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Come inizia l\'avventura cuckold 2
Ora che l'accordo era raggiunto mi sentivo strano avevo il cuore in gola non pensavo altro a quel giorno a quanto fosse stata intrigata e coinvolta dall'idea del tradimento condiviso oppure a quanto si sarebbe infastidita, offesa e urtata tanto da poter compromettre il ns rapporto ormai allineato su di un filo sottile che ci avrebbe portato o ad allontanarci definitivamente oppure ad accettare senza nasconderci le ns intime voglie di giocare e divertirsi lasciandosi trasportare dagli eventi.Vi era anche una seconda difficoltà, segnata dalla distanza che ci divideva e che poteva giocare a favore o contro a seconda delle circostanze e degli eventi, ma nulla era ormai scontato e nulla era ormai come prima.La mia, ormai, irrefrenabile voglia di capire fin dove si potesse spingere, il forte desiderio di interpretare le sue fantasie e le sue voglie e la mia folle voglia, desiderio di essere umiliato e di vedere o immaginare la donna dei miei pensieri e dei miai desideri nelle braccia di una persona che per giunta conoscevo mi rendeva particolarmente nervoso e irrascibile, fragile e vulnerabile.Vivemo un conflitto interiore da una parte il desiderio folle di organizzare il tutto nei minimi particolari fino al raggiungere l'obiettivo massimo del tradimento congiunto e dall'altra la paura di metter in gioco un rapporto fino a quel momento idilliaco e perfetto.La prima sensazione prese il sopravvento e rimase solo il tempo per giunto poco di organizzare il tutto affinchè Elena cadesse senza accorgesene nella mia trappola e nelle grinfe di Marco sensibile per natura al pelo femminile e dichiaratamente attratto dalla bellezza e dalla esuberanza di Elena.Certamente non potevo fin da subito coinvolgere Marco in questo gioco e quindi escogitai un modo affinchè si presentasse da solo per poter quindi vincere la scommessa e il secondo ordine di problemi verteva sul fatto come potesse Marco fare la prima mossa nei confronti di Elena confidando sempre nella irreprensibile voglia di Elena di rispettare i patti della scommessa conscia di cosa rischiava ma al tempo sapendo che non doveva essa esporsi per essere giudicata da Marco.Un gioco sottile, difficile e pericoloso che si basava tutto su un precario equilibrio soprattutto celebrale.La scusa escogitata fu quella di dire a Marco che Elena non fosse pronta a conoscere la moglie e i nuovi amici che essendo timida aveva bisogno di tempo per amalgamare e digerire il fatto di trovarsi in una città nuova, in un ambiente di lavoro ostile e lontano dal suo amato anche se questo potesse apparire come un via libera a frequentare e conoscere nuove persone.Marco bevve la scusa senza batter ciglio e disse anzi che avrebbe pensato a Lei come se ci fossi io accanto, che l'avrebbe coccolata e fatta sentire a proprio agio senza problemi e che aveva a questo punto intenzione di portarla a cena e successivamente fare una passeggiata sui navigli visto il bel tempo e la serata.Dissi anche a Marco di non dire ad Elena che la scelta di venire da solo fosse stata concordata con me ma di far capire ad Elena che una serie di circostanze e di situazioni legate alle sue amicizie, lo avevano indotto a venire da solo onde evitare dicerie sulla sua persona, in modo da non far pesare ad Elena la sua voglia di non conoscere nessun al momento per i motivi prima detti.Anzi preannunciai a Marco che durante il loro incontro lo avrei chiamato per sapere come andassero le cose e che lui doveva rispondermi come se stesse parlando con altro amico fantasioso e non con me per non insospettire Elena della chiamata, Marco era ignaro che la mia telefonata gli avrebbe aperto le porte al paradiso, alla bellezza di Elena e alla sua voglia di scoparsela conoscendolo bene.Dall'altra lavorai di puntino Elena tranquillizzandola e invitandola a vestire in modo provocante che è solito fare quando esce con me, dato che se avesse vinto avrebbe fatto bella figura con gli amici così vestita, se invece avesse perso avrebbe cmq fatto felice Marco che non perdeva occasione di fare i complimenti ad Elena per il suo corpo e per le sue gambe sode e lunghe.Elena si mise una camicietta in seta bianca molto scollata che lasciava intravedere molto della sua bellissima 3°,un reggiseno mezzo balconcino una cinta grande avvolta sulla vita e una mnigonna nera molto corta con delle catene in ottone laterali che abbellivano il suo disegno, senza calze e con delle scarpe aperte con 12 cm di tacco che slanciavano molto le sue gambe (già alta 1,72 cm) ma soprattutto il suo culo, in fine con fatica e con forte determinazione imposi ad Elena di non indossare lo slip cosa che faceva spesso in estate ma non per esibizionismo ma una sua sensazione forte di libertà e di piacevole freschezza che avvertiva nel far arrivare la frescura serale ovunque nella sua passerina sempre curata e ben depilata tutta.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Gabriella si dà da fare
Due giorni dopo la nostra prima esperienza di "parcheggio" mi chiama Alfredo, il mio bravissimo "complice".
-"Carissimo Fabio, che bella serata abbiamo trascorso". Mi fa subito lui. "Hai una donna meravigliosa, tutta da godere e da far godere". Lo aggiorno sugli sviluppi della situazione, sui chiarimenti intercorsi tra me e lei e sul suggerimento che ho dato a Gabriella di riallacciare i rapporti con gli ex-amanti.
-"E' stato un incontro fortunato per entrambi. Per me per aver incontrato due belle persone pulite come voi due, ma anche per te. Ricordati una cosa, caro Fabio: Gabriella non sa che io e te siamo complici e questo fa di me una risorsa preziosissima se sei davvero interessato a capire che tipo di donna hai tra le mani. Tu non sapevi nulla dei suoi tradimenti, no?".
Rispondo che non avevo sospettato minimamente della cosa.
-"Ecco. Ora, non ti offendere se ti dico che sei tu rispetto a lei sei completamente sprovveduto. Io ho vent'anni più di te, ho tanta esperienza e mi è bastato vederla in azione dieci minuti per capire certe cose. Tu mi offri su un piatto d'argento la tua fidanzata, giovane e bella da potermi godere, io in cambio ti offro la possibilità di capire davvero qualcosa di lei. Tieni presente che è una donna complessa, che mente sistematicamente...".
-"Scusami, Alfredo, non ti seguo. Che vuol dire che mente?".
-"Vuol dire che mentre tu racconti le cose così come le hai vissute lei non lo fa mai. Lei ti racconta e ti racconterà sempre ciò che vuole che tu pensi e non dice la verità per principio".
-"Beh... non so cosa dire... insomma adesso mi sembra decisa ad essere completamente trasparente nei miei confronti. Perchè dovrebbe mentirmi ancora?".
-"Guarda, se le cose tra noi andranno avanti te ne renderai conto da solo. Soltanto non dirle mai che io e te ci sentiamo, se non vuoi privarti della tua arma migliore, che sono io".
-"Ok... Sai che mi ha chiesto esplicitamente di poterti rivedere?".
-"E' già passata all'attacco, vero? Lo sai che il bigliettino da visita me lo ha chiesto lei mentre ci rivestivamo in macchina?".
-"Te lo ha chiesto lei??? Io... pensavo fosse una tua iniziativa...".
-"Già. Lo pensavi, eh? Serriamo i ranghi, ragazzo mio, che ne vedremo delle belle... Senti allora la chiamo oggi o domani. Non hai nulla in contrario se io e lei ci vediamo da soli, vero?".
"Nessun problema, Alfredo, hai carta bianca", rispondo.
La sera dopo una Gabriella spumeggiante mi prepara una cenetta deliziosa e poi, durante le coccole sul divano:
-"Amore, domani pomeriggio mi vedo con Andrea... ti ricordi, vero, il commercialista...".
Rispondo che ricordo perfettamente.
-"L'ho chiamato ieri mattina, mi è sembrato felicissimo di risentirmi dopo tanto tempo".
-"Ci credo, tesoro".
-"Mi ha invitato domani pomeriggio nel suo studio dopo il lavoro, al Torrino. Credo che voglia scoparmi...".
-"Benissimo... e con gli altri come sei messa?".
Gabriella mi guarda sorridendo. E' letteralmente effervescente.
-"Ieri ho mandato due sms a Salvatore, mi ha chiamata subito, credo che ci vedremo presto... stamattina in ufficio Ravaioli mi ha battuto i pezzi... mi ha detto sottovoce che avevo una faccia da letto che era un poema..." Gabriella si interrompe ridendo di gusto. "Gli ho detto che questi giorni ho tanto da fare e lo stesso ho fatto con Sergio, voglio farli soffrire un po' prima di dargliela di nuovo... ahhh ma lo sai che mi ha chiamato Alfredo, quello del parcheggio? Quando ho risposto al cellulare non riuscivo a capire chi cavolo fosse. Credo che devo farmi un altro cellulare per gestire queste cose, non posso usare quello personale... mi regali un cellulare nuovo, amore?".
-"Certo che te lo regalo... ma che ti ha detto Alfredo?".
-"Che tipo che è... è simpatico... mi ha chiesto se sabato pomeriggio voglio andare con lui a fare shopping... dice che sono talmente bella e sexy che vuole regalarmi qualcosa di speciale... senti ma che dici, sarà il caso di fidarsi di questo tizio? Non sappiamo nulla di lui, in fondo, uno che va di notte nei parcheggi, se fosse un mezzo matto?".
-"Beh, non saprei... ma mi è parso una persona a posto... sarebbe carino se ti regalasse delle cose, no?".
Gabriella mi guarda con gli occhi socchiusi poi mi abbraccia improvvisamente.
-"Amore, mi fa impazzire che mi lasci libera di fare queste cose... sentirmi così circondata di desiderio ed essere mentalmente così libera mi fa sentire... come se bruciassi dentro... così viva...".
-"E' meraviglioso vederti così, Gabri... sei accesa, raggiante... io è così che ti voglio, sai?".
Gabri mi lecca un orecchio e mi sussurra a voce bassa.
-"Amore, vedrai quante corna ti metterò... con uomini in gamba, non con poveri segaioli come te... e ti racconterò quanto mi fanno godere... voglio farti vedere quanto sono troia...".
La sera del giorno successivo aspetto che lei torni. Di solito alle 18 sta a casa, alle 19.30 quando va in palestra. Ho cenato da solo, sono le 21.30, Gabriella è andata all'appuntamento con Andrea. Ho ricevuto un sms alle 17.40 con cui lei mi ricordava che avrebbe fatto tardi per questo motivo. Passa dell'altro tempo, guardo un film in dvd. SOno le 22.30 quando sento la porta di casa aprirsi. E' lei. Non mi alzo dal divano, aspetto. Pochi secondi e il mio amore si affaccia dalla porta del salotto. La guardo, è sensazionale. Minigonna non cortissima ma comunque abbondantemente sopra il ginocchio che esalta le calze di rete color carne... stivali abbastanza alti con tacchi che esaltano la forma delle sue gambe. La guardo rapito.
-"Ma sei andata al lavoro così oggi?" me ne esco un po' ingenuamente.
Mi risponde languida.
-"Ovvio che no... mi sono portata il cambio... dopo il lavoro... ho speso un po' per questo completino... ti piace?".
Si appoggia sensualmente allo stipite della porta e mi guarda sorniona.
-"Se mi piace? Sei uno schianto...".
-"E' piaciuto molto anche ad Andrea, sai?", risponde guardandomi provocatoriamente.
-"Cos'è successo?".
-"Te lo avevo detto, no? Sono andata a trovarlo nel suo ufficio, al Torrino... un macello per trovare il posto. Mi ha guidata lui al cellulare per fortuna. Posto carino, un bell'ufficio non molto grande ma arredato con molto gusto... Lui era solo... Pensa che io ero già del tutto cotta mentre salivo in ascensore, non vedevo l'ora di... essere lì da lui.".
-"E come ha reagito vedendoti?".
-"Andrea è un tipo... molto recettivo... si è reso conto subito in che stato ero".
-"E in che stato eri?".
-"In che stato ero? Ero... esaltata dal fatto di stare lì... ero bagnata da morire... e lui se ne è accorto".
-"E quindi".
-"E quindi... ci siamo salutati con il bacino sulla guancia, poi ci siamo guardati negli occhi.. e lui è partito all'assalto e mi ha infilato la lingua in bocca. Non ha proprio perso tempo, credo che non ne poteva più nemmeno lui dalla voglia. Mi ha fatto sdraiare sul divano e mi ha tolto le mutandine... mi ha scopata subito, senza nemmeno togliermi la gonna... sai che con lui non lo avevo mai fatto... sono venuta dopo pochi secondi che lui mi stava dentro, pensa...".
Mi sto masturbando apertamente, lei continua a guardarmi, in piedi, appoggiata alla porta.
-"Un'ora abbondante di sesso, poi siamo andati a mangiare qualcosa verso le 20 in un locale sotto l'ufficio... poi siamo tornati su... ci aveva ripreso la voglia... Andrea mi ha spogliata completamente stavolta, ha voluto scoparmi sulla sua scrivania, mi ci ha fatto sdraiare sopra e lui in piedi a darmelo... poi, meraviglioso, si è messo in potrona e mi ha chiesto di sedermi sul suo cazzo... mi sono messa su di lui e me lo sono infilata da sola nel culo...".
-"Vacca!!!".
-"Vieni qui, dai...".
Mi alzo dal divano e le vado vicino, lei si appoggia allo stipite e appizza il sedere.
-"Dai, dammici una leccatina, così vedi quanto Andrea mi ha allargata".
Mi inginocchio dietro di lei, le sollevo la gonna, ho il suo bel culetto davanti al viso. Infilo il viso tra le sue natiche, spingo, arrivo sulla passera con la lingua, la insinuo tra le labbra.
-"Dai lecca, senti quanto me l'ha aperta....".
Avverto il sapore del lubrificante dei preservativi, slappo la fica di Gabriella con passione.
-"Dai lecca, senti quanto è larga, c'è appena passato il cazzo di Andrea lì... ha un bel cazzo Andrea, sai... molto più largo del tuo... tu sei bravo solo a leccare, è meglio che siano altri a chiavarmi... ora lecca dietro, forza...".
Mi assesto meglio ed ora lambisco con lingua il suo ano, ci infilo la lingua dentro senza difficoltà.
-"Dai, porcellino, lo senti quanto è largo, quanto è sfondato, sai a quanti uomini l'ho già dato... a tutti tranne che a te... io il culo lo dò ai maschi in gamba, non ai segaioli come te... mmmm, mi piace tanto questa cosa che a te il culo non l'ho mai dato, sai?... forza fatti una sega sul pavimento mentre lecchi, che è la cosa che ti viene meglio...".
Gabri inizia ad ansimare, le infilo tre dita in culo e le slappo con impegno la clitoride, in pochi secondi è scossa da un lamentoso orgasmo... mi lascio andare a mia volta e vengo, il mio seme forma un piccola pozzetta sulle mattonelle del pavimento...
Dieci minuti dopo, fatta la doccia, siamo abbracciati nel letto, a luce spenta.
-"Dio come sono distrutta, amore mio..." mi fa lei, la testa dolcemente abbandonata sulla mia spalla.
-"Dopodomani è sabato... mi vedo con Alfredo, sai?".
-"Wow" le rispondo io. "Andate a fare shopping?".
-"Si... ma spero non solo quello...".
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14 years ago
fbroma777,
34
Last visit: 14 years ago
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Al prive
....ciao io sono Antonio, la mia compagna di giochi è Barbara, voglio raccontare di una esperienza vissuta in un prive più o meno un anno fa. Io e Barbara ci divertiamo col sesso in tutti i modi, e seppure non abbiamo mai fatto scambio ci siamo andati molto vicino. Abbiamo frequentato qualche prive e cira un'anno fa in una delle nostre serate goliardiche siamo andati in un prive in provincia di caserta. Barbara quella sera era stupenda, tacchi altissimi, vestitino molto leggero , autoreggenti e miniperizoma....un vero schianto. Cè da dire che seppure bassina è un gran pezzo di fica, decidiamo di andare in un prive della prov di caserta, era prima volta così fatto il giro di rutine con i propritari per conoscere il locale ci cominciamo a scaldare sui divanetti, di fronte a noi si side un tri due femmine ed un maschio. Barbara mi fa notare che le due donne si dedicano con molta passione al maschietto e mi domande se a me piacerebbe la stessa cosa...ovvio.
la cosa va avanti per un pò ed arrivatiad un certo punto una delle donne si alza e ci chiede se ci va di spostarci nella sala per sole coppie. Dopo un pò di imbarazzo ci alziamo e li seguiamo. Ci comiciamo a baciare noi da una parte e loro dall'altra. La cosa si fà incandescente ed arrivati ad un certo punto siamo tutti semi nudi.
Barbara è a pecora sul letto ed io la stantuffo da dietro, mentre il lui del trio viene in una sborrata abbandondante dulle tette di una delle due.
l'altra si avvicina a Barbara e le sussurra qualcosa nelle orecchie, un brivido percorre la schiena di Barbara ed io dentro di lei sento una flusso di liquido caldo abbondante sul mio pene, continuo a stantuffarla mentre la lei della coppia le accarezza le tette. La sento godere mentre con voce stritula mi chiede di venire. Noto che la sua mano è tra le cosce di lei e la visione di questo spettacolo mi provoca un'eiaculazione da guiness.....dopo un pò scompaiono entrambe nel bagno.....quando Barbara torna è passata una mezzora abbondante così torniamo a casa. In macchina mi ha raccontato che in realtà la lei era un trans e che quando glie l'ha detto e gli ha chiesto di sentire il suo cazzo gonfio tra le mani è venuta come una bambina....non mi ha raccontato cosa è successo nel bagno ma io lo immagino.
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14 years ago
barbanto,
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Last visit: 6 years ago
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Gabriella, che troia (2° parte)
SEGUE DAL RACCONTO PRECEDENTE-"Amore mio, come ti senti?".Sono le sue prime parole. Abbiamo lasciato da dieci minuti il parcheggio di Piazza Pakistan, stiamo tornando a casa. Lei mi siede accanto, percepisco in lei imbarazzo e paura. Non le rispondo, continuo a guidare lentamente.Sto ancora assorbendo il colpo delle cose accadute, ma soprattutto delle cose dette. Come diavolo ha fatto Alfredo a tirarle fuori certe confessioni? Il mio silenzio non le piace affatto. Continua:-"Io ti amo da morire e non posso vivere senza di te, lo sai questo, vero?" Stavolta la sua voce sta per rompersi nel pianto. Fermo la macchina. La abbraccio, la bacio teneramente.-"E' tutto vero?". Le sussurro.-"Si, è tutto vero". Risponde. "Volevo dirtelo... da quanti giorni volevo dirtelo...".-"Oltre a Sergio sei stata con altri tre uomini in questi quattordici mesi che stiamo insieme?".-"Si..." è la sua risposta laconica.-"Me ne parli, per favore? Direi che sarebbe meglio che mi dicessi tutto, no?".Sono colto da un pensiero improvviso. Prima che lei risponda riprendo:-"Senti... ma... in questo ultimo periodo sei uscita spesso dicendomi che andavi da Sergio. Sei stata solo con lui?".-"No..." altra risposta laconica.-"Va bene, sentiamo allora".Qualche minuto di silenzio.-"La prima storia risale a diversi mesi fa. Prima di riprendere con Sergio ho accettato l'invito di un cliente dell'ufficio, un bel ragazzo... siamo usciti dopo il lavoro...".-"...e siete andati a letto insieme...". Puntualizzo io.-"Si... Dopo l'ho rivisto solamente un'altra volta... e poi mi sono imposta di darci un taglio, e ci sono riuscita... Questa cosa però mi ha stimolata... non ti ho mai detto che Sergio non ha mai smesso di farmi la corte e di telefonarmi abbastanza spesso... insomma gli ho ceduto, ma questa storia la conosci già".-"Già... la conosco... ma dopo che ho scoperto tutto mi hai detto che Sergio non lo hai visto più finchè io non ti ho dato il benestare a farlo...".-"Si, ti ho detto così, amore mio... e invece ho continuato a vederlo, anche se con meno frequenza".Continuo a guidare, ho la testa in subbuglio. I pensieri vorticano.-"E il primo tizio come si chiamava?".-"Salvatore... è di Rieti".-"Ok. Quindi prima Salvatore, e con lui adesso hai chiuso. Poi Sergio, che continui a frequentare. E gli altri due? Con uno ti stai vedendo anche in questo periodo, mi hai detto, no? Chi sono questi tizi?".Gabriella sospira profondamente. Poi mi si accoccola sulla spalla destra e mi nasconde il viso nel collo.-"Andrea, un commercialista, circa tre mesi fa. Ci sono andata una volta soltanto, e non ci ho nemmeno scopato, ci siamo strusciati in macchina e toccati... gli ho fatto un pompino... anche con lui però ho troncato prima di incasinarmi".Questa ultima frase e l'alito caldo e profumato della mia donna contro il collo cambiano completamente il senso della nostra conversazione. In pochi secondi mi ritrovo con il cazzo in erezione. Gabri non tarda ad accorgersene ma fa finta di niente.-"E poi? L'ultimo?" riprendo io con voce quasi tremante.-"L'ultimo..." e dicendo questa parola mi appoggia le labbra sul collo e me lo lecca.-"L'ultimo è Ravaioli...".-"Ravaioli? Uno dei tre proprietari della tua società?" sbotto improvvisamente io, incredulo.-"Proprio lui... sono due anni che mi fa una certa corte, molto garbata... E' successo dopo che tu mi hai dato il permesso di andare con Sergio...".-"Ma... quindi è una cosa proprio recentissima!!!".-"Si, è iniziata da... una ventina di giorni... è successo perchè... insomma, tu mi hai dato il permesso di andare a letto con Sergio e questa cosa mi ha... letteramente esaltato... e fatto uscire un po' fuori di testa... Ravaioli si è accorto subito di questo cambiamento, figurati, marpione com'è...".-"E quante volte ci sei andata con Ravaioli?". Mi sento abbondantemente sudato, la desidero enormemente.-"Con Ravaioli ci ho scopato tre volte, due a casa sua e una in motel".-"E quindi mi dicevi di andare da Sergio e invece...".-"Aspetta, con Sergio ci sono andata diverse volte, come sai, nelle ultime tre settimane. Una volta soltanto ti ho detto che andavo da Sergio e invece...".-"E quindi negli ultimi giorni non hai fatto altro che passare da un cazzo all'altro!!!".Adesso fuori di testa ci sono io. Tiro fuori il cazzo e glielo metto in mano. Lei visibilmente felice me lo prende e me lo sega con delicatezza. Ho gli occhi pieni delle immagini di un'ora fa, Gabriella montata prima da Alfredo, poi dal guardone, poi da quel tal Renato, poi di nuovo da Alfredo... la mia immaginazione crea le immagini di lei a letto con il Ravaioli, con Sergio, con quel Salvatore, il pompino ad Andrea...Sto veramente impazzendo dalla goduria... la mia troia adesso mi sega l'uccello con disinvoltura.-"E' bravo il Ravaioli a letto?". Le faccio.-"Certo che è bravo... non ha l'animalità di Sergio, ma ha fantasia, mi seduce, mi circonda, mi fa impazzire, è veramente maschio... ma a te non dispiace se continuo a vederlo, vero?" Gabri ha ripreso ora completamente in mano le redini della situazione. Cinque minuti fa era su punto di singhiozzare temendo di avermi ferito seriamente, ora che si rende conto che sto godendo veramente come un porco è tornata completamente padrona di sè.-"Ti sei fatta pure inculare da Ravaioli?".-"Guarda che tu sei l'unico che non mi fa il culo... io il culo l'ho dò sempre a tutti, sai? E se non me lo chiedono sono io ad offrirglielo...".-"E' per questo che sei così sfondata dietro?".-"Si, hai visto Alfredo come se ne è accorto immediatamente?".Gabriella si china sul sedile e mi prende il cazzo in bocca. Più della sua bocca io ora desidero le sue parole. La lascio ciucciare un po' poi le sollevo la testa e la bacio in bocca. Ho altre cose da chiederle.-"Amore mio... è vera quell'altra cosa che ha detto Alfredo?".-"Quale cosa, tesoro?".-"Che ti piace molto più farle da sola queste cose piuttosto che insieme a me come stasera?".Gabriella resta un po' in silenzio, allora la sollecito.-"Amore non aver paura di ferirmi, io ho bisogno di sapere cosa hai dentro... io adoro la tua sessualità...".-"Si... preferisco farle da sola queste cose, mi sento più libera di essere me stessa se tu non ci sei... Alfredo ci ha azzeccato anche su questo".-"Amore mio, per me va benissimo, però, ti scongiuro... non privarmi mai più del piacere di sapere che mi stai mettendo le corna con qualcuno, non lo sopporterei. Dimmi sempre tutto, d'ora in poi... me lo prometti?".-"Te lo stragiuro, non ti nasconderò mai più nulla... assolutamente nulla... mi sento già così terribilmente in colpa con te per averti mentito così a lungo... Però, insomma, quello che abbiamo fatto stasera... mi è piaciuto tantissimo e lo ripeterò volentieri se a te fa piacere".-"Ok. ma che ne diresti di espiare un po' questa colpa che ti senti addosso, che ne dici?".-"Cosa intendi dire?" ribatte lei con un sorrisetto.-"Voglio dire che adesso... tu hai intenzione di continuer ad andare a letto sia con Sergio che con Ravaioli, vero?".-"Si, a meno che tu mi chieda di non farlo... ma spero proprio che tu non me lo chieda...".Ora Gabri ride spontanea... Dio, com'è meravigliosa.-"No, no, continua pure a vederli... ma se vuoi espiare un po' della tua colpa la faresti una cosa per me?".-"Dimmi tesoro".-"Riprendi i rapporti con quel Salvatore e quell'Andrea. E' un che tu abbia soltanto due amanti, no?"Gabri sgrana gli occhi, forse stavolta sono riuscito a sorprenderla.-"Amore mio... tu mi regali il Paradiso, così. Ma dici sul serio?"."Certo che dico sul serio, troia che non sei altro...."Gabri riprende la sega interrotta e me lo mena a buon ritmo.... arrivo nei pressi dell'orgasmo, lei se ne rende conto...-"Senti... ma allora..." riprende lei.-"Dimmi, zoccolona".-"Visto che Alfredo in macchina mi ha lasciato il suo bigliettino da visita, non potrei averne cinque di amanti, che ne dici?".Sono vinto, felicemente sconfitto... cornificato fino alla radice dei capelli. Prendo la testa di Gabriella e la porto sul mio cazzo. Mi abbandono al secondo orgasmo della serata scaricandole in bocca tutto il mio furioso piacere...
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14 years ago
fbroma777,
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Last visit: 14 years ago
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Festa estiva
Dopo molto tempo siamo tornati a una delle feste che organizza un nostro amico, oltre a noi c’erano altre cinque coppie e altrettanti singoli, ridendo e scherzando tra un bicchiere durante la solita breve cenetta molto gustosa che aveva preparato il padrone di casa, l’atmosfera si era riscaldata, due delle coppie erano già andate nella camera da letto seguite da quattro singoli, noi eravamo rimasti in soggiorno a parlare con un coppia amica e uno dei ragazzi particolarmente simpatico.
Mi siedo sul divano, lei si mette accanto a me sorseggiando il suo immancabile bicchiere di spumante, è eccitata e ha voglia di giocare, così riagganciandosi ai discorsi fatti poco prima, si alza e si avvicina al ragazzo che poco prima aveva tanto decantato le doti di una sua amica, vuole mostrargli la sua bravura nel fare i pompini, si inginocchiata davanti a lui gli tira fuori il cazzo, lo guarda estasiata dalle dimensioni davvero notevoli anche a riposo, dopo averlo soppesato comincia a spompinarlo, inizia a fargli un pompino davvero da favola, percorre più volte il cazzo in tutta la sua lunghezza fino allo scroto è particolarmente presa dalla voglia di succhiare un cazzo cosi grosso.
La lei dell’altra coppia intanto si stava dando da fare con me e aveva iniziato a farmi un pompino, mentre suo marito tirato fuori il suo cazzo lo porgeva a mia moglie, con le mani lei stringeva i membri alla base, senza riuscire a chiudere il pugno tanto erano grossi, con la bocca spalancata ingoiava a turno quanto più cazzo possibile facendosi arrivare a volte la cappella fino in gola, spalancando ancora di più la bocca aveva anche cercato di succhiare i due cazzi contemporaneamente, suscitando un pò di ilarità generale.
Si rialza dalla scomoda posizione e si siede sul divano accanto a me, io sono impegnato in un 69 con la lei dell’altra coppia, ma non posso fare a meno di guardare la mia donna, si spoglia abbassandosi l'abito e afferra di nuovo i due cazzi tra le sue mani alternandoli tra una sega e una leccata il gioco si trascina così per alcuni minuti, uno dei due si impegna a lappargli la figa, la fa sdraiare con il culo a bordo divano e le infila direttamente il suo cazzo dentro la figa, la foga con cui si sta gettando tra le tue cosce la fa ansimare. E così, mentre uno la scopa di figa l’altro non perde tempo a impegnare la sua bocca.
I mugoli delle due donne riempivano la stanza, mentre leccavo la figa dell’altra cercavo comunque di guadare Nadia, mi piaceva vederla, la foga e la condizione di estrema eccitazione non tardò a farmi venire.
Avevamo terminato il primo round di giochi sul divano, propongo a Nadia di trasferirci nella camera da letto che si era liberata, due dei singoli più dotati ci seguono lei si sdraiata, le sue gambe piagate e aperte con le bellissime scarpe che indossava, il suo sesso accogliente pronto la rendevano irresistibile, mentre lei leccava i cazzi dei due uomini veramente notevoli che a fatica prendere in bocca, io le baciavo e leccavo la figa, uno dei si era infilato il profilattico si era avvicinato a me per reclamarla.
Mi scosto, le alzo le gambe afferrandola per i tacchi delle scarpe, la tengo bene aperta in quel modo per offrirla al suo cazzo, lui la penetra senza alcuno sforzo, nonostante le dimensioni, mentre spompina l'altro cazzo, vedo l'espressione soddisfatta della mia lei, che istintivamente inarca il bacino sino a che non lo ha tutto dentro, il ragazzo entra ed esce da lei dapprima lentamente per un paio di volte, come per provarla, dalla mia posizione vedo il membro che sparisce dentro lei, è talmente grosso che quando esce è ancora avvolto nella labbra della sua vagina, lucido degli umori di lei.
quando il cazzo la penetra lei con le mani cinge il bacino del ragazzo per tirarlo e sentirlo ancora più dentro, per sentirlo nella pancia, nello stomaco, quasi in gola, come se non le bastasse ancora, come se ne volesse ancora di più.
Inizia a pomparla con un incredibile irruenza, è fantastico sentire la sua voce che geme mentre ha un altro dentro di lei la fa godere.
Lei si sta facendo scopare con gusto, le sue tette dondolano a ogni affondo, i suoi gemiti sono una colonna sonora eccitantissima, lei ansima non so se sta godendo ancora ma sicuramente le piace molto, le sue mani sono strette sul culo del ragazzo come a guidarlo come a trattenerlo dentro di lei, continua a scoparla a un ritmo forsennato per alcuni lunghi minuti, è sudato come un maiale, si ritrae per prendere fiato.
Mentre il secondo preparato dal suo lavoro di bocca si infila il profilattico, ne approfitto per gustarmi nuovamente la sua figa gonfia ancora dilatata dal cazzo appena preso è bagnatissima, un vero lago di umori, con la mia lingua le sfioro le grandi labbra della figa aperta, penetrando in esse per assaporare il nettare che fluiva, mi piace il suo sapore, il profumo della sua fica dopo che ha goduto è una cosa che non mi perderei per nulla al mondo, le infilo il mio cazzo mi piace sentire quando è larga.
Quando si avvicina, mi scosto e gli lascio il posto, non posso competere con tali dimensioni, le apro le gambe e offro nuovamente la sua sua figa a un altro uomo, mi piace farla usare ad altri uomini, fargli provare il meglio e vederla godere.
Il suo cazzo è ancora più grosso del primo, non lunghissimo ma davvero grosso, come una lattina di coca di quelle strette e lunghe, mentre si fa strada e lo vedevo aprirle la figa, era davvero enorme, vedere quell’enorme asta di carne penetrare il suo corpo era davvero una libidine.
L'arnese si era fatto strada tra le sue cosce ed era entrato tutto, l'uomo stava pompando a più non posso, facendo mutare l'espressione da una smorfia di dolore ad una di piacere, lei ansimava ma era davvero troppo grosso e troppo irruente, dopo qualche minuto è costretta a chiedergli di smettere.
Si siede sul letto e inizia a fargli un pompino da manuale e se lo stava godendo. L’uomo ebbe un sussulto e la mia porcellina fece appena in tempo ad allontanarsi che un fiume di sperma zampillò fuori dal cazzone con vigore sul suo seno.
E’ stata ancora una volta magnifica, splendida ed eccitante. Mentre si riveste la bacio per sento l’odore degli altri uomini su di lei: il miglior profumo che possa indossare.
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14 years ago
admin, 75
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Gabriella, che troia...
Il mio pensiero fisso i giorni successivi alle "confessioni" di Gabriella è stato quello di trovare delle situazioni adeguate alle nostre nuove esigenze. Privo di esperienza diretta come sono mi sono messo a cercare informazioni su siti specializzati di incontrismo, trasgressione sessuale, annunci erotici e forum vari. In pochi giorni riesco a prendere contatto con varie persone, ovviamente tutti singoli, che, messi al corrente della situazione, fanno a gara nel proporsi come possibili compagni di trasgressione e nel darmi dritte su come coinvolgere sessualmente la mia fidanzata. Vaglio proposte su proposte e decido che come prima "uscita" potrei proporre a Gabri una puntata in qualche parcheggio notoriamente frequentato da scambisti e guardoni.
Attendo con pazienza che lei manifesti il desiderio di combinare qualcosa. Non mi sento di uscirmene "a freddo" con una proposta del genere, non so fino a che punto lei sia davvero convinta di fare cose del genere e non voglio rischiare di sciupare la sua disponibilità avanzandole la proposta sbagliata nel momento sbagliato.
A quanto pare lei non scherzava affatto, perchè il venerdì successivo lei, uscendo la mattina di casa per recarsi al lavoro, dopo avermi dato il bacino soggiunge guardandomi maliziosamente:
-"Senti... ma... per domani sera, che è sabato, cosa vuoi che faccia? Vado da Sergio o vuoi fare tu qualcosa con me?".
Le ribatto prontamente di lasciar stare Sergio e che avremmo fatto qualcosa io e lei. Mi sorride con aria furbetta e se ne va senza aggiungere parola.
Devo andare al lavoro ma proprio non ce la faccio, ho la testa completamente per aria e mi prendo il giorno di ferie. Rimango a casa e mi metto al computer. Ho un piccolo elenco di diverse soluzioni per l'indomani sera ma ho il problema di non sapere bene come comportarmi. Prendo la lista dei miei contatti con l'intenzione di scrivere ai singoli che mi sono sembrati più disponibili, corretti ed interessanti. C'è il rischio che, come prima volta, la serata possa rivelarsi inconcludente, inadeguata oppure addirittura pericolosa. Un certo Alfredo di 45 anni mi era sembrato una persona particolarmente interessante ed esperta in questo genere di cose. Gli scrivo esponendogli la situazione con la massima sincerità e chiedendogli suggerimenti sul possibile svolgimento della serata. Alfredo mi risponde dopo un paio d'ore comunicandomi la sua disponibilità per la sera successiva a condizione che io accetti di parlargli direttamente al cellulare.
Gli comunico immediatamente il mio numero di cellulare. Verso mezzogiorno mi chiama. Una voce matura e garbata quella di Alfredo, chiacchieriamo qualche minuto poi lui mi chiede se mi va di vederci per pranzo da qualche parte. Ci accordiamo per incontrarci in un bar dell'Eur. Mi presento all'appuntamento ed Alfredo conferma la buona impressione telefonica. Non bello ma nemmeno malaccio, sull'1,75x70, capelli brizzolati, probabilmente due o tre anni più di dei 45 dichiarati. Mi vengono i brividi a pensare alla mia Gabriella fare sesso con quest'uomo maturo che potrebbe esserle padre... Parliamo a lungo e ci accordiamo per vederci la sera in un parcheggio dell'Eur che lui conosce bene. Discutiamo approfonditamente dei vari dettagli. Trascorro il resto del venerdì ed il sabato in un'eccitazione febbrile. Se la serata va per il verso giusto finalmente la mia fidanzata diventerà una vera e propria troia. Un conto è andare a letto con il suo ex, un altro conto è accettare di fare sesso con uno sconosciuto in un parcheggio. Il sabato sera finalmente usciamo di casa. Gabriella su mio invito si è vestita molto sexy. Un abitino aderente scuro, elasticizzato e generosamente corto le fascia il corpo, scarpe con tacchi alti, calze autoreggenti con la riga, tanga che si intravede sotto il vestito, niente reggitette. E' uno spettacolo, tutte le sue belle curve sono in evidenza. Lei continua a scrutarmi incuriosita, non riesce a capire cosa io abbia in mente ma mi ha esplicitamente dato carta bianca per la serata. Il mio compito è riuscire a non farle rimpiangere l'appuntamento perso con Sergio. Come d'accordo invio un sms ad Alfredo comunicandogli ora e luogo del ristorante dove intendo portare Gabriella. Ho optato per un posto abbastanza elegante. Arriviamo alle 21.15 e prendiamo posto al tavolo. Cena a base di pesce con abbondante vino bianco, leggero e frizzante su consiglio di Alfredo per mandare Gabri su di giri. Verso le 21.45 ho un tuffo al cuore perchè vedo Alfredo entrare nel ristorante. Non era nei patti, cosa diavolo intenderà fare? Alfredo prende posto ad un tavolo non lontano da noi ma non fa nulla che possa in qualche modo far pensare che mi conosce. Ordina qualcosa di veloce e dopo una ventina di minuti si alza e se ne va. Mi arriva un suo sms, che vado a leggere alla toilette:
"La tua ragazza è veramente meravigliosa vedrai come te la scopo più tardi". Torno al tavolo con il cuore in gola. Finiamo la cenetta con grappino conclusivo ed usciamo. Gabriella è conscia di attirare l'attenzione degli uomini, l'aria fresca della serata estiva e l'effetto dell'alcool la mandano su di giri. La porto in macchina, lei mi guarda con occhi accesi, non l'ho mai vista così focosa e vitale. Mi squadra chiedendomi cosa vogliamo fare della serata. Le rispondo chiedendole se ha voglia di fare cose porcelle e lei non mi risponde, la sua espressione è già una risposta. Le metto una mano tra le cosce, gliele accarezzo. Lei allarga guardandomi provocatoriamente. Metto in moto e avvio l'auto. Al primo semaforo tiro fuori da una tasca un piccolo ma potente vibratore suggeritomi da Alfredo, glielo porgo e la invito ad usarlo. Lei lo prende, lo osserva:
-"Che cos'è?".
Le faccio vedere come si accende. Gabriella senza esitare apre le gambe, scosta le mutandine e si passa languidamente il vibratore sulle labbra della fica sospirando voluttuosamente.
Dirigo la macchina verso il luogo concordato: piazza Pakistan, il parcheggio sotto il fungo, non lontano dal Palazzetto dello Sport. Come da indicazioni di Alfredo parcheggio l'auto nel lato più appartato della piazzetta. Abbasso i finestrini. Sono circa le 23. Gabriella ha il viso acceso dalla libidine, spegne il vibratore e si guarda attorno.
-"Non sarà un posto pericoloso? Che dobbiamo fare qui?".
-"No amore, non è pericoloso, è soltanto un posto frequentato da guardoni e scambisti".
-"Guardoni e scambisti?"
-"Si, è un posto pieno di porci come noi due". Le ribatto.
Lei mi guarda tra l'incredulo ed il curioso. Per evitare che si raffreddi o pensi troppo la abbraccio, la bacio ed inizio ad accarezzarla fra le cosce. Bastano pochi minuti per scaldarla e sentirla sospirare.
Con ottimo tempismo un grosso fuoristrada si avvicina lentamente e parcheggia accanto a noi, dal lato di Gabriella. Lei fa per tirare su il finestrino ma io blocco il movimento.
-"Dio che maiale che sei...", mi fa.
Il fuoristrada è distante non più di un metro dalla nostra macchina, il finestrino scuro si abbassa e riconosco Alfredo seduto al volante. Ci guarda quasi distrattamente e si accende una sigaretta. Gabriella è visibilmente rossa in volto.
-"Senti ma non so se è il caso di stare qui...".
Tronco la sua comprensibile esitazione baciandola con foga. Lei risponde al bacio. Le mie mani corrono sul suo corpo, sui seni, tra le cosce.
-"Non hai detto che vuoi sentirti troia? Io ti voglio troia, voglio vederti fare la troia...".
Gabriella è voltata verso di me, mi chiede se il tizio del fuoristrada ci sta guardando.
-"E' ovvio che ci sta guardando, amore, facciamogli vedere qualcosa, no?".
Le abbasso le spalline del vestito e carezza dopo carezza glielo abbasso fino a scoprirle il seno. Finalmente Gabri si decide a voltarsi verso il finestrino. Scambia un'occhiata con Alfredo che dalla posizione rialzata della sua auto può vederle benissimo le belle tette ormai totalmente esposte. Poi chiude gli occhi e si abbandona sul sedile.
-"Quello mi sta guardando le tette, sai, non ti dà fastidio?".
-"Ti ci ho portato apposta qui per farti guardare da altri maschi".
Gabri sospira finalmente di piacere, capisco che il più è fatto.
-"Facciamolo guardare meglio, no?", faccio io abbassandole lo schienale.
Gabri si ritrova semisdraiata ed esposta agli sguardi di Alfredo. Vedo che lei si volta e lo fissa, senza distogliere lo sguardo.
-"Avrà cinquant'anni..." mi dice con un filo di voce.
-"Mostriamogli qualcosina di più", faccio io, accarezzandole le gambe e facendo risalire il vestito.
Quando il bordo delle autoreggenti è ormai esposto Alfredo apre lo sportello e scende dalla macchina, posizionandosi ad un mezzo metro dal finestrino di Gabriella.
-"Dai, apri un po' le gambe, fagli vedere la fica" la sollecito.
Alfredo si avvicina, adesso è praticamente appoggiato allo sportello di Gabriella.
-"Credo voglia toccarti un po'... glielo lasciamo fare, vero?" le dico.
-"Si, certo..." risponde lei languida.
Faccio cenno ad Alfredo che allunga una mano e continua a far risalire il vestito di Gabri. Ora ha libero accesso alle mutandine. La mano di lui va ora sulle tette palpandole generosamente, poi torna alle mutandine, insinuandosi sotto il bordo.
-"Amore, mi sta toccando la fica..." mi sussurra a bassissima voce.
-"Apri meglio le cosce, fagliela toccare per bene".
Le dita di Alfredo scostano le mutandine e si insinuano veloci dentro la fica della mia fidanzata.
-"Brava, apri le cosce, dai!" fa lui con voce decisa. Le dita dell'uomo non perdono tempo ed iniziano a pistonare con decisione nella passera di Gabriella che in pochi secondi perde completamente il controllo ed inizia a smaniare di piacere.
-"Mai vista una troia così bella in questo posto", la apostrofa Alfredo.
-"Ti piace il cazzo vero?", continua l'uomo. Gabri non risponde.
-"Allora te lo faccio vedere e ti ripeto la domanda. Ragazzi, va bene se apro lo sportello?". Gli rispondo che può farlo e sblocco la sicura. Alfredo apre lo sportello e continuando a pastrugnare nella fica della mia donna velocemente estrae il cazzo dai pantaloni. Ha un arnese di tutto rispetto con una grossa cappella.
-"Guarda qua, ti piace, eh?" incalza lui.
Lei è riversa sul sedile, con l'abitino avvolto intorno ai fianchi, sconvolta dal piacere, le tette di fuori e la fica invasa dalle dita dell'uomo. La sua resistenza, semmai è esistita, è vinta.
-"Sentilo in mano dai." Alfredo prende una mano di Gabri e se l'appoggia sul cazzo invitandola a segarglielo.
Gabri esegue quasi in trance, con gli occhi chiusi.
Senza smettere di sgrillettarle la fica lui la prende con l'altra mano dietro la nuca e le spinge il viso a contatto con il membro. Con il cuore che va a mille vedo la turgida cappella di Alfredo poggiarsi sulle labbra della mia ragazza. Lui la sollecita ad aprire la bocca, le schiude le labbra appena, ma è un cedimento sufficiente perchè l'uomo le affondi tutto il cazzo in bocca con studiata brutalità. Poi lo estrae con altrettanta velocità e glielo picchia sul viso un paio di volte.
-"Dai, vieni nella mia macchina che te lo dò tutto.".
Gabri mi guarda appena e prende atto del mio sorriso di incoraggiamento. Si ricompone sul sedile, si alza e scende dalla macchina. Alfredo apre il portello posteriore della sua auto e la fa salire, la segue e richiude.
Con un comando elettrico abbassa tutti i finestrini dell'auto cosicchè io possa seguire comodamente ciò che avviene all'interno. Li vedo sdraiati sull'ampio sedile posteriore completamente abbassato, in pratica un letto da una piazza e mezza. Stanno facendo già lingua in bocca, vedo le mani dell'uomo percorrere il corpo sinuoso della mia lei. Preliminari estremamente veloci poi lui la rovescia sulla schiena, le sale sopra e le fa allargare le cosce. Mi avvicino per cogliere i particolari e faccio appena in tempo a vedere distintamente la cappella dell'uomo schiantarsi letteralmente nella fica fradicia e vogliosa della mia ragazza ed iniziare a martellarla furiosamente. Gabriella si lascia andare a prolungati mugolati di piacere e inizia con una serie interminabile di "Si... si... si" all'uomo, un "si" per ogni affondo del maschio dentro di lei. Il fuoristrada sobbalza decisamente al ritmo serrato della chiavata, nella semioscurita si vedono soltanto le gambe di Gabriella avvolte dalle autoreggenti con i tacchi delle scarpe che sfiorano il soffitto dell'auto. Mi abbandono ad un'indecente masturbazione, in piedi, coperto dalla massa dell'auto.
In un posto del genere una simile attività non passa certo inosservata. Presto diverse auto si avvicinano al fuoristrada e un paio di uomini si avvicinano furtivamente per godersi lo spettacolo. Uno di loro si affianca a me e tira fuori il cazzo a sua volta. Frattanto Alfredo esce da Gabriella, la rigira e la piazza a pecorina. Le si mette dietro, la prende per i fianchi ed inizia a stantuffarla ad un ritmo ancora più infernale del precedente. Il tipo mi chiede se sono un amico della coppia, rispondo che sono il marito di lei.
Intanto a voce alta Alfredo apostrofa Gabriella:
-"Lo senti il mio cazzo, puttana?" Sentiamo tutti Gabri risponde con un lunghissimo "Siiiiii...".
-"E ti piace, vero... Ci vieni apposta nei parcheggi per farti trattare così, vero, troia?".
Lei continua ad annuire e uggiolare di piacere.
Dall'altra parte dell'auto i guardoni sono diventati tre, da questa parte il tipo che mi sta a fianco mi sussurra:
"Fortunato, che moglie che hai, è stupenda".
-"Grazie" ribatto io un po' inebetito dalla situazione.
-"Guarda lo spettacolino che stai dando, troia, li vedi questi guardoni qui attorno? Vuoi farti guardare mentre ti inculo?".
-"Dai, inculami, dai... dai..." risponde lei ormai del tutto "partita".
Alfredo fa togliere del tutto il vestito a Gabri e la spinge con il viso sul pavimento dell'auto, il culo a pizzo. Le si mette letteramente sopra cavalcandola e le sprofonda in un solo colpo il membro nell'orifizio anale. Sinceramente non pensavo che fosse una cosa così immediata e facile inculare la mia ragazza, prima o poi devo provarci anche io... ma quanto ce l'ha largo il culo?
-"Ma che troia che sei, sei sfondata come una vacca, ne hai macinati di cazzi qui dietro". Alfredo inizia un andirivieni dentro il culo di Gabri che ad ogni affondo grida di piacere. Improvviso, violento e primitivo arriva il primo orgasmo di lei, che urla senza alcun ritegno il suo piacere libero e selvaggio, mentre Alfredo continua imperterrito a sbatterglielo in culo come un forsennato dandole della cagna in calore..
"Senti, mi chiamo Renato... piacere.. ma quando lui ha finito me la fai scopare anche a me tua moglie?", mi fa il tipo accanto a me. Non gli rispondo.
Alfredo ormai sta dominando Gabriella anche psicologicamente:
-"Adesso ti affacci al finestrino e prendi in bocca il primo cazzo che ti offrono, forza.".
Alfredo si distende sul sedile, lei gli va sopra e si impala sul suo cazzo. Si volta verso il finestrino e trova uno degli uomini che le porge il membro eretto. Faccio quasi fatica a credere a quello che sto vedendo. Gabriella completamente nuda nella macchina di uno sconosciuto, pur essendo appena venuta continua a farsi chiavare senza ritegno mentre succhia il cazzo ad uno dei guardoni. Vedo Alfredo completamente rilassato e lei muoversi sul suo cazzo ormai decisamente a suo agio. Senza che nessuno glielo avesse chiesto lei abbassa il viso sotto il cazzo del guardone ed inizia a slappargli le palle. Un altro infila un braccio dal finestrino e le palpa le tette. La situazione a descriverla sembrerebbe degenerata, in realtà è invece piuttosto tranquilla. L'uomo accanto a me chiede ad Alfredo il permesso di entrare in macchina. Alfredo, sempre con Gabri impalata su di lui, lo squadra e poi gli fa un cenno di assenso. Il tipo apre lo sportello e si siede accanto ai due amanti. Mentre Gabriella è ancora impegnatissima a lustrare con la lingua la cappella del guardone Renato si dà subito da fare nel palparle il sedere e ad insinuarle le dita nell'ano.
Dopo qualche minuto Alfredo apostrofa Gabri.
-"Vuoi provarlo il cazzo che stai ciucciando, mignottona?".
Gabri gli sorride rilassata ed annuisce. Lui la fa smontare e la fa mettere a pecorina contro lo sportello che viene aperto, passa un profilattico al tizio del pompino che se lo infila prontamente, si piazza con i fianchi contro le chiappe della mia fidanzata, armeggia per trovare l'orifizio vaginale e lo infila dentro. Alfredo e Renato ora sono seduti fianco a fianco, Gabri impugna i cazzi dei due uomini e li succhia senza esitazione alternando ora l'uno ora l'altro mentre lo sconosciuto la pompa a dovere in fica da dietro. Il terzo guardone se ne resta al suo posto sparandosi una sega magistrale, cosa che d'altronde sto facendo anche io. Passano non più di tre minuti che l'uomo viene, eiaculando dentro la fica di Gabriella con rantoli animaleschi. Lei estrae il cazzo con circospezione attenta a non far fuoriuscire la sborra dell'uomo dal preservativo. Renato velocemente si alza dal sedile e va a prendere il posto del tizio che si allontana verso la sua macchina riabbottonandosi i pantaloni senza nemmeno salutare. Renato infila un profilattico e afferra Gabriella per i fianchi.
-"Si, dai, un altro cazzo, forza...".
Anche Renato ora inizia a fottere Gabriella alla pecorina, Alfredo se ne sta seduto sul sedile a godersi la scena fumando una sigaretta. Poi si sposta verso di me e scende dall'auto abbottonandosi i pantaloni.
-"E' una donna fantastica la tua Gabriella, tientela stretta perchè di donne così ce ne stanno veramente poche" mi fa a bassa voce. "E' nata per fare sesso, ha bisogno del cazzo come dell'aria che respira." soggiunge. "Vedi di fargliene avere sempre tanti altrimenti una così te la giochi, amico bello... Passami il vibratore così quando quello stronzo ha finito di scoparsela le dò la botta finale e te la porti a casa più che soddisfatta", mi dice strizzandomi l'occhio.
Frattanto la scopata con Renato è diventata piuttosto rovente, il tipo stantuffa Gabriella vigorosamente e lei pare gradire moltissimo il trattamento. Renato accelera ancora finchè esplode dentro di lei come aveva fatto un quarto d'ora prima l'altro sconosciuto.
Ad Alfredo spetta il rush finale. Mi invita a prendere posto davanti sulla sua auto, chiudiamo sportelli e finestrini per evitare altre interferenze. Gabri e Alfredo si sistemano sul "lettone" coricati su un fianco. Il cazzo di Alfredo è subito in tiro, infila rapidamente un altro preservativo e si insinua nel culo di Gabriella. Per la prima volta io e lei ci fissiamo negli occhi mentre lei prende il cazzo di un altro uomo.
-"Hai bisogno di queste cose, vero tesoro?" Alfredo per la prima volta si rivolge gentilmente a Gabriella mentre la incula a ritmo blando.
-"E' bellissimo", risponde lei a bassa voce.
-"Ti piace farti sbattere davanti al tuo ragazzo?"
-"Certo", fa lei.
"Però ti piace molto di più farti sbattere quando lui non c'è, vero?"
Gabri non risponde.
-"Vedi che non devi più mettergli le corna al tuo ragazzo? Non ce ne è bisogno, vedi quanto è porco pure lui? Ti fa fare tutte le cose che vuoi, sai?"
Gabri rimane chiusa nel suo mutismo.
-"Tu e io lo sappiamo che gliene hai messe tante di corna, vero?"
Lei continua a non rispondere ma distoglie lo sguardo da me.
-"Lo sai che ho un bel giro di amici fidatissimi e anche superdotati? Quando ti senti la voglia tu mi fai una telefonata e te li presento, oppure ti dò il loro indirizzo e tu li vai a trovare da sola, senza il tuo ragazzo, e vestita come una zoccola. Ti piacerebbe, vero? Loro ti aspettano in tre o quattro e ti fanno divertire come piace a te. E mentre stai con loro io mando un sms al tuo lui e lo informo di tutto".
Gabriella comincia a sciogliersi e a gemere ma non risponde. Il ritmo dell'inculata sale leggermente.
"E' questo che vorresti, vero?" La incalza lui. "Uscire di casa vestita da mignotta e senza mutandine lasciando a casa il tuo uomo e presentarti da quattro sconosciuti 40/50enni che ti usano come una vacca tutta la notte. E' questo che vuoi, vero?".
"Ohhhh.. siiiiiii.... siiiiii..". Gabri inizia a godere di brutto a queste proposte oscene.
"Lo sai che il tuo uomo non chiede di meglio che farti fare queste cose?"
Alfredo prende il vibratore e glielo appoggia acceso sulla fica mentre con il cazzo continua a lavorarle il culo a ritmo sempre più sostenuto. Gabri va fuori di testa.
-"Sei una mignotta, vero?"
-"Siiiiii... sono una mignottaaaa... una grandissima mignotta...faccio schifo per quanto sono zoccola...".
-"E quante corna gli hai messo al tuo ragazzo, dai, puoi dirglielo adesso che hai il mio cazzo piantato nel sedere, anzi lo fai godere molto di più se glielo dici"
-"Si, gliene ho messe tante...."
-"Tante quante? Da quanti uomini ti sei fatta scopare da quando state insieme e di cui lui non sa niente?"
-"Siiii... diversi...."
-"Quanti cazzi diversi hai preso?" la incalza lui. "Tre, quattro, sei, diciotto? O ne hai presi tanti che nemmeno te li ricordi?".
"Tre... soltanto tre... più uno che lui sa già".
"Brava troia, se dici tre vuol dire che sono stati almeno cinque... ma d'ora in poi gliele dici tutte le porcate che farai, vero?"
"Siii... siiii... inculami più forte adesso, sfondami, maiale che non sei altro".
Vado vicino a Gabriella, sono sconvolto ma non sento ombra di risentimento verso di lei, mi sento al contrario legato indissolubilmente a lei e alla sua meravigliosa sessualità... se ciò che ha confessato è vero da quando stiamo insieme lei, contando stasera, ha preso, oltre al mio, altri sette cazzi. Quindi la mia donna è irrimediabilmente una troia, molto più di quanto pensassi. Con questo delizioso pensiero le caccio il pisello in bocca e glielo faccio ciucciare. Alfredo aumenta il ritmo, il suo cazzo massacra senza misericordia il buco del culo della mia fidanzata, le ha infilato tre dita nella fica e con l'altra mano il vibratore le stimola la clitoride.
Arriviamo all'orgasmo tutti e tre insieme, un orgasmo totale. Le eiaculo in bocca e lei ingoia senza fiatare mentre Alfredo si scarica ansimando come una locomotiva a vapore dentro l'intestino di lei...
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14 years ago
fbroma777,
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Venezia cattiva consigliera - vestibolo
Mi hai catturata nelle viscere del tuo intelletto, nelle increspature della tua anima e non trovo via d’uscita a questa prigione. Legata e imbavagliata, nuda. Strette, le corde, mi segnano cosce, polsi e ragione, affacciate nella calle del fighér.
Il freddo che si respira qui dentro è pungente e silenzioso come il ghiaccio appena solidificato nella laguna; nessuna fenditura, niente crepe da saggiare coi polpastrelli lividi. Quadratura d’epidermide arida e castrata, costretta a tacere, a immobilità acutizzata da un insistente formicolio alle tempie.
Spezzata in niente guadagnerò qualcosa, dallo straccio scuro che mi acceca sorgeranno trasparenze ed incanti tattili a cui mi aggrapperò furiosa. Dalle funi ruvide si sottrarranno le gambe ridotte a mucchio d’ossa, fragili quanto il mio amor proprio, e si spalancheranno a te, sicure. Dalla mia gola si leveranno urla rimaste a lungo strozzate d’attesa. Ma ora…
Ora non mi resta che la nostalgia: la luce acquosa e riflessa di Venezia, come pinne dorsali di anguilla appena pescata. Fame.
Il movimento lieve della marea svagata, prima dell’imbrunire. Sete.
Il tuo sorriso sconosciuto, indiscreto di seno, inguine e labbra. Bramosia. Lo specchio su cui mi spingi e i piccoli mosaici di vetro che mi graffiano i palmi delle mani. La toilette del nostro ristorante a Murano. Bisogno di urinare.
Vivo, mobile, tra fiduciosa memoria e urgente necessità.
Vi sono intelletti e spiriti così mobili che possono essere paragonati a cavalli sfrenati che nessuno può fermare? Vanno qua e là, sempre in agitazione. Io ne ho compassione, perché mi sembrano persone ardenti di sete, che scorgono l’acqua da molto lontano e vogliono andare ad attingerla, ma trovano nemici che sbarrano loro il cammino.
Teresa D’Avila – Cammino di perfezione
Qualcuno ha compassione di me.
Il temperatore della Torre dell’Orologio, custode assoluto del Tempo e delle Sonerie che scandiscono, rintocchi e silenzio, la mia rinascita.
Rintocchi e silenzio: un complicato dispositivo meccanico regolato da un pendolo, comando d’avviamento a diverse funzioni; come un pendolo, non sei che una figura semovente nel disegno del Tempo, una colonna di sale in processione, che contravviene l’assetto divino e mi tenta.
Solco quei momenti, nello stretto rio della mia anima, sono una gondola inclinata di lato, resa stabile dal ferro di prora, la vergogna. Ho vergogna del rossore delle mie natiche esposte duramente agli sguardi, dell’apertura della mia carne dilatata e stimolata dalla tua immoralità, di riuscire a cedere con estrema facilità alla tua nudità e temo. Temo l’esilio all’isola della Giudecca, terra di Ebrei e di nobili decaduti, luogo di ozio e di preghiera. Di malattia.
La peste e la Chiesa della Salute.
C’è sempre un Dio a scongiurare la vergogna.
E’ terribile per un’anima trovarsi da sola in mezzo a tante tentazioni. Se io avessi avuto con chi consigliarmi, penso che me ne sarei giovata per non perdermi del tutto, trattenuta se non proprio dal timore di Dio, almeno dalla vergogna di dovermi apertamente manifestare.
Teresa D’Avila - Vita
Io non posseggo altri confessori che Venezia, solo compagnie dannose che sono come il vino rosso amabile, aspetto e colore seducenti, resi preziosi da un ballon di cristallo soffiato a bocca. Bocca di donna.
Un calice non è nulla, sorseggiato di sera, con la compagnia dei menestrelli e dei loro mandolini, abili intriganti, giocolieri di fantasia. Di un calice ci si rallegra, come di un amico.
Il secondo è più subdolo, detiene ancora l’aspetto docile di un semplice bicchiere di vino ma rilascia nuovi profumi, più intensi e modella la forma delle labbra al piacere della tensione nervosa. Di due calici ci si compiace, come di un compagno.
Vi narro del terzo, perché è qui che si smarrisce la ragione. Il terzo calice è diabolico, nulla attorno attrae con maggior interesse, i moscerini danzano tranquilli sul collo senza che se ne provi dispiacere, anzi, la forza demoniaca del terzo calice li altera in dita perfette, curate, un po’ tozze e nodose che titillano i sensi. Di tre calici si muore, come di un Amante.
Se poi se ne aggiunge un quarto ed un quinto, non resta che liquefarsi con esso, fondersi, sciogliersi con polvere di cristallo e ubriachezza, con l’orgasmo e Satana.
Mi spaventa molto il danno che deriva da compagnie cattive: mai potrei crederlo così grande se io stessa non l’avessi sperimentato. Per i giovani, in modo particolare, è il peggior male possibile.
Teresa D’Avila – Vita
Sono io la mia cattiva compagnia, il carceriere che mi tiranneggia facendomi supplicare di ferirmi ancora, tu hai solo provveduto ad eseguire lo schema del mio piacere che è costrizione cosciente del corpo, che è celeste follia della mente.
Non riposo, rannicchiata, in questo angolo opaco di calce e umidità ma ruoto attorno a te senza discernere, né scegliere tra Ascesi e Passione d’Amore, abbandonandomi alla perfezione che sta nella conformità del mio volere a quello dell’Amato.
Invidio chi ha compassione di me, lo desidero, mi allungo.
Ma il Bondage mi frena.
Io lego me stessa. Io sono carnefice. Io sono aguzzino.
Ora l’acqua ci giunge dalla Fonte… Il piacere, la soavità, le delizie che si godono sono incomparabilmente più intense di prima… L’anima non sa cosa fare, se parlare o tacere, se piangere o ridere. E’ come un glorioso delirio, in un modo deliziosissimo di gioire, in una celeste follia nella quale impara la vera sapienza.
Teresa D’Avila – Vita
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14 years ago
admin, 75
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Giornata blues
E dimmelo adesso, che mi ami!
Avvampi in un rossore contagioso che incendia pure me. Sono stato indelicato, aggressivo. Ci stavamo guardando negli occhi, per riconoscerci senza parole, quelle che fino a ieri ci avevano coperto la faccia. E' la prima volta. La prima volta che ci incontriamo, che mostriamo il volto nudo.
Che stronzo che sono. Rido, dissimulo,.. scherzavo. Si dice sempre scherzavo quando hai detto una verità che sta in bilico.. allunghi un sorriso : scherzavo, e con una spinta cade giù.Già, dimmelo adesso che mi ami.. e' più facile dire ti amo ad un'ombra, dalla quale hai avuto l' attenzione dovuta a te, bella ,dolce e sensibile.. Bella..bella come poche, facile tessere le lodi a te,con le tue foto, facile dirmi ti amo perchè ti ho scritto belle parole.Anche se sai tutto della mia vita, sono un perfetto sconosciuto adesso, perchè non conosci il mio odore, le mie rughe , l'aria che sposta il mio passo..i miei baci,le mie lacrime. Ma questo non te lo dico, non ho bisogno di parlarti, a te basta guardarmi...meno male. Hai due occhi bellissimi, due si..e ridi.
Due anni, mica ci posso credere, due anni che ci sentiamo che parliamo di figli e lavoro ed ascoltiamo canzoni. E stiamo tentando di credere di essere estranei...ora rido io. Ora faccio il simpatico e mi presento...Piacere...tu mi sorridi con l'espressione della madre paziente, cazzo fai amore..amore mi dici, anche oggi . Ed io mi sento un coglione...hai l'aria che mi aspettavo, aria buona, aria diversa. Abbozzi due frasi che non vanno lontano..Shhh...zitta dai..non metterti a dire banalità per riempire gli spazi. E te lo dico questo, perchè prendo confidenza col tuo viso e reclamo la parte di te che non conosco. Quella che scrive di amare il silenzio. Se è Casa tua, questo silenzio, fammela vedere. E mentre la guardo in ogni anfratto e ti guardo, penso. In silenzio ricordo la tua voce che ho ascoltato qualche volta, roca di umana stanchezza, forse stanca di ricordare il passato dove dovrebbe stare il senso del tuo presente , pieno delle incertezze che ti donano questa sensuale morbidezza. Avresti potuto essere brusca e nevrotica e persa nelle regole che gli altri a volte, o sempre, si impongono per sopravvivere. Gli altri, siamo noi quando non ci guardiamo. Ascolto il tuo silenzio ed avverto la pacata rassegnazione di chi non si aspetta più altezze vertiginose, ali spezzate, ma vorrebbe che le fosse dato tutto, senza regole, senza remore, senza tetto ne cibo in scatola, senza frasi fatte a perpetuare una noia che soffoca..un tutto pieno d'amore specchiante, quello che fingi di non credere più. Nel tuo stare ferma a guardarmi hai stampato in faccia quel pizzico di indolenza che mi farebbe dire ..con te ci starei bene sdraiato in terra ad ascoltare i ColdPlay, o i Nirvana..ma poi andrebbe bene anche Bruno Martino che canta l'estate.
A noi ci piace Blues la vita...si. Te la sbatto sul tavolo a tradimento questa pensata stratosferica e tu mi guardi perplessa.(!!!!) Mi cava d'impaccio un tizio o presunto tale che telefonino auricolarizzato e cravatta modello "riassuntodeglistereotipimanageriali" si mette a sedere al tavolo accanto e si prodiga nel far sentire a tutto il mondo quanto è stronzo. Ridiamo di gusto, senza dire nulla, tutto è stato detto. Lo stronzo fa la sua parte senza nemmeno provarci a fingere di essere quello che non è. Anche noi facciamo la nostra parte. Se sapessimo qual'è...ed infatti tu mi domandi a bruciapelo:
amore..perchè sei venuto fin quà ?
Scorro mentalmente le ipotesi plausibili a te e soprattutto a me stesso. Sono venuto per vederti di persona, a verificare se le foto dicevano il vero. No, non è questo...Sono venuto con la voglia di scoparti...no, non è nemmeno questo seppure forse, ma no...non è il caso..ho il cuore in subbuglio adesso e tu sei troppo bella troppo dolce troppo incasinata per averti solo una volta e due sarebbero poche e tre..e poi, va a finire che si dice sempre ...e poi...
E non so perchè lo dico , ma lo dico...mentre ricaccio indietro due lacrime
Sono venuto a rimpiangerti...
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14 years ago
admin, 75
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Una mattina di luglio
La luce entra dalla finestra ed il caldo si fa sentire sempre di più...gli uccelli non smettono di cantare un secondo...guardo l' ora...sono le 7.30 e sento un ansia tipica del sabato mattina quando lei stà per arrivare.A dirla veramente tutta sono molto eccitato...sono due settimane che non ci vediamo...due settimane veramente dure...intense...passate in chat...a parlare per ora al cellulare...a scriverci porcate per messaggio...
Decido di alzarmi...mi voglio preparare...essere come lei mi vuole!!!Allora doccia...barba...poi, mi vesto con quello che sò che a lei piace ed eccita...mi pettino ed esco...
Faccio le scale di corsa...non trattengo la voglia di vederla...di baciarla...di sentire il suo profumo...
Entro in macchina...fa già caldo...guardo l'orologio...manca poco...giusto il tempo di arrivare in stazione!!!Parto di fretta...ma la mente già viaggia...la immagino a pecora sul tavolo che vuole la mialingua...o con la sua bocca avida sul mio cazzo...o che si masturba mentre le lecco i piedi..in un battibaleno mi ritrovo con un erezione mostruosa!!!
Arrivo in stazione...faccio il sottopassaggio di corsa...la voce registrara annuncia un ritardo di 5minuti...sono salvo!!!!Dopo2minuti d'attesa arriva il treno...e ancor prima che si fermi guardo in modo furtivo se riesco a vederla nei vagoni....il treno si ferma...c è il solito viavai di gente...all'imporovviso eccola!!!Il suo sorriso...finalmente lo rivedo!!!!Ci abbracciamo...le appoggio la mia voglia...e lei ride con uno sguardo malizioso...capisce che la desidero.Appena torno in me noto il nuovo colore di capelli...la sua gonna appena sopra il ginocchio...lo smalto nelle unghie...e come sempre la vedo perfettissima!!!Dopo un caffè veloce ci rechiamo in auto...qui senza nessuno che ci vede cominciamo a scambiarci baci...a toccarci...a morderci...
Metto una mano sulla sua gamba e sento la pelle velutata...lei me la prende e la mette in mezzo al suo fuoco....non ha le mutande...e mentre me ne rendo conto lei ride...e mi bacia...l'adoro...
Il viaggio per tornare a casa è una tortura....il mio uccello stà x scoppiare...e lei lo fa ingrossare sempre di più....la sua patata è un lago di piacere...senza alcuna fatica entrano2dita...arriviamo a casa...ci sistemiamo prima di scendere...prima di uscire...mi lecco le dita e la bacio....la sento ansimare.
Salutiamo i vicini...30secondi siamo in casa e mi trovo un suo capezzolo in bocca..le sue mani che mi sfiorano le palle...le mie mani che sculacciano dolcemente il suo sedere.Citroviamo dopo poco sul divano...leisotto...io sopra....vuole la mia lingua tra le gambe...come non accontentarla????Apro bene legambe e c'infilo la lingua....le tintillo con la lingua il piercing della figa...m dopo poco ho l esigenza di leccare il suo caldo orefizio...è un fuoco...lava bollente!!!La zoccolina però vuole partecipare...vuole il mio pisello!!!Non ci pensodue volte e lo metto tra le labbra...ma lo vuole in gola!!!Ora sono io sotto e lei sopra che sbocchina coccolandomi i coglioni...lo mette in gola...ingorda di cazzo come nessuna prima...non lo vuol mollare...a costo di vomitare lo vuole tutto dentro....adoro questa bimba!!!!
Dopo un pò decido di prendere il gioco in mano io....la prendo con prepotenze e le ordino di mettersi a pecora...felice come un cagnolino che trova un osso si gira tutta contenta!!!Lo infilo dentro come se ci fosse del burro...la sento ansimare.....continuo per un pò...la sculaccio...la riempio di sputi....sò che si eccita...e non mi fermo!!!!Dopo un pò...decido di farla ancor più felice...sputo sul suo bel buchetto di culo...e le infilo il pollice...aumenta il piacere...aumento il ritmo...finchè la sento che gode...sento la figa ed il culo stringersi...è stupendo!!!!
Ora però tocca a me...voglio la sua bocca...e quando stò per venire mi fermo e le infilo in cazzo in gola...mentre la porca mi infila due dita in culo x farmelo ingrossare ancor di+....vengo di getto!!!La riempio di caldo nettare...lei lo beve avida...
Ora siamo nudi sul letto...un pò di coccole ci vogliono...le abbiamo meritate!!
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14 years ago
admin, 75
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Gabriella, confessioni...
Con le prime due esperienze trasgressive che io e Gabriella abbiamo condiviso il nostro rapporto ha iniziato inevitabilmente a cambiare. Da una parte io, da vero cuckold, mi sono sentito gratificato a sentirmi messo da parte dalla mia donna in favore di un altro uomo. Dall'altra parte Gabriella, da vera troia in erba, si sentiva molto più spinta a concedersi sessualmente a Sergio piuttosto che a me. In pratica lei ha iniziato ad andare regolarmente a letto con Sergio e a ricavarne piena soddisfazione come donna mentre io in seguito a ciò mi sono abbandonato ad estenuanti seghe che prosciugavano le mie già non esaltanti energie sessuali. Nelle tre settimane successive quindi abbiamo provato senza successo ad avere rapporti che però sono risultati particolarmente insoddisfacenti per entrambi, principalmente per la mia difficoltà nel raggiungere l'erezione.
Alla terza volta, e terzo insuccesso, abbiamo affrontato il problema discutendone a letto.
-"Amore, ma che ti succede?" mi fa lei, dopo l'ennesimo tentativo di penetrazione malriuscito.
-"Scusami, tesoro, purtroppo non riesco a fare a meno di masturbarmi quando vai con Sergio... anche ripensandoci i giorni successivi... e questo mi mette un po' fuori gioco".
-"Se è solo questo non è un problema, questa settimana non lo vedo e tu... ti rimetti in forma, ok? Io ho bisogno di fare l'amore con te".
-"Però preferisci farlo con Sergio, vero?".
-"Si, lo sai che è così, però... non voglio che per questo io e te non riusciamo più ad amarci... io vi voglio tutti e due, non voglio solo Sergio...".
-"Lo sai che mi piace tanto che tu godi con lui molto più che con me?".
-"Si... lo so... porco che non sei altro... tu sei molto più porco di lui, sai... e sì che lui non scherza da questo punto di vista".
Faccio uscire a questo punto un altro pezzetto del mio masochismo, voglio vedere se lei mi segue anche qui.
-"Amore, mi piace tanto che tu mi dica che lui è meglio di me e che io a letto valgo poco, sai?".
Gabri rimane un po' in silenzio, accarezzandomi il torace. Poi non so se decide di stare al gioco per farmi piacere o se ne approfitta per concedersi del sano e liberatorio outing. Fatto sta che se ne esce con frasi che mi mandano addirittura in visibilio.
-"Non ci vuole molto ad essere meglio di te a letto, sai?".
-"Davvero lo pensi?" A questa sua affermazione il cazzo mi si irrigidisce improvvisamente.
Le salgo sopra e la penetro stavolta senza difficoltà. Gabriella capisce che è la strada giusta ed insiste sussurrandomi:
-"A letto tu fai davvero pena, lo sai? Tutti gli uomini che ho avuto prima di te ti danno una pista sotto questo punto di vista".
-"Siiii... amore mio, lo so... e mi piace che me lo dici...", ribatto mordendole un orecchio.
-"Quando ho iniziato a tradirti con Sergio l'ho fatto perchè non ne potevo più, avevo bisogno di un vero uomo...". E' troppo, devo uscire dalla sua fica ora caldissima o me ne vengo di botto. Gabriella mi sta umiliando verbalmente... è quello che desidero che lei faccia, e mi sembra che la cosa piaccia parecchio anche a lei. Scendo tra le sue cosce e prendo a leccarle dolcemente la clitoride. Lei sdraiata ad occhi chiusi si gode il trattamento e continua.
-"Lo vedi... tu a letto sai combinare qualcosa solo con la lingua, per il resto sei... davvero penoso... e io ho bisogno di maschi gagliardi che mi scopino come si deve... Sai che non sei riuscito mai a farmi godere con il cazzo? Sei buono solo come cane da lecco tu... non sei mai nemmeno riuscito ad incularmi... Sergio invece è uno che mi fa impazzire...".
Sono in deliquio, ho un'erezione dolorosa e non me lo sfioro nemmeno per non eiaculare. Lei con queste frasi drammatiche sta toccando le corde più profonde della mia sessualità. Gabriella continua ad esternare:
-"E tu credi che mi basterà solo Sergio?". Gabriella si sta godendo la mia lingua che le stimola la fica in tutti i modi possibili mentre con le dita si tormenta i capezzoli. Ho la bocca piena del suo piacere.
-"Non mi basta più solo Sergio, voglio che tu ti dia da fare... voglio altre esperienze... altri uomini... io voglio godere e voglio sentirmi femmina e troia, e tu non sei capace di farmici sentire... e guarda se non ci pensi tu lo faccio da sola... e tu ti prenderai soltanto le corna... invece se lo fai tu potrai guardarmi e farti tutte le seghe che vorrai...". Qualche minuto di silenzio poi riprende.
-"Ti piacerebbe guardare mentre mi soddisfo con un altro uomo, vero?".
-"Si, amore, lo vorrei tanto...".
-"Guardarmi mentre ti faccio cornuto... perchè tu sei soltanto un cornuto segaiolo...".
Mormorando quest'ultimo apprezzamento Gabriella scivola in un orgasmo lamentoso, mi incita a continuare a leccarla... mentre lei viene ansimando a me basta darmi qualche colpetto all'uccello per eiaculare a mia volta.
Rimaniamo abbracciati sul letto a farci dolci coccole per almeno mezzora, persi l'uno nell'altra. E' ormai ora di cena.
-"Cosa desideri mangiare, amore?" Mi fa.
-"Una bella pasta al ragù mentre ci vediamo un DVD?" Le rispondo.
Mi sorride felice:
-"Vado a preparare, tu scegli un bel film, che sia divertente".
Si infila una vestaglia mentre io rimango sdraiato e rilassato sul letto.
Arrivata sulla soglia della camera da letto appoggia una mano allo stipite della porta e si volta guardandomi.
-"Io ho parlato sul serio, sai?"
La contemplo, non ribatto nulla, sento un groppo allo stomaco. Le sorrido, rapito dalla sua bellezza ora un po' più selvaggia.
Lei si volta e se ne va in cucina.
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14 years ago
fbroma777,
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Io e gabriella al telefono
Dopo l'esperienza avuta con Sergio in seguito alla mia approvazione ed al mio incoraggiamento della faccenda Gabriella è cambiata. In meglio. Più sicura di sè, più grintosa, più soddisfatta. Forse l'aggettivo che meglio descrive il suo stato in quei giorni è "raggiante". Abbiamo deciso che Sergio non doveva sapere nulla del fatto che io ero a conoscenza della sua relazione con la mia ragazza e che ne godevo pure. Il giorno dopo io e Gabri abbiamo fatto l'amore e abbiamo parlato a lungo delle nostre reciproche impressioni. Lei è visibilmente felice di ritrovarmi a cazzo dritto ogni volta che si accenna alla questione, tanto che si è mostrata desiderosa di approfondire l'esperienza e rendermene più partecipe.
-"Amore senti, avrei pensato ad una cosa"- mi dice mentre la sto penetrando, con lentezza e tenerezza.
-"Dimmi, tesoro mio".
-"Pensavo che la prossima volta che vado a letto con Sergio...".
-"Si..." la incoraggio a continuare. Non dico nulla riguardo al fatto che lei sta dando per scontato che continuerà ad andare a letto con Sergio, ormai lo considera un diritto acquisito. La cosa mi eccita non poco.
-"Se ti va, io potrei chiamarti al cellulare con la scusa di andare un attimo in bagno, poi appoggio il cellulare acceso da qualche parte mentre scopo con lui e tu potresti sentire tutto... ti andrebbe l'idea?".
A queste parole devo uscire da lei per non venirle dentro. Gabri non prende la pillola.
Le rispondo che la cosa mi eccita da morire e la ringrazio perchè pensa anche a me e non solo a se stessa.
A quel punto lei rincara la dose.
-"Allora... sarebbe per domani sera...".
L'indomani vado a comprarle un completino intimo molto sexy in un negozio specializzato. Conosco alla perfezione le sue misure ed i suoi gusti. Mi eccita da morire l'idea di comprare alla mia donna gli indumenti sexy indossando i quali lei mi metterà le corna. Collant a rete fino ai fianchi ma con le apposite ampie aperture per consentire i rapporti sessuali, mutandine nere trasparenti, un bel reggitette di quelli che lasciano i capezzoli scoperti. Avrei voglia di masturbarmi lì nel negozio pensando a quando Sergio spoglierà la mia Gabriella e, sfilandole minigonna e camicetta, la troverà con quel completino addosso.
Lei è entusiasta della mia iniziativa, mi dice che Sergio stasera la porta a cena fuori e che non sa esattamente a che ora ci andrà a letto... di tenere quindi il cellulare ben carico e di essere veloce a rispondere.
Guardo con l'uccello duro Gabriella indossare il completino, con sopra minigonna e camicetta, per fortuna semitrasparente. Faccio per baciarla con tenerezza sull'uscio di casa quando lei si inginocchia e, incurante di rovinarsi il delicato rossetto appena messo, mi estrae abilmente il cazzo del pantaloni per dargli una serie di vigorose ciucciate che mi mandano in estasi.
Il cellulare mi squilla verso le 23.30. Vedo sul display che è lei, apro la comunicazione ma ovviamente non sento niente, lei non parla. Mi stendo sul letto, emozionatissimo, nel completo silenzio della casa. Prego che non caschi la comunicazione per qualche ragione. Aspetto un paio di buoni minuti con il respiro pesante. Sento dei rumori e di fruscii ma nessun suono intelligibile. Poi improvvisa e nitidissima mi esplode nelle orecchie la voce di Gabriella:
-"Toglimela, dai". Cerco di capire a cosa lei si riferisce, immagino alla gonna.
-"Oddio che mano che hai..." ancora lei con voce impastata di piacere.
-"Forza, ancora..." adesso è la voce di Sergio.
Dalla chiarezza delle voci immagino che Gabriella abbia posato il cellulare sul comodino.
Prendo a scappellarmi l'uccello perso in un abisso di libidine.
-"Cazzo come succhi..." Ancora la voce di Sergio. Mi arriva nitido pure lo sciacquìo del pompino che la mia fidanzata sta prodigando al suo amico.
-"Succhia puttanaaaaaaaaahhh....". Sento Sergio ansimare per una decina di minuti e immagino facilmente la ragione per cui la voce di lei non si sente mai... ha la bocca decisamente occupata...
Poi una sorta di tramestio, e Gabri all'improvviso ansima ad alta voce:
-"Dai, adesso sbattimelo dentro, ti prego..."
Dai versi animaleschi di Sergio e dai gemiti ritmati di Gabriella capisco che lei si sta facendo montare dal suo amante. La mia sega deve rallentare per forza altrimeni eiaculo a mia volta. Mi sforzo di non ansimare e di non fare rumori di alcun genere per evitare che lui possa percepire qualche segnale dal cellulare acceso.
Il ritmo della chiavata accelera, i gemiti della mia fidanzata pure, finchè lei inizia a mugolare e capisco che Sergio la sta portando all'orgasmo. I mugolii diventano grida soffocate.
-"Dai, sbattimi, scopami, più forte...".
-"Godi puttana, senti il mio cazzo, troiona..." A quegli insulti non riesco a reggere più e senza nemmeno sfiorarmi il cazzo con le mani eiaculo spontaneamente. Mi ritrovo con l'addome ricoperto dagli schizzi del mio sperma, mentre dal cellulare arrivano ancora chiarissimi i rantoli di Gabri.
-"Sono la tua puttana... sono la tua puttana... sono la tua puttana...".
Mi alzo con circospezione e vado al bagno a darmi una ripulita. Al ritorno mi riattacco al cellulare, sento solamente dei respiri e dei mugolii indistinti. Ogni tanto mi arriva qualche parola sconnessa che non riesco ad afferrare. Passa un'altra mezzora, sorridendo ringrazio mentalmente la tariffa speciale dei nostri due cellulari, altrimenti sai che bolletta... Poi improvvisamente tutto tace, Gabriella ha riattaccato. Mi rimetto a letto e mi assopisco, rilassato dall'eiaculazione. Dopo un'oretta mi arriva un sms che recita:
"Dormo qua, amore mio, non ci sono problemi, vero?"
Rispondo:
"Nessun problema tesoro, buonanotte"
Lei passa e chiude:
"Ti amo. A domani".
Penso a quanto è troia la mia ragazza. Passerà la notte a farsi montare da quell'individuo.
Mi sembra decisamente il caso di iniziare a farmi un'altra deliziosa sega pensando ai loro numerosi amplessi...
12
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14 years ago
fbroma777,
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Domenica di luglio
Luglio, tempo di sole, di caldo e di acqua. Tutti elementi che contribuiscono a svestire le donne e ad aumentare la libido.
Certo, bisogna anche essere pronti a cogliere le occasioni che il destino ti offre e io almeno una l’ho colta.
Era una domenica assolata, con un leggero venticello che contribuiva a sopportare il sole cocente in maniera più consona e io mi ero recato in piscina per trovare quel po’ di refrigerio e tranquillità che ognuno di noi cerca prima o poi. Dopo una breve ricerca di un posteggio (un consiglio: se lo volete all’ombra fatevi trovare a destinazione ancor prima che sia aperto!) e aver pagato il pedaggio d’ingresso, asciugamano in spalla e borsa in mano ero giunto a bordo vasca nella vana speranza di trovare un lettino libero; vana, ovviamente, perché una giornata come quella era l’ideale per un po’ di tintarella e quindi la ressa era cospicua. Deciso a rimanere comunque a bordo vasca, più che altro per evitare le classiche docce fredde poste ad ogni ingresso, cercai uno spiazzo dove potermi distendere e trovare la pace dei sensi; pace immediatamente turbata dalla mia vicina di telo, una splendida ragazza mora, dorata dai raggi solari come una dea, con addosso un costume, bianco sopra e scuro sotto, che faceva risaltare maggiormente le forme invitanti. Sono quasi sicuro che abbia pensato che mi fossi piazzato lì a fianco per poterla abbordare, ma se solo mi avesse conosciuto un po’ avrebbe subito concluso che ciò era impossibile, visto che le mie doti di latin lover sono alquanto scarse, per non dire pessime. Comunque sia, una volta preso posizione, mi lasciai avvolgere dall’atmosfera vacanziera e mi rilassai, coccolato dal calore del sole e dal suono della musica.
Probabilmente non sono capace di stare tranquillo al mio posto, perché di lì a poco ero già con l’occhio vispo e attento nell’illusione di poter recuperare una sdraio e poter apprezzare una sistemazione migliore per il mio corpo. Incredibilmente ebbi fortuna, perché spaziato lo sguardo su ogni angolo della piscina vidi un signore in procinto di lasciare il suo posto, perciò mi alzai e mi diressi repentinamente per evitare che qualcuno mi derubasse; questo non avvenne ma, anzi, notai che vicino al lettino da me individuato, ve ne era un secondo libero: perché, mi chiesi, non tenerlo occupato e provare ad offrirlo a quella ragazza? Un passo decisamente azzardato per me, ma mi convinsi che era giusto provarci e quindi lo feci.
Che disdetta quando mi rispose che non aveva intenzione di spostarsi! Ne rimasi molto male, perciò raccolsi la mia roba e presi possesso del mio posto, lasciando l’altro disponibile a chi lo avesse voluto. Però, malgrado il mio pessimismo, dovevo aver toccato la corda giusta, o almeno risvegliato il suo bisogno di una sistemazione migliore, visto che la vidi alzarsi per andare a rinfrescarsi alle docce e, nel passarmi accanto, dirmi che mi avrebbe raggiunto; forse una minima possibilità l’avevo.
Quanto sia ingenuo sarà chiaro a tutti ormai, perché sì, era venuta lì vicino a me, sì, mi aveva ringraziato di averle tenuto il posto, ma il nostro dialogo non era andato oltre a questo. Come detto poco sopra, non è nella mia indole fare il bonaccione e il simpatico, di conseguenza la lasciai a se stessa e alla sua abbronzatura. Ma guarda che imbecille direte voi e vi garantisco che anche io me lo dico: il ghiaccio ormai è rotto, perché non approfittarne? Sarà il carattere, sarà la situazione, il posto, la gente attorno o tutto questo assieme, di sicuro non feci proprio nulla, se non bagni di sole e di acqua.
Il tempo trascorse, la gente andava e veniva e alla fine anche la mia compagna considerò che fosse giunta l’ora di tornare a casa. Riposto l’asciugamano nella borsa si alzò e gentilmente mi salutò; avrei voluto dirle qualcosa, ma riuscii solamente a biascicare un semplice ciao prima di vederla allontanarsi, mentre l’acqua fresca della sua bottiglietta appena riempita alla fontanella filtrava un pochino dalle sue morbide labbra e le scorreva lungo il collo.
Preso coscienza che ormai avevo perso ogni speranza, mi distesi nuovamente e provai a rilassarmi. Devo essere riuscito davvero bene nel mio intento, visto che il lieve tocco alla mia spalla mi fece trasalire e quasi cadere dalla sdraio. Quale sorpresa ebbi nel rivedere quella fantastica creatura; mi chiesi come mai fosse tornata da me e la risposta fu lei stessa a darmela: purtroppo la sua auto a causa del caldo non aveva intenzione di ripartire e così, visto che ero stato tanto gentile in precedenza, voleva sapere se ero disposto a darle uno strappo fino a casa. Potevo dirle di no? Mi resi subito disponibile e le risposi che non sarebbe stato un problema per me, mi doveva dare solo il tempo di vestirmi. Detto fatto, in meno di cinque minuti ero pronto per lei.
Il tragitto non fu lungo e quindi mi trovai in breve tempo nella medesima situazione che poco prima avevo buttato, ma questa volta fu lei a trarmi d’impaccio: infatti mi chiese come avrebbe potuto sdebitarsi per il mio altruismo e io, deciso a non perdere nuovamente l’occasione propizia, le domandai se era disposta ad accettare un mio invito a cena per quella sera; la sua risposta fu affermativa e rimanemmo d’accordo di vederci a casa sua.
Estasiato dalla mia conquista, corsi a casa a prepararmi nell’attesa che il tempo trascorresse più velocemente fino al momento di raggiungerla. Alla fine giunse l’ora del nostro ritrovo e io, puntuale, mi feci trovare sotto casa sua. Suonato il campanello, mi sentii rispondere che ancora non era pronta e, che se volevo, potevo aspettare al fresco in casa anziché nel caldo dell’auto. Accettai ed entrai.
Aperta la porta la trovai avvolta dall’asciugamano con i capelli bagnati che le cadevamo in ciocche sulle spalle; ero a tal punto preso da quella visione che solo confusamente capii che era da poco uscita dalla doccia e che mi invitava a sedermi sul divano nell’attesa che finisse di prepararsi. Ammetto che sembrò fosse passato un solo istante quando mi si presentò davanti agli occhi vestita di tutto punto, truccata e con ai piedi sandali aperti che permettevano di ammirare i suoi piedi e che la slanciavano grazie al loro tacco a spillo. Ero allibito, stupefatto, non completamente cosciente della fortuna di averla incontrata ed aiutata, tant’è che diedi l’impressione di non stare bene visto che si protese per sapere se fosse tutto a posto, lasciandomi intravedere il suo seno attraverso la scollatura della sua camicia; le risposi che sì, andava tutto bene e che nella posizione in cui si trovava andava anche meglio, data la stupefacente visione. Notai il suo sguardo malizioso e intesi che la sua era stata una provocazione: infatti, assicuratasi che stessi bene, mi disse che in effetti tanta voglia di andare fuori non l’aveva e, se non fosse stato un problema, avrebbe preferito stare in casa nonostante oramai fosse pronta per uscire; ovviamente io non mi permisi di contraddirla perciò le risposi che per me andava benissimo ogni sua scelta. A questo punto, per creare un po’ di atmosfera, decise di mettere su della musica e quale fu il mio stupore quando alle mie orecchie giunsero le note di “You Can Leave Your Hat On”, la canzone di Joe Cocker utilizzata nel film “9 settimane e mezzo”; appena iniziò prese a liberare i pochi bottoni della camicia ancora chiusi e, sfilatesela, me la gettò in faccia. Me la tolsi immediatamente ma poi rimasi seduto immobile a guardare le sue movenze sensuali: dopo la parte superiore toccò alla gonna, che con un rapido movimento le scese lungo le gambe per poi essere gettata di lato, così me la ritrovai davanti agli occhi in intimo e con i tacchi! Che dea era, al cui confronto Venere sarebbe apparsa sciatta e senza alcuna possibilità di competere. Ormai ero in suo potere, del tutto ammaliato dalla suo erotismo che mi circondava e mi teneva stretto; mentre ancora la musica scorreva eccitante, mi si avvicinò inginocchiandosi e con movimenti sicuri mi sfilò la maglietta, tolse la cintura dai miei pantaloni e sbottonò quest’ultimi, lasciandomi poi lì a torso nudo e con la mia virilità cha spuntava dalle mutande attraverso l’apertura appena praticata. Così mi contemplò per qualche secondo fino a quando tornò da me e, abbassatasi, mi prese tra le sue labbra: la sentii scendere più e più volte, con la lingua che guizzava allegramente dalla punta fino alla base facendomi eccitare maggiormente ad ogni passaggio. Alla fine non riuscii più a contenermi ed esplosi in un’ondata di piacere che la investì quando si trovava a metà strada del suo viaggio; sicuro che si sarebbe allontanata in fretta, mi sorpresi invece vederla ancora avvinghiata al mio membro, intenta ad assaporare la mia gioia oramai palese. In seguito, dopo una veloce ripulita con un fazzolettino, continuò con il suo ballo incantatore, sfilandosi il reggiseno e lasciandomi gustare la visione di quei splendidi capezzoli turgidi che mi fissavano chiedendomi di conoscerli a fondo. Allora la attirai a me e li gustai a fondo, con morbidi passaggi di lingua e dolci morsi dei miei denti, fino a farla vibrare di piacere e uggiolare sommessamente; poi, pian piano, scesi lungo il suo addome mentre le mie dita esploravano la sua schiena fino a giungere al suo sedere sodo: qui lo presi tra le mani e lo strinsi per appagare la mia curiosità sulla sua consistenza e rotondità.
Adesso era lei in mio potere, così la feci sdraiare sul divano e letteralmente le strappai le mutandine per poi affondare il mio viso nell’incavo delle sue gambe: quale prelibatezza trovai, un dolce sapore di sensualità e sesso, così forte che sentii crescere nuovamente in me il desiderio, un desiderio talmente prorompente ed impellente che in un attimo tolsi pantaloni, mutande scarpe e calze e mi gettai su di lei. Fu un amplesso lungo, pieno di voglia da entrambe le parti, decisi ad esplorare e a conoscere i nostri limiti fino all’ultimo respiro. Durante quell’esibizione di piacere di ambedue, ricordo che la musica ci accompagnò sempre nel modo migliore, con musiche lente e ammalianti o veloci e travolgenti, quasi fosse consapevole di quello che succedeva in quella stanza. Fu una cosa straordinaria, che ci lasciò senza fiato fino a farci capitolare in un caldo abbraccio ed in un sonno ristoratore.
Quando ripresi coscienza, percepii l’odore del cloro: come era possibile? Lo era, perché mi trovavo in piscina! Era stato tutto un sogno? Un’incredibile visione del mio desiderio più profondo? Ebbene sì, era stato così e la conferma l’ebbi dalla bruciante scottatura alla mia povera schiena e dal costume bagnato, nonostante non avessi mai messo piede in acqua. Certamente non potevo aspettare che tanta grazia capitasse a me, ma mentre lo pensavo eccola lì al mio fianco a chiedermi se potevo aiutarla.
Che forse il sogno possa prevedere la realtà? Lascio a voi scoprirlo...
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14 years ago
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L\\\\\\\'ippopotamo e la gazzella
Erano le 09.00 della mattina, ed insieme al mio amico Riccardo ero alla fermata in attesa dell’autobus per recarci in una delle spiagge dell’isola. C’era un bel po’ di gente in attesa, per la maggior parte turisti come noi, ma anche qualche casalinga indigena.
Tra la fauna presente faceva bella mostra una ragazza bionda, longilinea come una gazzella, con un bel fondoschiena a mandolino coperto da un gonnellino color celeste, un seno da cerbiatta nascosto da una camicetta multicolore, pelle bianchissima. Le labbra carnose di un bel color rosa. Colore degli occhi indefinibili perché nascosti dagli occhiali da sole. Si vedeva ad occhio che era giovane con le carni ancora sode. Non avrà avuto più di 25 o 28 anni.
Era vicino ad un energumeno dal viso grosso, collo taurino, corpo da pachiderma, con in mano una bottiglia di birra. Anche lui con gli occhi coperti da grossi occhiali da sole. La sua età era indefinibile. A prescindere dal fisico, poteva essere un giovane con gli anni portati male, oppure una persona matura che dimostrava meno della sua età effettiva. Comunque dimostrava almeno dieci, quindici anni in più della ragazza. Non si capiva quindi se era il suo compagno o genitore, o chi.
Fu mentre riflettevo su questo che arrivò l’autobus.
L’ippopotamo, grazie anche alla sua stazza, fu uno dei primi a salire e prendere posto a sedere trascinandosi, quasi, per mano la gazzella.
Con estrema galanteria si mise seduto lasciando la ragazza in piedi alle sue spalle come fosse una sconosciuta.
Sentii le budella rivoltarsi. Ma come si fa ad essere così cafoni? Così insensibili? Quell’essere angelico era meritevole di tutte le attenzioni possibili! La cosa non mi andava giù, era un affronto all’educazione ed al buon gusto che chiedeva vendetta.
Causa la grandezza o, sarebbe meglio dire, la “piccolezza” dell’autobus, noi altri passeggeri rimasti in piedi eravamo molto ravvicinati. L’ippopotamo bofonchiò qualcosa in una lingua che mi sembrava dell’est europeo, ma poteva essere benissimo aramanico o ebraico o perfino swahili. Che differenza fa quando non la si conosce? Di sicuro non era inglese o francese o spagnolo o tedesco, lingue che a diversi livelli conosco.
L’autobus partì. Dopo poco a causa di una brusca frenata fummo sballottati, con contorno di imprecazioni dell’autista e dei locali, prima in avanti e poi indietro.
Mi venne istintivo poggiare la mano sulla spalla della gazzella per proteggerla. Lei si girò.
Io le sorrisi e chiesi scusa. Lei rispose a sua volta con un timido sorriso scoprendo una bianca e perfetta dentatura.
L’ippopotamo bofonchiò ancora qualcosa, poi si tappò la bocca portandosi alle labbra la sua bottiglia di birra.
Chiesi a Riccardo di farsi ancora più vicino per dar maggior copertura allo spazio tra me e la gazzella.
Obbedendo al richiamo dell’adrenalina che montava inesorabilmente, mi feci coraggio e le poggiai la mano sul sedere esercitando una leggera pressione con le dita nell’incavo tra le due natiche.
Lei ebbe un sussulto e si irrigidì. Si girò, mi guardò, ma non disse nulla.
La pressione sanguigna mi fece gonfiare la patta. Rassicurato dal comportamento della gazzella mi feci più vicino ed inarcando un po’ il bacino in avanti, lo strofinai sul suo sedere. Lei, dopo un breve attimo di smarrimento fece quasi altrettanto inarcando il suo all’indietro.
L’adrenalina era salita al massimo.
L’ippopotamo continuava a "pomiciare" con la bottiglia.
Dopo un po’ la ragazza si girò, si alzò gli occhiali mi fissò per un po’.
Non chiese nulla, ma disse tanto.
I suoi lapislazzuli urlavano voglia di baci, carezze, piacere, invocavano un mondo di attenzioni sconosciute, bisogno d’amore. Poi abbassò gli occhiali e continuò a guardarmi in segno di sfida.
Raccolsi un’altra dose di coraggio e questa volta infilai la mano nel gonnellino. By-passai gli slip e la mano trovò il suo monte di venere depilato. Avvertii solo una piccola striscia di peluria.
Spinsi ancor più giù la mano ed intruppai al suo clitoride. Un sussulto la fece vibrare come canna al vento quando glielo massaggiai, poi il mio dito medio prepotentemente le entrò in vagina.
La tensione cominciò ad imperlinare di sudore la mia fronte.
Lei si tirò su gli occhiali e fissandomi di nuovo si impossessò della mia mente. Il suo sguardo penetrante ed ipnotico comandava i miei movimenti e mi invitava a non desistere, ad andare avanti.
Poi tirò giù le palpebre, quindi lasciò scendere di nuovo gli occhiali e piegò il viso verso il basso poggiando il capo sul reggimano verticale dell'autobus.
La bocca le se aprì leggermente mostrando la punta della lingua. Muti lamenti di piacere stavano abbandonando il suo corpo per raggiungere l’olimpo e ringraziare “Eros”.
Sottovoce percepii qualcosa in ebraico, o swahili od aramanico, e la sua mano strinse con forza la mia patta sotto cui il pene eretto, compresso nel costume, soffriva atrocemente, quando una cascata di umori vaginali inondò la mia mano e colò sulle sue cosce.
Ormai ero soggiogato, succube dei suoi voleri. Avrebbe potuto anche chiedermi di spaccare la bottiglia di birra in testa all’ippopotamo, o di inginocchiarmi e leccarle la vagina che lo avrei fatto.
Rimase ancora un po’ con il capo rivolto verso il basso, le labbra dischiuse, la lingua leggermente tesa verso l’esterno.
Detti un ultimo affondo con il dito e strizzandogli il clitoride tolsi la mano. Lei ebbe un ultimo sussulto e, senza tirare su gli occhiali, mi donò un meraviglioso sorriso.
Vendetta era stata compiuta. Giustizia era stata resa. Potevo tornare libero.
P.S. La storia è chiaramente inventata, ma i protagonisti e la situazione (l’uomo grasso con la birra che si mette seduto e la ragazza che rimane in piedi), sono ispirati a due persone identiche ai protagonisti, incontrate a luglio in un’isola del sud mentre insieme a mia moglie raggiungevo la spiaggia con l’autobus.
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14 years ago
admin, 75
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Il culo di laura
Vado di getto...
un conto è leggere racconti, guardare foto audaci e commentarle in maniera più o meno colorita, senza sapere chi ha fatto cosa dove e quando, e un altro è vedere in diretta ciò che accade...
Il guaio della rete è questo l'attendibilità: tutto è espresso sotto forma di dati, non esistono regole né referenti, la definizione di una voce dell'enciclopedia Treccani viene porta con lo stesso valore di una stessa definizione presa da un blog qualsiasi e chiunque può dire ciò che vuole, il vangelo e la diceria che si mescolano, e tu non distingui più; insomma una vera e propria anarchia dell'informazione, verrebbe da dire a primo achitto, troppo comodo, ad una seconda analisi appare chiaro che...c'è troppa quantità, poca qualità.
Anche per il sesso in rete è così, sempre sotto forma di bit-dati i tabù si infrangono, tutto ciò che è piacere si mescola con una massa informe di fotocopie fotoritoccate di pagine di riviste porno-scandalistiche, ma quando dalla massa riesci a distinguere qualcosa di anche modesto, ma vero, trovi il valore aggiunto, la merce rara, cioè la verità.
Insomma non appena ti rendi conto, percepisci (!) che quella cosa esiste veramente, ha una personalità e un'identità ben distinta, tutta la massa svanisce....se poi ci metti che questa cosa non è piccola, ma grande...generosa...abbondante...una cosa tonda...sicuramente morbida al tatto...morbida alla palpata...una cosa come...
Il Culo di Laura
...allora tutto diventa molto più intrigante.
E' successo ieri, ho ritrovato Giorgio per caso, non lo sentivo da un po', e sinceramente i miei dubbi sulla veridicità della sua storia stavano cominciando a prendere forma e consistenza, e schiettamente glieli ho esternati sin da subito:
- "ma cazzo ti lascio il numero del cellulare, mi dici che mi chiami e non ti fai vivo?". si scusa,
- "impegni di lavoro" dice lui...sarà, però un'email poteva pure scriverla.
- "ci sentiamo al cell?" dico io
- "Hai la cam?" mi ribatte lui
- "no, adesso non ce l'ho, già te lo avevo detto, quando vuoi che ci vediamo in cam mi organizzo, tanto costerà 10 euro". ora dice che senza cam non si fa nulla, così ha la scusa per chiudere la questione pure con la ragione e buonanotte al secchio...
- "ci sentiamo al cell adesso e poi per la cam ci accordiamo, ok?" dico io
- "ok dammi il numero" mi fa lui
- "ma lei è lì? chiami subito?"
- "si"
gli do il numero e penso: ora sparisce come l'altra volta.
E invece no, chiama e io rispondo: è lui, dalla voce sembra cordiale, giovanile, un po' di ovvio imbarazzo, ma nulla di che, ci presentiamo glissando sul motivo della telefonata. Io incalzo: "Laura è lì? me la passi?"
lui acconsente e mi fa delle raccomandazioni "guarda che lei è timida, è in imbarazzo, insomma non è molto a suo agio in questo tipo di cose..."
tentenna un po', ma capisco subito cosa prova, la protegge, non vuole farla sentire sporca, non adesso, vuole che tutto accada piano e con più naturalezza possibile, è lui che conduce il gioco nella coppia, e io lo rassicuro: "stai tranquillo, è solo per un saluto"
me la passa...
- "Ciao" dice LEI
ah, allora esiste, e che bella voce, vocina, scambiamo due battute ma è fredda, timida, com'è timida... e imbarazzata, ovvio, io stempero subito "ma sai che sembri avere un accento settentrionale?" e lei "nono, sono meridionale doc"
e lo spero bene!!!
altre due chiacchiere, un saluto, e via.
ci ritroviamo in chat
chiedo se a Laura fossero piaciute le mie foto che avevo inviato a Giorgio in un nostro precedente incontro in chat. Lei dice di aver apprezzato, allora io le propongo di vederne altre, acconsente la signora, ma le pongo una condizione: voglio osservare in diretta in cam l'effetto che le fanno le mie foto, e visto che per ovvi motivi non si può ancora mostrare in viso le chiedo di scegliere tra altre due parti del corpo che secondo me meglio esprimono istintivamente le nostre emozioni: le mani e le labbra.
Ci sta, e sceglie le mani.
accende la cam e la vedo, è lei, riconosco le forme generose della donna che sulle foto postate sul forum si dava da fare....porta i capelli biondi, pantaloni aderenti, magliettina nera abbastanza aderente e con ampia scollatura sul seno, le faccio i complimenti per il seno, tanto per stuzzicare il suo imbarazzo, e lei tira su la magliettina :-)
Sta seduta su un lettino di fronte la cam, gambe accavallate e mani una sull'altra sopra il ginocchio. Le chiedo di metterle sul tavolo, vicino la cam, le voglio vedere. Gli occhi saranno pure lo specchio dell'anima, ma anche le mani dicono parecchio. La definizione della cam non è il massimo ma si riconoscono delle mani semplici, affusolate, chiare, faccio notare che porta le unghie corte: "è una casalinga" ribatte Giorgio. Si, casaling...A, penso io.
Non so a voi ma a me più sono semplici le donne, meno se la tirano, e più mi arrapano da morire, non mi sono mai soffermato a capirne il motivo, forse perchè quell'apparente timidezza è in realtà un velato invito ad osare, o forse perchè sanno di terreno ancora inesplorato, che poi in quanto ad inesplorazioni non era il caso di Laura...
Mando la prima foto, bella grande, così possono zoomare a dovere, è del mio 'dettaglio anatomico principale', con un po' di contesto, non ho un fisicaccio, ma sto bene, sono asciutto, ma a quanto pare per il momento ai due coniugi interessa più vedere i miei 'gioielli'.
Lei muove nervosamente le mani, è impaziente, ma quando la guarda gradisce, lo vedo; e Giorgio ci tiene a mostrarmi anche le labbra di Laura che si schiudono appena in un sorriso accennato.
Che maiale Giorgio, me la vuole proprio offrire, lo sento e quindi ci gioco.
- "sai Giorgio, non so se questa è proprio la stessa donna delle foto, le forme sono quelle, maaa... non ne sono proprio convinto"
- "E io che ci posso fare?" ribatte lui quasi contrariato.
- "Bhé, la parte del corpo femminile che prediligo in assoluto è il sedere, e il mio sedere di donna preferito è quello abbondante, anche a voler essere modesto io credo di avere un certo occhio e di essere anche piuttosto fisionomista, e sono sicuro che se adesso vedessi il sedere di Laura lo riconoscerei da quello delle foto, del resto come ricorderai, ho azzeccato subito la taglia della vita di Laura, una 46; piuttosto...glielo hai detto?"
Giorgio scrive solo un "eh eh" ma mi sembra di vederlo mentre se la ride sotto i baffi. Fa alzare Laura, la fa posizionare bene di spalle di fronte la cam, la fa chinare leggermente in avanti, e si vede questo bel sedere, questo bel culo grande, tutto racchiuso dentro i suoi pantaloni attillati, i passanti che cingono la vita stretta, che accentuano le curve e sembrano dire "stringimi".
E' solo un bel culo in cam, staranno pensando tanti, no, è un favoloso culone di una calda calabrese di nome Laura. Stringo le mani a pugno, lo voglio!
Oso di più:
- "Giorgio questa posizione non va bene, nelle foto lei era messa in un altro modo..." e anche senza aver guardato quelle foto in tanti avrete capito a che posizione alludevo.
Giorgio mi avverte "Aspetta, guarda che Laura non gradisce il sesso virtuale, non la eccita"... Giorgio è molto chiaro, vuole riportare l'attenzione sulle regole, mi sta indicando il limite del suo 'terreno', ma io quel limite ora voglio spostarlo un po', e so benissimo che il sangue che sta pompando dentro le vene del suo cazzo in questo momento è sospinto da una sola parola: CORNUTO! quindi è inutile che ti metti a recitare la parte dell'uomo di casa e fai come ti dico, saprò io quando fermarmi.
La fa mettere in ginocchio sul lettino di fronte la cam, a quattro zampe, i piedi fuori dal bordo, il culo ben visibile.
- "Falle abbassare la testa davanti e falla scendere con il culo fino a farlo toccare con i talloni dei piedi". Esegue Giorgio, ed esegue Laura, e quel bel culo abbondante comincia piano a deformarsi magicamente nella migliore posizione dell'offerta, si comprime, si schiaccia, si gonfia ai lati e diventa tutto più pieno! e non è difficile sapere che sotto quel pantalone quelle due belle chiappe si stanno schiudendo. Giorgio glielo tocca con i polpastrelli della mano, come si fa quando si mostra e si descrive qualcosa a qualcun altro, una cosa propria, come una merce offerta in vendita, sembra quasi dire "lo vedi che bel culo che ha mia moglie?" Eh si è proprio un bel culone. Lo riconosco, è proprio il suo.
Laura si risiede sul lettino accavallando le gambe e io le rinnovo i complimenti "Brava Laura, hai proprio un gran bel culone lo sai? e per colpa tua adesso il cazzo mi sta scoppiando dentro i pantaloni. Sai che rumore ti rimarrà impresso il giorno che ci vedremo?" la stuzzico ancora. Dice di no, ma è curiosa.
- "Il rumore della mia cappella dura, e sai dove lo sentirai vero? indicamelo con la mano, dove lo sentirai Laura?" si piega leggermente su un fianco e si porta una mano sulla gamba sollevata, e si da una pacca tra la coscia e la chiappa. Si che lo sai, brava.
Dopo qualche secondo Giorgio sembra riprendersi dal trasporto "E' tardi, tra un po' dobbiamo andare, dobbiamo spegnere la cam". Acconsento, lascio che spenga la cam, ma chiedo che Laura parli un po' in chat con me, e lui me la passa.
- "Allora Laura, ti è piaciuto il mio cazzo? gradisci le dimensioni?"
- "...bisogna vedere come si sa usare"
Ah, le donne semplici, poca scena e passano per quelle che si eccitano con poco, ma già da queste piccole cose si capisce che...zitte zitte, ma la sanno lunga.
"Ti va di vederlo ancora Laura? se lo vuoi vedere devi pagare un piccolo pegno" ma quale piccolo pegno, mi vedo offrire di nuovo la cam: me la ritrovo seduta davanti al pc con la maglietta sollevata fino all'altezza delle ascelle, e il suo seno costretto nel reggiseno nero.
Faccio appena in tempo a complimentarmi per la soave visione che da sola si tira fuori i seni, uno alla volta. Li ricordavo dalle foto: una 4a dolcemente cadente di donna che ha partorito e allattato, due aureole ampie e scure e capezzoli appena pronunciati.
Le mando un'altra foto dove si vede bene la mia cappella in primo piano, è abbastanza grossa, piena, scolpita, dura, luccicante, succosa...alle donne piace vederla pulsare e gonfiare. Apre la foto, zooma un po' e si morde il labbro inferiore...porca.
- "Dobbiamo andare" mi dice
- "Prima dì a tuo marito di metterti di nuovo a pecora sul lettino, come prima, ma stavolta con il culo scoperto"
Si alza piano, e si mette come prima, mentre è a quattro zampe si abbazza i pantaloni elasticizzati, e con solo un perizoma nero indosso, che per buona parte le scompare tra le chiappe, mi appare davanti questo bel mappamondo, si stira bene in avanti, si mette bene a pecora, oramai ha capito cosa mi piace, cosa voglio da lei.
- "Giorgio scostale il perizoma e mostrami il buco" mmmm esegue Giorgio, che bravo cornutello che si è scelto Laura, fa tutto come gli dico, prende il perizoma con le dita in mezzo al solco e lo scosta di lato su una chiappa, tiene la cam a mano e la avvicina verso il buco.
A questo punto non ci sono più parole, sento solo il mio cazzo pulsare duro, cerco di darmi un po' di piacere ma non voglio toccarlo, reprimo la carne, me lo strizzo dentro i pantaloni mentre guardo ancora quel capolavoro di giunonica femminilità.
Devono andare, ma in ogni caso mi fermo. Arrivati a questo punto, tutto ciò che potrebbe accadere in più sarebbe troppo gratuito e virtuale, e soprattutto toglierebbe a tutti l'importante sapore della sorpresa e della prima volta.
Si riordina Laura, si alza in piedi di fronte la cam e mentre ci salutiamo si pastrugna le tette ancora di fuori, vedo il suo pancino che si deforma al suo respiro, riesco a percepire i suoi sospiri da QUI!!!, figuriamoci cosa ti faccio appena ti prendo mmmmmmmmm..
Giorgio mi chiede una cortesia, gradirebbe ricevere qualche commento su tutto quello che è successo, una riflessione, un racconto;
ok, vado di getto...
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14 years ago
admin, 75
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Le scarpe strette - resoconto di un sogno
File interminabili di macchine, che viste dall'alto - qualora qualcuno mai le avesse viste -
sarebbero sembrate colonne ordinate di formiche. Infine, laggiù in fondo e quasi
indistinguibile, s'intravvedeva la barriera metallica dei caselli autostradali.
Un cartello grande e verde sulla sinistra indicava: "ALT - Stazione a 1000 metri".
Tu eri la, seduta alla guida della tua macchina, un pò annoiata e un pò infastidita per
quell'attesa che ti costringeva lontano da casa e dalle tue bambine. Avevi indossato
delle scarpe bianche, col tacco, un pò accollate, sotto una gonna di cotone leggero ed una camicetta a righe.
Faceva caldo.
Non era stata una grande idea, dopotutto, indossare quelle scarpe: giornate calde e afose come quella se ne erano già avute, e quelle scarpe - per quanto belle - erano maledettamente
strette ed ora ti facevano un dannato male ai piedi. Nemmeno la musica che usciva a fiotti allegri
e variopinti dal tuo stereo riusciva a distrarti. Incominci a carezzarti le gambe con una mano, nel
tentativo di lenire il dolore, quando il telefono scquilla. "Ciao, dove sei ?" - chiede una voce apparentemente lontana.
Sorridi, la mano istintivamente sul seno: è lui, c'è, e anche se non lo vedi è lì da qualche parte.....
Gli racconti della coda, delle scarpe..... lui ride.......
Accade tutto in un attimo: un attimo di distrazione, e il giogo finora subito e
accettato di frizione-acceleratore-freno sfugge al tuo controllo. Cerchi di frenare, ma urti
quello davanti.
Cazzo! Senti il rumore del vetro che si infrange e va a terra in tanti piccolissimi pezzi.
Il fanalino del tuo compagno di coda è andato. E ora ? Maledette scarpe strette!
Tu sei lì che mi guardi, ancora in procinto di scendere dal tuo posto di guida,
la mano sinistra a tenere lo sportello semiaperto, l'altra ancora stringe il telefonino, mentre un
piede è già fuori,
sull'asfalto bagnato. Mi guardi divertita e meravigliata mentre sono al tuo fianco, inginocchiato
tra quei cocci di vetro, al buio. Da quella posizione posso intravvedere i tui slip,
bianchi anch'essi, tra le gambe lisce e chiare. Infilo una mano, mentre con l'altra incomincio a
carezzarti la cavigliaed a slacciarti una scarpa. Tu ti giri un pò più verso di me, aprendoti un altro
poco. Ora posso raggiungerti con la punta delle dita e sentire il caldo dell tuo ventre. Faccio
leva con il medio e l'indice sotto i tuoi slip e tiro verso di me, sfilandoteli piano.....
Tu inarchi un poco la schiena, ti sollevi e lasci che sfilino via, tra i tuoi piedi ancora prigionieri
delle scarpe strette.
Con un rapido movimento di gambe lasci che gli slip finiscano a terra, a mezza via tra il pedale della frizione e me. La scarpa sinistra è finalmente sciolta e posso sfilarla: carezzandoti il piede a due mani me lo porto alle labbra e lo bacio. Non hai le calze, e profumi d'erba bagnata.
Seguo un percorso preciso, fatto di tanti piccoli baci che si susseguono l'un l'altro come una col
onna di formiche che partendo dall'alluce sale su su, sempre più su seguendo la linea del polpaccio fino all'orlo della tua gonna, eppoi ancora tra le pieghe di questa, tra le tue cosce....
Tu dici qualcosa che non capisco, il telefonino ti cade di mano e finisce vicino agli slip, e mentre la fila di baci procede inesorabile verso il centro, tra le cosce, tu ti allarghi di più e mi spingi la testa con le mani.
Rimaniamo così a lungo: la tua gamba sinistra poggiata sulla mia schiena, il tirare nervoso del
le tue braccia sulla mia testa, il mio inesorabile susseguirsi di baci che ora con la mia lingua insinuo sempre più a fondo dentro
di te....... Ora hai un sussulto, poi un'altro, poi un'altro ancora. Ti sento più morbida e calda, e il profumo d'erba sembra dominare la notte.
Tu sai che non può finire così; entrambi sappiamo e vogliamo di più, ma le macchine tutt'attorno sono sparite,il casello è libero, e bisogna tornare a casa....
Mentre mi alzo e ti guardo negli occhi, mi tocchi fugacemente tra le gambe. Il d
esiderio è fortissimo: vorrei prenderti lì, adagiarti sul cofano, farti sentire quanto ci sono e sentire ancora una volta la dolcezza di fiore del tuo ventre, stavolta mentre si apre sotto i colpi decisi dati dai miei fianchi....
Mi guardi con un'aria da birba, sfili veloce la scarpa che ti è rimasta al piede , posandola tra le mie mani e, con movimenti veloci ed un colpo di gas sei già via, lontano, in prossimità del case
llo costellato di semafori verdi.
Resto in piedi, le spalle al fanalino spaccato, le tue scarpe tra le mie mani. E' una notte bellissima, calda e stellata, dominata dal profumo dell'erba.
Ed io sono felice, perchè mi sento tutt'uno con essa, e in essa sento te.
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14 years ago
goutline, 44
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Le vie della chat sono infinite
Le vie della chat sono infinite. Ormai nel mondo virtuale si riesce a fare conoscenza in maniera molto piu diretta e veloce e soprattutto senza freni inibitori. Cosa che rende molto piu facile le cose dopo..
Ci eravamo conosciuti proprio in chat, per caso, in una chat comune non a sfondo erotico. Io 29enne, un ragazzo carino a cui piace lo sport e con mille interessi, forse troppi. Lei era una donna manager di 41 anni, portati alla grandissima. Poteva essere scambiata tranquillamente per una ragazza con dieci anni in meno. Gran fisico, reso tale da ore di palestra ed esercizi, ma soprattutto grande intelligenza e gran senso dell’humor. E mi teneva testa alle battute durante le conversazioni on line. Questa amicizia partita per gioco, iniziò a trasformarsi in un appuntamento fisso, ogni sera davanti al pc a scambiare 4 chiacchiere, ridere, scherzare, parlarsi. La sera era il momento in cui entrambi avevamo maggiore tempo e si parlava di tutto arrivando anche a confidarci problemi personali: lei era sposata ma col marito non andava granché bene visto che lui pensava solo alla carriera trascurandola un po’ e tornando a casa tardi la sera. Io con i miei problemi quotidiani, problemi amplificati da una relazione a distanza logorante. Insomma ci eravamo ritagliati un momento della giornata in cui l’uno si interessava dell’altro. La differenza di età era sparita, sembrava ci conoscessimo da una vita ed iniziarono anche le battute maliziose, i discorsi sul sesso, i gusti di ciascuno, le fantasie e cosi via. Mi diceva che da tanto suo marito non la faceva piu godere, lei fingeva e non le sarebbe dispiaciuto avere altre esperienze. Ma non poteva visto che comunque viveva con lui. Ma voleva ardentemente momenti di trasgressione. Riuscii a strapparle una promessa: se un giorno avesse avuto la possibilità avrebbe dovuto rivolgersi a me… :)
Un giorno arrivò la sorpresa via chat:
“sai stasera mio marito parte per una settimana in USA…”
“davvero? Beato lui….”
“no! Direi beato te…”
“beato me????” forse qualcosa iniziavo a comprendere, ma mi rendevo conto che stavo sognando ad occhi aperti.
“domani sera alle 20 passa da me, via pinco pallino n°123. Rimaniamo che mi porti a cena ok?”
Non capivo più nulla. Ero basito ma contentissimo e riuscì solo a scrivere: “oui Madame, alle 20!”
Lei inizio a comprendere il mio stato piacevolmente confusionale ed iniziò ad approfittarsene, mostrando il suo lato autoritario e provocante che mi garantì di possedere.
“sai, domani ho deciso che metterò i tacchi 12 che hai visto in quella foto, le decolleté nere che ti fanno impazzire.. dovrai avere occhi solo per me, intesi? :-)”
Ogni uomo quando viene toccato nel punto debole improvvisamente diventa un deficente e dice sempre si. Lei conosceva i miei punti deboli perché avevo avuto la brillante idea di parlagliene. Naturalmente cercavo di camuffare il mio piacevolissimo imbarazzo ma, come è naturale, in questi casi la costruzione della frase semplice sembra un’incredibile montagna da scalare e l’uso della grammatica italiana viene perso come un mazzo di chiavi in un tombino.
“naturalmente anche tu devi venirmi incontro in una cosa” continuò lei.
“beh credo che qualunque cosa sia tu possa considerarla fatta eheh “ scrissi, supponendo che anche lei volesse che indossassi qualcosa che potesse stuzzicarla. Ed era cosi, ma al contrario! infatti mi rispose:
“bene! Era quello che desideravo che mi rispondessi, la prendo come una risp affermativa.Domani sotto i jeans non indossare nulla, intesi? :-)”
Alle 20 sono da lei. La vedo uscire dal portone: è bellissima. Un portamento da principessa: capelli racchiusi a coda, neri, gonna sino al ginocchio con spacco laterale, camicetta abbastanza aderente che mette in risalto la sua bella terza, e le meravigliose decolleté ai piedi. Non avere un’erezione è impossibile sperando che lei non se ne accorga. Con meraviglia mi dice di prendere la sua auto (una berlina dal cambio automatico) e di parcheggiare la mia. Preferisce guidare cosi si rilassa un po’. Andiamo in pizzeria e la tensione diminuisce, si inizia a parlare di tutto, si beve un po’, ci si rilassa e si passa una piacevole serata. Si risale in auto e a questo punto io pensavo al dopocena tra me e me cercando di organizzare qualcosa nella mia testa quando lei mi colpisce (non fisicamente!!) facendo virare la serata in una direzione ben precisa. Prima di mettere in moto l’auto nel parcheggio, mi guarda e mi dice
“ma non hai commentato le mie scarpe, forse non ti piacciono?”
“no no bellissime, le ho notate, sono splendide anche se non ho avuto il momento e la calma necessaria per apprezzarle” cercando di creare un’atmosfera più maliziosa.
dicendo questo, lei, cadendo nella trappola, sgrana gli occhi e ridendo mi posa i suoi piedi sulle mie gambe.Nel jeans intanto qualcosa si stava risvegliando dal torpore: ero riuscito a contenere l’eccitazione per tutta la sera, ma con quella mossa improvvisa, lui ormai non lo fermava piu nessuno. Rimango in silenzio, imbambolato guardando le sue bellissime scarpe che fasciano i piedi e che strusciano il mio pacco ormai in orbita. Le bacio entrambi i piedi per 5-10 minuti fino a che non si decide di ripartire.
Durante la strada improvvisamente mi chiede di controllare la leva del cambio. Non capisco.. è un auto a cambio automatico, ma cerco comunque qualcosa che possa assomigliare alla leva anche perché l’auto è sua: saprà se ci sarà una leva no?
“no sei fuori strada” mi dice lei
devo aver fatto la faccia dell'ebete. cerco ancora sino a quando lei non si mette a ridere dicendo di non cercare piu.
“la prendo io, tu guarda dove sta, perché domani servirà di nuovo” e dicendo questo fa scivolare una sua mano sulla mia gamba sino al pacco. Con una tiene il volante guardando la strada, con l’altra cerca la mia zip. La mia eccitazione è massima, mi ha completamente fatto suo senza accorgermene. Ormai non capisco più nulla, sento solo la mia zip aperta dalla sua sapiente mano, che un secondo dopo ha raggiunto il suo obiettivo stringendolo in un pugno.
“questa è la MIA leva del cambio.domani e nei giorni a venire, quando dico che voglio la leva, puoi tirarlo fuori ok? Non prima e né dopo intesi? Poi ci penso io”
Annuisco. Dentro di me riconosco che il suo lato autoritario sta avendo la meglio su di me e mi sta allo stesso tempo conquistando. Inizia lentamente a masturbarmi con la mano destra mentre con la sinistra tiene il volante. Gli occhi sulla strada.. i suoi. I miei alternano la visione della strada e dello spettacolo che ho in basso. Sono un fiume di emozioni in piena, il tocco della sua mano alterna fasi delicate a fasi più energiche, varia spesso la velocità e lo fa apposta, lo sa che in questo modo accelera e di molto la possibilità di esplosione. Io resto in attesa cercando comunque di non lasciarmi andare, anzi ho quasi paura a chiederle se posso venire o meno, l’auto è sua non vorrei sporcare.. ma mi vergogno a chiedere, fino a che il silenzio è interrotto da lei quando dice sorridendo: “sai che delle emozioni cosi non le provavo forse da 15 anni? Sento che in questa settimana mi toglierò molti sfizi.. con te! Ah naturalmente non venire!! Anzi per favore dimmelo quando sei al limite che interrompo”
Neanche 10 secondi dopo le dico che se continua saranno i fuochi d’artificio, cosi interrompe subito. La mia testa è un mix di pensieri: eccitazione massima, ma delusione perché mi sarebbe piaciuto da matti venire tra le sue mani. Anche se ancora non credo a come sta evolvendo la serata. E soprattutto non capisco a che gioco vuole giocare. Penso che forse posso mettere la “leva” al suo posto, quando sorpreso sento nuovamente la sua mano che l’afferra.
“posso riprendere?”
“si.. volentieri” riesco a balbettare
ho capito ora: vuole sfinirmi. Continua imperterrita: masturbarmi sino al limite per poi smettere. Per poi riprendere e cosi via in un gioco perverso di eccitazione. Ormai sono un pupazzo nelle sue mani, con un livello di testosterone da doping. Probabilmente non ho mai avuto un’erezione del genere, ho battuto ogni mio record personale di resistenza. Fino a che all’ennesimo mio limite, lei mi guarda sorridendo e decide di accostare l’auto.
“hai sofferto troppo, è arrivato il momento di godere” baciandomi sulle labbra e continuando a masturbarmi con la mano destra. Sto per esplodere, se ne accorge dal calore e dalle pulsazioni della "leva" e con una destrezza da lepre, si sfila una scarpa orientando il mio piacere all’interno di essa.
Passo 5-10 secondi di paradiso puro, la pelle d’oca prende il sopravvento, socchiudo gli occhi in un vortice di emozioni inspiegabilmente piacevoli, e riaprendoli vedo lei a 2cm di distanza che sorridente mi fissa negli occhi e mi bacia dolcemente sulle labbra cercando la mia lingua. Insieme abbassiamo lo sguardo e guardiamo la sua scarpa piena dei miei umori. Ridiamo e mi sussurra di rimettergliela cosi, sporca, e dicendolo mi porge il piede nudo.
Tornati a casa sua, mi bacia e salutandomi mi sussurra:“domani qui alle 20. Prima un giro in auto e poi sali su”.
Sulla via di casa, vibra il cell.. Un sms. E' lei:"Ciao, stasera non eri in chat!sono gelosa!!ahah..scherzo.Regola n°1: con me sempre senza boxer.e non accetto contraddizioni:-)buonanotte"
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14 years ago
gigilatrottola79, 31
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Prima volta di gabriella
Come ho descritto nel racconto precedente il mio rapporto con Gabriella si trasformò in quei giorni di novembre 2007, in particolare da quella sera in cui le confessai la mia ossessione relativa all'idea di lei che si faceva montare da Sergio, il suo ex. Quella confessione sembrò "togliere il freno a mano" alla macchina della nostra relazione e da allora tutto è cambiato profondamente. Ed in meglio.
Il giorno dopo non parlammo di ciò che ci eravamo confessati al culmine della nostra eccitazione. Vedevo che Gabri era turbata ma non mi pareva il caso di insistere, meglio lasciar assorbire l'impatto emotivo della faccenda. Non dovetti attendere molto. La sera ancora successiva in camera da letto mentre ci facevamo le coccole prima di addormentarci lei mi sussurra:
-"Amore...".
-"Dimmi".
-"Riguardo quello che ci siamo detti l'altra sera...".
Il cuore mi batte forte, sto in silenzio aspettando ciò che lei vuole dirmi.
-"Ho sentito Sergio al cellulare oggi... non ti dispiace, vero?".
Ribatto prontamente:
-"Ma no, tesoro, ti ho detto che per me non ci sono problemi se lo frequenti.".
-"Io però ho tanta paura di perderti se facciamo una cosa del genere... forse non è una cosa molto naturale... io non credo che sopporterei se tu andassi con un'altra donna...".
-"Tesoro, io non andrei mai con un'altra donna, mi conosci... a me eccita la tua sessualità, e godo da morire a... vederti... o saperti in azione".
Segue un prolungato silenzio. La mano di Gabriella si fa strada tra le mie gambe e trova il cazzo in vistosa erezione. Lo prende con delicatezza, lo scappella, lo mena lentamente.
-"Allora... io mi incontrerei con Sergio dopodomani sera, che ne dici?"
-"Va benissimo, amore mio..." rispondo sospirando di piacere.
-"Ti prego, ti scongiuro, se qualcosa ti dà fastidio, se pensi ti possa creare problemi, dimmelo e io abbandono tutto immediatamente... me lo giuri?"
-"Certo amore che te lo giuro...".
Due sere dopo è giovedì. Torno dal lavoro verso le 18.30 e la trovo che spicciava in cucina. Le scivolo alle spalle e la bacio dolcemente sul collo. Lei si gira, mi bacia sulle labbra e mormora.
-"Allora tra un po' io esco, amore. Sicuro che tutto va bene per te?"
-"Certo, cucciola, vai a prepararti".
Gabriella va sotto la doccia, io cerco di distrarmi guardando la tv, ma i miei pensieri sono tutti per lei. Sento il phon andare, si sta asciugando i capelli. Poi mi arriva qualche zaffata di profumo delicato. Aspetto una decina di minuti poi mi affaccio sulla porta della camera da letto. La trovo seduta che si infila le calze autoreggenti. Ho un'erezione sconvolgente al pensiero che quelle calze sono per un altro uomo. Mi tiro fuori il cazzo dai pantaloni e mi masturbo lentamente guardandola mentre finisce di vestirsi.
Lei mi guarda, sorride e mi fa:
-"Ma lo sai che sei proprio un porco?".
-"Certo che lo so, e so anche che tu sei una bella troietta".
-"Ma sono la tua troietta, tua e solamente tua, lo sai questo, vero?".
Infila mutandine di pizzo trasparenti, poi una gonna sopra il ginocchio e una bella camicetta che mette in risalto il seno rigoglioso.
-"Dove andate" le chiedo.
Mi guarda un attimo.
-"Da nessuna parte, vado direttamente a casa sua".
-"Ho capito" le faccio. La mia erezione è quasi dolorosa. E aggiungo:
-"Quindi non perdete tempo e scopate subito...".
-"Si..." mi risponde guardandomi languidamente.
Lei esce, sono le 20.30. Mi rimetto davanti al televisore masturbandomi lentamente. Ho qualche ora davanti a me, con il cervello paralizzato sul pensiero di Gabri che si fa sbattere da Sergio. Forse è una follia, sto mettendo la donna che amo nel letto di un altro uomo... e se la perdo? Mi chiedo perchè godo così visceralmente all'idea che lei si sta facendo montare dal suo ex... non so spiegarmelo, è così e basta.
Passano lentamente le ore, arrivano le undici, poi mezzanotte. Mi assopisco sul divano, una sorta di dormiveglia disturbato, sempre con il cazzo in mano. Apro gli occhi, è l'una e mezza. Vado a prepararmi uno spuntino, in tv c'è un vecchio film di Stallone che fa il super-poliziotto, lo guardo distrattamente.
Alla scena in cui il cattivone finisce finalmente in una specie di altoforno squilla il cellulare. Sono le 2.20 del mattino. Rispondo con il batticuore. Ovviamente è lei.
-"Amore, come stai, tutto bene?".
Mi risponde con una voce stanca, melliflua.
-"Tutto bene, tesoro, tra venti minuti sono a casa.".
Non riesco a trattenermi e me ne esco con una domanda cretina:
-"Avete fatto sesso, vero".
-"Oddio, non abbiamo fatto altro, tesoro... poi ti racconto... bacio, a dopo".
Mi denudo e mi infilo nel letto. Dopo una ventina di minuti sento la porta aprirsi, Gabri entra in casa. La sento posare la borsetta, entra in camera da letto. Mi guarda, anzi mi scruta, vedo che cerca di capire. Ormai che è fatta vuole sapere se la mia reazione è quella promessale. Un conto è dire, un conto è fare, lei lo sa e ha una vaga paura.
Si spoglia lentamente guardandomi, l'abat-jour diffonde una luce poco decisa ma vedo che ha il corpo disseminato di lievi segni e qualche succhiotto. Si sfila la gonna. Ha ancora le calze ma non le mutandine. Mi chiedo se le ha nella borsetta o le ha dimenticate nella camera da letto di Sergio.
Si siede vicino a me, sdraiato sul letto, mi accarezza dolcemente i capelli e mi sussurra:
-"Vuoi che ti racconti?".
-"Certo amore mio, dimmi tutto, ti prego".
-"Appena arrivata a casa di Sergio... insomma, non mi ha dato il tempo di fare o dire nulla...".
Gabriella mi guarda scrutando la mia reazione. Vede un'espressione beata sul mio viso e ne è incoraggiata. Mi prende il cazzo in mano e lo mena lentamente mentre prosegue il racconto.
-"Ha chiuso la porta e mi ha messo contro il muro... mi ha infilato la lingua in bocca e sollevato la gonna. Sergio è un porco e mi piace per questo, ma non si era mai comportato così... sfacciatamente. E io non mi sono mai sentita così... libera con lui... mi ha levato subito le mutandine, non sono più riuscita a ritrovarle. Io mi sono inginocchiata e glielo ho preso in bocca per non so quanto tempo. Poi mi ha fatto rialzare, mi sono appoggiata al termosifone e mi ha inculata...".
Trasecolo. Io e lei non abbiamo mai fatto analsex, non ne avevamo mai nemmeno parlato, mi sconvolge sentirla esprimersi in questo modo.
-"Ti ha infilato il cazzo dentro il sedere?" rispondo con stupore evidentemente quasi comico.
-"Sergio mi ha sempre inculata, tesoro, lo fa in maniera eccezionale.. stasera ho avuto il mio primo orgasmo attaccata al termosifone".
Penso ai nostri abituali rapporti sessuali, io che non riesco mai a farla venire semplicemente con la penetrazione, devo leccarle la clitoride per decine di minuti per portarla all'orgasmo.
-"E poi?...".
-"E poi... mi ha portata in camera da letto e... non saprei dirti cosa abbiamo fatto esattamente... so solo di aver avuto Sergio dentro di me fino alle due del mattino...".
-"Avete scopato dalle nove di sera alle due del mattino senza fermarvi mai?" ribatto incredulo.
-"No, beh ci siamo fermati due o tre volte per una decina di minuti, dopo che lui era venuto, e poi abbiamo ricominciato...".
Penso inevitabilmente alle nostre scopate mai più lunghe di mezzora, e alla mia regolare ed incontrovertibile uscita di scena dopo il primo orgasmo.
Ho una domanda in gola, lei mi sorride con dolcezza, ha lo sguardo pieno di amore.
-"Sergio ti fa godere molto più di quanto ti faccio godere io, vero?".
-"Amore... non c'è paragone... Sergio è un altro pianeta rispetto a te...".
Mi guarda con tenerezza e aggiunge.
-"Ma tu sei un altro pianeta rispetto a lui per quanto ti amo, per quanto sei dolce e tenero e per quanto mi fai godere lasciandomi fare queste cose...".
Mi sento un po' disfatto, in balia degli eventi. Le accarezzo il viso.
-"Ho avuto cinque o sei orgasmi stasera, sai? E con Sergio non ne avevo mai avuto più di un paio per scopata prima. Ma stasera ero finalmente libera di essere me stessa... sentivo i tuoi pensieri vicino a me mentre lui mi montava in modo meraviglioso. Ho bisogno del tuo amore, tesoro, e ho tanto bisogno di sentirmi una gran troia... e solo tu puoi darmi tutte e due le cose...".
Queste parole sono seguite da un lungo delizioso pompino con ingoio totale, al termine del quale crollo distrutto nel letto e scivolo nel sonno. L'ultima cosa che ricordo è lo scroscio della doccia della mia meravigliosa zoccola...
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3
14 years ago
fbroma777,
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Io e gabriella
Ho conosciuto Gabriella quattro anni fa, il primo Gennaio 2007 ad una festa di Capodanno in una villa di amici, vicino Roma. Lei venne alla festa insieme al suo ragazzo Sergio. Una luminosa ventitreenne con molta voglia di vivere, occhi scuri, capelli castani morbidi e mossi, un bel fisico tonico con curve generose e una quarta di seno. Insomma proprio una bella ragazza, di quelle che si notano. Facemmo conoscenza al tavolo dei cocktail, mi chiese se potevo versarle una vodka al limone gelata. Io allora trentenne rimasi subito molto colpito da lei. Ero andato a quella festa con i miei due amici dai tempi del liceo, Fabrizio e Gianluca. Loro già felicemente accoppiati da molti anni, io invece ancora single, con piccole, brevi ed insignificanti storie sentimentaloidi alle spalle, che si contavano sulle dita di una mano. I miei amici da anni si prodigavano parecchio per farmi conoscere ragazze e portarmi in giro in occasioni come queste ma, nonostante i loro generosi sforzi, non ero mai riuscito a legarmi in maniera soddisfacente ad una donna. Mi faceva soffrire soprattutto non sapere esattamente chi io fossi e per quale motivo non riuscivo ad avere rapporti affettivi o sessuali soddisfacenti con l'altro sesso. Esperienze sessuali, nel senso di rapporti completi dai 20 ai 30 anni ne avevo avute esattamente quattro, con quattro donne che non avevano voluto riprovarci una seconda volta. Insomma, non è che la mia autostima fosse a livelli eccelsi.
E arrivò Gabriella, fulmine a ciel non troppo sereno di una notte di Capodanno. Sergio, il suo ragazzo, si era messo a ballare, a bere e a divertirsi. Chiacchierammo pochi minuti con io che tenevo in mano questo bicchiere di vodka e lei che non si decideva a prenderlo. Poi due ore dopo i brindisi me la vedo sedersi accanto a me sul divano dove giacevo mezzo brillo e parecchio scoglionato e rivolgermi parole dolci ed affettuose. Venti minuti dopo ero innamorato cotto di lei che rivelava un'evidente crisi con il suo ragazzo. Lei capì il mio stato d'animo e mi scrisse il suo cellulare "per gioco" con la penna sul braccio.
Esattamente un mese dopo ci fu il primo bacio tra di noi, poi il 26 Febbraio lei mi comunicò di avere lasciato Sergio definitivamente e quella data rappresenta da allora il "nostro" anniversario. Con molta fatica e pazienza Gabriella mi ha letteralmente insegnato a fare l'amore, con discreti risultati. Lei,pur essendo più giovane di sette anni, aveva molta più esperienza sessuale di me. Ero innamoratissimo di lei e lei sembrava innamoratissima di me. Le mie debolezze, insicurezze ed incapacità anzichè irritarla sembravano stimolarle un senso materno di protezione, infinito ed inesauribile. La mia dolcezza ed il mio donarmi incondizionatamente a lei sembravano colmarla di una gioia che, anche a sua detta, lei non aveva mai conosciuto con altri uomini. Poi arrivò novembre dello stesso anno che mi parve un terremoto. Fui informato tramite la soffiata di un conoscente che Gabriella aveva ripreso a vedersi con Sergio. Mi appostai sotto casa sua per quattro sere di seguito finchè la pizzicai, la quarta sera, mentre usciva di casa. La vidi salire su una macchina con un uomo che stentai a riconoscere per Sergio (lo avevo visto una volta sola quasi un anno prima). Stavo con la moto, un'enduro Yamaha, e non feci fatica a seguirli senza perderli di vista. Guidavo in preda ad una sorta di bruciore interno, che non sapevo bene se fosse rabbia, frustrazione, delusione o altro. Li vidi parcheggiare davanti ad un ristorante sulla via Aurelia. Erano circa le 21. Con infinita pazienza mi sedetti su un muretto lì vicino con la mente che galleggiava nel vuoto, finchè, verso le 22,30 uscirono dal locale. Salirono sulla macchina di lui e io dietro in sella alla moto, tenendomi a rispettosa distanza. Dall'Aurelia a via Gregorio VII, poi piazza Pio XI verso lo stradone che attraversa villa Pamphili, fino ad arrivare a Piazza S.Giovanni di Dio, a Monteverde. Sergio parcheggiò la macchina in una traversa e li vidi infilare un portone. Rimasi una mezzoretta davanti a quel portone chiuso, finchè la mia attesa fu premiata. Un signore con il cane al guinzaglio uscì per la passeggiatina igienica e potei infilarmi per le scale del palazzo. Ricordavo il cognome di Sergio e non feci fatica a trovare l'appartamento giusto, al terzo piano. Mi sedetti sulla scala e rimasi in silenzio. Ero tesissimo e pronto a cogliere ogni rumore od ogni segnale che mi facesse capire che qualcuno stava per uscire dall'appartamento. Sarei comunque appassito dalla vergogna a farmi sorprendere sul pianerottolo a spiare, anche se il colpevole in quella situazione non ero certo io. Nel silenzio del palazzo udii finalmente i mugolii di Gabriella. Pensai quasi di essermi sbagliato e trattenni il respiro per udire meglio, appoggiando l'orecchio alla parete. Sentii Gabriella gemere inequivocabilmente, stava facendo l'amore con Sergio. Mi vennero le lacrime agli occhi e fui preso da una rabbia convulsa per il tradimento. Poi mi arrivò abbastanza chiara la frase smozzicata "Oh si, come mi piace, dai" pronunciata da lei. Mi ritrovai istantaneamente con il cazzo duro senza nemmeno sapere perchè. Il palazzo sembrava deserto ormai era passata mezzanotte. Mi estrassi il cazzo dai pantaloni e iniziai a masturbarmi con forza cercando di captare altri segnali di Sergio e Gabriella. Ogni tanto mi arrivava qualcosa ed erano stilettate di un piacere perverso e sconosciuto. Un piacere distruttivo, umiliato ed umiliante, mi sentivo come se stessi rotolandomi nel fango, nel letame, immerso e partecipe in quella situazione incresciosa e la cosa mi procurava incomprensibili fitte di goduria profonda ed animalesca. Quando sentii il classico mugolio di Gabriella al momento dell'orgasmo non potei fare altro che eiaculare violentemente a mia volta. Il getto di sperma, che in condizioni normali cola abbastanza pigramente dalla mia cappella quando vengo, raggiunse il quinto scalino rispetto a quello dove ero seduto. Il senso di vergogna e di smarrimento per ciò che avevo fatto compensò completamente la rabbia per il tradimento. Mi asciugai alla bell'e meglio, scesi le scale, presi la moto e me ne tornai a casa. Con una scusa evitai di vederla, ci sentivamo al telefono e lei appariva dolce, affettuosa ed innamorata come sempre, anche forse più del solito, perchè evidentemente captava il mio turbamento. Io non potevo fare altro che vegetare sul letto davanti alla televisione accesa, in uno stato di apatia profonda, intervallato da momenti di eccitazione nei quali mi tornavano in mente i mugolii di Gabriella insieme a Sergio e pertanto mi abbandonavo a furiose masturbazioni che culminavano in potentissimi orgasmi che mi lasciavano svuotato e dolorante. In tre giorni credo di essermi masturbato una ventina di volte. Il quarto giorno lei mi affrontò telefonicamente e mi chiese cosa avevo e perchè la evitavo. Io continuavo a negare di avere qualcosa finchè lei con la voce quasi rotta mi apostrofò dicendomi che aveva diritto di sapere cosa avessi. Sembrava l'inizio della nostra prima vera lite. L'argine si ruppe e piangendo le chiesi perchè mi tradiva e che cosa le avevo fatto per essere trattato così. Abbassò il telefono e dopo 15 minuti suonò il campanello. Era lei. Aveva il viso gonfio dalle lacrime e mi abbracciò convulsamente, singhiozzando, chiedendomi di perdonarla e ribadendo che mi amava immensamente e che non riusciva nemmeno a pensare all'idea di perdermi. Le dissi che sapevo di Sergio e lei mi giurò in tutti i modi che tutto era accaduto per sbaglio, per debolezza e che non sarebbe mai più successo. Smise di vedersi con Sergio. Passammo un paio di mesi di alti e bassi e lei decise di trasferirsi a casa mia. Il sesso tra noi era cambiato, per molti versi era migliorato, e non a causa della convivenza, ma perchè quando facevo l'amore con lei mi eccitavo come un matto a ripensare ai suoi mugolii con Sergio. Finchè un giorno glielo dissi. Era un sabato sera e tornavamo da una festa con amici dove lei aveva bevuto. Era su di giri ed in macchina non faceva che fare allusioni sul sesso agitandosi sul sedile. Io guidavo e la sua manina mi accarezzava il pacco. Tirai fuori il cazzo eretto e le dissi di levarsi le mutandine. Gabriella eseguì ed immediatamente mi chiese se poteva farmi un pompino mentre guidavo. Le ribattei che non volevo un pompino, ma che preferivo che si levasse la gonna e rimanesse nuda dai fianchi in giù. Eseguì senza battere ciglio. La mia Gabriella, che troia, starsene seduta in macchina mezza nuda... Le chiesi di masturbarsi, lei aprì le gambe ed eseguì. La incalzai chiedendole se la eccitava comportarsi da troia in quel modo, in macchina, all'aperto, dove qualcuno poteva vederla...
Iniziò a mugolare. La toccai, era bagnatissima. Le dissi che mi piaceva vederla così troia. Gabri rispose mormorando un lungo "siiii...". Fermai la macchina in una piazzola, avevo il cervello in ebollizione. Era il momento di liberarmi, di dirle cosa mi eccitava profondamente. Lei mi facilitò le cose perchè mentre si masturbava mormorò che si sentiva profondamente zoccola e che la cosa la eccitava da morire, in una specie di circolo vizioso. Le ribattei che anche io avevo un circolo vizioso di eccitazione. Mi guardò con occhi languidi dicendomi di continuare. Ricordo perfettamente il discorso diretto:
-"Ci sono cose a cui penso su di te che mi fanno uscire fuori di testa per l'eccitazione, sai?".
-"Quali cose?" fece lei.
-"Pensieri parecchio porcelli".
-"Sii, adoro i pensieri porcelli lo sai... che pensieri porcelli fai su di me? Voglio saperlo".
In quel momento ci stavamo ovviamente masturbando a vicenda. Lei continuò:
-"Aprimi bene la fica con le mani, amore, mentre mi dici tutti i tuoi pensieri porcelli...".
A quel punto affondai il colpo.
-"Penso a te mentre ti fai scopare da Sergio e mi viene sempre il cazzo durissimo".
Gabriella rimase in silenzio almeno tre buoni minuti ad occhi chiusi mentre continuavamo a masturbarci. Pensai di averla detta troppo grossa e di avere rovinato qualcosa tra noi, nella penombra avvampai di vergogna e mi si ammosciò notevolmente l'uccello.
Alla fine lei ruppe il silenzio. Parlò continuando a tenere gli occhi chiusi.
-"E non sei geloso a pensarmi con Sergio?".
Sospirai di sollievo, Gabriella non sembrava affatto scossa da quella rivelazione, tutt'altro.
-"No, mi eccito da morire a pensare a te e lui mentre scopate".
Lei aumentò subito il ritmo della sega e sentii la sua fica secernere ulteriori umori. Capii che potevo spingermi oltre e dare sfogo ai mesi di fantasie e tormenti sessuali che avevo alle spalle. Continuai:
-"Mi piace pensare al cazzo di Sergio che ti entra nella fica, lo sai?".
-"Amore, mi piace da impazzire il cazzo di Sergio, lo sai?".
-"Davvero, amore, ti piace farti chiavare da lui?"
-"Siiii, è uno stronzo, ma mi scopa in modo divino... ma io amo solo te, lo sai anche questo, vero?"
Rimanemmo in silenzio per parecchi minuti, la masturbazione reciproca era lenta e profondamente goduriosa.
Stoccata finale:
-"Se vuoi puoi ricominciare a scoparci insieme, basta che mi racconti tutto".
-"Davvero me lo faresti fare? Non lo dici solo perchè sei eccitato?".
-"No, tesoro, mi fa impazzire l'idea".
A quel punto Gabri si divincolò sul sedile e mi prese il cazzo in bocca ciucciandolo avidamente.
-"E' così bravo a letto?"
Interrompendo il pompino Gabri mi rispose:
-"E' fantastico... è un gran porco, sai?"
-"A queste parole iniziai ad ansimare, il mio orgasmo stava arrivando, aumentai il ritmo del ditalino che le stavo facendo.
-"E il cazzo come ce l'ha?". le chiesi con voce rauca. Anche lei stava per venire.
-"Ha un cazzo grosso, amore, molto più grosso del tuo e sa usarlo in modo meraviglioso, lo sai? Mi fa sentire una troia, una puttana, come piace a me, mi insulta quando scopiamo...".
A quelle parole esplodiamo entrambi in un orgasmo assolutamente devastante, uno dei più intensi mai provati...
Tutte le nostre vicende sessuali iniziarono così....
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14 years ago
fbroma777,
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La prima volta che..........
il mio padrone mi aveva detto:un giorno ti prendero' quel cazzo di culo che hai!devo cominciartelo a sodomizzarlo,cosa che a me mi terrorizzava visto che non lo' mai fatto,ma allo stesso tempo mi dava eccitazzione xche il mio padrone me lo ordinava.Un giorno mi manda un sms scrivendomi:procurati una banana x stasera schiava!io risposi:si padrone mio,gia' mi facevo mille idee su cosa volesse fare, pensavo ma me la vuole infilare nel culo? sara' doloroso?anche se avevo letto qlc su come sodomizzare.....cosi' feci entrai da un fruttivendolo e la comprai.Arrivata la sera all'incontro mi chiama al cell.ordinandomi:fatti trovare al solito posto dentro l'auto ma seduta dietro con i pantaloni abbassati,hai portato la banana?risposi:si padrone padrone!bene mi rispose lui,quel comando cosi forte mi dava preoccupazione ma allo stesso tempo mi eccitava da morire,ero gia' bagnata.Quando e' arrivato e' salito in auto e mi ha ordinato:mettila in bocca e succhiala come fai con il mio cazzo troia!,cosi' feci nel frattempo mi infilo le dita nella figa x vedere se ero bagnata e lo ero, dopo me la fece sbucciare e me la infilo' nella figa:la faceva entrare ed uscire,mi diceva:sei la mia schiava e la mia troia il tuo corpo e'solo mio ripetilo,si padrone tua schiava e tua troia io ripetetti,dopo la usci'me la mise in bocca e mi ordino' di morderla,la morse pure lui subito gli feci un pompino con ingoio..................il mio padrone era soddisfatto del compito eseguito ed io avevo provato piacere in tutto cio'nn sapendo cosa mi aspettasse!! slave desy
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14 years ago
amantedevota,
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Passerà anche questo momento
Scrivo, scrivo e poi scrivo ancora.
In questo momento non riesco a fare altro.
La nostra lontananza, è mitigata solo dalle lettere che scalfiscono violentemente il foglio bianco scaricando la tensione emotiva.
Sei in vacanza e, quando tornerai, lo sarò io.
Getto inchiostro sui miei turbinii mentali.
Voglio cercare di scindere i pensieri del sesso con quelli del romanticismo, ma inevitabilmente i ricordi si fondono, l’uno, nell’altro.
Mi fermo un attimo, alzo lo sguardo dai tasti grigi della tastiera ormai consumati dal troppo uso; mi sembra di sentire il tuo profumo, cerco la presenza, il corpo, lo sguardo, poi, memore della partenza del giorno prima, mi rigiro dandomi dello stupido visionario.
Mi manchi terribilmente.
Fortuna che il pensiero non è visibile e nessuno può fermarlo!
Ti vedo nello schermo del computer: la tua immagine, si riflette sorridente per i diciannove pollici.
Mi tormento, mentre immagino il tuo corpo tra le sue braccia;
- Penserò a te, mentre sarò con lui…
Questo mi ha detto prima di partire, mentre m’accarezzava i capelli brizzolati.
Bella frase ma, difficile d’assimilare.
Non ho diritti e non devo, ma sono geloso. Nella mia posizione d’amante non posso permetterlo, eppure, spingo le dita sui tasti cercando un diritto tra le righe che mi permette di odiare la persona che ti sta accanto: colui che, ignaro del nostro amore, divide i tuoi spazi.
Voglio chiamarti: ho bisogno di sentirti…e non solo con la voce.
Mi manca il tuo respiro, la bocca, le labbra, le tue mani sul mio corpo, il tuo modo d’accarezzarmi, il metodo che usi per sfinirmi…
Vorrei urlare a tutti che ti amo e vorrei sentirmelo urlare.
Quante cose voglio e non posso fare…
Rimane il foglio da riempire e i miei pensieri confusi e allora scrivo!
Ti ho mai detto che sono pronto a lasciare tutto? Ad affrontare le critiche dei benpensanti sui casini che lasceremo…
Ti ho mai detto quanto mi manchi, quando non ci sei?
Scrivi Maurizio, scrivi…chissà che lei non ti legge da qualche parte e prende il coraggio di compiere quel passo che sai non farà mai!
Stupide illusioni d’amori rubate agli onesti.
Il tuo sorriso stampato sul desktop, è bello e doloroso, come tutto quello che ci unisce, come tutti i rapporti burrascosi e intensi, dove, il tempo domina sui sentimenti.
Non voglio pensarti tra le sue braccia! Non voglio soffrire…
Goditi la tua giusta vacanza, tra i tuoi cari, al caldo di quell’ isola lontana, mentre io strapazzo i miei sentimenti.
Ti odio per come riesci a gestire questa situazione, mi odio per come non riesco a fare altrettanto.
Torno al sorriso, con le dita accarezzo le labbra sullo schermo e mi perdo sul ricordo del loro calore, guardo gli occhi in cui mi sono perso tante volte, occhi grigi, vivaci ma tristi; di una tristezza unica, impossibile resistere, una volta incrociati, ti senti rapito, non ne puoi più fare a meno.
Per questo motivo ti ho fotografato e impresso davanti a me, per aiutarmi a superare questo momento di solitudine, che sapevo sarebbe arrivato.
Scrivo ancora, anche se la rabbia comincia a scemare…
Ancora una volta, questi tasti hanno lenito il mio rancore amoroso.
Scusami amore per amarti senza logica, un sentimento istintivo senza un domani e scusami se mi leggerai, ma non trovo altro modo per superare questi momenti di sconforto legati alla tua distanza.
Un giorno, quando tutto questo sarà solo ricordo, spero tu possa venire in possesso di queste righe per renderti conto di quanto mi sono sentito legato a te e, di come ti avrei seguito in capo al mondo, se solo avessi potuto…
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14 years ago
fantasypervoi,
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Serata monotona si trasforma in serata di sesso co
Evito i preamboli di preparazione e parto già dal locale in cui mi trovo; è la prima volta che frquento un disco pub con serata a tema per trav. La presenza di altre en femme come me mi mette a mio agio, tanto da girare tranquillamente senza problemi. Questa sera indosso un vestito aderente lungo con spacco, collant aperti e perizoma in raso, ho messo i capelli mogano (che adoro tanto) e trucco vamp rossetto gloss. Do subito nell'occhio anche perche quando cammino lo spacco si apre fino al fianco e non posso che suscitare fantasie. Ricevo parecchi inviti ai tavoli ma rifiuto, questa sera è solo per me, per provocare, ma non ho voglia di fare altro. Mi siedo allo sgabello del bancone e un tipo molto delicatamente mi offre un bichhiere di spumante e mentre beviamo mi sfiora la coscia con la mano. Facciamo una sommaria conoscenza e poi ci divividamo. Dopo un po di tempo però mi ritrovo al divano con lui e i suoi amici a parlare del più e del meno, sempre adocchiata dagli altri presenti. Mi piace essere osservata, guardata, desiderata. §Durante la chiacchierata però lui iniziava ad allungare le mani e i due suoi amici lo seguivano. A turno salvivano e scandevano sulle gambe con le loro mani, fino all'inguine senza mai oltrepassare quel limite. Mi stavo eccitando, iniziavo ad avere qualche desiderio quasi volevo oltrepassassero quel limite, volevo mi chiedessero qualcosa, io ero inerme ed avevo bisogno della loro iniziativa, che non tardò ad arrivare. Uno di loro mi prese la mano e la poggiò sulla patta; sentii che aveva voglia di andare oltre. Uno dei tre mi chiese di seguirlo, mi prese per mano a mi portò in bagno. Iniziò a toccarmi con più focosità, mi palpò il sedere alzandomi il vestito e sentirlo scorrere sulla pelle mi mandava in estasi. Gli aprii la cerniera e misi la mano dentro, aveva i boxer che scoppiavano. "Hai bisogno di una calmatina" dissi. "Dammela tu" mi rispose. Mi chinai, lo tirai fuori e iniziai a leccarlo, su e giù con la linua e a mordicchiarlo con le labbra. Caldo, duro, venato. Iniziò a gemere e quando lo infilavo in bocca e lo suicchiavo contraeva le gambe. Impazziva al mio pompino. Ad un tratto bussarono i suoi amici e quando entraono disserò: "Ti diverti eh!?!? c'è spazio anche per noi, se vuoi a turno o tutti insieme"
Prima di finire la frase tirai fuori un altro cazzo con la mano gli tiravo una sega. Il terzo lo tirò fuori, ma aveva bisogno di tirarlo su, era un po intimidito. Allora lo presi fra le labbra e l'ho sentito crescere in bocca. Questo mi ha mandato in estasi. Erano pronti ed anche io lo ero mi stavo infilando le dita dietro mentre cambiavo i cazzi in bocca. Ero bagnata. Mi voltai e mi chinai sul lavandino. Sentii sfilare il perizoma che cadde fino alle caviglie, mi piace la sensazione che da mentre scende giù. "Sei bagnata e pronta vedo" "si fai piano però". Misero i preservativi e mi sfioravano il buchetto con la cappella.
"Dai infilalo" mi contorcevo dalla voglia.
Dal non voler far altro quella sera, mi sono trovata in bagno con tre maschi pronti a soddisfarmi. "ah" entro piano e piano lo infilò fino a farmi sentire le sue palle appoggiate alle natiche. Poi piano iniziò a scoparmi. Gli altri due erano impacciati. Dissi "e voi che fato col cazzo in mano". Rispose uno "e come facciamo tu un culo hai". "Si ma in attesa ho bocca e mani". "sei proprio una zoccaola" timidamente mi disse l'altro. Mi voltai verso loro e mentre uno mi scopava, avevo un cazzo in bocca e l'altro fra le mani. Ero tutta scombinata. Sotto la mia guida a turno si scambiavano il mio culo ed il mio buco si contraeve a riassava ai loro colpi. Ad un tratto il più sfacciato di loro disse "ora ti sfondo" ed iniziò a sbattermi con prepotenza;
"finalmente hai tolto fuori le palli, dai scopami come si deve, non vedi che sono una troia!?!?". Dopo 10 minuti di 90 gradi mi sedetti sul lavandino a gambe aperte tirai su il perizoma e lo scostai dal buco che a turno ripresero a riempirmi. Adoro essere scopata seminuda. Era arrivato il momento di farli venire e a turno sfilai il preservativo e dissi "ora menatelo e sborrate mentre io mi infilo il culo con le dita per darvi uno spettacolo privato" a turno sborrarono nella mia mano. Erano soddisfatti, ed andarono via salutandomi "a presto". Ma io avevo ancora voglia di far venire il mio. Mentre riassettavo il mio aspetto entrò un altro uomo che mi disse "ho sentito che fai, e per me?". ricominciai a farmi scopare ma questa volta non ho resistito e sono venuta sotto i suoi colpi, ad ogni contrazione nervosa del cazzo corrispondeva una contrazione di sfintere e neanche lui ha resistito, venendomi dentro nel profilattico.
E' stata una serata che non dimenticherò perchè da allora frequento più spesso i locali, non avendo più il timore di non essere oppurtuna.
A presto
baci baci
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admin, 75
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Gli argini di orione
Ti osservo la schiena e penso che mi sono innamorata perfino di quella, che non c’è nulla che non mi piaccia in te: il sedere sporgente, le gambe tornite sempre leggermente divaricate, il tono greve della voce a tratti grossolano, mi procurano un brivido di piacere che, talvolta, mi infastidisce. Non riesco a controllare le emozioni, a simulare indifferenza, a fingere quella calma che non appartiene più al mio cuore.
Combatto per resistere a questo turbinio di sensazioni che spaziano dalla tenerezza più sdolcinata all’erotismo cupo e pornografico. Ti farei di tutto e riesco perfino a comprendere il cannibale che si ciba dell’amato perché tutti i miei sensi sono impazziti per te sino a desiderare il gusto della tua carne, l’odore naturale della tua pelle.
E non mi chiedo nemmeno più se sia amore dato che poco mi importa ingabbiare con un’etichetta l’infinito spazio della mia anima che desidera accogliere, inerme e passivo, il tuo.
Tempo fa qualcuno mi raccontò di quanto gli piacque letteralmente annullarsi e fondersi nella volontà di chi lo dominava e così io, allo stesso modo, mi struggo dal medesimo desiderio; sono ai tuoi piedi come una schiava che attende un cenno che non arriva e nello stesso tempo mi sento forte proprio di ciò che fa di me una debole.
Nel sentimento si espandono gli orizzonti della mente e la vista del cuore mi permette di penetrare ciò che tu non sei abituato a condividere ed è proprio in questo modo che i nostri ruoli, paradossalmente, si scambiano: ti ho in pugno quando vedo chi sei stato e chi potresti essere, mi hai in pugno quando sai chi sono!
Passato, futuro e presente. Istinto passionale e pacata ragione. Realtà immaginata e tangibile. Mistero e concretezza. Femminilità e Mascolinità.
Uomo più di quanto immagini, sei per me il Maschio ideale, capace di analizzare se stesso sino a scoprire il proprio lato femminile; sarà per questo che la tua energia è così sexy, così estremamente sensuale da mandarmi al tappeto. Sarà per questo che nell’intimità della mia camera ovattata dalla penombra e dal suono della musica, la mia fantasia non si accontenta di soddisfarsi con immagini qualunque ma ha bisogno di ciò che ti rende speciale.
Siamo tutti Unici agli occhio di Dio, certo, ma c’è qualcuno più speciale degli altri? Me lo sono chiesta spesso.
Semplicemente c’è chi ha coscienza di esserlo ed è proprio questa coscienza ad illuminare la propria vita e quella altrui.
E la coscienza è frutto che cresce dal seme dell’amore, dall’accettazione di sé innanzitutto e conseguentemente del prossimo; è un ciclo vitale, quasi un sacro rituale magico che si inserisce nella vita reale con semplicità e naturalezza.
La tua semplicità la riconosco nell’abbigliamento casual che ti segna la muscolatura, nel taglio spartano e cortissimo di capelli, nel linguaggio diretto e stringato e perfino in quel bacio rozzo che ancora mi sconquassa. Chissà se usi allo stesso modo le mani, se sapresti gettarmi addosso tutta la tua carica erotica senza pensare a nulla, senza filtrare con la ragione ciò che ci resta sepolto dentro. Chissà se hai il coraggio di te stesso con la donna che dici di amare o se riusciresti mai ad averlo con me.
Mi piacerebbe spiarti mentre ami una donna, mentre tocchi il suo corpo, la baci, la penetri; vorrei ascoltarti, osservare le smorfie del tuo volto, i muscoli che si tendono e sbirciare nei tuoi pensieri.
Magari vorresti dirle qualcosa ma taci. Magari vorresti farle un po’ male ma non osi. Oppure sogni la sua amica nel letto con voi…
La gabbia della mente ci ingabbia anche il cuore.
In altre vite siamo stati assassini. Forse ubriaconi. Spergiuri. Violenti.
La Vita ci ha dato altre possibilità e noi, stupidamente, le sprechiamo giudicando noi stessi.
Allora io non posso non essere sincera. Vorrei amarti in ogni modo possibile, esplorando le regioni estreme del piacere, della ragione e del sentimento, libera di essere ciò che sono e concedendoti la stessa libertà.
Vorrei unirmi a te nel corpo ma congiungendo misticamente anche le anime e provando così quell’estasi divina che è possibile trovare solo nella franchezza; vorrei, vorrei, vorrei… infine, vorrei solo poter conoscere te, sapere di te, amare te, senza limitazioni.
Rompere gli Argini di quel Fiume Celeste che discende dallo spazio ed intacca le nostre cellule, le nostre sinapsi; esondare come acque furiose e lasciarsi assorbire dall’altro senza timore di sporcarsi l’anima, senza pudori e moralismi e amare come ama Dio.
Annientare dighe costruite da chi teme di morire i cui sacchi di sabbia sono stupidi dogmi e leggi buone per un gregge di pecore cieche; incenerire confini dettati da altri e scegliersi da soli come pensare, come ragionare, come decidere.
Attraversare ponti poggiati sulle sponde e lasciare il Fuoco dietro di sé e lasciare l’Acqua dietro di sé e procedere verso Aria e Terra per poi ricominciare il cammino infinite volte ancora.
Come Nilo fertile di frenesia distruttiva, impugni la tua Sacra Spada e gridi vendetta!
Vendetta, Sangue, Morte!
Eppure, amore mio, la Vendetta è sepolta nella Pace del Sole che entra nel Leone, del sorgere eliaco di Sirio e proprio in questo nonsenso è celato il segreto della Vita di Osiride, signore dell’oltretomba eppure Padre perfetto.
Eppure, amore mio, dove credi sia l’Errore lì c’è Verità, perché l’Errore è solo nel cuore di chi giudica non certo nell’Assoluto, non certo in una Creazione fatta a somiglianza di Dio, non certo nella Creatura.
Allora frantuma gli Argini del controllo mentale e liberati su di me, gettati a peso morto sul mio corpo e baciami con la Passione del Vento e del Tuono, fammi adorare il tuo fallo virile come fossi la tua unica Vestale, risvegliamo insieme il Sacro Serpente Rosso e abbandoniamoci a noi stessi!
Lasciati giudare da me, amore mio, come Sirio guida il cieco Orione, come Iside resuscita il morto Osiride; lasciati amare senza paura, senza limiti, senza Argini.
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14 years ago
admin, 75
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Ti desidero
....sono qui in attesa di TE, tu carina e carica di trasgrassione. Ti sbatto sul tappeto d'innanzi al camino. Ti spoglio come si spoglia dei suoi petali una ROSA. Bacio il tuo collo ricoperto di crema e desiderio.
Accarezzo il tuo pube ed affondo nel tuo ventre, come un ruscello d'acqua d'agosto accarezzo il tuo inguine per arrivare a ricoprirti tutta, ti bagno della mia saliva, accarezzo il tuo clitoride, affondo la mia lingua nella tua vagina, sprofondo nel tua ano, le mie dita soffocano ogni tuo pertugio e tu bagnata mi chiedi di penetrarti, ma continuo a succhiarti la figa ed infilare le dita nell'ano.
Il mio cazzo è pronto all'esplosione, ma io continuo a farti impazzire con la mia bocca.Ti sento bagnata, ti penetro con facilità succhiando e mordendo i tuoi capezzoli, schiaffeggiando il tuo sedere. Stringo i tuoi seni immergendo il mio viso in loro, mentre il mio cazzo naviga nel caldo mare della tua vagina.
Ti volto e ti penetro da dietro.....................................................................
Io sono già eccitato e adesso devo solo masturbarmi per espellere lo sperma che riempie i coglioni da far male, sperando di averti presto, TU che leggi questo racconto che ho scritto pe TE.
Non è volgarità questa ma la descrizione della realtà nell'unione di due corpi che si fondono nella passione e trasgressione estrema.
Ti chiedo scusa se ti ho offesa o turbata per quello che immagino di TE, ma il desiderio di stare con TE abbatte in me il senso del pudore, e credo che in questi contesti debba essere quasi nullo.
Il mio corpo ama il TUO corpo, Tu che sei la ROSA del mio giardino.
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14 years ago
coccolone32,
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Il primo e il secondo pompino
avevo 17 anni ero un ragazzo come tanti, un bel ragazzo sensa esperiensa
con tante fantasie in testa in fatto di sesso.sino a li avevo fatto qualche ditalino qualche leccata ma poi tante ma tante seghe.
una sera nella discoteca dove ero solito andare rincontro una amica che avevo conosciuto un anno prima ,ma poi ci eravamo persi di vista .
be dopo i nosti caldi saluti ci mettiamo a parlare delle solite cazzate
.lei bionda un bel corpo molto matura sessuamente esperte e navigata nonostante i suoi 19 anni, mi racconta di essersi lasciata da poco tempo ,quindi le solite avventure tanto per non rimanere in dietro .io dal canto mio gli racconto di una mia esperiensa avuta in montagna in estate,
cosi tanto per parlare ,però l'ambiente cominciava a riscaldarsi.l
i nostri sguardi si facevano più intensi l'argomento sesso sempre più ricco di particolari,le nostre facce si avvicinavano sempre di più sara per la musica le mie labra cominciarono a sfiorare il lobo del suo orecchioilsuo stupendo collola sua carnagione ,tutto questo ci porto ad una vicinansa tale ed unpatos che ci ritrovammo a baciarci cosi intensamente che le nostre bocche le nostre lingue stavano facendo sesso ,avevamo trasformato le parole in sesso .al che decidemmo di uscire,faceva un freddo becco ,io non avevo ancora la patente lei uguale ame niente auto cosi ci infilammo nei giardini publici in mezzo alle siepi appogiati ad un muro
le nostremani cominciarono unesplorazione dei nostri corpi io in lei e lei in me.
ci passammo reciprocamente in rassegna ,e la nostra eccitazione montava come monta la panna.
io le frugo sotto la maglietta e trovo le sue splendide tette con due capezzoli duri che sono la fine del mondo,la mia esplorazione va avanti sio alle sue mutandine e li trovo il suo morbido pelo ,lei a gambe divaricate si fa accrzare da favola trovo le sue labra fradice di piacere il suo clitoide che a la dimensione del capezolo duro e umido,che quando lo sfioro lei geme e sussulta di piacere. nrl frattempo la temperatura esterna era arrivata a piu 2
ma tutto ciò sembrava non ci interessasse .
lei comincia la sua esplorazione del mio corpo,
nel frattempo nei miei pantaloni la temperatura stava raggiungendo i 40 gradi e il mio atrezzo da buon diciassettenne stava esplodendo
lei da prima lo stava manovrando da sopra i pantaloni ,poiresasi conto di cosa avesse fra le mani ,con decisione tiro giù la cerniera poi con altrttanta decisione lo fece uscire dalle mutande ,si inginocchiò davanti a me .e setii
il calore della sua bocca avolgere la mia cappella be da li incomincio un pompino ,il mio primo pompino ,io non credevo nemmeno che il cazzo in quella bocca fosse il mio provavo delle sensazioni che con tutta la fantasia che avevo sin a quel momento non avrei potuto mai immaginare quel piacere quelle sensazioni ,la sua lingua esperta sul mio vergine cazzo
stavo impazzendo,il tutto nel giro di pochi minuti stavo esplodendo ,lei da brava pompinara sene accorse sfilo la bocca nel momento in cui stavo venendoun piacere indescivibile ancor oggi .
ma dili a poco la temperatura rigida mi stozzò il piacere mi ritrovai con un chiacciolo al posto del mio cazzo che si ammoscio terribilmente dal freddo
quando rientrammo in discoteca ,be io penso che non toccavo nemmeno i piedi per terra dalla gioia di quel pompinotanto ero soddisfatto ,un po meno nel finale
la settimana dopo stesso incontro stesso giardino soloto pompino ,ma
questa volta al momento di venire ,le prendo la testa fra le mani e comincio io a pomparla come se la stessi scopado ,lei si rese conto che stavo per venire
e cerco di uscire ma ormai era troppo tardile stavo riempendo la bocca della mia sborra fu fantastico perche lei non fece una grinsa continuò aspompinarmi con più veenensa provocandomi un orgasmo lungo e ripulendo tutto con la lingua da non perdre nemmeno una goccia ,mi svoto tutto quello che avevo in corpo ,godevo talmente che provavo quasi dolore
ma questa volta aveva bevuto tutto il mio sperma ,e il mio cazzo continuava a rimanere duro ,lei si stacco da lui si also in piedi e mi bacio ,un bacio molto sensuale ,poi si appogio al muro alla pecorina si also la gonna sulla schiena si strappo il collant si abbasso le mutandine .e mi imploro di riempirla .era talmente eccitata che con un po più di esperiensa gli avrei potuto fare qualsiasi cosa ,mi abbassai e cominciai a leccarla ,inutile dire di cone stesse godendo ,ma a me mancava l'esperiensa .
dopo poche leccate lo volle dentro ,la mia cappella era lucida e dura come l'acciaio
,ma quando incontro quelle labra umide ansi fradice e calde scivolò all'interno sensa fare atriti giu fino all'utero provocandole una smorfia di piacere ,lei non stava più capendo nulla ,figuriamoci io che nel giro di sette giorni tutte le mie fantasie erotiche che sino ad allora avevano procurato solo seghe si erano trasformate in sesso vero ,
cominciai a pomparla come un forsennato come se volessi essere ripagato da tutte le seghe che mi ero fatto sino a quel giorno.
dopo pochi colpi mi preoccupai se lei era protetta ,alla sua risposta positiva
gli scaricai tuttuo quello che avevo con il suo grande piacere ebbe un orgasmo anche lei .
la cosa negativa era il fatto di essre all'aperto e faceva un gran freddo
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14 years ago
admin, 75
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Una rotonda sul mare
Jestofunk...the ghetto. Un flauto traverso soffiato a cercarne le note più aspre mi fa sorridere...ho letto qualcosa riguardo questo sensuale strumento. E mentre ti guardo ripercorro quelle minuziose descrizioni ed inevitabilmente ho una sottaciuta erezione. Ora non so decidermi se attribuirla all'immagine che mi propino del flauto fallico appoggiato alle labbra di un immaginaria estimatrice oppure più semplicemente a Te che mi sei seduta davanti. Semplicemente magari non lo è tanto, anzi è proprio difficilmente che me ne sto buono come un bambino in attesa del gelato..se fai il bravo. Dio!!...mi scuserà se lo invoco in aiuto nel mio intento di trasgredire al suo decimo comandamento, e se non mi scusa sconterò la mia pena. Ma quanto sei bella!! Non scavalcare questo tavolo largo come questo mare oltre la terrazza mi costa un sacrificio. T'ho baciata solo una volta, ma quella volta non c'era tuo marito che ora è andato ad orinare al bagno. Non è che l'abbia detto "vado ad orinare"..ma s'è bevuto due litri di birra ed a meno che non riesca a tramutarli in sudore, dovrà pur pisciare. Poi mi avevi detto "dimenticalo questo bacio". Ma io ho una memoria speciale per i baci, ed il tuo era il migliore che avessi mai ricevuto. Non faccio il collezionista di baci, signora intrigante e maliziosa che di là dalla piatta barricata mi stai parlando con gli occhi. Io ti sto rispondendo coi miei; ti sto dicendo che se su questa terrazza di questo cazzo di lounge bar modaiolo e fighetto..talaltramente piacevole direi...non ci fossero tanti piedi a pestare il pavimento in legno africano..io su questo tavolo ti ci stenderei ora e per sempre, in un coito ininterruptus tendente alla fine dei tempi.
Mi arriva in faccia una sottile brezza marina che si mescola alle note del tuo profumo e shakerate a quelle di questo flauto impertinente danno corpo ad un cocktail che in questo bar non servono nel bicchiere. E' l'attimo prima ..il momento che mi sfugge...quello che è quasi perfetto prima...che dopo riconosco ma è passato. Cazzo come sarei felice ora...se non pensassi già a domani, a come mi mancherai e non lo saprai.
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14 years ago
admin, 75
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Serata in tre (2)
Non sono calma, no, per niente.
Ma meno agitata dell'ultima volta. Ho voglia di ripetere l'esperienza. Non c'è l'incognita dell'ultima volta, so che di lui mi piace tutto, ha quello che serve per passare una serata di sana trasgressione e questo non fa che aumentare la mia voglia. Ho voglia di sentirmi addosso quattro mani, di toccare e strusciarmi su due corpi, uno conosciuto, l'altro molto meno.
Il ricordo dell'ultima serata ci ha regalato ore e ore di sesso creativo. Non siamo mai riusciti a vedere il filmato fino alla fine senza saltarci addosso.
Mi faccio la doccia e mi guardo allo specchio, sorrido come sempre a me stessa e mi sento ancora una volta una donna fortunata. Anche la mia autostima ci ha solo guadagnato.
Mi metto il reggiseno, un vestitino e i sandali con i tacchi alti. Infilo le mutandine in borsetta, magari al ritorno le metto. Mi piace camminare con i tacchi alti, adoro l'inevitabile movimento del bacino, senza niente sotto poi è formidabile. Per l'occasione mi sono pure depilata tutta. La mia patata è tutta liscia. Camminando le mie cosce si toccano, sento già il sangue che abbandona il mio cervello per concentrarsi in mezzo alle gambe. Un calore piacevole invade il mio corpo.
Claudio è pronto, partiamo.
Durante il viaggio ci tocchiamo senza parlare. Mi piace sentire la sua eccitazione, e mi piace pensare che fra poco potrò sentire pure l'eccitazione di Attilio.
Attilio ci aspetta a casa sua, salendo le scale per un attimo mi faccio prendere dal panico. Che cosa sto facendo? Una vecchia patetica che si fa scopare da uno giovane, qualcuno potrebbe usare termini come sweet e bull, o MILF e toyboy … magari ha cambiato idea e non mi vuole più...
Ci apre la porta e i miei dubbi svaniscono immediatamente. Mi vuole sì, lo vedo da come mi guarda, da come mi bacia per salutarmi e dall'arma di grosso calibro che sembra portare nei pantaloni.
E anch'io lo voglio, in fondo da lui voglio una sola cosa: un orgasmo. E lo avrò. Lo so. In questa casa mi fa sesso tutto, Attilio, Claudio, ma anche tutto il resto, dal divano al gatto. In questa casa è entrata solo una parte del mio essere, ho lasciato entrare solo il mio lato passionale, erotico e sensuale.
Claudio va a lavarsi le mani e Attilio mi dice di sedermi. Io non voglio sedermi, voglio andare a letto. Voglio andare su quel letto con le lenzuola color arancione e diventare un corpo caloroso da riempire.
Sono un po' confusa, evidentemente ho lasciato il cervello fuori dalla porta, o forse il mio sangue non basta, mi sembra di averlo tutto concentrato sulla patata già bagnata.
E così ci spostiamo in camera. Mi tolgo i sandali e mi stendo sul letto. Vedo Claudio posizionare la videocamera e inizio a spogliare Attilio. Gli sbottono lentamente la camicia, mi piace il suo petto depilato e muscoloso. Ho qualche problema ad aprirgli i pantaloni e lui mi aiuta. Non ricordo di aver mai tolto i pantaloni a un uomo. Fa parte delle cose che devo ancora fare. Anche lui è senza mutande. Mi spoglio anch'io e iniziamo a esplorare i nostri corpi. Mi ricordo bene il suo attreZZO, ma rivederlo e ritoccarlo è stupendo. Sulla punta spunta una goccia e non posso fare a meno di assaggiarla, è dolcissima. Voglio divorarlo con la mia bocca mentre lui mi stringe i capezzoli turgidi tra le dita. Subito dopo lo bacio per fargli sentire il suo gusto. La sua lingua esplora la mia bocca per poi passare alla mia patata in fiamme e io chiudo gli occhi e mi abbandono al piacere.
Anche Claudio si libera dei vestiti e si unisce al nostro gioco. E' bello fare sesso con due uomini, non mi fanno mancare niente. A Claudio piace vedermi presa da Attilio e Attilio mi prende bene.
Mi giro e Attilio si mette in ginocchio dietro a me, sento il suo cazzo passare sulla mia patata, poi entra con un colpo solo e io inarco la schiena gemendo di piacere. Mi penetra con forza e sento che anche lui gode con ogni spinta, guardo Claudio e vedo la sua goduria vedendo le mie tette ballare e sfiorare le lenzuola color arancione.
Esce e ci giriamo, voglio sedermi sul suo attrezzo e lo faccio. A Claudio piace molto questa visuale, lo so. E mentre cavalco dolcemente il suo meraviglioso cazzo, guardo Claudio che si sega e Attilio che affonda il suo viso tra le mie tette. Cazzo che spettacolo, potrei andare avanti ore così. Ma stasera non abbiamo molto tempo. Voglio venire prima io.
Ci giriamo ancora, mi metto a pancia in giù e Attilio si sdraia sopra schiacciandomi con il suo peso e penetrandomi ancora più forte. Questa è la mia posizione preferita in assoluto e sento che avrò quello che voglio. Il cazzo di Attilio mi pompa la figa e io aggiungo le mia dita per suonare il clitoride, un accordo perfetto e armonico. Sento i miei muscoli contrarsi, l'orgasmo arriva lento e sconvolgente, caldo e denso, Attilio si ferma e un'altra onda mi mozza il fiato. Ancora, ancora e ancora, un orgasmo con la O maiuscola, maiuscola anche la O finale...
Riprendo il fiato e adesso, maschietti miei, tocca a voi.
Ci mettiamo in ginocchia tutti tre, Attilio davanti e Claudio dietro, ancora rossa dalla goduria gli succhio avidamente il cazzo, non ci vuole molto e sento le pulsazioni che annunciano una serie di schizzi caldi dritti nella mia bocca. Allo stesso ritmo e in perfetta sintonia mi arrivano le schizzate di Claudio sulla schiena. Per un attimo mi godo la vista dei loro visi, poi mi faccio colare il contenuto della mia bocca sulla mano e lo spalmo tutto sul petto di Attilio. Vedendo la sua espressione un po' perplessa non posso fare a meno di baciarlo. Che porca che sono.
Poco dopo mi infilo le mutandine e tutto il resto, con le gambe un pochino tremolanti saluto Attilio.
Alla prossima.
Grazie Claudio, ti amo anche per questo!
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coppiavce,
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Filippo-daniele-stefano
6 Febbraio 2007
Ho fatto l’amplein quella sera direi che potrei riassumere con: Burguignonne,orgasmo,call center,sesso davanti alla residenza,28 cm
Filippo si è presentato davanti alla seridenza con un mazzo di margherite bianche…e già questo gli bastava per portarmi a letto e siamo andati a casa sua…aveva cucinato la fonduta per me
Casa sua è una tipica casa torinese…con il solito carridoio lunghissimo e varie stanzette piccole…un minuscolo bagno lungo e stretto,un cucinotto…
Mentre Filippo taglia la carne e scioglie il formaggio,io curioso in casa…
Si vede che è molto più vecchio di me,ha 39 anni…in camera non ha nulla se non cose essenziali come il letto,un armadio e un comodino vicino al letto.Nel corridoio trovo delle vecchie foto di quando era piccolo e i suoi vecchi quaderni di scuola con i compiti…le foto dei genitori e parenti vari,in bianco e nero,attaccati ai muri…le foto dei suoi ex amori e della ex moglie sul muro della sala,incorniciati…
Ci sediamo e magiamo la Burguignonne BUONISSIMA…mai assaggiata prima… in sottofondo c’è il disco con le 4 stagioni di Vivaldi…è proprio una cena con un gentiluomo degli altri tempi…
Finito di mangiare gli do una mano a mettere il tutto nella lavastoviglie e nel salotto Filippo si accende un sigaro…io odio i sigari…odio il loro odore ed il loro sapore…ma dato che era stato così attento a tutti i particolari,per una volta glielo lascio fare…
Mentre il disco passa all’Autunno,Filippo mi invita a ballare…è più alto di me e di parecchio,ma porto gli stivali scamosciati che mi fanno arrivare quasi fino alle sue spalle…la musica è talmente bella e melodiosa che mi sembra di vivere in un vecchio film…come quelli in cui suona un vecchio giradischi e i protagonisti ballano in mezzo alla stanza abbracciati,con un bicchiere di vino rosso in mano… bellissima sensazione..
All’Inverno gli chiedo se mi mostra il resto della casa e mi porta nella camera da letto…mi fa vedere il fichissimo tavolino mobile che aveva fatto per chattare nel letto…ci sdaiamo e lui mi accarezza il seno…
Non ci diamo nemmeno un bacio…non so se è per il sapore del sigaro,o per altro…ma lui non mi bacia mai…si avvicina alla mia bocca e poi si ritrae subito scendendo sul mio collo…un gentiluomo,insomma
Io cerco di concludere almeno qualcosa e per ringraziarlo della serata più romantica che io abbia mai passato ( e che mai passerò),cerco di toccarlo…ma lui toglie le mia mano e dice che quella sera si occupava di me…
Mi apre le gambe e mi accarezza partendo dai piedi ,fino ad arrivare al bellissimo perizoma nuovo,abbianato allo stupendo corpetto che mi aveva regalato Peppe…ero bellissima quella sera…
Mi accarezza e mi fa i complimenti per essere così curata in ogni dettaglio e liscia…come una bambina…quello che in teoria potevo anche essere per lui…quasi…
Mi mette dentro un dito…poi due…poi tre e comincia ad andare avanti ,indietro con molta calma e sicurezza…mantenendo un ritmo quasi da orologgio….tant’è che in automatico la mia mano scende giù e comincio ad accarezzarmi anche io…guardo il suo viso bellissimo e vedo che mi sorride e aumenta il ritmo…
Filippo riesce a farmi arrivare all’orgasmo in fretta…voglio ricambiare o procedere oltre..ma dice che ci sarà un’altra occasione,se vorrò…perché dice che non è come i ragazzini con cui me la faccio di solito…a quell’età,dice…ci sono altre esigenze…
E infatti le sue parole vengono confermate dal mio cellulare che squilla…”Dani1986badoo”!…rispondo e lui mi chiede se sono libera…io titubante guardo Filippo…lui fa il cenno di sì…
Mi ricompongo in bagno e Filippo mi accompagna davanti alla residenza…ci salutiamo con due baci sulla guancia e io scendo…
Metto i fiori in camera e scendo…
Daniele mi aspetta da un lato della residenza…è la prima volta che ci vedremo e l’ultima,per fortuna…
Mi metto sul sedile accanto a lui e mi chiede dove stavo quando mi aveva chiamata…”A casa “… ( bugiarda…)…facciamo due chiacchere…ma dopo la serata perfetta con Filippo sembra così vuoto persino il rumore della sua voce…mi ricordo solo che aveva detto di essere dell’86 come me e che lavorava in un call center…mi stavo annoiando,ma per fortuna Daniele ha preso coraggio e mi ha baciata…poi come se fossiamo stati 100 volte a letto insieme,mi dice che mi devo spogliare e mi dice di rimanere sul sedile davanti,che tanto si sta comodi…io lo fisso per un secondo perplessa,ma vedo che non scherza perché si sbottona i pantaloni e noto che è già bello che pronto a fare tutto quello che si può fare all’1 di notte nel buio in una macchina parcheggiata…
Faccio per alzare la gonna,quando lui mi sale sopra,mi alze le gambe,se le mette sulle spalle,mi scosta il mio bellissimo perizoma nuovo e mettendosi il preservativo con una mano ( cavolo!che agilità!...o è solo l’eccitazione...?) e accarezzandomi con l’altra,me lo mette tutto dentro,fino a farmi male e a farmi tirare un urlo…al che mi tappa la bocca con una mano e comincia ad andare su e giù…ce l’ha durissimo e grosso…e mi fa male…tolgo la sua mano dalla mia bocca epr dirglielo,ma con la forza mi ferma il braccio e me lo mette sopra la testa e mi tira i capelli…io lo guardo stordita e sto per dargli un morso…ma lui si ferma prima,perché viene…
Assurdo…mi lascia la mano,i capelli,le gambe e rimettendomi il perizioma a posto mi stampa un bacio e si rimette a sedere sul sedile del guidatore…
O__________o
Io mi ricompongo,lo saluto ed esco dalla macchina.Addio a mai più rivederci,non sono la tua bambola gonfiabile.
Salgo in camera verso le 3.00…ma alle 3.40 ancora non riescoa adormire…quando mi arriva un sms…
STEFANO…ecco…parliamone…fidanzato da 5 anni…fa l’attore di teatro e comparse al cinema…non eccessivamente bello,ma ha un viso bello e molto piacevole…
“Sono quasi sotto alla tua residenza,che faccio mi fermo un’oretta?”
Eh fermati…tanto ormai sono depilata e già in tiro…
Scendo e una golf verde scuro mi si avvicina…io salgo e andiamo verso lo spiazzo che c’è dopo il cimitero,nel parco della Pellerina…ci fermiamo…ma ci sono già ben 2 macchina che stanno facendo la stessa cosa che avevamo in mente noi…perciò gli dico di andare al parking più avanti…
Nel parcheggio in cui di solito puoi trovare dei fattoni che si fannno una pera o dei marocchini che stanno sbindando a non so che cosa,quella sera stranamente nessuno…
Stefano parcheggia in un angolo dello spiazzo in cui c’è un po’ meno luce…e mi dice che forse si “parla” meglio sui sedili dietro…
Ci spostiamo dietro e scambiamo due parole…mi bacia…lo bacio…si sbottona i pantaloni,mi tolgo il maglione…e lì rimango a fissare quello che ha in mezzo alle gambe…una cosa MAI VISTA prima ( e che mai più rivedrò….fino ad ora almeno…)
Ce l’aveva talmente grosso e lungo…che io sono rimasta a bocca aperta e non spiccavo una parola…lui mi guardava e non capiva…io lo fissavo e dopo 3 minuti di silenzo ho chiesto un centimetro,che avevo notato spuntare dal cruscotto e che diceva gli serviva per prendere le misure per i costumi di scena…
Prendo il centimetro in mano…e QUELLA COSA in bocca…incredibile…si ingrandisce ancora di più e a quel punto prendo il centimetro e glielo misuto per tutta la lunghezza,a partire dalla base…fermo il dito…guardo…il centimento segna 28,3… @____________@
Ma ce ne rendiamo conto?????????????????????????????????VENTOTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!altro che Rocco qui!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi sento eccitata da questa scoperta misurata con le mie stesse mani…Stefano mi mette in mano un preservativo e senza una parola scopiamo per quasi un’ora…finchè sto spopra io e lo controllo,va tutto bene…quando si mette sopra lui,nella foga mi fa malissimo ( si sa che la donna in media è profonda solo 13 cm o una cosa del genere e che i suoi 28 giustamente mi fanno male…)…io emetto dei gemiti di dolore,ma evidentemente lo eccito ancora di più perché lui aumenta la velocità…sempre più forte e più forte fino a che non si toglie e mi inonda il ventre…
Mi alzo indolenzita e mi sento tutta rotta…Stefano apre il cruscotto e mi pulisce con un fazzoletto…
Ci rivediamo ancora qualche volta,semrpe verso la stessa ora…sempre con la stessa foga…sempre con lo stesso finale…con lui provo dolore ,ma è un dolore eccitante
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14 years ago
etolosoma, 40/40
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Sei un flauto traverso
Note malinconiche ed inquiete serpeggiano in sottofondo soggiogate da violini, tamburi e flauti frementi ed impetuosi che occupano superbi e sprezzanti lo spazio ritmico e scandito.
Il torrente della musica scorre.
A tratti noioso, a tratti senza dighe che contengano le mie emozioni turbate, a tratti molesto e rivoluzionario.
Un flauto traverso struggente, stridulo, insistente cinguetta per me, con me, da me.
Sei un flauto traverso.
Non potevi essere un’arpa maestosa e solida, delicata nel canto e melliflua al tocco? Oppure un violoncello sinuoso e rassicurante, appena appoggiato a spalla e gambe?
No, tu vuoi la mia bocca che ti sazi di fiato impellente e vitale, che ti nutra delle mie pene.
Non potevi essere un violino? Ti avrei posto a distanza domandoti con il mento e non avresti scalfito le mie barriere. O un lugubre e pesante pianoforte a cui avrei concesso solo i tocchi delle dita?
No, tu esigi la mia bocca, le mie mani, il mio respiro e tutta la testa che danzi con te.
Ah, sublime Maestro, dirigi il mio petto all’interno di lui! Sì, scuotimi di passione e vita, vibrami le corde del piacere!
Traverso, argenteo e scintillante penetri appena tra le mie labbra senza ritrarti. Ed assaggio la tua diabolica composizione ma non la posseggo che soffiandola via.
Strano vero questo gioco di slanci, di nascondigli senza tane, di elastici tesi che si allentano? Che sia questo l’amore? O è solo musica piena e nuda, sofferente e pulita che mi riduce a minimo accordo e mi innalza a perfetta solista?
Il più crudele strumento sei tu… Mi fa male saperti. Suonarti. Amarti.
Esco traversandoti ma esco. Rientro e riesco e mi indebolisco. Trattieni il mio fiato, non puoi? Un minuto appena, pochi secondi! Desidero possederti.
Forse… Perché non avresti altre note da donarmi se mi vincolassi in te.
Vedi?
Non posso che incoraggiare la tua spietatezza, essa è la sola musica che padroneggi la vita. Non posso che dibattermi scalza, nuda ed eccitata all’indipendenza della tua incurvabile melodia che mi assedia il senno e la polpa succosa dei sensi. Non posso che ergere la beatitudine del godimento spalancandola come una finestra brecciata sulla tua decadenza. Non posso che scagliarti sul muro che ha appena sorretto il mio orgasmo, allontanandoti cosicchè possa urlare il mio desiderio soddisfatto.
Ma non temere, non so starti lontana. Rivedrai presto la luce, schiuderò il lutto del fodero che ti contiene e ti poggerò ancora freddo sulle mie labbra ardenti.
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14 years ago
admin, 75
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Spogliami l\'anima, malkuth
Mi rincorri nelle ombre degli altri da che ho ricordo: negli occhi di mia madre furiosa, nello sguardo liquido di un capo vizioso, nel passo sostenuto del giovane slavo che m’insegue.Quegli occhi ingordi di Luce mi spogliano, quella mente penetrante mi cerca ed infine mi trova. Sei dietro di me ora, alto e possente, entità sinistra per cui vacillo.Ti sento e ti voglio per ciò che sei. Quasi ti tocco e rabbrividisco. Ti desidero con un’intensità che non mi riconosco. Ti bramo per morire, per svendermi, per supplicarti. Ai tuoi piedi per vederti con l’Anima nuda a ghermire la Luna.Stracciami e liberati dentro di me. Liberami dentro di te.Aprimi ed apriti sopra il mio ventre.Il profilo scuro, l’immobilità del Silenzio, il Niente è tuo. Assoluto in cui mi perdo. Una preghiera il mio desiderio di te, che mi cola sulle cosce mentre ti sbircio appena.La Guerriera si trasforma in una serva dolente che aspetta solo un cenno e lo stallone nero di Ishtar diviene una fiera che mostra i canini scintillanti nel nero della notte.Tutto si trasforma.Azzannami. Lasciami i segni del tuo Amore mostrandomi come sei, Oscuro Padrone della Tenebra. Fai colare il mio Sangue su questo pavimento ché io possa berne con te.Vampiro. Consuma il tuo Giusto e fammi godere del Piacere più osceno possibile, reso Sacro dall’odore di Morte.Si spalancano le ali corvine del mostro sulla mia schiena. Il tuo collo, il tuo bacino, tutti i muscoli del tuo petto nell’ultimo sforzo si tendono e la rabbia cieca dell’odio esce dalla tua bocca. Sei bello, specchiato nel mio Sangue, scomposto dal liquido che ancora scorre.Le braccia aperte in gesto di Vittoria, i pugni stretti di rancore e l’ultimo affondo al mio ventre capiente, reso fertile per te.Schiacciata, umiliata, insultata e lacerata ora posso pretendere il mio compenso, Signore dell’Oscurità e la fiera si inchina alla sua Regina che infine doma con la spada dell’Amore.Piangi.Mi Ami. Mi Odi. Ti odi. Finalmente ti Ami.Ti sei spogliato dell’anima, me l’hai donata ed ora il figlio del peccato sarà lo scettro di potere su di un mondo che dorme.Verga di ferro.Rovinali! Spazzali via con la tua e la mia ira! Distruggili! Sii ciò che sei, possessore del Chaos!Vieni presto, Malkuth.
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14 years ago
admin, 75
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Amante perfetto
alve non avrei mai creduto di poter un giorno essere un amante perfetto della moglie del mio miglior amico.
Tutto e iniziato per gioco,il mio amico gianni un giorno andammo in bici per le campagne vicino casa mia,durante il tragitto mi accorsi che dovevo fare pipi',allora trovai un punto nascosto e feci il mio bisogno,ma mentre mi ricomponevo vidi gianni tutto meravigliato ma non chisi nulla,tornammo a casa stanchi ma ben ossigenati.
dopo molto tempo lui mi fece una confidenza,dicendomi se per una donna era importante avere un gran pene,io lo tranquilizzavo senza dar peso molto,alla cosa.
Molto tempo dopo elena la moglie di gianni mi chiese se potevo configurare la nuova tv al plasma e io da buon amico accettai subito,dopo aver configurato vidi elena un po' spenta allora gli chiesi il motivo e mi disse in confidenza che gianni lo trascurava,le diceva che voleva coinvolgere a un triangolo,io rimasi sbalordito da cio' che gianni le disse e cercai di rassicurarla,premetto che elena e' una bella donna e mi tira molto,al punto che involontariamente mi si gonfio' i pantaloncini con una scusa andai via.
Tempo dopo elena mi venne disperata dicendomi che gianni la voleva coinvolgere in un triangolo,mi fece una proposta se avrei fatto sesso con lei prima di provare un triangolo,onestamente la cosa mi garbo molto e per amicizia a gianni cercai di farle cambiare idea ma lei un giorno con una scusa mi fece salire in macchina dicendomi se controllavo uno strano rumore in moto,ma mentre lei guido' si alzo la gonna e vedendo un frutto del genere non capii piu' niente e facemmo un rapporto carnale completo,e da allora lei mi desidera settimanalmente,nonostante faccia incontri con gianni
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14 years ago
admin, 75
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La vera prima volta
Tutto iniziò e tutto finì in quella tarda e calda primavera del 1978. Il calore pesante del piombo, di chi si era tatuato nel cervello che “lo stato si abbatte e non si cambia” si era sostituito al dolce tepore del sole.
Stravaccati come lucertole al sole sul “muretto”, luogo d’aggregazione nelle periferie urbane negli anni ’70, i discorsi del gruppo avevano preso un’altra piega. La musica e le battute finali sul campionato di calcio avevano preso il sopravvento sulle discussioni politiche.
Io ero timido, non bello. Tu non bellissima, ma sicuramente molto piacente, con il tuo naso un po’ aquilino, quel poco che non guasta, con quei begli occhi scuri. E poi…. eri più grande di me, eri indipendente, emancipata, vivevi da sola, ed all’epoca queste erano qualità che davano un valore aggiunto alla persona e la facevano vedere sotto un’altra luce.
Non so cosa trovasti in me. Mi chiedesti di accompagnarti a prendere un pacco alla posta ed io acconsentii con piacere.
Fu durante il tragitto che mi chiedesti “senti perché non vai a prendere qualche disco e vieni a cena da me?”. Non ero così scaltro e furbo da capire che avevi già pianificato, ma i miei ormoni erano sobillati dal tuo charme, “Va bene, il tempo di farmi una doccia e vengo. Posso portare qualcosa?” “Ho già tutto, la tua presenza e della buona musica è sufficiente”.
Scelsi con cura la musica da portare. Arrivai che eri alle prese con gli ultimi manicaretti con i quali avremmo deliziato i nostri palati.
Poi, prima di accomodarci al desco, ti andasti a fare una veloce doccia. Tornasti fasciata da una leggera tunica di cotone leggermente trasparente che lasciava intravedere la tua nudità e spronava la mia fantasia.
I tuoi piccoli seni, le tue sinuose forme che terminavano in un bellissimo mandolino, quel piccolo e curato triangolo di foresta amazzonica sul tuo inguine, alimentavano il mio desiderio di te.
Poi come un pescatore di tonni, cominciasti a tirare le maglie della rete per chiudermi nella camera della morte.
E mai morte fu più bella e dolce di quella che tu mi propinasti.
Tra un boccone ed un altro cominciasti a sedurmi con le tue domande sulla musica sottolineate dai tuoi maliziosi sguardi, mentre con la mano di tanto in tanto ti carezzavi il seno.
Finché lasciammo le posate e le bocche smisero di parlare.
A quel punto furono i nostri occhi che cominciarono a parlare. E quando gli occhi parlano dicono molto di più delle parole.
Trasportati dalla carrozza dei sensi le nostre dita cominciarono ad esplorarci e le labbra a toccarsi.
Erano sguardi, erano aromi rilasciati dai nostri corpi, erano delicate carezze di dita che esploravano e si intrufolavano, che come un filo di Arianna ci conducevano nel “Giardino dell’Amore”.
Ci ritrovammo, quasi senza accorgerci, con i nostri corpi nudi, carne contro carne.
Mi prendesti per mano e mi portasti nella tua camera da letto. Lì abbandonai il mio corpo e con l’aiuto delle tue arti magiche percorsi “Le strade senza nome che portano all’amore” come recitava una vecchia canzone.
Furono tanti i “Si” e gli “Ancora” che sovrastarono quel lungo “blues” che usciva dallo stereo, quando con la mia lingua consumavo i tuoi seni, le tue natiche, il tuo clitoride.
Per ben due volte varcasti le porte del paradiso, finché la terza volta vi entrammo trionfanti insieme. E mi sentii finalmente uomo.
Non durò molto la nostra relazione. Non ho mai capito perché dopo tre settimane sparisti.
Il bisogno di te, del tuo corpo, della tua mente, erano diventati quasi un’ossessione. Forse fu questa, la causa della tua sparizione? Soffrii molto per la tua scomparsa, ma ti sono sempre stato grato per quanto mi hai dato ed insegnato.
Da quel nostro primo incontro capii che per un uomo l’importante non è il numero dei rapporti, ma la qualità. Una qualità che non si può misurare, perché le sensazioni e le emozioni non hanno misura, ma la loro grandezza risiede nel momento in cui le vivi.
P.S. Per chi non la conoscesse, invito a sentire “Nel giardino dell’amore“ cantata da Patty Pravo.
Credo che non ci sia canzone più sensuale, anche perché i doppi sensi sono estremamente palesi.
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14 years ago
admin, 75
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L\'animale...
Dicembre, mancano pochi giorni al Natale, le strade sono completamente illuminate dagli addobbi natalizi, ovunque persone alla ricerca del regalo da fare ai propri cari, alle proprie mogli, figli, fidanzate. Le strade completamente bloccate da lunghe code di auto, alla ricerca di un parcheggio, nei pressi dei negozi, lungo i marciapiedi è possibile vedere, famigliole che osservano le vetrine e i bambini vedendo i loro giocattoli preferiti con gli occhi fuori dalle orbite.
Sono solo le sei di pomeriggio, ma fuori è già buio, troppo caos, troppe auto, troppa confusione, prendo una strada secondaria, per arrivare a casa prima possibile. Nove ore di lavoro, il traffico della mattina, poi il traffico della sera, sono esausto, voglio andarmene a casa.
La strada è bloccata per i lavori, faccio una deviazione. È buio, non ci sono lampioni, non passano auto in quella stadina stretta e mal ridotta. Non conosco questa strada, comincio a sentire il nervoso che sale, non so dove mi porterà ma proseguo nella speranza di arrivare presto a casa. Comincia a piovere, la guida diventa faticosa per la scarsa visibilità e sono sempre più nervoso.
Vedo qualcosa in lontananza,delle luci, forse ancora lavori, continuo avanti, è un auto ferma con le quattro frecce accese, forse un automobilista in difficoltà, non importa è tardi, sono stanco e nervoso. Rallento cercando di vedere dentro l’auto, mi sembra vuota, meglio così. Oltrepasso l’auto, all’improvviso una voce femminile che grida aiuto. Non mi fermo proseguo, la coscienza mi parla e mi fa fermare. Torno indietro, la signora apre la portiera della mia auto, mi chiede aiuto, la sua auto è rotta, non parte più e il suo cellulare è scarico.
La invito a salire, fuori diluviava e in pochi minuti è completamente bagnata. Mi chiede se poteva approfittare della mia gentilezza e fare una chiamata con il mio telefono, acconsento e la faccio chiamare. La osservo mentre cerca di chiamare il marito, una bella donna sulla quarantina, i suoi capelli sono completamente bagnati ed è possibile vedere la loro straordinaria lunghezza, la gonna fin sopra il ginocchio, nera un po’ aderente, un cappotto a trequarti sopra, stivali non molto alti. Vista la bella presenza fisica della signora, poteva anche indossare indumenti più giovanili e sexy.
Il marito non risponde al cellulare,con lo sguardo dolce e la voce tremolante mi chiede cosa poteva fare. Io sapevo cosa potevo fare con lei e sarebbe stato anche molo piacevole. Rispondo che potevo portarla a casa io, anche se l’idea non mi piaceva per niente, speravo solo che avrebbe ricambiato il favore a modo mio. Prende le sue cose, chiude la sua auto e ritorna. Mi dice dove andare, certo non abitava vicinissimo, il problema era solo trovare la strada giusta, visto che entrambi eravamo passati li a causa dei lavori sull’altra strada.
Dieci minuti di macchina, per arrivare in una strada senza uscita, isolata con la quasi impossibilità di fare manovra per tornare indietro. Il nervoso cresce ancora di più, chi me lo ha fatto fare, potevo continuare per la mia strada, a quest’ora ero a casa. Resto fermo cerco di capire come tornare indietro, lei comincia ad innervosirsi, forse ha paura, mi chiede perché non tornavo indietro, perché ero fermo. Ci manca solo lei per farmi innervosire ancora di più, non sta più zitta, ora gli tappo la bocca io.
Mi volto di scatto verso di lei, gli salgo sopra, le blocco le mano. Stress, nervoso e rabbia, fanno di me un animale voglioso, non capisco più nulla, desideravo solo scaricare la tensione. Lei grida, mi chiede cosa stavo facendo, aveva paura, aveva capito che volevo scoparla. Con una mano reggo le sue, con l’altra abbasso la zip dei miei pantaloni e tiro fuori il cazzo duro e dritto. Si dimena cerca di liberarsi e grida, nessuno poteva sentire le sue urla in quel posto. Infilo la mano sotto la gonna, sposto le mutandine in modo da liberare la figa, infilo un dito, lei cerca di fermarmi. Allargo bene la figa, cerco di portare il cazzo dentro, oppone resistenza, fatico ad avvicinarmi, a metterlo dentro. Entrato dentro, è calda, lei continua a dimenarsi, a gridare mentre comincio a scoparla.
Passano tre, quattro, cinque minuti, volevo godermela tutta quella scopata, lei continua sempre a cercare di liberarsi, cerco di baciarla, mi sputa sul viso, comincio a scoparla forte, con violenza.
La scopavo da quasi dieci minuti, non volevo venire, volevo scoparla ancora, volevo godere tanto ma non subito. Non grida più, non si dimena più, sento le cosce aprirsi pian piano, il cazzo adesso entrava una meraviglia dentro quella figa che cominciava a bagnarsi. Sento che comincia a muovere il corpo, facilità sempre di più le cose, mi permette di farlo entrare tutto dentro fino in fondo.
Lentamente le libero le mano, di scatto le mette sulle mie natiche e mi spinge forte contro di se. Spaccamela, adesso hai iniziato e devi farmi venire. Cominciava a piacergli, voleva godere anche lei, aveva voglia di cazzo. La scopo con sempre più forza, violenza e lei gode nel vedere la bestia che è in me scoparla in quel modo. Spingo sempre più dentro, sempre più forte, le grida di aiuto si trasformano in grida di piacere. Si lascia andare del tutto, la dolce signora che avevo visto, fino a qualche minuto prima, non c’era più, era come posseduta, si muoveva sempre più forte, mi spingeva a se sempre più forte, gridava di piacere. Insultami, dimmi che sono una gran troia e ti faccio godere, dimmelo, dimmelo. La insulto in tutti i modi, gridando. Un ultimo grido di piacere, raggiunge l’orgasmo, un orgasmo lungo e intenso. Era il mio turno, mi aveva stremato, il cazzo comincia a pulsare, stavo venendo. Vienimi dentro, non i fermare, fammi godere fino alla fine, fammelo sentire ancora tutto, fammi sentire che ti ho fatto godere. Siiiiiiiii. Esplodo dentro di lei, non smette più di uscire, un fiume di sborra calda, gli riempie la figa.
Che scopata magnifica, ero partito per abusare io di lei e si sono invertiti i ruoli. Resto ancora sopra di lei, non lo tiro fuori. Ora lo tolgo, mi sposto e mi metto seduto al mio posto. Lei ancora con le cosce aperte, si massaggia la figa, era molto compiaciuta, comincia ad uscirle fuori dalla figa la sborra, colando verso il culo. Prende un fazzolettino dalla borsetta, si pulisce, lentamente, non parla, non dice nulla, anche io resto in silenzio e la osservo.
Grazie…se non mi avessi preso con la forza, non avrei mai scopato con te…sono sposata da 20 anni e non ho mai tradito mio marito…adesso mi accorgo che in tutti questi anni di fedeltà, mi sono persa i piaceri della vita…Il marito non la soddisfava più sessualmente, lei per lealtà non ha mai cercato altrove, ma adesso gli avevo fatto conoscere il sesso vero, profondo.
La porto a casa. Tutto il viaggio in silenzio senza dire una parola, pochi metri prima di casa, mi lascia il suo numero, pregandomi di chiamarla e di farla vivere ancora la stessa emozione. Arrivati, scende, la guardo mentre si allontana, entra nel portone, non cè più è andata via. Quella sera, avevo trasformato una brava moglie fedele, nella più grande puttana del quartiere.
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3
14 years ago
fabrizio77, 33
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La scommessa
Quando dici i casi della vita.
Mi trovavo a milano per una conferenza di lavoro e con grandissima sorpresa la relatrice era una vecchia conoscenza di studi.
Alla fine della conferenza la avvicinai, era sempre bellissima nonostante i suoi 40 anni, mi confidò che era separata e che viveva da sola.
La cosa stuzzicò le mie fantasie e le chiesi se quella sera sarebbe stata disponibile a stare insieme per una cenetta, lei annuì e dandomi appuntamento a casa sua ritornai in albergo.
All'ora pattuita suonai alla sua porta, era uno splendore, era vestita come una ragazzina di 20 anni, minigonna in jeans e camicia.
Lei mi propose un posticino tranquillo che spesso frequentava.
Durante la cena parlammo un po del passato, e della sua separazione (l'aveva beccato con la segretaria un classico).
Finita la cena gli proposi di fare un giretto, lungo il percorso passammo davanti un notissimo privè, dissi ttra me o la va o la spacca, le proposi di prendere qualcosa da bere in quel locale.
Con grande sorpresa mi disse se va bene a te non ci sono problemi.
Ci presentammo all'ingresso e dopo la registrazione entrammo.
Alla nostra vista si presentò uno spettacolo unico, almeno 5 coppie stavano dando dentro alla grandissima.
Gemma questo è il nome della mia amica, con molta disnvoltura si tolse i vestiti rimase con un micro string da paura, si avvicinò ad un ragazzo e iniziò a spompinarlo. io per non essere da meno mi spogliai e inizia a scoparla.
Dopo un paio di orgasmi mi chiese di andare in qualche saletta riservata, naturalmente gli dissi di si, nello girovagare, notammo in una stanza un ragazzo di colore con alle prese tre ragazze, e decidemmo di unirci a loro.
Aveva uno strumento di circa 25 cm, ed una delle ragazze non voleva prenderlo nel culo, dicendo che lo aveva preso solo una volta e che il dolore era stato atroce e figuriamoci con un attrezzo del genere.
Dopo un altro paio di orgasmi, decidemmo di prenderci una piccola pausa per ricaricare le batterie.
Il fatto che quella ragazza lo aveva preso solo una volta nel culo, stuzzicò la mia fantasia, premetto che mi è sempre piaciuto lo scambio di ruoli con le donne, gli dissi che se voleva potevo incularla io e che non le avrei fatto male, lei di contro mi disse "quando lo prenderai nel culo tu lo farò con te" a questa sfida non potevo rinunciare, chiesi a gemma di lubrificarmi il buco del culo, lei si mise a leccarlo insalivandolo per bene, poi fu il turno delle altre ragazze.
Dopo 5 minuti di lubrificazione, gli dissi che ero pronto, il nostro amico di colore appoggio la cappella al mio ano e con un colpo secco entrò.
In quel momento volevo urlare per il dolore, mi sentii aperto in due come un melone, ma resistetti.
Intanto le 4 ragazze iniziavano a leccarsela a vicenda, quella visione mi fece passare il dolore, finchè non sentii un lago di sperma che mi invase le viscere.
Ora era arrivato il mio turno, senza pensarci due volte, presi la ragazza, la feci mettere a 4 zampe, le lubrificai un po il buco del culo, appoggiai il cazzo e con un colpo da maestro entrai nel culo.
Urlò per il dolore e mi pregò più volte di smetterala, più mi supplicava e più spingevo, anche perchè per colpa sua avevo preso nel culo quel cazzo asinino, e sinceramente il buco del culo mi bruciava un po.
Dopo circa 5 minuti gli inondai il culo di sborra, tra gli applausi dei presenti.
Ci mettemmo affianco a 4 zampe, e le altre ragazze ci leccarono la sborra che avevamo nel culo.
Fu una serata meravigliosa.
Erano circa le 3, quando con Gemma decidemmo di andare via.
Lei mi invitò a casa sua, dove scopammo ancora, smettemmo solo quando vedemmo i primi bagliori attraverso le tapparelle.
Prima di addormentarci le mi disse, che se volevo, lei mi avrebbe procurato qualche bel maschione per incularmi.
Io annuii e dopo pochi secondi ci addormentammo.
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2
14 years ago
maturobisex342260,
35
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-
Bianca
"Appartenere a qualcuno. Appartenere ad un padrone.
Provare piacere nell'essere parte. Nell'essere
importante... Nel valere... e tanto... per il tuo
padrone... Se è questo quello che senti, dentro di
te, rispondi si... socchiudi gli occhi.... e…"
Lunedì, primo del mese. Un bar qualsiasi in un viale
di Milano. Un aperitivo noioso con un uomo ancora
più noioso. Il cellulare squilla, gli occhi le si
allargano davanti ad una via di fuga. "Come? Stasera?
Dopo cena? Certo… allora facciamo per le 9,30… si'
sotto casa mia... perfetto... A dopo" Sorride...
abbassa lo sguardo. "Perdonami, mi ero dimenticata
quest'appuntamento... un vecchio amico, non lo vedo da
molto… devo scappare, sono in ritardo" … "Come dici?
Certo, chiamami pure, mi farà piacere risentirti"
Risentirti e non rivederti. Non usa mai parole a caso,
ogni parola nasconde una scelta, ogni scelta una
volontà. Sorride, si allontana… Padrona di sé, sicura
nelle sue insicurezze… In fondo è in ritardo davvero,
non ha il tempo di cambiarsi… uscirà con lo
sconosciuto così com'è... capelli un po' arruffati,
pantaloni bianchi, camicia nera… divisa da ufficio…
Le braccia dolgono per il peso del corpo… i polsi
bruciano sotto la corda che costringe… le scapole
sporgono sempre più a prender forma d'ali… la punta
dei piedi, unico sollievo, tocca appena il terreno…
Piega la testa all'indietro a cercare sollievo e
sente il collare pungerle la base del collo… si bagna
le labbra con la lingua. Umida. Paura e desiderio si
mescolano,prosciugano l'anima che si fa carne viva…
Respira piano a bocca aperta… da dietro la benda tende
le orecchie ed espande la pelle a sentire… Ogni
rumore, ogni odore… tutto si fa messaggero di ciò che
sta per venire…
Non sapeva perché aveva accettato quell'invito…
avevano parlato poco. Il telefono era subentrato
veloce allo schermo. E ora un viso, alla voce. Non è
nervosa… troppi pensieri forse… Il compleanno che si
avvicina, gli enigmi familiari da risolvere, la cena
da preparare, e quel cuore sotto ghiaccio che batte
sempre più piano in lei... Si pettina velocemente
davanti allo specchio… Non è bella, non è brutta…
gioca a nascondino con se stessa…
"Sei una donna imprigionata in un corpo da
adolescente… acerbo, morbido… linee curve in cui
perdersi…". Voleva essere un complimento dell'ultimo
uomo che si era perso in lei mentre lei perdeva i
suoi
pensieri i lui… "un corpo da adolescente"… e intanto
le succhiava i seni, stringeva i capezzoli tra i
denti, spingeva in lei con forza e la trascinava in
quel ballo dove lei trovava il silenzio…
Lo sconosciuto stava per arrivare… non ne ricordava
neppure il nome… squilla il cellulare… ricordava
vagamente una pagina: particolare, forte, erotica e
sottile… sarebbe stato, comunque, meno noioso
dell'uomo-aperitivo…
La frusta nell'anima è lampo di luce… aspettata,
arriva inattesa… precede rumore di tuono, ustiona il
lampo, la pelle… uno, grazie... due, grazie...
dieci, quindici, venti, cinquanta… grazie, grazie, grazie.
Ancora grazie… assetata di luce teme e attende il
colpo, e quello dopo, e quello dopo ancora… lui le
gira intorno... lo sente, lo segue con il corpo
appeso... allunga le orecchie… mugola piano ora,
come un animale… un basta che vuol dire ancora, ancora,
ancora... non è la sua voce, le nasce da dentro…
sono i suoi demoni a parlare per lei… ancora… ed è un
latrato lungo di cane, prolungato, biascicante…
ancora… sente il sesso di lui che le preme contro,
tra la schiena e il sedere... le fronde della frusta le
solleticano il seno… non è il primo che vuole… non
la protuberanza del suo desiderio, ma le lame del suo
potere... ancora un colpo improvviso... una cima
ribelle la bacia sulle labbra...
Scende le scale veloce… ma sì, beviamo qualcosa e
torno a casa… domani lavoro, poi devo iniziare a
preparare la cena per il mio compleanno…non ho
voglia di festeggiare… ventinove anni che pesano come
cinquanta… non voglio compiere un altro anno, vorrei
anzi tornare indietro di qualcuno… rewind, un tasto
e zac!, si ricomincia…ma con più calma questa volta…
E intanto arriva al portone, esce e lo cerca…
eccolo, sorride… non è male e comunque sembra simpatico… gli
va incontro, sorride ancora… “andiamo?” Sale sulla
macchina… "Piacere Roberto…" e le chiacchiere
scivolano via… acqua fresca sulla mente…
Il corpo continua ad allungarsi sotto al suo stesso
peso… la pelle brucia, può sentire ogni singolo
colpo disegnato sul suo corpo. Sa già che domani con dita
leggere accarezzerà i segni… li odierà e insieme
proverà la tentazione inutile di lambirli con la
lingua per succhiare le ultime stille d'infuocato
piacere… lacrime bruciano gli angoli degli occhi… il
piacere scioglie le sue gambe e cola… denso... lo
può sentire, percepisce il suo stesso odore... forte,
acre salato… di pioggia e mare… anche lui lo sente,
infatti la fruga con le mani, si invischia a lei… legge il
suo desiderio e le passa le dite sulle labbra… lei beve
di sé, mentre la frusta arriva lì, tra le gambe che
racchiudono la sorgente del suo fiume...
Settantadue, grazie…
La serata scivola via veloce… la riporta sotto casa…
"grazie, è stato un piacere incontrarti… l'ultima
sigaretta e vado…" accende la Marlboro. Aspira
piano.
Pensa già al letto, al riposo nero che l'attende,
all'indomani in ufficio… Le mani di lui arrivano
inattese… tra i capelli, sulle spalle… Le labbra
all'improvviso sono vicine all'orecchio… "Cosa
desideri nelle tue notti… cosa vedi quando sei
sola"…silenzio… le mani scendono aprono frugano
dentro… "sarai la mia schiava?" …le dita si fanno
forti, dure, penetrano nella pelle… "sarai la mia
schiava?” …ancora silenzio, nero… solo respiri.
Profondi, ritmati, assoluti. " Non è difficile…basta
chiudere gli occhi e dire si'"…
I polsi liberi all'improvviso… barcolla... cade...
no.
Lui la raccogli,e in volo... e nel buio le pare di
volare senza peso dalle sue braccia al letto… le sue
mani la accarezzano ora… sembrano ali che corrono
lungo sentieri tracciati sulla pelle… dita,
labbra...
parole dolci senza senso le accarezzano i lobi delle
orecchie per impigliarsi poi tra i capelli… l'anima
si distende sotto di lui… si fa liscia e morbida… molle
quasi, come medusa sul fondo del mare… silenzio...
la spinge verso il bordo del letto, le gambe scendono
fino a toccare terra… così la apre, la divarica…
fruga dentro di lei… sente gli occhi di lui che scrutano
le sue viscere… un nuovo lampo nel buio… è dentro di
lei, un solo colpo che scava, contorce, esplora…
Scende in fretta dalla macchina… cancella i
pensieri… letto, lenzuola pulite… nero, notte, e poi mattina ,
luce, di corsa in agenzia… parole da scrivere,
pensieri da sfuggire…caffè misti a sigaretta e
ancora pensieri da sfuggire… telefonate, chiacchiere,
silenzi, e sempre pensieri da sfuggire… intanto 28
piccole lettere, 7 brevi parole scavavano dentro di
lei… "non è difficile… basta chiudere gli occhi e
dire sì…" nel silenzio le sente rosicchiare…aprire porte
socchiuse, soffiare su desideri nascosti…
E' in quel nero che i suoi desideri prendono corpo…
i suoi fantasmi diventano reali… labbra di donna su di
lei… labbra di donna sotto di lei… mani ruvide sulla
schiena… occhi sconosciuti che violano silenziosi…
bisbigli, presenze che sfiorano, guardano, giocano…
e al di sopra, su tutti lo sguardo attento e fiero del
suo Padrone… la sua presenza silenziosa… che la
terrorizza e rassicura… ogni limite diventa porta da
aprire e superare… Lui non è violento, non costringe
con le mani, con il corpo… la sua è una forza
sottile… lui chiede. Una volta. Asciutto e preciso. Chiede,
attende, guarda… se lo deluderà, non dirà nulla.
Abbasserà un poco lo sguardo, in silenzio… non
tornerà sull'argomento… lascerà che il desiderio cresca,
lascerà che sia lei a chiedere, in un sussurro,
domandare… e anche lì non risponderà, alzerà lo
sguardo, solo un poco e si allontanerà… e lei si
farà cagna, animale, pezza… mugulerà ai suoi piedi, si
ribellerà per poi tornare, strisciare, lambire,
leccare…
Domani è il suo compleanno… deve preparare la cena…
qualche amico a cena… per festeggiare e dimenticare…
il suo compleanno… mentre prepara la borsa la sua
mente corre alla spesa, alle pulizie in casa, agli
ultimi inviti… abbassa le tapparelle, spegne il pc,
la stampante…
Il cellulare vibra sul legno freddo della scrivania…
un messaggio… "sei libera stasera?" …silenzio, buio…
chiude gli occhi, risponde…
Sì.
…e' ancora dentro di lei… ma lentamente i colpi si
sciolgono, le mani si fanno farfalle, le labbra
ritornano alle orecchie… il dolore si ricompone
dolore e lascia il posto al piacere… che sale, si scioglie…
gocciola tra le gambe, scivola sulle ferite, spezza
i respiri e libera l'anima… nero, bianco, colori… un
ultimo tremito, la pace, il peso di lui su di lei…
Il tempo che corre… l'orologio che fugge… voler
prolungare il gioco, fino all'estremo, fino allo
stremo… e insieme ne desidera la fine… Poter
riprendere il controllo della propria vita, di sé…
infilarsi velocemente una maglia accollata e
chiudersi la porta alle spalle… correre giù per le scale
mentrele ferite strusciano sulla maglia… echi languidi di
un piacere che vuole dimenticare ma in cui ancora una
volta si perde.
Nessuna cena, nessun compleanno…Per brindare un
bicchiere di Champagne mescolato ad umore d'uomo.
Per suggellare una benda. Nera, stretta, sul viso. Si'…
si', ancora sì… ad occhi chiusi, sbarrati, aperti,
sprangati… Sì.
E intanto lei, madre di se stessa, dalla schiuma del
suo mare la da alla luce… Bianca.
Bianca nata il suo stesso giorno, di ventinove anni
dopo. Bianca, che la legherà e la renderà libera…
camminerà con lei, le scioglierà le lacrime, renderà
più forte il suo passo, con piccoli aghi di dolore
le ricorderà la sua esistenza, apparirà all'improvviso
nel giorno per colorarle il viso e accendere i suoi
desideri…
Le insegnerà l 'attesa.
Perché lui è un onda… lambisce e si allontana per
poi tornare… più forte, più lieve… soffice o affilato… e
lei vivrà di attesa in attesa, il resto, ciò che
accadrà nel corso dell 'onda sarà il suo regno, sarà
territorio di Bianca
"Appartenere a qualcuno. Appartenere ad un padrone.
Provare piacere nell'essere parte. Nell'essere
importante... Nel valere... e tanto... per il tuo
padrone... Se è questo quello che senti, dentro di
te, rispondi si... socchiudi gli occhi.... e…"
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14 years ago
montecristo70, 39
Last visit: 5 months ago -
La prima volta non si scorda mai
E’ proprio vero la prima volta non si scorda mai, almeno per me è così, pur essendo passati 19 anni, la ricordo bene come fosse accaduto ieri.
Avevo 14 anni, frequentavo il primo anno di ragioneria, era una classe sperimentale, dove sia le materie che gli orari erano molto diversi dagli altri corsi. La scuola era una vecchia struttura disposta su 5 livelli, un ampio parco esterno, con un campo di calcetto, circondata da alberi ad alto fusto e in fondo al vialetto che portava al campo di calcetto, vi era un sentiero che conduceva in piccolo boschetto, sempre proprietà della scuola.
Oltre alle classi sperimentali di cui facevo parte anche io, c’erano altre 5 classi di ragioneria, classi normali e il resto della scuola era prevalentemente assistenti all’infanzia (all’epoca si chiamava così, adesso mi sembra che il nome sia cambiato in pedagogico), per farla breve era un istituto che contava circa 700 studenti, di cui soltanto 100 di sesso maschile, nella mia classe che contava 31 studenti, i maschi eravamo solo 6, come si dice “beati tra le donne”.
Passarono i mesi, arrivati a circa metà anno scolastico, si cominciavano a formare le prime coppie di fidanzati, i primi tradimenti, le prime delusioni, le prime discussioni tra amici per una ragazza.
Proprio in quel periodo, anche io come gli altri, avevo avuto qualche storiella, iniziata e finita nel giro di pochissimo tempo, dove l’unica cosa che potesse avvicinarsi ad un rapporto era qualche palpata, baci con la lingua e qualcuna si spingeva un pochino oltre, una sega, ma niente più di questo.
Sempre in quel periodo, fu indetta l’auto gestione della scuola, i partecipanti alla manifestazione non furono tantissimi, mentre nei due giorni seguenti, di autogestione, eravamo pochissimi. Il primo giorno non fu niente di particolare, i leader, i ragazzi del quinto, fecero una lunga riunione tenuta nella palestra e poi fuori al parco, il resto della giornata la passammo ognuno per i propri fatti, in giro per la scuola, scambiando opinioni e commenti, scherzando e giocando a calcetto. Arrivò la sera, parte degli studenti andarono via, a casa, noi altri restammo nella scuola, il numero degli studenti presenti era sceso notevolmente, comunque contavamo sempre circa 150 persone.
Ognuno di noi consapevole di fermarsi anche la notte, portò qualcosa da mangiare, altri uscirono fuori per comprare delle cose fuori, con i miei amici giravamo per la scuola avevamo guardato in ogni angolo, solo per curiosità. Eravamo al quinto piano, ci stavamo dirigendo verso le scale di emergenza per scendere, quando i miei occhi s’incrociano con gli occhi di una ragazza, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei. Una bella ragazza, alta, mora, capelli lunghi mossi, un filo di rossetto sulle labbra, anche lei mi guardava, abbassando lo sguardo di tanto in tanto. Le passai vicino senza dire una parola, guardandola soltanto dritta negli occhi, la oltrepassai ma non mi girai a guardarla e continuai per la mia strada verso i piani inferiori.
Eravamo scesi un paio di piani sotto, ma il pensiero era ancora rivolto a lei, avevo il suo viso, il suo sguardo stampato nella testa. Chiesi a uno dei miei amici di venire con me, dovevo tornare su e parlarle. Mentre salivamo la scala spiegai al mio amico il motivo, perché volevo salire di nuovo al quinti piano, lui rise e disse di non averla notata era pieno di ragazze li, praticamente tutte le occupanti femminili erano al quinto piano. Guardai dentro ogni singola classe, nei bagni, niente non c’era, forse era scesa, così passai per le altre scale, cercando nei vari piani, ma non riuscivo a trovarla, rassegnato tornai nella nostra classe, dove avevamo le nostre cose.
Eravamo tutti noi amici in classe seduti, chi a bere, chi a fumare, chi a parlare, pensavo ancora a lei.
Passò un oretta, fuori era ormai buoi da un po’, con un mio amico volevamo uscire un pochino fuori per prendere una boccata d’aria. Fuori faceva freschetto, ma all’interno l’aria era diventata pesante, tutte le finestre chiuse, si fumava come ciminiere, un po’ di aria fresca era quello che ci voleva. Eravamo seduti sui gradini d’ingresso, quando si avvicinò una ragazza per chiedere se avevamo da accendere, si accende la sigaretta e si presenta, ci presentiamo anche noi, poi si rivolge a me chiedendomi dove avevo lasciato la fidanzata e risposi che l’avevo proprio lasciata del tutto, un leggero sorriso e andò via. Ci guardammo con il mio amico e scoppiando in una risata, non capivamo da dove fosse uscita quella tipa.
Qualche minuto dopo eccola riapparire, ma stavolta non era sola, insieme a lei c’era la ragazza che cercavo disperatamente. Ci presentiamo, parliamo un po’ tutti e quattro insieme, poi quella ragazza Erica si chiamava, mi chiese se volevo fare 4 passi con lei di fuori, ovviamente accettai. Si camminava e si parlava, di noi di cosa facevamo, lei era più grande di me un anno in più, aveva una voce molto delicata, era piacevole ascoltarla. Mentre si parlava e si camminava senza rendercene conto, almeno io, eravamo arrivati al sentiero che scendeva nel boschetto.
Si ferma, mi guarda e mi chiede se ero mai stato giù, risposi di si, ero stato nel boschetto più di una volta, mi chiese se la portavo giù, era curiosa di vederlo lei non era mai stata giù in due anni, così ci incamminammo. Il sentiero non era molto lungo, 20 forse 30 metri non di più, anche il boschetto era molto piccolo, noi lo chiamavamo boschetto, ma in realtà era un giardino alberato, non curato, quindi i numerosi alberi, con le folte chiome non facevano passare la luce del sole, rendendo il terreno privo di erba, solo foglie degli alberi caduti. Si gira intorno, lo osserva per quel poco che era possibile vedere, dato che era notte e lì era buio pesto, anche se gli occhi ormai si erano abituati, non si vedeva quasi niente.
Ci ritroviamo soli, l’uno di fronte l’altro, nel silenzio più assoluto, eravamo molto vicini, le nostre bocche a pochi centimetri, un ultimo sguardo, gli occhi si socchiudono, arriva il bacio.
Le nostre lingue s’intrecciano, le sua braccia sopra le mie spalle, con una mano mi tocca dietro la testa, le mie mano sui suoi fianchi. Infilo lentamente la mia mano sotto al suo cappottino, le tocco la schiena, poi alzo la maglia e la mia mano le accarezza la schiena. Nonostante, per il freddo avessi le mano gelide, lei restò impassibile continuando a baciarmi. Continuavo ad accarezzarle la schiena mentre ci baciavamo, nella testa pensavo che quella poteva essere la volta buona, essendo lei più grande, forse aveva già fatto esperienza.
La mano ormai si era scaldata con il calore del suo corpo, lentamente passo la mano avanti, lei continua a baciarmi senza muovere neanche un dito, continuo ad accarezzarle il corpo, arrivando finalmente alla pancia. Aveva una pelle morbida e vellutata, un ventre piatto, salgo, le massaggio il seno, lei resta sempre ferma. Sollevo il reggiseno e le palpo per bene il seno, sento il capezzolo duro, il seno non era grande, ma poco importava in quel momento. Senza prendere neanche un attimo di respiro continuavamo a baciarci, lei continuava con la mano ad accarezzarmi dietro la testa, intanto io facevo scendere la mano verso il basso.
Indossava dei jeans, con la cinta, provavo ad infilare la mano dentro, ma non riuscivo. Si scostò un attimo da me, senza dire una parola, slacciò la cinta e i bottoni dei jeans, poi prese a baciarmi nuovamente. Infilo la mano dentro e la massaggio sopra le mutandine, poi infilo la mano dentro le mutandine, aveva una figa molto pelosa. Continuo a massaggiarla senza penetrarla, le sfioro delicatamente il clitoride, sento il suo corpo irrigidirsi, ma le piaceva. Ero eccitatissimo, avevo il cazzo duro, ma lei non lo toccava, preferiva accarezzare i miei capelli. Continuo a massaggiarle il clitoride, le infilo qualche centimetro del mio dito dentro, lei sposta il bacino avanti come per accoglierlo meglio. In quel momento ho pensato, se mi permette di infilare il dito, perché non infilare anche il cazzo dentro. Sbottonai anche i miei jeans, lo tirai fuori, presi la sua mano e la strinsi intorno al mio cazzo. Continuava a baciarmi, mentre aveva il cazzo in mano e mi segava.
Tanta, troppa era l’eccitazione, che se avesse continuato sarei venuto subito, così la fermai. Si fece indietro guardandomi mi chiese cosa fosse successo, il perché l’avevo fermata. Non dissi nulla, le abbassai i pantaloni e le mutandine, avvicinai il cazzo alla sua figa, e lo strofinavo. Inizialmente non disse nulla, appena lo infilai appena, leggermente dentro, mi fermò, dicendo che non sapeva se era il caso, se era quello il posto giusto, che la sua prima volta la immaginava diversa e soprattutto non avevamo protezioni.
Le dissi che per il posto non potevo farci nulla, se le nostre voglie erano nate lì in quel momento, non sapevo come la immaginasse lei la sua prima volta, ma ero certo che non contava dove e quando ma con chi, per la protezione non doveva preoccuparsi, avevo il profilattico.
Vi chiederete come mai in quel momento avessi un profilattico pronto, ve lo spiego subito. Sapevamo che si sarebbe fatta l’occupazione della scuola, parlando con i ragazzi del quarto e del quinto, che oltre a dirci dell’occupazione ci dissero anche che i giorni dell’occupazione negli anni passati, a loro portarono bene, passando giorno e notte maschi e femmine insieme, qualcosa di bello accadeva sempre a qualcuno, ci dissero infine di comprare qualche profilattico, nell’eventualità che accadesse qualcosa eravamo pronti. Così comprammo tutti insieme una scatola e ognuno ne prese uno.
Presi così il profilattico e glie lo mostrai. Mi tolsi il giubbetto, lo sistemai in terra, la feci sdraiare con la schiena sopra il mio giubbetto, nonostante sentissi più freddo senza il giubbetto, il cazzo era sempre bello dritto e duro. Le sfila solo da una gamba, i jeans e le mutandine, allargò le gambe facendomi capire che era pronta per essere penetrata. Ero in piedi davanti a lei, mi voltai, per mettere il profilattico, era la prima volta e non sapevo come fare, avevo letto ma poi nella pratica era diverso, lo posizionai e nel mentre ero per srotolarlo, si rompe. Probabilmente troppa euforia, troppa forza e il profilattico non c’era più, ne avevo uno solo e quella era l’occasione tanto attesa, non esitai, mi sdraia sopra di lei e lo infilai dentro,senza profilattico.
Che meraviglia, era caldissima, bagnata, appena dentro vidi sul suo viso un espressione come di sofferenza, poi di compiacimento. Aveva le gambe tutte aperte, tirate su, le sue braccia intorno al mio collo, la bocca chiusa ma sentivo ugualmente i suoi mugoli di piacere. All’inizio spingevo piano, poi preso dal piacere, pensando egoisticamente solo a me stesso, presi a pomparla con forza, sempre più forte, sentivo una contrazione ai testicoli, stava salendo, lo sentivo, stavo per venire.
Lo tirai fuori proprio al limite, provavo un qualcosa di molto forte, molto piacevole che non mi dava la forza di uscire da lei, ma ci riuscii. Un abbondante sborrata, sentii i primi schizzi uscire con molta violenza, non sapevo dove fossero finiti, mentre il resto tutto sul pelo della figa.
Lei non disse nulla al momento, entrambi in silenzio per qualche minuto. Lei era ancora distesa, io in ginocchio in mezzo alle sua gambe, non ci credevo avevo fatto la mia prima scopata, durò pochi minuti, ma fu per me un piacere immenso. Disse lei la prima parola e fu “ Non avevi un profilattico? Dove è finito?” le spiegai che si era rotto mentre lo infilavo “almeno spero che hai un fazzoletto di carta, mi sta colando tutto”, fortunatamente ne avevo un pacchetto, ne presi uno e cercai di pulirla come meglio potevo, “grazie che mi hai pulita lì, ma dovresti pulirmi il viso, mi sta colando in bocca”. I primi che uscirono con violenza finirono dritti sul suo viso, lo aveva sugli occhi, il naso, i capelli, stava lentamente colando sulla bocca e le guance, che figura, la mia prima volta, non solo rompo il profilattico ma la sporco tutta del mio sperma.
Fu per me una scopata meravigliosa, unica, almeno fin quando le scopate non divennero più frequenti con lei, poi con altri partner e nel corso degli anni ho scoperto che quella in realtà non fu la più bella scopata della mia vita, ma fu la mia prima scopata per questo era tanto speciale, per questo tutt’ora non posso dimenticarla.
13
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14 years ago
fabrizio77, 33
Last visit: 13 years ago -
La sua prima volta da sottomessa 1 parte
era da tempo che ci pensavamo
ma una sera ci decidemmo
avremmo giocato tra noi a carte e chi perdeva doveva sottostare alle volonta dell'altro/a
giocammo una mano secca a chi alzava la carta piu alta e vinsi io
....................................................................................................................
ci misi diversi giorni per trovare le persone giuste ma alla fine dopo vari contatti
trovai la coppia che
almeno a parole faceva al nostro caso
l'appuntamento era per trovarci in un parcheggio dove poi li avrei accompagnati a casa nostra
prima di andarci feci stendere lei sul letto e la immobilizzai legandola in croce e bendandola
addosso solo intimo e calze
un bel bavaglio e una benda sugli occhi
loro arrivarono puntuali e dopo la presentazione di rito salirono sulla mia macchina
una bella coppia con lui alto e massiccio e lei molto ben fatta e ben vestita
appena entrati come da accordi entrammo in camera e nell assoluto silenzio ci avvicinammo a lei iniziando a toccarla dolcemente per far sentire la nostra presenza
la sentivamo tremare di eccitazione e di paura sotto i nostri polpastrelli
l'altra lei (anna nome di fantasia) ci fece segno di allontanarci dal letto ed inizio a spogliarsi lentamente facendo emergere la sua stupenda femminilita dopo di che si corico di fianco a lei e prese a sfiorarle tutto il corpo sia con le mani che con la lingua frugandola in ogni dove e facendo si che lei si agitasse e tirasse i legacci fino a sentir quasi dolore
dopo poco prese dalla borsetta un vibratore enorme e un paio di forbicine
con cui taglio il reggiseno e il perizzoma denudandola completamente
accese il vibratore facendolo passare prima sui capezzoli e poi sulle labbra di lei
e dopo poco chiudendole il naso la obbligo ad ingoiarlo mimando un pompino e forzandoglielo sempre piu in fondo alla gola
intanto con le mani le stuzzicava i seni strizzandole i capezoli
dalla nostra posizione noi potevamo vedere molto bene come la sua vagina si gonfiava e iniziava a spillare il primo umore di eccitazione
mentre la sua clitoride diventava rosso vivo e faceva capolino sporgendo dal suo cappuccio naturale
vedere la mia lei legata e immobilizzata nel letto in balia di una donna era da tempo che lo desideravo ma adesso che succedeva mi rendevo conto che la verita supera di molto la fantasia
anna la stuzzicava e la torturava senza darle vero dolore ma tenendola sempre sul filo del rasoio
sfiorandola e toccandola con dolcezza e con energia sia sui seni che anche sulla vagina scendendo ogni tanto per farle sentire anche un ditino dietro
dove entrava con decisione e estrema facilita
in tanto con il vibratore giocava a passarselo prima sulle se labbra intime per poi infilarlo ella bocca per farle sentire i suoi umori
nell'aria ormai si sentiva l'inconfondible odore di sesso e ormoni
e claudio (il lui)
inizio a spogliarsi avvicinandosi alla moglie e coricandosi di fianco alla mia
cosa avevano in mente e cosa avrebbero fatto insie ora.........................................................................................................................
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0
14 years ago
admin, 75
Last visit: 14 hours ago -
Una giornata di pesca...
Una domenica di Agosto, sveglia alle 4:30 per una fantastica giornata di pesca al fiume. Svegliato preparato e partito. Mancavano ormai pochi chilometri per arrivare al solito posto dove andavo a pesca, quando mi venne l’idea di cambiare posto, provarne uno nuovo, così svoltai qualche traversa prima della solita. Non conoscevo ne la strada, ne il posto, quindi procedevo con cautela, le strade che costeggiano i fiumi possono nascondere sempre qualche sorpresa inaspettata, comunque continuo alla ricerca di un posto adatto.
Avevo percorso un paio di chilometri, lungo quella strada piuttosto insidiosa, senza trovare un posto per fermarmi, la strada andando avanti si faceva sempre più brutta, ero quasi tentato a tornare indietro, pensavo al proverbio che dice “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova”, nel mio caso era proprio azzeccato.
Quando in lontana mi sembrava vedere un largo, per arrivare fin lì la strada era davvero molto brutta, ad un certo punto al centro della strada c’era una buca di dimensioni enormi, mi guardai intorno e sul lato opposto al fiume c’erano i segni di passaggio di altre vetture, così decisi di passare lì anche io. Percorro qualche metro sul quel passaggio e le ruote già cominciavano a slittare, proseguo a stento, mancavano una decina di metri per tornare sulla strada quando la macchina s’ impantana nel fango. Non potevo ne andare avanti ne tornare indietro, ero bloccato lì.
C’era un campo di granturco, probabilmente durante la notte avevano irrigato il campo e il terreno imbevuto di acqua aveva formato un profondo strato di fango. Decisi di arrivare in quel posto a piedi, mancavano pochi metri e di lasciare la macchina lì, nell’attesa che qualche contadino passasse di li con un trattore o qualche pazzo che si divertiva con una jeep in quelle strade. Aspettare comunque il pomeriggio, pescando, forse il sole avrebbe asciugato un po’ il terreno dandomi la possibilità di uscire.
Raggiunto il posto resto incantato dal suo splendore, un largo molto ampio privo di alberi e cespugli al centro, dando la possibilità di effettuare bei lanci lunghi, sui entrambi i lati alberi che facevano ombra, anche il letto del fiume in quel punto era piuttosto pulito, libero da alberi caduti, rami, avevo trovato a caro prezzo un buon posto, restava solo la speranza di qualche bella cattura e la possibilità di uscire di lì.
Preparo le canne e le lancio, nel frattempo sistemo una copertina sull’erba sotto gli alberi, un sorso di caffè, mi sdraio e leggo una rivista, di tanto in tanto, recupero le canne, controllo le condizioni dell’esca e rilancio in acqua. Che pace un silenzio meraviglioso, si sentiva solo il fruscio del vento tra le foglie degli alberi, una splendida giornata di puro relax dopo una settimana molto caotica.
Erano le 8:00 circa, ancora nessun pesce aveva abboccato, quando all’improvviso il campanello di una canna comincia a suonare, ecco il primo pesce, una bella ferrata e il pesce è all’amo. Dopo pochi minuti di combattimento lo porto a riva e con il guatino lo tiro fuori, una bella carpetta di 3 kg (so il peso dei pesci che pesco perché ho sempre la bilancia con me), faccio attenzione a slamarla senza causargli danni e la metto nella nassa. La pesca era cominciata proprio bene.
La pesca continuava, erano le 17:00 aveva pescato un'altra carpa più piccola, pesci gatto 7 o forse 8, 3 carassi, avevo mangiato pranzo al sacco ovviamente, ed ero intenzionato a restare ancora un paio d’ore, poi a casa. Intanto fino a quell’ora non era passata un anima e la cosa cominciava a preoccuparmi. Le 19:00 non avevo pescato più nulla, ero deciso a chiudere e sistemare tutto quando all’improvviso di nuovo il campanello che suona. Come al solito, bella ferrata, ma questa volta la preda era ostinata molto. Dopo quasi 45 minuti di combattimento riesco a tirarla fuori, una carpa di quasi 7 kg, bellissima, ero al settimo cielo, come al solito la slamo con cura, poi visto l’orario, quasi le 20:00 decido che era ora di andar via e provare ad uscire di lì con la macchina. Prendo tutti i pesci che avevo pescato, scatto foto ad ognuno di loro, qualcuna in più al carpone e li rimetto in acqua (pesca sportiva, mi piace pescare, a fine giornata rimetto i pesci in acqua).
Tutto pronto mi dirigo verso la macchina, carico tutto dentro, adesso era solo da sperare che riuscivo ad andar via di lì. Metto in moto ingrano la marcia, ma niente da fare, di lì non sarei mai uscito, nonostante il sole forte, la terra era troppo piena d’acqua non c’era modo di uscire se non con una jeep o trattore. Il posto era molto isolato, quindi avevo escluso l’idea di fare un giro a piedi alla ricerca di una persona in grado di aiutarmi, l’unica cosa era chiamare mio cognato, farlo venire con la jeep e tirarmi fuori da lì.
Chiamato mio cognato, aspettando che arrivasse, decisi di fare una passeggiata nei dintorni senza allontanarmi troppo, lui avrebbe impiagati circa 30-40 minuti per raggiungermi, quindi avevo tempo a sufficienza per fare un giro. Presa la macchina fotografica, m’incamminai alla ricerca di qualche cosa da fotografare, un animale, in quel posto è pieno di gallinelle d’acqua, anatre, aironi, a volte si possono vedere anche dei falchi volteggiare in aria alla ricerca di una preda. Avevo percorso 400 forse 500 metri, quando sulla sponda opposta del fiume vedo qualcosa muoversi.
Cerco di avvicinarmi più possibile alla riva del fiume cercando di non fare rumore, mi faccio largo tra l’erba e i cespugli, per arrivare vicino alla riva, in modo tale da poter vedere con la macchina fotografica che cosa era quell’animale dall’ altra parte. Finalmente raggiungo la riva, mi piego restando nascosto dietro la vegetazione piuttosto fitta, prendo la macchina fotografia e con lo zoom cerco di vedere e capire cosa fosse. Guardavo intorno all’area interessata ma non vedevo niente, forse era scappato via, nel mentre che stavo per rialzarmi, poco più in là vedo muovere ancora.
Non capivo dalla sagoma cosa fosse, ma dai colori ero certo che non si trattava di un animale, con la macchinetta fotografica cerco di fare uno zoom per capire meglio. Infatti non era un animale ma un uomo in piedi che parlava con una donna seduta su di una coperta credo, le parole non potevo capirle ovviamente ma si vedeva chiaramente che parlavano. Ora ecco arrivare un terza persona, un'altra donna, capelli lunghi, bionda, indossava un costume, ero stato li per ore e non mi ero assolutamente accorto della loro presenza.
Non avendo nulla da fare, se non aspettare mio cognato che venisse in mio soccorso, restai a guardare un altro po’, certo che aveva proprio un bel corpo la donna in costume, si gira e si piega, che spettacolo indossava un perizoma quasi inesistente dietro, un filo nel vero senso della parola.
Ora si è tolta il pezzo sopra, caspita che seno, non esageratamente grande ma bello pieno e tirato su, adesso anche l’altra donna si toglie la maglietta, anche lei con il seno all’aria, non indossava il reggiseno, un seno più modesto, più piccolo ma bello a vedersi.
Certo visto l’orario, non si stavano spogliando per prendere il sole. Anche perhè nel posto in cui si trovano il sole non c’era più. Rimasi a guardare fin dove volevano arrivare con lo spogliarello e cosa volevano fare, anche se immaginavo cosa volessero fare, in quel posto a quell’ora, mezzi nudi.
La donna che era seduta si alza in piedi, va verso l’altra donna che era già in piedi e le tocca il seno, poi lo lecca, alza la testa e la bacia sulla bocca. Intanto vedo l’uomo che comincia a spogliarsi, via la maglia, via i pantaloni, resta con gli slip e si dirige verso le donne. Ora erano tutti e tre in piedi, molto vicini l’un l’altro, anche se l’immagine della macchinetta era buono, non riuscivo a capire cosa facessero, vedevo i loro corpi intrecciati tra loro, scambi di baci e di toccate, intanto approfitto per fare anche qualche scatto, visto che c’ero.
Ora l’uomo si sposta da una parte, la donna che prima era seduta, sfilava via anche i pantaloncini e le mutandine, mentre l’altra aveva ancora indosso il perizoma, si baciano ancora le due donne, ora si china in avanti, davanti all’altra, con la testa all’altezza della figa, nel frattempo l’uomo è completamente nudo con una bella mazza dritta si dirige verso le donne. Si posiziona dietro la donna che piega, una leggera flessione delle gambe e gli infila la mazza in figa. Erano in una posizione nel quale riuscivo a vedere bene l’uomo che scopava la donna, vedendo bene il cazzo che scivola dentro, ma non riuscivo a capire bene cosa faceva all’altra donna, dalla posizione in cui era con la testa e dal movimento della testa stessa, non sembrava che gli stesse leccando la figa.
Intanto l’uomo la pompava con violenza, alzando la testa verso l’alto come segno di piacere, per poi abbassarla nuovamente a sbirciare le due donne. Che spettacolo era la prima volta che mi capitava di assistere ad una scena simile e non nascondo un grande eccitamento da parte mia, intanto continuavo a fare scatti e godermi la scena.
L’uomo adesso sfila via il cazzo, si dirige verso l’altra donna, gli si posiziona dietro, le si piega in avanti e lo mette dentro all’altra, mentre le donne si baciano entrambe piegate in avanti. Nel vedere quella scena mi stava venendo una voglia di farmi una sega, ma non potevo altrimenti non riuscivo a vedere nulla, poiché lo zoom della macchinetta era al massimo dovevo tenerla per forza con entrambe le mano, per cercare di farla muovere il meno possibile. Intanto i tre continuavano a scopare, lui sempre dietro a pomparla mentre si baciavano le donne.
L’uomo si tolse da dietro la donna, invitò l’altra a mettersi alla pecorina sulla coperta, mentre l’altra donna si posizionava dietro di lei, non era una donna la biondina con il bel seno, ma un trans con una mazza di notevoli dimensioni anche, ecco perché non capivo i movimenti della testa, non stava leccando una figa ma spompinando un cazzone prima. Affonda la mazza nella figa della donna, l’uomo si posizionò dietro di lei e gli infilò il cazzo al culo, stavano facendo un trenino, avevano un ritmo perfetto i movimenti di entrambi erano perfettamente sincronizzati.
Aumentavano pian piano il loro ritmo, forti e decise affondate, poi ad un tratto si fermarono, l’uomo alzò la testa verso il cielo, con la schiena inarcata rimase fermo qualche istante, poi si alzò e si mise seduto vicino a loro. Gli era venuto dentro al trans, che lo aveva ricevuto tutto. Ora la donna prende in bocca il cazzone del trans e lo spompina, anche lei alza la testa al cielo e vedo un paio di schizzi uscire con violenza, che finiscono dritti sul viso della donna e altri ancori più deboli. La donna lecca il cazzo del trans, lo ripulisce per bene poi si sdraiano tutti e tre sulla coperta.
Sono sincero come già detto era la prima volta che mi capitava di assistere ad una scena di sesso, osservare persone che facevano sesso, restando nascosto nell’ombra e in silenzio, l’eccitazione era al culmine, poi quando tutto finì, tornai alla macchina, dopo qualche minuto arrivò mi cognato, tirata fuori la macchina, andai via pensando ancora a quel che avevo visto con una certa invidia per l’uomo che aveva deliziato di entrambe.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Calda e impetuosa
E’ calda a circa trentasei/trentotto gradi, corre impetuosa nel letto del torrente che si è scavato dalla notte dei tempi ed è solfurea. Un odore acre che si spande nell’aria ma che non da fastidio. E’ l’acqua termale che dalle viscere della terra forma un fiumiciattolo il quale ad un certo punto diventa una cascata dividendosi poi in vari rivoli e che a loro volta formano altre pozze e altre cascatelle più o meno impetuose. Da sempre in queste acque ci si bagna, tutti i giorni a tutte le ore.
E’ notte fonda... Immerso fino al collo dove l’acqua è più alta, a monte della grande cascata, in una pozza larga ed accogliente, mi appoggio alla roccia sott’acqua che probabilmente non ha mai visto la luce del sole. La corrente è molto forte, potrebbe trascinarmi via se non fosse per come ho puntato i piedi tra i sassi. Stò sotto una cascatella e la forza dell’acqua che corre chissà dove mi frusta il collo e la schiena in un benefico idromassaggio. Il rumore dell’acqua che scroscia. i grilli che cantano nella notte di giugno. Le ultime lucciole della stagione che si confondono con le stelle che brillano lassù nella notte buia. Guardo il cielo infinito e quasi mi commuovo di tanta immensità. Mi sento piccolo, piccolo. Immagino il globo nella sua interminabile millenaria rotazione, guardo i miliardi di stelle e finalmente credo di comprendere la vera vastità dell’universo. Anche se piccolo, piccolo so di far parte di tutto questo. Parte vivente di questo miracoloso insieme.
Chiudo gli occhi. Le sferzate di acqua corrente calda sul collo mi rilassano, l’odore acre e solforoso punge le narici. Mi lascio andare, mi sento bene immerso qui.
Non sono solo in acqua questa sera. Ci sono altre ombre che si spostano da un lato all’altro della pozza. Vedo alcune teste che vagano a pelo d’acqua, i loro corpi stanno sotto. Altre teste sono ferme a ridosso delle rocce. Alcune vicine tra di loro, molto vicine, altre più distanti. Il vapore forma una nebbiolina che si ferma a mezz’aria e copre tutto il corso del torrente. E’ una nuvola biancastra ben visibile anche al buio. E’ scuro di luna e i fasci di luce che lancia qualche macchina di passaggio sulla strada in lontananza illuminano le canne palustri che crescono alte e rigogliose ai lati del torrente. La voce dell’acqua calda che corre via non fa pause, è continua quasi monotona, monocorde.
A pensarci bene, questo posto la notte ha un che di spettrale, forse un pochino infernale. Che sia anche l’odore di zolfo nell’aria? Mi viene in mente il Dante (l’Alighieri) e il suo viaggio con l’amico Virgilio nella notte, la foresta oscura, il Caronte che li traghetta sulle acque, le porte d’ingresso degli inferi. Ecco, queste teste nell’acqua che si spostano continuamente potrebbero essere le anime di peccatori messi ad espiare le loro colpe in un girone dantesco. Si, il luogo si addice al paragone perché alla fine dei conti siamo tutti qui in acqua non solo per i benefici che la stessa apporta ma sopratutto per i sollazzi fisici ed erotici che in effetti stiamo cercando. Ognuno ha le sue storie, i suoi desideri più o meno celati, i suoi peccati, la sua voglia di lussuria.
Si, qui è come essere in un girone dantesco !
Sto facendo queste considerazioni quando vedo scendere cautamente in acqua tre persone. Sembrano essere due uomini e una donna. Si, è cosi! Scambiano qualche parola, noto la voce ma non le parole. Di loro si vedono solo i profili del corpo, anche se vagamente illuminati dalle stelle. E’ piuttosto raro a quest’ora di notte incontrare donne in questa pozza, generalmente sono quasi tutti uomini. Le donne le vedi insieme al loro uomo invece nella pozza sopra più a monte o in altre vasche naturali all’inizio del fiumiciattolo, oppure molto giù oltre la grande cascata.
I tre si sono immersi fino al collo e vagano qua e là adattandosi alla conformazione del fondo della pozza calda. L’acqua continua a battermi sul collo, richiudo gli occhi e dimentico il mondo. Come tutti mi sono tolto il costume. Io l’ho avvolto attorno al polso sinistro, c’è chi lo avvolge ad una caviglia e chi se lo mette attorno al collo, altri lo appoggiano sui sassi. E’ una bella sensazione quella di stare nudo sott’acqua. Tutt’uno con gli elementi di madre natura, facendone parte.
Non so quanto tempo è passato ma è tempo di muovermi. Lascio la cascatella e inizio a girare pure io. Le teste nel frattempo sembrano essere aumentate. C’è ne sono altre nella pozza più su di questa, li ci saranno almeno sei, sette persone. L’acqua in quel posto è più calma ed è meno profonda, li si sta bene sdraiati a gambe distese.
Mentre mi muovo sento che una mano sott’acqua mi sfiora il fianco destro, poi sale fino al petto, scende e mi esplora la pancia, continua ad esplorare quasi compiaciuta di averla trovata piatta e tonica. La mia attenzione invece cade su due ombre addossate alle rocce, sono una addosso all’altra. Si sono sistemati in modo di essere immersi solo fino all’altezza di metà torace, più o meno all’ombellico.
Allontano gentilmente la mano sconosciuta che mi esplora e mi dirigo lentamente verso i due. Vorrei capire come sono sistemati e che stanno facendo. Mi avvicino e vedo la schiena di un maschio, bella larga di spalle e di pelle molto chiara, dai movimenti del bacino è ovvio che sta scopando ritmicamente quello che gli sta in piedi davanti, forse a gambe larghe. Qualcosa non torna comunque, due maschi è raro che scopino in quel modo. Sono sempre più incuriosito e ammetto che sento dentro di me come un piccolo vortice che si muove e gira, quasi un piccolo stordimento, il preludio ad uno stato di eccitazione.
Ora sono molto vicino a loro, quasi alle spalle di lui e noto che un seno di donna è nella sua mano sinistra. La sta palpando bene. Sento tra il fragore dell’acqua che lei emette dei gemiti quasi ad intermittenza, butta la testa indietro fino a toccare le rocce e la riporta in avanti. Sembra avere i capelli chiari, forse biondi, non troppo lunghi e bagnati ovviamente. Continua a emettere suoni quasi gutturali. Lui le assesta dei colpi ben precisi in modo continuativo con la parte inferiore del corpo che sta sott’acqua. Le ha passato le mani sotto le ascelle e l’ha presa per le spalle, sembra che la stia strattonando in basso, continuando a pomparla sotto. Ogni tanto qualche fascio di luce di un’auto che passa lontana cade di riflesso dal muro di canne palustri sempre ferme li e illumina debolmente e brevemente la scena.
Ho il cazzo duro. La vista di lui che la scopa con forza, i movimenti ritmici della sua schiena forte e larga e le tette di lei che scuotono ovunque mi fanno girare la testa.
Attorno a me altre ombre si sono radunate a guardare, un paio di loro sono molto vicini, sicuramente sono eccitati e sembra che si stiano segando tra maschi sott’acqua, basterebbe allungare una mano e verificare, sicuro di essere ben accetto ad un gioco di mani a tre. Invece mi viene di pensare che se questi due stanno scopando in modo di essere visti e guardati, probabilmente sono aperti anche a giochi con altri partecipanti. Allungo la mano destra e sfioro le natiche di lui. Se mi scaccia significa che non accettano, altrimenti…
Sto toccando il suo culo che sembra essere bello tosto, sento che si muove ritmicamente per dare colpi decisi affondando il cazzo nella figa di lei. Non ha fatto alcun cenno quando ha sentito la mia mano toccarlo. Bene, ora con il palmo aperto gli accarezzo le natiche ovunque, quasi un massaggio. Nulla…continua a scopare e sembra non prestare attenzione alla mia mano. Continuo ad accarezzarlo e poi decido di scendere sotto. Ora le mie dita gli sfiorano le palle, belle grosse. Le immagino piene e gonfie, infatti lo sono. Certo che a lui non dispiaccia, le palle gliele stringo, le accarezzo, le massaggio. Sono eccitato da morire. Ho la mano piena. Il desiderio è quello di arrivare a toccare la figa di lei, ma per fare questo devo passare tramite lui prima, visto che sembra ben disposto. Cazzo che fortuna stasera. Ho beccato una coppia etero, esibizionista e vogliosa di giocare in un posto impensabile; la pozza frequentata dai froci.
Le mie dita gli stanno solleticando ben bene le palle quando decido di scendere oltre. Sento parte della verga dura di lui, solo un po’, il resto è dentro la figa di lei. Noto però la presenza di un preservativo che lui indossa.. Che strano, una coppia che usa il condom. Le mie dita ora incominciano ad intrufolarsi come meglio possono tra lui e lei, non capisco più nulla, sento solo dei colpi. Ora lei si era accorta di una mano estranea che si insinua tra di loro. Era diventato un gioco di mano molto eccitante. Le mie dita riuscivano a salire bene o male da sotto di lei e mi accorgevo che stavo esplorando nei dintorni del suo culo, cercavo di individuare il buco. Tutto questo richiedeva da parte mia qualche contorsionismo e mi ritrovai ad essere quasi al loro fianco. Ad un tratto sento che la mano sinistra di lui si appoggia prima alla mia schiena e poi scende sulle mie chiappe a palmo aperto. Mi avvicina con forza a lui facendomi appoggiare il mio cazzo alla sua coscia. Voleva sentire la mia mazza dura sfregargli contro. Con la mano mi dava i tempi e il movimento rotatorio che voleva io tenessi. Cosi mi trovai a maneggiare sotto con la mano la figa che riceveva i colpi del suo cazzo e allo stesso tempo strusciare il mio uccello duro su di lui. Poi capii che forse voleva altro. Con un pò di coraggio appoggiai il mio uccello duro sulle sue natiche e incominciai a strusciarlo tra le sue chiappe. Era solo una strusciata esterna ma molto gradevole e ben accetta.
L’acqua calda continuava a scorrere impetuosa, attorno a noi alcune ombre che guardavano. Qualcuno si masturbava seduto sui sassi. Due maschi si erano alzati sulle rocce accanto ed erano praticamente a bagno solo fino alle ginocchia, erano avvinghiati e si baciavano. Poi uno si abbassa in ginocchio davanti all’altro e inizia a succhiarlo. Tutto sotto la flebile luce delle stelle.
E' a questo punto che lui incomincia ad aumentare il ritmo dei colpi di cazzo nella figa di lei. Aveva preso ad ansimare, ci dava dentro senza ritegno, incurante della sua donna. Pompava e sembrava pensasse solo al suo piacere, al suo godimento personale. Lei stava comunque bene, si gustava un bel cazzo che la stantuffava avanti e indietro, ognuno perso nel proprio mondo. Poi sento che lui emette quasi un urlo, roco, a mezza gola. I suoi colpi diminuiscono anche se sono decisi fino a fermarsi quasi del tutto. Appoggia le braccia in avanti con i palmi delle mani sulle rocce inarcando la schiena, da un ultimo colpo finale ed emette un gemito breve. Lei tira un lungo sospiro.
Vedo che lui maneggia con le mani attorno al suo uccello e appoggia qualche cosa sui sassi accanto ad una borsa non troppo distante e nella quale incomincia poi a rovistare.. I mieli occhi si sono abituati all’oscurità.
Io allungo ancora la mano e infilo le dita nella fica di lei, ci strofino bene dentro, le pizzico le labbra, grandi, piccole, grilletto, tutto quello che trovo. Anche se siamo sott’acqua sento comunque come sia viscida anche se è una sensazione diversa da una manipolazione a secco.
Lui ritorna verso di noi, mi allunga una cosa che nella mia mano riconosco si tratta dell’involucro di un preservativo e con un bell’accento toscano mi dice: “mettiti questo e scopala, finiscila tu, io l’ho pompata per mezz’ora e ho sborrato bene, mi sono divertito, ci vediamo dopo quando hai finito”
Minchia…il marito che mi da in pasto la moglie…grande…!
Non me lo faccio dire due volte. Mi srotolo il condom sull’uccello duro, ma fuori dall’acqua per non danneggiarlo visto che l’alta temperatura e l’acidità solforosa corrodono i preservativi.
Lei non aspettava altro. Si siede sulle rocce con le gambe all’aria e la figa fuori. Scivolo dentro di lei e insieme ci caliamo sott'acqua fino all'ombellico.
E’ calda e accogliente, ben allargata dalla scopata precedente. Ci do sotto e pompo duro pure io pensando a quando poco fa eravamo in tre. Mi eccita tutto l’insieme. La notte buia, l’acqua termale, le ombre che guardano, il mio cazzo che sta scopando, la figa aperta, il sentore solforoso, i tipi che si segano accanto a noi e ci guardano. Vado giù di testa quando c’è gente curiosa che guarda mentre faccio sesso. Mi viene da ridere e penso al Dante….certo, questo è sicuramente un girone dantesco, un girone infernale. Chissà quale? Dove ci avrebbe messo l’Alighieri ad espiare i nostri peccati di lussuria? Continuo a pompare di gusto. Ad un tratto mi accorgo che pure io sto pensando solo a me stesso, ho voglia di sborrare. Una bella schizzata tutta dedicata a me, tanto di questa gnocca che mi frega? Si lo voglio. Ora! Sento che il colpo di frusta ora sta salendo dalle mie viscere lungo la mia schiena. E’ un brivido intenso, butto gli occhi al cielo e vedo la via Lattea, lassù nell’immensità cosmica e miliardi di stelle. Non dura molto ma a me sembra un’eternità.
Mentre mi lavo l’uccello sott’acqua, lei scivola via nuotando, mi dice, thanks, it was great. La vedo raggiungere due teste sotto la cascata, e li sento ridere insieme. Rimango un poco perplesso, non capisco. Una voce alle mie spalle dice “bella scopata vero? Hai visto come prendeva il cazzo la troia?”
Mi giro ed era il lui di prima. Mi mette una mano sulla spalla e ride. “Sai che stasera credo di aver battuto il record della mia vita? L’ho pompata per almeno 40 minuti, non venivo mai e quella ,dopo il mio si è presa pure il tuo.”
“Ma…non eravate una copia allora…non capisco spiegami…mi ha salutato in inglese quando se ne è andata” gli dico.
Mi spiega che lei è finlandese, è arrivata con i due amici froci che l’hanno portata qui stasera e continua: “Ha avuto la fortuna di trovare subito me che ero accanto a loro quando sono scesi in acqua. Le ho messo subito le mani sulla figa e quella non ha perso l’occasione. Gli amici suoi erano ben contenti di liberarsene per un po’ e sapere che si stava pure divertendo. E come si è divertita! Poi sei arrivato tu a concludere i lavori.”
“Ma scusa, gli chiedo, se anche a te piace la figa che ci facevi qui in questa pozza piena di maschi?”
Ridacchia e mi dice che ogni tanto non gli dispiace inchiappettarsi un uomo se trova quello giusto.
Sorride ancora divertito, mi mette le mani sul cazzo e mi stringe in pugno le palle. “Però, gran bel l’arnese pure tu” esclama. Mi mette una mano sulla spalla e mi saluta…”alla prossima…magari rimediamo una coppia insieme…ciao”. Scivola via verso le cascate. Lo vedo salire nudo sulle rocce e poi scomparire tra la nebbiolina e i vapori dell’acqua impetuosa, calda e sulfurea.
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14 years ago
ManzoMaturo,
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La zia
Un giorno rientrato da lavoro, mia madre mi chiede se il sabato sera volevo andare a cena dallo zio Domenico, era il suo compleanno ed aveva piacere se andavo anche io. Poiché questo zio è il cugino carnale di mio nonno, visto che con mio nonno ho un legame speciale, non mi sembrava carino dire di no, così accettai l’invito. Non ero molto felice, dato che questo zio nel periodo estivo si trasferisce in un paesino della provincia di Rieti, un paesino piuttosto isolato dai centri abitati più grandi e soprattutto un paesino deserto, non c’è praticamente nessuno, nel periodo estivo penso ci siano più o meno 10 forse 15 famiglie, la maggior parte di età avanzata.
Giunse il sabato, i miei con i miei nonni andarono con una macchina mentre io andai per conto mio, in modo tale non appena finito di cenare ed aspettato la torta, sarei fuggito da lì per raggiungere gli amici. Dopo circa 45 minuti di macchina, eravamo quasi arrivati, lasciato l’ultimo centro abitato, ci addentrammo nelle buie strade di collina, percorsi circa 6 chilometri di strada, tutta in salita e quasi esclusivamente composta di curve e tornanti, finalmente eravamo giunti al paese.
La strada per arrivare a questo paese non è di passaggio, anche se c’è la possibilità di entrare ed uscire in due diversi posti, uno più breve e comodo ma con una strada purtroppo disastrata e a punti sterrata, dove non passa mai nessuno, eccetto i contadini per andare nei campi il giorno, l’altro è quello che abbiamo percorso noi, più brutto per via dei continui tornanti e più lungo ma con la strada in ottime condizioni e tutta asfaltata.
Nonostante la distanza dai centri abitati, nonostante il buoi che avvolge l’intero paesino e il silenzio assoluto, ha un suo fascino, pur essendo molto piccolo, le case sono tutte in pietra locale, i tetti in legno, solo alcune costruzioni appena fuori il centro sono nuove, altrimenti il paese è molto rustico, ed ogni volta che vado rimango affascinato, comunque siamo arrivati finalmente.
Appena arrivati noto che il paese era stato addobbato con luci e un piccolissimo palco, probabilmente c’era stata o doveva esserci un festa, le classiche festicciole di paese, comunque vederlo con tutte quelle lucette luminose, mi faceva uno strano effetto, era la prima volta che lo vedevo in quel modo. Mentre camminiamo a piedi verso la casa di zio, mi guardo intorno e vedo dei manifesti, gli do una letta e la festa iniziava proprio quella sera alle 21, forse era la volta buona che vedevo il paese un po’ popolato.
Ecco la casa di zio, suoniamo il campanello, entriamo e che bella sorpresa, oltre a noi c’erano anche i figli di mio zio, Erasmo singolo un temerario nonostante i suoi 40 anni, Giacomo sposato con Liliana con due figli, uno 17 anni e l’altro 19 anni e per ultimo Sandro il mezzano sposato con Alena, una bella donna di colore, senza figli, praticamente c’eravamo tutti e passiamo ai saluti.
Dopo i saluti e quattro chiacchiere ci mettiamo a tavola e cominciano a cenare.
Una cena favolosa, la cucina casereccia è la migliore in assoluto, la carne e le patate cotte al forno a legna, hanno un sapore completamente diverso, tutto davvero molto buono, passata la torta scartati i regali, brindato, alzato un po’ il gomito, in queste occasioni si mangia, si beve ma non ti rendi conto di quanto bevi fin quando non è il momento di alzarsi. La festa era già iniziata, così decidiamo di uscire fuori, ero particolarmente incuriosito nel vedere quante persone ci fossero.
Un po’ di persone c’erano, certo non molte e quasi esclusivamente over 60, c’era un tizio molto buffo sul palco che parlava ma non si capiva quasi nulla di ciò che dicesse, comunque già immaginavo lo svolgersi della serata, fisarmonica, canti popolari e balli di gruppo, ero sicurissimo, quindi pensai resto una mezz’oretta e poi fuggo via di corsa. Intanto i due ragazzi, avevano già preso la macchina del padre per andare ad un paese vicino con molta più vita e ragazzi e io sarei partito poco dopo di loro, giusto il tempo di smaltire un po’ di alcool.
Gli effetti dell’alcool si sentivano nonostante in quel posto si sentiva un leggero vento fresco accarezzarti la pelle, era molto piacevole ma sentivo caldo ugualmente, mentre tutti erano sotto il palco ad ascoltare musica (non mi ero sbagliato fisarmonica), io mi dirigevo verso casa, dovevo andare in bagno a tutti i costi, sentivo la vescica scoppiare, entro in casa corro in bagno, era occupato, certo non potevo chiedere quanto avesse da fare, così decisi di andare fuori, nella parte opposta alla festa, in quella strada deserta e buia. Cammino un po’ giusto per allontanarmi dalle auto parcheggiate, hai visto mai qualcuno doveva prendere qualcosa nella macchina, faccio ancora qualche passo, la strada era completamente buia, neanche la luce della luna raggiungeva quella strada, non potevo più trattenermi, non ce la facevo, sto per tirarlo fuori, quando all’improvviso sento una voce che mi chiama, era mia zia Alena, con quel buio pesto, lei di colore, vestita di nero per giunta, poi il pensiero, l’unico pensiero di urinare perché mi stavo sentendo male, non l’avevo proprio vista.
Si avvicina chiedendomi così ci facevo lì, perché non ero alla festa, in quel posto non c’era nulla da vedere, sinceramente il mio primo pensiero vedendola un po’ agitata, venire verso di me cercando di non farmi andare oltre, facendo tutte quelle domande, era che si è imboscata con qualcuno, così alla sua domanda risposi con la stessa domanda, chiedendole cosa ci faceva lì, da sola, al buio? E intanto cercavo di andare avanti per vedere se i miei sospetti erano fondati.
Mi guarda con aria intimorita, con la voce tremolante, cerca di spiegarmi cosa faceva, continuava a fissarmi e mi chiese se sapevo mantenere un segreto, risposi che poteva stare tranquilla con me, così mi confessò che si era allontanata per fumare una sigaretta, zio aveva smesso di fumare e non voleva che lei fumasse, così doveva farlo di nascosto, per questo si era addentrata nella strada buia lontano da tutti, ma dopo due tiri l’aveva gettata perché aveva visto qualcuno arrivare, ero io, visto che anche io fumo, gli diedi una sigaretta delle mie.
Solo che io stavo davvero male, non potevo più trattenere, così le dissi che io invece ero andato per fare pipì, visto che il bagno era occupato e non potevo trattenere. Si fece una risata e disse fai pure non ti guardo non vorrei ti sentissi male e senza farmelo ripetere due volte feci qualche passo più in là, lo tirai fuori e cominciai a liberarmi. Che sollievo, avevo trattenuto talmente tanto che una volta finito sentivo proprio un senso di liberazione di benessere.
Mi avvicinai a lei, dicendogli che le facevo compagnia, mi fumavo una sigaretta anche io e poi sarei tornato a Roma, lei mi chiese perché andavo via così presto e risposi che la gioventù scarseggiava, anzi non c’era proprio, lei disse che potevo ballare un po’, scatenarmi, mi feci una risata poi le dissi che ballare a suon di fisarmonica non era il mio forte, anzi non conoscevo proprio i passi di quei balli, così si avvicinò e mi disse che poteva farmeli vedere lei i passi, poi aggiunse se gli concedevo l’onore di fare un ballo con lei.
Già di mio non amo il ballo e non sono molto bravo, poi quei balli che non conoscevo neanche da dove iniziare, però non potevo rifiutare, avevo un buon rapporto con lei, nonostante ci vedevamo pochissimo, molto raramente. Accettai, mi prese la mano sinistra e la poggiò sulla schiena nella parte bassa, quasi ad abbracciarla, lei poggiò il suo braccio sulla mia spalla, con la mano dietro al collo, poi prese la mia mano destra e la strinse alla sua, alzandola leggermente verso l’alto e cominciò a fare i primi passi.
Ero molto impacciato nei movimenti, non sapevo dove mettere i piedi, avevo timore di pestarle un piede e poi ero confuso, la sua mano dietro al collo sembrava mi stesse accarezzando dolcemente, mi fermai e le dissi che proprio non mi riusciva di fare quei balli. Disse di provare a cambiare ballo di provarne uno più semplice, dove i passi contavano poco, ero più un gioco di bacino che movimenti di piedi veri e propri.
Le dissi di si, ma se anche questo non andava era meglio lasciar perdere. Prese nuovamente la mia mano sinistra e la poggiò su un fianco, prese la destra e la poggio sull’altro fianco, poi anche le sue mano si poggiarono sui miei fianchi, poi mi disse di allargare leggermente le gambe, anche lei le allargò leggermente, per poi mettere una sua gamba in mezzo alle mie e la mia gamba destra in mezzo alle sue. Pensai dentro di me che quella posizione dei corpi mi ricordava tanto la lambada o comunque un ballo molto simile. Cominciarono i movimenti di bacino, lei era molto brava, si muoveva davvero bene, mentre io ero sempre impacciato, ma rispetto al ballo precedente molto più sciolto.
Cominciavo a prenderci la mano, sentivo le sua mano stringere i miei fianchi, la sua gamba s’infilava sempre di più tra le mie gambe, strusciando la coscia nei miei genitali, di conseguenza essendosi lei praticamente infilata sotto di me, la mia coscia strusciava le sue parti intime, lei con leggero sorriso stampato sul volto, io non riuscivo più a sorridere mi stavo eccitando. Ormai il cazzo era duro e se ne accorse anche lei nel momento in cui mi strinse a se.
Il sorriso era scomparso dal suo volto, si era accorta che mi ero eccitato, non disse una parola, fece scivolare le sue mano sulle mie natiche e mi spinse contro di lei, poi mi disse di mettere anche lei mie giù, così feci scivolare anche le mie sulle sue. Ora l’eccitamento era davvero al culmine, provavo dolore, avendo il cazzo sacrificato dentro i jeans, aveva un culetto bello sodo, mentre continuavamo a ballare per così dire, le massaggiavo quel bel culetto.
Un'altra forte spinta contro di se, poi si tira leggermente dietro, mette le mano sul mio viso e mi bacia sulla bocca, prima un bacio leggero sulle labbra, poi di nuovo affondando la lingua contro la mia. Un bellissimo bacio durato qualche minuto, dove le mano in quei minuti erano ovunque, le mie toccavano ogni parte del suo corpo sopra il vestito e le sue toccavano ogni parte del mio corpo. Poi delicatamente, le sollevai il vestito, con la mano gli massaggiavo la figa, sopra le mutandine, poi spostai leggermente le mutandine da un parte e cominciai a massaggiarla.
Quando infilai la mano nelle mutandine, sentendo la sua figa, rimasi, l’aveva completamente depilata, era calda, umidiccia, infilai prima un dito, poi un altro, e lei si muoveva tutta eccitata.
Raggiunsi uno stato di eccitamento mai raggiunto prima, forse perché stavo per fare sesso con mia zia, forse perché era una donna di colore, ho sempre desiderato fare sesso con una donna di colore, ma non ne ho mai avuto l’opportunità.
Scesi baciandola verso il collo, lei lo tirò su per darmi la possibilità di baciarla meglio, nel frattempo continuava a toccarmi, mentre la baciavo con le mano facevo scendere le bretelle del vestito, per scoprirle il seno, non indossava il reggiseno poiché aveva un vestito con un ampia scollatura sulla schiena, il seno non era grande ma ben fatto, con grandi capezzoli, scesi a leccarglieli e succhiarli, intanto passava le mano tra i miei capelli con foga.
Ormai in preda all’eccitamento, stavo per tirargli giù il vestito e scendere verso la figa, avevo una gran voglia di leccarla tutta, mi fermò, mise di nuovo le sue mano sul mio viso, mi fece sollevare la testa, un altro bacio con la lingua, questa volta pieno di passione e foga, si piegò davanti a me, con rapidità sbottonò i jeans e tirò fuori l’uccello ormai già duro e dritto da un bel po’, una liberazione per me quando lo liberò dai jeans.
Prima ci giocò un po’ con la mano, poi cominciò a leccarlo dalle palle a salire verso la cappella, per poi infilarselo in bocca, succhiandolo con molta foga, di tanto in tanto cercava di prenderlo tutto in bocca, ma lo tirava subito fuori, probabilmente gli dava fastidio tutto in bocca. A dire il vero mi sarei aspettato di meglio da mia zia, non era molto brava a spompinare, ogni tanto sentivo i denti raschiare sopra il cazzo, un po’ doloroso.
Poi si alza, senza dire nulla si gira, si piega in avanti, alzo il vestito, sposto le mutandine quel tanto che basta per metterlo dentro e lo dirigo dritto verso il culo, appena lo appoggio e provo a spingerlo dentro, lei si alza di scatto, dicendomi che lo voleva nella figa, il culo se ci sarebbe stata un'altra occasione me lo avrebbe dato ma non quella sera, voleva solo godere, voleva solo sentirlo tutto dentro la figa. Si piegò nuovamente e questa volta lo indirizzai dritto nella figa.
Essendo già molto eccitata, aveva la figa bella bagnata, scivolò dentro meravigliosamente. Come era bella calda, bagnata, vogliosa di cazzo. Lo infilavo dentro dolcemente, ma quando vidi lei che spingeva forte, sempre più forte contro di me, capii che voleva essere presa di forza e non con dolcezza, così comincia a spingere forte, sempre più dentro, se avessi potuto avrei infilato anche le palle in quella figa, adesso sentivo che gli piaceva.
Che bello, lei piegata davanti a me, io che gli spinge forte il cazzo dentro, sentivo i mugoli di piacere alternati a sospiri, stringevo forte le mie mano sulla sue natiche e la spingevo contro di me, sempre più forte e lei sempre più forte emetteva gemiti di piacere. Stava per godere, ripeteva continuamente di spingere forte, di non fermarmi, intanto allargava la figa più che poteva per dar modo al cazzo di entrare dentro il più possibile, finalmente aveva goduto, d’un tratto la sentii rilassarsi.
Avevo sofferto tantissimo nel trattenermi, ormai lei aveva goduto, adesso potevo farlo anche io, non se se avrei resistito ancora per molto, le dissi che stavo per venire, volevo metterglielo nella bocca, ma lei si tirò su di scatto e lo prese in mano, due smanettate ed ecco raggiunto il mio orgasmo. Il primo schizzo di sperma uscii con una tale violenza e forza, che rimasi stupito anche io, era la prima volta, sentii proprio che usciva forte a pressione, non so dove sia finito, poi gli altri sempre meno ma comunque in abbondanza.
Continuava ancora a tenerlo in mano, un po’ si era sporcata la mano, di sperma, gli feci cenno di leccarla ma lei si rifiutò, dicendo che non era una puttana, ma solo una donna che aveva bisogno e voglia tanta voglia di scopare e godere. Mi diede un bacio, si mise a posto il vestito, si pulì la mano con una foglia di un albero, si avvicinò di nuovo, mi diede un altro bacio e mi disse che ero stato grande era da molto, forse troppo tempo che non godeva più in quel modo e se ne andò via.
Restai lì fermo ancora qualche minuto, non volevo che qualcuno ci vedesse scendere uno dietro l’altro. Il pompino non fù un gran che, rimasi deluso sinceramente, ma comunque la scopata fu divina, ripeto forse perché era mia zia, forse perché era di colore, non lo so ma ho goduto, ho provato un piacere intenso e forte quella sera.
Dopo una mesata circa, andai ha trovarla dove lavorava, era segretaria di una piccola impresa edile, il titolare era quasi sempre fuori per lavoro, in visita nei cantieri, appuntamenti e lei era sempre sola nell’ufficio, speravo che come aveva detto stavolta mi dava il culo, invece appena la vidi, rimase stupefatta, era la prima volta che andavo da lei a lavoro. Non mi fece parlare, spiegare il motivo della visita, non una parola, mi disse subito che quella sera lei aveva avuto un attimo di debolezza, per quanto fosse stato stupendo, non poteva continuare ero suo nipote e questa cosa nei giorni seguenti la fece star male. Senza dire una parola andai via.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Mia cognata
Questa storia risale a qualche anno fa, precisamente il 2000. Ero fidanzato con una ragazza da 3 anni, una cosa piuttosto seria, un fidanzamento ufficiale, ormai ero di casa da lei, mi avevano preso tutti a ben volere, mi trovavo bene con i suoi famigliari e lei con i miei, andavo d’accordo con tutti, premetto che lei aveva tre sorelle, una grande sposata, e altre due più piccole di lei, all’epoca io avevo 23 anni, lei 20, la sorella dopo di lei 19 Giovanna e la più piccola 18 Sara, tutte e quattro belle ragazze, solo che lei e la più grande un bel corpo ma un seno scarso, mentre le più piccole oltre ad essere davvero belle soprattutto la più piccola un visino angelico, un corpo favoloso, un culo da urlo e due tette enormi, portavano entrambe una quarta, ma non di quelle calate nonostante fossero grandi, stavano belle tirate su, comunque con la più piccola Sara non so per quale motivo esattamente, non scorreva buon sangue, era sempre un po’ acida nei miei confronti, risposte a cavolo e con tono infastidito, mentre con l’altra si scherzava e giocava continuamente, praticamente era l’esatto contrario. Tutto questo per tre anni, poi negli ultimi periodi sembrava essere più docile, meno acida e a dire il vero si cominciava a stare bene anche con lei, capitò di fermarmi a dormire a casa di lei e avendo loro un letto matrimoniale dove dormivano insieme, io dovevo dormire nel letto insieme a tutte e tre e durante la notte ti giri e ti rigiri, poi ti svegli che una mano è finita su una tetta e stranamente rimaneva li senza che nessuno la togliesse, non che la cosa mi dispiaceva sia chiaro, anzi al contrario avevo cominciato a prenderci gusto e tanto. Era arrivato luglio del 2000, i genitori della mia fidanzata dovevano partire per Milano a trovare dei parenti e mi chiesero se per quella settimana potevo fermarmi a casa loro la sera, per non lasciare le ragazze sole e accettai, dicendogli di stare tranquilli c’ero io con loro e così partirono. Durante quella settimana, le cose filarono tutte lisce, nessun problema, si continuava a dormire tutti e 4 nello stesso letto, solo che immaginate a luglio in 4 a letto si moriva di caldo, loro vestite per così dire, canottiere molto larghe senza reggiseno e un specie di pantaloncini molto ma molto aderenti, io solo so come stavo dentro quella casa, ma nonostante tutto la settimana era quasi finita ed era filato tutto liscio, l’unico problema che si era creato in quella settimana è che avevo una voglia pazzesca di fare sesso con la più piccola, stava diventando un ossessione, non so se vi è mai capitato di desiderare una donna da morire, ma data la situazione era molto difficile provarci, anche perché a parte quello che accadeva la notte mentre si dormiva, per il resto da parte sua non c’era mai stato neanche un minimo segno, quindi rischiare di provarci, poi con quel caratterino che aveva, era molto pericoloso, quindi dovevo tenermi questa irrefrenabile voglia di fare sesso con lei ed aspettare che la settimana finisse presto.
Mancavano due giorni al rientro dei genitori, di solito tornato da lavoro passavo a casa doccia cambio e poi andavo da loro, ma quel giorno prima di andare a casa mia passai da loro, avevo lasciato nel bagno le mie cose per la barba e dovevo prenderle, arrivo suono e non risponde nessuno, così apro la porta con le chiavi ed entro, pensavo fossero uscite a prendere qualcosa, così andai al bagno per prendere la mie cose, apro la porta e davanti a me un visione celestiale, Sara completamente nuda, a pecora davanti la porta che si stava asciugando, io guardavo in silenzio non uscivano le parole, appena si è accorta che qualcuno aveva aperto la porta, a fatto uno strillo di paura e poi sempre nuda senza neanche coprirsi dice “a sei tu mi hai fatto prendere un colpo…che fai esci o vuoi vedere anche come mi vesto?”…le dico che dovevo prendere le mie cose e andavo via, lei mettendo semplicemente la mano a coprire la passera, restando con le tette di fuori mi dice “va bene ma sbrigati dovrei vestirmi”, prendo le cose la saluto e vado via, arrivato davanti al portone di casa mi chiama e dentro di me pensavo “ci siamo ecco che vuole una ripassata” e invece “tu non mi hai visto nuda ok?”, dissi che andava bene e me ne andai a casa. Per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare a lei a quel meraviglioso corpo, che forse avrei dovuto provarci, che lei non si era coperta perché aspettava che facessi la prima mossa io, comunque ormai era andata in quel modo e indietro non si poteva tornare. Preparato, torno a casa loro, c’erano tutte e tre la cena era pronta, ci mettiamo a tavola e lei mi guarda e mi fa un sorriso per poi abbassare la testa, finito di cenare, sparecchiata la tavola, la più piccola esce con gli amici, l’altra andava a dormire dalla cugina e noi in casa a vedere la tv sul divano. Dopo qualche minuto la mia fidanzata comincia a strofinarsi, aveva voglia di farsi una scopata, ma nella testa avevo lei Sara e pensavo che quella sera andava come andava ci avrei provato, quindi non potevo scaricarmi, perché se fosse andata bene dovevo dare il meglio di me, così con qualche scusa rifiutai le sue avance, poi non riesco ancora a capire perché se una donna non ha voglia e dice no è no e si deve stare zitti, se una volta su un milione è l’uomo a dirle di no vanno su tutte le furie, comunque andò così, incazzata disse che se ne andava a letto ed io restai sul divano a vedere la tv. Fortuna era venerdi e l’indomani niente lavoro, perché era l’una e mezza e ancora non tornava Sara, ormai stavo crollando e avevo deciso di andare a letto, quando sento che stava rientrando, così mi rimetto comodo sul divano ed aspetto che entrasse. Entra si guarda in giro poi mi dice “ e tu che ci fai ancora sveglio e da solo?” le rispondo “Giovanna è andata da tua cugina dorme li, Monia era stanca, aveva mal di testa ed è andata a dormire e io sono rimasto qui solo soletto” lei “va bhe dai resto un po’ io a farti compagnia”. Si mise seduta vicino a me a guardare la tv, dopo qualche minuto mi dice “senti ma perché non fai un giro vediamo se c’è qualche filmetto spinto?” le rispondo “si che i filmetti spinti li trasmettono così in tv, ma che dici” lei “ho capito ma questo film è una palla, non c’è altro di bello, allora me ne vado a letto”, in quel momento mi passarono per la testa mille cose da dire, ma tra tutte le dissi solo “Sara mi dai un bacio?” e lei “certo che problema c’è sei mio cognato te li ho sempre dati” io “ si ma sulle labbra” lei “guancia o labbra sempre un bacio resta”. Si avvicina mi da un bacietto sulle labbra, poi mi guarda e mi bacia come si deve, con molto calore e passione, subito la mano scivola dentro i pantaloni, lei si mette in modo da poter spostare le mutandine e finalmente arrivo in quella figa bollente già bagnata, la massaggio un po’ e poi infilo il dito tutto dentro, lei infila la sua mano nei pantaloni e afferra il cazzo smanettandolo con estrema delicatezza, quando ad un tratto sento un rumore, la fermo ci ricomponiamo e eccola sbucare tutta insonnolita che si era alzata per bere, fortuna per un pelo non ci ha visto, ma avevamo rischiato di brutto, poi con un certo imbarazzo Sara mi guarda e dice “io adesso vado a letto perché credo sia meglio altrimenti stasera si mette male” e va a letto. Restai ancora qualche minuto sul divano, sentendo l’odore della sua figa sul mio dito, un profumo inebriante, poi mi alzai e andai a letto. Vado per mettermi dentro al letto e Sara mi chiede di dormire in mezzo aveva paura almeno sentendomi vicino stava più tranquilla e mi addormentai. Durante la notte o forse la mattina presto, non lo so che ora fosse, so solo che Sara aveva preso di nuovo il cazzo in mano e mi stava facendo una sega, così mentre lei mi faceva una sega molto piano per non svegliare la sorella io gli massaggiava la figa fino a farla venire e subito dopo venni anche io riempiendole la mano di sborra calda, poi prende il mio dito mette la sborra che aveva sulla sua mano e se lo mette in bocca e lo ripulisce tutto e mi sussurra all’orecchio “questo è solo il dito pensa cosa farei al cazzo, spero di poterlo assaggiare domani, buona notte”. Passai il resto delle ore sveglio, fino alle 9 per poi alzarmi, cominciava una nuova giornata e soprattutto Sara voleva farmi un pompino quel giorno stesso. Sfortunatamente la giornata giunse a termine, durante l’arco della giornata non ci fu mai un occasione ideale per farmi spompinare da Sara, avevamo provato 5 o 6 volte, lo tirava fuori e come lo portava in bocca, via a ricomporci subito perché arrivava qualcuno, avevamo anche pensato di uscire con una scusa, ma niente da fare qualcuno si accollava sempre o Monia o Giovanna, così decidemmo di provare un altro giorno, l’indomani non era possibile perché tornavano i genitori quindi speravamo nella settimana seguente. La settimana era finita i genitori tornati, io ero tornato a dormire a casa mia da domenica sera. Passò il lunedì e il martedì, non vidi Sara in quei due giorni ma ci sentivamo spesso per telefono, mi ripeteva continuamente di avere una voglia pazzesca di scopare con me e che sperava arrivasse presto l’occasione giusta, poi il martedì stesso la sera ero con Monia, che mi chiese se poteva andare 3 4 giorni da una cugina che viveva appena fuori Roma una 70 di km e se potevo portarla io Giovedì sera per poi riprenderla la domenica, pensai tra me e me ecco che si stava presentando l’occasione tanto attesa, come rifiutare quella proposta? Non si poteva davvero, già pensavo la porto giovedì e poi venerdi, sabato e domenica fuoco e fiamme con Sara. Giunse il giovedì alle 19 dovevo passare a prenderla per portarla dalla cugina, arrivato a casa sua, un saluto a tutti un caffè e non potevo distogliere lo sguardo da Sara era uno splendore, truccata, una camicetta molto scollata e molto trasparente e una minigonna molto mini e pensavo chissà dove andrà questa sera. Pronti per la partenza valigia caricata in macchina salgo, sale Monia e sale Sara, quell’attimo ho pensato ecco parte anche lei addio fuoco fiamme, così le chiedo dove andava e rispose con voi, lo sapevo partiva anche lei, nel mentre Monia mi dice di aver chiesto a Sara di venire con noi così al ritorno avrei avuto compagnia, non avrei viaggiato da solo, e aggiunse “stranamente neanche gli ho chiesto di venire per farti compagnia al ritorno che già aveva detto e si è andata a preparare”, non potevo crederci al ritorno io e lei da soli, fuoco e fiamme cominciavano giovedì stesso non venerdi. Arrivammo dalla cugina, alle 20:30, abbiamo cenato con loro e poi verso le 22:30 ci siamo preparati e partiti, prima di andar via le solite raccomandazioni andate piano, appena arrivati fate uno squillo, ecc…
Finalmente partiti e soli, forse avevamo percorso 200 metri e già mi era addosso, baci sulle guance, labbra e collo, mi stava facendo impazzire, con la mano toccava il cazzo da sopra i pantaloni, poi prende la mia mano e se la mette in mezzo alla figa, fare il viaggio di ritorno in quel modo era impossibile, così giunti alla prima area di servizio, mi fermo, faccio rifornimento e lei mi dice “hai fatto il pieno alla macchina ora devi fare il pieno anche a me”, cavolo era indemoniata, il cazzo mi stava scoppiando e comunque fare sesso nell’area di servizio non mi sembrava il caso così le dissi di aspettare il primo posto tranquillo mi sarei fermato immediatamente e lei disse che andava bene. Ripartiti dopo una ventina di chilometri si parlava del più e del meno, lei mi chiedeva da quanto tempo la desideravo, e così via, poi tirò fuori il cazzo e prese a succhiarlo, aveva una bocca e una lingua d’oro, mentre lo succhiava sentivo la sua lingua avvolgermi il cazzo, gli piaceva davvero molto fare pompini, quando cominciò a sentire che stavo per venire si fermò di colpo e mi fece bloccare, dicendo “e no caro mio non puoi venire adesso, non vorrai lasciarmi a bocca asciutta, ho la figa fradicia che aspetta solo che me lo metti dentro”, finalmente usciti dall’autostrada trovo una stradina semideserta, mi infilo per quella strada e un paio di chilometri più avanti un posto isolato con qualche macchina ferma, probabilmente avevo trovato un posto dove le coppiette andavano a scopare, proprio quello che ci voleva. Mi fermo lontano dalle altre macchine, spengo il motore, do un occhiata fuori, mi giro verso di lei e già aveva sdraiato il sedile tolto il perizoma e tirata sul la minigonna, una figa bellissima, stretta, depilata con solo un filetto di pelo, mentre la guardo slaccia la camicetta, la toglie, toglie anche il reggiseno e mostra quelle due tette fantastiche, che spettacolo. Mi avvicino a lei, la bacio, con la mano le massaggio la figa, per poi infilargli il dito dentro, non appena entra il dito sento la figa contrarsi e comincia a muoversi, con l’altra mano le massaggio le tette, i capezzoli e continuo a baciarla, poi scendo e comincio a leccargli la figa, lei mette le mano sulla mia testa e mi spinge contro la figa, muovendo in bacino su e giù, non resto molto a leccargli la figa, poiché in macchina comunque si sta un po’ scomodi e poi perché volevo infilare il cazzo li dentro non ce la facevo più, così mi misi sopra di lei, prese in mano il cazzo e se lo mise dentro la figa. Era completamente bagnata, scivolò dentro senza esitazioni, era bollente, era bella stretta, nonostante adorasse il cazzo non scopava moltissimo, allargò le gambe le tirò bene su sopra la mia schiena, e comincia a scoparla con sempre più foga, alternando colpi secchi e decisi fino in fondo, a lenti entra ed esci dalla figa. Il suo corpo si contorceva dal piacere, emetteva gemiti di piacere, le piaceva moltissimo, poi mise le entrambe le mano sopra la testa, aggrappata al poggia testa del sedile, e ogni volta che affondavo tutto dentro lei con il corpo mi veniva incontro, i gemiti, i mugoli si facevano sempre più intensi e forti, il corpo si muoveva sempre di più, sempre di più fino al raggiungimento dell’orgasmo, era venuta, aveva goduto come una troia, mancava poco e venivo anche io, ero pronto per tirarlo fuori e sborrarle in bocca, quando mi fece fermare, dicendomi che voleva salire lei sopra di me, voleva scoparmi lei. In machina lo scambio dei ruoli fu un po’ problematico ma alla fine ci siamo riusciti, mi sdraio sul sedile, lei sale sopra, prende nuovamente il cazzo e se lo mette di nuovo nella figa, avvicina le tette alla mia bocca per farsi leccare i capezzoli, e intanto mi cavalcava, poi si fermò, tolse il cazzo dalla figa, pensavo volesse farmi venire con la bocca e invece sento che lo posiziona di nuovo, ma stavolta non nella figa ma nel culo. Era così stretto che entrò a stento dentro nonostante il cazzo fosse ricoperto del suo orgasmo, fece una smorfia con il viso, un’ espressione di sofferenza di dolore, mi guardò e mi disse “solo un cazzo è entrato qui dentro e per pochi secondi, voglio che il tuo ci resti di più e che mi vieni dentro”…
Ragazzi che spettacolo, un culo semivergine tutto per me, meraviglioso, dopo un po’ nel culo sentivo già che si stava allargando e scivola dentro sempre meglio e anche l’espressione del suo viso era cambiata da sofferente sembrava di piacere, ora cominciava a spingerselo sempre più dentro sempre più forte, fino a che non riuscendo più a resistere lo riempii di sborra, tutto dentro. Restò ancora sopra di me, con il cazzo ancora duro piantato nel culo, e mi baciò con molta foga e passione, le era piaciuto aveva goduto prendendolo in culo, queste sono soddisfazioni, vedere una donna una ragazza che gode da morire. Quella magica atmosfera fu interrotta da Monia, una chiamata per sapere dove eravamo, se eravamo arrivati, così di corsa ci siamo rivestiti e siamo andati via subito. Arrivati a casa sua la lascio, prima di scendere un ultimo bacio e mi dice “sei stato fantastico, ti aspetto domani, buona notte”, scende e va a casa e io a casa mia, che scopata meravigliosa. Il giorno seguente mi manda qualche sms dicendomi cosa aveva provato, che gli era piaciuto moltissimo e che voleva scopare ancora, così tornato da lavoro, avevo appena finito di cenare, suona il campanello, era lei che mi chiede se potevamo portare una sua amica a casa, presi le chiavi della macchina e portai la sua amica a casa insieme a lei. Al ritorno eravamo soli io e lei, il tempo a disposizione purtroppo era poco on potevamo stare troppo tempo fuori da soli alla fine qualcuno avrebbe sicuramente pensato a male, quindi pur avendo entrambi una voglia pazzesca di scopare, lei si era sacrificata, facendomi un pompino mentre tornavamo a casa, con quella boccuccia, con quella lingua, succhiando in modo impeccabile, non ci mise molto a farmi venire, tutta in bocca, la ingoiò tutta senza farne cadere neanche una goccia, arrivati sotto casa sua mi disse “piaciuto? Sono stata brava? Spero che domani troviamo un modo per scopare, ora mi lasci così tutta eccitata” un bacio e ognuno a casa sua.
L’indomani il sabato, passo a casa sua, salgo prendo un caffè e le chiedo se poteva venire a darmi una mano a casa per lavare la macchina, davanti alla madre così almeno se Monia avesse chiamato non ci sarebbero stati problemi, io ero solo a casa i miei genitori erano andati fuori, così prendiamo e andiamo a casa mia, metto la macchina nel garage e saliamo. Appena entrati in casa mi salta sopra e mi bacia subito, toccando il cazzo con la mano, e mi dice “ andiamo subito ho una voglia pazzesca, ieri sera mi hai lasciato molto eccitata”, senza dire una parola diretta in camera, in 30 secondi era già nuda, sdraiata sul letto a gambe aperte che si toccava la figa, mi spoglio anche io e lo infilo subito dentro. Comincio a scoparla facendolo scivolare piano piano, ogni tanto lo tiravo fuori per poi rimetterlo dentro, poi mi prende mi fa sdraiare e sale lei sopra, dando delle affondate quasi volesse spaccarsela, mi scopa un po’ in quella posizione poi si alza e si sdraia a pancia sotto, sollevando il culo, pensavo volesse prenderlo al culo, invece nel mentre lo stavo per mettere dentro mi dice di no lo voleva ancora figa, e così lo rimetto nella figa. Spingevo dentro, tutto e sempre più forte, sentivo lei godere come una troia, gli piaceva e come se gli piaceva, spingevo forte e lei mi veniva incontro e dopo alcuni minuti esplode in un orgasmo, anche io stavo per venire se ne era accorta anche lei e mi disse “non fermarti continua spingi vienimi dentro dai sborrami in figa, dai, si così, continua non fermarti” e poco dopo le riempii la figa di sborra. In quell’attimo preso dal piacere,dalla situazione non ho neanche pensato e le sono venuto dentro, poi però un pensiero mi passo per la testa,così gli chiesi se prendeva la pillola e rispose di si, un sospiro di sollievo. La prima volta in macchina la scopata fu spettacolare, ma questa volta sul letto fu divina anche se non era la prima volta.
La settimana era finita, la domenica andai a prendere Monia, le possibilità di scopare con Sara da adesso erano poche, con Monia di nuovo a casa era difficile, comunque nei mesi seguenti, per la precisione i 5 mesi seguenti, ci furono altre occasioni, ma molto poche e quasi sempre di corsa, alternando una volta la bocca, una volta la figa e una volta il culo e dopo un po’ fare sesso in quel modo, sempre di corsa, sempre con l’ansia, non era più magico come le prime volte e poi tutto finì, lei si fidanzò con un ragazzo e niente più scopate, comunque il desiderio che avevo di scoparmela è stato esaudito ed è stato meraviglioso finchè è durato.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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