta davanti a chi ti è superiore in tutto”- disse la Padrona. Portò indietro il piede a cui lo schiavo aveva appena leccato il tacco e porse alle labbra del sottomesso l’altro.
-“Leccami le suole delle scarpe”-
-“Si., Padrona”-
-“E succhiami il tacco”-
-“Si, Padrona”-
-“Ah ah…”- rise Vale –“Si-Padrona, Si-Padrona…sembri quella disgraziata della mia schiava”-
-“In un certo senso lo sono”-
A quel punto Silvia calò forte il piede sulla mano dello scrittore. Calzava sandali col tacco alto ed il colpo fu molto doloroso.
-“Piano, Silvia, non lo rompere così presto. Abbiamo tempo fino a domani per questo”-
-“Mi fa incazzare! A te sbaciucchia persino le suole, a me ha rivolto a male pena due bacini sulla punta delle scarpe”-
-“Hai ragione. Non è cortese da parte sua. Hai sentito, schiavo? Devi trattare meglio la mia amica”-
-“Si, Padrona”-
-“Facci accomodare in salotto. Hai un salotto, no?”
-“Certo, Padrona”-
Silvia fece per scendere dalla schiena del ragazzo ma Vale la fermò con un cenno.
-“Allora portaci là”-
Si sedette assieme a Silvia sulla groppa dello scrittore e con un calcio in un fianco lo costrinse a muoversi. La bestia procedeva a quattro zampe e portò a fatica le due ragazze in salotto. La stanza era ampia e ben arredata. Tutte le stanze della casa lo erano.
-“Ah!”- esclamò la Padrona –“Ti tratti bene, cane! Gli scrittori non hanno problemi di quattrini, a quanto vedo”-
-“Si, Padrona. Ma la mia casa le appartiene”-
Vale rise. Discese dallo schiavo e si accomodò sul divano. Silvia invece si sedette su una poltrona.
-“Schiavo, lecca le scarpe ed i piedi della mia amica”-
Tom si fece piccolo al cospetto della padroncina dai lunghi capelli castani che dall’alto lo osservava e sorrideva malignamente. Le scarpe di Silvia erano un poco polverose ma tutto sommato pulite. La sua lingua percorse i tacchi a spillo, concentrandosi sui margini delle suole. Quando la ragazza si ritenne soddisfatta, o semplicemente stufa di quel trattamento, lanciò un calcio diretto al centro del viso dello scrittore e lo allontanò.
-“Questo è per come mi hai sempre trattata nei tuoi racconti. Impara bene, io non sono la spalla di nessuno”-
-“Mi..mi scusi, padrona, ma ….ecco…”-
La Padrona, sdraiata sul divano, rise.
-“Toglile le scarpe”- ordinò.
Tom lo fece. I piedi di Silvia erano un po’ sudati ma davvero molto graziosi.
-“Leccaglieli. Ci sta che dopo un po’ ti perdoni”- disse la Dea, stendendo le sue lunghe, eleganti gambe sul divano ed affondando le suole delle scarpe appena leccate nei morbidi cuscini dalla fodera di seta.
Tom si accucciò ai piedi di Silvia ed iniziò a curarli, dapprima con bacetti dolci e devoti, poi con timidi colpetti di lingua. Come s’era accorto mentre le toglieva le scarpe, i piedini della padroncina erano sudati per la lunga permanenza nelle scarpe ma emanavano un odore nient’affatto sgradevole.
I piedi delle padrone, si sa, sono diversi rispetto a quelli delle altre ragazze. Superiori. E quelli delle Padrone (ma potrebbe essere altrimenti, forse?) sono ancora più eccelsi.
Passò e ripassò negli spazi fra le dita, pulì accuratamente le piante ed i talloni, accarezzò con amore il dorso del piede destro. Quando fece per passare al sinistro avvertì una pressione dolorosa alla nuca. Distolse impercettibilmente lo sguardo dai piedini di Silvia e lei, per non farlo allontanare, gli infilò un piede in bocca e lo schiacciò sul pavimento, dominandolo dall’alto. Tuttavia Tom aveva fatto in tempo a riconoscere gli stivaletti di Vale a fianco della propria testa. La Dea si era alzata dal divano e l’aveva raggiunto in assoluto silenzio, muovendosi furtivamente come una gatta.
-“Schiavo, è tardi. Va’ a preparare da mangiare. Prepara per due, tu te ne resterai a stecchetto. Forse, domani, ti lasceremo cadere qualcosa sul pavimento e ti concederemo di mangiarlo da sotto i nostri piedini. Perché vedi, lo avrai già capito, tu te ne starai accucciato sotto al tavolo mentre noi mangeremo e questa volta saranno i miei piedi che leccherai”-
Davanti alla prospettiva di poter leccare i piedi della Padrona al più presto, Tom riprese con rinnovato vigore ad adorare le estremità di Silvia.
-“Hai capito tutto?”- chiesero le sovrane.
-“Si, Padrona. Vado immediatamente a preparare da mangiare”-
Le ragazze risero, accesero la televisione ed attesero comodamente sedute che lo scrittore iniziasse a lavorare per loro.
La cena era squisita. Insalata di gamberi, caviale ed altre prelibatezze, lo scrittore non aveva badato a spese per le sue padrone.
La Dea fece scendere il ragazzo sotto al tavolo non appena egli le ebbe servite a puntino. Tom era piuttosto alto ma il tavolo era assai grande e molto lungo così non c’era pericolo per lui di battere per errore in una delle gambe del mobile.
Non appena fu sotto la Padrona gli schiacciò una mano sotto al tacco degli stivaletti.
-“Leccami gli stivali”- disse con tono asciutto.
Tom, senza esitare un attimo, obbedì. Le scarpe di Vale non erano quelle di Silvia. Lo scrittore provò un immenso piacere nel passare e ripassare la propria lingua sulla superficie liscia e amarognola dello stivale. Punta, tacchi, suola. Poi di nuovo la punta. Su, dolcemente, per il collo dello stivale, fino dove cominciava la morbida pelle della Padrona e poi di nuovo giù. Tom andò avanti per un quarto d’ora buono.
Da principio Vale parve occuparsi solo della cena, senza degnare di nota lo schiavo ed il suo lavoro. Guardò solo una volta e di sfuggita sotto al tavolo, verso i propri piedi.
-“Si, bravo. Lecchi come una persona di mia conoscenza. Ora però toglimi gli stivali”-
-“Si, Padrona”-
-“E ricomincia da dove ti sei fermato”-
Tom non riusciva a credere alle proprie orecchie. La Padrona gli aveva concesso l’onore, il privilegio, di leccarle i piedi.
-“S…sul serio? Posso davvero…?”-
La Padrona gli calpestò la mano un’altra volta e gli sbatté lo stivale in faccia.
-“Sei sordo o cosa? Ho detto toglimi gli stivali e leccami i piedi, no? E allora datti una mossa!”-
Da dietro Tom avvertì i piedi calzati nei sandali di Silvia che punzecchiavano i suoi fianchi con i tacchi. In un'altra occasione avrebbe considerato anche quello un onore: Silvia era una bella ragazza, aveva dei bellissimi piedini e l’indole della dominatrice nata. Tuttavia, in quel frangente, per lo scrittore l’intrusione della padroncina rappresentava solo un inutile fastidio.
Insomma, la Padrona voleva che le leccasse i piedi, cos’altro poteva esservi di più importante? Era quello il coronamento delle sue aspirazioni?
Forse. Anzi, al bando i forse. Si, lo era.
Andassero al diavolo anche Silvia ed i suoi capricci da ragazzina viziata.
C’era la sguattera Alex per lei.
Fece scendere le cerniere degli stivaletti con dolcezza, tolse le calzature dai piedi della Dea e pose le mani sul pavimento affinché Vale potesse poggiarvi sopra le sue preziose estremità.
Poi prese a leccare. Prima il piede destro, poi il sinistro. Sulle punte, fra le dita. Coprì le piante di piccoli bacetti e insinuò la lingua nelle fessure fra le dita. Era come aveva sempre pensato: i piedi di Silvia erano belli, si, ma quelli di Vale… era piacevole persino averne in bocca il sudore.
Sperò che quel momento non dovesse avere mai fine.
Da sopra, intanto, la Padrona parlava con la sua amica.
-“Che ti sta facendo?”- chiese Silvia.
-“Sciocca ragazzina”- pensò Tom –“La Padrona ha ordinato che le leccassi i piedi. Cosa credi che stia facendo? La calzetta?”-
La Dea rispose per lei.
-“Lecca”-
-“Lo fa bene?”-
-“Mmmmsi! Sono più abituata alla lingua di Alex, ma ci sa fare. Gliene do atto”-
-“Come ci si sente ad avere persino uno scrittore di fama ai propri piedi?”-
-“Uno scrittore di fama?”- pensò Tom –“Non sono mica Umberto Eco! Però il complimento mi fa piacere. Grazie, piccola rompiscatole!”-
-“Oh, beh. Sai, tutti gli uomini, ragazzi dai dieci anni in su, anelano ad adorare i miei piedi. Non puoi immaginare quante e-mail ho ricevute in questi anni. E quante proposte! C’è chi darebbe non so cosa per lasciare una sola volta le proprie labbra sulle mie scarpe! In questo lo scribacchino è fortunato. Altri non avranno mai la fortuna che ha lui in questo momento”-
-“Pensi di liquidarlo dopo stasera?”-
-“Ma sì, perché gettarlo via così? Lo metterò in agendina con Alex e quell’altra cagnetta che ho trovato in vacanza…Patrizia mi sembra che si chiami…e con tutte le altre che ho collezionato nel tempo. Più avanti può darsi che lo riutilizzi”-
Sollevò un piede dalle mani di Tom e ne strofinò la pianta (ormai ben pulita dal sudore grazie al solerte lavoro dello schiavo) sulla faccia dello scrittore.
-“Hai sentito, schiavo?”- chiese.
-“Si, Padrona”- rispose lui, sollevando per un attimo la bocca dalle preziose estremità. E dopo aver dato il proprio assenso alla decisone della Padrona si chinò di nuovo e baciò con tutto il proprio sentimenti quei piedi meravigliosi.
Vale rise.
-“Bene, abbiamo finito di mangiare”- disse.
-“Andiamo in salotto”- propose Silvia –“Oppure direttamente a letto?”-
-“In salotto”- rispose Vale –“Ho notato che l’imbrattacarte, qui ai miei piedi, ha una bella videoteca ed un megaschermo. Vediamo se ha dei bei film e poi magari ne mettiamo uno”-
-“Bell’idea! E lui?”-
-“Lui sparecchia da bravo sguattero. E non appena avrà terminato di sciacquare i piatti ci seguirà e ci farà da sgabello. Ho voglia di stendere un po’ le gambe”-
-“Si, uno schiavo poggiapiedi, come la nostra Alex. E magari lo cavalchiamo anche un po’, così, tanto per digerire bene”-
-“Perché no? E’ roba nostra, giusto?”-
-“Si che lo è!”-
Vale strofinò ancora una volta i piedi sulla faccia dello schiavo.
-“E’ vero che lo sei?”-
-“Lo sono”-
La Padrona rise, si fece rimettere gli stivaletti e si alzò da tavola.
Le padrone guardarono il film sdraiate sul divano con i piedi nuovamente nudi appoggiati sulla schiena del servitore.
-“Allora facciamo così, qui a casa dello schiavo trascorriamo un paio di settimane d’estate”- disse Silvia.
-“Si, questa è una bella villa in montagna. E’ l’ideale per sfuggire all’afa. Ma non dimentichiamo che siamo vicine all’Abetone e questa è una località sciistica molto “in” durante l’inverno”-
-“Bè, a me che me ne viene? Tanto non so sciare”- disse Silvia.
-“Fa nulla. Una settimana bianca tutta spesata, vitto e alloggio gratis non si rifiuta mai. Vero, schiavo?”- chiese la Padrona, dando un calcetto sulla nuca dello scrittore.
“Vero che pagherai tu tutte le nostre piccole spesucce?”
-“Si, Padrona. Certamente”-
-“Stai attento a non viziarci troppo, che sappiamo diventare esigenti!”-
-“Tutto ciò che desiderate per me è un ordine, mie Signore”-
Avrebbe voluto rivolgere quella frase solo alla Padrona, purtroppo nella stanza era presente anche la sua amica.
-“E perché non invitiamo anche Francesca e le altre?”- propose Silvia.
-“Tutte le nostre amiche?”-
-“No, solo quelle a cui hai ceduto una volta o l’altra la tua schiava”-
-“Insomma le nostre compagne di giochi segreti”-
-“Si. Pensa in grande. Io, te e le altre servite e riverite come dee mentre la tua serva, la mia e lo scrittore si fanno in quattro per soddisfare i nostri desideri. E magari insegniamo anche a lui ad essere un cesso. Alex lo fa già e la mia sguattera è sulla strada giusta. Ed abbiamo anche altre schiave, non è vero?”-
Questa rivelazione diede un po’ fastidio al ragazzo, che non aveva previsto di avere la casa sommersa di padrone e neppure di avere concorrenti nel ruolo di servitore. E poi chi erano queste amiche di Vale? Tom sperò che non fossero fatte tutte della stessa pasta di Silvia perché la ragazza, benché fosse sua padrona e quindi un essere superiore e meritevole di ogni premura ed attenzione, si stava macchiando della non indifferente colpa di competere con la Padrona per il suo possesso. Colpa che, agli occhi dello scrittore, appariva alla stregua di un crimine.
Da quello che Tom riuscì a capire dai discorsi delle due ragazze oltre a Vale e Silvia vi sarebbero state altre cinque ragazze, cinque dominatrici ed almeno due schiave. In totale dieci persone. Non ci sarebbero stati letti a sufficienza neppure per le sole padrone, pensò Tom.
-“E poi facciamolo venire da noi per qualche giorno”- continuò Vale.
-“Da noi? E a far che?”-
-“Ragiona. Lo sguattero qui ha un sacco di tempo libero, giusto? E’ uno scrittore e stabilisce da solo quando lavorare e quando no. Bene, gli facciamo prendere un paio di settimane di vacanza forzata. Lo cediamo come schiavo ad una delle nostre amiche. Che si divertano anche loro a possedere uno sguattero ventiquattr’ore su ventiquattro e sette giorni su sette”-
-“Mah! Letizia e Federica vivono con i loro genitori”-
-“Ci restano Erica e Marta, no? Una di loro sarà sicuramente interessata”-
“Sarò venduto come un oggetto!”
Tom era esterrefatto. Questo non l’aveva preso in considerazione, davvero. Pensava che la sottomissione nei confronti della Padrona si sarebbe consumata leccandole i piedi e facendole un po’ da sguattero, ma questo andava ben oltre.
Di tanto in tanto la Dea strofinava i piedi sulla faccia dello scrittore, sul lato rivolto verso se stessa, ridendo compiaciuta delle idee che venivano in mente un po’ a lei ed un po’ a Silvia. A fine serata la situazione era questa: lo schiavo avrebbe dato casa a Vale ed alle sue amiche per la settimana bianca e per le vacanze estive e nel frattempo sarebbe stato il loro cameriere, il loro autista e leccapiedi. Avrebbe dovuto trascorrere un paio di settimane a casa di una certa Michela, anch’essa compagna di giochi della Padrona, nei giorni che Michela avrebbe stabilito. E, come ciliegina sulla torta, avrebbe dovuto iniziare a scrivere al più presto un libro sulla Padrona e sulla sua schiava, quella di nome Alex.
Stabilite le regole le padrone se ne andarono a letto. Lo schiavo ce le portò a quattro zampe sorreggendole sulla propria schiena, leccò i loro piedi un’ultima volta e baciò le natiche perfette della Padrona. Infine Silvia lo legò con una cordicella ad una delle gambe del letto. Lì fu lasciato durante l’intera notte.
Al mattino Tom fu svegliato da qualcosa che gli solleticava il viso. Aprì gli occhi e si accorse che dal bordo del letto, da sotto le coperte, spuntava una gamba. Il piedino raggiungeva il suo volto e l’alluce e le altre dita gli sfioravano maliziosamente le labbra ed il naso. Era un piedino elegante e ben modellato, quello della Padrona.
Lo schiavo non vide Vale, però. La Dea era ancora sdraiata sotto le coperte e la sua gamba destra, dal ginocchio in giù, era la sola cosa che si muovesse.
Baciò immediatamente il piede della Sovrana, che lì per lì, forse per la sorpresa si ritirò di qualche centimetro. Allora strisciò verso il letto per avvicinarsi un po’ di più ed il piedino si allontanò ancora fino a nascondersi sotto le lenzuola. Lo schiavo capì che la Padrona lo voleva si ai suoi piedi, ma al calduccio, nel letto. Infilò cautamente la testa sotto il morbido copriletto e raggiunse con le labbra le nobili estremità della Dea. Le baciò, le leccò con devozione.
La Padrona lo lasciò fare per qualche minuto muovendo le gambe e stiracchiando le giunture anchilosatesi un poco nel lungo e riposante sonno, infine lo allontanò con un calcetto.
-“Schiavo, sbrigati a preparare la colazione. Quand’è pronta torna qui ed avvertimi baciandomi i piedi”-
Tom andò, preparò la colazione più buona di cui fosse capace (non era abilissimo ai fornelli ma se la cavava) e ritornò in camera da letto. Si mise a leccare i piedi di Vale, come la Padrona aveva chiesto, finché un calcetto non lo allontanò.
-“Basta. Ora sveglia Silvia baciandole il sedere e non risparmiare la tua lingua”-
-“Obbedisco Padrona”-
Lo scrittore si accucciò sul corpo longilineo della padroncina, scostò le lenzuola e con molta delicatezza cominciò a baciare il suo sedere. Partì dalle natiche e si diresse pian piano verso il solco; solo a quel punto iniziò a leccare. Ciò piacque molto alla ragazza che sarebbe rimasta ferma per ore a godersi quello stato. Purtroppo Vale la esortò a muoversi e ad alzarsi. La colazione stava raffreddandosi.
Mentre le padrone mangiavano, lo schiavo, da sotto al tavolo, leccò loro i piedi e le scarpe e, al termine del pasto, le dominatrici si prepararono ad andarsene.
-“Bene, schiavo. Ci hai servite bene per essere la prima volta”- disse Vale.
-“Si, Padrona. La ringrazio”-
-“Posso quindi dirti che sei promosso a schiavo personale mio e delle mie amiche. Ci rivedremo presto”-
-“Si, Padrona”-
-“Baciami un’ultima volta le scarpe qui, sulla soglia della porta dove ci troviamo”-
Tom si inginocchiò. La Padrona sollevò un piede e lo posò sul suo collo, schiacciandolo a terra.
-“Ma dalla prossima volta inizieremo a usarti come gabinetto ed ancora non sai cosa ciò voglia dire. Una mia amica di nome Erica ti preparerà in tal senso”-
-“Si, Padrona. Come vuole”-
Vale si girò ruotando sui propri tacchi.
-“Bacia la suola delle mie scarpe ed i tacchi”-
Tom obbedì.
-“A presto”-
-“A presto”- ripeté Silvia.
-“A presto, mie Padrone, e grazie di tutto”-
Le padrone oltrepassarono la soglia della casa di Tom e chiusero la porta dietro di loro.
Padrone e Padroncine d’Italia, se siete curiose d’incontrare il Tom del presente episodio, desiderose d’approfittare di uno schiavo come quello descritto qui sopra, non esitate a farmi pervenire le vostre lettere all’indirizzo [email protected]
Vi aspetto numerose….
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16 years ago
tom,
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Last visit: 16 years ago
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Daniela
Sembrava una serata come tante altre.
Con la propria auto, Daniela si era recata al ristorante che il gruppo di amici aveva scelto per passare la serata in compagnia. Si ritrovavano mediamente una volta al mese, e l'appuntamento era sempre presso un buon ristorante, poiché tutti amavano la buona cucina ed il buon vino, soprattutto se bevuto in compagnia.
Il gruppo di amici era formato da 11 persone, ma solitamente si ritrovavano in 7-8 poiché combinare la serata in cui tutti erano liberi da impegni era quasi impossibile.
Chi era iscritto ad un corso di ballo, chi per il corso di yoga, chi aveva un abbonamento a teatro e persino chi, come Antonio, aveva trovato chissà come e dove, un corso di astrologia indiana.
Il ristorante, quella sera, lo avevano scelto Giovanna e Federico. Avevano stabilito che a turno, ognuno scegliesse il ristorante, in una sorta di gara fra chi proponeva e faceva così scoprire la miglior cucina e il miglior locale della volta precedente. Un piccolo gioco che dava modo di schernire fino al mese successivo chi incidentalmente avesse fatto una scelta non fortunata. Ma era il loro modo di scherzare, di divertirsi, un po' goliardico, nonostante tutti avessero da tempo superato l'età universitaria.
Daniela, 33 anni, faceva parte dell'età di mezzo. La più giovane era Anna con i suoi 29 anni, il più vecchio, e per questo lo chiamavano scherzosamente "il saggio", Francesco, 44 anni.
Quella sera, per la prima volta, c'era Angela, un'amica di Marinella. Tutti i maschi del gruppo, sposati compresi, si erano premurati di presentarsi ed a nessuno era sfuggito il motivo del "caloroso" interesse che manifestavano. Angela, 31 anni, era molto bella e decisamente una di quelle donne che, già a prima vista, lasciano capire di avere molto da dire. Un fascino misterioso, pensò Daniela. E quale uomo non verrebbe catturato da quel fascino?
Si sedettero ed Angela scelse il posto proprio di fronte a Daniela. Accanto a lei Mario ed Alberto, due scapoli del gruppo, o meglio "liberi di stato" in quanto entrambi con un matrimonio alle spalle.
I due facevano a gara per essere cordiali ed interessanti, nei confronti di Angela. Daniela osservava ogni cosa e si divertiva a vedere come l'atteggiamento dei due amici fosse ben diverso dalle altre serate, in cui non era presente una possibile "preda". Sì, perché, ne era certa, questo era il loro pensiero.
Soprattutto Alberto la divertiva molto: quella sera irriconoscibile nei modi. Lo conosceva come una persona precisa, ai limiti della pignoleria. Sempre perfetto, un po' ipocondriaco, attento agli spifferi d'aria, all'aria condizionata, sempre con il suo "cashmere" indossato o a portata di mano, quasi fosse stato la coperta di Linus. Era una persona simpatica e per questo benvoluto da tutti, ed anche un bell'uomo, ma Daniela non aveva mai pensato a lui come maschio, anzi, pensare in tal senso, le procurava ilarità. "Ha appena 40 anni, ma sembra mio padre" era il pensiero di Daniela, ogni volta che lo vedeva così meticoloso, così pauroso, così vecchietto dentro. Qualcun altro, meno benevolo, ed in vena di pettegolezzi, ogni tanto si rivolgeva a lui dicendogli: "Caro Alberto, sei morto, ma nessuno te lo ha ancora detto…" Alberto rideva, qualche volta a denti stretti, ma tutto finiva con un brindisi.
Forse il bello di tutta la compagnia e della loro intesa è proprio il fatto che riuscivano a dirsi in faccia ciò che pensavano, senza alcuna volontà di offendere e senza che nessuno, di conseguenza, si risentisse.
Già a meta cena Daniela si era resa conto che Angela non stava ascoltando più di tanto i due amici, e che dava loro attenzione giusto quel tanto per non essere scortese. Ma essi continuavano nel loro pavoneggiarsi; Mario raccontando delle sue imprese sportive, Alberto della sua fornitissima biblioteca. Ma possibile, pensava Daniela, che gli uomini non si rendono conto di quando non stanno destando l'interesse di una donna?!
Angela continuava invece ad interessarsi a Daniela. Le aveva chiesto del lavoro, dei suoi interessi ed, entrando in confidenza con il dialogo, della sua situazione sentimentale; o meglio se era sentimentalmente impegnata. Daniela aveva risposto volentieri alle domande, trovandosi a suo agio nella conversazione e, tranquillamente, le aveva raccontato di essere single da un paio di anni, da quando cioè aveva chiuso la storia con il proprio compagno.
Era veramente affascinante Angela, aveva colpito anche Daniela, non senza una certa punta di invidia e gelosia, per la sua capacità di partecipare ai discorsi sugli argomenti più diversi. Sicuramente una donna che, nonostante fosse giovane, aveva maturato una certa esperienza, sicuramente anche grazie ai viaggi che aveva fatto per lavoro. E a chi non piacerebbe girare il mondo, nei luoghi più belli, spesata e retribuita per farlo… Aveva fatto l'accompagnatrice turistica, nei periodi estivi, mentre frequentava l'università, e poi, appena laureata, si era dedicata a tempo pieno a questa attività. Sicuramente aveva visitato più luoghi, conosciuto culture, persone, stili di vita, che tutte le persone del gruppo messe insieme.
E proprio sulle esperienze di viaggio si erano incentrati i discorsi fra Angela e Daniela. Anche quest'ultima amava viaggiare e aveva avuto la possibilità di visitare e conoscere diversi luoghi lontani.
La cena stava volgendo al termine, quando Daniela si accorse che Mario, il più disinvolto fra i due "falchetti" come li aveva ribattezzati quella sera, aveva passato un biglietto ad Angela. Sicuramente vi era scritto il numero di cellulare. Mentre infilava il biglietto nella borsetta Angela guardava Daniela, con un sorriso complice, sapendo che, in quanto donna, aveva già capito che nessuno dei due "falchetti" aveva suscitato un certo interesse.
Poco prima di alzarsi per uscire dal ristorante, Angela, rivolgendosi a Daniela le aveva chiesto se poteva riaccompagnarla a casa lei, che la cosa le avrebbe fatto piacere.
Usciti dal ristorante Angela, avvicinandosi all'amica che l'aveva accompagnata, disse: "Mi riaccompagna a casa Daniela, mi ha offerto un passaggio…"
Daniela, che nonostante stesse salutando gli amici, non aveva perso la scena e le parole di Angela, rimase un po' stupita di quell'affermazione, ma non ci fece caso più di tanto.
Angela non abitava molto lontano dal ristorante e così il tragitto fu relativamente breve e le due donne non ebbero modo di parlare molto. Fu così, che arrivate sotto casa, Angela le disse: "Ti va di vedere casa mia? Beviamo qualcosa e così pettegoliamo un po' sulla serata". Essendo sabato sera e non dovendo andare l'indomani a lavorare, Daniela accettò volentieri.
L'appartamento era ampio e ben arredato. Ovunque si poteva trovare una traccia dei paesi che aveva probabilmente visitato. Dai leggeri tendaggi della sala traspariva un'intera parete a finestra che lasciava intuire che tutta la stanza fosse molto luminosa. Tutto era molto sobrio, leggero; le tende, gli arredi, il tessuto dei divani ed i fiori un po' ovunque, davano una sensazione di vento primaverile. Un odore esotico permeava la casa, evidente l'uso degli incensi che Angela doveva adorare, considerando i porta incensi collocati un po' ovunque.
Ma la parte più graziosa, Daniela la scoprì appena entrata nel bagno. Un grosso piano con un grande lavabo incassato, occupava tutta una parete. A lato del lavandino un contenitore in vetro con ai bordi le foglie di una pianta acquatica ed al centro, come a formare una minuscola isola, delle candele galleggianti.
"Mettiti comoda" le disse Angela appena uscì dal bagno "Ora è il mio turno, mi do una rinfrescata veloce e mi metto più a mio agio".
Nell'attesa Daniela curiosò fra i libri, leggendo i titolo riportati nei dorsi, ed altrettanto fece con le videocassette ordinatamente collocate nel vano vicino al televisore. Cosa legge e che film vede una persona sono una buon indizio per scoprirne la personalità.
Passarono pochi minuti ed Angela uscì dalla stanza da bagno, in accappatoio, per svanire in quella che doveva essere la camera da letto. Qualche minuto e ne uscì; aveva sciolto i capelli che adesso le arrivavano a coprire abbondantemente le spalle, indossato una di quelle sottovesti (nera, due sottilissime spalline, molto corta).che si usano anche come vestitino da casa o camicia da notte, i piedi nudi.
Angela versò del rum in due bicchieri, ne porse uno all'amica, ed entrambe si sedettero sul divano. Daniela non poté fare a meno di notare che il seno di Angela, anche se ora era senza reggiseno, non aveva minimamente mutato il suo aspetto, anzi, sembrava perfino essere ancora più sodo di quanto si potesse immaginare prima, quando era contenuto nella biancheria intima, sotto alla maglia che indossava. Ma soprattutto osservò come i capezzoli erano tesi fino a tenere leggermente sollevata la sottoveste dal seno.
Daniela si aspettava che l'amica iniziasse a parlare della serata, delle sue impressioni sul gruppo di amici e soprattutto sui due "falchetti", invece Angela non disse nulla, ma avvicinandosi leggermente, con una mano le sfiorò i capelli, li accarezzò a lungo, giocandoci con le dita,
a volte sfiorandoli delicatamente, a volte prendendoli in modo più deciso.
Daniela assaporava, non leggendovi nulla di strano. Ricordava quando il suo ex-compagno indugiava a giocherellare con i suoi capelli, dopo che avevano fatto l'amore, ma lui era appunto il suo compagno.
Fu quando Angela, avvicinatasi ulteriormente, cominciò a baciarle l'orecchio, che una vampata di calore la assalì. Si sentì paralizzata, non capiva… Non capiva la reazione del proprio corpo, non capiva perché lasciava che una donna le stesse baciando l'orecchio ed ora, con una mano le sfiorava il seno, e soprattutto non capiva quella sensazione che tutto intorno stesse girando, non capiva perché sentiva i battiti del cuore nelle tempie, il viso ustionante, come quando si trovava esposta ai raggi del sole su di una spiaggia tropicale.
Non capiva tutte le sensazioni che stava provando, le emozioni, del tutto simili a quelle che provava quando a toccarla era il suo uomo, per comunicarle di voler fare l'amore, ma ora non era il suo uomo, era una donna a farle provare quel piacere.
Non poteva fraintendere, Angela non stava giocando o scherzando. Non le era mai capitata una situazione del genere, ma non era stupida per non capire… Forse anche il disinteresse di Angela verso i suoi amici maschi, aveva un senso con quanto stava accadendo…
Angela intanto aveva iniziato a slacciarle i bottoni della camicia. Daniela non portava il reggiseno e sapeva che appena sbottonati i primi bottoni, il suo seno sarebbe stato visibile, offerto alle attenzioni della donna, che sicuramente ne era cosciente e già stava assaporando quel momento magico, intimo.
Come le slacciò l'ultimo bottone e con la mano scostò delicatamente i lembi della camicia, Daniela ebbe la sensazione che il suo seno si fosse liberato da una stretta fasciatura che lo costringeva. Sentiva che i capezzoli erano turgidi e se ne vergognò. Angela intuì il suo imbarazzo e la tranquillizzò, dicendole "Stai tranquilla piccola, rilassati… siamo fra donne", mentre iniziava ad accarezzarle il seno.
Ma proprio perché erano due donne era il motivo del suo imbarazzo, oltre al fatto di sentire il proprio sesso umido come non mai, anelando alla speranza che Angela non lo scoprisse. Ma forse l'amica, questo già lo sapeva. Sicuramente per lei non era la prima volta che stava accarezzando intimamente un'altra donna, ed a Daniela ciò era ormai ben chiaro.
Con la lingua iniziò a disegnare un percorso sul corpo di Daniela. Dapprima il collo, fino sotto il mento, poi lentamente, ma inesorabilmente scivolò fino ad un seno, e da qui al capezzolo. Con le mani fece scivolare le spalline della propria sottoveste lungo le braccia, lentamente, fino a sfilarle. Daniela non poté non osservarle il seno nudo, e anche se non aveva nulla da invidiarle, la vista di quel seno, in quella particolare situazione, la eccitava incredibilmente. Un istante dopo Angela le prese la mano e la appoggiò sul proprio seno, fu allora che Daniela provò un sottile ma intenso piacere, che immediatamente si manifestò con una sensazione di calore che, partendo dal proprio sesso, si diffuse in tutto il corpo.
La testa ronzava, il respiro sembrava mancarle da un istante all'altro, ma si sentiva sempre più eccitata, addirittura inebriata, ubriaca, di desiderio e piacere. Era consapevole che Angela sapeva benissimo cosa lei stesse provando, e questo le creava un ulteriore imbarazzo, anche se, più le attenzioni dell'amica si facevano marcate, decise, intime, più tutta la situazione sembrava assumere dei connotati di normalità. Il piacere che stava provando, l'emozione di nuove sensazioni, il corpo che sempre più desiderava essere toccato, accarezzato, sfiorato da quelle sapienti mani, il sesso che le mandava evidenti segnali di piacere, erano una vera e propria scarica di adrenalina.
Angela si staccò un momento da lei, per sfilarsi completamente la sottoveste, si avvicinò e si mise a cavalcioni su di lei, appoggiò i propri seni a quelli di Daniela ed iniziò a strofinare i capezzoli, gli uni contro gli altri.
Lentamente prese a mordicchiarle le labbra, mentre, con i propri capezzoli, continuava a stuzzicare quelli dell'amica, poi con la lingua disegnò più volte il contorno delle labbra. Daniela era ormai totalmente in preda al piacere ed all'eccitazione. Non si poneva più alcuna domanda, lasciava che il proprio corpo si abbandonasse e le trasmettesse ogni sensazione, ogni impulso e non ebbe alcuna reazione quando l'amica le sfilò delicatamente la gonna.
Istintivamente socchiuse la bocca ed Angela, che aspettava un segnale di disponibilità, continuò a disegnare con la lingua, ma adesso il disegno non era più circolare, ma aveva assunto la forma di una spirale, fino ad accentrarsi ed incontrare la lingua. Entrambe manifestarono, con un prolungato bacio, il reciproco desiderio. Daniela aveva ormai eliminato ogni difesa ed appena l'amica le tolse il perizoma e le toccò la clitoride, ebbe quasi immediatamente un orgasmo violento.
Angela si spostò da quella posizione e si mise in terra in ginocchio, davanti a lei che, sul divano, a gambe divaricate, stava ora offrendo tutta se stessa. Cominciò a baciarle l'interno delle cosce, avvicinandosi delicatamente ma inesorabilmente al sesso di Daniela, che ora stava gemendo di piacere e fremendo in ogni parte del corpo. Con la punta della lingua si fece strada fra le grandi labbra, poi fra le piccole fino a raggiungere il punto più ambito per procurarle in breve tempo un secondo orgasmo che manifestò con tutta la voce che aveva, in un urlo roco, quasi maschile. Angela fece per allontanare la bocca da quell'insieme di odore meravigliosamente acre e pungente degli umori che emanava il sesso di Daniela, ma quest'ultima glielo impedì, afferrandole con entrambe le mani la testa e premendosela quasi a volerla fare entrare. Angela non si oppose a quell'invito e continuò facendola godere ancora due volte, prima di salire a sua volta sul divano, ed offrire il proprio sesso alla bocca dell'amica.
Daniela non era più cosciente, totalmente posseduta dal piacere, dalla voluttuosità e dal desiderio. A pochi centimetri da lei il sesso, completamente depilato della donna, sembrava ancora più nudo, più esposto ed invitante, senza la piccola barriera di peli a protezione. Raggiunse la clitoride con la lingua, ma fece fatica a mantenere il contatto, perché Angela aveva ripreso a leccarla e le sembrava ormai di impazzire, non riuscendo più a contare gli orgasmi che aveva, ma, sia pure a fatica, riuscì a non perdere il contatto ed assaporò il nettare che cominciava a sgorgare sempre più abbondante. Esplorò ogni parte, le mordicchiò le labbra, succhiò la clitoride e continuò fino a quando Angela sprofondò con il viso nel sesso di Daniela, iniziò a tremare in ogni parte del corpo, come fosse attraversato da una scarica elettrica, e lanciò una serie di urla liberatorie. Furono l'evidente segnale che anche lei aveva raggiunto l'estasi.
Il canto degli uccelli le svegliò all'alba. Erano abbracciate, nude, pelle contro pelle, mentre le prime luci illuminavano debolmente la stanza.
"Ti preparo un caffè" disse Angela alzandosi. Daniela la osservò mentre camminava verso la cucina. Tornò poco dopo, con un vassoio e due tazze di caffè, il cui aroma si era immediatamente diffuso nella stanza, mescolandosi all'intenso odore di sesso che vi regnava.
Sorseggiarono lentamente il caffè, mentre si guardavano negli occhi, senza dirsi alcuna parola.
Daniela si alzò, si avvicinò all'amica e con le labbra le sfiorò la bocca. Angela l'aiutò a rivestirsi, ma rimase nuda, "Adoro girare nuda per casa, sentire la pelle a contatto con l'aria", disse. Accompagnò l'amica alla porta e, accarezzandole una guancia le chiese: "Ti vedo ancora?"
Daniela non rispose, si incamminò verso le scale, seguita con lo sguardo da Angela che si era appoggiata all'uscio di casa.
Prima di scomparire alla vista dell'amica, si voltò, si fermò un istante e rispose: "Credo proprio di sì".
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16 years ago
sogiapi,
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Quello strano viaggio in treno
Proprio uno strano viaggio... Sono un ragazo di 25 anni, studente universitario e pendolare in treno per la necessità di spostarmi a Trieste, mia sede universitaria. Questa primavera, verso metà Marzo, una domenica sera come molte altre mi dirigo alla stazione di Treviso per prendere il solito convoglio. Giunto in anticipo mi dirigo tranquillamente verso i bagni per darmi una sciaquata. giunto nel bagno mi pongo davanti alll specchio e faccio uscire l'acqua dal lavello, quando mi accorgo attraverso il riflesso sullo specchio che dietro di me c'è qualcuno sulle toilette a muro che armeggia qualcosa.... Incuriosito mi giro e vedo che è un signore sulla 50° che si masturba...la cosa non mi sconvolge e anzi mi incuriosisce. Fingo di dover piscare e mi avvicino all'uomo. inizio a osservarlo. se ne accorge. Gli piace. Allora con fare conpiacente gli faccio un cenno con la testa ad indicare i wc con la porta e lui subito ci si scaraventa. Lo seguo e chiudo la porta. Siamo con il cazzo i mano uno dell'altro nel bagno. Iniziamo a toccarci. Lui viene subito. Io poco dopo. Esco, mi lavo le mani, torno al binario e prendo i treno. Era una situazione strana, quell'esperienza anzichè scaricarmi mi aveva riempito ancor di più i ormoni e di voglia... Percorro tutta la carrozza finchè arrivo in quella con le cabine separate e chiudibili. Guardo in ogni cabina chi possa esserci e ne valuto le chans di accoppiamento. Eccola. Una ragazza staniera,sud-americana dalla carnagione, si sta truccando ed è vestita parecchio in modo succinto. Entro subito e richiudo la porta dietro di me. Sistemo i bagagli e saluto la signorina che subito ricambia con un bel sorriso. Mi siedo quasi di fronte a lei e la osservo. Lei si specchia e non bada a me quindi scruto. Ha una bella mini gonna gialla attillata e degli stivaletti viola, una maglia scollata bianca e orecchini viola. Si accorge che la guardo e sorride...allora parto con i complimenti! Lei ricambia e io mi sposto a sedere vicino a lei. Allor con tutto il mio stupore mi rivela una cosa inpensata... sono trans..... Non mi scandalizzo nuovamente e come fosse normale allungo una mano e la faccio fermare proprio sul suo cazzo. Lei non mi ferma e anzi sembra apprezzare e allora io scosto la gonna e faccio uscire allo scoperto il suo bell'uccello mulatto che con foga inizio subito a leccare e mordere.Lei vuole ricambiare ed inizia a slacciarmi i pantaloni finchè non fa uscire anche il mio cazzo, allora si avvicina e lasciandomi suchiare ancora il suo, lei si rifà sul mio.. Ora sto facendo un 69 in treno con un trans. Andiamo avanti parecchi minuti finchè lo speeker non annuncia la fermata successiva. Stupendo. Il viaggio finisce e io finalmente raggiungo Trieste come fosse successo niente.
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16 years ago
Solare08,
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Capitolo 11-12-13
CAPITOLO XI° L’INIZIAZIONE
Non sapeva quale maestra avessi avuto, come mi fece notare una volta Giovanna, mi ricordo che dopo alcuni giorni dalla proposta di Elena d’iniziazione, telefonai stuzzicata alla Giovi per riferirle che accettavo e di farlo sapere alla ..padrona, lei fu molto contenta, della mia scelta, e mi confidò che non me ne sarei pentita!
Nella tarda serata ricevetti una telefonata da Cin, da adesso era la mia interlocutrice,
mi disse di farmi trovare puntuale alle ore 19 del sabato successivo a casa di Giovanna che sapeva lei cosa fare! Rimasi sulle spine e divorata dalla curiosità per due giorni, poi alla fine mi preparai per la mia prima prova, mi vestì molto sobria, non avendo avuto ordini a riguardo, una camicetta, un paio di jeans, e dei sandaletti con un po’ di tacco! Alle diciannove in punto ero suonavo a casa della Giovi, lei mi aprì molto gioiosa nel vedermi, e senza nemmeno fammi entrare mi baciò sulla bocca, era vestita da lavoro, mi fece accomodare nel suo bagno, dicendomi che dovevamo sbrigarci, la padrona sarebbe passata a prendermi tra un ora e mezza, io allora chiesi: - per fare cosa dovevamo sbrigarci?
Giovanna prontamente mi rispose che aveva ricevuto un borsone con tutto quello che dovevo indossare e che le era stato ordinato di truccarmi come la signora aveva espressamente richiesto!
Mi fece spogliare nuda, e togliere ogni oggetto personale, anelli, orecchini, orologio, percepii in lei una voglia soffocata di avermi, ma aveva degli ordini da eseguire!
Cominciò scrutandomi il corpo, e guardando accuratamente i miei peletti, poi fece della ceretta di aggiustamento solo in pochi punti, l’avevamo fatta la settimana prima!
Passo a laccarmi le unghie dei piedi e delle mani un rosso acceso, molto volgare, poi passo alle labbra, matita di contorno scura, …...rosso acceso anche lì, esclamai, ma così sembro una troia da strada! Brava mi disse Lei, ora hai capito!
Cercai di chiedere di più, ma lei mi pregò di non chiederle oltre!
Occhi marcati, una lunga parrucca rossa, girandomi intorno, esclamo perfetta, non manca nulla! Passo al vestirmi, una gonna rossa di pelle che non copriva il mio culo nudo, degli stivali bianchi alla coscia, morbidi, che fasciavano le mie gambe, una camicetta annodata davanti con molta, ma molta scollatura!
Una borsetta, piccolina in tono con la gonna piena di preservativi ed una confezione di crema lubrificante, stupida chiesi ancora, ma Giovanna fece finta d non sentirmi!
Avevamo appena finito che squillo il citofono, parlò un attimo e m’invitò a scendere in strada dandomi una calorosa pacca sul culo, penso per incoraggiamento!
Feci quelle poche scale, e già mi sentivo in forte imbarazzo, trovai davanti al portone Cin che mi aspettava, vestita da maschietto, con una giacca leggera e pantaloni, scarpe chiuse e basse, capelli raccolti, i suoi seni non si notavano, sicuramente compressi in una fasciatura coercitiva. Mi fece strada sino ad una grossa macchina dai vetri oscurati, aprì lo sportello e seduta dietro c’era lei, Elena con cannottierina e pantalone largo il tutto di seta chiara, ballerine nere, mi disse : - Ripensamenti? Feci no con la testa, allora lei mi fece cenno di entrare!
L’ asiatica si mise alla guida, e solo al suo cenno partì, Elena mi guardò, apprezzando il lavoro fatto da Giovanna, sei una porca troia, esordì!
- Ora mentre andiamo ti bendo per non farti vedere dove ti porto, ed intanto ti spiego, mentre la grossa macchina procedeva veloce lei con voce molto tranquilla mi disse che avrei dovuto provare una nottata da zoccola, che avrei dovuto accettare i clienti di ogni età ed estrazione sociale, che non avrei mai dovuto dare un diniego, avrei dovuto far alzare i cazzi mosci con la bocca vestirli con il preservativo e farmi scopare, avrei accettato proposte di pompini a quindici euro e scopata completa a trenta, sino alle tre del mattino! Indosserai un microfono collegato con un ricevitore dove io potrò sentire come ti comporti!
Mi venne subito in mente, dove poterlo collocare, e glielo feci notare, lei con aria arrogante, mi riprese dicendomi che lo avevo già indosso nel risvolto della mia gonna nella cintola!
Mi tolse la benda e guardandomi intorno a vidi un larga strada con grossi marciapiedi, era periferia, c’erano decine di prostitute e tante macchine che si fermavano, mi disse di non rivolgere la parola con nessuna, mi fece vedere il mio posto di….lavoro dicendomi che il protettore del zona era una sua conoscenza che era stato avvertito e che non avrei subito violenza , quantomeno dalle sue zoccole!
M’indicò, dove andare dopo che fossi montata in macchina del cliente, un parcheggio poco vicino scarsamente illuminato e dove tutte portavano i clienti a scopare. L’ultima cosa che mi chiese fu se avessi voluto continuare, annui, con molta preoccupazione, ma mollare prima di iniziare mi faceva sentire una stupida!
Mi aprì lo sportello, appena scesa l’auto ripartì velocemente abbandonandomi su quel marciapiede da sola, dall’orologio dell’auto avevo potuto vedere l’ora erano le ventuno e quindici, mancava tantissimo alle tre!
Mi misi sotto il lampione vicino al ciglio del marciapiede, parecchie macchine con più di una persona mi accostarono, facendomi elogi non troppo ripetibili, in tanti chiedevano le tariffe, alcuni se davo anche il culo, ed in moltissimi se lo avessi fatto senza preservativo erano disposti anche a raddoppiare la tariffa!
Non davano il tempo neanche di rispondere che ripartivano divertiti!
Le altre mie ………colleghe si affacciavano, dai finestrini, nelle auto degli avventori, non capì mai di cosa potessero aver parlato, ridevano, bevevano, per lo più erano dell’est, moltissime Rumene, mi accorsi di essere l’unica italiana! La voce si sparse tra i ……clienti, cominciai ad avere un codazzo notevole di auto, con , adesso, proposte molto più porche, cominciai a divertirmi e a rispondere a tono! –“A bella ce fai lo sconto comitiva? Tutta tua quella roba? E dai che te ce godi! Almeno faccela vedè!!
Mi alzai leggermente la gonna, e udì un boato, allora mi girai di culo piegandomi un po’ in avanti, un ovazione, mi stavo divertendo ed eccitando, quell’esibizionismo volgare faceva parte di me. Elena me lo aveva fatto conoscere, andai avanti per una mezzora a distribuire baci, occhiolini e linguacce non troppo caste, e a farmi scrutare, poi il panorama cambiò notevolmente, ora le auto con i ragazzi erano scemate e vidi alcune delle mie…………….compagne di lavoro che dopo breve trattativa venivano caricate per tornare dopo un po’!
Mi si avvicinò una vecchia bwm bianca, avevo notato che aveva già fatto molti giri e aveva rallentato in prossimità di ogni puttana, da me si fermò, e mentre il finestrino andava giù, il mio cuore saltò in gola, era il mio primo cliente! Domanda di prassi:
-Quanto vuoi?
Non stavo nella pelle a dare quella risposta:
-quindici bocca, trenta scopata!
-mai sei Italiana, sei l’unica!
- si sono Italiana!
- dai monta, che ti faccio scopare!
Montai, e mentre gli stavo per indicare il posto dove andare, mi fece segno di saperlo, e m’infilò una mano tra le cosce! Acconsentì, volevo fare l’esperta!
Appena arrivati, accese la luce interna, era un maturo uomo sulla sessantina, non bello, capelli bianchi, stempiato, molto coatto, pensai tra me e me, ma guarda con chi devo cominciare!
Reclinò il suo sedile, e alzò le braccia, capii che dovevo fare tutto io, gli sbottonai i pantaloni, poi rinvenni un attimo e gli chiesi i soldi, con aria di sufficienza borbottando che non c’era più fiducia nel prossimo prese il portafogli e mi diede il pattuito, si rimise in posizione, abbassai la chiusura lampo, e tra le gambe aveva un coso moscio, lo toccai, ma nulla, vedendo la sua testa nella macchina davanti sparire tra le gambe del suo……cliente , capì che dovevo farglielo alzare io con la bocca!
Presi un preservativo dalla mia borsa, trattenni il fiato, e mi chinai su quel cazzo moscio! Come lo ebbi in bocca sentì un sapore sgradevole, amarognolo, e annusandolo puzzava, di sudore, e altre schifezze, era buio e non potevo vederlo, ma in bocca sentivo della roba schifosa! Dai, mi disse lui, sono già alla seconda stasera, datti da fare! Capì cosa fosse quel sapore sgradevole e quella robaccia in bocca, aveva sborrato da poco, sperai in un condom, e aveva avuto contatti con qualche schifosa sorca! Insistetti cercando di non odorare, anche se le mutande erano appiccicose e puzzavano, avevo voglia di vomitare, ma improvvisamente si alzò, gli infilai velocemente il profilattico, e gli montai sopra, non prima di aver spalmato abbondante cremina sulla figa, presi il suo coso e lo infilai dentro, lui inizio a fare i complimenti e a dire tante altre cose che non capii, io mi cominciai a muovere subito, ma lo stronzo era venuto da poco, e ci misi almeno quindici minuti, e dovetti dirgli una marea di cavolate, del tipo sei il mio amore, come mi scopi tu non ci riesce nessuno, e sentendo che lo facevo godere continua a parlargli del suo splendido modo di prendermi, alla fine venne ed urlai anch’io per fargli piacere, mai sono stata più falsa, mi scansai da sopra, lui prese dei fazzolettini e si asciugò, passandoli anche a me, mi chiese il mio nome, risposi Luana, faceva tanto mignotta!
Mi chiese se mi avesse ritrovata lì, gli dissi che c’ero tutte le sere! Mi riaccompagnò al mio lampione, dove salutandolo gentilmente ripresi il mio posto! Avevo una boccaccia schifosa, avrei voluto lavarla con un disinfettante!
Ad aspettarmi c’era già un’altra auto, pregai che volesse solo scopare e che avesse il cazzo dritto, fui esaudita, tornata con la figa che cominciava ad arrossarsi e a farmi male altre macchine, mi feci almeno cinque scopate in meno di due ore!
Con almeno un assaggio si e uno no di cazzo!
Poi dopo l’ultima ormai circa le 23,30 ebbi un attimo di relax, le auto diminuirono, e molte rallentavano, ma nessuna, per mia fortuna si fermò, passai la mano sulla topa, era un miscuglio di crema e lubrificante dei preservativi, ed avevo le pareti gonfie ed irritate, mi prudeva e bruciava, l’asciugai con dei fazzoletti tamponandola leggermente!
Passò almeno un’altra mezz’ora prima che una macchina si fermò, erano in quattro, e mi chiesero se a turno avrebbero potuto farlo, dissi di no, allora insistettero, e alla fine mi offrirono anche più denaro, volevano giocare, non sapevo cosa dire, come comportarmi, poi alla fine accettai, erano ragazzi giovani, mi diedero subito duecento euro, ma non vollero andare al parcheggio, mi portarono in prato lì a pochi metri, scesero, e invitarono anche a me a scendere dall’auto, poi mi proposero di abbreviare i tempi, mentre spampinavo uno, l’altro da dietro mi prendeva nella figa, non mi parve una cattiva idea, accettai, vollero che sfilai la gonna completamente, accettai, poi uno di loro si mise con il sedere poggiato all’auto e l’altro mentre io mi chinavo per prenderglielo in bocca mi prendeva non dopo aver infilato il preservativo nella fica, con i primi due andò benissimo, mi sborro in bocca quasi subito mentre l’altro venne nella mia figa urlandomi …-prendi sporca zoccola, godi troia ecc. ecc. ormai, capì, che gli insulti erano un modo per ….apprezzare la scopata!
Con gli altri due ebbi dei problemi, quello che doveva prendermi da dietro nella fessurina, aveva cominciato ad offrire altro denaro per avermi nel culo, io non volli saperne, ma mi trovavo, come una stupida con quattro uomini da sola e neanche al solito posto dove avevo scopato sino all’ora, ma più isolata, comincio ad insistere pesantemente, era brillo, aveva bevuto non poco, poi mi disse con voce incazzata .- hai due possibilità o ti prendi altri cento euro e mi fai fare il mio comodo nel tuo buco del culo, altrimenti t’immobilizziamo e te lo prendo lo stesso a gratis!
Non avevo molta scelta, mi sottomisi ad essere sodomizzata per soldi, gli misi io il profilattico dopo averglielo succhiato per un po’ poi mi accucciai sul cofano dell’auto, e in cremato il buco del culo presi il suo cazzo in mano e lo guidai sino all’ingresso del mio foro, appena lo sentì che mi poggiava contro cercai con movimenti del corpo di far passare almeno la cappella nello sfintere, ma lui spinse improvvisamente, sentì uno strappo, poi lo sentii nella pancia, emisi un urlo che fece eccitare il mio cliente e comincio a sbattermi con tutta la forza che aveva, l’altro mi mise il suo cazzo in bocca divertito ed eccitato, sentivo solo dolore, mi bruciava il culo, poi lo sentì esplodermi dentro e le contrazioni mi lacerarono la cavità anale, prima che si sfilasse mi sculacciò soddisfatto, mentre io ormai non capivo nulla di quello che stava accadendo, mi venne anche il compagno in bocca, ed io sputai quella sborra calda, quando sfilò il suo cazzo dal mio culo il mio sfintere si era così chiuso che scivolò fuori dal preservativo che mi rimase conficcato nel culo!
Ripartirono lasciandomi lì dolorante, dovevo tornare al mio posto di…lavoro a piedi, non era molto distante, ma dovevo camminare a gambe larghe, quella, chiamiamola, “variazione sul tema” mi aveva distrutto, mi chinai e pisciai, mentre sfilavo quella plastica dal mio culo, era insanguinata, passai il dito sopra il buco, avevo le emorroidi fuori e gonfie, ed ero sporca di sangue, mi aveva devastato!
Rinfilai la gonna che trovai in terra e lentamente mi diressi sotto al “mio” lampione!
Le altre puttane mi guardavano e ridevano, avevano capito cosa mi fosse successo, una si avvicinò e mi diede una pomata, e mi disse di spalmarla dove mi faceva male, bene, ringrazia, e riempito il palmo la passai dalla figa sino nel culo, mi faceva male tutto!
Dopo poco arrivò l’auto di Elena, mi accosto e aprendo lo sportello, mi fece salire dicendomi che per questa sera poteva bastare, a quelle parole rimasi terrorizzata, ci sarebbe stato anche un continuo?
Mi portò in una casa vicino il mare, dove ci fece scendere a me e a Cin, -ci penserà lei a rimetterti in sesto, io devo andare, questa sera sei stata brava, vediamo come andrai nei prossimi giorni, e detto ciò ripartì lasciandomi alle cure della geisha!
CAPITOLO XII° LA VICINA
Questi ricordi mi erano riaffiorati alla mente nel momento di riposo che mi era stato concesso dal mio carceriere, per essermi comportata……bene, con il maschietto della numero tre, ero al buio sulla mia branda con la catena al collo, la porta tra me e lui era ancora aperta perché sentivo nitidamente i suoi lamenti! Poi quello che mi fece risvegliare fu proprio la mancanza di questi, forse mi ero addormentata e non avevo sentito il passaggio che si richiudeva, ma sentì nitidamente il rumore di quello che si apriva dall’altra parte della stanza, la “Voce mi stava mettendo in contatto con l’altra vittima la numero due!
-vediamo se con una donna sai farmi eccitare come con un maschietto, m’incitò l’aguzzino!
Si accesero le luci, m’infilai in quel passaggio angusto con i piedi che ormai m facevano lacrimare, ed entrata nella stanza la trovai nella posizione in cui l’avevo vista nel monitor, era scura di carnagione capelli lunghi neri, e figa non rasata, aveva peletti anche sul buco del culo, una pelle liscia e tirata, un culo grosso ma sodo, e gli doveva costare rimanere in quella posizione e vederla scendere su quel cuneo che le apriva la passera era eccitantissimo!
Ai suoi piedi la “Voce” aveva messo un carellino, tipo quelli ospedalieri, con molti oggettini sopra che non solo stuzzicavano la mia fantasia, ma che mi ricordavano momenti piacevoli della mia iniziazione!
Le girai intorno, e spinsi con una mano sul suo sedere sino a mandarla sopra il cono, era eccitantissimo vederla mentre si dimenava con la figa che si apriva lentamente, per poi bloccarsi appena le apriva la vulva esageratamente, e la forza che ci metteva per tenersene staccata, e mantenere il suo equilibrio in punta di piedi!
Anche lei con il tubo in bocca che gliela teneva aperta emetteva suoni gutturali incomprensibili.
Pensai che avesse la gola secca e che dovevo bagnargliela, presi un irrigatore di quelli per il clistere, ce ne erano più di uno sul ripiano del carrello scelsi quello a sacca con il tubo che terminava con un rubinetto, misi la sacca tra le mie gambe e , accucciandomi, ci pisciai abbondantemente dentro, poi sfilai la cannula con il rubinetto, lasciando solo il tubo di gomma morbida tenendolo piegato per non far uscire la mia pipì, lo comincia ad inserire nel tubo che usciva dalla sua bocca, sino a quando non la sentii contrarsi per i forzi di stomaco, allora aprì, o beveva o si strozzava, dopo il primo istante di smarrimento iniziò a deglutire velocemente, sino a bere tutto quel mio pisci caldo!
Nel frattempo, presa da quella valanga di caldo liquido che le irrorava la gola si lasciò cadere sul cono, e vi rimase ormai stanca, le sistemai le labbra della figa ai lati del legno e guardai il suo spacco aperto tra quei peli neri e ricci, era stondato dalla forma del legno ed eccessivamente aperto, non toccava la base, ma almeno una decina di centimetri gli spalancavano la passera!
Dal tubo uscivano energici suoni che stavano ad indicare che non fosse molto piacevole la posizione, infatti riconquistò la sua posto alzandosi faticosamente sulle punte dei piedi, tremolante !
Mentre mi carezzavo la figa eccitata, pensai di farle un clistere, le bagnai il buco leccandoglielo, i suoi peli mi solleticavano la lingua, sputai sul buco aprendolo con le mani, sino a sincerarmi, infilandole un dito, che il canale fosse umido!
Percepivo il suo lamento mentre scivolava dalle punte sui talloni e s’impalava su quella “lancia “!
Frugai sul carrello e presi un irrigatore medico, uno strano a attrezzo che serviva per permettere di fare lastre e perciò per far trattenere il liquido dentro, era costituito da in beccuccio, e una pallina subito sotto, che collegata ad una pompetta si gonfiava impedendo che il tutto uscisse dall’ano, e chiudendo il rubinetto a monte anche tutto il fluido potesse venire fuori!
Lo inserire delicatamente, ma era lungo, compreso il palloncini, ora sgonfio, almeno una ventina di centimetri, ed era stata lubrificata solo dal mio sputo e solo in superficie. Avanzai lentamente, ripensando a come invece mi avevano traforata a me quando avevo dovuto fare la troia, ma non cambiò nulla la ragazza si agitava cadendo sul cono e aprendosi la figa, gli spalancai le chiappe e con un colpo deciso infilai almeno la metà, s’irrigidì, e emise suoni violenti, non sapeva la poverina che stava solo per iniziare il suo tormento! Aspettai un paio di minuti tenendolo pigiato nel suo culo, che cercava di evacuarlo, il beccuccio, poi inizia a pompare, una, due, tre, comincio a dimenarsi, quel palloncino gli allargava l’intestino da dentro, e sicuramente le ricordava lo speculum motorizzato che le aveva dischiuso il perineo! Provai a tirare indietro il beccuccio dal tubo che fuoriusciva dal suo culo, ma non veniva, allora per scrupolo detti un ‘altro paio
di pompate, vedendola contorcersi, per quanto potesse, e mi misi al lavoro!
Ero grondante, mi piaceva vedere una femmina con la sorca aperta la coda come una cagna nelle mie mani, impossibilitata ad ogni movimento, pensai alla mia signora ad Elena, a come poteva eccitarsi, ed alle sue……cagnette Cin e Giovi, ed ora anch’io, come avessimo appreso il divertimento, e l’eccitazione nel …..possedere, mi chiesi se quello di Elena fosse un dono di natura o anche lei avesse avuto una maestra!
Cominciai a toccarmi, prima portavo la mano sopra, poi intingevo le dita in profondità, uscivano fradice della mia voglia! Cominciai eccitatissima a cercare il contenitore, era lo stesso dove avevo fatto pipì, mi serviva un altro liquido, ora non mi scappava, trovai delle bottiglie, non lasciate a caso, nel ripiano inferiore del carrello una d’ acqua, una di camomilla, una di sapone liquido!
Versai nel contenitore camomilla e sapone liquido in eguali parti, poi vidi un asta telescopica che usciva lateralmente dal carrello, la alzai, e ci appesi la sacca dell’irrigatore colma dal miscuglio, aprì il rubinetto, la mescolanza che avevo fatto iniziò presto ad irrorare il ventre della giovane che si contorceva emettendo latrati. M’interruppi, a metà, sapevo che poteva prenderne ancora, ma gli carezzai il ventre e sentendo che brontolava, capì che le stava entrando in tutte le piegoline dell’intestino, continuai a carezzarlo mentre lei cadeva con la figa sul cono, ed io eccitatissima godevo toccandomi, avrei voluto farmela leccare, o farmelo mettere dentro, iniziai a venire mentre le accarezzavo i neri peli del pube e li tiravo verso il cuneo! Poi sentii impercettibilmente che lei si lasciava scivolare dalle punte verso il basso e oscillava in avanti, si stava masturbando sul cono, si alzava e si rilasciava facendole entrare sempre di più! Aprì di nuovo il rubinetto, ma questa volta feci uscire un filino di liquido, e messa la mano sotto la sua pancia la sentii che lentamente si gonfiava, lei presa dalla sua masturbazione quasi non si accorse che stavo riempiendo il suo culo con due litri di fluidi, le passavo il dito in tondo sulle grandi labbra, ora bagnate, l’elasticità della sua figa nel ricevere quel cono dentro mi eccitava da morire, ero di nuovo bagnata e vogliosa!
CAPITOLO XIII° LA PULIZIA
Ripensai a quella notte in cui mi prostituii per il piacere della signora, e che poi mi lasciò con Cin in quella casa sul mare, lì scoprì la mia elasticità, ma non della figa!
L’asiatica mi fece accomodare in una stanza da letto molto grande e datomi un sacco della spazzatura, mi disse di spogliarmi e di gettare tutte le cose che avevo indosso lì dentro, mi parlava con la sua erre mancante anche se aveva una buona dizione dell’italiano, ma quello non era riuscito a correggerlo!
Mentre io mi svestivo, sentivo scorrere l’acqua nel bagno adiacente alla stanza, mi stava preparando un bagno caldo, mi fece immergere nella vasca, non prima di essersi spogliata e di aver indossato un variopinto kimono e delle pianelle infradito. Poi mi diede una ciambella di plastica gonfia da mettere sotto il sedere per non far entrare a contatto le emorroidi con il fondo della vasca, erano gonfie, e mi facevano molto male, mi lavò completamente, senza farmi muovere un dito, poi mi asciugò tamponandomi con un telo di cotone morbidissimo, mi sentivo molto meglio e coccolata, non era molto loquace, ma si faceva capire benissimo! Appena terminò, mi portò nella stanza da letto e mi fece sdraiare faccia al cuscino, inizio a massaggiarmi la pelle, mi rilassò moltissimo, poi prese degli oli profumati con cui mi unse tutta, poi alla fine mi passò una cremina sul buchino e sulla figa ancora gonfia, sentì subito una sensazione di freddo intenso, poi sentì le parti addormentate! Mi assopii anche io tra quelle lenzuola di seta, ero stata molto provata, dormii profondamente! Al mattino, al risveglio trovai la colazione sul comodino, e un kimono multicolore ai piedi del letto, lo indossai e andai in bagno a fare la pipì, e sentì, mentre mi sciacquavo, che il culetto stava molto meglio, feci colazione, fette imburrate con marmellata, uno yogurt, caffè nero all’americana, come ebbi finito arrivò Cin che con un dolce sorriso mi augurò il buon giorno, era molto carina, non portava trucco, ed aveva i capelli sciolti sulle spalle un altro kimono chiaro, anzi semitrasparente ed era scalza, aveva dei piedini molto piccoli e curatissimi, li poggiava in terra con leggiadria, sparecchiò, rassettò la stanza poi volle vedere come stavano i mie buchetti, si complimentò, e mi mise altra cremina, passai così tre meravigliosi giorni curata ed accudita in tutto e per tutto, sapevo che Elena chiamava almeno un paio di volte al giorno per sincerarsi delle mie condizioni, ma non vidi mai nessuno, solo Cin!
Al risveglio del quarto giorno trovai nella mia stanza, seduta su di una poltrona ai piedi del letto, lei, la padrona, mi stropicciai gli occhi, era proprio Elena, non stavo sognando, con un solito vestito lungo con ampio spacco al lato che faceva notare che sotto non portava nulla, si notava il suo pelo rado e chiaro, indossava delle ballerine, da sotto il vestito si notavano, più scuri i due capezzoli di notevoli dimensione su di un seno quasi inesistente!
Mi fece voltare un rumore, c’erano anche Giovanna e Cin che mi augurarono il buongiorno mentre stavano attrezzando un lettino ginecologico, mi venne un groppo alla gola, vedendo quel …coso ma Elena, leggendomi nel pensiero, mi rassicurò, - ormai lo sai, non voglio il tuo male, ma per raggiungere il piacere estremo qualche cosa bisogna sopportare di poco piacevole! Ripensai tra me e me, forse quello che avevo subito era andato un tantino oltre al …..poco piacevole, ma ero lì per mia scelta personale!
Mi fecero salire nuda e mettere i piedi in quella strana posizione alzati su quelle crucce, e mi sentì completamente aperta ai loro occhi, sia la Giovi sia Cin indossavano dei camici bianchi, con abbottonatura davanti, e guanti monouso, si avvicinò Elena e dato l’ordine alle due “cagnette” di allargarmi le chiappe, e tenermi ferma, indossato un guanto monouso, m’infilò un dito nel buco, spingendolo in fondo, mi fece molto male, ma nulla rispetto a quello passato nei giorni prima, lo spinse guardandomi fissa negli occhi sino a farlo entrare completamente, esclamando: -ma da quando non fai la cacca?
-un po’, risposi,
-un po’ troppo, ribatté, e guardando le sue assistenti, le disse:
- pulitemela per bene!
Si allontanò dalla stanza, e mentre Cin mi bloccava i piedi e le braccia con cinghiette di cuoio, Giovanna, avanzava con una peretta enorme, verso il mio buco, la punta tonda e completamente bucherellata, lo stelo non più lungo di dieci centimetri e al termine un setto per chiudere il buco da eventuali fuoriuscite!
Mi misero una padella di plastica, del tipo ospedaliero sotto il sedere, e poi Cin mi disse di stare calma e che sino a quando il liquido non fosse uscito, pulito avrebbero continuato a riempirmi e a farmi evacuare!
La punta era incremata, e mi scivolò su per il canale agevolmente, quando la Giovi spinse, sentì una strana sensazione, un caldo liquido mi riempiva le viscere violentemente, dandomi subito lo stimolo ad espellere, viste le contrazioni, Cin mi disse di trattenere, che ne avrei presi molti meno, non seppi resistere, appena scivolò fuori dal mio culo, lasciai andare, cagando acqua e merda in quel catino, mentre mi sforzavo di lasciare andare tutto, Giovanna era già pronta con un'altra!
-no, dissi, vi prego!
Cin mi fece con il dito il cenno di tacere!
Ubbidii, e un attimo dopo sentivo le mie budella contorcersi piene di quel liquido tiepido, scaricai ancora, avevo forti dolori alla pancia dalle forti contrazioni!
Il tutto durò un paio d’ore e dopo cinque clisteri decisero che il mio ventre fosse pulito, chiamarono la signora, e arrivò anche il sesto, ormai dal mio culo usciva solo acqua pulita, quello era per farlo vedere alla padrona, la quale mi chiese di trattenere e farlo uscire poco alla volta, con la pancia che mi doleva, obbedii, lasciava e trattenevo a piccoli spruzzi, creando in lei una notevole eccitazione!
Alzò il vestito, e mentre pigiava violentemente sulla mia pancia ed io mugolavo dal dolore nel momento in cui dovevo trattenere, fece inginocchiare Giovanna sotto il mio culo, e mentre le spruzzavo in testa il liquido del mio intestino, lei si faceva leccare il suo spacchetto, poi piegata in avanti poggio la sua testa sul mio grembo, e urlò a Cin di metterglielo nel culo!
Mi sentì mordere sulla pancia e lasciai andare il liquido dal culo su Giovanna , mentre Elena venne, lasciandoci tutte e tre con molte voglie, la più eccitata era l’asiatica, il suo fino cazzo aveva fatto su e giù nel culo della padrona non abbastanza per farla sborrare, ed un bis era da escludere!
La padrona si sedette ammirando quel capolavoro che aveva creato, io dolorante e legata, Giovi fradicia del mio liquido fuoriuscito dal culo, e Cin con il suo cazzetto eretto!
Rise di noi, rise della situazione, rise del suo potere!
Sfinita, ma eccitata, mi addormentai in quella posizione!
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0
16 years ago
paprika1, 37
Last visit: 16 years ago -
Il silenzio di una notte d\'agosto
Mugulii e gemiti interrompevano il silenzio di quella notte di agosto...
Era strano immaginare di essere nel bel centro di una grande città e non trovarvici un'anima.
Solo suoni e urla di piacere......
Marco aveva appena finito il turno, lavorava presso un albergo come lavapiatti.
Era un periodo di crisi generale ma lui, non demordendo , si arrangiava per qualche spicciolo extra durante
il fine settimana.
Il ragazzo, piacente e veramente stanco, dopo il duro lavoro, si infilò in un piccolo viottolo romano.
percorrendolo avrebbe raggiunto dopo pochi minuti la macchina che era parcheggiata nel punto finale di quella via,
quel piccolo sentiero sfociava in una via alquanto
trafficata ma ..non quella sera.
Istintivamente il ragazzo si accorse che si stava dirigendo in prossimità di quei rumori.
Era quel gusto innato per l'osè che gli diede modo di non pensare, ma camminare e basta.
Una porticina in legno semi aperta dava modo alle parole apparentemente di una giovane donna di uscire e percorrere tutto
il vicolo, insieme a Marco stesso.
Le parole erano stridule , non si capivano molto bene...
stridule come la porta in legno che pian piano si apri!
Un uomo alquanto nerboruto e puzzolente, con una barba mal fatta e capelli brizzolati
usci dall'abitazione
-Ragazzo? Hai qualche problema??-
il ragazzo chinò il capo in avanti e cerco il modo per dileguarsi senza lasciare traccia e non disse qualcosa in particolare
ma solo:
-Scusate, ero di passaggio , non volevo disturbare-
Il Burbero colorò improvvisamente il suo sguardo, era stato il modo troppo gentile che marco aveva utilizzato a conquistarlo,.
Un modo che forse nessuno aveva fino a quel giorno usato al cospetto di quel Pirata.
L'uomo ebbe improvvisamente un nuovo sguardo, un nuovo portamento ed accese una sigaretta nuova dalla vecchia appena spenta.
Si aggiusto un pò il jeans che aveva e, stizzoso, si passo la mano sulla pancia.
-Beh sei un bravo ragazzo , non volevo essere scortese con te-
Marco rispose all'uomo:
-Lo so signore, non è un problema, non si preoccupi , non è successo niente.-
L'uomo voleva continuare a parlare, era compiaciuto dall'estrema educazione di quel ragazzo
e cercava di adularlo ma anche essendo un rozzo, aveva subito riconosciuto la superiorità di quel giovane.
-Stanno scopando da un'ora, senti come gode la cagna,??
è una scrofa, si fa fare quello che vuoi...
vuoi divertirti anche tu un pò? , dai è gratis, vai su, la scopi e poi la mandi a fanculo e torni a casa a dormire-
Marco , a quel punto , iniziò a provare estrema eccitazione,.
Non sapeva che fare poichè, l'uomo gli aveva dato una opportunità !
Marco non avrebbe mai fatto scopare la propria donna da un altro, ma avrebbe scopato la donna di un'altro.
Marco era sempre stato un ragazzo con le idee chiare, una persona amante del sentimento vero...
un sentimento che avvolte pensava non esistesse, un sentimento che non da spazio al tradimento perchè l'amore secondo marco è sacrificio.
Ma , in quegli attimi, l'adrenalina era tanta, ed il ragazzo mentre pensava tutto questo,.
mentre continuava a percorrere la fine del viale.......
improvvisamente si arrestò!
Aveva trovato la forza.....
Qualcosa che era sempre stato nella sua natura, un qualcosa con cui avrebbe dovuto sicuramente fare i conti in futuro
ma che, in quel minuto di quella ora di quel giorno ,non gli interessava.!
Tornò verso l'uomo e gli disse solo queste parole
-Ok accetto!-
Sapeva dentro di se che non stava facendo la cosa giusta, ma certi istinti sono insiti nell'uomo , nella natura bestiale di ognuno di noi...
e Marco era troppo giovane per non provare eccitazione ma nello stesso tempo troppo intelligente da non poter accettare e troppo innamorato per non punire!
Doveva punirla!.
L'uomo lo prese per la mano e si presentò !
-Piacere bello io sono Remo-
e, una volta presentatisi entrambi e scambiatisi ancora 2 parole
condusse il giovane nel bel mezzo di una orgia....
Le scale di quella palazzina erano bagnate dall'umidita,nelle mura mancavano pezzi di intonaco ed un olezzo nauseabondo
invadeva l'intera scalinata del palazzo.
Come se ci fosse stata una cucina in disuso con dei pezzi di carne marcia., o carogne , carcasse di animali, nessuno riusci a capire.
Una volta percorsa la prima scalinata
I due entrarono in casa.
L'appartamento era un completo disastro, sporco e soprattutto strano.
Il colore del muro era di un grigio acre ed i divani erano posti nell'ingresso ricoperti da tantissimi panni.
Dei quadri appesi erano pieni di polvere, ed erano le uniche cose normali che vi erano in quella casa, forse perchè proiettavano immagini di una vita regolare.
nelle foto c'erano 2 sposi .
Il rumore che proveniva dalla camera da letto diventava sempre più forte ed assordante.
Le parole erano molto chiare..e il giovane riusci chiaramente ad ascoltare e capire...
-Scopami toro , scopami, dammelo in pancia-
Il giovane inizio a fare delle domande all'uomo il quale , a modi molto grezzi, cercava continuamente di giustificare la cagna che era sul letto a farsi montare da 2 uomini.
Dopo pochi minuti , e dopo non aver accettato nemmeno un caffè dall'uomo, usci la donna dalla camera e si diresse completamente nuda con uno scottex in mano che si puliva il volto, verso il ragazzo il quale quando ebbe visto la mano di lei avvicinarsi alla sua,
ebbe una sorta di rigetto nel presentarsi.
La paura incombette , ma ormai era tardi, aveva accettato e non avrebbe potuto cambiare idea...
La donna era di aspetto molto giovanile, il seno era grosso e rifatto i cui capezzoli spuntavano dritti come baionette.
La figa era grossa e pelosa, a tal punto che il ragazzo pensò tra se e se che stesse vivendo negli anni 70, in un quadro vintage
visto anche la disposizione e soprattutto l'età dell'arredamento insulzo di quella casa trasandata era vecchissimo.
La donna chiese al marito di offrire qualcosa da bere al giovane, che con una risposta secca, decisa ma cortese, non accettò!
Il marito a quel puntò si allontanò e si diresse verso la camera da letto per parlare o fare qualcosa con i due uomini che ridevano allegramente nella stanza.
La donna, invece, si soffermò molto sul giovane che era seduto sull'unico pezzo di divano libero, in sala.
-Ma lo sai che sei davvero un bellissimo ragazzo ?? Vuoi dormire con me stanotte ?? dai che mi fai assaggiare il tuo cazzone!!-
Marco non riusciva ad esprimersi , era tutta una follia quella che stava vivendo.. tutto era più strano di lui,
era come se stesse vivendo una vita parallela, diversissima dalla sua..
Lui amava il corteggiamento, l'attrazione , le parole , gli sguardi.
La signora era troppo burbera, era una macchina del sesso, una scrofa incapace di provare sentimenti ma, altrettanto capace di non farli provare.
Marco a quel punto si alzò di scatto.
L'adrenalina era completamente pompata nel suo corpo, l'agilità che aveva avuto in quegli attimi non la conosceva, era qualcosa di nuovo.
Senza pensare spinse via la donna che cadde a terra provocando un rumore terribile.
-Pezzo di merdaaaa, pezzo di meeerrdaaa
ti ammaaazzzooo!!!-
Gridò la donna.
un trambusto, il panico totale aveva provocato quel terribile gesto del ragazzo.
Il cuore pompava, ma la potenza prese il sopravvento.
-Remooo Ammazzalo questo figlio di puttanaaaa-
continuava a gridare la donna...
Il marito usci immediatamente, se pur grassissimo e flaccido,
apri un coltellaccio a scatto la cui lama brillò immensamente per tutta la sala !
Marco corse verso la porta d'ingresso ancora semi aperta ma, scivolò su di un tappeto che era arrotolato a terra e cadde al suolo.
dopo pochi alcuni istanti
una lama calda e rovente trafisse la pancia del ragazzo , lasciandolo a terra senza vita......
L'ultimo rivolo di sangue usci dalla bocca del giovane insieme alla sua anima.................
Dopo alcuni minuti
la voce assordante di una donna fece svegliare il ragazzo
-Marcooo , Marcooo, Svegliatii è tardi e devi andare a lavorare-
Fine
:)
VOTATEMI
13
1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 1 day ago -
Lucy angelo o diavolo ?
Finalmente ...dopo tanti mesi di chat , video chat e tanti appuntamenti rinviati all'ultimo minuto ,
ho incontrato Lucy .
Lucy è una donna , sposata , 50 enne con la quale ho instaurato un rapporto di amicizia e complicità .
In questi mesi , mi ha fatto impazzire , ho desiderato tanto di averla ed è arrivato il giorno.
Ci diamo appuntamento , vicino casa sua in un Bar della sua bella Catania .
Io sono li già da almeno 15 minuti ad aspettare , fumo una sigaretta dopo l'altra , non nascondo
la mia emozione .
Continuo a guardare il display del cellulare sperando che non arrivi il solito sms : mi dispiace ma non posso venire ciao.
Quando ormai , sono quasi certo che anche questa volta Lucy mi darà buca , sento il rumore
di un auto parcheggiarsi a sinistra della mia auto .
Lucy scende dall'auto con grazia , e la chiude ed eccola li , nei suoi pantaloni bianchi , che lasciano trasparire un perizoma ,
camicetta bianca setata , la guardo per un po , e poi sto per scendere dalla macchina , per salutarla , ma lei ha gia aperto la portiera
della mia auto dal lato passeggero .
Entra con la stessa grazia con cui era scesa dalla sua auto e mi saluta con un semplice ''Ciao ..finalmente eh ''.
Il mio saluto rimane strozzato nella gola , mi sporgo verso di lei e le do un bacio sulla guancia .
Le chiedo :Come stai ?
Lucy mi risponde guardandosi intorno: Bene bene ....dai andiamo.
Metto in moto ed inizio a guidare , in direzione dell'hotel prenotato per l'occasione , non so cosa dire ,
le parole rimangono confuse nella mia testa , quando lei con un sorriso sulle labbra , mi dice di stare
calmo e di non essere nervoso .
Intanto la mia guida è sempre più veloce , nell'intento di arrivare prima possibile , ma mancano ancora
10Km interminabili.
Inaspettatamente , sento la sua mano sulla mia nuca , che inizia ad accarezzarmi con le sue unghie , dipinte
di un marrone scuro , dei brividi mi percorrono lungo tutta la schiena , ho la pelle d'oca.
Quelle carezze , mi rilassano e mi eccitano al momento stesso , il cazzo si comincia a gonfiare , nascosto solo
dai Jeans stretti , lascio scivolare la mia mano dal cambio al suo ginocchio , come nei films , e inizio ad accarezzarla
con un movimento rotatorio .
Poi scendo verso la parte interna del ginocchio , e Lucy risponde al gesto , aprendo leggermente le gambe .
Gesto inequivocabile , allora scendo piu in basso , sento il calore del suo interno coscia , scendo fino a
lambire la sua fica con il mio mignolo , le accarezzo la fica , ne sento distintamente il calore umido emesso .
Lucy nel frattempo , si avvicina a me ed inizia a leccarmi e baciarmi il collo , vengo assalito dal piacere e quasi non riesco più a
guidare , intanto con la mano le continuo a toccare la fica , con piu forza , quasi a prenderla , Lucy risponde con movimenti dolci del
bacino , quando di botto mi ferma la mano e mi sussurra : Basta , altrimenti mi fai sporcare i pantaloni .
Intanto ,siamo arrivati in Hotel , scendiamo dalla auto ancora eccitati , ed entrambi non vediamo l'ora di mettere in
pratica mesi di fantasie l'uno su l'altra , ma mai avrei pensato , cosa mi stava per accadere .
Ci dirigiamo verso l'hotel dal parcheggio , mano nella mano , come due fidanzatini alla loro prima fuga d'amore , una volta entrati
nella Hall , sento la mano di Lucy che stringe con maggiore forza la mia , segno evidente che si vergogna un pò a passare davanti
il portiere , allora devio la mia corsa sui divani della Hall .
Ci mettiamo seduti , fingiamo di chiacchierare un po , e poco dopo ci dirigiamo verso l'ascensore ,pigio ed aspettiamo ........arrivato
6 piano ...il numero della nostra alcova è il 623 ....l'ascensore sale , e come in questi casi , non si sa mai cosa dire , l'imbarazzo è
totale , ma Lucy si scaglia verso di me e mi bacia con foga quasi violenza ....Ding Dong arrivati al piano .... percorriamo spediti i metri che
ci separano dalla passione .
Entrati in camera iniziamo a baciarci , mentre con le mani tentiamo di spogliarci a vicenda , Lucy è diversa ,
mi bacia con forza e passione ,non è la Lucy che conosco io dolce e sensibile , o forse non l'ho mai conosciuta bene ,
i suoi movimenti sicuri mi spiazzano .
Mi spinge sul letto , e messa a cavalcioni , mi dice : Vuoi scoparmi eh ....dai dimmi che mi vuoi scopare .
L'accontento su quello che vuole sentirsi dire , penso che la cosa la eccita ...di scatto si alza e inizia a spogliarsi al ritmo di una musica
non udibile .
Si spoglia , via la camicetta , via il reggiseno , sembra una lap-dancer , i suoi movimenti del corpo , mi estiasano , via i pantaloni
con grazia e delicatezza , viene verso di me come una pantera che si avvicina alla sua preda ...gattona ....
La sua mano inizia ad graffiarmi le cosce , e ancora ripete :Vuoi scoparmi eh ....dimmi che mi vuoi scopare ...porco, aggiunge .
Le rispondo : voglio scoparti , non vedo l'ora di scoparti .
Lucy sorride , e continua a stare lontano da me , non capisco , perchè non viene sopra di me , mi alzo allora le giro dietro e afferrata
per il collo le dico : Vuoi essere scopata troia ? Dimmi che vuoi essere scopata Troia .
Un gemito di piacere , le rimane strozzato nella gola quasi senza emettere suono , si gira verso di me e mi dice : non hai capito un cazzo Porco ,
sono io che scopo te .
Di botto si gira , si china e inizia a succhiarmi il cazzo con foga e velocità quasi volesse farmi venire subito , come fanno le puttane da 20€ ...
la saliva le goccialava dal mento e cercava in tutti i modi di farmi venire le dico : Vuoi che ti vengo in gola vero puttana ?
Lei mi risponde : Decido io , quando e come devi venire porco .
Un'altra volta , mi tira giu sul letto , e con rapidità si lancia con le gambe sul mio petto , quasi ad immobilizzarmi , inizia a strusciare la
sua fica ormai bagnata , sul mio ventre e sul petto ,ma senza mai andare verso il mio cazzo .
Mi dice : Allora chi scopa chi .....
Rispondo : Tu mi scopi , puttana .
Lucy avvicina la sua fica al mio viso e mi dice con voce sicura : Leccami la fica stronzo ...leccala ti ho detto .
Appoggia la sua fica , sul mio viso e comincia a muoversi , sempre con maggior foga , quasi non riesco a respirare , il liquido vaginale , inonda
il mio viso , la prendo per i fianchi carnosi nel tentativo di allontanarla un po da me , ma lei mi blocca le mani ,e con altrettanta decisione
le lega alle barre del letto ,col suo reggiseno .
Le dico : che fai Lucy non v....la mia frase viene interotta da un sonoro schiaffo ....Non hai ancora capito chi comanda qui , porco . Mi disse , quasi a
giustificare il suo gesto improvviso .
Inorridi , dove è la Lucy che conosco , ma al momento stesso ero eccitato da tanta decisione e violenza , pensai che ,se non avessi più fiatato
mi sarei risparmiato altri schiaffi , ma non fu cosi .
Ammutolito , la guardavo mentre mi succhiava i capezzoli e mentre mi leccava il petto ed il ventre fino a giù verso il mio cazzo , Lucy inizia a
leccare il cazzo a succhiarlo e di nuovo leccarlo , come un bimbo lecca il suo gelato per paura che si sciolga , ancora e ancora .
Non lo nascondo , stavo per venire , quando Lucy un'altra volta mi colpi con uno schiaffo , dicendomi : Mi volevi sborrare in bocca ? Vero porco ?
E ancora una volta mi mette la fica in bocca ordinandomi di leccarla , ma questa volta con meno forza , riesco a leccarla ,la lecco e questa sua violenza
nei miei confronti mi piace, mi eccita ; sento Lucy muoversi ,godere , sussurrando parole del tipo porco lecca, lecca dai stronzo fammi godere .
Il suo gemere diventa sempre più serrato e forte , fino a che , in un turbinio di movimenti gode e viene sul mio viso , dando l'ultimo indispensabile
colpo di bacino , sul mio mento .....si accascia su di me all'indietro ....la sento respirare affannosamente e tremare ....
Poi si alza , mi guarda e mi dice : Sei proprio un bravo schiavetto , adesso meriti un premio .
Afferra il mio cazzo , oramai in procinto di esplodere , e lo ficca dentro la sua fica , bagnatissima , quasi non sento attrito , inizia a scoparmi
alternando movimenti lenti e affondati a movimenti rapidi e corti sulla punta del cazzo ,continua a muoversi per cercare piacere non per darlo,
la sento godere nuovamente in brevissimo tempo, ma questa volta non si ferma continua a scoparmi.
Sto impazzendo , la testa mi gira , sento che le sto per venire dentro la fica , con la consapevolezza di buscarmi un'altro schiaffo le dico:
Dai continua Lucy , sei una troia ,sei pronta per farti sborrare nella fica , eh puttana .
Lei lo sa , che non sto ancora venendo , perchè ancora parlo , ma quando smetto di parlare ed il mio corpo inizia a tremare e il mio cazzo a pulsare , lei capisce
che davvero sto per sborrare ...esce il cazzo dalla fica e lo prende in bocca due pompate ben date e sento il primo spruzzo di sperma uscire , sento Lucy emettere
un suono simile al MMMHHH, e poi il secondo spruzzo , Lucy apre la bocca e lascia scolare il mio sperma su di me .
Si pulisce , il viso e la bocca con l'asciugamano ....si avvicina verso di me....mi libera e dolcemente mi bacia e mi accarezza ,
appoggia il suo viso sul mio petto sospira e si rilassa senza dire una parola , la Lucy che io conosco la dolce e sensibile Lucy è di nuovo qui .
Bentornata Lucy ....a presto Lucy...fero mia diavolessa .
Fine
11
2
16 years ago
admin, 75
Last visit: 1 day ago -
Brivido di piacere
L,avevo già vista diverse volte.
Barbara era una mia fornitrice di prodotti primari.
Sposata, nel pieno della sua bellezza, emanava una sensualità spontanea che era accentuata dalla sua voce bassa e calda.
Una piccola imprenditrice in carriera, socia col marito di una piccola azienda.
Un problema su un prodotto aveva fatto in modo che io dovessi urgentemente partire per incontrarli.
Capitava di rado che andassi nella loro azienda: era fuori mano e io non avevo mai il tempo di uscire dalla mia.
Ricordavo vagamente Barbara, l’avevo vista una sera per lavoro e pur avendo notato la sua fisicità, mi ero scordato di lei nel tempo, solo il telefono aveva tenuto vivo i nostri rapporti.
Arrivato alla sua azienda, entrando negli uffici ebbi modo di ricredermi e rivalutare Elvia.
Vestita con una gonna grigia spiegazzata, sopra una maglietta con sotto una camicia nera; il risalto dei seni compressi sotto quella stoffa era evidente, si capiva chiaramente che erano compressi e la sensazione che fossero belli tosti già mi aveva eccitato.
Sotto la gonna un paio di calze nere che sparivano al cospetto di un paio di stivaletti a punta veramente civettuoli.
L’insieme era di un erotismo incredibile.
Mentre parlavo con suo marito, cercavo di resistere al tentativo di spogliarla con gli occhi.
Finiti i preamboli e le discussioni di lavoro, mi invitarono a pranzo in un ristorante li vicino.
Il locale aveva una sala molto romantica, quattro tavoli elegantemente ornati, tovaglie lunghe, ricamate,
un camino acceso rendeva tutto deliziosamente retrò.
Ci sedemmo in un tavolo rotondo .
Eravamo solo noi tre.
Una stanza solo nostra.
Pranzo perfetto con vino eccellente.
La vicinanza di Barbara diventava sempre più intrigante: finito un discreto secondo di carne decisi che era ora di farle sentire quanto la desiderassi.
Senza logica abbassai una mano e passando sotto la tovaglia, la appoggia sulla sua gonna aspettando le eventuali reazioni.
Nulla.
Nessuna reazione: continuò a chiacchierare sorridendo sia al marito che a me.
Aspettai ancora qualche secondo palpando la carne da sopra la stoffa, poi affondai la mia mano tra le sue cosce e cominciai a gustarne il caldo tepore per arrivare all’altezza del suo pube.
Sentivo che la sua voce non era più così sicura, mi piaceva quella sensazione e spinsi ancora più forte le mie dita sulla sua tenera carne, dolo le calze impedirono l’entrata nel suo fiore bagnato.
Le cosce si strinsero a fermare il mio incedere, capivo e sapevo cosa stesse provando.
Fermai la mia mano per darle il tempo di gestire la situazione e mentre aspettavo che lei riaprisse le cosce per farmi continuare, il marito ricevette una telefonata urgente.
Era un cliente che chiedeva un intervento urgente.
Io lo guardai e gli dissi che doveva pensare al suo lavoro, di non preoccuparsi di me.
Lui guardò costernato la moglie, la quale senza sbilanciarsi, disse che doveva fare quello che riteneva giusto.
E lui decise che era giusto andare…proprio mentre io preso dalla euforia del momento, quasi strappavo quelle maledette calze che dividevano il mio piacere dal suo.
Appena uscito dalla stanza le bisbigliai;
- Vai in bagno.
Il tempo di riflettere, che lei si separava dalla mia mano e spariva.
Lasciai passare 30 secondi poi la seguii.
La trovai nel bagno delle donne che si stava mettendo a posto il trucco e si dava il rossetto.
Le arrivai alle spalle e afferrandole i seni le dissi;
- Non è il momento giusto per mettere il rossetto.
Mi appoggiai al suo sedere le feci sentire il cazzo gonfio che spingeva sui calzoni, la feci girare e mettendole le mani sulle spalle la feci scendere verso il mio desiderio.
Guardavo il mio viso riflesso nello specchio. Solo il rumore della cerniera che scendeva mi riportò a quel momento incredibile.
Il suo respiro caldo era erotismo spasmodico, la sua lingua sulla mia cappella divenne un ossessione, l’attesa della sua bocca a circondare il mio membro, una disperazione.
Le mie vene sotto la tortura delle sue labbra erano dilatate allo spasimo, vedevo quei capelli muoversi ondeggiando avanti e indietro e non potei fare a meno di accarezzarli e seguire il loro ritmo.
In piedi, in quel bagno, esaudivo uno dei miei tanti sogni proibiti.
Con gli occhi aperti guardavo e sentivo Barbara soddisfarmi sino al limite del possibile, lo sforzo per non urlare mentre venivo posseduto era immane.
-Sono vicino…
A quelle parole Barbara cominciò a aumentare il ritmo stringendomi le natiche sino a entrarmi nella pelle con le unghie.
Le mie mani strinsero la sua nuca e spinsero forte: il movimento delle anche aumentò e cominciai a scopargli la bocca come se fossi dentro la sua calda vagina.
Mordendomi la lingua per non urlare, sborrai nella sua bocca tutto il mio piacere e con gli ultimi fremiti scaricai tutto il mio desiderio.
Barbara mi accolse e mi tenne in lei continuando il suo gioco di lingua e di labbra, aspetto di sentirmi schiantare dallo sfinimento del godere e poi alzandosi disse;
- Adesso non abbiamo tempo…ma ricorda che anche a me piace essere scopata con la lingua.
Mi riassettai, mi rinfrescai il viso mentre lei si metteva a posto e si rimetteva il rossetto perso.
Tornammo nella sala e ordinammo il dolce.
Dopo qualche minuto tornò il marito, si mise a sedere scusandosi ancora per il contrattempo: guardandomi disse;
- Avete già preso il dolce?
Io sorrisi e risposi;
-Io si: Molto gustoso…
ditemi le vostre opinioni
[email protected]
10
1
16 years ago
admin, 75
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La palestra del piacere
Veronica aveva messo su qualche kilo di troppo ultimamente, da quando Marco l’aveva lasciata si era dedicate ai piaceri della buona tavola e soprattutto ai dolciumi per colmare il vuoto che lui aveva lasciato nella sua vita; ma ora, con l’estate alle porte e l’autostima che tendeva a risalire, sentiva la voglia di rimettersi in forma per la temutissima prova bikini. Dopo vari giri di ricognizione in diversi centri estetici, aveva poi deciso di iscriversi invece in palestra per poter perndere i classici due piccioni con una fava: rimettersi in forma e conoscere gente nuova… chissa’, poi, magari tra tutti i ragazzi che frequentano la palestra ce n’e’ qualcuno interessante….. questi erano i pensieri che le passavano per la testa mentre consegnava alla reception del new fitness club il certificato di idoneita’ fisica rilasciatole dal medico di famiglia e il modulo di iscrizione compilato con i suoi dati. Certo che… a giudicare dalla fauna testosteronica che passava dalla reception mentre lei sbrigava le formalita’ burocratiche…. L’ambiente era decisamente ben fornito: uomini di tutte le eta’ fisicatissimi, con i muscoli in bella vista, popolavano la palestra e molti di loro erano li’ anche con il chiaro intento di trovare una donna! Quanter cose si era persa in questi mesi di reclusione in casa… veronica mando’ mentalmente un paio di maledizioni a quello stronzo di marco e si diresse verso gli spogliatoi. Purtroppo pero’, una volta arrivata negli spogliatoi, tutta la sua baldanza ando’ a farsi friggere: i bagni, le docce per intenderci, erano in comune, non erano dotati di muri che separavano ciascuna doccia dall’altra…. Quindi…. Dopo l’esercizio fisico veronica avrebbe dovuto spogliarsi e mettersi a confronto con i fisici tonici e scolpiti di tutte quelle bellissime ragazze che frequentavano la palestra. Una in particolare, che si stava lavando in quel momento la colpi’ per le sue fattezze e per i suoi modi: sembrava una dea, dalla bellezza accecante e dalla sensualita’ prorompente che trasudava da ogni centimetro del suo corpo sudato e bagnato dal getto dell’acqua……
Veronica non aveva mai sentito una particolare attrazione per il corpo femminile, ma quella ragazza era talmente attraente che non poteva fare a meno di guardarla… e non riusciva proprio a distogliere lo sguardo dal suo corpo: ora era girata di spalle e quei lunghi capelli biondi incollati alla schiena per via dell’acqua che la accarezzava sembravano quasi voler sottolineare le curve perfette della donna – quella sua schiena sinuosa come quella di un serpente, la forma delle spalle muscolose ma non troppo e la curva perfetta del culo… questo in particolare aveva attirato l’attenzione di veronica: sembrava fatto di marmo! Per un momento Veronica aveva pensato a quanto avrebbe desiderato avere un culo cosi’… ma poi l’invidia ha rapidamente lasciato il passo alla curiosita’ e ad un certo senso di eccitazione morbosa…. Ammirava quel culetto scrutandolo nei dettagli, immaginandosi come potesse essere appoggiarvi una mano sopra… o un far scorrere un dito tra quelle natiche sode…. Si trovo’ a pensare come un uomo…. E la cosa non le dispiaceva affatto! Quando la ragazza si giro’ veronica ebbe un sussulto: vista nella sua interezza sembrava ancora piu’ bella di come l’aveva immaginata! Il corpo dava ancro di piu’ l’impressione di essere sodo e tonico come solo anni di palestra lo possono rendere e quelle curve perfette esercitavano un richiamo incredibile per gli occhi di veronica, che non se ne voleva perdere un centimetro; si mise a scrutarla come se fosse un’opera d’arte… dapprima soffermandosi sulle curve piu’ esposte per poi osservare il tutto nei minimi dettagli, con quegli occhi che parevano essere diventati delle mani vogliose di toccare e di infilarsi in ogni anfratto di quel corpo. Lo sguardo di veronica si fermo’ a lungo sul sesso della ragazza, sembrava cosi’ invitate coperto dal getto d’acqua della doccia e con quei rivoli di sapone che ci colavano sopra, quasi come sborra calda….. veronica si accorse di desiderare quella donna come non le era mai successo prima: aveva voglia di toccarla, di leccarla, di possederla……..
La ragazza si accorse della presenza di veronica che se ne stava li’ in piedi, impalata come una statua, incantata a guardarla e, senza il minimo imbarazzo le disse: “ciao! Sei nuova? Non ti ho mai vista qui in giro… e bhe a giudicare dal tuo fisico… non dev’essere da molto tempo ke frequenti la palestra hahaha dai su non ti demoralizzare, vedrai ke con un po’ di esercizio anche tu potrai avere un corpo come il mio…. Ti ho vista come mi guardi…” e nel dire questo inizio’ ad accarezzarsi in maniera molto sensuale; veronica, scoperta nelle sue emozioni fuggi’ x andarsi a cambiare. Spogliandosi si rese conto dell’effetto ke la visione di quella ragazza le aveva provocato: i suoi slip erano bagnati fradici…. Veronica non riusciva a resistere all’eccitazione ke aveva in corpo…. E nonostante fosse completamente esposta agli sguardi si passo’ un dito sul clitoride… sentendolo gonfio e turgido… e umido dei suoi umori che la invitavano a infilare quel dito nella figa. Si’, il dito affondo’ bene scivolando in tutta quell’umidita’ e inserendosi tra le labbra sempre piu’ aperte…. Veronica, con gli occhi chiusi, continuava a muovere quel dito immaginando di avere un bel cazzo al suo posto…. Ma non si accorse ke nel frattempo negli spogliatori erano arrivate delle ragazze che avevano finito uno dei corsi di body building. Altri corpi scoplpiti, queste ragazze erano decisamente molto piu’ mascoline della dea vista nei bagni prima… e a giudicare dalle loro espressioni qualcuna di loro era chiaramente lesbica e sembrava apprezzarel o spettacolo. Una in particolare si avvicino’ a veronica togliendosi i vestiti e lasciando scoperto un seno minuto sostenuto da un paio di spalle degne di un buttafuori……..
Si avvicino' a veronica e con fare sicuro gli chiese se avesse bisogno d'aiuto, fece un occhiolino alle altre,si inginocchio e passo la lingua sulle cosce di Veronica che imbarazzata chiuse le gambe ma nn ando' via,la ragazza rassicurandola,le apri le coscie in modo deciso e inizio' a leccargli la figa,prima dolcemente poi sempre piu' decica,veronica era imbarazzata ma molto eccitata e la ragazza l'avvertiva in quanto la sua figa era fradicia di umori...
Il contatto con quella lingua abile fece trasalire veronica che continuava a bagnarsi e gocciolare… un’;altra ragazza si uni’ alle 2…. Nuda davanti a veronica inizio’ a palparle le tette e a spingere la testa della lesbica contro la figa di veronica dicendole ke quello era il benvenuto riservato alle nuove ragazze ke si iscrivevano in palestra… xke’ quelle era una palestra molto molto particolare. Un’altra ragazza decise di unirsi ai giochi, estraendo dalla propria borsa della palestra un grosso fallo di gomma….. e avvicinandosi con fare minaccioso verso la schiena di veronica…
Veronica,ormai eccitatissima,si allarga con due dita la figa per sentire meglio quella lingua che la sta esplorando in maniera divina,l'altra le sta mordendo i capezzoli facendogli partire dei sussurri di puro piavere,mentre l'altra che aveva il fallo di gomma si inginocchia fa spostare la ragazza che la leccava e gli punta la cappella di quel cazzo sulla figa,Veronica da vera porca ormai libera dall'imbarazzo,gli dice di metterglielo dentro che aveva voglia di sentire qualcosa di grosso, la ragazza fece scivolare quel cazzo nella figa di veronica che lo accolse con molto piacere...
Ma il piacere duro’ poco…. Perche’ dopo pochi secondi, giusto il tempo per bagnare quel grosso fallo di gomma, la ragazza lo tolse dalla figa di veronica e, dopo averla fatta piegare, glielo infilo’ nel culo nonostante le sue proteste: marco non era mai riuscito a entrare da quella parte…. E quel culo era ancora deliziosamente chiuso e stretto stretto….. ma dopo i primi istanti di dolore intenso e di urla, soffocare mordendo i capezzoli di un’altra delle ragazze presenti, veronica inizio’ a trarre piacere da quel corpo estraneo…..
Il culo piano piano prese dentro quel grosso fallo, a Veronica piaceva adesso anzi iniziava a volerne di piu', un'altra ragazza si sdraio' sotto e inizio a martellare il clitoride con la lingua,la figa di Veronica colava in maniera esagerata,la ragazza con il fallo nel culo le diceva che ormai il culo era dilatato e che lei era una gran troia a prenderlo tutto dentro,Veronica si sentiva ancor di piu' porca e la incitava a spingere quel cazzo di gomma e con le mani spingeva la testa dell'altra contro la sua figa,quasi a soffocarla
Le ragazze erano eccitatissime e si lasciavano andare a gridolini e mugugni di piacere che non riuscirono a sfuggire a lungo ai ragazzi che si cambiavano nello spogliatoio attiguo…. Un gruppetto di muscolosi uomini arrivo’; nel giro di pochi minuti, gia’ con il cazzo in tiro perche’ avevano osservato la scenda da distanza….
Quel branco di vacche in calore gli aveva fatto venire voglia di scopare… altro ke palestra…. Quello era l’esrcizio fisico migliore….. si avvicinarono al gruppo e, togliendo il fallo di gomma, qullo con il cazzo piu’ grossoinizio’ a leccare il culo di veronica mentre un a;tro prese il posto della tipa ke le stava leccando la figa
Veronica non aspettava altro,troia com'e,voleva sentire dei veri maschi,dopo che l'anno leccata per un po,gli dicono di inginocchiarsi davanti a 3 di loro e di far vedere se era capace di pompare bene quei 3 cazzi,Veronica era quello che piu' desiderava in quel momento ,succhiare 3 bei grossi e gustosi cazzi,ne prese 2 in mano che inizio a menare e quello centrale de lo fece appoggiare sulla lingua,anche le altre erano in ginocchio a succhiare un po di cazzi di quei ragazzi arrapatissimi...
Si quei 3 cazzi tutti x lei…. Pero’ ne voleva 2 in bocca….. avvicino’ quello centrale a quello di sinistra ke era veramente grosso e duro con quelle vene in evidenza e la cappella in fiamme… spalanco’ la bocca e se li mise dentro entrambi imitando una delle latre ragazze…. Con una mano menava il terzo… e intanto incitava un altro ragazzo a leccarla e a infilarle il cazzo nella figa…. Voleva sentire qualcosa di grosso, voleva sentirsi montata come una cagna
Veronica non c'e' la faceva piu', si sentiva colare,si sentiva cagna e voleva un cazzo, guardo' tutti i ragazzi si alzo e ando a prendere quello che aveva il cazzo piu' grosso
Lo fece sedere sulla panca x fare gli addominali e gli si impalo’ sopra, guidando quel cazzo enorme nella sua figa bagnata scivolosa e vogliosa di cazzo…. Inizio’ a muoversi sopra di lui sempre con piu’ forza facendogli sentire quanto era troia e quanto voleva quel cazzo sempre piu’ in fondo sempre piu’ dentro la sua figa…… e poi non contenta cerco’ un altro cazzo, ne voleva succhiare uno per soffocare i gemiti di piacere ke non riusciva a tratenere… e le si avvicino’ un tipo con il cazzo tutto bagnato…. Aveva appena scopato una delle altre ragazze e il cazzo era tutto sporco della sborra di lei…. Veronica lo lecco’ avidamente gustandosi quel sapore che a poco a poco si mischiava con quello di lui….
Il ragazzo sotto spingeva quel cazzone quasi a sfondargli la figa ma alla troia piaceva e voleva che sbattesse di piu, intando succhiava il cazzone davanti e con le mani gli spingeva il culo per avere tutto il cazzo in bocca..
Oltre a spingere il culo con le mani lo apriva permettendo all’altra ragazza di leccarglielo e farlo eccitare ancora di piu’, rendendo quel cazzo sempre piu’ duro nella bocca di veronica…..
Mmmmmmm si,la lingua della ragazza esplorava il culo davanti e lo eccitava cosi' tanto che il suo cazzo diventava sempre piu' gonfio nella sua bocca,quello sotto di colpo ha inarcato la schiena e Veronica adesso sente il cazzo che gli arriva in gola...
Uuuuuuuuuu un bel cazzo cosi’ nella figa…… le altre son invidiose e cercano cazzi anke loro… in un attimo tutti si mettono a scopare con tutti…. Veronica a vedere la scena si eccita da morire e sene ke sta x venire… stringe la figa ke inizia a pulsare e non ce la fa opiu’ viene viene sborra con quel cazzo enorme dentro la figa e dall’emozione e eccitazione non riesce a contenere neanke la pipi’ e ricopre i 2 ragazzi attorno a lei con quella sua calda pioggia dorata
Uuuuuu,i ragazzi si eccitano tutti a vedertla cosi' troia, e tanti si dirigono verso di lei con cazzoni durissimi e grossi perche vogliono che assaggi i loro cazzi, lei e' seduta sulla panca e ci sono intorno sette o otto ragazzi che le puntano il cazzo in faccia
A vederla venire cosi’ si eccitano anke xke’ lei non la smette di succhiare e di menare cazzi anke mentre viene allora tutti si avvicinano x farsi succhiare da lei… tanti vengono e la ricoprono di sborra calda ovunque… ke lei raccoglie con le mani e si porta alla bocca….. e’ golosa di sborra le piace berla tutta
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16 years ago
admin, 75
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Scritto a 4 mani con il mio lui
Capodanno in Corsica.....su una barca a vela.....nuda o quasi sempre...24 ore al giorno.....un'esibizione esagerata............
Avere una donna bella, esibizionista e pazza credo sia una delle fortune che capitano a pochi. Valeria lavorando in passato come fotomodella di nudo ha una disinvoltura estrema a spogliarsi anche in presenza di estranei e come già scritto in altri racconti in qualsiasi periodo dell'anno. Premetto che adoriamo le esibizioni quanto più sono estreme....voglio dire in estate bene o male tutti si è in giro mezzi nudi.....ma in inverno vedere una donna spogliarsi è esaltante (vedi altri nostri racconti)!!! Un Natale di qualche anno fa decidemmo di noleggiare una barca a vela con skipper e navigare in Corsica, fare il Capodanno in barca (invece della solita montagna) all'insegna dell'esibizionismo totale. Ciò significa che Valeria intende passare la settimana sempre nuda o quasi. A lei non dico nulla.....ma sul mare in pieno inverno il freddo può essere terribile. Quindi come spesso accade la sua valigia è molto piccola e con poca roba: qualche costume, abitino per il capodanno, una tuta aderente, canottiere e poco altro. All'imbarco da un porto toscano troviamo la sorpresa. Causa forte vento (previsioni meteo) lo skipper preferisce avere a bordo un collega per dargli una mano. Sono due ragazzi giovani e simpatici. Ci chiedono se la cosa ci crea problemi. "No assolutamente rispondo. Anzi per la sicurezza ben venga".
Lo sguardo di Valeria si posa subito indagatore sui 2 ragazzi e cerca di intuirne la muscolatura da sotto I pesanti vestiti invernali. Saliti in basrca, i 2 skipper si spogliano dei vestiti “civili” e indossano la divisa che la loro agenzia impone durante il lavoro, cioe’ il classico completo bianco da marinaio che, per la gioia di Valeria, metteva in risalto i culi sodi dei 2 ragazzi, chiaramente degli atleti, e le loro spalle ben definite. Uno dei 2 aveva i pantaloni di una taglia troppo piccola… o almeno cosi’ sembrava a giudicare da come tiravano sul davanti, mettendo in evidenza una protuberanza notevole che Valeria stava gia’ assaggiando con la mente.
Dopo una breve presentazione e giro della barca, il natante prende il largo dal porto e scivola sinuoso sulle acque sempre piu’ scure e profonde al largo delle coste toscane. Era una bellissima giornata di sole, per essere quasi la fine di dicembre, e Valeria e Roberto si stavano gustando l’inizio della loro vacanza sdraiati sul ponte a scaldarsi con i raggi di quel timido sole, scambiandosi effusioni. Comoe reazione ai baci che Roberto le distribuiva abbondanti sul collo alternati a morettini sulle orekkie, valeria sente aumentare la propria temperatura corporea a sbotta con un “ho caldo” che lascia stupiti gli skipper e fa fare un sorrisetto compiaciuto a Roberto, ke intuiva gia’ cosa aspettarsi da una situazione del genere.
Valeria aveva un corpo sinuoso che faceva girare anche i ciechi e sicuramente non era passato inosservato agli skipper, infatti mentre era sdraiata captava gli sguardi curiosi dei marinai e questo le piaceva e la faceva eccitare un casino. Il sole iniziava a scaldare bene e Valeria sbottona un po la camicetta lasciando intravedere quei seni da mordere.Roberto aveva capito che lei iniziava a scaldarsi e non solo con il sole,
Con un gesto lieve le passa delicatamente un dito sulla figa,lei apprezza e gli fa un sorrisino da zoccola..passandosi la lingua sulle labbra e ricambiando la carezza sul suo cazzo che e' gia in tiro.Valeria chiede a Roberto se e' il caso di togliersi la camicia perche ha caldo,Roberto non vede problemi pero' lei gli dice che non ha il reggiseno
Alla notizia il cazzo di Roberto si impenna… non vede l’ora di vedere la sua donna mezza nuda, esporsi all’aperto, davanti ai due marinai che osservavano incuriositi la scena. Valeria si alza in piedi davanti a Roberto e con movenze sexy e fluide si spoglia della camicia improvvisando uno strip parziale, guardando negli occhi i due skipper per far si ke capissero x bene ke anke loro erano destinatari di quello spettacolino improvvisato. Valeria, tolta la camicia, si avvicina a Roberto in maniera provocante e gli imprigiona la testa tra le tette… lui cerca di liberarsi leccandola e distraendola mettendole le mani sul culo. Non si poteva negare valeria aveva davvero un gran bel culo e ne andava fiera…. Quindi, sentendosi provocata da Roberto e eccitata dal fatto ke i 2 marinai erano sempre piu’ attenti alla scena, valeria decide di liberarsi anke dei pantaloni ke portava: continua il suo strip mostrando ai 3 uomini presenti il suo perizoma in pizzo bianco che lasciava intravedere un triangolino di peluria scura sulla figa….
Roberto era un po imbarazzato dalla situazione nuova, il fatto che ci fossero altre persone lo imbarazzava ma al tempo stesso lo eccitava da morire,Valeria solo col perizoma si risdraia accanto a Roberto che si gira per vedere i marinai che fanno finta di lavorare proprio dietro di loro,che coincidenza, e nota che uno, quello con i pantaloni piu’ stretti ha il cazzo che gli arriva in tasca. Valeria ha voglia,prende una mano di Roberto e se la porta sulla figa, lui iniia ad accarezzarla e mentre l’accarezza lei incrocia lo sguardo dei marinai mordendosi un labbro e alzando un sopracciglio,segno di interesse
I 2 marinai sono sempre piu’ incuriositi dall’evolversi della situazione e cercano ogni pretesto x avvicinarsi a quella coppia esplosiva…. Uno dei due, quello con il cazzo + grosso, si mette una mano sul pacco e inizia a sfiorarselo…. L’altro, timido, si nasconde dietro uno scatolone e si masturba guardando la scena. Roberto continua a stuzzicare la figa di valeria sempre attraverso il perizoma che ormai e’ diventato di un altro colore da quanto e’ bagnato. Valeria, contenta delle attenzioni del suo uomo ma vogliosa di cazzo… tanto e subito…. Si gira verso i marinai e gli fa segno di avvicinarsi “ragazzi, venite qui…. Ho bisogno di una mano…. Sono cose ke solo voi marinai sapete fare cosi’ bene…..” ovviamente era una scusa x far si ke i due si esponessero completamente e si mettessero in visione attenta di quanto stava succedendo tra valeria e Roberto. La donna, non appena i 2 marinai li raggiungono, li fa sedere davanti a lei e apre con gesti maliziosi e provocanti, mettendosi piegata a 90 davanti a loro, i pantaloni di Roberto estraendone un cazzo di dimensioni non eccezionali ma vistosamente eccitato e largo…. Lo mena un po’……. E poi si rivolge ai 2 skipper “ragazzi, secondo voi vado bene cosi’? faccio bene?…. oppure pensate che sia meglio cosi’?” e se lo mette tutto in bocca……..
Valeria ormai e' partita e' in calore e vuole solamente godere, inizia a pompare il cazzo di roberto che si fa sempre piu' grosso, i due marinai davanti lo tirano fuori e iniziano a menarselo,uno c'e' l'ha veramente enorme,l'altro nella norma,le loro cappelle sono rosse e bagnate.Roberto pero' di colpo toglie il cazzo dalla bocca di Valeria e imbarazzato manda via i due marinai che fanno fatica a mettersi il cazzo a posto,Valeria gli domanda perche' quella reazione e lui gli dice che era imbarazzato anche se si stava eccitando un casino..Valeria cerca di riportare l'eccitazione a livello alto,gli passa la lingia sul cazzo e gli chiede se volesse un bicchiere di cognac,Roberto gli dice di si e che avrebbero ricominciato..lei con solo il perizzoma va a prendere il cognac,Roberto dopo 5 minuti nn la vede tornare,e la va a cercare..come pensava…lei e' dietro la cabina accovacciata e i due marinai di lato anno il cazzo nelle sue mani che porta avidamente alla sua bocca...
“che gran troia ke sei!” esclama Roberto vedendola in quella situazione….. con il perizoma scivolato su una caviglia e una mano intera nella figa. Il due ragazzi alla vista di Roberto ritraggono il cazzo e lo tolgono dalla bocca di valeria, impauriti… lu kli incita a continuare, li incita a strozzare con i loro cazzi quella porca, a farla soffocare e a riempirla di sborra… una troia cosi’ non si merita altro. Lui si siede a terra e valeria si impala sul suo cazzo, continuando a pompare i due marinai sempre con piu’ vigore… la situazione e’ terribilmente eccitante e tutti i partecipanti si sentono sempre piu’ coinvolti e piu’ arrapati…. Valeria con quei 2 cazzi in bocca ha proprio una faccia da gran porca e il cazzo di Roberto nella figa la fa godere come una maiala…. Si muove su di lui cercando di spingerlo sempre piu’ in fondo…. La sua figa si sta allargando … e’ proprio quello ke vuole lei…. Ha in mente un’idea…. E e’ totalmente intenzionata a realizzarla….
Ha notato le dimensioni dei 2 cazzi “nuovi”…. E, visto ke uno dei 2 non e’ delle dimensioni ke lei e’ abituata a prendere, valeria ha deciso di sfruttare la situazione e volgerla comunque a suo favore: potra’ farsi aprire il culo dal cazzo enorme del marinaio piu’ dotato e farsi allargare la figa dal cazzo di Roberto insieme a quello dell’altro skipper… l’idea di avere 2 cazzi nella figa la eccita da morire e decide di mettere in pratica la sua fantasia quanto prima
Roberto che sapeva la sua voglia stava gia meditando mentre lei stava continuando a pompare come una vacca quei cazzi portati alla loro durezza totale,Valeria sbatteva forte sul cazzo di roberto quasi a fargli male,ma voleva sentire che la figa si aprisse tutta,Roberto incitava a succhiare dandogli della troia in calore,Valeria si eccitava di piu' incitata da Roberto in quel modo..di colpo roberto si alza,fa sdraiare il marinaio con il cazzo piu' grosso,dice a Valeria di dargli lultima leccatina,lei piegandosi a 90 lo riprende in bocca per tenerlo bello duro,Roberto dice all'altro vista la posizione di leccargli bene il culo e di prepararlo,il marinaio con un dito prende tutto il liquido sulla sua cappella e lo spalma sul culo di Valeria facendolo scivolare dentro,inizia a muoverlo,poi ne mette un altro ,il culo di lei inizia a dilatarsi bene a quel punto Roberto dice a valeria di impalarsi col culo sul marinaio cazzuto dandogli le spalle,non se lo fa ripetere 2 volte che la vedi aprirsi il culo con le mani e accovacciarsi pian piano su quel cazzone che faceva fatica a entrare nel culo,Roberto le mette due mani sulle spalle e con un colpo secco la spinge giu facendo inghiottire nel suo culo tutto il cazzo...
Valeria lancia un urlo sentendosi aprire da quel cazzo smisurato… un urlo inizialmente di dolore ke poi pian piano si trasformo in un gemoto di piacere… il culo di quella troia era gia’ stato aperto per bene quindi, dopo l’iniziale titubanza e dolore, valeria inzia a godere della presenza di quel corpo estraneo nel suo culo e si muove per sentirlo meglio detro di se’. Il marinaio cazzone si aggrappa ai suoi finali e spinge come un porco, la vuole far godere e le vuole aprire il culo come mai era stato fatto. Nel frattempo Roberto e l’altro si preparano e si avvicinano alla sua figa con quei cazzi durissimi… le loro cappelle si avvicinano minacciose alle labbra della figa di valeria… ke ha uno spasmo di eccitazione quando li vede avvicinarsi fino a toccarsi…. 2 cazzi ke si sfiorano e si tocca… ke spettacolo…. Roberto e’ il primo ad allargare quella figa vogliosa, dilatandola inserendo unke 2 dita oltre al suo cazzo di dimensioni notevoli…. Lo skipper si avvicina e con un colpo secco scivola tra gli umori di valeria….
Che vacca,ha 3 cazzi insieme tutti per lei,spingono tutti come matti,la vogliono sfondare quella troia,vogliono che in quel momento si senti una puttana,il cazzuto le chiede se le piace e se deve spingere di piu' nel culo,Valeria lo prega di spingerlo fino in fondo,e incita i due davanti a spaccargli la figa,i 2 cazzi che si toccano hanno preso lo stesso ritmo martellando la figa,e' cosi' aperta che non si distingue il culo dalla figa,sembra che i tre cazzi sono tutti nello stesso buco,la porca urla di piacere e ci grida che e' una troia e vuole che la sbattiamo come tale,il suo viso e' quello di una cagna in calore alla ricerca di libidine estrema,uno,due,tre orgasmi ..sta sborrando a ripetizione e piu' sborra piu lubrifica e i cazzi scivolano in maniera facile...
La sua faccia da troia e’ incredibile, ormai non conta piu’ gli orgasmi ke sta avendo e continua a incitare i 3 uomini xke’ la sbattano sempre di piu… vuole sentirsi completamente aperta, in preda a quei 3 cazzi ke pensano solo a scoparla… il marinaio cazzone sente ke sta per arrivare all’orgasmo in quel culo ke gli si e’ stretto attorno ma riesce a resistere ancora e spinge sempre di piu’, se la vuole gustare tutta quella troia, vuole scoparla fino all’ultimo. L’altro marinaio invece non riesce a controllarsi, sente la sborra salire dalle palle fino al cazzo e dopo aver versato le prime gocce nella figa di valeria si toglie e le sborra addosso urlandole tieni brutta troia ti copro si borra ovunque pulisciti e leccala senza sprecarne una goccia. Valeria fa come le viene chiesto e con le mani raccoglie tutta la sborra versata dal marinaio e se la porta in bocca bevendola tutta e sporcandosi tutto il viso… ke porca…. Roberto a quel punto ha un’idea…. Vuole scopare anke lui il culo di valeria e farle sentire il cazzone dell’altro marinaio nella figa… quindi si girano e si scambiano i ruoli….
Roberto le dice di girersi sul cazzuto e dargli le spalle,il cazzuto capisce e la fa impalare con la figa colante sul suo cazzone, da un colpo secco con la schiena e il cazzo e' tutto dentro la figa,Valeria ha un urlo di piacere e dandogli del porco gli dice di sbattere e di far sentire tutta la durezza di quell'enorme cazzo,Roberto la fa piegare verso il cazzuto e glielo pianta nel culo gia lacerato dal cazzuto,gli scivola bene dentro,spingono ancora tutti e due forte,Lei ha ancora addosso la sborra dell'altro marinaio che nel frattempo glielo ha messo in bocca per farselo ripulire…che puttana,ancora orgasmi a non finire e incite ancora e sbatterla...
Non si stanerebbe mai di prendere cazzi… e infatti anke con il cazzo in bocca cerca di incitare gli altri due a spingere e a farla godere ancora e ancora… Roberto la scopa con tutta la sua forza, quel culo era cosi’ allargato.. ma per fortuna il suo cazzo e’ quasi delle stesse dimensioni di quello ke l’ha preceduto li’ dentro… il marinaio cazzone invece si gode la sua figa sbattendola x bene e fino in fondo, la vuole far ululare si piacere come una vera cagna e la incita a continuare a leccare il cazzo e le palle del terzo….. lei continua a venire, un orgasmo dietro l’altro… finke’ il marinaio non si sente ricoprire la pancia da un liquido caldo ma piu’ abbondante e meno appiccicoso della solita sborra ke ormai aveva ovunque….
Si Valeria gli sta facendo scendere sul corpo una pioggia dorata che lui gradisce,lo inonda su tutto il corpo ma senza che lui tolga il cazzo dalla figa a quel punto i maschi nn c'e' la fanno piu' devono sborrare,Roberto la fa mettere in ginocchio come una cagna,3 cazzi intorno che iniziano a pulsare e prima il cazzuto inizia a far fuoriuscire schizzate di sborra incredibile che vanno un po in bocca e un po in faccia,l'altro le sborra sul seno e infine roberto sborra un po ovunque ..Valeria a quel punto e sommersa di sborra…i tre si guardano in faccia e si intendono e insieme iniziano a farle sentire una pioggia dorata sul corpo,Valeria e' eccitata si lava da quel liquido che scende dai cazzi,tutta la sborra che ha adosso….e guardando Roberto gli dice che e' stato fantastico
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16 years ago
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La finale dei mondiali
Il giorno della finale dei mondiali di calcio lei, ke normalmente non segue questo sport, si era gia’ preparata a fare il tifo: era all’estero e, in quel contesto, si sentiva stranamente nazionalista…. Anche se questo sentirsi nazionalisti si limitava a girare per le strade sorridendo a quanti le dicevano “go Italy”… il che, per lei, era gia’ tanto.
Era tutto il giorno ke pensava a quella partita… e soprattutto al fatto ke aveva appuntamento con un ragazzo nuovo, conosciuto il giorno prima in una sauna, per guardare insieme la partita in un pub della zona. Nuda, davanti all’armadio aperto, guardava il suo corpo con i segni dell’abbronzatura, indecisa sulla scelta dell’abbigliamento: meglio qualcosa di sexy ke esaltasse le sue curve o qualcosa di comodo e pratico, adatto a tutte le situazioni? Dopo un’attenta valutazione di ongi singolo capo… ha estratto dall’armadio la “divisa” con la quale aveva intenzione di far colpo sul tipo in questione – un bellissimo calciatore, con un culetto di marmo e due occhi profondi come il mare : jeans al ginocchio a vita bassissima, sandali bianchi tacco 12 e top sempre bianco, aderente e scollato, nonostante il clima serale non fosse proprio caldo…. Se la voleva giocare… il tipo in questione le piaceva un sacco e aveva proprio intenzione di portarselo a letto quella sera stessa.
All’orario stabilito lei entra al pub con degli amici e si mette a sedere, davanti al maxi skermo installato per l’occasione… i commenti degli uomini presenti nel locale non facevano ke confermarle ke la scelta dell’abbigliamento era stata azzeccata… poteva stare tranquilla, almeno sotto quell’aspetto. Un paio di ragazzi, tra i meno timidi e meno interessati alla partita si avvicinano… lei era seduta su un divanetto… la posizione ideale xke’ chi si avvicinava da sopra potesse guardarle indisturbato nella scollatura mentre le parlava… i ragazzi si presentano ma capiscono ke lei non ci sta e se ne vanno, derisi dagli amici. Lei si guarda in giro, alla ricerca del bel figo ke sperava di sentirsi tra le cosce al piu’ presto… e, non vedendolo, gli invia un sms; immediata la risposta: “sono qui, ti ho vista… ma sei troppo bella e io troppo timido per farmi avanti con i tuoi amici…” bhe… dopo un messaggio del genere, da un tipo del genere…. E con la figa ke gia’ si era trasformata in un altoforno…. Lei si e’ alzata immediatamente ed e’ andata da lui, appoggiato a una colonna vicino al bancone del bar. Dopo i saluti di rito, i 3 bacini di benvenuto….. il suo profumo…. Cosi’ eccitante…. E quelle sue orekkie tutte da mordere….. per non parlare degli addominali sodi ke si facevano sentire sotto la sua mano mentre lo abbracciava. Dopo i primi 5 minuti di partita i primi approcci…. Una mano sul ginocchio di lei…. Una mano verso l’inguine di lui…. una leccata dietro l’orecchio, un bacio profondo, un succhiotto sul collo, una mano sul seno….. la temperatura nel bar stava salendo vorticosamente e i pochi non tifosi presenti rappresentavano un elemento di disturbo x un timidone come lui, ama esercitavano una fortissima eccitazione su di lei…. Che non vedeva l’ora di testare con mano (e con altro…) la consistenza del suo cazzo, per verificarne la proporzione con il resto del corpo. Leccandoglil anguidamente l’orecchio lei gli sussurra… “perche’ non andiamo a fare una passeggiata fuori?” e lui accetta subito, contento di potersi trovare da solo con lei senza l’impiccio di tutti quei guardoni….
Usciti dal pub lui le prende la mano…. Lei, imbarazzata da quel gesto ke andava ben oltre quello ke si aspettava, cerca di riprendere le redini della situazione appoggiando le due mani unite sul cazzo di lui, che stava vistosamente spingendo contro la dura stoffa dei jeans creando un bozzo che non passava inosservato alle persone che i 2 incontravano x strada mentre si dirigevano verso il parco del campo di calcio comunale. La sera stava calando, ma complice la bella stagione e la latitudine, i due potevano contare sulla luce solare fino alle 23… e contavano sulla complicita’ del tramonto per creare una situazione ad alto tasso erotico. In lontananza lui ha notato un albero, un olmo probabilmente, che si stagliava tra dei cespugli su un pendio che fronteggiava il campo da calcio deserto. Raggiunto il luogo prescelto, complice la luce, l’ambiente e… la voglia crescente dei due…. I primi baci caldi diventano bollenti e sempre piu’ umidi finke lei prende l’iniziativa e slaccia i pantaloni di lui tirandogli fuori un cazzo enorme e terribilmente eccitato. Lui, tolto il freno inziale, diventa un fiume in piena… le sue mani sono ovunque sul corpo di lei, sembra lo vogliano consumare… in un attimo le sfila il top e il reggiseno e le succhia un capezzolo e poi l’altro, alternandoli. Lei si slaccia i pantaloni, vuole sentire quella lingua leccarle il clitoride che sta gia’ pulsando per l’eccitazione…. E pensa di dargli una dimostrazione pratica….. si china davanti a lui, gli prende il cazzo in bocca e inizia a pomparlo mugugnando di piacere…. Oh, si, quanta voglia di cazzo aveva… erano giorni ke non ne scopava uno decente e moriva dalla voglia di fare un pompino a un cazzo degno di questo nome…. Il sentirlo in bocca le faceva aumentare la voglia e l’eccitazione, aveva la figa ormai fradicia e il viso da porca ke ne vuole sempre di piu’… sukkiava quel cazzo spingendolo fino in gola provocando dei versi strani del ragazzo ke la guardava fiero di vedere come il suo cazzo la facesse eccitare. Lei si infila due dita nella figa… che immediatamente, al contatto, inizia a colare…. Porge le due dita al tipo x dargli un assaggio di quanto poi lui avrebbe dovuo bere e poi ritorna a farsi un ditalino continuando a pomparlo con ancora piu’ voglia di prima….. la scena da’ il colpo di grazia al ragazzo… lei, con il suo cazzo in bocca, sente la sborra salire e si prepara ada accoglierla tutta in bocca….. 2 dita nella figa e con l’altra mano gli massaggia il cazzo e le palle… e.. si…………. Uuuuuuuuuuuuu… quanta sborra calda ke le allaga la bocca… gliela riempie e gliene deposita un po’ sulle labbra e sul mento…. Rendendo la sua faccia ancora piu’ da troia. A questo punto lei si alza e con una mossa rapidafa sedere il ragazzo con la schiena appoggiata all’albero e gli si mette davanti, con le gambe aperte e la figa all’altezza della bocca di lui….. lui comincia a leccarle il clitoride, a morderglielo e a farla urlare di piacere…. Lei e’ sempre piu’ bagnata e sotto i colpi di lingua di lui, che si aiutava anke con due dita, viene e gli sborra in bocca, lasciandoli il viso ricoperto di umori gustosi e saporiti… ma lei non e’ ancora sazia… vuole ancora cazzo, e lo vuole nella figa! Vuole scopare quel figo, sentirlo ke le apre la figa e le infila dentro violentemente quel suo cazzo gustoso e duro….. si piega a 90 e si appoggia al trondo dell’albero… apre piano piano le gambe in maniera provocante x fargli vedere bene la figa, ancora colante di sborra e con le labbra ormai completamente dilatate…. E quel buchino cosi’ invitante…. Lui si alza, la prende per i fianki e inizia a scoparla come vuole lei, con violenza, con forza, con spinte profonde e rapide… lei si sente quel cazzo enorme ke la invade, la figa lo inghiottisce e lo restituisce a seconda delle spinte…. E lei ne vuole ancora… e urla ke ne vuole ancora…. Mugugna facendogli capire quanto gli piace essere scopata in quel modo…e…. uuuuuuuuuuuuu…… (dovresti vedere come sono bagnata ora ke racconto…) viene di un orgasmo incredibile, ke la fa rabbrividire…. Sentire la sua figa pulsare a quel modo e i gridolini ke lei lanciava mentre veniva hanno stimolato tantissimo anke il cazzo di lui... ke comincia a spruzzare nuovamente sborra…. Continuando a spingere per prolungare l’orgasmo di lei…..
Dopo pochi minuti di relax sull’erba i dui si ricompongono e, ancora mano nella mano, si dirigono verso il pub dove tutti gli altri stavano guardando la prtita… e…. entrano giusto in tempo x vedere l’ultimo rigore ke ha dato la vittoria all’italia!
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16 years ago
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