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La prima volta con paola trans dotata
La prima volta con Paola
Paola è una transessuale non operata di origine napoletana che ho conosciuto sulle strade di Verona, durante le mie prime uscite notturne completamente travestita in cerca di esperienze con miei simili e di esibizionismo. Nell’intimità del suo appartamentino mi aveva soggiogato con i suoi modi gentili, chiedendomi di farle vedere come mi vestivo e che belle cosine che avevo per diventare una femminuccia e aiutandomi nel trucco aveva iniziato a sfiorarmi delicatamente il sedere per poi accarezzarlo complimentandosi per come lo facevo risaltare con i body fascianti con il bordo di pizzo e di come mostravo il pube dopo aver ripiegato indietro il mio duro menbro che a detta sua rispecchiava la mia natura ambigua in quanto della misura giusta ne troppo piccolo ne troppo grosso. Intanto le sue carezze si facevano sempre più mirate sull’obbiettivo che nella sua mente si era prefissata e cioè il mio culo che sapeva ancora vergine quindi era particolarmente eccitata e determinata all’idea di riuscire a sverginarmi. Tutte le sue manovre dolci stavano scatenando una ridda di sensazioni che non avevo mai provato fino ad allora e che mi turbavano ma di cui non sapevo più fare a meno, tanto più che mi stava insegnando moltissime cose per vestirmi truccarmi e anche…. Prima mi aveva chiesto se ero vergine e alla mia risposta affermativa subito gli occhi le brillarono di lussuria e desiderio, si fece più languida e avvicinandosi al mio viso fino a sfiorarmi le labbra, che aveva appena finito di valorizzare con un rossetto color fucsia lucido, mi chiese con voce calda e sensuale se non desiderassi provare a prenderlo in culo da lei. Mi sentivo le guance infuocate e il cuore che mi batteva all’impazzata nel petto, dentro di me lo desideravo, più di ogni altra cosa, sentivo scorrere il sangue nelle mie parti intime accendendole di desiderio e inconsapevolmente stavo contraendo ritmicamente i muscoli anali, il suo alito era caldo sempre più vicino, socchiusi gli occhi e con la punta della lingua incomincia a lambire le sue labbra. Sapevano di buono era stupenda la sensazione di impasto tra i nostri due rossetti, lei capi il mio turbamento e lasciò che fossi io a continuare a inoltrarmi sempre più nella sua bocca a cercare la sua lingua per succhiarla e aprendo nuovamente gli occhi le donai uno sguardo di eterna gratitudine per avermi sbloccato dalle mie paure e inibizioni. Ormai dentro di me sapevo che non mi sarei più fermata, non volevo più tornare indietro volevo assaporare ogni singola sensazione di piacere che scaturiva dalla carnalità dei nostri corpi femminili sempre più vicini e avvinghiati. E ancora di più Paola mi lasciava fare, lei aveva intuito che se mi avesse forzata mi sarei bloccata mentre lasciandomi andare a briglia sciolta sentendo i suoi sospiri di piacere e le sue dolci carezze sul mio corpo ero io che mi spingevo sempre più oltre calandomi nei panni di Gloria Cipriani femmina lussuriosa e perversa. Così mentre continuavamo il nostro languido lingua in bocca la spinsi sul divano in modo che si distendesse e con le mani incomincia a percorrere il suo corpo e a spogliarla o meglio ad aprire la camicetta di raso bianco che portava per vedere e appropiarmi del suo seno che uno splendido reggiseno nero valorizzava. Mi sentivo dentro un fuoco di lussuria incredibile le sensazioni e il turbamento erano tali o meglio molto più intense della mia prima volta con una donna e dentro di mè questo mi piaceva da impazzire, ma era ancora niente rispetto a ciò che avrei provato di lì a poco. Il profumo femminile che scaturiva dal suo corpo mi inebriava e Paola se ne accorse e scostandomi dolcemente si alzo e andò con passo flessuoso verso il comò, io rimasi seduta sul tappeto ad ammirarla mi resi conto di invidiare il suo corpo le sue curve la sua femminilità estremizzata dalla camicetta ormai aperta che lasciva generosamente ammirare le sue tette giunoniche, avrei dato qualsiasi cosa per essere io Gloria Cipriani al suo posto con quel corpo. Ero sempre più turbata i miei pensieri mi facevano paura scoprivo una natura perversa molto più profonda di quanto avessi mai immaginato e ne ero allo stesso tempo felicemente schiava. Paola ritornò dal comò portando in mano un profumo, kashmir, me lo fece sentire e vedendo la mia espressione felice me lo porse, io ne spruzzai un po’ sul collo e sui vestiti senza esagerare e glielo riconsegnai, lei passandosi la lingua sulle labbra con estrema voluttà mi disse che ora ero una Troia e che sarei diventata la sua Puttana. Quella frase dall’alto verso il basso guardandomi fissa negli occhi mi fece capire che la mia volontà era ormai annientata ero completamente in suo potere senza alcun bisogno di catene o violenza e che mi sarei lasciata fare di tutto da lei. E così fu, rimanendo in piedi davanti a me lasciò scivolare a terra la gonna nera e senza che proferisse parola io avvicinai il viso al suo pube iniziando a leccare attraverso le mutandine il suo pacco sempre più gonfio. Sentivo le pulsazioni del suo pene accarezzavo le sue gambe e risalendo con le mani verso lo scettro del piacere mi venne perfettamente naturale di scostare il bordo laterale delle sue mutandine per liberarlo prenderlo dolcemente tra le labbra aspirando completamente la turgida cappella in bocca. Paola emise un gemito di piacere, io inizia a baciarlo e vedevo rimanervi attaccate le traccie del mio rossetto, inoltre un po’ di liquido spermatico era già fuoriuscito dal prepuzio e rendeva la cappella lucida e morbida, il suo sapore misto al rossetto era afrodisiaco, sempre più eccitata e infoiata dallo splendore di quel cazzo così grosso che mi vibrava in bocca ad ogni imboccata e dai gemiti languidi e caldi emessi dalla mia padrona desiderai intensamente che mi insultasse. Paola pareva capire e conoscere meglio di mè i mie stessi desideri e incominciò a insultarmi e adularmi dicendo: ” Sei una cagna affamata di cazzo, sei bravissima a fare pompini la tua è una dote naturale perché sei una checca succhia cazzi”. Avevo perso ogni ritegno il turpiloquio osceno che Paola mi riversava e la sua calda voce mi trapassavano la mente godendo della consapevolezza di essere io la cagna, la troia, la checca, che le stava succhiando l’anima con tanta passione. Anche Paola stava perdendo il controllo, il suo cazzo diveniva sempre più duro e pulsante mi dedicai alla cappella alternando soffiatine, leccatine e profonde aspirazioni facendomela sbattere sul palato, volevo il suo nettare sentire il sapore del suo sperma sentirmelo in bocca in gola inghiottirlo con ingordigia, lo volevo a tutti i costi. Paola mi disse “ troia, guarda che anche se mi fai venire adesso ti annego di sborra ma poi ti rompo il culo fino a che non mi fai venire di nuovo” “ voglio vederti gemere come una cagna mentre ti pompo a dovere” Proprio per la promessa che mi aveva fatto la mia preoccupazione che se l’avessi fatta venire tutto sarebbe finito, svanì e mi scatenai a succhiare quel cazzo favoloso su un corpo di donna fino a che Paola tenendomi la testa in modo che avessi solo la sua cappella in bocca urlandomi che ero una troia inizio a sborrarmi in bocca. Il primo schizzo raggiunse il mio palato dandomi una violenta scossa, era la prima volta che un cazzo vero mi sborrava in bocca e mi dava un piacere inaudito tanto che con la lingua presi ad accarezzare la fonte di questo inaudito piacere, gli altri schizzi via via meno potenti mi riempirono la bocca di caldo sperma, il sapore era dolce asprigno ma mi sconvolse la collosità del liquido e la sensazione che mi dava in bocca, mi girava la testa non pensavo di provare un tale piacere da un pompino fatto invece che ricevuto. Ero e sono più che mai una cagna viziosa e mi piacque esternare questa mia lussuria aprendo la bocca per sentirmi colare un filo di sperma dalle labbra e mantene in bocca tutta la sborra inghiottendola un poco per volta per assaporarmela tutta. Paola stravolta dal piacere provato si reggeva il menbro che si era leggermente afflosciato e dal quale pendeva ancora un filo di sperma e guardandomi mi disse: “ Gloria sei stata fantastica sei una Troia fantastica e di farò diventare una grande troia. Io ero ancora estasiato e turbato di ciò che avevo fatto e della mia natura così perversa ma ormai non avevo più limiti e mi parve perfettamente naturale prendere il filo di sperma che pendeva dal cazzo di Paola e portarmelo alla bocca per poi avvicinarmi e ripulirlo con la mia bocca ancora avida e lo sguardo languido. Ancora una volta Paola interpretò i miei desideri dicendomi: “ Lo so cosa vorresti Gloria, vorresti avere altri due cazzi in mano per succhiarli e divorarli fino a farti sborrare in bocca di nuovo vero?” Era vero nella mia mente passavano immagini di sfrenata lussuria con mè come protagonista che cavalcioni sul cazzo di un uomo ne succhiavo alternativamente altri due, mio Dio dal desiderio di fare sesso con una Transex adesso volevo anche i cazzi di più maschi, Paola mi disse che ero una Checca repressa e che dopo aver provato il piacere di prenderlo in culo non avrei più saputo farne a meno, mai affermazione fu più vera. Le sue ultime parole mi risuonavano nella testa come il monito di una maledizione mi ero persa nei miei pensieri e non opposi resistenza quando Paola dopo essersi seduta accanto a me mi spinse mettendomi alla pecorina facendomi appoggiare il viso al bordo del divano. Si era posizionata dietro di me e dopo avermi abbassato le coulotte elasticizzate, iniziò a massaggiarmi il culo, sentivo le sue mani caldissime alternarsi tra carezze e leggere pressioni per scostare le chiappe mi aspettavo di sentire da un momento all’altro la spinta di un suo dito con l’intento di penetrarmi e invece sentì l’alito caldo e la punta della sua lingua che iniziavano a lambire la mia chiusura anale come se fossero le mie labbra. La sensazione di benessere e di rilassamento fu molto intensa ed efficace in quanto inizia subito a rilassare i mie muscoli anali e anzi a spingere e contrarre la mia rosetta verso di lei quando la sentivo allontanarsi sia pur di poco. Andò avanti così fino a quando mi ritenne sufficentemente rilassata per iniziare ad introdurvi un dito, però prima si avvicinò al mio orecchio e porgendomi il fatico dito sulla bocca mi disse di insalivarlo a dovere, la mia libidine stava risalendo impazzita chiusi li occhi e mi prodigai sul dito come fosse un cazzetto. Paola mi disse che ero proprio una maiala affamata e allargandomi con due dita della mano destra le chiappe incominciò ad introdurre l’indice della mano sinistra dentro il mio orifizio anale, il quale si arrese immediatamente a quella dolce penetrazione. Procedette avanti e indietro per qualche minuto complimentandosi per come reagivo bene e dopo aver fatto colare della saliva dalla sua bocca al mio buchetto incominciò ad aggiungere il dito medio all’indice sostituendolo dopo poco con il pollice che fece roteare all’interno per stimolarmi anello anale. La stimolazione stava facendomi effetto, nuove immagini sempre più spinte e lussuriose attraversavano la mia mente aumentando il desiderio di essere presa o meglio Inculata. Paola profonda conoscitrice delle pulsioni erotiche delle creature come noi, riprese a parlarmi:” allora Gloria lo vuoi prendere in culo? Ti piace?” E io rispondevo priva di ogni ritegno “ Siii, mi piace ti prego prendimi sbattimi, insultami, fammi tua, lo voglio lo voglio tutto in culo, sono la tua cagna” Lei si beava di sentire queste parole e di essere l’artefice dell’esplosione della mia perversione, oltre al desiderio di farmi il culo per sverginarmi e di avermi in suo potere. Ma invece di sostituire le dita con il cazzo si alzo allontanandosi da me senza spiegazioni, lasciandomi con una voglia pazzesca, per fortuna era andata solo in bagno per prendere del vix vaporud, quella pomata per il raffreddore a base di mentolo, e ordinandomi di rimettermi subito alla pecorina si cosparse la punta dell’indice e allargatami le chiappe facendo bene attenzione a non toccare le labbra della mia rosellina me la spalmò sulle pareti anali interne. Poi prese un cuneo anale e me lo introdusse lentamente ma inesorabilmente in culo fino a che dopo aver oltrepassato il punto più largo questo mi rimase ben conficcato, mi risollevò le colutte elasticizzate facendomi alzare in piedi e tirandole bene alla vita in modo che dopo avermi fatto rientrare i testicoli e fatto ripiegare indietro il mio membro, mi comprimessero bene il tutto senza possibilità di spostamenti. Io non avevo accennato alcuna reazione poiché sia la crema che il cuneo anale mi stavano trasmettendo una ridda pazzesca di sensazioni mai provate, vampate di calore dall’interno delle mie pareti anali si irraggiavano verso il mio menbro che però si era ammosciato ma dal quale sentivo colare del liquido denso con impulsi di piacere che provenivano dalla mia cappella stavo venendo senza toccarmi grazie alle contrazioni dei muscoli anali intorno al cuneo. Era un piacere incompleto bello ma non liberatorio anzi mi faceva desiderare ancora di più le sensazioni di un orgasmo appagante a menbro duro, anche se camminando le sensazioni di bagnato di caldo di frizione delle pareti anali sul cuneo erano davvero straordinarie. Paola mi spinse indietro facendomi sedere sul divano, il contraccolpo del cuneo anale mi fece emettere un gemito di sofferenza, rimasi esterrefatto della tonalità acuta con la quale avevo emesso quel gemito, era un gemito più femminile che maschile, e mi venne spontaneo di parlare come una checca e il viso di Paola si illuminò. “Ma brava Gloria sei diventata proprio una checca con quel cuneo in culo” e io rispondevo tutta civettuola e moine “ Anche se tu non mi hai dato il tuo cazzone in culo ora sono bella piena, e quanto mi piace sentirmelo tutto dentro…….” Paola mi fece mettere delle scarpe decoltè con il tacco da 10 cm, mi fece camminare avanti e indietro nella stanza indicandomi come dovevo mettere i piedi una avanti all’altro per sculettare meglio, a come dovevo divaricare leggermente le gambe spostando poi il peso del corpo su una di esse e mostrarmi di tre quarti a chi mi stava di fronte per far risaltare la femminilità di quella postura. Continuavamo a parlare e io affinavo sotto i sui consigli tutto il mio modo di essere femmina o meglio Checca, era molto piacevole e stetti al gioco anche quando Paola volle ritoccarmi il trucco, farmi indossare un impermeabile e una borsetta e mi spinse ad uscire nell’androne della casa
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16 years ago
bettyslut,
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Gloria antonella e luca
Verso la metà di marzo Gloria si è stufata di rimanere chiusa nelle mura domestiche dove si è costruita lo spazio per tutte le sue cose, la sua voglia di uscire di esibirsi all’esterno con classe e sensualità è esplosa con tutta la sua dirompenza scatenando un tumulto di desideri repressi da troppo tempo. Pero allo stesso tempo avevo paura di uscire cosi da solo senza meta e senza appoggio morale e logistico di un’altra amica, però il desiderio ormai serpeggiava dentro me stessa come un’anguilla fuori dall’acqua, e ciò mi procurava già un dolce formicolio al basso ventre non eccitazione ma qualcosa di più sottile come la sensazione della lama gelida di un coltello sulla pelle i mie movimenti si facevano morbidi flessuosi come alla ricerca del contatto dei tessuti femminili sul proprio corpo e dulcis in fundo il riflesso luccicante dei mie occhi che lo specchio del bagno rifletteva era quello di una femmina in calore. Erano già le 19e30 potevo pianificare la serata di Gloria, un ora e mezza per prepararmi accuratamente, altrettante di viaggio in macchina fino a Desenzano, passeggiata libera a piacere e rientro la mattina. Ormai ero decisa la serata era tutta di Gloria e con i brividini che dal collo si diramavano fino al sedere contraendo ritmicamente i muscoli anali iniziai a prepararmi e ci misi la massima cura sia nella scelta dell’abbigliamento che nella vestizione e trucco infatti optai per una mise da maliarda di classe in modo da apparire sensuale e sexi ma non volgare anche perché doveva essere una “passeggiata”. Ero in perfetto orario tutta in marrone scuro e nero, scarpe lucide testa di moro tacco 7cm con fibbia alla caviglia collant setoso color moka opportunamente modificato nei punti strategici come sottofondo in modo da sembrare abbronzata con sopra calze con larga fascia di pizzo marroni lucido accuratamente agganciate al bustino nero lucido di tipo Vittoriano che grazie alle sue stringhe mi fa soffrire ma mi forma uno splendido culo morbido e sodo con una vita femminile e un seno prorompente grazie alle splendide protesi in silicone 3 misura che ho comprato in Australia. Sopra una mini strech marrone, camicia in raso bianca con il collo a fascia in modo da far risaltare la bigiotteria di argento e la parrucca mora tipo Cleopatra che abbinata al trucco a tinte pastello sia per gli occhi che per le labbra mi conferivano l’aria di signora di classe. Ero proprio soddisfatta potevo tranquillamente uscire col favore delle tenebre lasciando dietro di me la scia soffusa di cachmir il mio profumo preferito di cui non bisogna abusare per non scadere nel volgare. Alcune prove generali davanti allo specchio messo a terra per controllare movenze e fattezze femminili e poi ho aperto la porta di servizio del magazzino e sono uscita, le stelle se ne stavano a guardare una volata di vento fresco mi si intrufolava tra le coscie accarezzandomi languidamente accendendo i miei sensi e desideri e con passo morbido mi diressi alla macchina. Ormai ero Gloria Cipriani femmina trentacinquenne libera e viva lanciata nella sua uscita serale di svago dopo tanto tempo di clausura. Sono montata sulla mia vecchia Passat godendo della vista che le mie cosce rilanciavano nella notte sotto la luce soffusa delle stelle grazie alla generosa minigonna e alle scarpe alte, ho appoggiato la borsetta sul sedile affianco, ultimo controllo sullo specchietto retrovisore del rossetto e del trucco e sono partita radiosa più che mai sentendo l’elettricità statica sul mio corpo. Ho mantenuto un andatura tranquilla godendomi fino in fondo quei momenti di completa immersione nella femminilità di Gloria e nemmeno la nebbia non molto fitta che ho incontrato appena giunto ad Affi mi aveva preoccupato ne tanto meno aveva diminuito il mio stato di eccitazione statica. Ma il fato era in agguato e quando ormai ero a pochi chilometri da Desenzano la macchina a incominciato a rallentare perdendo colpi come se non vi fosse gasolio eppure l’indicatore del livello segnava ancora un quarto ampio cosa stava succedendo. Non avevo con me nulla per cambiarmi nella foga non avevo preso nemmeno il telefonino a più di 200 km da casa senza nessuna possibilità se non quella di vivere appieno il mio ruolo di donna sola con l’auto in panne e mille pensieri nefasti affollavano la mia mente mentre inserivo le frecce di emergenza e andavo a fermarmi nella piccola piazzola oltre la corsia di emergenza. Fermo con le macchine e i camion che sfrecciavano li a pochi metri un velo di gelo e calato su di me cosa potevo fare? Ho spento il quadro lasciando solo le frecce di emergenza e ho deciso di scendere dalla macchina nel modo più naturale possibile aprire il cofano e controllare cosa fosse accaduto e mentre eseguivo questi movimenti mi immedesimai nel ruolo femminile, le frecce che ad intermittenza mi illuminavano le gambe risaltavano la mia femminilità e si faceva in me strada il desiderio di sfruttare questa situazione e così mi chinai sul vano motore facendo ben attenzione che chi sfrecciava sull’autostrada potesse ben vedere la mia figura e la mia posizione flessuosa così da invogliarlo a fermarsi . Sono trascorsi dei minuti stupendi durante i quali ho provato varie posizione e mosse come quella di sistemarsi i capelli oppure di salire e scendere dall’auto come se stessi provando ad accenderla curando di lasciare la portiera aperta in modo che la luce interna ben mettesse in mostra le mie coscie, ma il tocco di classe è stato prendere il triangolo dal bagagliaio e allontanarmi dall’auto lungo la corsia di emergenza camminando tranquilla e sicura sui tacchi per poi chinarmi piegando le ginocchia e posizionare lo stesso a terra. Rialzatami mi sono sistemata la gonna che era salita vertiginosamente mostrando ampiamente il bordo di pizzo delle calze e con estrema calma e naturalezza sono ritornata verso l’auto. Non vi ero ancora giunta che davanti alla mia si è fermata un auto e un ragazzo e sceso dirigendosi verso di me mentre l’altro occupante non scendeva, ormai pochi passi ci separavano di li a poco avrei dovuto parlare nel modo più naturale possibile e allo stesso tempo femminile, non si trattava di parlare come in discoteca con uno dei tanti maschi che cercano di rimorchiarti e che sanno esattamente o quasi chi sei, qui un maschio si presentava per aiutare quella che dall’auto lui pensava fosse una donna e quindi tutto le reazioni erano possibili ciò aumentava la mia tensione ma non il panico mi sentivo come una pantera pronta a scattare sulla sua preda. Lui moro ben rasato vestito sportivo con sguardo indagatore e curioso mano a mano che si avvicinava aprì la bocca in un ampio sorriso e mi chiese: “Problemi con l’auto?” e sembrava felice come fosse un opportunità per dimostrare le sue capacità di salvatore e io a mia volta ricambiando quel sorriso risposi “Proprio così e non sono nelle condizioni di intervenire .” La sua faccia si era aperta in un espressione interrogativa ma anche divertita, la mia voce al dispetto dell’aspetto poneva degli interrogativi ma io continuai a sorridere perfettamente a mio agio e questo evidentemente lo rincuorò tanto che mi disse: “la mia ragazza è rimasta in macchina perché si è scocciata che io mi sia fermato ad auitare una bella donna accusandomi che se si fosse trattato di un uomo o di una racchia avrei tirato diritto” “Ci posso credere io avrei fatto lo stesso, ma alle volte le cose non sono come appaiono ai nostri desideri.” “Non è la prima volta che vedo e parlo con un Transessuale, e tu sei molto curata nell’aspetto tanto da sembrare una donna vera, fai la vita?” e detto questo si rabbuiò come se desse per scontata la risposta. “No non faccio la vita e non sono un Transessuale ma bensì un Travestito a cui realmente si è rotta la macchina, deluso?” “No al contrario mi sembri molto naturale come se tu fossi realmente una donna o meglio come se tu ti sentissi una donna.” questa precisazione così rimarcata non riuscivo a capirla e intanto la sua ragazza era scesa dalla macchina e si era avvicinata con aria scocciata “Allora ci vuole molto?” Tutti e due ci siamo messi a ridere era il festival degli equivoci , lei gelosa di lui perché si è fermata per una lei che è un lui, però solo quando io le ho detto: ”Ciao il tuo ragazzo ha preso una cantonata e forse anche tu!” Infatti anche lei si è messa a ridere e a incominciato a guardarmi sotto un’altra luce la situazione era molto simpatica e fresca e tutto sarebbe dipeso da che piega avrebbe preso la cosa. “Allora siete disposti ad aiutarmi? Io sono Gloria e sono col culo per terra!” I due si sono guardati e lei gli ha detto. “Allora vuoi ripartire adesso che sei rimasto con un palmo di naso o dai un’occhiata alla macchina?” Adesso era lui scocciato e senza rispondere a incominciato ad armeggiare sul motore. A vederla da vicino era decisamente carina capelli mogano fluenti sulle spalle truccata solo leggermente con un completo giacca pantaloni grigio che le davano un aspetto molto distinto unito ad un profumo agrumato e il maglioncino di cashmir si modellava sulla sagoma di in reggiseno di cui si intravedeva sia la foggia che la mercanzia che conteneva insomma quel gioco del vedo e non vedo che tanto mi attrae del mondo femminile. Ci stavamo studiando vicendevolmente nei minimi particolari ma sembravamo tutte e due soddisfatte di che vedevamo e ormai attendevo solo che lei mi facesse qualche domanda e infatti non tardò sempre però sotto gli occhi del suo ragazzo che ormai si sentiva messo in disparte. “Sei vestita in modo molto fine “ mi disse “non in modo eccessivo come di solito e sembri anche molto educata, dove stavi andando?” “Questa di stasera e la mia prima uscita dopo tanto tempo non era programmata ma mi è montata una voglia tale che mi sono vestita e sono partita cosi solo per fare una passeggiata.” “Quindi non vai a battere ?” “No non lo faccio mai per me è una passione segreta attraverso la quale libero la mia femminilità e le mie fantasie, mi piacerebbe essere una donna vera ma anche il ruolo di maschio nel quale mi trovo mi piace.” “Ma allora non sei un gay, cosa sei” “Non lo so cosa sono veramente io mi definisco un fritto misto perché se il pesce è fresco e quindi buono mi piace tutto. E inoltre penso di avere una sensibilità particolare tanto che le mie migliori amiche sono tutte donne. ” “Accidenti sei davvero particolare, mi incuriosisci.”e via a parlare a ruota libera di aspetti sessuali di pregiudizi inibizioni, fino a che Luca che intanto si era presentato anche per rimarcare la sua presenza ha sentenziato che nella mia auto era semplicemente finito il gasolio probabilmente perché si era rotto l’indicatore del livello, ma che se procedevo al minimo avrei potuto guadagnare la prima uscita di Desenzano, accidenti il nostro incontro sembrava agli sgoccioli e così cercai di cogliere un'altra opportunità dicendo: ”Siete stati molto carini ma se riesco ad uscire dall’autostrada poi mi portate al primo distributore per favore?” “Antonella non volevi andare a ballare?”“Certo però Gloria non possiamo mica piantarla così” “Ei non voglio rompervi le scatole, fa parte del rischio mi arrangerò in qualche modo” “ Mi sei simpatica Gloria e poi a noi non ci costa nulla oppure Luca hai paura di farti vedere in giro con lei?” accidenti la sfida era palese dovevo rompere la tensione ad ogni costo e cosi dissi: “Sono disponibile ad esaudire ogni vostro desiderio per sdebitarmi.” “Attenta non ci conosci non sai cosa potremmo chiederti di fare” Luca aveva proferito quella frase con una rinnovata malizia la partita era ancora aperta. Così io rimisi in moto non senza problemi e li segui a passo duomo fino al casello di Desenzano dove dopo aver parcheggiato l’auto nel parcheggio sono scesa e salita sulla loro auto cercando di muovermi come una gatta e la cosa non è passata inosservata a nessuno dei due. L’aria che si respirava in macchina era molto allegra sia Luca che Antonella si sentivano forti della promessa fattagli e si crogiolavano all’idea di potermi chiedere qualsiasi cosa e così riprese la conversazione naturalmente ormai improntata sul sesso. “Ma se le tue migliori amiche sono tutte donne non ci fai del sesso?” Luca con questa domanda sondava il terreno ma non capivo se si sentiva minacciato o se al contrario volesse spingermi in questa direzione e quindi risposi molto sinceramente: “Non con tutte e non è nemmeno una regola ma può capitare la circostanza giusta che desiderato da tutte e due si faccia l’amore sia in modo tradizionale e cioè io da uomo sia come due lesbiche mentre con un altro uomo solo e io sono vestito da donna e mi sento tale.” “Vuoi dire che ti piace fare l’amore con una donna come una Lesbica?” Luca sembrava decisamente sorpreso da questa affermazione “E allo stesso tempo fare l’amore anche con un uomo?” “Si sono bisessuale non sempre ma in certe circostanze si e ti posso assicurare che può essere molto bello e appagante.” Luca tirò fuori tutta la sua arroganza e disse “Non penso che Antonella goda scopando con un frocetto.” Maledizione parlare con Luca era come camminare sulle sabbie mobili ma fortunatamente Antonella venne in mio aiuto dicendo “Forse Gloria non mi scopa come mi scopi tu ma forse tu non mi lecchi come mi lecca lei.” Accidenti questo si che era una esplicita richiesta di Antonella lei si dimostrava decisamente superiore del suo ragazzo e infatti lui rispose stizzito. “Se è per questo di sicuro Gloria sa fare dei pompini che da te mi posso sognare.” Era chiaro che a tutti e due mancava qualcosa nelle reciproche prestazioni sessuali e a me mancavano tutti e due sia lei da leccare che lui da spompinare e solo l’idea mi faceva fremere di desiderio e rilanciai “Se avete un divano mi inginocchierò ai vostri piedi e vi lavorerò con estrema dedizione.” Questa coppia sembrava in continuo conflitto e la situazione poteva precipitare da un momento all’altro così dissi che era meglio prima andare al distributore e prendere il gasolio per portarlo poi alla mia auto e così facemmo cercai inoltre di dirottare il discorso su altri argomenti in modo da rilassare l’atmosfera e farci diventare più amici facendo anche della auto ironia facendo il paragone che se gli angeli non hanno sesso il diavolo per contro doveva averli tutti e due i quindi io ero molto simile al diavolo. Comunque ormai eravamo tornati alla mia macchina e fatto rifornimento di gasolio sembrava che tutto dovesse terminare lì però avevo ancora l’ultimo asso nella manica e giocai il tutto per tutto: “Facciamo così ragazzi vedo che tutti e due vorreste provare le mie grazie io proverò a soddisfare le vostre voglie e sarete solo voi a decidere i limiti e quando fermarci, e allora io sparirò nella notte dalla quale sono venuta.” Antonella sembrava decisamente felice della mia offerta e anche Luca tanto che senza commentare riaccese l’auto e si avvio verso casa sua non prima di aver baciato in bocca in modo molto lascivo Antonella, io per contro essendo seduta proprio dietro di lei incomincia ad accarezzarle le spalle e a ridiscendere verso il suo morbido seno e per tutta risposta lei ripiego la testa verso di me aprendo la bocca e proferendola a me in modo che potessi sfiorarle le labbra a darle dei piccoli colpetti di lingua. La qual cosa incominciava ad eccitarla perché lei si rilassò sul sedile aprendo le gambe incominciando a toccarsi attraverso la stoffa dei pantaloni rispondendo sempre più ardita ai miei baci intanto io spostai la mia attenzione al collo e all’orecchio manipolandole il lobo con la lingua aspirando il suo dolce profumo restituendole il mio soffio caldo nella tromba di eustacchio. Si stava eccitando e la riprova la ebbi quando incomincia ad intrufolare la mia mano sinistra attraverso la vita dei pantaloni sentendo che lei cercava allo steso tempo di facilitare il mio passaggio e di trovare il contatto più appagante, fino a che giunsi a lambire il bordo degli slip a spostarli e a tastare sotto i polpastrelli i peli morbidi del suo pube la congiunzione delle grandi labbra la loro chiusura cedevole sotto la mia pressione fino a sentire che con un gemito sommesso e continuo si stava aprendo bagnandosi come una fontanella e sentendo crescere la sua clitoride tra le mi due dita conscia di essere prossima all’orgasmo mi ha afferrato la testa se la è tirata a sé premendo con forza la sua bocca sulla mia in modo da non urlare mentre l’orgasmo la scuoteva come le fronde di un albero dal vento. Non so esattamente perché abbia voluto venire così in silenzio forse per non farsi vedere dal suo ragazzo però i suoi occhi lucidi e languidi mi ringraziavano di ciò che aveva appena provato e lei allungò dietro una mano infilandosi sotto la mia minigonna accarezzandomi con la sua mano caldissima dove il sesso duro allo spasimo era imprigionato. Luca disse: “Non bruciate le tappe siamo quasi arrivati” e mise un dito in bocca ad Antonella la quale lo succhiò mimando per qualche attimo un pompino guardandomi intensamente negli occhi. Ormai non ero più io la padrona della situazione forse non lo ero mai stata raramente avevo sentito esplodere così dirompente l’orgasmo in una donna, forse lei aveva condotto tutto il gioco e noi eravamo le sue vittime e allora non vedevo l’ora di perire alle sue voglie. Salivamo le scale con Luca che ci raccomandava di fare silenzio io avevo un male terribile la mia eccitazione non accennava a cedere, ormai eravamo arrivati un piccolo ma ben arredato appartamento si offriva ai miei occhi Luca non disse una parola si versò qualcosa da bere poi guardò Antonella e le disse “Sei una cagna hai goduto come una troia solo per come ti ha toccata non ti ho mai vista così eccitata e depravata” merda adesso litigano e va tutto in vacca, lei si è avventata su di lui e con la mano destra le a preso il pacco dicendo “E questo perché è duro sei offeso solo perché ho goduto senza di te senza il tuo uccello ma muori dalla voglia di fartelo succhiare da lei ammettilo.” E così dicendo gli ha sbottonato i pantaloni lasciandoli cadere a terra e gli ha estratto senza tanti complimenti un cazzo teso e lucido le prime secrezioni erano già uscite a riprova del suo stato di eccitazione mi ha guardato ordinandomi di pomparlo e si è messa a baciarlo in bocca. Io ero al limite la tensione e l’eccitazione si tagliavano con il coltello ma quel cazzo era davvero molto bello e subito ho dato libero sfogo al mio desiderio di prendermelo in bocca. Il profumo di pulito che inebriava era una gioia per me così diedi sfogo a tutta la mia bravura prendendomi cura da vicino e con metodo di quel dildo che sotto i mie sapienti colpi di lingua morsi e succhiotti sulla cappella turgida vibrava come una corda di violino diventando sempre piu’ duro e ho perso la testa nelle sensazioni che provavo mentre Antonella incitava Luca dicendogli “Godi amore mio godigli in bocca lasciati andare lo so che ti piace da impazzire sei un porco e io sono la tua troia” Mi stavano spudoratamente usando come il loro giochetto sessuale ma non potevo farci niente ero troppo eccitato e cosi ho raddoppiato i miei sforzi su quel cazzo di marmo e quando ho intuito che stava per scoppiare ho preso la cappella in bocca e gli ho dato un morso Luca è venuto in modo pazzesco con sei getti potenti di sperma, che mi sono lasciata colare agli angoli della bocca perché mi fa sentire profondamente troia, grugnendo come un animale stringendo pazzamente le tette di Antonella. Adesso era Luca ad essere stravolto con un sorriso di gratitudine stampato in viso Antonella ne ha approfittato per togliersi pantaloni e maglioncino e mentre si calava le mutandine mi chiamava con la lingua mettendosi a sedere sul divano con le gambe divaricate e aprendosi la figa con le mani mi ha ordinato “Leccami Gloria, leccami con la lingua intrisa di sperma “ ormai non potevo che ubbidire ma anche io volevo godere e così ho giocato d’astuzia prodigandomi sulla sua vulva bagnata e allo stesso tempo accarezzandole le cosce il ventre e il seno mentre la sua clitoride faceva di nuovo capolino tra le grandi labbra, accidenti era proprio femminile calda lasciva e con il ciuffo ben curato e tagliato in modo da essere un piccolo triangolino sopra il monte di venere chiara indicazione che le piaceva farsela leccare e molto probabilmente anche toccarsela. Così mentre godevo del contatto con il suo corpo ascoltando i sui gemiti mi sono alzata la minigonna in vita ho abbassato gli slip di raso nero che imprigionavano il mio sesso e dopo averlo liberato ho incominciato a risalire con la lingua il suo corpo continuando a toccarla con le mani, lei aveva gli occhi socchiusi ma sono convinto che non aspettasse altro poiché appena il mio sesso è stato all’altezza del suo pube in un unico colpo lento ma inesorabile sono penetrato in lei assaporando ogni centimetro della sua vulva bollente che si risucchiava il mio cazzo e lei ha subito incrociato le gambe sopra di me imprigionandomi così dentro di lei incominciando alla stesso tempo a muovere il bacino in modo da aderire il più possibile al mio ventre. Una ridda fantastica di sensazioni permeava tutto il mio corpo tutti i nostri sensi erano tesi all’assaporamento delle scosse preorgasmiche che ci stavamo trasmettendo e mentre io e Antonella ci frugavamo in bocca con le nostre rispettive lingue Luca con l’uccello che gli era tornato duro per lo spettacolo lascivo che gli propinavamo si spostava dietro il mio culo accarezzandomi le chiappe avvolte nel collant e dopo aver intrufolato il pollice attraverso il buco degli stessi su per il mio culo ha esclamato: “Adesso ti riempio il culo fino in fondo, voglio sbatterti fino a farti urlare” e così dicendo senza estrarre il pollice ma anzi usandolo come dilatatore mi ha infilato il suo cazzo su per il culo senza fermarsi fino a che non ho sentito i sui testicoli aderire alla mia rondella sfondata. Il dolore di quell’affondo animalesco mi aveva bloccata lasciandomi senza fiato Antonella allora ha spinto più energicamente il bacino su di me obbligandomi a muovermi con lei per assecondare i suoi movimenti ma Luca non mollava la presa delle mie chiappe che sentivo piene all’ivverosimile del suo menbro però muovendomi sentivo montare in me il desiderio di essere sbattuta e così quasi rantolando la mia troiaggine a prevalso sul dolore e lo ho pregato di sbattermi come una vacca da monta. Luca non si è certo fatto pregare e forse anche per rabbia poiché vedeva che Antonella gradiva e spronava la mia penetrazione nei suoi confronti mi ha sbattuta per un tempo interminabile squassandomi il culo come se volesse demolirmelo accendendo così sempre più la mia libidine che mi faceva proferire le frasi più sconce fino a che non ho potuto più trattenermi e mentre gridavo “Venngoo sbattimi più forte, ancora, siii!” ho sentito un’ondata incandescente che mi allagava le viscere trasmettendo al mio uccello delle scosse pazzesche che si sono riversate nella mia copiosa sborrata dentro Antonella che a sua volta si è messa a mugolare ansimando. Mi girava la testa mi sentivo colare sia davanti che dietro gli ultimi brividi mi avevano procurato la pelle d’oca Antonella mi guardava estasiata dicendomi “Che bella che sei Gloria, non ho mai goduto così di seguito” mi sono girata verso Luca e lui aveva ancora l’uccello duro e lucidissimo sembrava un Dio greco, gli ho stretto le mani intorno a coppa lasciando libera la cappella di fare capolino sulle labbra della mia bocca e ho preso a menarlo con foga ma lo volevo ancora sentire dentro di me lo volevo sradicare alla radice e tenermelo ben saldo in culo e così lo ho spinto a terra fino a farlo distendere e voltandogli le spalle per vedere meglio Antonella che si accarezzava tutta mi sono auto impalata lasciandomi cadere a peso morto su quel palo di carne dopo che avevo ben centrato la rondella in fiamme del mio morbido culo. Ora ero solo io comandare i movimenti della mia inculata e senza perdermi nessuna sensazione che dipartivano dal mio culo stringendo ritmicamente i muscoli anali con sapiente pressione alzandomi e abbassandomi sul mio oggetto di piacere ho preso masturbarmi in modo forsennato accelerando i movimenti della mia auto inculata e anche Luca non ha tardato ha raggiungere l’orgasmo dandomi dei potenti affondi trattenendomi con le sue mani sui miei fianchi mentre io quasi svenendo e rivoltando gli occhi dall’intenso piacere venivo nuovamente. Fattami scendere dalla giostra Luca ci ha guardato dicendo “Siete proprio due troie” e Antonella distendendosi al mio fianco appoggiando la sua guancia alla mia gli ha risposto “E tu un ipocrita”. La morale è che abbiamo dovuto chiamare un taxi per andarcene dall’appartamento di Luca, penso che non abbia superato l’idea che la sua Antonella fosse molto più calda e spregiudicata di lui o forse come tanti uomini cercano le troie solo per divertirsi non per costruirci un rapporto, comunque Antonella non si è pentita delle sue scelte tanto che ha voluto che andassimo a casa sua lì sono rimasto fino all’ indomani quando con il buio sono rientrata nella mia prigione come Cenerentola.
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16 years ago
bettyslut,
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Troia nel parcheggio del carnaby
Quella sera mi ero preparata con estrema accuratezza, avevo controllato la depilazione con particolare attenzione alla parte inguinale sia davanti lasciando un triangolino di peli ben disposti sopra l’attaccatura del pene in modo che piegandolo indietro e facendo rientrare i testicoli, sembrasse la peluria sopra il monte di Venere, che dietro avendo verificato con l’aiuto di uno specchio che anche le natiche e la mia rosellina anale fossero prive di peli e belle lisce; inoltre con del rossetto ad alta tenuta di colore bordò, che uso specificamente per le labbra anali, avevo ben contornato la mia “fighetta” caricando nella mia mente il desiderio voluttuoso di sentirmi leccare con passione proprio lì quale preparazione ad una penetrazione più consistente. Infatti questa operazione mi riempie di libidine poiché mi viene istintivo di contrarre i muscoli anali cogliendo ogni attimo di contatto con il rossetto che umettando le labbra le rende ancora più accoglienti e sensuali ben sapendo che il rossetto mi avrebbe idratato la parte ammorbidendola e rilassandola e infine come ultimo accorgimento avevo introdotto nel mio orifizio anale un dito permeato di visx vaporub facendo bene attenzione di non toccare le labbra esterne ma solo la parte interna. L’utilizzo del vix vaporub e del rossetto mi era stato insegnato da una transessuale non operata di Verona di nome Paola ancora all’inizio delle mie prime esperienze quando traevo piacere esclusivamente dal vestirmi con intimo calze e abiti femminili, smanettandomi poi ripetutamente senza pensare minimamente alle penetrazioni anali in quanto ero molto stretta e solo l’introduzione delle supposte quando ero influenzata mi procurava dolore e fastidio, figuriamoci l’idea di qualche cosa di più consistente. Paola invece forte della sua esperienza e della sua carica erotica, in un crescendo di intensi incontri mi aveva completamente disinibito e fatta divenire una cagna aprendomi il cervello, il culo e la bocca ai piaceri più lussuriosi e perversi che mai avrei potuto pensare di provare e desiderare. Piaceri sessuali che mi piace provare sia come maschio con una donna che come travestito con un uomo o mia simile o donna, di tutta questo mondo di lussuria e perversione sono diventata schiava per sempre, ma questa è un’altra storia. L’effetto del vix vaporub si manifesta dopo pochi minuti con una intensa sensazione di calore superficiale sulle pareti anali interne e mi porta a cercare di fare tutti quei movimenti ancheggiando e camminando in modo da stimolarmi ancora di più e di mantenere così uno stato di eccitazione permanente che partendo dall’interno delle mie viscere si propaga in tutto il corpo fino a martellarmi il cervello. Mentre razionalmente faccio queste operazioni di vestizione, nel mio cervello incominciano a susseguirsi visioni e sensazioni già vissute e soprattutto nuove fantasie sempre più lussuriose e perverse che ho notato variarono a seconda dei periodi. Vi può essere il periodo nel quale prediligo delle situazioni di sottomissione più psicologica che fisica, dove io rivesto il ruolo della cagna travestita da usare per i più ladi piaceri alla mercé della mia padrona/e e dei sui amici. Come vi sono dei momenti che invece vorrei essere parte attiva e regina che domina la sua compagna sia questa una sorellina sia questa una vera donna a me sottomessa. In ogni caso da questo momento in poi inizia la mia trasformazione psicologica di femmina in calore che è tormentata dal desiderio e dalla lussuria più sfrenata e in questo stato se trovo la persona o le persone che con raffinatezza sanno cogliere il mio stato di disponibilità sessuale, sono disposta a fare tutto pur di potermi sentire desiderata e usata come una cagna in calore dove l’unico ritegno sono le pratiche di coprofagia di urine varie e di cera o spilloni. Prendono forma nella mia mente e si affollano, con estrema dovizia di particolari, mille sogni perversi di possibili scenari di sesso che mi vedono protagonista assoluta delle attenzioni lussuriose di perfetti sconosciuti e sconosciute che attratte dalla mia carica erotica ne cercano loro stessi godimento e piacere. Questa fase della vestizione è la più pericolosa poiché devo riuscire a trattenermi dal godere cadendo in una veloce masturbazione e perdere così la mia carica di desideri perversi e per fare ciò ho escogitato la tecnica di imprigionare il mio pene ripiegandolo indietro sotto al cavallo non prima di aver fatto rientrare i testicoli nella cavità inguinale, piegandomi in avanti con le gambe larghe riesco fare in modo che la cappella arrivi a lambire l’anello anale e chiudendo le coscie lo trattengo ben disteso e teso in questa posizione che mi conferisce un pube libero con un triangolino di peli proprio come quello di una donna. Rimanendo in questa posizione faccio risalire il collant coprente semilucido che mi ero preparata già infilato fino al ginocchio e lo distendo facendomelo ben aderire al cavallo in modo che sia il collant adesso a trattenere fasciandolo e accarezzandolo il mio pene che è ormai teso allo spasimo dall’eccitazione e dalla languida prigione in cui lo ho costretto. Importante è che il collant rimanga ben teso sopra la vita in modo che per effetto della sua elasticità muovendomi continui a produrre una pressione costante sotto al cavallo senza dare tregua al suo prigioniero. Questo scopo lo ottengo utilizzando un collant almeno da 50 denari e taglia extra large in modo che mi possa arrivare fino al bordo del reggiseno dove dallo stesso viene bloccato fino a che non mi infilo il body contenitivo. Un ulteriore tocco di lussuria sadica consiste, prima di infilare completamente il body che ho lasciato arrotolato appena sotto alle natiche, nel appoggiare il mio pube allo spigolo del tavolo in modo che questo spinga ancora più indietro il mio pene, piegarmi a 90° sopra al tavolo stesso, fondamentale è che il tavolo sia alla giusta altezza caso mai la aggiusto infilandomi delle scarpe con il tacco più o meno alto, iniziare ad accarezzarmi con ambe due le mani le natiche in maniera sempre più lasciva e mirata alla stimolazione della mia rosellina anale. A questo punto umetto un dito di crema idratante e mi infilo sotto al collant per andare a stimolare direttamente le labbra anali fino ad introdurvi il primo dito seguito dal secondo fino al terzo continuando a far rilassare l’anello anale in modo che diventi sempre più elastico e pronto a ricevere qualche cosa di più consistente. Quando mi sento sufficientemente allargata abbasso solo la parte posteriore del collant anch’esso sotto al bordo delle natiche, senza cambiare assolutamente la mia posizione a 90° piegata sul tavolo e con estrema lascivia prendo il mio cuneo anale preferito che ha un diametro massimo di 8 cm per poi ridursi alla base di 6 e inizio a farlo assaggiare al mio culo oscenamente proteso e pronto a riceverlo. Fondamentale in questa fase è che non vi sia irruenza, come allo stesso modo quando vengo inculata, altrimenti invece di rilassarmi e desiderare di essere penetrata e riempita mi irrigidisco e la cosa diventa estremamente dolorosa facendomi perdere il desiderio. Invece con un gioco sottile di stimolazione introduzione per piccoli tratti in modo che il mio ano assaggi e ne diventi goloso, accompagnando queste stimolazione con un turpiloquio osceno del tipo “ Sei una cagna, ti tira il culo vero?, dimmi che lo desideri? Che vuoi questo bel cazzone nel culo!”sarò io stessa a spingere sempre più fino a farmelo entrare tutto. Mi piace precisare che la sensazione di introduzione e riempimento che viene da un cuneo anale, da un vibratore o da un bel cazzo vero magari di una trans, sono completamente diversi ma estremamente lussuriosi e appaganti. Il cuneo anale è ottimo per sfondarsi il culo in maniera permanente poiché proprio per la sua forma a freccia se si riesce ad oltrepassare il punto di massima circonferenza viene automaticamente risucchiato dalle labbra anali che vanno ad avvolgere la riduzione di circonferenza successiva, così una si sente questo tappo che ti allarga le viscere interne e che per sforzare ulteriormente le labbra anali non cerchi di sputare fuori come invece accade quando hai un bel cazzo nel culo. Infatti consiglio a tutte le sorelline di comprarsi almeno due cunei anali di diametri diversi a seconda delle proprie capacità anali, e di iniziare naturalmente con il più piccolo in modo da tenerselo nel culo per più ore di seguito è oltre modo importante che vi siate cosparse il vostro ano con abbondante crema idratante in modo che con il passare delle ore questa non venga assorbita tutta, cosa che vi porterebbe più al fastidio di averlo in culo più che al piacere. Inoltre per esperienza personale prediligo i cunei anali che hanno una marcata differenza tra la circonferenza massima e quella alla base, poiché sono quelli che mi danno le sensazioni più belle prima di sfondamento poi di risucchio e infine di rimanermi ben piantato nel culo allargandomi però le pareti interne che camminando si strusciano tutte oltre alla sensazione di avere il culo ancora più grosso. C’è anche il vantaggio che per come è conformato il cuneo anale è impossibile che ti si infili dentro tutto permettendoti di sederti o appoggiarti a sporgenze di fortuna per spingertelo ancora più dentro attraverso i collant e la gonna. Fantastica è poi nella maggior parte delle volte la reazione di colei che ti vuole inculare e si accorge e vede che hai già qualche cosa di impiantato nel culo e quando te lo fai uscire e scopre quanto è grande lasciandoti le labbra aperte protese in un laido sorriso per essere nuovamente riempita e pompata. Il vibratore invece è molto valido quando una non desidera poi uscire di casa per qualche passeggiata da troia ma fare tutto da sola, già la sua somiglianza con un cazzo vero mi permette di immedesimarmi più efficacemente nel reale desiderio di succhiare un bel cazzone vero per poi cavalcarmelo, è grazie alla regolazione della vibrazione puoi rallentare o accelerare la tua libidine. Di solito con il mio vibratore che è una copia in lattice di un bel cazzo munito di palle inizio sempre con il succhiarmelo languidamente con le labbra intrise di rossetto come una troia, mi eccita molto il fatto di lasciare delle evidenti tracce di rossetto su questo scettro di piacere in più il rossetto mi da la conferma dei punti dove mi sto dedicando con maggiore passione. Incredibile è anche come all’inizio di ogni pompino la mia bocca non ancora abituata a questa presenza si prodighi a coccolarlo succhiarlo lambirlo senza per poi piano piano fagocitarlo e risucchiarselo in bocca per sentire sulla lingua e sul palato la cappella ormai resa bella turgida dall’eccitazione. Nel caso di un bel cazzo vero poi mi piacciono quelli che anche quando sono belli duri si possono scappellare potendo cosi fare questa operazione di salita e discesa anche con la pelle che ricopre la cappella, inutile dire che la mia libido è direttamente proporzionale al grado di pulizia in quanto se profuma di pulito mi scateno ma se sa piscio o di stantio ne ho ribrezzo. Mi viene in mente una mia esperienza fatta come regina di uno schiavo, i patti erano che si avrebbe dovuto indossare due paia di collant muniti di buco per lasciare uscire il suo uccello, un body manica lunga con il collo a lupetto, e che avrebbe lasciato a me tutta l’iniziativa e la padronanza del gioco. Appena sono entrata nella sua stanza che era adiacente alla mia dove mi ero già preparata di tutto punto, gli ho ordinato di sedersi sulla sedi e mettendogli due cuscini in orizzontale dietro la schiena in modo che lo obbligassero a tenere il culo sul bordo della sedia mentre le spalle le poteva appoggiare allo schienale, dove con dei collant gli ho legato le braccia in modo che non potesse toccarmi, sempre con dei colant gli ho legato le caviglie alle gambe della sedia in modo che l’unico movimento che poteva fare era quello di aprire o chiudere le ginocchia. All’inizio il suo cazzo era floscio vuoi l’imbarazzo e forse anche un po’ di paura, ma poi appena gli ho messo un foulard azzurro molto segoso sugli occhi in modo che non potesse vedere più che cosa gli stavo facendo gli si è subito rizzato e io ho iniziato ha spiegargli cosa gli avrei fatto di li a poco. Con calma ho preso dalla mia borsetta l’olio di vasellina mene sono cosparsa le mani e ho iniziato a manipolare il suo membro il quale reagiva sempre meglio e lui istintivamente ha aperto le gambe per permettermi di lavorargli per bene anche la base. Intanto mi sono inginocchiata davanti a lui in modo da poter osservare da vicino il suo scettro lucido e quando a mani giunte glielo scappellavo gli soffiavo dolcemente sulla cappella con suo grande godimento, si sa che il piacere si acuisce se vi sono repentini cambiamenti di temperatura e lui ne stava provando gli effetti. Quando ho visto la pelle della sua cappella tesa rossa e lucida me lo sono imboccato tra lingua e il labbro superiore in modo da poter succhiare la sfera cappellare alternando delle lussuriose passate di lingua. Con questa pratica era molto facile portarlo al piacere ma non volevo e così quando lo ho sentito allo spasimo ho abbandonato il suo cazzo mi sono alzata e sono andata a mordergli un capezzolo in modo che il dolore lo bloccasse. Poi gli ho fatto succhiare le mie dita della mano come se fossero dei cazzetti per poi ritornare a succhiare il suo cazzo per riportarlo allo spasimo, questo gioco di tenere una persona sulla corda senza farlo venire mi piace molto poiché ti permette di dominare la persona proprio attraverso il suo desiderio di godere e aumenta enormemente la sua libido. Poi mi sono presa anche un po’ di piacere per me poiché gli ho fatto chiudere le ginocchia e rivolgendogli le spalle in modo da potermi piegare a 90 gradi mi sono impuntata il suo bel cazzone sulla mia Rosellina anale e dopo essermi sfilata languidamente il cuneo anale che mi preparava bella larga mi sono auto impalata scendendo lentamente ma inesorabilmente su suo palo rigido. Appena ho sentito le sue palle che aderivano alle mie natiche ho stretto i muscoli anali e ho iniziato a cavalcarlo muovendomi tutta come se stessi ballando la samba rilassando i strizzando il mio culo sul suo cazzo. Ma anche qui fermandomi di botto prima di farlo venire ottenendo da lui delle suppliche e degli insulti che mi fanno ancora di più eccitare. Un luogo sacro e profano al tempo stesso era il Carnaby, in primo luogo il parcheggio dove un solerte guardiano ti squadrava dentro la macchina in maniera più critica se eri vestita da uomo più che da donna, e svolgeva la sua funzione di controllo sull’ingresso di personaggi poco raccomandabili. Poi una volta entrati vi erano i posti normali e quelli un poco più appartati in modo da poter sfruttare eventualmente in un secondo tempo la macchina come un alcova. Alle volte gli ultimi preparativi e aggiustamenti del trucco li ho fatti li nel parcheggio, in tutta tranquillità in quanto era come trovarsi in una terra dove le regole si erano invertite in quanto noi eravamo le normali e gli altri i diversi. Quella sera ero arrivata alle 23, relativamente presto per vedere del movimento ma ottimo per soffermarsi proprio nel parcheggio o sulla scalinata fino all’ingresso per civettare con altre sorelline o per tastare il terreno dei possibili cacciatori. Avevo intravista una mia vecchia amica di Torino e mi ero avviata verso la sua macchina, lei non era da sola ma con una sua amica così guarda caso io mora la mia amica bionda e l’altra rossa, sembravamo proprio ben assortite, camminando verso di loro nel prato del parcheggio mi godevo l’aria fresca che si intrufolava tra le mie gambe e mi lasciavo andare ad un lento ma sensuale ancheggiamento in modo da meglio godermi il mio cuneo anale ben piantato nel culo. Inoltre camminando la mia gonna in strech nero tendeva a risalire lasciando ben intravedere specialmente dietro il bordo in pizzo delle calze nere che mi ero infilata sopra ai collant color moka e così più di una volta mi sono fermata per sistemarmela godendo del piacevole contatto tra la mia pelle le calze e la gonna unite alla sensazione di sentirsi fasciate e limitate nei movimenti. Appena la mia amica mi vide subito mi venne incontro e mi presentò alla sua compagna e così iniziammo tranquillamente a civettare rimanendo un po’ nel parcheggio. Ad un certo punto notai che un tipo ci si stava avvicinando e infatti di li a poco ci salutò: ”Buona sera belle signore cosa aspettate qui nel parcheggio? Forse qualche bel cazzone che vi sbatta? “ e così dicendo in modo molto naturale estrasse dai pantaloni una sberla di cazzo che in vita mia non avevo mai visto, nonostante fosse ancora mollo e lui se lo tenesse nella mano destra chiusa su di esso appena fuori dai pantaloni, gli si piegava come fosse un salame, direi come una soppressa veneta per comodi altri 15 cm. Le mie compagne si misero a ridere senza dargli attenzione io ero rimasta a bocca aperta sia per la rapidità e naturalezza con la quale si era svolta tutta la scena e sia per la disarmante bellezza, potenza e delicatezza che in quella molle postura mi emanava il suo cazzo e mi venne naturale chiedergli come ci stava nei pantaloni. Lui si illuminò e con fiero orgoglio di maschio disse “ in sere come queste esco senza mutande così è libero di eccitarsi per qualche bella travesta che abbia voglia di assaggiarlo” e così dicendo mi si avvicinò facendomi una carezza sulla gamba, la sua cappella si strusciava dolcemente sulla setosità della mia calza prima sull’esterno coscia epoi piano piano sull’interno facendomi sentire il suo calore e il suo tatto morbido come una danza sensuale di toccamenti e lievi contatti che stavano magistralmente stimolando la mia fantasia erotica sulle capacità sessuali di questo scettro del piacere. Non ero rimasta insensibile a quella carezza anche perché mi aveva trasmesso una scossa che mi aveva subito fatto contrarre i muscoli anali con il risultato di autoconfermarmi la presenza anale del cuneo e anche il suo cazzo incominciava ad inturgidirsi con il suo evidente inalzamento, non vi era stato nessun altro tipo di contatto fisico e non vi era costrizione da parte sua perché io lo toccassi in qualche modo, quindi non mi sentivo assolutamente minacciata. Mi stavo lasciando cullare dalle mie sensazioni sentendo che stava nascendo in mè il desiderio di impadronirmi di quel bel cazzone, che la mia amica prendendomi sotto braccio mi allontanò continuando le sue elucubrazioni di scherno nei confronti del nostro intruso con la lancia in bella vista. Mi aveva proprio portata via di peso senza che io potessi accennare qualsiasi reazione ma la mia faccia doveva essere molto eloquente poiché la mia amica mi disse: Attenta Gloria, capisco la tua fame arretrata di cazzo in culo ma quello è troppo grosso e pericoloso perché ti sfonda e ne diventi schiava!” Mai parole furono più vere, gia mi sentivo languire di desiderio avevo paura del dolore che avrei provato ma desideravo ardentemente sentirmi riempire e pompare con vemenza insomma essere la troia di quel splendido cazzone. Ormai eravamo arrivate all’ingresso del Carnaby, avevo fatto le scale ancheggiando vistosamente sui miei tacchi alti in modo da godermi e stimolarmi con il mio cuneo anale mentre la mia mente rimaneva ormai su quel chiodo fisso, come una bambola avevo civettato un poco con le altre amiche che si accalcavano al banco del guardaroba e con magistrale arte, avendo lasciato cadere la mia borsetta a terra mi ero chinata mostrando generosamente il mio culo inguainato nei collant e dalla minigonna che quando mi sono radrizzata era rimasta molto al di sopra della soglia del pudore, e lentamente portandomi le mani sui fianchi inizia ad ancheggiare per far scivolare meglio la gonna sui miei glutei verso il basso lisciandomi poi per bene la stessa sulle cosce, mi stavo spudoratamente autoerotizzando e la cosa anche se era stata notata dagli altri mi eccitava ancor più, quella sera sentivo che i miei freni inibitori si stavano sciogliendo sopraffatti dal montare della mia lussuria. Intanto sotto sentivo la mia rosellina anale molto calda e il cuneo che quasi vi ballava dentro come se anche lei desiderasse la presenza fisica di qualche cosa di più grosso. Entrammo nella sala e li la confusione e l’intreccio di uomini, gay, donne, travestiti e transessuali era magistrale nella molteplicità di facce espressioni e contatti, come sempre in questi casi non avevo voglia di ballare subito ma di cercarmi un posticino a sedere dal quale avrei potuto osservare meglio il “Fritto Misto”. Mentre cercavamo il posto per sederci incontrammo varie amiche e amici con qui scambiammo le solite battute ora cordiali o ironiche con il contorno di cattivi commenti taglienti come lame di rasoio, ma alla fine trovammo la nostra postazione per ben presidiare e controllare il territorio. Mi lascia cadere a peso morto con una breve giravolta contraendo i muscoli anali con voluta tecnica perché volevo sentirmi spingere con forza in culo il cuneo anale senza poter contrastare tale spinta come se si trattasse della spinta di un amante focoso, la cosa mi riuscì magistralmente tanto che mi lasciai sfuggire un languido gemito di piacere e le mie amiche mi guardarono con sguardo interrogativo tanto che mi sembro molto naturale sedermi in modo eretto sulla poltroncina e oscillando su e giù con brevi movimenti del bacino spiegare loro che avevo un grosso cuneo anale in culo e che me lo stavo godendo come una cagna in calore. Le miei amiche scoppiarono a ridere e mi confermarono che ero proprio una cagna in calore e che mai mi avevano vista così troia. Sculettando lascivamente cercando di fare piccoli ma misurati passettini mettendo i piedi uno avanti all’altro come se stessi camminando su una linea, avevo raggiunto il parcheggio ben sapendo di essere seguita dal mio assatanato ammiratore e mi sentivo i suoi occhi puntati sul mio culo come se mi stesse già accarezzando dolcemente per prepararmi a ricevere il suo bel Cazzone e dentro di me era proprio questo che ormai desideravo più di ogni altra cosa. Mi ero appoggiata al fianco di una macchina avendo avuto cura di scegliere una monovolume in modo da avere le spalle coperte, la macchina affianco era una gloria del passato, una Lancia Gamma Coupe, ai tempi ero innamorata di quella macchina e quindi mi piaceva aver scelto il corridoi di passaggio tra queste due auto e appoggiando il piede sulla ruota posteriore della Gamma in modo che la minigonne si tirasse ancora di più nello spasimo di questa sforbiciata inizia io stessa ad accarezzarmi l’interno della coscia così sollevata aspettando che il mio inquisitore facesse capolino. Non si fece attendere e avvicinatosi fino a porsi proprio di fronte a mè appoggiando la sua mano sulla mia coscia alzata mi disse “ Ciao bella Troia” non vi era insulto nelle sue parole ma solo lussuria che unita alla pressione della sua mano calda e in lento movimento circolare mi stavano facendo montare un desiderio pazzesco di essere montata come una cagna, e infatti complice l’aridità delle mie labbra inizia a passarmi lascivamente la lingua sulle stesse movendo il culo sulla carrozzeria della macchina in modo da accarezzarmelo e da spingermi ancora più a fondo il cuneo anale ed infine con estrema troiaggine prima mi infilai in bocca il mio dito indice leccandolo e poi come un automa presi la sua mano che mi aveva appoggiato sulla coscia e guardandolo fisso negli occhi inizia a leccargli le dita prodigandomi poi in particolar modo nel mimare un pompino con il suo pollice. Ormai non c’è la facevo più avrei fatto qualsiasi cosa pur di scatenare la sua voglia ma lui si lasciava fare senza più prendere l’iniziativa e allora con la mano libera andai a tastargli il pacco che ben si vedeva costretto nei suoi pantaloni. Appena lo toccai lui mi sfilo la mano di bocca e prendendomi per la nuca mi porto a se con decisione dandomi un bacio in bocca con tanto di lingua che mi rovistava, ero rimasta scioccata questo bacio proprio non me lo aspettavo, ma ne segui subito una nuova eccitazione ancora più carnale perché desiderai dentro di mè che con quella saettante e vigorosa lingua mi leccasse il buco del mio culo. Ora mi stava palpando anche il culo stringendomi le chiappe con le sue manone e io mi dimenavo tutta per assaporarmi quelle carezze vigorose che scivolavano sul tessuto e sulle calze procurandomi una lussuria indicibile, mi sentivo le gambe molli e la testa girare avrei voluto che il cuneo anale mi profondasse dentro una sensazione di prurito e voglia di essere sfondata allargata pompata mi annebbiava la vista e quando lui mi disse “fammi sentire quanto sei brava con questa bocca da pompimi” io mi lascia scivolare in ginocchio in modo che la minigonna mi stringesse ancora di più il cuneo in culo e inizia ad armeggiare come una forsennata sulla cerniera dei suoi pantoloni. Il suo cazzo scatto fuori come una molla e mi colpi su uno zigomo fermandosi con la cappella proprio sotto al mio naso, mi fermai un secondo per sentirne il profumo e quando percepii che profumava di pulito inizia ad infilarmelo in bocca alternadomi nel leccarlo come fosse un gelato o aspirandomelo tutto in bocca per sentirmelo premere sulla lingua e sul palato mentre con le mani giunte lo smanettavo ora lentamente ora velocemente. Mentre facevo tutto ciò mi venne molto naturale e perversamente eccitante di mugolare con gemiti di piacere e di insalivarlo il più possibile in modo che il suo cazzo entrando e uscendo dalla mia bocca aspirante producesse dei rumori inconfondibili della magistrale pompa che gli stavo donando. Ormai il suo cazzo era teso e vibrava allo spasimo e lui mi tiro nuovamente su alla sua bocca violandomi nuovamente con la sua lingua ma appena vi riuscii lo implorai con una voce da checca ingoiata che stupii anche le mie orecchie per come era divenuta stridula prorio come quella di una cagna in calore: “ ti prego inculami, sfondami, fammi sentire il tuo cazzone nel culo, fammi ciò che vuoi ma scopami adesso lo voglio!!” Lui mi giro e prendendomi per i fianchi mi spinse dolcemente appoggiando il suo cazzo al mio culo verso la parte posteriore della Lancia Gamma Coupè, e fattami nuovamente girare mi sollevò la gamba sinistra facendomi piegare ed appoggiare il ginocchio sul cofano della stessa rimanendo così in piedi su di una gamba. In quella posizione mi sentivo allo stesso tempo aperta e la mia gonna e i collant fasciandomi mi spingevano a fondo il cuneo anale, lui mi cinse per la vita e avvicinatosi al mio orecchio mi sussurrò: “ piegati in avanti bella troia e appoggia le mani sulle due macchine così posso incularti a fondo” “ o sssiii spaccamiii sfondami tutta” e protesi ancora di più il mio culo indietro verso il suo cazzo duro come l’acciaio. Senti le sue mani arretrare scendere sul culo per far risalire la minigonna, prendere il bordo superiore degli slip ed iniziare ad abbassarmeli leccandomi e baciandomi contemporaneamente le chiappe, percepii distintamente che anche lui mi desiderava il suo fiato era corto e caldo quando poi si avvide che avevo il culo pieno di qualche cosa di artificiale mi disse “ che troia che sei Gloria, sei proprio una lurida cagna in calore” e così dicendo inizio a rotearmi il cuno nel culo spingendomelo ed estraendomelo aritmicamente. Poi lo estrasse si fermo ad ammirare la mia Rosellina anale che doveva essere rimasta oscenamente aperta e mi ritrovai a contrarre i muscoli anali alla ricerca di qualche cosa da stringere protendendo ancora di più verso di lui il mio culo. Ma lui mi teneva fissa per i fianchi impedendomi di autoinfilzarmi sul suo cazzo e anzi si divertiva a farmi sentire la presenza della cappella turgida fra le chiappe e sulla Rosellina senza però affondare ma poi con un unico movimento deciso ma senza violenza mi entro dentro con il suo palo. “ooohhh sssssiiiiiiiii” la vista mi si annebbio e chiusi gli occhi impuntandomi con le braccia per non scivolare in avanti godendomi ogni centimetro di quella splendida penetrazione che mi stava riempiendo tutta, mi sentivo le chiappe aperte come un fiore e quando senti la sua cappella in fondo al mio intestino che spingeva calda e viva mi ritrovai a sbrodolare dal mio cazzetto che era diventato moscio tremando sulle gambe pervasa da un piacere sconvolgente che non avevo mai provato così intenso e mi tornarono alla mente le parole di una trans che mi aveva navigato “ quando imparerai a prenderlo bene in culo dei cazzoni grossi non sarai più capace di farne a meno perché ne rimarrai schiava e troia per sempre” mai parole furono più vere. Adesso lo stallone iniziava a pomparmi alternando colpi misurati con colpi vigorosi e io mugolavo e lo incitavo mentre lui mi insultava e la cosa mi eccitava ancora di più tanto che quando mi accorsi che due figure ci stavano guardando li chiamai “ venite qui vi prego voglio succhiarvi il cazzo, voglio che mi riempiate anche la bocca, sono una troia!!!” non si fecero pregare ma quando furono vicini vidi che si trattava di una coppia e mentre lui era eccitato da ciò che vedeva, il mio stallone mi pompava sempre con maggiore vigore, la donna mi guardava con un aria strana che non capivo. Ma quando allungai la mano verso la patta del suo accompagnatore lei me la prese e se la portò sul seno scoprendolo oscenamente ordinando al suo cavaliere “ tu cornuto incapace di farmi godere succhia il cazzo a questa troia in calore” e poi avvicinatasi alla mia bocca guardandomi fissa negli occhi incomincio a lambire le mie labbra con la sua lingua per poi violare la mia bocca e baciarmi mugolando lascivamente. Lo confesso in quel momento desideravo di più succhiarmi un altro uccello ma non ero nella condizione di lamentarmi, dietro mi stava inculando alla grande, sotto una bocca sapiente sia pur di un uomo aveva fatto diventare duro il mio cazzo e davanti mi baciava languidamente una femmina che non era bella ma faceva tipo e mi venne spontaneo palparle le tette i seni ed infilargli una mano tra le cosce. Era già bagnata, mielosa e calda le strapazzai il clitoride e mi lascia andare a questa nuova esperienza molto lussuriosa con estremo piacere
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16 years ago
bettyslut,
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Sogno di una notte d\\\'estate
Qui da noi al sud l'estate è afosa e calda anke di notte,quindi stiamo molto in giro per locali sul mare, spiagge con la sabbia ancora calda dopo che il sole è andato a letto. Io faccio la Drag-Queen...lavoro di notte nei locali,villaggi turistici,pubs ecc.non tutte le notti ma spesso,e quindi mi capita di rientrare molto tardi quasi all'alba dai miei spettacoli e non sempre riesco a struccarmi e cambiarmi in abiti un pò più maschili..quindi rientro a casa con mini abitini e tacchi alti 120 cm,e con i miei capelli legati a coda di cavallo...insomma una gran figa..di notte!Ma sono cosi stanca che i rikiami d'amore di qualke passerotto non li sento.Una di quelle sere rientrando molto tardi mi fermai veranda a rilassarmi e ammirare una luna piena enorme sulla mia testa.Faceva caldo e nella varanda di fronte la mia un ombra al semibuio stava sdaiata e fumava....era il mio dirimpettaio.un cavallo di razza pura sposato da poco con una tipetta piccola ma pepata che era partita lasciandolo solo ma non disperato!!Lui un biondino con capelli cortissimi occhi grigio verde e un metro e ottantacinque di fisic atletico...che non sapeva minimamente del mio lavoro travesti anzi le poche volte che ci siamo visti ero con jeans e felpa.Mi sdraiai alla sola luce della luna e lui notò un animale notturno e sexy che si scioglieva la lunga criniera, e lo osservava pronto a ghermirlo....E' chiaro che mi aveva scambiato per una donna e la luna puttana era mia alleata.Si alzò e si avvicinò alla ringhiera fumando quasi di fretta,era a petto nudo abbronzato come un brasiliano e con un pantaloncino bianco che faceva risaltare di più il nero della pelle e un notevole pacco fra le gambe......fumava e si carezzava i capezzoli,ma non accennava ad alcun segno di comunicazione...stava cercando di capire chi io fossi....tornò a sdraiarsi e accese una candela prufumata contro le zanza....ora il suo corpo splendeva di nero bronzè,e anche il viso mandava messaggi inequivocabili,mentre io da qui lo ammiravo rapita ed eccitata all'idea di averlo...ma come??Cominciai a pormi domande da un milione di dollari che non avevano risposte...per lui ero una donna sola in casa e non un travestito drag.queen.Comunque il gioco ormai era spinto e non mi tirai indietro...chi lo dice che un mashietto non accetta del sex da un trav??Tuttaltro c'è il fattore trasgressione....Mi accesi una siga e la luce dell'accendino rischiarò il mio viso truccato e le mie labbra carnose e lucide,che la sigaretta possedeva ad ogni boccata....lui ora si stava eccitando,e avrebbe sostituito la mia siga col suo sigaro....Dio che casino lui solo e io sola in una notte di mezza estate calda e afosa...che fare??Intanto la sua eccitazione cresceva...con la mano nervosa si carezzava i capezzoli e scendeva giù sulla pancia fino a sfiorare i pantaloncini ormai gonfi di virilità...ad un tratto aprì le gambe girandosi verso la luce e con la mano si carezzò le palle sfregandole sul tessuto e facendo risaltare una banana dura e nervosa,poi lentamente spostò il pantaloncino e tirò fuori un cazzo duro e gonfio di sborra che scappellò tutto,cominciando a segarlo.Oddio e ora? che faccio?? lo invito qui e se poi nn gli va cn un trav???Lui ormai aveva raggiunto il massimo dell'eccitazione il cazzo era duro e la cappella gonfia e rossa pronta a esplodre sborra in aria....lo squillo metallico del cellulare lo fermò dal masturbarsi,e svegliò me dai miei porno sogni...erano suoi amici che passavano a bere qualkosa...si alzò rimise il cazzo dentro e mi fece segno di continuare anke domani ....solo che il giorno dopo tornò la moglie e io nn riuscii più a trovarmi in quella straordinaria e unoica situazione.Qualke mese dopo lasciarono quella casa.....
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16 years ago
admin, 75
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squirting
L'altro giorno mi sono rivista con il mio amico/amante sonexs, con il quale condivido del sesso stupendo. E venuto a prendermi ad una fermata dell'autobus, siamo andati in auto verso il suo covo. Arrivati nel suo appartamento ci siamo ripetutamente baciati con passione, quindi ci siamo spogliati con calma e abbiamo cominciato a giocare con i ns corpi.....mi ero talmente eccitata che gli ho chiesto di sedersi nel suo divano rosso e mi sono seduta sopra di lui, devo dire la mia posizione preferita, sentivo il cazzo che mi eccitava proprio nel mio punto di piacere mmmmmmm Dopo qualche minuto di movimenti l'ho innondato del mio caldo miele una cosa gia' provata ma sempre sconvolgente... quindi gli ho sussurato nell'orecchio che volevo sentirlo dietro, lui mi ha subito accontentata, mi toccava il seno ci baciavamo (io ero sempre sopra di lui), mi sbatteva forte e sono venuta di nuovo, pensavo di fare la pipi e invece era un'altra fontanella bella forte mentre lo prendevo dietro sono riuscita a schizzare sul suo petto e forse sulla sua faccia....mmmm sublime anche se sonexs direbbe "che tosta"ehehehehehe così tanto miele con il cazzo dietro non era mai successo e devo dire che è una cosa fantastica....Auguro alle donne di provarla, è un bel dare e ricevere mmmmm Buon anno a tutti e tanto miele baci Luisa
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16 years ago
luisatony, 45/43
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La collega tedesca
Inserisco il mio racconto qui anche perchè è avvenuto a causa dell'appuntamento con una coppia di Salerno andato a monte.
Prologo.
Il mio lavoro è quello di far incontrare aziende italiane con altre aziende, anche internazionali, per poter aumentare i loro partner commerciali. Il mio ruolo si svolge principalmente in Campania e sud Italia dove viaggio molto. Dal punto di vista degli incontri con altre persone non sono un veterano, ma ci capisco qualcosa, anche se le persone sono sempre imprevedibili. Avevo preso appuntamento attraverso questo sito con una coppia di Salerno per vederci un sabato pomeriggio, ma da confermare il giorno dopo alle 14,00. Purtroppo ero molto incasinato perchè avevamo una delegazione di clienti tedeschi che venivano a visitare alcune aziende in Campania e alcune a Salerno che operano nel settore dell’agroalimentare. Cercai di cogliere l’attimo, come faccio sempre a causa del mio lavoro incastrando il lavoro con l’appuntamento, cioè accompagno la delegazione in mattinata e cerco di onorare l’appuntamento con la mia nuova coppia nel pomeriggio. La mattina scorre tranquilla e alle 12,00 torniamo in albergo con la delegazione e ci diamo il pomeriggio libero: era fatta!
Racconto dei fatti.
Chiesi se potevo andare in camera a fare una doccia e come un fulmine ero pronto al mio incontro, ma siccome era ancora presto pensai di far compagnia ancora un pò ai miei ospiti, ma me ne accorsi che Karl era inteso a parlare con la signorina della reception (secondo me ci stava provando!) e gli altri si erano misteriosamente dileguati. Allo scrittoio dell’atrio era rimasta solo l’accompagnatrice della delegazione che avevo vagamente osservato oggi perché non c’era nei giorni precedenti. Era bionda con capelli tagliati corti a caschetto portati con una fila di lato e occhiali tipici di segretaria neri che contrastavano con i suoi occhi azzurri.
Appena mi avvicinai a lei, che per fortuna parlava benissimo l’italiano, mi disse che era stato un piacere avermi conosciuto guardandomi con i suoi occhioni azzurri, da cui io percepii un leggero ammiccamento, ma me ne feci una ragione dicendomi che doveva essere l’eccitazione dell’incontro che mi aspettava con la coppia di amici con cui avevo appuntamento. Restamo dunque a parlare dell’Italia e della Germania, delle donne e gli uomini dei due paesi, delle tradizioni e delle curiosità e si fece una certa complicità in cui lei sorrideva felicemente a ogni mia battuta.
Intanto il tempo era trascorso e il mio telefonino mi avvisava che avevo una telefonata da fare: dovevo chiamare la mia coppia di amici. Chiesi scusa e mi allontanai un pò. Voltato verso la finestra chiamai e mi rispose Maria, a cui io dissi subito: “Ciao Maria, sono Marco, allora vi siete liberati per oggi?” senza accorgermi che Kristen (così si chiama la mia collega tedesca) mi aveva seguito per ascoltare la telefonata. Maria mi disse che non sapeva se si riuscivano a liberare e che mi avrebbe fatto sapere lei appena possibile. Chiusi il telefono un pò contrariato e nel girarmi vidi Kristen dietro di me che mi chiese subito tenendosi un dito vicino al labbro chi fosse Maria. Io nel pieno dell’imbarazzo non sapevo cosa dirgli e quindi gli dissi la verità, che avevo un appuntamento al buoi con questa coppia e che dovevo aspettare una loro conferma. Lei sorrise piacevolmente ma non sembrava contrariata e mi disse che sperava che l’appuntamento andasse bene perché “…tu hai sempre molto da dare agli altri”.
Per fortuna venne il mio capo a toglierci dall’imbarazzo, che per la verità io sentii solo all’inizio ma passò subito perché Kristen era veramente una donna in gamba, e mi mandò a fare una commissione a Battipaglia. Dissi subito di si così avrei occupato il tempo in attesa della telefonata di Maria. Mentre stavo per uscire Kristen mi chiamò e mi disse se poteva tenermi compagnia, oltretutto lì non c’era più niente da fare. Dissi subito di si perché mi faceva piacere la sua compagnia e partimmo con l’auto. Facemmo la litoranea perché volevo approfittare per far vedere a Kristen il mare, che quel giorno era un pò agitato a causa del vento. E così feci. Al ritorno da Battipaglia attraversi la pineta e arrivai sulla spiaggia. Faceva un gran freddo, ma Kristen non sembrava sentirlo ma sporgeva il suo viso al vento prendendo in faccia le gocce di acqua di mare. Camminammo un po’ e arrivammo a delle cabine che vengono usate durante l’estate dai bagnanti, quando in mo improvviso Kristen mi spinge su una di esse e mi bacia con una passione infuocata. Non si staccava più dalle mie labbra con la lingua che mi esplorava ogni angolo e si agrovigliava alla mia. Così io la presi per i fianchi e me la portai al mio bacino. Lei fece un salto e si legò con le gambe al mio ventre senza mai staccarsi dalle mie labbra e ruotando la testa ora a sinistra e ora a destra. Scivolammo tra due cabine, riparati dal vento e quello fu il nostro nido d’amore. Lei si stacco dalla mia bocca solo dopo avermi slacciato i pantaloni e avermi messo le mani sul mio cozzone in tiro enorme. Mi stese sulla sabbia e si avvinghiò su di esso con una foga enorme, quasi a farmi male, ma con dolcezza inaspettata. Stantuffò con la bocca sulla mia asta in modo continuo, infinito e il mio cazzo diventò enorme, quasi non me lo ricordavo così enorme, quasi a scoppiare. Poi all’improvviso si fermò si alzò le gonna e spostate le mutandine si mise sopra di me offrendomi la sua bellissima fica invitandomi a leccargliela in un fantastico sessantanove. Io la leccavo annusando i suoi odori, aiutandomi a volte con le dita tra la fica e il culo. Ancora improvvisamente lei si fermò, prese il preservativo che avevo preparato tra una cosa e l’altra, se lo mise tra le labbra e con esse me lo infilò come un’autentica esperta. Poi si mise a pecorina, si inarcò, allargò con le mani le chiappe e mi ordinò: “Nel culo!”. Io ebbi qualche esitazione, perché il mio cazzo mi sembrava molto grande per il suo culo e dissi: “Kristen, non ci và”, ma lei gridò: “Dai! Dammelo nel culo!”. Sempre titubante inumidii un dito per prepararla e lo infilai nel culo non senza difficoltà e poi avvicinai la mia cappella all’entrata e cercai di farlo entrare ma era troppo grosso. Allora lei quasi spazientita mi spinse a terra con il mio cazzo in tiro e si mise a cavalcioni su di me, si puntò la mia cappella all’ingresso del culo e con un colpo secco si fece cadere su di essa emettendo un grido enorme, misto tra dolore e piacere. Io mi sentii frustrato e umiliato da quella scena e dunque la presi di peso e la rimisi alla pecorina, lei sentendo la mia irruenza inarcò la schiena e con un sorriso mi invitava aprendo di più il culo. Presi in mano il mio cazzo e glielo ficcò nel culo con una tale forza che lei sembrò svenire dall’eccitazione. Mi sistemai bene e iniziai a stantuffare con foga. Ogni tanto lo tiravo fuori e glielo rimettevo dentro e lei sussultava ogni volta. Quando stavo per venire lei se ne accorse e si staccò subito dal mio cazzo per girarsi velocemente e prendermelo tra le sue labbra, aiutandosi con la mano, finché io non venni nella sua bocca in una sborrata infinita. Lei ebbe molta cura di non far cadere neanche una goccia di quel nettare, ma tenerlo tutto in bocca. Poi si alzo e ancora con la sborra sulla lingua mi baciò aggrovigliando al mia sborra alla saliva delle nostre bocche: è stato fantastico!
Restammo sulla sabbia seminudi finché non sentimmo freddo e ci accorgemmo che si era fato tardi.
Ci pulimmo e rivestimmo e tornammo all’albergo dove era alloggiata la delegazione.
Quando Kristen mi chiamò le dissi che la coppia con cui avevo appuntamento non mi avevano chiamato più, neanche per scusarsi, quindi pensavo che non fossero interessati. Lei dunque mi invitò ad andar a bere qualcosa e io accettai. Ci guardammo in modo eccitato tutta la serata, pensando a quello che era accaduto ed eravamo molto dolci l’uno con l’altro, finché lei mi confidò che era sposata ma quello che aveva fatto con me non lo aveva fatto neanche con suo marito. Andammo in albergo e facemmo l’amore tutta la notte fino a sfinirci, quando lei a un certo punto mi disse: “La nostra è stata solo una storia di sesso libero e senza complicazioni” e io gli dissi: “Si, per questo siamo stati così bravi”.
Il 23 gennaio un’altra delegazione tedesca sarà da noi e io ho suggerito Kristen come ponte tra noi e loro. Spero che la cosa vada bene e che lei torni di nuovo per un altro fine settimana da leoni.
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16 years ago
admin, 75
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Capitolo 1 presentazione
Nella vita ci sono tante classi sociali , gli uomini , le donne , i gay , ii b sex , le lesbiche , i travestiti , i trans ecc ma io che ho quasi trentanni finiti non ho ancora capito a quale di esse apartengono, infatti credo di essere in un altra categoria di cui s'ignora l'esistenza
Ho deciso di chiamarmi Star che in Inglese vuol dire Stella ma non mi piace che dicono che sono gay , infatti ho una ragazza a cui voglio tantisimo bene.
Comunque anche se sono fidanzato ono stato con più uomini io che 10 donne di sessantann facendo sempre la parte della donna.
Ho iniziato quando avevo sedici anni , eravamo insieme ad un mio compagno di classe in una stanza di un bar con quattro cinquantenni a vedere un film porno e ci disero che ci avrebbero pagato centomila lire per avere rapporti con loro.
Roberto il mio amico non accettòcosi andammò via .
Sulla strada per casa però io pensavo a tutti quei soldi e csi' dopo aver salutato Roberto tornai in quel bar.
Non erano più in quattro ma in sei e appena mi videro capirono che ero tornato perchè avvevo deciso di starci.
Mi fecero sedere su un tavolo e si abbassarono i pantaloni , mi fecero spogliare e cominciarono a mettermi la lingua in bocca imitando una scena del film che avevamo visto e poi a turno me lo misero in bocca fino a due insieme mentre uno di loro mi leccava dietro preparandomi per mettermi alla pecorina.
La cosa strana che io invece di aver paura non vedevo l'ora che cominciassero a penetrarmi anche dietro e così per più di due ore diventai la loro troietta personale fino a quando tutti e sei mi riempirono bocca e culo di crema bianca, mi diedero i soldi e mi dissero di andare. Uno di loro mi disse" oggi sei diventata una puttana" io mi contai i soldi e me ne andai promettendo a me stesso che non lo avrei mai più fatto, .
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16 years ago
admin, 75
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Car sex a catania
PREMETTO CHE E' UNA STORIA REALE ACCADUTA IL 23 DICEMBRE 2008
Dopo aver letto un annuncio su un noto portale italiano di una coppia siciliana, ho scritto la mail di presentazione allegando qualche foto e dando il link del mio profilo su questo sito. Ho altresì aggiunto il loro contatto su MSN e dopo un pò un last minute annunciava la loro intenzione di fare car sex in un noto parcheggio di Catania. Ci siamo accordati e all'ora prestabilita sono arrivato assieme ad un mio amico nel posto. Loro erano già parcheggiati e con i vetri appannati, dietro, a circa 15-20 metri ci stava un'altra macchina, un altro singolo. Noi ci parcheggiamo direttamente accanto il lato non guida e quindi accanto la lei. Tra i vetri impannati e il buio della notte si intravede una testa che saliva e scendeva...Era lei che stava facendo un pompino al cuck. Ad un certo punto decido di scendere e con molta delicatezza passo la mano sul vetro dell'auto. Intanto mi ero già tirato il cazzo fuori e lo menavo. Ad un certo punto vedo un braccio muoversi verso la portiera. Era il braccio di lei che stava aprendo lo sportello. Il cazzo mi si indurì ancora di più. Intanto il mio amico in macchina osservava la situazione e quello dell'altra macchina, a cui avevamo "soffiato" la scopata si era posizionato nel lato opposto a noi ma sempre dentro la macchina. Lei mi aprì lo sportello, io mi avvicinai e ebbi modo di scrutare e ammirare un culo a dir poco meraviglioso che messo a pecora verso di me mi chiamava a sè! Le mie mani si appoggiarono su quello spettacolo, la palpai a dovere e senza accorgemene, le mie dita stvano già fruganto nella sua fica. Un buco molto stretto, una fica super bagnatissima che continuava a colare mentre io la sditalinavo e lei continuava a spompinare il cuck. Intanto arrivò anche il mio amico mentre l'altro bull che stava nell'altra macchina non scendeva (e non è sceso - coglione - io al posto suo sarei sceso e avrei giocato ugualmente) ed io iniziai a leccargli la fica. Che spettacolo...mentre scrivo sento ancora l'odore dei suoi umori inumidirmi le labbra...la mia lingua andava dalla fica al buco del culo e nuovamente indietro mentre con le mani stimolavo il clitoride e lei continuava a spompinare il marito. Il mio amico mi chiese di fargli posto e per parcondicio...mi allontanai lasciando il posto a D. che inizò a palparla anche lui. Ad un certo punto vidi lui ke faceva cenno di fotterla quindi D. si mise il profilattico e iniziò a scoparla mentre io le palpavo il culo e le tette (una seconda-terza per quello che ho potuto palpare ed intuire in quegli istanti di frenesia e nel buio). Vedevo D. che la scopava a dovere mentre lei mugolava e si contorceva, roteando il suo culo attorno il cazzo di D. che le stava conficcato in fica. I colpi si facevano sempre più secchi, sempre più decisi, lei tirò fuori una gamba dalla macchina e D. continuava a scoparla. Ad un certo punto lei si stacco...e qui arriva il "bello" o meglio la cosa che mi fece incazzare!!! Lei si sedette nel sedile della macchina e fece cenno di chiudere lo sportello. Vi lascio immaginare lo stato di eccitazione del mio cazzo e del mio corpo, l'adrenalina mi scorreva dentro, il sangue pulsava nel mio cazzo voglioso di sborrare, dopo aver visto quella meravigliosa creatura muoversi e mugolare e mentre adesso era seduta nel sedile con le gambe aperte. Ad un certo punto si abbassa il vetro e la voce di lui:"Ragazzi noi andiamo via". Minchia il cazzo mi esplodeva tra le mani, non aspettavo altro che scoparmi quella meraviglia e loro che fanno? Se ne vanno!!! Alchè mè venuto spontaneo rispondergli:"Ma io rimango a bocca asciutta"? Sento due risate e vanno via. Minchia che iella!!! La prossima volta col cazzo della parcondicio che lascio il posto al mio amico!!! Prima penso per me...E...comunque spero che la coppia legga queste righe e mi dia modo di rifarmi. In ogni caso voglio ringraziare la coppia F e G che mi hanno dato modo di vivere l'ennesima esperienza trasgressiva della mia vita. Ah è stata la prima volta che ho leccato una fica ad una donna senza vederla in faccia e sapere com'era. Bella esperienza, anche se rimasto a bocca asciutta...Ma per il resto molto intrigo ed adrenalina a 3000.
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16 years ago
BULLSICILIA158863,
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L\'evoluzione di marika - quarta parte
La mattinata e il pomeriggio seguenti si svolsero in totale tranquillita’, in pratica a parte il mio padrone che venne per reclamare un lavoretto orale, tutta la giornata scivolo via’ in fremente attesa di quello che mi sarebbe successo alla sera.Ogni ora che passava ero sempre piu’ spaventata e al tempo stesso eccitata, e piu’ di una volta dovetti ricordarmi che non era permesso masturbarsi, per attenuare in minima parte, quel bruciore che mi invadeva, da quando avevo lasciato la mia vita normale.Marco mi disse che aveva parlato con il mio capo (che era un suo carissimo amico), per farmi ottenere un periodo di aspettativa.Mentre ero intenta a guardarmi allo specchio (volevo vedere come mi stavano gli orecchini la’.. sulla micina), arrivo’ di nuovo Naomi per prepararmi alla serata.Andammo nella vasca e successe di nuovo quello che era successo il giorno prima, ma quella sensazione di insoddisfazione crebbe invece di diminuire.Dopo avermi spalmata a lungo con degli olii profumati, intorno all’imbrunire, mi accompagno’ a cena.Scesi circa due piani di scale e mi ritrovai in un ampio salone dominato da una lunga tavolata, dove Padroni e schiavi stavano insieme a mangiare. Venni fatta accomodare di fianco a Marco che mi squadro’ con ammirazione, certamente fiero della mia bellezza.Naomi mi aveva fatto una lunga treccia bionda e questa era, a parte i bracciali, il mio unico vestito.La cena duro’ a lungo, ed ebbe parecchi intermezzi.In uno di questi vidi due Mistress mentre infierivano su un povero schiavo, reo di chissà quale colpa, scorticandogli il posteriore a colpi di frusta.Il poveretto, pensai, non potra’ sedersi per settimane.In un’altra pausa vidi Naomi ricevere una cinquantina di scudisciate proprio sul sesso, solo per aver rifiutato il cibo buttatogli per terra dal suo padrone.La poverina era stata legata a testa in giu’ per le gambe, tramite catene e non poteva fare nulla per schivare i colpi. Il suo Padrone infieri’ indistintamente sia sul sesso della poveretta, sia su quella parte del corpo che va dalla vagina all’ano, denominata perineo, e in ultimo sull’ano stesso.Ogni volta che sentivo il fischio della frusta, e il seguente schiocco sulla pelle, mi irrigidivo istintivamente, pensando al dolore di essere colpita cosi selvaggiamente nel posto piu’ delicato che noi femmine abbiamo. Il Padrone si fermo’ solo quando vide uscire delle goccie di sangue dalla pelle della sua schiava, ormai svenuta dal dolore.Marco vide questa mia reazione e con voce sibillina mi disse:”non ti preoccupare proverai anche tu cosa vuol dire essere frustata li, e’ una delle cose piu’ sadiche che io conosca”.Quella frase provoco’ una mia espressione di terrore che diede sicuramente del piacere al mio padrone.Con la punizione di Naomi fini la cena.Ci trasferimmo per l’occasione del mio ingresso ufficiale in quella societa’, in un altro ampio salone ben illuminato, dove erano in mostra una bella collezione di strumenti di “pentimento”, cosi li definì il gran maestro di cerimonia.Finita la presentazione venni condotta su una specia di palco e qui legata ad una specie di sedia da ginecologo, con le gambe ampiamente divaricate e poste molto in alto.La vergogna per essere cosi pubblicamente esposta mi fece arrossire e tremare al tempo stesso.Marco si avvicino da dietro e mi spiego cosa avrebbero fatto.In quella posizione oscena dovevo ricevere l’omaggio di tutta la confraternita senza mai dare segni di ribellione, pena una severa punizione.Il numero di Padrone e di Padroni era veramente enorme, alla fine ne avro’ contati almeno una trentina tra maschi e femmine.Non c’era un limite di tempo per nessuno e chiunque poteva ritornare in fila, fino a che ne avesse avuto voglia.Per prima venne una donna sui 40 anni, molto bella che si diverti a palparmi e a strizzarmi per benino le tette.Volle per forza farmi urlare con questo metodo e ci riusci prima facendomi irrigidire i capezzoli con del ghiaccio e poi colpendoli ripetutamente con una sottile canna.Passato il suo turno venne quello di un uomo abbastanza in la’ con gli anni che prima mi intimo di farglielo diventare duro (cosa non facile visto l’eta’) e poi si accontento di scoparmi frettolosamente, tirando pero’ maliziosamente gli anelli delle grandi labbra, fino a farmi male.Per mia fortuna venne rapidamente, contrariamente le avrebbe lacerate, in quanto i buchi non si erano ancora cicatrizzati del tutto.Fu poi il momento di una donna che mi lecco a lungo, sfondandomi l’ano con un grosso vibratore nodoso, ma almeno cio’ mi procuro’ il mio primo orgasmo della serata.La successiva donna si sedette con il deretano sulla mia faccia e mi ordino di leccare tutto. Vista la posizione (mi stava quasi per soffocare) e la mia inesperienza, volle darmi una mano per stimolarmi e cosi comincio’ a colpirmi a mano aperta sulla patatina.Ad ogni colpo, di per se non molto doloroso, mi colpiva il clito e questo produceva un riflesso incondizionato che mi faceva sobbalzare con il risultato di sprofondare il volto nei suoi buchi.La perfida doveva essere venuta da poco, perche’ mi ci volle almeno una ventina di minuti di quel trattamento per farla godere.Alla fine la mia micina era tutta arrossata per via dei colpi subiti.Ma era solo l’inizio. Notai da subito che le piu’ feroci erano le donne, che si accanivano su di me con una cattiveria fuori dal comune (invidia?? Mah, forse....).Fu’ la volta di un uomo che mi volle sodomizzare. Questi era dotato di un uccello non lunghissimo, ma di una circonferenza notevole, e sulle prime fatico molto per far entrare il suo attrezzo nel mio buchino.Unse bene con della vasellina e alla fine spinse tutto di un colpo, fino a farmi sentire i testicoli sulle chiappe.Mi sentivo squartata in due, con quel maglio che andava e veniva dalle mie viscere, e perdipiu’ ci mise un bel po’, prima di scaricarmi un torrente di sperma nell’intestino.Arrivo dopo di lui un tipo con in mano una candela accesa e li per li, ebbi un moto di ritrosia, cosa voleva farmi con quel coso??Vista la mia posizione offerta non potevo fare granche’, ma Marco che nel frattempo si stava facendo succhiare da me, se ne accorse e mi disse:”prima infrazione, ma non ti preoccupare, stai andando bene”.Il tipo allora si avvicino’ e mi fece colare della cera fusa prima sul seno e poi via via, disegnando un ghirigori di dolore, giu’ sul pancino e poi sulle labbra congestionate della vulva, aperte per il piacere che stavo provando.Urlai di dolore, anche se in maniera attutita dall’uccello di Marco (e a causa di un leggero morso, egli annoto la seconda penalita’).Lentamente mi ricordo’ che non dovevo oppormi e anche questo tipo se ne ando’ soddisfatto.Cominciavo ad essere un po’ stanca ma era solo l’inizio.Si avvicino’ di nuovo una donna dallo sguardo mefistofelico, sui 50 anni, massiccia come un toro, con in mano un frustino composto da molte correggie rosse di cuoio.Scoprii mio malgrado che la sedia non era adatta a quello che voleva farmi e cosi mi sciolsero per legarmi a cavallo di una specie di cavalletto imbottito.In questa nuova posizione con gambe divaricate e braccia tirate verso il basso, la parte piu’ alta e esposta risultava di gran lunga il sedere, fino ad ora risparmiato dalle attenzioni del gruppo. Inoltre visto lo stato di tensione della pelle, ero consapevole che i colpi in arrivo su questa parte non sarebbero stati piacevoli.La micina sporgeva in bella vista sotto le natiche e anche se non nella stessa maniera di Naomi, avrei dovuto sopportare parecchi colpi su di essa.La tipa parti molto adagio quasi volesse saggiare la mia resistenza e sensibilita’ al dolore.I primi colpi infatti furono molto veloci ma non particolarmente pesanti, e non mi fu’ difficile sopportarli.“Non pensare di cavartela cosi facilmente” mi aggredì una voce possente tanto quanto la mole, “questo strumento e’ l’ideale per preparare la pelle al successivo, dopo essersi arrossata, se colpita con i giusti metodi, la pelle ti sembrera’ lacerarsi, senza pero’ compromettere il bel popo’ che ti ritrovi”.Mentre diceva questo si armo di un paddle (che altro non e’ che una stecca larga di legno) e comincio a vibrare colpi con quello. La particolarita’ del paddle e’ che la superficie di contatto e’ notevole, ma e’ possibile dare al colpo una forza incredibile.Mi ritrovai in breve ad urlare per il male, mentre il mio sedere diventava presto di un bel colore porpora. In breve cominciai ad implorarla di smettere e la cosa non piacque per niente a Marco che si senti umiliato da questo mio atteggiamento.Mentalmente segno la terza mancanza e prosegui senza dare a vedere il suo disappunto.La tizia per fortuna, che nel frattempo aveva la sua schiava intenta a leccarle la micia, finalmente venne con un urlo animalesco, spendendo con un calcio in un angolo la schiava rea forse di aver interrotto troppo presto la sua opera su di me.Cambio di persona, stavolta mi tocco una Mistress magrolina, meno male pensai, almeno non mi sfinira’ come l’altra, ma mi sbagliavo nuovamente.La nuova domina fu soddisfatta della posizione e volle continuare il lavoro iniziato dalla collega precedente, e scelta un sottile frustino da cavallerizza si posiziono’ dietro di me, non senza aver constatato di persona il lavoro svolto con il paddle.Mi sfioro delicatamente l’ano, la patatina e tutto il posteriore infuocato provocandomi dei sublimi istanti di piacere.“Non posso continuare a colpirla sul sedere” sentenzio’ ”se no rischio di rovinargli la pelle, posso pero’ insistere sui punti dove non e’ ancora bello rosso”.Ecco il momento era venuto, anche la mia passerina avrebbe dovuto subire le angherie della frusta.Mi rassicuro’ subito Marco, dicendomi che quella in effetti non era la posizione ideale per quel tipo di fustigazione, e che quindi era sopportabile.La magretta comincio prima dall’attaccatura delle coscie, che per ovvi motivi era stata trascurata nella sessione di prima. Sulle prime il dolore non mi sembro cosi’ intenso ma con l’andare del tempo cominciai inutilmente a divicolarmi, e cio’ rese ancora piu’ perfida la mistress, che chiese di fissarmi maggiormente, vennero prese delle corregge che mi immobilizzarono al cavalletto, mantenendo la posizione divaricata delle gambe.Subito dopo, attizzata anche dall’attesa la donna riprese con piu’ vigore, andando alla ricerca delle parti piu’ sensibili. Visto che l’eccitazione era sparita e la mia micia risultava parzialmente chiusa, uso’ uno stratagemma efficace, si fermo’, ordino’ al suo schiavo di leccarmi (per far arrivare la maggior quantita’ di sangue nella parte) e alla fine quando lo ritenne opportuno, lego due cordicelle agli anelli del piercing, aprendo le labbra fino a scoprire completamente il mio fiore, che adesso si rivelava in tutto il suo umido splendore.Non paga inoltre chiese che mi aprissi con le mani le natiche, in modo da esporre completamente la parte ai colpi. E meno male che Marco aveva detto che questa non era la posizione migliore per impartire una flagellazione del sesso.Lentamente mi portai le mani sul didietro che scoprii notevolmente caldo e dolorante, anche al mio semplice e delicato tocco. Cosi messa riprese a frustare con una frusta a piu’ correggie, molto flessibili ed indicate a seguire ogni piu’ piccola piega della carne.Ogni colpo era come sentire un’orda di aghi traffigere il sesso e l’ano. Ma il culmine lo raggiunse quando con un colpo mirato raggiunse il clitoride e il buchino posteriore.Dapprima urlai come una pazza, tirando i legacci e rischiando di farmi male con essi, dopodiche’ proruppi in un urlo di godimento che mi fece svenire.Non avevo mai goduto cosi intensamente in vita mia.Marco fu orgoglioso di cio’, avevo goduto sotto la frusta, come nelle migliori leggende sadomaso.Mi fecero riprendere con dell’acqua fresca, mi slegarono e mi appoggiarono su un tavolo, in quanto il Gran maestro di cerimonia, voleva scoparmi.Lui era davvero un bell’uomo, di una bellezza quasi diabolica, si avvicino’ si stese sul tavolo e mi ordino’ di impalarmi sul suo membro, che era di dimensioni enormi, sia come lunghezza che come circonferenza.Per bonta’ nei miei confronti mi “concesse” di lubrificare prima l’attrezzo con i miei succhi vaginali.Mi avvicinai con il dovuto rispetto e sottomissione al suo arnese e lo introdussi per meta nella topina vogliosa, che faticava a stento a contenerlo.Venne il turno del culo, ma per aggiungere un po’ di pepe (leggi sadismo), mi ordino’ di volgergli le spalle e di sorreggermi sulle mie gambe, durante la penetrazione.Dove sta’ il sadismo della cosa mi fu subito chiaro. Per quanto fossi una frequentatrice di palestre e tenessi molto al mio fisico, mi fu palese immediatamente che non avrei potuto resistere a lungo e che giocoforza avrei dovuto prenderlo tutto, fino in fondo.Ebbi un fremito di paura, non ero sicuramente vergine di culo, ma un affare di quelle dimensioni non lo avevo mai preso.Il Maestro mi sollecito’ di li a poco e non ebbi tempo di pensare oltremodo al mio povero culetto.Cominciai l’operazione molto dolcemente, guadagnando i primi centimetri, ma ben presto le gambe dettero i primi segnali di cedimento, cominciando a tremare, e la cosa procuro’ immenso piacere al Maestro.Questo pensai e’ quello che provavano gli impalati.Mi sembrava di essere letteralmente spaccata in due e non ero neanche a meta dell’opera. Inoltre dalla meta’ in poi non avrei potuto contare sulla lubrificazione.Ad un certo punto ormai sfatta caddi sul mostruoso arnese che mi trafisse come una lancia, e sentii oltre ai suoi peli sul sedere (segno che ormai era fatta), anche un po’ di sangue, colarmi tra le cosce.Certamente non era finita, e il Maestro comincio’ non so come a menarmi da quella posizione dei gran fendenti, che distrussero le mie ultime resistenze.Crebbe in me di conseguenza oltre al dolore anche un piacere incommensurabile e venni urlando nuovamente, spingendo il sedere sul suo pube, come a volerne di piu’.Quando venne il Maestro io ormai ero in uno stato di, sentii appena che mi “sfilavano” da lui e mi portavano nella mia stanza, dove passai qualche giorno, per riprendermi.....anche perche’ mi disse in seguito, mi aspettavano le punizioni per le mie mancanze...ma queste ve la raccontero’ la prossima volta.
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16 years ago
admin, 75
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L\'evoluzione di marika - terza parte
Il castello
La mattina seguente non andai al lavoro, mi sentivo ancora stranita per quanto successomi, cosi passai il week-end a riflettere.
L’esperienza per quanto piacevole era stata devastante per il mio essere, soprattutto a livello emotivo.
Al paragone tutti i partner precedenti mi sembravano ridicoli e banali.
Quel loro affannarsi a essere carini e gentili con me ora mi appariva vuoto e inutile.
Con Marco la banalita’ non esisteva, ma al contempo mi sentivo usata come un oggetto, e forse era proprio questo che me lo rendeva intrigante.
Un vero stallone da monta, per me che mi ero sempre considerata superiore all’uomo in questo campo, un essere che in breve aveva distrutto tutte le mie certezze in materia.
Ero indecisa se proseguire il rapporto con lui, ma al tempo stesso sentivo che non ne potevo fare a meno.
Cosi tra un dubbio e l’altro passo’ una settimana, dove non lo cercai e dove lui non cerco’ me.
Pensavo che non mi avrebbe piu’ chiamata, dopotutto mi ripetevo, chissa’ quante donne ha un uomo cosi’.
Ma mi sbagliavo ancora. La settimana successiva, dimentica del fatto che avesse il mio cellulare e sapesse dove abitavo, Marco riusci ancora a sorprendermi, facendosi trovare sotto casa mia.
Era in macchina quando rincasai dal lavoro e subito riconoscendo l’auto, il cuore mi balzo in gola.
Calmati mi ripetei, e’ mai possibile che il solo vederlo ti provochi una simile reazione, che sei diventata una ninfomane??? Ma tutti i miei propositi di mandarlo a quel paese per non essersi piu’ fatto sentire sparirorno al volo appena scese e mi venne incontro salutandomi calorosamente come si saluta un’amante.
Non mi lascio’ neanche il tempo di reagire che subito mi abbraccio e mi diede un bacio appassionato, che avrebbe fatto perdere la testa ad una santa.
Lo invitai inebetita a salire per bere qualcosa ma lui mi precedette, “no dai andiamo a mangiare che poi ti porto in un posto divertente” e io a quelle parole acconsentii, sentendomi gia’ vagamente eccitata.
Il ristorantino non era nulla di eccezionale anche se mangiammo bene ed io in effetti apprezzai molto il vino.
Una volta usciti ero abbastanza brilla, anche se non in maniera eccessiva.
Lungo la strada mi ricordo’ di quando in chat mi aveva parlato delle fantasie alla Histoire d’O e la discussione si fece immediatamente calda.
Lui mi disse di appartenere ad una specie di confraternita dedita a tutti i piaceri della carne, che di tanto in tanto si riuniva in un castello (ma tu guarda che botta di fantasia).
La serata passata a casa sua era stata solo un test di ammissione e trasalii quando mi disse che il tutto era stato filmato e mostrato ai suoi amici, che avevano gradito molto la mia performance.
Mi avevano giudicato molto eccitante e spregiudicata, oltre ad aver dimostrato un’eccellente resistenza al dolore.
Il complimento finale placo’, in parte, la mia ira, nel sapermi mostrata in un momento tanto intimo.
Lui prosegui dicendomi che se volevo ritirarmi dovevo farlo subito, perche’ dopo non avrei piu’ avuto l’occasione di farlo.
Io gli esternai tutti i miei dubbi, sul fatto ad esempio che non intendevo subire cose sgradevoli tipo escrementi o danni permanenti.
Lui mi rassicuro’ al riguardo dicendomi che simili cose non rientravano nel loro modus operandi, e che non avrei avuto segni indelebili, a parte forse dei piercing.
Gli dissi allora che accettavo e ci dirigemmo al castello.
Appena imboccata la strada mi sembro’ di entrare in una dimensione un po’ aliena e misteriosa, non adatta tanto per capirci, ad una scampagnata a base di merende e pic-nic.
Il maniero era in cima ad una salita impervia, in mezzo ad un bosco fitto, e da lassù si poteva ammirare tutta la vallata. Mi sembrava di vedere un film di me stessa...sola con Marco, sulla stradina che si inerpicava verso il castello, si li’ con Marco e con i miei “soliti” dubbi.
“Mi sa che sono diventata pazza, seguire un “quasi” sconosciuto (di lui a parte il nome so che lavora in banca, ma e’ un po’ pochino) in un castello pieno di altrettanti sconosciuti, una specie di setta dedita al sesso, si mi sa che sono proprio matta” continuavo a ripetere dentro di me.
Arrivati alla fine della strada (momento di tensione alle stelle) fu’ il momento di mettere piede dentro l’ingresso del castello. Appena entrata un pesante tonfo proveniente dal massiccio portone, mi fece capire che la mia avventura era cominciata.
Subito mi si presento’ davanti una graziosa ragazza di colore, che presentandosi come Naomi (altra botta di fantasia, ma e’ un nome d’arte come tutti gli altri, anche se aveva una certa somiglianza con la piu’ famosa top model). Naomi si offri’ come guida per portarmi nella mia stanza.
La camera era un misto di comodita’ moderne e di pezzi di mobilio di stampo medioevale. L’arredamento nell’insieme era semplice ma ricercato:
un letto a baldacchino, dalle colonne molto solide, un grande specchio per il trucco e un bagno in cui faceva bella mostra di se un’enorme vasca ad idromassaggio, niente male davvero.
Naomi accese la vasca e mi invito’ a spogliarmi, facendo cio’ si spoglio’ anch’essa mostrandomi un fisico mozzafiato.
In passato non avevo rifiutato gli incontri saffici e mi sentivo gia’ molto su di giri.
Ancora oggi mi ricordo tutti quegli attimi come se fosse adesso........mi sembra di vederla quella stanza da bagno...
Ci accomodiamo entrambe in vasca ed ecco Naomi mi insapona dolcemente con un olio delicato, che emana un profumo di palissandro e di spezie orientali.
Mi sto veramente rilassando, e ricambio il favore facendo scorrere le mie mani su quella pelle d’ebano.
In breve Naomi mi sfiora le labbra del sesso e mi lecca i capezzoli, complice l’idromassaggio e lo stato di tensione questo si traduce in un orgasmo velocissimo quanto appagante.
Per ricompensare la mia compagna la invito a sedersi sul bordo della vasca e mi tuffo tra le sue coscie suggendo il suo fiore, bellissimo e rosa in mezzo alla pelle scura.
Il profumo e’ inebriante e lecco piano piano le grandi labbra e il clito duro e gonfio di piacere, penetrandola con la lingua e usando un dito per la vagina e uno per l’ano, a mo’ di forbice.
Anche la mia nuova amica sembra gradire molto il mio lavoro e si produce in un urlo di vero piacere.
Dopo il suo orgasmo sento degli applausi e dei commenti compiaciuti provenire da dietro lo specchio del bagno e capisco che non eravamo sole.
A questo punto mi viene da pensare che anche lo specchio in camera sia in realta’ un modo per spiare gli occupanti.
Sono proprio dei laidi perversi questi accoliti.
Dopo essermi asciugata Naomi mi descrive le regole del posto.
“Qui ci sono sia padroni maschi che femmine, cosi come ci sono schiavi e schiave”.
“I padroni sono sempre vestiti con lunghi mantelli scuri mentre noi siamo sempre nude, perche’ dobbiamo essere sempre disponibili. Il nostro unico vestiario sono le polsiere-cavigliere e il collare con il quale facciamo vedere la nostra sottomissione”.
Se accetterai di rimanere ti verranno applicati due anelli alle grandi labbra” (particolare molto eccitante che avevo visto precedentemente durante il nostro amplesso sul sesso della nera).
“Qui non dovrai mai rivolgere direttamente sia la parola che lo sguardo ad un padrone/a, pena una severa punizione, a scelta dello stesso padrone/a”.”Non potrai rifiutare nulla a chi te lo chiedera’, se ti opporrai sarai punita”.”E’ tutto chiaro come vedi non sono difficili, ah dimenticavo, qui non hai un minimo momento di intimita’, quindi ti e’ proibito godere da sola o tentare di nasconderti mentre ti lavi o vai in bagno, chiaro??”.
Le regole.....io che le avevo sempre odiate, adesso ero li’ a riflettere se accettare o meno.....ma lasciatemi proseguire il mio racconto.....
Annui abbassando la testa, cosi come avrei dovuto fare da li in avanti.
A questo punto entro Marco, congedando velocemente Naomi, visto che aveva finito pero’ di applicarmi il collare e il resto del mio “vestiario”.
Marco:”ora ti devo preparare per stasera e per questo ti applichero’ un bel clistere, lo hai mai fatto??”. E io:”si padrone sono pronta padrone” e cosi dicendo mi misi in posizione a carponi sul letto col culo ben in vista in attesa del clistere.
Marco lo aveva gia’ fatto preparare, bello caldo e con l’aggiunta di sola camomilla, per non irritare l’intestino.
Prese una cannula di dimensioni robuste e con un po’ di vasellina me la schiaffo’ direttamente sul per il sedere, senza preoccuparsi troppo di non farmi male.
“Rilassati che e’ meglio” mi disse” se no ti fa piu’ male”.
E in effetti avevo gia’ subito altre volte quel supplizio, ma non in questa maniera, a piccole dosi.
La sacca doveva contenere almeno 3 litri e lui continuando all’inizio ad aprire e chiudere il rubinetto, mi provocava continui spasmi alquanto dolorosi all’intestino, al punto che gia’ a meta’ mi sentivo piena come una giumenta in procinto di partorire.
“Baaastaaa, la prego” supplicai dolorante, ma questo fece un arrabbiare Marco che mi apostrofo:”dai su non ti lamentare per cosi poco, siamo a meta’ fai la brava se no dovro’ punirti”.
Ma io non ero proprio abituata a subire un clistere cosi grosso e cosi cominciai inconsapevolmente ad agitarmi e questo fu il pretesto per la punizione.
Dopo aver finito di svuotare la sacca, mi applico una specie di tappo per evitare di perdere del liquido (legandolo con dei lacci per essere piu’ sicuro), e fattami alzare mi lego al baldacchino tramite un anello posto alla sua sommita’.
La pancia appariva gonfia come se fossi incinta e gia’ stare in piedi con il grosso tappo nell’ano era di per se molto fastidioso.
Per aumentare il supplizio mi allargo le gambe con un bastone d circa 80cm che fisso alle cavigliere.
Cosi facendo se non fossi stata legata al palo del baldacchino sarei caduta.
Torno’ poco dopo con un frustino da equitazione, del tipo leggero, e con quello comincio a colpirmi sul culo prima e sulla pancia e sul seno dopo.
Ovunque tentassi di divincolarmi per sfuggire ai colpi, questi cadevano con un ritmo incalzante, tanto che nel giro di pochi minuti anche gli ultimi barlumi di ribellione da parte mia erano completamente spariti.
Marco:”spero che tu abbia capito che non ti conviene mai discutere gli ordini, se ti si dice di stare ferma DEVI STARE FERMA, CAPITO??” Era la prima volta che alzava la voce con me, e capii che tramite lo specchio avevo messo in dubbio davanti a tutti, il suo potere su di me, facendo vedere che non ero brava ed ubbidiente come Lui voleva.
Ero molto dispiaciuta di avergli fatto fare una pessima figura, tanto che quando mi ingiunse, togliendomi il dildo nel posteriore, di andare a scaricarmi, senza sporcare dappertutto, lo feci senza fiatare.
Mi scaricai non senza disgusto e imbarazzo, ben sapendo che ogni mia azione era costantemente sotto osservazione.
Alla fine mi ripulii e tornai in stanza dal mio padrone che mi fece solo cenno di mettermi a pecorina, perche’ intendeva sodomizzarmi.
Mentre mi possedeva in quella posizione mi disse che per la mancanza di prima sarei stata ancora punita.
Una volta finito, mi ordino di girarmi e di ripulirgli per bene il membro, cosa che feci con piacere.
Sembrava finita per il momento ma subito dopo l’uscita di Marco, entrarono due schiave che mi legarono a croce al baldacchino, e dopo una minuziosa depilatura delle parti intime, mi misero gli anelli alle grandi labbra.
Un po’ perche’ il tutto fu’ fatto senza licenziosita’, un po’ perche’ ero abbastanza distrutta dalle prime emozioni, non emisi neanche un lamento, mentre il perfido metallo mi bucava le parti intime.
Uscendo mi dissero che per stasera avrei riposato, in vista della presentazione ufficiale della sera successiva.
E cosi caddi in un profondo sonno, senza sogni.....
(continua)
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16 years ago
admin, 75
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Valeria, alex e giuseppe
Ci siamo visti a Lucca a casa di Alex, appena arrivato Giuseppe ci siamo comportati come sempre da vecchi amici; 2 chiacchiere comodamente seduti sul divano, abbiamo scherzato e riso dei tempi dell'università, poi Giuseppe ha iniziato a corteggiarmi, dicendomi che le son sempre piaciuta e che ora son ancora più bella di quando ero una ragazzina.
Ad un certo punto Alex mi ha guardata ed io sono andata a cambiarmi per la cena, ho indossato il nuovo abito.
Nel frattempo Alex ha acceso il PC ed ha avviato il file con le mie foto sexy e le faceva vedere a Giuseppe. Quando sono ritornata con indosso il mio vestito scollato e legato al collo, Giuseppe ed Alex lo avevano duro dalla visione delle foto, mi hanno guardata con gli occhi pieni di eccitazione e si sono alzati e mi hanno baciata teneramente, Alex in bocca e Giuseppe sul collo da dietro. Che brivido ho provato e mi sono sciolta completamente e lasciata andare al loro abbraccio. Ho sentito 4 mani sul mio corpo che mi accarezzavano la schiena nuda ed i seni coperti dal vestito.
Ci siamo stretti in questo tenero abbraccio, sentivo i due uccelli duri schiacciarsi contro il mio corpo, quello di Alex davanti e quello di Giuseppe dietro, sentivo le mani di Giuseppe stringermi il seno da dietro e la sua lingua sul collo lateralmente, mi è venuto spontaneo voltarmi e baciarlo in bocca, mentre Alex prendeva la sua posizione dietro di me.
Poi ci siamo staccati, ci siamo seduti a tavola e abbiamo cominciato a cenare, sentivo su di me i loro occhi eccitati e le loro parole bellissime e provocatorie nei miei confronti, ma non volevo far capire che ero eccitata anch'io.
Giuseppe ricordava i tempi dell'università. quando io andavo a casa sua con Alex per scrivere la tesi al suo PC, ricordava le mie vertiginose minigonne giovanili e come lui sbirciava, senza essere visto, le mie gambe, oppure quando al ritorno del viaggio di nozze aveva visto le nostre foto sulla spiaggia di palma de Majorca con me in topless, e che segretamente mi aveva sognato la notte. Poi che oggi sono molto donna e che il seno senza reggiseno dal vestito si vede che si tiene molto su.
Alex da parte sua faceva notare che il punto di forza del mio seno, oltre al tenersi su è l'aureola molto grande ed i capezzoli che si induriscono al primo tocco della mano e che poi sono la professoressa dei pompini.
Ad un certo punto Alex si alza viene dietro di me ed infila le mani nel mio vestito, lateralmente ai seni e me li tocca, subito i miei capezzoli diventano duri, tira fuori le mani e comincia a baciarmi sul collo, dal vestito si vedevano i miei capezzoli duri. A questo punto mi fa alzare e porta verso il divano.
Giuseppe ci segue in silenzio, sento il suo respiro aumentare dall'emozione che si mescola al mio, ho un po' paura ma anche una gran voglia di sfogare la mia eccitazione in godimento.
Siamo in piedi davanti al divano, Alex mi bacia teneramente e mi sussurra ad un orecchio di lasciarmi andare senza preoccuparmi, mentre Giuseppe mi accarezza la schiena nuda, ci sediamo io in mezzo a loro due, Giuseppe comincia a toccarmi il seno mentre Alex mi accarezza le gambe, mi baciano teneramente, Giuseppe in bocca e Alex il collo. Sento dei gran brividi correre lungo tutto il mio corpo.
Non resisto e accarezzo i loro arnesi dai pantaloni, sono durissimi e sono per me.
Sento la mano di Alex slacciarmi il vestito legato al collo, il vestito scivola dalle mie spalle e scende fino a lasciarmi a seno nudo, Giuseppe comincia a baciarmi i capezzoli, mentre Alex comincia a baciarmi il collo e in bocca e prende la mia mano e la porta sul suo uccello nudo, io comincio a masturbarlo mentre Giuseppe comincia a stringermi il seno con 2 mani. Poi mi chiede “non vuoi anche il mio uccello?”
Io mi fermo, ho paura di rispondere, Alex mi guarda, mi sorride e mi dice 'dai ormai sei libera di far ciò che ti va', io allora mi volto a seno nudo verso Giuseppe sorrido lo bacio teneramente in bocca e allungo la mano sul suo pisello, trovo un arnese immenso e comincio a masturbarlo, mentre Alex mi toglie definitivamente il vestito di dosso, lasciandomi solo con il mio perizoma bianco trasparente.
Sento le mani di Alex sul mio culetto e le mani di Giuseppe sul mio seno, mentre io accelero il ritmo della mia mano che masturba Giuseppe. Ad un tratto Alex prende il filo del mio perizoma e comincia a tirarlo con forza, sento il filo stendersi sempre più ed all'improvviso cedere e rompersi, a questo punto Alex tira via dal mio corpo la mutandina e dice a Giuseppe 'dopo questa è tua te la regaliamo'.
Poi mentre io sono stretta a Giuseppe e lo masturbo, Alex si stringe alla mia schiena e sento il suo mega uccello premere sul mio culetto.
Ora sono completamente nuda, tra loro due e mentre si stringono a me sto masturbando Giuseppe, sento l'uccello di Giuseppe diventar sempre più duro e carnoso, mi piace da impazzire e comincio a desiderare di leccarlo tutto e prenderlo in bocca, ma non voglio essere io a prendere l'iniziativa.
Ed ecco come se Giuseppe avesse letto i miei pensieri, sento le sue mani appoggiarsi sulle mie spalle e spingermi in avanti ed in basso, mi lascio andare alla spinta e mi ritrovo alla pecorina con l'uccello di Giuseppe vicino alla mia bocca.
Io alla pecorina continuo a masturbare l'uccello di Giuseppe, mentre Alex comincia a farmi sentire nella figa la testa del suo uccello, lo mette e lo toglie lentamente, entra ed esce ed mi sento sempre più bagnata dall'eccitazione, allora comincio a tirar fuori la lingua e lascio appoggiare su di lei l'uccello di Giuseppe, che non riesce a star al gioco e mi prende la testa tra le mani, mi tiene ferma e con un colpo secco mi penetra in bocca, Alex vedendo il colpo secco che mi ha fatto arretrare fa altrettanto e mi penetra di colpo spingendomi in avanti e facendomi entrare ancor di più in bocca l'uccello di Giuseppe.
Comincio a succhiare con avidità l’uccello di Giuseppe, lo sento vibrare dall’eccitazione, mentre Alex continuando a scoparmi dice Giuseppe “non ti preoccupare riempile la bocca con il tuo cazzo e poi riempila di sperma”, poi rivolto a me dice “voglio vedere quanto è puttana mia moglie” ed io penso “ti sorprenderò”.
Giuseppe è troppo eccitato è la prima volta che fa sesso con me, riesco a farlo venire molto presto ed il suo sperma di impeto mi schizza in gola e poi mi riempie la bocca, io non lascio il suo uccello, è troppo eccitante averlo in bocca ed ingoio tutto il suo sperma, mentre Alex continua a scoparmi sembra che voglia sfondarmi la vagina, tanto che mi penetra con forza.
Mentre l’uccello di Giuseppe ritorna di nuovo forte Alex tira fuori il suo uccello e mi schizza tutto il sperma sulla schiena e poi con la mano lo stende lungo la mia schiena e culetto infilando le dita bagnate di sperma anche nel mio culetto.
A questo punto Alex mi dice “son felice che hai vinto i tuoi tabù, ora siamo liberi di divertirci veramente” e si allontana, va verso il cellulare e lo sento parlare con Carlo, un altro ns. amico, che abbiamo conosciuto da qualche settimana, poi scoprirò che non è un collega di lavoro di Alex ma bensì un ragazzo conosciuto in internet da Alex che cercava dei ragazzi per potermi scopare con loro.
Fatta la telefonata Alex ritorna verso di me, si siede sul divano prende la mia mano e mi tira a se, mi siedo su di lui e mi faccio penetrare dal suo uccello nella fica, mentre Giuseppe guarda con insistenza il mio culetto che si apre e si chiude al movimento della scopata con Alex, all’improvviso sento le dita di Giuseppe infilare della vasellina nel buco del mio culetto, prima 2 dita poi 3 poi 4 e le fa ruotare nel buco, poi toglie le dita e sento la punta del suo uccello all’ingresso del culetto, poi una penetrazione quasi animalesca tutta di botto tutto intero il suo uccello dentro di me, dal dolore mi alzo sulla schiena e Giuseppe ne approfitta per tenermi in alto e stringermi i seni dal dietro.
Sento un piacere immenso, essere scopata da 2 uccelli da un piacere indescrivibile, mentre sto godendo tantissimo, suonano alla porta. Ci fermiamo, aspettiamo un attimo. Poi Giuseppe esce dal mio culo e va alla porta, apre ed è Carlo.
Carlo è un ragazzo di 25 anni, molto bello, fisico scultorio e mediterraneo, entra vede me nuda con l’uccello di Alex nella fica, ci guarda e apprezza lo spettacolo, mi dice “Valeria non immaginavo fossi così bella, hai un corpo divino, la tua schiena è scolpita i tuoi seno son di marmo, complimenti. Ma a dire il vero la cosa più bella di te ora è che sei una gran donna”, queste parole mi eccitano da impazzire e lo vedo velocemente denudarsi e sedersi sulla spalliera del divano.
Giuseppe è ritornato dietro di me ad incularmi, non ha intenzione di cedere il posto a Carlo, che prende la mia mano e la porta sul suo cazzo, ed inizio a masturbarlo, poi mi stendo verso di lui e comincio a prenderlo in bocca, Succhio con voracità quel cazzo giovanissimo e pieno di virilità.
Il cazzo di Carlo è possente e carnoso, lo succhio come se non avessi ma preso in bocca un cazzo, lo sento gridare dal piacere ogni volta che tiro su la succhiata, sento ogni tanto una goccia del suo sperma venirmi in gola, mentre Giuseppe continua a penetrarmi nel culetto ed Alex è fermo nella mia fica e si gode lo spettacolo.
Il primo a venire e riempirmi di sperma è Giuseppe, sento un flotto di calore invadermi il culo e poi schizzarmi sulla schiena, alla vista dello sperma che mi inonda la schiena e il culetto Carlo non resiste e tira fuori il cazzo dalla bocca e mi schizza lo sperma sulla lingua e sul viso, a quel punto ho voglia di berlo, mi riprendo in bocca il cazzo di Carlo e lo pulisco tutto.
Ora siamo in piedi, mi sento circondata da loro tre, 6 mani mi accarezzano e 3 lingue mi baciano dappertutto, Carlo prende l’iniziativa, mi abbraccia e mi stende dolcemente sul letto. Mi alza le gambe e le mette sulle sue spalle, in questo modo ho la fica molto aperta e comincia a penetrarmi. Giuseppe si mette in ginocchio, su di me e comincia a scoparmi in bocca, mentre Alex prende il ns. fallo di gomma e comincia a farmelo penetrare nel culo, non potendo usare il suo a causa della posizione, ma si adagia lateralmente a me in modo da potermi far prendere il suo cazzo in mano.
Credo di non aver mai gridato di piacere come in questo momento, il vibratore mi da dei brividi nel culo che insieme a quello del cazzo di Carlo mi mandano in orbita, poi l’idea di far godere loro tre fa il resto, sono in estasi, vorrei che questo momento non finisse mai, anche se desidero sentire ancora una volta il calore ed il sapore dello sperma dentro e sopra di me.
Ecco il momento, sento un urlo di piacere di Carlo ed un calore fortissimo alla vagina è lo sperma di Carlo che mi sta inondando la vagina, tira fuori il cazzo e continua il fiume di sperma che mi schizza sul ventre e sulle tette mentre Carlo grida ancora di piacere, sento anche la mia mano tutta piena di sperma è quello di Alex e poi un urlo di piacere di Giuseppe che mi riempie la bocca di sperma.
Siamo sfiniti, abbiamo goduto come dei porci. Ci fermiamo abbiamo bisogno di recuperare le forze.
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16 years ago
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L\'evoluzione di marika (seconda parte)
Dopo il primo approccio telefonico, descritto nel capitolo precedente, e’ passato un po’ di tempo in cui abbiamo continuato a sentirci con “UomoVero” facendo sempre giochetti telefonici divertenti.
Ieri sera pero’ abbiamo deciso di incontrarci per conoscerci meglio.
L’incontro e’ per stasera ma si e’ gia’ deciso di non fare un granche’, visto che io ho ancora dei dubbi, visto la materia con cui ci stiamo confrontando, la dominazione.
Quindi eccomi qui in attesa di lui, che mi ha ordinato di vestirmi in modo particolare.
Il posto e’ un locale di piano bar, tranquillo e il mio abbigliamento e’ costituito da una minigonna con calze autoreggenti velate, niente biancheria intima, e con sopra un top scollato. Nel totale sexy ma non appariscente.
Lui non e’ ancora arrivato e mi assalgono i dubbi del caso. Sto’ tipo non lo conosci, magari e’ uno psicopatico, magari e’ brutto, magari... ma ecco che entra un tipo interessante, spero che sia lui..... e’ lui, appena mi vede sfodera un sorriso deciso ma inebriante.
E’ un bel uomo, sui 30 anni moro e possente, proprio come piace a me, “UomoVero” gli si addice. E’ vestito con un completo scuro, molto elegante che mette in risalto il fisico da palestra.
Si siede di fianco a me e tra una chiacchiera e l’altra ordina lui, senza chiedere il mio consenso, un drink alcolico per entrambi. Si chiama Marco.
La musica che arriva dal piano bar e’ piacevole senza essere invadente e la serata procede rilassata.
Ad un certo punto senza avvertimenti lui mi sfiora una coscia, provocando la mia reazione instintiva, chiudo le gambe e lui non sembra gradire.
LUI: ”eh no non e’ il miglior modo per cominciare, apri le gambe e non fare storie”.
Dischiudo le gambe e subito la sua mano avanza da padrona delineandone il profilo, fino ad arrivare all’orlo delle calze, poi piu’ su fino alla mia intimita’ che trova gia’ leggermente bagnata, e questo gli piace!!!
LUI: ”bene vedo che hai seguito alla lettera le mie indicazioni” e mentre dice questo gioca col mio sesso regalandomi sensazioni gradevoli.
LUI: ”andiamo fuori di qui che voglio giocare con te”.
L’ordine non merita repliche ma io insisto dicendo che eravamo d’accordo che per la prima sera non si facesse nulla, ma lui insiste e in breve ci troviamo nel parcheggio del locale dove lui mi fa accomodare sulla sua macchina.
Appena dentro l’automobile mi chiede di alzarmi la gonna e di far uscire le tette dal top (tra le mie rimostranze “ma ci puo’ vedere qualcuno”), ma sono costretta a cedere.
Appena a nudo comincia a palpare tutto in maniere molto distaccata fino al momento in cui mi ordina di fargli un pompino.
Non sono un santarellina ma avrei voglia di godere anch’io, insomma in breve gli slaccio i pantaloni, gli abbasso gli slip ed ecco svettare davanti ai miei occhi una fava enorme e congestionata.
Mi abbasso e comincio a leccargli tutta l’asta ma lui con una pacca sul sedere mi invita a fare piu’ in fretta “avremo tempo in seguito di fare le cose per bene” dice.
Quindi passo in breve a spompinarlo e vedo che il trattamento e’ di suo gusto.
In pochi minuti mi viene in bocca con un vero torrente che devo ingoiare completamente, ma non ci riesco e parte dello sperma finisce sui suoi preziosi sedili.
LUI:”ma che cazzo fai cagna, ti pentirai di questo.......”. ”Per stasera basta ti porto a casa, e guai a te se avrai l’ardire di godere da sola”.
In un lampo siamo a casa, mi scarica dalla macchina e mi ritrovo sola con i miei pensieri.
In altri tempi un tipo cosi’ lo avrei mandato a cagare, ma adesso non so cosa mi sta succedendo, non aspetto altro che una sua parola, e il bastardo lo sa.
L’indomani mattina mi arriva una email che mi ingiunge un incontro a casa sua per potermi amministrare la punizione in modo comodo.
Conosco il paese e’ fuori mano, mi da’ l’indirizzo e non mi chiede neanche se verro’.
Per un po’ sono tentata di lasciarlo perdere ma mi accorgo che neanche stamane ho indossato gli slip e per tutto il giorno sono tormentata dall’idea di cosa mi succedera’ la sera, e cosi mi ritrovo perennemente bagnata, anche perche’ da ieri sera non mi sono neanche masturbata, e la mia topina reclama attenzioni.
Cosi’ alle 20 mi ritrovo in macchina per andare a casa sua, pensando sempre a quanto sono idiota.
Appena un pelino in ritardo, arrivo al destinazione, parcheggio suono e il cancello si apre, e’ una splendida villa in stile ottocentesco, li ha i soldi il tipo...
Entro da un pesante portone. In un ampio salone lui mi attende vestito in maniera impeccabile come sempre.
La prima cosa che mi dice e’ “spogliati, che le cagne come te non indossano vestiti”.
Riesce sempre a sorprendermi, cosi non mi resta altro che assecondarlo.
“Sei arrivata in ritardo e sono gia’ due le mancanze”, mentre lo dice mi viene il sospetto che abbia deliberatamente sbagliato alcune indicazioni al fine di farmi arrivare tardi, be sono nuda in balia di questo pazzo.
Si avvicina e mi mette nell’ordine un collare, due polsiere e due cavigliere di cuoio, e legando un guinzaglio al primo mi tira come se fossi un cane, invitandomi a mettermi a 4 zampe.
Cosi facendo mi trascina verso le scale giu’ fino ad una specie di scantinato che dapprima buio, mi appare in tutto il suo splendore, come la sala di tortura dell’inquisizione.
Marco gode nel vedere la reazione di terrore che mi pervade e che mi blocca all’istante, tanto che e’ costretto a tirarmi piu’ volte per strapparmi al torpore.
Marco: ”ehi che fai ti sei imbambolata??” e cosi mi tira verso un cavalletto e mi fa stendere con la pancia, fissandomi le gambe e le braccia allo stesso.
Adesso ho veramente timore, un conto e’ avere delle fantasie e un altro invece e’ essere legata, completamente esposta e indifesa.
La cosa che mi da fastidio e al contempo mi eccita e’ mostrarmi cosi nuda al suo sguardo, mentre non ho idea di cosa mi aspetta.
Marco:”eccoti finalmente pronta per ricevere le punizioni che meriti, avanti implorami di punirti”.
Io: ”mi punisca, per favore”. Slash...ecco una fitta improvvisa che mi coglie completamente impreparata, sul sedere, il bastardo non visto nel frattempo si e’ munito di qualcosa di simile ad una canna di bambu.
Marco: ”mi punisca cosa, .....mi punisca padrone, cosi mi devi chiamare”.
Non faccio in tempo a replicare che un nuovo colpo mi raggiunge sulla schiena, cosi mi affretto a dire:”si ah ho capito padrone, mi punisca come merito, padrone”.
Marco ”bene cosi va meglio adesso ovviamente mi dovrai ringraziare per ogni colpo”
E cosi senza aspettare la mia replica inizia una serie di colpi molto dolorosi distribuiti su tutta la superficie, senza risparmiare nessun dettaglio, dalle coscie (penso tra me domani come andro’ al lavoro, col burka???), fino alla schiena.
Quando ormai non riesco piu’ a rispondere le lacrime colano dalle mie guance, insieme al trucco, si ferma, per constatare che colo abbondantemente anche tra le cosce.
Marco: ”ma guarda questa puttanella come si bagna sotto la sferza” e cosi facendo si avvicina ed estrae il membro per farmelo succhiare, e’ visibilmente eccitato ma dopo un po’ mi ferma, non vuole venire subito.
Approfitta del fatto che mi sono un po’ rilassata e mi fa cambiare posizione.
Adesso mi stende sopra un attrezzo curvilineo, sulla schiena con le braccia e le gambe stirate.
Adesso sono in pratica disposta ad arco e tutta la parte del mio corpo finora risparmiato dalla strigliata, e’ esposta e pronta per essere colpita.
Adesso ha in mano una specie di frusta, sembra un nerbo di bue, e con quello ricomincia a flagellarmi, non risparmiandosi la fatica di colpire qualsiasi punto, aiutato dalla flessibilita’ dello strumento.
In particolare e’ molto attratto dal mio seno, che riesce a colpire bene, centrando piu’ volte i capezzoli, gia’ duri e tesi dall’eccitazione.
Non vi posso spiegare il dolore di essere colpita in queste parti, dapprima arriva una stillettata nel cervello, che non capisce dove e’ arrivato il colpo e poi la parte lesa ti invia un forte bruciore, che aumenta via via, colpo dopo colpo.
Anche il mio pancino gli piace e in breve anche la parte davanti del mio corpo e’ piena di striature e arrossamenti.
Sono abbastanza distrutta e penso che sia ormai finita, ma mi sbaglio, mi slega momentaneamente per appoggiarmi sul un tavolaccio, sento che mi unge il buchetto posteriore ed eccolo entrare di prepotenza, aggiungendo nuovo dolore al vecchio.
Mi pompa senza pensare al mio piacere ma solo al suo, ma nonostante questo sono prossima all’orgasmo, poi improvvisamente esce dal mio corpo e mi infila un grosso dildo nella patatina, per tornare a forzarmi l’ano, reso molto piu’ stretto dall’ingombrante inquilino dell’altra apertura.
Riprende a limarmi con un ardore fuori dal comune (alla fine trovero’ del sangue...) e finalmente quando lo sento esplodere con feroci bordate, dentro di me scoppia un orgasmo mai provato prima, tanto che mi agito talmente tanto da disarcionare il mio padrone, affascinato e sorpreso da cotanta manifestazione di piacere.
Alla fine e’ tanto il godimento che cado addormentata (o svenuta), e mi risvegliero’ solo la mattina seguente a casa mia...(ma come ci saro’ arrivata), tutta indolenzita e dolorante....
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1
16 years ago
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L\'evoluzione di marika (prima parte)
Ciao mi presento sono Marika, ragazza milanese di 25 anni a cui la vita piace molto.
Un aspetto fondamentale di essa e’ soprattutto il sesso, del quale ho una certa esperienza, anche se non mi posso definire una “navigata”.
Di storie ne ho e ne ho avute in passato, con compagni di scuola prima e colleghi di lavoro dopo.
Non passo per una “facile” ma se trovo quello giusto statene sicuri che non mi scappa, anche se preferisco lasciare allo sprovveduto di turno, l’idea di avermi conquistato.
L’uomo cacciatore... bah e’ una leggenda che non ha mai avuto dei fondamenti di verita’. E’ sempre la donna che sceglie (o che si lascia scegliere), ma banalita’ a parte andiamo avanti.
Lavoro in un call-center e da un po’ ho scoperto l’aspetto tecnologico del sesso:
Le chat.
Dapprima sono entrata un po’ dubbiosa, ma in realta’ ho scoperto che con le dovute cautele, si possono fare degli incontri speciali, senza incorrere in imbarazzanti fermo-posta o giornalini equivoci.
Mi permetto una descrizione, sono alta 1,70, bionda con capelli lunghi, occhi verdi, prosperosa (una terza abbondante). Ho sempre cercato nei primi tempi di nascondere questo aspetto di me, e anche adesso che ho scoperto che in realta’ non c’e’ nulla di cui vergognarsi, mi vesto in maniera sexy, ma non da battona.
Curo il mio aspetto anche andando in palestra e vado molto fiera del mio fisico, ma non per questo “me la tiro”, anzi sono una ragazza molto “alla mano”.
Torniamo alla chat, un bel giorno decido di entrare in una di quelle a chiaro argomento erotico, con un nick accattivante “poppea” e be non ci crederete (ma si che ci credete dai!!) e’ stato un successone.
Un sacco di proposte fatte da ragazzini pirlini, ma in mezzo a loro anche delle persone interessanti. Tra queste mi aveva incuriosito un nick all’apparenza baldanzoso “UomoVero”. Sulle prime lo avevo bollato come il solito spaccone che tenta di fare colpo (ma anche io con poppea volevo mettermi in mostra....), poi invece a poco a poco mi ha conquistata con il suo fare deciso e autoritario.
Dopo le prime fasi “come ti chiami-sei f o m-ma come mai sto nick-ecc ecc” eccolo entrare nel vivo del discorso chiedendomi se ero intenzionata davvero a fare del sesso virtuale prima e poi forse.....
“Dai vediamo come stai a fantasia” lo incalzai io tanto per vedere di cosa era capace.
“Tanto per cominciare non fare la spavalda con me” fu la sua risposta.
Per la prima volta mi sentii soggiogata, nessuno era mai stato cosi’ diretto, e devo dire che il tono autoritario mi e’ sempre piaciuto, ma non ero mai stata in grado di trovare il partner giusto.
“Ti piacerebbe fare qualcosa di diverso dal solito??”
“Perche’ no?” risposi io sempre piu’ curiosa.
LUI: ”Io sono una persona a cui piace dominare e amo il genere un po alla ‘Histoire d’O’ per intenderci, ti interessa?”
IO: ”ma si, ma io non ho mai provato nulla del genere” anche se dentro di me e soprattutto la mia micina, cominciava a gradire, sentendo un piacevole calore salirmi dentro.
LUI: ”per prima cosa come sei vestita?”
IO: ”ma ho un abito sopra al ginocchio, perizoma sotto e reggiseno cordinato di pizzo nero”.
LUI: ”bene adesso ti togli subito il perizoma perche’ se accetti di seguirmi da oggi in poi non dovrai piu’ portare biancheria intima, almeno quando sei con me”.
La richiesta mi sembro’ lecita ma inusuale visto che ero in ufficio (open space) circondata da molte persone, quindi provai a protestare:”ma non posso sono in mezzo a molte persone e magari mi vedono”.
LUI: ”cosi vedono che sei una depravata, dai levati ste’ mutande ho detto”.
Allora con non poco imbarazzo e sforzandomi di vedere se c’era qualcuno in giro, mi abbassai e mi sfilai l’indumento, provando un grande senso di fresco e accorgendomi nel riporre lo stesso nella borsetta, che mi ero bagnata, andandolo ad infradiciare completamente con i miei umori. Be certo che prometteva veramente bene.
Glielo dissi e LUI: ”bene vedo che ti piace e che stai entrando nella parte, brava”. “Adesso per farmi vedere la tua sottomissione trova qualcosa di grosso tipo un bel pennarellone e stando con le gambe un po’ larghe sfiorati la fica”.
A nulla valsero le mie proteste lui mi ingiunse di farlo, pena il non risentirci mai piu’.
Mi feci coraggio e individuato l’oggetto cominciai ad usarlo, ma ben presto dovetti smettere in quanto notai una colata di umido che stava per bagnare anche la sedia.
Gli dissi che dovevo smettere ma lui insistette cosi’ mi diede il cellulare e mi disse di chiamarlo dal bagno.
Corsi subito li pensando tra me e me come dovessi essere strana, arrossata in volto e sicuramente sconvolta dal piacere.
Andai come ho detto nella toilette e lo chiamai.
“CIAO” una bella voce calda dall’altra parte mi rispose facendomi eccitare ancora di piu’.
“Adesso che non abbiamo piu’ ostacoli spogliati e fai come ti dico.
Hai sicuramente delle mollette per i capelli, li hai molto lunghi, bene applicale ai capezzoli e stringi bene mi raccomando”.
Esegui l’ordine e subito dopo aver messo le mollette mi parti un indicibile caldo dalle parti basse, caldo che attenuo’ un poco il dolore.
“Bene adesso prendi il pennarello e passatelo bene nel solco per inumidirlo, ecco adesso leccalo tutto, apprezza il tuo succo di cagna in calore”.
Quelle parole erano proprio la ciliegina sulla torta, io trattata come un cagna, una schiava a suo servizio, infatti leccai tutte le mie secrezioni con gusto fino a pulire completamente l’oggetto.
“Adesso ficcatelo bene dentro e pompati, anche perche’ sara’ l’ultimo tuo orgasmo senza di me, ma non disdegnare anche il culo....”.
Andai avanti cosi per un 10 minuti fino a quando lui senti che stavo per venire allora mi intimo ’”Adesso che stai per godere levati di scatto le mollette dalle tette e poi dai sfogo al piacere”.
Feci come mi era stato ordinato e nel momento stesso che tolsi le mollette l’orgasmo mi colse di sorpresa, urlai e mi dibattei come se fossi stata colpita da una scossa elettrica (che imbarazzo pensai in un secondo momento), affondadomi nel contempo il pennarello nel buchetto posteriore.
Ringraziai di corsa il mio padrone e me ne andai velocemente dal bagno, temendo di avere dato spettacolo, decisa comunque a risentirlo......
Ma questa ve la raccontero’ la prossima volta.
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16 years ago
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Chat
Da qualche tempo la connessione ad internet è diventata per me un ossessione e non avrei mai pensato che riuscisse a catturarmi così tanto, vista la mia lontananza dal mondo della tecnologia.
Tutto è iniziato con il mio regalo del Natale scorso: un Pc portatile; regalo che mi hanno fatto i miei genitori, dopo aver raggiunto anche la mia prima laurea in biologia.
Prima riuscivo a connettermi dall'aula di informatica della mia facoltà, giusto per controllare la posta elettronica o dare un occhiata a qualche sito. Poi, col mio Pc nuovo e la connessione ADSL illimitata ho iniziato a prendere come abitudine l'oretta di connessione alla sera, dopo cena.
Dopo la laurea ho deciso di fermarmi nella città dove ho studiato (che terrò nascosta per la mia privacy) per continuare gli studi della specialistica e per iniziare un lavoro/stage presso un laboratorio di ricerca; lavoro che mi rende orgogliosa.
E poi qui vivo bene. Ho le mie compagne e amiche... e non mancano nemmeno gli amici.
Internet è un mondo immenso. Mi sono avvicinata al mondo della chat, una droga. I primi contatti sempre con i conoscenti, poi, piano piano, si iniziano anche le conversazioni con gli sconosciuti. Spesso finiscono con poche battute, altre volte durano il tempo di una chiaccherata e poi sconosciuti come prima, altre, ci si da l'appuntamento o si spera di poter incontrarsi virtualmente altre volte.
E così è capitato con Riccardo. Lui vive in questa città, ma senza avere conoscenti in comune ci siamo incotrati e conosciuti una sera su Messenger. Non so come fosse riuscito ad infiltrarsi e a trovare il mio indirizzo.
Si è rivelato immediatamente una persona originale, esordendo con una frase che non ricordo nemmeno bene, ma che riguardava la sua infanzia. Se una persona non mi colpisce in modo intelligente, difficilmente ha qualche sperazna con me; ma Riccardo c'era riuscito.
Fu così che iniziammo le nostre chiaccherate virtuali. Inizialmente avevano una durata di un ora al massimo, poi... col passare del tempo siamo arrivati anche ad intere serate, fino a raggiungere l'alba a volte!
Incredibile. Stava diventando una droga quel Riccardo, senza aver nemmeno visto il suo viso. Su MSN io mi presento con la foto di JAKILL, il mio micio, mentre Ricki non usa immagini.
E non ci siamo mai interessati dell'aspetto fisico. Per mesi siamo andati avanti solo con le nostre menti. Questa cosa mi affascinava... però era inevitabile mostrare curiosità e così, ecco la sera dove, non mi ricordo da chi... è saltata fuori la richiesta di una foto. Imbarazzo di entrambi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Abbiamo fatto anche di più: ci siamo connessi con la webcam!
E da quel momento, quelle conversazioni presero anche un volto. Un bel viso, pulito e asciutto. Certo che Riccardo iniziava proprio a piacermi e io a lui, altrimenti non sarebbe nato un rapporto così morboso attraverso una macchina.
Le nostre conversazioni, piano piano, iniziarono a prendere una piega sempre più piccante... Attraverso la cam ci scrutavamo e cercavamo di capire quanto desiderio si nascondesse dietro ai nostri sguardi.
Inevitabile fu l'argomento "sesso", dove sui primi racconti sulle esperienze personali ci lasciammo andare anche con confessioni che mai avrei pensato di tirar fuori nemmeno di fronte alla mia migliore amica. E così ecco che Ricky scopre la mia passione per il sesso orale, dove, senza peccare di presunzione mi reputo anche brava nella tecnica e io da lui, ascolto le sue imprese da amante e poi gli racconto di quella volta che, dopo aver bevuto un sacco con le amiche, mi ritrovai a stretto contatto con uno sconosciuto in mezzo alla pista di una discoteca, con le sue mani che mi accarezzavano sotto la gonna.
E in questo modo il desiderio saliva... desideravo quell'uomo e lui desiderava me.
Ero convinta che il nostro incontro non ci avrebbe riservato cattive sorprese. Quindi... dopo alcuni primi tentativi, arrivò la sera dell'appuntamento.
Dopo i primi tempi a parlare di tutto, da un mese a questa parte tra di noi si palpava solo il desiderio della carne. Questo nostro incontro si sapeva come sarebbe andato a finire. Il nostro comune obiettivo era quello di unire i nostri corpi. Non si sapeva dove o come, però dovevamo, dovevo sfuorare la sua pelle, sentire il suo profumo...
E mi preparai per esser perfetta, sfoderando l'intimo delle occasioni particolari, poco profumo per non risultare fastidiosa e un trucco leggero. Attenzione particolare alla depilazione: volevo che la mia passerina risultasse perfetta ai suoi occhi, nuda... come, dai suoi desideri, la sognava lui. E in questa preparazione iniziai anche ad accarezzarmi con le dita, pensando al suo corpo nudo.
E' tardi, esco e mi dirigo sul luogo dell'incontro; un locale in centro, conosciuto da entrambi, ma dove siamo sicuri di non incontrare conoscenti.
Eccolo, dai vetri scopro che è lui, seduto al bancone parla con il barista sorseggiando birra. E' ben vestito, jeans e una camicia nera leggermente aperta. Io mi do un ultima occhiata specchiandomi sui vetri scuri. Il mio corpo riflesso grazie alla luce dei lampioni... Sono una bomba, il mio corpo trema... il mio sguardo cade sul ciondolino che si perde tra i miei sensibili seni, i capezzoli spingono e sembrano bucare la maglietta fuxia. Un'ultima ripassata con il lucidalabbra, entro, mi avvicino e, senza parole... le nostre labbra si uniscono in un umido abbraccio.
Proprio come avevo immaginato.
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16 years ago
BUNCIA, 39/40
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IN HOTEL
Io e mia moglie dopo tante fantasie fatte in casa ci decidiamo di uscire due giorni da soli e passarli in un hotel .Vogliamo uscire dagli schemi , e allora acquistato un bel completino intimo su internet , e prenotiamo in un albergo con centrobenessere .Non abbiao mai avuto esperienza a 4 ne a 3 siamo alle prime ....ma con tanta voglia di trasgredire.Allora partiamo gli impongo magletta senza reggiseno e normalissima gonna , si parte gia con un filo di eccitazione e prima di arrivare in hotel gli impongo di togliere le mutande , dopo un po di proteste accetta , arriviamo in hotel , (4 stelle)ci presentiamo alla reception per chiedere la stanza e io gl dico di togliere il giubbino lei mi guarda un po me lo da e mette in mostra le due tettone che dilatano il disegno sulla maglietta , e subito gli occhi del ragazzo vano li , lei arrossisce subito ma non dispiace , fatto tutto ci dirigiamo dentro l'ascensore in compagnia del ragazzo che porta il nostro bagaglio , con il suo sguardo su di lei io la fisso e sfiorandogli le tette gli dico che in camera l'avrei fatta godere come non mai, sono sicuro che si è bagnata tutta , sistematici fatta la doccia ci mettiamo in biancheria sexi lei con la splendida vestaglietta che mostra tutto se ne va in bagno davanti allo specchio , ma prima che finissea prepararsi bussano alla porta , lei tutta spaventata mi guarda , e io gli dico tranquilla è la bottiglia che ho ordinato ,allora a porta semiaperta faccio entrare il ragazzo e gli dico di appoggiarla sul comodino che gli prendo la mancia , Lui arriva li e si trova di fronte la porta del bagno e intravede mia moglie davanti allo specchio , rimane un po fermo e la fissa io ritardo dicendo che non trovavo spicci e mi vedo mia moglie allo specchio che la riflette puntare il ragazzo , un mulatto.La tensione e tanta non avevo mai visto mia mogle guardata da un altro e nemmeno lei aveva mai sognato di farlo , io ritardo ancor e ad un tratto lei chiude gli occhi e si comincia a passare le mani tra le coscie sulle tette sul culo , io comicio a sudare , e penso che tra unmomento e l'altro succedesse qualcosa.. io speravo che lei uscisse si chinasse e poi.........ma dopo una serie di sguardi tra i due lei con una mano tra le gambe si gira e chiude la porta , allora io vado l do la mancia al cameriere , e dico grazie , lui se ne va io apro la porta del bagno la trovo a masturbarsi sul bide , come mi vede mi dice " Scopami che gia sono venuta gia una volta solo al pensiero che........"e viene di nuovo io apro la bottiglia sulle sue tette la faccio bere un po poi la bagno tutta e dopo una bella leccata di tette e fica allo champagne comincio a scoparla la scopata piu' bella della nostra vita , mostruosa, in preda ad un eccitazione spaventosa...huuhuuhu. Alla fine ci siamo riposati sul letto tutti e due esausti , ma lei si alza va in bagno e dopo unpo noto degli spasimi...allora mi alzo vdo in bagno e la vedo masturbarsi di nuovo seduta sul bidè . le prendo le tettone da dietro e le sussurro all'orecchio se le era piaciuta la scopata, lei dopo un po si gira mi mette le dita in bocca(bagnatissimi)poi mi sussurra "QUANDO RIORDINI UN'ALTRA BOTTIGLIA AMORE CHE STAVOLTA LA BOTTIGLIA LAVOGLI FAR STAPPARE A LUI " ed è venuta di nuovo.....
Ora sono rimasto con il pesiero e la voglia di richiamere la bottigla dopo cena e vedere se finalmente per la prima volta riuscira a lasciarsi andare e trasformare finalmente i suoi sogni inrealtà ......huhuhh Alla prossima ragazz..
il vostro golosone
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16 years ago
coppiasupergolosone, 35/29
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Silvia m.
L'inverno del 1990 fu uno dei più preoccupanti eppure lo ricordo ora come uno dei più belli. Silvia ed io vivevamo in Vico della Rosa nel centro storico di Genova. Nn avevamo neppure i soldi per cambiare la serratura della porta di casa. Io studiavo all'Università e Silvia lavorava ad ore presso il fratello di un noto musicista e cantante genovese. andavo a prenderla alla sera e mentre usciva dalla villa del suo datore di lavoro in Albaro già mi mostrava la boccetta d'olio che teneva nel sacchetto che usava come borsetta.
"mi devi inculare oppure do di testa!".
"piantala di dire belinate stronza!!"
Arrivavamo presso la scalinata Borghese e Lei era già senza mutande che puntualmente buttava nei cespugli adiacenti la strada...
"Vuoi che qualcuno ci veda? la vuoi piantare?..."
"Vai a fare in culo stronzo! ho lavorato tutto il giorno e sono fuori di testa...inculaaaammmmiiiiiii subitoooo!".
Silvia soffriva sicuramente di bulimia e a volte non mangiava per giorni interi...scartava persino il mais che mettevo nell'insalata...era magrissima e temevo per la sua vita...a stento riuscivo a penetrarla senza farmi male...ma lei lo voleva e temevo che potesse farlo qualcun altro...ma a volte perdevo il senno anch'io...
"ora basta brutta troia non possiamo farlo sul marciapiede ci arrestano!"
una sera, si spogliò completamente sul marciapiede e allora la presi per i capelli e la trascinai per le scale prospicenti Via F. Pozzo con l'intento di nasconderla alla vista dei pochi passanti.
"scopami bastardooo" "nel culo lo voglioooo!"
Ho ancora qualche memoria... il sacchetto lasciato in mezzo alla strada, le scarpe in cima alla scala, il vestito sporco e lei che godeva nel farsi trascinare per la strada....la boccettina d'olio che cadeva giù per i gradini...Silvia io ti amavo. Ora sai dove sono. Ti aspetterò per sempre.
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16 years ago
admin, 75
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Eros e [inutili] parole d\'amore
Voglio imbrattarmi di parole oscene,
palesare le allusioni, ammonire
i rivoli di miele a render[mi]e stucchevole
ogni periodo... a trasfigurarlo,
alternandone la passione iniziale...
Perché il cuore tende sempre ad arrovellarsi
su eterni dilemmi di irrisolti dissidi
smarrendo i dettagli di tante notti
sprovviste di quell'impegno mentale
e di quel coinvolgimento emotivo che fa grave
ogni interludio che altro non dovrebbe
contemplare e comprendere
se non l'armonia dei sensi che nulla ha in sé
di tendenzioso e, pertanto,
sufficiente ad autoalimentarsi?
Eppure io sono [anche ] altro.
Io sono stata e ho vissuto
soprattutto d' altro...
"Lei ha da sempre rituali che sanno di piccola magia, gesti quotidiani che danno e mettono cornice a quello che fa. Va in cucina, riempie d’acqua il bricco di ferro smaltato che ha portato anni prima dall’Inghilterra, accende il fornello più piccolo, e mentre l’acqua si scalda apre la vetrinetta dei pensili alti, prende la scatola del tè verde cinese. Poi con tre dita –pollice, indice e medio- afferra e stringe una minuscola noce di semi verdi. Guarda sempre in alto, mentre l’acqua inizia a far salire a galla bollicine lievi e scoppiettanti. Guarda e pensa, e risente lo scrosciare lento e leggero della pioggia londinese, rivede le signore che corrono per la strada, senza ombrello o riparo, solo fazzolettoni ridicoli in testa e galosce ai piedi. Orribili. Poi ancora riempie la tazza bianca con le fragole rosse, un regalo della sorella, va nella sala piastrellata di parquet scuro. Accende una candela, la infila nel vaso di vetro riempito di riso e sassi per sostenerla. Sulla fiamma della candela arroventa un incenso, e fa penetrare l’asta di legno sottile nella terra di un vaso, vicino alla finestra. Beve, lentamente, guardando dalla finestra. Alberi, cielo attraverso i rami, le case di fronte, cani che corrono, ogni tanto un uccello attraversa quel poco spazio tra vetri e alberi. Una scia nera veloce, una freccia scura che spezza a metà l’immagine ancora nel suo sguardo.
Era seduta sul letto dell’albergo, quella sera. Un hotel di lusso, una stanza elegante, uno specchio appositamente macchiato, ad arte, appeso sul soffitto. Era seduta e guardava in basso, la punta delle sue piccole scarpe nere faceva su e giù come a spostare qualcosa sul pavimento. Un batticuore la invadeva tutta. Se avessero messo un altoparlante sul petto, sulla maglia nera aderente, si sarebbe potuto sentire un “tum tum tum” ossessivo, perforante. Lui era accanto a lei.
Non lo guardava, ne vedeva solo la parte finale delle gambe, le sue
scarpe marroni, il bordo dei pantaloni. Non lo guardava, ne aveva
come un po’ di timore, si vergognava…..
”Mi vergogno, io?” si sorprese a pensare stupita. Io, si diceva, che in queste situazioni divento immensa, sovrastante, un mantello di carne e passione che riesce a coprire tutto…io, piccola minuta e un po’ bambina, che poi allargo braccia e cuore, e avvolgo chi ho accanto, per farlo sparire in me, inglobarlo come un’ameba vivente. Farlo mio, senza una parola o un sussurro, che non siano i miei…. Ma si vergognava. Si sentiva le guance che scottavano. Lo ricordava, anni prima, in una situazione esattamente capovolta. Lei sfrontata, sicura delle sue intenzioni, lui timido e irretito, ormai, dal profumo di sesso che lei emanava.
Forse sono rossa, sulla mia pelle del viso adesso, pensò….
Devo andare, devo andare, presto presto presto….il suggerimento della ragione perforò l’aria, e lei alzò il viso. Lui era bellissimo, e sorrideva.
Appena le pieghe della bocca inclinate, e un brillìo negli occhi. La volontà forzata di lei si smorzò subito…qualcuno le impresse una leggera spinta sulla schiena, si trovò sotto il volto di lui, gli sfiorò appena le labbra,
le sentì asciutte, volutamente avare.
Si ritrasse. Lo guardò.
E poi di nuovo, un altro ondeggiamento in avanti. Per incontrare questa volta la bocca di lui, disponibile, avvicinata. Si baciarono a lungo. Lei con le piccole mani gelide dall’emozione intrecciate in grembo, sulla gonna. Il batticuore che le straziava la carne tra i seni, che faceva male adesso. Si vedeva da fuori, e le veniva da sorridere ad immaginarsi in quella posizione strana, dritta sulla sponda del letto, solo la testa dai corti capelli neri girata verso di lui. Il resto del corpo per conto suo, e il viso con una vita propria. Pensò per un momento “e ora?” sorprendendosi immediatamente per la stupidità estrema di quelle due parole. Ora cosa? Ora che? Ora, e basta……. Passò attraverso quelle labbra, la saliva dolce di lui, il tepore morbido della carne, il fiato caldo che si sentiva sul viso, l’odore strano della sua pelle. Si trovò come dietro ad uno schermo di un cinema.
Non spettatrice, ma personaggio con un’altra lei che guardava,
comodamente seduta e interessata….
Stava dentro quella bocca, tutta intera,
ormai al sicuro, in uno spazio che aveva cercato da tanto.
Allora alzò le braccia, d’istinto. Gli circondò le spalle, larghe e nello stesso tempo ossute, rimaste tali e quali ad anni prima. Lo strinse forte, lo tirò contro di sé, sempre baciandolo. Poi con le labbra riarse, ormai prive del rossetto che s’era già perso sul bicchiere di birra bevuto in un pub fumoso e buio, cominciò a percorrergli le guance e il mento e il collo rasato ma ruvido, andando su e giù con la sua pelle sulla pelle di lui. Ne sentiva la superficie profumata, il raspare della barba appena spuntata. Lui sussurrava qualcosa, appoggiato con le labbra sulle orecchie di lei. Non capiva, non poteva, le parole ignare entravano e uscivano dalla sua mente. Lei ascoltava solo il rumore delle emozioni ad ondate, a boccate piene, a colpi secchi sul cuore. Quando beve il tè, lei non guarda mai nella tazza. Appoggia la bocca già socchiusa sul bordo di porcellana bianca, facendo uscire un piccolo fiotto di aria per freddare il liquido. Poi sorseggia, quasi aspirando per non scottarsi, così che il tè arriva sulla sua lingua già tiepido. Le piace amaro, macchiato poco con il latte. Quel tanto che basta per stemperarne il sapore aspro. Non serve, però. Quando il tè le arriva nella gola, l’amaro le ha invaso il palato e le fa stringere i denti. Lentamente scivolarono a distendersi sul letto.
Sempre avvinghiati, non si toccavano altro che le spalle uno dell’altra.
Si baciavano come impazziti, come una caccia al tesoro tra capelli e pelle, per trovare e cercare qualcosa di smarrito, di nascosto, di perduto…
Su un fianco, vestiti com’erano entrati nella stanza,
si erano come incollati uno addosso all’altra,
respirando i reciproci respiri.
Lui lasciava uscire, nei frammenti di tempo e spazio
che lei gli concedeva,
parole che lei percepiva a stento.
I capelli di lui erano lunghi come allora, ma più radi, e più grigi. Lei si era girata, appena arrivata al bar, intuendo la presenza di lui alle spalle. Era lì. Le aveva sorriso allargando le braccia come a dire “eccomi”, con una smorfia divertita. Poi avevano parlato, e giocato a cercare le tracce degli anni passati. Lei tendeva le spalle in avanti, con un linguaggio del corpo
che diceva “prendimi, ora, ti prego…non farmi più aspettare..”
Per tutta la sera dai pori della pelle di lei era sgorgato desiderio.
Un rito, quello che adottava con gli uomini, come con la preparazione del tè.
Sapeva il percorso, conosceva la strada.
Ne contava i passi, uno ad uno…e la fine era sempre la stessa.
Si trovava il corpo di quell’uomo prescelto tra le mani,
sapeva dove andare, dove toccare.
Lo leccava piano, dovunque, dall’interno delle cosce all’inguine al sesso, lo avvolgeva tra le labbra. Aspirava l’odore per decretare il voto, per dire sì, è quello giusto, almeno oggi, almeno per ora. Un gioco con pedine, dadi e caselle. Riti magici, lei una strega che concepiva e costruiva un’alchimia tutta sua. Quella sera non funzionò, mai. La maglia nera aderente sui seni sporgenti, lo sguardo invitante, il collo sottile e lungo, le labbra inumidite spesso, come davanti a un piatto goloso. Nulla. Lui sorrideva e scherzava. E lei l’aveva seguito….ipnotizzata. Il bar, la strada, la piazza, un altro bar, e poi il ritorno…”E adesso?” aveva domandato lui guardando la chiave della stanza. Poi si era girato e lei l’aveva seguito silenziosa, ammutolita, il cuore che già cominciava a correre. Ora continuava quasi a mordere la pelle del collo e del viso di lui, affamata assetata non sazia, senza respiro quasi. Poi s’era fermata. Staccando appena il viso da gatta da quello di lui, lo aveva guardato in fondo alle iridi scure. Aveva in un attimo costruito una strada tra sguardo e sguardo, lo aveva preso per mano, se l’era portato con sé, proprio su quella strada. Allontanandolo ancora si era girata del tutto. Si guardò nello specchio sopra di loro.
Si girò anche lui. C’erano, in quello specchio, due bambini grandi e ignari, due adulti inconsapevoli e fuggitivi. C’era tutto, nello specchio e nella stanza.
Ma lei doveva andare.
Gli sfiorò appena la stoffa scura dei pantaloni,
tra le gambe, come a promettere qualcosa.
Lui ricambiò il gesto, appoggiando la mano grande sul seno di lei, stringendo poco e emanando un calore che lei sentì subito. Ti regalo una cosa, prima di andare, sussurrò lei. Si mise seduta, alzò la gonna lunga e stretta fin sulle cosce. Girò le mani sui fianchi, impegnandole a slacciare qualcosa.
Le ritrasse dopo qualche secondo, esibendo un trofeo nero. Te lo regalo, gli disse affidandogli quel pezzo di stoffa scura nelle mani. Era un prezioso reggicalze nero, traforato, ancora caldo per il contatto con la pelle. Lui lo afferrò piano,
lo strinse nelle due mani, lo portò al viso aspirando forte l’odore di lei.
Poi lo serrò nel palmo, a nasconderlo del tutto. Lei si alzò.
Si rassettò con calma e gesti antichi la gonna. Si passò le mani tra i capelli.
Lo baciò ancora una volta, prese il cappotto scuro buttato sulla sedia, aprì la porta e lasciandola socchiusa uscì, inghiottita dalle scale ricoperte di moquette.
Quando finisce il tè, lei si tiene sempre tra le mani
la tazza calda, ancora per un po’,
a riscaldare la pelle e il cuore. Vede dentro la porcellana bianca
l’impronta scura del liquido che si rapprende.
E’ già finito, pensa, l’ho inghiottito adesso e già non lo sento più.
Ma ne ho voglia ancora".
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16 years ago
muyhermosa, 35
Last visit: 16 years ago -
Il benvenuto
MIRKO è entrato oggi nel mio appartamento: la luce soffusa, una musica di sottofondo. Lui indossava un giubbotto di pelle, un paio di jeans, e gli occhiali da sole.
MIRKO è un ragazzo di 36 anni, alto 188x93kg,giocatore di pallanuoto, moro,capello corto, fisico atletico, con una dotazione di 20 cm.
Appena entrato, senza dire una parola, gli sono andata incontro, calze a rete, tacchi a spillo, body di pizzo nero,
( 45 Anni capelli neri lunghi, occhi verdi, 166x65kg.) Labbra rosso fuoco, unghia laccate da grande zoccola.
Mi sono inginocchiata davanti a lui e ho portato la mia bocca all'altezza della sua patta..poi, lentamente, uno ad uno,
gli ho sbottonato i jeans, i suo cazzo era già duro, trattenuto a stento dagli slip.
Ho abbassato leggermente i suoi calzoni , tanto da far spuntare la cappella, e afferando con una mano i coglioni, ho iniziato
lentamente e inesorabilmente a baciare il suo cazzo, lungo tutta la sua lunghezza, leccando i peli del pube...
Poi l'ho fatto sedere sul letto, e mi sono chinata per toglierli le scarpe, e mentre con una mano toglievo una scarpa,
con l'altra stringevo il suo cazzo duro, mentre lui mi toccava il culetto, tondo, liscio e sodo, e mi diceva sei una grande
troia" Tolti i calzoni e la maglietta, gli ho fatto vedere dei giornali porno e gli ho detto che se si fosse sparato una sega
gli avrei leccato via la sborra goccia a goccia. (naturalmente, una sega finta: la sborra, altri non era che yogurt alla...
banana) Così, dove avergli versato un po' di yogurt sul cazzo e sul pube, ho iniziato a leccargli il tutto per bene.
Poi, ho suggerito che dovesse lavarsi, visto che aveva "sborrato" e doveva essere ripulito: Così siamo andati in bagno
e ho iniziato a insaponargli il cazzo, i coglioni e il buco del culo.
Lui era già fuori di testa e continuava a ripetermi: "Se una troia da sbattere"....
A questo punto, lui....
Beh, questo è un altro capitolo.
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0
16 years ago
misentodonna,
42
Last visit: 13 years ago
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Qualcosa di strano.......ma piacevole
Frequento chat erotiche da poco,all'insaputa di mia moglie,cosi per gioco e per vedere cosa succede.Fino ad ora quasi niente ,qualche contatto,approccio via e mail , ma senza costrutto.Preciso che cercavo qualche coppia per inserirmi ma come sapete è abbastanza difficile,cosi provai a rispondere ad un annuncio di coppia che desiderava conoscere un maschio bsx forte di qualche esperienza giovanile cosi tanto per provare. Al primo contatto via e mail segue chiamata al cellulare, una voce maschile gentile e poi la voce della donna che si dice disposta a vederci cosi per fare due chiacchiere. Fisso l'appuntamento e vado. La casa era in un piccolo condominio al primo piano abbastanza discreto.Entro etrovo lui scusandosi che la moglie lavorava e sarebbe uscita più tardi. Appena entrato notai che stava guardando qualcosa al televisore ma con una musica al posto della voce. Appena seduti sul divano mi accorsi che era un filmino di lui e la moglie che scopavano in cam e mi cominciai ad eccitare.Parlavamo del più e del meno capendo che la cosa a tre poteva andare bene quando notai che si era tolto il cazzo dai pantaloni e si stava masturbando un bell'affare lungo e stretto. Tutto ciò mi eccitava da morire tenendo presente che continuavano a scorrere le immagini della moglie sul televisore che godeva da matti con il suo cazzo dentro e piano piano lo tirai fuori cominciando a masturbarmi pure io. Poi lui prese la mia mano e la mise sul suo cazzo e cominciai senza pensarci a fargli una sega mentre stringeva il mio cazzo ma senza muovere la sua mano solo srtingendolo. Mentre tutto questo succedeva arrivò la moglie trovandoci che ci stringevamo il cazzo e io imbarazzatissimo mi fermai e cercai di ricompormi ma lei disse di non farle caso che ormai era abituata a trovare il marito con uomini. Ma ormai io ero un po titubante e cercai di lasciare perdere.Poi lei rivolgendosi al marito disse: ah stai facendo vedere ai tuoi amichetti i video mentre mi scopi perchè non fai vedere quelli che ho girato io? cosi dicendo inseri un nuovo dvd in cui si vedeva lui con un grosso cazzo in bocca intento in un 69 e poi la scena dopo mentre ognuno sborrava nella bocca dell'altro.Nel frattempo la mia eccitazione era al massimo e lei me lo prese in mano chiusi gli occhi e ro veramente fuori cosi che non mi importò granchè quando mi mise il cazzo in mano ne quando me lo diede in bocca la mano di sua moglie mi faceva andare il cazzo su e giu quando me lo pre se in bocca cominciai a succhiare il cazzo di lui a tutto andare godendo anche di quell'affare in bocca poi lei comincio a leccarmi le palle e il buco del culo e io ero veramente al settimo cielo. lui mi levo il cazzo di bocca cominciando a spompinarmi e leccarmi con la moglie e cominciarono a ungermi il buco del culo e lei a infilarmi un pochino le dita mi girai cominciando a leccargli la fica bella bagnata dopo poco lei venne e il suo succo mi eccitava la gola presi il cazzo di lui in bocca stava per venire me lo levo e mi disse di sdraiarmi diede il cazzo a lei che lo avvicino al mio buchetto facendolo sborrare sopra eccitatissimo girai lui e inculandolo venni dentro con un litro di roba che gli colava ulgo le gambe. MI ritrovai a leccargliele. Non sono più riuscito a contattarli.Se mi leggte fatevi vivi io ci sono sempre.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Un piacevole breve incontro
Si sta'avvicinando il fine settimana e mi viene voglia di fare un'altro incontro con qualcuna che non conosco cos' decido di mettere un'annuncio in un sito gia'collaudato,inserisco l'annuncio con l'oggetto Un weekend diverso,poi mi desrivo e richiedo cosa cerco,una donna pari requisiti,di igene sopratutto e molto calda.Iniziano ad arrivare le prieme e-mail,alcune inviano le foto,mentre altre rispondono solamente all'annuncio ma vogliono approfondire di piu'ed e'su due di queste che mi attrae l'attenzione.Per essere brevi,dopo vari chiarimenti,una fa'breccia nelle mie fantasie,si chiama Sara,anche non avendo ricevuto una sua foto ma sentendola per telefono mi fa'apparire la persona descrittasi:aspetto giovanile,alta,bianchissima,capelli rossi mossi,occhi scuri,una terza abbondante,la patata depilata e molto vogliosa e sopratutto vogliosa di farsela leccare!La sua voce e'stato un colpo al cuore,molto sensuale,facciamo due chiacchere,poi lei si decide e mi chiede di prenotare una camera in un motel per domenica mattina e di informarla del posto tramite sms....questo mi ha dispiaciuto un pochino,pensavo di sentirla e informarla del luogo d'incontro,cosi'mi e'apparsa un po'fredda....invece,sorpresa!Mi chiama lei,le faccio sentire quanto ero felice di sentirla e anche lei ricambia,mi descrive l'auto con cui arrivera
'e conclude dicendo che non vede l'ora di vedermi.Finalmente e'quasi ora dell'incontro,sono curioso di cosa mi aspetta e tengo a freno l'entusiasmo....sento ancora la sua voce e le sue descrizioni sessuali preferite..mmmh..Arrivo al parcheggio del motel,guardo in giro se magari e'arrivata prima,nulla.Scendo dall'auto e vedo l'automobile descritta da lei arrivare ma noto anche che e'in compagnia,seguo il suo arrivo e non distinguo lei mentre chi e'alla guida e'un uomo brizzolato con un paio di occhiali scuri,l'auto parcheggia una decina di metri dalla mia e subito dopo scende una bella donna anche lei con gli occhiali da sole e un fular che copre i capelli e le guance,viene verso di me,il suo fisico e ben proporzionato e molto slanciata,vado verso di lei e prima che ci avvicinassimo troppo mi chiama per nome;Marco!?Io gli rispondo ;Si,buon giorno Sara!!Mi tende la mano e mi fa'subito un complimento per l'aspetto e per un brevissimo istante mi porge le sue labbra alle mie per un piacevole saluto,subito dopo gli faccio i miei complimenti...per quel che vedo,perche'e quasi fine novembre fafreschissimo,e siamo un po'coperti,lei un po'piu'di me...,poi le chiedo se vogliamo accomodarci e lei subito risponde che non vede l'ora e si stringe a me.
Ci accomodiamo,lei osserva la stanza mentre io la invito ad un brindisi lei gradisce e cosi'verso il classico pinot in due bicchieri"di plastica,peccato",dandole il bicchiere finalmente si leva il fular che copriva sia il capo che i fianchi del viso,subito dopo gli occhiali da sole e cosi'facendo la vidi con tutto il suo splendore,un bel viso con due occhioni color nocciola(non gli chiesi l'eta',ma suppongo una quarantina)il colore dei suoi capelli rossi lunghi e mossi,la pelle bianca come il latte e quelle labbra leggermenete in carne con un sorriso che sa'il fatto suo,bella davvero.Incrociamo i bicchieri e prima di bere scappa un bacio furtivo,beviamo,posiamo i bicchieri e ci baciamo come si deve,sento la sua lingua che timidamente e tiepidamente mi segue,ci stringiamo e sento il suo corpo in formissima,poi la chimica fa'il resto,iniziamo a limonare come dei dannati sento che gli piace e inizia a cercarlo ma si ferma subito.
Lei va verso il balconcino e inizia ad abbassare le tapparelle e mi chiede di svestirmi ,io non perdo tempo e neppure lei,posiamo nei respettivi comodini i telefonini,da parte mia quel che serve e in un attimo eravamo nudi sul letto.Con la poca luce che filtrava da fuori riuscivo a vederla bene,una bella donna con un corpo niente male e sopratutto sodo,la patata depilata,due belle tette con i capezzoli duri e quel visino..mamma mia!
Lei mi viene subito sopra e mi chiede se le piaccio,io inizio a palpeggiarle le sue stupende tette e gli rispondo che e'molto attraente e con questa risposta mi affonda la sua lingua e inizia a strusciarsi sulla gamba,subito dopo passa a strusciarsi sul mio pene continuando a limonare ed e'cosi'che prendo le redini io,la vista si e'abituata e voglio vederla meglio percio' la giro con la schiena sul letto continuando a baciarla,poi mi staccai dalle sue labbra,mi alzai un po'dal letto ed era stato un bel vedere!Gli sussurro quanto e'bella ,un bacio sulle labbra,passo sul collo,vado di lingua sui lobi e l'orecchio e poi scendo sui capezzoli ed avvicino il medio al clitoride,lei mi preme la testa verso il basso e io a comando mi porgo verso il suo fiorellino,appoggio le sue gambe sui miei bicipiti e con le dita gli allargo le labbra...ed e'una bella fighettina...tengo la figa aperta e inizio a leccare come un cagniolino lìinterno pulitissimo e profumatissimo ma passo subito sul clitoride dove lei inizia quasi subito a fremere e agitarsi,io continuo a leccare sempre piu' velocemente ed e'li che mi affonda la testa sulla patata,visto che gli piace tanto prendo i cuscini e li piazzo sotto il suo bel culo e ricomincio a leccare e assaporarla.Dopo un po' mi chiede un bacio,io interrompo il lavoretto e mi avvicino alle sue labbra e comincia a bacirmi e toccarmi il pene ed e li che mi chiede di sdraiarmi,lei si sdraia su di me continuando a baciarmi e poi comincia la sua discesa con la sua fantastica lingua sul mio corpo verso il fratellino,purtroppo la sua testa copriva l'arrivodella sua bocca ma l'entrata nella sua calda bocca mi porto'il classico piacere di un bel pompino a inizio lavoro,dopo poco non resisto a stare fermo e gli chiedo di portare la sua patata nella mia bocca e cosi'dicendo si stacca e guardandomi sorride,poi si stringe il labbro inferiore tra i denti e viene verso di me,si mette a 69 e ricomincia...bellissimo!...Ecco di nuovo il suo sapore,ricomincio a leccare furiosamente e affondare con la lingua e le dita la vagina e cosi'facendo ogni tanto la bella Sara interrompe il pompino per spingermi la figa in faccia continuando con una sega,ma lei non dura tanto e vuole il mio attrezzo fra le sue gambe,prendo il profilattico e lei me lo toglie dalle mani e me lo mette su con la bocca ..stupendo inserimento.. e'pronto e lei se lo infila nella sua fighetta piano piano,mi abbraccia e inizia a spingere,poi alza il viso su di me e mi bacia,io inizio a muoveri dentro di lei lentamente,con dolcezza ma in profondita'e li si innesta un bel movimento.Lei e'sopra di me...bellissima...le sue mani nelle mie,lei che mi cavalca e le sue tette che si muovono da pertutto e li subito a fermarle per poi avvicinarmi con la bocca su di loro e succhiare e leccare i suoi capezzoli,ansimiamo di piacere e andiamo avanti per un po',a un certo punto gli chiedo di mettersi a 90,li vedo il suo bel sedere tondo con il buco gia'esperto e una schiena stupenda,non perdo tempo,gli allargo le gambe ed entro con violenza nella figa bella umida e spingo forte finche'dopo poco appoggia il suo petto e la testa sul letto e li inizio a massaggiargli il buco del culo ed entrargli col medio,a lei gli piace cosi'insisto a spingere e nel frattempo gli umidisco per bene il buco del culo,lei inizia a sgrillettarsi,fino a quando provo a entrare con due dita e li si ferma un attimo per poi ricominciare a muoversi.Io continuo il gioco e lei dopo un po'si allunga e prende un tubetto dal comodino e si leva totalmente da me,si gira di schiena sul letto e si mette la cremina,poi appoggia una mano sul viso e mi porta verso le sue labbra,incomincia a baciarmi e a prendermi il pene bello tosto,io la seguo,lo appoggia sul buco del culo e inizio a entrare,lei si mette comoda e intanto piano piano sono quasi dentro,inizio a entrare e uscire fino a quando e'totalmente pronta e li comincio a essere piu'energico dato che anche lei e'molto attiva.Riominciamo ad ansimare di piacere e lei sempre piu'porca a chiedermi di spaccarle il culo,inizia a mordermi e io faccio lo stesso e gli entro sempre ripetutamente deciso,poi di scatto mi levo da lei,mi alzo in piedi sul pavimento,la metto con la pancia sul letto e le ginocchia a pavimento,gli guardo il suo bel culo e gli entro subito dentro e inizio a spingere,lei gode come una porca e io la voglio soddisfasfare ancora di piu'percio'le chiedo di mettersi alla pecorina sul pavimento e entro dall'alto,lei inizia nuovamente a sgrillettarsela per bene,stantuffo come non mai e lei e li che gode a bassa voce,inizio a stancarmi della posizione,e poi voglio anche vederla piu' da vicino mentre gode percio' smetto,la porto sul letto,ci mettiamo su un fianco e ricomincio a incularla,gli giro quel bel viso verso di me e ci baciamo con la lingua e nel frattempo la sgrilletto e questo va avanti per un po' fino a quando si leva da me,lo scappucia e incomincia un bel pompino inateso,su e giu' con la bocca,poi mi guarda e inizia a vibrare la lingua sulla cappella per poi passare su tutto il pene e le palle,poi ricomincia a succhiare e infilarlo tutto dentro,ogni tanto gli fermo la testa e inizio a spingerlo dentro fino a quanto riesce lei a resistere,poi si retrae da me per respirare e di nuovo sotto cosi'fin tanto che inizia a sbavare spesso,da li a poco la informo che sto per scoppiare e lei continua a succhiare,ad un tratto si rende conto che sto per venire,si leva ma agita con la mano il mio pene sia in faccia che sulle tette e io vengo a piu'non posso,da pertutto,e lei continua ad agitarlo fino a quando non la fermo e glielo metto di nuovo in bocca e li incomincia a pulirlo per bene...bellissimo!
Dopo averlo pulito bene va verso il comodino e noto che prende il telefonino modello ad apertura tipo conchiglia ed era aperto,anche perche'lo ha chiuso in quel momento,pensai immediatamente la persona che la ha accompagnata,e che magari aveva lasciato il telefono in comunicazione con la stessa persona,poi lei si rivolge a me e mi dice che va a darsi una rinfrescata io le mando un bacio,mi sdraio e non ci penso piu'.
Inizio a sentire la doccia che scorre e mi torna duro,vedo la porta semi aperta e penso di darle una mano,prendo il pinot,i bicchieri,i profilattici e entro in bagno,chiedo permesso e lei subito mi chiede di lavarle la schiena,poso quel che ho ed entro nel box,lei e'veramente bella,il suo naso e'alla stessa altezza della mie labbra e lo bacio,mi abbraccia e mi bacia con passione,con la lingua e un continuo avvolgere la mia,poi mi stacco e la guardo,e'tutta bagnata e con queste belle tette piene e sode che mi viene duro,passo a leccargli subito la patata,appoggio una sua gamba in spalla e via di lingua,lei inizia a toccarsi i capezzoli e a agitarsi di nuovo,nel mentre gli palpo il suo bel sedere e faccio visita col pollice il suo buco del culo per un po',poi lei mi alza dai capelli si abbassa e inizia a succhiarlo...aaah,aspettavo propio questo...mi appoggiao sulle piastrelle e li che lo prende con gusto,inizia a correre un po' troppo e cosi'la alzo e a bacio,poi le chiedo se vuole farlo e lei mi risponde con un bacio,prendo il profilattico,lo metto su in un baleno e subito alla pecorina,iniziamo a spingere tutte e due e li che chiudo il rubinetto della doccia e si inizia a sentire le nostre parti anatomiche in contatto sbattere in continuazione e riprodurre quei classici suoni/rumori sessuali,e li ancora piu'deciso e lei non da meno.Nel mentre gli chiedo se le piace,lei si tira un po'su'mi bacia e mi risponde che non poteva chiedere di meglio e che e'venuta piu' volte nel rapporto precedente,io gli faccio sapere quanto mi piace lei fisicamente e che ho goduto come non mai.Continuo a dargli e lei pecorina si leva,mette un'asciugamano perterra,mi chiede di sdraiarmi e li inizia a smorzarlo per bene,lei ci da dentro ripetutamente che dopo poco venni e sentii anche lei venire.....grazie anche perche'continuava a ripeterlo..
Lei scivola su di me e mi bacia,io sempre piu'so
disfatto gli dico quanto sono contento di averla conosciuta e lei ricambia,cialziamo e subito mi chiede sorridendo di lavarle la schiena cosi'apre il rubinetto e ci laviamo con tenerezza dandoci molti baci.
Finiamo la doccia e ci riaccomodiamo sul letto,le chiedo se vuole da bere,dice di si'e cosi'torno in bagno a recuperare la bottiglia e i bicchieri,verso il pinot e ne beviamo,posiamo i bicchieri ie ci stringiamo,subito mi avvisa che e'quasi ora che lei vada e che non sa'se ci se ci possiamo ancora vedere anche perche'per sentito dire da lei era un tarlo che voleva togliersi e che non e'nel mondo degli incontri hot,pero' mi afferma nuovamente quanto e'stata bene e che se gli venisse nuovamente questa voglia di sesso mi cercherebbe immediatamente.Cosi'ci dedichiamo 20min. di caldi baci e carezze,ma passano in fretta,e ci ritroviamo di nuovo vestiti e vicino alla porta d'ingresso della camera,ci stringiamo e ci baciamo per l'ultima volta alla francese e apre la porta,ci avviamo verso il parcheggio e dopo pochi metri lei si ferma e mi chiede di farla andare da sola,io le sorrido le do un bacio sulla guancia e la saluto col suo nome,lei mi guarda e sorride prende e si allontana.
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1
16 years ago
greco3to,
36
Last visit: 3 years ago
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Fantasie erotiche di un amica
Un tappeto davanti al caminetto, la fiamma del fuoco che brilla nei tuoi occhi, i nostri corpi distesi sui cuscini, accanto a noi due calici di vino e tutt'intorno solo musica e candele...
Tu ed io, è il nostro momento magico, nessuno potrà togliercelo da qui all'eternità...
La tua mano quasi timorosa sul mio seno, sotto la mia sottoveste di raso nero...
I miei capezzoli che si induriscono al solo sfioramento delle tue dita...
Uno sguardo d'intesa, un sorriso quasi fanciullesco e mi porti le mani sopra la testa e me le leghi...
Mi bendi gli occhi e ti sussurro all'orecchio:"sono tua, fai di me ciò che vuoi"
Mi stuzzichi con i tuoi baci in tutti i miei punti più sensibili, allunghi una mano sul mio sesso per sentire se mi piace, rimani sorpreso da quanto sono bagnata, ti distendi sopra di me ancora con i jeans addosso e ti sfreghi, tessuto ruvido su pelle morbida, e mi fai sentire quanta voglia hai...
Mi togli il perizoma, mi abbassi le spalline, ti togli i jeans e entri dentro di me nel modo più dolce e naturale, in un incastro perfetto...
Facciamo l'amore in silenzio, mi liberi le mani e mi sbendi gli occhi, facciamo l'amore così, abbracciati persi nel profumo e nel sapore l'uno dell'altra...
Ci muoviamo all'unisono, come se fossimo una cosa sola...tu ed io e tutto il mondo fuori...
Godiamo insieme l'uno nell'altra...e rimaniamo lì, sfiniti dal piacere stretti in quell'abbraccio...
Dedicato a Francesca....... stupenda e unica come sempre!
Paolo
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16 years ago
admin, 75
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...continua...
….e così, dopo il suo ennesimo orgasmo, la faccio ‘riposare’ un po’, giusto il tempo di leccargliela ancora un attimo e di girarla verso di me. Per prendere fiato, mi siedo sul divanetto mentre lei si mette in ginocchio davanti a me; in un’attimo mi trovo in paradiso, mi sta masturbando con le sue fantastiche tette e mi succhia la cappella, alternando momenti in cui mi lecca la cappella a momenti in cui lo prende tutto in bocca, fino a farlo sparire tutto…
Sono al settimo cielo, è meraviglioso quello che fa e come lo fa, e sentire i gemiti che emette rende tutto più eccitante. Adesso però la sua figa si è riposata abbastanza. La tiro su e mentre la metto a carponi sul letto, lei già intuisce cosa sto per fare e mi implora di far presto. Non mi resta che accontentarla. La tengo per i fianchi mentre il mio ‘amico’ si dirige da solo verso quella fessura vogliosa e umida, e in men che non si dica si trova tutto dentro quel buco caldo e accogliente.
Le mani sui suoi fianchi, dapprima per aiutare a tenere il ritmo, dopodiché vanno ad esplorare ogni angolo del suo corpo, dalle spalle ai fianchi, dalle cosce alle tette che si muovono seguendo il nostro ritmo. Dallo specchio della stanza la scena è fantastica, e lo diventa ancor di più quando la prendo dalle tette e la tiro su fino a metterla in ginocchio, cosi da poterla guardare meglio tramite l’immagine che lo specchio mi fornisce. Con le mani sulle sue tette, la stringo contro il mio petto e non so più se sono io che scopo lei o lei che scopa me, perché i suoi movimenti non mi lasciano scampo.
Adesso lei è un lago e io colgo l’occasione per distenderla e girarla verso di me, perché anche io sono arrivato al ‘capolinea’ e anche in questo Lei è una gran porca. Gli ultimi colpi glie li do avendo le sue gambe sulle mie spalle e mi godo il panorama delle sue tette che si muovono e del suo sguardo sempre più lussurioso. Dopo un po’ è il mio turno, lei lo sa e mi chiede, tra mugolii di piacere, di bagnarla tutta, ed è cosi che faccio. La stanza ha profumo di sesso ed io esplodo, venendo sulla sua figa calda e poi sulle tette, accompagnato da un suo “siiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!” di piacere. Mentre sto ancora godendo su di lei, mi mette le mani su le natiche e mi spinge verso la sua bocca in modo tale da farsi venire in bocca e cominciare così un pompino da farmi vedere le stelle…
Avevo ragione: la mia amica gode e fa godere come poche, è davvero un piacere ‘incontrarsi’ con lei. E per gli auguri di Natale…….
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16 years ago
admin, 75
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Una domenica pomeriggio
Il sole ardeva per le strade e rubava il fiato. Le strade vuote sembravano infinite e si offuscavano all’orizzonte, all’ombra dei palazzi qualche solitario cane randagio rimaneva immobile, provato dalla troppa caluria. Tutto sembrava immobile, stantio, come acqua in un pozzo abbandonato. Michele, sdraiato sul divano, sentiva un prurito insistente al polpaccio. Più si grattava, più il prurito aumentava. Lo chiamava prurito sintomatico, senza in realtà sapere cosa significasse. Sapeva solamente che quando provava quel fastidio qualcosa dentro lui si muoveva, ansiosamente desiderava uscire fuori. Quando era in agenzia lo traduceva immediatamente come desiderio di vittoria, al primo cliente doveva riuscire a concludere un accordo, un affitto, una vendita, qualsiasi cosa. L’importante era vincere, ma tra le mura domestiche quel prurito insistente assumeva ben altri significati e connotati. Sentì dalla cucina sua moglie che sistemava i piatti nella credenza, che terminava gli ultimi lavori domestici della pausa pranzo; al resto ci avrebbe pensato domani mattina Victoria, la colf rumena in servizio da loro. Si lasciò torturare dal prurito resistendo alla tentazione di grattarsi sino a che il fastidio sembrò sparire. Il ciclismo lo annoiava da matti, ma era l’unico argomento di conversazione in agenzia, pertanto era costretto a seguirlo, seppur sporadicamente, ma almeno a conoscere i nomi dei vincitori delle varie tappe e dei vari tour. Michele aveva appena socchiuso gli occhi quando sentì il corpo di sua moglie adagiarsi dolcemente sul divano, schiuse gli occhi e le sorrise. Aveva i capelli disordinati raccolti con una pinza sopra il collo, indossava un vestitino nero corto e molto scollato, Michele riusciva scorgere i capezzoli e i piccoli seni liberi dal reggiseno. Sentì il prurito spostarsi dal polpaccio al basso ventre, gli occhi gli si aprirono ed il torpore del dopo pranzo quotidiano sembrò lentamente svanire, lasciando spazio ad una vigile eccitazione. Gianna gli chiese se poteva cambiare programma, Michele annuì senza distogliere lo sguardo dal corpo della moglie. Si era concentrato adesso sulle sue cosce, le sue gambe lisce e morbide e sentì un brivido lungo la schiena. Si mise a sedere rivolto deliberatamente verso sua moglie, distratta dai balli scoordinati di un programma di intrattenimento pomeridiano. Gianna si accorse che suo marito la fissava e guardando i ballerini a petto nudo e conscia dell’eccitazione del marito provò anche lei un brivido lungo la schiena. Si sdraiò su un fianco dando al marito la prospettiva del suo didietro. Sapeva che la parte del suo corpo che suo marito adorava di più era proprio quella e si preoccupò di lasciarla un po’ scoperta. Michele sentì il suo membro indurirsi e si accorse dello sguardo languido della moglie che avidamente divorava il fisico del primo ballerino della troupe televisiva. Questo lo eccitò ancor più facendogli sentire un calore tutto intorno al collo ed alle orecchie. Si avvicinò a sua moglie e le chiese se volesse uscire, Gianna lo guardò un attimino dubbiosa, poi scorgendo lo sguardo eccitato di suo marito capì ed acconsentì. Michele indossò rapidamente un jeans scuro ed una camicia arancione, mentre sua moglie si rintanò in camera da letto chiudendo la porta a chiave. Il silenzio regnava nella casa e rendeva l’attesa ancora più eccitante. Michele si alzava continuamente dal divano impaziente di vedere sua moglie e nella sua mente non v’era il minimo dubbio sulla destinazione a cui l’avrebbe condotta. Tutto per lui era chiaro e sicuro. Gianna con gli anni aveva imparato ad assecondare Michele in ogni sua voglia perché era cosciente che lei ne poteva solo trarre vantaggi e piaceri. Quand’erano fidanzati lei ancora aveva paura e raramente si lasciava andare e trasportare, Michele d’altro canto, cieco d’eccitazione ed euforia, rischiava sempre di esagerare, ma il tempo ed il loro maturo amore li aveva condotti verso la certezza e la fiducia. Gianna aveva trovato in Michele il suo Caronte, l’uomo che sapeva portarla nei sentieri del piacere, e Michele aveva imparato a gestire e dirigere momenti e gradi dell’eccitazione e dei giochi. Gianna uscì dalla camera da letto dopo venti minuti abbondanti; dopo aver provato più di un vestito era approdata alla soluzione più semplice, di immediata sensualità e di facile approccio: una mini gonna nera a voilà ed un top bianco decisamente scollato. Michele le si avvicinò e la baciò appassionatamente, ripetutamente le accarezzò i capelli che lei aveva sciolto e le baciò il collo, poi le alzò la gonna e le sfilò le mutandine, le gettò sul divano, la prese per mano ed uscirono di casa.
Gianna, seduta sulla macchina, con la pelle direttamente poggiata sulla pelle dei sedili, fremeva d’eccitazione, desiderosa di conoscere la destinazione e i giochi che l’attendevano. Non chiedeva, si limitava a sorridere al marito e ad assecondare le sue carezze. Si sentiva già intimamente bagnata, gli umori le si confondevano ai sudori e sentiva una strana ansia dentro al ventre profondersi in tutto il suo corpo caricandola di fermento ed eccitazione. Michele allungava la mano e le carezzava la coscia sfiorandola ogni tanto sulla figa per valutarne l’eccitazione. Era cosciente che per una donna basta solo un pensiero per far svanire tutto, per questo bisogna sempre tenerle vive, mantenere in loro la voglia e il desiderio. Si trovavano su vie principali, ma non riusciva a capire dove si stessero dirigendo, Michele si accarezzava il pizzo e mentre passarono davanti al cinema porno sorrise a Gianna che capì subito. Lei ebbe un attimo di timore, poi sentì ancora il ventre contrarsi dall’eccitazione e decise di lasciarsi nuovamente andare alle voglie del marito. Michele posteggiò giusto dietro il cinema, davanti alle uscite secondarie di questo, aiutò sua moglie a scendere dalla macchina e la prese per mano. Entrarono senza guardarsi attorno e prima si avvicinarono al bancone del bar. Ordinarono due caffè, mentre il barista osservava Gianna con sorpresa e visibile eccitazione. Michele sorseggiò il caffè molto lentamente, più lentamente del solito, per permettere al barista di osservare meglio sua moglie, lei si sentì un attimo in imbarazzo, ma la mano sicura e calda del marito sul suo culo le diedero forza e sicurezza. Michele pagò i caffè e fece i biglietti al bancone accanto. “Buona visione”, disse il vecchio proprietario con un sorriso annerito e malizioso. “Grazie”, rispose Gianna sorridendo appena. Entrando in sala il buio li investì violentemente, lo schermo proiettava su di loro una luce ritmica e quasi ipnotica. Fermi davanti all’entrata sentivano i passi della gente accanto a loro ed un odore acre di fumo e sperma. Dopo qualche secondo il buio cominciò a schiarirsi e riuscirono a vedere tutto intorno alla sala uomini in piedi intenti a guardarli e altri seduti intenti ad osservare il film. Michele prese per mano sua moglie e la portò a sedere su alcune poltrone in fondo alla sala. Per raggiungerle passarono davanti ad uomini maturi che squadrarono Gianna senza osare, e lei sentì i loro occhi su di se. Un altro brivido intenso di eccitazione la attraversò. Si sedettero poco distanti da un ragazzo sulla trentina intento a masturbarsi. Gianna sbirciò e strinse la mano di suo marito. Il ragazzo si accorse della donna ed istintivamente si coprì. Michele fremeva di eccitazione, aveva il cazzo duro. Sullo schermo vi era una scena di sesso a tre, due donne ed un uomo, Gianna quasi non lo guardava nemmeno lo schermo, voleva solo vedere quanta gente la stesse guardando, quante mani avrebbero voluta sfiorarla, toccarla. Da dietro la testa del marito guardava il ragazzo vicino a loro. Aveva una leggera barba incolta, i capelli ricci sembravano fermi sulla testa, senza appartenenza, la camicia gli copriva il membro visibilmente eccitato che formava un grosso bozzo. Michele si accorse degli sguardi della moglie verso il ragazzo, le prese la mano e se la mise sulla patta dei pantaloni. Lei, senza smettere di fare gli occhi languidi al ragazzo, che lentamente cominciava ad abituarsi alla situazione, abbassò la cerniera dei pantaloni del marito e tirò fuori il suo cazzo cominciando a masturbarlo. Accanto a loro si era formato un semi cerchio di uomini che si toccavano guardando la scena. Gianna se ne accorse, ma non sentì più né paura, né timore, ma solo pura eccitazione. Si sentiva una regina al centro delle attenzioni di tutti quegli uomini, e Michele era il suo re che disponeva di lei. Si chinò su suo marito e prese a succhiarglielo. Il ragazzo tirò fuori il suo cazzo e cominciò a masturbarsi osservando la coppia. Un uomo tentò di avvicinarsi a Gianna per toccarla, ma un solo sguardo furioso di Michele bastò per allontanarlo, lei alzò gli occhi sorrise al marito e fece un cenno al ragazzo, che però non si mosse di un millimetro. Michele fece alzare Gianna e la fece sedere alla sua sinistra ancora più vicina al trentenne, ormai spudoratamente pieno di voglia. Fu quando vide che sotto la gonna Gianna non portava le mutande che il ragazzo esplose gemendo sottovoce ed inondandosi la mano di sperma. Lei gli sorrise e poi baciò il marito che la cinse con un braccio e cominciò a toccarla. Lei era ormai un fiume in piena, esplodeva dentro lei il desiderio di farsi possedere. Michele si guardava attorno, ma vedeva solamente uomini maturi, brutti e poco attraenti, nulla che potesse piacere alla moglie. Si alzò e la portò dietro una tenda del cinema, pesante velluto rosso. La baciò appassionatamente, cingendola con le braccia e tenendole forte i fianchi, facendole sentire tutta la sua forza maschia ed il suo desiderio. Se la girò tra le braccia, la fece chinare in avanti e con un colpo secco la penetrò, tanto che lei dovette mordersi le labbra pur di non urlare dal piacere. Gli altri si erano allontanati, lasciando i due alla loro privata conversazione, solo un ragazzo di colore era rimasto nei dintorni, uno che Michele ancora non aveva visto. Gianna aveva la faccia rivolta contro il muro, mentre suo marito la possedeva con forza, fece cenno al ragazzo di avvicinarsi, quello non se lo fece ripetere due volte e tirò subito fuori il suo membro enorme e caldo. Michele si scostò e gli fece spazio, Gianna si accorse che qualcosa stava succedendo, ma si fidava del marito, e quando il negro la possedette sentì un esplosione dentro al ventre, sentì la forza maschia del ragazzo divorarla e lei urlò di piacere. Michele, felice, cominciò a masturbarsi, mentre Gianna velocemente raggiungeva il paradiso, l’orgasmo desiderato e poco prima guardò Michele negli occhi, lui lesse il labiale delle sue labbra “Ti amo”, poi urlò di piacere. Michele la prese per mano ed uscirono velocemente dal cinema, subito in macchina, si guardarono, si sorrisero e si diedero un ultimo bacio appassionato.
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16 years ago
admin, 75
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Orgasmo con sorpresa
Erano trascorsi solo pochi giorni dall'inserimento di un annuncio su di un sito che si proponeva di mettere in contatto coppie come lo siamo noi con altre coppie o singol di ogni genere ,bastava solo esprimere le propie preferenze e i propi gusti per essere contattati,daltronde la nostra ricerca era anche piuttosto facile nel genere ,ma bisognava capire a che qualita' l'offerta apparteneva.
Si diciamocelo per una coppia come noi cosi come lo sono tante disponibile ad abbracciare anche l'ipotesi di un'altro uomo nel proprio letto non e' poi cosi difficile ottenere risposte,mi rendo conto che molti singol di contro abbiano difficolta di ...diciamo cosi' di .....comunicazione ,e di questo io in qualita' di donna di coppia me ne dispiaccio,so'perfettamente che tra i tanti buoni a nulla ci sono uomini davvero sicuri,riservatissimi,puliti ,gentili e qualche volta anche grandi amatori.
ma andiamo avanti con ordine;una domenica mattina il mio amore mi chiama e mi dice: vieni a leggere questa mail,lasciai cio che stavo facendo e corsi a leggere ,leggo testualmente-sono un uomo bisex 45 anni ospitale ,gradirei la vostra compagnia per la sera del mio compleanno,non avendo nessuno a cui chiedere questo regalo che da tempo desidero lo chiedo a voi ,petreste organizzarmi una serata a casa mia,faro' tutto cio che mi chiedete purche' riesca a mio e a vostro piacimento , invio mie foto integrali ,se fisicamente vi attraggo potremo approfondire firmato l'io ritrovato.cell n. ecc.ecc
devo farvi una premessa ,l'intesa con il mio uomo e' totale e' quindi facile capire come sia stato sufficiente uno sguardo per intenderci e sapere cosa fare.
Qualche giorno dopo contatto personalmente il festeggiato ( le foto erano inequivocabilmente positive)e gli fisso un appuntamento davanti ad un caffe' di Palermo, ma all'ultimo momento io non posso piu' andare quindi va il mio lui da solo.Si presentano mi chiamano al telefono per far si che non pensasse che lo stavamo prendendo in giro vista la mia assenza,parlano un po' del piu' e del meno per sciogliere un po' il ghiaccio fino a quando il mio compagno chiede: e' vero che non hai mai avuto esperienze bisex e che vorresti provare?Si gli rispose lui ma disse anche che la presenza di una donna al suo fianco l'avrebbe fatto sentire piu'..rilassato.Nel mentre pero' quel porcello del mio compagno comincio a organizzare nella sua mente qualcosa di veramente erotico anche perche' il tipo che aveva di fronte non era niente male ,anzi sprigionava libidine da tutte le parti e i suoi 45 anni se li portava davvero bene.Si lasciano fissando appuntamento per la sera del compleanno e con la condizione che quando ci saremmo recati a casa sua ,lui si sarebbe fatto trovare con una benda sugli occhi cosi da non vedere la sorpresa che gli avremmo preparato. continua........
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16 years ago
scopolandia,
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La saga di morgy capitolo 3°
Dopo l’ennesima delusione di mister sveltina decisi pienamente di riprendermi la mia vita,e di riprendere le vecchie abitudini prima del matrimonio che avevo dovuto cambiare,dal trucco all’abbigliamento di un tempo, da quella sera iniziai ad odiarlo per i suoi comportamenti sia nella vita quotidiana che nel letto dopo due giorni che mio marito era tornato non mi aveva degnato neanche di uno sguardo ne una carezza e devo dire la verità ne sono stata contenta, se avrebbe cercato di sfiorarmi l’avrei divorato l’indomani lui sarebbe partito e non vedevo l’ora che se ne andasse.
Erano quasi le tre di notte quando lui si alzò per andare in bagno tornò e si rimise a letto si fece più vicino a me e iniziò a toccarmi il seno con le sue mani per niente gentili, mi girai e fingendo di avere l’aria assonnata gli dissi mi dispiace caro ma ho il ciclo oggi e stato il primo giorno si voltò di scatto dall’altra parte del letto senza dirmi nulla,fù la prima volta che inventai una scusa per non fare sesso con lui sicuramente era arrabbiato ma dove sta scritto che era un problema mio?
Quella mattina mi sentivo benissimo lui se ne andò come un ladro,con la paura di essere beccato con le mani nel sacco e non mi importava più di tanto se non mi aveva neanche salutata.
Andai in bagno aprii il rubinetto della doccia aspettai un po’ che l’acqua diventava calda ed entrai nel box doccia,presi il bagnoschiuma al sandalo quello preferito da mio suocero e iniziai a lavarmi molto lentamente dal collo ad arrivare al seno poi lungo l’addome per poi toccarmi tra le gambe,mi accarezzavo come avrebbe fatto un dolce e passionale amante e mentre lo facevo immaginavo che le mie mani erano quelle di mio suocero che mi toccavano ovunque mi bastò immaginarlo per esplodere in un lunghissimo orgasmo.
Dopo aver fatto la doccia mi preparai ed uscii con un unico obiettivo:quello di comprare un po’ di intimo sexy,mi diedi alla pazza gioia tra culotte tanga autoreggenti e chi ne ha più ne metta e rientrai prima che arrivasse mia suocera.
Sistemai le cose appena comprate nell’armadio e mi spogliai per indossare un abitino bianco non molto corto un po’ trasparente e si intravedeva la culotte nera che avevo messo sotto,di li a poco arrivarono i miei suoceri dal lavoro e mia suocera appena mi vide voleva fulminarmi con lo sguardo e io con fare non curante iniziai ad apparecchiare la tavola per pranzare.
Eravamo seduti a tavola e mio suocero mi stava di fronte,aveva la camicia sbottonata si intravedevano i peli e sentivo il profumo che emanava la sua pelle che mi procurò un brivido di piacere,mia suocera sempre vestita da suora era intenta a preparare il secondo e come dice il proverbio l’occasione fa l’uomo ladro mi tolsi l’infradito e con la punta del piede iniziai a sfiorare la gamba di mio suocero,lui distolse lo sguardo dalla tele appena lo sfiorai e vide il mio sguardo
malizioso,quando appoggiai il mio piede sul suo pacco lo sentii duro e continuai ad accarezzarlo la sua faccia divenne rossa e il suo sguardo si fece rapace dall’eccitazione continuavo a guardarlo compiaciuta del suo stato di eccitazione mi succhiavo le dita per farlo eccitare ancora di più,mi piaceva vederlo e torturarlo cosi ero molto eccitata data la situazione un po’ rischiosa ma il gioco all’improvviso fini si alzò di scatto dalla sedia e corse a chiudersi in bagno.
Mia suocera vedendo che lui si alza all’improvviso mi chiede ma che ha?boh gli rispondo io forse un mal di pancia improvviso non saprei,se non ci sarebbe stata lei sarei andata a vedere può essere che aveva bisogno di una … Mano
Dopo un paio d'ore mia suocera mi disse che usciva per fare alcune faccende (finalmente)quindi restammo a casa io e mio suocero,poco dopo lui mi disse Morgy inizia a prepararti che devo uscire cosi vieni anche tu,nel tono in cui pronunciò quelle parole mi eccitai un pò e gli dissi che per me andava bene e gli chiesi dove saremmo andati e mi rispose andiamo dagli zii,ok per me va bene restai un po delusa dopo l'episodio accaduto all'ora di pranzo speravo che avesse altre intenzioni vabbè Roma non e stata costruita in un giorno...
mentre ero in camera mia a scegliere cosa mettermi decisi di mettere un paio di jeans a vita bassa e una maglietta abbastanza scollata,mi guardai allo specchio per vedere il risultato ottenuto ed era proprio quello che avevo in mente il pantalone a vita bassa lasciava intravedere il solco tra le natiche se mi sarei abbassata si sarebbe visto qualcosa di piu visto che non avevo messo nulla sotto,ad un tratto lui bussa alla mia porta Morgy sei pronta?si eccomi ed usciamo.
Dopo essere arrivati dagli zii,la zia ci informa che suo marito ancora doveva arrivare e ci accomodiamo fuori al terrazzo eravamo soli mentre la zia preparava il caffè io nel frattempo mi accesi una sigaretta,e di sbotto mi dice:quando la smetti di fumare se lo viene a sapere tua suocera sono guai lo sai e io un po innervosita gli rispondo e a me poco importa che lei lo viene a sapere,mi alzo dalla sedia per andare di la lo guardo negli occhi ed esclamo l'importante che lei non venga a sapere di altre cose sorridendo maliziosa,vidi che il suo sguardo si adombrò un po stavo per allontanarmi quando lui mi dice:si vai di la sai solo sculettare di qua e di là,mi fermai di colpo ah si?mi riavvicinai a lui vidi che non c'era nessuno mi abbassai posai la mia mano sul suo cazzo e gli sussurrai "come se a te darebbe fastidio poi"gli leccai l'orecchio e lo lasciai li mezzo eccitato con la bocca spalancata dallo stupore..... continua
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16 years ago
admin, 75
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Una strana scopata
Proprio oggi ripensavo ad un incontro che ho avuto circa tre anni e mezzo fa.... Come vedete dal mio nick, io amo travestirmi e difficilmente avrei pensato di poter incontrare qualcuno vestito da uomo! Vi racconterò cosa accadde quel pomeriggio di Luglio! Avevo alcuni giorni prima visto su una rivista specializzata in annunci una foto in primo piano di un bel cazzo! Non era il primo che vedevo e con cui giocavo , ma quello era"IL"cazzo. Era praticamente perfetto, lungo oltre la media, con le sue venature accentuate e.... mamma mia.... Per la prima volta mi sono sentito il culetto sciogliersi come il burro.... come se ad un affamato gli si mostrasse il suo piatto preferito! Quel cazzo dovevo sentirlo tra le labbra e....non solo! L'annuncio diceva: cerco maschi passivi, anche camionisti di passagio per divertirsi insieme ... (più o meno era questo il succo!) Provai a contattarlo e mi rispose subito dicendomi che a lui non piacevano i trav. e che preferiva un uomo.... passivo ma uomo! Accettò comunque il mio invito per un caffè e ci incontrammo la settimana successiva a Montecatini! Non riusci a resistere e alla fine gli dissi che avrei provato a farlo da... uomo passivo! Dopo due giorni mi presentai a casa sua verso le 18... Ero con i bermuda ed una polo e lui mi aprì in boxer e maglietta! Stava guardando una partita di tennis. Mi fece accomodare sul divano e continuava a guardare la partita... e soprattutto non parlava. Dopo qualche minuto mi feci coraggio ed iniziai ad accarezzargli una gamba per poi salire fino al mio sogno! Era davvero lo stupendo cazzo della foto? Sotto le mie carezze il bastone dei miei desideri inizio ad ingrossare ed avrei voluto godermi quel momento assaporandolo fra le labbra.... ma lui guardava la partita! Dopo una decina di minuti sposta il bacino in avanti ed io colgo un invito ad avvicinare la bocca.... In quel momento avevo fra le mani e le labbra una meraviglia di uccello che ancor oggi ricordo come fosse qui! Era duro oltre ogni aspettativa e praticamente perfetto! Passavano i minuti e me lo sono gustato veramente con venerazione dando fondo a quelle che, tante o poche che siano, sono le mie capacità. E lui guardava la partita e non parlava! Ma il suo uccello pulsava sotto la mia lingua... dopo un pò mi tira a se con una mano per farmi salire su di lui... gli dico che mi volevo mettere un pò di gel e mi accorsi , mentre lo facevo che il mio culetto si apriva delicatamente mentre mi ungevo con una dilatazione quasi naturale, mai mi era successo prima! Mi riavvicino a lui e inizio a cavalcarlo... primo un pezzetto poi sempre più giù.... Incredibile contro ogni mia aspettativa era entrato senza alcuna difficolta nonstante la sua lunghezza e le sue misura nn certo da"serie B". lui con la testa sulla mia spalla seguiva quella cazzo di partita. Da un lato la cosa mi irritava ma poi o pensato solo a godermi quel paradiso! Mi fece girare verso di lui e continuai a cavalcarlo ! Il suo respiro iniziava a dare segni di cedimento.... Poi mi volle scopare in piedi appoggiato al bracciolo del divano ed era bellissimo... soprattutto quando tenevo le gambe unite e lui andava avanti ed indietro ho provato sensazioni uniche... quando mi sembrava che stesse per cedere ..... suona il cellulare e lui che fa ? Si sfila dal mio culetto e va a rispondere!!!!!!! Boia miseria.... chiunque altro avrebbe continuato a scopare... ma lui no! Dopo due minuti si riavvicina con il suo bastone duro come se non ci fosse stata nessuna distrazione e ricomincia a prendermi da dietro.... io con il piede sul divano e lui che aumentava le pompate da dietro! Sentivo che era vicino alla fine ed infatti dopo qualche altra pompata mi è venuto dentro (col preservativo, ovvio) con una sborrata così calda, copiosa e nel fondo del mio culo, che sentivo il calore del suo seme quando schizzava Poi ha riiniziato a muoversi lentamente ed io cercando di serrare ritmicamente le mie chiappe insieme ai suoi movimenti , ho cercato di mungere tutto ciò che era possibile... Si sfila dal mio culetto... si avvicina ad un rotolo di scottex all'angolo cottura ...si pulisce con cura, me ne porta un foglio e sottolineo un foglio anche a me! Mi da un bacio sul collo, ed inizia a rivestirsi. Mi do una rapita ripulita, ed inizio a rivestirmi pure io (mentre la partita era intanto terminata!) Lui si avvicina alla porta e praticamente mi fa capire che devo andarmene. Gli dico: ci rivediamo? E lui : < ti farò sapere > !!!!!! Non l'ho più risentito.... Sono rimasto 5 minuti in auto, prima di tornare a casa, per capire cosa era successo: la scopata era stata ,per me divina ed indimenticabile e credo che anche lui non sia stato così male....... visti i risultati. Ebbene,ancora oggi non riesco a capirla.... questa strana scopata!
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16 years ago
admin, 75
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La mia docile fidanzata
Storia vera
Di tom [email protected]
Questa mattina la mia fedele Lauretta mi ha svegliato alle otto in punto. Ero appisolato in un caldo dormiveglia quando ho avvertito il tocco della sua lingua sulle piante dei miei piedi. Come da istruzioni, la serva aveva infilata la testa sotto le lenzuola, attenta a non destarmi in modo brusco ed aveva iniziato a leccarmi i piedi con dolcezza. Era partita dalla pianta, aveva risalito i talloni ed era scesa fino agli alluci. Come lei ben sa mi piace una dolce carezza fra dito e dito, e che mi venga succhiato il piede là dove la pelle si fa più sensibile. Ho lasciato che Laura leccasse qualche minuto, poi, sazio di quel trattamento, le ho spinta via la testa con un calcetto.
“La mia colazione, schiavetta” ho detto “Hai preparato tutto come si deve?”
“Sì, padrone”
Il vassoio era già accanto al comodino. Spremuta d’arancia, pane e marmellata, due merendine del Mulino Bianco. Non mangio mai del tutto quel che la serva prepara. In genere lascio quanto rimane a lei. Se invece non rimane nulla, Laura se ne sta a pancia vuota fino a desinare. Lei mangia solo quando glielo consento io.
Mentre inizio a consumare il primo e più importante pasto della giornata, indico alla serva l’orlo delle lenzuola.
“Scendi la coperta” ordino “E scoprimi le gambe. Poi riprendi a leccare i miei piedi”
Laura obbedisce prontamente.
Va avanti così da sei mesi, ormai.
Prima di allora il rapporto fra noi era un normalissimo rapporto fidanzato-fidanzata. Recentemente, però, l’azienda nella quale Laura lavorava ha effettuati dei tagli di personale e la mia ragazza è stata licenziata. Non è così facile trovare un nuovo lavoro in questa isola di cemento e mafia che è la lucchesia, perciò in casa i soldi li devo riportare solo io.
Laura non era abituata a questa nuova condizione. Volenterosa e onesta si è messa al servizio della casa. Ha iniziato a fare da sola tutto quello che prima facevamo in due. Lavare, stirare, pulire per terra, preparare la cena, lavare i panni e tutto il resto. In pratica, senza che glielo chiedessi, Laura è divenuta la mia sguattera.
E la cosa, sebbene non voluta, non è che mi dispiacesse. Ho sempre desiderato tornare a casa la sera e trovare una bella ragazza premurosa che mi accudisse, mi facesse trovare la tavola apparecchiata. Laura, oltre a questo, non esita a portarmi le pantofole, a massaggiarmi i piedi stanchi, a sbottonarmi la patta dei pantaloni e a ficcarsi in gola il cazzo pulsante.
Come ieri sera. Ero tornato assai stanco dall’ufficio e avevo una gran voglia di scaricare la mia mazza di cane in un nido accogliente e che sa di amore. Non appena sono arrivato a casa l’odore degli involtini mi ha dato il benvenuto. La mia brava schiavetta era già al lavoro.
“Cara, è pronto da mangiare?” ho chiesto una volta arrivato in sala da pranzo.
“Sì, ho finito di cucinare proprio ora”
“Brava. Questa sera, la cena avrà una piccola variante, se a te sta bene”
“Una variante? Uh…sono curiosa”
“Come nei miei racconti, hai presente, Lauretta? Che tanto, ormai, lo sappiamo tutti e due che sei la mia schiavetta. E che ti piace pure esserlo. Allora, pensavo, perché non ti comporti proprio come le mie schiave?”
“Sì, padrone”
“Ecco, quanto alle formalità ci siamo, vedo…ma io mi riferisco a qualcosa di più pratico. Ad esempio, a tavola ci sediamo in due e mangiamo assieme. Che pessimo esempio di disciplina! La schiava dovrebbe coadiuvare il piacere gastronomico del padrone restandosene in ginocchio sotto al tavolo e ciucciandogli il cazzo con le labbra”
“Vuoi che ti faccia un pompino mentre mangi?”
“Vuole, schiavetta. Mettiamo i puntini sulle i”
“Sì, padrone”
“E ora al lavoro…servi in tavola e preparati all’avvento della fava”
Laura obbedisce come sempre. Devo dire che avere una serva a disposizione è molto stimolante, sia da usare come sguattera sia da usare come schiava sessuale ai miei ordini. Da quando ho iniziato ad istruirla nella nobile arte del pompino, oltretutto, le sue prestazioni orali sono andate molto migliorando. Riesce a farmi venire anche durante il dormiveglia.
Ma torniamo alla cena di ieri. Mi sono tolto giacca, pantaloni, scarpe e calzini. Ho abbassato le mutande e l’amico è svettato nell’aria rischiarata dalla luce al neon come richiamato dalla voce della schiavetta. E’ riduttivo dire che Laura abbia un padrone. A dire il vero siamo in due. Io e il mio cazzo. Talvolta andiamo d’accordo, altre volte le diamo ordini divergenti, con lui che nella bocca della schiava vorrebbe andarci direttamente in letargo. A volte Laura dà retta a me, altre volte la fava ha il sopravvento sulla mia parola. Poco male. Va bene anche così.
Mi sono seduto a tavola e ho atteso che Laura prendesse posto dove sapeva. Poi è cominciato il rito. La sua bocca ha cinto amorevolmente la capocchia del bastone, adagiando su di essa un baio di bacini con risucchio.
“Mmmmm…mi fai morire così”
Avrei voluto dirglielo, poi ho desistito. Non vorrei che si montasse la testa. Le ho invece ricordato qual è il suo posto nella scala gerarchica della casa.
“Succhia bene, sguattera. Succhia e bevi, che il fidanzatino ti ha serbato il ricostituente”
La serva risponde fra un singulto e l’altro.
“Sì…glub…padr…glob…ne”
“Sì sì, ma non parlare mentre hai la cappella in bocca. Non vorrei che affamata come sei mi ci stampassi sopra l’impronta dei molari”
Laura è andata su e giù con consumata maestria. Quando la stecca m’era ormai diventata dura come il marmo ho sollevate le gambe aggiungendo difficoltà a difficoltà. Le ho cinta la testa con le mie cosce. L’ho vista sotto al tavolo che si muoveva tutta, sinuosa e maliziosa come una gatta goduriosa. Le piaceva essere trattata in quel modo. Non c’è problema, che a secco di attenzioni non la lascerò mai, finché leccherà come sa fare adesso.
Verso il secondo involtino i suoi movimenti sono diventati progressivamente più veloci e penetranti. Non era ancora il momento, accidenti! Avrei voluto prenderle la testa con una mano e dirigerle il movimento come sono solito fare in codeste circostanze. Ma si può mangiare un involtino con una mano sola? E’ scomodo.
Ci ho provato. Mentre con una mano la guidavo per farle andare la bocca più lenta o più veloce sulla mia stecca, l’altra mano era impegnata con forchetta e pancetta. Ma a quel punto, inevitabile con lo schizzo che ha riempito la bocca di Laura, il fattaccio; un pezzetto di involtino è caduto sulla tovaglia e l’ha macchiata di formaggio fuso.
“Ma porca…Laura! Guarda cosa mi ha fatto fare!”
L’ho trascinata fuori dal tavolo tirandola per i capelli e le ho mostrato la patacca sulla tovaglia.
“Poi non dire che non ti avevo avvertita! Cazzo! Chi è che paga il detersivo, in questa casa?”
“Mi spiace, padrone”
“Ma che mi spiace e mi spiace! Lecca, forza! Lecca dove hai sporcato”
Laura s’è chinata sul tavolo e ha leccato via ogni briciola di formaggio dal mio cospetto.
“Fatto, padrone”
“Sì, brava…ora secondo te l’incidente è chiuso qui!” ho obbiettato “Eh, no, mia cara. Qui siamo di fronte ad un evidente caso di scarso servilismo nei confronti del padrone e bisogna rimediare tempestivamente”
Affinché ricordasse come va servito un vero dominatore quale sono, l’ho fatta spogliare nuda e l’ho costretta in ginocchio. Ho preso il cestino in cui tiene le mollette per il bucato e le ho pinzato i seni e la faccia con almeno una quindicina di gancetti. Alcuni erano di plastica, facilmente tollerabili, ma altri avevano la molletta in ferro ed erano proprio duri.
Ciò nonostante, Laura, conscia della grave disattenzione da lei perpetrata, non si è opposta ed anzi, ha sopportato con piacere ogni sofferenza inflittale. Vedendo quanto poca umiliazione fosse presente nei suoi occhi ho voluto andare oltre. Le ho messo collare e guinzaglio, portandola un po’ per casa come una cagna.
“Ti piace essere condotta a quattro zampe come una bestia?”
“Sì, padrone”
“Lo immagino. Dopotutto non è quello che sei? Una cagna insolente che merita di essere duramente addestrata”
“Sì, padrone”
“E basta con questo sì padrone…le cagne non parlano”
“Sì…cioè…bau bau!”
“Ecco, brava. Abbaia, bestia”
Arrivati in salotto l’ho fermata, trasformandola istantaneamente da cagna in cavallina.
Laura ha un bel fisichino allenato, è magra al punto giusto. Quando mi sono seduto con tutto il mio peso (neppure io sono troppo pesante) sulla sua schiena, per un attimo ho pensato che la sguattera si sarebbe accasciata sul pavimento.
“Che fai? Non vorrai farmi cadere, vero?”
“No, padrone”
“Vorrei ben dire. Nitrisci. Nitrisci come una cavalla”
“Hiiii…hiiii”
“Da ora in avanti è questo quello che sei. Una bella, piccola pony, fatta apposta per portarmi in giro. Perché io cammino tutto il santo giorno, lo sai? Non sono mica una casalinga come te, che gozzoviglia davanti a Forum tutto il giorno!”
“Sì, padrona. La schiava è lieta di poter portare il suo padrone sulla sua indegna schiena”
“Allora avanti” le do un colpetto nei fianchi con i talloni e la faccio procedere in qua e in là, senza una direzione precisa. Controllo dove va tirandola con il collare ed i capelli. Laura è abbastanza brava. Barcolla i primi metri, poi trova il verso di reggere il mio peso e di mantenere un’andatura decente.
Mi porta di nuovo in cucina, poi in salotto, camera, bagno e studiolo. La riporto in bagno facendola trottare a suon di calcetti nelle anche. Davanti al cesso smonto di sella e mi rimetto in piedi. Laura è un po’ stanca e ha la schiena che le duole.
“Bene, cavallina” le dico “Oggi hai interpretato tre animali. Vacca, cane e cavalla. Presto potresti fare anche da pecora e da oca. Ma per quello c’è tempo. Intanto tiramelo fuori dalle mutande e indirizzamelo verso lo spurgo cesso”
Laura mi abbassa l’elastico delle mutande con la mani. Non appena le sue dita toccano l’indumento le afferro i capelli con una mano e la allontano.
“Con le mani? Gli animali usano le mani?”
“No, padrone”
“Ecco, brava…con la bocca, me le devi tirare giù”
La schiava obbedisce fedelmente come sua abitudine.
“Reggimelo con la bocca all’altezza della base e punta il cannone verso la tazza. Ah, se va di fuori ti riterrò personalmente responsabile e ti farò pulire con la lingua”
Laura abbocca il mio cazzo con le labbra all’altezza delle palle. Non è una presa molto comoda, e quando inizierò a pisciare, la canna andrà un po’ di qua e un po’ di là come il tubo di gomma di un pompiere. Care, femmine, è per questo che gli uomini quando pisciano, se lo tengono con una mano (o con due) e qualche volta si ritrovano con le dita pisciose. Ma a me non accadrà più perché…rrrrullo di tamburi…la mia fava la tiene la Laura.
Evviva l’igiene! Evviva e donne che sanno di essere soltanto delle luride schiave!
L’anteprima del getto è debole e di contenuta entità. La serva la sostiene senza problemi, poi il getto si fa più intenso. Laura è costretta a stringere un poco di più le labbra sul telaio della fava.
“Non stringere troppo, puttana” la redarguisco con prontezza “Cos’è me lo vuoi mordere? Chi ti credi di essere? Lorena Bobbit?”
Per contenere i sommovimenti del cazzo e non stringere troppo, la mia schiavetta deve allargare la zona di cazzo imboccato. Le sue labbra giungono così molto vicino alla cappella in piena attività eruttiva. Qualche schizzo, anzi, temo che la colpisca sulla labbra e sul volto. Ma non mi preoccupo. Dopo aver svuotato la vescica mi faccio pulire e rinfoderare la fava nella tasca mutande.
“Bene, vedo che per questa volta non ti sei persa neppure un piccolo scrillo di piscio. Meglio così. Avrei dovuto sorvegliare mentre leccavi per terra e oggi non ho proprio voglia di perdere tempo. Oltretutto hai anche appreso qualcosa di nuovo. Vedi perché gli uomini si prendono in mano la fava quando pisciano? E’ per non allagare la casa. Forza, ringraziami per averti dato questa lezione di idraulica del cazzo”
“Grazie, padrone. Grazie per avermi insegnato l’idraulica del cazzo”
“Di niente, schiavetta”
Tiro lo sciacquone e mi dirigo in camera.
La serva mi segue a quattro zampe.
“No, tu no! Ora ti lavi la faccia! E che schifo! Prima ti fai pisciare addosso e poi vorresti venire a dormire con me? Ma allora ecco cosa sei! Altro che vacca, cavalla o cagna…sei ma una maiala! Avanti, scrofa, lavati il grugno e poi seguimi a letto”
“Sì, padrone”
“Ti è concesso di venire incontro ai tuoi bisogni corporali”
“Sì, padrone. Lei è molto gentile, padrone”
“Lo so. Non meriti un fidanzato così permissivo e amoroso…Ah, lavati anche i denti e strigliati per bene la lingua, che a letto ho voglia di farmi leccare il buco del culo”
Questa mattina mi sono svegliato fresco e riposato. La schiava mi ha preparato la colazione e m’ha leccato le palle mentre mangiavo. Tanto per non sembrare ingrato ho aggiunto un po’ di marmellata alla cappella e me la sono fatta succhiare per bene. Laura si è anche lamentata un po’, ho dedotto dai suoi mugolii, perché il sapore di maschio ne è risultato evidentemente alleggerito.
Me lo dovevo immaginare. Certi piatti vanno assaporati senza aggiunte. Il sapore del cazzo è uno di questi.
Anche oggi alla casa penserà la mia docile fidanzata disoccupata. Laverà, stirerà, pulirà per terra, farà da mangiare ecc…verso le dieci uscirà per andare al centro per l’impiego a cercare un lavoro e so bene che non lo troverà. Capirai, le uniche persone che hanno trovato lavoro grazie al centro per l’impiego sono le dipendenti stesse del centro. O a Lucca costruiscono altri mille centri per l’impiego, oppure la piaga della disoccupazione persisterà. Ma va bene anche così, per me. Perlomeno posso tenere la mia brava schiavetta sulle corde e continuare a sfruttarla come piace a me col pretesto che in casa i soldi li riporto solo io.
Povera Laura, se aspetta i miglioramenti promessi dal Governo! Ma a nome mio, un grazie grande come una casa a tutti i politici ed i ruffiani vari che mantengono in ginocchio questo nostro caro paese. Non fosse per loro non potrei infilare così spesso il cazzo in quella fodera per la fava che è la bocca della mia ragazza.
Viva la crisi! Viva le donne schiave che sanno di essere tali!
E viva l’idraulica del cazzo, naturalmente!
Se volete sapere come procede la convivenza con la mia fidanzata, non esitate a chiamarmi. Il saggio Tom sarà sempre a disposizione per delucidazioni e chiarimenti.
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16 years ago
tom,
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Ai confini del cuore
Ho il cuore che mi tempesta la testa; cerco di stare calmo, ma la vicinanza del tuo viso mi sta facendo venire voglie ormonali che potrebbero trasformarsi in tragedia, se non corrisposte.
Tu, ventenne, che scivoli veloce sui tasti per cercare un collegamento su internet alla ricerca di qualche testo che ti aiuti negli studi, io, che con fare casuale appoggio la mano sul tuo collo; ritmicamente, le nocche delle dita si scontrano con la tua pelle, la mano si apre e una carezza leggera sale sui capelli neri.
Tu, che non ti muovi, nervosamente parli di quello che cerchi, solo il respiro diventa più affannoso, facendo danzare i piccoli seni.
" Mi sembra che quello che stai cercando potresti trovarlo sotto quel sito".
Una frase qualsiasi che mi permetta di allungarmi verso lo schermo, il mio viso sfiora il tuo e la passione cresce insieme al desiderio; la mano scende dai capelli, segue le forme esili del tuo corpo leggermente palestrato e si ferma sul fianco, sotto i seni; premo sul tuo maglione a sentire la carne, la leggera pressione mi conferma il tuo momento di nervosismo, non parli, sei tesa, l´atmosfera diventa erotica.
Gli anni che ci dividono spariscono in questa camera illuminata dalla luce protesa verso lo schermo di quel computer che involontariamente partecipa al mio gioco.
I tuoi genitori chiacchierano di cose futili nella stanza accanto mentre il mio alito sfiora la tua pelle: parole sussurrate, quasi sospirate.
Avvicino le labbra al tuo orecchio:
"Prova a cliccare su quella parola, dovrebbe essere quello che cerchi".
La mano lascia il fianco e sale a cercare le tue dita sulla tastiera, la tua mano sinistra si blocca e lascia la tastiera, andando a celarsi sul bordo del piccolo tavolo di sostegno, aspettando un incontro.
Non parliamo, lasciamo che siano i corpi a cercarsi, le mani s´incontrano, comincio a giocare con le tue dita sottili, allenate da anni di pianoforte, le unghie nere sono un contrasto per il tuo modo di essere, per il tuo virgineo candore.
La mano destra cerca di supplire alla sinistra impegnata nei nostri giochi, la ricerca continua:
" Pensi che stia aprendo le pagine giuste?"
Una scusa per rompere la tensione di quel silenzio.
" Io credo che tu sia sulla strada giusta per trovare quello che cerchi da tempo ...".
La mano lascia le dita e indecentemente si appoggia al tuo cuore, piccole fragoline di bosco, dure e tese, sobbalzano, anche se il respiro è flebile, la mano libera torna sulla tastiera, mentre la mia lingua, per la prima, volta assapora il tuo orecchio.
Un gesto veloce, pazzo, illogico, come questo gioco sottile cui ti sto portando: so che sei fidanzata, so che è tutto sbagliato.
Guardo il tuo collo libero dal maglione aperto sul davanti, i battiti irregolari ne gonfiano le vene, il leggero spostamento del tuo corpo sulla sedia denota attesa: istintivamente, reclini la testa leggermente all´indietro, i capelli scivolano lasciandomi spazio libero, mi sposto in avanti verso lo schermo, la mano tocca il tuo viso, ne apprezza i contorni.
Colgo l´attimo fuggente di un bacio rubato, labbra inesperte che si scontrano con labbra eccitate, scambio di umori, tocco di lingue, ricerca esasperata del piacere, le dita inerti, ferme sui tasti, gli occhi chiusi.
" Ragazzi è pronta la cena, venite a mangiare!"
La voce ruba il desiderio e riporta alla realtà, interrompendo il nostro dolce supplizio;
" Arriviamo, mamma ..."
Le mani tornano ai loro posti iniziali, una leggera carezza sensuale segue il tuo corpo, stacco con sofferenza il mio viso dal tuo.
" Arriviamo", confermo.
Lascio la stanza andando dagli amici, da mia moglie che, sorridendo, mi dice:
"Hai proprio una bella pazienza: siete riusciti a trovare quello che cercavate?"
" Abbiamo iniziato ... ancora qualche ricerca e raggiungeremo il nostro scopo ".
Ti guardo, vedo che arrossisci leggermente, immagino i tuoi pensieri, mi siedo a tavola e, parlando con gli amici, lancio sguardi furtivi al mio desiderio interrotto, pregustando il futuro ...
per discussioni
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16 years ago
fantasypervoi,
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Le scarpe di safiria
Di Tom [email protected] che sto per raccontare è un sogno che ho fatto non tanto tempo fa, dopo aver visto Studio Aperto una sera di fine settembre. Confesso di non guardare molto spesso quel telegiornale. Troppi servizi a singhiozzo e notizie che sanno di gossip più che di sano giornalismo. Ma quella sera, devo dire, fui fortunato. La splendida giornalista dai capelli corvini mi colpì per la sua altera eleganza ed i suoi modi sicuri e autoritari.Ecco, dunque, il sogno…“…Safiria tornò a casa subito dopo la messa in onda del telegiornale. Da un po’ di giorni a quella parte era stanca e stressata. Guerra, terrorismo, morti ammazzati e auto-bombe. Quando andava bene si parlava di argomenti più leggeri, tipo pirati della strada e ragazzini da vecchiacci bavosi.Troppe cose serie di cui occuparsi, mancava lo spazio per occuparsi dell’ultimo taglio di capelli di Costantino, della moda degli stivali a punta e delle coppie celebri dell’estate. Che mondo inquieto!La casa era immobile e silenziosa. Sulla soglia dell’ingresso Safiria intravide una figura accovacciata sullo scalino dell’ingresso. Era una ragazza giovane.La giornalista le si avvicinò senza curarsi di lei e sul suo bellissimo volto si disegnò una smorfia. Ancora quella piccola seccatrice, pensò.Come avvertendo i pensieri dell’affascinante giornalista, la figura seduta si alzò in piedi.“Buonasera, Safiria” salutò quasi con timidezza.“Per te sono la Signora Safiria!” esclamò l’altra.“Mi scusi…Signora Safiria”La giornalista dai lunghi capelli corvini la superò e aprì la porta.“Cosa sei venuta a fare?”“Ecco…”“Forza, parla”“Ecco, volevo chiederle se si è ricordata di parlare di me al direttore”La solita ragazzina in cerca di una raccomandazione, sbuffò la Padrona. Che fiacchezza, avere sempre a che fare con queste pusillanimi.“Sì, le ho consegnato il tuo curriculum…”Per quanto possa valere un foglio con sopra scritto che sei una bella ragazza che non sa far niente, pensò. Ma l’altra la guardò con fare estasiato. Le prese una mano nelle sue e la mosse su e giù. La giornalista gliela allontanò con un movimento brusco. “Basta!”“Scusi, Signora Safiria…ma sono contentissima! Io vorrei diventare come lei! Una vera giornalista! Come posso ringraziarla?”“Beh, un modo ci sarebbe, carina”“Dica. Farò con piacere tutto ciò che mi ordinerà”“Bene, staremo a vedere”Condusse l’aspirante giornalista in salotto e si sedette sul divano, comodamente e con le belle gambe incrociate. Indossava un tailleur elegantissimo, blu scuro. La gonna le arrivava due dita sopra il ginocchio e le gambe erano inguainate in bellissime calze nere. Ai piedi portava delle decolletè dal tacco alto. “Sai, Barbara, sono molto stanca, in questi giorni” disse Safiria “Come ben sai, noi giornalisti professionisti siamo sempre di corsa e non abbiamo mai troppo tempo da dedicare a noi stessi. Vedi, quando torno a casa la sera mi piacerebbe che qualcuno si prendesse cura delle cose che sono troppo stanca per fare. Vedi le mie scarpe, ad esempio? Devono essere sempre pulite e splendenti, quando vado in onda, ed è una vera seccatura lucidarle ogni santo giorno. Capisci da sola che una vera professionista deve essere perfetta ogni qual volta si presenta alle telecamere”“Certo, è naturale”“Da questo momento in avanti sarai tu a prenderti cura delle mie scarpe”“Ma…io…”“Niente ma! Lo sai che per diventare una brava giornalista occorre fare un po’ di gavetta! Tu speri forse che con una raccomandazione non ti occorra fare pratica?”“La pratica va bene, però…”“Basta! Non voglio perdere altro tempo. Se vuoi intraprendere questo mestiere sai cosa devi fare, altrimenti…quella è la porta!”I dubbi di Barbara furono spazzati via all’istante dal portamento fiero dell’altra. “Provvedo subito, Signora”“Brava”“Le tolgo le scarpe…”“No. Lucidamele così, mentre sono ai miei piedi”“Non vorrei sporcarle le calze con il lucido”“Lucido? Chi ha parlato di lucido da scarpe? Il lucido e tutti quei prodotti chimici alla lunga danneggiano le scarpe. Io tengo molto alle mie calzature e desidero che vengano trattate con il massimo rispetto”“E allora come le pulisco?”“Con un rimedio naturale che non ne danneggerà la superficie” disse, sorridendo, la Padrona dai lunghi capelli corvini “Tira fuori la lingua e leccale”Mentre lo diceva avvicinò la punta del piede alla faccia di Barbara. “Dai, lecca. Anche la suola, mi raccomando. Lecca via ogni traccia di polvere”Barbara accostò timidamente la linguetta alla punta della scarpa della Padrona. Safiria le avvicinò ancora il piede al viso.“Forza, sono stanca di aspettare. Lecca” ordinò.Le labbra della serva sfiorarono l’apice della punta, lo circondarono dolcemente e lo assaporarono. Un sapore di polvere e cuoio invase il palato della ragazza. Barbara fu tentata di allontanarsi.“Lecca”La lingua iniziò a percorrere ogni centimetro quadrato delle preziose calzature della Padrona, la quale, con somma maestria, ruotava la caviglia in un senso o in un altro per comunicare senza parole dove leccare e con quanta intensità. E se all’inizio il sapore repellente della polvere disgustò Barbara, col tempo la servetta dovette ricredersi. Le scarpe della sua Padrona non erano affatto cattive, anzi. Era un onore leccare le calzature di quella Dea del giornalismo. Safiria lasciò che Barbara terminasse il suo umile lavoro di leccascarpe umana, come se quella fosse la cosa più normale del mondo. Sembrava abituata a quel trattamento. Poi, non appena la prima scarpa fu pulita a dovere, suola compresa, la Padrona fece discendere la gamba e accavallò l’altra.“Continua”Lo disse senza preoccuparsi delle considerazioni e delle emozioni della schiava. E tantomeno della sua salute. Sotto le sue scarpe poteva esserci anche qualcosa che se ingurgitato le avrebbe potuto far male. Non si sa mai cosa si calpesta, camminando per strada. Ma la Padrona, incurante di ciò, pretese che le suole delle sue raffinate decolletè fossero tirate al lustro.Barbara impiegò diversi minuti, per terminare il suo compito di lustrascarpe a lingua. Alla fine la sua bocca era completamente dominata dal sapore acre della strada e del marciapiede. Immaginò che questo dovesse essere l’equivalente del leccare un pavimento trafficato. Neppure i cani sarebbero disposti a fare questo per i loro padroni.Ma per un posto nel prestigioso mondo del giornalismo professionista, l’ambiziosa Barbara avrebbe fatto questo ed altro. “Adesso seguimi” ordinò Safiria, quando le sue decolletè a tacco alto furono di nuovo lucide e splendenti.Si alzò in piedi e si diresse verso la porta. Barbara si alzò a sua volta, ma Safiria, più veloce, le mise una mano sulla spalla e la spinse di nuovo sul pavimento. “No, resta giù” ordinò “Mi piace vederti strisciare ai miei piedi. Credo che quello sia il posto più giusto per te”“Ma…”“Gavetta, mia cara. Ricordalo. Questa è la gavetta”E ridendo silenziosamente della sua simpatica arroganza, Safiria si incamminò verso il ripostiglio.“Seguimi a quattro zampe”Barbara non si era mai umiliata così per nessuno. Persino in casa era sempre lei quella che comandava. Se lo poteva permettere. Era la sorella maggiore, la figlia perfettina e la ragazza più carina della scuola. Adesso, improvvisamente, la meravigliosa Safiria la stava svalutando da essere umano a semplice utensile per l’igiene delle proprie calzature. Raggiunsero lo sgabuzzino. Era una stanza abbastanza grande, tre pareti erano colme di scarpe, stivali, ciabatte, sabot, zoccoli e sandali, ordinatamente disposti su scaffalature componibili. Barbara contò non meno di un centinaio di paia di scarpe. Ve ne erano di tutti i tipi. Perlopiù erano calzature nuove, seminuove o comunque pochissimo usate. Erano pulitissime. Fra le altre, però, ve ne erano alcune abbastanza logore. Alcuni stivali presentavano tracce di fango secco sul margine della suola e polvere sulla tomaia. Safiria prese un paio di questi ultimi e li portò di fronte alla faccia di Barbara.“C’è un po’ di lavoro arretrato da sbrigare, piccola”“Che cosa devo fare?” chiese la schiava.“Quello che hai fatto fino ad ora…quello che sembra ti riesca assai bene” rispose la Padrona “Devi leccare, pulire e succhiare. Alcuni di questi stivali ti richiederanno diverse ore di cura. Non importa, hai tutta la notte”“Tutta la notte? Ma veramente io…”“Tu niente! Adesso ti metti qui e svolgi il tuo compito. Ah, e già che ci sei, toglimi le scarpe e mettimi le ciabattine ai piedi…Quelle lì…”Barbara fece per alzarsi in piedi. Safiria, più veloce, la prese per i capelli e la schiaffeggiò con l’altra mano. Due ceffoni ben assestati da far cadere sul pavimento la schiavetta impudente. La Padrona concesse qualche secondo alla ragazza per riprendersi. La prese di nuovo per i capelli e la sollevò quasi di peso.“Obbedisci”Barbara era ormai in completo potere dell’altra. Si prostrò di fronte alla sua Padrona, le prese delicatamente un piede fra le mani e le sfilò la lucidissima scarpetta. Il piede di Safiria era bello. Sebbene se ne fosse rimasto chiuso nella decolletè per tutto il pomeriggio, non emanava affatto quel fastidioso odore di sudore tipico dei piedi stanchi e la pelle era liscia e fresca come una rosa.Barbara le calzò la ciabattina. In un impeto di devozione si accucciò per deporre sul dorso di quel piede perfetto un timido bacio. Safiria le allontanò la gamba dal volto, un attimo prima che la schiava potesse portare a termine il suo proposito.“Non ti permettere di toccarmi quando non ti è consentito! Se vorrai baciami i piedi, forse, più tardi ti concederò quest’onore. Ma dovrai meritartelo”Barbara ci rimase un po’ male. In cuor suo il disgusto per quello che Safiria le aveva imposto di fare era stato sepolto dall’attrazione che adesso sentiva nascere dentro di sé verso quella Dea dai lunghi capelli corvini.“Dai, muoviti”Le porse l’altra scarpa e Barbara si affettò a sfilarla e a sostituirla con la ciabattina. “Ora prendi gli stivali sporchi e lucidali. Con la lingua, naturalmente, come hai fatto con le scarpe. Alcuni sono molto vecchi e la saliva non ti basterà. Con la lingua pulirai le suole dal fango, poi dovrai dare il lucido. In quel cassetto troverai spazzole, stracci e lucido. Non ne abusare. Lo sai, a me piacciono le cose fatte con rimedi naturali, come le tue labbra”“Sì, Signora Safiria”“Tieni conto che hai tutta la notte, per completare il lavoro”“Sì, obbedisco”La Padrona uscì dalla stanzetta e ritornò qualche minuto dopo con una ciotolina d’acqua piena fino al colmo. “Questa è per quando ti si seccherà la lingua” disse, poggiandola sul pavimento “Ti ci puoi sciacquare la bocca quando ne avrai bisogno”“Grazie, padrona”“Sì, fai bene a ringraziarmi. Anzi, fallo per bene. Ringraziami come si deve”Si voltò e sollevò il piede ancora calzato nella ciabattina. “Bacia qui”Barbara strisciò fino alle gambe della sua Dea e baciò con trasporto e passione la suola della ciabattina. Vi posò sopra due baci ben dati e qualche leccatina. Non appena ebbe fatto, Safiria posò a terra il piede per alzare l’altro.“Anche qui…e fai veloce! Sono stanca e voglio andare a letto!”“Sì, Signora. Mi perdoni, mia Signora”Baciò e leccò come una serva devota che vive esclusivamente per la sua Dea. “E ora ascoltami per bene, cagnetta. Durante il sonno, odio che mi si venga a svegliare, perciò lavora in assoluto silenzio. Dovessi fare del rumore e svegliarmi, potrei diventare molto cattiva”“Non accadrà, mia Signora” promise Barbara, baciando con passione il dorso delle ciabatte della sua Padrona “Farò tutto quello che mi ha ordinato nel più assoluto silenzio. Lei dorma bene, mia Signora. Vedrà che domani mattina non resterà delusa del mio lavoro”Baciò ancora le ciabatte e si maledisse di non essere ancora degna di poter baciare direttamente i piedi di quella divinità in forma femminile che dominava in altezza su di lei. Le calze che avvolgevano le gambe di Safiria luccicano come fossero tempestate da tanti granellini d’argento.“Me lo auguro per te. Ricordati che se vuoi diventare una giornalista vera dovrai obbedirmi come io desidero”“Sì, Signora” disse Barbara. Ma a dire la verità la sua ambiziosa carriera da mezzobusto televisivo era lontana mille miglia, in quel momento. Non le importava nulla di apparire in televisione e di leggere notizie sempre uguali su come il mondo stia andando a rotoli. In quel momento le interessava solo che le pregiate scarpe della sua Signora e Padrona brillassero come Lei aveva chiesto. “Se sarai brava, domani mattina ti permetterò di baciarmi i piedi” disse Safiria “Ma solo se sarò soddisfatta di come hai lavorato!”Senza aggiungere altro, la Padrona uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle. La luce sul soffitto del bugigattolo si spense qualche secondo dopo. Barbara vide tutto nero. Non vi erano neppure finestre che potessero illuminare la stanzetta. Poco male, si disse la schiava. Non poteva permettere che la Padrona sprecasse inutilmente corrente elettrica per una lurida leccasuole some lei. Inoltre non aveva bisogno di luce, per leccare gli stivali della sua Dea. Per quello bastava la lingua.Si mosse nell’oscurità e raccolse il primo paio di calzature. Erano sporche o pulite? Leccò il bordo della suola. Il contatto con la crosta terrosa e ruvida le confermò che si trattava di un paio di stivali da pulire come si deve. Ma prima di iniziare si fermò, inserì il naso nell’imbocco dello stivale e inspirò con forza. Lì aveva alloggiato il piede di Safiria, la sua Signora, la sua Proprietaria, la sua Dea.Ringraziò il destino di appartenere ad una Dominatrice bellissima e di classe come la sua.Poi lo spirito di lustrasuole di Barbara ebbe il sopravvento e la ragazza iniziò a leccare gli stivali della sua Padrona……credo che la brava Barbara abbia continuato a leccare a succhiare a lungo, quella notte. Non lo so. Al primo paio di stivali mi sono svegliato. Chissà, forse un giorno il sogno proseguirà. Nel frattempo, come sempre, inviatemi commenti e suggerimenti.
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16 years ago
tom,
40
Last visit: 16 years ago
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Al cinema
Ecco, finalmente ho finito di cambiarmi e truccarmi, sono allargata e lubrificata, pronta per l'uso. Sono già stata in passato in un altro cinema porno, ma era stata un'esperienza abbastanza deludente, pochissimi spettatori e ancor meno quelli che si erano fatti avanti dimostrando un qualche interesse per me. Un ragazzo che mi sta aspettando in sala mi ha appena mandato un sms che in un certo senso mi preoccupa un po', dice che c'è un sacco di gente e "chissà che assalto di uomini avrai!": non vorrei passare da un estremo all'altro... Cmq esco dalla stanzetta in cui mi sono preparata, passo davanti alla biglietteria e salgo le scale che portano alla galleria. Sbuco nell'atrio al piano di sopra, sedute su un muretto diverse persone mi fissano in silenzio, indosso una minigonna cortissima in PVC nero, calze a rete a maglie grandi, stivali in PVC nero lucido, una maglietta chiara, trucco forte, tengo lo sguardo a terra e cammino in punta di piedi, sono timidissima e sento le loro occhiate infilarsi prepotenti sotto la minigonna, salire lungo i glutei e poi gelide su per la schiena, sento un "ecco la Vacca...", arrivo agli ampi e bassi gradini che conducono in galleria e li percorro alla svelta, in ansia : 1, 2, 3, .. il BUIO...Il BUIO... Finalmente il buio che mi protegge, profondo, completo, caldo, non vedo niente tranne lo schermo lontano. Non so cosa aspettarmi, sono al buio anche in senso figurato, sono eccitata, anzi elettrizzata, piena di attesa e di brividi: è per emozioni come questa che mi sono fatta due ore di treno. Mi guardo attorno, gli occhi pian piano si abituano alle tenebre e così capisco di essere a metà altezza del gruppo delle poltroncine. Istintivamente salgo i gradini e mi dirigo verso il fondo della sala, in alto, in un angolo, dove credo che sarò al sicuro lontana dalle occhiate di tutti... E invece, (da ridere), mentre salgo capisco che sto andando a ficcarmi proprio nella fossa dei leoni, perchè quasi tutti quelli arrivati prima di me si sono messi nella stessa zona. E mi accorgo anche che quelli che erano seduti fuori sul muretto stanno salendo in fila indiana dietro di me: di colpo inizio a preoccuparmi per il numero di maschi arrapati che potrebbero essere interessati ai miei buchi. Arrivata in cima mi siedo per terra sull'ultimo gradino, e in pochi secondi accade l'incredibile che avevo sempre vissuto solo nei miei sogni di trav: una nuvola di maschi mi si stringe attorno da ogni parte e inizia a toccarmi ed accarezzarmi, per essere meglio a disposizione di tutti mi allontano dal gradino e mi inginocchio per terra, continuano ad arrivare uomini e l'assedio si infittisce, le cerniere lampo iniziano a scendere una dopo l'altra e spuntano cazzi duri da tutte le parti, sono completamente accerchiata, non ho neanche lo spazio per muovermi, guardo in su e vedo una doppia cerchia di teste che mi desiderano, dietro altre ancora, inizio a sentire cazzi che mi si appoggiano dappertutto man mano che giro la testa di qua e di là, contro la fronte, il viso, le orecchie, le labbra, premono, spingono con prepotenza, vogliono entrare, godere, una grande ebbrezza mi invade, forse sogno, galleggio sull'emozione, tremo tutta, formicolo, allungo le mani per capire se è tutto vero e afferro un cazzo dopo l'altro, sono ovunque, duri, irrequieti, alcuni grossi e lunghi, io non capisco più niente, presa dal delirio mi arrendo, allento i muscoli che serrano le mie labbra e immediatamente una cappellona ci si insinua, indugia incerta tra la lingua e il palato poi si spinge ancora avanti e me la trovo in gola, la metto a nudo e inizio a succhiarla pazzamente, dopo alcuni secondi mi tiro indietro per prendere fiato e subito sento una mano che mi afferra la testa e la attira altrove, un altro cazzo in un attimo mi entra in bocca e inizia a scoparmela, poi tutti gli altri attorno a gara fanno la stessa cosa, si rubano letteralmente la mia bocca l'uno con l'altro e a turno me la riempono di cazzo. Dopo un quarto d'ora di ruota dei pompini mi lasciano mettere in piedi almeno a 90° per far riposare le ginocchia: tempo due secondi e sento un cazzo che mi preme contro i glutei, la minigonna viene tirata su, il filetto del perizoma scostato, mi giro a guardare e nel buio intravedo un nugolo di maschi col cazzo duro in mano assiepati dietro il mio fondo schiena: non so in che condizioni tornerò a casa oggi. Mentre un altro cazzo mi si precipita in bocca sento una cappellona appoggiarsi al buchino, deve essere uno pratico, anche al buio l'ha trovato al primo colpo, con una mano si tiene il cazzo per guidarlo nella penetrazione, con l'altra si appoggia alla mia schiena, la cappellona entra e a questo punto con tutte e due le mani lui mi stringe forte i fianchi, fa un affondo violento e deciso e mi penetra completamente, io non riesco a trattenere i soliti gemiti, mi sentono in tutta la galleria credo, un attimo dopo mi ritrovo con una bestia furiosa che si dibatte dentro di me, non è enorme ma è cmq un cazzo bello grosso, è smanioso, vivo, forte, mi sembra un animale libero e selvaggio, sento tutta la sua foga, percepisco il suo piacere, la sua energia, la voglia, cercava solo un buco caldo e morbido in cui entrare e sborrare e l'ha trovato in me, corre all'impazzata avanti e indietro e mi fa morire di piacere, ho riconoscenza per lui e mi sembra quasi di volergli bene, il mondo sarebbe più bello se ci fossero più buchi caldi disponibili e a me sembra di fare un'opera pia nel concedergli tutta me stessa. Allungo la mano e lo afferro alla base per sentire se si è messo il preservativo, purtroppo non ce l'ha e così, molto a malincuore, volgo il viso verso di lui e lo spingo lentamente fuori. Mi sembra quasi di sentirlo uggiolare fuori di me, al freddo, pianto e stridore di denti, vuole tornare al caldo, ha bisogno di sborrare nell'abbraccio morbido e rosa dei miei glutei. L'uomo che stavo spompinando intanto non ha gradito di non avere più la mia bocca a disposizione, per cui mi afferra rudemente la testa con entrambe le mani, la gira verso di sè, mi rimette il cazzo in bocca e riprende a scoparmela deciso, tenendomi le testa ben ferma contro il cavallo dei suoi pantaloni per evitare che gli scappi un'altra volta.
Quello dietro di me forse prende coraggio alla vista di tanta decisione e lo imita, con una mano mi blocca i polsi sottili contro la schiena, mi penetra in fretta e furia e riprende a sbattermi di cattiveria. Ecco di nuovo l'animale dentro di me, ora si sente padrone, sa di avere partita vinta e mi apre col suo impeto, mi sfonda, mi pare arrivi fino in gola e morda. Io sono sconvolta dal piacere, non capisco più niente, non so chi sono, mi arrendo: quelli dietro di me lo capiscono e iniziano ad aiutarsi tra loro per usare a turno il mio culo, due mi si mettono ai fianchi e mi reggono e trattengono per le spalle, mi bloccano i polsi anche se ormai non servirebbe più e mi aiutano a stare in piedi man mano che il penetratore si infuria e coi suoi colpi inizia a farmi vacillare, dopo pochi minuti sborra ringhiando, gli altri intorno ridono e lo invitano a fare più piano, quello si sposta e mi passa a un altro. La monta si ripete, e ancora, e ancora, una catena di montaggio, uno dopo l'altro usano il mio corpo, lo riempono di sperma e se ne vanno, a un certo punto sono così piena di sborra che tra una penetrazione e l'altra inizia a stillarmi fra i glutei e a colare lungo le cosce, oltre la balza delle autoreggenti, lungo la pelle liscia e le maglie di nylon, lungo l'incantesimo degli stivali neri, giù fino all'ultimo centimetro dei miei tacchi a spillo. A quelli non gliene importa proprio niente e vanno avanti finchè a un certo punto mi ritrovo sola, esausta, piena di sperma: sulla mini, la maglia, gli stivali. In bagno mi guardo allo specchio: i capelli in disordine, le guance nere di eye-liner colato per gli schizzi sugli occhi: sono felice, perduta, sono Sabry.
un po' è vero e un po' è inventato, ciao
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16 years ago
admin, 75
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Carriera ad ogni costo - 2
Carriera ad ogni costo (2a parte)
Dopo quell'antipastino (anzi digiuno) della sera prima, non riuscii a dormire molto bene se non con una bella dose di sonnifero.
Nonostante cio' la sognai tutta notte, diciamolo fra di noi, sbattendo la mia capa come una porta, in tutti le maniere possibili.
Durante la giornata la incontrai per lavoro, e rimasi stupito di come lei mi trattasse con distacco, come se la sera prima non fosse accaduto nulla.
Al contrario Sara appena mi vide e arrossi dai piedi alla radice dei capelli, ben ricordando il piacere provato durante il mio compitino "orale".
E' facile dire che le otto ore lavorative furono per me un tormento, non riuscivo a levarmela dalla testa, ma ero anche preoccupato di come si erano messe le cose.
Negli affari e' fondamentale sapere tutto del proprio avversario, in modo da scoprire i punti deboli e evitare in anticipo i suoi attacchi. In questo caso la Capa, aveva avuto tutto il tempo per studiare tutti i componenti del suo futuro consiglio direttivo, mentre noi, ed io in particolar modo, ero all'oscuro di qualsiasi aspetto della sua vita.
Devo proprio ammettere che per la prima volta in vita mia non sapevo come comportarmi. Maledetta strega!!!
A fine orario ero ancora nel mio ufficio quando ecco che mi arrivo' una bella email dal capo. Era (finalmente) arrivato il momento, dovevo andare da lei subito!
Appena davanti alla sua porta mi arrivo' nella mente un certo senso di dejavu', come la sera prima, ma adesso sapevo cosa mi aspettava.
Entrai sicuro e vidi per il momento solo Sara, di nuovo nuda e con lo sguardo basso in piedi di fianco alla sua manager.
"Vieni entra Marco, come vedi ho chiamato anche lei, dopottutto ieri sera abbiamo lasciato le cose a meta' e non mi sembrava corretto lasciarle l'amaro in bocca, che ne dici? Su cara fagli un pompino, cosi me lo calmi un po' senno' rischia di fare brutta figura", disse Simona con un sorriso perfido.
Docilmente Sara' si avvicino' e mi spoglio di tutto, io la lasciai fare pregustando il lavoretto di bocca, subito dopo si inginocchio e prese a massaggiarmi le palle, tastando con l'altra mano la durezza del membro che andava rizzandosi.
Poi su incitamento di Simona (sempre col solito metodo carino, una scudisciata data con un frustino da cavallo), la povera Sara' gemendo per il male mi prese dapprima la cappella in bocca, e in seguito tutto il membro tentando per quanto possibile di farselo entrare tutto.
Simona da canto suo stava di fianco e si divertiva a far soffrire Sara con precisi e dolorosi colpi sul sedere.
"E' di tuo gusto questo lavoro caro Marco" disse Simona con fare gentile, e io un po' per vendetta e un po' per dire la verita' feci di no con la testa, al che Simona intimo' di fermarsi e di cambiare posizione.
Fece stendere Sara a pecorina su una poltrona, in modo che il culo fosse ben esposto, e le disse di continuare il suo compito "ma vedi di farlo bene perche' altrimenti dovrai ordinare una sedia piu' morbida per la prossima settimana lavorativa".
E via, lei riprese il suo lavoro e Simona di dietro giu' a menare staffilate.
La questione duro' un bel po', io ero molto eccitato ma in effetti Sara non era una gran bocchinara, forse le mancava la necessaria esperienza, e anche per via del male proveniente dal suo culetto (che la distraeva non poco), ci mise quasi una 20ina di minuti a farmi venire.
In quel momento gli scaricai un torrente di sperma direttamente in bocca, perche' l'evento coincise con un colpo particolarmente forte che spinse la poverina contro il mio pube per riflesso, tanto che non pote' sottrarsi all'ingoio.
"Bene, finalmente e' ora del mio turno caro dipendente”. “Da ieri sera mi e' rimasta una voglia di sentire la tua lingua nel mio ano, che non ti puoi immaginare” esclamo tutta sorridente Simona. “Oh guarda sta' poraccia che bel sederino color fuoco che ha, eh cara mia ti devi applicare di piu' nell'arte orale, se fossi stata piu' brava non ti avrei conciato il popo' in questa maniera" concluse schernendola.
Quando volsi lo sguardo per vedere l'effetto di tutte quelle frustate fu' come un colpo alla bocca dello stomaco. Le aveva praticamente strappato la pelle del sedere, c'erano orribili bolle su quasi tutta la superficie delle chiappe e molte di esse sanguinavano.
Provai un po' di pena per lei, ma anche un certo sadismo che fece parzialmente riprendere turgore alla mia virilita’.
Simona nel contempo si era spogliata e quello che vidi fece rialzare la testa al mio guerriero pelato definitivamente "bene bene" disse lei "questo si che e' un breve tempo di ricarica, comincio a pensare che le voci sul tuo conto non siano del tutto infondate" ammise con un sorrisetto Simona.
Un corpo stupendo, seni grossi ma sodi, come del resto tutta la sua figura che non si poteva definire anoressica, ma piena nei punti giusti. Una peluria rada e bionda sulla patatina e uno sguardo arrapato da troia in calore. Con questo colpo d’occhio si mise distesa di schiena sulla fredda superficie della sua scrivania allargando oscenamente le gambe chiamandomi a se con un ditino malizioso prima e allargandosi poi, con entrambe le mani, le labbra della fichetta vogliosa.
Contrariamente alla sera precedente non ebbi bisogno di "incentivi" e mi buttai a capofitto. Mmhhh che odore estasiante, che sapore afrodisiaco, non c'e' nulla di meglio nella vita di questo odore di femmina eccitata, almeno per noi maschietti.
E la povera Sara? Fu' presto invitata a lustrarmi di nuovo l'uccello con la sua bocca, in modo da pulirlo da ogni residuo della precedente venuta, mentre Simona si portava le gambe vicine alla testa, alzando perfino il sedere per consentirmi di leccare il suo ano palpitante.
Appena appoggiai la lingua in quel segreto pertugio, venne risucchiata dentro dall'antro voglioso. Presi allora con vero gusto a umidificare quel bel buchetto grinzoso che non chiedeva altro di essere violato e sfondato con violenza.
Ripassai alla fichetta mettendo le dita a forbice, pollice nel culetto e ad una ad una, 4 dita nella fichetta grondante di caldi e saporosi umori.
Tempestai di colpi il clitoride esposto mentre lei si teneva aperte le labbra per facilitare il mio lavorio, e piu' la scavavo con le dita e piu' copiosamente lei bagnava la scrivania.
Ad un certo punto mi spinse la testa un poco piu' in basso e zaff...un fiotto di calda urina mi si riverso' sulla faccia mentre la mia Capa raggiungeva, quasi urlando, un prorompente orgasmo, subito seguita dai guaiti della segretaria.
Be' Simona la si capisce, ma Sara? Mentre io ero intento a leccare la sua padrona, lei si era masturbata come una cagna in calore, cosi che erano giunte entrambe al piacere.
Ripresomi dalla "pioggia dorata" sentivo che il mio uccello era duro come il marmo, cosi lo avvicinai alla fica della mia capa e mi gustai con immenso piacere il calore devastante della sua vagina, ancora scossa dagli ultimi tremiti dell'orgasmo.
Affondarle dentro fu' una goduria impagabile, anche a livello emotivo.
Mi stavo chiavando la mia capa e lei godeva come una pazza, massaggiandomi con sapienza tramite i fasci muscolari del suo fodero di carne, tutta la lunghezza del mio membro, un calore incredibile si irradiava da quella zona, e per un attimo pensai che mi avrebbe sciolto l'affare in quella fornace umida e accogliente.
Dopo l'ennesimo orgasmo simultaneo (e per oggi io ne avevo gia' fatte due) in cui non mi preoccupai di scaricarle nell'utero tutto il mio piacere, Simona mi urlo' tra i denti "Marco inculami, spaccami, fammi male" e io avendo ormai in mano il pallino del gioco, la feci scendere dalla scrivania, la misi a pecorina sul folto tappeto, e tirando per i capelli Sara, le costrinsi ad un bel 69 saffico, cosi da permettermi di ricaricare le forze.
Le guardai per un certo tempo slinguarsi e godere a vicenda, ma piu' per un mio personale piacere, visto che dopo uno o due minuti ero gia' in tiro.
Mi piaceva fare smaniare un poco Simona, che non vedeva l'ora di prenderlo nel didietro, cosi aggiunsi alla lingua di Sara che le scavava nell'intimita', la mia con dolci e delicati colpetti sul suo ano.
Provai a inserire prima un dito e questo scivolo' dentro come se nulla fosse (ahh la santarellina non era di certo vergine da quel buco, brutta porca!!!)...ne misi un altro e questo entro' ma con un po' di difficolta', cosi anche un terzo ma stavolta le provocai un gemito di dolore, ah quanto mi divertivo a prenderla un po', guarda caso, per il culo.
"Ma come, spaccami, inculami sfondami eppoi per tre dita fai tutte queste storie?? E quando ti ficchero' dentro questo uccello che farai, urlerai e scalcerai come una vergine recalcitrante???" gli dissi presentandole l'uccello alla bocca e sottrendo quest'ultima dalle attenzioni fino a quel momento concesse alla fichetta pelosa di Sara.
Prese a succhiarmelo con perizia, si vedeva che era di tutt'altra pasta rispetto alla sua segretaria. "Brava brava ungilo bene che adesso ti sfondo gli intestini, cosi impari a chiedere a gran voce di essere inculata dal sottoscritto!!" le dissi con rabbia.
Dentro di me pensai che sarebbero stati cazzi suoi, io ero gia' venuto due volte e cominciavo ad avere una bassa sensibilita', ottimo preludio per una inculata lenta e prolungata, piacevole per me, non molto per lei.
Dopo un tempo che avrei voluto non finisse mai, mi staccai di malavoglia da quella piacevolissima bocca e lasciai che tornasse ad assaggiare la fichetta palpitante di Sara.
Chiesi a quest'ultima di continuare a leccare ma nel contempo con le mani di tenere spalancate le chiappe della sua capa, per agevolare l'introduzione.
Non mi sono mai vantato apertamente delle mie dimensioni, ma devo dire che per i mezzi naturali, avrei potuto benissimo fare il pornodivo (che esagerato che sono eh?)
Appoggiai cosi solo la punta sull'ano e lo sentii, non senza una perfida punta di lussuria, contrarsi appena per poi tornare a rilassarsi.
Lo sapeva che se avesse opposto resistenza sarebbe stato molto piu' doloroso, cosi spinsi leggermente fino a quando la cappella non fu' ben dentro le sue carni.
Sentii un lieve cambiamento dei suoi gemiti ma non si allontano' da me. Ripresi a spingere con piu' foga guadagnando cm inesorabilmente, fino a quando i miei 25 cm sparirono dentro il suo culo, impalandola a fondo.
Solo in quel momento mi accorsi di uno specchio e quello che vidi riflesso era a dir poco spettacolare.
Simona aveva un espressione del viso trasfigurata, la realizzazione del piacere estremo, sguardo perso, bocca spalancata e ansimante, un velo di sudore su tutto il corpo.
Quella visione fu' il segnale per l'attacco vero e proprio, parti' di conseguenza con affondi lenti ma decisi.
Lo tiravo fuori, mi gustavo la vista del mio randello, lievemente segnato da qualche rivolo di sangue, poi lo rinfilavo fino in fondo godendomi gli spasmi di quel caldo budello.
La scena a questa velocita' duro' una decina di minuti, nei quali lei ebbe un altro paio di orgasmi, sempre aiutati dalla ormai abile lingua di Sara che brucava la sua capa con dedizione ed eccitamento.
Ad un certo punto, vedendo che non venivo, aumentai il ritmo mollando nel contempo sonore sculacciate alle gentili terga di Simona, che sembro' ridestarsi dal torpore e riprese ad incitarmi a gran voce :"siiiii ahhhh ancora...mio stallone....possiedimi fino alla radice del tuo cazzo..ahhh che bello, mi sento sventrata..ahhhh si di piu'......." disse cominciando per la prima volta a corrermi incontro col culo, per impalarsi da sola.
Altri 10 minuti cosi e niente, cosi decisi di uscire facendomelo leccare un po' da Sara' e di riprendere a fotterla alla pecorina.
Accidenti un po' per le sborrate precedenti un po' perche' ormai la topina di Simona sembrava un lago dagli umori, non sentivo piu' niente e l'attrezzo cominciava un po' a dolermi. Decisi allora di farle cambiare posizione.
Mi sdraiai io e la invitai ad impalarsi di nuovo sul mio cazzone svettante. Vista la nuova posizione, il suo culetto sembrava piu' stretto di prima e Sara riprese dal davanti la sua servizievole opera di lingua, sul clitoride prima e sulle meravigliose tette dopo.
Io ormai vinto dal piacere imminente, presi a piene mani le tettone di Simona, impastando e torcendole i capezzoli induriti. Fu' il preludio al suo ultimo orgasmo, le cui vibrazioni finalmente si trasmisero dalla vagina al suo ano oscenamente dilatato, creando le condizioni per farmi schizzare tutta la mia goduria fin nel profondo dei suoi intestini.
Passo qualche minuto in cui nessuno fiato', stavamo riprendendoci da quella valanga di emozioni.
Poi Simona, pur se con qualche sforzo, si sfilo da me, si rialzo' e corse in bagno (personale...ehhehe i vantaggi di essere capo) quando usci, a parte la camminata un po' traballante era tornata la donna manager di successo.
Io mi ero rivestito e anche se stanco ero su su giri, mentre Sara se ne era gia' andata via.
"Bene Marco, domani ci sara' la mia relazione sui risultati della passata stagione e sui progetti per il futuro. In questa occasione daro' anche il rendiconto dei passaggi di ruolo per chi e' stato meritevole” disse con aria baldanzosa.
“Le sta' bene nuovo ViceDirettore generale?" mi disse regalandomi un sorriso.
"Te lo sei proprio meritato, complimenti!!" concluse stampandomi un bacio con lingua in bocca, il primo a dire il vero da quando ci eravamo conosciuti.
C'ero riuscito.....una scopata memorabile (magari nemmeno l’ultima) e la carriera assicurata.
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16 years ago
admin, 75
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Sabato pomeriggio alla saua comunale
Come già detto nel racconto precedente, sono uno studente universitario fuori sede. Quel week-and non ero rientrato a casa ma ero rimasto a Trieste. Annoiato pensai bene di fare due passi ma l'avvicinarsi dell'estate e la visione di molte ragazze vestite con mini gonne o molto scollate ben presto mi fecero venire parecchie voglie... Così provai ad andare a trovare una mia amica trans, molto bella anche se non più giovanissima, 50anni, che in un altro racconto vi dirò perchè conosco. Arrivo da lei, suono e subito mi viene aperta la porta. Stranamente lei non era in abiti sexy come suo solito, ma indossava una normalissima tuta ed infatti subito mi avvisa che stava uscendo per andare in piscina e mi invita ad andare con lei. Accetto volentieri. Passo per casa, prendo la borsa e la raggiungo. nel frattempo arrivo alla piscina che lei ha già fatto il bagno e mi dice di andare a fare una bella sauna rilassante nella vicina zona relax. mi cambio e ci vado. Entriamo nella sauna dove stranamente non c'è nessuno ma ci siamo io, con un piccolo costumino, e lei, con un sexy bikini giallo che esalta TUTTE le sue curve. Subito mi metto vicino a lei e le inizio a spalmare un olio profumato alla vaniglia in maniera molto sensuale e senza tralasciare un solo centimetro del suo corpo. Le ungo la schiena,le spalle, il seno sotto al costume e poi mi sposto davanti per poter arrivare meglio alle coscie e alsuo cazzo. Ero eccitatissimo e il mio costume nascondeva ben poco. Ve lo giuro, le stavo per fare un pompino quando sentiamo delle voci provenire da fuori la sauna. Subito ci ricomponiamo ed un'attimo dopo ecco gli ospiti fino ad allora indesiderati. Si apre la porta ed ecco due signore un pò più giovani della mia amica ma non troppo. Capiscono subito di aver interrotto qualcosa visto che buttano l'occhio sul mio pacco ma non capiscono l'essere trans della mia amica. ora la suna era quasi piena e quindi eravamo tutti più vicini. Ci salutiamo e le signore subito apprezzano il buon'odore di vaniglia e ne vogliono sapere di più. Incuriosite dall'olio ci chiedono di essere così gentili da ungere anche loro, così io comincio con la signora bionda,più in carne ma con un grosso seno seduta davanti a me, e la mia amica si prende cura dell'altra signora, rossa e molto più magra. Anche in questo caso il massaggio ci mette poco a diventare più intenso come le due signore ci mettono poco a levare i loro reggiseni. Io faccio scivolare le mani sul seno della signora per farle piacere e lei subito si gira per vedere la reazione della mia amicha che nel frattempo stava facendo la medesima cosa con l'altra. Così in un istante all'interno della sauna non si potevano riconoscere le gocce dell'olio da quelle del sudore e da quelle degli umori. Ci spogliamo e quando la mia amica toglie glislip quelle due finte tonte non sono affatto sorprese ed anzi sembrano dar l'impressione di aver capito tutto fin dall'inizio. così ora un groviglio umano didonne che succhiano cazzi e si fanno scopare da trans non ha più controllo finchè per sfinimento sia dal caldo che dal piacere dobbiamo uscire dalla sauna. Ma che esperienza. Vado sotto la doccia gelida dove subito mi raggiunge la mia amica che ridendo per quanto successo ricomincia a toccarmi il cazzo. Ci sto ancora e me lo faccio succhiare. é ormai tardi e andiamo via dalla stanza salutando con un bacio le nostre nuove amiche che ci invitavano a rimanere. Alla prossima.
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16 years ago
Solare08,
25
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Carriera ad ogni costo
Carriera ad ogni costo.
Sono sempre stato attirato dal fare carriera e non mi sono mai posto tanti scrupoli.
La vita e' breve e non mi sono mai tirato indietro. Certo non sono un lecchino, nel senso subdolo del termine, ma non mi sono mai risparmiato nel rendermi direi piacevole agli occhi dei capi.
Questo preambolo per dire che sono ancora sconvolto da quando mi e' capitato pochi giorni fa'.
Lavoro in una multinazionale, in cui la competitivita' e' sempre stata la molla scatenante sia a livello dirigenziale che commerciale. Il mercato in cui lavoriamo e' molto esigente e quindi all'interno vige una regola che e' molto semplice...flessibilita'.
Quindi quando la settimana scorsa siamo andati all'ennesimo "meeting" per la presentazione della nuova struttura, e relativi capi, nessuno si e' stupito piu' di tanto.
Il vecchio capo andava in pensione e quindi era nell'aria da tempo una successione.....io e tutti i rampolli scalpitanti, non vedevamo l'ora che si sapesse chi era il nuovo designato.
Ma mai nessuno si sarebbe aspettato di vedere come nostro capo, una donna. E che donna....una tipa affascinante...anzi no...decisamente bona!!!
Non altissima ma formosa al punto giusto e proporzionata.....dal viso forse un pelino rotondo, ma incorniciato dal contorno biondo dei suoi capelli......la sensazione strana era che mi sembrava di conoscerla......ma ancora non capivo quando l'avevo vista e soprattutto dove.
Ovviamente a parte l'iniziale sbigottimento, dato dal fatto che non si era mai vista nei nostri uffici prima di ora (da dove salta fuori? ci chiedevamo), cominciarono a fioccare i commenti salaci di tutta la platea di maschietti.
"Ehi Marco (che sarei io), voglio credere che quando andrai a leccarle il culo lo farai con un maggiore accanimento....." e giu' risatine piu' o meno velate.
Il meeting fini' fin troppo presto, ma lei avrebbe preso il suo posto, nel mega ufficio del Mega Direttore Galattico (descrizione fantozziana, ma calzante), solo da li a un mese dopo.
Cosi tutti, chi piu' chi meno, ebbero il tempo di affilare le armi e i report, per presentarsi piu' che bene al nuovo direttore, o meglio alla nuova direttrice.
Io come direttore commerciale, misi alla frusta tutte le persone che avevo a mia disposizione per fare bella figura, gli avrei presentato fin da subito una persona determinata e con obiettivi ben precisi.
Detto questo, il mese volo', e alla mia presentazione feci una bella figura con lei e tutto il consiglio d'amministrazione. Lei..eh gia'....lei che quel giorno era uno schianto ancora di piu' che nella prima occasione, vestita con un tailleur serio, grigio, gonna e giacca ma con le sue belle gambe in mostra.
Dopo di me si presentarono anche gli altri e lei (Simona cosi si chiama) fece gli onori di casa, ringraziando qui e la' per gli ottimi propositi e gli altrettanto buoni risultati.
A riunione finita dispenso' sorrisi e strette di mano a tutto il suo staff, me compreso, ma quando stavamo per andare via, si diresse verso di me e sempre sorridendo mi disse "con lei non ho finito. Ho bisogno di alcune informazioni di dettaglio, in un ambito piu' privato, pero'!" concluse con un fare tassativo di chi non ammette rifiuti o se volete di chi e' abituata a comandare.
Devo dire che sulle prime ebbi una piacevole reazione all'inguine, dovuta alla parola "privato", ma poi il dubbio che mi volesse mettere da parte come direttore commerciale, magari per insoddisfazione del mio operato, fece rientrare prontamente nei boxer la mia virilita', scattata sull'attenti troppo in fretta, eppoi quel dubbio nonmi dava pace, una sensazione mista tra la famigliarita' di una persona gia' conosciuta e il sospetto di essere sulla strada sbagliata.
Acconsentii a raggiungerla nel suo ufficio al piu' presto dopo la fine del meeting.
Giungendo davanti all'enorme vetrata all'ultimo piano del palazzo, il cuore mi batteva in petto come un martello pneumatico, avevo dato tanto a questa azienda ed ero convinto che avrei venduto la pelle a caro prezzo, non mi sarei fatto sbattere fuori da una puttanella appena arrivata per giunta!!!
La segretaria la chiamo' con l'interfono e lei giunse in una nuvola di profumo francese ad aprire la porta del suo immenso ufficio.
"Sara, non voglio essere disturbata per nessun motivo" disse con fare perentorio alla segretaria, che annui' in silenzio con un cenno del capo.
Finendo la frase mi fece cenno di entrare, o meglio mi lascio' come un pollo sulla porta, mentre lei spariva nella penombra del suo ufficio.
Accidenti come era cambiato il locale del Megadirettore, prima una profusione di potere in pieno stile maschile, la poltrona alta di pelle, l'immensa scrivania di legno massiccio, i quadri alle pareti tutte rivestite di legno.
Nulla, non c'era piu' nulla di tutto questo.
Tutto adesso era di chiara impronta femminile, ma molto hi-tech, con una luce molto soft, tanto che si faticava a capire da dove veniva, piante, un acquario, una scrivania di cristallo e una poltrona, quella si, sempre abbastanza imponente.
Lei era seduta sulla poltrona con le flessuose gambe accavallate, e da come si era messa non era sulla difensiva, tanto che anche nella fioca luce riuscivo a vedere l'orlo delle calze autoreggenti e un briciolo di pelle nuda.
Il mio inguine mando' nuovamente quella piacevole sensazione che precede un'erezione di portata galattica, a mi sforzai di fare finta di nulla e di apparire professionale ed efficiente.
"Venga, Signor Guidi, non le faro' perdere molto tempo, la questione che voglio esporle e' molto delicata e non volevo farlo davanti a tutti", attimo d'attesa studiata e poi, per poco rischiai l'infarto. Lei fece per far scorrere verso l'alto la gonna del tailleur, scoprendo per bene le succitate calze autoreggenti e le cosce candide.
"Mi hanno detto di lei che e' un ottimo dirigente, uno che non si ferma davanti a niente pur di fare risultati e carriera " disse con noncuranza.
Feci per ribattere ma lei mi zitti' con un gesto della mano "e vedo anche che lei e' un bell'uomo oltre che un elemento capace, chissa' i commenti che avrete fatto su di me, un mese fa' alla mia presentazione" continuo’ con voce languida e ironica allo stesso tempo.
Anche qui tentai un'imbarazzata replica, subito stroncata da un'occhiataccia perfida "su' su' non faccia il timido...eh? Chissa' quante ve ne siete detti. Senta voglio essere per lei un capo esigente ma onesto e pretendo che lei lo sia con me, dai su cosa vi siete detti?" insinuo’ sempre piu’ sibillina.
La domanda esigeva, con quel tono autoritario, una risposta in linea con delle aspettative molto ampie, cosi balbettai qualcosa, senza troppa convinzione.
Lei mi attacco' con fermezza "non dica balle, non sono questi i commenti che mi sono stati riferiti da questa" e indico' una specie di cimice. "Si ne ho messe in tutte le sedie, prima della riunione e ho potuto sentire tutto". "E le diro' di piu', e' un bel po' che lavoro in questa ditta, ma sotto mentite spoglie, ha mai visto questa persona?" disse sparendo per un po' dietro una specie di paravento.
Quando torno' vidi la consulente insignificante coi capelli grigio topo, che aveva lavorato con noi per un anno, niente tacchi, vestita come un sacco di patate, insomma una vera e propria schifezza, ecco questa era il mio nuovo capo.
Sbiancai in volto e anche la mia erezione svanii all'istante.
Cazzo, questa non era solo una stupida puttanella che aveva fatto carriera grazie alla sua avvenenza, era uno squalo!!!!
Mentre ero immerso in questi pensieri, lei si era mossa con movenze da gatto ed eccola sdraiata sulla scrivania, con il sedere rivolto verso di me, il quale era quasi scoperto e potevo vedere solo un minuscolo tanga, infilato in mezzo a due globi di carne arrapanti come mai ne avevo visti.
"Ma dove e' andato a finire l'arrivista che e' in lei? non e' lei che ha riso di gusto quando le hanno detto che sarebbe stato piu' piacevole leccare il culo al nuovo capo? eddai non faccia l'imbranato e faccia il suo dovere, mi lecchi il culo, e se sara' bravo, forse lei otterra' di piu' e la sua carriera sara' salva." Disse ora con fare decisamente autoritario.
"In caso contrario", continuo' dimenando un poco il culo, come per invitarmi " mi vedro' costretta a rimuoverla dall'incarico, nonostante le sue indubbie qualita' di dirigente, vediamo se lei e' all'altezza della fama che le attribuiscono come sciupafemmine".
E questo da dove lo aveva saputo? Be' certo e' che le donne sono piu' disposte a fare confidenze ad un cesso, perche' cosi si era fatta conoscere all'interno dell'azienda, non temono la concorrenza. E' vero mi ero fatto praticamente tutte le tipe + gnocche all'interno dell'azienda, ma come si sa, con dei capi maschi questo poteva essere un punto a mio favore, ma con questa qui si metteva male, il mio futuro era tutto in mano alla mia lingua e al mio uccello, forse!!!
Con questi pensieri mi avvicinai a quelle deliziose terga offerte aspirando dalle narici un forte e caratteristico odore di femmina vogliosa.
In quel mentre suono' l'interfono e lei molto seccata rispose alla segretaria:"Le avevo detto che non voglio essere disturbata per nessun motivo, allora che cosa c'e'?" la voce della segretaria rispose timida che doveva farle firmare un documento urgentissimo e lei le disse di entrare. Si ricompose in un lampo e quando entro' Sara era come se la situazione di pochi secondi prima fosse solo il frutto della mia fantasia malata.
Vedendo la mia espressione appesa tra lo stupore e un accenno di eccitazione, la vidi riflettere e con una nuova luce negli occhi affermare rivolta alla sua assistant "no aspetta con te non ho finito, vieni qua'" e poi rivolgendosi a me" lei non te la sei mai fatta eh? troppo brutta per i tuoi gusti, ma dai e' giovane e dopottutto sotto quel velo da santarellina ha magari un bel corpicino, su Sara si spogli e ci faccia vedere come e' fatta".
Sara in effetti non era un granche', sapevo che mi mangiava con gli occhi tutte le volte che entravo dal direttore, ma non si era mai fatta avanti e io non l'avevo mai neanche degnata di uno sguardo.
In quel momento mi sembrava molto piu' preoccupata di perdere il lavoro che di spogliarsi e cosi si levo' in fretta tutto coprendosi solo per pudicizia i punti "caldi".
Ecco perche' non l'avevo mai guardata, giovane e insignificante, mi ero sempre detto e la nudita' non metteva in mostra niente di notevole, un po' di cellulite sui fianchi e due tettine per niente invitanti.
Per ordine di Simona, Sara si mise docilmente nella medesima posizione dove si trovava lei pochi istanti prima "su Marco caro, fai un bel lavoretto a questa cagnetta" disse con fare beffardo (anzi no...bastardo!!!)
Visibilmente impacciato mi diressi verso le terga offerte, ma stavolta non sentii quel piacevole afrore e il mio arnese non si mise sull'attenti come in precedenza. Il mio nuovo capo lo intui' e mi intimo' di essere piu' attivo, dicendomi nel contempo di mettermi comodo, insomma di spogliarmi.
Mentre mi toglievo gli indumenti pensavo che se ci avessero beccato in quella posizione, il direttore commerciale nudo che lecca il culo alla segrataria del direttore non ci avrei fatto una bella figura..che spettacolo deprimente.
Ma ormai era tardi e nessuno, ne ero certo, ci avrebbe disturbato.
Simona lancio' uno sguardo eccitato vedendomi per la prima volta nudo, si morse perfino il labbro quando la sua vista si poso' sul mio affare che se pur non in erezione era pur sempre un gran bell'arnese.
La cosa che non mi piacque per niente fu' quando per invogliarmi prese in mano la mia cintura, facendola roteare in aria.
"Bene vedo che non ti va' molto di leccare Sara e tu dimmi se la cosa ti soddisfa o meno che ci penso io a farlo diventare collaborativo, hai capito?" le disse assestandole una sonora scudisciata sul culo, per rafforzare l'ordine.
"ahiaaa" urlo' Sara facendo segno con la testa di aver capito.
Rompendo gli indugi mi abbassai e cominciai timidamente a leccare dapprima le chiappette flaccide, per poi indugiare sul forellino scuro chiuso non so' se per la paura o per la vergogna.
Mi abbassai a leccare anche un po' le grandi labbra che facevano capolino in mezzo ad una folta peluria nera (ahhh come mi hanno sempre fatto schifo i peli pensai io) ma mentre questo pensiero mi passava per la mente, Simona mi fece segno di smettere e rivolgendosi alla sua subordinata:"allora ti piace, lecca bene il nostro direttore commerciale, o da donna a donna fa' un po' pena”. “Dici che dobbiamo dargli un incentivo?" e cosi dicendo schiocco' un'altra frustata in mezzo alle sue chiappe tremanti, La segretaria non ne voleva sapere di rispondere, divisa tra il ferire me o la sua capa.
"No ahiiaaa che male che mi sta' facendo......no no non mi sta' piacendo molto " disse Sara con un sussurro.
"Bene, avanti si metta di nuovo al lavoro, vediamo se questo incentivo funziona"
Cosi, mio malgrado, mi rimisi quasi a carponi come Sara e dopo i miei primi timidi colpetti di lingua arrivo sul mio deretano un micidiale colpo di cinghia che se da un lato mi fece emettere una smorfia di dolore, dall'altro mi convinse che dovevo a tutti i costi far venire quella buzzicona della segretaria, pena l'impossibilita' di sedermi per giorni e giorni, e cosa ancor piu’ spiacevole, il licenziamento.
Sara non aveva un buon sapore, acido, come tutte le zitelle pensai malignamente, ma visto che la cinghia continuava a suonare sul mio culo, decisi che era la figa piu' bella e saporita dell'intero universo e sfoderai tutte le mie armi di amatore, tempestando il suo clitoride di teneri e continui colpi di lingua, e dimenticandomi della presenza del folto pelo, dispensando piacere a profusione.
Per fortuna del mio posteriore, Sara comincio' a reagire alle mie attenzioni, cosi Simona, fermo' le micidiali cinghiate, godendosi lo spettacolino della sua segretaria ora infoiatissima.
Sara si giro' sulla schiena per permettermi di leccare con piu' comodita' e nel contempo si pastrugnava le tettine con evidente soddisfazione, finche' venne godendo molto rumorosamente.
Una volta ripresasi dai fumi del piacere, Sara scese dalla scrivania, rimasta tutta imbrattata dal suo piacere e fece per pulire scusandosi imbarazzatissima, ma Simona aveva altre intenzioni.
"No Sara, lascia che sia il nostro direttore commerciale a pulire, con la lingua" aggiunse sempre piu' da stronza "visto che la sa' usare molto bene” disse in mezzo ad una risata fragorosa.
Cosi mi tocco' pure l'umiliazione di pulire la superficie di cristallo da tutte le gocce di piacere della mia improvvisata partner, ma guarda te cosa mi toccava subire per un posto di prestigio in azienda.
Leccai cosi nudo come un verme, per circa 5 minuti, quando finalmente soddisfatta Simona mi fece smettere.
Io ormai avevo una vistosa erezione, e speravo in un contentino.
Ma Simona disse stiracchiandosi come una gatta:" ahh ragazzi si e' fatto tardi ho un impegno, su rimandiamo la cosa a domani sera, stesso orario, non amo far fare gli straordinari al mio personale a domani dunque".
Mamma mia quanto l'ho odiata in quel momento, mandarmi via in quelle condizioni era da bastarda, stronza, puttana ma apprezzai il suo modo di contenere le emozioni.
Era anche lei visibilmente eccitata, ma ferma a non darmela (in tutti i sensi) vinta!!
D'accordo avevo perso una battaglia ma la guerra era ancora lunga.
(continua)
18
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16 years ago
admin, 75
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Una notte particolare
Cammino lentamente per la strada, sono appena uscito dal mio locale preferito e nelle vie della mia città regna l'assoluto silenzio. Mi avvio, lentamente, verso casa. Si ferma una macchina e mi chiede indicazioni per raggiungere un certo posto, noto che l'informazione è solo una scusa per attaccare discorso. Sono un uomo e una donna, Lei si sporge dal finestrino e subito mi accorgo che una mini, ma mini, gonna rende merito a due bellissime cosce. non posso fare a meno di guardare, è così mini che si intravede la biancheria intima. Lei continua a parlare ed io continuo a puntare gli occhi su quelle splendide gambe. Non la smette più, ma cambia atteggiamento, incomincia a toccarsi la fica e mi guarda con occhi che mi invitano a salire in macchina. Lui è seduto davanti, al posto di guida, e non dice una parola. Salgo in macchina e partiamo.Ha una voglia di cazzo, ed io non so cosa fare, mi sembra di stare sul set di un film.Incomincia a carezzarmi, la sua lingua cerca la mia, stiamo sempre viaggiando in macchina, per le vie deserte della mia città,non riesco a credere che tutto questo possa davvero succedere. Mi sbottona i pantaloni, nel frattempo ci siamo fermati, e lui passa sul sedile posteriore ed incomincia a leccarmi il culo. Sono in estasi, lei che con un pompino regale mi sta facendo impazzire, lui che riesce a farmi godere leccandomi da tutte le parti. Mi metto sopra di lei che apre le gambe per accogliere il mio enorme cazzo che non cerca altro che una fica bagnata, lui mi prende da dietro e riesco appena a dire che sto per godere che tutti e tre insieme sborriamo in maniera indescrivibile.Mi riaccompagnano dove mi hanno raccolto, ed io torno a casa con al consapevolezza che la mia vita sessuale, da quella sera, non sarà più la stessa.
Anonimo
10
1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
All\'autogril
mi fermo a fare benzina e a fare uno spuntino,c'era pochissima gente,era tardi,mi siedo in un tavolo in angolo un pochino in disparte e mentre mangio mi guardo intorno e noto che un nordafricano seminascosto dal tavolino stava toccandosi sotto e a cenni mi invitava ad avvicinarmi. Mi avvicino,lo saluto e gli chiedo se per caso era interessato a me e lui senza complicazioni mi risponde che gli piaccio e che vorrebbe fare l'amore con me,al momento resto infastidito e accenno a ritornare sui mie passi,ma poi mi rigiro verso di lui e con sfida avventurosa gli dico di si',va bene,vediamo se mi piace.Usciamo e saliamo sul retro del suo camion,attrezzato con tutto,lui comincia a spogliarsi,e io faccio altrettanto,il mio cazzo è piccolissimo,forse ha paura,il suo corpo era senza peli come il mio,liscio e lucido,forse non aveva neppure 30 anni,era anche un bel ragazzo,lui continuava a toccarsi e il suo cazzo diventava sempre più grande e duro,sarà stato lungo circa 15 centimentri,era enorme rispetto al mio.Stranamente ero attratto dall'uomo nero e da suo cazzo,non mi ero mai accorto che mi interessassero gli uomini.non esito,allungo la mano e vado avanti io a menarlo,lo sentivo duro,tremante di piacere,la mia voglia aumentava sempre di più,mi abbasso con la testa e soffermandomi sui suoi capezzoli duri comincio a morsicarli,poi scendo all'ombelico e poi più giù fino a prendere in bocca completamente quell'enorme cazzo,e avanti e indietro lo sentivo quasi sfiorarmi la gola,mi piaceva,ero ormai in preda al piacere,bramavo sempre di più e scostandomi con la testa quardavo il cazzo mentre andavo avanti con le mani poi riprendevo con la bocca e cosi' via e sentivo lui che ansimava di piacere,finchè ad un certo punto mi prende i fianchi,mi gira,appoggia la lingua e mi lecca tutto il mio buco,sentivo la lingua grossa che penetrava,era bellissimo,si solleva,si infila il preservativo e appoggiandomi il suo cazzo enorme comincia a spingere e stranamente senza dolore e lentamente lo sento entrare,è bello,è enorme,lo sento dentro di me,è una sensazione bellissima,comincia a pompare,non capisco più niente e mi lascio andare completamente al suo volere e al piacere,vengooooooooo con il mio cazzo che è piccolino ma il piacere è come di orgasmo,lui continua,si muove avanti e indietro,si ferma e poi riprende,oddio che bello!dai non fermarti, continua,ogni tanto un colpo più in profondità,poi rallenta e a un certo punto sento che viene fremendo con tutto il suo corpo e stringendomi forte a lui e vengooooooooo,come prima,con il cazzo sempre molle ma con una intensità di piacere enorme.
Sbalordito,rintronato e quasi svampito,gli dico che io vado,ma mi ferma e mi dice che se volevo poteva continuare,lui si avvicina a me e mentre mi mette le mani in mezzo alle cosce io intravedo che il suo cazzo si sta indurendo nuovamente,si avvicina al mio collo e comincia a baciarmi,poi sale con la bocca fino ad arrivare alla mia,mi ritraggo,ma poi chiudo gli occhi e acconsento e con la lingua entra e mi limona,mi piaceva,era carnosa e grossa e mi riempiva quasi tutta la bocca,dentro di me immaginavo di essere veramente una donna,immedesimandomi completamente ed essere in balia dell'uomo,la limonata è durata tantissimo e nessuno voleva smettere,poi abbassandosi mi mette la lingua sul buco e comincia a slinguazzare,si alza,mi fa alzare le gambe sulle sue spalle,si mette il preservativo e mi rinfila quel cazzo che sembrava ancora più duro di prima,bellissimo,fantastico,poche pompate e lui viene,vengoooooooooooo anch'io,lo toglie,pensavo fosse finita ma mentre mi stavo riprendendo lui prende la bottiglietta della birra me la infila nel buchino ormai allargato e me la versa dentro,sento la birra che entra dentro di me,è una cosa fantastica,sento il liquido che entra e mi da' una sensazione esilerante,vengooooooooooooooo,esausto mi tolgo la bottiglietta e rimango quasi impietrito,non avrei mai pensato che fosse cosi' bello.
ora voglio farlo chi mi aiuta,invitatemi da voi e lo facciamo
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16 years ago
alberto162504, 49
Last visit: 13 years ago -
...come gode.... 1 parte
….eccoci qua, l’uno di fronte all’altra, con una voglia smisurata e una curiosità.
Un piccolo flash-back è necessario per comprendere a cosa è dovuta la mia curiosità. L’ultima volta che ci siamo visti, mentre ero intento nel leccargli quella splendida fonte di piacere che è la sua figa, era esplosa in un’orgasmo che mi ha letteralmente ‘lavato’ il viso. Un’esperienza fantastica. Aveva bagnato mezzo letto ed ero curioso di vedere se era di grado di bagnarlo per intero.
Dicevo, eccoci qua….. di fronte, con le labbra che cominciano a cercarsi, fino a trovarsi, cercare le lingue , fino a trovarle, e con le mani che non smettono un attimo di esplorare i nostri corpi. Ma è un gioco che dura poco perché il suo corpo mi fa talmente ‘sesso’ che dopo pochi secondi lascio il compito di esplorare il suo corpo alla mia bocca, visto che la cosa è estremamente a me ma anche a lei; tanto che dopo un po’ che ciuccio le sue tette da ‘quinta e una notte’, le mie dita sono già bagnate dai suoi umori, e i suoi gemiti si fanno sempre più forti. Ma io voglio altro. Infatti adesso è venuto il momento della verità. La mia bocca è sulla sua figa, la mia lingua lecca il suo clitoride, che cresce a dismisura x la voglia, mentre con le mani la tengo bella larga in modo tale da poter esplorare ogni millimetro della sua figa.
Il suo respiro si fa sempre più veloce, mentre con una mano le tengo larga la figa, con la bocca prendo a ‘succhiare’ il suo clito, e con l’altra mano (bagnata dei suoi umori) le stuzzico il buchetto del suo fantastico culo. Questo è il momento che aspettavo, si agita come un’ossessa e inizia a urlare il suo piacere che mi esplode in faccia. Urla e si dimena mentre dalla sua figa il suo piacere non smette di venire fuori come un fiume in piena; aspetto che si rilassi 10 secondi e la giro fino a metterla a carponi sul letto col il culo al vento e le gambe aperte. Riprendo a leccarle la figa, infilando un dito per volta fino ad arrivare a 4. La sto scopando con 4 dita mentre lei accompagna la mia mano col suo corpo, alterno rigorosi colpi di lingua con colpi di dita. Lei si agita sempre di più; ormai ha perso il controllo e lo si sente da come urla; sta venendo ancora e ancora ……. La sua fontana è ancora aperta e il letto è sempre più bagnato.
E io sempre più eccitato…………
Ma non è mica finita…….
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Al cinema in galleria
Ecco, finalmente ho finito di cambiarmi e truccarmi, sono allargata e lubrificata, pronta per l'uso. Sono già stata in passato in un altro cinema porno, ma era stata un'esperienza abbastanza deludente, pochissimi spettatori e ancor meno quelli che si erano fatti avanti dimostrando un qualche interesse per me. Un ragazzo che mi sta aspettando in sala mi ha appena mandato un sms che in un certo senso mi preoccupa un po', dice che c'è un sacco di gente e "chissà che assalto di uomini avrai!": non vorrei passare da un estremo all'altro... Cmq esco dalla stanzetta in cui mi sono preparata, passo davanti alla biglietteria e salgo le scale che portano alla galleria. Sbuco nell'atrio al piano di sopra, sedute su un muretto diverse
persone mi fissano in silenzio, indosso una minigonna cortissima in PVC nero, calze a rete a maglie grandi, stivali in PVC nero lucido, una maglietta chiara, trucco forte, tengo lo sguardo a terra e cammino in punta di piedi, sono timidissima e sento le loro occhiate infilarsi prepotenti sotto la minigonna, salire lungo i glutei e poi gelide su per la schiena, sento un "ecco la Vacca...", arrivo agli ampi e bassi gradini che conducono in galleria e li percorro alla svelta, in ansia : 1, 2, 3, .. il BUIO...Il BUIO... Finalmente il buio che mi protegge, profondo, completo, caldo, non vedo niente tranne lo schermo lontano. Non so cosa aspettarmi, sono al buio anche in senso figurato, sono eccitata, anzi elettrizzata, piena di attesa e di brividi: è per emozioni come questa che mi sono fatta due ore di treno. Mi guardo attorno, gli occhi pian piano si abituano alle tenebre e così capisco di essere a metà altezza del gruppo delle poltroncine. Istintivamente salgo i gradini e mi dirigo verso il fondo della sala, in alto, in un angolo, dove credo che sarò al sicuro lontana dalle occhiate di tutti... E invece, (da ridere), mentre salgo capisco che sto andando a ficcarmi proprio nella fossa dei leoni, perchè quasi tutti quelli arrivati prima di me si sono messi nella stessa zona. E mi accorgo anche che quelli che erano seduti fuori sul muretto stanno salendo in fila indiana dietro di me: di colpo inizio a preoccuparmi per il numero di maschi arrapati che potrebbero essere interessati ai miei buchi. Arrivata in cima mi siedo per terra sull'ultimo gradino, e in pochi secondi accade l'incredibile che avevo sempre vissuto solo nei miei sogni di trav: una nuvola di maschi mi si stringe attorno da ogni parte e inizia a toccarmi ed accarezzarmi, per essere meglio a disposizione di tutti mi allontano dal gradino e mi inginocchio per terra, continuano ad arrivare uomini e l'assedio si infittisce, le cerniere lampo iniziano a scendere una dopo l'altra e spuntano cazzi duri da tutte le parti, sono completamente accerchiata, non ho neanche lo spazio per muovermi, guardo in su e vedo una
doppia cerchia di teste che mi desiderano, dietro altre ancora, inizio a sentire cazzi che mi si appoggiano dappertutto man mano che giro la testa di qua e di là, contro la fronte, il viso, le orecchie, le labbra, premono, spingono con prepotenza, vogliono entrare, godere, una grande ebbrezza mi invade, forse sogno, galleggio sull'emozione, tremo tutta, formicolo, allungo le mani per capire se è tutto vero e afferro un cazzo dopo l'altro, sono ovunque, duri, irrequieti, alcuni grossi e lunghi, io non capisco più niente, presa dal delirio mi arrendo, allento i muscoli che serrano le mie labbra e immediatamente una cappellona ci si insinua, indugia incerta tra la lingua e il palato poi si spinge ancora avanti e me la trovo in gola, la metto a nudo e inizio a succhiarla pazzamente, dopo alcuni secondi mi tiro indietro per prendere fiato e subito sento una mano che mi afferra la testa e la attira altrove, un altro cazzo in un attimo mi entra in bocca e inizia a scoparmela, poi tutti gli altri attorno a gara fanno la stessa cosa, si rubano letteralmente la mia bocca l'uno con l'altro e a turno me la
riempono di cazzo. Dopo un quarto d'ora di ruota dei pompini mi lasciano mettere in piedi almeno a 90° per far riposare le ginocchia: tempo due secondi e sento un cazzo che mi preme contro i glutei, la minigonna viene tirata su, il filetto del perizoma scostato, mi giro a guardare e nel buio intravedo un nugolo di maschi col cazzo duro in mano assiepati dietro il mio fondo schiena: non so in che condizioni tornerò a casa oggi. Mentre un altro cazzo mi si precipita in bocca sento una cappellona appoggiarsi al buchino, deve essere uno pratico, anche al buio l'ha trovato al primo colpo, con una mano si tiene il cazzo per guidarlo nella penetrazione, con l'altra si appoggia alla mia schiena, la cappellona entra e a questo punto con tutte e due le mani lui mi stringe forte i fianchi, fa un affondo violento e deciso e mi penetra completamente, io non riesco a trattenere i soliti gemiti, mi sentono in tutta la galleria credo, un attimo dopo mi ritrovo con una bestia furiosa che si dibatte dentro di me, non è enorme ma è cmq un cazzo bello grosso, è smanioso, vivo, forte, mi sembra un animale libero e selvaggio, sento tutta la sua foga, percepisco il suo piacere, la sua energia, la voglia, cercava solo un buco caldo e morbido in cui entrare e sborrare e l'ha trovato in me, corre all'impazzata avanti e indietro e mi fa morire di piacere, ho riconoscenza per lui e mi sembra quasi di volergli bene, il mondo sarebbe più bello se ci fossero più buchi caldi disponibili e a me sembra di fare un'opera pia nel concedergli tutta me stessa. Allungo la mano e lo afferro alla base per sentire se si è messo il preservativo, purtroppo non ce l'ha e così, molto a malincuore, volgo il viso verso di lui e lo spingo lentamente
fuori. Mi sembra quasi di sentirlo uggiolare fuori di me, al freddo, pianto e stridore di denti, vuole tornare al caldo, ha bisogno di sborrare nell'abbraccio morbido e rosa dei miei glutei. L'uomo che stavo spompinando intanto non ha gradito di non avere più la mia bocca a disposizione, per cui mi afferra rudemente la testa con entrambe le mani, la gira verso di sè, mi rimette il cazzo in bocca e riprende a scoparmela deciso, tenendomi le testa ben ferma contro il cavallo dei suoi pantaloni per evitare che gli scappi un'altra volta.
Quello dietro di me forse prende coraggio alla vista di tanta decisione e lo imita, con una mano mi blocca i polsi sottili contro la schiena, mi penetra in fretta e furia e riprende a sbattermi di cattiveria. Ecco di nuovo l'animale dentro di me, ora si sente padrone, sa di avere partita vinta e mi apre col suo impeto, mi sfonda, mi pare arrivi fino in gola e morda. Io sono sconvolta dal piacere, non capisco più niente, non so chi sono, mi arrendo: quelli dietro di me lo capiscono e iniziano ad aiutarsi tra loro per usare a turno il mio culo, due mi si mettono ai fianchi e mi reggono e trattengono per le spalle, mi bloccano i polsi anche se ormai non servirebbe più e mi aiutano a stare in piedi man mano che il penetratore si infuria e coi suoi colpi inizia a farmi vacillare, dopo pochi minuti sborra ringhiando, gli altri intorno ridono e lo invitano a fare più piano, quello si sposta e mi passa a un altro. La monta si ripete, e ancora, e ancora, una catena di montaggio, uno dopo l'altro usano il mio corpo, lo riempono di sperma e se ne vanno, a un certo punto sono così piena di sborra che tra una penetrazione e l'altra inizia a stillarmi fra i glutei e a colare lungo le cosce, oltre la balza delle autoreggenti, lungo la pelle liscia e le maglie di nylon, lungo l'incantesimo degli stivali neri, giù fino all'ultimo centimetro dei miei tacchi a spillo. A quelli non gliene importa proprio niente e vanno avanti finchè a un certo punto mi ritrovo sola, esausta, piena di sperma: sulla mini, la maglia, gli stivali. In bagno mi guardo allo specchio: i capelli in disordine, le guance nere di eye-liner
colato per gli schizzi di sborra sugli occhi: sono felice, perduta, sono Sabry.
12
5
16 years ago
admin, 75
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Super capodanno
Questa e’ la storia di un capodanno veramente speciale.
Avevo all’incirca 20 anni, anni in cui non pensi che a trombare, alle donne e al sesso.
Ma in effetti non e’ che mi andasse troppo bene, non che fossi brutto ma avevo quell’aria da bravo ragazzo che piaceva molto alle mamme, ma non molto alle figlie.
Con la compagnia della montagna avevamo deciso di passare il capodanno in Liguria a casa di un amico.
Partimmo in macchina, una mitica Panda 750 Young, io e mio fratello di poco piu’ giovane di me.
Milano-Camogli non e’ un viaggio da paura ma per me significava l’avventura e la speranza che fosse finalmente un San Silvestro da ricordare. Chissà come mai ci sono sempre delle aspettative esagerate per questa sera che dopotutto e’ come le altre.
Arrivati a destinazione facemmo conoscenza degli altri componenti del gruppo. La sorella del padrone di casa (Elisa un pezzo di gnocca esagerata di 23 anni) ci presento’ le sue amiche, Cinzia e Laura.
La prima una splendida 18enne con una faccia da vera porca, mora e procace, la seconda una splendida 32enne, rossa di capelli con uno sguardo verde da infarto.
Ero a mille pensando alle due tipe tanto che andando in bagno e vedendo le mutandine di Laura (sicuramente usate ma non "sporche") non riusci a trattenermi e dovetti spararmi una sega annusando quel magnifico odore di femmina.
Feci appena in tempo a riprendermi che Laura entro’ di corsa nel bagno dicendomi di uscire che aveva bisogno, cosi pensai “non si e’ accorta del mio stato”, ma forse aveva capito, “bah chissenefrega” mi dissi.
Uscendo appresi una brutta notizia, le ragazze sarebbero andate ad un’altra festa, che delusione, e vabbe eravamo li per divertirci non per piangerci addosso, cosi ci preparammo e dopo aver mangiato qualcosa e cazzeggiato un pochino ci dirigemmo verso il luogo prescelto.
Il posto era abbastanza triste, forse un vecchio studio di registrazione adibito a sala da ballo, la musica era forte il mangiare, e soprattutto il bere, pochi e non ci volle molto per sentenziare che sarebbe stata una serata di m....!!!
A mezzanotte il morale era sotto le palle visto che le previsioni della vigilia erano state ben piu’ promettenti.
Decisi di allontanarmi dalla festa per vedere i fuochi sulla spiaggia.
Una volta terminati decisi che mi ero stufato e convinsi gli altri a tornare a casa per farci una spaghettata.
Nel tragitto il morale era bassissimo, nessuno parlava, tutti sembravano spenti e tristi, mi dissi “minchia che capodanno del cazzo”.
Mangiammo di lena piu’ per rifarci della sfiga che per un effettivo bisogno di cibo, e una volta belli sbronzi ci dirigemmo ognuno verso il proprio letto, ma qui venne la sorpresa, non c’erano abbastanza giacigli per tutti, in quanto a forza di invitare persone la casa era divenuta troppo piccola.
Decisi allora di andare a riposarmi nel letto matrimoniale della camera di Laura e Cinzia, tanto le due non erano ancora tornate (erano le 5 di mattina) e chissà quando lo avrebbero fatto. Mio fratello e gli altri si arrangiarono chi sul divano che su materassi buttati qua e la’ per terra.
Mi spogliai rimanendo in mutande e maglietta e crollai in un sonno pesante, figlio dell’alcool ingurgitato in quantita’ industriali.
Dopo un lasso di tempo che mi sembro’ infinitesimale, mi svegliai scosso da rumori. Le ragazze erano rientrate, e guardando la luce proveniente dalla finestra, compresi che il sole era gia’ alto.
Le due mi squadrarono ma quando feci cenno di alzarmi e di andarmene, mi dissero di rimanere. In breve fecero una corsa in bagno a struccarsi e ritornarono talmente velocemente da non farmi capire che cosa avevano in mente.
Si infilarono nel letto mezze nude, o meglio vestite con delle sottovesti castigate sotto cui non si intravedeva alcun indumento (o cosi volevo credere io).
Mi ero svegliato all’istante e anche il mio arnese aveva fatto altrettanto. Potevo percepire un forte odore di femmina con l’aggiunta di un profumo, appena appena mischiato agli odori della festa appena finita.
Per rompere il ghiaccio sia Laura che Cinzia iniziarono una conversazione apparentemente per conoscermi meglio, ma in realta’ tesa a sondare il campo.
Immaginatevi la situazione, io un focoso ventenne nel pieno delle mie tempeste ormonali in mezzo a due pezzi di gnocca mezze nude intente a conversare, non ci potevo credere.
Era come buttare un cerino acceso in una botte di benzina.
Dissero che anche la loro festa era stata di una noia mortale, e che l’ora di rientro era stata procastinata solo perche’ era capodanno. In situazione analoga durante l’anno sarebbero venute via prima.
Laura con la scusa di aggiustarsi le sottoveste mi sfioro il cazzo, mai teso come allora.
Cosi facendo si fece scappare una battuta del tipo:" ehi pero’ se me lo devi mettere in culo devi stare attento, hai proprio un bel arnese!!". Io li per li pensai ad uno scherzo ma dall’azione successiva di Cinzia compresi che di li a poco avrei vissuto il mio sogno.
Laura comincio’ a palparmi l’uccello da sopra le mutande e a fare apprezzamenti.
Non c’e’ che dire ci sapeva fare, una volta tanto la tanto sospirata trentenne navigata aveva attenzioni per me.
Nel contempo Cinzia si era denudata e mi aveva messo due belle tette davanti agli occhi. Non mi tirai indietro e cominciai a palpeggiarle e soppesarle, succhiandole i grossi capezzoli scuri, tra i suoi evidenti mugolii di soddisfazione.
Laura mi sfilo le mutande e comincio’ dapprima una gustosa sega massaggiandomi anche i coglioni con mano esperta.
Quando mi prese in bocca l’uccello non riusci a trattenere un gemito di goduria stemperato un poco da un focoso bacio in bocca tiratomi a tradimento da Cinzia.
Tutta quell’eccitazione e la maestria di Laura mi fecero sborrare in pochi minuti, ma grazie ai miei ormoni calienti non mi si smoscio per niente.
Era il mio turno di ricambiare il servizietto di Laura e la invitai a sdraiarsi supina con le gambe larghe, e subito mi tuffai in mezzo a quelle agognate cosce, inebriandomi dei suoi effluvi. La sua topa aveva un odore selvaggio che mi riempi le narici lasciandomi stordito.
Era dalla sera prima quando avevo annusato le sue mutandine, tirandomi una pippa, che aspettavo un’occasione cosi’.
Mentre affondavo la lingua in quella micia profumata, indugiando su tutte le pieghe e sul clito, Cinzia aveva rimboccato il mio arnese continuando a spompinarlo.
Poi si mosse mettendosi a pecora sulla sua amica, invitandola a leccargliela.
Non mi ci volle molto che Laura mi chiese di prenderla, cosi avvicinai il mio cazzo all’imboccatura della sua fica e aspettai solo un attimo, tanto per farla smaniare (ma in realta’ lo facevo per controllarmi e fare il superiore).
Questa accortezza sorti l’effetto desiderato e Laura si spinse avanti per farsi penetrare, ma io ero deciso a farla godere per davvero e allora mi ritrassi frizionandole il clito con il mio affare abbondantemente lubrificato dai suoi umori.
Laura allora mi sprono’ dicendomi di sfondarla e non mi feci pregare ulteriormente infilandoglielo fino alla radice. Un rantolo di godimento fu il mio premio, Laura comincio’ a dimenarsi come un’indemoniata leccando con piu’ trasporto la sua amica.
Io mi piegai in avanti e cominciai a umettare il buchetto di Cinzia che sembro’ gradire molto quella doppia attenzione, l’amica da sotto e io da dietro.
Laura venne subito con delle urle animalesche e io ne approfittai subito per sfilarmi ancora duro dalla sua topa bollente per buttarmi su Cinzia.
Lei non si mosse aspettandosi questa mia mossa e io senza darle il tempo di pensare mi avvicinai al suo culo e glielo buttai dentro in un sol colpo facendola gemere di dolore.
"Ehi fai piano" mi disse, ma io incurante dei suoi lamenti continuai a pomparla con vigore, convinto del fatto che stesse recitando.
Infatti il suo budello ben lubrificato dal mio precedente leccaggio, aderiva perfettamente al mio arnese, senza resistenze e i suoi gemiti si trasformarono ben presto in apprezzamenti di puro piacere.
"Si si continua cosi sfondami il culo brutto bastardo, e tu zoccola leccami la fica, che voglio godere".
A queste parole venni dentro di lei come un torrente in piena, mentre anche Cinzia si muoveva per impalarsi piu’ a fondo. Quando proruppe in un orgasmo travolgente mi disarciono’ perfino dal suo sedere. Le due si girarono verso di me per ripulirmi il fiero arnese facendomi un doppio pompino da urlo.
Piccola sosta anche per verificare che non avessimo attirato troppo l’attenzione degli altri ospiti della casa, una sigaretta qualcosa da bere e da mangiare ed ecco che Laura mi disse a bruciapelo "ehi non penserai che abbiamo gia’ finito? Non avevi promesso di mettermelo in culo?" . "Eh no bellina eri tu che lo avevi richiesto...se non sbaglio?"
Per dare un taglio a questa inutile diatriba, Laura si avvicino’ al guerriero che pendeva a riposare e con molta naturalezza risfodero’ tutte le sue doti di pompinara di lungo corso per restituirgli il vigore dopo le lotte appena trascorse.
Non gli ci volle molto era di una bravura eccezionale, leccava cosi bene.....che vabbe’ dai diciamo che in confronto Gola profonda era un’educanda.
"Ho intenzione di farti male dal momento che non e’ la prima volta che lo pigli li’ e che durero’ un bel po’ grazie ai precedenti assalti" esordii fermandola e facendola stendere sul letto con la schiena sul materasso "cosi vedro’ quella faccia da pompinara quando e quanto gode a prenderlo nel didietro".
E dicendo cosi presi una grossa candela che adornava la stanza e gliela spinsi su per la topa, senza far molta fatica per altro.
"Cosi avrai il sederino un po’ piu’ stretto e godrai meglio, eh che ne dici??
In tutta risposta Laura emise un gemito di eccitazione vedendo il mio cazzo teso e duro come se fosse il primo coito della giornata. Non saro’ John Holmes ma i miei buoni 20 cm e una buona circonferenza vi posso assicurare non passano inosservati alle signore.
Mi avvicinai baldanzoso a Laura che smaniava di essere inculata e mi divertii come in precedenza a ritardare il momento passandogli la cappella nel solco delle chiappe godendomi anche la vista della candelona che entrava e usciva dalla sua micina congestionata.
A Lei pensava Cinzia che mentre si dava da fare per l’amica, nel frattempo si sgrillettava con la mano libera, eccitata a mille per quanto vedeva.
Era bellissimo vedere le espressioni di Laura che appena mi avvicinavo apriva la bocca aspettandosi da un momento all’altro la penetrazione. Quando mi decisi repentino la colsi di sorpresa cavandole un gemito sommesso.
Pensai che fosse la solita recita ma mi sbagliavo.
Infatti la candela ostruendo per benino la topa, riduceva di molto la possibilita’ dell’ano di allargarsi e di adattarsi al mio uccello. In piu’ non avevo avuto di proposito l’accortezza di lubrificarla quindi la smorfia di dolore era genuina.
Me ne fregai e andai avanti come un martello pneumatico, gli ci vollero almeno dieci minuti per cominciare a farle cambiare idea e modi di agire.
All’improvviso comincio’ a dimenarsi e a godere come una cagna. Notata la sua reazione mi divertii a fare il bastardo e sfilare l’uccello dal suo sederino che rimaneva per un po’ dilatato, aspettare che questi naturalmente si richiudesse. per poi tornare a forzarlo sadicamente. Non dimenticai neanche qualche sculacciata ben assestata, tanto per scaldargli il sedere. Ormai Laura non capiva piu’ nulla e godeva a ripetizione senza ritegno.
Le feci cambiare posizione mi sdraiai sul dorso e la inviati a impalarsi di nuovo sul mio maglio. Nella nuova scena lei non riusciva a sottrarsi alla penetrazione se non per pochi istanti, usando i muscoli delle gambe.
Essendo pero’ molto stanca per lo piu’ si lasciava andare e rimaneva inchiodata fino alla radice. Una vera libidine per me. Lei voleva farmi godere al piu’ presto ma io non cedevo alla fine dette il suo posto a Cinzia che non aspettava altro di farsi di nuovo infilzare.
Laura invece si piego su di me per farsi leccare la micia e consolare il suo povero ano infuocato. Glielo leccai a lungo lenendo in parte il forte bruciore provocato dalla precedentemente intrusione.
Cinzia piu’ giovane e forte si agitava come un’ossessa sul mio pisello urlando frasi oscene:
"aahhhh si che bel cazzone, mi sembra di venire squartata da un cavallo, rompimi il culo siiiii piu’ a fondo siii". Laura fece in tempo a godere della mia bocca prima che io potessi venire. Cinzia godette e appena di accorse che ero in procinto di eruttare si levo dal mio cazzo e ando’ di spompinamento per bere tutto il succo della sua fatica. Dopo poche lappate venni ancora talmente copiosamente che gli schizzai tutta la faccia, le belle tettone, finendo il lavoretto proprio sulla lingua e sul palato.
La parte di crema fuoriuscita fu subito raccolta da Laura che si mise a lesbicare con Cinzia lappandola dalle tette e dalla sua faccia, le due non ne avevano mai abbastanza e giocarono un po’ prima di andare a riposare, dove? Ma tutti insieme nel lettone.
A tardo pomeriggio venne a svegliarci mio fratello che inquadro’ subito la scena, vedendomi sfatto distrutto ma felice insieme alle due porcone.
Dopo cena fu il momento di rientrare, lungo la strada mio fratello mi chiese i particolari di quel bellissimo capodanno, e dire che non era iniziato sotto i migliori auspici.
Uno cosi in effetti non mi e’ mai piu’ capitato, non ho mai piu’ rivisto ne sentito le due, ma conservo ancora oggi il loro stupendo ricordo (e anche le loro mutandine...a mo’ di trofeo).
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1
16 years ago
admin, 75
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Il diario di mia cugina
No, non e' la canzone di Elio, vi ricordate "mio cuggino mio cuggino", ma la storia di questa mia cuginetta alquanto disinibita.
Fin da quando era piccolina ha sempre manifestato un atteggiamento molto aperto e acuto nei confronti del sesso.
Tanto per inquadrare la tipina, vi raccontero' un aneddoto. Ero a casa sua per lavoro, all'epoca giravo per tutta l'Italia, e chiesi a mia zia di farmi una doccia.
Lei aveva 5 anni o giu' di li, e appena mi diressi in bagno lei mi chiese se poteva venire con me.
Io abbastanza imbarazzato le chiesi il motivo e lei disse che voleva vedermi mentre facevo la doccia.
Cosi buttai li una scusa dicendole se non aveva mai visto suo padre fare la stessa cosa e lei con la sua vocina candida mi rispose semplicemente:"si ma non e' la stessa cosa!"
Mi dissi ma questa siamo sicuri che abbia solo 5 anni, gia' vorrebbe stare a vedermi per notare le differenze tra me e il padre...mmhh promette davvero bene.
La mandai via ovviamente, non sono un pedofilo e mi hanno sempre fatto schifo queste cose.
Fatto sta' che il tempo passa e adesso la mia cuginetta e' diventata una magnifica ragazza di 18 anni, alta non meno di 1.80, mora, occhi azzurri e un fisichino niente male, con due belle poppe e un culetto sodo da urlo.
Perche' tutto questo preambolo? Per raccontarvi quello che ho letto un bel giorno sul suo diario personale. A 18 anni lo scrive come farebbe una ragazzina di 12 anni, ma dopottutto non e' che sia cresciuta molto di piu'. Lo so cosa starete pensando "non c'e' gioia piu' divina che farsi la cugina", no vi sbagliate di grosso, per me e' sempre rimasta la bambina di quando la tenevo in grembo appena nata e non riesco a farmi venire le voglie che potete immaginare voi, a 35 anni potrei essere davvero suo padre.
Ok, ma cosa e' successo di cosi stupefacente da dovervelo scrivere in un racconto.
Niente di anormale se non che il suo ragazzo di oggi ha + o meno la mia eta', 36 anni e che ovviamente la sua famiglia non approva questo genere di rapporto.
Se fossi nei panni della sua famiglia molto probabilmente avrei gli stessi imbarazzi, ma sentite cosa scrive.
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I ragazzi della mia eta' non mi attraggono piu' di tanto e non riescono a darmi cio' di cui ho veramente bisogno.
Cosi dopo aver perso la veriginita' abbastanza in fretta con un coetaneo ho deciso di frequentare gente piu' matura, e in questo mi aiuta mio fratello maggiore che ha 32 anni.
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Tralascio tutte le varie vicende tratte dal suo diario per giungere alla situazione di oggi.
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Tutto filava liscio fino al giorno in cui ho incontrato Lui. Un bell'uomo, di 36 anni appunto, con un'ottima posizione, pieno di soldi insomma, che mi corteggia in maniera costosa e raffinata e che non mi fa mancare niente, nemmeno il sesso vero.
Andare con Stefano e' stata come avere di nuovo la PRIMA volta.
Mi sono stufata dei miei coetanei, stupidi con ancora la testa vuota, e soprattutto privi di esperienza sessuale. Loro pensano solo alla partita della squadra del cuore, a sparar cazzate con gli amici, e a farsi fighi davanti a me e alle mie amiche.
Cosi quando ho conosciuto Stefano, qualcosa mi si e' smosso nello stomaco. Fin dai primi incontri era galante, mi trattava da donna e non da ragazzina, mi ascoltava e sembrava interessato veramente a quello che dicevo.
Quindi ho deciso che non avrei fatto troppo la schizzinosa, ritraendomi davanti alle sue avances, insomma gli concessi quello che desiderava da me.
Il sesso con lui e' stato da subito un'esperienza fantastica e devo ammettere che e' stato centomila volte meglio della prima volta, quella vera. Voglio scrivere su questo diario come sono andate le cose, nella speranza che qualcuno lo legga e capisca che non sono la ragazzina stupida invaghita cosi per capriccio di un uomo piu' maturo e che a me sta' bene cosi. Ecco come e' andata quella volta.
Mi porto' in uno dei piu' bei ristoranti della mia citta', gia' durante la cena mi continuava a sfiorare, con gesti all'apparenza innocui, che mi infondevano pero' un gran calore.
Non mi faceva bere apposta, sapeva che avevo capitolato e che non servivano questi mezzucci da playboy da strapazzo. Avevo talmente voglia di lui che finsi di dover andare in bagno per levarmi le mutandine di pizzo comprate per l'occasione, ormai intrise dei miei umori.
Gli dissi quello che avevo fatto e lui strabuzzo gli occhi, lo avevo colpito, cosi quando gli dissi se voleva avere la prova, mi rispose di si con la lingua un po' asciutta.
Levai con noncuranza le mutandine dalla borsetta e le porsi a lui passandole sopra la tavola. Vidi un bagliore di imbarazzo e di lussuria quando con la mano prese la piccola pallottola di pizzo.
"Sei veramente una tipina stupefacente, mi hai davvero colpito, non vedo l'ora di portarti a casa". "Cosa aspetti allora?" gli risposi io di rimando.
Pago' il lauto conto senza batter ciglio e ci dirigemmo con la sua Mercedes cabrio verso casa sua. Durante il tragitto fece scivolare una mano su per la minigonna, e si delizio' di trovare la mia micina ancora piu' bagnata delle mie mutandine. Gioco' con lei sempre stando attento a non fare fesserie con la macchina e anche io misi una mano sulla sua patta per verificarne il contenuto voluminoso. Era divorziato e lo sapevo, ma non sapevo che era stra-ricco, anche se dai modi, dalla macchina e dalle informazioni che avevo avuto sul suo conto da mio fratello avevo immaginato qualcosa.
La casa era una maestosa villa appena fuori dalla citta', immersa in un giardino lussureggiante, con un'immensa piscina e campi da tennis.
Era il giorno di permesso per la servitu' e in casa regnava un ordine e un silenzio che infondeva pace e serenita', ma avevamo entrambi voglia di rompere quella calma.
Appena entrati mi spoglio' con delicatezza ma con decisione allo stesso tempo.
Io fui piu' lesta di lui e appena fu' nudo mi inginocchiai e gli presi in mano il membro gia' duro come un palo.
Non avevo molta maestria, ma mi applicai a dovere e vidi che la cosa era di suo gusto.
Prima di tutto glielo manovrai a mo' di sega su e giu' scoprendo il glande congestionato, palpandogli nello stesso tempo “i gioielli di famiglia”.
Stava per chiedermi di baciarglielo ma anche qui fui piu' veloce di lui.
Imboccai la cappella, in realta' senza sapere bene cosa fare, cosi lui mi suggeri' di leccarlo come un cono gelato. Non era il mio primo bocchino, ma i miei precedenti cavalieri mi erano sempre scoppiati in mano dopo il primo colpo di lingua.
LUI invece sembrava arrapato ma cosciente di quello che succedeva. Allora mi spinsi a succhiarglielo come avevo visto su alcuni giornaletti di mio fratello, tentando di ingoiarne il piu' possibile. Aveva proprio un bel odore, non saprei definirlo, forse un mix di feromoni che mi faceva letteralmente avvampare.
Quando Stefano capii che stava per venire mi fece rialzare e mi fece accomodare di schiena su un divano del soggiorno. Per prima cosa mi lecco' sapientemente la micia, disegnando con la lingua tutti i contorni delle grandi e piccole labbra, per poi soffermarsi con rapidi e precisi colpetti sul clitoride eretto.
Mi dono' il mio primo VERO orgasmo, cosi, semplicemente con la sua lingua, che ripuli tutta l'area dagli umori copiosi che sgorgavano.
Mentre l'onda dell'orgasmo scemava mi lecco' anche tutta la zona perianale, divertendosi a mettermi la lingua anche nel buchino, l'unica cosa vergine di me fino a quel momento.
Sempre con calma mi prese in braccio sollevandomi senza alcun sforzo come se fossi di paglia, e mi porto' in camera da letto.
E che letto, un enorme letto a baldacchino, piu' grosso di uno matrimoniale, tutto pieno di cuscini come era in voga nel passato (forse).
Mi poso delicatamente sulle lenzuola che sapevano di pulito (e di lui) e prese a succhiarmi uno per uno tutti i cm della mia pelle. I piedi, che bacio' come se fossero di porcellana, le gambe, il pancino (animato da un debole respiro) le mani le braccia, il collo le orecchie, la bocca, la schiena.....nulla fu lasciato senza il tocco delle sue labbra o della sua lingua.
Trascuro' per il momento, come se il mio orgasmo lo avesse calmato, la zona dei genitali, per buttarsi a capofitto sulle mie tette. Quando prese in bocca un capezzolo, stringendo tra le dita l'altro, ero allo sfinimento e la voglia di lui era ricresciuta come se il piacere di pochi minuti prima non potesse intaccare il desiderio del suo corpo.
"Prendimi ti prego" gli sussurrai delicatamente in un orecchio, a quella proposta vidi che il suo membro ebbe un sussulto come se fosse stato attraversato dalla corrente elettrica.
Manifestando ancora un controllo da eroe (mi stavo forse innamorando??) potei vedere come il suo membro stillava densi umori, ma quello era l'unico segno indicatore del suo stato di agitazione, per il resto i suoi modi erano calmi e misurati.
"Dai non resisto scopami che non ce la faccio piu'" dicendo cosi lo invitai stendendomi sul dorso in mezzo al letto e allargando al massimo le gambe.
A questo punto cambio' faccia e modi di fare, si avvicino' a me brandendo il suo randello (non ho una esperienza da pornostar, ma valutai che era un bell'attrezzo sui 20cm) e appena appoggiato il glande al mio orifizio me lo schiaffo' tutto dentro senza pause.
Ero talmente bagnata che invece di un grido di dolore, lanciai un grido di sopresa, sentendomi trapanata di brutto, e lo terminai con un gemito degno di un'attrice consumata (ma non stavo fingendo neanche un po').
"Non mi sembra di averti fatto male, anche se sei strettissima e me lo fasci come un guanto, sei molto bagnata, e ti ho fatto solo del bene, vero?" mi derise lui, e anche se sono una persona spiritosa gli risposi di darsi da fare.........non male eh?
Dopo una simile risposta non pote' fare altro che intavolare un vai-e-vieni da paura, mi sentivo il suo arnese fino in gola e quando usciva la mia fichetta (al dire il vero un po' dolorante) si sentiva "vuota" e lo reclamava a gran voce con osceni suoni di risucchio.
Ma dove la prendeva tutta questa resistenza, per poco prima non veniva nella mia bocca e adesso erano gia' passati 15 minuti e non ne voleva sapere di venire?
Io ero al mio secondo orgasmo e lui non era minimamente stanco, non vorrei fare confronti ma rispetto ai ragazzini delle passate scopatine, questo era da fantascienza......
Cosi mi giro' e comincio' a trapanarmi a pecorina con potenti e precisi colpi di maglio, quando senti' le pulsazioni della mia fica, annunciargli l'imminente terzo orgasmo, venne finalmente in me con rauchi gemiti di piacere, mentre nel mio ventre arrivarono dei fiotti di sperma tali che mi sembro' per un momento che ad eiaculare non ci fosse piu' lui ma un cavallo (meno male che e' un anno che prendo la pillola...ehehheheh).
Per farmi riprendere dopo pochi minuti mi propose una doccia e io acconsentii volentieri per darmi una rinfrescata (in tutti i sensi).
Finita la doccia in cui continuammo a scambiarci baci e carezze un po' ovunque, mi porto' sul tappeto davanti al camino (spento eravamo in estate.....si lo so e' romantico ma avrebbe reso l'atmosfera un po' incandescente, non trovate?).
Li mi mostro' che il 69 non e' solo l'anno dello sbarco sulla Luna, ma una posizione ottima per il sesso orale. Mi misi sopra e lui comincio' di nuovo quel lavoro estenuante di lappate e di baci alla mia topina, ancora un poco indolenzita per l'assalto subito. Io invece mi dedicai al suo uccello che sembrava non risentire della fatiche. Lo ingoiai piu' che potevo, sentendomelo scendere giu' in gola.
Mi fece di nuovo venire (ed eravamo a 4, piu' di tutti gli orgasmi messi assieme con i miei precedenti flirt.........) ma lui imperterrito non ne voleva sapere di ammainare la bandiera.
Girandomi mi bacio facendomi sentire il mio forte odore muschiato, sintomo di un orgasmo ben riuscito.
Girandomi a carponi mi lecco' per benino tutto il forellino anale dicendomi "voglio fare mio anche l'ultimo dei tuoi gioielli, ti va?", e mentre lo diceva mi ficcava, tanto per farmi capire, un dito nelle profondita' dei miei intestini.
"Ahhhh brucia amore, e poi mi farai male con il tuo enorme cazzo". "Si parlami cosi, mi piace quando dici le parolaccie" mi incito' Stefano" comunque se non vuoi facciamo un altra volta" disse continuando a sondarmi mentre con l'altra mano stimolava il mio clitoride ipersensibile dopo tutto il piacere provato.
Dopo pochi minuti di questo lavorio, mi accorsi di spingere il culo verso il suo dito come per autoscoparmi, e questo fu' il segnale che mi ero abituata all'idea di farmi “usare” anche li', cosi lui aggiunse un altro dito e poi un altro ancora, finche' riusci a slargarmi per bene.
Si porto' dietro di me e con fare un po' sadico mi sottopose ad un rituale del tipo:
prima una leggera passata di uccello in tutto il solco, appoggiandomi il glande alla fichetta. Poi una leggera penetrata nella stessa, per inumidire l'attrezzo, poi un'altra passata, una finta di appoggiare l'enorme fungo al mio culetto che tremava dalla paura.
Non so' per quanto mi inflisse questo giochetto, mi ricordo solo che ad un certo punto cominciai ad implorarlo di incularmi:" dai ti prego prendimi non resisto" e lui zitto.
Allora io con voce un po' piu' forte:" hai capito dai inculami, non ci riesco a stare al tuo gioco" ma lui niente.
Finche' ad un tratto sbottai urlando:" ALLORA BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA TI DECIDI A SCHIANTARMELO NEL CULO, SI O NO?".
Era quello che voleva, desiderava che gli chiedessi di agire in maniera sboccata.
"Si mi piace sentire una ragazzina per bene come te bramare per essere posseduta e sfondata come la piu' sfondata delle puttane", disse mentre cominciava ad appuntare la punta violacea del suo cazzo al mio buco indifeso.
Mi mise con calma solo la cappella e non sentii alcun male (oddio un po' di bruciore lo sentii...). Poi attese un attimo per sentire il muscolo anale che si rilassava al passaggio del nuovo intruso, in seguito comincio' a spingere per piantarmi nelle viscere tutto quel palo di carne pulsante.
Quando sentii il suo pelo farmi solletico sulle natiche capii che ormai di vergine avevo solo le orecchie, ma che me ne fregava, ero contenta, ero in grado di soddisfare pienamente un uomo, ero bella piena come sempre avevo sognato nei miei pensieri.
Venni strappata a queste considerazioni dal suo imperioso va-e-vieni e dal suo altrettanto categorico "e adesso sgrillettati da sola per alleviare le sofferenze che ti infliggero'".
Cosi mi toccai come una ninfomane mentre lui accellerava e accellerava il ritmo, piantandomi nel retto il suo palo infuocato. Persi il conto degli orgasmi (10 20 non so...) quando ad un certo punto le mie ultime contrazioni lo fecero venire con un ruggito da animale. Fiotti densi colpirono con una forza bruciante l'interno delle mie mucose brutalizzate...poi il tutto scemo' cosi come era arrivato e mi adagiai' immobile con lui che mi abbracciava da dietro.
Aspetto' che si ritirasse per non farmi male, anche se insieme agli umori che colavano dal mio culo, lui noto' un filino di sangue.
Quando me lo disse mi finsi arrabbiata "mi hai rotto il culo, sei un bastardo" ma intanto ridevo, non riuscivo a prenderlo per il culo, cosi scoppiai a ridere come una matta e lui con me.
Ragazzi che goduta, questo si che e' sesso.....adesso caro diario ti lascio perche' e' tardi, domani devo andare via con Stefano per un weekend, chissa che fuoco e fiamme, la mia topina e' gia' in subbuglio....si la mamma rompe perche' non vorrebbe, ma forse non si ricorda piu' cosa vuol dire avere 18 anni e sentire il sangue che brucia nelle vene come se fosse lava incandescente eppoi Stefano.......... lo amo, si lo amo oddio ho scritto che lo amo, adesso mi sento meglio...per il futuro vedremo, io vivo il presente e del futuro non mi frega proprio un bel niente (e fa' pure rima).
Allora caro diario a lunedi cosi potro' raccontarti del fine settimana.
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Avete capito la mia cuginetta???
13
4
16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Rosso, luci, ombre sulla mia pelle...
Messaggio in arrivo
Lui desidera la propria schiava al Suo cospetto per una Sessione
Il mio cuore accelera i battiti
e mi ritrovo in un'altra dimensione:
la nostra
Un mondo tutto nostro creato, voluto da Lui e plasmato su di me, Sua schiava
Leggo le Sue disposizioni e,
come sempre, percepisco la mia nudità.
Sono solo pelle
non importa il vestito
non importa il trucco o le scarpe:
la mia nudità mi attraversa per raggiunge il profondo della mia anima.
Avverto forte la Sua presenza ovunque
Percepisco le Sue mani
ne sento la voce
le sensazioni sulla mia pelle
nella mia anima
Le temo, le invoco
e questi pensieri rendono fluidi gli umori delle mie intimità
Le sento sciogliersi e farsi desiderio, farsi voglia che affiora
e l'Ordine,
la Domininazione
lo Sguardo
la Voce
la Punizione
il "nostro gioco"supera e prevarica l'atto sessuale in sè
e ne diventa fusione unica ed indivisibile
Mi preparo ed ogni mio movimento è sottomesso e umile
Sono molto concentrata come se Lui fosse presente
Sento di essere osservata, non posso ignorare la Sua presenza in me
ed intorno a me: sono la Sua schiava, Lui mi possiede
Il mondo intorno scompare e diventa uno sfondo opaco
di un primo piano vistoso, dominante, pressante:
l'urgenza di offrirmi totalmente a Lui e diventarne Offerta
E ne pregusto l'evento
e ne pregusto la gioia pur nell'evidente tremore
sulla mia pelle, nella mia carne, in me
Sono pronta
pronta a prendere la mano che Lui mi offrirà
che forte mi reggerà
o forte mi colpirà
So per certa la Sua presenza
non serve altro
Il dove, il come, il quando sono solo piccoli particolari
Parto,
sono pronta
ogni cellula del mio corpo vibra, trema
è pura ansia
è aspettativa
è Lui...
Presto sarò al Suo cospetto
alla Sua presenza fisica
che anelo come quella mentale
dove Lui è sempre presente
Dove Lui alberga
Dove Lui scava a lungo a fondo...
Sono al posteggio
il luogo, l'ora dell'appuntamento: sono puntuale
Tutta l'auto profuma di me
tutto l'abitacolo trasuda sottomissione
L'attesa
lenta
snervante
vibrante
Lui arriva ed accende in me la fiamma del desiderio:
essere a Lui sottomessa, subito
percepire il dolore..una necessità fisica
sentire l'ordine imposto...
Tutto diventa urgenza
Salgo sulla Sua auto
Il viaggio è breve ma eterno come ogni attimo,
come ogni metro percorso, come il ritmo del mio respiro lieve e silenzioso
Percepisco che il gioco lo eccita, lo stimola, lo carica...
soffro della mia agitazione ma la mia sofferenza ha senso d'essere in Lui
Mi informa che l'appuntamento per la sessione è saltato
e, quindi, il programma subisce un cambiamento
Ma sarà molto piacevole per v.
una sorpresa che mi piacerà molto, conclude
Posteggia
cambia strada
cambia posteggio
entriamo in un bar
Consuma calmo il Suo caffè
Attendiamo ancora in macchina...
Si sposta
Attende
Risponde al cellulare...
Sento che l'attesa mi snerva oltre il sopportabile
sento la fiducia in Lui totale
temo e desidero...tremo, vibro...
Finalmente mi fa scendere dall'auto
e dopo pochi metri una porta all'interno di un piccolo vano ed una scritta: Privè
Lui pigia il campanello e lo scatto rumoroso della serratura mi scuote improvviso
Non sono mai entrata in un Privè e Lui lo sa...
Privè.
Privè, donne, uomini...
Privè speranza di una donna
Privè, speranza di un corpo di donna...
pelle morbida, colline in cui smarrirsi
Il desiderio assopito, coccolato e cullato da tempo dentro di me
improvviso emerge ed esplode....
Entriamo
buio
scuro
opaco
rosso
intenso
silenzio
voci soffuse intorno...
Un forte impatto emotivo mi invade,
mi riempie
percepisco la presenza di Lui,
le Sue vibrazioni
Le vibrazioni dell'ambiente
Dopo un giro per le varie stanze
mi fa sedere su un divano nella sala con il grande schermo
in cui scene di sesso esplicito scorrono accompagnate da soffocati gemiti
Ho bisogno di Lui per reggere le mie emozioni
Ho bisogno del collare
di inginocchiarmi
di essere calpestatas
chiaffeggiata da Lui
Ho bisogno del nostro gioco
Il luogo non è adatto ma la mia necessità è anche la Sua...
Mi accompagna in un minuscolo salottino vuoto,
mi fa sdraiare e mi calpesta premendo forte con i Suoi piedi sulla mia schiena
Oh immensa gioia...sorriso sulle labbra, nella testa, nel corpo mio di schiava
e poi appoggiata sulla poltrona
la gonna sollevata ed il Suo Amato Scettro
dentro nel culo e poi nella bocca
e poi ancora nel culo e nella bocca....
godo come cagna e trattengo a stento gemiti di piacere
Si blocca
Mi fa ricomporre
Mi ordina di fare un giro per le varie sale buie,
rosse,
opache,
soffuse,
silenziose...
da sola.
Ho il collare al collo.
Ritorno nel salotto col grande schermo, accanto a Lui
Attesa
donne al bar su alti sgabelli
desiderio
seni esposti
morbidi
pieni
gambe nude,
tacchi alti
rosso opaco,
buio....
desiderio folle
lenta attesa.
Poi qualcuno si sposta,
Sale le scale
altri si muovono lenti,
riflessi di rosso sulla pelle
tutti in una grande stanza,
poi piano, nudi, sul grande letto
Il grande letto in penombra
dove il desiderio domina i gesti di ognuno
dove ne attendo l'ordine seduta sul bordo
dove il mio desiderio si avvera
dove Lui mi permette di toccare la pelle chiara di una donna
Lui...
mi volto
è in piedi
è alto
possente,
dominante
è nudo
tutti possono vederlo
tutti,
non è più mio,
mio esclusivo corpo da adorare e guardare in pareti che ci racchiudono
Tutti possono vederlo così ed io ne sono gelosa
Gelosa degli sguardi altrui sul corpo del mio Padrone...
Lui si masturba lento, fissandomi
Tutti possono vedere, guardareLui, l' Amato Scettro
non solo mio,
non solo dei miei occhi ma di tutti gli sguardi che vogliano lì posarsi....
Lui...
Sovrasta
tutto domina
e vede il mio culo in primo piano
il mio culo da penetrare
il mio culo per il Suo godimento...
Anche davanti a me c'è un culo
culo di donna
e due gambe
gambe di donna
e due piedi avvolti in sandali neri dai tacchi alti
e profumo,
profumo di donna
Qualcosa va oltre la schiava
Il desiderio si fa necessità
la mente si annebbia
e scordo per un attimo l'appartenenza a Lui..
Desidero il corpo di una donna,
desidero il sesso di donna e lecco avida
senza chiederne il permesso a Lui.
La mano di Lui che mi strattona per il collare
La mano di Lui che tira i miei capelli
la mano di schiava che cerca avida luoghi di piacere in altrui corpi,
femminili corpi....
Due donne
luce rossa che si riflette sulla loro pelle
creando suggestioni
buio sulla pelle a creare ombre che accarezzare curve...
Desiderio folle....
desiderio forte
desiderio che si fa lamento
desiderio che si trasforma in spasmo...
La scena sbiadisce,
tutto si arresta piano dopo l'amplesso, si placa
Lui va in bagno
Sono disorientata
barcollo
Cerco equilibrio dentro la schiava in me
Mantenere, ricomporre la linea di mezzo non è facile
Vorrei urlare il mio disagio
Il mio posto non è seduta sul letto
ma a terra
prostrata
con il capo rivolto nella direzione dove Lui tornerà a me....
Sono paralizzata sul letto in ginocchio
immobile
respiro appena e scandisco i minuti dell'attesa
Lui rientra in stanza ma la propria schiava gli gira le spalle....
Il Suo sguardo mi trapassa
La donna accanto a me sul letto cerca lo sguardo di Lui
lo stomaco mi si chiude
ho uno spasmo
Lei chiede muta spiegazioni, le cerca nel Suo sguardo...non comprende
L'atmosfera è di attesa, silenziosa...le poche parole informali.
Lui conosce il mio disagio
e non vi è nulla da spiegare...
Non a noi.
Lui è tornato
Sono serena
Sono felice
Sono orgogliosa del mio Padrone e felice in Lui
I metri del rientro,
metri felici
i minuti
minuti felici
metri, Km, minuti, ore felici....giorni felici in Lui
schiava felice....
Grazie mio Padrone A.
v. {A}
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16 years ago
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