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Miscellaneous

Mitologia Perversa - Di ricatti, dominazioni e complicità - INTRO

(trovate le parti successive sul nostro profilo!)


1.

Narciso non si aspettava proprio che lui sarebbe potuto arrivare a tanto. E forse nemmeno Eco si sarebbe immaginato che lei l’avrebbe portato a varcare quella soglia.

Tremavano i polsi solo a pensarci. La proposta e la conseguenza di un rifiuto. Erano entrambe di un altro livello, più serio e pericoloso di quanto finora sperimentato.

Tremavano, i polsi, di paura, rabbia e inevitabile incontrollabile fermento di piacere.

Ma come c’erano arrivati?


Dopo i primi mesi di vorticose montagne russe, tra fughe e riacciuffamenti, vette di intensità e abissi di incomprensione, sembrava che ormai fossero riusciti a trovare un equilibrio, finalmente la giusta misura tra “tranquillità e complicità”.

Avevano avuto quindi esperienze letteralmente sublimi di scambio e giochi a quattro, conosciuto altre coppie sorprendentemente affini, esplorato e soddisfatto ampiamente tutte le fantasie che entrambi si portavano dentro da tempo: doppie penetrazioni, doppi pompini, tette e fighe e cazzi sempre nuovi divorati con voglia spasmodica, sempre occhi negli occhi, violenze e dolori e dominazioni sempre più efficaci ed eccitanti, sintonia sempre più totale. Fisica ed emotiva, carnale e spirituale. C’era quasi da osare chiamarla felicità, quella follia clandestina che li vedeva uniti al di fuori del mondo.


Eppure. Un piccolo tarlo rodeva da tempo nel cervello mai domo di Eco.

Era successo pochi mesi prima, un commento quasi casuale all’interno di uno dei tanti discorsi da letto, in cui ciascuno cercava di affermare e ribadire la propria identità, spiegare la propria interpretazione di questo loro rapporto così complesso e particolare. Non ci si capiva sempre, anzi. Ci si faceva male, a volte, senza volerlo o forse anche senza accorgersene. Parole in leggerezza che diventavano macigni, rivelazioni apparentemente innocue che provocavano maremoti interiori. Bisogna avere molta cautela quando due persone sanno, e ammettono, di non essere esaustivi uno per l’altro. La gelosia, l’insicurezza, la fottuta competizione: possiamo anche rigettarli come concetti, ma sono sentimenti umani ineludibili e inesorabili, e loro due inesorabilmente umani lo erano. Avrebbero voluto, per certi aspetti, assomigliare davvero a quelle figure mitologiche da cui prendevano il nome, affascinanti sì ma anche così mono-dimensionali. In realtà invece qualcosa ci dice che Eco -seppur di certo innamorato delle sue infinite parole e teorie- non sarebbe mai finito ad ascoltare la sua stessa voce ripetutamente da solo in una caverna buia, e Narciso -seppur non proprio avvezza all’empatia altruista- non si meritava in fondo di soccombere nel riflesso di un fiume.


Certo, l’incomunicabilità sembrava un ostacolo del passato, ma quel tarlo di dover in qualche maniera sempre eguagliare qualcosa o qualcuno, con cui a quanto pare tuttora succedevano cose “anche peggiori” (ovvero, per chi gode in quella direzione, tradotto in “anche migliori”), quel tarlo che paradossalmente lo aveva in realtà aiutato a sigillare -quasi con uno scatto secco- anche i suoi necessari compartimenti stagni emotivi come già spontaneamente faceva lei, quel pensiero strisciante e sotterraneo che altrove lei vivesse almeno le stesse identiche intensità, insomma, alla fine proprio non se ne andava.


E così, serviva solo l’occasione giusta, quella coppia con qualche conoscenza in più, qualche telefonata organizzativa, e la definitiva esperienza che sarebbe stata indimenticabile e finalmente completamente impareggiabile, era pronta da essere vissuta.



Mancava solo da convincere Narciso.



2.

Fin dall’inizio, da quella scintilla esplosa clamorosamente sui divani di un circolino di provincia, lei non aveva mostrato remore di nessun tipo verso perversioni considerate generalmente estreme. Sigle di quattro lettere non rendono sufficientemente l’idea della voglia viscerale di morsi, schiaffi, frustrate, umiliazioni e sottomissioni. Lui ne fu quasi sconvolto all’inizio, ma non quanto lo fu successivamente quando scoprì dentro di sé quel corrispondente istinto di dominazione che non si sarebbe mai immaginato di possedere. Quei primi sguardi di fuoco che lei gli generava quando aveva il culo in aria, ansiosa di ricevere la sua dolorosa punizione, erano solo il preludio di ben altre intensità che avrebbero poi toccato.

Durante quelle sessioni di sesso spinto e forsennato, si stimolavano poi ulteriormente a vicenda descrivendo scenari immaginari di fantasie incompiute, esagerando dettagli e spingendosi anche oltre i limiti, sull’onda dell’abbandono di ogni remora quando il suo cazzo pulsava dentro di lei ed entrambi non capivano più il confine tra realtà e desiderio.

Ma una volta tornati nell’alveo della lucidità post-orgasmica, l’idea di superare alcune frontiere mettevano oggettivo timore, in particolare a Narciso.

Aggiungere ai propri giochi un’altra coppia, un uomo e una donna, ovvero far godere e godere di altri 3 corpi, era un conto. Un meraviglioso conto. Gestire invece più uomini, magari ben dotati, magari 5/6 o anche 10 cazzi grossi e duri, tutti in una volta, magari tutti irruenti e senza pietà, doverli soddisfare e sottostare a ogni tipo di ordine, di degradazione e umiliazione, la faceva sì un po’ bagnare là sotto, ma anche parecchio inquietare e spaventare. Non ne avevano quindi neanche mai parlato più di tanto, e non aveva avuto -finora- senso forzare la mano.


A questo punto allora a Eco serviva il giusto incentivo, la giusta leva, per portarla a fare questo ulteriore passo, che avrebbe finalmente ucciso quel tarlo roditore che masticava affamato nel retro della sua mente. Gli venne quindi in mente un’idea che poteva sembrare una misura estrema, del tutto fuori luogo, un accordo talmente ovvio e tacito che veniva rotto, che la prima inevitabile reazione di Narciso fu la rabbia cieca. Non poteva proprio immaginare che lui avrebbe minacciato di tradire così la sua fiducia.


Avevano fatto quelle primissime foto soprattutto per gioco: fu il modo per dare il via all’avventura virtuale che poi realizzò la sfilza di soddisfazioni reali. Non ne fecero più altre, non ce ne fu semplicemente bisogno. Ma, nella loro versione originale, in un paio di quelle il volto di Narciso era ben riconoscibile e, per chi aveva familiarità con le sue terga o con i giocattolini custoditi nel suo cassetto delle meraviglie, anche quel culo da cui spuntava un originalissimo butt-plug rosa con criniera nera non lasciava troppo spazio a fraintendimenti.

Non serviva farne chissà cosa, come spargerle ai quattro venti indiscriminatamente, con il rischio che si perdessero nella vastità della rete. Sarebbe bastato anche solo farle girare anonimamente su alcuni circuiti telefonici, e la possibilità di creare seri imbarazzi -e dover poi fornire impossibili spiegazioni- era quasi fin troppo facile.


Nessuno dei due sapeva se Eco sarebbe stato davvero in grado di procedere con un gesto così folle e devastante. Razionalmente, sembrava proprio impossibile. Ma non si può mai sapere cosa può succedere nella testa di un uomo messo suo malgrado in una perenne gara al buio.

In ogni caso la posizione di pieno -ed enorme- Potere in cui anche solo questa minacciosa ipotesi lo poneva nei confronti di lei, li proiettò entrambi in una dimensione di gioco di dominazione totale, e eccitante come non mai. Soprattutto, sotto questa spada di Damocle, lei non avrebbe potuto rifiutare più nulla, nemmeno un tabù come una gang-bang violenta, in cui Narciso sarebbe stata la schiava completamente nelle mani del suo uomo, e degli uomini con cui avrebbe scelto di condividerla. Le avrebbero fatto letteralmente di tutto, e ad ogni possibile remora o obiezione, le foto incriminanti sarebbero state spedite. Subisci, obbedisci, o altrimenti paghi le conseguenze.
Questi erano i patti, questo era il ricatto.



(continua qui: https://www.sexycommunity.it/racconti-erotici/orge-e-gangbang/2937-mitologia-perversa-di-ricatti-dominazioni-e-complicit-1-parte)

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