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L\'evoluzione di marika (seconda parte)
Dopo il primo approccio telefonico, descritto nel capitolo precedente, e’ passato un po’ di tempo in cui abbiamo continuato a sentirci con “UomoVero” facendo sempre giochetti telefonici divertenti.
Ieri sera pero’ abbiamo deciso di incontrarci per conoscerci meglio.
L’incontro e’ per stasera ma si e’ gia’ deciso di non fare un granche’, visto che io ho ancora dei dubbi, visto la materia con cui ci stiamo confrontando, la dominazione.
Quindi eccomi qui in attesa di lui, che mi ha ordinato di vestirmi in modo particolare.
Il posto e’ un locale di piano bar, tranquillo e il mio abbigliamento e’ costituito da una minigonna con calze autoreggenti velate, niente biancheria intima, e con sopra un top scollato. Nel totale sexy ma non appariscente.
Lui non e’ ancora arrivato e mi assalgono i dubbi del caso. Sto’ tipo non lo conosci, magari e’ uno psicopatico, magari e’ brutto, magari... ma ecco che entra un tipo interessante, spero che sia lui..... e’ lui, appena mi vede sfodera un sorriso deciso ma inebriante.
E’ un bel uomo, sui 30 anni moro e possente, proprio come piace a me, “UomoVero” gli si addice. E’ vestito con un completo scuro, molto elegante che mette in risalto il fisico da palestra.
Si siede di fianco a me e tra una chiacchiera e l’altra ordina lui, senza chiedere il mio consenso, un drink alcolico per entrambi. Si chiama Marco.
La musica che arriva dal piano bar e’ piacevole senza essere invadente e la serata procede rilassata.
Ad un certo punto senza avvertimenti lui mi sfiora una coscia, provocando la mia reazione instintiva, chiudo le gambe e lui non sembra gradire.
LUI: ”eh no non e’ il miglior modo per cominciare, apri le gambe e non fare storie”.
Dischiudo le gambe e subito la sua mano avanza da padrona delineandone il profilo, fino ad arrivare all’orlo delle calze, poi piu’ su fino alla mia intimita’ che trova gia’ leggermente bagnata, e questo gli piace!!!
LUI: ”bene vedo che hai seguito alla lettera le mie indicazioni” e mentre dice questo gioca col mio sesso regalandomi sensazioni gradevoli.
LUI: ”andiamo fuori di qui che voglio giocare con te”.
L’ordine non merita repliche ma io insisto dicendo che eravamo d’accordo che per la prima sera non si facesse nulla, ma lui insiste e in breve ci troviamo nel parcheggio del locale dove lui mi fa accomodare sulla sua macchina.
Appena dentro l’automobile mi chiede di alzarmi la gonna e di far uscire le tette dal top (tra le mie rimostranze “ma ci puo’ vedere qualcuno”), ma sono costretta a cedere.
Appena a nudo comincia a palpare tutto in maniere molto distaccata fino al momento in cui mi ordina di fargli un pompino.
Non sono un santarellina ma avrei voglia di godere anch’io, insomma in breve gli slaccio i pantaloni, gli abbasso gli slip ed ecco svettare davanti ai miei occhi una fava enorme e congestionata.
Mi abbasso e comincio a leccargli tutta l’asta ma lui con una pacca sul sedere mi invita a fare piu’ in fretta “avremo tempo in seguito di fare le cose per bene” dice.
Quindi passo in breve a spompinarlo e vedo che il trattamento e’ di suo gusto.
In pochi minuti mi viene in bocca con un vero torrente che devo ingoiare completamente, ma non ci riesco e parte dello sperma finisce sui suoi preziosi sedili.
LUI:”ma che cazzo fai cagna, ti pentirai di questo.......”. ”Per stasera basta ti porto a casa, e guai a te se avrai l’ardire di godere da sola”.
In un lampo siamo a casa, mi scarica dalla macchina e mi ritrovo sola con i miei pensieri.
In altri tempi un tipo cosi’ lo avrei mandato a cagare, ma adesso non so cosa mi sta succedendo, non aspetto altro che una sua parola, e il bastardo lo sa.
L’indomani mattina mi arriva una email che mi ingiunge un incontro a casa sua per potermi amministrare la punizione in modo comodo.
Conosco il paese e’ fuori mano, mi da’ l’indirizzo e non mi chiede neanche se verro’.
Per un po’ sono tentata di lasciarlo perdere ma mi accorgo che neanche stamane ho indossato gli slip e per tutto il giorno sono tormentata dall’idea di cosa mi succedera’ la sera, e cosi mi ritrovo perennemente bagnata, anche perche’ da ieri sera non mi sono neanche masturbata, e la mia topina reclama attenzioni.
Cosi’ alle 20 mi ritrovo in macchina per andare a casa sua, pensando sempre a quanto sono idiota.
Appena un pelino in ritardo, arrivo al destinazione, parcheggio suono e il cancello si apre, e’ una splendida villa in stile ottocentesco, li ha i soldi il tipo...
Entro da un pesante portone. In un ampio salone lui mi attende vestito in maniera impeccabile come sempre.
La prima cosa che mi dice e’ “spogliati, che le cagne come te non indossano vestiti”.
Riesce sempre a sorprendermi, cosi non mi resta altro che assecondarlo.
“Sei arrivata in ritardo e sono gia’ due le mancanze”, mentre lo dice mi viene il sospetto che abbia deliberatamente sbagliato alcune indicazioni al fine di farmi arrivare tardi, be sono nuda in balia di questo pazzo.
Si avvicina e mi mette nell’ordine un collare, due polsiere e due cavigliere di cuoio, e legando un guinzaglio al primo mi tira come se fossi un cane, invitandomi a mettermi a 4 zampe.
Cosi facendo mi trascina verso le scale giu’ fino ad una specie di scantinato che dapprima buio, mi appare in tutto il suo splendore, come la sala di tortura dell’inquisizione.
Marco gode nel vedere la reazione di terrore che mi pervade e che mi blocca all’istante, tanto che e’ costretto a tirarmi piu’ volte per strapparmi al torpore.
Marco: ”ehi che fai ti sei imbambolata??” e cosi mi tira verso un cavalletto e mi fa stendere con la pancia, fissandomi le gambe e le braccia allo stesso.
Adesso ho veramente timore, un conto e’ avere delle fantasie e un altro invece e’ essere legata, completamente esposta e indifesa.
La cosa che mi da fastidio e al contempo mi eccita e’ mostrarmi cosi nuda al suo sguardo, mentre non ho idea di cosa mi aspetta.
Marco:”eccoti finalmente pronta per ricevere le punizioni che meriti, avanti implorami di punirti”.
Io: ”mi punisca, per favore”. Slash...ecco una fitta improvvisa che mi coglie completamente impreparata, sul sedere, il bastardo non visto nel frattempo si e’ munito di qualcosa di simile ad una canna di bambu.
Marco: ”mi punisca cosa, .....mi punisca padrone, cosi mi devi chiamare”.
Non faccio in tempo a replicare che un nuovo colpo mi raggiunge sulla schiena, cosi mi affretto a dire:”si ah ho capito padrone, mi punisca come merito, padrone”.
Marco ”bene cosi va meglio adesso ovviamente mi dovrai ringraziare per ogni colpo”
E cosi senza aspettare la mia replica inizia una serie di colpi molto dolorosi distribuiti su tutta la superficie, senza risparmiare nessun dettaglio, dalle coscie (penso tra me domani come andro’ al lavoro, col burka???), fino alla schiena.
Quando ormai non riesco piu’ a rispondere le lacrime colano dalle mie guance, insieme al trucco, si ferma, per constatare che colo abbondantemente anche tra le cosce.
Marco: ”ma guarda questa puttanella come si bagna sotto la sferza” e cosi facendo si avvicina ed estrae il membro per farmelo succhiare, e’ visibilmente eccitato ma dopo un po’ mi ferma, non vuole venire subito.
Approfitta del fatto che mi sono un po’ rilassata e mi fa cambiare posizione.
Adesso mi stende sopra un attrezzo curvilineo, sulla schiena con le braccia e le gambe stirate.
Adesso sono in pratica disposta ad arco e tutta la parte del mio corpo finora risparmiato dalla strigliata, e’ esposta e pronta per essere colpita.
Adesso ha in mano una specie di frusta, sembra un nerbo di bue, e con quello ricomincia a flagellarmi, non risparmiandosi la fatica di colpire qualsiasi punto, aiutato dalla flessibilita’ dello strumento.
In particolare e’ molto attratto dal mio seno, che riesce a colpire bene, centrando piu’ volte i capezzoli, gia’ duri e tesi dall’eccitazione.
Non vi posso spiegare il dolore di essere colpita in queste parti, dapprima arriva una stillettata nel cervello, che non capisce dove e’ arrivato il colpo e poi la parte lesa ti invia un forte bruciore, che aumenta via via, colpo dopo colpo.
Anche il mio pancino gli piace e in breve anche la parte davanti del mio corpo e’ piena di striature e arrossamenti.
Sono abbastanza distrutta e penso che sia ormai finita, ma mi sbaglio, mi slega momentaneamente per appoggiarmi sul un tavolaccio, sento che mi unge il buchetto posteriore ed eccolo entrare di prepotenza, aggiungendo nuovo dolore al vecchio.
Mi pompa senza pensare al mio piacere ma solo al suo, ma nonostante questo sono prossima all’orgasmo, poi improvvisamente esce dal mio corpo e mi infila un grosso dildo nella patatina, per tornare a forzarmi l’ano, reso molto piu’ stretto dall’ingombrante inquilino dell’altra apertura.
Riprende a limarmi con un ardore fuori dal comune (alla fine trovero’ del sangue...) e finalmente quando lo sento esplodere con feroci bordate, dentro di me scoppia un orgasmo mai provato prima, tanto che mi agito talmente tanto da disarcionare il mio padrone, affascinato e sorpreso da cotanta manifestazione di piacere.
Alla fine e’ tanto il godimento che cado addormentata (o svenuta), e mi risvegliero’ solo la mattina seguente a casa mia...(ma come ci saro’ arrivata), tutta indolenzita e dolorante....
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
L\'evoluzione di marika (prima parte)
Ciao mi presento sono Marika, ragazza milanese di 25 anni a cui la vita piace molto.
Un aspetto fondamentale di essa e’ soprattutto il sesso, del quale ho una certa esperienza, anche se non mi posso definire una “navigata”.
Di storie ne ho e ne ho avute in passato, con compagni di scuola prima e colleghi di lavoro dopo.
Non passo per una “facile” ma se trovo quello giusto statene sicuri che non mi scappa, anche se preferisco lasciare allo sprovveduto di turno, l’idea di avermi conquistato.
L’uomo cacciatore... bah e’ una leggenda che non ha mai avuto dei fondamenti di verita’. E’ sempre la donna che sceglie (o che si lascia scegliere), ma banalita’ a parte andiamo avanti.
Lavoro in un call-center e da un po’ ho scoperto l’aspetto tecnologico del sesso:
Le chat.
Dapprima sono entrata un po’ dubbiosa, ma in realta’ ho scoperto che con le dovute cautele, si possono fare degli incontri speciali, senza incorrere in imbarazzanti fermo-posta o giornalini equivoci.
Mi permetto una descrizione, sono alta 1,70, bionda con capelli lunghi, occhi verdi, prosperosa (una terza abbondante). Ho sempre cercato nei primi tempi di nascondere questo aspetto di me, e anche adesso che ho scoperto che in realta’ non c’e’ nulla di cui vergognarsi, mi vesto in maniera sexy, ma non da battona.
Curo il mio aspetto anche andando in palestra e vado molto fiera del mio fisico, ma non per questo “me la tiro”, anzi sono una ragazza molto “alla mano”.
Torniamo alla chat, un bel giorno decido di entrare in una di quelle a chiaro argomento erotico, con un nick accattivante “poppea” e be non ci crederete (ma si che ci credete dai!!) e’ stato un successone.
Un sacco di proposte fatte da ragazzini pirlini, ma in mezzo a loro anche delle persone interessanti. Tra queste mi aveva incuriosito un nick all’apparenza baldanzoso “UomoVero”. Sulle prime lo avevo bollato come il solito spaccone che tenta di fare colpo (ma anche io con poppea volevo mettermi in mostra....), poi invece a poco a poco mi ha conquistata con il suo fare deciso e autoritario.
Dopo le prime fasi “come ti chiami-sei f o m-ma come mai sto nick-ecc ecc” eccolo entrare nel vivo del discorso chiedendomi se ero intenzionata davvero a fare del sesso virtuale prima e poi forse.....
“Dai vediamo come stai a fantasia” lo incalzai io tanto per vedere di cosa era capace.
“Tanto per cominciare non fare la spavalda con me” fu la sua risposta.
Per la prima volta mi sentii soggiogata, nessuno era mai stato cosi’ diretto, e devo dire che il tono autoritario mi e’ sempre piaciuto, ma non ero mai stata in grado di trovare il partner giusto.
“Ti piacerebbe fare qualcosa di diverso dal solito??”
“Perche’ no?” risposi io sempre piu’ curiosa.
LUI: ”Io sono una persona a cui piace dominare e amo il genere un po alla ‘Histoire d’O’ per intenderci, ti interessa?”
IO: ”ma si, ma io non ho mai provato nulla del genere” anche se dentro di me e soprattutto la mia micina, cominciava a gradire, sentendo un piacevole calore salirmi dentro.
LUI: ”per prima cosa come sei vestita?”
IO: ”ma ho un abito sopra al ginocchio, perizoma sotto e reggiseno cordinato di pizzo nero”.
LUI: ”bene adesso ti togli subito il perizoma perche’ se accetti di seguirmi da oggi in poi non dovrai piu’ portare biancheria intima, almeno quando sei con me”.
La richiesta mi sembro’ lecita ma inusuale visto che ero in ufficio (open space) circondata da molte persone, quindi provai a protestare:”ma non posso sono in mezzo a molte persone e magari mi vedono”.
LUI: ”cosi vedono che sei una depravata, dai levati ste’ mutande ho detto”.
Allora con non poco imbarazzo e sforzandomi di vedere se c’era qualcuno in giro, mi abbassai e mi sfilai l’indumento, provando un grande senso di fresco e accorgendomi nel riporre lo stesso nella borsetta, che mi ero bagnata, andandolo ad infradiciare completamente con i miei umori. Be certo che prometteva veramente bene.
Glielo dissi e LUI: ”bene vedo che ti piace e che stai entrando nella parte, brava”. “Adesso per farmi vedere la tua sottomissione trova qualcosa di grosso tipo un bel pennarellone e stando con le gambe un po’ larghe sfiorati la fica”.
A nulla valsero le mie proteste lui mi ingiunse di farlo, pena il non risentirci mai piu’.
Mi feci coraggio e individuato l’oggetto cominciai ad usarlo, ma ben presto dovetti smettere in quanto notai una colata di umido che stava per bagnare anche la sedia.
Gli dissi che dovevo smettere ma lui insistette cosi’ mi diede il cellulare e mi disse di chiamarlo dal bagno.
Corsi subito li pensando tra me e me come dovessi essere strana, arrossata in volto e sicuramente sconvolta dal piacere.
Andai come ho detto nella toilette e lo chiamai.
“CIAO” una bella voce calda dall’altra parte mi rispose facendomi eccitare ancora di piu’.
“Adesso che non abbiamo piu’ ostacoli spogliati e fai come ti dico.
Hai sicuramente delle mollette per i capelli, li hai molto lunghi, bene applicale ai capezzoli e stringi bene mi raccomando”.
Esegui l’ordine e subito dopo aver messo le mollette mi parti un indicibile caldo dalle parti basse, caldo che attenuo’ un poco il dolore.
“Bene adesso prendi il pennarello e passatelo bene nel solco per inumidirlo, ecco adesso leccalo tutto, apprezza il tuo succo di cagna in calore”.
Quelle parole erano proprio la ciliegina sulla torta, io trattata come un cagna, una schiava a suo servizio, infatti leccai tutte le mie secrezioni con gusto fino a pulire completamente l’oggetto.
“Adesso ficcatelo bene dentro e pompati, anche perche’ sara’ l’ultimo tuo orgasmo senza di me, ma non disdegnare anche il culo....”.
Andai avanti cosi per un 10 minuti fino a quando lui senti che stavo per venire allora mi intimo ’”Adesso che stai per godere levati di scatto le mollette dalle tette e poi dai sfogo al piacere”.
Feci come mi era stato ordinato e nel momento stesso che tolsi le mollette l’orgasmo mi colse di sorpresa, urlai e mi dibattei come se fossi stata colpita da una scossa elettrica (che imbarazzo pensai in un secondo momento), affondadomi nel contempo il pennarello nel buchetto posteriore.
Ringraziai di corsa il mio padrone e me ne andai velocemente dal bagno, temendo di avere dato spettacolo, decisa comunque a risentirlo......
Ma questa ve la raccontero’ la prossima volta.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Chat
Da qualche tempo la connessione ad internet è diventata per me un ossessione e non avrei mai pensato che riuscisse a catturarmi così tanto, vista la mia lontananza dal mondo della tecnologia.
Tutto è iniziato con il mio regalo del Natale scorso: un Pc portatile; regalo che mi hanno fatto i miei genitori, dopo aver raggiunto anche la mia prima laurea in biologia.
Prima riuscivo a connettermi dall'aula di informatica della mia facoltà, giusto per controllare la posta elettronica o dare un occhiata a qualche sito. Poi, col mio Pc nuovo e la connessione ADSL illimitata ho iniziato a prendere come abitudine l'oretta di connessione alla sera, dopo cena.
Dopo la laurea ho deciso di fermarmi nella città dove ho studiato (che terrò nascosta per la mia privacy) per continuare gli studi della specialistica e per iniziare un lavoro/stage presso un laboratorio di ricerca; lavoro che mi rende orgogliosa.
E poi qui vivo bene. Ho le mie compagne e amiche... e non mancano nemmeno gli amici.
Internet è un mondo immenso. Mi sono avvicinata al mondo della chat, una droga. I primi contatti sempre con i conoscenti, poi, piano piano, si iniziano anche le conversazioni con gli sconosciuti. Spesso finiscono con poche battute, altre volte durano il tempo di una chiaccherata e poi sconosciuti come prima, altre, ci si da l'appuntamento o si spera di poter incontrarsi virtualmente altre volte.
E così è capitato con Riccardo. Lui vive in questa città, ma senza avere conoscenti in comune ci siamo incotrati e conosciuti una sera su Messenger. Non so come fosse riuscito ad infiltrarsi e a trovare il mio indirizzo.
Si è rivelato immediatamente una persona originale, esordendo con una frase che non ricordo nemmeno bene, ma che riguardava la sua infanzia. Se una persona non mi colpisce in modo intelligente, difficilmente ha qualche sperazna con me; ma Riccardo c'era riuscito.
Fu così che iniziammo le nostre chiaccherate virtuali. Inizialmente avevano una durata di un ora al massimo, poi... col passare del tempo siamo arrivati anche ad intere serate, fino a raggiungere l'alba a volte!
Incredibile. Stava diventando una droga quel Riccardo, senza aver nemmeno visto il suo viso. Su MSN io mi presento con la foto di JAKILL, il mio micio, mentre Ricki non usa immagini.
E non ci siamo mai interessati dell'aspetto fisico. Per mesi siamo andati avanti solo con le nostre menti. Questa cosa mi affascinava... però era inevitabile mostrare curiosità e così, ecco la sera dove, non mi ricordo da chi... è saltata fuori la richiesta di una foto. Imbarazzo di entrambi, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.
Abbiamo fatto anche di più: ci siamo connessi con la webcam!
E da quel momento, quelle conversazioni presero anche un volto. Un bel viso, pulito e asciutto. Certo che Riccardo iniziava proprio a piacermi e io a lui, altrimenti non sarebbe nato un rapporto così morboso attraverso una macchina.
Le nostre conversazioni, piano piano, iniziarono a prendere una piega sempre più piccante... Attraverso la cam ci scrutavamo e cercavamo di capire quanto desiderio si nascondesse dietro ai nostri sguardi.
Inevitabile fu l'argomento "sesso", dove sui primi racconti sulle esperienze personali ci lasciammo andare anche con confessioni che mai avrei pensato di tirar fuori nemmeno di fronte alla mia migliore amica. E così ecco che Ricky scopre la mia passione per il sesso orale, dove, senza peccare di presunzione mi reputo anche brava nella tecnica e io da lui, ascolto le sue imprese da amante e poi gli racconto di quella volta che, dopo aver bevuto un sacco con le amiche, mi ritrovai a stretto contatto con uno sconosciuto in mezzo alla pista di una discoteca, con le sue mani che mi accarezzavano sotto la gonna.
E in questo modo il desiderio saliva... desideravo quell'uomo e lui desiderava me.
Ero convinta che il nostro incontro non ci avrebbe riservato cattive sorprese. Quindi... dopo alcuni primi tentativi, arrivò la sera dell'appuntamento.
Dopo i primi tempi a parlare di tutto, da un mese a questa parte tra di noi si palpava solo il desiderio della carne. Questo nostro incontro si sapeva come sarebbe andato a finire. Il nostro comune obiettivo era quello di unire i nostri corpi. Non si sapeva dove o come, però dovevamo, dovevo sfuorare la sua pelle, sentire il suo profumo...
E mi preparai per esser perfetta, sfoderando l'intimo delle occasioni particolari, poco profumo per non risultare fastidiosa e un trucco leggero. Attenzione particolare alla depilazione: volevo che la mia passerina risultasse perfetta ai suoi occhi, nuda... come, dai suoi desideri, la sognava lui. E in questa preparazione iniziai anche ad accarezzarmi con le dita, pensando al suo corpo nudo.
E' tardi, esco e mi dirigo sul luogo dell'incontro; un locale in centro, conosciuto da entrambi, ma dove siamo sicuri di non incontrare conoscenti.
Eccolo, dai vetri scopro che è lui, seduto al bancone parla con il barista sorseggiando birra. E' ben vestito, jeans e una camicia nera leggermente aperta. Io mi do un ultima occhiata specchiandomi sui vetri scuri. Il mio corpo riflesso grazie alla luce dei lampioni... Sono una bomba, il mio corpo trema... il mio sguardo cade sul ciondolino che si perde tra i miei sensibili seni, i capezzoli spingono e sembrano bucare la maglietta fuxia. Un'ultima ripassata con il lucidalabbra, entro, mi avvicino e, senza parole... le nostre labbra si uniscono in un umido abbraccio.
Proprio come avevo immaginato.
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16 years ago
BUNCIA, 39/40
Last visit: 12 years ago -
IN HOTEL
Io e mia moglie dopo tante fantasie fatte in casa ci decidiamo di uscire due giorni da soli e passarli in un hotel .Vogliamo uscire dagli schemi , e allora acquistato un bel completino intimo su internet , e prenotiamo in un albergo con centrobenessere .Non abbiao mai avuto esperienza a 4 ne a 3 siamo alle prime ....ma con tanta voglia di trasgredire.Allora partiamo gli impongo magletta senza reggiseno e normalissima gonna , si parte gia con un filo di eccitazione e prima di arrivare in hotel gli impongo di togliere le mutande , dopo un po di proteste accetta , arriviamo in hotel , (4 stelle)ci presentiamo alla reception per chiedere la stanza e io gl dico di togliere il giubbino lei mi guarda un po me lo da e mette in mostra le due tettone che dilatano il disegno sulla maglietta , e subito gli occhi del ragazzo vano li , lei arrossisce subito ma non dispiace , fatto tutto ci dirigiamo dentro l'ascensore in compagnia del ragazzo che porta il nostro bagaglio , con il suo sguardo su di lei io la fisso e sfiorandogli le tette gli dico che in camera l'avrei fatta godere come non mai, sono sicuro che si è bagnata tutta , sistematici fatta la doccia ci mettiamo in biancheria sexi lei con la splendida vestaglietta che mostra tutto se ne va in bagno davanti allo specchio , ma prima che finissea prepararsi bussano alla porta , lei tutta spaventata mi guarda , e io gli dico tranquilla è la bottiglia che ho ordinato ,allora a porta semiaperta faccio entrare il ragazzo e gli dico di appoggiarla sul comodino che gli prendo la mancia , Lui arriva li e si trova di fronte la porta del bagno e intravede mia moglie davanti allo specchio , rimane un po fermo e la fissa io ritardo dicendo che non trovavo spicci e mi vedo mia moglie allo specchio che la riflette puntare il ragazzo , un mulatto.La tensione e tanta non avevo mai visto mia mogle guardata da un altro e nemmeno lei aveva mai sognato di farlo , io ritardo ancor e ad un tratto lei chiude gli occhi e si comincia a passare le mani tra le coscie sulle tette sul culo , io comicio a sudare , e penso che tra unmomento e l'altro succedesse qualcosa.. io speravo che lei uscisse si chinasse e poi.........ma dopo una serie di sguardi tra i due lei con una mano tra le gambe si gira e chiude la porta , allora io vado l do la mancia al cameriere , e dico grazie , lui se ne va io apro la porta del bagno la trovo a masturbarsi sul bide , come mi vede mi dice " Scopami che gia sono venuta gia una volta solo al pensiero che........"e viene di nuovo io apro la bottiglia sulle sue tette la faccio bere un po poi la bagno tutta e dopo una bella leccata di tette e fica allo champagne comincio a scoparla la scopata piu' bella della nostra vita , mostruosa, in preda ad un eccitazione spaventosa...huuhuuhu. Alla fine ci siamo riposati sul letto tutti e due esausti , ma lei si alza va in bagno e dopo unpo noto degli spasimi...allora mi alzo vdo in bagno e la vedo masturbarsi di nuovo seduta sul bidè . le prendo le tettone da dietro e le sussurro all'orecchio se le era piaciuta la scopata, lei dopo un po si gira mi mette le dita in bocca(bagnatissimi)poi mi sussurra "QUANDO RIORDINI UN'ALTRA BOTTIGLIA AMORE CHE STAVOLTA LA BOTTIGLIA LAVOGLI FAR STAPPARE A LUI " ed è venuta di nuovo.....
Ora sono rimasto con il pesiero e la voglia di richiamere la bottigla dopo cena e vedere se finalmente per la prima volta riuscira a lasciarsi andare e trasformare finalmente i suoi sogni inrealtà ......huhuhh Alla prossima ragazz..
il vostro golosone
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16 years ago
coppiasupergolosone, 35/29
Last visit: 3 years ago -
Silvia m.
L'inverno del 1990 fu uno dei più preoccupanti eppure lo ricordo ora come uno dei più belli. Silvia ed io vivevamo in Vico della Rosa nel centro storico di Genova. Nn avevamo neppure i soldi per cambiare la serratura della porta di casa. Io studiavo all'Università e Silvia lavorava ad ore presso il fratello di un noto musicista e cantante genovese. andavo a prenderla alla sera e mentre usciva dalla villa del suo datore di lavoro in Albaro già mi mostrava la boccetta d'olio che teneva nel sacchetto che usava come borsetta.
"mi devi inculare oppure do di testa!".
"piantala di dire belinate stronza!!"
Arrivavamo presso la scalinata Borghese e Lei era già senza mutande che puntualmente buttava nei cespugli adiacenti la strada...
"Vuoi che qualcuno ci veda? la vuoi piantare?..."
"Vai a fare in culo stronzo! ho lavorato tutto il giorno e sono fuori di testa...inculaaaammmmiiiiiii subitoooo!".
Silvia soffriva sicuramente di bulimia e a volte non mangiava per giorni interi...scartava persino il mais che mettevo nell'insalata...era magrissima e temevo per la sua vita...a stento riuscivo a penetrarla senza farmi male...ma lei lo voleva e temevo che potesse farlo qualcun altro...ma a volte perdevo il senno anch'io...
"ora basta brutta troia non possiamo farlo sul marciapiede ci arrestano!"
una sera, si spogliò completamente sul marciapiede e allora la presi per i capelli e la trascinai per le scale prospicenti Via F. Pozzo con l'intento di nasconderla alla vista dei pochi passanti.
"scopami bastardooo" "nel culo lo voglioooo!"
Ho ancora qualche memoria... il sacchetto lasciato in mezzo alla strada, le scarpe in cima alla scala, il vestito sporco e lei che godeva nel farsi trascinare per la strada....la boccettina d'olio che cadeva giù per i gradini...Silvia io ti amavo. Ora sai dove sono. Ti aspetterò per sempre.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Eros e [inutili] parole d\'amore
Voglio imbrattarmi di parole oscene,
palesare le allusioni, ammonire
i rivoli di miele a render[mi]e stucchevole
ogni periodo... a trasfigurarlo,
alternandone la passione iniziale...
Perché il cuore tende sempre ad arrovellarsi
su eterni dilemmi di irrisolti dissidi
smarrendo i dettagli di tante notti
sprovviste di quell'impegno mentale
e di quel coinvolgimento emotivo che fa grave
ogni interludio che altro non dovrebbe
contemplare e comprendere
se non l'armonia dei sensi che nulla ha in sé
di tendenzioso e, pertanto,
sufficiente ad autoalimentarsi?
Eppure io sono [anche ] altro.
Io sono stata e ho vissuto
soprattutto d' altro...
"Lei ha da sempre rituali che sanno di piccola magia, gesti quotidiani che danno e mettono cornice a quello che fa. Va in cucina, riempie d’acqua il bricco di ferro smaltato che ha portato anni prima dall’Inghilterra, accende il fornello più piccolo, e mentre l’acqua si scalda apre la vetrinetta dei pensili alti, prende la scatola del tè verde cinese. Poi con tre dita –pollice, indice e medio- afferra e stringe una minuscola noce di semi verdi. Guarda sempre in alto, mentre l’acqua inizia a far salire a galla bollicine lievi e scoppiettanti. Guarda e pensa, e risente lo scrosciare lento e leggero della pioggia londinese, rivede le signore che corrono per la strada, senza ombrello o riparo, solo fazzolettoni ridicoli in testa e galosce ai piedi. Orribili. Poi ancora riempie la tazza bianca con le fragole rosse, un regalo della sorella, va nella sala piastrellata di parquet scuro. Accende una candela, la infila nel vaso di vetro riempito di riso e sassi per sostenerla. Sulla fiamma della candela arroventa un incenso, e fa penetrare l’asta di legno sottile nella terra di un vaso, vicino alla finestra. Beve, lentamente, guardando dalla finestra. Alberi, cielo attraverso i rami, le case di fronte, cani che corrono, ogni tanto un uccello attraversa quel poco spazio tra vetri e alberi. Una scia nera veloce, una freccia scura che spezza a metà l’immagine ancora nel suo sguardo.
Era seduta sul letto dell’albergo, quella sera. Un hotel di lusso, una stanza elegante, uno specchio appositamente macchiato, ad arte, appeso sul soffitto. Era seduta e guardava in basso, la punta delle sue piccole scarpe nere faceva su e giù come a spostare qualcosa sul pavimento. Un batticuore la invadeva tutta. Se avessero messo un altoparlante sul petto, sulla maglia nera aderente, si sarebbe potuto sentire un “tum tum tum” ossessivo, perforante. Lui era accanto a lei.
Non lo guardava, ne vedeva solo la parte finale delle gambe, le sue
scarpe marroni, il bordo dei pantaloni. Non lo guardava, ne aveva
come un po’ di timore, si vergognava…..
”Mi vergogno, io?” si sorprese a pensare stupita. Io, si diceva, che in queste situazioni divento immensa, sovrastante, un mantello di carne e passione che riesce a coprire tutto…io, piccola minuta e un po’ bambina, che poi allargo braccia e cuore, e avvolgo chi ho accanto, per farlo sparire in me, inglobarlo come un’ameba vivente. Farlo mio, senza una parola o un sussurro, che non siano i miei…. Ma si vergognava. Si sentiva le guance che scottavano. Lo ricordava, anni prima, in una situazione esattamente capovolta. Lei sfrontata, sicura delle sue intenzioni, lui timido e irretito, ormai, dal profumo di sesso che lei emanava.
Forse sono rossa, sulla mia pelle del viso adesso, pensò….
Devo andare, devo andare, presto presto presto….il suggerimento della ragione perforò l’aria, e lei alzò il viso. Lui era bellissimo, e sorrideva.
Appena le pieghe della bocca inclinate, e un brillìo negli occhi. La volontà forzata di lei si smorzò subito…qualcuno le impresse una leggera spinta sulla schiena, si trovò sotto il volto di lui, gli sfiorò appena le labbra,
le sentì asciutte, volutamente avare.
Si ritrasse. Lo guardò.
E poi di nuovo, un altro ondeggiamento in avanti. Per incontrare questa volta la bocca di lui, disponibile, avvicinata. Si baciarono a lungo. Lei con le piccole mani gelide dall’emozione intrecciate in grembo, sulla gonna. Il batticuore che le straziava la carne tra i seni, che faceva male adesso. Si vedeva da fuori, e le veniva da sorridere ad immaginarsi in quella posizione strana, dritta sulla sponda del letto, solo la testa dai corti capelli neri girata verso di lui. Il resto del corpo per conto suo, e il viso con una vita propria. Pensò per un momento “e ora?” sorprendendosi immediatamente per la stupidità estrema di quelle due parole. Ora cosa? Ora che? Ora, e basta……. Passò attraverso quelle labbra, la saliva dolce di lui, il tepore morbido della carne, il fiato caldo che si sentiva sul viso, l’odore strano della sua pelle. Si trovò come dietro ad uno schermo di un cinema.
Non spettatrice, ma personaggio con un’altra lei che guardava,
comodamente seduta e interessata….
Stava dentro quella bocca, tutta intera,
ormai al sicuro, in uno spazio che aveva cercato da tanto.
Allora alzò le braccia, d’istinto. Gli circondò le spalle, larghe e nello stesso tempo ossute, rimaste tali e quali ad anni prima. Lo strinse forte, lo tirò contro di sé, sempre baciandolo. Poi con le labbra riarse, ormai prive del rossetto che s’era già perso sul bicchiere di birra bevuto in un pub fumoso e buio, cominciò a percorrergli le guance e il mento e il collo rasato ma ruvido, andando su e giù con la sua pelle sulla pelle di lui. Ne sentiva la superficie profumata, il raspare della barba appena spuntata. Lui sussurrava qualcosa, appoggiato con le labbra sulle orecchie di lei. Non capiva, non poteva, le parole ignare entravano e uscivano dalla sua mente. Lei ascoltava solo il rumore delle emozioni ad ondate, a boccate piene, a colpi secchi sul cuore. Quando beve il tè, lei non guarda mai nella tazza. Appoggia la bocca già socchiusa sul bordo di porcellana bianca, facendo uscire un piccolo fiotto di aria per freddare il liquido. Poi sorseggia, quasi aspirando per non scottarsi, così che il tè arriva sulla sua lingua già tiepido. Le piace amaro, macchiato poco con il latte. Quel tanto che basta per stemperarne il sapore aspro. Non serve, però. Quando il tè le arriva nella gola, l’amaro le ha invaso il palato e le fa stringere i denti. Lentamente scivolarono a distendersi sul letto.
Sempre avvinghiati, non si toccavano altro che le spalle uno dell’altra.
Si baciavano come impazziti, come una caccia al tesoro tra capelli e pelle, per trovare e cercare qualcosa di smarrito, di nascosto, di perduto…
Su un fianco, vestiti com’erano entrati nella stanza,
si erano come incollati uno addosso all’altra,
respirando i reciproci respiri.
Lui lasciava uscire, nei frammenti di tempo e spazio
che lei gli concedeva,
parole che lei percepiva a stento.
I capelli di lui erano lunghi come allora, ma più radi, e più grigi. Lei si era girata, appena arrivata al bar, intuendo la presenza di lui alle spalle. Era lì. Le aveva sorriso allargando le braccia come a dire “eccomi”, con una smorfia divertita. Poi avevano parlato, e giocato a cercare le tracce degli anni passati. Lei tendeva le spalle in avanti, con un linguaggio del corpo
che diceva “prendimi, ora, ti prego…non farmi più aspettare..”
Per tutta la sera dai pori della pelle di lei era sgorgato desiderio.
Un rito, quello che adottava con gli uomini, come con la preparazione del tè.
Sapeva il percorso, conosceva la strada.
Ne contava i passi, uno ad uno…e la fine era sempre la stessa.
Si trovava il corpo di quell’uomo prescelto tra le mani,
sapeva dove andare, dove toccare.
Lo leccava piano, dovunque, dall’interno delle cosce all’inguine al sesso, lo avvolgeva tra le labbra. Aspirava l’odore per decretare il voto, per dire sì, è quello giusto, almeno oggi, almeno per ora. Un gioco con pedine, dadi e caselle. Riti magici, lei una strega che concepiva e costruiva un’alchimia tutta sua. Quella sera non funzionò, mai. La maglia nera aderente sui seni sporgenti, lo sguardo invitante, il collo sottile e lungo, le labbra inumidite spesso, come davanti a un piatto goloso. Nulla. Lui sorrideva e scherzava. E lei l’aveva seguito….ipnotizzata. Il bar, la strada, la piazza, un altro bar, e poi il ritorno…”E adesso?” aveva domandato lui guardando la chiave della stanza. Poi si era girato e lei l’aveva seguito silenziosa, ammutolita, il cuore che già cominciava a correre. Ora continuava quasi a mordere la pelle del collo e del viso di lui, affamata assetata non sazia, senza respiro quasi. Poi s’era fermata. Staccando appena il viso da gatta da quello di lui, lo aveva guardato in fondo alle iridi scure. Aveva in un attimo costruito una strada tra sguardo e sguardo, lo aveva preso per mano, se l’era portato con sé, proprio su quella strada. Allontanandolo ancora si era girata del tutto. Si guardò nello specchio sopra di loro.
Si girò anche lui. C’erano, in quello specchio, due bambini grandi e ignari, due adulti inconsapevoli e fuggitivi. C’era tutto, nello specchio e nella stanza.
Ma lei doveva andare.
Gli sfiorò appena la stoffa scura dei pantaloni,
tra le gambe, come a promettere qualcosa.
Lui ricambiò il gesto, appoggiando la mano grande sul seno di lei, stringendo poco e emanando un calore che lei sentì subito. Ti regalo una cosa, prima di andare, sussurrò lei. Si mise seduta, alzò la gonna lunga e stretta fin sulle cosce. Girò le mani sui fianchi, impegnandole a slacciare qualcosa.
Le ritrasse dopo qualche secondo, esibendo un trofeo nero. Te lo regalo, gli disse affidandogli quel pezzo di stoffa scura nelle mani. Era un prezioso reggicalze nero, traforato, ancora caldo per il contatto con la pelle. Lui lo afferrò piano,
lo strinse nelle due mani, lo portò al viso aspirando forte l’odore di lei.
Poi lo serrò nel palmo, a nasconderlo del tutto. Lei si alzò.
Si rassettò con calma e gesti antichi la gonna. Si passò le mani tra i capelli.
Lo baciò ancora una volta, prese il cappotto scuro buttato sulla sedia, aprì la porta e lasciandola socchiusa uscì, inghiottita dalle scale ricoperte di moquette.
Quando finisce il tè, lei si tiene sempre tra le mani
la tazza calda, ancora per un po’,
a riscaldare la pelle e il cuore. Vede dentro la porcellana bianca
l’impronta scura del liquido che si rapprende.
E’ già finito, pensa, l’ho inghiottito adesso e già non lo sento più.
Ma ne ho voglia ancora".
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16 years ago
muyhermosa, 35
Last visit: 16 years ago -
Il benvenuto
MIRKO è entrato oggi nel mio appartamento: la luce soffusa, una musica di sottofondo. Lui indossava un giubbotto di pelle, un paio di jeans, e gli occhiali da sole.
MIRKO è un ragazzo di 36 anni, alto 188x93kg,giocatore di pallanuoto, moro,capello corto, fisico atletico, con una dotazione di 20 cm.
Appena entrato, senza dire una parola, gli sono andata incontro, calze a rete, tacchi a spillo, body di pizzo nero,
( 45 Anni capelli neri lunghi, occhi verdi, 166x65kg.) Labbra rosso fuoco, unghia laccate da grande zoccola.
Mi sono inginocchiata davanti a lui e ho portato la mia bocca all'altezza della sua patta..poi, lentamente, uno ad uno,
gli ho sbottonato i jeans, i suo cazzo era già duro, trattenuto a stento dagli slip.
Ho abbassato leggermente i suoi calzoni , tanto da far spuntare la cappella, e afferando con una mano i coglioni, ho iniziato
lentamente e inesorabilmente a baciare il suo cazzo, lungo tutta la sua lunghezza, leccando i peli del pube...
Poi l'ho fatto sedere sul letto, e mi sono chinata per toglierli le scarpe, e mentre con una mano toglievo una scarpa,
con l'altra stringevo il suo cazzo duro, mentre lui mi toccava il culetto, tondo, liscio e sodo, e mi diceva sei una grande
troia" Tolti i calzoni e la maglietta, gli ho fatto vedere dei giornali porno e gli ho detto che se si fosse sparato una sega
gli avrei leccato via la sborra goccia a goccia. (naturalmente, una sega finta: la sborra, altri non era che yogurt alla...
banana) Così, dove avergli versato un po' di yogurt sul cazzo e sul pube, ho iniziato a leccargli il tutto per bene.
Poi, ho suggerito che dovesse lavarsi, visto che aveva "sborrato" e doveva essere ripulito: Così siamo andati in bagno
e ho iniziato a insaponargli il cazzo, i coglioni e il buco del culo.
Lui era già fuori di testa e continuava a ripetermi: "Se una troia da sbattere"....
A questo punto, lui....
Beh, questo è un altro capitolo.
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16 years ago
misentodonna,
42
Last visit: 13 years ago
-
Qualcosa di strano.......ma piacevole
Frequento chat erotiche da poco,all'insaputa di mia moglie,cosi per gioco e per vedere cosa succede.Fino ad ora quasi niente ,qualche contatto,approccio via e mail , ma senza costrutto.Preciso che cercavo qualche coppia per inserirmi ma come sapete è abbastanza difficile,cosi provai a rispondere ad un annuncio di coppia che desiderava conoscere un maschio bsx forte di qualche esperienza giovanile cosi tanto per provare. Al primo contatto via e mail segue chiamata al cellulare, una voce maschile gentile e poi la voce della donna che si dice disposta a vederci cosi per fare due chiacchiere. Fisso l'appuntamento e vado. La casa era in un piccolo condominio al primo piano abbastanza discreto.Entro etrovo lui scusandosi che la moglie lavorava e sarebbe uscita più tardi. Appena entrato notai che stava guardando qualcosa al televisore ma con una musica al posto della voce. Appena seduti sul divano mi accorsi che era un filmino di lui e la moglie che scopavano in cam e mi cominciai ad eccitare.Parlavamo del più e del meno capendo che la cosa a tre poteva andare bene quando notai che si era tolto il cazzo dai pantaloni e si stava masturbando un bell'affare lungo e stretto. Tutto ciò mi eccitava da morire tenendo presente che continuavano a scorrere le immagini della moglie sul televisore che godeva da matti con il suo cazzo dentro e piano piano lo tirai fuori cominciando a masturbarmi pure io. Poi lui prese la mia mano e la mise sul suo cazzo e cominciai senza pensarci a fargli una sega mentre stringeva il mio cazzo ma senza muovere la sua mano solo srtingendolo. Mentre tutto questo succedeva arrivò la moglie trovandoci che ci stringevamo il cazzo e io imbarazzatissimo mi fermai e cercai di ricompormi ma lei disse di non farle caso che ormai era abituata a trovare il marito con uomini. Ma ormai io ero un po titubante e cercai di lasciare perdere.Poi lei rivolgendosi al marito disse: ah stai facendo vedere ai tuoi amichetti i video mentre mi scopi perchè non fai vedere quelli che ho girato io? cosi dicendo inseri un nuovo dvd in cui si vedeva lui con un grosso cazzo in bocca intento in un 69 e poi la scena dopo mentre ognuno sborrava nella bocca dell'altro.Nel frattempo la mia eccitazione era al massimo e lei me lo prese in mano chiusi gli occhi e ro veramente fuori cosi che non mi importò granchè quando mi mise il cazzo in mano ne quando me lo diede in bocca la mano di sua moglie mi faceva andare il cazzo su e giu quando me lo pre se in bocca cominciai a succhiare il cazzo di lui a tutto andare godendo anche di quell'affare in bocca poi lei comincio a leccarmi le palle e il buco del culo e io ero veramente al settimo cielo. lui mi levo il cazzo di bocca cominciando a spompinarmi e leccarmi con la moglie e cominciarono a ungermi il buco del culo e lei a infilarmi un pochino le dita mi girai cominciando a leccargli la fica bella bagnata dopo poco lei venne e il suo succo mi eccitava la gola presi il cazzo di lui in bocca stava per venire me lo levo e mi disse di sdraiarmi diede il cazzo a lei che lo avvicino al mio buchetto facendolo sborrare sopra eccitatissimo girai lui e inculandolo venni dentro con un litro di roba che gli colava ulgo le gambe. MI ritrovai a leccargliele. Non sono più riuscito a contattarli.Se mi leggte fatevi vivi io ci sono sempre.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Un piacevole breve incontro
Si sta'avvicinando il fine settimana e mi viene voglia di fare un'altro incontro con qualcuna che non conosco cos' decido di mettere un'annuncio in un sito gia'collaudato,inserisco l'annuncio con l'oggetto Un weekend diverso,poi mi desrivo e richiedo cosa cerco,una donna pari requisiti,di igene sopratutto e molto calda.Iniziano ad arrivare le prieme e-mail,alcune inviano le foto,mentre altre rispondono solamente all'annuncio ma vogliono approfondire di piu'ed e'su due di queste che mi attrae l'attenzione.Per essere brevi,dopo vari chiarimenti,una fa'breccia nelle mie fantasie,si chiama Sara,anche non avendo ricevuto una sua foto ma sentendola per telefono mi fa'apparire la persona descrittasi:aspetto giovanile,alta,bianchissima,capelli rossi mossi,occhi scuri,una terza abbondante,la patata depilata e molto vogliosa e sopratutto vogliosa di farsela leccare!La sua voce e'stato un colpo al cuore,molto sensuale,facciamo due chiacchere,poi lei si decide e mi chiede di prenotare una camera in un motel per domenica mattina e di informarla del posto tramite sms....questo mi ha dispiaciuto un pochino,pensavo di sentirla e informarla del luogo d'incontro,cosi'mi e'apparsa un po'fredda....invece,sorpresa!Mi chiama lei,le faccio sentire quanto ero felice di sentirla e anche lei ricambia,mi descrive l'auto con cui arrivera
'e conclude dicendo che non vede l'ora di vedermi.Finalmente e'quasi ora dell'incontro,sono curioso di cosa mi aspetta e tengo a freno l'entusiasmo....sento ancora la sua voce e le sue descrizioni sessuali preferite..mmmh..Arrivo al parcheggio del motel,guardo in giro se magari e'arrivata prima,nulla.Scendo dall'auto e vedo l'automobile descritta da lei arrivare ma noto anche che e'in compagnia,seguo il suo arrivo e non distinguo lei mentre chi e'alla guida e'un uomo brizzolato con un paio di occhiali scuri,l'auto parcheggia una decina di metri dalla mia e subito dopo scende una bella donna anche lei con gli occhiali da sole e un fular che copre i capelli e le guance,viene verso di me,il suo fisico e ben proporzionato e molto slanciata,vado verso di lei e prima che ci avvicinassimo troppo mi chiama per nome;Marco!?Io gli rispondo ;Si,buon giorno Sara!!Mi tende la mano e mi fa'subito un complimento per l'aspetto e per un brevissimo istante mi porge le sue labbra alle mie per un piacevole saluto,subito dopo gli faccio i miei complimenti...per quel che vedo,perche'e quasi fine novembre fafreschissimo,e siamo un po'coperti,lei un po'piu'di me...,poi le chiedo se vogliamo accomodarci e lei subito risponde che non vede l'ora e si stringe a me.
Ci accomodiamo,lei osserva la stanza mentre io la invito ad un brindisi lei gradisce e cosi'verso il classico pinot in due bicchieri"di plastica,peccato",dandole il bicchiere finalmente si leva il fular che copriva sia il capo che i fianchi del viso,subito dopo gli occhiali da sole e cosi'facendo la vidi con tutto il suo splendore,un bel viso con due occhioni color nocciola(non gli chiesi l'eta',ma suppongo una quarantina)il colore dei suoi capelli rossi lunghi e mossi,la pelle bianca come il latte e quelle labbra leggermenete in carne con un sorriso che sa'il fatto suo,bella davvero.Incrociamo i bicchieri e prima di bere scappa un bacio furtivo,beviamo,posiamo i bicchieri e ci baciamo come si deve,sento la sua lingua che timidamente e tiepidamente mi segue,ci stringiamo e sento il suo corpo in formissima,poi la chimica fa'il resto,iniziamo a limonare come dei dannati sento che gli piace e inizia a cercarlo ma si ferma subito.
Lei va verso il balconcino e inizia ad abbassare le tapparelle e mi chiede di svestirmi ,io non perdo tempo e neppure lei,posiamo nei respettivi comodini i telefonini,da parte mia quel che serve e in un attimo eravamo nudi sul letto.Con la poca luce che filtrava da fuori riuscivo a vederla bene,una bella donna con un corpo niente male e sopratutto sodo,la patata depilata,due belle tette con i capezzoli duri e quel visino..mamma mia!
Lei mi viene subito sopra e mi chiede se le piaccio,io inizio a palpeggiarle le sue stupende tette e gli rispondo che e'molto attraente e con questa risposta mi affonda la sua lingua e inizia a strusciarsi sulla gamba,subito dopo passa a strusciarsi sul mio pene continuando a limonare ed e'cosi'che prendo le redini io,la vista si e'abituata e voglio vederla meglio percio' la giro con la schiena sul letto continuando a baciarla,poi mi staccai dalle sue labbra,mi alzai un po'dal letto ed era stato un bel vedere!Gli sussurro quanto e'bella ,un bacio sulle labbra,passo sul collo,vado di lingua sui lobi e l'orecchio e poi scendo sui capezzoli ed avvicino il medio al clitoride,lei mi preme la testa verso il basso e io a comando mi porgo verso il suo fiorellino,appoggio le sue gambe sui miei bicipiti e con le dita gli allargo le labbra...ed e'una bella fighettina...tengo la figa aperta e inizio a leccare come un cagniolino lìinterno pulitissimo e profumatissimo ma passo subito sul clitoride dove lei inizia quasi subito a fremere e agitarsi,io continuo a leccare sempre piu' velocemente ed e'li che mi affonda la testa sulla patata,visto che gli piace tanto prendo i cuscini e li piazzo sotto il suo bel culo e ricomincio a leccare e assaporarla.Dopo un po' mi chiede un bacio,io interrompo il lavoretto e mi avvicino alle sue labbra e comincia a bacirmi e toccarmi il pene ed e li che mi chiede di sdraiarmi,lei si sdraia su di me continuando a baciarmi e poi comincia la sua discesa con la sua fantastica lingua sul mio corpo verso il fratellino,purtroppo la sua testa copriva l'arrivodella sua bocca ma l'entrata nella sua calda bocca mi porto'il classico piacere di un bel pompino a inizio lavoro,dopo poco non resisto a stare fermo e gli chiedo di portare la sua patata nella mia bocca e cosi'dicendo si stacca e guardandomi sorride,poi si stringe il labbro inferiore tra i denti e viene verso di me,si mette a 69 e ricomincia...bellissimo!...Ecco di nuovo il suo sapore,ricomincio a leccare furiosamente e affondare con la lingua e le dita la vagina e cosi'facendo ogni tanto la bella Sara interrompe il pompino per spingermi la figa in faccia continuando con una sega,ma lei non dura tanto e vuole il mio attrezzo fra le sue gambe,prendo il profilattico e lei me lo toglie dalle mani e me lo mette su con la bocca ..stupendo inserimento.. e'pronto e lei se lo infila nella sua fighetta piano piano,mi abbraccia e inizia a spingere,poi alza il viso su di me e mi bacia,io inizio a muoveri dentro di lei lentamente,con dolcezza ma in profondita'e li si innesta un bel movimento.Lei e'sopra di me...bellissima...le sue mani nelle mie,lei che mi cavalca e le sue tette che si muovono da pertutto e li subito a fermarle per poi avvicinarmi con la bocca su di loro e succhiare e leccare i suoi capezzoli,ansimiamo di piacere e andiamo avanti per un po',a un certo punto gli chiedo di mettersi a 90,li vedo il suo bel sedere tondo con il buco gia'esperto e una schiena stupenda,non perdo tempo,gli allargo le gambe ed entro con violenza nella figa bella umida e spingo forte finche'dopo poco appoggia il suo petto e la testa sul letto e li inizio a massaggiargli il buco del culo ed entrargli col medio,a lei gli piace cosi'insisto a spingere e nel frattempo gli umidisco per bene il buco del culo,lei inizia a sgrillettarsi,fino a quando provo a entrare con due dita e li si ferma un attimo per poi ricominciare a muoversi.Io continuo il gioco e lei dopo un po'si allunga e prende un tubetto dal comodino e si leva totalmente da me,si gira di schiena sul letto e si mette la cremina,poi appoggia una mano sul viso e mi porta verso le sue labbra,incomincia a baciarmi e a prendermi il pene bello tosto,io la seguo,lo appoggia sul buco del culo e inizio a entrare,lei si mette comoda e intanto piano piano sono quasi dentro,inizio a entrare e uscire fino a quando e'totalmente pronta e li comincio a essere piu'energico dato che anche lei e'molto attiva.Riominciamo ad ansimare di piacere e lei sempre piu'porca a chiedermi di spaccarle il culo,inizia a mordermi e io faccio lo stesso e gli entro sempre ripetutamente deciso,poi di scatto mi levo da lei,mi alzo in piedi sul pavimento,la metto con la pancia sul letto e le ginocchia a pavimento,gli guardo il suo bel culo e gli entro subito dentro e inizio a spingere,lei gode come una porca e io la voglio soddisfasfare ancora di piu'percio'le chiedo di mettersi alla pecorina sul pavimento e entro dall'alto,lei inizia nuovamente a sgrillettarsela per bene,stantuffo come non mai e lei e li che gode a bassa voce,inizio a stancarmi della posizione,e poi voglio anche vederla piu' da vicino mentre gode percio' smetto,la porto sul letto,ci mettiamo su un fianco e ricomincio a incularla,gli giro quel bel viso verso di me e ci baciamo con la lingua e nel frattempo la sgrilletto e questo va avanti per un po' fino a quando si leva da me,lo scappucia e incomincia un bel pompino inateso,su e giu' con la bocca,poi mi guarda e inizia a vibrare la lingua sulla cappella per poi passare su tutto il pene e le palle,poi ricomincia a succhiare e infilarlo tutto dentro,ogni tanto gli fermo la testa e inizio a spingerlo dentro fino a quanto riesce lei a resistere,poi si retrae da me per respirare e di nuovo sotto cosi'fin tanto che inizia a sbavare spesso,da li a poco la informo che sto per scoppiare e lei continua a succhiare,ad un tratto si rende conto che sto per venire,si leva ma agita con la mano il mio pene sia in faccia che sulle tette e io vengo a piu'non posso,da pertutto,e lei continua ad agitarlo fino a quando non la fermo e glielo metto di nuovo in bocca e li incomincia a pulirlo per bene...bellissimo!
Dopo averlo pulito bene va verso il comodino e noto che prende il telefonino modello ad apertura tipo conchiglia ed era aperto,anche perche'lo ha chiuso in quel momento,pensai immediatamente la persona che la ha accompagnata,e che magari aveva lasciato il telefono in comunicazione con la stessa persona,poi lei si rivolge a me e mi dice che va a darsi una rinfrescata io le mando un bacio,mi sdraio e non ci penso piu'.
Inizio a sentire la doccia che scorre e mi torna duro,vedo la porta semi aperta e penso di darle una mano,prendo il pinot,i bicchieri,i profilattici e entro in bagno,chiedo permesso e lei subito mi chiede di lavarle la schiena,poso quel che ho ed entro nel box,lei e'veramente bella,il suo naso e'alla stessa altezza della mie labbra e lo bacio,mi abbraccia e mi bacia con passione,con la lingua e un continuo avvolgere la mia,poi mi stacco e la guardo,e'tutta bagnata e con queste belle tette piene e sode che mi viene duro,passo a leccargli subito la patata,appoggio una sua gamba in spalla e via di lingua,lei inizia a toccarsi i capezzoli e a agitarsi di nuovo,nel mentre gli palpo il suo bel sedere e faccio visita col pollice il suo buco del culo per un po',poi lei mi alza dai capelli si abbassa e inizia a succhiarlo...aaah,aspettavo propio questo...mi appoggiao sulle piastrelle e li che lo prende con gusto,inizia a correre un po' troppo e cosi'la alzo e a bacio,poi le chiedo se vuole farlo e lei mi risponde con un bacio,prendo il profilattico,lo metto su in un baleno e subito alla pecorina,iniziamo a spingere tutte e due e li che chiudo il rubinetto della doccia e si inizia a sentire le nostre parti anatomiche in contatto sbattere in continuazione e riprodurre quei classici suoni/rumori sessuali,e li ancora piu'deciso e lei non da meno.Nel mentre gli chiedo se le piace,lei si tira un po'su'mi bacia e mi risponde che non poteva chiedere di meglio e che e'venuta piu' volte nel rapporto precedente,io gli faccio sapere quanto mi piace lei fisicamente e che ho goduto come non mai.Continuo a dargli e lei pecorina si leva,mette un'asciugamano perterra,mi chiede di sdraiarmi e li inizia a smorzarlo per bene,lei ci da dentro ripetutamente che dopo poco venni e sentii anche lei venire.....grazie anche perche'continuava a ripeterlo..
Lei scivola su di me e mi bacia,io sempre piu'so
disfatto gli dico quanto sono contento di averla conosciuta e lei ricambia,cialziamo e subito mi chiede sorridendo di lavarle la schiena cosi'apre il rubinetto e ci laviamo con tenerezza dandoci molti baci.
Finiamo la doccia e ci riaccomodiamo sul letto,le chiedo se vuole da bere,dice di si'e cosi'torno in bagno a recuperare la bottiglia e i bicchieri,verso il pinot e ne beviamo,posiamo i bicchieri ie ci stringiamo,subito mi avvisa che e'quasi ora che lei vada e che non sa'se ci se ci possiamo ancora vedere anche perche'per sentito dire da lei era un tarlo che voleva togliersi e che non e'nel mondo degli incontri hot,pero' mi afferma nuovamente quanto e'stata bene e che se gli venisse nuovamente questa voglia di sesso mi cercherebbe immediatamente.Cosi'ci dedichiamo 20min. di caldi baci e carezze,ma passano in fretta,e ci ritroviamo di nuovo vestiti e vicino alla porta d'ingresso della camera,ci stringiamo e ci baciamo per l'ultima volta alla francese e apre la porta,ci avviamo verso il parcheggio e dopo pochi metri lei si ferma e mi chiede di farla andare da sola,io le sorrido le do un bacio sulla guancia e la saluto col suo nome,lei mi guarda e sorride prende e si allontana.
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16 years ago
greco3to,
36
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Fantasie erotiche di un amica
Un tappeto davanti al caminetto, la fiamma del fuoco che brilla nei tuoi occhi, i nostri corpi distesi sui cuscini, accanto a noi due calici di vino e tutt'intorno solo musica e candele...
Tu ed io, è il nostro momento magico, nessuno potrà togliercelo da qui all'eternità...
La tua mano quasi timorosa sul mio seno, sotto la mia sottoveste di raso nero...
I miei capezzoli che si induriscono al solo sfioramento delle tue dita...
Uno sguardo d'intesa, un sorriso quasi fanciullesco e mi porti le mani sopra la testa e me le leghi...
Mi bendi gli occhi e ti sussurro all'orecchio:"sono tua, fai di me ciò che vuoi"
Mi stuzzichi con i tuoi baci in tutti i miei punti più sensibili, allunghi una mano sul mio sesso per sentire se mi piace, rimani sorpreso da quanto sono bagnata, ti distendi sopra di me ancora con i jeans addosso e ti sfreghi, tessuto ruvido su pelle morbida, e mi fai sentire quanta voglia hai...
Mi togli il perizoma, mi abbassi le spalline, ti togli i jeans e entri dentro di me nel modo più dolce e naturale, in un incastro perfetto...
Facciamo l'amore in silenzio, mi liberi le mani e mi sbendi gli occhi, facciamo l'amore così, abbracciati persi nel profumo e nel sapore l'uno dell'altra...
Ci muoviamo all'unisono, come se fossimo una cosa sola...tu ed io e tutto il mondo fuori...
Godiamo insieme l'uno nell'altra...e rimaniamo lì, sfiniti dal piacere stretti in quell'abbraccio...
Dedicato a Francesca....... stupenda e unica come sempre!
Paolo
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Un pomeriggio calabrese
E' strano come a volte il caso ci porti a conoscere persone che non avremmo mai pensato di potere conoscere e la cui esistenza invece, per un lasso di tempo indefinito breve o lungo, finisce x collidere pienamente con la nostra.
Vi è mai capitato?
A me sì ed ecco come.
Sono nato qualche anno fa in un paesino della Calabria, noioso come tutti i paesi calabresi piccoli (o meglio come tutta la provincia del Sud) e non vedevo l'ora che ricominciassero di nuovo le lezioni all'università di Messina per potere trascorrere le notti a dormire dalla ragazza che mi ero fatto e con cui stavo mettendo in pratica quanto avevo visto in circa 6,7 anni di film scollacciati o di giornalini porno.
A luglio, finite le lezioni, avevo fatto da poco rientro a casa gioiosamente soffocato dalle cure materne e devo dire che, da buon figlio unico di un latifondista calabrese, godevo a crogiolarmi nella bambagia.
Poichè a metà mattina si andava a mare io non mi curavo affatto di alzarmi presto e a volte facevo dormite fino al pomeriggio passato (tanto d'estate non si pranza mai vero?). Devo dire che avendo un fisico longilineo (sono alto 1,77) ed asciutto e doti innate di signorilità, retaggio dei miei anni al collegio, mi trastullavo giocosamente nel passatempo preferito di qualunque calabrese maschio uscito dalla età puberale : il coteggiamento.
Questo veniva esercitato con discrezione edopo essersi scelta una donna ideale la si iniziava a tempestare di occhiate (mai troppo insistenti però) e di passeggiate che portavano inevitabilmente sotto casa sua.
Io, tuttopreso dalla studentessa conosciuta in città, rifuggivo dagli amori di paese ed anzi amavo circondarmi di una olimpica indifferenza che, come ebbi modo di accorgermi dopo, ripagava abbondantemente.
La mattina del 24 luglio 1987 (vedete come ancora ricordo la data?), mi alzai poco prima mezzoggiorno e, dopo una doccia e una tazza di caffè robusto, iniziai a fumare una sigaretta con i gomiti appoggiati sul tavolo.
Mentre stavo in questa fase di meditazione, la nostra anziana domestica, Maria entrò in cucina e mi disse che i miei genitori erano stati invitati da un parente e non sarebbero tornati prima di sera per cui, visto che era domenica, lei mi avrebbe lasciato qualcosa di pronto e se ne sarebbe andata dalla figlia. Dopo averle comunicato che per quel giorno non avrei pranzato, decisi di sedermi al fresco in giardino e lì forse a causa della canicola che stava aumentando sempre più mi misi sotto un albero di banane (mai prodotta una sola banana) e iniziai a leggere la Gazzetta dello Sport.
Ebbene, dovete sapere che il giardino di casa mia confina con l'orticello di una donna che, poichè il marito da tempo se ne era andato in Australia, mandava avanti da sola un negozio di frutta e verdura. Confesso che Sara (la mia vicina si chiamava così) era stata più di una volta al centro delle mie fantasie onaniste ma sapevo anche che in paese era rinomata per la sua serietà avendo respinto innumerevoli pretendenti al talamo.
Mentre ero immerso nella lettura del quotidiano sentìì delle risatine provenire al di là del muro che separava il mio giardino dall'orticello di Sara. La cosa mi incuriosì sommamente perchè non pensavo che Sara potesse essere lì a quell'ora essendo solitamente dedita a pulire il negozio e a cambiare l'acqua della grande vasca in cui teneva a mollo del prelibato stoccafisso norvegese. Dopo avere tentato invano di immergermi nuovamente nella lettura, decisi di scoprire chi fosse a ridere con Sara.
Essendo la mia casa posta su un piano più elevato rispetto a quella di Sara, pensai che se non potevo scavalcare il muretto o mettermi a cavalcioni dello stesso, potevo pur sempre salire sul tetto di casa mia e, protetto dall'anonimato, dare una occhiata.
detto fatto e, portatomi sul tetto di casa mia, ebbi modo di vedere che la realtà superava ogni più rosea aspettativa: Immerse dentro una vasca gonfiabile c'erano Sara ed Esmeralda immerse in insistiti baci saffici.
Immaginate voi cosa provai a vedere il corpo bruno di Sara, con due seni non grandi ma rigorosamente turgidi, che veniva accarezzato dalla mano senz'altro esperta di Esmeralda una rossa tutta pepe che aveva ricevuto un incarico di supplente nell'istituto elementare del paese. Le carezze di Esmeralda strappavano sommessi mugolii di piacere a Sara che le schiudeva le cosce sempre più e che, come ebbi modo di vedere, ostentava una rasatura del pube perfetta. Fattala sdraiare nella vasca, Esmeralda prima le titillò il clitoride e poi le morse i capezzoli che sembravno pronti x scoppiare.
Sara gemeva e gridava "Dai prendimi cosi, sfondami, succhiami amore" e si offriva sempre più alla rossa che, ad un certo punto, si alzò e, aperta la sua borsetta, si legò in vita un enorme strap on di lattice nero che, dopo essere stato ben lubrificato da Sara oralmente le entrò di un colpo nella vagina ormai fradicia di umori.
Esmeralda iniziò cosi una cavalcata appassionata che le condusse ben presto al piacere ed io, con mio sommo dispiacere, quasi ustionato dailaterizi infuocati, dovetti riguadagnare la penombra di casa mia giusto in tempo x rispondere al telefono: Pronto chi parla?" "Ciao Enrico sono Sara........". Il seguito alla prox puntata.
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16 years ago
excelsior70,
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...continua...
….e così, dopo il suo ennesimo orgasmo, la faccio ‘riposare’ un po’, giusto il tempo di leccargliela ancora un attimo e di girarla verso di me. Per prendere fiato, mi siedo sul divanetto mentre lei si mette in ginocchio davanti a me; in un’attimo mi trovo in paradiso, mi sta masturbando con le sue fantastiche tette e mi succhia la cappella, alternando momenti in cui mi lecca la cappella a momenti in cui lo prende tutto in bocca, fino a farlo sparire tutto…
Sono al settimo cielo, è meraviglioso quello che fa e come lo fa, e sentire i gemiti che emette rende tutto più eccitante. Adesso però la sua figa si è riposata abbastanza. La tiro su e mentre la metto a carponi sul letto, lei già intuisce cosa sto per fare e mi implora di far presto. Non mi resta che accontentarla. La tengo per i fianchi mentre il mio ‘amico’ si dirige da solo verso quella fessura vogliosa e umida, e in men che non si dica si trova tutto dentro quel buco caldo e accogliente.
Le mani sui suoi fianchi, dapprima per aiutare a tenere il ritmo, dopodiché vanno ad esplorare ogni angolo del suo corpo, dalle spalle ai fianchi, dalle cosce alle tette che si muovono seguendo il nostro ritmo. Dallo specchio della stanza la scena è fantastica, e lo diventa ancor di più quando la prendo dalle tette e la tiro su fino a metterla in ginocchio, cosi da poterla guardare meglio tramite l’immagine che lo specchio mi fornisce. Con le mani sulle sue tette, la stringo contro il mio petto e non so più se sono io che scopo lei o lei che scopa me, perché i suoi movimenti non mi lasciano scampo.
Adesso lei è un lago e io colgo l’occasione per distenderla e girarla verso di me, perché anche io sono arrivato al ‘capolinea’ e anche in questo Lei è una gran porca. Gli ultimi colpi glie li do avendo le sue gambe sulle mie spalle e mi godo il panorama delle sue tette che si muovono e del suo sguardo sempre più lussurioso. Dopo un po’ è il mio turno, lei lo sa e mi chiede, tra mugolii di piacere, di bagnarla tutta, ed è cosi che faccio. La stanza ha profumo di sesso ed io esplodo, venendo sulla sua figa calda e poi sulle tette, accompagnato da un suo “siiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!” di piacere. Mentre sto ancora godendo su di lei, mi mette le mani su le natiche e mi spinge verso la sua bocca in modo tale da farsi venire in bocca e cominciare così un pompino da farmi vedere le stelle…
Avevo ragione: la mia amica gode e fa godere come poche, è davvero un piacere ‘incontrarsi’ con lei. E per gli auguri di Natale…….
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16 years ago
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Una domenica pomeriggio
Il sole ardeva per le strade e rubava il fiato. Le strade vuote sembravano infinite e si offuscavano all’orizzonte, all’ombra dei palazzi qualche solitario cane randagio rimaneva immobile, provato dalla troppa caluria. Tutto sembrava immobile, stantio, come acqua in un pozzo abbandonato. Michele, sdraiato sul divano, sentiva un prurito insistente al polpaccio. Più si grattava, più il prurito aumentava. Lo chiamava prurito sintomatico, senza in realtà sapere cosa significasse. Sapeva solamente che quando provava quel fastidio qualcosa dentro lui si muoveva, ansiosamente desiderava uscire fuori. Quando era in agenzia lo traduceva immediatamente come desiderio di vittoria, al primo cliente doveva riuscire a concludere un accordo, un affitto, una vendita, qualsiasi cosa. L’importante era vincere, ma tra le mura domestiche quel prurito insistente assumeva ben altri significati e connotati. Sentì dalla cucina sua moglie che sistemava i piatti nella credenza, che terminava gli ultimi lavori domestici della pausa pranzo; al resto ci avrebbe pensato domani mattina Victoria, la colf rumena in servizio da loro. Si lasciò torturare dal prurito resistendo alla tentazione di grattarsi sino a che il fastidio sembrò sparire. Il ciclismo lo annoiava da matti, ma era l’unico argomento di conversazione in agenzia, pertanto era costretto a seguirlo, seppur sporadicamente, ma almeno a conoscere i nomi dei vincitori delle varie tappe e dei vari tour. Michele aveva appena socchiuso gli occhi quando sentì il corpo di sua moglie adagiarsi dolcemente sul divano, schiuse gli occhi e le sorrise. Aveva i capelli disordinati raccolti con una pinza sopra il collo, indossava un vestitino nero corto e molto scollato, Michele riusciva scorgere i capezzoli e i piccoli seni liberi dal reggiseno. Sentì il prurito spostarsi dal polpaccio al basso ventre, gli occhi gli si aprirono ed il torpore del dopo pranzo quotidiano sembrò lentamente svanire, lasciando spazio ad una vigile eccitazione. Gianna gli chiese se poteva cambiare programma, Michele annuì senza distogliere lo sguardo dal corpo della moglie. Si era concentrato adesso sulle sue cosce, le sue gambe lisce e morbide e sentì un brivido lungo la schiena. Si mise a sedere rivolto deliberatamente verso sua moglie, distratta dai balli scoordinati di un programma di intrattenimento pomeridiano. Gianna si accorse che suo marito la fissava e guardando i ballerini a petto nudo e conscia dell’eccitazione del marito provò anche lei un brivido lungo la schiena. Si sdraiò su un fianco dando al marito la prospettiva del suo didietro. Sapeva che la parte del suo corpo che suo marito adorava di più era proprio quella e si preoccupò di lasciarla un po’ scoperta. Michele sentì il suo membro indurirsi e si accorse dello sguardo languido della moglie che avidamente divorava il fisico del primo ballerino della troupe televisiva. Questo lo eccitò ancor più facendogli sentire un calore tutto intorno al collo ed alle orecchie. Si avvicinò a sua moglie e le chiese se volesse uscire, Gianna lo guardò un attimino dubbiosa, poi scorgendo lo sguardo eccitato di suo marito capì ed acconsentì. Michele indossò rapidamente un jeans scuro ed una camicia arancione, mentre sua moglie si rintanò in camera da letto chiudendo la porta a chiave. Il silenzio regnava nella casa e rendeva l’attesa ancora più eccitante. Michele si alzava continuamente dal divano impaziente di vedere sua moglie e nella sua mente non v’era il minimo dubbio sulla destinazione a cui l’avrebbe condotta. Tutto per lui era chiaro e sicuro. Gianna con gli anni aveva imparato ad assecondare Michele in ogni sua voglia perché era cosciente che lei ne poteva solo trarre vantaggi e piaceri. Quand’erano fidanzati lei ancora aveva paura e raramente si lasciava andare e trasportare, Michele d’altro canto, cieco d’eccitazione ed euforia, rischiava sempre di esagerare, ma il tempo ed il loro maturo amore li aveva condotti verso la certezza e la fiducia. Gianna aveva trovato in Michele il suo Caronte, l’uomo che sapeva portarla nei sentieri del piacere, e Michele aveva imparato a gestire e dirigere momenti e gradi dell’eccitazione e dei giochi. Gianna uscì dalla camera da letto dopo venti minuti abbondanti; dopo aver provato più di un vestito era approdata alla soluzione più semplice, di immediata sensualità e di facile approccio: una mini gonna nera a voilà ed un top bianco decisamente scollato. Michele le si avvicinò e la baciò appassionatamente, ripetutamente le accarezzò i capelli che lei aveva sciolto e le baciò il collo, poi le alzò la gonna e le sfilò le mutandine, le gettò sul divano, la prese per mano ed uscirono di casa.
Gianna, seduta sulla macchina, con la pelle direttamente poggiata sulla pelle dei sedili, fremeva d’eccitazione, desiderosa di conoscere la destinazione e i giochi che l’attendevano. Non chiedeva, si limitava a sorridere al marito e ad assecondare le sue carezze. Si sentiva già intimamente bagnata, gli umori le si confondevano ai sudori e sentiva una strana ansia dentro al ventre profondersi in tutto il suo corpo caricandola di fermento ed eccitazione. Michele allungava la mano e le carezzava la coscia sfiorandola ogni tanto sulla figa per valutarne l’eccitazione. Era cosciente che per una donna basta solo un pensiero per far svanire tutto, per questo bisogna sempre tenerle vive, mantenere in loro la voglia e il desiderio. Si trovavano su vie principali, ma non riusciva a capire dove si stessero dirigendo, Michele si accarezzava il pizzo e mentre passarono davanti al cinema porno sorrise a Gianna che capì subito. Lei ebbe un attimo di timore, poi sentì ancora il ventre contrarsi dall’eccitazione e decise di lasciarsi nuovamente andare alle voglie del marito. Michele posteggiò giusto dietro il cinema, davanti alle uscite secondarie di questo, aiutò sua moglie a scendere dalla macchina e la prese per mano. Entrarono senza guardarsi attorno e prima si avvicinarono al bancone del bar. Ordinarono due caffè, mentre il barista osservava Gianna con sorpresa e visibile eccitazione. Michele sorseggiò il caffè molto lentamente, più lentamente del solito, per permettere al barista di osservare meglio sua moglie, lei si sentì un attimo in imbarazzo, ma la mano sicura e calda del marito sul suo culo le diedero forza e sicurezza. Michele pagò i caffè e fece i biglietti al bancone accanto. “Buona visione”, disse il vecchio proprietario con un sorriso annerito e malizioso. “Grazie”, rispose Gianna sorridendo appena. Entrando in sala il buio li investì violentemente, lo schermo proiettava su di loro una luce ritmica e quasi ipnotica. Fermi davanti all’entrata sentivano i passi della gente accanto a loro ed un odore acre di fumo e sperma. Dopo qualche secondo il buio cominciò a schiarirsi e riuscirono a vedere tutto intorno alla sala uomini in piedi intenti a guardarli e altri seduti intenti ad osservare il film. Michele prese per mano sua moglie e la portò a sedere su alcune poltrone in fondo alla sala. Per raggiungerle passarono davanti ad uomini maturi che squadrarono Gianna senza osare, e lei sentì i loro occhi su di se. Un altro brivido intenso di eccitazione la attraversò. Si sedettero poco distanti da un ragazzo sulla trentina intento a masturbarsi. Gianna sbirciò e strinse la mano di suo marito. Il ragazzo si accorse della donna ed istintivamente si coprì. Michele fremeva di eccitazione, aveva il cazzo duro. Sullo schermo vi era una scena di sesso a tre, due donne ed un uomo, Gianna quasi non lo guardava nemmeno lo schermo, voleva solo vedere quanta gente la stesse guardando, quante mani avrebbero voluta sfiorarla, toccarla. Da dietro la testa del marito guardava il ragazzo vicino a loro. Aveva una leggera barba incolta, i capelli ricci sembravano fermi sulla testa, senza appartenenza, la camicia gli copriva il membro visibilmente eccitato che formava un grosso bozzo. Michele si accorse degli sguardi della moglie verso il ragazzo, le prese la mano e se la mise sulla patta dei pantaloni. Lei, senza smettere di fare gli occhi languidi al ragazzo, che lentamente cominciava ad abituarsi alla situazione, abbassò la cerniera dei pantaloni del marito e tirò fuori il suo cazzo cominciando a masturbarlo. Accanto a loro si era formato un semi cerchio di uomini che si toccavano guardando la scena. Gianna se ne accorse, ma non sentì più né paura, né timore, ma solo pura eccitazione. Si sentiva una regina al centro delle attenzioni di tutti quegli uomini, e Michele era il suo re che disponeva di lei. Si chinò su suo marito e prese a succhiarglielo. Il ragazzo tirò fuori il suo cazzo e cominciò a masturbarsi osservando la coppia. Un uomo tentò di avvicinarsi a Gianna per toccarla, ma un solo sguardo furioso di Michele bastò per allontanarlo, lei alzò gli occhi sorrise al marito e fece un cenno al ragazzo, che però non si mosse di un millimetro. Michele fece alzare Gianna e la fece sedere alla sua sinistra ancora più vicina al trentenne, ormai spudoratamente pieno di voglia. Fu quando vide che sotto la gonna Gianna non portava le mutande che il ragazzo esplose gemendo sottovoce ed inondandosi la mano di sperma. Lei gli sorrise e poi baciò il marito che la cinse con un braccio e cominciò a toccarla. Lei era ormai un fiume in piena, esplodeva dentro lei il desiderio di farsi possedere. Michele si guardava attorno, ma vedeva solamente uomini maturi, brutti e poco attraenti, nulla che potesse piacere alla moglie. Si alzò e la portò dietro una tenda del cinema, pesante velluto rosso. La baciò appassionatamente, cingendola con le braccia e tenendole forte i fianchi, facendole sentire tutta la sua forza maschia ed il suo desiderio. Se la girò tra le braccia, la fece chinare in avanti e con un colpo secco la penetrò, tanto che lei dovette mordersi le labbra pur di non urlare dal piacere. Gli altri si erano allontanati, lasciando i due alla loro privata conversazione, solo un ragazzo di colore era rimasto nei dintorni, uno che Michele ancora non aveva visto. Gianna aveva la faccia rivolta contro il muro, mentre suo marito la possedeva con forza, fece cenno al ragazzo di avvicinarsi, quello non se lo fece ripetere due volte e tirò subito fuori il suo membro enorme e caldo. Michele si scostò e gli fece spazio, Gianna si accorse che qualcosa stava succedendo, ma si fidava del marito, e quando il negro la possedette sentì un esplosione dentro al ventre, sentì la forza maschia del ragazzo divorarla e lei urlò di piacere. Michele, felice, cominciò a masturbarsi, mentre Gianna velocemente raggiungeva il paradiso, l’orgasmo desiderato e poco prima guardò Michele negli occhi, lui lesse il labiale delle sue labbra “Ti amo”, poi urlò di piacere. Michele la prese per mano ed uscirono velocemente dal cinema, subito in macchina, si guardarono, si sorrisero e si diedero un ultimo bacio appassionato.
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16 years ago
admin, 75
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Orgasmo con sorpresa
Erano trascorsi solo pochi giorni dall'inserimento di un annuncio su di un sito che si proponeva di mettere in contatto coppie come lo siamo noi con altre coppie o singol di ogni genere ,bastava solo esprimere le propie preferenze e i propi gusti per essere contattati,daltronde la nostra ricerca era anche piuttosto facile nel genere ,ma bisognava capire a che qualita' l'offerta apparteneva.
Si diciamocelo per una coppia come noi cosi come lo sono tante disponibile ad abbracciare anche l'ipotesi di un'altro uomo nel proprio letto non e' poi cosi difficile ottenere risposte,mi rendo conto che molti singol di contro abbiano difficolta di ...diciamo cosi' di .....comunicazione ,e di questo io in qualita' di donna di coppia me ne dispiaccio,so'perfettamente che tra i tanti buoni a nulla ci sono uomini davvero sicuri,riservatissimi,puliti ,gentili e qualche volta anche grandi amatori.
ma andiamo avanti con ordine;una domenica mattina il mio amore mi chiama e mi dice: vieni a leggere questa mail,lasciai cio che stavo facendo e corsi a leggere ,leggo testualmente-sono un uomo bisex 45 anni ospitale ,gradirei la vostra compagnia per la sera del mio compleanno,non avendo nessuno a cui chiedere questo regalo che da tempo desidero lo chiedo a voi ,petreste organizzarmi una serata a casa mia,faro' tutto cio che mi chiedete purche' riesca a mio e a vostro piacimento , invio mie foto integrali ,se fisicamente vi attraggo potremo approfondire firmato l'io ritrovato.cell n. ecc.ecc
devo farvi una premessa ,l'intesa con il mio uomo e' totale e' quindi facile capire come sia stato sufficiente uno sguardo per intenderci e sapere cosa fare.
Qualche giorno dopo contatto personalmente il festeggiato ( le foto erano inequivocabilmente positive)e gli fisso un appuntamento davanti ad un caffe' di Palermo, ma all'ultimo momento io non posso piu' andare quindi va il mio lui da solo.Si presentano mi chiamano al telefono per far si che non pensasse che lo stavamo prendendo in giro vista la mia assenza,parlano un po' del piu' e del meno per sciogliere un po' il ghiaccio fino a quando il mio compagno chiede: e' vero che non hai mai avuto esperienze bisex e che vorresti provare?Si gli rispose lui ma disse anche che la presenza di una donna al suo fianco l'avrebbe fatto sentire piu'..rilassato.Nel mentre pero' quel porcello del mio compagno comincio a organizzare nella sua mente qualcosa di veramente erotico anche perche' il tipo che aveva di fronte non era niente male ,anzi sprigionava libidine da tutte le parti e i suoi 45 anni se li portava davvero bene.Si lasciano fissando appuntamento per la sera del compleanno e con la condizione che quando ci saremmo recati a casa sua ,lui si sarebbe fatto trovare con una benda sugli occhi cosi da non vedere la sorpresa che gli avremmo preparato. continua........
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16 years ago
scopolandia,
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La saga di morgy capitolo 3°
Dopo l’ennesima delusione di mister sveltina decisi pienamente di riprendermi la mia vita,e di riprendere le vecchie abitudini prima del matrimonio che avevo dovuto cambiare,dal trucco all’abbigliamento di un tempo, da quella sera iniziai ad odiarlo per i suoi comportamenti sia nella vita quotidiana che nel letto dopo due giorni che mio marito era tornato non mi aveva degnato neanche di uno sguardo ne una carezza e devo dire la verità ne sono stata contenta, se avrebbe cercato di sfiorarmi l’avrei divorato l’indomani lui sarebbe partito e non vedevo l’ora che se ne andasse.
Erano quasi le tre di notte quando lui si alzò per andare in bagno tornò e si rimise a letto si fece più vicino a me e iniziò a toccarmi il seno con le sue mani per niente gentili, mi girai e fingendo di avere l’aria assonnata gli dissi mi dispiace caro ma ho il ciclo oggi e stato il primo giorno si voltò di scatto dall’altra parte del letto senza dirmi nulla,fù la prima volta che inventai una scusa per non fare sesso con lui sicuramente era arrabbiato ma dove sta scritto che era un problema mio?
Quella mattina mi sentivo benissimo lui se ne andò come un ladro,con la paura di essere beccato con le mani nel sacco e non mi importava più di tanto se non mi aveva neanche salutata.
Andai in bagno aprii il rubinetto della doccia aspettai un po’ che l’acqua diventava calda ed entrai nel box doccia,presi il bagnoschiuma al sandalo quello preferito da mio suocero e iniziai a lavarmi molto lentamente dal collo ad arrivare al seno poi lungo l’addome per poi toccarmi tra le gambe,mi accarezzavo come avrebbe fatto un dolce e passionale amante e mentre lo facevo immaginavo che le mie mani erano quelle di mio suocero che mi toccavano ovunque mi bastò immaginarlo per esplodere in un lunghissimo orgasmo.
Dopo aver fatto la doccia mi preparai ed uscii con un unico obiettivo:quello di comprare un po’ di intimo sexy,mi diedi alla pazza gioia tra culotte tanga autoreggenti e chi ne ha più ne metta e rientrai prima che arrivasse mia suocera.
Sistemai le cose appena comprate nell’armadio e mi spogliai per indossare un abitino bianco non molto corto un po’ trasparente e si intravedeva la culotte nera che avevo messo sotto,di li a poco arrivarono i miei suoceri dal lavoro e mia suocera appena mi vide voleva fulminarmi con lo sguardo e io con fare non curante iniziai ad apparecchiare la tavola per pranzare.
Eravamo seduti a tavola e mio suocero mi stava di fronte,aveva la camicia sbottonata si intravedevano i peli e sentivo il profumo che emanava la sua pelle che mi procurò un brivido di piacere,mia suocera sempre vestita da suora era intenta a preparare il secondo e come dice il proverbio l’occasione fa l’uomo ladro mi tolsi l’infradito e con la punta del piede iniziai a sfiorare la gamba di mio suocero,lui distolse lo sguardo dalla tele appena lo sfiorai e vide il mio sguardo
malizioso,quando appoggiai il mio piede sul suo pacco lo sentii duro e continuai ad accarezzarlo la sua faccia divenne rossa e il suo sguardo si fece rapace dall’eccitazione continuavo a guardarlo compiaciuta del suo stato di eccitazione mi succhiavo le dita per farlo eccitare ancora di più,mi piaceva vederlo e torturarlo cosi ero molto eccitata data la situazione un po’ rischiosa ma il gioco all’improvviso fini si alzò di scatto dalla sedia e corse a chiudersi in bagno.
Mia suocera vedendo che lui si alza all’improvviso mi chiede ma che ha?boh gli rispondo io forse un mal di pancia improvviso non saprei,se non ci sarebbe stata lei sarei andata a vedere può essere che aveva bisogno di una … Mano
Dopo un paio d'ore mia suocera mi disse che usciva per fare alcune faccende (finalmente)quindi restammo a casa io e mio suocero,poco dopo lui mi disse Morgy inizia a prepararti che devo uscire cosi vieni anche tu,nel tono in cui pronunciò quelle parole mi eccitai un pò e gli dissi che per me andava bene e gli chiesi dove saremmo andati e mi rispose andiamo dagli zii,ok per me va bene restai un po delusa dopo l'episodio accaduto all'ora di pranzo speravo che avesse altre intenzioni vabbè Roma non e stata costruita in un giorno...
mentre ero in camera mia a scegliere cosa mettermi decisi di mettere un paio di jeans a vita bassa e una maglietta abbastanza scollata,mi guardai allo specchio per vedere il risultato ottenuto ed era proprio quello che avevo in mente il pantalone a vita bassa lasciava intravedere il solco tra le natiche se mi sarei abbassata si sarebbe visto qualcosa di piu visto che non avevo messo nulla sotto,ad un tratto lui bussa alla mia porta Morgy sei pronta?si eccomi ed usciamo.
Dopo essere arrivati dagli zii,la zia ci informa che suo marito ancora doveva arrivare e ci accomodiamo fuori al terrazzo eravamo soli mentre la zia preparava il caffè io nel frattempo mi accesi una sigaretta,e di sbotto mi dice:quando la smetti di fumare se lo viene a sapere tua suocera sono guai lo sai e io un po innervosita gli rispondo e a me poco importa che lei lo viene a sapere,mi alzo dalla sedia per andare di la lo guardo negli occhi ed esclamo l'importante che lei non venga a sapere di altre cose sorridendo maliziosa,vidi che il suo sguardo si adombrò un po stavo per allontanarmi quando lui mi dice:si vai di la sai solo sculettare di qua e di là,mi fermai di colpo ah si?mi riavvicinai a lui vidi che non c'era nessuno mi abbassai posai la mia mano sul suo cazzo e gli sussurrai "come se a te darebbe fastidio poi"gli leccai l'orecchio e lo lasciai li mezzo eccitato con la bocca spalancata dallo stupore..... continua
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16 years ago
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Una strana scopata
Proprio oggi ripensavo ad un incontro che ho avuto circa tre anni e mezzo fa.... Come vedete dal mio nick, io amo travestirmi e difficilmente avrei pensato di poter incontrare qualcuno vestito da uomo! Vi racconterò cosa accadde quel pomeriggio di Luglio! Avevo alcuni giorni prima visto su una rivista specializzata in annunci una foto in primo piano di un bel cazzo! Non era il primo che vedevo e con cui giocavo , ma quello era"IL"cazzo. Era praticamente perfetto, lungo oltre la media, con le sue venature accentuate e.... mamma mia.... Per la prima volta mi sono sentito il culetto sciogliersi come il burro.... come se ad un affamato gli si mostrasse il suo piatto preferito! Quel cazzo dovevo sentirlo tra le labbra e....non solo! L'annuncio diceva: cerco maschi passivi, anche camionisti di passagio per divertirsi insieme ... (più o meno era questo il succo!) Provai a contattarlo e mi rispose subito dicendomi che a lui non piacevano i trav. e che preferiva un uomo.... passivo ma uomo! Accettò comunque il mio invito per un caffè e ci incontrammo la settimana successiva a Montecatini! Non riusci a resistere e alla fine gli dissi che avrei provato a farlo da... uomo passivo! Dopo due giorni mi presentai a casa sua verso le 18... Ero con i bermuda ed una polo e lui mi aprì in boxer e maglietta! Stava guardando una partita di tennis. Mi fece accomodare sul divano e continuava a guardare la partita... e soprattutto non parlava. Dopo qualche minuto mi feci coraggio ed iniziai ad accarezzargli una gamba per poi salire fino al mio sogno! Era davvero lo stupendo cazzo della foto? Sotto le mie carezze il bastone dei miei desideri inizio ad ingrossare ed avrei voluto godermi quel momento assaporandolo fra le labbra.... ma lui guardava la partita! Dopo una decina di minuti sposta il bacino in avanti ed io colgo un invito ad avvicinare la bocca.... In quel momento avevo fra le mani e le labbra una meraviglia di uccello che ancor oggi ricordo come fosse qui! Era duro oltre ogni aspettativa e praticamente perfetto! Passavano i minuti e me lo sono gustato veramente con venerazione dando fondo a quelle che, tante o poche che siano, sono le mie capacità. E lui guardava la partita e non parlava! Ma il suo uccello pulsava sotto la mia lingua... dopo un pò mi tira a se con una mano per farmi salire su di lui... gli dico che mi volevo mettere un pò di gel e mi accorsi , mentre lo facevo che il mio culetto si apriva delicatamente mentre mi ungevo con una dilatazione quasi naturale, mai mi era successo prima! Mi riavvicino a lui e inizio a cavalcarlo... primo un pezzetto poi sempre più giù.... Incredibile contro ogni mia aspettativa era entrato senza alcuna difficolta nonstante la sua lunghezza e le sue misura nn certo da"serie B". lui con la testa sulla mia spalla seguiva quella cazzo di partita. Da un lato la cosa mi irritava ma poi o pensato solo a godermi quel paradiso! Mi fece girare verso di lui e continuai a cavalcarlo ! Il suo respiro iniziava a dare segni di cedimento.... Poi mi volle scopare in piedi appoggiato al bracciolo del divano ed era bellissimo... soprattutto quando tenevo le gambe unite e lui andava avanti ed indietro ho provato sensazioni uniche... quando mi sembrava che stesse per cedere ..... suona il cellulare e lui che fa ? Si sfila dal mio culetto e va a rispondere!!!!!!! Boia miseria.... chiunque altro avrebbe continuato a scopare... ma lui no! Dopo due minuti si riavvicina con il suo bastone duro come se non ci fosse stata nessuna distrazione e ricomincia a prendermi da dietro.... io con il piede sul divano e lui che aumentava le pompate da dietro! Sentivo che era vicino alla fine ed infatti dopo qualche altra pompata mi è venuto dentro (col preservativo, ovvio) con una sborrata così calda, copiosa e nel fondo del mio culo, che sentivo il calore del suo seme quando schizzava Poi ha riiniziato a muoversi lentamente ed io cercando di serrare ritmicamente le mie chiappe insieme ai suoi movimenti , ho cercato di mungere tutto ciò che era possibile... Si sfila dal mio culetto... si avvicina ad un rotolo di scottex all'angolo cottura ...si pulisce con cura, me ne porta un foglio e sottolineo un foglio anche a me! Mi da un bacio sul collo, ed inizia a rivestirsi. Mi do una rapita ripulita, ed inizio a rivestirmi pure io (mentre la partita era intanto terminata!) Lui si avvicina alla porta e praticamente mi fa capire che devo andarmene. Gli dico: ci rivediamo? E lui : < ti farò sapere > !!!!!! Non l'ho più risentito.... Sono rimasto 5 minuti in auto, prima di tornare a casa, per capire cosa era successo: la scopata era stata ,per me divina ed indimenticabile e credo che anche lui non sia stato così male....... visti i risultati. Ebbene,ancora oggi non riesco a capirla.... questa strana scopata!
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16 years ago
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La mia docile fidanzata
Storia vera
Di tom [email protected]
Questa mattina la mia fedele Lauretta mi ha svegliato alle otto in punto. Ero appisolato in un caldo dormiveglia quando ho avvertito il tocco della sua lingua sulle piante dei miei piedi. Come da istruzioni, la serva aveva infilata la testa sotto le lenzuola, attenta a non destarmi in modo brusco ed aveva iniziato a leccarmi i piedi con dolcezza. Era partita dalla pianta, aveva risalito i talloni ed era scesa fino agli alluci. Come lei ben sa mi piace una dolce carezza fra dito e dito, e che mi venga succhiato il piede là dove la pelle si fa più sensibile. Ho lasciato che Laura leccasse qualche minuto, poi, sazio di quel trattamento, le ho spinta via la testa con un calcetto.
“La mia colazione, schiavetta” ho detto “Hai preparato tutto come si deve?”
“Sì, padrone”
Il vassoio era già accanto al comodino. Spremuta d’arancia, pane e marmellata, due merendine del Mulino Bianco. Non mangio mai del tutto quel che la serva prepara. In genere lascio quanto rimane a lei. Se invece non rimane nulla, Laura se ne sta a pancia vuota fino a desinare. Lei mangia solo quando glielo consento io.
Mentre inizio a consumare il primo e più importante pasto della giornata, indico alla serva l’orlo delle lenzuola.
“Scendi la coperta” ordino “E scoprimi le gambe. Poi riprendi a leccare i miei piedi”
Laura obbedisce prontamente.
Va avanti così da sei mesi, ormai.
Prima di allora il rapporto fra noi era un normalissimo rapporto fidanzato-fidanzata. Recentemente, però, l’azienda nella quale Laura lavorava ha effettuati dei tagli di personale e la mia ragazza è stata licenziata. Non è così facile trovare un nuovo lavoro in questa isola di cemento e mafia che è la lucchesia, perciò in casa i soldi li devo riportare solo io.
Laura non era abituata a questa nuova condizione. Volenterosa e onesta si è messa al servizio della casa. Ha iniziato a fare da sola tutto quello che prima facevamo in due. Lavare, stirare, pulire per terra, preparare la cena, lavare i panni e tutto il resto. In pratica, senza che glielo chiedessi, Laura è divenuta la mia sguattera.
E la cosa, sebbene non voluta, non è che mi dispiacesse. Ho sempre desiderato tornare a casa la sera e trovare una bella ragazza premurosa che mi accudisse, mi facesse trovare la tavola apparecchiata. Laura, oltre a questo, non esita a portarmi le pantofole, a massaggiarmi i piedi stanchi, a sbottonarmi la patta dei pantaloni e a ficcarsi in gola il cazzo pulsante.
Come ieri sera. Ero tornato assai stanco dall’ufficio e avevo una gran voglia di scaricare la mia mazza di cane in un nido accogliente e che sa di amore. Non appena sono arrivato a casa l’odore degli involtini mi ha dato il benvenuto. La mia brava schiavetta era già al lavoro.
“Cara, è pronto da mangiare?” ho chiesto una volta arrivato in sala da pranzo.
“Sì, ho finito di cucinare proprio ora”
“Brava. Questa sera, la cena avrà una piccola variante, se a te sta bene”
“Una variante? Uh…sono curiosa”
“Come nei miei racconti, hai presente, Lauretta? Che tanto, ormai, lo sappiamo tutti e due che sei la mia schiavetta. E che ti piace pure esserlo. Allora, pensavo, perché non ti comporti proprio come le mie schiave?”
“Sì, padrone”
“Ecco, quanto alle formalità ci siamo, vedo…ma io mi riferisco a qualcosa di più pratico. Ad esempio, a tavola ci sediamo in due e mangiamo assieme. Che pessimo esempio di disciplina! La schiava dovrebbe coadiuvare il piacere gastronomico del padrone restandosene in ginocchio sotto al tavolo e ciucciandogli il cazzo con le labbra”
“Vuoi che ti faccia un pompino mentre mangi?”
“Vuole, schiavetta. Mettiamo i puntini sulle i”
“Sì, padrone”
“E ora al lavoro…servi in tavola e preparati all’avvento della fava”
Laura obbedisce come sempre. Devo dire che avere una serva a disposizione è molto stimolante, sia da usare come sguattera sia da usare come schiava sessuale ai miei ordini. Da quando ho iniziato ad istruirla nella nobile arte del pompino, oltretutto, le sue prestazioni orali sono andate molto migliorando. Riesce a farmi venire anche durante il dormiveglia.
Ma torniamo alla cena di ieri. Mi sono tolto giacca, pantaloni, scarpe e calzini. Ho abbassato le mutande e l’amico è svettato nell’aria rischiarata dalla luce al neon come richiamato dalla voce della schiavetta. E’ riduttivo dire che Laura abbia un padrone. A dire il vero siamo in due. Io e il mio cazzo. Talvolta andiamo d’accordo, altre volte le diamo ordini divergenti, con lui che nella bocca della schiava vorrebbe andarci direttamente in letargo. A volte Laura dà retta a me, altre volte la fava ha il sopravvento sulla mia parola. Poco male. Va bene anche così.
Mi sono seduto a tavola e ho atteso che Laura prendesse posto dove sapeva. Poi è cominciato il rito. La sua bocca ha cinto amorevolmente la capocchia del bastone, adagiando su di essa un baio di bacini con risucchio.
“Mmmmm…mi fai morire così”
Avrei voluto dirglielo, poi ho desistito. Non vorrei che si montasse la testa. Le ho invece ricordato qual è il suo posto nella scala gerarchica della casa.
“Succhia bene, sguattera. Succhia e bevi, che il fidanzatino ti ha serbato il ricostituente”
La serva risponde fra un singulto e l’altro.
“Sì…glub…padr…glob…ne”
“Sì sì, ma non parlare mentre hai la cappella in bocca. Non vorrei che affamata come sei mi ci stampassi sopra l’impronta dei molari”
Laura è andata su e giù con consumata maestria. Quando la stecca m’era ormai diventata dura come il marmo ho sollevate le gambe aggiungendo difficoltà a difficoltà. Le ho cinta la testa con le mie cosce. L’ho vista sotto al tavolo che si muoveva tutta, sinuosa e maliziosa come una gatta goduriosa. Le piaceva essere trattata in quel modo. Non c’è problema, che a secco di attenzioni non la lascerò mai, finché leccherà come sa fare adesso.
Verso il secondo involtino i suoi movimenti sono diventati progressivamente più veloci e penetranti. Non era ancora il momento, accidenti! Avrei voluto prenderle la testa con una mano e dirigerle il movimento come sono solito fare in codeste circostanze. Ma si può mangiare un involtino con una mano sola? E’ scomodo.
Ci ho provato. Mentre con una mano la guidavo per farle andare la bocca più lenta o più veloce sulla mia stecca, l’altra mano era impegnata con forchetta e pancetta. Ma a quel punto, inevitabile con lo schizzo che ha riempito la bocca di Laura, il fattaccio; un pezzetto di involtino è caduto sulla tovaglia e l’ha macchiata di formaggio fuso.
“Ma porca…Laura! Guarda cosa mi ha fatto fare!”
L’ho trascinata fuori dal tavolo tirandola per i capelli e le ho mostrato la patacca sulla tovaglia.
“Poi non dire che non ti avevo avvertita! Cazzo! Chi è che paga il detersivo, in questa casa?”
“Mi spiace, padrone”
“Ma che mi spiace e mi spiace! Lecca, forza! Lecca dove hai sporcato”
Laura s’è chinata sul tavolo e ha leccato via ogni briciola di formaggio dal mio cospetto.
“Fatto, padrone”
“Sì, brava…ora secondo te l’incidente è chiuso qui!” ho obbiettato “Eh, no, mia cara. Qui siamo di fronte ad un evidente caso di scarso servilismo nei confronti del padrone e bisogna rimediare tempestivamente”
Affinché ricordasse come va servito un vero dominatore quale sono, l’ho fatta spogliare nuda e l’ho costretta in ginocchio. Ho preso il cestino in cui tiene le mollette per il bucato e le ho pinzato i seni e la faccia con almeno una quindicina di gancetti. Alcuni erano di plastica, facilmente tollerabili, ma altri avevano la molletta in ferro ed erano proprio duri.
Ciò nonostante, Laura, conscia della grave disattenzione da lei perpetrata, non si è opposta ed anzi, ha sopportato con piacere ogni sofferenza inflittale. Vedendo quanto poca umiliazione fosse presente nei suoi occhi ho voluto andare oltre. Le ho messo collare e guinzaglio, portandola un po’ per casa come una cagna.
“Ti piace essere condotta a quattro zampe come una bestia?”
“Sì, padrone”
“Lo immagino. Dopotutto non è quello che sei? Una cagna insolente che merita di essere duramente addestrata”
“Sì, padrone”
“E basta con questo sì padrone…le cagne non parlano”
“Sì…cioè…bau bau!”
“Ecco, brava. Abbaia, bestia”
Arrivati in salotto l’ho fermata, trasformandola istantaneamente da cagna in cavallina.
Laura ha un bel fisichino allenato, è magra al punto giusto. Quando mi sono seduto con tutto il mio peso (neppure io sono troppo pesante) sulla sua schiena, per un attimo ho pensato che la sguattera si sarebbe accasciata sul pavimento.
“Che fai? Non vorrai farmi cadere, vero?”
“No, padrone”
“Vorrei ben dire. Nitrisci. Nitrisci come una cavalla”
“Hiiii…hiiii”
“Da ora in avanti è questo quello che sei. Una bella, piccola pony, fatta apposta per portarmi in giro. Perché io cammino tutto il santo giorno, lo sai? Non sono mica una casalinga come te, che gozzoviglia davanti a Forum tutto il giorno!”
“Sì, padrona. La schiava è lieta di poter portare il suo padrone sulla sua indegna schiena”
“Allora avanti” le do un colpetto nei fianchi con i talloni e la faccio procedere in qua e in là, senza una direzione precisa. Controllo dove va tirandola con il collare ed i capelli. Laura è abbastanza brava. Barcolla i primi metri, poi trova il verso di reggere il mio peso e di mantenere un’andatura decente.
Mi porta di nuovo in cucina, poi in salotto, camera, bagno e studiolo. La riporto in bagno facendola trottare a suon di calcetti nelle anche. Davanti al cesso smonto di sella e mi rimetto in piedi. Laura è un po’ stanca e ha la schiena che le duole.
“Bene, cavallina” le dico “Oggi hai interpretato tre animali. Vacca, cane e cavalla. Presto potresti fare anche da pecora e da oca. Ma per quello c’è tempo. Intanto tiramelo fuori dalle mutande e indirizzamelo verso lo spurgo cesso”
Laura mi abbassa l’elastico delle mutande con la mani. Non appena le sue dita toccano l’indumento le afferro i capelli con una mano e la allontano.
“Con le mani? Gli animali usano le mani?”
“No, padrone”
“Ecco, brava…con la bocca, me le devi tirare giù”
La schiava obbedisce fedelmente come sua abitudine.
“Reggimelo con la bocca all’altezza della base e punta il cannone verso la tazza. Ah, se va di fuori ti riterrò personalmente responsabile e ti farò pulire con la lingua”
Laura abbocca il mio cazzo con le labbra all’altezza delle palle. Non è una presa molto comoda, e quando inizierò a pisciare, la canna andrà un po’ di qua e un po’ di là come il tubo di gomma di un pompiere. Care, femmine, è per questo che gli uomini quando pisciano, se lo tengono con una mano (o con due) e qualche volta si ritrovano con le dita pisciose. Ma a me non accadrà più perché…rrrrullo di tamburi…la mia fava la tiene la Laura.
Evviva l’igiene! Evviva e donne che sanno di essere soltanto delle luride schiave!
L’anteprima del getto è debole e di contenuta entità. La serva la sostiene senza problemi, poi il getto si fa più intenso. Laura è costretta a stringere un poco di più le labbra sul telaio della fava.
“Non stringere troppo, puttana” la redarguisco con prontezza “Cos’è me lo vuoi mordere? Chi ti credi di essere? Lorena Bobbit?”
Per contenere i sommovimenti del cazzo e non stringere troppo, la mia schiavetta deve allargare la zona di cazzo imboccato. Le sue labbra giungono così molto vicino alla cappella in piena attività eruttiva. Qualche schizzo, anzi, temo che la colpisca sulla labbra e sul volto. Ma non mi preoccupo. Dopo aver svuotato la vescica mi faccio pulire e rinfoderare la fava nella tasca mutande.
“Bene, vedo che per questa volta non ti sei persa neppure un piccolo scrillo di piscio. Meglio così. Avrei dovuto sorvegliare mentre leccavi per terra e oggi non ho proprio voglia di perdere tempo. Oltretutto hai anche appreso qualcosa di nuovo. Vedi perché gli uomini si prendono in mano la fava quando pisciano? E’ per non allagare la casa. Forza, ringraziami per averti dato questa lezione di idraulica del cazzo”
“Grazie, padrone. Grazie per avermi insegnato l’idraulica del cazzo”
“Di niente, schiavetta”
Tiro lo sciacquone e mi dirigo in camera.
La serva mi segue a quattro zampe.
“No, tu no! Ora ti lavi la faccia! E che schifo! Prima ti fai pisciare addosso e poi vorresti venire a dormire con me? Ma allora ecco cosa sei! Altro che vacca, cavalla o cagna…sei ma una maiala! Avanti, scrofa, lavati il grugno e poi seguimi a letto”
“Sì, padrone”
“Ti è concesso di venire incontro ai tuoi bisogni corporali”
“Sì, padrone. Lei è molto gentile, padrone”
“Lo so. Non meriti un fidanzato così permissivo e amoroso…Ah, lavati anche i denti e strigliati per bene la lingua, che a letto ho voglia di farmi leccare il buco del culo”
Questa mattina mi sono svegliato fresco e riposato. La schiava mi ha preparato la colazione e m’ha leccato le palle mentre mangiavo. Tanto per non sembrare ingrato ho aggiunto un po’ di marmellata alla cappella e me la sono fatta succhiare per bene. Laura si è anche lamentata un po’, ho dedotto dai suoi mugolii, perché il sapore di maschio ne è risultato evidentemente alleggerito.
Me lo dovevo immaginare. Certi piatti vanno assaporati senza aggiunte. Il sapore del cazzo è uno di questi.
Anche oggi alla casa penserà la mia docile fidanzata disoccupata. Laverà, stirerà, pulirà per terra, farà da mangiare ecc…verso le dieci uscirà per andare al centro per l’impiego a cercare un lavoro e so bene che non lo troverà. Capirai, le uniche persone che hanno trovato lavoro grazie al centro per l’impiego sono le dipendenti stesse del centro. O a Lucca costruiscono altri mille centri per l’impiego, oppure la piaga della disoccupazione persisterà. Ma va bene anche così, per me. Perlomeno posso tenere la mia brava schiavetta sulle corde e continuare a sfruttarla come piace a me col pretesto che in casa i soldi li riporto solo io.
Povera Laura, se aspetta i miglioramenti promessi dal Governo! Ma a nome mio, un grazie grande come una casa a tutti i politici ed i ruffiani vari che mantengono in ginocchio questo nostro caro paese. Non fosse per loro non potrei infilare così spesso il cazzo in quella fodera per la fava che è la bocca della mia ragazza.
Viva la crisi! Viva le donne schiave che sanno di essere tali!
E viva l’idraulica del cazzo, naturalmente!
Se volete sapere come procede la convivenza con la mia fidanzata, non esitate a chiamarmi. Il saggio Tom sarà sempre a disposizione per delucidazioni e chiarimenti.
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Ai confini del cuore
Ho il cuore che mi tempesta la testa; cerco di stare calmo, ma la vicinanza del tuo viso mi sta facendo venire voglie ormonali che potrebbero trasformarsi in tragedia, se non corrisposte.
Tu, ventenne, che scivoli veloce sui tasti per cercare un collegamento su internet alla ricerca di qualche testo che ti aiuti negli studi, io, che con fare casuale appoggio la mano sul tuo collo; ritmicamente, le nocche delle dita si scontrano con la tua pelle, la mano si apre e una carezza leggera sale sui capelli neri.
Tu, che non ti muovi, nervosamente parli di quello che cerchi, solo il respiro diventa più affannoso, facendo danzare i piccoli seni.
" Mi sembra che quello che stai cercando potresti trovarlo sotto quel sito".
Una frase qualsiasi che mi permetta di allungarmi verso lo schermo, il mio viso sfiora il tuo e la passione cresce insieme al desiderio; la mano scende dai capelli, segue le forme esili del tuo corpo leggermente palestrato e si ferma sul fianco, sotto i seni; premo sul tuo maglione a sentire la carne, la leggera pressione mi conferma il tuo momento di nervosismo, non parli, sei tesa, l´atmosfera diventa erotica.
Gli anni che ci dividono spariscono in questa camera illuminata dalla luce protesa verso lo schermo di quel computer che involontariamente partecipa al mio gioco.
I tuoi genitori chiacchierano di cose futili nella stanza accanto mentre il mio alito sfiora la tua pelle: parole sussurrate, quasi sospirate.
Avvicino le labbra al tuo orecchio:
"Prova a cliccare su quella parola, dovrebbe essere quello che cerchi".
La mano lascia il fianco e sale a cercare le tue dita sulla tastiera, la tua mano sinistra si blocca e lascia la tastiera, andando a celarsi sul bordo del piccolo tavolo di sostegno, aspettando un incontro.
Non parliamo, lasciamo che siano i corpi a cercarsi, le mani s´incontrano, comincio a giocare con le tue dita sottili, allenate da anni di pianoforte, le unghie nere sono un contrasto per il tuo modo di essere, per il tuo virgineo candore.
La mano destra cerca di supplire alla sinistra impegnata nei nostri giochi, la ricerca continua:
" Pensi che stia aprendo le pagine giuste?"
Una scusa per rompere la tensione di quel silenzio.
" Io credo che tu sia sulla strada giusta per trovare quello che cerchi da tempo ...".
La mano lascia le dita e indecentemente si appoggia al tuo cuore, piccole fragoline di bosco, dure e tese, sobbalzano, anche se il respiro è flebile, la mano libera torna sulla tastiera, mentre la mia lingua, per la prima, volta assapora il tuo orecchio.
Un gesto veloce, pazzo, illogico, come questo gioco sottile cui ti sto portando: so che sei fidanzata, so che è tutto sbagliato.
Guardo il tuo collo libero dal maglione aperto sul davanti, i battiti irregolari ne gonfiano le vene, il leggero spostamento del tuo corpo sulla sedia denota attesa: istintivamente, reclini la testa leggermente all´indietro, i capelli scivolano lasciandomi spazio libero, mi sposto in avanti verso lo schermo, la mano tocca il tuo viso, ne apprezza i contorni.
Colgo l´attimo fuggente di un bacio rubato, labbra inesperte che si scontrano con labbra eccitate, scambio di umori, tocco di lingue, ricerca esasperata del piacere, le dita inerti, ferme sui tasti, gli occhi chiusi.
" Ragazzi è pronta la cena, venite a mangiare!"
La voce ruba il desiderio e riporta alla realtà, interrompendo il nostro dolce supplizio;
" Arriviamo, mamma ..."
Le mani tornano ai loro posti iniziali, una leggera carezza sensuale segue il tuo corpo, stacco con sofferenza il mio viso dal tuo.
" Arriviamo", confermo.
Lascio la stanza andando dagli amici, da mia moglie che, sorridendo, mi dice:
"Hai proprio una bella pazienza: siete riusciti a trovare quello che cercavate?"
" Abbiamo iniziato ... ancora qualche ricerca e raggiungeremo il nostro scopo ".
Ti guardo, vedo che arrossisci leggermente, immagino i tuoi pensieri, mi siedo a tavola e, parlando con gli amici, lancio sguardi furtivi al mio desiderio interrotto, pregustando il futuro ...
per discussioni
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Le scarpe di safiria
Di Tom [email protected]
Questo che sto per raccontare è un sogno che ho fatto non tanto tempo fa, dopo aver visto Studio Aperto una sera di fine settembre. Confesso di non guardare molto spesso quel telegiornale. Troppi servizi a singhiozzo e notizie che sanno di gossip più che di sano giornalismo. Ma quella sera, devo dire, fui fortunato. La splendida giornalista dai capelli corvini mi colpì per la sua altera eleganza ed i suoi modi sicuri e autoritari.
Ecco, dunque, il sogno…
“…Safiria tornò a casa subito dopo la messa in onda del telegiornale. Da un po’ di giorni a quella parte era stanca e stressata. Guerra, terrorismo, morti ammazzati e auto-bombe. Quando andava bene si parlava di argomenti più leggeri, tipo pirati della strada e ragazzini stuprati da vecchiacci bavosi.
Troppe cose serie di cui occuparsi, mancava lo spazio per occuparsi dell’ultimo taglio di capelli di Costantino, della moda degli stivali a punta e delle coppie celebri dell’estate. Che mondo inquieto!
La casa era immobile e silenziosa. Sulla soglia dell’ingresso Safiria intravide una figura accovacciata sullo scalino dell’ingresso. Era una ragazza giovane.
La giornalista le si avvicinò senza curarsi di lei e sul suo bellissimo volto si disegnò una smorfia. Ancora quella piccola seccatrice, pensò.
Come avvertendo i pensieri dell’affascinante giornalista, la figura seduta si alzò in piedi.
“Buonasera, Safiria” salutò quasi con timidezza.
“Per te sono la Signora Safiria!” esclamò l’altra.
“Mi scusi…Signora Safiria”
La giornalista dai lunghi capelli corvini la superò e aprì la porta.
“Cosa sei venuta a fare?”
“Ecco…”
“Forza, parla”
“Ecco, volevo chiederle se si è ricordata di parlare di me al direttore”
La solita ragazzina in cerca di una raccomandazione, sbuffò la Padrona. Che fiacchezza, avere sempre a che fare con queste pusillanimi.
“Sì, le ho consegnato il tuo curriculum…”
Per quanto possa valere un foglio con sopra scritto che sei una bella ragazza che non sa far niente, pensò. Ma l’altra la guardò con fare estasiato. Le prese una mano nelle sue e la mosse su e giù. La giornalista gliela allontanò con un movimento brusco.
“Basta!”
“Scusi, Signora Safiria…ma sono contentissima! Io vorrei diventare come lei! Una vera giornalista! Come posso ringraziarla?”
“Beh, un modo ci sarebbe, carina”
“Dica. Farò con piacere tutto ciò che mi ordinerà”
“Bene, staremo a vedere”
Condusse l’aspirante giornalista in salotto e si sedette sul divano, comodamente e con le belle gambe incrociate. Indossava un tailleur elegantissimo, blu scuro. La gonna le arrivava due dita sopra il ginocchio e le gambe erano inguainate in bellissime calze nere. Ai piedi portava delle decolletè dal tacco alto.
“Sai, Barbara, sono molto stanca, in questi giorni” disse Safiria “Come ben sai, noi giornalisti professionisti siamo sempre di corsa e non abbiamo mai troppo tempo da dedicare a noi stessi. Vedi, quando torno a casa la sera mi piacerebbe che qualcuno si prendesse cura delle cose che sono troppo stanca per fare. Vedi le mie scarpe, ad esempio? Devono essere sempre pulite e splendenti, quando vado in onda, ed è una vera seccatura lucidarle ogni santo giorno. Capisci da sola che una vera professionista deve essere perfetta ogni qual volta si presenta alle telecamere”
“Certo, è naturale”
“Da questo momento in avanti sarai tu a prenderti cura delle mie scarpe”
“Ma…io…”
“Niente ma! Lo sai che per diventare una brava giornalista occorre fare un po’ di gavetta! Tu speri forse che con una raccomandazione non ti occorra fare pratica?”
“La pratica va bene, però…”
“Basta! Non voglio perdere altro tempo. Se vuoi intraprendere questo mestiere sai cosa devi fare, altrimenti…quella è la porta!”
I dubbi di Barbara furono spazzati via all’istante dal portamento fiero dell’altra.
“Provvedo subito, Signora”
“Brava”
“Le tolgo le scarpe…”
“No. Lucidamele così, mentre sono ai miei piedi”
“Non vorrei sporcarle le calze con il lucido”
“Lucido? Chi ha parlato di lucido da scarpe? Il lucido e tutti quei prodotti chimici alla lunga danneggiano le scarpe. Io tengo molto alle mie calzature e desidero che vengano trattate con il massimo rispetto”
“E allora come le pulisco?”
“Con un rimedio naturale che non ne danneggerà la superficie” disse, sorridendo, la Padrona dai lunghi capelli corvini “Tira fuori la lingua e leccale”
Mentre lo diceva avvicinò la punta del piede alla faccia di Barbara.
“Dai, lecca. Anche la suola, mi raccomando. Lecca via ogni traccia di polvere”
Barbara accostò timidamente la linguetta alla punta della scarpa della Padrona. Safiria le avvicinò ancora il piede al viso.
“Forza, sono stanca di aspettare. Lecca” ordinò.
Le labbra della serva sfiorarono l’apice della punta, lo circondarono dolcemente e lo assaporarono. Un sapore di polvere e cuoio invase il palato della ragazza. Barbara fu tentata di allontanarsi.
“Lecca”
La lingua iniziò a percorrere ogni centimetro quadrato delle preziose calzature della Padrona, la quale, con somma maestria, ruotava la caviglia in un senso o in un altro per comunicare senza parole dove leccare e con quanta intensità. E se all’inizio il sapore repellente della polvere disgustò Barbara, col tempo la servetta dovette ricredersi. Le scarpe della sua Padrona non erano affatto cattive, anzi. Era un onore leccare le calzature di quella Dea del giornalismo.
Safiria lasciò che Barbara terminasse il suo umile lavoro di leccascarpe umana, come se quella fosse la cosa più normale del mondo. Sembrava abituata a quel trattamento. Poi, non appena la prima scarpa fu pulita a dovere, suola compresa, la Padrona fece discendere la gamba e accavallò l’altra.
“Continua”
Lo disse senza preoccuparsi delle considerazioni e delle emozioni della schiava. E tantomeno della sua salute. Sotto le sue scarpe poteva esserci anche qualcosa che se ingurgitato le avrebbe potuto far male. Non si sa mai cosa si calpesta, camminando per strada. Ma la Padrona, incurante di ciò, pretese che le suole delle sue raffinate decolletè fossero tirate al lustro.
Barbara impiegò diversi minuti, per terminare il suo compito di lustrascarpe a lingua. Alla fine la sua bocca era completamente dominata dal sapore acre della strada e del marciapiede. Immaginò che questo dovesse essere l’equivalente del leccare un pavimento trafficato. Neppure i cani sarebbero disposti a fare questo per i loro padroni.
Ma per un posto nel prestigioso mondo del giornalismo professionista, l’ambiziosa Barbara avrebbe fatto questo ed altro.
“Adesso seguimi” ordinò Safiria, quando le sue decolletè a tacco alto furono di nuovo lucide e splendenti.
Si alzò in piedi e si diresse verso la porta. Barbara si alzò a sua volta, ma Safiria, più veloce, le mise una mano sulla spalla e la spinse di nuovo sul pavimento.
“No, resta giù” ordinò “Mi piace vederti strisciare ai miei piedi. Credo che quello sia il posto più giusto per te”
“Ma…”
“Gavetta, mia cara. Ricordalo. Questa è la gavetta”
E ridendo silenziosamente della sua simpatica arroganza, Safiria si incamminò verso il ripostiglio.
“Seguimi a quattro zampe”
Barbara non si era mai umiliata così per nessuno. Persino in casa era sempre lei quella che comandava. Se lo poteva permettere. Era la sorella maggiore, la figlia perfettina e la ragazza più carina della scuola. Adesso, improvvisamente, la meravigliosa Safiria la stava svalutando da essere umano a semplice utensile per l’igiene delle proprie calzature.
Raggiunsero lo sgabuzzino. Era una stanza abbastanza grande, tre pareti erano colme di scarpe, stivali, ciabatte, sabot, zoccoli e sandali, ordinatamente disposti su scaffalature componibili. Barbara contò non meno di un centinaio di paia di scarpe. Ve ne erano di tutti i tipi. Perlopiù erano calzature nuove, seminuove o comunque pochissimo usate. Erano pulitissime. Fra le altre, però, ve ne erano alcune abbastanza logore. Alcuni stivali presentavano tracce di fango secco sul margine della suola e polvere sulla tomaia.
Safiria prese un paio di questi ultimi e li portò di fronte alla faccia di Barbara.
“C’è un po’ di lavoro arretrato da sbrigare, piccola”
“Che cosa devo fare?” chiese la schiava.
“Quello che hai fatto fino ad ora…quello che sembra ti riesca assai bene” rispose la Padrona “Devi leccare, pulire e succhiare. Alcuni di questi stivali ti richiederanno diverse ore di cura. Non importa, hai tutta la notte”
“Tutta la notte? Ma veramente io…”
“Tu niente! Adesso ti metti qui e svolgi il tuo compito. Ah, e già che ci sei, toglimi le scarpe e mettimi le ciabattine ai piedi…Quelle lì…”
Barbara fece per alzarsi in piedi. Safiria, più veloce, la prese per i capelli e la schiaffeggiò con l’altra mano. Due ceffoni ben assestati da far cadere sul pavimento la schiavetta impudente. La Padrona concesse qualche secondo alla ragazza per riprendersi. La prese di nuovo per i capelli e la sollevò quasi di peso.
“Obbedisci”
Barbara era ormai in completo potere dell’altra.
Si prostrò di fronte alla sua Padrona, le prese delicatamente un piede fra le mani e le sfilò la lucidissima scarpetta. Il piede di Safiria era bello. Sebbene se ne fosse rimasto chiuso nella decolletè per tutto il pomeriggio, non emanava affatto quel fastidioso odore di sudore tipico dei piedi stanchi e la pelle era liscia e fresca come una rosa.
Barbara le calzò la ciabattina. In un impeto di devozione si accucciò per deporre sul dorso di quel piede perfetto un timido bacio. Safiria le allontanò la gamba dal volto, un attimo prima che la schiava potesse portare a termine il suo proposito.
“Non ti permettere di toccarmi quando non ti è consentito! Se vorrai baciami i piedi, forse, più tardi ti concederò quest’onore. Ma dovrai meritartelo”
Barbara ci rimase un po’ male. In cuor suo il disgusto per quello che Safiria le aveva imposto di fare era stato sepolto dall’attrazione che adesso sentiva nascere dentro di sé verso quella Dea dai lunghi capelli corvini.
“Dai, muoviti”
Le porse l’altra scarpa e Barbara si affettò a sfilarla e a sostituirla con la ciabattina.
“Ora prendi gli stivali sporchi e lucidali. Con la lingua, naturalmente, come hai fatto con le scarpe. Alcuni sono molto vecchi e la saliva non ti basterà. Con la lingua pulirai le suole dal fango, poi dovrai dare il lucido. In quel cassetto troverai spazzole, stracci e lucido. Non ne abusare. Lo sai, a me piacciono le cose fatte con rimedi naturali, come le tue labbra”
“Sì, Signora Safiria”
“Tieni conto che hai tutta la notte, per completare il lavoro”
“Sì, obbedisco”
La Padrona uscì dalla stanzetta e ritornò qualche minuto dopo con una ciotolina d’acqua piena fino al colmo.
“Questa è per quando ti si seccherà la lingua” disse, poggiandola sul pavimento “Ti ci puoi sciacquare la bocca quando ne avrai bisogno”
“Grazie, padrona”
“Sì, fai bene a ringraziarmi. Anzi, fallo per bene. Ringraziami come si deve”
Si voltò e sollevò il piede ancora calzato nella ciabattina.
“Bacia qui”
Barbara strisciò fino alle gambe della sua Dea e baciò con trasporto e passione la suola della ciabattina. Vi posò sopra due baci ben dati e qualche leccatina. Non appena ebbe fatto, Safiria posò a terra il piede per alzare l’altro.
“Anche qui…e fai veloce! Sono stanca e voglio andare a letto!”
“Sì, Signora. Mi perdoni, mia Signora”
Baciò e leccò come una serva devota che vive esclusivamente per la sua Dea.
“E ora ascoltami per bene, cagnetta. Durante il sonno, odio che mi si venga a svegliare, perciò lavora in assoluto silenzio. Dovessi fare del rumore e svegliarmi, potrei diventare molto cattiva”
“Non accadrà, mia Signora” promise Barbara, baciando con passione il dorso delle ciabatte della sua Padrona “Farò tutto quello che mi ha ordinato nel più assoluto silenzio. Lei dorma bene, mia Signora. Vedrà che domani mattina non resterà delusa del mio lavoro”
Baciò ancora le ciabatte e si maledisse di non essere ancora degna di poter baciare direttamente i piedi di quella divinità in forma femminile che dominava in altezza su di lei. Le calze che avvolgevano le gambe di Safiria luccicano come fossero tempestate da tanti granellini d’argento.
“Me lo auguro per te. Ricordati che se vuoi diventare una giornalista vera dovrai obbedirmi come io desidero”
“Sì, Signora” disse Barbara. Ma a dire la verità la sua ambiziosa carriera da mezzobusto televisivo era lontana mille miglia, in quel momento. Non le importava nulla di apparire in televisione e di leggere notizie sempre uguali su come il mondo stia andando a rotoli. In quel momento le interessava solo che le pregiate scarpe della sua Signora e Padrona brillassero come Lei aveva chiesto.
“Se sarai brava, domani mattina ti permetterò di baciarmi i piedi” disse Safiria “Ma solo se sarò soddisfatta di come hai lavorato!”
Senza aggiungere altro, la Padrona uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle. La luce sul soffitto del bugigattolo si spense qualche secondo dopo. Barbara vide tutto nero. Non vi erano neppure finestre che potessero illuminare la stanzetta. Poco male, si disse la schiava. Non poteva permettere che la Padrona sprecasse inutilmente corrente elettrica per una lurida leccasuole some lei. Inoltre non aveva bisogno di luce, per leccare gli stivali della sua Dea. Per quello bastava la lingua.
Si mosse nell’oscurità e raccolse il primo paio di calzature. Erano sporche o pulite? Leccò il bordo della suola. Il contatto con la crosta terrosa e ruvida le confermò che si trattava di un paio di stivali da pulire come si deve. Ma prima di iniziare si fermò, inserì il naso nell’imbocco dello stivale e inspirò con forza. Lì aveva alloggiato il piede di Safiria, la sua Signora, la sua Proprietaria, la sua Dea.
Ringraziò il destino di appartenere ad una Dominatrice bellissima e di classe come la sua.
Poi lo spirito di lustrasuole di Barbara ebbe il sopravvento e la ragazza iniziò a leccare gli stivali della sua Padrona…
…credo che la brava Barbara abbia continuato a leccare a succhiare a lungo, quella notte. Non lo so. Al primo paio di stivali mi sono svegliato.
Chissà, forse un giorno il sogno proseguirà. Nel frattempo, come sempre, inviatemi commenti e suggerimenti.
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2
16 years ago
tom,
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Al cinema
Ecco, finalmente ho finito di cambiarmi e truccarmi, sono allargata e lubrificata, pronta per l'uso. Sono già stata in passato in un altro cinema porno, ma era stata un'esperienza abbastanza deludente, pochissimi spettatori e ancor meno quelli che si erano fatti avanti dimostrando un qualche interesse per me. Un ragazzo che mi sta aspettando in sala mi ha appena mandato un sms che in un certo senso mi preoccupa un po', dice che c'è un sacco di gente e "chissà che assalto di uomini avrai!": non vorrei passare da un estremo all'altro... Cmq esco dalla stanzetta in cui mi sono preparata, passo davanti alla biglietteria e salgo le scale che portano alla galleria. Sbuco nell'atrio al piano di sopra, sedute su un muretto diverse persone mi fissano in silenzio, indosso una minigonna cortissima in PVC nero, calze a rete a maglie grandi, stivali in PVC nero lucido, una maglietta chiara, trucco forte, tengo lo sguardo a terra e cammino in punta di piedi, sono timidissima e sento le loro occhiate infilarsi prepotenti sotto la minigonna, salire lungo i glutei e poi gelide su per la schiena, sento un "ecco la Vacca...", arrivo agli ampi e bassi gradini che conducono in galleria e li percorro alla svelta, in ansia : 1, 2, 3, .. il BUIO...Il BUIO... Finalmente il buio che mi protegge, profondo, completo, caldo, non vedo niente tranne lo schermo lontano. Non so cosa aspettarmi, sono al buio anche in senso figurato, sono eccitata, anzi elettrizzata, piena di attesa e di brividi: è per emozioni come questa che mi sono fatta due ore di treno. Mi guardo attorno, gli occhi pian piano si abituano alle tenebre e così capisco di essere a metà altezza del gruppo delle poltroncine. Istintivamente salgo i gradini e mi dirigo verso il fondo della sala, in alto, in un angolo, dove credo che sarò al sicuro lontana dalle occhiate di tutti... E invece, (da ridere), mentre salgo capisco che sto andando a ficcarmi proprio nella fossa dei leoni, perchè quasi tutti quelli arrivati prima di me si sono messi nella stessa zona. E mi accorgo anche che quelli che erano seduti fuori sul muretto stanno salendo in fila indiana dietro di me: di colpo inizio a preoccuparmi per il numero di maschi arrapati che potrebbero essere interessati ai miei buchi. Arrivata in cima mi siedo per terra sull'ultimo gradino, e in pochi secondi accade l'incredibile che avevo sempre vissuto solo nei miei sogni di trav: una nuvola di maschi mi si stringe attorno da ogni parte e inizia a toccarmi ed accarezzarmi, per essere meglio a disposizione di tutti mi allontano dal gradino e mi inginocchio per terra, continuano ad arrivare uomini e l'assedio si infittisce, le cerniere lampo iniziano a scendere una dopo l'altra e spuntano cazzi duri da tutte le parti, sono completamente accerchiata, non ho neanche lo spazio per muovermi, guardo in su e vedo una doppia cerchia di teste che mi desiderano, dietro altre ancora, inizio a sentire cazzi che mi si appoggiano dappertutto man mano che giro la testa di qua e di là, contro la fronte, il viso, le orecchie, le labbra, premono, spingono con prepotenza, vogliono entrare, godere, una grande ebbrezza mi invade, forse sogno, galleggio sull'emozione, tremo tutta, formicolo, allungo le mani per capire se è tutto vero e afferro un cazzo dopo l'altro, sono ovunque, duri, irrequieti, alcuni grossi e lunghi, io non capisco più niente, presa dal delirio mi arrendo, allento i muscoli che serrano le mie labbra e immediatamente una cappellona ci si insinua, indugia incerta tra la lingua e il palato poi si spinge ancora avanti e me la trovo in gola, la metto a nudo e inizio a succhiarla pazzamente, dopo alcuni secondi mi tiro indietro per prendere fiato e subito sento una mano che mi afferra la testa e la attira altrove, un altro cazzo in un attimo mi entra in bocca e inizia a scoparmela, poi tutti gli altri attorno a gara fanno la stessa cosa, si rubano letteralmente la mia bocca l'uno con l'altro e a turno me la riempono di cazzo. Dopo un quarto d'ora di ruota dei pompini mi lasciano mettere in piedi almeno a 90° per far riposare le ginocchia: tempo due secondi e sento un cazzo che mi preme contro i glutei, la minigonna viene tirata su, il filetto del perizoma scostato, mi giro a guardare e nel buio intravedo un nugolo di maschi col cazzo duro in mano assiepati dietro il mio fondo schiena: non so in che condizioni tornerò a casa oggi. Mentre un altro cazzo mi si precipita in bocca sento una cappellona appoggiarsi al buchino, deve essere uno pratico, anche al buio l'ha trovato al primo colpo, con una mano si tiene il cazzo per guidarlo nella penetrazione, con l'altra si appoggia alla mia schiena, la cappellona entra e a questo punto con tutte e due le mani lui mi stringe forte i fianchi, fa un affondo violento e deciso e mi penetra completamente, io non riesco a trattenere i soliti gemiti, mi sentono in tutta la galleria credo, un attimo dopo mi ritrovo con una bestia furiosa che si dibatte dentro di me, non è enorme ma è cmq un cazzo bello grosso, è smanioso, vivo, forte, mi sembra un animale libero e selvaggio, sento tutta la sua foga, percepisco il suo piacere, la sua energia, la voglia, cercava solo un buco caldo e morbido in cui entrare e sborrare e l'ha trovato in me, corre all'impazzata avanti e indietro e mi fa morire di piacere, ho riconoscenza per lui e mi sembra quasi di volergli bene, il mondo sarebbe più bello se ci fossero più buchi caldi disponibili e a me sembra di fare un'opera pia nel concedergli tutta me stessa. Allungo la mano e lo afferro alla base per sentire se si è messo il preservativo, purtroppo non ce l'ha e così, molto a malincuore, volgo il viso verso di lui e lo spingo lentamente fuori. Mi sembra quasi di sentirlo uggiolare fuori di me, al freddo, pianto e stridore di denti, vuole tornare al caldo, ha bisogno di sborrare nell'abbraccio morbido e rosa dei miei glutei. L'uomo che stavo spompinando intanto non ha gradito di non avere più la mia bocca a disposizione, per cui mi afferra rudemente la testa con entrambe le mani, la gira verso di sè, mi rimette il cazzo in bocca e riprende a scoparmela deciso, tenendomi le testa ben ferma contro il cavallo dei suoi pantaloni per evitare che gli scappi un'altra volta.
Quello dietro di me forse prende coraggio alla vista di tanta decisione e lo imita, con una mano mi blocca i polsi sottili contro la schiena, mi penetra in fretta e furia e riprende a sbattermi di cattiveria. Ecco di nuovo l'animale dentro di me, ora si sente padrone, sa di avere partita vinta e mi apre col suo impeto, mi sfonda, mi pare arrivi fino in gola e morda. Io sono sconvolta dal piacere, non capisco più niente, non so chi sono, mi arrendo: quelli dietro di me lo capiscono e iniziano ad aiutarsi tra loro per usare a turno il mio culo, due mi si mettono ai fianchi e mi reggono e trattengono per le spalle, mi bloccano i polsi anche se ormai non servirebbe più e mi aiutano a stare in piedi man mano che il penetratore si infuria e coi suoi colpi inizia a farmi vacillare, dopo pochi minuti sborra ringhiando, gli altri intorno ridono e lo invitano a fare più piano, quello si sposta e mi passa a un altro. La monta si ripete, e ancora, e ancora, una catena di montaggio, uno dopo l'altro usano il mio corpo, lo riempono di sperma e se ne vanno, a un certo punto sono così piena di sborra che tra una penetrazione e l'altra inizia a stillarmi fra i glutei e a colare lungo le cosce, oltre la balza delle autoreggenti, lungo la pelle liscia e le maglie di nylon, lungo l'incantesimo degli stivali neri, giù fino all'ultimo centimetro dei miei tacchi a spillo. A quelli non gliene importa proprio niente e vanno avanti finchè a un certo punto mi ritrovo sola, esausta, piena di sperma: sulla mini, la maglia, gli stivali. In bagno mi guardo allo specchio: i capelli in disordine, le guance nere di eye-liner colato per gli schizzi sugli occhi: sono felice, perduta, sono Sabry.
un po' è vero e un po' è inventato, ciao
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8
16 years ago
admin, 75
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Carriera ad ogni costo - 2
Carriera ad ogni costo (2a parte)
Dopo quell'antipastino (anzi digiuno) della sera prima, non riuscii a dormire molto bene se non con una bella dose di sonnifero.
Nonostante cio' la sognai tutta notte, diciamolo fra di noi, sbattendo la mia capa come una porta, in tutti le maniere possibili.
Durante la giornata la incontrai per lavoro, e rimasi stupito di come lei mi trattasse con distacco, come se la sera prima non fosse accaduto nulla.
Al contrario Sara appena mi vide e arrossi dai piedi alla radice dei capelli, ben ricordando il piacere provato durante il mio compitino "orale".
E' facile dire che le otto ore lavorative furono per me un tormento, non riuscivo a levarmela dalla testa, ma ero anche preoccupato di come si erano messe le cose.
Negli affari e' fondamentale sapere tutto del proprio avversario, in modo da scoprire i punti deboli e evitare in anticipo i suoi attacchi. In questo caso la Capa, aveva avuto tutto il tempo per studiare tutti i componenti del suo futuro consiglio direttivo, mentre noi, ed io in particolar modo, ero all'oscuro di qualsiasi aspetto della sua vita.
Devo proprio ammettere che per la prima volta in vita mia non sapevo come comportarmi. Maledetta strega!!!
A fine orario ero ancora nel mio ufficio quando ecco che mi arrivo' una bella email dal capo. Era (finalmente) arrivato il momento, dovevo andare da lei subito!
Appena davanti alla sua porta mi arrivo' nella mente un certo senso di dejavu', come la sera prima, ma adesso sapevo cosa mi aspettava.
Entrai sicuro e vidi per il momento solo Sara, di nuovo nuda e con lo sguardo basso in piedi di fianco alla sua manager.
"Vieni entra Marco, come vedi ho chiamato anche lei, dopottutto ieri sera abbiamo lasciato le cose a meta' e non mi sembrava corretto lasciarle l'amaro in bocca, che ne dici? Su cara fagli un pompino, cosi me lo calmi un po' senno' rischia di fare brutta figura", disse Simona con un sorriso perfido.
Docilmente Sara' si avvicino' e mi spoglio di tutto, io la lasciai fare pregustando il lavoretto di bocca, subito dopo si inginocchio e prese a massaggiarmi le palle, tastando con l'altra mano la durezza del membro che andava rizzandosi.
Poi su incitamento di Simona (sempre col solito metodo carino, una scudisciata data con un frustino da cavallo), la povera Sara' gemendo per il male mi prese dapprima la cappella in bocca, e in seguito tutto il membro tentando per quanto possibile di farselo entrare tutto.
Simona da canto suo stava di fianco e si divertiva a far soffrire Sara con precisi e dolorosi colpi sul sedere.
"E' di tuo gusto questo lavoro caro Marco" disse Simona con fare gentile, e io un po' per vendetta e un po' per dire la verita' feci di no con la testa, al che Simona intimo' di fermarsi e di cambiare posizione.
Fece stendere Sara a pecorina su una poltrona, in modo che il culo fosse ben esposto, e le disse di continuare il suo compito "ma vedi di farlo bene perche' altrimenti dovrai ordinare una sedia piu' morbida per la prossima settimana lavorativa".
E via, lei riprese il suo lavoro e Simona di dietro giu' a menare staffilate.
La questione duro' un bel po', io ero molto eccitato ma in effetti Sara non era una gran bocchinara, forse le mancava la necessaria esperienza, e anche per via del male proveniente dal suo culetto (che la distraeva non poco), ci mise quasi una 20ina di minuti a farmi venire.
In quel momento gli scaricai un torrente di sperma direttamente in bocca, perche' l'evento coincise con un colpo particolarmente forte che spinse la poverina contro il mio pube per riflesso, tanto che non pote' sottrarsi all'ingoio.
"Bene, finalmente e' ora del mio turno caro dipendente”. “Da ieri sera mi e' rimasta una voglia di sentire la tua lingua nel mio ano, che non ti puoi immaginare” esclamo tutta sorridente Simona. “Oh guarda sta' poraccia che bel sederino color fuoco che ha, eh cara mia ti devi applicare di piu' nell'arte orale, se fossi stata piu' brava non ti avrei conciato il popo' in questa maniera" concluse schernendola.
Quando volsi lo sguardo per vedere l'effetto di tutte quelle frustate fu' come un colpo alla bocca dello stomaco. Le aveva praticamente strappato la pelle del sedere, c'erano orribili bolle su quasi tutta la superficie delle chiappe e molte di esse sanguinavano.
Provai un po' di pena per lei, ma anche un certo sadismo che fece parzialmente riprendere turgore alla mia virilita’.
Simona nel contempo si era spogliata e quello che vidi fece rialzare la testa al mio guerriero pelato definitivamente "bene bene" disse lei "questo si che e' un breve tempo di ricarica, comincio a pensare che le voci sul tuo conto non siano del tutto infondate" ammise con un sorrisetto Simona.
Un corpo stupendo, seni grossi ma sodi, come del resto tutta la sua figura che non si poteva definire anoressica, ma piena nei punti giusti. Una peluria rada e bionda sulla patatina e uno sguardo arrapato da troia in calore. Con questo colpo d’occhio si mise distesa di schiena sulla fredda superficie della sua scrivania allargando oscenamente le gambe chiamandomi a se con un ditino malizioso prima e allargandosi poi, con entrambe le mani, le labbra della fichetta vogliosa.
Contrariamente alla sera precedente non ebbi bisogno di "incentivi" e mi buttai a capofitto. Mmhhh che odore estasiante, che sapore afrodisiaco, non c'e' nulla di meglio nella vita di questo odore di femmina eccitata, almeno per noi maschietti.
E la povera Sara? Fu' presto invitata a lustrarmi di nuovo l'uccello con la sua bocca, in modo da pulirlo da ogni residuo della precedente venuta, mentre Simona si portava le gambe vicine alla testa, alzando perfino il sedere per consentirmi di leccare il suo ano palpitante.
Appena appoggiai la lingua in quel segreto pertugio, venne risucchiata dentro dall'antro voglioso. Presi allora con vero gusto a umidificare quel bel buchetto grinzoso che non chiedeva altro di essere violato e sfondato con violenza.
Ripassai alla fichetta mettendo le dita a forbice, pollice nel culetto e ad una ad una, 4 dita nella fichetta grondante di caldi e saporosi umori.
Tempestai di colpi il clitoride esposto mentre lei si teneva aperte le labbra per facilitare il mio lavorio, e piu' la scavavo con le dita e piu' copiosamente lei bagnava la scrivania.
Ad un certo punto mi spinse la testa un poco piu' in basso e zaff...un fiotto di calda urina mi si riverso' sulla faccia mentre la mia Capa raggiungeva, quasi urlando, un prorompente orgasmo, subito seguita dai guaiti della segretaria.
Be' Simona la si capisce, ma Sara? Mentre io ero intento a leccare la sua padrona, lei si era masturbata come una cagna in calore, cosi che erano giunte entrambe al piacere.
Ripresomi dalla "pioggia dorata" sentivo che il mio uccello era duro come il marmo, cosi lo avvicinai alla fica della mia capa e mi gustai con immenso piacere il calore devastante della sua vagina, ancora scossa dagli ultimi tremiti dell'orgasmo.
Affondarle dentro fu' una goduria impagabile, anche a livello emotivo.
Mi stavo chiavando la mia capa e lei godeva come una pazza, massaggiandomi con sapienza tramite i fasci muscolari del suo fodero di carne, tutta la lunghezza del mio membro, un calore incredibile si irradiava da quella zona, e per un attimo pensai che mi avrebbe sciolto l'affare in quella fornace umida e accogliente.
Dopo l'ennesimo orgasmo simultaneo (e per oggi io ne avevo gia' fatte due) in cui non mi preoccupai di scaricarle nell'utero tutto il mio piacere, Simona mi urlo' tra i denti "Marco inculami, spaccami, fammi male" e io avendo ormai in mano il pallino del gioco, la feci scendere dalla scrivania, la misi a pecorina sul folto tappeto, e tirando per i capelli Sara, le costrinsi ad un bel 69 saffico, cosi da permettermi di ricaricare le forze.
Le guardai per un certo tempo slinguarsi e godere a vicenda, ma piu' per un mio personale piacere, visto che dopo uno o due minuti ero gia' in tiro.
Mi piaceva fare smaniare un poco Simona, che non vedeva l'ora di prenderlo nel didietro, cosi aggiunsi alla lingua di Sara che le scavava nell'intimita', la mia con dolci e delicati colpetti sul suo ano.
Provai a inserire prima un dito e questo scivolo' dentro come se nulla fosse (ahh la santarellina non era di certo vergine da quel buco, brutta porca!!!)...ne misi un altro e questo entro' ma con un po' di difficolta', cosi anche un terzo ma stavolta le provocai un gemito di dolore, ah quanto mi divertivo a prenderla un po', guarda caso, per il culo.
"Ma come, spaccami, inculami sfondami eppoi per tre dita fai tutte queste storie?? E quando ti ficchero' dentro questo uccello che farai, urlerai e scalcerai come una vergine recalcitrante???" gli dissi presentandole l'uccello alla bocca e sottrendo quest'ultima dalle attenzioni fino a quel momento concesse alla fichetta pelosa di Sara.
Prese a succhiarmelo con perizia, si vedeva che era di tutt'altra pasta rispetto alla sua segretaria. "Brava brava ungilo bene che adesso ti sfondo gli intestini, cosi impari a chiedere a gran voce di essere inculata dal sottoscritto!!" le dissi con rabbia.
Dentro di me pensai che sarebbero stati cazzi suoi, io ero gia' venuto due volte e cominciavo ad avere una bassa sensibilita', ottimo preludio per una inculata lenta e prolungata, piacevole per me, non molto per lei.
Dopo un tempo che avrei voluto non finisse mai, mi staccai di malavoglia da quella piacevolissima bocca e lasciai che tornasse ad assaggiare la fichetta palpitante di Sara.
Chiesi a quest'ultima di continuare a leccare ma nel contempo con le mani di tenere spalancate le chiappe della sua capa, per agevolare l'introduzione.
Non mi sono mai vantato apertamente delle mie dimensioni, ma devo dire che per i mezzi naturali, avrei potuto benissimo fare il pornodivo (che esagerato che sono eh?)
Appoggiai cosi solo la punta sull'ano e lo sentii, non senza una perfida punta di lussuria, contrarsi appena per poi tornare a rilassarsi.
Lo sapeva che se avesse opposto resistenza sarebbe stato molto piu' doloroso, cosi spinsi leggermente fino a quando la cappella non fu' ben dentro le sue carni.
Sentii un lieve cambiamento dei suoi gemiti ma non si allontano' da me. Ripresi a spingere con piu' foga guadagnando cm inesorabilmente, fino a quando i miei 25 cm sparirono dentro il suo culo, impalandola a fondo.
Solo in quel momento mi accorsi di uno specchio e quello che vidi riflesso era a dir poco spettacolare.
Simona aveva un espressione del viso trasfigurata, la realizzazione del piacere estremo, sguardo perso, bocca spalancata e ansimante, un velo di sudore su tutto il corpo.
Quella visione fu' il segnale per l'attacco vero e proprio, parti' di conseguenza con affondi lenti ma decisi.
Lo tiravo fuori, mi gustavo la vista del mio randello, lievemente segnato da qualche rivolo di sangue, poi lo rinfilavo fino in fondo godendomi gli spasmi di quel caldo budello.
La scena a questa velocita' duro' una decina di minuti, nei quali lei ebbe un altro paio di orgasmi, sempre aiutati dalla ormai abile lingua di Sara che brucava la sua capa con dedizione ed eccitamento.
Ad un certo punto, vedendo che non venivo, aumentai il ritmo mollando nel contempo sonore sculacciate alle gentili terga di Simona, che sembro' ridestarsi dal torpore e riprese ad incitarmi a gran voce :"siiiii ahhhh ancora...mio stallone....possiedimi fino alla radice del tuo cazzo..ahhh che bello, mi sento sventrata..ahhhh si di piu'......." disse cominciando per la prima volta a corrermi incontro col culo, per impalarsi da sola.
Altri 10 minuti cosi e niente, cosi decisi di uscire facendomelo leccare un po' da Sara' e di riprendere a fotterla alla pecorina.
Accidenti un po' per le sborrate precedenti un po' perche' ormai la topina di Simona sembrava un lago dagli umori, non sentivo piu' niente e l'attrezzo cominciava un po' a dolermi. Decisi allora di farle cambiare posizione.
Mi sdraiai io e la invitai ad impalarsi di nuovo sul mio cazzone svettante. Vista la nuova posizione, il suo culetto sembrava piu' stretto di prima e Sara riprese dal davanti la sua servizievole opera di lingua, sul clitoride prima e sulle meravigliose tette dopo.
Io ormai vinto dal piacere imminente, presi a piene mani le tettone di Simona, impastando e torcendole i capezzoli induriti. Fu' il preludio al suo ultimo orgasmo, le cui vibrazioni finalmente si trasmisero dalla vagina al suo ano oscenamente dilatato, creando le condizioni per farmi schizzare tutta la mia goduria fin nel profondo dei suoi intestini.
Passo qualche minuto in cui nessuno fiato', stavamo riprendendoci da quella valanga di emozioni.
Poi Simona, pur se con qualche sforzo, si sfilo da me, si rialzo' e corse in bagno (personale...ehhehe i vantaggi di essere capo) quando usci, a parte la camminata un po' traballante era tornata la donna manager di successo.
Io mi ero rivestito e anche se stanco ero su su giri, mentre Sara se ne era gia' andata via.
"Bene Marco, domani ci sara' la mia relazione sui risultati della passata stagione e sui progetti per il futuro. In questa occasione daro' anche il rendiconto dei passaggi di ruolo per chi e' stato meritevole” disse con aria baldanzosa.
“Le sta' bene nuovo ViceDirettore generale?" mi disse regalandomi un sorriso.
"Te lo sei proprio meritato, complimenti!!" concluse stampandomi un bacio con lingua in bocca, il primo a dire il vero da quando ci eravamo conosciuti.
C'ero riuscito.....una scopata memorabile (magari nemmeno l’ultima) e la carriera assicurata.
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16 years ago
admin, 75
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Sabato pomeriggio alla saua comunale
Come già detto nel racconto precedente, sono uno studente universitario fuori sede. Quel week-and non ero rientrato a casa ma ero rimasto a Trieste. Annoiato pensai bene di fare due passi ma l'avvicinarsi dell'estate e la visione di molte ragazze vestite con mini gonne o molto scollate ben presto mi fecero venire parecchie voglie... Così provai ad andare a trovare una mia amica trans, molto bella anche se non più giovanissima, 50anni, che in un altro racconto vi dirò perchè conosco. Arrivo da lei, suono e subito mi viene aperta la porta. Stranamente lei non era in abiti sexy come suo solito, ma indossava una normalissima tuta ed infatti subito mi avvisa che stava uscendo per andare in piscina e mi invita ad andare con lei. Accetto volentieri. Passo per casa, prendo la borsa e la raggiungo. nel frattempo arrivo alla piscina che lei ha già fatto il bagno e mi dice di andare a fare una bella sauna rilassante nella vicina zona relax. mi cambio e ci vado. Entriamo nella sauna dove stranamente non c'è nessuno ma ci siamo io, con un piccolo costumino, e lei, con un sexy bikini giallo che esalta TUTTE le sue curve. Subito mi metto vicino a lei e le inizio a spalmare un olio profumato alla vaniglia in maniera molto sensuale e senza tralasciare un solo centimetro del suo corpo. Le ungo la schiena,le spalle, il seno sotto al costume e poi mi sposto davanti per poter arrivare meglio alle coscie e alsuo cazzo. Ero eccitatissimo e il mio costume nascondeva ben poco. Ve lo giuro, le stavo per fare un pompino quando sentiamo delle voci provenire da fuori la sauna. Subito ci ricomponiamo ed un'attimo dopo ecco gli ospiti fino ad allora indesiderati. Si apre la porta ed ecco due signore un pò più giovani della mia amica ma non troppo. Capiscono subito di aver interrotto qualcosa visto che buttano l'occhio sul mio pacco ma non capiscono l'essere trans della mia amica. ora la suna era quasi piena e quindi eravamo tutti più vicini. Ci salutiamo e le signore subito apprezzano il buon'odore di vaniglia e ne vogliono sapere di più. Incuriosite dall'olio ci chiedono di essere così gentili da ungere anche loro, così io comincio con la signora bionda,più in carne ma con un grosso seno seduta davanti a me, e la mia amica si prende cura dell'altra signora, rossa e molto più magra. Anche in questo caso il massaggio ci mette poco a diventare più intenso come le due signore ci mettono poco a levare i loro reggiseni. Io faccio scivolare le mani sul seno della signora per farle piacere e lei subito si gira per vedere la reazione della mia amicha che nel frattempo stava facendo la medesima cosa con l'altra. Così in un istante all'interno della sauna non si potevano riconoscere le gocce dell'olio da quelle del sudore e da quelle degli umori. Ci spogliamo e quando la mia amica toglie glislip quelle due finte tonte non sono affatto sorprese ed anzi sembrano dar l'impressione di aver capito tutto fin dall'inizio. così ora un groviglio umano didonne che succhiano cazzi e si fanno scopare da trans non ha più controllo finchè per sfinimento sia dal caldo che dal piacere dobbiamo uscire dalla sauna. Ma che esperienza. Vado sotto la doccia gelida dove subito mi raggiunge la mia amica che ridendo per quanto successo ricomincia a toccarmi il cazzo. Ci sto ancora e me lo faccio succhiare. é ormai tardi e andiamo via dalla stanza salutando con un bacio le nostre nuove amiche che ci invitavano a rimanere. Alla prossima.
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16 years ago
Solare08,
25
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Carriera ad ogni costo
Carriera ad ogni costo.
Sono sempre stato attirato dal fare carriera e non mi sono mai posto tanti scrupoli.
La vita e' breve e non mi sono mai tirato indietro. Certo non sono un lecchino, nel senso subdolo del termine, ma non mi sono mai risparmiato nel rendermi direi piacevole agli occhi dei capi.
Questo preambolo per dire che sono ancora sconvolto da quando mi e' capitato pochi giorni fa'.
Lavoro in una multinazionale, in cui la competitivita' e' sempre stata la molla scatenante sia a livello dirigenziale che commerciale. Il mercato in cui lavoriamo e' molto esigente e quindi all'interno vige una regola che e' molto semplice...flessibilita'.
Quindi quando la settimana scorsa siamo andati all'ennesimo "meeting" per la presentazione della nuova struttura, e relativi capi, nessuno si e' stupito piu' di tanto.
Il vecchio capo andava in pensione e quindi era nell'aria da tempo una successione.....io e tutti i rampolli scalpitanti, non vedevamo l'ora che si sapesse chi era il nuovo designato.
Ma mai nessuno si sarebbe aspettato di vedere come nostro capo, una donna. E che donna....una tipa affascinante...anzi no...decisamente bona!!!
Non altissima ma formosa al punto giusto e proporzionata.....dal viso forse un pelino rotondo, ma incorniciato dal contorno biondo dei suoi capelli......la sensazione strana era che mi sembrava di conoscerla......ma ancora non capivo quando l'avevo vista e soprattutto dove.
Ovviamente a parte l'iniziale sbigottimento, dato dal fatto che non si era mai vista nei nostri uffici prima di ora (da dove salta fuori? ci chiedevamo), cominciarono a fioccare i commenti salaci di tutta la platea di maschietti.
"Ehi Marco (che sarei io), voglio credere che quando andrai a leccarle il culo lo farai con un maggiore accanimento....." e giu' risatine piu' o meno velate.
Il meeting fini' fin troppo presto, ma lei avrebbe preso il suo posto, nel mega ufficio del Mega Direttore Galattico (descrizione fantozziana, ma calzante), solo da li a un mese dopo.
Cosi tutti, chi piu' chi meno, ebbero il tempo di affilare le armi e i report, per presentarsi piu' che bene al nuovo direttore, o meglio alla nuova direttrice.
Io come direttore commerciale, misi alla frusta tutte le persone che avevo a mia disposizione per fare bella figura, gli avrei presentato fin da subito una persona determinata e con obiettivi ben precisi.
Detto questo, il mese volo', e alla mia presentazione feci una bella figura con lei e tutto il consiglio d'amministrazione. Lei..eh gia'....lei che quel giorno era uno schianto ancora di piu' che nella prima occasione, vestita con un tailleur serio, grigio, gonna e giacca ma con le sue belle gambe in mostra.
Dopo di me si presentarono anche gli altri e lei (Simona cosi si chiama) fece gli onori di casa, ringraziando qui e la' per gli ottimi propositi e gli altrettanto buoni risultati.
A riunione finita dispenso' sorrisi e strette di mano a tutto il suo staff, me compreso, ma quando stavamo per andare via, si diresse verso di me e sempre sorridendo mi disse "con lei non ho finito. Ho bisogno di alcune informazioni di dettaglio, in un ambito piu' privato, pero'!" concluse con un fare tassativo di chi non ammette rifiuti o se volete di chi e' abituata a comandare.
Devo dire che sulle prime ebbi una piacevole reazione all'inguine, dovuta alla parola "privato", ma poi il dubbio che mi volesse mettere da parte come direttore commerciale, magari per insoddisfazione del mio operato, fece rientrare prontamente nei boxer la mia virilita', scattata sull'attenti troppo in fretta, eppoi quel dubbio nonmi dava pace, una sensazione mista tra la famigliarita' di una persona gia' conosciuta e il sospetto di essere sulla strada sbagliata.
Acconsentii a raggiungerla nel suo ufficio al piu' presto dopo la fine del meeting.
Giungendo davanti all'enorme vetrata all'ultimo piano del palazzo, il cuore mi batteva in petto come un martello pneumatico, avevo dato tanto a questa azienda ed ero convinto che avrei venduto la pelle a caro prezzo, non mi sarei fatto sbattere fuori da una puttanella appena arrivata per giunta!!!
La segretaria la chiamo' con l'interfono e lei giunse in una nuvola di profumo francese ad aprire la porta del suo immenso ufficio.
"Sara, non voglio essere disturbata per nessun motivo" disse con fare perentorio alla segretaria, che annui' in silenzio con un cenno del capo.
Finendo la frase mi fece cenno di entrare, o meglio mi lascio' come un pollo sulla porta, mentre lei spariva nella penombra del suo ufficio.
Accidenti come era cambiato il locale del Megadirettore, prima una profusione di potere in pieno stile maschile, la poltrona alta di pelle, l'immensa scrivania di legno massiccio, i quadri alle pareti tutte rivestite di legno.
Nulla, non c'era piu' nulla di tutto questo.
Tutto adesso era di chiara impronta femminile, ma molto hi-tech, con una luce molto soft, tanto che si faticava a capire da dove veniva, piante, un acquario, una scrivania di cristallo e una poltrona, quella si, sempre abbastanza imponente.
Lei era seduta sulla poltrona con le flessuose gambe accavallate, e da come si era messa non era sulla difensiva, tanto che anche nella fioca luce riuscivo a vedere l'orlo delle calze autoreggenti e un briciolo di pelle nuda.
Il mio inguine mando' nuovamente quella piacevole sensazione che precede un'erezione di portata galattica, a mi sforzai di fare finta di nulla e di apparire professionale ed efficiente.
"Venga, Signor Guidi, non le faro' perdere molto tempo, la questione che voglio esporle e' molto delicata e non volevo farlo davanti a tutti", attimo d'attesa studiata e poi, per poco rischiai l'infarto. Lei fece per far scorrere verso l'alto la gonna del tailleur, scoprendo per bene le succitate calze autoreggenti e le cosce candide.
"Mi hanno detto di lei che e' un ottimo dirigente, uno che non si ferma davanti a niente pur di fare risultati e carriera " disse con noncuranza.
Feci per ribattere ma lei mi zitti' con un gesto della mano "e vedo anche che lei e' un bell'uomo oltre che un elemento capace, chissa' i commenti che avrete fatto su di me, un mese fa' alla mia presentazione" continuo’ con voce languida e ironica allo stesso tempo.
Anche qui tentai un'imbarazzata replica, subito stroncata da un'occhiataccia perfida "su' su' non faccia il timido...eh? Chissa' quante ve ne siete detti. Senta voglio essere per lei un capo esigente ma onesto e pretendo che lei lo sia con me, dai su cosa vi siete detti?" insinuo’ sempre piu’ sibillina.
La domanda esigeva, con quel tono autoritario, una risposta in linea con delle aspettative molto ampie, cosi balbettai qualcosa, senza troppa convinzione.
Lei mi attacco' con fermezza "non dica balle, non sono questi i commenti che mi sono stati riferiti da questa" e indico' una specie di cimice. "Si ne ho messe in tutte le sedie, prima della riunione e ho potuto sentire tutto". "E le diro' di piu', e' un bel po' che lavoro in questa ditta, ma sotto mentite spoglie, ha mai visto questa persona?" disse sparendo per un po' dietro una specie di paravento.
Quando torno' vidi la consulente insignificante coi capelli grigio topo, che aveva lavorato con noi per un anno, niente tacchi, vestita come un sacco di patate, insomma una vera e propria schifezza, ecco questa era il mio nuovo capo.
Sbiancai in volto e anche la mia erezione svanii all'istante.
Cazzo, questa non era solo una stupida puttanella che aveva fatto carriera grazie alla sua avvenenza, era uno squalo!!!!
Mentre ero immerso in questi pensieri, lei si era mossa con movenze da gatto ed eccola sdraiata sulla scrivania, con il sedere rivolto verso di me, il quale era quasi scoperto e potevo vedere solo un minuscolo tanga, infilato in mezzo a due globi di carne arrapanti come mai ne avevo visti.
"Ma dove e' andato a finire l'arrivista che e' in lei? non e' lei che ha riso di gusto quando le hanno detto che sarebbe stato piu' piacevole leccare il culo al nuovo capo? eddai non faccia l'imbranato e faccia il suo dovere, mi lecchi il culo, e se sara' bravo, forse lei otterra' di piu' e la sua carriera sara' salva." Disse ora con fare decisamente autoritario.
"In caso contrario", continuo' dimenando un poco il culo, come per invitarmi " mi vedro' costretta a rimuoverla dall'incarico, nonostante le sue indubbie qualita' di dirigente, vediamo se lei e' all'altezza della fama che le attribuiscono come sciupafemmine".
E questo da dove lo aveva saputo? Be' certo e' che le donne sono piu' disposte a fare confidenze ad un cesso, perche' cosi si era fatta conoscere all'interno dell'azienda, non temono la concorrenza. E' vero mi ero fatto praticamente tutte le tipe + gnocche all'interno dell'azienda, ma come si sa, con dei capi maschi questo poteva essere un punto a mio favore, ma con questa qui si metteva male, il mio futuro era tutto in mano alla mia lingua e al mio uccello, forse!!!
Con questi pensieri mi avvicinai a quelle deliziose terga offerte aspirando dalle narici un forte e caratteristico odore di femmina vogliosa.
In quel mentre suono' l'interfono e lei molto seccata rispose alla segretaria:"Le avevo detto che non voglio essere disturbata per nessun motivo, allora che cosa c'e'?" la voce della segretaria rispose timida che doveva farle firmare un documento urgentissimo e lei le disse di entrare. Si ricompose in un lampo e quando entro' Sara era come se la situazione di pochi secondi prima fosse solo il frutto della mia fantasia malata.
Vedendo la mia espressione appesa tra lo stupore e un accenno di eccitazione, la vidi riflettere e con una nuova luce negli occhi affermare rivolta alla sua assistant "no aspetta con te non ho finito, vieni qua'" e poi rivolgendosi a me" lei non te la sei mai fatta eh? troppo brutta per i tuoi gusti, ma dai e' giovane e dopottutto sotto quel velo da santarellina ha magari un bel corpicino, su Sara si spogli e ci faccia vedere come e' fatta".
Sara in effetti non era un granche', sapevo che mi mangiava con gli occhi tutte le volte che entravo dal direttore, ma non si era mai fatta avanti e io non l'avevo mai neanche degnata di uno sguardo.
In quel momento mi sembrava molto piu' preoccupata di perdere il lavoro che di spogliarsi e cosi si levo' in fretta tutto coprendosi solo per pudicizia i punti "caldi".
Ecco perche' non l'avevo mai guardata, giovane e insignificante, mi ero sempre detto e la nudita' non metteva in mostra niente di notevole, un po' di cellulite sui fianchi e due tettine per niente invitanti.
Per ordine di Simona, Sara si mise docilmente nella medesima posizione dove si trovava lei pochi istanti prima "su Marco caro, fai un bel lavoretto a questa cagnetta" disse con fare beffardo (anzi no...bastardo!!!)
Visibilmente impacciato mi diressi verso le terga offerte, ma stavolta non sentii quel piacevole afrore e il mio arnese non si mise sull'attenti come in precedenza. Il mio nuovo capo lo intui' e mi intimo' di essere piu' attivo, dicendomi nel contempo di mettermi comodo, insomma di spogliarmi.
Mentre mi toglievo gli indumenti pensavo che se ci avessero beccato in quella posizione, il direttore commerciale nudo che lecca il culo alla segrataria del direttore non ci avrei fatto una bella figura..che spettacolo deprimente.
Ma ormai era tardi e nessuno, ne ero certo, ci avrebbe disturbato.
Simona lancio' uno sguardo eccitato vedendomi per la prima volta nudo, si morse perfino il labbro quando la sua vista si poso' sul mio affare che se pur non in erezione era pur sempre un gran bell'arnese.
La cosa che non mi piacque per niente fu' quando per invogliarmi prese in mano la mia cintura, facendola roteare in aria.
"Bene vedo che non ti va' molto di leccare Sara e tu dimmi se la cosa ti soddisfa o meno che ci penso io a farlo diventare collaborativo, hai capito?" le disse assestandole una sonora scudisciata sul culo, per rafforzare l'ordine.
"ahiaaa" urlo' Sara facendo segno con la testa di aver capito.
Rompendo gli indugi mi abbassai e cominciai timidamente a leccare dapprima le chiappette flaccide, per poi indugiare sul forellino scuro chiuso non so' se per la paura o per la vergogna.
Mi abbassai a leccare anche un po' le grandi labbra che facevano capolino in mezzo ad una folta peluria nera (ahhh come mi hanno sempre fatto schifo i peli pensai io) ma mentre questo pensiero mi passava per la mente, Simona mi fece segno di smettere e rivolgendosi alla sua subordinata:"allora ti piace, lecca bene il nostro direttore commerciale, o da donna a donna fa' un po' pena”. “Dici che dobbiamo dargli un incentivo?" e cosi dicendo schiocco' un'altra frustata in mezzo alle sue chiappe tremanti, La segretaria non ne voleva sapere di rispondere, divisa tra il ferire me o la sua capa.
"No ahiiaaa che male che mi sta' facendo......no no non mi sta' piacendo molto " disse Sara con un sussurro.
"Bene, avanti si metta di nuovo al lavoro, vediamo se questo incentivo funziona"
Cosi, mio malgrado, mi rimisi quasi a carponi come Sara e dopo i miei primi timidi colpetti di lingua arrivo sul mio deretano un micidiale colpo di cinghia che se da un lato mi fece emettere una smorfia di dolore, dall'altro mi convinse che dovevo a tutti i costi far venire quella buzzicona della segretaria, pena l'impossibilita' di sedermi per giorni e giorni, e cosa ancor piu’ spiacevole, il licenziamento.
Sara non aveva un buon sapore, acido, come tutte le zitelle pensai malignamente, ma visto che la cinghia continuava a suonare sul mio culo, decisi che era la figa piu' bella e saporita dell'intero universo e sfoderai tutte le mie armi di amatore, tempestando il suo clitoride di teneri e continui colpi di lingua, e dimenticandomi della presenza del folto pelo, dispensando piacere a profusione.
Per fortuna del mio posteriore, Sara comincio' a reagire alle mie attenzioni, cosi Simona, fermo' le micidiali cinghiate, godendosi lo spettacolino della sua segretaria ora infoiatissima.
Sara si giro' sulla schiena per permettermi di leccare con piu' comodita' e nel contempo si pastrugnava le tettine con evidente soddisfazione, finche' venne godendo molto rumorosamente.
Una volta ripresasi dai fumi del piacere, Sara scese dalla scrivania, rimasta tutta imbrattata dal suo piacere e fece per pulire scusandosi imbarazzatissima, ma Simona aveva altre intenzioni.
"No Sara, lascia che sia il nostro direttore commerciale a pulire, con la lingua" aggiunse sempre piu' da stronza "visto che la sa' usare molto bene” disse in mezzo ad una risata fragorosa.
Cosi mi tocco' pure l'umiliazione di pulire la superficie di cristallo da tutte le gocce di piacere della mia improvvisata partner, ma guarda te cosa mi toccava subire per un posto di prestigio in azienda.
Leccai cosi nudo come un verme, per circa 5 minuti, quando finalmente soddisfatta Simona mi fece smettere.
Io ormai avevo una vistosa erezione, e speravo in un contentino.
Ma Simona disse stiracchiandosi come una gatta:" ahh ragazzi si e' fatto tardi ho un impegno, su rimandiamo la cosa a domani sera, stesso orario, non amo far fare gli straordinari al mio personale a domani dunque".
Mamma mia quanto l'ho odiata in quel momento, mandarmi via in quelle condizioni era da bastarda, stronza, puttana ma apprezzai il suo modo di contenere le emozioni.
Era anche lei visibilmente eccitata, ma ferma a non darmela (in tutti i sensi) vinta!!
D'accordo avevo perso una battaglia ma la guerra era ancora lunga.
(continua)
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16 years ago
admin, 75
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Una notte particolare
Cammino lentamente per la strada, sono appena uscito dal mio locale preferito e nelle vie della mia città regna l'assoluto silenzio. Mi avvio, lentamente, verso casa. Si ferma una macchina e mi chiede indicazioni per raggiungere un certo posto, noto che l'informazione è solo una scusa per attaccare discorso. Sono un uomo e una donna, Lei si sporge dal finestrino e subito mi accorgo che una mini, ma mini, gonna rende merito a due bellissime cosce. non posso fare a meno di guardare, è così mini che si intravede la biancheria intima. Lei continua a parlare ed io continuo a puntare gli occhi su quelle splendide gambe. Non la smette più, ma cambia atteggiamento, incomincia a toccarsi la fica e mi guarda con occhi che mi invitano a salire in macchina. Lui è seduto davanti, al posto di guida, e non dice una parola. Salgo in macchina e partiamo.Ha una voglia di cazzo, ed io non so cosa fare, mi sembra di stare sul set di un film.Incomincia a carezzarmi, la sua lingua cerca la mia, stiamo sempre viaggiando in macchina, per le vie deserte della mia città,non riesco a credere che tutto questo possa davvero succedere. Mi sbottona i pantaloni, nel frattempo ci siamo fermati, e lui passa sul sedile posteriore ed incomincia a leccarmi il culo. Sono in estasi, lei che con un pompino regale mi sta facendo impazzire, lui che riesce a farmi godere leccandomi da tutte le parti. Mi metto sopra di lei che apre le gambe per accogliere il mio enorme cazzo che non cerca altro che una fica bagnata, lui mi prende da dietro e riesco appena a dire che sto per godere che tutti e tre insieme sborriamo in maniera indescrivibile.Mi riaccompagnano dove mi hanno raccolto, ed io torno a casa con al consapevolezza che la mia vita sessuale, da quella sera, non sarà più la stessa.
Anonimo
8
1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
All\'autogril
mi fermo a fare benzina e a fare uno spuntino,c'era pochissima gente,era tardi,mi siedo in un tavolo in angolo un pochino in disparte e mentre mangio mi guardo intorno e noto che un nordafricano seminascosto dal tavolino stava toccandosi sotto e a cenni mi invitava ad avvicinarmi. Mi avvicino,lo saluto e gli chiedo se per caso era interessato a me e lui senza complicazioni mi risponde che gli piaccio e che vorrebbe fare l'amore con me,al momento resto infastidito e accenno a ritornare sui mie passi,ma poi mi rigiro verso di lui e con sfida avventurosa gli dico di si',va bene,vediamo se mi piace.Usciamo e saliamo sul retro del suo camion,attrezzato con tutto,lui comincia a spogliarsi,e io faccio altrettanto,il mio cazzo è piccolissimo,forse ha paura,il suo corpo era senza peli come il mio,liscio e lucido,forse non aveva neppure 30 anni,era anche un bel ragazzo,lui continuava a toccarsi e il suo cazzo diventava sempre più grande e duro,sarà stato lungo circa 15 centimentri,era enorme rispetto al mio.Stranamente ero attratto dall'uomo nero e da suo cazzo,non mi ero mai accorto che mi interessassero gli uomini.non esito,allungo la mano e vado avanti io a menarlo,lo sentivo duro,tremante di piacere,la mia voglia aumentava sempre di più,mi abbasso con la testa e soffermandomi sui suoi capezzoli duri comincio a morsicarli,poi scendo all'ombelico e poi più giù fino a prendere in bocca completamente quell'enorme cazzo,e avanti e indietro lo sentivo quasi sfiorarmi la gola,mi piaceva,ero ormai in preda al piacere,bramavo sempre di più e scostandomi con la testa quardavo il cazzo mentre andavo avanti con le mani poi riprendevo con la bocca e cosi' via e sentivo lui che ansimava di piacere,finchè ad un certo punto mi prende i fianchi,mi gira,appoggia la lingua e mi lecca tutto il mio buco,sentivo la lingua grossa che penetrava,era bellissimo,si solleva,si infila il preservativo e appoggiandomi il suo cazzo enorme comincia a spingere e stranamente senza dolore e lentamente lo sento entrare,è bello,è enorme,lo sento dentro di me,è una sensazione bellissima,comincia a pompare,non capisco più niente e mi lascio andare completamente al suo volere e al piacere,vengooooooooo con il mio cazzo che è piccolino ma il piacere è come di orgasmo,lui continua,si muove avanti e indietro,si ferma e poi riprende,oddio che bello!dai non fermarti, continua,ogni tanto un colpo più in profondità,poi rallenta e a un certo punto sento che viene fremendo con tutto il suo corpo e stringendomi forte a lui e vengooooooooo,come prima,con il cazzo sempre molle ma con una intensità di piacere enorme.
Sbalordito,rintronato e quasi svampito,gli dico che io vado,ma mi ferma e mi dice che se volevo poteva continuare,lui si avvicina a me e mentre mi mette le mani in mezzo alle cosce io intravedo che il suo cazzo si sta indurendo nuovamente,si avvicina al mio collo e comincia a baciarmi,poi sale con la bocca fino ad arrivare alla mia,mi ritraggo,ma poi chiudo gli occhi e acconsento e con la lingua entra e mi limona,mi piaceva,era carnosa e grossa e mi riempiva quasi tutta la bocca,dentro di me immaginavo di essere veramente una donna,immedesimandomi completamente ed essere in balia dell'uomo,la limonata è durata tantissimo e nessuno voleva smettere,poi abbassandosi mi mette la lingua sul buco e comincia a slinguazzare,si alza,mi fa alzare le gambe sulle sue spalle,si mette il preservativo e mi rinfila quel cazzo che sembrava ancora più duro di prima,bellissimo,fantastico,poche pompate e lui viene,vengoooooooooooo anch'io,lo toglie,pensavo fosse finita ma mentre mi stavo riprendendo lui prende la bottiglietta della birra me la infila nel buchino ormai allargato e me la versa dentro,sento la birra che entra dentro di me,è una cosa fantastica,sento il liquido che entra e mi da' una sensazione esilerante,vengooooooooooooooo,esausto mi tolgo la bottiglietta e rimango quasi impietrito,non avrei mai pensato che fosse cosi' bello.
ora voglio farlo chi mi aiuta,invitatemi da voi e lo facciamo
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16 years ago
alberto162504, 49
Last visit: 13 years ago -
...come gode.... 1 parte
….eccoci qua, l’uno di fronte all’altra, con una voglia smisurata e una curiosità.
Un piccolo flash-back è necessario per comprendere a cosa è dovuta la mia curiosità. L’ultima volta che ci siamo visti, mentre ero intento nel leccargli quella splendida fonte di piacere che è la sua figa, era esplosa in un’orgasmo che mi ha letteralmente ‘lavato’ il viso. Un’esperienza fantastica. Aveva bagnato mezzo letto ed ero curioso di vedere se era di grado di bagnarlo per intero.
Dicevo, eccoci qua….. di fronte, con le labbra che cominciano a cercarsi, fino a trovarsi, cercare le lingue , fino a trovarle, e con le mani che non smettono un attimo di esplorare i nostri corpi. Ma è un gioco che dura poco perché il suo corpo mi fa talmente ‘sesso’ che dopo pochi secondi lascio il compito di esplorare il suo corpo alla mia bocca, visto che la cosa è estremamente a me ma anche a lei; tanto che dopo un po’ che ciuccio le sue tette da ‘quinta e una notte’, le mie dita sono già bagnate dai suoi umori, e i suoi gemiti si fanno sempre più forti. Ma io voglio altro. Infatti adesso è venuto il momento della verità. La mia bocca è sulla sua figa, la mia lingua lecca il suo clitoride, che cresce a dismisura x la voglia, mentre con le mani la tengo bella larga in modo tale da poter esplorare ogni millimetro della sua figa.
Il suo respiro si fa sempre più veloce, mentre con una mano le tengo larga la figa, con la bocca prendo a ‘succhiare’ il suo clito, e con l’altra mano (bagnata dei suoi umori) le stuzzico il buchetto del suo fantastico culo. Questo è il momento che aspettavo, si agita come un’ossessa e inizia a urlare il suo piacere che mi esplode in faccia. Urla e si dimena mentre dalla sua figa il suo piacere non smette di venire fuori come un fiume in piena; aspetto che si rilassi 10 secondi e la giro fino a metterla a carponi sul letto col il culo al vento e le gambe aperte. Riprendo a leccarle la figa, infilando un dito per volta fino ad arrivare a 4. La sto scopando con 4 dita mentre lei accompagna la mia mano col suo corpo, alterno rigorosi colpi di lingua con colpi di dita. Lei si agita sempre di più; ormai ha perso il controllo e lo si sente da come urla; sta venendo ancora e ancora ……. La sua fontana è ancora aperta e il letto è sempre più bagnato.
E io sempre più eccitato…………
Ma non è mica finita…….
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Al cinema in galleria
Ecco, finalmente ho finito di cambiarmi e truccarmi, sono allargata e lubrificata, pronta per l'uso. Sono già stata in passato in un altro cinema porno, ma era stata un'esperienza abbastanza deludente, pochissimi spettatori e ancor meno quelli che si erano fatti avanti dimostrando un qualche interesse per me. Un ragazzo che mi sta aspettando in sala mi ha appena mandato un sms che in un certo senso mi preoccupa un po', dice che c'è un sacco di gente e "chissà che assalto di uomini avrai!": non vorrei passare da un estremo all'altro... Cmq esco dalla stanzetta in cui mi sono preparata, passo davanti alla biglietteria e salgo le scale che portano alla galleria. Sbuco nell'atrio al piano di sopra, sedute su un muretto diverse
persone mi fissano in silenzio, indosso una minigonna cortissima in PVC nero, calze a rete a maglie grandi, stivali in PVC nero lucido, una maglietta chiara, trucco forte, tengo lo sguardo a terra e cammino in punta di piedi, sono timidissima e sento le loro occhiate infilarsi prepotenti sotto la minigonna, salire lungo i glutei e poi gelide su per la schiena, sento un "ecco la Vacca...", arrivo agli ampi e bassi gradini che conducono in galleria e li percorro alla svelta, in ansia : 1, 2, 3, .. il BUIO...Il BUIO... Finalmente il buio che mi protegge, profondo, completo, caldo, non vedo niente tranne lo schermo lontano. Non so cosa aspettarmi, sono al buio anche in senso figurato, sono eccitata, anzi elettrizzata, piena di attesa e di brividi: è per emozioni come questa che mi sono fatta due ore di treno. Mi guardo attorno, gli occhi pian piano si abituano alle tenebre e così capisco di essere a metà altezza del gruppo delle poltroncine. Istintivamente salgo i gradini e mi dirigo verso il fondo della sala, in alto, in un angolo, dove credo che sarò al sicuro lontana dalle occhiate di tutti... E invece, (da ridere), mentre salgo capisco che sto andando a ficcarmi proprio nella fossa dei leoni, perchè quasi tutti quelli arrivati prima di me si sono messi nella stessa zona. E mi accorgo anche che quelli che erano seduti fuori sul muretto stanno salendo in fila indiana dietro di me: di colpo inizio a preoccuparmi per il numero di maschi arrapati che potrebbero essere interessati ai miei buchi. Arrivata in cima mi siedo per terra sull'ultimo gradino, e in pochi secondi accade l'incredibile che avevo sempre vissuto solo nei miei sogni di trav: una nuvola di maschi mi si stringe attorno da ogni parte e inizia a toccarmi ed accarezzarmi, per essere meglio a disposizione di tutti mi allontano dal gradino e mi inginocchio per terra, continuano ad arrivare uomini e l'assedio si infittisce, le cerniere lampo iniziano a scendere una dopo l'altra e spuntano cazzi duri da tutte le parti, sono completamente accerchiata, non ho neanche lo spazio per muovermi, guardo in su e vedo una
doppia cerchia di teste che mi desiderano, dietro altre ancora, inizio a sentire cazzi che mi si appoggiano dappertutto man mano che giro la testa di qua e di là, contro la fronte, il viso, le orecchie, le labbra, premono, spingono con prepotenza, vogliono entrare, godere, una grande ebbrezza mi invade, forse sogno, galleggio sull'emozione, tremo tutta, formicolo, allungo le mani per capire se è tutto vero e afferro un cazzo dopo l'altro, sono ovunque, duri, irrequieti, alcuni grossi e lunghi, io non capisco più niente, presa dal delirio mi arrendo, allento i muscoli che serrano le mie labbra e immediatamente una cappellona ci si insinua, indugia incerta tra la lingua e il palato poi si spinge ancora avanti e me la trovo in gola, la metto a nudo e inizio a succhiarla pazzamente, dopo alcuni secondi mi tiro indietro per prendere fiato e subito sento una mano che mi afferra la testa e la attira altrove, un altro cazzo in un attimo mi entra in bocca e inizia a scoparmela, poi tutti gli altri attorno a gara fanno la stessa cosa, si rubano letteralmente la mia bocca l'uno con l'altro e a turno me la
riempono di cazzo. Dopo un quarto d'ora di ruota dei pompini mi lasciano mettere in piedi almeno a 90° per far riposare le ginocchia: tempo due secondi e sento un cazzo che mi preme contro i glutei, la minigonna viene tirata su, il filetto del perizoma scostato, mi giro a guardare e nel buio intravedo un nugolo di maschi col cazzo duro in mano assiepati dietro il mio fondo schiena: non so in che condizioni tornerò a casa oggi. Mentre un altro cazzo mi si precipita in bocca sento una cappellona appoggiarsi al buchino, deve essere uno pratico, anche al buio l'ha trovato al primo colpo, con una mano si tiene il cazzo per guidarlo nella penetrazione, con l'altra si appoggia alla mia schiena, la cappellona entra e a questo punto con tutte e due le mani lui mi stringe forte i fianchi, fa un affondo violento e deciso e mi penetra completamente, io non riesco a trattenere i soliti gemiti, mi sentono in tutta la galleria credo, un attimo dopo mi ritrovo con una bestia furiosa che si dibatte dentro di me, non è enorme ma è cmq un cazzo bello grosso, è smanioso, vivo, forte, mi sembra un animale libero e selvaggio, sento tutta la sua foga, percepisco il suo piacere, la sua energia, la voglia, cercava solo un buco caldo e morbido in cui entrare e sborrare e l'ha trovato in me, corre all'impazzata avanti e indietro e mi fa morire di piacere, ho riconoscenza per lui e mi sembra quasi di volergli bene, il mondo sarebbe più bello se ci fossero più buchi caldi disponibili e a me sembra di fare un'opera pia nel concedergli tutta me stessa. Allungo la mano e lo afferro alla base per sentire se si è messo il preservativo, purtroppo non ce l'ha e così, molto a malincuore, volgo il viso verso di lui e lo spingo lentamente
fuori. Mi sembra quasi di sentirlo uggiolare fuori di me, al freddo, pianto e stridore di denti, vuole tornare al caldo, ha bisogno di sborrare nell'abbraccio morbido e rosa dei miei glutei. L'uomo che stavo spompinando intanto non ha gradito di non avere più la mia bocca a disposizione, per cui mi afferra rudemente la testa con entrambe le mani, la gira verso di sè, mi rimette il cazzo in bocca e riprende a scoparmela deciso, tenendomi le testa ben ferma contro il cavallo dei suoi pantaloni per evitare che gli scappi un'altra volta.
Quello dietro di me forse prende coraggio alla vista di tanta decisione e lo imita, con una mano mi blocca i polsi sottili contro la schiena, mi penetra in fretta e furia e riprende a sbattermi di cattiveria. Ecco di nuovo l'animale dentro di me, ora si sente padrone, sa di avere partita vinta e mi apre col suo impeto, mi sfonda, mi pare arrivi fino in gola e morda. Io sono sconvolta dal piacere, non capisco più niente, non so chi sono, mi arrendo: quelli dietro di me lo capiscono e iniziano ad aiutarsi tra loro per usare a turno il mio culo, due mi si mettono ai fianchi e mi reggono e trattengono per le spalle, mi bloccano i polsi anche se ormai non servirebbe più e mi aiutano a stare in piedi man mano che il penetratore si infuria e coi suoi colpi inizia a farmi vacillare, dopo pochi minuti sborra ringhiando, gli altri intorno ridono e lo invitano a fare più piano, quello si sposta e mi passa a un altro. La monta si ripete, e ancora, e ancora, una catena di montaggio, uno dopo l'altro usano il mio corpo, lo riempono di sperma e se ne vanno, a un certo punto sono così piena di sborra che tra una penetrazione e l'altra inizia a stillarmi fra i glutei e a colare lungo le cosce, oltre la balza delle autoreggenti, lungo la pelle liscia e le maglie di nylon, lungo l'incantesimo degli stivali neri, giù fino all'ultimo centimetro dei miei tacchi a spillo. A quelli non gliene importa proprio niente e vanno avanti finchè a un certo punto mi ritrovo sola, esausta, piena di sperma: sulla mini, la maglia, gli stivali. In bagno mi guardo allo specchio: i capelli in disordine, le guance nere di eye-liner
colato per gli schizzi di sborra sugli occhi: sono felice, perduta, sono Sabry.
11
5
16 years ago
admin, 75
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Super capodanno
Questa e’ la storia di un capodanno veramente speciale.
Avevo all’incirca 20 anni, anni in cui non pensi che a trombare, alle donne e al sesso.
Ma in effetti non e’ che mi andasse troppo bene, non che fossi brutto ma avevo quell’aria da bravo ragazzo che piaceva molto alle mamme, ma non molto alle figlie.
Con la compagnia della montagna avevamo deciso di passare il capodanno in Liguria a casa di un amico.
Partimmo in macchina, una mitica Panda 750 Young, io e mio fratello di poco piu’ giovane di me.
Milano-Camogli non e’ un viaggio da paura ma per me significava l’avventura e la speranza che fosse finalmente un San Silvestro da ricordare. Chissà come mai ci sono sempre delle aspettative esagerate per questa sera che dopotutto e’ come le altre.
Arrivati a destinazione facemmo conoscenza degli altri componenti del gruppo. La sorella del padrone di casa (Elisa un pezzo di gnocca esagerata di 23 anni) ci presento’ le sue amiche, Cinzia e Laura.
La prima una splendida 18enne con una faccia da vera porca, mora e procace, la seconda una splendida 32enne, rossa di capelli con uno sguardo verde da infarto.
Ero a mille pensando alle due tipe tanto che andando in bagno e vedendo le mutandine di Laura (sicuramente usate ma non "sporche") non riusci a trattenermi e dovetti spararmi una sega annusando quel magnifico odore di femmina.
Feci appena in tempo a riprendermi che Laura entro’ di corsa nel bagno dicendomi di uscire che aveva bisogno, cosi pensai “non si e’ accorta del mio stato”, ma forse aveva capito, “bah chissenefrega” mi dissi.
Uscendo appresi una brutta notizia, le ragazze sarebbero andate ad un’altra festa, che delusione, e vabbe eravamo li per divertirci non per piangerci addosso, cosi ci preparammo e dopo aver mangiato qualcosa e cazzeggiato un pochino ci dirigemmo verso il luogo prescelto.
Il posto era abbastanza triste, forse un vecchio studio di registrazione adibito a sala da ballo, la musica era forte il mangiare, e soprattutto il bere, pochi e non ci volle molto per sentenziare che sarebbe stata una serata di m....!!!
A mezzanotte il morale era sotto le palle visto che le previsioni della vigilia erano state ben piu’ promettenti.
Decisi di allontanarmi dalla festa per vedere i fuochi sulla spiaggia.
Una volta terminati decisi che mi ero stufato e convinsi gli altri a tornare a casa per farci una spaghettata.
Nel tragitto il morale era bassissimo, nessuno parlava, tutti sembravano spenti e tristi, mi dissi “minchia che capodanno del cazzo”.
Mangiammo di lena piu’ per rifarci della sfiga che per un effettivo bisogno di cibo, e una volta belli sbronzi ci dirigemmo ognuno verso il proprio letto, ma qui venne la sorpresa, non c’erano abbastanza giacigli per tutti, in quanto a forza di invitare persone la casa era divenuta troppo piccola.
Decisi allora di andare a riposarmi nel letto matrimoniale della camera di Laura e Cinzia, tanto le due non erano ancora tornate (erano le 5 di mattina) e chissà quando lo avrebbero fatto. Mio fratello e gli altri si arrangiarono chi sul divano che su materassi buttati qua e la’ per terra.
Mi spogliai rimanendo in mutande e maglietta e crollai in un sonno pesante, figlio dell’alcool ingurgitato in quantita’ industriali.
Dopo un lasso di tempo che mi sembro’ infinitesimale, mi svegliai scosso da rumori. Le ragazze erano rientrate, e guardando la luce proveniente dalla finestra, compresi che il sole era gia’ alto.
Le due mi squadrarono ma quando feci cenno di alzarmi e di andarmene, mi dissero di rimanere. In breve fecero una corsa in bagno a struccarsi e ritornarono talmente velocemente da non farmi capire che cosa avevano in mente.
Si infilarono nel letto mezze nude, o meglio vestite con delle sottovesti castigate sotto cui non si intravedeva alcun indumento (o cosi volevo credere io).
Mi ero svegliato all’istante e anche il mio arnese aveva fatto altrettanto. Potevo percepire un forte odore di femmina con l’aggiunta di un profumo, appena appena mischiato agli odori della festa appena finita.
Per rompere il ghiaccio sia Laura che Cinzia iniziarono una conversazione apparentemente per conoscermi meglio, ma in realta’ tesa a sondare il campo.
Immaginatevi la situazione, io un focoso ventenne nel pieno delle mie tempeste ormonali in mezzo a due pezzi di gnocca mezze nude intente a conversare, non ci potevo credere.
Era come buttare un cerino acceso in una botte di benzina.
Dissero che anche la loro festa era stata di una noia mortale, e che l’ora di rientro era stata procastinata solo perche’ era capodanno. In situazione analoga durante l’anno sarebbero venute via prima.
Laura con la scusa di aggiustarsi le sottoveste mi sfioro il cazzo, mai teso come allora.
Cosi facendo si fece scappare una battuta del tipo:" ehi pero’ se me lo devi mettere in culo devi stare attento, hai proprio un bel arnese!!". Io li per li pensai ad uno scherzo ma dall’azione successiva di Cinzia compresi che di li a poco avrei vissuto il mio sogno.
Laura comincio’ a palparmi l’uccello da sopra le mutande e a fare apprezzamenti.
Non c’e’ che dire ci sapeva fare, una volta tanto la tanto sospirata trentenne navigata aveva attenzioni per me.
Nel contempo Cinzia si era denudata e mi aveva messo due belle tette davanti agli occhi. Non mi tirai indietro e cominciai a palpeggiarle e soppesarle, succhiandole i grossi capezzoli scuri, tra i suoi evidenti mugolii di soddisfazione.
Laura mi sfilo le mutande e comincio’ dapprima una gustosa sega massaggiandomi anche i coglioni con mano esperta.
Quando mi prese in bocca l’uccello non riusci a trattenere un gemito di goduria stemperato un poco da un focoso bacio in bocca tiratomi a tradimento da Cinzia.
Tutta quell’eccitazione e la maestria di Laura mi fecero sborrare in pochi minuti, ma grazie ai miei ormoni calienti non mi si smoscio per niente.
Era il mio turno di ricambiare il servizietto di Laura e la invitai a sdraiarsi supina con le gambe larghe, e subito mi tuffai in mezzo a quelle agognate cosce, inebriandomi dei suoi effluvi. La sua topa aveva un odore selvaggio che mi riempi le narici lasciandomi stordito.
Era dalla sera prima quando avevo annusato le sue mutandine, tirandomi una pippa, che aspettavo un’occasione cosi’.
Mentre affondavo la lingua in quella micia profumata, indugiando su tutte le pieghe e sul clito, Cinzia aveva rimboccato il mio arnese continuando a spompinarlo.
Poi si mosse mettendosi a pecora sulla sua amica, invitandola a leccargliela.
Non mi ci volle molto che Laura mi chiese di prenderla, cosi avvicinai il mio cazzo all’imboccatura della sua fica e aspettai solo un attimo, tanto per farla smaniare (ma in realta’ lo facevo per controllarmi e fare il superiore).
Questa accortezza sorti l’effetto desiderato e Laura si spinse avanti per farsi penetrare, ma io ero deciso a farla godere per davvero e allora mi ritrassi frizionandole il clito con il mio affare abbondantemente lubrificato dai suoi umori.
Laura allora mi sprono’ dicendomi di sfondarla e non mi feci pregare ulteriormente infilandoglielo fino alla radice. Un rantolo di godimento fu il mio premio, Laura comincio’ a dimenarsi come un’indemoniata leccando con piu’ trasporto la sua amica.
Io mi piegai in avanti e cominciai a umettare il buchetto di Cinzia che sembro’ gradire molto quella doppia attenzione, l’amica da sotto e io da dietro.
Laura venne subito con delle urle animalesche e io ne approfittai subito per sfilarmi ancora duro dalla sua topa bollente per buttarmi su Cinzia.
Lei non si mosse aspettandosi questa mia mossa e io senza darle il tempo di pensare mi avvicinai al suo culo e glielo buttai dentro in un sol colpo facendola gemere di dolore.
"Ehi fai piano" mi disse, ma io incurante dei suoi lamenti continuai a pomparla con vigore, convinto del fatto che stesse recitando.
Infatti il suo budello ben lubrificato dal mio precedente leccaggio, aderiva perfettamente al mio arnese, senza resistenze e i suoi gemiti si trasformarono ben presto in apprezzamenti di puro piacere.
"Si si continua cosi sfondami il culo brutto bastardo, e tu zoccola leccami la fica, che voglio godere".
A queste parole venni dentro di lei come un torrente in piena, mentre anche Cinzia si muoveva per impalarsi piu’ a fondo. Quando proruppe in un orgasmo travolgente mi disarciono’ perfino dal suo sedere. Le due si girarono verso di me per ripulirmi il fiero arnese facendomi un doppio pompino da urlo.
Piccola sosta anche per verificare che non avessimo attirato troppo l’attenzione degli altri ospiti della casa, una sigaretta qualcosa da bere e da mangiare ed ecco che Laura mi disse a bruciapelo "ehi non penserai che abbiamo gia’ finito? Non avevi promesso di mettermelo in culo?" . "Eh no bellina eri tu che lo avevi richiesto...se non sbaglio?"
Per dare un taglio a questa inutile diatriba, Laura si avvicino’ al guerriero che pendeva a riposare e con molta naturalezza risfodero’ tutte le sue doti di pompinara di lungo corso per restituirgli il vigore dopo le lotte appena trascorse.
Non gli ci volle molto era di una bravura eccezionale, leccava cosi bene.....che vabbe’ dai diciamo che in confronto Gola profonda era un’educanda.
"Ho intenzione di farti male dal momento che non e’ la prima volta che lo pigli li’ e che durero’ un bel po’ grazie ai precedenti assalti" esordii fermandola e facendola stendere sul letto con la schiena sul materasso "cosi vedro’ quella faccia da pompinara quando e quanto gode a prenderlo nel didietro".
E dicendo cosi presi una grossa candela che adornava la stanza e gliela spinsi su per la topa, senza far molta fatica per altro.
"Cosi avrai il sederino un po’ piu’ stretto e godrai meglio, eh che ne dici??
In tutta risposta Laura emise un gemito di eccitazione vedendo il mio cazzo teso e duro come se fosse il primo coito della giornata. Non saro’ John Holmes ma i miei buoni 20 cm e una buona circonferenza vi posso assicurare non passano inosservati alle signore.
Mi avvicinai baldanzoso a Laura che smaniava di essere inculata e mi divertii come in precedenza a ritardare il momento passandogli la cappella nel solco delle chiappe godendomi anche la vista della candelona che entrava e usciva dalla sua micina congestionata.
A Lei pensava Cinzia che mentre si dava da fare per l’amica, nel frattempo si sgrillettava con la mano libera, eccitata a mille per quanto vedeva.
Era bellissimo vedere le espressioni di Laura che appena mi avvicinavo apriva la bocca aspettandosi da un momento all’altro la penetrazione. Quando mi decisi repentino la colsi di sorpresa cavandole un gemito sommesso.
Pensai che fosse la solita recita ma mi sbagliavo.
Infatti la candela ostruendo per benino la topa, riduceva di molto la possibilita’ dell’ano di allargarsi e di adattarsi al mio uccello. In piu’ non avevo avuto di proposito l’accortezza di lubrificarla quindi la smorfia di dolore era genuina.
Me ne fregai e andai avanti come un martello pneumatico, gli ci vollero almeno dieci minuti per cominciare a farle cambiare idea e modi di agire.
All’improvviso comincio’ a dimenarsi e a godere come una cagna. Notata la sua reazione mi divertii a fare il bastardo e sfilare l’uccello dal suo sederino che rimaneva per un po’ dilatato, aspettare che questi naturalmente si richiudesse. per poi tornare a forzarlo sadicamente. Non dimenticai neanche qualche sculacciata ben assestata, tanto per scaldargli il sedere. Ormai Laura non capiva piu’ nulla e godeva a ripetizione senza ritegno.
Le feci cambiare posizione mi sdraiai sul dorso e la inviati a impalarsi di nuovo sul mio maglio. Nella nuova scena lei non riusciva a sottrarsi alla penetrazione se non per pochi istanti, usando i muscoli delle gambe.
Essendo pero’ molto stanca per lo piu’ si lasciava andare e rimaneva inchiodata fino alla radice. Una vera libidine per me. Lei voleva farmi godere al piu’ presto ma io non cedevo alla fine dette il suo posto a Cinzia che non aspettava altro di farsi di nuovo infilzare.
Laura invece si piego su di me per farsi leccare la micia e consolare il suo povero ano infuocato. Glielo leccai a lungo lenendo in parte il forte bruciore provocato dalla precedentemente intrusione.
Cinzia piu’ giovane e forte si agitava come un’ossessa sul mio pisello urlando frasi oscene:
"aahhhh si che bel cazzone, mi sembra di venire squartata da un cavallo, rompimi il culo siiiii piu’ a fondo siii". Laura fece in tempo a godere della mia bocca prima che io potessi venire. Cinzia godette e appena di accorse che ero in procinto di eruttare si levo dal mio cazzo e ando’ di spompinamento per bere tutto il succo della sua fatica. Dopo poche lappate venni ancora talmente copiosamente che gli schizzai tutta la faccia, le belle tettone, finendo il lavoretto proprio sulla lingua e sul palato.
La parte di crema fuoriuscita fu subito raccolta da Laura che si mise a lesbicare con Cinzia lappandola dalle tette e dalla sua faccia, le due non ne avevano mai abbastanza e giocarono un po’ prima di andare a riposare, dove? Ma tutti insieme nel lettone.
A tardo pomeriggio venne a svegliarci mio fratello che inquadro’ subito la scena, vedendomi sfatto distrutto ma felice insieme alle due porcone.
Dopo cena fu il momento di rientrare, lungo la strada mio fratello mi chiese i particolari di quel bellissimo capodanno, e dire che non era iniziato sotto i migliori auspici.
Uno cosi in effetti non mi e’ mai piu’ capitato, non ho mai piu’ rivisto ne sentito le due, ma conservo ancora oggi il loro stupendo ricordo (e anche le loro mutandine...a mo’ di trofeo).
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1
16 years ago
admin, 75
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Il diario di mia cugina
No, non e' la canzone di Elio, vi ricordate "mio cuggino mio cuggino", ma la storia di questa mia cuginetta alquanto disinibita.
Fin da quando era piccolina ha sempre manifestato un atteggiamento molto aperto e acuto nei confronti del sesso.
Tanto per inquadrare la tipina, vi raccontero' un aneddoto. Ero a casa sua per lavoro, all'epoca giravo per tutta l'Italia, e chiesi a mia zia di farmi una doccia.
Lei aveva 5 anni o giu' di li, e appena mi diressi in bagno lei mi chiese se poteva venire con me.
Io abbastanza imbarazzato le chiesi il motivo e lei disse che voleva vedermi mentre facevo la doccia.
Cosi buttai li una scusa dicendole se non aveva mai visto suo padre fare la stessa cosa e lei con la sua vocina candida mi rispose semplicemente:"si ma non e' la stessa cosa!"
Mi dissi ma questa siamo sicuri che abbia solo 5 anni, gia' vorrebbe stare a vedermi per notare le differenze tra me e il padre...mmhh promette davvero bene.
La mandai via ovviamente, non sono un pedofilo e mi hanno sempre fatto schifo queste cose.
Fatto sta' che il tempo passa e adesso la mia cuginetta e' diventata una magnifica ragazza di 18 anni, alta non meno di 1.80, mora, occhi azzurri e un fisichino niente male, con due belle poppe e un culetto sodo da urlo.
Perche' tutto questo preambolo? Per raccontarvi quello che ho letto un bel giorno sul suo diario personale. A 18 anni lo scrive come farebbe una ragazzina di 12 anni, ma dopottutto non e' che sia cresciuta molto di piu'. Lo so cosa starete pensando "non c'e' gioia piu' divina che farsi la cugina", no vi sbagliate di grosso, per me e' sempre rimasta la bambina di quando la tenevo in grembo appena nata e non riesco a farmi venire le voglie che potete immaginare voi, a 35 anni potrei essere davvero suo padre.
Ok, ma cosa e' successo di cosi stupefacente da dovervelo scrivere in un racconto.
Niente di anormale se non che il suo ragazzo di oggi ha + o meno la mia eta', 36 anni e che ovviamente la sua famiglia non approva questo genere di rapporto.
Se fossi nei panni della sua famiglia molto probabilmente avrei gli stessi imbarazzi, ma sentite cosa scrive.
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I ragazzi della mia eta' non mi attraggono piu' di tanto e non riescono a darmi cio' di cui ho veramente bisogno.
Cosi dopo aver perso la veriginita' abbastanza in fretta con un coetaneo ho deciso di frequentare gente piu' matura, e in questo mi aiuta mio fratello maggiore che ha 32 anni.
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Tralascio tutte le varie vicende tratte dal suo diario per giungere alla situazione di oggi.
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Tutto filava liscio fino al giorno in cui ho incontrato Lui. Un bell'uomo, di 36 anni appunto, con un'ottima posizione, pieno di soldi insomma, che mi corteggia in maniera costosa e raffinata e che non mi fa mancare niente, nemmeno il sesso vero.
Andare con Stefano e' stata come avere di nuovo la PRIMA volta.
Mi sono stufata dei miei coetanei, stupidi con ancora la testa vuota, e soprattutto privi di esperienza sessuale. Loro pensano solo alla partita della squadra del cuore, a sparar cazzate con gli amici, e a farsi fighi davanti a me e alle mie amiche.
Cosi quando ho conosciuto Stefano, qualcosa mi si e' smosso nello stomaco. Fin dai primi incontri era galante, mi trattava da donna e non da ragazzina, mi ascoltava e sembrava interessato veramente a quello che dicevo.
Quindi ho deciso che non avrei fatto troppo la schizzinosa, ritraendomi davanti alle sue avances, insomma gli concessi quello che desiderava da me.
Il sesso con lui e' stato da subito un'esperienza fantastica e devo ammettere che e' stato centomila volte meglio della prima volta, quella vera. Voglio scrivere su questo diario come sono andate le cose, nella speranza che qualcuno lo legga e capisca che non sono la ragazzina stupida invaghita cosi per capriccio di un uomo piu' maturo e che a me sta' bene cosi. Ecco come e' andata quella volta.
Mi porto' in uno dei piu' bei ristoranti della mia citta', gia' durante la cena mi continuava a sfiorare, con gesti all'apparenza innocui, che mi infondevano pero' un gran calore.
Non mi faceva bere apposta, sapeva che avevo capitolato e che non servivano questi mezzucci da playboy da strapazzo. Avevo talmente voglia di lui che finsi di dover andare in bagno per levarmi le mutandine di pizzo comprate per l'occasione, ormai intrise dei miei umori.
Gli dissi quello che avevo fatto e lui strabuzzo gli occhi, lo avevo colpito, cosi quando gli dissi se voleva avere la prova, mi rispose di si con la lingua un po' asciutta.
Levai con noncuranza le mutandine dalla borsetta e le porsi a lui passandole sopra la tavola. Vidi un bagliore di imbarazzo e di lussuria quando con la mano prese la piccola pallottola di pizzo.
"Sei veramente una tipina stupefacente, mi hai davvero colpito, non vedo l'ora di portarti a casa". "Cosa aspetti allora?" gli risposi io di rimando.
Pago' il lauto conto senza batter ciglio e ci dirigemmo con la sua Mercedes cabrio verso casa sua. Durante il tragitto fece scivolare una mano su per la minigonna, e si delizio' di trovare la mia micina ancora piu' bagnata delle mie mutandine. Gioco' con lei sempre stando attento a non fare fesserie con la macchina e anche io misi una mano sulla sua patta per verificarne il contenuto voluminoso. Era divorziato e lo sapevo, ma non sapevo che era stra-ricco, anche se dai modi, dalla macchina e dalle informazioni che avevo avuto sul suo conto da mio fratello avevo immaginato qualcosa.
La casa era una maestosa villa appena fuori dalla citta', immersa in un giardino lussureggiante, con un'immensa piscina e campi da tennis.
Era il giorno di permesso per la servitu' e in casa regnava un ordine e un silenzio che infondeva pace e serenita', ma avevamo entrambi voglia di rompere quella calma.
Appena entrati mi spoglio' con delicatezza ma con decisione allo stesso tempo.
Io fui piu' lesta di lui e appena fu' nudo mi inginocchiai e gli presi in mano il membro gia' duro come un palo.
Non avevo molta maestria, ma mi applicai a dovere e vidi che la cosa era di suo gusto.
Prima di tutto glielo manovrai a mo' di sega su e giu' scoprendo il glande congestionato, palpandogli nello stesso tempo “i gioielli di famiglia”.
Stava per chiedermi di baciarglielo ma anche qui fui piu' veloce di lui.
Imboccai la cappella, in realta' senza sapere bene cosa fare, cosi lui mi suggeri' di leccarlo come un cono gelato. Non era il mio primo bocchino, ma i miei precedenti cavalieri mi erano sempre scoppiati in mano dopo il primo colpo di lingua.
LUI invece sembrava arrapato ma cosciente di quello che succedeva. Allora mi spinsi a succhiarglielo come avevo visto su alcuni giornaletti di mio fratello, tentando di ingoiarne il piu' possibile. Aveva proprio un bel odore, non saprei definirlo, forse un mix di feromoni che mi faceva letteralmente avvampare.
Quando Stefano capii che stava per venire mi fece rialzare e mi fece accomodare di schiena su un divano del soggiorno. Per prima cosa mi lecco' sapientemente la micia, disegnando con la lingua tutti i contorni delle grandi e piccole labbra, per poi soffermarsi con rapidi e precisi colpetti sul clitoride eretto.
Mi dono' il mio primo VERO orgasmo, cosi, semplicemente con la sua lingua, che ripuli tutta l'area dagli umori copiosi che sgorgavano.
Mentre l'onda dell'orgasmo scemava mi lecco' anche tutta la zona perianale, divertendosi a mettermi la lingua anche nel buchino, l'unica cosa vergine di me fino a quel momento.
Sempre con calma mi prese in braccio sollevandomi senza alcun sforzo come se fossi di paglia, e mi porto' in camera da letto.
E che letto, un enorme letto a baldacchino, piu' grosso di uno matrimoniale, tutto pieno di cuscini come era in voga nel passato (forse).
Mi poso delicatamente sulle lenzuola che sapevano di pulito (e di lui) e prese a succhiarmi uno per uno tutti i cm della mia pelle. I piedi, che bacio' come se fossero di porcellana, le gambe, il pancino (animato da un debole respiro) le mani le braccia, il collo le orecchie, la bocca, la schiena.....nulla fu lasciato senza il tocco delle sue labbra o della sua lingua.
Trascuro' per il momento, come se il mio orgasmo lo avesse calmato, la zona dei genitali, per buttarsi a capofitto sulle mie tette. Quando prese in bocca un capezzolo, stringendo tra le dita l'altro, ero allo sfinimento e la voglia di lui era ricresciuta come se il piacere di pochi minuti prima non potesse intaccare il desiderio del suo corpo.
"Prendimi ti prego" gli sussurrai delicatamente in un orecchio, a quella proposta vidi che il suo membro ebbe un sussulto come se fosse stato attraversato dalla corrente elettrica.
Manifestando ancora un controllo da eroe (mi stavo forse innamorando??) potei vedere come il suo membro stillava densi umori, ma quello era l'unico segno indicatore del suo stato di agitazione, per il resto i suoi modi erano calmi e misurati.
"Dai non resisto scopami che non ce la faccio piu'" dicendo cosi lo invitai stendendomi sul dorso in mezzo al letto e allargando al massimo le gambe.
A questo punto cambio' faccia e modi di fare, si avvicino' a me brandendo il suo randello (non ho una esperienza da pornostar, ma valutai che era un bell'attrezzo sui 20cm) e appena appoggiato il glande al mio orifizio me lo schiaffo' tutto dentro senza pause.
Ero talmente bagnata che invece di un grido di dolore, lanciai un grido di sopresa, sentendomi trapanata di brutto, e lo terminai con un gemito degno di un'attrice consumata (ma non stavo fingendo neanche un po').
"Non mi sembra di averti fatto male, anche se sei strettissima e me lo fasci come un guanto, sei molto bagnata, e ti ho fatto solo del bene, vero?" mi derise lui, e anche se sono una persona spiritosa gli risposi di darsi da fare.........non male eh?
Dopo una simile risposta non pote' fare altro che intavolare un vai-e-vieni da paura, mi sentivo il suo arnese fino in gola e quando usciva la mia fichetta (al dire il vero un po' dolorante) si sentiva "vuota" e lo reclamava a gran voce con osceni suoni di risucchio.
Ma dove la prendeva tutta questa resistenza, per poco prima non veniva nella mia bocca e adesso erano gia' passati 15 minuti e non ne voleva sapere di venire?
Io ero al mio secondo orgasmo e lui non era minimamente stanco, non vorrei fare confronti ma rispetto ai ragazzini delle passate scopatine, questo era da fantascienza......
Cosi mi giro' e comincio' a trapanarmi a pecorina con potenti e precisi colpi di maglio, quando senti' le pulsazioni della mia fica, annunciargli l'imminente terzo orgasmo, venne finalmente in me con rauchi gemiti di piacere, mentre nel mio ventre arrivarono dei fiotti di sperma tali che mi sembro' per un momento che ad eiaculare non ci fosse piu' lui ma un cavallo (meno male che e' un anno che prendo la pillola...ehehheheh).
Per farmi riprendere dopo pochi minuti mi propose una doccia e io acconsentii volentieri per darmi una rinfrescata (in tutti i sensi).
Finita la doccia in cui continuammo a scambiarci baci e carezze un po' ovunque, mi porto' sul tappeto davanti al camino (spento eravamo in estate.....si lo so e' romantico ma avrebbe reso l'atmosfera un po' incandescente, non trovate?).
Li mi mostro' che il 69 non e' solo l'anno dello sbarco sulla Luna, ma una posizione ottima per il sesso orale. Mi misi sopra e lui comincio' di nuovo quel lavoro estenuante di lappate e di baci alla mia topina, ancora un poco indolenzita per l'assalto subito. Io invece mi dedicai al suo uccello che sembrava non risentire della fatiche. Lo ingoiai piu' che potevo, sentendomelo scendere giu' in gola.
Mi fece di nuovo venire (ed eravamo a 4, piu' di tutti gli orgasmi messi assieme con i miei precedenti flirt.........) ma lui imperterrito non ne voleva sapere di ammainare la bandiera.
Girandomi mi bacio facendomi sentire il mio forte odore muschiato, sintomo di un orgasmo ben riuscito.
Girandomi a carponi mi lecco' per benino tutto il forellino anale dicendomi "voglio fare mio anche l'ultimo dei tuoi gioielli, ti va?", e mentre lo diceva mi ficcava, tanto per farmi capire, un dito nelle profondita' dei miei intestini.
"Ahhhh brucia amore, e poi mi farai male con il tuo enorme cazzo". "Si parlami cosi, mi piace quando dici le parolaccie" mi incito' Stefano" comunque se non vuoi facciamo un altra volta" disse continuando a sondarmi mentre con l'altra mano stimolava il mio clitoride ipersensibile dopo tutto il piacere provato.
Dopo pochi minuti di questo lavorio, mi accorsi di spingere il culo verso il suo dito come per autoscoparmi, e questo fu' il segnale che mi ero abituata all'idea di farmi “usare” anche li', cosi lui aggiunse un altro dito e poi un altro ancora, finche' riusci a slargarmi per bene.
Si porto' dietro di me e con fare un po' sadico mi sottopose ad un rituale del tipo:
prima una leggera passata di uccello in tutto il solco, appoggiandomi il glande alla fichetta. Poi una leggera penetrata nella stessa, per inumidire l'attrezzo, poi un'altra passata, una finta di appoggiare l'enorme fungo al mio culetto che tremava dalla paura.
Non so' per quanto mi inflisse questo giochetto, mi ricordo solo che ad un certo punto cominciai ad implorarlo di incularmi:" dai ti prego prendimi non resisto" e lui zitto.
Allora io con voce un po' piu' forte:" hai capito dai inculami, non ci riesco a stare al tuo gioco" ma lui niente.
Finche' ad un tratto sbottai urlando:" ALLORA BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA TI DECIDI A SCHIANTARMELO NEL CULO, SI O NO?".
Era quello che voleva, desiderava che gli chiedessi di agire in maniera sboccata.
"Si mi piace sentire una ragazzina per bene come te bramare per essere posseduta e sfondata come la piu' sfondata delle puttane", disse mentre cominciava ad appuntare la punta violacea del suo cazzo al mio buco indifeso.
Mi mise con calma solo la cappella e non sentii alcun male (oddio un po' di bruciore lo sentii...). Poi attese un attimo per sentire il muscolo anale che si rilassava al passaggio del nuovo intruso, in seguito comincio' a spingere per piantarmi nelle viscere tutto quel palo di carne pulsante.
Quando sentii il suo pelo farmi solletico sulle natiche capii che ormai di vergine avevo solo le orecchie, ma che me ne fregava, ero contenta, ero in grado di soddisfare pienamente un uomo, ero bella piena come sempre avevo sognato nei miei pensieri.
Venni strappata a queste considerazioni dal suo imperioso va-e-vieni e dal suo altrettanto categorico "e adesso sgrillettati da sola per alleviare le sofferenze che ti infliggero'".
Cosi mi toccai come una ninfomane mentre lui accellerava e accellerava il ritmo, piantandomi nel retto il suo palo infuocato. Persi il conto degli orgasmi (10 20 non so...) quando ad un certo punto le mie ultime contrazioni lo fecero venire con un ruggito da animale. Fiotti densi colpirono con una forza bruciante l'interno delle mie mucose brutalizzate...poi il tutto scemo' cosi come era arrivato e mi adagiai' immobile con lui che mi abbracciava da dietro.
Aspetto' che si ritirasse per non farmi male, anche se insieme agli umori che colavano dal mio culo, lui noto' un filino di sangue.
Quando me lo disse mi finsi arrabbiata "mi hai rotto il culo, sei un bastardo" ma intanto ridevo, non riuscivo a prenderlo per il culo, cosi scoppiai a ridere come una matta e lui con me.
Ragazzi che goduta, questo si che e' sesso.....adesso caro diario ti lascio perche' e' tardi, domani devo andare via con Stefano per un weekend, chissa che fuoco e fiamme, la mia topina e' gia' in subbuglio....si la mamma rompe perche' non vorrebbe, ma forse non si ricorda piu' cosa vuol dire avere 18 anni e sentire il sangue che brucia nelle vene come se fosse lava incandescente eppoi Stefano.......... lo amo, si lo amo oddio ho scritto che lo amo, adesso mi sento meglio...per il futuro vedremo, io vivo il presente e del futuro non mi frega proprio un bel niente (e fa' pure rima).
Allora caro diario a lunedi cosi potro' raccontarti del fine settimana.
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Avete capito la mia cuginetta???
9
4
16 years ago
admin, 75
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Rosso, luci, ombre sulla mia pelle...
Messaggio in arrivo
Lui desidera la propria schiava al Suo cospetto per una Sessione
Il mio cuore accelera i battiti
e mi ritrovo in un'altra dimensione:
la nostra
Un mondo tutto nostro creato, voluto da Lui e plasmato su di me, Sua schiava
Leggo le Sue disposizioni e,
come sempre, percepisco la mia nudità.
Sono solo pelle
non importa il vestito
non importa il trucco o le scarpe:
la mia nudità mi attraversa per raggiunge il profondo della mia anima.
Avverto forte la Sua presenza ovunque
Percepisco le Sue mani
ne sento la voce
le sensazioni sulla mia pelle
nella mia anima
Le temo, le invoco
e questi pensieri rendono fluidi gli umori delle mie intimità
Le sento sciogliersi e farsi desiderio, farsi voglia che affiora
e l'Ordine,
la Domininazione
lo Sguardo
la Voce
la Punizione
il "nostro gioco"supera e prevarica l'atto sessuale in sè
e ne diventa fusione unica ed indivisibile
Mi preparo ed ogni mio movimento è sottomesso e umile
Sono molto concentrata come se Lui fosse presente
Sento di essere osservata, non posso ignorare la Sua presenza in me
ed intorno a me: sono la Sua schiava, Lui mi possiede
Il mondo intorno scompare e diventa uno sfondo opaco
di un primo piano vistoso, dominante, pressante:
l'urgenza di offrirmi totalmente a Lui e diventarne Offerta
E ne pregusto l'evento
e ne pregusto la gioia pur nell'evidente tremore
sulla mia pelle, nella mia carne, in me
Sono pronta
pronta a prendere la mano che Lui mi offrirà
che forte mi reggerà
o forte mi colpirà
So per certa la Sua presenza
non serve altro
Il dove, il come, il quando sono solo piccoli particolari
Parto,
sono pronta
ogni cellula del mio corpo vibra, trema
è pura ansia
è aspettativa
è Lui...
Presto sarò al Suo cospetto
alla Sua presenza fisica
che anelo come quella mentale
dove Lui è sempre presente
Dove Lui alberga
Dove Lui scava a lungo a fondo...
Sono al posteggio
il luogo, l'ora dell'appuntamento: sono puntuale
Tutta l'auto profuma di me
tutto l'abitacolo trasuda sottomissione
L'attesa
lenta
snervante
vibrante
Lui arriva ed accende in me la fiamma del desiderio:
essere a Lui sottomessa, subito
percepire il dolore..una necessità fisica
sentire l'ordine imposto...
Tutto diventa urgenza
Salgo sulla Sua auto
Il viaggio è breve ma eterno come ogni attimo,
come ogni metro percorso, come il ritmo del mio respiro lieve e silenzioso
Percepisco che il gioco lo eccita, lo stimola, lo carica...
soffro della mia agitazione ma la mia sofferenza ha senso d'essere in Lui
Mi informa che l'appuntamento per la sessione è saltato
e, quindi, il programma subisce un cambiamento
Ma sarà molto piacevole per v.
una sorpresa che mi piacerà molto, conclude
Posteggia
cambia strada
cambia posteggio
entriamo in un bar
Consuma calmo il Suo caffè
Attendiamo ancora in macchina...
Si sposta
Attende
Risponde al cellulare...
Sento che l'attesa mi snerva oltre il sopportabile
sento la fiducia in Lui totale
temo e desidero...tremo, vibro...
Finalmente mi fa scendere dall'auto
e dopo pochi metri una porta all'interno di un piccolo vano ed una scritta: Privè
Lui pigia il campanello e lo scatto rumoroso della serratura mi scuote improvviso
Non sono mai entrata in un Privè e Lui lo sa...
Privè.
Privè, donne, uomini...
Privè speranza di una donna
Privè, speranza di un corpo di donna...
pelle morbida, colline in cui smarrirsi
Il desiderio assopito, coccolato e cullato da tempo dentro di me
improvviso emerge ed esplode....
Entriamo
buio
scuro
opaco
rosso
intenso
silenzio
voci soffuse intorno...
Un forte impatto emotivo mi invade,
mi riempie
percepisco la presenza di Lui,
le Sue vibrazioni
Le vibrazioni dell'ambiente
Dopo un giro per le varie stanze
mi fa sedere su un divano nella sala con il grande schermo
in cui scene di sesso esplicito scorrono accompagnate da soffocati gemiti
Ho bisogno di Lui per reggere le mie emozioni
Ho bisogno del collare
di inginocchiarmi
di essere calpestatas
chiaffeggiata da Lui
Ho bisogno del nostro gioco
Il luogo non è adatto ma la mia necessità è anche la Sua...
Mi accompagna in un minuscolo salottino vuoto,
mi fa sdraiare e mi calpesta premendo forte con i Suoi piedi sulla mia schiena
Oh immensa gioia...sorriso sulle labbra, nella testa, nel corpo mio di schiava
e poi appoggiata sulla poltrona
la gonna sollevata ed il Suo Amato Scettro
dentro nel culo e poi nella bocca
e poi ancora nel culo e nella bocca....
godo come cagna e trattengo a stento gemiti di piacere
Si blocca
Mi fa ricomporre
Mi ordina di fare un giro per le varie sale buie,
rosse,
opache,
soffuse,
silenziose...
da sola.
Ho il collare al collo.
Ritorno nel salotto col grande schermo, accanto a Lui
Attesa
donne al bar su alti sgabelli
desiderio
seni esposti
morbidi
pieni
gambe nude,
tacchi alti
rosso opaco,
buio....
desiderio folle
lenta attesa.
Poi qualcuno si sposta,
Sale le scale
altri si muovono lenti,
riflessi di rosso sulla pelle
tutti in una grande stanza,
poi piano, nudi, sul grande letto
Il grande letto in penombra
dove il desiderio domina i gesti di ognuno
dove ne attendo l'ordine seduta sul bordo
dove il mio desiderio si avvera
dove Lui mi permette di toccare la pelle chiara di una donna
Lui...
mi volto
è in piedi
è alto
possente,
dominante
è nudo
tutti possono vederlo
tutti,
non è più mio,
mio esclusivo corpo da adorare e guardare in pareti che ci racchiudono
Tutti possono vederlo così ed io ne sono gelosa
Gelosa degli sguardi altrui sul corpo del mio Padrone...
Lui si masturba lento, fissandomi
Tutti possono vedere, guardareLui, l' Amato Scettro
non solo mio,
non solo dei miei occhi ma di tutti gli sguardi che vogliano lì posarsi....
Lui...
Sovrasta
tutto domina
e vede il mio culo in primo piano
il mio culo da penetrare
il mio culo per il Suo godimento...
Anche davanti a me c'è un culo
culo di donna
e due gambe
gambe di donna
e due piedi avvolti in sandali neri dai tacchi alti
e profumo,
profumo di donna
Qualcosa va oltre la schiava
Il desiderio si fa necessità
la mente si annebbia
e scordo per un attimo l'appartenenza a Lui..
Desidero il corpo di una donna,
desidero il sesso di donna e lecco avida
senza chiederne il permesso a Lui.
La mano di Lui che mi strattona per il collare
La mano di Lui che tira i miei capelli
la mano di schiava che cerca avida luoghi di piacere in altrui corpi,
femminili corpi....
Due donne
luce rossa che si riflette sulla loro pelle
creando suggestioni
buio sulla pelle a creare ombre che accarezzare curve...
Desiderio folle....
desiderio forte
desiderio che si fa lamento
desiderio che si trasforma in spasmo...
La scena sbiadisce,
tutto si arresta piano dopo l'amplesso, si placa
Lui va in bagno
Sono disorientata
barcollo
Cerco equilibrio dentro la schiava in me
Mantenere, ricomporre la linea di mezzo non è facile
Vorrei urlare il mio disagio
Il mio posto non è seduta sul letto
ma a terra
prostrata
con il capo rivolto nella direzione dove Lui tornerà a me....
Sono paralizzata sul letto in ginocchio
immobile
respiro appena e scandisco i minuti dell'attesa
Lui rientra in stanza ma la propria schiava gli gira le spalle....
Il Suo sguardo mi trapassa
La donna accanto a me sul letto cerca lo sguardo di Lui
lo stomaco mi si chiude
ho uno spasmo
Lei chiede muta spiegazioni, le cerca nel Suo sguardo...non comprende
L'atmosfera è di attesa, silenziosa...le poche parole informali.
Lui conosce il mio disagio
e non vi è nulla da spiegare...
Non a noi.
Lui è tornato
Sono serena
Sono felice
Sono orgogliosa del mio Padrone e felice in Lui
I metri del rientro,
metri felici
i minuti
minuti felici
metri, Km, minuti, ore felici....giorni felici in Lui
schiava felice....
Grazie mio Padrone A.
v. {A}
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1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
Una vacanza diversa (bis prevedibile)
C’era quel caldo che rendeva insopportabili i vestiti, l’idea di essere capitato in quella strana famiglia iniziava a rendere Antonio un po’ più disinibito, così accettò di buon grado l’invito di Roberta ad aiutarla nelle faccende domestiche, non era proprio riconoscenza per l’ospitalità quanto più che altro speranza che fosse successo qualcosa di eccitante. E naturalmente non si sbagliava…la padrona di casa si presentò nuda sotto un lungo vestito di cotone bianco che lasciava davvero poco all’immaginazione di un corpo che peraltro lui aveva già conosciuto. Dai movimenti di lei ci mise poco ad accorgersi che non aveva le mutandine e ritrovò con lo sguardo furtivo il folto pelo fra le lunghe cosce abbronzate, vedeva ogni tanto anche la vulva e la scollatura arrivava proprio alle areole dei grossi seni, ai capezzoli gonfi di quella donna sempre in voglia. Era molto eccitato dallo spettacolo e ovviamente ce l’aveva duro, era tutto sudato e con le mutande bagnate. Dopo un po’ di pulizie fu come al solito lei a rompere l’imbarazzo mettendogli le mani sulle chiappe, abbracciandolo e palpandolo vogliosamente. Il ragazzo sentiva contro la schiena la sua figa gonfia. Provò a dire qualcosa ma lei lo interruppe “su su, mi hai già vista in bagno ieri..” Antonio ammutolì aveva voglia che continuasse e paura che arrivasse qualcuno. Interpretando i suoi pensieri lei lo voltò e lo spinse su una poltrona. Aveva già la figa all’aria, il vestito aperto e i grossi seni gonfi di desiderio. Antonio non osava muoversi. Fu lei ad accarezzarsi la figa proprio sotto il suo naso, cercando di spogliare anche lui. E accarezzandogli il petto gli avvicinava sempre più la figa alla bocca. “Dai lecca, in fretta prima che venga qualcuno, sei eccitato, guardati i capezzoli duri scommetto che hai duro anche il cazzo” e nel dire così ha abbassato la mano e l’ha insinuata sotto le sue mutande, era di marmo e ha allargato un po’ le gambe per farsi toccare bene. “Lo vedi..dai lecca..” “E se arriva qualcuno?” “Appunto dai sbrigati” gli ha spinto la figa sotto il naso e gliela ha passata sulle labbra. Lui apre la bocca e viene quasi soffocato da quella massa di peli e carne calda. Aveva una figa così grossa che non riusciva a tenerla tutta in bocca. Si sistema in modo che la donna potesse continuare ad accarezzargli il cazzo. Glielo stringeva, gli solleticava l’ano e Antonio aveva brividi dappertutto. Iniziò a passare la lingua intorno al grosso clitoride, sbavava era sempre più eccitato con il naso in mezzo ai suoi peli, annusando l’odore di sudore mentre la mano di lei ormai gli menava il cazzo automaticamente. D’improvviso si sentono i rumori tanto temuti, Antonio era impossibilitato a muoversi con la figa che gli copriva tutta la bocca ma la paura non gli impediva di continuare a leccare. “Non preoccuparti caro vai avanti” fu la risposta di Roberta ma il ragazzo scostandosi “Dobbiamo smettere ho paura” “No no ne ho troppa voglia…togliti le mutande voglio annusarti il culo”. La figa continuava a colare, era eccitata dal pericolo e lui pure. Scende tra le sue cosce, gli toglie rapidamente le mutande e si mette in ginocchio per leccarlo. Non riusciva a fermarla, il suo giovane cazzo l’aveva trasformata in una furia, leccava e succhiava sempre con più foga. La lingua gli avvolgeva la cappella, ci girava intorno, la mordicchiava. “Sai di buono, di maschio” gli solleva le gambe per aprirgli le chiappe e succhiargli anche l’ano. Lui tremava all’idea che arrivasse il marito ma nello stesso tempo desiderava che continuasse. Si vergognava di farsi leccare così, senza essersi lavato col caldo che faceva ma era esattamente questo che arrapava quella donna perversa. Roberta gli succhiava il culo, col naso schiacciato sotto le sue palle, poi gli ha dato un’ultima linguata fra le chiappe e si è rialzata. L’uccello del giovane era ritto e ancora più grosso. Appoggiandosi ad un bracciolo se lo è incollato all’entrata della figa appiccicosa. L’odore del culo di lui si mischiava a quello della vulva fradicia di lei. Si è strusciata l’uccello sul sesso, inumidendolo delle sue secrezioni e della saliva del ragazzo. Lui continuava a dirle di no sperando però che non gli desse retta. Il desiderio riprendeva il sopravvento doveva metterglielo dentro. Il suo grosso membro ha trovato da solo il buco ed è entrato in un colpo solo, fino in fondo. Scopandolo non poteva fare a meno di parlare per eccitarsi ancora di più. “Hai un buon odore di culo..mi piace il tuo cazzo. Sei molto peloso..mi piace…e le tue grosse palle…guarda come sono gonfi i tuoi coglioni…” e continuava ad andare e venire su di lui sempre più in fretta. Lui aveva il membro sempre più grosso ed era tutto sudato, anche i peli neri di lei brillavano di sudore. Antonio abbassa la testa per guardarsi tra le cosce, in mezzo ai peli vedeva il suo uccello luccicante di secrezioni che entrava e usciva, guardarsi scopare gli fece perdere il controllo, ora era lui ad affondare sempre più profondamente nel suo ventre, tutto dentro coi coglioni schiacciati sul suo culo. Lo sperma è schizzato in fiotti caldi nella figa di quella donna più grande e più porca di lui che si mordeva le labbra grondando di sudore. Aveva un odore forte. Si faceva venire dentro assaporando la verga che adesso scivolava lentamente fra le sue grandi labbra. Con una salvietta di carta si è tirata fuori l’uccello moscio dalla fica e glielo ha asciugato con cura prima di rivestirsi. “Bene non restare là così caro abbiamo da lavorare..” “Si signora” e intanto lei si passava una mano fra le cosce per toccarsi la figa in fiamme mentre il seme del ragazzo le colava tra le chiappe.
Per tutta la cena al tavolo c’erano stati sguardi imbarazzati ma anche divertiti, Antonio e Roberta si guardavano complici e sicuri l’uno dell’altra che avrebbero mantenuto il segreto sulla loro mattinata ma la più inquieta sembrava laura che cercava di attirare l’attenzione di Francesco e confermargli almeno con lo sguardo che quello che avevano fatto la sera prima le era piaciuto e che era pronta a rifarlo, già quella sera. Vederla così porca e disponibile aveva infiammato le fantasie dell’uomo che decide di approfittarne per osare qualcosa di più, così dopo cena mentre laura saliva in camera, sicuramente a prepararsi per un nuovo incontro in tre, Francesco prende in disparte il giovane fidanzato di lei per stuzzicarlo raccontandogli la grande scena di piscio che aveva messo in atto qualche sera prima con sua zia. Ancora una volta il ragazzo eccitato all’idea di ripetere l’esperienza anche con la sua laura sembrava titubante sulla disponibilità della ragazza ad arrivare a tanto, ma l’idea arrapava talmente i due uomini che valeva la pena provare. Raggiungono la fanciulla che li aspettava seduta in poltrona con le cosce già spalancate come un invito a saltare i preliminari della sera prima. Toccava a Simone invitare la sua donna a sentirsi a suo agio, chiedendole se era già pronta o magari prima aveva bisogno di andare in bagno, la ragazza non capì quella buffa richiesta e Simone dovette essere più esplicito sussurrandole che sarebbe stato molto contento se lei gli avesse permesso di assisterla mentre faceva pipì . Laura arrossì ma non disse nulla, voleva quei due uomini e sarebbe stata disposta anche a quello se necessario. Si capiva che già solo queste battute avevano indurito i due cazzi e non persero altro tempo. Simone in ginocchio le sbottonava la camicetta, lei si lasciava spogliare immobile. Le giovani tettine furono presto liberate e iniziarono i commenti pesanti dei due uomini sul suo corpo per eccitarla, era difficile stabilire se fossero più appetitose le tette o le chiappe della ragazza. Simone moriva dalla voglia di toccare e ciucciare le tette, toccandole la punta dei capezzoli sono diventati durissimi. Simone li ha succhiati e anche mordicchiati iniziando a gemere. Poi è passato a tirarle giù la gonna mentre le mani di Francesco accarezzavano i fianchi e le cosce della ragazza. La prima sorpresa della serata fu trovare Laura senza slip. Si era preparata per loro, aveva profumato il pelo della fighetta. Simone con l’uccello in mano sembrava impazzito, voleva scoparla subito sulla poltrona ma così avrebbe rischiato di rovinare il programma, Francesco interviene chiedendo diretto alla ragazza di fare pipì per loro. Lei confessò che doveva farla ma che andare in bagno in tre sarebbe stato sconveniente così optarono per una bacinella sistemata al centro della stanza. Simone la incoraggiava palpandole i seni e le chiappe. Francesco si era tirato l’uccello fuori dalla patta e lo strusciava per bene sul culo della porcellina. Il suo glande lasciava sulla carne morbida di lei delle chiare scie di umori. Per aiutarla ad accovacciarsi sulla bacinella Francesco le va dietro sostenendole le cosce con le sue e con l’uccello ficcato nel solco. Prendendole in mano i seni le poggiava il glande sull’ano che si schiudeva tra le chiappe aperte. Erano ben incastrati e tutti molto eccitati. L’uccello pulsava al caldo fra le chiappe e la cappella sollevandosi a scatti urtava contro l’apertura dell’ano voglioso di entrarci. Nello stesso tempo con la bocca incollata al suo orecchio le sussurrava pazzesche oscenità che lei accoglieva eccitandosi “Lo senti dietro? Sei la nostra troia in calore…il mio cazzo è nel tuo piccolo culino…ce l’ho duro sul bordo del buco che si apre…quasi quasi ti ci piscerei dentro…devi essere bella anche quando caghi….ora mettiti a pisciare se vuoi la sborra in mezzo alle chiappe….porca ti piace eh…dai fallo per noi”. Simone intanto a quattro zampe con la testa in basso osservava il sesso fra le cosce aperte della sua ragazza aspettando l’uscita del piscio attraverso i peli ma non arrivava niente. “è troppo eccitata, mettici le mani, aiutala” suggerì Francesco già esperto. Laura a conferma allarga le cosce al massimo e inarca il culo per spingere in avanti la figa. Anche Simone cominciò ad incitarla “dai porcona..libera la tua bella figa” e affondava le dita nei peli scostandole le labbra. E finalmente lei lascia andare tutto “piscia mia bella vacca”. La masturbava e lei contraeva il culo sull’uccello dell’altro uomo, “vai sul clitoride” consigliava Francesco e il ragazzo ci andò bello forte. Il getto di piscio si spandeva dappertutto inondando l’uccello e i coglioni di Francesco. Finita la pipì Laura restò in attesa della ricompensa sperata, dai peli colavano ancora delle gocce. Stava così immobile con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Simone con l’uccello in mano è stato il più rapido e le ha ficcato la cappella in bocca mentre si masturbava, a Francesco non restava che prenderla alla pecorina. Si sarebbe fatta certamente inculare ma l’uomo voleva provare la sua vagina calda di piscio. Simone gli venne in aiuto per la penetrazione tenendo lei per le tette mentre l’altro le sollevava le chiappe. Ora si trovava a quattro zampe con i seni pendenti, il busto all’indietro e le chiappe all’aria mentre i due la osservavano prima di ficcarle dentro gli uccelli. Simone era veramente fuori di se e glielo disse “sei diventata veramente una troia amore” prima di infilarle di nuovo l’uccello in quella bocca piena di saliva tirandole i capelli e scopandole la bocca. L’altro in ginocchio dietro di lei le ha fatto scivolare l’uccello lungo il solco e la fessura, fino alla vagina spalancata in mezzo ai peli. Sembrava molto più aperta della sera prima ed è riuscito ad infilarglielo dentro di colpo, fino in fondo. Lei aveva la bocca piena della verga del suo ragazzo e riuscì solo a gemere ma rispondeva ai colpi di cazzo davanti e dietro agitando il bacino fino a venire per prima. Naturalmente i due uomini non si fermarono neanche un secondo, ormai sapevano cosa potersi prendere da lei. Francesco tenendola ferma per le chiappe ci dava dentro a gran colpi, la sua figa profonda e accogliente lo inondava di secrezioni. E’ stato il turno di Simone che le ha sborrato in bocca mentre lei mandava giù tutto. Restava solo Francesco che eccitato come non mai le monta addosso e strizzandole i seni le schizza tutto dentro con un grido. Stremata dall’orgasmo laura crolla. I due maschi si guardano soddisfatti e complici. “E’ proprio una troia, sul serio, mi ha davvero stupito stasera”.
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1
16 years ago
joshina,
31/31
Last visit: 7 years ago
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La cara amica
Rientrato presto dal lavoro, solo in casa perche la mia compagna era a fare la spesa, mi preparai un casalingo aperitivo.
Suonano alla porta. Era Giovanna, la nostra ex vicina di casa che , venuta a ritirare la posta, aveva pensato di farci un saluto. I toni scherzosi della conversazione erano diventati sempre più spinti forse grazie al fresco prosecco. Ad una mia battuta mi risponde con uno schiaffo per poi scappare dalla cunina verso il salotto. La fermo per un braccio e sedendomi sul bracciolo del divano la costringo sulle mie gambe a pancia in giù: il suo bel culo fasciato dai jeans attillati si mostrava in tutta la sua magnificenza. Cominciai a schiaffergiarlo , inizialmente in maniera scherzosa , poi con sempre maggiore foga.
Lei per nulla infastidita cominciò ad urlarmi: sai fare di meglio!
Sbottonati con forza i pantaloni mi trovai tra le mani le sue natiche rosse e calde. Ricominciai a percuoterlo. Mentre si divincolava senza mai cercare veramente di liberarsi, uno schiaffo le colpi la passerina facendole emettere un gridolino di piacere. Gliela presi con la mano e sentii le mutandine che si erano inumidite. Nel frattempo lei aveva fatto scivolare un braccio fra le mie gambe e si era attaccata con forza al mio membro visibilmente eccitato nel pantalone grigio. Piacevolmente meravigliato della situazione che si era creata, senza indugio spostai le mutandine e la penetrai con decisione con due dita.
Scoprii così che Giovanna esprimeva ad alta voce il suo piacere, piacere che cresceva con il numero di dita che le infilavo nella sua bagnatissima figa. Era dilatata a dismisura e mi incitava a continuare; a questo punto la misi a cavalcioni sul bracciolo e mi dedicai al suo bochetto. Mi ritrovai con le mie mani che scopavano alternativamente la figa e il buco del culo mentre i suoi umori mi innondavano. Venne con un grido di piacer.
Si girò e mi guardò con la faccia arrossata e un sorriso di soddisfazione si stampò sulle sue labbra.
"Sei un maiale" mi disse con la voce roca.
Senza risponderle mi diressi verso il bagno per lavarmi del suo appiccicaticcio piacere. Mi seguì dandomi del porco bastardo e si sedette su bidet per rinfrescarsi. Mentre si lavava continuava a commentare il mio operato, io mi girai e prendendola per i capelli le alzai il viso. Il mio cazzo era lì, pronto per ricevere il giusto premio. Lo inghiottì con avidità mentre con una mano mi massaggiava con vigore le palle dure come il marmo. Le tappai il naso e il risucchio che ne ottenni fu strabigliante. Stavo per fenire e lei se ne accorse. Con un rapido gesto mise la sua mano tra le mie natiche e con assoluta disinvoltura mi infilo il suo dito indice nel sedere. Venni copiosamente nella sua bocca e lei non si lasciò scappare nemmeno una goccia.
Ci ricomponemmo e mi salutò: ti aspetto a casa mia per il secondo round!
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1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 3 hours ago -
La mia prima volta
Questo e' il semplice racconto della mia prima volta.
Avevo piu' o meno 17 anni e fino ad allora avevo avuto solo dei filarini.
Con i miei coetanei al massimo ci si baciava, ci si toccava un po' al massimo un po' di quello che oggi considerano petting, sesso manuale insomma....
Poi ho incontrato lui, Joe lo chiamero', piu' vecchio di me....ben 23 anni....e' strano come la valutazione dell'eta' sia sempre relativa.
Oggi infatti che ho varcato la soglia dei 30 ..avere 23 anni mi sembra essere giovanissimi, ma allora, poco lontana dalla maggiore eta', 23 anni mi sembravano una vita.
L'avevo conosciuto in disco..mi sembrava un ragazzo a posto e cosi si comporto'.
La prima uscita si limito' a baciarmi e a riaccompagnarmi presto a casa..prima di mezzanotte.
Ma entro breve divenne pressante...io forse ero innamorata, i suoi modi da uomo vissuto avevano conquistato il mio animo giovincello, convincendomi che non avrei resistito molto.
Cosi dopo un mese di pressanti richieste cedetti e andammo una sera di nascosto dai miei in un motel, meta ambita di coppiette ufficiali e non....
Direte voi che leggete, cavoli che fantasia o che romanticismo..ma dopottutto non avevamo la possibilita' di stare fuori di casa per un weekend e quindi ci andava benone anche il motel.
La sera a cena con i miei ero agitata, pensavo che mi si leggesse in faccia quello che volevo fare, ma tutto ando' bene...”dove vai mi chiesero” e io risposi “in giro con le amiche” e questo basto' per farmi uscire dall'imbarazzante domanda.
Scesi e lo vidi in macchina e mi parve piu' bello di un modello (e in effetti era bellissimo moro occhi verdi alto e slanciato.....insomma un fico)...io mi ero agghindata abbastanza sobria, per non insospettire i miei, ma sotto avevo un completino regalato da lui per l'occasione, tanga e reggiseno a balconcino rosso che metteva in risalto il mio fisico prorompente.
Ero anche impaurita di cosa si provasse. Le mie amiche mi avevano messo in guardia “guarda che quello punta solo ad una cosa”...”fa male”...”puoi rimanere incinta”...ecc ecc.
Ma io me ne fregavo, tanto prendevo la pillola per motivi medici quindi almeno questo rischio non c'era, non eravamo ancora in periodo AIDS e quindi non c'erano problemi di gravi rischi per questo tipo di malattie.
Comunque ero decisa, anzi non stavo piu’ nella pelle, volevo diventare donna.
Poco prima di uscire mi ero toccata la micina ancora inviolata e l'avevo trovata molto inlanguidita e umida.
Bene il momento era finalmente arrivato.
Ci dirigemmo nel motel che sarebbe stata la nostra alcova e lui si dimostro' molto calmo e compreso nella sua parte. Lo sapeva che non l'avevo mai fatto e questo lo inorgogliva e eccitava allo stesso tempo :il poter cogliere un fiore immacolato” aveva detto.
Appena giunti a destinazione mi apri la portiera della macchina, sbrigo' le facende del caso senza farsi troppo notare (dopottutto ero minorenne) e ci avviammo verso il nostro chalet.
Dentro era gia' tutto pronto con una specie di aperitivo. Mi fece bere un poco di vino, tanto per smollare le mie ultime resistenze, ma non era necessario.
A dire il vero il panico mi assali improvvisamente. Fino ad allora non avevo mai fatto nulla, non sapevo come muovermi, come accarezzarlo, si sapevo qualcosa dalle mie amiche piu' grandi che mi avevano detto qualcosa in materia, sapevo che gli uomini adoravano farselo succhiare.
Ma non sapevo come fare!!! Lui vide il mio imbarazzo e capii al volo il mio stato dicendomi di non preoccuparmi, avrebbe pensato a tutto lui.
Cosi dicendo si spoglio' mettendosi sdraiato sul letto col suo coso che pendeva gia' grosso e minaccioso.
“Accidenti ma questo mi rompe” pensai terrorizzata.
Non avevo mai visto un cazzo vero e proprio. I miei amichetti avevano tutti dei cosini che al confronto sembravano stuzzicandenti. Lui invece era bello anche da nudo, si bello come una statua greca, il mio bronzo di Riace.
Mi disse di avvicinarmi e di cominciare a strofinarmi su di lui ma ero impacciatissima. Cosi cambio' tattica, mi spoglio' lasciandomi solo l'intimo, mi stese sulle lenzuola e prese a baciarmi avidamente, avviluppando il mio corpo in una calda coperta di carezze....carezze che ebbero l'effetto di sbloccarmi.
All'improvviso si sveglio' in me un senso innato e cominciai ad esplorare il suo corpo come lui faceva col mio. Gli leccai piano piano il collo, i pettorali possenti i piccoli capezzoli scuri, gli addominali scolpiti, fino ad arrivare al suo sesso marmoreo, sempre meno timidamente mi avvicinai lo leccai come si fa con un "calippo", lui mi rassicuro' con lo sguardo e prendendolo in bocca per la prima volta....ne ricavai un piacere perverso.
Che sensazione strana e meravigliosa, il gusto acre e salato della sua eccitazione mista alla percezione di qualcosa di ovviamente vivo e pulsante, caldo e vibrante.
Volevo provare a cacciarmelo tutto in bocca ma fini solo per strozzarmi (che figura da sprovveduta)
Lui intervenne bonario, dicendomi che non era necessario e che era bello perche’ capiva che era la prima volta, e questo lo eccitava molto di piu’.
Il mio primo pompino non era andato a meraviglia ma visto il suo respiro via via piu' veloce capii che non gli dispiaceva.
Anche lui pero' era un essere umano e non riusci a contenersi e cosi venne eruttando il suo nettare prima in bocca e poi in faccia e sui miei seni.
"Brava sei stata grande, vieni ti do' una mano a pulirti" mi disse portandomi in bagno. "Non tutte la prima volta ingoiano" disse tutto enstusiasta, ma io non l'avevo fatto apposta, era successo perche' ero ignorante al riguardo. A dire il vero la cosa non fu spiacevole ma mi ripromisi di essere piu' attenta in futuro e di non farmi sorprendere. (eh si l’esperienza a volte e’ utile).
Tornati dal bagno mi fece stendere sulla schiena e comincio' a carezzarmi delicatamente, togliendomi quei pochi pezzi di stoffa ancora avviluppati attorno al mio giovane corpo.
Le mutandine erano visibilmente umide e questo mando una scarica nel membro di Joe, che grazie a questo comincio' a riprendersi. Si abbasso' sulle mie tette slinguandole con calma, prima il seno, poi l'aureola..mmhhh mi stava facendo impazzire avevo una voglia,
Volevo la sua bocca sul mio capezzolo teso (ma non avevo il coraggio di chiederlo, pe rnon apparire troppo sfrontata).
Fu' solo dopo lunghi ed intensi attimi di piacevole agonia, quando sentii i suoi denti che mi mordicchiavano teneramente la base del capezzolo, che lanciai un grido, ma non era di dolore bensi di piacere.
Joe si era fermato convinto di avermi fatto male ma io gli presi la testa e lo schiacciai contro l'altro seno invitandolo a ricominciare la sfibrante tortura.
Quando dopo una miriade di baci e bacini, giunse davanti al mio pube ormai ero un lago, e non ci vedevo piu' (non dalla fame come recita una nota pubblicita') dalla passione.
Ma lui era di diverso avviso, portandosi davanti alla mia micina madida di umori e mi lecco come nessuno aveva mai fatto, scavando in ogni piegolina del mio essere e strappandomi urla di godimento, tanto che mi fece venire.
Lo guardai con amore misto a residui del piacere appena passato e gli dissi candidamente “ma e’ cosi fare l’amore?”
"No”, mi spiego lui, “questo e' per metterti in condizione migliore per affrontare il resto e poi mi andava di farlo!!!” “e a ben vedere” continuo’ “sembra che ti sia piaciuto molto”
Certo che mi era piacuto, ma avevo, nella mia ignoranza, la sensazione che mancasse qualcosa.
"Dai stenditi sul letto che ho voglia di te" disse accompagnandomi ancora verso il talamo. Sempre baciandomi e sussurrandomi paroline dolci mi appoggio' il suo enorme arnese all'imboccatura della passerina, che lungi dall’ essere timorosa come la padrona, era gia' aperta e pronta a ricevere il nodoso inquilino.
In breve fu' dentro di me, solo un accenno di dolore quando mi lacero' l'imene, ma fu' come una flebile sensazione di bruciore.
Joe fu' talmente bravo da capire la situazione e si fermo' per il tempo necessario a permettermi di abituarmi all'intruso e poi inizio' un lento va e vieni che si protrasse per una 20 di minuti in cui cambiammo spesso posizione, con me sopra (che emozione cavalcarlo....) e poi anche a pecorina, posizione in cui venni per la prima volta in vita mia con un piacere davvero squassante...piacere che mi lascio' stordita e quasi miagolante.
Joe non era ancora venuto (che campione di resistenza) si ritrasse e prese a leccarmi con enfasi il buchino, l'unico buco rimasto ancora inviolato.
Dopo tutto quel piacere mi sembrava brutto opporre un netto rifiuto e cosi lo lasciai fare fino a quando con l'aiuto delle dita il mio buchino fu' pronto per l'assalto finale.
Per questo pero' mi mise appoggiata di schiena ad un tavolo presente nella camera, mi prese per le caviglie allargandomi per benino le gambe e ammirando ancora una volta la vista della mia patatina appena velata da un alone di rosso.
Ero pronta e lui lo comprese appoggiando il glande congestionato nel solco delle chiappe e prima che io potessi ripensarci affondo' in me quasi per meta'.
Comprendendo che questo tipo di penetrazione era sicuramente piu' difficile del precedente agii con ancora piu' cautela (Joe’ l’amante perfetto) spingendo piano in accordo con le mie inevitabili smorfie di dolore.
Dopo un po' prese a toccarmi il clitoride per alleviare la sofferenza e questo mi sblocco definitivamente. Il dolore scomparve subito sostituito dal piacere tanto che cominciai per quanto mi era possibile ad andare in contro al suo membro saldamente conficcato nelle mie viscere.
Venni nuovamente ma questo mi scateno' ancora un po' di dolore a causa delle involontarie contrazioni muscolari dell'orgasmo, cosi Joe usci da me e venne colpendomi col primo schizzo addirittura la faccia e poi imbrattando col suo seme i seni, la pancia e la micia spalancata.
Era il momento di fare una bella doccia, sotto il getto di acqua bollente ci scambiammo ancora efusioni e niente piu', troppe erano state per me le emozioni delle ultime ore, cosi pensammo entrambi che ci saremmo rifatti la prossima volta.
Una prima volta veramente da urlo, pensavo un quel momento di esaltazione, convinta di aver trovato l’uomo della mia vita.
Se fosse stato veramente cosi, ma purtroppo la verita' e’ tutta diversa.
Quella che ho descritto e’ il punto di vista di una donna...di come io avrei voluto che fosse la mia prima volta.
Nella realta’ le cose non andarono cosi....
La mia verginita' se la prese un cretino che non mi si filava per niente ma di cui ero innamoratissima in un contesto ben diverso e meno poetico..... in una cabina di uno stabilimento balneare in un giorno d'estate..ma dato che dicono che la prima volta e' unica....mi sono voluta creare questa fantastica storia......
Alla prossima
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4
16 years ago
admin, 75
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Incontro con imprevisto
Ciao mi presento sono Alberto, un ragazzo di Roma, di bell’aspetto e particolarmente malato per il sesso, ma in fondo chi non lo e’ di noi uomini.
Fin dalla puberta’ ho sempre coltivato l’interesse per le donne, che dalle nostre parti sono precoci. Ragazzine che incuranti dei problemi arrecatici, venivano a scuola con magliette aderenti, che faticavano a contenere seni prorompenti. Eh bei tempi.
Poi col passare del tempo i gusti si sono raffinati, passando da un’avventura all’altra, prima con donne sposate (e piu’ grandi di me) e poi una volta accasatomi, con le varie amanti del momento.
Ho detto ragazzo perche’ alla soglia dei 35 anni mi considero ancora super-giovane, per parafrasare un noto pezzo musicale (degli Articolo 31 mi sembra).
Giungendo al sodo e’ proprio bazzicando per le chat e annunci di sesso in internet, che venni a conoscenza di una single di colore, che voleva avere esperienze nuove.
Singola mica tanto dal momento che poi si parlava della sua “amica” (lesbica pensai io), che avrebbe solo assistito alle nostre effusioni.
La combine ando’ avanti per giorni, prima di fissare l’appuntamento con Selena (nome un po’ strano per una cubana).
Il grande momento venne finalmente in concomitanza con un viaggio della moglie, fatto per andare a trovare dei parenti lontani.
Quale occasione migliore? Chiamai dall’ufficio Selena, e le dissi che l’avrei portata a mangiare fuori.
Appena uscito dal lavoro, mi rimase giusto il tempo per passare da casa, una doccia (odio la sporcizia prima di un incontro galante) e via in direzione del luogo dell’appuntamento.
Mentre guidavo nel traffico della sera romana pensavo alle foto di lei. Una cosi non mi era mai capitata, alta e sinuosa come una brasiliana, ma altrettanto piena nei punti giusti. Un misto di dolcezza e sensualita’, che la facevano sembrare al contempo una ragazzina timida e una tigre del sesso.
Finalmente la vidi di persona, all’angolo della strada concordata.
Si era vestita proprio in sintonia con quello che avevo appena pensato, un vestitino leggero e corto da Lolita, i capelli neri raccolti in una miriade di treccine, uno splendore. Nessuna traccia come concordato della compagna Alina.
La cena fu’ piacevole e eccitante in quanto non riuscivo a staccare gli occhi da lei, dalle sue labbra carnose, dai suoi seni pieni ed invitanti, una vera DisneyLand del piacere.
Prima di uscire dal locale le chiesi di darmi le mutandine.
Per sfilarle dovette fare tutto con molta calma, per non farsi notare, ma visto la poca gente che frequentava il ristorante, la cosa non le fu’ troppo difficile. Le trovai gia’ abbastanza fradice di umori, che assaporai portando al viso l’indumento.
Dopo questo piacevole intermezzo uscimmo e ci dirigemmo verso casa sua.
Il tragitto fu breve ma ebbi la possibilita’ di accarezzarla, risalendo dal ginocchio fino alla passera, che trovai calda e accogliente. Aveva avuto l’accortezza di depilarsi lasciando solo un piccolo cespuglio in prossimita’ del monte di Venere.
Selena si lascio sfuggire alcuni gemiti mentre le toccavo il grilletto gia’ duro e sporgente dalle grandi labbra. Si metteva per il meglio.....
Arrivati a casa sua salimmo le scale, dove non persi l’occasione di ammirarla da dietro. Il mio sguardo (aiutato dal vestito corto) pote’ vedere la linea del sedere, stagliarsi sulle due piu’ belle gambe che avessi mai visto. Una statua!!
Gambe forti e muscolose, pensai, solo le nere se le possono permettere.
Entrati in casa decisi di rilassarmi un attimo chiedendogli con tono deciso di servirmi un drink. Lo gustai mentre lei si toglieva i pochi abiti che aveva indosso. Rimase solo con le autoreggenti dal momento che il seno, una quarta, non necessitava di sostegno alcuno (non aveva secondo me piu’ di 20 anni).
Mentre fini il drink le chiesi delle banalita’, tanto per far finta di essere superiore alla sua vista, e per calmarmi un pochino. Le sarei zompato addosso istantaneamente, ma ho sempre creduto che una certa classe (o stile se preferite) faccia sempre la sua bella scena con una donna, anche se sconosciuta. Scopri di conseguenza che lei e la sua fidanzata (brasiliana) erano in Italia da poco meno di un anno. Lei lavorava come cameriera in un ristorante, cosi come Alena. Erano scappate dai rispettivi paesi pensando di poter cambiar vita, ma si erano dovute scontrare con l’altissimo costo della nostra societa’ e presto sarebbero dovute partire per la Germania, per andare da parenti che le avrebbero aiutate.
Quindi non l’avrei piu’ rivista, e dentro di me gia’ sapevo che non l’avrei dimenticata tanto facilmente.
Selena in effetti sapeva muoversi bene ed insceno’ una specie di danza afro-cubana, con movenze che avrebbero risvegliato il desiderio in un morto.
Con un ultimo movimento si libero’ anche delle calze e rimase nuda davanti a me.
Vidi che aspettava un cenno per continuare e io le ordinai di venire verso di me muovendosi come una cagnolina.
Lei acconsenti immediatamente e scivolo’ sul pavimento fino ad arrivare con la testa all’altezza della mia patta, che slaccio’ mettendo a nudo la mia verga, lungamente provata dalla permanenza in quel posto angusto. Comincio’ scappellandomela e subito si mise a suggere le prime goccie di piacere che imperlavano il glande infuocato.
Di colpo se lo infilo’ completamente in bocca facendolo scivolare lentamente fuori per poi rimboccarlo velocemente. Il contrasto tra i movimenti rapidi e lenti, oltre alla differenza di temperatura tra fuori e dentro mi provoco’ dei brividi di piacere intensi, e anche se nella stanza la temperatura non era elevata, provai una sensazione di caldo afoso.
Continuo’ cosi per circa 10 minuti, ma alla fine decisi che doveva essere ricambiata e con un gesto deciso tolsi a malincuore la sua bocca dal mio arnese, la feci stendere sul divano, sollevandole le gambe in modo da consentirmi di poter sondare sia la fica che il buchetto posteriore.
La sua fica emanava un forte aroma, con un nonsoche’ di selvaggio, un gusto forte ma al tempo stesso attraente. Tuffai il viso immergendomi nella sua femminilita’, e sondando tutte le pieghe della pelle, trapanandola con la lingua come se fosse un cazzo. Selena comincio’ ad emettere dei mugolii sempre piu’ accentuati quando le infilai un dito nell’ano, tastando il terreno per una futura inculata.
Dopo il dito passai alla lingua, umettandole per bene il buchino che si slargo’ naturalmente. Di certo non era la prima volta che riceveva quelle attenzioni.
Tornai a concentrarmi sul suo clitoride e Selena mi ripago’ con un orgasmo al limite del delirante. La cosa che mi lascio di stucco e’ che Selena venne praticamente come un uomo, inondandomi la bocca del suo miele, appena appena meno denso dello sperma.
Aveva appena smesso di godere che ecco vidi entrare Alena. Li per li rimasi di stucco in quanto mi aspettavo di vedere la solita lesbica maschiaccio con i capelli corti a zazzera. Invece chi mi si presentava davanti era la classica brasiliana da catalogo viaggi, mulatta tosta ed in carne con un sederino da urlo. Capi immediatamente dal vestiario inesistente di Alena, che la cosa era stata pensata a tavolino. Altro che lesbicona e guardona, questa qua’ voleva partecipare alla festa. Al solo pensiero mi venne ancora piu’ duro, quasi da star male.
Subito Alena si butto’ a capofitto su il mio povero amico bisognoso di attenzioni.
Vidi di sfuggita il piccolo perizoma che gli incorniciava quella meraviglia di culo e mi deliziai delle sue labbra. Alenia ne aveva succhiati di uccelli prima di diventare lesbica, era anche meglio di Selena, che comunque doveva aver imparato da lei, la tecnica era la medesima lunghe lappate lungo tutto l’asta fino alle palle e altrettanto rapidi affondi in gola.
Allungai una mano per cercare la passera di Alenia, visto che nel frattempo Selena le aveva tolto il tanga e sorpresa mi ritrovo in mano una verga durissima e molto piu’ grossa della mia.
Per poco non mi si smoscio, la botta mi aveva lasciato senza fiato. Nulla lasciava presagire quella novita’. Un culo stupendo, due tette naturali e sode e una voce flautata da vera dea del sesso.
Quindi altro che lesbicone, la mia cara Alenia era un viados, e per di piu’ dotato di una mazza di tutto rispetto.
“Ma come fai tanto il macho e poi ti formalizzi se invece della topa ho il topone?” mi rimbecco subito Alenia.
“Adesso facciamo un bel giochino, Selena te lo prende in bocca e tu lo succhi a me, ti sta bene? Se no puoi pure andartene senza scopare con lei, allora cosa dici ti sei imbambolato?”
Ci misi un po’ a connettere ma la voglia di trombarle entrambe era ancora ai massimi livelli e il mio cazzo svettava imperioso “si va bene” risposi in un fiato.
Mi accomodai in una poltrona e Selena incomincio’ di nuovo il suo lavoro infernale, Alena si avvicino invitandomi a prenderglielo in bocca.
Lei era depilata e la sua verga era mostruosa, avvicinai le labbra timidamente e fu lei a forzarmi l’ingresso con foga spingendomi l’uccello in gola.
Mi sentii soffocare, non avevo mai fatto un pompino in vita mia e lei ci andava sul pesante, fortuna che capi’ questo mio stato d’animo e rallento’ facendomi fare come volevo.
Lo assaporai, imitando Selena, con lunghe slinguate sulla cappella e sull’asta e dopo poco tempo nonostante l’inesperienza vidi un espressione di piacere dipinta sul volto di Ale (che come nome dopottutto era piu’ azzeccato).
Selena mollo’ per un attimo il mio cazzo e discese ad umettarmi e lapparmi l’ano.
Provai un piacere animalesco nella cosa e compresi che quella sera avrei perso la verginita’ posteriore.
Ale mi sborro senza ritegno in bocca lasciandomi a gustare il suo nettare come la piu’ consumata delle mignotte.
“Ma guarda come gli piace la sborra a questa puttanella, dai che adesso ti rendo donna per la prima volta”, cosi dicendo mi giro’ sul divano a pecorina, mentre da sotto Selena continuava a leccare il mio arnese, alternando la sua bocca su di esso e sulla verga di Ale.
Il quale mi spalmo’ un gel fresco e lubrificante sul culo e con un dito sondo’ l’apertura, poi con due, girandomele dentro per benino per allargarla un pochino.
Bruciava un poco ma Selena riusciva a placare il dolore con la sua bocca.
Quando si ritenne soddisfatto del suo lavoro di preparazione Ale si unse l’arnese col gel. Un po’ per queste attenzioni, un po’ perche’ ci sapeva davvero fare, quando Ale entro’ non mi provoco’ un dolore pazzesco, almeno all’inizio, muovendosi con calma e aspettando che il mio intestino si abituasse all’intruso.
Quando pero’ comincio’ a muoversi piu’ guidato dalla foga che dalla ragione, un dolore abbastanza intenso mi colpi come un cazzotto allo stomaco.
Mi sentivo pieno e squartato allo stesso tempo, e in virtu’ della sborrata di poco prima, questo “limaggio” duro almeno 15 minuti.
In piu’ quella bastarda di Selena, si era sicronizzata al suo Ale e appena mi vedeva arrivare alla soglia del piacere si fermava lasciandomi solo e senza distrazioni dal maglio che mi scardinava le viscere.
Finalmente Ale venne inondandomi con un torrente di crema tutto il retto, liquido che placo solo parzialmente il fuoco che mi bruciava dentro.
Venni anche io rantolando come un animale ferito.
Ale aspetto’ un po’ prima di uscire dal mio culo, si fece pulire la verga da Selena, e potei notare un po’ di sangue.
Era giunto il momento di scopare Selena, cosi la feci mettere nella mia precedente posizione e mi lanciai in una sublime scopata alla pecora mentre Ale si riprendeva.
Tanto per rendergli la pariglia glielo schiaffai subito anche in culo, bello stretto e caldo, e dopo molti colpi, sferrati con cattiveria gli venni nel retto con somma goduria.
Appena uscito Selena si giro e si mise subito a ripulirmelo per benino, succhiando in resti del mio e suo piacere.
La cosa mi riporto’ in poco tempo in una superba forma al che mi venne l’idea di fare il culo anche ad Alenia, cosi gli ordinai di sbocchinarmi, mentre Selena preparava il suo culo abituato a questi assalti, con lunghe leccate.
Alenia traeva piacere da queste pratiche e non era sicuramente la prima volta che lo pigliava didietro.
Ale abbe un’idea geniale, fece rimettere a pecora Selena e in un sol colpo la inculo’ a fondo, dopotutto era rimasta dilatata dopo il rapporto con me.
In seguito mi invito’ ad entrare (a lei/lui non necessitava come gia’ detto il gel lubrificante), cosi glielo buttai di colpo fino all’elsa.
Ale ebbe un sussulto e per reazione si infilo’ profondamente dentro Selena che emise un gemito strozzato.
Alla donna sembrava di essere presa da un cavallo e piu’ io spingevo piu’ lei gemeva come se la stessero squartando.
Ale godeva anch’egli della mia mazza, che se pur piu’ modesta della sua e’ pur sempre un bel’affare.
La limata duro’ molto dal momento che sia io che Ale avevamo gia’ goduto diverse volte e questo fece raggiungere a Selena diversi orgasmi.
Per gli ultimi colpi mi avvinghiai alle tette di Ale, palpandole e strizzandole a piu’ non posso. Gli tirai anche i lunghi capelli neri, tanto per constringerlo/la a spingersi con piu’ vigore verso di me.
Selena distrutta dal piacere ci imploro’ di godergli in bocca a turno e sia io che Ale le inondammo le tonsille con il nosto godimento.
Mi feci una doccia prima di salutarle e di uscire, e me ne andai non senza aver chiesto ed ottenuto di rivederle, prima o poi.
Scesi in macchina e anche se un po’ dolorante ammisi che il tutto mi era piaciuto enormemente, anche se la serata aveva preso un “piega” strana.
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1
16 years ago
admin, 75
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Estate in riviera
Era l’estate del mio diciassettesimo compleanno e i miei avevano deciso di passarlo sulla riviera romagnola.
Affittarono per l’occasione una villetta in provincia di Ravenna, da alcuni conoscenti incontrati anni prima in un’ altra localita’ di villeggiatura.
Dovevamo stare li oltre un mese, per cui la presi con molta calma.
Le settimane passavano e avevo conosciuto un sacco di ragazzi e ragazze con cui passavo tutte le mie giornate tra scherzi e giochi da spiaggia.
C’era in particolare una tipa di Reggio Emilia, Barbara, che mi piaceva molto anche se non era la classica figona. era per cosi dire un tipo, ricciolino minuto e attraente con tutte le sue cosine al posto giusto.
Ci provai durante quell’estate, ma complice la mia relativa inesperienza non colsi al volo che lei era disponibile.
Cosi pensai che non le interessavo o che al limite gli ero solamente simpatico.
Fu’ cosi che venne in compagnia una ragazza di Milano, Elisabetta (ma amava farsi chiamare Elisa), molto procace e .....bona!!!
Elisa era proprio uno splendore di ragazza, sedici anni distribuiti su 1,70m di altezza, magra ma con un culo da far invidia ad una modella, gambe flessuose e lunghe, e soprattutto due poppe da 5° misura.
Era anche molto affabile e simpatica e per dirla in breve non se la tirava per nulla, anche se andando in giro per la spiaggia in mia compagnia, tutti i ragazzi si giravano a guardarla. Ci mettemmo insieme e furono delle giornate di stravolgimento. Ci imboscavamo di continuo in ogni posto, nelle cabine, di sera in spiaggia sulle sdraio al buio, pur di limonare e palparci, ma non andai mai oltre un petting, anche se focoso, e un po’ di sesso orale. Aveva due tette dure come il marmo di Carrara, solo come la sua giovane eta’ permetteva, e io non mi stancavo mai di palpare e di succhiare quei maestosi capezzoloni. Quando dovette rientrare a casa ben prima di me, lo sconforto mi prese e per un po’ non riuscì a pensare altro che a lei.
Il ricordo delle sue labbra sul mio uccello e del profumo della sua patatina mi martellavano di continuo il cervello e dentro di me mi dicevo che di li a poco c’avrei fatto l’amore. Ma sempre nella mia inesperienza non mi domandavo perche’ una si concedesse cosi alla grande, ma si impuntasse nel non darmela (era vergine va bene ma non mi aveva mai parlato di matrimonio e illibatezza e che cavolo avevamo entrambi 16 anni!!!).
Una sera me ne stavo li in spiaggia sul solito lettino dove mi infrattavo con lei, immerso nei miei pensieri porcelli, quando ad un bel momento mi si avvicino’ Barbara, vestita con un vestitino molto corto.... vabbe vestita per modo di dire..... diciamo piuttosto svestita.
Infatti sto’ miniabito lasciava scoperte abbondantemente sia le cosce che la scollatura da cui potevo intravedere l’inizio del seno
Feci per mandarla via, nel disperato tentativo di non “tradire” la mia Elisa, ma non so cosa mi impedi di farlo.
Le dissi di sedersi di fianco a me ma lei preferi appoggiarsi sul piattino che fa da base all’ombrellone e li stette a parlare di me e lei.
“Ma come se avevo provato per un mese a saltarti addosso e tu neanche un cenno di complicita?’”, la rimproverai, ma lei affermo’che aveva deciso di rompere gli indugi.
Sentivo un vago odore di femmina eccitata o forse era la mia immaginazione di maschio allupato e contento per la nuova prospettiva.
Ad un certo punto nella debole luce della spiaggia appena illuminata da dei lontani lampioni, tentai di frugarle con lo sguardo tra le cosce e il mio cuore ebbe un sussulto.
La tipa che tanto mi era sembrata una verginella non indossava le mutandine e quel piacevole profumo che sentivo era proprio quello della sua patatina, ormai vicinissima alla mia testa.
Feci per dirglielo e lei subito lesta mi bacio con passione ribaltandomi sul lettino.
Nel mio cervello un barlume della mia coscienza mi disse che stavo ragionando solo col mio uccello e che dovevo restare fedele a Elisa, ma subito un diavoletto gli rispose di andare a prenderlo ........in quel posto.
Mi attivai subito e passai a spogliarla senza tanti complimenti, ormai le parole stavano lasciando il campo ai fatti e sicuramente lei non avrebbe preso freddo.
Cominciai a leccarle le belle tettine (una seconda abbozzo’ la mia parte razionale) e vidi che lei rispondeva con deboli gemiti. Era molto eccitata e non tentava di nasconderlo.
La feci stendere e le stesi un tappeto di baci dalla bocca al collo, alle orecchie e piu’ andavo avanti e’ piu’ i suoi gemiti salivano.
Decisi che se non avevamo intenzione di farci arrestare per atti osceni in luogo pubblico dovevamo trasferirci altrove.
Lei era in albergo con le sue amiche, cosi si rivesti in fretta e furia e ci dirigemmo verso la sua camera. Avvertimmo le sue amiche di non rientrare fino a notte inoltrata e finalmente fummo soli.
Lei alla luce era ancora piu’ splendida con un’aurea perversa negli occhi. Dai primi palpeggiamenti avevo compreso che non era vergine e questo per me era importante, mi rilasso’ e mi permise di continuare l’opera da dove l’avevo lasciata.
La distesi di nuovo sul letto, le ri-sfilai quei pochi indumenti che aveva addosso e ripresi a baciarla.
Sapeva davvero il fatto suo anche in fatto di baci, le sue labbra erano morbide e vellutate, la sua pelle stupenda, e profumata di donna.
Ricominciai a tracciare un percorso di baci sul suo seno, che succhiai con passione, prendendole con i denti un capezzolo dopo l’altro. Lei gemeva sempre piu’ forte e non si conteneva, quando scesi sul suo pube, appena incorniciato di una leggera peluria nera (e riccia), le manco il fiato. Mi feci coraggio e mi tuffai a capofitto in quell’anfratto pregno di odori deliziosi. Leccai per benino tutta la sua patatina e lei mi ricambio con una serie di orgasmi fulminei, appena le succhiai il clitoride con la bocca.
Barbara volle ricambiare il favore, mi sdraio’ al suo posto e mi sottopose alla stessa tortura. Prima i capezzoli che succhio’ e mordicchio’ a lungo, poi il ventre dove mi mise la lingua nell’ombelico. Non ci stavo piu’ dentro e quando mi tocco l’uccello con un timido bacino per poco non le venni in faccia, ma mi trattenni.
Mi succhio a lungo e quando fu il mio momento non si scanso’ e bevve tutto fino in fondo.
Pero’!!! Mica male la mia timidona (o forse ero io il cretino a non aver capito niente).
Ripresomi dall’intontimento post-orgasmico tornai alla carica prendendo a esplorare il suo corpo che non mi era mai apparso cosi volluttuoso come in quel momento.
Nonostante me la fossi mangiata cogli occhi per un mese le sensazioni di vederla cosi discinta mi accendevano i sensi a mille.
Le frugai la fica che sbrodolava gia’ di voglia cosi mi feci avanti la posizionai alla pecorina e le affondai il mio arnese fino all’elsa in un sol colpo.
Cosi facendo le feci mancare il respiro, subito tramutato in un lungo sospiro di soddisfazione.
“E’ una vita che aspettavo questo momento ma tu non capivi mai quando era l’attimo da cogliere”. La frase per poco non me lo smoscio’, e questo mi fece sopravvenire un certo non so che di bastardo. Una sorta di voglia di rivalsa su di lei per avermi fatto fare la figura dello scemo, pur sapendo che l’idiota ero io.
Mi scansai e la misi accovacciata sulle mie gambe, cominciando a colpirla con la mano aperta sulle natiche.
Lei tento’ una debole protesta per il rude trattamento ma vidi che in fondo le piaceva.
Ad ogni colpo sussultava ma in poco tempo vidi che non provava piu’ a scansare le mie manate.
Nel breve volgere di una decina di sculacciate il suo candido culetto si trasformo’ in un mappamondo infuocato e delle lacrimone scivolarono giu’ dal suo dolce visino.
Per nulla intenerito le feci cenno di rimettersi a pecorina, le massaggiai le natiche piu’ che per lenire il suo dolore, per assaporare il tepore che emanavano.
Le introdussi cosi a freddo un dito nel culo e le comunicai che avevo intenzione di incularla. L’avevo intenzionalmente provocata ma anche stavolta non si ribello’ e anzi si allargo’ le chiappe arrossate con le mani per permettermi di lavorarle meglio il buchino.
Le umettai tutto l’ano facendola rilassare e usai i suoi copiosi umori per allargarglielo a dovere. Quando dopo non pochi sforzi riuscii a cacciarci dentro tre dita a cucchiaio, decisi che era pronta.
Era di nuovo tesa e ne approfittai, facendo scorrere l’uccello su e giu’ per il solco godendo come un pazzo depravato dei tremori e dei gemiti sommessi di lei, quando per caso mi avvicinavo al suo ano.
Senza volerlo contraeva i glutei aspettandosi da un momento all’altro il mio assalto.
Quando ancora la giudicai ben cotta cominciai a forzare il suo buchetto, ma non con foga come in precedenza, conscio del fatto che potevo farle male.
Lei non si lamentava o tentava di fuggire ma sentivo che le provocavo dolore dall’involontaria resistenza.
Dopo qualche spinta la cappella entro’ e con questa anche tutto il resto dell’asta, fino a che giunsi in fondo.
“Chiedimi di sfondarti il culo, zoccola” ma lei non rispondeva tutta concentrata su quel palo di carne che le stava sfondando i visceri, cosi per incitarla a rispondere ricominciai a colpirla con grossi schiaffi sul culo. Sorpresa da cio’ comincio’ subito ad urlare di smettere e che le stavo facendo male, ma incurante continuai a dispensare manate a tutto spiano. In breve il culo le torno’ di un bel rosso rubino, e il dolore si fece cosi’ insopportabile che mi chiese pieta’. La seconda battuta, giunta a breve distanza e sul sedere gia’ scaldato doveva farle un male tremendo cosi che finalmente mi disse:
”si, dai, Padrone inculami a sangue senza pieta”. Oh finalmente era quello che aspettavo, cosi gli artigliai le tette da dietro e menai fendenti con ritmo forsennato, strizzandole al contempo i capezzoli tra le dita, per farla gemere di piu’.
A tratti vidi dei rivoletti di sangue scorrere sul mio sesso ma lei ormai era scossa dagli orgasmi e aveva preso a sgrillettarsi alla grande.
Quando lei senti che ero arrivato al limite si giro’ e’ ripulendomi amorevolmente l’uccello mi spompino’ fino a farmi di nuovo venire nella sua bocca.
Una scopata fantastica, al paragone con le mie precedenti avventurette.
Il prologo di questa storia e’ triste e deve far riflettere.
Barbara non la rividi piu’, o meglio la andai a trovare tempo dopo, ma non ci fu piu’ il feeling provato in quella sera d’estate. La mia dolce e innamorata Elisabetta invece appena tornati a casa mi annuncio’ che aveva sbagliato tutto e che lei era gia’ fidanzata con uno piu’ grande di noi (un vecchio per me allora perche’ aveva 23 anni), e che mi voleva bene ma che non potevamo piu’ rivederci.
Al momento ovviamente ci rimasi male, ma almeno mi consolo’ l’idea che avevo comunque approfittato delle grazie di Barbara, senza pensare alla fedelta’.
Pensate se io facendo il bravo ragazzo, gli avessi detto di no, oltre all’amore perduto avrei perduto anche la possibilita’ di farmi una bella gnocca.
Una lezione importante per gli anni a venire.
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1
16 years ago
admin, 75
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Commessa in un negozio particolare
La commessa del negozio di sexy-shop
Volevo proprio un lavoro, accidenti come lo volevo, la laurea in psicologia me la potevo mettere anche nel...vabbe' sono una donna e certe cose non si dicono. Quindi quando mi chiamarono per un posto di commessa mi dissi che dopottutto che male c'era, era un lavoro onesto.
Cosi mi presentai e con mio stupore appresi che il lavoro era in un negozio un po' particolare...un sexy-shop!!!
Con il sesso me l'ero sempre cavata alla grande, non che avessi chissa' quale esperienza, ma ero portata per l'argomento, Di conseguenza, anche se un po' imbarazzata, accettai e mi recai al luogo di lavoro per la prima giornata di impiego.
Appena arrivata trovai Patrizia, una signora ben piu' anziana di me' che mi doveva istruire e poi andare nel suo negozio dall'altra parte della citta'.
La mattina la passai tra aggeggi (di cui ignoravo l'esistenza), dildi enormi, palline cinesi, biancheria intima super eccitante.......
Devo ammettere che mano mano che passava il tempo mi trovavo a mio agio e anzi, andando in bagno, trovai una macchia nelle mutandine, che voleva dire una sola cosa. Ero eccitata a bestia!!
E dopotutto questo nuovo impiego cominciava a piacermi.
La giornata, la prima, passo abbastanza banalmente, con i clienti affezionati a farmi complimenti per la mia avvenenza e competenza, come se avessi fatto sempre quel lavoro, fino a quando non entro' lui!!
Bello, ma non di quella bellezza assoluta, ma piuttosto di quel non so che' ...magicamente attraente......in poche parole....
Prossimo all'orario di chiusura, mi disse che si trovava nella mia citta' per lavoro e che voleva comperare un oggetto per la moglie che risvegliasse la passione un po' addormentata, tipica di una coppia di lungo corso.
Con una luce biricchina negli occhi lo stuzzicai chiedendo se preferiva della biancheria intima o degli attrezzi particolari, o ancora una video cassetta, ma lui sembrava imbarazzatissimo.
La cosa mi fece andare il sangue al cervello, e non solo!!
Infatti sentivo attraverso la stoffa dei pantaloni la micia sempre piu' umida, vogliosa e aperta tanto che mi sembrava addirittura di sentire l'odore della mia femminilita' diventare sempre piu' insistente come se LEI sapesse che di li a poco avrei fatto l'amore con quell'uomo.
Cosi gli dissi che gli avrei fatto una dimostrazione pratica. Lui scelse qualche indumento e lo invitai a bere un caffe' mentre mi cambiavo.
Indossai nell'ordine:
un paio di calze autoreggenti nere
scarpe con i tacchi (alte e nere lucide)
un body con fuori le tette
un minitanga trasparente (che faceva fatica a contenere le labbra tumide di piacere della mia patatina)
e sopra un velo di tulle trasparente..sempre nero....che faceva l'effetto vedo non vedo.
Con quella mise entrai in scena come su di un palco e per poco al mio cliente non ando' il caffe' di traverso.
Cliente
Io ero eccitatissimo dalla situazione, ma mantenevo un certo distacco,
forse dovuto alla timidezza o forse pensando che il comportamento della commessa fosse ingenuo e professionale.
Non capivo se lo stesse facendo per un eccesso di zelo o perche’ mi voleva portare a letto.
Cosi le dissi tranquillamente "dammi un tuo consiglio personale".
Lei sfilando, non si scompose e disse semplicemente: "dipende dall'effetto che fa’ a te".
L’effetto era ben visibile dal rigonfio dei miei pantaloni, cosi armato di coraggio presi in mano la situazione. In realta’ avrei voluto saltarle addosso, spingerla nel
retrobottega e......., ma cominciai a toccare gli indumenti sfiorando con mano
la sua pelle, i suoi capezzoli e scendendo piano piano verso il suo
perizoma.
Quando mi accorsi che era fradicia di umori, la presi in
braccio e la misi a sedere sul bancone. Le sfilai il perizoma e
cominciai con un classico di queste situazioni, un bel cunnilingus.
Per paura che entrasse qualcuno, la presi e
la spinsi davvero nel retrobottega, lei eri eccitatissima ma anche un
po’ spaventata e fu’ cosi che cadde all'indietro. Era stesa per terra
ed io in piedi davanti a lei mi slacciai i pantaloni e tirai fuori il mio arnese che era già durissimo.
Le dissi "devo vedere fino a che punto mi eccita, e se poi mi piace, lo compro, il tuo completino, comincia a farmi vedere quanto sei brava!!”.
La sua bocca si accostò al mio glande e con una spinta
di reni, tenendola per la nuca lo infilai per tutta la lunghezza. In
quel momento il campanello della porta suonò, era Patrizia, la sua
collega che tornava per la chiusura......
Commessa
Patrizia allarmata per la mancata risposta batteva violentemente la porta, cosi decisi di riordinarmi e di correre ad aprirle. Con un dito feci segno al cliente di rimanere dove era. L'avrei mandata via quanto prima e cosi feci promettendole che stavo solo sistemando il magazzino, e che a breve sarei andata a casa.
Tornai di la' ma notai una luce diversa nei suoi occhi. Il suo uccello si era leggermente abbassato. Non pulsava piu' come prima ma lui aveva in mano un frustino preso a prestito dalla opportuna sezione SadoMaso del negozio
"Vieni avvicinati e spogliati che voglio provare anche questo"mi disse con una luce sadica che mi fece ancora di piu' arrapare. Mi levai il tulle e tenni su il resto.
In breve mi detto’ le istruzioni “mettiti a pecorina e continua il lavoro di prima, io intanto provero’ sul tuo popo’ questo aggeggio, ma occhio a non mordere...senno’ ti strappo la pelle da quel tuo bel sederino”
Cosi mi avvicinai timidamente al suo affare, aspettando da un momento all'altro il crudele morso della frusta sulla tenera carne del mio culetto
“Slapp” arrivo' come un fulmine a ciel sereno mentre stavo imboccando la sua enorme cappella congestionata e via, quindi in una infernale danza per me (e paradisiaca per lui, immagino)
Colpi e suzioni, frustate e baci in un alternanza diabolica. Arrivavano stilettate anche sulla tenera carne della mia patatina, ma ero talmente infoiata che quasi non li sentivo.
Fino a quando (finalmente per il mio culetto) lui venne con una immane quantita' di seme direttamente nella mia booca.
Il mio sederino era tutto una striatura e cosi riavutosi dall'orgasmo finalmente si dedico alla mia patatina rimasta a meta' anche per l'arrivo della collega “rompi-uova-nel-paniere”, ma all’improvviso la situazione cambio’.
Cliente
Notai di sfuggita un paio di manette su uno scaffale e mi venne
un'idea. Presi le manette e la legai allo scaffale del magazzino.
Lasciatemi descrivere la situazione. La mia affascinante commessa era
con le braccia aperte e le gambe divaricate legata allo scaffale dai
polsi e dalle caviglie.
Aveva ancora addosso il completino ma ormai non
lo potevo più sfilare, cosi strappai quello poco che
indossava, tranne le autoreggenti e le scarpe coi
tacchi a spillo. Un quadretto veramente shock da casa del piacere.
Ora era completamente alla mia mercè. Io ero ancora un po' moscio e cosi presi un dildo e cominciai a farglielo sentire sulla pelle salendo dalle caviglie su su per le gambe e soffermandomi sulla sua micetta, diedi ancora un paio di leccatine e le labbra si aprirono ancora di più. Il dildo era grosso ma anche il mio uccello
stava tornando a dimensioni accettabili.
Lei era eccitatissima per la situazione ma
timorosa al tempo stesso per come si stava evolvendo la cosa, cosi mi chiese cosa avessi intenzione di farle.
Presi una benda e le bendai gli occhi e dissi: "ora lo vedrai. O meglio lo sentirai"
Cominciai ad infilarle il freddo metallo nella stupenda fichettina
mentre le leccavo i capezzoli. Lei si contorceva e gemeva finchè ad un
certo punto mi imploro’ di prenderla, di scoparla.
Io invece presi un bavaglio apposito e lo infilai nella sua bocca carnosa
Nel contempo sfilai dal suo sesso il dildo, sentendola lamentarsi per l’inaspettata mancanza.
Compensai quel vuoto infilando il mio sesso turgido..e subito sentii le classiche contrazioni vaginali pre-orgasmo....non riuscii a resistere oltre e raggiungemmo un orgasmo simultaneo molto coinvolgente......
Commessa
Ancora sconvolta dal piacere provato, lo vidi muoversi intorno a me per slegarmi.
Nel tempo che mi fu’ concesso per rivestirmi, me lo ritrovai nel negozio con un sorrisino soddisfatto “ebbene si..prendo il completino, il frustino, le manette, me le incarti. Grazie”.
“Sono convinto di aver fatto un bell’acquisto, e la ringrazion per l’aiuto molto professionale”, fu il suo ironico commento.
Be’ come prima giornata di lavoro, dovetti ammettere, non era stata niente male.
E chi ben incomincia.......
46
1
16 years ago
admin, 75
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Io, lei, lui e....la webcam
Lei l’avevo conosciuta su questo splendido sito, ma fino ad allora ci eravamo concessi “solo” qualche videochat, io, lei ed il marito. Donna di gran classe, coltissima, in carriera e come spesso accade in questi casi, con tanta fantasia erotica, difficile da contenere tra le mura domestiche.
“Lunedi vado a Milano per lavoro” mi disse, ed io che ormai le mura domestiche le avevo abbattute con la stessa forza di un bulldozzer a cui era andato di traverso la benzina, non mi lasciai sfuggire l’occasione e dissi “Oh che strano devo venirci pure io ho un incontro con un cliente” lei che in quanto ad intelligenza non era seconda a nessuno, timorosa forse che il marito potesse rimanerci male, del resto cuckold non era, senza esitare un secondo esclamò “Aspetta che guardo l’agenda non vorrei sbagliarmi....infatti mi sbaglio è martedi”
Il giorno ero al lavoro quando arriva una telefonata “Ciao sono Valeria, scusami per ieri sera, io mio marito lo amo, però amo pure lasciar “sfogare” le mie fantasie erotiche e come sai ormai le mura domestiche non mi bastano più, io lunedi sarò a Milano” ed io “Amore guarda che l’avevo capito, poi anche a me tuo marito mi sta simpatico, vuol dire che gli faremo una sorpresa” .
Era martedi e mancava una settimana, così come se niente fosse continuammo a chattare tutti e 3 la sera come niente fosse, si parlava del più e del meno, anche perchè la nostra era una bella amicizia dove il sesso era solo il contorno e non la portata principale, ed il marito forse per tastare il terreno, forse preso realmente da fantasie erotiche esclamò “Valeria perchè non vai lunedi a Milano, così incontri pure il nostro amichetto e se il caso lo inviti a casa per la prossima volta, così lo fai conoscere pure a me che sembra tanto simpatico” e lei “Amore, sono tanti anni che stiamo insieme, perchè io ti amo e non vorrei mai farti soffrire” e lui “Non ti preoccupare, se siamo entrati in questo mondo, è perchè fa piacere anche a me, l’importante è che poi mi racconti tutto” e lei “Sei l’uomo più meraviglioso del mondo” a quel punto intervennio io e dissi “Paolo non ti preoccupare ti faremo una bella sorpresa...grazie”
Arrivò il Lunedi, partii tutto eccitato per Milano, del resto ormai avevo imparato ed ad apprezzare, la sua classe, la sua eleganza, la sua bellezza, la sua intelligenza, che mi sembrava troppo bello per essere vero, ma era vero, verissimo. Arrivato a Milano la chiamai “Valeria, amore, dove sei?” e lei “Amore, finisco questo incontro e ti raggiungo tu inizia ad andare in albergo, aspettami al bar che prendiamo qualcosa e facciamo due chiacchiere”. La vidi arrivare, elegantissima, profumatissima, le andai incontro e le baciai la mano. “Sono stanca morta, prendiamo un te e andiamo in camera che ho bisogno di una doccia”
Saliti in camera, mi misi a guardare la TV, del resto io ero freschissimo, e l’incontro di lavoro me lo ero inventato, lei si fece la doccia, e si vestì, “Dai andiamo a mangiare qualcosa che ho fame” mi disse, acconsentii ed andammo in un bel ristorante del centro” Mangiammo molto leggero, infatti avevamo tutt’altro tipo di fame, e così rientrammo in hotel per le 22.00, l’orario delle nostre chat quotidiane. Lei mi guarò e mi disse “Ma tu non mi avevi parlato di una sorpresa?” ed io si certo l’ho gia preparata, è li sul tavolo e guardai il mio portatile, lei “Scusa non capisco, abbiamo lavorato tutta la giornata e tu pensi ancora al PC?”
“Ma no aspetta e vedrai” ed accesi il PC, lanciai MSN “Eccolo è in linea Paolo, vuoi parlargli?” dissi io, e lei “Si dai fammi parlare con il mio amoruccio”, si mise al PC e parlarono 10 minuti del più e del meno, ad un certo punto lei esclamò “Dice Paolo che sorpresa volevi fargli?” ed io “Digli di restare su MSN che se gliela dico io che sorpresa è?” ed intanto mentre loro continuavano a parlare, spostai il comodino al centro del letto, dal lato opposto ai cuscini.
Presi il computer, e lo portai sul comodino, con la webcam integrata rivolta verso il capezzale, salii sul letto e chiesi a Valeria di fare la stessa cosa, così continuammo a parlare tutti e 3, come era ormai abitudine serale, solo che si erano mescolate le carte, non ero più io ad ammirare le loro effusioni, ma da li a poco sarebbe stato Paolo ad ammirare le nostre e così giusto per riscaldare l’ambiente gia bollente come la magma dell’Etna per la verità, dissi” Paolo ti dispiace se Valeria, si sdraia sulle mie gambe mentre parliamo” e lui “No ci mancherebbe, altrimenti non te l’avrei nemmeno m”mandata” e si mise a ridere.
Valeria che ormai aveva gli ormoni fuori controllo, con il volto iniziò a salire sempre più in alto, arrivandò li dove si fermò dando inizio alle danza, sbottonò il pantalone abbassò gli slip con le manine delicate, lo afferrò con decisionee se lo portò alla bocca, iniziando a dare delle sapienti “pennellate” con la lingua come una grande pittrice, guardai Paolo nella webcam, non sembrava tanto arrabbiato, anzi, forse anche lui aveva trovato la sua strada, era sbocciato il cuck che era in lui e così restò in silenzio a guardarsi lo spettacolo.
Lei si girò e si mise con il bel culetto rivolto alla webcam, cos’ io da seduto potevo osservare il suo culetto e l’espressione sempre più cuckoldiana di Paolo, in preda ad una crisi orgasmica lei iniziò ad urlare “Si Paolo, leccami il culo dai dai, fammi sentire la tua lingua” ma Paolo restava in silenzio anzi il cuck che era entrato in lui, fece scomparire le mani sotto la tastiera, iniziò a toccarsi, come aveva visto fare a me, durante qualche nostra chat “bollente”.
Valeria, donna dalla fantasia erotica e dalla malizia sviluppatissima, mi guardò e disse “Dai leccamela tu ora”, lo disse per cambiare posizione in modo da vedere Paolo in faccia nella webcam mentre gliela leccavo, e più gliela leccavo, più Paola si avvicinava alla webcam, più gliela succhiavo più urlava nel microfono, Paolo ormai aveva calato tutte le difese e pur non potendolo vedere, sentivo che stava masturbandosi.
Io sarei andato avanti per ore, del resto leccare, succhiare morsicare, e sentire la partner tremare in preda a crisi orgasmiche è la cosa che mi piace di più, ma lei ormai era entrata nel ruolo, stavamo girando un film hard, in diretta per un solo e il più importante dei suoi ammiratori, Paolo, e così ogni minuto che passava diventava sempre più Porca, Porca con la P maiuscola, perchè le Donne come lei anche quando sono prese da porcaggine acuta sanno sprigionare classe ed eleganza, così mi fece mettere sdraiato con la testa verso il cuscino, mentre lei dandomi le spalle si inarpicò sul mio pene duro per quella che fu la più bella cavalcata a cui Paolo avesse mai assistito.
La posizione non era stata scelta a caso, infatti in quel modo, poteva cavalcare, e contemporaneamente guardare la reazione di Paolo che ormai era li li per espodere anche lui, questa volta potevo ammirare contemporanemente le loro espessione sul monitor, sembrava che aspettassero quel momento da una vita, lei aveva abbattuto le mura domestiche, lui aveva finalmente capito di essere un cuck.
Io stavo per esplodere, la voglia sopita per tanti giorni, quel ritmo indemoniato, stava per “Svuotare” lemie ultime energie, ma lei a lui voleva vederlo sempre più da vicino, voleva arrivare con lui, voleva arrivare per lui, e così si inginocchiò e mi offrì il suo bel culetto, più spingevo più lei avanzava verso la webcam, la fiorava, la toccava e con la lingua lasciava sul monitor tutto il suo desiderio, stavano per venire tutte e due contemporanemaente ma non erano mai stati così lontani.
Ma la sorpresa ce l’aveva anche lei, o meglio il regalo per Paolo, lo tirò fuori dal culetto, se lo portò alla bocca e con le sue maestose pennellate, gli diede un ultimo tocco di colore, colore bianco latte, che ingoiò fino all’ultima goccia proprio li davanti la webcam, poi lo tirò fuori e con la lingua lo spalmò sula webcam quasi a volerne far sentire l’odore anche a Paolo, che in quel precisò istante esplose fisicamente e linguisticamente con un “Grazie per la sorpresa”.....
Da quel giorno diventai il loro amico di famiglia, abbiamo fatto tante vacanze insieme, abbiamo riso, abbiamo pianto, solo una cosa è rimasta intatta, il loro grande amore, ebbene si perchè senza amore non si può avere nessun amico di famiglia, ed è per questo che io sono orgoglioso del loro amore e spero non finisca mai...ma mai finirà!
7
2
16 years ago
ItalianGentleman71,
37
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Scoprirsi \"diverso\"
Scoprirsi "Diverso"
Sono sempre stato attratto per natura da cio' che non e’ uguale a me, "la curiosita' e' il motore della vita", e’ sempre stato il mio motto. E cosi ho sempre agito in tutti i campi, ovviamente anche in campo sentimentale. Cosi per caso ho cominciato, dopo aver visionato alcuni film porno con lesbiche, a considerare anche l'aspetto omo-sex del problema.
E quando uno pensa gli vengono delle domande e cerca le inevitabili risposte.
Perche' una persona e' attratta da un altro essere vivente del proprio sesso? Sicuramente non lo fa' apposta. E' un istinto o una malattia, o peggio una perversione?
Se fosse il primo, in quanto tale non sarebbe sottoposto alle regole della ragione.
Le altre ipotesi suonano solo come convenzioni o stereotipi della societa' benpensante (o bacchettona!!!).
Eppoi i "froci" o "culattoni" sono proprio tutti come li si dipinge? Dei trans effeminati, privi di qualsiasi connotato maschile?
Essendo titubante al riguardo, con l'andare del tempo mi sono convinto che ognuno di noi sia sostanzialmente composto da due persone, femmina e uomo insieme. Durante la procreazione il feto ha entrambi gli organi sessuali, poi un gene ne decide il sesso ma siamo un mix di entrambi i sessi.
Sono sempre stato una persona sensibile, ma non ho mai capito perche' in certe occasioni fossi attratto da un uomo. Semplicemente non ci avevo mai pensato, come se il condizionamento di questa societa' mi avesse impedito di ascoltare i miei istinti.
Posso cosi raccontarvi a cosa mi portarono le riflessioni sull’argomento...E cosi dopo questa doverosa premessa la storia puo’ incominciare.......c’era una volta un uomo!
Ci pensai molto tempo e analizzai tutti i miei comportamenti sotto la lente di questa nuova consapevolezza. Quando ero piccolo era il ragazzo forte del gruppo, il dominatore che attraeva la mia attenzione, ma non era un istinto sessuale, piu un bisogno di appartenenza ad una banda, il bisogno di protezione.
Poi con l'andare del tempo era il rispetto e l'invidia per l'audacia e la forza del compagno di rugby.
In seguito la profonda amicizia per qualche compagno di scuola. Poi il cameratismo a militare, ma nulla di tutto cio' era mai stato legato alla sfera sessuale. Gli uomini non mi eccitavano le donne invece eccome.
Mi erano sempre piaciute e mi sono tolto con loro delle belle soddisfazioni, ma il fatto che nel mondo esista questa sorta di omo-fobia verso i "diversi" mi incuriosi' oltremodo.
Negli incontri amorosi con le donne non mi tiravo indietro se durante un pompino lei aveva l'ardire di toccarmi il sedere, sfiorandomi con un dito il buchino nascosto,anzi mi mettevo piu' comodo per facilitarle il compito.
Non mi sono mai sentito gay o meno uomo per questo anzi mi piaceva moltissimo.
Se poi la ragazza si spingeva oltre e mi metteva un dito dentro il piacere arrivava imperioso e spontaneo.
Tanto era alto il mio tasso di omologazione con i principi della societa' che arrivai persino a sposarmi ed ad avere un figlio con questa donna.
Quando poi il matrimonio fini' a rotoli non imputai il fallimento al lato sessuale che era sempre andato a meraviglia con mia moglie. Eravammo solo incompatibili dal punto di vista caratteriale, tutto qui.
Un bel giorno pero' decisi di approfondire questo tarlo che mi rodeva la mente e cominciai a frequentare le chat. Sulle prime non fu' un esperienza molto piacevole, i piu' erano dei semplici perditempo, trans o coppie gay di consumata esperienza. Non facevano al caso mio, avevo bisogno di qualcosa di particolare per effettuare il salto di sponda. Fu' cosi per caso che incontrai su una chat una coppia normale, con lui bisex che cercava un singolo come me, disposto a tutto, a soddisfare sia lei che lui e cosi risposi.
Diciamo che la mia curiosita' latente era emersa all'improvviso e avevo voglia di provare sensazioni nuove.
Nel primo incontro, fatto solo per conoscersi, potei ammirare lei, una superba stangona mora e lui un perfetto esempio di macho latino, tanto per dire che non tutti i bisex o gay devono per forza essere effemminati. Misi subito in chiaro che per quanto riguardava lei non c'erano problemi ma che per lui, essendo la prima volta, non sapevo come sarebbe andata a finire. Non ero mai stato con un uomo, per cui non sapevo se la questione mi sarebbe piaciuta e non volevo assolutamente che la cosa creasse problemi. Lui mi disse che non c'erano paranoie al riguardo e che tutto si sarebbe svolto senza drammi o forzature.
Fu' cosi che fissammo un incontro a casa loro per la settimana successiva. Nel frattempo io non feci che pensare a quello che avrei fatto o provato, ebbi sogni notturni con visioni che mi facevano svegliare tutto sudato ed eccitato allo stesso tempo, insomma ero impaziente come una scolaretta al suo primo appuntamento.
Il giorno del nostro primo incontro mi feci una doccia (la pulizia prima di tutto) e vestitomi al meglio arrivai a casa delle coppia in perfetto orario.
Entrai e fu' lui ad accogliermi al cancello di una splendida villa, vestito di un semplice completo cachi (eravamo in estate dopotutto). Mi ricordo ancora quella scena, aveva un sorriso smagliante e mi abbraccio' come si fa' con un vecchio amico.
"Son contento che tu sia arrivato, vieni ti faccio vedere la casa, mentre Sonia finisce di preparare il pranzo", cosi mi disse accompagnandomi nella visita della magnifica residenza, una villa davvero fenomenale, posta su una collina che dominava il lago Maggiore.
Era un uomo facoltoso e se la passava decisamente bene, ma sapendo dei miei timori non fece nulla per mettermi a disagio, che so, toccatine o battutaccie (che a dire il vero mi ero solo immaginato io nelle mie fantasticherie).
Sonia ci chiamo poco piu' tardi mentre era intento a farmi vedere la sua moto nel garage.
Lei era abbigliata alla stessa maniera del marito, fresca e spigliata con un miniabito che copriva veramente poco il suo magnifico corpo.
Il pranzo si scaldo' dopo qualche bicchiere di vino (qualche, diciamo che bevemmo di gusto un ottimo vino di cui adesso non ricordo il nome.......) quando entrambi i padroni di casa allungarono un piede per saggiare la consistenza dei miei attributi.
Di loro sono sempre andato fiero, cosi come del mio corpo, allenato da anni di sport e curato sotto ogni punto di vista.
I loro piedi mi stimolarono a tal punto che dopo pochissimo l'uccello urlava per venir fuori dagli ormai scomodi boxer.
Fu cosi che in un battibaleno i due si spogliarono e rimasero nudi. Lei aveva un fisico scultoreo, da frequentatrice di palestra, seni perfetti e sodi, ventre piatto e culetto alto e marmoreo.
Lui non era da meno, sembravano divi di Baywatch, abbronzato e con gia' una perfetta erezione in bella vista.
Si avvicinarono sorridenti e presero a spogliarmi delicatamente. Quando fui nudo mi stesero sul divano e cominciarono un bocchino di comune accordo poi mi proposero un giochetto.
Mi bendarono e mi chiesero di indovinare chi mi stesse sbocchinando, se sbagliavo c'era una penitenza. Loro non mi avrebbero toccato con le mani, perche' cosi sarebbe stato piu' facile indovinare.
Cosi presero a spompinarmi senza pieta', non ci crederete ma non ne azzeccai una. Infatti se si fossero alternati almeno avrei capito, o se lui avesse portato la barba (invece era totalmente depilato). Cosi quando "qualcuno/a" mi regalo' un ingoio da urlo (il mio), appena mi tolsero la benda vidi lui che sorrideva tutto entuasista con ancora il mio pisello in bocca, che si andava ammosciando. Me lo puli' perfettamente da ogni traccia di piacere cosi come avrebbe fatto la piu' navigata delle troie e una volta finito disse con noncuranza:" Adesso devi pagare pegno, a me e alla mia signora, visto che non hai azzeccato chi di noi due era al lavoro neanche una volta su dieci", disse avvicinandomi e incominciando a baciarmi. Potei sentire quindi dalle sue labbra l'odore del mio seme.
La sua lingua era calda ed esperta e nonostante fosse la prima volta che baciavo un uomo la cosa non mi mise per niente a disagio. La riprova fu' che il mio sesso si eresse nuovamente, come se il pompino di pochi minuti prima non fosse nemmeno esistito.
"Bene la mia punizione l'hai superata, e come inizio direi che non c'e' male, non ti sei sdegnato di assaggiare il tuo sperma dalle mie labbra, quindi adesso tocca a lei" mi disse indicando la sensuale Sonia.
Ci spostammo per l'occasione in un'immensa vasca per idromassaggio, di quelle che si vedono nei film americani, a livello del pavimento e grande come una piccola piscina di forma rotonda.
Ci immergemmo tutti e tre e quando si ebbe finito di acclimatarci si avvicino' Sonia con un sorrisino beffardo:" visto che devi fare penitenza ho pensato che dovresti incominciare a leccarmi un po' il culetto, cosi lo preparerai all'introduzione dell'arnese di mio marito".
Si mise a pecorina sull'orlo della vasca spingendo indietro le reni per invitarmi a cominciare. La sua femminilita’ emanava un profumo afrodisiaco e l'assenza di peli agevolava il lavoro di lingua su tutte le pieghe di quel sesso infuocato.
Poi con calma passai a lambire il buchetto grinzoso, stendendo con cura le pieghette e assaporando il diverso sapore di quell'anfratto, molto piu' deciso del precedente.
Vidi Sonia che godeva di quel trattamento e quando le misi le dita a forbice, una in fica e l'altra nel didietro, per slargarla un poco, emise un lamento di piacere, come un gemito trattenuto a lungo.
"Bene mi sento soddisfatta, adesso devi preparare il mio maritino" disse rivolgendo lo sguardo verso lui che aveva gustato la scena appoggiato al bordo della vasca, menandosi distrattamente il sesso. Questi spuntava appena dal pelo dell'acqua, cosi mi venne spontaneamente un'idea. Feci finta di fare uno squalo affamato, mimando goffamente una nuotata e appena giunto a tiro spalancai la mascella buttandomi a capofitto verso il mio primo pompino.
Appena ebbi il suo mostruoso arnese nella mia bocca ebbi un tale fremito alla zona genitale che pensai che tutto il sangue fosse affluito improvvisamente li' facendomi scoppiare come un palloncino gonfiato male.
Che sensazione meravigliosa, sentire quel pezzo di carne che non aveva nulla da invidiare al mio, saggiarne la consistenza con le labbra, vellicarlo con la lingua, sentirne gli spasmi e le contrazioni come se fosse animato di vita propria, poterne apprezzare il forte odore muschiato, l'odore dell'uomo virile!!!
Luca apprezzo' molto il mio lavoro e mi incito' delicatamente prendendomi per la testa e pilotando il ritmo del pompino e sussurandomi "ehi ma sei sicuro di essere alla prima esperienza, succhi in maniera divina". Sfilandolo per un attimo dalla mia bocca risposi gioviale:" vuol dire che ci saro' portato, non credi?"
Cosi raddoppiai gli sforzi leccandogli tutta l'asta, a partire dal glande, giu' per il frenulo e poi sulla nervatura sottostante, traendo piacere nel seguire tutte le minuscole vene in rilievo. Gli feci un servizietto coi fiocchi leccando anche le palle, spingendomi fino a lambirgli l'ano con veloci tocchi di lingua. Dalla sua faccia potei apprezzare che il mio impegno era ben ripagato, nonostante fossi un novizio. E il viso non era l'unico indizio del suo reale appagamento, mentre leccavo potevo sentire distintamente il sapore delle prime goccie di piacere che uscivano dalla sua nerchia vigorosa. Poi, quando ebbe il sesso bello lucido e levigato mi fece smettere mi accarezzo' il sesso turgido, e per scherzo mi massaggio' un poco l'ano dicendo "eh caro mio mi sa che oggi perderai la verginita'......" poi disse a Sonia di montarmi a smorzacandela, rimanendo io in acqua con lei sopra. Cosi lui pote' finalmente sfondargli il culo col suo maglio possente.
Fu' un momento molto intimo, con i sensi moltiplicati a mille dall'adrenalina, un po’ come se mi vedessi un un film...un po’ come se non fossi li:
i gemiti sommessi di lei, completamente aperta e piena di carne pulsante, e il pene di lui che sfregava sul mio diviso da un sottile membrana di carne.
Mentre mordicchiavo i seni di Sonia, sentii le ondate dell'orgasmo che montavano in lei, poco dopo si irrigidi' e gemette a lungo in preda al piacere mentre finivamo di colpirla con i nostri membri.
Luca si sfilo da lei ma non era ancora venuto cosi si diresse verso la mia bocca che con pochi e delicati colpi lo fece venire con un urlo rauco, ingoiai il suo seme con naturalezza senza che mi facesse schifo, mentre mi accarezzava i capelli con fare gentile.
Avevo voglia di venire, visto che dopo la magnifica pompa, non avevo piu' goduto mi girai verso Sonia, che in fase post-orgasmo, mi sembrava un po' tramortita, e glielo scaraventai senza troppi fronzoli nel culo.
Sonia si rianimo' e comincio' di nuovo a gemere, finche' la portai ad un nuovo ed imperioso orgasmo, svuotandomi nei suoi intestini.
Uscimmo in piscina per rinfrescarci un attimo e per farci due bracciate, mentre Sonia preparava un aperitivo.
L'alcool della bevanda fresca mi ritempro' un pochino e mi ricordo' la promessa sulla mia verginita'. Avevo voglia di farmi fare il culetto a tal punto che quando Luca si avvicino' e mi sfioro' di nuovo l'ano con un dito d'istinto inarcai il culo per agevolargli il compito.
Cosi Luca propose un trenino preparatorio. Sonia si distese di schiena su un lettino, con un cuscino sotto le reni, in modo da facilitarmi l'esplorazione delle sue parti basse.
Aveva tutto l'ano arrossato dai nostri assalti e la poveretta reclamava un po' di lingua per alleviare quel bruciore.
Cosi mi misi davanti a lei, a pecorina, per leccare l'ano dolorante con la passione di una crocerossina. Dietro di me Luca comincio' a leccarmi a sua volta il sedere, massaggiandomi nel contempo il cazzo e le palle. Ogni tanto mi ficcava dentro tutta la lingua a mo' di cazzo, ritraendola metteva un dito e lo faceva roteare per allargarmi bene.
In realta' avevo provato a ficcarci dentro qualcosa, e con soddisfazione.
Avevo usato quella settimana in preparazione di questo evento, il vibratore che avevo preso per la mia ex-moglie e devo dire che mi era piaciuto tantissimo.
Ma un conto era un vibratore e un altro era un vero cazzo, e che cazzo aggiungerei!!!
Poi mentre Sonia di contorceva nuovamente per i colpi della mia lingua, Luca prese un gel lubrificante e con quello mi spalmo tutto il buco e anche l'uccello provocandomi intensi brividi di piacere. Sonia aveva raggiunto il suo ennesimo orgasmo e mi suggeri' di leccare ancora un poco l'uccello di Luca, che era eccitato come uno stallone.
Nonostante l'orgasmo di mezzora prima era tutto teso e violaceo con una goccia di piacere che gia' imperlava la cappella infuocata, cosi leccai via con fare malizioso il segno evidente del suo stato di infoiamento e lo spompinai coscienziosamente per la seconda volta.
La moglie non era stata con le mani in mano e nello stesso momento mi ficco' ben 3 dita a cuneo nel sedere, avendo l'effetto di procurarmi solo delle fitte di piacere che si ripercossero sul mio uccello congestionato.
"Adesso e' pronto Sonia, aiutalo a sdraiarsi di schiena come eri tu prima" disse uscendo lucido dalla mia bocca che si rattristo' al momento di essere lasciata cosi "vuota".
Mi sdraiai e Sonia mi aiuto' a tenere le gambe aperte prima e ad allargarmi personalmente le chiappe con le sue belle mani affusolate.
Ebbi un solo moto istintivo di paura quando l'enorme cappella si appoggio' al mio ano indifeso, ma Luca fu' speciale e con un sorriso mi disse che potevo ripensarci, per tutta risposta mossi per quanto possibile, il culo nella sua direzione per obbligarlo a porre fine all'attesa.
Spinse cosi delicatamente che non mi accorsi dell'introduzione della cappella finche' non me lo disse la moglie" bravo bravo... cosi.... e' entrata, non stringere il muscolo e vedrai che andra' tutto bene".
Il gel faceva il suo lavoro magnificamente e potei sentire solo una piacevole sensazione di "pieno" quando il cazzo arrivo' a fondo corsa.
Attese un po' per permettere al mio intestino di abituarsi all'intruso poi facendo un cenno d'intesa, per avere la mia approvazione, prese a muoversi con fermezza, strappandomi gemiti di godimento.
Sonia aveva preso nel contempo a leccare l'arnese di suo marito che entrava ed usciva dal mio culo, leccandomi anche le palle e tutta la zona intorno al perineo.
Non avevo mai goduto cosi tanto, era forse questo che mi mancava?
Luca, capito che non avrebbe retto molto, incito' Sonia a prendermelo in bocca e a farmi venire.
Si attacco' al mio affare pompando come un'ossessa, mentre il marito menava fendenti ormai scomposti dall'imminente orgasmo. Appena cominciai a scaricarmi nella bocca della donna le contrazioni del mio ano fecero oltrepassare a Luca la soglia del non ritorno e anche lui esplose con potenti zaffate di seme che andarono a calmare solo in parte i miei spasmi di piacere.
Luca attese un attimo che si calmasse la foga, attendendo di sgonfiarsi un poco, cosi da non farmi male. Nonostante questo il suo cazzo usci facendo un flop dal mio martoriato culo, rimasto un po' slargato e aperto per la scopata incredibile, fu’ il primo vero male che provai.....una sensazione di bruciante fastidio.
Per qualche minuto rimasi in quella posizione con l'aria fresca che lambiva il mio ano, che a poco a poco andava richiudendosi.
Stavo per addormentarmi quando senti delle dita delicate mettere un po' di crema per alleviare l'inevitabile bruciore.
Dormii da loro quella notte anche perche' ero talmente spossato che non me la sentivo di guidare.
La mattina dopo li salutai come si farebbe veramente con degli amici e ripartii per casa.
Come e' andata a finire?
A distanza di anni vedo ancora quella coppia, ogni tanto vado a trovarli e finalmente, lo posso dire, ho capito la mia sessualita'.
E forse proprio grazie a loro. E' per questo che nutro per Sonia e Luca una specie di venerazione, o di amore se preferite, che va ben al di la' della semplice amicizia tra esseri adulti. Se non fosse stato per loro adesso vagherei ancora alla ricerca della mia meta' di mela. Sarebbe bastata una "prima volta" con gente rozza e non capace come Luca, che forse non sarei quello che sono oggi.
Ho ancora occasionalmente rapporti con le donne, non le butto via di certo, ma vivo con un ragazzo come me, che ama la vita e non fa' distinzioni tra le persone in base ai loro gusti sessuali.
Insomma sono felice.
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16 years ago
admin, 75
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Le femmine in fiera
Premessa…. Non tutte le Fiere… Vengono per nuocere
Che Palle Le Fiere…. E’ vero che è un mezzo per fare affari.
Ma. ... Due in contemporanea è troppo.
Direi però, che almeno gli occhi ne godono. Infatti. Una tra le note positive, sono le Hostes o stendiste come le vogliamo chiamare. Tutte tirate ed arrapanti, ti fanno arrivare a sera con il mal di… . Sì perché. Alcune, te lo fanno proprio tirare al punto … Che spesso gli spermatozoi si mettono in movimento, ma che poi, tutto finisce lì. Se poi a questo, ci aggiungi tutte quelle Belle Femmine che accompagnano mariti e fidanzati visitatori vestite in modo intrigante e molto sexy.
Se poi a questo, aggiungi che qualcuna di loro, non ti stacca gli occhi dal Bozzo!
Allora…. Sei veramente fritto.
Quest’anno di fiere, io ne ho già fatte tre.
E, proprio ad una di queste, ho fatto una formidabile conoscenza.
Primo giorno di fiera a Milano. Arrivo in anticipo per verificare che tutto fosse in ordine ma, è troppo presto e l’addetta alla sicurezza, mi dice che devo attendere ancora mezz’ora.
Porca miseria!!! Mi armo di pazienza e mi sposto vicino ad un’aiuola dove batte il sole, dove tra l’altro avevo già notato, una bella ragazza mora che anche lei aspettava l’orario d’apertura.
Quando gli sono stato vicino…. Buongiorno Signora… Anche Lei è in anticipo? E sì!!!
Lei è un Espositore? Sì….. Il primo stand entrando da quella porta…..
Ma guarda che combinazione…Sono…… l’Hostes del Vostro stand.
Ahhh…Bene…. Piacere……. Complimenti!!….
Con una Bella Donna così…. Avremo di sicuro lo Stand sempre pieno.
Grazie…. Ma. … Lei… è sempre così Adulatore. Non sempre….
Solo quando il soggetto lo merita…. Ohhhh… Ancora grazie!!!!
In questo breve lasso tempo, ci siamo scrutati dalla testa ai piedi…..
Il suo sguardo mi penetra e mi emoziona.
Rimaniamo per qualche minuto in silenzio continuando a scambiarci sguardi e sorrisi.
Poi lei mi dice… M’illustra lei quello che devo fare? Sì certo, volentieri.
Ma posiamo darci del TU, visto che dobbiamo lavorare due giorni insieme?
Certo… con molto piacere… mi risponde. Ma perché due giorni?
E si!!!! Stiamo esponendo anche a Bologna e venerdì e sabato, io sono a Bologna.
Che Peccato!!!!….. Ei, ei, adesso sei tu fai l’Adulatrice…..
Ma no!! … è che sembri una persona simpatica.
Intanto aprono le porte ed entriamo. S’incammina davanti a me e……La guardo da dietro…
Il suo ancheggiare, è messo in risalto dall’aderente vestitino che indossa.
Per fortuna nello stand è tutto a posto, così, tiriamo fuori un po’ di materiale pubblicitario e…..
Cristina, che ne dici se ci concediamo un caffè, prima che arrivi l’esercito di visitatori???
Vieni che ti faccio vedere il funzionamento della macchina.
Nell’avvicinarsi a me, l’odore del suo profumo mette in moto la mia fantasia.
Tutto pronto. Di fronte a noi, uno stand con altrettanto due belle ragazze.
Saluto di rito e… scambio di sorrisi. Poi, illustro a Cristina il da farsi.
Arrivano gli altri miei colleghi e, con loro, cominciano ad arrivare i visitatori.
Spesso, alcuni di loro, sono accompagnati da splendide mogli, compagne o fidanzate.
Alè, comincia la rumba. Cristina è quasi, sempre vicino a me. Quasi la mia ombra.
I nostri sguardi, accompagnati da complici sorrisi, si fanno sempre più frequenti.
Sguardi, che si interrompono solo, quando devo parlare con questo o quell’altro cliente o visitatore.
Man mano che passano le ore, Cristina, si fa sempre più audace.
Noto anche, che ogni volta che parlo con qualche coppia e la lei è particolarmente sexy, mi lancia delle occhiate che non capisco se sono di cortesia o……
Finalmente, nel pomeriggio, c’è un po’ di calma.
Invito Cristina ad accompagnarmi a visitare un cliente norvegese che espone, visto che lei è anche interprete ed io, con l’inglese non sono una cima.
Nel dirigerci dal cliente, mi prende sottobraccio e mi dice…. Posso?
Certo che puoi, è un onore per me.
Mah …. Mi sa che tu sei un volpone mica da ridere. In che senso?
Nel senso, che chissà quante donne, hai nel tuo Harem.
Ma va là….. A proposito…. Ceni con noi stasera o hai altri impegni?
No, non ho impegni e poi… Guarda che siamo nello stesso Hotel e, magari dopo cena, mi porti da qualche parte a bere qualcosa. Ok!!!!!!
Arriviamo nello stand del mio cliente senza renderci conto, che lei è attaccata vistosamente al mio braccio, ma così stretta, che sento la sua tetta e il suo turgido capezzolo.
La presento al cliente come una collaboratrice, saluti e domande su come stanno evolvendo gli affari e l’interesse del prodotto che abbiamo costruito per loro.
Ci salutiamo e c’incamminiamo verso il ns stand.
Questa volta sono io che prendo Cristina sottobraccio e nel farlo gli dico….
Conosci quella strofa di una canzone di Lucio Dalla che parlando di una donna dice….
“Quella Bella, Alta e Figa” ?
Sì! E allora???? Bhè … Tu sei così!!!!!!
Grazie!!! Sempre adulatore.
Si stringe a me e una sua tetta comprime il mio braccio.
Ecco che di nuovo il Fido, si mette sugli “Attenti”.
Sfilo il braccio…. Cristina, Cristina… Mi sa che tra noi c’è un forte campo magnetico.
E sì!!!! … Mi sa anche a me. Risponde lei.
Arriviamo allo stand che manca poco alla chiusura. Infatti, poco dopo, siamo tutti pronti per uscire.
Allora, dico io, ci ritroviamo in albergo, la Signora Cristina la carico io….
Vengo anch’io con voi… Una collega ( rompi uova) si aggrega a noi.
Dopo circa un’ora siamo in hotel e ci diamo appuntamento alle 21 per la cena.
Che sfiga…. Siamo tutti allo stesso piano. La mia camera, quella della mia collega, e poi la sua. Mi spoglio e mi preparo per una doccia.
Squilla il telefono della camera: Sì…. Sono Mery, (la mia collega). Dimmi Mery.
Mi fai uno squillo, quando sei pronto. Ok. Va bene: A dopo.
Poso la cornetta e via sotto la doccia.
Dopo un’accurata toilettatura, sono pronto e scendo nell’Hall.
Visto che non c’è ancora nessuno, mi avvicino al telefono della Reception e quasi meccanicamente compongo il numero della camera di Cristina. Allora, sei pronta? … Solfa…
Sì. Ancora cinque minuti. Mi rendo conto di aver chiamato Cristina.
Scusa Cristina, ho sbagliato…. Dovevo chiamare la Mery.
Fa niente, ma……. Cosa? No, niente. Ci vediamo tra un po’. Ok. Ciao.
Vedo arrivare i miei colleghi, mi aggrego a loro e mi dimentico della mia collega.
Arriva lei.
Gli occhi degli uomini presenti nella Hall, sono tutti per lei.
Mò soccia!!!… Esclama il mio collega.
Cristina è proprio uno schianto di Femmina.
Chi manca? Manca solo la Mery. Porca Miseria….. La dovevo avvertire…..
Lo faccio, e per fortuna è già pronta.
Prendiamo le auto. La mia collega ancora con noi e in pochi minuti siamo al Ristorante.
Tavolo per sei. La mia collega si sistema di fianco a me e … Cristina di fronte.
Iniziamo con un antipasto.
All’improvviso, mi sento comprimere la coscia.
Penso ad una casualità della mia collega.
Ma…… Si ripete…. E noto anche…..
Che si ripete ogni qual volta incrocio lo sguardo con Cristina.
Devo dire che in fatto di sensualità e femminilità anche la mia collega non scherza.
Ma, sono riuscito fino ad oggi, a non mischiare mai, la mia vita Professionale, col privato.
Per cui, mi avvicino all’orecchio della mia collega e dico sottovoce…
Si può sapere cosa ti prende stasera? E lei….
Ho capito tutto, sai! Capito cosa?. Dopo ti dico.
Nel frattempo però, riprende a strusciare la sua coscia contro la mia.
Lo strusciamento della mia collega e gli sguardi penetranti di Cristina, me lo fanno venire duro. Faccio fatica, a far finta di niente.
Siamo quasi alla fine della cena.
Bene… Dice Cristina. Allora ragazzi…. Dove andiamo a bere qualcosa?
Il più giovane dei miei colleghi ci propone un Pub in Centro dove c’è anche della musica e si può anche ballare. Ok, tutti d’accordo. Il conto e si parte.
Nell’uscire dal Ristorante, prendo in disparte la mia collega e……
Scusa, ma si può sapere cosa ti è preso?
Niente di speciale…. Ho solo voglia di eccitarmi con te.
Ma sei fuori, Mery?
Cos’è. Non ti piaccio? Mi hai sempre detto, che un giro con me l’avresti fatto volentieri.
Ma lo sai pure che scherzavo!!!!
E no!!! Certi scherzi non si fanno!!! Oh Signur…
Né possiamo riparlare un’altra volta? E poi, lo sai che sul lavoro non voglio complicazioni.
Guarda che mica ti sto chiedendo di sposarmi o di fidanzarci.
Forse non hai capito…. Ho solo voglia di scopare, e mi piacerebbe farlo con te e, se proprio lo vuoi sapere, la voglia me l’hai fatta venire tu oggi in fiera. Io? …
Sì tu! Ho visto come pomiciavi con Cristina. Nel dire questo, mi posa una mano sulla patta ed io, non faccio nulla per fermarla. Anzi…. Per fortuna, la realtà ci richiama all’ordine.
Porca miseria…. Mi sono cacciato in un bel casino….
Al Pub, dopo aver sorseggiato della birra, per fortuna, un mio collega la invita a ballare.
Mi sposto, mi siedo di fianco a Cristina e gli poso la mano sulla coscia.
Mi guarda e mi sorride…Poi, si avvicina a me e, mi dice ….
Ma… Mi dici, per favore, cosa sta succedendo? A che proposito, scusa? A proposito di Mery.
Niente di particolare. Perché,?
Mah, ho visto che discutevate. Non vorrei essere di troppo.
Mò va là!! … Siamo solo colleghi.
Gli passo il braccio attorno al collo.
L’attiro a me, e parte un bacio che le nostre lingue sembrano impazzite.
La sua mano, è incollata alla mia patta. Mi massaggia il Fido in modo sublime.
Continua il nostro gioco di lingue, mentre la mia mano arriva al suo stupendo seno.
La mia… La nostra eccitazione è alle stelle.
Vedo la mia collega che si attacca vogliosa al mio collega.
Li guardo ancora e penso…… Forse è andata….
La mia mano massaggia avidamente il seno di Cristina……
La sua lingua ora si fa audacia e arriva al lobo del mio orecchio…
Lo stuzzica e nel mio Fido, aumentano notevolmente le pulsazioni.
Forse, stiamo dando spettacolo.
Sono quasi all’estremo, quando mi sento sussurrare all’orecchio…….
Mi accompagni in bagno?
Mi giro verso di lei e,….. Sìhhhhh. Ma, ….. Bisogna che facciamo in fretta…
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la Toilette. La scritta indica … “Men and Women”.
Entriamo, e la prima porta libera è la nostra.
Chiusa la porta, iniziamo ad esplorare i nostri corpi.
Denudo il suo seno…. La mia bocca si attacca ai suoi capezzoli.
Con la mano cerco di far cadere la sua gonna.
Intanto lei, cerca di fare la stessa cosa con i miei pantaloni.
Riesce nell’impresa.
La sua mano avvolge il mio Fido iniziando un dolce massaggio.
Il suo profumo di Femmina, m’indice ad abbassarmi e cercare la sua Figa.
Gli abbasso il Pery…
La mia bocca è attratta da un coinvolgente profumo, e la mia lingua, si lancia decisa ad esplorare quella stupenda………… Gnocca.
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16 years ago
complicita360,
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I vicini di casa dei miei amici
I vicini di casa dei miei amici e….
L’Adorabile Femmina!
Premetto che sono un uomo che è di sovente in viaggio, anche se, spesso per lavoro.
Grazie a questo, posso godere, di amicizie sparse in tutto il mondo.
Tra questi, vi è una coppia di amici che risiedono nei paraggi di Roma, e che,
proprio in occasione del Ferragosto, mi hanno invitato a passare qualche giorno da loro.
Arrivo a casa loro il pomeriggio del 12 agosto. Non c’è che dire, proprio una Bella Casa.
Ed è proprio qui, che inizia la mia eccezionale e intrigante settimana romana.
Una Villetta con giardino e piscina posta in un piccolo complesso.
Nel farmi visitare la casa, arrivati alla piscina, scorgo al di là della siepe, uno stupendo corpo di Femmina che se ne sta tranquilla a prendere il sole.
Sottovoce chiedo al mio amico chi sia quella intrigante Femmina.
Mi risponde che è una coppia molto simpatica e che sono degli ottimi vicini, così dicendo la saluta. Si gira per rispondere al saluto e i nostri sguardi s’incrociano.
Si alza e ci viene incontro. E’ fantastica!!! Il mio sguardo si posa su di lei.
Ciao, come và ? Bene, risponde il mio amico.
Stavo mostrando il giardino al mio amico che è venuto a trovarci da Bologna per qualche giorno. A proposito, lui è Tony. Piacere …… e, mi porge la mano.
Quel contatto provoca un brivido per tutto il corpo.
La mia mano non si vuole più staccare.
Stavo prendendo un po’ di sole in attesa che rientri mio marito dice al mio amico.
Indossa un completino da mare che lascia scoperti i suoi glutei belli e sodi.
Nel congedarci, mi penetra con lo sguardo di chi ha gradito l’incontro e mi dice……..
E’ stato un piacere. Perché domani non vieni a prendere un caffè da noi ?
Volentieri rispondo. Ok! Ti aspettiamo…
Ciao…. E’ stato un vero piacere fare la tua conoscenza e finalmente libero la sua mano.
Anche per me! Ok……. Ci vediamo.
Ci allontaniamo e manifesto al mio amico tutto il mio compiacimento.
Dopo qualche ora ci ritroviamo a consumare la cena in veranda che…
guarda caso, si trova proprio di fronte alla loro.
Dopo il saluto di rito e l’augurio di una Buona Cena, mi presenta suo marito.
A proposito Tony…. Questo è ….Mio marito. Piacere.
Ci scambiamo la stretta di mano. Ciao è un piacere.
Mia moglie, mi ha detto che ti ha invitato a prendere un caffè da noi domattina?
Sì….. Allora ti aspettiamo. Ok. Ci sarò! A che ora?
Magari verso le nove? Ok va bene. Ancora Buona Cena.
A tavola la mia amica mi dice……Ho visto come la spogliavi con gli occhi.
Siiiiii!!!. Non ti nascondo che mi prende. Anzi…, ti dirò, non è per niente male.
Sì Tony… Sono d’accordo con te, è proprio niente male, incalza il mio amico.
Che sbadato… Non ho ancora detto il nome dei miei amici..(Lui è Lino e lei è Gloria).
Ehiiii… Voi due???? Dice con tono minaccioso Gloria.
Non vi sembra di esagerare?
Scusa Gloria…… Non voleva essere una mancanza di Galanteria nei tuoi confronti.
Certo che no! Aggiunge Lino.
Con te, faremo i conti dopo, dice sorridendo, Gloria a Lino.
Più tosto, vai a controllare la griglia, non vorrei che si bruciasse tutto.
Lino si alza e va a controllare.
Scusami ancora per prima, Gloria. Ti posso garantire che tu non sei da meno. Anzi…..
E’ fortunato Lino ad avere l’onore di averti al suo fianco.
Grazie… Sei sempre un attento adulatore.
Arriva la pappa…. Carne alla griglia.
La serata scorre piacevole e io non perdo l’occasione per esprimere commenti su di te.
Dopo qualche ora, decidiamo di andare a letto.
Disteso supino, fisso il soffitto e nella mente è fissa l’immagine di lei sulla sdraio.
A pensarci bene, sono sicuro di aver intravisto un po’ di Pelo fuoriuscire dallo Slip da mare.
Sì… Ricordo anche un folto Pelo sotto le ascelle….
Con questi eccitanti pensieri e il Cazzo duro, mi addormento.
Ma, mi risveglio quasi subito…… Sento dei gemiti di piacere, più che gemiti, sono urla, dalla camera di Gloria. Incuriosito, mi alzo e uscito dalla mia camera, vedo la porta della loro aperta, la luce dell’abajour illumina la camera.
Si sente chiaramente Gloria che tra un gemito e l’altro dice a Lino………
Siiiiiiiiiii… Scopami……… Così… Più forte!!!!!!!!!!!!!
Mi affaccio eccitato e davanti a me, una scena da film porno…..
Gloria sta cavalcando Lino come una forsennata e continua a proferire frasi da vera amante del turpiloquio spinto. Il mio Fido svetta fuori dal Boxer, e la mia mano, come un automa, lo avvolge iniziando un lento movimento. Continuo ad osservare il movimento di Gloria….
E’ molto eccitante… Le mani di Lino le cingono i fianchi aiutandola a sollevarsi e a scendere di peso sul considerevole cazzo di Lino. Ad un tratto…. Si sente Gloria che……. Sììììììì….. Sto per godere…… Ti prego….. Veniamo insieme…………. Sììììììììììììì……Riempimi tutta…….. Sto venendo anch’io… Di fronte a quello spettacolo.
Corro in bagno appena in tempo e svuoto il mio sperma nel lavabo…
Appoggio le mani per sostenermi.
Con gli occhi socchiusi, sto gustando ancora la scena quando…..
Si accende la luce e… Gloria???? …… Tony????…. Tremo tutto dalla vergogna….
Il mio Fido, si affloscia di colpo. Riesco appena a dire…….
Scusami tanto Gloria…… e di che???
Che hai sporcato il mobile del lavabo???? Ma dai…
Fammi passare piuttosto…. Non vedi che mi sta colando per terra.
Mi sposto per farla passare, ma lei, si sofferma a guardare nel lavabo e dice…..
Ma quanta ne hai fatta???? Poi guarda il mio Fido. Lo prende in mano e… Poveretto……
Si siede sul Bidet. Me lo scappella tutto e, …. Dammelo qua che te lo pulisco io……..
Così dicendo, me lo prende in bocca e mi risucchia le ultime gocce.
Muove ritmicamente la mano, la sua lingua giocherella col mio glande, scende fino ai testicoli e lui, il mio Fido, accenna il risveglio. Lo tiene stretto in mano per sentirne la consistenza… Poi….. Alza lo sguardo e…
Però… non avrei mai, immaginato che tu avessi un cazzo così interessante.
Gloria? Sono veramente mortificato per quello che è successo.
Adesso smettila però, incalza lei. E’ successo e basta. E poi…
Mi fa piacere che tu, ti sia eccitato per me…
Mi piace sapere che sia stata io a farti godere….
Davvero mi piace. Ero convinta che te lo facesse tirare solo la mia vicina di casa….
Invece… Ma sai che… Mi piacerebbe tanto scoparmelo questo bel … Cazzo!!!!!
Ti prego Gloria,… potrebbe arrivare Lino e……
Non saprei proprio come giustificare la mia presenza qui…
A parte il fatto che sta già russando. E poi…. Guarda che.. lo abbiamo già fatto.. in tre.
E non una volta, anche se, sempre con amici fidati, e lo abbiamo fatto anche in quattro….
Sì Tony… Ci piace fare lo scambio e, a me, piace anche ricevere attenzioni da donne…
A volte è successo che ce la siamo leccata tra donne, ti posso garantire che il piacere che ho provato è indescrivibile. Quindi,… basta con i sensi di colpa, anzi, spero che quello che ti ho detto, non ti abbia scandalizzato. Certo che no! Gloria. Ok.
Ora sarà meglio andare a letto.
Ricordati, che hai promesso alla mia vicina di casa, che alle 9 vai da loro per prendere il caffè. Ok Gloria. Buona notte!!!!
Torno a letto. Mi giro su un fianco e.. con il cazzo duro in mano.. mi addormento….
Apro gli occhi…. Il sole filtra attraverso gli scuri della finestra…. Guardo l’ora…..
Le 8 e 20… mi alzo e vado in bagno…… Una doccia veloce e torno in camera…
Dalla cucina , il profumo del caffè è invitante…
Indosso un pantaloncino e una canotta e sono pronto per… Andare da lei…..
Mancano 10 minuti alle nove… Buon giorno Gloria….. Ciao Tony.. Dormito bene?
A meraviglia…. Vedo che sei già pronto per andare da lei…
Sì… anzi, scusami… vado…. Ci vediamo tra poco… Mi raccomando!!!!!!
Non saltargli addosso… Ma va là!!!!!!!!!!!! Ok. A dopo…
Esco emozionato dal cancellino e sono davanti a quello di …..
Non riesco neanche a premere il tasto del campanello che… Buon Giorno…
Lei è davanti a me con indosso, un velo che cela il suo eccitante completino da mare….
Vieni, accomodati… Riposato bene? Sì. Grazie!
La stretta di mano… A quel contatto.. Il mio Fido comincia prendere forma…..
Per fortuna che ho un pantaloncino molto largo.
Ci accomodiamo in Veranda…
Preparo il caffè… ok grazie…
Sono teso ed eccitato. Non perdo occasione per scrutare il suo corpo.
Ritorna.. Tra poco è pronto…
Tuo marito dorme ancora… Macchè.
E’ già uscito per commissioni. Dovrebbe tornare tra poco…
Mi sa che il caffè è pronto…Arrivo.
Ottimo profumo… Non è certo solo merito del caffè!
Ma…. Sei sempre così istintivo nel fare complimenti?
Sorrido e la guardo dritto negli occhi…..
Sorseggiamo il caffè… Poi…
Vieni che ti mostro il resto della casa…
OK! Volentieri. Questa e la cucina….. Complimenti.
Poi, una grande sala che affaccia sulla piscina..
E sopra, c’è la zona notte…Nel salire le scale…..
Il suo derriè, è a pochi centimetri dalla mia faccia……..
Di nuovo il mio Fido…
Disimpegno, 1° bagno con doccia, Camera Ospiti, altra camera e poi…….
Questa è la nostra Alcova……….
Mhhhhhhhhh. Chissà cosa combinate in questo lettone???????
Tu cosa dici? Hai una faccia da porcellino………
IO?... Ma dai……
Pensi che sia rimasta impassibile ai tuoi sguardi lombrichi?????
IO????????????
Si! Tu!!!!!!!!! Anche quando mi hai stretto la mano……
Mi hai trasmesso una eccitante emozione……..
Nel dirmi questo, mi passa davanti per uscire dalla stanza sfiorandomi con il suo corpo.
Siamo in sala. Posso offriti qualcos’altro? No grazie… Magari se posso usare il bagno?
Certo. Ti accompagno. Da questa parte..
Boia d’un mondo… Ho macchiato lo slip da mare…Esco dal bagno e…
Non ha più il velo…
Sono pronta per… Prendere un po’ di sole…
Vuoi fare un tuffo? Volentieri ma… dovrei andare a prendere uno slip…
Ok… ma fai presto…..
C’impiego un attimo… Ritorno che lei è già in acqua.
Mi butto anch’io e nuoto fino alla sponda opposta.
La vedo adagiata alla parete… arrivo vicino a lei ……
Urca!!!!!!! Non ha le mutandine. Il suo pelo ondeggia nell’acqua…
Non resisto… Mi avvicino a lei e con la mano sfioro quel cespuglio invitante.
Mi guarda….. Mhhhhhhhh…, era ora…
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16 years ago
complicita360,
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