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Autobus
Dovevo attraversare la città. Era l’una e mezza, un’ora antipatica, di quelle che trasformano i mezzi pubblici in scatole di sardine, pieni di persone stipate all’inverosimile in un’atmosfera anche un po’ nauseabonda, dove alle narici arrivano solo gli odori peggiori e i profumi più dozzinali, ci si pesta i piedi e l’arrivo a destinazione diventa quasi una liberazione. Insomma non avevo voglia di fare la sardina, ma non potevo sottrarmi a quell’incombenza ormai quotidiana. Era il mio mezzo di trasporto per andare e venire dal lavoro. Qualunque altro sistema sarebbe stato sicuramente più costoso e avrebbe avuto delle controindicazioni maggiori. Tranne forse la bicicletta, ma me ne avevano già rubate tre in poco meno di due anni.
Quando l’autobus arrivò alla mia fermata, era già mezzo pieno, ma in qualche modo si stava larghi. Timbrai facilmente il biglietto; i pochi sedili erano occupati. Non mi restava che trovare un appiglio, cosa che feci appena in tempo per non perdere l’equilibrio mentre il veicolo partiva. Mi tenevo ad un’asta verticale, proprio quella dove era fissata la macchinetta per obliterare; mi sembrava una posizione non troppo scomoda.
Ma durò poco: alla fermata successiva cominciarono a salire decine di persone, che timbravano a loro volta, poi si spingevano verso la parte anteriore del mezzo finchè non lo riempirono all’inverosimile. Qualcuno rinunciò pure a salire. L’autobus si rimise in moto. Non rischiavo certo di cadere, questa volta, stretta com’ero da un numero imprecisato di altri passeggeri. Sentivo una borsa sfregarmi il ginocchio, uno zaino premermi sulla schiena, il corpo di una donna opulenta spingermi un fianco quasi volesse schiacciarmi contro la fila di sedili. Qualcuno, o qualcosa, mi toccava il sedere. Mollai l’asta cui mi tenendo salda e mi afferrai al supporto di un sedile. Era meglio, mi pareva. Quella pressione da più parti contro il mio corpo sembrò meno pesante. Un braccio guizzò verso l’asta che tenevo fino a pochi istanti prima. Era un ragazzo, avrà avuto la mia età, che cercava un appiglio; teneva il braccio semiteso. Non correva il rischio di scivolare a terra, anche lui era stretto da molti corpi che si sostenevano l’un l’altro, ma voleva evitare di essere sballonzolato senza controllo. Lo capivo perfettamente. Guardavo fuori dal finestrino, tutti sembravano guardare da un’altra parte forse per convincersi di non essere appiccicati gli uni agli altri.
In quel groviglio di membra, di sudore, di aliti pesanti, di odori assolutamente non gradevoli, mi accorsi dopo un po’ che il mio seno sinistro era appoggiato al braccio del giovane. Non ci avevo fatto caso da subito, nella calca. Ora però la sentivo, quella presenza, quel gomito che faceva da culla ad una parte del mio corpo. Provai a spostarmi, ma l’unico effetto che ottenni fu uno sfregamento che mi imbarazzò ancora di più. Poi, pensai, magari quella era una sensazione solo mia e lui neppure si era accorto del fatto. Alla fermata successiva riuscirono a salire altre persone, poche, non più di tre o quattro, ma quanto bastava per schiacciarci ancora di più e rendere impossibile ogni tentativo di movimento.
Passarono i secondi, e passai il mio peso da una gamba all’altra. Nel farlo mi mossi e, ancora una volta, sfregai il mio seno su quel braccio, immobile, ma che sentivo caldo. Mi diede una strana sensazione. Tutto sommato quel contatto non mi dispiaceva, anzi, cominciavo a trovarlo stuzzicante. Mi ricordai di quanti tentativi di mano morta avevo subito e avevo sempre rintuzzato. Questo però era diverso, involontario, inconsapevole. E per nulla fastidioso. Sembrava una carezza, non una stretta, un tocco lieve, misurato. Avvertii che il capezzolo si stava drizzando e indurendo. Feci un movimento lievissimo, per poterlo strofinare, poco, inavvertitamente, contro quell’arto maschile. Reagì eccitato. Anzi, mi stavo eccitando io. Sentivo il mio ventre scaldarsi e sciogliersi, mentre la fantasia prendeva il volo. Ero io, pensai, che stavo approfittando del ragazzo, non lui di me, e questo mi rendeva forte, consapevole, stimolata.
Pur nella calca, cominciai a fare qualche lieve movimento, per poter gustare meglio quel contatto, per ricavare da quell’attrito forzato un piacere che mi sembrava a portata di mano. Mi sentii bagnata, e anche un po’ porca, ma mentre la mia eccitazione cresceva guardavo fuori, cercando di assumere un’aria da santarellina che non potesse essere in alcun modo fraintesa. Chissà lui, che pensieri aveva in quel momento. Mi parve che stesse muovendosi, mi sembrò che volesse sollevare il braccio, per aumentare la pressione sul mio petto. Mi abbassai di qualche millimetro, per facilitargli il compito, ma forse era stata solo un’impressione, un’idea mia. Magari non si era mai mosso veramente. E in effetti, girando lo sguardo, mi parve che lui si tenesse esattamente nella difficile posizione in cui era prima. Guardai ancora fuori e ripresi a muovermi, questa volta girando il busto, un po’ a destra, un po’ a sinistra.
Ero eccitatissima, sapevo di avere le mutandine bagnate, e non me ne importava proprio nulla, anzi. Quella situazione cominciava a piacermi veramente. Ancora avvertii la pressione del suo braccio. Di nuovo la mia immaginazione? Rimasi ferma, questa volta. No, non era l’immaginazione: lui si muoveva in maniera impercettibile per chiunque, tranne che per me, sollevando e abbassando il gomito, quasi volesse saggiare attraverso quella parte del corpo la consistenza delle mie tette, della quale, ne ero consapevole, potevo andare fiera. Ripresi a muovermi anch’io, cercando di assecondare quello che ormai, ne ero sicura, era un suo movimento volontario. Mi strusciavo su di lui e lui mi stropicciava il seno, lì, davanti a tutti, senza che alcuno se ne avvedesse. Mi strinsi un po’ di più verso di lui, abbassandomi e alzandomi e lui accompagnava quel mio ritmo in maniera precisa per assecondarlo. Pensai a come sarebbe stato se invece del gomito…. O se magari lui fosse stretto dietro di me. Il mio piacere divenne un diluvio, mentre immaginavo la pressione del suo sesso su di me. Ma era distante, neppure lui poteva assecondarmi più di tanto.
L’autobus si fermò. Alcuni passeggeri scesero, ma noi due e i nostri vicini rimanemmo nella medesima posizione di prima, anche se un po’ meno spiaccicati. Io e lui continuammo il nostro piacevole gioco. Provai a guardarlo, ma anche il ragazzo osservava da un'altra parte. Aveva la testa girata e, notai, gli occhi socchiusi. Ci sfregammo ancora l’una all’altro, con quei pochi centimetri che avevamo a reciproco contatto. Mi pareva quasi di sentir colare il mio umore giù per la coscia tanto ero eccitata. Non era così, lo sapevo, slip e collant avrebbero reso impossibile una simile evenienza, ma la mia mente la avvertiva con chiarezza. Altra fermata, altra gente scese dal veicolo. Ma a noi la cosa non importava più, eravamo rapiti nel nostro piacere, nei nostri sogni. Alla fermata successiva l’autobus si svuotò quasi del tutto. Ma io non mi staccavo da lui né lui da me.
Chiusi gli occhi, mi mordicchiai le labbra, mi sentii avvampare, stavo per venire. Riaprii le palpebre e mi guardai attorno. In piedi c’eravamo solo io e lui, a contatto diretto seno gomito, benchè nessuno ci spingesse o ci costringesse in quella posizione. Arrossii, sperando che non se ne accorgesse, ma non mi mossi. Neppure lui si mosse. Mi accorsi che teneva l’altra mano nella tasca dei pantaloni e…. O era solo, ancora una volta, la mia fantasia. Lo stavo osservando proprio “lì”, quando avvertii il suo sguardo su di me. Lo fissai, emozionata, ma senza intenzione. Ero già rossa in viso, quindi non avevo da temere figuracce. Anche lui mi parve arrossato. Ero quasi certa dei pensieri che aveva per la testa. Mi scossi. La prossima fermata era la mia. Che fare? Dovevo prendere una decisione. Quello che stava accadendo mi piaceva troppo, ma in ogni caso non sarebbe durato. Forse era il momento di smettere.
Ma fu lui a rompere il ghiaccio. Pur continuando a sfregare il gomito contro di me, tolse la mano di tasca e premette il pulsante di richiesta di fermata: scendeva dove dovevo smontare anch’io! Ma… e se avesse frainteso? Magari poteva pensare che mi interessava davvero, che lo seguivo, che volevo chissà cosa. Perciò rimasi ferma quando l’autobus cominciò a frenare e lui si diresse alla porta d’uscita. Mentre aspettava che le porte si aprissero, mi scrutò, con un’aria di invito, senza togliermi gli occhi di dosso, anzi facendoli correre lungo il mio corpo, come se volesse spogliarmi con gli occhi. Mi sentii imbarazzata, ma non cercai di guardare dall’altra parte. Quanto il veicolo si arrestò, lui scivolò giù, mentre io rimasi dov’ero. Le porte si rinchiusero, il mezzo riprese la marcia, ebbi un orgasmo che sembrava non finire mai. Perché non l’avevo seguito? Era quello che lui voleva e che volevo anch’io, lo sapevamo entrambi. Ma perché non l’avevo fatto? Che importa. Ormai il mio piacere l’avevo avuto, anche se non avevo realizzato l’ultima fantasia. Ma forse, anzi certamente, era meglio così, pensai, perché i sogni sono tali solo quando non si realizzano veramente.
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Era giovane, dannatamente giovane, eppure così provocante, fantasiosa ed eccitante da essere in grado di dare molti punti ad una donna navigata, avvezza alle mille fantasie della vita. Lui non aveva mai dato peso alla freschezza del corpo, ma in quella giovane donna era una componente essenziale, unita ad una naturale sapienza e ad una spontanea capacità di rendere erotico ogni movimento, ogni conversazione, ogni gesto e ogni allusione.
Gli faceva anche impressione sapere che aveva meno della metà dei suoi anni. Tuttavia si ritrò a frugare nei suoi ricordi per richiamare alla memoria quanto fosse più appetibile e sodo il corpo di una ragazza, non logorato dagli anni e non corroso dall’età. Non che questo la rendesse più desiderabile, certo però che stringere le dita su un paio di glutei duri come marmo era ben diverso, quando ci meditava su, che affondarli nella fiacchezza muscolare di una sia pur ben portata maturità.
Ciò che davvero lo stupiva e lo attirava, però, era la passione di lei per l’età che lui aveva; insomma, ciò che la eccitava, che lo rendeva desiderabile e gradito agli occhi della ragazza, erano proprio i suoi oltre 50 anni. L’aveva incontrata in treno, stesso scompartimento. Era una ragazza non appariscente, poteva essere sua figlia. Non aveva mai avvertito desideri per donne tanto giovani, semmai tenerezza, spirito paterno, ma nulla di più. Era stata lei ad avviare un discorso che lui non avrebbe altrimenti mai iniziato, né mai richiesto, proprio perché non gli interessava.
Lei invece era partita da un argomento banale: “Sa quando arriveremo a Milano?”. Lui aveva risposto semplicemente, guardando l’orologio: “tra un’ora”. Poi si era rimesso a leggere. Ma lei aveva insistito: “prende spesso questo treno? E’ puntuale?”. Aveva replicato in maniera gentile e seccata ad un tempo, che no, non lo prendeva mai, quindi non aveva una risposta. E lei allora: “dunque non lavora a Milano? Qua pare che tutti lavorino lì”. “No, lavoro a Bologna”. “Quindi non saprebbe dirmi come fare ad arrivare in Piazza Duomo”. “No, ma ci devo andare anch’io”, aveva detto, aggiungendo distrattamente un’informazione in più a quella richiesta, “però prenderò un taxi, così non mi pongo il problema”. “Potrebbe darmi uno strappo?”.
Era stata una richiesta spontanea, neppure impertinente, eppure l’aveva seccato un pochino. Gli pareva una intrusione poco garbata. Ma che voleva questa qua? L’aveva guardata, squadrata. Non era male: vestiti non costosi ma eleganti, bel fisico pieno, un seno notevole, capelli castani lisci, occhi pure castani. “Va bene”, aveva risposto, prendendo in mano il giornale che aveva posato al suo fianco perché non gli interessava la lettura, ma che in quel momento diventava l’occasione per tagliare corto. Almeno così aveva creduto. La ragazza tuttavia aveva insistito, con fresca spontaneità, apparentemente senza alcuna seconda intenzione. Forse è una attaccabottoni di natura, aveva pensato lui. O forse è una rompipalle inguaribile. Gli venne in mente sua figlia, più o meno coetanea, augurandosi che non si comportasse nella medesima maniera.
Poi la ragazza aveva cominciato a fargli domande più personali. Va a Milano per lavoro? Che tipo di lavoro? E’ sposato? E via chiedendo. Lui aveva risposto con dei sì e dei no, molto asciutti. Quando però si era accorto che i suoi monosillabi non l’avrebbero fatta desistere, aveva iniziato a controbattere a sua volta con delle domande. “E lei come mai a Milano? Cosa fa? Quanti anni ha?”. Aveva così scoperto che avrebbe compiuto 24 anni di lì ad una settimana e che lavorava come impiegata in un grosso gruppo commerciale, che abitava a Modena ma ogni lunedì raggiungeva Milano, dove risiedeva in una camera ammobiliata e rimaneva fino a venerdì sera, rientrando appena terminata la settimana lavorativa. “Non pensa di trasferirsi in pianta stabile?”, le aveva chiesto, “dev’essere scomodo non tanto fare il pendolare, quanto non avere una casa propria ma solo una camera”. “No, non è scomodo, solo che mi manca un minimo di vita privata”, aveva precisato la ragazza, “ma quando finisco di lavorare sono stanchissima e proprio non me la vado a cercare. Poi sono sei mesi che faccio questo lavoro, ancora non so come e quando organizzare meglio la mia vita. Se trovo qualcosa a Modena, lascio”. Pausa, “però in effetti un po’ di vita privata mi manca, non posso ricevere nessuno là dove abito. Ma ce l’ho nel modenese. A Milano in ogni caso non ho veri amici, solo colleghi di lavoro e il tempo che passiamo assieme, in ufficio o in mensa, basta ed avanza”. Altra pausa: “per esempio non potrei chiederle di prendere un caffè da me, quando ha finito di lavorare, così ci salutiamo di nuovo”.
“Potrei offrirglielo io. In fondo devo rimanere fino a domani, dormo in albergo, può venire lei a trovare me”. L’aveva buttata lì, quella frase, senza intenzione, per replicare. Alla ragazza invece si illuminarono gli occhi: “Davvero? Accetto volentieri”, rispose. Lui rimase muto, non se l’aspettava, oltretutto non pensava di avere del tempo da dedicare ad un caffè fuori programma con una ragazzina sconosciuta e dalla parlantina irrefrenabile.
“Se non conosce Milano non saprà neppure dove andare a cena. Io invece conosco qualche posticino economico ma pulito e buono”, aveva aggiunto lei. Il discorso si stava allargando in modo preoccupante, pensò lui: altro che caffè, questa vuole la cena. Tuttavia il suo programma comprendeva anche un incontro conviviale a fine giornata. “Non so, sa, sono ospite e non ho il problema”. “Che peccato”, disse lei con voce mesta, aggiungendo: “se però cambia idea le lascio il numero del mio cellulare, mi chiami tranquillamente”. Il numero del telefonino? Che idea cretina; pareva proprio che non riuscisse, non volesse togliersi di torno. “Aspetti, glielo scrivo”, aveva precisato lei, togliendo un notes dalla borsetta e scrivendo in fretta un numero su un foglio, che poi gli aveva consegnato in mano. Lui, un po’ per abitudine, un po’ per far pesare la sua superiorità, aveva tirato fuori un suo biglietto da visita: “se vuole può chiamarmi lei”, aveva soggiunto, sottolineando la consegna con un “ecco, qui ci sono tutti i miei riferimenti”.
Per fortuna il treno stava entrando a Milano, aveva iniziato a rallentare e di lì a qualche minuto si sarebbe fermato alla stazione centrale. Lui si alzò, prese il giaccone, lo indossò, afferrò la ventiquattrore dal portabagagli e uscì nel corridoio. La ragazza lo aveva imitato e seguito. Insomma gli era sempre dietro. La trovò davvero seccante. Fu solo allora che lei gli ripetè la richiesta: “allora mi dà quello strappo in taxi fino a Piazza Duomo?”. “Sì, certo, va bene”, aveva risposto mentre il treno si fermava. Erano scesi, si erano diretti alla corsia dei taxi; c’era una fila di clienti in attesa lunga una ventina di metri. “Se vuole possiamo prendere la metro”, aveva detto la ragazza. Ma lui non ne aveva alcuna voglia. E poi i taxi si succedevano rapidamente, non avrebbero dovuto aspettare più di qualche minuto perché la coda smaltisse. Ne passarono in effetti meno di quattro prima che venisse il loro turno.
Viaggiarono in silenzio. In Piazza Duomo lei scese e salutò, lui si fermò a pagare. Andò all’incontro che lo aveva portato a Milano, lo seguì dapprima con attenzione, poi sempre più distrattamente. La vibrazione del telefonino lo fece sobbalzare. Estrasse il cellulare dalla tasca, guardò il display, non riconobbe il numero. “Pronto”, disse sottovoce. “Ciao, buongiorno”, rispose una voce femminile, giovane, “a che ora ci vediamo questa sera?”. Era la ragazza della mattina, se l’era quasi dimenticata. Eppure gli fece piacere che lei si fosse ricordata, benchè fosse nel contempo seccato da questa invasione nella sua vita privata e stupito per quell’improvviso passaggio dal lei al tu. “Sono in riunione, richiamami tra mezz’ora”, rispose.
Lei fu pedantemente puntuale, e anche un po’ sfacciata. “Sono io, dove e a che ora ci vediamo?”, disse. Lui ormai non aveva più scuse o motivi per tergiversare: “Alle 19,30 al Plaza”, rispose. E chiuse subito la comunicazione.
Quando arrivò all’albergo lei era già nella hall ad attenderlo. Imbarazzatissimo, anche perché si era vestita e truccata in maniera abbastanza vistosa, la salutò cercando di non far trapelare la sua contrarietà. Lei fece finta di nulla: “ciao, eccomi qua, come stai?” gli chiese gioiosa. “Bene”, rispose asciutto, ma anche stanco, “dovrei andare su a darmi una rinfrescatina”. “Se vuoi ti accompagno”. “Non penso sia possibile”, replicò. “Oh, sì che si può, l’ho già chiesto alla reception, è stato sufficiente dare un mio documento”. Lui non aggiunse proprio nulla e, dopo aver ritirato la chiave della stanza, si avviò, un po’ scuro in volto, verso l’ascensore. Lei lo seguì. Salirono al settimo piano. Lui fece strada, aprì la porta della camera, accese la luce. “Accomodati”, la invitò con tono ironico “fai come se fossi a casa tua”. Lei non fece una piega; andò verso il frigobar: “posso prendere qualcosa come aperitivo?”. “Sì, certo”. La ragazza aprì la porta e si servì.
Lui era seccatissimo, gli era stata espropriata la privacy, avrebbe voluto spogliarsi, mettersi sotto la doccia, poltrire un po’, cenare tranquillamente, meglio se anche un po’ in fretta e comunque con piatti parchi e leggeri. Invece entrò nel bagno con giacca e cravatta. Si spogliò lì, dovette posare con attenzione i vestiti perché non si sciupassero o si bagnassero. Poi finalmente aprì l’acqua della vasca. Magari si sarebbe fatto una doccia, se le circostanze fossero state diverse, ma così almeno poteva rilassarsi di più. Quando l’acqua fu nella giusta quantità, vi si immerse. Gli parve quasi di sprofondare nell’oblio. Gli piaceva il contatto con l’acqua calda e fumante. Prese il suo sapone e cominciò a insaponarsi. Poi lo shampoo. Quindi si immerse completamente nell’acqua, per sciacquarsi. Quando riemerse lei era sulla porta, aperta a metà, nuda. “Posso lavarmi anch’io?”, gli chiese con quell’aria da ingenua un po’ oca. Non disse nulla, rimase a guardarla e basta.
Era una bella donna. Il fatto che non avesse nulla addosso metteva in risalto la sua prorompente femminilità. Si mise a scrutarla, non con sensualità, ma con curiosità. Non ricordava un corpo così, forse lo avrebbe potuto vedere su qualche rivista del tipo di quelle che non avrebbe mai comperato. Aveva delle belle gambe, giustamente lunghe, con le cosce che si allargavano all’inguine, dove i fianchi si aprivano per disegnare una curva deliziosa, al cui centro c’era un folto triangolo di pelo scuro, quasi nero. Il ventre non era piatto, ma aveva anch’esso una leggera e invitante curva, che avrebbe voluto accarezzare, sormontato da un ombelico ammiccante, di cui non si vedeva il fondo. Il seno non era poi così grande come sembrava sotto i vestiti, ma svettava quasi all’insù, sodo, come a chiedere carezze. Dalle spalle si staccavano due braccia lunghe e tornite. Il viso era sempre eguale, interessato e ingenuo, come se la nudità e la situazione fossero per quella ragazza assolutamente normali.
Lei sopportò il suo sguardo, non riuscì ad interpretarlo. Poi gli disse: “cos’è?, c’è qualcosa che non va?” Si sentiva sotto esame. Ed aveva ragione, perché l’uomo la stava analizzando con gli occhi. “No, anzi”, rispose lui, “ti guardavo, sai non vedo tutti i giorni una bella ragazza nuda che bussa alla porta del mio bagno mentre sono in vasca. E non trovo nulla da dire. Anzi complimenti”. “Allora posso accomodarmi?”, domandò lei, oltrepassando la porta e, pur senza avere un esplicito assenso, entrando nella vasca dove si accucciò, rannicchiata, per non occupare troppo spazio.
Fu solo a questo punto che lui avvertì la forte erezione che l’aveva preso e vide, un po’ sgomento, che il suo membro duro emergeva dall’acqua. “Ma guarda chi c’è qui”, constatò lei con semplicità, allungando la mano per prenderglielo e stringerlo con delicatezza. Era un gesto semplice, spudorato eppure fatto con estrema naturalezza, e lui non aveva mai vissuto nulla di simile, neppure con sua moglie. Un po’ si vergognò, poi le nuove sensazioni di piacere che quel tocco gli provocava ebbero il sopravvento e si lasciò andare, appoggiandosi con la schiena alla vasca e socchiudendo gli occhi. Fu di nuovo la giovane a scuoterlo: “comodo, lui”, sentenziò, “ma non ti viene in mente di toccarmi?”. Sfrontata, oltre che spudorata. Però aveva ragione. Nello stesso tempo, tuttavia, si sentiva colpevole come un peccatore, al pensiero di sfiorare quel giovane corpo.
Fu di nuovo lei a rompere il ghiaccio. Si mise in ginocchio, lo abbracciò con le mani dietro la nuca: “e allora, vecchio scemo, mi baci o no?”. Non era un insulto, piuttosto una provocazione, però inaccettabile, pensò. E tirandosi su sporse la bocca verso di lei. Le labbra si incontrarono e si unirono come due ventose, le lingue cominciarono a frugarsi l’una con l’altra, rincorrendosi come due cuccioli che giocano. Lui era scomodo, ma volle accarezzarle il seno. Non era grande, spariva nelle sue mani, ma era duro. Non ricordava che le tette potessero dimostrarsi così sode al tatto. L’areola dei capezzoli era appena aranciata, grande, mentre le punte dei seni erano piccole, quasi violacee, durissime. Le pizzicò con le dita. Lei ebbe un fremito: “dai continua, mi piace l’esperienza degli uomini maturi”. Lui si ritrasse: “perché, è una tua costante quella di frequentare gente della mia età?”. “No, sei il primo, vecchio scemo”, ribadì, “ma da te mi aspetto di imparare tutto quello che non so”. “E cosa non sai?”, le chiese. “Un mucchio di cose”.
Così dicendo si mise in piedi, a gambe leggermente divaricate. Lui alzò gli occhi. Aveva le grandi labbra gonfie e invitanti. Come d’istinto, la sua mano le raggiunse e le sfiorò con un dito. Erano viscide, ma non era il sapone. Lei prese il telefono della doccia e cominciò a sciacquarsi e a sciacquarlo. Si alzò in piedi anche lui. Il suo sesso era durissimo, teso fin quasi a fargli male. Le afferrò i fianchi e la strinse a sé, facendole sentire contro il ventre quanto grande e forte fosse il suo desiderio. Lei lasciò cadere il telefono della doccia. Che iniziò a spruzzare verso l’alto. “Ehi, cosa combini?”, le domandò. “Sei riuscito a deconcentrami”, rispose lei, che chiuse l’acqua. Poi si girò, offrendogli lo spettacolo del suo giovane sedere, duro e alto, la cui fessura divideva due natiche invitanti. Prese un telo da bagno, si girò di nuovo e cominciò ad asciugarlo. Lui lasciò fare, godendosi il tocco di quel contatto cotonato, portato con affetto ed eccitazione. Poi le ricambiò il favore, asciugandola a poco a poco e baciando la sua pelle a mano a mano che le gocce d’acqua sparivano dalla sua epidermide.
“Vieni”, disse, uscendo dalla vasca e porgendole la mano perché l’afferrasse. Lei lo seguì, lui la portò verso il letto e lui: “sdraiati a pancia in giù”. La ragazza non si fece pregare e, come pregustando quanto sarebbe accaduto, si stese, con le gambe leggermente divaricate, offrendo oscenamente ma senza ostentazione il suo posteriore e la sua nascosta intimità allo sguardo dell’anziano. Egli si inginocchiò dietro di lei, le leccò i lombi, poi passò con la lingua tra i glutei, fino all’ano. Lo trovò rilassato, quasi aperto; Lo penetrò con la lingua, lei inarcò il bacino per favorirlo. Continuò a leccarla, lentamente, inumidendola di saliva, mentre con la mano le aveva raggiunto il sesso, dentro il quale entrò con due dita, che mosse su e giù in quell’accogliente apertura viscida come un polipo, risucchiante come una ventosa, pulsante del piacere della donna. Lei non resistette, urlò, piano, poi forte. “Sì, sì, sìììììì”. Alzò il sedere, spinse come volesse dentro di sé l’intera mano, si mosse avanti e indietro e, con una serie di tremiti e di contrazioni, dimostrò quanto fosse stata lieta delle sue carezze. Si rilassò, spalmandosi sul letto, inerte, ansimando. Poi si girò: “non è ancora ora di cena, ma ho fame: di te”, gli disse guardandolo negli occhi. “mangiami, bevimi, ti voglio dentro, dovunque, fammi quello che vuoi, guai se mi deludi”. “Non preoccuparti”, rispose, “ora che ci penso, ho davvero molte cose da insegnarti”.
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Luna
LUNA
Non riuscivo a dormire. C’era troppo silenzio in quella vecchia casa di pescatori, riadattata ad appartamento per turisti. No, non era silenzio: era un rumore diverso da quello che aveva abituato i miei sonni cittadini. Sentivo il vento, il rumore delle fronde dei lecci, la debole risacca di una bassa marea notturna. Ero insonne, ma non nervosa.
Era il nostro primo giorno di ferie. Quell’anno avevamo voluto cambiare: via dalla folla sudaticcia delle solite spiagge romagnole, dove eri talmente obbligata a divertirti che non vedevi l’ora di tornare al lavoro per riposarti. Avevamo scelto Cherso, la lunga isola del Quarnaro, dove in una località quasi sperduta, chiamata Punta Croce, i resti di un manipolo di case erano stati restaurati per essere affittati. Ci era parsa una buona idea, perlomeno diversa dal solito. E anche abbastanza economica.
Poi, chissà, dopo cinque anni di stanco matrimonio senza figli, poteva essere l’occasione per rimeditare un attimo la nostra vita di coppia che dava qualche segno di noia. Almeno a me. Lui per la verità sembrava bearsi nella comodità di un’esistenza dai ritmi per me pericolosamente ripetitivi, ma dove da marito ci si trovava benissimo. Nonostante la liberalità, la predicata parità, la divisione del lavoro, alla fine ero io che ogni mattina preparavo la colazione, il pranzo, la cena, lavavo, stiravo. Sì, certo, c’era la colf, però, insomma, lavoravamo entrambi e cominciavo a pensare che non ci fosse alcun merito nel fatto che lui guadagnasse un po’ più di me e dedicasse nulla alla casa, la nostra casa.
Alle volte avevo proprio l’impressione di essere una “moglie”, ovvero una consuetudine, senza più slanci e con poche tenerezze. Anche il letto aveva iniziato a raffreddarsi e ormai erano assai più le volte che ci addormentavamo fianco a fianco senza neppure sussurrarci un “buonanotte” di quelle in cui sentivamo il bisogno di cercare i nostri corpi per donarci quel piacere che solo alcuni anni prima sembrava infinito. Per fortuna che il sabato sera lo dedicavamo a forzati incontri con amici, perché non avrei tollerato di doverlo “usare” per il rito dell’amplesso coniugale.
Stavo pensando a tutto questo, ai suoni diversi che entravano in casa e alla luce bianca della luna che filtrava sempre più luminosa dagli scuri in legno, mentre ascoltavo quella che in fondo era la tranquillizzante nenia del lieve russare di mio marito, regolare, ritmato. Non faceva molto caldo: le estati croate hanno questo di bello: scottano di giorno, ma le notti sono fresche. Eppure lui dormiva a torso nudo, solo con i pantaloni del pigiama addosso. Io avevo una camiciola di cotone, leggerissima, con spalline a filo.
Sdraiata supina, intravedevo il contorno del mio petto che si alzava e si abbassava col mio stesso respiro e che disegnava come un’ombra sullo sfondo bianco dei muri. Mi girai a guardarlo. Non era un brutto uomo. Di sicuro l’avevo amato, forse l’amavo ancora, eppure… Lui riposava bocconi, la testa girata dalla parte opposta alla mia. La pelle della sua schiena era liscia e glabra, alla luce fioca della luna appariva incolore, grigiastra. Pensai a quei muscoli, a quel corpo, a quel suo odore forte di maschio che aveva saputo inebriarmi. In altri tempi. E ora?
La mia veglia si fece più nervosa. Non sapevo che ore fossero e non mi interessava. Prima o poi, ne ero certa, avrei chiuso gli occhi e il sonno si sarebbe impossessato di me. Nel frattempo sentivo crescermi dentro un’ansia strana, sconosciuta. Forse è sete, pensai. Mi alzai in silenzio, andai nella piccola cucina, trovai a tentoni la bottiglia d’acqua, l’aprii e bevvi direttamente, senza neppure tentare di cercare un bicchiere. Un rivolo gelido, scese veloce dalle labbra, sul mento, e cadde sul seno serpeggiando freddo fino al capezzolo. Che si indurì, quasi dolorosamente. Scoprii che in realtà non avevo sete. Indossai le ciabatte da spiaggia e mi recai alla porta, aprendola.
Mi si spalancò anche il cuore. Di fronte avevo una luna piena, abbastanza bassa sull’orizzonte, grandissima, bianca, luminosa, intarsiata di ombre grigie, che creava un cono di luce perfetto, appena crespato, sul mare tranquillo e liscio. Il cielo era scuro ma non buio, limpido, senza nuvole. Attorno a me solo un paio di luci lasciate accese all’ingresso di altre case, lontane però qualche decina di metri, che non turbavano quel quadro così naturale da sembrare irreale.
La nostra casa era a pochi metri dalla riva rocciosa, all’interno di una sorta di fiordo del quale si vedeva nitido il nero contorno dei confini col cielo e il grigio scuro della scogliera che scendeva nel mare, con la striscia bianchiccia della strada che faceva capolino tra gli alberi. Davanti alla casa alcune barche, all’ancora, o attraccate alla riva, ferme, che neppure dondolavano. All’orizzonte qualche luce lontana, quasi certamente imbarcazioni da pesca. Poi di nuovo il silenzio; anzi, il rumore del bosco e del mare, il soffio del vento, il fruscio delle foglie unito allo scricchiolio di qualche ramo, lo sciabordio di onde serene.
I miei occhi già si erano abituati a quella lucente oscurità, che celava ben poco, più che altro creando chiaroscuri e rendendo fiabesco un paesaggio che avevo trovato caldo e verde solo poche ore prima. L’aria era fresca e mi ritrovai con la pelle d’oca. Però, a parte qualche brivido, non sentivo un vero e proprio freddo. Non volevo rientrare, anzi, quello spettacolo mi invogliava a camminare, a esplorare quel buio dove tutto sembrava visibile. Feci qualche passo, aggiungendo agli altri rumori quello nitido e secco dei miei passi. Fu in quel momento che mi parve di udire delle voci fioche e sorridenti in lontananza, più sussurri che suoni. E sentii anche il mare muoversi, le onde frangersi, l’acqua che si agitava.
Non ero impaurita; incuriosita, piuttosto. Mi incamminai con più decisione verso quei rumori. Mi bastò superare una curva per capire di che si trattava: c’erano una piccola spiaggia, pochi metri di ghiaia, senza scogli e due persone nell’acqua. Un bagno notturno, pensai con invidia. Erano immersi fino quasi al bacino, sembravano nudi; anzi, nudi lo erano certamente: lì, avevo notato, neppure di giorno il costume era molto usato.
I loro corpi diafani emergevano dal mare: una figura era più curvilinea e bassa, l’altra più massiccia, squadrata e alta. Un uomo e una donna, pensai; no, meglio, un ragazzo e una ragazza, che avanzavano verso il largo dove l’acqua era più alta, chiacchierando sottovoce e sottolineando con qualche gridolino le onde fredde che raggelavano i loro corpi. Fu lui a tuffarsi, nuotando lentamente per allontanarsi dalla riva, seguito da lei, che prima si lasciò sprofondare, poi prese a muoversi, nuotando a rana. Lui si fermò e si fece raggiungere, abbracciandola e baciandola. Era una scena molto dolce, quasi commovente.
Mi mossi, cercando di fare meno rumore possibile per non turbare quello che mi sembrava un sogno del quale ero solo spettatrice, non partecipe. Quando fui nei pressi della spiaggetta mi sedetti su uno scoglio, raggomitolata, stringendo le ginocchia con le mani. Sentivo l’aria lieve, leggera, entrarmi sotto la camiciola, rinfrescarmi il corpo, uscire verso l’alto proprio tra i seni. Era bello, piacevole, dolce; in fondo, meditai, ero anch’io nuda, almeno in parte: non indossavo slip e una brezza leggerissima giocava con le mie intimità, dandomi una sensazione che sapeva soprattutto di libertà.
Davanti a me vedevo i due ragazzi, le loro teste, nel cono di luce della luna, che si rincorrevano e si baciavano, parlandosi quasi a bisbigli silenziosi, per non incrinare quello che anche loro, evidentemente, ritenevano un magico incanto. Dopo alcuni minuti, i due giovani tornarono verso la riva. Quando toccarono il fondo coi piedi si alzarono, emergendo come di colpo, coi loro corpi nudi, bagnati e lucidi, che brillavano sotto i raggi lunari. Un passo dopo l’altro, mano nella mano, raggiunsero la spiaggetta, sempre sussurrando chissà quali dolci parole. Lì avevano lasciato vestiti e asciugamani. Si asciugarono, poi si baciarono.
Erano proprio di fronte a me, a pochi metri, sei, sette, dieci al massimo. La luna dietro di loro disegnava il loro abbraccio e i loro corpi. Lui teneva con le mani il viso di lei, chinandosi e cercando con la bocca le labbra della ragazza, i cui capelli, all’apparenza neri, cadevano sulle spalle formando delle virgole che trovavo sempre più sensuali. Se loro erano controluna, io ero di fronte alla sua luce, non potevano non essersi accorti di me. Ma non mi mossi e cercai di non far rumore. Persino il mio respiro divenne silenzioso. Mi sentivo ormai parte di una scena incantata e non volevo che nulla potesse turbarla. Il ragazzo stava un po’ scostato dalla ragazza, mentre la baciava e potei notare la sua turgida virilità che sfiorava il ventre di lei. Fortunata, pensai, e subito avvertii un calore eccitato provenire dal mio stesso corpo.
La donna mise le sue mani sui fianchi dell’uomo, poi gli cercò il membro, carezzandolo con dolcezza, come fosse un bambino. Infine si chinò, baciandolo, mentre lui piegava la testa all’indietro. Ma era solo un preludio. Lei si rimise in piedi e di nuovo lo baciò, portandolo poi verso il mucchio di vestiti e stendendovisi sopra. Aprì le gambe e le braccia, con un gesto d’invito, accogliente. Lui si posò delicato su di lei, tenendo il busto sollevato con le forti braccia tese e cominciò a muoversi ormai dentro il corpo della ragazza. Ancora sussurri, mugolii. Ero eccitata. La mia mano scivolò lungo la coscia, tra le gambe; sentii il mio sesso bagnato, cominciai a sfiorarlo, delicatamente, piano piano. Volevo accompagnare il loro piacere, non cercare il mio.
Ero certa che sentivano la mia presenza e la mia eccitazione, che catalizzava la loro. E infatti dopo qualche minuto lei iniziò ad ansimare, trattenendo dei gridolini gutturali. Lui mormorò qualcosa, poi affondò di colpo in lei, rimanendo fermo qualche secondo, risollevandosi e di nuovo affondando tra quelle gambe lattee, con meno foga, questa volta. Poi di nuovo su, lentamente, e nuovamente giù. Potevo quasi sentire, dietro quei movimenti, le pulsazioni del loro piacere e il mescolarsi dei loro umori.
Si baciarono ancora, abbracciandosi stretti, ridendo piano. Io tolsi la mia mano da dove era scesa e la portai alle labbra, leccando il mio stesso sapore. Rimanemmo fermi, tutti e tre, per un tempo tanto breve quanto interminabile. Fu lui a staccarsi da lei; si levò in piedi, le porse la mano e la tirò su, baciandola nuovamente. Poi iniziarono a rivestirsi, ignorando la mia evidente presenza. Capii che ormai ero di troppo.
Mi alzai in silenzio, mi girai e tornai a casa. La porta era ancora aperta. Entrai, chiusi l’uscio e precipitai nel buio. A tentoni raggiunsi la camera, il letto, che trovai caldo e invitante, reso così familiare dal russare di mio marito. Mi sdraiai, lasciando che il mio corpo galleggiasse sulle lenzuola. Avevo ancora la luce della luna dentro di me, che disegnava quella scena eterea, più emozionante che eccitante. Chiusi gli occhi. Il sonno, finalmente…
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16 years ago
maturisoft295818,
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una giornata molto porca...
di solito l'estate non è per noi periodo di giochi,un pò perchè stacchiamo la spina e ci allontaniamo dalle consuetudini e dalla città ,in realtà perchè spostandoci fisicamente in un piccolo paese al mare diventa più difficile organizzare trasgressioni.....Non quest'anno però!!!assecondando richieste di Luisa, spinta da un single con cui ha instaurato feeling particolare, ho organizzato la scorsa settimana una intera giornata di majalate che provo a raccontarVi.-Luisa si incontra con il single da sola verso le 10 del mattino, faranno qualche spesa per affrontare la giornata (viveri), si sposteranno in spiaggia libera (definita naturista su internet...)In realtà verso le 10.30 by sms mi comunica che stà facendo sesso in un campo di mais....non posso evitare di chiamarla, eccitandomi al sentire il suo respiro profondo e la sua voce da hot line....la majala appoggia il cell acceso in viva voce sugli asciugamani che fungono da stuoia per l'amplesso, quindi sento che lo stà prendendo alla pecorina con soddisfazione e linguaggio sconcio.......poi chiude la telefonata.... mi affretto a raggiungerli almeno la vista mi restituirà parte del gioco.... arrivo nella zona di Isola Verde, parkeggio e richiamo,voce tranquilla, siamo all'inizio della spiaggia ti stiamo aspettando. Li raggiungo sembrano due comuni turisti, ombrellone e borsa frigo, sorridono maliziosi ma (per ora) non entrano nei dettagli.....ci inoltriamo in spiaggia, poca gente (giornata lavorativa), ma nelle vicine dune sembra non esserci nessuno....piantiamo il ns ombrellone in un avallamento tra le dune, cominciano a limonare, io scosto lo slip e avvicino la bocca alla fonte ancora umida....prendo qualche chicco d'va dal frigo e lo spingo tra le labbra.....lei me lo restituisce in bocca con qualche semplice pressione della vulva mmmmmSorpresa ....il posto pullula di guardoni e voyeur, nonostante il gioco sia avviato preferiamo smettere mentre lei stà già succhiando il cazzo di lui ed io continuo a giocare con la sua figa depilatisssima....un bagno sistemerà i gonfiori.....ci spostiamo verso il bagnasciuga con solo un asciugamano, il magnifico topless di Luisa (5a abbondante) attira sguardi che inquadrano la situazione=una signora che arriva dalle dune con 2 uomini.....cerchiamo un pezzo di spiaggia tranquillo e facciamo il bagno.- In distanza qualche coppia amoreggia, Luisa riprende il gioco prima toglie lo slip, poi comincia a limonare con S. quindi alternativamente con lui e con me con reciproci toccamenti e strofinamenti, qualcuno si accorge della situazione ma restiamo nei limiti (al max le sue grandi labbra in vista aperte dalle ns dita)....è quasi ora di pranzo e decidiamo di tornare tra le dune.... sembra ci siano meno sguardi indiscreti, mangiamo della frutta, continuiamo a giocare a turno con la sua lingua e con le sue labbra....Lei riprende a fare un pompino a S. un giovane appare tra gli arbusti e guarda con bramosia...avviso gli amanti.- Il guardone, giovane ed abbronzato chiede con un cenno di avvicinarsi, Luisa non smettendo di succhiare guarda cosa combina l'ospite, io cerco di "fare la guardia" per evitare che la situazione degeneri.... il giovane guardone con semplici gesti ha chiesto di avvicinarsi, guarda Luisa che spompina S. e se lo mena..... la vedetta (io) fà qualche scatto tremante....non hò idea del tempo ma quasi contemporaneamente arrivano gli schizzi, quelli del guardone sulla sabbia arida, quelli di S. sulla bocca, sul collo e sul decoltè di Luisa......Il guardone ringrazia ripetutamente e si allontana, Luisa commenta "aveva un bel cazzo"....ci ricomponiamo e squilla il telefono di Luisa, ciao Paolo stai arrivando?aveva dato appuntamento anche ad un altro single per il primo pomeriggio e ci avviamoal parkeggio, in spiaggia meglio non rischiare ulteriormente..... segue con la seconda parte ma ce ne sarà anche una terza.....ciao tony
8520
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16 years ago
luisatony, 45/43
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Una sera con giulia
Il martedì in palestra incontrai Giulia, non si era fatta sentire per tutta la domenica e lunedì, mi diede un bacio sulla guancia come fanno normalmente le amiche, ma non so perché un brivido percorse la mia schiena.
Finito lo spinning mentre andavamo verso la doccia Giulia mi disse che l’indomani sera ci sarebbe stata una bella serata in una discoteca gestita da suoi amici, e mi invitò ad andare con lei, accettai ma subito dopo stavo per pentirmi, la parte di me eterosessuale mi ricordava quello che era successo la il sabato sera, ma la mia parte viziosa mi ricordava prima di tutto che la cosa mi era piaciuta, e secondo cosa che Giulia era bisex, non lesbica, e che il cazzo piaceva molto anche a lei.
Mercoledì sera andai a prendere Giulia a casa con la mia macchina, eravamo splendide, lei in mini un pò più scollata di me, ma d’altronde con le sue tette se lo po-teva permettere, purtroppo la scollatura al culo non l’hanno ancora inventata, io inve-ce con dei jeans molto aderenti ed una maglia corta che mostrava il mio ventre piatto.
Il borsalino è una discoteca del centro di Torino arrivammo che alla porta c’era ressa e l’ingresso non era consentito a tutti ma solo a quelli con l’invito, Giulia evi-dentemente l’invito lo aveva tra le cosce e ci fecero entrare immediatamente.
L’ambiente non era male, la discoteca piccolina frequentata da gente di età compresa tra i 30 e i 40, quindi non c’era lo bolgia di bimbetti e la musica era piace-vole.
Dopo aver fatto un giro di perlustrazione ed aver preso posto su un divanetto in un angolo iniziammo a ballare, Giulia ballava molto bene, si muoveva con grande sensualità e riscuoteva enorme successo tra gli uomini, e devo dire anche tra alcune donne.
Due uomini bellocci si avvicinarono e dato che conoscevano Giulia praticamen-te attaccarono bottone, Giulia dopo un pò mi disse che con uno dei due c’era andata a letto e che non si era comportato male e finimmo sui divani a chiacchierare del più e del meno.
Passò ancora una mezz’oretta quando uno dei due propose di finire la serata a bere qualcosa a casa sua, l’invito era chiarissimo, basto un rapido sguardo d’intesa tra me e Giulia ed accettammo.
In macchina io seduta d’avanti con uno dei due ragazzi, Giulia invece dietro con l’altro dei due durante la strada mi girai per chiedere una cosa a Giulia e vidi che lei era già avvinghiata con il ragazzo che le sedeva accanto, e le mani di lui erano sotto la maglia di Giulia mentre una mano di Giulia era infilata dentro la cerniera dei pantaloni di lui.
Contemporaneamente a questa mia visione, il conducente del veicolo che mi stava affianco, allungo una mano sulle mie cosce, scorrendo le su e giù per tastare il mio comportamento, io lo lasciai fare, e anzi mi girai un po’ verso di lui per facilitar-gli il compito.
Arrivammo sotto casa che, entrammo direttamente nel garage e da li mediante un ascensore interno al pianerottolo di casa.
L’appartamento di Marco era bello grande, un enorme soggiorno ci accolse la luce già regolata perché non fosse troppo abbagliante dava un ulteriore senso di calo-re all’ambiente.
Appena entrati il padrone di casa molto elegantemente ci fece accomodare sul divano e ci offrì da bere, Paolo il suo amico, che sembrava molto di casa, lo aiutava, finimmo tutti e quattro a sorseggiare un drink sul divano, io e Claudia sedute in cen-tro ed i ragazzi ai nostri lati.
Fu Paolo, che era accanto a me, a rompere il ghiaccio chiacchieravamo inizio ad accarezzarmi sulla coscia, e nel giro di qualche attimo le sue mani erano entrate da sotto dentro la mia camicetta e mi accarezzavano il bordo del seno, Marco anche lui con Claudia aveva già la mani a contatto con la pelle, ma a lui il compito era molto più semplice dato che lei era molto più svestita di me.
Ad un certo punto Paolo inizio a baciarmi sul collo, mentre la sua mano sbotto-nava la mia camicetta, invece Claudia direttamente era andata a cavalcioni di Marco mentre le mani di lui da sotto la maglia le fiocinavano il le tette.
La mia camicetta era già stata tutta aperta, le mani di Paolo mi strizzavano le tet-te da sotto il reggiseno, ed io già avevo infilato le mani dentro i pantaloni di Paolo sentendo tra le dita che aveva un gran cazzo.
Dato che Claudia e Marco erano impegnati per i loro fatti, decisi anche io di darmi da fare, estrassi il cazzo di Paolo e dopo averlo smanettato un po’ lo presi in bocca.
Nel giro di pochi minuti la mini di Claudia era volata via,così come la maglia, Paolo invece combatteva con i mie jeans, fu Claudia che scherzando mi guardò e mi disse la prossima volta che usciamo insieme vestiti più comoda.
Si, l’idea dei jeans stretti era stata magnifica dato che il mio intento era quello di mettere in evidenza il mio culo, ma al momento di sfilarli, se lo si voleva fare mentre si era avvinghiati era un casino.
Decisi di alzarmi e sfilarli, nel farlo mi abbassai e Paolo che era vicino a me alla vista del mio culo mentre ero abbassata per sfilare i jeans dalle caviglie mise le mani sulle mie natiche, sentii chiaramente i pollici che allargavano le chiappe e quindi la una lingua birichina inizio a muoversi raggiungendo il buchino.
Rotolammo per terra sul tappeto, riuscii a sfilare i jeans spingendo con la punta dei piedi mentre Paolo ingorillito dalla vista del mio culo mi accarezzava ovunque.
Paolo mi carico di peso e mi mise con la schiena sul divano e le gambe verso di lui, quindi si tuffo tra le mie cosce e senza neanche togliermi il perizoma iniziò a lec-carmi la figa.
Fece un verso di piacevole stupore quando spostando gli slip si accorse che ave-vo la figa depilata, questo aggiunse maggior vigore alla sua azione e praticamente i-nizio a scavarmi la figa con la lingua.
Dopo questo primo avvio istintivo, la sua azione diventò più studiata, la lingua iniziò a battere sul clitoride e un paio di dita si aggiunsero a cercare di farmi aumen-tare il piacere, anche i denti iniziarono a farsi sentire.
Sotto quell’azione iniziai a colare ed a gemere ad un certo punto mi girai e vidi che invece Claudia era in mezzo alle gambe di Marco e gli stava praticando qualcosa che era una via di mezzo tra un pompino ed una spagnola.
Fu dopo qualche istante che Paolo capendo che ero pronta da inginocchio che era si avvicinò a me portò le mie gambe sulle sue spalle e mi infilò il cazzo nella pas-sera in un colpo solo.
Iniziai a gemere, lui da quella posizione mi sbatteva con foga, sicuramente era un ragazzo che faceva molta palestra, perché i colpi che dava erano molto forti e pia-cevoli.
Io dal canto mio mi godevo di quel magnifico uccello nel pancino e gemevo ap-prezzando quello che lui mi faceva, quando si accorse che stavo per venire quasi si fermò e mi blocco l’orgasmo sul nascere, questa cosa mi fece indispettire ma ebbi appena il tempo di dirgli “ma che fai” che lui ricominciò a pistonarmi e mi riportò in pochissimo vicino all’orgasmo, anche in questo caso appena si rese conto che stavo per venire, cambio ritmo facendo sfuggire il mio orgasmo, a questo punto gli dissi “dai smettila di giocare stronzo” e lui per tutta risposta mi disse zitta, decido io quan-do farti venire.
Quindi ricominciò a scoparmi con foga riportandomi vicino all’orgasmo, era chiaro che riusciva a capire con chiarezza quali fossero le mie sensazioni, infatti que-sta volta appena si rese conto che stavo per venire aumento la foga e la forza con cui mi sbatteva, il risultato fu che quando raggiunsi l’orgasmo non riuscii dal trattenermi dall’urlare dal piacere.
Si quell’odioso gioco era riuscita a farmi perdere il controllo, era chiaro che ci sapeva fare, e che era un gran vizioso, appena mi rilassai dopo l’orgasmo, decise di farmi cambiare posizione, mi fece inginocchiare sul bracciolo del divano con il culo verso l’esterno e le braccia appoggiate sui cuscini.
Essendo i cuscini più bassi del bracciolo dove ero appoggiata con le ginocchia, ero sbilanciata in avanti e la posizione mi costringeva ad inarcare la schiena così che le mie natiche fossero molto aperte, molto più di quando lo possono essere quando mi mettevo alla pecorina.
Il mio culo in quella posizione doveva essere uno spettacolo unico, infatti mi a-spettavo che Paolo mi inculasse, invece si posizionò per bene, mi prese per i fianchi e mi infilò il cazzo nuovamente nella figa, solo che in quella posizione me lo faceva sentire molto più in fondo.
Mentre mi spostavo per cambiare posizione avevo girato lo sguardo verso Giulia che a spegni moccolo si gustava anche lei la sua razione di cazzo, era buffo vederle le tette rimbalzare.
Inizio quindi a muoversi lentamente, facendomi gustare il cazzo fino alla radice, poi decise di mostrarmi quanta foga aveva e inizio a sbattermi con dei colpi che mi procuravano un piacevolissimo fastidio, raggiunsi un primo orgasmo quasi immedia-tamente temendo che lui ricominciasse il gioco di prima, invece lui continuo a sbat-termi con la stessa foga senza darmi respiro o un attimo di pausa.
Al primo orgasmo ne seguì un secondo ed un terzo, fu solo allora che senti che estrasse il cazzo dalla mia figa pensando che volesse cambiare posizione alzai gli oc-chi e vidi che Giulia era su una poltrona a cosce aperte e si faceva un ditalino guar-dando me che venivo scopata, ma dove era finito Marco.
Il tempo di chiedermi dove fosse finito Marco che senti un cazzo duro bussare alla porta della mia passera, la quale ancora aperta lo fece entrare accogliendolo per intero, ecco dove era finito, alle mie spalle pronto a godersi lui ora la mia fica.
Intanto che Marco mi scopava vidi che Paolo eccitato dalla visione di Claudia sulla poltrona a cosce aperte che si masturbava le si avvicinò dal fianco e le mise il cazzo in bocca, Claudia dimostrando una voracità che non mi aspettavo inizio a muo-vere la testa avanti ed indietro gustandosi oltre al cazzo anche i miei umori di cui il cazzo di Paolo era intriso.
Intanto Marco vedendo che ero distratta da quella visione accelerò i colpi per cui smisi di guardare loro e appoggiando il viso alle mie braccia mi sono goduta il cazzo di Marco.
Nonostante avessi già goduto forse per la posizione, o per la foga di Marco o per la situazione raggiunsi un orgasmo in poco tempo che mi fece emettere un gemito di piacere. Marco sembrava non aspettare altro, sfilò il cazzo e lo appoggio al buchino del culetto, anche a me la cosa non dispiacque, e senti Marco mentre infilava il cazzo tra le natiche commentare, è da quando ti ho visto ballare che ti volevo inculare.
Certo che in quella posizione farmi il culo era proprio un invito irrinunciabile, messa alla pecorina con la testa più bassa delle ginocchia così da aumentare l’apertura delle natiche, il buchino sarà stato in bella vista mostrando inevitabilmente che era pronto ad accogliere il cazzo.
L’introduzione del cazzo nel mio culo fu lenta ed inesorabile, appena entrato Marco mi afferro saldamente per i fianchi ed iniziò a muoversi, sentì Paolo che scherzando gli diceva “brutto stronzo mi hai fregato, la volevo inculare io per primo”, Marco intanto muoveva il cazzo avanti ed indietro spingendo con il bacino nella parte finale facendomi sentire una specie di colpo molto piacevole.
Io intanto eccitata come ero non tardai a venire, la posizione mi faceva sentire sconcia, e questa cosa mi eccitava terribilmente, inoltre Marco era uno che con il caz-zo ci sapeva fare, capiva che ritmo tenere e come giocare per accelerare o rallentare i mie orgasmi.
Stanca di quella posizione mi girai e fini con la schiena sul bracciolo, le gambe verso l’esterno e la testa sul divano, marco quindi cambiato il paesaggio mi afferrò per l’interno delle ginocchia mi portò le cosce verso il petto e quindi riprese ad incu-larmi.
Io adesso avendo le mani libere decisi che volevo fare proprio la troia, quindi aprii le cosce mostrando la fica, ed iniziai a masturbarmi non limitandomi a giocare con il clitoride ma cercando di infilare in fica quante più dita potevo.
Si volevo fare la troia, comportarmi e sentirmi troia, Marco parve capire questo mio stato ed inizio proprio a darmi della troia, dicendomi “non ti basta il mio cazzo, troia, ne vuoi un altro”, continuando dicendo “lo so che ti piace il cazzo nel culo”.
Godevo moltissimo in quella situazione, sapevo dentro di me che la serata era solo all’inizio e mi sentivo eccitatissima degli sviluppi che poteva assumere
Intanto sentivo che Marco aveva deciso di godere, vedevo che era concentrato sul suo ritmo che i colpi che dava erano sempre più decisi, iniziai quindi a incitarlo invitandolo riempirmi il culo di sborra, l’orgasmo di Marco non tardò ad arrivare senti chiaramente lo sperma invadermi le viscere, lui mi afferrò ancora più decisa-mente le cosce e i piazzo un ultimo colpo di anche.
Ero estasiata dalla situazione volevo godere e fare tutto quello che mi passava per la testa, fu così che mentre lui si lasciava andare all’indietro sul tappeto io mi av-ventai sul suo cazzo con la bocca andando a gustare il sapore misto dato dallo sperma ancora presente e dai mie umori anali.
In passato prima di mettere in bocca un cazzo che era passato dal mio culo avrei preteso che si fosse lavato e prima di metterlo in bocca lo avrei annusato invece li ero eccitata nel fare qualcosa che logicamente ritenevo sbagliata.
Mentre succhiavo il cazzo barzotto di marco sentendo con piacere che riprende-va subito vigore mi misi alla pecorina inarcando la schiena così che le chiappe si al-largassero il più possibile per mostrare apposta il buco del culo a Paolo il quale stava allegramente scopando Claudia.
Dopo qualche istante sentii Claudia dire a Paolo guarda che invito esplicito ti sta facendo quella troietta, riferendosi a me, il risultato che Paolo si piazzò quindi alle mie spalle mi afferrò per i fianchi e senza indugiare mi infilò il cazzo nel culo.
Era quello che volevo, non tanto il fatto che mi stesse inculando, ma quanto il fatto di essermi finalmente liberata di tutti i mie problemi e vivere il sesso liberamen-te come da sempre avevo desiderato e che non ero riuscita a vivere.
Appena il tempo di godermi i primi colpi di cazzo che Paolo stava dando al mio culo che senti la testa Claudia infilarsi tra le mie gambe raggiungendo con la sua lin-gua la mia fica.
Ebbi subito un sussulto di piacere, un orgasmo intenso scosse il mo corpo, avevo un cazzo in bocca, uno in culo e una linguetta birichina mi lappava la fica.
Il cazzo di Marco, tra lo spettacolo a cui assisteva e il mio pompino prese vigore e tornò duro e pronto a scopare, fu così che rivolgendosi a Paolo disse dai diamole quello che vuole, mettiamola in mezzo, riempiamola per bene.
Fu così che mi tirò a se sfilatomi dal cazzo di Paolo, mi misi quindi a smorza candela su cazzo di Marco che mi riempi la fica, Paolo non tardò a riprendersi il po-sto che aveva lasciato e mi riempi il buco del culo.
Claudia in tutto questo restò a bocca asciutta fu così che con tono ironico mi dis-se, brutta troietta egoista ti sei presa i cazzi tutta per te, rispose Paolo dicendole dai non ti lamette che qui in mezzo ci sei stata già molte volte, intanto Claudia si era av-ventata su di me baciandomi le tette e sulla bocca.
I due ragazzi sapevano muoversi, intanto erano ben in sintonia ed i due cazzi mi sbattevano facendomi godere, avevo orgasmi continui e ripetuti che mi scuotevano, io facevo di tutto per fare la troia per incitarli e farmi sbattere il più possibile.
Intanto sentivo che stava crescendo dentro di me un orgasmo di quelli speciali, di quelli che ti fanno mancare il fiato, questa cosa fu capita dai due ragazzi, che ini-ziarono a pistonarmi più decisamente per farmi godere il più possibile, l'orgasmo arrivo violento, mi misi a urlare come una pazza, i colpi di cazzo non si fermarono nemmeno durante le mie urla, anzi qualche manata ben assestata sul culo aggiunse piacere a quello già presente, caddi spossata a terra semi svevuta, giulia si avvento con la bocca sui cazzi dei ragazzi e li svuotò in breve tempo, e la serata si concluse li.
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16 years ago
admin, 75
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Quello che non ti aspetti
Erano le 22.30 di un sabato sera d’inverno e fuori da quella casa isolata nella campagna il termometro segnava 3° sottozero. Un vento freddo sibilava tra le persiane di legno invecchiate con la pittura abbondantemente incrostata e sfogliata dal tempo.Andrea, come tutti i sabato sera a quell’ora, era in bagno con indosso il suo accappatoio intento a lavarsi i denti, dopo una cena minuta e un paio di drink per darsi un minimo di tono. Si guardava allo specchio e pensava che dopotutto, nonostante i sui 35 anni, era ancora abbastanza piacente. La palestra e la dieta davano i suoi risultati su un corpo comunque ben strutturato sormontata da un viso con tratti aggraziati ma decisi. Un po’ di calvizie alle tempie e un po’ di grigiore sui lati conferivano un tocco vagamente maturo che lo rendeva più affascinante di quanto non fosse stato 6 o 7 anni prima.Mentre verificava il suo aspetto esteriore, cercando di convincersi che poteva ancora attirare lo sguardo di un bella fanciulla, rifletteva sull’opportunità di uscire o rimanere a casa. In fondo ne avrebbe guadagnato il suo portafoglio, il suo fegato e forse anche la sua patente di guida. Già perché ora uscire alla sera e bere qualche drink era come sfidare il coprifuoco in tempo di guerra. Le ronde dei taglieggiatori notturni in divisa aspettavano al varco i pollastri in uscita da bar e locali per mettere nel carniere facili prede, dopodiché andare con i colleghi a farsi offrire da bere in quegli stessi locali da cui erano usciti gli sventurati, infrangendo quelle norme che pochi minuti prima avevano verificato con tanto scrupolo e autorità.Ma non era solo questo a scoraggiarlo, principalmente era l’idea di un’altra serata uguale a 1000 altre fatta di conversazioni senza senso, di sorrisi falsi, di drink pagati 10 volte quello che valevano, di ragazze indifferenti, di posteggi impossibili, di attese davanti a quarti di bue in abito scuro con auricolare, convinti di avere la tua vita nelle loro mani per quei 50 euro a sera percepiti in nero e utili a pagare le rate dell’abito che indossano. Già; tutto questo e nessuna speranza di qualcosa di nuovo, di un’emozione, di 15 minuti di divertimento, e in aggiunta un’amara solitudine che lo avrebbe accompagnato fuori dalla porta di casa per tutta la serata, il rientro e anche parte della mattina seguente.Mentre si ammorbava su queste tematiche ricorrenti un’altra parte della sua testa valutava l’abbigliamento più adatto. -.-.-Sara stava riponendo ordinatamente sulle mensole del bagno i suoi arnesi, rossetto, spazzola, rimmel, matita, e con lo specchietto in mano dava un’ultima controllata al risultato. Perfetto, come sempre.Questi piccoli riti pre-uscita le davano sempre una certa soddisfazione, ci si dedicava con calma, con un buon sottofondo musicale nell’atmosfera ovattata del suo bagno ancora avvolto dai vapori della doccia. Era come dipingere un bel quadro, un quadro che conosceva bene per averlo dipinto innumerevoli volte e quasi sempre con estrema soddisfazione.La sua vita la soddisfala appieno, laureata in medicina a 26 anni da due anni lavorava già presso l’ospedale come anestesista. Il lavoro le piaceva, le dava soddisfazione e l’ambiente era pieno di gente simpatica con cui aveva un ottimo rapporto. Tutti i giorni si affrontavano situazioni diverse e spesso le sembrava di vivere in una fiction del tipo tanto in voga in tv.Da tre anni frequentava Sandro e insieme erano una coppia fantastica, da copertina. Entrambi alti, con un bel fisico, lineamenti perfetti, capelli ordinati, eleganza innata. Si erano conosciuti all’università, avevano la stessa età e lui faceva il ricercatore. Da un anno vivevano insieme in una splendida casa che i genitori di lui gli avevano donato per la laurea e insieme l’avevano arredata con gusto, eleganza, sapienza e tutte quelle cose che un discreta disponibilità finanziaria potevano permettere.Sandro era già pronto, impeccabile nel suo abito scuro, la stava aspettando sul divano leggendo una rivista di barche. Quindi uscita dal bagno si diresse in camera da letto infilandosi nel suo abito acquistato la mattina stessa. Era un abito lungo, da sera, piuttosto leggero per la stagione, ma le stava meravigliosamente. Esaltava le sue forme perfette, le gambe lunghe e affusolate, i fianchi perfetti, i seni sodi e proporzionati lasciando schiena, spalle e collo nudi. A guardarla Sandro rimase a bocca aperta pensando che avrebbe preferito restare in casa, anzi direttamente in camera da letto.Sara indossò il suo soprabito griffato, infilò un paio di scarpe con un tacco vertiginoso e insieme uscirono.-.-.-Luca infilò deciso la corsia del Telepass e diede una rapida occhiata all’orologio sul cruscotto. Erano le 22.40.Nonostante fosse sabato aveva lavorato tutto il giorno ed ora era quasi arrivato a casa, esausto ma soddisfatto. Lavorava nel ramo investimenti di una prestigiosa Banca e la giornata l’aveva trascorsa ad una riunione presso la sede centrale. Li aveva ricevuto i complimenti dei suoi dirigenti per il lavoro svolto nell’ultimo anno. Lui, con il solo diploma da ragioniere si era conquistato un posto e un prestigio a cui molti suoi colleghi laureati non sarebbero mai arrivati.Aveva avuto fortuna, dopo il diploma riuscì al suo primo concorso e a 19 anni lavorava già nella banca. Da li in poi le sue qualità e il suo impegno non tardarono a metterlo in luce e grazie anche a qualche circostanza fortuita riuscì ad occupare posizioni che per la sua giovane età erano impensabili.Ora, a 29 anni, si occupava di grossi clienti sparsi per il nord Italia, girava in mercedes, e viveva in uno splendido appartamento messogli a disposizione dalla banca ad un affitto simbolico.Tutto ciò era costato sacrifici e rinunce. Praticamente non aveva una vita sociale, esclusi i colleghi, e gli amici del pub sotto casa dove andava a guradare le partite di calcio, nessuna fidanzata e gli impegni di lavoro gli impedivano di dedicarsi molto al suo aspetto. Da 3 anni continuava a ingrassare sensibilmente e come se non bastasse perdeva anche i capelli. La cosa non gli toglieva certo il sonno. L’unica grana era dover cambiare spesso i vestiti che non gli stavano più, ma era troppo contento della sua vita per preoccuparsi di simili dettagli. Avrebbe voluto un rapporto con una ragazza, ma il tempo per dedicarsi alla ricerca, al corteggiamento ed alla gestione di un rapporto non riusciva proprio a organizzarlo nella sua fittissima agenda. Così si accontentava di qualche avventura con le colleghe dei vari sportelli, o con qualche ragazza conosciuta per caso.Decise che era ancora presto per andare a dormire e, dopo aver posteggiato, si diresse al pub per vedere se c’era qualcuno con cui bere un bicchiere e fare due chiacchere.-.-.-Dopo varie considerazioni, sulla sua età, sul clima della serata, sulle mode, sui posti dove sarebbe andato, Andrea si vesti con i soliti jeans, le solite scarpe di cuoio, la solita camicia, il solito golfino e il giaccone invernale comperato quest’anno.Il suo look era un misto di eleganza sportiva trasandata, che unito alla sua espressione pensierosa, il brizzolato e un’aria leggermente alcolica gli conferivano un certo fascino, o almeno lui credeva.Un’ultimo sguardo allo specchio, un bel respiro e via, si parte. Destinazione il bar nel centro ritrovo serale dei suoi 2 amici e della maggior parte delle persone di quella città.Era il classico bar pre-serata, arredamento di tendenza, baristi sorridenti, cameriere carine, musica inascoltabile ad un volume da sala macchine del Titanic.I suoi amici erano già li seduti con il loro drink sul tavolino raggomitolati per non sentire il freddo. Già, perché come tutti i bar fichi, anche questo aveva i tavolini all’aperto, anzi si può dire che li aveva solo all’aperto, visto che internamente era grande quanto un’edicola. Andrea infatti si era sempre chiesto per quale motivo alla gente piaccia tanto stare un paio d’ore col culo ghiacciato, aspettando che qualcuno si degni di portarti da bere e cercando invano di capire cosa dice il tuo interlocutore, nel frastuono della musica arrivata direttamente da Ibiza o Miami. Tutti posti un po’ più caldi però!La solita gente, Tronisti sorridenti, aspiranti veline, irriducibili yuppies, coppie silenziose, esaltati analfabeti, gruppi di lesbiche inconsapevoli e inacidite, pseudo intellettuali che parlano di calcio, ragazzini foruncolosi pieni di speranza.I soliti discorsi, chi voteresti tra i nominati, la juve, il milan, l’inter, le avventure immaginarie dello scorso fine settimana, i vestiti nuovi, malattie, incidenti, punti di patente persi, il costo della vita, la nuova fiction americana di Fox, il nuovo sceneggiato “Spazzini” di Rai 1 e il suo rivale “Postini” di Canale 5 entrambi interpretati da Raul Bova.Andrea si diresse immediatamente al banco ordinando un votka lemon e poi raggiunse il tavolo dei suoi amici.Appena seduto cominciò il lavoro abituale e diffuso, l’osservazione. Si sta lì seduti con il culo ghiacciato a osservare gli altri, bevendo e chiacchierando distrattamente. E’ il solito sabato, la solita routine, nessuna faccia nuova. Dopo un’oretta ci si comincia a chiedere che fare dopo ed è uno dei momenti esaltanti della serata. Comincia uno dicendo - si potrebbe andare allo Star- , l’altro risponde – per me ok uno vale l’altro – poi improvvisamente qualcuno azzarda – perché non si va in quel posto a 3 ore di macchina che c’è un sacco di fica? – li parte una discussione sul nome del locale che nessuno ricorda, sulla distanza troppo impegnativa, sulla noia dei soliti posti, sul fatto che la fica qui non manca, sul prezzo d’entrata, sull’eventualità di non riuscire ad entrare. Chiaramente poi non si va, ma intanto è passata un’altra ora e altri 2 drink.-.-.-Sara e Sandro uscirono dal ristorante in centro insieme ai loro amici dopo aver festeggiato il compleanno di Federica, una sua collega ginecologa. Come sempre in quel posto avevano mangiato egregiamente, ci andavano spesso e il proprietario, un loro amico, li trattava sempre in guanti bianchi. Ottimi antipasti, secondi raffinati, vini di pregio, musica soffusa. Tutto questo e altro per una serata che era iniziata sotto i migliori auspici.Decisero di recarsi in gruppo al bar del centro per proseguire la serata, facendo quattro passi nell’aria fresca continuando a conversare amabilmente con i loro amici. Nonostante il freddo pungente e le folate di vento era una piacevole serata limpida e, dopo una buona cena, 2 passi tra le vetrine illuminate del centro in quell’atmosfera invernale erano più che mai apprezzabili. I tacchettio delle scarpe faceva da sottofondo alla quella allegra compagine di belle donne e uomini eleganti.Arrivati al Bar si accorsero di essere in troppi e che non c’erano tavolini disponibili. Mentre cercavano di scovare qualche tavolino e sedia abbandonata si sentirono chiamare dal proprietario del bar che li invitò ad entrare. In un lampo si materializzarono 3 tavoli con annesse sedie e una lampada da riscaldamento. Ivo, il barista, conosceva Sara da quando erano ragazzini e si diede da fare per trovare posto a lei e ai suoi amici. Finalmente comodi ordinarono da bere e ripresero le loro conversazioni. Sara aveva già bevuto al ristorante e cominciava a sentirsi leggermente euforica. Ogni tanto un soffio di vento le si infilava sotto il soprabito e il vestito risalendo le sue lunghe gambe sino all’interno delle cosce, producendole un brivido eccitante. Guardava Sandro presissimo dalla sua discussione sulla ricerca in Italia, sui fondi che mancano, sui laboratori che non funzionavano e aveva voglia di prendere la sua mano ghiacciata e infilarsela tra le gambe, la dove l’aria invernale asciugava i suoi umori d’eccitazione.Mentre era presa dalle sue fantasie, Ivo, che quella sera voleva strafare, arrivava al loro tavolo con un vassoio di tartine e stuzzichini, seguito dal cameriere con i drink. Il grido fu soffocato dall’intenso freddo causato dal ghiaccio che si infilo sotto il soprabito lungo la sua schiena nuda. Il buon Ivo aveva fatto avanzare il cameriere per poi poggiare il suo vassoio sul tavolo, ma nell’operazione qualcosa era andato storto, i due vassoi si erano scontrati precipitando sulla sedia di Sara. Il risultato fu che Sara si ritrovò zuppa di cocacola, lemonsoda, rum, acqua tonica e con tartine varie sparse sul suo bel soprabito.Ancora sotto choc per il freddo improvviso e inaspettato Sara stava immobile come se si aspettasse una seconda ondata, poi lentamente realizzo e balzo in piedi cercando di togliersi di dosso le tartine. Ivo, mortificato, insieme al cameriere cercava di aiutarla ma con scarsi risultati. Sandro si alzo, si tolse il suo cappotto e invitò Sara a indossarlo al posto del suo, orami inzuppato dentro e fuori. Lei decise che era giunto il momento di andare in bagno, raccolse il cappotto di Sandro e abbandono quella scena di devastazione. Federica, che aveva assistito a tutta la scena con un misto di stupore e divertimento, si alzo e la segui all’interno del Bar. L’offerta di Federica di aiutarla ad asciugarsi e a pulirsi fu accolta con gioia da Sara visto che il bagno era estremamente piccolo ed avere qualcuno anche solo per reggere i vestiti era utilissimo.Sara si sfilo il soprabito e il vestito restando in reggiseno, perizoma e autoreggenti e cominciò a passarsi fazzolettini di carta sulle spalle e sui capelli per asciugare quel mix di liquido che l’aveva innondata. Prontamente Federica appese i vestiti di Sara alla maniglia della porta e cominciò a passare delicatamente altri fazzolettini sulla sua schiena. Si muoveva delicatamente, con entrambe le mani partendo dalla base del collo e allargandosi poi sulle spalle per tornare poi sulla colonna vertebrale. Sara era immobile con le braccia alzate intenta a raccogliersi i capelli e lasciava che Federica proseguisse in quello che sembrava più un massaggio che un’assistenza. Sempre lentamente Federica comincio a scendere lungo i fianchi, ma non guardava la schiena di Sara, guardava nello specchio da sopra le sue spalle, fissandole gli occhi riflessi. Entrambe si guardavano intensamente nelle rispettive immagini riflesse e a quel punto Sara si rese conto della sensualità della scena, praticamente nuda, davanti ad uno specchio con le braccia alzate sopra la testa e i capelli raccolti e le gambe leggermente divaricate, con un’altra donna alle sue spalle che la toccava e la fissava. Federica prosegui in silenzio ad asciugarle la schiena arrivando sino all’elastico del perizoma, li si fermo e sempre guardandola fissa negli occhi le disse – ho finito, ti aspetto fuori.Sara la guardo uscire rimandendo in quella posizione ancora qualche istante, poi si guardò allo specchio e abbasso lo sguardo sul lavandino sentendosi imbarazzata della propria immagine.Velocemente si rivesti, aprì la porta e con sua sorpresa scopri che Federica non era lì, c’era un uomo sulla trentina con i capelli brizzolati che la scrutava con aria seria e pensierosa. -.-.-Nel pub quella sera c’era gente ma degli amici di Luca c’erano soltanto Davide e Max. Erano al bancone che parlavano tra loro davanti a un paio di birre e Luca li avvicinò con una pacca sulle spalle. Non aveva voglia di sedersi, dopotutto era stato 4 ore in macchina, e quindi ordinò da bere appoggiato al banco affianco a loro. Parlavano di quel nuovo Night che aveva aperto 3 settimane fa. Davide ogni tanto cedeva alla tentazione di infilarsi in locali simili rimanendono poi spesso deluso. Anche questa volta non era andata diversamente. Luca gli chiese – allora com’è? – carino, ma mi sono un po’ rotto – Perché niente figa? – no, un sacco di figa, tutte dell’est, ma abbastanza squallido – Vabbè, è un night cosa credevi? – ma niente, speravo ci fosse più gente invece oltre a me c’erano 4 o 5 vecchiotti e un paio di ragazzini – quanto ci hai lasciato stavolta? – ho bevuto un drink da solo, poi è arrivata una tipa e le offerto da bere 2 volte, sai come funziona, ogni 15 minuti lei deve ordinare per contratto, e poi mi sono lasciato convincere a fare un prive – quindi? – be, tra i drink e il prive mi sembra più o meno 150 euro – 150 euro per bere 1 volta, guardare un paio di tette, e farsi una sega a casa propria! Bella serata davvero! – lo so, lo so anzi lo sapevo già prima di entrare che finiva così, ma ero in giro da solo, son passato lì davanti e mi è venuta la curiosità – ma non ti conviene dare 150 euro a una prostituta e fare quello che devi fare? – ma più che altro è l’idea, sai com’è, entri li dentro e ti dici “bevo solo un drink e me ne vado”, poi guardi uno spettacolino, ti ecciti, arriva una accanto a te praticamente nuda e ti spiace mandarla via e a quel punto ce l’hai già nel culo – lo so, ci siamo passati tutti, ma tu insisti! Quando l’hai fatto una volta basta, oppure decidi di spendere un po’ di soldi, te ne coltivi una e poi dopo un paio di serate la vedi fuori dal locale – no, non mi va di lasciarci tutti quei soldi, te l’ho detto ci vado ogni tanto, così per togliermi lo sfizio – si lo sfizio di buttare via 150 euro, dalli a me che ne faccio un uso migliore! – Ma tu sei pieno di soldi, anzi tu si che dovresti andarci e prendertene una di quelle da 500 euro a notte e portartela a casa – preferisco farmi una sega, penso a chi mi pare e non mi costa niente!. A quel punto Luca decise di cambiare argomento e chiese ai suoi amici cosa facessero dopo. Davide disse che doveva rientrare dei 150 euro e quindi finita la birra andava a casa a dormire, Max era indeciso se andare a fare un salto in discoteca o andarsene pure lui a dormire. Anche li la questione era finanziaria, Max sosteneva che pagare 20 euro di ingresso e 15 euro a consumazione era un salasso, soprattutto per quelli come loro che poi bevevano 3 o 4 volte. Era assurdo, 80 euro per una serata in discoteca che fino a pochi anni prima, quando c’era la lira, l’avresti fatta con 60.000 lire e non con 160.000. Non riusciva poi a capire come facessero i ragazzini a spendere tutti quei soldi, tutti i fine settimana e senza contare gli abiti griffati, le macchine ecc… Questo argomento lo faceva veramente incazzare, com’è possibile che un ragazzo di 20 anni, studente, possa bruciarsi più di 600 euro in un mese solo per andare 2 volte a settimana in discoteca. Cazzo! 600 euro sono quasi uno stipendio, dove li prendono?Alla fine del suo sfogo Max decise che i suoi soldi non li avrebbe regalati a quel locale di snob e scelse la via di casa.Luca condivideva in pieno il pensiero di Max, ma riteneva che se le cose al momento stavano così lui poteva farci poco e quindi o se ne stava a casa oppure ogni tanto buttava via un po’ di soldi e cercava di divertirsi.Quindi fini il suo drink e disse ai suoi amici che lui, quella sera, voleva divertirsi, che aveva lavorato tutta la settimana, tutto il giorno e che si concedeva qualche ora di svago.Usci dal pub, guardo l’ora e si diresse alla sua auto.-.-.-Mentre era in macchina con i suoi amici Andrea continuava a pensare a quella donna incontrata nel bagno del bar. Era davvero bella, l’aveva vista altre volte al bar o in giro ma mai così da vicino.Anche la sua amica, quella che era uscita dal bagno prima di lei era bella, ma un bello diverso, arrogante, mascolino. Dava l’impressione di una donna severa, decisa, solitaria, molto sexy ma difficile da conquistare e dominare. Lei invece aveva questa espressione alla Scarlet Jhoanson che ti faceva venire voglia di prenderle il viso tra le mani e baciarlo per ore.Terminò le sue meditazioni mentre stavano già entrando nel locale, incredibilmente senza stupide attese all’ingresso. Il locale non era enorme, classica pista centrale, divanetti, tavolini, 2 bar, luci, guardaroba e tutto il resto. Un locale come tanti, abbastanza anonimo come la gente che lo frequentava, ma in zona era l’unico e quindi si finiva sempre lì.Quella sera c’era il Dj Flash, un idiota totale, convinto di essere stato unto dal Signore, annunciato dal vocalist come “in arrivo direttamente da Ibiza”. Andrea pensava che probabilmente arrivava davvero da Ibiza dove aveva fatto la stagione come cameriere in qualche ristorante e che il “direttamente” fosse relativo a quanto gli aveva detto il suo padrone di casa stanco dei suoi tentativi di mixaggio notturno e degli arretrati sull’affitto. Comunque si diresse al bar per l’ennesimo drink e proseguì nell’osservazione della stessa gente che aveva già osservato al bar.-.-.-Tornata al tavolo Sara scoprì che Federica era tranquillamente seduta con la sua sigaretta tra le dita che conversava con gli altri amici. Lei, ormai ricomposta, si sedette e ordinò una votka liscia. Voleva bere qualcosa di forte per riprendersi dall’accaduto e per scuotere il proprio cervello. Era confusa, non capiva se Federica le avesse effettivamente fatto delle avances o se era stata una sua idea. Ma questo non era neppure così importante quanto lo era la sua reazione di eccitamento. Non si era mai sentita attratta da altre donne, era felicemente innamorata di Sandro, la sua vita scorreva limpida e felice come l’aveva sognata e programmata e poi … improvvisamente, questa cosa. Questo senso di desiderio inspiegabile, imbarazzante, spaventoso, immorale. Guardava Federica, cercava di capire qualcosa da lei, dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti. Ma niente, lei si comportava come se nulla fosse accaduto, con naturalezza, scherzava e rideva tranquillamente.Possibile che abbia frainteso? Possibile che sia l’effetto dell’alcol? Tutto è possibile ma l’eccitazione e il desiderio che aveva provato erano reali e non riusciva ad accettarli. Non voleva più stare lì e non voleva neppure andare a casa con Sandro, si sentiva agitata e confusa. Trangugiò la votka e disse – ragazzi, non so voi, ma io mi sono rotta, andiamo a ballare? – Il gruppo cominciò a valutare la cosa, ma le posizioni non erano concordi. Sandro non aveva molta voglia di ballare, pensava piuttosto alla loro camera da letto e a riprendere quell’idea che aveva avuto prima di uscire, gli altri erano indecisi ma il pensiero di posteggiare a chilometri dal locale e farsi tutta la strada a piedi con quel freddo li spinse a rinunciare. Federica disse semplicemente – ok, per me va bene.Alla fine si ritrovarono sulla macchina di Federica soltanto in 3, lei, Sandro e Sara. Avevano preso la sua macchina perché più piccola e più facile da posteggiare e infatti furono fortunati, perché trovarono un posteggio proprio dietro il locale, nel vicolo buio vicino alle uscite di emergenza.-.-.-Luca guardò la sua immagine riflessa nello specchio del corridoio che dall’ingresso del locale conduceva all’interno. Solo in quel momento realizzo di essere ancora vestito “da lavoro”. Completo grigio, camicia azzurra e cravatta. Certo non era l’abbigliamento adatto ad una serata in discoteca, ma fu un pensiero che gli rubò giusto qualche istante, non gli importava poi molto del proprio aspetto e comunque il vestito era di qualità e gli stava bene.Cominciò a guardarsi intorno per entrare in sintonia con il locale, si sentiva come se fosse a una festa, non conosceva quasi nessuno, ma ogni persona poteva essere un amico per qualche ora. Alla cassa fece il suo tiket per il bar dove si avviò per il secondo drink della serata. Un buon cubalibre, era un po’ che non lo bevevo e quella sera aveva voglia di spassarsela. Cominciò a fare un giretto del locale con il suo drink in mano, guardando le belle ragazze sorridenti vestite alla moda e i ragazzi intenti a farle divertire, ascoltando la musica e cominciando a sentirsi catturato dall’atmosfera e dal rum del suo bicchiere. Il ritmo lo penetrava e si accorse di camminare seguendo vagamente il tempo. Fece il giro di tutto il locale e, terminato di bere, decise di buttarsi in pista. Un dubbio gli velò la mente per qualche secondo: sarò mica ridicolo a ballare da solo in giacca e cravatta? Ma poi penso: chi se ne frega! Ho voglia di ballare, ballo!Si butto in pista, chiuse gli occhi e sentì il ritmo salirgli dentro le gambe, conquistare il fondoschiena, aggredire le spalle, il collo e la testa. Si muoveva libero tra gli altri seguendo il ritmo e lasciandosi andare completamente. A guradarlo non si poteva certo dire che fosse aggraziato o che andasse a tempo, però nella sua spontaneità e nell’espressione serena del suo viso, si coglieva il piacere che gli davano quei movimenti e il tutto gli conferiva un non so che di fascinoso. Non era un ubriaco da solo in mezzo alla pista, ne un fighetto impettito che si muoveva con passi e sguardi studiati, era un uomo adulto, sereno a cui piaceva divertirsi, a cui piaceva ballare e divertirsi. Continuò a ballare fino a quando il dj non mise un pezzo che non gli piaceva. A quel punto uscì dalla pista e punto dritto al bagno per rimettersi un po’ in sesto. Era accaldato e il cubalibre aveva solleticato la sua vescica. Si diede una rinfrescata e quando usci dal bagno i suoi occhi si posarono su una ragazza a pochi passi da lui. Era carina, bionda, non molto alta ma con uno sguardo intenso e un sorriso radioso. Stava parlando con alcune amiche che la circondavano e sembravano tutte abbastanza divertite ed euforiche. La guardava parlare e ridere e si sentiva attratto da quel viso radioso, da quel sorriso che sprizzava gioa, allegria, benessere. Voleva conoscerla ma era un po’ timoroso, non si sentiva certo un ragazzo da copertina, e lei era insieme alle sue amiche. Alla fine decise che se non lo faceva subito non lo avrebbe fatto più. Quindi prese un bel respiro e si avviò. - Ciao, mi chiamo Luca, tu? – Ciao, io Manuela .Lei lo guardava incuriosita e sorridente insieme a tutte le sue amiche. Luca si sentiva piuttosto imbarazzato da quella situazione e decise di giocare a carte scoperte – ti ho vista con le tue amiche così sorridente e felice e non sono riuscito a resistere alla tentazione di avvicinarmi, ma ora mi sento un po’ in imbarazzo in mezzo a tutte voi – Non far caso a loro, stiamo festeggiando l’addio al nubilato di Elena e siamo tutte piuttosto su di giri. E così facendo gli presentò tutte le sue amiche – stavamo giusto sorridendo del fatto che siamo qui in 5 ragazze da sole, carine, da 2 ore e non si era fatto avanti ancora neanche un ometto – Eccomi qui, io sono stato estratto per primo, mi mandano sempre avanti per spianare la strada a quelli più giovani e indecisi – Quindi sei una specie di ariete? – Certo, giro per i locali a prendere contatto con giovani e avvenenti fanciulle, le stordisco di chiacchere, le faccio ubriacare e poi quando sono rosolate per bene faccio intervenire gli operativi – Interessante, con noi parti bene perché siamo già alquanto alticce, quindi puoi concentrarti sulle chiacchere – Fantastico, a chiacchere vado fortissimo – Anche sulla pista da ballo! Ti abbiamo visto prima scatenato da solo la in mezzo – Bè in effetti me la cavo meglio con le parole, ma mi piace la musica e non resisto al ritmo, anche se magari sono un po’ ridicolo – Per niente te la cavavi bene anche se eri un po’ solitario – Infatti sono qui da solo, oggi ho lavorato, ero fuori città e quando sono arrivato ho deciso che era presto per il letto e mi sono concesso quattro salti e una bevuta – Hai fatto bene, perché non ti unisci a noi, stavamo pensando di trasferirci in un altro locale perché staserà dobbiamo fare l’alba e quindi si è deciso di fare il tour della provincia – Volentieri, io ho già guidato tutto il giorno, ma ero da solo, con voi sarebbe sicuramente più divertente, si va? – Perfetto, prendiamo le giacche e ci vediamo all’uscita.-.-.-Era dentro il locale da circa un’ora e sembrava proprio una serata come tante altre, un groviglio di gente impegnata a divertirsi a tutti i costi, quasi come se fosse un lavoro. La musica non era poi malaccio, anche se Andrea non apprezzava le ultime tendenze dance, ma perlomeno quella sera, ogni tanto variavano un po’ sul tema inserendo qualcosa di commerciale, un po’ di revival e qualche classico rivisitato. C’erano un sacco di belle ragazze e Andrea le guardava con una certa frustrazione. Si sentiva un po’ come un’affamato davanti ad un buffè da cui non poteva prendere nulla. Certo gli sarebbe bastato fare un tentativo, ma l’insicurezza e l’orgoglio lo frenavano. Era una cosa stupida e lo sapeva bene, decine e decine di serate aveva trascorso meditanto su questi argomenti con un bicchiere in mano appoggiato al bar di varie discoteche. Spesso capitava anche che qualche ragazza lo guardasse ed era il momento peggiore. Già perché a quel punto non trovava più scuse per le proprie indecisioni e cadeva nello sconforto totale. I suoi amici erano in pista a ballare, a lui piaceva ballare ma quella sera non era proprio dell’umore e quindi si diresse all’uscita fumatori per l’ennesima volta. Questa cosa di dovere uscire per fumare lo faceva veramente incazzare. Possibile che i proprietari o gestori dei locali non potessero spendere poche centinaia di euro per attrezzare un piccolo angolo fumatori? Possibile che lui e molti altri dovevano rischiare la polmonite ogni volta per fumarsi una sigaretta? Se non era emarginazione questa ?Si appoggio al muro esterno del locale e tirò fuori il pacchetto. A quel punto si avvicinò a lui una giovane ragazza che gli disse – non dovresti fumare, sai che è una cosa stupida? – Lui la guardo attentamente prima di rispondere, mentre si accendeva la sigaretta. Era giovane, 25 anni massimo, capelli neri, lisci, viso attraente, trucco appariscente, bel corpo, mani curate, vestito elegnate e sensuale. Si chiese come mai fosse lì e soprattutto perché parlasse con lui e cosa gliene importasse della sua salute? – Faccio un sacco di cose stupide – rispose alla fine. Lei lo guardo con aria sorridente e chiese – tipo? – fumare, bere, correre in macchina, essere timido – essere timido non è una cosa stupida, e poi tu non mi sembri timido – no? In effetti forse sono insicuro e presuntuoso – lo credo anch’io e quelle si sono cose stupide – Tu chi sei? Come ti chiami? Che ci fai qui fuori? – mi chiamo Marica e sono uscita a prendere un po’ d’aria perché non mi andava di stare con la persona che mi ha portato qui – Hai litigato col fidanzato? – Non è un fidanzato, è un … conoscente, ma non è interessante e credo che farò a meno della sua compagnia, tu invece? – Io sono Andrea e sono qui a rompermi con un paio di amici come tutti i sabato sera, ma penso che tra poco me ne andrò a casa. Tu non sei di qui? Non ti ho mai visto – Sono qui da qualche settimana, per lavoro – Di cosa ti occupi? – Lavoro nel nuovo night che hanno aperto – Un’esplosione di pensieri dilagò nella testa di Andrea: una prostituta? Mi sta adescando? Pareva troppo bello che una bella ragazza si interessasse a lui spontaneamente! Cosa le dico? Me ne vado? Le chiedo quanto vuole? Mi sta prendendo per il culo? Alla fine aprì bocca – Sono spiazzato, non so cosa dirti – Perché? Non hai mai parlato con una ragazza? – Si milioni di volte ma con una ….. – Puttana? – Se lo dici tu – Io non mi vergogno del mio lavoro, guadagno bene, mi piace il sesso e vedo sempre posti nuovi – Ok ma non ti pesa? – Certo, alle volte si, ma perché il tuo lavoro lo fai sempre con gioia e leggerezza tu ? – No, ma…. – Ma è un lavoro come un altro, alle volte mi tocca sopportare, altre volte è divertente e comunque la paga è sempre ottima – Forse hai ragione tu, quanto guadagni in una sera? – Più di quanto molti guadagnano in un mese – Be a guardarti non faccio fatica crederlo, perché sei venuta da me? Io non frequento il night, e non amo pagare ragazze per fare sesso – Perché ti ho visto, ti ho trovato attraente e volevo conoscerti – E ora che mi hai conosciuto che succede – Succede che mi farebbe piacere rivederti, fare due chiacchere, conoscerti meglio, ecc… ecc… - Mi stai corteggiando? – In un certo senso si – E’ strano, non mi è mai successo, tu sei molto attraente e non ti mancano certo inviti e corteggiatori, perché proprio io? – Te l’ho già detto, mi piaci, e i miei “ammiratori” non sono interessati a conoscermi, solo a scoparmi – Le allusioni non sono il tuo forte vero? – Non mi piace girare intorno alle cose, se ti va di conoscermi meglio ti posso dare il mio numero e magari ci sentiamo domani, oppure puoi darmi il tuo – Mi sembra tutto un po’ irreale, comunque si vorrei rivederti, dammi il tuo numero, ti chiamo – Ok, eccolo, ma ricordati che non mi piace aspettare – Neppure a me, perché non ce ne andiamo via insieme ora? – No, perché adesso tu ragioni con gli attributi e pensi di portarmi a casa tua, io ci verrei anche e probabilmente ci verrò, ma non stasera. Non cerco una scopata, non solo quello, ciao-.Si voltò e se ne andò lasciando Andrea con gli occhi fissi su di lei che stava cercando di ritornare sulla terra dal suo viaggio interplanetario ai confini della realtà.-.-.-All’interno del locale Sara cercava di scrollarsi di dosso i suoi pensieri, ma non ci riusciva. Ballava, bevevo, scherzava con Sandro ma non smetteva un attimo di macinare sull’accaduto, sulle sue sensazioni, sul perché, sul loro significato. Ogni tanto guardava Federica, le parlava ma lei sembrava la solita Federica che conosceva bene. Algida, umoristica, tagliente e austera. Notava che molti ragazzi del locale la guardavano con interesse, ma lei non si curava molto di loro e improvvisamente si accorse di non averla mai vista con un uomo, non le aveva mai parlato di sue storie o avventure. Con lei parlava di lavoro, di moda, di Sandro, di un’infinità di altre cose che le accumunavano ma mai delle sue relazioni. Questa cosa la turbò ancora di più. Federica era una amica a cui teneva, una persona che le piaceva, con cui aveva un rapporto piacevole ed ora sentiva repulsione per quel rapporto ma allo stesso tempo non voleva perderlo. Sandro le si avvicinò – Stai bene? – Si perché? – Mi sembri strana, agitata, hai bevuto molto e non stai un attimo ferma – Sto bene, ho voglia di divertirmi, di fare un po’ la pazza – Ok ma non mi sembra che tu ti stia divertendo, sembri in ansia, quasi spaventata – Sarà una tua impressione, sono ancora un po’ scossa dalla faccenda del bar, ma per il resto tutto ok – ti va se andiamo a casa a giocare noi due soli? – Sarebbe bello, magari tra un po’, ora ho voglia di stare un po’ in mezzo alla gente e poi mi è venuta una gran voglia di fumare una sigaretta – E’ da un po’ che non fumi, sei sicura di stare bene – Ma si, te l’ho già detto, voglio divertirmi e voglio fumare una sigaretta, che c’è di così strano – nulla, apparte la tua acidità, comunque io non ho sigarette – e si voltò a chiamare Federica – Sara vuole fumare, hai una sigaretta? – Le ho lasciate in macchina, andiamo, avevo voglia anch’io di fumarne una – Sara restò immobile, fissava Federica e Sandro indecisa se accettare l’invito e intenta a scrutare il volto delle sua amica per capirne le intenzioni –Era terrorizzata, cosa sarebbe accaduto la fuori? Sandro intervenne – allora? Ti sei incantata? – No, andiamo – e si avviò verso l’uscita seguita da Federica.Nel tragitto pensava che in fondo non sarebbe successo nulla, c’era altra gente la fuori e, anzi, avrebbe affrontato l’amica esponendole i suoi dubbi, così almeno avrebbe smesso di torturarsi nei dubbi.Arrivarono alla macchina e solo allora Sara ricordò che era dietro al locale, in un vicolo buoi dove non c’era nessun altro. Federica apri la portiera e disse – io la fumo in macchina, qui fa un freddo cane e ho lasciato dentro il cappotto – va bene, io sto tremando-Federica le porse la sigaretta e le avvicino l’accendino al viso guardandola fissa negli occhi, poi estrasse un’altra sigaretta e, sempre fissando Sara, se la accese. Sara la fissava in silenzio non sapendo cosa dire e come rompere quell’atmosfera angosciante. Alla fine fu Fedrica a parlare – Cosa vuoi dirmi? – Perché pensi che voglia dirti qualcosa – Perché è tutta la sera che mi fissi – dici? Non mi è sembrato – Non dire puttanate, dopo il bagno del bar mi hai fissato come fossi un alieno – Ok, cos’è successo nel bagno? A me è sembrato che tu …, che …. , che ci stessi provando con me e questa cosa mi stà destabilizzando parecchio – Si, c’ho provato e a te è piaciuto – E’ tremendo, come puoi dirmelo così in faccia? Ti credevo un’amica e poi cosa ti fa credere che mi sia piaciuto? – Non lo credo, lo so e non trovo altro modo per dirtelo, ti è piaciuto e lo sai ed è questo che ti tormenta, perché se non fosse così non saresti qui in macchina con me – Federica aveva gettato la sigaretta dal finestrino e in un attimo si era buttata sopra Sara, con una mano le aveva afferrato il collo tirando la sua testa in avanti e baciandola sulle labbra, l’altra mano gliela aveva infilata tra le gambe direttamente sulla vagina. Sara ebbe un sussulto, cerco di tirarsi indietro ma non sapeva che fare, la stretta di Federica era potente e non riusciva ne staccarsi da lei ne toglierle la mano. Fedrica non indietreggio, anzi cercò di infilare la lingua tra le labbra di Sara che digrignava i denti, contemporaneamente infilò due dita nel perizoma di Sara e arrivo alle grandi labbra. Li, grazie all’esperienza di essere donna e ginecologa, con facilità infilò un dito dentro. Sarà proruppe in un gemito e cominciò a bagnarsi. Sarà era in preda al panico. Voleva allontanarsi di li, fuggire, ma il suo corpo non faceva quello che la sua mente desiderava. Si accorse di essere eccitata, sentiva i capezzoli turgidi sfregare contro il vestito, sentiva il desiderio della sua bocca di aprirsi e della sua lingua di avvinghiarsi a quella di Federica, delle sue mani di toccarla e spogliarla, delle sue gambe di aprirsi. Lotto contro se stessa, confusa, spaventata, eccitata, poi, quando sentì il dito dentro esplose, aprì la bocca, aprì le gambe, prese Federica con le mani e la tirò verso di se, le infilò la lingua in bocca e cominciò a leccarle la sua, cercò i suoi seni, scese alle cosce e le sbottonò i pantaloni. Federica allargò le sue gambe e Sara cominciò a toccarla, a cercare e finalmente la sentì, calda, umida, rasata e fremente. Ci infilò due dita dentro e comiciò a muoverle avanti e indietro. IL SEGUITO A BREVE .........
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16 years ago
ORIONE2007,
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Piscina
E' agosto, fa un caldo terribile e ho promesso ad un mio amico di passare da casa sua a innaffiare le piante almeno una volta durante la sua assenza.
Abita appena fuori Milano in una zona con 5 o 6 villette e la piscina condominiale, io lo so ed ho anche la sua autorizzazione per farmi un bagno e quindi mi porto il necessario per un bel bagno.
Innaffio i firori e poi grondante di sudore mi dirigo verso la piscina per rilassarmi un pò, quando arrivo noto che c'è solo una ragazza sulla quarantina e dentro di me mi dico non male e poi tutta abbronzata fa la sua porca figura.
Buongiorno dico io, buongiorno dice lei, mi scelgo un lettino non troppo vicino per non disturbare, mi spoglio, tanto avevo il costume sotto i vestiti e mi siedo sul lettino guardandomi intorno, mi accendo una sigaretta e lancio uno sguardo verso la ragazza.
Dopo un pò che mi stavo cuocendo al sole mi si avvicina con grazia e mi dice di non abitare lì e di aver dimenticato la crema solare e se per caso ne avessi io, le dissi che non avevo la crema ma l'olio solare se andava bene lo stesso glielo avrei ceduto volentieri.
Mi disse che andava bene lo stesso e iniziò a spalmarselo accanto al mio lettino quasi non volesse approfittare portandolo al suo lettino, la sua pelle era dorata, di un colore bellissimo, era completamente depilata e liscia, io ero lì inebetito che la guardavo, lei notò che la guardavo ma continuava a passarsi l'olio su tutto il corpo e la cosa mi faceva provare una sensazione eccitante nello stomaco.
Poco dopo quando finì mi mise in mano la boccetta dell'olio e mi disse: "tu non ne metti?", certo risposi io e inizia a mettermelo un pò qui un pò la con fare impacciato e quando finii lei mi chiese di metterglielo sulla schiena dicendomi che li non ci arrivava.
Eravamo in piedi tutti e due e lei si girò dandomi le spalle, ne feci colare un pochino alla base del collo e iniziai a ungerle la schiena, era caldissima e quel caldo mi dava una forte eccitazione e sentii di avere un principio di erezione. Lei si muoveva un pochino e veniva indietro quasi ad appoggiare il suo sederino, la cosa mi piaceva da morire, poi si girò e mi disse: "dai che te ne metto un pò sulla tua schiena", detto fatto, mi girai e lei iniziò a ungermi a sua volta, mani morbidissime e molto sensuali.
Le sue mani unte passarono sotto le braccia come in un abbraccio fino a ungermi il torace, faceva passare le sue dita sui miei capezzoli che erano già duri e non solo quello, sentivo il suo corpo che sfiorava la mia schiena, e sentivo le sue mani che perlustravano il mio torace fino a scendere di poco sotto l'ombelico.
A quel punto ero molto eccitato e lei lo sapeva, le sue mani continuavano a scivolare sulla mia pellefino a quando le fece scendere più sotto dentro il costume facendovi avere un sussulto di piacere fortissimo.
Ero pietrificato e lei lo accarezzava con le mani unte masturbandolo lentissimamente, mi girai per baciarla ma lei si fece solo sfiorare le labbra invitandomi a sedere sul lettino, mi si mise inginocchiata di fronte e iniziò a masturbarmi con decisione, poi mi face capire che dovevo sdraiarmi sul lettino e pensai subito che voleva scopare, ma non era così, voleva fare un 69, si spogliò e notai la sua patatina completamente depilata, poi venne sopra di me e iniziai a leccargliela infilando di tanto in tanto la lingua, lei iniziò a pomparmi con delicatezza accarezzandomi attorno, ricordo che pensai che se usava solo la bocca non sarei venuto e che quindi mi sarei goduto dei lunghi attimi di piacere.
Lei mi toccava tutto intorno, prendeva in mano le mie palle e mi piaceva molto, mi accarezzava le gambe con le sue mani unte, forse non avrei restito a lungo stavo godendo e avevo voglia di venire, io continuavo a leccarla e con un dito le stimolavo l'ano fino a quando sentii che godette interrompendo un pò la sua opera, ero eccitatissimo, poi lei riprese, ripresi anch'io volevo farla godere ancora così, con un bel 69, lei continuava a farmi godere ed ad accarezzarmi poi con una mano teneva le mie palle e ad un tratto con la stessa mano unta mi infilò un dito nell'ano, sentii tutto il dito entrare dentro di me e muoversi in avanti e indietro ma lo fece solo due o tre volte perchè ho avuto un orgasmo potentissimo e lunghissimo inondandole la faccia con il mio sperma, mi fece godere fino in fondo assicurandosi di farmi schizzare fino all'ultima goccia.
Poi ancora in quella posizione senza dire nulla prese il mio asciugamano e si pulì in faccia avviandosi verso la doccia del giardino, io non dissi nulla ero ancora stremato per l'orgasmo avuto ma la guardavo, volevo chiederle il numero di cellulare e già immaginavo di poterla rivedere.
Finita la doccia si avvia verso il suo lettino a ripondere al cellulare che suonava, una breve conversazione e vedo comparire un uomo all'ingresso del giardino, l'uomo entra e va verso di lei, si danno un bacino sulla bocca, lei raccoglie le sue cose e se ne va con lui, ad un certo punto l'uomo si gira e mi sorride, poi spariscono.
A quel punto capisco che lei lo ha fatto per il suo compagno, che probabilmente era lì a spiarci, vabbè dico io è stato bello uguale, mi avvicino alla piscina e mi tuffo.....
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16 years ago
soffioblu,
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Il caldo afoso
il ristorante in spiaggia,... a due tavoli diversi... siamo tutti e tue lì, io solo e tu con tuo marito
io con un pantaloncino nero e tu con un due pezzi molto mini, che emana femminilità ed eccitazione;
Io appena ti vedo entrare comincio a guardarti… una femmina del genere non si vede tutti i giorni… tu probabilmente te ne accorgi subito, … sei abituata ad essere ammirata… e vi sedete proprio di fianco a me, io accenno un saluto, ricambiato e ………
Tu mi avevi già notato, i nostri sguardi si erano già intrecciati sulla spiaggia, siamo vicini di ombrellone e, il tuo lui non ha fatto altro che leggere, mentre tu, sei stata stesa a farti baciare dal sole e ………. Dai miei sguardi allusivi e vogliosi;
Io mangio ma non tolgo lo sguardo da te… e soprattutto dalle tue gambe belle e lunghe che si vedono molto bene da sotto al tavolo… tu fai finta di nulla;
ti muovi sinuosa, accavalli le gambe e …….. ti aggiusti il costume, cercando il mio sguardo e le miei allusioni ………. Tuo marito, continua a leggere ed a parlare con te, ma ti vedo estranea, sensuale e ………le tue labbra si accostano alla forchetta e ……. Succhiano quegli spaghetti, come se avessi un membro, la lingua fuoriesce e …….. le lecca, alla ricerca di un nettare da ingoiare.
Tuo marito …… si alza e va a stendersi, tu …….. rimani immobile e ……. Cercando una scusa …….. rimani, mi guardi e …….. mi lanci un segnale;
Ti dirigi verso le cabine interne ……. Ti giri e ……… mi alzo e ti seguo
Ci incrociamo dietro le cabine e ……….. mi prendi un braccio, la tua cabina è aperta, ti dirigo verso la mia ……….. apro ed entriamo
ti spingo contro la parete e sempre baciandoti faccio aderire completamente il mio corpo al tuo per farti sentire tutto il mio desiderio… con entrambe le braccia ti cingo la vita e afferro le tue natiche sode … con una mano scendo sulla coscia ti alzo la gamba che mi asseconda cingendomi la vita…
In quella posizione posso sentire la tua natica nuda sotto le mie mani… calda e liscia… e subito arrivo al solco che hai tra le gambe e lo trovo gia fradicio dei tuoi umori… sicuramente hai mascherato molto bene la tua eccitazione …
Mi sento un po’ come nella trappola di un ragno… è tutta la sera che mi stuzzichi e mi fai fare quello che vuoi… e io non sono il tipo da accettare questo nemmeno da un pezzo di femmina come te… allora con la tua pelle calda sotto le mie mani... comincio a infilarti la lingua nella bocca... con forza spingo fino a che apri del tutto la bocca e io posso far entrare la mia lingua ruvida dentro... mi piace penetrarti gustandomi il sapore e la dolcezza delle tue labbra...
Intanto con una mano ti levo il reggiseno... e comincio a palparti un seno... bello... gonfio... morbido e sodo allo stesso tempo... sento sotto le dita il tuo capezzolo che diventa turgido e duro... che spinge come un chiodo...
Allora con il pollice e l'indice comincio a stringerlo... e a tirarlo... tu mi guardi un pò stupita per il cambiamento improvviso del mio atteggiamento... il cazzo mi è diventato di marmo... e dentro mi cresce una voglia di scoparti che mi fa diventare violento... mi piace sentire la tua carne così soda sotto le mie mani... mi piace strizzarti il capezzolo gonfio...
Tu mi assecondi... ti senti dominata... e questo ti eccita ancora di più... ti piace essere una preda... il dolore al capezzolo si è trasformato in piacere... e vedo nei tuoi occhi una luce diversa... e il sorriso sulle tue labbra mi invita a continuare...
Allora ti metto le mani sulle spalle e ti spingo in basso... tu fai resistenza… ma sono troppo forte e cedi piegandoti sulle ginocchia... la tua bocca è davanti ai miei pantaloncini e il gonfiore che vedi ti rende avida... cominci a strofinare la faccia sui miei pantaloncini...
Ti piace l'odore di maschio che emanano... con le mani intanto li afferri... e finalmente li abbassi fino alle cosce... facendo così il cazzo scatta fuori come una molla... duro... turgido... gonfio... la cappella è grossa e rossa... non ce la fai a resistere…
Senza toccarlo apri la bocca e lo ingoi... ti piace il sapore... ma ancora di più ti piace dover spalancare tutta la bocca per farlo entrare...
Con una mano afferri l'asta per dirigerlo meglio... con l'altra afferri le palle... e cominci a massaggiarle... questo fa si che il cazzo arrivi alla sua massima estensione... lo senti fremere... e con la lingua cominci a dargli dei piccoli colpetti alla base del glande... hai imparato presto che agli uomini piace proprio in quel punto... per questo alzi gli occhi per vedere l’espressione dipinta sul mio volto in quel momento...
Io ti guardo… e vedere i tuoi occhi che come una brava puttanella cercano l’approvazione del piacere che producono... mi eccita ancora di più... allora ti metto le mani tra i capelli e comincio a scoparti nella bocca...
Il mio cazzo entra fino a che sente la parete della tua gola... tu sei completamente sopraffatta... il mio cazzo ti toglie il respiro... ma al contempo… essere dominata... essere un oggetto del piacere ti fa bagnare come non mai... le tue gambe sono aperte... le tue mutandine sono sparite... e le gocce del tuo umore cominciano a scendere bagnandoti il solco tra le natiche e il buchetto del culo...
Allora mentre il mio cazzo ti entra ed esce dalla bocca frugandoti fino in gola... tu afferri le mie natiche con entrambe le mani e cominci a spingere pure tu... ti piace sentire i muscoli del mio culo tendersi mentre danno lo spinta... gia ti immagini i colpi del mio grosso uccello sfondarti la fichetta aperta...
Ad un certo punto non ce la fai più a reggere al fuoco che hai tra le gambe e abbassi una mano per toccarti... non come quando sei da sola... non dolcemente come quando nel letto ti accarezzi la passerina... ormai l'eccitazione è troppo alta... la tua fica è troppo aperta... allora introduci un dito... e questo scivola dentro quella caverna umida troppo facilmente... allora ne introduci un altro, un altro e un altro ancora... ora hai tutte e quattro le tue dita che entrano ed escono dalla tua passera...
Io mi accorgo del tuo stato... e mi sembra giusto dare anche a te la tua parte... allora ti faccio alzare e ti giro di schiena... ti faccio appoggiare le mani alla parete... nella cabina non c'è molto spazio... ti piego in avanti ti faccio spingere il culo all'infuori...
Bello... tondo e sodo..... io affondo le mie dita nella tua carne come a tastarne la morbidezza... poi allargo bene le tue natiche e infilo la mia bocca la dove tutto il tuo piacere esplode... con la lingua sento il gusto del tuo umore... e buono dolce e aspro allo stesso tempo... sembra il gusto delle fragole con la panna... la mia lingua comincia ad andare su e giù colpendo esattamente il tuo clitoride...
Con le dita allargo le tue grandi labbra e con colpetti precisi della punta colpisco esattamente il clitoride gonfio... poi prendo il clitoride tra le labbra e comincio a succhiarlo forte... e non smetto fino a che in preda ad un orgasmo cominci a fremere...
Io sento colare sul mio collo le gocce del tuo piacere... tu sei in preda all'orgasmo e cominci a mulgolare sempre più forte... e visto che siamo dentro alla cabina... potrebbero sentirci...
Allora mi fermo... mi alzo... prendo un fazzoletto... mi pulisco il collo dalle gocce del tuo umore... e te lo infilo in bocca... ora puoi urlare quanto ti pare ma nessuno ti sentirà...
Tu sei con le mani alla parete... io ti prendo i fianchi e con un colpo secco ti infilo il cazzo nella tua passerina... lei è bella aperta e bagnata ma lui è grosso e un colpo così secco ti lascia senza respiro...
Al primo colpo mi fermo e lascio che tu ti riprenda godendoti per bene la sensazione di invasione appena provata... poi con calma comincio a muovermi... prima lentamente... estraendolo tutto e poi infilandolo di colpo...
Poi dopo qualche colpo aumentando il ritmo... intanto le mie mani hanno afferrato le tue tette... le prendono tutte e le schiacciano... mentre le parti basse dei nostri corpi si muovono in sincronia...
Accelero... i colpi si fanno forti e rapidi... le mie mani afferrano i tuoi fianchi per non farti scappare... tu non reggi i colpi e ti appoggi alla parete con la faccia... io ti sono dietro e ti alito sul collo... ti mordo... e sono come un leone che sta cacciando la sua preda... ad un certo punto ti prendo i capelli e comincio a tirarti la testa all’indietro per vedere l'espressione dei tuoi occhi...
Ormai non mi controllo più e ti monto come un animale e tu urli di piacere attraverso il fazzoletto...
Ad un certo punto vieni in un fremito continuo... anche io ormai non ce la faccio più... le mie palle sono troppo piene e vogliono espellere il loro piacere... allora estraggo il mio cazzo... ti metto in ginocchio... ti faccio aprire la bocca… e tu con entrambe le mani cominci a menarmelo avanti e indietro... bastano ormai pochi colpi... il primo fiotto è improvviso... e ti colpisce sul viso... gli altri te li dirigi sulla bocca... con la lingua ti lecchi le labbra cercando di sentire il gusto del mio sperma... la visone della scena e il sorriso di piacere sul tuo volto prolungano il mio orgasmo e il numero dei rantoli di piacere che scuotono tutto il mio corpo...
Alla fine... ti alzi... ti rimetti il costume ... ti pulisci il viso con il tovagliolo... mi dai un bacio sulle labbra... e esci
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16 years ago
carino6423,
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La spaggia ........ d\'agosto
mi trovavo sulla spiaggia, steso al sole, con un caldo soffocante e ...... all'improvviso una voce dolce, sensuale mi chiede se può mettersi vicino a me, visto che la spiaggia era molto affollata ........... apro gli occhi e ....... due occhi castani mi trafiggono ....... mi fanno sentire il cuore in gola e quasi rispondo un pò goffamente; lei ride, si sdraia e ........ restiamo a guardarci immobili, i nostri occhi parlano e dicono tutto fino a ............ le labbra si sfiorano ed un bacio dolce; la chimica ed il caldo aiutano ........ lei ....... mi invita a casa sua, è vicina, ed ........ ops ... ci alziamo e le mani si cercano ....... mano nella mano ci avviamo alla sua casa.
Appena la porta si richiude ........ le labbra si cercano, le mani si abbracciano e iniziano a danzare sui corpi alla ricerca di ogni punto sensibile ed erogeno che faccia aumentare ancor di più l'eccitazione; ci avviamo nella sua camera, i suoi sono fuori città, e lasciamo la porta socchiusa ..........
la sdraio sul letto, i costumi volano per terra e ......... la mia bocca inizia a mordere, baciare, leccare .......... il collo, le spalle ........ i seni, i capezzoli ....... piccoli ...... si fanno duri, rigidi e vogliosi di bocca ....... le sua mani si muovono su di me e le mie ........ la accarezzano sul ventre e scendono a toccare il clito. Un sussulto ed un brivido la percuote ed un "siii" le fuoriesce dalla bocca. Scendo a leccarle il clito ed a succhiarlo, le dita entrano tra le labbra, bagnate di umori, e ......... finiscono dentro alla vagina, come inghiottite, tanto era bagnata.
le mani di lei, si muovono sulla mia testa, danzando con la bocca sul clito e le dita che ....... ormai bagnatissima riempiono la vagina ed il culo .............
Un momento e ........ "godooooooooooooo" un urlo ed una scossa elettrica la pervade su tutto il corpo, l'esplosione di umori sulle dita e sulla bocca che ........ succhia tutto e lecca tutto, mantenendola in uno stato di trans e di godimento ........... "ancoraaaaa ecccomiiiiii" un secondo orgasmo ancor più violento del primo fa inondare di umori il letto e le dita e ......... la bocca.
Mi metto su di lei e le avvicino il membro alla bocca .......... la sua bocca si avvinghiò su quella cappella bagnata e ........ iniziò a succhiarla violentemente alla ricerca di un mio gemito e ....... del mio sperma.
Continuai la danza sul clito e le mie dita ......... ormai entravano da tutti i buchi senza sosta, in attesa di un nuovo orgasmo e di altri umori da succhiare.
Nel mentre ....... vedo qualcuno dietro la porta socchiusa che guarda, i rumori forse hanno svegliato qualcuno che era in casa ........ un uomo ..... in boxer che ....... si stava masturbando guardandoci ....... vedevo i suoi occhi su di noi e la sua mano che ...... si muoveva su quel membro duro e voglioso.
Non penso, continuo nel gioco, il mio membro è duro e bagnato e la sua bocca è calda e vogliosa del mio sperma, abbasso lo sguardo e continuo ............ lei urla ancora "siiiii eccomi godoooooooo" strozzato dal membro in bocca mentre ............ "eccomi anch'ioooooo" " un fiotto caldo di sperma le riempie tutta la bocca".
Siamo sfiniti, i nostri corpi si abbandonano sul letto, e le nostre bocche si baciano scambiandoci i nostri umori e sperma con le lingue.
Si apre la porta .......... due figure entrano, un uomo ed una donna .......... il silenzio si appropria dell'aria intorno .........
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16 years ago
carino6423,
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Last visit: 11 years ago
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Ginecologia
Sono un ginecologo abbastanza conosciuto e stimato, mai, ho pensato alle mie pazienti come delle femmine e mi sono sempre comportato in modo estremamente professionale finch'e un giorno nel mio studio si presentò una ragazza, che dal modo di parlare e di comportarsi era tutta da fottere.
Esordì dicendomi vengo da lei perchè tempo fa presa da una voglia estrema mi sono infilata dentro un casco di banane e penso di essermi graffiata le pareti interne della fica..
la sua affermazione mi mandò in erezione totale , ma cercai di rimanere il più professionale possibile, anche perchè lo studio era pieno di pazienti, ma lei durante la visita si mostrò bagnata a non finire, penetravo due dita senza incontrare nessuna resistenza anzi si può dire che la sua fica, quando iniziai successivamente a penetrarla con il divaricatore per scrutare l’ interno incominciò a dimenarsi e pulsare, le pareti si contraevano senza sosta e dovetti tapparle la bocca per non fare sentire i suoi mugolii infine venne come una fontana, non avevo mai visto una donna sborrare in quel modo.
il sangue mi salii al cervello e mi dissi: me la devo fottere . La feci rivestire, fissandole il prossimo appuntamento per il Giovedì successivo, inserendola di proposito per ultima,così
da potere rimanere solo con lei,e farle una accurata visita per tastare la sua natura.
Essa accettò di buon grado,come se l’idea di avermi in suo possesso la eccitava da morire.
Il giovedì iniziai le visite con una eccitazione particolare, osservavo le fiche delle mie pazienti come non avevo mai fatto, toccavo la loro fica,scrutando il clitoride eretto,le grandi labbra che in alcune pendevano oscenamente, insomma tutto il pomeriggio non stavo nella pelle, aspettando il momento in cui avrei potuto rincontrarla e dedicarmi totalmente alla sua fica così giovane ma così capace di contenere grossi ospiti.
Finalmente arrivò l ultimo appuntamento ed essa arrivò, si spogli e si sistemi sul lettino, era da mordere, da fottere, subito..si spoglio quasi prolungandosi, quasi che cercasse di provocarmi..io facevo finta di nulla..poi si sistemò sul lettino appoggiando le gambe sugli appositi supporti.vado bene così, mi sussurrò, mi girai e la vidi aperta,già lubrificata,il canale era già allagato della sua sborra, e aperto così tanto che intravedevo le pareti interne di quella caverna che pulsava in maniera spasmodica.
siii le dissi presi una sedia e mi sedetti davanti a lei, tanto vicino alla sua fica che la visione mi fece avere una di quelle erezioni che da tempo non avevo, il mio cazzo inizio a pulsare in maniera spasmodica, avrei voluto affondare in lei ma volevo vedere chi fosse per essere certo che Non sarei incorso in problemi..quindi iniziai la visita, indossai un guanto e penetrai un dito che scivolò dentro come risucchiato essa sentendo la manipolazione, partì in gorgheggi che riempivano la stanza e mi mandavano in visibilio.infilai un secondo dito ed essa sobbalzò, tremando e roteando il bacino, spingendo la sua fica verso le mie dita come per fottersi da sola, è fatta pensai….mi tolsi i calzoni spogliandomi completamente, il mio cazzo si ergeva durissimo, essa quando lo vide,sgranò gli occhi ed emise un sospiro che non lasciava dubbi..
mi avvicinai alla sua bocca, che immediatamente si aprì accogliendomi dentro, no dovevo muovermi, faceva tutto da sola ed era fantastica.ripresi la penetrazione infilando questa volta quattro dita,rigirandole in essa, e sentendo le pareti interne che spasmodicamente si contraevano, era tutta un lago, i suoi gemiti, nonostante avesse la bocca tappata da mio grosso randello di carne si alzavano nella stanza, ed essa godeva, per le manipolazioni della dita dentro di lei, vidi che impazziva dalla voglia, quindi senza ritegno uscii da quel suo canale aperto e pulsante, chiusi le dita a mò di pugno, e roteando e spingendo mi rituffai in lei, che mi accolse ruggendo, urlando, scalciando come una bestia ferita, tremava,urlava,roteava il bacino, spalancava le cosce come se volesse accogliermi dentro ancora di più,preso dalla libidine iniziai a spingermi in lei riuscendo a fare sparire il mio polso ed in maniera ritmica scorrevo su e giù in quel canale allagato, essa sborrò tutto il suo liquido,le sue orbite andarono all’ insù e potevo vedere il biancore delle sue pupille, persa nel suo piacere continuava a succhiarmi il cazzo,che non potendo più contenersi, scaricò nella sua gola tutto la sborra, feci come per uscire ma essa serrò il mio bacino con le sue braccia e bevette tutto.
Pensavo che avevamo finito, invece vidi che il bacino roteava lungo il mio braccio che ormai era in lei scassandole l’ utero che chiaramente sentivo contrarsi.voglio una bottiglia in me siiii.scassami la fica, riempimi ancora ancora di più,….
in quel momento si affaccio alla porta dello studio, un ragazzo di colore, veniva ogni sera per pulirmi lo studio..ed io non me lo ricordavo più.vide la scena e fece per uscire, ma io lo bloccai, vieni riempi questa cavalla,egli che non credeva ai suoi occhi, si tolse i pantaloni, presentando davanti al viso della troia, un cazzo che ritengo fosse stato almeno sui 28 cm di lunghezza e 10 di diametro, siiiii ohhhooooo disse lei dai fottimi, egli si sistemò davanti il lettino e iniziò a sfiorare, a sfiorare il clitoride, poi le grandi labbra, scostandole piano e picchiettando in esse per penetrarla, in lei già un 4 dita, andando avanti e indietro e roteando il bastone in lei
( segue)
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16 years ago
admin, 75
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La donna delle pulizie, che troia!!!!!!
La storia che vado a raccontare è realmente accaduta.
I miei genitori da circa 4 anni avevano una donna delle pulizie, piacente di circa 45anni, che lasciava intravedere attraverso i Jeans un ventre abbastanza accogliente, ma non avevo mai pensato a lei come ad una femmina.
In quel periodo essendomi separato da mia moglie coabitavo con loro; quella mattina non lavorando ero a casa ,erano circa le 10,00 ed io alzandomi dal letto mi recai in bagno per lavarmi.
Stavo tranquillamente facendomi la doccia,quando la porta si aprì,era la donna delle pulizie,si affacciò proprio mentre stava lavando i genitali,avevo il cazzo in mano e stavo lavando la cappella,essa a quella vista sgranò gli occhi, fu in quel momento che incrociando il suo sguardo,la vidi come una femmina da monta,seppi dopo, che il marito da parecchi anni era sofferente di cuore, quindi potete immaginare la voglia che le monto in testa e dentro l’utero, il mio sesso come vivo sentendosi osservato si drizzò svettando in tutta la sua lunghezza,essa tentò un timido tentativo di scusarsi, ma io la precedetti,guardandola dritta negli occhi e dicendogli, non si preoccupi, avrà senz’altro visto altri uomini nudi, essa arrossì, da quel momento non sognai altro che riempirla e lavorarla come a me piaceva….. cioè portarla al punto di non ritorno,in cui l’unica cosa che importa ad una donna e essere riempita per bene e sentirsi la carne pastrugnata fino nel più profondo del suo essere.
Sapevo per esperienza infatti che quasi tutte, anche le più ritrose se scaldate nel giusto modo,diventano delle femmine, che mettendo da parte il naturale pudore, sono esse stesse che ti supplicano di essere penetrate,riempite e sbattute senza ritegno, in quella fase possono anche accogliere il membro più largo e lungo anzi lo bramano, per sentirsi porche.
Il Mercoledì feci in modo che in casa non ci fossero i miei genitori, essa arrivò, signor…è solo oggi, si le risposi e vidi che mostrava chiaramente di non sentirsi a suo agio, ma iniziò a lavorare come nulla fosse, dopo un po’ andai nella stanza dove era, indossavo un paio di pantaloncini senza nulla sotto, e chiaramente si poteva osservare il mio sesso gonfio, notavo, il suo viso che arrossiva sempre di più.
Le ponevo delle domande come nulla fosse e la vedevo che respirava a fatica, a quel punto mi dissi: è cotta!
Mi accostai a lei abbracciandola e leccandole il collo,tentò una timida resistenza, ma poi crollò lasciandosi andare, sempre continuando nel mio lavoro di lingua,le accostai la mia mano sul pube e sentii attraverso i jeans la sua carne cedevole, mi sembrava che il suo spacco si aprisse,essa vibrò ed emise un lungo sospiro, le slacciai i jeans che caddero sul pavimento, scostai lateralmente l’orlo delle sue mutande,accarezzando il monte di venere, con la mano aperta, in un movimento circolare,sentivo i suoi lunghi peli, lo spacco della sua capiente fica ed il clitoride che attraverso le sue labbra umide faceva capolino, era bagnata fradicia, la sua timida natura era vinta e lei era in mio possesso, me ne accorsi perché allargò le cosce come per invitarmi a penetrarla, dalla sua bocca un lungo lamento ooooohhhhhhh siiiii daiiiii siiiiiiiiiiiiiiiiiahhhhhh, era come io l’avevo sognata, vinta ed in mio potere.
Andammo in camere da letto, la spoglia completamente,aveva un seno ancora piacente anche se non più fresco, abbondante con dei grandi capezzoli, che presi subito nella mia bocca, facendo scorrere su di essi la mia lingua, essa ormai ruggiva tutto il suo piacere,la sua vulva pulsava in maniera spasmodica e grondava sborra,avvicinai il mio viso alla sua fica, e inizia movimenti rotatori con la mia lingua che le allargava la carne, essa non connetteva più, ruggiva,urlava, allargava le cosce a dismisura, si dimenava nel grande letto,cercando di incollare la sua fica alla mia bocca che continuava a leccarla penetrarla, ad un tratto mi afferrò la testa con le mani e spinse il mio viso a sé, come se volesse farsi penetrare da esso, sembrava un invasata e l’unica cosa che mi restava da fare per lavorarla come a me piaceva, cioè non farla godere subito,.era legarla al letto,tolsi la testa dalla su slabbrata fica diventata di un rosso violeaceo, nooooooo, esclamò essa e subito cercò di penetrarsi con le sue mani, ma io la bloccai, legando le braccia alla testiera della letto, mi guardò in maniera languida, fammi godere ti prego, e quello che voglio,stai tranquilla ti farò recuperare i tuoi anni di astinenza, e continuai il mio lavoro legando le sue caviglie all’in su,verso la sua testa, così
che fosse allargata al massimo, la guardai, era da impazzire, la sua grossa fica era totalmente aperta,
le grandi labbra, penzolavano in giù come due grandi ali, totalmente bagnate dei suoi umori, l’imbocco della sua vagina era totalmente aperto e mostrava il lungo canale che portava dentro il suo essere, dentro quel buco nero che conduceva al suo utero, i suoi umori colavano ormai copiosi sulle lenzuola bagnate fradicie, la sua fica pulsava il suo buco si apriva e chiudeva smanioso, ed essa implorava l’orgasmo.
Avvicinai la mia mano allo spacco, introdussi un dito poi un secondo, poi un terzo, la carne cedevole, lubrificata si apriva sotto la mia pressione, essa si dimenava, poi chiusi il pugno a mò di cazzo ed iniziai a penetrarla, penetrarono le mie dita, che girai in essa,allargandola ancora di più,
poi iniziai la penetrazione del palmo della mano e picchiettando fui dentro di essa sino al polso, essa ruggì, e venne copiosamente allagando la mia mano, non avevo mai visto una donna buttare fuori dal sua fica tanta sborra, rimasi fermò un po’, poi mi misi a cavalcioni sulla sua testa, sempre con il polso dentro di lei, e quando il mio cazzo teso allo spasimo fu sulla sua bocca la penetrai, essa allargò la bocca ed io iniziai a fotterla,nel contempo il mio polso iniziò a rimuoversi in lei, in modo rotatorio,le mie dita allargavano la sua caverna, sentivo l’interno che si contraeva e muovevo le dita,accarezzando la sua carne, essa ruggiva, guaiva, piangeva, urlava ,tremava tutta come scossa da corrente elettrica, il mio cazzo continuava a penetrare la sua bocca arrivando ormai alla sua gola, mi accorsi che la stavo soffocando ed uscii un po’ da lei, che comunque continuò un sapiente lavoro di lingua come da esperta bocchinara, io per l’eccitazione, spinsi il mio braccio ancora più dentro di lei, arrivando a toccare con le mie dita il suo utero, che sentivo pulsare, aprirsi e chiudere e gli infilai dentro un dito, sentivo le sue ovaie, insomma la sua natura era squassata da me, ma lei gradiva molto questo lavoro, e godeva come una bestia ferita.
Poi diedi dei possenti colpi dentro la sua bocca, muovetti tutte le mie dita in lei e mentre scaricavo la mia sborra nella sua gola, sentii la sua fica pulsare e lei mugolare, sborrare, sborrare, sborrare in un modo che sembrava che i suoi orgasmi non dovessero mai finire, poi si acquietò sul letto come svenuta, e rimase in quel modo per un paio di minuti con le orbite all’insù, persa in mondo fatato.
Al suo risveglio mi abbracciò felice, tra di noi oggi non c’è amore ma solo voglia di godere, essa diventa ogni giorno più porca e mi chiede ogni giorno di più.
Ci vediamo una volta la settimana, ormai a casa mia e mi ha chiesto di penetrarla con una zucchina e vorrebbe vedere se riesce a farsi infilare da una grossa melenzana………..nel prossimo racconto vi informerò di come vanno le cose, e se lei e riuscita a prendere in sé il capiente ospite.
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16 years ago
admin, 75
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Spinto alla femminilità
Ero in una situazione drammatica e ciò aumentava la mia indecisione caratteriale.Ma andiamo con ordine. Mi chiamo Stefano.Finiti gli studi con scarso profitto mi trovavo a 19 anni alla ricerca di un'occupazione mentre intorno a me tutto era cambiato.Mio padre ci aveva lasciati soli e in difficoltà economica per andare con un'altra donna e mamma cercava di cavarsela alla meglio ricorrendo ai suoi due fratelli. Questi erano benestanti e lavoravano nel commercio , le avevano anche promesso un aiuto per il mio futuro.Io sono un tipo timido e molto poco maschile; infatti sono pallido, alto 170, biondiccio con capelli lunghi,quasi completamente glabro.Sono sempre stato molto poco dotato, con rare e parziali erezioni. Anche se cercavo di masturbarmi non mi dava piacere toccare il mio cazzetto e invece lo provavo se mi stuzzicavo i capezzoli o il culetto.Il mio didietro era stato molto chiaccherato,troppo tondo ,morbido e liscio come quello di una donna :veniva spesso palpeggiato negli autobus; pizzicato e deriso dai compagni di scuola.Inoltre ero istintivamente attratto dai maschi , mi eccitavano le loro battute nei miei confronti anche se ero troppo timido per farmi avanti.Ho anche due occhioni azzurri,una bella bocca tonda e una voce delicata.Credo che il mio aspetto efebico derivi da una pubertà incompleta e dalla probabile presenza di troppi ormoni femminili. Questo insieme di cose mi portava a non sapere come gestirmi e a farmi trasportare dalla volontà degli altri,avevo avuto qualche esperienza gay ma non mi ero mai spinto a un rapporto completo.Mio zio Mauro era il maggiore ,aveva 50 anni e veniva spesso a cena da noi per restare poi a parlare con mamma Maria.Single incallito aveva fama di donnaiolo impenetente e il suo atteggiamento maschile mi provocava profondi brividi quando si rivolgeva a me.Era alto,moro,ben robusto ,palestrato e sembrava sempre sapere cosa dire o fare,il mio contrario perfetto.Mi ero reso conto che anche mia madre subiva il suo fascino e lui ne approfittava con pacche sul sedere e altre avances che lei sembrava tollerare.Una sera dopo cena mentre vedevamo la tv sul divano vidi la sua mano sparire sotto la gonna di mamma e lei d'improvviso appariva molto eccitata dalla cosa. Da quel giorno mammma cambiò il suo modo di agire e di vestire ,la vidi sempre molto truccata,con gonne cortissime,calze e tacchi veramente sexy.Mauro apprezzava la cosa e ogni tanto si loro appartavano in camera lasciandomi solo ,in preda a mille sentimenti.La mattina dopo vedo lo zio uscire presto di casa dopo aver passato tutta la notte con lei.Maria si alza e va in bagno a fare la doccia ,poi mi chiama e la trovo in accappatoio che si asciuga i grossi seni e le cosce. Mi dice di spogliarmi e di fare un bagno perchè fa caldo e mi guarda senza accennare di uscire.Non lo aveva mai fatto , ciò mi fa pensare che mio zio le abbia detto qualcosa su di me.Comunque obbedisco e mi spoglio cercando di nascondere la mia minuscola virilità quando entro nella vasca. Lei si avvicina e comincia a insaponare le spalle e poi il mio petto fermandosi a toccare i capezzoli.Come al solito mi si gonfiano e diventano duri e inizio a provare piacere,lei lo nota ma non dice nulla.Si limita a scendere sul mio corpo fino a scoprire il mio minuscolo pene,senza peli ,perennemente molle e incappucciato. Lo manipola un pò e poi vista l'assenza di reazioni da parte sua mi dice di finire da solo il bagno ed esce in visibile stato di disappunto. Sempre imbarazzato concludo il mio lavaggio mentre mi sento in preda a mille dubbi.Credo lei abbia come voluto testare la mia virilità ,magari su parere di Mauro e visto il risultato deludente ri parlarne con lui per avere consigli.Infatti la trovo al telefono confabulare a bassa voce e concludere di fretta quando mi accosto a lei.La giornata poi scorre tranquilla e io comincio a rilassarmi un pò anche se so che la sera sarebbe venuto lo zio a cena alle venti. Un 'ora prima mamma comincia a prepararsi indossando un tubino corto nero che evidenzia bene le sue forme. Poi mi chiama in camera e mi dice di farmi bello per la sera indossando un jeans che mi ha appena comprato.Si tratta di quelli di moda a vita molto bassa con qualche decoro floreale di brillantini.Allora si crea un problema appena indossati in quanto si vede il bordo degli slip che fuoriesce di molto.Maria mi guarda e dice di toglierli e di indossare un suo capo più invisibile.Con tremore mi sfilo i pantaloni e lei mi passa un miniperizoma nero,molto castigato che metto con qualche imbarazzo. Sotto il pantalone cerco di far sparire i lacci laterali troppo evidenti.Maria interviene di nuovo e afferma che non si porta così: con la mano li estrae completamente facendogli fare un arco sui miei fianchi,in questo modo si vede di lato e dietro l'elastico e il piccolo fiore di plastica posteriore dove si riuniscono i lacci.tremo al pensiero che lo zio capirà cosa indosso sotto. Ti sta molto bene dice lei mettendomi davanti a uno specchio,ma quando mi giro mi rendo conto che buona parte superiore delle natiche risulta esposta e sottolineata dal capo di lingerie.
Poi mamma si avvicina e mi mette una crema profumata sul viso e mi passa uno stick lucido sulle labbra,per non farle screpolare,dice lei. In quel momento suona il citofono mentre lei corre felice ad aprire resto paralizzato davanti lo specchio che riflette un'immagine di me al femminile. Decido di scuotermi esco di stanza e vado incontro allo zio che sta baciando mamma sulla porta.
(continua)
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16 years ago
wellpass,
45
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La ns prima esperienza
Eravamo stressati,stanchi per il lavoro.Alle 19 ci squilla il cell. è Giovanna una ns cara amica che da diverso tempo non sentivamo piu'.Ci invita se vogliamo a casa sua per una cena in compagnia.Sono stanchissima,provo ad alludere a diverse scuse ma lei non demore.Alle 21 siamo a casa sua.Ci apre la porta,è bellissima come sempre,elegate,acconciata in modo molto signorile,indossa una bella camicetta in seta trasparente da cui si intravede il reggiseno in pizzo,una gonna a tubino nera,calze a rete e scarpe in vernice con tatto a spillo.Ci abbraccia entrambi,da tanto non ci vediamo piu',ci fa'accomodare in salotto,ha cambiato tutto l'arredamento,dopo la morete del marito ha ereditato una stupenda villa con piscina,una casa molto signorile ma nel contempo arredata in modo sobrio.Ci accomodiamo sul sofa',conversiamo davanti ad un aperitivo e ripercorriamo i tempi passati.Giovanna ora è triste,la morte del marito l'ha colpita duramente,si amavano moltissimo,il loro affiatamento era completo.Si vuole rifare una vita,è ancora giovane dentro e debbo dire sempre una donna molto attraente.Dopo la cena in compagnia squisita l'aiuto a riassettare la cucina.Mio marito in salotto si vede la tv.Giovanna mi guarda a volte in uno strano modo,i suoi occhi brillano,mi sorride,mi fa'apprezzamenti sul mio abito.Indosso un abito nero in lino trasparente con sotto body e mutandine in pizzo.Ho caldo Gio le dico,gioa mi risponde ho l'impianto di riscaldamento da registrare,se vuoi spogliati un po'.Mi tolgo l'abito e resto in intimo.Giovanna mi scruta,mi osserva,sembra mangiarmi con gli occhi.Faccio finta di nulla anche se mi fa'piacere che lei mi osservi in un modo particolare.Si avvicina a me,mi fa'apprezzamenti sul mio intimo,mi accarezza dolcemente il viso,sei carina mi dice,sei molto piu'in forma e pari piu'giovane della tua eta'.Sono dimagrita di circa 16 kg dall'ultima volta in cui ci siamo viste.Sento ora il suo alito sul mio collo,i suoi occhi brillano di una luce intensa.Sono eccitata,timida cmq intrigata.Andiamo in salotto x il caffe',lui si gira,ci osserva e pare allibito,lei accato a me in intimo mi abbraccia,mi fa'sedere sul sofa',senza proferire una sillaba mi toglie il reggiseno,mi sfila le mutandine e sento la sua bocca calda,le sue labbra dappertutto,mi bacia,mi accarezza,mi eccita.Mi abbandono e facciamo l'amore li' sul sofa',chiudo gli occhi e all'improvviso mi sento dentro di me penetrarmi con forza,lui è nudo,tremendamente eccitato,mi possiede con forza mente giovanna mi succhia e lecca e capezzoli,sono al massimo dell'eccitazzione,urlo,gemo dal piacere immenso,godooooo gioiaaaaaa le urlo.Un'esperienza bellissima,inaspettata e il massimo del piacere.
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16 years ago
iltulipanorossocp1,
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Gabry
Prologo alla fantasia:
Gabry è un ragazzo che è entrato in contatto con noi, ma soprattutto con Valeria, i 2 si stanno conoscendo Valeria comincia a scatenare le fantasie erotiche su questa nuova amicizia.
Dopo lunghi pomeriggi trascorsi prima a chattare e poi al telefono, Gabry mi ha convinta ad incontrarlo ed ho preso un appuntamento con lui.
Mi preparo con cura, mi trucco benissimo con cipria, rimmell, matita contorno occhi e rossetto rosso fuoco, metto come intimo solo un reggiseno completamente trasparente, sopra indosso una minigonna con pieghe, in modo che sia larga e che svolazzi molto quando cammino e salga quando mi siedo, poi indosso una camicia bianca lascio sbottonati i bottoni fino al reggiseno, che comunque la camicia bianca sul reggiseno trasparente lascia tranquillamente vedere i miei capezzoli molto bene.
L’appuntamento è nella mia città a Lucca presso porta Santa Maria in un bar con i tavolini fuori dal locale, Gabry è già lì seduto ad un tavolo, io scelgo un altro tavolo di fronte al suo, mi siedo e accavallo le gambe in maniera tale da permettergli di ammirare le gambe, quindi in maniera molto intrigante comincio ad aprire le gambe in modo da far notare che sono senza mutandine. Gabry mi guarda per tutto il tempo che impiego per finire la mia consumazione, finita, pago mi alzo e dirigo verso la passeggiata sulle mura della città, dove c’è un posto isolato e tranquillo, Gabry mi raggiunge dopo avermi seguita.
Una volta che mi ha raggiunta, sento la mano di Gabry tenermi per un braccio, mi tira a se, mi bacia teneramente, sento la sua lingua nella mia bocca che cerca la mia lingua, comincio a sciogliermi davanti ad un bacio così dolce e passionale, le sue mani cercano il mio seno, lo stringono, poi lo lasciano per infilarsi sotto la mia camicetta, mi piace troppo il suo modo di toccarmi, ma non voglio che pensi che sia tutto facile lo spingo via da me, lui è sicuro di se sa che mi avrà, allora si siede su un muretto e con faccia tosta se lo tira fuori ed io a vedere questa scena di un ragazzo tanto giovane e sfrontato non resisto e mettendomi alla pecorina comincio a leccare il suo uccello, tutto intorno alla cappella e poi lo infilo in bocca ed inizio a succhiare, sento il suo uccello vibrare dal piacere e diventare sempre più duro nella mia bocca, allora inizio a fargli sentire la lingua intorno all’uccello e lo spompino ben bene, mentre lui infila la mano sotto la minigonna e mi sditalina e mi infila un dito nel culo. Il dito nel culo ed il cazzo in bocca mi fanno eccitare da morire, mentre lo succhio sento il sangue fluire nelle vene del suo cazzo diventar sempre più duro e vibrare ed ecco la mia bocca riempirsi del suo sperma, caldo e denso. Mi rialzo con la bocca aperta e piena di sperma, guardo Gabry chiudo la bocca ed ingoio la sua sborra.
Poi mi allontano di due passi ed inizio a sbottonare la camicetta, apro tutti i bottoni e la sfilo, lui nel frattempo si masturba, resto con la gonna ed il reggiseno, mi giro di spalle e slaccio il reggiseno, abbasso le due spalline e trattenendo il reggiseno con le mani, mi rigiro verso Gabry, tolgo le mani ed il reggiseno si mantiene sui miei seni, muovo le spalle ed il reggiseno casca a terra mostrando i miei seni, con il capezzolo duro per l'eccitazione. Poi sbottono la zip della minigonna, la lascio cadere restando nuda in piedi davanti a lui.
Nel momento in cui mi vede nuda davanti a lui, il suo cazzo si rizza nuovamente pronto per essere usato di nuovo, si avvicina, prende i miei seni tra le sue mani e li massaggia stringendo prima forte poi meno e muovendo le mani toccando e massaggiando meglio i miei seni, facendo inturgidire sempre di più i miei capezzoli tanto che alla fine abbassa la sua bocca e li prende in bocca ciucciandoli e leccandoli con la sua assetata lingua, prima quello a sinistra, poi quello a destra fino a farmi gemere, e bagnare la fica, poi scende con una mano e mi accarezza le grandi labbra, già rosse e turgide, ma non abbastanza per lui, che infatti continua fino a farmele diventare dure come l'acciaio e viola, quindi passa a strofinarmi con il dito medio l'interno della fica, prima superficialmente poi sempre più all’interno fino ad infilarmelo tutto dentro e a farmi urlare dall'eccitazione, e allora ne infila un altro, poi ancora un altro fino ad infilarmi dentro tutta la mano.
Mi ritrovo con le gambe cedevoli dall'eccitazione che sto provando e lui con la mano fradicia dei miei umori. A questo punto toglie la mano, mi fa stendere con la schiena sul muretto e mettendo le mie cosce sulle sue spalle comincia a leccarmi e a bere tutti gli umori che escono dalla mia vagina, e contemporaneamente fa passare la sua lingua sulla mia fessura su e giù, dal perineo, su fino al monte di venere e poi dopo avermi ciucciato il clitoride duro viola e dritto come un piccolo cazzo ricomincia a leccarmi percorrendo la strada di prima al contrario.
Dopo avermi quasi fatta svenire dall'eccitamento e avermi fatto venire infinite volte, prende il suo cazzo duro ed eccitato e me lo infila tutto dentro senza trovare resistenza da quanto sono bagnata e lubrificata, e continua a pomparmi facendomi urlare e obbligandomi a mettermi un dito in bocca e farmelo ciucciare per non attirare curiosi. Poi esce da me, mi fa alzare dal muretto mi prende tra le mani le spalle e mi rigira, mi spinge in avanti la schiena ed io per non cadere appoggio le mani sul muretto ritrovandomi alla pecorina con il mio culetto davanti al suo cazzo e all’improvviso mi ritrovo il suo cazzo nel mio culo, per essere penetrata nel culo non ho avuto bisogno di essere lubrificata poiché i miei umori erano scesi fino al culo provvedendo a renderlo lubrificato, sento il suo cazzo sfondare il mio culo, quasi fossi vergine di dietro, così gli permetto di incularmi senza trovare ostacoli e infilarmelo fino alle spalle. A questo punto continua a scoparmi fino a venirmi dentro al culo e ad inondarmelo dalla sborra che aveva accumulato, dopo di che lo sfila mi rigira e me lo mette in bocca per darmi modo di leccare i rimasugli del suo sperma. Dopo, si riveste e se ne va senza dirmi nulla lasciandomi sfinita seduta sul muretto, ma appagata oltre ogni mia più rosea immaginazione.
Gabry si stava allontanando ed io ero rimasta nuda a guardarlo andar via, mi sentivo triste e felice, triste perché ero delusa dal fatto che al nostro primo incontro fosse andata così, avrei voluto un incontro amichevole, ma ero felice perché far sesso con Gabry era stato eccezionale.
Mentre pensavo non sapevo ancora che Gabry avesse giorni prima fatto una scommessa con 2 suoi amici, che non credevano che fosse vero che avesse conosciuto una donna in chatt.
Per poter vincere la scommessa Gabry non era venuto solo, ma aveva portato con se i 2 amici che avevano promesso di star ben nascosti ed ci avevano spiato mentre facevamo sesso e quando lui si allontana lasciandomi nuda (malgrado avessero promesso a Gabry di non farsi vedere) i 2 si guardano e decidono di avvicinarsi a me, si siedono vicino a me, uno a destra e l'altro a sinistra, si presentano sono Mauro e Stefano, io cerco di coprirmi un po’ almeno con le mani e copro la fica con la mano destra ed il seno con il braccio sinistro, loro cercano di tranquillizzarmi dicendomi che sono amici di Gabry e mi parlano della scommessa, la cosa mi fa rabbia, ma nello stesso tempo mi piace che Gabry abbia parlato di me. Mi dicono “Sei bellissima hai un corpo mozzafiato, il tuo seno 3^ misura era stupendo in movimento mentre Gabry ti inculava, poi il fatto che si vede che godi mentre ti inculano è eccezionale, non sei come le altre donne che danno il culo solo per far felice il maschio, tu godi, poi sei superlativa mentre fai i pompini. Insomma vederti mentre scopavi con Gabry è stato troppo eccitante e non siamo riusciti a mantenere la promessa di non farci vedere”; a questo punto Mauro diventa più diretto e mi dice “Dai si vede che ti piace far sesso, non nasconderlo è inutile. Poi se ti è piaciuto farlo con un uomo immagina come deve essere farlo con due. Poi siamo corretti non hai da scegliere, sei nuda qui in un luogo appartato, noi due non ti lasceremo mai andar via senza averti prima scopata”, io in effetti non posso far altro che annuire ed accettare la loro proposta. Stefano mi prende dolcemente il polso sinistro e sposta il braccio lasciando il mio seno di nuovo a nudo e cominciano a toccarmi il seno, una tetta per uno. Poi Mauro comincia a baciarmi il collo e stringere più forte le mia tetta, mentre Stefano comincia a toccarmi la fica e accorgendosi che sta ancora uscendo la sborra di Gabry, ci infila tutta la mano tanto per rieccitarmi e rianimarmi, mentre Mauro si sbottona la patta e mi sbatte in bocca un uccello mini tanto che prendo in bocca anche le palle e comincio a succhiare e a leccare con la lingua e a bocca chiusa. Stefano allora tira fuori il suo, che a differenza Mauro ce l'ha di 30 cm, e si sdraia per terra obbligandomi a salire su quella maestosa mazza e me lo butta nel culo senza tanti complimenti, con me che non posso nè gridare dal dolore nè urlare per la goduria di essere impalata da quel cazzo, perché continuo ad avere in bocca uccello e palle di Mauro. Poi Mauro si mette davanti a me in piedi e io gli lecco sia le palle che il buco del culo aggrappandomi con una mano alla sua coscia e con l'altra facendogli una sega, infine restando sdraiata su Stefano tiro fuori il suo cazzo dal culo e lo infilo nella mia fica, e lascio che Mauro mi inculi con il suo pistolino che quasi non entra da quanto è grande il cazzo di Stefano e che dalla fica occupa anche l’utero rendendo difficile a Mauro di entrare per possedermi.
Mentre ho i due cazzi, uno nel culo e l'altro nella fessa e mi stringono le tette 4^ misura con le loro 4 mani, Gabry ritorna sui suoi passi e vedendo la scena si sbottona di nuovo i pantaloni, tirando fuori il suo cazzo e avvicinandolo alla mia bocca, me lo infila dritto dritto in bocca, io comincio a spompinarlo ben bene passando la mia lingua su ogni parte del suo cazzo e succhiandolo tutto e ciucciandolo fino alla gola, mentre Gabry con le mani mi prende la testa e comincia a farmela muovere su e giù sul suo cazzo scopandomi in bocca così come gli altri Mauro e Stefano mi stanno scopando uno nel culo e l'altro nella fessa. Continuiamo tutti e quattro così fino a quando non vengono tutti e tre riempiendomi tutta di sborra, e successivamente a turno lo prendi in bocca a tutti per ripulirli dalla sborra e farli andare via tutti contenti e felici per non avermi fatto perdere nemmeno una goccia della loro sborra.
Prima di lasciar le mura di Lucca mi danno appuntamento per domani a casa Gabry, tutti e 4 ed io sarò la loro schiava per il pomeriggio di domani.
Tutta la notte rivivo l’avventura vissuta con i miei 3 nuovi amici sulle mura della città in cui vivo, la mattina mi sveglio tutta eccitata al pensiero del pomeriggio, faccio colazione e passo l’intera mattinata in bagno a prepararmi, mi immergo in vasca con gli olii orientali per rendere la mia pelle ancor più vellutata, poi comincio a truccarmi con cura e passo a vestirmi. Indosso un completo di Armani, gonna nera che copre le ginocchia e camicia bianca ad incrocio senza bottoni legata solo lateralmente. Verso le 16 vado a Pisa a casa di Gabry, lì mi aspettano anche Stefano e Mauro, appena arrivo mi abbracciano e subito chiedono di spogliarmi davanti a loro facendo un sensualissimo streap, e per ogni capo che mi tolgo mi avvicino a uno di loro e ne levo uno a lui, in modo che quando ho finito anche loro siamo nudi e possano dedicarsi completamente a me.
Finito lo streap ed ormai tutti e 4 nudi, mi avvicino a loro che sono seduti sul divano, mi metto alla pecorina e comincio a fare un pompino per uno e contemporaneamente con le mani faccio una sega agli altri 2; quando ho fatto a tutti il pompino, sempre nuda vado a preparare da mangiare, ovviamente giapponese e poi mi sdraio sul tavolino del divano in modo che possano usarmi come tavolo su cui mangiare il cibo che ho preparato per loro. Ovviamente il cibo è posto sulla mia pelle, per posate usano le mani e sento palparmi ovunque mentre prendono i pezzi di pesce crudo dal mio corpo. Gabry di tanto in tanto inzuppa nella mia fica il pezzetto di pesce che dopo mangia. Finito di mangiare mi ripuliscono il corpo con le loro lingue in ogni dove e poi per bere versano il vino sulla mia pancia e lo succhiano, dandomi una sensazione di risucchio indescrivibile.
Dopo avervi leccata ben bene mi porgono i loro cazzi e comincio a succhiarne 1 e masturbare gli altri 2 con le mani, sono in ginocchio davanti a Gabry e lo succhio tutto, mentre nelle mani ho gli altri cazzi. Purtroppo da uno dei 2 cazzi che ho in mano schizza della sborra, non posso lasciarla andare e son costretta a lasciare il cazzo di Gabry e prendere in bocca il cazzo che è venuto, comincio a succhiarlo e leccarlo tutto. Poi mi alzo vado verso il PC, mi connetto ad internet e apro il messenger di yahoo, imposto la cam libera e l'accendo. Voglio che molti uomini vedano come posso soddisfare 3 uomini........
Nel momento in cui qualcuno si collega alla nostra cam ricominciamo a fare sesso tutti insieme. Stefano dopo avermi fatto sdraiare a pancia sotto comincia a massaggiarmi la schiena scendendo lentamente verso il culetto e da li alle cosce e il loro interno, sfiorando le mie calde e umide labbra, gonfie di voglia insoddisfatta per via dell'attesa che qualcuno si collegasse. Infatti ogni qualvolta le mani di Stefano mi sfiorano io sussulto e muovo il bacino alla ricerca della sua mano per soddisfare il mio desiderio sessuale, nel frattempo imploro di avvicinare almeno i cazzi per poterli succhiare, ma loro si limitano ad avvicinarli alla mia bocca e a farmeli leccare con la punta della lingua di sfuggita.
Quando ci siamo un pò stancati di questo gioco, mi fanno mettere alla pecorina e Gabry si avvicina e si fa spompinare da me, mentre Stefano il massaggiatore comincia ad alternare ditalini a leccate con la lingua dentro e fuori il mio sesso sempre più desiderosa di essere presa.
Quando sono quasi sfatta da tanto desiderio, solo allora Mauro si sdraia sotto di me a modo di 69 e comincia a leccarmi la fica, mentre Stefano mi prende da dietro e comincia a riempirmi il culo, che da quanto ne avevo voglia si era ingrandito di tre volte, e Mauro che è li sotto a cui sta leccandomi la fica a modo di 69 sta impazzendo dall’eccitazione per la scena che sta vivendo, nel vedere la mia fica ed il mio culo posseduto da Stefano.
Mauro ke mi leccava la fica si alza va in camera da letto, si sdraia sul letto, mi chiama per farsi calvalcare, io lo raggiungo e salgo su di lui. Apro le gambe e lentamente mi infilo il suo cazzo nella fessa e comincio a cavalcare. Lentamente per non farlo venire subito. Gabry, porta in camera il PC con la CAM accesa e da dietro guarda il mio culetto, che si muove e si apre ogni volta che scendo per farmi penetrare dal cazzo di Mauro. Allora si avvicina e comincia ad infilare nel mio buco del culo della vasellina, poi si riempie il cazzo di vasellina e mi penetra. Stefano si mette in piedi davanti a me prende la mia faccia tra le mani e la porta verso il suo cazzo, per infilarmelo in bocca, mentre Gabry stringe le mie tette sempre più forte da dietro. Intanto la CAM è accesa e a vederci sono in 5, ma uno dei ragazzi che ci vede è un collega di Gabry dell'università, che mentre si masturbava ha riconosciuto la sua camera.
Il collega si chiama Pietro e guarda caso ha le chiavi per entrare in casa di Gabry, perché da una occhiata alla casa ogni tanto, quando Gabry rientra dai suoi genitori, per cui chiude il collegamento e corre a casa di Gabry ed usando le chiavi entra senza far rumore e per non disturbarci. Ovviamente sapendo dov'è la camera viene e nel frattempo si spoglia e si presenta in camera già nudo e con il cazzo già dritto, si mette accanto a Stefano per farsi spompinare da me alternativamente. Nel frattempo sia Gabry che Mauro che mi scopa sborrano entrambi dentro di me ed escono esausti ma appagati, dando il cambio ai due che finora si stavano facendo spompinare da me.
Così Pietro e Stefano mi penetrano sia nella fessa che nel culo, ho i 2 buchi già bagnati dallo sperma di Gabry e Mauro che li avevano inondati; nel frattempo Gabry si metti davanti a me per assaporare di nuovo la mia bocca, lecco dolcemente con la lingua il suo cazzo immenso, bacio la cappella, lecco il cazzo per lungo, lecco le palle e poi le tocco con le mani, mentre comincio a prenderlo in bocca e succhiarlo. Gabry non resiste e vieni nella mia bocca, mentre chi mi sta inculando viene anche lui, non avevo mai provato questa sensazione, avere lo schizzo di caldo sperma nello stesso istante in bocca ed in culo.
Mi alzo un attimo sulle braccia, lascio il culo sempre alla pecorina arcuando la schiena, apro la bocca e poi la richiudo ingoiando tutto lo sperma di Gabry.
Poi mi alzo, li lascio a guardarmi camminare nuda mentre vado verso il bagno, apro la porta entro e mi stendo nella vasca e li aspetto.
Entrano uno per volta 10 min ogni 10 min così che io possa spompinarli uno per uno senza interruzioni e senza farli venire, il primo ad entrare in bagno è Gabry a cui faccio una leccata lunga 10 min, e quando entra in bagno Stefano Gabry entro in vasca con me e comincia ad accarezzarmi la fica e a farmi un ditalino mentre lecco il cazzo di Stefano, dopo altri 10 min entra in bagno Mauro e Stefano entra anche lui nella vasca e comincia ad accarezzarmi il culo mentre lecco il cazzo di Mauro, allora io mi alzo e Stefano scivola dietro di te e mi piazza il suo cazzo in mezzo alle chiappe e mentre io continuo a spompinare Mauro muovo il culo su e giù sulla spranga di Stefano, mentre Gabry sdraiato sotto di me comincia a leccarmi tutta la fica, e ogni volta che infila la lingua dentro la mia fica il godimento mi fa sussultare e spingo verso il cazzo che ho dentro il culo per farlo entrare in profondità e succhio verso la mia gola il cazzo che sto spompinando.
Dopo 5 minuti la lingua di Gabry ha talmente ingrossato la mia fica che vengo facendogli scivolare in bocca tutto il mio liquido e sento lo sperma fluttuare nel mio culo e uno schizzo entrare nella mia gola.
A questo punto Pietro entra in bagno con un abito per me, i 4 amici si guardano e decidono di farmi una doccia, aprono l'acqua ed cominciano ad insaponarmi e risciacquarmi tutta. Ho 8 mani addosso che toccano dappertutto, i seni il culo la fica la schiena mmmmmmm che bello.
Poi mi asciugano ed mi chiedono di rifarmi il trucco e mi infilano addosso l'abito, che è molto scollato, ha una profonda scollatura a V davanti si lega sul collo e lascia la schiena fino al culetto completamente scoperta ed è lungo ma con degli spacchi lateralmente, è un bellissimo vestito da sera.
Si vestono anche loro ed usciamo. Non conosco i loro programmi ma so che sono ancora di sesso e la cosa non mi dispiace, questo gioco di gruppo mi piace davvero molto.
Scendiamo di casa e saliamo nell’auto di Pietro, guida lui, io mi siedo avanti e gli altri sul sedile posteriore.
Imbocchiamo l’autostrada che da Pisa porta verso Rosignano. Mentre sono assorta a pensare cosa faremo, sento una mano che da dietro si infila nella mia scollatura da destra, subito dopo un’altra mano fa la stessa cosa ma da sinistra. Mauro e Stefano, come al nostro primo incontro di ieri si sono divisi le mie tette e mi stanno stringendo il seno.
Pietro, che è alla guida accanto a me ad un certo punto apre lo spacco del vestito e mette le mie gambe allo scoperto, mi preme sull’interno della mia gamba sinistra per farmi aprire le gambe, io non oppongo resistenze e le apro, a questo punto comincia a farmi un ditalino. Io comincio a godere e di riflesso schiaccio la schiena verso lo schienale del sedile.
A questo punto Gabry inizia a protestare, è l’unico che è distante e non può toccarmi, allora chiede che almeno possa vedermi meglio, a quel punto Stefano abbassa leggermente il mio schienale e mi sbottona il vestito dal collo e mette a nudo completamente il mio seno e Gabry comincia a masturbarsi.
Uscendo dall’autostrada, Pietro mentre paga il pedaggio pretende da me che stia con il seno da fuori, al tipo del pedaggio per poco non scoppiano le coronarie nel vedermi seduta in auto con le gambe in mostra ed il seno al vento, ma guarda non dice nulla fino alla fine, quando stiamo per ripartire scoppia e dice “beati voi che avete in auto una donna così bella e mezza nuda, se potessi le leccherei tutta”, Pietro sorride e riparte.
Stiamo andando alla casa di Follonica di Pietro, ma prima di arrivare Pietro decide di fermarsi ad una area di servizio lungo l’Aurelia. Parcheggia la macchina nella zona di parcheggio dei TIR. Vogliono mostrarmi a qualche camionista, Stefano scende si avvicina ad un paio di camionisti, io comincio ad aver paura ma Gabry mi rassicura che vogliono solo mostrarmi, mi rispettano e non vogliono andare oltre. Sento Stefano che chiarisce ai camionisti che devono solo guardare, vedo i camionisti salire sui loro TIR e fare manovra, dispongono 2 TIR ad L, Pietro infila l’auto tra loro e siamo nascosti alla vista di tutti. Le due cabine dei TIR sono rivolte verso l’interno della doppia L, vedo salire su ogni cabina 4 persone, per cui sono pronte ad assistere allo spettacolo 8 camionisti. Mauro nel frattempo mi ha chiesto di coprire il seno allacciandomi il vestito. Gabry scende dall’auto, gira intorno e viene ad aprirmi lo sportello, mi chiede dolcemente di scendere poi mi dice di fare per loro 4 e per gli 8 camionisti uno streap all’aperto.
A questo punto chiedo a Pietro di girare l’auto in modo che il cofano anteriore sia rivolto perpendicolarmente alle 2 cabine dei TIR.
Dopo accendo i lettore di CD e metto un po’ di musica, comincio a ballare lentamente davanti al cofano della macchina, poi mi stendo alla pecorina sul cofano e sbottono dal collo il vestito ed il vestito scivola in avanti lasciando il mio seno scoperto alla pecorina. Sempre nella stessa posizione mi copro con le mani il mio seno e mi rialzo, continuando a tener coperto con le mani il seno, mentre il vestito si abbassato a modo di gonna, mi avvicino alla prima cabina di uno dei TIR, guardo in faccia i 4 camionisti, che si stanno toccando, mi giro di schiena e tolgo le mani, gli altri 4 camionisti nella cabina più lontana ora vedono il mio seno ed applaudono, mentre gli altri 4 non ancora possono vederlo. Sento quest’ultimi 4 dirmi “voltati facci vedere il seno” più loro chiedono più io insisto a non voltarmi e mi dirigo verso l’altra cabina. Mi avvicino sempre più, vedo i 4 sicuramente toccarsi, salgo sul paraurti del TIR e schiaccio il seno contro il vetro, i 4 camionisti dall’interno mettono le mani sul vetro dove c’è il seno. Gli altri 4 cominciano a fischiare e a richiamare la mia attenzione. Allora ricopro il seno con le mani e vado verso loro, ma questa volta mi avvicino alla portiera, chiedo di abbassare il vetro e salgo sul gradino della portiera, mi lascio accarezzare il seno dai 4, che lo stringono con se volessero portarmelo via dal corpo. Poi scendo e vado verso la nostra auto. Mi sdraio sul cofano con la schiena, alzo le gambe e sfilo il vestito restando nuda. Poi sempre a gambe in alto comincio a toccarmi la fica.
Poi mi alzo poggio le mani sul parafango di destra e mi metto alla pecorina, per farmi ammirare da un TIR, poi faccio la stessa cosa sul parafango di sinistra. Poi mi alzo infilo il vestito ed entro in auto.
Vedo i 4 camionisti che non hanno toccato il mio seno parlare con Stefano, sento che gli viene dato un consenso e li vedo venire verso l’auto. Aprono la portiera e gentilmente mi chiedono di scendere solo un attimo, non posso rifiutarmi e scendo, uno di loro si avvicina e mi sbottona di nuovo l’abito dal collo facendomi restare a seno nudo. Mi dicono “i nostri colleghi hanno toccato il tuo seno vogliamo farlo anche noi” e cominciano anche loro a stringermi il seno.
Dopo mi lasciano risalire in auto, vedo i 2 TIR rifare manovra e lasciar uscire la nostra auto e così ripartiamo.
In auto mentre andiamo a Follonica, i miei 4 amici sono contenti, desideravano da tanto assistere allo spettacolo che ho dato nell’area di servizio, si sentono soddisfatti, in effetti sono contenta anch’io mi piace mostrarmi agli uomini, ma non avevo mai trovato il coraggio di farlo davanti a 12 uomini, mi piace di averlo fatto e mi eccita l’idea degli 8 camionisti che si strusciano il cazzo guardandomi.
Finalmente arriviamo a casa di Pietro, è una casa molto isolata con un bel portico che da verso il mare. Parcheggia l’auto e scendiamo. Io mi siedo sull’altalena sotto al portico, mentre Gabry e Stefano si siedono con me, Pietro e Mauro si siedono su delle sedie vicino al tavolo. Cominciamo a parlare e fare apprezzamenti sui nostri giochi della giornata, Poi all’improvviso sento la mano di Gabry sciogliermi di nuovo il vestito, mi mette il seno fuori e comincia a baciarlo insieme a Stefano. Poi si alzano in piedi, mi prendono in braccio, tenendomi dai 2 lati , con un braccio mi tengono alto il collo e con l’altro mi tengono a gambe aperte, vedo Pietro alzarsi in piedi, abbassarsi i pantaloni, metter fuori il cazzo, avvicinarsi e senza dire una parola me lo infila nella fica, Pietro sta fermo immobile mentre Gabry e Stefano mi dondolano facendomi godere con il cazzo di Pietro. La scena è tanto eccitante che Pietro mi sborra dentro velocemente, sento il suo sperma bollente dentro di me, ma non faccio in tempo a capire che risento il cazzo dentro la mia fica, alzo la testa e al posto di Pietro ora c’è Mauro che mi sta scopando mentre mi dondolano come una bambola.
Pietro è entrato dentro e sento che parla al telefono, non capisco con che stia parlando, ma sento che ha dato appuntamento a degli amici qui a casa sua. Esce e mentre Gabry aveva scambiato il posto con Mauro, Pietro mi dice “Valeria stanotte sarai la donna più desiderata e meglio scopata della Toscana”.
Dopo aver fatto il dondolo sul cazzo dei 4 amici, mi mettono alla pecorina, e mentre ognuno di loro mi incula per l’ennesima volta faccio un pompino e 2 seghe contemporaneamente.
Soddisfatti della scopata cominciamo a preparare al cena, Pietro mi dice di buttar pasta per più di 5 persone, perché stiamo aspettando degli amici, io chiedo quanti per regolarmi sul quantitativo di spaghetti, lui risponde di esagerare in base ai miei desideri sessuali.
Dopo un pò arrivano 4 amici di Pietro, ci sediamo a tavola in 9, Gabry mi chiede prima di iniziare a cenare di spogliarmi per loro. Non mi lascio fare 2 volte la richiesta che già inizio a spogliarmi, tolgo tutto e vedo loro 8 già completamente nudi con i cazzi dritti, allora chiedo a Stefano di stendersi sul tavolo, prendo degli spaghetti li verso sul cazzo di Stefano e li succhio 1 alla volta dal cazzo di Stefano, ovviamente nel succhiare succhio anche un po’ il cazzo, Stefano mi sborra in bocca, mi giro e chiedo a Gabry di sostituire Stefano, mentre sto succhiando gli spaghetti i nuovi 4 amici giunti non resistono, mi prendono da dietro e sento un cazzo pigiare contro il mio culo, e 8 mani cercare le mie tette.
Mi portano via da Gabry, 1 di loro si stende a terra, gli altri mi poggiano dolcemente sul suo cazzo e mi fanno inculare, un altro comincia a leccarmi la fica, uno me lo infila in bocca e 1 si lascia toccare per farsi fare una sega, allora Mauro vedendo una mia mano libera si avvicina, la prende e si fa segare. Mentre gli altri cominciano a leccarmi il seno, la pancia non ho un centimetro di pelle su cui non c’è una lingua a leccarmi, succhiarmi e baciarmi.
Pietro aveva ragione, sono stata scopata alla grande, ho bevuto litri di sperma e avuto dentro di me molto sperma per tutta la notte.
E’ stato bellissimo.
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16 years ago
admin, 75
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Hedonism 2 jamaica
Lo scorso Natale decido i farmi un bel viaggetto ma dove? Vado nella solita agenzia gestita da un carissimo amico il quale mi propone la Jamica e l'Hedonism 2. Subito rimango un pò titubante...ma riflettendoci un pò mi dico:"perchè no...infondo se non mi va il posto posso sempre girare". Detto fatto. Prendo il biglietto mi reco a Malpensa e nel giro di qualche ora...Montegobay. Un paio d'ora di bus e arrivo al famigerato resort. Subito sembra tutto normale. Sbrigo le pratiche e vado in stanza. Il tempo di sistemare il bagaglio, vado sul terrazzo e la prima sorpresa: in quello vicino c'era un'americana che si faceva tranquillamente sgrillettare dal compagno. Rimango un attimo stranito. Loro si accorgono di me, mi salutano e ritornano ai loro preliminari. Be non male come inizio. Dopo un oretta (il tempo di una doccia) vado a pranzo...mentre scendo esco dalla mia camera escono anche loro. Lei è la classica americana un pò rotondetta: prosperosa, intrigante e soprattutto con addosso un microperizoma con pareo trasparente che non lascia nulla all'immaginazione. Lui il classico palestrato con la pancia.Salutano e le solite presentazioni di rito. Arriviamo al ristorante e ....un solo tavolo libero. La coppia mi propone di pranzare insieme. Ci serviamo e ci sediamo. Non avevo ancora preso un bicchiere in mano che lei mi tasta subito nelle parti basse. Io, cercando di non farmi notare, faccio uguale sotto il tavolo. Lei apre subito le gambe, si sposta il perizzoma e mi fa accarezzare la sua passera depilata e fradicia. ll marito tranqullo come una Pasqua sorride. Iniziamo a mangiare e parlare del più e del meno senza altri eppisodi fino alle fine. Finito il pranzo, caffè al bar. Lui si avvicina e mi dice: "vuoi fare compagnia a mia moglie mentre io vado a fare due passi? Sai per lei e troppo forte il sole delle 2". Accetto. Lui se ne va e noi saliamo il camera. mi fa entrare nella sua e appena mi giro, mi slaccia il costume e me lo prende in bocca. Penso sia solo una pompa e quando sono sul punto di venire lei si stoppa e si accende una sigaretta. Mi prende la testa e se la mette fra le tette...enormi con un grosso capezzolo durissimo. Le lecco, le succhio, non ce la faccio + voglio venire. Poi si siede e mi invita a leccarla. Lei continua a fumare. La passara è davvero bagnata. Ad ogni passassagio della lingua i gemiti si fanno sempre + frequenti, Di botto, si gira e si china dicendomi: "sono in paridiso....scopami". Ce l'ho durissimo. Mi metto un condom e la infilo. E una vera maiala. Dopo qualche movimento di bacino lei viene tanlmente tanto da bagnare anche me. Si toglie me lo prende in bocca e mi fa venire....DIVINO. I giorni seguenti li passo con lei, il marito non c'è praticamente mai. Lei fa amicizia con altre 2 coppie con le quali abbiamo fatto veri tour di sesso a 6. Sono stati 10 giorni da favola. Spero di ritornarci presto e...W LA JAMAICA.
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16 years ago
devilhaga,
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La grande abbuffata
Lei è appena tornata con la sua amica dallo shopping,le borse sono colme e si chiudono in camera da letto pregandomi di non entrare.
La sua voce sensuale e provocatoria mi dice che ha organizzato una cena per questa sera e saremo in sette !
Alle 20,30 si preparano e non appena escono dalla camera mi diventa duro come il marmo...la mia lei ha un vestitino aperto sui fianchi,quindi niente sotto,tacco da 13 e parure in perle.
L'amica ha un miniabito che fa fatica a coprirle il culo e le tette misura quarta fanno fatica a stare al loro posto.
Appena giunti al ristorante,mi pregano di aspettarle fuori sulla porta e di guardare cosa faranno.
Attraversano la strada e si mettono sotto un lampione come due troie in attesa di clienti.Dopo 5 minuti si ferma la prima auto,discutono e si fanno caricare tutte e due......una telefonata di lei mi avvisa che tarderanno e di intrattenere gli ospiti al tavolo.Entro nel locale chiedo del mio tavolo,mi siedo e bevo un bicchiere in attesa....dopo circa venti minuti si avvicinano 4 uomini,di cui due di colore e mi chiedono conferma del tavolo.Si siedono e cominciamo a conversare in attesa della mia donna e la sua amica.dopo circa 1 ora arrivano le due porche che con un sorriso da sfottò ci dcono "abbiamo fatto un piccolo aperitivo in attesa della grande abbuffata " !!!!!
La mia lei molto eccitata dice di andare in bagno per lavarsi le mani e invita qualcuno ad accompagnarla....uno degli ospiti si alza e vanno via.Tornano dopo 10 minuti e lui molto soddisfatto dice "che pompino con ingoio cazzo !" A questo punto l'eccitazione sale durante la cena e l'amica vuole farsi scopare nel bagno e rivolge l'invito ai due ragazzi di colore che la seguono senza opporsi......! La cena è diventata una piccola orgia e se quel bagno potesse parlare si masturberebbe da solo.
La mia lei,ha voglia di cazzo e non lesina le toccatine sui pantaloni degli ospiti che mostrano gonfiori imbarazzanti e specialmente per i tavoli vicini a noi che hanno capito tutto il movimento.
L'amica allora esagera e dice di voler portare in bagno un biondino seduto nel tavolo di fronte con tanto di fidanzata,la preghiamo di non creare casino ma molto bevuta e molto eccitata è riuscita a fare anche questo ! Occhiata dopo occhiata il biondino la segue fuori dal ristorante per fumare una sgaretta e con grande spupore io mi accorgo che la sta montando sulla panchina dietro l'angolo....che grande zoccola ! Alla fine non contenti siamo andati a casa e li abbiamo proseguito la grande abbuffata....la mia lei era talmente zoccola che 5 uomini non bastavano,pluriorgasmica,bukkake,anal,pompini con ingoio,strap on....Minchia che abbuffata !
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16 years ago
admin, 75
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Il primo uomo non si scorda mai
Da quando ho scoperto di essere gay, in fase prepuberale, nelle mie fantasie sessuali, mentre mi masturbavo, mi sono sempre immaginato passivo e travestito. Ho raggiunto gli orgasmi più violenti accompagnato dalla fantasia di essere sbattuto da maschioni forti, maturi, virili e rozzi che mi trattavano da vera femmina porca.
Tuttavia, nonostante avessi accettato tranquillamente la mia omosessualità, il travestimento rimase a lungo tempo relegato nei miei pensieri erotici. Pensavo che non avrei mai avuto il coraggio di espormi davanti a qualcuno conciato da donna, a sculettare, a fare la svampita, la sexy, la maiala, come una vera donna in calore!
A 16 anni cominciai ad assaporare le mie prime esperienze sessuali con gli altri maschietti, da uomo a uomo, (benché io sempre passivo) senza mai far trasparire la mia vera natura femminile, nascondendo al resto del mondo la mia omosessualità e comportandomi nella maniera più maschile possibile, anche verso i miei partner, i quali male avrebbero digerito la mia anima da donna. Ero il classico “velato” che viveva sostanzialmente due vite in parallelo: un comune ragazzo etero a scuola, in famiglia e tra gli amici da un lato e dall’altro una classica vita gay clandestina. La terza vita da travestito rimaneva solida nelle mie fantasie, anche se il mio IO la reprimeva sempre di più giorno dopo giorno.
Quando lasciai Palermo e mi trasferii a Milano all’università, lontano dalla famiglia, feci coming out e finalmente potevo godermi una vita allo scoperto, ma il mio bisogno di essere femmina rimaneva sempre latente e trasalivo ogni qualvolta che per le strade vedevo i trans battere.
Un week end rimasi da solo in casa a Milano e passai il venerdì sera a chattare con un tizio cinquantenne, rivolgendoci le solite domande riguardo le nostre dotazioni, il ruolo sessuale ecc..quando a un certo punto mi chiese se mi travestissi.. Io ebbi quasi un’erezione improvvisa, ma non so perché, preso dal panico, spensi d’impulso il pc, chiudendo improvvisamente quella conversazione. Quella domanda mi sconvolse tantissimo e mi buttai nel letto per rilassarmi e riprendermi. Ma fui così solleticato da quella proposta che cominciai a fremere ed ecco che uscirono le mie solite fantasie da travestito, immaginando un incontro occasionale da chat, in cui mi si presentava davanti un energumeno cinquantenne dotato che prendeva me tutto agghindato da vera troia. Con la coda dell’occhio, proprio mentre facevo scivolare la mano sotto i pantaloni per afferrare il mio membro gonfio per masturbarmi, vidi appeso in balcone, nello stendibiancheria, un sexy completo intimo della mia coinquilina. Eccitato com’ero, uscii fuori e lo afferrai d’impulso, di fretta mi spogliai e lo indossai con foga, quasi che in questo modo la fretta non potesse farmi capire quello che stessi facendo. Fortunatamente la mia coinquilina era abbastanza formosa e la taglia era abbastanza grande, così la velocità con cui indossai quel perizoma trasparente di raso e di pizzo bianco non lo fece strappare. Inoltre grazie al suo seno piccolo, il reggiseno non era troppo spropositato per il mio torace. Mi piombai davanti allo specchio per guardare il risultato di quella pazzia. Appena mi balenò davanti la mia immagine, mi sentii sussultare lo stomaco e mi avvolse una tale eccitazione che mi uscii il cazzo e mi bastò dargli solo due strattoni che sborrai copiosamente come non mai, schizzando e macchiando, ahimè, il perizoma. Mi gettai sul divano esausto osservando quello che avevo indosso e subito un senso di disgusto verso me stesso mi fece rialzare di scatto e spogliare di quella biancheria, con la stessa velocità con cui l’avevo indossata. Ma il periodo refrattario passò subito come sempre e il ricordo di quella masturbazione se, due minuti prima mi inorridiva, adesso ritornava ad essere più eccitante che mai! Ripresi perizoma e reggiseno indossandoli stavolta con calma, rimirando mentre facevo salire lungo le mie cosce quel capo così malizioso e provocante, poi allacciai il reggiseno e andai in cucina a prendere della carta per imbottire al meglio quel petto così spianato. Andai nuovamente allo specchio a guardarmi, ma stavolta senza frenesia alcuna, mi osservavo con tutta calma e mi immaginavo così com’ero avvolta nelle braccia di un uomo possente e riiniziai a masturbarmi e venni un’altra volta. Mi riaccasciai nel divano e sospirando accettai me stessa, convincendomi che mentire a se stessi non serve a nulla, ammisi che ormai la voglia di provare a vivere realmente quella situazione in privato con un uomo diventava troppo forte e che prima o poi l’avrei messa in pratica. Dopodichè, inebriato per quella nuova decisione presi la fotocamera e mi scattai alcune foto nelle posizioni più stuzzicanti. Cominciavo a poco a poco a sentirmi rinato! Felice mi misi a sculettare per casa, a rivolgermi a me stesso al femminile e a pensare al nuovo nome che mi sarei dato: era nata Barbara! Dopo aver raggiunto altri 2 orgasmi, lavai la biancheria e esausta ma appagata andai a letto.
Due giorni dopo da quell’episodio, ancora turbata dalla mia nuova identità, iniziarono le vacanze di Natale e ritornai a Palermo per trascorrere le feste. Una notte rubai la biancheria intima, i vestiti e i trucchi di mia madre e mi chiusi in camera per travestirmi e masturbarmi. Dopo aver preso le sembianze di Barbara, mi collegai in una chat per travestiti e amanti del genere. Numerosi uomini arrapati mi contattarono e, parlando di porcate, alcuni mi chiedevano di esibirmi in cam e io con molta voluttà li accontentavo. Mi sentivo davvero porca, piacente e provocante!
Mi piacevano tanto quelle esibizioni, ma per il momento non avevo alcuna intenzione di mettere in atto quelle mie fantasie così peccaminose. Avevo paura di spingermi oltre quella che fino ad allora era stata solamente una fantasia, ma, negli ultimi tempi, la “Barbara” che era in me voleva a tutti i costi uscire e io lottavo contro me stesso/a per tenerla a bada, perché non mi sentivo pronta a farmi stravolgere la vita da quella presa di coscienza che da anni reprimevo...fino a quando...
In una di quelle esibizioni, mi contattò un uomo di Palermo, ci vedemmo in cam e ci sentimmo al telefono, in cui mi propose di vederci quella stessa notte a casa sua, visto che si trovava da solo. Io appena lo vidi in cam e sentii la sua voce mi esplose dentro una folle eccitazione, in quanto era il mio uomo ideale, proprio il modello delle mie fantasie erotiche! Aveva 47 anni, altezza media, pancetta ma non grasso, tarchiato, spalle larghe, villoso, baffi, barba incolta, dai capelli brizzolati e stempiati, due manone grandi e grosse, dallo sguardo duro e beffardo. In cam si menava un cazzo duro, scuro, lungo e venoso, dalla cappella grossa e violacea. Poi al telefono con quella voce roca, rude e molto virile e con un forte accento palermitano, mi diceva di essere sposato e di essere attratto dalle donne ma di gradire, ogni tanto, anche le belle vacche travestite come me, e che mi avrebbe fatto provare per la prima volta cosa significava essere davvero donna, montata a dovere da una bella minchia siciliana come la sua!
Io, ovviamente, contenni la mia convulsa eccitazione, respingendo la proposta, dicendogli che non mi sentivo ancora pronta a concretizzare la cosa e che, anche volendo, non avevo l’occorrente per travestirmi, visto che quel completino che indossavo nelle mie esibizioni, era giusto una cosetta che avevo preso dal guardaroba di mia madre, ma che non potevo ovviamente usare per andare a letto con un uomo, poiché avevo paura che mia madre si potesse accorgere di qualcosa.
Ma lui capì benissimo la situazione e non mollò la presa: cominciò ad usare dei toni più dolci, dicendomi che ero bellissima, che travestita da donna sarei stata una bomba sexy eccezionale, che mi avrebbe trattato con dolcezza o con fermezza quando lo richiedevo, andandoci pian piano e che lui mi avrebbe dato tutto l’occorrente per travestirmi, visto che sua moglie non sarebbe stata in casa per tutta la settimana, e quindi potevo tranquillamente usare la sua biancheria e i suoi trucchi, compresa una parrucca mora che sua moglie acquistò per un carnevale. Mi assicurò che mi avrebbe femminilizzato per bene, che mi sarebbe piaciuto tantissimo e che, in ogni caso, nel momento che avessi voluto far cessare il gioco me ne sarei potuta andare senza problemi. Cominciavo a non capire più nulla: la mia frenetica voglia era incontenibile, cominciavo a staccare a uno a uno i miei freni inibitori, ero preoccupata e un po’ perplessa per quell’incontro così improvviso, ma dentro avevo un calore così accesso che non si sarebbe mai acquietato con una lunga masturbata e una doccia gelata e così mi convinse e accettati.
Facendo attenzione a non svegliare i miei, mi diressi follemente eccitata al luogo dell’appuntamento, febbricitante e col cuore in gola.
Lui aprì la porta con la sigaretta in mano e con indosso solamente un paio di mutande bianche, dove sotto si vedeva benissimo un prestante rigonfiamento un po’ bagnato e io, alla vista di quel pezzo di uomo forte e possente, rimasi imbambolata come una verginella, contemplando quanto fosse ancora più arrapante dal vivo quel bel pezzo di animale.
Mi vide che ero tremante e con aria protettiva mi porse la mano per farmi entrare, chiuse la porta, mi spinse a se e mi abbracciò dolcemente, accarezzandomi la testa, poggiandomela sul suo petto peloso.
-Mia dolce Barbara, ce l’hai fatta ad arrivare.. Vedrai..non te ne pentirai..ci divertiremo tantissimo..
Io mi sentii sciogliere come un ghiacciolo da quelle parole e da quell’aurea protettiva, dolce ma tremendamente sexy, rude e vogliosa che emanava quell’uomo. Tra le sue braccia il suo odore di muschio selvatico improvvisamente colpì le mie narici che andò ad alimentare la mia erezione, che comunque non si era mai acquietata da quando avevo visto il mio uomo in cam.
Non appena percepì che mi ero tranquillizzata, mi prese per mano e mi condusse in camera da letto, dove sul letto vi erano adagiati tutti gli indumenti che mi occorrevano, ossia una guepiere nera di pizzo, degna delle migliori zoccole di playboy, compresa di reggicalze e poi autoreggenti, perizoma di pizzo, parrucca, trucchi, unghia finte rosse. Inoltre, tutto il set per una depilazione accurata. E pure il profumo di sua moglie! Quell’uomo sapeva davvero il fatto suo! Mentre io guardavo con stupore quella biancheria così stuzzicante, mi avvolse da dietro con le sue braccia forti e sussurandomi nell’orecchio, mentre con una mano mi tastava le chiappe, mi disse:
-Tesoro..questo è per te..vuoi essere la mia donna stanotte? Dai prendi tutto e vai in bagno a prepararti..mettici tutto il tempo che ti occorre..io rimango qui ad aspettarti.. Non vedo l’ora di assaporare il tuo bel culetto sodo e accogliente..
Io mi girai, lo guardai, gli toccai il pacco umido e con un sorriso malizioso da troia gli dissi:
-Mio bel stallone..stanotte non sarò la tua donna..sarò la tua umile troia sottomessa..
Dopodicchè presi la roba e mi chiusi in bagno. Ci misi un bel po’ per depilarmi e truccarmi per bene, ma ogni tanto gli urlavo – Tesoro arrivo subito..ho quasi fatto.. - -Non preoccuparti bedda..mettici tutto il tempo che vuoi..abbiamo ancora tutta la notte..- E sentivo che dalla sua camera provenivano i gemiti di un film porno che nel frattempo il bel maiale aveva messo su. Quando terminai l’opera, vidi riflessa nello specchio una bellissima donnona dai riccioli mori e dalle labbra carnose, con un paio d’occhi a gatto molto intriganti, poichè trasmettevano quell’aria da bambina innocente, che è anche un po’ cattiva e maliziosa. Le curve sensuali scendevano fino a delineare un sederino solcato da un perizoma che metteva in bella vista delle belle chiappe sode, lisce e bianche, sorrette da un vertiginoso stacco di gambe vellutate. Ero eccitatissima e avevo il cazzo che mi scoppiava sotto il perizoma!
Diedi due spruzzi di quel profumo da donna e uscii dal bagno, recandomi in camera da letto dove lui mi aspettava disteso sul letto, spippava una sigaretta e con una mano si massaggiava il pacco, con fare molto maschio, mentre si gustava la visione di quel film porno.
Io entrai in camera e, senza dire nulla, mi appoggiai alla parete accarezzandomi le gambe, sempre con un sorrisetto malizioso e lo sguardo felino di una vera professionista di bordello. Lui distolse lo sguardo dal film e mi fissò sgranando gli occhi e spalancando quasi la bocca. Cominciò a insalivarsi le labbra secche dall’eccitazione e con gli occhi di fuoco e il cazzo che vistosamente gli scoppiava dalle mutande, spense la sigaretta nel posacenere e si diresse verso di me con movimenti lenti, un po’ meccanici e rozzi, come quelli di un cacciatore che ha appena avvistato una succulenta preda e fa attenzione a non farla scappare. Non disse nulla. Mi prese per mano guardandomi con uno sguardo duro e deciso e mi chiese di inginocchiarmi davanti a lui. Tenendomi la testa con una mano, con l’altra si abbassò gli slip, facendo balzar fuori quel pitone gonfio e nodoso, dall’aroma di cazzo davvero intensa.
-Eccolo..Mia bedda puttanazza....Sucalo! E’ tuo..te lo sei meritato..
Io avida, mi avventai sul suo uccello, accarezzandolo, baciandolo, dando intense leccate ai suoi coglioni gonfi e pelosi, e poi, succhiando con romboanti scroscii la sua cappella già abbondantemente bagnata, finchè non potei più trattenermi e con golosa voracità, cominciai a pomparlo, affondandomelo tutto in gola. Quasi soffocavo per quanto era grosso e lungo, ma cercavo di allargare quanto più possibile la gola per potermi gustare ogni centimetro di quella bontà della natura. Mentre lo spampinavo e lo menavo, con una mano massaggiavo il suo ventre peloso, fino a toccare il suo torace possente da toro infoiato. Ogni tanto lo estraevo per poter prendere fiato, ma lui subito mi teneva per il capo e mi rispingeva in gola quel massiccio cazzo di marmo.
-Suchi meglio di una fimmina! sii...sii...continua pompinara...sei un gran bel frocione.. Ti piace vestirti da fimmina...eh? si..lo sento che ti piace la mia bedda minchia sborrosa..mmmm...siii...continua..suca..ahhh.....
Quelle scurrili parole in siciliano mi infoiavano sempre di più e pompavo sempre più forte come una forsennata. Lui era troppo eccitato, lo sentivo mugolare, il suo respiro si faceva sempre più intenso, il suo cazzo si faceva sempre più duro e bollente, finquando emise un urlo cavernicolo dicendo –Troia..vengoooo..ingoia..ahhh..- ed esplose dentro la mia bocca un fiume di sborra bollente, che in parte riuscii a ingoiare e che in parte mi sbrodolava dalla bocca e mi colava lungo il mento. La mia bocca era tutta sbavata di sborra e rossetto.
Volle che lo tenessi ancora in bocca e che continuassi a pompare e così feci. Lo leccavo, me lo sbattevo in bocca e spalmavo col suo cazzo mezzo duro, in viso, tutta la sborra esplosa nelle labbra, fino a che, passarono circa 3 minuti, e gli venne di nuovo duro come un bastone di legno!
Mi prese la mano e mi sollevò da terra, mi prese in braccio e mi butto nel letto mettendomi a pancia in su e sollevandomi le gambe. Col suo membro dritto davanti a me, mi teneva dalle caviglie e poi faceva scendere le sue mani lungo le mie gambe, ricoperte dalla velatura delle autoreggenti, accarezzandole e poi si accasciò sopra di me strofinando il suo cazzo di marmo sopra il mio che ormai era da troppo tempo in tiro e che dunque sbalzò fuori dal perizoma. Mentre faceva su e giù sopra di me, mi baciava selvaggiamente il collo, come un leone che sbrana la sua preda. I suoi baffi strofinati sul mio collo mi davano una sublime sensazione, mentre sentivo il suo dolce fiato che sapeva di tabacco, mista all’odore del suo sperma che permaneva nella mie narici. Mi baciava sempre più infoiato il collo, mentre nell’orecchio mi sussurrava quanto fossi femmina, che io ero la sua femmina, che mi avrebbe trombato sempre ogni volta che lui avrebbe voluto e che io avrei ubbidito come una docile serva. Restammo così una decina di minuti, mentre mi baciava e farfugliava quelle parole in siciliano, continuando ad andare su e giù, quasi come a volere simulare una penetrazione alla missionaria con una donna. Io con le unghia laccate di rosso, mi aggrappavo alla sua schiena ansimando e tastando quelle spalle larghe e possenti e mi sentivo totalmente braccata e in suo possesso, ancor di più quando mi prese per i polsi e, continuandomi a schiacciare restando sempre sopra il mio corpo, portò le mie mani dietro la mia testa, continuando a leccarmi il collo, massaggiandomi “le tettine” e offuscando la mia mente col suo calore e i suoi odori da maschio selvaggio.
Poi si alzò e, mi spinse le gambe indietro, affinchè potesse portare il mio culo in direzione del suo cazzo. Si sputò sulla mano insalivando il suo membro già umidiccio e poi sollevò il mio culo, sputando dritto al mio buchino. Appoggiò la sua cappella sul mio ano e io ebbi un sussulto. Sentivo che spingeva pian piano e dolcemente si faceva largo, sdillabrando il mio buchino e io sentivo i tipici dolori lancinanti della prima spinta, ma cercavo di spingere quanto più possibile, per far si che quel bellissimo e durissimo pezzo di carne si facesse strada tra i miei sfinteri. Urlavo e ansimavo in un misto di dolore e piacere.. finquando vidi che il suo pube toccò le mie chiappe. Mi sentivo pienissima. Lui mi guardò con aria infoiata accennando a un mezzo sorriso malizioso e dolce e, senza sfilare il cazzo dal mio culo si accasciò nuovamente sopra di me baciandomi sta volta in bocca. Dopo aver infilato la sua lingua quasi fino in gola togliendomi il respiro, si rialzò sempre restandomi dentro, e cominciò a pomparmi il culo pian piano, uscendo e rientrando con movimenti ritmici che si facevano sempre più veloci. Cominciò a stantuffare il mio culo sempre più forte, sbattendo il suo pube sulle mie chiappe e tenendomi sempre dalle caviglie, mentre il mio cazzetto sbatteva a destra a sinistra a causa delle sempre più veloci spinte. I suoi gemiti da animale infoiato, si mescolavano al mio ansimare flebile come quello di una donna, al rumore del pube che sbatte violentemente nelle chiappe e al cigolio del letto. Io ero completamente aperta, come non mai, grazie alla rilassatezza e, dunque, al forte piacere che mi trasmetteva quell’uomo, tanto che, improvvisamente, sentivo una goduria che cresceva sempre di più, delle contrazioni che provenivano dalla prostata sempre più intense e levai delle urla da agnellino sacrificato che presero il posto del flebile ansimare. Cominciai a sentire il mio cazzo indurirsi come non mai da cui, senza toccarmi, cominciarono a fuoriuscire degli altissimi schizzi di sborra, che si riversarono sulla mia guepiere, sul perizoma e sul reggicalze. Contemporaneamente le mie contrazioni anali orgasmiche stringevano il cazzo del mio uomo, che lo resero ancora più animale e mentre sborravo cominciò a urlare in siciliano:
-Si troia...sborra..sii...lo sento che ti piace brutta vacca..
E così dicendo emise un ultimo urlo liberatorio che gli fece scaricare altro abbondante sperma dentro il mio culo, che cominciò a sbrodolare dal mio ano, colandomi lungo le chiappe.
Si accasciò accanto a me, mi strinse con le sue possenti braccia da dietro, mi strinse le guancie, girò il mio volto e ci abbandonammo ad un lungo bacio.. dopidichè io mi misi come una gattina che fa le fusa appoggiata sul suo petto villoso e ci addormentammo mentre io gli baciavo il petto e lui mi accarezzava.
La mattina seguente, mi svegliai prima di lui e, dopo aver fatto una doccia, mi truccai nuovamente, indossai una sottanina nera di pizzo di sua moglie, reggicalze e autoreggenti, senza indossare le mutandine e andai in cucina a preparargli la colazione. Mi sentivo una vera mogliettina! Una vera donna! Mentre preparavo, sculettavo e canticchiavo come una femminuccia. Poi lui si svegliò e venne in cucina con i suoi slip bianchi, camminando mezzo addormentato, in maniera rozza e sistemandosi le parti basse da vero macho. Vide com’ero conciata e la tavola apparecchiata. Rimase un attimo di sasso, ma poi disse:
-tesoro..di prima mattina mattina sei splendida!
Si avvicinò da dietro, mise una mano sotto la sottanina e vedendo che ero senza mutande cominciò a sussurarmi all’orecchio quanto fossi puttana e senza aggiungere altro mi divaricò le gambe, si abbassò gli slip e mi scopò nuovamente, aggrappandosi al mio ventre per dare le giuste spinte. Dopo essersi scaricato nuovamente dentro il mio culo, andò in bagno si ripulì e tornò seduto a tavola per fare colazione. Io mi stavo per sedere a mangiare ma lui mi fermò subito:
-Le puttane come te..non mangiano..si nutrono solo di cazzo! intesi?! mentre io mangio..tu vieni sotto il tavolo e mi fai il pompino mattutino..
Allora io ormai docile e sottomessa, ormai completamente plagiata e abbandonata a lui, senza farmelo ripetere, mi infilai sotto il tavolo e lo spompinavo, pian piano senza fretta, leccando il suo pisello sempre in tiro, mentre lui mi accarezzava la testa e mangiava come se nulla fosse.....
Nei giorni seguenti, per tutta la settimana che sua moglie non fu in casa, io passai le mie giornate a casa sua, anche in sua assenza, per servirlo e riverirlo come la sua donna serva, umile, dolce e sottomessa e lui a trattarmi come il suo oggetto del desiderio, dosando con perfetto equilibrio dolcezza e fermezza, sempre rigorosamente vestita con biancheria femminile sexy, per essere sempre piacente agli occhi del mio uomo. Con lui imparai a essere completamente femmina, a modulare la voce più bianca possibile, e muovermi con grazia come una vera lady.
Per non destare sospetto ai miei genitori, tornavo a casa mia ogni giorno a pranzo e la notte per dormire, inventando mille scuse per le mie prolungate assenze. Poi passò quella settimana e io tornai a Milano, dove cominciai a fare tantissime altre esperienze da travestito in privato, ma continuammo a sentirci spesso e, ancora oggi, ogni volta che torno a Palermo ci vediamo ancora..dove consumiamo le nostre passioni nei luoghi e nei modi sempre più insoliti..
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16 years ago
nicovelvet,
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Squilla il cellulare a valeria
Squilla il cellulare a Valeria, sentendola parlare capisco che è Giorgio, il più giovane dei camionisti della serata all’autogrill.
Giorgio ha parlato a dei colleghi dell’avventura dell’autogrill e della bravura a far sesso di Valeria, i colleghi vorrebbero conoscerla e Giorgio ha chiesto a Valeria se è disponibile a fare questa nuova conoscenza. Valeria ha voglia di conoscere altre persone, ma soprattutto ha voglia di essere ammirata, corteggiata, desiderata e scopata.
Sento dire a Valeria:” mmmm la proposta mi piace e mi eccita da morire, siete sempre in 4?, ok ci sto ci vediamo lunedì lungo l’Aurelia, ciao tesoro”.
Valeria ha posato il cellulare felice, aspetto che mi racconti cosa sta accadendo, ma non lo fa, mi rendo conto che è difficile dire ad un marito che lo tradisci. Allora la stuzzico, so bene che Valeria si lascia andare alle confidenze soprattutto quando è eccitata, allora mi avvicino e comincio a toccarle le tette, a lei fa impazzire essere accarezzata sui capezzoli.
Mentre la sento affannare dal piacere le chiedo:” cosa ti ha chiesto Giorgio?”
e lei mi dici:”Vuole incontrarmi con 3 colleghi, io ho accettato”,
mi fa piacere che gli uomini si eccitano pensando a Valeria e soprattutto che desiderano scoparla, per me significa che ho una moglie bona e Valeria è veramente molto bona. Ha un seno fantastico che si tiene su sfidando la forza di gravità, e immaginate oggi ha 40 anni, quando a l’ho conosciuta aveva 24 anni e la prima volta che mi ha mostrato il seno per poco non arrivavo nei pantaloni per la meraviglia che vedevo.
Lunedì mattina Valeria si sveglia tutta eccitata al pensiero di ciò che farà oggi, la vedo farsi una doccia e truccarsi molto bene, mette il rimmell sulle ciglia, la cipria sul viso ed un rossetto rosso che da solo fa venir voglia di farsi fare una pompa. Si veste con molta cura, sceglie un reggiseno trasparente senza spalline a balconcino, sapete quei reggiseni che tengono il seno solo sulla parte bassa lasciando il capezzolo libero (mamma mia a vederla così mi vien duro), poi infila una gonna e noto che non mette le mutandine, ma capisco il perché non lo fa; poi infila una maglia che amo da morire, infatti questa maglia davanti ha i bottoncini ma le lascia la schiena e le spalle completamente nude, in modo che se le vuoi toccare le tette puoi farlo infilando da dietro le mani.
Mette su il cappotto, mi saluta ed esce.
Dalla finestra la vedo aprire la sua mini, togliersi il cappotto e salire in macchina. La vedo dirigersi verso l’autostrada per Rosignano. Dopo mezz’ora Valeria è arrivata a Rosignano, esce dall’autostrada ed imbocca l’Aurelia in direzione Roma, l’appuntamento è alla prima area di servizio, eccola Valeria è arrivata all’Agip, mette la freccia ed entra, Giorgio le aveva detto di parcheggiare l’auto in un angolo dell’area di servizio e lei ha obbedito, spegne il motore ed aspetta. Dopo 2 minuti esatti arriva il primo TIR rosso fuoco, è Giorgio.
Giorgio parcheggia il TIR dietro la mini di Valeria, spegne anche lui il motore e aspetta. Ora arriva il 2° TIR che si ferma lateralmente alla mini di Valeria, il conducente spegne il motore, ma nel frattempo sbircia le gambe di Valeria dalla cabina; Valeria lo nota e alza la gonna, facendo intravedere anche un po’ di pelo della sua figa.
Pochissimo dopo arriva il 3° TIR, che parcheggia di traverso davanti alla mini.
Ora nessuno vede la mini, ne dalla strada, ne dall’area di servizi, i camionisti hanno creato un angolo ceco ai curiosi.
A questo punto le portiere dei TIR si aprono e scendono Giorgio con i tre amici. Si avvicinano alla mini, aprono la portiera e fanno scendere Valeria. Giorgio la bacia in bocca con la lingua e Valeria contraccambia, mentre un altro nel frattempo le infila le mani da dietro nelle maglietta e le stringe i seni tra le mani. I capezzoli di Valeria diventano subito durissimi, tanto che il camionista li sente come chiodi nelle 2 mani.
A questo punto le sbottonano la maglietta lasciandola solo con la gonna ed iniziano a baciarle i seni, il collo, la schiena e Valeria si sente già la figa tutta bagnata. Ai 4 sta scoppiando l’uccello, e ognuno lo tira fuori, mettono Valeria alla pecorina e mentre Giorgio inizia a penetrarla nella figa da dietro, uno le mette l’uccello in bocca, facendoselo succhiare, e gli altri 2 si fanno masturbare mentre le accarezzano lateralmente le tette e la schiena.
Anche con l’uccello in bocca Valeria riesce a gridare dal piacere che i 2 uccelli le stanno dando insieme alle carezze delle 4 mani sulle tette e le 2 mani di Giorgio sul culo.
Giorgio non resiste alla scena eccitante e alla figa stretta e bagnata di Valeria, si sente un forte SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII di Giorgio e Valeria sente un fiume bollente di sperma invaderle la figa e risponde al grido di piacere di Giorgio con un grido anche lei SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ANCORA NE VOGLIO ANCORAAAAAAAAAAAAAA.
A questo punto compare una coperta, viene stesa a terra, uno dei 4 si sdraia a terra e gli altri fanno sedere Valeria a gambe aperte sull’amico che inizia a penetrarla. Valeria sente l’uccello dentro ed ha la sensazione di essere sfondata tutta, e le piace da impazzire, ma mentre sta godendo sente prima un dito allargarle il buchetto del culo, poi due dita e quando il buchetto è ritenuto largo a sufficienza sente un altro uccello penetrarla da dietro.
Valeria sta impazzendo dal piacere, grida come una forsennata
“MAMMA MIA QUANTO SIETE BRAVI, SI SONO FELICE DI ESSERE QUI, SFONDATEMI TUTTA, SONO VOSTRA”
Non finisce neanche la frase che vede un altro aprire le gambe, mettersi davanti a lei, prenderle la testa tra le mani ed infilarle in bocca l’uccello, Valeria eccitata comincia a succhiare come non mai, il camionista sente la testa dell’uccello penetrare la gola di Valeria, sta quasi impazzendo dal piacere, nessuna mai gli ha fatto una pompa come la sta facendo Valeria.
Il 4° camionista prende l’uccello e lo mette in mano a Valeria, che ovviamente non si tira indietro e lo masturba divinamente.
Valeria improvvisamente sente il calore dello sperma nella figa, subito dopo sente lo sperma nel culetto contemporaneamente sente il calore ed il sapore in gola ed un caldo sulla schiena è venuto anche l’ultimo e ha schizzato il suo sperma sulla schiena nuda di Valeria.
Valeria si alza soddisfatta, pensa che i 4 siano sazi di lei, si dirige verso la mini per infilarsi la gonna, ma Giorgio la ferma per un braccio, la tira a se e ricomincia a baciarla e a toccarle il seno. Mentre un altro comincia a papparle il culo e a baciarle la nuca, a questo punto la stendono sulla coperta le spalancano le gambe e Giorgio comincia a leccarle la figa, lei comincia a ansimare dal piacere ma non fa in tempo a rendersi conto di cosa le sta facendo Giorgio che qualcuno le alza la testa e le infila l’uccello in bocca. Ad un certo punto sente due uccelli nelle due mani e senza chiedersi nulla comincia a masturbarli, ma a nessuno basta che Valeria faccia semplicemente una pompa e quindi con un gesto veloce Giorgio le alza il bacino le fa mettere le gambe in alto sulle spalle e le infila l’uccello nel culo, e un terzo prende il vecchio posto di Giorgio e comincia a leccarle la figa. Ora Valeria ha un uccello in bocca, uno nel culo, due in mano e una lingua nella figa. Si sente una donna e gode da morire e grida
“ CHE MERAVIGLIA SIETE MEGLIO DI TORI SCATENATI, VI VOGLIO VI VOGLIO”
La scopata va avanti ancora per una oretta, poi i 4 si alzano, hanno la testa che gira ma sono soddisfatti, Valeria è sazia e felice, sente addosso odore di sperma e le piace. Inizia a rivestirsi, rimette la gonna e decide di non infilare la maglietta, le è venuta una idea. Chiede ai 4
“Mi offrite un aperitivo al bar?”
I 4 rispondono subito di si, allora Valeria infila il cappotto sul seno nudo ed i 5 si dirigono verso il bar. Entrano si siedono, Valeria apre leggermente il cappotto in modo da far vedere il seno nudo al barista e provocare per piacere l’eccitazione nel barista.
Mentre i 5 prendono l’aperitivo Valeria confessa un suo sogno, e cioè di aver letto tempo fa su un giornale porno di una tizia che è stata scopata nella cabina di un TIR e di aver cambiato TIR ad ogni sosta di rifornimento, cioè che i camionisti se la scambiavano ad ogni fermata e questo racconto non riusciva a dimenticarlo e le piacerebbe viverlo.
Finito l’aperitivo e usciti dal bar i camionisti salutarono Valeria e le promisero di farle diventare realtà il suo sogno. Valeria allora lasciò a tutti il suo indirizzo di email ed il numero di cellulare.
Quanti di voi che leggete il mio diario vorrebbero il suo indirizzo di email?
Valeria ritorna alla sua mini accende e fa ritorno a casa.
Il continuo del racconto delle avventure di Valeria nelle prossime pagine.
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16 years ago
admin, 75
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Coppia2
Incontro con Ulisse e Afrodite
Dopo esserci scambiati delle e-mail contenenti oltre a messaggi spinti ma non volgari anche delle foto molto piccanti e scambiatoci i numeri di telefono ci accordiamo x incontrarci secondo le indicazioni di Ulisse. Durante il viaggio arrivano dei mms, Afrodite che prende in bocca il cazzo di Ulisse e il testo con: vedi come lo succhio, preparati che quando arrivi ti spompino x bene nel frattempo mi scaldo con Ulisse, credetemi il cazzo alla vista del mms e delle frasi è diventato duro come il marmo e accelero x arrivare prima all’incontro mentre la mia fantasia vola a scene si sesso sfrenato e mi dico che appena arrivo voglio scoparla assieme al suo uomo fino all’estremo delle mie forze.passano 20 minuti circa e un altro mms , lo apro e vedo lui che le lecca la figa e il testo che dice: è pronta cosa aspetti vuole essere riempita muovitiiiiii è uno scolo lo vuole dentro ma le ho detto che deve aspettare anche te così assieme la trombiamo come una porca. Per arrivare ancora una bella mezzora di strada mi separava da quella che da lì a poco sarebbe stata una bella serata, esco il mio bel cazzone che di tutto rispetto ha delle dimensioni ragguardevoli e mi faccio una foto la invio mms con la scritta Afrodite sicura che riesci a prenderlo tutto fino in fondo in figa e nel culo il mio cazzo ! preparati che appena arrivo ti sbatto come meriti voglio sentirti dire che sei una porca la nostra porca. Quasi alla meta arriva un altro mms lei messa carponi e col culo leggermente aperto con le mani e il testo che dice: dai sbattimelo dentro il tuo cazzone porco sarò la tua troia la vostra troia stasera ma dovrete darvi da fare. Finalmente arrivo lui mi apre, vado un attimo in bagno x dare una rinfrescata al cazzo, la pulizia prima di tutto e vado nel soggiorno, alla vista di Afrodite in minigonna a jeans maglietta bianca aderente dove i suoi meravigliosi seni si vedevano in tutto il loro splendore e sporgevano dei capezzoli turgidi da far rizzare ancora di più il cazzo già duro, la guardo e le dico sei una splendida donna sensuale, di tutta risposta lei: allora cosa aspetti a far godere questa porca con tanta voglia di cazzo.Mi avvicino il palpo il seno mentre le bacio il collo, le stringo le chiappe sode le tolgo la maglietta e le lecco il seno, lei mi stringe il cazzo, lo tira fuori e lo mena le sposto il perizoma bianco in pizzo e comincio a leccare e succhiare il clitoride, adoro il sapore della figa e ci metto l’anima pur di vederla colare di umori e sentire che ansima sotto i miei colpetti, le insinuo il medio mentre lecco e lei sussulta, Ulisse si avvicina e le mette il cazzo in bocca che lei avidamente succhia, si stacca e vuole sentire il mio sapore, mi avvicino e comincia a giocare con la lingua sulla cappella, mi succhia il punto L e il piacere è sublime la spingo a prenderlo sempre più dentro e riesce a prenderne più della metà mentre succhia, quel pompino favoloso mi fa perdere per poco il controllo, ma la voglia di sbatterla è più forte, lo tolgo metto un profilattico lei apre le gambe e mi dice dai chiavami lo voglio dentro, non me lo faccio ripetere e piano la penetro, fino ad arrivare in fondo le alzo le gambe e affondo di più è tutto dentro, lei si ritrae un Po e io le dico che c’è non riesci a prenderlo tutto?’ lei mi guarda con aria di sfida e mi dice porco sei un porco sbattimi ma fa piano in questa posizione lo sento in gola ,la giro e la scopo da dietro, mentre Ulisse sa fa fare un bel pompino, mi mette giù ,vuole cavalcarmi scende e prende tutto il cazzo dentro e stringe i muscoli vaginali ansima dice che sta x venire quelle parole e i suoi movimenti mi portano a un orgasmo favoloso . il desiderio è ancora tanto che meno di 5 minuti siamo di nuovo in azione stavolta Ulisse la scopa da dietro e la incita a dire che è la nostra troia , lei mi guarda e lo dice siiiii scopatemi come volete sono la vostra porca puttana , lui si mette sotto e lei lo cavalca io mi metto un altro profilattico e mi avvicino al suo splendido culo lo preparo con della crema roteando il dito e affondandolo leggermente sempre più a fondo , avvicino la cappella e comincio a spingere leggermente , lei si abbassa di pi ù e sfila un Po il cazzo di Ulisse ,comincio a entrare è un Po stretta e sempre una bella sensazione entrare nel culo di una donna poi la doppia e sentire lei gemere sotto i colpi di due cazzi è sublime arrivo fino in fondo , mi sento avvolto e comincio a stantuffare cercando di sincronizzare i colpi con Ulisse , lei geme dice che è una porca e gli piace avere dentro due cazzi come i nostri i nostri lui le dice che è una fantastica e gli piace il suo lato di moglie porca che lo sta facendo impazzire nel vedere come gode , lei ci implora di sbatterla più forte che sta x arrivare all’orgasmo e vuole che la riempiamo , due minuti e esplodiamo dentro di lei .Usciamo andiamo a mangiare una buona pizza lei mi saluta con un bel pompino e si fa sborrare sulle tette dicendomi che la prox volta se le porto delle analisi si farà scopare senza profilattico e ingoierà tutto il mio sperma. Pur sapendo di essere sano come un pesce l’indomani sono andato a fare tutte le analisi. Dedicato a Ely spero ti sia piaciuto
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16 years ago
admin, 75
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Sorpresa
All’ultimo momento le aveva detto che avevano appuntamento con max.Da qualche tempo si vedevano in chat e a dire il vero a lei max era piaciuto subito:Simpatico, gioviale,aveva anche un bel cazzo e più di una volta lo aveva visto godere davanti alla cam: a suo marito piaceva molto che lei sedesse a cosce aperte e si mostrasse ai suoi amici e spesso, eccitato come non mai, la scopava come un forsennato davanti al pc.Dire che la cosa le dispiacesse sarebbe dire una grossa bugia:aveva iniziato per assecondarlo ma poi la cosa le era piaciuta non poco e sempre più spesso si divertiva a chattare con i suoi numerosi fans.Quel pomeriggio avevano scopato a lungo e non immaginava proprio che per la sera suo marito avesse preso questo appuntamento.Non era sicura se la cosa le dispiacesse o meno:comunque ora era in ballo e avrebbe ballato.Diede un’occhiata alla sua mise e si ritenne soddisfatta: una camicetta scollata faceva occhieggiare maliziosamente le tette, una gonna ben aderente disegnava fedelmente le concavità e convessità della parte inferiore del suo corpo, le calze a rete e il perizoma completavano un insieme di tutto rispetto.Si, poteva essere soddisfatta di sè.Dopo qualche chilometro l’autovettura si fermò in una piazzola che si affacciava sul golfo della loro città: non erano soli e questo la tranquillizzò ancora di più.Dopo qualche minuto un’auto si affiancò alla loro: ne scese subito Max . lo riconobbe subito dai baffi e dal sorriso impertinente.Antonio lo fece accomodare sul sedile posteriore:finalmente ho il piacere di ammirarti da vicino-furono le sue prime parole.Aveva anche una voce profonda,le venne subito da pensare.E il complimento non potè non vellicare la sua femminilità.La conversazione dopo i preliminari d’obbligo si avviò naturalmente a mettere in evidenza il suo grande desiderio di conoscerli dal vivo dopo averli ammirato per tanto tempo attraverso la cam.E devo dire che da vicino sei ancora più affascinante.Mara sorrise ammiccante e Antonio ne approfittò per dire a Max a che poteva anche toccare oltre che vedere.Max non si aspettava una tale grazia e dopo qualche secondo allungo le mani sul decolté di mara che non restò impassibile a quelle mani che scendevano lungo il collo: un brivido sottile la percorse tutta :-che pelle vellutata…mhhhh:Mara si abbandonò ancora di più sullo schienale e assaporava con voluttà quella mano che per la prima volta sentiva scorrere sul suo corpo.Non dovette trascorrere che qualche secondo che la sentì appoggiarsi con una lieve carezza che la fece trasalire sui capezzoli duri come chiodi.-Che bei capezzoli-gemette Max e si abbassò a sfiorare con la lingua umida quelle belle aureole che tante volte aveva ammirato e ora finalmente poteva assaggiare.Mara non potè trattenere un gemito nel sentire la lingua avida sui suoi capezzoli che sembravano vibrare e vivere di vita propria.Antonio sentì il cazzo gonfiarsi sotto i pantaloni e dovette placarlo toccandolo con insistenza.Si girò intorno per controllare che intorno fosse tutto tranquillo e quando girò il capo vide la mano di max che senza farsi pregare risaliva lentamente le gambe di mara fino a soffermarsi sui bordi delle autoreggenti.”ci sa fare il nostro amico –si diceva Mara-mentre avvertiva che laggiù, tra le gambe, il piacere si faceva strada e incominciava a gonfiare e rendere scivolosa la sua fica.OHHHH sssiiiiiiiii-gemeva max-il cui cazzo premeva in maniera inverosimile sulla patta.Che cosce lisce, che piacere accarezzarle…Antonio avvertì che l’atmosfera si faceva incandescente ma il luogo in cui si trovavano non rendeva possibile ulteriori sviluppi per cui senza fiatare ruotò la chiave nel cruscotto e prese un sentiero solitario che si inerpicava per la collina.Mara si girò a guardarlo e colse nei suoi occhi un chiaro invito: i suoi occhi luccicanti le dicevano che doveva agire.Si girò verso Max e gli chiese di lasciarle spazio e immediatamente passò ad occupare il posto al suo fianco. Le mani di Max, frenetiche, corsero a sollevarle la gonna e a risalire lungo le gambe a superare il bordo delle autoreggenti e toccare la carne nuda.OHHHHHhhhhh che pelle……mmmmmmmm, mi fa impazzire..Antonio dallo specchietto retrovisore aveva le gambe di Mara aperte davanti agli occhi e osservava le mani di Max che la frugavano con un desiderio che si avvertiva tutto nell’abitacolo dell’auto. Mara, sorprendendo i due uomini, si sfilò lo slip e si calò sul cazzo di Max iniziando un saliscendi che placasse la sua fica infuocata. Max l’abbrancò ai fianchi e la guidava con forza a calarsi sul suo cazzo Antonio a cazzo scoperto si masturbava ammirando il gran culo della moglie che offriva uno spettacolo di primo ordine aprendosi e chiudendosi a ogni passaggio sul randello di max. Come lo sentiva gonfiarsi dentro di sé la donna che ingoiava con la bocca aperta sempre più aria per avvertire meglio le sensazioni di vertigine che gli dava quel cazzo che le pulsava dentro la fica.Antonio allungò una mano sulle chiappe della donna allupata e le infilò un dito nel buchetto grinzoso mentre con l’altra mano si accarezzava furiosamente il cazzo.Le grida dela donna aumentarono e segnalarono ai due che era pronta a godere: i due non tardarono a seguirla ed esplosero in un orgasmo liberatorio che placò quel crescendo di desiderio che si era accumulato nei loro testicoli.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Collega o \"\"parona\"\"??
Avevo conosciuto Eva come collega di lavoro, non era la ragazza dei miei desideri, ma si era istaurata un’ottima amicizia, di quelle con cui ti confidi e chiedi consiglio, scambi opinioni, pensieri.
Uscivamo insieme anche a fare shopping, aveva imparato a conoscere i miei gusti, mi consigliava cosa indossare, cosa scegliere insomma mi conosceva bene; cosa che a me non riusciva poiché poneva un muro, non dava modo di scavare nella suà personalità, non ti diceva se aveva un ragazzo od altre cose personali, ma ciò non mi disturbava ed io continuavo ad essere un libro aperto, neo suoi confronti.
Iniziò a venire nell’alloggio, presso la foresteria che l’Azienda mi forniva in quanto provenivo dalla sede di un’altra città e queste mie permanenze fuori sede erano frequenti. Accadde che improvvisamente un giorno ci trovammo abbracciati e scoppiò un bacio che mi lasciò sorpreso.
Mi disse che aveva voglia di giocare con me, ma la regola era che io non dovevo chiedere e fare nulla, altrimenti avrebbe interrotto questa piacevole parentesi.
Il gioco che era diventata un’abitudine, mi portava ad essere nudo sul letto in balia delle sue fantasie: lunghe leccate ovunque, stimolazione del pene con mani piedi o qualsiasi cosa che le veniva alla mano, baci interminabili e perversi, il tutto alternato ed ogni emozione controllata, contrastata, da solchi che mi lasciva con le sue unghie abili ed affilate. Scoprivo ogni giorno un lato di lei che mi incuriosiva, la mia sorpresa per questo “piacere”, cominciai a interessarmi al BDSM, leggendo qualche rivista, di nascosto.
Durante i rapporti che avevamo, non mi dava mai modo di sfogare l’eccitazione accumulata se non alla conclusione di un lungo ed estenuante percorso stabilito da Lie, dalla sua mente e comunque dopo 3 o 4 a volte di incessanti stimolazioni. La mia eccitazione a volte mi portavava a spingermi oltre, soprattutto quando mi offriva di assaggiare la sua “fessurina”, provavo a tentare di penetrarla, quando si strusciava sul mio membro, ma lei si fermava o comunque evitava di cedere e spesso “minacciava” di andarsene e concluder il “SUO” gioco per sempre.
Mi sentivo vittima di questo suo gioco che comunque, nonostante la mia impossibilità di reazione, m’intrigava sempre più, mi piaceva essere in balia dei suoi desideri.
Col tempo i suoi giochi diventarono gradualmente sempre più perversi, alternava piacere e dolore provocato dalle sue unghie o per mezzo di ciò che poteva avere a disposizione, mi accarezzava i miei lunghi e folti capelli e poi li tirava procurandomi dolore al momento opportuno.
Con grande stupore iniziò ad eseguire dei pompini interminabili ove raggiungevo il massimo orgasmo ma Lei, mentre venivo raccoglieva tutto il seme con la sua bocca, il che mi faceva estremamente piacere, ma sono rimasto immobile contrariato quando improvvisamente con la bocca piena si avvicinava alla mia, provava a baciarmi; io la prima volta cercai di non aprire bocca, ma lei mi prese per le palle e con una mano sotto la gola mi fece spalancare la bocca e mi infilò tutto.
MI fece assaggiare e deglutire con forza il mio seme ed appena riuscì a parlare mi disse con decisione di non provare mai più a rifiutarmi pena termine del gioco. Rimasi spaventato ed eccitato e non mi opposi mai più al suo volere, era solo l’inizio delle mie prime umiliazioni. Mi trovai legato con le mani dietro la schiena, impossibilitato nei movimenti in balia di Eva che mi sorprendeva ogni volta di più. A volte mi diceva che se tutto ciò non era di mio gradimento avrebbe posto fine, ma io arrivai a confessarle che tutto ciò mi piaceva e che avrei fatto qualsiasi cosa pur di non interrompere le sue sessioni di gioco, rendendomi conto che forse quelle parole erano troppo grandi per uscire dalla mia bocca, tememdo per la loro interpretazione.
Una sera, dopo essersi assicurata la mia fiducia per l’ennesima volta, non ci pensò molto, mi fece portare al culmine dell’eccitazione, fase in cui io abitualmente perdo la testa quasi non rendendomi conto di cosa stò facendo, da li a poco sarei scoppiato in un immenso getto, ed in questo frangente, mi trovai le sue dita infilate nel sedere, tra il mio stupore e la perplessità dell’azione che mi fece impazzire, godevo da matti e la sensazione mi rendeva strano, al punto chele chiesi se era normale poter provare questo piacere o se mi fosse accaduto qualcosa di strano pur essendo Maschio.
Eva sorrise a questi miei pensieri, mi tranquillizzò, inoltre anche lei godeva a nel vedermi così eccitato ed ogni volta esagerava al punto di penetrarmi con più dita mettendomi alla pecorina e sfiorandomi la cappella mi agitavo all’impazzata procurando mugolii che venivano soffocati da due cuscini posti davanti alla mia faccia, talvolta l’eccitazione era fermata ed alternata da dolori che mi procurava nei modi più svariati con oggetti appuntiti lungo il corpo, schiaffi, graffi sulle palle, stavo vivendo la mia dimensione di essere sottoposto alla volontà altrui.
Prima parte
Seconda Parte
Col tempo…..
Una volta , al termine di una giornata lavorativa le proposi come al solito di fare un giro presso un centro commerciale, per poi andare a mangiare un boccone prima di rincasare, mi spiegò che non poteva e quindi rinunciai, rincasando subito al mio alloggio. Mentre facevo la doccia mi chiamò e mi chiese se volevo uscire a mangiare con lei ed accettai.
Mi venne a prendere sotto casa e mi disse che saremmo andati dalle sue parti ma prima dovevamo passare a prendere una sua amica.
Giunti a casa dell’amica, scese per suonare il campanello, salì le scale ed io rimasi in attesa sull’auto. Non trascorsero due minuti che mi chiamò la telefono dicendomi di raggiungerla al terzo piano indicandomi il nome sulla porta.
Salii le scale e giunto sul pianerottolo Eva mi raggiunse e mi disse di entrare, mi presentò alla sua amica Elena che mi fece accomodare in salotto dopo i convenevoli, cominciammo a parlare.
Mi fecero sedere su una poltrona e Eva si trovava appoggiata sul bracciolo di questa, al mio fianco e mentre scambiavo due parole con Elena, trovò subito il modo di mettermi in imbarazzo, sfottendomi su alcuni colpi di sole che erano presenti tra i capelli.
Cercai di giustificarmi con Elena , a riguardo, spiegandole che avevo partecipato ad una manifestazione in cui, la parrucchiera del mio paese, mi aveva chiesto di posare per lei creando questi colori; Elena, approfittò ed appoggiando gli scherni di Eva riguardo la mia chioma, in modo scherzoso mi apostrofò come un frocetto.
Il che mi mise in imbarazzo, non sapendo come reagire davanti ad una persona che avevo appena conosciuta e che sinceramente avrei mandato a quel paese, se solo il tono fosse stato più serio, ebbi modo di ribattere, dicendo loro, che l’unica cosa di femminile che al limite avrei mai potuto avere di femminile era la varicella….. ma Elena continuò ad insistere dicendomi che se fossi stato un uomo virile senz’altro avrei avuto un ‘acconciatura nettamente più corta e magari fatta da un barbiere come sa status.
Lasciai cadere il discorso, avrebbero continuato a sfottermi ed Eva mi fece accomodare in cucina ove Eva aveva preparato un aperitivo con due stuzzichini, quindi dopo essermi seduto assaggiavo il quanto preparato.
Mentre ero seduto avevo Eva dietro le spalle che mi massaggiava le spalle e di fronte Elena che mi parlava del suo lavoro; Eva sapeva di farmi venire i brividi lungo la schiena sfiorando le sue unghie anche sulle braccia; improvvisamente scese lungo le braccia ed avvicinandomi i polsi mi trovai immobilizzato da un paio di giri di nastro da pacco.
Rimasi stupito e guardai Elena che mi era di fronte come per dirle – Ma che combina Eva?? , cosa stà facendo??–
Mi alzai in piedi ma Eva cerco di farmi sedere mentre Elena che aveva sgranato gli occhi pronunciando un sorriso mi spingeva nuovamente sulla seggiola ove un nuovo giro di nastro mi immobilizzo il petto allo schienale ed i piedi alle gambe della seggiola.
Ero terrorizzato non riuscivo a comprendere, ed il mondo mi crollò addosso quando. le due ragazze si avvicinarono una al fianco dell’altra a guardarmi con soddisfazione e con mia sorpresa si scambiarono un lungo bacio saffico, facendomi crollare nello sconforto totale, avevo compreso di essere caduto in una trappola a cui ero stato preparato nel tempo da Eva.
Preso per i capelli da Eva e per le palle da Elena, venivo spogliato completamente; nonostante cercassi di divincolarmi, mi trovai costretto ad eseguire i loro ordini e con tanto di mal di pancia procuratomi dalla morsa alle palle, mi fecero sedere su un’altra seggiola a cui ero giunto andando all’indietro guidato da Elena che non mollava la presa.
Dopo avermi accuratamente legato i polsi e le caviglie, con dei cinturini di pelle, mi bendarono con un paio di occhiali da piscina debitamente oscurati. Agli anelli posti ai lati delle cavigliere veniva fissata un’asta metallica che mi teneva le gambe allargate. Mi fecero alzare ed un a volta appoggiato al muro con il mio viso su di esso sentivo le loro mani che mi sfioravano ovunque.
Questo mi fece tranquillizzare, anzi conoscendo Eva, questa nuova circostanza stava già procurandomi piacere, e si notava.
Improvvisamente le mie gambe venivano cosparse di un liquido caldo, sentivo un fruscio di carte ma fu troppo tardi quando capii che la carta appoggiata sulle mie gambe veniva strappata via con forza e con mio immenso dolore pure i peli che vi erano attaccati.
A causa del dolore mi piegai sulle ginocchia ma venni subito ripreso, masturbato ed una volta giunta l’erezione ancora altri colpi che mi facevano gemere di dolore tra i loro commenti e le risa.
Mi sentivo il fuoco nelle gambe, nudo, anche un po terrorizzato, per la verità.
_ Basta! non vi siete divertite abbastanza? Andiamo a cena, ho fame! pago io ovunque volte andare_ fù uno squallido tentativo ma la risposta mi fece tremare.
_ Ma sei tu, la nostra cena! – disse Elena – abbiamo proprio deciso di cucinarti per bene!! –
Sollevato dalle braccia e dalle gambe mi portarono a sdraiarmi sul tavolo della cucina dove finirono di togliere ogni pelo presente sulla superficie del mio corpo gambe, petto a strappo e l’ultima peluria rimasta sulle gambe, ascelle con schiuma e rasoio. La mia asta veniva tenuta in tiro non so da quale mano, ma cominciò a perdere di tono quando la schiuma veniva cosparsa sulle palle che venivano rasate come tutto il resto li attorno; addirittura mi fecero portarle gambe all’altezza delle spalle e rasato tutto il sedere.
Mi alzarono nuovamente e portato in un'altra camera mi tolsero gli occhialini. Con stupore mi trovavo davanti ad uno specchio a guardarmi nudo glabro come un verme.
Preso nuovamente per braccia e gambe venivo sollevato a forza e portato presso uno sgabello al quale venivo fatto adagiare con cura, infatti da sotto il mio sedere, sentivo qualcosa di veramente molto unto e morbido che si faceva spazio, una volta trovato l’ingresso.
Che strana sensazione, mi sentivo sto coso dentro, le gambe bloccate ai piedi dello sgabello, le mani legate dietro la schiena, i loro sguardi che mi fissavano con sadica soddisfazione.
La pausa vene interrotta dal suono del campanello Elena andò alla porta ove si udiva l’arrivo di qualcuno. Immaginate la vergogna che mi assaliva, un’altra persona mi avrebbe visto in quelle condizioni.
Appena chiusa la porta si poteva udire Elena che salutava:_ Ciao, Maurizio!!, hai portato tutto?_
E mentre si avvicinavano a i passi a me sentivo lui che diceva – Ho tutto cara! dov’è la creatura??_
Si avvicinarono a me, mi presentarono Maurizio, che per benvenuto mi diede un bacio sulle labbra mentre loro scoppiarono in una gran risata per il mio ribrezzo.
Non persero tempo e mentre sentivo trafficare alle mie spalle, Eva si avvicinò, con una mano mi prese i capelli e mi tirò la testa indietro, mi baciò le labbra e fissandomi negli occhi mi disse _ Ora sei mio!!_ non feci tempo a capire le sue parole che uno strano ronzio mi giungeva da tergo.
Era un rasoio elettrico, che Eva aveva ricevuto da Maury e lo stava appoggiando sulla mia fronte, ma io preso dal panico cercai di divincolarmi urlando- No! Basta! basta ora basta! tutto ma i capelli no, non se ne parla!!!- la imploravo mi misi pure a piangere _ Ti prego,basta ! ti supplico_
Eva si fermò _ Ora son Cazzi tuoi! Non puoi tornare indietro hai sempre detto che avresti fatto qualsiasi cosa per me, dimostramelo e non farmi fare brutta figura _ Puttana!! Stai strillando come una ragazzina isterica ora mi tocca anche tapparti la bocca.
Mi sentivo in pericolo mi agitavo e così facendo caddi con tutto lo sgabello ed il “coso”si sfilò, non persero tempo i tre aguzzini che mi presero nuovamente, portato e legato sulla seggiola, dove venivo raggiunto da vari ceffoni, fino a calmarmi.
Si riaccese il rasoio ma appena Eva si avvicinò comincia a dimenarmi, nonostante tutti e tre riuscivo ad agitarmi tanto da non permettere di eseguire la rasatura.
Venivo continuamente apostrofato come Stronza, Puttana, ma ciò non rilasciava intuire nulla di buono_ Ora ti mettiamo sulla strada giusta Puttanella- disse Maurizio che dalla sua voce e dalle sue movenze sembrava che avesse qualche “tendenza”. Mi fece legare palle e membro da Elena, Eva mise delle mollette ai miei capezzoli e crollai al dolore. Piangevo e urlavo. Ero immobilizzato meglio e sacrificato a questo dolore.
Adesso ti faccio tacere io – disse Maury – e non provare a fare scherzi. Troia!. Mi mise una mano sotto il collo bloccandomi e stringendo l’esofago, cercò di infilare il suo membro nella mia bocca ma non glielo permisi, fino a quando mi chiuse le narici e fui costretto ad aprire la bocca per respirare. Avrei preferito soffocare.
Avevo sto coso in bocca ma non mi muovevo e intuendo la mia reazione diede l’ok a Eva che diede inizio alla rasatura. Non potevo far altro che lasciar correre le mie lacrime, non sopportavo l’idea di perdere i miei adorati capelli, ero veramente sconfortato e loro ridevano alle miei spalle prorio per la mia assurda reazione. Il rasoio girava per la mia testa, le ciocche cadevano copiose, ero ormai rassegnato, mi sentivo Sansone, privo di forze.
Debitamente rifinito a lametta, mostravo una sfera lucida, non parlavo, mi sentivo umiliato, avevano mollato tutte le prese, ero privo di qualsiasi sistema di ritegno nessuna corda,laccio ero libero ma mi muovevo ai loro comandi, non reagivo più, mi sentivo psicologicamente annullato, ma il problema è che non era finito tutto.
Il loro scopo era ormai raggiunto, in breve tempo mi trovai vestito con abiti femminili, Eva ed Elena guardavano con attenzione, come Maurizio ponesse cura ad ogni dettaglio. Mi mise una parrucca medio-lunga, color mogano in testa, impiegò diverso tempo a trarmi gli occhi crenado righe e sfumature varie rossetto e profumo, tute cose che ho sempre detestato e che ho evitato pure nel carnevale, ma Eva lo sapeva, sapeva tutti i miei dettagli e me li ha fatti penare tutti in un avolta.
Era soddisfatta nel vedermi così conciato e servile nei suoi confronti e di chi mi ospitava.
Tutto era compiuto, la serata sembrava terminata, ma Maurizio disse:- che ne dite se lo portiamo al…………………………. ( questa è un’altra storia)
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16 years ago
xyxo,
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Caldo agosto a milano
Uffa che noia Milano ad agosto. Senza soldi per le ferie, ma con un sacco di tempo libero da impegnare. D'avanti a me tre settimane di puro far nulla, ma in me sento divampare il fuoco della passione. Quella frenesia, quel desiderio che accelera il battito e secca la gola. Inizio a girare per la città di sera, ma sembra davvero una città fantasma. Il mattino seguente, decido di andare a prendere il sole sull’Adda, in uno di quei posti dove si può star nudi anche se non si potrebbe.
In vita mia non l’ho mai fatta una cosa del genere, mi son sempre un po’ vergognato… ma quest’anno va così ed ho deciso di togliere ogni limite e poi ho sempre una voglia incredibile di sesso. Arrivo un po’ prima dell’ora di pranzo di un giorno feriale, per di più di agosto. Sicuramente non ci sarà nessuno… penso che forse sia meglio così. Parcheggio la macchina sulla statale e poi scendo sulla stradina che porta al fiume, tra alberi e siepi. Non vedo anima viva a parte una coppia di uomini appartati e nudi. Intenti a prendere il sole.
Io mi trovo un posticino vicino all’acqua ma abbastanza imboscato. Inizio a spogliarmi restando in piedi. Inizialmente ho un po’ vergogna, ma poi penso che quelli che vengono qua, vengono come me con un unico scopo. Quindi mi tolgo la maglietta, poi i pantaloncini , ecco che sono in costume… solo un istante di tentennamento e me lo sfilo. Mi sorprendo di avere quasi il cazzo in tiro. Poi sempre restando in piedi, mi spalmo l’olio solare sul mio corpo, comincio sulle braccia, poi sul petto, le gambe e infine mi metto qualche goccia di unguento anche sul cazzo. E’ una sensazione molto piacevole e con la mano distribuisco bene l’olio sul pene, ma inevitabilmente la mia mano finisce per stringersi a pugno sul pene che ora è durissimo ed inizio a segarmi. Provo un piacere immenso in questa sensazione di natura ed eccitazione, ma cerco di riprendermi perché non sono venuto qua per farmi una sega, tanto valeva restarsene a casa. Purtroppo non c’è nessuno ed anche la coppia che c’era prima , sembra non degnarmi di nessuna attenzione. Mi stendo sul mio telo e mi sopisco al sole ed anche il mio pene torna a riposo. Forse perché avevo le cuffie ed ascoltavo la musica, forse perché ero quasi addormentato, non mi sono accorto che ora accanto a me ci sono due ragazzi giovani. Poco più che studenti, forse universitari senza esami da preparare ed anch’essi con pochi soldi a disposizione. Mi guardano sorridenti, io non capisco se mi prendono in giro oppure vogliono far qualcosa, cmq faccio finta di non notarli. Uno dei due, inizia a spogliarsi e dopo pochi istanti è completamente nudo. Ha un bel fisico, poco peloso ed un culetto invitante. L’altro sembra esitare e infatti resta in costume, ma poi l’altro gli si avvicina e completa la svestizione. Io sono di nuovo eccitato, e per non creare imbarazzi, mi giro a pancia in giù trivellando il terreno col cazzo.
I due miei vicini sembrano cercare qualcosa nei loro zaini, ma senza trovarla. Allora mi si avvicinano per parlarmi. Io mi tolgo le cuffie. Ci presentiamo, loro sono Andrea e Marco… Volevano la crema, io ho solo l’olio abbronzante, ma fa lo stesso. Se lo spalmano a vicenda… io non resisto più e mi avvicino col cazzo tesissimo, loro sembrano un po’ sorpresi, ma poi quando le mie mani finiscono sui loro cazzi, ogni perplessità sparisce e lascia posto all’eccitazione. Li sego con l’olio e poi vedo che iniziano a segarmi, mi mettono altro olio io li accarezzo dietro la nuca e li avvicino al cazzo. Andrea e Marco ci sanno fare, a colpi di lingua si alternano in un magico momento di piacere. Mi stanno spompando alla grande, poi ci sdraiamo a terra a formare un triangolo nel quale siamo tutti occupati a succhiare. Immersi nella vegetazione siamo intenti a procurarci piacere, ma io non resisto più e afferro la schiena del primo che mi capita. Quella di Andrea, lo prendo e gli apro le gambe… lui sembra aver capito quello che sto per fargli. Forse vuol giocare un po’, cerca di allontanarsi, ma io con un guizzo lo “placco” e gli sono sopra. Prendo altro olio e glielo verso sulla schiena, poi con la mano lo spalmo per bene fin al suo culetto liscio. Gli accarezzo l’ano con un dito unto di olio, sembra quasi che abbia detto una parola magica. L’ano si dilata ed il dito entra subito. Tengo il dito dentro l’ano per un po’ di secondi, poi lo tolgo e lo rimetto… mi metto altro olio ed infilo anche un alltro dito indice e medio. Andrea inizia a godere, mentre Marco assiste alla scena eccitato e si sega. Ora ripeto la manovra, ma con tre dita, Andrea sembra aver un po’ male e freme, ma io lo incito a lasciarsi andare… e gli allargo un po’ le gambe. Ora mi sdraio con l’addome sopra alla sua schiena e lo penetro. Ha un culetto stretto e morbido. Sento tanto calore, e Andrea si sega mentre Marco si avvicina per farselo succhiare dal suo amico. Dura pochi minuti questa meravigliosa sequenza perché presto vengo in un bel rivolo di sperma. Poco dopo viene anche Marco in bocca ad Andrea e poi è Andrea a farselo succhiare fino a venire da Marco. E’ stata una scopata molto intensa ed eccitante, al termine della quale scambio i recapiti con i ragazzi, per passare insieme altri momenti così durante il nostro agosto.
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16 years ago
admin, 75
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Il maggiordomo di gessycasexy
Ero stato convocato per le diciotto, la cena sarebbe stata servita per le ventuno ma era necessario che fosse tutto a posto.
Non un solo particolare avrebbe potuto essere diverso da come mi aveva ordinato la mia Padrona.
Arrivai cinque minuti prima, non arrivo mai in ritardo e non sarebbe certo stato quello il momento più adatto per perdere le buone abitudini.
Attesi fuori dalla porta che l'orologio segnasse le diciotto precise e suonai alla porta.
Non feci in tempo a notare cosa indossava la mia Padrona, all'infuori delle scarpe, perchè mi gettai subito ai suoi piedi.
Non aveva ancora dato lo smalto, le piace quello rosso, e i suoi piedi erano infilati in un paio di sandali con una zeppa altissima, in sughero color beige.
Ebbi il permesso e l'onore di baciarli ma non di leccarli come avrei voluto e desiderato.
C'era molto da fare.
Ricevetti istruzioni precise con la consueta voce dolce e sensuale della mia Padrona.
Non c'era però da illudersi, poichè in caso di errore, con la stessa voce, mi avrebbe preannunciato una durissima punizione.
Avevo un pò di esperienza ed avevo imparato a conoscere gusti e fisime della mia Padrona e non mi fu difficile preparare ogni cosa come ordinato.
Come cuoco me la cavo, qualche volta ho sbagliato, lo riconosco, ma mi sono sempre impegnato a fare meglio.
Anche perchè il frustino della Padrona, sulla pelle, si sente, ve lo assicuro.
Il tempo arrivò e con esso anche gli invitati della Padrona, una coppia di coetanei.
Lei e il marito presero posto l'uno di fronte all'altro, gli amici a seguire.
Era bellissima la mia Padrona.
Indossava un vestito rosso, con uno spacco all'altezza della gamba sinistra.
Era aderente il vestito e metteva in mostra le sue forme generose e proporzionate.
Ai piedi aveva delle scarpe argentate, allacciate sul collo del piede
con una fibbia dello stesso colore ed un tacco vertiginoso.
A occhio di un esperto come me, l'altezza oscillava tra i quattordici e i quindici centimetri.
A differenza di molte donne, la mia Padrona cammina benissimo con questi tacchi e ha un'andatura da Regina.
La cena si è protratta per più di due ore, le portate si sono succedute senza soluzione di continuità.
Spaghetti con le vongole, spigole al sale, vino bianco gelato, frutta in abbondanza.
Sono stato molto attento a non commettere il neppur minimo errore per non interrompere il clima idilliaco che si era creato.
Erano simpatici i suoi amici e la mia Padrona è una perfetta padrona di casa, scusate il gioco di parole.
Il marito ogni tanto accarezzava la mia Padrona sui capelli.
E'una bella coppia, lei è molto dolce con lui, lui la ama tantissimo.
Al termine della cena, molto gradita dagli ospiti, ho servito liquori e caffè nel salone.
All'una la coppia di amici si è congedata.
Ho incominciato a mettere ordine, mi sarebbe occorsa gran parte della notte.
Per fortuna il giorno dopo non sarei andato al lavoro.
Anche se la camera da letto della mia Padrona e del marito era lontana, sentivo alcuni rumori inconfondibili.
Del resto capita spesso.
A me conviene perchè così la mia Padrona è più indulgente con me.
Dopo circa mezz'ora, mentre pulivo per terra il salone, in ginocchio come da preciso ordine ricevuto, di colpo ho sentito un piede nudo sul mio collo che mi schiacciava.
Era la mia Padrona, senza tacchi non avevo sentito il rumore dei suoi passi.
Trattengo il respiro.
Ascolto la sua voce, soave, nell'orecchio che mi dice:
"Cè stata una cosa che non mi è piaciuta, stasera".
Comincio a tremare, alcune gocce di sudore cominciano a scendere lungo la schiena.
"Togliti la giacca da maggiordomo e la camicia", mi ordina.
Eseguo immediatamente.
I colpi del suo frustino cominciano a segnare la mia pelle senza neanche che io sappia in cosa ho sbagliato.
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16 years ago
watermelonman,
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Surreale raddoppio
DOPO LA GATTONA SUL TETTO CHE SCOTTA…
SURREALE RADDOPPIO!!!!
Ieri ho strappato a Nicole un appuntamento, pensavo ad un gelato, una passeggiata tranquilli a chiarimento e consolidamento di un'amicizia se non di una relazione… iniziata su internet più di un mese fa e suggellata da un 69 da infarto a casa sua, poi più nulla... ma udite bene… in queste faccende sono un pò tanto tonto e trppo rispettoso.
Lei invece mi messaggia:
" Ho sognato Te insieme ad un altro uomo che mi prendevate in due, ero eccitatissima, e misteriosamente spariva anche il senso di imbarazzo…"
Le ho risposto che sapeva ben sorprendermi e che una certa esperienza di terzetti l 'avevo… ma il punto era che ero solo… per cui
" ci vediamo o torno a casa…??? "
" Voglio farlo con due uomini. Fa qualche telefonata vedrai che risolvi…"
URKA!!! Concentriamoci e non perdiamo la calma…
Vecchia agendina… ecco… Fren (proprio lui che mi portò e trombò Manu, allora la sua ragazza, oggi mia moglie, in casa mia… mentre io trombai l'amica di Manu… comunque trombammo tutti, il tutto una notte di dieci anni fa…) Compongo… 010 6475…
Il tempo di spiegare la situazione davvero surreale… ed è tutto risolto, liscio come l' olio. Così le scrivo:
" Ho la persona "
Risposta:
" Fidata e a Posto?"
Rispondo:
" Adatta "
Lo vado a prendere e andiamo da Lei.
Avviso:
" I pompieri sono qui "
Risposta:
" OK dammi un minuto e sali … entrate e chiudete la porta con un giro di chiave, io vi aspetto a letto… "
INCREDIBILE MA VERO 5 minuti dopo eravamo nel lettone con lei…
Che gattona… Sorrisi, carezze, bacetti e baciò… un massaggio a quattro mani con abbondante olio e poi… una scopata tremebonda… coordinati in tandem… senza lasciarle tregua alcuna…
Lui come lo immaginavo… grande donnaiolo ma dolce e dotato, sa prendere e dare, non ha bisogno di dimostrare nulla, ottimo e generoso amante. Lei al settimo cielo si offre ad entrambi con passione totale… e si perde tra di noi… sciogliendosi in mille gemiti e guaiti.
Niente doppie… ma tanta intesa anche tra noi maschietti per finire con una doppia schizzata a grande richiesta di lei… dritta sulla faccia rovesciata all 'indietro sul bordo del letto mentre ancora si masturba selvaggiamente…
Dopo i convenevoli intimi ed educati non credo sia sorto lo stesso imbarazzo come è stato la prima volta da solo con lei. Le cose le stanno andando via via meglio… sta uscendo da un periodo veramente brutto… certo è che l 'iniziativa non le manca. Nicole sa davvero quello che vuole.
Donna adorabile.
Concludiamo la serata andando a bere insieme. Io e Fren (F. in verità), siamo felici di esserci reincontrati dopo tanto tempo… in una situazione così, poi… chi avrebbe mai immaginato.
Lui mi confida non averlo mai fatto insieme ad un altro uomo, di essere stato con due donne tante volte, ma mai con un uomo e una donna… Era un 'esperienza che voleva fare ma non ha mai trovato l'amico giusto, sempre troppo imbranati oppure nessun feeling. Insomma ci mancavo.
"Tu che sembri così innocuo Pietro… Poi invece ci dai alla grande, EH?! " Mi dice.
Eravamo così carichi entrambi (ed odorosi di sesso buono) che se avessimo avuto la notte libera… sicuramente avremmo accolto e soddisfatto altre bellezze nella notte.
In conclusione:
Pietro ha ora un amico, cosa molto importante con cui condividere certi interessi.
Sia Pietro che Fren si considerano " lesbici " ovvero fisicamente maschi ben dotati per circostanza ma spiritualmente e indissolubilmente orientati al sesso femminile… indipendentemente dal sesso che natura gli ha dato. Forse un po ' troppo narcisisti entrambi ma sono il contrario dei machi il cui unico vero desiderio è dimostrare agli altri maschi il loro presunto potere indipendentemente dalla donna che si stanno scopando.
Nicole ora ha due amici-amanti, se e quando lo desidera, estremamen-te validi.
Pietro dimostra una notevole adattabilità ed anche organizzazione. Non fategli mancare la terra sotto i piedi e saprà sempre come comportarsi.
"Ciao Fratello, a presto " mi congeda Fren… e torno a casa.
Che serata INCREDIBILE!!!
E ' tutto reale o surreale, come un regalo ancora avvolto nella sua confezione, da aprire… e quasi non ci credo ancora…
Un bacio vero.
Pietro ovvero
Paradise
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16 years ago
admin, 75
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In barca
ESTATE 2008
Grazie a questo portale ho avuto modo di contattare una coppia che veniva in vacanza in Sicilia.
Nell'annuncio non vi erano foto quindi, in qualche modo, c'era l'incognita delle persone che avrei incontrato.
Considerato che avevo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere al telefono , l'impressione era stata positiva.
Impressione confermata al momento dell'incontro, lui una persona normale, lei invece una gran bella donna, lineamenti del viso sinuosi, corpicino esile, belle tette e un culetto niente male.
Visto i precedenti colloqui telefonici in cui avevamo scoperto di avere delle passione comuni ( mare, pesca, trasgressione naturalmente ) abbiamo organizzato il primo incontro con un'uscita in barca in modo da riuscire a coniugare il tutto.
Siamo usciti prima che facesse buio, in modo da far vedere le numerose calette presenti nella nostra costa, nonchè una stupenda tonnara .
Arrivati abbiamo preparato gli atttrezzi per la pesca ( al totano ), tutto si svolgeva in modo molto naturale, come se già ci conoscessimo da tempo.
Abbiamo cominciato a pescare, la serata era meravigliosa , mare calmo , non avevamo barche vicine; passata una mezzoretta lei si avvicina a me cominciando a sbaciucchiarmi , io continuavo a pescare, lei non demordeva a cominciato a strusciarsi fino ad abbassarmi i pantaloni , così dopo avermi detto che poteva essere di buon auspicio a cominciato a succhiare il cazzo.
Era meraviglioso, io seduto che pescavo e lei inginocchiata che leccava, succhiava ed ingoiava il cazzo ormai duro, tutto sotto lo sguardo del marito che annuiva compiaciuto.
Mentre succhiava ha cominciato a togliersi prima il reggiseno da dove sono sbucate due tette 3° misura durissime per poi defilarsi i pantaloni e toltosi il perizoma ho avuto modo di appurare che aveva la fighetta depilatissima . Io avevo una mano al filo ed una nella figa ( bagnatissima ), con la bocca mordicchiavo e succhiavo le tette, mentre lei continuava con arte sopraffina a succhiarmi il cazzo.
Bene , volevate che non prendessi un totano??? neanche se lo avvessi chiamato , eccolo , mentre lo tiro su lei continua nella sua opera di sbocchinamento.
Visto che la figa grondava di umori, lei con molta disinvoltura si alza e si fa scivolare il cazzo dentro , una delizia , figa caldissima, si muove prima lentamente poi comincia a galoppare, il cazzo entra ed esce tutto, uno spettacolo, il suo lui continua a pescare compiaciuto ed eccitato.
Bene , volevate che non prendessi un'altro totano??? rieccolo , mentre lo tiro su lei continua a montarmi.
E' venuto il momento di fare un break in quanto lei diventa più esigente e chiaramente io ho voglia di scoparmela a dovere.
Adesso lei si adagia di schiena a gambe aperte a prua dove c'è più spazio per operare , il suo lui ne approfitta per leccargli la figa, mentre io gli offro il cazzo turgido da succhiare..
Cambiamo posizione lui di spalle sdraiato, lei ci sale sopra e si infila il cazzo dentro mentre io continuo ad assaporare la sua bocca e lingua sul mio cazzo.
Un cazzo in figa non gli basta vuole che gli metta anche il mio dentro, non posso far altro che ubbidire , mi sposto di dietro e vuoi per la figa bagnatissima ,che per la posizione che facilita l'introduzione il mio cazzo scivola tutto dentro con estrema facilltà, eccitantissimo per tutti, lei ansima , lui rimane fermo con il cazzo dentro ed io la sbatto con vigorosi colpi.
Sembrerebbe il set di un film porno, invece si tratta, di un trio a cui piace fare i maialoni.
Adesso lei riempita in figa da due cazzi sborra copiosamente, è meraviglioso ho il cazzo bagnatissimo dei suoi umori, approfitto mentre la pompo a fare un massaggino al buchetto del culo , gli infilo un dito , poi due , mi sembra abbastanza rilassato e visto che a lei non dispiace mi sfilo il cazzo ed appoggio la cappella all'ingresso del culetto.
Lentamente comincio ad introdurlo, lei geme compiaciuta, lui toglie il cazzo dalla figa e glielo infila in bocca, una scena meraviglisa , lei a pecorina che riceve i cazzi uno in culo e l'altro in bocca.
Comincio a pompare con un ritmo più sostenuto lei è in preda ad un'altro orgasmo, ormai il culetto si è rilassato , mi piace giocarci con la cappella all'ingresso per poi affondarlo tutto dentro , che goduriaaaaaa!!!!!!!!
Il contesto è bellissimo, in mezzo al mare , silenzio assoluto, cielo meravigliosamente stellato , si vedono a distanza le luci delle case circostanti, qualche aereo che passa , molto suggestivo; oltre alla splendida maila vistosamente compiaciuta .
Adesso lei mi sfila il cazzo dal culo , capisco che vorrebbe assaporare la mia calda sborra , inizia infatti a succhiarmelo , non so se è una fortuna o meno , ma sono abbastanza duraturo oltre ad essere maialino, quindi ancora non riesco a venire, allora mi distendo di spalle la faccio adagiare sul cazzo ed inclinandola verso di me, in modo che possa sbaciucchiarle le tette oltre ad intrecciare la mia lingua con la sua , comincio a sbatterla vigorosamente, rigode , credo che stia arrivando il momento clou, mi sfilo infatti il cazzo bagnatissimo di umori e glielo porgo davanti la bocca , non aspettava altro, mi dice esplicitamente che vuole assaporare la mia sborra in bocca e così facendo lecca, succhia, ingoia, sto per sborrare inarco le reni , sborrooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Anche lui che nel frattempo si limitava a leccargli la figa fradicia di umori si avvicina a lei baciandola in bocca ,assaporando anche la mia sborra, ma non pienamente soddisfatto si avvicina al mio cazzo sbocchinandolo, uaaooo!!!
Dopo un po riprende a baciare lei, alla quale dice di giochicchiare con il mio cazzo ( ancora duro ) dentro la sua fighetta.
E' stata una serata meravigliosa, siamo riusciti a coniugare l'utile della pesca ( dal punto di vista rilassante ) al dilettevole di una gran bella scopata ( debbo dire non fine a se stessa ).
Ahh!!!! dimenticavo alla fine siamo rimasti ancora un po a pescare , ritornando anche con un buon pescato.
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2
16 years ago
admin, 75
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Mio zio mi fece donna e puttana
Tutto cominciò quell’estate calda e torrida. Dopo anni di arrapanti fantasie, finalmente venivo posseduta da mio zio, quell’omaccione così virile, fonte dei miei istinti e desideri nascosti, protagonista delle mie masturbazioni più appaganti.
Premetto che da sempre mi sono sentita diversa. Da piccola giocavo con le bambole e mi sentivo più vicina ai modi di fare delle mie compagne d’infanzia che ai comportanti dei miei coetanei maschi. I miei modi di fare effeminati venivano notati dai miei compagni di scuola “più svegli” che, cattivi e schietti come tutti i ragazzini a quell’età, mi insultavano con i soliti nomignoli “frocio” e così via.. Atteggiamenti che venivano notati ovviamente anche dagli adulti, tra cui questo mio zio acquisito, molto vicino alla mia famiglia, oltre che dai miei genitori, i quali comunque non hanno mai inibito i miei modi di fare e non mostravano eccessiva preoccupazione per la cosa, preoccupati più per la mia felicità che per i giudizi della gente. Inoltre la mia diversità era sottolineata dal fatto che avevo delle “tettine” sgusciate fuori nel periodo prepuberale. Ero un po’ in sovrappeso, e il grasso in eccesso mi si localizzava proprio nel petto, come se la femminilità che sentivo dentro volesse prepotentemente uscire fuori. (Dopo anni mi feci visitare da uno specialista e capii che avevo un problema di ginecomastia..). Mio zio di tanto in tanto, lontano dalle orecchie dei miei genitori, scherzando e giocando con me mi chiamava “femminella”, ma io, ancora innocente e smaliziata, quel termine non mi turbava e non me ne curavo più di tanto. Lui è un uomo molto possente, altezza media, robusto ma non grasso, tarchiato, villoso, con un tono di voce roca e forte e dai modi di fare molto rozzi. Era il classico stereotipo della professione che svolgeva: era un camionista! (senza offesa per la categoria).
Crescevo e gli anni della mia adolescenza furono duri e confusi, poiché avevo preso coscienza della mia omosessualità e del mio sentirmi donna, dentro un corpo che non si capiva bene di che genere fosse: diventava maschile, ma con un seno che non ne voleva sapere di andare via, nonostante, crescendo, le altre parti del corpo si sfilavano e diventavo più snella. Anche se sembravo un ragazzo esteriormente, in quanto cominciava a comparire la prima barba e i primi segni della tipica peluria maschile, i miei modi di fare erano sempre più femminili e la mia pelle era liscia, bianca e delicata come quella di una donna e i miei seni erano ormai ben pronunciati. I miei amici maschi non perdevano occasione per prendermi in giro -vieni qui bel frocetto..fatti toccare quei bei meloncini..- e così ogni occasione era buona per toccare le mie tettine. Da un lato ciò mi infastidiva e mi sottraevo dalle loro mani che volevano esplorare quel curioso petto né maschile né femminile, dall’altro di tanto in tanto mi concedevo alle loro palpate, lasciandomi andare a un intenso piacere erotico.
Quel pomeriggio afoso dell’agropontino di inizio settembre avevo finalmente compiuto 18 anni, dovevo frequentare l’ultimo anno di scuola superiore e tornavo dalle lezioni di recupero di inglese prima di ritornare sui banchi di scuola. Il mio istituto scolastico era proprio nel quartiere dove abitava questo mio zio e, passando proprio sotto casa sua, decisi di andare a trovare mia cugina, sua figlia, la quale era mia coetanea e una delle mie migliori amiche. Sapevo di trovare suo padre, che quel giorno non lavorava, quel mio zio rozzo che mi prendeva in giro, ma i cui modi scurrili mi avevano sempre infatuata, verso cui avevo riversato la mia prima cotta, con cui avevo avuto le mie prime fantasie erotiche. Ogni tanto notavo che partivano da parte sua delle occhiate maliziose alle mie natiche e ai miei seni, come era solito rivolgere, porco com’era, alle belle donne che gli passavano davanti quando facevamo delle uscite tutti insieme con la mia famiglia, con commenti scurrili annessi (non senza le sfuriate di mia zia..) ma pensavo che comunque non avrebbe mai avuto il coraggio di fare delle avance a suo/a nipote! Mi appagava solamente vederlo e respirare il suo odore, per poi tornare in casa e masturbarmi pensando di essere la sua donna.
Appena entrai in casa mi accolse lui, mio zio, a torso nudo, sudato dall’opprimente caldo di quel pomeriggio, con quel corpo abbronzato, il petto villoso, la pancetta sexy che mostrava orgoglioso, i jeans sbracati che facevano intravedere i suoi eccitanti slip. Il suo odore di muschio selvatico improvvisamente colpì le mie narici e subito il mio corpo e la mia psiche reagirono, arrossendo come un peperone e con un’erezione subitanea. Nervosa e balbettante come sempre ero d’innanzi la sua presenza, gli chiesi dove si trovassero mia zia (sua moglie) e mia cugina e lui col suo fare maschio e rozzo ma sospirando per il troppo caldo, mi disse che erano andate a fare un bagno in piscina a casa di amici e che lui era rimasto a casa a gustarsi il giorno libero da lavoro, con una bella birra gelata e guardando la partita di calcio. Ormai che ero li mi invitò ad accomodarmi. Lui si lasciò cadere sul divano, afferrando la lattina di birra ghiacciata e distendendo le gambe su una sedia, con quell’aria rilassata di chi si assapora il proprio momento di relax. Io mi siedo accanto a lui, nella punta del divano, nervosa ed eccitata allo stesso tempo. Non era la prima volta che mi trovavo da sola con lui, e tutte le volte speravo che quell’”animale” si accorgesse quanto lo desiderassi e quanto fossi donna e quanto volessi essere presa e sbattuta come la sua troia preferita.
-Prenditi una birra! stanno in freezer..cos’è? non ne vuoi? Ah..vero..una fanciulla come te beve solo acqua minerale..- mi diceva con aria sorniona prendendomi in giro. -E rilassati! Sbracati nel divano..e togliti sta maglietta..che ci sono 40 gradi!- si rivolgeva a me sempre col quel suo modo rozzo e con quel mezzo sorriso malizioso, mentre si aggiustava con un fare molto maschio le sue parti basse. Io molto imbarazzata ma quasi istintivamente con la voglia di mostrarmi nuda davanti a lui, ubbidii al suo invito e mi sfilai la t-shirt intrisa di sudore provocato dal caldo e dall’eccessivo imbarazzo. Lui rimase inebetito da quella vista: i suoi occhi rimasero imbambolati alla vista di quei seni calanti che lo invitavano a essere palpati. -Mortacci!..si è vero che hai sempre avuto un po’ di zinne..ma cazzarola..mo’ce le hai grosse quanto quelle di tua zia!! Mo’..famme toccà..famme vedè come so’!- e con aria basita mi afferrò un seno e lo cominciò a palpare con quell’espressione di chi non riesce a capire come mai un ragazzo avesse quel bel balconcino così soffice e delicato come quello di una ragazzina! Appena posò la sua mano rude sul mio petto candido e delicato una scossa elettrica mi percorreva tutta la schiena, un fuoco selvaggio mi si accese dentro, e cominciai a tremare come una foglia. Lui subito notò la mia reazione, e cominciò a premere i miei seni sempre più forte, facendomi male e guardandomi negli occhi, con un mezzo sorriso beffardo e con uno sguardo malizioso e voglioso, come un cacciatore affamato che scruta lo stato di agitazione della sua preda.
Io agitata istintivamente tolsi le sue mani dal mio petto, lo spinsi e mi allontanai portandomi dall’altra parte del divano, dicendogli che mi stava facendo male! Lui per un attimo riprese coscienza dallo stato di shock che i suoi occhi e il suo tatto sui miei seni gli avevano provocato e con aria quasi di sfida, avendo capito la mia forte eccitazione quando mi aveva toccato, forte della sua esperienza in fatto di donne, nell’alto dei suoi 45 anni (quante corna aveva fatto a mia zia..mi raccontò in seguito..), si sbottonò i jeans e se li sfilò restando in mutande e facendo intravedere una sbalorditiva e umida erezione, che premeva tra i suoi slip, dopodichè si ributtò sul divano a gambe divaricate con la sua asta dritta che sollevavano le sue mutande come fosse una tenda canadese.
-Cazzo..fa troppo caldo..non sopporto neanche i jeans..mica te dispiace se rimango in mutande?-. E così dicendo, con aria disinvolta riprese a ingurgitare birra e a guardare la partita, aspettando una mia reazione e facendo finta che non fosse successo nulla. L’odore del muschio selvatico della sua pelle colpiva sempre più intensamente i miei sensi, ma adesso si mischiavano all’odore virile che proveniva dal sudore dei suoi testicoli e al profumo delle sue secrezioni pre seminali. Ero così inebriata dalla vista di quell’enorme nerchia che non vedeva l’ora di essere liberata e da quell’odore di maschio che mi avvolgeva, che mi girava la testa e avevo il cuore a mille, sudavo e non sapevo cosa fare. L’istinto mi suggeriva di afferrare quell’enorme fallo che si ergeva aspettando che io lo raccogliessi, ma la ragione mi suggeriva che era una cosa sporca e sbagliata. Un’attesa che durò neanche 30 secondi, durante i quali stavamo in silenzio, io perché avevo i sensi paralizzati mentre la mia mente andava a mille insieme al mio cuore, e lui perché si godeva il mio innocente imbarazzo.
Ci pensò lui ad aprire “le danze”. Distolse improvvisamente la vista dallo schermo del televisore, fissò il mio sguardo con aria decisa, afferrò con forza la mia mano ma lentamente se la pose sopra il suo pacco duro e umido. In quel momento diventai selvaggia..avvertii sta volta un fuoco che mi divampava da dentro e che andava a bruciare ogni mio self control. Ogni senso di pudore e di razionalità si frantumarono nella mia mente e fui rapita da un istinto animale che mi spinse a massaggiare e premere su quell’oggetto dei miei tanti sospirati desideri e mi avvicinai stretta a lui incrociando il suo sguardo beffardo di chi aveva vinto e socchiudendo appena gli occhi lasciai cadere il mio capo sul suo petto villoso in segno di abbandono, infilando nel frattempo la mia mano tremante e sudaticcia per l’eccessiva emozione sotto i suoi slip e afferrando quel membro caldo e nodoso.
Cominciai a masturbarlo, e nel fare su e giù con l’asta mi accorgevo quanto fosse duro lungo e grosso. Lo masturbavo sempre più forte, mentre leccavo i suoi capezzoli turgidi, affondando il mio naso sui suoi peli del petto, cercando di rapire più possibile l’essenza che emanava la sua pelle, e strofinavo il mio piccolo pene sulla sua coscia per fargli capire quanto fossi eccitata e come ormai fossi totalmente nelle sue mani. Mentre sentivo il suo respiro che si faceva sempre più forte, di scatto mi afferrò per i capelli e con forza mi ributtò sul divano, si piombò sopra di me e, tenendomi per la nuca, mi fece quasi perdere i sensi dandomi un bacio mozzafiato: era la prima volta che baciavo un uomo e la sua lingua si conficcava sulla mia bocca in maniera così profonda e veloce che quasi non respiravo. Dopodichè si alzo, si liberò completamente dei suoi slip, mostrando la sua imponente erezione in tutto il suo splendore. Io spinsi la testa dal divano rimanendo seduta, sconvolta e incredula di quanto stava succedendo e lui, alzato difronte a me, posizionò il suo cazzo proprio davanti al mio viso e in quel momento potevo sentire tutta l’aroma maschile che sprigionava il suo pene scappellato. La sua cappella era violacea, turgida, bagnata, sorretta da un’asta grossa, nodosa, scura e molto dura! Mi afferrò con forza tirandomi i capelli e mi spinse sul suo membro dicendo -Ecco qui..mia cara femminella..guarda un po’ lo zio che bel cazzone ti fa gustare..succhialo per bene..adesso è tutto tuo..- Io immediatamente lo afferrai e cominciai a leccarlo assaporandolo e gustandolo come un’affammata che non mangia da secoli. E lui, avvertendo la mia avidità me lo spingeva con forza in bocca tenendomi dai capelli e spingendo il mio capo con forza sul suo cazzo. Sentivo che diventava sempre più duro dentro la mia bocca e lui spingeva sempre più forte e sempre più in profondità facendomi quasi soffocare. Scopava la mia bocca e io cercavo di allargare la gola più possibile per non restare senza respiro mentre con la lingua leccavo l’asta che andava su e giù dalla mia bocca per assaporare ogni centimetro di quel corpo cavernoso così gustoso e profumato. Avevo tutte le mie labbra carnose imbrattate di liquido preseminale e saliva e sentivo lui che ansimava e che mi ordinava di alzare lo sguardo e di guardarlo mentre me lo gustavo più avida e puttana che mai e con una mano carezzavo il suo ventre villoso e con l’altra massaggiavo le sue palle cariche di sperma. Improvvisamente sempre tirandomi per i capelli, mi allontanò dal suo pene tirandomelo fuori dalla bocca, mi spinse sul divano e mi ordinò di girarmi e di togliermi i pantaloni. Io ubbidii eccitata perché sapevo quello che stava per accadermi. E in fretta mi sfilai i pantaloni e i boxer e senza che lui me lo chiedesse mi chinai a 90 gradi. Il mio zietto sfiorando il mio buco del culo, scese con la mano fino a toccare il mio piccolo uccellino nella sua umida erezione, facendomi sospirare di piacere, volendo esplorare come fossi fatta li sotto ed emise un sogghigno di soddisfazione notando quanto ero eccitata. Allora subito allargò le mie natiche con le sue manone rudi e sputò cercando di centrare il mio ano infuocato e pulsante che si rinfrescò non appena ricevette la sua saliva. Infilò di scatto un dito dentro, facendomi sobbalzare di piacere e dolore insieme. Col dito faceva su e giù mentre con l’altra mano mi toccava il pene e iniziai a mugolare di piacere. Cercavo di allargare il mio sfintere per accogliere il suo dito e lui vedendo la mia collaborazione mi disse -si..bella puttanella..che bel culo burroso che hai..lo sento che ti piace..ora ti sfondo mia bella puledrina..-, e inumidendosi nuovamente le dita, me ne infilò due e poi tre, finquando si accorse che il mio ano era dilatato abbastanza per accogliere la sua nerchia dura come un bastone. Quindi, uscì le dita e dopo avere dato un paio di menate al suo uccello appoggia il suo glande sul mio ano che pian piano si allarga e lo accoglie pulsante e voglioso. Lo sentii entrare piano piano, sentivo le mie budella che si allargavano e lo sfintere che si dislabbrava ed emisi un urlo dimesso di dolore e piacere, mentre il mio uomo mi teneva per le natiche e mi spingeva a se per entrarmi più dentro possibile. Lo sentii entrare totalmente nella sua durezza e nella sua lunghezza e mi sentii così piena che avevo la sensazione che il mio intestino stava scoppiando. Poi finalmente lo sentii entrare tutto poiché riuscivo a sentire le mie natiche che toccavano il suo pube. Lui soddisfatto mi disse -lo senti femminella..ce l’hai tutto dentro..ti piace..eh? lo sento che ti piace..- e ansimando cominciò ad andare dentro e fuori spingendo, dando colpi di reni, sbattendo sulle mie natiche e a ogni colpo io urlavo sempre più forte, sia perché estasiata da un sogno che si stava realizzando, sia per il dolore lancinante che mi si irradiava in tutto il ventre per ogni colpo ricevuto. Sentivo un rivolo di sangue che scendeva lungo la coscia, ma lui continuava a chiavarmi e stantuffare il mio povero ano indolenzito sempre più forte, insultandomi, dicendomi che adesso ero sua, che ero e sarò per sempre la sua troia. Mi sbatteva sempre più forte, e a un certo punto non sentii più nessun dolore, ma un piacere immenso e una divina sensazione e iniziai ad avvertire delle strane contrazioni che partivano dal mio ano e che arrivavano fino al mio pene e capii che stavo per raggiungere il mio primo orgasmo anale. Venni gridando come un’invasata e mentre sborravo lui me lo uscì fuori e, tirandomi sempre per i capelli, mi fece girare e mi avvicinò il suo cazzo sulle tette. Se lo menò con velocità e urlando come un gorilla fece schizzare fuori fiotti di caldo sperma che si piombarono sparati sul mio viso,ricadendo sulle mie tette. Col viso imbrattato di quel nettare degli dei, mi leccai le labbra assaporando quella gustosa e profumata crema calda che da sempre desideravo e che finora non avevo mai assaggiato e strofinai il suo pene sui miei seni. -Puliscilo..troia!- mi sentii ordinare, e avida leccai fino all’ultima goccia di sperma presente sul suo pene…
Quando lui ritornò dal bagno per ripulirsi, io, tramortita, ero nel divano che piangevo pervasa dai sensi di colpa nei confronti di mia zia per quella nefandezza a cui mi ero prestata, ma lui, dandomi uno schiaffone mi disse -è inutile che piangi sulla sborra versata! Brutta troia..ormai ti ho scopato..e questo rimarrà il nostro segreto! Questa sarà la prima di una lunga serie! Da oggi sarai la mia puttana preferita..ho grandi progetti su di te..quest’anno ti scoperò..ti trasformerò in una donnina più porca che mai..l’anno prossimo quando andrai a Roma all’università, ti presenterò ad alcuni amici che hanno un giro di puttane travestite e trans..e tu lavorerai per loro..così mi ripagherò dei soldi che ho preso in prestito da loro..e tu avrai il tuo bel gruzzoletto per pagarti gli studi..anche perché sai benissimo che i tuoi non possono mantenerti con il loro lavoro precario!-.
Dopo aver proferito quelle parole che mi mostravano quello che mi aspettava nel prossimo futuro, suscitando in me un’angoscia mista a folle eccitazione, prese dei soldi e me li diede ordinandomi di andare ad acquistare dei bei completini intimi femminili, accessori per la depilazione, dei trucchi, scarpe con tacco e parrucca, perché ci saremmo visti dopo due giorni e voleva che mi presentassi in quel modo, per farmi vedere da lui in tutta la mia femminilità per scoparmi..scoparmi..e scoparmi ancora..
Io ubbidii, e in quei 2 giorni di attesa mi preparai al meglio. Di notte, lontano dagli occhi indiscreti dei miei familiari mi chiudevo in bagno, provavo la biancheria sexy che avevo acquistato (perizomi..autoreggenti a rete..reggicalze..babydoll..reggiseni..), fecevo varie prove per il trucco, mi depilavo accuratamente. Mi sentivo ormai una donna a tutti gli effetti! Ero pronta per il mio uomo! Il mio caro zietto!
Il giorno stabilito ci sentimmo al cellulare e ci accordammo di vederci, fatta sera, in un luogo appartato. Lui sarebbe venuto in camion e l’avremmo fatto proprio nel retro. Il mio sogno erotico per eccellenza si realizzava! Scopata nel retro del camion di mio zio! Uscii da casa all’orario prestabilito vestita da uomo, come sempre, con uno zaino con tutto l’occorrente, inventando a mia madre che andavo a ripassare inglese a casa di un mio compagno, perché l’indomani avremmo avuto il compito in classe di recupero. Presi l’auto (avevo la patente da pochi giorni) e mi diressi nel luogo indicato, tre quarti d’ora prima dell’appuntamento, in quanto dovevo prima cambiarmi ed essere pronta per lui! In quel luogo buio, da sola, mi prese una paura tremenda ma mi feci coraggio, chiusi le portiere e mi sistemai per bene. Appena finii, rimasi imbambolata a rimirarmi: Ero davvero una bella donna! Perfetta! Il reggiseno nero di pizzo modellava perfettamente i miei seni, il perizoma mostrava quelle bellissime chiappe sode, liscie e burrose, il trucco risaltava i miei lineamenti efebici, con un rossetto rosso scarlatto che disegnava perfettamente le mie labbra carnose, le sensuali calze a rete nere mostravano le mie gambe slanciate e affusolate e quei riccioli biondi della parrucca insieme al babydoll mi davano un tocco di perversa innocenza. Più mi guardavo dallo specchietto retrovisore e più mi eccitavo, bagnando tutto il mio perizoma. Non vedevo l’ora che arrivasse! Se solo avessi sfiorato il mio uccellino, avrei sborrato come non mai, eccitata com’ero! Lui non si fece attendere molto e appena arrivò scese dal suo TIR e lo vedevo avvicinare alla mia auto con la sua camminata rozza mentre si sistemava le parti basse, e il mio cuore batteva all’impazzata! Rimasi seduta dentro senza scendere (sia perché paralizzata dall’eccitazione, sia per paura che passasse qualche auto e mi vedesse conciata in quel modo). Abbassai il finestrino e lui mi guardò con aria compiaciuta e sbalordita dicendo -Mazza! Brava la mia puttana! Sei bellissima! Mortacc..ho il cazzo che mi sta scoppiando..se ti guardo ancora vengo nei pantaloni..-. Si allontanò dalla mia auto e aprì il retro del camion e entrò dentro facendomi cenno di scendere dall’auto e seguirlo. Io subito sgattaloiai dalla macchina e salii subito nel camion per non farmi vedere, nell’eventualità che passasse un’auto, e ci chiudemmo dentro. Illuminati da una torcia appoggiata per terra, lui continuava a guardarmi impietrito dalla mia femminilità, facendomi passeggiare avanti e dietro e scrutandomi da ogni angolatura, rivolgendomi continuamente complimenti misti a “troia”, “puttana”, “frocetta” ecc, destando in me una forte eccitazione da masochismo psicologico. Poi si spogliò completamente nudo e iniziò a scoparmi con selvaggia più di come aveva fatto due giorni prima, venendo subito per la troppa eccitazione. Quella sera scopammo 5 volte. Sembrava che non ne avesse mai abbastanza. Io cominciavo a diventare sempre più brava e più puttana, ma sempre dimessa e servile come mi voleva lui.
Quell’anno ci vedevamo circa 2 volte a settimana, sempre nel retro del suo tir, inventando le scuse più assurde, io a mia madre e lui a mia zia, finchè partii per l’università e lui mi presentò ai suoi amici, come da programma, i quali, il primo giorno, testarono il mio “allenamento da puttana” scopandomi in gruppo tra i quali c’era pure mio zio. Era la mia prima gang band e ricordo quanto restai tramortita nel pavimento, dopo essere stata scopata contemporaneamente da 5 uomini, tutta imbrattata di sborra ovunque. Tramortita, ma felice e soddisfatta di quanto finalmente ero diventata donna e come piacessi agli uomini! Fui “assunta” e da quel momento, grazie al mio zietto, iniziò la mia bella carriera da puttana, durante la quale conobbi tante amiche-colleghe trans e trav, cominciai ad assumere ormoni, col consenso dei miei genitori, diventando una bella transessuale a tutti gli effetti, modellando definitivamente le mie curve come una donna. Feci la puttana fin quando mio zio non si ripagò tutti i debiti, come promesso! Ai miei, ovviamente, dicevo che lavoravo in un pub notturno.
Durante quegli anni, vedevo sempre il mio zietto quando mi veniva a trovare a Roma o quando tornavo a casa dei miei. Nonostante mi prostituissi, quando mi facevo sbattere da lui, era tutta un’altra cosa!
Ora ci vediamo sempre più raramente, ma quando ci incontriamo il mio culetto rimane sempre voglioso di assaporare i suoi bei 18 cm e lui, nonostante il tempo passa, rimane sempre il porco voglioso e vigoroso di sempre!
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10
16 years ago
nicovelvet,
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acsensore
rincasiamo tardi. ci fermiamo in attesa che si apra la porta dell'ascensore per arrivare fino al 22 piano. entriamo e mentre la porta sta per chiudersi, trafelato ci raggiunge un giovane alto e biondo. piuttosto aitante, indossa dei pantaloni attillitati di pelle e una camicia di raso. si vedono i suoi muscoli sotto la camicia. vedo che mia moglie lo osserva per un attimo, ma in quel modo particolare per le donne guardano un uomo eun minuto dopo sono già bagnate. ci sorride e si sistema in un angolo dell'ascensore. poi mentre lei cerca di schiacciare il pulsante, lui le blocca la mano. un gesto fermo e deciso allo stesso momento che sorprende anche me . schiaccia, lascensore parte e lui preme di nuovo l'alt. nella sorpresa e nell'imbarazzo del momento immagino quello che puà capitare e mi accorgo che ho un erezione. quasi per proteggerla, condividere e spingerla verso qquella situazione intrigante, glielo appoggio al culo e le faccio sentire il mio desiderio. il giovane intuisce tutto e la tocca davanti. io fingo di proteggerla, ma in realtà gliela spingo contro. anche lui è tutto eccitato e consapevole che il suo gioco è riuscito.lei si anima e sentendo il desiderio che suscita inizia a slacciare la cintura alui. io intanto mi spoglio da solo. è una corsa frenetica a sentirsi e devedrsi nudi, quasi che la vergogna si sconfigga soltanto con la rapidità dell'eccitazione. lui continua invece paziente a toccarle i seni mentre io da dietro le sfioro culo e pube. lei stringe forte il cazzo del giovane trasgressivo amico che inizia a sussurare parole quali: porca, porcellina, troia.io dietro e molto eccitato perdo un po' il controllo e cerco il suo buchetto per penetrarla. lei sfugge ma sichina a succhiare il bel cazzone. allora anche lui la cerca e nell'angusto ascensore ci troviamo a penetrala tutti e due esaltandoci per la totale eccitazione. poi sia pure a fatica ci scambiamo i ruoli, non vogliamo venire subito per continuare a godere di lei e della situazione intrigante. poi una pausa piccola che si presta a carezze tenere e a riprendere fiato. mi accorgo che gli sto guardando il cazzo come non avevo mai fatto con uomo, il suo ha una bella forma, lui lo intuisce e me lo porge, io lo studio un po', poi inizio a succhiare voracemente. scopro che la cosa mi da piacere e vadoo oltre sotto gli ochi sbalorditi ed eccitati di lei mi lascio penetrare, godo, godo tanto e mentre lui mi scopa la mia lei invidiosa viene a darmi la sua fighetta tutta baganata. ormai non resisto più e vengo godendo come non ho mai goduto. io sono esausto e il ragazzo ne approfitta per venire nel culo di mia moglie facendolo provare una ltro orgasmo. innavertiatamente uno di noi fa ripartire l'ascensore, luogo che fino a quel giorno rappresentava solo una nostra fantasia. quel demone di ragazzo aveva saputo coinvolgerci in un modo così travolgente. eppure ora sazi di noi stessie del sesso più profondo, ci ricompenevamo per salutarci come se nulla fosse successo. al 22 piano, per fortuna, nessuno attendeva l'ascensore.
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0
16 years ago
ludwik22,
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Martina
Finalmente una ragazza risponde al mio annuncio e mi cerca in msn.
Si chiama Martina e dalla foto del viso in msn mi sembra molto carina e molto dolce, sono circa le 22:30 e con grande piacere le do accesso.
Il suo nick diventa verde e io aspetto che mi scriva qualcosa ma non giunge nulla, allora le scrivo io: "ciao" ed è a quel punto che mi torna il suo "ciao", "piacere Lorenzo", "piacere Martina" mi risponde lei, capisco chè un pò in imbarazzo e allora inizio a chattare del più e del meno tanto per rompere il ghiaccio, non posso certo farmi scappare il mio primo contatto penso tra me e me.
Dopo mezz'ora buona entrambi sapevamo i rispettivi hobbies, i film che avevamo visto e i cibi che più ci piacevano, ad un tratto cambiò discorso e mi disse che il suo fidanzato era via per lavoro ed era un pò che stava pensando alla sua vita di coppia un pò noiosa e routinaria senza più farfalle nello stomaco, ma lo amava da morire ed era certa che fosse l'uomo della sua vita. Beh tutto normale dissi io, tutto rientra nella normalità della vita di coppia, ti manca solo di avere delle emozioni, lei mi scrisse che non erano le emozioni che le mancavano ma voleva provare qualcosa di diverso, di proibito, di intenso, qualcosa che non avrebbe potuto provare con il suo compagno.
Beh raccontami le scrissi.... passarono un paio di minuti e mi rispose che voleva provare a farlo con uno sconosciuto, che sarebbe stata un'unica volta e che sarebbe stata anche l'unica volta.
Risposi che fino a qui non mi sembrava una richiesta fuori dagli schemi di chi mette un annuncio su internet e che per me non c'erano problemi, lei rispose "stasera?", "stasera ok" risposi io.
Ci trovammo verso mezzanotte fuori da un motel vicino all'Idroscalo, era già lì nella sua auto blu scuro, con i fari spenti, le do un trillo sul cellulare tanto per sincerarmi che fosse proprio lei e mi avvicino, è molto carina, con i capelli raccolti e due fanaloni al posto degli occhi.
Ci diciamo ciao insieme e entrambi sorridiamo, entriamo con la mia auto e raggiungiamo la stanza, sento che è molto imbarazzata e anch'io lo sono un pochino, siamo tutti e due un pò emozionati di questo incontro notturno.
Entriamo nella stanza, lei va avanti e io chiudo la porta delicatamente e la raggiungo alle spalle, si gira e mi guarda negli occhi, nei suoi occhi si intravede un pò di paura mista ad emozione, le accrezzo il viso e la bacio, lei lascia cadere la borsetta e mi passa la sua mano nei capelli.
Un bacio bellissimo, sarà durato almeno 10 minuti, le nostre mani vagavano alla scoperta dell'altro corpo nel silenzio più assoluto, la luce era soffusa, lei si sfilò le scarpe senza smettere di baciarmi, io feci scendere piano piano la lampo del suo vestitino lasciandola in lingerie, un completino bellissimo, malizioso quanto basta.
Si stese sul letto ed io continuai a baciarla, scendendo con le mie labbra dal collo verso le spalle passando in mezzo ai suoi seni che intravedevo attraverso il reggiseno, mi fermai sul suo ventre giusto per vedere con piacere che le veniva la pelle d'oca.
Ripresi a baciarle la pelle verso i fianchi e passando dall'inguine raggiunsi le sue bellissime gambe tutte da accrezzare e baciare, poi raggiunti i piedi scoprii uno dei suoi punti deboli.
A quel punto lei si tirò su dal letto e seduta sul bordo mi slacciò i pantaloni tirandomelo fuori, era duro già da un pezzo e lei iniziò a sfiorarlo con le sue mani accarezzandomi tutto intorno, poi lo prese con più decisione stringendolo forte con le sue dite e iniziò a menarmelo, le piaceva guardalo, duro davanti a lei, per poi appoggiare le sue labbra sulla punta e a farlo entrare in bocca piano piano senza esitazione fino in fondo,
A quel punto il nostro imbarazzo era scomparso ed eravamo entrambi decisi di godercela fino in fondo, volli subito ricambiare il fantastico pompino leccandole la patatina rasata, un vero spettacolo, le piaceva molto essere leccata tutto intorno e ogni tanto essere scopata con la lingua, mi teneva la testa con le mani e sentivo che voleva venire così, al momento non volevo perchè avevo paura di interrompere l'idillio, ma poi l'accontentai e provò un orgasmo fortissimo.
Finimmo di spogliarci e ci infilammo sotto le lenzuola, ci piaceva baciarci mentre con le mani ci toccavamo ovunque alla scoperta dei nostri corpi fino a scoprire il suo punto G, ma non volevo farla venire subito un'altra volta e la portai vicino all'orgasmo più volte fino a che lei mi sussurrò "sei un bastardo" e guardandola negli occhi continuai a muovere le dita fino a farla venire.
Si girò e mi venne sopra, era così bagnata e ce l'avevo così duro che bastò passarlo vicino per falo entrare. lei teneva le braccia tese spingendomi le spalle sul materasso e si muoveva strofinando il suo corpo sul mio, poi la spinsi in su e le presi tra le mani i seni per poi riavvicinarle la sua bocca alla mia.
Venne ancora, e si sdraiò affianco, poi si sedette sulle ginocchia sul letto e mi disse di fare altrettanto, mi misi di fronte a lei, anch'io seduto sul letto inginocchiato, mi tolse il preservativo e iniziò a menarmelo piano piano, baciandomi i capezzoli, una sensazione bellissima, poi si tirò su per baciarmi in bocca e mi fece venire con le sue mani che dirigevano lo schizzo sui suoi seni e sul suo corpo che sentivo caldo attaccato al mio, e mi disse "come facevi a sapere quello che volevo?" poi sparì nel bagno lasciandomi ancora ansimante sul letto.
Mi confidò uscendo dalla stanza che con il suo fidanzato faceva fatica ad avere un orgasmo e invece quella sera si sentiva stremata e felice.
La riaccompagnai alla macchina e le chiesi se fosse stato possibile rivederla, mi disse "ti avevo detto che volevo farlo con uno sconosciuto e che sarebbe stata anche l'unica volta", le risposi che me lo ricordavo e che non c'erano problemi, sfiorò le sue labbra con le mie e mi sussurrò "grazie".
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16 years ago
soffioblu,
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Last visit: 15 years ago
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La prima esperienza da single... o quasi
La conobbi tramite un annuncio che misi con la mia ragazza in una rivista. Da prima fu il suo lui a contattarmi, poi seguì anche un suo sms. Ci scambiammo qualche mms per vedere a grandi linee con chi avevamo a che fare, e devo dire che lei mi piacque, purtroppo alla mia ragazza il suo lui non piaceva... un vero peccato, per quel poco che le conoscevo sembravano persone molto simpatiche e alla mano. Resi nota a loro la decisione della mia lei e qui inizia la strana vicenda: lei volle conoscermi lo stesso. Evidentemente l'attrazione era reciproca! Quindi dopo tanti sms e ancor più appuntamenti saltati, riuscimmo ad incontrarci: lei era più bella che in foto, aveva un sorriso contagioso ed ero felicissimo di averla conosciuta dal vivo. Come prima sera ci accontentammo di un’uscita "tranquilla", andammo a prendere un gelato in una bella gelateria della zona, si parlò del più e del meno, e si approfondì un po’ la conoscenza, una ragazza fantastica, che anche se sposata e mamma di due belle bimbe e qualche anno più vecchia di me, mi piaceva davvero tanto. Le cose sembravano andare per il meglio, tornati al parcheggio punto di ritrovo scambiammo le ultime parole, quindi lei prese in mano la situazione e mi baciò appassionatamente, inutile dire che la cosa piacque sia a me che a lei, infatti prima di salutarci ci ripromettemmo di rincontrarci al più presto. Promessa che non riuscì a mantenere, i suoi impegni purtroppo venivano prima di me e fra famiglia e lavoro io ero solo l’ultimo dei suoi pensieri… fino a quando decisi di lasciar perdere. Non volevo starle fra i piedi e infastidirla, così decisi di troncare il rapporto. Ripensai spesso a lei fino a quando non decisi di rifarmi vivo. A lei la cosa fece piacere, tutto tornò come prima, anzi meglio, la voglia di vedersi era tantissima… così ricominciammo a mandarci sms ed mms, io ricomincia a sperare di incontrarla di nuovo, purtroppo come in precedenza i suoi impegni le riempivano le giornate e sembrava impossibile incontrarla… poi lei mi disse che di li a qualche tempo sarebbe partita per una crociera, promise che ci saremmo visti prima della sua partenza, purtroppo anche questa promessa non fu mantenuta, lei parti, si fece sentire durante il viaggio, ma io avevo esaurito le speranze, infatti di li a poco cominciai a farmi sentire sempre meno, fino a quando lei mi disse che il mio silenzio le aveva fatto capire che forse si era innamorata di me, e che grazie al mio silenzio aveva capito che si trattava solo di una cotta, e che aveva capito che in realtà lei da quel giorno in avanti avrebbe lasciato perdere quell’avventura, e si sarebbe dedicata solo alla sua famiglia… da quel giorno non l’ho più sentita, ma ogni tanto mi piace ripensare a lei e all’occasione sfumata. Chissà se mai più mi capiterà un’amica così e se avrò altre avventure così belle… io lo spero tanto!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Una ragazza qualunque
E' passato ormai un mese da quando lei è uscita completamente dalla mia vita, beh anche se nella mia vita ci era stata per poco, solo una notte, è molto difficile per me scordarmi di lei...
Una serata di luglio, caldo afoso, non un filo di vento, cielo stellato e la luna che splende..
Sono le 21,30 e stavo facendo jogging come il mio solito (lo so che è strano ma mi piace correre di sera quando cala la notte), quando giunto ad un incrocio mi fermo per controllare che non ci fossero macchine. All'improvviso da dietro una siepe spuntano due ragazze, anche loro in tenuta sportiva che corrono all'impazzata e mi fanno segno di seguirle... Hanno all'incirca fra i 25 e i 30 anni, gambe toniche, sedere sodo e seni da farmi rabbrividire... le raggiungo:
"ciao"
"ciao"
"per quale motivo mi chiamavate?"
"beh cercavamo solo compagnia, siamo stufe di correre sempre sole.."
"o... capito, beh non c'è problema posso farvi compagnia volentieri"
Continuammo a correre senza più parlare per circa 25 minuti, intanto mi soffermai a guardare in particolare un di loro, era bassina, con dei glutei stupendi che sballonzollavano a destra e sinistra insieme ai seni enormi da cui non riuscivo a staccare gli occhi, naturalmenet aveva i capezzoli turgidi e la maglietta bagnata di sudore li metteva ancora più in risalto...
ad un certo punto prorpio lei, la ragazza che stavo osservando:
"non ci hai detto come ti chiami"
"o scusate io sono alessio, voi"
"chiara"
"stefania"
Improvvisamente la ragazza che stava godendo delle mie attenzioni ovvero chiara, cambiò direzione cominciando a correre in un prato ed io e stefania la seguimmo.. Le chiesi dove ci stava portando ma non ricevetti risposta.
Dopo alcune centinaia di metri arrivammo nei pressi di un casolare abbandonato, e chiara si fermò.
"sono stanchissima" Disse Chiara
"lascia perdere, anch'io, ci voleva una pausa" Rispose Stefania
"Ma che ci facciamo qua?" Dissi un pò stupito ma contento di essermi fermato..
"Alessio, adesso scopatela"
"Scopare chi scusa?"
"Stefania"
"Cosa dici?"
"Scopatela e basta, non fare domande"
Intanto Stefania si era spogliata completamente e sembrava aspettasse solo che io la scopassi.
Chiara mi tolse i pantaloni e la maglia, il mio cazzo sembrava d'acciaio, appena Chiara mi aveva tolto i pantaloni s'era drizzato e non si muoveva più... Ma lei si allontanò e mi lasciò nudo a fianco di Stefania.
Io non volevo Stefania ma Chiara.
Mi avvicinai a lei ma mi respinse bruscamente.
"Vai!!! Ti ho detto di scopartela!!"
"E va bene..."
Mi avvicinai a Stefania e cominciai a strusciarle il cazzo sulle labbra finchè non lo prese in bocca con decisione e cominciò a spompinarmi con una violenza inaudita. Dopo pochi minuti sfilai il cazzo dalla sua bocca e vista la sua decisione infilai il mio pene dritto dentro la sua fica e che era satura di umori. Cercavo di scoparla con tutta la violenza che avevo in corpo, la penetravo fino in fondo con colpi decisi e veloci, e le piaceva. Urlava, urlava come una pazza.
"Scopami il culo, dai!!"
Non me lo feci ripetere e sfilai il cazzo per subito sbatterglielo in mezzo alle chiappe.. si che godeva la troia..
"vienimi in bocca vieni!!!!!!!!!" Urlo Chiara.
Mi girai e vidi chiara completamente nuda, si stava masturbando e stava tremando era bagnata fradicia sulla pancia e in mezzo alle coscie, doveva essere all'apice dell'orgasmo.
"Che aspetti sborrami in bocca!!!!!!"
Sfilai il pene dal culo di stefania e appena lo misi di fronte al viso di Chiara venni attraversato da un tremenda eccitazione che mi portò un orgasmo straordinario.
E riempii la faccia di sborra a Chiara.
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16 years ago
monomaniax,
36
Last visit: 16 years ago
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Sei lontana .....
Sei lontana .....
Sei la mia amante , la mia amica , il mio desiderio .
Ma ora non sei con me , non puoi esserlo .
La distanza non ci separa , ci unisce , ed acuisce il desiderio che abbiamo di noi.
Con il pensiero ti accarezzo e ... ti chiamo con il cellulare.
Carezze verbali , in attesa o in ricordo di quelle fisiche; non meno intense comunque.
la tua voce dolce si fa man mano più roca ed intensa , saltati i convenevoli ci esprimiamo il desiderio di sfiorarci con le dita , delicatamente.
Ed è come se lo facessimo.
Le carezze ci saranno comunque , dolci e delicate : come se , distesi sulla sabbia sotto al sole ( ricordi) io iniziassi a sfiorarti con la punta delle dita , delicatamente... sotto al sole ....te lo dico .
E tu : facciamo che..
.... io faccia finta di dormire... perchè se per un impeto di pudicizia tu ritraessi la mano in questo momento... interromperesti il corso delle dolci emozioni e sensazioni che il contatto con la tua pelle suscita in me..
E io ....
Non era la sabbia : erano i miei polpastrelli che accarezzavano lievemente la tua schiena , accaldata e lievemente imperlata di sudore , partendo dalla nuca , l'attaccatura dei capelli, e scendendo lungo la spina dorsale sino ad arrivare lalla fossetta tra e tuoe reni.
Morbida e profumata : avevo avvertito un tuo certo brivido , in effetti, ma pensando che non fosse un brivido di dispiacere ...... pensavo di continuare.
Il rumore del mare continua a fare da sottofondo ....
Il sole provoca goccioline quasi impalpabili di piacevole sudore.
Le zagare ed il profumo della tua pelle ..sono inebrianti
E tu ...
... sposto lievemente ed involontariamente (dormo :-)))il mio viso verso di te... e riesca a respirare l'aroma della tua pelle per un attimo... prima che tu non possa più far finta di credere che.... mi piace il rumore delle onde che si ritirano all'ora del tramonto...
E io ....
Facciamo come ...
se io sapessi benissimo che tu non dormi , ma che fai finta.
E che continuassi a percorrere la tua schiena nuovamente : dalla nuca fino in mezzo ai fianchi , massaggiando dolcemente la spina dorsale , e poi ... senza fermarmi , scendessi accarezzando lievissimamente il solco delle tue natiche fino a arrivare alle tue gambe ed a percorrere anche loro , una per volta ovviamente , con la punta delle mie dita fino alle caviglie .
E basta per non rischiare di fare il solletico e ... " svegliarti" .;-))
E poi ripartire lungo i tuoi polpacci verso l'alto e .... pudicizia dici : sono io che ho paura di risvegliare la tua .
ma in questa atmosfera ... tutto è naturale , lieve , come il tuo sorriso di " finta addormentata" e il tocco dei miei polpastrelli ....
Anche le mie labbra si avvicinano alle tue e aspiro con lentezza il profumo della tua bocca , il tuo alito .
Il rumore delle onde ritmato con il tuo respiro mi inebria , insieme al tuo odore mischiato con quello del mare.
I miei polpastrelli percorrono ora il tuo fianco , quello vicino a me . Fremi e il io tocco è sempre lieve e delicatissimo. Incontro il tuo seno , lo percorro ... fino all'ascella , discendo lungo il tuo braccio sino al gomito.
E poi risalgo , sperando che tu , involontariamente ( dormi) , ti possa girare sul fianco o sulla schiena per accarezzarti lievissimamente il seno, la tua pelle coperta dal costume e scendere in mezzo al solco , risalendo verso il tuo collo e le tue labbra che sfioro lievissimamente con le dita ... desiderando intensamente baciarle .....
La luce si tinge di rosso
E tu ....
... guarda che...
.... ti osservo sai.. con un occhio solo :-)) e mi piace vedere il guizzo dei tuoi occhi... sentire il tuo respiro accelerare... quasi quasi... mi giro sul fianco e... incollo i miei occhi ai tuoi... avvicino il viso alla tua spalla e respirando dolcemente la tua pelle provo a scoprirne il sapore con le labbra...
E io .....
Il sapore ....
delle tue labbra , salato , dolce , morbido ...
A questo punto ti abbraccio e lascio che sia tutto il mio corpo a sfiorarti , tutto il mio corpo a sentire i fremiti ed il calore del tuo.
Esplorando le sensazioni che partono dalle mie cosce contro le tue , il mio ventre contro al tuo , il torace che " avverte" i tuoi seni , con le loro morbidezze e turgidità.
E le mie labbra si incollano alle tue .
Il sapore di te.....
E tu .....
Il sapore ....
... il tuo sapore... la tua bocca che cerca la mia... ora morbida e dolce.. ora esigente... mi piace sentire il tuo caldo abbraccio... e le tue mani che mi carezzano la schiena... e mi faccio piccola piccola tra le tue braccia...
E io ....
piccola piccola tra le mie braccia, la pelle della tua schiena è morbida e liscia.
Le mie mani arrivano alle tue spalle , all'attaccatura del collo .
Massaggio dolcemente e con forza misurata questi muscoli ...mentre le mie labbra continuano ad assaporare le tue .
Le sensazioni mi travolgono. Desidero baciarti ....intensamente.
Stringo il tuo corpo contro il mio ... sento la morbida e piacevole consistenza del tuo premuto contro il mio.
I piedi si intrecciano.....
E tu ...
... desidero scoprire l'intimità dei tuoi baci, esplorare la tua bocca, scoprirne il sapore confonderlo col mio... un brivido percorre la mia pelle... eppure la notte è tiepida... e il suo colore si confonde col tuo profilo...
E io
Il sapore della notte si confonde con quello della tua bocca.
Le labbra sono unite , la tua lingua è umida e si unisce alla mia , Calde umide , forti.
Il mio respiro aumenta di frequenza, anche il tuo e le mie mani percorrono la tua schiena e si insinuano sotto il tuo costume accarezzando delicatamente le tue natiche. Percorrendone il solco, saggiandone la morbida consistenza.
Ho voglia che tu ti volti appoggiando la tua schiena contro il mio ventre.... e di continuare ad esplorare la tua pelle......
E tu ....
... sulla spiaggia con te... mi sono voltata ed ho sentito il magico contatto della tua pelle, del mio corpo che aderisce al tuo... e il tuo respiro sulla mia nuca... mi sono addormentata con questa sensazione ieri sera...
E io ....
Ho voglia di te .....
Il mio desiderio aumenta e il mio ventre si tende sempre di più.
Mentre ti stringo a me .....intuisco che tu lo avverti bene.
I tuoi occhi aperti , le tue labbra umide e la tua lingua mi ipnotizzano.
Percorro il tuo corpo con le mie dita , accarezzo le tue natiche e le tue cosce.
Cerco di intuire dalla reazione dei tuoi occhi cosa ti provoca più piacere.
Ascolto il tuo ansimare, si sincronizza con il mio.
I tuoi gemiti mi eccitano e mi inteneriscono allo stesso tempo.
Con le mie mani sono arrivato al tuo seno, lo denudo e lo accarezzo a mani piene , sfiorando i capezzoli turgidi ....
I tuoi occhi emettono lampi di desiderio ....
E tu ....
affondo... il viso nell'incavo della tua spalla, la mia bocca ti accarezza il collo... ti assaggio piano con la lingua, scopro che il lieve sudore che ti inumidisce la pelle ha un sapore che mi piace... risalgo piano e mentre ti mordicchio il lobo gemo piano vicino al tuo orecchio così che tu possa sentire da vicino quanto mi piace sentire le tue mani sul seno... comprendi all'istante, in un attimo la tua testa si abbassa e.... finalmente sento le tue labbra accogliere le piccole turgidità del mio seno... e quando le schiudi ... comincia il dolce tormento della tua lingua che lambisce piano, delicatamente... e...
E io...
Il tuo ....
Mordicchiarmi il lobo ...ha provocato dei brividi che emergono prepotentemente ..da dentro ed il mio desiderio cresce .... il mio ventre è teso allo spasimo .
Le mie labbra baciano delicatamente il tuo seno turgido , la punta della lingua percorre lievissimamente il perimetro del capezzolo e alternatamente sfiora il capezzolo , lambendone la punta.
Ti inarchi gemendo e ...mi offri il tuo corpo....
La mia lingua scende nel solco tra i seni , lievemente salato e sapido di sale, di sole e del tuo profumo ora di femmina ...animalesco e sensuale.
Scendo ancora e intanto le mie dita , sempre con la massima leggerezza accarezzano l'interno delle tue gambe, lambendo lievemente il tuo sesso , che intuisco turgido e eccitato, ma senza sfiorarlo.
Ho come la sensazione che tu ...me lo offra ....
I tuoi occhi fissi nei miei sono come ..appannati ...
La lingua risale a cercare nuovamente i tuoi capezzoli e , alternatamente , la tua lingua ...
mentre le mie dita .....
E tu .....
... le mie dita... ora sulla tua nuca, poi sulla schiena scendendo a palmo aperto attaccandomi alla tua pelle... risalgo affondando leggermente le unghie fin sulle spalle per ridiscendere piano sul tuo petto sul tuo fianco fino a sentire l'elastico del tuo costume e senza nemmeno sfiorarti sentire la tua virilità farsi più turgida e pulsante .... e il battito impazzito del cuore mi rimbomba nelle orecchie...
... mentre le tue dita mi accarezzano sfiorandolo appena l'inguine...
E io ...
Il mio ....
... il mio cuore batte in sincronia con il tuo.
Il loro rumore quasi cancella ogni altro rumore intorno , a parte il tuo fiato pesante e i tuoi gemiti ... rochi.
Ti mordicchio il lobo dell'orecchio e ti bacio , incrociando la mia lingua con la tua.
I tuoi capezzoli turgidi sfregano sul mio torace ...piacevolmente.
Risalgo con la mia mano lungo il tuo fianco sino al ventre , accarezzo con la punta delle dita il tuo ombelico e lentissimamente , lievissimamente scendo ....
Incontro il tessuto del tuo costume e le dita entrano sotto. Il tuo corpo si inarca i gemiti aumentano di intensità.
Incontro il pelo del tuo pube , mentre ti inarchi talmente che mi pare che ti spezzi la schiena ....
E caldo , solletica i miei polpastrelli sensibili mentre lo percorro , ne esploro i contorni scendendo sino al tuo sesso.
Lievissimamente , fissandoti negli occhi, sfioro le tue grandi labbra : sono calde umide e mi pare che tu , inarcandoti ,me le offra .....
Le sfioro delicatissimamente , percorrendone i contorni avanti e , lentamente indietro.....
Ti guardo negli occhi ma il tuo sguardo è perso nel vuoto ....
E tu ...
... lo sguardo è vago, pieno di desiderio... incollato ai tuoi occhi... non li distolgo mai... perchè vedere crescere il tuo desiderio alle reazioni del mio corpo aumenta la mia audacia... così accenno appena ad un movimento di gambe, divaricandole appena e... agevolando le tue dita che ora osano sfiorare i petali del mio fiore...
E io ... Audacemente ...
Senza distogliere gli occhi dai tuoi , senza smettere di baciarti e di intrecciare la lingua con la tua avverto il lieve divaricarsi delle tue gambe.
Ti offri a me , aspetti che io ti dia del piacere, ti fidi di me .....
Le mie dita sfiorano sempre le grandi labbra del tuo sesso, del tuo fiore che ora è umido e caldo , quasi pulsante ....
La punta dei polpastrelli , sempre molto lievemente , risale al punto dove le labbra si uniscono .... a cercare quel piccolo bottoncino, ora turgidissimo , che spero le mie dita facciano esplodere di piacere .
Lo sfiorano , lo stimolano ..ma sempre con estrema dolce delicatezza.
I tuoi gemiti aumentano, ora anche io inizio a respirare molto pesante e il mio sesso si offre alle tue carezze.... desidero le tue mani su di me.
Un lieve odore di " passione " .. leggermente muschiato .. si diffonde tra di noi ...
Mi piace , mi eccita .
Le mie labbra si avventurano nuovamente sul tuo seno .. desiderose di proseguire.....
E tu ...
Sento la tua eccitazione farsi più impaziente... cresce la mia voglia di restituirti le carezze e il piacere... Ti cerco, nella tua intimità... e ti trovo così come vorrei, pronto, virile, turgido... accarezzo la pelle sottile facendola scorrere sotto le mie mani... sento i tuoi gemiti unisoni ai miei, le nostre umidità farsi più consistenti... sento i profumi del desiderio fondersi in uno solo e arrivare dritti al cervello...
Le tue labbra che solcano gentilmente ma volitive la mia pelle... e la tua testa.. vedo solo quella scivolare sul mio corpo...
E io ....
La mia bocca ....
Percorre il solco dei tuoi seni ...verso il basso.
Questo ti costringe ad interrompere le tue carezze : stanno avendo un effetto impressionante e non voglio sciupare sul più bello quello che abbiamo iniziato.
Voglio darti il massimo del piacere che io possa regalarti , imparare il tuo corpo e le tue reazioni.
Fissi la mia testa che scende verso il tuo ventre . Scosto il tessuto del tessuto con una mano mentre continuo a percorrere delicatamente le labbra del tuo sesso e a stimolare il tuo clitoride , ormai turgido.
La mia eccitazione cresce , al vedere il piacere che ti provoco
Il sapore della tua pelle ed il tuo odore muschiato mi inebriano.
Lentamente porto le mie labbra sul tuo sesso e con la punta della lingua continuo , delicatissimamente , ciò che ho iniziato con le dita.
Il sapore del tuo sesso è leggermente salato , profumo di muschio con un leggerissimo alone di ...pulito , consistenza vischiosa.
La mia lingua trova il bottoncino e tu ti contorci .... gemendo intensamente ...
Un dito cerca la via per entrare dentro di te ... a cercare i punti che ti arrecano più piacere ......
E tu ...
chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sensazioni che mi stai regalando... ti prendo la testa tra le mani e dolcemente ti guido verso la giusta pressione... leggera, accennata nel punto che hai trovato dove il mio piacere si fa intenso... sento il tuo dito all'imbocco del mio sesso fremente ed umido... lo accolgo dentro di me... spingo piano i fianchi verso di te e capisci che... c'e ancora un piccolo spazio... ecco che un altro dito si insinua in me... e gemo inarcando la schiena e offrendoti la mia intimità senza pudore...
E io ...
Sento montare il piacere dentro di te, il tuo sesso offertomi pulsa e tu gemi e mugoli inarcando la schiena.
Allora estraggo le dita che stanno frugando nella tua intimità e allontano la lingua dal tuo clitoride .
Il primo orgasmo monta in te e uggiolando ti rannicchi su te stessa sopraffatta dalle onde del piacere .
Ti abbraccio e cerco di carpire la tua bocca e la tua lingua , condividendo con te il sapore degli umori del tuo sesso.
Ti abbandoni rilassandoti alle mie carezze che non cessano .....
E tu ...
mi lascio baciare, socchiudendo la bocca e lasciandoti frugare dentro di essa... ricambio i tuoi baci esplorando la tua che ... sa di me... mi piace sentire il peso del tuo corpo sul mio... sentire i tuoi muscoli tendersi... sentire il tuo sesso ancora turgido che attraverso la sottile biancheria spinge sul mio monte di venere... i tuoi occhi scrutano i miei paghi di piacere... li socchiudi piano in una muta richiesta... sguscio via piano ti giri e.... mi stendo sopra di te... comincio a darti dei baci piccoli e leggeri partendo dai tuoi occhi, le guance, mordicchiandoti il mento... mi soffermo sulla tua bocca... dentro...fuori, seguendo il contorno delle labbra con la lingua... scivolo piano sul tuo torace lasciando scie leggere di saliva su cui passo lievemente le punte delle dita... ti vedo sollevare la testa per guardarmi... sono arrivata all'elastico del tuo costume... mi soffermo e indugio tracciando piccoli disegni con lingua... sento le tue mani affondare tra i miei capelli... sento la tua presa sicura ma dolce... sposto l'elastico del costume e prepotentemente la tua fiera virilità sguscia fuori... finalmente vedo ciò che prima ho solo osato sfiorare... si erge li davanti ai miei occhi... fiero e turgido... sollevo lo sguardo e trovo il tuo... e senza staccare gli occhi dai tuoi lascio che le tue mani guidino la mia testa... e con essa la mia bocca verso il tuo sesso... ancora uno sguardo per capire che la tua pazienza comincia a venir meno... mi avvicino a lui... schiudo le labbra e finalmente ti accolgo nella mia bocca.... le tue mani mi accarezzano i capelli mentre mi guidano verso il giusto ritmo... il tuo ritmo... il tuo movimento... e...
E io ....
Ti guardo negli occhi mentre la tua bocca accoglie il mio sesso...
I tuoi occhi sono sognanti , appassionati , ferini mentre accogli la mia virilitànnella tua bocca calda e morbida .
Sento montare impellente e caldo i piacere dal profondo di me.
La tua bocca , il tuo calore mi eccitano sempre di più ma .... mi piace condividere questa sensazione con te e allora mi giro lentamente , senza che tu smetta di accogliermi nella tua bocca e con le mie braccia ( muscolose) ti aiuto a girarti e a avvicinare nuovamente il tuo sesso alla mia bocca per creare un cerchio di piacere perfetto .... e ...
E tu ....
... i respiri si fanno affannosi, le bocche fameliche... sento di nuovo l'eccitazione salirmi dentro ma... non sarà così facile adesso... ora tocca a te... è il tuo turno e... non voglio farmi distrarre da nulla... quindi accelero il movimento della mia bocca fin quando sento che comincia a pulsare forte... sento la tua lingua spingersi dentro il mio fiore e vorrei lasciarmi andare ma ora il tuo piacere è più importante... le mie mani sui tuoi testicoli sentono arrivare la contrazione... stacco la bocca e... rimango a guardare l'esplosione del tuo godimento con i tuoi gemiti nelle orecchie nella testa nei sensi... e il tuo liquido che finalmente si libera e sgorga inondando il tuo pube......
E io .....
Mentre il piacere ..quasi dolorosamente ... sgorga dal mio io più animale e profondo.. la mia lingua si spinge dentro al tuo fiore e le mie dita accarezzano delicatamente il confine tra i tuo fiore ed l'altro caldo e accogliente orifizio... la mia lingua esce dal tuo fiore e seguendone i contorni cerca questo secondo punto accogliente e lo lecca delicatamente , mentre il tuo corpo si contorce .... guardando il mio pube inondato dal seme del piacere .
E tu ....
percepisco il tocco delicato della tua lingua laddove... l'intimità si fa più intima... mi piace sentirti... mi piace ciò che mi stai facendo... ti lascio giocare un pochino, sento che potrei fondermi con te, lasciarmi andare all'istinto dell'animale femmina che sai tirarmi fuori, ma... adesso ho bisogno di godermi l'alba con te, scivolo piano di lato, mi ricompongo in silenzio sorridendoti, come in una muta promessa... mi rannicchio vicino a te, appoggiandoti la testa sulla spalla, intrecciando le mie gambe alle tue... fa un po' freddo, percepisci il mio brivido e prendendo l'asciugamano vicino, copri i nostri corpi abbracciandomi stretta mentre mi baci i capelli con dolcezza... il sole sta spuntando, tra un po' aprirà il bar della spiaggia... credo che prenderò un caffè...
E io ....
piccole attenzioni ...grande passione...
Passo dopo passo non è forse questo il miglior modo di ... costruire ?
Il profumo della tua pelle , il tuo " sapore" è ormai dentro di me.
I sensi , i fondo , non sono solo cinque e tu me ne hai fatti scoprire altri.
Il massimo è averli scoperti insieme.
Non ti ho posseduta , siamo stati uno ..l'altra...
UN'esperienza totale che contraddice ogni geometria : due rette che procedono parallelamente improvvisamente e senza un apparente motivo tovano un punto di incontro : Euclide non ebbe sempre ragione....
Tra poco andrò in ufficio ma ...su quela spiaggia ...tra pochi giorni sarò ...con te ...in te.
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16 years ago
tuffatore56,
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La fotografa maliziosa
LA FOTOGRAFA MALIZIOSA
Ero tesa, troppo tesa. La rabbia mi stava pervadendo, non riuscivo a mettere in atto ciò che nella mia mente era così chiaro e delineato e non c'è niente che mi dia ai nervi come non riuscire a realizzare ciò che mi prefiggo.
E non c'è niente di più difficile del cercar di star rilassati quando non lo si è. È sempre stato il mio problema davanti all'obiettivo di una macchina fotografica finisco per irrigidirmi e non riesco ad esternare la carica erotica che mi pervade dentro.
Erano i primi giorni di un piovoso ottobre e tutto era iniziato con l'idea del regalo di compleanno che volevo fare al mio amato. Dopo aver scartato i soliti profumi, camicia od orologio, avevo pensato di lanciarmi su qualcosa di personale creato appositamente per lui. In un periodo in cui una donna si sente in forma ed affascinante, sensuale ed attraente perché non provare a realizzare un calendario erotico ispirato a lui? A questo punto il problema....come fare? Chi scegliere per immortalare le mie morbide curve? Un estraneo, un fotografo professionista sicuramente avrebbe fatto un buon lavoro, ma non mi sarei sentita a mio agio ed oltretutto ero convinta che non sarebbe riuscito a cogliere la mia essenza.
Mi venne allora in mente di provare a chiedere a Lei, una mia amica, estroversa simpatica e molto maliziosa, ero convinta che Lei mi avrebbe aiutato e dato qualche spunto fantasioso...quando gli spiegai la mia idea Lei fu subito entusiasta e disponibile ad offrirmi il suo aiuto. Fissammo una domenica pomeriggio, mentre i nostri uomini erano usciti per una serie di acquisti. Si stupirono molto del fatto che non li avremmo accompagnati, ma non chiesero troppe spiegazioni e dopo un saluto veloce ci abbandonarono a casa nostra.
Dopo aver allestito una specie di set fotografico artigianale ed aver tirato fuori una serie infinita di completini intimi, comprati negli ultimi mesi, ne scelsi uno per iniziare....è strano perché avevo deciso di partire dal mese di dicembre, ma io sono così, molto istintiva e bisognosa di cogliere l'attimo di ispirazione...
Avevo un bellissimo tanga rosso a triangolino davanti e semplicemente un filo dietro, impreziosito da un cuoricino di svarosky luccicanti. Avevo deciso di abbinarci delle bellissime calze a rete nere, con la balza impreziosita da rose rosse e soprattutto una riga di cucitura sul dietro, di quelle un po' retrò come andava di moda negli anni 60, messe in risalto dai miei sandali gioiello, con il tacco a spillo comprati per le serate più chic. Per il seno avevo optato per un corpetto nero di pizzo anch'esso impreziosito da una striscia di brillantini sul balconcino.
Avevo deciso di sfruttare una sedia e mettermi a sedere a gambe divaricate dalla parte della spalliera, cercando di inarcare la schiena all'indietro per mettere in evidenza il mio seno generoso e nascondere le rotondità della mia vita. Lei si mise in ginocchioni lateralmente a me ed iniziò a fare qualche scatto, cercava di farmi rilassare, parlandomi e descrivendomi situazioni intriganti in modo da liberarmi dalle mie inibizioni. “Pensa di essere in un night club, osservata da molti uomini, che bramano, sperando di essere i prescelti”-mi diceva-”senti le loro voglie ed i loro sguardi su di te, ti desiderano, sei l'oggetto dei loro desideri, il premio che ognuno di loro vorrebbe ricevere”. Ma non ci sono abituata, sento l'occhio della macchina che mi osserva.
Ed eccoci dove ho iniziato il mio racconto. Ero troppo tesa.... decidemmo di mettere un po' di musica per creare un'atmosfera rilassata, avevo scelto i Muse che accompagnano molte delle mie seratine romantiche con Lui. Ma anche questo non aveva avuto grandi risultati. Allora Lei venne da me e mi sussurrò all'orecchio di lasciarmi andare e di pensare a Lei come fosse il mio Lui. Delicatamente la sua mano mi tirò giù la spallina del corpetto, mi sfiorò con le labbra e si rimise in posizione. Un dolce brivido mi pervase, un leggero tremito che si propagò in tutto il mio corpo, fino al mio sesso, che si bagnò solamente all'idea della sua dolcissima bocca su di me. Questo semplice gesto mi aiutò a lasciarmi andare e iniziammo a fare qualche scatto.
Poi all'improvviso,il rumore delle chiavi nella toppa, era Lui con il nostro amico, avevano deciso di rientrare, insospettiti dal nostro strano comportamento, e vi avrei fatto vedere le loro facce quando si trovarono di fronte quella situazione. L'imbarazzo era molto, ma oramai cosa ci potevo fare? Il patatrack era fatto e mi sembrava illogico cercare di nascondere ciò che stavamo facendo.
Loro oltretutto non erano affatto dispiaciuti della situazione che si erano trovati di fronte e di buon grado rimasero ad osservare. E' strano, ma il vedere il mio Lui che mi osservava mi sciolse molto, gli scatti fioccavano e vedevo l'espressione di lei molto soddisfatta. Sembrava quasi sedotta da me e dalle mie rotondità, vedevo i suoi occhi che mi spogliavano. Ad un certo punto notai il mio Lui che le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò delicatamente qualcosa. Un minuto dopo era dietro di me alle mie spalle che sfiorava i miei capezzoli turgidi per la situazione, infilandosi attraverso le coppette del reggiseno. Un brivido mi pervase ed a quel punto i miei freni inibitori si volatizzarono. Lei continuava a scattare ad immortalare i dolci e sensuali baci che lui mi dava sul collo. Intanto il suo compagno era seduto sul divano a godere della piacevole situazione, era seduto composto, ma dai suoi sguardi capivo nitidamente che era eccitato.
Mi alzai in ginocchioni sulla sedia, facendo sporgere il mio particolare culetto, caratterizzato da due simpatiche fossette, messe più in risalto dallo sbrilluccichio del cuoricino del tanga.
Lui mi si accostò dietro, si sbottonò i pantaloni e rimase in mutande, quei semplici, ma deliziosi boxer neri elasticizzati che a me piacciono tanto.
Lo sentii eccitato quando avvicinò il suo membro al mio culetto. Non lo tirò fuori, ma si strusciava delicatamente ed io potevo sentire la voglia che aveva di me attraverso quella sottile stoffa che ci divideva. Come un'onda che montava, cresceva e cresceva ad ogni movimento. Oramai ero completamente assorta nel mio ruolo di modella e poco facevo caso alle altre due persone che ci stavano osservando. Decisi di chiudere gli occhi e mettermi di profilo rispetto a lei che sdraiata sul pavimento continuava a scattare le foto. Mi sentivo osservata, ma ormai non era più quella sensazione di fastidio che provavo all'inizio, anzi, stava stimolando in me quella carica erotica che molte donne hanno e bisogna solo imparare a saper cogliere. Mi immaginavo loro due: lei che scattava a ripetizione e mi guardava con quello sguardo malizioso che solo lei riesce a fare e lui che fremeva guardando ciò che accadeva. Ma mi sbagliavo....
Lei era veramente eccitata e presa da quello che vedeva filtrato dall'obiettivo della macchina fotografica, lui invece non si limitò a restar lì a guardare, ma si avvicinò a noi e si mise di fronte a me. Me ne resi conto quando sentii il suo membro eretto che sfiorava le mie labbra; non era quello solito che adoro e che ormai conosco centimetro per centimetro. Senza mai aprire gli occhi, schiusi le mie labbra rosse delineate da un delicato lip gloss e gli permisi di entrare dentro di me. Lo sentii duro, grosso ed eccitato. Senza alcuna remora me lo infilò tutto in bocca, avanti e indietro, ad ogni passata aumentava il suo piacere e mi piaceva l'idea di poterlo soddisfare. Intanto il mio lui con la sua calda mano, da dietro mi entrò dentro procurandomi un piacevole fremito. Nonostante l'inizio difficoltoso, il mio sesso era ormai completamente bagnato, umido, caldo ed accogliente. Sentendolo così decise di penetrarmi con decisione, mentre ancora avevo il membro del nostro amico in bocca. È una sensazione particolarissima quella che si prova ad avere due uomini dentro di sé, eccitante all'idea di essere posseduta, quasi schiavizzata. Tutti e due mi volevano, volevano riempirmi, fin quasi a togliermi il respiro. Lei ormai non la vedevo più, ero sempre ad occhi chiusi ma sentivo che continuava a scattare e delicatamente diceva “bravi così, la state facendo sciogliere”. Ad un certo punto sentii un rumore strano come una vibrazione soffusa, non riuscivo a capire cos'era, anche perché nulla era cambiato addosso a me. Schiusi leggermente gli occhi e vidi lei che si era tolta le mutandine ed aveva tirato fuori, probabilmente dalla borsa della macchina fotografica, un delizioso mini vibratore verde, con cui si stimolava delicatamente il clitoride, passando sotto la sua gonna di jeans, pur continuando con l'altra mano a scattare foto.
Le chiesi se volesse smettere di fotografare ed unirsi a noi, ma lei mi disse di no. Che sarebbe stato un pomeriggio che voleva regalare solo a me perché in fondo anche lei provava eccitazione da quello che vedeva ed osservandola attentamente mi resi conto che aveva ragione. Il suo sguardo e le sue labbra, inumidite dal passaggio delicato della sua lingua, le davano perfettamente ragione. I suoi dolci gemiti non mi lasciavano ombra di dubbio. Non so cosa scattò nella mia testa, ma a quel punto decisi, che nonostante i bellissimi piaceri che i due uomini mi regalavano, avrei pensato a lei fino alla fine, guardandola intensamente per farle capire quanto avevo apprezzato il suo erotico regalo......e fu così che per la prima volta riuscii ad imparare l'arte della malizia nello sguardo.
Dedicato alla mia dolcissima amica maliziosa
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3
16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Chi perde paga
I debiti di gioco si pagano. Avevamo scommesso sul numero di taxi che avremmo visto per andare alla spiaggia dell’Es Cavalett e ho vinto io, di uno solo ma ho vinto io. La posta in gioco era comunque molto stimolante anche in caso di sconfitta: essere lo/la schiavo/a dell’altra/o per quella notte. Ti ho vestito solo dei sandali nuovi comprati a Milano e per un’ora buona ti ho fatta godere in tutti i modi succube dei miei giochi e dei miei desideri. So che sei contenta e vorresti continuare ma fa caldo, molto caldo. Nonostante siano le 3 di notte e le pale al soffitto girino vorticosamente l’aria calda che finalmente ci accompagna a Ibiza ha inondato la stanza insieme ai calori dei nostri corpi ansimanti di piacere. Esci per una sigaretta sul terrazzo. Stare nuda è un piacere per te e passi tutto il tempo possibile senza nulla addosso. Ormai ti hanno vista nei giorni scorsi anche dal cortile fuori il bar ma a Ibiza questo è normale, non siamo a Jeeeeeesolo. Appoggiata alla ringhiera del terrazzino ti godi la Vogue. Ti arrivo alle spalle, ti tocco le spalle umide di sudore e intanto ti bendo. So che fa caldo ma non è molto avere una benda addosso. Ti prendo il mozzicone e lo metto nel posacenere, ti giro e ti abbraccio. I nostri sudori si mescolano ma non importa è ormai giorni che non facciamo altro. Le manette scattano ai tuoi polsi ma dopo aver bloccato una mano prima di chiudere l’altra faccio passare la catena dietro le sbarre del terrazzo. Morale, sei nuda incatenata alla ringhiera e dai le spalle al cortile. La catena è lunga ma i movimenti possibili sono minimi. Non ti spaventa che qualcuno ci possa vedere, sanno che siamo una coppia super che fa l’amore come nessun’altro al Can Bossa, e poi il gioco è troppo eccitante. Ti propongo una onesta rivincita della scommessa del mattino: se indovini con cosa ti penetro ti faccio godere con quell’oggetto. Le prime cose sono facili, un dito o due dita le riconosci subito e i primi orgasmi si consumano. Un rivolo di sudore passa dal collo nei tuoi seni, lo lecco avidamente, chiedi da bere e volutamente un po’ di acqua finisce sul tuo corpo e poi a terra ma con il caldo che fa…… L’acqua i tuoi umori il sudore tutto si mischia. Ti rendi conto che sei nuda su tacchi da 15 cm con il culo in mostra bendata e che stai godendo come una vera troia? Il vibro piccolo; facile anche quello lo hai usato spesso in questi giorni così come quello grande. Non te ne frega nulla di urlare, a Ibiza tutto è concesso. Ora comincia il difficile: per un po’ il tubo del dentifricio entra ed esce dalla tua figa allagata prima che tu lo possa riconoscere e via un altro viaggio nel piacere. Un cazzo ancora di gomma? Ah si è il tuo strap on che in questi giorni hai usato. Hai sfruttato l’allenamento dell’inverno e non hai perso occasione per incularmi e insieme godere, perché sai da vera puttana che quel gioco entra si in me ma ogni colpo è per te un piacere per il piccolo cazzo che ti sfrega il clitoride. E questo cos’è? Il manico della tua spazzola…… Troppo piccolo, non lo riconosci, primo errore. Sai che dopo il terzo errore il gioco finisce quindi occhio. Sei un po’ stanca ma non di godere. In realtà è una mia scusa per farti sedere. Porto una sedia e mi ci metto sopra, ti faccio sedere sulle mie gambe o meglio sul mio cazzo duro che ti ho già sbattuto a ripetizione sulla figa e sul culo. Nonostante sia incatenata ti muovi bene da vera puttana che vuole ricevere ogni mm di cazzo a disposizione. Godi urlando 1, 2, 3 volte; il cazzo è sempre la cosa tua preferita e come spesso accade ti ho riempita di caldo sperma, come se la temperatura non fosse già alta, nonostante nell’ora precedente tu ti sia ben preoccupata di svuotarmi le palle. Ora è la volta del nostro nuovo giocattolo, il fallo a ventosa comprato prima di partire da Giovanna, non vibra, è più grosso dell’altro ma ormai sei così elastica che ti adatti a ogni cosa. Te lo infilo tutto e te lo sbatto con forza, godi come una vera troia in calore allargando ben bene le gambe. Lo sperma che avevi dentro schizza sull’interno delle cosce e scivola sulle gambe mischiato al sudore. Intanto succhi pure un altro vibro, caso mai ti restasse qualche buco libero. Dopo l’ennesimo orgasmo raccolgo con la lingua lo sperma dalle tue cosce e te lo porgo in bocca. Tu avida lo prendi subito ma hai ancora sete. Un po’ di vinello in fresco fa bene, un po’ scivola sulle tette (l’avrò fatto apposta?) e prontamente lo raccolgo, non va sprecato!!!! Ma anche io ho ancora tanta sete ma non trovo un bicchiere. Va beh viene utile ancora la sedia, ti metti sopra a gambe aperte ti riempio la figa di vino e così posso bere da te direttamente. “Che vacca che sono e quanto sono contenta di esserlo”. Sono le prime parole che dici dall’inizio del gioco a parte gli urli. Ehi ma non hai riconosciuto la bottiglia, secondo errore….. Dai andiamo sul facile due vibratori insieme e così un paio di orgasmi ci scappano ancora. Sentiamo che rientrano i nostri vicini di stanza, per la conformazione dei terrazzi sai che ci possono vedere, ti chiedo se vuoi smettere. No assolutamente no mi rispondi, tanto sappiamo che sono gay per cui al massimo sarebbero attirati dal mio cazzo ormai esausto. Non tardano a farsi vedere e pare che lo spettacolo, nonostante sia la figa l’attrice principale, non viene disdegnato e prendono a incularsi a vicenda con molto ardore ed enfasi. Ho usato sempre le ciabatte per motivi igienici, posso appoggiare il piede sulla figa bollente per raffreddarla, è un sollievo e intanto le dita penetrano e così puoi godere ancora una volta, ormai il conto è perso, credo che sia il tuo record. Però….. no il prossimo oggetto proprio non lo riconosci….. 3 – 2 – 1 tempo scaduto il flacone del mio deodorante non è stato indovinato, terzo errore e gioco finito. Posso sbendarti e slegarti, sei esausta la figa bolle nonostante il piede ma credo ormai sia ora di andare a letto. “E no caro il mio bastardo troppo comodo, era una rivincita”. Indossi il tuo strap on e con poco gel me lo infili nel culo dopo avermi ordinato di mettermi sul letto a pecorina. Mi inculi schiaffeggiandomi ripetutamente le chiappe, il rumore è sordo e sentiamo i gay che si divertono, forse stanno immaginando il contesto ma….. a parti invertite. Il cazzetto che entra in te ti provoca un ennesimo orgasmo urlato. “Ti sfondo bastardo, figlio di puttana, porco maiale schifoso adesso sei tu a subire, prendilo tutto” e via un altro momento di piacere. Ormai sono le 4,15….. ora di dormire. Dormire? E chi ne ha voglia? Ok andiamo al pub magari ci danno ancora un long island per dissetarci e magari per passare il bicchiere sulla figa in fiamme. Ti vesti (si fa per dire) con una mini cortissima, top, i sandali che avevi da 15 cm di tacco e basta, gli slip darebbero solo fastidio. Andiamo…… ah un momento infilati le palline fino al pub….. potrebbero farti godere, ne hai così bisogno!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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16 years ago
carste,
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La glory hole..
Anno 2000....festa in cui presenziavano coppie e singole, io allora ero in coppia con un uomo sui 40 anni, un tipo molto affascinante e perverso. diciamo che non si stancava mai di realizzare ogni mia piccola fantasia e di stupirmi sempre con nuove emozioni..come fece anche quella sera!
Mi disse di vestirmi moto provocante ma senza slip...disse di indossare sotto un abitino nero e aderente....uno di quei bustini con reggicalze che adoravo mettere e che ti strizzano il seno cosi tanto da far diventare la mia terza una quinta e da farti mancare il respiro ma che rendono una donna decisamente sexyyyyy!!! :)))
Andammo in auto fino ad una villa abbastanza isolata ma degna della villa sul lago di Como di George Clooney...qualcosa di indescrivibile!!!!wow!
insomma avevano organizzato una festa alla eyes wide shut dove all'ingresso c'era una stanza dove i padroni di casa a volto scoperto ti davano una mascherina nera....ed era vietato toglierla se non nelle camere chiuse accessibile solo ai + intimi...
Poi entrammo,un enorme salone dove già alcune coppie si divertivano sui divani e tante porte aperta attorno....
Il mio lui che già era andato ad altre feste del genere visto che era molto amico con la coppia in questione mi invitò ad andare in una stanza....la Glory hole....
Entrammo....un gran buio....e a terra solo dei faretti dalla luce molto molto soffusa che permettevano di vedere delle"sporgenze"emergere da un sacco di buchi presenti nelle pareti...................
Il mio lui mi lasciò la mano e....mi disse all'orecchio....che era tutto per me e che senza il suo consenso fino a quando non mi sarei saziata completamente, non sarebbe + entrato nessuno.....e cosi fu....
Non si può descrivere quanto piacere si possa provare nel soddisfarsi con il solo oggetto del desiderio e con l'emozione di non sapere chi si nasconde dietro tutti quei buchi.
ovviamente i preservativi erano già indossati e sono rimasta li per oltre un ora credo.
poi il mio lui mi disse se volevo togliermi il gusto di vedere qualcuno tra quelli che mi avevano soddisfatta di più e di continuare in luogo più comodo magari anche con altre coppie e cosi fu....
Ne scelsi 3, mandai il mio lui a chiamarli e insieme andammo in altra camera......fu una gran bella nottata ma la parte + bella fu sicuramente la glory hole!!!!
Non capitò + di trovare un luogo che non fosse un privè con la glory hole e quindi quella rimase la mia unica esperienza.....ma al solo pensiero...mm che effetto mi fa!!!
La storia con B. finì dopo circa un anno e mezzo...ma lo ricordo sempre co n grande piacere..è grazie a lui se ho iniziato tutte le mie avventure trasgressive e se oggi sono quì su un sito del genere che trovo meraviglioso!!!!PN*
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16 years ago
Panteranera31,
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In camper ad ostia
Un anno fa , mi trovavo a Roma per lavoro , e non potendo far altro , nei week-end mi torvavo sempre piu spesso ad ammirare il mare d'inverno ad Ostia leggendo qualcosa o semplicemente passeggiando.
Una domenica di queste ,me ne stavo seduto da solo sul muretto del lungo mare , quando dietro di me si parcheggio un Camper .
Poco dopo , dal camper scesero una coppia over 40 , i quali si diressero vs la spiaggia avvicinandosi sempre piu verso il mare .
Li per li non feci tanto caso a loro, anche se avevo gia notato lo splendido culo che la tuta blu lasciava intravedere , e rimasi li immerso tra un sms e una pagina del mio libro.
Quando ormai , la presenza di quella coppia era divenuta parte integrante del paesaggio , mi accorsi che i due amoreggiavano sdraiati sulla sabbia , ma senza andare oltre scambiadosi baci e carezze ...li fissai per un po e poi continuai a leggere il mio libro .
Stavo quasi per andar via , quando vidi che la coppia stava ritornando verso di me allora decisi di rimanere per ammirare nuovamente il culo della signora .
Feci finta di nulla e quando furono dietro di me le guardai il culo ; mentre stavo guardando lei si giro e accortasi del fatto sorrise ....mortificato mi voltai di scatto , ma la tentazione di guardare era troppo forte e nuovamente feci cadere il mio sguardo su di lei ....a quel punto mi accorsi che lei sussurro qualcosa all'orecchio al marito ....e anche lui si volto con aria sorridente .
Distosi lo sguardo e pensai che era meglio andar via .
Aspettai che i due salissero sul Camper e mi avvia verso la mia auto che era parcheggiata qualche metro piu in la vicino al camper .
Ingranata la retromarcia e pronto per partire senti bussare al finestrino di destra mi voltai ed era l'uomo del camper ;
Oddio , pensai , questo mi mena ......
Mi fece cenno di abbassare il finestrino e io l'abbassai :
Vai gia via. Mi disse con aria pacata
Si , perchè . risposi
Nulla , volevo solo sapere perche guardavi mia moglie.. mi disse
Non sapevo cosa dire , ma mi venne in mente l'unica cosa sensata che potevo rispondere ...
Be trovo che sia una bella donna , ecco perche la guardavo .risposi
Lui incaro la dose , '' ma ti piace davvero'' mi chiese e risposi di si che sia una bella donna è innegabile .
Aspetta esclamo perche non scendi che te la presento e cosi feci .
Quando sali , sul camper tutto mi fu subito chiaro l'avvenente signora era adagiata sul letto , semi nuda e con un sorriso sulle labra che diceva tutto ....Ti presento Carla , io sono Luca ...tu come ti chiami , mi disse Luca .....risposi con la voce rotta dall'emozione ma non riuscivo a togliere le sguardo da Carla che nel frattempo faceva di tutto per farmi eccitare ..infatti il mio cazzo era gia duro ...e lei accortasi mi disse di avvicinarmi ....il mio sguardo incrocio quello del marito che con voce rassicurante mi disse '' Vai io rimango qui a guardarvi '' ....Lei mi prese per mano e intuito il mio imbarazzo mi inizio a baciare sul collo e poi dolcemente sulla bocca ....quando la presenza di Luca era stata cancellata dalla mia mente e oramai la lingua di Carla dolce e vellutata era il mio unico pensiero , senti Luca dire '' dille di succhiarti il cazzo alla troia '' Carla mi fece un cenno con la testa ...ed io le dissi '' succhiami il cazzo troia '' .
Carla sfibbio i Jeans e comincio a succhiarlo , la Carla dolce dei primi baci sie era trasformata in una troia assetata di cazzo ....una pompa spettacolare alla quale non stavo resistendo piu ...le stavo venendo in gola quando Carla , mi chiese di leccarle la fica e cosi feci , l'odore della sua fica era inebriante morbida e bagnata continuai a leccarla per 5 minuti di fila e lei non faceva altro che ripetere a Luca quanto fosse bello ....di scatto si alzo e riprese a succhiare il mio cazzo ma per pochi attimi poi mi disse che lo voleva dentro ...si mise sopra di me e mi inzio a scopare ....Luca mi incitava e mi diceva di dirle Puttana troia porca etc etc e cosi io facevo ...Carla si eccitava a sentire quelle parole e le ripeteva al marito e raggiunse un primo orgasmo poco prima che le dicessi che stavo per venire .....a quel punto usci e prosegui con la bocca fino a che non le venni in bocca ....non una goccia di sperma usci dalle sue labbra .
Soddisfatto sia io che lei , feci per alzarmi quando Luca mi disse :
Aspetta non le vuoi sfondare il culo alla mia Puttana ?
Carla mi tiro per un braccio , e si mise a pecorina e mi disse:
Dai fammelo sentire nel culo come una troia .....
Iniziai a leccarle il buco del culo convinto di allargallo un po ma mi accorsi subito che quel culo era gia abituato a prendere cazzi ...cosi lo infilai dentro e lei con un urlo di piacere accompagno il mio movimento deciso e repentino spingendo anche lei verso di me .
La scopai come una troia , sbattendola con foga dicendole di tutto , sentendola godere e parlare con Luca il quale nel frattempo aveva cominciato a segarsi ....
Carla non faceva altro che gemere e io la insultavo in tutte le maniere fino a quando le dissi che stavo per venire ....e lei mi disse di venirle in culo che voleva sentire dentro la mia sborra ....e cosi feci ...le sborrai in culo mentre senti che Luca veniva anche lui ......
Felicemente soddisfatti lei si alzo e io rimasi un po li a letto ....Carla a quel punto mi chiese se volevo un caffè ...risposi di si e iniziammo a rivestirci ed a chiaccherare come se nulla fosse successo ...dopo un po usci dal camper e...ognuno per la sua strada .....non li vidi mai piu anche perche erano del Trentino ....ma ci sentiamo qualche volta .
Carla Luca grazie per avermi autorizzato a scrivere questo racconto .
Fine
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4
16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Email 4^ donna
..ho voluto andare oltre, oltre la mia razionalità, oltre quello che in quel momento veramente volevo per conoscere un altro lato di te, che attimo dopo attimo, mi diventava sempre più piacevole…
Quando ci siamo incontrati, sapevo che non ci potesse stato un dopocena con te. Così ..quella sensazione a pelle. In pizzeria ti ho scoperto più volte intento a scrutarmi…quel qualcosa si stava materializzando e trovava conferma via via nel corso della serata. I tuoi occhi non nascondevano il piacere di ciò che guardavano. Ero molto imbarazzata, ma affascinata dinanzi alla tua eleganza, al tuo modo di esporti, alla tua essere padrone della situazione. Ero, per la prima volta, dopo anni, nuovamente catturata dall’interiorità di un uomo.
Quell’abbraccio e quello che ne è seguito dopo è stato un continuo chiedersi se era quello che volevo..stava accadendo troppo in fretta!!
Se da una parte non volevo rompere l’atmosfera, dall’altra era stupido dare il via e poi fermarsi a metà strada…
Sapevo che fino in fondo ieri sera non potevo andare, ma era pur vero che tu eri lì, e che avevi il diritto di avermi per quello che potevo…lo desideravo..
Quello che mi chiedevi, era però troppo intimo..ho esitato più volte.e te ne sei accorto..perchè i miei pensieri stavano occupando quello spazio tra me e te. Come potevano renderti partecipe della cosa se io per prima non capivo perché mi stavo comportando così e perché continuavo a frenarmi..
O forse si, la risposta la conoscevo…stavo rivivendo un vissuto. Un pezzo meraviglioso della mia vita.. Mi ero nuovamente imbattuto in un uomo speciale!
Paura, incredulità, incapacità di lasciarsi andare.. e nel contempo consapevolezza che accanto a me c’era un uomo diverso che meritava rispetto. Avevo il dovere di lasciar fuori dal tutto ogni pensiero che non fosse lui ed il suo piacere.
E’ una linea sottile che divide quello che si vuole da quello che è giusto per sè, per quando la mattina dopo ci si sveglia lontani dalla magica atmosfera della notte, in un letto dove sei sola e prendi consapevolezza.
Sono attimi interminabili, in cui devi metter a tacere la tua educazione, far prevalere il tuo desiderio, rispettando un uomo, che lì accanto a te, ha la tua stessa sensibilità. Il risultato è un’inibizione che di solito non c’è.
Se da una parte si rimane colpiti da un animo simile al tuo dall’altra c’è la consapevolezza di essere letti come un libro aperto. Tu hai questa capacità. Ed è disarmante.
E’ molto più semplice gestire la mediocrità, la passione nel suo significato più stretto, che avvertire il rispetto di cui lui ti avvolge in quel momento.
Sei un uomo unico al quale va tutto il mio rispetto, dinnanzi al quale so di non poter fingere perché dotato di una sensibilità come pochi hanno…un bacio dal profondo del cuore!
Ps
Potrei riprendere i pensieri e renderteli più comprensibili, ma sono una pennellata in una tela bianca. E se ti va ne possiamo anche parlare…
7
0
16 years ago
admin, 75
Last visit: 8 hours ago -
Email 3^ donna
Ieri sera ho rivisto la mia gioia dopo quasi un mese.
Ho trascorso tutta la giornata fremendo, le ore non passavano più.
Sono le 18.50, è ora, esco di casa, durante il tragitto tremo al sol pensiero di rivederlo.
Ed eccomi nella sua auto, finalmente.
Abbracciarlo, baciarlo, che emozione sfiorargli la pelle, ho gli occhi lucidi per la felicità di poterlo avere
vicino a me.
Prima ancora che lui inizi a toccarmi sono già eccitata.
Mi succhia il seno, oooooooh,mmmmmmmmmm, che bello, brividi di piacere mi avvolgono.
Comincio a baciarlo sul torace, lo voglio sentire tutto, la mia lingua sulla sua pelle mi trasmette emozioni
Che mi fanno impazzire di piacere.
Non smetterei più di baciarlo.
Arrivo sulla sua intimità, è un puro godimento leccare, baciare ed attirare all’interno della bocca il suo cazzo.
Mmmmmmmmmmmm inizio a gustarmelo, con la lingua, le labbra, tutto in bocca.
Mi piace tantissimo succhiare la parte alta, il glande è favoloso.
Impazzisco di piacere a sentirlo tutto in bocca, possederlo, farlo mio.
Lui mi vuole possedere, è dentro di me, aaah, che piacere, che goduria, siiiiiii, ancooooooooooraaaaaaa,
daiiiiiiiiiii, non riesco a trattenermi, godo senza ritegno, il cazzo mi penetra tutta, è troppo bello.
Mi sbatte ancora e ancora e la mia fica non si vergogna a mostrargli il piacere che gli dona e
l’orgasmo che gli procura. Godooooooooo
Mi tremano le gambe, ooooh,mi manca il fiato, mi sbatte proprio a dovere.
Ho ripreso il suo cazzo in bocca e il godimento continua.
E’ tutto in bocca e me lo succhio, mi piace troppo prendere il suo cazzo in bocca, me lo gusto tutto,
la lingua lo lecca, la bocca lo succhia ed io impazzisco a sentirlo duro, pronto a godere.
Vado su e giù, sta per arrivare, eccolo, mmmmmmmm, siiiiiiiii, ho la bocca piena della sua sborra,
sentirlo venire e godere, fa godere anche me.
E’ un piacere, una bellezza indefinibile sentirlo godere nella mia bocca.
Mi piace anche continuare a gustarlo quando è a riposo, non riesco a smettere, sono insaziabile,
ti mangerei tutto.
Il tempo è tiranno,il mio amore deve andare, è stanco,troppo lavoro.
Lo saluto a malincuore, l’incontro è stato breve ma intenso.
Sono ubriaca di piacere, mi sento stordita.
Un bacio ed un abbraccio.
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16 years ago
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Arretro il sedile sul quale sono seduta e reclino al massimo lo schienale.Senza darmi il tempo di pensare abbasso i pantaloni e mi sfilo gli slip, aprendo poi le gambe in modo di esporre il mio sesso alla tua vista.Tu sollevi la mia gamba destra posandotela sulla spalla sinistra e con quel movimento ti chini appoggiando la bocca sul mio sesso.La tua lingua vorace si insinua tra le mie grandi labbra ed io serro le cosce attorno alla tua testa sollevando nel contempo il bacino.Alla lingua unisci una mano. Sento le tue dita frugarmi, penetrarmi, percorrere le mie grandi labbra. La tua lingua bollente mi sconvolge, mi sommerge con altissime ondate di piacere dalle quali riemergo sempre più prossima all’orgasmo.Un tuo dito, inumidito dai miei umori, si insinua nel mio ano lasciandomi momentaneamente senza fiato.Vengo… senza alcuna possibilità di resistere vengo, ancora trafitta dalla tua lingua e dal tuo dito.ti fermi aspettando che si plachi in me il terremoto dell’emozione.ti sento spostarti e la mia gamba è libera di riabbassarsi. Resto qualche istante ad occhi chiusi, assaporando ciò che ora desidero fare.Mi sporgo verso di te e Traffico con la chiusura dei tuoi jeans e, con il tuo aiuto, li faccio scendere sino alle caviglie.La stessa cosa faccio con i boxer e osservo il tuo pene bello, duro, desideroso della mia lingua e della mia bocca.Mi chino sul quel magnifico sesso e con la lingua sfioro il glande, percorro l’asta, soffermandomi un poco sui testicoli.Li succhio, strappandoti un gemito di piacere.Il tuo pene ha un buon sapore e la mia bocca si schiude per lasciarlo entrare mentre la mia lingua gioca con la tua virilità.Succhio il pene con voracità, ancora eccitatissima e desiderosa di te.Ogni volta che il pene entra nella mia bocca immagino che entri nella mia intimità e quindi aumento il ritmo, simulando con la bocca le contrazioni del mia vagina.sento tenderti, segno che sei prossimo a venire ed io aumento ancora il ritmo.Cerchi di sottrarti alla mia bocca ma con un gesto delle mani ti faccio capire che desidero il tuo seme nella mia bocca. Ti rilassi e dopo breve ecco sgorgare dal tuo sesso il fiotto di sperma che assaporo prima di ingoiare.Io resto immobile, godendomi gli schizzi via via più tenui che escono dal tuo pene che solo dopo molto tempo comincia a perdere il suo vigore.Restiamo sdraiati, ognuno sul proprio sedile, godendoci la tranquillità del luogo deserto. La tua mano torna ad accarezzarmi ed io, per favorirti,apro un po le gambe...Le tue mani prendono a percorrere le mie gambe, risalendo sino all’inguine ed in breve vedo il tuo pene risorgere a nuovo vigore. con la mano lo tocco, lo sfioro, lo accarezzo.Le tue mani si stringono attorno alle mie e le portano alla bocca. La tua lingua percorre l'indice ed uno ad uno ogni altro dito, riaccendendo in me un acuto desiderio.Mi sfilo il top che indosso liberando il seno che accarezzo, stringendo tra le dita i capezzoli eretti.Tu, guardi le mie mani strette sui miei capezzoli e dal tuo sguardo capisco che mi desideri. Mi accomodo su di te,il tuo pene trova facilmente l’ingresso alla mia intimità ed io mi lascio andare godendo della tua forte penetrazione.Ormai è tutto dentro di me e le tue mani si stringono sul mio seno, avvolgendomi in un sensualissimo abbraccio.Inizio a muovermi su di te per sentirne la prepotente eccitazione. E’ bellissimo!Facendo leva sulle gambe comincio a sollevarmi e a riabbassarmi su di te, cavalcandoti con infinita dolcezza.Il tuo pene è bollente e data la mia posizione, con le ginocchia serrate, mi riempie completamente.I movimenti si fanno più veloci, quasi selvaggi ed io vengo nuovamente, serrando le mani sul sedile. Anche tu sei in procinto di venire ed ancora una volta, uscendo per metà dall’abitacolo, mi chino per ricevere il tuo seme in bocca.Resto li, nuda, accoccolata fuori dall’abitacolo con il capo proteso all’interno per riuscire a succhiare il tuo pene fantastico. Non posso credere ai miei occhi!sei appena venuto per la seconda volta ed è nuovamente duro e pronto per farmi godere nuovamente!Ti Prendo per mano e ti faccio uscire dall’abitacolo.Mi chino sul cofano, appoggiandoci entrambi i gomiti, protendendo i glutei all’indietro.Voglio che l’invito sia chiaro!Restando chinata, porto le mani ai glutei e li allargo, avvicinando le dita al buchetto come ad indicare la via.Raccogli l’invito e sento la tua lingua posarsi sul buchetto e leccarlo con passione.Mi appoggio nuovamente sui gomiti gustandomi quell’umido tocco.Non vedo l’ora di sentire la lingua sostituita dal suo poderoso pene.Vengo presto accontentata.Il tuo glande si appoggia al mio ano e con un colpo secco entra in me strappandomi un grido.Un forte dolore, cristallino, incandescente mi trafigge, presto sostituito dal piacere di essere posseduta così pienamente.Le tue mani sono appoggiate sui mie glutei e li tengono separati mentre il tuo sesso mi penetra sino a far cozzare violentemente il bacino contro le mie rotondità.Ogni colpo inferto dal tuo pene è una valanga di piacere, ogni tuo ritrarsi simile alla risacca che preannuncia una nuova ondata.Perdo la cognizione del tempo, conscia solo del tuo sesso nel mio ano.Ho gli occhi chiusi e sono concentrata solo sul suo fantastico, sublime, potente, magico cazzo.E vengo nuovamente, presa dalle vertigini raggiungo vette di piacere che nessuna parola può riuscire a descrivere. Nell’oscurità dei miei occhi chiusi vedo mille luci muoversi e rincorrersi e, in tutto ciò, il tuo pene immobile ma ancora ben piantato nel mio ano. Ti Sei fermato solo per farmi godere l’orgasmo ma ecco che ora riprendi a muoverti, sodomizzandomi con ancora maggiore forza, riportandomi in un attimo ad un’eccitazione che pensavo ormai di avere esaurita.Ti muovi convulsamente. Incredibile! vengo ancora una volta, imitata da te che scarichi il tuo seme dentro di me. Scivoli fuori di me regalandomi quell’ultima incredibile sensazione che solo chi ha provato il sesso anale può comprendere.Non sento più il mio corpo, credo di non essere nemmeno in grado di riassumere la posizione eretta.Finalmente riapro gli occhi ed aiutata da te mi rimetto in piedi voltandomi verso il tuo viso. Ti Regalo un caldo ed intensissimo bacio e risaliamo in macchina dove ci risistemiamo e ci rivestiamo.è STATA UNA GRANDISSIMA SCOPATA!!!!!!!!!!!!
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16 years ago
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5^ email donna 2 dopo incontro
Sussurri frasi a bassa voce che a fatica comprendo, confusa dal tono caldo e suadente della tua voce. D’istinto ti butto le braccia al collo, come se avessi paura di precipitare; cerco la tua bocca, i miei baci chiedono la tua lingua mentre mi lascio guidare alla scrivania, appoggiare di fianco al computer. Mani impazienti sbottonano la camicetta, alzano la gonna, palpano con decisione le natiche, si fanno strada tra l’orlo degli slip e ti accorgi che sono già bagnata. Un accenno di sorriso, sei compiaciuto dalla scoperta. Le tue dita cominciano ad esplorarmi partendo dall’inguine, tra le cosce, accarezzando le grandi labbra arrivano al clitoride. Fremo. Con il polpastrello lo stimoli, insistente, io respiro più veloce e cerchi sempre più stretti, pressione sempre più decisa sul mio roseo pulsante del piacere mi costringono a piccoli gemiti, sospiri involontari di godimento. Con un rapido e deciso movimento mi giri, mi metti a 90° sulla tua scrivania e gli slip scivolano verso le caviglie. Ho la testa e la pancia pressate sul tavolo, le gambe ben aperte che ti permettono di ammirare la mia fichetta schiusa, umida e morbida. Ti piace, lo so, anche se non ti vedo percepisco il tuo respiro voglioso sul mio sedere, la tua bocca è a pochi millimetri dalle piccole labbra, senza toccarle; guarda bene da vicino, giovane carne vibrante, desiderosa di essere violata. Sensazione dolce e intensa della tua lingua che accarezza generosa il mio sesso, aggiunge liquidi su liquidi, i miei umori si mescolano nella tua bocca avida che lecca, beve, esplora ogni centimetro di vagina, scaldandola. Vorrei imbrattarti quel bel viso del mio miele, questo massaggio orale è bellissimo, ma si fa sentire la voglia di qualcosa di più forte, la voglia di essere penetrata. Forse telepatico, senza bisogno di dirtelo ti alzi in piedi, la tua cappella si struscia contro la mia fica bagnandosi e con un unico colpo, ben assestato, il tuo cazzo entra interamente, facendomi gridare. Sì, spingilo dentro con forza, in questa posizione puoi raggiungere i miei punti più profondi mentre io, bloccata sul tavolo, impotente davanti alla forza dei tuoi colpi, ansimante come un piccolo animale gemo eccitata. Sarà la sicurezza dei tuoi movimenti, sarà che oggi mi sento più bella e più troia, ma voglio ancora di più, il piacere sarà più forte se si mescola al dolore.–Fottimi il culo-.Voglio essere inculata, voglio sentirmi ancora più aperta, ancora più violata.-Scopami nel culo, adesso-. Oh sì, dal guizzo nei tuoi occhi capisco che il mio invito ti ha colto di sorpresa –Piccola troia-, ma non desideravi altro. I tuoi modi non sono gentili mentre mi afferri i fianchi e mi sposti verso un mobiletto basso, di ferro, costringendomi a salirci sopra a pecorina, le ginocchia ben piegate, la schiena inarcata per donarti completamente il culetto sodo e aperto al massimo. Le tue dita sono ancora invischiate nel mio miele. Le impregni di liquido e le fai scorrere nel breve percorso tra la vagina e l’ano, lubrificando. Penetri il mio tenero orifizio con un dito, allargalo un po’ tesoro, preparami al peggio. Ecco, è qualcosa di più grande del dito che ora cerca di entrare, massaggia insistente le parteti dello sfintere. Un movimento solo, deciso, fino in fondo. Sentirti entrare mi toglie il fiato, un’eccitazione violenta che mi fa gemere di dolore/piacere. Il male è forte ma non durerà tanto, non ho paura, tu sai come fare. I primi colpi infatti sono morbidi, lenti, il tuo pene mi allarga, reclama spazio. Lo estrai un po’ per poi affondarlo di nuovo, senza esitazioni. Mi abbandono per un attimo al confuso stordimento del dolore che man mano diminuisce, lasciando il posto ad un piacere sempre più intenso adesso che con una mano mi massaggi il clitoride, masturbazione & penetrazione anale: sto godendo. La tua eccitazione aumenta, lo capisco dalla voce soffocata e dai colpi più forti, più veloci. Dai amore, continua così, voglio un orgasmo e lo voglio esaltante. Vuoi che ti parli, che ti dica quando sto per venire ma non ci riesco; è troppo forte il piacere, toglie il fiato, annebbia la mente –e i pensieri più spinti sono una gioia tutta mia-. Continua a fottermi, continua a torturarmi il clitoride, sento che il piacere sta arrivando a livelli estremi. Mi scopi come fossi un animale: non c’è affetto né tenerezza, ma sei completamente mio, schiavo del mio giovane culo, del mio vorace desiderio di godere. Sta arrivando l’orgasmo, sotto la raffica dei tuoi colpi si avvicina il momento..sì! un’esplosione di contrazioni interne, incontrollabili, fortissime. –Ti prego, vieni!- Riempimi il culo del tuo sperma. Urlando e gemendo di piacere violento ti sento venire, liquido caldo mi riempie, mi inonda le interiora. Prepotente godimento di entrambi, shock sensuale sempre nuovo che sfuma pian piano mentre estrai il tuo cazzo e fai colare liquido sulla mia schiena, sensazione bellissima di sottomissione. Mentre ti allontani verso il bagno mi siedo confusa e intorpidita ad annusare il penetrante odore di sesso nella stanza, raccolgo con le dita i nostri umori colati sulle cosce e li succhio, gustando compiaciuta il tuo sapore miscelato al mio.
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Sei davvero bisex?
"sei davvero bisex ?", con questa domanda ci siamo seduto al tavolo del bar per il caffè conoscitivo... lei una bella bionda sui 40 lui un bel 50 enne...
io timidametne ho risposto si...
lei si mette a ridere e mi dice bene allora preparati...
non avevo ben capito cosa avesse in mente ma siamo andati a casa loro un bell'appartamento d napoli centro.
"spogliati vediamo un pò se hai un bel culo" mi dice appena arrivato ed io m spoglio subito, il marito si siede comodamente sul divano ed osserva silezioso....
"bene ed ora emttiti a pecornina voglio vederlo bene ... " eseguivo essendo slave mi piaceva eseguire ordini ma ancora non capivo cosa avessse in mente.
appena nudo e messomi a pecorina lei mi si avvicina mi dice "ora vediamo quanto sei largo, e se sei davvero una puttanella come dici" io presentandomi avevo detto che sono una troia.
apre una valigia da cui escono decine di falli che si legano allo strap on, ce ne sono di tutte le misure alcuni davvero spaventosamente grandi.
ne prende uno di dimensioni appena sopra la norma 20 cm e largo se lo lega allo strap on e mi spalma la pomata sul buco del culo... poi senza dir altro me lo infila.
il dolore si sopporta e lei comincia a stantuffarmi io gemo, comincio a godere come una troietta e lei se ne accorge, allora toglie quello e ne prende uno più grande... questo fa male è grosso non entra ma poi lei spinge con più forza mi sfonda. no so se era più il dolore o il piacere quando lei chiama il marito lo fa spogliare ha un bel cazzo e gli dice "ora vediamo come succhi..." nemmeno il tempo di capire che già lui mi scopava in bocca , mi scopava proprio il cazzo mi arrivava fino in gola... nel frattempo anche io mi ero eccitato.
mi stappa il fallo dal culo e mi fa stendere il mio cazzo era bello diritto ed il marito mi si siede sopra infilandoselo nel culo mentre lei mi ordinava di aprire la bocca. nemmeno il tempo di farlo che un fiotto caldo mi riempiva... era la sua pipì che mi inondava...
è stato fantastico... una esperienza che difficilmente sarà superata... chissà vedremo... e vi racconterò
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16 years ago
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