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Da etero a bsx passivo
fino a qualche anno fa l'idea del mondo bsx per me era nebulosa, completamente etero attratto unicamente dalle donne, del tipo dominante, quelle donne che sapevano ciò che volevano ed a cui piaceva imporsi nei rapporti a due, però il mio interesse era unicamente per la figa. Poi un giorno, mentre ero al mare con la mia allora compagna, lei decide con alcune amiche di fare una gita per l'isola (la corsica) mentre io decido d'aspettarla perchè non avevo nessuna voglia di muovermi. Una volta che Giovanna (la mia compagna) se ne va con le sue amiche, io termino di prepararmi e lavarmi per poi uscire dal bungaloo per andare a fare colazione. Ci trovavamo in un bel cpmpèlesso residence vicino alle bocche di Bonifacio, un posto molto carino, con una bella spiaggia quasi mai affollata. Be quella mattina da solo vado a fare colazione...la si faceva su un bel prato accanto alla piscina. quel giorno faceva molto caldo..mentre sono in fila pèer prendere la colazione, sento che qualcuno mi sta osservando...sensazione strana ma non so perchè sentivo proprio come se due mani volessero toccarmi...mi giro ma non vedo nessuno di particolare...solo quando vado al tavolo mi si avvicina un signore..all'incirca di qualche anno piu di me diciamo intorno ai 60anni, brizzolato capello un pò lungo molto abbronzato. mi chiede se poteva sedersi con me, lo fa e cominciamo a fare le classiche due chiacchere per rompere il ghiaccio. visto che ero solo per quel giorno, accetto volentieri, anche perchè era una persona simpatica, di trascorrere un pò di tempo insieme. ci diamo appuntamento da li ad un quarto d'ora..in camera cerco un costume rosso, un colore che nei costumi mi piace molto, esco con una stuoia ed un paio di asciugamani e vado verso il punto d'incontro convenuto con Arturo. Ci incontriamo ed insieme ci incamminiamo verso un luogo molto bello della spiaggia, una zona dove, se si voleva, si poteva prendere il sole anche completamente nudi. sistemiamo lenostre cose e mentre io tolgo i pantalonicini Arturo mi chiede se mi sarebbe dispiaciuto che lui prendesse il sole nudo...No anzi aspetta che lo faccio anche io. mi sfilo il costume e rimaniamo entrambe nudi, uno a fianco dell'altro...be però che differenza sostanziale tra me e lui, infatti lui è veramente un superdotato rispetto a me, che tra l'altro non sono proprio dotato, anzi l'ho piccolino...ci guardiamo e lui dice...anche tu sei depilato?..si d'estate sempre...Intanto ci distendaimo e cominciamo a rosolarci al sole...parliamo del piu e del meno per una buona mezz'ora, mentre Arturo parla io mi accorgo che piu di una volta il mio sguardo si sposta volutamente verso le sue parti intime...osservo il suo cazzo grosso e lungo ..non è duroi ma gia si vede che sarà almeno 20 cm o anche di più..appoggiato su due grossi coglioni abbastanza gonfi..io al contrario ho il cazzo veramente piccolo ed i coglioni sono piccolini e molli...fa caldo e Arturo comincia a spruzzarsi dell'acqua sul vorpo vuoi un pò...si grazie...mi comincia a spuzzare il liquido che io penso sia acqua e poi girandosi su un fianco verso di me, concentrando lo spruzzo sul mio pisellino che comincia a gocciolare, mi guarda e dice...sai che cos'è?...acqua?..no caro è la mia piscia quella bella ed abbondante appena sveglio...e continua a spruzzarmi il liquido scivolando lentamente dal pube verso l'alto terminando sul viso...io sono esterefatto ma immobile...ti piace la mia piscia..è buona vero?...silenziosamente osservo il mio corpo completamente bagnato della sua piscia e poi lo osservo silenzioso..lui mi guarda e mi dice....prendimi il cazzo in mano dai...allungo la mano e quasi timoroso afferro il suo cazzo..è caldo e le dita a fatica riescono a toccarsi..si sta ingorssando e lo sento pulsare...vieni piu vicino cosi con l'altra mi accarezzi i coglioni dai spicciati....sono talmente impreparato a questa situazione che eseguo ogni cosa che mi dice quasi inebetito...sento ora anche i suoi coglioni gonfi e grossi caldi li accarezzo e sinceramente mi piace...lui ormai e molto vicino a me e comincia a baciarmi prima sulla guancia e poi scivola sul collo che lecca e morde contemporaneamente...poi nell'orecchio mi sussurra...era un po che ti vedevo ed ti osservavo mi sei piaciuto subito ed oggi ho deciso di averti completamente, sarai la mia troietta da oggi in poi...lo guardo ancor piu stupito e lui in risposta al mio inquietante silenzio mi appoggia le labbra alle mie baciandomi con passione. intanto la mano col cazzo continua a a muoversi quasi per me fosse una cosa normale ..ora Arturo mi ha girato e mi è venuto quasi sopra, sento il calore del suo corpo sul mio..non riesco a reagire e lascio che gli eventi ignoti proseguano...sento il cazzo che mi è sfuggito dalle m,ani che si strofina con la sua pancia calda e liscia su di me...sento che comincia ad ansimare mentre mi accorgo che lo struscio del cazzo su di me aumenta sempre di piu..ad un certo punto comincia a schizzare ..la sua sborra calda e densa si appoggia sul mio corpo sui capezzoli, che sono turgidi, un altra schizzata piu potente mi raggiunge sul viso sulle labbra...bevila tesoro, bevila che è buona...passo la lingua sulle labbra assaporando la sua crema...è un gusto strano..ma mi eccita trovarmi in quella situazione..le sue mani scivolano sicure sulla mia pelle..sono sulle chiappe che stringono forte..sento un suo dito che lentamente cerca di entrarmi dietro...ehi aspetta io sono vergine completamente...tranquillo, dice lui, eri vergine da oggi sarai aperta come un tunnel...dopo quella lunga schizzata ci rimettiamo a prendere il sole e mentre io sto vivendo un momento di incasinamento lui tranquillamente prosegue ad accarezzarmi le gambe appoggia la mano sul mio cazzino, lo afferra lo accarezzo e lo stringe prima piano poi sempre piu forte coinvolgendo anche le palline...ehi ehi...piano mi fai male...e lui..meglio puttanella meglio cosi capisci chi comanda..la mattina passa con una certa velocità facciamo insieme anche un paio di bagni ...verso le due di pomeriggio io sono un po esausta di sole e dico di volermene andare a ripèosare all'ombra nel mio bungaloo..andiamo caro sarai finalmente mia...Incapace di reagire, raccogliamo le nostre cose e lentamente ci dirigiamo verso i bungaloo. nel frattempo sento al cellulare Giovanna che mi dice che rientrerà il giorno dopo...dentro di me la confusione è totale..immagino già la reazione di Arturo a quella notizia..infatti non sbaglio lui passera la notte nel mio letto..mi vuole a tutti i costi e vuole farlo il piu a lungo possibile. Nel mio bungaloo dopo esserci fatti la doccia insieme, ci distendiamo sul letto, completamente nmudi, io so appoggiato al suo corpo e lui si fa baciare..io lo bacio dappertutto soffermandomi sia sul suo cazzo che ora è veramente grosso e duro ed anche sul suo culetto caldo e completamente depilato, come il mio comunque...alla prossima
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 2 hours ago -
La Genesi dei Nostri Giochi_2
Quella vacanza a Cadaqués stava modificando in meglio il nostro rapporto, accendendo tutti i nostri sensi imprimendo un deciso colpo d'ala alla nostra intesa!
Il giorno successivo a quella notte, che era stata di fuoco grazie alla confessione delle reciproche fantasie, ci stendemmo al sole in quella bellissima spiaggia nudista con uno spirito e una predisposizione totalmente diversa. Era tutto un bearsi non solo di sole, profumo di mare e ginestra, vento suadente che accarezzava la pelle....il senso più attivo dei cinque era diventato quello della vista.
Corpi nudi, quasi tutti belli, giovani.
Quella coppia appena una decina di metri più in là ....l'avevamo già notata qualche giorno prima.
Lei, sulla 30ina, una chioma capelli rossi naturali e fluenti, un pò mossi, fino a metà della schiena, quasi a indicare come un segnale stradale il suo lato B che partiva, come un perfetto mandolino, dallo stretto girovita creando un armonia di curve difficile da ignorare! Lui, appena più grande di lei d'età , non particolarmente atletico, ma curato nel fisico, e delicato nei modi con lei. Sono disteso a pancia in giù di fianco a Vittoria (mia moglie) che ha gli occhi socchiusi.
Le dico:
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14 years ago
Ah_LaNobileCoppia, 40/44
Last visit: 6 years ago -
in sauna...
..eravamo in un centro wellness elegante della nostra citta'...purtroppo dovevamo tenere i costumi in quanto il regolamento non peremette le nudita'...
Mary indossava un fantastico bikyni al quanto succinto...il reggiseno metteva in evidenza le belle tette e sopratutto copriva a malapena i grossi capezzoli, mentre le mutandine veramente short,contenevano a fatica le labbra completamente depilate della sua "cosina"....
...stavamo godendoci il caldo tepore di una sauna (era vuota quindi lei era distesa dall'altra parte mentre io dalla parte opposta), si apre la porta e salutando, entra una bella donna sui quarant'anni...si guarda un po' in giro e decide di sdraiarsi sulla panca di mezzo...avendo di fronte le gambe socchiuse di Mary...
Con un cenno d'intesa, indico a Mary di iniziare un lento e malizioso gioco sensuale....lei capisce al volo la situazione e fingendo di togliersi il sudore con le mani, inizia ad accarezzarzi i seni...lentamente scende verso l'ombellico e con grazia e molta malizia, sposta leggermente le mutandine facendo trasparire le labbra della sua fighetta ormai gocciolanti di sudore e di eccitazione....fingendo di essere quasi assopita, raccoglie le gambe e le allarga con maestria, mettendo a questo punto in primo piano il suo sesso pulsante....la signora anziche'uscire sentendosi a disagio, si raccoglie supina per vedere meglio e allargando le gambe a sua volta si sposta sul fianco le mutandine e sibilando con voce sensuale quasi sottovoce: "siiiii continua cosi'...mi fai impazzire"!!!
Mary a quel punto rompe gli indugi...si sposta completamente il costume e con sapiente malizia inizia a masturbarsi in modo ritmato...prima aprendole il fiore per mostrarle tutto il suo sesso gocciolante...poi infilandosi due dita...dentro e fuori....dentro e fuori...con delicatezza e ritmo....la signora ormai e' al culmine dell'eccitazione, si inarca e incomincia a masturbarsi piu' velocemente....aumenta il ritmo...prima le grandi labbra e poi si sofferma sul clitoride ormai veramente turgido e sporgente....Mary risponde facendo altrettanto...nel silenzio della suana si sentono solo i loro gemeti di piacere, interrotti ad un certo punto dalla voce sensuale della signora che dice: siiii continua ti prego....siiiii sto per venireeeeee....siii eccola eccola e' tutta calda guarda come vengo....siiiii, subito dopo mary si inarca ed esplode un un copioso orgasmo dicendo: sborro tuttaaaaa hooooo siiiii come vengo!!!
...aun attimo dopo si compongono e mi guardano (la signora decisamente imbarazzata perche' non aveva capito che io e Mary eravamo d'accordo)...io la guardo sorridendole e senza parlare mi giro e le mostro il mio cazzo enorme e durissimo per l'eccitazione mentre senza dire una parola inizio a segarmi con grande intensita'....lei e' quasi pietrificata per l'imbarazzo..per l'eccitazione e sopratutto per quanto stava succedendo...non voglio rompere il magico momento...aumento il ritmo della sega ed in poco tempo sento che sto per esplodere....con un movimento fulmineo, mi alzo avvicino a mary che e' sdraiata a godersi lo spettacolo...la signora mi guarda con aria quasi preoccupata perche'non sospetta minimamente quello che sta per accadere.....la guardo nuovamente sorridendole e mentre mi inginocchio sul viso di Mary facendo in modo che lei possa vedere benissimo, aumento il ritmo della mia mano e sotovoce le dico. adesso schizzo tutto....sborro sul viso di Mary e voglio che mi guardi bene quando vengo....lei si sposta venedosi a sedere accanto a Mary dicendomi: mi state facendo impazzire....sborra....riempi la tua puttana di sborra...fammi vedere come godi....in quel momento piego il mio cazzo vs il viso7bocca di Mary e inizio a schizzare copiosamente con potenzi schizzi caldi che riempiono tutto il viso di Mary....la signora a quel punto inizia ad accarrezzare il viso di mary giocando con la copiosa sborrata...quasi a spalmargliela in ogni angolo del viso....poi si piega vs di lei dandole un bacio sulle labbra e dicendole: grazie ragazzi...siete meravigliosi!!!
....si ricompone e con aria disinvolta come se non fosse accaduto nulla, raccoglie il suo telo sauna e baciando il suo dito mediao ci saluta.
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14 years ago
AdamDTS,
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Last visit: 1 day ago
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Per S.Valentino ha sbocchinato un cameriere davanti a me
Il suo regalo per S.Valentino... una doppia bevuta di sborra. Che Monella...Ieri sera, 13 febbraio, centro di Milano, locale raffinato, cena di San Valentino.
Monella è come sempre splendida, particolarmente elegante ma allo stesso tempo femmina. Molto femmina. La conosco troppo bene, sento che ha in mente qualcosa, qualche sorpresa. Vedremo. Durante la cena faccio finta di nulla, parliamo di tante cose, cerco di non scivolare su argomenti piccanti, voglio che sia lei a prendere l’iniziativa.
Prima del dessert mi dice “amore, è la nostra festa, voglio farti un regalo, però voglio fartelo ora, ok?â€. Io sorrido e le rispondo “non vedo l’ora, le tue sorprese sai che mi fanno impazzire, specialmente quando sono audaci…†Mi fissa negli occhi e mi dice “in attesa di gustare il dolce vado alla toilette… tra 5 minuti raggiungimi!â€.
Si alza e si dirige verso i servizi, a metà salone vedo che si avvicina a un giovane cameriere, parlano per qualche secondo poi le sale le scale. Osservo meglio il cameriere, mi pare leggermente agitato, avrà 25-26 anni, testa rasata, abbronzato, spalle larghe. Indubbiamente un bel tipo. Dopo qualche istante vedo che il ragazzo confabula con un suo collega, poi sale anche lui le scale…
Immagino che Monella voglia fare come qualche mese fa, quando dopo una cena con amiche si è fatta scopare – anzi meglio dire che si è scopata - un cameriere. Per poi raccontarmi tutto appena rientrata a casa. Stavolta però c’è una differenza: nel locale ci sono anche io. Lascio passare due minuti e poi mi dirigo verso la toilette, salgo le scale carico di voglia, entro nell’antibagno e non c’è nessuno, davanti a me ho naturalmente due porte: maschi e femmine. Mentre mi appresto ad aprire quella delle signore sento la sua voce che mi dice “amore, sono di qua, sai che preferisco i maschi…â€.
Ho il cuore in gola, apro la porta pensando invece che lei sia sola e di aver esagerato con l’immaginazione. Invece lui è lì, in piedi, spalle al muro. Si stanno baciando. Lei mi tira dentro al bagno, poi chiude la porta. Il cameriere è agitato, completamente spiazzato, quasi intimorito. Monella ci guarda negli occhi e contemporaneamente sbottona i nostri calzoni per liberare i due cazzi ormai gonfi e pieni. Si inginocchia e li impugna, li tiene uno vicino all’altro senza però che si tocchino.
Volge lo sguardo verso di noi, sorride e mi dice “amore, sai che questo è il mio dessert preferito… però stasera voglio di più, voglio una doppia razione… voglio assaporare un cocktail di sborraâ€. Le due cappelle iniziano a sparire tra le sue labbra, le due aste scivolano e si alternano nella sua bocca. Mentre inizia a spampinarci con ritmo, mi fissa negli occhi. Quando è così spudorata mi fa letteralmente impazzire, è una vera femmina, una super-femmina!!! Il ragazzo tiene gli occhi chiusi, il suo cazzo ha una pelle scura, un bel pezzo di carne, davvero potente e soprattutto molto largo in circonferenza.
Monella si dedica prevalentemente a lui, probabilmente sente che è al limite. Con la mano destra mi fa cenno di aspettare che venga prima lui, non è facile, sono troppo eccitato. Il cameriere ormai sta per venire, Monella apre la bocca, tira fuori la lingua, con la mano gli dà gli ultimi colpi… ecco arrivare il primo schizzo, potentissimo! Subito dopo ecco gli altri, violenti e densi, la sua bocca è quasi piena di sborra però Monella non la ingoia, la tiene lì e mi fissa negli occhi….
È troppo, basta, non resisto più, mi sego leggermente e inizio a schizzare anch’io, le centro la bocca, la mia sborra si mescola a quella del cameriere, Monella continua a fissarmi negli occhi, sembra sfidarmi, come se mi volesse dire “che puttana che sono, vero?†Ormai le labbra e la sua bocca sono completamente imbiancate, a quel punto inghiotte tutta la doppia crema, la fa scivolare nel suo corpo… Il ragazzo sembra in trance, quasi incredulo, il suo bel cazzo è stato svuotato da mia moglie, svuotato fino all’ultima goccia. Il mio anche.
Dopo aver bevuto tutto, Monella si alza, ci sorride, ci bacia sulle labbra e dice “grazie ragazzi, questo è il dessert preferito, un vero cocktail di sborra. La vostra!†Il cameriere ci guarda stupito, poi si ricompone e torna giù. Monella mi bacia e mi dice “dai amore, andiamo a tavola…. Però non prendo più nulla, neppure il caffè… voglio restare con questo gusto in bocca, il vostro gusto, il gusto del maschio. Anzi, il sapore di due maschiâ€.
Sono estasiato, torniamo giù come se niente fosse.
E’ fantastica. E’ il mio amore. E’ la solita Splendida Monella!
Buon San Valentino amore mio.
[email protected]
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14 years ago
splendidamonella,
47/47
Last visit: 12 years ago
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La mia storia
il mio primo cazzo l'ho preso a 14 anni. Fu di estate luglio ed io ero ospite da mia zia. mio cugino alex aveva un anno più di me ma era già maschio con i peli, sviluppato in altezza forse un pò cicciottello. io invece non avevo peli ancora, il mio fisico era snello come è oggi ancora, ed il mio culo molto femminile tondo liscio da bella femminuccia insomma ... invece ero maschietto. Non mi sentivo tale in verità già da allora ammiravo la virilità di molti miei compagni di scuola e spesso nelle mie fantasie erotiche c'era il maschio e non la femmina come sarebbe dovuto essere.
per motivi di spazio mia zia ci mise a dormire insieme in un letto matrimoniale che lei riservava per gli ospiti in una stanza in fondo alla casa e dove spesso dormiva l'altra mia zia ed il marito quando scendevano una settimana per le vacanze. la prima notte insieme ad alex lui si spogliò nudo per dormire ed io rimasi affascinato dal suo cazzo scuro e di dimensioni almeno doppie al mio pisellino. io ed alex eravamo sempre stati cugini-amici perchè coetanei ed eravamo molto affiatati ma quell'anno tra noi si insinuò la curiosità di sperimentare il sesso. Si creò cioè quella giusta complicità naturale dove io interpretavo senza ombra di dubbio la femmina e lui il maschio. Quell'estate ebbi la conferma della mia femminilità nascosta e mi ci abbandonai felicemente senza riserve. Provai l'emozione di stringere tra le mani il cazzo grosso e caldo di Alex, di sentirlo gemere mentre lo masturbavo, il gusto di sentire la sua cappella gonfia nella mia bocca ed i primi pompini le prime sborrate in bocca il sapore del piacere maschile, l'ingoio e .... dulcis in fundo dopo alcuni tentativi anche il primo cazzo dentro di me nel mio culo da troietta fino a sentirlo invadermi del suo piacere. ... segue
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14 years ago
cp3sanny,
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Last visit: 14 years ago
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Intima serata
Monica rincasò tardi quella sera, esausta si abbandonò sul comodo divano del salotto, lasciando le luci spente e godendosi il fresco frusciare delle fronde dei gelsi del suo giardino. Il suono penetrava melodico dalle finestre socchiuse, come un’antica a lontana sinfonia.
Era estate, e la brezza frizzante della sera accarezzava la pelle e i pensieri di Monica. Un brivido l’attraversò per pochi secondi. Aveva gli occhi socchiusi. Pensava, immersa in un mondo di immagini, vagava fra idee e sensazioni; si avvicinava a poco a poco, ad un mondo sempre più distante da quello quotidiano e tangibile. Apparentemente altrettanto reale, ma descritto da colori più vividi e profumi più intensi, animato da desideri finalmente non più proibiti: non dove si trovava ora. In quel momento ogni fantasia diventò possibile, ogni malizioso suggerimento poteva essere assecondato. Il suo pensiero rincorreva momenti passati, e dopo averli acciuffati li plasmava a nuove forme meno banali e più sensuali. Sospirò, lasciando che il respiro si adeguasse al ritmo del suo desiderio. Poi d’improvviso apparve lui, elegante e malizioso. Gli si fece vicino, proprio come lei desiderava, togliendosi la giacca e accomodandosi affianco a lei. Lo vide spogliarsi lentamente dei propri vestiti, mentre lei si spogliava delle proprie inibizioni. Senza che nessuna parola fosse detta, fu presa dalle sue braccia e avvicinata a pochi centimetri dal suo volto; i suoi occhi e le sue labbra ora finalmente così vicini la eccitavano e la soggiogavano allo stesso tempo. Le mani di lui ora stavano delicatamente esplorando le curve del suo corpo. Monica respirò profondamente, lasciando che il suo leggero ma prolungato sospiro solleticasse il collo dell’uomo che stava per impossessarsi di lei. Voleva lasciarsi andare, abbandonarsi definitivamente ai desideri più sconci e inconfessabili e cercava nei gesti di lui, nelle sue provocazioni, il momento perfetto per farlo. Sentiva le sue mani addosso, che la frugavano e palpavano in modo sempre più concitato. Le baciò il collo, succhiando lievemente la pelle e solleticandola con la lingua prima di rilasciarla dalla lieve stretta delle labbra. Poi la spogliò lentamente, osservando il corpo di lei fremere sotto le sue dita, sotto il suo sguardo che ora veniva incrociato con languida perversione dagli occhi di Monica colmi di lui e della propria ingordigia. Finalmente nudi uno sull’altro, Monica ricercò sotto le proprie dita l’eccitazione dura e vigorosa di lui. Ansimavano entrambi, l’uno sui genitali dell’altro; Monica sentiva la lingua di quel magnifico amante scorrere fra il monte di venere, il sesso e il pertugio più stretto fra le natiche. Non poteva più controllarsi ora, e i sospiri si fecero intensi, poi divennero parole perverse e infine mugolii di piacere. La lingua di lui si soffermava là dove il piacere era massimo, e ora che sentiva il membro così duro e liscio nelle sue mani, ne avrebbe voluto avere un secondo a portata di labbra… un altro pene davanti alla sua faccia pronto a soddisfare la sua ingordigia. E così fu… un altro uomo completamente nudo era davanti a lei, a pochi centimetri dalle sue labbra. Mentre il primo aveva preso a penetrarla vigorosamente, il secondo iniziava a farsi strada fra le sue labbra. Ora, scossa e posseduta da due uomini, Monica si sentiva femmina e desiderata più che mai… la sua eccitazione cresceva, e più cresceva più i colpi si facevano vigorosi, profondi e piacevoli… Sentiva il sapore di lui pervadere i suoi sensi e inebriala di sesso. Stava agitandosi sempre più, dimenando con la bocca e le cosce il piacere dei due uomini alla sua mercè… Voleva essere sconcia, ora voleva essere volgare, ora voleva sentire i loro cazzi dappertutto. Gridava ancora di piacere, mentre i due uomini si alternavano fra la sua bocca e la sua fica… mentre lei con un dito bagnato di saliva si massaggiava l’ano in modo sempre più invadente. Stava per venire nel primo grandioso orgasmo, e iniziò a pompare con la lingua e le guance, in modo sempre più intenso, il cazzo che la stava possedendo nella bocca. Sentiva pulsare il piacere di lui dentro di sé, sentiva il calore sulla sua lingua; quando l’uomo le venne in bocca, gridò tutto il suo piacere chiamandola per nome e prendendole la testa fra le mani, lei dal canto suo non smetteva più di succhiare, lasciandosi inondare dal piacere di lui, fino a perdere il respiro. Il cazzo che la pompava da dietro la stava facendo sussultare di piacere, e ora anche Monica non poteva trattenersi dal gridare tutto il suo piacere leccando il cazzo grondante di piacere e ancora bello turgido davanti a lei.
Anche il secondo uomo venne in quell’istante, finendo di spruzzare il suo miele sulle sue natiche e sulla sua schiena. Monica ne voleva ancora però… non era ancora soddisfatta e voleva venire di nuovo… gli uomini ripresero a palparla ovunque, porgendole entrambi la loro asta bagnata ma già magnificamente pronta per un nuovo orgasmo. Mentre Monica inizò a pomparli in bocca alternativamente, loro due iniziarono a masturbarsi a vicenda sotto i suoi occhi eccitati. Si sentiva ribollire dentro, e avrebbe voluto non due ma quattro o sei cazzi vicino a lei, pronti per inondarla al secondo e più impetuoso orgasmo… quando fu veramente vicina al venire per la seconda volta, vide mani e cazzi intorno a lei, che venivano su di lei da ogni dove, spruzzandola di caldo e denso liquido in faccia, sui seni, sulla pancia e in ogni altro anfratto la facesse fremere di godimento… venne grandiosamente, miagolando come una gatta in calore, lasciò che ogni vibrazione del suo corpo la pervadesse fino al centro del suo piacere. Poi si acquietò… restando con gli occhi socchiusi. Il mondo che stava esplorando iniziò a rarefarsi e il fruscio delle fronde degli alberi, tornò a farsi più vicino. Monica riaprì gli occhi ancora estasiata, con la mano ancora appoggiata in mezzo alle gambe, umida e affaticata. Era tornata ad essere sola nella stanza, i compagni di giochi erano svaniti. Socchiuse nuovamente gli occhi e si lasciò trasportare dai primi torpori del sonno… forse un giorno lo avrebbe fatto veramente…
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14 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
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Finalmente il giorno e\' arrivato...
Finalmente il giorno è arrivato… finalmente ti vedrò…
Ci siamo conosciuti qualche giorno fa qui su Desiderya, io ho inserito il mio annuncio rivolto alle donne più grandi di me e dopo un po’ di tempo… con tanta pazienza hai risposto tu…
Ormai un pochino ci conosciamo… io, 27 anni fortemente attratto dalle donne più grandi di me… attrazione che non sono mai riuscito a mettere in pratica e tu, 45 anni, appena uscita da un matrimonio che si è consumato lentamente e con un grande voglia di fare tutto ciò che ti sei preclusa durante la vita matrimoniale e con il pallino di conoscere un ragazzo più giovane…
Ci siamo trovati subito e dopo lo scambio di qualche mail e foto per rompere il ghiaccio abbiamo deciso di incontrarci, senza impegno… beviamo una cosa e quello che succede si vedrà…
Non ti nascondo che sono molto emozionato, sono arrivato in anticipo al locale dell’appuntamento che mi hai indicato, mi sono accomodato su un tavolino fuori e fremo in attesa di vederti arrivare… è maggio e pur essendo le nove e mezza si sta abbastanza bene… sono lì che mi perdo nei miei pensieri ed eccoti girare l’angolo… wow… in foto eri bella ma dal vivo lasci senza fiato… hai un fisico longilineo e sodo e una camminata decisa e sensuale, da donna che sa quello che vuole. Il tuo abbigliamento esalta ancora di più la tua sensualità, indossi un vestito a tubino nero abbastanza corto che lascia vedere le tue gambe snelle coperte da un velo di nylon nero, un paio di decolté nere e una giaccia corta che arriva alla vita, i capelli corvini, corti con un taglio alla moda, una bella abbronzatura che rende il tuo viso come il bronzo e un velo di trucco attorno agli occhi che risalta il loro azzurro intenso come il mare…
Ecco, mi hai notato e mentre ti avvicini mi alzo e ti vengo incontro per salutarti… entrambi un po’ in imbarazzo ci salutiamo con due casti baci sulla guancia e mentre ci sfioriamo sento la pelle del tuo viso liscia e morbida e il tuo profumo…
Ci accomodiamo al tavolo e ti porgo la risa che ti ho portato… tu dicendomi che non dovevi la porti al naso per sentirne l’odore e mi ringrazi.
Ordiniamo da bere, entrambi un calice di vino rosso e iniziamo a chiacchierare… lavoro, passioni, hobby, esperienze passate e il tempo scorre veloce mentre ci scopriamo a vicenda, così scopro che è la prima volta che hai un incontro del genere, che dopo la tua recente separazione sei uscita pochissimo con altri uomini e io ti confesso che anche per me è la prima volta di un simile incontro; la cosa ci piace a vicenda e continuiamo a parlare… spesso il mio sguardo si ferma su qualche dettaglio del tuo corpo… sulle tue labbra carnose, sulle rotondità del tuo seno, sulle tue caviglie sottili, i tuoi piedi affusolati e i miei pensieri volano e la fantasia prende il sopravvento immaginando il tuo meraviglioso corpo nudo… non riesco a farne a meno, sei davvero affascinante e quasi senza accorgermene, come se pensassi ad alta voce te lo dico… le tue guance si fanno rosse e poi mi ringrazi confessandomi che hai i tuoi trucchi, che vai in palestra, che ti curi molto e che ti piace tenerti in forma e ci riesci molto bene!
Siamo ora al terzo bicchiere di vino, la notte è calata e il ghiaccio è decisamente rotto… così, dopo aver fatto un profondo respiro mi guardi dritto meglio occhi e mi chiedi se mi va di andare a casa tua a bere qualcosa in modo da stare più tranquilli ed io felice della tua proposta rispondi di sì, così ci alziamo e dopo aver pagato ci allontaniamo dal locale… tu mi dici di essere venuta a piedi perché abiti vicino e se possiamo andare con la mia macchina. Io allora mi avvio verso il parcheggio e una volta arrivato alla macchina ti apro lo sportello del passeggero e ti faccio accomodare in auto. Mentre ti adagi sul sedile ti si alza leggermente la gonna aderente del vestitino scoprendo l’orlo di pizzo delle calze autoreggenti… l’immagine è molto eccitante e cerco di non farmi notare mentre guardo le tue gambe. Una volta in macchina chiudo la portiera, faccio il giro e mi accomodo al posto del guidatore; mentre accendo l’occhio mi cade ancora sulle tue gambe e vedo che le autoreggenti spuntano ancora fuori dalla gonna… questa volta mi hai visto, ho indugiato quell’attimo in più da farmi notare ma sembra che a te non dia fastidio, anzi… come per accomodarti meglio sul sedili, sollevi leggermente il bacino e fai in modo che la gonna si sollevi ancora di qualche centimetro…non solo sei bellissima ma sai anche come attirare l’attenzione su di te…dopo neanche cinque minuti arriviamo sotto casa tua, scendiamo e mi fai strada. Una volta in ascensore è davvero forte la tentazione di sfiorarti ma riesco a trattenermi e una volta fuori mi fai accomodare in casa tua.
Dopo le classiche formalità di rito ci sediamo al tavolo in soggiorno e apriamo una bottiglia di vino e ricominciamo a parlare, ridere e scherzare… l’atmosfera è leggera, complice il vino e il feeling che si è instaurato tra noi nel poco tempo passato insieme finora ma salire a casa tua, trovarci nel tuo soggiorno ha reso la situazione molto intrigante e un pochino di tensione e imbarazzo si nota… ad un certo punto ti chiedo di poter andare in bagno e tu mi indichi la porta alle tue spalle. Una volta in bagno la mia mente si perde in un turbine di pensieri e sensazioni ed è in questo istante che prendo la decisione, ti desidero e adesso telo dimostrerò…
Una volta uscito dal bagno sei lì, seduta davanti a me, di spalle, queste sono scoperte, il vestitino ha solo due sottili spalline… mi avvicino, tu senti i miei passi lenti dietro di te e una volta giunto a te ti appoggio le mani sulle spalle… al contatto tu hai un leggerissimo sussulto, forse non te lo aspettavi… è a questo punto che inizio a muoverle lentamente, come a massaggiarti le spalle che sento rilassarsi al mio tocco… il tuo collo si piega leggermente da una parte e in quel momento la mia testa cala lentamente su di te e appoggio le mie labbra sulla cavità tra il collo e la spalla iniziando a baciarti dolcemente e con passione il quel punto che sembra piacerti molto… poi porto le mie labbra al tuo orecchio e dopo averlo sfiorato con la punta della lingua ti sussurro: “ti desidero…”. Il tuo respiro si fa leggermente più pesante e girando la testa per guardarmi negli occhi mi dici: “prendimi, fammi sentire donna come non mi sento da anni e fai di me ciò che vuoi…”. Avevo capito che sei una donna decisa che sa quel che vuole ma questa tua risposta mi ha colpito e ha, per quanto possibile, scatenato in me un desiderio ancora maggiore… sento una stretta allo stomaco per l’eccitazione e il cuore prende a battermi più velocemente.
A questo punto ti prendo per le mani e ti faccio alzare, ti volto verso di me e ti spingo delicatamente contro il bordo del tavolo. I nostri volti sono uno di fronte all’altro, le nostre labbra a pochi centimetri e i nostri corpi si sfiorano… in un attimo le mie labbra sono sulle tue, umide e carnose, che si aprono dolcemente per far passare la mia lingua che nella tua bocca incontra la tua… s’intrecciano come i corpi nudi di due amanti e non so per quanto tempo continuiamo a baciarci con questa, intensa passione… tu sei immobilizzata, dietro il tavolo e davanti io, che premo il mio bacino contro il tuo, il mio inguine sul tuo… e tu non puoi non sentire il rigonfiamento tra le mie gambe… le mie mani cominciano a correre lungo il tuo corpo, la schiena, i fianchi, il fondoschiena, le spalle… e sento che anche le tue si muovono sulla mia schiena ed è in quel momento che le porti sulle mie natiche e mi tiri con forza contro di te…proprio all’altezza del bacino! Sento il mio membro ormai duro che preme nell’incavo del tuo inguine, tra le tue cosce e mi sembra quasi di sentire il tuo calore provenire da quella zona… adesso le nostre bocche di staccano e ti guardi per un istante prima di abbassarmi leggermente e cominciarti a baciare sul colo per poi scendere sempre di più fino al tuo seno… sì, ci sono, proprio ora, ci sono solo due sottili strati di tessuto tra la mia lingua e i tuo capezzoli, porto le mani all’altezza del tuo petto e mentre ti accarezzo i seni, sentendo i tuo capezzoli induriti, ti abbasso prima il vestitino e poi il reggiseno, scoprendo due seni meravigliosi, non enormi ma tondi e sodi, è davvero impressionante come tu riesca a tenerti in forma anche a questa età, ho conosciuto ragazze di venticinque anni che non avevano il tuo fisico, che non erano così sode… e poi i capezzoli…wow, il mio sguardo si ferma su di loro, l’aureola piccola e di un rosa intenso e loro dritti e turgidi… non riesco a resistere molto prima di baciarli… la mia lingua si muove dolcemente su di loro facendoli diventare se possibile ancora più duri… piano piano ti faccio sentire anche i miei denti, mordicchiandoli appena appena…la cosa ti piace e con una mano dietro la mia testa premi la mia faccia ancora più forte fra le tue tette, mentre il tuo respiro diventa sempre più pesante. Adesso, mentre la mia bocca si dedica senza limiti alle tue tette la mia mano finisce sulle tue cose che tu, poggiandoti sempre più contro il tavolo allarghi leggermente come per farla passare ed è dopo questo tuo “segnale” che la faccio salire, prima sotto la gonna, poi il pizzo delle autoreggenti, la loro fine, la pelle delle tue gambe, l’interno coscia e finalmente… il tuo inguine! Rimango davvero stupito quando sento che se completamente liscia…wow! E poi ecco le tue mutandine…sono calde e umide e la cosa mi piace molto oltre che lusingarmi… mi piace l’idea di riuscire ad eccitare una donna come te! Inizio a muovere le dita sopra di esse, nella fessura creata dalle labbra della tua vagina fino a trovare il clitoride, cosa che ti fa sussultare ed emettere un piccolo gemito… felice ed eccitato per i tuoi continui mugolii e gli spasmi del tuo corpo comincio a masturbarti più intensamente, voglio che i tuoi mugolii diventino dei veri e proprio gridolini e così aumento anche la velocità delle mie dita e tu sembri apprezzare molto… ormai si muovono frenetiche per portarti al piacere massimo e le tue mutandine sono letteralmente fradice…
A questo punto mi fermo e torno col mio viso davanti al tuo, porto le mani dietro la tua schiena e tiro giù la lampo del vestitino abbassandolo fino alla tua vita… nello stesso momento tu mi sfili la giacca e prendi a sbottonarmi la camicia scoprendo il mio petto che, una volta sfilata la camicia inizi a baciare e leccare con la punta della lingua quasi a farmi il solletico ma dandomi molto piacere… è in questo istante che la tua mano finisce sul rigonfiamento dentro i miei pantaloni… cominci a massaggiarlo lentamente da sopra i pantaloni e ti ecciti ancora di più nel vedermi in preda al piacere che mi regala la tua mano sul mio pisello…
Adesso sono io che riprendo in mano la situazione e ti sfilo definitivamente il vestito e il reggiseno lasciandoti con il tuo perizoma di pizzo nero, le autoreggenti e le scarpe col tacco e io ti vedo fremere mentre con sguardo provocante ti guardo e mi inginocchio lentamente davanti a te, ritrovandomi con la faccia proprio davanti al tuo pube… io sposto il perizoma e ti infilo un dito nella fica cominciando a muoverlo dentro e fuori in maniera decisa e facendoti ansimare sempre di più… con la faccia a pochi centimetri dalla tua fica riesco a sentirne l’odore e la cosa è molto eccitante oltre al fatto che dopo averne sentito l’odore mi viene una gran voglia di assaggiarne il sapore e così ti sfilo il perizoma facendolo scorrere lentamente lungo le tue gambe fino a terra e scoprendo gli ultimi centimetri del tuo corpo che mi erano ancora rimasti nascosti… il tuo inguine depilato e ormai umido e la cosa più eccitante che abbia mai visto e la striscina di peli corti e neri che hai lasciato sopra la fessura è ancora più eccitante…senza che io dica niente alzi una gamba e la poggi sulla sedia di fianco in modo da fare ancora più spazio alla mia faccia che come hai capito tra pochissimo si butterà tra le tue gambe. Così ho la tua fica aperta a dieci centimetri dalla mia faccia e passa veramente poco prima che inizi a leccarla… comincio con la punta della lingua, ti sfioro prima le labbra e poi il clitoride… il tuo corpo ha una contrazione e dalla tua bocca escono dei gemiti di piacere…allora ci vado più deciso e comincio a leccartela completamente assaporando il sapore intenso e forte dei tuoi umori… tra il tuo piacere e la mia saliva sei davvero bagnata adesso e il tuo corpo si muove con decisione mentre la mia faccia sparisce tra le tue gambe… mentre ti lecco decido di provare a fare una cosa… appoggio la punta del dito sul buchino del tuo sederino e comincio a massaggiarlo lentamente. Saranno gli umori della tua fica che sono colati fin lì, ma anche lui è morbido e bagnato e allora decido di infilarlo lentamente sperando che non ti dia fastidio e fortunatamente non è così… senza quasi accorgermene è tutto dentro e mentre continuo a leccarti tu cominci ad agitarti sempre di più… sembra che la cosa ti piaccia… il tuo piacere mi eccita da impazzire e sento il mio pisello che mi scoppia tra le mutande… ma ora sono concentrato su di te e l’unica cosa che voglia è farti esplodere di piacere… non credo manchi molto e infatti inizio a sentire il tuo corpo che si contrae; le tue mani dietro la mia testa che mi spingono la faccia tra le tue gambe e tu che oltre ad ansimare mi dici: “continua, non fermarti… ti prego continua che vengo, dai… dai… oh sììì, sììììììììììììììììììììì, ahhhhhhhh”. Mentre vieni sento gli umori della tua fica che aumentano e si fanno ancora più intensi e tra questo e le tue frasi che ormai sono vere e propria urla impazzisco letteralmente di piacere!
Un attimo dopo sei sdraiata sul tavolo, con le gambe sulla sedia e il silenzio rotto solo dal tuo respiro pesante, come se avessi il fiatone… il tuo ventre piatto (frutto delle ore in palestra) si gonfia appena a ritmo col tuo respiro. Io resto lì a guardarti per qualche istante, il tuo sapore ancora in bocca e i tuo umori tutti intorno alle labbra. Tu, dopo esserti ripresa mi guardi e con aria maliziosa mi sorridi e mi dici che erano anni che non ti leccavano la fica così… la cosa mi lusinga molto ma soprattutto sono felice di averti fatto godere…
A questo punto ti alzi lentamente e mi prendi per mano dicendomi: “ti va di andare in camera da letto così stiamo più comodi…?”. Io annuisco e tu mi conduci nella tua camera, mi fai fermare sul bordo del letto dicendomi di aspettare un attimo e così accendi un’abat jour sulla quale metti un foulard per attenuare la luce e creare un’atmosfera intima… poi torni da me e mi spingi come a provocarmi sul letto e per un attimo mi guardi lì, sdraiato sul tuo letto a petto nudo, ti inginocchi davanti a me e cominci a slacciarmi i pantaloni… me li levi lasciandomi in mutande e iniziando a massaggiarmi il pisello ormai completamente duro… dopo un minuto mi sfili anche le mutande lasciandomi completamente nudo con il cazzo eretto lungo la mia pancia…non passa molto prima che lo prendi in mano e lo stringi forte ne tuo pugno iniziando a muoverlo su e giù… a questo punto sono completamente in preda al piacere e sono io ora che ansimo sempre più forte, poi d’un tratto vedo la tua testa che si abbassa e sento le tue labbra che si poggiano sulla mia cappella…wow! Speravo tanto lo facessi, sembri apprezzare tutti gli aspetti del sesso e la cosa mi piace… sono curioso di scoprire fin dove ci spingeremo… e se il mio istinto non si sbaglia credo proprio che tu sia una gran maialina… adesso invece sento la tua lingua sul mio cazzo…bagnata e la striscia di saliva che lascia sul mio membro turgido… finchè, in un attimo, wow… ce l’hai tutto in bocca… a me scappa quasi un urlo dal piacere che provo e tu lo senti e cominci quello che è decisamente il pompino più spettacolare della mia vita…ti poggio una mano sulla testa e aiuto il movimento della tua testa, mentre sento i rumori della tua bocca piena della mia carne, la saliva che cola, la lingua che si muove, la mano che accompagna il movente della bocca, le labbra che prima si allargano e poi si stringono seguendo la forma del mio pisello… io ormai quasi grido dal piacere mentre ti sento mugulare con la bocca piena… poi dopo qualche minuto ti fermi e lentamente sali verso di me fino a ritrovarti proprio sopra… ti avvicini come per dirmi qualcosa nell’orecchio ed è a quel punto che ho la conferma di quanto tu sia una maiala, di quanta voglia abbia (forse repressa in tutti questi anni)… “adesso ti scopo come una troia…” e senza neanche pensare dalla mia bocca esce la frase “allora datti da fare puttana…”. Entrambi un pochino sorpresi dalle nostre affermazioni ma soddisfatti dall’intesa creatasi ci guardiamo per un istante negli occhi poi sento la tua mano afferrare il mio pisello e portarlo all’altezza della tua fica e appoggiarlo delicatamente tra le labbra calde e bagnate… poi, in un attimo, allarghi le gambe per far scivolare il tuo busto verso di me e il mio cazzo ti entra completamente dentro… la tua fica bagnata per l’orgasmo di prima non oppone alcuna resistenza e lui scivola tutto dentro il tuo ventre… entrambi abbiamo un fremito e gemiamo a questo primo contatto… io sento il calore della tua vagina, è incredibile…e senza perdere un attimo tu cominci a cavalcarmi quasi con frenesia, in preda al piacere. Io metto le mani sul tuo culetto sodo, quasi a stringerlo e aiuto il tuo movimento mentre guardo il meraviglioso ed eccitante spettacolo che si para davanti ai miei occhi… infatti tu sei sopra di me, completamente dritta e io ho una visuale bellissima per ammirarti in tutto il tuo splendore… prima la tua pancia piatta, dentro la quale adesso si muove il mio cazzo, poi i tuo seni, tondi, sodi e con i capezzoli turgidi come due chiodi e poi il tuo viso, giù bello in circostanze normali ma assolutamente spettacolare con le espressioni di piacere che fai mentre continui imperterrita a scoparmi… nel silenzio della notte si sente solo il rumore del tuo inguine che sbatte contro di me ogni volta che il tuo corpo affonda sul mio e i nostri gemiti, ormai divenuti quasi urla, di piacere… il mio cazzo è completamente bagnato di te, del tuo piacere e sento il tuoi umori che mi colano fino alle palle e io non capisco decisamente più niente… è adesso che inizi a parlarmi,ora sì come una troia e dici frasi del tipo: “allora, ti piace..?”, “visto che vacca che sono?”, “dopo vuoi che te lo succhi ancora…? Sì, beh allora te lo devi meritare, devi farmi godere come una maiala…”…
Il ritmo dei tuoi movimenti si fa sempre più veloce e le tue tette sembrano saltare a tempo col tuo corpo… i tuoi gemiti aumentano, il tuo corpo inizia ad irrigidirsi e ormai l’ho capito… stai per venire… io non aspetto altro, questa volta voglio vedere il tuo volto che si contrae durante l’orgasmo… Io ti guardo e ti dico: “ ti sento, dai… vieni, fammi vedere come godi…” e tu, sorridendomi maliziosa mi rispondi: “vuoi che goda amore mio, lo vuoi adesso…? Allora guardami” e detto questo cominci letteralmente a gridare… wow, non avevo mai visto una donna (anzi, ragazzina paragonate a te, alla tua femminilità, al tue essere donna) venire in questo modo, con tanta passione e la cosa mi eccita tremendamente! Tra le tue urla distinguo qualche parola: “sììì, sto venendo, cazzo quanto godo, sìì, sìì, ancora, ancora, AAAHHHHHHHH” e d’improvviso ti lascia andare su di me, completamente come senza forze, i tuoi seni sul mio petto, la tua pelle sudata per l’orgasmo sulla mia… sento il battito del tuo cuore accelerato e il tuo respiro veloce. Più in basso invece sento le tue labbra contrarsi intorno al mio pisello, la tua fica ha ancora delle piccole contrazioni di piacere e sembra che tu stia ancora godendo… come se l’orgasmo non fosse ancora finito! Io ti accarezzo dolcemente la schiena, anch’essa sudata e portando le mie labbra al tuo orecchio ti sussurro: “spero che tu non sia stanca perché ho intenzione di farti godere ancora…!”; tu mi guardi compiaciuta e mi dici: “certo che devi farmi godere ancora… devo recuperare tutto il tempo perso…” ed è ora che ti sollevo con decisione da me, entrambi sussultiamo quando il mio cazzo ancora duro esce con decisione dalla tua fica e ti giro sul letto adagiandomi sopra di te, tra le tue gambe. Io ti guardo e ti dico: “allora, sei pronta…? Ne vuoi ancora..?” e tu mi fai di sì con un cenno della testa e io: “allora prendilo tutto TROIA!” e senza neanche farti rispondere te lo caccio tutto dentro la fica, fino ai coglioni, con un po’ di forza, senza farti male ma con la giusta decisione e proprio in quell’istante, una volta penetrata per bene dalle tua bocca esce un urlo…”SIIIIIIIIIIIII’”.
Senza perdere un attimo comincio a scoparti con decisione, a ogni affondo ci metto un po’ più di forza e tu sembri essertene accorta visto che ogni volta le tue urla si fanno più forti e sembra proprio che la cosa ti piaccia visto che prendi il mio sedere tra le mani e mi spingi verso di te… tu sei in predo al piacere più totale e inizi quasi a vaneggiare… dalla tua bocca escono frasi che non ho mai sentito dire ad una donna…”scopami maiale, dai, sì, più forte…. fammi male continua…” e ancora “sono la tua troia, sono la tua puttana in calore, sfondami dai… è una vita che aspetto di essere trattata come una puttana, che aspetti…”.
Incitato dalle tue frasi inizio a scoparti con tutta forza che ho, spero di non farti male, ma l’eccitazione è troppa, però per fortuna tu mi dici di continuare… a questo punto sono io che ti dico: “così troia…? così ti piace? vuoi che continui….”, “allora è così che gode una puttana…?” e ancora “te la spacco questa figa!”.
Adesso mi sono tirato su, dritto e ti tengo le caviglie tra le mani, ti divarico completamente le gambe mentre continuo a scoparti furioso di piacere… indossi ancora le scarpe, così te ne levo una e comincio a leccarti un piede che indossa ancora la calza… io me ne frego e me lo infilo letteralmente in bocca, mordendo prima il piede e poi la calza fino a strapparla scoprendo le tue dita che comincio a succhiare mente il mio bacino fa ancora avanti e indietro tra le tue cosce…
Ormai scopiamo come due selvaggi, guidati solamente dall’istinto… urliamo e ci diciamo frasi sempre più spinte… “allora non godi troia…?” e tu “continua, cazzo continua a fottermi…!”.
E’ in questo momento che sento che stai per godere di nuovo…i tuoi gemiti aumentano, il tuo corpo si muove di più… allora comincio a provocarti…”che fai vieni troia? di nuovo…? sei proprio una vacca…!” e quasi senza neanche sentire quello che ti ho detto cominci “continua, non fermarti, cazzo continua che vengo, dai, più forte, più forte, di più di più… AAAHHHH, SIIIII’, ahhhhhhhh”. Il tuo corpo si dimena letteralmente sotto di me e io ho una sensazione pari all’orgasmo nel vederti godere… poi ti blocchi, io ancora duro dentro di te e le stesse piccole contrazioni di prima della tua figa… hai gli occhi chiusi e non mi guardi ma dici semplicemente “WOW”!
Sempre senza guardarmi mi dici: “adesso amore, voglio che mi scopi alla pecorina!” e io senza farmelo ripetere due volte esco da dentro di te e ti giro facendoti mettere in ginocchio con le mani appoggiate davanti… anche se non ce n’è bisogno mi bagno con un po’ di saliva la cappella e senza indugi te lo sbatto dentro tutto d’un colpo, più forte di prima facendoti gridare… questa è una delle posizioni che preferisco… sento tutto, riesco a farlo entrare fino all’ultimo millimetro e adoro sentire le palle che sbattono davanti, sulla fica… e dal modo in cui ansimi e ti dimeni sembra piacere molto anche a te la posizione…!
Ti stringo con forza i fianchi e ti tiro a me sempre più forte… i miei affondi sono assecondati dai tuoi mugolii… sei meravigliosa vista da qui… il tuo culo rotondo e sodo… la tua schiena sexy che si inarca… poi mentre sono completamente perso nel mio e nel nostro piacere ti giri con la testa verso di me, mi guardi e mi chiedi: “ti va di farmi il culetto…?” WOW!
Adoro il sesso anale ma non mi sarei mai permesso di chiedertelo, non sapendo cosa ne pensavi ma visto che sei stata tu non me lo faccio ripetere due volte ed esco piano piano dalla tua fica mantre ti dico semplicemente “certo!”.
Una volta fuori faccio colare un po’ di saliva sul tuo buchino e la spalmo tutti intorno col dito e poi ci poggio la cappella, proprio lì, sul tuo buchino… prima che di iniziare a spingere mi fermi un secondo dicendomi “piano all’inizio… è un po’ che non lo uso…” e confessandomi che con tuo marito queste cose non le facevi ma che te l’ha sverginato l’unico amante che hai avuto, una scappatella diciamo, qualche tempo fa…
Allora piano piano comincio a spingerlo dentro… lo sento allargarsi intorno alla mia cappella ma è davvero stretto e ho paura di farti male così ti chiedo come va, se posso continuare e tu annuisci tra un gemito di piacere e uno di dolore…adesso la cappella è dentro, tutta ma ci metto qualche minuto prima di infilarlo completamente, prima di sentire le palle arrivate all’entrata del tuo culo…!
I tuo gemiti si fanno più intensi e ti dico che è entrato tutto, che sono tutto dentro il tuo culo e tu mi rispondi “adesso allora comincia a scoparmi, piano però…” e così faccio… comincio a muovermi lentamente e il tuo bacino si muove accompagnando il mio movimento dentro di te... ti piace... a me anche e non capisco più niente, sento solo il tuo buchino stretto e teso intorno al mio membro... comincio a penetrarti più velocemente e con più vigore e tu mi assecondi gemendo come una vacca, sempre più forte a ogni colpo di cazzo che riverso nel tuo ano...
L'inculata si fa sempre più frenetica e selvaggia, il tuo buco ormai largo e rilassato non oppone più alcuna resistenza al mio pisello e tu cominci a gemere frasi del tipo “ oh sì, continua ad incularmi... non fermati!” e ancora “sì, sono la tua troia, rompimi il culo e riempimelo di sborra...”. Io nel sentire queste frasi impazzisco ancora di più, ti afferro per i fianchi con più forza e ti tiro ancora di più verso di me, come a farlo entrare di più se possibile, tu apprezzi molto e continui “oh, così amore mio, scopami il culo, dai, non fermarti, fammi godere come una maiala...”, “stanotte mi devi trattare come non ha mai fatto nessuno... più forte cazzo, inculami più FORTE!”.
Io sono completamente assuefatto dal piacere, sento solo il mio cazzo dentro il tuo culo e tutta la mia concentrazione si sposta all'altezza del mi pube dove sento che tra poco esploderò in un'orgia di sensazioni... il ritmo si fa ancora più intenso e adesso urliamo e basta, sia io che te, in predo al piacere più totale... le tue mani si muovono frenetiche davanti a te sul letto , come a cercare un appiglio, qualcosa a cui tenerti, come se sapessi già che l'esplosione che seguirà sarà fortissima... stringi forte le lenzuola ma non ti basta, ogni tanto tiri qualche pugno sul letto come a voler sfogare tutto il tuo piacere... io dietro di te vedo il tuo corpo dimenarsi, contorcersi e mi eccito ancora di più!
Ormai ci siamo quasi... il mio cazzo turgido sta per esplodere nel tuo culo e non vedo l'ora di darti tutto il mio piacere, di farti sentire il mio liquido caldo e denso... anche te stai per venire, lo sento, i tuoi movimenti si fanno più agitati e le tue urla più forti... e poi ecco... è un attimo, sento il piacere esplodermi tra le gambe... lo sento partire da dentro di me per poi uscire di getto... lo sento percorrere la lunghezza del mio pisello fino liberarsi come una piena nel tuo culo ormai completamente rotto... in quell'istante riesco solo a dire: “vengo... amore sto venendo... ti vengo nel culo... ORA!!!!!” e tu “sì, dai, dai, anch'io, fammi sentire” e nell'istante in cui il mio sperma caldo si riversa dentro di te , come se lo sentissi urli “AAAAHHHHHHH, SIIIIIIII', OHHHHHHHH” e poi come in un istante di lucidità “sì, la sento tutta, sento il tuo calore....”.
Entrambi ci fermiamo, i nostri corpi ancora rigidi per lo spasmo, quasi tremanti, la pelle lucida di sudore... e poi ci adagiamo sul letto, io ancora sopra e dentro di te... non voglio uscire, è troppo bello! Inizio a baciarti il collo e a leccarti con la punta della lingua mentre ti dico quanto sia stato tutto meraviglioso, intenso e anche un po' selvaggio mentre tu annuisci sorridendo, quasi a vergognarti...
Esco lentamente da te e quando anche l'ultimo centimetro del mio membro è fuori vedo vedo un rigagnolo della mia sborra uscire dal tuo buco ancora dilatato e colarti lungo l'inguine, verso la fica... wow che scena!
Ci ricomponiamo entrambi e ci sdraiamo sul letto, nel parlare ti tiro qualche provocante frecciatina su quanto tu sia stata eccitante e poi ci addormentiamo così... completamente nudi, con i nostri corpi che ancora s'intrecciano come in un abbraccio dei sensi...
Cosa succerà domani sarai tu a deciderlo, io riesco solo a pensare che d'ora in poi fare sesso con ragazze della mi età sarà decisamente meno interessante, una volta provate le meravigliose sensazioni che una donna come te ha saputo regalarmi sarà difficile tornare indietro...
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14 years ago
admin, 75
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Non ho sverginato il vestito di lamè (pomeriggio a
Questo racconto non sarà condito da invenzioni o da romanzate licenze, per cui non aspettativi di trovare qui una storia di amplessi dannunziani o fantastiche avventure. La storia è quella che mi è capitata ieri e la racconto così come è andata.
Sono uscita dal lavoro con due ore di anticipo e quindi ho colto l’occasione per folleggiare un pò. Mi sono recata a casa e chattando con un ammiratore ho rimediato, con lui, un appuntamento per mezz’ora dopo. Ho finito di depilarmi ed in fretta e furia ho indossato un cat suit in rete chiuso sotto e sono uscita. Giunta sul luogo dell’appuntamento con 15 minuti di anticipo, per ingannare il tempo, sono entrata in un negozio di cinesi e ho acquistato un vestitino sexy in (finto) lamè. Malgrado le sue (dell’ammiratore) raccomandazioni di non ricevere il pacco rimango li ad aspettarlo sino a 15 minuti oltre l’orario dell’appuntamento, quando mi sono resa conto che il pacco bello infiocchettato l’avevo preso io. Ma l’eccitazione era tanta e cosi che fare? Recarmi alla più vicina piazzola autostradale oppure cinema….? Meglio cinema.
Entro al cinema porno della mia città dentro tutto buio. Io in abiti maschili da insospettabile quale sono ma sotto inguainata dalla mia cat suit che mi davo un senso di grandissima troiaggine mi sono appoggiata alla parete in fondo alla sala..
Sullo schermo una vacca veniva inculata con forza dallo stallone di turno…beata lei. Ma la mia invidia sarebbe durata poca. Ancora accecata dal cambio di luce non vedevo ancora nulla quando ho avvertito la presenza fianco a me di un uomo che subito a iniziato a carezzarmi. Io ero un po’ spaventata dalla condizione di momentanea cecità che altre meni si sono aggiunte…., mi massaggiavano il cazzo da sopra i pantaloni, una sotto la maglia mi strizzava i capezzoli inguainati nella rete due mi stringevano le natiche e mi aprivano i pantaloni.
La galleria del cinema è chiusa ma al piano di sopra in una nicchia, chiusa da una tenda pesante, c’è una sedia di plastica . Uno di loro, che ancora non vedevo mi ha preso per mano e mi ha detto di andare con lui. Con i pantaloni aperti e tutta scarmigliata l’ho seguito al piano di sopra e siamo cosi entrati nella nicchia. Li mi ha spogliata lasciandomi in rete ma subito dopo sono entrati altri due il primo maschio li ha redarguiti dicendogli che la troia (io) era sua cosi dicendo mi ha fatto inginocchiare per succhiargli un cazzone tozzo come una lattina di coca (di quelle nuove ma un po’ più corto). Gli altri erano a cazzo di fuori e me lo davano in mano toccandomi. Era evidente che ero la loro troia il loro giocattolo. Uno sulla sessantina piuttosto distinto incitava il mio manzo (fra i 40 e i 50) a incularmi, mentre un terzo silenzioso si segava. Io ero al culmine dell’eccitazione il cazzo in bocca era di marmo. Ad un certo punto mi hanno alzata e messa a pecorina con le mani appoggiate al muro dello spazio angusto. Io da brava puledra da monta ho sporto il culo in fuori e il mio stallone ha iniziato a slinguarmi attraverso la rete provocandomi un eccitazione incredibile. Il signore distintoi mi stringeva i capezzoli infilandomi due dita (che prima mi avevano violato l’ano) in bocca. Mentre il segaiolo continuava a menarsi, di tanto in tanto ulteriori spettatori aprivano la tenda per godersi lo spettacolo della vacca in calore pronta per la scopata. Capendo che lo stallone stava per cavalcarmi, quando mi ha strappato la rete che mi inguaninava il culo, l’ho implorato di fare piano, viste le dimensioni, il distinto ha aggiunto “non fare male alla zoccola” io ero in visibilio. Ho sentito la cappella del cazzo (a cono) farsi largo nel mio sfintere che piano piano ha ceduto facendo posto a quella mazza di carne dura che ha cominciato a stantuffarmi. Lo stallone mi sussurrava nell’orecchio che lo avevo tutto dentro gli dicevo che ero la sua vacca da montare. Ansimavo e il distinto quando i miei gemiti diventavo più alti mi metteva due dita in bocca. Lo stallone è andato avanti una mezz’ora io un po’ in piedi un po’ in ginocchio sulla sedia godevo come una pazza del cazzo e della situazione tremando come una folgia. I tre maschi commentavano la mia troiaggine e la bellezza del mio culo asserendo che sarebbe stupendo riempire con due cazzi. Io ero infoiata li incitavo e, toccandomi il cazzo semi duro, scoprivo che stava colando sborra . Il distinto mi ha infilato il cazzo in bocca (inguainato da un preservativo) e mentre lo stallone mi sborrrava sulla schiena io mandavo in estasi la mazza che mi scopava la gola. Più in dietro anche il segaiolo raggiungeva il suo scopo. Tutti e tre complimentandosi di quanto ero puttana e chiedendomi di andare più spesso al cinema si sono allontanati si è soffermato lo stallone che mi ha manifestato la volontà di farmi insieme ad un suo amico per donarmi una bella doppia anale …speriamo bene…..
Quando se ne sono andati è arrivata altra gente ma nessuno è andato oltre a ammirami in cat sui stracciata mentre tentavo di ricompormi …..peccato magari un altro czzo ci stava …
Ora concludo facendo un simpatico ringraziamento al mi ammiratore in chat per il pacco, per il quale, tuttavia non provo rimorso in quanto conosco bene le situazioni e il pacco è sempre dietro l’angolo…..solo un rammarico …non ho sverginato il vestito (in finto) lamè.
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14 years ago
admin, 75
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La Genesi dei Nostri Giochi_1
Sulla famosa spiaggia naturista catalana...nudi e sereni. Altre coppie, rade ma ragionevolmente vicine... bei ragazzi apparentemente tranquilli, distesi al sole. Corpi quasi tutti beli e accattivanti. Silenzio, il canto del mare a cullare sogni e fantasie fino ad allora inconfessate ma sempre più insistenti. Eravamo sposati già da un pezzo e la nostra vita sessuale, così come quella sentimentale, era un tripudio....complicità e armonia regnavano sovrane. Ma certi racconti sentiti qui e là ...certi siti sulla rete....la pratica del naturismo iniziata anni addietro.... quasi impossibile non incrociare la strada della curiosità su un mondo solo "ascoltato" e mai sperimentato. Rompo gli indugi e per la prima volta trovo il coraggio di sussurarle in un soffio..."ma tu hai delle fantasie qualche volta? hai mai pensato a situazioni, diciamo trasgressive ?" E lei... "ma cosa dici? ma stare un pò tranquillo a goderti sole e mare no? " e il tono di voce non lasciava adito a dubbi: meglio fare un bagno nell'acqua limpida ma soprattutto fresca del Mediterraneo. Ma ormai il meccanismo era innescato e indietro non volevo tornare senza provare ad andare fino in fondo. Si ride e si scherza fino a sera. Voglio andare a letto presto, il sole mi ha brasato, dico io. Lei mi segue docile ma con lo sguardo furbetto.
A letto iniziamo a toccarci e baciarci delicatamente e poi sempre più passionalmente. Sale sopra di me come piace fare a lei.... ma le impedisco di "prenderlo". L'abbraccio e la bacio ovunque....arrivo con le mie labbra ai suoi lobi.... approfittando di un remoto ricordo faccio riaffiorare una sua lontana confidenza circa l'aver limonato una sua bellissima compagna di classe al liceo (e le era piaciuto!) sussurro ancora: "non ci credo che non ti piacerebbe riprovare il brivido nella schiena di quella volta con la tua amica del Parini".
Tace, ma non ha alcuna altra reazione. Allora non mollo: "Pensa ritrovarla ora, sposata come te, con un bell'uomo....li incontriamo per caso al cinema. Grande euforia per la bellissima sorpresa. Li inviti a casa nostra una sera, si rinverdisce la tua amicizia con lei.... (sintetizzo)... a cena sotto il tavolo lei ti fa piedino, tu non disdegni...con una scusa vai in bagno e mi mandi un SMS avvertendomi su cosa sta accadendo a mia insaputa....e allora io ti incoraggio. Finisce la cena, dopo due bottiglie di champagne in 4 e un fiume di vino da dessert...tutti sul divano, candele e musica soft...chiacchiere frivole e sorrisi intriganti,..lei la tua amica, rompe il ghiaccio e ti bacia di nuovo a distanza di 15 anni, con la stessa passione e desiderio di quel lontano giorno nella palestra del Liceo..." mentre sussurro tutto ciò nel suo orecchio infilo la mano sotto il suo ventre a sfiorarle il fiore del piacere: è già un lago senza neanche bisogno di infilare le dita più in là . Incalzo: "Pensa allora che io se marito ci godiamo lo spettacolo di due splendori come voi mentre si amano con grande sensualità . Ma non siamo di legno.... Claudia ti sta leccando proprio lì e tu sei bagnato come non mai, suo marito non ha resistito e sta leccando e succhiando dolcissimamente i capezzoli del tuo meraviglioso seno, mentre io , vinta la timidezza accarezzo dolcemente il sesso di Claudia, la tua amica, per scoprire che è pronta per ricevere qualsiasi cosa in quella fessura invitante e profumata" E mentre raccontavo tutto ciò la mia dolce metà era salita impaziente sopra di me e mi stava scopando (non stava facendo l'amore) mi stava scopando come mai prima! Urlandomi che ero un "maiale" ma che l'avevo fatta eccitare in maniera incredibile e mi odiava da morire perchè non voleva ammetter che quel racconto la faceva impazzire e non se lo sarebbe mai aspettato! Che notte...
(continua)
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14 years ago
Ah_LaNobileCoppia, 40/44
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Mia moglie e i due maestri di sci (prima parte)
Moglie trascurata decide di accettare l'invito in una di un bellissimo maestro di sci... anzi di due!
Si perchè quel ragazzo aveva un gemello, anche lui maestro di sci.....
Una "doppia sciata" fantastica e indimenticabile !!!Vacanze di Natale 2009-2010, siamo sulle Dolomiti per trascorrere il consueto periodo di ferie. Lo sci è una passione di entrambi e da molti anni, appena possiamo, saliamo fin qui per divertirci tutto il giorno su queste fantastiche piste. Purtroppo, durante il secondo giorno di vacanza, Monella ha fatto un movimento sbagliato e si è stirata leggerissimamente un polpaccio. Siccome sentiva un po’ male ha deciso prudentemente che per qualche giorno sarebbe stato meglio evitare di sciare.
Lei probabilmente pensava che anche io mi sarei fermato a prendere il sole senza sciare, invece ho continuato ad andare su e giù per quelle splendide montagne e ogni tanto passavo dal solarium a salutarla. Indubbiamente non passava inosservata, una bella donna mora da sola tutto il giorno la si nota immediatamente, io però non pensavo che si arrivasse al punto in cui siamo arrivati. Provo a spiegarmi meglio: dato che Monella è molto orgogliosa, in quei giorni non mi ha chiesto di restare con lei, aspettava che mi venisse naturale. Io invece pensavo che fosse normale continuare a sciare.
Succede che lei, mentre si trovava per un caffè nel bar accanto alla sede della scuola-sci, incrocia lo sguardo intenso e intrigante di un giovane Maestro di sci, lui le sorride e le dice “so perfettamente di non essere originale, però come si può lasciare da sola una donna così bella? Magari lei non mi risponderà , però sappia che non potevo non rendere omaggio al suo fascinoâ€. Monella era stata indubbiamente colpita da quei due occhi verdi incastonati su un bellissimo viso abbronzato, dal suo splendido sorriso e dal fisico muscoloso e potente; niente da dire, proprio un bel moro! La sua risposta è stata “grazie, lei è molto gentile, mio marito adora sciare e visto che io non posso farlo perché ho male ad un polpaccio, ha pensato bene di lasciarmi qui da sola, mannaggia a luiâ€. Il maestro le sorride, fa l’occhiolino e subito le dice “i mariti che fanno così bisognerebbe punirli, vero? Comunque non la importuno più, devo andare a fare una lezione. Piacere di averla conosciuta, anzi spero di rivederla, il mio nome è Simoneâ€.
Monella era lusingata dalle parole di quello splendido uomo e, stando al gioco, lo fissa negli occhi e lo saluta così “allora Simone facciamo così, ci diamo del tu però il mio nome te lo dirò la prossima volta che ci incontreremo… restiamo qui in vacanza fino al 6 gennaio. Comunque sappi che non mi hai importunatoâ€. Monella mi racconta dettagliatamente ciò che era successo nel bar e mi dice “vedi cosa succede se mi lasci sola? Basta che vada al bar a prendere un caffè e subito vengo agganciata da un maestro di sci davvero bonazzo, garbato ma deciso, gentile e intrigante, insomma un ragazzo magnificoâ€. Io, per stimolarla e per sfidarla, le rispondo “si, si, hai davvero tanta fantasiaâ€. Lei mi fulmina con lo sguardo e mi dice “attento perché scherzi col fuoco caro maritino mio, tu pensi solo a sciare… io potrei pensare anche ad altro. E sai bene a cosa mi riferisco!â€. Confesso che subito mi si è gonfiato l’uccello, l’idea che Monella potesse fare la zoccola anche qui in montagna era davvero eccitante. Per provocarla ulteriormente le ho detto “eh si che un bel maestro di sci, con tutte le ragazze che avrà a disposizione, vuoi che scopi una 45enne? Non è possibile, dai! Ora però ti saluto perché torno sulle pisteâ€. Lei mi fulmina con lo sguardo e serissima mi risponde “allora proprio vero che dopo tanti anni non mi conosci ancora… comunque vai pure a sciare così stasera potrai dire che sei stanco… vai e non ti preoccupare di me. Ok?â€
Era veramente incazzata però io ero certo di averla colpita nel suo orgoglio di femmina e che avrebbe fatto di tutto, ma proprio di tutto, per vincere la sfida che le avevo lanciato. Per “caricarla†ancora di più prendo gli sci e torno sulle piste. Succede che il Maestro di sci, appena terminata la lezione, torna dalle parti del solarium e quando la vede sulla sdraio a prendere il sole, fissandola negli occhi le dice â€ciao, ancora da sola? Te l’ho detto, un marito che lascia sola una donna come te, merita una punizione…†Monella non aspettava altro e maliziosa ribatte “hai proprio ragione… però non posso punirlo da sola… tu Simone hai qualche idea? E lui sorridendo, “beh, a dir la verità con una donna come te di idee ne avrei diverse… non saprei dove cominciareâ€.
Monella a quel punto abbandona ogni pudore e gli dice “vediamoci, dimmi tu quando e dove, io mi libero, mio marito mi ha fatto incazzare e merita una lezioneâ€.
continua [email protected]
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5
14 years ago
splendidamonella,
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Coppia lui bsx
A casa mia, dopo un veloce contatto via email, arrivano Sandro e Giovanna, "la coppia lui bsx solo giochi manuali e orali". Lei bruna, discreta di viso ma con un culo notevole, lui moro, occhi scuri, alto e con un fisico da atleta.
Un caffè in salotto poi sbrigativamente e con sicurezza, Sandro, il marito mi presenta la moglie Giovanna nei dettagli, sollevando la gonna e piegandola sulla poltrona del divano per farmi osservare il suo magnifico culo e spostandogli gli slip, mostrarmi la fica ben rasata di lei. Sono seduto sul divano di fronte a Giovanna e mi sono eccitato. Sandro allora estrae il suo cazzo....molto molto grosso, gran cappella...ben gonfia e lo poggia sulle labbra di Giovanna che a fatica lo prende in bocca. Sono sempre più eccitato!! Pompa davvero bene! Estraggo il mio cazzo...normale, lo accarezzo, mi sento un po in imbarazzo, ma lei si avvicina in ginocchio e con naturalezza comincia a succhiarmelo. Anche Sandro si avvicina a me, per un secondo penso che voglia farselo leccare...meno male non è così! Mi chiede invece di unirsi con la sua signora sul mio cazzo. Non faccio in tempo a rispondere che già sento la sua bocca che si alterna con quella della moglie. Che godimento due lingue sulla cappella! Poi Sandro mi lecca le palle e scende verso il buco del culo. Allargo e sollevo le gambe. Giovanna fa scendere della saliva sul mio attrezzo mentre lui cerca di penetrarmi con la lingua nel buchetto. Si alternano. Ora l'uno ora l'altra. Con le mani mi sego mentre le loro bocche mi succhiano rumorosamente.
Non resisto molto, non ce la faccio più. Sborro con un fiotto caldo e denso! Con gli occhi socchiusi non capisco bene chi ha preso la mia sborra..ma vedo loro due che si baciano e che dalle labbra...cola! Poi Giovanna fa scendere sulla mia cappella sborra e saliva mentre Sandro mi ripulisce.... Sono stremato, ma ho goduto come un porcello. Lei mi strizza la cappella per far uscira ancora una goccia e lui la raccoglie... Sono impietrito dal piacere....
Domanda: Mi è piaciuto?
Risposta: Due bocche sul mio cazzo... chi le distingueva più!
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6
14 years ago
TRIS,
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Venerdì ovattato
Una fitta gragnola di fiocchi mi investe già al primo gradino oltre la soglia. Per terra ancora poco o nulla, ma quel che appena mi imbianca le spalle in poco tempo cambierà il riverbero dell’orizzonte. La mattina inizia ondeggiando in foglie di nuvola: dopo il loro tuffo, abbracciano il cristallo e vi si immergono, in un sorriso. Le respiro sereno: fra poco tutto avrà inizio. Assaporo.
Mille pensieri mi agitano le tempie. Superati di slancio e caparbietà vari impicci, ne rimangono una manciata: una relazione in ritardo cronico per Valentina, l'incertezza della neve sul treno di Amelia e la ricerca, sin’ora vana, di un particolare regalo per entrambe.
Milano è bella con la neve. Rallenta il ritmo e respira profonda.
Disperdo cortesia e malizia nel bistrot che inaugura le mie mattine; cappuccino alla cannella, fitte di profumo mi scalano le narici, intense: chiudo gli occhi e migro su una pista, sci ai piedi, ghiaccio alle lame.
Non disturbo Valentina: sotto pressione, le interruzioni disperdono. Qualche refolo d'aria mi rinfresca di pensieri suoi. La vedo nel bianco: rughetta sorridente, solco al mento, sguardo luminoso, ciuffo bruno. Amelia è in treno, riflessa nel cellulare. Il suo fiume di parole mi investe, biondo e frizzante; orgogliosa del proprio istinto, contro tutto e tutti. Strana alchimia, tra noi: leggera come i fiocchi che vedo sciogliere sul guanto e densa quanto il manto che trasfigura ciò che avvolge.
Inizio il mio turbinare mattutino. Voci, rumori, la testa galleggia. Un termine inizia a echeggiare: ovattato ... assurgerà a ritornello nelle ore. Entro ed esco da negozi di intimo, spiazzando di decisione le commesse, non ancora pronte a clienti pervasivi: “due maschere di pizzo?”. Non è così facile. Disoriento scrupoli con avvolgenti onde d’iride e avorio, incalzando nuove strade.
L’idea di incorniciare loro lo sguardo mi fece balzare dalla sedia, la mattina che conoscemmo Amelia, in centro. Allora, illuminarmi e congedarmi fu tutt’uno; rimasero stupite, nel vedermi scomparire all’improvviso. Molto meno Val: qualsiasi cosa avessi in mente, sarebbe stato loro tributo. Di slancio in Rinascente, con lo sguardo deciso del cacciatore conscio di dove incrociar la preda: due occhi verde-azzurro, coronati da raffinato pizzo, uno sfondo di immagini rubate a scenografie celebri. Su richiesta, non ci fu verso. Tentai alternative in seguito, rubando spazi al lavoro: niente! Profetizzando maggior fortuna, varco ora ripetute soglie. Da come sono accolto, trasmetto emozioni.
Un "davvero?" allarga palpebre e sorriso all’elegante proprietaria di un negozio di lingerie, un orgoglioso plauso alla distintiva raffinatezza che propone e uno alla caparbietà dei miei passi. Mi precede, ondeggiando l’anca di soddisfazione, sino a un angolo: ne raccoglie una, di luminoso pizzo smeraldo, l'adagia agli occhi e ne rapprende i lembi alla nuca, con voluta lentezza. Abbassa il capo e mi taglia la gola con uno sguardo incorniciato: è evidente quanto mi attanaglia. La bacio di parole per lunghi minuti, tra confezione, scontrino e fruscii, soppesando quanto a lungo cercato mentre volteggia tra le sue mani curate, che non disdegnerei si dedicassero a quel che mi pulsa dentro. Illumino il selciato accostando la porta, in silenzio, dietro le spalle, pregustando chi mi riempirà la giornata e le vene.
Poco dopo, Val chiama; la voce ancora impastata di lavoro, rilassa i polsi e si abbandona al sogno. Solco di gomma il bianco, nervose occhiate a mie e altrui incertezze, e parcheggio a lato stazione ad accogliere Amelia, appena impressa sul cemento della banchina promessa. Schivo persone, scale, pacchi, treni, pannelli e stracci d'umanità, quando da un angolo una figura chiara, elegante, mi esplode in faccia un sorriso, dividendo oriente e occidente. Il cappellino scuro e gli occhiali bruniti celano ai più la luminosità del viso; un morbido pelo, lucido e chiaro, l’incorona giocosamente a Svetlana, incorniciando lo splendido décolleté.
Già dal primo incontro lo sguardo ha indugiato sulle sue morbide valli, pronunciate il giusto; accoglierle nel palmo a coppa risulta ancora il miglior tributo. Lo spolverino grinzito ai fianchi la staglia in un’ombra affusolata, complice agli stivali scuri che la innalzano oltre i desideri.
Camminiamo appaiati, gomiti allacciati, sorrisi velati d’estraneità. Oltre una colonna un intenso bacio ci sconfina nell’intimo. La seguo, un passo dietro: interpreta pulsioni ondeggiando con le mani. Un pensiero, che non zittisco “se chi ci passa accanto sapesse quel che abbiamo in mente …” e ride di gusto. Canzoniamo gente, valigie, cantieri e polvere: contorno necessario.
Amelia. Accolta d’impulso; arresa d’istinto. La incrociai in un angolo virtuale: schiena tornita, bionda cascata selvaggia, slip succinto, pareo trattenuto ai fianchi, di cornice a rotondità attraenti. Sfrontata nel donarsi, elegante nel porsi. Complici da subito, naturalmente affini, confessioni libere e discinte. Ormai parte del branco.
Di nuovo a contatto con l’aria pungente, tra selciato imbiancato e tacchi alti, scivoliamo verso l'hotel. Trascino il suo pesante trolley nero, che refola lussuria al tintinnio di giocattoli adulti. Oltre il turbinio della pesante porta, legno e oro antico, i sorrisi convergono su una camicetta candida; sopra, due occhi di gatta ci investono di lampi e spilli. Tra le formalità l’avvolgiamo in pensieri privati, impastati di desiderio, decantando come via delle spezie i prossimi passi nel bianco. In breve è certa che oggi non è lavoro. Un augurio, ammantato di pudica malizia, ci sgrana gli occhi: "Buona fortuna, di qualsiasi cosa si tratti.".
Navigando corridoi, i resti di una colazione per due e un Non disturbare, a terra, evocano foglie d’intimità clandestina. Varchiamo la soglia di una stanza ampia, profumata, perfetta. Il primo sguardo all’idro, che ammicca oltre la porta del bagno; favoleggio onde di calda schiuma che sbirciano dal bordo e una gamba nuda che le cavalca. Qualche fremito rallenta i nostri primi passi; tra fibie e bottoni, sono in camera con Amelia, che sogghigna impenitente mentre plano il mio sguardo sul suo seno, zuccheramente fasciato di viola. Ne soppeso i fianchi, aggrappati a lunghi sbuffi neri, sul vestito panna. Parole raggrumate nel silenzio.
Vago rapito per la stanza; le scivolo dietro mentre si pavoneggia allo specchio, e le fiato un “aspetta un attimo” falsamente discreto. Punto nel riflesso l’incavo del collo, mentre con le nocche scosto il biondo che lo sovrasta. Decanto il mio desiderio a fauci aperte; a un palmo, ritraggo i canini e increspo un succhiotto sulla pelle morbida. Un pensiero, “desideri da non sprecare”, mente spudoratamente ai miei fianchi tesi, che urlano di straziarla allo specchio.
Val non c’è; inquieto, dibattuto tra sguinzagliare le pulsioni e inghiottire l’assenza di lei, troppo profonda per perdermi senza. Amelia mi guarda, ostentando tranquillità; arriccio il naso e rimando tutti a nuove intensità, scherzando su neve e acque termali, verso l’uscio. A ritroso nel corridoio, vassoio e cartellino sono scomparsi, con poche briciole a evocarli.
In ascensore, d’un tratto le sue labbra mi abbracciano, guizzando nell’umido. Mentre ci sveliamo il sapore dei nostri desideri un cellulare trilla disperato, e Val si materializza tra noi. Le celo quel che ha interrotto con un “eravamo distratti” in fumosa malizia; Amelia mi schiaffeggia con lo sguardo e mi scosta il gomito, mentre le emozioni di tutti scontrano in volo.
Verso la porta girevole, navigo con lo sguardo intorno, cercando il bianco seta e gli spilli di una gatta. Me li sento addosso, da oltre un paravento, a contorno dell’aria frizzante che ci avvinghia e di un trolley che ci insegue.
Verso Val, il traffico incespica, scivola e arranca, tra sguardi nervosi e smarriti. Pochi chilometri e giro la chiave, fermo all’angolo del noto dentista, giusto in tempo perchè il viso di Val, appannato e spumeggiante, ci transititi davanti. Un timido stivale nero sbuca, facendo strada al grande cappuccio verde, che ancora me la nasconde. Eccolo, quello sguardo: lo inseguo e lo avvolgo. Mi carezza il volto con le labbra mentre sfumo i nostri giorni oltre il suo sorriso.
Pudici con chi ci passeggia intorno, le nostre labbra si bramano da un passo. La lamiera scura mi nasconde il loro saluto; sorrido alla neve intorno, sciolta dai sensi, branco complice d’anime inquiete.
Scricchiolii dalle gomme, tergicristalli e montanti corollati di tormentate colline, bianca cornice appannata agli angoli. Il paesaggio, fuori, è sogno di ovattato silenzio. Campi candidi, merlettati d’alberi carichi di soffice. Emozioni acerbe li depurano dal grigiore di camion, auto e scarichi. Musica, parole, spicchi di pelle. A tratti mi oriento allo specchietto, incrociando lo sguardo di Val, spumeggiante di gioia e passione. Le gambe di Amelia, a portata di polpastrello, sono una calamita; le sorvolo le ginocchia, fasciate di calze scure, a palmo aperto, e la firmo d’impronte digitali. Ho la mente sospesa ... le sinapsi, normalmente iperattive, risultano solo parzialmente vigili. Capisco poco - e in ritardo - l’umorismo, le allusioni, le provocazioni. Mi canzonano, sorridono di quanto non sia io. E’ l’aria. Sono loro. Siamo noi.
Finalmente la strada sterrata, che si dipana a serpente nel bianco, proprio mentre un trattore libera l’ultimo impervio tratto dalla neve. La buona stella protegge le nostre ore più intense; temerari e tenaci, apprezzati da chi ci accoglie.
Profumo di legna ardente e un corto pennacchio si innalza alto sopra la porta della cascina. Addentiamo il gusto della complicità da un tagliere di salumi e formaggi; le nostre risate volteggiano come fiocchi, con la mente a fiato corto a rincorrerle.
Divaghiamo verso altri che indugiano sulla porta; si interrogano sulle nostre mani, intrecciate come rami sulla tovaglia bianca. Una di loro sorride annuendo; la pizzichiamo con gli occhi e disperdiamo le perplessità. Fotografo con la mente le variopinte emozioni del momento.
Riappacificati i languori, è tempo di lasciare respirare la pelle.
Un caldo abbraccio ci avvolge di denso profumo. Un persistente scroscìo, da varie fonti, conferma che l’elemento liquido qui regna sovrano. Davanti a noi la grande piscina ondeggia sotto le travature antiche, coronata da vetrate e luci soffuse; di lato, un’impetuosa cascata a fustigare le spalle e, oltre il percorso a piedi nudi su ciottoli levigati e cascatelle alle caviglie, gli idromassaggi. Al bordo opposto caminetto, lettini candidi e tisane fumanti. Dietro a noi l’area relax, protetta da una pensante porta in legno chiaro, con bagno turco, sauna, doccia scozzese, ampio angolo lettura e sala massaggi. In mezzo, fitti armadietti e spogliatoi.
Ricordi di una precedente visita: un libro, una finestra su campi verdi, noi seduti sul vimini, piedi nudi, tempie a contatto. Un angolo di piscina, assurto da pubblico a privato, dove ancora sguazza l’animale impudico. Una doccia scozzese, momenti disturbati di sessualità trasgressiva, mani ad artiglio sui suoi fianchi. Uno spogliatoio, ebbro di profumi e sapori, impronte di mani aperte e contratte contro il muro, urla soffocate nella spugna. Polpastrelli che spalmano crema abbronzante, nervi che sussultano. Emozioni ancora vivide: Val.
Appartato nel mio spogliatoio, libero il torace dalle contrizioni di cravatta e bottoni; dalla fessura, l’occhio mi cade sul moto di due piedi nudi: è Val, che parla e mostra qualcosa ad Amelia. Mi accosto un attimo ad assaporarle, non visto: belle, si spalmano di profumi e parole. Estraggo dalla borsa un pantaloncino nero, fasciante. Accuratamente scelto, ad ingolosire polpastrelli e labbra.
Per primo alla splendida piscina dal fondo palladiano, azzurro pastello. Voci lontane di una coppia oltre il caminetto. Palpeggio il bordo con le dita dei piedi, ebbro delle onde riflesse su pareti e soffitto, distillando l’odore del cloro da altre occorrenze olfattive. Inspiro profondo e abbraccio il liquido immobile, in lento volo a fendere con gli occhi chiusi.
Una larga scia febbricitante insegue le mie spalle, che solcano decise la superficie piatta. Il respiro amplificato in acqua e l’eco delle bracciate violano l’intimità del luogo, mentre vasche di silenzio donano equilibrio a corpo e mente.
Due figure eleganti mi sfilano alle spalle, con la pelle che sfavilla al tocco dell’acqua e gli occhi che sguazzano nel gusto. Difficile dare un valore al piacere del momento.
Val turba la superficie come un delfino gioioso, tra bracciate superficiali e planate subacquee, con le braccia distese lungo i fianchi a solleticare il fondo.
Amelia disegna origami a pelo d’acqua, terminando la sua danza all’angolo, sugli ampi gradini, cornice all’idromassaggio. Mi accosto, fianchi a pelle. Il silenzio oltre le vetrate, cornici argentee a quadri di bianco cadente, ci rapisce lo sguardo. Preme al bordo e tutto si anima in bolle. E’ bella. Estasi del basso soffitto nei suoi occhi, le luci tenui, l’acqua appena increspata, le spalle lucide di Val che vi scivolano sopra. Sorride al mio sguardo, pieno di lei.
Val inanella bracciate con fare elegante, sintesi assuefatta a mille ripetizioni; a tratti affiora, a tratti scompare, come cucisse il pelo d’acqua. Ci affianca, stagliando gambe e fianchi di Amelia nel mezzo. Iniziamo la nostra danza silenziosa sulla sua pelle, ora timidi, ora sfrontati. Percorro il suo ventre con la mano aperta, all’inguine. Seguo negli occhi di Val il moto delle sue mani, inspirando l’eco dei gemiti che provoca.
La coppia è in acqua e ci osserva, a tratti incredula, a tratti scomposta. Presi dal gioco, nemmeno ci accogliamo che un ragazzo è entrato in acqua, a poca distanza. Circondati, in quell’angolo, con il resto della piscina deserto. Val appare decisamente più attenta a non sconvolgere oltre misura gli improvvisati e inebetiti spettatori, mentre Amelia ha sfrontatezza e disinvoltura inattese, sia verso gli ospiti che verso Val. Bramo improvvisamente di essere solo con loro: senza freni, saremmo. Selvaggiamente mi fibrilla la mente.
Desiderio a lungo inconfessato, due donne insieme. Valentina, anima gemella, spumeggiante e selvatica, profondamente parte. Amelia, istintiva e sfrontata. Ora, qui, pelle a pelle, scopro tutta l’intensità che ne scaturisce. Il piacere di regalare ad Amelia e il timore di togliere a Val. La voglia di attraversare Val senza emarginare Amelia. L’equilibrio richiederà tempo.
Prossimità e sguardi hanno su di me un prepotente effetto, increspando gli angoli più bui. Le morbide valli di Amelia guidano le mie dita su sentieri vibranti. Alla vista della sua pelle d’oca, Val sguaina uno sguardo fendente e l’affonda di scatto, facendola inarcare di passione. Stupito dalla nostra disinvoltura, chi assiste ci trapassa di eccitazione incredula.
All’improvviso Val si scosta e inizia a zigzagare a distanza. Le tendo una mano. Non risponde, sorride, impercettibile diniego col capo: pagherei per sapere cosa pensa. Rimango dibattuto tra il tuffarmi senza ritegno sulla pelle fremente e il volere la presenza della mia compagna.
Amelia ruota su sé stessa, porgendomi la schiena. Sale a cavalcioni e scorre, sino a sentire ciò che le punta il coccige; sussulta sorpresa e tuffa la mano ad afferrarlo. Il palmo gode delle pulsazioni che provoca. Le scosto lo slip sott’acqua e penetro in moto libero, a rincorrere contrazioni, mescolando il suo nettare denso con la spuma clorata. Cerco Val; è lontana, all’altro capo della piscina. Non la vedo bene. Un lampo avorio le rischiara il viso. Pagherei per sapere cosa pensa.
Mi forzo ad alternare la passione a circospetti moti di pudore. Una ragazza si affianca al ragazzo; la coppia, stanca di effusioni subite, si allontana. Due ragazze la sostituiscono; sussurrano a viso chino, guardandoci di sbieco. Di nuovo circondati, con il resto della piscina deserto. Abbandono qualsiasi illusione d’intimità. Il camino prende vita e fiammeggia, evocando calore sulla pelle. Le mie compagne di giochi si allontanano; sento le loro risate tra gli scrosci. Le respiro a lungo, contando i riflessi delle loro chiome bagnate, sorridendo ai prossimi passi. É tempo di respirare tepore.
Profumi intensi ci accolgono, varcato l’uscio; impalpabili fumi annebbiano la stanza, che si svela a ogni passo. Sul vimini, vagamente comodi, volteggiamo parole a gambe avvinghiate. Il bricco di Cardamomo caldo è a portata, ma nessuno si muove.
Un’impronta di mano aperta, sul muro: la conosco, e la conosce Val, dalla nostra prima visita. Ora come allora, scatena ilarità e fantasie. D’un tratto, le promesse di calda umidità dal bagno turco mi slanciano i fianchi; sfilo davanti ai loro sguardi stupiti e apro il vetro smerigliato.
Un ambiente lunare mi avvolge: luci soffuse, effluvi orientali, lingue di tiepida nebbia che trasuda languore. Mi oriento a tatto: una stanza quasi circolare, piccoli tasselli in mosaico di ceramica chiara, un ininterrotto sedile rincorre le pareti. Mi accomodo orientato alla porta: voglio godere di loro, quando entreranno. Giaciglio scivoloso; mi assesto appena, quando una folata l’aria fresca mi avverte che la porta è stata aperta.
Val. Irreale, avvolta in densi fumi. Sfila le spalline e arrotola il costume all’inguine, i capezzoli ancora rosa. Amelia segue d’un passo, fa cadere morbidamente il top e si staglia spudorata tra me e la porta, pavoneggiandosi del mio sorriso ammirato; si sdraia di fianco a Val, gambe flesse appoggiate alla parete grondante. Val ci distribuisce emozioni, senza apparenti preferenze. Le ginocchia provocatoriamente accavallate, fianco protratto a me, che fatico a controllare i battiti.
Amelia si abbandona all’umido, con i capelli a giocare con il fianco di Val. I capezzoli ancora morbidi ammiccano. Giro la clessidra dei sensi e balzo in piedi. Ridendo su “chi fa il palo?” sovrappongo le mie spalle alla porta, a proteggere la nostra intimità. Finalmente soli. I nostri occhi parlano, i polpacci fremono, un’onda mi scala sino alle tempie. Vedo le mani di Val accarezzare le spalle di Amelia. Mi chino e lentamente inizio a leccare lungo le sue gambe, su sino all’ombelico. Diffonde vibrazioni.
Trascino aquiloni sulla sua pelle, mentre Val si china a baciarla con foga. La mia mano destra sulla schiena di Val e quella sinistra all’inguine di Amelia. Soffio emozioni tattili verso le piccole luci a soffitto, azzurre e arancio, offuscate d’umido. Contendo il seno di Amelia, morbida meraviglia scivolosa, ai polpastrelli di Val. Le concedo le cime ora turgide, e scorro lungo il ventre sino allo slip sgambato. Ne imprimo il bordo: la pelle si tende, sotto, facendo scivolare gocce verso il profondo.
Scosto con premeditata lentezza il tessuto, esponendo a fumi caldi le labbra, gonfie e pronunciate. Gioco coi lembi, senza frenesia; la sento gemere al mio tocco. Allargo le dita, invitando il nettare caldo a invischiarmi le falangi. Dischiudo i lembi e penetro, amalgamando mentalmente sul palato gusto e sapore. Con occhi sottili incarto lo sguardo perso di Val, che mi sento addosso. Complici, vittime, carnefici.
Esploro le pieghe di Amelia, che si inarca ad ogni pressione. “Siete i miei due angeli diabolici” ci sussurra. Le contrazioni salgono mentre le pareti si gonfiano: prende le mie impronte, d’inchiostro tutto suo.
La porta si spalanca. Disorientati, cerchiamo colpevoli e arazi. Sorridiamo: nell’estasi, Amelia ha accostato il piede al vetro. Sospiri e sollievi, ci vuol poco per ricomporre il sogno; Amelia attira a sé i miei fianchi, famelica. Soppesa ciò che pulsa dietro la stoffa; discosta e a occhi golosi osserva il membro teso frustare l’umido. Lo porta alle labbra, mimandone lo spessore nel vuoto, se le dischiude col glande e lo accoglie lentamente dentro di sé, incavando le guance. Sente il nerbo che le pulsa al palato, scivolando sulla lingua sino in gola. L’emozione lacrima, gli occhi ribaltano. Lo scorre ritmicamente, assogettandomi con la mano, inarcato come un salice.
Val percorre di polpastrello la mia schiena, dalla nuca al coccige, indugiando ai margini dei miei lembi più sacri. Saggia la morbidezza e penetra piano; sussulto in punta di piedi. Sento i tessuti rovesciarsi, il mio bacino divampa. Voglio! Fermo e discosto entrambe. Amelia davanti, Val un passo dietro. Sfilo il costume, nervosamente. Non sono ancora stabile sul giaciglio scivoloso, che Amelia sale a cavalcioni, affrettata dai sensi. Inopportuna, la mente si riaccende. Dare a lei senza togliere a Val. Dare a Val senza emarginare lei. Pensieri che tolgono sangue. “Prendilo” sorrido a Val, invitandola al banchetto in ginocchio; Amelia, fremente d’attenzione, anticipa qualsiasi mossa e lo afferra forte, giocandoci febbrilmente, spalmandoselo tra le cosce tese.
Improvvise voci e presenze appena fuori ci fanno trasalire.
Entrerebbero sui nostri corpi avvinghiati. L’attimo è perso. Sorrisi smorzati, ci ricomponiamo di malavoglia. In quattro indietreggiano al nostro comparire, avvolti da fumi e umido. Incuranti dei loro sguardi, torniamo al vimini. Sospiriamo d’intimità interrotta. Risa nervose, emozioni mal celate, ancora vivide nel nostro respiro tratteggiato.
La nostra pelle è d’incredibile calore, opprimente. All’angolo, un’ampia cabina doccia. Ricordo: un grande secchio in legno, profilo d’acciaio, al soffitto. Sempre colmo d’acqua ghiacciata: un rimedio perfetto. Val vi si indirizza, senza proferire parola: entra, pochi attimi e ripetuti scrosci. Esce quasi scappasse, trasfigurata in volto, in panico da fibrillazione.
Ne mimo il moto, preparandomi agli effetti. Prima di rovesciare, ripercorro i recenti passi: lingerie, stazione, hostess, camera, specchio, bacio in ascensore, telefonata. Emozioni da un vetro d’auto. Viaggio, neve e tergicristalli, fiamme d’occhi nello specchietto, calze scure sotto i miei palmi. Trattore, mani intrecciate sulla tovaglia, piscina, passione irrispettosa. Fumi eterei, impronta al muro, bagno turco, capezzoli rosa, fianchi tesi, labbra sull’anima.
Consacro il tutto con azione secca, decisa, e una cannonata di acqua gelida, graffiante, mi investe. Nervi che ululano. Mille spilli, uno a poro.
Una vociante comitiva segnala l’esaurirsi della sabbia nella clessidra dei sensi. É tempo di rientrare. Non nevica più, è quasi sera: ore volate via, pregne. Una pioggerellina impalpabile incide irrispettosi solchi sul manto nevoso. Verso le docce e gli spogliatoi, a svuotare i nervi. Di riflusso ai sensi, vago ciondolando, aggrappato a due appendiabiti carichi. Inaspettatamente soli in angolo, nascosti da una selva di armadietti. Val davanti, Amelia al fianco. Non sazio, passo i vestiti di mano e premo Val contro il legno tiepido. Avvolgo la sua lingua nella mia e fletto le ginocchia. Scosto il tessuto dall’inguine, odorando a lungo il vello scuro. Sento gli occhi di Amelia addosso: perversa e golosa, ci spia dietro cumuli di tessuto. Narici aperte, folate di profumo denso da Val. Avvolgo con le labbra la sua gemma, appena densa. Il bacino assorbe vibrando l’improvviso assalto. Succhio ripetuti sapori, nell’apnea dei sensi. A papille aperte, la lecco avidamente. Geme, trema, ondeggia i fianchi oltre le mie labbra. L’ambiente ancora una volta disturba: voci, passi. Possibile ?! Nuova frenesia interrotta. Mento gocciolante e tempie inebriate, barcollo via da lei.
Lo spogliatoio impone un’ingrata distanza. Stoffe e qualche bottone, poi una voce dall’esterno mi fa riaffacciare. Uno sguardo da Val e sono alla sua porta. “Senti come mi hai ridotta…”: senza pudore, insinuo la mano nello spiraglio e una falange dentro di lei, madida di nettare caldo. Con calma esasperante porto il polpastrello alle labbra, accogliendo il liquido profumato e decantandolo al palato. Fonde in me, essenza d’anima, mentre mi caccia via grondando desiderio.
Attesi i loro riti di bellezza, un’immagine mi trafigge: spalanco una porta a vetri, due labbra rosse e sbotto: “ma quanto sei bella?”. Val. Un passo dietro, Amelia, di leonino splendore. Avvolgo entrambe con lo sguardo, senza trovar parole. Inaspettata, Amelia ci porge un sacchetto. Un pacchetto rosso, all’interno: per noi? E le mie mascherine di pizzo, dove le avrò cacciate?
Scevri dalle preoccupazioni dell’andata, ci dirigiamo all’auto. Mi promuovo autista, assecondandole ai posti dietro. In un attimo fianco a fianco, in femminile complicità. Tempo di soddisfazione per altri doni: accoccolo sulle calze velate il frutto delle mie ricerche in lingerie. Un bacio torna volando a chi mi ha servito. Pochi misurati movimenti e mi coccolano d’entusiasmo e stupore. Non vedo bene, dietro, i loro visi bendati, ma avremo tempo ... Lungo il tragitto, tra asfalto e pioggerellina milanese, lo specchietto mi trafigge con un loro bacio avvinghiato.
Milano è diversa; neve a margine, passo ritmato. Dirigiamo all’Hotel di Amelia, ondeggiando su pensieri impuri. Emozioni dal nostro primo incontro.
Era nelle cose, intenzioni e desideri: accompagniamo Amelia in stanza. La frenesia che ricordo ha lasciato il posto al silenzio. Un portiere in livrea ci guarda sfilare: due donne eleganti, un uomo e un trolley nero. Camera 407: ne ritrovo l’intimità. Inizia una danza ancestrale, tra aspettative e desideri, componendo un’amalgama non lontana. Risate echeggiano, a dispetto dell’ora. Scartiamo due libri per ciascuno, identici, accompagnati da una dedica su noi tre. In centro stanza, tre corpi riflessi allo specchio. Macchie bianche, nuove, sui miei pantaloni. Malizia agli occhi, cerco rimedi in bagno. Tornando, un caldo silenzio mi investe. Stondo lo stipite, come scoprissi una mano di poker.
Due figure femminili, in piedi, vestite, al centro della stanza, avvinghiate tra loro, a capo chino, in moto febbrile. Silenzio inviolabile, gemiti. Val misura la schiena ad Amelia, che le avvolge il seno: mi infiammano. Fremiti dal pantalone, che vola in un angolo: assisterà da là. Con la gola gonfia, mi ci inginocchio davanti. Profumi mi alitano il viso, dilatato di narici. Le percorro, mantecando la vista in tatto, dalle caviglie al bordo delle autoreggenti, dalla pelle nuda sino all’inguine, ancora fasciato di pizzo. Alzo lo sguardo: improvvisamente nude, vestiti soffiati via. Profumo dai loro solchi carnosi, il nettare denso cola dal pizzo scuro e mi attira a sé come antico cantico. Indice e medio, tesi, serpeggiano lungo le pieghe. Afferro il tessuto fasciante e lo strappo verso l’alto, facendole miagolare al soffitto.
Perso nella sensuale genuflessione, assaporo le distinte personalità. Val ha labbra sottili, accennate, morbide, si aprono occhieggiando sul solco della gemma. Amelia è carnosa, pronunciata, va inseguita e dischiusa. Affondo piano in entrambe, socchiudendo gli occhi. Onde tiepide e tempestose grondano sulle mie mani. Nell’apnea dei sensi, mi tuffo a polsi tesi su melodie unisone, scivolando come burro a fuoco lento. Le cervici fremono sotto le mie impronte, ci gioco a girotondo. Insisto in rotazioni, fibrillando sommità.
Le staglio sul soffitto bianco: cascate di capelli selvaggi, biondi e bruni, labbra e lingue abbracciate, corpi avvinghiati, fianchi fusi in un ventre solo. Seni siamesi, areole indistinte. Amalgamo incessante il loro nettare denso; lungo i miei polsi copiose gocce. Il bacino di Amelia trema, le pareti gonfie da stritolarmi le dita. Un’onda calda mi investe le falangi mentre urla strozzata, scompigliando la notte.
Tempo, ansimi che diluiscono. Si scosta, mi carezza una spalla e scivola dietro a passo incerto. Val freme. Sfilo lentamente le dita, coccolando le pieghe fradice. I polpastrelli intrisi tremano mentre li assaporo tra le labbra; cerco con la lingua le gocce più dense, discese in fondo, agli angoli delle dita. La spingo al letto, schiena al lenzuolo, bacino allo scendiletto. A palmi aperti la divarico, guardandola negli occhi, sorriso deciso e sornione: gocce di nettare tratteggiano le calze velate.
Perlustro il morbido, falangi a esporre il rosa. Affondo un’impronta sulla sommità turgida, ne percorro il profilo, lo navigo ai cardinali. Scivolo a tendere le piccole labbra, sfaccettate d’intensità. Freme, si contorce, si inarca. La pelle d’oca le anima i fianchi e i seni turgidi urlano al soffitto.
Amelia ricompare. Sul letto, viso a Val, a sessantanove, la penetra in bocca con la lingua, spremendole i seni, attanagliandole i capezzoli. Val esce di senno, ansima e vibra, gronda, agita il bacino davanti al mio viso. Faccio scivolare due dita sotto il mento e la tocco roteando. Lo scendiletto è intriso di umori. Amelia prende i seni di lato e li strizza. Val le ulula in bocca. La sento, l’onda; impetuosa, lontana, un maroso a infranger gli scogli. Scuote, si inarca. Mi incide le unghie sul braccio, al dolor bianco. Un urlo rantola in pianto, spazzando le pesanti tende. Godo di lei, il viso tra coscia e inguine, ondeggiando col suo ventre.
Amelia si sdraia di traverso su Val. Il suo bel culo sodo freme, proteso. Con moto misurato, il polpaccio di Val mi spinge dietro di lei. Il buco elegantemente grinzito occhieggia verso di me. Un membro turgido e solcato, emerge tra noi. Dolore, tant’è prepotente, vene come serpenti gonfi. Lo appoggio al coccige, sporgendomi allo zenit del più proibito dei suoi angoli. Dalle mie labbra un filo panciuto si spalma sul coccige e una grossa goccia si posa sul lembo, iniziando una lenta discesa dissetante. Amelia miagola al lenzuolo, con una zampata accartoccia il tessuto. Calco il pollice all’anfratto umido e saggio morbidezze: già abbandonata al mio tatto, le inietto la goccia nel profondo. Non resisto oltre. Troppo tempo, troppe emozioni, troppa intensità generata e trattenuta.
Avvicendo il glande; i lembi grinziti si dilatano, abbracciando la pelle tesa. Spingo sino a farlo scomparire nel profondo, divorando millimetri di pelle. Tortura il lenzuolo, disperata. La mia mano cala a palmo aperto sul fianco perlaceo. Lo schiaffo echeggia sul viso di Val, mentre Amelia si tende come un fascio di canne. La prendo ora con veemenza. Lo spartito dei suoi gemiti segue fedele i miei moti. Protende la schiena quando le increspo i lombari, ad artiglio. Sento avanzare l’eco mio delirio. Spasmi violenti mi attraversano, i glutei tesi al limite del crampo, le gambe flesse e tremanti. Le graffio i fianchi con l’ultimo affondo, e un fiotto bianco dilaga in lei.
Barcollo per attimi, mentre l’onda mi attraversa. Rimango immobile in lei, che mi sorride ruotando la guancia. Si abbandona sul corpo di Val, a glutei grottescamente aperti e sospesi, ansimando. Val mi guarda, dolcemente persa.
Mi abbandono davanti ai fianchi di Amelia, protesi e lucidi. La tintillo con la lingua, dispettoso, facendole sobbalzare il torpore. I polpastrelli di Val sui miei fianchi nudi; li appoggia al mio membro, misurandone lo spessore. Sensibile a quei tocchi, in breve turgido nella sua mano stretta. In ginocchio davanti a lei, oscenamente aperta, appoggio il glande alle grandi labbra, ancora inondate di liquido bianco, e mi fermo, perfido. Un suo stupito “Cosa fai?” mi rallenta. Da lei al suo inguine, interdetto. Non ci convivo ancora con l’assenza di protezione. Parliamo muti con lo sguardo. Rimaniamo così, sospesi ed inebetiti, interlocutori.
Come ubriachi ci scostiamo; la mia forza, distratta da mille domande e zero risposte, è in parte dispersa; sa riaccendermi, ma nei suoi occhi tracce disciolte di smarrimento. Forse … non so, parleremo. Le sorrido un tenue “no” e si abbandona al cuscino. Allargo lo sguardo all’orizzonte del letto, imprimendo un’immagine indelebile. Nude, giusto le autoreggenti, si stagliano sul bianco in perfetta coreografia a cucchiaio. Due fianchi perlacei, identici, scintillano sotto le luci della stanza.
Al risveglio, Amelia è avvolta in un bozzolo di lenzuola; Val è al mio fianco, come l’ho lasciata. Uno sguardo all’orologio ci allarma. Un bacio a turno ad Amelia. Doloroso lasciarla sola in quel gran letto. Ci infileremmo ancora con lei e in lei, ma non possiamo chiedere altro alla giornata.
Voliamo fuori, increduli sulle ultime dodici ore. All’auto, saluti veloci, vista l’ora e le circostanze. Il suo sguardo, lungo la rotonda, brilla sotto i lampioni, mentre la giornata ci scivola via, rimanendo sottopelle.
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14 years ago
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Piacere
Quando lo sentì avvicinarsi, gli venne spontaneo piegarsi leggermente in avanti e appoggiare le mani al divano. Come se fosse abituato o lo avesse fatto altre volte. Ma era solo istinto e il desiderio di piacere e tutto quanto, tutti i gesti, tutte le parole erano essenziali e spontanei.
….
Ci pensava mentre guidava nella notte verso quell’avventura. Un contatto, poche mail, un numero di telefono e un appuntamento. Lo aveva stimolato la novità di farlo al sicuro, in casa. Ma adesso si chiedeva che cosa lo aspettasse. Le foto gli erano piaciute. Non era troppo giovane, e questo lo metteva a suo agio, ma gradevole. Inoltre le foto esplicite, come le aveva chiamate nella mail, lo mostravano piacevolmente fornito. Con giusta abbondanza.
All’arrivo lo aveva accolto con cortesia, con tatto, gentilmente formale, non impaziente. Si erano persino seduti proprio su quel divano dove adesso affondava le mani appoggiando il corpo mentre teneva il bacino in alto e le gambe divaricate. Le parole erano state poche, necessarie per stabilire un primo diretto contatto, per rilassarsi, per quanto era possibile, ma non troppo. Gustava quella tensione tipica del primo incontro con uno sconosciuto. Lo guardava appena. Gli fu naturale, dopo poco, chiedergli se poteva toccargli l’uccello. Poi diventò tutto facile. Slacciargli la bella e spessa cintura, sbottonare il jeans e tirare giù la cerniera con lui che si adagiava appoggiato allo schienale del divano perchè non ci fossero difficoltà. Adesso le parole non erano più necessarie, i gesti, sicuri, ma accorti, bastavano. Quando lo liberò dai vestiti e sentì nella mano la consistenza del suo sesso, provò una piacevole sensazione pastosa, robusta e tenera al tempo stesso. Gli venne spontaneo dirgli che aveva un bel cazzo mentre lo carezzava e lui si liberava degli inutili vestiti rimanendo in maglietta. Glielo prese con tutto il palmo stringendo e muovendo con dolcezza la mano. Intanto si era slacciato i pantaloni e i movimenti lo avevano avvicinato. Gli piacque chiedergli se poteva prenderlo in bocca. Si sentiva eccitato, pronto a provare, ma il suo piacere godeva anche nel dire e nel sentirsi dire certe cose mentre le faceva. Era un uccello molto bello, lungo e grosso, lo teneva con l’intera mano e quando lo fece entrare in bocca sentì che gliela riempiva con la grossa e liscia punta. Fu gradevole sentire il suo sapore e il suo odore. Forse aveva avuto l’attenzione di lavarsi mentre lo aspettava, in ogni caso aveva un leggero profumo maschile di sesso e una pelle liscia e pulita. Il cespuglio dei peli era ridotto e curato, piacevole quando strusciava sulle labbra e sulla pelle del viso. Lo succhiò a lungo, come non aveva fatto mai prima, lo fece entrare quanto poteva in bocca e lasciava la sua saliva sull’asta che s’andava irrigidendo.
…
Ecco, ora si stava avvicinando da dietro. Lo aveva spogliato del tutto e aveva a lungo giocato con il suo buchino che aveva irrorato del liquido di un flacone azzurro. Se ne stava con il culo proteso, il desiderio di essere preso era bilanciato, quasi, dal timore di sentire dolore. Ma lo voleva, lo voleva, era per questo che si era messo in quell’azzardo. Quando la punta dell’uccello gli toccò la pelle sensibile della membrana del culo, invece di ritrarsi protese ancora di più i suoi fianchi indietro orientandosi verso l’asta che lentamente cominciava a spingere. Lo sentì entrare. Provo dolore e con la mano sulla coscia dell’altro cercò di tenerlo fermo per qualche istante. Quasi subito i suoi muscoli si rilassarono, lasciò che si muovesse ancora per farsi spazio, poi cominciò lui stesso spingere indietro per farlo scivolare dentro. Lo sentì entrare a piccoli scatti, tutto dentro di sé e chiuse gli occhi per il piacere che sentiva crescere e riempirlo.
….
Adesso lo teneva tutto. Stava sdraiato nel letto e sentiva il gradevole peso del corpo di lui che lo sovrastava, mentre il sesso affondava dentro il suo culo aperto e usciva quasi tutto prima di riprenderlo. Gli piaceva. Gli chiese di dirgli quello che gli stava facendo, gli chiese di usare le parole più esplicite per descrivere come godeva del suo culo aperto e disponibile, gli chiese di dirgli quanto lo trovasse perverso e tutte le cose che avrebbe voluto fargli.
….
Mentre guidava nella notte verso casa, ripensava alla serata appena trascorsa. Nonostante il piacere recente, si eccitava ancora e sentiva il sesso irrigidirsi stretto nei pantaloni. Il culo, nel momento dei ricordi più intensi, gli si contraeva quasi desiderasse sentire ancora entrare e muoversi e godere il sesso di lui che lo aveva aperto a lungo per tutta la sera. Provava piacere per averlo fatto godere dentro di sé. Provava piacere a ricordare come lo aveva penetrato e abbracciato e chiamato la sua puttana, nei momenti del piacere. Gli piaceva ripensare a come era stato bravo a leccarlo e a succhiarlo per farlo eccitar e poi a come era riuscito a farlo entrare tutto dentro, tutto fino in fondo senza negarsi o difendersi da quel suo sesso grosso, liscio, lungo.
Prima ancora di arrivare, aveva preso la decisione che, se lui lo avesse voluto, avrebbe volentieri accettato un altro appuntamento per farsi inculare con la stessa dolcezza, con la sessa forza di quella sera. Sarebbe stata ancora la sua puttana perversa tutte le volte che avesse voluto.
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14 years ago
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Giulia, il primo tradimento
Sono sposata con Claudio da sette anni. Ne avevo 29 quando lui mi ha portata all'altare. Un rapporto di amore profondo il nostro, ma che non mi ha mai impedito di interessarmi ad altri uomini. Già durante i tre anni di fidanzamento mi è capitato diverse volte di tradirlo, ma è solo dopo il matrimonio che le cose sono peggiorate. O migliorate, a seconda dei punti di vista.
Claudio è un uomo meraviglioso, dolcissimo, innamorato di me... e a letto non è niente male, non mi fa mancare niente. Ma è la mia natura impetuosa che spesso si manifesta e mi porta a comportamenti che una moglie non dovrebbe veramente avere. Natura che, come dicevo, ha continuato a manifestarsi con maggior forza dopo il matrimonio, nel momento cioè in cui ho maturato e consolidato il possesso dell'uomo della mia vita. Sentirmi sicura della sua devozione, del suo amore e della sua fedeltà ha aperto in me numerosi spiragli nei quali uomini intraprendenti di tanto in tanto non faticano ad intrufolarsi.
Racconto adesso la storia del mio primo tradimento da donna sposata. E' l'inizio della caldissima estate del 2003, la classica riunione tra giovani coppie di amici del sabato sera. Siamo invitati ad una cena informale a casa di un amico di Claudio, anche lui sposato. Sarà una riunione allegra insieme ad altri amici della coppia, ognuno porta qualcosa da bere o da mangiare, si fuma il nargilè e forse anche qualcosina di più forte... Partecipano alla serata anche Caterina e Fabrizio, una coppia trentenne amici di amici che incontriamo per la prima volta.
Io e Claudio siamo gli sposini più freschi di tutti. Proprio la sera prima avevamo festeggiato il secondo "mesiversario" di matrimonio (è il 14 Giugno e ci siamo sposati il 13 Aprile), i ricordi del viaggio di nozze in Australia sono ancora vividissimi. Tutti ancora a farci domande su come ci si trova nei panni dei novelli sposi, a chiederci i particolari del viaggio, a farci domande sulla luna di miele. Tutte cose a cui smetto istantaneamente di pensare appena i miei occhi si posano su quelli di Fabrizio. Alto, moro, sui 37/38 anni, pizzetto ben curato. Sposato con Caterina da diversi anni. Non particolarmente bello, ma qualcosa nel suo sguardo fa presa su di me al primo istante. Quando ci presentano e ci stringiamo la mano noto immediatamente che anche lui è colpito da me. I nostri sguardi si attraggono e indugiano molto più del lecito. Temo che qualcuno se ne accorga e mi riprendo abbastanza velocemente, ma resto turbata dal modo in cui Fabrizio mi ha guardata. Prendo Claudio sottobraccio e me lo porto su primo divano libero. Per scacciare l'impressione ricevuta da Fabrizio, mi metto a sbaciucchiarlo, attirando naturalmente i lazzi dei presenti che immediatamente ironizzano sulla nostra incapacità di freschi sposini a staccarci anche un solo minuto... se sapessero invece a chi e cosa sto pensando in quel momento... le serata va avanti, si mangia e si beve e Claudio si mette a discorrere con non so chi di alpinismo di cui è grande appassionato. Si avvicina con fare disinvolto proprio Fabrizio e si inserisce simpaticamente nella conversazione. Io che stavo semplicemente vegetando accanto al mio neo-sposo divento improvvisamente attenta e partecipe della conversazione. Noto che Fabrizio mi guarda in continuazione allora mi rivolgo a lui direttamente spezzando il filo del discorso, chiedendogli di punto in bianco che lavoro fa. Mentre Claudio ignora l'interruzione e riprende con il suo alpinismo lui mi si avvicina ed iniziamo a discorrere amabilmente. Fabrizio mi divora con gli occhi, lo capisco benissimo. E anche io non riesco a trattenermi dal guardarlo in maniera provocante... Dio quanto mi intriga quest'uomo... ma che mi succede?
Terminata la cena vera e propria Fabio, il padrone di casa, tira fuori i suoi quattro splendidi nargilè acquistati in India ed inizia il giro delle fumate... manco a dirlo Fabrizio, e purtroppo anche Caterina, fanno parte del gruppetto raccolto intorno al nostro nargilè. Stiamo tutti seduti su un morbido tappeto. Io sono su di giri, rido e scherzo e i miei occhi continuano a cercare quelli di Fabrizio. Cerco di prestare la massima attenzione affinchè Claudio e Caterina non si accorgano della nostra istintiva e reciproca attrazione. In quel mentre arrivano, molto ritardatarie altre due coppie di amici. Tutti ci alziamo in piedi per salutarli, io sono la prima a rimettermi seduta e provvedo a sistemarmi vicino al posto dove stava prima Fabrizio. Lo vedo venire dall'altra parte della stanza e, come forse era prevedibile, lui si rimette seduto sul tappeto prendendo posto vicino a me. La cosa mi sconvolge dal piacere e gli rivolgo un sorriso decisamente invitante. Riprendiamo la nostra conversazione di poco prima, lui mi chiede da quanto sono sposata, mi racconta del suo matrimonio con Caterina senza nascondere qualche percettibile moto di insoddisfazione...
Mentre parliamo, sempre semisdraiati sul tappeto e ci passiamo la canna del nargilè lui si sposta e il suo ginocchio viene a contatto "casualmente" con la mia coscia. Io non mi ritraggo, anzi quel contatto mi fa improvvisamente bagnare. La stanza anche se grande è intrisa di fumo, con quattro nargilè che pompano aromi e diversi fumatori. Fabrizio mi propone di andare a prendere un po' d'aria in balcone. Mi guardo intorno per vedere dove sta Claudio e lo trovo impegnato in una discussione politica. Buon per lui. Caterina sta parlando con altre due ragazze di chissà cosa e non bada a noi.
"-Beh, i nostri coniugi sono indaffarati. Dai, andiamo, un po' di aria fresca ci vuole", faccio io.
Lui mi fa strada e usciamo nell'ampio balcone da cui si gode una bella vista sui Castelli Romani. La serata estiva è calda, il cielo è stellato in modo fantastico. Ci appoggiamo alla balaustra. Sono diversi mesi che non mi capita di avere a che fare con un corteggiatore, è la solita esaltante sensazione di sempre. Mi sento il fuoco addosso nel trovarmi vicina ad un uomo che non nasconde la sua eccitazione per me. Commentiamo la bellezza del cielo e la bellezza di Roma di notte. Lui con un finto gesticolare chiacchierando mi appoggia una mano sull'avambraccio, dapprima piccole toccate e fughe e poi si decide a lasciare la mano appoggiata. A quel contatto la fica mi si bagna nuovamente, faccio finta di niente. Fabrizio mi chiede del viaggio di nozze, vuole sapere se i cieli stellati dell'emisfero australe sono più belli di quelli del nostro emisfero. Si avvicina impercettibilmente ed io favorisco la sua manovra spostandomi qualche prudente centimetro verso di lui. Il cuore ora mi batte forte, mi dico che se non tenta qualcosa ora non la tenterà più. Sono stata buona profetessa: mentre racconto dell'Australia sento la sua mano appoggiarsi delicatamente sul mio sedere. Wow... sì, è decisamente molto molto intraprendente... sono talmente eccitata dalla sua presenza vicino a me e dal suo odore che non vorrei per nessuna ragione al mondo che lui interrompesse quell'approccio. Lo lascio fare. Continuo a parlare sorridendogli, l'invito a continuare è palese. La mano si appesantisce, inizia una carezza più decisa che piano piano si trasforma in una palpata vera e propria. Adoro sentire la mano di quest'uomo sul mio culo. Credo di essere rossa in viso, mi volto per controllare che dalla finestra non provenga nessuno, anche se sono sicura che da quell'angolazione nessuno potrebbe notare la mano galeotta di Fabrizio.
-"Ti interessa molto l'emisfero australe, vedo", gli dico fissandolo negli occhi, mentre la sua mano passa da una natica all'altra
E' decisamente sconveniente che io e lui stiamo a parlare in quel cantuccio in evidente intimità. Non sono vestita sexy, ho una gonna leggera che arriva al ginocchio. Incoraggiato dalla mia mancanza di reazioni negative Fabrizio mi stringe con forza il sedere e mi mormora:
"-Mi fai impazzire, Giulia".
Io sospiro di piacere e lo guardo senza ribattere nulla. Sento le sue dita insinuarsi insistenti tra le mie natiche, poi con l'altra mano passa ad accarezzarmi una tetta. Mi rendo conto che è ora di stoppare il mio audace spasimante. Gli concedo qualche altro secondo di palpata per permettergli di rendersi conto della consistenza e pienezza delle mie tette e per godermi la sensazione delle sue dita che premono sul mio culo poi a malincuore mi stacco da lui e raggiungo la finestra. Fabrizio rimane fermo a guardarmi intedetto. Mi volto e gli sorrido, allora mi segue. Torniamo nella sala e riprendiamo posto sul tappeto mantenendoci a debita distanza. Lo vedo scribacchiare qualcosa su un foglietto che poi mi ritrovo in mano... è il suo cellulare. vado in bagno, tiro fuori la penna dalla borsetta e sul retro del foglietto scrivo il mio aggiungendo sotto il numero "SOLO SMS MI RACCOMANDO". Torno nella sala, gli dico sottovoce che forse ha perso qualcosa e gli restituisco il foglietto. Non pretenderà mica che sia io a chiamarlo...
Tornata a casa provvedo ad impostare il cellulare sui toni silenziosi per evitare possibili curiosità da parte del mio neo-marito. Si rivela una saggia decisione, perchè la mattina dopo, domenica, dopo essermi svegliata alle 11 trovo ben 3 sms dallo stesso numero. Non fatico ad immaginare da chi provengono. Claudio come sempre si alza più presto e si mette al computer, sono sola in stanza e posso leggermeli in tutta tranquillità. E' Fabrizio ovviamente. Mi dice che lo faccio impazzire e che vuole assolutamente vedermi il giorno stesso. Mi tornano in mente le sensazioni della sera precedente, le sue mani che mi palpano sul balcone... La mia destra scende dolcemente verso la fessura ed inizio a massaggiarmi la clitoride mentre penso a quelle audaci palpate. Mi figuro Fabrizio nudo ed eccitato davanti a me, penso a come deve essere il suo membro e sospiro di piacere. Continuo a masturbarmi dolcemente mentre compongo l'sms di risposta. Gli scrivo che oggi mi è impossibile incontrarlo, ma che martedì dopo il lavoro sarò ragionevolmente libera.
Rileggo l'sms appena composto dicendo a me stessa che proprio non dovrei farlo, sono sposata solamente da 61 giorni... ripenso a Fabrizio che mi viene sopra e con poche sapienti sditalinate arrivo dolcemente all'orgasmo, nello stesso istante in cui con la sinistra spingo il pulsante di SEND sul cellulare...
Arriva finalmente martedì, la giornata si preannuncia afosa fin da mattino. Non ho molti dubbi sui contenuti del mio incontro pomeridiano con Fabrizio. Il caldo sconsiglia di indossare calze o ammennicoli vari, mi concedo solamente delle mutandine sexy, trasparenti sotto la gonna di lino.
Ho il batticuore per tutto il giorno pensando a Fabrizio. La sera prima ho fatto l'amore con Claudio e mentre mio marito mi scopava non facevo che pensare che la prossima volta non sarebbe stata con lui...
Alle 17.30 esco dall'ufficio, salto in macchina e vado ad un bar dell'EUR dove ci siamo dati appuntamento. Arrivo puntuale alle 17.45 e vedo subito la sua macchina. Mi accosto e saluto. Gli brillano gli occhi, mi fa cenno di posteggiare una cinquantina di metri più avanti. Scendo dall'auto e lui mi si affianca con la sua macchina. Apro la portiera e salgo vicino a lui.
Siamo entrambi un pelo imbarazzati e abbiamo bisogno di rompere un po' il ghiaccio. Lui avvia la macchina verso una destinazione a me ignota e mi fa mille domande e complimenti. Mi aspettavo un approccio più deciso da parte sua, ma ne approfitto per rilassarmi e godermi la situazione. Dopo 5 minuti di macchina Fabrizio senza chiedere il mio parere parcheggia la macchina su un piazzale davanti ad un motel. Lo guardo sorridendo e mi faccio prendere per mano. Una breve registrazione alla reception e saliamo in camera. Chiudiamo la porta della camera e siamo uno tra le braccia dell'altro. La lingua di Fabrizio mi entra in bocca, le sue mani corrono sul mio corpo. E' eccitato fino al parossismo, mi rivolge frasi disarticolate, inizia a spogliarmi con foga... Mi tira su la gonna, la arrotola ai fianchi. per evitare di gualcirla sgancio la gonna che cade sul pavimento, mentre Fabrizio mi sbottona in un lampo la camicetta e mi estrae le tette dal reggiseni. Ho un seno rigoglioso con i capezzoli appuntiti per l'eccitazione, lui ci si attacca, li strizza, li lecca li morde, li pastrugna. Senza troppo pudore la mia mano artiglia il suo pacco che sento duro e teso, vado alla ricerca di quell'erezione a cui penso da due giorni. Fabrizio mi spinge sul letto, si sbottona i pantaloni e si abbassa le mutande, mentre io mi sfilo le mutandine... le avevo indossate di pizzo trasparenti pensando che lui ci avrebbe giocato a lungo, magari in macchina, invece ora penso solo a farle volare via sul pavimento. Intravedo il cazzo torreggiare minacciosamente tra i suoi inguini, mi preparo ad accoglierlo. Lui mi sale sopra con i pantaloni abbassati. Apro le cosce vogliosa, vedo il suo cazzo avvicinarsi... chiudo gli occhi ed assaporo l'istante in cui il membro di Fabrizio invade con prepotenza la mia fica fradicia di umori in un unico maestoso affondo. Fabrizio inizia a martellarmi con una foga rabbiosa che mi toglie il fiato e mi fa impazzire di piacere. Intreccio le gambe sulla sua schiena e inarco il bacino per farmi scopare più in profondità, lui si assesta meglio e il suo membro mi scava dentro con una serie di colpi poderosi... non posso resistere a quel meraviglioso trattamento ed arrivo all'orgasmo in pochi minuti... accompagno il mio piacere con un lungo gemito che sicuramente non sarà passato inascoltato nelle camere confinanti. Fabrizio esce ma la foga del suo assalto non sembra avere requie. Mi afferra e mi fa mettere in ginocchio sul letto. Mi prende per i fianchi e me lo risbatte brutalmente dentro la fica. Le sue mani mi strizzano i fianchi, mi usa alla pecorina in un modo fantastico. Mugolo di piacere e lo incito ad affondare i colpi il più possibile, mi sta sbattendo come una vacca e la cosa mi procura uno stato preorgasmico spettacolare. Fabrizio si dimostra proprio un porco, estrae l'uccello dalla mia passera e lo punta alla porta di servizio. Con Claudio il sesso anale è davvero un optional e non sono più molto aperta come ai tempi dell'università, ma Fabrizio non mi lascia scampo. La sua grossa cappella preme contro il mio sfintere... riesco a rilassarmi e a spingere a mia volta e sento che la cappella entra anche se a stento. Fabrizio esce, mi infila due dita nella fica e le estrae zuppe di umori che usa per lubrificarmi l'ano. Mi infila dentro due dita con le quali forza l'ano ad allargarsi, ci sputa anche sopra, lo fa in una maniera un po' volgare che mi eccita. Riproviamo e stavolta la cappella è subito dentro. Un'ulteriore profonda spinta ed il cazzo di Fabrizio affonda tutto nel mio posteriore. Lo prego di fare piano all'inizio per avere il tempo di abituarmi... Non ci vuole moltissimo, l'andirivieni cadenzato del membro impiega poco ad alesarmi come si deve.... Quando mi sento così troia non c'è dolore di dilatazione che non si tramuta velocemente in piacere selvaggio... Con un po' di lubrificante sarebbe stata perfetta, ma la classifico ugualmente come la migliore inculata della mia vita. Fabrizio mi possiede nel culo per una fantastica mezzora buona, le sue energie sembrano non finire mai, mi dà il tempo di arrivare altre due volte all'orgasmo. Gli affondi finali sono impetuosi e Fabrizio finisce per scaricarmi una quantità industriale di sborra nell'intestino. Nonostante l'aria condizionata siamo entrambi coperti di sudore per la selvaggia cavalcata, non so da quanti mesi non godevo in quel modo... L'occhio ci cade sull'orologio: le 19.30. Ci prende un accidenti ad entrambi. Ci rivestiamo in tutta fretta e lasciamo la stanza. Fabrizio mi riporta alla mia macchina, mi bacia con la lingua e mi domanda quando potremo fare il bis. Gli rispondo che non lo so, che si vedrà... dentro di me penso che nulla al mondo mi convincerà a rinunciare al mio nuovo stallone personale, ma non voglio proprio farglielo capire. Torno a casa piuttosto di fretta o la scusa che sto inventando per il ritardo apparirà sempre più debole. Non ho potuto nemmeno darmi una sciacquata prima di uscire e adesso me ne sto accorgendo: sento la sborra di Fabrizio colarmi fuori dall'ano dilatato, è un misto di piacere e fastidio, spero soltanto che non mi macchi la gonna e che non si veda.
Entro a casa, trovo Claudio indaffarato e concentrato al computer... non si è nemmeno reso conto del mio ritardo, in effetti contavo proprio su questo per non dovergli raccontare una bugia. Gli vado vicino e lo bacio con tenerezza.
"-Ciao tesoro... cosa vuoi che ti preparo per cena?".
Mi sento tenera e sincera con lui, mi fa un grande piacere preparargli una cenetta deliziosa. Il fatto di avere le chiappe e l'interno cosce ancora appiccicose ed imbrattate della densa sborra di Fabrizio non mi impedisce certo di essere una mogliettina amorevole...
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
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Una visita inaspettata
Lei se ne stava sdraiata all'interno della vasca riempita fino all'orlo. Aveva avuto una girnata stancante e una volta uscita dall'ufficio aveva deciso di farsi una bel bagno rilassante, Era arrivata a casa, si era spogliata e si era preparata la vasca. Il suo uomo, non era ancora arrivato. Si immerse nell'acqua calda e un dolce torpore la pervase. Chiuse gli occhi e iniziò a rilassarsi. La stanchezza della giornata iniziò ad andarsene. Prese il sapone ed inizio a lavarsi lentamente, dolcemente. Lo passo sulle braccia, arrivò alle spalle, scese sui seni. Scese, arrivò al suo addome. Poi si fermò, e riprese dalle sue gambe, partendo dai piedi per lavarsi poi le cosce e l'intero delle cosce. Quei movimenti lenti gli piacevano, una strana sensazione iniziò a pervaderla, non sapeva neanche lei cosa fosse. Ma poi capì che si stava eccitando, forse sarà stata l'acqua calda e quel dolce tepore che provava. Chiuse gli occhi e continuò col sapone ad accarezzarsi le cose. SI immaginò che fosse il suo uomo a lavarla. La mano lentamente andò più su, salendo dall'interno coscia arrivando al suo inguine. Dolcemente passò il sapone sul suo fiore e un brivido di eccitazione la prese. Si lavò accuratamente, passandolo prima esternamente e poi delicatamente verso l'interno. SI morse un labbro. Si stava eccitando. Posò il sapone e inizio ad accarezzarsi con le sue mani, ad occhi chiusi, pensando al suo uomo. Il suo dito iniziò ad accarezzare piano il clitoride eccitato, mentre l'altra mano andò al suo seno e le sue dita trovarono il capezzolo indurito e allora iniziò ad accarezzarlo. Gli era venuta voglia del suo uomo. E mentre si accarezzava nella sua figa immaginava già la serata come sarebbe andata finire. Aveva voglia di lui, si sarebbe fatta trovar nuda sul divano e avrebbero scopato lì in soggiorno. Le sue mani continuavano ad accarezzarla, il suo respiro affannosso per l'eccitazione. Era lì che stava per raggiungere l'orgasmo ma il suono del telefono la fece risvegliare dai suoi sensi. Si alzo dalla vasca e prese l'accapatoio e andò a rispondere al telefono. Era il suo uomo che l'avvisava che quella sera avrebbero cenato da loro una coppia di amici.
Lei mise giù il telefono e penso che la sua serata a vase di sesso sarebbe sfumata. Fece bel viso a cattivo gioco e iniziò a prepararsi. Però non voleva sfigurare, anzi voleva eccitare il suo uomo così da fargli vedere cosa si perdeva quella sera. Poi magari la cena finiva prima e potevano continuare da soli. Morena tornò in bagno e si mise davanti allo specchio. Fece cadere l'accappatoio e guardò il suo corpo nudo. I capezzoli erano ancora rigidi, un sorriso malizioso gli increspò le labbra pensando che il suo corpo era veramente da attirare gli sguardi degli uomini. La sua mano, come se avesse vita proprio, inizio ad accarezzare la pelle nuda, leggermente ancora bagnata dal suo bagno rilassante.
Il suo corpo aveva voglia, la sua mano indugiava sul suo capezzolo eretto. I suoi occhi guardavano quel gesto riflesso nello specchio, poi la mano continuò il suo viiaggio e arrivò al suo fiore, leggermente dischiuso e sentì che era leggemente bagnata. Iniziò ad accarezzarsi, ma dovette fermarsi, doveva ancora tlefonare alla gastronomia e farsi portare le vivande per la cena. Nuda andò in camera da letto, voleva proprio essere sexy. Aprì il cassetto degli indumenti quelli "speciali", quelli che usava per eccitarlo e prese uno slip nero microscopico, dove il dietro era in pratica un filo sormontato da una farfallina. Se lo mise e si guardò compiaciuta nello specchio dell'armadio. Poi, visto che non faceva ancora freddo, decise di non mettersi il reggiseno, e si mise un vestitino, sempre nero, corto, quasi una mini vestaglia, che le arrivava poco sotto il suo spledido sedere. Si rimirò e decise che poteva andare. Cercò un paio di sandali neri con l'allaccio alla schiva e finalmente era pronta. Si mise un trucco leggero, ma da farle il viso molto sexy. Una volta pronta, telefonò alla gastronomia e ordinò la cena. Poi si mise in salotto a guardare la televisione, ma quella voglia non gli era passata. Ogni tanto si accarezzava la gamba e chiudendo gli occhi si perdeva in quella dolce contatto tra pelle e pelle. Fu però interrotta dal campanello della casa. I suoi occhi andarono all'orologio e vide che non poteva essere il suo uomo, sarebbe rientrato tra un'ora. Allora si alzo e andò alla porta. Guardò lo spioncino e vide che era il garzone della gastronomia. Aprì la porta e vide un bel ragazzo davanti a se e...
...lo squadrò per bene. Era alto biondo con un bel fisico, non tanto palestrato ma neanche fuori forma. Insomma un bel ragazzo. Disse che doveva consegnare della roba della gastronomia. Morna gli disse che lo aspettava, e gli disse di seguirla. Lei si girò velocemente e nel far quello gli si alzo un pò il vestitino mostrando per poco il suo bel sedere. Il ragazzo non poteva credere ai suoi occhi, già al momneto di quando quella meravigliosa creatura aveva aperto la porta. Ora con il suo sguardo la stava spogliando tutta ed era attratto soprattuto da quel sedere davanti a lui che ancheggiava molto vistosamente. Ebbe un inizio di erezione.che non poteva fare a meno. Lei sentiva gli sguardi di lui, era ancora eccitata da prima. Decise che voleva far perdere la testa a quel bel ragazzo, e magari... Pronunciò il suo passo. Si sentiva come una diva. Arrivarono in sala da pranzo. Lei gli disse di posare pure le buste della spesa sul tavolo e gli chese se per cortesia poteva tirare fuori un attimo la roba da mangiare, mentre lei cercava una cosa. Il ragazzo le disse che andava bene. Lei si avvicinò a lui, e quasi a schiacciarlo con il suo corpo guardandolo negli occhi in modo sensuale lo ringraziò. Il ragazzo abbassò la testa guardandola negli occhi e avvampando perchè sentiva il suo cazzo ingrossarsi e i seni di lei premerle contro il suo torace le disse "prego" e lei in risposta, con la mano accarezzando il suo torace da sopra la maglia di lui, morena gli disse "sei proprio un bel ragazzo". Poi si staccò subito da lui e si allontanò verso la piattaia. ERa eccitata, quando si ra attaccata a lui aveva sentito attraverso la stoffa del suo vestitino il suo cazzo che si sta risvegliando. Aveva i capezzoli turgidi per 'eccitazione. Sentiva gli occhi di lui addosso e allora gli volle fare un regalino. SI abbassò a novanta per aprire le ante del mobiletto in basso e come risultato il suo vestitino si alzo fino a mostrare il suo sedere e il suo intimo. Il ragazzo la vidi e non riuscì a levarle gli occhi di dosso da quel meraviglioso culo con quel filo che separava le due chiappe. Lei si rialzò, e fece il contrario, aprì le ante del mobiletto in alto. Ma poi, facendo finta che non riusciva a prendere una cosa, chiese al ragazzo se per cortesia le dava una mano. Il ragazzo come un automa, le andò dietro, e prse quello che le chiedeva. Nel mentre lei non si era spostata e quando lui arrivò, sporse il suo sedere fino a sentire il corpo di lui aderire alla sua schiena. Sentiva il cazzo del ragazzo e si mise in maniera tale che fosse tra il solco del suo sedere. E poi, inizio a fare un piccolo movimento per sentirlo bene. Le sentiva duro che premeva contro di lui. Il ragazzo ormai aveva capito il gioco e anche a lui gli piaceva quel contatto ma non osava ancora. Allora lei si girò. Lo guardò negli occhi lascivamente e lentamente la mano di lei, andò sulla cerniera dei pantaloni e lentamente mentre si guardavano negli occhi, la lampo scese giù. Lei intrufolò la mano e da sopra le mutande di lui sentiva quel cazzo voglioso di lei ed iniziò ad accarezzarlo......
Lei si inginocchiò davanti al ragazzo.La sua mano accarezzò quel cazzo da sopra le mutande. Lo sentiva bello duro. Sollevo gli occhi e lo guardò. I loro occhi si incrociarono e mentre la sua mano continuava quel massaggio lento, l'altra si avvicinò ai suoi testicoli e li soppesò. Notò che erano belli grossi, pieni. Mentre con i loro occhi continuavano a guradarsi, lei si morse il labbro, poi si passò la lingua sulle labbra. Il ragazzo fremeva dall'eccitazione. Le mani si spostarono e andarono sul bordo delle mutande. Intrufolò le dita dentro e lentamente, gliele tolse. Il Cazzo del ragazzo uscì allo scoperto. Lei abbassò lo sguardo e lo vide. ERa un bel cazzo duro, giovane. Gli piaceva. Le sue mani gli levarono completamente le mutande e lui alzò i piedi per darle una mano. La mano di lei lo spinse lentamente sulla sedia che si trovava dietro di lui e lui si sedete. Era alla mercè di quella donna meravigliosa. Lei aveva voglia di quel cazzo, lo voleva assaggiare, leccarlo, farlo godere nella sua bocca. Si avvicinò alla sedia. Lui allargò le gambe come un chiaro invito a lei....
Lei si avvicinò con la testa a quel cazzo, una sua mano andò su quell'asta dura, lo strinse per sentirne la consistenza. Abbassò la pelle e fece venire completamente fuori la cappella rosea. Lo guardò ammirata poi rialzò gli occhi e guardandolo negli occhi tirò fuori la lingua e lentamente come se fosse un bellissimo gelatò, poso la punta della lingua sul glande e lo assaggiò. Sapeva di maschio. lentamente la sua lingua iniziò ad assaggiare la punta. La sua mano si sposto sulle palle di lui e le strinse. Sentiva che erano belle piene. La lingua continuò il suo viaggio e iniziò a leccare tutta l'asta. Scese giù piano piano fino ad arrivare alle palle. Gliele mordicchiò. La mano di lui andò sulla testa di lei e gli accarezzò i capelli. Poi lei con la bocca iniziò a mordere lievemente il cazzo e a dargli delle leccate. Partiva dalle palle e saliva e quando arrivava in cima, la sua lingua giocava sul prepuzio. Il ragazzo gemeva. Lei aprì la bocca e lentamente iniziò a prenderlo in bocca. Le sue labbra si chiuserò su glande in un delicato bacio....
Le sue labbra lo strinsero. il cazzo era dentro la sua bocca. La sua lingua iniziò a giocarci dentro su quella cappella che continuava a diventare sempre più gorssa. Lo fece uscire per poi leccarlo di nuovo per poi riprenderlo e stavolta fargli sentire i suoi denti leggeri, mentre la sua lingua continuava a leccarlo. Una mano del raggazzo andò sui suoi seni, scosto il reggiseno e trovò il capezzolo bello turgido. Iniziò a tintillarlo. Lei si tava bagnando era un lago. Una mano di lei andò allora sul suo fiore e iniziò ad accarezzarlo mentre la sua bocca continuava a dare piacere al cazzo duro del ragazzo. Lo leccava poi lo succhiava, poi ritornava sulle palle, glele mordeva. Il ragazzo era eccitatissimo non gli era mai capitato una cosa simile e un pompino favoloso come quello non glielo avevano mai fatto. La mano di lui continuava stringere i capezzoli, mentre lei aveva iniziato a farsi un dialino....
Sentiva il cazzo nella sua bocca sempre + duro. Era eccitatissima. Iniziò a pomparlo. Le mani di lui andarono sula sua tsta e iniziarono a dargli il ritmo. Su e giù, su e giù lungo quel cazzo. Il ragazzo era in estasi. Aveva chiuso gli occhi e si stava godendo quella bocca favolosa. Lei lo voleva. Voleva sentirlo dentro di se. Era bagnata fradicia. Quando per lei il cazzo era ormai bello duo come piaceva a lei, si fermò. Lo prese in mano, si alzò, si avvicinò al ragazzo. GLi sussrrò all'orecchio "TI VOGLIO". Aprì le gambe, indirizzò il cazzo del ragazzo sul suo caldo fiore e lentamente calò e lo accolse dentro di lei....
La sua figa era bella bagnata. Il cazzo entrava dentro di lei senza resistenza. Lei lo sentiva tutto dentro. Scese fino ad averlo completamente dentro di lei. Coi muscoli della vagina lo stringeva. Si morse il labbro. La bocca del ragazzo andò sui suoi seni e la sua lingua aveva iniziato a lambire i suoi capezzoli duri come degli spilli. A quel punto, lei iniziò a muoversi su quel cazzo. Iniziò a tirarsi su e poi quando era giunto quasi a farlo uscire, di colpo giù. Iniziò un lento movimento che andò in un crescendo, mentre il ragazzo continuava a darle piacere con la sua bocca. Le mani di lui erano andaete sul suo sedere dove gli palpava i glutei....
Lei continuava il suo movimento, ondeggiava su quel cazzo. I suoi umori colavano giù lungo l'asta del ragazzo per finire sulle sue palle gonfie. Il suo movimento sis faceva sempre più rapido. Lo stava cavalcando come una vera cavallerizza sul suo puledro. Ad ogni affondo il ragazzo gli dava un colpo per penetrarla maggiormente. Stava godendo. I muscoli della sua vagina lo stringevano dentro di sè. La bocca di lei eruppe un grido di liberazione quando giunse all'orgasmo. Ma il ragzzo non si fermò. Continuò a scopare qual corpo scosso dal piacere. Lei sentiva quella mazza dura ingrossarsi dentro di lei. Lo fermò. SI alzò da quel palo di carne pronto ad eruttare tutto il suo seme. SI risposizionò in ginocchio e lo posizionò tra i suoi seni. Gli fece una veloce spagnola guardando negli occhi il ragazzo e quando sentì che era pronto, avvicinò la sua bocca e iniziò a succhiarlo fino a che il ragazzo non venne e lei ingoiò tutto il seme....
Lei bevve tutta la sborra del ragazzo, era buonae dolce. Il ragazzo si vede che ne aveva da scaricare perchè continuava a inondarle il suo bianco nettare. lei alzò lo sguardo e vide sull'uscio della porta il suo uomo, che la guardava con il suo cazzo duro in mano che si stava facendo una lenta sega. I loro sguardi si incrociarono e si sorrisero in maniera maliziosa......
La sua bocca otrnò sul cazzo del ragazzo, lo ripulì tutto, poi si alzò, andò verso il suo uomo e si scambiarono un bacio. Le loro lingue giocarono, lui sentì il sapore del seme del ragazzo e si i loro baci divennero più frenetici. Lei con una mano prese in mano il cazzo del suo uomo e inizio a fargli una lenta sega. Il ragazzo non sapeva cosa fare, si sentiva imbarazzato per l'arrivo del marito di quella bellissima signora. La coppia finì di baciarsi. Lei si voltò verso il ragazzo e gli sussurrò, "Andiamo di là tutti quanti che siamo + comodi"....
Entrarono nella stanza da letto. lei disse al ragazzo di spogliarsi e lui lo fece. Lei si tolse ormai qual miniabitino che ormai non serviva +. Nuda davanti a loro era di una bellezza devastante. Si intravedeva ancora gli umori della sua eccitazione di prima colargli dalle gambe. Si spoglò anche il suo uomo. Lui si posizionò dietro di lei, e mentre il ragazzo guardava, le mani di lui andarono da dietro sui suoi seni e li accarezzò. Lei sporse il suo sedere e sentì ilcazzo duro contro di lei....
Le mani di lui torturavano i suoi capezzoli. Lei si morse il labbro, quel massaggio gli stava piacendo. Poi si mise in ginocchio sul letto, avvicinò la sua bocca al cazzo del ragazzo e iniziò a succhiarlo. Il suo uomo si posizionò dietro di lei, si mise in ginocchio e si avvicinò con la lingua al fiore della sua donna ed iniziò a leccargli la figa bagnata, mentre lei continuava a spompinare il ragazzo...
Lei era eccitata al massimo, sentiva quel cazzo in bocca che riprendeva vigore mentre la lingua di tony gli dava piacere. Più sentiva la lingua entrare dentro di lei, + con la sua bocca affondava in quel cazzo. Sentiva le ondate di piacere prenderla per tutto il corpo. Sentiva la lingua sul clitoride, sulle piccole labbra, dentro di lei. I suoi umori erano copiosi. La sua testa iniziò ad aumentare di ritmo sul cazzo del ragazzo, che era ormai un oggetto di piacere nelle loro mani....
Dovette fermarsi con la bocca, gli mancava il fiato. La lingua del suo uomo divenne + frenetica. Chiuse gli occhi e all'apice del piacere, il suo urlo di soddisfazione riempì la camera. Godette mentre il suo uomo iniziò a bere il suo dolce nettare che fuorisciva da quella figa calda...
Si sdraiò stemata sul letto. Tutto il corpo vibrava per via dell'eccitazione provata. I duei uomini si misero di fianco a lei e con le loro mani iniziarono ad esplorare il suo corpo. L'eccitazione provata prima più quelle toccate risvegliarono di nuovo in lei la voglia. Cercò con le mani i cazzi dei due uomini, e appena trovati iniziò a fargli una lenta sega, li sentiva beli duri, li voleva...
FEce sdraire i due uomini con i loro cazzi in piedi. Poi si avvicinò con la bocca ed iniziò lentamente a leccarli e succhiarli. Mentre lo faceva con uno con la mano segava l'altro. Poi quando secondo lei era giunto il momento ed erano belli pronti, si avvicinò a quello del suo uomo, si mise a cavalcioni e lentamente la sua figa risucchiò i lcazzo del ll'uomo....
Iniziarono a scopare selvaggiamente, lei lo cavalcava. Il ragazzo intanto gli palpava i seni mentre la mano di lei lo segava. Poi si avvicinò alla sua bocca e mentre lei continuava a cavalcarlo iniziò a spompinare il ragazzo. Sentiva quei due cazzi belli duri. Si fermò un attimo e disse al ragazzo "inculami"....
Il ragazzo si posizionò dietro di lei. Il suo uomo levò il suo cazzo dalla figa di lei e disse al ragazzo,"bagnalo prima". Allora il ragazzo lentamente la penetrò e sentì gli umori di lei bagnarli il suo membro. La scopò per un pò mentre Tony gli massaggiava i seni e la baciava. Poi il ragazzo uscì e posizionò il suo glande vicino al secondo fiore di lei. Lentamente iniziò a penetrarla. La coppia si baciava, le lingue si intrecciavano. Lei sentiva quel palo di carne penetrare dentro di lei. Lo sentiva bwllo duro, si morse il labbro. Ondate di piacere le arrivavano. I suoi gemiti si facevano sempre + forti....
Il ragazzo la inculò fino in fondo. E poi lentamente iniziò il movimento al contrario per poi rimetterglilo dentro ed iniziò scoparla nel culo. Il suo uomo la vedeva che godeva, il suo viso in estasi per quel bastone di carne che la penetrava. Le morse i capezzoli e lei gemtte. Chiuse gli occhi per avere una miglior sensazione, il suo respiro si faceva sempre più affannato. Il suo uomo con la sua lingua sui suoi capezzoli. Poi decise che era giunto il momento. Le fece fermare, prese in mano il cazzo del suo uomo e lo indirizzò verso la sua figa e mentre l'altro era ancora nel suo culo, si sedette sopra e iniziarono a scoparla in sincronia fiano a quando lei godette e loro sborrarono dentro di lei.
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14 years ago
admin, 75
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Quel giorno particolare al centro commerciale
. Un giorno siamo usciti io e la mia ragazza Francesca ,ci recammo in un noto centro commerciale a Cosenza per comprare delle cose, e passando vicino ad un negozio di intimo ha notato su un manichino un bel completino, un perizoma nero da favola con autoreggenti, e voleva a tutti i costi comprarlo. Entrata nel negozio ha cominciato a guardare chiedendo alla commessa se poteva dargli la sua taglia e se poteva misurarlo. La ragazza all'inizio non voleva farlo misurare ma poi con un Po di insistenza accettò, cosi Francesca entrò nello stanzino il quale si chiudeva solo con quelle tendine che in poche parole dai lati lasciano vedere tutto, cominciò a spogliarsi e in un attimo restò nuda in quanto indossava solo la solita mini con una camicetta sopra, io intravedevo nella commessa un certo interesse nel notare Francesca mentre si muoveva e si specchiava, e la stessa cosa notò la commessa, così con un aria maliziosa la chiamò e con la scusa di portargli altro intimo la fece avvicinare a lei e le sussurrò, perché mi guardi cosi ti piaccio? La ragazza prima diventò rossa ma poi rispose senza tremore, si lei è una bellissima donna, non finì nemmeno di parlare che Francesca gli prese una mano e la poggiò sul suo seno, la ragazza per nulla imbarazzata portò l'altra mano tra le sue cosce e iniziarono a strusciarsi a vicenda, cominciarono a slinguettarsi a toccarsi e con immenso piacere mio mi presero e cominciarono a spogliarmi, la commessa afferrò il mio cazzo tra le sue mani e cominciò a sentirlo sempre più duro mentre Francesca gli leccava la fighetta tutta bagnata e depilata, una volta bella lubrificata portò il cazzo dietro di lei, messasi alla pecorina e dopo un paio di strofinate sulla figa appoggio la cappella sul buco del suo culetto ancora vergine e mi disse, adesso con una bella spinta fammi entrare pure le palle, e così feci cominciai a spingere all’ inizio lentamente e poi con una gran foga, facendogli entrare per tutta la lunghezza la mia asta, lancio un grido di dolore , visto che per lei era la prima volta, per poi trasformarsi in mugoli di piacere e nel momento di venire Francesca lo tiro fuori e se lo mise in bocca, ma la ragazza voleva bere anche lei e cosi inchinandosi cominciarono a sbocchinare entrambe e a bere la mia sborra dopo di che una masturbava l'altra fino ad avere un orgasmo esagerato, la ragazza ci ringrazio e ci disse che quando volevamo saremmo potuti tornare.
Francesca.V 12/09/2010
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14 years ago
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Quella sera al cinema
Questa che vi racconto e un’avventura accadutaci una sera di meta agosto di questa estate:
Una sera di meta agosto, il mio fidanzato Fabio era sceso per le ferie estive giù in un paesino, dove io abito in provincia di Cosenza essendo che lui per lavoro vive a Modena,tornato tutto entusiasto mi ha detto di uscire fuori a cena perché le cosa al lavoro gli erano andate molto bene, io non ci pensai su due volte e mi andai a preparare in fretta, e, mentre lui si faceva la doccia io mi abbigliai stavolta un po piu seducente, del solito . Minimini gonna, top che faceva uscire tre quarti del davanzale fuori, sandali con tacchi a spillo, calze a rete con il tassello tagliato, un mini tanga nero e un trucco degno di Cleopatra. nel giro di mezz'ora stavamo già in macchina, facevo un caldo da togliere il respiro, l'aria condizionata dell'auto alleviava ben poco la canicola che ci avvolgeva. Arrivammo al ristorante, entrammo, c'era un bel po' di gente, a fianco al nostro tavolo c'erano tre maschioni, che, non toglievano gli occhi dalle mie gambe completamente scoperte, uno di loro conosceva Fabio e si fecero un cenno di saluto. Facemmo una cena a base di pesce fresco, prosciutto e melone, frutta e gelato. Verso le 21 uscimmo dal ristorante, entrammo in macchina e strada facendo, Fabio vide che al cinema davano un film a luci rosse, mi guardò e con gli occhi da pesce lesso e mi chiese se ero d'accordo ad andare a vedere il film. Io sinceramente volevo dire di no, ma visto che lui era molto felice, per non contraddirlo accettai. Trovato il parcheggio, ci avviammo al cinema, entrammo, il film era incominciato da qualche minuto, nella sala buia non c’era molta gente, cosi ci accomodammo in una fila completamente vuota. Quasi subito Fabio m’infilò la mano in mezzo alle gambe, e con delicatezza incomincio a farmi un ditalino, io tirai fuori il suo cazzone e glielo accarezzavo, in pochi attimi gli divenuto duro come l'acciaio. Ragazzi un po’ perché faceva caldo, un po' il film era molto arrapante, con dei cazzi grossi mai visti prima di allora, incominciai ad allargare le gambe per permettergli di accarezzarmi meglio. Di li a poco incominciai ad avere un orgasmo dopo l'altro, la farfallona si mise a buttare fuori un fiume di umori. Non era trascorso nemmeno un quarto d'ora, quando all'improvviso arrivò un uomo e si accomodo al mio fianco, io pensai ma sto stronzo con tante poltrone proprio libere qui doveva sedersi. Subito presi la mano di Fabio e la tirai fuori dalle mie gambe, cercai di ricompormi il più possibile, ma, la minigonna copriva ben poco le mie gambe e con fare non curante mi dedicai a guardare il film. Ad un tratto sentii la gamba del tipo che premeva vicino alla mia, cercai di allontanarmi il più possibile, non passò nemmeno un minuto e lo stronzo mise la mano sulla mia gamba, vi giuro che la prima reazione fù quella di tirargli un schiaffo, ma, per evitare che Fabio se ne accorgesse, pian piano gli diedi un pizzicotto da strappare la pelle, subito la tirò via passavano pochi secondi e lo stronzo ritorno alla carica, infilandomi la mano in mezzo alle cosce, ragazzi non vi dico cosa mi passo nel cervello in pochi attimi, ero combattuta, se scatenare un casino o far finta di nulla, optai per la seconda ipotesi, anche perché io continuavo ad eccitarmi vedendo sullo schermo quei cazzi enormi che entravano ed uscivano dalle fighe e dai culi. Intanto lo sconosciuto con molta delicatezza incomincio a ficcarmi due dita nella figa, poi mi prese la mano e l'appoggio sulla sua patta. Ragazzi la massa enorme che incomincia a stringere era enorme e dovetti dedurre che aveva un cazzo degno degli attori che stavo ammirando. Lui subito aprì la cerniera dei pantaloni e lo tirò fuori, era lungo e grosso, ad occhio sui 28 cm,pieno di vene gonfie, una cappella enorme, era una meraviglia accarezzarlo, e, buttando un occhio a Fabio, per assicurarmi che non si accorgessi di nulla, apri ben bene le gambe, in modo che lo sconosciuto, potesse infilarmi più a fondo le sue lunghissime dita. Passarono pochi minuti, mi venne una voglia indescrivibile di infilarmi quel palo nella figa, allora mi girai con il culo verso lo sconosciuto e feci in modo che mi potesse appoggiare il palo tra le chiappe, sentii l'enorme cappella sfiorare le labbra della mia figa, cercai di farla entrare dentro, ma la posizione non lo permetteva, allora mi girai verso Fabio abbassai la testa e con fare famelico infilai il suo palo nella mia gola, facendo in modo che il mio culo fosse completamente rivolto verso il cazzone di dello sconosciuto, che, con qualche difficoltà riuscì a infilarmene una buona parte nella figa, e con movimenti lenti e costanti incomincio a stantuffarmi, sembrava che qualcosa di enorme scivolasse verso lo stomaco, la cappella sfregava il mio utero, sentivo il fuoco salirmi nel cervello, cercavo di spingere la figa verso quella meraviglia della natura, lo volevo tutto tutto tutto, passarono un paio di minuti e senti uno spruzzo di sperma bollente che inondava la mia farfallona, mi sembrava di impazzire, avevo voglia di gridare, ma dovetti soffocare le urla in gola, anche perché, quasi contemporaneamente, Fabio mi allagò la bocca con un flutto di sborra enorme, che bevvi con avidità, alzai la testa, e mi accorsi che i due si facevano occhiate di complicità, in quell'istante volevo mandarlo a fare in culo, non perché mi aveva scoperta ma perché non avevo potuto ospitare completamente il cazzone dello sconosciuto. Ad un tratto si accesero le luci della sala, era finito il primo tempo, del film, lo sconosciuto infilò il cazzone nei pantaloni mi sorrise ,si alzo e se ne andò io mi appoggia sulla spalla di Fabio e nascosi il mio viso sul suo petto, mi vergognavo come una ladra, non ebbi il coraggio di guardare in giro. Ad un tratto, si spensero le luci e incominciò il secondo tempo, subito Fabio tirò fuori il suo palo già pronto all'uso, mi infilo la mano nelle cosce e prese di nuovo a sditalinarmi, e vai, ricominciai da capo a godere come una ninfomane in calore, ad un tratto Fabio mi prese per i capelli e con violenza mi abbasso il capo ficcandomi il cazzo in gola. Mentre succhiavo con forza, sentii due mani enormi che mi accarezzavano il culo ,mi girai di scatto e vidi di nuovo lo sconosciuto al mio fianco, lo feci fare, poi mi disse di girarmi con la schiena sulla poltrona, misi la testa sulle gambe di Fabio, mi aprii le gambe e finalmente mi scaraventò quel palo enorme nella figa, tanta era la foga che mancava poco che infilava anche le palle dentro, e via, a sborrarmi dentro a ripetizione, dopo un po’ ad ogni colpo di cazzo la mia figa emetteva un sciacquio, era piena di umori e sperma, che lo sentivo scorrere verso il buco del culo, la poltrona diventò tutta inzuppata, e quel cazzo non la smetteva di trombarmi. Intanto Fabio, non ne poteva più, fece spostare il tipo, mi fece alzare, mi mise alla pecorina, infilò il cazzone dentro e con violenza prese a scoparmi come un indemoniato, intanto il tipo m’infilò il suo bastone in bocca, che con molto piacere glielo ripulii completamente. Fabio la smise di sbattermi, solo dopo aver sborrato due volte di seguito. All’ fine, mi fecero accomodare, e finalmente potei godermi un pò di film, anche se la mia Francesca colava un liquido appiccicoso lungo le cosce, e il mio sedere si era incollato sulla stoffa della poltrona. Finalmente, il film finì, il tipo con molta discrezione si allontano da noi, io avevo vergogna di alzarmi con le luci accese, e pregai Fabio di aspettare che la sala ritornasse buia, con la coda degli occhi mi girai e vidi che, dietro di noi c'era una coppia, lei mi guardò sorridendo e con il pollice alzato mi fece segno che ero stata stupenda. All'improvviso ritornò il buio, ci alzammo ed uscimmo dalla sala, mi fermai e dissi a mio ragazzo che avevo bisogno di pulirmi, perché non riuscivo nemmeno a camminare, tanta era il liquido che colava dalla figa, entrai nel bagno , e cercai di asciugarmi alla meno peggio, ma i fazzoletti di carta si attaccavano alla gambe, chiamai Fabio e lo pregai di passarmi un po’ di carta igienica bagnata, dopo qualche attimo Fabio bussò alla porta del bagno, aprii e vidi davanti lui e lo sconosciuto, si infilarono dentro, e senza dire una parola, incominciarono a spogliarmi completamente, ragazzi credetemi, in un attimo avevo due cazzi che uscivano ed entravano dalla figa e dal mio culo ormai dilatassimo da quel cazzone dello sconosciuto che in un attimo mi riempi con un caldo ed abbondante getto di sborra che mi riempiva il culo, quei due cani in calore, mi baciarono dappertutto, leccavano la figa piena di sborra, la lingua nel buco del culo, leccate lungo il corpo che mi davano brividi di piacere, ed io continuavo a colare sborra e umori, come un fiume in piena, il mio corpo era impastato di sborra, saliva e sudore. Finalmente, la smisero ansimando, e senza alcuna forza, sembravano due stracci usati e consumati, a fatica si rivestirono, uscirono e a turno mi passavano la carta bagnata per farmi pulire un po'. Ripulitami, uscii dal bagno, fuori trovai solo mio ragazzo, che mi aspettava ancora ansimando, mi abbraccio, e sussurandomi all'orecchio mi chiese se mi era piaciuto, io gli risposi che era stato meraviglioso, in risposta mi infilo la lingua in bocca, baciandomi con molta passione. Nel tragitto per tornare a casa nessuno di noi due ne fece parole, arrivati a casa ci infilammo di corsa sotto la doccia, io lavo te, tu lavi me, finimmo per scopare ancora, mentre l'acqua quasi fredda ci tonificava i corpi. Da allora ragazzi miei, il nostro amore si è cementato di più, non ci sono più segreti tra noi, perché, qualsiasi desiderio sessuale che ci viene, ne parliamo e lo mettiamo in pratica.
Francesca.V 13/08/2009
42
8
14 years ago
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Non avevo che 16 anni
Quando ero ragazzino intorno ai 13 anni incominciai a capire che più che le ragazze, chi mi colpiva erano i ragazzi, e sopratutto quelli belli, ben fatti, asciutti e con un bel pacco.
Ciò nonostante, non trovavo ancora il coraggio e non sapevo come fare per intraprendere un'amicizia, particolare di quel tipo con una ragazzo, continuai ad amoreggiare e a limonare come tutti con ragazze della mia stessa età: Un bel momento, avevo raggiunto i 16 sentivo dentro di me una pulsione che mi spingeva ad avere un contatto fisico con un uomo, volevo capire a tutti i costi cosa significava fare l'amore con un uomo. Fu così che conobbi un Muratore della mia stessa città, che faceva parte di un'impresa edile, che nel mio stesso stabile si fermarono per tre mesi. Lo guardavo passare dalla portineria tutti i santi giorni questo giovane, alto quanto me, io sono 172, con fisico asciutto, ma che non lasciava intravedere niente dall'esterno della sua tuta, ma una cosa che mi aveva colpito fu la sua figura scolpita così bene, che lasciava vedere bei muscoli, sopratutto quando indossava magliette aderenti e con maniche corte.
Lui era gentile, educato e si fermava a parlare con me, aveva 18 anni o poco più, facemmo quindi amicizia, e più passava il tempo più mi piaceva e più lui mi guardava con attenzione capivo che anche io gli piacevo. Un giorno era rimasto solo alla fine della settimana lavorativa e stava rimettendo in ordine gli attrezzi da lavoro giù nello scantinato dove stavano effettuando dei lavori di riparazione nel vano ascensori e locali annessi. Avevo trovato il coraggio di dirgli che mi piaceva e così gli corsi incontro per parlargli, e fu così che approfittò di quel momento per tirarmi a se, dicendo mi che aveva capito che mi piaceva e che pure io gli piacevo e iniziò a baciarmi: in quel momento ero frastornato, non sapevo se continuare o meno, e più mi svincolavo più mi tirava a se".
Vi domanderete, ma come non era questo che aspettavi e non sapevi co fare? Forse io mi aspettavo un approccio diverso, che so mi aspettavo che prendesse la mia mano e la poggiasse sulla sua patta, che a dire il vero era molto gonfia. E intanto, anche io mi feci prendere dalla passione e mi lasciai andare sentendomi pervaso da una piacevole e calda passione: lui aprì subito la sua patta dei pantaloni e mi presento un bell' arnese turgido e nerboruto. Era la prima volta che vedevo un membro di quella portata, ben 22 cm che iniziai a toccare e masturbare. Anche lui ricambiò la piacevole prestazione mentre le nostre calde bocche continuavamo a baciarci fino a che non venimmo piacevolmente insieme. Era un grande amatore e baciava così bene che poi ci presi gusto.
Quella fu la prima di tanti altri piacevoli incontri che ebbi con il mio amante muratore, il seguito se vorrete, alle prossime puntate.
Intanto spero che vi sia piaciuto e che vorrete darmi i vostri apprezzamenti.
8
6
14 years ago
admin, 75
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in vacanza
Questa estate siamo andati in vacanza in una nota località della Calabria,Francesca la mia ragazza, 27 anni, molto molto ben fatta, sopratutto il sedere è d'oro.
Abbiamo trovato posto in un bungalow di un campeggio. Ferragosto era vicino e l'unico locale rimasto libero era in una posizione isolata dagli altri, vicino al deposito degli attrezzi, ma comunque non tale da incutere alcuna soggezione o timore.
Dopo una prima giornata passata a riposare dal viaggio abbiamo iniziato una vacanza caratterizzata da una profonda intesa sessuale. Noi abbiamo sempre scopato molto, ma quell'estate abbiamo dato veramente il meglio ciascuno di sé.
Passavo l'ora della siesta a massaggiarla (lei adora sentire la mani addosso), per poi penetrarla con foga. In questi pomeriggi e in queste serate, abbiamo iniziato anche ad apprezzare il turpiloquio. Lei adora sentirsi troia, e da allora sentirselo dire.
Un pomeriggio ho notato che il giardiniere (o l'uomo di aiuto del campeggio, non so quale sia stata la sua mansione, un signore sui cinquanta, non un bell'uomo) era sempre nei dintorni del nostro bungalow. Dapprima mi sembrò normale, visto che una parete confinava con il magazzino, ma poi, da una finestra l'ho visto avvicinarsi ad origliare. Non dissi niente a lei, per non preoccuparla, ma ero certo che ci aveva sentito nelle nostre vigorose scopate.
Nei giorni successivi l'uomo era sempre presente al nostro pranzo, una presenza assolutamente discreta, ma assidua.
Lei intanto, cominciò a capire. Un pomeriggio, andai allo spaccio a comprare qualcosa, e mentre ritornavo ho scorto l'uomo che, dietro una siepe, osservava il bungalow. Aggirai il piccolo edificio da una certa distanza e vidi che la porta era aperta, le tende a trecce per tenere lontani gli insetti, erano raccolte a metà da un lato. All'interno lei era nuda, in piedi che si spalmava la crema.
Non visto da entrambi, mi fermai a osservare la scena. Era troppo lenta e maliziosa nei movimenti per non essersi accorta di essere vista.
Un dettaglio non mi lasciò dubbi.
Aveva calzato dei sabot neri a punta con il tacchetto basso, vi assicuro che le sue gambe e le sue caviglie con quelle scarpe vi farebbero venire solo a guardarle, e lei lo sa, glielo dico sempre.
L'uomo si accorse che mi stavo lentamente avvicinando e chinandosi a estirpare erbacce, fece finta di nulla e poi se ne andò.
Al mio arrivo, lei stava indossando il costume da bagno e con un rapidissimo gesto rimase scalza.
Chiusi la porta la presi e la scopai a gambe aperte.
Gemette come sempre con una voce, non forte, ma sicuramente non sottovoce.
Ero arrapato. Ero arrapato all'idea che lei volesse farsi vedere completamente nuda da quell'uomo.
L'indomani mi allontanai nuovamente prima di pranzo, lei doveva fare la doccia. Immancabile l'uomo era al magazzino.
Mi aspettavo la stessa scena del giorno prima, ma invece mi riservava una sorpresa.
Al mio arrivo, la strada era rivolta verso il retro del bungalow e non si poteva vedere l'ingresso, non vidi nessuno.
Con una certa sorpresa e una certa delusione mi avvicinai e, svoltato l'angolo del bungalow per entrare in veranda restai con fiato in gola.
L'uomo era seduto al tavolo, si stava facendo una sega, protetto su un lato dai nostri teli del mare appesi ad asciugare, e lei, distesa sul letto, si stava masturbando con il "cazzone di gomma" che usiamo per le nostre doppie penetrazioni (due in figa, perché non le piace nel culo).
Come mi vide l'uomo saltò in piedi ma lei, lo chiamò e gli disse di stare tranquillo.
Io ero impietrito. Sapevo che lei era troia, ma non immaginavo una tale iniziativa senza preavviso. L'uomo si rimise in posa, guardingo, ma col cazzo in mano.
Un gran bel cazzo. Lungo, non molto grosso, ma diritto e con una grande cappella molto sporgente: complimenti. Lei mi disse di entrare, "abbiamo uno spettatore" disse.
Io non sapevo cosa fare, ma lei mi abbassò il costume iniziò un gran pompino.
Mi fece distendere sul letto e, mentre con una mano si aiutava sul mio cazzo con l'altra si strusciava il "cazzone" sulla figa e sul culo ben rivolti alla vista del nostro spettatore.
Io godevo sia col cazzo ma soprattutto col cervello, non so quante parole le ho detto, e non so se per un suo gesto di invito o per iniziativa, l'uomo entrò nel bungalow e chiuse la porta dietro di sé. In un istante le fu dietro e dentro. Lei, a pecora sul letto, mi spompinava mentre l'uomo la fotteva prima lentamente, (cosa che ai cazzi lunghi riesce benissimo) e poi con ritmo. Lei si girava appena e lo incitava a scoparla con un movimento rotatorio dei fianchi (ti fa svenire, ti sembra che ti succhi il cazzo con la figa) e con apprezzamenti sulla lunghezza del cazzo.
Lui assolutamente in silenzio dava grandi colpi e si lasciava strofinare il cazzo dai suoi movimenti.
Chiese solo se poteva sborrare in figa: lei acconsentì. Anzi, disse testuali parole: "sborrami dentro, sborra, svuota i coglioni che domani me li vuoti in gola".
Io, a queste parole le inondai la mano e uno schizzo la raggiunse in viso. Anche l'uomo trattenendo la voce venne. Lei lo pregò di continuare e allora lui, recuperata la voce le disse il classico: godi troia! Lei godendo venne a infilarmi la lingua in bocca sussurrando: grazie amore!
Francesca. V 13/09/2009
12
5
14 years ago
coppialibera2, 43/43
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Prima esperienza in un Club ...
Venerd, ed il venerd si esce, andiamo a ballare, ci vogliamo divertire ... balliamo latino tutta la sera, beviamo, beviamo molto Wiski fino a mezzanotte e poi decidiamo di cambiare posto. Prendiamo un Taxi mentre decidiamo dove andare simultaneamente ci viene l'idea, quell'idea che ci circolava in testa da tempo, che sognavamo mentre facevamo l'amore ... andiamo in un Club ... ma non sappiamo dove si trova, beh mi moglie scende dal taxi ed inizia a chiedere ai passati se per casco conoscessero un Club di scambisti ... fatto sta che dopo pochi minuti torna nel taxi e mi dice ... scendi ne ho trovato un qui vicino ... pago e scendo ... sembra uno studio di bellezza, nessun'insegna ... ci si avvicinano due signori e ci spiegano il funzionamento ... entriamo ... vediamo un sacco di gente in vestaglia, non capiamo, non siamo mai stati in un posto del genere, ordiniamo una bottiglia di Wiski, ci guardiamo intorno e facciamo un giro. In un angolino vediamo una porta, piscina, sauna e bagno turco, ci cambiamo ed entriamo in piscina, io naturalmente faccio molta fatica a stare tranquillo, vedo gente che fa l'amore da tutte le parti, inizio a sentire eccitazione faccio avvicinare mia moglie in modo tale da far uscire il mio membro duro dall'acqua e lei inizia a succhiarmelo, sono eccitatissimo, solamente l'idea di tutta quella gente che mi guardava, che guardava il mio cazzo ... mia moglie che me lo succhiava mi faceva eccitare in una maniera che non avevo mai provato ... mentre lei me lo succhia io bevo, poi la alzo la metto sul bordo della piscina ed inizio a leccargliela ... tutto mi sembra eccitante, nella piscina ci sono coppie che scopano che si toccano ... noi stiamo a disparte, ci sentiamo osservati, desiderati ... e ci piace cos .... completamente ubriachi vediamo delle scale .... andiamo al piano di sopra .. una stanza lunga con un letto in pelle lunghissimo, si sentono gemiti, uomini e donne aggrovigliati, odore di sesso ... noi siamo troppo eccitati in fondo vediamo come un tavolo rotondo in pelle io mi ci sdraio sopra e mia moglie inizia a baciarmi tutto, io sono in estasi, vedo donne bellissime a pecorina che si fanno scopare, tette, sono al settimo ciel perso nella mia follia vedo avvicinarsi una coppia, lui nudo lei mi rimane impressa perche avevo degli stivali in pelle che gli arrivavano alle ginocchia ... lei si avvicina io a testa in gi non faccio che fissare le sue gambe ... ci chiede, possiamo partecipare ??, mia moglie alza la testa dalla mio pene e acconsente con la testa, lei sale sul "tavolo", io alzo la testa e vedo questa donna bellissima con due tette grandi e formose, guardo mia moglie ed impulsivamente le dico, ma guarda che belle tette, inizio a toccarle a baciarle mentre mia moglie le mette la lingua in bocca, mi sdraio vedo suo marito che rimane a disparte, io naturalmente non reclamo, e la mia bellissima moglie con la nuova invitata iniziano a fare uno stupendo assolo con il mio pene, non avevo mai sentito finora due lingue, due labbra che facessero su e gi dal mio cazzo, non so guanto sia durato ma e stata una sensazione fortissima, non resisto pi devo penetrare, mia moglie si sdraia in modo tale da portare la sua bellissima vagina in bocca a la nuova amica ed io mi trovo un bel culetto davanti ... Mi giro, e come fossi un veterano, guardo il marito e gli chiedo un preservativo ... lui tranquillamente me lo passa ed io ora sono libero di prendermi sua moglie a pecorina, alzo la testa e vedo circondare il nostro tavolo da coppia che si scopano guardandoci, tutti intorno a noi, gente in piedi che ci guarda, a pecorina, nessuno che osa toccarci, per un momento mi sento di essere in un film porno ... e mi eccita ancora di pi ... me la scopo per un bel po di tempo poi mi scopo mia moglie e lei finalmente si fa penetrare da suo marito, noi sopra il tavolo e loro sono scesi, lei inizia ad infilare la lingua tra me e mia moglie, mentre si fa scopare vuole leccarci, mi legga il cazzo, faccia girare mia moglie per poterle permettere di leccarci bene entrambi, e vedo questa lingua sulla vagina di lei e sul mio cazzo mentre continuo a pompare ma lo faccio lentamente per poter sentire anche la sua lingua ... stanco ed eccitato non capisco pi niente e vengo ... mi giro mia moglie mi accarezza, lei mentre si fa scopare in 4 dal marito non ancora sazia avvicina al mio pene ed inizia a succhiarlo, beh sentire il suo corpo che faceva su e gi, sentirla muovere e gemere sul mio cazzo ... behe mi ha fatto venire ancora ..... alla fine ci anno guardato, salutato e noi che ci siamo ripresi dalla sbornia ... ci guardiamo increduli ... non ci rendiamo conto di ci che e successo. Il mattino ci svegliamo e facciamo l'amore altre due ore pensando all'esperienza vissuta ....
7219
6
14 years ago
Lumio,
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Glory Hole - gloryhole
con il termine Glory Hole o gloryhole (in italiano letteralmente buco della gloria) si intende una particolare pratica erotica o meglio gioco erotico nel quale si pratica un foro ad altezza pene su una porta, un muro o comunque qualsiasi cosa che divida fisicamente i due partner.il lui quindi inserirà il proprio membro attraverso tale foro ed il partner dalla parte opposta della parete ci potrà giocare con fellazio o masturbazioni.il gioco può essere praticato oltre che dalla coppia da diversi partner che essendo divisi dalla parete non sapranno chi dalla parte opposta stà giocando con loro.il Glory Hole può essere praticato ovunque ci sia una parete "forata" nel punto giusto ma normalmente viene praticata in sexy club appositamente attrezzati... ultimamente molti club privè e night club si stanno dotando di questa attrattiva che a quanto sembra sta diventando molto di moda
9311
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14 years ago
admin, 75
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Tiziana e sergio la vecchia fabbrica
Tiziana e Sergio la vecchia fabbrica
Per due settimane circa impegni di lavoro e di famiglia ci tennero lontano dai nostri giochi, tornavamo a casa tardi, stanchi e non avevamo voglia di uscire.
Per fortuna gli impegni si tornarono alla normalità al venerdì pomeriggio chiesi a Tiziana se avesse voglia di uscire quella sera.
Mi rispose di si chiedendomi se avessi qualche progetto. Brevemente le spiegai che volevo andare nel parcheggio a cercare qualche nuovo singolo.
Alle 21 e 30 uscimmo da casa, arrivati al parcheggio non trovammo nessuno che già conoscevamo, c’erano alcuni singoli che giravano senza sosta, nessuno, però si decideva a fermarsi vicino a noi.
Mi ricordai che in una chat un singolo mi aveva indicato un posto in periferia dove andavano le coppie in cerca di trasgressione.
Ne parlai con Tiziana e misi in moto e in circa venti minuti arrivammo a destinazione.
Era una strada sterrata in fondo c’era un piazzale su di un lato c’erano due case diroccate, sul lato opposto una vecchia fabbricata abbandonata.
Sparse nella piazza c’erano quattro auto, lentamente feci il giro completo e andai a fermarmi sotto un albero. Mentre giravamo potei notare che a bordo di due auto c’erano tre uomini sulla terza quattro, mentre su una Ford Fiesta c’era un solo uomo.
Spensi il motore ed accarezzai una coscia di mia moglie chiedendole: “ come ti pare questo posto?”.
“ certamente più tranquillo degli altri, ma molto isolato”.
“ t’inquieta?” le chiesi.
“ no, ma c’è una strana atmosfera” mi rispose.
“ vuoi andare via?” le domandai.
“ no, vediamo cosa succede” replicò.
La baciai sul collo, le palpai i seni e le sussurrai: ” sei bellissima”.
“ grazie” mi rispose.
Nel frattempo una delle auto, una Peugeot 106, si mosse, passò davanti a noi, a bordo c’erano tre uomini non giovanissimi.
Anche altre due auto si mossero, su di un’Alfa Romeo c’erano tre ragazzi sui 25 anni circa, sulla terza una vecchia Fiat Marea quattro nord africani.
Solo la Fiesta non si mosse.
Ero molto eccitato, guardai mia moglie indossava una mini gonna cortissima ed una canottiera che le lasciava scoperta la pancia.
Le toccai le cosce, la mia mano salì sino alla figa, scostai il tanga e le infilai un dito dentro trovandola già bagnata.
“porca, sei eccitata” le dissi.
“ sono come tu mi vuoi” mi rispose.
“ confessa che piace anche a te” replicai.
“certo” mormorò languidamente.
“ t’intriga qualcuno di questi? Le chiesi indicandole le auto.
“ potremmo vedere chi c’è sulla Fiesta” rispose.
Visto che l’uomo a bordo della Ford non si decideva ad avvicinarsi, misi in moto lentamente, passammo davanti a lui e ci fermammo in un angolo buio a ridosso del cancello della vecchia fabbrica.
La Marea degli africani ci seguì e si fermò al nostro fianco.
Li guardai più o meno avevano trenta anni, parlavano nella loro lingua e ridevano fragorosamente.
“ che stronzi, chissà cosa avranno da ridere” commentò mia moglie.
“ andiamo via?” le chiesi.
“ no, lasciamo che si divertano pure” mi rispose.
“ va bene” replicai aggiungendo: “ penso che vogliano divertirsi con te”.
Tiziana aprì un poco le gambe e indicandomi la figa mi disse: “ gli stronzi vorrebbero divertirsi con questa”.
“sicuro” ribattei.
“ credi che vengono molte coppie in questo posto?” mi domandò.
“ mi hanno spiegato che qua vengono solo coppie che cercano gruppi di singoli” risposi.
“ vero lo puoi capire di quanti siano a bordo delle auto” aggiunse mia moglie.
“ e tu quanti ne vuoi questa notte? le chiesi.
“ uno, due potrebbero bastare” replicò.
“ così pochi?” domandai.
“ tre allora” rispose ridendo.
“ e quattro no?” ribattei.
“ magari questi quattro qua vicino” rispose.
“ anche” replicai.
“ sei un porco, mi vuoi offrire a quattro africani” replicò.
Notai che il tono delle sue parole era pieno di libidine e replicai così: “ certo, pensa ai loro cazzi nella tua figa”.
“ sei un maiale” rispose.
“ e tu una troia” risposi ridendo.
“ troia, ma sempre tua moglie” replicò sorridendo.
Dalla Marea scese un africano, si avvicinò al mio finestrino dicendo: “ ciao amico”
“ciao” risposi.
“ se volete entrare vi apro il cancello” aggiunse indicandomi l’ingresso della fabbrica.
“cosa c’è dentro?” gli domandai.
“ niente, ma molto tranquillo” rispose.
“ non so se c’interessa entrare” replicai.
L’africano rimase in silenzio guardando dentro l’auto per vedere Tiziana.
“ da dove vieni?” gli domandai.
“ Marocco, anche i miei amici” mi rispose.
“ bella la tua donna” aggiunse.
“ è mia moglie, ti piace?” replicai.
“ si belle gambe” rispose.
“ è tutta bella” ribattei.
“ ce la fai vedere nuda?” mi chiese.
“ tutta nuda qua non mi pare possibile ci sono altre persone” risposi.
“tranquillo, sono amici miei” replicò indicandomi i suoi compari a bordo della Marea.
“ non loro dicevo quelli sulle altre auto” gli spiegai.
“ non avere paura anche loro aspettano coppie” replicò.
“ va bene ti fa vedere qualcosa, ma non nuda” risposi.
“ come vuoi “ replicò.
Misi una mano sulle cosce di mia moglie dicendole: “ alza la canottiera e fagli vedere le tette”.
Tiziana sollevò l’indumento scoprendo il seno.
“ti piace” domandai all’africano.
“si” rispose.
“ alza la mini” dissi a Tiziana.
Mia moglie sollevò l’indumento,
“ scosta il tanga e fagli vedere la figa” aggiunsi.
Tiziana eseguì l’ordine, l’africano rimase senza parole.
“ ti piace?” gli chiesi.
“ si” rispose.
In quel momento sentii aprire le portiere della Marea anche gli altri tre scesero.
Adesso erano attorno alla nostra auto intenti a guardare Tiziana.
Vidi i fari di un’auto che sopraggiungeva e dissi a mai moglie: “ copriti”.
Tiziana abbassò la canottiera e la gonna.
L’auto passò di fronte a noi, fece il giro completo della piazza e si allontanò.
A bordo mi parve di vedere un uomo ed una donna già di una certa età.
Le altre auto che erano sulla piazza partirono all’inseguimento della vettura della coppia.
Eravamo rimasti soli io e mia moglie con i quattro africani.
Il primo africano che si era avvicinato mi disse: “Fai vedere ancora tua moglie ai miei amici”.
Mi guardai attorno, la situazione era tranquilla, da dove ci trovavamo potevamo scorgere bene l’eventuale arrivo di un’auto.
“Spogliati nuda” le dissi.
Tiziana tolse la canottiera, sfilò la mini ed il tanga.
“ va bene così?” domandai.
“ si” rispose uno di loro.
In quel momento vedemmo nuovamente i fari di un’auto.
Tiziana s’infilò velocemente la canottiera, stava per mettersi la mini, ma la bloccai dicendole: ” rimani così”.
L’auto, una vecchia Opel, passò davanti a noi, a bordo c’erano tre uomini, uno dei tre fece un cenno di saluto ai quattro africani.
L’auto si fermò ad una trentina di metri da noi.
“ li conoscete?” domandai.
“ si sono marocchini” rispose uno.
“ spoglia ancora tua moglie” mi disse sempre il tizio che si era avvicinato per primo.
“troppa gente” risposi.
“ dai apriamo il cancello ed entriamo nella fabbrica” replicò lui.
“ se entriamo solo noi e voi quattro va bene” risposi.
“ si tranquillo” replicò.
Uno di loro aprì il cancello, salirono sulla Marea e li seguimmo.
Ci condussero alla fine di una stradina che costeggiava il vecchio edificio, si fermarono in uno spiazzo pieno di rottami. Spensi il motore e loro si avvicinarono.
Era molto buio, non c’era illuminazione.
“spogliati” dissi a mia moglie.
“ bella” disse uno dei quattro.
“aspetta” gli risposi accendendo le luci interne.
Uno di loro aprì la portiera dal lato di Tiziana e cominciò a toccarla.
Lei lo lasciò fare, la porca era già eccitata.
Anche gli altri tentavano di toccarla, cercai di dirigere la situazione dicendo: “ mia moglie sale sulla vostra auto e voi a turno uno per volta vi divertite”.
“ va bene” rispose uno di loro.
Discussero animatamente per alcuni minuti, poi uno di loro prese Tiziana per un braccio e la condusse sulla loro auto.
Dopo alcuni istanti dall’ondeggiare dell’auto capii che la stava montando.
Dopo dieci minuti l’uomo scese dall’auto, subito un altro prese il suo posto.
Non durò molto anche lui, fu il turno degli altri due, e così in meno di un’ora quattro africani si erano goduti la figa di mia moglie.
Tiziana scese dall’auto, mentre i quattro risalivano sulla loro auto e si allontanavano.
Prese delle salviette intime e si ripulì.
“hai goduto?” le domandai.
“ si molto” mi rispose.
“ solo nella figa te l’hanno messo?” le chiesi.
“ si” rispose.
“sborrato dentro?” le domandai.
“si tutti e quattro” rispose.
Presi la torcia elettrica e le illuminai la figa: era ancora dilatata……..
“porca ne hai ancora voglia” le mormorai.
“ si queste situazioni mi coinvolgono alla grande, questa sera la darei a tutti”replicò.
Salimmo sull’auto Tiziana si rivestì, misi in moto e ci avviammo all’uscita della fabbrica.
Oltrepassato il cancello, rallentai nell’attraversamento della piazza per osservare chi ci fosse.
C’era la Opel dei marocchini ed una Golf con a bordo due uomini.
Mi fermai prima della fine della piazza, toccai le cosce di Tiziana chiedendole: ” ti bastano questi cinque?”
“ si” rispose.
Feci inversione e fermai l’auto dalla parte opposta a dove si trovava la Opel.
“spogliati” le dissi.
“nuda?” mi chiese.
“certo, tieni solo le scarpe” risposi.
Si spogliò e mi chiese: ” ed adesso?”.
“ scendi, sali sull’auto dei marocchini e ti fai portare dentro la fabbrica”replicai.
“ sei un porco, e se mi fanno del male?” aggiunse.
“spero che ti rompano il culo” risposi.
“ se scendo così quelli della Golf mi vedono nuda” mormorò.
“ bene, così aspettano il loro turno” risposi.
Allungai la mano e le toccai la figa, le labbra erano ancora aperte segno che l’eccitazione non le era passata….. anzi…..
“ vado a metterti le corna” mi bisbigliò nell’orecchio leccandolo.
Aprì la portiera ed attraversò la piazza, la vidi fermarsi dalla portiera dell’autista, poi la porta posteriore si aprì e lei salì.
Dopo mezz’ora la Golf si mosse e venne a fermarsi di fianco alla nostra auto.
A bordo c’erano due uomini sui cinquanta anni più o meno.
Quello che non guidava ami chiese: “ permetti due domande?”.
“certo” risposi.
“ chi è quella ragazza?” mi chiese.
“ mia moglie” risposi.
“ non vi abbiamo mai visti in questo posto” replicò l’uomo
“ vero è la prima volta che veniamo qui” ribattei.
“ vi abbiamo visti uscire dalla fabbrica con chi eravate?” domandò l’autista.
“Con i marocchini della Marea”risposi.
“ avete combinato con loro?” chiese.
“si se la sono scopata” risposi.
“ tu guardi?” mi chiesero.
“a volte guardo, a volte la faccio andare da sola” risposi.
“ frequentate spesso questa piazza?” chiesi.
“ da una vita” rispose uno dei due ridendo.
“ un tempo c’era da divertirsi” aggiunse l’altro.
“ adesso no?” domandai.
“ oramai vengono solo due coppie, gli stranieri hanno rovinato il giro” rispose.
“molte coppie vogliono solo italiani, non si fidano” aggiunse l’uomo seduto al volante.
“ vedo che voi invece, non fate problemi con loro” aggiunse.
“ ne abbiamo frequentato pochi, ma sono sempre stati corretti” replicai.
“ siete stati fortunati, a proposito io sono Carmine e lui Alfredo” disse l’uomo seduto al volante.
“ Sergio piacere” risposi aggiungendo: “ che problemi creano gli stranieri?”
“sono violenti litigano con gli altri singoli per agganciare le coppie” mi spiegò.
“ stasera, prima, abbiamo combinato con quattro marocchini e mi sembravano normali” replicai.
“ quelli vengono qua da molti anni, li hanno portati Marco e Maria, sono tranquilli” continuò Carmine.
“ quelli dell’Opel?” domandai.
“ teste di cazzo” rispose Carmine.
“ chi ci sconsigliate?” domandai.
“ state attenti agli albanesi che girano su una Ford Escort, ai rumeni non so dirti l’auto che usano le cambiano spesso e ai marocchini che adesso sono con tua moglie” mi rispose Alfredo.
Guardai l’orologio, era più di un’ora che Tiziana era nelle loro mani, come se mi avesse letto nel pensiero Carmine mi disse: “ se la stanno lavorando bene tua moglie”.
Queste parole mi provocarono un eccitamento pazzesco, se fossi stato solo mi sarei fatto una sega……..
In quel momento l’Opel uscì dal cancello si fermò in mezzo alla piazza, Tiziana scese e salì sulla nostra auto.
“ tutto bene?” le domandai sotto voce per non farmi sentire dai due della Golf.
“ si” rispose.
“ cosa ti hanno fatto?” chiesi.
“ due mi hanno fatto il culo e uno mi ha scopata” rispose.
“ bella ragazza tua moglie, complimenti, sono indiscreto se chiedo l’età” mi domandò Carmine.
“ ventidue il prossimo mese” risposi.
“ sei molto bella” disse Alfredo a mia moglie.
“ grazie” rispose lei.
“ ti piacciono i marocchini?” le domandò Carmine.
“ si “ rispose Tiziana.
“ io e il mio amico siamo ben dotati, vieni con noi ti facciamo divertire” le disse Alfredo.
“ sono stanca” rispose lei.
“ tu cosa dici?” mi chiese Carmine.
“ sarà per un’altra sera” risposi.
“ dai, non lasciateci con la voglia” incalzò Alfredo.
Mi girai verso Tiziana e le chiesi: “ te la senti di fare un pompino a questi due qua in piazza?”.
“ potrei” mi rispose.
“ se volete vi fa un bel servizio con la bocca” chiesi ai due.
“ meglio che niente” rispose Carmine.
“ sale da voi e ve lo succhia, qua in piazza” replicai.
“ d’accordo” fece Alfredo.
“ vai “ dissi a mia moglie.
Tiziana tutta nuda scese, salì sulla loro auto sedendosi nei posti posteriori.
Carmine abbandonò il posto di guida e si sedette vicino a lei.
Scorgevo bene il movimento della testa di mia moglie, andava su e giù lentamente.
“ minchia come lo succhia bene” esclamò Carmine.
Dopo cinque minuti circa vidi l’uomo inarcarsi e gridare: “ bevi tutto puttana”.
Carmine scese e lasciò il posto all’amico.
Come Tiziana cominciò a fargli il pompino, Alfredo le disse: “ fammi vedere come sei brava, leccami anche le palle”.
I fari di un auto, che sopraggiungeva, illuminarono la piazza.
“ stai giù disse Alfredo a Tiziana..
L’auto percorse tutta la piazza, oltrepassò il cancello della fabbrica e scomparve all’interno.
Era un vecchio pulmino della Nissan, c’erano cinque persone a bordo.
“ i rumeni” mi spiegò Carmine.
Nel frattempo Alfredo godette dicendo a mia moglie: “ bevi la sborra troia”.
Tiziana tornò nella nostra auto, si rivestì.
I due ci salutarono e andarono via velocemente.
Il pulmino uscì dal cancello, passò vicino a noi e si fermò poco avanti.
“andiamo via” dissi a mia moglie.
Misi in moto e partii velocemente.
“ che fretta” esclamò Tiziana.
“ è meglio non farci seguire dai rumeni” spiegai.
“perché?” mi domandò.
“I due di prima mi hanno detto che è meglio evitarli” le risposi.
Le strade erano deserte, in poco tempo arrivammo a casa.
Prima di entrare in garage le chiesi: “ vuoi parcheggiare da sola e farti il custode?”
“ no questa notte no” rispose, aggiungendo: ” preferivo rimanere nella piazza”.
“ non c’era più nessuno” replicai.
“ c’erano i rumeni” replicò a sua volta.
“ troia” le dissi.
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14 years ago
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Tizina e sergio al night
Tiziana e Sergio
Il giorno dopo quell’infuocata notte trascorsa nell’officina di Claudio e Mario a mia moglie arrivarono le mestruazioni.
Per sei giorni sospendemmo le nostre uscite, mi dedicai al lavoro, Tiziana trascorse alcuni pomeriggi con sua madre.
Il venerdì sera dopo cena, navigammo in internet, trovammo un interessante sito di racconti erotici, e ne leggemmo una decina.
La serata si concluse con un favoloso pompino.
Il mattino dopo dissi a mia moglie che dovevo andare nello studio a finire un lavoro, lei mi rispose che sarebbe andata al super mercato.
Stavo elaborando un progetto da un’ora, quando suonò il telefono, era un impresario che mi chiedeva spiegazioni.
Gli dissi di passare nello studio intorno alle 11 e 30, così gli avrei potuto illustrare le modifiche da apportare al lavoro che stava eseguendo.
L’impresario Vito Dellarocca, si presentò in anticipo, lo accolsi cordialmente anche perché mi procurava molto lavoro.
Si trattava del classico muratore arricchitosi che aveva fatto il salto di qualità.
A vederlo non gli avresti dato un soldo bucato, vestiva in modo pacchiano, era robusto, tendente al grasso, ma avevo capito che sicuramente era un tipo scaltro e sveglio.
Poco prima delle dodici e trenta Tiziana venne nello studio.
Le presentai Vito, il quale mi disse: “ complimenti ha una bella moglie”.
Tiziana si sedette su una sedia, indossava una mini gonna e una camicia, l’impresario stava a sentire le mie spiegazioni, ma aveva lo sguardo incollato alle cosce di mia moglie.
Prima di andarsene l’impresario insistette perché quella sera fossimo suoi ospiti a cena in un ristorante.
Cercai di declinare l’invito, ma lui insistette sino a che accettai.
Mentre pranzavamo mia moglie mi chiese: “ hai notato come mi guardava le gambe?”.
“ certo, era talmente ammaliato dalle tue grazie che potevo fargli firmare una cambiale in bianco”.
“se vuoi dopo la cena possiamo andare in giro” mi propose mia moglie.
“ sei in astinenza di cazzi…” le risposi.
“ certo” replicò.
Alle 19 ci preparammo per andare a cena.
Tiziana indossò una mini gonna nera, una maglietta attillata e tutta luccicante e di intimo un completino nero composto da un minuscolo tanga e un reggiseno tutto trasparente.
Mentre cenavamo Vito mi parlo di alcuni lavori che gli erano stati affidati e mi fece capire che potevo seguirne lo sviluppo come assistente.
Dopo la cena volle portarci in un piano bar, cercai inutilmente di declinare l’invito, ma fu inutile.
Guardai l’orologio erano le ventitre, non vedevo l’ora di andare al piazzale, ma pensai ai soldi che mi avrebbero fruttato gli incarichi che Vito poteva darmi e così lo seguimmo.
Il locale era buio, un tipo suonava il pianoforte, Vito scelse un divano posto in un angolo appartato.
Io e Tiziana ordinammo un drink analcolico, mentre Vito prese una grappa.
“ adesso basta parlare di lavoro, parliamo della sua bella signora” disse Vito.
Tiziana sorridendo rispose: “ c’è poco da parlare di me”.
“ volevo chiedervi se possiamo del darci del tu” ci domandò Vito.
“ va bene, nessun problema” gli risposi.
“quanti anni hai?” domandò subito a mia moglie.
“ ventuno quasi ventidue” rispose lei.
“ sei fortunato ad avere un fiore di ragazza così” aggiunse.
“ questo è vero” risposi.
In quel momento si avvicinò un uomo, si rivolse a Vito dicendo: “ciao, ti aspettavo più tardi”.
“sono andato a cena con questi amici e abbiamo fatto presto” gli rispose Vito.
Gli fece segno di sedersi, appena li prese posto sul divano disse: “ questo è Tony, un caro amico”.
Per fargli posto Tiziana si alzò, quando si sedette la mini gonna salì vertiginosamente.
I due uomini non distoglievano gli sguardi da mia moglie, capii che avevano voglia di metterle le mani addosso, peccato che fossimo con Vito a cui ero legato da rapporti di lavoro altrimenti gliela avrei offerta…..
Ad un tratto Tony chiese a Vito: “ vado al night, tu cosa fai?.
“ più tardi ti raggiungo” gli rispose.
“ ti lasciamo libero così puoi andare con il tuo amico” dissi a Vito.
“ non ti preoccupare” mi rispose, rifletté un attimo e poi aggiunse: “ potreste venire con noi”.
“ non siamo mai stati in un night, non penso che sia un locale per noi” replicai.
“ dovreste provare almeno una volta, è un locale normale, si certo qualche donnina allegra, molti uomini soli” continuò.
Intervenne Tony dicendo: “ provate, se non vi piace potete andarvene subito, dai siete miei ospiti”.
“ guardai Tiziana e le domandai: “ tu cosa ne pensi”.
“ non saprei, ma possiamo anche provare” mi rispose.
“ bene, così si parla” esclamò Tony.
Li portarono in periferia, entrammo nel locale, un tipo ci venne incontro salutò Tony e ci portò in un angolo composto da due divani.
Mi guardai attorno, c’erano cinque uomini e due donne, non erano molto belle ne giovani, sicuramente era un night di basso profilo.
Dopo alcuni minuti arrivarono altri tre uomini, Vito mi chiese: “ posso fare un ballo con tua moglie?”.
“ certo” gli risposi.
Ballarono per cinque minuti poi tornarono a sedere.
Anche Tony volle ballare con Tiziana, mentre ballavano Vito mi chiese: “ ha due seni fantastici tua moglie, scusami se l’ho stretta a me”
“ non ti preoccupare” gli risposi.
Osservai Tony, anche lui la stringeva e le sue mani erano posate sul culo.
Per un’ora i due ballarono a turno con mia moglie, adesso la stringevano senza ritegno.
Il fatto non mi infastidiva anzi mi procurava una sottile libidine.
Anche le due donne presenti in sala ballarono con alcuni clienti.
Ad un certo punto le due cominciarono uno spogliarello.
Sicuramente stavano meglio vestite, a quel punto Vito mi disse: “ tua moglie è molto più bella di queste due”.
“ certo più bella e più giovane gli risposi.
“ si, vale molto più di loro” aggiunse Tony.
Le due spogliarelliste si avvicinarono al nostro gruppo, si strusciarono su Vito e Tony, poi una delle due si avvicinò a Tiziana, le accarezzò il viso, poi le toccò le tette.
Si allontanarono e tornarono verso gli altri uomini presenti nel night.
“ bello spettacolo” commentò Tony.
Ad un certo punto Vito chiese a Tiziana .” fai mai lo spogliarello per tuo marito?”.
“ è gia successo” ripose mia moglie.
“ è brava?” mi domandò Vito.
“si” risposi.
“ fortunato, bella ragazza, abbronzata ,tutto al punto giusto” aggiunse Vito.
“ si bella abbronzatura” commento anche Tony.
“ dove andate al mare?” domandò Vito.
“ di solito andiamo al fiume” rispose.
“ non vi piace il mare?” chiese Vito.
“si, ma al fiume c’è piu’tranquillità” risposi.
Ero eccitato, vedere mia moglie ballare con questi due che la stringevano mi aveva intrigato, e così aggiunsi: “ al fiume Tiziana riesce ad abbronzarsi integralmente”.
“ che figata” esclamò Tony.
“ non ti preoccupa che qualcuno la possa vedere?” mi chiese Vito.
“ è già successo che qualcuno passi e guardi, ma la cosa non ci infastidisce” risposi.
“ ditemi dove andate, per favore” aggiunse Vito.
“ curioso” gli rispose mia moglie.
Gli sorrise e gli chiese: “ cosa vorresti vedere?”.
“ tutto” rispose lui.
“ ho ben poco di coperto” replicò lei.
Intervenne Tony dicendo:“hai cose interessanti nascoste”.
“ tipo?” le domandò lei.
“ ad esempio le tette” replico lui.
“ il culo” aggiunse Vito.
Avevo il cazzo duro, parlai a ruota libera dicendo: “ quando usciamo vi fa vedere il culo”
“solo quello?” mi chiese Tony.
“ anche le tette” aggiunsi.
Vito con la voce impastata dalla libidine mi disse : “spogliala qui dentro il locale”.
“ penso che sia pericoloso” replicai.
“ non ti preoccupare è meglio nuda qui che non al fiume” mi rispose Vito.
“ i gestori cosa diranno?” domandai.
“con loro parlo io” mi rispose Tony.
Si alzò andò dal bancone parlò con un tipo e poi tornò.
“ tutto a posto” disse.
“ togli la gonna” dissi a mia moglie.
Lei si alzò la fece scivolare ai piedi e la tolse.
La mossa non sfuggì a tre uomini che si avvicinarono.
“anche la maglietta” aggiunsi.
Tiziana la sfilò rimanendo solo con la biancheria intima.
“ via tutto” le dissi.
Mia moglie per primo tolse il reggiseno infine il tanga.
Adesso era tutta nuda in un angolo di un night.
“bellissima” commentò Vito.
“ posso ballare con lei nuda?” mi chiese Tony.
“ va bene” gli risposi.
Mentre ballavano lui le toccava il culo, poi tornarono a sedere fu la volta di Vito a ballare con mia moglie.
Quando tornarono, passai i vestiti a mia moglie che si rivestì.
Dissi ai nostri due accompagnatori che era tardi e che volevamo rientrare a casa.
Li salutammo per la bella serata, anche loro lo fecero.
Uscimmo dal locale, mentre stavamo per salire in auto si avvicinò il gruppetto dei tre singoli che dentro al night si erano avvicinati.
“ scusate” disse uno di loro.
“ dimmi” risposi.
“ vogliamo parlare un poco con voi” aggiunse.
“ di cosa?” chiesi.
“ andiamo a bere qualcosa in un bar e parliamo” mi rispose.
“ abbiamo già bevuto molto questa sera” replicai.
“allora andiamo dove volete” mi disse.
Mi ricordai che li vicino c’era un piccolo parco e risposi così: “ seguiteci”.
Il parco era aperto anche di notte, fermai l’auto in uno spiazzo.
“ scendi” dissi a mia moglie, andammo dalla loro auto e chiesi:” allora?”.
“ in che night lavora la tua donna?” mi domandò uno dei tre.
“ c’è un equivoco, è mia moglie e non lavora nei night” risposi.
“ scusa ma come mai era nuda poco fa nel night?” mi domandò un altro dei tre.
“ solo un gioco erotico” risposi.
“sediamoci la” disse lui indicando una panchina.
Appena ci sedemmo il terzo che sino ad allora aveva taciuto mi disse: “ tua moglie me l’ha fatto diventare duro”.
“ bella figa” aggiunse un altro.
“ se vuoi ti replica lo spettacolo” dissi.
“ dai sarebbe bello” continuò lui.
“spogliati” ordinai a mia moglie.
Lei si spogliò, la guardai era davvero bellissima, in testa mi frullò un’idea: venderla a questi tre.
“ spiegatemi una cosa, nel night le donne quanto si fanno pagare?” chiesi a loro.
“ dipende da cosa vuoi fare” mi risposero.
“ una scopata?” chiesi.
“con quelle di stasera 100 euro” mi risposero.
“ se vi interessa vi vendo mia moglie, cento euro per tutti e tre, bocca, figa e culo” proposi.
Rimasero muti, allora aggiunsi: “ tranquilli, non è una troia, lo facciamo per gioco, se volete potete sborrarle in figa”.
“interessante” replicò uno di loro.
“ tu ci guardi?” mi domandò uno.
“no, sale in macchina con voi, andate piu’ avanti, ve la godete e dopo me la riportate” risposi.
“ dai sali dissero a mia moglie.
Lei salì, l’auto dei tre sgommò e sparì nel viale.
Aspettai due ore, poi tornarono.
Uno mi lanciò cento euro e mi disse: “ spesi bene”.
“ un’ottima pompinara” disse un altro.
“allora?” le domandai.
“ tutto bene”………………………..rispose
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14 years ago
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Tiziana e sergio lo zio ed i suoi amici
Tiziana e Sergio
Arrivati a casa dopo quella notte di sesso sfrenato ci addormentammo alla grande.
Ci svegliò il suono del telefono, rispose Tiziana.
Era sua sorella che chiedeva spiegazioni su una ricetta.
Mentre mia moglie rispondeva, alzai le lenzuola per guardarle la figa.
Non era più dilatata come poche ore prima, a vederla così sembrava quasi impossibile che fosse stata penetrata da due cazzi.
Tiziana nel frattempo riuscì a concludere la conversazione con la sorella, posò il telefono e mi disse: “ porco, cosa guardi?”.
“ la tua figa” le risposi.
“ sta bene dopo ieri sera” replicò lei.
“ti hanno soddisfatto i cazzi di questa notte?” le domandai.
“ molto” mormorò.
Mi baciò sul collo, poi fece scivolare la lingua sul mio petto, risalì sino alla bocca e mi chiese: “ ti piace guardarmi, mentre mi scopano?”
“ si, molto” le risposi.
“ avevano dei bei cazzi” aggiunse mia moglie.
“ meglio del mio?” le domandai.
“ si, grossi e lunghi” rispose.
“con te faccio l’amore, con gli altri scopo” aggiunse.
“troia” le mormorai in un orecchio.
“cornuto” replicò.
“ a proposito hai più sentito Luca il tuo ex?” le domandai.
“ mi chiama la prossima settimana” rispose.
“ lo incontrerai?” le chiesi.
“si, e gliela darò” rispose.
Ci baciammo in bocca, le strizzai le tette, prese il cazzo in mano e disse: “ porco, ti è venuto duro, al pensiero che Luca mi scopa”.
“questa sera usciamo?” le chiesi.
“certo” mi rispose, rimase un istante in silenzio poi disse: “ adesso chiamo lo zio Leo così vado all’autosalone a sentire cosa deve dirmi”.
Si alzò andò in ingresso, tornò con un bigliettino prese il telefono e lo chiamò.
Parlarono per alcuni minuti poi Tiziana riattaccò.
“allora?” le domandai.
“ mi aspetta alle 12, faccio una doccia e vado” mi rispose.
“ vengo anch’io? “ le domandai.
“ non è necessario, rimani a casa” rispose.
Mentre si lavava preparai il cafè.
Tiziana sorseggiò il cafè, andò in camera a vestirsi.
“ Sergio, per favore vieni qua”gridò.
Entrai nella stanza e lei mi disse” guarda questo vestitino”.
“ carino” le risposi.
“ stasera lo indosso” replicò.
Frugò nell’armadio, tirò fuori un paio di jeans e una maglietta.
“metti una mini gonna e la camicia bianca” le dissi.
“ quale mini?” mi chiese.
Rovistai nell’armadio e presi la mini che aveva indossato, quando eravamo andati al cinema a luci rosse.
“ non sarò troppo osé così vestita?” mi domandò.
“ no, giovane come sei e con le belle gambe che ti ritrovi sarai bellissima” risposi.
“ sicuramente lo zietto sarà felice di guardarti le cosce” aggiunsi.
“ certo quel porco non perde occasione di sfiorarmi” esclamò mia moglie.
“ lascialo sfiorare” dissi.
“ sei un maiale” replicò sorridendo.
Tiziana indossò un tanga nero, la mini gonna, un reggiseno nero e la camicia.
“come sto?” mi domandò.
“ bene, solo dovresti togliere il reggiseno” risposi.
Tiziana lo sfilò, rimise la camicia e mi chiese: “adesso?”.
“ benissimo” risposi.
Si mise le scarpe ed uscì da casa.
Guardai l’orologio erano le 11 e 30, accesi il computer e navigai nei siti porno.
Entrai in una chat, cercai di avere notizie sui posti dove le coppie andavano in cerca d’avventure.
Trovai molte informazioni, alcuni mi consigliarono posti a Milano, altri in Versilia, un altro m’indicò una località in Costa Azzurra nei pressi di Nizza.
Sembrava molto bene informato, mi spiegò come raggiungere il posto e cosa succedeva la notte.
M’indicò alcune saune sempre a Nizza e a Cannes, per ringraziarlo gli inviai alcune foto di mia moglie.
Alle 13 telefonò Tiziana dicendo: “ vado a mangiare un tramezzino con Leo, quando torno ti spiego tutto”.
Mangiai un piatto d’insalata e mi sedetti davanti alla televisione.
Alle 14 e 30 sentii aprire la porta, era mia moglie insieme allo zio Leo.
Ci sedemmo in salotto e gli offrii un amaro.
“cari ragazzi” esordì lo zio, fece una pausa di riflessione e continuò: “ dovete fare attenzione quando andate in certi posti”.
“ spiegati meglio” replicai.
“ ascolta, adesso ti spiego come ho già fatto con tua moglie” mi rispose.
Guardai Tiziana era taciturna, aveva l’aria languida come dopo che era stata scopata.
“ con questo mio discorso non voglio biasimare quello che fate, solo consigliarvi in modo dovete muovervi nel mondo della perversione” aggiunse.
Finsi di non capire, lui continuò così: “ poco tempo fa avete incontrato due miei conoscenti Mario e Claudio”.
“ chi sono?” gli domandai.
“dai li conosci, hanno un’officina in periferia, Claudio ha il codino, Mario porta i capelli rasati” rispose.
Leo ebbe la solita pausa, poi continuò: “ il giorno dopo del vostro incontro sono venuti da me, mi hanno raccontato tutto, avevano il numero della targa della vostra auto, ho fatto una ricerca e sono risalito al vostro indirizzo”.
Ero rimasto senza parole, non riuscivo a capire dove Leo volesse andare a finire.
“ state tranquilli, non gli ho ancora dato il vostro indirizzo” aggiunse.
“ ripeto, state tranquilli, per ora non dirò niente a nessuno” continuò.
“ tua moglie ha capito al volo cosa voglio” mi disse con un ghigno.
“ oggi mi sono preso un acconto” continuò.
“complimenti ha una figa molto calda” aggiunse.
Ero combattuto dalla rabbia e dalla libidine.
“ va bene, grazie per la riservatezza” gli dissi.
“ grazie a voi, oggi mi sono scopato una bella ragazza” mi rispose.
Visto che il ghiaccio si stava sciogliendo gli domandai: “ che tipi sono quelli dell’officina?”.
“ due mezzi delinquenti, alcune coppie li apprezzano, molte non li vogliono incontrare perché dopo diventano invadenti e soprattutto propongono giochi sadici” mi rispose.
“ sei bene informato su quest’ambiente” gli dissi.
“si, vi confesso che prima lo frequentavo assiduamente, adesso un poco di meno” rispose.
“ come singolo?” gli domandai.
Scoppiò a ridere, poi mi rispose: “ certo, mia moglie non è portata per queste cose”.
“ bene vedo che ti stai rilassando” aggiunse.
“ mettiti nei nostri panni” replicai.
“ quando si entra in questo gioco si corre qualche rischio, Tiziana è una bella ragazza, molto appetibile, i singoli hanno la lingua lunga chi se l’è scopata sicuramente ha già raccontato tutto agli altri, come hanno fatto Mario e Claudio con me” mi rispose.
“ oltre a questi due da chi l’hai fatta scopare?” mi domandò.
Lo portai nello studio accesi il computer e gli mostrai la lista degli amanti occasionali di mia moglie.
“ per essere agli inizi non c’è male” commentò.
Tiziana entrò nella stanza con un vassoio con due birre.
Riprese una sedia e si sedette vicino a noi.
Leo allungò una mano e gliela posò su una coscia.
Lei lo lasciò fare, la mano di Leo lentamente salì sino ad infilarsi sotto la mini.
“ apri bene le gambe” le disse.
Tiziana reclinò la testa all’indietro mostrando di gradire le carezze dello zio.
Lei si morse le labbra, lui con l’altra mano le toccò le tette.
“ spogliati nuda” le disse.
Tiziana si alzò, tolse mini camicia e tanga.
Leo la tirò verso di lui e le morse un capezzolo.
Cominciò a masturbarla con un dito.
“ ti stai bagnando porca” le mormorò.
“ non ti è bastata la scopata di prima” aggiunse.
Leo si slacciò i pantaloni e tirò fuori il cazzo.
Si sedette sulla sedia e le disse: “ fammi una pompa”.
Tiziana s’inginocchiò davanti a lui e lo prese in bocca.
Nonostante l’impegno di mia moglie a Leo il cazzo non veniva duro.
“sono vecchio ho bisogno di una lunga pausa per riprendermi dopo la scopata di prima” mormorò.
“scopala tu, non vedi che ne ha ancora voglia” mi disse.
“ continua a masturbarla io vi guardo” risposi.
“ avete vibratori o cazzi finti” chiese Leo.
“ no “ risposi.
“ capisco la ragazza li preferisce di carne” replicò lui.
“ fatevi un amico da chiamare in queste occasioni” aggiunse.
“ conosciamo pochi singoli” risposi.
“ se volete chiamo io qualcuno adatto allo scopo” aggiunse ancora.
“ persone affidabili?” gli domandai.
“ certo, di sicuro non chiamo Mario e Claudio” mi rispose.
Ero molto eccitato da questa strana situazione che si era creata, mia moglie era stata scopata dallo zio, adesso la masturbava e ci proponeva di offrirla ad un altro in casa nostra.
Si stava realizzando la mia fantasia di vederla montare da un altro uomo nel nostro letto matrimoniale.
“ va bene, chiama pure un tuo amico” gli dissi.
Prese il cellulare inserì il viva voce e telefonò.
“ ciao Franco sono Leo” rispose, quando l’altro disse: “ pronto?”.
“ cosa stai facendo?” chiese Leo.
“ sono qui da Mauro il carrozziere” rispose l’altro.
“ io sono qui in casa di una bella coppia, ti andrebbe di raggiungerci?” gli propose Leo.
“se c’è da scopare si” rispose Franco.
“ si c’è da scopare una ragazza bella e giovane” replicò Leo.
“ va bene, dimmi dove devo raggiungervi” disse Franco.
“ vieni dal distributore di benzina nella piazza dei portici, ti vengo ad aspettare li” spiegò Leo.
“ mezzora anche meno arrivo” spiegò Franco.
“ aspetta che Mauro ti vuole salutare” aggiunse Franco.
“ ciao vecchio porco” esordì Mauro.
“ sempre gentile” gli rispose Leo.
“ bello stronzo a me non inviti?” replicò Mauro.
“ aspetta chiedo alla coppia cosa ne pensa” rispose Leo.
Coprì il telefonino con le mani per non farsi sentire e mi spiegò: “ è un caro amico, mi spiace lasciarlo fuori”.
La prospettiva che fossero due i cazzi che mia moglie si sarebbe presa nel nostro letto m’intrigò molto.
“ fai venire anche lui” dissi a Leo.
“ ok vieni anche tu” disse Leo a Mauro.
Dopo quindici minuti Leo disse: “ vado ad aspettarli”.
Si avvicinò a mia moglie e le disse: “vedrai che bella sorpresa ti riserverà Mauro”.
Detto questo uscì.
Tiziana andò in bagno a lavarsi, tornò dopo dieci minuti truccata e profumata.
“ bellissima” le dissi.
Indossò la camicia, prese la mini, ma la fermai dicendole: “indossa solo la camicia, il resto non serve”.
In quel momento suonò il citofono.
“arriviamo” mi disse Leo.
“apri tu la porta” dissi a mia moglie.
“ così vestita?” mi domandò.
“ certo i vicini sono tutti via” risposi.
La baciai sul collo e aggiunsi: “ togli la camicia a vai ad aprire nuda”.
Tiziana si spogliò completamente….
Appena sentì il campanello suonare, andò ad aprire.
Rimasi ad aspettare in salotto, dopo pochi istanti mia moglie tornò in salotto seguita da Leo e dai suoi amici.
“ prego sedetevi” dissi.
Leo fece le presentazioni, potevano avere più o meno la mia età, Franco era molto robusto con una discreta pancia, Mauro era molto alto con il fisico asciutto.
Non volli perdere tempo e dissi: “ se la gradite vi offro mia moglie”.
“ certo che gradiamo” rispose Franco.
“ venite” dissi e andammo in camera.
Mi sedetti su una sedia di vimini, Leo su una poltroncina.
I due si spogliarono, Franco era grasso, invece Mauro aveva un bel fisico.
Li guardai entrambi in mezzo alle gambe, Franco aveva il cazzo già duro, era largo e nodoso, mentre quello di Mauro era lunghissimo e con la cappella strana, rotonda come una palla di biliardo.
“ 28 centimetri di cazzo” mi mormorò Leo.
Franco si avvicinò a mia moglie e la baciò in bocca.
Poi toccò a Mauro vidi la sua lingua infilarsi nella bocca di mia moglie.
Franco si rivolse a Leo chiedendogli: “ l’hai già scopata?”
“ si” rispose.
A turno si fecero succhiare i cazzi, poi Franco la stese sul letto e la penetrò.
Mauro nel frattempo si mise in modo da metterle il cazzo in bocca.
La monta di Franco durò un quarto d’ora, poi si svuotò nella figa di mia moglie.
Come lui si spostò Mauro prese il suo posto penetrando a sua volta Tiziana.
Cercai di capire quanto cazzo le infilasse dentro, poi ad un certo punto lui la afferrò nelle natiche e la tirò verso di se dicendole: “ godi che te lo metto tutto dentro”.
La montò ancora per cinque minuti poi venne anche lui.
I due si rivestirono li accompagnai alla porta e se n’andarono insieme a Leo.
Tornai in camera, mia moglie aveva le gambe spalancate, dalla figa usciva la sborra dei due e finiva sulle lenzuola……
Mi stesi accanto a lei tirai fuori il cazzo e mi masturbai……
Al momento di venire le dissi: “ bevi tutto e ingoia”.
Ci addormentammo alle sette di sera Tiziana si svegliò e andò in gabinetto.
Quando tornò le chiesi: “ ordiniamo due pizze?”.
“ d’accordo” mi rispose.
Dopo aver cenato accesi il computer ed aggiornai la lista degli amanti di Tiziana.
“ come è andata oggi?” le chiesi.
“ bene” rispose.
“stanca” domandai.
“no, mi sono riposata” rispose.
“ che si fa usciamo?” le domandai.
“ perché no” rispose.
Alle ventidue Tiziana era pronta indossava l’abito che mi aveva mostrato al mattino, le arrivava a metà coscia, ma era reso intrigante da una lunga fila di bottoni che lo percorreva per intero.
Decisi di provare ad andare in un posto che mi aveva indicato un tipo in internet.
Era un piazzale vicino al porto, c’erano vecchi rimorchi di tir e auto abbandonate.
Il posto sembrava deserto, dopo pochi minuti arrivarono due auto.
Ci circondarono a bordo c’erano dei ragazzini che ridevano, arrivò un'altra auto a bordo c’erano due uomini, riconobbi subito Claudio e Mario.
“ ecco i nostri amici curiosi” dissi a mia moglie.
“ curiosi e con la lingua lunga” aggiunse lei.
I ragazzini vedendo che non li consideravamo se n’andarono, subito Claudio e Mario presero il loro posto.
“ ciao ragazzi come state?” ci chiese Claudio.
“ noi bene e voi?” risposi.
“non c’è male” replicò Claudio.
“ non vi abbiamo più incontrato “ disse Mario.
“ sentito la nostalgia?” gli domandai.
“ si di Tiziana” mi rispose.
“ grazie” rispose mia moglie.
“ tu ci hai pensato?” le chiese Claudio.
“ sempre prima di addormentarmi” rispose Tiziana.
“ venite da noi nell’officina?” chiese Mario.
“ siamo ancora indecisi su cosa fare” gli risposi.
“ tua moglie mi sembrava contenta di quello che le abbiamo fatto” replicò Mario.
“ si, è vero era molto contenta” aggiunsi.
In quel momento passò un’auto con a bordo due marocchini, non riuscivo a capire se fossero li per caso o erano alla ricerca di coppie.
L’auto non si fermò e sparì dalla nostra vista.
“ da chi è frequentato questo piazzale?” domandai ai due.
Mi rispose Claudio con queste parole: “ di coppie ne vengono un paio, Silvia e Franco, Maria e Gino”.
“ come mai solo loro?” domandai.
“ loro non cercano altre coppie, vogliono solo singoli” rispose Claudio.
“ i singoli si trovano anche alle Mura” replicai.
“ aspetta ancora mezzora e vedrai che singoli girano qua” rispose Mario.
“ giovani?” domandò incuriosita mia moglie.
“ sino a dieci anni fa, venivamo solo noi italiani, poi hanno cominciato a frequentare i marocchini, dopo gli albanesi e adesso anche i rumeni” le rispose Claudio.
“ di italiani oramai veniamo noi e altri due o tre disperati” le spiegò Mario.
Passò un’auto con tre uomini.
“quelli sono Albanesi, cercano la Silvia” disse Claudio.
“ prima sono passati due marocchini” replicai.
“ si, tra poco li vedrai tornare, sicuramente sono andati controllare dietro a quel capannone”.
“ cosa c’è laggiù” chiesi.
“ a volte le coppie si fermano la” mi spiegò Claudio.
Infatti, dopo pochi minuti tornò l’auto dei marocchini, seguita da quella degli albanesi.
“ voi chi aspettate la Maria o la Silvia?” domandai.
“ La Maria, la Silvia non c’interessa, l’abbiamo scopata troppe volte e oramai ha più di cinquanta anni” rispose Claudio.
Passò una vecchia auto, a bordo c’erano quattro uomini di origine nord africana.
“ una bella comitiva” esclamai.
“ se arriva la Silvia non fa problemi e va con tutti” replicò Mario.
La situazione si faceva intrigante, nelle mie fantasie i marocchini rappresentavano qualcosa di perverso infatti quando scopavo mia moglie spesso fantasticavo di offrirla a loro.
Allungai una mano e toccai le cosce di Tiziana, capii che si stava eccitando…
si trattava adesso di decidere chi scegliere…..
dovevamo sganciarci dai due e ragionare sul da farsi.
“ sono curioso di vedere cosa c’è dietro al capannone” dissi.
“niente” mi spiegò Mario.
“ andiamo a vedere e torniamo” aggiunsi.
Misi in moto e partii.
Aveva ragione Mario, la dietro non c’era nulla, due vecchie auto abbandonate ed un rimorchio di tir.
Parcheggiai in un angolo buio, baciai mia moglie e le chiesi: “ hai visto quanti marocchini?”
“ si” rispose.
“ quali scegliamo?” le domandai.
“ vuoi proprio combinare con loro?” mi domandò Tiziana.
“ preferisci gli albanesi?” domandai.
“ no” rispose.
“ allora?” replicai.
“ ci sono anche Mario e Claudio” mi rispose.
“ tuo zio Leo ci ha consigliato di evitarli” aggiunsi.
“ penso che abbia esagerato, in fondo anche lui ha approfittato della situazione e ha subito preteso la sua parte” replicò mia moglie.
“ questo è vero” replicai.
“ anche se scoprono chi siamo cosa vuoi che succeda” aggiunse.
“ questo non riesco ad immaginarlo” le spiegai.
“ verranno a suonare a casa nostra, a quel punto potrei informarli a che ora resto sola, farmi scopare e dargli anche il culo”.
“troia” mormorai con la voce rotta dall’eccitazione.
“ oppure preferisci che vada da loro regolarmente e diventi la loro amante?” mi sussurrò in un orecchio.
“ lurida puttana” replicai.
“ lo zio ha detto che sono sadici pensando di metterli in cattiva luce…… non sa quanto mi piace essere picchiata….” mormorò ancora.
“ me l’hai fatto diventare duro” le dissi.
“ dai andiamo con loro e stavolta mi guardi quando mi montano” replicò.
Misi in moto e partii.
I due erano scesi dall’auto e stavano parlando con un altro uomo.
Mi fermai vicino a loro e domandai: “ è sempre valido il vostro invito?”.
“ certo” rispose. Claudio.
“ stavamo andando a prendere un cafè con questo nostro amico, dai venite anche voi poi andiamo all’officina” disse Mario.
“ andiamo” risposi.
Li seguimmo per alcuni chilometri, poi si fermarono davanti ad un bar.
Scendemmo dall’auto e li seguimmo nel locale.
“ sediamoci la” disse Mario indicando un tavolino appartato.
Il bar era deserto oltre a noi, c’era solo il barista.
Guardai il terzo uomo, aveva una cinquantina di anni, robusto ma non grasso.
“ conoscete questo nostro amico?” ci chiese Claudio.
“ no ” risposi.
“ piacere io sono Diego” disse l’uomo.
“ Sergio e lei Tiziana” risposi.
“ anche per voi cafè? domandò Mario.
” si, certo” risposi.
Mario si alzò andò dal bancone e ordinò.
Nel frattempo Claudio ci disse: “ nel giro si parla solo di voi”.
“ e cosa si dice?” gli domandai.
“ che tua moglie è un gran figa” mi rispose.
“ solo quello?” chiesi nuovamente.
“anche altro” rispose Mario.
“ dai racconta, non siamo permalosi” replicai.
“ che è anche un gran porca” aggiunse Claudio.
“ questo è vero” esclamai.
Poi abbassai la voce e chiesi: “ e voi due cosa avete raccontato?”
“ nulla “ rispose Mario.
“ non si sono problemi in fondo non facciamo nulla di male” replicai.
Il barista ci servì i cafè, smettemmo di parlare in sua presenza.
Appena lui si allontanò Mario si rivolse a Tiziana dicendo: “ sei carina vestita di rosso”.
Mia moglie gli sorrise, intervenni dicendo: “ dai che la preferivi quando si è spogliata nuda nel parco”
“ sicuramente, si” rispose lui.
“ andiamo all’officina” disse Claudio.
Gli feci segno di si, uscimmo dal bar, Mario mi chiese: “ qualche problema se viene anche Diego?”.
“ no” risposi.
Dopo dieci minuti eravamo all’officina.
I tre non persero tempo, misero Tiziana nel mezzo e cominciarono a toccarla.
A turno succhiò i tre cazzi, poi Mario la penetrò alla pecorina.
Dopo dieci minuti Diego prese il suo posto.
Mario si spostò e glielo mise in bocca.
Fu il primo a godere, mia moglie ingoiò tutto lo sperma che lui le schizzò in bocca.
Dopo cinque minuti di monta a godere fu Diego, le sborrò in figa.
Mentre Diego si spostava, Claudio mi chiese: “ la posso inculare”.
“ si, non farti problemi, anzi fallo con violenza, vedrai che le piacerà” gli risposi..
Si mise alle spalle di Tiziana, le appoggiò la cappella al buco e cominciò a spingere.
Mia mogli urlò, lui non si fermò sino a che non la penetrò.
L’atmosfera era rovente più lei urlava più lui spingeva con forza, dopo dieci minuti anche lui godette riempiendole l’intestino.
Per alcuni minuti restammo tutti e cinque in silenzio, Tiziana era sdraiata sul divano e si teneva la pancia, io ero seduto su una sedia, Mario e Claudio erano in piedi e Diego era seduto su un tavolino. “ chi vuole una birra?” chiese Mario.
Tutti rispondemmo di si, aprì un vecchio frigorifero e ci passò una lattina a ciascuno.
“ tutto bene bambina?” chiese Diego a mia moglie.
“ si” rispose lei.
Tiziana si tirò su e disse: “ mi serve un bagno”.
“ di la c’è anche la doccia” rispose Mario indicandole una porta.
Come si alzò in piedi Claudio le andò vicini, le aprì le natiche con le mani e disse: “ guardate come le ho aperto il culo”.
Lo sfintere era dilatato e arrossato, non riusciva a trattenere lo sperma che stava colando.
Tiziana entrò in bagno e ne usci dopo quindici minuti, si era svuotata dallo sperma e si era fatta una doccia.
Mario le andò incontro la prese per mano e la portò sul divano.
La baciò sul collo, poi in bocca.
Sembravano due fidanzati….
“ volete andare o vi fermate ancora?” mi chiese Claudio.
“ come volete voi, noi possiamo ancora restare senza problemi” rispose.
“ eccezionale tua moglie” aggiunse lui.
“ siete in contatto con molte coppie?” gli domandai.
“ solo una “ mi rispose.
“ di coppie n’abbiamo conosciute molte, ci siamo scopate molte mogli anche fidanzate, ma dopo ognuno ha i suoi desideri e molti non combaciano con i nostri” aggiunse.
“ voi conoscete coppie o singoli?” mi domandò a sua volta.
“ nessuna coppia, non c’interessa lo scambio, i singoli alcuni li abbiamo incontrati” risposi.
“ ho visto che siete decisi, non perdete tempo” mi disse.
“ questo gioco ci attrae entrambi, come avrai visto, e non vedo perché dovremmo fare gli indecisi” aggiunsi.
“ quindi solo singoli cercate?” mi domandò Diego.
“ si, non c’interessano le coppie” risposi.
“ avete avuto problemi con i singoli che avete incontrato sinora?” mi chiese Claudio.
“ nessun problema, magari non abbiamo ancora trovato un tipo di singoli che cercavamo, ma tutto sommato andata bene” risposi.
“ e chi non avete ancora trovato? “ domandò.
“ mi piacerebbe offrirla a dei neri, oppure trovare un singolo da fare diventare suo amante e soprattutto trovare un singolo che ci proponga situazioni fantasiose e che sia un poco sadico” risposi.
Queste mie ultime parole accesero lo sguardo di Claudio, rimase un instante in silenzio poi mi chiese: “ tua moglie è masochista?”.
“ si” risposi.
“ l’avevo capito, quando l’ho inculata” replicò.
Intanto Tiziana e Mario continuavano a baciarsi…….
Mi domandò che giochi sadici facessimo, in poche parole gli spiegai che a volte la colpivo con un frustino le legavo le mani o la legavo al letto.
“ avete mai usato strumenti di tortura?” mi domandò
Risposi di no.
“ seguimi” mi disse.
Andammo in una baracca lì vicina, Claudio prese un borsone tirò fuori diversi attrezzi.
“ li usiamo con una coppia” mi disse.
Mi mostrò pinze, morsetti, divaricatori, perette per clisteri, fruste, manette e tanti altri oggetti.
“ vuoi che ne usiamo qualcuno con tua moglie?” mi domandò.
Avrei voluto rispondere di usarli tutti, ma quei due li conoscevo troppo poco e risposi così: “ per questa sera potreste limitarvi a frustarla o schiaffeggiarla”.
“ e di questa cosa ne dici?” aggiunse mostrandomi un ‘enorme peretta.
“ cazzo quanto contiene?” gli domandai.
“ due litri e mezzo” rispose.
“ l’avete già usata con coppie?” domandai.
“ solo con la Franca” rispose.
“ la riempiamo d’acqua e sapone, poi gliela svuotiamo tutta in pancia” aggiunse.
“ dovresti conoscerli sono una coppia giusta” continuò.
“ li conoscete da molto tempo?” chiesi.
“Da una decina di anni” rispose.
“ bella coppia? domandai.
“ non sono giovanissimi, lei ha 55 anni, ma li porta bene, una bella donna, fisico esile, due belle tette” rispose.
“ ti ripeto dovreste conoscerli, sono in questo giro da molti anni, lui la portava al piazzale anche quando era incinta” aggiunse.
“ prima o poi li incontreremo nel piazzale” risposi.
“ in giro si vedono poco, oramai hanno i loro amici e prendono contatti per telefono, se vuoi te li faccio incontrare” mi spiegò.
Tornammo da Tiziana, era intenta a succhiare il cazzo di Diego, mentre Mario la scopava.
Rimanemmo a guardare la scena sino a che i due godettero di nuovo, Mario nella figa e Diego nella bocca di mia moglie.
“ vieni con noi che Claudio ti mostra qualcosa di interessante” dissi a mia moglie.
Uscimmo attraversammo il cortile ed entrammo nella baracca.
“ guarda che belli” le disse Claudio indicandole i vari “attrezzi”.
Tiziana prese in mano un frustino, poi dei morsetti e un divaricatore.
Claudio prese un frustino, lo passo sui seni di mia moglie e le chiese: “lo vuoi provare?”.
Tiziana non rispose, allora lui con la punta del frustino le solleticò i capezzoli e poi la clitoride.
Mia moglie ebbe un brivido, lui se accorse e le disse: “ vedo che ti piace il frustino, tra poco te lo faccio provare sulla tua pelle”.
“ e di questi cosa ne dici” aggiunse Claudio mostrandole dei morsetti.
Nuovamente Tiziana non rispose.
“ chi tace acconsente” esclamò Claudio, si voltò verso di me e mi domandò: “ cosa ti piacerebbe che usassi con tua moglie?”.
“ quello” rispose indicando il clistere grande.
Claudio lo prese e disse: “ torniamo dagli altri”.
Appena entrammo nell’ufficio dell’officina Claudio disse a Mario“ prendi un secchio di acqua calda”.
Mario andò nel bagno e tornò con il secchio, aveva anche un flacone, lo aprì e ne versò un poco nel secchio.
Subito si formò una densa schiuma, appena Mario posò il flacone lo presi per leggere cosa conteneva.
Sull’etichetta c’era scritto: shampoo per auto.
Claudio portò mia moglie vicino al tavolo, le fece appoggiare le mani su di esso girando la schiena verso di noi.
“ stai ferma così” le disse, prese il frustino e la colpì sulle natiche.
Le prime tre frustate furono lievi, la quarta invece fece urlare mia moglie.
“ adesso girati” le disse.
Tiziana si voltò e lui la colpì sulle tette.
Anche questa volta iniziò con tre colpi lievi e un quarto violento.
Come lui si spostò Mario si avvicinò a mia moglie le succhiò i capezzoli facendoli diventare belli grossi.
“ adesso ti faccio godere con questi” le disse mostrandole i morsetti.
Ne avvicinò uno al capezzolo della tetta destra e disse: “ questa sera siamo bravi usiamo questi lisci, la prossima volta usiamo quelli dentellati”.
Nella stanza echeggiò un urlo, il morsetto strizzava orribilmente il capezzolo destro di mia moglie.
Mario non si fermò e dedicò analogo astrattamente anche all’altro capezzolo.
Tiziana si lamentò per alcuni minuti poi si calmò.
Nel frattempo Claudio riempì il clistere, disse a Mario di fare nuovamente appoggiare Tiziana al tavolo, stavolta piegata a novanta gradi.
“tienila ferma” disse a Mario.
Questi andò dall’altra parte del tavolo e la bloccò con le mani.
Avvicinò la cannula del clistere al buco del culo di mia moglie, fece uscire un poco di schiuma per favorire la penetrazione e con un colpo secco gliela infilò dentro.
Schiacciò la peretta sino a che tutto il liquido finì nell’intestino di mia moglie.
Come la lasciarono andare mia moglie corse in bagno a svuotarsi……..
Quando lei ebbe finito tornò dicendo: “andiamo a casa”……………………
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14 years ago
anepa2007,
35/36
Last visit: 11 years ago
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Rebecca
Avevo conosciuto Rebecca in chat, qualche settimana prima. Mi aveva colpito subito la sua foto: un volto simpatico, sensuale e in qualche modo birichino; anche il suo modo di chattare era coinvolgente. Era diretta, quasi sfacciata, ma senza arroganza, né traccia di presunzione. Diceva solo le cose che pensava, e le diceva senza timore di essere giudicata.
Mi collegavo in chat con il chiaro obiettivo di conoscere donne stimolanti, eventualmente da incontrare anche di persona, nel caso in cui il feeling sbocciasse spontaneo e naturale per entrambi. Naturalmente l’intenzione era quella di arrivare a condividere con loro dell’ottimo e piacevole sesso in piena libertà e consapevolezza. Non era da molto che mi ero avvicinato a questo strumento, ma mi intrigava il fatto di poter contattare donne potenzialmente interessate alla stessa cosa. Ho parlato con decine e decine di loro, e quasi tutte – pur non ammettendolo apertamente – erano lì per il mio stesso motivo: incontrare qualcuno di affascinante che le trasportasse in un vortice di passione e, di conseguenza, anche di sesso.
Del resto non si spiega come tutte le signorine “io chatto solo per passare il tempo”, finiscano inesorabilmente per chattare solo con noi maschietti. Sarà solo per passare il tempo, ma credo che sotto sotto, “quel” tempo, vorremmo in definitiva passarlo allo stesso modo… se solo trovassimo la persona giusta!
Con Rebecca parlammo in chat proprio di questo, e fu proprio lei a far notare come tutte le donne che contattava, neppure le rispondevano… a meno che, naturalmente, non fossero in cerca di una donna! Sì, Rebecca mi disse quasi da subito che lei va a periodi… c’è il momento in cui ha voglia della virilità maschile, di essere posseduta da un corpo vigoroso e potente o di dominare il maschio con le sensuali armi a disposizione di tutte le donne più furbe; e c’è il momento in cui è alla ricerca della delicata flessuosità femminile, di quelle coccole speciali e di quelle attenzioni che solo una donna sa regalare ad un’altra donna. Lei mi disse - parole testuali - che la più grande scopata l’ha fatta con un uomo, ma l’orgasmo più inteso l’ha provato a letto con una donna. Con l’uomo le piace proprio scopare, non farci l’amore. Se non di rado, quantomeno. L’amore se ne va nel momento in cui si infila sotto le lenzuola, e torna un minuto dopo aver finito. Ma nel durante, per Rebecca, l’amore è un sentimento troppo puro e troppo poco sconcio, per finire fra le sue cosce... Sta di fatto, comunque, che per bocca sua, lei da un uomo vuole essere scopata, vuole un uomo che la sappia far eccitare, che la spinga ogni volta di poco oltre il suo limite, che la porti a naufragare nel piacere più profondo e animalesco. Non le piace il sesso a tre, almeno a motori spenti. Ma mi ha raccontato di una volta, che il suo fidanzato l’ha piano piano portata in una situazione, dove lei stessa ha invocato un altro uomo fra le sue mani, fra le sue gambe… e naturalmente lui l’ha accontentata. Non si è pentita della cosa, perché ha detto che le è piaciuto molto, anche se non pensava che avrebbe mai fatto una cosa simile. Molto onesta, e molto intelligente, credo. Di esperienze con altre donne non me ne ha parlato, ma in effetti abbiamo chattato per poco tempo, dopotutto.
Ora io sono qui, sotto casa sua, e sto cercando il suo codice sul citofono. 488 eccolo… scala F…
Citofono e senza rispondere mi apre il portoncino... non faccio neppure in tempo a chiedere il piano, ma credo che mi disse all’ultimo… In ascensore mi aggiusto il risvolto del maglione a collo alto, controllo la pettinatura e cedo al mio lato narciso osservando il disegno delle curve dei mei pettorali (ok, ok, non sono più tonici come qualche tempo fa, ma che volete… anche il tempo libero non è più abbondante come in passato!) e infine butto un occhio alle linee dei glutei controllando che siano ben risaltate dei jeans scuri attillati che ho appositamente indossato per quel motivo. Tutto ok, sono pronto!
Le porte dell’ascensore si aprono, e noto una porta di ingresso socchiusa da cui fa subito capolino la testa di Rebecca. Viso lievemente tondeggiante, curato e finemente truccato con un sorriso dolce e sensuale, capace di ammaliare insieme al suo sguardo vivido e guizzante.
Devo essermi imbambolato ad ammirarla per qualche secondo… perché ora lei mi invita ad entrare: “Dai, che aspetti lì sul pianerottolo ? entra !”.
Di lei mi piace anche la sua voce, calda, affilata e con un’inflessione vagamente altalenante. Molto particolare, ma anche molto intrigante. La trovavo grandiosamente femminile. Fino a quel momento l’avevo sentita solo al telefono, ma dal vivo era ancora più avvolgente e conturbante.
Mi fece accomodare in sala, sull’ampio divano angolare arancione. La casa era arredata in stile moderno, con una scelta accurata di colori caldi e armonici. C’era anche un piccolo caminetto acceso al centro della parete, sul lato opposto a quello delle ampie finestre che davano sul terrazzo.
– Mettiti comodo! – mi disse dalla cucina dove stava armeggiando con qualche arnese di metallo – io arrivo in un attimo, il tempo di sistemare le ultime cose -. Mi rilassai e attesi alcuni secondi il suo arrivo; Rebecca entrò con un vassoio con due bicchieri di vino e la bottiglia appena stappata. Mi godetti il suo incedere sinuoso e provocante. Potrei definire Rebecca come una falsa magra: molto carina, con un fisico se vogliamo imperfetto e appunto con qualche chilo in più qua e là, ma nel complesso armonioso e parecchio femminile. Che poi è la cosa che per me più conta: la femminilità. Non importa il peso, l’altezza, il colore degli occhi o dei capelli… quel che conta è che una donna trasmetta femminilità. Naturalmente alcuni dettagli possono aiutare, ma trovo molto più stimolante una donna non bellissima, ma che sia femminile, piuttosto di una “bellona” senza anima, altezzosa e senza femminilità. E per dirla tutta, pure a letto – anzi, soprattutto a letto - c’è una bella differenza. Comunque ora Rebecca si stava accomodando al mio fianco, dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolino ai nostri piedi. Nel sedersi la gonna corta che indossava, si arricciò lievemente, scoprendo qualche centimetro di pelle in più, quasi a mostrare gli ultimi centimetri della gamba, prima dell’inguine. Si aggiustò con le mani la gonna, con un movimento aggraziato e vagamente erotico. Non so se avesse notato il mio sguardo indiscreto, ma se pure fosse, lo ignorò porgendomi il bicchiere di vino. Brindammo al nostro primo incontro e assaporammo quell’ottimo Nero d’Avola parlando piacevolmente delle nostre rispettive giornate e scambiandoci alcuni sguardi nelle brevi pause di silenzio. I nostri occhi esploravano il corpo e le intenzioni dell’altro, cercando conferme e infondendo l’uno nell’altra una vaga sensazione erotica e di eccitazione. Non posso nascondere che nell’incrociare il suo sguardo, sentivo la voglia crescere in me nel notare in lei le medesime sensazioni… Discorrendo dei più svariati argomenti, scherzando e giocando talvolta con sottili allusioni, quasi finimmo la bottiglia. Io ero decisamente su di giri, e nel parlare mi avvicinai leggermente a lei. Rebecca senza dubbio era altrettanto eccitata, e in quel momento era rivolta completamente verso di me, azzerando quella distanza minima di intimità che solitamente due persone mantengono in qualsiasi situazione ordinaria. Ma ora la situazione stava diventando tutt’altro che ordinaria. Stavamo ancora parlando, ma i nostri corpi erano a contatto, sentivo il suo seno destro appoggiato al mio pettorale sinistro, il suo braccio era dietro il mio collo, anche se per ora non mi abbracciava a tutti gli effetti, e la sua coscia – calda e liscia premeva lievemente contro la mia. Gustavo il contatto con ogni centimetro del suo corpo, percependone il calore e la consistenza; sentivo l’eccitazione crescere dentro di me, e ora accennava anche un inizio di erezione. Dal canto suo, Rebecca stava sudando leggermente – tradendo uno stato di eccitazione forse anche superiore al mio. Iniziai a guardarla negli occhi alla ricerca di un segnale, e nel frattempo ondeggiavo lievemente il busto contraendo maliziosamente il pettorale dove il suo seno si era appoggiato; ad ogni strusciata, sentivo il suo capezzolo crescere e spingere contro la mia carne, anche attraverso i vestiti… la stavo eccitando per bene, e lessi negli occhi che cominciava ad andare in ebollizione !
Naturalmente ormai avevamo quasi smesso di parlare: le parole si erano fatte rade e faticose. Le voci ora sussurravano. Le parole diventavano suoni melodici privi di un reale significato. Stava arrivando il momento di giocare a carte scoperte. Con la scusa di appoggiare il bicchiere, provocai un lento, continuo e marcato strusciare sul suo seno, che le provocò un lieve ansito che non sfuggì ai miei sensi; nel chinarmi in avanti, posi la mia mano sul suo interno coscia, poco sopra il ginocchio, fingendo di appoggiarmi. Sentii al tatto la sua pelle liscia e vagamente inumidita dai primi sudori dell’eccitazione, pervadersi di un brivido caldo e prolungato, e un nuovo sospiro uscì dalla sua bocca ora socchiusa, disegnando un meraviglioso ritratto del piacere. Il braccio che prima mi sfiorava appena il collo, ora era decisamente a contatto della mia pelle.
La mia erezione stava crescendo minuto dopo minuto, e ora che Rebecca era completamente abbandonata alla situazione, decisi di prendere l’iniziativa. Risalii con la mano lungo la sua coscia, fino a superare il limite della decenza, e l’eccitazione crebbe ulteriormente quando le mie dita accarezzarono inaspettatamente la pelle delle sue grandi labbra, libera dalla costrizione della biancheria intima. Non aveva indossato le mutandine! La cosa mi inebriò di libidine, e tenendo la mano in mezzo alle sue gambe, mi misi con decisione sopra di lei, affondando la mia lingua nella sua bocca socchiusa e affamata di me. Iniziai a lavorare con la mano fra le sue cosce, respirando i suoi ansimi di piacere e cercando il punto dove più le provocasse piacere. Le mani di Rebecca mi palpavano ovunque, come se fossero alla cieca ricerca della via per giungere al mio membro.
Mi sfilai rapidamente i pantaloni, porgendole immediatamente il mio pube verso le sue mani… sentii infilare una mano nei boxer attillati, che ne conservavano il magnifico calore e la premevano con maggior vigore contro il mio membro che si faceva sempre più duro e vigoroso. Rebecca sentì il pene indurirsi oltre ogni sua aspettativa sotto le sue dita, massaggiandolo e apprezzandone ogni liscia asperità. Rebecca sentiva con le dita la pelle morbida e la carne dura, la sua mano scorreva lentamente a cercare la cappella gonfia del piacere che le stava donando, e la lunghezza di quel magnifico cazzo fra le sue mani l’aveva spinta a immaginarlo dentro di lei, mentre scorreva fra le pieghe del suo piacere, fino in fondo, e poi di nuovo. Io intanto le avevo anche sfilato la maglietta e stavo per affondare la mia faccia fra quei due seni ondeggianti e sudati. Al contatto della mia lingua sul suo capezzolo, Rebecca allargò istintivamente le gambe gemendo dal piacere e la mia mano che non aveva mai smesso di masturbarla affondò ulteriormente nei suoi umori. Lasciai che le dita la penetrassero, mentre agitava il bacino mugulando. Ci spogliammo completamente, in modo convulso e precipitoso, mentre i nostri corpi continuavano a strusciarsi l’uno sull’altro, mescolando i nostri odori e amplificando la nostra eccitazione. Poi la sua mano prese a masturbarmi furiosamente, con ampi e decisi movimenti, lungo tutta l’asta e soffermandosi con maggior pressione sulla cappella turgida e inumidita dalle prime goccioline di sperma stillate dal mio piacere. Lascai che il mio corpo scorresse su di lei, sfilandole il pene dalle dita e facendolo strusciare lungo il suo pube, la sua pancia, il suo caldo seno e infine fermandolo a pochi centimetri dalla sua bocca. La guardai negli occhi e vi lessi la brama di averlo fra le sue labbra. In effetti Rebecca non vedeva l’ora di assaggiarne il sapore, soprattutto ora che era vagamente inumidito dal mio piacere. A Rebecca piaceva da impazzire assaporarne il nettare e sentire il membro dell’uomo che si faceva strada fra le sue guance. Sembrava volerlo davvero ingoiare, insaziabile, lo prese quasi tutto fino a dove riusciva ancora a respirare. Iniziò a muovere la testa avanti e indietro, leccandolo appassionatamente e staccandosi di tanto in tanto per godersi il mio sguardo estasiato che le dava la conferma di essere totalmente padrona del mio piacere. Quando sentii che il godimento massimo stava per tracimare, mi staccai delicatamente da lei, che mi guardò sorridendo e allargando le gambe. Mi tuffai fra le sue cosce ricambiando il piacere che aveva saputo regalarmi, iniziai a leccare voluttuosamente l’interno coscia attorno all’inguine, per poi dedicarmi con intenso piacere alle labbra e al clitoride. Era già bagnatissima e la mia saliva si mescolava eroticamente con il succo del suo piacere… anche io adoravo il suo sapore sulla mia bocca, e presi a leccarla intensamente e accuratamente. Rebecca stava gridando dal piacere, sempre più forte finchè venne in un orgasmo potente e prolungato che le fece sprizzare qualche goccia di passione dalla sua fica, direttamente nella mia bocca… continuai con la lingua finchè non mi implorò di smettere e a quel punto risalii dolcemente verso la pancia e poi la strinsi fra le braccia facendole sentire il pene durissimo e ancora voglioso di lei, premere contro il suo pube… “Lasciami riprendere”, mi sussurrò con un filo di voce, ansimando… io mi staccai lievemente da lei, allora, e l’ammirai completamente nuda ed esausta dall’orgasmo, davanti a me. Lei socchiuse gli occhi in un’espressione di estasi totale, ponendo una mano sulla sua fica. Io presi a masturbarmi leggermente, guardandola mentre ora mi fissava negli occhi con fare nuovamente voglioso…
Attesi qualche minuto, e quando vidi che iniziò a masturbarsi delicatamente il clitoride, ripresi anche io a masturbarmi guardandola. Ora eravamo uno di fronte all’altro, e ci stavamo masturbando godendoci lo spettacolo reciproco. Dopo alcuni istanti, mi avvicinai nuovamente a lei, girandola, e iniziando a baciarle le natiche. La sentii letteralmente pervasa da una scarica elettrica che la fece tremare in tutto il corpo, di piacere. Aveva intuito forse dove stavo per arrivare con la mia lingua, e non vedeva l’ora di sentirla esplorare anche quel lato. Non mi feci pregare e in pochi secondi giunsi con la lingua fra le sue natiche, leccandole delicatamente l’ano, assieme agli umori che avevano copiosamente ripreso a colare dal suo sesso. Mugulava di nuovo, e io impazzivo nel sentirla godere in quel modo. Tolsi la lingua, dopo aver abbondantemente umettato la zona, e ci appoggiai il mio cazzo ora duro più che mai. Fu lei a spingere indietro il bacino, facendo entrare inizialmente a fatica tutta la cappella. Poi presi a stantuffare prima con ritmo lungo e lento, poi sempre più a fondo e rapidamente... Rebecca era di nuovo in estasi, e questa volta voleva essere cavalcata fino in fondo. “Ahhh siiii Stefano… siii…. Spingi, spingi… ahhh ahhh…”, e intanto agitava il bacino per sentire il pene spingere sulla vagina da dentro il suo ano… era una sensazione che la faceva godere così tanto, che non poteva trattenersi dall’urlare il suo piacere: “Cazzo siiii…. Dai che lo sento tutto dentro… lo sento che mi fai venire… sei il mio toro cazzo… sei il mio toro che mi scopa!!!”… iniziai a schiaffeggiarle leggermente prima le natiche e poi il seno ballonzolante sotto i colpi del mio attrezzo sempre più infoiato… “Dai che ti piace” dissi io “dai che te lo spingo fino in fondo… mi piaci da impazzire… ti scopo come una cavalla in calore… ti scopo che ti voglio sentire gridare! “… Ci piaceva parlare ed eccitare l’altro con parole sempre più abbandonate all’eccitazione, sempre più volgari e sconce. La feci venire dall’ano, e subito dopo venni copiosamente anche io dentro di lei e con le ultime gocce sulla sua schiena…
Mi chiese di leccarla e di baciarla, facendole di nuovo assaporare il frutto del mio piacere, questa volta non più vago e appena accennato, ma denso e copioso.
Ci riposammo entrambi da questo orgasmo devastante e poi la presi fra le mia braccia lasciando che si addormentasse su di me. Ci svegliammo qualche ora più tardi, nel cuore della notte, e la vidi sorridere soddisfatta: “mi hai fatto impazzire poco fa…” mi sussurrò in un orecchio… “ho immortalato tutto in quella telecamera, se vuoi rivederci…”, e mi indicò una borsa socchiusa sul tavolo, con un led rosso percepibile al suo interno. “Che fantastica maialina che sei… pure il filmato ti sei fatta !”, ammetto che la cosa mi eccitò non poco, ed ero impaziente di rivedere tutto quanto… presi la telecamera, la collegai al televisore e completamente nudi sul divano, ci guardammo scopare proprio come in quei video amatoriali che si vedono su internet… Cosa accadde più tardi… è naturalmente un’altra storia…
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14 years ago
erotic3mind255232,
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Giulia
Mi chiamo Giulia e ho 36 anni. Mio marito ed io siamo una coppia molto particolare, il nostro menage coniugale è qualche cosa di davvero poco comune. Eppure abbiamo iniziato, ormai diversi anni fa, un percorso di trasgressione sessuale a partire da una situazione molto normale... se si può considerare normale il fatto che una giovane fidanzata quale ero io di tanto in tanto proprio non riusciva ad essere completamente fedele al proprio uomo. Insomma, già prima che ci sposassimo io, pur amando l'uomo che è diventato mio marito, lo tradivo. Non posso farci nulla, ci sono momenti e situazioni nelle quali non capisco più niente, e non so dire di no al maschio di turno, se questo mi assalta. Sono provocante, e questo è il secondo guaio. Non sono bellissima, non ho davvero il viso di un'attrice... ma gli uomini dicono che ho gli occhi "carichi". Ho anche tutte le curve al punto giusto, forse leggermente abbondanti (il che poi non guasta), un bel seno sviluppato e sul sedere niente da dire. Del mio essere provocante sono in qualche misura anche colpevole, perchè ho l'insopprimibile tendenza a vestirmi in modo che gli uomini mi guardino. Quando mio marito ancora non sapeva nulla tendevo a vestirmi in modo un po', diciamo, sopra le righe solo quando lui non poteva vedermi. Per esempio una cosa che amavo molto era indossare calze a rete con gli stivali di pelle, e con sopra una gonna un po' sopra il ginocchio. Niente di esagerato, naturalmente, ero pur sempre una signora, ero sposata e non mi sarei mai sognata di espormi troppo in questo senso. Però quei dieci centimetri di coscia sopra il ginocchio avvolta dalle calze a rete attiravano gli sguardi degli uomini come fossero calamitati. Poi basta camminare in un certo modo, senza fretta, e l'effetto è assicurato. Era quasi un gioco per me uscire il pomeriggio per le vie centrali di Roma a fare shopping, vestita leggermente sexy. L'attenzione maschile verso di me era una sorta di balsamo, di fonte di eccitazione... non c'era volta che qualcuno non mi abbordasse in maniera a volte elegante, a volte volgare, a volte sfacciata e a volte estremamente garbata. Tutte queste avances ricevevano solitamente gentili ma decisi rifiuti, ma devo confessare non c'era volta che, dopo aver liquidato il pappagallo di turno, la mia fica rimanesse... indifferente. Niente affatto. Gli sguardi e gli approcci degli uomini la trasformavano piano piano in un luogo morbido, profumato e molto molto umido... Ma devo pure precisare che non proprio tutte le avances rimanevano, per così dire, senza soddisfazione. Ogni tanto capitava la situazione favorevole, o la persona giusta che faceva scattare la molla e allora... qualcosa succedeva. Un incontro che ha rivestito una certa importanza nella mia vita sessuale è avvenuto proprio in queste precise circostanze. Voglio raccontarlo per primo, non perchè sia stata la mia prima trasgressione in senso cronologico, quanto perchè è stata la mia prima trasgressione in ordine di importanza. Un pomeriggio alla Rinascente di S.Giovanni stavo scegliendomi un vestito e noto un signore che mi "punta". Un bel tipo, sui quarant'anni, che mi osserva con fare piuttosto sfacciato ed insistente. Mi fa piacere, naturalmente, ma non lo dimostro in alcun modo. Faccio finta di niente. Continuo a girare tra gli scaffali concentrando la mia attenzione sui capi di abbigliamento. Quando alzo lo sguardo non lo scorgo più e presto lo dimentico. Dopo cinque minuti cambio "corsia" e me lo ritrovo improvvisamente davanti. I nostri sguardi si incrociano, i suoi sono carichi di inviti e di interesse. Sostengo il suo sguardo per un solo attimo, poi lo distolgo, simulando disinteresse. Continuo il mio tragitto e passo oltre lui... un leggerissimo odore di dopobarba maschile mi raggiunge e sotto il reggiseno i capezzoli mi si inturgidiscono all'istante. Lui si volta verso di me e mi segue dapprima con lo sguardo, poi con studiata lentezza mi viene dietro. E' un bel tipo e devo dire che... non mi dispiace per niente. Tra me e me mi domando quanto il tipo sia intraprendente... mi volto per un istante e con la coda dell'occhio avverto il suo sguardo fisso sulle mie gambe. Mi allontano con decisione, lui lentamente mi segue. La cosa mi piace ma non lo dò a vedere. Cammino lentamente facendo finta di valutare i vestiti in esposizione, percepisco la sua presenza alle mie spalle sempre più vicina. Stacco un vestito per esaminarlo, lui è dietro di me. Improvvisamente mi parla: -"Le starebbe meravigliosamente quel vestito". Mi volto e lo guardo con aria innocentemente sorpresa. -"Come, scusi?". -"Ho detto che quel vestito le starebbe meravigliosamente, anche se nuda lei è certamente molto più bella." precisa lui. Il complimento mi piace, e mi piace ancora di più il suo sguardo invasivo. -"Scusi, ma è sicuro di sentirsi bene?" ribatto, ma temo che la mia espressione sia più sul piacevolmente divertito che sullo scandalizzato... e temo che lui di ciò sia pienamente consapevole. -"Mi sento benissimo, specialmente vicino a lei" continua il tipo, avvicinandosi impercettibilmente. -"Senta, mi lasci in pace, per cortesia.". -"No, non la lascio in pace... e mi scusi se passo a darti del tu, ma ho una voglia incredibile di scoparti". Non ero una verginella quando mi sono sposata e non sono mai stata una donna fedele al proprio marito, ma un abbordaggio così sfacciato e deciso non mi era mai capitato. Sono presa in contropiede e mi metto automaticamente sulla difensiva. -"Vada al diavolo o chiamo la sicurezza". Lui mi guarda tranquillamente, con un mezzo sorriso e pare non volere insistere. Mi allontano con decisione e riprendo il mio shopping. La frase "ho una voglia incredibile di scoparti" mi rimbomba nella testa. Detta da un completo sconosciuto, con quella tranquilla convinzione, con quella determinazione... sento che dicendomi quelle parole lui ha espresso con esattezza la tensione sessuale che prova, mi ha semplicemente comunicato il desiderio che prova per me. Mi ritrovo con la fica bagnata. Mi sono allontanata una ventina di metri, lui è rimasto fermo, continua a fissarmi. Le mie mani sganciano un altro vestito e mi metto a studiarlo, girandolo e rigirandolo senza veramente vederlo. Sento la presenza di quell'uomo. Rimetto a posto il vestito e ne sgancio un altro, poi un altro ancora. I minuti passano e la tensione anzichè diminuire aumenta, diventa piacere essa stessa. Lui è ancora lì. Mi muovo di qualche passo tra gli scaffali, la mia pelle è diventata sensibile, camminando avverto i bordi delle calze autoreggenti che si toccano sotto la gonna, sento il filo delle mutandine tra le natiche. Mi guardo i capezzoli e vedo che disegnano un bottoncino sula camicetta. Lui lentamente si avvicina di nuovo guardandomi. Sento che mi guarda anche se gli volgo le spalle, sento i suoi sguardi soppesare il mio fondoschiena. Un'idea, un'immagine mi invade la mente. Un'emozione bruciante mi prende alla bocca dello stomaco alla prospettiva di ciò che ho pensato. Senza pensarci un attimo la traduco in pratica. Prendo due vestiti quasi a casaccio e mi guardo intorno, cercando di individuare i camerini di prova. So che in quel centro ve ne sono parecchi e che sono anche piuttosto discreti. D'altronde è martedì e non c'è molta gente, anzi non c'è quasi nessuno. Mi avvio con i vestiti sottobraccio. Lui è sempre ad una ventina di metri da me, mi segue con lo sguardo. Entro in un camerino e chiudo la porta, ma non inserisco la sicura. Ho il cuore che mi martella nel petto. Appendo le stampelle e mi guardo allo specchio respirando profondamente. Lui mi seguirà, mi seguirà certamente. Se ha mi ha detto con incredibile sfacciataggine che vuole scoparmi come potrà non interpretare come un invito il fatto che mi sono chiusa in un camerino? Sono eccitata come una gatta, mi guardo allo specchio e mi sbottono la camicetta. Sono proprio sexy, non c'è che dire... la sfilo completamente, rimango in reggiseni. Mi tocco i seni con voluttà. Sento dei passi appena accennati fuori del camerino. Rimango in attesa con il fiato sospeso... passano i secondi e non succede nulla. Che il tizio non sia poi così intraprendente come sembrava? Decido di facilitargli le cose. Afferro la maniglia e tiro la porta verso di me aprendola di qualche centimetro. Lui è lì fuori, in piedi, ci guardiamo. Mette le mani sulla porta e spinge con decisione, io arretro protestando. -"Ho capito subito che sei una gran troia" mi apostrofa con durezza. Mi inchioda contro il muro e mi incolla la bocca sul collo dietro l'orecchio, una mano mi palpa il seno, l'altra si fa strada sotto la gonna. Richiude la porta, io sibilo furiosamente: -"Esca immediatamente o chiamo la sicurezza". Mentre pronuncio queste parole sento la sua mano farsi strada tra le mie cosce, sento che le separa, le allarga, le palpa, provo un piacere disastroso a queste sue manovre. L'uomo dà uno strattone al mio reggitette e i seni sobbalzano rigogliosi fuori dalla gabbia, desiderosi di essere baciati, leccati, morsi, strapazzati. "La pianti immediatamente, razza di bastardo..." Non faccio in tempo a finire la frase quando due dita dell'uomo si piantano brutalmente nella mia fica. Non posso più trattenere ciò che provo e un lamento gutturale di piacere animalesco mi esce dalla gola. Le dita diventano quattro e si aprono la strada quasi con violenza. Violenza inutile perchè si immergono nel miele del mio piacere. Spalanco la bocca, sono senza fiato. -"Stai zitta, cagna", dice il tipo afferrandomi e facendomi voltare faccia al muro, perfettamente conscio della mia resa totale... Mi tira su la gonna fino ai fianchi e scostate le mutandine fradicie, si insaliva il pollice e reintroduce di colpo le quattro dita unite nella mia fica, mentre il pollice si fa sbrigativamente strada nel mio culo. L'uomo si inginocchia e con la mano spinge verso l'alto impalandomi sulla forchetta, senza smettere di accompagnare l'azione con forti colpi... la manovra è decisamente dolorosa, ma è un dolore che mi manda in visibilio. Con le mani cerco inesistenti appigli per aggrapparmi e diminuire la pressione dell'uomo, le mie dita artigliano le pareti del camerino senza trovare presa. Devo sforzarmi per non urlare di piacere, non ho mai provato niente di simile. Mi passa davanti alla mente la delicatezza con cui mio marito mi ha penetrata la prima volta che abbiamo fatto l'amore, temendo di farmi male... un piacere delicato che non arriva ad eguagliare nemmeno lontanamente la selvaggia goduria che lo sconosciuto mi sta regalando. Inizio a pronunciare in modo smozzicato un "Dai, dai, dai..." ad ogni colpo che la mano dello sconosciuto scava dentro la mia intimità. le sue dita sono immerse fino alle nocche nella mia fica e il pollice non cessa di tormentarmi il culo... -"Allora lo vedi quanto sei zoccola?" mi apostrofa con voce strozzata. -"Sssssssiiiiiiiiiiii" rispondo io in un lungo lamento ritmato. -"Forza, dillo che sei una grandissima mignotta". -"Ssssiii...iii... sono... una... grandissima... mignotta...". L'uomo di risolleva in piedi senza cessare l'azione, con l'altra mano armeggia con la patta dei pantaloni... -"Dai prendi la minchia in mano", mi fa. Allungo una mano finchè trovo la sua erezione, la stringo con forza, poi gli scappello ritmicamente il membro, andando all'unisono con i suoi movimenti dentro di me. Le nostre bocche si incollano, la lingua dell'uomo mi invade la bocca. La mano esce di colpo come è entrata, si posa sulla mia spalla, preme... io capisco e mi inginocchio, il mio viso all'altezza dei suoi inguini. La sua cappella subito che preme contro le mie labbra. Non ci sono baci, leccatine, preparazione. Apro la bocca e lui mi pianta il cazzo duro fino in gola, spingendo con il bacino e immobilizzandomi la testa con le mani. Ho subito il primo conato di vomito, il cazzo dell'uomo mi tocca il fondo della gola, non riesco a trattenermi. Lui estrae qualche centimetro, mi lascia un attimo di respiro e riaffonda. Resisto qualche secondo poi ho un secondo conato. Lui arretra leggermente ed inizia a scoparmi la bocca profondamente. Ad ogni affondo arriva quasi al punto di provocarmi un conato ma è bravo a capire fin dove può spingersi ed arretra al momento giusto. Prese le "misure" inizia un andirivieni regolare. Schiaccio in basso la lingua per consentirgli l'azione, ho il naso costantemente immerso nei peli pubici dello sconosciuto. Le sue mani premono la mia testa contro il suo sesso. Inizio a respirare con il naso regolarmente e piano piano supero il senso di soffocamento. Mi abbandono lentamente al gioco e inizio a provare piacere nell'essere usata in quel modo osceno. L'uomo aumenta il ritmo, io mi sforzo di tenere la bocca spalancata. I colpi diventano man mano più veloci e profondi, ma ho imparato a rilassarmi, il suo cazzo tocca ritmicamente il fondo della mia bocca. Il ritmo si regolarizza, per parecchi minuti il silenzio del camerino viene rotto unicamente dal leggero sciaquio della penetrazione orale. Passano altri minuti, poi il ritmo aumenta ancora, adesso ho le mascelle seriamente indolenzite, non credo di poter sostenere la sua azione ancora a lungo... un altro lungo minuto e inizio a gemere per il dolore, non ce la faccio più a tenere la bocca costantemente aperta in quel modo, sento il suo cazzo tra i miei denti, la bocca mi si chiude da sola, ma lui mi obbliga con le mani ad aderire al suo bacino. Inizio ad avvertire un senso di panico quando improvvisamente lui mi riaffonda il cazzo in gola con brutalità e geme. Sento un violento fiotto caldo invadermi la gola, non posso far altro che deglutire ripetutamente... al primo fiotto ne segue un altro, poi un altro ancora e mando giù tutto... finalmente la piena si esaurisce e il suo cazzo lentamente, e finalmente, esce... mi abbandono esausta sul pavimento del camerino guardando lo stupratore della mia bocca riabbottonarsi i pantaloni. Lui mi aiuta a rialzarmi e si presenta sommariamente. Si chiama Maurizio e possiede un bar in centro. Io resto in silenzio. Usciamo dal camerino - per fortuna nessuno pare essersi accorto di nulla - e ci avviamo verso l'uscita della Rinascente. Mi lascia il suo bigliettino da visita pregandomi di chiamarlo uno dei prossimi giorni. Come nulla fosse si volta e si avvia verso la fermata della metropolitana. Infilo il suo bigliettino nella borsetta, mi passo una mano tra i capelli, respiro profondamente. Mi avvio verso casa camminando lentamente, ripenso ai momenti trascorsi in quel camerino, sento ancora la mascella indolenzita. Sorrido dolcemente. Mio marito mi aspetta a casa, meglio che mi sbrighi....
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14 years ago
coppiaromana38, 43/43
Last visit: 13 years ago -
Bendata
sei sdraiata...hai gli occhi bendati...ti senti strana , non ha mai provato una sensazione così.. l'oscurità ti circonde...sei vestita con la vestaglia trasparente, un miniperizoma nero e delle calze autoreggenti...sei molto eccitata non sai cosa succederà...senti solo dei rumori soffusi...un brivido ti percorre quando senti una mano che inizia ad accarezzarti il tuo corpo...senti la mano che ti accarezza il seno da sopra la vestaglia...senti un'altra mano sulle tue gambe...poi senti un'altra sull'altro stuo seno... capisci che nella stanza ci sono due persone...le mani che ti accarezzano i seni iniziano a slacciare la vestaglietta e a liberarli...ai i capezzoli talmente duri per l'eccitazione come degli spilli...senti dell'umido attorno...capisci che qualcuno te li sta succhiando...mentre con l'altra mano ti accarezza quello libero... intanto l'altro continua ad accarezzarti...è arrivato alle cosce e senti il contatto della sua mano dove finiscono le autoreggenti e inizia la pelle libera...e continuano ad andare sempre + su, in un lento massaggio...la bocca di uno intanto continua su un seno e poi su un altro... ogni tanto sale un po' più su e ti lecca il collo per poi arrivare all'orecchio... te lo morde...sei molto eccitata, ti umetti le labbra con la lingua... sotto senti che l'altro si è avvicinato al tuo fiore ricoperto solo di quel piccolo perizoma...senti le mani avvicinare fino a quando le senti che scostano il tuo perizome...ti senti accarezzare lentamente, per facilitargli il compito gli apri leggermente le gambe...sentire solo con il tatto senza vedere ti fa accelerare il respiro,,,senti che ti stai bagnando...le mani sotto si trasformano in una bocca...senti una lingua che ti sta penetrando dentro...la senti prima sulle grandi labbra poi si fa più audace ed entra dentro di te...intanto la linguia che si stava occupando della parte di sopra scende di nuovo verso i seni...te li succhia ancora un pò e ad un tratto capisci che qualcuno si è messo a cavalcioni su di te...senti le mani che ti stringono i seni e qualcosa di duro in mezzo a loro...un cazzo...stai facendo una spagnola bendata... senti che va lento...tiri fuori la lingua per sentirlo nel momento che si avvicina al tuo viso...lui capisce e te lo avvicina di +... inizi a leccarglielo... intanto sotto di te..la lingua si è sostituita con un dito...ti sta masturbando...ogni tanto senti un guizzo della lingua sull'altro tuo fiore...con un orgasmo in arrivo continui il tuo pompino..........
...sei un lago...un cazzo in bocca che te lo stai gustando come se fosse il gelato più prelibato che tu abba mai assaggiato...una lingua che ti sta esplorando il tuo secondo fiore mentre delle dita ti stanno esplorando la tua fica...no ce la fai più ed hai un orgasmo...ti bagni tutta e brividi ti corrono per tutto il corpo grazie anche alle sensazione che sono più acuite essendo bendata...dopo questo orgasmo...i tuoi amanti si fermano...e ti lasciano lì in mezzo al letto...un flebile "no" ti esce dalle labbra...ma ad un certo punto... senti qualcosa di duro premere vicino alla tua bocca...sorridi e accogli il cazzo...lo trovi diverso da quello di prima e capisci che è della persone che prima ti leccava la figa...e inizi a leccarlo come hai fatto prima...la tua fica è bollente...e senti anche lì qualcosa che piano piano entra... e il cazzo dell'altro uomo...mugoli con la bocca piena mentre il cazzo ti entra nella fica...coi muscoli della vagina inizi a pomparlo...lui sta fermo poi inizia un lento movimento dentro di te, mentre continui a succhiare l'altro cazzo...sono sensazioni nuo0ve per te...bendata...ti stanno scopando in due...la tua bocca continua a succhiare inperterrita...ogni tanto delle mani ti accarezzano i senti e ti tintillano i capezzoli...senti ad un certo punto che quello che ti sta scopando in fica ti prende le gambe e te le alza...senti dell'umido sulle dita dei piedi...capisci che mentre ti sta scopando, con la bocca ti sta succhiando le dita dei piedi inguaiate nelle calze...e questo ti fa piacere....il cazzo che hai in bocca diventa sempre più grosso..capisci che lo stai portando all'orgasmo... ma...si fermano di nuovo...e ti lasciano di nuovo in bali della cecità....senti che ti prendono le mani e ti fanno alzare...avverti un movimento sul letto...capisci che uno si è sdraiato...l'altro ti accompagna su di lui...senti che sotto di te c'è un cazzo svettante che non vede l'ora di rientrare neela tua fica.... e allora visto che sei eccitata da morire...ti impali...sei a smorzacandela...te lo fai entrare dentro tutto e inizi a cavalcarlo...dietro di te sulla tua schiena nda è appoggiato l'altro...da dietro ti accarezza i seni mentre vai su e giù...senti il suo cazzo da dietro....le mani continuano ad esplorarti e scendono sempre più giù...accarezzano la tua figa mentre cavalchi l'altro cazzo...poi si spostano fino ad arrivareal tuo culo...prima le senti sulle tue chiappe poi si fanno sempre più audaci e una arriva vicino all'altro tuo fiore...tu continui la tua cavalcata...senti il cazzo duro dentro di te...i tuoi muscoli vaginali lo spremono...intanto un dito da dietro inizia ad entrare dentro di te...poi ne senti due...stai godendo...un cazzo un fica e due dita nel culo...ad un certo punto le dita escono...senti una mano premee la schiena per farti capire che devi piegarti verso il basso..smetti un'attimo di cavalcare...ti abbassi e senti la lingua di quello che cavalcavi lambire i tuoi seni aiutandosi con le mani...hai sempre il suo cazzo in fica...intanto dietro, le mani dell'altro ti allargano le chiappe....e inizi a sentire qualcosa di + grosso rispetto alle dita...è il cazzo del secondo uomo...il tuo respiro si fa sempre + affannato per via dell'eccitazione e del godimento che stai provando...lo senti entrare dentro di te...sempre pìù lentamente per non farti male ma per farti provare solo piacere...il tuo respiro si blocca un attiamo...lo senti tutto dentro di te...anzi li senti tutte e due...uno in fica e l'altro in culo...aspettano un secondo che i tuoi muscoli si adattino ai loro cazzi..e poi con movimenti coordinati..iniziano a scoparti....
...sei piena dentro di te...due cazzi...uno nel culo e l'altra nella figa che coordinati ti stanno scopando...tu sei ancora con la benda...sensazioni mai provate prima...nella stanza si sentono i tuoi gemiti ad ogni affondo...due mani e ogni tanto una lingua di quello di sotto, li senti sui tuoi seni...altre mani sui tuoi glutei...le tue mani appoggiati sul letto facilitare i tuoi movimenti...senti arrivare l'ennesimo orgasmo di questo incontro...tutto il tuo corpo rabbrividisce e ti bagni come una fontana...esausta ti accasci sull'uomo sotto di te...i cazzi ancora duri si sfilano da te...senti che ti girano...ora hai la schiena a contatto con il torso dell'uomo che ti stava sotto...le sue mani iniziano ad accarezzarti in un lento massaggio...senti il suo cazzo duro vicino al tuo secondo fiore...intanto l'altro uomo ha iniziato ad accarezzarti le gambe...e ogni tanto ti fa sentire il suo cazzo lunghe di esse...le mani di quello di sotto iniziano di nuovo a massaggiare il tuo seno...la voglia sta rinascndo...con il cazzo vicino tu inizi un lento massaggio col tuo sedere...poi le tue mani si avvicinano a lui, glielo prendi e telo indirizzi nel tuo secondo canale...piano, lentamente entra dentro di te...lo senti tutto...intanto anche l'altro si sta avvicinando seguendo le tue gambe...lo senti vicino al tuo fiore, e come una carezza, lentamente entra anche lui dentro di te...se di nuovo piena...due cazzi...in fica e in culo...solo che sei in altra posizione...le tue gamba si incrociano sulla schiena di chi ti è appena penetrato...e di nuovo...come se lo facessero da anni...iniziano a scoparti...i tuoi gemiti ricominciano a farsi sentire...un odore di sesso e di corpi imprenia la stanza...mani ti accarezzano lungo tutto il corpo...vanno avanti, dentro di te...li senti prendere velocità...ti manca il respiro...e inizi il piacere arrivare...fino a quando hai di nuovo un brivido...l'orgasmo è arrivato...urli dal piacere...ma loro non hanno finito..i loro cazzi sono ancora duri...ad un certo punto pronunci con un fil di voce..."venitemi in viso"...e come un comando, la macchina si ferma....escono da dentro di te...ti fanno sdraiare...senti i due cazzi dri vicino alle tue labbra...ed inizi ad assaggiarli..prima uno poi l'altro..senti i tuoi sapori...poi ti fai più decisa e inizi un doppio pompino...alternadoti..prima uno poi l'altro, e poi di nuovo...fino a che no li senti pronti...che sta per arrivare anche per loro finalmente l'orgasmo...apri la bocca tirando fuori la lingua e... ti sborrano come due fontane...accogli tutti in bocca...sborrano copioso il loro nettare....lo senti tutto...e lo ingoi...un sorriso di gratitudine e appagamento compare sul tuo volto...e come sono arrivati..le due macchine da sesso...silenziose...escono lasciandoti ancora bendata....
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14 years ago
admin, 75
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Il Drink Preferito
Sapevamo che la serata sarebbe stata particolare ma che si arrivasse a questo punto onestamente non era nelle previsioni, ma cominciamo con ordine e dal primo drin drin della chat.Non ricordavamo di aver aggiunto questi amici alla chat ed ancor meno su skype. Primo immediato controllo del profilo di SC da parte di Laura che esclama “sembrano interessanti ed obbedienti, comunque contattiamoli e provochiamoli un po’ vediamo come reagiscono ...â€. Come al solito Laura, rossa di natura in tutto, non si tira mai in dietro difronte alle sfide e clicca sul pulsante di chiamata dell’audio conferenza.Drin Drin Drin Drin ... si attiva la connessione ed esordisce con un secco e perentorio: “Ciao†, una voce di uomo timida risponde:“Ciao ragazzi, come va? Piacere di conoscervi siamo .. “ ..... Laura mi guarda sorridendo, e con fare autoritario esordisce : â€Poche parole vi aspettiamo al motel Western alle 20.30 questa sera e venite preparati ...!!!â€â€œOk obbedisco, sappiamo come preparaci ci saremo.....â€Incredibile, non avevano proferito parola un semplice “obbedisco†evidentemente avevano capito subito lo spirito della chiamata o forse stavano solo giocando ma ormai la sfida era lanciata.La giornata trascorre in ufficio con il solito ritmo, ma il pensiero è fisso sulla serata che ci aspetta. Nel pomeriggio chiamo Laura a cellulare per ricordarle dell’appuntamento e di prepararsi a dovere per la serata. “c’è una coppia che deve essere “iniziata†al giocoâ€. Lei mi chiede semplicemente “Mi vuoi in rosso o in nero ?â€, donna fantastica pensavo tra me e me e con la solita calma le rispondo....â€Entrambi .....â€Alle 18.00 sto per avviare le procedure di spegnimento del Pc ed arriva un messaggio dalla coppia sconosciuta ....â€Mi sto preparando .....il nostro cellulare è 111.345678â€, Immediatamente rispondo inviando un SMS e tenendo in copia Laura “Bene vedremo se vi sarete preparati bene ....â€.Tornato a casa trovo Laura che si sta preparando per la serata con un vestitino da diavoletto nero con inserti di raso rosso, un perizzoma nero ed un paio di scarpe rosse diciamo pure che era un bel vedere. In 10 minuti mi svesto e mi preparo per la serata mentre Laura prepara la sua borsa degli attrezzi.Alle 20.20 siamo al motel e prendiamo subito una camera con idromassaggio per noi due, dopo di che inviamo un sms alla coppia della serata “Stanza 202 e venite preparatiâ€.......Nel frattempo Laura prepara sul tavolinetto la sua collezione di vibro, il suo strap on, le candele, il gel, le manette, le corde e le immancabili fruste mettendo tutto bene in ordine secondo una sequenza logica precisa. Lei sa sempre cosa fare. Ma ogni volta mi sorprendo della meticolosità con cui esegue tutte le operazioni del caso.Questo spiega perchè quando si deve preparare per uscire e fare i bagagli ci mette un tempo atavico.Dopo due minuti dall’invio dell’SMS sentiamo bussare alla porta e prontamente apriamo. Il primo impatto è evidente ci guardiamo negli occhi io e Laura e dopo uno sguardo di intesa esordisce dicendo ai nuovi venuti: “Devo dire che vi siete praparati proprio bene†. Lui aveva al collo un guinzaglio attaccato ad una catena che la compagna tirava con forza trascinarlo dentro la stanza.Era bendato, con un paio di scarpe con i tacchi, calze autoreggenti, un perizzoma molto sexy, e su una specie di vestaglia che gli scendeva a mo’ di minigonna. La compagna, una donna molto bella, era con un vestitino semplice in lattice nero a tubino, un paio di stivali neri un paio di calze da urlo ed una borsa che sembra tanto la borsa degli attrezzi di Laura.“Eccola vi ho portata la puttana della serata†poi si rivolge al suo Slave e con fare autoritario gli ordina “ saluta i tuoi padroni ....†e fa seguire l’ordine da uno schiaffo sonoro. Lui fa un cenno con la testa timido ma neppure finisce che riceve un ulteriore spintone dalla sua compagna che lo fa inginocchiare a terra e Laura li vicino prontamente gli mette il piede con le scarpe in bocca in modo che lui possa leccarlo per bene.Lui apre la bocca ed accoglie volentieri la punta delle scarpe di Laura tutta in bocca. Laura con un sorriso cinico si gode la scena e poi rivolta verso la nuova arrivata si presenta:“Grazie cara per averci portato la puttana, io sono Laura e lui è Flo, come si chiama la Puttana ?â€â€œLa puttana si chiama Carla ma puoi chiamarla Stronza o Puttana, io sono Mary la sua padrona.....â€.Laura appena sentito il nome della puttana si rivolge a Carla dicendole ...â€Stronza lecca bene le scarpe e puliscile tutte ....†e sulla scia di quanto fatto da Mary in precedenza fa seguire il suo comando da un sonoro schiaffone che si stampa sulla faccia di “Carla†lasciando un evidente segno rosso..... Io vado verso Mary e senza esitare le metto la lingua in bocca poi rivolto a “Carla†esordisco: “Stronza lecca bene hai sentito la tua nuova Padrona ? Ora faccio vedere alla tua Donna cosa è un vero uomo ....â€.....e faccio seguire le mie parole da un calcio ben assestato sul culo di “Carla†che è inginocchiata a leccare le scarpe ed i piedi di Laura.Mary apprezza molto i miei baci e mentre limoniamo in modo passionale da anche lei un calcio alla stronza colpendola sui testicoli dicendo ...â€Vedi come fa un vero uomo .....stronza....â€.....Laura nel frattempo si era tolte le scarpe e, sedutasi al bordo del letto, stava infilando i suoi piedi sudati nella bocca di “Carla†e quando per sbaglio la stronza la sfiorava con i denti mentre la leccava immediatamente partivano dei calci diretti sui suoi testicoli in modo che si inclinasse di più in avanti ed aprisse di più la bocca. Mary nel frattempo senza perdere troppo tempo ha messo le mani in mezzo alle mie cosce e cacciato fuori il cazzo ha cominciato a menarlo e poi a leccarlo e quando lo ha visto duro ha preso il guinzaglio ed ha tirato forte verso se dicendo....â€Puttana vieni qui ora, devi salutare anche Flò non solo Laura ...†ed avvicina “Carla†al mio cazzo glielo infila in bocca mentre gli spinge giù la testa con la mano in modo da farglielo scendere tutto in gola...e poi gli ordina nuovamente: “Ora lecca bene e non farlo uscire mi raccomando ....†.....SI capiva che Mary non lasciava spazio alla sua Puttana.Carla poverina stava quasi soffocando le mancava il fiato e dopo un minuto si tira leggermente in dietro per riprendere fiato, Laura appena percepisce il movimento prende la paletta di cuoio che aveva sul tavolinetto e tira un sonoro colpo sul culo della mal capitata che sobbalza in avanti e ingoia nuovamente tutto il mio cazzo fina all’altezza delle palle.Mary si stava godendo la scena e senza esitare fa cenno a Laura di continuare con le sculacciate e Laura sferra in sequenza altre 4 sculacciate che trasformano Carla veramente in una docile puttana da culo segnato da lunghi segni rossi.A questo punto Laura esclama “Ora vieni qua puttana sdraiati a terra che mi serve uno sgabello.....†Appena Carla fu sdraiata a terra Laura spostò il suo perizzoma e si sedette sulla faccia della Stronza facendo in modo che la bocca di “Carla†fosse all’altezza del suo buco del culo. La puttana ebbe come un attimo di esitazione e di soffocamento.Mary chiaramente segue a ruota quanto iniziato da Laura e dopo uno sguardo di intesa esclama: “ecco brava Laura serviva anche a me un poggia scarpe ...†e così dicendo dopo essersi seduta sulla sponda del letto sale con le scarpe sul cazzo della sua schiava mentre guardandomi dolcemente esclama ....â€Dai vieni a leccarmi la fica che ho voglia....â€....ed apre le gambe sollevando il bacino facendo leva sui tacchi che vanno a conficcarsi nei testicoli di “Carlaâ€.Non faccio ripetermelo due volte e alzato il vestitino in lattice comincio a leccarle la fica profumata che ha facendo penetrare la lingua tutta dentro il suo sesso caldo e dopo pochi colpi di lingua scopro con mio immenso piacere che comincia a colare di piacere ed un sapore dolce e coinvolgente invade la mia bocca. Carla, soffocata dal culo di Laura, e dolorante per le scarpe di Mary, dopo un po’ comincia a muoversi ....... quando Mary si accorge della cosa si toglie la scarpa e sferra un calcio sulle palle della sua schiava.....â€Ti ho sempre detto che non mi devi far fare brutta figura e non ti devi muovere quando mi faccio leccare la fica.....â€. Carla si contorce ancora di più dal dolore ma smette di muoversi per alcuni secondi, è evidente che Mary sappia dare ordini convincenti. “Carla†non resiste tuttavia molto ferma e dopo poco riprende a muoversi per il dolore....allora Laura con mia grande sorpresa esclama “Allora non hai capito mi sa che dobbiamo legarti ....â€.Così dicendo afferra il collare dalle mani di Mary, che si sta godendo la mia leccata alla fica, e trascina “Carla†sul letto. Le sfila le mutandine e la lega in ginocchio ai piedi del letto.Lega le mani con delle manette alla testa del letto ed gli lega le gambe ai due piedi del letto in modo da lasciarle le gambe completamente aperte ed il culo bene in vista. In questa posizione Carla era veramente invitante, con quel culo depilato e quelle calze autoreggenti. Laura, terminate le operazioni di legamento, prende la paletta di cuoio larga e comincia a colpire il culo esposto della stronza con colpi sempre più decisi e forti che lasciano evidenti segni sul culo bianco della Puttana che ogni tanto emette qualche gemito di dolore..... “Stai zitta stronza che mi disturbi...†gli urlo io e per evitare che urlasse ancora mi reco sul letto e le infilo il cazzo in bocca per farla tacere.Mary visto che avevo smesso di leccarla a causa della stronza non ci pensa su due volte e gli sferra un calcio tra le gambe aperte che si staglia preciso sui testicoli pensolanti....â€Puttana stai zitta .... che ho voglia di cazzo e di scopare....†e così dicendo viene anche lei sul letto da me e tirata via la benda alla sua schiava si mette con la fica aperta difronte a me in modo che la Stronza potesse vedere e si prendere il mio cazzo tutto dentro urlando..... “Ahhh si scopami ... che vero uomo ... scopami....â€..... Laura nel frattempo ha smesso di picchiare il culo rosso di Carla e con l’elastico le ha legato i testicoli e li tira con forza mentre accende le candele ed aspettava che la cera si sciolga.Mary dopo una bella scopa ed aver avuto il suo primo orgasmo si fa leccare la fica dalla sua schiava per farsela pulire bene dopo di che apre anche lei la sua borsetta e tira fuori uno strap on bello grosso che con maestria cosparge di gel ed esclama: “e’ arrivato il tempo che faccia vedere quanto sei puttana vera ....†e così dicendo si posiziona dietro a Carla legata al letto ed in un colpo le infila quel grosso cazzo nel culo.....E dopo qualche attimo comincia a pomparlo con vigore tutto dentro. Laura eccitata dalla situazione non si fa neppure invitare ed infila anche lei il suo strap on e mentre Mary incula la sua puttana lei gli fa colare sulla schiena la cerca calda...... Carla quando sente le prime gocce di cerca sul culo e sulla schiena caccia un piccolo urlo ...e Laura prontamente rivolta verso di me mi fa “ Falla stare zitta questa troia....â€.Io che ero sul letto prontamente mi avvicino a Carla che con faccia supplichevole vorrebbe che smettessero e le infilo in cazzo duro in bocca. La cosa fa eccitare la puttana che ha una erezione mostruosa....Laura accortasi della cosa mette su il suo giocattolo e chiede ad Mary di lasciarle il posto e con forza infila il suo strap on blu nel culo di Carla cominciando a pomparlo dentro con forza tenendo legate le sue palle. Nel frattempo Mary mi raggiunge sul letto ed una volta messa a pecorina mi chiede di essere inculata anche lei ed io obbedisco e con dolcezza le infilo il mio cazzo duro e grosso nel culo facendo in modo che Carla guardasse la scena.Laura nel frattempo si è tolta lo strap on ed ha pensato bene di lasciarlo inserito nel culo della puttana e poi recatasi sul suo tavolinetto prende un altro didlo ed infila anche quello nel culo di Carla sussurrando al suo orecchio ...â€Ora ti sfondo......†......Carla lancia un urlo di dolore che prontamente vado a soffocare togliendo il cazzo dal culo di Mary e mettendolo in bocca a Carla tutto sporco....â€Leccalo stronza....â€.Laura approfitta della situazione per slegare Carla esausta dal letto e dalle tante inculate avute ma le ordina ...â€Non far cadere i didlo dal tuo culo Puttana...†.....Così combinata Carla si accomoda sul letto a pancia in su con il cazzo in tiro .... Laura subito con i piedi comincia a martoriare il cazzo in tiro fino a sedersi con la fica sul cazzo in modo che i didlo entrassero tutti nel culo di Carla che lancia un ulteriore urlo lancinante mentre il culo si dilata in modo inverosimile..... Laura con il cazzo della Stronza dentro comincia a muoversi godendoselo tutto .... ed insultandola ...â€Troia che non sei altro ma riesci a scoparti una donna ....??!??†..... E dopo poco vedo Laura che ha un bellissimo orgasmo ed anche Carla ormai esausta esplode dentro Laura....... Prontamente Mary vista la scena va verso la sua schiava le toglie i didlo dal culo e chiede a Laura di sedersi sulla faccia della troia “Su leccala tutta e bevi tutto stronza...†nel frattempo tira su le gambe della sua troia e mi chiama......†Su inculati la troia ......†senza pensarci due volte gli infilo nel culo il cazzo e comincio a pomparla mentre Laura gli cola in bocca con la fica........ “Sai Floò mi scappa anche la pipì ....†mi dice Laura mentre inculo la stronza .....â€Laura fai la brava ...dopo ....†...Dopo i violenti colpi sferrati al culo di Carla, Mary mi viene vicino e mi viene sopra voleva godere anche lei come Laura e comincia a scoparmi fino a farmi esplodere dentro di lei tutto nella fica.. ..â€Si Si riempimi la fica ....... che bello.....†......Dopo anche lei si mette sulla bocca di Carla per colargli dentro la mia sborra calda raccolta amorevolmente nella sua fica.......Carla ha ora tutta la faccia sporca di sborra ed anche io ne approfitto per farmi ripulire il cazzo per bene ....... Al che Mary esclama.... “vedi quanto sei puttana e stronza ti sei nuovamente sporcata tutta di sborra ora tocca ripulirti ...†e così dicendo la fa mettere a 4 zampe e la trascina in bagno, Laura eccitata all’idea della cosa prende un didlo e mentre Carla gli passa davanti glielo infila nel culo dicendo .....â€ecco così cammini meglio ed hai anche la codina ...hihihihâ€....... Una volta nel bagno Mary fa sdraiare nella vasca del bagno Carla e messasi a cavalcioni sul bordo della vasca gli piscia in faccia.......â€su dai bevi tutto stronza....†Urla Laura; dopo poco anche Laura segue l’esempio di Mary e scarica la sua piscia nella bocca e sulla faccia di Carla......La scena mi fa salire nuovamente la pressione portandomi ad una nuova erezione quindi ordino a Carla di girarsi e ne approfitto per incularmela nuovamente con forza fino a sborrarle nel culo mentre Mary e Laura gli marsturbavano il cazzo e le palle.......Poi lasciamo Carla a farsi una doccia nel bagno ....ed appena uscita dal bagno l’accogliamo con una clamorosa risata di simpatia e finalmente ci presentiamo.....“Ciao Piacere Flo†“Ciao Piacere Lauraâ€.... “Ciao piacere Paolo ....†...â€Ciao Piacere Mary....â€Poi Mary esclama porgendo a Paolo un bicchiere “Ti abbiamo preparato il tuo drink preferito Cuba Libreâ€......-Una fantasia dedicata alle fantasie di voi tutti - [email protected]
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14 years ago
IncantoLunare, 33/28
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2 black Cuba 2000
Risale ad alcuni anni fà, eravamo a Cuba.
Il racconto e' stato scritto da Amanda per un altro sito anni fà.......
A me piace fare sesso con il mio marito Luca ma da alcuni anni siamo arrivati nel mondo dello scambio e ne siamo veramente contenti.
A Luca piace molto anche vedermi sedurre altri uomini, sempre pero' sotto suo controllo seppur molto discreto. Quando poi si arriva ad andare a letto con questi ultimi sono scintille !
A lui piace molto la trasgressione ed io lo amo ancor di più anche per questo.
Eravamo in un albergo e lì avevamo conosciuto dei ragazzi locali molto simpatici.
Dopo aver passato una sera insieme nei pressi di un bar proposero di farci fare un corso di ballo che si sarebbe tenuto nel locale stesso la sera successiva.
Andammo, io arrivai con un abitino corto che, credo, stimolò molto la loro fantasia sessuale.
Durante il corso ballai con loro tre.
Erano proprio bravi ed è proprio vero che i loro corpi sentono la musica in maniera straordinaria.
Io invece, quando mi stringevano forte, sentivo il loro grosso pacco probabilmente eccitato ballando con la sottoscritta e, penso, attiravo l'attenzione anche di molti altri presenti.
Le loro mani a volte scendevano un po sotto la mia vita, io li guardavo e sorridevo quindi loro ne approfittavano ancor di piu', a me piaceva essere al centro dei loro bollenti sguardi e non solo. Luca ogni tanto mi faceva l'occhiolino con il quale mi da' il benestare quando io vado un po oltre con altri uomini. Ci divertimmo tutti molto.
Ci ritrovammo la sera successiva in un altro locale molto fumoso e squallido.
Io e Luca ci guardammo e loro capirono che non ci piaceva il posto.
Cosi' tornammo al nostro albergo a bere qualcosa assieme a due dei tre amici.
Alle dieci in accordo con Luca io decisi di stupirli invitandoli in camera nostra.
Ci chiesero perché, io mi alzai e mi recai al banco cosi' finché i loro occhi fasciavano visibilmente il mio fondoschiena Luca rispose: a divertirsi ! I due acconsentirono, probabilmente erano già eccitati e speravano in qualcosa.
Arrivati in camera dopo 20 minuti di risate per varie cazzate che mi permisero di alzare ulteriormente la temperatura con miei strofinamenti più o meno casuali sui loro corpi Luca propose un gioco nuovo per farmi felice.
Dopo quasi una ora di preliminari vari si misero tutti e tre nudi a mia disposizione.
Prima io scopai con Luca poi mi mise alla pecorina e mi sodomizzo'.
Poi mi scopai uno di loro a smorzacandela finché l'altro e Luca mi toccavano tutta.
Dopo essermi estratta il primo dei due cazzi neri Luca mi rivolle tutta per lui per 3 minutini nei quali mi riscopo' in entrambi i canali, a lui piace molto scoparmi in presenza di altri che ansimano in mia attesa...
Dopo Luca mi scopai il secondo amico alla caprina.
L'ingordo non si accontento' della mia passerina e, dopo aver visto Luca, ad un certo punto me lo mise nel di dietro.
Me lo sentii aprire ulteriormente ma mi fece molto piacere tanto che Luca mi chiese se lo doveva fermare ma io dissi che se stasera volevo essere troia lo volevo fare fino in fondo.
Forse non usai le parole giuste o forse Luca si ingelosì un po': forse per ripicca parlo' in spagnolo con l' altro nero; io non capii ma intesi subito dopo.
L' amico si infilo' sotto di me ed in un momento in cui l' altro lo aveva fuori dal mio corpo me lo rimise nella passerina io gli dissi anche si' si' si' ma dopo qualche secondo mi sentii sfondare ancora il culo. Ne avevo due dentro! Due neri! Uno per buco! Dopo un attimo Luca mi disse ti va amore? Gli dissi : SI, PORCO! Cosi lui mi chiese anche di succhiarglielo cosi che sarei stata troia del tutto. Non me lo feci ripetere e glielo succhiai ! Ero a tre!
Uno di loro due ad un certo punto esplose e gonfio' di sperma il preservativo cosi ci fermammo perché non mi fidavo oltre.
Mi sentii divelta per un paio di giorni e a Luca piaceva scoparmi e dirmi che non sentiva più nulla e che ero troia al cubo, tanto ero aperta . Ma in realtà sentiva eccome: visto che mi veniva dentro ogni volta.
I giorni dopo i due amici venivano sempre in spiaggia per stare con noi ed ammirare il mio perizoma ma non ci fu altro sesso anche se mi piaceva sentirmi fasciata di sguardi e desiderata.
Amanda e Luca
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14 years ago
lucaeamanda, 51/50
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Un sabato speciale...
è sabato, nell'aria si sente che oggi e' un giorno speciale. Lo sappiamo entrambi.Dobbiamo solo aspettare. Manca circa un'ora all'orario dell'appuntamento e, visibilmente tesi decidiamo cosa indossare. Lei è bellissima come sempre del resto, la amo da impazzire, amo tutto di lei: il sorriso, lo sguardo, il culetto da 10 e lode, le sue tettine, i suoi capezzoli mi turbano ancora dopo di vita insieme. Si è depilata scrupolsamente e mi mostra il risultato, non resisto e la bacio. Intanto si lascia bendare con una sciarpa di seta blu notte che contrasta con il biondo dei suoi capelli. La porto sul letto e la dico di rimanere a 4 zampe col suo culetto fantastico completamente esposto agli sguardi e non solo.Me la guardo così in attesa di qualcosa o qualcuno che.... Campanello!! Apro la porta. Una mano la sfiora, leggerissima e delicatissima. Lei vibra al tatto della mano come non l'avevo mai vista prima, si inarca come solo lei sa fare e si offre. Si fa baciare, la sua lingua si addolcisce come solo quando e' eccitata le riesce, è affamata e assetata; il pene le sfiora il viso, lei lo sente e lo cerca con le labbra. eccitatissima inarca ancora di più il suo culetto intanto poggia le labbra sul pene e lo fa suo. Il movimento incontrollabile del bacino è un invito troppo forte, il pene lascia la sua bocca e comincia a baciare la fighetta giàeccitata. In un colpo solo entra e lei urla! Fermo dentro di lei la osservo muoversi, il pene è tutto dentro e il suo culo si muove come solo lei sa fare. So quello che vuole...esce si avvicina al buco del culo che magicamente lo ospita e comincia a muoversi come una pazza. eccitatissima come non l'avevo mai vista, si tocca, grida, e si lascia sfondare fino a godere....le tolgo la benda e la bacio: lei cerca l'altro con lo sguardo. Non c'è mai stato!
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14 years ago
aaaprinceandstar, 41/38
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La donna sullo sgabello
Ci sono donne a cui piace avere un segreto, anche Maria ne aveva uno. Il lavoro al bar la teneva impegnata tutto il giorno e la routine di quel lavoro stressante, l’aveva ormai resa insensibile ad ogni forma di comunicazione con gli avventori del bar che bisognava tenere a debita distanza quando si avvicinavano a fare complimenti sperticati, perché lei era una donna sposata e con due figli e non poteva assolutamente cedere alla tentazione di farsi due chiacchiere con il primo belloccio che capitava nel bar.
Maria aveva dovuto sacrificare la sua vita alla famiglia, al marito, al lavoro e a tutti quei doveri che la vita le aveva imposto e che gli erano costati rinunce a desideri e sogni che avrebbe voluto realizzare, ma che forse non aveva mai potuto nemmeno immaginare, presa come era da tutte quelle responsabilità che la tenevano saldamente legata ai suoi doveri di madre e di moglie.
Ma chissà cosa pensava Maria, seduta sul suo sgabello dietro al banco del bar, quando per la prima volta accese il suo computer per collegarsi a quella chat che aveva conosciuto la sera prima, quando aveva sorpreso il figlio a chattare con una donna nuda in webcam, come del resto accade a tutti gli adolescenti che si affacciano al sesso e che in lei, oltre allo sdegno materno, aveva suscitato forse anche una curiosità tipicamente femminile che la spingeva a esplorare una realtà che non conosceva, lontana dal suo solito ambiente, dalle sue amicizie, lontana forse anche dalla sua stessa vita, ma forse proprio per questo motivo questa novità la stuzzicava.
Una chat è un luogo per farsi due chiacchiere come al bar, ma non esiste fisicamente, la gente si incontra e si conosce in posti virtuali chiamate “stanze” in cui nascono discorsi, a volte desideri che durano il tempo di una sigaretta, poi si chiude la finestra e si torna a lavorare, ma stavolta le chiacchiere erano andate oltre il tempo di una sigaretta, quel nick “flautodolce”era simpatico, era piacevole parlarci, e quando le chiese di sentirla al cellulare, Maria acconsentì.
La sua voce era calda, le piaceva, eppure Maria non sapeva perché avesse accettato di parlare con quell’uomo, del resto non avrebbe mai potuto conoscerlo, la sua vita era già tutta impostata, avviata sui binari di quei doveri e di quelle responsabilità che la facevano correre dritta come un treno nella notte, vedeva la vita e le luci lungo il tragitto, ma non poteva fermarsi, le sue emozioni venivano riflesse su uno schermo e la sua vita le passava davanti come un film.
Eppure questo film era diventato reale nella sua mente, sapeva che stava rischiando, ma sapeva anche che la posta in gioco era per lei, quella sensazione forte di rapimento che la assaliva ogni volta che in preda del desiderio, giocava col suo amante.
Sentiva il desiderio crescere sempre più forte in lei, ogni volta che leggeva le sue parole in quella chat, che ascoltava la sua voce calda e suadente al telefono, mentre si scambiavano carezze verbali e promesse virtuali, cresceva in lei un’emozione sconosciuta che le procurava quell’uomo misterioso, che in pochi giorni era diventato il suo segreto amante virtuale.
Ma non bisognava far conoscere a nessuno quel suo segreto, ne sarebbe andata di mezzo la sua reputazione, la sua condizione di donna sposata non le consentiva di parlare liberamente con un uomo e tanto meno di desiderarlo, doveva essere un desiderio segreto, ma un segreto ti può rendere prigioniero e se il segreto è un desiderio, non te ne puoi più liberare finché non lo hai realizzato, perché sei allo stesso tempo il prigioniero ed il carceriere del tuo desiderio e se vuoi liberarlo, devi realizzarlo, trasformarlo in piacere.
Maria era ormai preda del desiderio di quell’uomo che la faceva sentire diversa da come si era sempre sentita, piacevolmente eccitata, non era stato mai così piacevole sedersi su quello sgabello dietro il bancone del bar, da quando “flautodolce” in chat le aveva chiesto di immaginare che lui fosse una presenza invisibile che la cingeva per i fianchi e le carezzava dolcemente il collo con la bocca, mentre lei era seduta su quello sgabello, ma volava con la mente dove la portava il suo amante segreto.
La mente può volare se il desiderio gonfia le vele del piacere, quel vento ti porta dove non sei mai stato e non ti resta altro che seguire il tuo piacere, non ci sono strade, sentieri, metodi o tecniche da seguire, basta solo seguire il piacere.
Il piacere rapiva Maria ogni volta che, collegata a quella chat, parlava col suo amante segreto dei sui desideri più intimi e nascosti, la prendeva un piacere mentale, profondo che le avvolgeva tutto il corpo, che la faceva agitare e sbattere nervosamente le cosce l’una contro l’altra come se fosse una farfalla che si è appena posata su un fiore, eppure Maria era seduta su quello sgabello in una posizione la cui instabilità la eccitava ancor di più perché doveva mantenersi in equilibrio mentre il piacere la assaliva, voleva lasciarsi andare, ma allo steso tempo aveva paura di essere scoperta a godere da chi l’aveva sempre vista lavorare su quello sgabello.
Mentre il suo corpo era seduto su quello sgabello, la sua mente volava e desiderava di essere carezzata e baciata dal suo invisibile amante che la immaginava vestita solo con calze autoreggenti e perizoma, con le scarpe a tacco alto che le facevano da contrappeso quando si reclinava leggermente indietro con le spalle ed il bacino, reggendosi in equilibrio con le mani poggiate dritte sullo sgabello, con le cosce spalancate per accogliere la lingua vogliosa del suo amante virtuale che sprofondava nelle sue grandi labbra, cinte solo dal perizoma che ormai bagnatissimo, le faceva sentire la presenza viva e pulsante di quella lingua vogliosa e penetrante.
Il desiderio che si sprigionava nel suo corpo non le lasciava più via di scampo, poteva solo godere, bagnarsi, ma doveva tenere nascosto quel segreto desiderio che la assaliva ogni volta che seduta su quello sgabello, come una farfalla si posava sul desiderio del suo sogno proibito e immaginava di volare col suo amante sulle ali del desiderio.
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Il Pizzino
Marco sta seguendo il montaggio di un grosso macchinario presso un cantiere vicino alla città dove vivono. La ditta che ha preso l’appalto ha a sua volta subappaltato ad una ditta siciliana: una decina di uomini, dai 20 ai 40 anni, a parte il loro capo ultra50enne. Fra questi c’è Riccardo un ragazzo 30enne, alto, moro, un po’ timido, ma molto serio e sveglio nel lavoro (e pare anche nella vita quotidiana), tanto che Marco lo prendeva molto a riferimento per la parte tecnico-teorica del lavoro, delegando al capo effettivo la parte pratica, il quale era ben lieto di non dover impazzire nella consultazione della marea di complicati disegni e schemi tecnici.“Il tipo che piacerebbe a Gioiaâ€, gli capitava di pensare a Marco ogni tanto, piuttosto alto ma non esageratamente, atletico, ma non palestrato, carnagione scura sul tipo mediorientale…Tante volte si era fantasticato a letto con “altriâ€, a volte coppie, ma più spesso singoli, ma mai andati oltre, benché a quelle fantasie Gioia si scatena in certi amplessi favolosi. Il massimo a cui ci eravamo spinti in circa 10 anni di matrimonio, era di rispondere a qualche annuncio e a conoscere qualche coppia, con la maggior parte delle quali era finita con il classico caffè conoscitivo al bar.Un sabato mattina siamo diretti, per una cerimonia, da parenti, con Gioia quindi molto “in tiroâ€, tanto non si badava molto alle facili chiacchiere dei parenti sul tipo di abbigliamento, anzi talvolta, proprio per fare “dispetto†Gioia indossava… semplicemente ciò che gli piaceva, incurante se questo avesse potuto destare “commenti†nella mentalità un po’ retrograda del paesino di campagna. Quel giorno, complice anche un’anomala giornata tiepida di metà febbraio, una camicetta bianca abbastanza fine, che sotto lasciava trasparire il reggiseno che conteneva quasi un po’ a fatica la terza misura abbondante di Gioia e una gonna a metà coscia, con uno spacco sul retro di qualche centimetro; sopra un leggero soprabito, non allacciato.Marco trova una scusa per passare in momento in cantiere:“Però scendi un momento dall’auto, così ti avvicini alla recinzione del cantiere e puoi vedere il frutto degli ultimi mesi di lavoro, oramai quasi terminato.†Gioia acconsente.A poche decine di metri tutti gli operai sono indaffarati per portare a termine il lavoro nei tempi prefissati, Marco si avvicina al capocantiere, ci scambia due parole, da un’occhiata al lavoro in corso, aspettando che Riccardo non sia troppo impegnato e fa per andarsene, quando, quasi raggiunta Gioia, si blocca come se avesse dimenticato qualcosa, si volta chiama Riccardo e gli fa cenno di raggiungerlo. Lui arriva; Gioia è a non più di 5 metri. Marco gli da qualche dettaglio sul suo specifico lavoro, mentre lui ogni tanto butta un occhio oltre a recinzione, verso quella bella donna che non è proprio usuale vedere in un luogo simile e poi prima di congedarlo: “Ah, scusa dimenticavo… a volte mi dimentico le buone maniere; lei e Gioia mia moglieâ€E Riccardo, quasi un po’ impacciato: “Signora… buongiorno… non posso darle la mano… sono un po’ sporcoâ€. Gioia fa un sorriso e un cenno della mano, come a comprenderlo e giustificarlo.Risalgono in auto e partono; dopo un po’, Gioia anticipa Marco che stava per chiederle cosa ne pensasse di quel ragazzo:“Chi sarebbe quello?â€â€œUno degli operai della ditta sicilianaâ€. Qualche secondo di pausa:“Bel figliolo!†Accompagnando la frase con uno dei suoi sguardi maliziosi, quando faceva battute del genere.“Chissà perché lo immaginavo che ti sarebbe piaciuto; e un po’ lo speravo.â€â€œPerché?â€â€œBeh, chissà che una delle tante nostre fantasie… un giorno non possa divenire realtà . Potrebbe essere un buon candidato, no?â€â€œBeh… si… però…; ma gli hai detto qualcosa? Qualcosa delle nostre fantasie intendo?â€â€œCerto che no!†Finì lì, anche perché eravamo arrivati a destinazione.La sera a letto si tornò sull’argomento. Si cominciò a fantasticare su quel bel ragazzo moro, magari da invitare a cena una sera, con la scusa del lavoro, con chiacchiere che vanno oltre il tema lavoro, che diventano allusive, con lui che capisce che ci può provare con Gioia, che lo provocava, con malizia: sguardi, carezze, baci, si finisce a farci l’amore con passione; e come spesso accade ciò contribuisce, anzi è fondamentale, a far diventare quella di quella sera, una scopata eccezionale, che porta Gioia, che solitamente non ha un orgasmo facilissimo, ad averne uno doppio.Il lunedì successivo in cantiere, Marco riscontra un’atmosfera un po’ particolare: risatine, mezze battute, ma tutti un po’ sul vago e soprattutto tutto un po’ incomprensibile nel loro stretto dialetto. Finalmente dopo un paio di ore e qualche insistenza c’è qualche ammissione, che pian piano si fa tradurre: “la moglie del capo ha fatto scalpore!†(capo… Marco fa solo da supervisore sui montaggi per conto della società presso cui lavora, ma lì è comunque definito il capo).E lui, divertito e anche soddisfatto perchè è quello che auspicava, sta al gioco: “Ah ok, se lascia tutto questo buon umore la faccio passare qualche altra volta, basta che poi lavorate ancora meglio, che sennò a fine mese scattano le penali…â€â€œLavorare meglio? C’è qualcuno che è poco abituato a vedere “ ‘na bedda figghia†come lei e rischia di essere un po’ confuso poi sul lavoro… vero Riccardo?†Risata collettiva, tranne Riccardo che abbozza un sorriso, non si capiva bene se più sul divertito o sull’infastidito. Con l’occasione Marco chiama a se Riccardo:“Ah, Riccardo, vieni che prima che torni in ufficio ti illustro alcune modifiche fatte ai disegni†e avviandosi al box adibito a piccolo ufficio di cantiere, continua: “Ma Riccardo, che ti fai dire? Veramente sei andato in crisi perché sono passato con mia moglie?â€â€œMa no… hanno fatto tutto da soli, io non ho detto proprio niente! Hanno cominciato a commentare appena siete andati via, sai come succede in cantiere no? E siccome io sono venuto vicino, hanno cominciato a chiedermi come era la signora…â€â€œAh… bene!†Mantenendo sempre un tono divertito, di chi sa stare al gioco: “e che volevano sapere? … tu che gli hai detto?â€â€œE che volevano sapere…? “ Riccardo era un po’ imbarazzato, allora Marco cerca di metterlo a suo agio: “Ma dai, hai detto tu stesso che si sa che genere di discorsi si fanno abitualmente in cantiere, no?†Preso un po’ di coraggio: “Ma niente… praticamente… se era “bbona†come sembrava da lontano!â€â€œAh, meno male! Non ti devi mica preoccupare; può fare solo piacere sentire che si ha una moglie che viene giudicata “bonaâ€! E che gli hai detto, se posso chiedertelo?â€â€œNiente… all’inizio niente…. Poi però non se la smettevano più… e così…â€â€œE così?â€â€œE così gli ho detto “ si è bona è bonaâ€, tanto per accontentarli!â€Risata divertita di Marco, che aggiunge, sempre con tono molto ilare:“Ah…, tanto per accontentarli! Beh, vabbè: che per il 90% sia considerata “bona†è comunque una bella soddisfazione!â€â€œMa… no… non mi sono spiegato, cioè… altrochè se è… bella! Complimenti, è proprio una bella donna, guarda… parola! Ma proprio per questo… non mi va di parlarne e mettere una donna così bella in mezzo a certe chiacchiere e non perché è la moglie del capoâ€â€œe dagli con questo capo!â€â€œsi, vabbè, però.. mi sono spiegato, no? Certe donne vanno ammirate e hanno tutto il mio rispetto. Veramente complimenti per la scelta: gran donna! E poi, se posso permettermi, mi pare pure di classe, non una delle tante “sgallettate†che vanno adesso; mi sono spiegato…â€â€œCerto, ti ringrazio Riccardo, anche per il tuo equilibrio e modo di fare, che si riscontra nel lavoro e a quanto pare anche in tutto il resto che ti riguarda. A tal proposito, visto che siamo nell’ultima fase del cantiere, prima che questo finisca, avrei il piacere di invitarti una sera a cena, se a te può fare piacere, come ringraziamento e stima per tutto, visto l’impegno e la serietà che ha permesso l’ottima riuscita di questo lavoro; una cosa personale, certo, che non ha nulla a che fare con la XXXX per cui lavoro.â€Dopo qualche indugio, per non far capire che avrebbe accettato di getto, probabilmente per poter rivedere un’intera serata Gioia, accetta: “Ma agli altri non dico niente, sennò è la fine!â€La sera ritornato a casa Marco espone la cosa a Gioia:“…ho messo in atto quello che avevamo fantasticato a letto, almeno la prima parteâ€. Gioia appare un po’ confusa: “Ma… però… come si fa… io non so… un conto sono le fantasie, che uno si modella a proprio piacimento e un conto è la realtà ! Io poi l’ho visto per nemmeno un minuto, con la fantasia ci sono andata a letto, ma nella realtà … non saprei… poi, lo conosci bene tu? Che ne sai cosa racconterebbe poi…â€.“Guarda Gioia, capisco e condivido benissimo tutto; a prescindere dal nostro sogno erotico: io lo avrei invitato lo stesso, perché è una gran persona a livello lavorativo e non solo. Abitasse qui credo che sarebbe uno dei miei, ma credo anche dei nostri, migliori amici. Quindi: considera che non ci sarà un risvolto “particolareâ€; prendiamola solo come una serata con un mio collega di lavoro, tranquilla, senza aspettative e cose “dovuteâ€.â€Con un sorriso Gioia capì, come sempre del resto l’intesa era pressoché assoluta.Il venerdì pomeriggio Marco e Riccardo concordano orari e modalità di incontro per la sera successiva. Alle 19:00 Marco e Riccardo sono a casa. Gioia indossa una gonna appena un po’ più lunga di quel sabato, ma con uno spacco laterale un po’ più lungo; si riesce a malapena a intravedere qui il pizzo delle autoreggenti nere. Però facendoci molta attenzione… Sopra magliettina molto attillata chiara, che lascia intuire il reggiseno a balconcino, che sostiene appena il bel seno di Gioia (la sua “arma†principale).Dopo alcune chiacchiere banali iniziali, c’è la cena, con altre chiacchiere sul più e sul meno di tanti aspetti della vita quotidiana. Dopo cena si scivola su temi un po’ diversi: la vita di coppia al mondo d’oggi, i tradimenti, le coppie che sempre più “scoppianoâ€. E qui si prova a far intuire qualcosa, quando Marco: “Guarda, questi sono temi particolari, ma Gioia è il più bel dono che poteva farmi il destino; non riuscirei a vedermi con nessuna altra donna. Io non dico che nei milioni di altre che potrei incontrare non ne potrei trovare una più bella, benché per me lei è bellissima, ma nessun altra mi darebbe la certezza del rapporto che abbiamo insieme, sarebbe un azzardo che non farei mai e poi mai. Lasciarla per un’altra? Sarebbe un salto nel buio che proprio non riesco a pensare! In una vita da passare insieme è pressoché impossibile che una volta o più non capiti di sentire attrazione fisica per un'altra o lei per un altro, ma qui sta il bello: sappiamo benissimo che quella sarebbe pura e semplice attrazione fisica e possiamo ammettere anche di andarci a letto con un'altra o un altro, ma solo per sesso, per la voglia del momento: l’amore e l’affetto, la dedizione sono sempre e solo l’uno per l’altra. Per noi!.Gioia, vedendo che Riccardo osservava anche lei, annuiva serena e distesa, confermando le parole di Marco con un semplice:“E’ proprio vero!â€Riccardo era ammirato: “Che invidia ragazzi! E’ quello che ho sempre desiderato, che probabilmente tanti desiderano, ma che credo pochissimi riescono ad ottenere. Una serenità tale… Non fraintendetemi, non ho colto solo questo nel vostro discorso e non vorrei sembrarvi… materiale, ma capisco come si possa vivere felicemente una vita di coppia, senza la tensione del “vorrei ma non posso†con un'altra o un altro; piuttosto voi avete una… “licenza di poter fareâ€!â€â€œSi, ma senza abusare.†Aggiunse Marco.E Riccardo: “Sicuro, sennò è un rapporto… poco solido credo. Però… certo, a parole potrebbe essere facile, ma se a uno di voi due dovesse succedere davvero?†E qui Gioia:“Magari… è già capitato… però, eccoci qui a parlarne e a pensarla come prima!â€Riccardo era tra il trasognato e l’ammirato. Un sospiro profondo faceva capire tante cose.Però… le serate, come le ciambelle, non sempre riescono col buco. E quella sera, malgrado l’atmosfera particolare e il desiderio di tutti che si intuiva, ma che nessuno osò palesare… fini lì... con lunghi silenzi in cui ognuno avrebbe voluto che qualcuno avesse fatto qualcosa, ma che nessuno ardì fare.Riccardo fu riaccompagnato da Marco e Gioia all’albergo dove alloggiava. La stessa sera a letto ancora una scopata passionale, anche se aleggiava anche un pizzico di rammarico, fantasticando su mille risvolti che avrebbe potuto prendere quella serata, con Gioia che faceva trasparire tutta la sua passione e trasporto verso quel ragazzo.Ultima settimana di cantiere; Riccardo e Marco tornavano nei loro discorsi su quella serata, sul bellissimo rapporto, sulla mentalità così aperta, ma anche sulla bellissima donna, fuori e dentro, c’era un’ammirazione intensa verso quella donna così “avvenenteâ€, che era il termine che più adoperava Riccardo nei suoi confronti. Marco non poteva non provarne un gran piacere, anche se un certo rimpianto per quanto poteva accadere, ma pareva non decidersi ad accadere. Un vero peccato non approfittare di una situazione così invitante e mandare a monte l’avverarsi di un sogno tante volte condiviso con Gioia.Ultimo sabato di lavoro per la ditta siciliana, mezza giornata dedicata a smobilitare, fino al primo pomeriggio. La domenica mattina sarebbero ripartiti con i mezzi per tornare nella loro regione.Vista la bella compagnia che rappresentava, Marco invita Riccardo a passare quell’ultimo pomeriggio insieme, in qualche locale “in†della città . Riccardo accetta ben volentieri.Appuntamento alle 17:00 in una piazza del centro. Gioia sempre molto in tiro: ancora una gonna scura, camicetta chiara, calze e, osando un po’, anche reggicalze. Scarpe con tacco alto che la slanciavano ancora di più.Si va in un locale che sceglie Marco (che aveva trascorso il pomeriggio del giorno precedente a… testarli). Si ordina, si consuma, si chiacchiera, si va un po’ su argomenti moderatamente piccanti (oramai c’era una certa confidenza); poi Gioia chiede il permesso di andare in bagno. Dopo un minuto Marco risponde al cellulare; sembra molto preso dalla conversazione, ma pare anche rammaricato per qualcosa che deve aver dimenticato con Gioia. Interrompe un attimo la conversazione al telefono, da un piccolo biglietto a Riccardo e gli fa:“Scusa, una cortesia, raggiungi per favore Gioia e gli porteresti questo? I bagni sono di sotto.â€Riccardo con quel biglietto in mano è per un momento confuso e interdetto, non sa se ha capito bene; Marco ha ripreso a parlare al cellulare, ma con un sorriso in volto e un gesto gli conferma che può andare.Riccardo si avvia, sempre più deciso verso le scale, probabilmente ancora molto confuso, ma, forse capirà meglio una volta di sotto? Giunto sul corridoio dove si affacciano la coppia di bagni, prova a chiamare Gioia, indirizzando la voce verso l’unico da dove si intravedeva un po’ di luce; dall’interno di uno dei due si sente un “Si?†interrogativo.“Sono Riccardo… Marco… mi ha mandato giù, mi ha detto che dovevo darti questo…†Dopo qualche secondo la porta si apre appena, si affaccia Gioia; Marco gli aveva solo accennato qualcosa, che doveva andare in bagno, fargli un paio di squilli al cellulare ed aspettare, forse una sorpresa. Anche lei un po’ imbarazzata ed esitante… guarda lungo il corridoio, poi si decide: “Ma… non capisco, cosa ti ha detto?â€â€œSolo che dovevo portarti questo, lui era al telefono, io… mi sembra di aver capito bene…â€E lei, che continua ad osservare il corridoio e le scale che portavano giù; intuisce qualcosa, qualcosa che le fa sentire il cuore in gola, ma fa ancora finta di non capire : “Va bene… vieni entra un momento!â€Gioia richiude la porta alle sue spalle, Riccardo sta ancora con la mano tesa a porgergli il biglietto. Lei lo prende e lo apre, leggendolo per prima; trasale e rossa in viso per l’emozione, guarda Riccardo, che a sua volta pare quasi preoccupato per la reazione di Gioia, la quale e abbassa il biglietto quasi tremante, per farglielo leggere. C’era scritto:“Vorrei che uno di voi due mi riportaste gli slip di Gioia,ma che questi fossero il più “bagnati†possibile da Riccardo.A voi la scelta del come.Buon divertimento!â€Anche Riccardo era diventato paonazzo e, come Gioia, restato a bocca aperta. L’uno davanti all’altra, con dei respiri profondissimi che l’emozione e il forte desiderio gli facevano accusare. Ma la cosa non è durata più di dieci secondi: quasi contemporaneamente si lanciano uno nell’altro e si avvinghiano in un bacio appassionato e interminabile. Le lingue si rincorrono freneticamente, nelle bocche altrui; mentre si baciano Gioia fa qualche passo indietro, per appoggiarsi con la schiena al muro e sentire più la pressione del corpo di Riccardo su di lei: il suo profumo e la sua pelle così liscia ed abbronzata le facevano letteralmente perdere la testa. Il bagno è spazioso, elegante, pulito, elementi che l’hanno fatto scegliere da Marco, ma principalmente perché ce ne erano due, in modo che non si fosse creata fila fuori e i due amanti avessero potuto avere tutto il tempo desiderato per soddisfare le proprie voglie.I corpi schiacciati uno sull’altro, in un lunghissimo bacio appassionato, senza quasi riprendere fiato, o meglio respirando il respiro dell’altro. I bottoncini della camicetta che a partire dall'alto saltano; Gioia sente che la lingua di lui abbandona la sua bocca, le mordicchia il mento, le bagna il collo e scende sempre più in giù, mentre le mani la frugano con avidità dappertutto da sopra i vestiti, le accarezzano il viso, provano a incunearsi sotto i vestiti, ne sente di tanto in tanto il calore all'interno delle cosce. Intanto la lingua le lambisce la parte di seno scoperta, ma le mani di lui hanno agganciato il bordo superiore del reggiseno e lo hanno spostato un po’ verso il basso; il viso di lui sprofonda fra i seni: l'interno di questi avvolgono il viso di Riccardo, aiutati dalle sue mani che dall'esterno li spinge delicatamente verso questo.E Gioia...: le tante remore e timori che l’avevano frenata in tutti questi anni e che le avevano dato l’impressione che mai le avrebbero fatto realizzare le tante fantasie…. Praticamente in quel momento erano completamente svanite. Oramai il ghiaccio era rotto, oramai si era “compromessa†e a questo punto sentiva che aveva l’opportunità … c’era solo la voglia di “toccare con mano†la realtà ; i tanti sogni erotici ora li aveva a disposizione lì. E ne avrebbe approfittato: li avrebbe realizzati tutti, o almeno il più possibile. Avrebbe provato a mollare tutti i freni, proprio come quella Gioia che nelle loro fantasie, Marco faceva essere così porca e “spregiudicataâ€, e che le faceva provare, col trasporto della mente, sensazioni fantastiche mentre facevano l’amore. Ora aveva voglia di tutto: dare tutto… e tutto si sarebbe presa.Il corpo di lei si inarca verso Riccardo, anche per lasciare spazio tra la schiena ed il muro di infilare le mani sotto e di slacciare il reggiseno, che viene trascinato in basso da Riccardo, cadendo sul pavimento, facendo compagnia alla camicetta, che l'aveva di poco preceduto. Riccardo si stacca un momento indietro, per poter ammirare bene quello splendido seno sodo, ora completamente libero alla sua vista: perfetto! Soddisfatta la vista, per qualche secondo vi si tuffa di nuovo, con le mani e con la bocca. Gioia, dopo i primi minuti in cui era stata con le mani prevalentemente passiva, ricambia le carezze, in maniera sempre più audace, con l’istinto femminile che le facevano scendere le mani in basso verso il sesso di lui e che le facevano intuire, ancora da sopra i pantaloni, che c’era sotto qualcosa di “considerevoleâ€; anche se considerava da sempre le dimensioni non fondamentali, in quel frangente, la cognizione di ciò le fece provare un brivido di piacere in più, accrescendo ancora il compiacimento per quanto stava succedendo e per quello che ancora doveva accadere.La gonna a portafoglio di Gioia veniva facilmente sollevata dalle mani di Riccardo, che sempre più frequentemente si intrufolava sotto; Gioia slacciò la coppia di bottoni che la tenevano ancora su e anche questa finì sul pavimento. Ora le restavano addosso solo le calze nere velate, tenute su dal reggicalze, sempre nero, il tanga e le scarpe; Riccardo invece aveva oramai il torso nudo e i pantaloni che lentamente gli stavano scivolando sotto alle ginocchia. Mentre Gioia sganciava le calze dal reggicalze, per permettere di poter sfilare anche gli slip, Riccardo si liberava definitivamente dei pantaloni, finendo anche questi nel mucchio di biancheria in un angolo del pavimento. Ancora baci, sulla bocca e dintorni, carezze ,che oramai non risparmiavano più nessuna parte del corpo e che volevano saggiare lo stato del sesso del partner: Gioia era fradicia e Riccardo era grosso e duro. La bocca di lui cominciò a scendere insieme alle sue mani; gli slip stavano scendendo ed in pochi secondi lei si ritrovò solo con le scarpe indosso... non appena la bocca di Riccardo assaporò la sua fighetta, mentre le mani di Riccardo erano piene dei glutei di Gioia, lei si sentì attraversare il corpo da una specie di scarica elettrica e, subito dopo, pervasa da un grande calore che la fece sbrodolare come poche volte…avrebbe voluto il viso fradicio di lui fra le sue gambe per sempre ed intanto qualcosa anche in bocca… Per meglio agevolare il compito di lui che con la lingua la penetrava sempre più profondamente, poggio una gamba sul sanitario vicino e lasciò per alcuni minuti che lui impastasse la sua saliva con gli umori del piacere di lei. Poi lentamente lei lo fece alzare e, abbassandosi, tirò via gli slip di lui, che già comunque in parte scoprivano il suo sesso che evidentemente non ne poteva più di esservi costretto dentro…Senza dire una parola gli si accovacciò davanti e cominciò a leccarglielo delicatamente e poi, man mano che sentiva salire il piacere di lui, sempre più avidamente, nel modo che Marco le aveva insegnato, ovvero una mano a tenere l’asta ferma in bocca e l’altra a “giocare†con i testicoli; finchè fu lui a mormorargli “ basta così.. non resisto più..â€. Erano pronti! Gioia si mette nella posizione che più le aggrada, in un contesto simile, porgendo le spalle a Riccardo, ponendosi con le mani, lontane fra loro, poggiate sulla parete, all’altezza delle spalle, le gambe divaricate e il tronco piegato a 45°: la testa volta all’indietro a guardare quando il suo uomo arriva. Lo vede avvicinarsi con la sua asta tenuta ferma con la mano destra, la sinistra la sente che le accarezza l’interno della coscia, salendo fino all’attaccatura della gamba, per spostare la parte sinistra delle grandi labbra e allargare ancora di più la fessura, completamente bagnata dalla saliva di Riccardo e dagli umori del proprio piacere. Lei si piega un po’ sulle ginocchia, abbassando leggermente il bacino, per aprirsi un po’ di più e venirgli incontro. Prova un fremito quando sente il glande poggiarsi sul suo buchino; ma Riccardo non entra subito: pare giocare con il suo arnese. Lo guida con la mano, andando a saggiare con la punta l’intera lunghezza della fica di Gioia; avanti… indietro, poi di nuovo, 4, 5 volte... poi lo fa scorrere indietro, più su, lasciando che al taglio tra le grandi labbra si sostituiscano i morbidi glutei, che subito diventano più sodi, irrigidendosi quando lui si sofferma sul buchino dietro e pare lì indugiare, spingendo appena.“No…†sussurra, ansimante e vogliosa Gioia “davanti… adesso davanti…â€â€œSi, lo so…†Consapevole della piccola dolce tortura che sta infliggendo.Pian piano torna a spostarsi davanti, facendosi largo di nuovo fra le grandi labbra, rimettendo allineata la sua asta gonfia e perfettamente eretta, con la fica di Gioia. Spinge appena, con un nuovo sussulto di Gioia, accompagnato da un gemito, tanto per mettere dentro qualche centimetro e permettersi di mollare la presa della sua mano destra; lo mantiene così, porta entrambe le mani sull’esterno delle cosce di lei, carezzandole con decisione mentre le fa salire, sull’esterno delle natiche, poi sui fianchi. Qui si ferma, impugna con forza i fianchi, usandoli per fare presa, mentre si tira, con un unico movimento, deciso, ma lento ed interminabile, sempre più dentro a Gioia. Lei sente quella carne che la penetra, scivolandogli dentro con facilità estrema, malgrado le dimensioni non abituali per lei e generando, forse anche per questo, un piacere incredibile, fisico e mentale; il primo movimento è senza fine, la fa rimanere senza fiato, con la bocca semiaperta e stordita per tanto piacere. Tanto che quando lo sente finalmente arrivare in cima, come un fuoco, terminando la sua corsa e lì rimane per alcuni infiniti secondi, non è più in grado di tenere le ginocchia appena piegate, come aveva fatto finora, tanto gli tremano le gambe. Riprende a respirare quando Riccardo torna un po’ indietro e inizia un lento e ritmico avanti e indietro, dentro di lei, che lei accompagna con dei gemiti di piacere, anche se sa che non può esagerare, non sapendo chi ci può essere dietro alla porta. Lui arriva sempre in profondità , per quanto lei può contenerlo, con il ritmo, all’inizio lentissimo, che si fa sempre più incalzante; il piacere per entrambi è immenso, i respiri profondissimi. A volte qualche gemito, sia di lui che di lei, sono un po’ più intensi e forti, dimenticandosi del posto pubblico; però la passione ed il trasporto sono talmente elevati che fanno fatica a ricordarlo.Durante questo amplesso, che dura oramai da diversi minuti, Riccardo chiede con voce affannata, ma carica di piacere:“Gioia, sei stata tu a chiedere questo a Marco?â€â€œNo…o… forse si… Marco è un porco, che sa benissimo quanto io sia porca! Per fare questo abbiamo bisogno l’uno dell’altra!â€Ancora un po’ così poi Riccardo ammette: “Mi stai facendo godere troppo, rischio di venire…â€Gioia ci pensa un po’, poi “Si… va bene!â€â€œDentro?… Dio… veramente? Posso? E tu…? Ed è pericoloso per te?â€â€œIo per venire devo stare più comoda. Il resto… lo fa la pillola! Si, vieni… a me ci pensiamo dopo a casa nostra!â€Riccardo si ferma, sta ancora dentro qualche secondo, poi lo toglie da dentro.Gioia non capisce bene, si volta a guardarlo; poi… crede di intuire: “Probabilmente… vuole prendermi anche dietro!†Vorrebbe dirgli che poi, ci sarà un seguito a casa, che quello sarebbe un posto più appropriato, per una simile pratica, viste anche le dimensioni in gioco! Però, anche se un pochino a malincuore, prova ad interpretare il desiderio del suo amante; si porta le mani sul sedere, con le dita indirizzate verso il buchino, allontana fra di loro i glutei e si abbassa con il tronco, fino a portarlo in posizione orizzontale, offrendosi a lui. Invece le intenzioni di Riccardo erano altre!“No, Gioia… no. Scusami, non ti ho fatto capire, non è questo che voglio, o meglio vorrei tanto, ma non ora. Volevo prendermi una piccola pausa, per godere di più di questa fantastica cosa e poi, perché… Vorrei… Davanti; posso prenderti davanti? Mi piacerebbe baciarti mentre… mentre ti scopo e mentre mi fai godere….â€Senza nemmeno rispondere, Gioia, felice perché era l’apice che in cuor suo sperava, lo tira a se, lo bacia con avidità con il sudore dei due corpi nudi che si fonde insieme; mentre continuano a baciarsi, prima che possa pensarci Riccardo, che sta raccogliendo un po’ di forze, per godere ancora di qualche minuto nel rapporto, gli afferra l’asta, rimette una gamba su un sanitario e se la poggia sulla fica oramai semiaperta per il tanto sbattere dei minuti precedenti. Lui entra di botto e questa volta il ritmo è subito frenetico, una ginnastica sfiancante, con Riccardo che si piega un po’ sulle ginocchia ad ogni affondo in cui gli sale dentro, con qualche colpo che a volte penetra di più da far quasi sussultare Gioia, sollevandola di qualche centimetro; lui la cerca con le mani, ne cerca tutto il corpo, ora le affonda nei seni, ora le fa scorrere sui glutei, incuneando ogni tanto un dito dietro che va a poggiare nel buchino del suo culetto e spingendone un po’ dentro e quelli sono i momenti in cui Gioia meno riesce a controllare i suoi gemiti e invasata per tanto piacere, senza nemmeno rendersene conto, gli pianta le unghie nella schiena.Poi Riccardo, mentre continua incessantemente a scoparla, quando sente che sta per venire, le prende la gamba sollevata, la fa scivolare giù, in modo che la possa unire all’altra, e sentire il suo membro più avvolto dalla carne di Gioia, la spinge un po’ contro la parete, sbattendola ancora con più forza, contrastata tra la parete e il suo corpo; lei così si sente piena di lui, in tutti i sensi, come mai nessun altro l’aveva mai riempita prima! Ancora un minuto così e Riccardo: “Gioia… veramente.. .sto per esploderti dentro… lo faccio…â€â€œSi… godi… arriva alla fine… ora sono tua… fammi sentire il tuo piacere… dentro!â€Di nuovo le lingue si avvinghiano, disordinatamente attorno alle bocche, bagnandosi i loro volti.Gioia sente fluire il suo seme caldo nel suo ventre, mentre lui le sussurrava in un orecchio: “Dio… come godo… come godo… come mi stai facendo godere…Gioia!†Lei lo stringe allora a se, mentre ancora lui la sbatte, con quel cazzo imponente, finchè lo sente rallentare, con i colpi che calano di frequenza, ma non d’intensità , anzi, l’ultimo lo sente sbattere fino in fondo e proprio lì lo sente pulsare, segno che ancora il seme la sta invadendo e anche pervadendo di un piacere nuovo, mai provato, per qualcosa di veramente proibito ed impensabile. Pian piano il pulsare cessa, anche i loro cuori vanno rallentando; quello che invece inizia, dopo un lungo minuto, nel quale ancora non si decidono a staccarsi, con dolci e teneri baci, è un lento fluire del caldo sperma lungo le cosce di Gioia. E lentamente tornano anche nel mondo dei “presenti†riprendendo a cogliere qualche rumore esterno… qualche risatina soffocata.. forse proveniente dal corridoio, forse dall’altro bagno, forse qualcuna aveva intuito. Al momento sono entrambi così appagati che la cosa pare non costituire il minimo problema. Riccardo fa per sfilarsi, avvicinandosi al rotolo della carta igienica, ma Gioia lo blocca stringendo le gambe e trattenendolo con le mani a se: “Marco…â€â€œCosa…? Chiede Riccardo.“Marco.. il biglietto… voleva gli slip… i miei slip…†Dice Gioia ancora ansimante.“E’ vero!â€Spostandosi pian piano uno nell’altro, Riccardo recupera gli slip, porgendoli a Gioia, che con estrema malizia dice:“Io mi pulisco con questi; ho, anzi, abbiamo, un impegno da mantenere!â€Riccardo esce delicatamente da lei, che pare stringere le gambe per trattenere quanto più le era possibile, poi si mette gli slip sotto e rilassandosi sta così un paio di minuti, pulendosi poi al meglio. Sarà che gli slip erano veramente mini e che Riccardo era venuto più che copiosamente, ma questi erano decisamente fradici. Era trascorsa poco più di mezz’ora dalla loro entrata.Marco di sopra guardava in continuazione il passare dei minuti; l’attesa era spasmodica; si sentiva ribollire dentro e un gonfiore insopportabile nei pantaloni: da una parte avrebbe voluto che fosse durato tantissimo, segno che Gioia si stava divertendo, dall’altra fremeva per vederli tornare e conoscere i dettagli.Loro si rivestono, aiutandosi a vicenda e scambiandosi ancora qualche furtivo bacio. Poi Gioia esce per prima, dando il segnale a Riccardo che però aspettò un paio di minuti. Intanto Gioia raggiunge Marco e baldanzosa e appagata, guardandosi intorno perché nessuno vedesse, gli porge gli slip. Marco li prende e subito si ritrova le mani umide, mentre intanto Gioia si asciuga la sua con un tovagliolo di carta. Poi offre un altro tovagliolo a Marco, per avvolgerci il capo di biancheria, lo riprende e lo mette in borsetta. Non una parola, se non tanti sguardi e sorrisi complici e compiaciuti e un lungo appassionato bacio, al termine del quale Marco gli dice sottovoce:“Piccola e dolce puttana; sai ancora di lui!â€Gioia è decisamente compiaciuta di questo!Intanto Riccardo li raggiunge, abbastanza stravolto e si siede al suo posto, vicino a Gioia.Nel frattempo Marco aveva anche allungato una mano sulla coscia di Gioia e risalendo con circospezione arriva al suo sesso, sentendo ancora bagnato. Ancora interminabili minuti di silenzio, conditi solo da sguardi e sorrisi complici tra tutti, poi Marco rompe il silenzio:“Come è andata?†chiede con un sorriso malizioso.Qualche secondo di silenzio, poi Gioia, un po’ a sorpresa, prende la parola per la risposta; e che risposta, un po’ audace, non abituale per lei, ma Marco lo sapeva, che una volta che rompeva il ghiaccio…:“Una…†e passando lo sguardo da Marco a Riccardo “… scopata memorabile!â€Con uno sguardo verso Riccardo quasi interrogativo; quest’ultimo non aveva praticamente parole, doveva ancora riprendersi e si limita ad un eloquente cenno del viso e un profondissimo respiro che testimoniava il suo essere più che d’accordo!Poi aggiunge: “Però ora si va a casa. Io vorrei qualcos’altro…, anzi, molto altro!â€Gioia ebbe tutto quello che cercava, dopo l’aperitivo lì al bar, a casa si dedicò primo, secondo e dolce, per un pasto completo che mai dimenticheremo!
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14 years ago
coppia_eros,
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La prima esperienza DP
LA PRIMA ESPERIENZA DP
(continua il racconto dei nostri incontri con Betta e Gianni)
Racconto di Monica.
Avevamo fantasticato molte volte, io e Alex, su una situazione che mi vedesse al centro delle attenzioni di almeno due uomini contemporaneamente. All’atto pratico la cosa si risolveva con Alex che mi penetrava e con un solido ma inanimato vibro che simulava meccanicamente una seconda presenza maschile, senza corpo nè anima.
L’inserzione su Sexycommunity aveva aggiunto un pizzico di malizia in più nelle nostre fantasie e così il vibro veniva associato a nomi reali di possibili miei estimatori: Paolo, Gio, Damiano, Dario, Davide, Luca, Mario, Enrico, Maurizio, Andrea, Lucio, Giovanni, Tino, Gianni, Antonio, Roberto, … fino ai trasgressivi Fede, Stefy, …
Ma la svolta vera avvenne con l’inizio della nostra relazione con Betta e Gianni. Avevo fatto sesso con Gianni, da sola e davanti ad Alex, mi aveva penetrato ovunque, avevo goduto del suo sesso e della sua invidiabile capacità amatoria. Ma nell’intimità con Alex, mentre mi penetrava con il suo cazzo davanti o dietro, ancora fantasticavo sulla possibilità di avere a disposizione anche quello di Gianni nell’altra mia apertura, immaginavo cosa avrei potuto provare con quei due membri separati solo dalla sottile membra che divideva i miei due canali. E non mi limitavo a tenere queste immagini nella mia mente, ma esternavo la mia fantasia con le parole che descrivevano questa mia voglia, godendo e facendo godere Alex che più volte mi aveva manifestato la sua gioia ad avere una moglie disinibita come me.
Una sera, di ritorno da una serata al cinema con Betta e Gianni, ci eravamo fermati da noi per la voglia, manifestata da tutti, di giocare un po’. Bastava uno sguardo fra tutti noi per capire quello che si voleva, senza false ipocrisie o balbettii per chiedere agli altri quello che si aveva in mente. Anche questo modo di sentire le cose ci accomunava ai nostri amici.
Il tempo di fermarmi in cucina, per preparare un caffè, che già Betta aveva messo a nudo i membri dei nostri uomini seduti sul divano e si alternava con la bocca a procurare piacere all’uno ed all’altro. Mi avvicinai a lei e senza interrompere la sua sensuale attività orale mi accinsi a spogliarla slacciandole la camicetta ed intrufolando le mie mani sui suoi seni, prima di slacciarle il reggiseno e iniziare a strizzarle i capezzoli. Sapevo che questa cosa le piace da impazzire ed infatti pur continuando a masturbare Gianni ed Alex con le mani si volse verso di me per un bacio profondo, con il quale mi passò il sapore di sesso maschile che aveva fra le labbra, umidissime e sensualissime.
La spogliai completamente e lei spogliò me. Ebbi modo di constatare che le sue mutandine erano fradicie, lucenti dei suoi umori, e non resistetti alla tentazione di portarle sul mio viso per sentirne l’afrodisiaco odore e leccarne il dolce sapore.
Gianni ed Alex nel frattempo si erano spogliati anche loro e stavano seduti sul divano manovrando i loro sessi che si ergevano statuari in attesa di una delle nostre aperture per la soddisfazione di tutti.
Io mi proposi ad Alex, infilandolo nel mio sesso bagnatissimo come un coldello incandescente in un panetto di burro. Betta si sistemò al mio fianco sul cazzo del marito e lanciò un urletto di dolore e piacere che avevo imparato a conoscere: evidentemente non era entrato nell’apertura anteriore ma in quella posteriore e le manovre di assestamento nel suo buchino erano un po’ più laboriose.
Mentre cavalcavamo i nostri uomini, assecondando con i nostri movimenti le spinte dei loro bacini, io e Betta ci scambiammo un bacio infuocato ed interminabile che mi portò alle soglie dell’orgasmo. Iniziai a gemere nella sua bocca:
- Mmmmhhhh, goooodoooo, mmmhhhh lo sento arrivareeeee, goooodoooo
Sentivo le coscie sempre più bagnate del mio miele, ed anche Alex sicuramente non era indifferente ai miei lamenti di piacere. Infatti inizio anch’egli a muoversi più velocemente e a stringermi con forza i seni che gli si paravano davanti, arrivando a mordermi i capezzoli.
Non potevo più resistere e fui tentata di lasciarmi andare completamente e godere facendo al contempo godere anche Alex con le contrazioni dei miei muscoli vaginali.
Ma quella sera volevo altro, volevo sentirmi riempita dai miei uomini, da entrambi.
- No Alex, non venire! Aspetta amore, trattieniti ti prego!
Avevo confidato altre volte a Betta il mio desiderio di essere posseduta davanti e dietro contemporaneamente, e lei, non nuova a questa esperienza, mi aveva decantato la gioia anche mentale di sentirsi riempita da due uomini.
- Quando poi uno dei due è tuo marito, il piacere è ancora più grande…. – mi disse
Le mie parole rivolte ad Alex erano state subito interpretate nel modo giusto da Betta, aveva subito capito che quella interruzione era il segnale che volevo realizzare quello che desideravo.
Bisbigliò qualcosa all’orecchio di Gianni, poi si sfilò il suo imponente sesso dal culetto e si abbassò riprendendolo in bocca e ricoprendolo di abbondante saliva.
Anch’io avevo capito che il sogno della doppia penetrazione si stava avverando.
Baciai Alex e stringendomi a lui, spingendomi in avanti, misi in evidenza il mio posteriore, in bella vista l’apertura fra i glutei, in ostentata evidenza l’apertura anale.
Sentii la lingua di Betta sulla schiena e poi scendere lentamente e dolcemente fino al buchino; ero preda di un incontrollabile tremore e avevo la pelle d’oca, un po’ per i suoi baci, un po’ per la trepidante attesa di quello che mi sarebbe successo da lì a poco.
Mentre sentivo Gianni posizionarsi dietro di me, Betta mi elargì un ultimo bacio in bocca, passandomi il sapore inconfondibile del mio culetto e forse anche del suo, considerando il lavoretto che aveva appena fatto sul sesso di Gianni.
Alex forse non era del tutto consapevole di quello che stava succedendo, ma sicuramente non era insensibile alla mia agitazione ed al mio affannoso respiro rotto dalla eccitazione che mi stava divorando. Il suo membro continuava a riempirmi magnificamente la figa.
Sentii il cazzo di Gianni appoggiarsi al mio buchino e, quasi a chiedere il permesso, lo sentii dire:
- Monica, sto per incularti, sto per farti provare un secondo cazzo nel tuo corpo.
Lo sentii spingere e spinsi a mia volta con il sedere per agevolarlo.
Entrò senza troppe difficoltà . Ed urlai!
- Siiiiiiiii! Vi sento! Mi state sfondandoooooo! Mi sento piena. Pienaaaaaa!
Una sensazione stupenda, di completo controllo mentale mentre cercavo di pensare che stavo soddisfando due uomini con il mio corpo. Si, anche di essere un po’ troia! E volevo sentirmelo dire!
- Ditemelo che sono la vostra troia! Ditemelo che vi sto facendo godere!
- Troia! Sei la mia troia!- mi sentii dire da Alex.
Mai in vita sua mi aveva detto una cosa del genere, ma anche in quel momento, non era un’espressione dispregiativa, ma quasi un riconoscimento delle mie capacità di farlo godere in modo trasgressivo.
Volevo sentirmelo dire anche da Gianni, ma forse per rispetto nei miei confronti non gli uscivano le parole.
- Anche tu Gianni! Dimmelo! Dimmelo che sono troia!
Lo sentii accelerare il ritmo della sua cavalcata nel mio culetto ed io, pur non potendomi muovere più di tanto, sentivo il ritmo dei loro cazzi nelle mie aperture sempre più veloce, sempre più vicino a scaricare dentro di me il loro orgasmo.
- Fatemi godere, fatemi godere….. vi sento! Vi sentooooo! Godooooooo! Godoooooooo!
Rilasciai il mio incontrollabile orgasmo tremando come una foglia al vento e bagnando abbondantemente le gambe del mio Alex.
- Vengo Monica, vengoooo, vengoooooo! – Alex disse a sua volta
Ma anche Gianni durò poco di più e nel momento di scaricare il suo succo nel mio intestino si liberò delle ultime reticenze:
- Ti sto godendo nel culoooooo! Sei la mia troiaaaaaaa! Monica sei una stupenda trooiaaaa!!!!!
Mi abbandonai senza forze sul corpo di Alex e sentii anche Gianni lasciarsi andare su di me. Entrambi erano ancora dentro di me e restammo così per qualche minuto, cercando di recuperare le forze, soddisfatti del godimento dato e ricevuto.
Quando mi alzai colavo sperma da entrambe le mie aperture. Che sensazione magnifica!
Betta volle ripulirmi con la sua lingua davanti e dietro, prima di accompagnarmi in bagno a fare una doccia.
Alex mi confessò che di quell’esperienza ricorderà per sempre l’incredibile sensazione di sentire due sessi maschili separati da una sottile membrana, a contatto, così vicini, seppure separati.
Io, oltre alle incredibili sensazioni che può dare il sentire due uomini dentro di me, la ricorderò come la realizzazione di una fantasia che avevo cullato per tanto, troppo tempo.
E nonostante abbia ora la possibilità di provare la doppia penetrazione con Gianni, ancora quando faccio l’amore con il mio Alex, fantastico nell’avere dentro di me anche Paolo, Gio, Damiano, Dario, Davide, Luca, Mario, Enrico, Maurizio, Andrea, Lucio, Giovanni, Tino, Gianni, Antonio, Roberto, Fede, Stefy….
Un grazie a tutti i miei estimatori (e una scusa a quelli non citati involontariamente).
(continua)
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14 years ago
Sanmely,
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La prima volta..
E’ tempo che volevo raccontarvi la mia prima volta, ma veramente non sapevo da dove incominciare perché devo confessare che la mia vita sessuale è incominciata veramente presto, è stata veramente varia ed ha toccato ogni aspetto del piacere. Non mi sono mai tirata indietro ed ho sempre sperimentato ogni aspetto della sessualità consumando con avidità ogni briciola del piacere che mi si presentava. La mia prima volta è stato a 14 anni e mezzo. Non dimostravo certo la mia età…ero già formata nei seni, i miei fianchi erano ben torniti, un fisico asciutto e sportivo. Conoscevo parecchi ragazzi perché ero molto ricercata vista la mia avvenenza e penso facessero a gara per conquistarmi…mi davo già a molti, ma non a tutti….ovviamente rimanendo sempre sul superficiale. Conobbi un ragazzo di 18 anni che mi piaceva moltissimo come io a lui. Ci frequentammo, aveva da poco la macchina ed era di ottima famiglia. Frequentava da tempo casa mia perché i suoi erano amici di famiglia e li ci siamo conosciuti e piaciuti. Ero molto invidiata dalle mie amiche per questa conoscenza. Un giorno mi invitò ad andare con lui in macchina alla sua casa in montagna. Era inverno e dopo un percorso di un oretta circa arrivammo a questa villa bellissima, con un giardino immenso, un bosco…fantastica. Disattivò l’allarme ed entrammo…mi sentivo importante e non mi preoccupavo minimamente per quello che da li a poco avrei provato. Mi mostrò la casa e per ultimo mi fece entrare nella camera da letto dei suoi. Vidi un letto enorme circolare con una coperta di pelliccia, luci soffuse….delicatamente mi abbracciò e mi fece sdraiare sul letto. Capii che quello poteva essere un momento importante per la mia vita…incominciai a tremare perché immaginavo quello che voleva da me. Mi spogliò delicatamente, ma con desiderio e mi lasciò completamente nuda alla sua vista. Il mio corpo di donna era alla sua vista e lui lo scrutò in ogni suo angolo provocandomi non poca vergogna a causa della insicurezza adolescenziale. Il mio pube era ricoperto già da una leggera peluria che più tardi incominciai ad eliminare per sempre. I miei capezzoli si stagliavano ritti e grossi e si gonfiavano con l’ingrossarsi del mio seno. Il mio respiro era diventato più veloce e questo lo eccitava moltissimo. Si spogliò davanti a me con la foga di uno che è eccitatissimo. Questo mi spaventò non poco per le conseguenze che non conoscevo. Si spogliò tutto nudo e l’attenzione mi cadde ovviamente su suo membro che già si presentava irrigidito ma non eccessivamente lungo. Era ritto parallelo al ventre ed aveva una forma leggermente arcuata in su. Se lo accarezzò come per fare attirare la mia attenzione lì. Mi allargò le gambe e si avvicinò alla mia vagina incominciando a leccarmela con grande esperienza. Rimasi di stucco, bloccata pensando che era così che si doveva fare in un rapporto sessuale. La sua lingua mi leccava con avidità provocandomi un piacere sconosciuto, ma mi piaceva moltissimo. Sentivo per la prima volta un piacere vicino all’orgasmo che mai avevo provato. Ero bagnata e la mia vagina verginea reclamava qualcos’altro. Lo capì, si alzò sulle ginocchia, mi prese per i fianchi alzandomi il bacino ed avvicinò il suo membro alla mia vagina….avevo incominciato a tremare dalla paura…altre mie amiche mi avevano detto che avevano avuto dolore…La sua punta spinse sul mio buchetto sempre con maggior forza…sentii dolore per un attimo quando spinse con maggior forza, mi rilassai un attimo e mi fu dentro….la mia eccitazione e la sua esperienza sicuramente mi aveva aiutato a non soffrire. Incominciò a muoversi su e giù ed io ad emettere gridolini e mugolii contrassegnando ogni suo movimento dentro di me. Mi sentivo posseduta per la prima volta ed il piacere era enorme….raggiunsi un bellissimo orgasmo insieme a lui che mi innondò del suo liquido bianco dentro. Ricordo ancora il suo sguardo tutt’oggi che mi guardava soddisfatto di avermi fatto venire senza dolore…! Lo incontrai parecchio dopo e mi confessò che quella volta la ricorda ancora con tanto piacere come uno degli amplessi più belli che provò. Io da allora, visto il gusto provai nell’essere posseduta in quel modo, inanellai una serie di esperienze al limite del decente. Sicuramente posso dire che quella volta influenzò i miei piaceri sessuali e le mie tendenze alla trasgressione.
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14 years ago
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Le regine del bosco
Chi ha seguito e segue i miei racconti saprà della mia storia con Cristina nata nel suo istituto di bellezza e che tutt’ora allieta le nostre giornate con soddisfazione di entrambe. Certo la nostra storia non può certo definirsi tradizionale, ma assolutamente fuori dagli schemi e senza regole. Siamo tutt’ora due donne sposate, ma che cercano nella complicità e nella fantasia quello che i rispettivi mariti non danno. Entrambe siamo molto belle e ci nutriamo della nostra bellezza per piacerci di più. Un giorno abbiamo capito che i massaggi non ci bastavano più ed abbiamo, di comune accordo, deciso che dovevamo provare qualcos’altro. Ci siamo date appuntamento a casa sua e un po’ annoiate abbiamo deciso di uscire dopo esserci cambiate ed aver indossato dei vestiti più comodi. Salimmo entrambe sulla mia macchina e capelli al vento ci dirigemmo verso il Lago di Monticolo, vicino a Bolzano. Era estate ed il lago brulicava di Turisti di ogni nazionalità che prendevano il sole. Avendo bisogno di tranquillità ci inoltrammo a piedi nella boscaglia parlando del più e del meno tenendoci come al solito per mano e baciandoci spesso come non mancavamo mai di fare. Dopo una mezz’oretta di cammino giungemmo per caso in un fraticello assolutamente sconosciuto e dove potevamo sentire gli uccellini tanto era il silenzio. Decidemmo di fermarci e sdraiarci sull’erba fresca per prendere un po’ di sole e rilassarci. Il nostro abbigliamento era alquanto succinto come al nostro solito e consisteva in canottierina, minigonna assolutamente cortissima e mutandine inesistenti. Sdraiandoci notai subito che indossando entrambe le minigonne queste si erano tirate su tanto da scoprire tutte le gambe fino alle mutandine. Eravamo accaldate ed il sudore ci aveva imperlato le fronti e le gambe. Io mi girai subito sulla pancia facendo scoprite il mio culetto che sotto i raggi del sole mi provocava un leggero piacere per il calore. Baciai Cristina sulla bocca e lei ricambiò il bacio lasciando che la mia lingua penetrasse a fondo in lei. Allargò la bocca ed io mi sentii tutta dentro quasi mangiata dalla sua voglia. Era il segnale che entrambe avevamo molta voglia…d’altronde il posto si prestava moltissimo…isolato, caldo…insomma bellissimo. Ci lasciammo andare e senza pensarci su Cristina fece scendere le sue mani sulle mie chiappe e le afferrò con forza scomprendole ora completamente. I nostri seni erano schiacciati uno sugli altri e si strofinavano i capezzoli provocandoci, ad ogni movimento, un leggero piacere. Afferrai i suoi seni tra le mie mani dopo averli fatti uscire dalla canottierina sotto le spalline ed incominciai a massaggiarli concentrando di tanto in tanto la mia attenzione sui suoi capezzoli che era diventati, come al solito, duri e che pizzicavo con il polpastrelli come piaceva a lei. Dopo almeno mezzora di carezze, baci, morsi, pizzicotti capimmo che era venuto il momento di dare sfogo alla nostra eccitazione….ci alzammo entrambe ed in men che non si dica ci spogliammo completamente rimanendo nude come mamma ci ha fatto…ci abbracciammo e cademmo sull’erba fresca facendo baciare i nostri corpi dal sole caldo di luglio. I nostri corpi lisci aderivano completamente ed io sentivo i nostri cuori battere dall’eccitazione. Cristina a questo punto fece uscire la sua indole più maschile rispetto alla mia e mi ordinò di mettermi a quattro zampe allargando le gambe. Obbedii perché sapevo che la sua fantasia spesso raggiungeva livelli impensabili. Mi misi in posizione come un cagnolino ed allargando le gambe lasciando che l’aria mi accarezzasse le nudità. Cristina a questo punto mi si mise a cavalcioni sulla schiena ed a causa del peso cedetti un po’…mi diede due piacevoli sculacciate e subito dopo incominciò ad accarezzarmi con la mano partendo dal buchetto del mio culetto per scendere giù fino alla vagina e fermarsi al clitoride che per l’eccitazione era lievitato fino ad assomigliare ad un piccolo organo maschile. I movimenti della sua mano continuavano insistenti provocandomi scariche di piacere fisico che contrassegnavo con gridolini di piacere che a Cristina piacevano tantissimo e la spronavano a continuare con ancora più veemenza. In questa fase Cristina era solita aprostofarmi con parole indicibili che però accentuavano ulteriormente la nostra eccitazione. Ora il suo lavoro su di me era a due mani, una concentrata sul mio culetto e l’atra sulla vagina ormai aperta. Cristina era ancora seduta sulla mia schiena e sentivo il liquido della sua eccitazione scendermi sul ventre abbondantissimo. In un attimo mi sentii penetrare con due dita sia davanti che di dietro ed io mi rilassai per agevolare il suo movimento come lei mi aveva insegnato a fare. Ero bagnatissima e la mia vagina provocava un rumore di sciabordio sollecitata dalle dita di Cristina. Non resistevo più e le chiesi se potevo venire, ma lei mi chiese di resistere ancora un po’…perché me lo avrebbe spiegato poi…cercai di resistere e ce la feci per ancora 15 minuti circa, ma scaduti quelli esplosi in un orgasmo che contrassegnai con un urlo fortissimo ed uno spruzzo di liquido dalla vagina come ero solita fare e che Cristina amava provocarmi e che non è mai stata capace di fare a sua volta. Con le mani bagnate di me mi accarezzò il culetto, si alzò ed io potei sdraiarmi sfinita pancia a terra e gambe larghe. Cristina mi massaggiò la schiena per farmi riprendere e dopo una decina di minuti mi voltai e venni baciata a lungo sulle labbra. Quando fui tranquilla le chiesi come mai mi aveva impedito di venire quando volevo e guardandomi mi disse che l’aveva fatto perché aveva notato che due ragazzini nascosti nella boscaglia ci stavano spiando da parecchio tempo e che si erano calati i pantaloni pensando di non essere visti. Si stavano masturbando e voleva che godessero vedendo come lei poteva provocarmi l’orgasmo cosa che puntualmente fecero quando udirono il mio urlo di piacere. Erano vicini e mi confessò che vide chiaramente i movimenti su e giù delle mani e l’orgasmo di entrambe contrassegnato dal loro fluido bianco uscito abbondantemente. Si rivestirono e li vide scappare subito dopo, Mi sentii un po’ usata all’inizio, ma la capii perché lei è così..eccitante, istintiva…eccezionale. Ci rivestimmo e mi portò sul luogo dove aveva visto i due ragazzini ed effettivamente notammo che il segno della loro eccitazione era ancora la chiarissimo tra le foglie. Ci baciammo nuovamente e ci guardammo intorno se c’erano ancora, ma nulla….avremmo ricominciato molto volentieri. CRISTINA TI AMO
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14 years ago
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Travestito per una sera tra amici
una cena da amici e qualche bicchiere di troppo sono stati i complici di qesta avventura,era ormai da poco passata la mezzanotte,ridendo e scherzando mi ero bevuto una bottiglia di vino e qualche bicchiere di cognac,ci sparazziamo sulla moquette e tra le tante battute:"ci vorrebbe una donna per completare la serata",tutto girava intorno a me,la sbronza si faceva sentire e forse non riuscivo a controllarmi perchè io mi sono offerto di fare la donna.Gli amici,dapprima mi prendevano in giro poi,forse sbronzi più di me,hanno cominciato a fare sul serio:"se vuoi fare la donna svestiti e indossa questa sottoveste e mettiti queste calze di nylon e le mutandine di mia sorella" e cosi' dicendo,prendendo da un cassetto l'occorrente mi sono sentito strappare i vestiti di dosso e sono stato obbligato ad indossarli,mi sentivo strano,camminavo sculettando avanti e indietro e mi sentivo veramente figa,alzavo la sotteveste corta che mi copriva a malapena il ginocchio e facevo intravedere il mio culetto,ero ubriaco perso e ad un tratto sento una mano che sale su dalla coscia interna e va ad accarezzarmi la parte alta,ho i brividi,non capisco e non ho la forza di dire di no,mi sposta le mutandine e comincia con il dito a cercare il buchino,lo sfrega,lo rigira e questo mentre un altro amico mi prende la mano e mi mette in mano il suo cazzo che mi sembrava grosso due volte il mio,mentre un altro senza perdere tempo mi prende la faccia e piegandomela in avanti mi mette in bocca il suo coso,non capivo,mi piaceva un casino,ero talmente immedesimato nella parte della donna che credevo di esserlo per davvero e già mi sentivo tutto bagnato.Spompinavo un amico,facevo una sega ad un altro amico e mi facevo toccare sotto la gonna da un altro amico,era il massimo che una donna poteva provare.Lasciandomi andare completamente sono alla mercè del piacere.Mi piego alla pecorina e appoggiandomi al cazzo ormai durissimo dell'amico lo sento che vuole entrare,gli faccio sdrada,sono bagnato di piacere e ormai anche dilatato e aiutandolo con le mani lo accompagno nel buchino,spinge e piano piano lo sento che entra dentro di me,è grosso,è caldo,sento un piacere immenso e subito vengo con due goccie di piacere,lui pompa sempre più forte mentre io continuo a lavorare sugli altri due cazzi che sono sempre più duri e pieni di piacere,quello in bocca sento che trema,sussulta e in attimo mi sento riempire la bocca di un liquido caldo,un attimo e si discosta.ingoio e subito dopo prendo in bocca quello che fin d'ora avevo in mano mentre dietro di me uno stantuffo continua a scoparmi con movimenti anche rotatori da farmi impazzire dal piacere,ad un tratto anche lui si ferma tremante e con una pompata violenta che mi sembrava mi sfondasse mi butta dentro tutto il suo sperma caldissimo,io vengo una,due o tre volte,non ricordo più,mi ricordo solo che tirandolo poi fuori il mio buco sembrava diventato una caverna e senza che mi rendessi conto l'altro amico era già pronto a scoparmi anche lui e buttandomi sulla moquette,alzandomi le gambe,si appoggia e con determinazione entra con tutta la sua verga,due pompate forti e anche lui mi scoppia dentro.Forse passano tre o quattro secondi lo tira fuori e tutto sudato e ancora tremante mi dice:"dieci minuti e lo rifacciamo".
Mi riassesto,mi rimetto la vestaglia perchè ormai sono donna,mi sdraio,tutto gira ancora intorno a me e un altro bicchiere è quello ci vuole,due è ancora meglio e mi sento veramente fra le nuvole.
Siamo tutti con sguardi assenti,tutti esausti e tutti sbronzi,nessuno parla ma dopo i due bicchieri ricomincio e avvicinandomi a uno di loro con la bocca,poi a ll'altro e all'altro ancora,comincio a stuzzicarli,hanno ancora voglia e i loro cazzi riprendono vigore e io con la bocca mi sposto da uno all'altro e quando non posso con la bocca mi aiuto con le mani,mi buttano giù sdraiato e a turno uno dopo l'altro abusano ancora di me,non ce la faccio più continuo a venire con brividi ma senza eiaculare è fantastico,vorrei che questa sensazione non finisse mai,il mio buco è sempre più largo e smpre più lubrificato,ormai posso dire di essere una vera troia.
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14 years ago
adalberto55,
48
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Angela - parte 2^
Ora voglio godermela per bene, voglio farla gridare dal piacere. Le spingo la testa sul mio sesso, lei capisce subito ciò che voglio, si inginocchia tra le mie gambe, lo prende delicatamente tra le labbra ed inizia a succhiare....prima solo la cappella, poi man mano sempre più a fondo. Mi godo il pompino come un pascià, con le braccia incrociate dietro la testa. Dopo un pò me la giro a 69, lei sopra, la sua fica è rosea, prendo a leccare le piccole labbra infilando la lingua nello spacco, le torturo il piccolo clitoride mordicchiandolo leggermente...lei sempre pompandomi inizia ad accelerare il respiro, inizia a muoversi....sculetta cercando una improbabile penetrazione a fondo della mia lingua. La scosto, me la metto a pecorina e le dico "preparati che tra un pò volerai!!!"..."non chiedo altro..." mi risponde. Si posiziona in ginocchio con le gambe oscenamente aperte, la sua fica è dilatata dal piacere...la penetro profondamente...sembra di entrare nel burro fuso. Inizio a pomparmela e capisco che è la posizione che preferisce. Stavolta i gridolini salgono di intensità...è strettissima...il mio cazzo scorre benissimo, ad ogni colpo le urto il collo dell'utero. Le afferro i capelli biondi, ne faccio una specie di treccia con una mano e tiro, lei si alza sulle braccia, tiro i capelli e lei alza la testa...La pompo forte, lei grida oramai senza ritegno "dai....continua...che bello...sfondami...spaccami...ohhhh....DiooooHHHHHH me ne vengo ancora...è bellissimo quello che mi stai facendo", più la pompo e più si bagna, le lascio i capelli e lei si accascia stravolta dagli orgasmi, subisce passivamente la cavalcata, la afferro per i fianchi e le dò delle potenti stoccate fino a che anche io me ne vengo con un urlo liberarorio "Ti inondo....ti spacco...." e lei "Si, Si, Siiiiiiiiiiiiii....sborra tutto dentro di me....allagamiiiiii". Mi accascio soddisfatto su di lei, abbiamo il fiato grosso....aspetto che il mio cazzo esca dalla sua fica perdendo la sua consistenza. Una enorme chiazza dei miei e suoi umori sporca il lenzuolo. Ci stendiamo. Mi chiede "Ma sei sempre così tu?" "non sempre, solo con chi mi attizza" le rispondo, "vedo che ti ho attizzato parecchio....mi hai distrutta, non ho mai goduto così anche se ho un leggero bruciorino, forse non ci sono abituata". "vedrai che col tempo e se vorrai ti ci abituerai e comunque se ti brucia possiamo fare altro". "Non sei ancora sazio?", "Sazio??? farei l'amore con te per giorni interi" le dico titillandole il buchetto. "No, lì no, non l'ho mai fatto ed ho troppa paura del male fisico". "Ti fidi di me? Proviamo, se ti faccio troppo male smetto subito, il sesso è piacere e deve esserlo per entrambi. Non ti farei mai del male col rischio di perderti ora che ti ho ritrovato". Si rilassa e senza parole mi abbraccia, inizio a baciarla agli angoli della bocca, dietro le orecchie e nel frattempo le massaggio il buchetto con un dito intingendolo prima negli umori della sua fica. Ci rimettiamo a 69, questa volta io sopra...le lecco la fica continuando a massaggiarle il buchetto, inizio a spingere la punta del dito roteandolo, tirandolo fuori, ribagnandolo con i suoi umori e rimettendolo dentro. Questa operazione dura parecchio, anche se le dita dopo poco divennero due, poi tre...nel frattempo lecco anche attorno al forellino. Lei inizia a gemere mentre succhia, quando lo sfintere si è rilassato a sufficienza la stendo, mi inginocchio tra le sue gambe e le alzo le gambe sulle mie spalle. Ora era tutta aperta... le dico "Quando te lo appoggio spingi come se dovessi andare in bagno e...tranquilla che se mi accorgo che ti faccio male lo tiro subito fuori e non ci riprovo più". Le mie parole la tranquillizzano, appoggio la cappella allo sfintere e spigo piano, mentre lei spinge a sua volta. Entra solo la cappella e vido una smorfia di dolore sul suo viso..."Lo tolgo?".."No, continua, è solo un pò fastidioso ma sopportabile....piano però" Continuo...un millimetro alla volta, lo tiro indietro e la penetro ogni volta un pò di più. Non sò dire quanto tempo ci metto, ma alla fine sono tutto dentro di lei. Mi fermo per farla abituare e mentre con una mano le masturbo il clitoride con l'altra le carezzo le tette."Sai che non sento dolore? E mi sta anche iniziando a piacere...E' diverso dalla fica, mi sento piena da scoppiare ma ora mi piace...fai sempre piano però" Così faccio, inizio a muovermi nel budello con molta lentezza e ogni volta che esco lo sfintere mi stringe l'uccello, sembrava quasi che me lo massaggia. Aumento il ritmo, di non molto ma l'aumento, ficcandole un dito in fica e masturbandola. Inizia a godere, prima con respiri affannosi, poi via via iniziando a collaborare di più venendomi incontro col culo, d'altro canto continuo a lubrificare il mio uccello con gli umori dalla fica spalmandomeli con le dita. Mi pianta le unghie nella schiena, si muove in modo scomposto mantre la pompo...Gode, questa volta più rumorosamente di prima "Spaccamiiiiii....sfondamiiiii.....rompimi il culo....che bello!!!!....non credevo si potesse godere così....cosa mi sono persa in tutti questi anni!!!". Continuo a scoparmela nel culo continuando a ficcarle le dita nella fica. Mi giro supino..."Ora tocca a te" le dico. Mi cavalca indirizzandoselo nella fica...sembra una amazzone, esce e se lo punta al culo...se lo infila e riprende il movimento. Alterna fica e culo. Si gira a pecorina..."Mettimelo così, voglio vedere se mi piace come in fica"...non me lo faccio ripetere e sempre con cautela lo reinfilo dietro...alterno il culo con la fica fino a portarla sull'orlo di un ennesimo orgasmo. Decido di accelerare e pompando come un forsennato me ne vengo nel budello stretto. Alla fine, stremati, ci baciamo...con delicatezza..lei ritorna ad essere la delicata bambola di fine porcellana che mi è sempre piaciuta. Mi dice che è stato bellissimo e che prima, riferendosi a ciò che si era persa in questi anni, non si riferiva solo al fatto di prenderlo dietro e che se ci avessimo pensato prima la sua vita avrebbe forse preso una piega diversa. La bacio, non come una amante occasionale...è un bacio vero, che viene dal cuore. Non sò se la nostra storia continuerà ma, senza retorica, posso solo dire che è stata la più bella scopata in assoluto della mia vita, una delle poche volte in cui ci ho messo il cuore e non solo il fisico.
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14 years ago
scopodonnexsetteore,
52
Last visit: 7 months ago
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Angela - parte 1^
Mi scuso per la lunghezza del racconto ma, trattandosi di storia vera, oltre alla parte erotica cercherò di descrivere anche le sensazioni che ho provato con questa magnifica donna.
Angela rappresenta, a mio giudizio, lo stereotipo della bellezza femminile, la donna che ogni uomo vorrebbe incontrare e fare sua. Capelli lunghi biondi, pelle bianchissima, occhi azzurri, un fisico da modella. All'epoca abitava nel mio palazzo e avendo le nostre famiglie i figli piccoli, fu naturale fare amicizia. Trascorrevamo le serate insieme ed un anno anche le vacanze e fu allora che potei ammirarla in tutto il suo splendore, con quei due pezzi che, anche se casti, non riuscivano a contenere la sua prorompente femminilità. Allora la mia timidezza non mi permetteva di farmi avanti in nessun modo, mi limitavo a lanciarle dei fuggevoli sguardi sperando che lei non si accorgesse del mio desiderio. Non mi spiegavo e ancora oggi non mi spiego come avesse fatto a sposare un uomo di 10 anni più vecchio di lei che nel frattempo era precocemente invecchiato. A quei tempi avevamo io 30 anni e lei 27, ma il marito sembrava suo nonno. Poi le nostre strade si divisero, io cambiai casa avendone acquistata una di proprietà e i nostri rapporti, col tempo, si affievolirono fino ad interrompersi del tutto fino a che seppi, per vie traverse che lei aveva lasciato marito e figlie per trasferirsi a Bologna al seguito di una nuova fiamma. Di lei non seppi più niente fino a che....
Sono al Bar del Corso principale, è una bella mattinata invernale sorseggio il mio caffè e leggo il mio giornale, con la coda dell'occhio vedo avvicinarsi una bella donna che mi sembra di conoscere...e lei. Per poco non mi strozzo col caffè, mi alzo "Angela!!!" "Si"...ci riconosciamo, la invito a sedersi e le offro qualcosa iniziando a parlare. Mi racconta di se. Aveva lasciato marito e figlie per un colpo di testa rivelatosi infausto...la cosa non aveva funzionato, era ritornata in città non per il marito ma per le figlie ed ora lavorava in un centro di riabilitazione. Le faccio i complimenti, a 44 anni è splendida, non è cambiata per niente, mi chiede di me, di mia moglie, rinvanghiamo il passato e con una faccia tosta che oramai mi è venuta da tempo non esito a dirle quanto l'ho desiderata, quante volte l'ho guardata di sfuggita, a quante volte andavo a casa sua con la classica scusa del sale mancante solo per sbirciarla in tenuta casalinga, specie d'estate con le sue camiciole da casa attillatisisme. Mi risponde che se ne è sempre accorta, che è facile per una donna accorgersi del desiderio negli sguardi degli uomini e che comunque anche a me mi trova bene e in piena forma. Ci scambiamo i numeri di telefono ripromettendoci di sentirci ora che ci siamo ritrovati. Passa una settimana, quindici giorni, io non chiamo, lei nemmeno...non resisto, lo faccio io, pensando che voglio dirglielo che la desidero...al limite mi tocca un rifiuto...e chi se ne frega...Al telefono mi dice "Ti ho pensato molto sai? Vorrei incontrarti da sola in un posto più tranquillo ma la forte amicizia che mi ha legato a tua moglie me lo impedisce". La convinco, le parlo delle mie avventure passate e presenti e le dico che non deve farsi scrupoli, io la voglio e se anche lei mi vuole non c'è ragione per negarsi, non sarà la prima nè l'ultima volta che tradisco mia moglie. Appuntamento dopo una settimana, la porto nel solito agriturismo fuori mano. In camera non ho il coraggio di avvicinarmi, non sò il perchè, sembro un bambino che ha ricevuto il regalo tanto ambito ed ora non sà come funziona...Si avvicina, forse intuendo il mio imbarazzo...ci abbracciamo, ci baciamo...La sua bocca è dolce e salata, proprio come avevo immaginato, le tolgo la pelliccia, le sbottono la giacca...la camicetta scivola sulle spalle, rimane in gonna e reggiseno. Intanto lei mi spoglia, delicatamente....le slaccio il reggiseno e ne escono due bei meloncini che sfidano la forza di gravità, le slaccio la gonna. Sotto ha delle fantastiche coulotte di raso in coordinato con il reggiseno, completano l'opera un reggicalze dello stesso tessuto con calze di seta color carne. Difficile descrivere lo spettacolo che mi trovo davanti. E' di una bellezza disarmante, sembra una bambola di porcellana. Con movenze feline si stende sul letto...una cascata di capelli biondi le incornicia il viso. Mi metto di fianco, inizio a baciarla, attingendo a piene mani da quel corpo che ho sempre desiderato. Le succhio i capezzoli, la bacio sulla bocca e dietro le orecchie, sul collo..senza fretta...gustandomi ogni momento. Lecco l'ombellico, le tolgo la coulotte e mi appare una figa bionda, dorata come non ne ho mai viste in vita mia. I peli, contrariamente alla norma sono lisci, sembrano stirati col phon. Mi ci tuffo e inizio a leccarla, con la lingua esploro tutti gli anfratti della sua fica, si bagna...eccome se si bagna...inizia a sospirare e anche nel godere noto che ha classe. Si muove assecondandomi, sussurra che le piace...A bassa voce mi dice "Prendimi ti prego....fammi godere....dimostrami che mi hai sempre desiderato" Non sarebbe ancora il momento ma l'accontento, mi posiziono tra le sue gambe, con la cappella strofino il clitoride gonfio...la penetro....che sensazione!!! è bagnatissima e la sua fica mi calza a pennello, inizio a muovermi, godendomi i suoi sospiri silenziosi, le sue gote che si vanno arrossando, i suoi capezzoli duri come noccioline. Alza le ginocchia per favorire la penetrazione, le sue braccia strattonano il lenzuolo...lo stringono....Sento che gode....in silenzio, ma gode, le contrazioni della sua fica sono inequivocabili. Mi inginocchio e sempre penetrandola le afferro i piedi, due piedini ben curati, profumati e con le unghie smaltate, glieli accarezzo e glieli massaggio sempre stantuffandola con lieve cadenza. Mi porto le gambe sulle spalle e mi godo la scopata carezzandole i seni...voglio farla godere come le piace...poi dopo toccherà a me....Un altro orgasmo le dà i brividi mentre ruota la testa a destra e a sinistra sotto gli spasimi del godimento. Apre gli occhi, mi fissa, il respiro è ancora accelerato "Mi piace....ma tu quando vieni?" "Ci vuole un pò di tempo, ti dispiace?" le rispondo.."Per niente...continua, mi piace un sacco come mi fai l'amore (...proprio cosi, COME MI FAI L'AMORE)". Riprendo a pomparla accelerando un pò, la sua fica è calda...è un forno...non credo di durare ancora per molto. La sottile linea che separa la voglia di godere di quello splendido corpo e la voglia di resistere si incrina....si spacca...rompe gli argini....Aumento il ritmo, la pompo quasi con violenza come piace a me. Attorno al mio cazzo si forma una schiumetta bianca..sintomo del suo godimeno, lei respira affannosamente, la posizione mi consente di affondare tutto in lei....la mia cappella urta il suo collo dell'utero....La inondo "Vengooooooo...!!!" un urlo liberatorio, quasi selvaggio fa liberare anche in lei la voglia di urlare al mondo intero il suo godimento "Vengo anch'io...di nuovo....è bellissimoooooooo, riempimi....!!!!" Ci accasciamo, soddisfatti.....Io almeno lo sono. E' difficile che mi accontenti di una sola scopata, ma in quel momento mi sento bene, in pace, rilassato. Lei ha la testa sul cuscino, dal viso e dagli occhi socchiusi traspare la soddisfazione di una donna che ha appena goduto. Le carezzo il viso col dorso della mano, la bacio con tenerezza...restiamo abbracciati in silenzio, poi lei allunga la mano fino a toccamelo. Un tocco delicato che risveglia immediatamente i miei istinti ed esce fuori la parte un pò selvaggia che è in me.
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14 years ago
scopodonnexsetteore,
52
Last visit: 7 months ago
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La nostra prima volta al prive\'
Era la prima volta che io Francesca , e Fabio(il mio ragazzo) andavamo in un club privè .
La voglia di provare nuove emozioni nella sfera sessuale, era superiore alla vergogna di essere vista o toccata da altre persone.
Era molto tempo che ne parlavamo e alla fine dopo tanti tentennamenti, si era deciso di entrare in quel locale famoso per gli scambi di coppia.
Io sono Francesca 27anni, commessa, alta 1,67, mora, capelli lisci sino alle spalle, occhi marroni, seconda di seno,leggermente abbronzata e con un bel sedere, a detta di tutti.
Aperti nel sesso, ci eravamo accorti che guardando altre coppie fare sesso, (tramite dvd amatoriali)facevamo l’amore con più passione e libertà.
Una coppia di nostri amici, una volta, ci aveva raccontato di alcune loro esperienze con scambi di coppia e avevano detto che solo provando, si poteva capire quanto questo fosse bello.
La nostra curiosità era cresciuta ancora di più, le nostre domande erano rivolte a capire come si conosceva un eventuale partner e, quando ci dissero che la scelta era libera, decidemmo di provare.
Ed eccoci lì all’entrata, davanti alla porta una persona sulla cinquantina capisce al volo le nostre paure e gentilmente ci spiega come dobbiamo comportarci e come dobbiamo fare .
Siamo mano nella mano mentre ascoltiamo.
Quando ci dice che dobbiamo dividerci, perlomeno all’inizio, in modo che possiamo vedere e capire, rimango perplessa; guardo Fabio, lui alza le spalle e allora accettiamo di dividerci.
Il signore alla porta che sarà il mio accompagnatore, ci spiega che durante la visita potrebbe anche accadere di essere fermati e toccati o addirittura scopati.
Le mie perplessità crescono, ma mi accorgo che cresce anche il bagnato sotto il mio piccolo perizoma che ho messo per l’occasione.
Già, perché mi sono vestita per essere scopata e quindi non ce niente di strano se poi mi capita.
Autoreggenti sotto una gonna lunga che ha due spacchi laterali che arrivano all’inguine e che a ogni movimento di gamba, lascia intravedere il tutto..
Sopra una camicetta bianca, trasparente, lascia intravedere i miei capezzoli già erti su un seno non molto grosso ma sodo .
Guardandomi allo specchio, prima di uscire di casa, ho pensato che se fossi un uomo vorrei scoparmi e quindi sono una piacevole visione.
Saluto Fabio con la promessa di rivederlo in breve tempo e mi avvio nel mio labirinto del sesso; un tunnel illuminato con luci rosse soffuse, mi porta a una porta dove si sentono chiaramente dei gemiti di donna, mi viene aperta la porta e intravedo una ragazza che è scopata su un tavolo da un bel ragazzo e un altro che col cazzo in mano le sta sborrando sui seni.
Sento subito una fitta che ben conosco tra le gambe, il mio accompagnatore mi mette una mano sul seno e comincia a palparlo, chissà perché avevo pensato che lui non potesse toccarmi.
Guardo estasiato il membro del ragazzo che entra e esce da quella ragazza e vedo che anche i ragazzi mi guardano interessati: il mio accompagnatore si sta divertendo col mio sedere, lo sta toccando e controlla la resistenza, io mi lascio fare aspettando di vedere cosa c è più avanti, lui chiude la porta scambiando un cenno con i ragazzi e mi porta ad un'altra porta dove aprendola, vedo un ragazzo che sta scopando una ragazza piegata a carponi ,non capisco come la stia scopando ,c è poca luce, poi, mettendo a fuoco l’immagine vedo che la ragazza ha un cazzo in bocca e sta facendo un pompino a uno steso sul divano e concentrandomi vedo che il cazzo che ha in bocca è veramente notevole.
Mi cresce la voglia e nello stesso tempo la paura si allontana, vedo una terza persona che stava guardando e si stava accarezzando il membro; avvicinarsi mi guarda, scambia un occhiata con il mio accompagnatore e poi mi mette il cazzo in mano e mi fa capire che devo farlo venire mentre guardiamo la scena.
Comincio a muovermi su quel membro duro e di dimensioni normali, senza mai togliere lo sguardo dalla ragazza scopata a carponi.
Sento un leggero rantolo e poi, sento il liquido vischioso imbrattarmi la mano e colarmi piano;
“Leccalo e pulisci” e io alzando la mano, lo lecco e mi pulisco, poi, sento una spinta sulle mie spalle e capisco che devo piegarmi e leccargli anche l’uccello.
Mi piego e prendendolo in bocca, comincio a succhiarlo proprio mentre capisco che la ragazza sta godendo e in quel momento la mano che si intrufola sotto i miei slip, sente i miei primi umori legati al mio primo godimento.
Ho completamente dimenticato Fabio, penso solo a guardare e godere di quello che vedo.
Vengo fatta rialzare e ricominciamo il nostro percorso; arriviamo in una stanza dove ci sono minimo quattro coppie che stanno scopando, la situazione farsesca e altamente erotica: vengo spinta dentro e subito vengo avvinghiata da qualcuno, sento mani e baci dappertutto, mi sento aprire le gambe e presto sento il calore inconfondibile di un cazzo che mi entra dentro; sono ancora in piedi e col culo appoggiata a un divano, chi mi sta scopando, ci sa fare alla grande, le mani che mi toccano sono un piacevole riempimento al mio secondo orgasmo.
Non riesco a capire chi sia quello che mi scopa e anche questo mi eccita molto, essere presa da uno sconosciuto, è sempre stato un mio desiderio; sento che qualcuno mi sposta e mi fa girar, in quel movimento perdo il cazzo dello sconosciuto, perì,appena girata, vengo subito riempita da un altro e questo è anche grosso … tanto è vero che mi sfugge un gemito all’intrusione.
Adesso mi trovo con le braccia appoggiate a un tavolo e mostro la schiena a tutti: un ragazzo passa sotto di me e mettendosi a sedere sul tavolo, mi invita a chinarmi un poco per prenderglielo in bocca, ovviamente io eseguo e mi abbasso, apro la bocca e lo ingoio con passione; comincio a spompinarlo mentre sento le spinte aumentare dentro di me e poi sento un caldo liquido riempirmi e farmi venire ancora una volta.
Comincio a perdermi in quella stanza, la mia testa è spinta avanti e indietro da delle mani decise e subito sento un altro cazzo entrarmi nella figa e cominciare a scoparmi con un ritmo forsennato, vengo talmente sbattuta che ben presto anche quello che ho in bocca emette il suo piacere riempiendomi.
Sento i sospiri e i gemiti di altre donne e sento nuove mani toccarmi e accarezzarmi e poi sento qualcuno che comincia a farsi strada nel mio culo.
Vorrei dirgli di fare piano, ma la mia bocca è di nuovo riempita e così vengo sodomizzata senza potere dire come vorrei farlo.
Sento uno dire che sono ancora bella stretta e che capita poche volte di trovare un pertugio così aderente e nello stesso tempo un sedere così ben fatto; sento uno che mi fa piegare le gambe e mi fa impalare su un uccello bello duro, quello dietro adesso lo sento ancora di più, la doppia penetrazione non l’avevo mai fatta e devo dire che all’inizio mi fa male, poi, tra le mani, i cazzi e le grida di altri, mi lascio andare e ho un orgasmo multiplo come non credevo possibile.
Vengo ancora una volta riempita di sperma da tutte le parti e poi, spossata mi abbandono per terra, giusto in tempo per sentire la lingua di una ragazza che comincia a leccarmi e a succhiare lo sperma che mi esce.
Sono distrutta dai miei orgasmi e da tutte quelle penetrazioni e comincio a sperare che ben presto finisca, invece ancora per un ora vengo scopata e sodomizzata da altre cinque uomini.
Alla fine,sono tutto un bruciore, ho goduto talmente tanto che non capisco più niente, sono completamente nuda e non me ne sono neanche accorta: qualcuno mi aiuta a rivestirmi e poi, vedo il mio accompagnatore, il quale, mi riporta all’entrata dove ritrovo Fabio. che mi sta aspettando; mi cinge le spalle e mi sussurra
“Ti amo”
Gli chiedo di dirmi cosa ha fatto e lui guardandomi negli occhi, mi dice;
“Ho ammirato la mia donna dare piacere a uomini e donne indistintamente e mi sono fatto fare un pompino da una ragazza mentre ti guardavo venire…”
Mi rendo conto che la festa era per me, e ringrazio Dio di avere un ragazzo così aperto e poi, ridendo dentro, mi viene da pensare che anch’ io sono molto aperta … perlomeno in questo momento … -
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15 years ago
coppialibera2, 43/43
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Ma dai ha solo 18 anni
Ha solo 18 anni si , li ha compiuti da un paio di mesi , ed e la figlia di una mia amica , per evitare complicazioni la chiamero' Bella ( nome di pura fantasia) .
Bella e la figlia di una mia amica la quale felicemente separata si e sempre data fare per non sentire la mancanza di un uomo nel proprio letto, tanto che di uomini il suo letto ne ha visti passare parecchi , ed io ho avuto la fortuna di essere uno di quelli.
Essendo la mia amica una donna molto interessante e allo stesso stempo intelligente , ha sempre fatto in modo di non portare a casa uomini in presenza di Bella , la quale fino a pochi mesi fa era ancora minorenne, ma una mattina prima di natale Bella e venuta a trovarmi con la scusa degli auguri e mi ha detto " che palle la mamma ogni volta che le do fastidio mi spedisce da nonna , ma cosa crede che non sappia che lo fa per scopare?
ovviamente ho fatto finta di niente ma lei ha continuato dicendo" cosa credete tutti quanti ? che io non lo abbia mai fatto ? poveri illusi." Quella sera ho chiamato sua mamma per accennarle la faccenda e come risultato ho ottenuto un invito a bere un caffe'
verso le 20.30 sono arrivato a casa sua e lei come al solito era attraente ed eccitante aveva un paio di calzoni in pelle che le disegnavano le forme piu intime e una maglia scollatissima che mostrava tutta la generosita' del suo seno, quella sera pero' sul divano di sala cera anche Bella che come al solito quando era in casa indossava un pigiama intero felpato ( quelli da adolescente ) mi sono accomodato e la mia amica e andata in cucina a preparare il caffe', rimasti soli Bella mi si e' avvicinata e mi ha sussurrato in un orecchio " di a mamma quello che ti ho detto oggi e le dico che ci hai provato " cazzo ho pensato mi ha fregato, e allora ho fatto finta di niente e quando la mamma e tornata ho diversificato gli argomenti per non tirare in ballo quello per cui ero arrivato li......
Ogni volta che la mamma si alzava per fare qualcosa Bella si avvicinava e , una volta mi soffiava nell'orecchio,una volta con la scusa di raccogliere il fazzoletto si avvicinava alle mie gambe e risaliva con le labbra vicino al mio corpo, poi quando di nuovo soli " mamma e ' andata in bagno " slaccia la cerniera del pigiamone e mi lascia intravedere due tettine di marmo , al massimo una seconda , ma veramente fatte bene , insomma nel giro di un ora il mio attrezzo ha fatto su e giu' piu di una volta, ormai consapevole di non fare un bel niente in quanto Bella l'indomani non sarebbe andata a scuola a causa delle vacanze , decido di salutare e di tornarmene a casa. E' allora che mentre sono gia'sulla porata Bella si alza e dice a mamma " quasi quasi ne approfitto e mentre lui va scendo a far fare un giretto al cane cosi' rimane apposto, la mia amica acconsente , ma le dice di mettersi addosso qualcosa di pesante per non prendere freddo , si mamma risponde Bella , e torna dalla sua camera con addosso un pellicciotto bianco lungo fino alle caviglie prende il guinzaglio e si avvia con il cane verso l'ascensore, salgo anchio e bella invece che premere il tasto di terra preme quello dei box nel seminterrato, una volta che siamo arrivati con una mossa inaspettata lascia cadere il guinzaglio e il cane scappa fuori , ma prontamente mi dice di non preoccuparmi che tanto il cancello e chiuso e il cane non puo' uscire , faccio per uscire dall'ascensore ma mi si para davanti lasciando aprire il pellicciotto , e sotto non ha nulla , gia' il pigiamone non ce piu' allora il mio cazzo diventa di marmo se ne accorge , lo fa saltare fuori dai pantaloni e mi salta in braccio dicendo " scopami, scopami o lo dico a mamma" non cera bisogno in un men che non si dica la sto sbattendo appoggiata allo specchio dell'ascensore e dopo 5 o 6 minuti sono cosi eccitato che sto per venire quando sento una voce che mi dice, " ma dai ha solo 18 anni" era sua mamma che inginocchiatasi sotto di noi mi ha estratto il cazzo dalla sua fighetta ormai fradicia e senza sprecare nemmeno una goccia ha bevuto tutta la mia scarica di sperma, in evidente imbarazzo cerco di spiacicare qualche parola ma la mia amica mi guarda e con un tono che non mi aspettavo mi dice "ma dai ha solo 18 anni , almeno la prossima volta fermatevi in casa mica che vi vede qualcuno e poi chissa cosa pensano"
Non so se ci sara' una prossima volta volta ma spero di gustarmela con entrambe,
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15 years ago
LAUANG, 36/27
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