{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/en\/stories-add","title":"Add story","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-83eb32dceb21b468932833be844ed846.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Add story","checkDeactivatedProfile":true}
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...vorrei un bel maschio dominate che mi.......
.....ti avvicini...
noti il mio mio interesse..e
dunque..mi
prendi una mano.. .e te la passi
sulla patta dei calzoni....
ti avvicini ..mi
togli sbavandoni con la
mano..il rossetto rosso fuoco
che anevo in
bocca....mi fai abbassare e
ci spingi anche la faccia
....... ti guardo dal
basso verso l'alto
.....
sono in ginocchio....ti
metti a dorso nudo..ti
ammiro.... mi
passi le
dita in bocca....
giochiamo.....sempre in ginocchio
cerco di
spogliarmi...sono quasi
nuda... mi passi le mani da per
tutto....ti
lecco il petto..... via le
scarpe di entrambi.....mi invogli
continuamente..con parole sporche e
discorsi umilianti .....mi piace
starti
sotto.... e tu dall'alto mi
umili.... mi spudi addosso.... senza
poterti
toccare ..guardandoti
fisso... con movimenti lenti ..abbassi la
lampo dei
pantaloni....
scendono....sei senza mutande....il tuo uc cello
e li pende
solo in
parte eccitato... le cosce nude.....via i
pantaloni.... le mie mani
ti
accarezzano le chiap pe.... le cosce ...
sono sotto di te... ti
ammiro...
la lingua addosso... sputi ancora
addosso..mi umili...le
peggio cose mi
dici....ti lecco il cu lo...ma
ancora non ho toccato il
tuo uccel lo......ti
giri di scatto.....mi
prendi la testa e me lo
affondi in bocca.... mentre ci
sputi sopra lo
lecco tutto mi insulti...
ancora il culo...il caz zo ..la mia
lingua da
per tutto... tieni in mano
il caz zo duro ...e con l'altra mi
prendi la
testa per farti leccare le
pa lle..... poi giu' tra le cosce...fino
ai
polpacci...sono ....ai tuoi
piedi...( ma non mi piace leccarli)..in
ginocchio..a pec orina ...mi
allungo........mi giro.....sei
completamente
nudo....io.....sto
sdraiata a pancia in su....e tu a
gambe aperte..sei a
cavallo del mio
corpo..... ti vedo in piedi ..
maschio dominante che mi
insulta ancora
sottovoce.....mi sputa
addosso...un piede sul mio petto...lo
accarezzo......poi . ti inchini e
mi sussurri ..a vicino..... ora ti
pi scio
addosso.....io non me lo
faccio ripetere......tra le tue gambe
poderose.....nuda come una
cagna....con il mio caz zo in mano durissimo
e un
dito in culo....mi
incomincio a segare....e ...aspetto che mi
annaffi...
solo sul
petto....
sulla pancia..e sul cazzo ...sento pero'
un po di schizzi
anche sulla
faccia.......cerco di evitarli ma non e
facile....e tu li
che mi
umili....io che mi sego....e con un'altro tuo
sputo in piena
faccia....
sbo rro a volonta... sono lurida di sbo rra....
pi scio....
sputi.....i tuo
piedi
mi ...insaponano con tutto.....mi giro
con il
piede passi tutti
gli umori
tra le chiap pe.... ......Passano 5 min
cercando
di pulirmi come
meglio con te che
non mi fai rialzare...
rimango a terra
..striscio per
pulirmi ......mi fai
cenno di alzarmi in
ginocchio
davanti a te......
davanti al tuo ca zzo...."
lavalo con la
saliva"....
lo succhio per
bene......lo lecco....le pa lle....
si sono
la tua
troia......mi spingi..
vicino la parete...sono tra le tue
gambe.......
ti appoggi con i palmi
della mano al muro .....braccia
larghe....
divarichi cosce e
gambe...... io seduta per terra.....con la
schiena
alla parete....me lo
infili in bocca ......incominci a sco parmi
......
come fosse una fi ca....
me lo fai inghiottire..... dentro tutto
..e
fuori tutto.... lecco la
capp ella.......ci passo la lingua....entra
di
piu'....fino in gola ...
me lo spingi ancora.....e fuori ....e
ancora
dentro
..mi pom pi...in
bocca.....continui alla grande ....ci
sputi
sopra ...lo
lecco......
dentro e fuori......che succhia caz zi che
sono.... ancora fino in
gola
.... di piu'..... mi sto segando.....ho il
ca zzo duro...e tu sei in
tiro da matti.... durissimo lo sento forte
....
pulsante.....lo prendi
in
mano .....vuoi che ti slinguazzo la
cape lla
mentre ti se ghi...la
cap ella e
rossa e dura..... ancora ..
ancora mi
dici... ancora un
sputo.....tra le mie
labbra e il ca zzo..
......ad un
tratto con uno
scatto mi afferri per i
capelli....mi
allontani la testa
dal ca zzo la
spingi contro il muro
.......ti se ghi
ad una leggera
distanza.........e
mi schizzi la sbo rra in
faccia......
insultandomi......io segandomi
sbo rro di
nuovo.......... ..........La
tua sbo rra mi cola dalla faccia
....... ...cerco
di pulirmi con la
mano.... ..me la spalmo sul petto....
la mischio alla mia
sulla
pancia. ... sei ....grande... ..e non sei
mo scio.....un po di
pausa....
per pulirmi.......ma mi afferri ..di nuovo
la testa ... la sbatti
contro il ca zzo ....e lo ripulisco per bene.....
da farlo
indurire......
mi
prepari per bene... ..il cu lo con la crema.....
con
prima un dito ...
2 3 4
.... basta cosi.....io a pe corina . ...tu in
piedi con le
ginocchia appena
piegate..quasi a cavalcioni.. .sei sopra
di me ...in
sella..... lo spingi nel
cu lo.......piano ....piano.... e
man mano
affondi .... dentro e
fuori....ormai e' bello largo. ..tutto
dentro e
tutto fiori... in un
colpo.... .........mi scopi per 10 min.. o
mi se go...
mentre mi
in cu li.... .vedo nello specchio il ca zzo che mi
impala..... e
il tuo corpo
maschio che mi possiede.. ..ancora . .
ancora......
sfo nda melo.... . e'
ora... ...lo sfili...... te lo meni...
velocemente.... ....mi giri a pancia in
su... io tra le tue gambe
divaricate...... .... mi sbo rri tutto addosso .
........spero quanto prima..
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Non tutto è successo per caso
L 'annuncio su un sito di incontri recitava pressappoco così:
Lui di coppia 59 anni, lei 54, giovanile, bella. All 'oscuro di questo annuncio.
Cerco un singolo superdotato max 30 anni, carino resistente, ottimo linguista, pulito ed educato che in accordo con me la corteggi discretamente, organizzando lo svolgimento della serata nei minimi particolari, in modo che lei pensi che tutto sia avvenuto per caso.
Nel giro di un paio di giorni ricevetti una cinquantina di mail, dopo una prima selezione, rimasero in tre che contattai subito, due furono scartati perché non potevano ospitare, rimase Andrea, studente universitario di Palermo (la nostra città) 27 anni 1.70 viso carino, fisico normale, asciutto e dalle foto allegate cazzo da 22- 23 cm. grosso in circonferenza e con una cappella enorme.
Dopo un paio di mail ci incontrammo in un bar vicino casa sua per concordare un incontro a tre che apparisse del tutto casuale, dato che Anna mia moglie nonostante si eccitasse al solo pensiero di farlo con un altro uomo, non aveva mai voluto ricorrere ad un annuncio, diceva: sé succederà per caso va bene altrimenti non se ne fa nulla!
Con Anna ci eravamo conosciuti 30 anni prima, mi aveva attratto il suo culo da brasiliana la sua pelle scura e i tratti orientali, era ancora vergine nonostante i suoi 20 anni.
Da allora abbiamo avuto una vita sessuale molto intensa; e tutto sommato si è rivelata una amante straordinaria, calda e passionale,
si concede tutta, senza limiti di nessun genere, ma tutto circoscritto all 'interno della coppia, inoltre la sua indole dolce, la timidezza e il fatto che lo facessimo tutti i giorni, ne fanno una donna appagata.
Naturalmente da sempre abbiamo giocato con la fantasia e una delle più ricorrenti per lei è di farlo con due uomini, ci eccita entrambi. Ma per un motivo o l 'altro il caso non si è mai presentato.
Cosi ho pensato bene di organizzare qualcosa che facesse pensare ad un incontro casuale.
Andrea di presenza si rivelò ancora più carino che in foto, educato e molto sveglio mi disse che aveva avuto altre esperienze del genere, è lo intrigavano molto, così predisponemmo un programma studiato in ogni particolare, per la serata del prossimo sabato e ci salutammo come due vecchi amici.
Quando io e Anna arrivammo dentro il locale (una specie di ristorante dove si balla) era pieno, c 'èra un tavolo con un ragazzo che sedeva da solo, il cameriere andò a chiedergli se potevamo accomodarci con lui e ci fece segno di si. prendemmo posto e ci presentammo; naturalmente il ragazzo si chiamava Andrea e si rivelò un ottimo compagno di conversazione mettendoci a proprio agio, ogni tanto faceva qualche velato complimento a mia moglie che rimase favorevolmente impressionata.
Finita la cena cominciarono le danze, come al solito mia moglie mi rimproverò di non saper ballare, naturalmente Andrea si offrì di fargli da cavaliere e lei accettò subito, anche perché il ballo gli è sempre piaciuto, si avviarono verso la pista, io andai al bar per un caffè, potevo vederli mentre ballavano, un lento anni 60 Andrea la cingeva a sé, credo si sfiorassero appena lui parlava e lei rideva, bevvi il caffè e tornai a sedere, dopo un paio di balli tornarono al tavolo, Anna era raggiante.
Meno male che abbiamo incontrato Andrea stasera, così ho potuto ballare; finalmente! Dopo tanti anni…
Bevvero un bicchiere di vino e tornarono in pista per un altro lento, nella penombra, ogni tanto li vedevo all'altro lato della sala, Andrea gli sussurrava qualcosa all'orecchio e la stringeva con decisione, lei inizialmente a disagio adesso lo assecondava, tornarono al tavolo dopo una mezzora,
dai perché non vieni a ballare disse Anna, io non sono capace… risposi,
mi tirò per un braccio verso il centro della pista, immediatamente aderì al mio corpo cercando il contatto con il cazzo e mi baciò in bocca!
Era eccitata…credo che Andrea stesse facendo un buon lavoro, gli dissi che non stavo bene e che avrebbe potuto continuare a ballare con lui, tornammo al tavolo mi sedetti e loro ripartirono per la pista.
Li osservai a lungo non visto Andrea la stava baciando sul collo e le palpeggiava il culo, lei gli si strusciava addosso, conoscendola doveva essere bagnata fradicia.
Quando tornarono al tavolo Anna aveva le guance rosse e Andrea cercava di nascondere la sua eccitazione, si sedettero.
Dissi: sto male devo aver bevuto qualcosa, non sono abituato agli alcolici forse è meglio tornare a casa.
Anna visibilmente contrariata rispose: come vuoi e lanciò uno sguardo ad Andrea, il quale disse:
dai, forse è meglio passare da casa mia cosi ti puoi riposare un attimo, prendere un caffè e poi andare, non voglio disturbare risposi, ho un po di capogiro, mi devo sdraiare, a maggior ragione dovete venire a casa mia rispose Andrea, così ci avviammo.
Nel breve tratto di strada dal locale a casa di Andrea mia moglie fu molto affettuosa e preoccupata e quando arrivammo mi sdraiai subito sul divano, Anna mi tolse le scarpe e mi coprì con una coperta, andiamo di la in cucina disse Andrea lasciamolo riposare e spensero la luce del soggiorno.
La porta della camera da letto era socchiusa, la piccola abat-jour rilasciava una luce fioca e piena di atmosfera. Andrea completamente nudo, bello, sdraiato sul letto, il suo cazzo veramente enorme svettava, Anna, nuda anche lei, glielo stava leccando dalla base alla cappella con sapienti colpi di lingua e quando lui la girò a mo di 69 incollandogli le labbra sulla figa, lei tentò di prenderlo in bocca, ma non ci riuscì date le dimensioni, con la lingua avviluppò le gigantesche palle di lui succhiandole.
Andrea stava facendo un lavoro veramente notevole la sua lingua saettava dentro la figa di Anna e lei ormai bagnatissima, soffocando sul nascere urla di piacere, mandò giù voracemente ma con fatica l 'enorme cazzo un attimo prima che un fiotto di sborra calda e vischiosa gli esplodesse in bocca, inondandola, lo sperma gli colò sul collo, sulle tette e quando lui lo tirò fuori dalla bocca, l 'ultimo potente schizzo la raggiunse sui capelli.
Anna era come in trance, gridava senza nessun freno dimentica di tutto.
Andrea la girò alla pecorina e con il cazzo ancora duro puntò diritto alla figa che lo accolse senza fatica, mai avevo visto mia moglie così eccitata, forse il diametro del cazzo!
Sta di fatto che mentre lui la scopava lentamente ( per me fu uno spettacolo indimenticabile vedere un cazzo di quelle dimensioni sparire e ricomparire come al rallentatore dentro la figa di mia moglie.
La mia eccitazione era alle stelle!)
lei gridando lo invitava ad aumentare il ritmo dando violenti colpi di anche,
Andrea nel frattempo con il pollice della mano sinistra l 'aveva penetrata, nel culo lubrificandole il buco (a lei piace molto!) estrasse il cazzo dalla figa e in un sol colpo.. la inculò!!!
Temetti per lei, ma contrariamente ai miei timori e a parte una smorfia di dolore sul suo viso il cazzo di Andrea venne risucchiato completamente e fui testimone di una inculata straordinaria.
Entrambi avevano perso ogni riferimento temporale, erano fuori dal mondo, dalla realtà, credo che solo da spettatori si possa comprendere una cosa del genere.
Vennero simultaneamente, fondendosi in un unico corpo e mentre lo sperma misto ad altri umori anali gli colava sulle cosce fino alle ginocchia, si abbandonarono esausti e dimentichi del mondo, in quella posizione, con il cazzo di lui, ancora turgido dentro di lei. Tornai sul divano eccitatissimo a far finta di dormire.
Era passata circa un 'ora, sentii la mano di Anna sulla fronte, mi chiese se stessi ancora male, no adesso sto meglio risposi, tu piuttosto, ti sarai annoiata!
No!.. siamo stati in cucina con Andrea, sai abbiamo parlato tanto, un caro ragazzo! (che Puttana!!!!) L 'attirai a me baciandola, la sua lingua mi sembrò rovente gli infilai due dita nella figa, bagnata!
Lei si ritrasse, no....no!… non qui. A casa nostra, qui no!...
Andrea ci può vedere! Bene replicai… non abbiamo sempre fantasticato di coinvolgere un altro?
E gli sfilai gli slip, si abbandonò, mentre con la mano raggiunse il mio cazzo che stava per scoppiare e se lo portò alla bocca. Andrea fece la sua parte fino in fondo, entrò nell 'ampio soggiorno illuminato dalla debole luce di un lampione fuori della finestra, con un vassoio in mano, ragazzi il caffè….oh.. scusate!
Disse: alla vista di Anna che me lo stava succhiando, inginocchiata sul tappeto ai piedi del divano. Gli feci un cenno, in un attimo si spogliò si stese dietro di lei leccandole la figa con tale maestria da farla impazzire di piacere. I benefici della lingua di Andrea non si fecero attendere, la bocca di Anna divorò letteralmente il mio cazzo, lo ingoiò fino alle palle, sentivo la sborra risalire dalle profondità delle viscere a velocità supersonica, bloccò il cazzo in quella posizione senza darmi la possibilità di tiralo fuori, il primo schizzo, potente, gli riempì la bocca !!
Per evitare di soffocare allentò la presa, lo tirai fuori, l 'altro schizzo gli si spiaccicò in viso, lei se lo spalmò dappertutto.
Ci trasferimmo velocemente in camera da letto dove passammo una delle notti d 'amore più straordinarie e intense della nostra vita, ci accoppiammo in tutti i modi possibili e immaginabili!
E ' stato come vivere un sogno, ci fermammo a casa di Andrea anche l 'indomani,e dopo un succulento pranzo preparato da Anna, passammo un pomeriggio a conoscerci meglio, naturalmente dal punto di vista del sesso! E la sera quando tornammo a casa ci sentivamo come sospesi nel tempo, svuotati, ma soddisfatti. Anna disse: vedi che quando le cose succedono per caso riescono meglio?
Andrea si rivelò un amante eccezionale, instancabile, educato, affettuoso. Anna tirò fuori la gran puttana che è in lei.
E io? sono riuscito a realizzare il mio sogno…vedere mia moglie scopare con un estraneo.
Naturalmente Anna non mi rivelò mai la prima parte della serata ed io mi guardai bene dal chiederglielo! Andrea ? Sicuramente lo incontreremo ancora.
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3
16 years ago
orientallsex,
59/59
Last visit: 16 years ago
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Incontro al buio
ciao a tutti volevamo raccontare la nostra storia vera, un giorno eravamo a casa e si parlava di incontri al buio e parlando parlando abbiamo deciso di provare , mio marito aveva conosciuto un albergatore e siccome anche lui piaceva incontri ha proposto a lui se ci lasciava una stanza lasciandomi a mwe dentro la sera e facendo entrare al buio qualcuno ,,,, lui ha subito detto sii, allora abbiamo incominciato qualche sera dopo sono andata nella camera n 8 e mi sono adagiata sul letto a luce spenta non si vedeva nulla lasciando la porta chiusa ma non ha chiave, 30 minuti dopo sento la porta aprire ero tutta eccitata ma anche timorosa sento che lui si avvicina senza dirmi nulla si siede sul letto le sue mani mi cercano io sono tutta un fuoco sapendo che mio marito e alla oll del albergo che aspetta,,,,,, lui incomincia a toccarmi sotto la mini io lo lascio ma mi prende la mia mano e la mette sul suo c....,,,,, mentre mi tocca e mi bacia io con la mano lo masturbo poisenza parlare mi spoglia poi si poglia lui cercavo di vedere qualcosa ma non riuscivo era troppo buio poi mi prende la testa e capisco cosa vuole ,,,, e glielo prendo in bocca incomincio a spompinarlo con voglia e in modo non da me ,,,, ma ero troppo eccitata e mi concedevo a tutto poi dopo un po mi prende tutta lo sento entrare io sono tutta bagnata mi da copi forti ma allo stesso tempo si ferma mi fa venire una voglia mai provata ,,,,, lo sento tutto dentro di me si muove spinge e bello,,,,, poi ad un tratto sento aprirsi la porta e chiudersi e sento altre mani che mi toccano sono tutta presa e non dico nulla poi uno lo mette nella mia bocca e uno mi prende per dietro mi scopano e mi fanno veramente godere non ho la forza di dire nulla mi piace troppo poi uno di loro lo sento che sta per venire e me lo mette in bocca e mi viene tutto mentre l altro mi scopa ancorea fino a venirmi anche lui sono tutta fradica e sfinita poi uno di loro mi chiede se mi è piaciuto e dico tantissimo alla fine vanno via senza dirmi nulla e senza sapere chi erano e stato bellissimo e lo facciamo spesso anche se una volta sono riuscita a vedere chi era e non era moto bello e neanche tanto govane ma e stato bravo lo stesso un bacione
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3
16 years ago
sposi,
44/44
Last visit: 14 years ago
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Il bagaglio smarrito
1. In trattoria
Lascio l'impermeabile in macchina ed entro nella solita piccola trattoria. Non mi sono risparmiato, lavorando come sempre oltre l'orario canonico. Ormai è quasi un anestetico fare tardi a cena. La stanchezza attutisce pensieri inopportuni e troppo impegnativi. L’eleganza del vestito mi sorprende! Seduta sola ad un tavolino centrale, e non puoi aver indossato quell'abito per cenare in trattoria. Mentre scelgo con lo sguardo un tavolo adiacente noto che il tuo è apparecchiato con un solo coperto. La situazione mi incuriosisce e, per qualche istante, assorbe tutta la mia attenzione. Dunque realmente sola, in un elegante abito nero. Mi accomodo sulla seggiola e mi sorprendo ancora! Scopro che il tuo lungo da sera ha uno spacco laterale vertiginoso. Il mio sguardo lo percorre rapido fino alla fine, dove il lembo di pelle visibile si assottiglia e scompare. Mi rendo conto di avere indugiato troppo nell’osservare e distolgo subito l’attenzione. Non sembri avermi notato. Forse avrei preferito provare imbarazzo nell’essere scoperto mentre guardavo quella splendida gamba velata piuttosto che percepire indifferenza. Concentrata, rivolta al menù e io ti imito. Ordini al cameriere a bassa voce e rimane in attesa. Nonostante io ti sia quasi di fronte, un po’ sulla sinistra, non mi degni di uno sguardo. L’espressione non è altezzosa, anzi, piuttosto affabile. Probabilmente assorta nei tuoi pensieri; mi piace giustificare così la totale indifferenza alla mia presenza. Mentre ti osservo fantastico una giustificazione alla tua improbabile presenza: magari una serata a teatro rimandata, un imprevisto … un appuntamento mancato o naufragato in una lite poco distante dalla trattoria. Sfrutto il menù per osservarti di nascosto e noto che sei tranquilla, a tuo agio. No, non puoi avere vissuto una lite… ti alzi, scivoli al mio fianco tra i tavolini, verso la toilet. Mentre percepisco il tuo profumo ti allontani di spalle. In controluce l’abito estivo si rivela leggerissimo e intravedo un perizoma nero, che lascia completamente libere le natiche. Provo una emozione profonda e rimango con il fiato sospeso. Valuto se sia opportuno guardarti dritta negli occhi al tuo rientro in sala, per vedere la reazione. Un senso di urgenza nel tentare un approccio si impadronisce di me, mi spinge a tentare qualche cosa, senza comprenderne precisamente lo scopo. Sopraggiunge il cameriere proprio mentre ritorni. Accidenti, devo ordinare. Lo faccio nervosamente, scrutando il tuo volto mentre ci raggiungi. Il cameriere si sposta per farti passare e poi se ne va con la mia ordinazione. Con un gesto elegante del braccio trattieni la gonna e ti siedi. Non tenti di chiudere lo spacco, come spesso fanno le donne in inspiegabile disagio dopo avere scelto di indossare un abito che esalta e mostra le loro gambe. Accompagni l’abito che scivola leggermente sulle cosce, salendo. All’inizio dello spacco noto, appena visibile, il semplice merletto che guarnisce la fine delle autoreggenti. Sono ipnotizzato. Appena distolgo lo sguardo incontro il tuo volto, che si illumina in un sorriso divertito. Mi sento scoperto, ma confortato dalla tua reazione inattesa. Inarco le sopracciglia in una espressione buffa, allargando i palmi delle mani, come a significare: “Scusa, ma non ho potuto farne a meno!” Tu interpreti con un lieve inchino del capo, senza distogliere lo sguardo, in un chiaro segnale di accettazione delle scuse. Poi, in una sfida giocosa, lentamente, dischiudi un po’ di più le gambe, e il tuo sorriso si allarga. Tutto rimane sospeso, irreale, io timidamente lascio i tuoi occhi e scendo a godere della visione offertami. L‘interno cosce è visibile oltre il bordo delle autoreggenti, fino al minuscolo lembo di stoffa scura che copre l’inguine. Appena torno a cercare il tuo volto distogli lo sguardo, volgi gli occhi al celo atteggiandoti scherzosamente ad angioletto e chiudi repentinamente le gambe. Stento a credere che non sia un sogno. Ho il cuore in gola. Torni ad incrociare il mio sguardo, con una espressione pacata e divertita. Mi sembra di avere con te una sorprendente intimità, naturale, cheta. Sorrido e comincio a mimare l’invito, con l’indice puntato verso me stesso: io, vengo li, mangiamo insieme? Tu compi con la mano un gesto di invito verso la seggiola vuota al tuo tavolo. Congiungo le mani in un compito ringraziamento e mi alzo.
“Buona sera, mi chiamo Gianni.”
“Buona sera, piacere di conoscerti. Io sono Fio.”
“Ciao Fio, non mi è mai capitato di incontrare una persona in grado di scherzare così piacevolmente su aspetti che solitamente vengono ritenuti sconvenienti e relegati in modo innaturale nell’ambito del peccaminoso e dell’innominabile. Sei molto naturale e simpatica.”
“Accidenti, ma parli spesso così complicato? Ti eri preparato prima?” e ridi divertita.
“No, no! Ti assicuro che non mi sono preparato prima, ero troppo preso da quello che mi diceva il tuo corpo. Rapito!”
“Hai detto solo tre frasi, ma … è piacevole ascoltarti. Sei uno scrittore?”
“Sono un ingegnere, ma a volte mi prende il desiderio di scrivere a proposito della sessualità, di protestare con un saggio, o … forse un racconto, non so.”
“Protestare? Cosa intendi?”
“Si, una protesta contro lo snaturamento della sessualità. Un aspetto estremamente istintivo e connaturato all’uomo lo si taccia come negativo e da reprimere. Antico concetto religioso del peccato originale. L’uomo nasce nel peccato e deve redimersi. Nasce portato a seguire la via sbagliata e deve faticare a rimanere su quella retta. Ma cosa c’è di negativo nel guardare una bella donna e nell’eccitazione che ne consegue? È un aspetto meraviglioso dell’essere umano avere la capacità di entusiasmarsi nella sessualità. Perché definire la sua natura sbagliata? E …”
Fortunatamente il cameriere mi interrompe trasferendo le stoviglie al mio nuovo posto. Io ti guardo e ti scopro ironicamente divertita e attonita. La tua muta interrogazione è: “Non vorrai veramente continuare su questo tono!?”
Le pietanze sono arrivate.
“Scusa Fio! Ma vorrei concludere aggiungendo solo dei complicati metalinguaggi che si instaurano tra le giovani donne e i giovani uomini per ostacolare il piacevole corso della natura se non addirittura per reprimerla ed annullarla…” Ti guardo serio e poi scoppiamo a ridere mentre preciso: “… dai adesso stavo scherzando!”
“Fortuna! hai visto la disperazione nei miei occhi? … stavo per spogliarmi nuda per impedirti di continuare!”
La cena vola fino al dessert, in un contrappunto di risate e scherzosa conversazione. Ogni tanto il mio sguardo indugia nell’ampia scollatura del tuo abito. Te ne rendi conto, ma la cosa sembra piacerti.
“Caffè Fio?”
“Dipende…”
“Da cosa?”
“Da cosa facciamo stanotte.”
“Se il caffè ti piace goditelo… vorrà dire che mi sacrificherò rimanendo sveglio tutta la notte a farti compagnia nella insonnia.”
“Due caffè per favore!”
“Sei in macchina Fio?”
“Taxi, ma posso anche non chiamarlo se mi offri un passaggio…”
“Ma certo che ti offro un passaggio, vieni …”
“C’è posto nella tua auto anche per la mia valigia?”
In un attimo siamo fuori dal locale e raggiungiamo la mia auto. Ti apro la portiera.
“Oh, ma che galante che sei!”
“È solo perché voglio ancora guardare le tue gambe.”
“Ti piacciono così tanto?”
“Si.” E aspetto a chiudere la portiera osservando realmente le tue gambe, i tuoi movimenti sensuali nell’accomodarti sul sedile.
“Grazie.”
Sistemo la misteriosa valigia nel bagagliaio e salgo in auto.
“Fio, tu sai accettare i complimenti in modo splendido: ringraziando. È semplice, ma per niente comune.”
“Di nuovo grazie!”
“Prego. Posso portarti a casa mia e approfittare della tua insonnia?”
“Semplicemente si…”
Partiamo con andatura tranquilla.
“Fio, non ti ho chiesto come mai sei capitata in quella trattoria …”
“Ah, si capisco, un po’ troppo elegante, vero?”
“Indubbiamente non passavi inosservata …”
“Semplice, sono appena rientrata dagli USA in aereo, ma una mia valigia ha preso un itinerario diverso. O rimanevo in tuta o mi mettevo elegante. Ero affamatissima!”
2. È quasi notte
Appena entrati nell’appartamento ti riveli curiosa, osservando l’ambiente, i quadri.
“Posso offrirti qualche cosa da bere?”
“Si grazie, non alcolici però, ho proprio sete.”
“Va bene un succo d’arancia? Preferisci acqua?”
“Il succo va bene … posso esplorare la tua casa?”
“Ma certo, mi fa piacere che tu sia curiosa e diretta. Vai pure alla scoperta da sola, mentre ti preparo il succo.”
Aspetto in salotto, con il tuo bicchiere in mano. Accendo la lampada sul mobile bar e spengo le altre luci. Tu entri dicendo: “Mi piace, accogliente e semplice.”
“Sai, piace anche a me. Quasi quasi ne approfitto per viverci!” scherzo porgendoti il succo.
Ti avvicini fino quasi a sfiorarmi e sorridi. Colmo i pochi centimetri che ci separano per aderire al tuo corpo, occhi negli occhi. Diventa quasi impossibile bere. Ti inarchi all’indietro senza staccarti e bevuto il succo ti liberi del bicchiere appoggiandolo sul mobile, vicino al mio rimasto pieno. Ho approfittato del tuo movimento al’indietro per sorreggerti cingendoti alla vita. Il tuo corpo è caldo e piacevole nel contatto. Mi sembra che godi delle stesse sensazioni di piacere che provo. Ci osserviamo negli occhi e le tue braccia avvolgono le mie spalle. Rimaniamo immobili. Sorridi perfettamente a tuo agio. Il silenzio non riesce a creare imbarazzo, l’immobilità ci piace. Ritardare ancora il contatto delle labbra, così vicine, è un gioco eccitante tanto quanto il baciarsi. Mi avvicino fino a sentire la morbidezza della tua pelle sulle labbra, ti sento respirare, ma poi mi allontano di nuovo. Ridi e il suono della tua voce, a quella distanza, è estremamente eccitante, irresistibile. Le mie labbra sfiorano il tuo collo, mentre una mano guadagna la nuca e senti le mie dita aperte tra i capelli. “Vuoi farmi svenire qui? Appoggiata al mobile?” Mi sussurri all’orecchio scherzosamente. “Hai una idea migliore Fio?”
“Mmmm … si! Ho scoperto prima che hai una cosa morbida, con due cuscini, che occupa mezza stanza … da quella parte. Vorresti spiegarmi a cosa serve?”
“Ah, si quella. L’ho acquistata perché si presta a molti usi diversi … alcuni particolarmente piacevoli … vieni. Si chiama letto. Bisogna osservare alcune regole però. I vestiti, ad esempio, devono essere rimossi prima di servirsene altrimenti c’è il rischio di stracciarli a brandelli per liberarsene in preda ad una reazione violenta. Sarebbe un peccato per il tuo vestito!”
Mi precedi nella stanza e ancora una volta mi sorprendi, lasciando scivolare immediatamente il vestito a terra e rimanendo completamente nuda ai miei occhi.
“Fio, ma la tua biancheria che fine ha fatto?”
“La stessa che dovrebbe fare la tua. Esplorando la casa ho pensato di mettermi comoda …”
Non ti lascio finire la frase. Ti raggiungo mentre sei ancora di spalle, offerta al mio sguardo e ti abbraccio da dietro, raggiungendo con le mani i tuoi seni, respirando i tuoi capelli. Sento che aderisci al mio corpo, le natiche spinte contro il mio inguine in un inequivocabile desiderio. Ti sospingo e sdraio sul letto, rimanendo in piedi davanti a te. Osservo il tuo sesso nella luce soffusa della lampada, le tue gambe dischiuse, mentre comincio a spogliarmi. Ti lasci guardare divertita ed eccitata, sdraiata in totale abbandono, con le splendide gambe affusolate che sporgono oltre la sponda e i piedi a terra, vicini ai miei. Appoggio le mani sui tuoi fianchi chinandomi verso il tuo inguine. Intuisci e chiudi gli occhi. Senti il respiro sui tuoi riccioli e le mie mani che scendono lentamente verso il tuo sesso. Pieghi e dischiudi le gambe in una offerta arrendevole e io osservo eccitato il tuo volto, oltre l’onda dei seni. Le guance arrossate, il respiro più intenso. Un bacio per sentire il calore della tua intimità sulle mie labbra. Mi regali un sospiro liberatorio. Ti accarezzo l’interno cosce, le ginocchia … ti guardo e aspetto immobile, respirando eccitato a pochi centimetri dalle pieghe della tua intimità. Un altro bacio e ti scopro ormai umida di piacere. Ancora una pausa per godere della tua vista, ma tu socchiudi gli occhi e mi guardi. Sento le tue mani sulla testa. Mi attiri, spingi forte e finalmente senti le mie labbra dischiudersi sul tuo sesso. Assaggio il tuo piacere e la mia lingua curiosa percorre l’esterno delle labbra, risale lentamente fino al clito. Ti sento fremere e mi appago della tua eccitazione. Cerco di capire i tuoi desideri e provo a rompere il silenzio: “Regalami il tuo piacere, Fio, voglio sentire il tuo sapore…” Immediatamente rispondi con eccitazione: “Sii! Raccontami Gianni. Mi piace!” Ho la stupenda sensazione che i miei desideri siano anche i tuoi desideri. Questa coincidenza è molto rara, ma sento che si realizza in te trasmettendomi tranquillità. Allora mi lascio andare e gioco liberamente con il tuo sesso, lo frugo a fondo con la lingua, spiando il tuo corpo divincolarsi in preda al piacere. “Mi piace il tuo sapore Fio… voglio sentirlo sulla faccia!” E mi tuffo a succhiarti nel punto più sensibile. Tu cerchi di fuggire dalla sensazione troppo intensa, ma io ti blocco per un attimo, in un gioco dispettoso, poi abbandono la presa. Continuiamo così per un po’, in un alternarsi di fughe e attacchi avidi, nei quali la mia bocca ti cerca e ti succhia con passione. Sei percorsa da brividi continui e il respiro affannato rivela tutto il godimento che provi.
“Sei un fiume di piacere, Fio, ti sento bagnata e mi fai molto eccitare… lasciati guardare ancora… mi piaci con le cosce dischiuse e il sesso in mostra… mi piaci molto così, si, un po’ oscena … la fica dischiusa e umida… mi dai forti emozioni!”
Sono in piedi, ti sollevi appoggiando i gomiti sul letto e mi guardi il sesso. Nel tuo volto l’eccitazione e il compiacimento per la mia erezione. Ti sistemi seduta sulla sponda e impugni la mia asta. L’altra mano accarezza con infinita dolcezza, ricama percorsi meravigliosi nella mia intimità. Il contrasto tra la fermezza con cui mi trattieni e la tenerezza con la quale mi accarezzi è trascinante, struggente.
“Fio, mi fai morire!”
“Si? ne ho facoltà?”
“Si. Ti prego, continua … è bellissimo!”
“Posso assaggiarti Gianni? O vuoi che continui così tutta la notte?”
“Oh … non puoi chiedermi una scelta simile. Non è onesto! Le tue parole mi provocano uno shock cerebrale e ...”
La tua reazione non raggiunge le mie orecchie, ma l’apice della mia virilità. Devo aprire gli occhi e guardarmi per capire che sono le tue labbra, appoggiate dolcemente sulla estremità tesa della mia eccitazione. Hai gli occhi chiusi e il volto meravigliosamente rilassato. Sei bellissima nella tua espressione assorta e sorridente. Rimbalzi con movimenti impercettibili ad ogni bacetto che elargisci alla punta del mio sesso. Ogni volta che le tue labbra si protendono a schioccare il bacio successivo sono sempre più dischiuse e io intuisco il tuo gioco. Ad ogni lenta ripetizione percepisco sempre più l’umido contatto della tua bocca. La saliva sull’interno fresco delle labbra. Sono ipnotizzato e attendo la naturale imminente conclusione … sospeso … non voglio soverchiare la tua iniziativa e … mentre emetti un sospiro meraviglioso mi sento sprofondare nella tua bocca, avvolgere in una sensazione di agognato godimento che scioglie ogni tensione in un piacere assoluto. Sento la lingua umida guizzare e stringersi forte attorno a me trattenendomi per interminabili secondi in una unica suzione, immobile e intensa.
Spalanchi la bocca in un gesto rapidissimo. Uno schiocco sonoro e non riesco a trattenermi. Fiotti di piacere prorompono nella tua bocca. Mi assale il rimorso. Dura solo un attimo, annullato dalla tua bocca che guadagna nuovamente la presa e immobile si stringe a godere il tributo alla tua femminilità. Le convulsioni si placano e tu lentamente scivoli via.
“È bellissimo ricevere le ondate che si susseguono selvagge, inarrestabili e sentirti al culmine della eccitazione. Grazie Gianni per avermi regalato il tuo piacere!”
“Grazie? … ma tu esisti realmente Fio?”
“Si. Se non ti sembro vera puoi … toccarmi! Prova”
Mi attiri sul letto, al tuo fianco e guidi la mia mano sui seni. La tua pelle è calda, e i capezzoli annunciano la tua estrema eccitazione. I nostri fianchi a contatto. Misuro la capienza del mio palmo cercando di coprire completamente un tuo seno. Appoggi la tua mano sopra la mia e stringi forte, nell’urgenza di comunicarmi l’intensità delle carezze che desideri. Capisco e assecondo il progredire della tua meravigliosa eccitazione. Scendo lentamente verso l’inguine e i tuoi fianchi cominciano a danzare inarrestabili. La mia mano aperta raggiunge la tua intimità, appoggiandosi forte sul pube e chiudendosi tra le cosce, avvolgendo con le dita tutto il tuo sesso, stringendoti.
Sento diffondersi una musica. Prima sommessa. Poi incalzante … noto solo allora la presenza sul letto delle tue autoreggenti, gli slip minuti e la tua borsa, dalla quale proviene il suono. Il tuo telefono avverte … non si può dire che squilla, ma comunque informa di una chiamata in arrivo. La tua reazione mi sorprende. Comincio ad abituarmi alle sorprese continue! Hai estratto il telefono dalla borsa e, dopo una rapida occhiata per stabilire dal display l’identità del chiamante, stai già parlando …
“Ciao Boss!! Finalmente hai chiamato. Mi sentivo un po’ trascurata… Si.”
Sei sorridente, naturale. Provo un leggero disagio per la mano che è rimasta a contatto con la tua intimità. Provo ad ammorbidire la presa e scivolare via, ma la tua mano mi afferra rapida e spinge per ristabilire l’intensità del contatto. Mi guardi e sorridi. Hai le guance ravvivate dall’eccitazione e capisco che la conversazione non ti raffredda, anzi, al contrario, sembri progredire verso emozioni più intense.
“Si, ho cenato. Tutto bene, a parte lo smarrimento di una valigia …”
Conversazione serrata, gioviale. Mi sento un po’ disorientato. La tua mano spinge la mia in un massaggio sensuale, nelle pause in cui ascolti l’altro interlocutore.
“Si, mi sono rimasti solo gli abiti eleganti e quindi … mi sono messa elegante e ho cenato nel solito ristorantino … Ah, ah, certo che ho fatto conquiste, che credi? Un ragazzo gentile e carino …”
Mi sento morire, non sono portato ad essere un clandestino strumento di piacere nel manage di una coppia! L’amante di una signora bene! Io! La realtà supera sempre la fantasia, ma questa sera credo stia esagerando!
“Si si! Adesso è qui con me e mi sta dando molto piacere … davvero! Erano anni che non si presentava l’occasione giusta, la persona adatta… Avevo nostalgia delle rare situazioni che mi avevi fatto vivere con quel tuo amico, ricordi? Porco, sono sicura che non le dimenticherai mai.”
Un po’ preoccupato non distolgo lo sguardo dal tuo viso: rimani tranquilla, divertita. Che sia tutto vero? Ridi!
“Così? Subito? Aspetta che glielo chiedo… un attimo … si, dammi un minuto e ti richiamo. Ciao.”
Chiudi la conversazione e i tuoi occhi brillano di eccitazione.
“Gianni, era mio marito. Ti voglio chiedere una cosa, ma sentiti nella massima libertà di scelta… Mio marito chiede se può raggiungerci, ora … “
Spari fuori la domanda e mi osservi. Ti ritengo troppo sensibile per non immaginare che continuerai a parlare. Io non devo risponderti immediatamente.
“È eterosessuale, sensibile e piacevole. Se preferisci non incontrarlo ora io rimarrò comunque a divertirmi con te. Godrà con me quando gli racconterò della serata. Gli piacerà molto. Se vorrai che sia solo spettatore, non hai che da chiederlo, ma comunque vorrei costruire una situazione che ti piace, che desideri, non forzarti in alcun modo…”
“Fio, è stato sempre nelle mie fantasie soddisfare una donna come te, essere il complice di un marito nell’ambito di una coppia… Non nascondo che questa sera i colpi di scena siano parecchi, mi sento un po’ frastornato, ma tutte le situazioni le ho desiderate e le vivo con grande eccitazione. Vuoi che lo chiami io?”
Mi rovesci sul letto euforica e ti siedi a cavalcioni su di me, sul mio petto.
“Lo sapevo che lo avresti fatto! Mi piaci da matti! Si chiama Boss. Mi bagno tutta solo a comporre il numero … tieni!”
Il contatto del tuo sesso sui miei pettorali dimostra che dici la verità. Cosa è più appropriato? Buona sera o ciao?
“Ciao, mi chiamo Gianni… Non ti nascondo che sono un po’ in tensione, ma mi fa sinceramente piacere se ci incontriamo…”
La voce è gentile, affabile. Noto anche dall’altra parte un sottile imbarazzo; mi rassicura. Comunico l’indirizzo e ci salutiamo.
“Fio, scusami, ma vorrei indossare un abito. Non riesco a presentarmi nudo a tuo marito.”
“Ma certo Gianni. Lo capisco. Beh, mi vestirò un po’ anche io, ma solo un po’.”
Sorridi e cominci a indossare le autoreggenti.
“Ecco, filini interdentali e autoreggenti. Voi uomini siete dei semplici. Piacciono a tutti! Io sto meglio in completa libertà, ma stuzzicare il Boss mi piace da matta.”
3. L’incontro
Ho scelto abiti informali, sportivi. Un classico jeans e una camicia estiva, sportiva. Tu sei rimasta seminuda, splendidamente sexy nelle tue autoreggenti velate. Si, siamo proprio semplici noi maschietti. Il campanello ci sorprende in questa buffa situazione, mentre sorseggiamo succo di arancia e cerchiamo di sciogliere la tensione dell’attesa. Sei brava a tranquillizzarmi:
“Vado io ad aprire! Posso?”
Annuisco e poco dopo vi vedo entrare nel salotto. Anche lui è vestito sportivo. Ci stringiamo la mano in modo piacevole.
“Sono contento di incontrarti Boss.”
“Piacere mio, sul serio, sono felice di questo incontro.”
Tu lo abbracci al collo da dietro, i tuoi fianchi nudi sporgono oltre la sua figura e conferiscono alla scena una atmosfera surreale, molto sexy. Luci soffuse e poltrone.
“Ti posso offrire qualche cosa da bere?”
“Si con piacere, la stessa cosa che bevete voi, grazie.”
“Succo di arancia.”
“Va benissimo. Sono assetato. A Fio non piace che io beva alcolici. Dice che devo essere sobrio per apprezzarla al meglio quando organizza le nostre serate tet a tet.”
Guardo Fio: il volto felice e le labbra rosse, desiderabili. Sorridendo commenta le parole di Boss: “A maggior ragione in una serata così straordinaria, caro, ti concedo solo succo di arancia!”
Non immaginavo di trovarmi a mio agio, ma mi sbagliavo. La presenza provocante di Fio seminuda mi sembra la cosa più naturale di questo mondo. Ogni tanto mi sorprendo a riflettere sulla situazione che va sviluppandosi nel mio salotto. Sembra un sogno.
“Guardami Gianni, mi piace se riesco ad eccitarti…”
In braccio a tuo marito cominci a baciarlo molto sensualmente, sulla bocca. Le tue mani cominciano a slacciargli la camicia. Il fruscio degli abiti, le carezze sempre più audaci di entrambi. La tua eccitazione una volta ancora mi ipnotizza. Si moltiplica.
Sei a cavalcioni su di lui e mentre gli sfili la camicia. Ti osservo di spalle: il sedere, il profilo del tuo sesso che si intravede sotto le natiche, il taglio dove scompare il sottile filo del perizoma. Rimango immobile, seduto nella poltrona di fronte a voi, eccitato. Le mani del tuo uomo ti percorrono, abituate al tuo corpo, sanno esprimere una sapiente consuetudine. È una visione stupenda. Lo baci sulle labbra mentre le tue mani cercano la sua virilità, l’afferrano attraverso la stoffa e poi si tuffano a frugare nelle mutande. L’eccitazione rende i tuoi movimenti estremamente sensuali. Lo estrai turgido e la tua mano comincia a danzare su di lui. Gli sussurri all’orecchio e poi scivoli in ginocchio sul pavimento, tra le sue gambe.
“Fio vorrebbe che gli accarezzassi la schiena mentre mi da piacere… le piacerebbe molto sentire le tue mani addosso Gianni, avvicinati per favore.”
Sorpresa! Chissà perché ero convinto che avrei assistito allo spettacolo più eccitante della mia vita da spettatore. Ma naturalmente Fio stupisce ancora!
Non ho il coraggio di alzarmi in piedi e scivolo giù dalla poltrona in ginocchio. Davanti a me Fio a quattro zampe, o meglio, lo splendido sedere. Sento il rumore inequivocabile di cosa la tua bocca sia impegnata a elargire al tuo uomo. Un suono eccitante, che richiama le sensazioni vissute in prima persona pochi minuti prima. Mi avvicino ed evito volutamente il contatto con il tuo corpo, afferro con la punta delle dita il tuo perizoma dai fili laterali e inizio lentamente a sfilarlo dai fianchi. Mi agevoli con piccoli movimenti, alzi le ginocchia, prima una poi l’altra e il piccolo lembo di stoffa ti percorre i polpacci, le caviglie… Rimani in ginocchio, gambe e glutei come quelli di una puledra, dai posteriori separati e scattanti. Senti una mano sulla schiena, al centro, sopra le natiche e subito dopo l’altra dal basso si appoggia sul tuo inguine, il polso sul pube e il braccio aderisce al tuo sesso. I tuoi piccoli movimenti trasformano quel contatto immobile in piacere. Divarichi un po’ le gambe e trasmetti con la bocca al tuo uomo le emozioni che provi, regalandogli la lussuria che ormai ti impregna. Lo sento gemere in risposta agli affondi del tuo capo. Non resisto. Sfilo lentamente il braccio con il quale premevo il tuo ventre e mi avvicino con il volto abbassandomi.
Senti i glutei che si scostano sotto la spinta delle mie dita e il respiro eccitato sul tuo sesso prima del contatto con la mia bocca. La mia lingua percorre la tua intimità dal basso, fin tra le natiche, verso la rosellina al centro del tuo culetto. I suoni che emetti, i gesti, tutto quello che emana dal tuo corpo è sesso allo stato puro. Lo provi e lo contagi al tuo uomo, a me. Sei un lago di piacere e io disseto il desiderio che ho accumulato, con avidità. Voglio vedere l’eccitazione sul tuo volto, i tuoi occhi illuminati dal desiderio di godere, di riempirti la bocca con il suo cazzo. Non senti più la mia lingua sul sesso e cerchi con la coda degli occhi. Mi scopri di fianco. Intuisci. Scosti i capelli e ti lasci guardare mentre fai scivolare fuori il suo uccello dalle labbra. Sei stupenda, negli occhi il desiderio. Sul tuo volto l’irresistibile luce della lussuria. Osservo immobile, nella penombra. La lingua parte dalla base e risale l’asta lentamente... raggiunta la sommità mi guardi con espressione dispettosa e te lo fai scivolare nuovamente tutto in bocca. Sei bellissima! Intuisco il tuo lato di femmina esibizionista e rimango immobile a godermi lo spettacolo. Devo avere una faccia proprio sconvolta dall’eccitazione perché mi guardi e ridi divertita prima di tuffarti in un pompino rapidissimo. Il Boss è allo stremo e ti avverte che esploderà. Tu ti arresti, gli sfili gli abiti e ti lanci con la bocca nuovamente su di lui in un rush decisivo, aiutandoti anche con le mani. Qualche sapiente affondo e lo vedo inarcarsi, piantarti l’asta in bocca. Intuisco la sua esplosione contro il tuo palato e poi non lasci più nulla alla mia immaginazione, allontanandoti da lui e spalancando la bocca. L’attesa è brevissima. Un secondo fiotto di sperma ti raggiunge le labbra. Ad occhi chiusi stringi il suo cazzo e ti indirizzi sul viso gli schizzi successivi.
Stretto in una sorta di assurda pudicizia non mi ero fino ad allora toccato. Come a riconoscere una autorità assoluta alla coppia di ospiti, ero rimasto in attesa di un permesso esplicito. Il rigonfiamento nei jeans non lasciava però sicuramente dubbi sul mio stato.
“Boss, vuoi vedere cosa stavamo facendo quando mi hai chiamata?”
“Te ne prego cara, toglimi la curiosità.”
Mi raggiungi a quattro zampe e mi spingi sdraiato sul tappeto cominciando a slacciarmi la cintura dei pantaloni. Gesti rapidi, decisi, in un attimo il mio uccello è libero. Questa volta sei ingorda, forse per l’eccitazione accumulata, il cazzo sparisce completamente nella tua bocca e cominci a spompinarlo con decisione. Il Boss ci guarda, mentre uno stato di eccitazione mista a gelosia e orgoglio si impadronisce di lui. È la sua donna quella splendida femmina che Gianni sta apprezzando e forse invidiandogli. È sua e ne è orgoglioso. La scena lo eccita infinitamente. Ci osserva per un po’ prima di raggiungerti alle spalle. Senti il suo glande premerti sulle labbra della fica e poi l’asta che ti allarga, ti riempie, ti scivola dentro fino a sentire le palle sbattere sul clito. Non ha trovato resistenza, sei un lago.
“Ohhh, sii! Amore dammelo!”
Lo inciti prima di riempirti nuovamente la bocca e mugolarmi il piacere avviluppata al cazzo.
Immagino le pieghe della tua fica distese da quel palo che ti scava. Ti sento godere. Sei splendida Fio! Ogni affondo che ricevi lo trasformi in un ingoio, ad ogni colpo il mio uccello scivola tra le tue labbra, non resisterò a lungo…
Sembri intuire il mio stato.
“Aspettate… mettiamoci comodi…”
Fai sdraiare il tuo uomo sul tappeto e offrendogli le spalle lo cavalchi, accogliendolo nel tuo sesso con una discesa lenta e inesorabile. Non è difficile capire che vuoi godere guidando il gioco. Ti raggiungo in piedi, appoggiandoti il cazzo sul viso. Il tuo ventre danza sul suo cazzo alla spasmodica ricerca del piacere, in modo nervoso, con ampie escursioni orizzontali. Ti aggrappi a me e, trovato il giusto ritmo, fai sparire nuovamente l’uccello nella tua bocca. Le labbra scorrono sull’asta, arrestandosi di tanto in tanto per l’eccessivo piacere che ti regala Boss. Progressivamente non sei più in grado di spompinare. Ti avvinghi con la bocca al mio sesso, con le mani ai miei glutei. La sensazione è stupenda e la visione è sufficiente da sola a condurmi al piacere; mi trattengo aspettandoti. Mi eccita anche il leggero dolore che mi causano ogni tanto i colpi dei tuoi denti sulla cappella. Sei così stupendamente eccitata che non riesci a coordinare i movimenti, non desideri altro che essere guidata dai fianchi e scavata nella fica da quel cazzo potente.
Intuisco il tuo imminente orgasmo e mi lascio andare, prendendo una ciocca dei tuoi capelli in mano e guidando il volto di fronte al mio sesso gonfio. Dischiudi le labbra rosse e aspetti ad occhi chiusi.
“Lingua fuori Fio …”
Ti chiedo e tu fendi l’aria. Spingo la punta del mio cazzo tra le tue labbra, sopra la lingua, e vengo! Il primo schizzo ti entra in bocca e i successivi ti colpiscono la faccia, in un ricamo caldo e bianco. Socchiudi le labbra e vedo lo sperma colare sui tuoi seni, sul collo. Sei ormai preda della eccitazione più totale e ti spalmi il piacere ancora denso sui capezzoli, sul petto. Le convulsioni ti colgono così, femmina scatenata, in preda al parossismo del desiderio più libero. Non capisco se anche Boss ha raggiunto il piacere, ma lo vedo appagato. Ti adagia sul tappeto, di fianco a lui e ti accarezza il volto. Mi assale il desiderio di assaggiare nuovamente il tuo piacere e mi avvicino dischiudendoti le gambe. Comincio lentamente a sfilarti le autoreggenti. Voglio sentire la tua pelle nuda sulle mie guance mentre scivolo tra le cosce fino alla tua intimità. Aspetto che l’onda del piacere si dissolva e lentamente raggiungo con le labbra il tuo sesso. Ti abbandoni teneramente ancora ai baci del tuo uomo e alla mia bocca.
Rimaniamo sdraiati tra i cuscini, sullo spesso tappeto, carezzati piacevolmente dalla brezza che fa ondeggiare le tende dell’ampia finestra aperta. Appagati e divertiti scherziamo sull’accaduto.
“Certo che se non avessero perso la mia valigia… ora chissà cosa staremmo facendo.”
“Beh, sicuramente non si praticherebbe tanto naturismo alle tre di notte nel mio salotto!”
“Naturismo, ah questo è il naturismo? Non lo conoscevamo. Ecco perché mia moglie non l’avevo mai vista tanto naturale con un’altra persona.”
“Ti dispiace che io lo sia stata?”
“No, al contrario, lo desideravo e sono contento che tu abbia trovato lo slancio giusto con Gianni.”
“Significa che vi avrò ancora ospiti nel mio salotto naturista? Mi farebbe molto piacere.”
“Anche a noi… chi può dire quando… ma ci possiamo scambiare i numeri di telefono.”
“E’ stata l’esperienza più inattesa ed eccitante che abbia mai vissuto e vi ringrazio.”
Appena rivestiti ci salutiamo brevemente, in semplice amicizia.
Chiudo la porta. Senza accendere le luci mi verso del succo di arancia e comincio a sorseggiarlo, lentamente, sprofondato nella poltrona.
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16 years ago
pg173,
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Finalmente ci siamo trovati
Da qualche giorno hai cominciato a giocare con me, come piace a me, un sottile gioco erotico, sensuale, finemente intrigante: il gioco della seduzione, quel momento cerebrale che io tanto amo.
Sento da parte tua la voglia di ricambiare i miei stati d’animo.
Pensavo, mentre camminavo a centinaia di chilometri da TE, a quella chattata che mi avevi descritto, a quell’ intimo desiderio che ti scaldava il corpo e, che nello stesso tempo, scaldava la mia testa, creando spasmi di piacere per il mio basso ventre.
Improvvisamente la distanza tra noi è sparita, mi sembra favoloso di averti di fianco a me che commenti i miei desideri, mi sa di euforico di sentirti, mentre maliziosamente ribatti alle mie provocazioni.
“ Secondo me, stai benissimo con quel perizoma rosso”
Lo sai vero, penso a quel pezzo di sottile stoffa rossa, leggermente ricamata nel suo piccolo spazio vitale, a protezione del niente, e immagino il filetto esile sparire tra le tue natiche ancora stupendamente sode e, questo, basta per farmi eccitare oltre ogni misura.
“ Che ne dici delle autoreggenti? Sul tuo corpo stanno a pennello, se poi ci mettiamo quella sottoveste nera che hai , credo che non usciremo per un giorno intero, per soddisfare la mia fame di te.”.
Ma cio che mi eccita di te....è il tuo sorriso felice, i tuoi occhi pieni di vita, quel barlume nascosto di malizia che solo io riuscivo ad intravedere.
Quando ragionavi con quella logica così calcolatrice ti avrei uccisa, ma ormai conoscevo il tuo carattere, sapevo che tu difficilmente eri espansiva, soprattutto nei discorsi legati alla sessualità, ma sapevo anche che poi, i fatti, avrebbero rivalutato i tuoi silenzi: in quei momenti di passione, tu mi avresti ricordato di quanto sei donna.
Lo sai quanto mi piace comprarti l’intimo: pensare al momento che ti spoglierai e dolcemente ti farai guardare, mentre ti cambierai per me, ” il tuo amante bastardo“, mi fa impazzire” immaginogino gli occhi che s’incrociavano maliziosi per un cenno d’assenso, la tua lingua che bagna leggermente le labbra in un gesto provocante, come a dirmi guardami sono nuda.....
“ Ho voglia di te…”
I tentennamenti sono finiti, il fiume ha rotto gli argini e la passione è esplosa sommergendo tutti i dubbi.
Sicuramente guardandoti allo specchio l'altro ieri ti sei piaciuta e hai pensato che l’effetto sarebbe stato equivalente appena ti avrei vista: avevi ragione. Abbiamo fatto l'amore godendo di noi stessi della nostra sessualità del nostro intrigo....e dopo ho letto il tuo sorriso..
Un sorriso libero da paure, mano nella mano, come ragazzini innamorati e, poi, il rumore crescente del cuore, preludio del nostro piacere.
Sei la passione....vera.....voglio vederti godere sempre...ora che sei...te stessa....
Adoro quando gli altri ti guardano quando ti fanno sentire la loro voglia con gli occhi, sballo quando stuzzichi...adoro vedere il tuo senso di piacere quando gli altri ti spogliano con gli occhi......la passione e la trasgressione....siamo noi insieme siamo identici......
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Al mare
Ho visto che il mio racconto è piaiuto, bene.
Due anni fa, eravamo al mare a Paestum e come sempre Silvio aveva preso in affitto una cabina, su uno dei tanti lidi della zona. La prendevamo sempre, perchè ci piaceva, di tanto in tanto, chuderci dentro per una scopatina veloce o magari un pompino, ma anche nella remota speranza di abbordare qualche coppia o qualche bel singolo. L'occasione non arrivava mai, ma una mattina, erano verso le 12, 00 noto che un ragazzo molto giovane, poco lontano da noi, mi guarda con molta insistenza, ho una bel culetto a mandolino, anche se il seno è piccolo, ma capita che qualcuno, mi fissi il didietro, però, quel ragazzo era molto insistente, così feci notare la cosa a Silvio, il quale, da perverso quale era, mi disse di non scoraggiarlo e di riuscire a portarlo in cabina. Il ragazzo, mi pareva appena diciottene e la cosa mi intrigava, ma al tempo stesso, mi frenava, comunque, cominciai a ricambiare gli sguardi con sorrisetti e occhiolini vari, mi alzai e andai verso il bar, subito seguita dal ragazzo, che era carino e aveva un fisico asciutto anche se ancora acerbo, in ogni caso, mi si avvicinò e con molta sfacciataggine, mi disse che gli piacevo tanto, la cosa mi face ridere, ma decisi di non perdere tempo e lo pregai di seguirmi, gli dissi che sarei entrata nella mia cabina e dopo qualche minuto, poteva venire anche lui. Così facemmo e appena insieme, mi chiese se l'uomo che stava con me, si fosse accorto di qualcosa, gli dissi di non preoccuparsi, si era addormentato al sole e per un poco, non mi avrebbe cercata. Notai subito che gli era venuto duro, aveva un costume a pantaloncino largo e corto, gli chiesi quanti anni aveva e con mia grande sorpresa, mi disse che era molto giovane, lo feci sedere su di una sedia e gli abbassai il costume, aveva una cazzo niente male, duro, gonfio e con un bel ciuffo di peli neri, notai che aveva le palle grosse, mi disse, che erano così perchè da 2 giorni non si segava, così senza farmi pregare, presi in bocca quel bel cazzo giovane, cominciò immediatamente a gemere ead indurirsi, mi disse che nessuno glielo aveva preso mai in bocca, continuai con molta abilità, lo leccai tutto, aveva una cappella grossa e io, la ingoiavo tutta, non tralasciavo le palle, gliele riempivo di saliva, lo avevo inzuppato tutto, quando all'improvviso, senza dirmi niente, sborrò tutto sulle mie labbra e in bocca, ne fece tantissima ed era densa e bianchissima, la cosa non mi infastidì,era giovane e pulito, così lo pulii bene con la lingua, ma mentre lo facevo, gli venne ancora duro, mi guradò e capii che voleva che continuassi, così lo presi interamente in gola, con la lingua, riuscivo a sstuzzicargli le palle, continuai per un po e dopo, lo sentì inarcarsi e sborrare dentro la mia bocca, ne fece ancora tanta, ma alla fine ea soddisfatto. Mi pulii e corsi da Slvio a raccontare tutto.
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Faccio lo skipper
Faccio lo skipper, è quello che mi piace di più… mi permette di vivere all’aria aperta, rimanere in forma, essere abbronzato e non dover mai rendere conto a nessuno se non al mare…
Lo faccio per lavoro, con la mia barca a vela accompagno i turisti in giro per il mondo vedendo i posti più belli. A volte sono gruppi, altre sono coppie ma in genere sono sempre abbastanza giovani.
Alcuni sono simpatici altri meno… come sempre nella vita, ma alla fine l’importante è viaggiare…
Conosco un sacco di posti e di porti dove trovo sempre qualche amico per bere una birra o amica per …
Questa volta si è presentata una coppia che voleva fare un viaggio per le isole incoronate, a sud della Croazia. I posti sono bellissimi, il vento non manca, è il modo migliore per fare una vacanza di una settimana e lasciarsi tutto alle spalle.
Mi dicono che si chiamano Marco e Alexia… strani nomi per due turisti ma alla fin fine non sono problemi miei…
Lei è molto bella, capelli biondi e labbra rosso fuoco… gli piace esagerare con i colori… sembra una leonessa… esprime sin da subito un erotismo animale…. quando sale sulla mia barca, sembra che non sia la prima volta…
Lui è un tipo alto e robusto, anche lui è moro e non sembra antipatico… chissà come mai gli uomini non mi rimangono impressi come le donne…
Come d’accordo ci troviamo la mattina presto e salpiamo da Venezia… usciamo piano a motore in modo da goderci il panorama… i due sono simpatici ma non parlano molto… lei rimane estasiata alla vista della città che piano piano si allontana…
In barca c’è sempre da fare e quindi sono sempre impegnato per far mantenere una buona andatura e lui devo ammettere, si rende utile…
Lei invece come tutte le femmine trova il posto migliore dove sdraiarsi a prendere il sole… si mette proprio sopra il cassero in posizione rialzata proprio davanti al timone… quando seguo la rotta non posso proprio non guardarla… strano posto per mettersi a prendere il sole ma devo dire che non sarò io a farla spostare…
Ormai siamo in alto mare, la situazione è calma e la barca può andare da sola seguendo la rotta ma io sono troppo scrupoloso e non lascio il timone… no non è perché non mi fidi del mare… devo dire che quello che vedo è troppo invitante…
Alexia si è distesa e legge un libro… ha un bikini che potrebbe servire si e no come segnalibro e non di più… è un po’ che sembra non trovare la posizione giusta perché continua a girarsi… e così facendo mi mostra ogni parte del suo corpo da ogni angolazione… penso che ormai potrei dipingerlo a memoria…
Il suo corpo è abbondante nelle forme… proprio dove piace agli uomini….
Da quel che scorgo la ragazza ama la depilazione intima non si vedo peli sporgere da quel minuscolo triangolino bianco che attira il mio sguardo…
Lui è steso a prua e anche lui sembra intento a leggere un libro. E’ girato dall’altra parte e non si accorge di nulla… Non ce la faccio a staccarle gli occhi di dosso… e non vorrei che se ne accorgesse… Non capisco tutti quei movimenti non mi sembrano casuali ma che posso fare??? Non sono abituato ad avere paura, con il lavoro che faccio le situazioni pericolose sono all’ordine del giorno ma il marito è a 4 metri da noi e tra l’altro non mi sembra un tipo da poco, se si incazza potrebbe finire male… Sicuramente un uomo accecato dalla gelosia potrebbe essere pericoloso e poi sono clienti… dopo tutto mi guadagno da vivere così… forse è meglio cercare di fare a finta di nulla.
Be proprio di nulla no, sono seduto e il cazzo mi è diventato di marmo… faccio fatica a muovermi senza che lei si accorga di ciò che mi spunta dai calzoncini…
Ho messo un asciugamano sulle ginocchia per nascondere il fatto che il glande fa capolino dallo spazio interno lungo la coscia… Ma non può durare a lungo così prima o poi verrò scoperto…
Lei ha notato sicuramente qualcosa perché ha come un mezzo sorrisetto che non capisco… e quello che sta leggendo non mi sembra proprio un libro di barzellette…
Con noncuranza ogni tanto butta l’occhio e a volte mi sorride ma continua a leggere e a cambiare posizione.
Certo che ha proprio un gran culo pieno come piace a mè… il cazzo mi pulsa sempre più forte e ad ogni pulsazione un brivido di piacere mi esplode nei coglioni… ma non mi devo abbandonare perché altrimenti è finita…
Lei sembra sempre più divertita… qualche cosa mi dice che si è accorta di tutto e che si sta facendo delle sane risate alle mie spalle la troia… certo che deve essere proprio una goduria vedere cosa fa crescere tra le gambe dei maschi e sentirsi al sicuro con il marito accanto… ora è lei che conduce il gioco…
Io ogni tanto devo spostarmi per mettere a posto qualche sartia e quindi l’asciugamano me lo posso anche scordare… lei con la coda dell’occhio non si perde un movimento e tra l’altro da qualche minuto ha messo pure gli occhiali da sole…
Certo che ha delle labbra rosse che ogni tanto si inumidisce che sono la fine del mondo… chissà che razza di pompini che riesce a fare…
Devo trovare il modo di uscire da questa situazione perché ormai è passato troppo tempo, i coglioni mi fanno male da quanta sborra li riempie e tra l’altro il marito potrebbe alzarsi da un momento all’altro…
Ho trovato, stabilizzo la barca e afferro una fune, la lego e mi tuffo in mare…
Sensazione stupenda finalmente mi posso afferrare il cazzo e con pochi di colpi mi esplode il cervello e un fiotto bianco si confonde con la scia della barca…
Lei si alza di scatto non si aspettava certo un tuffo così repentino… bella idea mi dice… e intanto dall’alto con l’acqua limpida vede perfettamente che ho il cazzo duro in una mano e mi guarda dritto negli occhi mentre mi masturbo con colpi violenti.
Che troia lo vedo che si morde un po’ il labbro a quella vista e che istintivamente le gambe gli si allargano un po’… la situazione è perfetta… io posso fare finta di non essere visto perché sono in acqua… lei può fare finta di non guardarmi mentre mi faccio una sega in suo onore e quindi rimaniamo a fissarci senza dire nulla…
Ad un tratto lei richiama il marito e si fa aiutare… prende un’altra fune e si lancia anche lei… il tuffo è perfetto e finisce proprio vicino a me…
Il marito ci guarda dall’alto e sembra divertito… sicuramente vorrebbe provare anche lui ma qualcuno deve rimanere a bordo…
Lei comincia a nuotare al mio fianco trainata dalla barca e ovviamente finisce con lo strusciarmisi addosso. Io non so che fare perché il cazzo non accenna a ammosciarsi con il marito che ci guarda dall’alto… certo che il suo corpo è proprio morbido e quando la mia mano come per caso si posa sulle sue natiche sento un brivido che mi scorre dai coglioni fin su nel cervello e li esplode…
Ad un certo punto come era arrivata se ne va… le donne sono così… bisogna saperne cogliere gli attimi di magia… forse si è stancata della mia inattività e ha capito che il marito che ci guarda mi mette in soggezione…
Si fa aiutare a salire a bordo e per farlo sono costretto a metterle una mano tra le cosce… lei lo sapeva ed è per questo che ha deciso di risalire… mentre si issa con la mia mano tra le gambe si ferma un attimo… si gira a guardarmi negli occhi e mi fa un gran sorriso…
Ora è tutto chiaro… è proprio quello che voleva… mi ha stuzzicato tutto questo tempo per vedere la mia reazione e la cosa l’ha divertita molto…
Io continuo a ripetermi… sono clienti … sono clienti… sono clienti…
Ma ora devo salire e ormai si sta facendo sera… bisogna preparare la cena… farsi al doccia e prepararsi per al notte…
Meno male sono riuscito a superare il momento di empasse e ora il lavoro mi distrae…
Ci fermiamo in una baia… è fantastica non c’è nessuno… possiamo prepararci per la serata… niente è più bello di una cena in mezzo alla baia con il sole che tramonta e una gran figa al tuo fianco… penso che come lavoro ce ne siano di peggiori…
Ma non è finita qui… il marito ha fatto la doccia e si è preparato… mi sta dando una mano sul ponte devo dire che il tipo è alla mano e sembra divertirsi con tutti i lavoretti che ci sono in una barca…meno male… a volte salgono certi testa di cazzo…
Ora è il mio turno per la doccia e scendo sotto coperta… passando vicino alla camera scorgo che Alexia ha lasciato la porta semichiusa… non posso resistere devo guardare… lei si sta facendo bella anche se non sembra che ce ne sia bisogno… ha in mano una boccetta di olio dopo sole e se lo sta spalmando dappertutto… certo che una pelle così la deve tenere con cura altrimenti rovinarla è un sacrilegio…
Il suo corpo tutto luccicante è ancora più bello… quando passa la mano sopra il seno mi accorgo ha i capezzoli colorati di rosso fuoco come le labbra… cazzo mi sta facendo impazzire ma chi è salita sulla mia barca… Messalina??? A letto deve essere uno spettacolo pirotecnico… quei colori così forti accendono i miei sensi… se ancora ce ne fosse bisogno… e poi non c’è il segno del costume… ma come?? Oggi non faceva topless… e guardando bene nemmeno da altre parti il segno del costume è molto marcato… dovevo immaginarlo…
Ora le sue mani stanno indugiando sui capezzoli e non sembra più per spalmare l’olio… piano piano la sua mano scende verso la fica tutta depilata è uno spettacolo… con un movimento circolare del dito indice massaggia il clitoride e subito si vedono le grandi labbra aprirsi e diventare più rosa…
Cosa sta facendo??? Si inginocchia sul letto e si mette carponi… allarga le gambe mostrandomi il culo e la fica in pieno… con un dito si penetra da dietro???
Ad un tratto capisco sta ancora giocando la troia… mi ha sentito scendere e ha lasciato al porta aperta apposta… sa che sono li e lo sta facendo per farmi impazzire… Adesso basta… entro e glielo sfondo quel bel culo… dopo tutto un uomo è un uomo e non può sopportare certe cose senza reagire… Ma proprio mentre sto per entrare sento il marito che ci chiama dal ponte…
Lei si ricompone e io rimango interdetto… che fare??? Meglio entrare in bagno… una doccia gelata forse è quello che ci vuole…
Salgo sul ponte e ormai è tutto pronto… un po’ di pesce e del buon vino è l’ideale in una serata come questa…
Lei è bellissima e io non faccio altro che guardarla… penso a come deve stare con un paio di tacchi a spillo su quelle gambe lunghissime…
Comunque la conversazione è piacevole e tutti e due poi sono pure simpatici… certo non sono dei bigotti dalle storielle che mi raccontano… ovviamente tutte si riferiscono a amici e conoscenti…
Ma!! Sarà!!!… comunque questi amici e conoscenti mi sembra si divertano moltissimo….
Ora è tardi bisogna ritirarsi… ovviamente non vorrei andare a dormire, non vorrei staccarmi da quelle gambe abbronzate che non fanno nulla per celarsi…
E’ passata una mezz’oretta da quando siamo andati nelle cuccette e di solito il rumore delle onde contro le pareti della barca sono un suono dolce per accompagnarti nel mondo dei sogni… ma oggi no… non riesco a rilassarmi le immagini della giornata mi girano nella testa… il cazzo è sempre duro ma non voglio masturbarmi ancora una volta…Ora non ci credo… comincio a sentire dei rumori che si confondono con le onde… mi avvicino alla parete per sentire meglio… non mi sbagliavo sono proprio degli ansimi… facendo piano esco dalla mia cuccetta e mi avvicino alla stanza dei miei passeggeri e li non ci sono più dubbi… i due sembrano divertirsi come matti… lei è fantastica urla come una vera cagna in calore e lui le dice che è una gran troia… che è tutto il giorno che si fa guardare tra le gambe da me… non credo alle mie orecchie… lei gli dice di si, che è vero che oggi nell’acqua mi ha toccato e che il mio cazzo duro o grosso la faceva impazzire…
Tutto questo invece di fare incazzare il marito sembrava solo aumentare la loro foga… ormai erano talmente infoiati che avevo paura mi rompessero la barca… sicuramente non mi hanno sentito quando ho aperto la porta per poter guardare quello che succedeva dentro…
Lui la stava montando da dietro e lei aveva la testa schiacciata contro la parete per via dei colpi che lui le infliggeva…
Peccato ero arrivato tardi a godermi lo spettacolo infatti dopo un po’ lei venne urlando e lui da parte sua lo estrasse per sborrargli sulla faccia dicendogli che una troia del genere meritava solo quello…
A questo punto i due crollarono e io sempre più incredulo me ne tornai al mio posto pensando che questa vacanza stava prendendo una piega che non avrei più scordato…
L’indomani mattina sembrava non fosse successo nulla… lei e lui erano come sempre disponibili e simpatici… mi chiesero che avessi sentito qualche cosa la notte precedente ma io dissi che ero abituato ad addormentarmi di sasso e che non avevo sentito nulla…
Più tardi quando riprendemmo il mare ormai eravamo arrivati alle isole sotto all’Istria e l’andatura riprese come il giorno precedente…
Lui si posizionò come il giorno precedente a prua con il suo libro, io mi misi al timone e Alexia si piazzò di nuovo in bella vista davanti ai miei occhi…
Scherzando del più e del meno gli dissi che eravamo in Croazia e che qui le leggi erano molto più permissive quindi se voleva poteva anche fare del naturismo dato che da queste parti si usa…
Lei sorridendo non mi disse nulla e con disinvoltura prese a togliersi il costumino già invisibile…
Non ci potevo credere avevo una fantastica femmina da monta completamente nuda davanti a me… in mezzo al mare e a dire la verità il fatto che il marito fosse solamente a qualche metro di distanza non aveva più molta importanza… dopo tutto di qualche cosa bisogna pur morire e se dovessi scegliere…
Lei ricominciò con la solita tiritera del giorno prima, muovendosi e spostandosi alla ricerca della posizione migliore…
Io ormai non mi nascondevo nemmeno più, avevo un cazzo che gridava vendetta…
Come se fosse una cosa normale mi tolsi pure io i pantaloncini e subito la mia erezione scattò in alto come se avessi una fionda tra le gambe…
Comunque il bello era che lei faceva finta di nulla la troia e intanto apriva e chiudeva le gambe mostrandomi quanto di più bello avessi mai visto…
Come facevo a muovermi? Avevo bisogno di un suo gesto ma questo non arrivava… anzi lei mi guardava intensamente… ora non faceva nemmeno più finta di leggere e continuava a fissarmi negli occhi e soprattutto guardava il mio cazzo con avidità… si stava gustando il momento di potere assoluto che aveva nei mie confronti… aveva un uomo completamente stregato ai suoi piedi e sapeva che poteva chiedermi quello che voleva… ad un certo punto vidi però la sua sicurezza cominciare a vacillare… una goccia cominciò a bagnare la sua fica aperta e lei si accorse che l’avevo percepito…
Non c’erano più barriere tra noi, anche lei cominciò a mettersi una mano sul clitoride per farmi vedere la sua passera aprirsi e bagnarsi ad una velocità incredibile…
Ora io mi avvicinai alla sua fica e con la lingua cominciai ad esplorarla fino in fondo… lei cominciò a mugolare come un gatta in calore affondandomi le unghie sul collo… io ero in un altro mondo il suo odore era come una droga… ad un certo punto quando alzai la faccia dal centro del suo piacere vidi che il marito non era più dove doveva essere ma era vicino a noi e ci stava guardando…
Per un attimo pensai che mi trovavo in un bel guaio… ma la faccia dell’uomo non era certo quella che mi aspettavo… oltre al fatto che anche lui era nudo e dal bordo della barca ci guardava masturbandosi…
Alexia a quel punto disse “guarda amore come mi faccio scopare”… e lui di risposta le sorrise…
Lei si alzò lentamente e avvicinandosi a me mi disse piano piano… è da due giorni che avevo voglia di assaggiare il tuo cazzo… quindi accarezzandomi le palle lo prese in bocca con un colpo solo… non avevo mai sentito una lingua come quella e come immaginavo quelle labbra eccessivamente rosse e carnose succhiavano come dei mantici… io ormai non capivo più nulla… buttai la testa indietro e vedevo solo il cielo e il mare sopra di me…
In quel preciso momento mi ricordo pensai che facevo proprio un bel mestiere…
A questo punto dovetti concentrarmi completamente per evitare di venirle subito in bocca… di solito non ho problemi a controllarmi ma è anche vero che erano due giorni che questa vacca mi faceva uscire di testa…
Comunque non sono proprio il tipo che lascia le cose a metà con una signora e quindi uscii da quel nido caldo e la piegai in due senza tanti complimenti… dopo tutto aveva giocato con me per troppo tempo era ora che mi prendessi la mia rivincita di maschio…
E lei non sembrava proprio offesa da questo atteggiamento deciso… anzi cominciò ad incitarmi e a dirmi di scoparla come una vera troia… io non mi feci pregare e affondai con un colpo solo tutto il mio cazzo dentro quella caverna bagnata… Lei ebbe un sussulto… ma penso che fosse di gioia… io non ci vedevo più e continuavo a scopare con tutta la forza che avevo e lei continuava a mugolare come una vera cagna…
Il marito nel frattempo non ce la faceva a non menarsi l’uccello nel vedere una scena così invitante.
A me la cosa non dispiaceva, anzi un po’ esibizionista lo sono sempre stato… lei da quanto urlava non sembrava minimamente preoccupata e quindi ad un certo punto dissi se non era meglio che potessimo partecipare tutti e due per rendere quella troia veramente felice….
Lei non se lo fece dire due volte, con una certa abitudine mi fece stendere e montò sopra il mio cazzo dritto come la torre Eiffel. Subito il marito gli si posizionò di dietro in ginocchio e con pochi colpi gli entrò completamente nel culo…
Lei aveva gli occhi che gli si giravano all’interno delle orbite… il sole, il mare e due cazzi enormi che gli si muovevano dentro avevano raggiunto lo scopo…
Una vacanza come quella certo anche lei non se la sarebbe dimenticata per molto tempo…
Comunque la signora (perché anche in quei frangenti si rimane sempre delle signore…. Troie… ma signore) dopo essere venuta una due e tre volte sotto un sole a picco che comunque avrebbe ammazzato anche un toro non si tirò indietro quando dovette fare il suo dovere prendendo in bocca tutti e due i cazzi che l’avevano fatta sbrodolare fino ad allora e fece un pompino multiplo con i fiocchi… l’unica cosa che pretese è che venissimo entrambi sopra la sua faccia in modo che potesse sentire tutto l’amore che provavamo per lei….
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16 years ago
ciochenonsipuo,
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Marika, l’amica di mia sorella
Conobbi Marika verso la fine dello scorso Settembre, periodo in cui cominciò a frequentare casa nostra. Era la nuova compagna di scuola e di studi di mia sorella Cristina. La sua famiglia si era trasferita di recente a Taranto da Roma. Frequentavano l’ultimo anno del classico e dovevano preparare nel migliore dei modi la maturità. Veniva a studiare da mia sorella molto spesso, quasi tutti i pomeriggi. Suonava il campanello, le aprivo, entrava mi salutava con cortesia, scambiavamo due battute, poi raggiungeva mia sorella nella sua cameretta e li rimanevano rinchiuse per ore.
Indubbiamente una bella ragazza, un fisico perfetto, alta capelli lunghi biondi, un sorriso dolce, occhi verdi, un bel seno, più che romana sembrava scandinava, 18 anni, ma ne dimostrava qualcuno in più . Cristina, mia sorella, non è da meno ma ha caratteristiche decisamente mediterranee, occhi e capelli scuri, pelle olivastra, comunque anche lei una gran bella ragazza. L’intesa tra di loro era perfetta e questo mi procurava molta gioia perché, Cristina, a causa del suo carattere un po’ difficile, prima di Marika, non era riuscita a mantenere un rapporto di amicizia stabile e duraturo con le compagne. Lunatica, presuntuosa e irascibile l’una dolce paziente e comprensiva l’altra, insomma una complementarità che rendeva la loro amicizia molto solida. La famiglia di Marika abitava nell’immediata periferia della città a circa 8 km di distanza dalla nostra abitazione, una zona ben servita dai mezzi pubblici, che Marika utilizzava per venire da mia sorella. La sera, visto che finivano di studiare verso l’ora di cena, si faceva venire a prendere da uno dei genitori, a quell’ora poteva essere rischioso viaggiare da sola, penso comunque che lei sia una in grado di difendersi e di affrontare con sicurezza ogni evenienza, anche la più malcapitata. Talvolta, verso la metà del pomeriggio le vado a trovare per portare loro qualcosa da mangiare, busso alla porta, mi invitano ad entrare e, alla vista delle prelibatezze che gli porto, mi accolgono con atteggiamenti molto in uso negli adolescenti della loro età, quasi fossi una loro coetanea, rimango con loro giusto il tempo di questa breve pausa e ho modo di confermare quanto siano veramente affiatate, una inizia una frase spiritosa e l’altra fa la battuta finale e poi giù a ridere di gusto. Torno da basso, in cucina e mi sento serena. Si l’arrivo di Marika ha reso mia sorella più felice e di conseguenza anche me. L’altro giorno è arrivata come al solito verso le 14.00, Cristina era andata a salutare la nonna nel giorno del suo 85° compleanno. Così ho aspettato in compagnia di Marika che Cristina tornasse, era l’occasione di chiacchierare un po’ di più con le e di conoscerla meglio. Marika mi dava del Lei, nonostante i pochi anni di differenza da Cristina, io l’ ho invitata più volte a darmi del tu, lei l’ha fatto anche se era evidente che non le veniva naturale. Spesso ricadeva nel Lei. Ho comunque apprezzato il suo sforzo, un indubbio gesto di cortesia. Parlammo a lungo, mi confidò di essersi ben ambientata a Taranto, e che anche i suoi genitori si trovavano bene. Con le compagne di scuola si era integrata in fretta e in particolar modo con Cristina che per lei era diventata in poco tempo l’amica del cuore. Era bello parlare con lei, emanava un fascino e un carisma irresistibili, il suo modo pacato e sereno di argomentare era contagioso, mi sentivo così a mio agio che non riuscii a trattenermi dall’esprimere il desiderio che Cristina tardasse il più possibile il suo rientro. Ci fu un attimo di silenzio che a me parve interminabile. Ci siamo guardate negli occhi, non so cosa mi prese ma improvvisamente il mio battito cominciò ad aumentare e un irrefrenabile rossore raggiunse le mie guance. Marika fu brava a risolvere con sobrietà la situazione, disse che era meglio che Cristina arrivasse al più presto perché dovevano preparare il compito in classe di greco del giorno successivo. E proprio in quel momento arrivò Cristina, come se l’avesse sentita, ci salutò baciandoci e abbracciandoci, poi prese Marika per mano e la portò in camera sua. Rimasi un’ attimo silenziosa pensando a quanto era accaduto. Nella mia mente si affollavano pensieri di ogni tipo, cosa mi sta succedendo, non mi era mai capitato di essere così attratta da una persona del mio stesso sesso. Ero confusa, avevo assolutamente bisogno di capire. E l’occasione si presentò molto presto, la sera stessa. Verso le 19.30, Cristina mi chiese se potevo accompagnare Marika a casa perché i suoi genitori erano partiti per un week-end in montagna.
Presi la macchina e feci accomodare Marika al mio fianco e mi diressi verso casa sua. Durante il tragitto parlammo dello studio le chiesi se si sentivano pronte per il compito di greco, lei mi disse che avevano studiato con serietà e che erano pronte. Dopo poco più di dieci minuti arriviamo davanti a casa sua. Sosto col motore acceso, e mi accingo a salutarla con un bacio, quando lei mi invita a salire per un aperitivo. Vista l’ora, oppongo una debole resistenza, alla fine accetto ma tengo a precisare: “Marika solo cinque minuti, Cristina mi aspetta per cena”, “va bene Giusy, solo cinque minuti”. Entriamo in casa, mi accomodo in sala, e lei va a preparare da bere. Ho modo di apprezzare la casa, veramente bella, arredata con gusto. “Mi raccomando, analcolico”, dico alzando un po’ il tono di voce affinché mi possa sentire, “Ok Giusy, fidati, non ho intenzione di avvelenarti”. E’ la prima volta che mi chiama con il mio nome, pronunciato con tanta dolcezza, ha la forza di accendere a mille il mio apparato cardiocircolatorio. Torna con gli aperitivi, percepisce il mio turbamento, posa il vassoio sul tavolino e viene a sedersi al mio fianco. Non so cosa fare sono confusa vorrei fuggire, la sua vicinanza aumenta il mio stato di agitazione. Marika, con assoluta calma ma con altrettanta determinazione avvicina le labbra al mio orecchio sinistro e con voce calda e suadente mi sussurra “hai voglia di me…. vero piccola? Ti piace l’amichetta di tua sorella? ” E intanto inizia a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio e stantuffandomi la lingua nella tromba di Eustacchio, me la scopa. il timpano, inumidito dalla saliva, sembra abbia avuto un orgasmo. La mia eccitazione è al massimo, sento i brividi lungo la schiena, sento gli umori colare, le mutande inumidirsi. Il respiro diventa affannoso, mi gira la testa. Lei continua a parlarmi, ma gradualmente il suo tono di voce cambia, le richieste sensualmente sussurrate si trasformano in imposizioni scandite con forza:
“La vuoi scopare vero? …e allora dimmelo!!...
Vuoi essere la sua puttana? ..forza dimmelo!!
Voglio sentirtelo dire… puttana! Sei una gran figa…tesoro, sei la mia figa…”
Non capivo più niente, quel suo modo di fare mi stava sconvolgendo, mai avrei immaginato che Marika potesse essere così perversa, cosi abile, così decisa. Mi sentivo assolutamente in sua balia, avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto, si ero sua. Un primo orgasmo mi scoppio violentemente tra il pube ed il cervello, al punto che le gridai:” Siiii.. sto godendo.. cazzo, mi fai impazzire… sono tua, tesoro… sii..sono solo tua”
Un altro orgasmo violento mi raggiunse come un onda oceanica, ero esausta e felice, ma il gioco doveva ancora cominciare.
Marika stacca il wireless dalla base me lo porge e con tono deciso mi dice: “ Chiama Cristina, dille di non aspettarti per cena… il perché lo sai tu.. inventati qualcosa, la fantasia non ti manca..” Prendo il portatile, ho una piccola esitazione, sono assalita da un improvviso e strano senso di colpa, forse è meglio che torni a casa. Lei intuisce, si avvicina, posa un delicatissimo bacio sulle mie labbra, un bacio sfiorato. Poi di scatto tira fuori la lingua e inizia un percorso rovente, mi lecca le labbra scende sul collo, risale al mento e con la punta della lingua mi picchietta la fossetta poi lo succhia come fosse un capezzolo, non sazia, con una leccata calda e umida percorre avidamente la mia mascella, fino a raggiungere l’ orecchio destro deliziandolo dello stesso trattamento che poc’anzi aveva riservato al sinistro. Torno a non capire più nulla, le gambe mi cedono, lei mi avvolge in un tenero abbraccio e mi adagia supina sul divano. Ora è sopra di me.. mi ripete con decisione “Chiama Cristina… sbrigati!!”
Mentre compongo il numero la mia mente è intenta a trovare una giustificazione. Ecco, è successo che appena arrivate alla casa di Marika la macchina si è spenta e non ne vuole sapere di rimettersi in moto. Marika mi fa compagnia in attesa che arrivi il carro attrezzi. Mi sembra convincente, come d’incanto mi calmo.
“ Ok sorellina, non ti preoccupare, ci vediamo più tardi, ma… stai bene? Ti sento strana, c’è qualcosa che non và? Cos’è successo? Un incidente? Oh Dio mio.. ti prego sorellina dimmi la verità!” “No tesoro, tutto bene, te l’ho detto cos’è successo, non ti preoccupare, sono solo un po’ innervosita da questo contrattempo e mi spiace che tu debba cenare da sola, tutto qui. Comunque ti ripeto, sto bene.. un bacio a dopo.” “ A dopo sister, ti voglio bene”, “Anch’io tesoro, tanto..” Una telefonata fradicia di tensione come fradicia era la mia figa. Mentre parlavo con mia sorella, Marika, abile di mani e sensuale di bocca, mi aveva spogliata. Nuda, tremante per l’eccitazione, riuscivo a reggere il portatile vicino all’orecchio sinistro e la conversazione. Con molta più fatica invece mi riusciva di soffocare nella gola i gemiti di piacere che Marika mi provocava. Si stavo bene, anzi benissimo e appena chiusa la comunicazione, liberai un urlo, uno tsunami di piacere, sonora evidenza dell’ennesimo orgasmo che quella furia scatenata mi aveva regalato. Marika aveva fatto conoscere alla sua esperta lingua ogni centimetro quadrato del mio corpo, soffermandola più a lungo nella zona del pube, dove aveva intrapreso un acceso dialogo con la mia figa. Alternava grandi leccate a ritmo lento e costante con penetrazioni veloci e di varia profondità. Come variante al tema, con la punta del naso infilata in mezzo alle mie gonfie labbra risaliva a modo di spartiacque fino a che trovava la mia pulsante clitoride, l’avvolgeva nelle labbra e me la succhiava, in pratica, un inebriante pompino, io alzavo il pube per permetterle di accedere fino alla base della clitoride, “Siii, ti stò venendo in bocca!!!” “Prendimi tutta, tesoro sono tua!!”. Contemporaneamente le sue esperte mani tormentavano i miei capezzoli. Li Pizzicava, li tirava, provocandomi anche dolore, ma appena lo percepiva, cominciava ad accarezzarli dolcemente con i polpastrelli del pollice e dell’indice. Erano così turgidi che sembravano chiodi roventi. Ogni tanto staccava la bocca dalla mia figa per rifiatare, ma soprattutto per gustarsi il succoso nettare di cui il suo viso e la mia figa erano pregni, approfittava anche per dirmi frasi volgari, che altro non facevano che aumentare il grado della mia eccitazione. Ai suoi volgari inviti io, stupendomi sempre più, rispondevo con altrettanta volgarità.
“ Stai godendo troia?”
“Sii, solo tu mi fai godere così, sono la tua puttana”
“Dimostramelo! Cosa fa la puttana per la sua padrona?”
“Tutto quello che vuoi, sono tua! Chiedimi quello che vuoi!”
“Cagna devi far godere la tua padrona!!”
“Si voglio farti godere, la tua cagna ti vuole fare godere” “Leccami il culo cagna, Lick my ass,
troia”
“Sii, voglio leccarti il culo, voglio farti godere.. tesoro”
“Eccolo leccalo!!”
Marika portò il suo culo a contatto della mia faccia, schiacciandomelo un po’ sul naso. Con le mani le ho allargato le natiche affinché il suo orifizio fosse più facilmente raggiungibile, a quel punto ho cominciato a stantuffarvi dentro la mia lingua con ritmo forsennato. Marika non capiva più niente, si dimenava, mi insultava, gemeva, fino ad esplodere in un fragoroso orgasmo. Si è girata e con foga si è buttata sulla mia bocca. Aveva conservato il mio nettare e ora ce lo condividevamo. Ci siamo baciate a lungo esplorandoci le rispettive cavità, il sapore di quel bacio era inebriante. Dopo una trentina di minuti ci siamo staccate e siamo rimaste abbracciate teneramente. Con voce dolce e commossa Marika mi ha sussurrato: “Tesoro è stato bellissimo, ho goduto come mai prima d’ora” Le ho preso la mano l’ho avvicinata alla mia guancia come per accarezzarmi, e gliel’ho baciata, sussurrandole un soffice: “ Grazie.” Davanti ai miei occhi ritrovavo, la dolce ed educata amica di mia sorella.
Avvertivo chiaramente la sensazione che non avrei più potuto fare a meno di lei.
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16 years ago
coppia1strepitosa,
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Festa con sorpresa
Qualche tempo fa, una festa di compleanno come tante.Un locale di Roma in zona San Giovanni riservato solo agli invitati. Io e mia moglie (i bambini dai nonni come capita sempre in queste occasioni). Una quarantina di invitati ma le uniche facce note sono il festeggiato (mio collega e amico) e sua moglie. La mia signora è molto elegante ed io non sono da meno. Ma avendola guardata mentre si preparava.........col suo tanga nero autoreggenti tacchi allti e abito da sera (molto sexi), era ovvio che la nottata sarebbe stata calda se non altro perche avremmo avuto a disposizione tutto il nostro lettone senza gli "amati " pargoli tra di noi. Mentre si fanno le solite presentazioni fugaci di rito, noto tra i tanti visi sconosciuti, una brunetta con gli okki da cerbiatta che inequivocabilmente ho gia visto da qualche parte, ma senza riuscire a ricordare dove.Ho una accentuata memoria visiva ma spesso il ricordo della persona non coincide con il ricordo sul dove questa persona possa averla incontrata.......quindi senza spremermi troppo le meningi, passo oltre pensando che è uno dei tanti visi noti incontrata chissa dove (supermercato, in mezzo alla strada o altro) e forse notata solo per quel suo visino e il suo sguardo accattivante ed intrigante.La serata prosegue nel piu normale dei modi..........limonando con mia moglie e cazzeggiando con le nuove amicizie della serata.Ogni tanto mi ritrovo a fissare la misteriosa brunetta senza rendermene conto e visto che cmq devo stare attento alle okkiate di gelosia di mia moglie, sono convinto che i miei sguardi passano inossdervati. Lei è sempre con il suo lui..seppur sembra che conosca gia una buona parte degli invitati. In un momento in cui noi maschietti siamo soli (non uditi dalle nostre signore) trovo l'occasione per chiedere al mio amico festeggiato chi è la misteriosa amica........... lui risponde che è la moglie o forse l'amica del collega di sua moglie, ma che comunbque è la prima volta che la vede.Quindi ......l'informazione non mi è di nessun aiuto per ricordare dove la possa avere gia vista. Ad un certoi punto della serata........dopo diversi drink e assaggini vari, dico a mia moglie che ho bisogno di fumare una sigaretta. Il vizio c'è seppur abbastanza controllato. Visto che lei non fuma, esco da solo nell'indifferenza piu totale (almeno cosi credo) invece dopo pochi secondi..............eccola che mi appare sulla porta.........la mia brunetta..........con una sigaretta gia accesa tra le labbra............... un sorriso..........qualche battutina sull'irrinunciabile vizio......poi il silenzio.Mentre penso a come chiedergli dove ci fossimo gia visti senza per questo diventare banale, lei interrompe i miei pensieri con una frase "perche mi guardi in continuazione". Resto di stucco, sia perche non so che rispondere sia per il tono della sua domanda .... secca ......... sfacciata....... imbarazzante. Faccio un sorriso per sdrammatizzare........poi facendogli le mie scuse gli spiego che fin dall'inizio ho avuto la netta sensazione di averla gia vista da qualche parte, ma che non riesco a ricordare dove. Lei mi fissa con aria interrogativa.......poi dice: veramente non ricordi o stai fingendo per educazione..... Intuisco che anche lei mi conosce........ma dal suo tono sembra quasi che si tratti di una conoscenza .....intima.Possibile che sia stata una mia avventura e non la ricordo??? Possibile dimenticare certe cose???Cerco di correre indiertro nel tempo con il pensiero.........le mie donne, le avventure occasionali di una scopata e via, qualche compagna di scuola. Coscente che la mia non è finzione........mi chiede se conosco un locale sulla alle porte di Roma, un privee. Mi si gela il sangue....capisco che allude al "........" , un privee che saltuariamente frequento. L'avevo cancellato dai ricordi. L'avevo escluso dalla ricerca dei mille posti dove potevo averla vista. Subito mi torna la memoria. Una serata dello scorso inverno. Lei con la minigonna nera in pelle seduta di fronte a me col suo uomo, e mentre mi fissa con quegli okkioni, provocatoriamente carezza la patta dei pantaloni del sui uomo mentre lui le tiene una mano sull'interno coscia costringendola quasi a stare con le gambe allargate, mettendo ben in evidenza le cosce sode fasciate da autoreggenti color carne e la mancanza di mutandine sotto la gonna che mette in evidenza le labbra rosee della sua fichetta depilata. Lui che fa salire la sua mano fino a toccargliela e poi con due dita le allarga le grandi labbra come ad invitarmi a tuffarci la mia lingua. Quella sera avevamo passato diversi minuti in qul gioco erotico fatto di sguardi e gesti provocanti, Poi si era avvicinato a loro un'altro singolo che dai modi, era gia loro amico. Dopo pochi minuti si erano andati a chiudersi tutti e tre in una delle tante stanze del locale. Io ne ero rimasto un po deluso, ma poco dopo anch'io mi andavo a consolare con una coppia amica, presente nel locale. Poi quando avevo finito con loro, avevo fatto un giro per il locale (piano superiore ed inferiore) nella speranza di rincontrarla. Ma non vedendola tra i presenti, me ne ero andato, comunque soddisfatto per la bella scopata fatta con la mia coppia. Quegli okki........come potevo dimenticarli, quello sguardo che parlava e prometteva di tutto e di piu. quel gioco erotico perverso ed eccitante. Assorto da queti pensiero sto quasi dimenticando dove e con chi mi trovo, sono nel mio mondo di tutti i giorni.....mia moglie, il mio amico e collega, sua moglie. Il mio mondo parallelo e segreto viene allo scoperto......rischio di mettere in piazza i miei piccoli e grandi vizi segreti.Quindi......un po titubante gli chiedo di mantenere con tutti questo piccolo (per me grande) segreto e di chiedere questo favore anche a suo lui laddove anch'esso mavesse riconosciuto. Ma lei con mia grande sorpresa mi dice "io devo chiedere lo stesso favore a te anche perche........ mio marito che e dentro non è lo stesso uomo con cui ero al locale".Già..........ora che ci penso, quella sera non avevo degnato di uno sguardo il suo lui, tanto ero attratto dai suoi okki e dai suoi gesti. Ce ne torniamo nel locale con la promessa di mantenere i rispettivi segreti con tutti.Trovo mia moglie un po indispettita per la lunga assenza e per avermi visto rientrare con la brunetta, ma con un po di carezze e baci........di quelli che piacciono a lei gli faccio passare tutta la rabbia e tornare il buon'umore. Per il resto della serata non ci siamo piu parlati, ma spesso ci scambiavamo okkiatine maliziose e sorridenti.Prima che la serata terminasse, trovo il modo di passargli di nascosto il numero del mio cell.,il giorno successivo, mi arrivo un messaggio che diceva: Spero presto di fumare un'altra sigaretta insieme..............ma stavolta da soli. Da allora ci siamo sentiti gia un paio di volte........ma ancora non c'è stata la possibilita di incontrarci. Anche lei a un mondo pubblico (famiglia .figli) che non puo essere messo in pericolo dal questo mondo trasgressivo e segreto. Stiamo anche programmando di andare al privee insieme qualche sera e continuare quel gioco.............stavolta senza interruzioni e magari facendomi prendere il posrto del suo accompagnatore di turno. Quando o cosa succederà......, non lo so. Ma sono certo che succedera e non sara una scopata come tante.......................................Quella sera con mia moglie cominciammo i preliminari gia in macchina......mentre guidavo lei mi fece un mega pompino e la masturbai in fica e in culo. Mentre gli sborravo in bocca sentii che mi sbrodolava tutto il suo orgasmo tra le mani, poi continuammo la nostra scopata sul letto di casa. Io ero eccitatissimo e in gran forma. Mentre la inculavo a pecorina, credo di aver immaginato di stare ad inculare la brunetta. Non so se la mia rinnovata passione per la mia lei è nata dal desiderio di possedere la brunetta o solo per l'eccitazione alimentata dalla serata intima con mia moglie, ma vi posso assicurare che qualunque sia stato il motivo.......alla mia lei non è dispiaciuto affatto. Spero di non avervi annoiato............Spero che per voi questa non sia una cosa banale, perche vi assicuro che per come è andata, le circostanze,il luogo, l'ambiente che mi circondava............per me non lo è stata. Un bacio a tutti i lettori, e se qualcuno vuole approfondire la mia conoscenza mi trova tutte le sere dopo le 23,00 su messanger: [email protected] MAX
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16 years ago
admin, 75
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Anita
Non potevo crederci.
Dopo 10 minuti di chat mi avevi aperto la webcam e potevo vederti.
Mesi di chat interminabili con "donne" che non conoscevano l'esistenza dei cellulari, dopo decine di "si però prima mandami qualche tua foto nuda", erano bastati pochi minuti per avere conferma che non c'era il solito furbo dall'altro capo del filo.
Appuntamento per conoscerci in un bar a Treviso.
L'abito lascia immaginare un corpo ben fatto, sexy senza essere volgare.
Bacetto di saluto e si comincia a chiacchierare.
La serata vola in un attimo.
Mi accompagnate a casa? E come dirti di no.
Mi piaci, ci piaci, davvero. Simpatica e spigliata, bella e provocante.
Ci fai vedere la tua casetta, dove hai traslocato da poco.
Le foto di tua sorella, piccoli scorci della tua vita.
Si è fatto tardi, ci inviti a restare a dormire da te.
Uno sguardo tra noi basta ad intenderci : restiamo.
L'atmosfera si rilassa ulteriormente.
Ancora due chiacchiere sul divano, ci scambiamo carezze affettuose e confidenze che non avrei mai pensato di fare ad una persona conosciuta da poco.
Ok è tardi e si va a letto.
Doccia per rinfrescarsi e poi, non senza qualche imbarazzo, ci ritroviamo a letto tutti e tre.
Anita a destra, lui a sinistra ed io in mezzo.
Qualche timida effusione tra noi lascia presto il passo a carezze più profonde. Baci intensi che mi lasciano in bocca il tuo sapore fruttato.
Lui rimane leggermente in disparte, per non turbare i nostri approcci.
Ma con delicatezza, piano, piano, è fra noi.
Dispensa baci e carezze senza fare distinzioni.
La cosa non mi disturba per niente, anzi mi eccita da morire.
Quello che avevo immaginato tante volte si sta avverando ed è proprio come avrei voluto che fosse.
Attimi di dolcissima,inebriante eccitazione.
Una eccitazione che diventa sempre più forte, che ci coinvolge pienamente man mano che i tocchi leggeri si trasformano in una calda e forte pressione.
Le mani e la lingua pretendono sempre di più.
Vogliono entrare, arrivare dove ancora non sono state, esplorare i tuoi luoghi più segreti.
E tu fai altrettanto : ti sento dovunque, contemporaneamente.
La voglia di abbandonarmi completamente mi prende sempre più forte, ma resisto.
Voglio farti sentire lo stesso piacere che provo io perchè il mio piacere aumenti nutrendosi del tuo.
Lui si insinua tra di noi, con garbo ma con vigore.
Il timore che potesse guastare tutto si scioglie sotto le sue mosse attente.
Lo vedo baciarti e leccarti la schiena, morderti il culo.
Appena mi lascia libero il campo la mia bocca è sulla tua, poi corre giù sulla pancia e ancora verso quel tormentato angolo tra le tue gambe.
Sento il suo sesso che mi entra dentro, con forza.
Mi sento come ubriaca, la testa mi gira ma è bellissimo.
Mentre lui mi penetra tu mi baci con ancora più trasporto.
Non riesco a pensare ad altro che a vederlo mentre ti scopa.
Si voglio che ti scopi, voglio leccare e baciare la tua figa bagnata.
Non ho detto niente ma come se avessi espresso un desiderio ecco che ad un tratto sembra vi siate accorti solo ora uno dell'altra.
Un istante è lui è dentro di te.
Si muove in un modo che, lo vedo, ti eccita e ti fa emettere gridolini di piacere.
Il movimento è lento in maniera estenuante, vi trascina in un vortice caldo e umido.
Non sono gelosa. E' incredibile ma non lo sono. Non avrei mai detto che potesse piacermi in questo modo vedere il mio uomo che scopa un'altra.
Ma non è lui che ti sta scopando, siamo noi.
Sono anche io dentro di te e vengo insieme a lui.
E' passato solo un attimo ma sono le quattro del mattino.
Pieni di una inebriante stanchezza ci addormentiamo, vicini ancora col piacere di sentire i nostri corpi toccarsi.
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16 years ago
admin, 75
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La merenda
Capitava spesso di trovarsi al circolo, anche se non si poteva parlare di un vero e proprio circolo…era il nostro ritrovo abituale e tanto bastava.
Avevamo affittato lo scantinato di comune accordo, forse perché tutti noi avevamo bisogno di un nostro spazio e tutti condividevamo la passione per il cinema; così ci siamo tirati su le maniche e abbiamo trasformato quel lugubre e puzzolente posto in quanto di meglio abbiamo potuto, affidandoci all’architetto del gruppo. Abbiamo speso dei soldi, ma ne è valsa la pena.
I muri intonacati ed imbiancati fino a metà altezza lasciano in evidenza le volte a botte in mattoni rossi, i faretti posizionati nei punti giusti danno un’illuminazione morbida e rilassante, le comode poltroncine, i tavolini di cristallo e il bancone del bar in stile pub inglese completano l’arredamento; inoltre abbiamo ricavato una stanza per le proiezioni, completamente insonorizzata e dotata della migliore tecnologia in commercio per poter soddisfare la nostra passione cinematografica.
Le cose sono andate bene fin quando non ci siamo resi conto che nel nostro gruppo eravamo tutti uomini…qualcuno ha incominciato a proporre il nostro circolo come “covo” per libidinosi incontri sessuali, in cui potersi togliere qualche voglia mai sfogata, in particolar modo quella del sesso di gruppo. Dopo il primo attimo di imbarazzo, ci siamo ritrovati uniti nel desiderio di provare quel tipo di emozioni forti, e goliardicamente abbiamo deciso che noi cinque maschietti avremmo fatto la festa, come prima volta, ad una sola donna.
Trovarla non è stato poi così difficile: una venticinquenne bionda, longilinea e nel complesso molto carina…e poi accettando quel rapporto dimostrava il nostro stesso interesse per il sesso di gruppo, ovviamente dal punto di vista opposto al nostro, quello della preda, se così vogliamo dire.
L’abbiamo spogliata in un attimo e a gruppi di due o tre ne abbiamo assaggiato ogni centimetro di pelle libera, dandole da succhiare i nostri bei cazzoni. Vedere la ragazza circondata da ogni parte da una cerchia vogliosa delle sue attenzioni mi ha eccitato come non mai…ed è stato in quel momento che mi è venuta in mente l’idea della merenda; abbiamo incominciato a sbattercela a turno, uno martellandola nella figa e un altro a farselo succhiare, ma siamo quasi subito passati alla doppia penetrazione. Lei godeva come una vera troia, mai in imbarazzo…anzi, le piaceva proprio; posso quasi dire che il fatto di poter scegliere quale uccello succhiare o prendere in pancia le mettesse una marcia in più: mugolava da far venire un morto, e più mugolava più noi ci davamo dentro.
Abbiamo passato due orette interessanti in cui penso che la ragazza (non mi ricordo nemmeno più come si chiamasse) sia venuta almeno una decina di volte…beata lei, perché noi ci eravamo trattenuti per poterle offrire una piacevole sorpresa: siamo venuti tutti e cinque in un boccale di birra da mezzo litro (e posso assicurarvi che abbiamo buttato fuori un bel po’ di sperma), e ci abbiamo aggiunto un goccio di latte…la bionda era stremata e ci guardava stupita. Mi sono avvicinato, l’ ho fatta inginocchiare e versando dall’alto le ho detto:”Sei stata bravissima e ti meriti la merenda.”
Spalancando la bocca, ha bevuto fino all’ultima goccia, impiastricciandosi faccia, tette, capelli…alla fine si è leccata le labbra e si è fatta scopare per un’altra ora buona…merito della nostra merenda energetica!
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16 years ago
Bonny30Clyde2,
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La cura
Angelica scese dall'auto, fasciata nel suo tailleur, i capelli rossi tirati in una autoritaria coda alta; le era stata chiesta appositamente tale acconciatura dal responsabile commerciale della Brogna S.rl., azienda in cui era stata assunta da poco. Era un'azienda dedita alla soddisfazione della propria clientela. Lo aveva capito subito, fin dall'annuncio trovato in rete. Il colloquio con amministratore delegato, responsabile commerciale, responsabile vendite e capo area era stato...soddisfacente: lei era una donna attraente, colta e disinibita, in grado di non deludere le alte aspettative aziendali. E la conoscenza approfondita e reciproca dei vertici aziendali le aveva permesso di accedere fin da subito ad un ruolo di elevata responsabilità, motivo per cui si trovava con il capo area e il responsabile vendite sul luogo dell'appuntamento.
In realtà non sapeva quali richieste avrebbe dovuto soddisfare, ma la cosa non la preoccupava, anzi, avvertiva già un diffuso senso di eccitazione che le accendeva gli occhi e illuminava il viso di un sorriso smagliante.
I due uomini, come angeli custodi vestiti in eleganti abiti, la scortarono su per gli scalini della palazzina di fine ottocento; la servitù li accolse con inchini, conducendoli in un'anticamera al fondo di un lungo corridoio. Si fermarono davanti ad una porta; nessuno dei tre sembrava teso, e da una piacevole e frivola conversazione passarono al briefing dell'incarico
"Tutto bene, Angelica?"
"Certo!"
Le dispiaceva solo che il cliente non fosse uno dei due accompagnatori, e sorrise ricordando i momenti salienti della propria assunzione.
"Allora ci siamo. Il nostro cliente, di cui non ti interessa conoscere le generalità, ha espresso una richiesta...particolare. Soffre di una rara forma di impotenza. A nulla sono valse costose medicine e visite dai più illustri luminari e specialisti. Noi siamo convinti di poter risolvere il problema, dato che sembra trattarsi più di un blocco psicologico, che di natura fisiologica."
"E ovviamnete sarei io la medicina."
"Si...direi la cura...in toto."
Chiusero la porta che dava sul corridoio, e mentre il capo area sbirciava nella stanza adiacente, il capo vendite continuò "Angelica, puoi spogliarti. E' un peccato che il cliente non voglia godersi questo spettacolo, ma preferisce così; tieni su solo autoreggenti, guepierre e scarpe. Dentro ci saranno alcuni collaboratori che ti esplicheranno il da farsi. Siamo convinti che tu sia la persona giusta, e che capirai come doverti comportare. Il nostro committente ha voluto che tu rimanessi all'oscuro di quello che ti aspetta. Si attende che tu sappia improvvisare e adattarti alla situazione. Ma non ti preoccupare, non sarà complicato e le persone che incontrerai ti condurranno e ti aiuteranno nel gioco. Sono stati selezionate e addestrate per il compito." Sorrise, dandole un senso di sicurezza.
Senza alcuna esitazione Angelica si spogliò, apprezzando i sorrisi sfrontati, ma sinceri dei due. Non portava gioielli, eccezion fatta per gli orecchini pendenti. Il capo area delicatamente le fece scivolare il seno fuori dalle coppe del bustino e sospirò: in tacchi a spillo e autoreggenti adornate da nastri annodati in fiocchi era squisita. Angelica fece un respiro ed entrarono.
La stanza era rettangolare, le pareti completamente spoglie e scure, come il pavimento. Al centro si trovavava una sorta di pedana, un parallelepipedo di vetro poggiato a terra, alto circa una sessantina di centimetri, con tre scalini all'inizio, quasi fosse una sorta di passerella, larga un metro circa. Su uno spigolo era segnata la lunghezza, di 5 metri in tutto. Attorno alla passerella aspettavano una ventina circa di uomini e ragazzi, tutti di bell'aspetto, tutti nudi. All'altro capo del vetro lo schienale di una poltrona di pelle nera nascondeva il suo occupante, e sulla parete in fondo troneggiava un enorme schermo al plasma.
Gli uomini rimasero composti al loro ingresso. Erano probabilmente professionisti o comunque ben educati, perchè oltre a sguardi di ammirazione non ci furono commenti o ammiccamenti volgari. La stanza era piena di telecamere, sulle pareti, sul soffitto, dentro la struttura in vetro, rivolte verso l'alto: occhi elettronici che avrebbero spiato ogni attimo, da qualunque angolazione, di quello che sarebbe successo. Angelica pensò che se non ci fossero stati tutti quei maschi, il giochino eccitante sarebbe stato spiarla con le telecamere mentre sfilava, inquadrandola anche da sotto, mentre camminava sensualmente, mostrando di sè un aspetto molto piacevole. Ma non poteva trattarsi solo di quello.
"Chi inizierà...?". Alla domanda del capo area un uomo sulla quarantina alzò una mano e si fece avanti. Si masturbava lentamente, con il membro già eretto e il glande lucido.
In quell'istante si accese lo schermo al plasma. Le inquadrature si susseguirono come impazzite fino a fermarsi su di lei, ritratta da dietro. I due accompagnatori le presero le mani, facendole il gesto di compiere un giro su sè stessa...voilà.
Chi si nascondeva su quella poltrona? E tutti quegli uomini? Cosa sarebbe successo su quella passerella? Angelica si sentiva accarezzare, spogliare dagli sguardi, anche se c'era più ben poco da immaginare.
"Signor X, siamo pronti!".
Non ci fu risposta. Valeva la regola del silenzio assenso.
Negli istanti prima che il delirio avesse inizio, Angelica ebbe il tempo di pensare, immaginare cosa potesse aspettarla. Un impotente timido che non aveva neanche il coraggio di guardarla mentre quindici...venti uomini avrebbero goduto di lei, osservando lo spettacolo dal video appeso al muro.
La accompagnarono verso gli scalini; tutti gli occhi erano puntati su di lei, tutti si masturbavano lentamente. Osservò quella selva di aste dure, quelle capelle che scomparivano ritmicamente nei pugni dai movimenti ritmici; respirava ormoni, testosterone, profumo di sesso...voglia di sesso. E incominciò a bagnarsi.
Salì i gradini, lentamente, mentre il gruppo si stringeva attorno alla pedana. Sembrava un battaglione di soldati del piacere, pronti a darlo, pronti a esigerlo. Respirava velocemente. La fecero inginocchiare, mentre l'uomo che aveva alzato la mano poco prima, salì sulla pedana, le si inginocchiò davanti, con il membro eretto, ad una ventina di centimetri dalle sue labbra. Mugolava, accellerando i movimenti del piacere, ormai prossimo a venire. Angelica era in ginocchio, la faccia schiacciata sul vetro e il fondoschiena ben alto; riuscì a sbirciare il video sulla parete, puntato sul suo culo, la farfallina già lucida; poi l'inquadratura venne impallata dalla schiena di un uomo, poi dalla testa. Poi fu una lingua a strapparle un sospiro di piacere, e mani gentili le sfiorarono le natiche, aprendo il suo fiore e consentendo al piacevole leccare di approfondirsi in lei; spinse il bacino contro quella lingua, si leccò le labbra, pronta a succhiare il primo membro. Ma l'uomo continuava ad avvicinarsi all'orgasmo da solo, e anche quelli che le stavano di fianco, in piedi, ai lati della pedana, si masturbavano tenendosi a distanza di sicurezza dalla sua bocca.
Angelica non capiva cosa volessero farle, in quale modo avrebbe dovuto rimediare all'impotenza del committente, se tutto quel ben di dio si negava ai piaceri della sua bocca. E trovava quel lungo tavolino di vetro scomodo per tutta la gente che avrebbe partecipato, che avrebbe farcito il suo piacere; di sicuro effetto scenico, ma scomodo. E in quella posizione, poi, non poteva godersi lo spettacolo come avrebbe voluto. Ma che diavolo stava succedendo?
Mani le accarezavano la schiena, le gambe, i polpacci, la farfallina. Una lingua segnò lentamente la circonferenza dell'ano, poi lo penetrò dolcemente una volta, poi ancora, e ancora. Poi lappò, succhiò. L'uomo davanti a lei poggiò il glande sul vetro e rilasciò il suo seme, arretrando, fra sbuffi e gemiti, sulle ginocchia, lontano da lei: lasciò una scia bianca lunga circa una ventina di centimetri, densa e compatta, una striscia di piacere liquida. Angelica sbirciò il video, colta da una intuizione: lo sperma era inquadrato da sotto e al margine dell'inquadratura scorse il suo viso, acceso dal piacere. L'impotente avrebbe osservato la sua lingua leccare quel piccolo fiume di piacere, sguazzarci dentro, raccoglierlo scrupolosamente; avrebbe goduto delle sue labbra che scivolavano sullo sperma, della sua bocca che avrebbe bevuto, pulito quel vetro, che avrebbe tracciato, ricalcato, segnato la strada verso la perversione di un uomo che mai avrebbe potuto elargire quel piacere ad una donna. E così fece, perchè godeva di lingue che la scavavano vogliose, fica e culo, di dita che si avvitavano dentro di lei, che la esploravano, la eccitavano oltre ogni limite, incitandola a dar vita alla scena tanto desiderata dal Signor X, seguendola mentre carponi si accingeva a lucidare quel sentiero del piacere.
Intinse la punta della lingua nel liquido bianco, mentre il suo clitoride si accendeva, stimolato dal titillare frenetico, e dita le stantuffavano in vagina, e una lingua particolarmente muscolosa le faceva desiderare come non mai i piaceri della sodomia. Inarcò la punta della lingua, raccogliendo un filo di sperma, si leccò le labbra, assaggiando quel sapore dolce e salato allo stesso tempo; dimenò i fianchi, godendo appieno delle attenzioni che le venivano date. Poi poggiò la lingua piatta sul vetro e avanzò di colpo, raccogliendo e inghiottendo quanto più sperma potè. Si strinse le tette, facendole scivolare su quello che aveva lasciato indietro, braccata, tormentata e spinta in avanti dal continuo piacere di instancabili lingue e dita esperte.
Gli uomini continuarono a riversare il loro piacere davanti al suo viso, man mano che lei percorreva centimetri imbiancati di gustoso peccato, avvicinandola sempre di più allo schienale, strappandole urla, tremiti, gemiti e sospiri, leccando come demoni.
Il video rimandava in onda la sua atavica sete e fame di sperma, alimentata dalla bocche ingorde. Circa a metà del cammino incominciò ad inveire, prima sottovoce, poi a voce alta, quando gli orgasmi multipli e ripetuti le lasciavano fiato abbastanza: "Scopatemi...vi prego, scopatemi...fatemeli sentire dentro! Siete impotenti anche voi, eh? Fatemeli succhiare, fatevi mungere...Diooooo...godoooo..."
Ma aveva capito che quel piacere non le sarebbe stato concesso, almeno fin quando non avesse percorso interamente il suo stravagante e condito calvario.
Avanzò, centimetro dopo centimetro, colata dopo colata, leccata dopo leccata...non contava più gli orgasmi, e non sapeva più cosa avrebbe dato per farsi penetrare, per farsi prendere e stantuffare con violenza nella vagina...anche nel culo...farsi riempire, interamente...sfondare...sfondare! E arrivò all'ultimo centimetro, con le labbra imbiancate, con l'odore di sperma nelle narici; e tutto quello che non aveva leccato lo aveva raccolto con le tette, strisciando per l'ultimo metro. Lo schienale si voltò e vide il famigerato maniaco impotente, il Signor X. Era un uomo sulla sessantina, di aspetto piacevole, con un po' di pancetta, non bello, non brutto. Lo guardò in faccia solo per qualche istante, trovandosi a tu per tu con il suo pene, duro, turgido, nodoso: le sembrò quasi una visione. La cura sembrava aver funzionato!
Brutto stronzo...gielo ingoiò, succhiando più forte che potè. E sorrise, soddisfatta dalla malcelata nota di dolore del suo mugolio. Si riempì la bocca, spingendoselo fino in gola. Si tirò su, e salì a cavalcioni sulla poltrona, finalmente impalandosi. Fu come essere squarciata, sentiva la sua farfallina avvolgere il pene, quasi volesse mangiarlo, masticarlo; gli si acquattò sopra, per avere la massima aderenza, spingendolo più su possibile; pensò quasi di riuscire a farselo uscire dalla gola, tanto voleva sentirselo dentro. E incominciò ad alzarsi e abbassarsi, freneticamente, in sincrono con le spinte vigorose dell'uomo, perdendo la ragione e il contatto con la realtà. Le mancava quasi il fiato, le mancava ancora qualcosa da succhiare, mentre il paradiso tanto atteso si avvicinava.
Spalancò la bocca, mulinando la lingua nell'aria, emettendo quasi un rantolo che la diceva lunga su quanta voglia avesse di essere zittita con vigore da qualcosa di grande, caldo, pulsante.
I suoi datori di lavoro le vennero prontamente in soccorso, pronti a dare in pasto alla sua esagerata voglia i loro membri, uno a destra e l'altro a sinistra, accompagnando gentilmente il suo gran succhiare con carezze sulla testa.
Angelica non riusciva più a dare una connotazione spazio temporale a quei momenti: godeva del membro dentro, che le portava via il respiro, godeva a destra, godeva a sinistra di cappelle lucide della propria saliva e dello sperma di una ventina di uomini che aveva leccato diligentemente. Si sentiva troia come non mai, si sentiva che avrebbe potuto scoparseli ancora tutti, e poi di nuovo ancora, sguazzando nel loro dolce piacere. Sentiva il bisogno di vedersi intorno tutte quelle cappelle, sentirle strusciare sul suo corpo, inondarla, ricoprirla di piacere. Avrebbe voluto avere cinque o sei fighe, cinque o sei bocche...cinque o sei ani e poterli soddisfare tutti insieme, desiderava che la riempissero tutti insieme, che le dessero il piacere che meritava, che le riconoscessero il merito di essere una gran troia.
Incrociò i cazzi dei due boss davanti alla bocca, masturbandoli e leccando le cappelle contemporaneamente, baciandole, ciucciandole, quasi mordendole, fin quando l'orgasmo non la fulminò...gli orgasmi, forse...molti, tutti insieme...uno dopo l'altro. Il cervello le esplose.Inarcò la schiena, reclinò il capo verso l'alto, con la bocca aperta, aggrappata ai due cazzi che sentiva vibrare fra le mani, riversando loro sopra un urlo silenzioso. Il vecchio ansimò, riempiendola di lunghe pulsazioni, accompagnate da schizzi caldi nel suo ventre...il cervello le si fece liquido, e urlò ancora, senza emettere suono. Il capo area liberò il membro dalla sua presa e le indirizzò lunghi filoni bianchi in bocca; Angelica si accasciò per un attimo, ingoiando la crema calda, lasciandola colare dalla bocca. A quella vista il vecchio venne di nuovo. Ancora pulsazioni nel ventre, ancora secchiate sulle pareti...e il colare caldo, denso...ma stavolta Angelica trovò il fiato per urlare, masturbando il capo vendite e mutando l'urlo in mugolio sull'asta del suo responsabile, fino a far risuonare lo scroto e i coglioni, tanto se lo spinse in fondo, fin quando non ebbe la bocca troppo piena per continuare, e dovette ingoiare tutto, continuando a mugolare di selvaggio piacere per il fuoco liquido che le bruciava direttamente in gola.
Si buttò all'indietro, facendo scivolare fuori il pene del guarito e soddisfatto cliente, appoggiandosi con la schiena sulla pedana; strizzò le generose tette di tutto lo sperma rimasto, e succhiandosi le dita implorò i partecipanti, che la guardavano estasiati e ancora vogliosi..."Ancora...dai...ancora..."
E li accarezzò, li massaggiò, li masturbò mentre veniva penetrata nuovamente, mentre le venivano montati a neve i capezzoli duri, il collo, l'incavo delle tette, le mani. E i soldatini vogliosi le battevano sulle labbra chiuse per ottenere il loro compenso, sulle guance impiastricciate, si sfregavano sulle cosce, le imbiancavano le calze, le scarpe, la viziavano di complimenti, la incitavano e godevano di lei, di quel suo magnifico corpo, di quella sua insaziabile voglia, e ancora, ancora, ancora...
Prima di abbandonarsi totalmente alla sua orgia, guardò per l'ultima volta lo schermo sul muro. Il Signor X, perverso regista, aveva scelto la telecamera posta perpendicolarmente sopra la scena. Era il suo corpo, bianco, lucido, profanato, sporcato, benedetto...Era la sua figura, confusa e distorta da lance di carne pulsanti, gocciolanti, portatrici di peccato, che si agitavano, spinte dall'irresistibile richiamo del penetrare, possedere, soddisfare, marchiare...Ed un pensiero le si accese dentro, concretizzando la sua insoddisfabile natura di donna: troia come te, nessuna mai!
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16 years ago
Bonny30Clyde2,
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Il corso serale
Sono un programmatore di software. Qualche tempo fa mi è capitato di tenere un corso di aggiornamento sulla release di un prodotto gestionale sviluppato dall'azienda per cui lavoro. Vivo in una provincia il cui tessuto industriale è composto per lo più di piccole aziende, in cui la contabilità è compito preposto a segretarie o alle stesse imprenditrici proprietarie delle aziende. Questo per dirvi che su ventidue partecipanti al corso erano tutte donne. La cosa non mi ha preoccupato assolutamente. Le lezioni si svolgevano in orario serale, dalle venti alle ventidue, in un'aula di una scuola superiore, dato che il progetto era sponsorizzato dalla provincia.
L'ho notata fin dalla prima volta, ma non è successo nulla. Certo spiccava per lo sguardo fiero e curioso, per il modo elegante e aggrazziato con cui sedeva e prendeva appunti; la sua voce era come argento, allegra e solare, e aveva occhi come lampi.
Ma durante la seconda lezione, a distanza di un paio di giorni, avvertivo il suo sguardo seguirmi attento, mentre spiegavo le noiose funzionalità dell'applicazione. Mi sentivo lusingato e leggermente nervoso, essendo io single in quel periodo. Portava una gonna a a portafoglio sopra il ginocchio, calze grigio scuro e stivali. Il maglioncino nero lasciava intravedere un seno prosperoso ed invitante, il colletto della camicia esaltava la pelle candida del collo, e il suo sguardo divertito e attento mi cercava continuamente. Quella sera, terminata la lezione e riposto il computer portatile nella borsa, sono stato colto da una strana sensazione. Uscendo mi aveva salutato con affettata enfasi e un sorriso che mi aveva sciolto il cuore. Nell'aula vuota sembrava permanere qualcosa della sua conturbante femminilità...forse il profumo, anche se non mi sembrava di sentire alcun aroma o essenza nell'aria. Mi sono avvicinato alla sedia su cui aveva seguito le mie spiegazioni, in seconda fila, sulla destra rispetto al proiettore utilizzato per mostrare schermate ed esempi. Mi sono chinato, annusando l'aria intorno a me. Non percepivo nulla di definito, ma ero attratto dal sedile...irrimediabilmente attratto da qualcosa: in controluce l'ho visto lucido. Bagnato. Con il naso ad un centimetro dal legno consumato dal tempo, ho respirato più forte, dipingendo nella testa visioni oniriche di quella donna che accavallava e scavallava lentamente le magnifiche gambe, scostando la gonna di quel tanto da mostrare che non portava biancheria intima. Ma il sedile era veramente bagnato e lucido. E ancora caldo. E con vergogna che confesso di aver toccato con la punta della lingua la seggiola. Poi l'ho leccata. Più volte, percependo una immediata e violenta erezione nelle mutande. Mi girava la testa, e la bocca era improvvisamente secca. Mi sono tirato su di scatto, con la paura che qualcuno potesse vedermi, ma grazie a dio anche il corridoio era vuoto e deserto. Tornato a casa, disteso nel letto, mi sono dato del pazzo. Ma non ho dormito, tormentato da quel gesto sensuale che avevo immaginato da parte di quella misteriosa donna; forse glielo avevo visto fare e il subconscio mi giocava uno scherzo...Non ricordavo bene; ma quel profumo...quel tepore sul legno. Quel gusto che mi aveva invaso la bocca...Non poteva essere il legno, no...Per quanto pazzesco potesse essere, era venuta veramente senza mutande a lezione. Era il suo dolce miele su quella sedia che mi aveva attirato. Lo sentiva ancora in bocca, nonostante il dentifricio, nonostante avessi leccato solo una piccola striscia di piacere. Sono riuscito a dimenticarmi dell'accaduto solamente il mattino dopo, una volta entrato in ufficio e aver ripreso contatto con le solite problematiche lavorative. Credevo fosse finita lì, ma mi sbagliavo.
Dopo due giorni, sempre la sera, sempre in quell'aula, l'ho incontrata per la lezione conclusiva. Mi ripetevo che non l'avrei più rivista e il mio folle gesto sarebbe rimasto un ricordo, uno di quegli anedotti da confessare agli amici, dopo un cicchetto di troppo. Ma non è andata proprio così. Mi sono accorto fin da subito che era vestita allo stesso modo; cambiavano i colori di maglioncino e calze; in più portava un paio di parigine sui collant...o autoreggenti...? Balbettavo tutte le volte che ne incrociavo lo sguardo. Mi ripetevo che non era possibile...uomini e donne non emettono feromoni come gli insetti; eppure sentivo nell'aria, distinto dai profumi dozzinali e scadenti delle sue compagne, il profumo di quel gusto...lo risentivo prepotentemente in bocca. Ho dovuto terminare prima del tempo la lezione, con gran sollievo di tutte le partecipanti, data la noia dell'argomento. Ma lei mi si è avvicinata con fare sbarazzino e una punta di malizia che mi ha letteralmente paralizzato. Mi ha chiesto qualcosa riguardo una specifica e complessa funzione sulla getsione dei resi di magazzino, ma non ricordo neanche più quale fosse la domanda: furbescamente era riuscita a far svuotare l'aula dalle altre allieve, fra saluti, strette di mano e ringraziamenti per il corso tenuto, fin quando l'eco degli ultimi passi era svanito nel corridoio. Mi stava davanti, sorridendo, con il quaderno degli appounti stretto al petto, le gambe leggermente aperte e un sorriso sfrontato. Ancora adesso non so come si chiami. Non so nulla di lei, se non che mi ha fatto perdere la ragione.
"Mi vuoi, vero?" Il tono della voce era volutamente basso e sensuale. "Mi hai annusato...perchè sei goloso. Come me."
Non mi sono mai drogato in vita mia, ma dopo questa esperienza io stesso dubito di quanto sto affermando. In quell'attimo di silenzio che è seguito alla frase, ho sentito chiaramente il suono caratterisitico di gocce che impattano su una superficia solida! Plick...ma non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, che mi bruciavano l'anima. Pensavo fosse un'allucinazione, ma quel rumore, quello sgocciolio lo sentivo chiaramente in testa. Plick...mi sorrideva, come se sapesse cosa mi stava succedendo...Ma come era possibile...? Plick. Ho fatto scivolare lo sguardo verso il basso. Le sue gambe erano aperte e la gonna scostata. Il suo sesso era rasato in un'ordinata e conturbante strisciolina, il clitoride lucido e gonfio, e la sua fica...la sua fica gocciolava. Densi e ialini filoni che si distaccavano, che si allungavano, protendendosi, bagnando il pavimento. Ho pensato che fosse lei la drogata, a tal punto da potermi allucinare rilasciando nell'aria chissà quali sostanze stupafacenti. E chissà in quale modo! Non c'è stato bisogno di parole. Come in un sogno, come se una volontà esterna alla mia (ma ero io...sapevo perfettamente quello che stavo facendo) mi sono accucciato a quattro zampe e ho leccato il suo piacere dal pavimento, gustando ogni pucciar di punta e ogni lappata, come se ne dipendesse la mia stessa vita; ho rialzato lo sguardo solo dopo averlo ripulito. Lei era ancora in piedi, puntata con la sua figa che dilagava, sullo spigolo della cattedra. Poi si è tirata su, sul piano, e mentre si distendeva e si metteva comoda perchè io ne potessi godere appieno, ho ciucciato quello spigolo, intriso del suo dolce veleno, di quella sua starordinaria droga. E infine l'ho leccata, succhiata, lappata, scavata con la lingua, mentre si dimenava sulla cattedra e mi spingeva la testa sul sesso. Avevo la bocca piena dei suoi umori, al punto da dover inghiottire quel dolce miele ogni due o tre lappate. il piano del tavolo si bagnava, lucido, nonostante leccassi come un forsennato, perchè nulla andasse sprecato. E non so dirvi quanto tempo sia passato. Lei godeva, urlando, gemendo. L'ho fatta mia, penetrandola ora dolcemente, ora con foga, riempiendole la fica del mio sperma, e leccandola ancora, bevendo i nostri semi mesciati in un cocktail che aveva del divino. E l'ho penetrata ancora, e leccata di nuovo, stupendomi di quanti orgasmi avesse lei e di quanti ne riuscissi a raggiungere io, schizzando il mio fuoco liquido sul clitoride, sulle cosce, sulla pancia, succhiandole le dita che si infilava dentro, avida, nelle brevi pause che passavano fra la penetrazione e il lappare, scopandola di lingua in un lago di sguazzante piacere peccaminoso. Mio dio, quanto tempo e in che stato di deliquio io abbia passato quella sera, non so veramente dire. Mi sono risvegliato a notte fonda, piegato, svenuto prono a metà sulla cattedra, in quel mix di umori afrodisiaci, impiastrato totalmente del nostro piacere. Ero solo. Imbevuto del mio sperma e del suo godere stava un foglio A4 a quadretti, quelli usati da lei per prendere appunti: "GODO...ANCORA!" Il silenzio totale assordava le orecchie. Le luci erano spente. Ho avuto paura di esser rimasto chiuso dentro la scuola, ma grazie a dio l'ingresso principale era aperto; chissà quanto tempo prima era andata via lei. E chi era. E che cosa mi aveva fatto, come era riuscita a stordirmi in quel modo. Ho pensato di effettuare analisi del sangue, sicuro di essere stato drogato in qualche modo; ma nonostante tutto, mi rendevo perfettamente conto di non aver mai goduto così tanto prima d'ora, di non aver mai goduto di una donna tale, di una figa così vogliosa e generosa...
Sono rincasato e sono svenuto nel letto, adducendo la mattina dopo un malore per potermi assentare da lavoro e riprendermi. Dopo qualche giorno ho avuto la certezza che nessuno fosse venuto a conoscenza di quell'esperienza e mi sono rassicurato. Convinto di aver vissuto una di quelle situazioni che capitano una sola volta nella vita, ho deciso di non farne parola con nessuno...fino ad oggi. Non ho cercato di risalire alla sua identità, non essendo mai stato in possesso della lista delle presenze al mio breve corso; nè mi aspettavo di incontrarla per strada, per una banale coincidenza. Stavo dimenticando dell'accaduto. Fino a ieri sera. Fin quando arrivato davanti a casa, una villetta fuori dal centro abitato, non sono stato colto nuovamente da quella strana sensazione, da quella vertigine impalpabile. Non ho collegato subito, non me lo aspettavo, seppur il cuore ha incominciato a battermi all'impazzata nel petto e in bocca sentissi nuovamente il gusto del paradiso. Appoggiata alla porta di casa c'era la mia penna stilografica, che ero solito portare agganciata nella tasca interna della giacca, e del cui smarrimento non mi ero neanche accorto. Era lucida. Bagnata. E ancora tiepida. Con le mani che tremavano, l'ho avvicinata al naso, l'ho schiacciata sulle labbra. L'ho leccata, succhiata, avidamente. Mi tremavano le gambe, mi girava la testa. Mi sono guardato intorno, quasi mi aspettassi di vederla, o di vedere qualche passante scandalizzato da quel mio gesto da pazzo, ma non c'era nessuno. Ho infilato le chiavi nella toppa, dopo diversi tentativi falliti, con una preoccupante frenesia, agitato come non mai. Sono entrato, ho richiuso la porta appoggiandomici contro, con gli occhi chiusi e il fiato corto. E sono scoppiato a ridere come un folle, felice, pieno di lei, del suo dolce veleno che mi circolava ancora nel sangue.
"Godo...ancora..."
Lei era lì, nel mio salotto, con le calze abbassate e la gonna scostata, stesa sul divano, già bagnato e lucido del suo piacere, pronta per la mia lingua che non poteva più dimenticarla. Era lì, che mi chiamava, mi voleva, bramava le mie attenzioni...Lei era lì, davanti a me, bella come il peccato...Lei...che era lì, desiderio puro e selvaggio incarnatosi in donna...era lì, davanti a me...o forse no...non ricordo bene...non ricordo più...da quando ho perso la ragione...
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16 years ago
Bonny30Clyde2,
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La prima volta con una bianca
Dall'Africa arrivai in Italia timido. Avevo perso tutta la fiducia che ho sempre avuto in me perchè non conoscevo l'italiano e dunque non potevo communicare. Poi la donna bianca è sempre stata un mio grande sogno. Pocco importa per me il colore dei capelli o degli occhi... solo la pella bianca.
Nel mio paese la mia ragazza era felicissima del mio fisico musculoso, 1,76 m, bel sedere nero, belle spalle, bei pettorali e addominali, insomma una bella statua nera come fosse fatta da Leonardo da Vinci, mi hanno detto dopo in Italia. Mi corteggiavano anche i gay, ma mi spiace, senza offesa, sono etero. Poi il particolare : ben 23 cm di membro quando sono al massimo dell'erezione. Questo è uno fra tanti belli regali ricevuto da miei genitori. E sono fiero.
Arrivai dunque in Italia, timido, sfiducioso. Avrei voluto rivivere i miei belli momenti erotici, però non potevo esprimermi facilmente. Mi sono allora iscritto come tanti altri stranieri ad una scuola di lingua italiana. La nostra professoressa era una bella italiana, 30 anni, 1,74m, bionda, bel corpo. Tutto era proporzionato : il seno, il sedere, nulla di troppo e nulla di meno. Mi piaceva insomma.
Mi sono fatto subito notare da lei perchè volontariamente disturbavo oppure non facevo il compito a casa, così lei mi controllava più di tutti gli altri. Mentre insegnava io la guardavo negli suoi occhi da "gatto". E quando mi chiedeva perchà la guardavo, dicevo che solo così potevo capirla perchè l'italiano non lo capivo molto bene.
Poi tutto si è precipitato come si dice. Un giorno mi ha detto lei di andare al cinema, mi diceva che un esercizio per imparare a capire quando uno parla velocemente, altrimenti, diceva lei, non riuscirò mai a capire le notizie del TG. Era un film di azione. Eravamo in questa salla grande. Ci siamo davvero divertiti molto. Poi all'uscita, senza neanche sapere come, prima di entrare nella sua macchina l'abbracciai, è stato un bel bacio. E proprio in questo momento che lei sentì contro di lei qualcosa di duro. Mi toccò ed era stupita delle mie dimensioni. Poi mi sussurò che non aveva mai baciato un nero e non sapeva che era così dolce e calda la mia lingua... poi questo cosino duro duro... come diceva lei.
Non si poteva fermare lì una bella serata. Mi portò a casa sua, viveva da sola in una due stanza. Avevamo trascorso una notte di passione, di dolcezza.
Due sogni erano realizzati nella stessa notte : il suo primo nero e la mia prima bianca. Mi piaciono davvero le donne bianche!!!
Le lezioni sono andati avanti e merito sua se oggi riesco a scrivere e parlare bene l'italiano. Ci vediamo ancora e siamo anche andati una volta in vacanze insieme in Sardegna. Poi mi dice sempre lei : "Nascondi bene il tuo tesoro perchè a noi bianche piaciono una bella cosa così, come tuo : bello, grande, lungo... e soprattuto lo sai davvero usare... Non voglio perderti".
La prossima volta vi racconterò una delle nostre tante notte con dettagli. Scusate gli errori nel testo. Sto ancora imparando pian piano l'italiano. A presto
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16 years ago
admin, 75
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Una scommessa tra colleghi
Qualche mese fa mi è successa un’esperienza che mi ha, per così dire, segnato. Avevo appena cambiato lavoro, e nella marea di colleghi-zombie (del tipo lavoro-casa e casa-lavoro) mi sono trovato a condividere l’ufficio con due splendide ragazze. Ero contentissimo: Claudia era alta, bruna, la classica bellezza mediterranea, mentre Elisa era bionda, minuta e con un viso angelico.Erano simpatiche, molto spigliate e, conoscendosi da anni, avevano instaurato tra di loro un rapporto molto profondo. Non si imbarazzavano per la mia presenza nel fare battutine osè o nel raccontarsi pettegolezzi erotici, ed io mi sono sentito subito a mio agio, tanto che dopo una sola settimana ero riuscito ad entrare in confidenza: mi inventavo pettegolezzi erotici e con mirate battute (che in realtà erano serie proposte spacciate per scherzo) sottolineavo quali piaceri avremmo potuto provare vicendevolmente in un rapporto a tre fra noi colleghi. A volte, constatando l’intimità della loro amicizia, mi spingevo addirittura nel commentare quelli che sarebbero potuti essere i loro rapporti saffici...sicuramente esplosivi, per quello che immaginavo io.
Dopo il primo mese mi sono accorto di farci quasi una malattia. Mi sorprendevo sempre più spesso nell’osservare, quasi con le bave alla bocca, lo stupendo culo di Elisa o le tette magnificamente sode di Claudia. Questa mie occhiate erano così sfrontate e frequenti da non poter passare inosservate; anzi, mi attiravano addosso parecchi commenti da parte delle mie due sorvegliate speciali, ma il tono usato per riprendermi, scherzoso o serio che fosse, mi faceva capire che in fondo il mio voyeurismo era ben accetto: la merce era lì per essere guardata, e forse forse, per essere consumata.
Oramai le sognavo puntualmente tutte le notti, sempre nella stessa situazione: si toccavano, si scopavano come lesbiche ninfomani, fino ad inginocchiarsi docilmente davanti al mio cazzo enorme che le avrebbe soddisfatte entrambe...ma prima che potesse succedere quella meraviglia, io mi svegliavo in un bagno di sudore e con le mutande che tiravano.
Ed è stato proprio in una di queste mattine, in cui brandelli del sogno continuavano a tormentarmi, che ha avuto inizio la mia avventura; era una calda giornata di Maggio e una volta arrivato in ufficio, a colorare ulteriormente le mie visioni oniriche, ho trovato leggere e svolazzanti gonne, aderenti e colorati top, eccitanti piercing all’ombelico: a vedere tutto quel ben di dio non ragionavo più; e così al primo accenno di discorso libertino ho buttato lì un “...eh si, ve lo farei vedere io cosa ci sarebbe da fare con voi due!!”
Le ragazze sono diventate improvvisamente serie: Claudia ha chiuso la porta dell’ufficio appoggiandocisi sopra a braccia conserte; Elisa, seduta su un angolo della scrivania, mi guardava in modo strano.
“Sai che ci piacerebbe veramente sapere cosa ci faresti? Perché noi un’idea su cosa fare con te ce l’abbiamo già...Facciamo una scommessa?”
- O la va o la spacca! - Mi sono buttato: ”Che genere di scommessa…?Cosa scommettiamo?”
“Non so...vediamo…” Claudia si era messa di fianco all’amica, e io cominciavo a sentirmi stringere lo stomaco. Potevo veramente averle tutte e due o avrei solo fatto la figura di merda più grande della mia vita?
“Facciamo così: se perdi ci fai da schiavo per una settimana, se perdiamo noi saremo ai tuoi ordini per due settimane...ci stai?”
“Cosa intendete per schiavo?”
“Secondo te?” La voce di Elisa era suadente come non mai, mentre, per farmi comprendere meglio il concetto di schiavo, si tirava su lentamente la gonna.
Io sudavo paralizzato.”Ma…”
“La scommessa…? Semplice. Io e la Claudia scommettiamo che riusciamo a farti venire senza neanche toccarti...accetti?”
Non avrei mai potuto immaginare la trappola in cui mi stavo infilando...anzi, a dire il vero pensavo si di infilarmi, ma stavo decisamente correndo un po’ troppo.
Ho accettato. La scommessa si sarebbe consumata nel week-end, nella casa di campagna di Elisa. L’appuntamento era stato fissato per Sabato a cena.
Il resto della settimana è scivolato via in maniera tranquilla, forse un po’ più lentamente del solito, a parer mio, ma nessuno di noi tre ha più accennato alla scommessa.
Elisa possedeva una piccola cascina ristrutturata poco fuori città. Sono arrivato puntuale con due mazzi di rose rosse e due bottiglie di vino (ovviamente una di bianco e una di rosso) e tantissime domande in testa; ma entrando nel cortile e vedendole aspettarmi sulla veranda mi si è azzerato qualsiasi pensiero: erano bellissime, stupende! Fasciate in cangianti camicette e aderenti minigonne sculettavano su vertiginosi tacchi a spillo...sembravano uscite da un film!
Prima di cenare abbiamo preso un aperitivo, parlando del più e del meno. Non sembravano emozionate, almeno non quanto lo ero io; ci siamo seduti sul divano e ovviamente mi hanno messo in mezzo: le loro mani non smettevano un attimo di provocarmi, sfiorandomi le ginocchia, soffermandosi qualche istante sulle cosce, accarezzandomi il petto. Poi, finalmente, hanno servito la cena; io mi sono seduto a capotavola con quelle due ammaliatrici al fianco. Vi giuro che vederle mangiare con voluttà qualsiasi cosa avesse la seppur minima valenza fallica è stato uno spettacolo che difficilmente dimenticherò: si scambiavano occhiate furtive, si imboccavano l’un l’altra, simulando la fellatio con dita intinte nel vino, mi guardavano con una malizia prossima a sfociare in un invito al sesso selvaggio. Per non parlare poi dei piedini bollenti che risalivano inesorabilmente verso la mia zona pubica, gonfia all’inverosimile.
Verso la fine della cena la mia vista ha incominciato ad annebbiarsi e, pur non avendo bevuto più di due o tre bicchieri di vino, mi rendevo conto di ondeggiare paurosamente sulla sedia. Ricordo che sono stramazzato a terra senza riuscire più a rialzarmi. Disteso e inerme ho intravisto sotto le corte gonne sublimi angoli di paradiso, fino a quando non ho perso contatto con la realtà.
Non so quanto tempo fosse passato, non sapevo neppure se fosse ancora Sabato sera o Domenica, ma con le interessanti premesse che c’erano state il mio risveglio è stato un vero shock: ero completamente nudo, seduto sul bordo di un tavolino, con le caviglie legate strettamente alle robuste gambe di legno e le mani immobilizzate dietro alla schiena.In mezzo ai miei piedi c’era un grosso specchio rettangolare, inclinato e fissato al letto matrimoniale che avevo davanti. Per l’occasione mi ero rasato le parti intime e adesso potevo vedere riflesso lo scroto liscio e ancora leggermente arrossato.
Sul letto, ancora vestite come le avevo viste a cena, erano sedute le mie carceriere.
“Ben svegliato!” Nonostante sorridessero ho temuto per un attimo che non sarei arrivato a vedere Lunedì...sempre che non lo fosse già.
La stanza, tolto qualche faretto che illuminava la mia prigionia, era completamente immersa nel buio.
“Ragazze, che cazzo state facendo??? Non mi piace questo gioco!”
Si sono messe a ridere, per niente imbarazzate e realmente divertite: ”Non ti ammazziamo mica. E’ solo che abbiamo fatto una scommessa e tu la stai per perdere.”
“Scommessa un cazzo!!! Ma chi credete di essere, eh? Slegatemi subito!”
Ero terrorizzato e in loro totale balia, ma confesso che l’idea di essere sequestrato e seviziato da due bellezze simili mi eccitava parecchio; già sentivo che il pistolino moscio incominciava a tirare su la testa per guardarsi intorno.
“Non ti preoccupare. Vedrai che non ci metteremo molto.”
“Non ci metterete molto a fare che cosa…??!?”
Non mi hanno risposto ma, confermando tutte le fantasie bollenti che mi ero fatto in ufficio, si sono baciate a lungo e con passione. Accarezzandosi, quasi sfiorandosi, si sono spogliate fino a rimanere con la sola biancheria intima addosso: tutte e due indossavano autoreggenti e un completino di pizzo, ma Claudia, la bruna, era tutta in tinta bianco-avorio, Elisa aveva scelto invece un blu elettrico; un attimo dopo mutandine e reggiseni sono volati via, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. Claudia si è comodamente sdraiata allargando le gambe mentre Elisa, facendole scorrere le dita intorno alla splendida figa, le tuffava nel suo burro caldo e se le leccava godutamente.
“Ti piace lo spettacolo…?”
In quel momento avrei voluto essere l’Incredibile Hulk, spezzare in due il tavolino a cui ero legato e scoparmi quelle porche per un mese intero...Mi sono limitato invece ad urlare con la voce un po’ rotta: ”Siiii...vi adoro,ma vi prego,slegatemi…”
Sarebbe stato troppo semplice. Elisa si è tuffata in mezzo alle gambe dell’amica e, tenendo ben sollevato lo splendido culetto, ha incominciato a toccarsi mentre la leccava a Claudia. Come se non bastasse le due goduriose hanno tirato fuori da sotto il letto falli di varie forme e dimensioni: piccoli, colorati, lunghi, cromati, vibranti, doppi...Non so dire per quanto tempo si siano toccate, scopate, leccate, penetrate, succhiate, ma hanno goduto come vere troie, venendo parecchie volte a testa.
Tutto il mio essere maschio era concentrato nei genitali, e più precisamente nella cappella, rossa e gonfia come se fosse stata protagonista di quella serie infinita di penetrazioni. A guardare il pene riflesso nello specchio mi sembrava quasi che vibrasse talmente era duro e teso.
Ma è stato il gran finale che mi ha fregato: è saltato fuori un cazzo enorme, completo di testicoli e scroto, del tutto simile ad un pene vero. Lo succhiavano passandoselo da bocca a bocca, ciascuna delle due reggendolo per un coglione, fino a quando, assetate, hanno preso a massaggiarne lo scroto, provocando un’eiaculazione di liquido bianco; quelle due troie bevevano come ninfomani, si imbrattavano il viso, prendevano lunghe sorsate per poi passarsele di bocca in bocca in lunghi filoni colanti, si riempivano tette e figa, lasciandone colare fuori pigre strisce bianche che leccavano via minuziosamente.
Quello che ho provato è stato unico e penso irripetibile.Guardando quell’ultima scena ho avvertito un leggero dolore al glande e una vampata di calore che dai testicoli saliva lungo l’asta...dopodichè sono venuto; godendo ho chiuso gli occhi, concentrandomi su quella stranissima sensazione: aumentava lentamente e costantemente, così come, lentamente, le prime goccioline cadute sullo specchio si ingrossavano in lunghi e pesanti filoni di sperma.
Elisa e Claudia, saltando giù dal letto, si sono messe a ridere come due bambine.
“Hai visto? Hai perso la scommessa!!”
Ho aspettato un attimo prima di ammettere la sconfitta, e ciò che ho visto riaprendo gli occhi mi ha fatto vibrare dentro, aumentando ulteriormente la portata dell’eiaculazione: Claudia stava leccando dallo specchio lo sperma ancora caldo, mentre Elisa, con la bocca spalancata sotto la mia cappella, inghiottiva i filoni interi, passando la lingua sulle labbra bianche e impiastricciate.
“Oh...vi prego...avete vinto, adesso però slegatemi…”
Evidentemente non facevo abbastanza pena, visto che, invece di liberarmi, hanno impugnato il mio cazzo e, masturbandomi, lo hanno titillato con la lingua per tutta la lunghezza, dai coglioni fino alla punta. E’ stato come gettare una secchiata di benzina su un fuoco già acceso: il primo schizzo ha raggiunto la metà del letto, i successivi violenti fiotti sono stati equamente spartiti fra le calde bocche delle mie padrone e vincitrici.
Alla fine, e sospetto solo perché completamente soddisfatte, mi hanno slegato. Ho avuto male ai coglioni fino al Lunedì che avevo creduto di non poter più rivedere...ovviamente ho pagato pegno, ubbidendo prontamente a tutti gli ordini che due magnifiche e insaziabili bisessuali potessero inventarsi, ma un po’ per problemi di orari e un po’ per comodità, abbiamo scelto di spalmare la settimana di punizione in più week-end...bollenti week-end, a dire il vero...
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16 years ago
Bonny30Clyde2,
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Coppia amica che non voleva un trav.....prima di c
annuncio per chi ama una serata trasgressiva senza fretta e con il massimo igene ...profilattico e pulizia sempre presenti no mercenari no pissing no web.....nel vostro profilo io non sarei di vostro gradimento......eppure non mi sembra....sono forse un eccezzione? ciao simona e ciao claudio fantastico una giornata con voi dove si va amangiare fuori e poi si rientra a casa vostra. i vostri figli sono fuori e noi si puo' fare qualcosa insieme. mi travesto per voi e poi simona comincia a toccarmi sotto stuzzicandomi le parti erogene...poi spunta un fallo di gomma e dopo avermi lubrificato per bene il buchino stretto simona mi incula con quel fallo mentre claudio ancora si deve spogliare . claudio si mette seduto davanti a me che sono a 90° in ginocchio proteso verso di lui quasi sopra il suo cazzo che e' moscio ma gia bello duro. simona e' eccitata e si mette a mo d'uomo con il suo bacino a spingermi su per il culo il fallo in lattice e mi sento piena di quel cazzo che pero' diventa sempre piu' piccolo oppure non lo so nemmeno io ....forse sono io che sto diventando sempre piu' larga....simona mi da altre pompate energiche e poi sslllosccchhhh me lo tira fuori facendomi restare con il buco largo aperto ma per pochi attimi perche sento ancora del gel freddo riempirmi il culo e subito dopo mi si appoggia un cazzone di gomma molto grosso....dico nooo noooo sommessamente ma ffllooooosssshhh entra tutto nel mio culo aperto la cappellona di lattice me la sento dentro la pancia e ora la stai muovendo su e giu' su e giu aahahhh ahhh mi fa male cazzzzoooooo pero' e' anche eccitante e sento una mano toccarmi lo scroto le tue unghie attorno al mio buco e sul pene penzolante ...anche claudio si sta eccitando e prende con le mani il suo cazzone bello grosso e ormai duro e me lo mette vicino alla bocca accarezzandomi la testa per invitarmi a prenderlo in bocca. non me lo faccio ripetere due volte e lo prendo in gola ...la mia gola profonda che lo inghiotte tutto...ecco siiiiii bello dice lui distendendosi sullo schienale del divano ...io comincio a succhiare e a leccargli il prepuzio come solo una trav esperta come me sa fare e lui comincia a godere molto prendendomi per la testa e facendomi andare su e giu su e giu sopra quel suo bestione che mi riempie tutta la bocca che mi scopa la bocca mentre simona mi sta allargando il culo da dietro senza pieta' ...ad un certo punto il cazzo di claudio e' duro come un sasso e lui fa un cenno a simona che subito dopo sflloooooossccchhhh mi tira fuori il cazzo lasciandomi il buco del culo letteralmente spalancato ...subito dopo claudio mi prende con forza e mi dice...dai bella fica mia e mi mette in ginocchio sul divano mentre simona si mette davanti a me per essere leccata toccata e guardata. non devo attendere molto che attorno alle pulsazioni del mio cazzo sento la cappellona di claudio appoggiarsi al mio buco ...cazzo e' grossa sento la differenza del cazzo di gomma freddo e austero e quel coso di carne dura voglioso di entrarmi dentro. ecco il cazzo sento la cappellona entrarmi dentro aaahhhhhgggg aaaggghhhh aaaaagggg mi fa male cazzo quanto e' grosso ma anche gggoooodddododoo e lo lascscio entrare spingendo come quando si va di corpo e lui con una sola fortissima spinta in dentro mi riempie il culo di cazzo in un a volta sola poi sta fermo mentre io respiro forte forte eccitandolo come un matto ...ecco adesso lui si muove piano piano dentro di me e mi sta inculando sssiisiiiiiiiiii oooooohohoohhhhhh oooohhggg aaaaghhhh mi stantuffa il culo con frequeza lenta come piace a me e mettendo una mano sotto le mie gambe posso toccargli le palle belle grosse che sbattono sulle mie natiche e poi posso sentire il mio culo spalancato dal suo cazzone e poi sento anche il suo cazzone scivolare fuori quasi del tutto tanto che posso sentirgli la pcappella e poi dentro come un biscione che scivola dentro un tunnel aaaaaghhhh aaahhh oooohhh simona mi prende la testa e la faccio godere con la mia lingua esperta le lecco il clitoride lasciandola e poi riprendendola lasciandola e riprendendola fino a farla godere mentre claudio lo sento eccitatissimo sempre piu' duro simona respira forte e mi prende le mani sta avendo un fortissimo orgasmo perche' con un dito le sono entrata nella fica e con uno nel suo culetto e li stavo muovendo piano sentendola bagnare fortemente fino alla sua esplosione di piacere.....basta claudio e' pronto e mi prende con forza mettendomi sopra di lui di schiena contro la sua pancia senza tirarmelo fuori inculandomi e facendomi andare il suo cazzo etero in pancia simona mi prende il mio cazzo in bocca mi lecca ...sono aperta come una troia ssiiiiii daiiiiii siiiiii claudio mi dice puttana dai ti piace eh ? daiiiiitroia muoviti su e giu su e giu' .....daiiiii mi muovo su e giu per quello che posso muovermi godendo della lingua di simona godendo delle mani sue mani sulle palle con quel palo sul culo sssiiii dai claaudio gli dico daiiiisono tua sono la tua puttana daiiiifottimi e mi muovo mentre lui mi tiene per i fianchi e poco dopo mi stende sul divano di lato ...ppoi a sorpresa mi fa alzaree e mi dice di correre a letto dai mi stendo a letto a pancia in giu e lui me lo mette davanti la mia bocca apro e mi e' dentro simona intanto sta leccando lo scroto di claudio la sento vicina vicina mentre con una mano mi eccita il cazzo....sssiiiiiii dice lui che gode molto della mia lingua che gli succhia la cappella e poi mi tiro in gola il suo cazzone sssiiiiiiiidai troia allora mi comincia a sculacciare forte le natiche facendole echeggiare il classico rumore scciiiaffff scciiaifffff sciaffff basta dico io basta ma lui mi continua a mettere il suo cazzone in gola spingendomelo in fondo aaaaghhhhh aghhh mi fa quasi male ma le mani di simona sul mio cazzo sensibile mi fanno quasi godere finche' lui ormai eccitato come mai mi volta estraendomelo dalla bocca mi mette di fianco e mi alza una gamba di fianco sul letto tutto appoggiato e comodo e lo sento che mi punta la cappellona durissima sul buco che elastico come pochi si era gia' chiuso fllloooooooscccchhhhhhhhhhh entra tutto di nuovo facendomi fare un grido soffocato aaaaaaahhhhhhgggmmmmmm ora lui mi tromba veloce mentre simona ci sta leccando le palle ad entrambi ci sta toccando mi sta masturbando ahg ah agghh aa hhh sento le suemani forti che mi tengono i fianchi senza darmi la possibilita' di scappare e sento il suo cazzone che ogni volta esce quasi dal culo per riempirmi tutto quanto subito di cazzo finche ' lo sento indurirsi ancora di piu' respirare forte foorete oooohhhhhh sssiiiiiii siiii mi tiene per i fianchi portandomi verso di lui del tutto tanto da sentirmi pieno zeppo del suo cazzo fe riesco a dire ssiisiiiii dai sono tua prendimi sonola tua troiaaaaaaa e poco dopo sento i primi zampilli riempirmi il culo e poi ancora e ancora mi sento pieno di sborra calda mi sento una figa che ha fatto felice il suo uomo mi seto una troia che ha fatto godere il suo cliente ssiiiiiii e adesso il cazzo mi si affloscia dentro il culo e in quella posizione con ancora il cazzo che tira qualche schizzo e con ancora claudio che mi tira a se per gustarmi tutta e incularmi ancora un po ci addormentiamo aspetto invito per ripetere con voi coppie questa mia fantasia con questi amici che ospito da me annuncio anche per singoli bisex attivisolo solo solo se ospitali grazie
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16 years ago
MORBIDACALDAELISCIA,
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Nel mio cuore per sempre
ricordo quando avevo 14 anni vivevo una vita serena. Poi quando parlai dei miei gusti sessuali le kose kambiarono. dovevo reprimerli per non mostrare alla società ki ero in realtà, ma non volevo. un giorno feci partire una telefonata ad un numero sconosciuto e mi rispose un ragazzo. lui kredette ke ero una donna ascoltando la mia voce e mi ascoltò. certo fu strano,nemmeno mi conosceva e si mise ad ascoltare i miei pensieri,le mie paure,le mie debolezze. avevo solo 14 anni e lui 24..ma questo lui non lo sapeva. in realtà era una persona molto sola anke lui..viveva kilometri lontani da me. iniziammo a sentirci sempre piu spesso,e un giorno ricevetti la sua foto..com'era bello,mi innamorai solo a guardarlo,ad immaginare di toccare le sue labbra dolci, ad immaginare di sfiorare la sua pelle. eravamo delle persone kosi sole ke ci bastò kosi poko per farci infatuare.ma lui iniziò a pretendere di inkontrarmi ed io non sapevo kosa inventare perkè la donna ke lui kredeva di amare in realtà non esisteva, o meglio, era dentro di me,ma non fuori. dopo mesi presi il koraggio e gli rakkontai tutto..tutta la verità...
non l avevo mai sentito piangere...ma volle cmq inkontrarmi,volevo guardare negli okki la persona ke era stata capace a farlo innamorare, voleva toccare le mani della persona di soli 14 anni ke aveva scosso la sua vita..e poki giorni dopo ala stazione centrale io lo vidi..li..rikordo ankora quei mokassini blu..e lui rikordera ankora i miei tanti orekkini sulle orekkie:)
parlammo tanto, lui era a suo agio..(almeno fingeva di esserlo) io mi sentivo morire ad ogni suo sguardo. parlammo e parlammo..poi ad un tratto mi strinse kosi forte a lui ke mi sentii mankare il fiato..doveva partire..non l avrei mai piu rivisto..mai piu..mai piu..
mi stringeva,e piangeva ed io non capivo..io lo guardavo e sorridevo dolcemente,si avvicino e mi baciò per 3 secondi credo..o forse 5..non lo so..ma speravo non finissero mai quei secondi,quasi quasi riesco ankora a sentire il calore delle sue labbra. nella mia mano mi lasciò un mezzo cuore con su scritto:NEL MIO CUORE PER SEMPRE. il treno kiuse le porte ed io..non lo vidi mai piu
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
La prima esperienza
Salve, sono Francesca, ho fatto la mia prima esperienza di scambio con una coppia di 40enni di Caserta, allora avevo 22 anni e Silvio il mio ragazzo 25, oggi ne abbiamo 30 e 33. Silvio aveva preso il numero di questa coppia sul fieracittà, non esisitevano questio siti, così telefonò e prese appuntamento per la sera vero le 21 all'uscita di Caserta Nord, il fatto di incontrare delle persone sconosciute un poco mi eccitava, ma ero titubante sul fatto che avessero quasi vent'anni più di noi, ma Silvio mi rassicurò dicendomi che era meglio incontrare persone mature. Indossai un abitino nero corto, senza reggiseno, tanto il mio è piccolo e il mio lui insistette per non farmi mettere il perizoma. Arrivati a destinazione, incontrammo questa coppia e constatai che erano molto carini, lui specialmente era bello, dopo i convenvoli, ci appartammo in una zona isolata e li cominciammoa chiacchierare, Martina, la lei coppia, cominciò ad accarezzare il suo uomo, Giovanni, e mentre parlavamo di sesso, gli tirò fuori il cazzo, che era davvero grosso, specie la cappella era enorme, e lo accarezzava. Martina, notò il mio stupore e la mia eccitazione e prese la mia mano e la portò sul cazzo enome di suo marito, la sensaione di avere tra le mani una bestia del gener mi fece bagnare enormente, ma senza l'assenso di Silvio, non volevo fare niente, così, quel porco del mio ragazzo, mi invitò a prenderlo in bocca, restai indecisa per qualche minuto, ma poi accettati, così mi chinai sul cazzo di giovani, aprii la bocca e inghiottii la cappella, lui ebbe un fremito, gli piaceve che una ragazzina lo spompinasse, io volevo dimostrare di essere già troia e così lo succhiai avidamente e mentre lo facevo, lo bagnavo con la mia saliva, gli leccavo le palle gonfie e il cazzo da vera professionista, anche perchè Silvio era eccitatissimo nel vedermi ingoiare l'arnese di Giovanni, anzi mi incitava a farlo con più gusto, mentre Martina aveva preso a masturbarlo, am era chiaro che a lui non interessava Martina, voleva vedere me. Eavamo fuori dalle macchine, io ero chinata a succhiare e Giovanni mi teneva la testa ferma sul cazzo, lo spingeva dentro,lo sentivo ingrossarsi, poi mi sollevò, mi diede un grosso bacio con la lingua e si infilò un preservativo, la cosa non mi piaceva molto, avevo capito che voleva chiavarmi, non mi andava di farlo con un altro, ma lui non mi diede il tempo, mi alzò il vestino, quando vide che ero depilata, si arrapò ancora di più, mi mise a pecora, io guardavo Silvio,cercando di fargli capire che non volevo, ma lui mi rassicurò con un sorriso, così Giovanni si chinò a leccarmi la figa e devo dire che era davvero bravo, poi si alzò e lo sentii appoggiare il grosso cazzo sulle labbra della mia figa, in un solo colpo mi penetrò interamente, sentii le palle appoggiarsi all'inguine, tremai tutta, e giunsi subito all'orgasmo, non avevo mai provato un cazzo di quelle dimensioni, cominciò a pomparmi da dietro tenendomi ferma con le mani, sbatteva forte e io godevo come una troia, mi chiedeva di ripetergli quanti anni avevo, la cosa lo eccitava, infondo scopare con una ragazzina per un 40enne è magnifico, mi chiedeva di gridare che mi piaceva e io l'accontantai, durò una ventina di minuti, poi mi chiese se volevo succhiarglielo ancora, ma non capii le sue reali intenzioni, così, tolse il preservativo e io cominciai a pomparlo, mi piaceva sentire che si gonfiasse, poi ad un certo punto, mi afferrò per la testa, e senza dirmi niente, mi sborrò in faccia, cacciò così tanto di quel liquidò che mi riempì la bocca e il viso, ma stranamente non mi disgustò anzi, lo leccai tutto, Silvio si accostò in preda ad una eccitazione folle, e sempre masturbato da Martina, mi venne in faccia, ero totalmente piena di Sborra, Martina guardò Silvio e disse che aveva raggione, ero propio una troia. Sivio mi spiegò dopo, che loro non volevano incontrarsi perchè noi eravamo molto giovani, ma lui disse che era sicuro che io sarei diventata una vera zoccola con le persone giuste. Così è stato.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
La partita a carte
amore io stasera non ho voglia di uscire resto a casa, vado a dormire.
sono nel nostro letto indosso solo sottoveste di seta.
nel cuore della notte sei accanto a me..amore sono tornato, ho giocato a carte con degli amici e ho perso, ti dispiace?
sento rumori in soggiorno, voci, risate...
amore mio ho perso te a carte, eri tu la posta in gioco, dovrai soddisfare i miei amici, io sarò fuori della porta non posso restare accanto a te...è parte della scommessa.
sono nella mia camera, nudi e già molto eccitati,...amore adesso vado, sono in soggiorno, non essere arrabbiata con me.
si avvicinano timorosi hanno il respiro affannato.
si sdraiano accanto a me le loro mani sollevano lentamente la sottoveste e scoprono la mia nudità.
si incantano davanti al mio addome teso.
un viso si tuffa tra le mie gambe, la sua lingua esplora con delizia il mio clitoride mentre mani avide solleticano i miei capezzoli.
adesso piccola mi fai vedere come sei brava a leccarlo, il tuo uomo ci ha detto che ti piace tanto...
con la mano mi affera con decisione i capelli e porta il mio viso sul suo membro rigido e teso...
amo leccare, adoro riempirmi la bocca, spingerlo fino in gola, sentire la punta sulle tonsille...
io invece mi prendo la tua fichetta bambolina!
movimenti forti profondi...
amore mi spiace averti perso a carte....
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16 years ago
admin, 75
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Un giornata di vero piacere
UNA GIORNATA DI VERO PIACERE
Durante quella notte mi stavo girando e rigirando fra le mie fresche lenzuola ero tutto solo ed ero in uno stato di dormiveglia che mi sono portato fino al risveglio del mattino.
Erano le 8.00 circa quando gli occhi si sono aperti e mi rendevo perfettamente conto di essere in un forte stato di eccitamento il mio cazzo era duro come il marmo ho aspettato qualche minuto per far si che la situazione cominciasse a perdere un po’ di rigidità per far si che la normalità del mio grosso membro tornasse nelle giuste dimensioni, ma niente da fare era sveglio ed attivissimo e continuava a deformare la stoffa dei miei boxer.
Mi sono alzato mi sono lavato il viso con acqua fresca e mi sono appoggiato al lavandino per qualche secondo in attesa che qualcosa cambiasse ma niente il soldatino era sempre sugli attenti allora ho tirato l’elastico dei boxer per guardarlo ed ho notato che il glande era completamente rivolto verso il mio viso quasi a chiedermi qualcosa…………….
Tornata la normalità bevendo un buon caffé sentivo però un fortissimo stimolo quasi un pizziccottio sulla punta e nello stomaco a quel punto ho preso il telefono ho fatto il numero ho aspettato che si connettesse…….. siiiiiiii…… era libero ed acceso sentivo il tu tu tu fino al momento in cui ho senti dire pronto !!!!!
Una bella voce soave mi risponde e mi dice ma ciaoooo sei gia’ sveglio ?
In quel momento l’amichetto delle parti basse ricomincia la sua ascesa tornando nello stato del mio risveglio immaginando che Laura dall’altra parte della cornetta fosse poco vestita e magari vogliosa come lo ero io.
Dopo le solite 4 chiacchiere di rito ecco che Laura mi dice che si era appena alzata anche lei e che aveva patito un caldo soffocante durante tutta la notte quindi ha cominciato a descrivermi nei minimi particolari in che modo era vestita in quel momento……………
Ho una canottiera bianca senza reggiseno e i capezzoli duri che si vedono benissimo disegnati sulla stoffa e un perizoma nero trasparente e niente altro………. poi mi ha fatto un lungo sospiro……..,
in quel momento ho preso il mio grande cazzo fra le mani e ho cominciato a masturbarmi e lei incuriosita dal mio silenzio a cominciato a gemere e dirmi che 2 delle sue ditine erano all’interno della sua dolce fighetta bagnatissima ………siiiii continua le ho detto e lei avvicinando la cornetta alla sua patatina mi faceva sentire il dolcissimo rumore delle dita che la penetravano con foga con un ritmo sostenuto fino a quando non grida sto venendo siiiiiiiii……………..dopo pochi istanti ripresasi dal dolce orgasmo mi chiede di prepararmi il piu’ infretta che potevo, dovevamo assolutamente vederci l’eccitamento era ad un livello altissimo………….
Intanto continuando a rimanere collegati tramite cellulare ci siamo preparati e vestiti siamo scesi andando verso le nostre auto parcheggiate continuavamo a stuzzicarci in tutti i modi, partendo lei da casa sua io dalla mia abbiamo continuato il nostro collegamento fino a che i nostri sguardi non si trovavano a non piu’ di 2 metri parcheggiati al nostro solito posto di ogni incontro.
Con uno sguardo molto attento ho notato la porta della macchina di Laura si apriva e con molta lentezza scendeva dalla macchina con un bellissimo stivale bianco e una minigonna di jeans mozzafiato quasi a voler far si che tutti i passanti la guardassero di quanto bella e provocante fosse…………..
Con un passo lento ma deciso arriva davanti alla mia macchina apre la porta e sale, immediatamente comincia a baciarmi prendendomi il viso fra le sue mani facendomi sentire la sua bella lingua morbida e vellutata………..mmmmmm come eravamo arrapati………….
Accendo la macchina e parto per una destinazione ancora non conosciuta lei comincia a fissarmi con i suoi tenerissimi occhioni e mi chiede di fermarmi al primo bar per fare una bella colazione, ma prima di entrare sui gradini del locale a prendere il cappuccino e un buon cornetto al cioccolato mi da in mano un oggetto senza spiegarmi nulla che aveva l’aria di essere un telecomando, su di esso non vi erano numeri o segni particolari ma solo una rotellina in cui indicava piu’ e meno, subito in un primo istante non ho realizzato e non capivo cosa fosse ma lei muta come una tomba si avvia a sedersi al tavolo per fare l’ordinazione, attorno a noi c’erano diverse persone che chiacchieravano, ridevano, scherzavano qualcuno leggeva il giornale altri parlavano al cellulare……….
Ecco che il cameriere arriva e ci chiede cosa portarci, in quel momento ho realizzato cosa fosse l’aggeggio che tenevo nella mia mano destra, nell’istante in cui il ragazzo del bar tornava al nostro tavolo con le consumazioni ho cominciato a far roteare la rotellina del telecomando verso il segno piu’ in modo molto lento ma progressivo……..lo sguardo di Laura ha incominciato lievemente a cambiare ed io divertendomi continuavo a far scorrere la rotella verso il segno positivo, tutto mi era chiarissimo, ero circa a metà della sua escursione totale quando anche lei volendosi difendere dal mio gioco sadico e attenta a non farsi notare dalle altre persone a cominciato ad allargare lievemente le gambe fino al punto da farmi notare che le mutandine le aveva lasciate a casa e cosa ancora più eccitante si era rasata completamente la sua dolce fighetta, mentre il cameriere si allontanava lo sguardo di Laura a cominciato a fissare i miei occhi poi hanno cominciato ad abbassarsi a guardare se il mio cazzo aveva qualche effetto e in quell’istante essendomi io messo dei pantaloni della tuta senza boxer la montagnola cominciava ad ingrandirsi facendo vedere molto bene l’eccitamento che tutta quella situazione mi stava provocando………….
E io acceleravo portando al massimo la fatidica e tremenda rotellina intanto sentivo il mio cazzo muoversi e picchiare sempre di più sulla mia pancia mentre Laura cercava in tutti i modi di nascondere quel fortissimo godimento provocato dell’ovetto vibrante radiocomandato che aveva introdotto nella sua bella e morbida fighetta………………..
Finita la lussuriosa colazione e calmando lievemente i bollenti spiriti ci aviammo alla cassa per pagare una colazione da mille e una notte e risalimmo in macchina……….
Dopo qualche chilometro troviamo una stradina sulla nostra destra che sembrava interessante mentre Laura con la sua dolce bocca aveva cominciato da qualche minuto un pompino da sogno, più volte mi sono trovato davanti a un bivio ma guidavo con l’istinto di un navigatore satellitare che sapeva esattamente la strada da prendere mi avviai verso vie sconosciute, in quell’istante arrivo ad uno stop grande come una casa, fermando la macchina mi sono accorto che due uomini alla mia sinistra stavano camminando affiancandoci, accorgendosi del movimento di testa della mia donna che succhiava eccitatissima il mio durissimo membro si fermarono a godersi lo spettacolo e Laura alzando lo sguardo vide i 2 uomini stupefatti da cio’ che stava accadendo ma senza troppe distrazioni continuò a far scorrere la sua bocca sul mio cazzo agitando sempre di più la sua lingua sulla mia cappella, in quel momento metto la marcia e parto……………stavo godendo veramente tanto!!!!!!!!!!!
Percorriamo ancora qualche chilometro fino ad arrivare all’imbocco di una stradina sterrata fino ad arrivare a parcheggiare la macchina sotto una bella quercia secolare lontano da occhi indiscreti …forse !!!!!........
Lei continuava a succhiare il mio cazzo non voleva fermarsi anzi comincia anche lei stessa a toccarsi la sua patatina facendomi notare l’interno delle sue cosce tutte umide del suo eccitamento…………….si si si si incominciava ad agitarsi e a muovere il suo bacino sempre di piu’ si si si… mi dice sto venendo e si lascia scappare un grido di piacere senza trattenersi per nessun motivo……Dio in quel momento penso come sei porca ti adoro mi fai morire………..
Non c’e’ la facevo piu’ avevo voglia di stropicciare la sexy piccolina che sedeva di fianco a me….. ho cominciato a togliere la maglia e subito e prendere fra le mie grandi mani le sue tettine incominciando a mordicchiare i suoi capezzoli che si facevano sempre piu’ duri ed eccitati……..
Con una certa foga ho cominciato a sfilarle anche la sua mini gonna ecco che come d’incanto avevo una eccitatissima donna quasi tutta nuda sul sedile di fianco al mio………….
In un istante con abile mossa sono sceso dalla macchina e mi sono avviato quasi correndo verso la portiera dalla sua parte che ho aperto dolcemente invitandola a scendere vestita solo dei suoi stivali bianchi lei quasi sconcertata rasente la timidezza allunga la sua mano e mi fa capire di voler assecondare dalla mia vogliosa fantasia ……….. la porto vicino al grande albero e le faccio allargare le gambe appoggiando le sue mani sulla grande quercia, subito mi siedo fra le sue cosce e alzando lo sguardo vedo una dolcissima fighetta completamente rasata che quasi mi sorride, comincio a leccarla introducendo qualche ditino nei due buchetti adiacenti e noto con mio grande piacere che lei comincia a godere come una grande porca vogliosissima……….lei comincia a scendere sempre di piu’ verso la mia faccia ancora ancora ancora fino a trovarci io sdraiato supino e lei chinata accovacciata con la sua dolce patatina completamente sulla mia faccia a quel punto le infilo il naso dentro e comincio a spingere con una certa energia per farlo entrare sempre di piu’ la sentivo gemere anche lei spiengeva eccola eccola…….. stava godendo…….. e tutto il suo piacere mi gocciolava sul viso,
mi dice che non aveva mai goduto con un naso e la cosa la eccitava sempre di piu’ era una furia scatenata dovevo scoparla ………………
ci siamo alzati e tenendoci per mano tornavamo verso l’auto che si trovava a pochi passi da noi lei incomincia ad abbracciarmi a baciarmi sul collo a leccarmi l’interno e l’esterno dell’orecchio, si siede sul sedile della macchina e mi tira giu’ i pantaloni trovandosi davanti un grande cazzo duro come il ferro che incomincia a leccare e succhiare facendo scorrere la sua bocca su tutta la lunghezza del mio membro arrapato mentre con una mano mi accarezzava i ciglioni e con un ditino il buco del mio culetto…………..
tolgo quasi di forza il mio cazzo dalle sue labbra per far scendere il sedile ribaltabile le prendo le gambe gliele allargo me le metto sulle spalle e mi sdraio su di lei facendo scivolare il mio bastone nella sua profonda intimita’ incominciando a sbattermela con una certa energia sempre di piu’ di piu’ la stavo sfondando e lei gridando mi invitava a farlo piu forte piu’ veloce piu’ profondo …….laura stava di nuovo venendo………….
i nostri corpi cominciavano ad essere sudati e scivolavano benissimo uno sull’altro, lo girata messa a pecorella e senza aiutarmi con le mani vedevo il mio cazzo nuovamente scomparire all’interno della sua bagnatissima fessurina …..siiiiii…….. la sculacciavo e lei godeva ancora di piu le sue chiappe erano sempre piu rosse e i miei schiaffetti sempre piu intensi la stavo montando sempre piu forte, ad un certo punto mi sono accorto di qullo splendido buchetto anch’esso bagnato dai suoi molteplici orgasmi e con delicatezza ho cominciato ad introdurre il mio pollice nel suo culetto mentre continuavo a scoparla a ritmo sostenuto…………
dopo qualche istante vedendo il nuovo buchetto da conquistare che incominciava ad allargarsi sempre di piu’ sempre con dolcezza e forte eccitazione mi bagno con la saliva l’indice e il medio e introduco le due dita nelle viscere profonde, strappando a laura un gemito di goduria……….in quel momento stavo facendo entrare e uscire il mio cazzo con un ritmo dolce ma profondo accompagnandomi con le dita nel suo culetto ………a lei sembrava fossimo in 2 a scoparla e tutto cio’ la faceva fantasticare ed impazzire di piacere…….tolgo le dita e appoggio la mia cappella all’ingresso del buchetto e comincio a spingere lentamente e nuovamente il mio cazzo comincia a penetrare mentre risalgo per poi di nuovo spingere per affondare quasi totalmente… siiii stiamo godendo, aumento il ritmo sempre di piu’ il piacere non e’ solo quello fisico ma anche di totale possesso di quel corpo di quella donna che sa essere una meraviglia della natura……
comincio a giocare in tutti i modi possibili alternando la penetrazione dei suoi buchetti caldi e bagnati non volevo ancora venire avrei continuato per sempre eravamo in uno stato di benessere assoluto………..
in quel momento vedo laura che accorgendosi che il mio massimo piacere era vicinissimo si toglie e mi invita a provare una nuova fantasia da lei pensata,… mi fa sedere nel centro del sedile posteriore della macchina e mi dice di guardarla…………in quel momento mi chiedo quale diavoleria stesse preparando e come un fulmine vedo che appoggia un piede sul sedile anteriore di guida e l’altro sul sedile di fianco e accovacciandosi comincia ad introdursi il cambio della mia auto all’interno della sua splendida fighetta e comincia a muoversi sempre piu’ velocemente poi lo toglie dalla fighetta e lo mette nel culetto e continua a muoversi, io stavo impazzendo prendo il mio cazzo e comincio a masturbarmi non resistevo piu dovevo venire…………..
allungo una mano e lei me la prende togliendosi dal mio attrezzo di guida e come una contorsionista passa anche lei sul sedile posteriore e avvicina il suo viso al mio cazzo pronto a scoppiare da un momento all’altro allunga la lingua per toccarmi la capella mentre io continuo con la mano a masturbarmi …grido sto venendooooo…. allora lei apre la bocca tenedo il mio cazzo ad una distanza di circa 10- 15 centimetri dalla sua bocca incomincio ad inondarla con il mio sperma dentro la bocca, sulla faccia, sulle tette non finivo più ero in estasi assoluta, attendendo la giusta tempistica Laura si avvicina a me e comincia a baciarmi volendomi fare assaporare il gusto del mio piacere e incominciammo un intreccio di lingue veramente appassionato fino a quando i nostri bollenti spiriti cominciavano a tornare in una quasi normalità, a quel punto ci siamo rivestiti per tornare verso il nostro parcheggio non c’era molto da dire era sta una giornata di vero piacere.
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16 years ago
coppiasexy6872,
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La serata di miranda
Letizia muoveva agilmente la lingua sul membro che aveva di fronte,
contemporaneamente le mani erano impegnate nella masturbazione di altri due.
Era in ginocchio, completamente nuda. L'atteggiamento era quello devoto e paziente che l'aveva resa una schiava perfetta.
Un altro uomo le prese il delicato sedere e lo sollevo' fino a farle assumere la piu' classica delle posizioni in piegamento. Lei si lascio' guidare senza interrompere neppure per un istante le attivita' che la vedevano impegnata.
L'uomo le infilo' un dito nel culetto, poi' due, quindi tre, infine infilo' l'uccello.
Letizia non era certo nuova a queste performance, tuttavia lascio' trapelare un gemito.
Lady Miranda guardava con soddisfazione la composizione che aveva creato.
Mancava solo l'ultimo tocco, Ilaria si inginocchio' sotto Letizia e comincio' a leccarle il clitoride. Ora tutto era perfetto. Eliana scattava foto a raffica.
Lady Miranda era una padrona particolarmente appassionata del gioco psicologico. Amava umiliare i suoi schiavi e le sue schiave. In particolare le piaceva esibirli in giro.
Piu' volte aveva fatto spogliare Letizia completamente nuda dentro i camerini di negozi di abbigliamento facendole lasciare la porta socchiusa.
Spesso le faceva indossare, senza intimo, minigonne pressoche' inesistenti. Letizia era sempre stata entusiasta di questo trattamento, ed era disposta ad eseguire ogni suo ordine. Si era persino prostituita per lei.
Era stata la prova del fuoco. Miranda aveva alcune "amiche" inserite nel giro delle transessuali. Avevano portato Letizia con loro e messa sulla strada completamente nuda.
Il successo era stato travolgente in poco piu' di un'ora aveva incassato 500 euro.
Intanto la "composizione" di Lady Miranda stava raggiungendo la necessaria conclusione. Davanti agli ochhi estasiati di un gruppetto di giapponesi, gli uomini stavano cominciando ad eiaculare tra le labbra di Letizia, che nel frattempo era tornata in ginocchio.
A turno tutti e quattro le vennero in bocca o sul viso. Quando l'ultimo uomo usci' di scena ci furono degli applausi entusiasti per Letizia, ancora in ginocchio.
Uno dei giapponesi chiese a Lady Miranda se poteva avere Letizia per una notte. Miranda propose 5000 euro e il giapponese accetto'.
Dopo essersi lavata Letizia fu chiamata da Miranda nel grande soggiorno dove poco prima si era svolto lo spettacolo. Letizia arrivo' e si mise in ginocchio. Miranda le comunico' che quella notte sarebbe stata al totale servizio del giapponese che avrebbe potuto disporre di lei a proprio piacimento.
Lei rispose come al solito: "io sono la tua schiava Mia Signora, disponi di me come desideri".
Questa frase eccitava Lady Miranda, ma ancora di piu' eccitava Letizia.
Letizia usci' con il giapponese e Miranda inizio' ad escogitare qualcosa per divertirsi nella serata.
Miranda aveva una forte preferenza per le donne, tuttavia le piaceva giocare anche con gli uomini, in particolare le piaceva accoppiarli tra loro. Aveva numerosi schiavi (d'altra parte e' molto facile trovare schiavi). Chiamo' Stefano e Luca e comunico' loro che in serata avrebbero giocato. La risposta fu entusiastica.
Ovviamente avrebbe portato con se anche Ilaria e l'immancabile Eliana, l'addetta alla documentazione. Ogni cosa che Miranda organizzava, veniva immancabilmente filmata o fotografata da Eliana.
I ragazzi di miranda erano tutti completamente depilati. Questo permetteva una maggiore varieta' di giochi. Fece vestire stefano e Luca con abiti femminili e succinti e li porto' dalle sue amiche trans. Fece pagare ai ragazzi un'ora dei servizi delle sue due amiche e poi iniziarono i giochi.
Loro dovevano battere e proporre ai clienti di farlo in tre, coinvolgendo una delle trans. Miranda Ilaria e Eliana erano in macchina poco lontane.
Lo scarso mestiere di Luca e Stefano porto' al completo fallimento dell'iniziativa. Dopo una ventina di minuti Miranda si spazienti' ed ordino' a stefano di succhiare l'uccello di Luca. Li' sulla strada. Il successo stavolta fu notevole, le auto rallentavano e giravano intorno allo spoglio piazzale dove si trovavano.
L'inevitabile passo successivo fu che Luca inculo' Stefano fino a venirgli sulla schiena.
Miranda si fece passare da Ilaria la lingua sulla fica. Venne con un gemito. Quindi si fece riaccompagnare a casa lasciando Luca e Stefano nel piazzale. Non era la prima volta che succedeva, loro sapevano che piu' tardi sarebbe tornata Ilaria a riprenderli anche se probabilmente sarebbero passate un paio d'ore.
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16 years ago
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Una scommessa tra colleghi
Qualche mese fa mi è successa un’esperienza che mi ha, per così dire, segnato. Avevo appena cambiato lavoro, e nella marea di colleghi-zombie (del tipo lavoro-casa e casa-lavoro) mi sono trovato a condividere l’ufficio con due splendide ragazze. Ero contentissimo: Claudia era alta, bruna, la classica bellezza mediterranea, mentre Elisa era bionda, minuta e con un viso angelico.Erano simpatiche, molto spigliate e, conoscendosi da anni, avevano instaurato tra di loro un rapporto molto profondo. Non si imbarazzavano per la mia presenza nel fare battutine osè o nel raccontarsi pettegolezzi erotici, ed io mi sono sentito subito a mio agio, tanto che dopo una sola settimana ero riuscito ad entrare in confidenza: mi inventavo pettegolezzi erotici e con mirate battute (che in realtà erano serie proposte spacciate per scherzo) sottolineavo quali piaceri avremmo potuto provare vicendevolmente in un rapporto a tre fra noi colleghi. A volte, constatando l’intimità della loro amicizia, mi spingevo addirittura nel commentare quelli che sarebbero potuti essere i loro rapporti saffici...sicuramente esplosivi, per quello che immaginavo io.
Dopo il primo mese mi sono accorto di farci quasi una malattia. Mi sorprendevo sempre più spesso nell’osservare, quasi con le bave alla bocca, lo stupendo culo di Elisa o le tette magnificamente sode di Claudia. Questa mie occhiate erano così sfrontate e frequenti da non poter passare inosservate; anzi, mi attiravano addosso parecchi commenti da parte delle mie due sorvegliate speciali, ma il tono usato per riprendermi, scherzoso o serio che fosse, mi faceva capire che in fondo il mio voyeurismo era ben accetto: la merce era lì per essere guardata, e forse forse, per essere consumata.
Oramai le sognavo puntualmente tutte le notti, sempre nella stessa situazione: si toccavano, si scopavano come lesbiche ninfomani, fino ad inginocchiarsi docilmente davanti al mio cazzo enorme che le avrebbe soddisfatte entrambe...ma prima che potesse succedere quella meraviglia, io mi svegliavo in un bagno di sudore e con le mutande che tiravano.
Ed è stato proprio in una di queste mattine, in cui brandelli del sogno continuavano a tormentarmi, che ha avuto inizio la mia avventura; era una calda giornata di Maggio e una volta arrivato in ufficio, a colorare ulteriormente le mie visioni oniriche, ho trovato leggere e svolazzanti gonne, aderenti e colorati top, eccitanti piercing all’ombelico: a vedere tutto quel ben di dio non ragionavo più; e così al primo accenno di discorso libertino ho buttato lì un “...eh si, ve lo farei vedere io cosa ci sarebbe da fare con voi due!!â€
Le ragazze sono diventate improvvisamente serie: Claudia ha chiuso la porta dell’ufficio appoggiandocisi sopra a braccia conserte; Elisa, seduta su un angolo della scrivania, mi guardava in modo strano.
“Sai che ci piacerebbe veramente sapere cosa ci faresti? Perché noi un’idea su cosa fare con te ce l’abbiamo già ...Facciamo una scommessa?â€
- O la va o la spacca! - Mi sono buttato: â€Che genere di scommessa…?Cosa scommettiamo?â€
“Non so...vediamo…†Claudia si era messa di fianco all’amica, e io cominciavo a sentirmi stringere lo stomaco. Potevo veramente averle tutte e due o avrei solo fatto la figura di merda più grande della mia vita?
“Facciamo così: se perdi ci fai da schiavo per una settimana, se perdiamo noi saremo ai tuoi ordini per due settimane...ci stai?â€
“Cosa intendete per schiavo?â€
“Secondo te?†La voce di Elisa era suadente come non mai, mentre, per farmi comprendere meglio il concetto di schiavo, si tirava su lentamente la gonna.
Io sudavo paralizzato.â€Ma…â€
“La scommessa…? Semplice. Io e la Claudia scommettiamo che riusciamo a farti venire senza neanche toccarti...accetti?â€
Non avrei mai potuto immaginare la trappola in cui mi stavo infilando...anzi, a dire il vero pensavo si di infilarmi, ma stavo decisamente correndo un po’ troppo.
Ho accettato. La scommessa si sarebbe consumata nel week-end, nella casa di campagna di Elisa. L’appuntamento era stato fissato per Sabato a cena.
Il resto della settimana è scivolato via in maniera tranquilla, forse un po’ più lentamente del solito, a parer mio, ma nessuno di noi tre ha più accennato alla scommessa.
Elisa possedeva una piccola cascina ristrutturata poco fuori città . Sono arrivato puntuale con due mazzi di rose rosse e due bottiglie di vino (ovviamente una di bianco e una di rosso) e tantissime domande in testa; ma entrando nel cortile e vedendole aspettarmi sulla veranda mi si è azzerato qualsiasi pensiero: erano bellissime, stupende! Fasciate in cangianti camicette e aderenti minigonne sculettavano su vertiginosi tacchi a spillo...sembravano uscite da un film!
Prima di cenare abbiamo preso un aperitivo, parlando del più e del meno. Non sembravano emozionate, almeno non quanto lo ero io; ci siamo seduti sul divano e ovviamente mi hanno messo in mezzo: le loro mani non smettevano un attimo di provocarmi, sfiorandomi le ginocchia, soffermandosi qualche istante sulle cosce, accarezzandomi il petto. Poi, finalmente, hanno servito la cena; io mi sono seduto a capotavola con quelle due ammaliatrici al fianco. Vi giuro che vederle mangiare con voluttà qualsiasi cosa avesse la seppur minima valenza fallica è stato uno spettacolo che difficilmente dimenticherò: si scambiavano occhiate furtive, si imboccavano l’un l’altra, simulando la fellatio con dita intinte nel vino, mi guardavano con una malizia prossima a sfociare in un invito al sesso selvaggio. Per non parlare poi dei piedini bollenti che risalivano inesorabilmente verso la mia zona pubica, gonfia all’inverosimile.
Verso la fine della cena la mia vista ha incominciato ad annebbiarsi e, pur non avendo bevuto più di due o tre bicchieri di vino, mi rendevo conto di ondeggiare paurosamente sulla sedia. Ricordo che sono stramazzato a terra senza riuscire più a rialzarmi. Disteso e inerme ho intravisto sotto le corte gonne sublimi angoli di paradiso, fino a quando non ho perso contatto con la realtà .
Non so quanto tempo fosse passato, non sapevo neppure se fosse ancora Sabato sera o Domenica, ma con le interessanti premesse che c’erano state il mio risveglio è stato un vero shock: ero completamente nudo, seduto sul bordo di un tavolino, con le caviglie legate strettamente alle robuste gambe di legno e le mani immobilizzate dietro alla schiena.In mezzo ai miei piedi c’era un grosso specchio rettangolare, inclinato e fissato al letto matrimoniale che avevo davanti. Per l’occasione mi ero rasato le parti intime e adesso potevo vedere riflesso lo scroto liscio e ancora leggermente arrossato.
Sul letto, ancora vestite come le avevo viste a cena, erano sedute le mie carceriere.
“Ben svegliato!†Nonostante sorridessero ho temuto per un attimo che non sarei arrivato a vedere Lunedì...sempre che non lo fosse già .
La stanza, tolto qualche faretto che illuminava la mia prigionia, era completamente immersa nel buio.
“Ragazze, che cazzo state facendo??? Non mi piace questo gioco!â€
Si sono messe a ridere, per niente imbarazzate e realmente divertite: â€Non ti ammazziamo mica. E’ solo che abbiamo fatto una scommessa e tu la stai per perdere.â€
“Scommessa un cazzo!!! Ma chi credete di essere, eh? Slegatemi subito!â€
Ero terrorizzato e in loro totale balia, ma confesso che l’idea di essere sequestrato e seviziato da due bellezze simili mi eccitava parecchio; già sentivo che il pistolino moscio incominciava a tirare su la testa per guardarsi intorno.
“Non ti preoccupare. Vedrai che non ci metteremo molto.â€
“Non ci metterete molto a fare che cosa…??!?â€
Non mi hanno risposto ma, confermando tutte le fantasie bollenti che mi ero fatto in ufficio, si sono baciate a lungo e con passione. Accarezzandosi, quasi sfiorandosi, si sono spogliate fino a rimanere con la sola biancheria intima addosso: tutte e due indossavano autoreggenti e un completino di pizzo, ma Claudia, la bruna, era tutta in tinta bianco-avorio, Elisa aveva scelto invece un blu elettrico; un attimo dopo mutandine e reggiseni sono volati via, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. Claudia si è comodamente sdraiata allargando le gambe mentre Elisa, facendole scorrere le dita intorno alla splendida figa, le tuffava nel suo burro caldo e se le leccava godutamente.
“Ti piace lo spettacolo…?â€
In quel momento avrei voluto essere l’Incredibile Hulk, spezzare in due il tavolino a cui ero legato e scoparmi quelle porche per un mese intero...Mi sono limitato invece ad urlare con la voce un po’ rotta: â€Siiii...vi adoro,ma vi prego,slegatemi…â€
Sarebbe stato troppo semplice. Elisa si è tuffata in mezzo alle gambe dell’amica e, tenendo ben sollevato lo splendido culetto, ha incominciato a toccarsi mentre la leccava a Claudia. Come se non bastasse le due goduriose hanno tirato fuori da sotto il letto falli di varie forme e dimensioni: piccoli, colorati, lunghi, cromati, vibranti, doppi...Non so dire per quanto tempo si siano toccate, scopate, leccate, penetrate, succhiate, ma hanno goduto come vere troie, venendo parecchie volte a testa.
Tutto il mio essere maschio era concentrato nei genitali, e più precisamente nella cappella, rossa e gonfia come se fosse stata protagonista di quella serie infinita di penetrazioni. A guardare il pene riflesso nello specchio mi sembrava quasi che vibrasse talmente era duro e teso.
Ma è stato il gran finale che mi ha fregato: è saltato fuori un cazzo enorme, completo di testicoli e scroto, del tutto simile ad un pene vero. Lo succhiavano passandoselo da bocca a bocca, ciascuna delle due reggendolo per un coglione, fino a quando, assetate, hanno preso a massaggiarne lo scroto, provocando un’eiaculazione di liquido bianco; quelle due troie bevevano come ninfomani, si imbrattavano il viso, prendevano lunghe sorsate per poi passarsele di bocca in bocca in lunghi filoni colanti, si riempivano tette e figa, lasciandone colare fuori pigre strisce bianche che leccavano via minuziosamente.
Quello che ho provato è stato unico e penso irripetibile.Guardando quell’ultima scena ho avvertito un leggero dolore al glande e una vampata di calore che dai testicoli saliva lungo l’asta...dopodichè sono venuto; godendo ho chiuso gli occhi, concentrandomi su quella stranissima sensazione: aumentava lentamente e costantemente, così come, lentamente, le prime goccioline cadute sullo specchio si ingrossavano in lunghi e pesanti filoni di sperma.
Elisa e Claudia, saltando giù dal letto, si sono messe a ridere come due bambine.
“Hai visto? Hai perso la scommessa!!â€
Ho aspettato un attimo prima di ammettere la sconfitta, e ciò che ho visto riaprendo gli occhi mi ha fatto vibrare dentro, aumentando ulteriormente la portata dell’eiaculazione: Claudia stava leccando dallo specchio lo sperma ancora caldo, mentre Elisa, con la bocca spalancata sotto la mia cappella, inghiottiva i filoni interi, passando la lingua sulle labbra bianche e impiastricciate.
“Oh...vi prego...avete vinto, adesso però slegatemi…â€
Evidentemente non facevo abbastanza pena, visto che, invece di liberarmi, hanno impugnato il mio cazzo e, masturbandomi, lo hanno titillato con la lingua per tutta la lunghezza, dai coglioni fino alla punta. E’ stato come gettare una secchiata di benzina su un fuoco già acceso: il primo schizzo ha raggiunto la metà del letto, i successivi violenti fiotti sono stati equamente spartiti fra le calde bocche delle mie padrone e vincitrici.
Alla fine, e sospetto solo perché completamente soddisfatte, mi hanno slegato. Ho avuto male ai coglioni fino al Lunedì che avevo creduto di non poter più rivedere...ovviamente ho pagato pegno, ubbidendo prontamente a tutti gli ordini che due magnifiche e insaziabili bisessuali potessero inventarsi, ma un po’ per problemi di orari e un po’ per comodità , abbiamo scelto di spalmare la settimana di punizione in più week-end...bollenti week-end, a dire il vero...
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La merenda
Capitava spesso di trovarsi al circolo, anche se non si poteva parlare di un vero e proprio circolo…era il nostro ritrovo abituale e tanto bastava.
Avevamo affittato lo scantinato di comune accordo, forse perché tutti noi avevamo bisogno di un nostro spazio e tutti condividevamo la passione per il cinema; così ci siamo tirati su le maniche e abbiamo trasformato quel lugubre e puzzolente posto in quanto di meglio abbiamo potuto, affidandoci all’architetto del gruppo. Abbiamo speso dei soldi, ma ne è valsa la pena.
I muri intonacati ed imbiancati fino a metà altezza lasciano in evidenza le volte a botte in mattoni rossi, i faretti posizionati nei punti giusti danno un’illuminazione morbida e rilassante, le comode poltroncine, i tavolini di cristallo e il bancone del bar in stile pub inglese completano l’arredamento; inoltre abbiamo ricavato una stanza per le proiezioni, completamente insonorizzata e dotata della migliore tecnologia in commercio per poter soddisfare la nostra passione cinematografica.
Le cose sono andate bene fin quando non ci siamo resi conto che nel nostro gruppo eravamo tutti uomini…qualcuno ha incominciato a proporre il nostro circolo come “covo†per libidinosi incontri sessuali, in cui potersi togliere qualche voglia mai sfogata, in particolar modo quella del sesso di gruppo. Dopo il primo attimo di imbarazzo, ci siamo ritrovati uniti nel desiderio di provare quel tipo di emozioni forti, e goliardicamente abbiamo deciso che noi cinque maschietti avremmo fatto la festa, come prima volta, ad una sola donna.
Trovarla non è stato poi così difficile: una venticinquenne bionda, longilinea e nel complesso molto carina…e poi accettando quel rapporto dimostrava il nostro stesso interesse per il sesso di gruppo, ovviamente dal punto di vista opposto al nostro, quello della preda, se così vogliamo dire.
L’abbiamo spogliata in un attimo e a gruppi di due o tre ne abbiamo assaggiato ogni centimetro di pelle libera, dandole da succhiare i nostri bei cazzoni. Vedere la ragazza circondata da ogni parte da una cerchia vogliosa delle sue attenzioni mi ha eccitato come non mai…ed è stato in quel momento che mi è venuta in mente l’idea della merenda; abbiamo incominciato a sbattercela a turno, uno martellandola nella figa e un altro a farselo succhiare, ma siamo quasi subito passati alla doppia penetrazione. Lei godeva come una vera troia, mai in imbarazzo…anzi, le piaceva proprio; posso quasi dire che il fatto di poter scegliere quale uccello succhiare o prendere in pancia le mettesse una marcia in più: mugolava da far venire un morto, e più mugolava più noi ci davamo dentro.
Abbiamo passato due orette interessanti in cui penso che la ragazza (non mi ricordo nemmeno più come si chiamasse) sia venuta almeno una decina di volte…beata lei, perché noi ci eravamo trattenuti per poterle offrire una piacevole sorpresa: siamo venuti tutti e cinque in un boccale di birra da mezzo litro (e posso assicurarvi che abbiamo buttato fuori un bel po’ di sperma), e ci abbiamo aggiunto un goccio di latte…la bionda era stremata e ci guardava stupita. Mi sono avvicinato, l’ ho fatta inginocchiare e versando dall’alto le ho detto:â€Sei stata bravissima e ti meriti la merenda.â€
Spalancando la bocca, ha bevuto fino all’ultima goccia, impiastricciandosi faccia, tette, capelli…alla fine si è leccata le labbra e si è fatta scopare per un’altra ora buona…merito della nostra merenda energetica!
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16 years ago
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Warped minds - la gran sete -
Mi chiamo Zed, e condivido la magia con Marpessa, la donna più bella che potessi incontrare nella mia vita.
Stavamo tornando da un lungo giro in moto, ormai diretti a casa, quando, in un momento di dolce decelerazione, le ho bussato sul casco, facendole segni strambi davanti alla visiera; non volevo che capisse, volevo farla arrabbiare, per giocare un po'. Ho capito di esserci riuscito da come ha scalato in seconda per superare la fila di auto, da come si è buttata dentro un varco per accostarsi a destra, nella piazzola di un benzinaio.
"Che cosa c'è? Cosa sono quei segni da mongolo?"
"Ci fermiamo un attimo?"
"Perché?"
"Ho fame!"
"E non resisti fino a casa?"
"Mhhh...No, non credo proprio."
Due colpi leggeri di acceleratore, a significare un po' di stizza.
"E cosa vuoi mangiare?"
"TE! Ma mi accontenterò anche di una pizza. Dai, che 'stasera non cuciniamo, non sporchiamo neanche la cucina, eh!"
E' ripartita di colpo, strappandomi quasi giù dal sellino, per dispetto, lanciando i suoi Dai! Dai! Ma il tono della sua voce era tranquillo, e me la ridevo nel casco, nonostante avessi rischiato di prender una culata cosmica.
Ci siam fermati poco dopo in una pizzeria che affacciava sulla statale trafficata; abbiamo scelto un tavolo con vista sul parcheggio: potendo disporre un campo minato intorno alla bimba e di due mitragliatori di guardia, avremmo potuto anche gustarcela la pizza, invece sapevo già che l'avremmo divorata velocemente, controllando la rossa bicilindrica.
Senza neanche togliermi il giubbotto, mi sono avviato verso il bancone, per ordinare le pizze. Una cameriera acida mi ha subito apostrofato: "Vengo al tavolo a prendere le ordinazioni!"
Le stavo già sulle scatole. Le ho sorriso: "Visto che son qui, può già prenderla adesso l'ordinazione. Una diavola e una pizza americana con patatine fritte, grazie."
Ero ancora appoggiato al banco, quando mi son sentito osservato; Marpessa mi fissava, poi i suoi occhi son scivolati di lato; voltandomi sulla mia destra, ho notato una brunetta sulla trentina che mi guardava interessata, credo per il giubbotto da motociclista. E spudorata, mi ha fatto gli occhi dolci: "Mi porti a fare un giro?"
"Ahahahah! Devi sbatter le ciglia al tavolo laggiù, è lei che guida, sai?", indicando la mia dolce metà .
Son tornato al tavolo, osservato speciale, lanciando occhiate dure a un tavolo dove due uomini commentavano la maglietta stretta di Marpessa, che metteva in risalto il seno prorompente.
"Allora?!??"
"Ascolta: mi ha chiesto di fare un giro in bimba; e le ho detto che avrebbe dovuto far gli occhi dolci con te, dato che guidi tu!"
"Sempre a far il cretino, eh!"
"Certo! Come quei due che non ti staccano gli occhi di dosso!"
"Gli piace la mia maglietta, amore." I suoi occhi si erano accesi, maliziosi di sfida.
"Lasciamo stare...quello che c'è sotto la maglietta, semmai!"
"Ti piace quella lì?"
"Non è nulla di particolare; non mi smuove nulla...Però potremmo provare a punirla."
"Punirla?...Scordati di lasciarle il tuo cellulare, hai capito?"
"Le lasciamo il tuo. E le parli tu. Eh?"
La cameriera acida si era nel frattempo appropinquata al tavolo, con uno sguardo antipatico. "Allora cosa prendete?"
"Da bere acqua naturale fuori frigo, grazie", e le ho sorriso.
"E da mangiare?"
"Esattamente quello che ho ordinato poco fa. Grazie."
Era chiaro che mi odiasse. Magari avrà anche sputato sulle pizze. Ma si ricordava l'ordinazione, evidentemente.
"Dai, tanto noi finiamo prima di lei: le dico di chiamarmi appena usciamo. Tanto ci parli tu, la valuti tu."
Detto fatto. La brunetta ha accettato con un sorriso sorpreso il bigliettino con su il numero di Marpessa; che l'ha controllata per tutta la cena, così come ho fatto io con quei due cretini: pari e patta. E la pizza si è volatilizzata in pochi minuti da quando ce l'hanno servita.
Appena usciti mi son rollato una sigaretta. Non avevo ancora chiuso la cartina, che il cellulare di Marpessa suonava: accesa una Marlboro rossa ha risposto, camminando avanti e indietro, girando intorno alla moto. Non stavo neanche a sentire, tanto mi avrebbe fatto il riassunto; tanto lo avrei capito dal primo sguardo.
La telefonata durò poco, ero ancora a metà sigaretta. "Allora?"
"Ma sentilo, come è curioso! Si è stupita del fatto che l'abbiamo contattata; vuol provare ad esser dominata da una coppia."
Le ho sorriso, stupito. Lei, in risposta, mi ha tirato le chiavi della bimba. "Guida tu, sono stanca."
Con il pancino pieno e la giornata di guida sulle spalle, seduta dietro e cullata dalle vibrazioni profonde del motore, Marpessa si appisolava quasi; ho guidato con polso leggero, facendo delle curve seta che scivolava via, accarezzandola e mantenendo il suo stato di torpore, fino a casa.
Non ne abbiamo più parlato, fin quando un giorno, dopo un ulteriore contatto telefonico, abbiamo deciso di incontrarla. Di sabato mattina, dopo aver pianificato il nostro gioco.
Ci siamo incontrati in un bar del centro, a metà mattina. Marpessa, pur avendo scelto un abbigliamento casual per non imbarazzare l'ospite, era stupenda. Come sempre. Ma gli occhi le brillavano come nelle occasioni speciali, quale era appunto questa. Dopo le presentazioni e un attimo di imbarazzo, abbiamo consumato la colazione, parlando del più e del meno, fin quando il motivo di quell'incontro a tre, ha monopolizzato la conversazione.
La brunetta (si chiamava Francesca, se non ricordo male) era nervosa, e noi dovevamo agganciarla prima di pranzo per far quello che avevamo progettato. Gli piacevamo, ma al di là di qualche gioco light tipo sub/dom con partner occasionali, non aveva avuto alcuna esperienza come schiava
"Devi fidarti un minimo se vuoi provare un altro tipo di piacere, no?" Marpessa sorrideva come il sole splende in pieno Agosto. La magia era stata fatta, e due minuti dopo ci seguiva in macchina, direzione casa nostra.
L'abbiamo bendata prima di farla entrare in casa. La mia lei la spogliava con voluta lentezza, mentre io le accarezzavo la pelle scoperta con un frustino da equitazione: aveva indosso un completino di pizzo nero e auto reggenti. “Sei proprio carina, bimba. Ti piace così?†Mentre Marpessa le titillava e succhiava un capezzolo, io le sfruculiavo l'altro, le lisciavo le cosce, soffermandomi sul pube. L'ospite incominciava a scaldarsi: era già quasi in nostro pugno (più nel pugno di Marpessa, a dire il vero), e, finito di spogliarla, l'abbiamo legata ad una comoda poltrona girevole, nel centro della sala, con i polsi legati da manette dietro lo schienale, e le gambe in posizione aperta, spalancate ad una nuova esperienza, per così dire.
Passato il bastone del comando al mio amore, le abbiamo tolto la benda. Sorridevamo soddisfatti tutti e due. Lei un po' meno.
"Non mi farete sanguinare, vero?" Le tremava un po' la voce, mentre guardava la mia lei leccare la punta di cuoio del un frustino. Io ridevo sotto i baffi, mentre caricavo un dvd nel lettore e Marpessa girava la sedia verso la televisione a parete. "No, ma per incominciare ad eccitarti e godere avrai da guardare, bambina. E imparare."
Le prime immagini erano inequivocabili: si trattava di un dvd porno di ottima fattura, una raccolta di scene prevalentemente di gang bang; l'ospite non reagì male alla proiezione, solo un gemito flebile. Erano le undici circa, era ora che la brunetta incominciasse a bere. Ho posato di fianco alla sedia una cesta da sei di acqua naturale, fuori frigo, oligominerale, a basso contenuto di sodio; di quell'acqua che una volta bevuta ti costringe a correre a far pipì dopo una mezz'ora circa. Francesca si è agitata sulla sedia, confusa da quell'apparizione.
"Non preoccuparti, berrai un po' per volta, eccitandoti. Ma non troppo, altrimenti..." Marpessa le aprì il sesso con la punta del frustino, e diede una pacca leggera sul clitoride. Poi lo strusciò, infilandolo appena. "Ma bene, siamo già umide!"
"Ma perché bere?"
"Tu devi ubbidire. E guardare tutte quelle beghe che regalano piacere, come se lo regalassero a te. Non ti ecciterebbe esser al centro di quelle attenzioni, puttanella? Si che ti piacerebbe, dimmi la verità ." Aperta una bottiglia, le ha versato acqua sul volto, che istintivamente ha cercato di bere, intercettando il liquido.
"Brava, così." Uno sguardo di intesa fra di noi mi ha confermato che la mia malvagia compagna si stava divertendo e che io, per il momento, potevo dedicarmi ai fatti miei: avevo da travasare un Ficus Starlight che aveva patito il riscaldamento a pavimento del nostro alloggio, e che stava rapidamente deperendo. Trapianto e potatura, ne avrei avuto per un paio di orette; tanto dal terrazzo potevo comodamente vedere cosa accadeva in sala.
Avevamo discusso fra di noi su quanto lo stimolo della minzione inibisse l'eccitazione e la lubrificazione nella donna, e viceversa, ed essendo curiosi, volevamo testare, sperimentare questo gioco. Francesca beveva e gemeva delle frustate che le piovevano addosso qua e là , senza staccare gli occhi ora dal video, ora da Marpessa, che la eccitava con parole suadenti, enfatizzando la scene a video (ce ne fosse stato mai bisogno).
Finito di trapiantare il ficus, l'ospite aveva ingurgitato quasi due litri d'acqua; Marpessa, per non farle pesare il forte stimolo a far pipi, le aveva pizzicato i capezzoli con due mollette, unite da una catenella. Non le stimolava più il sesso, ma tirava la catenella, allungandole i capezzoli e godendosi le smorfie di dolore. Francesca parlava, e a guardar l'espressione del volto, sembrava più implorare; aguzzando l'orecchio la sentivo che implorava si di far pipì, ma di voler godere come una vera troia, di buttarsi in pasto ai quattro o cinque maschi di turno che a video si trastullavano con una biondina tutto pepe e sorrisi in camera.
Avevo quasi finito di potar il mio Ficus, che mi son sentito chiamare: "Ehi, giardiniere. Tocca a te. E' ora."
Marpessa aveva tirato fuori lo strap-on, e Francesca la guardava a metà fra il terrore e la supplica; non capiva più se sarei stato io a farla godere o la mia compagna. La vagina era umida e lucida, e gonfia: era giunta al limite.
Sono sceso in garage per prendere la sorpresa finale. Tirata su la saracinesca, la luce ha inondato di colpo il box; Fufy, accucciata sulla sua coperta in un angolo, si è tirata su. E avrebbe anche scodinzolato, se avesse potuto, mentre mi veniva incontro, tendendo la catena che la legava al collo. Ma non poteva, la natura l'aveva fatta ubbidiente si, ma non di razza canina. "Non leccarmi le scarpe, sono pulite, non ne vale la pena. Avrai altro da leccare."
Fufy, così la chiamavamo, era la nostra schiava adorante; quando veniva da noi stava in garage, con le sue due ciotole, una per l'acqua, l'altra per il cibo. Era per lei lo strap-on, che Marpessa adorava utilizzare in rapporti anali a secco, mentre la cagnolina leccava il mio membro, per poi non poter goder mai della mia eiaculazione. L'avevamo chiamata per l'occasione, dicendole di venire da noi il venerdì pomeriggio, ma era arrivata solo verso sera, adducendo scusa banali (anche se sicuramente vere, perché ormai totalmente asservita al nostro volere), e si era così guadagnata delle belle frustate per il ritardo non giustificato.
Le avevamo dato da mangiare la sera prima, ma nella ciotola dell'acqua avevamo messo una manciata di sale grosso, che Fufy aveva diligentemente spazzolato.
"Hai sete, eh?" Lei in risposta si è leccata le labbra secche. "Vieni, che la tua Padrona adesso ti da da bere una cosa buona." Mugolava di piacere all'idea di soddisfare la sua Signora.
E' entrata in sala a quattro zampe, come le avevamo insegnato, e si è accucciata ai piedi di Marpessa.
Francesca non l'ha nemmeno notata, inarcata sulla sedia, con quasi tutto il frustino inserito dalla parte del manico, nella fica sgocciolante.
Marpessa ha accarezzato il capo di Fufy, poi l'ha condotta davanti all'ospite, strattonando il guinzaglio affinché si posizionasse davanti al sesso fradicio. "Leccala! Leccala e bevi! Adesso!"
Lo spettacolo stava per incominciare. Seduto sul divano avevo la visione completa di Fufy che lappava, scatenata dalla mia dolce metà , e Francesca che, godendo, liberava fiotti di pipì color argento. Ha iniziato con getti brevi, ansimando, poi ha dato il via a una fontana della durata di qualche secondo, un gorgoglio pieno in bocca alla cagnolina ubbidiente. Marpessa si stava bagnando, lo capivo dagli occhi che le si facevano liquidi. Ha incominciato a frustare Fufy sulle natiche scoperte, e poi ancor di più quando Francesca ha urlato, non ancora per un orgasmo, ma per il senso di liberazione. Io mi sentivo un'erezione da primato, sono saltato in piedi dietro al mio amore che aveva indossato lo strap-on e allargava il culo alla schiava, pronta a farla sua; tirato fuori il pene mi sono infilato nella sua fica marcia di piacere, dando vita a un trenino bizzarro e particolare. L'ospite adesso urlava di puro piacere, Marpessa sfondava il culo a Fufy, spinta a sua volta dal mio impeto incontenibile: dieci minuti di delirio, liquidi e piacere che si mescolavano, e un orgasmo unico (una delle poche volte in cui abbiam permesso alla nostra schiava di ottenerlo con così tanta clemenza), ciascuno con il proprio ruolo.
Io e Marpessa abbiamo continuato ancora: ero troppo eccitato per un solo orgasmo, e lei anche; abbiamo finito in un sessantanove, nutrendoci ciascuno del piacere liquido dell'altro, mentre Fufy continuava a tormentare di lingua Francesca, sudata e stremata all'inverosimile.
Una volta ricomposti, l'abbiamo liberata. "Siete dei dannati bastardi!" Si è rivestita, scappando via.
Una settimana dopo, però, ci ha chiamati, chiedendo di rivederci; siamo andati, giusto per portarle l'etichetta dell'acqua che tanto l'aveva fatta godere: che si allenasse da sola!
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16 years ago
admin, 75
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Il circolo dei dandy
IL CIRCOLO DEI DANDY
Il salotto era illuminato dalla sola lampada sul tavolo rotondo, di cristallo. Il tappeto attutiva e smorzava i rumori, e le ombre profonde rendevano surreale l’ambiente. Dal piedistallo nero partiva una catenella dorata, che legava al collo la donna: poteva solamente girare intorno al tavolino, all’interno del cerchio delle comode poltrone. Aveva una coda alta e un grembiule da serva, per il resto era nuda, accarezzata dalla luce calda e morbida. Sul tavolino stavano tanti calici di cristallo quanti erano gli uomini, ed una bottiglia di champagne. La donna servì il vino, porgendo con un inchino a ciascuno il proprio bicchiere; un silenzioso maggiordomo comparve dalle ombre, recando una piccola scatola di legno su un vassoio d’argento: quando il primo uomo l’aprì, l’estasi dell’hashish profumò l’aria. Tutti caricarono delle piccole pipe, con posata calma, mentre il maggiordomo si ritirava, portando via la bottiglia ormai vuota. La donna si appoggiò al bordo del tavolino, osservando gli ospiti: chi aveva già acceso la pipa e tirava voluttuose boccate, facendo scivolare gli occhi sulle sue curve, chi centellinava il fresco vino, aspettando per fumare.
Sorrise, stendendosi sul piano freddo di cristallo, in attesa. Passarono una decina di minuti, quando il primo uomo, lasciata spegnere la pipa, si alzò; accarezzò dolcemente le gambe della serva, che si aprirono alla sua voglia. Come se fosse stato lanciato un segnale, altri due si alzarono, finendo il vino, e, tenendo il calice in mano, le regalarono una meditata erezione. Il primo uomo la prese, determinando con il suo ritmo il piacere orale degli altri due, fin quando uscito, riempì il proprio calice di nettare. Senza bisogno di parole si avvicinò al viso, e con un inchino le porse il bicchiere; lei lo centellinò, mentre un secondo uomo le donava piacere orale, e gustò il secondo brindisi, frutto della sua bravura.
Quel bizzarro brindisi si protrasse fin quando tutti gli invitati ebbero partecipato al rito. La donna, sospirando, si allontanò nelle ombre. Gli uomini si rilassarono nelle loro poltrone, mentre una musica di violini apriva loro le strade per il successivo viaggio.
Il maggiordomo ricomparve, silenzioso come prima: svuotò le pipe e le riempì, pulì il piano di cristallo e ritirò i bicchieri; portò un’ altra bottiglia di champagne, accompagnato da un’altra donna, che sorridendo, versò il vino. Era vestita come la prima, e finito di servire, si legò la catenella al collo. Poi attese, mentre occhi dolci la spiavano da dimensioni di sogno.
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16 years ago
admin, 75
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La cura
Angelica scese dall'auto, fasciata nel suo tailleur, i capelli rossi tirati in una autoritaria coda alta; le era stata chiesta appositamente tale acconciatura dal responsabile commerciale della Brogna S.rl., azienda in cui era stata assunta da poco. Era un'azienda dedita alla soddisfazione della propria clientela. Lo aveva capito subito, fin dall'annuncio trovato in rete. Il colloquio con amministratore delegato, responsabile commerciale, responsabile vendite e capo area era stato...soddisfacente: lei era una donna attraente, colta e disinibita, in grado di non deludere le alte aspettative aziendali. E la conoscenza approfondita e reciproca dei vertici aziendali le aveva permesso di accedere fin da subito ad un ruolo di elevata responsabilità , motivo per cui si trovava con il capo area e il responsabile vendite sul luogo dell'appuntamento.
In realtà non sapeva quali richieste avrebbe dovuto soddisfare, ma la cosa non la preoccupava, anzi, avvertiva già un diffuso senso di eccitazione che le accendeva gli occhi e illuminava il viso di un sorriso smagliante.
I due uomini, come angeli custodi vestiti in eleganti abiti, la scortarono su per gli scalini della palazzina di fine ottocento; la servitù li accolse con inchini, conducendoli in un'anticamera al fondo di un lungo corridoio. Si fermarono davanti ad una porta; nessuno dei tre sembrava teso, e da una piacevole e frivola conversazione passarono al briefing dell'incarico
"Tutto bene, Angelica?"
"Certo!"
Le dispiaceva solo che il cliente non fosse uno dei due accompagnatori, e sorrise ricordando i momenti salienti della propria assunzione.
"Allora ci siamo. Il nostro cliente, di cui non ti interessa conoscere le generalità , ha espresso una richiesta...particolare. Soffre di una rara forma di impotenza. A nulla sono valse costose medicine e visite dai più illustri luminari e specialisti. Noi siamo convinti di poter risolvere il problema, dato che sembra trattarsi più di un blocco psicologico, che di natura fisiologica."
"E ovviamnete sarei io la medicina."
"Si...direi la cura...in toto."
Chiusero la porta che dava sul corridoio, e mentre il capo area sbirciava nella stanza adiacente, il capo vendite continuò "Angelica, puoi spogliarti. E' un peccato che il cliente non voglia godersi questo spettacolo, ma preferisce così; tieni su solo autoreggenti, guepierre e scarpe. Dentro ci saranno alcuni collaboratori che ti esplicheranno il da farsi. Siamo convinti che tu sia la persona giusta, e che capirai come doverti comportare. Il nostro committente ha voluto che tu rimanessi all'oscuro di quello che ti aspetta. Si attende che tu sappia improvvisare e adattarti alla situazione. Ma non ti preoccupare, non sarà complicato e le persone che incontrerai ti condurranno e ti aiuteranno nel gioco. Sono stati selezionate e addestrate per il compito." Sorrise, dandole un senso di sicurezza.
Senza alcuna esitazione Angelica si spogliò, apprezzando i sorrisi sfrontati, ma sinceri dei due. Non portava gioielli, eccezion fatta per gli orecchini pendenti. Il capo area delicatamente le fece scivolare il seno fuori dalle coppe del bustino e sospirò: in tacchi a spillo e autoreggenti adornate da nastri annodati in fiocchi era squisita. Angelica fece un respiro ed entrarono.
La stanza era rettangolare, le pareti completamente spoglie e scure, come il pavimento. Al centro si trovavava una sorta di pedana, un parallelepipedo di vetro poggiato a terra, alto circa una sessantina di centimetri, con tre scalini all'inizio, quasi fosse una sorta di passerella, larga un metro circa. Su uno spigolo era segnata la lunghezza, di 5 metri in tutto. Attorno alla passerella aspettavano una ventina circa di uomini e ragazzi, tutti di bell'aspetto, tutti nudi. All'altro capo del vetro lo schienale di una poltrona di pelle nera nascondeva il suo occupante, e sulla parete in fondo troneggiava un enorme schermo al plasma.
Gli uomini rimasero composti al loro ingresso. Erano probabilmente professionisti o comunque ben educati, perchè oltre a sguardi di ammirazione non ci furono commenti o ammiccamenti volgari. La stanza era piena di telecamere, sulle pareti, sul soffitto, dentro la struttura in vetro, rivolte verso l'alto: occhi elettronici che avrebbero spiato ogni attimo, da qualunque angolazione, di quello che sarebbe successo. Angelica pensò che se non ci fossero stati tutti quei maschi, il giochino eccitante sarebbe stato spiarla con le telecamere mentre sfilava, inquadrandola anche da sotto, mentre camminava sensualmente, mostrando di sè un aspetto molto piacevole. Ma non poteva trattarsi solo di quello.
"Chi inizierà ...?". Alla domanda del capo area un uomo sulla quarantina alzò una mano e si fece avanti. Si masturbava lentamente, con il membro già eretto e il glande lucido.
In quell'istante si accese lo schermo al plasma. Le inquadrature si susseguirono come impazzite fino a fermarsi su di lei, ritratta da dietro. I due accompagnatori le presero le mani, facendole il gesto di compiere un giro su sè stessa...voilà .
Chi si nascondeva su quella poltrona? E tutti quegli uomini? Cosa sarebbe successo su quella passerella? Angelica si sentiva accarezzare, spogliare dagli sguardi, anche se c'era più ben poco da immaginare.
"Signor X, siamo pronti!".
Non ci fu risposta. Valeva la regola del silenzio assenso.
Negli istanti prima che il delirio avesse inizio, Angelica ebbe il tempo di pensare, immaginare cosa potesse aspettarla. Un impotente timido che non aveva neanche il coraggio di guardarla mentre quindici...venti uomini avrebbero goduto di lei, osservando lo spettacolo dal video appeso al muro.
La accompagnarono verso gli scalini; tutti gli occhi erano puntati su di lei, tutti si masturbavano lentamente. Osservò quella selva di aste dure, quelle capelle che scomparivano ritmicamente nei pugni dai movimenti ritmici; respirava ormoni, testosterone, profumo di sesso...voglia di sesso. E incominciò a bagnarsi.
Salì i gradini, lentamente, mentre il gruppo si stringeva attorno alla pedana. Sembrava un battaglione di soldati del piacere, pronti a darlo, pronti a esigerlo. Respirava velocemente. La fecero inginocchiare, mentre l'uomo che aveva alzato la mano poco prima, salì sulla pedana, le si inginocchiò davanti, con il membro eretto, ad una ventina di centimetri dalle sue labbra. Mugolava, accellerando i movimenti del piacere, ormai prossimo a venire. Angelica era in ginocchio, la faccia schiacciata sul vetro e il fondoschiena ben alto; riuscì a sbirciare il video sulla parete, puntato sul suo culo, la farfallina già lucida; poi l'inquadratura venne impallata dalla schiena di un uomo, poi dalla testa. Poi fu una lingua a strapparle un sospiro di piacere, e mani gentili le sfiorarono le natiche, aprendo il suo fiore e consentendo al piacevole leccare di approfondirsi in lei; spinse il bacino contro quella lingua, si leccò le labbra, pronta a succhiare il primo membro. Ma l'uomo continuava ad avvicinarsi all'orgasmo da solo, e anche quelli che le stavano di fianco, in piedi, ai lati della pedana, si masturbavano tenendosi a distanza di sicurezza dalla sua bocca.
Angelica non capiva cosa volessero farle, in quale modo avrebbe dovuto rimediare all'impotenza del committente, se tutto quel ben di dio si negava ai piaceri della sua bocca. E trovava quel lungo tavolino di vetro scomodo per tutta la gente che avrebbe partecipato, che avrebbe farcito il suo piacere; di sicuro effetto scenico, ma scomodo. E in quella posizione, poi, non poteva godersi lo spettacolo come avrebbe voluto. Ma che diavolo stava succedendo?
Mani le accarezavano la schiena, le gambe, i polpacci, la farfallina. Una lingua segnò lentamente la circonferenza dell'ano, poi lo penetrò dolcemente una volta, poi ancora, e ancora. Poi lappò, succhiò. L'uomo davanti a lei poggiò il glande sul vetro e rilasciò il suo seme, arretrando, fra sbuffi e gemiti, sulle ginocchia, lontano da lei: lasciò una scia bianca lunga circa una ventina di centimetri, densa e compatta, una striscia di piacere liquida. Angelica sbirciò il video, colta da una intuizione: lo sperma era inquadrato da sotto e al margine dell'inquadratura scorse il suo viso, acceso dal piacere. L'impotente avrebbe osservato la sua lingua leccare quel piccolo fiume di piacere, sguazzarci dentro, raccoglierlo scrupolosamente; avrebbe goduto delle sue labbra che scivolavano sullo sperma, della sua bocca che avrebbe bevuto, pulito quel vetro, che avrebbe tracciato, ricalcato, segnato la strada verso la perversione di un uomo che mai avrebbe potuto elargire quel piacere ad una donna. E così fece, perchè godeva di lingue che la scavavano vogliose, fica e culo, di dita che si avvitavano dentro di lei, che la esploravano, la eccitavano oltre ogni limite, incitandola a dar vita alla scena tanto desiderata dal Signor X, seguendola mentre carponi si accingeva a lucidare quel sentiero del piacere.
Intinse la punta della lingua nel liquido bianco, mentre il suo clitoride si accendeva, stimolato dal titillare frenetico, e dita le stantuffavano in vagina, e una lingua particolarmente muscolosa le faceva desiderare come non mai i piaceri della sodomia. Inarcò la punta della lingua, raccogliendo un filo di sperma, si leccò le labbra, assaggiando quel sapore dolce e salato allo stesso tempo; dimenò i fianchi, godendo appieno delle attenzioni che le venivano date. Poi poggiò la lingua piatta sul vetro e avanzò di colpo, raccogliendo e inghiottendo quanto più sperma potè. Si strinse le tette, facendole scivolare su quello che aveva lasciato indietro, braccata, tormentata e spinta in avanti dal continuo piacere di instancabili lingue e dita esperte.
Gli uomini continuarono a riversare il loro piacere davanti al suo viso, man mano che lei percorreva centimetri imbiancati di gustoso peccato, avvicinandola sempre di più allo schienale, strappandole urla, tremiti, gemiti e sospiri, leccando come demoni.
Il video rimandava in onda la sua atavica sete e fame di sperma, alimentata dalla bocche ingorde. Circa a metà del cammino incominciò ad inveire, prima sottovoce, poi a voce alta, quando gli orgasmi multipli e ripetuti le lasciavano fiato abbastanza: "Scopatemi...vi prego, scopatemi...fatemeli sentire dentro! Siete impotenti anche voi, eh? Fatemeli succhiare, fatevi mungere...Diooooo...godoooo..."
Ma aveva capito che quel piacere non le sarebbe stato concesso, almeno fin quando non avesse percorso interamente il suo stravagante e condito calvario.
Avanzò, centimetro dopo centimetro, colata dopo colata, leccata dopo leccata...non contava più gli orgasmi, e non sapeva più cosa avrebbe dato per farsi penetrare, per farsi prendere e stantuffare con violenza nella vagina...anche nel culo...farsi riempire, interamente...sfondare...sfondare! E arrivò all'ultimo centimetro, con le labbra imbiancate, con l'odore di sperma nelle narici; e tutto quello che non aveva leccato lo aveva raccolto con le tette, strisciando per l'ultimo metro. Lo schienale si voltò e vide il famigerato maniaco impotente, il Signor X. Era un uomo sulla sessantina, di aspetto piacevole, con un po' di pancetta, non bello, non brutto. Lo guardò in faccia solo per qualche istante, trovandosi a tu per tu con il suo pene, duro, turgido, nodoso: le sembrò quasi una visione. La cura sembrava aver funzionato!
Brutto stronzo...gielo ingoiò, succhiando più forte che potè. E sorrise, soddisfatta dalla malcelata nota di dolore del suo mugolio. Si riempì la bocca, spingendoselo fino in gola. Si tirò su, e salì a cavalcioni sulla poltrona, finalmente impalandosi. Fu come essere squarciata, sentiva la sua farfallina avvolgere il pene, quasi volesse mangiarlo, masticarlo; gli si acquattò sopra, per avere la massima aderenza, spingendolo più su possibile; pensò quasi di riuscire a farselo uscire dalla gola, tanto voleva sentirselo dentro. E incominciò ad alzarsi e abbassarsi, freneticamente, in sincrono con le spinte vigorose dell'uomo, perdendo la ragione e il contatto con la realtà . Le mancava quasi il fiato, le mancava ancora qualcosa da succhiare, mentre il paradiso tanto atteso si avvicinava.
Spalancò la bocca, mulinando la lingua nell'aria, emettendo quasi un rantolo che la diceva lunga su quanta voglia avesse di essere zittita con vigore da qualcosa di grande, caldo, pulsante.
I suoi datori di lavoro le vennero prontamente in soccorso, pronti a dare in pasto alla sua esagerata voglia i loro membri, uno a destra e l'altro a sinistra, accompagnando gentilmente il suo gran succhiare con carezze sulla testa.
Angelica non riusciva più a dare una connotazione spazio temporale a quei momenti: godeva del membro dentro, che le portava via il respiro, godeva a destra, godeva a sinistra di cappelle lucide della propria saliva e dello sperma di una ventina di uomini che aveva leccato diligentemente. Si sentiva troia come non mai, si sentiva che avrebbe potuto scoparseli ancora tutti, e poi di nuovo ancora, sguazzando nel loro dolce piacere. Sentiva il bisogno di vedersi intorno tutte quelle cappelle, sentirle strusciare sul suo corpo, inondarla, ricoprirla di piacere. Avrebbe voluto avere cinque o sei fighe, cinque o sei bocche...cinque o sei ani e poterli soddisfare tutti insieme, desiderava che la riempissero tutti insieme, che le dessero il piacere che meritava, che le riconoscessero il merito di essere una gran troia.
Incrociò i cazzi dei due boss davanti alla bocca, masturbandoli e leccando le cappelle contemporaneamente, baciandole, ciucciandole, quasi mordendole, fin quando l'orgasmo non la fulminò...gli orgasmi, forse...molti, tutti insieme...uno dopo l'altro. Il cervello le esplose.Inarcò la schiena, reclinò il capo verso l'alto, con la bocca aperta, aggrappata ai due cazzi che sentiva vibrare fra le mani, riversando loro sopra un urlo silenzioso. Il vecchio ansimò, riempiendola di lunghe pulsazioni, accompagnate da schizzi caldi nel suo ventre...il cervello le si fece liquido, e urlò ancora, senza emettere suono. Il capo area liberò il membro dalla sua presa e le indirizzò lunghi filoni bianchi in bocca; Angelica si accasciò per un attimo, ingoiando la crema calda, lasciandola colare dalla bocca. A quella vista il vecchio venne di nuovo. Ancora pulsazioni nel ventre, ancora secchiate sulle pareti...e il colare caldo, denso...ma stavolta Angelica trovò il fiato per urlare, masturbando il capo vendite e mutando l'urlo in mugolio sull'asta del suo responsabile, fino a far risuonare lo scroto e i coglioni, tanto se lo spinse in fondo, fin quando non ebbe la bocca troppo piena per continuare, e dovette ingoiare tutto, continuando a mugolare di selvaggio piacere per il fuoco liquido che le bruciava direttamente in gola.
Si buttò all'indietro, facendo scivolare fuori il pene del guarito e soddisfatto cliente, appoggiandosi con la schiena sulla pedana; strizzò le generose tette di tutto lo sperma rimasto, e succhiandosi le dita implorò i partecipanti, che la guardavano estasiati e ancora vogliosi..."Ancora...dai...ancora..."
E li accarezzò, li massaggiò, li masturbò mentre veniva penetrata nuovamente, mentre le venivano montati a neve i capezzoli duri, il collo, l'incavo delle tette, le mani. E i soldatini vogliosi le battevano sulle labbra chiuse per ottenere il loro compenso, sulle guance impiastricciate, si sfregavano sulle cosce, le imbiancavano le calze, le scarpe, la viziavano di complimenti, la incitavano e godevano di lei, di quel suo magnifico corpo, di quella sua insaziabile voglia, e ancora, ancora, ancora...
Prima di abbandonarsi totalmente alla sua orgia, guardò per l'ultima volta lo schermo sul muro. Il Signor X, perverso regista, aveva scelto la telecamera posta perpendicolarmente sopra la scena. Era il suo corpo, bianco, lucido, profanato, sporcato, benedetto...Era la sua figura, confusa e distorta da lance di carne pulsanti, gocciolanti, portatrici di peccato, che si agitavano, spinte dall'irresistibile richiamo del penetrare, possedere, soddisfare, marchiare...Ed un pensiero le si accese dentro, concretizzando la sua insoddisfabile natura di donna: troia come te, nessuna mai!
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16 years ago
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L\'accendigas
Amore oggi sei stata molto cattiva, hai fatto la puttanella senza di me, hai mostrato i capezzoli in spiaggia e per questo dovrò punirti severamente. questa sera ti farò molto male.
arriverò a casa e dovrai essere in ginocchio viso a terra e non dovrai guardarmi in viso. dovrai restare faccia a terra fino a quando vorrò io.
il rumore della serratura che gira...sono nuda in ginocchio il mio ano esposto alla sua vista.
sento i suoi passi in cucina, apre i cassetti, rumori di stoviglie, posate...la mia eccitazione cresce con la paura di scoprire l'oggetto con cui profanerà la mia pelle.
è dietro di me...stai tranquilla piccola, ora ti devo legare devi stare buona...prima voglio sentire quanto sei bagnata, quanto sei innamorata del tuo padrone.
passa solo un dito tra le mie gambe, mi sfiora il clitoride turgido con l'indice dolcemente come farebbe una donna.
amore che lago...
sono legata, polsi caviglie gambe braccia...non posso muovermi...
tira su il culetto, stasera prenderò solo il tuo ano...
la prima scossa mi fa urlare...mi brucia con l'accendigas...scosse elettriche sui fianchi sull'addome. quando arriva ai capezzoli il mio viso è una maschera di lacrime e rimmel colato...
non piangere amore, lo sai è per il tuo bene, devo educarti.
tremo per il dolore e il piacere...passa il suo cazzo turgido deve mi ha bruciato, è eccitato...la punta è bagnata....
silenzio...il suo respiro sul collo...le mani stringono il mio culetto...rumore di plastica...mi infila un ovulo vaginale nell'ano per lubrificarmi.
amore adesso ti spingo l'ovulo dentro, hai il culetto così stretto...
il suo dito entra ma sono ancora contratta..rilassati..
l'ovulo è sciolto...lo sento colare fuori..
una spinta delicata, è entrato
lentamente solleva il mio culetto...brava amore...adesso sono dentro di te, ti scoperò tanto, voglio venire nel tuo meraviglioso culo.
scivola dentro e spinge sempre più forte.
amore sei dilatata, brava, è tutto dentro, l'hai preso come una vera schiava.
si ferma il tempo e il suo sperma cola tra le mie gambe.
ti amo
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16 years ago
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Il corso serale
Sono un programmatore di software. Qualche tempo fa mi è capitato di tenere un corso di aggiornamento sulla release di un prodotto gestionale sviluppato dall'azienda per cui lavoro. Vivo in una provincia il cui tessuto industriale è composto per lo più di piccole aziende, in cui la contabilità è compito preposto a segretarie o alle stesse imprenditrici proprietarie delle aziende. Questo per dirvi che su ventidue partecipanti al corso erano tutte donne. La cosa non mi ha preoccupato assolutamente. Le lezioni si svolgevano in orario serale, dalle venti alle ventidue, in un'aula di una scuola superiore, dato che il progetto era sponsorizzato dalla provincia.
L'ho notata fin dalla prima volta, ma non è successo nulla. Certo spiccava per lo sguardo fiero e curioso, per il modo elegante e aggrazziato con cui sedeva e prendeva appunti; la sua voce era come argento, allegra e solare, e aveva occhi come lampi.
Ma durante la seconda lezione, a distanza di un paio di giorni, avvertivo il suo sguardo seguirmi attento, mentre spiegavo le noiose funzionalità dell'applicazione. Mi sentivo lusingato e leggermente nervoso, essendo io single in quel periodo. Portava una gonna a a portafoglio sopra il ginocchio, calze grigio scuro e stivali. Il maglioncino nero lasciava intravedere un seno prosperoso ed invitante, il colletto della camicia esaltava la pelle candida del collo, e il suo sguardo divertito e attento mi cercava continuamente. Quella sera, terminata la lezione e riposto il computer portatile nella borsa, sono stato colto da una strana sensazione. Uscendo mi aveva salutato con affettata enfasi e un sorriso che mi aveva sciolto il cuore. Nell'aula vuota sembrava permanere qualcosa della sua conturbante femminilità ...forse il profumo, anche se non mi sembrava di sentire alcun aroma o essenza nell'aria. Mi sono avvicinato alla sedia su cui aveva seguito le mie spiegazioni, in seconda fila, sulla destra rispetto al proiettore utilizzato per mostrare schermate ed esempi. Mi sono chinato, annusando l'aria intorno a me. Non percepivo nulla di definito, ma ero attratto dal sedile...irrimediabilmente attratto da qualcosa: in controluce l'ho visto lucido. Bagnato. Con il naso ad un centimetro dal legno consumato dal tempo, ho respirato più forte, dipingendo nella testa visioni oniriche di quella donna che accavallava e scavallava lentamente le magnifiche gambe, scostando la gonna di quel tanto da mostrare che non portava biancheria intima. Ma il sedile era veramente bagnato e lucido. E ancora caldo. E con vergogna che confesso di aver toccato con la punta della lingua la seggiola. Poi l'ho leccata. Più volte, percependo una immediata e violenta erezione nelle mutande. Mi girava la testa, e la bocca era improvvisamente secca. Mi sono tirato su di scatto, con la paura che qualcuno potesse vedermi, ma grazie a dio anche il corridoio era vuoto e deserto. Tornato a casa, disteso nel letto, mi sono dato del pazzo. Ma non ho dormito, tormentato da quel gesto sensuale che avevo immaginato da parte di quella misteriosa donna; forse glielo avevo visto fare e il subconscio mi giocava uno scherzo...Non ricordavo bene; ma quel profumo...quel tepore sul legno. Quel gusto che mi aveva invaso la bocca...Non poteva essere il legno, no...Per quanto pazzesco potesse essere, era venuta veramente senza mutande a lezione. Era il suo dolce miele su quella sedia che mi aveva attirato. Lo sentiva ancora in bocca, nonostante il dentifricio, nonostante avessi leccato solo una piccola striscia di piacere. Sono riuscito a dimenticarmi dell'accaduto solamente il mattino dopo, una volta entrato in ufficio e aver ripreso contatto con le solite problematiche lavorative. Credevo fosse finita lì, ma mi sbagliavo.
Dopo due giorni, sempre la sera, sempre in quell'aula, l'ho incontrata per la lezione conclusiva. Mi ripetevo che non l'avrei più rivista e il mio folle gesto sarebbe rimasto un ricordo, uno di quegli anedotti da confessare agli amici, dopo un cicchetto di troppo. Ma non è andata proprio così. Mi sono accorto fin da subito che era vestita allo stesso modo; cambiavano i colori di maglioncino e calze; in più portava un paio di parigine sui collant...o autoreggenti...? Balbettavo tutte le volte che ne incrociavo lo sguardo. Mi ripetevo che non era possibile...uomini e donne non emettono feromoni come gli insetti; eppure sentivo nell'aria, distinto dai profumi dozzinali e scadenti delle sue compagne, il profumo di quel gusto...lo risentivo prepotentemente in bocca. Ho dovuto terminare prima del tempo la lezione, con gran sollievo di tutte le partecipanti, data la noia dell'argomento. Ma lei mi si è avvicinata con fare sbarazzino e una punta di malizia che mi ha letteralmente paralizzato. Mi ha chiesto qualcosa riguardo una specifica e complessa funzione sulla getsione dei resi di magazzino, ma non ricordo neanche più quale fosse la domanda: furbescamente era riuscita a far svuotare l'aula dalle altre allieve, fra saluti, strette di mano e ringraziamenti per il corso tenuto, fin quando l'eco degli ultimi passi era svanito nel corridoio. Mi stava davanti, sorridendo, con il quaderno degli appounti stretto al petto, le gambe leggermente aperte e un sorriso sfrontato. Ancora adesso non so come si chiami. Non so nulla di lei, se non che mi ha fatto perdere la ragione.
"Mi vuoi, vero?" Il tono della voce era volutamente basso e sensuale. "Mi hai annusato...perchè sei goloso. Come me."
Non mi sono mai drogato in vita mia, ma dopo questa esperienza io stesso dubito di quanto sto affermando. In quell'attimo di silenzio che è seguito alla frase, ho sentito chiaramente il suono caratterisitico di gocce che impattano su una superficia solida! Plick...ma non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, che mi bruciavano l'anima. Pensavo fosse un'allucinazione, ma quel rumore, quello sgocciolio lo sentivo chiaramente in testa. Plick...mi sorrideva, come se sapesse cosa mi stava succedendo...Ma come era possibile...? Plick. Ho fatto scivolare lo sguardo verso il basso. Le sue gambe erano aperte e la gonna scostata. Il suo sesso era rasato in un'ordinata e conturbante strisciolina, il clitoride lucido e gonfio, e la sua fica...la sua fica gocciolava. Densi e ialini filoni che si distaccavano, che si allungavano, protendendosi, bagnando il pavimento. Ho pensato che fosse lei la drogata, a tal punto da potermi allucinare rilasciando nell'aria chissà quali sostanze stupafacenti. E chissà in quale modo! Non c'è stato bisogno di parole. Come in un sogno, come se una volontà esterna alla mia (ma ero io...sapevo perfettamente quello che stavo facendo) mi sono accucciato a quattro zampe e ho leccato il suo piacere dal pavimento, gustando ogni pucciar di punta e ogni lappata, come se ne dipendesse la mia stessa vita; ho rialzato lo sguardo solo dopo averlo ripulito. Lei era ancora in piedi, puntata con la sua figa che dilagava, sullo spigolo della cattedra. Poi si è tirata su, sul piano, e mentre si distendeva e si metteva comoda perchè io ne potessi godere appieno, ho ciucciato quello spigolo, intriso del suo dolce veleno, di quella sua starordinaria droga. E infine l'ho leccata, succhiata, lappata, scavata con la lingua, mentre si dimenava sulla cattedra e mi spingeva la testa sul sesso. Avevo la bocca piena dei suoi umori, al punto da dover inghiottire quel dolce miele ogni due o tre lappate. il piano del tavolo si bagnava, lucido, nonostante leccassi come un forsennato, perchè nulla andasse sprecato. E non so dirvi quanto tempo sia passato. Lei godeva, urlando, gemendo. L'ho fatta mia, penetrandola ora dolcemente, ora con foga, riempiendole la fica del mio sperma, e leccandola ancora, bevendo i nostri semi mesciati in un cocktail che aveva del divino. E l'ho penetrata ancora, e leccata di nuovo, stupendomi di quanti orgasmi avesse lei e di quanti ne riuscissi a raggiungere io, schizzando il mio fuoco liquido sul clitoride, sulle cosce, sulla pancia, succhiandole le dita che si infilava dentro, avida, nelle brevi pause che passavano fra la penetrazione e il lappare, scopandola di lingua in un lago di sguazzante piacere peccaminoso. Mio dio, quanto tempo e in che stato di deliquio io abbia passato quella sera, non so veramente dire. Mi sono risvegliato a notte fonda, piegato, svenuto prono a metà sulla cattedra, in quel mix di umori afrodisiaci, impiastrato totalmente del nostro piacere. Ero solo. Imbevuto del mio sperma e del suo godere stava un foglio A4 a quadretti, quelli usati da lei per prendere appunti: "GODO...ANCORA!" Il silenzio totale assordava le orecchie. Le luci erano spente. Ho avuto paura di esser rimasto chiuso dentro la scuola, ma grazie a dio l'ingresso principale era aperto; chissà quanto tempo prima era andata via lei. E chi era. E che cosa mi aveva fatto, come era riuscita a stordirmi in quel modo. Ho pensato di effettuare analisi del sangue, sicuro di essere stato drogato in qualche modo; ma nonostante tutto, mi rendevo perfettamente conto di non aver mai goduto così tanto prima d'ora, di non aver mai goduto di una donna tale, di una figa così vogliosa e generosa...
Sono rincasato e sono svenuto nel letto, adducendo la mattina dopo un malore per potermi assentare da lavoro e riprendermi. Dopo qualche giorno ho avuto la certezza che nessuno fosse venuto a conoscenza di quell'esperienza e mi sono rassicurato. Convinto di aver vissuto una di quelle situazioni che capitano una sola volta nella vita, ho deciso di non farne parola con nessuno...fino ad oggi. Non ho cercato di risalire alla sua identità , non essendo mai stato in possesso della lista delle presenze al mio breve corso; nè mi aspettavo di incontrarla per strada, per una banale coincidenza. Stavo dimenticando dell'accaduto. Fino a ieri sera. Fin quando arrivato davanti a casa, una villetta fuori dal centro abitato, non sono stato colto nuovamente da quella strana sensazione, da quella vertigine impalpabile. Non ho collegato subito, non me lo aspettavo, seppur il cuore ha incominciato a battermi all'impazzata nel petto e in bocca sentissi nuovamente il gusto del paradiso. Appoggiata alla porta di casa c'era la mia penna stilografica, che ero solito portare agganciata nella tasca interna della giacca, e del cui smarrimento non mi ero neanche accorto. Era lucida. Bagnata. E ancora tiepida. Con le mani che tremavano, l'ho avvicinata al naso, l'ho schiacciata sulle labbra. L'ho leccata, succhiata, avidamente. Mi tremavano le gambe, mi girava la testa. Mi sono guardato intorno, quasi mi aspettassi di vederla, o di vedere qualche passante scandalizzato da quel mio gesto da pazzo, ma non c'era nessuno. Ho infilato le chiavi nella toppa, dopo diversi tentativi falliti, con una preoccupante frenesia, agitato come non mai. Sono entrato, ho richiuso la porta appoggiandomici contro, con gli occhi chiusi e il fiato corto. E sono scoppiato a ridere come un folle, felice, pieno di lei, del suo dolce veleno che mi circolava ancora nel sangue.
"Godo...ancora..."
Lei era lì, nel mio salotto, con le calze abbassate e la gonna scostata, stesa sul divano, già bagnato e lucido del suo piacere, pronta per la mia lingua che non poteva più dimenticarla. Era lì, che mi chiamava, mi voleva, bramava le mie attenzioni...Lei era lì, davanti a me, bella come il peccato...Lei...che era lì, desiderio puro e selvaggio incarnatosi in donna...era lì, davanti a me...o forse no...non ricordo bene...non ricordo più...da quando ho perso la ragione...
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16 years ago
admin, 75
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Una rossa presenza
L’alta mattina alle 8.00, come sempre, ho preso l’ultima carrozza della metropolitana. Salire al capolinea mi consente di trovare il posto a sedere. Dopo anni di traffico, di interminabili code, sei mesi fa, ho deciso di tornare a prendere i mezzi pubblici. Non sopportavo più il fatto di passare gran parte del mio tempo bloccato dal traffico. Poi ci si è messo pure il caro carburante e la scelta, da provvisoria, è diventata continuativa. Non so se diventerà definitiva, sicuramente si sta rivelando azzeccata e piacevole. Azzeccata perché, salvo rare eccezioni, dovute a scioperi o guasti tecnici, i tempi di percorrenza sono certi e accettabili. Il posto di lavoro dista 20 Km da casa, impiego circa 45 minuti per tratta. Ultimamente con la macchina mi capitava di impiegare quasi il doppio. Piacevole perché ho la certezza di fare il viaggio comodamente seduto. Ho ripreso a leggere, tornando ad essere quell’assiduo lettore che prima riuscivo ad essere solo durante le vacanze estive e natalizie. Leggo un libro a settimana, tutto sommato un buon ritmo. Leggo un po’ di tutto: romanzi, polizieschi, thriller, saggi… in questo momento sto leggendo l’ultimo di J. Grisham “ultima sentenza”, molto interessante. Ma non è del libro che voglio parlare, bensì di un’esperienza unica, una di quelle che pensavo succedessero solo nei film e, appunto, nei romanzi. Per abitudine mi siedo in uno dei posti doppi che si trovano in testa ed in coda alla carrozza. Prediligo occupare quello vicino al finestrino. Non sempre la carrozza alla partenza dal capolinea si riempie, l’altra mattina, il posto al mio fianco era libero. Appena seduto ho iniziato a leggere con bramosia. Giunto ormai verso la fine, ero impaziente di conoscere l’epilogo. Alla prima fermata la carrozza si è riempita, i posti a sedere si sono esauriti in un attimo e quelli che, per loro sfortuna dovevano viaggiare in piedi, erano “costretti”: letteralmente… condannati a una pena. Il posto al mio fianco era stato occupato. Il profumo inebriante che piacevolmente mi avvolse, mi diede la conferma che si trattava di una donna. Per non essere sfacciato ho cercato di capire che tipo fosse, scrutandola di soppiatto, senza girare la testa dalla sua parte. Immerso nella lettura mi limitavo a buttare la coda dell’occhio nella sua direzione cercando di non darlo a vedere. Indossava un abito color rosso fiammante, molto elegante. Probabilmente era stato confezionato su misura per lei da qualche atelier di alta moda. Un abito estivo che emanava un senso di freschezza, leggero, molto leggero, penso fosse di lino. Non era molto lungo, arrivava a coprire circa metà coscia, così che la bellezza delle gambe ne veniva esaltata. Due gambe stupende, abbronzate, perfettamente depilate, snelle ma non eccessivamente sottili, sorrette da una tonica muscolatura, sicuramente frutto di un costante e corretto esercizio fisico. Ai piedi calzava un paio di sandali rossi, anch’essi molto eleganti con un tacco di media altezza. Non indossava calze, i piedi erano molto curati con le unghie leggermente smaltate di rosso. Sulla caviglia destra portava un’elegante catenina d’oro. Mi sono stupito di me; in genere presto minor attenzione a questi particolari, sono molto più attratto da seno, labbra, occhi e culo, ma quelle gambe avevano un fascino particolare e mi provocavano un’attrazione quasi morbosa, molto nota, credo, ai feticisti del genere. Insomma, questa “rossa presenza” mi stava turbando. Apparentemente sembravo concentrato e assorto nella mia lettura, in realtà non riuscivo più a leggere. Riprendevo spesso lo stesso periodo, perché mi capitava continuamente di … perdere il filo. Ma il segnale più inequivocabile mi era dato dall’ erezione che sentivo crescere nel pube. Imbarazzato e confuso, avevo l’impellente necessità di sistemare il cazzo, perché, impedito nell’erigersi dalla posizione che avevo assunto, cominciava a farmi male. La situazione si complicava col passare del tempo, la speranza di porre fine a quel supplizio mi aspettava alla stazione di Lambrate. Li sarei sceso, mi sarei dato una sistemata e soprattutto avrei abbandonato la vicinanza della “rossa presenza”, riacquisendo così la consueta tranquillità. Ma, alla meta, mancavano ben 7 fermate, troppe. Cercai di aiutarmi facendo ricorso a alcune tecniche di rilassamento che avevo imparato frequentando un corso specifico, niente. Il mio imbarazzo ormai era del tutto evidente, ma per fortuna, come spesso accade quando meno te l’aspetti, venne in mio aiuto lo squillo di un cellulare, era quello della signora in rosso. Mentre lei si accingeva a cercare il telefonino nella borsetta, anch’essa rigorosamente rossa, io, con un’abile mossa riuscii nel mio intento. Emisi, quasi senza accorgermi, un sospiro di malcelata soddisfazione. “Tesoro alzati dal letto, datti una mossa pigrone”. Con chi stava parlando? Aveva la fede al dito, quindi probabilmente col marito. Cominciai a fantasticare su cosa poteva essere successo la scorsa notte tra le lenzuola col suo tesoro, visto che il pigrone non si era ancora degnato di mettere il piede a terra. Chissà quali e quante battaglie di sesso sfrenato erano avvenute. Lei, ne ero sicuro, aveva vinto la guerra. Questi pensieri non aiutavano a riportare l’asta in posizione di riposo. Quando chiuse la telefonata col suo tesoro, per coincidenza casuale ci trovammo ognuno con la testa girata dalla parte dell’altro e per un’ attimo, che a me parve interminabile, ebbi l’occasione di guardarla negli occhi. Lei accennò un cortese sorriso, io cercai di ricambiare. Non so come fosse l’espressione del mio viso in quel momento, ma credo che assomigliasse molto a quella di coloro cui capita, per ventura, di vedere la …. madonna. Mi ritrovai improvvisamente intento a compilare con la fantasia uno di qui questionari in cui ci viene chiesto se crediamo all’amore a prima vista, se pensiamo sia possibile fare sesso con una persona appena incontrata, se pensiamo sia giusto approfittare dell’occasione e tradire il nostro partner, se pensiamo che l’uomo sia bigamo o monogamo e via di questo passo. Ovviamente per me in quel momento esisteva un’unica risposta a tutte le domande, e questa risposta era rigorosamente SI, fatta eccezione, ovviamente, per quella sulla monogamia o bigamia, alla quale risposi senza esitazione che la bigamia era nella natura dell’uomo. Preso da questa fantastica attività quasi non mi rendevo conto che il treno stava rallentando in prossimità della fermata di Lambrate. Con prontezza mi girai verso la signora in rosso e cercando di essere il più gentile possibile dissi “scusi devo scendere” “non si preoccupi scendo anch’io”, il mio battito cardiaco ebbe una brusca accelerazione, mi sembrava rimbombasse in tutta la carrozza, quasi fossimo in una moderna discoteca. Scendemmo le scale, ero dietro di lei, i miei occhi si stamparono sui suoi danzanti glutei, uno spettacolo inebriante. Alla fine della scalinata, presi il coraggio a due mani, la accostai e le dissi “Ciao, posso offrirti un caffè?” Lei mi guardò un po’ sorpresa, poi mi sorrise e disse “Non bevo caffè”, stavo avvertendo l’imminente arrivo di una paralisi, quando… “vada per una spremuta”, scongiurata paralisi, mi ritrovavo a lottare con un attacco di balbuzie, riuscii a dire “ottimo” e ci avviammo verso il bar della stazione. Parlammo del tempo, del traffico della voglia di vacanze, della routine del lavoro, del caro vita, e altre banalità di questo tipo, questo era quanto esprimevamo col sonoro. Ben altra musica esprimevamo con la gestualità e col corpo.Si parlava del caldo che improvvisamente era esploso, lei sembrava una di quelle “veline” che al termine del TG annunciano le previsioni del tempo ammiccando maliziosamente, ovviamente io non ero insensibile a questo modo di fare e lo comunicavo,toccandomi i genitali, sistemandomi lentamente l’attrezzo che, per effetto di quella prosa, iniziava ad erigersi. La traduzione recitava più o meno così “Mi fai tirare il cazzo, ho voglia di scoparti” lei sorrideva e ammiccava, traduzione “cosa aspetti, bastardo ..scopami”. Uscimmo dalla stazione MM e sostando sul marciapiede antistante, mi disse “ti da fastidio se fumo?”, io ex-fumatore, che da quando aveva smesso di fumare era diventato intollerante e bacchettone, dissi ipocritamente “figurati, non c’è problema”. Si accese la sigaretta e ad ogni boccata era come se mi stesse facendo un pompino, c’è qualcosa di molto erotico nel modo di fumare che hanno certe donne. Credo che la mia erezione abbia toccato in quel momento il massimo. Lei se ne rese conto, avvicinò la sua sensuale bocca al mio orecchio e mi disse “Hai un coniglio in tasca o sei contento di vedermi?” scoppiammo in una fragorosa, liberatoria risata. Nel mentre, posò la sua mano sul mio pube, e, nonostante l’impedimento degli indumenti, avvolse il mio cazzo al massimo dell’erezione, riavvicinò la bocca al mio orecchio, con un piccolo morso mi provocò un brivido, poi mi infilò l’umida lingua fino a toccarmi il timpano e mi sussurrò “seguimi”. Voltammo l’angolo e camminammo per circa 150 metri, a quel punto lei si infilò nel portone di un vecchio stabile io la seguii. Entrai, lei si era fermata davanti a me per accertarsi che l’avevo seguita fin li, poi con un cenno del capo mi fece capire di continuare a seguirla. C’era sulla sinistra una porta situata ai piedi di un sottoscala, lei estrasse dalla borsetta un mazzo di chiavi ed aprì la porta, io la seguii. Era un bilocale, entrata si fermò dandomi di spalle. Mi avvicinai, accostai il mio corpo al suo facendole sentire tutto il vigore del mio cazzo duro come il marmo, lei spinse verso di me le sue sode chiappe ed emise un gemito che mi fece arrapare ancora di più. L’abbracciai, feci passare le mie braccia tra le sue braccia ed i fianchi in modo da portare le mani a cupola sul seno. Cominciai a palpeggiarla alternando tocchi morbidi e vigorose strizzate, intanto la baciavo sul collo e dietro le orecchie, ogni tanto la mordicchiavo e le sussurravo le cose più sconce che mi passavano per la testa. Ormai avevo perso ogni freno inibitorio non capivo più nulla, “Sei proprio una gran figa, mi fai impazzire” “Scopami ti prego” “Sii, ti voglio scopare, ti voglio tutta per me” “Sii, sono tua” “Dimmelo ancora troia” “Sii sono la tua troia” “Lo senti il mio cazzo?” “Sii, lo sento” “Lo vuoi il mio cazzo?” “Siiiii… dammelo!!” “Eccolo, troia, succhiamelo” “Sii voglio succhiarti, scopami in bocca” “brava, così.. sei un gran pompinara” “Mmmm, mi piace” “Sei un gran troia” “Sii sono la tua troia” “Adesso girati voglio prenderti dal di dietro” “Scopami, bastardo” “Guarda come sei bagnata, sei una maiala” “Scopami, non ce la faccio più, cosa aspetti?” “Voglio sentirti implorare, troia, devi desiderarlo” “Mi fai impazzire, brutto figlio di puttana, scopami” “Eccolo sono dentro di te, e ti sto scopando” “Oh, siiii… mi fai morire.. continua non ti fermare” “Che puttana che sei!!” “Sii, continua che sto per godere” “Godi puttana!!” Ah.. si .. eccomi eccomi, godoo… gooodooo” “godi troia.. che adesso ti faccio anche il culo” “Siii mettimelo nel culo…” “Questo bel culo, adesso te lo sfondo” “ Piano ti prego, non farmi male” “Eccomi sto entrando” “Si ti sento… mi piace” ”Certo che ti piace, sei una maiala..“ “ Sii sono una maiala..” “Dimmelo ancora!!” “Sono la tua maiala” “sei una gran troia, mi stai facendo godere” “Sii godi, amore..” “Ti sborro nel culo, troia” “Tesoro sborrami in bocca, ti prego” ”Vuoi bere la mia sborra?” “Sii, fammi bere la tua sborra, ti prego” “Girati che sto per venire” “Eccomi, schizzami tutto in gola..” “Siii, troia eccomi… goodoo, ecco… bevila tutta, ah.. che sborrata. A quel ci baciammo con passione passandoci il nettare da bocca a bocca. Rimanemmo abbracciati e continuammo a baciarci per circa 10 minuti. Poi ci siamo ricomposti e lei mi ha detto “Esci prima tu io aspetto qualche minuto per non dare nell’occhio.” “Va bene, ciao” “Ciao”. Uscii, mi diressi verso l’ufficio dove mi aspettavano per una riunione. Appena entrato il mio capo mi guardò con aria da rimprovero e mi disse “Problemi?”. “Scusi mi è capitato un’ imprevisto” “Nulla di grave, spero” “No, nulla di grave, per fortuna”.
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16 years ago
deameo,
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Last visit: 8 years ago
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La prima volta!
...continua!!
...e alle 15 sei arrivato!!!
Il cuore impazzito ma la tua gentilezza mi ha un pò tranquillizzata, sei entrato e subito mi hai riempita di complimenti, sfilare per te con i tuoi occhi addosso era piacevole, poi hai iniziato ad accarezzarmi, le tue mani sulle gambe, la tua lingua sui capezzoli, mi sollevi il vestito, mi sposti il perizoma e mi lecchi le natiche...mi piace sentirti addosso!
Ma ora è il mio momento, ti spingo sul tavolo e ti abbasso i pantaloni e scopro un fallo molto più grosso di quello che immaginavo, è enorme ma mi impegno a succhiarlo, a leccarlo per fartelo diventare duro ed ancora più grosso!!!
Continua...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
La prima volta!
Era tutto confermato, alle 15 a casa mia!!
Era non agitata, nel panico più totale, avevo paura di non piacerti, di non essere troppo donna ma mi ero impegnata tantissimo:
mi sono data lo smalto nero sia sulle unghie dei piedi che nelle mani, nero ed erano splendidi, mi sono truccata gli occhi, in modo leggero, rossetto, mi sono tirata tutti i capelli indietro, mi sentivo molto carina ma soprattutto donna, molto donna!!
Faceva molto caldo, ho deciso pre un perizoma nero ed un abitino corto e molto succinto che copriva appena il sedere e lasciava ben in vista le gambe liscie e toniche su sandali rosa come l'abito rigorosamente a spillo!!
...continua!!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Mio marito 2
Tremavo come una foglia, mi sentivo impazzire dall'eccitazione e dall'imbarazzo ma la cosa mi piaceva e molto. Matteo mi prese per braccio, mentre mio marito rimase un po' indietro. Mi stringeva forte, mi sussurrava parole carine, si complimentava con me per le mie gambe bellissime e per la mia ''disponibilita' '' nel giocare. Ridevamo fregandocene elle persone che scambiavamo. Adesso eravamo nel centro del piccolo paese e sedemmo ai tavolini di un bar. Ordinammo un Martini. Io avevo le gambe accavallate e '' sentivo'' l'oggetto dentro di me. Matteo tudiava i miei gesti. Lo vidi inserire una mano in tasca ed io fui invasa da fremiti forti, incontrollabili, indecentemente eccitanti, iniziai a muovermi sulla sedia, strinsi forte le braccia al mio ventre ma stavo godendo come una pazza tra la gente ignara che stava passando. Come mi era arrivato il fremito fini?. Guardai Matteo negli occhi non so se grata di aver spento l'oggetto o inritata per avermi condotta alle soglie dell'orgasmo per poi cessare. Ma il gioco non era finito. Mentre stavo bevendo il Martini il fremito riprese dentro di me ma in modo piu' tenue stavolta. Tenevo gli occhi abbassati, temevo che la gente capisse che stavano accadendo cose un po strane ma il gioco era bello e straziante nello stesso momento. In un vicolo mi ritrovai a guardare una vetrina abbracciata a Matteo mentre mio marito rimase lontano da noi. Lui mi abbracciava come un tenero amante, per la gente che passava noi eravamo la coppia e mio marito l'estraneo, mi baciava sul collo e mi teneva alla vita tirandomi a se. La vibrazione riprese eppure il giovane mi stava abbracciando.....In lontananza vidi mio marito con le mani in tasca e compresi che adesso era lui a '' gestirmi'' il piacere. Appoggiai la schiena al muro , tirai su di me il mio giovane amante e iniziai a baciarlo con foga. Gli avevo infilato la lingua in bocca, la saliva colava dalle nostre labbra sul mento e ci leccavamo come impazziti. La vibrazione era sempre piu' forte e io mugolavo con la bocca impastata tra lingua e saliva. Le mie cosce si sfregavano in modo convulzo e continuo, col ginocchio toccavo il cazzo eretto del giovane e lui mi sosteneva con le sue forti braccia per non farmi cadere. Spasmi forti al mio ventre, gocce del mio piacere che colavano lungo le cosce, capezzoli eretti strofinati sul petto di lui a tal punto da sentire dolore che si trasformava pian piano in ulteriore piacere. Mi sentivo le mutandine fradice, la fica bagnata a tal punto che temei che il vibratore mi uscisse ma lui in modo indecente mi diede una palpata di fica da sopra alla gonna e rimise l'oggetto dentro di me. Pian piano con le gambe tremanti ci riavviammo all'auto. Prima di salutarci mi bacio' nuovamente con foga e ardore e mi sussurro' :....VEDRAI COSA TI INVENTO LA PROSSIMA VOLTA.....rincominciai a tremare. Allora non tutti i singoli erano '' frasche'' frettolosi e scorretti Vi erano anche giovani corretti e intriganti e cio' ci fece piacere
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
Mio marito
Il nostro rapporto di coppia stava cambiando. Adesso leggevo negli occhi di lui una luce nuova, diversa, leggevo un '' intrigo'' una voglia inrefrenabile di qualcosa di nuovo. Sapevo che aveva inserito degli annunci e pubblicato delle mie foto con sopra scritte delle didascalie del tipo : OFFRO MIA MOGLIE.... o cose del genere. Ci teneva a essere lui il gestore del gioco e spesso si tratteneva a ore davanti al computer.Scaricava decine e decine di mail molte assurde e incomprensibili finivano subito nel cestino altre piu' accattivanti e con foto decenti venivano accantonate per essere da me visionate. La prima '' scrematura'' avveniva cosi' , forse in modo un po drastico, ma dovevamo sennonaltro avere un'idea , tramite foto, di colui che avremmo incontrato. Oni tanto la sera dopo cena mi faceva visionare le foto e insieme decidevamo con chi andare un po oltre a loro davamo il mio numero di cellulare e spesso neppure chiamavano. Un gioco che all'inizio era molto intrigante pian piano ci innervosiva e diveniva inritante. Ricordo che una sera demmo il mio numero a tre bei ragazzi. Avevano inviato belle mail e foto piacevoli e noi, come sempre, gli demmo il numero del mio cellulare.Per farla breve e sensa esser polemica ricordo solo che uno ci fece andare sul luogo dell'incontro e poi non si fece neppure vedere evitando addirittura di rispondere al telefono.Un altro, sennonaltro venne all'incontro, ma solo per farci capire che lui voleva solo '' far numero''. L'altro ci invio' il classico sms dell'ultimo momento menando cazzate indecenti per giustificare, forse a se stesso, la mancanza di ''palle''. In questa atmosfera il gioco stava precipitando, scadendo e tutto cio' che fino ad adesso ci aveva essitato si stava rivolgendo contro di noi in una tenzione noiosa e sgradevole. CON TUTTI I PROBLEMI CHE Cè NELLA VITA FIGURATI SE MI VOGLIO ROMPERE IL C... CON CERTE PERSONE....diceva spesso mio marito , ma lo diceva a denti stretti profondamente dispiaciuto di cio. Lui che è conosciuto nell'ambito lavorativo e sociale come una persona correttissima non comprendeva neanche minimamente certi atteggiamenti e tendeva a fare '' di ogni erba un fascio'' notavo che nelle risposte alle mail dei singoli adesso era più freddo, piu' drastico e la cosa mi dispiaceva. Nei nostri annunci cercavamo amicizia, complicita, intrigo, seduzione e estrema affidabilità e sembrava davvero che cio' non esistesse neppure sennonaltro fino al giorno che incontrai Matteo ,ma andiamo in ordine.In un pomeriggio accaldato, mentre mio marito era a lavoro decisi di entrare in chat per passare un'oretta. Mi presentai come PAOLA e nel profilo scrissi:....CERCO UN AMANTE PER ME.....Logicamente mi chiamarino in mille in privato e dovetti , mio malgrado chiudere a molti fino a che non ne rimase uno soltanto. Si presentava come un bel giovane alto slanciato e di buona famiglia, ci trattenemmo allungo a ciattare, il tempo scorreva piacevole spesso mi faceva '' le faccine sorridenti'' ed io ricambiavo. Per non perdesi gli lasciai la mia mail e lui ricambio'.Il giorno seguente trovai nella posta una sua mail e la lessi con molta attenzione. Si capiva benissimo che era un giovane colto, si sapeva ben presentare con parole e frasi carine, aveva allegato una foto col volto coperto, compresi benissimo i suoi timori. Risposi alla mail ponendo particolare attenzione nello scegliere una mia foto.Adesso ero io che stavo gestendo un nuovo gioco e mi venne spontaneo pensare: SPERIAMO DI ESSER PIU' FOTUNATA...I contatti su susseguirono fino al giorno che ci scambiammo i numeri di cellulare. Mi chiamo in un tardo pomeriggio. Aveva la voce calma, dava un senso di rilassante piacere, gentilissimo, mi corteggiava ma con un tatto estremo sensa mai cadere in parole volgari. Decidemmo di fissare un incontro conoscitvo per il giorno seguente. Mi ritrovai a '' supplicarlo'' di non fare un bidone, di non essere per noi l'ennesima delusione, lui sembrava non comprendesse neppure cosa voleva dire prendere in giro la gente ma ricordai che anche gli altri...poi non ci volli pensare. La sera ne parlai con mio marito. Notai che rimase sorpreso, non so se in modo positivo o meno della mia iniziativa ma ....non avevamo niente da perdere. Per l'occasione indossai una minigonna molto corta, delle scarpe con tacco a spillo e una camicetta scollata. Il luogo dove ci saremmo trovati era a una ventina di chilometri da casa nostra, li percorremmi in silenzio. L'auto del giovane era gia' li' parcheggiata e noi ci affiancammi. Scesi dall'auto, le gambe mi tremavano e l'imbarazzo si faceva sentire. Anche lui scese dall'auto, era piu' alto di quanto pensassi, elegantissimo nel suo completo firmato, mi sorrise dolcemente, mi abbraccio e mi bacio' sulle guance, rimasi un momento inebriata dal profumo che stava emanando. Tutto scrreva nel migliore dei modi, la conversazione era piacevole e anche mio marito entro' nella giusta armonia. Dal sedile posteriore Matteo prese una rosa rosso scarlatto, un pacchettino con una grossa coccarda e sorridendo mi disse.... ECCO UN PICCOLO DONO PER TE . Sorrisi e ringraziai. PERCHE IL PACCHETTINO NON LO SCARTI NELLA MIA AUTO...... E MAGARI LO PROVI MENTRE IO E TUO MARITO RIMANIAMO A PARLARE? Annuii con la testa. Aprii la portiera dell'auto, probabilmente aveva l'aria condizionata accesa prima di fermarsi, vi era un fresolino che mi faece vibrare la pelle, l'auto era lussuosa, un profumo da auto rendeva l'abitacolo particolarmente accogliente ed io '' sprofonda'' nei grandi sedili di pelle. Fremendo scartai il pacchetto non riuscivo a comprendere il suo contenuto e cio mi eccitava. Un bollino dorato sopra alla carta da pacchi faceva intuire la provenienza ... lo aprii con mani tremanti. All'interno vi era una soffice ovatta e sotto un oggetto un po strano con una forma vagamente fallica ma di medie/piccole dimenzioni, aveva una specie di ciambella a un estremo come per non farlo scivolare troppo all'interno, rimasi un attimo perplessa a guardarlo. Mi ritrovai a passarmi la lingua sulle aride labbra,il cuore mi batteva sempre piu' forte, gli uomini confabulavano fuori dall'auto ed io mi sentivo distaccata dal mondo. All'interno vi era anche un foglietto illustrativo con quattro immagini . La prima ritraeva, in modo schematico, una donna a gambe larghe con le mutandine abbassate al ginocchio. La seconda vignetta la faceva vedere mentre si inseriva loggetto nella vagina. La terza mostrava la donna, che con l'oggetto inserito, si rimetteva le mutandine imprigionando il piccolo fallo dentro di lei. La quarta e ultima immagine ritraeva la donna che camminava per strada e alle sue spalle un uomo azzionava un radiocomando a distanza. La cosa mi stava eccitando e sconvolgendo allo stesso momento ma le mie mani come guidate da altri sollevarono la gonna, spostarono un lembo delle mutandine bagnate e inserirono l'oggetto dentro di me. Un gemito forte mi usci dalle labbra. I vetri dell'auto erano scuri, loro adesso erano rivolti verso di me. Mi riaggiustai gli indumenti e scesi dall'auto. I due cercarono il mio sguardo mentre io lo evitai. Tremavo come una foglia, mi sentivo impazzire dall'eccitazione e dall'imbarazzo ma la cosa mi piaceva e molto. Matteo mi prese per braccio, mentre mio marito rimase un po' indietro. Mi stringeva forte, mi sussurrava parole carine, si complimentava con me per le mie gambe bellissime e per la mia ''disponibilita' '' nel giocare. Ridevamo fregandocene elle persone che scambiavamo. Adesso eravamo nel centro del piccolo paese e sedemmo ai tavolini di un bar. Ordinammo un Martini. Io avevo le gambe accavallate e '' sentivo'' l'oggetto dentro di me. Matteo tudiava i miei gesti. Lo vidi inserire una mano in tasca ed io fui invasa da fremiti forti, incontrollabili, indecentemente eccitanti, iniziai a muovermi sulla sedia, strinsi forte le braccia al mio ventre ma stavo godendo come una pazza tra la gente ignara che stava passando. Come mi era arrivato il fremito fini?. Guardai Matteo negli occhi non so se grata di aver spento l'oggetto o inritata per avermi condotta alle soglie dell'orgasmo per poi cessare. Ma il gioco non era finito. Mentre stavo bevendo il Martini il fremito riprese dentro di me ma in modo piu' tenue stavolta. Tenevo gli occhi abbassati, temevo che la gente capisse che stavano accadendo cose un po strane ma il gioco era bello e straziante nello stesso momento. In un vicolo mi ritrovai a guardare una vetrina abbracciata a Matteo mentre mio marito rimase lontano da noi. Lui mi abbracciava come un tenero amante, per la gente che passava noi eravamo la coppia e mio marito l'estraneo, mi baciava sul collo e mi teneva alla vita tirandomi a se. La vibrazione riprese eppure il giovane mi stava abbracciando.....In lontananza vidi mio marito con le mani in tasca e compresi che adesso era lui a '' gestirmi'' il piacere. Appoggiai la schiena al muro , tirai su di me il mio giovane amante e iniziai a baciarlo con foga. Gli avevo infilato la lingua in bocca, la saliva colava dalle nostre labbra sul mento e ci leccavamo come impazziti. La vibrazione era sempre piu' forte e io mugolavo con la bocca impastata tra lingua e saliva. Le mie cosce si sfregavano in modo convulzo e continuo,
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16 years ago
admin, 75
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Situazioni intrigante … ….. sogno o realtà
Situazioni Intrigante … ….. Sogno o realtà
Ormai è da tempo che usciamo con un gruppo di amiche e spesso sono l’unico ragazzo del gruppo. Lei è fidanzata e si chiama Roberta spesso c’è anche lui con noi. Le nostre chiacchierate si fanno sempre più intime ad ogni nuova uscita parlare con lei era sempre più piacevole. A volte ci raccontiamo situazioni intime, ma mai nessuno dei due avrebbe pensato che potesse mai succedere quello che di li a poco sarebbe accaduto. Una sera come tante eravamo in uno dei tanti locali della città che già conoscevamo, ad un certo punto sento una mano che mi sfiora la gamba destra dove sta seduta proprio Roberta, mentre dall’altra parte Paola parla con un'altra amica del gruppo. I pantaloni sono leggeri e sento la sua mano che continua a sfiorarmi. Non nego che la situazione mi ha lasciato perplesso, ma iniziavo a sentire in certo calore salire dallo stomaco. Lei è una bella ragazza niente di eccezionale, ma stasera era molto provocante, un vestitino leggero che lasciava libere le sue belle gambe ed un seno piccolo una 3a scarsa diceva lei, ma molto sensuale in quel momento. E sicuramente per il caldo della serata estiva non portava reggiseno. Dopo un po’ mi sento infilare un bigliettino in tasca. La guardo e lei mi fa l’occhiolino. Mi alzo dal tavolo con la scusa che la birra bevuta era troppa e mi dirigo verso il bagno. Dove leggo con attenzione il bigliettino. Che diceva: “ci vediamo domani alle 21.00 ho bisogno di parlare sola con te. Ritornato al tavolo c’è il cameriere che sta raccogliendo i soldi del conto visto che alcuni l’indomani dovevano lavorare. Quindi ci lasciamo tutti con un saluto. E con uno sguardo di assenso feci capire a Roberta che per l’indomani era tutto ok.
La notte continuavo a pensare alla sua proposta e il mio desiderio di lei cresceva. Spesso avevo ricevuto apprezzamenti da lei, ma mai avrei pensato che mi potesse capitare una cosa simile. Passai la giornata successiva a pensare cosa volesse o cosa sarebbe accaduto tra di noi. Mi dicevo che mi sbagliavo e che lei voleva solo parlare ma le sue carezze della sera prima erano chiare. Dieci minuti prima delle 21.00 ero nel locale da lei indicato, un Agriturismo molto carino. L’aspettai fuori dal locale seduto in auto, quando pensavo che era stato uno scherzo visto il ritardo, vidi arrivare la sua auto da lontano. Ed ebbi un sussulto. Scesi dall’auto e mi avvicinai a lei. La vidi scendere dall’auto in un vestito nero aderente che le arrivava sopra il ginocchio lasciano libere gran parte delle sue gambe. Si avvicino a me dandomi un dolce bacio sulla guancia, il viso era dolcissimo e aveva messo un trucco leggere che accentuava l’azzurro dei suoi occhi. Ci dirigemmo verso l’ingresso del locale. Sento forte il suo profumo dolce, ma intenso. Il cameriere ci fa accomodare in un tavolo appartato e molto elegante. Mi sento lusingato di tante attenzioni e capisco che la serata evolverà nella maniera migliore. Dopo un attimo di silenzio mentre il cameriere si allontana le chiedo come questo incontro. E lei mi dice che ha bisogno di parlare ed io le sembro la persona giusta. Inizia a raccontarmi dei problemi con il suo fidanzato e di come ormai da mesi non stanno più insieme nonostante le sue continue provocazioni verso di lui. Mi confida che temo che lui abbia una donna e per questo ultimamente si sente tanto sola. Nel dire ciò le prendo la mano e la stringo e senza accorgermene le sue labbra sfiorano le mie in un dolce bacio. Lentamente le nostre labbra si schiudono e il bacio diventa sempre più passionale mentre con la mano le massaggio i capelli. Poi la mia mano lentamente scende lungo la sua schiena e mi accorgo attraverso la stoffa del vestito che neanche stasera non porta il reggiseno.
La presenza del cameriere che si è avvicinato al nostro tavolo ci riporta alla realtà. Ci ricomponiamo e ci lasciamo guidare dal cameriere nella scelta dei piatti e del vino, poi si allontana. Guardo negli occhi Roberta che mi dice di aver trovato finalmente la persona che poteva guidarla a realizzare le sue fantasie e che desiderava da tempo accadesse proprio con me. Visto che da tempo leggeva i miei racconti e li trovava molto eccitanti e spesso non poteva far a meno di accarezzarsi durante la lettura, ed ora voleva essere lei a ripagare me offrendomi quello che tante volte le avevo donato in quelle letture.
Cosi dicendo, mi da un altro bacio accarezzandomi ancora la gamba con la mano e arrivando sino a sfiorare il mio desiderio che sicuramente non è rimasto indifferente a tali attenzioni. Dicendomi che il nostro incontro sarebbe dovuto restare solo tra di noi e che nessuno doveva sapere. Mentre con un ceno della testa ed un bacio dietro l’orecchio le sussurravo che sarei stato suo ogni volta che mi desiderava, e che le sue attenzioni inaspettate mi lusingavano. Cosi tra un bacio e l’altro iniziamo a cenare. E spesso le sue mani mi accarezzavano la gamba provocandomi brividi ed una forte eccitazione. Anche le mie mani spesso sfioravano le sue mani spingendosi sempre più verso l’interno della sua coscia, il luogo e la sua pelle cosi liscia e morbida provocavano in me un forte desiderio che lei stimolava ancor di più con le sue carezze.
Al momento del dolce disse al cameriere se lo potevamo avere in camera. La sua richiesta mi fece aumentare la voglia, mentre lei con un sorriso mi diceva che le sorprese non erano finite.
Salimmo al secondo piano, io la seguivo su per le scale mentre ammiravo le sue forme, lei sembrava sapere bene dove andare sicuramente aveva visitato il posto prima … apri la porta della stanza e mi disse di sedermi, la stanza era molto bella e ben curata nei particolari con un letto in ferro battuto e un tavolino al lato. Dalla finestra si scorgeva il mare. Di li a poco busso alla porta il cameriere che poggio il dolce sul tavolino e usci subito dalla stanza senza neanche chiedere la mancia.
Roberta chiuse la porta a chiave e mentre mi disse di sedermi nel letto. Accese la radio mettendo una dolce melodia in sottofondo. Poi avvicinandosi a me mi bacio e mi sussurra all’orecchio di stare fermo. Lentamente si sfila il vestito slacciandolo dietro il collo, in un sensuale movimento del suo corpo lentamente i suoi seni erano liberi e potevo ammirare la sua bellezza di donna, i capezzoli non troppo grandi ma già desiderosi non nascondevano il suo stato di desiderio per me. Ma appena feci un ceno per andare verso di lei mi disse con voce autoritaria di stare fermo e lentamente lascio scivolare il vestito lungo i fianchi sino ai piedi, cosi notai che non indossava intimo sotto quel vestito aderente. La sua visione era splendida e vece fare un sussulto al mio desiderio che si noto attraverso i pantaloni. Cosa che a lei non passo inosservata e che la fece sorridere. Non la immaginavo cosi bella sotto le vesti che la vedevo sempre indossare nelle nostre varie uscite, come non mi aspettavo che fosse una ragazza che curava cosi tanto la sua intimità. Infatti aveva solo un piccolo ciuffo che sovrastava il monte di venere.
Ero lì fermo come lei mi aveva chiesto ad ammirarla quando tirò fuori dal cassetto una benda nera con la quale mi bendo dolcemente continuando a sussurrarmi che sarei stato solo suo quella notte.
Sicuramente aveva letto bene i miei racconti per capire cosa desideravo e per capire cosa mi aspettavo da una donna. Cosi bendato nel completo buio, senti che metteva dei tappi alle mie orecchie cosi due dei miei sensi erano stati neutralizzati, poi mi mise una piccola pinzetta al naso cosi che anche il suo profumo era solo un ricordo della mente.
Lentamente mi sfilò la camicia mentre continuava a baciarmi le labbra poi lentamente sul collo, ma l’unico mio senso che mi permetteva di percepirla era il tatto, per il resto senza orientamento e senza vista mi sentivo perso nelle mani di Roberta. Senti le sue mani sfiorami lungo il petto e i suoi baci percorrerlo. Un misto tra paura ed eccitazione. Sfilata la camicia non riesco a percepirla non sento. Mi sento spingere indietro mi accompagno nel letto mentre lei mi posiziona e mi lega i polsi alla sponda del letto. Almeno cosi penso. Poi sento la sua lingua sfiorarmi il bordo dei boxer, mentre mi slaccia i pantaloni. Il fatto di poter percepire solo attraverso il tatto accentua ogni suo bacio ogni suo gesto sul mio corpo e come se tutte le mie risorse fossero percepite solo dal mio corpo.
Mi ritrovo in uno stato di eccitazione mai provato prima, ed ogni volta che non sento le sue mani o la sua bocca sul mio corpo mi sento perso.
Mi distendi le gambe divaricandole e mi leghi anche i piedi. Sono esposto a te mi sento vulnerabile e senza protezione esposto alla tua vista. Ti distendi sul mio corpo sento i tuoi seni contro il mio petto gli immagino premere su di me, mi baci e lentamente la tua bocca si porta sul mio petto. Sparisci ancora ed ancora una volta mi sento perso. Quando all’improvviso qualcosa si fresco percorre il mio corpo sino al basso ventre. Poi le tue mani iniziano a sfiorarmi sino a prenderlo in mano, lo liberi con decisione facendomi sospirare con la bocca. Sei sopra di me ma solo quando sento le tue labbra prenderlo capisco e inizio a baciarti anche io, anche se spesso devo riprendere fiato per via della molletta che mi stringe il naso. Mai mi ero sentito cosi in balia di una donna. Il mio desiderio non è mai stato cosi forte e la mia eccitazione mai arrivata a tali livelli. Sino a quando capisce che sono al limite e nuovamente mi trovo perso … i minuti passano e io resto immobile legato al letto.
Eccola di nuovo qui la sento sopra di me, ma posso solo immaginare la situazione il suo viso mi sento avvolto dal suo calore mentre inizia un movimento lento ma estenuante mentre continua a baciare le mie labbra e il mio petto. Non resisto il piacere e le sensazioni sono troppo forti e la colmo del mio piacere in un grido che io non riesco sentire.
Se il racconto e di tuo gusto e vuoi scrivere qualcosa con me scrivimi a [email protected]
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16 years ago
nicky1, 36
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Eros e titano
Questo fiume di parole in me, a momenti la parola è talmente pregnante che mi eccita, talmente è il vero canale di ciò che l’animo dice che sento la parola palpitare tra le mani e la sua risonanza giunge alla mia pancia, più che al mio cuore, allora mi dico: “Sì, la parola è compiuta. È Verbo che conduce l’energia della vita, chiamiamola divina, chiamiamola umana, la stessa cosa è, Vita”.
A volte, invece, solo il silenzio è foriero di sostanze.
Titano, Eros, archetipi di identità, ciò che siamo e riviviamo in noi, Eros ci attraversa. Vedo Titano più teso alla celebrazione della mente ed Eros più aperto al fiume della vita, ambedue necessari, due volti di noi da riconoscere in noi.
Quanti altri miti, personaggi, che altro non sono che le nostre chiavi interiori da cogliere nella loro funzione per far passare in noi tutta la loro vitalità.
Avevo colto, tempo fa il fatto che ogni cosa è energia, ogni evento, personaggio divino, storico, mitico, ogni dio, così come ogni luogo, altro non è che l’espressione di una energia. Le energie fondamentali sono 5 mi pare, che si distinguono per vibrazione, intensità e chissà che altro di ontologico che ancora non cogliamo pienamente. Qui stanno gli archetipi di creazione, quelli a monte di ogni personificazione, di ogni interpretazione, segni puri, idee pure che arrivano direttamente, che sono la diretta esplicitazione in segno, simbolo di un tracciato del Creatore che siamo.
Il primo movimento all’esterno, le prime uscite in spazio-tempo, e noi a risalire questa corrente fino alla Sorgente, fino a ritrovare in noi quei movimenti ed esplicitarli, prendendo coscienza che, mentre creiamo un segno, esso è più di un segno. “Realtà” stiamo creando.
L’abbiamo sempre fatto, lo stiamo facendo, ancora non ne cogliamo tutta la portata e la dinamica.
Mica so bene cosa sto scrivendo, sto solo guardando da quell’occhio in mezzo alla testa, sollecitata dagli eventi.
Allora, ecco che l’oggi mi ha condotta a sperimentare questo: avvertire di essere alla Fonte, alla Sorgente, e dirlo.
Confesso, ovvero rendo partecipe, condivido. Pomeriggio tra noi tre, ad ascoltare, sciogliere, prendere e dare, accogliere, lasciare che gli altri ti facciano godere e farsi guardare, godere di loro. Poi far godere, accarezzare, ascoltare, guardare. Essere là, a fare, mentre tra le mie mani avviene l’incontro e l’orgasmo. Avere le mie mani attive e coinvolte a far sentire, proprio mentre l’abbraccio, l’incontro si compie. E il loro orgasmo, mentre in tre siamo uno, che si scioglie nelle mie mani e sui miei occhi. Avvertire le spinte, le pulsazioni, l’abbandono dell’uno dentro l’altro e… contemplare, con l’animo dell’esteta e del mistico ciò che mi è donato di vivere.
Dare consapevolezza alle cose, tutte, agli eventi, tutti, nel momento in cui sei alla Fonte, vedi la Fonte.
Dice Giobbe “La mia Sorgente ti vede” bè, dire questo con tutto lo slancio della preghiera e della benedizione, della contemplazione, mentre sei qua a vedere e partecipare la forza del perdersi in un orgasmo.
Eh, sì, c’è da dire qui di sacralità dei corpi, di forze, di gratuità ed elevazione mentre sai che questo è possibile solo nella carne più nuda. E ancora, e lascio aperta questa porta, la psiche animale… la bestia che sta in me, questa voglio tirar fuori e vivermi, allora sì sarò nella mia centratura, nel mio nucleo, nel mio Titano.
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16 years ago
admin, 75
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Sweet dream
Era il mio turno di accompagnare i ragazzi in piscina. Era il mese di gennaio, alle sette iniziava la lezione, pioveva a dirotto e c'era buio pesto la piscina era distante da casa mia circa 10 km, generalmente li accompagnavo e poi tornavo a casa, ma quella sera forse per il maltempo decisi di rimanere per non tornare dopo a riprenderli;mi comprai una rivista, cercai un posto tranquillo nel posteggio, era semivuoto, lo trovai vicino ad un lampioncino, quindi entrai a marcia indietro per posizionarmi piu' vicino possibile alla luce, cosi evitavo di accendere la luce interna dell'auto per leggere il giornale, posteggiai vicino un'auto scura posizionata nel mio stesso senso di marcia, mi misi comodo e incominciai a sfogliare il giornale, mentre leggevo, con la coda dell'occhio ebbi la sensazione che dentro l'auto ci doveva essere qualcuno, c'erano i vetri appannati, pioveva forte,quindi pensai che era semplicemente la mia fantasia galoppante che cerca sempre nelle situazioni piu' insolite qualcosa di "molto particolare". Ma questa volta non stavo fantasticando, guardai bene e intravidi due figure che si muovevano all'interno dell'auto posizionate nei sedili anteriori, pensai allora di aver sicuramente disturbato qualcuno, ma non l'avevo fatto apposta, neanche me ne ero accorto; non sapevo cosa fare, continuai a leggere il giornale (per modo di dire perche' ormai il pensiero era li') ma sempre con la coda dell'occhio cercai di sbirciare meglio, con tanto stupore ma compiacimento vidi che una mano dall'interno stava pulendo lievemente i vetri, mi senti impacciato, l'emozione era forte, adesso li vedevo era una coppia, la donna, seduta nel posto del passeggero, quindi vicino a me, 30 anni circa, capelli lunghi scuri, tutti sciolti, camicetta scollata, molto sensuale e gonna di jeans, viso dipinto da una smorfia di sorriso compiacente che sapeva tanto di voluttà e di provocazione; al posto di guida l'uomo, sui 40 anni, anche lui con la camicia, ma gia' in parte sbottonata, notai in lui un certo stato di eccitazione, infatti aveva la testa un po' piegata all'indietro e appoggiata al poggiatesta, forse neanche si è era accorto della mia presenza, il mio imbarazzo cresceva, perche' lei con un atteggiamento altamente erotico e provocatorio gli si mise vicino, pensai sta continuando a fare quello che aveva interotto con la mia venuta, infatti continuo' a sbottonargli i bottoni della camicia fino ad aprirla completamente, mentre si lanciava sul petto dell'uomo baciando prima il collo, poi giu' i capezzoli, dal destro al sinistro, soffermandosi al centro, scendendo poi un po piu' giu' vicino all'ombelico, con le mani si sbottonava piano piano la camicetta, quasi fosse uno streap tease in mio onore, appena aperta, la toglie tutta, si slaccia il reggiseno si volse verso di me con una provocazione che non ha eguali, pose il reggiseno sopra il sedile,mettendomi in mostra i suoi magnifici seni, nonostante era inverno, stavo sudando , il cuore mi batteva fortissimo, un'emozione grande, non sapevo cosa fare, non sono mai stato un guardone e quindi mi sentivo in imbarazzo, se andavo via non me la sarei mai perdonata , ci avrei pensato sempre non sapendo come poteva finire. Resto. Lei sembrava di capire il mio imbarazzo, ma era proprio bastarda dentro pensai, mi vuole fare eccitare, mentre gli bacia il collo e il petto dell'uomo, la vidi armeggiare con la patta dei pantaloni, incomincio' a toccare ed accarezzare l'oggetto del desiderio, gli tiro' giu' i pantaloni, rimanendo con gli slip, l'uomo sembrava in estasi, forse pensava quello che la donna si accingeva a fare, infatti era adesso tutta concentrata a toccare il suo pene, gli infilo una mano dentro gli slip, lo libero' di quell'ultimo capo e adesso lei fiera, sembrava dicesse:ho vinto, e tutto mio, e nelle mie mani. Gli si mise vicino, lo guardo', poi si giro' verso di me con uno sguardo piu' provocatorio di prima e mentre se lo portava in bocca mi sorrise compiaciuta, mi scaccio l’occhio ah, ma questa era una sfida, ma cosa potevo fare, intanto, lei sembrava una indemoniata, con il pene in bocca comincio' a fare su e giu' con la testa, ogni tanto lo usciva fuori , gli leccava la punta, lo baciava per tutta la sua lunghezza e poi lo rimetteva dentro la sua bocca,lo usciva di nuovo lo avvicinava ai suoi seni, se lo stringeva nel mezzo, poi si solleticava i capezzoli, mentre faceva quest'ultima operazione lascio' un'attimo il pene dell'uomo e la sua mano destra puli' parte del vetro quello vicino a me dal vapore acqueo, mi guardo' un'attimo, come per dirmi" dai cosa ma cosa stai aspettando,non vedi come sono brava"? a quel punto non pensai piu' a cosa potesse succedere ,ero eccitatissimo, vediamo adesso se mi viene il coraggio di scendere, aprire la loro portiera ed entrare...cosa mi puo' succedere, loro pure saranno eccitati, l'uomo sembrava in trance (sfido io, con quel trattamento).Una botta di coraggio, apri' la portiera, scesi dalla macchina, mi stavo bagnando tutto, pioveva fortissimo, cercai la maniglia dello sportello per entrare....era chiusa, puli il vetro appannato per guardare meglio dentro.... ma ….non c'era nessuno.... non c'era nessuno? cazzooooo......., ma allora... allora avevo sognato tutto.
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16 years ago
admin, 75
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Fantasia personale
Salve mi chiamo Sergio...Sono fidanzato da 5 anni con una splendida ragazza polacca (Justyna mia coetanea...anche lei splendida,con un bel sedere,belle gambe e un viso molto bello...non abbiamo mai trasgredito,lei si è sempre dimostrata molto contenuta.Al massimo ogni tanto indossa la lingerie che le regalo,qualche volta abbiamo fatto sesso all'aperto sopra la macchina,o dietro a qualche casa diroccata....e qualche foto in lingerie,oltre a un paio di video mentre facvamo sesso....ho dovuto spronarla parecchio per convincerla a queste piccole esperienze...intanto a sua insaputa mi sono iscritto su diversi siti internet,mostrando le sue foto...io credo di essere un po'cuckold,mi piacerebbe vederla presa da altri...però non disdegnerei anche lo scambio di coppia...girovagando su internet,conosco una coppia,la quale gradisce molto le foto della mia ragazza...decidiamo di fissare un inontro prima con me,giusto per conoscerci...i due(sandro e mara) mi promettono di cercare di aiutarmi...molto simpatici,sicuramente..decidiamo di incontrarci a cena in quattro,dicendo alla mia ragazza che sandro è un mio collega di lavoro...lei,Mara,anche è una donna splendida,classica bellezza mediterranea,che nell'occasione della cena indossava una bella minigona e calze nere con dei tacchi abbastanza alti...loro avevano preparato una bella atmosfera nella loro bellissima villa di campagna..anche la mia Justyna,era vestita on una gonna e calze autoreggenti nere,e sopra un bel body con una bellissima scollatura...sotto indossava un perizoma nero..cominciamo la cena,ovviamente ottima,accompagnata da un dolcissimo vino...Sandro con la sua allegria e coinvolgimento riesce a rendere la serata più frizzante anche con un po'di musica soft e il loro grappino...Mara invita Justyn a far vedere la casa,mentre la mia lei sembrava un po'su di giri per il limite d'alcool ingerito durante la serata..intanto io e Sandro parliamo...Passano circa 30 minuti e ancora non tornano..allora io e sandro ci avviamo nella camera da letto e notiamo qualcosa di superlativo: Mara,che indossava una splendida biancheria sexy,stava leccando il clitoride della mia justyna che gemeva dal piacere...non riuscivo più a riconoscerla,ma di fronte a un simile spettacolo ero eccitatissimo..a quel punto io e sandro tiriamo fuori i nostri membri,ovviamente induriti,dall'afflusso di sangue che si era generato dal vedere quella splendida visione...cominciamo a mastubarci,mentre il mio collega si avvicina alle due donne leccando anche lui la bellissima figa depilata della mia ragazza...per un attimo justyna,riprese la rgione facendo iun piccolo sobbalzo,ma poi vedendo la mia tranquillità continuò a godere e a gemere...senza neanche dire una parola,arrivò Mara e cominciò a spompinarmi,mentre mi accarezzava gli addominali...io intanto guardavo la mia justyna godere come una vacca,che nel vedere per la prima volta un'altra donna succhiarmi il pene,si aprì completamente e cominciò a prendere avidamente in bocca il membro di Sandro..sandro era un bell'uomo,non atletico,ma con un pene lunghissimo,circa 23 cm..la mia justyna stava succhiandolo e Sandro godeva come un pazzo..in seguito Sandro ominciò ad infilarglielo dentro delicatamente,e dopo una leggera resistenza iniziale,affondò profondamente,con un conseguente gemito pazzesco;sotto i colpi ripetuti del pene di sandro la mia Justyna diceva frasi incomprrnsibili e godeva emettendo un grande quantitativo di liquido(sapete la mia lei è pluriorgsmica-vero)...intanto io stavo penetrando Mara con molta resistenza,anche se lei ovviamente ra abituata a ben di più dei miei 18 cm...dopo circa mezz'ora di colpi ripetuti nella figa ormai spanata di justyna,sandro le venne copiosamente dentro...(la mia ragazza prende la pillola da 3 ann)..e la sento godere come non mai...intanto anch'io ero venuto più volte nel vedere quella scena e alla fine ci siamo ricomposti con delle belle docce calde...
da questa volta la mia ragazza ha acquisito più disinibizione,e molto spesso trasgrediamo insieme..a volte la faccio trasgredire anche da sola,in quanto ancora manifesta un po'di gelosia..ma io impazzisco vederla scopata da medici,massaggiatori o muratori....e lei mi è sempre riconoscente per tutto quello che le concedo...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 16 hours ago -
La sorpresa di nome luana!!!
Era una vita che ci provavo.... ma niente!! Mia moglie proprio non ne voleva sapere di fare scambi di coppia!! Avevo quasi perso le speranze del tutto ma un giorno se ne è uscita che aveva visto un trans bellissimo che non sapeva perchè ma la incuriosiva da morire!
èstato a quel punto che mi si sono illuminati gli occhi per l idea che mi era venuta in mente!!!
all insaputa di mia moglie sono andato a cercare quel trans che mi aveva descritto ed è stato facile trovarlo anche grazie al suo racconto molto dettagliato!!!
Come sono arrivato sul posto mi sono fermato accanto a lei ed abbiamo cominciato a chiacchierare un pò e poco dopo gli ho chiesto se voleva venire a casa a fare sesso con me e mia moglie!
all inizio è stata un pò titubante ma quando gli ho detto che l avrei pagata il doppio è salita subito in auto senza battere ciglio!
guardandola da vicino devo dire che mia moglie aveva proprio ragione!
non sembrava per nulla un uomo... neanche quando parlava!!!
Mentre stavamo recandoci a casa mia ho chiamato mia moglie dicendole di prepararsi con abiti sexy perchè avevo una voglia matta e una bella sorpresa!
come siamo arrivati a casa ho lasciato Luana in macchina (così si chiama) dicendole di suonare al campanello dopo una decina di minuti che io ero entrato. Come ho aperto la porta ho visto mia moglie sul divano con le autoreggenti a rete e con il perizoma rosa senza reggiseno, contornata di vibratori e creme lubbrificanti e con un bel film porno di quelli spinti sulla tv.
come mi ha visto entrare mi si è appiccicata addosso e mi a infilato subito una mano nei pantaloni chiedendomi tutta eccitata quale fosse stata la sorpresa. forse pensava che era un nuovo dildo o forse un bel completino hard... ma stavolta proprio non si immagginava cosa l aspettava!
Ci siamo un pò baciati e toccati e dopo sono andato in camera per spogliarmi e per farmi una doccia e dopo pochi minuti ho sentito il campanello suonare. Mia moglie tutta agitata mi ha chiesto chi fosse ed io in modo molto pacato le ho detto di stare tranquilla e di aprire la porta che dietro di essa ci sarebbe stata la sorpresa. un pò titubante si è convinta e si è recata davanti alla porta per aprire e per vedere chi vi era dietro. quando ha aperto ed ha visto chi c era dietro è rimasta per un pò senza parole ed è stata Luana a presentarsi per prima poi ricambiata con un pò di imbarazzo da mia moglie. fatta entrare e chiusa la porta mi sono affacciato ed ho detto a mia moglie se le era piaciuta la sorpresa e di fare accomodare luana sul divano accanto al suo. mia moglie senza neanche guardarmi a annuito ed ha fatto accomodare luana e piano piano hanno cominciato a parlare e a fae amicizia. io sono andato in bagno e mi sono fatto la doccia con tutta calma. quando sono uscito mi sono recato in salone ed ho notato che seduta di spalle sul divano c era solo Luana. quindi incuriosito dall assenza di mia moglie mi sono avvicinato per chiedere dov era ed è stato lì che mi sono sbigottito vedendo mia moglie piegata a novanta che teneva e ciucciva una bestia lunga e larga che luana aveva in mezzo alle gambe!
quando ho realizzato un po cosa stava succedendo ho sentito il mio cazzo deiventare grosso e duro come un sasso. senza dire nulla mi sono affiancato a mia moglie e le ho dato una mano a ciucciare quell enorme verga!! che bello che è stato! mia moglie era eccitata a mille e nel vedermi succhiare insieme a lei aveva la patata che gli colava come un rubinetto rotto. poco dopo lei si è alzata e si è dedicata aspogliare completamente luana leccandogli le tutte grosse e dure e baciandosi come due forsennati.
Poco dopo si è messa a cavalcioni su luana e mi a scansato la faccia perchè voleva infilarsi quella bestia enorme tutto dentro la sua passerina. all inizio ha faticato un pochino per farlo entrare anche perchè lei è abituata ad altre dimensioni, ma come è entrata la cappella è bastato un attimo per farlo arrivare fino in fondo anche perchè era un lago sotto le gambe. a quel punto mentre mia moglie cavalcava come una forsennata io sono andato davanti a luana e gli ho infilato il mio cazzo sbrodolante in bocca! il trio cominciava ad essere affiatato più che mai, infatti è stato poco dopo che mia moglie mi ha preso la mano e mi ha portato dietro a lei dicendomi di leccarle il culo e di metterglielo tutto dentro insieme alla bestia di luana che ce lo avava davanti. non me lo sono fatto dire due volte e dopo aver leccato per bene lo stretto buchino ho infilato il mio bastone tutto dentro fino in fondo. poi si è spinta sul cazzo di luana e se lo è fatto arrivare fino allo stomaco!siamo andati avanti per quasi mezz ora in quella posizione e mia moglie è venuta almeno un pajo di volte! poi è toccato a noi... io mi sono tolto e sono andato di fronte a luana e gli sono venuto sulle tette e mia moglie si leccata tutto senza lasciare nulla! quando è venuto il momento di luana mia moglie ha voluto che la facessimo venire insieme io e lei con la bocca! abbiamo succhiato fino a quando non ha cominciato a chizzarci in faccia ed in gola e come prima abbiamo bevuto tutto senza sprecare nulla!!!
quella sera abbiamo continuato per altre due ore e abbiamo goduto in altre posizioni ed io ho anche assaggiato il buchino di luana!!!
a fine serata la ho riaccompagnata dove l avevo prelevata dicendole che ci saremo rivisti sicuramente!
Da quel giorno siamo diventati ottimi amici e ci sentiamo quasi tutti i giorni. ci vediamo almeno due volte a settimana (gratuitamente e per solo piacere anche perchè altrimenti a quest ora sarei povero) e qualche volta luana posta anche qualche suo amico/a.
La morale di questa storia è che la speranza e proprio vero che è l ultima a morire!!!
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16 years ago
miciomao,
36
Last visit: 12 years ago
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sensazioni e orgasmi
Ci sono sensazioni che non si riescono a descrivere, desideri che non si possono raccontare.
Come, ad esempio, quando le mani del mio uomo cercano, bramose, sotto i miei indumenti l’essenza del piacere reciproco, mosse dalla sua avidità di possesso e dominio della mia femminilità, oltrepassando il limite delle mie inibizioni, ebbene io riconosco, già dal piacere di quel primo contatto corporeo, la mia sottomissione erotica e la vocazione innata al donargli piacere.
Le sue dita mi stringono, mi accarezzano, scostano, allargano, si bagnano del mio desiderio di essere fonte della sua passione e appagamento delle sue voglie più proibite. Si inseriscono astute tra le membra morbide della mia natura, che le lascia entrare per godere di quell’impudenza maschile che non ti chiede, ma ti pretende, volendoti pronta al suo diletto.
Il sentirsi al tempo stesso soggetto e oggetto erotico, epicentro del terremoto ormonale che sta dirompendo i sensi del tuo compagno di viaggio è la chiave che apre la porta alla mia sensualità, che mi toglie qualsiasi inibizione e da quel momento in poi la mia unica tensione rimane il raggiungimento del massimo piacere. Mio e suo.
Cerco con le labbra la sua virilità, la lambisco con la lingua, ne assaggio il gusto, godendo nel sentirne il vigore pulsante, che cresce fino a colmarmi la bocca. Gioco con il suo piacere e lo faccio mio, mi lascio guidare dalla gestualità istintiva delle sue pulsioni, dal suo volere guidare il mio movimento con le sue mani, che afferrano insolenti i miei capelli come una briglia.
Quando scosta il mio capo dal suo sesso, mi sento già pronta per assecondare il suo bisogno di penetrarmi, con forza e cadenza, lasciandomi conquistare nell’intimo, sentendomi esplorata nel profondo. E’ il momento dell’estasi, dell’eccesso e delle disinibizioni, la mia tendenza di donna corrompibile mi fa aprire d’istinto le gambe nel gesto più sintomatico dell’accoglienza. Sento l’uomo, il suo essere selvaggio, la sua forza animale che si accoppia al mio essere donna, disponibile e smaniosa.
Mi sento così invadere dalla sua crescente irruenza, sfrenata e irregolare come ogni passione umana nel momento del massimo piacere. Mi eccita enormemente lasciarmi coinvolgere da ogni elemento che determina l’amplesso, dal calore del suo corpo disteso sul mio, all’odore della sua pelle intrisa di liquida eccitazione, dall’irruenza nei movimenti guidati dal suo primordiale istinto fino ai gemiti sussurrati, con frasi dettate dalla più oscena lussuria, e che, in quei momenti, ti fanno sentire donna senza nessun diritto al pudore. Lascio che il mio corpo sia suo, mi affido alla guida delle sue voglie, che lo rendono instancabile e fantasioso amante. Vengo così travolta dalle sensazioni più nude, dai piaceri più acuti e dalle fantasie più sfrontate. Ecco il fluire degli orgasmi, così vicini ed intensi fino al definitivo appagamento che mi riporta sazia di piacere alla terra. Gli urlo il mio godimento per compiacere il suo istinto di maschio seduttore e per far fuoriuscire dal mio corpo tutto il violento piacere nel momento di massima eccitazione.
Non resta che dissetarmi dell’esplosione del suo sesso, assaporando il suo caldo piacere fluire su lingua e labbra, consentendo anche a lui di vivere appieno quel magico momento che è l’orgasmo.
I nostri due corpi stanno così vicini, spenti d’ardore ed umidi, solidali nell’appagamento.
Mi sento completamente donna che vive appieno, assieme al suo uomo, il piacere più estremo e profondo che c’è.
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1
16 years ago
sexyelle, 37/35
Last visit: 11 years ago -
Ancora non ci credo... esp.bsx
Ancora non ci credo... non pensavo potesse succedere veramente, anche se ogni tanto quando sono solo e me lo meno, mi piacerebbe condividere certi momenti magari anche con un altro maschio.
Primo lunedì di luglio, pomeriggio caldissimo, sono a casa da solo davanti al pc e mi eccito guardando foto hard...
Suona il cell, è un ragazzo che conosco telefonicamente da qualche tempo e mi chiede se può passare perche mi deve chiedere delle cose riguardo il lavoro...
Tutto sufdato dal caldo corro a farmi una doccia per farmi trovare in ordine...
Come spesso accade, appena sotto suona il campanello... esco ancora tutto bagnato e premo il pulsante per aprirgli la porta.
Finosco intanto di lavarmi e scendo veloce in accappatoio...
Ci presentiamo finalmente guardandoci negli occhi...
Giovane moro spegliato, iniziamo a scambiarci dei consigli di lavoro e intanto passa una bella mezz'ora... finiamo di parlare e ci facciamo un caffè parlando ora del caldo, della noia di rimanere a casa da soli etc..
i discorsi si fanno sempre più intimi e senza esitare mi chiede se per caso ho dei filmini porno da guardarceli insieme.
Mah... in un istante mi sento il cazzo diventare duro.
Prendo un filmino e ci mettiamo sul divano sotto al ventilatore...
Non passa molto che avendo l'accappatoio, il mio cazzo spunta in tutta la sua erezzione.
"Non preoccuparti tanto siamo tra uomini, che ne dici di spararci una sega insieme?" mi dice tranquillamente come nulla fosse successo.
Infine mi trovo con il cazzo in mano e a fianco un altro con il cazzo in mano...
Sbircio e ogni tanto lo guardo, non è molto dotato, anzi ce l'ha proprio piccolo, confranto al mio almeno!!!
Io impietrito anche se un bel pò più vecchio di lui, dopo un pò mi chiede se possiamo scambiarci il cazzo...
Non ci capivo più niente...
poco passa e mi chiede se non ho nulla in contrario a farmelo prendere in bocca...
Pensavo fossero finite le sorprese...
Invece ad un tratto si spalanca la porta e davanti mi ritrovo Franco un vecchio amico coetaneo con cui tanti anni fa, da ragazzini, ci sparavamo le prime seghe insieme.
Non sapevo più cosa fare, iniziai a balbettare ero impietrito...
Entrò e tranquillamente ci disse di continuare e di non far caso alla sua presenza...
Ero allibito in trance senza riuscire a reagire e a dire una parola, ero in balia degli eventi.
Il ragazzo giovane continuava a succhiarmelo, mentre Franco se lo menava di gusto senza tanti problemi...
Poi ad un tratto il ragazzo si alza prende un tubetto, si inginocchia davanti a me chiedendo a Franco di aiutarlo a tenermi le gambi divaricate e ben alzate.
Iniziò così a ungermi il buchetto e ad infilarci un dito... che male!
Franco taceva e guardava...
Ad un certo punto il tipo s'infila un preservativo e appoggia il suo cazzo nel mio buchino ancora troppo stretto...
Era proprio molto paziente, tranquillo e con molta calma mi infilava un dito poi provava con il cazzo...
Infina anche se con molto dolore entrò...
Porca troia che bello, all'inizio non tanto, ma poi quando sono riuscito a rilassarmi bene mi facevo sbattere con foga...
Ad un certo punto mi disse di sedermi sopra di lui...
a smorza candela, come di solito faccio fare alle fighe che mi scopo...
Ora ero io in quella posizione... e così Franco prese la palla al balzo e mi infilò il suo cazzo in bocca...
Per finirla... sborrai addosso al ragazzo con nel culo il suo piccolo cazzo e mi feci sborrare addosso da Franco...
Incedibilmente eccitante... senza tante noie problemi etc...
Abbiamo goduto tutti e tre contemporaneamente....
Ora stò pensando a cosa succewderà in futuro!!!
Boh... aspettiamo gli eventi!!!
Nomi inventati, ma storia realmente accaduta.
11
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16 years ago
admin, 75
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