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Le vie della chat sono infinite
Le vie della chat sono infinite. Ormai nel mondo virtuale si riesce a fare conoscenza in maniera molto piu diretta e veloce e soprattutto senza freni inibitori. Cosa che rende molto piu facile le cose dopo..
Ci eravamo conosciuti proprio in chat, per caso, in una chat comune non a sfondo erotico. Io 29enne, un ragazzo carino a cui piace lo sport e con mille interessi, forse troppi. Lei era una donna manager di 41 anni, portati alla grandissima. Poteva essere scambiata tranquillamente per una ragazza con dieci anni in meno. Gran fisico, reso tale da ore di palestra ed esercizi, ma soprattutto grande intelligenza e gran senso dell’humor. E mi teneva testa alle battute durante le conversazioni on line. Questa amicizia partita per gioco, iniziò a trasformarsi in un appuntamento fisso, ogni sera davanti al pc a scambiare 4 chiacchiere, ridere, scherzare, parlarsi. La sera era il momento in cui entrambi avevamo maggiore tempo e si parlava di tutto arrivando anche a confidarci problemi personali: lei era sposata ma col marito non andava granché bene visto che lui pensava solo alla carriera trascurandola un po’ e tornando a casa tardi la sera. Io con i miei problemi quotidiani, problemi amplificati da una relazione a distanza logorante. Insomma ci eravamo ritagliati un momento della giornata in cui l’uno si interessava dell’altro. La differenza di età era sparita, sembrava ci conoscessimo da una vita ed iniziarono anche le battute maliziose, i discorsi sul sesso, i gusti di ciascuno, le fantasie e cosi via. Mi diceva che da tanto suo marito non la faceva piu godere, lei fingeva e non le sarebbe dispiaciuto avere altre esperienze. Ma non poteva visto che comunque viveva con lui. Ma voleva ardentemente momenti di trasgressione. Riuscii a strapparle una promessa: se un giorno avesse avuto la possibilità avrebbe dovuto rivolgersi a me… :)
Un giorno arrivò la sorpresa via chat:
“sai stasera mio marito parte per una settimana in USA…”
“davvero? Beato lui….”
“no! Direi beato te…”
“beato me????” forse qualcosa iniziavo a comprendere, ma mi rendevo conto che stavo sognando ad occhi aperti.
“domani sera alle 20 passa da me, via pinco pallino n°123. Rimaniamo che mi porti a cena ok?”
Non capivo più nulla. Ero basito ma contentissimo e riuscì solo a scrivere: “oui Madame, alle 20!”
Lei inizio a comprendere il mio stato piacevolmente confusionale ed iniziò ad approfittarsene, mostrando il suo lato autoritario e provocante che mi garantì di possedere.
“sai, domani ho deciso che metterò i tacchi 12 che hai visto in quella foto, le decolleté nere che ti fanno impazzire.. dovrai avere occhi solo per me, intesi? :-)”
Ogni uomo quando viene toccato nel punto debole improvvisamente diventa un deficente e dice sempre si. Lei conosceva i miei punti deboli perché avevo avuto la brillante idea di parlagliene. Naturalmente cercavo di camuffare il mio piacevolissimo imbarazzo ma, come è naturale, in questi casi la costruzione della frase semplice sembra un’incredibile montagna da scalare e l’uso della grammatica italiana viene perso come un mazzo di chiavi in un tombino.
“naturalmente anche tu devi venirmi incontro in una cosa” continuò lei.
“beh credo che qualunque cosa sia tu possa considerarla fatta eheh “ scrissi, supponendo che anche lei volesse che indossassi qualcosa che potesse stuzzicarla. Ed era cosi, ma al contrario! infatti mi rispose:
“bene! Era quello che desideravo che mi rispondessi, la prendo come una risp affermativa.Domani sotto i jeans non indossare nulla, intesi? :-)”
Alle 20 sono da lei. La vedo uscire dal portone: è bellissima. Un portamento da principessa: capelli racchiusi a coda, neri, gonna sino al ginocchio con spacco laterale, camicetta abbastanza aderente che mette in risalto la sua bella terza, e le meravigliose decolleté ai piedi. Non avere un’erezione è impossibile sperando che lei non se ne accorga. Con meraviglia mi dice di prendere la sua auto (una berlina dal cambio automatico) e di parcheggiare la mia. Preferisce guidare cosi si rilassa un po’. Andiamo in pizzeria e la tensione diminuisce, si inizia a parlare di tutto, si beve un po’, ci si rilassa e si passa una piacevole serata. Si risale in auto e a questo punto io pensavo al dopocena tra me e me cercando di organizzare qualcosa nella mia testa quando lei mi colpisce (non fisicamente!!) facendo virare la serata in una direzione ben precisa. Prima di mettere in moto l’auto nel parcheggio, mi guarda e mi dice
“ma non hai commentato le mie scarpe, forse non ti piacciono?”
“no no bellissime, le ho notate, sono splendide anche se non ho avuto il momento e la calma necessaria per apprezzarle” cercando di creare un’atmosfera più maliziosa.
dicendo questo, lei, cadendo nella trappola, sgrana gli occhi e ridendo mi posa i suoi piedi sulle mie gambe.Nel jeans intanto qualcosa si stava risvegliando dal torpore: ero riuscito a contenere l’eccitazione per tutta la sera, ma con quella mossa improvvisa, lui ormai non lo fermava piu nessuno. Rimango in silenzio, imbambolato guardando le sue bellissime scarpe che fasciano i piedi e che strusciano il mio pacco ormai in orbita. Le bacio entrambi i piedi per 5-10 minuti fino a che non si decide di ripartire.
Durante la strada improvvisamente mi chiede di controllare la leva del cambio. Non capisco.. è un auto a cambio automatico, ma cerco comunque qualcosa che possa assomigliare alla leva anche perché l’auto è sua: saprà se ci sarà una leva no?
“no sei fuori strada” mi dice lei
devo aver fatto la faccia dell'ebete. cerco ancora sino a quando lei non si mette a ridere dicendo di non cercare piu.
“la prendo io, tu guarda dove sta, perché domani servirà di nuovo” e dicendo questo fa scivolare una sua mano sulla mia gamba sino al pacco. Con una tiene il volante guardando la strada, con l’altra cerca la mia zip. La mia eccitazione è massima, mi ha completamente fatto suo senza accorgermene. Ormai non capisco più nulla, sento solo la mia zip aperta dalla sua sapiente mano, che un secondo dopo ha raggiunto il suo obiettivo stringendolo in un pugno.
“questa è la MIA leva del cambio.domani e nei giorni a venire, quando dico che voglio la leva, puoi tirarlo fuori ok? Non prima e né dopo intesi? Poi ci penso io”
Annuisco. Dentro di me riconosco che il suo lato autoritario sta avendo la meglio su di me e mi sta allo stesso tempo conquistando. Inizia lentamente a masturbarmi con la mano destra mentre con la sinistra tiene il volante. Gli occhi sulla strada.. i suoi. I miei alternano la visione della strada e dello spettacolo che ho in basso. Sono un fiume di emozioni in piena, il tocco della sua mano alterna fasi delicate a fasi più energiche, varia spesso la velocità e lo fa apposta, lo sa che in questo modo accelera e di molto la possibilità di esplosione. Io resto in attesa cercando comunque di non lasciarmi andare, anzi ho quasi paura a chiederle se posso venire o meno, l’auto è sua non vorrei sporcare.. ma mi vergogno a chiedere, fino a che il silenzio è interrotto da lei quando dice sorridendo: “sai che delle emozioni cosi non le provavo forse da 15 anni? Sento che in questa settimana mi toglierò molti sfizi.. con te! Ah naturalmente non venire!! Anzi per favore dimmelo quando sei al limite che interrompo”
Neanche 10 secondi dopo le dico che se continua saranno i fuochi d’artificio, cosi interrompe subito. La mia testa è un mix di pensieri: eccitazione massima, ma delusione perché mi sarebbe piaciuto da matti venire tra le sue mani. Anche se ancora non credo a come sta evolvendo la serata. E soprattutto non capisco a che gioco vuole giocare. Penso che forse posso mettere la “leva” al suo posto, quando sorpreso sento nuovamente la sua mano che l’afferra.
“posso riprendere?”
“si.. volentieri” riesco a balbettare
ho capito ora: vuole sfinirmi. Continua imperterrita: masturbarmi sino al limite per poi smettere. Per poi riprendere e cosi via in un gioco perverso di eccitazione. Ormai sono un pupazzo nelle sue mani, con un livello di testosterone da doping. Probabilmente non ho mai avuto un’erezione del genere, ho battuto ogni mio record personale di resistenza. Fino a che all’ennesimo mio limite, lei mi guarda sorridendo e decide di accostare l’auto.
“hai sofferto troppo, è arrivato il momento di godere” baciandomi sulle labbra e continuando a masturbarmi con la mano destra. Sto per esplodere, se ne accorge dal calore e dalle pulsazioni della "leva" e con una destrezza da lepre, si sfila una scarpa orientando il mio piacere all’interno di essa.
Passo 5-10 secondi di paradiso puro, la pelle d’oca prende il sopravvento, socchiudo gli occhi in un vortice di emozioni inspiegabilmente piacevoli, e riaprendoli vedo lei a 2cm di distanza che sorridente mi fissa negli occhi e mi bacia dolcemente sulle labbra cercando la mia lingua. Insieme abbassiamo lo sguardo e guardiamo la sua scarpa piena dei miei umori. Ridiamo e mi sussurra di rimettergliela cosi, sporca, e dicendolo mi porge il piede nudo.
Tornati a casa sua, mi bacia e salutandomi mi sussurra:“domani qui alle 20. Prima un giro in auto e poi sali su”.
Sulla via di casa, vibra il cell.. Un sms. E' lei:"Ciao, stasera non eri in chat!sono gelosa!!ahah..scherzo.Regola n°1: con me sempre senza boxer.e non accetto contraddizioni:-)buonanotte"
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14 years ago
gigilatrottola79, 31
Last visit: 7 years ago -
Prima volta di gabriella
Come ho descritto nel racconto precedente il mio rapporto con Gabriella si trasformò in quei giorni di novembre 2007, in particolare da quella sera in cui le confessai la mia ossessione relativa all'idea di lei che si faceva montare da Sergio, il suo ex. Quella confessione sembrò "togliere il freno a mano" alla macchina della nostra relazione e da allora tutto è cambiato profondamente. Ed in meglio.
Il giorno dopo non parlammo di ciò che ci eravamo confessati al culmine della nostra eccitazione. Vedevo che Gabri era turbata ma non mi pareva il caso di insistere, meglio lasciar assorbire l'impatto emotivo della faccenda. Non dovetti attendere molto. La sera ancora successiva in camera da letto mentre ci facevamo le coccole prima di addormentarci lei mi sussurra:
-"Amore...".
-"Dimmi".
-"Riguardo quello che ci siamo detti l'altra sera...".
Il cuore mi batte forte, sto in silenzio aspettando ciò che lei vuole dirmi.
-"Ho sentito Sergio al cellulare oggi... non ti dispiace, vero?".
Ribatto prontamente:
-"Ma no, tesoro, ti ho detto che per me non ci sono problemi se lo frequenti.".
-"Io però ho tanta paura di perderti se facciamo una cosa del genere... forse non è una cosa molto naturale... io non credo che sopporterei se tu andassi con un'altra donna...".
-"Tesoro, io non andrei mai con un'altra donna, mi conosci... a me eccita la tua sessualità, e godo da morire a... vederti... o saperti in azione".
Segue un prolungato silenzio. La mano di Gabriella si fa strada tra le mie gambe e trova il cazzo in vistosa erezione. Lo prende con delicatezza, lo scappella, lo mena lentamente.
-"Allora... io mi incontrerei con Sergio dopodomani sera, che ne dici?"
-"Va benissimo, amore mio..." rispondo sospirando di piacere.
-"Ti prego, ti scongiuro, se qualcosa ti dà fastidio, se pensi ti possa creare problemi, dimmelo e io abbandono tutto immediatamente... me lo giuri?"
-"Certo amore che te lo giuro...".
Due sere dopo è giovedì. Torno dal lavoro verso le 18.30 e la trovo che spicciava in cucina. Le scivolo alle spalle e la bacio dolcemente sul collo. Lei si gira, mi bacia sulle labbra e mormora.
-"Allora tra un po' io esco, amore. Sicuro che tutto va bene per te?"
-"Certo, cucciola, vai a prepararti".
Gabriella va sotto la doccia, io cerco di distrarmi guardando la tv, ma i miei pensieri sono tutti per lei. Sento il phon andare, si sta asciugando i capelli. Poi mi arriva qualche zaffata di profumo delicato. Aspetto una decina di minuti poi mi affaccio sulla porta della camera da letto. La trovo seduta che si infila le calze autoreggenti. Ho un'erezione sconvolgente al pensiero che quelle calze sono per un altro uomo. Mi tiro fuori il cazzo dai pantaloni e mi masturbo lentamente guardandola mentre finisce di vestirsi.
Lei mi guarda, sorride e mi fa:
-"Ma lo sai che sei proprio un porco?".
-"Certo che lo so, e so anche che tu sei una bella troietta".
-"Ma sono la tua troietta, tua e solamente tua, lo sai questo, vero?".
Infila mutandine di pizzo trasparenti, poi una gonna sopra il ginocchio e una bella camicetta che mette in risalto il seno rigoglioso.
-"Dove andate" le chiedo.
Mi guarda un attimo.
-"Da nessuna parte, vado direttamente a casa sua".
-"Ho capito" le faccio. La mia erezione è quasi dolorosa. E aggiungo:
-"Quindi non perdete tempo e scopate subito...".
-"Si..." mi risponde guardandomi languidamente.
Lei esce, sono le 20.30. Mi rimetto davanti al televisore masturbandomi lentamente. Ho qualche ora davanti a me, con il cervello paralizzato sul pensiero di Gabri che si fa sbattere da Sergio. Forse è una follia, sto mettendo la donna che amo nel letto di un altro uomo... e se la perdo? Mi chiedo perchè godo così visceralmente all'idea che lei si sta facendo montare dal suo ex... non so spiegarmelo, è così e basta.
Passano lentamente le ore, arrivano le undici, poi mezzanotte. Mi assopisco sul divano, una sorta di dormiveglia disturbato, sempre con il cazzo in mano. Apro gli occhi, è l'una e mezza. Vado a prepararmi uno spuntino, in tv c'è un vecchio film di Stallone che fa il super-poliziotto, lo guardo distrattamente.
Alla scena in cui il cattivone finisce finalmente in una specie di altoforno squilla il cellulare. Sono le 2.20 del mattino. Rispondo con il batticuore. Ovviamente è lei.
-"Amore, come stai, tutto bene?".
Mi risponde con una voce stanca, melliflua.
-"Tutto bene, tesoro, tra venti minuti sono a casa.".
Non riesco a trattenermi e me ne esco con una domanda cretina:
-"Avete fatto sesso, vero".
-"Oddio, non abbiamo fatto altro, tesoro... poi ti racconto... bacio, a dopo".
Mi denudo e mi infilo nel letto. Dopo una ventina di minuti sento la porta aprirsi, Gabri entra in casa. La sento posare la borsetta, entra in camera da letto. Mi guarda, anzi mi scruta, vedo che cerca di capire. Ormai che è fatta vuole sapere se la mia reazione è quella promessale. Un conto è dire, un conto è fare, lei lo sa e ha una vaga paura.
Si spoglia lentamente guardandomi, l'abat-jour diffonde una luce poco decisa ma vedo che ha il corpo disseminato di lievi segni e qualche succhiotto. Si sfila la gonna. Ha ancora le calze ma non le mutandine. Mi chiedo se le ha nella borsetta o le ha dimenticate nella camera da letto di Sergio.
Si siede vicino a me, sdraiato sul letto, mi accarezza dolcemente i capelli e mi sussurra:
-"Vuoi che ti racconti?".
-"Certo amore mio, dimmi tutto, ti prego".
-"Appena arrivata a casa di Sergio... insomma, non mi ha dato il tempo di fare o dire nulla...".
Gabriella mi guarda scrutando la mia reazione. Vede un'espressione beata sul mio viso e ne è incoraggiata. Mi prende il cazzo in mano e lo mena lentamente mentre prosegue il racconto.
-"Ha chiuso la porta e mi ha messo contro il muro... mi ha infilato la lingua in bocca e sollevato la gonna. Sergio è un porco e mi piace per questo, ma non si era mai comportato così... sfacciatamente. E io non mi sono mai sentita così... libera con lui... mi ha levato subito le mutandine, non sono più riuscita a ritrovarle. Io mi sono inginocchiata e glielo ho preso in bocca per non so quanto tempo. Poi mi ha fatto rialzare, mi sono appoggiata al termosifone e mi ha inculata...".
Trasecolo. Io e lei non abbiamo mai fatto analsex, non ne avevamo mai nemmeno parlato, mi sconvolge sentirla esprimersi in questo modo.
-"Ti ha infilato il cazzo dentro il sedere?" rispondo con stupore evidentemente quasi comico.
-"Sergio mi ha sempre inculata, tesoro, lo fa in maniera eccezionale.. stasera ho avuto il mio primo orgasmo attaccata al termosifone".
Penso ai nostri abituali rapporti sessuali, io che non riesco mai a farla venire semplicemente con la penetrazione, devo leccarle la clitoride per decine di minuti per portarla all'orgasmo.
-"E poi?...".
-"E poi... mi ha portata in camera da letto e... non saprei dirti cosa abbiamo fatto esattamente... so solo di aver avuto Sergio dentro di me fino alle due del mattino...".
-"Avete scopato dalle nove di sera alle due del mattino senza fermarvi mai?" ribatto incredulo.
-"No, beh ci siamo fermati due o tre volte per una decina di minuti, dopo che lui era venuto, e poi abbiamo ricominciato...".
Penso inevitabilmente alle nostre scopate mai più lunghe di mezzora, e alla mia regolare ed incontrovertibile uscita di scena dopo il primo orgasmo.
Ho una domanda in gola, lei mi sorride con dolcezza, ha lo sguardo pieno di amore.
-"Sergio ti fa godere molto più di quanto ti faccio godere io, vero?".
-"Amore... non c'è paragone... Sergio è un altro pianeta rispetto a te...".
Mi guarda con tenerezza e aggiunge.
-"Ma tu sei un altro pianeta rispetto a lui per quanto ti amo, per quanto sei dolce e tenero e per quanto mi fai godere lasciandomi fare queste cose...".
Mi sento un po' disfatto, in balia degli eventi. Le accarezzo il viso.
-"Ho avuto cinque o sei orgasmi stasera, sai? E con Sergio non ne avevo mai avuto più di un paio per scopata prima. Ma stasera ero finalmente libera di essere me stessa... sentivo i tuoi pensieri vicino a me mentre lui mi montava in modo meraviglioso. Ho bisogno del tuo amore, tesoro, e ho tanto bisogno di sentirmi una gran troia... e solo tu puoi darmi tutte e due le cose...".
Queste parole sono seguite da un lungo delizioso pompino con ingoio totale, al termine del quale crollo distrutto nel letto e scivolo nel sonno. L'ultima cosa che ricordo è lo scroscio della doccia della mia meravigliosa zoccola...
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14 years ago
fbroma777,
34
Last visit: 14 years ago
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Io e gabriella
Ho conosciuto Gabriella quattro anni fa, il primo Gennaio 2007 ad una festa di Capodanno in una villa di amici, vicino Roma. Lei venne alla festa insieme al suo ragazzo Sergio. Una luminosa ventitreenne con molta voglia di vivere, occhi scuri, capelli castani morbidi e mossi, un bel fisico tonico con curve generose e una quarta di seno. Insomma proprio una bella ragazza, di quelle che si notano. Facemmo conoscenza al tavolo dei cocktail, mi chiese se potevo versarle una vodka al limone gelata. Io allora trentenne rimasi subito molto colpito da lei. Ero andato a quella festa con i miei due amici dai tempi del liceo, Fabrizio e Gianluca. Loro già felicemente accoppiati da molti anni, io invece ancora single, con piccole, brevi ed insignificanti storie sentimentaloidi alle spalle, che si contavano sulle dita di una mano. I miei amici da anni si prodigavano parecchio per farmi conoscere ragazze e portarmi in giro in occasioni come queste ma, nonostante i loro generosi sforzi, non ero mai riuscito a legarmi in maniera soddisfacente ad una donna. Mi faceva soffrire soprattutto non sapere esattamente chi io fossi e per quale motivo non riuscivo ad avere rapporti affettivi o sessuali soddisfacenti con l'altro sesso. Esperienze sessuali, nel senso di rapporti completi dai 20 ai 30 anni ne avevo avute esattamente quattro, con quattro donne che non avevano voluto riprovarci una seconda volta. Insomma, non è che la mia autostima fosse a livelli eccelsi.
E arrivò Gabriella, fulmine a ciel non troppo sereno di una notte di Capodanno. Sergio, il suo ragazzo, si era messo a ballare, a bere e a divertirsi. Chiacchierammo pochi minuti con io che tenevo in mano questo bicchiere di vodka e lei che non si decideva a prenderlo. Poi due ore dopo i brindisi me la vedo sedersi accanto a me sul divano dove giacevo mezzo brillo e parecchio scoglionato e rivolgermi parole dolci ed affettuose. Venti minuti dopo ero innamorato cotto di lei che rivelava un'evidente crisi con il suo ragazzo. Lei capì il mio stato d'animo e mi scrisse il suo cellulare "per gioco" con la penna sul braccio.
Esattamente un mese dopo ci fu il primo bacio tra di noi, poi il 26 Febbraio lei mi comunicò di avere lasciato Sergio definitivamente e quella data rappresenta da allora il "nostro" anniversario. Con molta fatica e pazienza Gabriella mi ha letteralmente insegnato a fare l'amore, con discreti risultati. Lei,pur essendo più giovane di sette anni, aveva molta più esperienza sessuale di me. Ero innamoratissimo di lei e lei sembrava innamoratissima di me. Le mie debolezze, insicurezze ed incapacità anzichè irritarla sembravano stimolarle un senso materno di protezione, infinito ed inesauribile. La mia dolcezza ed il mio donarmi incondizionatamente a lei sembravano colmarla di una gioia che, anche a sua detta, lei non aveva mai conosciuto con altri uomini. Poi arrivò novembre dello stesso anno che mi parve un terremoto. Fui informato tramite la soffiata di un conoscente che Gabriella aveva ripreso a vedersi con Sergio. Mi appostai sotto casa sua per quattro sere di seguito finchè la pizzicai, la quarta sera, mentre usciva di casa. La vidi salire su una macchina con un uomo che stentai a riconoscere per Sergio (lo avevo visto una volta sola quasi un anno prima). Stavo con la moto, un'enduro Yamaha, e non feci fatica a seguirli senza perderli di vista. Guidavo in preda ad una sorta di bruciore interno, che non sapevo bene se fosse rabbia, frustrazione, delusione o altro. Li vidi parcheggiare davanti ad un ristorante sulla via Aurelia. Erano circa le 21. Con infinita pazienza mi sedetti su un muretto lì vicino con la mente che galleggiava nel vuoto, finchè, verso le 22,30 uscirono dal locale. Salirono sulla macchina di lui e io dietro in sella alla moto, tenendomi a rispettosa distanza. Dall'Aurelia a via Gregorio VII, poi piazza Pio XI verso lo stradone che attraversa villa Pamphili, fino ad arrivare a Piazza S.Giovanni di Dio, a Monteverde. Sergio parcheggiò la macchina in una traversa e li vidi infilare un portone. Rimasi una mezzoretta davanti a quel portone chiuso, finchè la mia attesa fu premiata. Un signore con il cane al guinzaglio uscì per la passeggiatina igienica e potei infilarmi per le scale del palazzo. Ricordavo il cognome di Sergio e non feci fatica a trovare l'appartamento giusto, al terzo piano. Mi sedetti sulla scala e rimasi in silenzio. Ero tesissimo e pronto a cogliere ogni rumore od ogni segnale che mi facesse capire che qualcuno stava per uscire dall'appartamento. Sarei comunque appassito dalla vergogna a farmi sorprendere sul pianerottolo a spiare, anche se il colpevole in quella situazione non ero certo io. Nel silenzio del palazzo udii finalmente i mugolii di Gabriella. Pensai quasi di essermi sbagliato e trattenni il respiro per udire meglio, appoggiando l'orecchio alla parete. Sentii Gabriella gemere inequivocabilmente, stava facendo l'amore con Sergio. Mi vennero le lacrime agli occhi e fui preso da una rabbia convulsa per il tradimento. Poi mi arrivò abbastanza chiara la frase smozzicata "Oh si, come mi piace, dai" pronunciata da lei. Mi ritrovai istantaneamente con il cazzo duro senza nemmeno sapere perchè. Il palazzo sembrava deserto ormai era passata mezzanotte. Mi estrassi il cazzo dai pantaloni e iniziai a masturbarmi con forza cercando di captare altri segnali di Sergio e Gabriella. Ogni tanto mi arrivava qualcosa ed erano stilettate di un piacere perverso e sconosciuto. Un piacere distruttivo, umiliato ed umiliante, mi sentivo come se stessi rotolandomi nel fango, nel letame, immerso e partecipe in quella situazione incresciosa e la cosa mi procurava incomprensibili fitte di goduria profonda ed animalesca. Quando sentii il classico mugolio di Gabriella al momento dell'orgasmo non potei fare altro che eiaculare violentemente a mia volta. Il getto di sperma, che in condizioni normali cola abbastanza pigramente dalla mia cappella quando vengo, raggiunse il quinto scalino rispetto a quello dove ero seduto. Il senso di vergogna e di smarrimento per ciò che avevo fatto compensò completamente la rabbia per il tradimento. Mi asciugai alla bell'e meglio, scesi le scale, presi la moto e me ne tornai a casa. Con una scusa evitai di vederla, ci sentivamo al telefono e lei appariva dolce, affettuosa ed innamorata come sempre, anche forse più del solito, perchè evidentemente captava il mio turbamento. Io non potevo fare altro che vegetare sul letto davanti alla televisione accesa, in uno stato di apatia profonda, intervallato da momenti di eccitazione nei quali mi tornavano in mente i mugolii di Gabriella insieme a Sergio e pertanto mi abbandonavo a furiose masturbazioni che culminavano in potentissimi orgasmi che mi lasciavano svuotato e dolorante. In tre giorni credo di essermi masturbato una ventina di volte. Il quarto giorno lei mi affrontò telefonicamente e mi chiese cosa avevo e perchè la evitavo. Io continuavo a negare di avere qualcosa finchè lei con la voce quasi rotta mi apostrofò dicendomi che aveva diritto di sapere cosa avessi. Sembrava l'inizio della nostra prima vera lite. L'argine si ruppe e piangendo le chiesi perchè mi tradiva e che cosa le avevo fatto per essere trattato così. Abbassò il telefono e dopo 15 minuti suonò il campanello. Era lei. Aveva il viso gonfio dalle lacrime e mi abbracciò convulsamente, singhiozzando, chiedendomi di perdonarla e ribadendo che mi amava immensamente e che non riusciva nemmeno a pensare all'idea di perdermi. Le dissi che sapevo di Sergio e lei mi giurò in tutti i modi che tutto era accaduto per sbaglio, per debolezza e che non sarebbe mai più successo. Smise di vedersi con Sergio. Passammo un paio di mesi di alti e bassi e lei decise di trasferirsi a casa mia. Il sesso tra noi era cambiato, per molti versi era migliorato, e non a causa della convivenza, ma perchè quando facevo l'amore con lei mi eccitavo come un matto a ripensare ai suoi mugolii con Sergio. Finchè un giorno glielo dissi. Era un sabato sera e tornavamo da una festa con amici dove lei aveva bevuto. Era su di giri ed in macchina non faceva che fare allusioni sul sesso agitandosi sul sedile. Io guidavo e la sua manina mi accarezzava il pacco. Tirai fuori il cazzo eretto e le dissi di levarsi le mutandine. Gabriella eseguì ed immediatamente mi chiese se poteva farmi un pompino mentre guidavo. Le ribattei che non volevo un pompino, ma che preferivo che si levasse la gonna e rimanesse nuda dai fianchi in giù. Eseguì senza battere ciglio. La mia Gabriella, che troia, starsene seduta in macchina mezza nuda... Le chiesi di masturbarsi, lei aprì le gambe ed eseguì. La incalzai chiedendole se la eccitava comportarsi da troia in quel modo, in macchina, all'aperto, dove qualcuno poteva vederla...
Iniziò a mugolare. La toccai, era bagnatissima. Le dissi che mi piaceva vederla così troia. Gabri rispose mormorando un lungo "siiii...". Fermai la macchina in una piazzola, avevo il cervello in ebollizione. Era il momento di liberarmi, di dirle cosa mi eccitava profondamente. Lei mi facilitò le cose perchè mentre si masturbava mormorò che si sentiva profondamente zoccola e che la cosa la eccitava da morire, in una specie di circolo vizioso. Le ribattei che anche io avevo un circolo vizioso di eccitazione. Mi guardò con occhi languidi dicendomi di continuare. Ricordo perfettamente il discorso diretto:
-"Ci sono cose a cui penso su di te che mi fanno uscire fuori di testa per l'eccitazione, sai?".
-"Quali cose?" fece lei.
-"Pensieri parecchio porcelli".
-"Sii, adoro i pensieri porcelli lo sai... che pensieri porcelli fai su di me? Voglio saperlo".
In quel momento ci stavamo ovviamente masturbando a vicenda. Lei continuò:
-"Aprimi bene la fica con le mani, amore, mentre mi dici tutti i tuoi pensieri porcelli...".
A quel punto affondai il colpo.
-"Penso a te mentre ti fai scopare da Sergio e mi viene sempre il cazzo durissimo".
Gabriella rimase in silenzio almeno tre buoni minuti ad occhi chiusi mentre continuavamo a masturbarci. Pensai di averla detta troppo grossa e di avere rovinato qualcosa tra noi, nella penombra avvampai di vergogna e mi si ammosciò notevolmente l'uccello.
Alla fine lei ruppe il silenzio. Parlò continuando a tenere gli occhi chiusi.
-"E non sei geloso a pensarmi con Sergio?".
Sospirai di sollievo, Gabriella non sembrava affatto scossa da quella rivelazione, tutt'altro.
-"No, mi eccito da morire a pensare a te e lui mentre scopate".
Lei aumentò subito il ritmo della sega e sentii la sua fica secernere ulteriori umori. Capii che potevo spingermi oltre e dare sfogo ai mesi di fantasie e tormenti sessuali che avevo alle spalle. Continuai:
-"Mi piace pensare al cazzo di Sergio che ti entra nella fica, lo sai?".
-"Amore, mi piace da impazzire il cazzo di Sergio, lo sai?".
-"Davvero, amore, ti piace farti chiavare da lui?"
-"Siiii, è uno stronzo, ma mi scopa in modo divino... ma io amo solo te, lo sai anche questo, vero?"
Rimanemmo in silenzio per parecchi minuti, la masturbazione reciproca era lenta e profondamente goduriosa.
Stoccata finale:
-"Se vuoi puoi ricominciare a scoparci insieme, basta che mi racconti tutto".
-"Davvero me lo faresti fare? Non lo dici solo perchè sei eccitato?".
-"No, tesoro, mi fa impazzire l'idea".
A quel punto Gabri si divincolò sul sedile e mi prese il cazzo in bocca ciucciandolo avidamente.
-"E' così bravo a letto?"
Interrompendo il pompino Gabri mi rispose:
-"E' fantastico... è un gran porco, sai?"
-"A queste parole iniziai ad ansimare, il mio orgasmo stava arrivando, aumentai il ritmo del ditalino che le stavo facendo.
-"E il cazzo come ce l'ha?". le chiesi con voce rauca. Anche lei stava per venire.
-"Ha un cazzo grosso, amore, molto più grosso del tuo e sa usarlo in modo meraviglioso, lo sai? Mi fa sentire una troia, una puttana, come piace a me, mi insulta quando scopiamo...".
A quelle parole esplodiamo entrambi in un orgasmo assolutamente devastante, uno dei più intensi mai provati...
Tutte le nostre vicende sessuali iniziarono così....
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5
14 years ago
fbroma777,
34
Last visit: 14 years ago
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La prima volta che..........
il mio padrone mi aveva detto:un giorno ti prendero' quel cazzo di culo che hai!devo cominciartelo a sodomizzarlo,cosa che a me mi terrorizzava visto che non lo' mai fatto,ma allo stesso tempo mi dava eccitazzione xche il mio padrone me lo ordinava.Un giorno mi manda un sms scrivendomi:procurati una banana x stasera schiava!io risposi:si padrone mio,gia' mi facevo mille idee su cosa volesse fare, pensavo ma me la vuole infilare nel culo? sara' doloroso?anche se avevo letto qlc su come sodomizzare.....cosi' feci entrai da un fruttivendolo e la comprai.Arrivata la sera all'incontro mi chiama al cell.ordinandomi:fatti trovare al solito posto dentro l'auto ma seduta dietro con i pantaloni abbassati,hai portato la banana?risposi:si padrone padrone!bene mi rispose lui,quel comando cosi forte mi dava preoccupazione ma allo stesso tempo mi eccitava da morire,ero gia' bagnata.Quando e' arrivato e' salito in auto e mi ha ordinato:mettila in bocca e succhiala come fai con il mio cazzo troia!,cosi' feci nel frattempo mi infilo le dita nella figa x vedere se ero bagnata e lo ero, dopo me la fece sbucciare e me la infilo' nella figa:la faceva entrare ed uscire,mi diceva:sei la mia schiava e la mia troia il tuo corpo e'solo mio ripetilo,si padrone tua schiava e tua troia io ripetetti,dopo la usci'me la mise in bocca e mi ordino' di morderla,la morse pure lui subito gli feci un pompino con ingoio..................il mio padrone era soddisfatto del compito eseguito ed io avevo provato piacere in tutto cio'nn sapendo cosa mi aspettasse!! slave desy
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14 years ago
amantedevota,
43/43
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Passerà anche questo momento
Scrivo, scrivo e poi scrivo ancora.
In questo momento non riesco a fare altro.
La nostra lontananza, è mitigata solo dalle lettere che scalfiscono violentemente il foglio bianco scaricando la tensione emotiva.
Sei in vacanza e, quando tornerai, lo sarò io.
Getto inchiostro sui miei turbinii mentali.
Voglio cercare di scindere i pensieri del sesso con quelli del romanticismo, ma inevitabilmente i ricordi si fondono, l’uno, nell’altro.
Mi fermo un attimo, alzo lo sguardo dai tasti grigi della tastiera ormai consumati dal troppo uso; mi sembra di sentire il tuo profumo, cerco la presenza, il corpo, lo sguardo, poi, memore della partenza del giorno prima, mi rigiro dandomi dello stupido visionario.
Mi manchi terribilmente.
Fortuna che il pensiero non è visibile e nessuno può fermarlo!
Ti vedo nello schermo del computer: la tua immagine, si riflette sorridente per i diciannove pollici.
Mi tormento, mentre immagino il tuo corpo tra le sue braccia;
- Penserò a te, mentre sarò con lui…
Questo mi ha detto prima di partire, mentre m’accarezzava i capelli brizzolati.
Bella frase ma, difficile d’assimilare.
Non ho diritti e non devo, ma sono geloso. Nella mia posizione d’amante non posso permetterlo, eppure, spingo le dita sui tasti cercando un diritto tra le righe che mi permette di odiare la persona che ti sta accanto: colui che, ignaro del nostro amore, divide i tuoi spazi.
Voglio chiamarti: ho bisogno di sentirti…e non solo con la voce.
Mi manca il tuo respiro, la bocca, le labbra, le tue mani sul mio corpo, il tuo modo d’accarezzarmi, il metodo che usi per sfinirmi…
Vorrei urlare a tutti che ti amo e vorrei sentirmelo urlare.
Quante cose voglio e non posso fare…
Rimane il foglio da riempire e i miei pensieri confusi e allora scrivo!
Ti ho mai detto che sono pronto a lasciare tutto? Ad affrontare le critiche dei benpensanti sui casini che lasceremo…
Ti ho mai detto quanto mi manchi, quando non ci sei?
Scrivi Maurizio, scrivi…chissà che lei non ti legge da qualche parte e prende il coraggio di compiere quel passo che sai non farà mai!
Stupide illusioni d’amori rubate agli onesti.
Il tuo sorriso stampato sul desktop, è bello e doloroso, come tutto quello che ci unisce, come tutti i rapporti burrascosi e intensi, dove, il tempo domina sui sentimenti.
Non voglio pensarti tra le sue braccia! Non voglio soffrire…
Goditi la tua giusta vacanza, tra i tuoi cari, al caldo di quell’ isola lontana, mentre io strapazzo i miei sentimenti.
Ti odio per come riesci a gestire questa situazione, mi odio per come non riesco a fare altrettanto.
Torno al sorriso, con le dita accarezzo le labbra sullo schermo e mi perdo sul ricordo del loro calore, guardo gli occhi in cui mi sono perso tante volte, occhi grigi, vivaci ma tristi; di una tristezza unica, impossibile resistere, una volta incrociati, ti senti rapito, non ne puoi più fare a meno.
Per questo motivo ti ho fotografato e impresso davanti a me, per aiutarmi a superare questo momento di solitudine, che sapevo sarebbe arrivato.
Scrivo ancora, anche se la rabbia comincia a scemare…
Ancora una volta, questi tasti hanno lenito il mio rancore amoroso.
Scusami amore per amarti senza logica, un sentimento istintivo senza un domani e scusami se mi leggerai, ma non trovo altro modo per superare questi momenti di sconforto legati alla tua distanza.
Un giorno, quando tutto questo sarà solo ricordo, spero tu possa venire in possesso di queste righe per renderti conto di quanto mi sono sentito legato a te e, di come ti avrei seguito in capo al mondo, se solo avessi potuto…
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14 years ago
fantasypervoi,
36
Last visit: 12 years ago
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Serata monotona si trasforma in serata di sesso co
Evito i preamboli di preparazione e parto già dal locale in cui mi trovo; è la prima volta che frquento un disco pub con serata a tema per trav. La presenza di altre en femme come me mi mette a mio agio, tanto da girare tranquillamente senza problemi. Questa sera indosso un vestito aderente lungo con spacco, collant aperti e perizoma in raso, ho messo i capelli mogano (che adoro tanto) e trucco vamp rossetto gloss. Do subito nell'occhio anche perche quando cammino lo spacco si apre fino al fianco e non posso che suscitare fantasie. Ricevo parecchi inviti ai tavoli ma rifiuto, questa sera è solo per me, per provocare, ma non ho voglia di fare altro. Mi siedo allo sgabello del bancone e un tipo molto delicatamente mi offre un bichhiere di spumante e mentre beviamo mi sfiora la coscia con la mano. Facciamo una sommaria conoscenza e poi ci divividamo. Dopo un po di tempo però mi ritrovo al divano con lui e i suoi amici a parlare del più e del meno, sempre adocchiata dagli altri presenti. Mi piace essere osservata, guardata, desiderata. §Durante la chiacchierata però lui iniziava ad allungare le mani e i due suoi amici lo seguivano. A turno salvivano e scandevano sulle gambe con le loro mani, fino all'inguine senza mai oltrepassare quel limite. Mi stavo eccitando, iniziavo ad avere qualche desiderio quasi volevo oltrepassassero quel limite, volevo mi chiedessero qualcosa, io ero inerme ed avevo bisogno della loro iniziativa, che non tardò ad arrivare. Uno di loro mi prese la mano e la poggiò sulla patta; sentii che aveva voglia di andare oltre. Uno dei tre mi chiese di seguirlo, mi prese per mano a mi portò in bagno. Iniziò a toccarmi con più focosità, mi palpò il sedere alzandomi il vestito e sentirlo scorrere sulla pelle mi mandava in estasi. Gli aprii la cerniera e misi la mano dentro, aveva i boxer che scoppiavano. "Hai bisogno di una calmatina" dissi. "Dammela tu" mi rispose. Mi chinai, lo tirai fuori e iniziai a leccarlo, su e giù con la linua e a mordicchiarlo con le labbra. Caldo, duro, venato. Iniziò a gemere e quando lo infilavo in bocca e lo suicchiavo contraeva le gambe. Impazziva al mio pompino. Ad un tratto bussarono i suoi amici e quando entraono disserò: "Ti diverti eh!?!? c'è spazio anche per noi, se vuoi a turno o tutti insieme"
Prima di finire la frase tirai fuori un altro cazzo con la mano gli tiravo una sega. Il terzo lo tirò fuori, ma aveva bisogno di tirarlo su, era un po intimidito. Allora lo presi fra le labbra e l'ho sentito crescere in bocca. Questo mi ha mandato in estasi. Erano pronti ed anche io lo ero mi stavo infilando le dita dietro mentre cambiavo i cazzi in bocca. Ero bagnata. Mi voltai e mi chinai sul lavandino. Sentii sfilare il perizoma che cadde fino alle caviglie, mi piace la sensazione che da mentre scende giù. "Sei bagnata e pronta vedo" "si fai piano però". Misero i preservativi e mi sfioravano il buchetto con la cappella.
"Dai infilalo" mi contorcevo dalla voglia.
Dal non voler far altro quella sera, mi sono trovata in bagno con tre maschi pronti a soddisfarmi. "ah" entro piano e piano lo infilò fino a farmi sentire le sue palle appoggiate alle natiche. Poi piano iniziò a scoparmi. Gli altri due erano impacciati. Dissi "e voi che fato col cazzo in mano". Rispose uno "e come facciamo tu un culo hai". "Si ma in attesa ho bocca e mani". "sei proprio una zoccaola" timidamente mi disse l'altro. Mi voltai verso loro e mentre uno mi scopava, avevo un cazzo in bocca e l'altro fra le mani. Ero tutta scombinata. Sotto la mia guida a turno si scambiavano il mio culo ed il mio buco si contraeve a riassava ai loro colpi. Ad un tratto il più sfacciato di loro disse "ora ti sfondo" ed iniziò a sbattermi con prepotenza;
"finalmente hai tolto fuori le palli, dai scopami come si deve, non vedi che sono una troia!?!?". Dopo 10 minuti di 90 gradi mi sedetti sul lavandino a gambe aperte tirai su il perizoma e lo scostai dal buco che a turno ripresero a riempirmi. Adoro essere scopata seminuda. Era arrivato il momento di farli venire e a turno sfilai il preservativo e dissi "ora menatelo e sborrate mentre io mi infilo il culo con le dita per darvi uno spettacolo privato" a turno sborrarono nella mia mano. Erano soddisfatti, ed andarono via salutandomi "a presto". Ma io avevo ancora voglia di far venire il mio. Mentre riassettavo il mio aspetto entrò un altro uomo che mi disse "ho sentito che fai, e per me?". ricominciai a farmi scopare ma questa volta non ho resistito e sono venuta sotto i suoi colpi, ad ogni contrazione nervosa del cazzo corrispondeva una contrazione di sfintere e neanche lui ha resistito, venendomi dentro nel profilattico.
E' stata una serata che non dimenticherò perchè da allora frequento più spesso i locali, non avendo più il timore di non essere oppurtuna.
A presto
baci baci
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Gli argini di orione
Ti osservo la schiena e penso che mi sono innamorata perfino di quella, che non c’è nulla che non mi piaccia in te: il sedere sporgente, le gambe tornite sempre leggermente divaricate, il tono greve della voce a tratti grossolano, mi procurano un brivido di piacere che, talvolta, mi infastidisce. Non riesco a controllare le emozioni, a simulare indifferenza, a fingere quella calma che non appartiene più al mio cuore.
Combatto per resistere a questo turbinio di sensazioni che spaziano dalla tenerezza più sdolcinata all’erotismo cupo e pornografico. Ti farei di tutto e riesco perfino a comprendere il cannibale che si ciba dell’amato perché tutti i miei sensi sono impazziti per te sino a desiderare il gusto della tua carne, l’odore naturale della tua pelle.
E non mi chiedo nemmeno più se sia amore dato che poco mi importa ingabbiare con un’etichetta l’infinito spazio della mia anima che desidera accogliere, inerme e passivo, il tuo.
Tempo fa qualcuno mi raccontò di quanto gli piacque letteralmente annullarsi e fondersi nella volontà di chi lo dominava e così io, allo stesso modo, mi struggo dal medesimo desiderio; sono ai tuoi piedi come una schiava che attende un cenno che non arriva e nello stesso tempo mi sento forte proprio di ciò che fa di me una debole.
Nel sentimento si espandono gli orizzonti della mente e la vista del cuore mi permette di penetrare ciò che tu non sei abituato a condividere ed è proprio in questo modo che i nostri ruoli, paradossalmente, si scambiano: ti ho in pugno quando vedo chi sei stato e chi potresti essere, mi hai in pugno quando sai chi sono!
Passato, futuro e presente. Istinto passionale e pacata ragione. Realtà immaginata e tangibile. Mistero e concretezza. Femminilità e Mascolinità.
Uomo più di quanto immagini, sei per me il Maschio ideale, capace di analizzare se stesso sino a scoprire il proprio lato femminile; sarà per questo che la tua energia è così sexy, così estremamente sensuale da mandarmi al tappeto. Sarà per questo che nell’intimità della mia camera ovattata dalla penombra e dal suono della musica, la mia fantasia non si accontenta di soddisfarsi con immagini qualunque ma ha bisogno di ciò che ti rende speciale.
Siamo tutti Unici agli occhio di Dio, certo, ma c’è qualcuno più speciale degli altri? Me lo sono chiesta spesso.
Semplicemente c’è chi ha coscienza di esserlo ed è proprio questa coscienza ad illuminare la propria vita e quella altrui.
E la coscienza è frutto che cresce dal seme dell’amore, dall’accettazione di sé innanzitutto e conseguentemente del prossimo; è un ciclo vitale, quasi un sacro rituale magico che si inserisce nella vita reale con semplicità e naturalezza.
La tua semplicità la riconosco nell’abbigliamento casual che ti segna la muscolatura, nel taglio spartano e cortissimo di capelli, nel linguaggio diretto e stringato e perfino in quel bacio rozzo che ancora mi sconquassa. Chissà se usi allo stesso modo le mani, se sapresti gettarmi addosso tutta la tua carica erotica senza pensare a nulla, senza filtrare con la ragione ciò che ci resta sepolto dentro. Chissà se hai il coraggio di te stesso con la donna che dici di amare o se riusciresti mai ad averlo con me.
Mi piacerebbe spiarti mentre ami una donna, mentre tocchi il suo corpo, la baci, la penetri; vorrei ascoltarti, osservare le smorfie del tuo volto, i muscoli che si tendono e sbirciare nei tuoi pensieri.
Magari vorresti dirle qualcosa ma taci. Magari vorresti farle un po’ male ma non osi. Oppure sogni la sua amica nel letto con voi…
La gabbia della mente ci ingabbia anche il cuore.
In altre vite siamo stati assassini. Forse ubriaconi. Spergiuri. Violenti.
La Vita ci ha dato altre possibilità e noi, stupidamente, le sprechiamo giudicando noi stessi.
Allora io non posso non essere sincera. Vorrei amarti in ogni modo possibile, esplorando le regioni estreme del piacere, della ragione e del sentimento, libera di essere ciò che sono e concedendoti la stessa libertà.
Vorrei unirmi a te nel corpo ma congiungendo misticamente anche le anime e provando così quell’estasi divina che è possibile trovare solo nella franchezza; vorrei, vorrei, vorrei… infine, vorrei solo poter conoscere te, sapere di te, amare te, senza limitazioni.
Rompere gli Argini di quel Fiume Celeste che discende dallo spazio ed intacca le nostre cellule, le nostre sinapsi; esondare come acque furiose e lasciarsi assorbire dall’altro senza timore di sporcarsi l’anima, senza pudori e moralismi e amare come ama Dio.
Annientare dighe costruite da chi teme di morire i cui sacchi di sabbia sono stupidi dogmi e leggi buone per un gregge di pecore cieche; incenerire confini dettati da altri e scegliersi da soli come pensare, come ragionare, come decidere.
Attraversare ponti poggiati sulle sponde e lasciare il Fuoco dietro di sé e lasciare l’Acqua dietro di sé e procedere verso Aria e Terra per poi ricominciare il cammino infinite volte ancora.
Come Nilo fertile di frenesia distruttiva, impugni la tua Sacra Spada e gridi vendetta!
Vendetta, Sangue, Morte!
Eppure, amore mio, la Vendetta è sepolta nella Pace del Sole che entra nel Leone, del sorgere eliaco di Sirio e proprio in questo nonsenso è celato il segreto della Vita di Osiride, signore dell’oltretomba eppure Padre perfetto.
Eppure, amore mio, dove credi sia l’Errore lì c’è Verità, perché l’Errore è solo nel cuore di chi giudica non certo nell’Assoluto, non certo in una Creazione fatta a somiglianza di Dio, non certo nella Creatura.
Allora frantuma gli Argini del controllo mentale e liberati su di me, gettati a peso morto sul mio corpo e baciami con la Passione del Vento e del Tuono, fammi adorare il tuo fallo virile come fossi la tua unica Vestale, risvegliamo insieme il Sacro Serpente Rosso e abbandoniamoci a noi stessi!
Lasciati giudare da me, amore mio, come Sirio guida il cieco Orione, come Iside resuscita il morto Osiride; lasciati amare senza paura, senza limiti, senza Argini.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Ti desidero
....sono qui in attesa di TE, tu carina e carica di trasgrassione. Ti sbatto sul tappeto d'innanzi al camino. Ti spoglio come si spoglia dei suoi petali una ROSA. Bacio il tuo collo ricoperto di crema e desiderio.
Accarezzo il tuo pube ed affondo nel tuo ventre, come un ruscello d'acqua d'agosto accarezzo il tuo inguine per arrivare a ricoprirti tutta, ti bagno della mia saliva, accarezzo il tuo clitoride, affondo la mia lingua nella tua vagina, sprofondo nel tua ano, le mie dita soffocano ogni tuo pertugio e tu bagnata mi chiedi di penetrarti, ma continuo a succhiarti la figa ed infilare le dita nell'ano.
Il mio cazzo è pronto all'esplosione, ma io continuo a farti impazzire con la mia bocca.Ti sento bagnata, ti penetro con facilità succhiando e mordendo i tuoi capezzoli, schiaffeggiando il tuo sedere. Stringo i tuoi seni immergendo il mio viso in loro, mentre il mio cazzo naviga nel caldo mare della tua vagina.
Ti volto e ti penetro da dietro.....................................................................
Io sono già eccitato e adesso devo solo masturbarmi per espellere lo sperma che riempie i coglioni da far male, sperando di averti presto, TU che leggi questo racconto che ho scritto pe TE.
Non è volgarità questa ma la descrizione della realtà nell'unione di due corpi che si fondono nella passione e trasgressione estrema.
Ti chiedo scusa se ti ho offesa o turbata per quello che immagino di TE, ma il desiderio di stare con TE abbatte in me il senso del pudore, e credo che in questi contesti debba essere quasi nullo.
Il mio corpo ama il TUO corpo, Tu che sei la ROSA del mio giardino.
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14 years ago
coccolone32,
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Last visit: 5 years ago
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Il primo e il secondo pompino
avevo 17 anni ero un ragazzo come tanti, un bel ragazzo sensa esperiensa
con tante fantasie in testa in fatto di sesso.sino a li avevo fatto qualche ditalino qualche leccata ma poi tante ma tante seghe.
una sera nella discoteca dove ero solito andare rincontro una amica che avevo conosciuto un anno prima ,ma poi ci eravamo persi di vista .
be dopo i nosti caldi saluti ci mettiamo a parlare delle solite cazzate
.lei bionda un bel corpo molto matura sessuamente esperte e navigata nonostante i suoi 19 anni, mi racconta di essersi lasciata da poco tempo ,quindi le solite avventure tanto per non rimanere in dietro .io dal canto mio gli racconto di una mia esperiensa avuta in montagna in estate,
cosi tanto per parlare ,però l'ambiente cominciava a riscaldarsi.l
i nostri sguardi si facevano più intensi l'argomento sesso sempre più ricco di particolari,le nostre facce si avvicinavano sempre di più sara per la musica le mie labra cominciarono a sfiorare il lobo del suo orecchioilsuo stupendo collola sua carnagione ,tutto questo ci porto ad una vicinansa tale ed unpatos che ci ritrovammo a baciarci cosi intensamente che le nostre bocche le nostre lingue stavano facendo sesso ,avevamo trasformato le parole in sesso .al che decidemmo di uscire,faceva un freddo becco ,io non avevo ancora la patente lei uguale ame niente auto cosi ci infilammo nei giardini publici in mezzo alle siepi appogiati ad un muro
le nostremani cominciarono unesplorazione dei nostri corpi io in lei e lei in me.
ci passammo reciprocamente in rassegna ,e la nostra eccitazione montava come monta la panna.
io le frugo sotto la maglietta e trovo le sue splendide tette con due capezzoli duri che sono la fine del mondo,la mia esplorazione va avanti sio alle sue mutandine e li trovo il suo morbido pelo ,lei a gambe divaricate si fa accrzare da favola trovo le sue labra fradice di piacere il suo clitoide che a la dimensione del capezolo duro e umido,che quando lo sfioro lei geme e sussulta di piacere. nrl frattempo la temperatura esterna era arrivata a piu 2
ma tutto ciò sembrava non ci interessasse .
lei comincia la sua esplorazione del mio corpo,
nel frattempo nei miei pantaloni la temperatura stava raggiungendo i 40 gradi e il mio atrezzo da buon diciassettenne stava esplodendo
lei da prima lo stava manovrando da sopra i pantaloni ,poiresasi conto di cosa avesse fra le mani ,con decisione tiro giù la cerniera poi con altrttanta decisione lo fece uscire dalle mutande ,si inginocchiò davanti a me .e setii
il calore della sua bocca avolgere la mia cappella be da li incomincio un pompino ,il mio primo pompino ,io non credevo nemmeno che il cazzo in quella bocca fosse il mio provavo delle sensazioni che con tutta la fantasia che avevo sin a quel momento non avrei potuto mai immaginare quel piacere quelle sensazioni ,la sua lingua esperta sul mio vergine cazzo
stavo impazzendo,il tutto nel giro di pochi minuti stavo esplodendo ,lei da brava pompinara sene accorse sfilo la bocca nel momento in cui stavo venendoun piacere indescivibile ancor oggi .
ma dili a poco la temperatura rigida mi stozzò il piacere mi ritrovai con un chiacciolo al posto del mio cazzo che si ammoscio terribilmente dal freddo
quando rientrammo in discoteca ,be io penso che non toccavo nemmeno i piedi per terra dalla gioia di quel pompinotanto ero soddisfatto ,un po meno nel finale
la settimana dopo stesso incontro stesso giardino soloto pompino ,ma
questa volta al momento di venire ,le prendo la testa fra le mani e comincio io a pomparla come se la stessi scopado ,lei si rese conto che stavo per venire
e cerco di uscire ma ormai era troppo tardile stavo riempendo la bocca della mia sborra fu fantastico perche lei non fece una grinsa continuò aspompinarmi con più veenensa provocandomi un orgasmo lungo e ripulendo tutto con la lingua da non perdre nemmeno una goccia ,mi svoto tutto quello che avevo in corpo ,godevo talmente che provavo quasi dolore
ma questa volta aveva bevuto tutto il mio sperma ,e il mio cazzo continuava a rimanere duro ,lei si stacco da lui si also in piedi e mi bacio ,un bacio molto sensuale ,poi si appogio al muro alla pecorina si also la gonna sulla schiena si strappo il collant si abbasso le mutandine .e mi imploro di riempirla .era talmente eccitata che con un po più di esperiensa gli avrei potuto fare qualsiasi cosa ,mi abbassai e cominciai a leccarla ,inutile dire di cone stesse godendo ,ma a me mancava l'esperiensa .
dopo poche leccate lo volle dentro ,la mia cappella era lucida e dura come l'acciaio
,ma quando incontro quelle labra umide ansi fradice e calde scivolò all'interno sensa fare atriti giu fino all'utero provocandole una smorfia di piacere ,lei non stava più capendo nulla ,figuriamoci io che nel giro di sette giorni tutte le mie fantasie erotiche che sino ad allora avevano procurato solo seghe si erano trasformate in sesso vero ,
cominciai a pomparla come un forsennato come se volessi essere ripagato da tutte le seghe che mi ero fatto sino a quel giorno.
dopo pochi colpi mi preoccupai se lei era protetta ,alla sua risposta positiva
gli scaricai tuttuo quello che avevo con il suo grande piacere ebbe un orgasmo anche lei .
la cosa negativa era il fatto di essre all'aperto e faceva un gran freddo
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Una rotonda sul mare
Jestofunk...the ghetto. Un flauto traverso soffiato a cercarne le note più aspre mi fa sorridere...ho letto qualcosa riguardo questo sensuale strumento. E mentre ti guardo ripercorro quelle minuziose descrizioni ed inevitabilmente ho una sottaciuta erezione. Ora non so decidermi se attribuirla all'immagine che mi propino del flauto fallico appoggiato alle labbra di un immaginaria estimatrice oppure più semplicemente a Te che mi sei seduta davanti. Semplicemente magari non lo è tanto, anzi è proprio difficilmente che me ne sto buono come un bambino in attesa del gelato..se fai il bravo. Dio!!...mi scuserà se lo invoco in aiuto nel mio intento di trasgredire al suo decimo comandamento, e se non mi scusa sconterò la mia pena. Ma quanto sei bella!! Non scavalcare questo tavolo largo come questo mare oltre la terrazza mi costa un sacrificio. T'ho baciata solo una volta, ma quella volta non c'era tuo marito che ora è andato ad orinare al bagno. Non è che l'abbia detto "vado ad orinare"..ma s'è bevuto due litri di birra ed a meno che non riesca a tramutarli in sudore, dovrà pur pisciare. Poi mi avevi detto "dimenticalo questo bacio". Ma io ho una memoria speciale per i baci, ed il tuo era il migliore che avessi mai ricevuto. Non faccio il collezionista di baci, signora intrigante e maliziosa che di là dalla piatta barricata mi stai parlando con gli occhi. Io ti sto rispondendo coi miei; ti sto dicendo che se su questa terrazza di questo cazzo di lounge bar modaiolo e fighetto..talaltramente piacevole direi...non ci fossero tanti piedi a pestare il pavimento in legno africano..io su questo tavolo ti ci stenderei ora e per sempre, in un coito ininterruptus tendente alla fine dei tempi.
Mi arriva in faccia una sottile brezza marina che si mescola alle note del tuo profumo e shakerate a quelle di questo flauto impertinente danno corpo ad un cocktail che in questo bar non servono nel bicchiere. E' l'attimo prima ..il momento che mi sfugge...quello che è quasi perfetto prima...che dopo riconosco ma è passato. Cazzo come sarei felice ora...se non pensassi già a domani, a come mi mancherai e non lo saprai.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Serata in tre (2)
Non sono calma, no, per niente.
Ma meno agitata dell'ultima volta. Ho voglia di ripetere l'esperienza. Non c'è l'incognita dell'ultima volta, so che di lui mi piace tutto, ha quello che serve per passare una serata di sana trasgressione e questo non fa che aumentare la mia voglia. Ho voglia di sentirmi addosso quattro mani, di toccare e strusciarmi su due corpi, uno conosciuto, l'altro molto meno.
Il ricordo dell'ultima serata ci ha regalato ore e ore di sesso creativo. Non siamo mai riusciti a vedere il filmato fino alla fine senza saltarci addosso.
Mi faccio la doccia e mi guardo allo specchio, sorrido come sempre a me stessa e mi sento ancora una volta una donna fortunata. Anche la mia autostima ci ha solo guadagnato.
Mi metto il reggiseno, un vestitino e i sandali con i tacchi alti. Infilo le mutandine in borsetta, magari al ritorno le metto. Mi piace camminare con i tacchi alti, adoro l'inevitabile movimento del bacino, senza niente sotto poi è formidabile. Per l'occasione mi sono pure depilata tutta. La mia patata è tutta liscia. Camminando le mie cosce si toccano, sento già il sangue che abbandona il mio cervello per concentrarsi in mezzo alle gambe. Un calore piacevole invade il mio corpo.
Claudio è pronto, partiamo.
Durante il viaggio ci tocchiamo senza parlare. Mi piace sentire la sua eccitazione, e mi piace pensare che fra poco potrò sentire pure l'eccitazione di Attilio.
Attilio ci aspetta a casa sua, salendo le scale per un attimo mi faccio prendere dal panico. Che cosa sto facendo? Una vecchia patetica che si fa scopare da uno giovane, qualcuno potrebbe usare termini come sweet e bull, o MILF e toyboy … magari ha cambiato idea e non mi vuole più...
Ci apre la porta e i miei dubbi svaniscono immediatamente. Mi vuole sì, lo vedo da come mi guarda, da come mi bacia per salutarmi e dall'arma di grosso calibro che sembra portare nei pantaloni.
E anch'io lo voglio, in fondo da lui voglio una sola cosa: un orgasmo. E lo avrò. Lo so. In questa casa mi fa sesso tutto, Attilio, Claudio, ma anche tutto il resto, dal divano al gatto. In questa casa è entrata solo una parte del mio essere, ho lasciato entrare solo il mio lato passionale, erotico e sensuale.
Claudio va a lavarsi le mani e Attilio mi dice di sedermi. Io non voglio sedermi, voglio andare a letto. Voglio andare su quel letto con le lenzuola color arancione e diventare un corpo caloroso da riempire.
Sono un po' confusa, evidentemente ho lasciato il cervello fuori dalla porta, o forse il mio sangue non basta, mi sembra di averlo tutto concentrato sulla patata già bagnata.
E così ci spostiamo in camera. Mi tolgo i sandali e mi stendo sul letto. Vedo Claudio posizionare la videocamera e inizio a spogliare Attilio. Gli sbottono lentamente la camicia, mi piace il suo petto depilato e muscoloso. Ho qualche problema ad aprirgli i pantaloni e lui mi aiuta. Non ricordo di aver mai tolto i pantaloni a un uomo. Fa parte delle cose che devo ancora fare. Anche lui è senza mutande. Mi spoglio anch'io e iniziamo a esplorare i nostri corpi. Mi ricordo bene il suo attreZZO, ma rivederlo e ritoccarlo è stupendo. Sulla punta spunta una goccia e non posso fare a meno di assaggiarla, è dolcissima. Voglio divorarlo con la mia bocca mentre lui mi stringe i capezzoli turgidi tra le dita. Subito dopo lo bacio per fargli sentire il suo gusto. La sua lingua esplora la mia bocca per poi passare alla mia patata in fiamme e io chiudo gli occhi e mi abbandono al piacere.
Anche Claudio si libera dei vestiti e si unisce al nostro gioco. E' bello fare sesso con due uomini, non mi fanno mancare niente. A Claudio piace vedermi presa da Attilio e Attilio mi prende bene.
Mi giro e Attilio si mette in ginocchio dietro a me, sento il suo cazzo passare sulla mia patata, poi entra con un colpo solo e io inarco la schiena gemendo di piacere. Mi penetra con forza e sento che anche lui gode con ogni spinta, guardo Claudio e vedo la sua goduria vedendo le mie tette ballare e sfiorare le lenzuola color arancione.
Esce e ci giriamo, voglio sedermi sul suo attrezzo e lo faccio. A Claudio piace molto questa visuale, lo so. E mentre cavalco dolcemente il suo meraviglioso cazzo, guardo Claudio che si sega e Attilio che affonda il suo viso tra le mie tette. Cazzo che spettacolo, potrei andare avanti ore così. Ma stasera non abbiamo molto tempo. Voglio venire prima io.
Ci giriamo ancora, mi metto a pancia in giù e Attilio si sdraia sopra schiacciandomi con il suo peso e penetrandomi ancora più forte. Questa è la mia posizione preferita in assoluto e sento che avrò quello che voglio. Il cazzo di Attilio mi pompa la figa e io aggiungo le mia dita per suonare il clitoride, un accordo perfetto e armonico. Sento i miei muscoli contrarsi, l'orgasmo arriva lento e sconvolgente, caldo e denso, Attilio si ferma e un'altra onda mi mozza il fiato. Ancora, ancora e ancora, un orgasmo con la O maiuscola, maiuscola anche la O finale...
Riprendo il fiato e adesso, maschietti miei, tocca a voi.
Ci mettiamo in ginocchia tutti tre, Attilio davanti e Claudio dietro, ancora rossa dalla goduria gli succhio avidamente il cazzo, non ci vuole molto e sento le pulsazioni che annunciano una serie di schizzi caldi dritti nella mia bocca. Allo stesso ritmo e in perfetta sintonia mi arrivano le schizzate di Claudio sulla schiena. Per un attimo mi godo la vista dei loro visi, poi mi faccio colare il contenuto della mia bocca sulla mano e lo spalmo tutto sul petto di Attilio. Vedendo la sua espressione un po' perplessa non posso fare a meno di baciarlo. Che porca che sono.
Poco dopo mi infilo le mutandine e tutto il resto, con le gambe un pochino tremolanti saluto Attilio.
Alla prossima.
Grazie Claudio, ti amo anche per questo!
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14 years ago
coppiavce,
47/47
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Filippo-daniele-stefano
6 Febbraio 2007
Ho fatto l’amplein quella sera direi che potrei riassumere con: Burguignonne,orgasmo,call center,sesso davanti alla residenza,28 cm
Filippo si è presentato davanti alla seridenza con un mazzo di margherite bianche…e già questo gli bastava per portarmi a letto e siamo andati a casa sua…aveva cucinato la fonduta per me
Casa sua è una tipica casa torinese…con il solito carridoio lunghissimo e varie stanzette piccole…un minuscolo bagno lungo e stretto,un cucinotto…
Mentre Filippo taglia la carne e scioglie il formaggio,io curioso in casa…
Si vede che è molto più vecchio di me,ha 39 anni…in camera non ha nulla se non cose essenziali come il letto,un armadio e un comodino vicino al letto.Nel corridoio trovo delle vecchie foto di quando era piccolo e i suoi vecchi quaderni di scuola con i compiti…le foto dei genitori e parenti vari,in bianco e nero,attaccati ai muri…le foto dei suoi ex amori e della ex moglie sul muro della sala,incorniciati…
Ci sediamo e magiamo la Burguignonne BUONISSIMA…mai assaggiata prima… in sottofondo c’è il disco con le 4 stagioni di Vivaldi…è proprio una cena con un gentiluomo degli altri tempi…
Finito di mangiare gli do una mano a mettere il tutto nella lavastoviglie e nel salotto Filippo si accende un sigaro…io odio i sigari…odio il loro odore ed il loro sapore…ma dato che era stato così attento a tutti i particolari,per una volta glielo lascio fare…
Mentre il disco passa all’Autunno,Filippo mi invita a ballare…è più alto di me e di parecchio,ma porto gli stivali scamosciati che mi fanno arrivare quasi fino alle sue spalle…la musica è talmente bella e melodiosa che mi sembra di vivere in un vecchio film…come quelli in cui suona un vecchio giradischi e i protagonisti ballano in mezzo alla stanza abbracciati,con un bicchiere di vino rosso in mano… bellissima sensazione..
All’Inverno gli chiedo se mi mostra il resto della casa e mi porta nella camera da letto…mi fa vedere il fichissimo tavolino mobile che aveva fatto per chattare nel letto…ci sdaiamo e lui mi accarezza il seno…
Non ci diamo nemmeno un bacio…non so se è per il sapore del sigaro,o per altro…ma lui non mi bacia mai…si avvicina alla mia bocca e poi si ritrae subito scendendo sul mio collo…un gentiluomo,insomma
Io cerco di concludere almeno qualcosa e per ringraziarlo della serata più romantica che io abbia mai passato ( e che mai passerò),cerco di toccarlo…ma lui toglie le mia mano e dice che quella sera si occupava di me…
Mi apre le gambe e mi accarezza partendo dai piedi ,fino ad arrivare al bellissimo perizoma nuovo,abbianato allo stupendo corpetto che mi aveva regalato Peppe…ero bellissima quella sera…
Mi accarezza e mi fa i complimenti per essere così curata in ogni dettaglio e liscia…come una bambina…quello che in teoria potevo anche essere per lui…quasi…
Mi mette dentro un dito…poi due…poi tre e comincia ad andare avanti ,indietro con molta calma e sicurezza…mantenendo un ritmo quasi da orologgio….tant’è che in automatico la mia mano scende giù e comincio ad accarezzarmi anche io…guardo il suo viso bellissimo e vedo che mi sorride e aumenta il ritmo…
Filippo riesce a farmi arrivare all’orgasmo in fretta…voglio ricambiare o procedere oltre..ma dice che ci sarà un’altra occasione,se vorrò…perché dice che non è come i ragazzini con cui me la faccio di solito…a quell’età,dice…ci sono altre esigenze…
E infatti le sue parole vengono confermate dal mio cellulare che squilla…”Dani1986badoo”!…rispondo e lui mi chiede se sono libera…io titubante guardo Filippo…lui fa il cenno di sì…
Mi ricompongo in bagno e Filippo mi accompagna davanti alla residenza…ci salutiamo con due baci sulla guancia e io scendo…
Metto i fiori in camera e scendo…
Daniele mi aspetta da un lato della residenza…è la prima volta che ci vedremo e l’ultima,per fortuna…
Mi metto sul sedile accanto a lui e mi chiede dove stavo quando mi aveva chiamata…”A casa “… ( bugiarda…)…facciamo due chiacchere…ma dopo la serata perfetta con Filippo sembra così vuoto persino il rumore della sua voce…mi ricordo solo che aveva detto di essere dell’86 come me e che lavorava in un call center…mi stavo annoiando,ma per fortuna Daniele ha preso coraggio e mi ha baciata…poi come se fossiamo stati 100 volte a letto insieme,mi dice che mi devo spogliare e mi dice di rimanere sul sedile davanti,che tanto si sta comodi…io lo fisso per un secondo perplessa,ma vedo che non scherza perché si sbottona i pantaloni e noto che è già bello che pronto a fare tutto quello che si può fare all’1 di notte nel buio in una macchina parcheggiata…
Faccio per alzare la gonna,quando lui mi sale sopra,mi alze le gambe,se le mette sulle spalle,mi scosta il mio bellissimo perizoma nuovo e mettendosi il preservativo con una mano ( cavolo!che agilità!...o è solo l’eccitazione...?) e accarezzandomi con l’altra,me lo mette tutto dentro,fino a farmi male e a farmi tirare un urlo…al che mi tappa la bocca con una mano e comincia ad andare su e giù…ce l’ha durissimo e grosso…e mi fa male…tolgo la sua mano dalla mia bocca epr dirglielo,ma con la forza mi ferma il braccio e me lo mette sopra la testa e mi tira i capelli…io lo guardo stordita e sto per dargli un morso…ma lui si ferma prima,perché viene…
Assurdo…mi lascia la mano,i capelli,le gambe e rimettendomi il perizioma a posto mi stampa un bacio e si rimette a sedere sul sedile del guidatore…
O__________o
Io mi ricompongo,lo saluto ed esco dalla macchina.Addio a mai più rivederci,non sono la tua bambola gonfiabile.
Salgo in camera verso le 3.00…ma alle 3.40 ancora non riescoa adormire…quando mi arriva un sms…
STEFANO…ecco…parliamone…fidanzato da 5 anni…fa l’attore di teatro e comparse al cinema…non eccessivamente bello,ma ha un viso bello e molto piacevole…
“Sono quasi sotto alla tua residenza,che faccio mi fermo un’oretta?”
Eh fermati…tanto ormai sono depilata e già in tiro…
Scendo e una golf verde scuro mi si avvicina…io salgo e andiamo verso lo spiazzo che c’è dopo il cimitero,nel parco della Pellerina…ci fermiamo…ma ci sono già ben 2 macchina che stanno facendo la stessa cosa che avevamo in mente noi…perciò gli dico di andare al parking più avanti…
Nel parcheggio in cui di solito puoi trovare dei fattoni che si fannno una pera o dei marocchini che stanno sbindando a non so che cosa,quella sera stranamente nessuno…
Stefano parcheggia in un angolo dello spiazzo in cui c’è un po’ meno luce…e mi dice che forse si “parla” meglio sui sedili dietro…
Ci spostiamo dietro e scambiamo due parole…mi bacia…lo bacio…si sbottona i pantaloni,mi tolgo il maglione…e lì rimango a fissare quello che ha in mezzo alle gambe…una cosa MAI VISTA prima ( e che mai più rivedrò….fino ad ora almeno…)
Ce l’aveva talmente grosso e lungo…che io sono rimasta a bocca aperta e non spiccavo una parola…lui mi guardava e non capiva…io lo fissavo e dopo 3 minuti di silenzo ho chiesto un centimetro,che avevo notato spuntare dal cruscotto e che diceva gli serviva per prendere le misure per i costumi di scena…
Prendo il centimetro in mano…e QUELLA COSA in bocca…incredibile…si ingrandisce ancora di più e a quel punto prendo il centimetro e glielo misuto per tutta la lunghezza,a partire dalla base…fermo il dito…guardo…il centimento segna 28,3… @____________@
Ma ce ne rendiamo conto?????????????????????????????????VENTOTTO!!!!!!!!!!!!!!!!!altro che Rocco qui!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Mi sento eccitata da questa scoperta misurata con le mie stesse mani…Stefano mi mette in mano un preservativo e senza una parola scopiamo per quasi un’ora…finchè sto spopra io e lo controllo,va tutto bene…quando si mette sopra lui,nella foga mi fa malissimo ( si sa che la donna in media è profonda solo 13 cm o una cosa del genere e che i suoi 28 giustamente mi fanno male…)…io emetto dei gemiti di dolore,ma evidentemente lo eccito ancora di più perché lui aumenta la velocità…sempre più forte e più forte fino a che non si toglie e mi inonda il ventre…
Mi alzo indolenzita e mi sento tutta rotta…Stefano apre il cruscotto e mi pulisce con un fazzoletto…
Ci rivediamo ancora qualche volta,semrpe verso la stessa ora…sempre con la stessa foga…sempre con lo stesso finale…con lui provo dolore ,ma è un dolore eccitante
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14 years ago
etolosoma, 40/40
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Sei un flauto traverso
Note malinconiche ed inquiete serpeggiano in sottofondo soggiogate da violini, tamburi e flauti frementi ed impetuosi che occupano superbi e sprezzanti lo spazio ritmico e scandito.
Il torrente della musica scorre.
A tratti noioso, a tratti senza dighe che contengano le mie emozioni turbate, a tratti molesto e rivoluzionario.
Un flauto traverso struggente, stridulo, insistente cinguetta per me, con me, da me.
Sei un flauto traverso.
Non potevi essere un’arpa maestosa e solida, delicata nel canto e melliflua al tocco? Oppure un violoncello sinuoso e rassicurante, appena appoggiato a spalla e gambe?
No, tu vuoi la mia bocca che ti sazi di fiato impellente e vitale, che ti nutra delle mie pene.
Non potevi essere un violino? Ti avrei posto a distanza domandoti con il mento e non avresti scalfito le mie barriere. O un lugubre e pesante pianoforte a cui avrei concesso solo i tocchi delle dita?
No, tu esigi la mia bocca, le mie mani, il mio respiro e tutta la testa che danzi con te.
Ah, sublime Maestro, dirigi il mio petto all’interno di lui! Sì, scuotimi di passione e vita, vibrami le corde del piacere!
Traverso, argenteo e scintillante penetri appena tra le mie labbra senza ritrarti. Ed assaggio la tua diabolica composizione ma non la posseggo che soffiandola via.
Strano vero questo gioco di slanci, di nascondigli senza tane, di elastici tesi che si allentano? Che sia questo l’amore? O è solo musica piena e nuda, sofferente e pulita che mi riduce a minimo accordo e mi innalza a perfetta solista?
Il più crudele strumento sei tu… Mi fa male saperti. Suonarti. Amarti.
Esco traversandoti ma esco. Rientro e riesco e mi indebolisco. Trattieni il mio fiato, non puoi? Un minuto appena, pochi secondi! Desidero possederti.
Forse… Perché non avresti altre note da donarmi se mi vincolassi in te.
Vedi?
Non posso che incoraggiare la tua spietatezza, essa è la sola musica che padroneggi la vita. Non posso che dibattermi scalza, nuda ed eccitata all’indipendenza della tua incurvabile melodia che mi assedia il senno e la polpa succosa dei sensi. Non posso che ergere la beatitudine del godimento spalancandola come una finestra brecciata sulla tua decadenza. Non posso che scagliarti sul muro che ha appena sorretto il mio orgasmo, allontanandoti cosicchè possa urlare il mio desiderio soddisfatto.
Ma non temere, non so starti lontana. Rivedrai presto la luce, schiuderò il lutto del fodero che ti contiene e ti poggerò ancora freddo sulle mie labbra ardenti.
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14 years ago
admin, 75
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Spogliami l\'anima, malkuth
Mi rincorri nelle ombre degli altri da che ho ricordo: negli occhi di mia madre furiosa, nello sguardo liquido di un capo vizioso, nel passo sostenuto del giovane slavo che m’insegue.
Quegli occhi ingordi di Luce mi spogliano, quella mente penetrante mi cerca ed infine mi trova. Sei dietro di me ora, alto e possente, entità sinistra per cui vacillo.
Ti sento e ti voglio per ciò che sei. Quasi ti tocco e rabbrividisco. Ti desidero con un’intensità che non mi riconosco. Ti bramo per morire, per svendermi, per supplicarti. Ai tuoi piedi per vederti con l’Anima nuda a ghermire la Luna.
Stracciami e liberati dentro di me. Liberami dentro di te.
Aprimi ed apriti sopra il mio ventre.
Il profilo scuro, l’immobilità del Silenzio, il Niente è tuo. Assoluto in cui mi perdo. Una preghiera il mio desiderio di te, che mi cola sulle cosce mentre ti sbircio appena.
La Guerriera si trasforma in una serva dolente che aspetta solo un cenno e lo stallone nero di Ishtar diviene una fiera che mostra i canini scintillanti nel nero della notte.
Tutto si trasforma.
Azzannami. Lasciami i segni del tuo Amore mostrandomi come sei, Oscuro Padrone della Tenebra. Fai colare il mio Sangue su questo pavimento ché io possa berne con te.
Vampiro. Consuma il tuo Giusto delitto e fammi godere del Piacere più osceno possibile, reso Sacro dall’odore di Morte.
Si spalancano le ali corvine del mostro sulla mia schiena. Il tuo collo, il tuo bacino, tutti i muscoli del tuo petto nell’ultimo sforzo si tendono e la rabbia cieca dell’odio esce dalla tua bocca. Sei bello, specchiato nel mio Sangue, scomposto dal liquido che ancora scorre.
Le braccia aperte in gesto di Vittoria, i pugni stretti di rancore e l’ultimo affondo al mio ventre capiente, reso fertile per te.
Schiacciata, umiliata, insultata e lacerata ora posso pretendere il mio compenso, Signore dell’Oscurità e la fiera si inchina alla sua Regina che infine doma con la spada dell’Amore.
Piangi.
Mi Ami. Mi Odi. Ti odi. Finalmente ti Ami.
Ti sei spogliato dell’anima, me l’hai donata ed ora il figlio del peccato sarà lo scettro di potere su di un mondo che dorme.
Verga di ferro.
Rovinali! Spazzali via con la tua e la mia ira! Distruggili! Sii ciò che sei, possessore del Chaos!
Vieni presto, Malkuth.
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14 years ago
admin, 75
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Amante perfetto
alve non avrei mai creduto di poter un giorno essere un amante perfetto della moglie del mio miglior amico.
Tutto e iniziato per gioco,il mio amico gianni un giorno andammo in bici per le campagne vicino casa mia,durante il tragitto mi accorsi che dovevo fare pipi',allora trovai un punto nascosto e feci il mio bisogno,ma mentre mi ricomponevo vidi gianni tutto meravigliato ma non chisi nulla,tornammo a casa stanchi ma ben ossigenati.
dopo molto tempo lui mi fece una confidenza,dicendomi se per una donna era importante avere un gran pene,io lo tranquilizzavo senza dar peso molto,alla cosa.
Molto tempo dopo elena la moglie di gianni mi chiese se potevo configurare la nuova tv al plasma e io da buon amico accettai subito,dopo aver configurato vidi elena un po' spenta allora gli chiesi il motivo e mi disse in confidenza che gianni lo trascurava,le diceva che voleva coinvolgere a un triangolo,io rimasi sbalordito da cio' che gianni le disse e cercai di rassicurarla,premetto che elena e' una bella donna e mi tira molto,al punto che involontariamente mi si gonfio' i pantaloncini con una scusa andai via.
Tempo dopo elena mi venne disperata dicendomi che gianni la voleva coinvolgere in un triangolo,mi fece una proposta se avrei fatto sesso con lei prima di provare un triangolo,onestamente la cosa mi garbo molto e per amicizia a gianni cercai di farle cambiare idea ma lei un giorno con una scusa mi fece salire in macchina dicendomi se controllavo uno strano rumore in moto,ma mentre lei guido' si alzo la gonna e vedendo un frutto del genere non capii piu' niente e facemmo un rapporto carnale completo,e da allora lei mi desidera settimanalmente,nonostante faccia incontri con gianni
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14 years ago
admin, 75
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La vera prima volta
Tutto iniziò e tutto finì in quella tarda e calda primavera del 1978. Il calore pesante del piombo, di chi si era tatuato nel cervello che “lo stato si abbatte e non si cambia” si era sostituito al dolce tepore del sole.
Stravaccati come lucertole al sole sul “muretto”, luogo d’aggregazione nelle periferie urbane negli anni ’70, i discorsi del gruppo avevano preso un’altra piega. La musica e le battute finali sul campionato di calcio avevano preso il sopravvento sulle discussioni politiche.
Io ero timido, non bello. Tu non bellissima, ma sicuramente molto piacente, con il tuo naso un po’ aquilino, quel poco che non guasta, con quei begli occhi scuri. E poi…. eri più grande di me, eri indipendente, emancipata, vivevi da sola, ed all’epoca queste erano qualità che davano un valore aggiunto alla persona e la facevano vedere sotto un’altra luce.
Non so cosa trovasti in me. Mi chiedesti di accompagnarti a prendere un pacco alla posta ed io acconsentii con piacere.
Fu durante il tragitto che mi chiedesti “senti perché non vai a prendere qualche disco e vieni a cena da me?”. Non ero così scaltro e furbo da capire che avevi già pianificato, ma i miei ormoni erano sobillati dal tuo charme, “Va bene, il tempo di farmi una doccia e vengo. Posso portare qualcosa?” “Ho già tutto, la tua presenza e della buona musica è sufficiente”.
Scelsi con cura la musica da portare. Arrivai che eri alle prese con gli ultimi manicaretti con i quali avremmo deliziato i nostri palati.
Poi, prima di accomodarci al desco, ti andasti a fare una veloce doccia. Tornasti fasciata da una leggera tunica di cotone leggermente trasparente che lasciava intravedere la tua nudità e spronava la mia fantasia.
I tuoi piccoli seni, le tue sinuose forme che terminavano in un bellissimo mandolino, quel piccolo e curato triangolo di foresta amazzonica sul tuo inguine, alimentavano il mio desiderio di te.
Poi come un pescatore di tonni, cominciasti a tirare le maglie della rete per chiudermi nella camera della morte.
E mai morte fu più bella e dolce di quella che tu mi propinasti.
Tra un boccone ed un altro cominciasti a sedurmi con le tue domande sulla musica sottolineate dai tuoi maliziosi sguardi, mentre con la mano di tanto in tanto ti carezzavi il seno.
Finché lasciammo le posate e le bocche smisero di parlare.
A quel punto furono i nostri occhi che cominciarono a parlare. E quando gli occhi parlano dicono molto di più delle parole.
Trasportati dalla carrozza dei sensi le nostre dita cominciarono ad esplorarci e le labbra a toccarsi.
Erano sguardi, erano aromi rilasciati dai nostri corpi, erano delicate carezze di dita che esploravano e si intrufolavano, che come un filo di Arianna ci conducevano nel “Giardino dell’Amore”.
Ci ritrovammo, quasi senza accorgerci, con i nostri corpi nudi, carne contro carne.
Mi prendesti per mano e mi portasti nella tua camera da letto. Lì abbandonai il mio corpo e con l’aiuto delle tue arti magiche percorsi “Le strade senza nome che portano all’amore” come recitava una vecchia canzone.
Furono tanti i “Si” e gli “Ancora” che sovrastarono quel lungo “blues” che usciva dallo stereo, quando con la mia lingua consumavo i tuoi seni, le tue natiche, il tuo clitoride.
Per ben due volte varcasti le porte del paradiso, finché la terza volta vi entrammo trionfanti insieme. E mi sentii finalmente uomo.
Non durò molto la nostra relazione. Non ho mai capito perché dopo tre settimane sparisti.
Il bisogno di te, del tuo corpo, della tua mente, erano diventati quasi un’ossessione. Forse fu questa, la causa della tua sparizione? Soffrii molto per la tua scomparsa, ma ti sono sempre stato grato per quanto mi hai dato ed insegnato.
Da quel nostro primo incontro capii che per un uomo l’importante non è il numero dei rapporti, ma la qualità. Una qualità che non si può misurare, perché le sensazioni e le emozioni non hanno misura, ma la loro grandezza risiede nel momento in cui le vivi.
P.S. Per chi non la conoscesse, invito a sentire “Nel giardino dell’amore“ cantata da Patty Pravo.
Credo che non ci sia canzone più sensuale, anche perché i doppi sensi sono estremamente palesi.
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
L\'animale...
Dicembre, mancano pochi giorni al Natale, le strade sono completamente illuminate dagli addobbi natalizi, ovunque persone alla ricerca del regalo da fare ai propri cari, alle proprie mogli, figli, fidanzate. Le strade completamente bloccate da lunghe code di auto, alla ricerca di un parcheggio, nei pressi dei negozi, lungo i marciapiedi è possibile vedere, famigliole che osservano le vetrine e i bambini vedendo i loro giocattoli preferiti con gli occhi fuori dalle orbite.
Sono solo le sei di pomeriggio, ma fuori è già buio, troppo caos, troppe auto, troppa confusione, prendo una strada secondaria, per arrivare a casa prima possibile. Nove ore di lavoro, il traffico della mattina, poi il traffico della sera, sono esausto, voglio andarmene a casa.
La strada è bloccata per i lavori, faccio una deviazione. È buio, non ci sono lampioni, non passano auto in quella stadina stretta e mal ridotta. Non conosco questa strada, comincio a sentire il nervoso che sale, non so dove mi porterà ma proseguo nella speranza di arrivare presto a casa. Comincia a piovere, la guida diventa faticosa per la scarsa visibilità e sono sempre più nervoso.
Vedo qualcosa in lontananza,delle luci, forse ancora lavori, continuo avanti, è un auto ferma con le quattro frecce accese, forse un automobilista in difficoltà, non importa è tardi, sono stanco e nervoso. Rallento cercando di vedere dentro l’auto, mi sembra vuota, meglio così. Oltrepasso l’auto, all’improvviso una voce femminile che grida aiuto. Non mi fermo proseguo, la coscienza mi parla e mi fa fermare. Torno indietro, la signora apre la portiera della mia auto, mi chiede aiuto, la sua auto è rotta, non parte più e il suo cellulare è scarico.
La invito a salire, fuori diluviava e in pochi minuti è completamente bagnata. Mi chiede se poteva approfittare della mia gentilezza e fare una chiamata con il mio telefono, acconsento e la faccio chiamare. La osservo mentre cerca di chiamare il marito, una bella donna sulla quarantina, i suoi capelli sono completamente bagnati ed è possibile vedere la loro straordinaria lunghezza, la gonna fin sopra il ginocchio, nera un po’ aderente, un cappotto a trequarti sopra, stivali non molto alti. Vista la bella presenza fisica della signora, poteva anche indossare indumenti più giovanili e sexy.
Il marito non risponde al cellulare,con lo sguardo dolce e la voce tremolante mi chiede cosa poteva fare. Io sapevo cosa potevo fare con lei e sarebbe stato anche molo piacevole. Rispondo che potevo portarla a casa io, anche se l’idea non mi piaceva per niente, speravo solo che avrebbe ricambiato il favore a modo mio. Prende le sue cose, chiude la sua auto e ritorna. Mi dice dove andare, certo non abitava vicinissimo, il problema era solo trovare la strada giusta, visto che entrambi eravamo passati li a causa dei lavori sull’altra strada.
Dieci minuti di macchina, per arrivare in una strada senza uscita, isolata con la quasi impossibilità di fare manovra per tornare indietro. Il nervoso cresce ancora di più, chi me lo ha fatto fare, potevo continuare per la mia strada, a quest’ora ero a casa. Resto fermo cerco di capire come tornare indietro, lei comincia ad innervosirsi, forse ha paura, mi chiede perché non tornavo indietro, perché ero fermo. Ci manca solo lei per farmi innervosire ancora di più, non sta più zitta, ora gli tappo la bocca io.
Mi volto di scatto verso di lei, gli salgo sopra, le blocco le mano. Stress, nervoso e rabbia, fanno di me un animale voglioso, non capisco più nulla, desideravo solo scaricare la tensione. Lei grida, mi chiede cosa stavo facendo, aveva paura, aveva capito che volevo scoparla. Con una mano reggo le sue, con l’altra abbasso la zip dei miei pantaloni e tiro fuori il cazzo duro e dritto. Si dimena cerca di liberarsi e grida, nessuno poteva sentire le sue urla in quel posto. Infilo la mano sotto la gonna, sposto le mutandine in modo da liberare la figa, infilo un dito, lei cerca di fermarmi. Allargo bene la figa, cerco di portare il cazzo dentro, oppone resistenza, fatico ad avvicinarmi, a metterlo dentro. Entrato dentro, è calda, lei continua a dimenarsi, a gridare mentre comincio a scoparla.
Passano tre, quattro, cinque minuti, volevo godermela tutta quella scopata, lei continua sempre a cercare di liberarsi, cerco di baciarla, mi sputa sul viso, comincio a scoparla forte, con violenza.
La scopavo da quasi dieci minuti, non volevo venire, volevo scoparla ancora, volevo godere tanto ma non subito. Non grida più, non si dimena più, sento le cosce aprirsi pian piano, il cazzo adesso entrava una meraviglia dentro quella figa che cominciava a bagnarsi. Sento che comincia a muovere il corpo, facilità sempre di più le cose, mi permette di farlo entrare tutto dentro fino in fondo.
Lentamente le libero le mano, di scatto le mette sulle mie natiche e mi spinge forte contro di se. Spaccamela, adesso hai iniziato e devi farmi venire. Cominciava a piacergli, voleva godere anche lei, aveva voglia di cazzo. La scopo con sempre più forza, violenza e lei gode nel vedere la bestia che è in me scoparla in quel modo. Spingo sempre più dentro, sempre più forte, le grida di aiuto si trasformano in grida di piacere. Si lascia andare del tutto, la dolce signora che avevo visto, fino a qualche minuto prima, non c’era più, era come posseduta, si muoveva sempre più forte, mi spingeva a se sempre più forte, gridava di piacere. Insultami, dimmi che sono una gran troia e ti faccio godere, dimmelo, dimmelo. La insulto in tutti i modi, gridando. Un ultimo grido di piacere, raggiunge l’orgasmo, un orgasmo lungo e intenso. Era il mio turno, mi aveva stremato, il cazzo comincia a pulsare, stavo venendo. Vienimi dentro, non i fermare, fammi godere fino alla fine, fammelo sentire ancora tutto, fammi sentire che ti ho fatto godere. Siiiiiiiii. Esplodo dentro di lei, non smette più di uscire, un fiume di sborra calda, gli riempie la figa.
Che scopata magnifica, ero partito per abusare io di lei e si sono invertiti i ruoli. Resto ancora sopra di lei, non lo tiro fuori. Ora lo tolgo, mi sposto e mi metto seduto al mio posto. Lei ancora con le cosce aperte, si massaggia la figa, era molto compiaciuta, comincia ad uscirle fuori dalla figa la sborra, colando verso il culo. Prende un fazzolettino dalla borsetta, si pulisce, lentamente, non parla, non dice nulla, anche io resto in silenzio e la osservo.
Grazie…se non mi avessi preso con la forza, non avrei mai scopato con te…sono sposata da 20 anni e non ho mai tradito mio marito…adesso mi accorgo che in tutti questi anni di fedeltà, mi sono persa i piaceri della vita…Il marito non la soddisfava più sessualmente, lei per lealtà non ha mai cercato altrove, ma adesso gli avevo fatto conoscere il sesso vero, profondo.
La porto a casa. Tutto il viaggio in silenzio senza dire una parola, pochi metri prima di casa, mi lascia il suo numero, pregandomi di chiamarla e di farla vivere ancora la stessa emozione. Arrivati, scende, la guardo mentre si allontana, entra nel portone, non cè più è andata via. Quella sera, avevo trasformato una brava moglie fedele, nella più grande puttana del quartiere.
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3
14 years ago
fabrizio77, 33
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La scommessa
Quando dici i casi della vita.
Mi trovavo a milano per una conferenza di lavoro e con grandissima sorpresa la relatrice era una vecchia conoscenza di studi.
Alla fine della conferenza la avvicinai, era sempre bellissima nonostante i suoi 40 anni, mi confidò che era separata e che viveva da sola.
La cosa stuzzicò le mie fantasie e le chiesi se quella sera sarebbe stata disponibile a stare insieme per una cenetta, lei annuì e dandomi appuntamento a casa sua ritornai in albergo.
All'ora pattuita suonai alla sua porta, era uno splendore, era vestita come una ragazzina di 20 anni, minigonna in jeans e camicia.
Lei mi propose un posticino tranquillo che spesso frequentava.
Durante la cena parlammo un po del passato, e della sua separazione (l'aveva beccato con la segretaria un classico).
Finita la cena gli proposi di fare un giretto, lungo il percorso passammo davanti un notissimo privè, dissi ttra me o la va o la spacca, le proposi di prendere qualcosa da bere in quel locale.
Con grande sorpresa mi disse se va bene a te non ci sono problemi.
Ci presentammo all'ingresso e dopo la registrazione entrammo.
Alla nostra vista si presentò uno spettacolo unico, almeno 5 coppie stavano dando dentro alla grandissima.
Gemma questo è il nome della mia amica, con molta disnvoltura si tolse i vestiti rimase con un micro string da paura, si avvicinò ad un ragazzo e iniziò a spompinarlo. io per non essere da meno mi spogliai e inizia a scoparla.
Dopo un paio di orgasmi mi chiese di andare in qualche saletta riservata, naturalmente gli dissi di si, nello girovagare, notammo in una stanza un ragazzo di colore con alle prese tre ragazze, e decidemmo di unirci a loro.
Aveva uno strumento di circa 25 cm, ed una delle ragazze non voleva prenderlo nel culo, dicendo che lo aveva preso solo una volta e che il dolore era stato atroce e figuriamoci con un attrezzo del genere.
Dopo un altro paio di orgasmi, decidemmo di prenderci una piccola pausa per ricaricare le batterie.
Il fatto che quella ragazza lo aveva preso solo una volta nel culo, stuzzicò la mia fantasia, premetto che mi è sempre piaciuto lo scambio di ruoli con le donne, gli dissi che se voleva potevo incularla io e che non le avrei fatto male, lei di contro mi disse "quando lo prenderai nel culo tu lo farò con te" a questa sfida non potevo rinunciare, chiesi a gemma di lubrificarmi il buco del culo, lei si mise a leccarlo insalivandolo per bene, poi fu il turno delle altre ragazze.
Dopo 5 minuti di lubrificazione, gli dissi che ero pronto, il nostro amico di colore appoggio la cappella al mio ano e con un colpo secco entrò.
In quel momento volevo urlare per il dolore, mi sentii aperto in due come un melone, ma resistetti.
Intanto le 4 ragazze iniziavano a leccarsela a vicenda, quella visione mi fece passare il dolore, finchè non sentii un lago di sperma che mi invase le viscere.
Ora era arrivato il mio turno, senza pensarci due volte, presi la ragazza, la feci mettere a 4 zampe, le lubrificai un po il buco del culo, appoggiai il cazzo e con un colpo da maestro entrai nel culo.
Urlò per il dolore e mi pregò più volte di smetterala, più mi supplicava e più spingevo, anche perchè per colpa sua avevo preso nel culo quel cazzo asinino, e sinceramente il buco del culo mi bruciava un po.
Dopo circa 5 minuti gli inondai il culo di sborra, tra gli applausi dei presenti.
Ci mettemmo affianco a 4 zampe, e le altre ragazze ci leccarono la sborra che avevamo nel culo.
Fu una serata meravigliosa.
Erano circa le 3, quando con Gemma decidemmo di andare via.
Lei mi invitò a casa sua, dove scopammo ancora, smettemmo solo quando vedemmo i primi bagliori attraverso le tapparelle.
Prima di addormentarci le mi disse, che se volevo, lei mi avrebbe procurato qualche bel maschione per incularmi.
Io annuii e dopo pochi secondi ci addormentammo.
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14 years ago
maturobisex342260,
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Bianca
"Appartenere a qualcuno. Appartenere ad un padrone.
Provare piacere nell'essere parte. Nell'essere
importante... Nel valere... e tanto... per il tuo
padrone... Se è questo quello che senti, dentro di
te, rispondi si... socchiudi gli occhi.... e…"
Lunedì, primo del mese. Un bar qualsiasi in un viale
di Milano. Un aperitivo noioso con un uomo ancora
più noioso. Il cellulare squilla, gli occhi le si
allargano davanti ad una via di fuga. "Come? Stasera?
Dopo cena? Certo… allora facciamo per le 9,30… si'
sotto casa mia... perfetto... A dopo" Sorride...
abbassa lo sguardo. "Perdonami, mi ero dimenticata
quest'appuntamento... un vecchio amico, non lo vedo da
molto… devo scappare, sono in ritardo" … "Come dici?
Certo, chiamami pure, mi farà piacere risentirti"
Risentirti e non rivederti. Non usa mai parole a caso,
ogni parola nasconde una scelta, ogni scelta una
volontà. Sorride, si allontana… Padrona di sé, sicura
nelle sue insicurezze… In fondo è in ritardo davvero,
non ha il tempo di cambiarsi… uscirà con lo
sconosciuto così com'è... capelli un po' arruffati,
pantaloni bianchi, camicia nera… divisa da ufficio…
Le braccia dolgono per il peso del corpo… i polsi
bruciano sotto la corda che costringe… le scapole
sporgono sempre più a prender forma d'ali… la punta
dei piedi, unico sollievo, tocca appena il terreno…
Piega la testa all'indietro a cercare sollievo e
sente il collare pungerle la base del collo… si bagna
le labbra con la lingua. Umida. Paura e desiderio si
mescolano,prosciugano l'anima che si fa carne viva…
Respira piano a bocca aperta… da dietro la benda tende
le orecchie ed espande la pelle a sentire… Ogni
rumore, ogni odore… tutto si fa messaggero di ciò che
sta per venire…
Non sapeva perché aveva accettato quell'invito…
avevano parlato poco. Il telefono era subentrato
veloce allo schermo. E ora un viso, alla voce. Non è
nervosa… troppi pensieri forse… Il compleanno che si
avvicina, gli enigmi familiari da risolvere, la cena
da preparare, e quel cuore sotto ghiaccio che batte
sempre più piano in lei... Si pettina velocemente
davanti allo specchio… Non è bella, non è brutta…
gioca a nascondino con se stessa…
"Sei una donna imprigionata in un corpo da
adolescente… acerbo, morbido… linee curve in cui
perdersi…". Voleva essere un complimento dell'ultimo
uomo che si era perso in lei mentre lei perdeva i
suoi
pensieri i lui… "un corpo da adolescente"… e intanto
le succhiava i seni, stringeva i capezzoli tra i
denti, spingeva in lei con forza e la trascinava in
quel ballo dove lei trovava il silenzio…
Lo sconosciuto stava per arrivare… non ne ricordava
neppure il nome… squilla il cellulare… ricordava
vagamente una pagina: particolare, forte, erotica e
sottile… sarebbe stato, comunque, meno noioso
dell'uomo-aperitivo…
La frusta nell'anima è lampo di luce… aspettata,
arriva inattesa… precede rumore di tuono, ustiona il
lampo, la pelle… uno, grazie... due, grazie...
dieci, quindici, venti, cinquanta… grazie, grazie, grazie.
Ancora grazie… assetata di luce teme e attende il
colpo, e quello dopo, e quello dopo ancora… lui le
gira intorno... lo sente, lo segue con il corpo
appeso... allunga le orecchie… mugola piano ora,
come un animale… un basta che vuol dire ancora, ancora,
ancora... non è la sua voce, le nasce da dentro…
sono i suoi demoni a parlare per lei… ancora… ed è un
latrato lungo di cane, prolungato, biascicante…
ancora… sente il sesso di lui che le preme contro,
tra la schiena e il sedere... le fronde della frusta le
solleticano il seno… non è il primo che vuole… non
la protuberanza del suo desiderio, ma le lame del suo
potere... ancora un colpo improvviso... una cima
ribelle la bacia sulle labbra...
Scende le scale veloce… ma sì, beviamo qualcosa e
torno a casa… domani lavoro, poi devo iniziare a
preparare la cena per il mio compleanno…non ho
voglia di festeggiare… ventinove anni che pesano come
cinquanta… non voglio compiere un altro anno, vorrei
anzi tornare indietro di qualcuno… rewind, un tasto
e zac!, si ricomincia…ma con più calma questa volta…
E intanto arriva al portone, esce e lo cerca…
eccolo, sorride… non è male e comunque sembra simpatico… gli
va incontro, sorride ancora… “andiamo?” Sale sulla
macchina… "Piacere Roberto…" e le chiacchiere
scivolano via… acqua fresca sulla mente…
Il corpo continua ad allungarsi sotto al suo stesso
peso… la pelle brucia, può sentire ogni singolo
colpo disegnato sul suo corpo. Sa già che domani con dita
leggere accarezzerà i segni… li odierà e insieme
proverà la tentazione inutile di lambirli con la
lingua per succhiare le ultime stille d'infuocato
piacere… lacrime bruciano gli angoli degli occhi… il
piacere scioglie le sue gambe e cola… denso... lo
può sentire, percepisce il suo stesso odore... forte,
acre salato… di pioggia e mare… anche lui lo sente,
infatti la fruga con le mani, si invischia a lei… legge il
suo desiderio e le passa le dite sulle labbra… lei beve
di sé, mentre la frusta arriva lì, tra le gambe che
racchiudono la sorgente del suo fiume...
Settantadue, grazie…
La serata scivola via veloce… la riporta sotto casa…
"grazie, è stato un piacere incontrarti… l'ultima
sigaretta e vado…" accende la Marlboro. Aspira
piano.
Pensa già al letto, al riposo nero che l'attende,
all'indomani in ufficio… Le mani di lui arrivano
inattese… tra i capelli, sulle spalle… Le labbra
all'improvviso sono vicine all'orecchio… "Cosa
desideri nelle tue notti… cosa vedi quando sei
sola"…silenzio… le mani scendono aprono frugano
dentro… "sarai la mia schiava?" …le dita si fanno
forti, dure, penetrano nella pelle… "sarai la mia
schiava?” …ancora silenzio, nero… solo respiri.
Profondi, ritmati, assoluti. " Non è difficile…basta
chiudere gli occhi e dire si'"…
I polsi liberi all'improvviso… barcolla... cade...
no.
Lui la raccogli,e in volo... e nel buio le pare di
volare senza peso dalle sue braccia al letto… le sue
mani la accarezzano ora… sembrano ali che corrono
lungo sentieri tracciati sulla pelle… dita,
labbra...
parole dolci senza senso le accarezzano i lobi delle
orecchie per impigliarsi poi tra i capelli… l'anima
si distende sotto di lui… si fa liscia e morbida… molle
quasi, come medusa sul fondo del mare… silenzio...
la spinge verso il bordo del letto, le gambe scendono
fino a toccare terra… così la apre, la divarica…
fruga dentro di lei… sente gli occhi di lui che scrutano
le sue viscere… un nuovo lampo nel buio… è dentro di
lei, un solo colpo che scava, contorce, esplora…
Scende in fretta dalla macchina… cancella i
pensieri… letto, lenzuola pulite… nero, notte, e poi mattina ,
luce, di corsa in agenzia… parole da scrivere,
pensieri da sfuggire…caffè misti a sigaretta e
ancora pensieri da sfuggire… telefonate, chiacchiere,
silenzi, e sempre pensieri da sfuggire… intanto 28
piccole lettere, 7 brevi parole scavavano dentro di
lei… "non è difficile… basta chiudere gli occhi e
dire sì…" nel silenzio le sente rosicchiare…aprire porte
socchiuse, soffiare su desideri nascosti…
E' in quel nero che i suoi desideri prendono corpo…
i suoi fantasmi diventano reali… labbra di donna su di
lei… labbra di donna sotto di lei… mani ruvide sulla
schiena… occhi sconosciuti che violano silenziosi…
bisbigli, presenze che sfiorano, guardano, giocano…
e al di sopra, su tutti lo sguardo attento e fiero del
suo Padrone… la sua presenza silenziosa… che la
terrorizza e rassicura… ogni limite diventa porta da
aprire e superare… Lui non è violento, non costringe
con le mani, con il corpo… la sua è una forza
sottile… lui chiede. Una volta. Asciutto e preciso. Chiede,
attende, guarda… se lo deluderà, non dirà nulla.
Abbasserà un poco lo sguardo, in silenzio… non
tornerà sull'argomento… lascerà che il desiderio cresca,
lascerà che sia lei a chiedere, in un sussurro,
domandare… e anche lì non risponderà, alzerà lo
sguardo, solo un poco e si allontanerà… e lei si
farà cagna, animale, pezza… mugulerà ai suoi piedi, si
ribellerà per poi tornare, strisciare, lambire,
leccare…
Domani è il suo compleanno… deve preparare la cena…
qualche amico a cena… per festeggiare e dimenticare…
il suo compleanno… mentre prepara la borsa la sua
mente corre alla spesa, alle pulizie in casa, agli
ultimi inviti… abbassa le tapparelle, spegne il pc,
la stampante…
Il cellulare vibra sul legno freddo della scrivania…
un messaggio… "sei libera stasera?" …silenzio, buio…
chiude gli occhi, risponde…
Sì.
…e' ancora dentro di lei… ma lentamente i colpi si
sciolgono, le mani si fanno farfalle, le labbra
ritornano alle orecchie… il dolore si ricompone
dolore e lascia il posto al piacere… che sale, si scioglie…
gocciola tra le gambe, scivola sulle ferite, spezza
i respiri e libera l'anima… nero, bianco, colori… un
ultimo tremito, la pace, il peso di lui su di lei…
Il tempo che corre… l'orologio che fugge… voler
prolungare il gioco, fino all'estremo, fino allo
stremo… e insieme ne desidera la fine… Poter
riprendere il controllo della propria vita, di sé…
infilarsi velocemente una maglia accollata e
chiudersi la porta alle spalle… correre giù per le scale
mentrele ferite strusciano sulla maglia… echi languidi di
un piacere che vuole dimenticare ma in cui ancora una
volta si perde.
Nessuna cena, nessun compleanno…Per brindare un
bicchiere di Champagne mescolato ad umore d'uomo.
Per suggellare una benda. Nera, stretta, sul viso. Si'…
si', ancora sì… ad occhi chiusi, sbarrati, aperti,
sprangati… Sì.
E intanto lei, madre di se stessa, dalla schiuma del
suo mare la da alla luce… Bianca.
Bianca nata il suo stesso giorno, di ventinove anni
dopo. Bianca, che la legherà e la renderà libera…
camminerà con lei, le scioglierà le lacrime, renderà
più forte il suo passo, con piccoli aghi di dolore
le ricorderà la sua esistenza, apparirà all'improvviso
nel giorno per colorarle il viso e accendere i suoi
desideri…
Le insegnerà l 'attesa.
Perché lui è un onda… lambisce e si allontana per
poi tornare… più forte, più lieve… soffice o affilato… e
lei vivrà di attesa in attesa, il resto, ciò che
accadrà nel corso dell 'onda sarà il suo regno, sarà
territorio di Bianca
"Appartenere a qualcuno. Appartenere ad un padrone.
Provare piacere nell'essere parte. Nell'essere
importante... Nel valere... e tanto... per il tuo
padrone... Se è questo quello che senti, dentro di
te, rispondi si... socchiudi gli occhi.... e…"
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14 years ago
montecristo70, 39
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La prima volta non si scorda mai
E’ proprio vero la prima volta non si scorda mai, almeno per me è così, pur essendo passati 19 anni, la ricordo bene come fosse accaduto ieri.
Avevo 14 anni, frequentavo il primo anno di ragioneria, era una classe sperimentale, dove sia le materie che gli orari erano molto diversi dagli altri corsi. La scuola era una vecchia struttura disposta su 5 livelli, un ampio parco esterno, con un campo di calcetto, circondata da alberi ad alto fusto e in fondo al vialetto che portava al campo di calcetto, vi era un sentiero che conduceva in piccolo boschetto, sempre proprietà della scuola.
Oltre alle classi sperimentali di cui facevo parte anche io, c’erano altre 5 classi di ragioneria, classi normali e il resto della scuola era prevalentemente assistenti all’infanzia (all’epoca si chiamava così, adesso mi sembra che il nome sia cambiato in pedagogico), per farla breve era un istituto che contava circa 700 studenti, di cui soltanto 100 di sesso maschile, nella mia classe che contava 31 studenti, i maschi eravamo solo 6, come si dice “beati tra le donne”.
Passarono i mesi, arrivati a circa metà anno scolastico, si cominciavano a formare le prime coppie di fidanzati, i primi tradimenti, le prime delusioni, le prime discussioni tra amici per una ragazza.
Proprio in quel periodo, anche io come gli altri, avevo avuto qualche storiella, iniziata e finita nel giro di pochissimo tempo, dove l’unica cosa che potesse avvicinarsi ad un rapporto era qualche palpata, baci con la lingua e qualcuna si spingeva un pochino oltre, una sega, ma niente più di questo.
Sempre in quel periodo, fu indetta l’auto gestione della scuola, i partecipanti alla manifestazione non furono tantissimi, mentre nei due giorni seguenti, di autogestione, eravamo pochissimi. Il primo giorno non fu niente di particolare, i leader, i ragazzi del quinto, fecero una lunga riunione tenuta nella palestra e poi fuori al parco, il resto della giornata la passammo ognuno per i propri fatti, in giro per la scuola, scambiando opinioni e commenti, scherzando e giocando a calcetto. Arrivò la sera, parte degli studenti andarono via, a casa, noi altri restammo nella scuola, il numero degli studenti presenti era sceso notevolmente, comunque contavamo sempre circa 150 persone.
Ognuno di noi consapevole di fermarsi anche la notte, portò qualcosa da mangiare, altri uscirono fuori per comprare delle cose fuori, con i miei amici giravamo per la scuola avevamo guardato in ogni angolo, solo per curiosità. Eravamo al quinto piano, ci stavamo dirigendo verso le scale di emergenza per scendere, quando i miei occhi s’incrociano con gli occhi di una ragazza, non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei. Una bella ragazza, alta, mora, capelli lunghi mossi, un filo di rossetto sulle labbra, anche lei mi guardava, abbassando lo sguardo di tanto in tanto. Le passai vicino senza dire una parola, guardandola soltanto dritta negli occhi, la oltrepassai ma non mi girai a guardarla e continuai per la mia strada verso i piani inferiori.
Eravamo scesi un paio di piani sotto, ma il pensiero era ancora rivolto a lei, avevo il suo viso, il suo sguardo stampato nella testa. Chiesi a uno dei miei amici di venire con me, dovevo tornare su e parlarle. Mentre salivamo la scala spiegai al mio amico il motivo, perché volevo salire di nuovo al quinti piano, lui rise e disse di non averla notata era pieno di ragazze li, praticamente tutte le occupanti femminili erano al quinto piano. Guardai dentro ogni singola classe, nei bagni, niente non c’era, forse era scesa, così passai per le altre scale, cercando nei vari piani, ma non riuscivo a trovarla, rassegnato tornai nella nostra classe, dove avevamo le nostre cose.
Eravamo tutti noi amici in classe seduti, chi a bere, chi a fumare, chi a parlare, pensavo ancora a lei.
Passò un oretta, fuori era ormai buoi da un po’, con un mio amico volevamo uscire un pochino fuori per prendere una boccata d’aria. Fuori faceva freschetto, ma all’interno l’aria era diventata pesante, tutte le finestre chiuse, si fumava come ciminiere, un po’ di aria fresca era quello che ci voleva. Eravamo seduti sui gradini d’ingresso, quando si avvicinò una ragazza per chiedere se avevamo da accendere, si accende la sigaretta e si presenta, ci presentiamo anche noi, poi si rivolge a me chiedendomi dove avevo lasciato la fidanzata e risposi che l’avevo proprio lasciata del tutto, un leggero sorriso e andò via. Ci guardammo con il mio amico e scoppiando in una risata, non capivamo da dove fosse uscita quella tipa.
Qualche minuto dopo eccola riapparire, ma stavolta non era sola, insieme a lei c’era la ragazza che cercavo disperatamente. Ci presentiamo, parliamo un po’ tutti e quattro insieme, poi quella ragazza Erica si chiamava, mi chiese se volevo fare 4 passi con lei di fuori, ovviamente accettai. Si camminava e si parlava, di noi di cosa facevamo, lei era più grande di me un anno in più, aveva una voce molto delicata, era piacevole ascoltarla. Mentre si parlava e si camminava senza rendercene conto, almeno io, eravamo arrivati al sentiero che scendeva nel boschetto.
Si ferma, mi guarda e mi chiede se ero mai stato giù, risposi di si, ero stato nel boschetto più di una volta, mi chiese se la portavo giù, era curiosa di vederlo lei non era mai stata giù in due anni, così ci incamminammo. Il sentiero non era molto lungo, 20 forse 30 metri non di più, anche il boschetto era molto piccolo, noi lo chiamavamo boschetto, ma in realtà era un giardino alberato, non curato, quindi i numerosi alberi, con le folte chiome non facevano passare la luce del sole, rendendo il terreno privo di erba, solo foglie degli alberi caduti. Si gira intorno, lo osserva per quel poco che era possibile vedere, dato che era notte e lì era buio pesto, anche se gli occhi ormai si erano abituati, non si vedeva quasi niente.
Ci ritroviamo soli, l’uno di fronte l’altro, nel silenzio più assoluto, eravamo molto vicini, le nostre bocche a pochi centimetri, un ultimo sguardo, gli occhi si socchiudono, arriva il bacio.
Le nostre lingue s’intrecciano, le sua braccia sopra le mie spalle, con una mano mi tocca dietro la testa, le mie mano sui suoi fianchi. Infilo lentamente la mia mano sotto al suo cappottino, le tocco la schiena, poi alzo la maglia e la mia mano le accarezza la schiena. Nonostante, per il freddo avessi le mano gelide, lei restò impassibile continuando a baciarmi. Continuavo ad accarezzarle la schiena mentre ci baciavamo, nella testa pensavo che quella poteva essere la volta buona, essendo lei più grande, forse aveva già fatto esperienza.
La mano ormai si era scaldata con il calore del suo corpo, lentamente passo la mano avanti, lei continua a baciarmi senza muovere neanche un dito, continuo ad accarezzarle il corpo, arrivando finalmente alla pancia. Aveva una pelle morbida e vellutata, un ventre piatto, salgo, le massaggio il seno, lei resta sempre ferma. Sollevo il reggiseno e le palpo per bene il seno, sento il capezzolo duro, il seno non era grande, ma poco importava in quel momento. Senza prendere neanche un attimo di respiro continuavamo a baciarci, lei continuava con la mano ad accarezzarmi dietro la testa, intanto io facevo scendere la mano verso il basso.
Indossava dei jeans, con la cinta, provavo ad infilare la mano dentro, ma non riuscivo. Si scostò un attimo da me, senza dire una parola, slacciò la cinta e i bottoni dei jeans, poi prese a baciarmi nuovamente. Infilo la mano dentro e la massaggio sopra le mutandine, poi infilo la mano dentro le mutandine, aveva una figa molto pelosa. Continuo a massaggiarla senza penetrarla, le sfioro delicatamente il clitoride, sento il suo corpo irrigidirsi, ma le piaceva. Ero eccitatissimo, avevo il cazzo duro, ma lei non lo toccava, preferiva accarezzare i miei capelli. Continuo a massaggiarle il clitoride, le infilo qualche centimetro del mio dito dentro, lei sposta il bacino avanti come per accoglierlo meglio. In quel momento ho pensato, se mi permette di infilare il dito, perché non infilare anche il cazzo dentro. Sbottonai anche i miei jeans, lo tirai fuori, presi la sua mano e la strinsi intorno al mio cazzo. Continuava a baciarmi, mentre aveva il cazzo in mano e mi segava.
Tanta, troppa era l’eccitazione, che se avesse continuato sarei venuto subito, così la fermai. Si fece indietro guardandomi mi chiese cosa fosse successo, il perché l’avevo fermata. Non dissi nulla, le abbassai i pantaloni e le mutandine, avvicinai il cazzo alla sua figa, e lo strofinavo. Inizialmente non disse nulla, appena lo infilai appena, leggermente dentro, mi fermò, dicendo che non sapeva se era il caso, se era quello il posto giusto, che la sua prima volta la immaginava diversa e soprattutto non avevamo protezioni.
Le dissi che per il posto non potevo farci nulla, se le nostre voglie erano nate lì in quel momento, non sapevo come la immaginasse lei la sua prima volta, ma ero certo che non contava dove e quando ma con chi, per la protezione non doveva preoccuparsi, avevo il profilattico.
Vi chiederete come mai in quel momento avessi un profilattico pronto, ve lo spiego subito. Sapevamo che si sarebbe fatta l’occupazione della scuola, parlando con i ragazzi del quarto e del quinto, che oltre a dirci dell’occupazione ci dissero anche che i giorni dell’occupazione negli anni passati, a loro portarono bene, passando giorno e notte maschi e femmine insieme, qualcosa di bello accadeva sempre a qualcuno, ci dissero infine di comprare qualche profilattico, nell’eventualità che accadesse qualcosa eravamo pronti. Così comprammo tutti insieme una scatola e ognuno ne prese uno.
Presi così il profilattico e glie lo mostrai. Mi tolsi il giubbetto, lo sistemai in terra, la feci sdraiare con la schiena sopra il mio giubbetto, nonostante sentissi più freddo senza il giubbetto, il cazzo era sempre bello dritto e duro. Le sfila solo da una gamba, i jeans e le mutandine, allargò le gambe facendomi capire che era pronta per essere penetrata. Ero in piedi davanti a lei, mi voltai, per mettere il profilattico, era la prima volta e non sapevo come fare, avevo letto ma poi nella pratica era diverso, lo posizionai e nel mentre ero per srotolarlo, si rompe. Probabilmente troppa euforia, troppa forza e il profilattico non c’era più, ne avevo uno solo e quella era l’occasione tanto attesa, non esitai, mi sdraia sopra di lei e lo infilai dentro,senza profilattico.
Che meraviglia, era caldissima, bagnata, appena dentro vidi sul suo viso un espressione come di sofferenza, poi di compiacimento. Aveva le gambe tutte aperte, tirate su, le sue braccia intorno al mio collo, la bocca chiusa ma sentivo ugualmente i suoi mugoli di piacere. All’inizio spingevo piano, poi preso dal piacere, pensando egoisticamente solo a me stesso, presi a pomparla con forza, sempre più forte, sentivo una contrazione ai testicoli, stava salendo, lo sentivo, stavo per venire.
Lo tirai fuori proprio al limite, provavo un qualcosa di molto forte, molto piacevole che non mi dava la forza di uscire da lei, ma ci riuscii. Un abbondante sborrata, sentii i primi schizzi uscire con molta violenza, non sapevo dove fossero finiti, mentre il resto tutto sul pelo della figa.
Lei non disse nulla al momento, entrambi in silenzio per qualche minuto. Lei era ancora distesa, io in ginocchio in mezzo alle sua gambe, non ci credevo avevo fatto la mia prima scopata, durò pochi minuti, ma fu per me un piacere immenso. Disse lei la prima parola e fu “ Non avevi un profilattico? Dove è finito?” le spiegai che si era rotto mentre lo infilavo “almeno spero che hai un fazzoletto di carta, mi sta colando tutto”, fortunatamente ne avevo un pacchetto, ne presi uno e cercai di pulirla come meglio potevo, “grazie che mi hai pulita lì, ma dovresti pulirmi il viso, mi sta colando in bocca”. I primi che uscirono con violenza finirono dritti sul suo viso, lo aveva sugli occhi, il naso, i capelli, stava lentamente colando sulla bocca e le guance, che figura, la mia prima volta, non solo rompo il profilattico ma la sporco tutta del mio sperma.
Fu per me una scopata meravigliosa, unica, almeno fin quando le scopate non divennero più frequenti con lei, poi con altri partner e nel corso degli anni ho scoperto che quella in realtà non fu la più bella scopata della mia vita, ma fu la mia prima scopata per questo era tanto speciale, per questo tutt’ora non posso dimenticarla.
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14 years ago
fabrizio77, 33
Last visit: 13 years ago -
La sua prima volta da sottomessa 1 parte
era da tempo che ci pensavamo
ma una sera ci decidemmo
avremmo giocato tra noi a carte e chi perdeva doveva sottostare alle volonta dell'altro/a
giocammo una mano secca a chi alzava la carta piu alta e vinsi io
....................................................................................................................
ci misi diversi giorni per trovare le persone giuste ma alla fine dopo vari contatti
trovai la coppia che
almeno a parole faceva al nostro caso
l'appuntamento era per trovarci in un parcheggio dove poi li avrei accompagnati a casa nostra
prima di andarci feci stendere lei sul letto e la immobilizzai legandola in croce e bendandola
addosso solo intimo e calze
un bel bavaglio e una benda sugli occhi
loro arrivarono puntuali e dopo la presentazione di rito salirono sulla mia macchina
una bella coppia con lui alto e massiccio e lei molto ben fatta e ben vestita
appena entrati come da accordi entrammo in camera e nell assoluto silenzio ci avvicinammo a lei iniziando a toccarla dolcemente per far sentire la nostra presenza
la sentivamo tremare di eccitazione e di paura sotto i nostri polpastrelli
l'altra lei (anna nome di fantasia) ci fece segno di allontanarci dal letto ed inizio a spogliarsi lentamente facendo emergere la sua stupenda femminilita dopo di che si corico di fianco a lei e prese a sfiorarle tutto il corpo sia con le mani che con la lingua frugandola in ogni dove e facendo si che lei si agitasse e tirasse i legacci fino a sentir quasi dolore
dopo poco prese dalla borsetta un vibratore enorme e un paio di forbicine
con cui taglio il reggiseno e il perizzoma denudandola completamente
accese il vibratore facendolo passare prima sui capezzoli e poi sulle labbra di lei
e dopo poco chiudendole il naso la obbligo ad ingoiarlo mimando un pompino e forzandoglielo sempre piu in fondo alla gola
intanto con le mani le stuzzicava i seni strizzandole i capezoli
dalla nostra posizione noi potevamo vedere molto bene come la sua vagina si gonfiava e iniziava a spillare il primo umore di eccitazione
mentre la sua clitoride diventava rosso vivo e faceva capolino sporgendo dal suo cappuccio naturale
vedere la mia lei legata e immobilizzata nel letto in balia di una donna era da tempo che lo desideravo ma adesso che succedeva mi rendevo conto che la verita supera di molto la fantasia
anna la stuzzicava e la torturava senza darle vero dolore ma tenendola sempre sul filo del rasoio
sfiorandola e toccandola con dolcezza e con energia sia sui seni che anche sulla vagina scendendo ogni tanto per farle sentire anche un ditino dietro
dove entrava con decisione e estrema facilita
in tanto con il vibratore giocava a passarselo prima sulle se labbra intime per poi infilarlo ella bocca per farle sentire i suoi umori
nell'aria ormai si sentiva l'inconfondible odore di sesso e ormoni
e claudio (il lui)
inizio a spogliarsi avvicinandosi alla moglie e coricandosi di fianco alla mia
cosa avevano in mente e cosa avrebbero fatto insie ora.........................................................................................................................
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Una giornata di pesca...
Una domenica di Agosto, sveglia alle 4:30 per una fantastica giornata di pesca al fiume. Svegliato preparato e partito. Mancavano ormai pochi chilometri per arrivare al solito posto dove andavo a pesca, quando mi venne l’idea di cambiare posto, provarne uno nuovo, così svoltai qualche traversa prima della solita. Non conoscevo ne la strada, ne il posto, quindi procedevo con cautela, le strade che costeggiano i fiumi possono nascondere sempre qualche sorpresa inaspettata, comunque continuo alla ricerca di un posto adatto.
Avevo percorso un paio di chilometri, lungo quella strada piuttosto insidiosa, senza trovare un posto per fermarmi, la strada andando avanti si faceva sempre più brutta, ero quasi tentato a tornare indietro, pensavo al proverbio che dice “chi lascia la strada vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova”, nel mio caso era proprio azzeccato.
Quando in lontana mi sembrava vedere un largo, per arrivare fin lì la strada era davvero molto brutta, ad un certo punto al centro della strada c’era una buca di dimensioni enormi, mi guardai intorno e sul lato opposto al fiume c’erano i segni di passaggio di altre vetture, così decisi di passare lì anche io. Percorro qualche metro sul quel passaggio e le ruote già cominciavano a slittare, proseguo a stento, mancavano una decina di metri per tornare sulla strada quando la macchina s’ impantana nel fango. Non potevo ne andare avanti ne tornare indietro, ero bloccato lì.
C’era un campo di granturco, probabilmente durante la notte avevano irrigato il campo e il terreno imbevuto di acqua aveva formato un profondo strato di fango. Decisi di arrivare in quel posto a piedi, mancavano pochi metri e di lasciare la macchina lì, nell’attesa che qualche contadino passasse di li con un trattore o qualche pazzo che si divertiva con una jeep in quelle strade. Aspettare comunque il pomeriggio, pescando, forse il sole avrebbe asciugato un po’ il terreno dandomi la possibilità di uscire.
Raggiunto il posto resto incantato dal suo splendore, un largo molto ampio privo di alberi e cespugli al centro, dando la possibilità di effettuare bei lanci lunghi, sui entrambi i lati alberi che facevano ombra, anche il letto del fiume in quel punto era piuttosto pulito, libero da alberi caduti, rami, avevo trovato a caro prezzo un buon posto, restava solo la speranza di qualche bella cattura e la possibilità di uscire di lì.
Preparo le canne e le lancio, nel frattempo sistemo una copertina sull’erba sotto gli alberi, un sorso di caffè, mi sdraio e leggo una rivista, di tanto in tanto, recupero le canne, controllo le condizioni dell’esca e rilancio in acqua. Che pace un silenzio meraviglioso, si sentiva solo il fruscio del vento tra le foglie degli alberi, una splendida giornata di puro relax dopo una settimana molto caotica.
Erano le 8:00 circa, ancora nessun pesce aveva abboccato, quando all’improvviso il campanello di una canna comincia a suonare, ecco il primo pesce, una bella ferrata e il pesce è all’amo. Dopo pochi minuti di combattimento lo porto a riva e con il guatino lo tiro fuori, una bella carpetta di 3 kg (so il peso dei pesci che pesco perché ho sempre la bilancia con me), faccio attenzione a slamarla senza causargli danni e la metto nella nassa. La pesca era cominciata proprio bene.
La pesca continuava, erano le 17:00 aveva pescato un'altra carpa più piccola, pesci gatto 7 o forse 8, 3 carassi, avevo mangiato pranzo al sacco ovviamente, ed ero intenzionato a restare ancora un paio d’ore, poi a casa. Intanto fino a quell’ora non era passata un anima e la cosa cominciava a preoccuparmi. Le 19:00 non avevo pescato più nulla, ero deciso a chiudere e sistemare tutto quando all’improvviso di nuovo il campanello che suona. Come al solito, bella ferrata, ma questa volta la preda era ostinata molto. Dopo quasi 45 minuti di combattimento riesco a tirarla fuori, una carpa di quasi 7 kg, bellissima, ero al settimo cielo, come al solito la slamo con cura, poi visto l’orario, quasi le 20:00 decido che era ora di andar via e provare ad uscire di lì con la macchina. Prendo tutti i pesci che avevo pescato, scatto foto ad ognuno di loro, qualcuna in più al carpone e li rimetto in acqua (pesca sportiva, mi piace pescare, a fine giornata rimetto i pesci in acqua).
Tutto pronto mi dirigo verso la macchina, carico tutto dentro, adesso era solo da sperare che riuscivo ad andar via di lì. Metto in moto ingrano la marcia, ma niente da fare, di lì non sarei mai uscito, nonostante il sole forte, la terra era troppo piena d’acqua non c’era modo di uscire se non con una jeep o trattore. Il posto era molto isolato, quindi avevo escluso l’idea di fare un giro a piedi alla ricerca di una persona in grado di aiutarmi, l’unica cosa era chiamare mio cognato, farlo venire con la jeep e tirarmi fuori da lì.
Chiamato mio cognato, aspettando che arrivasse, decisi di fare una passeggiata nei dintorni senza allontanarmi troppo, lui avrebbe impiagati circa 30-40 minuti per raggiungermi, quindi avevo tempo a sufficienza per fare un giro. Presa la macchina fotografica, m’incamminai alla ricerca di qualche cosa da fotografare, un animale, in quel posto è pieno di gallinelle d’acqua, anatre, aironi, a volte si possono vedere anche dei falchi volteggiare in aria alla ricerca di una preda. Avevo percorso 400 forse 500 metri, quando sulla sponda opposta del fiume vedo qualcosa muoversi.
Cerco di avvicinarmi più possibile alla riva del fiume cercando di non fare rumore, mi faccio largo tra l’erba e i cespugli, per arrivare vicino alla riva, in modo tale da poter vedere con la macchina fotografica che cosa era quell’animale dall’ altra parte. Finalmente raggiungo la riva, mi piego restando nascosto dietro la vegetazione piuttosto fitta, prendo la macchina fotografia e con lo zoom cerco di vedere e capire cosa fosse. Guardavo intorno all’area interessata ma non vedevo niente, forse era scappato via, nel mentre che stavo per rialzarmi, poco più in là vedo muovere ancora.
Non capivo dalla sagoma cosa fosse, ma dai colori ero certo che non si trattava di un animale, con la macchinetta fotografica cerco di fare uno zoom per capire meglio. Infatti non era un animale ma un uomo in piedi che parlava con una donna seduta su di una coperta credo, le parole non potevo capirle ovviamente ma si vedeva chiaramente che parlavano. Ora ecco arrivare un terza persona, un'altra donna, capelli lunghi, bionda, indossava un costume, ero stato li per ore e non mi ero assolutamente accorto della loro presenza.
Non avendo nulla da fare, se non aspettare mio cognato che venisse in mio soccorso, restai a guardare un altro po’, certo che aveva proprio un bel corpo la donna in costume, si gira e si piega, che spettacolo indossava un perizoma quasi inesistente dietro, un filo nel vero senso della parola.
Ora si è tolta il pezzo sopra, caspita che seno, non esageratamente grande ma bello pieno e tirato su, adesso anche l’altra donna si toglie la maglietta, anche lei con il seno all’aria, non indossava il reggiseno, un seno più modesto, più piccolo ma bello a vedersi.
Certo visto l’orario, non si stavano spogliando per prendere il sole. Anche perhè nel posto in cui si trovano il sole non c’era più. Rimasi a guardare fin dove volevano arrivare con lo spogliarello e cosa volevano fare, anche se immaginavo cosa volessero fare, in quel posto a quell’ora, mezzi nudi.
La donna che era seduta si alza in piedi, va verso l’altra donna che era già in piedi e le tocca il seno, poi lo lecca, alza la testa e la bacia sulla bocca. Intanto vedo l’uomo che comincia a spogliarsi, via la maglia, via i pantaloni, resta con gli slip e si dirige verso le donne. Ora erano tutti e tre in piedi, molto vicini l’un l’altro, anche se l’immagine della macchinetta era buono, non riuscivo a capire cosa facessero, vedevo i loro corpi intrecciati tra loro, scambi di baci e di toccate, intanto approfitto per fare anche qualche scatto, visto che c’ero.
Ora l’uomo si sposta da una parte, la donna che prima era seduta, sfilava via anche i pantaloncini e le mutandine, mentre l’altra aveva ancora indosso il perizoma, si baciano ancora le due donne, ora si china in avanti, davanti all’altra, con la testa all’altezza della figa, nel frattempo l’uomo è completamente nudo con una bella mazza dritta si dirige verso le donne. Si posiziona dietro la donna che piega, una leggera flessione delle gambe e gli infila la mazza in figa. Erano in una posizione nel quale riuscivo a vedere bene l’uomo che scopava la donna, vedendo bene il cazzo che scivola dentro, ma non riuscivo a capire bene cosa faceva all’altra donna, dalla posizione in cui era con la testa e dal movimento della testa stessa, non sembrava che gli stesse leccando la figa.
Intanto l’uomo la pompava con violenza, alzando la testa verso l’alto come segno di piacere, per poi abbassarla nuovamente a sbirciare le due donne. Che spettacolo era la prima volta che mi capitava di assistere ad una scena simile e non nascondo un grande eccitamento da parte mia, intanto continuavo a fare scatti e godermi la scena.
L’uomo adesso sfila via il cazzo, si dirige verso l’altra donna, gli si posiziona dietro, le si piega in avanti e lo mette dentro all’altra, mentre le donne si baciano entrambe piegate in avanti. Nel vedere quella scena mi stava venendo una voglia di farmi una sega, ma non potevo altrimenti non riuscivo a vedere nulla, poiché lo zoom della macchinetta era al massimo dovevo tenerla per forza con entrambe le mano, per cercare di farla muovere il meno possibile. Intanto i tre continuavano a scopare, lui sempre dietro a pomparla mentre si baciavano le donne.
L’uomo si tolse da dietro la donna, invitò l’altra a mettersi alla pecorina sulla coperta, mentre l’altra donna si posizionava dietro di lei, non era una donna la biondina con il bel seno, ma un trans con una mazza di notevoli dimensioni anche, ecco perché non capivo i movimenti della testa, non stava leccando una figa ma spompinando un cazzone prima. Affonda la mazza nella figa della donna, l’uomo si posizionò dietro di lei e gli infilò il cazzo al culo, stavano facendo un trenino, avevano un ritmo perfetto i movimenti di entrambi erano perfettamente sincronizzati.
Aumentavano pian piano il loro ritmo, forti e decise affondate, poi ad un tratto si fermarono, l’uomo alzò la testa verso il cielo, con la schiena inarcata rimase fermo qualche istante, poi si alzò e si mise seduto vicino a loro. Gli era venuto dentro al trans, che lo aveva ricevuto tutto. Ora la donna prende in bocca il cazzone del trans e lo spompina, anche lei alza la testa al cielo e vedo un paio di schizzi uscire con violenza, che finiscono dritti sul viso della donna e altri ancori più deboli. La donna lecca il cazzo del trans, lo ripulisce per bene poi si sdraiano tutti e tre sulla coperta.
Sono sincero come già detto era la prima volta che mi capitava di assistere ad una scena di sesso, osservare persone che facevano sesso, restando nascosto nell’ombra e in silenzio, l’eccitazione era al culmine, poi quando tutto finì, tornai alla macchina, dopo qualche minuto arrivò mi cognato, tirata fuori la macchina, andai via pensando ancora a quel che avevo visto con una certa invidia per l’uomo che aveva deliziato di entrambe.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Calda e impetuosa
E’ calda a circa trentasei/trentotto gradi, corre impetuosa nel letto del torrente che si è scavato dalla notte dei tempi ed è solfurea. Un odore acre che si spande nell’aria ma che non da fastidio. E’ l’acqua termale che dalle viscere della terra forma un fiumiciattolo il quale ad un certo punto diventa una cascata dividendosi poi in vari rivoli e che a loro volta formano altre pozze e altre cascatelle più o meno impetuose. Da sempre in queste acque ci si bagna, tutti i giorni a tutte le ore.
E’ notte fonda... Immerso fino al collo dove l’acqua è più alta, a monte della grande cascata, in una pozza larga ed accogliente, mi appoggio alla roccia sott’acqua che probabilmente non ha mai visto la luce del sole. La corrente è molto forte, potrebbe trascinarmi via se non fosse per come ho puntato i piedi tra i sassi. Stò sotto una cascatella e la forza dell’acqua che corre chissà dove mi frusta il collo e la schiena in un benefico idromassaggio. Il rumore dell’acqua che scroscia. i grilli che cantano nella notte di giugno. Le ultime lucciole della stagione che si confondono con le stelle che brillano lassù nella notte buia. Guardo il cielo infinito e quasi mi commuovo di tanta immensità. Mi sento piccolo, piccolo. Immagino il globo nella sua interminabile millenaria rotazione, guardo i miliardi di stelle e finalmente credo di comprendere la vera vastità dell’universo. Anche se piccolo, piccolo so di far parte di tutto questo. Parte vivente di questo miracoloso insieme.
Chiudo gli occhi. Le sferzate di acqua corrente calda sul collo mi rilassano, l’odore acre e solforoso punge le narici. Mi lascio andare, mi sento bene immerso qui.
Non sono solo in acqua questa sera. Ci sono altre ombre che si spostano da un lato all’altro della pozza. Vedo alcune teste che vagano a pelo d’acqua, i loro corpi stanno sotto. Altre teste sono ferme a ridosso delle rocce. Alcune vicine tra di loro, molto vicine, altre più distanti. Il vapore forma una nebbiolina che si ferma a mezz’aria e copre tutto il corso del torrente. E’ una nuvola biancastra ben visibile anche al buio. E’ scuro di luna e i fasci di luce che lancia qualche macchina di passaggio sulla strada in lontananza illuminano le canne palustri che crescono alte e rigogliose ai lati del torrente. La voce dell’acqua calda che corre via non fa pause, è continua quasi monotona, monocorde.
A pensarci bene, questo posto la notte ha un che di spettrale, forse un pochino infernale. Che sia anche l’odore di zolfo nell’aria? Mi viene in mente il Dante (l’Alighieri) e il suo viaggio con l’amico Virgilio nella notte, la foresta oscura, il Caronte che li traghetta sulle acque, le porte d’ingresso degli inferi. Ecco, queste teste nell’acqua che si spostano continuamente potrebbero essere le anime di peccatori messi ad espiare le loro colpe in un girone dantesco. Si, il luogo si addice al paragone perché alla fine dei conti siamo tutti qui in acqua non solo per i benefici che la stessa apporta ma sopratutto per i sollazzi fisici ed erotici che in effetti stiamo cercando. Ognuno ha le sue storie, i suoi desideri più o meno celati, i suoi peccati, la sua voglia di lussuria.
Si, qui è come essere in un girone dantesco !
Sto facendo queste considerazioni quando vedo scendere cautamente in acqua tre persone. Sembrano essere due uomini e una donna. Si, è cosi! Scambiano qualche parola, noto la voce ma non le parole. Di loro si vedono solo i profili del corpo, anche se vagamente illuminati dalle stelle. E’ piuttosto raro a quest’ora di notte incontrare donne in questa pozza, generalmente sono quasi tutti uomini. Le donne le vedi insieme al loro uomo invece nella pozza sopra più a monte o in altre vasche naturali all’inizio del fiumiciattolo, oppure molto giù oltre la grande cascata.
I tre si sono immersi fino al collo e vagano qua e là adattandosi alla conformazione del fondo della pozza calda. L’acqua continua a battermi sul collo, richiudo gli occhi e dimentico il mondo. Come tutti mi sono tolto il costume. Io l’ho avvolto attorno al polso sinistro, c’è chi lo avvolge ad una caviglia e chi se lo mette attorno al collo, altri lo appoggiano sui sassi. E’ una bella sensazione quella di stare nudo sott’acqua. Tutt’uno con gli elementi di madre natura, facendone parte.
Non so quanto tempo è passato ma è tempo di muovermi. Lascio la cascatella e inizio a girare pure io. Le teste nel frattempo sembrano essere aumentate. C’è ne sono altre nella pozza più su di questa, li ci saranno almeno sei, sette persone. L’acqua in quel posto è più calma ed è meno profonda, li si sta bene sdraiati a gambe distese.
Mentre mi muovo sento che una mano sott’acqua mi sfiora il fianco destro, poi sale fino al petto, scende e mi esplora la pancia, continua ad esplorare quasi compiaciuta di averla trovata piatta e tonica. La mia attenzione invece cade su due ombre addossate alle rocce, sono una addosso all’altra. Si sono sistemati in modo di essere immersi solo fino all’altezza di metà torace, più o meno all’ombellico.
Allontano gentilmente la mano sconosciuta che mi esplora e mi dirigo lentamente verso i due. Vorrei capire come sono sistemati e che stanno facendo. Mi avvicino e vedo la schiena di un maschio, bella larga di spalle e di pelle molto chiara, dai movimenti del bacino è ovvio che sta scopando ritmicamente quello che gli sta in piedi davanti, forse a gambe larghe. Qualcosa non torna comunque, due maschi è raro che scopino in quel modo. Sono sempre più incuriosito e ammetto che sento dentro di me come un piccolo vortice che si muove e gira, quasi un piccolo stordimento, il preludio ad uno stato di eccitazione.
Ora sono molto vicino a loro, quasi alle spalle di lui e noto che un seno di donna è nella sua mano sinistra. La sta palpando bene. Sento tra il fragore dell’acqua che lei emette dei gemiti quasi ad intermittenza, butta la testa indietro fino a toccare le rocce e la riporta in avanti. Sembra avere i capelli chiari, forse biondi, non troppo lunghi e bagnati ovviamente. Continua a emettere suoni quasi gutturali. Lui le assesta dei colpi ben precisi in modo continuativo con la parte inferiore del corpo che sta sott’acqua. Le ha passato le mani sotto le ascelle e l’ha presa per le spalle, sembra che la stia strattonando in basso, continuando a pomparla sotto. Ogni tanto qualche fascio di luce di un’auto che passa lontana cade di riflesso dal muro di canne palustri sempre ferme li e illumina debolmente e brevemente la scena.
Ho il cazzo duro. La vista di lui che la scopa con forza, i movimenti ritmici della sua schiena forte e larga e le tette di lei che scuotono ovunque mi fanno girare la testa.
Attorno a me altre ombre si sono radunate a guardare, un paio di loro sono molto vicini, sicuramente sono eccitati e sembra che si stiano segando tra maschi sott’acqua, basterebbe allungare una mano e verificare, sicuro di essere ben accetto ad un gioco di mani a tre. Invece mi viene di pensare che se questi due stanno scopando in modo di essere visti e guardati, probabilmente sono aperti anche a giochi con altri partecipanti. Allungo la mano destra e sfioro le natiche di lui. Se mi scaccia significa che non accettano, altrimenti…
Sto toccando il suo culo che sembra essere bello tosto, sento che si muove ritmicamente per dare colpi decisi affondando il cazzo nella figa di lei. Non ha fatto alcun cenno quando ha sentito la mia mano toccarlo. Bene, ora con il palmo aperto gli accarezzo le natiche ovunque, quasi un massaggio. Nulla…continua a scopare e sembra non prestare attenzione alla mia mano. Continuo ad accarezzarlo e poi decido di scendere sotto. Ora le mie dita gli sfiorano le palle, belle grosse. Le immagino piene e gonfie, infatti lo sono. Certo che a lui non dispiaccia, le palle gliele stringo, le accarezzo, le massaggio. Sono eccitato da morire. Ho la mano piena. Il desiderio è quello di arrivare a toccare la figa di lei, ma per fare questo devo passare tramite lui prima, visto che sembra ben disposto. Cazzo che fortuna stasera. Ho beccato una coppia etero, esibizionista e vogliosa di giocare in un posto impensabile; la pozza frequentata dai froci.
Le mie dita gli stanno solleticando ben bene le palle quando decido di scendere oltre. Sento parte della verga dura di lui, solo un po’, il resto è dentro la figa di lei. Noto però la presenza di un preservativo che lui indossa.. Che strano, una coppia che usa il condom. Le mie dita ora incominciano ad intrufolarsi come meglio possono tra lui e lei, non capisco più nulla, sento solo dei colpi. Ora lei si era accorta di una mano estranea che si insinua tra di loro. Era diventato un gioco di mano molto eccitante. Le mie dita riuscivano a salire bene o male da sotto di lei e mi accorgevo che stavo esplorando nei dintorni del suo culo, cercavo di individuare il buco. Tutto questo richiedeva da parte mia qualche contorsionismo e mi ritrovai ad essere quasi al loro fianco. Ad un tratto sento che la mano sinistra di lui si appoggia prima alla mia schiena e poi scende sulle mie chiappe a palmo aperto. Mi avvicina con forza a lui facendomi appoggiare il mio cazzo alla sua coscia. Voleva sentire la mia mazza dura sfregargli contro. Con la mano mi dava i tempi e il movimento rotatorio che voleva io tenessi. Cosi mi trovai a maneggiare sotto con la mano la figa che riceveva i colpi del suo cazzo e allo stesso tempo strusciare il mio uccello duro su di lui. Poi capii che forse voleva altro. Con un pò di coraggio appoggiai il mio uccello duro sulle sue natiche e incominciai a strusciarlo tra le sue chiappe. Era solo una strusciata esterna ma molto gradevole e ben accetta.
L’acqua calda continuava a scorrere impetuosa, attorno a noi alcune ombre che guardavano. Qualcuno si masturbava seduto sui sassi. Due maschi si erano alzati sulle rocce accanto ed erano praticamente a bagno solo fino alle ginocchia, erano avvinghiati e si baciavano. Poi uno si abbassa in ginocchio davanti all’altro e inizia a succhiarlo. Tutto sotto la flebile luce delle stelle.
E' a questo punto che lui incomincia ad aumentare il ritmo dei colpi di cazzo nella figa di lei. Aveva preso ad ansimare, ci dava dentro senza ritegno, incurante della sua donna. Pompava e sembrava pensasse solo al suo piacere, al suo godimento personale. Lei stava comunque bene, si gustava un bel cazzo che la stantuffava avanti e indietro, ognuno perso nel proprio mondo. Poi sento che lui emette quasi un urlo, roco, a mezza gola. I suoi colpi diminuiscono anche se sono decisi fino a fermarsi quasi del tutto. Appoggia le braccia in avanti con i palmi delle mani sulle rocce inarcando la schiena, da un ultimo colpo finale ed emette un gemito breve. Lei tira un lungo sospiro.
Vedo che lui maneggia con le mani attorno al suo uccello e appoggia qualche cosa sui sassi accanto ad una borsa non troppo distante e nella quale incomincia poi a rovistare.. I mieli occhi si sono abituati all’oscurità.
Io allungo ancora la mano e infilo le dita nella fica di lei, ci strofino bene dentro, le pizzico le labbra, grandi, piccole, grilletto, tutto quello che trovo. Anche se siamo sott’acqua sento comunque come sia viscida anche se è una sensazione diversa da una manipolazione a secco.
Lui ritorna verso di noi, mi allunga una cosa che nella mia mano riconosco si tratta dell’involucro di un preservativo e con un bell’accento toscano mi dice: “mettiti questo e scopala, finiscila tu, io l’ho pompata per mezz’ora e ho sborrato bene, mi sono divertito, ci vediamo dopo quando hai finito”
Minchia…il marito che mi da in pasto la moglie…grande…!
Non me lo faccio dire due volte. Mi srotolo il condom sull’uccello duro, ma fuori dall’acqua per non danneggiarlo visto che l’alta temperatura e l’acidità solforosa corrodono i preservativi.
Lei non aspettava altro. Si siede sulle rocce con le gambe all’aria e la figa fuori. Scivolo dentro di lei e insieme ci caliamo sott'acqua fino all'ombellico.
E’ calda e accogliente, ben allargata dalla scopata precedente. Ci do sotto e pompo duro pure io pensando a quando poco fa eravamo in tre. Mi eccita tutto l’insieme. La notte buia, l’acqua termale, le ombre che guardano, il mio cazzo che sta scopando, la figa aperta, il sentore solforoso, i tipi che si segano accanto a noi e ci guardano. Vado giù di testa quando c’è gente curiosa che guarda mentre faccio sesso. Mi viene da ridere e penso al Dante….certo, questo è sicuramente un girone dantesco, un girone infernale. Chissà quale? Dove ci avrebbe messo l’Alighieri ad espiare i nostri peccati di lussuria? Continuo a pompare di gusto. Ad un tratto mi accorgo che pure io sto pensando solo a me stesso, ho voglia di sborrare. Una bella schizzata tutta dedicata a me, tanto di questa gnocca che mi frega? Si lo voglio. Ora! Sento che il colpo di frusta ora sta salendo dalle mie viscere lungo la mia schiena. E’ un brivido intenso, butto gli occhi al cielo e vedo la via Lattea, lassù nell’immensità cosmica e miliardi di stelle. Non dura molto ma a me sembra un’eternità.
Mentre mi lavo l’uccello sott’acqua, lei scivola via nuotando, mi dice, thanks, it was great. La vedo raggiungere due teste sotto la cascata, e li sento ridere insieme. Rimango un poco perplesso, non capisco. Una voce alle mie spalle dice “bella scopata vero? Hai visto come prendeva il cazzo la troia?”
Mi giro ed era il lui di prima. Mi mette una mano sulla spalla e ride. “Sai che stasera credo di aver battuto il record della mia vita? L’ho pompata per almeno 40 minuti, non venivo mai e quella ,dopo il mio si è presa pure il tuo.”
“Ma…non eravate una copia allora…non capisco spiegami…mi ha salutato in inglese quando se ne è andata” gli dico.
Mi spiega che lei è finlandese, è arrivata con i due amici froci che l’hanno portata qui stasera e continua: “Ha avuto la fortuna di trovare subito me che ero accanto a loro quando sono scesi in acqua. Le ho messo subito le mani sulla figa e quella non ha perso l’occasione. Gli amici suoi erano ben contenti di liberarsene per un po’ e sapere che si stava pure divertendo. E come si è divertita! Poi sei arrivato tu a concludere i lavori.”
“Ma scusa, gli chiedo, se anche a te piace la figa che ci facevi qui in questa pozza piena di maschi?”
Ridacchia e mi dice che ogni tanto non gli dispiace inchiappettarsi un uomo se trova quello giusto.
Sorride ancora divertito, mi mette le mani sul cazzo e mi stringe in pugno le palle. “Però, gran bel l’arnese pure tu” esclama. Mi mette una mano sulla spalla e mi saluta…”alla prossima…magari rimediamo una coppia insieme…ciao”. Scivola via verso le cascate. Lo vedo salire nudo sulle rocce e poi scomparire tra la nebbiolina e i vapori dell’acqua impetuosa, calda e sulfurea.
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14 years ago
ManzoMaturo,
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La zia
Un giorno rientrato da lavoro, mia madre mi chiede se il sabato sera volevo andare a cena dallo zio Domenico, era il suo compleanno ed aveva piacere se andavo anche io. Poiché questo zio è il cugino carnale di mio nonno, visto che con mio nonno ho un legame speciale, non mi sembrava carino dire di no, così accettai l’invito. Non ero molto felice, dato che questo zio nel periodo estivo si trasferisce in un paesino della provincia di Rieti, un paesino piuttosto isolato dai centri abitati più grandi e soprattutto un paesino deserto, non c’è praticamente nessuno, nel periodo estivo penso ci siano più o meno 10 forse 15 famiglie, la maggior parte di età avanzata.
Giunse il sabato, i miei con i miei nonni andarono con una macchina mentre io andai per conto mio, in modo tale non appena finito di cenare ed aspettato la torta, sarei fuggito da lì per raggiungere gli amici. Dopo circa 45 minuti di macchina, eravamo quasi arrivati, lasciato l’ultimo centro abitato, ci addentrammo nelle buie strade di collina, percorsi circa 6 chilometri di strada, tutta in salita e quasi esclusivamente composta di curve e tornanti, finalmente eravamo giunti al paese.
La strada per arrivare a questo paese non è di passaggio, anche se c’è la possibilità di entrare ed uscire in due diversi posti, uno più breve e comodo ma con una strada purtroppo disastrata e a punti sterrata, dove non passa mai nessuno, eccetto i contadini per andare nei campi il giorno, l’altro è quello che abbiamo percorso noi, più brutto per via dei continui tornanti e più lungo ma con la strada in ottime condizioni e tutta asfaltata.
Nonostante la distanza dai centri abitati, nonostante il buoi che avvolge l’intero paesino e il silenzio assoluto, ha un suo fascino, pur essendo molto piccolo, le case sono tutte in pietra locale, i tetti in legno, solo alcune costruzioni appena fuori il centro sono nuove, altrimenti il paese è molto rustico, ed ogni volta che vado rimango affascinato, comunque siamo arrivati finalmente.
Appena arrivati noto che il paese era stato addobbato con luci e un piccolissimo palco, probabilmente c’era stata o doveva esserci un festa, le classiche festicciole di paese, comunque vederlo con tutte quelle lucette luminose, mi faceva uno strano effetto, era la prima volta che lo vedevo in quel modo. Mentre camminiamo a piedi verso la casa di zio, mi guardo intorno e vedo dei manifesti, gli do una letta e la festa iniziava proprio quella sera alle 21, forse era la volta buona che vedevo il paese un po’ popolato.
Ecco la casa di zio, suoniamo il campanello, entriamo e che bella sorpresa, oltre a noi c’erano anche i figli di mio zio, Erasmo singolo un temerario nonostante i suoi 40 anni, Giacomo sposato con Liliana con due figli, uno 17 anni e l’altro 19 anni e per ultimo Sandro il mezzano sposato con Alena, una bella donna di colore, senza figli, praticamente c’eravamo tutti e passiamo ai saluti.
Dopo i saluti e quattro chiacchiere ci mettiamo a tavola e cominciano a cenare.
Una cena favolosa, la cucina casereccia è la migliore in assoluto, la carne e le patate cotte al forno a legna, hanno un sapore completamente diverso, tutto davvero molto buono, passata la torta scartati i regali, brindato, alzato un po’ il gomito, in queste occasioni si mangia, si beve ma non ti rendi conto di quanto bevi fin quando non è il momento di alzarsi. La festa era già iniziata, così decidiamo di uscire fuori, ero particolarmente incuriosito nel vedere quante persone ci fossero.
Un po’ di persone c’erano, certo non molte e quasi esclusivamente over 60, c’era un tizio molto buffo sul palco che parlava ma non si capiva quasi nulla di ciò che dicesse, comunque già immaginavo lo svolgersi della serata, fisarmonica, canti popolari e balli di gruppo, ero sicurissimo, quindi pensai resto una mezz’oretta e poi fuggo via di corsa. Intanto i due ragazzi, avevano già preso la macchina del padre per andare ad un paese vicino con molta più vita e ragazzi e io sarei partito poco dopo di loro, giusto il tempo di smaltire un po’ di alcool.
Gli effetti dell’alcool si sentivano nonostante in quel posto si sentiva un leggero vento fresco accarezzarti la pelle, era molto piacevole ma sentivo caldo ugualmente, mentre tutti erano sotto il palco ad ascoltare musica (non mi ero sbagliato fisarmonica), io mi dirigevo verso casa, dovevo andare in bagno a tutti i costi, sentivo la vescica scoppiare, entro in casa corro in bagno, era occupato, certo non potevo chiedere quanto avesse da fare, così decisi di andare fuori, nella parte opposta alla festa, in quella strada deserta e buia. Cammino un po’ giusto per allontanarmi dalle auto parcheggiate, hai visto mai qualcuno doveva prendere qualcosa nella macchina, faccio ancora qualche passo, la strada era completamente buia, neanche la luce della luna raggiungeva quella strada, non potevo più trattenermi, non ce la facevo, sto per tirarlo fuori, quando all’improvviso sento una voce che mi chiama, era mia zia Alena, con quel buio pesto, lei di colore, vestita di nero per giunta, poi il pensiero, l’unico pensiero di urinare perché mi stavo sentendo male, non l’avevo proprio vista.
Si avvicina chiedendomi così ci facevo lì, perché non ero alla festa, in quel posto non c’era nulla da vedere, sinceramente il mio primo pensiero vedendola un po’ agitata, venire verso di me cercando di non farmi andare oltre, facendo tutte quelle domande, era che si è imboscata con qualcuno, così alla sua domanda risposi con la stessa domanda, chiedendole cosa ci faceva lì, da sola, al buio? E intanto cercavo di andare avanti per vedere se i miei sospetti erano fondati.
Mi guarda con aria intimorita, con la voce tremolante, cerca di spiegarmi cosa faceva, continuava a fissarmi e mi chiese se sapevo mantenere un segreto, risposi che poteva stare tranquilla con me, così mi confessò che si era allontanata per fumare una sigaretta, zio aveva smesso di fumare e non voleva che lei fumasse, così doveva farlo di nascosto, per questo si era addentrata nella strada buia lontano da tutti, ma dopo due tiri l’aveva gettata perché aveva visto qualcuno arrivare, ero io, visto che anche io fumo, gli diedi una sigaretta delle mie.
Solo che io stavo davvero male, non potevo più trattenere, così le dissi che io invece ero andato per fare pipì, visto che il bagno era occupato e non potevo trattenere. Si fece una risata e disse fai pure non ti guardo non vorrei ti sentissi male e senza farmelo ripetere due volte feci qualche passo più in là, lo tirai fuori e cominciai a liberarmi. Che sollievo, avevo trattenuto talmente tanto che una volta finito sentivo proprio un senso di liberazione di benessere.
Mi avvicinai a lei, dicendogli che le facevo compagnia, mi fumavo una sigaretta anche io e poi sarei tornato a Roma, lei mi chiese perché andavo via così presto e risposi che la gioventù scarseggiava, anzi non c’era proprio, lei disse che potevo ballare un po’, scatenarmi, mi feci una risata poi le dissi che ballare a suon di fisarmonica non era il mio forte, anzi non conoscevo proprio i passi di quei balli, così si avvicinò e mi disse che poteva farmeli vedere lei i passi, poi aggiunse se gli concedevo l’onore di fare un ballo con lei.
Già di mio non amo il ballo e non sono molto bravo, poi quei balli che non conoscevo neanche da dove iniziare, però non potevo rifiutare, avevo un buon rapporto con lei, nonostante ci vedevamo pochissimo, molto raramente. Accettai, mi prese la mano sinistra e la poggiò sulla schiena nella parte bassa, quasi ad abbracciarla, lei poggiò il suo braccio sulla mia spalla, con la mano dietro al collo, poi prese la mia mano destra e la strinse alla sua, alzandola leggermente verso l’alto e cominciò a fare i primi passi.
Ero molto impacciato nei movimenti, non sapevo dove mettere i piedi, avevo timore di pestarle un piede e poi ero confuso, la sua mano dietro al collo sembrava mi stesse accarezzando dolcemente, mi fermai e le dissi che proprio non mi riusciva di fare quei balli. Disse di provare a cambiare ballo di provarne uno più semplice, dove i passi contavano poco, ero più un gioco di bacino che movimenti di piedi veri e propri.
Le dissi di si, ma se anche questo non andava era meglio lasciar perdere. Prese nuovamente la mia mano sinistra e la poggiò su un fianco, prese la destra e la poggio sull’altro fianco, poi anche le sue mano si poggiarono sui miei fianchi, poi mi disse di allargare leggermente le gambe, anche lei le allargò leggermente, per poi mettere una sua gamba in mezzo alle mie e la mia gamba destra in mezzo alle sue. Pensai dentro di me che quella posizione dei corpi mi ricordava tanto la lambada o comunque un ballo molto simile. Cominciarono i movimenti di bacino, lei era molto brava, si muoveva davvero bene, mentre io ero sempre impacciato, ma rispetto al ballo precedente molto più sciolto.
Cominciavo a prenderci la mano, sentivo le sua mano stringere i miei fianchi, la sua gamba s’infilava sempre di più tra le mie gambe, strusciando la coscia nei miei genitali, di conseguenza essendosi lei praticamente infilata sotto di me, la mia coscia strusciava le sue parti intime, lei con leggero sorriso stampato sul volto, io non riuscivo più a sorridere mi stavo eccitando. Ormai il cazzo era duro e se ne accorse anche lei nel momento in cui mi strinse a se.
Il sorriso era scomparso dal suo volto, si era accorta che mi ero eccitato, non disse una parola, fece scivolare le sue mano sulle mie natiche e mi spinse contro di lei, poi mi disse di mettere anche lei mie giù, così feci scivolare anche le mie sulle sue. Ora l’eccitamento era davvero al culmine, provavo dolore, avendo il cazzo sacrificato dentro i jeans, aveva un culetto bello sodo, mentre continuavamo a ballare per così dire, le massaggiavo quel bel culetto.
Un'altra forte spinta contro di se, poi si tira leggermente dietro, mette le mano sul mio viso e mi bacia sulla bocca, prima un bacio leggero sulle labbra, poi di nuovo affondando la lingua contro la mia. Un bellissimo bacio durato qualche minuto, dove le mano in quei minuti erano ovunque, le mie toccavano ogni parte del suo corpo sopra il vestito e le sue toccavano ogni parte del mio corpo. Poi delicatamente, le sollevai il vestito, con la mano gli massaggiavo la figa, sopra le mutandine, poi spostai leggermente le mutandine da un parte e cominciai a massaggiarla.
Quando infilai la mano nelle mutandine, sentendo la sua figa, rimasi, l’aveva completamente depilata, era calda, umidiccia, infilai prima un dito, poi un altro, e lei si muoveva tutta eccitata.
Raggiunsi uno stato di eccitamento mai raggiunto prima, forse perché stavo per fare sesso con mia zia, forse perché era una donna di colore, ho sempre desiderato fare sesso con una donna di colore, ma non ne ho mai avuto l’opportunità.
Scesi baciandola verso il collo, lei lo tirò su per darmi la possibilità di baciarla meglio, nel frattempo continuava a toccarmi, mentre la baciavo con le mano facevo scendere le bretelle del vestito, per scoprirle il seno, non indossava il reggiseno poiché aveva un vestito con un ampia scollatura sulla schiena, il seno non era grande ma ben fatto, con grandi capezzoli, scesi a leccarglieli e succhiarli, intanto passava le mano tra i miei capelli con foga.
Ormai in preda all’eccitamento, stavo per tirargli giù il vestito e scendere verso la figa, avevo una gran voglia di leccarla tutta, mi fermò, mise di nuovo le sue mano sul mio viso, mi fece sollevare la testa, un altro bacio con la lingua, questa volta pieno di passione e foga, si piegò davanti a me, con rapidità sbottonò i jeans e tirò fuori l’uccello ormai già duro e dritto da un bel po’, una liberazione per me quando lo liberò dai jeans.
Prima ci giocò un po’ con la mano, poi cominciò a leccarlo dalle palle a salire verso la cappella, per poi infilarselo in bocca, succhiandolo con molta foga, di tanto in tanto cercava di prenderlo tutto in bocca, ma lo tirava subito fuori, probabilmente gli dava fastidio tutto in bocca. A dire il vero mi sarei aspettato di meglio da mia zia, non era molto brava a spompinare, ogni tanto sentivo i denti raschiare sopra il cazzo, un po’ doloroso.
Poi si alza, senza dire nulla si gira, si piega in avanti, alzo il vestito, sposto le mutandine quel tanto che basta per metterlo dentro e lo dirigo dritto verso il culo, appena lo appoggio e provo a spingerlo dentro, lei si alza di scatto, dicendomi che lo voleva nella figa, il culo se ci sarebbe stata un'altra occasione me lo avrebbe dato ma non quella sera, voleva solo godere, voleva solo sentirlo tutto dentro la figa. Si piegò nuovamente e questa volta lo indirizzai dritto nella figa.
Essendo già molto eccitata, aveva la figa bella bagnata, scivolò dentro meravigliosamente. Come era bella calda, bagnata, vogliosa di cazzo. Lo infilavo dentro dolcemente, ma quando vidi lei che spingeva forte, sempre più forte contro di me, capii che voleva essere presa di forza e non con dolcezza, così comincia a spingere forte, sempre più dentro, se avessi potuto avrei infilato anche le palle in quella figa, adesso sentivo che gli piaceva.
Che bello, lei piegata davanti a me, io che gli spinge forte il cazzo dentro, sentivo i mugoli di piacere alternati a sospiri, stringevo forte le mie mano sulla sue natiche e la spingevo contro di me, sempre più forte e lei sempre più forte emetteva gemiti di piacere. Stava per godere, ripeteva continuamente di spingere forte, di non fermarmi, intanto allargava la figa più che poteva per dar modo al cazzo di entrare dentro il più possibile, finalmente aveva goduto, d’un tratto la sentii rilassarsi.
Avevo sofferto tantissimo nel trattenermi, ormai lei aveva goduto, adesso potevo farlo anche io, non se se avrei resistito ancora per molto, le dissi che stavo per venire, volevo metterglielo nella bocca, ma lei si tirò su di scatto e lo prese in mano, due smanettate ed ecco raggiunto il mio orgasmo. Il primo schizzo di sperma uscii con una tale violenza e forza, che rimasi stupito anche io, era la prima volta, sentii proprio che usciva forte a pressione, non so dove sia finito, poi gli altri sempre meno ma comunque in abbondanza.
Continuava ancora a tenerlo in mano, un po’ si era sporcata la mano, di sperma, gli feci cenno di leccarla ma lei si rifiutò, dicendo che non era una puttana, ma solo una donna che aveva bisogno e voglia tanta voglia di scopare e godere. Mi diede un bacio, si mise a posto il vestito, si pulì la mano con una foglia di un albero, si avvicinò di nuovo, mi diede un altro bacio e mi disse che ero stato grande era da molto, forse troppo tempo che non godeva più in quel modo e se ne andò via.
Restai lì fermo ancora qualche minuto, non volevo che qualcuno ci vedesse scendere uno dietro l’altro. Il pompino non fù un gran che, rimasi deluso sinceramente, ma comunque la scopata fu divina, ripeto forse perché era mia zia, forse perché era di colore, non lo so ma ho goduto, ho provato un piacere intenso e forte quella sera.
Dopo una mesata circa, andai ha trovarla dove lavorava, era segretaria di una piccola impresa edile, il titolare era quasi sempre fuori per lavoro, in visita nei cantieri, appuntamenti e lei era sempre sola nell’ufficio, speravo che come aveva detto stavolta mi dava il culo, invece appena la vidi, rimase stupefatta, era la prima volta che andavo da lei a lavoro. Non mi fece parlare, spiegare il motivo della visita, non una parola, mi disse subito che quella sera lei aveva avuto un attimo di debolezza, per quanto fosse stato stupendo, non poteva continuare ero suo nipote e questa cosa nei giorni seguenti la fece star male. Senza dire una parola andai via.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Mia cognata
Questa storia risale a qualche anno fa, precisamente il 2000. Ero fidanzato con una ragazza da 3 anni, una cosa piuttosto seria, un fidanzamento ufficiale, ormai ero di casa da lei, mi avevano preso tutti a ben volere, mi trovavo bene con i suoi famigliari e lei con i miei, andavo d’accordo con tutti, premetto che lei aveva tre sorelle, una grande sposata, e altre due più piccole di lei, all’epoca io avevo 23 anni, lei 20, la sorella dopo di lei 19 Giovanna e la più piccola 18 Sara, tutte e quattro belle ragazze, solo che lei e la più grande un bel corpo ma un seno scarso, mentre le più piccole oltre ad essere davvero belle soprattutto la più piccola un visino angelico, un corpo favoloso, un culo da urlo e due tette enormi, portavano entrambe una quarta, ma non di quelle calate nonostante fossero grandi, stavano belle tirate su, comunque con la più piccola Sara non so per quale motivo esattamente, non scorreva buon sangue, era sempre un po’ acida nei miei confronti, risposte a cavolo e con tono infastidito, mentre con l’altra si scherzava e giocava continuamente, praticamente era l’esatto contrario. Tutto questo per tre anni, poi negli ultimi periodi sembrava essere più docile, meno acida e a dire il vero si cominciava a stare bene anche con lei, capitò di fermarmi a dormire a casa di lei e avendo loro un letto matrimoniale dove dormivano insieme, io dovevo dormire nel letto insieme a tutte e tre e durante la notte ti giri e ti rigiri, poi ti svegli che una mano è finita su una tetta e stranamente rimaneva li senza che nessuno la togliesse, non che la cosa mi dispiaceva sia chiaro, anzi al contrario avevo cominciato a prenderci gusto e tanto. Era arrivato luglio del 2000, i genitori della mia fidanzata dovevano partire per Milano a trovare dei parenti e mi chiesero se per quella settimana potevo fermarmi a casa loro la sera, per non lasciare le ragazze sole e accettai, dicendogli di stare tranquilli c’ero io con loro e così partirono. Durante quella settimana, le cose filarono tutte lisce, nessun problema, si continuava a dormire tutti e 4 nello stesso letto, solo che immaginate a luglio in 4 a letto si moriva di caldo, loro vestite per così dire, canottiere molto larghe senza reggiseno e un specie di pantaloncini molto ma molto aderenti, io solo so come stavo dentro quella casa, ma nonostante tutto la settimana era quasi finita ed era filato tutto liscio, l’unico problema che si era creato in quella settimana è che avevo una voglia pazzesca di fare sesso con la più piccola, stava diventando un ossessione, non so se vi è mai capitato di desiderare una donna da morire, ma data la situazione era molto difficile provarci, anche perché a parte quello che accadeva la notte mentre si dormiva, per il resto da parte sua non c’era mai stato neanche un minimo segno, quindi rischiare di provarci, poi con quel caratterino che aveva, era molto pericoloso, quindi dovevo tenermi questa irrefrenabile voglia di fare sesso con lei ed aspettare che la settimana finisse presto.
Mancavano due giorni al rientro dei genitori, di solito tornato da lavoro passavo a casa doccia cambio e poi andavo da loro, ma quel giorno prima di andare a casa mia passai da loro, avevo lasciato nel bagno le mie cose per la barba e dovevo prenderle, arrivo suono e non risponde nessuno, così apro la porta con le chiavi ed entro, pensavo fossero uscite a prendere qualcosa, così andai al bagno per prendere la mie cose, apro la porta e davanti a me un visione celestiale, Sara completamente nuda, a pecora davanti la porta che si stava asciugando, io guardavo in silenzio non uscivano le parole, appena si è accorta che qualcuno aveva aperto la porta, a fatto uno strillo di paura e poi sempre nuda senza neanche coprirsi dice “a sei tu mi hai fatto prendere un colpo…che fai esci o vuoi vedere anche come mi vesto?”…le dico che dovevo prendere le mie cose e andavo via, lei mettendo semplicemente la mano a coprire la passera, restando con le tette di fuori mi dice “va bene ma sbrigati dovrei vestirmi”, prendo le cose la saluto e vado via, arrivato davanti al portone di casa mi chiama e dentro di me pensavo “ci siamo ecco che vuole una ripassata” e invece “tu non mi hai visto nuda ok?”, dissi che andava bene e me ne andai a casa. Per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare a lei a quel meraviglioso corpo, che forse avrei dovuto provarci, che lei non si era coperta perché aspettava che facessi la prima mossa io, comunque ormai era andata in quel modo e indietro non si poteva tornare. Preparato, torno a casa loro, c’erano tutte e tre la cena era pronta, ci mettiamo a tavola e lei mi guarda e mi fa un sorriso per poi abbassare la testa, finito di cenare, sparecchiata la tavola, la più piccola esce con gli amici, l’altra andava a dormire dalla cugina e noi in casa a vedere la tv sul divano. Dopo qualche minuto la mia fidanzata comincia a strofinarsi, aveva voglia di farsi una scopata, ma nella testa avevo lei Sara e pensavo che quella sera andava come andava ci avrei provato, quindi non potevo scaricarmi, perché se fosse andata bene dovevo dare il meglio di me, così con qualche scusa rifiutai le sue avance, poi non riesco ancora a capire perché se una donna non ha voglia e dice no è no e si deve stare zitti, se una volta su un milione è l’uomo a dirle di no vanno su tutte le furie, comunque andò così, incazzata disse che se ne andava a letto ed io restai sul divano a vedere la tv. Fortuna era venerdi e l’indomani niente lavoro, perché era l’una e mezza e ancora non tornava Sara, ormai stavo crollando e avevo deciso di andare a letto, quando sento che stava rientrando, così mi rimetto comodo sul divano ed aspetto che entrasse. Entra si guarda in giro poi mi dice “ e tu che ci fai ancora sveglio e da solo?” le rispondo “Giovanna è andata da tua cugina dorme li, Monia era stanca, aveva mal di testa ed è andata a dormire e io sono rimasto qui solo soletto” lei “va bhe dai resto un po’ io a farti compagnia”. Si mise seduta vicino a me a guardare la tv, dopo qualche minuto mi dice “senti ma perché non fai un giro vediamo se c’è qualche filmetto spinto?” le rispondo “si che i filmetti spinti li trasmettono così in tv, ma che dici” lei “ho capito ma questo film è una palla, non c’è altro di bello, allora me ne vado a letto”, in quel momento mi passarono per la testa mille cose da dire, ma tra tutte le dissi solo “Sara mi dai un bacio?” e lei “certo che problema c’è sei mio cognato te li ho sempre dati” io “ si ma sulle labbra” lei “guancia o labbra sempre un bacio resta”. Si avvicina mi da un bacietto sulle labbra, poi mi guarda e mi bacia come si deve, con molto calore e passione, subito la mano scivola dentro i pantaloni, lei si mette in modo da poter spostare le mutandine e finalmente arrivo in quella figa bollente già bagnata, la massaggio un po’ e poi infilo il dito tutto dentro, lei infila la sua mano nei pantaloni e afferra il cazzo smanettandolo con estrema delicatezza, quando ad un tratto sento un rumore, la fermo ci ricomponiamo e eccola sbucare tutta insonnolita che si era alzata per bere, fortuna per un pelo non ci ha visto, ma avevamo rischiato di brutto, poi con un certo imbarazzo Sara mi guarda e dice “io adesso vado a letto perché credo sia meglio altrimenti stasera si mette male” e va a letto. Restai ancora qualche minuto sul divano, sentendo l’odore della sua figa sul mio dito, un profumo inebriante, poi mi alzai e andai a letto. Vado per mettermi dentro al letto e Sara mi chiede di dormire in mezzo aveva paura almeno sentendomi vicino stava più tranquilla e mi addormentai. Durante la notte o forse la mattina presto, non lo so che ora fosse, so solo che Sara aveva preso di nuovo il cazzo in mano e mi stava facendo una sega, così mentre lei mi faceva una sega molto piano per non svegliare la sorella io gli massaggiava la figa fino a farla venire e subito dopo venni anche io riempiendole la mano di sborra calda, poi prende il mio dito mette la sborra che aveva sulla sua mano e se lo mette in bocca e lo ripulisce tutto e mi sussurra all’orecchio “questo è solo il dito pensa cosa farei al cazzo, spero di poterlo assaggiare domani, buona notte”. Passai il resto delle ore sveglio, fino alle 9 per poi alzarmi, cominciava una nuova giornata e soprattutto Sara voleva farmi un pompino quel giorno stesso. Sfortunatamente la giornata giunse a termine, durante l’arco della giornata non ci fu mai un occasione ideale per farmi spompinare da Sara, avevamo provato 5 o 6 volte, lo tirava fuori e come lo portava in bocca, via a ricomporci subito perché arrivava qualcuno, avevamo anche pensato di uscire con una scusa, ma niente da fare qualcuno si accollava sempre o Monia o Giovanna, così decidemmo di provare un altro giorno, l’indomani non era possibile perché tornavano i genitori quindi speravamo nella settimana seguente. La settimana era finita i genitori tornati, io ero tornato a dormire a casa mia da domenica sera. Passò il lunedì e il martedì, non vidi Sara in quei due giorni ma ci sentivamo spesso per telefono, mi ripeteva continuamente di avere una voglia pazzesca di scopare con me e che sperava arrivasse presto l’occasione giusta, poi il martedì stesso la sera ero con Monia, che mi chiese se poteva andare 3 4 giorni da una cugina che viveva appena fuori Roma una 70 di km e se potevo portarla io Giovedì sera per poi riprenderla la domenica, pensai tra me e me ecco che si stava presentando l’occasione tanto attesa, come rifiutare quella proposta? Non si poteva davvero, già pensavo la porto giovedì e poi venerdi, sabato e domenica fuoco e fiamme con Sara. Giunse il giovedì alle 19 dovevo passare a prenderla per portarla dalla cugina, arrivato a casa sua, un saluto a tutti un caffè e non potevo distogliere lo sguardo da Sara era uno splendore, truccata, una camicetta molto scollata e molto trasparente e una minigonna molto mini e pensavo chissà dove andrà questa sera. Pronti per la partenza valigia caricata in macchina salgo, sale Monia e sale Sara, quell’attimo ho pensato ecco parte anche lei addio fuoco fiamme, così le chiedo dove andava e rispose con voi, lo sapevo partiva anche lei, nel mentre Monia mi dice di aver chiesto a Sara di venire con noi così al ritorno avrei avuto compagnia, non avrei viaggiato da solo, e aggiunse “stranamente neanche gli ho chiesto di venire per farti compagnia al ritorno che già aveva detto e si è andata a preparare”, non potevo crederci al ritorno io e lei da soli, fuoco e fiamme cominciavano giovedì stesso non venerdi. Arrivammo dalla cugina, alle 20:30, abbiamo cenato con loro e poi verso le 22:30 ci siamo preparati e partiti, prima di andar via le solite raccomandazioni andate piano, appena arrivati fate uno squillo, ecc…
Finalmente partiti e soli, forse avevamo percorso 200 metri e già mi era addosso, baci sulle guance, labbra e collo, mi stava facendo impazzire, con la mano toccava il cazzo da sopra i pantaloni, poi prende la mia mano e se la mette in mezzo alla figa, fare il viaggio di ritorno in quel modo era impossibile, così giunti alla prima area di servizio, mi fermo, faccio rifornimento e lei mi dice “hai fatto il pieno alla macchina ora devi fare il pieno anche a me”, cavolo era indemoniata, il cazzo mi stava scoppiando e comunque fare sesso nell’area di servizio non mi sembrava il caso così le dissi di aspettare il primo posto tranquillo mi sarei fermato immediatamente e lei disse che andava bene. Ripartiti dopo una ventina di chilometri si parlava del più e del meno, lei mi chiedeva da quanto tempo la desideravo, e così via, poi tirò fuori il cazzo e prese a succhiarlo, aveva una bocca e una lingua d’oro, mentre lo succhiava sentivo la sua lingua avvolgermi il cazzo, gli piaceva davvero molto fare pompini, quando cominciò a sentire che stavo per venire si fermò di colpo e mi fece bloccare, dicendo “e no caro mio non puoi venire adesso, non vorrai lasciarmi a bocca asciutta, ho la figa fradicia che aspetta solo che me lo metti dentro”, finalmente usciti dall’autostrada trovo una stradina semideserta, mi infilo per quella strada e un paio di chilometri più avanti un posto isolato con qualche macchina ferma, probabilmente avevo trovato un posto dove le coppiette andavano a scopare, proprio quello che ci voleva. Mi fermo lontano dalle altre macchine, spengo il motore, do un occhiata fuori, mi giro verso di lei e già aveva sdraiato il sedile tolto il perizoma e tirata sul la minigonna, una figa bellissima, stretta, depilata con solo un filetto di pelo, mentre la guardo slaccia la camicetta, la toglie, toglie anche il reggiseno e mostra quelle due tette fantastiche, che spettacolo. Mi avvicino a lei, la bacio, con la mano le massaggio la figa, per poi infilargli il dito dentro, non appena entra il dito sento la figa contrarsi e comincia a muoversi, con l’altra mano le massaggio le tette, i capezzoli e continuo a baciarla, poi scendo e comincio a leccargli la figa, lei mette le mano sulla mia testa e mi spinge contro la figa, muovendo in bacino su e giù, non resto molto a leccargli la figa, poiché in macchina comunque si sta un po’ scomodi e poi perché volevo infilare il cazzo li dentro non ce la facevo più, così mi misi sopra di lei, prese in mano il cazzo e se lo mise dentro la figa. Era completamente bagnata, scivolò dentro senza esitazioni, era bollente, era bella stretta, nonostante adorasse il cazzo non scopava moltissimo, allargò le gambe le tirò bene su sopra la mia schiena, e comincia a scoparla con sempre più foga, alternando colpi secchi e decisi fino in fondo, a lenti entra ed esci dalla figa. Il suo corpo si contorceva dal piacere, emetteva gemiti di piacere, le piaceva moltissimo, poi mise le entrambe le mano sopra la testa, aggrappata al poggia testa del sedile, e ogni volta che affondavo tutto dentro lei con il corpo mi veniva incontro, i gemiti, i mugoli si facevano sempre più intensi e forti, il corpo si muoveva sempre di più, sempre di più fino al raggiungimento dell’orgasmo, era venuta, aveva goduto come una troia, mancava poco e venivo anche io, ero pronto per tirarlo fuori e sborrarle in bocca, quando mi fece fermare, dicendomi che voleva salire lei sopra di me, voleva scoparmi lei. In machina lo scambio dei ruoli fu un po’ problematico ma alla fine ci siamo riusciti, mi sdraio sul sedile, lei sale sopra, prende nuovamente il cazzo e se lo mette di nuovo nella figa, avvicina le tette alla mia bocca per farsi leccare i capezzoli, e intanto mi cavalcava, poi si fermò, tolse il cazzo dalla figa, pensavo volesse farmi venire con la bocca e invece sento che lo posiziona di nuovo, ma stavolta non nella figa ma nel culo. Era così stretto che entrò a stento dentro nonostante il cazzo fosse ricoperto del suo orgasmo, fece una smorfia con il viso, un’ espressione di sofferenza di dolore, mi guardò e mi disse “solo un cazzo è entrato qui dentro e per pochi secondi, voglio che il tuo ci resti di più e che mi vieni dentro”…
Ragazzi che spettacolo, un culo semivergine tutto per me, meraviglioso, dopo un po’ nel culo sentivo già che si stava allargando e scivola dentro sempre meglio e anche l’espressione del suo viso era cambiata da sofferente sembrava di piacere, ora cominciava a spingerselo sempre più dentro sempre più forte, fino a che non riuscendo più a resistere lo riempii di sborra, tutto dentro. Restò ancora sopra di me, con il cazzo ancora duro piantato nel culo, e mi baciò con molta foga e passione, le era piaciuto aveva goduto prendendolo in culo, queste sono soddisfazioni, vedere una donna una ragazza che gode da morire. Quella magica atmosfera fu interrotta da Monia, una chiamata per sapere dove eravamo, se eravamo arrivati, così di corsa ci siamo rivestiti e siamo andati via subito. Arrivati a casa sua la lascio, prima di scendere un ultimo bacio e mi dice “sei stato fantastico, ti aspetto domani, buona notte”, scende e va a casa e io a casa mia, che scopata meravigliosa. Il giorno seguente mi manda qualche sms dicendomi cosa aveva provato, che gli era piaciuto moltissimo e che voleva scopare ancora, così tornato da lavoro, avevo appena finito di cenare, suona il campanello, era lei che mi chiede se potevamo portare una sua amica a casa, presi le chiavi della macchina e portai la sua amica a casa insieme a lei. Al ritorno eravamo soli io e lei, il tempo a disposizione purtroppo era poco on potevamo stare troppo tempo fuori da soli alla fine qualcuno avrebbe sicuramente pensato a male, quindi pur avendo entrambi una voglia pazzesca di scopare, lei si era sacrificata, facendomi un pompino mentre tornavamo a casa, con quella boccuccia, con quella lingua, succhiando in modo impeccabile, non ci mise molto a farmi venire, tutta in bocca, la ingoiò tutta senza farne cadere neanche una goccia, arrivati sotto casa sua mi disse “piaciuto? Sono stata brava? Spero che domani troviamo un modo per scopare, ora mi lasci così tutta eccitata” un bacio e ognuno a casa sua.
L’indomani il sabato, passo a casa sua, salgo prendo un caffè e le chiedo se poteva venire a darmi una mano a casa per lavare la macchina, davanti alla madre così almeno se Monia avesse chiamato non ci sarebbero stati problemi, io ero solo a casa i miei genitori erano andati fuori, così prendiamo e andiamo a casa mia, metto la macchina nel garage e saliamo. Appena entrati in casa mi salta sopra e mi bacia subito, toccando il cazzo con la mano, e mi dice “ andiamo subito ho una voglia pazzesca, ieri sera mi hai lasciato molto eccitata”, senza dire una parola diretta in camera, in 30 secondi era già nuda, sdraiata sul letto a gambe aperte che si toccava la figa, mi spoglio anche io e lo infilo subito dentro. Comincio a scoparla facendolo scivolare piano piano, ogni tanto lo tiravo fuori per poi rimetterlo dentro, poi mi prende mi fa sdraiare e sale lei sopra, dando delle affondate quasi volesse spaccarsela, mi scopa un po’ in quella posizione poi si alza e si sdraia a pancia sotto, sollevando il culo, pensavo volesse prenderlo al culo, invece nel mentre lo stavo per mettere dentro mi dice di no lo voleva ancora figa, e così lo rimetto nella figa. Spingevo dentro, tutto e sempre più forte, sentivo lei godere come una troia, gli piaceva e come se gli piaceva, spingevo forte e lei mi veniva incontro e dopo alcuni minuti esplode in un orgasmo, anche io stavo per venire se ne era accorta anche lei e mi disse “non fermarti continua spingi vienimi dentro dai sborrami in figa, dai, si così, continua non fermarti” e poco dopo le riempii la figa di sborra. In quell’attimo preso dal piacere,dalla situazione non ho neanche pensato e le sono venuto dentro, poi però un pensiero mi passo per la testa,così gli chiesi se prendeva la pillola e rispose di si, un sospiro di sollievo. La prima volta in macchina la scopata fu spettacolare, ma questa volta sul letto fu divina anche se non era la prima volta.
La settimana era finita, la domenica andai a prendere Monia, le possibilità di scopare con Sara da adesso erano poche, con Monia di nuovo a casa era difficile, comunque nei mesi seguenti, per la precisione i 5 mesi seguenti, ci furono altre occasioni, ma molto poche e quasi sempre di corsa, alternando una volta la bocca, una volta la figa e una volta il culo e dopo un po’ fare sesso in quel modo, sempre di corsa, sempre con l’ansia, non era più magico come le prime volte e poi tutto finì, lei si fidanzò con un ragazzo e niente più scopate, comunque il desiderio che avevo di scoparmela è stato esaudito ed è stato meraviglioso finchè è durato.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Vorrei andasse così
Mi sono decisa finalmente. Ecco ora scrivo alla coppia XY che mi va bene la loro proposta di vederci per una pizza, tanto per conoscerci e se poi c'è la giusta sintonia si va a casa loro per un drink e poi per altro ancora........ Accidenti, sono tutta emozionata....diciamolo pure eccitatissima, al punto che sono già un pò bagnata. Ma che figura ci faccio se davanti loro vengo già , come una fontana. E' si perchè io non resisto e appena una o uno o.... chi altro, non so, mi va a genio dal lato fisico intendo, ecco mi arrappo tutta e vengo, si vengo come una fontanella e bagno mutandine, coscie, calze, gonna o pantacalze e mi vergogno anche un pò. Poi però so riprendermi e allora recupero. anche perchè poi posso durare più a lungo e tutti ne guadagnano, in piacere. Bene ora scrivo: "carissimi, ci vediamo al parcheggio di via .....e lì mi vedrete arrivare, e mi potrete allora sicuramente riconoscere, con l'auto marca......colore..... e io scenderò dall'auto già tirata da puttana, mini mozzafiaco, come vi avevo anticipato, perizoma rosso, quello che lascio intravvedere nelle foto del sito, tacchi a spillo, calze autoreggenti, insomma veramente troia pronta all'uso. Voi vi avvicinerete e...parola magica: "Sofy?" vi farete così riconoscere.
La prima parte del gioco è allora riuscita. Si tratta ora di socializzare..... ma accidenti, la signora è veramente uno schianto, forse non è più giovane ma a giudicare dal fisico si è mantenutaveramente bene....seno abbondante e sodo, pancino scoperto tutto "toccamelo e scivola giù con la mano" gambe da ballerina e....sguardo da gran troia che chiede "dammelo ora o mai più, dammelo ancora e per sempre".... Anche lui non scherza: pantaloni larghi ma uccello così turgido che se ne apprezzano le forme e le dimensioni....quelle che mi piacciono, ovvero lungo e grosso da ingoiare e poi cavalcare..selvaggiamente da gran troia.
Pochi preamboli, molta concretezza...il gioco si fa così più spudorato ed eccitante. Lui mi solleva un pò la gonna e mi tocca l'uccello , subito, a freddo e dice "OK si va bene ora pui montare in macchina e ubbidire ai nostri voleri. Lei mi guarda di sottocchi, lascia intendere che il capo è lui, purtroppo, ma che alla prima occasione si rifà e si tocca una tetta, si liscia i capelli e lascia intravvedere una spudorata eccitazione: i capezzoli le sono diventati turgidi e si intravvedono dalla camicetta, attilata e trasparente. Il viaggio in macchina spero subito non sia lungo . e tale si rivela.
Arriviamo alla loro abitazione / alcova. Una casetta in campagna, tranquilla, fuori da pettegolezzi dove tutto si puù fare in assoluta tranquillità. Mi sento a mio agio, sanno mettere le persone a loro agio, sanno che così otterranno di più. Io così darò il meglio del mio essere puttana. Il gioco ha inizio. Un pò perfverso, forse sadomaso, chissà. Io mi lascio andare e lui, apppena sul divano, mi afferra la testa e me la spinge verso il suo cazzo già in erezione meravigliosa. comincio a leccarlo piano piano, per farlo sofrire. Inizio con le palle. scivolo giù con la lingua verso il buchetto dell'ano, gli lecco il culetto a lungo, gli penetro dentro con la lingua e lui mi dice, mi urla "troia" così continua leccami il culo che poi ti inculo, gran troia. E' quello che spero, e so che otterrò.
La sua lei..moglie o fidanzata non si sa, ma sicuramente gran vacca, ha cominciato a spogliarsi, iniziandoi dalle mutandine che si è sfilata e mi ha subito sbattuto in facci perchè ne leccassi gli umori, cosa che non mi sono fatta riperere due volte.(fine I puntata)
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14 years ago
admin, 75
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La ragazza del mio amico
Tutto è cominciato una sera di quasi un anno fa. Ero in casa, in tv non c’era nulla, così decisi di entrare su facebook alla ricerca di qualche vecchio amico. Comincia ad inserire nomi e cercare, alcuni li trovai altri no, comunque mi venne in mente un vecchio amico delle scuole superiori, così mi sforzai di ricordare il suo cognome e lo trovai. Da quel giorno abbiamo cominciato a comunicare tramite facebook, msn e cellulare e dopo un paio di mesi finalmente ci siamo rincontrati. Abbiamo parlato un po’ dei vecchi tempi, dei vecchi amici, dei nostri lavori e della nostra vita e riguardo proprio a questa si soffermò raccontandomi alcuni episodi, accaduti tra lui e la sua nuova fidanzata.
Mi disse che le voleva bene, che si trovava bene con lei anche se aveva 10 anni più di lui (lei aveva 44 anni), che lei era divorziata con un figlio di 22 anni e che tra lui e il figlio non scorreva buon sangue e proprio per questo c’erano dei problemini e stavano cercando di risolvere. Dopo qualche ora trascorsa nei ricordi e nei problemi di coppia che avevano, gli dissi di venire a cena da me una sera e di portare anche lei, almeno l’avrei potuta conoscere. Un paio di settimane dopo mi chimò per sapere se c’ero voleva venire per farmi conoscere la sua fidanzata, gli dissi che non c’era problema. Così non appena tornai a casa, cominciai subito a preparare la cena. Finalmente arrivarono, potevo conoscere la donna del mio amico, avevo una certa curiosità di vederla, perché lui fisicamente non è il massimo e la curiosità di vedere questa donna era tanta, apro la porta, vedo lui davanti la porta e lei no, dopo qualche istante eccola apparire. Saluto lui, mi presenta lei e io impacciato come n baccalà, la guardo senza dire nulla, per pochi secondi e poi mi presento. Rimasi sconcertato quanto stupito nel vedere quella donna di 44 anni, una sorpresa in tutti i sensi, mi aspettavo una signora un po’ trascurata, con i segni dell’età sul viso, insomma mi aspettavo di vedere un cesso e invece caspita, una donna meravigliosa. Capelli ne lunghi ne cori, bionda, occhi verdi, non molto alta 160, 165 al massimo, una pelle olivastra ma come una ventenne, vestita con camicetta bianca molto scollata e semitrasparente, un pantalone di pelle nero attillassimo, che metteva in risalto tutte le sue forme, due tette spettacolari, un culo da urlo, anche se il viso non era proprio il massimo, carina di viso ma con un corpo da urlo. Fatte le presentazioni, ci siamo accomodati, cenato, parlato un po’ di tutto e durante tutto questo tempo non potevo fare a meno di guardarla e soprattutto guardarle le tette, poi finita la serata, pronti per andar via, saluto lui, saluto lei e mentre mi avvicino per darle un bacietto, lei mi mette il braccio dietro la schiena come per abbracciarmi e spinge il mio corpo contro il suo, due bacinetti e con la mano mi strofina dietro la schiena. Inutile dire che al solo contatto l’erezione è stata immediata e che molto probabilmente se ne era accorta anche lei, comunque salutati e andati via. Rimasto ormai solo, mi sdraiai sul divano e pensavo a lei, quei sguardi,quei sorrisi e soprattutto quel saluto, non avevo la certezza che lei si comportava in quel modo per provocarmi o se era proprio così, non conoscendola non potevo sapere, quindi azzardare una mossa mi sembrava prematuro e decisi di lasciare che le cose facessero il loro corso, magari negli incontri a seguire avrei potuto capire meglio. Dopo quell’incontro ne seguirono degli altri, a casa mia, in locali, a cena fuori e i suoi modi erano più o meno gli stessi ogni volta, solo che a differenza della prima volta ora c’era confidenza, quindi a volte si scherzava ci si abbracciava per gioco, ma ogni volta che le serata terminavano e ci salutavamo, quel saluto prendeva volta dopo volta un atteggiamento più intimo (dico intimo perché non saprei come descriverlo altrimenti), e questa cosa ogni volta mi faceva pensare, è proprio così o mi sta mandando dei segnali e io non li percepisco? Cosa fare? Provare con la prima mossa oppure aspettare ulteriormente? Di una cosa ero più che certo la desideravo, desideravo fare l’amore con lei a tal punto che stava divenendo un ossessione. Passarono un paio di mesi senza più ne sentirci ne vederci, senza avere nessun contatto con lei la mia ossessione, stava svanendo, quando una sera mi collego su msn e trovo una richiesta da un contatto, il nome era il suo quindi non poteva che essere lei…non c’è bisogno che vi dica quale è stata la mia reazione!!! Ho accettato immediatamente, ma lei quella sera non era su msn. Per quasi una settimana mi sono collegato tutte le sere senza mai riuscire a trovarla su msn, finchè decisi di lasciare un messaggio, era l’unico modo, un appuntamento su msn, le scrissi se verso le 21 del giorno seguente si sarebbe collegata almeno avremmo scambiato 4 chiacchiere. Ecco arrivato finalmente il fatidico giorno dell’appuntamento su msn, non sapevo se l’avrei trovata, se avesse letto, ma alle 21 mi collegai e con grande gioia lei c’era. Restammo collegati a parlare fino alle 4 del mattino, abbiamo parlato di tutto, di lei, del suo rapporto, della sua storia precedente, dei problemi attuali, ma abbiamo anche scherzato e riso, siamo stati bene, dopo quella sera quasi tutte le sere per un mese intero si passavano diverse ore insieme su msn a parlare e scherzare. Una sera di maggio, erano quasi le 2 del mattino, dopo tanto parlare, ridere e scherzare, lei mi chiese se volevamo accendere le web cam, per vederci visto che erano tre mesi che non ci vedevamo più, dissi di si e appena appare l’immagine, la vedo, sdraiata sul letto a pancia su, con il portatile poggiato su di lei, una camicia da notte praticamente invisibile, dove si vedevano benissimo le sue grandi e belle tette, anche perché potevo vedere solo viso e tette nella posizione in cui era. Parlavamo guardandoci e la cosa mi eccitava moltissimo, pensai che quella era l’occasione giusta per tentare un approccio diretto, così in modo molto scherzoso le dissi che se aveva caldo poteva spogliarsi tranquillamente io avrei chiuso gli occhi almeno sarebbe stata più fresca, lei mi rispose sempre in modo scherzoso che non mi credeva, non credeva che non avrei guardato, gli proposi di provare, togliti qualcosa e vedrai che non mento, lei replicò che senso c’era spogliarsi se nessuno poteva guardare e così mi buttai a capofitto e le dissi di spogliarsi che qualcuno con il desiderio di ammirare quel fantastico corpo c’era e lo aveva proprio davanti a se.
Sistemò il portatile in fondo al letto, si mise in ginocchio davanti alla cam mi guardava e pian piano con movimenti sensualissimi si tolse la camicia da notte, che spettacolo era completamente nude, non indossava nulla sotto, aveva una figa bellissima, depilata con un filetto di pelo, e quelle tette strepitose di fuori, sempre in modo molto sensuale si toccava il corpo, poi mi chiese di mostrarle il cazzo, lo tirai fuori e lo toccavo davanti a lei, poi si sdraiò pancia in su davanti la cam, accarezzando dolcemente la sua figa per poi infilarsi tutto il dito dentro, alzò la testa e mi chiese di metterlo dentro e di venire insieme a lei. Quella fu la mia prima volta di sesso virtuale, ma devo essere sincero è stato bellissimo. Finito tutto, sistemati e vestiti le chiesi che desideravo da morire metterglielo dentro veramente e lei mi rispose che lo voleva anche lei e che in settimana sarebbe venuta da me e mi avrebbe fatto godere come non avevo mai goduto prima. Quei due giorni sembravano non passare mai, non vedevo l’ora di fare l’amore con lei e finalmente arrivò il giorno del nostro appuntamento. Fu un sabato mattina, lui lavorava fino a tardi, alle 10:30 era già a casa mia, si presentò con una delle solite camicette molto scollate e trasparenti, una minigonna molto mini, stivali fino sopra al ginocchio, appena in casa senza dire una parola la bacio subito e con le mani tocco ogni parte del suo corpo, infilo la mano sotto la minigonna, sposto le mutandine, quel tanto da poter infilare il dito dentro la sua figa e continuo a baciarla ovunque, poi lei si chia davanti a me tira giù pantalone e slip e lo prende a leccare con molta delicatezza e poi giù in bocca, tutto dentro, un abilità nel pompino favolosa, dopo qualche minuto che me lo succhiava dovetti farla smettere altrimenti le sarei venuto subito in bocca e lei disse che prima doveva venire lei poi potevo venire io ovunque desideravo riempirla. Entriamo nella camera, continuo a baciarla e intanto le sfilo i vestiti di dosso e lei faceva altrettanto con me, si mise seduta sul letto e ricomincia a succhiarmi il cazzo, poi si alza, mi prende e mi sbatte sul letto, mi sale sopra, infila il cazzo nella figa e comincia a cavalcarmi, che figa bollente, umida e pian piano sempre più bagnata, mi cavalca con sempre più foga, poi si sdrai spalanca le gambe e mi chiede di spaccargliela tutta, comincio a scoparla, lei con le mani sul mio culo mi spingeva sempre più forte contro di lei, sempre più forte, finchè gridò “SI SI DAI SPACCAMELA DAI SI SI GODO SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” poi mi disse di non fermarmi di venirle dentro voleva la sborra dentro la figa e la accontentai, riempiendole la figa di sborra. Cazzo che scopata meravigliosa, avevo toccato il cielo dal piacere, che donna, che abilità. Restammo sdraiati sul letto senza dire nulla, io ero ancora sopra di lei con il cazzo piantato nella figa, quando lei mi disse che potevo toglierlo e avrei potuto rimetterlo dentro più tardi tanto lei non sarebbe andata via subito prima dovevo riempirgli di sborra anche la bocca, il culo e un ultima volta ancora la figa. Passò un oretta o poco più e già cominciava ad avere voglia di cazzo, riprese a baciarmi per scendere poi verso il cazzo e riprenderlo nuovamente in bocca. Cominciò a succhiarlo, leccarlo e ancora succhiarlo, una bocca abile come quella ancora devo trovarla, senza togliere il cazzo dalla bocca si girò sopra di me, voleva che gli leccavo la figa, e presi a leccarla, aveva un sapore buonissimo, era morbida tutta bagnata, alternando giochi di lingua e dito la feci venire nuovamente, sentivo il suo corpo contorcersi dal piacere, e più lei godeva e più succhiava avidamente il cazzo, fino al punto che la rempii in bocca di sborra, nonostante fossi venuto continuava a succhiare, ingoiando fino all’ultima goccia di sborra, poi soddisfatta si voltò dicendomi che adorava la mia calda sborra e se ero soddisfatto del pompino che mi aveva fatto. Altro che soddisfatto ero al settimo cielo, mi aveva succhiato proprio tutto in modo impeccabile.
Tra una scopata e un pompino, si cominciava ad avvertire la fame, mi alzai per preparare qualcosa da mangiare e mentre stavo per mettere i pantaloni lei mi disse di non metterli, di restare nudi almeno se fosse sopraggiunta la voglia improvvisa di scopare eravamo pronti, e così restammo nudi per casa. Avevamo pranzato, stavamo benissimo, tra il preparare e il mangiare erano passate quasi tre ore, stavamo sparecchiando la tavola lei davanti al tavolo ed io le stavo passando dietro per poggiare i piatti nel lavello, proprio mentre stavo passando dietro di lei, spinge il culo contro il mio cazzo, a quella pressione il cazzo si era indurito di nuovo e lei colse al volo l’attimo per piegarsi sul tavolo e infilarsi il cazzo nel culo. Dio quanto era stretto quel buchino, lo facevo scivolare piano piano e lei muoveva quel culo contro il cazzo dentro e fuori dentro e fuori piano piano quel buchino si stava allargando sempre di più e il cazzo scivola dentro sempre meglio, spingevo ma non forte poi lei m’implorò di sfondarle il culo di spingere tutto dentro forte sempre forte, poi mi fece sedere sulla sedia e salì sopra di me infilandoselo nel culo, insaccando il cazzo forte e tutto dentro fino al riempirlo di sborra, tutta dentro al culo e lei ancora spingeva e spingeva, poi si ferma mi guarda, sempre con il cazzo nel culo, non voleva proprio farlo uscire di li, e disse se avrei ancora scopato con lei o se tutto sarebbe finito a quel giorno, le risposi che ogni volta che avesse avuto voglia di cazzo sapeva dove trovarmi. All’improvviso riceve una telefonata, era lui che gli chiedeva di vedersi perché avrebbe staccato da lavoro prima e voleva stare un po’ con lei, così si è dovuta sistemare rivestire e scappare via di corsa e prima di uscire mi disse che mancava ancora l’ultima scopata e che avremmo dovuto recuperarla la prossima volta. Onestamente quella telefonata mi ha salvato nel vero senso della parola, un'altra scopata nel giro di un ora e avrei dovuto fare gli impacchi con il ghiaccio davvero, mi aveva letteralmente sfinito, una donna, una cavalla del genere non mi era mai capitata e fortunatamente sono stato all’altezza della situazione.
Nel corso dei mesi successivi abbiamo avuto molte altre occasioni di fare l’amore, ma nessuna era stata mai come la prima volta e per fortuna tutte le volte il tempo a disposizione ci permetteva massimo di farlo un paio di volte non di più. Attualmente ancora ci vediamo di tanto in tanto, ci facciamo le nostre belle cavalcate non più a quei ritmi, anche per un discorso di tempo e forse perché anche la complicità la magia di prima sta svanendo.
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Halloween
La vita può riservare molte sorprese, a volte piacevoli, altre meno, altre ancora del tutto inaspettate ed illuminanti.
Sono uno dei tanti impiegati che affollano la metropoli di Milano, uno di quelli, per intenderci, stressati non solo dal proprio lavoro, ma anche dal continuo esercizio da pendolare che quotidianamente devono fare e sopportare. Come sempre la vita in ufficio, quella mattina, si svolgeva secondo la solita routine: timbro del cartellino, aggiornamento sul lavoro da svolgere da parte del capo petulante, inizio del lavoro stesso con i tuoi colleghi. Nulla lasciava presagire una conclusione diversa dal solito, sennonché quella sera era la notte di Halloween e si era organizzata una festicciola mascherata a casa di uno di noi: tema della serata, lo scambio, ovvero gli uomini rigorosamente vestiti da donna e ovviamente le donne da uomini. Inutile dire che le battute si sprecavano da due settimane, dove il tema più gettonato era chi avrebbe meglio interpretato l’altro ruolo. Sarà banale dirlo, ma a quanto pare ero dato da favorito in questa bislacca gara, probabilmente dovuto al mio aspetto un pochino effeminato (odio barba, baffi ed affini), al mio gusto ricercato per la moda ed alla mia innata capacità al maquillage, accentuata dal mio stretto rapporto con l’arte teatrale coltivata durante gli anni delle superiori.
Giunto l’orario di chiusura, ci demmo appuntamento al solito bar, giusto per aprire in modo adeguato la festa e scegliere chi avrebbe dovuto prendere l’auto e fatto d’autista agli altri.
Arrivato a casa e fatta una veloce doccia rinfrescante, diedi inizio all’opera: avevo optato per un abito sobrio, un tailleur nero, e delle scarpe abbinate al vestito, mentre avevo eliminato la borsa, non avendo avuto modo di trovarne una adatta tra le tante che costituivano il corredo delle mie sorelle, per un più comodo marsupio dove riporre documenti, soldi e chiavi di casa. Conciato in questo modo ero sicuro di avere un tocco di fascino, ma essendo nella mia indole la voglia di primeggiare nel travestimento, avevo acquistato delle calze autoreggenti, che lasciavano intravedere tutta la loro sensualità da sotto la gonna, visto che non erano abbastanza lunghe per la mia statura, e un completo intimo rosso, tutto in pizzo, con l’idea di sfoggiarlo al mio “uomo” nel momento più opportuno, sapendo che “lui” era la collega a cui ormai facevo la corte da un anno buono.
Prima di tutto mi feci la ceretta: una sensazione più che conosciuta, ma che mi diede qualche grattacapo quando venne il momento di cosce e inguine; poi diedi una sistemata alle sopracciglia, quindi mi vestii e completai l’opera con il trucco e la parrucca. Nel complesso ritengo di aver fatto un ottimo lavoro e quella sera non fui il solo a pensarlo.
Scoccata l’ora, salii in auto e partii. Non abito molto distante da Milano, ma l’esperienza al volante con i tacchi la sconsiglio a chiunque, un vero calvario; oltre a ciò, mi ritrovai presto in panne, costretto ad abbandonare il mio mezzo in un parcheggio pubblico e dovermi fare un buon kilometro e più a piedi. Sarà stata l’euforia di questa inconsueta festa, sarà stato il mio aspetto o più semplicemente l’elevato tasso alcolico, ma mi si avvicinarono tre uomini un po’ malfermi sulle gambe e ben poco lucidi, i quali cominciarono a riempirmi di elogi per il mio vestiario, le mie gambe, i miei occhi, il mio seno prosperoso(!), e successivamente a chiedermi cosa facevo “tutta sola”, se volevo compagnia, se necessitavo di protezione, insomma una pletora di luoghi comuni pur di accedere alle mie grazie. Ovviamente li lasciai fare, cercando nel contempo di scrollarmeli per evitare facili ironie da parte dei miei colleghi. In effetti ci riuscii, ma solo perché mi ritrovai steso a terra a causa dello strattone che ricevetti da un povero ladruncolo, il quale prese a correre come un indemoniato con il mio marsupio.
Naturalmente quei bravi ragazzi se la diedero a gambe levate alla vista di questa scena ed io mi vidi costretto a rincorrere il mio scippatore a piedi nudi e con le scarpe in mano. Per mia fortuna, ci imbattemmo in una volante della Polizia, la quale fermò lo sfortunato malvivente, mi restituii quanto mi era stato sottratto ma mi costrinse ad andare alla stazione per tutti gli accertamenti del caso. Tralasciando le infinite risa che il mio aspetto suscitò, dovetti rimanere seduto a sbrigare la pratica del mio furto per oltre un’ora e così persi il party per cui mi ero tanto prodigato. Ciliegina sulla torta, sarei stato costretto a raggiungere casa con i miei mezzi se una simpatica poliziotta, ormai a turno ultimato, non si fosse offerta di darmi un passaggio, per solidarietà femminile mi disse. La battuta mi strappò un sorriso e quindi accettai.
Mentre percorrevamo la strada scambiammo le classiche quattro chiacchiere, giusto per evitare un imbarazzante silenzio, e proprio questo mi indusse a non controllare dove ci stessimo dirigendo. Con mia grande sorpresa, mi ritrovai in una zona sconosciuta e quando chiesi motivo di questa deviazione, per tutta risposta mi trovai la pistola d’ordinanza puntata addosso; ammetto di aver avuto paura in quel frangente e molta di più quando fui costretto a scendere per vedermi ammanettato. Durante questo supplizio, la simpatica agente mi confidò che ci trovavamo a casa sua e che era decisa ad offrirmi una serata speciale in cambio di quella a cui avrei dovuto partecipare. La mia faccia non deve aver espresso un atteggiamento positivo, perché premette ancor di più la canna sulla mia guancia, urlandomi nelle orecchie che dovevo fare esattamente quello che voleva e che ad ogni trasgressione sarei stato punito; a tale affermazione provai a ribellarmi, ma la sua era una presa ferrea e mi parve d’intravedere una scintilla di eccitazione, cosicché decisi di accontentarla.
Una volta dentro venni liberato anche se sempre sotto la costante minaccia dell’arma che teneva in pugno. Senza dire una parola mi indicò un grosso pezzo di legno posto al centro del salotto: in principio non capii cosa volesse, ma poi compresi quando notai che sul pavimento erano presenti degli anelli a cui erano attaccate delle catene. In sostanza, fui messo alla gogna, in una posizione che mai avrei pensato di assumere, ovvero a quattro zampe, con polsi e caviglie incatenate al pavimento e il ventre appoggiato al rozzo sostegno di legno. Quando fui a posto, rimise nella fondina la pistola e si dileguò in un’altra stanza per tornare vestita con un corpetto di pelle nera, stivali lunghi fino al ginocchio e un insieme di oggetti che ben poco lasciavano all’immaginazione sul loro uso.
A questo punto la festa iniziò: mentre un’infinita sequela di insulti fuoriuscivano dalla sua bocca, cominciò a tagliare il vestito, partendo dal collo, passando per il reggiseno fino ad arrivare alla gonna, lasciandomi con la schiena completamente scoperta e le mutande addosso, oramai raggruppatesi tra le mie chiappe esposte. Intuivo che la mia paura l’aiutasse nel suo perverso gioco, perciò cercai di assumere un atteggiamento più forte, più coraggioso, ma invano: lasciandomi completamente basito, mi resi conto che le mie gambe si stavano aprendo da sole, trascinate dalle catene a cui ero legato. Quando raggiunsi la massima apertura, la vidi tornare al tavolo dove aveva lasciato il suo armamentario e scegliere il suo primo strumento di piacere. Ne avevo sentito parlare, ma mai avevo pensato che l’avrei visto così da vicino: era una mutanda con un fallo finto di dimensioni ridotte per la lunghezza, ma non altrettanto per la larghezza. Una volta indossata, tornò alle mie spalle e con un colpo deciso riuscì ad infilarmelo tutto; il dolore fu straziante, cercai di urlare ma mi diede un colpo con un frustino sulla schiena e infine mi mise una correggia in bocca per farmi tacere. Purtroppo davanti agli occhi avevo un orologio e così potei vedere che si divertì letteralmente alle mie spalle per una decina di minuti. La sentivo gridare dall’eccitazione, darmi della puttana in calore, di quanto ero “sporca” e di come meritassi la sua punizione.
Una volta terminato e prossimo alla resa, fui liberato ma solo per essere nuovamente incatenato in posizione supina. Sentivo il mio povero sedere in fiamme, sia per la privazione della mia verginità anale, sia per le fustigate che non si era risparmiata di dare ai miei glutei; ahimè, ancora non era finita: toltemi le mutande, prese a masturbarmi con foga e quando fui completamente eretto, strinse la base del mio pene con una seconda striscia di cuoio in modo tale che non ricadesse su se stesso. Così messo, raccolse il mio scroto tra le mani e strinse. Non riuscivo più a distinguere la realtà dall’incubo, ma percepivo solo il dolore alle mie parti basse, la sua estasi data dalla mia pena e i movimenti convulsi a cui erano sottoposti i miei testicoli e il suo clitoride. Quando raggiunse l’apice, si portò velocemente sulla mia pancia e mi venne addosso, schizzandomi in ogni dove, quasi fossi la sua latrina. Poi si girò, dandomi le spalle, e si piegò sul mio pene: inizialmente lo leccò da cima a fondo, e visto quel che avevo subito fino ad allora mi sembrò il paradiso, ma poi prese a morderlo, stringendo tra i denti la punta fino a farmi sanguinare, per proseguire con sberle lungo tutta l’asta e concludere con una nuova masturbazione violenta, che mi portò all’orgasmo. Naturalmente rimasi eretto dopo e questo le permise di assaporare il mio nettare, leccandolo a partire dal basso per risalire fino alla cima.
Ero stremato, scosso dalla paura e dal dolore; sicuramente fu questo insieme di sensazioni che mi diede la forza per la mia ribellione appena compresi di essere libero: mentre ancora mi elogiava per la mia grande prestazione, le balzai addosso e cominciai a ripagarla con la sua stessa moneta. Le mie mani calavano sempre più forte sul suo corpo, volevo farle del male, volevo, desideravo, pregavo perché anche lei urlasse di dolore, che mi implorasse di lasciarla. Preso ancora dalla foga la scaraventai sul patibolo e la legai. Vidi un lampo di incomprensione nel suo sguardo e questo mi eccitò: afferrato il fallo più grosso e lungo che vidi, le sollevai le gambe e glielo misi su per il retto finché potei, quindi, ricordando di avere ancora il membro legato, le divaricai le labbra in malo modo e spinsi forte, con foga, fino a venire nuovamente; ma non mi fermai, continuai ancora e ancora, fino a quando le forze nelle gambe mi lasciarono. A questo punto avvicinai la mia bocca e presi a morderle il clitoride, mentre la mia intera mano destra entrava in lei. Più gemeva e più mi eccitavo, e più continuavo con quella tortura, più lei urlava. Era un circolo senza fine, ma anche questa giunse.
Mai avevo provato tante e tali emozioni, così scivolai a terra, ma prima di abbandonarmi ad un sonno senza sogni, la liberai, conscio del fatto che io non ero come lei.
Quando mi risvegliai era notte inoltrata e la trovai tra le mie braccia. Con calma la scostai, liberai il mio povero compagno d’avventure dalla sua prigione di cuoio e mi ricomposi. Dopo aver approfittato del suo bagno e di ogni crema disponibile per alleviare il dolore, specialmente quello sul retro, mi diressi verso la porta per poter uscire da quell’inferno e tornare a casa. Lì la trovai che mi fissava. Non sapevo che fare, ma per fortuna anche lei si ricompose in fretta, prese le chiavi dell’auto e mi riportò a casa. Facemmo tutto il viaggio in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri, i miei, lo confesso, molto scuri. Giunti alla meta, poco prima che scendessi senza degnarla di uno sguardo, mi confidò che l’avermi visto vestito da donna, colpito da uno dei tanti sgarbi che quelle del suo stesso sesso ogni giorno subiscono, quasi indifeso e succube degli eventi, aveva acceso in lei la fiamma della voglia di potermi dominare; era stata irrefrenabile e vi aveva ceduto, ma poi, quando lei era passata dalla parte del dominato, aveva trovato qualcosa di nuovo, qualcosa che non aveva mai provato e che le piaceva. Perciò, prima che mi allontanassi, mi diede il suo numero, chiedendomi di riprovare ancora un giorno. Quando fui nuovamente in casa cercai di scacciare ogni istante di quel che avevo subito e provato, ma non ci riuscii. Con il passare dei giorni il pensiero tornava sempre alla mia mente e alla fine cedetti. Oramai sono passati due anni da allora, due anni trascorsi tra una dominazione fatta ed una subita, perché tra noi non ci sono ruoli, ma solo il gusto per la perversione.
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14 years ago
admin, 75
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I colori del desiderio
Mi sto preparando a guardare il video che ho registrato, è da tanto tempo che ho questo desiderio: guardare noi due nel momento dell’amore.
Credo sia la vera motivazione di questa voglia, ma non ne sono sicuro, so solo che l’ho fatto e adesso, mentre il ronzio che scaturisce dal televisore mi avvisa dell’imminenza partenza del filmato, mi chiedo cosa cerco, cosa voglio, perché mi sento sempre obbligato a cercare oltre, anche a costo di soffrire.
Le scene cominciano a scorrere: loro non devono fermarsi a ragionare…
Non mi riconosco, non sono io quello che vedo, non è il mio modo d’agire, eppure, lei, è lei…
Guardo curioso le movenze rubate: non ho avuto il coraggio di chiederglielo, di coinvolgerla a questo nuova esperienza erotica, la paura di un rifiuto mi ha fatto propendere all’inganno.
Brutta cosa quando si arriva a non condividere i desideri.
Cerco una scusa per quello che ho fatto, mentre il suo viso stravolto dall’orgasmo mi s’imprime davanti.
Blocco la scena: torno indietro, la riguardo al rallentatore…Si, è proprio bella.
“ Non ti ho detto niente, perché volevo vederti naturale nel momento dell’amore, il saperlo, ti avrebbe condizionata.”
Penso che sarà questo che le dirò, se avrò il coraggio di farla partecipe del mio furto d’amore.
Tutto è iniziato per gioco, come sempre tra noi.
Il piacere di fotografarla, fermare il tempo del nostro piacere nel momento dell’amore, poi, cercare ancora più avanti, dove solo la simbiosi totale ti può portare.
Ho cercato d’essere naturale, spontaneo, ma il sapere che mi stavo registrando mi ha portato a gesti atipici al mio dare.
Cerco di concentrarmi su quello che vedo tramite quel pezzo di plastica amorfa appoggiata alla parete;
“ Così potrò averti con me anche quando non ci sarai…”
Queste, saranno altre parole che ti dirò per farmi perdonare.
“Che stronzo che sono,” penso, mentre mi guardo: sto facendo l’attore per me stresso, mi vedo che cerco l’obbiettivo e sposto i nostri corpi nel tentativo d’inquadrare l’indecente.
“Possibile che amo tanto l’erotismo e sono scaduto nel misero porno?”
No, quello che vedo non è porno, c’è sentimento e amore, eppure, qualcosa mi sfugge.
Certo che lei è bella e guarda quanto gli piace farsi leccare in quel punto…
Ma guarda come si contorce in quel momento…non mi ero mai accorto di quel suo movimento…
Ecco, quando mi ha lasciato quel segno sul corpo…
Guardo incredulo le immagini, scopro tanti particolari che ho perso nel momento del piacere.
Poggio il palmo della mano sulla guancia, aguzzo gli occhi sui nostri corpi sudati e mi lascio trasportare dalle immagini, sorrido, m’incazzo, mi odio…
“Avrei dovuto dirglielo, farla partecipe…”
Il mio primo tentativo di regista, è veramente scadente, scene scure, immagini distorte, inquadrature sbagliate.
“Oh diavolo, ma davvero mi ha fatto quello? E dove cavolo ero io con la testa, che non me lo ricordavo?
“Porco giuda, possibile che io le abbia fatte una cosa del genere?”
“Ma se invece di cercare di diventare regista avessi pensato a fare all’amore, forse ricorderei meglio il tutto!”
La mia concentrazione visiva, è distratta dal rumore di una macchina che si ferma nel parcheggio della villa, guardo l’orario, è lei.
Sento il rumore del cancello aprirsi: tra qualche secondo sarà di fronte a me.
Ho un tuffo al cuore, la paura che questo filmato possa distruggere il nostro rapporto, si scontra con il desiderio d’onestà che mi percuote l’anima.
Sento la chiave girare nella toppa: spengo la telecamera e l’appoggio sul mobile moderno posto sotto il televisore.
Ho deciso di dirle tutto, vada come vada…
Entra, bella e sensuale: la solita Dea per il mio cuore in fermento.
La borsetta vola sul divano, le braccia si allargano per stringermi, si avvolge a me facendomi sentire il calore del corpo, spinge il bacino, mi guarda negli occhi, nel frattempo, un bacio caldo a tormentare i miei pensieri, una mano scende a cercare il sesso, lo accarezza con passione, la lingua sale a cercare i lobi e stuzzica le parti sensibili, poi, un sussurro sinuoso come il suo corpo;
- Amore, sei così eccitato perché pensavi a me dopo avere visto il tuo filmino?
Sento il cuore perdere qualche colpo;
- Che disgraziata che sei! Ti eri accorta che stavo registrando e non mi hai detto niente… Adesso comprendo perché non ho riconosciuto quel tuo modo di fare all’amore!
La stringo forte fingendomi contrariato;
Accendo il televisore e spingo il pulsante start facendo partire il filmato che nel frattempo si è riavvolto.
La guardo con lo sguardo imbronciato: mi sento come il bambino preso con le dita nella cioccolata. Punto un dito in direzione del divano dove tante volte ci siamo amati;
- E adesso siediti e spiegami un paio di cose che mi hai fatto, perché sono curioso di sapere dove le hai imparate…
Lei segue il dito, lo prende con la mano, lo accarezza, lo avvicina alla bocca, la lingua vi scivola sopra leccandolo avidamente e infine, lo avvolge tra le sue labbra trasmettendomi brividi lungo la schiena, poi, ricambiando il mio sguardo voluttuoso, si sposta da me adagiandosi sul divano di pelle nera, allarga le cosce, alza la gonna lentamente, la ferma all’altezza degli slip neri e spostando lo sguardo sul televisore che emette gemiti strozzati, mi dice;
- Non importa chi mi ha insegnato, conta con chi lo faccio…
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14 years ago
fantasypervoi,
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Incontro in chat
Era un pomeriggio degli ultimi giorni di Agosto, ed ero in casa, fuori faceva ancora molto caldo e la voglia di uscire non c’era. Non sapendo cosa fare mi collegai ad internet, girando e rigirando tra i vari siti, trovo finalmente una chat, una normalissima chat per scambio per conoscere persone. Comincio a parlare con le ragazze e le donne presenti, ed in particolare con una ragazza, sembrava avessimo una certa intesa, così pian piano finisco con il parlare solo con lei. Dopo un paio d’ore trascorse in chat, potendo solo scriverci senza vederci, finiamo con il decidere di scambiarci i contatti msn, in modo tale che oltre a scrivere avremmo avuto la possibilità di vederci e volendo anche parlare. Scambiati i nostri contatti, ci ritroviamo su msn, dove finalmente avevamo la possibilità entrambi di vederci come eravamo fisicamente. Appena collegato a msn, la sua foto non c’era così le chiesi se potevo vederla, morivo dal desiderio di vedere il viso di quella ragazza, non appena mise la sua foto, rimasi qualche secondo senza parole, un viso stupendo, perfetto, una bellezza pura, appena mi ripresi, la prima domanda, stupida tra l’altro che mi venne in mente, fu chiederle se era realmente lei nella foto, la sua risposta fu “facciamo così, per ora ti lascio nel dubbio, visto che non ci conosciamo ancora bene, quando e se diventeremo amici ti toglierò questo dubbio”…non sono una persona che pretende il tutto e subito, non mi piace forzare ed essere forzato, così le dissi che per me non c’era alcun problema, avevamo molto tempo a disposizione per imparare a conoscerci bene e riprendemmo la nostra conversazione. Passarono una decina di giorni, passavamo tutte le sere su msn a parlare del più e del meno, come era andata la giornata, il lavoro e via dicendo, sempre senza mai avere la possibilità di vedere una sua foto diversa da quella, oppure vederla in cam, fino ad arrivare al giorno in cui le chiesi se potevamo incontrarci, visto che passavo dalle parti dove lei lavorava, nella settimana (in realtà dovevo andare a tutt’altra parte). La sua risposta non fu immediata, esitò per qualche minuto, cercando di cambiare discorso, parlare di altro, ma io non mi arrendevo e gli proponevo ogni volta l’offerta di vederci, fino al punto che acconsentì. Ci mettemmo d’accordo sull’orario e il posto in cui vederci, per il giovedì, lei mi chiese appunto di vederci in quel giorno poiché lavorava solo mezza giornata e quindi aveva poi tutto il pomeriggio libero. Dopo tre giorni di attesa arrivò finalmente il giovedì dell’incontro, quei tre giorni furono duri, ma quelle poche ore per aspettare le 14 lo furono ancor di più, ad un tratto comincia sentire l’ansia salire, speravo che tutto andasse nel migliore dei modi, mi sembrava essere tornato indietro nel tempo a quando ero ragazzetto, i primi appuntamenti, poi finalmente arrivarono le 14 e cominciarono le palpitazioni vere e proprie. Passarono 15 minuti e ancora non arrivava, erano le 14:30 e lei ancora non si vedeva, cercavo il suo volto tra i passanti, pensando che forse non riusciva a vedermi, non avevo pensato a scambiare il numero di cellulare nel caso ci fosse stato qualche problema, aspettai altri 10 minuti, poi avvolto da un grande rammarico e delusione decisi di andarmene, pensavo che non l’avrei mai vista e forse neanche era veramente la ragazza della foto, forse si era solo presa gioco di me. Avvilito mi incamminai verso la mia auto quando sento una dolcissima vocina chiamare il mio nome, all’improvviso un brivido percorse tutto il mio corpo, mi voltai e la vidi, era lei, un angelo, un fiore, una creatura meravigliosa ed era venuta per me, per stare un po’ con me. Si avvicinò con un sorriso bellissimo e mi disse ”eccomi qui!!! ti chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto un problema sul lavoro, potrò mai farmi perdonare in qualche modo?” poi aggiunse “ mi guardi e neanche mi saluti, sei forse deluso di me?”…deluso??non ti saluto??ti prenderei e ti ricoprirei dalla testa ai piedi di baci, altro che deluso, ovviamente questo era il mi pensiero, non gli ho detto questo, ma gi ho detto “a si scusa…certo che ti saluto, sai sono arrivato un po’ tardi anche io e sinceramente credevo che tu fossi andata già via” (bugiardo ero arrivato con almeno 40 minuti di anticipo), poi continuai “no ma quale deluso di te, a parte che sei davvero molto carina e poi siamo solo amici quindi l’aspetto fisico non conta” ( quante cazzate in poco meno di due minuti, anche se realmente credo che l’aspetto fisico conti fino ad un ceto punto, la cosa che ritengo più importante è la complicità tra due persone, poi è normale se oltre a tutto il resto, anche l’aspetto fisico è di bella presenza sarebbe il massimo). Le chiesi se aveva mangiato e rispose di no, così la invitai a mangiare un boccone insieme, voleva mangiare un po’ di pizza, così ci siamo diretti in una piccola e poco affollata pizzeria a taglio, tanto per avere un minimo di privacy. Prendemmo il nostro pranzo ci sedemmo ad un tavolo di fuori e si cominciò a mangiare , parlare, ridere e scherzare, avevamo una giusta sintonia, mi trovavo bene con lei e lei con me, giusto per farvi capire il tipo, non era molto alta forse 160 cm, ma ben proporzionata, altezza, corporatura, un viso angelico, con leggero filo di trucco, quindi quasi al naturale, vestita in modo elegante sportivo, con un pantalone bianco che metteva in risalto le suo forme sinuose, bella davvero bella, non una strafiga da paura, ma comunque molto bella. Volarono quasi due ore seduti lì a parlare, poi mi chiese di fare un passeggiata e così cominciammo a camminare…il tempo ne era passato molto, si era camminato molto e anche i discorsi stavano per finire, comunque tutte le sere su msn e quelle ore seduti abbiamo parlato quasi di tutto, eravamo arrivati al punto in cui cercavamo entrambi di evitare gli sguardi, non so bene perché, forse per imbarazzo, non lo so comunque ero contento di averla conosciuta e di avere passato quelle ore piacevoli in sua compagnia. Finalmente dopo tanto camminare vidi una panchina libera, un sogno, un miraggio, nonostante la giornata era stupenda con lei, non ce la facevo più a camminare, così ci sedemmo in quella panchina. Appena seduto esclamai “finalmente seduto, non ce la facevo più, non sento più le gambe” e lei rispose “a dire il vero anche io sono esausta, abbiamo camminato e parlato molto, ci vorrebbe un bel massaggio adesso per rimettermi al mondo”…Ha detto di voler un massaggio e io questa occasione la sfrutto o almeno ci provo, “se vuoi io sono un massaggiatore davvero molto bravo” e lei “mi piacerebbe ma non certo seduta su una panchina all’aperto così, i massaggi sono piacevoli perché rilassano, quindi si deve stare comodi” ed io “lo so hai perfettamente ragione, ma qui non abbiamo letti per sdraiarci e metterci comodi” poi aggiunsi in modo del tutto ironico, buttandola sullo scherzo “lì c’è un alberghetto possiamo chiedere se hanno una stanza per qualche ora giusto per avere un po’ di meritato riposo, dopo una giornata di fatica e goderti i miei massaggi”…pensata realmente, ma detta in modo ironico e scherzoso, l’ho detto e il suo silenzio mi metteva in difficoltà, non sapevo se fargli capire che scherzavo, se era meglio stare zitto, non sapevo più cosa fare, ero completamente nel pallone, quando ad un tratto lei mi rispose “ma si dai proviamo questi tuoi magici massaggi in un letto comodo”…Aveva accettato, non me lo sarei mai aspettato, aveva detto di si. Andammo verso l’albergo a pochi metri da noi, le aspettò di fuori entrai solo io per chiedere se avessero una camera libera per qualche ora e purtroppo non avevano camere disponibili, già cominciavo a demoralizzarmi, uscii e gli dissi di provare da un'altra parte, con tutti gli alberghi presenti nei paraggi uno lo avremmo trovato libero. Dopo circa 45 minuti nella ricerca di un albergo libero, lei mi disse che forse era meglio abbandonare l’idea ci sarebbe stata occasione la prossima volta, magari organizzandoci prima, così decisi di fare un ultimo tentativo e poi di rinunciare. Avevo di fronte a me l’ultimo albergo, doveva assolutamente darmi una camera per qualche ora, entrai e chiesi se avevano una camera libera, ricevetti l’ennesima risposta negativa. Non potevo arrendermi anche perché quello sarebbe stato l’ultimo albergo, se poi non l’avessi più rivista, se magari la prossima volta non avesse voglia di fare questa cosa, non dovevo avere una camera, mi avvicinai di nuovo al tizio della reception e gli chiesi, quasi implorandolo di trovarmi una camera per qualche ora, lo avrei pagato comunque come se fosse per una notte e finalmente dopo tanto insistere e cercare una soluzione, mi disse che aveva una singola, ma il bagno era guasto, quindi non poteva darla ai clienti, ma se si trattava solo per qualche ora, avrebbe fatto un eccezione, però prima delle 23 dovevamo essere fuori, così mi disse tutto quello che dovevo fare, dove era la camera, il codice del portone d’ingresso, quando andavo via di lasciare la chiave nella stanza e chiudere la porta, senza passare per la reception, e soprattutto di pagare subito, in modo che fatto il tutto sarei sparito, questo è il bello dei piccoli alberghi a gestione famigliare, in un modo o nell’altro una soluzione, un compromesso si trova sempre. Finalmente avevo la stanza tutta per noi, solo che tra tutto il tempo che era passato, si stava facendo tardi, per le 23 avrei dovuto lasciare la stanza, alla fine restavano poco più di tre ore a disposizione, che avrei voluto sfruttare al meglio, ma senza forzare le cose, comunque esco la chiamo, ci dirigiamo al portone e saliamo nella nostra stanza. Finalmente in camera, niente di speciale, comunque un letto c’era ed era più che sufficiente, ci sedemmo sul letto e gli spiegai, che purtroppo la stanza mi era stata data a condizione di lasciarla per le 23 e notai un espressione strana sul suo viso, come di dispiacere, due battute tanto per sdrammatizzare e poi le dissi di sdraiarsi, che la massaggiavo come promesso. Mi guardava fissa negli occhi senza dire nulla, con una leggera spinta, mi fece sdraiare, le sue mani accarezzavano dolcemente il mio corpo, quasi a sfiorarlo, arrivata alla mia vita, delicatamente sollevo la mia maglia, la sfilò via e cominciò con estrema delicatezza a baciarmi il corpo salendo verso il petto, le sue calde labbra sforavano delicatamente la mia pelle, sentivo brividi attraversare tutto il corpo, sentivo un piacere immenso, l’eccitazione salire vertiginosamente, le sue labbra stavano dolcemente baciando il mio collo, oramai l’eccitazione era al culmine e finalmente quel tanto atteso bacio sulle labbra. Le sue morbide labbra, avevano un sapore meraviglioso, ci baciavamo e intanto l’uno spogliava l’altro, per poi restare completamenti nudi distesi l’uno sopra l’altro. Il suo corpo era splendido, la sua pelle era profumata e liscia come la seta, mentre la baciavo, le sfioravo dolcemente il corpo, mentre lei sopra di me, si strofinava contro il mio corpo, provocando un eccitazione reciproca, poi sempre molto delicatamente, continuando a baciarmi cominciò a scendere lungo il mio corpo, per arrivare fino al mio pene. Con grande gioco di lingua e abilità lo cominciò a leccare e succhiare, per poi prenderlo avidamente tutto in bocca, per poi rilasciarlo e scendere a leccarmi le palle. Ora è il mio turno, esplorare ed assaggiare quel meraviglioso corpo, comincia con leccargli i capezzoli, sentendo in lei il piacere salire, per poi scendere fino a quella figa, depilata e che emanava il profumo del suo piacere. Spinse forte la mia testa tra le sue gambe, presi a leccarla con molta avidità, sentivo il suo corpo irrigidirsi e rilassarsi, sentivo i mugoli di piacere che emetteva, ormai i nostri corpi stavano prendendo fuoco, era arrivato il momento di dare sfogo al nostro piacere arrivato al culmine. Si sdraio pancia in su, allargo completamente le sue gambe, mi avvicinai e lo infilai in quella figa bollente, completamente bagnata e comincia a farlo scivolare dentro molto piano, su e giù, dentro e fuori, era qualcosa di sublime. Poi volle venire lei sopra di me, mi sdrai, salì sopra e se lo infilò nella figa, prese a fare su e giù aumentando sempre più il ritmo, fino al punto che non riucì più a smettere e cominciò a cavalcarmi come un indemoniata per qualche minuto, finchè non raggiunse l’orgasmo, facendo un dolce lamento di piacere, sentivo la sua figa contrarsi contro il mio cazzo. Lo tirò fuori, avevo il cazzo completamente ricoperto del suo umore, si avvicinò mi diede un bacio, si tirò nuovamente indietro per prenderlo ancora in bocca, questa volta riempiendolo di saliva, si mise nuovamente sopra di me, lo avvicinò alla figa, lo mise dentro di nuovo, poi lo tirò di nuovo fuori e lo avvicinò al buco del culo. Spingeva la capella contro il suo culo e mi guardava, poi mi disse “ti piacerebbe penetrarmi nel culo?” risposi di si ed ecco che infila il cazzo in quello stretto buco divino. Faceva su e giù, faceva arrivare il cazzo quasi ad uscire dal culo e poi giù di colpo e se lo schiaffava di nuovo tutto dentro, che culo, che piacere, non ce la facevo più, stavo venendo e quando lei lo capì comincio a farsi stantuffare il culo con grande violenza, finche non glie lo riempii completamente di sborra. L’eccitazione era tantissima, che usci un fiume di sborra, quando tolse il cazzo dal culo, la sborra cominciò a colargli sulle cosce, si chinò sul cazzo e lo prese a leccare, poi mi guardò e disse “la prossima volta spero che mi riempirai la bocca di sborra”.
Restammo distesi ed abbracciati sul letto senza parlare, per una mezz’ora forse, poi le mi disse che era ora di andare doveva tornare a casa, così seguendo le istruzioni del tizio dell’albergo, abbiamo lasciato la camera e siamo andati via. L’ho accompagnata fino alla sua auto, dove ci siamo salutati e scambiati i numeri di cellulare, per tornare ognuno alla propria casa. Quello fu l’inizio di una relazione altalenante, durata circa 1 anno, un anno dove con lei ho scoperto davvero ogni singola forma del sesso e ogni luogo più insolito, lo abbiamo fatto ovunque e lo abbiamo fatto più volte consecutive nello stesso giorno…
Ma questa è un'altra storia…
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14 years ago
fabrizio77, 33
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Angela e un vecchio amico
Angrla è fidanzata, una ragazza molto travolgente ed espansiva. Sulle dita della mano destra ha tatuato delle lettere, c’è scritto: babe. Un giorno sarebbe andata a trovarla un suo vecchio amico delle scuole. Era un ragazzo del Senegal adottato da una famiglia della sua città. Una volta tra di loro c’era stato un flirt, gli aveva fatto un pompino che era durato addirittura cinque minuti. E il suo uccello entrava a fatica nella sua bocca. Quando andò a trovarla si abbracciarono, non si vedevano da parecchi anni. Angela le disse di entrare, gli avrebbe preparato un caffè. Si avviarono in cucina e iniziarono a parlare del loro presente, del loro lavoro. Angela aveva una gonna molto corta, probabilmente l'aveva messa proprio per l'occasione. Perchè sapeva che quell'omone nero non avrebbe fatto altro che guardarle le cosce, e di desiderare le sue natiche. Baril le chiese se poteva fare una doccia velocemente, perchè era appena tornato dal lavoro, ed era molto sudato. Angela gli rispose che poteva fare come se fosse a casa sua. Iniziò a spogliarsi proprio lì, dinanzi a lei, e quando si tolse le mutande uscì fuori quel grande arnese in stato di apparente riposo. Angela spalancò gli occhi.
- Wow, che bell'attrezzo! Magari il mio fidanzato ne avesse uno così tra le cosce.
Baril rise, e si avviò verso la doccia. Angela intanto aveva preparato il caffè e l'aveva versato nelle tazzine, e si mise ad aspettare seduta in cucina. Quando Baril uscì completamente nudo, si stava asciugando i capelli con un telo. Si mise a sedere sul divano della camera da pranzo, e Angela lo chiamò, gli disse che il caffè era pronto.
- Portalo di qua, che mi sto asciugando i capelli.
Cercò di prendere il barattolo dello zucchero che stava in alto sul pensile e alzandosi la gonna corta sarebbe salita ancora. Cercò di prenderlo nel più breve tempo possibile, ma in quei pochi secondi lo spettacolo fu completo, e Baril vide le belle forme del suo culo. Portò le due tazzine nella sala da pranzo e le poggiò sul tavolino di vetro di fronte al divano. Poi si sedette sul bracciolo del divano e si sentì tremendamente imbarazzata per il fatto che Baril fosse nudo. E non faceva altro che guardare il suo enorme uccello.
- Siediti qui, accanto a me - le chiese Baril.
Angela si mise al suo fianco, e il contatto delle sue cosce con le cosce di Baril la eccitò tremendamente. Si alzò per prendere le tazzine del caffè, per farlo doveva per forza restare per qualche attimo a 90 gradi, ma fece le cose con calma versando in ognuna un cucchiaino di zucchero. Quando si risedette Baril la stava guardando fissa negli occhi. Il pene gli si era indurito, diventando un attrezzo di dimensioni spaventose. Diventò tutta rossa, non sapeva se per la vergogna o per l'eccitazione, comunque non resse lo sguardo e abbassò il suo poggiandolo sui suoi piedi.
- Ti ricordi quando lo prendesti in bocca - le domandò indicando il suo grande uccello.
- Certo che mi ricordo, Baril - Angela era imbarazzata.
- Ti andrebbe di riprenderlo?
- Baril, ma cosa dici? Io sono fidanzata! E se dovesse tornare?
- Se torna si spara una sega mentre mi guarda scoparti - portò una mano dietro la nuca di Bella e la spinse verso il suo grosso arnese.
- Ma cosa fai, Baril? Mi fai male! - Angela cercò di far diventare quel gioco più interessante, facendolo sembrare una violenza. Si chinò docilmente quando la mano posatasi sulla sua testa la spinse verso il basso. L'uccello entrava con difficoltà nella piccola bocca di Angela, l'odore e il sapore di quel grande cazzo le era molto mancato. Si ritrovò a cavalcioni su di lui mentre da dietro con le mani le stava bagnando il buchino con dell'olio trovato chissà dove. Capì subito le sue intenzioni ma non aveva la forza di ribellarsi, anzi voleva essere presa anche lì. Il contatto con il suo corpo era bellissimo, quella trave era enorme. Si inginocchiò ai suoi piedi e lo masturbò per qualche attimo e si rese conto che la mano non riusciva a chiudere il diametro di quell’uccello. Lo baciò belicatamente, dei baci a timbro sulla punta e poi sull'asta.
- Ce l’hai proprio duro amore – disse con occhi particolarmente dolci. Poi la fece ritornare a cavalcioni e fece scivolare altro olio sul suo culetto. Puntò la punta del suo pene in direzione del suo buchetto, e Angela spalancò gli occhi spaventata dalle sue intenzioni.
- No, Baril... lì mi fai male. Ti prego.
Lo sentì farsi strada, il dolore iniziale dapprima forte poco a poco si placò.
Aveva gli occhi chiusi quando sentì premere nel buchino del culetto. Socchiuse gli occhi e lo accolse. Stava impalata sopra un nero.
- Trombami come una puttana amore – urlò ansimando. – Che bel cazzone duro che hai. - Sentì improvviso il piacere che la stava per sommergere e finalmente arrivò. Lo sentì venire dentro di lei, si sentì riempire del suo sperma e di nuovo l'orgasmo la squassò.
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14 years ago
admin, 75
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La vendetta di una ex
Entrai in casa di Sabrina; saranno stati almeno due anni che non la vedevo. Avevamo avuto una storia tempo fa, che poi finì perché io le misi le corna con una stagista che lavorava nel suo stesso ufficio e si venne a sapere.
Umiliata da questa cosa sparì mentre io e la bella e giovane stagista, dopo qualche mese di frequentazione, ci accorgemmo che eravamo troppo diversi per stare assieme. Ancora oggi quando penso a quello che ho fatto nei confronti di Sabrina me ne vergogno. Purtroppo però non posso tornare indietro.
Il fatto che Sabrina fosse tornata a farsi sentire per SMS mi stupì parecchio. Non potevo credere che il destino mi avesse dato una seconda possibilità. Quella sera Sabrina mi chiese di vederci a casa sua ed io non esitai.
Lei mi apparve. Era bellissima, più bella di quanto mi ricordassi. Era vestita con stivali neri dal tacco sottile e lungo, una minigonna di jeans e una magliettina molto attillata che metteva in risalto ancor più le sue prosperose forme.
Mi sembrava troppo spinto come abbigliamento per un incontro in casa ma mi aveva già abituato in passato a vestitini sensuali: a letto ci sapeva davvero fare.
Non mi diede neppure il tempo di entrare che mi si strinse a me e mi baciò. Sembrava di essere tornati indietro di due anni almeno. La cosa mi piaceva parecchio ed ero già eccitato dalla situazione. Piano piano, mentre ci baciavamo appassionatamente, mi portava verso la camera da letto. Una volta giunti lì mi iniziò a spogliare…
Velocemente mi ritrovai nudo con lei parzialmente svestita. Abbiamo fatto sesso.
La mattina quando mi svegliai ero nudo e legato mani e piedi al letto, in posizione supina. La prima cosa che vidi fu lei vestita in latex, con ai piedi gli stessi stivali della sera prima. Non sapevo cosa avesse in mente, ma la cosa mi eccitava, lo presi come un gioco.
La mia eccitazione si vedeva senza troppi sforzi; i 22 centimetri di virilità si staccavano eretti e duri fin sopra al mio ombelico. Ero pronto a farla godere di nuovo pensavo. Avvicinò la mano ai miei genitali, accarezzò i testicoli e quindi strinse per un attimo il pugno: emisi un piccolo “ahi!”. Prese sempre dal cassetto una specie di museruola con un fallo in fronte. Mi mise il fallo in bocca ed allacciò la museruola dietro la nuca. Il fallo misurava penso 25 cm e mi sembrava arrivare fino alle tonsille. La prima sensazione fu quella di un rigurgito. Ero immobilizzato, non potevo parlare, respiravo a fatica: che sensazione strana.
A questo punto lei disse: “Ho aspettato due lunghi anni questo momento…”. Sbiancai. Avevo paura ma ero al contempo anche eccitatissimo. Mi prese di nuovo in mano i testicoli ed iniziò a stringerli e a tirare lo scroto. Quindi prese una corda che ebbe cura di fissare bene alla base dello scroto. I miei testicoli erano immobilizzati dal cappio che Sabrina impugnava. Iniziò a dare degli strattoni, prima lenti, poi via via la forza che ci metteva era sempre più forte.
Era doloroso, ma ancora sopportabile. La mia paura era che avesse intenzione di annullare per sempre la mia virilità tirando il cappio fino a staccare i testicoli dal corpo.
Leggevo che nel medioevo uomini venivano appesi in piazza pubblica per lo scroto e lasciati penzolare finché i testicoli non si distaccavano dal corpo.
Iniziò a tirare sempre più forte e costantemente. Non erano più solo strappi ma un tirare continuo che aumentava progressivamente. Il dolore iniziava a prendere il sopravvento. La paura e lo sgomento erano forti. Capì che mi avrebbe castrato per vendicarsi.
Non potevo far suppliche, non potevo parlare. La mia virilità era nelle sue mani. Capì che era lei a decidere se sarei ancora stato un uomo anche domani…
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14 years ago
markmark78,
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Estate, calda stagione
L’estate del 1997 rimarrà nei miei ricordi finché avrò vita, ma forse è il caso che inizi a raccontare il tutto dal principio.
All’epoca avevo solo 17 anni ed avevo appena concluso il 3° anno delle scuole superiori; essendo un po’ cagionevole di salute, con un fisico esile ed alquanto povero di colorito, potremmo dire quasi albino, i miei genitori per ricompensarmi dei miei risultati scolastici, mi lasciarono libero di andare solo sulla riviera romagnola. L’idea non mi esaltò immediatamente, poiché non avevo amici con cui condividere questa nuova “avventura” ed inoltre, sarei stato ospite, per le due settimane concessemi, dei miei zii, persone molto gradevoli ma di una noia mortale. Comunque sia, il giorno della partenza arrivò ed io, borsa alla mano e ricolmo di inviti alla prudenza, partii per la mia destinazione; fu un viaggio tranquillo ed in stazione trovai subito il comitato d’accoglienza: da una parte i parenti e con la mia cuginetta, già pronta ad assillarmi con le sue bambole, dall’altra il gruppo di campeggiatori con cui avevo fatto la corsa in treno, gruppo composto da circa una ventina di miei coetanei equamente divisi tra ragazzi e ragazze; potete ben immaginare il mio desiderio di unirmi a loro, consapevole delle notti brave che li attendevano, ma ovviamente mi vidi costretto a seguire la prima via, non immaginando ciò che di lì a breve mi avrebbe atteso e che, ne sono sicuro, si dimostrò molto meglio di notti passate ubriachi, ciondolando da una ragazza all’altra per poi ritrovarsi a dormire su un formicaio senza le mutande.
Dopo un breve tragitto in auto, arrivammo alla solita villetta presa in affitto, con tanto di veranda affacciata direttamente sulla spiaggia. Preso possesso della mia camera, sfatte le valigie ed indossato il mio stupendo costume slip color canarino, simpatico regalo di mamma, mi recai a prendere un po’ del beneamato sole, confidando di non dare troppo nell’occhio per evitare qualsiasi problema con i soliti bulli estivi, sempre decisi ad utilizzarmi come bersaglio per far colpo sulla bella di turno. Sembra incredibile, ma la prima escursione oltre la porta di casa fu un successo, o quasi: non solo la spiaggia non rigurgitava di bagnanti, ma feci la conoscenza della mia “vicina”, una simpatica e molto attraente ventenne, tutta curve, con splendidi capelli, lunghi e neri, occhi verdi e profondi, molto simpatica ed estremamente colta. In un primo momento credetti di aver fatto colpo, ma in seguito compresi che si fece avanti solo per questione di vicinato e perché unica persona sola in spiaggia; ciò, comunque, bastò per rallegrarmi della situazione in cui mi trovavo, situazione che migliorò in modo esponenziale quando rientrai: appena messo piede oltre la soglia, mi accorsi che qualcosa non andava nel verso giusto e la conferma arrivò molto presto. Scoprii che il mio simpatico cugino, a cui tutti in famiglia davano credito di rosee prospettive future e che ci doveva raggiungere al mare, in realtà era impossibilitato a farlo! Motivo: senza che nessuno lo sospettasse e sapesse, si era iscritto ad un sito tedesco che organizzava orge in luoghi pubblici, lì aveva conosciuto la ragazza che poi era diventata la sua fidanzata ed insieme a lei, e ad altre 49 coppie, avevano dato sfogo alla loro libido sotto la porta di Brandeburgo, più o meno all’orario di chiusura degli uffici; come fecero a spogliarsi tutti prima di essere arrestati ancora non è chiaro tra di noi, ma è palese che mio cugino con consorte e tutti gli altri, si ritrovarono presto in galera con la prospettiva di non uscirci, se non prima di due o tre anni. La pazzia che regnava in casa rasentava quella da manicomio, con i miei zii intenti a recuperare il recuperabile, sia parlando di abiti sia di reputazione; ovviamente partirono di gran carriera, lasciandomi solo sulla porta d’ingresso, con le chiavi di casa in mano ed un saluto. Appena compresi l’accaduto, corsi in cucina, aprii la birra più grossa che trovai e la bevvi tutta d’un fiato per la gioia, abbandonando poi la bottiglia sul tavolino in salotto. Mai avrei pensato di poter usufruire di una casa sul mare, comprensiva di tutti gli optional, gratuitamente per due settimane! La prima idea che mi frullò per la testa fu quella di festeggiare in modo sontuoso, ma poi ricordai di essere completamente solo...Che disdetta...Però, a ben pensarci, non ero “proprio” solo, avevo una vicina che si era dimostrata gentile e socievole e forse, con le dovute parole, sarei stato in grado di convincerla ad accettare il mio invito. Con questo ben preciso scopo nella mente un po’ annebbiata dall’alcool, mi diressi verso la veranda per capire se fossi riuscito nel mio intento.
Ammetto che qui i ricordi si fanno un po’ confusi, ma credo di essere nel giusto se affermo che la scena che mi si presentò davanti agli occhi diede il la a tutto quello che avvenne dopo; appena giunsi barcollando sulla veranda, guardai nella direzione della mia vicina, ma purtroppo mi ritrovai ad osservare il paravento di tela che, come mi era stato spiegato nel pomeriggio, serviva come protezione dagli occhi indiscreti quando si voleva fare una doccia in piena libertà sotto al sole. Dopo aver riflettuto per un attimo e preso dall’eccitazione sentendo l’acqua scorrere, avvicinai un piccolo sgabello alla recinzione, ci salii sopra e guardai: che immagine sublime trovai dall’altra parte! La mia vicina era lì, in costume, con l’acqua che le scorreva sulla pelle vellutata e dorata al punto giusto dal sole, mentre i capelli bagnati le ricadevano sulle spalle e sulla schiena, oscillanti ad ogni suo movimento. Ero ancora affascinato quando lei, con completa disinvoltura, si slacciò il reggiseno, lo gettò sul porta oggetti a fianco e, preso un po’ di bagnoschiuma, cominciò ad insaponarsi il seno, partendo dalla zona inferiore per poi risalire con movimenti circolari, massaggiandosi con dovuta calma per poi passare ai capezzoli, i quali vennero pizzicati e stuzzicati da dita sapienti, per farli inturgidire fino alla completa erezione, accentuata dall’acqua fredda che vi scorreva sopra. Solo nei miei più reconditi sogni adolescenziali avevo immaginato una tal scena, la quale, proprio in quell’istante, si stava svolgendo davanti ai miei occhi; preso dalla più sfrenata eccitazione, allungai le mani verso i pantaloncini, ma lo feci troppo velocemente, tant’è che persi per un attimo l’equilibrio e dovetti aggrapparmi al paravento per non cadere in modo grossolano. Per mia fortuna riuscii a non ruzzolare e anche a non farmi scorgere, in quanto ebbi la sensazione che si voltasse verso di me; riacquistato l’equilibrio, con molta calma, tornai ad osservarla: lei era ancora lì, sotto l’acqua gelida, le mani danzavano sui lunghi capelli scuri, per poi scendere a carezzare spalle, braccia, seno, ventre e schiena, per proseguire verso il sedere ed infine proprio là, su quel monte di Venere ancora celato al mio sguardo dall’ultimo pezzo rimasto del costume.
Io ero completamente preso da quest’immagine e non mi accorsi che nel mentre uno sbuffo di vento aveva creato uno spiraglio nel telo proprio lì dove mi ero appostato, dando la possibilità di vedere a chi si trovava dalla parte opposta la mia inequivocabile posizione, con tanto di pantaloni e mutande abbassate e la mia mano destra intenta a titillare il mio glande; non sono sicuro se capì cosa stesse avvenendo dalla mia parte, ma di certo io vidi bene cosa avvenne dalla sua: con movimento repentino infilò le mani tra gli elastici e poi si abbassò gli slip, piegandosi dolcemente ad angolo retto e lasciandomi ammirare le sue belle natiche sode, tra le quali spuntava un ciuffetto di peli a protezione di quello splendido pertugio a cui ormai anelavo. Poi con calma si rialzò, si insaponò nuovamente le mani e riprese il personale massaggio, partendo dal piede sinistro, agevolmente appoggiato ad un piccolo sgabello, per risalire gradualmente lungo la gamba affusolata ed infine, ripetendo il gesto sulla parte destra.
La mia eccitazione continuava a salire e simultaneamente i movimenti della mia mano divenivano più frequenti, decisi, volitivi a portarmi all’acme dell’estasi. Ma ancora tale istante era lontano, perché proprio quando pensavo di non potermi più trattenere, mi bloccai all’improvviso constatando che in lei era avvenuto un cambiamento: non più la ragazza intenta a rinfrescarsi sotto il getto della doccia, ma una donna consapevole di essere spiata, inebriata dall’idea della provocazione, che in un lampo si voltò nella mia direzione, si sedette sul poggiapiedi con l’acqua che le scivolava sulla schiena e prese a fissarmi. Il suo sguardo indagatore era profondo, acuto, certo di aver capito che tipo di persona stesse osservando; forse fu questa comprensione che la indusse a schiudere delicatamente le gambe, mentre la mano destra solleticava i capezzoli duri e la sinistra scivolava lentamente lungo l’addome. Arrivata in prossimità del piacere cercato si fermò per risalire fino alla bocca, bagnarsi leggermente le dita ed infine poggiarle sul clitoride desideroso di quel tocco. Ormai ero ipnotizzato da ogni suo movimento, ogni suo gesto per me era il più celestiale: cominciò a toccarsi delicatamente, per poi proseguire più intensamente man mano che il piacere risaliva lungo il suo corpo, fino ad arrivare alla gola ed esplodere in un gemito di piacere che mi risuonò nelle orecchie, forte e intenso, mentre io, coinvolto in quel piacere puro e limpido, spronavo il mio membro, con tutta la forza rimastami, nella rincorsa di quel traguardo che la mia compagna di giochi di quella meravigliosa sera aveva già raggiunto. Quando lo raggiunsi, sentii svuotarmi lo stomaco, gli occhi si velarono ancor di più e quindi si chiusero, il corpo cominciò a tremare e alla fine caddi disteso sulla veranda; solo in seguito mi resi conto di essere svenuto per una decina di minuti e credo di non essere stato un bello spettacolo per i pochi bagnanti che passarono nelle vicinanze, lì a pancia all’aria, con tutta la mia mascolinità esposta e sempre sull’attenti.
Rimessomi in sesto con una doccia gelida e rigenerante, mi diressi verso il cucinino per prepararmi una veloce cena quando sentii bussare alla finestra: era la mia vicina che veniva ad assicurarsi, o per meglio dire a trovare certezza alla sua curiosità, se stessi bene dopo quel che era avvenuto non molto tempo prima. Sono sicuro di essere diventato più rosso del peperone che stavo affettando quando intesi le sue parole e stavo per ribattere che quanto accaduto non era stata una mia intenzione, che non era mio desiderio spiarla e che non sarebbe più successa una cosa del genere, quando lei, vedendomi così imbarazzato e balbettante, scoppiò a ridere e mi disse che non dovevo vergognarmi di parlarne, perché anche lei aveva fatto qualcosa del genere un paio di anni prima, senza però farlo sapere ai suoi genitori, al contrario di quanto aveva combinato mio cugino. Credo che la confusione fu ben dipinta sul mio viso, cosicché lei mi spiegò che la voce era circolata abbastanza in fretta tra le vie non molto trafficate della cittadina, visto che il barista della piazzetta era un amico intimo del mio sfortunato parente, nonché latore della notizia ai miei zii e primo pettegolo del circondario. Ancora più incapace di intendere, biascicai che sapevo solo quello che mi era stato riferito un attimo prima della loro fuga; a questo punto, con un velo di falsa tristezza negli occhi, ammise di essere passata solamente per poter usufruire di pettegolezzi più piccanti da riferire ai suoi amici in procinto di raggiungerla, ma siccome non era possibile, si sarebbe fatta perdonare per la sfacciataggine dimostrata facendomi compagnia per il pranzo serale.
Fu un pasto tranquillo, pieno di chiacchiere e di aneddoti sulle nostre famiglie, ricco di sorrisi, ammiccamenti e risate spensierate; ormai dimentico di quanto avvenuto nel tardo pomeriggio, la invitai a trattenersi ancora un po’, se ne aveva voglia, per guardare uno dei film disponibili nella ben fornita videoteca di casa. Con mio sommo gaudio accettò ma solo se le era permesso scegliere cosa vedere; ovviamente le diedi carta bianca, così quando prese “Basic Instinct” fui un pochino sorpreso, visto quali effetti potesse avere la sua provocazione su di me. Comunque sia ci accomodammo comodamente sul divano e lo guardammo. Avendolo già visto più e più volte, non seguii particolarmente la trama ma alla segna dell’accavallamento, come sempre, fui rapito da quel vedo e non vedo che dava modo alla mia immaginazione di spaziare su infiniti pensieri.
Al termine della proiezione, lei si voltò verso di me e mi chiese cosa ne pensavo: partendo da questa semplice domanda, analizzammo un po’ tutto il film, venendo a sapere che era uno dei suoi preferiti, che appena possibile lo rivedeva volentieri ma su cui aveva un’unica rimostranza: la parte dell’interrogatorio per lei era troppo fiacca e quella famosa scena concentrata sulle gambe della Stone non rappresentava la vera sensuale provocazione che una donna reale sarebbe stata capace di esprimere con argomenti ben più pertinenti. Per provocarla le chiesi di dimostrarlo e lei, senza colpo ferire, prese un cubetto di ghiaccio dal suo bicchiere e iniziò a giocarci, facendoselo passare tra le dita, sulle labbra, lungo il collo mentre la schiena si inarcava forse colpita da una sensazione di piacere e le gambe, con movimenti lenti e fluidi, andavano ad aprirsi e chiudersi, facendomi intravedere la parte alta delle sue cosce fin dove il vestito lo permetteva. Poi, quando ormai l’acqua le scorreva sulle braccia e giù lungo la cavità tra i seni, allungò la mano destra sulla bottiglia di birra che avevo dimenticato dal pomeriggio e cominciò a passarci sopra la lingua, dando rapidi e decisi colpetti sull’imboccatura, quasi volesse stimolarla a cedere nuovamente il nettare che non più tardi di qualche ora prima ancora conteneva; a quella vista impazzii e mi avventai su di lei, convinto che la provocazione fosse stata lanciata alla stessa stregua di quella a cui avevo ceduto quando la trovai sotto la doccia. A quanto pare, invece, non era la medesima situazione, visto che mi ritrovai scaraventato sul pavimento con una bella cinquina stampata sulla mia guancia sinistra. Mentre ancora mi riprendevo dallo shock, lei si diede alla fuga e io rimasi lì, solo e sconsolato, a fissare il vuoto.
Convinto ormai di averla combinata proprio grossa, mi diressi verso il bagno, dove mi rinfrescai la parte offesa, mi lavai i denti e mi preparai ad andare a letto, dimentico di chiudere la veranda e di mettere ordina in sala e nel cucinino.
Ancora un po’ frastornato, più dal colpo morale che da quello fisico, decisi di prendere possesso della camera matrimoniale, per trovare più spazio dove rigirarmi per capire in cosa avessi sbagliato; forse mi addormentai, o forse no, ma certamente mi ritrovai in un istante in piedi, persuaso di aver sentito uno scalpiccio provenire dalle altre stanze. Tesi le orecchie, ma non sentendo alcunché, mi convinsi di aver sognato e mi buttai di nuovo sul letto subito dopo aver spalancato le tende per poter ammirare la luna piena splendente in cielo. Credo che fossi appena nel dormiveglia quando mani decise mi bloccarono a letto con forza; preso dalla paura provai a rivoltarmi, ma un laconico “ssshhh!!” mi indusse a rimanere fermo nella mia posizione prona, mentre venivo bendato da un foulard bianco e profumato. Quella sensazione fu molto piacevole e fui turbato nel momento in cui terminò, tanto che stavo per domandare cosa ciò significasse quando sentii nuovamente quelle mani che così decisamente mi avevano bloccato; lasciandomi guidare dai quattro sensi rimasti, compresi che la mia vicina, approfittando della veranda aperta, era tornata da me ed ora era disposta a concedermi quanto io avevo cercato di prendermi in precedenza.
Stando seduto, la accarezzai delicatamente, comprendendo che mi aveva raggiunto indossando solamente l’intimo; esplorai cautamente il suo corpo, soffermandomi su ogni piega della sua pelle, assaporando ogni fragranza di cui era rivestita e pregustando ogni istante di quel che sarebbe potuto accadere. Quando la mia esplorazione terminò, mi sentii trascinare verso il basso: mi aveva costretto a sdraiarmi supino per poi sentirla sedersi sopra di me; da questa posizione mi prese le mani e se le portò al seno, facendoselo toccare, palpeggiare, massaggiare, mugolando sommessamente ad ogni mio gesto ed emettendo un piccolo gemito quando le strinsi, tra pollice ed indice, i capezzoli ormai prominenti. Sarei andato avanti per ore, quando all’improvviso mi attrasse nuovamente a se e affondò il viso sul suo petto. Allora iniziai a baciarla con delicatezza, succhiando lentamente le punte e passando la lingua tutt’attorno per non lasciarmi sfuggire il piacere che quel gesto mi dava. Poi, pian piano, tenendola sempre stretta tra le mie braccia, comincia a scendere delicatamente verso il basso, soffermandomi sull’ombelico dove trovai un piccolo piercing che, in precedenza, mi era sfuggito; arrivato a quel punto, ormai incapace di fermarmi, la lasciai sdraiare e proseguii lungo le gambe, fino ai piedi a cui dedicai una particolare attenzione, per poi risalire fino al pube. Lì, sempre molto lentamente, le sfilai le culotte ed infine affondai il viso in quell’oasi di piacere. La mia lingua guizzava follemente sul clitoride turgido, consapevole che quel momento sarebbe stato decisivo, mentre due agili dita entravano in lei per esplorare l’anfratto di Venere, oramai pronto e prossimo ad accogliermi. Il piacere per entrambi era grande, ma ancora non terminato. Quando percepì come fosse prossima all’orgasmo, mi fece fermare; accompagnandomi, mi mise nuovamente supino e mi fece intendere di rimanere in tale posizione. Sapienti mani e labbra assaggiarono il mio corpo ancora acerbo ma desideroso di crescere, finché non si fermarono nella zona pelvica: ebbi un tremito di timidezza, conscio del fatto di indossare un paio di slip con disegnati dei canarini, ma fu un attimo, in quanto mi fece intendere che la cosa non la disturbava, visto che subito me li sfilò. Il mio desiderio deve essere stato veramente palese ai suoi occhi perché rimase un secondo bloccata, ma poi sentii le sue labbra schiudersi sul mio glande pienamente ingrossato, la lingua che correva lungo tutta l’asta e la mano sinistra che scorreva assieme al mio prepuzio.
Un intenso piacere mi afferrò, un piacere che crebbe quando, scendendo ancora di più, prese tra le dita le due compagne del mio membro e cominciò a leccarle, per poi proseguire ancora oltre con la lingua, costringendomi a tirar su le gambe e sentendola soffermarsi nella zona tra lo scroto e l’ano. Sarei venuto se sapientemente non si fosse fermata. Ormai ero completamente eretto e con facilità lei si accomodò sopra di me, muovendosi ad un ritmo lento ma deciso, dando decisi colpi con il bacino, sfregando le labbra tra le mie cosce, accelerando ogni tanto quando sembrava che avessi deciso di mollare, per poi rallentare nell’attimo di un mio nuovo turgore. Andammo avanti per molto tempo, cambiando posizione su posizione, ritrovandoci a ruoli invertiti quando decidevo di comandare il gioco, per poi ritrovarmi nuovamente sottomesso nell’attimo in cui riprendeva le redini. Alla fine il piacere ci colse contemporaneamente, facendoci esplodere in gemiti di assoluto godimento, per poi lasciarci sfiniti, distesi, uno accanto all’altra.
Mi risvegliai quando fuori era già giorno inoltrato, ritrovandomi solo a ripensare a cosa era accaduto durante la notte appena trascorsa. Feci in tempo a lavarmi ed a rivestirmi che il campanello d’ingresso suonò. Ancora un po’ perplesso se avessi sognato o no, andai ad aprire la porta per ritrovarmi davanti agli occhi i miei genitori. Mi dissero che non avevo alcuna intenzione di lasciarmi solo, in un luogo dissoluto come quello in cui mi trovavo, sapendo quanto era accaduto a mio cugino.
Li feci parlare, consapevole, almeno in parte, che erano arrivati tardi.
Nel pomeriggio tornai in spiaggia e mentre uscivo incrociai la mia vicina. La trovai turbata. Mi si avvicinò e mi disse che la sera prima non voleva colpirmi, ma la mia reazione al suo “gioco” l’aveva spaventata. Mi chiedeva scusa e mi disse che, se volevo, potevo uscire con lei ed i suoi amici, ormai giunti, ogni sera fintanto che fossi rimasto in zona. Le risposi che mi avrebbe fatto molto piacere, anche se sarebbe stato difficile con i miei genitori presenti. Accettando la situazione creatasi, mentre passeggiavamo sul lungo mare, mi confidò la notte appena trascorsa avrebbe voluto passarla con me in discoteca, perché mi riteneva un bravo ragazzo, ma visto l’incidente accorso, aveva preferito uscire sola, per poi rientrare nella tarda mattinata con i suoi amici. Rimasi dubbioso dopo questa affermazione, ma lasciai perdere e continuai a camminarle accanto.
Che altro dire? Il resto dei giorni furono un supplizio: avevo sempre uno dei miei vicino, troppo paurosi che mi accadesse qualcosa, perciò la vacanza, dopo un prologo beneaugurante, si concluse nel peggiore dei modi, ovvero in una noia mortale.
Quando venne il momento di tornare a casa, la mia vicina venne a salutarmi: ci stringemmo la mano, con un po’ di difficoltà visto che io le presentai la sinistra mentre lei la destra, ci scambiammo i soliti baci sulle guance ed infine ricevetti un regalo da parte sua. Mi disse che era un cd. La ringraziai di cuore e la salutai nuovamente.
Una volta tornato a casa, corsi in camera mia impaziente di vedere cosa ci fosse sul cd: allegato c’era un biglietto, “Al grande falco, dal suo nido”. Sorrisi ripensando ai canarini delle mutande.
Misi il cd nel computer e lo feci partire: con mio sommo stupore vidi me stesso e la mia vicina durante quella fatidica notte e solo allora compresi che il momento in cui si allontanò fu per sistemare meglio la videocamera che aveva portato con sé. Rividi con piacere tutta la scena e la serbo ancora nella mia mente, come il cd è custodito gelosamente nella mia piccola cassaforte, soprattutto perché, alla fine, il viso in primo piano che si presentò ai miei occhi era quello di una splendida quarantenne e mi era sconosciuto. Da quelle labbra, che così beatamente avevo assaporato, uscì una sola frase: “Mia figlia non capisce un cazzo di uomini!”
Incredibile ma vero, mi ero fatto sua madre.
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14 years ago
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Anime gemelle
Non c’era mai bisogno di parole, era come un richiamo della natura, lui aveva bisogno di lei, ed ecco che lei chiamava o appariva alla sua porta dicendo che aveva bisogno di lui.
Non aveva mai creduto alla parapsicologia, ma cominciava ad avere seri dubbi sulle proprie certezze.
La sua vita era cambiata dall’avvento di quella strega di ragazza.
“Strega…” era la parola giusta, non trovava altri aggettivi per definirla: era entrata come una freccia nel suo cuore e adesso, ne era diventata la faretra.
I loro occhi si erano incrociati per la prima volta al mercato della frutta, lui venditore, lei piccola ladra…
L’aveva vista nascondere la banana acerba sotto la gonna lacera, era stato un gesto veloce ma inesperto: gli occhi di lui anticiparono le parole, gli occhi di lei fermarono la sua rabbia e, le frasi di rimprovero rimasero soffocate nell’animo, mentre lei sommessamente diceva;
- Ho fame…
Rimase attonito.
Due parole, solo due parole e qualcosa gli esplose dentro.
Squadrò la ragazza, cercò d’immaginarla con altri vestiti, con altri colori, sentì un calore espandersi per il corpo, poi, quando il pensiero rasentò l’indecenza immaginandola nuda e passionale, sentì anche la reazione del suo sesso che prepotentemente spingeva sotto la stoffa dei calzoni;
- Bastava chiederla: te l’avrei data lo stesso e tu, non saresti passata per ladra.
Lo disse malvolentieri, ma qualcosa doveva fare per non vederla sparire.
Lei lo guardò sfrontata, tirò fuori la banana da sotto la gonna e la porse al venditore;
- Prendere del cibo per non morire di fame, non è rubare, è sopravvivere!
Gianni, aveva seguito attentamente la ragazza, vide la mano andare sotto la gonna e nel movimento nervoso, notò per un attimo lo slip chiaro che aveva trattenuto il frutto: tornò a guardarla, non aveva mai visto occhi più belli e ribelli, sorrise a quel suo gesto di stizza, prese la banana, notò che era leggermente bagnata da un lato e sentì una fitta al basso ventre, gli venne in mente un pensiero ancora più impudico, guardò eroticamente la ragazza che aveva messo le mani sui fianchi e tesa aspettava le sue parole, pronta a difendersi.
Non riuscì a trattenersi;
- Dove l’avevi nascosta la banana?
Sarah avvampò: cerco di trattenere il rossore;
- Dove tu non potresti mai!
Gianni sorrise di gusto, un sorriso spensierato e bambinesco, guardò la banana e la mise nelle mani di lei, il primo contatto fu delizioso e Sarah non ritrasse la mano;
- Credo che tu abbia bisogno di un pasto completo, se aspetti dieci minuti, chiudo il banco e ti porto a pranzo con me, conosco una bettola dove si mangia divinamente.
Sarah, era sorpresa, la calda risata del ragazzo le era piaciuta e il tocco provato, aveva destato il suo ricordo di femmina;
- Non sono presentabile…
Gianni la guardò di nuovo;
Non è vero: sei la cosa più presentabile che ho mai visto, sono gli altri che non sono alla tua altezza...
Tutto era iniziato così, come una storia qualsiasi, come una favola d’altri tempi.
Il suo pensiero tornò all’attuale.
Steso nel letto, guardava Sarah, nuda come Dio l’aveva fatta, era qualcosa fuori del normale, almeno per lui, ma non solo per lui, visto come gli uomini si giravano al suo passaggio dandole occhiate inequivocabili: con le dita seguì le curve dell’esile corpo, stava supina e gli mostrava le natiche, stava ancora ansimando per l’orgasmo avuto e, come sempre, appena liberato il suo piacere, si rannicchiava dandogli le spalle;
- Hai visto che alla fine sono riuscito a trovare dove nascondevi la banana la prima volta che ti ho incontrato?
Lei si girò di scatto fulminandolo con quei suoi occhi fieri;
- Te l’ho permesso io e ancora non so perché…
Gianni abbassò lo sguardo sul pube curato della ragazza, con le dita accarezzò i piccoli seni, poi, scese sul ventre sodo e si soffermò sul monte di venere, accarezzò la scarsa peluria;
- Avrei dovuto realizzare un quadro con quella banana, è stata il tramite che mi ha permesso di conoscerti…
Sarah. lo guardò con occhi maliziosi, non credeva alla sua fortuna, da, quando aveva incontrato Gianni tutto era cambiato, i colori grigi erano spariti e l’arcobaleno era sempre al suo fianco
- Dammi un pizzicotto, voglio essere sicura che non sto sognando….
Gianni le prese una mano e la mise sul suo sesso;
- Ti sembra un sogno questo? Dimentichi quello che abbiamo appena fatto?
- Amore, mi ricordo bene, stai diventando un magnifico stallone…
- Ah, quindi ti servo solo per fare sesso? E io che credevo fossi pazza di me…
Sarah sorrise compiaciuta: sentiva il sesso di Gianni gonfiarsi sotto le sue dita, lo sguardo, da malizioso divenne sensuale;
- Sei l’unico che riesce a zittirmi, eppure, sai quanto sono brava con la lingua…
Quel doppio senso eccitò ancora di più il ragazzo.
Sarah, strinse forte il sesso di Gianni, orgogliosa di possederlo, poi, mise in atto la sua minaccia linguistica, lasciò il membro, poggiò la lingua sui muscoli inguinali e, leccandoli, scese fino alla punta dei piedi dove cominciò la sua arte orale, le dita furono il preludio di quello che sarebbe avvenuto, poi, piano cominciò a salire seguendo i nervi tesi…
- Sei una strega…una vera strega…
Erano le uniche parole che riusciva a dire, mentre lei lo portava in paradiso.
Pensò a loro due: in poche settimane il connubio era diventato un legame profondo.
Nel sesso si erano trovati, sembrava che fossero l’unione perfetta: un quadro dove uno metteva pennelli e colori, l’altro, cornice e tela.
Gianni, tornò alle settimane passate, pensò alle sue esperienze femminili, a quello che sentiva e vedeva attorno a se, a come cresceva il loro amore, a quello che avrebbe voluto condividere con lei: ripensò alla banana, alla prima volta che era stato al posto della banana, a come lei si era concessa a lui e a come lui si era lasciato andare con lei, con le dita, prese il mento di Sarah e l’attirò verso la sua bocca, le diede un bacio pieno di sentimenti, di futuro, poi staccandosi, le accarezzò i capelli e rimirandola ancora una volta, sussurrò;
Sei una strega…la mia strega…
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14 years ago
fantasypervoi,
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Prospettive
Aron non si era mai ritenuto fortunato in amore, eppure gli amici gli invidiavano il successo con le donne.
Spesso poteva contare sulla disponibilità di quattro o anche cinque amiche disposte ad accettare un invito a cena da parte sua, dopocena compreso ovviamente, ma nelle sue storie d’amore non aveva mai avuto la fortuna di essere ricambiato. Le sue storie d’amore erano a senso unico, amava senza essere amato, era amato senza ricambiare.
Amava Vicky, di un amore che toglieva la fame ed il sonno, un amore capace di distruggere tutto il resto del suo mondo e di farlo bruciare di gelosia. Già, perché Vicky, che amava illuderlo, spesso non rispondeva alle sue telefonate o si faceva vedere in giro con altri uomini, o semplicemente aveva altri interessi. Una volta, dopo una serata trascorsa anche con altri amici in discoteca, la trovò nel parcheggio inginocchiata davanti ad un tizio appena conosciuto impegnata in un pompino, sorpresa casualmente dal fascio di luce dei fari della sua auto in manovra. Fu un colpo terribile, stette male per diversi giorni. Eppure bastava uno sguardo languido o accattivante, una moina per fargli scordare tutto e far rinascere in lui la speranza. I suoi capelli lunghi e biondi, il suo fisico prosperoso ma sodo imperavano nella sua vita e nei suoi sogni, anche in quelli ad occhi aperti.
Desiderava Vicky più di ogni altra cosa ed avrebbe fatto tutto pur di poterla avere, ma quelle poche volte che poteva passare del tempo con lei, non riusciva a vincere le sue resistenze e si ritrovava, insoddisfatto a tarda ora, a dover ricorrere a qualcuna delle sue “riserve” per soddisfare il desiderio che gli scoppiava nei pantaloni.
In quel periodo soleva ricorrere ad Antonia, una bella ragazza mora a cui piaceva scopare e si bagnava già se gli poggiavi una mano sulle tette o sul fondoschiena. La prima volta che Aron la scopò lo fece nel suo ufficio e subito si rese conto della disponibilità di Antonia, che gli avvolse il membro prima con la bocca, poi con la figa, senza negargli nemmeno il culo, anzi: “leccamelo per bene ti prego, bagnamelo tutto” diceva sistemandosi alla pecorina, “si, così, adesso infilamelo tutto” ordinava dolcemente mentre Aron eseguiva diligente accompagnato dai gemiti di lei. “Vieni, vienimi dentro, siiii cosììì… no! Non uscire ti prego, resta dentro!” Voleva che gli si sgonfiasse dentro, amava la sensazione di sfinire il suo uomo. Non finì così però: Antonia gradiva anche prendere il cazzo in bocca moscio e rilasciarlo ripulito nelle medesime condizioni, quindi si impegnò in un pompino che fece tendere allo spasimo il corpo di Aron che affondò fino in gola nel momento del massimo piacere: “Si dai, bevilo tutto”, la incitava mentre Antonia ingoiava senza problemi tutto il seme e continuava a trattenere la presa roteando la lingua sulla cappella, attendendo la perdita di vigore del suo amante. A letto sapeva trasformarsi in una vera troia. Proprio in quella occasione Antonia confidò ad Aron, dopo aver fatto l’amore, di eccitarsi facilmente e di faticare a contenersi, cosa che spesso rischiava di metterla in imbarazzo. Aron fu dapprima divertito dalla rivelazione, poi imparò a sfruttarla per i suoi scopi e mai informazione gli si rivelò più utile: quando si ritrovava eccitato e non aveva voglia di farsi una sega, trovava sempre una scusa per parlare con lei, magari nell’androne del portone. Bastava toccargli il culo per farla partire e più di una volta l’aveva scopata in maniera precaria nel sottoscala, nell’ascensore o nell’autorimessa, senza preoccuparsi dei sentimenti che la ragazza nutriva nei suoi confronti, ma usandola senza ritegno.
Antonia amava Aron così come Aron amava Vicky, con la differenza che mentre lei riusciva comunque ed in qualche modo a fare l’amore con il suo amato, Aron scopava Vicky solo nei suoi sogni.
“Amore, auguri per il tuo compleanno” gli disse civettuola al telefono, “ho pensato di farti un regalo speciale: stasera vengo da te e ti faccio una sorpresa, spero che ti piaccia!” concluse allusiva e senza vergogna, sicura che Aron non avrebbe resistito e non avrebbe obiettato. Infatti Aron non solo non stava nella pelle per la felicità, ma addirittura annullò la cena con gli amici che aveva organizzato per l’occasione. Quando suonò il campanello passeggiava nervosamente già da mezz’ora dietro la porta. Vicky gli si presentò davanti bellissima come non l’aveva mai vista, senza dire una parola, sicura di se gli buttò le braccia al collo e lo baciò. Aron fece uno sforzo per non svenire dalla gioia, poi riuscì a chiudere la porta e ricambiò il bacio. Non si staccarono praticamente fino al divano, dove si spogliarono vicendevolmente, senza fretta e senza foga. Aron gustava quei momenti e baciava Vicky dappertutto, incredulo, sui seni, sui fianchi, sulla figa. La leccò a lungo, non riusciva a smettere, la teneva salda con le mani e Vicky riuscì con fatica a girarsi per unirsi in un sessantanove che rischiava di sciogliere Aron. Quella sera Aron fece l’amore per la prima volta con Vicky, ma forse fece l’amore per la prima volta nella sua vita. I movimenti dei suoi fianchi erano lenti e dolci mentre le era sopra, cauti e misurati mentre la prendeva da dietro, non secchi e profondi come usava fare con Antonia. Gli venne dentro con tutto l’amore di cui era capace e non le sporcò il viso come ormai era consuetudine con Antonia. Continuò per tutta la notte e pareva non accusare la stanchezza, gli pareva di vivere un sogno e non riusciva a sfamare la sua voglia accumulata nel tempo, era certo di poter andare avanti all’infinito. Vicky sembrava così innamorata che Aron finì per crederci, dimenticando tutto quello che aveva dovuto subire in passato. Era letteralmente al settimo cielo, talmente felice che non riusciva a pensare ad altro. Il giorno dopo rispose bruscamente ad una telefonata di Antonia, anzi le disse brutalmente che non voleva più sentirla perché ormai faceva coppia fissa con Vicky ed era con lei e solo con lei che voleva passare il suo tempo. Purtroppo per Aron, il gesto di Vicky non era altro che un addio, una specie di buonuscita per il tempo e le attenzioni che le aveva dedicato: l’ennesima carognata. Ora era in partenza per l’Australia, “una scelta di vita” gli aveva detto qualche giorno dopo.
Oggi, a distanza di anni, Aron riesce a vedere con la giusta prospettiva nel suo passato, non si innamora nemmeno più, a cinquanta anni conta già il tempo che lo separa dalla pensione e di Vicky non ricorda più nemmeno il colore degli occhi, ma non gli interessa. Antonia invece le torna spesso in mente, ma non ha più sue notizie: purtroppo non è altro che una miniatura su Facebook che non ha nemmeno risposto alla sua richiesta di amicizia, mentre gli amici continuano ad invidiargli il successo con le donne.
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14 years ago
etabeta34, 43
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Fantasie sessuali: sesso al cinema
Il racconto che vi presento, vuole rendervi partecipi di una tra le mie fantasie sessuale più grandi e ricorrenti, cioè fare del sano e disinibito sesso al cinema. Premetto che vicino a casa mia hanno da poco aperto un multisala, che per via della posizione, la sera risulta praticamente deserto. Essendo a conoscenza di questa cosa mi capita di fantasticare sulle peggiori porcherie di cui potrei essere capace se solo trovassi la donna giusta che assecondi questa mia fantasia.
Pertanto se qualche coppia o singola di Milano e provincia leggendo questo intervento vuole, essere cosi gentile da aiutarmi, a trasformare la mia fantasia in realtà non deve far altro scrivermi.
Ci sentiamo nel pomeriggio, mi metto d'accordo con tuo marito di trovarci fuori dal cinema alle 22,00, l'agitazione e tanta, non riesco a crederci ancora, finalmente la mia fantasia si sta per realizzare...
Sono le 21,00 inizio a prepararmi, in cinema è dietro casa, 10 minuti e sono li, mi vesto elegante ma allo stesso tempo cerco di mettermi comodo, un paio di jeans, una camicia e via, sono pronto per la serata. Arrivo con qualche minuto d'anticipo, sono un pò impaziente che ci posso fare, sento la il mio cazzo duro e pulsante, non vede l'ora di saltare fuori dai pantaloni. Prendo tempo,controllo sul tabellone i film in programma e cerco accuratamente la sala meno affollata, dove poter lasciar andare il nostro libido.
Mentre sono intento a leggere i titoli dei vari film, sento rumore di tacchi, un brivido sale sul collo, mi giro e ti vedo, splendida, sui 40 (come piacciono a me), avvolta in un vestito di cotone leggero di un blu intenso, come i tuoi occhi e ai piedi un paio di scarpe aperte sempre in tinta, il tuo profumo si sente lontano miglia, incantevole, non ci sono altre parole per descriverti.
Ti avvicini, ci salutiamo, mi dici che il tuo lui arriverà tra poco, di non preoccuparmi e di iniziare ad entrare che ci raggiungerà. Prendiamo i biglietti ed entriamo, sala 2, proiettano un film impegnato, si contano altre 2 coppie che stazionano nei posti in fondo, noi scendiamo e ci mettiamo in 4 fila, quasi sotto lo schermo, spostati di lato, cosi da essere i più comodi possibili, la luce si spegne, inizia la proiezione e di tuo marito nemmeno l'ombra.
Iniziamo a scambiarci qualche carezza, il mio cazzo, preme contro i jeans, vuole uscire non ne può più, io ti sfioro le cosce, la mia mano sale furtiva, sale sale ti divarico un po le cosce e mi accorgo che non hai indossato le mutandine, a stento trattengo le mie voglie animalesche, e sussurandoti nelle orecchie ti chiedo di tirarmi fuori il cazzo e di giocarci un po. Ovviamente non te lo fai ripetere due volte, la zip scende veloce, mi slacci il bottone e la tua mano scivola furtiva nelle mie mutande. La sento scorrere su e giù, la situazione si sta scaldando, vedo che con l'altra mano ti tiri su il vestitino e inizi a divaricare le gambe, capisco che vuoi essere toccata e non ti faccio aspettare oltre. In quel istante arriva tuo marito che velocemente prende posto dietro di noi, lui oggi sarà spettatore di uno show molto divertente.
La situazione si sta decisamente scaldando, vedo che mi scosti la mano dalle tue cosce, ti chini e inizi delicatamente a leccarlo, dalla base alla punta, concentrandoti sulla cappella e cosi inizi a spompinarmi come una vera porca che desidera saziarsi del mio caldo succo, ovviamente non apro bocca, ti lascio fare con estrema calma, succhi proprio bene sai, te lo spingi tutto in gola i 20 e passa centimentri del mio cazzone, sembra che tu lo abbia scambiato per un cono gelato, lo lecchi e lo rilecchi, dalla base alla punta finche spingendotelo forte in gola non mi lascio andare e ti riempio le tue guance del mio caldo seme che ingoi avidamente.
Ora mi sembra giusto contraccambiare, ti faccio tirar su il vestito e divaricare le gambe, mi abbasso e inizio delicatamente a leccare, parto dal ginocchio e con la lingua lentamente scivolo verso le tue labbra (esterne), sono calde e tutte umide, con la lingua gioco con il clitoride, vedo che la cosa ti piace, percepisco dei gemiti, dei sussuliti, continuo delicatamente, a volte in maniera leggera, a volte più intensamente, so che non puoi resistere a lungo, intensifico il ritmo finche non mi regali un abbondante sorso dei tuoi umori che con immenso gusto ingoio.
Ora l'ambiente è scaldato e decidiamo di passare al piatto forte della serata, mi calo completamente i pantaloni, il mio cazzo è duro ed ha ancora fame, ti siedi sopra di me e sento penetrarti dolcemente, la tua figa è cosi fradicia che non c'e il minimo attrito. Appena è entrato tutto sento un gemito in te, vedo che ti piace, lo senti tutto è bello grosso e vuoi farti una bella cavalcata, i muovimenti e le posizioni da poter praticare sono poche ma l'eccitazione della situazione non ha prezzo. inizi a muoverti avanti e indietro, sento che il mio cazzo batte contro il fondo della tua calda figa, e la cosa non fa altro che aumentare l'eccitazione dentro di te, ti alzi sui braccioli per farlo sfilare e rientrare, sei al culmine del piacere la tua figa gronda e il tuo cuore batte a mille, aumenti il ritmo finchè con un labile gemito capisco che sei venuta.
Purtroppo per te non mi accontento di cosi poco, ti faccio alzare, il mio pene ancora pieno di succo e voglioso di sesso scivola fuori, con la mano lo prendo e............ delicatamente te lo infilo su per il sedere. Ti sento impazzire, la voglia sale e tu non hai intenzione di smettere continui a cavalcarmi, avanti e indietro, avanti e indietro, senza sosta alla rincorsa di un altro orgasmo, vedo che sei dura a venire e allora allungo le mani, una sul seno e l'altra a giocare con il clitoride fradicio. Non resisti più l'eccitazione è salita a mille sento il tuo nuovo orgasmo che si sovrappone al mio, ti ho riempito il sedere di caldo seme...
Siamo stanchi e molto soddisfatti, prendiamo fiato un attimo e ci ricomponiamo, parlo con tuo marito, è ora di divertirsi anche per lui cosi mi faccio da parte saluto e ringrazio, ci diamo appuntamento per la settimana successiva ed esco dalla sala....
Cosa ne pensate? C'è qualche donna (coppia o singola) che vuole realizzare con me questa fantasia perversa?
Aspetto vostre mail
Il Frank
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1
14 years ago
admin, 75
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La moglie dello sconociuto
Eccomi dinuovo con una nuova storia vissuta .
Vado subito avanti al racconto.
Come di solito mio girando fra i vari siti internet e le varie categorie di annunci mi iscrivo con piacere alle chat e scrivo annunci con la speranza di conoscere sempre gente nuova e che amano i stessi miei interessi.
Come gia' detto nel mio annuncio di Desideria io non sono un singolo a tutti gli effetti ma mi pondo da tale perche' l'altra mia meta' non e di queste idee ed io essendo una persona molto aperta a cui piace la trasgressione non intendo rompere il mio rapporto con lei e quindi rimane un mio segreto.
Un giorno girando fra gli annunci mi trovo in un annuncio di una coppia nelle vicinanze delle mie zone dove richiedevano contatti anche con singoli
Io subito inviai il mio messaggio e lasciai anche il numero di cell che tengo per queste tipi di annunci per privacy.
La mattina seguente andando al lavoro accendendo il telefonino trovai una chiamata alle 07 30 un orario molto strano e quindi provai a richiamare per capire come mai a questa ora una chiamata.
Col mio stupore sentii una voce di donna che mi diceva che aveva chiamato lei perche il marito gli aveva dato il mio numero .
Io all'inizio dubitavo un po' ma per non portarla alle lunghe sentendo nel pomeriggio il marito in chat mi confermava .
In poche parole perche' il racconto potrebbe essere molto lungo il marito di questa ragazza giovanissima di 30 anni aveva il piacere di vederla scopare con un altro uomo ma non era tanto convinto ne tanto meno lei volesse ma vercava di andare incontro al marito ma lei aveva tutto il timore che se cio sarebbe accaduto il marito avrebbe potuto avere rimorsi e magari si sarebbe sfogata con lei.
Quindi dopo tante chat con lui e chiamate al cell con lei ( lui pero' all'oscuro che ci sentivamo) si era quasi convinto ma io vedevo che non lo era al 100% e quindi per non trovarmi in situazioni imbarazzante cercai anche con il consenso della moglie di persuaderlo anche per capire lui fino a che punto sarebbe arrivato.
in fatti dopo tante insistenze mie lui si arrese e disse che non era convinto ed io gli disse che se lo avrebbe fatto non convinto avrebbe potuto portare rimorso per ssempre e non ne valeva la pena.
Ma nello stesso tempo il mio rapporto di confidenza con la moglie aumentava talmente che ci demmo un appuntamento per conoscerci anche perche' lei era curiosa di conoscervi di vedermi da vicino e che se doveva accadere qualcosa col marito avrebbe preferito prima rompere il ghiaccio con me.
Ci demmo appuntamento e ci incontrammo per dare sfogo a tutto cio' che ci siamo detti al telefono e ricordo che quel giorno pioveva a dirotto e lei una volta incontratoci scese dalla sua macchina e sali nella mia e facemmo conoscenza .
Non e che sia chissa che io ma molti mi ritengono un ragazzo carino e lei subito dal suo volto capiii che le faceva piacere conoscermi .
Anche lei non era male e iniziammo a parlare di cio' che ci eravamo detto al telefono tanto tempo .
Lei era molto elettrizzata infatti dopo che ci eravamo detti di andare a casa di mia mamma a divertirci le dissi di seguirmi con la sua macchina , lei scese e mentre mi seguiva mi fece segno con i fari di fermarmi .
Non so cosa gli e preso ma disse che non se la sentiva e decise di ritornarsene al suo paese io gli dissi che non c'erano problemi e che le cose si fanno in due senza nessun rimorso.
Mentre me ne tornavo mi arrivo un mess che diceva che si scusava ma che voleva dinuovo incontrarmi e che la prossima volta sarebbe stata quella buona ed io gli risposi che quando voleva mi faceva sapere.
Infatti non ricordo quando tempo passo ma ebbi un suo mess per incontrarci e stavolta venne fino al mio paese dove l'aspettavo con la macchina e la feci venire verso casa.
Andando a casa come al solito c'era anche la ragazza delle pulizie e non piu la signora che aveva prima mia mamma .
Ma io me ne fregavo di lei e la feci entrare in casa tanto i miei erano al lavoro e la ragazza delle pulizie si faceva i cazzi suoi anche perche fra me e lei c' era anche un po di intimita' ma senza scopare.
Ritornando a lei si preoccupava ma io gli disse di stare tranquilla e che avevo detto che era una amica che fa massaggi per la cervicale.
Andando sopra ci chiudemmo dietro nella mia stanta e subito cercai di far scigliere il ghiaccio perche' lei era molto tesa
la sdraiai sul lettino e incomincia ad abbassargli i pantaloni e senza portarla per le lunghe la incomincia e leccare tutta la figa e come immaginavo inizio a rilassarsi stringendo la mia testa volentieri verso le sue labbra bagnatissime.
dopo una bella e lunga leccatina essendo anche io molto eccitato per tutta la situazione creatasi subito la penetrai e vidi che lei venne prima di me dai suoi gemiti .
Una volta venuto andai in bagno a ripulirmi e ritornai in camera per iniziare di nuovo ma lei si preoccupava perche eravao senza preservatiti ma io gli dissi di stare tranquilla che avevo ripulito a dovere.
Infatti subito ancora duro iniziammo di nuovo a darci dentro e con mio stupore sentii subito che lei veniva ancora e gli chiesi quale era la posizione preferita e lei rispose da dietro
nemmeno a finirlo di dire che sempre con delicatezza si trovava rivolta con la schiena a me e penetrata da dietro e ancora sentiii questa volta piu chiaro e forte che lei veniva infatti lo disse proprio esplicitamente VENGO ed io non fui di meno.
Capii subito che questa ragazza desiderava davvero da tempo avere un rapporto di sesso fatto bene, sara' stata la situazione intrigante, l'atmosfera ma gli rimase in volto una serenita' e una sazieta' bellissima.
Gli dissi in confidenza come mai tutta questa passione nonostante fosse una donna sposata e subito mi disse che il marito pensa troppo a lui e poco a lei allora capii.
Certo io non sono un pornostar ma ho abbastanza resistenza specialmente dopo la prima e adoro che la donna viene senno non sono soddisfatto.
C'e ne andammo e da allora ci siamo visti solo una volta ma senza fare niente e po ho perso il contatto.
Ma e stata davvero una bellissima esperienza
infinita pazzia
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14 years ago
admin, 75
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La signora delle pulizie a casa di mamma
Nella vita ho avuto tante bellissime esperienze ma davvero tante che quasi a volta non me le ricordo e quasi tutte capitate inaspettatamente.
una di queste e quella che ho deciso di raccontare la quale dopo ne seguiranno altre.
Faccio una premessa che e questa
tutto cio' che scrivo e pura verita' quindi chi ha piacere di leggere vada tranquillo che legge una storia vera e non inventata non ne sarei nemmeno capace e poi che soddisfazione darebbe?
ok detto questo inizio il mio breve e piacevole incontro.
Una domenica mattina mi svegliai per andare ad una partita di calcetto nel mio paese dove ogni anno organizzano un torneo.
Tornando dalla partita visto la vicinanza del campo sportivo per mia comodita e pulizia preferivo che la doccia me la facessi a casa con tutte le comodita' del caso.
Tornando a casa vidi una persona nuova che non era la solita signora delle pulizie ma una diversa piu' carina e molto piu giovani avra' avuto sulla 42/45 anni .
Non era italiana ma di origine ucraina e come mi vide subito mi lancio un sorriso ed io la salutai ma mi resi conto che non capiva tanto bene l'italiano.
salendo le scale e passando vicino a lei mi fece segno di entrare in bagno come a dire vada si lavi non si preoccupi.
Io nonostante la stanchezza della partita la signora mi incuriosi e vi dico che io non perdo tempo in certe occasioni incominciai a fare amicizia e confidenza .
Un po' ci scerzavo e siceramente non capivo se lei capiva tutto di cio' che dicevo ma l'argomento fra una cosa e l'altra ando subito al sesso.
Essendo in pantaloncino e maglietta ancora le dissi di venire verso il bagno e lei sorrise e prima mi fece entrare in camera mia per dire che aveva visto le mie foto appese e altro, ma io le dissi di seguirmi al bagno e incomincia a dire come si chiamava, da dove veniva e se era sposata, ma da come potei capire mi disse di essere divorziata allora subito o dissi da quanto tempo non scopava facendogli capire anche con gesti.
Lei subito intui e inizio a ridere ed io le presi la mano e dissi tocca un po gia' mi si era rizzato nonostante la stanchezza della partita, e lei in lingua sua mi faceva capire che gradiva ma che aveva paura che venisse mia mamma che era di 2 piani sotto di noi ma io la tranquillizzavo al tal punto che subito se lo trovo in mano e me lo menava .
Immediatamente tranquillizata si giro e mise il culettto sul lavandino e un piede sul cesso in modo di avere una posizione di figa aperta pronta ad accogliere il mio cazzo.
Fu facilitata dal gonnellina di cotone leggero estiva che saliva una bellezza e non c'era nemmeno il bisogno di togliersi le mutandine che spostandogliele mi trovai subito dentro di lei che con l'aria di una da chissa da quanto tempo non scopava era in stato non cosciente heheheheh ed io nonostante la stanchezza gli facevo dono del mio cazzo con botte dirette e che facevano in modo da farle venire gemiti di piacere e senza nessun timore la riempii di sborra e lei senza dire nulla si sedette sul cesso e lo caccio con una faccia soddisfatta e serena.
La paura che potesse salire mia mamma non la sfioro' piu' di tanto e proprio vero che il sesso e una dolce droga piacevole che ti fa dimenticare tutto cio ' che ti circonda.
lei si puli sul bide' e usci fuori a continuare il suo lavoro come se nulla fosse accaduto mentre io iniziai a farmi una doccia e pensavo che ho una fortuna enorme ad avere simili occasioni non programmate che sono le piu' belle .
Spero di non avervi annoiato e che sia piaciuto
infinita pazzia
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14 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Annalisa
Non mi sembrava vero: Annalisa, accovacciata ai miei piedi, me lo stava succhiando proprio come nei miei sogni più reconditi.
L’avevo conosciuta anni prima a casa di mio cognato, era ancora una bambina con i suoi 15 anni, amica di classe di mia nipote, ma era l’unica del suo gruppo ad indossare sandali tacco 10 invece delle nike d’ordinanza per la sua età.
Mentre le sue amiche giocavano con le bambole lei fumava la prima sigaretta e sia nei modi di fare che nell’abbigliamento è sempre stata avanti rispetto alle sue coetanee.
Col tempo la sua indole di femmina con la f maiuscola si era accentuata anche negli atteggiamenti oltre che nell’abbigliamento e sapeva lanciare delle occhiate maliziose che potevano mettere in crisi un 30enne sempre vigile come me, ma la differenza di età fu capace di smontare qualsiasi velleità.
Ora Annalisa giocava con la mia cappella utilizzando sapientemente la lingua, afferrava il membro alla radice con la mano destra e lo ingoiava lentamente fino alla gola, lo tirava fuori bagnato dalla sua saliva e poi ricominciava mandandomi in estasi.
Era sistemata con le gambe aperte, le immancabili scarpe col tacco alto, la camicetta aperta a mostrare le tette sodissime senza reggiseno e la gonna corta tirata su per potersi accarezzare con la mano sinistra la fighetta rasata mentre continuava a mostrarmi la sua impareggiabile abilità di cocksucker 20enne.
Ero certo che quella sua abilità le venisse dall’indole, fosse una dote innata piuttosto che sviluppata dall’esperienza.
All’improvviso capisco che la devo interrompere per non rischiare una fine prematura, ma quello che mi colpì senza preavviso fu senz’altro la voglia irrefrenabile di leccarle la figa giovane e rasata.
La presi e la sdraiai gentilmente sul divano della sala direzione, poi le afferrai le caviglie sottili e le allargai le gambe ed infine mi immersi nella sua figa!
Da quanto tempo non ne assaporavo una così bella e profumata!
Non riuscivo a controllarmi, passavo con la lingua dalla figa al buco del culo e la cosa pareva essere molto gradita a giudicare dai gridolini di piacere che erano musica per le mie orecchie.
Leccavo i suoi umori assaporandoli e gustandoli letteralmente, di tanto in tanto mi concedevo una divagazione sulle cosce tornite dalla pratica fisica ed arrivai fino all’adorazione dei piedini con le unghia laccate.
Le presi le dita in bocca incurante della reazione che avrebbe potuto avere una ragazzina ad una sottile e leggera perversione come quella fetish che di solito si sviluppa più avanti rispetto ai suoi vent’anni, invece Annalisa mi incoraggiò favorendomi l’accesso alle sue dita cercando di allargarle.
Sembra niente, ma un gesto come questo ebbe il potere di aumentare l’eccitazione che già era ai massimi livelli e mi spinse a pensare che potevo andare oltre, chiedere qualcosa in più…
Mi alzai e mi sdraiai sulla schiena chiedendole di sedersi sul mio viso, il facesitting avrebbe accontentato il mio lato fetish sadomaso.
Era eccezionalmente portata per il sesso, comprendeva subito tutte le situazioni e le esigenze, cominciai a pensare che sarebbe stato difficile dimenticarla.
Seduta sul mio viso, con il movimento del bacino strofinava la fighetta sul mio naso e sulla mia lingua, poi di tanto in tanto apriva le natiche aiutandosi con le mani e si accomodava meglio che poteva soffocandomi letteralmente, rendendomi schiavo, vittima del suo dolce gioco ma felice.
Non la vedevo da un paio d’anni, quando quel caldo pomeriggio di giugno si presentò in agenzia viaggi: notai la ragazza stupenda con i pantaloncini corti ed i sandali alla moda, col top aderente che metteva in mostra due tette che farebbero resuscitare un morto e solo dopo questi particolari misi a fuoco il bel viso che mi guardava sorridente. Non avevo dimenticato quei particolari emozionanti, quelle gambe e quelle tette, né tantomeno quel culo da copertina, come avrei potuto? Quello che avevo dimenticato era il nome!
La cosa che meno mi interessava era ora quella che mi serviva di più per evitare di fare la figura dello scemo.
“Ciao, non dirmi niente, aspetta che ora mi viene in mente… sei…”
“Annalisa” mi precedette lei.
Già, Annalisa, l’amica di mia nipote Michela.
“E che ci fai qui?”.
“Mi serve un biglietto ferroviario per Roma”.
“Roma? E che ci fai a Roma?”
“Vado a trovare il mio ragazzo che vive lì” mi rispose accompagnando le parole con uno sguardo che me lo fece venire duro come il marmo.
Il tempo aveva accentuato il suo dono di farmi arrapare con i suoi modi chissà fino a che punto ingenui.
“Beato lui!” esclamai con un tono di invidia malcelata.
“Dici?” mi rispose sfoderando un sorriso malizioso e guardandomi di sottecchi.
Morivo veramente d’invidia verso il suo ragazzo che poteva scoparsela e godersela a suo piacimento: avrei dato non so cosa per portarmela a letto ed averla a mia disposizione per un paio d’ore.
“Dico, dico” mormoro mentre cerco di effettuare la prenotazione, però (o per fortuna) il computer si blocca e non riesco a procedere.
“Mi sa che devi tornare cara, il computer è bloccato”
“Non so se faccio in tempo, a che ora chiudete? Ho la palestra fino alle 20:00”
“Bè, noi chiudiamo alle 19:30, se vuoi puoi passare domani, io nel frattempo se dovesse sbloccarsi la situazione ti emetto comunque il biglietto”.
“Grazie” mi rispose, “ma se sei così gentile potresti anche fare lo sforzo di aspettarmi, preferirei fare tutto stasera”.
Non credevo ai miei occhi ed alle mie orecchie, quelle parole: “PREFERIREI FARE TUTTO STASERA” furono pronunciate con un tono che non lasciava spazio ad equivoci e lo sguardo che le accompagnava era altrettanto eloquente!
“Ok, allora ti aspetto, ma non fare troppo tardi, mi raccomando”.
Passai le ore che seguirono a montare congetture ed ipotesi, a costruire e demolire castelli in aria, ad ipotizzare un copione da tenere, insomma lavorai ben poco, se non di fantasia.
Alle 20:30 la sua sagoma che si affacciava dalla vetrina sul viale mi riporta alla realtà, le apro la porta e la faccio accomodare, guidandola in direzione, dove un grande tavolo riunioni ed un comodo divano componevano una location adeguata a quella situazione che speravo si realizzasse.
Non avrei mai fatto la prima mossa, in fondo ero convinto che tutti quei messaggi lanciati fossero frutto della mia immaginazione, o meglio che li avessi fraintesi essendo il suo il classico modo di fare della gatta morta.
Si era cambiata, ora la sua tenuta non era sportiva come nel pomeriggio ma elegante con minigonna e camicetta.
I seni erano nudi e si intravedevano i capezzoli.
Lei alzò le braccia e le buttò all’indietro in quel gesto tanto femminile di accomodarsi i lunghi capelli sciolti, mettendo volontariamente in evidenza le tette che sembravano dover strappare la camicetta.
“Secondo te sono una bella ragazza?”.
Mi chiese fingendosi dubbiosa.
“Secondo me sei la ragazza più bella che abbia mai conosciuto” ebbi il coraggio di dire in un sol fiato.
“Allora è vero che ti piaccio! Che ti sono sempre piaciuta! Michela me lo diceva. Aveva notato come mi guardavi, ma io non potevo crederci! E poi hai una moglie così bella!”.
Già, mia moglie. “Ma ora mia moglie non può vederci ed anche tu ora hai un fidanzato” dissi abbracciandola e tirandola a me.
La baciai e visto il suo trasporto affondai la lingua fino in fondo.
Le sue tette, quelle tette che avevo mille volte immaginato, ora erano nelle mie mani, sbottonai la camicetta e le baciai e le leccai.
“Bello qui” disse guardandosi intorno mentre si staccava da me e si accovacciava.
Fu lei a tirarmelo fuori mentre ormai rischiavo di strappare i boxer.
Lo ingoiò subito fino alle palle, come per mettere le cose in chiaro, prima di divertirsi nelle varianti collaterali ad un pompino perfetto.
Sentivo ora il desiderio di affondare dentro di lei.
Come un bambino davanti al bancone del gelato, ora non sapevo scegliere una posizione da cui incominciare.
Decisi così che era stupido limitarsi e che le avrei fatte tutte!
Beata illusione… certo la scena delle sue tette che ballavano davanti a me mentre lei mi cavalcava, la sua espressione stravolta dal piacere mentre sdraiata sul divano mi riceveva nella figa bagnata o le mie mani sui suoi fianchi stretti, non le dimenticherò facilmente, ma quando cominciai a cavalcarla alla pecorina fu davvero troppo per me e non riuscii più a trattenermi. Mi tirai indietro all’improvviso per non venirle dentro.
Avrei tanto voluto concluderle in bocca ed ormai davo la cosa per scontata, visto che la mia amichetta si era comportata come una vera amante del cazzo, pensavo che volesse chiudere degnamente la sua performance, ma all’improvviso mi bloccai pensando che forse avrebbe potuto non gradire.
Restai per qualche secondo impalato con il cazzo eretto e trionfante, quando fu di nuovo lei a stupirmi ed a lasciarmi stordito: “Dai, lo so che ti piacerebbe venitrmi in faccia!”
e si sedette a terra chinata all’indietro, con le braccia stese a poggiarsi sul pavimento.
Me lo menai, ma forse non ce ne sarebbe stato bisogno, perché le annaffiai il viso con diversi schizzi in rapida successione che la coprirono tutta.
Poi, ormai in estasi, gli lasciai la gestione delle operazioni e lei me lo prese con una mano e continuò a succhiarmelo fino a quando la sensibilità della mia cappella non divenne tale che dovetti sottrarle l’arnese.
Restammo per un po’ a scambiarci tenerezze, poi mi chiese del bagno per darsi una ripulita.
“Che penserai di me adesso?” Mi chiese mentre si allontanava.
“Te lo dico dopo, fa presto che ho ancora molte cose da dirti!”.
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14 years ago
etabeta34, 43
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Come inizia l\'avventura cuckold 1
La sfida parte II°
Tutto fu organizzato nei minimi particolari.
Arrivato il giorno dell'incontro chiamai Marco per raccomandarmi sulle sue intenzioni di non essere invasivo e deciso come al suo solito ma di lasciare spazio ad Elena in quanto era innata in lei il desiderio di essere protagonista in tutto e per tutto.
Elena si consigliò con me nei capi d'abbigliamento, e la invitai ad indossare un jeans e una camicicietta visto che era Giugno e faceva abbastanza caldo mentre lei preferì indossare delle scarpe aperte con tacco da 12, a suo dire era assai sobria per non indurre in tentazioni MArco che sapeva fosse un vero PlayBoys.
Si videro intorno alle 22,00 vicino al centro in quel di Milano in un bar frequentato da giovani notturni e passarono due ore di racconti e di chiacchiere per meglio conoscersi. Finito l'incontro Elena mi chiamò subito al telefono dicendomi che Marco era stato simpaticissimo, elegante e davvero gentiluomo, quindi aveva fatto davvero un ottima impressione ad elena sia caratterialmente che fisicamente visto che Marco è un tipo molto alto muscoloso e scuro di carnagione i tipi di uomini che piacciono ad Elena.
Rimasero daccordo che si sarebbero dovuti vedere la settimana successiva con tutta la comitiva per presentarla e presentare ad Elena la moglie di Marco, scambiati i numeri telefonici si diedero appuntamento per la settimana successiva.
Parlai con Elena dell'incontro per verificare se oltre alla simpatia fosse stata colpita anche dalla bellezza di Marco, domanda retorica in quanto Marco è davvero un bel ragazzo un tipo carismatico un grande dongiovanni.
Lei mi riprese dicendomi che come al solito io ero sempre il solito porco e che in nessun caso e in nessun momento gli era passato nella mente che potesse fare qualcosa con Marco. Da questa frase capì esattamente l'opposto e in un primo momento rimasi sorpreso e abbastanza arrabbiato da una risposta del genere oltrettutto avvalorata dalla descrizione minuziosa del viso e del corpo di Marco ma poi subentrò in me un desiderio fortissimo di metterla alla prova non tanto sui sentimenti quanto sulla sua voglia di essere spinta tra le braccia di un altro, visto che nei ns momenti spesso si menzionava il terzo e si vedeva dalla sua foga la voglia matta che aveva e spesso ne parlavamo senza mai affrontare in modo pratico la questione, ma dentro di me pensavo che fosse arrivato e fosse maturato il tempo in cui sia lei che io dovevamo sostenere questa prova per capire se io fossi davvero cuckold e lei fosse davvero troia come pensavo, ma dovevo escogitare un qualcosa che potesse solleticare il suo interesse vivo ma anche il suo impegno senza che la cosa fosse corcitiva o dovuta a tutti i costi.
Il giorno dopo mi ritrovai a parlare di nuovo con Elena affrontando l'argomento di un propabile incontro soli tra lei e Marco, ma come e quando organizzarlo??.
Lei era convinta che mai e poi mai Marco avesse osato più di tanto con Lei e mai avesse pensato che Marco avesse particolare interesse su di Lei visto che dovevano incontrarsi con tutti gli amici della comitiva quindi sarebbe stato inpensabile qualsiasi discorso trasgressivo tra loro. Io affermai con vigore che Marco si sarebbe presentato da solo e con intenzioni sicuramente trasgressive, Lei affermava il contrario e fu così che nacque la scommessa tra noi che verteva nella seguente condizione. Se marco si fosse presentato in compagnia della moglie e degli amici allora avrebbe vinto lei e il premio da pagare costituiva in una vacanza pagata da me dove lei voleva e da sola o al massimo in compagnia di una amica, se al contrario Marco si fosse presentato da solo allora avrei vinto io e il premio della scommessa fu che lei doveva in tutto e per tutto soggiocare a tutte le attenzioni di Marco e a tutte le sue richieste fino al punto in cui Marco voleva, con molta fatica e dopo qualche giorno accetto la scommessa.
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14 years ago
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