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4^ email donna 2
ti avvicini da dietro e mi baci il collo mentre le tue mani mi accarezzano i fianchi... le infili sotto la mia maglietta e senti la mia pelle liscia e morbida...mi levi la maglietta e continui a baciarmi il collo, le spalle la schiena...mi levi il reggiseno e mi accarezzi il seno, senti i capezzoli che si intugidiscono, sono duri e vogliosi dei tuoi baci.... mi giri e mi baci sulle labbra le nostre lingue sono un groviglio... mi sbottoni i pantaloni che scivolano sui miei fianchi, infili le mani dentro l'elastico delle mie mutandine e mi accarezzi le natiche lisce come velluto…ti inginocchi e mi abbassi le mutandine; lentamente mi scopri il pelo, le fai scivolare giù lungo le cosce fino alle caviglie sono nuda...allargo le gambe e con la lingua cominci ad accarezzarmi il clitoride mi senti bagnata e vogliosa delle tue carezze... mi stendi sul letto e mi apri le gambe, vieni sopra di me e cominci a leccarmi il clitoride, sono un lago… mi infili dentro un dito, poi mi masturbi…. Senti che godo…. Mi infili il tuo cazzo duro e grosso e lo spingi dentro fino in fondo…su e giù dei colpi secchi… sono eccitatissima. Lo tiri fuori e lo metti tra le mie tette e lo fai scivolare lungo il solco…Io lo lecco, lo infilo in bocca e comincio a succhiarlo, mi dici che sono bravissima!!! Lo succhio e lo lecco, giro con la lingua sulla cappella gonfia, me lo rimetto in bocca e ti masturbo mentre lo succhio….ti sto facendo morire dal piacere, la mia mano lo stringe e la mia bocca lo avvolge, i miei colpi di lingua ti stanno facendo impazzire dal piacere,vorresti scoparmi…. Farmelo sentire tutto dentro!….io accelero con la bocca… ti sto facendo godere….voglio farti venire…. Si eccoti… e una calda crema mi riempie la bocca! Pian piano ritorno al mio posto e con gli occhi ti dico che dopo devi far godere anche me…. scendiamo dalla macchina e incominci a baciarmi vogliosamente, le tue mani palpano le mie tette, stringi i duri capezzoli, mentre io ti tiro fuori il cazzo tu inizi a passarmi la mano in figa ti abbassi e inizi a leccarmi…. Tieni aperte le mie labbra e dai dei colpi di lingua sul clitoride indurito…. Io fremo, gemito dal piacere , ola tua lingua ora è dentro la mia figa, la spingi sempre più dentro, la tua faccia è piena delle mie voglie, senti che io non ce la faccio più e che con il bacino cerco di seguire il movimento della tua lingua, ti impreco di darmi il cazzo, di spaccarmi la figa…sono eccitata da morire …. Appoggi la cappella sulla mia figa ed io con un colpo di reni me lo prendo tutto dentro…. Non ce la facevo più dal desiderio di essere scopata, ti muovi dentro di me, ad ogni colpo ti vengo incontro per sentirlo fino in fondo, i nostri movimenti sono sincronizzato…. Sto impazzendo lo voglio sentire fino allo stomaco, le tue mani mi tengono la vita per spingermi sempre più verso te, il mio respiro si fa sempre più affannato, ti fermi e mi giri: vuoi scoparmi da dietro mi allarghi le gambe e…. mi entri in figa da dietro e cominci a spingere sempre più forte, le mie voglie ti hanno bagnato completamente il tuo ventre, non ce la faccio più …. Nel momento in cui decido di smettere , mi martelli ancora più forte fino a farmi godere come una vera porca…. Si eccomi…anzi eccoci…..!!! è bellissimo, non credi?.....
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16 years ago
admin, 75
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3^ email donna 2
Mi avvicino, ti tolgo il bicchiere di mano, lo poso sul tavolino, e avvicino le mie labbra alle tue.... Sfiorandole...Tu chiudi gli occhi come se sperassi lo facessi, le tue mani sui miei capelli, accompagnano un bacio dolce e passionale, mi alzo, chiudo la porta a chiave, torno da te slacciando la camicetta, le tue mani scivolando sotto la mia gonna, sfiorano le mie cosce, mi slaccio e tolgo la gonna, eccitato appoggi il tuo viso sul mio ventre mentre mi sfili il perizoma, sono eccitata e felice, ti faccio alzare, ci baciamo mentre ti spoglio, mi siedo sul divano, ti faccio avvicinare, ti sfilo I boxer, il tuo pene è eretto eccitato, lo bacio alzando gli occhi verso di te, lo accarezzo con la lingua, partendo dal tuo scroto, salgo piano piano fino al glande, tintillandolo con la punta della lingua rigida mmmm.... Vedo la tua espressione di piacere mentre indietreggi la testa gemendo, Bellissimo, racchiudo allora il tuo glande tra le labbra e ci gioco con la lingua a bocca chiusa, so che ti fa impazzire e continuo fino a che le tue mani spingono delicatamente la mia testa fino a che ingoio tutto il tuo bel cazzo.Vado su e giù dolcemente con un gioco di labbra elasticizzate sul tuo pene, mugolando per la goduria che mi provoca quel gioco mmmmm su e giù su e giù.... Bellissimo, le mie mani spingono le tue natiche verso di me per sentirlo tutto nella mia calda bocca, tu non resisti ai miei colpi di labbra e mi schizzi caldi fiotti di sperma in gola lanciando gridolini soffocati di piacere......ora ci riposiamo sul divano, quasi esausto mi dici...."sei fantastica" io ti bacio sulla guancia e mentre mi dirigo al bagno per pulirmi ti rispondo maliziosa: " non hai ancora visto nulla"Torno dal bagno, sei sdraiato sul divano, mi siedo, ti accarezzo, ti sfioro il viso con I miei innocenti baci, mentre la mia mano accarezza il tuo pene a riposo..... Acc. Non più, ma allora mi vuole ancora mmmmmm.... Bello così mi piace,I miei baci innocenti sfiorano il tuo viso, la tua gola, il tuo petto, il tuo ventre mmmm.... Ssììììì I tuoi sospiri mi fanno capire che ti eccita il mio modo di dirti.... Ti amo... Scendo scendo e arrivo al mio trofeo, lo bacio piano piano lo avvolgo con la mia lingua che scivola fino al glande, raccogliendo le gocce di piacere che emette..... Lo succhio con dolcezza, mentre pulsa nella mia bocca sciolgo I miei mugolii di piacere, amore sei rilassato e ti godi I miei eccitanti giochi che risvegliano In te eccitanti desideri, amo succhiarlo ma lo faccio per un po, poi mi alzo ti do la mano, ti faccio alzare tu mi baci, scendi e succhi I miei capezzoli turgidi, le tue dita tintillano il mio clito facendomi impazzire di piacere, arrivi a farmi raggiungere l'orgasmo mmmmmm mi sdraio sul tavolino, facendo cadere I bicchieri del liquore, mi alzi le gambe appoggiandole sulle tue spalle, il tuo pene struscia la mia fica ancora bagnata dagli umori dell'orgasmo mmmm mi penetri ansimando di piacere, I tuoi fianchi ondeggiano in un eccitante avanti e indietro mentre mi scopi freneticamente godendo come non mai, accarezzi I miei seni, le mie cosce, ti stringi alle mie ginocchia quando mi penetri più forte per godere ancor di più mmmmm è fantasticoooo....... Godiamoo tantissimo....Ora ti faccio fermare, ci rilassiamo un minuto, mi alzo, succhio un po il tuo cazzo duro e umido dei miei umori, sfioro le tue labbra a bocca chiusa, strizzandoti l'occhio, maestralmente mi giro, appoggio le mie mani al tavolino, divarico le gambe, abbasso la testa, le tue mani mi accarezzano la schiena, salendo fino alla nuca che mi fletti dolcemente, il tuo pene sfiora il mio sfintere, timidamente mi dici..."è questo che vuoi"? Io ansimando eccitata ti rispondo..." si voglio essere tua in tutti I modi, ti prego, non dirmi di no".....Appoggi le tue mani sui miei fianchi spingendo dolcemente il tuo pene e penetrandomi con dolce delicatezza, il mio sfintere stringe il tuo cazzo, regalandoti sensazioni mai provate, io ti supplico di continuare, vai avanti e indietro dolce dolce, gemendo do paicere, dolci nomignoli accompagnano la nostra goduria, sei al culmine del piacere, sento che mi scopi con più frenesia mmmm....... " sìììì continua è bellssimo sei fantasticooo" la mia lode ti fa impazzire, I tuoi colpi di reni aumentano il ritmo, la tua voce roca dal piacere eccitata mi dice... "vengoooo" avvolti dal piacere godiamo insieme quando mi innondi col tuo caldo nettare mmmmmm sììììììì.....è bellissimo...... Veramente esausti ma felici ci sdraiamo sul tappeto e abbracciati ci rilassiamo imsieme, scambiandoci carezze e baci ad occhi chiusi. ti è piaciuto? a me tanto.....
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16 years ago
admin, 75
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2^ email donna 2
entro in macchina, mi saluti, Segue un attimo di silenzio, la tua mano inizia ad accarezzarmi, io alzo la testa e le nostre bocche si sfiorano, le nostre labbra si schiudono e un delicato bacio sboccia..... Ci baciamo più intensamente,le nostre mani scivolano sui nostri corpi, in un attimo spariscono gli indumenti...Il calore della nostra passione scioglie il freddo della sera.....Amore ora ti stupirò.....Ecco mi sdraio sulsedile eccitata,sono coperta dai tuoi baci.Ti alzi, sei su di me, le mie mani si appoggiano alle tue cosce avvicinando il tuo bel cazzo alla mia bocca, lo bacio, lo succhio,tu ti inchini un po per farlo entrare tutto nella mia calda bocca..... Bellissimoooo.Succhio con dolcezza, voglio che resista per un po nella mia bocca che lo gusta inebriata....fantastico,le tue dita strizzano i miei capezzoli turgidi...I nostri gemiti evaporano quasi soffocati.Ora mi alzo, ci baciamo con passione, mi prendi I polsi e mi appoggi le mani al retro del sedile...sono consapevole di quello che mi farai...Mugolo eccitata, sento il tuo cazzo sfiorare la mia calda fica eccitandomi, con dolci colpi di fianchi mi scopi, godendo come un pazzo...sei tremendamente fantastico, ora ti fermi, le tue dita giocano con le mie sfintere.... La tua mano sulla mia nuca mi incita ad abbassarmi un po, ci appoggi il glande frenetico eccitato sento le tue mani che mi stringono I fianchi e con una dolce pressione mi penetri, strappandomi un piccolo urlo di piacere.... dolcemente vai avanti e indietro... non resisti più, mi sbatti con forte eccitazione, le mie mani stringono le tue, la mia testa vibra,le mie urla di piacere vagano con le tue.....sento il tuo caldo getto innondarmi a fiotti.... Impazzisco di piacere, godiamo insieme......Esausti ci rilassiamo abbracciati uno sull'altro, ci ricomponiamo,mi baci e vado via..... ci vediamo dopo....
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16 years ago
admin, 75
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Email donna 2
entro in machina e come saluto ti infilo subito la lingua in bocca da vogliosa, la mia mano và dritta sul tuo cazzo duro come il marmo, ti slaccio i pantaloni, lo tiro fuori e senti subito la mia lingua sulla tua cappella;la faccio girare intorno, la percorro per tutta l'altezza.... un paio di volte e con un colpo fulmineo me lo infilo tutto in bocca..... godi!!!!.... lo ciuccio con gran voglia! sono avida di cazzo!ho la mano che te lo smanetta e la lingua che lo copre di carezze, poi sparisce dentro la mia bocca, lo voglio sentire tutto in gola!!! mi dici che sono brava a succhiare il cazzo!ti sto facendo morire dal piacere :la mia mano te lo stringe forte e lamia bocca lo avvolge, i miei colpi di lingua ti stanno facendo impazzire dal piacere, vorresti scoparmi, farmelo sentire tutto dentro, farmi sentire quanto mi desideri... io continuo a pompare con la bocca calda e vogliosa, sto sentendo le pulsazionidel tuo cazzo..... accellero con la bocca.... voglio farti venire.... senti che la mia calda bocca arriva sempre più giù.... ti sto facendo godere.....si, eccoti! una calda crema mi riempie la bocca.....TI RIPRENDI!vuoi farmela pagare: avresti voluto scoparmi ed io ti ho fatto venire di bocca!!!!inizi col palparmi le tette, a leccarle ed io inizio a sciogliermi dal piacere che mi provochi nel fare ciò.... continui a baciarmi,sento la tua lingua nella mia bocca.....è bellissimo: baci da Dio!la tua mano mi percorre il corpo fino a fermarsi all'altezza della mia figa, non mi accorgo di nulla e in un attimo mi ritrovo senza pantaloni, mi togli gli slip...ti abbassi e inizi a leccarmi il clitoride: è meravigliosa la sensazione che sento quando mi penetri con la lingua.... vai su e giù continui a leccarmi tutta la figa ed io impazzisco dal piacere.... mentre mi succhi il clitoride con la mano cerchi di penetrarmi... non riesco più a capire nulla.... sono in estasi!in questo modo mi fai godere il doppio di quanto avrei dovuto godere!ti rendi conto che sto per venire , ti alzi e mi infili il tuo cazzo duro come il marmo in figa, lo sento!è una sensazione bellissima! con la bocca continui a baciarmi a leccarmi i capezzoli, sei un gran maiale....hai capito come farmi godere e non ti fermi più....dai dei colpi secchi , che mi fai sentire i brividi lungo tutto il corpo... non mi fai capire niente...mi martelli talmente tante volte che riesci a farmi venire subito,ho la figa bagnatissima....ti chiedo di fermarti ma non ascolti mi fai provare ogni volta delle sensazioni bellissime, quando sono con te mi sento davvero tanto PORCA!!!ECCO CIO CHE PROVO QUANDO SCOPIAMO INSIEME.... MI PIACI UN SACCO.... DAVVERO TANTO...non vedo l'ora di rivederti presto, ho voglia di te!!!! a dopo baci
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16 years ago
admin, 75
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Email dopo i nostri incontri donna 1
Evoca dolcezza varcare la soglia dell'appartamento, sapendo che ci sarai tu, aspettandomi a braccia aperte. Evoca calore gettarmi nelle tue braccia ed essere stretta in maniera incredibile. Mi chiedi come mai mi senti sempre più calda quando siamo gettati sul letto in un abbraccio passionale, le nostre bocche che si cercano, i nostri corpi che vogliono unirsi. E' presto spiegato se pensi, che sintonia sessuale abbiamo raggiunto. Sono calda al solo pensiero di te. Mi bagno evocando certe scene nella mia mente, ma basta il tuo bacio violento, passionale, dolce nello stesso tempo. Chi ti resisterebbe? Ed è anche sempre più difficile scriverti per descrivere le sensazioni che ho provato. Teli ho comunicato all'istante. Mi fai impazzire quando ti accolgo già grande e duro dentro di me e continui a crescere dentro di me. Mi fa impazzire l'espressione del tuo volto, il tuo sguardo scuro di passione quando mi penetri ancora ed ancora. Mi fanno impazzire le tue nuove posizioni, quando mi posizioni per penetrarmi come non l'hai mai fatto prima. Mi mandi in orbita quando mi dici: sali su di me, prendendo tra le tue mani contemporaneamente il mio culo, i miei seni, il mio viso, dio tu non hai idea come godo insieme a te. Godo ogni attimo che sono insieme a te. Mi mandi in orbita quando il mio culo ti accoglie senza più tanta resistenza, perchè sei maledettamente esperto a prepararlo. Godo al solo pensiero quando ti ritiri perchè arrivi e ti bevo, anche se è difficile perchè è tanto, tanto. Mi fai andare in tilt, fuori dai sensi quando mi fai godere e duri in una maniera incredibile. Facendomi arrivare come voglio, e tu che non demordi, godendo insieme, stupendoci un l'altra continuamente. E non dimenticherò mai che dopo mi sei sempre vicino. Mi cerchi. Mi tocchi, mi abbracci. Sei dolcissimo. Sono contenta di essere io al momento la prescelta. Sorrido al pensiero che esci con tante amiche che non hanno neppure la pallidissima idea di che uomo si perdono. So' che le tue azioni sono dovuto al fatto che c'è una particolarissima fiducia tra te e me. Che dall'inizio non conoscevamo tabù che ci limitano, che è dovuto un po' alla situazione proibita, a quel nido, lassù, ma sono convintissima che deve essere ancor' più bello stare con te quando ami con tutto il tuo cuore. Fortunata la donna che ti avrà. Vado via di là, con il cuore pieno. A parte lei, soddisfatta..., giro l'angolo e lascio lassù un pezzo di me. Il mio segreto. La consapevolezza che c'è una persona che tiene tanto a me quanto io a lei.Scopro che, a parte l'amore, esiste una complicità matura tra due persone, un rapporto strano quanto bello, consapevole della situazione, ma non triste per essa. Perchè se le cose stavano diversamente, ci sarebbe forse troppa paura, troppe aspettative. Ma non smetto di dire, di pensare, che hai bisogno di una partner alla tua pari (parola chiave: alla pari! della tua età, non una ragazzina che non puo capire...). Che sia disposta di darti quanto riceve da te. Sceglierai con cura. Tu non sei il tipo dell'eterno "amante". Sei il tipo da marito, da compagno leale, da padre eccezionale. Perchè ci metti tutto te stesso. Si sente.
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16 years ago
admin, 75
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In autostrada
Conosco una coppia di desy, ci scambiamo i nostri msn, e iniziamo a conoscerci.
Ci vediamo in cam, ci piaciamo e ci diamo appuntamento per un caffe a napoli.
Arrivato all' appuntamento ci salutiamo e salgo in macchina con loro, ci presentiamo e iniziamo a parlare del piu e del meno, le solite conversazioni per rompere il ghiaccio.
Mentre stavamo parlando, la signora mi chiede: vuoi vedere che mi sono messa per te stasera????
Si sbottona il cappottino che portava ed esce in reggicalze nero con un top bellissimo arrapantissimooooooo.
essendo che eravamo in una strada trafficata decidiamo di appartarci in un posto tranquillo, cosi decidiamo di andare sull'autostrada e metterci in un area di sosta.
Arrivati sul posto lei passa indietro con me e il marito rimane avanti, inizia a spogliarsi e mi invita a toccarla.
Inizio a passarle la mano tra le gambe le sposto il perizoma aveva gia tutta la fica bagnata, cosi mi tolgo i pantaloni e le prendo la testa facendola abbassara sul grosso uccello.
Mi spompina per mezz'ora buona se lo succhia tutto con grande maestria.
Dopo un po' si alza e mi chiede di penetrarla cosi mi metto il preservativo e nella macchina del marito che davanti guardava tutto me la sono scopata.....un pochino strettini andavamo ma è stata una bella serata un bacio a la coppia che lo leggerà ciao amici
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16 years ago
admin, 75
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Il viaggio in macchina
IL VIAGGIO IN MACCHINA
Questo racconto è il proseguimento del precedente: "Pomeriggio inatteso"
Ero salito in macchina talmente in fretta ed eccitato che non avevo comunque ancora capito chi fosse esattamente il tizio al volante, nè quanti anni potesse avere. Lo guardai con un po' più di attenzione e vidi che era più o meno un mio coetaneo, anche lui sui 34 o 35, come anche lei.
Dopo qualche attimo di silenzio imbarazzato - almeno da parte mia - il ragazzo al volante intervenne: "Brava Federica! vedo che ti sei data da fare là dentro eh !". "Già" - rispose Federica - "e pensare che stavo per perdere la speranza, oggi..." e poi rivolgendosi a me: "sai che ci ho messo quasi un'ora a trovarti ? ma possibile che voi maschietti siate sempre così timidi e ingenui?". "In che senso?", abbozzai. "Ma sì, fra un po' mi sarei dovuta spogliare direttamente nella piazza centrale del centro commerciale, per farmi finalmente seguire da qualcuno!". Sorrisi divertito, poi risposi: "Beh, non so gli altri, ma io non ci ho messo molto a metterti gli occhi addosso... e poi quando sei entrata nel negozio di intimo, ho capito subito che avevi voglia di esibirti un po'. Non immaginavo che ci saremmo trovati in macchina, ecco... quello non lo avevo proprio immaginato". "E la cosa ti turba?", chiese lei maliziosamente. "Affatto, anzi... trovo tutto molto eccitante!". Il guidatore intervenne, regolando lo specchietto retrovisore su noi due: "Già! Federica è davvero una donna molto eccitante. Mi piace guardarla, sentirla mentre scopa con gli altri... e mi piace anche vedere le reazioni che suscita negli altri uomini, vedere cosa riesce a far loro fare...". Federica mi aveva messo una mano sulla coscia, e mi guardava sorridendo mentre lui parlava. Dentro di me ora, sentivo un fuoco ardere fra le mie tempie e fra le mie gambe. Avrei voluto ancora una volta saltarle addosso come un toro scatenato, infilarle una mano sotto il suo top giallo per massaggiarle vigorosamente le tette dedicando con l'altra mano le stesse attenzioni alla sua fica sicuramente allagata. Ma ancora una volta preferii aspettare. Sentivo l'eccitazione crescere dentro di me, e la percepivo crescere a dismisura anche in loro due. Ma prima di iniziare qualsiasi cosa, volevo che fossimo all'apice del desiderio tutti e tre. Così misi una mano sopra la sua appoggiata alla mia coscia, e iniziai a massaggiarle lievemente il polso, nutrendo la mia eccitazione con la morbidezza della sua pelle e l'espressione accaldata che stava assumendo. Mi accertai che lui stesse guardando dallo specchietto e sfiorai fugacemente una coscia di lei, che ormai stava letteralmente fremendo dalla voglia. Sentii la sua pelle calda e setosa scorrere vellutatamente sotto le mie dita, e le vidi spalancare gli occhi in un'espressione di ingordigia e bramosia. A quel punto lei fece risalire la mano verso il mio uccello che tirava fra le pieghe dei jeans. La lasciai lavorare fin quasi a raggiungerlo, e poi intercettai la sua mano con la mia, nuovamente, bloccandola dolcemente. Stava impazzendo: voleva far suo il mio bel cazzo in tiro, ma io ancora volevo farla soffrire un po'...
La baciai sul collo soffermandomi con in il mio alito caldo appena sotto il lobo dell'orecchio, e risalii fino alle labbra impreziosite dal suo rosetto appariscente. Glie le succhiai d'apprima, per poi affondare con decisione la mia lingua alla ricerca della sua, esplorandole la bocca e succhiandole la lingua come fosse il clitoride.
Sentii le sue mani ricercare con forza il mio cazzo, fino a trovarlo finalmente! La lasciai fare, e in preda ad un'eccitazione incontenibile iniziò a massaggiarlo da fuori i pantaloni per saggiarne la durezza e la grandezza. Era incontenibile e spasmodica, quasi me lo strizzava per saggiarlo al meglio attraverso lo spesso tessuto dei jeans. Iniziai a mugulare con suoni gutturali che lasciavo crescere dal profondo della mia gola. Poi infilai una mano con decisione fra le coscie che lei allargò immediatamente. Risalii con esasperante lentezza lungo l'interno coscia, che già a metà della strada era bagnato di sudore e dei suoi umori. Era eccitata come fosse in calore! "Ho il cazzo duro come una roccia!", dissi, per sottolineare l'ovvio anche agli occhi di lui, che ormai aveva imboccato l'autostrada e guardava lo spettacolo nello specchietto.
Federica mi slacciò i pantaloni e io con una veloce acrobazia me li sfilai in un lampo, assieme ai boxer, restando con il pube fieramente nudo davanti ai suoi occhi. Il pene era duro e slanciato, e finalmente lo poteva toccare senza ulteriori costrizioni. Lo afferrò con una mano, mentre l'altra mi accarezzava gli addominali, la base dell'asta e poi fin sotto i testicoli depilati. "Ma guarda che bell'uccello" disse lei, "lo voglio in tutti i miei buchi, lo sai vero? lo sai che sono la tua scrofa vero ?". La mia eccitazione aveva raggiunto livelli incredibili temevo che sarei venuto prima di poterla pompare in tutti e tre i suoi orifizi, ma le risposi comunque "certo bella troia! ti riempio tutti i buchi e ti copro di sborra, cosa credi ? e adesso ti scopo come una vacca da monta!". Ricominciai a palparla fra le coscie, e questa volta mi diressi con vigore al centro del suo piacere. Aveva la fica che stava grondando; le massaggiai le grandi labbra con quattro dita e la sentii gemere come una gran troia. Mi scatenai anche io, a quel punto, e con un gesto solo e deciso le sollevai la gonna sopra l'ombelico, lasciando vestito il suo pube del solo perizoma che indossava. Poi con identico movimento le sollevai il top e il reggiseno sul collo, lasciando affiorare i suoi magnifici seni sotto i miei occhi. La sdraiai sul sedile posteriore, spingendola, e mi misi carponi sopra di lei. Sentii nel frattempo la macchina fermarsi. Io proseguii schiaffeggiandole con malizia un seno mentre le spingevo con forza il mio pene sul suo monte di venere. Le scostai il perizoma di lato; e lei continuava a gemere a labbra socchiuse e occhi spalancati, mentre io affondai il cazzo come una trave di legno nella sua figa allagata. Venne letteralmente divorato e avvolto. Sentii un calore umido e intenso riversarsi sul mio uccello duro oltre il verosimile. Lei inarcò la schiena come a non poter sopportare il piacere a cui era sottomessa, e io continuavo a schiaffeggiarle leggermente una tetta e a strizzarla vigorosamente. La stavo pompando nella figa come un poderoso stantuffo , quando si aprì la portiera e vidi lui, completamente nudo con la sua mazza in mano che aveva iniziato a masturbarsi ferocemente. Lei allungò le braccia oltre la testa, all'indietro, cercando avidamente il suo membro. Quando l'ebbe trovato, continuò il suo lavoro masturbandolo e tirandolo più vicino a sè. Io continuavo a pomparla e a sentire le contrazioni della sua figa sempre più insistenti. Quando ebbe il suo cazzo abbastanza vicino lo infilò in bocca facendosi scopare come una vera puttana da tutti e due. Mi sentivo capace di qualsiasi cosa, in quel momento, e avrei voluto avere 2, 3, 4 cazzi contemporaneamente per farla godere oltre ogni limite. Ero totalmente inebriato dal suo sesso e dalla situazione. Mi eccitava vederla scopare in bocca da un altro uomo, e volevo cercare di partecipare anche a quello, oltre allo scoparle la figa. Così mi piegai in avanti leggermente, facendo aderire le nostre calde pance sudate, e fino ancora ai miei pettorali sui suoi seni sballottati dal piacere, poi allungai il collo e iniziai a leccare le sue labbra e l'asta di lui che veniva spompinata ossessivamente da lei. A questa mossa inaspettata lei venne istantaneamente spruzzando un po' del suo miele dalla fichetta che ormai era un vero fiume in piena! Sentii lo schizzo scivolare prima sul mio pene e poi uscire dall'alto sul mio pube. Nonostante avesse la bocca riempita di lui, lei gemette a gran voce, spalancando la bocca, e io ne approfittai per leccare con maggior foga il cazzo di lui, duro e venoso quanto il mio. Cosa stavo facendo ? io sono etero, non ho mai trovato attrazione verso il cazzo degli altri: eppure ora ero lì, che stavo partecipando ad un grandioso pompino al suo uomo! La cosa mi turbava e mi eccitava allo stesso tempo. Stavo pensando che se avessi avuto un'altra persona vicino, l'avrei masturbata indipendentemente dal suo sesso! Non importava più uomo o donna, mentre mi stavo pompando la sua fighetta e leccavo il palo di lui, ero così eccitato che per amplificare questa scena di sesso avrei fatto qualsiasi cosa. Continuai a baciare le labbra di Federica e l'asta di lui ancora per qualche istante, poi sentii le contrazioni del suo pene sotto la mia lingua, e capii che stava per venire. Come me del resto, che ormai sentivo esplodere il mio cazzo di piacere. Ancora qualche succhio di lei, e lo sentii venire nella sua bocca schizzando svariate volte, e ogni contrazione era una scossa elettrica per la mia lingua e la mia eccitazione.
Lei stava ancora finendo di godere, gemendo e ululando come una gatta in calore quando sentii che anche io ora ero davvero vicino. Riuscii a finire di farla godere ed estrassi il pene giusto in tempo per venirle sui seni e in faccia. Federica aveva appena bevuto il seme di lui e già ne voleva ancora: leccò velocemente il mio sperma finito sulle sue labbra e con le dita raccolse con attenzione quello finito sulle tette, che provò anche a leccarsi mentre finiva di succhiarsi le dita della mano.
Restai su di lei per qualche istante, godendomi la sua espressione paonazza ed estasiata. Lui si era ritratto e stava guardando dall'ampia piazzola di sosta in cui si era fermato le altre auto sfrecciare ignare sull'autostrada.
Mi sollevai da lei, sentendo i nostri corpi sudati ed eroticamente appiccicosi, staccarsi a fatica.
Lei restò con le gambe divaricate mostrandomi la figa grondante del piacere appena provato, io mi misi in ginocchio con l'uccello ormai stordito, cercando di riprendermi un po'. Poi, improvvisamente, mi chinai su di lei, affondando la mia faccia fra le sue coscie. Iniziai a leccarle il contorno delle grandi labbra, e ad accennare qualche leccata al clitoride ancora gonfio e ben in mostra. Lei apprezzò contorcendosi lievemente, e tornando a gemere in modo molto eccitato. Dopo qualche minuto sentii nuovamente il pene scaldarsi e inturgidirsi. Continuai a leccarla con crescente dedizione al suo clito, man mano che capivo che anche lei si stava riprendendo dal recente orgasmo. Dopo pochi minuti, eravamo tornati su di giri entrambi. E anche il suo tipo ora era tornato a guardarci masturbandosi lievemente.
Non avrei più voluto smettere, a quel punto, e con la mazza nuovamente rigida e pronta sapevo di poterla soddisfare ancora per lungo tempo. In ogni caso proseguii con il paziente a accurato lavoro di lingua sulla sua figa, vedendo che apprezzava parecchio. Senza smettere di leccarla, lentamente mi girai sopra di lei, mettendomi a 69. Ora il mio cazzo duro e affamato pendeva sopra le sue labbra. Ovviamente non tardò ad iniziare a leccarlo e succhiarlo con la stessa ingordigia di poco fa.
Dopo poco sentii aggiungersi una nuova lingua sulla mia asta...! era lui che stava ricambiando il pompino a due! Era una sensazione fantastica. Questa volta durammo a lungo tutti e tre, cambiando varie posizioni; ad un certo punto Federica si ritrovò con il mio cazzo nel culo e quello del suo uomo che le scopava la figa. Non so dire per quanto tempo la scopammo, ma per me fu sempre per troppo poco! Godemmo tutti e tre ancora una volta, poi mi riaccompagnarono al centro commerciale e ci accordammo per uscire a cena quella stessa sera. Volevamo continuare ad essere i giocattoli sessuali l'uno degli altri, e vista l'intesa di quel pomeriggio eravamo sicuri che avremmo passato assieme molti altri momenti piacevoli. Come in effetti fu.
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16 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
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Il mio 1° incontro
Il mio primo incontro l'ho avuto in un prive', con una coppia conosciuta qui.
Ci siamo sentiti al cell e dopo un paio di giorni ci siamo incontrati.
Scambio di battute risate, ci siamo piaciuti, e siamo entrati in un club.
Qualche drink e la moglie mi ha subito iniziato a provocare, mi sfiorara con la mano poi ad un certo punto ha voluto che andassimo a ballare, ed è li che si è scatenata.......
Scesi in pista, ha iniziato a ballare sensualissima, si torceva attorno a me, fino a che non ha iniziato ad alzarsi la gonnellina e strusciarsi sul mio uccello.....
Abbiamo fatto questi giochini per una ventina di minuti poi l'ho presa per la mano e siamo saliti in stanza nel frattempo il marito prendeva da bere.
Come siamo entrati l'ho iniziata a spogliare tutta portava un perizoma nero di pizzo e un reggiseno a balconcino......una volta nuda ha iniziato a spogliarmi lei, mi ha abbassato i pantaloni e si è inginocchiata davanti a me ........un pompino da favola lo succhiava con una voglia mmmmmmmmmse ci ripenso.....
Salito il marito ci siamo messi sul letto e abbiamo iniziato a scopare alla grande tutti e 3, il marito era anche un po guardone quindi ogni tanto si allontanava, gli ho chiesto per potevo incularla per bene, lei ha fatto cenno di si e cosi piano piano gli ho caricato un pallottone nel sederino........Una bella serata
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16 years ago
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Le avventure di dafne – la spiaggia
Di Tom [email protected]
Era giunta la primavera e con essa i primi caldi della stagione. Dafne e Mel avevano avuta l’idea di raggiungere la spiaggia per trascorrere qualche ora in piacevole relax. Così avevano chiamata Anna, che si era offerta di guidare per loro fino al mare e di aiutarle nelle piccole incombenze tipiche a cui vanno incontro i bagnanti. Dafne e Mel, naturalmente, sedevano sul sedile posteriore della vettura, tenendo sollevate le gambe e appoggiando i piedi ai lati della testa della sottomessa.
I piedi di Dafne erano a sinistra e quelli di Mel a destra. Quando la macchina doveva svoltare a sinistra Dafne dava un colpetto con la punta dei piedi sulla guancia di Anna e così faceva Mel, ogni volta che l’auto doveva svoltare a destra.
Ai semafori, invece, o magari anche agli stop, le due padroncine richiedevano un’accurata adorazione delle loro estremità da parte della lingua della schiava. Ogni tanto, quando l’auto passava lungo una strada frequentata, alcuni pedoni si accorgevano della strana posizione tenuta dalla tre ragazze a bordo e faceva facce strane, sorprese o perplesse. Molte di quelle facce facevano ridere sia Dafne che Mel.
Ma questo fu solo il prologo della storia.
Una volta giunte al parcheggio della spiaggia Anna dovette iniziare a darsi da fare sul serio.
“Bene, finalmente siamo arrivate” disse Dafne “Coraggio, Annuccia, apri la portiera e aiutaci a scendere”
Anna spense il motore dell’auto, scese per prima e si portò di corsa davanti allo sportello accanto a Dafne. Aprì e s’inginocchiò al cospetto della sua Dea. Dafne era scalza, le infradito erano abbandonate sul tappetino accanto al sedile. Anna le raccolse mentre la padrona le porgeva le delicate estremità. Chinandosi maggiormente, la sottomessa andò a baciare i piedi di Dafne, quindi calzò le infradito ai suoi piedi.
“Bacia anche le mie ciabattine”
“Sì, Dafne” rispose Anna, obbedendo.
“Sei molto ubbidiente” si complimentò la padrona.
“Non posso fare altrimenti, padrona. Lei è magnifica”
“Brava, brava la mia leccapiedi” rise Dafne, lieta di queste sottili dimostrazioni di sottomissione da parte della ragazza “Ora però datti da fare. Abbiamo solo questo pomeriggio da passare in spiaggia, e abbiamo intenzione di goderne appieno. Quindi il tuo dovere sarà quello di prenderti cura di noi che siamo le tue Dee e premurarti affinché non ci manchi nulla. Hai capito?”
“Sì, Dafne”
“Iniziamo subito” intervenne Mel “Prendi le borse e l’ombrellone che sono in bauliera”
La serva si mosse restando a quattro zampe. Andò alla bauliera, si mise in piedi e premette il bottone che sbloccava il portello posteriore della vettura. Raccolse le borse che erano due e l’ombrellone. Richiuse la bauliera e tornò dalle sue padrone, che erano ancora accomodate sul comodo sedile posteriore dell’auto.
“Posa le borse” disse Mel.
Anna ubbidì. Posò le borse vicino alla portiera ma in un punto dove esse non avrebbero dato fastidio alle padrone quando quelle fossero scese di macchina.
Dafne fu la prima.
“Anna, accucciati a quattro zampe. Faccia a terra e bacia tutto ciò che ti metto davanti”
Anna obbedì e si ritrovò davanti al naso i piedi di Dafne che bene conosceva. Li baciò con trasporto come era sua abitudine e non mancò d’infilare le labbra negli spazi fra i laccetti delle infradito ed il dorso dei piedi.
Mentre la serva era così occupata, Dafne prese il collare e glielo mise al collo.
“Ecco, così sei un animaletto perfetto” disse. Attaccò al collare un bel guinzaglio lucente e lo tirò per vedere se era ben fissato. Anna continuò a leccare senza smettere.
Dafne la lasciò divertire per un po’, dopodiché scese a terra.
“Beh, direi che è proprio ora di andare” disse.
Toccava a Mel, che fino a quel momento si era divertita nel vedere le prodezze della serva ai piedi di Dafne. Come aveva fatto per la sua amica, Anna raccolse le ciabattine infradito dal tappetino e le mise ai piedi di Mel.
“Ma a me non li baci i piedi?” chiese la bionda padroncina.
“Oh, sì, certamente” disse Anna “Chiedo perdono per questa intollerabile dimenticanza”
Si chinò ed andò a baciare i piedi di Mel.
Non contenta, per chiedere scusa della disattenzione di prima, iniziò a leccare il bordo delle infradito.
Mel si divertiva sempre un mondo, nel seguire le piccole dimostrazioni di sottomissione della servetta, per cui la lasciò fare più a lungo del previsto.
Dafne, alla fine, si spazientì.
“Mel! Non abbiamo tempo! Vogliamo andare?”
“Sì, certo” rispose Mel “Solo che oggi…sarà questo caldo afoso, ma proprio non ho voglia di camminare”
“E’ un bel problema” disse Dafne, già immaginando l’idea che Mel aveva in mente “Come si fa?”
“Non è che la tua serva potrebbe portarmi sul dorso come una brava cavallina? E’ tanto docile ed ubbidiente!”
“Anna, hai sentito?” disse Dafne “Mel non ha voglia di camminare. Prendila a cavalluccio”
“Sì, Dafne”
Anna prese le borse, una per ogni mano, si voltò dando le spalle alle vettura e si accucciò fino a portare la propria schiena quasi orizzontale e all’altezza del sedile posteriore. Mel le si sedette sul dorso senza farsi troppi problemi, le prese i capelli con una mano e le mise gambe penzoloni attorno ai fianchi. I suoi piedi toccavano le borse e Mel le usò come fossero staffe.
Dafne pensò a chiudere la vettura e si mise in testa al gruppo.
“OK, ci siamo. Possiamo andare” disse.
“Sì! Sì! Dai, muoviti” esclamò Mel sorridendo.
Anna aveva da portare due pesanti borse e la sua padroncina, inoltre doveva mantenere una postura china affinché Mel fosse il più comoda possibile. Non le fu facile procedere verso la spiaggia in quella posizione, tanto più che Dafne, per incitarla a muoversi, la strattonava con il guinzaglio senza preoccuparsi del suo equilibrio precario.
Erano giunte a metà strada fra il parcheggio e la spiaggia, nella zona delle dune, quando Mel si sfilò una ciabattina e mise il plantare di fronte al viso di Anna.
“Visto che la tua lingua non ha nulla da fare ti aiuto a tenerla impegnata” disse la bionda padrona, spingendo l’infradito proprio a portata delle labbra di Anna.
“Leccale”
La serva aprì la bocca e leccò le ciabattine di Mel, prima l’una e poi l’altra. Il sapore del plantare era un po’ salato e c’era della polvere sulla punta, fra le dita ed al margine della calzatura. Tuttavia Anna non esitò ad obbedire alla sua seconda padrona. L’essere usata ai limiti della sua resistenza ed essere nel frattempo umiliata dalle due belle ragazze sorridenti la faceva sentire una perfetta nullità e questo, anziché avvilirla, la teneva costantemente ancorata ad un profondo senso di eccitazione.
Quando ebbe finito di leccare le infradito di Mel, la padroncina a cavallo del suo dorso le infilò la punta di una delle ciabattine dritta in bocca.
“Ecco, così hai anche qualcosa da masticare finché non arriviamo” disse.
Dafne procedeva davanti alle altre due tirando Anna per il guinzaglio. Di tanto in tanto rivolgeva un’occhiata distratta alla serva ed alle piccole, umilianti pretese della sua amica, ridendo con quest’ultima delle buffe reazioni di Anna.
Infine il terzetto arrivò in spiaggia.
La giornata era calda, ma in riva al mare non vi era praticamente nessuno, essendo un periodo fuori stagione.
“Fammi scendere, cavallina” disse Mel.
Sfilò la ciabatta dalla bocca della giovane e attese che la serva si chinasse quel tanto che bastava per permetterle di appoggiare comodamente i piedi sulla sabbia.
“Ora stendi i nostri teli sulla spiaggia, Anna” ordinò Dafne.
“Sì, Dafne”
“E l’ombrellone” disse Mel “Non dimenticarti di aprire l’ombrellone”
“Sì, Mel”
“Prendi anche qualcosa da bere” disse Dafne mentre Anna era impegnata nel piantare l’ombrellone nella sabbia.
“Sì, anche a me” disse Mel.
“Sì, subito” rispose Anna.
Da una delle borse che aveva portato prese due bottigliette d’acqua e le porse alle sue belle sovrane. Dafne ne raccolse una e subito sgridò la serva.
“Ma Anna! Non vedi che la bottiglia è chiusa? Almeno aprila, no?”
“Sei un po’ distratta, servetta” aggiunse Mel “Anche la mia è chiusa”
“Sì, scusatemi” disse Anna, mortificata. Riprese le bottiglie, le svitò e le ridiede subito a Dafne e Mel.
“Potrei avere qualcosa da bere anch’io?” chiese Anna, che trasportando le borse e Mel aveva sudato più di loro.
“No, Anna” dissero all’unisono le due padroncine.
“Ma…”
“Tu devi innanzitutto aprire l’ombrellone” disse Dafne.
“Va bene, Dafne” rispose la servetta.
Mel rise e si sdraiò sul telo. Lo stesso fece Dafne.
I minuti trascorrevano velocemente, ma il Sole iniziava a battere sulla loro pelle.
“Anna, hai finito?” chiese Mel.
“Sì, Mel, quasi”
“Brava. Adesso prendi dalla borsa la crema solare e spalmamela addosso. Dopo potrai bere”
“Sì, Mel”
Anna prese il flacone della crema ed iniziò a spalmare le gambe della sua padrona. Poi si rivolse alla pancia, alle braccia e a tutto il resto del corpo non coperto dal costume.
“Basta, schiavetta. Hai svolto un bel lavoro”
“Adesso posso prendere un po’ d’acqua?” chiese Anna.
“Sì” annuì Mel.
“No, aspetta” intervenne Dafne “Non ancora. A me non me la dai, la cremina?”
“Sì, certo Dafne. Scusa se non ci ho pensato”
“Beh, vedi di rimediare. Non vorrai che mi scotti la pelle?”
“No, no…”
Riaprì la boccetta di crema e come aveva fatto per Mel, iniziò a massaggiare anche Dafne. Quando le due padrone furono al sicuro dall’offesa dei raggi ultravioletti, Anna chiese nuovamente “Adesso posso bere?”
“Uffa, che lagna!” esclamò Dafne.
“E’ vero. Non sai fare altro che lamentarti!” disse Mel.
“Per punizione niente acqua!” disse Dafne.
“Sì, rimani un po’ a secco” rise Mel.
“E già che ci sei, fai un po’ di esercizio fisico” disse Dafne “E fallo sotto al sole, magari ti passerà anche la sete”
Prese il frisbee da una delle sacche e lo lanciò verso la linea di bagnasciuga.
“Riportalo, su” ordinò “Fai la brava cagnolina”
“Sì, Dafne” disse Anna, un po’ avvilita. Non le dispiaceva obbedire agli ordini della sua padrona, ma la sete le faceva bruciare la gola. E poi l’aver portato Mel sulle spalle per quasi mezzo chilometro l’aveva sfiancata. Corse dietro al frisbee e lo riportò alla ragazza.
“Due errori” disse Dafne raccogliendo il disco dalle mani di Anna “Innanzitutto hai corso su due gambe. Grave mancanza, tu sei una cagnolina e come tutti gli animaletti devi correre a quattro zampe”
“Sì, Dafne”
“E poi” intervenne Mel “si può sapere perché hai preso il frisbee con le mani? I cani riportano gli oggetti prendendoli con la bocca!”
“Sì, Mel”
“Coraggio, riproviamo” disse Dafne, lanciando lontano il frisbee. Anna si mise a quattro zampe e lo andò a riprendere. Ritornò quindi dalle due ragazze, comodamente distese a prendere il sole.
“Annuccia, sei un po’ troppo lenta” disse Dafne “Così non ci fai divertire”
“Sì, Dafne”
“Forse se ti cavalcassi come prima correresti più in fretta” disse Mel.
“Ma và…non vedi che è già sfinita?” disse Dafne.
“Sì, è vero. E poi ora non ho voglia di correre con lei sotto. Magari al ritorno”
“Certo. Dopo la cavalchiamo tutte e due” disse Dafne “Anzi, lo facciamo insieme, così se davvero le piace avere una di noi sulle spalle si divertirà ancora di più”
Sollevò il frisbee e lo lanciò di nuovo verso il mare.
Intanto, non vista dalla serva e dalle due padroncine, una ragazza, dal fondo della spiaggia, iniziò a guardare insistentemente lo strano gioco che Dafne e Anna stavano conducendo. Se ne stava comoda su una sedia a sdraio poco lontano dal trio. Quando il frisbee andò a planare vicino alla sua posizione si alzò e si mosse senza fretta verso il disco di plastica. Vi arrivò per prima, vi appoggiò sopra il piede ed attese la ragazza.
La serva si trovò davanti all’estranea inattesa. La nuova venuta raccolse il frisbee e lo mostrò alla serva.
“E’ tuo, per caso?” chiese.
“Ecco…sì, è mio” disse Anna, ancora in ginocchio.
“Poco fa ti ho vista”
“Davvero?”
“Già. Avete uno strano modo di giocare a frisbee. Specialmente le tue amiche. Perché sono tue amiche, vero?” domandò la ragazza.
“Ehm…” Anna era titubante. Non sapeva bene se raccontare che le due Dee con cui era venuta in spiaggia erano le sue padrone o meno “Beh, sì. Loro sono…”
Una voce da dietro la interruppe prima che potesse continuare.
“Noi siamo” disse Dafne tranquillamente “le sue proprietarie”
“Proprietarie?” chiese la ragazza “In che senso?”
“Nel senso che noi comandiamo e lei obbedisce” spiegò Mel.
Dafne si affiancò ad Anna da destra e Mel da sinistra. La serva si trovava ancora in ginocchio e la nuova venuta iniziava ad essere un po’ imbarazzata a parlare con qualcuno che se ne stava accucciata ai suoi piedi come un animale. Ma quando le due Dee iniziarono il loro gioco di dominazione ai danni di Anna, l’imbarazzo si trasformò in incredulità.
Dafne pose un piede sopra il collo della sottomessa e le schiacciò la faccia sulla sabbia. Lo stesso fece Mel, che andò a posare il suo piede sulla testa della giovane.
“Vedi?” disse Dafne “Lei è una schiavetta”
L’altra spalancò gli occhi.
“Ti sorprende?” domandò Mel.
“Beh, non è una cosa che si vede tutti i giorni” rispose la nuova ragazza.
“Come ti chiami?” chiese Dafne.
“Luana”
“Bene, Luana. Ho visto che ci stavi osservando, prima, quando giocavamo a frisbee”
“Sì, non posso negarlo” ammise Luana.
“Eri curiosa di sapere per quale motivo questa tizia sotto ai nostri piedi corresse a quattro zampe lungo la spiaggia, giusto? Ecco, ora lo sai. Anna si diverte ad essere la nostra serva e noi gliene diamo ampia possibilità” raccontò Dafne.
“Lo vedo!”
“A te piacerebbe avere una schiava ai tuoi piedi?” chiese Mel.
“L’idea mi stuzzica, in effetti” rispose Luana, visibilmente interessata “Ma…non saprei. Lei sarà d’accordo ad essere anche la mia schiavetta?”
Dafne sorrise.
“Ma certo! Luana, la nostra Annuccia più suole polverose può adorare e più è contenta. Ho già fatto la prova. Il suo ideale sarebbe quello di lavorare in un negozio di calzature femminili e di leccare i piedi di tutte le acquirenti”
“Se le cose stanno così, perché no?” sorrise Luana con un’alzata di spalle.
“Hai sentito, Annuccia? La nostra amica Luana è divenuta la tua nuova padrona. Ora ufficializziamo l’adesione al club come sai” disse Dafne.
Sollevò il piede dalla testa di Anna ponendoglielo di fianco al viso. Lo stesso fece Mel. Ora Anna aveva la testa stretta fra le gambe delle sue due proprietarie e guardava i piedi di Luana a pochi centimetri dal suo viso. Le tre ragazze erano disposte agli angoli di un triangolo. La serva si sporse in avanti per quanto poteva e andò a baciare i piedi di Luana. C’era un po’ di sabbia sulla pelle e la ragazza dovette ingoiarne i granelli.
Luana le porse prima un piede e poi l’altro. Attese che la sottomessa la omaggiasse come doveva e solo dopo annuì soddisfatta “E’ davvero una brava servetta”
“Vero?” disse Mel “E sapessi come lecca bene le scarpe!”
“Le fate anche leccare le scarpe?” chiese Luana.
“Sì” rispose Mel “Tanto meglio se polverose. A volte, se è stata negligente o si è meritata una punizione, le facciamo leccare anche le suole”
“Sul serio?” chiese Luana.
“Sì. E dove abbiamo camminato non ha importanza. Se c’è del fango lei lecca anche quello. Non è vero, Annuccia?” chiese Dafne, tamburellando la pianta del piede sopra la testa della ragazza.
“Sì, Dafne”
“Brava la nostra schiavetta. Su, ora prendi la sdraio e l’ombrellone della nostra amica Luana e portali vicino ai nostri”
“Sì”
La serva obbedì il più velocemente possibile. Sfilò l’ombrellone di Luana dalla sabbia e lo portò a fianco di quello di Dafne e Mel. Quando le tre padrone furono l’una di fianco all’altra Dafne indicò alla serva un punto sulla sabbia vicino ai loro piedi. Anna si inginocchiò lì e attese altri ordini.
“Leccaci i piedi” ordinò Mel.
Anna iniziò da quelli della bionda padroncina, ma non appena fece per avvicinarsi quella le allontanò la faccia con un calcetto sulla guancia.
“E’ così che si fa?” la rimproverò Mel “Prima le ospiti, no? Dove sono finite le buone maniere?”
“Sì, Mel. Hai ragione” disse Anna, mortificata.
Si spostò rapidamente verso Luana ed iniziò a leccare le sue eleganti estremità. Lo fece con impegno e devozione come le sue padrone desideravano e asportò ogni minima traccia di sabbia dalla liscia pelle della sua nuova proprietaria, anche quella rimasta fra le dita. Al termine dell’operazione passò ai piedi di Mel ed infine, ma non meno importanti, a quelli della sua prima dominatrice.
“Ora che i nostri piedini sono puliti, amiche mie, propongo di fare un regalo anche alla nostra servetta Anna, che ci ha obbedito fedelmente fino a questo momento” disse Dafne.
Luana la guardò con aria interrogativa “Un regalo? Quale?”
“Annuccia, da brava, sdraiati al sole” disse Dafne.
Anna obbedì.
“Adesso noi appoggeremo i nostri piedi sul corpo della serva e lasceremo trascorrere qualche ora in piacevole relax. Come vedete la nostra devota fanciulla non ha messo la crema solare. Domani il segno dei nostri bei piedini comparirà sulla sua pelle come il marchio che la accompagnerà nelle prossime settimane”
Mel e Luana si misero a ridere.
“Sì, che bell’idea. Anna! Anna! Sdraiati al Sole!”
La serva non poté far altro che obbedire. Dafne pose i suoi piedi sulla faccia, le dita in corrispondenza della fronte ed i talloni sulle guance. Mel coprì il torace, Luana la pancia.
“Resta ferma, Annuccia” disse Dafne “Da domani nessuno potrà fare a meno di sapere a chi appartieni…”
E trascorsero così una piacevole giornata in spiaggia…
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Le avventure di dafne – atto 3°
Di Tom [email protected]
Anna si era offerta di portare Mel in giro per le città d’arte della Toscana. Avevano visitato Firenze, Siena e Pisa. Ora si trovavano a Lucca, luogo natale della devota guida e unica città del giro turistico ad aver preservate le proprie cinte murarie così com’erano un tempo. La visita era stata molto gradevole, avevano visitato le piazze, i campanili, ed i numerosi giardini fioriti.
Si erano poi fermate a mangiare un boccone su una striscia di prato, proprio sulla cima delle mura. Da là si poteva osservare il centro della città da un lato e la caotica circonvallazione dall’altro. Mel aveva appoggiata la propria roba su un muretto di pietra, mentre Anna aveva lasciato il suo tramezzino al tonno e maionese ancora avvolto nella carta sul prato alla base di esso. Prima di mangiare, Anna aveva detto “Qua la luce è fantastica, Mel. Perché non facciamo due foto?”
Mel l’aveva accontentata. Indossava dei pantaloncini corti ed una maglietta nera. Ai piedi calzava delle infradito nere e gialle.
“Sì, va bene. Mi metto sul muretto”
Si sedette sulla pietra e si alzò in piedi.
Anna scattò alcune foto a figura intera ed un certo numero di primissimi piani delle graziose estremità di Mel.
“Un’altra così…”
“Fammene qualcuna a piedi nudi, Anna…”
“Sì, Mel…”
Andarono avanti così per un poco, poi Mel disse “Va bene, adesso basta. Mi è venuta fame”
“Posso scattarti alcune foto dei piedi mentre pranzi?”
“Uffa…sei proprio fissata, tu! E va bene, fai come vuoi”
Mel si sedette sul muretto, ma quando andò a posare i piedi sul prato, invece dell’erba la pianta del piede destro trovò inavvertitamente il tramezzino di Anna.
“Oh!” esclamò Mel “Ti ho schiacciato il pranzo”
Anna contemplò il proprio tramezzino ridotto allo spessore di una sottiletta.
“Non fa niente” disse un po’ avvilita “Piuttosto…la maionese ti ha sporcato tutto il piedino”
Mel sentiva in effetti una sgradevole sensazione di appiccicoso sulla pianta.
“Me la toglieresti, Anna?” chiese alla sua guida, sollevando il piede con un sorriso birichino e puntandogli l’estremità verso la faccia.
“Certo, Mel. Con piacere”
Anna s’inginocchiò di fronte alla sua deliziosa padroncina e le tenne sollevata la caviglia in modo che Mel non durasse fatica. Poi, con la lingua, iniziò a togliere la maionese che le sporcava la pelle. Mel sorrise di fronte all’umile devozione della ragazza e guidò la sua opera di pulizia con piccoli movimenti del piede ed indicazioni a voce.
“Lecca bene anche il tallone…”
“Lì, fra le dita…”
“Mi raccomando, tieni la lingua morbida. E’ più gradevole…deve essere una carezza”
Anna obbedì con solerzia. La sua abilità nel lucidare il piede di Mel fu tale che, una volta che ebbe terminato, la bionda padroncina pretese lo stesso servizio anche sull’altro piede. E mentre Anna eseguiva in silenzio, Mel prese il suo panino e pranzò tranquillamente.
“Ecco, con i piedi più freschi si sta proprio meglio. Hai finito di leccare anche il secondo? Bravam allora riprendi dal primo”
“Sì, Mel, con piacere”
“Continua finché non avrò finito di mangiare”
“Sì”
Ormai Mel non aveva fretta di terminare il suo panino. La cura che Anna metteva nel suo massaggio labiale la stava rilassando completamente. Quando però ebbe consumato il suo pasto giunse anche l’ora di riprendere il cammino.
“Oh, ma tu non hai mangiato, Anna!” esclamò Mel.
“Sì, ma non fa niente, davvero…”
“No, qualcosa devi mangiare anche tu. Altrimenti ti verrà fame più tardi e ti borbotterà lo stomaco…”
“Sì, ma qui non c’è più nulla da mangiare” disse Anna.
Mel guardò l’involto del tramezzino schiacciato sul prato.
“Proprio non ce la fai a mangiare quello?” chiese, sfiorando con l’unghia dell’alluce il tramezzino spappolato “Coraggio, fai uno sforzo…”
Anna si chinò a raccogliere il tramezzino con le mani. Lo trovò molliccio e cadente. Mel le mise un piede sulla spalla ed un altro sopra la testa, dopodiché premette con un certo vigore.
“Dai, manda giù!” esclamò “Manda giù!”
Anna si fece forza ed ingoiò qualche boccone del tramezzino. Certo, non aveva una bella forma, dopo essere stato schiacciato a quella maniera, ma il sapore non era malvagio. Mel aiutò Anna premendole la testa sotto il piede ed incitandola a parole.
“Fai alla svelta, Anna. Coraggio! Non è cattivo, no? In fondo è stato schiacciato dal mio piedino. Ti piace il mio piedino, giusto? E allora mangia il panino!”
Anna guardò il tramezzino con espressione perplessa. Quindi, incitata dal tono deciso di Mel e soprattutto dal piedino della sua Dea che le schiacciava la testa verso il basso, iniziò a mangiare a grandi bocconi. In effetti, proprio come aveva detto Mel, il tramezzino aveva perduto il suo bell’aspetto, ma ne aveva guadagnato in sapore. Anna mangiò tutto sotto lo sguardo divertito ed ironico di Mel.
“Adesso” disse la bionda padroncina “…non ti è venuta sete?”
“Beh…un po’ sì…”
“Benissimo. Allora prendi la bottiglietta della tua acqua e versamela sui piedi, poi potrai bere direttamente dalle mie dita”
“Ma…”
“Niente proteste, Anna!” esclamò Mel, dando alla ragazza un calcetto sulla testa come rimprovero “Mi hai tolta la maionese dal piede, ma sento ancora un fastidioso senso di appiccicoso sulla pianta. Adesso mi lavi i piedi, così poi ti bevi l’acqua del risciacquo e ti disseti pure!”
“Sì, Mel” disse Anna, obbediente.
Raccolse la sua acqua dello zaino e mentre Mel beveva dalla sua bottiglia, comoda e tranquilla sul muretto in mezzo al prato, Anna iniziò a lavare i piedi della sua Dea. E mentre lavava un piede, Mel le teneva l’altro premuto sulla testa.
Per una buona visita ad una città d’arte, occorre avere una guida adatta…e molto disponibile!
Al trotto
La caratteristica più interessante di Anna, secondo Dafne, era che, nonostante un fisico piuttosto gracile e longilineo, la sua resistenza era molto elevata. La Dea se ne accorse qualche giorno dopo il loro incontro al parco. Un pomeriggio usò la servetta come poggiapiedi mentre guardava la TV. Ad un certo punto, facendo zapping, la televisione si sintonizzò su di un programma della DeFilippi e Dafne, come da copione, si addormentò di botto (capita, quando non si riesce a cambiare canale in tempo). Dormì fino a sera e, quando si svegliò, Anna era ancora ferma, immobile ed impegnata a sostenerle le gambe nella sua scomoda posizione a quattro zampe.
In un’altra occasione Dafne si stava truccando in bagno e non avendo intenzione di restarsene in piedi tutto il tempo, ordinò ad Anna di inginocchiarsi sul pavimento diventando un comodo sedile. La ragazza obbedì senza problemi e nonostante che la padrona avesse impiegato molto tempo nel truccarsi, quando quest’ultima si rialzò fu come se Anna non avesse faticato per nulla.
Quel giorno Dafne volle scoprire fin dove poteva spingersi la resistenza della ragazza. Aveva testata la sua tolleranza all’umiliazione, ora era la volta della tolleranza fisica. La portò nel parco, lungo lo stesso sentiero dove si erano conosciute.
“Adesso vediamo di fare un po’ di moto, ti va?” chiese Dafne, sorridendo.
“Sì, certo. Ma allora perché sei venuta con gli stivali a tacco alto?” chiese Anna.
In effetti Dafne calzava stivali per nulla adatti a fare esercizio fisico.
“Con quelli non puoi correre bene!” disse la sottomessa.
“Lo so, Annuccia. Infatti sarai tu a correre per entrambe”
“Come?!”
“Hai mai sentito parlare dei fantini?” chiese Dafne “Anche loro usano gli stivali. Purtroppo io non ho stivali col tacco basso adatti per fare la cavallerizza, ma tutto sommato, visto che i miei piedi non dovranno neppure toccare terra, ciò che indosso non ha grande importanza.
Anna non capiva bene.
“Su, adesso chinati un po’ in avanti e fammi sedere sulla tua schiena” disse Dafne “Tu sarai la mia cavallina”
Le mise una mano sopra la testa e la premette fino a portarla all’altezza della propria pancia.
“Ecco, bene. Tieni la schiena quasi orizzontale”
Girò attorno ad Anna e usando una panchina per aiutarsi, si sedette sulla schiena della sottomessa. Anna vacillò, completamente sbilanciata dal peso aggiunto al proprio. Riprese il controllo e riuscì a sostenere Dafne. Le gambe della padrona cingevano i fianchi di Anna e la serva le reggeva le cosce con le mani.
“Peccato non avere una sella con le staffe e tutto il resto” disse Dafne “Dovrò cavalcarti “a pelo””.
Anna non rispose.
“Che c’è? Sei troppo sotto sforzo per dire qualcosa?”
“In effetti è molto faticoso, Dafne”
“Proprio non ce la fai?”
“N…no”
“Suvvia, lo stai facendo per me, Anna. Per la tua Dafne”
“Ce…cercherò di fare del mio meglio”
“Allora avanti! Cammina, anzi…trotta!!”
Anna mosse un primo passo e tanto bastò per farla quasi cadere. Dafne le prese i capelli usandoli come redini e le tirò indietro la testa.
“Vuoi forse che cada, stupida?”
“Ma…sei pesante”
“Non importa! Guai a te, se cado e mi faccio male!”
“S…sì, va bene”
“E ora muoviti, cavallina”
Di nuovo la serva cercò di muoversi con la padrona in groppa. Questa volta, complice anche la sfuriata di Dafne, prendere il ritmo fu meno difficoltoso di prima. Anna proseguì lungo il sentiero per un centinaio di metri, raggiunse la curva e voltò verso destra. Compì un ampio giro della fontana e tornò indietro attraverso lo stesso sentiero di prima.
Dafne la incitò per tutto il tempo con dei colpi di tacco nei fianchi o nelle gambe e stabilì la direzione da far prendere alla cavallina semplicemente tirandole la chioma verso destra o verso sinistra.
“Ah, sei proprio brava”
“G…grazie Dafne”
La padrona tirò fuori di tasca una zolletta di zucchero e la mise davanti al viso di Anna.
“Ti meriti uno zuccherino. Prendilo”
La cavallina prese in bocca la zolletta proprio come fosse un vero animale e la ingoiò. Dafne si fece anche leccare le dita della mano.
Di nuovo le fece cambiare direzione e riprendere la camminata verso la zona delle fontane. In quel punto, purtroppo, si erano fermati a riposare due anziani. Erano un uomo ed una donna, probabilmente marito e moglie.
Dafne non aveva voglia di farsi vedere. Tirò verso di sé i capelli di Anna dicendo “E’ arrivata gente. Credo sia il caso di interrompere qui il nostro giochino di oggi”
Anna si fermò all’istante sotto la dolorosa stretta della padrona e chinò le ginocchia per far sì che la bella amazzone scendesse il più comodamente possibile dal suo dorso.
“Sei stata brava. Proprio una resistenza ammirevole” si complimentò Dafne “Dovremo farlo più spesso”
“Sì, certo”
“E ora…trasformazione! Da cavallo a cane. Giù a quattro zampe e leccami gli stivali. Laggiù c’è quella coppietta ma qui non ci vede nessuno”
“Sì, Dafne”
“Ed in fondo sei stata fortunata” disse la padrona, mentre Anna, già inginocchiata, tirava a lucido i suoi stivali con la lingua “Avendo camminato solo tu le mie suole sono praticamente pulite. Non ti fermare, però. Lecca gli stivali della padrona”
“Sì, Dafne” disse Anna “E grazie”
Colazione a letto
Quella mattina Dafne si svegliò a causa di un gradevole solletico alla pianta dei piedi. Era estate e la ragazza dormiva con un solo, leggerissimo lenzuolo. Anna trascorreva qualche giorno a casa sua, dormendo, a seconda delle istruzioni impartitele da Dafne, sullo scendiletto di fianco al giaciglio della Dea o sul divano in salotto.
La notte precedente era stata la volta dello scendiletto: Anna si era svegliata alle 6:30, abbagliata dalle prime luci dell’alba. Dal bordo del letto aveva visto un bel piedino far capolino sopra la sua testa. Aveva avuto la tentazione di sollevarsi, baciarlo e leccarlo, ma aveva resistito, ben sapendo che la sua cara Dafne mal avrebbe sopportato di essere svegliata ad un’ora tanto mattiniera. Si erano fatte le 7:00 e poi le 7:30.
Anna non resisteva più: il desiderio di baciare quel piedino perfetto era andato troppo oltre la sua capacità di controllo. Puntellandosi sui gomiti la giovane avvicinò la faccia al piede di Dafne. Lo osservò per bene, le dita, il tallone ben modellato, il dorso dal profilo perfetto. Infine avvicinò un po’ di più le labbra ed andò a baciare quella meraviglia.
Dafne non sembrò svegliarsi ed Anna insistette. Passò da timidi bacetti appena accennati a baci a piene labbra sulla pianta, sul dorso e sotto le dita. Infine dischiuse le labbra ed iniziò a leccare i piedi di Dafne. Solo a quel punto la Dea si svegliò. Immaginando chi fosse a provocarle quel piacevole solletico lasciò che Anna continuasse per una decina di minuti quel trattamento. Nel frattempo muoveva le caviglie e le dita in modo da farsi leccare nei punti da lei voluti, traendo il massimo beneficio dalla umile opera di adorazione della sua ospite.
“Ora basta” disse Dafne ad un certo punto.
Anna, facendo finta di non sentire, proseguì imperterrita. Era sempre così, pensò Dafne con un senso di fastidio ed irritazione. Fin da quel giorno al parco quando le due si erano conosciute. Anna aveva sempre dimostrato una certa reticenza ad eseguire gli ordini di Dafne, quando si trattava di separarsi dalle estremità della Dea. Questa cosa non andava affatto bene, si disse la padrona di casa, provvedendo ad allontanare bruscamente la faccia dell’ospite con un veloce movimento del piede.
“Quando ti dico di smetterla, vuol dire subito!” esclamò Dafne.
“Mi…mi spiace, Dafne. E’ che tu hai dei piedi così belli che…”
“Sì, va bene. Dagli un altro bacino e poi vai a preparare la colazione. Oggi c’è una sorpresa per te”
“Sì, Dafne”
“E mi raccomando, prepara una colazione abbondante ma non mangiare nulla”
Anna annuì, si chinò sul letto e baciò nuovamente le piante dei piedi di Dafne. Uscì dalla camera e si recò in cucina. Preparò una colazione abbondante, proprio come aveva richiesto la padrona di casa. Cappuccino con tanta schiuma, fette biscottate con la marmellata e biscotti. Dispose il tutto su di un vassoio e ritornò nella camera di Dafne.
“Oh, alla buonora!”
“Sì, scusa se ho impiegato tanto tempo, Dafne”
“Domani per risparmiare minuti preziosi e non farmi annoiare, la colazione la preparerai prima e solo dopo verrai a svegliarmi come si deve. La sveglia va bene come me l’hai data stamattina, però vedi di insistere di più sulle dita e meno sulle piante. Mi fai il solletico e non è sempre gradevole”
“Come vuoi, Dafne”
Anna dispose il vassoio sulle coperte e Dafne iniziò tranquillamente a mangiare. Nel frattempo l’ospite si inginocchiò nuovamente ai piedi del letto e riprese il suo lavoro di lingua sulle belle estremità di Dafne.
“Ah, che sbadata!” disse quest’ultima “Quasi dimenticavo!”
Raccolse il barattolo della marmellata e vi infilò dentro un dito.
“Giustamente anche tu devi mangiare qualcosa, ti pare?”
E con il dito coperto di marmellata si chinò in avanti ed andò a spalmare il dolce nettare sul dorso del piede destro. Ripeté la medesima operazione sul dorso del piede sinistro, dove ebbe anche l’accortezza di impiastricciare persino lo spazio fra le dita.
“Bene, non vorrei che ti venissero i crampi allo stomaco dalla fame” disse Dafne “Inizia a leccare”
Anna quasi non credeva alle sue orecchie.
“Posso davvero?” chiese meravigliata.
Dafne rise.
“Certamente!” esclamò “Puoi continuare finché non avrò finito di fare colazione. E mi raccomando, quando avrò terminato le mie fette biscottate non voglio sentire quella fastidiosa sensazione di appiccicoso a causa della marmellata”
Fece una pausa sorseggiando il cappuccino.
“Perciò vedi di leccare come si deve”
“Certo, Dafne” disse la ragazza prostrata ai piedi del letto “E grazie”
E mentre Anna iniziava ad eseguire il suo agognato compito, Dafne, con tutta tranquillità, continuò a consumare la sua colazione…
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Le avventure di dafne – la vendetta
Di tom [email protected]
La doccia a cui Dafne si sottopose fu molto lunga e rinfrescante. Riuscì a toglierle la stanchezza accumulata durante la giornata e la rilassò completamente. In salotto, nel frattempo, Anna le stava pulendo le scarpe tenendo le sue calze in bocca.
Dafne si asciugò i capelli senza fretta, poi andò in camera e si cambiò gli abiti. Indossò una maglietta bianca ed un paio di pantaloncini corti. Per stare in casa calzò dei sandali molto aperti che mise senza calzini.
Dopo essersi rinfrescata e rivestita di tutto punto diede un’occhiata all’orologio. Erano le nove e mezza. Anna aveva tenuto i suoi calzini in bocca per più di mezz’ora.
“Beh, forse è il momento di andare a togliere le calze dal cesto della biancheria sporca” pensò.
Tornò in salotto e, come si era aspettata di trovare, vide Anna ancora intenta a lucidare le sue scarpe, ormai pulitissime, con i calzini sudati che le sporgevano dalle labbra.
Dafne le si avvicinò e le disse “Basta pulire le scarpe. Non me le vorrai mica consumare!”
Anna non rispose.
“Non hai nulla da dire?”
Ancora nessuna risposta.
“Oh, sbadata!” infilò due dita nella bocca di Anna e tolse i calzini “Ecco, così puoi parlare di nuovo”
“Grazie, Dafne” disse Anna, tirando un sospiro di sollievo e aspirando l’aria a grandi boccate
“Ringraziami come si deve”
Anna si chinò con la faccia sul pavimento e baciò i sandali ed i piedi di Dafne.
“Ti ha fatto schifo?”
“No, affatto”
“Lo vedi? Sono troppo buona. Volevo punirti ed invece ti ho fatto un regalo”
“Sì, Dafne”
“Vorrà dire che la punizione è rimandata. A domani, però. Oggi sono stanca”
Anna aveva portato la borsa ed i pacchi di Dafne tutto il giorno al posto della Dea, ed era quindi più affaticata di lei. Tuttavia non disse nulla. Anzi, sapere di faticare per il benessere della sua padrona le piaceva e la eccitava.
“Adesso” disse Dafne sedendosi sul divano “facciamo un giochino”
Sfilò un sandalo dal piede fino a tenerlo in equilibrio sulla sola punta, quindi con un veloce movimento della gamba lo lanciò in fondo alla stanza, accanto al mobile della TV.
“Vallo a riprendere!” esclamò “A quattro zampe e prendilo solo con la bocca”
Anna era già inginocchiata. Corse a prendere il sandalo così come Dafne aveva richiesto e lo riportò alla sua proprietaria.
“Brava. Sei una brava cagnolina”
“Sì, Dafne”
“Come come?” la padrona assestò un calcetto sulla testa di Anna “Da quando in qua i cani parlano?”
“No…ehm…scusa, Dafne”
“Lo stai facendo di nuovo”
Anna piegò la testa verso il pavimento.
“Bau! Bau!” disse.
Dafne scoppiò a ridere. In quella umile posizione canina, sapendo che aveva tenuto le sue calze sudate in bocca per oltre mezz’ora, Anna era veramente buffa.
La padrona riprese il sandalo con le dita del piede tenendolo per il laccetto che passa sopra alla caviglia. Di nuovo lo lanciò all’estremità opposta della stanza facendogli fare un volo a parabola nell’aria. Anna non attese neppure che le venisse ordinato di andare a prenderlo. Si voltò e rincorse il sandalo di Dafne.
“Riportalo!”
“Bau! Bau!”
“Brava la mia cagnolina!”
Anna riportò il sandalo e lo depose di fonte a Dafne. Una volta che la sua bocca fu libera andò a posare un bacio sul piede della padrona.
“Di nuovo! Corri!” esclamò Dafne.
Fece scivolare per la terza volta il sandalo nella stanza. Questa volta il lancio si fermò in un angolo del salotto.
“Bene, riportala”
“Bau! Bau!”
Seguirono un quarto ed un quinto lancio. Poi un sesto ed un settimo. Ogni volta che la ragazza riportava il sandalo a Dafne, questa le porgeva il piede da baciare e tornava a lanciare il sandalo.
“Vedo che ti diverte questo gioco! Bene” disse Dafne “Scodinzola, allora. Scodinzola per la tua padrona”
“Bau! Bau!”
“Ah ah…quanto sei buffa!”
Lasciò che Anna deponesse per l’ultima volta il sandalo davanti a lei, quindi mise il piede nudo sulla testa della ragazza e lo premette verso il pavimento.
“Hai annusato le mie scarpe, ora fai altrettanto col plantare del mio sandalo”
Anna inspirò l’odore che saliva dalla calzatura. Tuttavia, essendo una scarpa aperta e lucidata di fresco, l’odore era tenue e gradevole.
“Beh, rendiamo la cosa un poco più impegnativa” disse Dafne “Lecca”
Anna iniziò a leccare il plantare del sandalo.
“Lecca anche la suola, mi raccomando”
La serva si fermò. Leccare la suola? Dafne poteva aver camminato chissà dove e magari avrebbe ingoiato qualcosa che le avrebbe fatto male. Indifferente a ciò la padrona lo poggiò come al solito un piede sopra la testa e la pigiò vero il basso, costringendola ad obbedire.
“Avanti” disse Dafne “Ci cammino solo in casa, con quelli. E se hai pulito per terra come ti è stato detto di fare non vi dovrebbero essere problemi”
Anna, parzialmente rincuorata dalle parole di Dafne, iniziò a leccare la suola del sandalo.
Era quasi giunta la termine quando la Dea aggiunse “Ora che ci penso…qualche volta li ho indossati anche per andare fuori a cena…Ops! Chissà cos’hai leccato, povera cara!”
“Ma…” Anna si interruppe immediatamente.
“Suvvia, Annuccia” disse Dafne “Ormai è fatta. Vuoi lasciare un lavoro a metà? Leccami le suole dei sandali. Leccale fino a farle diventare pulite”
Anna diventa un tappetino
Ed il giorno della punizione finalmente arrivò. Erano trascorsi quattro giorni, dall’errore madornale commesso dalla schiava e Anna iniziava lentamente a dimenticare. Non Dafne, però, che affilava gli artigli ideando uno stratagemma dietro l’altro per correggere l’arroganza della ragazza.
Quel giorno, a casa della padrona, giunse una delle ragazze che Anna si era rifiutata di salutare come doveva. Era Mel. Lei e Dafne erano amiche la lungo tempo.
“Sai, Mel, devo ripresentarti quella ragazza che hai incontrato l’altro giorno”
“Quella del massaggio al parco?” chiese Mel.
“Sì, proprio lei. L’altro giorno mi ha fatta proprio arrabbiare”
“Che cos’ha combinato?”
“Sai, è per come si è comportata con voi. Vi ha salutata con una stretta di mano. Non mi ci fare ripensare. Adesso mi servirebbe un consiglio su come punirla”
“Punirla? Aspetta, prima fammela rivedere”
“Nessun problema” disse Dafne. Poi, rivolgendosi al corridoio urlò “Anna! Vieni immediatamente qui”
Anna si precipitò in soggiorno a quattro zampe e con una certa fretta. Non amava far attendere la sua Dea.
Mel la vide gattonare fino ai piedi dell’amica e non riuscì a trattenere una risatina.
“Che buffa! Che cosa fa?”
“Niente, è il modo con cui le concedo di camminare per casa. A quattro zampe come una brava cagnolina. E’ vero, Annuccia?” chiese Dafne andando ad accarezzare il viso della bestiolina col piede.
“Sì, Dafne” disse Anna, leccando immediatamente la delicata estremità della sua sublime proprietaria.
“Ah, brava. Ora saluta come si deve anche la mia amica Mel. E questa volta non sbagliare”
Anna si spostò delicatamente dal piede di Dafne ed andò a coprire di baci quelli di Mel, che rise della devota sottomissione della ragazza. Dafne mise un piede sulla nuca di Anna e spinse verso il basso.
“Ecco, così. Lecca. Lecca bene le scarpe di Mel. Anche dove c’è polvere, vedi? Proprio lì…” disse.
“Sicché questa è Anna. Come ti dicevo volevo impartirle una lezioncina per insegnarle che io sono una padrona buona e gentile, ma non ammetto le sottomissioni approssimative”
Mel pensò a quale poteva essere la punizione adatta per la serva mentre la giovane proseguiva nell’omaggiarla di baci sulle sue scarpe e sui suoi piedi.
“Ho trovato! Perché non ci divertiamo a calpestarla un po’? Lo hai mai fatto?” chiese Mel.
“Calpestarla?”
“Sì, usarla come un tappetino. Sarà divertente. E’ longilinea ma robusta”
“Ma sì, perché no?” disse Dafne dopo un momento d’esitazione.
Mel spinse via la faccia di Anna con un piede e le disse “Stenditi”
Anna obbedì prontamente distendendosi a pancia in giù.
Dafne la osservò un po’ e poi disse “No, voltati. Voglio che tu guardi mentre ti schiacciamo sotto i nostri piedi”
“Sì, Dafne. Come desideri”
“Lo facciamo con le scarpe?” chiese Mel.
“Come vuoi” disse Dafne “Tu cosa preferisci?”
“Io le toglierei” disse Mel.
“Anna, sii cortese. Aiuta la mia amica a togliesi le scarpette”
“Sì, Dafne”
Anna slacciò le stringhe delle scarpe di Mel, naturalmente aiutandosi solo con le labbra. Poi con le mani tolse le scarpe. Mel indossava calzini bianchi. Erano abbastanza sudati.
“Oh, che sbadata! Ho i calzini un po’ sporchi” disse Mel.
“Fa nulla” rispose Dafne “Anzi, è meglio così. Anna, togli i calzini di Mel”
La ragazza tolse le calze della bionda padroncina. Tentò di eseguire il compito solo con la bocca ma il sudore aveva appiccicato il tessuto alla pelle della ragazza ed alla fine Anna, per non far attendere eccessivamente le sue padrone, dovette aiutarsi con le mani. Alla fine Dafne raccolse le calze di Mel, ne fece un bolo e lo infilò nella bocca di Anna.
“Così se ne starà anche zitta” disse.
Mel non se l’aspettava. Dafne le aveva detto, in effetti, che la ragazza era pronta a tutto, pur di compiacerla, ma questo andava ben al di là delle sue previsioni. Anna era davvero una sottomessa di prima categoria.
Dafne salì con tutti e due i piedi sulla pancia di Anna. Quest’ultima sentì le piante dei piedi della padrona che schiacciavano lo stomaco ed il petto, facendole uscire l’aria dai polmoni. Cercò di respirare con più forza, ma ogni movimento d’inspirazione le costava molta fatica. La sua proprietaria se ne accorse. Rimase con un piede sul suo petto e sollevò l’altro fino a portarlo all’altezza del suo viso.
“Bacia e chiedi scusa”
La serva diede un bacino sul tallone di Dafne.
“Chiedo scusa per la mia intollerabile negligenza, Dafne”
“Bene” disse la Dea, scendendo dal corpo di Anna.
Fu la volta di Mel, che saltò letteralmente sul petto della sottomessa strappandole il fiato dalla gola.
“Bacia anche i miei piedi” ordinò fra le risa.
Anna obbedì anche alla sua seconda padroncina.
“Sì, Mel”
“Brava” si complimentò la bionda proprietaria.
Dafne si unì a lei e salirono in due nello stesso momento. La pestarono come un vero tappetino, non risparmiando commenti ironici sulle sue espressioni del viso e sui gemiti che emetteva quando un piedino birichino le si infilava in gola, impedendole di riprendere fiato.
Mel volle provare anche a salire con tutto il suo peso sulla faccia della schiava.
“Posso farlo, Dafne?” chiese.
“Certo, non devi mica chiedere il mio permesso. E’ in punizione, questa ingrata, e si merita quello che gli stiamo facendo. Dal principio alla fine. Dico bene, Annuccia?”
“Sì, Daf…Dafne”
Una leccapiedi sotto la pergola
Mel e Dafne uscirono in giardino, seguite dalla servetta che le rincorreva a quattro zampe. La devozione di Anna era arrivata ad un punto tale che assumeva la sua umile posizione canina anche senza un’esplicita istruzione da parte di Dafne.
“Tu cosa le fai fare, in genere?” chiese Mel.
“Mah, un po’ tutto…”
“In che senso?”
“Lei mi ha conosciuta grazie alle gallerie fotografiche di Dafnefetish, sai? E perciò è attratta dai miei piedi”
“E da nient’altro?”
“Ultimamente la uso anche come cavallina”
“Cavallina?”
“Sì, la cavalco come fosse un pony. Sai come si chiama questa cosa? L’ho trovata su Internet. Si chiama ponyplay”
“Ah, devo provarla”
“Te la consiglio caldamente. E’ molto divertente far correre al posto tuo una docile sottomessa con te che gli stai sopra”
“E come la cavalchi?”
“In tutte le salse. Così com’è ora, cioè a quattro zampe…oppure con lei in piedi che tiene il busto prono in avanti”
“E non cade?”
“Se cade le tolgo il piacere di leccarmi i calzini! Ci sta attenta”
In fondo al giardino c’era una panchina verde sormontata da una pergola. Mel e Dafne si sedettero lì. La padrona di casa indossava delle ciabattine infradito, mentre l’ospite calzava delle scarpe da ginnastica.
“Ancora non riesco a credere che tu abbia trovata una ragazza del genere. Hai detto che il merito va al nostro sito…chissà che non ne incontri una anche io, un giorno” disse Mel.
“Oh, ma lei non è mica di mia esclusiva proprietà” disse Dafne, togliendosi una ciabattina e infilando la punta del piede nella bocca della sottomessa “Lei appartiene a tutte le protagoniste del nostro sito”
“Sul serio?”
“Ma certo”
“Anch’io, allora”
“Vuoi verificare di persona?”
“Subito! Anna, schiavetta….ti ordino di togliermi le scarpe e di leccarmi i piedi”
Dafne tolse la sua graziosa estremità dalle labbra di Anna e le diede un colpetto col tallone sulla guancia.
“Hai sentito quel che ha detto Mel?”
“Sì, Dafne”
“In questo caso sbrigati a eseguire”
Anna si spostò più vicino a Mel e prese ad armeggiare con i lacci delle sue scarpe.
Dafne le mise un piede sul collo.
“Le stringhe vanno tolte con la bocca, sennò che devota sei?”
“Sì, certo Dafne” disse Anna.
Ma l’operazione si rivelò più difficile del previsto. Primo, perché i nodi erano piuttosto stretti e secondo perché Mel muoveva i piedi velocemente come a voler fare dispetto alla ragazza. Il suo riso era incontenibile.
“Dai, Anna! Ora levami i calzini!” esclamò la bionda padroncina quando le scarpe furono tolte.
Anna, ormai consapevole che vicino alla divine estremità delle sue padroncine doveva usare solo ed esclusivamente la bocca, afferrò il bordo delle calze di Mel con i denti e tirò verso il basso. Anche questa volta non riuscì facilmente nell’impresa. Il sudore aveva un po’ appiccicato le calze alla pelle dei piedi e Mel continuava a muoversi. Più di una volta la presa degli incisivi sul calzino della giovane padroncina fece cilecca e dovette ricominciare da capo.
“Hai fatto?” chiese dopo qualche secondo Dafne con aria annoiata “Sei troppo lenta”
“Sì, scusa Dafne”
La padrona pigiò più forte il piede che teneva sul collo di Anna, stimolando quest’ultima a fare quel che doveva.
Quando i piedi di Mel furono finalmente liberi, Anna depose le sue mani sull’erba e così come Dafne le aveva insegnato, invitò la bionda padroncina a poggiarci sopra i piedi.
Mel la osservò incuriosita.
“Perché devo calpestarle le mani? Cos’è? Un nuovo gioco?”
“No. E’ perché così le piante dei piedi non si sporcano o non prendono freddo, capisci?”
“Ah, utile! Questa servetta è dotata di ogni comfort!”
“Già…gliel’ho insegnato io”
“Beh, allora che aspetti, Anna?”disse Mel, posando le sue estremità dove Anna aveva posto le mani. Premette anche un po’ per verificare la tolleranza al dolore della sottoposta e fu lieta di constatare che la sottomessa non provò mai a sfilare le mani da sotto la sua pressione.
“Leccami i piedi!” ordinò Mel.
“Sì, Mel” disse Anna.
La sua lingua si mosse con la sapienza acquisita durante il graduale addestramento a cui Dafne l’aveva sottoposta. Passò e ripassò sul dorso e sul tallone, insistette fra le dita ed esplorò minuziosamente le varie piegoline della pianta.
Mel si dimostrò molto interessata al lavoro della serva e non esitò a chiederle il bis e a farla ricominciare da capo più e più volte.
Il tutto sotto lo sguardo attento di Dafne che non lesinò ordini e suggerimenti durante tutta la fase del leccaggio.
“Insisti sul tallone…ecco, ora fra le dita…succhia l’alluce…”
E Mel rideva tutto il tempo.
Quando Anna ebbe finito, la bionda padrona si fece rimettere le scarpe. Solo quelle, però e non le calze che erano sudate. Dafne le prese e le infilò in bocca ad Anna.
“Così si ricorderà di te” disse, e le due padroncine risero.
“Bene, questa era la parte finale della tua punizione, Annuccia” disse Dafne “Da domani si torna alla normalità. Ma bada di non commettere altri errori, da qui in avanti”
“Non lo farò, Dafne” assicurò Anna “E grazie per l’insegnamento di quest’oggi”.
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Le avventure di dafne
di Tom. Questo racconto fa parte di una serie che scrissi qualche tempo fa per un sito di dominazione. Le ripubblico a gruppi e con qualche modifica.
Come sempre, se volete inviare commenti, critiche oppure suggerire un episodio delle serie, scrivete a [email protected]
Dafne percorse tutto il perimetro del parco fino alla panchina. Una volta terminato il secondo giro del sentiero si sedette a riprendere un po’ di energie. I muscoli dei polpacci le dolevano un poco ma tutto sommato si sentiva ancora molto in forma, sebbene il tempo a disposizione per praticare il footing non fosse poi molto. Lungo il cammino aveva incontrato uomini e donne più o meno giovani che portavano a passeggio i cani, ciclisti improvvisati e qualche altro corridore. Gran parte di quelle facce le erano completamente nuove, come sconosciuta era l’identità della ragazza che le si avvicinò mentre si trovava ancora sulla panchina.
Era una giovane di circa ventisei, massimo ventotto anni; aveva i capelli castani ed un viso non particolarmente appariscente. Come Dafne, indossava una tuta e scarpe da ginnastica. Le si fermò accanto e si inginocchiò di fronte alla panchina.
“Sei stanca?” chiese.
Dafne la guardò perplessa. Che cosa poteva volere da lei, quella misteriosa ragazza in abito sportivo?
E per quale motivo le si era inginocchiata davanti?
“Sì” rispose infine Dafne “Sto togliendo un po’ di ruggine”
“Lo vedo. Posso chiederti un favore?”
“Dipende”
“Da cosa?”
“Dal motivo per il quale te ne stai lì, inchinata davanti a me”
“Ecco…è per questo che…posso massaggiarti i piedi?”
“Massaggiarmi i…?”
“Sì. Ti ho riconosciuta, sai? Sei la protagonista di quel sito internet con tutte quelle belle ragazze che mostrano i loro piedi. Sbaglio?”
“No, non sbagli”
“Io non ho piedi bellissimi come i tuoi. Poche ragazze li hanno. Però ho un debole per l’adorazione dei piedi femminili e delle scarpe. Per questo mi piace ammirare le foto che ti ritraggono”
“Grazie” disse Dafne, con un sorriso visibilmente imbarazzato.
“Allora…posso massaggiarti i piedi?”
“Beh, non saprei. Ho corso fino a questo momento. Sono sudati”
“Non importa” rispose la ragazza, sollevando le spalle “Te le chiedo proprio perché saranno stanchi dopo la corsa. Sono lieta di dar loro un po’ di sollievo”
Dafne era sempre più incuriosita dalla strana situazione che si stava venendo a creare. Fortunatamente non vi era molta gente, lì d’intorno. Anzi, nel segmento di percorso attorno alla panchina non vi era proprio nessuno. Così, in parte divertita dalla proposta della giovane, in parte desiderosa di vedere cosa avrebbe fatto la nuova conoscente, Dafne porse alla ragazza il piede destro ancora calzato nella scarpa da ginnastica.
La giovane prese la caviglia di Dafne fra le mani. Le sue dita quasi tremavano dall’emozione di poter toccare quelle splendide estremità. Avvicinò il viso al dorso del piede e sciolse il nodo dei lacci con i denti. Rimosse quindi la scarpa, appoggiò il piede in grembo e compì la stessa operazione con l’altra calzatura. Ora Dafne appoggiava i suoi piedi direttamente sulle mani della ragazza, impegnata a massaggiare le sue estremità con cura e dedizione. Solleticò il tallone con elegante movimento dei pollici e carezzò il dorso con le altre dita. Dafne rimase a bearsi di quel piacevole trattamento per una ventina di minuti, indicando di tanto in tanto il punto in cui applicare una pressione maggiore o minore con brevi spostamenti dei piedi. I calzini erano in effetti assai sudati ma non emanavano un cattivo odore. La ragazza, servilmente inginocchiata di fronte a Dafne, sembrò inoltre apprezzare il fatto di essere impiegata niente più che come una schiavetta ai piedi della sua padrona.
“Non ti dà fastidio l’odore?” chiese Dafne.
“No, assolutamente. Sai, dalle foto che sono pubblicate sul sito si vede che hai dei piedi molto graziosi, ma vederli dal vivo è ancora meglio”
Dafne rise divertita dell’audace confessione della ragazza. Aveva ancora indosso i calzettoni di spugna ed il tessuto era umido a causa della recente attività fisica svolta.
“Bene, se vuoi puoi guardarmeli senza calze” disse Dafne “Ti andrebbe?”
La ragazza del mistero quasi non credeva alle sue orecchie. Il suo idolo virtuale era lì, di fronte a lei e le stava concedendo il privilegio di massaggiarle i piedi senza calzettoni.
Purtroppo, mentre la giovane si accingeva a sfilare la prima calza, in lontananza dietro l’angolo del sentiero, Dafne intravide arrivare qualcuno. Non era un corridore, per fortuna, ma solo un uomo anziano che portava a passeggio il cane. Dafne aveva tutto il tempo per non farsi “beccare” in atteggiamenti bizzarri con la sua nuova adoratrice. Purtroppo, però, il massaggio doveva essere rimandato ad un’altra occasione. Così, a malincuore, Dafne piegò la gamba che adesso la ragazza stava massaggiando per sottrarre il piede alle sue cure. Inaspettatamente la giovane, invece di assecondare il movimento della sua padrona, si sporse in avanti per proseguire il suo umile compito. Dafne non voleva essere vista da altri; mentre la ragazza era impegnata col piede destro sollevò l’altra gamba e appoggiò la pianta del piede sulla sua bocca spingendola indietro.
“Basta!” disse con fermezza “Non vedi che sta arrivando gente?”
La ragazza cadde col sedere a terra.
“Sì, scusa Dafne”
“Se ti piace così tanto massaggiarmi i piedi” disse lei, ancora con il piede sinistro premuto sulla faccia della ragazza “…vi sarà presto un’altra occasione per incontrarci”
Tolse il piede dalla bocca della giovane ed indicò le scarpe con l’indice.
“Rimettimele”
La sconosciuta, ancora frastornata dall’emozione di essere stata spinta via dal piede del suo idolo, impiegò qualche secondo prima di obbedire.
Quando ebbe calzato entrambe le scarpe di Dafne, facendo attenzione nel rifare coscienziosamente i nodi delle stringhe, non poté fare a meno di chiedere “Quando possiamo rivederci?”
“Sentiamo…sei libera domani?”
“S…sì”
“Vado in città a comperare un nuovo paio di sandali da estate. Mi vuoi aiutare a scegliere? Sai, prima di decidere dovrò valutarne parecchi!” sorrise Dafne.
La ragazza misteriosa sentì il cuore batterle forte nel petto.
“Verrò”
“Bene, allora ci vediamo domani in Piazza XXXX. Sii puntuale, mi raccomando”
“Certo!”
“E prima di andare dimmi una cosa, come ti chiami?”
“Mi chiamo Anna”
Dafne si alzò dalla panchina, salutò la nuova amica e, correndo a passo sostenuto, si allontanò lungo il sentiero.
Al negozio…
Dafne incontrò Anna dove le due ragazze si erano ripromesse di trovarsi. Faceva molto caldo e le strade della città erano perlopiù deserte. Dafne vestiva una gonna sopra il ginocchio, calze a rete ed una maglietta a mezze maniche. Ai piedi calzava un paio di sandali dorati aperti in punta e dal tacco alto.
Anna la vide venire verso di lei e non riuscì a distogliere lo sguardo da quei fantastici piedi. Quanto aveva fantasticato, durante la notte precedente, sulle magnifiche estremità della sua Dea!
“Ciao, Anna” disse Dafne “Vogliamo andare?”
“Sì, Dafne”
S’incamminarono verso il negozio e lungo la strada parlarono del più e del meno come due normali amiche: dove vivevano, se avevano il ragazzo, dove lavoravano, se suonavano qualche strumento musicale e così via. Dafne notò che in più di un’occasione lo sguardo di Anna cadeva ai suoi piedi, ma non disse nulla.
Giunte però di fronte al negozio, Dafne volle verificare fin dove poteva arrivare la devozione della ragazza. Il giorno precedente aveva notato che non si era offesa quando l’aveva respinta appoggiandole un piede (sudato, oltretutto) in faccia. Anzi, le era sembrato che questo gesto fosse molto piaciuto alla ragazza. Adesso avrebbe sperimentato la portata della fedeltà di Anna.
“Aprimi la porta” disse Dafne con tono perentorio. Anna le aprì la porta come farebbe un perfetto maggiordomo. Dafne entrò e si sedette sulla poltrona più comoda fra quelle riservate ai clienti. Di fronte al sedile su cui era seduta la Dea ve ne era un altro e, di fianco, un altro ancora. Anna fece per sedersi sul secondo e Dafne la fermò con un cenno della mano.
“No, non lì” disse “Sei venuta per aiutarmi nella scelta delle scarpe, no? Allora mettiti qui, in ginocchio vicina ai miei piedi. Così potrai aiutarmi a calzare le scarpe”
“S…sì,” esclamò la ragazza, quasi gettandosi ai piedi di Dafne.
Si avvicinò la commessa, una giovane di appena ventisei anni di nome Silvia.
“Sì? Desiderate?” chiese.
“Cercavo un paio di sandali estivi…con il tacco alto” disse Dafne.
“Bene” disse la commessa “E lei?” domandò osservando Anna inginocchiata sul pavimento.
“Oh, lei è venuta solo per aiutare me nella scelta” spiegò Dafne.
“Davvero?” Silvia era alquanto perplessa. Tuttavia una cliente resta comunque una cliente, per quanto fuori dalla norma va servita come merita. Andò al mobile su cui erano riposte le scatole delle scarpe e dei sandali ed iniziò a cercare le calzature desiderate da Dafne. Tornò dalle due con in braccio quattro scatole.
“Prova queste, intanto…” disse “Sono tutti modelli che vanno di moda quest’estate”
Si chinò e con in mano il primo paio di sandali si avvicinò ai piedi di Dafne. Ma quest’ultima la fermò con un cenno della mano.
“Non ve ne è bisogno. Ci pensa lei” disse.
Anna raccolse i sandali dalle mani di Silvia, sollevò il piede destro di Dafne e calzò la scarpetta. Compì la stessa operazione con l’altro sandalo.
“Puoi aspettare alla cassa, Silvia” disse Dafne “Qua ci pensa lei”
Sorrise alla commessa e si alzò dal sedile.
“Posso camminarci un po’, vero?”
“Certamente” rispose Silvia, rimettendosi in piedi e camminando verso il bancone. Due clienti come quelle non le erano mai capitate. E ciò che successe dopo la lasciò ancora più allibita. Dafne schioccò le dita e indicò la punta del sandalo destro.
“Anna, guarda cos’ho fra sandalo e piede…proprio lì, in punta…mi sembra che vi sia qualcosa. Sento fastidio”
La ragazza, da inginocchiata che era, si chinò ancora di più fino a portare il volto a livello del pavimento. Con gli occhi a pochi centimetri dai piedi di Dafne cercò l’intruso che stava infastidendo la sua Dea.
“Ma…non vedo nulla”
Dafne avvicinò maggiormente il piede al viso di Anna fino a sfiorarne il naso con la suola del sandalo.
“Ora lo vedi?”
“No, non…oh! Eccolo! C’è un pezzettino di carta!”
“Beh, che aspetti? Rimuovilo immediatamente”
Anna allungò le mani per eseguire l’ordine, ma Dafne la fermò.
“Con la bocca”
“Sì, Dafne. Scusa” disse Anna.
Avanzò con il volto e piano piano riuscì ad afferrare il brandello di carta fra le labbra. Lo sfilò sotto gli occhi stupefatti di Silvia, che da dietro il bancone aveva osservato ogni mossa della strana coppia.
“Toglimi i sandali, adesso” ordinò Dafne, rimettendosi a sedere comoda sulla poltrona “Questi sandali sono abbastanza gradevoli ma forse riusciamo a trovare qualcosa di meglio”
Anna obbedì prontamente e passò alla seconda scatola, poi alla terza ed infine alla quarta. Per ogni paio di sandali Dafne compì un breve giro della stanza. Naturalmente Anna la seguiva passo dopo passo procedendo a quattro zampe come un cane. Era necessario affinché, se qualcosa avesse arrecato ancora fastidio alla Dea, Anna sarebbe stata subito lì per aiutarla.
Al momento di scegliere quale paio di sandali comperare, Dafne consegnò a Silvia l’ultima scatola
“Prendo questi, me li puoi incartare?”
“Sì, certo. Vado un attimo sul retro”
Dafne ed Anna rimasero sole.
“Beh, rimettimi le scarpe, tu” disse Dafne “Anzi, no! Dopo aver provato tante paia di scarpe nuove ho i piedi un po’ indolenziti. Mi servirebbe qualcosa per rilassarli”
“Un massaggio?” chiese Anna.
Dafne annuì e con lucida premeditazione, calcolando l’altezza della faccia di Anna che si trovava ancora in ginocchio, sollevò una gamba e portò la pianta del piede sulla faccia della ragazza.
“Lecca” disse “Era questo quello che volevi fare fin da ieri, no?”
“Ecco…io…”
“Lecca finché la commessa non sarà tornata”
Anna deglutì, spalancò gli occhi e prese la caviglia della Dea fra le mani. Silvia non avrebbe impiegato molto tempo prima di fare rientro nella stanza. Avrebbe dovuto far presto, altrimenti sarebbe stata interrotta come il giorno precedente. Quindi iniziò con veloci lappate lungo tutta la pianta, partendo dal tallone e poi su, fino alle dita.
Dafne rise e poggiò l’altro piede sulla spalla della giovane.
“Vai pure più piano” disse “”Perché io non ho certo voglia di portare quel pacco fino a casa”
“No?”
“No, cara Anna…lo farai tu per me. E visto che a casa sarò sola…considerati mia ospite ed indovina come trascorreremo il tempo”
Anna spalancò le labbra con un’espressione estasiata e Dafne ne approfittò per infilarvi dentro la punta del piede.
L’espressione di Silvia era troppo buffa. Dafne rise.
Sì, sarebbe stata proprio una giornata rilassante.
Annusa!
Erano appena passate le otto di sera quando Dafne tornò a casa. Era stata una giornata molto pesante ed il caldo estivo di certo non aiutava.
Dafne entrò in salotto e si sedette sul divano. Anna la seguì a prudente distanza portando i pacchi e la borsa della Dea. Non appena le due ragazze ebbero varcata la soglia dell’ingresso Anna, da eretta che era, si chinò a quattro zampe procedendo nella umile posizione canina nella quale la padrona le consentiva di camminare.
“Oggi non mi sei piaciuta per niente, sai?” disse Dafne.
Anna non rispose e guardò fissi i piedi di Dafne. Sapeva di meritare quel rimprovero. Nel pomeriggio Anna aveva conosciute alcune amiche di Dafne, ma al momento delle presentazioni, invece di salutarle degnamente come sarebbe stato suo dovere, si era limitata ad una banale stretta di mano. Dafne, ovviamente, aveva subito redarguito la ragazza come meritava, ordinandole di inginocchiarsi di fronte alle sue amiche e di baciare i loro piedi. Ma trovandosi in un luogo pubblico, Dafne non si era potuta sbilanciare più di tanto.
Ora, però, si trovavano in intimità. Da sole.
“Trattandosi delle mie amiche, dovresti mostrare un po’ più di cortesia, non credi?”
“Sì, Dafne” rispose Anna “La prossima volta non succederà”
“Lo credo bene. Tuttavia anche solo per questa volta non posso fartela passare liscia. Capisci, no? Ogni mancanza deve essere corretta come merita”
“Sì, certo”
“Allora vediamo…trattandosi della prima volta la punizione sarà qualcosa di umiliante ma non doloroso…beh, non doloroso sempre che tu abbia uno stomaco forte…”
Anna annuì e si chinò ai piedi del divano, proprio di fronte alla Dea.
Dafne si distese con la schiena sullo schienale del divano ed accavallò le gambe portando la punta della scarpa da ginnastica sotto al naso di Anna. Quest’ultima, rispondendo alla propria natura di sottomessa, si avvicinò fino a baciare la calzatura di Dafne.
“Sì, brava. Ma non credere che sia finita qui. Sarebbe troppo poco cavarsela con un bacio sulle scarpe” disse Dafne “Ora toglimele, e vedi di essere molto delicata”
Anna sciolse i nodi delle scarpe con la bocca e fece scivolare sul pavimento le calzature della padrona aiutandosi con una mano. I piedi di Dafne erano molto sudati a causa del gran caldo e della lunga camminata. Anche le calze che indossava erano sudate. L’odore che investì le narici di Anna perciò fu assai forte.
“Lo sai? E’ una vera fortuna che tu abbia imparato ad apprezzare la puzza dei piedi. Dei miei piedi, perlomeno. In caso contrario dovrei togliermeli da sola, i calzini”
No, Dafne. Io adoro l’odore dei tuoi piedi. Tolgo subito le calze sudate e …”
“Ferma. Questo lo farai più tardi” disse Dafne “Per il momento prendi le mie scarpe ed infilaci dentro il naso”
Anna raccolse la scarpa destra e la portò alla faccia. Sotto lo sguardo della padrona appoggiò il naso al collo della calzatura ed inspirò. L’odore era molto forte e la soletta era un po’ umida. Per un momento l’istinto di autoconservazione costrinse Anna ad allontanarsi.
“Ah, è così?” esclamò Dafne “Ora vedrai”
Strappò la scarpa dalle mani di Anna e la pose sul pavimento, poi mise una mano sulla testa della sottomessa e la spinse fin quasi a farle toccare il pavimento con la fronte. La faccia di Anna era di nuovo ben infilata in una delle scarpe di Dafne. La padrona tolse la mano e appoggiò un piede sulla nuca della serva.
“Respira forte…su” incitò.
Anna provò un lieve senso di stordimento ed un po’ di nausea. Ciò nonostante l’eccitazione per quello che la padrona le stava facendo subire le impedì di ribellarsi.
“Ti piace?”
Nessuna risposta.
Dafne schiaffeggiò la testa di Anna col piede e premette più energicamente, schiacciando la faccia dell’ospite sulla sua scarpa.
“Ti ho fatto una domanda” disse.
“Sì, Dafne”
“Bene, sono contenta che tu non menta quando dici di amare l’odore dei miei piedi” disse Dafne “Non voglio certo privarti del piacere di gustartelo tutto”
Premette più forte, sollevò l’altra gamba e appoggiò anche il secondo piede sulla testa di Anna.
“Adesso si cambia scarpa”
Tolse i piedi dal capo di Anna e con un calcio allontanò la calzatura che la sua servizievole amica aveva sniffato fino a quel momento. Poi fece scorrere l’altra scarpa sotto al volto di Anna. Questa volta non vi fu neppure bisogno di costringerla per mezzo dei piedi. La sottomessa si gettò sulla scarpa e vi infilò dentro il naso e la bocca. Dafne restò in silenzio ad ascoltare i cicli di inspirazione ed espirazione della servetta, che erano lenti e profondi come quelli di un praticante di yoga.
“Sei proprio brava, Anna”
“Grazie”
Visto che non c’era più bisogno di obbligarla, Dafne usò Anna come poggiapiedi distendendo le sue gambe sulla schiena della giovane, sempre prostrata sul pavimento.
Accese la televisione e guardò senza troppo interesse i programmi delle varie reti. Dopo un po’ di zapping, spense e disse “Va bene, meglio che vada a farmi una doccia. Come vedi sono stata fin troppo clemente, con te. La mia, più che una punizione, è stato un premio”
Anna, ancora col viso infilato nella scarpa di Dafne, non poté rispondere.
La padrona sollevò le gambe dalla sua schiava e le diede un calcetto in testa.
“Dico bene?”
“Sì, Dafne”
“OK, ti farò un altro regalo. Accidenti, sono troppo buona. Alza la testa e smetti di fare le inalazioni nelle mie scarpe sudate!”
Anna alzò la testa.
“Ora il tuo secondo premio della giornata, anche se non te lo meriti. Toglimi i calzini…con la bocca naturalmente”
La ragazza faticò un po’ ad eseguire l’ordine di Dafne, ma alla fine vi riuscì. A causa del sudore il tessuto delle calze era aderito alla pelle della Dea.
“Ecco, perfetto” disse Dafne finalmente a piedi nudi “Mentre io faccio la doccia tu pulirai le mie scarpe come si deve. Tanto lo so che ti piacciono. E questo per rendere il lavoro più piacevole…apri la bocca”
Anna ubbidì senza pensare. Dafne raccolse i calzini che la ragazza aveva lasciato sul pavimento e glieli infilò allegramente in bocca.
“Così se hai il mal di gola te lo faccio passare…ah ah…”
Si alzò dal divano e si recò in bagno a fare la doccia.
“Ciao, Annuccia. A più tardi!”
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16 years ago
tom,
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...idee...
…eccola che arriva, scende dalla macchina e i miei occhi cadono sulle gambe e poi su tutto il corpo; due belle gambe con un braccialetto che fa compagnia ad una caviglia, salgo su per ammirare un sedere da sballo, bei fianchi e poi mi blocco di fronte a due tette spettacolari…..
Dopo i ‘saluti di rito’ andiamo a far due chiacchiere di fronte ad un bel caffè. Decidiamo di tornare alla macchina, e lì che mi chiede ‘cosa vogliamo fare’ , nel mentre i nostri corpi vengono a contatto e ci sfioriamo con le labbra; la tensione sale … decidiamo di andare in un posto tranquillo .
Una volta insieme ho la possibilità di ammirare il suo corpo …mi fa sesso…e lei con i suoi modi , mi manda al manicomio.
Ci spogliamo e rimango senza fiato di fronte allo spettacolo del suo culo e delle sue tette che prendo subito a baciare; ci stendiamo , le nostre bocche sono tuttuno , le mie mani sono dappertutto.
Scendo sul collo, proseguo sul seno e gioco con i suoi capezzoli già duri, mentre la mia mano accarezza la sua figa, poco dopo segue la mia bocca ………. Al contatto della mia lingua col suo clito noto con piacere che la cosa è gradita…molto… allora mi dedico anima e corpo a una di quelle cose che più mi piace; leccare la figa. E’ una delle cosa che più da soddisfazione , perché la senti reagire sotto i tuoi colpi in modo così ..ravvicinato .
A lei piace molto , a me di più. Così non posso che continuare a torturare quella splendida parte del suo corpo che nel frattempo diventa sempre più fradicia, faccio per prendere tra le labbra il clito e lo succhio quasi volessi mangiarlo e lei ha un sussulto, comincia una battaglia tra la mia bocca e la sua figa. Non si trattiene e urla tutto il suo piacere mentre io la penetro con la lingua seguita dalle mie dita. Non so per quanto tempo, ma so solamente che in tutte le posizioni possibili ho esplorato quella che era diventata un lago; sarà venuta non so quante volte , e sentirla urlare dal piacere mi procurava un eccitazione che non credevo fosse possibile raggiungere.
‘Mi sta andando a fuoco la figa’ mi dice lei mentre io continuo come un dannato a bere da questo fiume in piena, leccandogli anche il buchetto… fantastica… Dopo il suo ennesimo orgasmo , mi chiede di dar pace alla sua patata in fiamme così l’accontento , ma solo per pochi minuti perché ci lanciamo in un 69 mondiale.
Mi confessa che adora come la faccio godere e io riprendo mentre lei prende il mio uccello tra le sue labbra e lo succhia avidamente senza lasciare niente fuori. Al mio ennesimo affondo di lingua nella sua figa non riesce a trattenere l’ennesimo urlo di piacere e si stacca dal mio uccello urlano come un’ossessa. Ormai fa fatica a controllarsi e mi prega di godere con lei così io mi metto di fronte a lei con il mio cazzo a tiro della sua bocca e senza pensarci due volte lo prende e lo succhia da paura, mentre io le infilo due dita nella figa bagnatissima. Sto per diventar matto, la sto scopando in bocca e con le dita in figa. A questo punto lei va in estasi e viene fuori la troia che è in lei, anzi la mia troia…vuol godere con me e vuole farlo col mio cazzo che le struscia e le sbatte sulla figa, cosa che subito faccio. Ad ogni contatto della sua figa col mio cazzo ha un sobbalzo ed emetto un urlo di piacere, mentre i miei colpi si fanno sempre più forti. Mi fermo un attimo, il tempo di leccarle ancora la figa e il buchetto, e dopo con una mano le tengo su le gambe e riprendo il massaggio alla sua figa col mio cazzo.
Il tempo si è fermato, e quando riparte ci troviamo uno di fronte all’altra sul punto di godere entrambi. Il mio è un orgasmo incredibile, le bagno la figa, la pancia e le arriva un fiotto perfino sul viso, mentre lei mi massaggia il cazzo contro la sua figa.
Siamo esausti e io sono anche sorpreso; non credevo si potesse godere così tanto è stato un’esperienza incredibile.
Ringrazio Desidera che mi ha dato la possibilità di incontrare questa donna fantastica, e ringrazio L…. il piacere che mi ha dato, nella speranza di poter raccontare di un’altra esperienza….ho alcune idee….. °_*
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16 years ago
admin, 75
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L\'ho succhiato ammanettato
La persona l'ho conosciuta qui su Desy tramite il mio annuncio che potrete vedere tutti. Per correttezza non vi dico il nick di lui. Lui sà che racconterò il nostro incontro e se vuole può intervenire nel commento e dire che è lui. Io ne sarò contento.
Bene: sabato scorso, dopo essere andato all'ennesimo appuntamento e dopo aver ricevuto tante buche, finalmente ho trovato la persona nel posto prestabilito. Ci eravamo dati appuntamento su una piazzola di sosta sull'autostrada fermandoci con le macchine in maniera da occuparla tutta e che nessun altro si potesse fermare. L'intesa era naturalmente che io glielo avrei preso in mano e l'avrei segato. Per me era la prima volta. Lui era un poliziotto e la cosa mi dava sicurezza. Quando accostai l'auto dietro di lui e capii che effettivamente c'era mi cominciò a battere il cuore in una maniera incontrollata. Feci i due lampeggggi come concordato e lo vidi scendere per salire da me. Salì con atteggiamento deciso ed autorevole ma non maleducato, anzi. Salutò, ed io risposi con la gola secca con un filo di voce. Era venuto con una tuta ginnica che si sfilò rapidamente restando nudo nella parte inferiore. Stese il seggiolino aprì le gambe e disse: "Tutto tuo tesoro". Dio che spettacolo!!! Semiduro appoggiato su un lato dell'inguine. Anche nella penombra era uno spettacolo. Una proboscide. Allungai la mano, lo impugnai ed anche in quello stato di "mezza cottura" mi riempiva la mano. Cominciai a segarlo cosi e lui aveva le gambe spaparanzate. Mi disse: "Con l'altra mano maneggiami le palle dai. Ti eccita se ti umilio un pò? ". Gli feci capire di si e lui cominciò con aggettivi che mai mi sarei aspettato mi venissero rivolti. Mi stupivo di me a segare un uomo che mi riempiva di offese: frocio, ricchione. Lo feci venire in 10 minuti. Lo pulii con un fazzoletto si rivestì e facendolo mi disse:"Senti, non sei il primo e se conosco quelli come te sono certo che mi richiamerai. Se pensi di segarmi ancora non chiamarmi. Se mi richiami mi devi fare almeno un pompino." Se ne andò lasciandomi così. A casa mi segai pensando sopratutto alla proposta indecente che mi aveva fatto dopo. Sborrai in maniera incredibile. Ci pensai un giorno intero. Lo richiamai ammaliato da quella sicurezza e da quella decisione ma anche dalla mia voglia di andare oltre. Stesso posto, stesso schema ma nella macchina sua stavolta. Stavolta però mi disse subito: "Ti fidi di me?" "Si" gli dissi. "Allora metti le mani dietro la schiena. Ti ammanetto per essere sicuro che terrai le mani a posto e farai tutto con la bocca. Ti va?" Accettai senza paura. Era scomodo come posizione perchè non avevo appoggio. Dovevo fare grossi sforzi di schiena e sopratutto affidarmi a lui che mi teneva e mi guidava la testa. Me lo ritrovai in bocca semiduro ma riempitivo. Senza preservativo. Mi stupivo per come ero bravo a scappellarlo ed a riccappellarlo nella mia bocca. Mi diventò enorme in bocca e lui mi costringeva a ingoiarlo fino alle tonsille. A volte mi sentivo affogare. E poi mi imponeva un ritmo sempre piu veloce. Capii che quando sarebbe venuto non l'avrebbe tolto. Oramai era chiaro che mi avrebbe sborrato in gola. E così fu. Incredibile. Mi teneva con la testa premuta sull'inguine e dava un colpo d'inguine a sondarmi la gola per ogni sussulto del suo godimento. Quando fu soddisfatto mollò la mia testa e mi disse di pulire bene. Io non ero riuscito a farmi venire il cazzo duro ma, la cosa incredibile è che in tutto ciò sborrai a cazzo moscio nei mie pantaloni come una fontana. Sembrava mi stessi pisciando addosso. Mi tolse le manette e disse di pulire bene. Si rivestì e mi chiese se mi era piaciuto. Dissi di si e mi fece l'altra proposta. Alla prossima se mi chiami devi sapere che te lo dò ancora in bocca ma poi dopo ci rimetti il culo. Lo so che verrai, oramai sei schiavo del cazzo e come tutte le zoccole non resisterai al richiamo. E se ne andò. Ci sto pensando ma..visto quanto ce l'ha grosso..penso che se proprio dovessi farlo, passerò prima sotto qualcuno meno dotato.
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4
16 years ago
Glory362,
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La prima volta con gio\'
Racconto di Ninni, un'amica di chat.
Giò aveva iniziato a toccarmi, se ne accorse subito che non l’avevo mai
fatto prima d’ora, mi sorresse adagiandomi assieme a lei sul letto
questo senza togliere le labbra dalle mie continuò con il bacio.
Sentivo il corpo illanguidirsi, le forze che mi abbandovano.....non
reagivo più......mi lasciavo trasportare nel suo mondo di lussuria,
continuò per un bel pò a rovistare nella bocca, le mani sempre a tenermi la testa, le bocche piene di saliva.
Lentamente si stacco' e comincio' a baciarmi le guancie, il lobo dell’orecchio, vi entro' con la lingua ed ebbi una scossa lungo tutto il corpo, la mano che mi solleticava il collo vicino all’attaccatura dei capelli, scese poi lungo il collo arrivando alla spalla, tolse la mano dalla testa, mi alzo' il braccio e le labbra scesero nell’incavatura dell’ascella, una tremenda scossa attraverso' nuovamente il corpo ma questa volta perdurava, quella lingua che leccava, leccava, santo cielo stavo per avere un’orgasmo, non sapevo che l’ascella fosse una zona erogena cosi sensibile, cominciai a mugolare, la mano libera artigliata al lenzuola e la lingua di Giò continuava a leccare voracemente l’incavo, un calore tremedo all’inguine, qualcosa di bagnato stava uscendo dalla figa.
Smise di leccare, lasciò andare il braccio che cadde inerte sul letto, la sua mano sul mio pube diede una lunga carezza fatta con le dita.
Alzandosi su di un gomito e guardandomi porto' la mano alle labbra e comincio a leccare le dita....con vera sensualità.....
“come immaginavo....sei veramente calda ragazza mia...sono bastate
poche leccate per farti venire”...
“è una male questo?”
le risposi con voce ansimante e con il corpo scosso dai tremiti
dell’orgasmo....
“no è una cosa eccezzionale...se saprai usarla bene...farai impazzire
sia gli uomini che le donne”...
continuava a leccare le dita......
“buono il tuo miele....molto buono”
“Ninni ...voglio anchio...”
“ssssss la lezione non è ancora finita chiudi gli occhi e preparati a
partire per un lungo viaggio, mettiamoci più comode”.
Ci sdraiammo nel bel mezzo del lettone.....
“ora ti farò tutto quello che due donne possono fare tra di loro, impara bene........poi dovrai farle a me”.
Non riuscii a pronunciare la risposta che la sua bocca era nuovamente
incollata alla mia.
Ora il gusto era cambiato, alla saliva si era mischiato il sapore dei
miei umori ed era la prima volta che li assaggiavo.
Comincio' a scendere lungo il collo poi si ferma, prende due cuscini e
li sistema sotto il corpo facendo in modo che le gambe si aprissero
ancor di più mettendo in risalto il monte di venere, soddisfatta disse:
“ti voglio completamente offerta a me....ora chiudi gli occhi.... pensa
... cosa vorrei mi facesse?”....
Non mi diede il tempo di pensare...riprese da dove si era interrotta...
le mani sui seni...morbide... languide....ne seguono docilmente il
contorno… le apre strizzando piano... sento i capezzoli che rispondono alla presa... li sento appuntirsi.... come piace a me….ci gira
attorno...apro gli occhi la guardo.... mi piace.... vedo in lei una donna affamata di sesso... li rinchiudo e mi lascio trasportare nel paese della
libidine pura...
Pronunciando piano il mio nome: "NinniNinni..." …insinua le mani nella
parte interna delle cosce ...... solleva la mano e infila il dito medio
nella mia bocca…lo succhio leggermente... inumidendolo con la saliva...
lo lecco un poco....poi pian piano fa scivolare la mano sulla pancia.... trattengo il respiro .... fa scendere il dito in mezzo al pube lentamente.
Esplora i riccioli.... mandando in avanti quel dito che un attimo prima
avevo in bocca .... giù giù... lentamente.... sino ad individuare
l'inizio della fessura. …ecco... ora spinge il dito più in basso…. sono
bagnata….sento un forte calore...scende ancora più giù.... sino al
bottoncino…lo accarezza piano.... ci gira attorno... lo lusinga ma senza dargli importanza…. lo liscia... lo bagna con la saliva... sento che si
ingrossa... diventa poco a poco più turgido.... il dito si bagna da sé di
nuovi umori….risale su.... verso l'inizio della fessura.... riscende
giù.... girando intorno al clitoride... una... due... tre volte….sento un
onda di calore che comincia a salire da dentro… scende più giù….sempre col dito in avanti... lo manda in avanscoperta tra le gambe..... allargo appena le cosce per facilitargli la strada….ecco.... le grandi labbra si dischiudono…passa il dito sul filo superiore.... segue il profilo.... prima a destra e poi a sinistra.... le sento aprirsi spontaneamente pian piano..... come le valve di una conchiglia..... come un fiore che sboccia per accogliere l'ape.....le accarezza con un movimento circolare.... sento gli umori che si fanno strada dall'interno e le rendono morbide.... umide .... carnose... ecco... ci siamo quasi….allargo ancora leggermente le gambe..... apre delicatamente la vulva.... la mia bella vulva rosa….esplora con il dito l'interno.... segue
il calore e infila appena… appena.. il medio..... non molto.... solo
una falange.... lo muove piano.... in cerchio.... avanti e indietro...
senza farlo penetrare troppo... lo tira fuori e me lo infila in
bocca.... sento il gusto acre.... un po' salato.... lo succhio e lo lecco ...
mentre lei sussurra di nuovo il mio nome... "Oh Ninni... Ninni...".....
quello che sento in bocca è il mio sapore.... il gusto del mio fiore
segreto.... mi piace ….l'eccitazione sale.... continuo a tenere gli occhi
chiusi.... ecco.... la mano torna tra le gambe.... le cosce si
allargano per accogliere meglio le dita che frugano vogliose quel caldo letto
di carne….sento un dito che entra...non fino in fondo....mi inarco per il piacere.... il dito esce ed entra.... esce ed entra... esce ed entra.... mentre in me monta l'eccitazione.... che sale fino alla testa.... passa per la schiena e ritorna laggiù.... nel punto più caldo del mio corpo….sento le ondate di piacere che con una vibrazione si irradiano dal clitoride che pulsa..... che vuole essere accarezzato... vibrato.... leccato…. sento la lingua che mi esplora... mi bacia.... mi succhia…sento il dito che entra nella vagina.....succhia ancora.... e lecca.... e succhia.... mi tiene la testa.... con dei piccoli gridi sommessi.... vengo selvaggiamente.... con un tremito liberatorio..
Mi abbandono esausta.... non avevo mai provato un’orgasmo così
squassante... mi sento vuota....il cervello non connette.... il corpo
pesante.....non riesco ad aprire gli occhi...non c’è la faccio... ho esaurito ogni forza.....vorrei lasciarmi andare e dormire..dormire...
Sento le mani che mi sollevano....tolgono i cuscini da sotto....ne
mette uno sotto la mia testa...non voglio dormire....reagisco....apro gli
occhi.... Giò è lì...mi guarda.... sorride....
“tutto bene bambina mia?”
“si Giò...tutto bene....che viaggio meraviglioso”....
“ne sono felice”....
“Ninni ora tocca a me”
“cosa vorresti fare?”.....
“darti quello che tu hai dato a me”....
“pensi di farcela?”...
“certo Giòa”....
faccio per alzarmi... il corpo non risponde... non esegue gli
ordini.... le braccia restano abbandonate...sul letto...la testa incollata al cuscino... le gambe che sembrano due macigni....
“Giò che succede?”...
“nulla..amore mio....nulla....è il tuo primo vero orgasmo...è naturale
che sia esausta”...
“ma io desideravo....”....
sorridendo appoggia le sue labbra alle mie....un dolcissimo bacio...il
bacio della buonanotte...
“riposa...bambina mia...riposa....abbiamo tanto tempo davanti a noi...
avrai tante cose da imparare”....
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16 years ago
admin, 75
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Capodanno a barcellona
Finalmente ci siamo. Abbiamo aspettato questo giorno da agosto e finalmente il 31 dicembre è arrivato. In questi giorni ci siamo ubriacati di questa città che amiamo come nessun’altra mischiando visite a luoghi noti e meno noti a ore in albergo dove il nostro amore è sempre esploso in tutta la sua potenza e fantasia. Per questa serata ti sei concessa un tocco di malizia uscendo per le ultime ore dell’anno senza slip. Non fa il nostro freddo ma comunque non è certo estate Man mano che la mezzanotte si avvicina cresce la febbre della festa e vediamo cose che solo qui possiamo vedere. Abiti strani, colori incantevoli, donne mezze nude che sfidano il freddo, gay che si baciano, mimi che cercano dai turisti gli ultimi euro dell’anno e gente, tanta gente. Si capisce che la festa, la trasgressione si mescoleranno sempre più e con il botto della mezzanotte tutto effettivamente si moltiplica. Ci baciamo appassionatamente come fanno tutti, le nostre mani frugano i nostri sessi eccitati, ma qui si può…… è Barcellona. Donne e uomini si propongono a te, vorrebbero partecipare alla nostra festa e godere del tuo corpo, gay mi fanno capire che il mio culo e il mio cazzo sarebbero da loro ben accetti e ridiamo divertiti di una situazione che da noi sarebbe inimmaginabile. La rambla è una bolgia di allegria, divertimento, vino, sangria, sesso, l’eccitazione è a 1000. Abbiamo fatto diverse vasche, abbiamo mangiato e bevuto, forse proprio sobri non siamo del tutto, decidiamo di cominciare l’anno con una trasgressione NOSTRA. Entriamo nel peep show e spendiamo qualche euro per vedere nelle cabine donne dal vivo che giocano con se stesse o con altre persone. Ridiamo divertiti con le mani che non stanno ferme, la tua gonna è continuamente sollevata e la mia cerniera più abbassata che chiusa. Passiamo nel sexy shop annesso, pare che tutta la città abbia avuto lo stesso nostro pensiero per iniziare l’anno. Una delle nostre occhiate d’intesa ci fa ridere e indico al commesso quello che vogliamo, quel fallo a ventosa di cui abbiamo parlato a volte. Usciamo come i bambini che hanno combinato una marachella ma felici come mai. La paura dei furti ci fa rientrare presto, non vorremmo che il nostro prezioso pacco finisca in mani sbagliate ehehehe. Che bella la rambla dalla nostra finestra, è come essere ancora immersi nella gente. Si sentono gli stessi rumori, si vedono le stesse scene da una posizione privilegiata. Apro la finestra incurante del quasi freddo che però non sentiamo più e colpevolmente resto incantato da quello che vedo come se fossi a teatro. Dico colpevolmente perché quasi mi dimentico di te ma solo per un istante. Mi giro e……… sei nuda, il vino ha fatto evidentemente da buon riscaldamento. Solo le autoreggenti e stivali alti ti accompagnano, c’è una coperta per terra poco dietro a me e sotto si capisce che c’è qualcosa. Mi giro ancora un attimo verso la strada e sento le tue mani sulle mie gambe, mi volto e ti trovo comodamente impalata sul nostro nuovo acquisto. Io ti servo solo da sostegno, immagino che la vicinanza alla finestra sia un problema per il freddo ma sembra che tu stia pensando a tutto tranne che alla temperatura. Abbasso la cerniera, credo di farti piacere riempiendoti la bocca con il cazzo che è già gonfio e pronto a esplodere. Per tutta risposta ti stacchi, appoggi le mani per terra dietro di te per farmi vedere come quel giocattolo di lattice sparisca completamente (e l’hai pure scelto grosso) nella tua figa vogliosa e fradicia. Già gocce del tuo umore imperlano il pavimento e i tuoi orgasmi non tardano come sempre ad arrivare. Le tue urla si intonano con quelle che entrano dalla finestra, se mi sposto probabilmente qualcuno ti vede dal lato opposto della strada. Tra un grido e l’altro riesci solo a dire: “Guarda quanto sono troia, portami a battere brutto porco maiale”. L’eccitazione è immensa il mio cazzo duro è sempre proteso verso di te ma capisco che sarai tu a dirigere il gioco e niente di toglierà questo privilegio. Mi chiedi di girarmi e obbedisco prontamente. Ti sento armeggiare con la coperta ma non mi passa per la testa nemmeno per un momento di sbirciare. Sento ancora le tue mani sulle gambe mi giro e vedo il tuo volto teso, non capisco………… Oddio si, Barcellona ha fatto un’altra magia. Qui sei venuta per la prima volta con il mio cazzo dentro, qui dopo anni ti sei di nuovo fatta riempire si sperma e adesso….. quel giocattolo sta scivolando ben unto nel tuo culo. Il dolore si mischia con l’eccitazione ma adesso è tutto dentro, finalmente sei sfondata anche dietro come volevi. Spero che mi omaggerai a questo punto dei tuoi servigi privilegiando il mio cazzo al resto. Mi sbagliavo, stasera vuoi superarti ed essere una vera puttana fino in fondo; con una mano resti aggrappata a me e con l’altra sfili da sotto la coperta un vibro che subito accendi e fai scomparire facilmente nella figa ancora inondata dei tuoi umori. Totalmente aperta come una vera troia in calore ti agiti, ormai anche il culo si è abituato ad avere un ospite e in cuor mio spero che finalmente il terzo buco sia per me. Ancora un errore, mi fai capire di prendere un altro vibro per tenertelo mentre lo succhi. Adesso stai in equilibrio da sola, non so come fai, vuoi essere fotografata e filmata, una vera puttana pornostar che è pure riuscita ad avvicinarsi alla porta finestra della stanza. Sicuramente qualcuno ti vede e godi di questo, godi nel far vedere quanto sei brava e quanto puoi essere vacca (nel senso bello del termine) per il tuo uomo. Non ne posso più non è umanamente possibile resistere oltre, avvicino il mio cazzo alla tua faccia e una doccia di sperma si abbatte su di te, togli il vibro dalla bocca e mentre con la lingua cerchi le più lontane gocce riesci solo a dirmi: “Ti ho fatto godere, porco che non sei altro, ti piace la tua troia sfondata vero?” L’eccitazione mi acceca, ti prendo, ti sbatto sulla finestra, ormai il freddo non è nemmeno immaginabile, il mio cazzo ancora duro prende a sbatterti nella figa e nel culo che lo riceve con facilità. Per non perdere nulla quando ti inculo ti stropicci la figa con le dita, non vuoi perdere nemmeno un momento del tuo possibile godimento. La gente vede e noi felici di farci vedere così eccitati nel nostro gioco d’amore finchè dopo una serie imprecisata di orgasmi ti abbatti sfinita a terra sussurrando un TI AMO BUON ANNO meraviglioso e pieno di te. Dopo esserci sistemati decidiamo di andare a letto, tra poco dovremo andare all’aeroporto. Sono ancora alla finestra per gli ultimi scampoli di questa notte che sembra non finire mai, sento che ti avvicini e sento un freddo strano ma è un attimo…….. Vestita del tuo strap on mi inculi selvaggiamente mentre le mie palle sbattono sulla ringhiera, mi hai lubrificato in un attimo e poi mi hai preso. “Pensavi che fosse finita vero porco? Anche il tuo culo deve essere sfondato stanotte, bastardo gran figlio di puttana. Prendilo, prendilo tutto e fa vedere a tutti quanto godi quando la tua troia ti incula.” Prendo a menarmi furiosamente il cazzo mentre ogni colpo anche per te rappresenta un piacere dato dal cazzetto che hai dentro. Godi, godiamo ancora, il mio sperma cade sotto forse qualcuno lo prenderà in testa ma non importa, hai figa culo e bocca in fiamme ma questo è ciò che volevamo. Ormai è tardi, l’aereo ci aspetta. Un taxi ci porta all’aeroporto e noi ci guadiamo felici, assonnati sfiniti ma innamorati più che mai. Ridiamo di tutto, anche del leggero bruciore che entrambi abbiamo al culo…… Ma per un capodanno a Barcellona questo ed altro………
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16 years ago
carste,
50/50
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Semplicemente fantastica
Premetto che sono un assiduo lettore di racconti erotici, e molti sono stati quelli che mi hanno suscitato emozioni intense, immagino anche, che piu' della meta' di questi siano solo frutto della fantasia dei vari autori, questo naturalmente non e' assolutamente una critica anzi, forse un complimento..di come la mente vaga e sogna nelle vie piu' sperdute dell'eros.
Io non ho bisogno di immaginare, di fantasticare, perche quello che sto per raccontare e' assolutamente accaduto, sto solo facendo un accurata cronaca di tutto cio'.
Lei e' una donna molto piu' giovane di me, siamo innamoratissimi l'uno dell'altro da circa tre anni, la nostra vita scorre nell'assoluta' normalita' di coppia,sottolineando anche le nostre performance sessuali assolutamente fantastiche.
Descrivo barbara perche e' doveroso, una ragazza che giuro non passa inosservata mai, alta formosa bellissima con due seni ed un culo da infarto bionda e con occhi azzurri da perdersi dentro, questa e' la donna per cui ho perso completamente la testa..dietro quel faccino pero'a volte si nasconde una ragazza infinitamente troia ed avida di cazzo come mai nessuna mi era capita fino ad allora.
Tutto ebbe inizio in una giornata di novembre, quando per un semplice guasto alla lavatrice dovetti impegnarmi a trovare un tecnico che potesse rimetterla a nuovo in brevissimo tempo,il che' non era assolutamente semplice,comunque dopo varie e continue telefonate finalmente riuscii a fissare un appuntamento.
la mattina seguente, telefonai a Barbara avvertendola che il tecnico sarebbe arrivato nel primo pomeriggio e che per motivi di lavoro io non potevo esserci, dandoci appuntamento per la sera.
nei giorni seguenti, per essere sincero mi accorsi che lei era sempre piu' vogliosa ma non davo troppo importanza alla cosa finche' una sera mentre eravamo sul divano l'argomento cadde sulla lavatrice "Devo ammettere che quel ragazzo della lavatrice e' stato davvero in gamba e poi non era nemmeno caro " disse barbara "ah era un ragazzo..pensavo un anzianotto" risposi, "si un ragazzo sulla trentina e' pure carino, messo davvero bene" notai una lieve flessione della voce come se volesse aggiungere altro ancora.
In effetti continuo' il suo discorso "sai amore ci siamo scambiati anche il numero di cellulare, non si sa mai possiamo sempre aver bisogno".
Sdraiati l'uno accanto all'altro, quella sera cominciammo a toccarci e finimmo nudi, con Barbara impalata sul mio cazzo che si muoveva in una maniera incredibile godendo come non mai, fu' proprio allora che sussurrai al suo orecchio mordicchiandolo lentamente,una frase che non mi sarei mai sognato di dire mentre ero all'apice del piacere " si troia muoviti sempre di piu, mi piaci cosi, mi piacerebbe anche che chiudessi gli occhi e immagini il cazzo del tuo tecnico che ti scopa " Lei ad un tratto si fermo' rimanendo senza parole come se volesse sembrare un po'contrariata..ma la sua voglia non lo permise continuo a muoversi godendo sempre di piu facendomi impazzire di piacere, allora continuai a stuzzicarla sempre di piu'" si troia dillo che ti piace, voglio sentirlo dire da te mentre ti scopa " lei perse tutta la sua inibizione dicendomi " sei proprio un porco" gridando e dimenandosi sul mio cazzo giunse ad un orgasmo smisurato crollando subito dopo senza fiatare.
Il giorno dopo, con molto tatto mi avvicinai da dietro e le sussurrai nell'orecchio "Barbara lo so che ti va..lo so che non stai pensando ad altro da ieri sera, allora muoviti perche io lo voglio quanto te" di risposta si giro' verso di me e mi bacio toccandomi il cazzoe dicendomi" volevo solo vedere se la cosa ti eccita davvero molto porcone".
Nel giro di un giorno tramite sms scambiati col tecnico Barbara riusci a fissare un appuntamento per prendere un caffe'"Vuoi davvero che vada li stasera? cosa potrei fare in fondo neanche lo conosco non mi sembra una buona idea..magari solo per un caffe'" disse, "tu che dici?" mi domando, io ero eccitato tremante sudavo dal piacere misto all'emozione ed anche ad una gelosia sfrenata, ma non volevo tirarmi assolutamente indietro ero estasiato all'idea di immaginare barbara scopare con quello sconosciuto, "voglio che vai li amore, voglio che prendi questo caffe' con lui, e poi voglio che prendi anche il suo cazzo perche lo so che non aspetti altro" e mentre parlavo mi avvicinai e le misi una mano in mezzo alle coscie, "vedi come bagnata troia allora muoviti preparati come solo tu sai fare e vai..io ti aspetto qui".
Era incantevole bellissima e molto provocante mi saluto' con un lungo bacio e si diresse verso la porta si volto verso di me ancora una volta e mi disse "voglio godere come una porca , voglio avere quel cazzo dentro di me, si lo voglio.
il resto se vi e' piaciuto a presto..
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16 years ago
admin, 75
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Una coppia speciale
Salve…., ho deciso di pubblicare questo racconto dopo aver letto il racconto di una coppia amica, che ha scritto su di me, in relazione ai bellissimi momenti che abbiamo condiviso insieme durante il periodo delle vacanze al mare.
L’emozione di leggere le parole che hanno scritto su di me ed i relativi commenti di altre coppie e di singoli su quel racconto, mi hanno reso molto felice!!! Effettivamente mi invidio da solo…
leggendo quel racconto, emerge e si va a concretizzare lo spirito con cui vivo queste bellissime esperienze e, sapere che queste fortissime emozioni, uniche, non sono una cosa che provo solo io…....., mi rende davvero felice e mi invoglia sempre più a continuare a giocare ed a incontrare persone proprio come Michele e Anna.
Sinceramente, da 6 anni a questa parte, ho incontrato diverse coppie ed ho ricevuto anche altre bellissime e-mail/messaggi che, proprio come il racconto di Michele, mi hanno dato un sacco di gioia; sicuramente, prossimamente cercherò di scrivere qualcosa anche su di loro magari proprio pubblicando le e-mail/messaggi.
Le persone che mi conoscono e mi frequentano sanno benissimo che sono una persona molto riservata, rispettosa… che non sono alla ricerca assoluta del sesso, cioè, non è il mio obbiettivo principale ed indispensabile, ma bensì instaurare un rapporto di sincerità e amicizia e complicità per arrivare a provare delle grandi emozioni, che solo questo gioco riesce a dare. A volte è bellissimo anche solo massaggiare ed accarezzare un donna, sentir crescere in lei il desiderio di lasciarsi andare e di ricercare il piacere proprio grazie ai mie massaggi…
Ogni volta che incontro una coppia, cerco di capire se c’è feeling, se c’è attrazione e soprattutto cerco di conoscere quali sono i loro interessi….e le loro fantasie!!! Questo è fondamentale per instaurare un rapporto che permetta, a loro di vivere con serenità e naturalezza questi momenti bellissimi che da un lato sono forti, ma dall’altro riescono a dare emozioni altrettanto forti ed immense ed a me, di sentirmi a mio agio.
Leggendo queste righe si capisce che non sono un frequentatore di club privè e di coppie navigate, evito tutto ciò che minimamente sa di mercenario, il mio scopo ed unico sogno è di riuscire a dare e far provare alla lei ed alla coppia il massimo della goduria nella massima naturalezza e serenità, con stile ed eleganza.
Con Michele e Anna nonostante la lontananza, tutti questi “valori” (simpatia, amicizia, attrazione, passione voglia di sentirci e di rivederci) sono davvero concreti e molto forti, non peraltro abbiamo con Michele oltre che il buon gusto femminile, anche la passione per il mare e la pesca subacquea.
Michele un amico, una persona simpatica un uomo deciso con il quale ho instaurato subito una bellissima complicità; Anna, meravigliosa in tutti i sensi, sensuale… femminile… sexy da morire; tanto che mi ricordo di lei ogni particolare, i suoi occhi mi fanno impazzire… quando li vedo rimango incantato…., la sua pelle vellutata con un profumo ed un sapore buonissimo…. , il suo fisico e la sua muscolatura che è un piacere massaggiarla e ogni volta che la accarezzo mi fa emozionare……, mi piace la sua femminilità che spontaneamente emerge dal suo modo di gesticolare, di parlare nelle sue espressioni……. , la sua eleganza, educazione, pulizia….davvero un insieme di cose che difficilmente si riescono a trovare in una donna, tutte cosi sviluppate eccezionalmente che nel gioco, esplodono regalando intense emozioni.
Quella sera passata insieme sarà sicuramente indimenticabile per me, come lo è stata la prima volta che ci siamo conosciuti e come sicuramente sarà la prossima volta. Spero che quando Michele ed Anna leggeranno questo racconto, capiscano quanta gioia mi danno e la grande emozione che provo ogni volta che penso a loro!
Mi auguro di rivederli al più presto per poterli riabbracciare nuovamente….. e magari, come promesso, preparargli una bella cenetta, logicamente afrodisiaca!!!
Con simpatia, un fortissimo abbraccio a Michele ed Anna.
P.s.: nell’occasione sono a ringraziare questo bellissimo sito che mi ha permesso di incontrare Michele ed Anna, e fare i complimenti per come viene gestito!
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16 years ago
admin, 75
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Che idee il mio amico...
Mi sto mettendo sotto la doccia quando suona il cellulare.... lo ignoro mentre vibra e squilla ad alta voce... non controllo nemmeno chi mi chiama ma lo sento suonare anche mentre sono sotto l'acqua.
"Sarà importante?" mi chiedo, ma non me ne frega niente: mi prendo il tempo che voglio...
Quando esco dal bagno non faccio in tempo a vedere chi mi avesse cercato con tanta insistenza che arriva un sms: "Ti voglio adesso!"
Così era scritto e risposi che sarei andata visto che ero libera....
Arrivo da lui, mi apre ed è già nudo. Mi ordina di cambiarmi subito e di mettere qualcosa da troia. Detto, fatto!
Di ritorno in sala noto dei cuscini a terra e prontamente il mio amico mi ordina di sdraiarmici sopra. Lui mi segue e si inginocchia all'altezza della mia testa porgendomi le palle e senza dire nulla.
Capisco da sola cosa vuole e quindi inizio a darmi da fare con la lingua. La pratica è assai gradita e dopo una decina di minuti sento la sua voce che mi invita a cambiare posizione: "Adesso voltati troia che voglio romperti il culo!"
Non faccio in tempo a sollevarmi che mi arriva una sonora sberla sulla chiappa destra e poi:" Chi ti ha chiesto di staccarti dal mio cazzo? Continua a succhiare puttana! Mettiti a culo alto e succhia!"
Ero in pratica adagiata sui cuscini, a pancia sotto, e continuavo a succhiarglielo mentre lui di tanto in tanto mi sculacciava e mi lubrificava il buchetto con dell'olio.
Notavo però dei movimenti strani che non riuscivo a comprendere ma impiegai poco a rendermi conto di cosa sarebbe successo di lì a poco...
Per prima cosa venni ammanettata con le mani dietro la schiena, successivamente arrivò un guinzaglio di quelli che si collegano alle manette e così "imbragata" non potevo più muoverle. Nel frattempo almeno due delle sue dita si erano fatte spazio nel mio culetto e andavano avanti e indietro, dentro e fuori lasciando che l'olio entrasse anch'esso nel mio buchino....
Ma ancora non era tutto... lo sentivo...
Fu allora che il mio amico prese un vibratore di dimensioni normali e lo fece scivolare quasi senza fatica nel mio bel buchino provocandomi un bel po' di piacere..... io intanto continuavo a succhiare il suo cazzo che pur non essendo di chissà quali dimensioni era comunque bello duro e non accennava a cedere...
Mi profanò per oltre 10 minuti quando decise di rimetterci dentro le dita, quasi a tastare, verificare la reale dilatazione....
Mise da parte il vibratore che aveva usato e ne prese un altro di dimensioni maggiori. Ne sono certa non perchè lo vidi.... ma lo sentii!!!
Era un vero piacere ricevere quel dildo, ed io non smettevo di succhiare e lui non smetteva di sculacciarmi!
Capivo in quell'istante cosa voleva dire con "Voglio romperti"....
anche perchè in quell'istante iniziò a penetrarmi con più vigore e provava anche ad inserire un dito col dildo.... ci riuscì.... e poi smise di colpo.....mi fece leccare per un attimo le dita di una sua mano... quattro... e subito dopo le stesse dita erano sul mio culo e cercavano di farsi strada nel mio buco con movimenti circolatori. Con l'altra mano versava olio che sentivo scivolarmi nello sfintere....
Si staccò un attimo, si allontanò per qualche secondo e ritornò da me facendomi vedere una cosa molto interessante: un bianco cazzo di silicone che misurava almeno 35 cm di lunghezza e circa 6 di diametro.
Lo lubrificò per bene dopo avermelo fatto succhiare (non riuscivo a prenderlo in bocca) e lo portò dritto al mio culo mentre il suo cazzo veniva riaccolto dalla mia bocca.
Lentamente provò a farlo entrare... era davvero grosso.
Non sentivo dolore ma provavo difficoltà ad accettarlo.
Fu allora che mi tolse le manette e le mie mani erano già pronte ad allargarmi il culo per favorire la penetrazione.
Pian piano il buco cedeva e riusciva ad accoglierlo...era fantastico.... non so quanto ne è entrato ma so bene cosa ho provato quando il mio amico mi ha detto che sono una brava troia e che finalmente potevo dire di avere davvero il culo rotto.
Continuò a pomparmi quell'arnese fino a quando non mi sborrò in gola ed ingoiai...
Mi invitò a tornare da lui quanto prima.
Ci tornai dopo due giorni.
Appena entrata mi spogliai del tutto ed indossai solo calze e tacchi alti, mi inginocchiai a lui e glielo presi in bocca ma dopo un paio di leccatine mi invitò a mettermi a pecorina sul divano, poggiata coi gomiti sullo schienale, si alzò, accese la tv ed inserì un dvd nel lettore, si mise dietro di me e mi sputò sul culo centrando in pieno il buco, diede il play al lettore e iniziò a scoparmi.
Nel monitor potevo vedere cosa successe due sere prima: aveva registrato tutto!
Mi scopo a dovere per tutta la durata del film e l'unico commento che fece fu: "Guardati, guarda quanto sei troia!"
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16 years ago
admin, 75
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Pomeriggio inatteso
Era uno degli ultimi giorni di ferie che mi restavano, ed ero rientrato a Milano già da qualche giorno.
Avevo disfatto le valige, riordinato un po' casa e iniziavo a chiedermi cosa avrei potuto fare di lì a poco in quel pomeriggio soleggiato di fine estate. La città, quasi completamente assopita dalle ferie non aveva molto da offrire, così decisi di fare un giro al centro commerciale confidando nel fatto che quei posti, alla fine sono sempre aperti. Presi la macchina e mi diressi verso un grosso centro commerciale in zona Assago. Non c'era traffico ed arrivai in meno di 20 minuti. Il sole del primo pomeriggio accarezzava la pelle e mi infondeva un vago senso di benessere diffuso. Entrai bello raggiante, e col passo di chi ha tutto il giorno per girovagare senza avere una meta precisa, iniziai a curiosare fra le vetrine.
Non ero interessato a nulla in particolare e più che altro, a dire il vero, avevo inizato a guardare le altre persone intorno a me invece delle solite vetrine. Tutte persone indaffarate, concentrate sui loro acquisti; quasi in preda ad una trance agonistica da shopping !
Camminando però lungo il gigantesco corridoio centrale, capitava spesso che i passanti fossero più disinvolti e che riservassero qualche sguardo distratto anche alle persone che finivano con l'incrociare.
Notai diverse belle ragazze in abiti variamente succinti camminarmi vicino, sfiorando il mio corpo distrattamente. Alcune di loro mi avevano anche guardato, proprio con uno di quegli sguardi distratti di cui dicevo poco fa. Nulla di che, ma abbastanza per mettere in moto la mia fantasia. Iniziai quindi un gioco particolare, curioso: provai a guardare con occhi rapiti ed espressione realmente interesseta tutte le ragazze carine che incrociavo. Non dicevo una parola. Era sufficiente l'espressione interessata e il balenare degli occhi sul loro corpo per suscitare reazioni fra le più disparate: alcune più timide abbassavano subito lo sguardo a terra, quasi a volersi nascondere ispirandosi evidentemente al metodo dello struzzo (io non ti vedo, tu non mi vedi), altre meno consapevoli ricambiavano il mio sguardo attento con un'espressione leggermente interdetta come a domandarsi cosa trovassi da guardarle con tale attenzione; altre ancora, molto poche, ricambiavano lo sguardo attento, con altrettanta attenzione, squadrandomi da cima a piedi e cercando di darsi un ulteriore tono di femminilità nella camminata e nella portanza: più per essere semplicemente osservate e apprezzate, che non per il desiderio di agevolare un contatto. Mi divertivo nel lasciarle sfilare sotto i miei occhi, tutt'al più abbozzando un sorriso che mai ricambiavano.
Mi stavo divertendo - e non poco - nel giocare con gli sguardi sui corpi più o meno vestiti delle tipe di passaggio. Ognuna a modo suo aveva una sfumatura diversa, una reazione e una mossetta personalissima. La sistemata ai capelli, l'improvvisa incapacità di tenere le braccia in posizione naturale, o una piccola smorfietta quasi impercettibile; o ancora un contrarsi delle dita di una mano.
Dopo un po', forse 10 minuti, forse venti, alcuni sguardi e alcune movenze che scaturivano da questo sottile gioco di sguardi avevano iniziato ad eccitarmi. Era evidente che alcune di queste ragazze, erano sinceramente sorprese dalla microsituazione che si andava a creare e la loro reazione spontanea ed istantanea spesso era un mix di potente sex appeal, femminilità repentinamente risvegliata e leggero narcisismo. In un locale, in una discoteca e forse persino in un ristorante, le reazioni sarebbero state diverse, più costruite o più consapevoli forse. Certamente meno sorprese e spontanee. In certi posti, con la stessa ragazza, un gioco del genere avrebbe persino potuto ottenere come risposta una smorfia di compatimento. Ma al centro commerciale no. Troppo inattesa - e forse giudicata più sincera - l'attenzione dedicata. In ogni caso, tutto suonava più naturale e quindi ben accetto.
L'eccitazione del gioco cresceva in me, quando incrociai una donna in particolare. Era alta circa 1 metro e 70, forse qualcosa di più, scapre nere coi tacchi a spillo a foggia di sandalo, con i laccetti a salire lungo il femminile polpaccio quasi a volerlo abbracciare interamente. Minigonna con lieve spacco laterale, top giallo aderente e reggiseno nero di pizzo in trasparenza. Chioma castana scura liscia e fluente, musino da gatta furba e consapevole. Era senz'altro vestita in modo appariscente, ma a dispetto della descrizione che vi ho appena dato, non era una super modellona. Era comunque una donna carina, ma normale. Un fisico senz'altro curato, ma non perfetto. Ma proprio per questo ancora più vero ed eccitante. La classica bella donna che tutti noi uomini vorremmo avere come vicina di casa: bella da farci voltare la testa mentre passa, non così tanto però da farcela sembrare inarrivabile. Certo, coi vestiti che aveva scelto appariva senz'altro come una sventola niente male, comunque. Avrei detto, di primo impatto, che questa graziosa micina stesse giocando al mio stesso gioco. Non aveva l'aria di star facendo shopping per davvero. In ogni caso, non potei non dedicarle tutta la mia attenzione, al suo passaggio.
La guardai intensamente nei suoi occhi neri, scendendo con lo sguardo in modo palese e provocante lungo il suo seno, soffermadomi per qualche istante, e scendendo ulteriormente sui fianchi e sulle scarpe provocanti. Poi rialzai lo sguardo verso il suo viso senza più distoglierlo dai suoi occhi che a sua volta mi fissavano con aria di complicità.
Di tutti gli incorci di sguardi della giornata, questo era di gran lunga il più ammaliante e sensuale. Potevo leggerci intere storie d'amore, o di sesso. Sembrava volermi invitare nel suo letto o a cena, e contemporaneamente chiedermi di non dire una parola. Sentivo ribollire dentro di me, e senza dubbio quest'emozione trasparì dal mio sgurado magnetizzato dal suo.
Mi sorrise e io ricambiai con un leggero inchino del capo.
Camminammo ancora e sfilammo l'uno affianco all'altro a quel punto senza più guardarci ma percependoci vicendevolmente sfiorandoci un braccio a vicenda.
Mi fermai voltandomi, ma lei proseguì con passo flessuoso nella sua direzione. Poi dopo pochi metri indugiò sull'entrata di un negozio, ed entrò.
Non resistetti. A quel punto il gioco era molto più che eccitante: era diventato un vero e proprio impulso sessuale.
Mi diressi verso il negozio in cui era entrata e vidi che si trattava di un negozio di biancheria intima. Molto maliziosa - pensai mentre varcavo l'entrata.
Il negozio era diviso in due parti: a sinistra la zona biancheria intima maschile, a destra e più ampia la zona di biancheria intima femminile. In un angolo infondo, i camerini.
Vista l'ora, era primo pomeriggio di un qualsiasi giorno feriale di fine agosto, il negozio era frequentato praticamente solo da donne. In quel momento c'erano solo due maschi, io e un tizio sui 40 che stava scegliendo un paio di boxer colorati.
Vidi subito la micina provocante che indugiava su un completino piuttosto sexy di pizzo bianco. Restai a distanza, e la seguii con lo sguardo. Intanto fingevo di scegliere anche io qualche capo intimo per me. Mi ritrovai in mano un paio di boxer di cotone attillato e ci giocherellai mentre seguivo lei che si dirigeva verso il camerino.
A quel punto la seguii avvicinandomi al suo camerino, come se attendessi il mio turno per provare i boxer. Gli altri camerini erano vuoti in quel momento. Scelse il camerino d'angolo, il più appartato, e io mi ci misi davanti. Senz'altro aveva notato i miei piedi da sotto la tendina. Sentii qualche fruscio, e capii dai movimenti dei suoi piedi che si stava sfilando la minigonna, dandomi la schiena. Chinandosi, spinse il sedere verso la tendina, gonfiandola sulle sue curve, e scostandola leggermente. Non poteva essere un gesto involontario. Appoggiò la minigonna sulla bacchetta in alto che reggeva la tendina a scorrimento. Voleva che fosse chiaro che fosse senza gonna !!
Vidi scorrerle lungo le caviglie anche il tanga nero, che lasciò abbracciato alle caviglie per qualche istante. Poi di nuovo si piegò in modo evidente, strusciando il culo sulla tendina. Mi guardai attorno e vidi che non c'era nessuno nei paraggi. I clienti stavano ancora scegliendo la loro merce. Mi spostai a quel punto leggermente di lato, per coprire con il mio corpo lo spazio lasciato libero dalla tendina ormai scostata di un bel pezzetto. La vidi girata di spalle, in reggiseno nero e senza nessun'altro vestito addosso. Le sue chiappe erano belle tonde e sode, le gambe ancora impreziosite dalle magnifiche scarpe col tacco di prima, e le braccia che si stavano muovendo dietro la schiena per slacciare il reggiseno.
Restai a guardare, mentre sentivo il mio pene pulsare nei pantaloni, l'eccitazione era fortissima ora, avrei voluto intervenire e sognavo di penetrarle quello splendido culo con vigorosi colpi di cazzo. Ma ovviamente il gioco era proprio guardare e immaginare. Ma non fare.
Così restai a guardare mentre si slacciava il reggiseno, lasciandolo cadere a terra, e liberando due seni morbidi e dalle forme naturali. Non potevo vedere i capezzoli, ma vidi il lato del seno che si era divaricato dopo che si era tolta il reggiseno.
Ora era completamente nuda davanti a me, di spalle e sconosciuta. Credo che si sentesse libera, alla mia mercè, ma contemporaneamente protetta dall'ambiente. Non so se in quel momento preciso avesse preferito che la abbracciassi da dietro o che le toccassi il culo. Ma non rimpiango di essere rimasto semplicemente a guardare.
Sempre dandomi le spalle, si chinò per sfilarsi del tutto il tanga rimasto impigliato fra i tacchi a spillo, mostrandomi le chiappe divaricate, il buchetto del culo invitante, e la fessura della sua fica depilata e umida. Era eccitatissima anche lei !
Restò a pecorina per qualche istante più del necessario, poi si girò leggermente sui tacchi per darmi completamente la schiena e rivolgersi verso lo specchio. Si sollevò con una lentezza molto eccitante e quando fu quasi su del tutto, guardò nello specchio incrociando finalmente, nuovamente i nostri sguardi. Il solo guardare i suoi occhi, ora, mi aveva fatto diventare il mio uccello una clava di pietra. Era talmente duro, adesso, che spingeva con dolore nei jeans. Sentii alle mie spalle un passo femminile che si avvicinava ai camerini. Un po' spiazzato pensai rapidamente al da farsi, e decisi di restare esattamente in quella posizione, come se fossi il marito o il fidanzato della ragazza nel camerino. In ogni caso mi voltai appena e vidi una cliente sui 35 anni, non particolarmente belloccia. Entrò nel camerino di fianco senza accorgersi di nulla e io potei proseguire la visione. La mia gattina si stava infilando il completino sexy di pizzo bianco con movenze morbide ed eccitanti.
Quando ebbe finito di indossarlo, si voltò lentamente verso di me, con le mani appoggiate sui fianchi come a voler posare per me. Io rimasi in silenzio guardandola con avidità. Lei mi guardò prima negli occhi, poi il petto e subito dopo dedicando tutta l'attenzione al mio pacco evidentemente in stato di immensa eccitazione. Lo sentivo spingere come se dovesse spaccare i pantaloni ! Inarcai leggermente il bacino verso di lei come per mostrargli il risultato del suo spogliarello. Poi la squadrai dalla testa ai piedi, soffermandomi sui capezzoli scuri che risaltavano da sotto il pizzo bianco, inequivocabilmente turgidi; e sui peli del pube, appena accennati sopra il taglio della vagina, anch'essi scuri ed evidenti fra il pizzo bianco della biancheria. Il tocco delle scarpe col tacco, ancora indossate, mi eccitava fuori misura. E mi eccitavo ancora di più, immaginando la ragazza di poco fa, anch'essa nuda nel suo camerino qui affianco, ma totalmente ignara dell'autentica scena di sesso che si stava consumando a pochi centimetri da lei. Intanto la gatta rimase a guardarmi i pantaloni gonfi ancora per qualche istante, poi tirò la tendina.
Avrei voluto denudarmi e scoparla lì, sul posto, selvaggiamente. Ma ovviamente mi dovetti accontentare di massaggiarmi attraverso i pantaloni, giusto per dare un minimo di sollievo alla costante costrizione del pene fra le pieghe dei jeans.
Quando si fu rivestita, uscì lasciandomi in mano il completino bianco che aveva indossato pochi sencondi prima, e si diresse verso l'uscita. Mi affrettai a seguirla, passando però prima in cassa e pagando frettolosamente lo splendido completino.
Poi uscii dal negozio, ma lei si era persa fra la gente.
Sguii la sua ultima direzione appena uscita dal negozio, e procedendo sempre dritto la vidi appena che stava giusto uscendo dal centro commerciale. Decisi di seguirla, e arrivai a raggiungerla proprio mentre stava aprendo lo sportello della sua macchina.
Le presi una mano e lei si girò sorridente... sperava proprio che la seguissi!
Non disse ancora una parola, io la guardai e porgendole il sacchetto del negozio dissi "tieni, sarebbe un delitto se tu non lo mettessi più !", lei sorrise, prese il sacchetto e lo passò ad un suo amico in macchina !!
Non lo avevo notato, accidenti ! ero rimasto pietrificato ! Lei sciolse l'imbarazzo dicendomi finalmente: "sali, dai, cosa fai lì impalato?"
Salii senza farmelo ripetere due volte, lei si sedette dietro con me, lasciando il suo amico solo al volante.
Poi la macchina partì... ed iniziò un'altra storia.
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16 years ago
erotic3mind255232,
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Una strana festa
Lo conoscevo da appena una settimana, e già mi ritrovai a passare la notte del mio compleanno con lui nel suo letto.
Lui era alto,slanciato, lineamenti masculini, capelli scuri, due occhi azzurri enormi e una bocca carnosa e bella quanto quella di una donna.
Il primo bacio ce l'eravamo dato solo qualche giorno prima, ci eravamo conosciuti e attratti fin dal primo istante. E' stato tutto molto veloce....
Quella sera avevo bevuto parecchio con la storia del compleanno, ma non tanto da perdere completamente il contatto con me stessa.
Ci isolammo dal gruppo di amici che era rimasto a dormire a casa sua, nel salotto.... noi pochi metri piu in la... la porta aperta...e le mani che gia esploravano reciprocamente i nostri corpi con foga.
Era bello come i nostri occhi ci spogliavano e non vedevano l'ora di vedere sotto quei pochi veli estivi... mi levò con abilità il miniabito da sera che avevo indossato per l'occasione, la seta nera e il tessuto trasparente mi fecero fremere mentre scorrevano sul mio corpo, i suoi occhi avidi di bellezza, i suoi occhi avidi di scoprire del tutto le mie forme... lo presi a me con forza e gli slacciai la cintura e i pantaloni baciandolo con passione, fremevo dal desiderio e poco m'importava se lo conoscevo appena...
Lui era fin piu eccitato di me, avvarezzai il suo membro ancora intrappolato dal tessuto dei boxer e lo sentii pulsare....gli levai la maglia e cominciai a leccarlo e baciarlo sul collo, scesi fino ai capezzoli, leccnai la sua pancia e..... non resistetti e mi chinai avida sul suo pene, curiosa di scoprire il suo sapore, curiosa di sapere se la mia bocca l'avrebbe reso ancora piu fremente...
mi misi fra le sue gambe fissandolo negli occhi e sostenendo lo sguardo cominciai a leccargli il membro, che in pochi attimi divenne ancora piu duro... leccali l'asta èiu e piu volte fino a quando non era tutto bagnato e lo affogai in gola.... sentii il suo respiro farsi piu affannoso, qualche piccolo gemito di piacere controllato, di la c'era gente, ma le sue mani mi afferrarono i capelli facendomi intendere che tutto voleva fuorchè mi fermassi.
Dopo un poco mi fermai e lasciai il suo pene umido e caldo al tepore dell'aria estiva.... la mia bocca e la mia lingua scesero ancora un pò, gli leccai le palle gonfie e glie le presi in bocca... comiciai a segarlo con una mano e poco dopo riaffondai il mio membro ripetutamente nella mia gola che ho saggiamente imparato ad adoperare per poter prendere tutto il membro.... poco dopo sentii che stava per venire, mi ritrassi leggermente e continuando a segarlo mi feci schizzare addosso.
Venne ma non gli bastava. Mi alzò tirandomi per i capelli, mi strappò le mutandine avido del mio frutto gia caldo e bagnato, con l'altra mando mi slacciò il reggiseno e stringendo forte i miei piccoli seni mi sentii penetrare dalle sue dita... feci scappare un gemito di piacere che non ero riuscita a controllare, mi girai verso la porta aperta, avevo sentito un rumore, mentre lui continuava a masurbarmi... in pochi attimi senti penetrarmi dal suo pene di nuovo durissimo e li non potei più controllare i miei gemiti...
Lui mi guardava eccitato mentre mi scopava e mi vedeva godere, cambiammo varie posizioni ma ci mise poco ad intendere i miei gusti... mi girò e mi scopò a pecorina, io piu mi dimenavo e piu sentivo piacere nel sentirmi penetrare cosi ferocemente, rimasi col mio splendido sedere all'aria e mi feci scopare ancora un pò, fino a sentire le mie braccia esauste piegarsi dal piacere.... godevo di quel momento e dell'ansimare di quel ragazzo come poche volte... poco dopo presi io l'iniziativa, lui aveva gia fatto abbastanza...
Lo gettai sul letto, mi infilai il suo membro ancora umido nella mia fica bagnatissima, e comiciai ad andare su e giù.... sentivo il suo membro muoversi dentro di me, lo accarezzavo e strofinavo con i miei muscoli vaginali e sentivo quando godeva di più.... misi una mano sul suo petto e una sualla sua coscia per aiutarmi e scoparlo meglio, gli carezzai le palle e lo sentii godere di più,mi guardava, la mia cascata di capelli rossi incorniciava il mio viso mentre andavo su e giu, chiusi gli occhi e mi abbandonai sempre di più, fino a sentire un piacere devastante, e lui godette ancora nel vedere quella semisconosciuta godere tanto di lui nella penombra della notte, illuminata solo dall'inizio dell'alba...
Crollammo sfiniti alle 6.30 del mattino, io coccolata dalle sue braccia, avvolti ancora dall'odore della passione...
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16 years ago
DeaPersefone,
23
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La stanza capitolo 6
CAPITOLO VI° L’ OSPITE
……………nella stanza la luce era ancora accesa, io ero seduta sulla branda con quella scatola enorme di plug-in vicino, e ripensavo con nostalgia al favoloso cassetto di Giovanna, mentre lei era in bagno, vi avevo frugato dentro con molta curiosità e avevo estratto degli oggetti!
Ora la situazione e la realtà erano ben diverse, anche se sinceramente in quel momento eccitata com’ero, avrei sicuramente adoperato uno o anche più di quei cosi della scatola!
La figa mi grondava dal piacere, ma non volevo assolutamente ….pagare ancora, e allora tenevo le cosce ben serrate e con impercettibili movimenti la contraevo alzando e abbassando appena i talloni, facevo strusciare le pareti tra loro provocandomi un leggero e stordente piacere!
I crampi della fame si erano di nuovo impossessati di me, ora dovevo chiedere cibo e acqua, conscia di doverli pagare!
Spinsi il dito in fondo al foro, poi feci per toglierlo, ma era bloccato, lo avevo inserito ormai tranquillamente, ma capì che era una parola che lì dentro dovevo dimenticare!
Non forzai, per farlo uscire, sapevo che sarebbe stato inutile, e non proferì parola per non essere vessata ancora! Stavo lì in ginocchio con il mio dito nel foro quando un grosso schermo si accese sul soffitto e la luce si spense, lì per lì non capì cosa stessi vedendo, mi sembrava la mia stanza sotto l’immagine c’era il numero due, poi guardando meglio vidi che non era la mia, ma una perfettamente identica. Cambiò inquadratura, scorsi un corpo femminile nudo, con lunghi capelli neri, non potevo essere io, li avevo corti, poi vidi il mio dito nell’immagine, lo mossi, era il mio, ero terrorizzata, stavo vedendo la stanza adiacente alla mia, dove era rinchiusa una donna come me, pensai al film “cube”, e mi sentì ancora più atterrita! Quante stanze c’erano intorno a me? Quante altre persone rinchiuse avevano, o stavano ora patendo quello che subivo io, quale mente malata avesse potuto mettere su tutta quella grandiosa e terrificante macchina da tortura, o, quante persone? Poteva essere solo una persona a gestire il tutto? Tante domande ma risposte…….zero!
Capì solo che da me alla stanza adiacente, almeno, dove avevo il dito, c’era pochissimo spessore! E compresi, con un filo di angoscia, che il dito lo avevo immerso nella cacca della “due”, non potei pensare di averglielo infilato nel buchino, avrebbe fatto resistenza, ma ancora una volta sbagliavo!
Infatti, lei era inginocchiata davanti al mio dito, e iniziò a succhiarlo, lo stava pulendo, mangiava la sua merda, l’immagine cambiò prospettiva e zumò ora era coricata da dietro, e vedevo bene il suo culo, e capì come avevo fatto a infilarglielo nel buchino del culo, toccando la sua merda senza sforzare, aveva uno speculum inserito, che le teneva il foro aperto. Un’altra invenzione del maniaco, era un appareccchietto ricercato, uno speculum motorizzato, mentre sentivo il mio dito leccato, l’immagine si era avvicinata al suo culo, e lentamente vedevo nitidamente la cavità che si allargava lentamente, e poi si restringeva, una ginnastica non poco piacevole!
Poi sentì la sua bocca che si staccò dal mio dito, e lo schermo si spense in contemporanea con l’accensione della forte luce!
Chiesi subito, pensando quale e quanta gente avesse visto le mie immagini, che avevo fame e sete!
.. “bene rispose la “Voce”, piaciuto il filmino”? Annui, “per il cibo apri ora il cassetto”!
Ubbidì, c’era una tutina di lattice nero, con fori in corrispondenza dei miei, culo e fica, e due grosse aperture per i seni, terminava intorno al collo con una chiusura a cinghietta, e un grosso anello, “indossalo” infilai le gambe, scorreva poco, ed era molto aderente, lo tirai su con forza, infilai le bretelle e sistemai le tette fuori dalle esatte aperture, poi passai la cinghia intorno al collo e la bloccai, si aprì subito il cassettone, dentro c’era un piatto con una zuppa marroncina piena di fette di pane, senza posate, la afferrai, e cominciai a mangiare come una bestia, in fin dei conti era quello che la “Voce” voleva che facessi, annullarmi anche come essere umano!
Era una zuppa di fagioli, molto buona, ma anche molto saporita!
Chiesi gentilmente da bere, e trovai nel cassetto degli stivali di pelle nera alti fino alla coscia, guardai il numero, era un paio di misure meno delle mie, ingenuamente lo feci notare alla “Voce” la quale con tono molto deciso esclamò:- io non sbaglio mai, ora prendi il plug-in numero uno e inseriscilo nel tuo culo, poi indossa gli stivali, e ringraziami per averti dato solo il numero uno! Ringraziai, e presi dalla scatola il dildo anale più piccolo, si fa per dire, rispetto agli altri! Mi accucciai come se dovessi fare la cacca, e lo spinsi, ma nulla, il mio buco era chiuso, allora provai a bagnarlo, ma avevo le fauci secche, prive di saliva, l’unico liquido che avevo era la minestra, infilai la punta dentro, la feci girare, poi con due dita bagnai il mio buchino. Lo afferrai alla base, trattenni il fiato, e lo spinsi dentro, superata la parte stretta del perineo, unta dalla zuppa, scivolò nel mio intestino fino a bloccarsi nel disco finale che chiudeva il mio ano!
Infilai con molta fatica gli stivali, dovevo tenere le dita rattrappite, e avendo tacchi da dodici centimetri il mio peso pigiava proprio sulle punte!
Sentì scorrere il cassettone, c’era una caraffa di fresca acqua che avevo certamente strapagato, mai nella mia vita bevvi acqua più buona!
La luce si spense nuovamente, e la percezione del tempo che avevo passato lì dentro ora mi sfuggiva completamente, l’avvicendarsi del buio alla luce creava in me una confusione totale, ripensai alla “due”, così chiamai La ragazza ….vicina di stanza, dal numero sotto il monitor, anche lei come me, e alla poca distanza che ci separava, ma stranamente io non avevo mai sentito nessun rumore, voce, eppure era a soli pochi centimetri, almeno dove avevo inserito il mio dito. Poi capì, che solo quando “la voce” voleva, eravamo vicine, e, in quei momenti, urlare ci avrebbe solo procurato punizioni terribili!
Mentre riguadagnavo la mia branda, e mi accingevo a sdraiarmi, mi sentì bruciare il culo, toccai il disco terminale del plug-in che copriva il foro, feci scivolare il dito tra la plastica e il mio buco e lo senti completamente asciutto, ora aderendo alle pareti del mio intestino a ogni movimento mi procurava dolore. Avevo un forte stimolo a espellerlo come se dovessi fare la cacca dopo parecchi giorni, ma sapendo di non poterlo togliere, misi una mano sotto e assunta la posizione accovacciata provai a spingere, ma non venne via, sforzai ancora, ma nulla, era ben bloccato dentro dalla parte più grossa, avrei dovuto sforzare moltissimo, in quell’attimo, pensai al numero dieci, e mi sentì un’angosciante paura salire dalle viscere, allora giacché non sarebbe mai uscito da solo, rilasciai il perineo!
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16 years ago
paprika1, 37
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L\'incontro
La conobbi su internet,la sua fica mi aveva preso il cervello,per mesi fu sul mio monitor ed ogni volta che accendevo il computer era lì,mi compariva davanti e mi faceva fantasticare,la sentivo calda ,vogliosa di godere,piena di sborra aperta e vogliosa di essere penetrata prepotentemente e riempita all’inverosimile, le immagini di lei riempita da cazzi di gomma,
mi facevano sognare il momento in cui, dopo averla legata ad un letto, io stesso l’avrei riempita,
sfondandole la carne,slabbrandola all’inverosimile e dopo averla pistonata per bene, le avrei piantato, un vibratore fin dentro l’utero,che squarciando il suo essere,l’avrebbe fatta tremare
in un orgasmo infinito.
Un giorno di un lungo inverno fui finalmente davanti al suo portone,ciao mi disse attraverso il citofono,Sali al secondo piano, troverai la porta aperta,accomodati, dopo pochi minuti fu nell’ampio salone,indossava una camicia da notte trasparente,che lasciava intravedere il suo corpo nudo, intravedevo la sua grande fica ricoperta dai lunghi peli neri, il monte di venere sodo portava ad uno spacco da cui svettava il suo clitoride, che gonfio faceva capolino,come un piccolo cazzo.
Il mio a quella vista divenne grande, grosso, bramoso di uscire dai calzoni, per sentirsi libero e svettare come un randello di carne pulsante.
Essa si accorse della mia erezione,mi si accosto e tirandolo fuori dai calzoni, lo impugnò con maestria voluttuosaio ricambiai le attenzioni e infilai la mia mano nella sua fica e con il palmo iniziai a roteare in un massaggio,catturando il suo clitoride tra il pollice e indice massaggiandolo come se gli stessi facendo una sega.
Poi allungai il dito medio verso il suo spacco e iniziai a rotearlo, penetrando di tanto in tanto Il suo allagato canale.
Finimmo sul tappeto e mi misi su di lei nella classica posizione del 69, ed affondai il mio viso nella sua fica che grondava umori, presi il suo clitoride tra le mia labbra, lo suggevo, lo titillavo, poi tirando fuori la lingua iniziai un movimento circolare, allargando le sue grandi labbra, facendomi strada verso quel canale che mi avrebbe condotto all’interno della sua carne pulsante,dentro quel nido Caldo che urlava piacere, essa era persa nelle sue sensazioni, e ululando roteava gli occhi all’insù, osservandola vedevo solo il bianco delle sue pupille, in quell’attimo mi scostai dalla sua fica che era allagata dalla sua sborra, essa protestò tutto il suo disappunto…….ooohhohoo nonnnooooooo fammi godere,ma io continuai a non sfiorarla, sotto di me il suo bacino,si contorceva cercando di incollarsi nuovamente alla mia bocca, in quel momento per tutta risposta afferrai un enorme fallo che mi trovai accanto e lo introdussi in lei giù sempre più giù, lo roteavo facendomi strada e penetrando il suo essere arrivai a colpire il suo utero e picchiettando lo apersi penetrandolo con quel fallo……………essa ruggiva,tremava,scalciava,sembrava una bestia ferita, ma le sue non erano sofferenze,ma bensi spasimi dovuti ai ripetuti orgasmi………..la osservavo e vedevo la sua testa roteare all’impazzita come un ossessa……….aoaoaoahohohoho sisisisisissi di più dai scassami squarcia il mio essere aprimi siiiiii lo vogliooooooooooooo tutto dentro, stava per esploderemo in quel momento fermai il mio movimento e la vidi danzare all’insù fottendosi da sola, allora visto che non aveva intenzione di smettere ed io reclamavo la mia parte di piacere,non mi restò altro che piantarle il mio cazzo teso alla spasimo dentro il suo culo l’anello di carne
Venne dilatato ed io fui dentro di lei, in un canale fibroso che mi cingeva e pulsava al pari della sua grandiosa ficona che in quel momento era dilaniata da quel dildo azzurro.
Sentivo attraverso la sottile parete la sua fica dilatata al massima il dildo che sbatteva contro il mio cazzo,essa era persa gli orgasmi si ripetevano in continuazione ed ormai faceva andare il dildo su e giù all’impazzata,ruggiva,urlava godeva fu in quel momento che piantandogli il cazzo fino alla radice
Le riempii il culo della mia calda sborra abbattendomi su di lei con tutto il mio peso, essa ruggì urlando di piacere scossa come da una scarica elettrica
Dopo un po’,calmammo i nostri sensi, il dildo usci dalla sua carne ferita, piena della sua sborra.
Il giorno dopo ci rivedemmo
Mi avvicinai baciandole il collo,toccandogli il suo monte di venere torcendogli i capezzoli, essa iniziò a bagnarsi, toccavo il suo sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, inziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei, sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso ormai dentro di lei, le sue cosce ,oscenamente aperte mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutta il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
Le sue grandi labbra aperte,portavano alla sua caverna di carne,a quell’antro bagnato e pieno della sua sborra,era aperta,scivolosa,potevo ormai facilmente penetrare in lei, volevo che passivamente poteva trarre piacere dalle mie manipolazioni,per cui la legai al letto, le braccia alla testiera e le sue gambe aperte al massino legate all’in su, in quella posizione non poteva serrare le cosce per lenire il prurito della sua caverna che ormai goccialava sborra come una fontana, il suo clitoride era di un rosso violaceom gonfio al massimo… la sua caverna pulsava in contrazioni spasmodiche… ripresi la penetrazione e la mia mano fu di nuovo in lei, fino al polso, pastrugnavo il suo interno, contemporaneamente avvicinai il mio viso e con la lingua leccavo il clitoride,procurandole scariche elettriche che la facevano sobbalzare, sentivo i suoi sospiri che divenivano sempre più alti e intensi,
dimenava il suo bacino con movimenti rotatori, alzandosi verso il mio viso,per essere penetrata ancora di più…. Allontanai il mio viso dalla sua ficona, inginocchiandomi sul letto, sempre con il mio polso dentro il suo essere, avvicinai il mio cazzo al suo viso, i suoi occhi sgranati, videro la mia asta di carne pulsante e la sua bocca si aprì,accogliendomi dentro sino in gola, lavorandomi per bene l’asta di carne
io ancora più arrapato per il trattamento che mi stava riservando, rovistai la sua fica con la mano che roteava in lei, e spinsi il mio polso ancora più in profondità, sentiii il suo utero aprirsi e lo penetrai con due dita, questo movimento gli procurò un nuovo orgasmo ed essa urlò nuovamente, scossa come colpita da corrente elettrica, ebbe un paio di sussulti e poi si accasciò sul materasso, come svenuta..gli occhi facevano intravedere solo il bianco delle sue pupille, rivolte all’insù, venni copioso nella sua gola eruttando in lei tutta la sborra che la mezz’ora di attesa aveva accumulato in me e mi accascia sul suo viso.
Dopo un paio di minuti di deliquio, ritornammo in noi, e ci abbracciammo soddisfatti, ripromettendoci di ridarci quando possibile tutto il piacere, che quegli incontri di sesso ci procurava.
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16 years ago
admin, 75
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Mi fotto mia zia
In quel periodo mi era venuta a trovare la sorella di mia madre,una donna piacente intorno ai 40anni,una donna che quando la guardavo negli occhi mi trasmetteva una voglia sessuale che non mi dava pace, non sapevo come attaccare bottone, come scatenare la sua libido.
Giravo per casa con dei pantaloncini che credetemi lasciavano intravedere la sagoma del mio cazzo,che quasi sempre era pronto ad esplodere, le parlavo con indifferenza e notavo che il suo sguardo si posava il più volte sul mio pube e a quella vista il mio cazzo pulsava, morivo dalla voglia e notavo i suoi occhi languidi ma niente,la sua naturale resistenza era lì sempre presente, anche se quella sera quasi per gioco, mettendo un po’ di musica le dissi, zia facciamo questo ballo?
Ci attaccammo e credetemi sentii lo spacco contro di me ed ebbi il sospetto che non indossava le mutandine, mi strofinai contro facendo finta di nulla e attraverso la sua sottile gonna sentivo il suo pube caldo, i peli della fica che doveva essere un mare di sborra, lo spacco che sembrava aprirsi, facendo finta di nulla continuavo a discorrere ed essa rispondeva con una voce sempre più rotta dall’emozione e dall’affanno, poi a un certo punto scappò via adducendo la scusa che doveva correre in bagno e sparì, mi sistemai dietro la porta e sentii uno sciacquettio che senz’altro era la sua fica che essa si stava pastrugnando per bene, dopo un po’ tornò nella stanza,parlando del più e del meno, alla fine mi disse che andava a letto, lasciandomi in erezione totale, come uno scemo
Con una voglia che non sapevo come reprimere ed è chiaro che
Non avendo altro tirai fuori un film porno e mi feci una sega, stavo per godere quando mi accorsi che lei era lì nascosta dietro la porta che spiava le mie manipolazioni sul cazzo che stava diventando sempre più enorme, finchè non venni in un mare di sborra.
La mattina seguente, visto che avevo notato che guardava il porno con grande gusto, le dissi che dovevo mancare un oretta, in bella vista lasciai il dvd, la baciai avviandomi verso la porta, la aprii e la richiusi facendo finta di uscire e restando fermo nel corridoio, iniziai a spiarla essa dopo qualche minuto prese il dvd lo sistemò nel lettore e iniziò ad osservarlo,prima con distrazione poi sempre più eccitata, apriva le cosce per poi richiuderle, poi le spalancò iniziando un ditalino da favola, i suoi mugolii riempivano la stanza e nella mia mente passò un solo pensiero questa volta non mi scappi.
Attesi qualche minuto, poi feci finta di rientrare adducendo la scusa che avevo dimenticato le chiavi, essa non fece in tempo a ricomporsi e la trovai con le cosce divaricate con dentro tre dita che le stavano allargando la fica, le sue labbra penzolavano abbracciando le dita, essa appena mi vide cercò di sistemarsi togliendo le dita dalla sua fica.
Ma le bloccai la mano dicendole adesso continui, non come ieri sera che sei scappata, fammi vedere come godi troia..essa mi guardò con aria stupita, ma io ribattei continua troia ed essa finalmente continuò quel lavorio , entrava le dita quasi completamente per poi uscirle ed ad ogni movimento vibrava alzando il monte di venere, come per riempirsi di più, stava per venire quando le fermai la mano, e girandola di spalle le puntai il mio cazzo contro lo spacco che sentivo allagato e in movimento rotatorio le allargai le grandi labbra iniziando una penetrazione
Sottile che ritmicamente mi portava dentro il suo canale allagato, diedi un paio di colpi poi mi fermai assaporando il caldo del suo nido e lei vedendo che non mi muovevo più iniziò a fottersi la fica
Ululando come una lupa, le bloccai il suo movimento passando le mani sul suo pube, dai dimmi che vuoi essere scassata!!! Ieri sera sei scappata vuoi scappare adesso? E mentre le dicevo queste frasi la penetravo sempre di più con colpi così potenti che le spostavano il corpo in avanti il mio cazzo era cosi teso che sentivo
La sua carne muoversi strizzare ed essa gemeva, i suoi siiiiiii riempivano la stanza il suo utero si contraeva contro di me e con un ultima potenta spinta le venni dentro, i fiotti partivano e li sentivo tornare contro la mia carne, uno due tre le avevo inondato la fica
L’avevo riempita a dovere e sono certo che le colpivano continuamente l’utero, perché ad ogni schizzo essa sobbalzava, tremava, ululava, e roteava la testa, come colta da un attacco isterico, od ogni suo siiiiiii daiiiiii fottimi anche il cervello partiva un fiotto di sperma che ormai le colava giù dalle cosce perché la fica era proprio inondata e colma.
Oggi scherziamo su quel dvd galeotto che riuscii a sciogliere le sue titubanze e farla diventare una magnifica femmina, sempre pronta
E ogni volta che viene a trovarmi gira per casa nuda, con lo spacco aperto e il clito che le fa capolino, la sue grandi labbra che penzolano lungo le cosce e sembrano dirmi prendici dentro la tua bocca e ciucciacci, rotea la lingua dentro di noi fino a trovare un lungo canale e se entrerai in esso partiranno vibrazioni spasmodiche che faranno vibrare la tua femmina, sii queste cose me le ha detta lei e vuole che le lavoro la fica sempre più a fondo.
L’altro ieri mi ha chiesto di penetrarle la fica con la mia mano, perché vuole sentirsi riempita a dovere,……ma questa è un'altra storia.
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16 years ago
admin, 75
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La vicina di casa
Abitavo in quel condominio ormai da parecchi anni,la mia vicina di casa una donna sui sessanta anni, aveva il balcone confinante con il mio, e parecchie volte avevo notato che girando per casa nudo o in slip ero osservato da lei dal balcone che confinava con il mio, quasi ogni volta appena alzavo lo sguardo verso di lei, spariva rientrando in casa.
ormai giravo per casa nudo sapendo della situazione, e facevo finta di nulla, ma il pensiero certo di lei che mi osservava aveva un grande effetto sul mio cazzo che ormai era quasi sempre dritto,gonfio e non aspettavo altro, che il momento in cui si sarebbe presentata l'occasione per poterla riempire a dovere con ogni cosa, per farle urlare tutta la sua libidine.
Venne l'estate e come al solito giravo nudo con il cazzo che svettava, in quel periodo il marito era fuori per cure termali e lei quell'anno a differenza dal solito aveva evitato di accompagnarlo.
Una mattina sentii suonare al mio campanello, apri la porta ed era lei, Signor.......le dispiace se mi appoggio un attimo sul suo letto, sento di stare per svenire e non vorrei trovarmi sola in casa,prego si accomodi feci io che avevo capito la scusa ma abbozzavo sperando di fottermela per bene.
essa si accomodò sul letto, senta io sono di lè se ha bisogno può chiamarmi.
passarono circa15 minuti e sentii lei che mi diceva venga per favore sto male……sto male ripetè ,io accorsi e la trovai svenuta, signora ma lei niente, allora provai a toccarle una coscia , ma lei continuava a rimanere esanime, allora le aprii piano le gambe,scostandole la vestaglia e vidi il monte di venere talmente ampio da non essere contenuto dagli slip,per cui da essi fuoriuscivano lunghi peli, che mi portarono al settimo cielo, appoggiai la mano sul monte di venere e sentii lo spacco caldo, bagnato, come se lei fosse già eccitata e non svenuta come voleva fare credere, le tolsi gli slip e mi apparve una fica aperta, gocciolante,con un largo spacco che portava al canale di carne già aperto, sormontato da grosse labbra di un colore violaceo, che pendevano dal monte di venere, le aprii infilai dentro due dita, oooohhh sospirò essa che non aspettava altro, ma la sua naturale resistenza la portò ad aprire gli occhi dicendomi: Ma cosa fa, come si permette????? Io la guardai, non era questo che voleva e dicendo così continuai a massaggiargli la grande fica, essa ebbe un sussulto, poi attimo di esitazione, poi fece come se volesse spostarsi, allora continuai a toccarla accarezzandole il clitoride, massaggiandolo con due dita, come se le stessi facendo una sega, essa chiuse gli occhi, rapita in quel mondo fatato dove le sensazioni prendono il sopravvento e si è in un'altra dimensione, aveva perso ogni pudore, vedendo che era ben cotta, tolsi la mano, OHHHHHHH NOOOOOOOO sospirò lei, io sadicamente volevo vendicarmi del comportamento ipocrita di prima,
e benché sapevo che ormai voleva solo godere, sfacciatamente le dissi: “se non vuole si alzi e vada via e non mi cerchi più” e dicendole così, le presentai davanti agli occhi il mio cazzo che svettava in tutta la sua lunghezza, lo avvicinai alla sua bocca che magicamente si aprì accogliendomi dentro,
la pistonavo per bene arrivandole fino in gola, ma non feci alcun movimento verso la sua fica, essa osservando ciò, si infilò due sue dita dentro, iniziando a darsi piacere da sola, ma io per vendicarmi del suo precedente comportamento, le tolsi la sua mano dalla fica, tenendola ferma e continuando a entrare e uscire dalla sua bocca arrivando alla gola.
Poi mi scostai da essa, la sdraiai sul letto, spalancandole le cosce e sistemandomi davanti alla fica, che adesso mi appariva in tutta la sua grandezza, vedevo che pulsava, si apriva chiudeva e continuamente ne fuoriuscivano umori che andavano a bagnare le lenzuola.
Mi staccai da essa, avvicinandomi questa volta al suo viso, leccandole il collo con lunghi movimenti di lingua, essa sobbalzava e le sue cosce si spalancavano, cercava di masturbarsi da sola, ma il mio corpo le impediva ogni movimento, poi le sussurrai, dimmi che vuoi essere riempita,essa non rispose, questo comportamento mi indispettì molto, va bene allora ti farò godere e proverai tanti orgasmi quanti non ne hai mai provato, i suoi occhi mi osservarono languidi, presi da un cassetto, due corde e le usai per legarla al letto in maniera così oscena che la sua fica era spalancata a tal punto che potevo vedere il canale che portava dentro il suo essere,iniziai a toccarle il sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, iniziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei , sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso che ormai era dentro di lei, le sue cosce oscenamente aperte, mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutto il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
iniziai a penetrarla con un grosso vibratore, lungo almeno 25 centimetri, che oltre ad avanzare in lunghezza, aveva un movimento rotatorio, glielo schiaffai dentro senza ritegno e la penetrai per intero, essa incominciò letteralmente a guaire,la vedevo dimenarsi sul letto, sobbalzare, vibrare,ruotare la testa da un capo all’altro del letto,le orbite degli occhi le andarono all’insù, ed essa si stava avviando al un lungo e potente orgasmo, il suo movimento sembrava una danza senza sosta, a quel punto attraverso il pulsante aumentai la velocità, essa ruggì iniziando a godere ma…per vendicarmi fermai il movimento del vibratore ed essa rimase sospesa a mezz’aria, le cosce spalancate,e la fica pulsante ed in fiamme, urlò tutto il suo disappunto, guardandomi con occhi di bestia ferita, dimmi che vuoi godere,che vuoi essere riempita, che vuoi sentirti troia, dimmelo! siiiiiiiii riempimi, scassami, fammi sentire porca, fottimi anche il cervello,siiii daiiiii, ti supplico non ce la faccio più, voglio godeeerrreeeee
Allora mi sistemai nuovamente davanti a lei, piantandole di nuovo il grosso vibratore nella sua fica che ormai era un antro, allagato, contemporaneamente le sollevai il bacino, puntai il mio cazzo verso il buco dell’ano e cercai di penetrarla,
ma mi accorsi, che lì era ancora vergine, per cui dovetti faticare non poco per riuscire nella penetrazione, essa urlava tutto il suo dolore, ma io la pistonavo senza sosta e con un ultimo colpo riuscii a penetrarla completamente, riempiendole il culo, attraverso la parete sentivo le contrazioni della fica contro il vibratore, sentivo il movimento rotatorio che mi massaggiava il cazzo che diventava sempre più grosso…..essa passato il dolore,spalancò la bocca urlando così forte che dovetti tappargli la bocca per non fare accorrere i vicini, la sua testa roteava, i suoi capelli in modo scomposto le danzavano sul viso che diventava sempre più paonazzo, ed era tutto un gemito un siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii infinito,i suoi orgasmi si prolungavano senza sosta e il suo essere era tutto un tremore………..volevo riempirle la fica,quindi uscì dal suo culo ormai sfondato e senza toglierle il vibratore penetrai in essa, il suo canale si aprii e io sprofondai in essa fino all’utero…..non dovevo neanche muovermi,perché con il suo tremore si sfondava da sola,e la fica squassata da continui orgasmi si apriva e chiudeva in continuazione come una grossa mano che ti strizza l'uccello, questo movimento mi procurò delle scariche elettriche che dal cervello arrivarono al cazzo che sputò tutta la sua sborra in un orgasmo infinito e riempii, con lunghi e potenti getti, che le colpivano l'utero, riempendola fino alla pancia. essa godeva come mai avevo visto e non era mai sazia, il suo movimento sembrava non dovesse mai avere termine, dimenava il bacino, spalancando le coscie, urlava ormai persa nei suoi continui orgasmi…….poi si acquietò restando immobile, questa volta sembrava davvero svenuta…….dopo qualche minuto apri gli occhi e guardandomi mi disse: “grazie,mai avevo goduto così”.
Voglio continuare a vederti ogni volta che sarà possibile per godere senza ritegno, per godere da porca, per fare cornuto mio marito che ormai sono anni che non mi guarda più.
Ormai ci vediamo almeno una volta alla settimana e credetemi l’età non conta, ha sessantanni, ma gode come una ragazzina.
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16 years ago
admin, 75
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fantasie di una coppia innamorata 2
......la temperatura è ottima per rilassarsi..il cokteil alla frutta inebria totalmente la giovane coppia... e la musica di sottofondo creano un'atmosfera di completo relax ...mentre renzo viene cullato coccolato ..toccato ..accarezzato e baciato da due splendide dee.. roberta si lascia andare alle attenzioni della sua piccola regina che delicatamente le stà titillando il clitoride con la lingua..... (ah..come godo ...hmmhmm che voglia di leccarle la figa..) ... sale il desiderio aumenta la volgia di trasgredire.. renzo si avvicina a roberta la bacia intensamente ...con la mano scende ad incontrare le labbra della piccola regina mentre stà godendo dell'umore che scende dalla fessura umida e pronta per esser penetrata...renzo capisce .. con la cappella gonfia di desiderio si avvicina alla sua lei...(siii ora sarà mia ..che bella sei roberta sei stupenda ...ti voglio ,voglio la tua figa..voglio il tuo desiderio nel mio cazzo)... la penetra dolcemente prima piano piano per farle sentire quanto è grande il suo dersiderio,poi accellerando il ritmo per farla godere di più... le ragazze fanno da cornice a questo magnifico quadro d'amore ...attendono ..in silenzio.. un gesto uno sguardo che possa far capire loro di poter partecipare..
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16 years ago
noidueperlei,
31/37
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Tra le montagne
ricordo come fosse oggi...un giorno cupo...meta' giugno....ormai estate...eppure pioveva cosi tanto da nn poter viaggiare verso quel luogo sconosciuto ma allo stesso tempo cosi magico....quella casa dei desideri, anzi del "mio desiderio".........gia' ero consapevole di cio' che mi aspettava....ma era cosi eccitante....quattro bei maschietti tutti per me! Conoscevo solo due ragazzi ,il terzo ci aspettava in quella casa immersa nel verde....piu' mio marito...che fremeva al solo pensiero e con un po' di paura per la mia reazione.....invece per sua sorpresa ma piu' per mia stessa sorpresa....io ero talmente a mio agio che pareva facessi la cosa piu' normale al mondo....ero cosi spontanea che per il mio carattere timidone quasi nn mi riconoscevo......Entrammo nella casa un po' di chiacchere...poi ci siamo diretti in quella stanza....io sola circondata da uomini belli...simpatici ma sopratutto eccitanti...nn mi sono posta neppure il problema "riusciro' a soddisfarli?"...sono partita spedita...mi son ritrovata con i loro falli tra le mani ....tra le mie labbra.....le loro mani cosi calde...che sfioravano il mio seno...il mio pube....dapertutto....incrociare losguardo con mio marito per fargli capire quanto il tutto fosse perfetto....trovare il giusto feeling con quei ragazzi......guardarli negli occhi mentre entravano dentro il mio corpo.....e dare loro tutto cio' di cui ero capace....Dopo aver goduto...eccitati al massimo ho espresso uno dei miei tanti desideri....volevo il loro "succo" sulle mie labbra....e in un attimo sentivo quel calore e i loro lamenti.....ma nn finiva cosi....perche' l'eccitazione era talmente tanta che chiesi loro.....avete ancora un po' di energia....ora vorrei sentirmi quel calore su tutto il corpo....e mi sdraiai....in tutta la tranquillita' come stessi aspettando la cosa piu' bella al mondo.......e...nuovamente sentii il loro fremito....caldo morbido.....solo al pensiero mi sembra di essere ancora li....tra uomini meravigliosi che mi hanno fatta impazzire.....godere.....!Sono sicura che nn mi bastera' averli incontrati una sola volta...ma voglio sentire ancora e poi ancora quei gemiti!!!!
un bacio Vale
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11
16 years ago
admin, 75
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Caffè macchiato
Iaia racconta ...
Squilla il telefono sulla mia scrivania, butto un'occhio sul display e come sempre, all'apparire del nome del mio capo, un leggero tremore alle gambe accompagna il gesto di sollevare la cornetta.
"Sì?" rispondo senza tradire alcuna sensazione.
"Puoi venire un momento nel mio ufficio, che riguardiamo la relazione per domani?" è la richiesta, che mi giunge dalla sua voce calda e sensuale.
Dal momento della mia (recente) assunzione nella sua azienda, il Dott. Sergio M. ha cercato via via di assegnarmi ruoli sempre più vicini alla sua posizione, premiando la mia capacità organizzativa, il mio piglio nelle questioni di lavoro, la precisione delle mie relazioni e, soprattutto, credo, la mia disponibilità.
Di fatto potrei definirmi la sua segretaria "tuttofare", visto che tra le mansioni, Sergio non disdgegna inserire anche attività di basso profilo come, ad esempio, portargli il caffè.
E' un bell'uomo di 35 anni, che ha ereditato l'azienda del padre, mostrando comunque di avere le capacità di coprire il ruolo di Amministratore Unico, oltre alla fortuna di aver faticato poco per arrivarci. Oltre alla voce calda, di lui posso dire che generalmente ha dei modi di fare gentili, che rendono agevole il compito di chi si trova a collaborare con lui. Anche se ci sono delle situazioni che il suo carisma emana da ogni suo gesto e la sua autorevolezza, ancora prima della sua autorità, mi soggioga, provocando quelle strane ondate di calore che mi mettono in uno stato di assoluta agitazione, anche e soprattutto ormonale.
Questa è una di quelle volte.
Lui è appena rientrato da un meeting importante e, per questo, stressante. Entro nella sua stanza e snocciolo le cose successe nella giornata. Solo le cose più importanti, quelle di minore rilevanza le lascia totalmente nelle mie mani: un segno tangibile della sua fiducia.
"Iaia, mi porti un caffè, per cortesia?" chiede con la consueta gentilezza. Torno poco dopo recando un paio di tazzine fumanti.
Non mi capita sovente di bere il caffè in sua presenza, ancora meno spesso con lui. Di solito questo denota una mia certa agitazione. Lui sorride nel vedere che questa è una delle occasioni in cui le mie emozioni sono gestite a fatica.
Lui sorseggia il suo caffè, mentre io lascio che il mio si raffreddi un po'. Non sopporto di bere il caffè a temperature ustionanti, non ne gusto il sapore.
E' arrivato il momento di definire i dettagli per la riunione di domani. Si tratta di un incontro con uno dei maggiori clienti dell'azienda, che dovrebbe concludersi con la firma in calce ad uno dei contratti più rilevanti degli ultimi mesi.
"Che ne dici di rivederlo insieme?" La richiesta mi giunge attesa ma nonostante ciò mi coglie lievemente inmpreparata. Ho lavorato su quel documento nelle ultime due settimane e so bene che non c'è bisogno di toccare nemmeno una virgola. Ma so anche che di solito questa richiesta è foriera di un "controllo" molto accurato da parte sua. Un altro tipo di controllo.
Giro intorno alla scrivania e mi avvicino al monitor del suo PC. Lui mi lascia tastiera e mouse, in modo che possa avere semplice accesso al documento. Sono in piedi accanto alla sua poltrona, con lo sguardo fisso al computer, le mani che scivolano sulla tastiera.
Incespico un paio di volte sui tasti e sento il mio volto andare a fuoco. So che la mia agitazione sta diventando sempre più palese. So che ne sta sorridendo. So che presto mi darà dimostrazione del suo "ascendente" su di me.
Sono ancora alle prese con mouse e tastiera quando sento il palmo della sua mano appoggiarsi all'interno del mio ginocchio sinistro. Incespico ancora una volta sui tasti, assolutamente preda di quel tocco lieve ma deciso della sua mano.
Sta risalendo lungo la coscia e devo concentrarmi al massimo per evitare di sbagliare tasto ancora una volta.
"Ecco!" dico dopo aver effettuato il doppio click col mouse sul documento. Qualche istante perchè il monitor proietti la prima slide della presentazione e sento la sua mano rovistarmi sotto la gonna, sotto il mio perizoma.
Lui sa che SENTO il suo potere, sa che SENTO il suo comando.
Sa che la sua mano è fuoco sulla legna secca, che la sua silenziosa azione è alcol su quel fuoco.
Abbondanti umori bagnano il mio sesso, tradendo lo stato di eccitazione che mi pervade. Poi d'un tratto lui libera il mio sesso dal contatto con la sua mano ed assume quella posizione che più amo e più odio, allo stesso tempo.
Si adagia con le spalle sulla poltrona, con le mani dietro la nuca. Niente di più innocente ma niente di più perverso. Allo stesso tempo diventa "disarmato" e "disarmante", sembra inerme ma invece già mi possiede.
Un solo sguardo è sufficiente per accendermi e per raccogliere il suo silente invito. La mia mano si allunga verso il suo sesso, teso sotto il tessuto dei pantaloni. Le mie dita indugiano su quel gonfiore, quasi a saggiare la consistenza di quella eccitazione, di quella erezione.
La sua mano aveva intanto ripreso a palparmi il sesso, che allargando sensibilmente le cosce avevo reso ancora più facilmente accessibile. Le sue dita iniziano ad insinuarsi tra le labbra del mio sesso palpitante, prima un solo dito, poi un secondo iniziano a penetrarmi, mentre un terzo, bagnato dai miei stessi umori inizia a vellicare il mio sfintere, spingendo per violare anche quella mia intimità.
La mia mano abbassa la cerniera e con un rapido gesto estrae il suo membro dal vincolo dei suoi boxer. E' enorme, statuario.
Ho dimenticato di dire che forse è il suo sesso smisurato a rendermi così emozionata e vulnerabile al suo cospetto, sin dalla prima volta che ebbi l'occasione di vederlo.
Erano pochi giorni che lavoravo per lui quando, preda di un naturale ed orgoglioso esibizionismo, si fece "sorprendere" nel suo bagno privato mentre orinava. Entrai nella sua stanza dopo aver bussato, come al solito e rimasi di stucco vedendolo in piedi di fronte al water, mentre finiva il suo bisogno. Lui avvertì la mia presenza alle sue spalle, immobile ed imbarazzata davanti alla porta spalancata. Terminò di svuotare la vescica e, vedendomi ancora lì, ne approfittò per scuotere le ultime gocce spostandosi di lato rispetto al water. La posizione era perfetta per permettermi la migliore visuale del suo cazzo. La mia meraviglia fece posto all'incredulità. Quasi senza rendermene conto, qualche istante dopo mi ero ritrovata seduta su quel cesso, con la mia bocca impegnata ad accogliere quel membro mostruoso. Ricordo ancora i miei sforzi a produrre abbastanza saliva da "annacquare" il sapore salato del suo sesso, fresco di orina. Eppure quel palo non mi fece schifo, anzi ... ricavai un piacere perverso nel tenere tra le mie labbra un cazzo sporco di residui di orina. Non tardai a violentare il mio clitoride, fino ad un orgasmo quasi urlato a bocca chiusa ... letteralmente tappata da quel cazzo svettante. Mi vene copiosamente sul viso, che mi ordinò di non ripulire. Stetti nel suo ufficio per prendere nota di alcune attività con il suo sperma che mi colava sulla faccia, sentendomi sporca e felice di esserlo. Quando mi lasciò tornare al mio posto, lo feci incurante dei possibili sguardi dei colleghi. Arrivai alla scrivania e mi ripulii con le dita di una mano, mentre con l'altra mi masturbavo. Ricordo che leccai tutto e godetti nell'ingoiare il frutto di quel palo di carne.
Adesso sono alla sua mercè per l'ennesima volta.
Scosto con le mani il perizoma e mi posiziono con il culetto voluttuoso verso di lui. Mi appoggio con i gomiti alla scrivania, offrendomi a lui come so piacergli di più.
E' solo allora che la sua voce suona, perentoria, mentre un milione di farfalle mi svolazzano nello stomaco.
"Oggi non ti scopo. Vai di bocca ..."
E' emozione pura quella che provo mentre mi rigiro, mi inginocchio tra le sue gambe e mi lascio ipnotizzare dalla vista di quel cazzo. Non è ancora completamente eretto ma fa già impressione. Mi avvicino con le labbra alla cappella, mentre con le mani mi accingo ad impugnarlo. Non faccio in tempo, le sue mani ferree bloccano le mie, costringendomi a lavorarlo solo con la mia bocca.
Le mie labbra si schiudono per lasciarsi violare dalla cappella. So che adora guardarmi mentre lo faccio: questo aumenta il suo potere su di me, oltre a soddisfare il suo esibizionismo perverso.
Assumo una posizione che gli permetta di assistere alla mia performance. Non stacca lo sguardo dal mio viso, che una smorfia sfigura nell'atto di succhiare quel palo. Le labbra si allargano a dismisura per accoglierlo e vedo i suoi occhi emanare una luce di dominio. Finalmente i miei tentativi di abituare la bocca alle sue dimensioni danno il loro frutto: sento la cappella premere contro il palato, mentre con la lingua insalivo l'asta che prende a scorrere tra le mie labbra, lentamente ... su e giù ...
Ad ogni ciclo la mia bocca accoglie qualche millimetro in più, permettendo alla gola di abituarsi all'intrusione di quel membro pulsante.
Lui sa che sto producendo uno sforzo terribile. Vorrei riuscire dove ogni altra donna ha fallito: prendere tutto il suo cazzo nella mia bocca, fino all'ultimo centimetro, affondare il naso dentro i peli del suo pube, usare i muscoli della gola per stimolarlo e farmi eruttare il suo caldo seme direttamente nello stomaco. Vorrei ... ma anche questa volta devo rinunciare.
Mi sento frustrata da questo "fallimento": una troia che non riesce a soddisfare il proprio capo ...
Cerco di farmi perdonare cercando di mettere "qualità" al pompino. Inizio a lavorare la cappella a labbra strette, dandogli la percezione di massimo dominio. Lecco tutta l'asta, dai testicoli al glande e poi di nuovo giù, fino a succhiare con tenacia e delicatezza le sue palle. Risalgo e disegno ghirigori di saliva sulla cappella gonfia. Sollevo la lingua dalla sua punta, lasciando un filo di saliva come labile connessione tra il suo sesso e la mia bocca. Lo vedo iniziare ad agitarsi sulla poltrona.
Nel silenzio che, come sempre, accompagna il nostro atto cerco di fargli percepire tutto il piacere che mi dà il suo cazzo in bocca. Mugolo mentre succhio, ansimo mentre mi lecco le palle, ansiosa di svuotarle completamente ...
Sento lo sperma affluire alla cappella, il mio solo pensiero e desiderio è che lui non abbia avuto orgasmi, di recente. Ho voglia di bere ...
Il suo corpo è percorso da fremiti che preannunciano l'imminenza del suo orgasmo. Anche la mia bocca freme nell'anticipazione.
D'un tratta la mia perversione. Per lui soltanto.
So che basterà un semplice cenno. So che sarà pronto a cogliere la mia proposta indecente. E' proprio allora che volgo il mio sguardo alla scrivania. Vedo la sua mano allungarsi e prendere la tazzina del caffè. Sorride nel vedere che è piena solo per meno della metà.
"Alla mia troia il caffè piace macchiato?" dice con aria di sfida e nel pronunciare queste parole si afferra il cazzo con le mani e lo punta verso la tazzina. Un primo, violento e denso, schizzo di sborra diventa come crema sul nero del caffè ...
Il secondo fiotto è lunghissimo ed ormai lo sperma ha superato la quantità di caffè. Mi ritrovo con la lingua fuori dalla bocca, mentre guardo con crescente cupidigia la tazzina. Altri due o tre schizzi mi colpiscono il viso, lo sperma prende a colare verso le mie labbra. Apro la bocca ed altro sperma mi si riversa dentro ...
Infine il rito. Mi fa sedere a cavalcioni di una sua gamba, mentre io stessa porto la tazzina alla bocca. Assaporo mugolando ed ingoio il tutto mentre con ampi movimenti del bacino strofino oscenamente il mio sesso sulla sua gamba ... e vengo.
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16 years ago
leemaia,
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Questione di principio!
Iaia racconta ...
Sono sempre stata schietta ed aperta nei miei rapporti interpersonali, chiedendo la medesima cosa a tutti coloro che ambivano a costruire con me una relazione che andasse oltre la semplice conoscenza. Non fanno eccezione gli uomini con i quali ho avuto modo di instaurare un rapporto sentimentale, più o meno duraturo. Questa sincerità deve essere intesa nella sua accezione più ampia: nessun problema a discutere insieme di qualsivoglia argomento, inclusa il sesso, con le fantasie i desideri e tutto il mondo semisommerso che si porta dietro.
Vi racconto questa vicenda per rendere meglio l'idea di quanto sia importante per me questo aspetto.
Avevo iniziato la mia relazione con Alfredo solo da qualche mese. Lui, classico figlio di papà, mi ricopriva di attenzioni e premure. Era una persona che sapeva trattare con la gente, riusciva simpatico al primissimo impatto e praticamente era amico di mezzo mondo. Non c'era occasione in cui uscissimo insieme senza che lui incontrasse qualcuno che conosceva. La cosa mi rendeva questo ragazzo sempre più interessante ed intrigante. Sapeva conversare senza "parlarsi addosso", lasciando spazio agli altri e sapendo ascoltare. Un gioiellino ...
Mi sono invaghita di lui quasi subito, anche se l'ho tirata per le lunghe perchè non volevo che pensasse di potermi "comprare" come spesso gli era successo (e succedeva) con le altre donne.
Sportivo, figo, pieno di soldi, era di certo una delle "prede" più ambite. Tra noi i patti furono subito chiari, come dicevo: niente sotterfugi.
Le cose andavano a gonfie vele sotto tutti i punti di vista, compresa l'intesa sessuale. A letto ci sapeva fare così come nei rapporti sociali. Attento alle mie esigenze, non c'era una volta che non si preoccupasse del mio piacere, prima ancora che del suo.
Condivedevamo le nostre rispettive fantasie tra le quali spiccava il piacere edonistico di fare sesso davanti allo specchio o di fronte alla telecamera. Un mix di esibizionismo e voyeurismo comune a molte altre coppie e che sfogavamo con una certa regolarità. Non mancavamo mai l'occasione di rivedere insieme le nostre esibizioni, sia per eccitarci sia per "studiare" altre pratiche da filmare. A dire il vero eravamo diventati anche bravini, tanto che il sexy shop che ci approvvigionava di materiale porno dopo un po' ci perse come "afecionados". Quello che producevamo in maniera autonoma non aveva niente da invidiare alle molte cassette (all'epoca il DVD non era ancora in uso) del mercato pornografico. Praticamente ci limitavamo ai soli film che non potevamo "interpretare" da soli, come ad esempio orge et similia.
Tale e tanta era la nostra passione che, col passare del tempo, avevamo attrezzato il nostro "nido" alla stregua di uno studio professionale. Per evitare che il gioco ci fagocitasse, finendo per governare il nostro amplesso, costringendolo a forzature dovute alle "esigenze di scena", portandoci a prestare più attenzione all'inquadratura che al nostro piacere, avevamo installato ben 4 telecamere fisse in alcuni punti strategici.
In pratica eravamo liberi di esprimerci al meglio senza preoccuparci di niente se non di godere, tenendo come "sorpresa" il risultato video dell'atto. In una cassetta piuttosto che in un'altra tutte le migliori scene finivano per essere degnamente immortalate. Una delle telecamere era impostata con lo zoom sul divano, teatro di buona parte delle nostre imprese erotiche e ce ne ricordavamo in tutte le situazioni che ritenevamo maggiormente eccitanti da rivedere in seguito.
Memorabile la scena in cui cavalco il cazzo di Alfredo, seduto sul divano. Io, con le spalle alla telecamera, inarco la schiena esponendo il mio culetto all'obiettivo. Lui mi divarica le chiappe con le mani ed io rallento ad arte il movimento del bacino, lasciando uscire quasi completamente il suo cazzo dal mio corpo, prima di ridiscendere lentamente. Immaginavo mentalmente cosa si sarebbe potuto vedere a video e mi comportavo di conseguenza. La lentezza del movimento mi serviva a dare concretezza alla profondità che quel cazzo raggiungeva dentro di me. Non contenta, ad un certo punto allungo una mano al vicino tavolino, dove, con una rapida occhiata, avevo individuato delle candele svettare su un inutile candelabro in oro, regalo costoso ma orrendo del "paparino" di Alfredo. Era un esempio di arte (per me assolutamente kitsch) che raffigurava alcune colonne in stile ionico prive del capitello, a simulare un effetto del rudere di un tempio. Credo si sia capito che lo detestassi.
Ebbene, la telecamera inquadra la mia mano prelevare una candela, portarla con studiate movenze lascive alla bocca e propinarle un pompino magistrale, attenta a volgere il viso di profilo alla telecamera, per non perdere nemmeno un istante del mio voluttuoso lavoro di bocca su quell'oggetto. Alfredo che mi dà della pompinara è il primo, naturale effetto. Questo non fa che aumentare la mia carica erotica, spingendomi ad ingoiare ed insalivare a dovere quell'oggetto ... La reazione secondaria la sento direttamente sulle natiche, che lui stringe più intensamente mentre accentua i colpi della mia cavalcata con spinte del bacino verso l'alto. Questa sferzata nel ritmo mi provoca subitanee ondate di piacere che esprimo mugulando su quel pezzo di cera. Per un lasso di tempo che a lui deve essere sembrato lunghissimo resto passiva, con il suo cazzo a farsi strada dentro di me grazie ai suoi soli colpi e le mie labbra serrate su quella candela. Siccome lui adora vedermi attiva, che fa di me quella splendida troia che ama, si impossessa della candela, estraendola dalle labbra e facendola pendere verso il mio viso dall'alto. Ecco che allora l'inquadratura mostra la mia lingua estendersi fuori dalle labbra verso quel fallo estemporaneo, tutto il mio viso protendere verso di esso, denunciando una gran voglia di succhiare, di avere qualcosa in bocca, giù giù fino alla gola. E riprendo a cavalcare con rinnovata eccitazione. Lui gioca un po' con me e la mia voglia, avvicina e riallontana l'oggetto, poi me lo porge lateralmente, affinchè io possa leccarlo per il verso della lunghezza. Lascia scivolare la candela sulla mia lingua, che finisce per insalivarla a dovere. Ci vuole poco perchè quella (nella mente di entrambi) diventi la lubrificazione necessaria per cambiare obiettivo. Sempre per il verso longitudinale prende a strofinare la candela tra le mie chiappe e sul buchino. Il video ci regala l'immagine che io stessa non mi aspettavo: senza nemmeno rendermene conto, grazie anche al movimento del cazzo nella mia figa, il mio sfintere pulsava come una piccola bocca affamata ogni volta che la candela vi si strofinava contro. L'effetto, a rivederlo, è devastante. "Mettimela dentro!" ansimo io in preda ad una voglia irresistibile. Mi allargo le natiche da sola mentre lui punta la base della candela contro il mio buchino. Sento lo sfintere allargarsi alla leggera pressione. Le dimensioni ridotte della candela non sono un ostacolo per la penetrazione. Sento l'oggetto freddo scivolare dentro di me ... come un dito infinito.
Alfredo si ferma solo quando la base della candela incontra l'ostacolo della curva del mio intestino, poggiando sulla parete del mio budello con una leggera sensazione di dolore. Lui percepisce la cosa dall'espressione del mio viso. Inizia a far scivolare dentro e fuori la candela, sempre arrivando al punto in cui la base mi dà quella scossetta di dolore.
Dopo un po' di quel ritmato altalenarsi di piacere e fastidio decido che le sensazioni di dolore sono solo un amplificatore dei miei stimoli e inizio a muovermi incontro alla mano di Alfredo e sul suo cazzo. Entrambi i cazzi (quello vero e quello "occasionale") penetravano i miei orifizi contemporaneamente, tanto che il lieve dolore si propagava sottoforma di ondate di piacere che partivano dal mio intestino raggiungendo il cervello con l'effetto di un terremoto. Il tempo di abituarmi all'intrusione ed il piacere ricevutone piano piano affievolisce: sono 25 cm di lunghezza, ma pochini in larghezza. Manifesto la cosa rompendo il ritmo: "Mettimela davanti!" dico ad Alfredo. Lui estrae il cazzo con aria interrogativa ed inserisce la candela al suo posto. Percepisco prima il senso di vuoto poi l'interpretazione palesemente errata di Alfredo. "Non intendevo: mettimi la candela nella figa al posto del cazzo, ma INSIEME al cazzo ..."
Il membro di Alfredo riprende il suo posto e la sua mano manovra per trovare l'angolazione giusta per far entrare anche la candela. Dopo vari tentativi infruttuosi, che più che frustrare la nostra intenzione la alimentavano, portandoci a moltiplicare gli sforzi, Alfredo appoggia la base della candela contro la sua cappella e fa penetrare i due oggetti nella mia figa. Il nastro magnetico registrava questa penetrazione doppia senza lasciare niente all'immaginazione. Mi sentivo piena e con le labbra della figa slargate da quell'intrusione innaturale. Forse era più la sensazione della piccola perversione che l'atto in se a darmi tanto godimento, ma stavo letteralmente sbrodolando umori ...
Una volta aperta la strada, Alfredo si sbizarrisce rendendo i movimenti dei due cilindri asincroni, senza mai lasciare uscire completamente nessuno dei due. Questa volta è lui ad allungarsi verso il tavolino. Prende il candelabro e sfila le restanti due candele dalle finte colonne. Me le porge ed appoggia l'oggetto d'oro sul divano. Io afferro le candele con le due mani ed inizio ad alternarle dentro la mia bocca, impazzendo nel pensare che siano due cazzi.
"Ti piace vedermi con due cazzi in bocca mentre mi scopi?" gli domando portando entrambe le candele alle labbra.
"Mmmmm ..." è il suo commento più che esplicito.
Gioco con la saliva sulla punta delle candele, lasciandola filare in maniera provocante. Un po' di quel liquido cola sulle mie tette e Alfredo lo raccoglie con le dita di una mano. Poi porta le dita direttamente sul mio sfintere e umidifica l'apertura girando intorno alle pieghette. La mia "piccola bocca" riprende ad aprirsi e chiudersi sul suo dito anelando una penetrazione più profonda.
Ancora qualche istante di questo eccitante sfregamento e poi sento qualcosa di più consistente poggiarsi al mio buchino e cercare strada.
La saliva agevola un po', ma la frizione del corpo estraneo si fa comunque sentire. Spingo con i soli muscoli anali, rimanendo per un momento sospesa, con solo una porzione del cazzo di Alfredo e della candela inseriti nella mia figa. Lo sfintere si allarga e cede alla pressione dell'oggetto. Lo sento freddo, anonimo ma tuttavia estremamente piacevole. Sento qualcosa di duro toccarmi anche la coscia e volgendomi indietro vedo due dei bracci del candelabro sporgere lateralmente. Mi sta inculando con uno dei bracci dorati di quell'obbrobrio ... Sorrido pensando che per la prima volta trovo perlomeno "utile" quell'aborto artistico. Poi spingo e mi sento "profanare" da quel resto di tempio "sacro". Rispetto alla candela questo nuovo "amico" perde decisamente in lunghezza, ma ha il pregio della larghezza che aumenta man mano che mi penetra fino alla base della colonna. Non sto a parlare di centimetri, ma la sensazione di pienezza che ne ricavo è assolutamente goduriosa. Solo quando il basamento della colonna urta contro lo sfintere mi calo sui due invasori vaginali, sentendomi incredibilmente aperta.
La candela e il suo naturale ospite candelabro sono troppo rigidi per assecondare i miei movimenti, le contrazioni anali e vaginali sono perfino dolorose, sento l'orgasmo montare e poi allontanarsi aumentando l'urgenza di sfogare tanta libidine.
"Togli la candela ..." urlo ormai prossima all'esplosione.
Alfredo estrae il corpo estraneo dalla mia figa e la semplice estrazione dal profondo della mia intimità mi dà lo sfregamento "fatale". La figa inizia a pulsare intorno a quel cazzo e le sensazioni anali non sono più così forti da inibire l'esplosione.
"Vengoooo" finisco per rantolare, "Sfondatemi ... ora ... più forte ..." e mentre il cazzo mi raggiunge l'utero la colonna mi sfonda sul serio, spaccandomi in due.
Poi la vista si annebbia ... il video mi è di supporto per dire che l'amplesso si conclude con Alfredo che sfila la colonna, poi il suo cazzo e quindi erutta un fiume di sborra che cola tra le mie chiappe per essere catturato, nello scivolamento, dai miei buchi dilatati.
Ecco, queste sono le scene che stavano finendo di scorrere sul televisore del salotto quando, rientrata in anticipo dalla mia serata con amiche, passai nel corridoio, davanti alla porta.
Alfredo non aveva sentito le chiavi nella porta e non si era accorto della mia presenza. Io, d'altra parte, non feci niente per farmi sentire, dopo che, invece del sottofondo da stadio della partita che lui avrebbe dovuto seguire quella sera, come sottofondo c'erano i nostri gemiti registrati e le nostre adorabili porcate.
A farmi sentire "tradita", tuttavia, non fu l'innocente rivisitazione che un uomo fa di certi filmini, quando è solo in casa. Quello che mi fece ribollire il sangue è che lui non era affatto solo. Di spalle rispetto al mio punto di osservazione distinsi la nuca di due dei suoi amici più intimi.
Il silenzio nella sala mi fece intuire quanto il video fosse davvero accattivante ed apprezzato.
Sebbene la vendetta sia un piatto da gustare freddo, la mia rabbia interiore decise che anche a caldo sarebbe stato carino mostrare la mia reazione. Raggiunsi la camera e mi preparai per la mia scenata. Man mano che mi preparavo la rabbia accecante lasciò il posto ad una più lucida perfidia. Cambiai idea una decina di volte, prima di definire la mia strategia.
Indossai il mio vestito di seta nero, regalatomi da Alfredo per il mio ultimo compleanno. Si trattava di un abito lungo, prodotto di sartoria, cucitomi addosso per risaltare le mie forme armoniose.
Gli spacchi laterali partivano dai fianchi, un leggero tulle a coprire leggermente il profondo decollete, la schiena nuda fino al fondoschiena. Un abito da sera da grandi occasioni, come quella che mi si presentò quella sera. Ripassai il trucco, calcando leggermente la mano sul rossetto e la matita per le labbra, per risaltare la loro naturale carnosità. Infine indossai la preziosa parure di perle, cominciando dal braccialetto, che indossai togliendo persino l'orologio per lasciare l'oggetto in maggiore risalto. Poi passai agli orecchini, splendidi nella loro semplicità, quindi l'anello, rigorosamente all'anulare sinistro, infine l'immancabile girocollo, formato da tre file di perle. Scarpe adeguate. Niente calze, reggicalze o altri fronzoli. Semplicemente elegantissima. Ovviamente niente reggiseno, perizoma nero di pizzo e il quadro è completo per l'entrata in scena.
Entrai nella sala sentendo la leggera eco delle ultime parole di uno dei due amici di Alfredo che commentava il filmato con pesanti apprezzamenti.
"Ho interrotto qualcosa?" dissi con la massima naturalezza, avanzando verso il trio. Alfredo si affrettò a cambiare canale, mentre tutti indistintamente si mossero scompostamente sul divano. Era peggio di quel che pensassi. Non stavano solo guardando il filmino, ma si stavano masturbando apertamente nel farlo.
Salutai Alfredo con un falsamente languido bacio sulle labbra, mentre con la mano mi impadronii del telecomando. Il VCR continuava a scorrere e quando cambiai canale vidi il candelabro profondamente infisso nel mio culo.
"Mmmm, proprio sul più bello ..." commentai cercando di dissimulare il mix di vergogna e di rabbia per la situazione indesiderata.
"Posso?" domandai cinica ai tre, mentre mi accomodavo con nonchalance sul bracciolo del divano. Alla mia sinistra, nell'ordine, Sergio, Marco e Alfredo, sempre più imbarazzati e incapaci di esprimere una qualsiasi parola, nemmeno balbettata.
"Guardate questa scena!" suggerii indicando il televisore. Per un riflesso incondizionato tutti si girarono per guardare. Il candelabro continuava ad entrare e uscire dal mio culo dilatato, l'immagine catalizzò la loro attenzione.
"Ma ... sbaglio o quelle patte aperte non sono frutto di una dimenticanza?" dissi ridendo alla vista ridicola delle tre cerniere aperte. Prima che potessero fare qualsiasi cosa mi alzai dal bracciolo, mi chinai su Sergio e Marco, le tette volutamente bene in vista e, allungando una mano verso ciascuna delle due zip aggiunsi: "Forse sono solo un invito ...".
Non attesi la risposta, con calma glaciale frugai brevemente con le dita ed estrassi due verghe decisamente ben stimolate.
"Mmmm!" mormorai passandomi la lingua sulle labbra. "Ma queste non sono candele" mi permisi di ironizzare.
Sempre con molta lentezza iniziai a scappellare i due cazzi, inebriandomi delle piacevoli sensazioni che il loro calore e turgore mi davano attraverso il contatto.
Approfittai del loro stupefatto immobilismo per accumulare eccitazione per quello che stavo per fare. La rabbia non si spense, ma rimase in un angolo recondito della mia coscienza. Quella che iniziava a prevalere era solo carica erotica, possente, impudica, sfrontata.
Mi inginocchiai a metà strada tra i due amici di Alfredo. Li guardavo a turno in viso per studiarne le reazioni, mentre le mani continuavano il loro lento su e giù sulle loro erezioni. Nonostante la loro prolungata eccitazione non sfoggiavano dei cazzi enormi. Quello che mi impressionò, tuttavia, fu il loro turgore. Sembravano scolpiti. La luce della lampada a stelo e quella del televisore acceso mi permettevano di gustare anche visivamente la perfezione dell'armonia tra lunghezza e larghezza. Il mio sguardo più troiesco che mai impedì loro di distogliere gli occhi da me. Mi avvicinai sempre con lentezza al cazzo di Sergio, leccando la cappella prima di farla sparire nella mia bocca. Nel fare questo guardavo fissa Marco, per leggere la libidine e l'invidia che provava in quell'istante. Feci lo stesso invertendo i ruoli. Alfredo mi guardava incredulo ma fu il primo ad abbozzare una reazione alla situazione che si faceva incandescente. Allungò una mano verso il mio seno. Gli sorrisi a bocca piena, bloccando, però, fermamente la sua mano prima del contatto.
"Aspetta!" gli dissi "Avrai la tua parte: la più ricca!"
Questa promessa lo fece recedere. Cambiò allora posizione adagiandosi sulla poltrona, sistemata a "L" rispetto al divano e continuò a guardare, da migliore punto di vista, masturbandosi apertamente.
Continuai il mio lavoro di bocca sui due amici, senza mai smettere di masturbarli, avendo cura di dare preferenza alla mano inanellata. Il solo pensiero di mostrare il "pegno d'amore" di Alfredo mentre scivola sul cazzo di un altro mi dava un piacere intenso e perverso.
Mi eccitava tenere le labbra socchiuse e sentire la pelle dei loro cazzi che vi strusciava contro, salendo a coprire le cappelle per poi riscoprirle.
La lingua giocava su ogni piccola venuzza, girava intorno alla cappella per poi picchiettare sul buchino in cerca del punto di massima eccitazione. Continuai il gioco di sguardi, ben attenta che ognuno cogliesse i passi salienti della mia azione. Specialmente Alfredo, che vedevo fremere ad ogni affondo.
Le mie evoluzioni seguirono un andamento opposto rispetto al movimento della sua mano sul cazzo. Se aumentava, segno di gradimento ed eccitazione, allora facevo piccole pause o cambiavo soggetto, se rallentava lo risvegliavo con mugolii ed eloquenti rumori di risucchio. Volevo portare tutti e tre all'apice del piacere.
Dopo un po' sentii l'urgenza di cambiare posizione. Un po' il dolore alle ginocchia, un po' la voglia di provare qualcosa di diverso che non la semplice alternanza. Mi alzai in piedi e presi per mano i due amici, sempre passivi ed ammutoliti.
Li feci alzare in piedi, uno alla mia destra, l'altro alla mia sinistra. Li afferrai per i capelli, dietro la nuca, e li spinsi verso i lati del mio collo. Sentii le loro lingue leccarmi con fantastica leggerezza, lambire la mia pelle che in breve fu percorsa da innumerevoli brividi. Giocarono con le perle dei miei orecchini, slinguando le mie orecchie in maniera calma e calda. Raggiunsi con le mani i loro cazzi, provocando dei tiepidi gemiti nelle mie orecchie. "Siii, così..." dissero quasi all'unisono.
"Allora non siete muti!" commentai sarcastica.
"E sembra che sappiate usare la lingua anche per parlare" aggiunsi, infilando la mia lingua tra le loro labbra, uno alla volta. Lasciai che mi palpassero ovunque, beandomi delle loro mani sui seni, sulle natiche e sul sesso. Lasciai che facessero cadere le spalline del vestito mettendo in evidenza il mio seno.
Impazzii di libidine nel sentire le loro lingue contemporaneamente sui capezzoli. Mi leccavano, mordevano e succhiavano con tempi amorevolmente diversi. Una serie pressochè continue di scariche di piacere mi attraversava il corpo come un'autostrada. Fremevo e sentivo crescere la voglia di lasciarmi andare alle loro voglie.
"Basta!" invece uscì dalla mia bocca. I miei progetti erano altri.
Mi sedetti sul divano, a non più di un metro da Alfredo, il cui cazzo iniziava ad assumere un colore violaceo da "superusura".
Feci avvicinare i due amici a me. Mi sistemai in punta al cuscino, per raggiungere con la testa l'altezza giusta. Ripresi a lavorare i due cazzi con la bocca, cambiando un po' le tecniche ed invitandoli anche verbalmente ad essere più attivi. Dapprima li portai entrambi alla bocca. Tenendoli vicini, punta contro punta, li leccai con avidità, vorticando la lingua intorno. Poi ripresi a succhiarne uno, sbattendomi l'altro sulla guancia. Sperai vivamente di aver passato il messaggio, smisi di usare le mani ed iniziai a sbocchinare Sergio, solo con l'uso delle labbra. Marco si prese il cazzo in mano ed iniziò a strofinarlo sulla mia guancia. Feci capire che il gioco mi piaceva, passando a succhiare il suo. Dopo poco Sergio reclamò attenzioni allo stesso modo. In breve divennero loro i "padroni della situazione", o almeno questo fu quello che percepì il loro ego. Iniziarono a scaldarsi, forse realizzando solo in quel momento di quanto fossi troia, e che lo fossi per loro. Il primo ad usare le mani come desideravo fu Marco. Mi afferrò la testa, dalla nuca, e la spinse sul suo cazzo, senza violenza, ma con decisione. Lasciai che fosse lui a darmi il ritmo e mi limitai a far scivolare il suo cazzo dentro le mie labbra. Poi fu la volta di Sergio, più intraprendente e forse più porco, dei due. Mi prese per i capelli, tirandoli senza strappi ma con perentorietà. Staccò a forza la mia bocca dal cazzo di Marco e spinse dentro il suo cazzo. Tutte e due le mani sulla mia testa mi tenevano ferma e mi guidavano. Ad un tratto mi bloccò il capo, spingendo, contemporaneamente con il bacino in avanti. Capii le sue intenzioni e mi preparai a riceverlo fin che potevo. Ne presi una buona parte, prima di sentire la sua cappella sfiorarmi le tonsille e darmi un senso di nausea. Mi liberò la testa con un sorriso beffardo. "Non ce la fai a prenderlo tutto, eh?" domandò, tronfio.
Non so se sovrastimò il suo cazzo o sottostimò le mie capacità, fatto sta che mi ribellai alla presa di Marco, ritornai sul cazzo di Sergio e con un paio di pause per adeguare la mia gola alle sue dimensioni feci sprofondare il suo cazzo dentro la mia bocca fino a toccare con le labbra le sue palle. Poi afferrai le sue mani, le misi sulla mia testa e le spinsi per incitarlo a spingere ancora di più, più a fondo.
"Ahhh ... troia!" esclamò sorpreso ed in preda ad un gran godimento. Feci lo stesso trattamento a Marco e nei turni successivi si divertirono a scoparmi in bocca. Io mi prestai a questi giochi, con una mano sul clitoride a far montare il mio stesso piacere, l'altra a rinnovare il piacere derivante dai capezzoli, con le tette sempre esposte fuori dal vestito appena abbassato sulle spalle.
Si posizionarono con un'angolazione tale da permettermi di imboccarli entrambi, contemporaneamente, godendo della vista della mia bocca dilatata dalle loro mazze congiunte. Mi riproposero, coi loro cazzi, il gioco che feci con le candele nel video, istigandomi ad inseguire le loro cappelle, mentre si ritraevano per vedermi anelare di imboccare i loro cazzi.
Io da parte mia consumavo la mia vendetta, sottomettendomi volontariamente a quel "possesso", per godermi lo spettacolo della faccia di Alfredo. Lui ormai stava scalpitando. Preso dallo spettacolo della sua ragazza che spompina due cazzi, aveva perso ogni ritegno e mi incitò, proponendomi addirittura delle varianti.
Ad un tratto sono io a riprendere la situazione sotto controllo. Lo spettacolo è durato abbastanza, è arrivato il momento di riscuotere il prezzo del biglietto.
Con un rapido movimento afferro i due cazzi per la punta. Li tengo ben eretti costringendo i due amici ad avvicinarsi uno all'altro. Mentre le dita massaggiano ad arte le cappelle gonfie, scivolo giù dal divano, posizionando la mia testa sotto i loro cazzi, la bocca rivolta verso l'alto. La lingua inizia a disegnare ghirigori sui loro scroti. Poi imbocco a turno i testicoli di ciascuno e succhio nella maniera più porca che posso. Ammutoliscono e sento che questa volta non riusciranno a trattenersi oltre. Mi rimetto seduta sul divano. Getto languidamente le spalle all'indietro, poggiando il peso sulle mani, per non sprofondare sulla spalliera, troppo lontana dal mio obiettivo.
Poi assumo l'espressione più ingenuamente porca, giocando sul consapevole contrasto tra il mio viso "carino" e la mia troiaggine e sparo: "Dai ... schizzatemi addosso ... datemi tutta la vostra sborra ... la voglio sul viso ... in bocca ... o se preferite, sulle tette" e così dicendo li implorai con le espressioni del viso e con i gesti. Mi accarezzavo le parti del corpo che desideravo fossero obiettivo dei loro schizzi.
Non ci fu bisogno di altro. I loro cazzi furono preda delle loro mani sapienti, che con modi dissimili tendevano al medesimo obiettivo. Alfredo dovette fermarsi più di una volta per non venire e sciupare, così, il piatto forte, il "suo" piatto forte.
Ma vidi il suo uccello guizzare anche senza il tocco delle sue mani ... era davvero vicinissimo anche lui.
"Eccolo! ... prendi, troia!" disse uno colpendomi il viso con un getto violento di sborra, subito seguito da altri schizzi che mi raggiunsero il collo e le tette. Io tenni la bocca spalancata, invitando con la lingua a dirigere meglio il tiro. "Ed ecco la mia sborra, puttana!" disse il secondo. Il getto fu assai meno potente, tanto che dovetti avvicinarmi per farmi colpire. Ma il suo cazzo continuò a vomitare sborra per almeno mezzo minuto. Me la feci versare su tutto il viso, sulle labbra e sulla lingua.
Non feci niente per ingoiare, lasciai che tutto il loro seme mi imbrattasse per bene il viso. Finite le ondate del loro piacere ripresi a turno in bocca le loro verghe. La lingua continuò a raccogliere le poche stille di sperma resideue dalle loro cappelle. Continuai a leccare ed imboccare, succhiando per spremere fuori anche le ultimissime gocce. Lasciai scivolare fuori dalla mia bocca anche quel poco liquido, che si aggiunse a quello denso degli schizzi diretti nel colare sulla mia pelle morbida.
Soddisfatta del risultato mi lasciai cadere indietro, poggiando le spalle al divano. Sollevai le gambe, divaricandole. Spostai il lembo anteriore del vestito, scoprendo per la prima volta il mio perizoma ai loro sguardi. Mi guardarono con ammirazione, mentre spostavo il sottile tessuto di pizzo lasciando scoperta la mia figa ed anche il buchino posteriore.
"Adesso è il mio turno!" affermai con voce rotta dall'eccitazione. Sergio si inginocchiò tra le mie gambe ed iniziò a leccarmi in un unico movimento longitudinale prima davanti e poi dietro. Marco si sistemò al mio fianco sul divano. Abbassò la testa e contribuì con la sua lingua sul clitoride. Da buoni amici si divisero le mie intimità. Chiusi gli occhi e mi godetti quelle lingue, l'azione delle quali duplicava il mio piacere. Avere entrambi i buchi sollecitati da quel contatto fu esaltante, un'esperienza che ricorderò sempre con estremo piacere. Iniziai ad emettere umori in maniera abbondante, mentre sentivo entrambi i buchi pulsare attorno ai loro muscoli saettanti. Quando Sergio provò ad aggiungere un dito alla sua lingua penetrante, l'improvvisa invasione mi riscosse dal piacevole momento.
Lo fermai e mi alzai dal divano, districandomi dalle loro membra. Rimasero lì ad osservarmi, vittime della mia perentorietà, in attesa di scoprire quale altro piacevole gioco stessi preparandomi a fare.
"E' arrivato il momento delle presentazioni!" dissi, sorridendo all'espressione interrogativa dei tre maschi.
"Sergio ... Marco ... ho il piacere di presentarvi ... il candelabro" dissi indicando l'obbrobrio sempre immobile sul tavolino.
"Candelabro, questi sono Sergio e Marco" finii la presentazione, afferrando l'oggetto e togliendo con lentezza e studiata calma le tre candele.
Accompagnai i movimenti aggiungendo: "In confidenza, da quel giorno ho preso a chiamarlo cande-slabbro, visto il risultato della sua intrusione nel mio culo ..."
Smorzai i loro sorrisi domandando, rivolta ai due amici: "Ragazzi, mi dareste una mano?". Mi posizionai di fronte al divano, con le spalle rivolte ad Alfredo, che intanto aveva ripreso a menarsi il cazzo paonazzo. Prima spostai il lembo posteriore del vestito, chinandomi in avanti col busto per mettere in pieno primo piano il mio culetto voluttuoso. Poi poggiai in terra il candelabro e guardai Sergio che capì il da farsi. Si mise in ginocchio e tenne le mani sulla base dell'oggetto per assicurarne stabilità. Mi voltai verso Alfredo, per poterlo guardare dritto negli occhi ed iniziai ad abbassarmi, flettendo le gambe divaricate. Il movimento fece allargare le natiche, con una mano mi accarezzai la figa, cercando di mettere in risalto il punto di contatto del candelabro col mio sfintere.
Come quella volta del filmino, usai i muscoli anali per allargare lo sfintere e pochi secondi dopo la colonna monca iniziò a scivolare dentro di me. Quando tutto il braccio dell'oggetto fu penetrato poggiai le ginocchia in terra. Sergio inclinò il candelabro per adeguare la posizione alla mia nuova postura. Mi dispiacque togliere ad Alfredo la vista del mio culo profondamente abusato da quel prezioso monile fallico, ma non avrebbe avuto modo di dispiacersene a sua volta. Adesso mi trovavo sulle ginocchia, con le cosce appena sollevate sui polpacci, per permettere all'ospite inanimato di muoversi nelle mie viscere. Il lembo posteriore del vestito sul mio fianco, a mantenere nudo il mio fondoschiena violato. Mi sporsi leggermente in avanti col bacino, protendendomi verso Alfredo che era sempre senza parole. Lo vedevo osservare la sborra dei suoi amici scivolare sulla mia pelle, sui seni ancora scoperti e nel solco tra di essi.
Mi sentivo sporca e porca, il massimo della sensazione che potessi mai immaginare di provare in una simile situazione. Iniziai a muovermi con il bacino incontro alla cosa che mi riempiva. Partì qui la seconda parte dello show. Presi con le mani il lembo anteriore del prezioso abito, me lo passai tra le gambe verso dietro. Lo afferrai con una mano dietro di me e cominciai a muoverlo, in modo che si strofinasse contro la mia fessura. Divenne in breve una semplice striscia di tessuto che si insinuava tra le labbra della figa sfregandomi il clitoride. La mano muoveva il pezzo di seta per aumentare l'effetto di tale sfregamento, che unito alla penetrazione del candelabro finì per aumentare la mia emissione umorale. Con l'altra mano, la sinistra, andai a toccare le tette sporche di sperma. La insinuai tra di esse, raccogliendo, nella risalita, un po' di quel seme vischioso. Portai la mano aperta davanti alla bocca. Leccai con la lingua oscenamente protesa il palmo della mano. Ero certa che la quantità di sperma raccolto fosse ben visibile sulla mia lingua mentre la ritraevo per assaporarla. Era ormai quasi fredda ed abbastanza nauseante per l'intensità dell'odore, ma lo stesso mi diede delle scosse di piacere intimo. Poi iniziai a succhiarmi le dita, uno alla volta, con la solita conturbante calma. Lasciai per ultimo l'anulare, impreziosito dalla perla. Estrassi l'anello con le labbra, dopo aver inserito tutta la falange in bocca. Lo ripulii con meticolosità con la lingua e lo appoggiai nel posacenere di marmo, vicino a me. Questa fase mi procurò tante e tali scosse di piacere che dovetti interrompere la mia cavalcata sul candelabro.
Fu poi la volta del bracciale. Anch'esso si era parzialmente dicoperto di sborra nel movimento della mia mano tra le tette. Feci scorrere le perle sulla mia lingua, da sinistra verso destra. Si trattava di poche gocce, ma sapevo che l'effetto della mia azione fu intimamente legato alla perversione del gesto in se. Stessa sorte subirono gli orecchini, leccati con perizia, uno per volta.
Infine mi slacciai il giro di perle. Sollevai il busto lasciando cadere completamente le spalline sui gomiti. Tutto il mio busto rimase alla mercè degli sguardi dei tre uomini. Fu eccitante vedere un rivolo di sborra colare al centro del mio ventre, oltre l'ombelico, verso la mia figa palpitante. Posizionai il girocollo a contatto della mia pelle, appena sopra l'ombelico. Lo tesi lateralmente con le due mani e risalii verso le spalle. Vidi il flusso di seme interrotto da questa diga improvvisata. Nella risalita raccolsi in abbondanza il liquido che aveva premiato la mia bocca, poco prima. Superai le curve dei miei seni e continuai a salire fino alla base del collo.
Lasciai un capo del prezioso collier con la mano destra. Sollevai la sinistra sopra il mio capo. Alzai lo sguardo e posizionai la mia bocca spalancata sotto la collana. Dopo qualche istante piccoli globi di sborra iniziarono a colare dalle perle, allungandosi oltre l'estremità libera per cadere filanti nella mia bocca. Intanto con l'altra mano guazzai nello sperma che aveva raggiunto il pube e me lo spalmai sulla figa nel movimento sempre più veloce della mia masturbazione. La legge di Newton aiuta ad intuire come quelle stille gocciolanti divennero un piccolo rivolo di sborra che colò direttamente nella mia bocca. Quando quel flusso rallentò stimai che una buona sorsata di liquido si era depositata nel mio cavo orale. Tornai a guardare Alfredo e in un'unica azione mi impalai in profondità il candelabro nel culo, sconvolgendo il clitoride e la figa con la sborra tra le dita in vorticoso movimento, ingoiai con voracità il nettare dei due amici e venni come non credo avrò mai la capacità di spiegare a parole.
L'orgasmo fu violento nella prima ondata e poi lungo e morbido, con lente ondate di piacere a susseguirsi, sempre più distanziate, sempre più leggere.
Ritornai in me e vidi Alfredo fuori di se per l'eccitazione, con il cazzo teso allo spasimo in attesa della sua personale soddisfazione. Era rimasto solo lui, il principe della serata e della mia vita. Gli altri due dimostrarono la validità del mio show sfoderando una rinnovata erezione.
Proseguii con l'ultima parte del mio spettacolo.
Lasciai che l'odiato candelabro uscisse dal mio culo, cosa che provocò un ulteriore fremito nel momento in cui liberò alfine lo sfintere. Finii il lavoro di pulizia dei tre giri di perle, leccando e succhiando residui filamentosi di sborra. Poi presi collana e candelabro e li aggiunsi al resto degli oggetti che avevo iniziato ad ammonticchiare.
Mi alzai con le gambe ancora tremanti per il tremendo orgasmo. Lasciai cadere il vestito in terra e rimasi vestita del solo perizoma, scarpe e residui di sperma rappreso sul corpo.
Mi rivolsi ad Alfredo, guardandolo profondamente e languidamente negli occhi.
"Ti è piaciuto il mio show, fin qui, amore ... ?" chiesi già conscia della risposta.
"Me lo domandi?" rispose lui indicando il suo cazzo ormai allo spasimo.
"Sono stata brava e maiala come piace a te?"
"Molto più di quanto osassi sperare"
"Sai che per te ho riservato la parte migliore, vero?"
"Non aspetto altro"
Guardò con cupidigia il mio corpo imbrattato, immaginai la sua logica: la bocca era stata ampiamente usata dai suoi amici, il culo nuovamente slargato dal candelabro, non restava che la figa, da sfondare. Si allungò sulla poltrona, tenendo il cazzo con la mano alla base, in modo che svettasse invitante.
Mi tornarono alla mente le innumerevoli volte in cui questo invito era il preludio a lunghe ed estenuanti cavalcate goduriose. Mi avvicinai e mi inginocchiai di fronte al suo cazzo. Appoggiai le labbra chiuse alla sua cappella lucida e schioccai un innocente bacino. Poi mi alzai e mi diressi, con movenze da mannequin su una passarella, verso la parete. Mi godetti mentalmente lo sguardo dei tre sulle morbide curve delle mie natiche, mentre raggiunsi un piccolo stipo. Armeggiai per qualche istante con l'apparecchiatura lì nascosta e ne estrassi una piccola cassetta. Mi girai e tornai presso i tre maschi. Alfredo era ancora nella sua ormai ridicola posizione, gli altri due si menavano il cazzo in attesa di capire se ci fosse spazio per un'altra goduriosa sessione sul mio corpo.
Mi piazzai davanti ad Alfredo ed agitai davanti a lui la cassetta.
"Ti avevo promesso la parte migliore ed io mantengo sempre la parola data ... IO!" sottolineai "è tutta qui dentro ed è tutta tua. Ho attivato le telecamere con il nostro bel comando a distanza, prima di raggiungervi, e su questo nastro, o su uno degli altri, dovresti trovare tutto. E' il mio regalo per te. L'ultimo"
Voltai le spalle senza nemmeno guardare la loro reazione, ma la immaginai e mi venne da ridere.
Andai di filato sotto la doccia, mi lavai di dosso il loro odore ed il loro sapore, mi rivestii con jeans e maglietta e dopo nemmeno 10 minuti rientrai nella sale. Come avevo previsto li trovai assolutamente silenziosi, rivestiti ma assolutamente immobili, inebetiti da quanto successo e dalla repentina ed inaspettata conclusione.
"I gioielli te li puoi riprendere, credo di averteli ripuliti con cura. Il vestito si è un po' rovinato, ma puoi tenerlo come ricordo e magari annusare l'odore del mio sesso e della sborra dei tuoi amici mentre ti fai una sega, riguardando il film di questa serata. Quanto al mio amico cande-slabbro ... credo di averti dato ampia dimostrazione dell'utilizzo che ne puoi fare. Ti garantisco che è molto piacevole."
Vomitai queste frasi senza pause, dopo averle preparate a lungo durante la serata. Mi allontanai verso la porta tra lo sghignazzare degli amici di Alfredo.
Non lo vidi mai più, mandai degli amici a riprendere la mia roba.
Nessuna cassetta. Le lasciai per le sue sessioni di masturbazione di gruppo. Non mi sorprenderebbe di trovarla sulla rete, un giorno di questi.
9
1
16 years ago
leemaia,
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La svolta (nella mia vita sessuale)
Questo racconto (non nuovo) è la mia rielaborazione di un'esperienza fatta con Iaia e da lei redatta in prima stesura. L'ho solo riadattata, mostrandone il mio punto di vista personale.
Sono stato il suo ragazzo all'inizio della sua scoperta del sesso e questa è una delle situazioni "cardine" della nostra escalation.
Dedico il tutto a Iaia per tutto quello che ha rappresentato per me e per la nostra lunga e complice amicizia anche successiva alla rottura del nostro "idillio". Fantastica Iaia!
A diciotto anni certe esperienze finiscono con il marchiare a fuoco quella che sarà la tua sessualità per tutta la vita.
Ho avuto la fortuna (?) di imbattermi in una ragazza molto interessata al sesso, in ogni sua sfumatura.
Ho tenuto per me i ricordi più scabrosi della nostra relazione, ma adesso mi sento abbastanza ispirato dall'affrontare la narrazione delle nostre avventure.
I racconti che seguiranno non sono necessariamente collegati l'uno all'altro (non voglio fare nè un serial nè un racconto dilazionato) e possono essere in ordine non strettamente cronologico.
Seguirò il mio ricordo e farò scegliere alla mia libido il fatto che vi narrerò di volta in volta.
Non voglio dilungarmi sugli aspetti fisici miei o della mia ragazza di allora. Di solito nei racconti tutte le donne sono strafighe e gli uomini dotatissimi.
La mia ex era abbastanza normale, anche se il suo corpo emanava sensualità ad ogni movimento.
Non era ancora una donna "fatta", pertanto molti dei suoi atteggiamenti erano da ragazzina, ma questo non faceva che esaltare la sua estrema porcaggine nelle faccende di letto.
Non sto a nominare nemmeno le giornate intere passate a scoprire la nostra reciproca sessualità, spingendo il limite ogni volta un pezzettino oltre.
Voglio invece raccontarvi una delle situazioni che mi hanno insinuato il tarlo del sesso di gruppo.
Eravamo nella casa in campagna di uno dei nostri amici: d'inverno faceva abbastanza freddo per via del fatto che il solo camino di cui era dotata la casa non bastava a scaldare tutti gli ambienti.
Si finiva sempre col porre rimedio con cene sostanziose, abbondantemente bagnate da libagioni adeguate (specialmente vino rosso!) e spessissimo accompagnate da discussioni piccanti.
Quella sera la compagnia vedeva, come donne, oltre alla mia ragazza la sola Barbara, fidanzata del padrone di casa, Maurizio, mentre i ragazzi erano in 4, oltre al sottoscritto ed a Maurizio stesso.
Barbara, la ragazza di Maurizio era una bella ragazza bionda, con occhi chiari e fare molto dolce ed accattivante. Alta e magra, faceva un po' da contraltare a Iaia, alla quale passava circa 10 cm in altezza, ma che mostrava una fisicità molto più ... allettante.
La mia Iaia nelle situazioni scabrose diventava un "maschiaccio" tenendo solitamente testa alle affermazioni più spinte di qualsiasi altro ragazzo presente.
Spesso finiva col mettere in serio imbarazzo i partecipanti alla discussione, che sono convinto avrebbero sfogato con lei la loro eccitazione, se non fosse stato per rispetto del sottoscritto.
Quella sera l'argomento si spostò velocemente (come al solito!) sul sesso e più in particolare sul pompino.
Qualcuno cercava di fare il filosofo e dissertava in preda ai fumi dell'alcool a proposito di ipotetiche proprietà terapeutiche della fellatio.
Era abbastanza chiaro che il tasso d'alcol nel sangue offuscava loro la vista e faceva girare a vuoto il neurone.
Ovviamente ci si rideva su cercando di punzecchiare le ragazze.
Barbara spesso si limitava a sorridere per reggere il gioco, mentre Iaia si divertiva a giocare il suo gioco preferito: lo jo-jo. Metteva al centro delle sue attenzioni uno alla volta i vari presenti, provocandolo non solo a parole, ma anche con sguardi killer e movenze da troia consumata.
Quando iniziava a vedere il disagio fisico (spesso manifestato con mani che si intrufolavano ad aggiustare l'erezione perchè non desse fastidio dentro i pantaloni) passava ad un altro ragazzo e ricominciava da capo.
Ad un certo punto Stefano fece l'errore (?) di chiederle se a lei piaceva fare i pompini. Lei prese la parola e presto catturò l'attenzione di tutti.
"Ad essere sincera la prima volta che ho fatto un pompino ad un ragazzo ho avuto un mezzo trauma. Io ero inesperta e non avvertii l'imminenza del suo orgasmo, quindi sono stata colta alla sprovvista da quell'ondata di sborra calda da rimanerne quasi nauseata. Mi è venuto in gola senza preavviso, il porco, ma in tutta risposta gli ho sputato il suo sperma sul suo bel maglione di cachemire ...
(risate)
Da quella esperienza ho lasciato stare per un po'.
Da quando sto con Lee ho ripreso la mia attività, approfittando della sua amabile capacità di assecondarmi.
Lui mi ha insegnato tutto quello che so fare, con le sue amorevoli spiegazioni, le sue porche frasi ad incitarmi ma soprattutto con le sue ..... riviste e film pornografici ...
(altre risate)
Adesso ho una discreta esperienza.
Diciamo che potete a diritto dire quella frase che per anni mi sembrava così idiota e lontana dalla mia realtà: che ho le labbra da pompinara.
E' assolutamente vero!
In effetti sono una gran pompinara - una delle frasi che Lee mi ripete mentre lo lavoro di bocca!
...
Ma ... qual era la domanda? Se mi piace fare i pompini?
La risposta è LO ADORO!
(già a quel punto Stefano era molto turbato e si muoveva sulla sedia cercando di mascherare l'eccitazione)
Stefano, puoi anche metterti a posto l'erezione, tanto siamo tra amici
(risatine ... turbate, mentre lei si gira a guardare Claudio)
Adoro i preliminari. Il mio Lee impazzisce quando mi avvicino a lui dandogli preavviso di cosa sto per fare. Di solito gli sbottono la camicia e i pantaloni guardandolo negli occhi così (ed assume un'espressione porca che regala a Claudio, facendo in modo che chiunque la colga) e gli dico, sussurrando come adesso: "Adesso la tua troia vuole sentire il sapore del tuo cazzo! Voglio sentirlo crescere tra le mie labbra sino a quando non avrà riempito la mia bocca con le sue dimensioni. Voglio sprofondare il naso tra i peli del tuo pube e sentire l'odore di sesso che emana. Voglio vellicare con la lingua il tuo scroto e sentirti mugolare dal piacere. Voglio sentire il tuo piacere emanare dalla tua voce che mi sa incitare ed eccitare".
(lo sguardo passa a Carlo)
Non finisco mai di spogliarlo completamente. Scendo lentamente senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Mi guarda con gli occhi iniettati di libidine ed io mi nutro di quello sguardo per iniziare la mia performace.
(Si alza in piedi, prende Carlo dai capelli dietro la nuca e lo fa alzare. Tirandogli i capelli fa in modo che sollevi il mento glabro. Davanti allo sguardo ammutolito di tutti lecca con lascivia il collo di Carlo. Poi gli spinge in avanti la testa, lo fissa negli occhi e mima le movenze poco prima descritte, sfiorando con la lingua ben protesa i bottoni della camicia di Carlo.
Arriva lentamente ma inesoraabilmente all'altezza dei suoi pantaloni, la lingua sempre protesa a lambire la cerniera ... Carlo si irrigidisce ... Iaia lo palpa velocemente)
"Ecco vedi ... duro così mi toglie parte del gusto ..."
(finge un broncio e si alza, girandosi verso Sergio)
E' importante che all'inizio della mia performance il cazzo non sia completamente in tiro. Trovo esaltante e di feroce stimolo percepire il crescere del godimento del mio uomo. E' tanto importante sentirlo crescere nella mia bocca, quanto averlo durissimo quando mi pompa il culo!
(il paragone strappò qualche "ehm" di schiarimento di voce! Barbara approvò con un breve applauso!)
Per non perdere un solo istante di quella repentina crescita, inizio con l'afferrarlo in bocca senza sfiorarlo con le mani. Lo imbocco completamente ed ingaggio un duello con la mia lingua ed il suo glande. Poi spingo la sua cappella contro il palato, pronta a scivolarmi verso la gola ... e la lingua saetta fuori dalle labbra a vellicare le sue palle.
Mentalmente conto fino a dieci, massaggiando con la gola la sempre maggiore porzione di cazzo che mi cresce dentro ...
Sento la sua cappella che mi forza la gola e devo sforzarmi nella concentrazione per accogliere ogni centimetro di crescita che riesco ad ottenere.
Questo duello termina quando il turgore è tale da impedirmi di tenere il suo cazzo in gola e contemporaneamente di fissarlo negli occhi.
Allora arretro lentamente la testa, dandogli lo spettacolo della sua bella coda che esce gonfia e bagnata dalle mie labbra.
(afferra di colpo la mano di Sergio. Gli prende indice e medio come se fossero un cazzo ed inizia a mimare la scena del cazzo che esce dalle sue labbra)
E' qui che ci scappa il primo "Che magnifica pompinara!"
(qualcuno fischio in approvazione!! Adesso è il turno di Maurizio)
Io mugolo come una cagna in calore, mentre con la lingua percorro le vene della sua asta, dallo scroto al glande e ritorno.
Lecco con maestria la cappella, solo con la lingua ...Poi faccio in modo che lui percepisca il calore della mia bocca, alitando leggermente sulla sua cappella, e appena percepisco il guizzo della sua eccitazione lo imbocco succhiando forte, mentre contemporaneamente inizio a muovere la testa per inglobare la sola cappella.
I movimenti sono lenti, perfetta riproduzione della scopata che amo di più: lenta e con affondi progressivi
(nel dire questo prende con la mano la gamba di Maurizio, facendo in modo che la fletta lievemente al ginocchio, che lei si affretta a stringere tra le sue gambe. Sembra ballare una languida lambada, strofinando la sua figa oscenamente contro la coscia del mio migliore amico)
Ecco qua! Credo di avervi dato un'idea!
(esclama soddisfatta, lasciando interdetto Maurizio con la gamba flessa e semi sollevata alla ricerca del suo caldo contatto)
"Come no! ... " risponde Stefano, mostrando di essersi accalorato, a dispetto della temperatura rigida.
"... solo non mi è chiaro ... fino a che punto ADORI fare i pompini!" aggiunge Sergio, ancora con le dita nell'esatta posizione che avevano una volta definitivamente uscite dalla bocca di Iaia.
"Vuoi sapere che rapporto ho, adesso, con la sborra, dopo l'esperienza del cachemire?" ribatte Iaia, senza fronzoli.
Risate sdrammatizzanti, prima che Barbara incalzi:"Tu ... ingoi?"
Quella semplice domanda fatta da Barbara contribuì a surriscaldare l'ambiente.
"Per rispondere alla domanda diretta: si, io ingoio! Certe volte è tale l'eccitazione nell'eseguire la mia fellatio che basta solo sentire la voce calda di Lee dirmi le peggiori porcate, preannunciarmi la sborrata che sento le contrazioni stringermi la vagina in maniera incredibile e ai primi schizzi di sborra che sbattono sul mio palato per poi adagiarsi sulla mia lingua mi fanno letteralmente esplodere l'orgasmo!
Non devo nemmeno toccarmi, vengo semplicemente per l'incandescenza della situazione.
Però la risposta completa è: godo a fare i pompini con ingoio al mio ragazzo, ma non ho la più pallida idea di cosa proverei con un altro uomo!"
"Già!" riprese Barbara "io non posso nemmeno pensare di prendere in bocca un cazzo diverso da quello di Maurizio."
Eccitato incredibilmente dalla (seppur nota!) descrizione di Iaia, stanco di rimanere a sorridere in disparte e contrariato per non essere stato oggetto delle attenzioni della mia ragazza intervengo a mia volta: "Vedi Barbara, io ho sempre pensato che determinate esperienze non sono possibili (o impossibili) in assoluto, ma devono essere inserite in un contesto che le renda possibili (o impossibili) a dispetto delle proprie convinzioni".
"Non ti seguo" rispose Barbara.
"Iaia ha appena affermato che questo è il rapporto che lei ha col MIO cazzo e il MIO sperma, ma non è detto che possa avere lo stesso rapporto con il cazzo di un altro e con il di lui sperma" continuai "Probabilmente se adesso uno dei presenti la portasse di là e gli desse il suo membro da succhiare lei non proverebbe nemmeno la decima parte dell'eccitazione descrittaci. Magari, invece, un'altra situazione potrebbe darle un piacere anche maggiore!!"
Puntando sull'esibizionismo prepotente di Iaia a questo punto mi avvicinai a lei, le leccai il collo fino alla bocca, aprendole le labbra per perlustrare la sua lingua a fondo, poi mi staccai da lei e le dissi: "Prendimelo tutto in bocca!"
Lei mi sorrise con aria di sfida e inizio a scendere come aveva abbondantemente descritto.
La fermai, spostai le vettovaglie dal tavolo e vi salii in piedi. Aiutai anche lei a salire, la feci inginocchiare davanti a me e le chiesi (con tono falsamente imperativo!) di mostrare agli altri la sua bravura.
"Fai vedere ai nostri amici quanto sei brava. Non puoi raccontare le cose e sperare che ti credano sulla parola." Non impiegai molto a convincerla, mentre ancora pronunciavo le prime parole lei aveva già la mia mazza in bocca e assumeva le posizioni che meglio consentivano agli arrapatissimi amici la visione.
Era davvero una gran pompinara, non era la prima volta che mi spompinava in presenza di altri, ma mai lo aveva fatto PER gli altri, per il loro godimento.
Gli amici continuavano a guardarci e iniziavano a liberare i loro istinti dai freni inibitori: chi si toccava apertamente attraverso i pantaloni, chi andava un pelino oltre abbassandoli e mostrando il proprio apprezzamento in termini di centimetri.
Barbara, intanto, si accarezza mentre masturba senza timori il cazzo eretto di Maurizio, con lo sguardo calamitato sulle performance di Iaia.
Iaia mugolava in maniera sempre più forte, godendo del movimento del mio cazzo tra le labbra ma ancora di più (ne ero intimamente certo) per la reazione che la sua troiaggine aveva sugli altri.
Non stava facendo un pompino a me, ma a tutti e sei i maschi presenti.
"Guarda Sergio" le dissi "ha il cazzo duro in mano e se lo sta menando pensando alla tua bocca ..."
"Mmmmmmmmm" la sua risposta.
"Guarda la sua mano come scorre sul cazzo ..."
"Mmmmmmmmm" ancora
"Adesso chiudi gli occhi e prova ad immaginare di succhiare il suo cazzo al posto del mio"
Lei chiuse gli occhi e portò istintivamente una mano tra le gambe per toccarsi.
"Ti eccita l'idea eh, troia!!" la incalzai, intuendo che la sua eccitazione la stava portando verso un punto di non ritorno.
Le parole mi uscivano di bocca come un fiume in piena, incontrollabili, devastatorie.
"Sei curiosa di sentire il sapore del suo cazzo, vero? Lo vuoi sentire contro il tuo palato, assaporarlo con la lingua, studiarne le dimensioni ed adeguare la tua gola ad esse."
I mugolii aumentavano, intervallati con sospiri emessi con le sole narici, mentre la bocca era occupata dal mio cazzo violaceo.
"Mmmmmmmmm" mugolava ancora. E poi "che porco che sei. Fai attenzione!! Sai bene che se continui finirò per farlo davvero!" mi sfidò, lasciandoi sfilare il cazzo dalle sue calde labbra.
"Ma se è quello che vuoi, troia! Lo so ed è quello che voglio anche io. Voglio dimostrare a te e Barbara che la situazione giusta può trasformare le vostre convinzioni! Può trasformarti da stimata ed ammirata ragazza in fantastica troia!!" le sentenziai!
Non ci vollero cenni particolari per avere Sergio vicino a noi, con il cazzo pronto ad entrare in azione.
Lei guardò Sergio e poi il suo cazzo, mentre masturbava piano il mio e si leccava le labbra. Poi mi guardò come per chiedere tacita conferma delle mie intenzioni. Il mio sorriso fu più di una risposta ed allora la vidi in una delle situazioni più eccitanti della mia vita sessuale fino ad allora: vidi la sua mano sollevarsi ed impugnare lievemente il cazzo di Sergio, per la prima volta vedevo la sua mano stringere un cazzo diverso dal mio, ebbi un sussulto d'eccitazione.
Lei posò il suo sguardo sui miei occhi studiando la mia enorme eccitazione. Continuò a guardarmi avendo capito precisamente in quel momento di avere l'intero terreno di battaglia sotto il suo controllo. Fissava i miei occhi che la fissavano mentre portava alla bocca quel cazzo. Vide un lampo nei miei occhi e ne interpretò con la massima precisione il significato: volevo godere la vista della sua bocca spompinare un altro.
Iniziò a giocare con me, succhiando rumorosamente la saliva che un attimo prima aveva lasciato su quel membro. Affondava la cappella in gola, mugolando un piacere che non riuscivo ancora a capire se era pura sfida oppure piacere fisico.
In quel momento Sergio era impersonale, il suo cazzo era solo il mezzo usato per la nostra personalissima sfida, alla ricerca del nostro limite successivo.
Non volevo che fosse così, volevo che percepisse davvero il fatto che si stava succhiando il cazzo di un altro, un cazzo che non aveva mai visto prima di allora.
Mi spostai dalla sua visuale, pur lasciandole il conforto del contatto fisico: presi la sua testa con una mano e guidai i suoi movimenti su quell'asta, incitandola a continuare il sublime lavoro che stava facendo.
Mi abbassai verso il suo orecchio per sussurrarle il mio incitamento, ma lei capì che principalmente volevo godermi quello spettacolo da più vicino.
A pochi centimetri dai miei occhi estrasse il cazzo dalle labbra, lasciando un sottile filo di saliva che si allungava dal glande alla sua lingua ...
Mi dava la sensaziuone che giocasse con la sua sborra ...
Poi risucchiava glande e saliva in movimenti plateali, facendomi godere la visione della sua arte accompagnata dal magnifico audio dei suoi versi maialeschi.
Quindi sparii completamente dalla sua vista e lei ebbe un lungo istante di esitazione.
Aveva perso il suo punto di riferimento e si trovava a spostare la sua percezione da sfida con me a ... pompino puro!
Solo allora percepiva che la sua azione era per il godimento di altri, oltre che per se e per il suo uomo.
Doveva solo stabilire se la cosa la infastidiva o la eccitava. Non ci fu molto tempo per lei per decidere, proprio mentre ripeteva uno dei suoi affondi percepì il repentino gonfiarsi della cappella di Sergio che la supplicò urlando di continuare.
Lei staccò le labbra dal cazzo ma continuò a menarlo davanti al suo viso.
Io ricomparvi al suo fianco e la incoraggiai a continuare il suo lavoro ...
Fece appena in tempo a guardarmi con la coda dell'occhio che Sergio esplose un primo esagerato schizzo di sborra che la colpì quasi con violenza sul viso.
Non ci fu bisogno di dire altro: la sua anima di pompinara emerse definitivamente e la vidi aprire la bocca per accogliere il secondo abbondante schizzo. Poi fece sparire l'intera cappella continuando a muovere la testa e a mugolare di piacere, mentre Sergio urlava letteralmente scandendo i getti successivi con "siiii" e concludendo l'orgasmo con un "sei una fantastica ..." e lasciando la frase in sospeso.
Lei rimase con la bocca piena di sperma indecisa sul da farsi.
Io raccolsi lo sperma dal suo viso e le diedi da leccare il dito. Il gesto fu inequivocabile e lei ingoiò il liquido e succhiò avidamente il resto dal mio dito.
"Puoi anche terminare la frase" disse appena ingoiata la sborra, sorridendo a Sergio.
"Si, sei proprio una fantastica pompinara!! Grande!!" riprese allora Sergio, incoraggiato.
"Ma sai fare di meglio!" l'apostrofai io, smorzando il suo entusiasmo.
"Vuoi la guerra?" mi disse, fingendo di essere incazzata.
Nel frattempo Barbara si dedicava al cazzo di Maurizio spompinandolo avidamente, mentre lui la ricambiava accarezzandola, per non perdere quel film fuoriprogramma.
Lei mostrava di essere molto eccitata ma di non accontentarsi di questo che aveva sempre considerato un mero preliminare.
Prima che il quadro della scena cambiasse, quindi, si mise a quattro zampe, facendosi penetrare da dietro, in modo ce sia lei che Maurizio potessero vedere cosa accadeva intorno.
Iaia si leccò più volte le labbra in maniera più che civettuola e si avvicinò gattonando sul tavolo al posto dove si trovavano Carlo e Stefano.
Fece segno a loro con l'indice, con il classico segno che istiga ad avvicinarsi.
Loro lo fecero contemporaneamente (in effetti non si capiva con chi ce l'avesse) e poi si fermarono per non intralciarsi uno con l'altro.
Stefano lasciò il posto all'amico che però si fermò a sua volta per lasciargli spazio.
"Venite qui! Tutti e due, scemi!" disse loro ridendo.
Ed intanto controllava che io fossi in posizione tale da poterla vedere.
"Se devo appurare le differenze tra cazzo e cazzo, quale occasione migliore che farlo confrontandone due insieme?" ammiccò
I ragazzi non se lo fecero ripetere e si avvicinarono.
Lei prese un cazzo in ciascuna mano e constatò dal loro turgore l'eccitazione che aveva dato loro fino a quel momento.
Li fece sedere sul tavolo e poi sdraiare sulla schiena, uno di fianco all'altro.
Lei si insinuò tra i due, inginocchiandosi e mostrando il viso al resto del gruppo.
Era ancora totalmente vestita, solo con qualche bottone della camicetta slacciato.
Era eccitantissimo vederla vestita alle prese con due cazzi eretti.
Lei iniziò a masturbarli contemporaneamente, quasi ne volesse studiare davvero la consistenza in una sorta di esame comparato.
Entrambi reagirono al tocco allungando le mani verso il suo corpo. Le sbottonarono la camicetta, mentre lei accentuava il movimento su quei nuovi cazzi.
Quando le misero a nudo le tette e si cimentarono con i suoi blue jeans lei si oppose dicendo: "No! Voglio che vi concentriate sulla mia bocca! Deve essere lei il centro del vostro piacere, il centro del vostro universo!"
Dopo un po' di su e giù spettacolare di fronte ai nostri sguardi ammirati, il trio cambiò posizione, assumendo quella più comoda per tutti: loro in azione e noi in estasi visiva.
Lei era in ginocchio e i due amici le stavano accanto, uno per ogni fianco, porgendo le loro dure mazze alla sua abilità di pompinara.
Lei succhiava in perfetta alternanza, avvicinava entrambe le cappelle alla bocca.
Finchè potè le inserì contemporaneamente tra le labbra, ma poi crebbero e si indurirono inibendo questo gioco voluttuoso.
I due, imparata la lezione, la incitavano a succhiare e a succhiare ancora.
"Dai, maiala! Fammi vedere come te lo fai arrivare in gola" diceva uno, e lei spingeva quella cappella fino in fondo all'ugola.
"Mmmmmmm" era il solo suono che poteva emettere.
"Troia! E' il mio turno. Leccami i coglioni e risali lungo l'asta!" stringeva l'altro.
Devo dire che i miei amici si erano calati alla grande nel loro ruolo "godereccio".
Lei continuava a succhiare, intervallando ogni tanto qualche "Siiiii" di approvazione, specie dopo gli insulti più forti.
Io la guardavo e godevo di questa nuova realtà: tante fantasie di cui si era parlato divenivano realtà davanti ai miei occhi. Era splendida nel suo ruolo di troia. Godevo a vederla usare da altri, senza sospettare che questa era solo il preludio all'abbattimento di una serie di tabu e di limiti.
Non impiegò molto per portare i nostri amici vicini all'orgasmo.
Loro lo preannunciarono, ma lei aveva già percepito le prime contrazioni.
Si voltò verso Carlo, ne imboccò il cazzo e continuò a pompare in su e giù finchè lui non fu sul punto di esplodere. Solo allora scappellò il suo cazzo appena fuori dalle sue labbra aspettando lo sperma. Rimase immobile aspettando che fossero le reni di Carlo a far fuoriuscire la sborra. Ne scaturì un proiettile di seme che uscì quasi dolorosamente dal cazzo di Carlo ed investì la gola di Iaia.
Lei avvicinò le labbra al cazzo cominciando a pompare con la mano in maniera vigorosa. Questo movimento permise ad un altro paio di grossi getti di riempire la sua gola.
Fu allora che lei mise in atto una delle sue migliori porcate.
Si girò verso Stefano e prima di accogliere il suo stesso sperma gli diede ampia visione della sborra dell'amico nella sua bocca.
Stefano fu costretto a guardare altrove. Quella vista era così forte che rischiava di venire senza nemmeno essere sfiorato.
Lei degluttì mugolando di piacere, come se fosse un sommelier alle prese con una pregiata bottiglia di Brunello.
Quindi usò il medesimo trattamentoi a Stefano, che riversò nella sua gola una quantità pazzesca di sborra. Lei fece fatica a raccoglieral tutta, ma lo fece e venne poi da me e Claudio a mostrare il contenuto.
Ci giocò un po' con la lingua, ne fece uscire parte dai lati della bocca.
Poi lo raccolse e lo mandò giù, con un sensibile fremito!
"Il prossimo!" Annunciò rivolta a Claudio stesso.
"No!" Sì percepì la voce perentoria di Barbara da dietro le nostre spalle.
In preda ad un godimento senza pari, rossa in volto per il gran piacere la bella Barbara disse "Voglio provare anche io!"
Maurizio rimase per un istante sbigottito, poi riprese a montare la sua donna con maggiore vigore, eccitato da quella strana situazione.
Vidi Claudio avanzare con il suo cazzo eretto verso Barbara che intanto si faceva sbattere da Maurizio.
"Dai, mia grande puttana! Mai mi avevi detto di questa tua fantasia ... vuoi succhiare il cazzo di un altro. Ecco il momento giusto. Fatti scopare in bocca mentre io ti sfondo la figa."
Lei inizio a succhiare con vigore, muovendo la testa al ritmo delle bordate che il suo uomo le imponeva da dietro. Claudio si godette quel pompino lanciando comunque qualche occhiata verso la mia Iaia, quasi a scusarsi di non poter contribuire alla sua festa ... e per darle conforto che la bravura dimostrata da lei era un'altra cosa.
Iaia si avvicinò all'amica, le accarezzò le spalle e poi le tette.
La incitò con frasi porche a dare il meglio di se. La istruì sui movimenti, la aiutò a concentrarsi sul pompino, di non "subirlo". L'effetto fu devastante.
Barbara iniziò a muoversi in maniera asincrona sui due cazzi, dando ai due maschi la perfertta sensazione di essere attiva per entrambi.
Loro si fermarono quasi, mentre lei catturava con i propri muscoli i loro membri per goderseli al meglio.
Maurizio non resistette e le venne dentro copiosamente, rantolando due minuti pieni di orgasmo.
Barbara venne a ruota, godendo di quel riempimento.
La situazione fece inarcare anche Claudio che schizzò direttamente nella gola di Barbara il primo abbondante e denso schizzo.
Barbara fu presa alla sprovvista e quasi si strozzò ... Il cazzo di Claudio uscì dalle sue labbra e riversò un ulteriore schizzo sulle tette di Barbara.
Iaia non perse tempo e prese in mano la situazione (ovvero il cazzo di Claudio) e terminò il lavoro dell'amica succhiando le ultime gocce ...
Le ingoiò con estrema avidità, e si gettò poi sulle tette dell'amica per ripulirle ...
Ero assolutamente sbalordito. Il mio cazzo mi doleva per il piacere e per l'urgenza di svuotare i miei coglioni ...
"Sembra che non ci sia più altro da bere!" disse ridendo Iaia.
"Ti sbagli", disse Barbara, raccogliendo con le dita la sborra che usciva come un fiume dalla sua figa. Leccarono assieme le dita e poi si passarono la sborra l'un l'altra con la lingua.
Non ne potevo proprio più.
Mi avvicinai a loro e mi godetti i loro giochi di lingua, con la mia cappella e con la sborra di Maurizio.
Poi Iaia mi volle tutto per se e iniziò a lavorarmi come solo lei sa.
Mi sentivo la sua lingua rovente scorrere su tutto il glande, giocare con prepuzio e poi ingaggiare una violenta battaglia con la mia cappella sempre più turgida.
Lei affondò il mio cazzo fino in gola fino a pecepire le mie convulsioni preeiaculatorie. Quindo lo estrasse un poco e guardandomi negli occhi, con le sue mani a guidare i miei fianchi, mi procurò un orgasmo così intenso che contai almeno 10 violenti getti prima di riprendere conoscenza del mondo circostante e di sentire lei avere un violentissimo orgasmo a sua volta. Senza che si fosse sfiorata.
"Ho capito la differenza" disse, alla fine "Queste cose potrò farle anche con altri, ma solo se ci sarai tu al mio fianco. Perchè solo tu puoi scatenarmi e solo tu sai farmi godere in questa maniera!"
Poi la storia la smentì ... almeno parzialmente ...
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16 years ago
leemaia,
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Elena in discoteca
Era un sabato sera di una splendida estate del …. che ricorderò per tutta la vita.
Elena, splendida creatura bocca carnosa occhi da pantera e profilo francese, corpo slanciato 4 misura e una vita da fotomodella e un sedere vertiginoso, aveva organizzato una cena in un noto ristorante del posto ai piedi di un promontorio che sfociava sul mare e lasciava ammirare lo stupendo panorama illuminato del paese a festa e un mare illuminato a giorno da una luna accecante quella sera, insieme a due coppie amiche che condividevano da diversi anni le ns vacanze e non altro. Al ristorante Elena si lasciò andare con il vino bianco adatto ai frutti di mare e ad una buona e fresca spigola al sale, ma tanto andare che ogni risata e battuta umoristica soprattutto piccante era motivo di incredibile e meravigliata esibizione che mi consegnava Elena diversa e novella in tal senso, certo conoscendo i suoi bollenti spiriti e le sue innate doti amatorie riconosciute e decantate anche da altri, non si era mai spinta più di tanto ad esibirsi in pubblico ma lo associai alla serata gagliarda e al buon vino che lei regge ma non in quantità.
Indossava un vestito corto ma non troppo, fiorito molto fiorito e un reggiseno molto corto che lasciava coperto solo l’areola, reggiseno anch’esso fiorito che metteva in estremo risalto la bontà del suo seno e il contrasto con la sua abbronzatura dorata e la parte di seno non baciata dal sole, in tema con la serata afro- cubana – caraibica.
La sorpresa mia e degli amici compagni solo di vacanze fu tale che mi pregustai il seguito organizzato in una discoteca sulla spiaggia molto conosciuta e frequentata del posto.
Ma certo la mia fantasia non si sarebbe mai spinta a tanto che nella realtà avvenne.
La discoteca era strapiena il periodo lo imponeva la serata era magica il divertimento al ristorante poteva in momenti normali bastare, ma qualcosa mi suggeriva nella mia mente insana di sesso che Elena si sarebbe spinta oltre il consueto pudore e il consueto imbarazzo a farsi notare e ad essere il centro dell’attenzione e degli occhi altrui, anche se liberata da questi limiti è una limousine del sesso è una Cleopatra del 20° secolo, è un’accesa divoratrice di uomini e donne.
La pista era impenetrabile corpi maschili e femminili sprigionavano energia musicale, intenti a non sbagliare ritmo e ad intonare il motivo musicale del momento. Ma mentre tutti si divertivano a ballare e a sfoggiare gli intonati vestiti della serata per eleggere il costume più bello e trasgressivo, un gruppo di maschietti con fisici palestrati e sguardi da playboy ballavano accanto ad Elena che assieme alle due amiche (erano sole poiché noi maschietti c’eravamo appartati sulla terrazza a bere un ottimo coctail) era intenta a dimenarsi e ad esibirsi in modo appariscente ora alzando il vestito ora toccandosi i capelli in modo sensuale ora il seno in modo malizioso, insomma era una bomba sexy che certamente non passava inosservata, tanto che uno dei quattro ragazzi la guardava in modo ossessivo e lei se n’era accorta ma vuoi il vino vuoi la serata non solo contraccambiava gli sguardi ma addirittura si strofinava sopra e si divertiva ad imbarazzarlo, mentre gli amici a tarda ora ci lasciarono e tornarono a casa Elena ed io rimanemmo in quella disco beach.
Elena allora prese l’ardire e si presentò al ragazzo anch’egli in vacanza come noi e mentre sollazzava in modo sensuale e malizioso Franco il nome del ns nuovo amico, gli altri si bagnavano la lingua e la bocca di tanta fortuna che aveva accarezzato il più carino e disinvolto di loro.
Situazione per me già paradossale vedere Elena che fa la stupida con un altro per giunta perfetto sconosciuto ma la serata era degna di stupori e meraviglie tanto che in una delle sue tante esibizioni Elena alzando ancor più il vestito aveva mostrato non solo le sue naturali bellezze esposte al sole gambe e sedere ma anche, e qui la meraviglia anche il suo pube che pensavo fosse coperto da un leopardiano perizoma che aveva detto di indossare a casa. Di fronte a tanta bellezza non potetti che gemere di piacere e di stupore e insieme a me sempre più bagnati dalle bave i ns nuovi amici che anch’essi stupiti gradirono commentando la beata visione. Era curata e raffinata certa d’essere pronta all’uso, il suo pube esibiva due splendide labbra e un clitoride imperioso certamente già turgido di piacere e rosso dallo sfrigolio delle gambe che il ballare aveva procurato, ma il disegno del suo ciuffetto nero era degno del miglior Giotto, un piccolo cuore sottile e colto che invocava alla liberazione e al desiderio di essere accarezzato, baciato e coccolato.
La serata si faceva sempre più infuocata mentre la gente iniziava a sfollare e la pista si faceva sempre più libera Elena era sempre più impegnata a far impazzire il suo nuovo amico e indirettamente i suoi tre nuovi amici. Ero ignaro e attento spettatore anche partecipe ma sicuramente disarmato da tanta disinvoltura e tanta sensualità che Elena stava sprigionando per il suo e mio piacere ma soprattutto per il piacere dei nuovi amici. Come un fulmine a cel sereno Elena invitò Franco a seguirla fuori dalla pista a isolarsi dalla massa e con un cenno di sguardi Elena chiese consenso a me che stordito da tanta disinvolta ed esagerata esibizione accettai senza batter ciglio e in poco tempo i due sparirono dai ns sguardi e iniziarono un percorso senza uscita fatto di continue sorprese e bellissime insidie.
Dopo qualche minuto iniziò un tormento in me, se andare o non andare, se seguire o non seguire e alla fine mi decisi a partecipare al banchetto che Elena maliziosamente e con accurata padronanza si era procurata.
Raggiunta l’uscita non riuscì a scorgere nessuno con lo sguardo e allora cercai tra i parcheggi delle auto convinto che fosse l’unico posto per sollazzarsi senza timore, cercando di sentire i loro lamenti e di scorgere qualche movimento strano ma vi assicuro le macchine erano tante ma niente, e proseguì per il parcheggio e mentre frastornato dai pensieri e dalla situazione camminavo mi ritrovai senza saperlo di fronte uno spettacolo solo pensato e mai conosciuto.
Arrivai da dietro in una SW all’occasione disposta con i sedili di dietro completamente abbassati e vidi Franco appoggiato su un sedile quasi seduto. Fatto qualche passo in là vidi Elena immortalata sul suo membro che con dovizia e con entusiasmo accarezzava con la sua enorme lingua i testicoli salendo fino alla cappella di Franco che non riusciva a trattenere il suo piacere e a manifestare con forza il gustoso servizio che Elena gli stava offrendo. Franco teneva per capelli Elena che ora dopo aver degustato per bene il suo enorme membro (erano pochi i cazzi! di queste notevoli dimensioni in lunghezza e larghezza che Elena aveva avuto il piacere e la fortuna di incontrare) iniziava a far sul serio con la bocca e con movimenti repentini e minuziosi cauti per il grosso membro di Franco, iniziò a pompare in modo avido tutta la sua cappella e con la lingua ci girava intorno tirandola fuori mentre rientrava dal suo movimento seguendo con la punta della lingua tutta la lunghezza del suo cazzo fin sotto i testicoli che mordicchiava e risalendo su allo stesso modo fino alla cappella che con cura riversava la saliva del suo movimento e mentre era intenta a far impazzire Franco, i suoi occhi erano infuocati di piacere e di desiderio e diretti agli occhi di franco per sapere e conoscere il suo stato di eccitazione. Elena si accorse del mio arrivo e cominciò a pompare con più foga e con più ardore Franco, dividendo il suo sguardo tra i miei occhi e i suoi, dividendo il piacere tra il mio celebrale e quello materiale di Franco.
Mentre lui era intento a godersi quella magnifica pompa, senza preavviso Elena lo sfilò dalla sua bocca e invitò Franco a cavalcarla da dietro come piace a Lei.
Franco non se lo fece ripetere due volte e cominciò ad umidificare le labbra di Elena ma si accorse subito che non era necessario visto lo stato di eccitazione e goduria che Elena aveva raggiunto in quella situazione nuova, insolita e molto intrigante. Franco pian piano allargando i glutei di Elena introdusse con cautela il suo grosso membro che scivolò subito dentro la figa di Elena bagnata dai molti umori vaginali provocati con la sua pompa.
I primi colpi furono così intensi e così esaltanti per Elena e per Franco che dopo poco pensavo che i due fossero arrivati già ma mi sbagliavo visto come Franco iniziò a prendere dal collo e dalla testa Elena per meglio penetrarla con più forza e ardore.
Il suo membro aderiva perfettamente alle pareti vaginali di Elena che gustava e mugolava di piacere ad ogni colpo inferto dal grosso cazzo di Franco che ormai la cavalcava da diverso tempo rivolgendogli parole di incitazione e insulti mirati alla signora che a modo suo rispondeva sempre più infuocata, non la riconoscevo non l’ho mai vista così eccitata e ben disposta.
I due erano ormai esausti e sfiniti ma la voglia di godere di Elena era ancora più intensa e invitò Franco ad assaporare il piacere del suo desiderio, sfilò il suo grosso membro dalle sue labbra aderenti e lo introdusse con maestria nella sua bocca dorata, questi rimase folgorato dal battito di lingua e dalle labbra avvolgenti di Elena tanto che dopo qualche colpo di lingua, Elena ricevette dapprima sul suo seno e poi sulle sue labbra carnose, ingenti getti di cremosa goduria che non finì mai di assaporare accarezzandosi il cazzo colmo di sperma sulle labbra e sul viso e facendoci notare con lo sguardo diretto a noi, di quanto brava fosse stata in quella circostanza imbrattata com’era di caldo e cremoso sperma che ora li colava in modo vistoso dalle guance e dalle labbra.
Franco si espresse durante il rapporto in modo acceso nei confronti di Elena ma notai come lei non solo non rifiutasse tale accese affermazioni anzi rispondeva a tono invitandolo a rincarare la dose a concludere il suo piacere sul suo corpo sul suo viso sulle sue labbra poiché amava sentire il contrasto del freddo vento notturno con la calda crema di piacere del suo cazzo.
Tutto insolito tutto immaginario tutto sognato, ma tutto maledettamente e meravigliosamente vero, era Elena la protagonista di quella serata che non si era ancora spenta poiché Franco maturo di esperienze capendo lo stato infuocato in cui Elena era caduta propose Elena di invitare gli altri tre amici a unirsi a lei per riempire il suo piacere non ancora spento. E come d’incanto Elena senza questa volta chiedendomi il consenso anche con lo sguardo accontentò Franco che con una veloce telefonata dal suo cellulare invitò gli amici alla festa.
Elena a sua volta si asciugò quasi a malincuore il viso e il seno con dovizia dall’inondazione di sperma e mentre gli rivolsi la domanda sciocca se si stesse divertendo arrivarono come centometristi gli amici che ignari di quello che gli aspettava restarono strabiliati dalla folgorante bellezza e sensualità di Elena e al tempo iniziarono a sedurla non solo con le mani e a possederla uno per volta mentre gli altri approfittarono della sua bocca e delle sue mani e a turno furono soddisfatti e gli mostrarono gratitudine riempiendola in tutto il corpo ma soprattutto in viso del caldo e gradito sperma che i tre amici riversarono su Elena che a tempo gli aveva invitati tutti ad approfittare della sua golosità e dell’irresistibile fascino che lo sperma gli provoca soprattutto sul viso.
L’umido dell’alba riaffiorò sui loro corpi bagnati ed esausti e solo allora Elena si ricompose e come in una splendida fiaba ritornò la signorile e la spumeggiante signora vergognosa che fino a quel momento avevo conosciuto, ma mai aveva rinnegato, mai aveva disconosciuto la paternità di quella prestazione, anzi col tempo maturò l’idea che le cose non programmate riescono sempre meglio e fu così che il ns rapporto vive di momenti esaltanti, intriganti, trasgressivi e inaspettati a momenti di normale sessualità che la vedono sempre protagonista mentre io vivo sempre giornalmente nella speranza che ogni giorno fosse lo stesso giorno vissuto in quella magica serata estiva di quella lontana estate del .. e vi posso assicurare che altre esperienze ancora più intense e coinvolgenti sono state da noi vissute in modo naturale e inaspettato.
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16 years ago
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La stanza capitolo 5
CAPITOLO V° PRESA DI COSCIENZA
Mi spaventai un pochino, quando ero in casa di Giovanna quello che lei aveva tra i suoi….giocattoli era grosso come il più piccolo dei dieci, lei dopo che mi leccò abbondantemente la fica e il buchino iniziò a carezzarmi le cosce, io mi girai, e gli dissi che non lo avevo mai fatto con una donna e che sentivo un certo disaggio, lei con tranquillità, mi fece segno con il dito di tacere, mi tolse le scarpe e quel poco che mi restava.
Io nel sesso sono molto succube, mi piace farmi guidare, un pochino masochista, mi piace essere comandata, questa è quello che sento, e Fulvio è riuscito a tirare fuori da me il mio masochismo latente, mi fa godere da pazzi provocandomi anche dolore.
Ha trovato in me il giusto mixel tra dolore e godimento, insieme camminiamo in equilibrio su quella linea che divide il perverso dal sesso, il piacere dal soffrire!
Sodoma e Gomorra è in tutti noi! Il tutto iniziò per gioco, con innocenti sculacciate sulle natiche, poi mi accorsi che quelle piccole sofferenze, mi creavano piacere, gli chiesi di strizzarmi i seni sino a quando resistevo, e sentivo la passera bagnarsi, allora ne parlammo, ed io, curiosa per natura, volli sperimentare sempre di più. Per non perdere l’eccitazione nei nostri giochini, ci demmo una parola “segreta” per interrompere la sevizia in caso che uno di noi due si fosse stancato o provasse dolore, scegliemmo, “paprika” una spezia che…….pizzica, ricordo di averla nominata una sola volta!
I peli che avevo ora sula mia fica erano stati una sua richiesta, quando mi prendeva da dietro, sia nel culetto, o nella fica, me li tirava sempre di più, verso il basso, mentre saliva il mio piacere, sino a strapparne qualche ciuffetto, mi eccitavo tantissimo, e alle volte li tiravo da sola, su suo ordine!
………. Con Giovanna non avevo ancora scoperto questo mio lato, ma ne stavo scoprendo un altro, si slacciò il camice e lo fece cadere in terra, sotto era nuda, portava solo i suoi soliti zoccoli, la guardai, non aveva cellulite, la sua pelle era tirata e rosea, senza una smagliatura, era completamente depilata. Le sue piccole labbra uscivano dalla fessurina erano molto pronunciate, e lucide dal miele che fuoriusciva, aveva dei seni meravigliosi, con una grossa rosa che faceva da base a due capezzolini duri e dritti!
Si avvicino, afferrò i capelli dietro la mia nuca e mi baciò, diede un bacio come un uomo, stringendo forte la mia nuca contro il suo viso, sentivo i capezzoli sul mio corpo nudo, li strusciava sulla mia carne calda e desiderosa, e con le sue gambe aperte sfregava contro la mia coscia, non avendo peli me la bagnava della sua bavetta come una lumachina. Mi fece eccitare moltissimo, mi spinse senza che me ne resi quasi conto sul suo letto al centro della stanza, e abbasso le luci, mi venne con le gambe sulle braccia, mentre io davo la schiena al letto e in un attimo ebbi sua figa fradicia in bocca. La leccai come se lo avessi sempre fatto, lei con la testa all’indietro, si masturbava i lunghi capezzoli facendoli roteare tra le dita e pungendoli col le lunghe unghie laccate di un bel rosso, mugolava, lanciando dei gridolini a secondo di dove colpiva la mia lingua! Trovata la sua clitoride, la succhiai come fosse un cazzo, e lei in pochi istanti, strinse, tirandoli, i capezzoli quasi a volerli staccare, emise un forte urlo accasciandosi su di me, strofinandomi la sua figa fradicia su tutto il viso!
Calò lentamente e come una gattina, mi lecco il viso con la sua carnosa lingua, rimuovendo i suoi umori, mi baciò più volte appassionatamente, aveva una faccia soddisfatta e il corpo caldissimo, in silenzio, come si era svolto tutto il nostro rapporto, si alzò e m’invitò a sedermi sulla sponda del letto, aprì un grosso cassetto del comò che le fungeva anche da comodino, e guardandoci dentro mi apparve un mondo nuovo, per lo più a me sconosciuto!
C’era di tutto, reggicalze in tulle neri, calze di vari colori, un paio di falli di diversa misura, un plug-in come quello che avevo ora io nella stanza, delle sfere di acciaio legate tra loro da una sottile catenella, manette, bende per gli occhi, collari, una frusta, e tante altre cose che smuovevano la mia fantasia, che ora non ricordo!
……”questo è il cassetto dei desideri”, mi mormorò, ora tu scegli quello che più ti piace, ed io lo adopererò su di te o su di me, per darti e prendermi il massimo del godimento! Si alzò, e mi disse fai con calma, molte donne sono già passate per questa stanza, donne che anche tu hai già incontrato da me, anche se sono giovane, ho avuto una maestra molto esigente ed esperta che se vorrai un giorno ti farò conoscere! Camminando scalza sulle punte dei piedi si diresse verso il bagno e scomparve dietro la porta.
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16 years ago
paprika1, 37
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La stanza capitolo 4
CAPITOLO IV° IL BARATTO
Non so quanto dormii, ma quando mi svegliai, la coltre nera del buio ancora mi avvolgeva, ora lo stimolo di fare cacca e pipì erano forti, mi faceva male la pancia e avevo anche fame, conoscendomi stimai che erano passate almeno dodici ore da dopo “ascensore” infatti, facevo i miei bisogni tutte le mattine e la pipì almeno un paio di volte! Se fossi stata un uomo, mi sarei accorta del passare del tempo dalla barba che cresceva, ma non avendola dovevo affidarmi a un fatto viscerale!
Ero terrorizzata nel dover rinfilare il dito in quel foro, e anche di farla in un angolino, dovevo decidere, e farlo in fretta, potevo resistere alla fame ma non alla mia pancia, rischiavo di farmela addosso.
Scesi carponi dalla branda, raggiunsi tastoni la porta e cercai quel maledetto foro, non fu facile, ma alla fine lo trovai e senza pensare infilai di nuovo il dito dentro, stringendo i denti lo affondai sino in profondità, nulla, non accadde nulla, mi sentivo felice come una bimba cui regalano la sua prima bambola, e mi meraviglia di provare contentezza per così poca cosa!
Un istante dopo, si accese la luce, che mi abbagliò, rimasi cieca per qualche minuto, poi la “Voce mi chiese cosa volessi”.
Gli dissi: “Ho fame, devo fare la cacca, e la pipì, e mi sento sporca”!
Rispose con molta calma, “ nella vita bisogna darsi delle priorità, continuò, tu prima ha dato precedenza al tuo piacere, poi al resto, ora chiede a me tre cose insieme, e una quarta l’hai già presa, comincia a pagarmi quella, dammi le tue mutandine!”
Si aprì la cassa, capì che ero stata vista anche al buio! Non replicai ubbidendo, tolsi le mutandine fradice, e le infilai nella casa che si richiuse velocemente.
Pensai che per il prezzo pagato lo avrei rifatto ancora, ero riuscita a non avere angoscia e a dormire!
La “Voce” con tono soddisfatto mi chiese cosa volevo tra le cose richieste.
…balbettai, “fare i miei bisogni”!
…Voglio i tuoi collant per la cacca e……….la giacca per la pipì!
Ebbi un attimo di stizza, e gli feci osservare che è impossibile fare la cacca senza che esca anche la pipì, mi rispose che non erano problemi che lo riguardassero, e che sarebbe stata l’ultima volta che tollerava una mia rimbeccata, ora il suo tono era fermo e minaccioso!
Chiesi con molta cortesia se avessi potuto avere qualcosa per pulirmi, mi chiese in cambio la camicetta.
Presi tutti i miei vestiti, e appena la cassa fu dalla mia parte, li misi dentro, avevo ormai solo il reggiseno, riapparve subito la cassa scorrendo dalla mia parte, dentro c’era un buiolo di legno, e due strappi di carta igienica, ero alla disperazione, ma mi feci forza, avevo un dovere verso me stessa, rimanere viva!
Velocemente portai il buiolo in un angolo e dando le spalle alla stanza mi chinai sopra, mi sentivo più nascosta con la faccia verso il muro, una mia illusione. Sentì subito il tintinnare della pipì, poi rilasciai il perineo, e uscì la cacca, che si adagiò nel fondo del secchio, ora la pipì scrosciava rumorosamente, nella mia vita mai fare i bisogni mi avevano imbarazzato di più, e allo stesso tempo liberata, mi sforzai, e sentì le mie viscere che si svuotavano. Mi alzai, e guardando quei due pezzetti di carta igienica dubitai fortemente di riuscirmi a pulire, l’unica cosa che giocava in mio favore era la completa mancanza di peli dal mio buchino. La puzza in quell’angusta stanzetta era insopportabile, presi la carta, la divisi in due, e la passai solo sul buchino, la sfruttai al massimo, ripetei il tutto con il secondo pezzo, ma era impossibile pulirmi bene, pensai alla pezza, ma mi faceva schifo, ci avevo pulito il mio dito. Lasciai la figa gocciolante, ma mi sentivo ancora molto sporca, ma non potevo fare altro, capii che l’intento della “Voce” era quello di umiliarmi, gettai tutto nel secchio, e aspettai, attesi che si aprisse quel cassettone per darmi la possibilità di togliere quel secchio di escrementi, ma ancora una volta avevo pensato con la mia testa, e non con quella di un sadico!
Spinsi il dito nel foro, e il cassettone si aprì, automaticamente infilai la mia ultima moneta di scambio, il mio reggiseno, e subito si richiuse, per tornare di nuovo nella mia posizione.
….”svuota il secchio nel cassettone, e tienilo, ti potrà essere utile in seguito”, la “Voce” si era presa tutti i miei vestiti, e ora mi faceva solo svuotare il secchio obbligandomi a tenerlo nella stanzetta con il fetore che mandava!
Ora non avevo più nulla per pagare, ma ancora tanta fame, non ebbi il coraggio di chiedere nulla e provai a distrarmi!
Il mio culetto era liscio, privo di peletti, Giovanna era bravissima nel suo lavoro, e …non solo! Quella famosa sera, alla sua vista allo specchio, che si leccava avidamente le dita impregnate del mio nettare mi fece impazzire, le borbottai qualcosa senza senso, e mi piegai lentamente in avanti toccando con i palmi della mano lo specchio freddo, sentì i suoi pollici che aprivano la mia fessurina, e un dolce calore umido accarezzava le pareti della mia figa, me la stava leccando!
Mi ero appena distratta che la “Voce” m’interruppe!
……”Cara hai finito la tua merce di scambio, ora nella mia massima benevolenza, te la do io, accettala come un dono, e…….vedrai che ti divertirai”! Sussurrò con voce tranquilla. Non capii, poi lo sportello si aprì, dentro c’era una grossa scatola di legno ben rifinita, con chiusure di ottone, lunga circa un metro, alta una trentina ci centimetri. …………”Non avere paura, prendila e aprila” mi esclamo!
Ubbidii, la presi, la poggiai sulla branda e lentamente lo aprii, e guardai sbigottita, la “Voce” mi fece tornare in me…….”sai cosa sono e a cosa servono”? Sono plug-in anali mi fece notare, io ne avevo visto uno in casa di Giovanna, e ci avevamo anche giocato, ma dieci, in fila mai, erano neri di materiale plastico a forma di lancia tonda, senza punta. Partivano da una misura di circa cinque centimetri di diametro per salire al decimo con una circonferenza di almeno quindici centimetri se non di più, lunghi in proporzione dal più piccolo circa sette per arrivare all’ultimo di almeno venti, avevano tra la lancia e una base circolare, uno stelo che variava secondo la grandezza, erano numerati sulla base della scatola da uno a dieci, ed erano nelle loro sedi di raso rosso!
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16 years ago
paprika1, 37
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Enzo_1
Il mio amico Enzo è a casa in malattia oramai da una settimana. tosse mal di gola e qualche linea di febbre. Sua moglie, infermiera di professione, ne prende cura amorevolmente e lo vizia con continue premure.
Dopo alcuni giorni a letto, Enzo mi chiama e mi dice che sta meglio ed avrebbe voglia di incontrarmi. Sua moglie è di turno di pomeriggio il giorno dopo e, se sono libero, potremo incontrarci. Sulle prime civetto un po’, mi faccio desiderare e rimaniamo d’accordo che gli saprò dire qualcosa in serata. Appena terminata la chiamata cancello tutti gli appuntamenti per il giorno seguente. In serata confermo l’appuntamento. Il pomeriggio seguente mi presento a casa sua desideroso di poter godere del suo bel cazzone.
Enzo si presenta alla porta con fare molto eccitato. Mi dice di andare in camera da letto e di prepararmi. Prepararmi per cosa gli chiedo. Mi accompagna e mi mostra i vestitini e la biancheria intima di sua moglie. Sua moglie con gli anni si è un po’ ingrossata e portiamo quasi la stessa taglia. Prima di lasciarmi solo ad affrontare questo nuovo aspetto della nostra relazione mi da anche una parrucca nera a cascetto. Devo ammettere che questo è stato il mio primo travestimento e mentre indossavo calze reggicalze, perizomi e minivestitini mi stavo eccitando.
Appena pronto sono uscito e ho chiesto un suo parere se potevo essere di suo gradimento. Luana, d’ora in poi sarai Luana, … penso che questo volesse dire che ero di suo gradimento.
Così travestito mi ha ordinato di andare in cucina a fare il caffé perché ne aveva voglia. Ubbidiente come una cagna ho obbedito senza discutere.
In cucina stavo organizzandomi per preparare il caffè, ma non mi ero accorto che il mio maschio era proprio dietro di me. Mi accarezza le spalle e poi mi spinge con decisione contro il banco della cucina, mi prende le mani e mi ammanetta. Così bloccato mi costringe sulle ginocchia e mi porge il suo cazzone da succhiare. E’ molto eccitato ed il suo cazzo mi scende rapido in gola fino a soffocarmi.
Il gioco che stavo solo subendo manovrato dal mio maschio mi stava eccitando moltissimo. Legato, travestito, … ero Luana ero la sua troia.
Quando ne ha abbastanza ed il cazzo è duro come il marmo mi fa rialzare e, sempre ammanettato, mi spinge di nuovo contro il banco della cucina. A questo punto, sento che le sue mani cercano il mio pertugio, lo lubrificano un po’ e dopo qualche istante il suo sesso è dentro di me. Sento i suoi colpi di reni fino in gola e anche se fa male non voglio che smetta.
Poi, mentre sto venendo, si ferma ma solo per mettermi a terra appoggiato alle ginocchia e quindi ricominciare la monta. Non mi ricordo per quanto tempo mi abbia scopato, ma certamente non posso scordare il momento in cui è venuto. Ero io a terra ormai eccitatissimo e a sua totale mercè. Prima di venire sfila il cazzo dal mio culo, mi tira su la testa e me lo sbatte in bocca.
Il suo seme mi ha riempito la bocca fino quasi a soffocarmi.
…
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16 years ago
ric8876,
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La gelosa roberta
Eccomi pronta per raccontarvi un'altra avventura.
A dicembre scorso, io e il mio lui conoscemo su un altro sito, una bella coppia trentenne della prov di Napoli, Roberta e Franco.
Il primo contatto avvenne per cell tra me e la lei, stabilimmo che ci saremmo visti all'uscita dell'autostrada della loro città, visto che potevano ospitare nel caso avessimo deciso di approfondire la nostra conoscenza. Al nostro arrivo ci salutarono con molto calore e notammo che erano davvero una bella coppia, lei in special modo, era molto carina, indossava un abitino corto nero, mi resi conto che sotto non aveva nessun indumento intimo, aveva i capelli lunghi e neri, insomma un bel pezzo di figa, tanto che Silvio non le tolse gli occhi di dosso, ma anche lui era carino, aveva un fisico asciutto e definito e un bel volto, per di più mi stava mangiando con gli occhi. Andammo in un bar del posto e subito la conversazione si fece piccante, loro volevano subito andare al dunque e ci spiegarono le loro voglie e le loro esperienze, specie roberta era proprio una troia e lo diceva con molta disinvoltura, Franco continuava a non togliermi gli occhi di dosso, mi faceva domande intime davvero imbarazzanti, ma Silvio mi fece capire di assecondarlo e così feci, cominciai a provocarlo, gli spiegai che amavo fare un bel pompino quando trovavo un cazzo che meritava e se c'era l'occasione, non disdegnavo di assaggiare la sborra, si stava eccitando e mi chiese fino a che punto sarei riuscita a a essere trasgressiva, subito Silvio intervenne per dire che io sarei stata capace di fargli un pompino nel bagno del bar, la cosa mi lasciò di stucco, ma al mio uomo piacciono certe cose e io non posso deluderlo, così dissi che per me non c'erano problemi. Franco si alzò e si avviò al bagno lo raggiunsi dopo qualche minuto, entrai in uno dei 4 bagni che c'erano e dove mi stava aspettando Franco, gli sbottonai i pantaloni e mi resi conto che la serata sarebbe stata fantastica, aveva un cazzo favoloso, lungo e grosso, lo presi in bocca e lo spompinai per un po, poi gli dissi che bisognava andare, potevamo continuare a casa loro.
Silvio e Roberta ci stavano aspettando, mi accorsi che a lei la cosa aveva un poco infastidito, forse era entrata in competizione con me, lei era molto bella, ma evidentemente la mia aria da ragazzina innocente, aveva eccitato molto il suo uomo e la cosa non le piaceva. Ci alzammo dal tavolo e ci avviammo alle macchine, ci chiesero di seguirli e andammo a casa loro, appena entrati, Franco mi fece sedere sul divano e cominciò a massaggiarmi le gambe, vidi Roberta accigliarsi, ma la cosa mi eccitava, così non persi tempo e tirai fuori quel bel cazzone per ingoiarlo tutto, lo feci con tanta foga che Franco urlò come un pazzo, ero decisa a non farmi più dimenticare da lui, così leccai con avidità il cazzo e le palle senza lasciarlo respirare un minuto, lo presi da dietro e lospinsi nella mia bocca, mi feci arrivare quel grosso arnese fino alla gola, mentre con la punta della lingua gli leccavo la base del cazzo, stava scoppiando, ma continuai fino a quando senza avvisarmi, mi esplose in bocca, sborro molto, ma io non lo lasciai e lo pulii con la lingua e senza mai smettere continuai a spompinarlo fino a farlo venire ancora duro. Silvio divertito dalla cosa, senza perdere tempo, cominciò a leccare la bella Roberta, la begno bene mettendola a pecora, la penetrò con il suo bel cazzo, ma lei sembrava molto tesa, era ormai evidente che si era innervosita, forse era abituata ad essere la prima donna o zoccola della situazione, ora si trovava davanti una stronzetta come me, che sapeva fare la troia più di lei, Silvio la penetrò per un poco, riuscì pure a farsi fare un pompino, ma lei continuava ad essere nervosa e così, mentre io avevo preso a farmi chiavare da Franco, che sembrava non ne volesse sapere di Roberta, feci segno al mio uomo e gli presi il cazzo in bocca, ero diventata la preda della serata, Roby si sedette su di una poltrona e noi continuammo indifferenti a scopare come matti. Franco mi fgece mettere a pecorina e mi scopava da dietro con forza, era davvero uno stallone, mi chiavava con veemenza, cone se non vedesse una figa da anni, Silvio mi aveva messo il cazzo in bocca e io lo leccavo tutto, poi si staccò e chiese a Franco di mettersi da sotto, mi sedetti su qual palo enorme e il mio lui mi penetrò nella figa dove avevo già il cazzo di quell'animale, sentire due cazzi dentro mi fece strillare senza vergogna, chedevo di non fermarsi, mi sentivo piena, solo una donna può capirmi, mi montarono senza fermarsi un attimoi e io non davo a loro tregua un momento, mi chiavarono in tutte le posizioni, avevo cazzi dovunque, mi piaceva passarmili sul viso, erano turgidi e volevano scoppiare, ma io mi fermavo sempre un attimo prima che sborrassero, non volevo che terminassero presto, avevo due cazzi adisposizione e volevo godermeli, poi c'era Roberta seduta e nervosa, e io dovevo darle una lezione che nonavrebbe mai più dimenticato. Mi stavano chiavando qualche ora, io non accennavo afermarmi,mentre loro stavano scoppaindo, ma chiesi di volere essere inculta da Silvio, ma lo stronzo mi rispose che se desideravo un cazzo nel culo, quello sarebbe stato il cazzo di Franco, così ilm padrone di casa prese della crema, la spalmò sul mio buchetto, lo allargò con le dita e dopo poco, mi inculò, era enorme, ma contrariamente a quello che mi aspettavo, nonprovai dolore, mi sentivo solo piena, Silvio mi penetrò da sotto e così li incitai a sfondarmi, dopo 20min erano stanchi, così decisi di concedere un resa onorevole, li feci mettere davanti a me e mi feci inondare di sborra e devo dire che me ne diendero tanta, dovetti chiedere la cortesia di farmi una doccia, perchè non potevo uscire in quello stato, sborrarono tanto e io li leccai senza tralasciare di farmi guardare da bRoberta che era letteralmente incazzata, infatti si rivestì e non disse una porola, io da vera puttana, feci una doccia e mi tolsi lo sfizio di fare un ultimo pompino a i miei uomini mentre mi lavavo, un ultimo getto di sborra e li congedai, mi lavai per bene, dopo come se niente fosse, chiesi a Roby se si era divertita, non mi degno nemmeno di una risposta, Franco si imbarazzo molto del comportamento della sua lei, ma a me nonme ne fregava niente, anzi, disse, con lei davanti, che la prfossima volta avrei preferito incontralo da solo. Cmq ci salutammo, senza che lei ci degnò di uno sguardo, aveva avuto una bella lezione, si era pavoneggiata tanto, ma aveva trovato una troia vera sulla sua strada. Ci siamo rivisti altre volte, magari appena ho tempo vi racconto. Baci, Francesca
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16 years ago
admin, 75
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Turbine di piacere
La stanza è illuminata solo da 3 candele che bruciano un profumo di incenso fruttato…
Le ombre si rincorrono sulle pareti e i sensi si confondono nell’aria…
Un’aria tesa, carica di desiderio, di emozioni frenetiche, impazienti, forti e tremanti allo stesso tempo.
Ed ecco comparire un fascio di luce: la porta si apre e lascia intravedere una sagoma slanciata che si avvicina ai nostri corpi nudi distesi sul letto, uno a fianco all’altra e protende una mano, fino ad accarezzarci delicatamente le gambe…
Quella mano calda, leggera, che con estrema dolcezza sale fino all’inguine, per poi scendere nuovamente sulle cosce e risalire velocemente, sempre più energica…
La tua mano che si gusta i nostri sussulti… i nostri fremiti di piacere… e che con avidità cerca i nostri sessi, per risvegliarli, per eccitarli…
Ed è in quel momento che anche le nostre dita si cercano e cercano te e ti vogliono avere e sentire; e cominciano a carezzare il tuo corpo ancora velato da quei pochi indumenti intimi che lasciano spazio solo alla fantasia… una fantasia di possesso, una fantasia di piacere.
Lentamente lasciamo che ci spogli, che ci liberi dalle poche cose che ancora ci coprono, e nello stesso tempo scrutiamo dentro il tuo perizoma, sotto la tua gonna così leggera, così provocante…
e ci soffermiamo sulle tue natiche, così sode, lisce , per poi accarezzarti tutto il corpo e sentire i brividi sulla tua pelle.
Ed il gioco comincia… o meglio, è già iniziato nel momento in cui sei entrata con i tuoi capelli biondi e lisci… truccata e svestita dentro le nostre fantasie…
La tua bocca ora cerca la nostra pelle; il sapore dell’eccitazione, il profumo dei nostri piaceri, la voglia dei nostri corpi… e le tue labbra affondano sul sesso di lui che con un sussulto si abbandona alle tue calde effusioni… sempre più giù, fino a sentire il suo membro fino in gola, fino a non averne mai abbastanza.
Mi giro e concedo il mio sesso all’uomo che sta gustando il piacere di essere succhiato che con impeto mi prende i fianchi e mi attira verso la sua bocca, la sua lingua così dolce e delicata che cerca di entrare nel mio “universo”, che mi da un enorme senso di appagamento…
E con le mani ti tocco ed eccito il tuo sesso, passando da donna a uomo senza distinzione, perché quello che voglio è che lui ti possa avere, che possa darti il piacere che tanto brami… quel piacere di sentirlo dentro di te, nel tuo sedere… sempre più su, sempre più forte…
Un vortice di desiderio ci avvolge…le mani si fanno più impazienti… il sesso ci aspetta, ma dovrà attendere ancora un po’ prima di portare all’apice del piacere i nostri sensi…
Avvicini il tuo cazzo alla sua bocca e lasci che con un impercettibile tintinnìo ti stuzzichi l’eccitazione più perversa, lasciarti succhiare da un uomo che non vede l’ora di penetrarti… ed è in quel momento che la tua lingua si sposta dal sesso di lui per lasciarmi godere del suo membro: inarco la schiena ed accolgo il suo sesso eccitato e turgido dentro di me, mentre tu mi lecchi il clitoride ed aumenti la mia eccitazione…
Mi muovo delicatamente su e giù, facendo scorrere il suo cazzo dentro di me molto lentamente, per affondare ritmicamente e violentemente fino a sentirlo battere dentro di me… dandogli delle scosse di piacere… cavalcandolo il più voracemente possibile…
E lui ti succhia con lo stesso ritmo… cercando di ingoiare tutto il tuo piacere, leccandoti dolcemente la pelle liscia e facendoti sussultare ad ogni passaggio.
Il godimento estremo non tarda ad arrivare ed io mi sposto… sfilando dal mio corpo il suo… concedendoti la sua essenza…
Il suo bel cazzo eccitatissimo cerca il tuo buco… si fa strada nel tuo calore… e con un colpo ti procura un dolce brivido di dolore e piacere che ti toglie il fiato per un secondo…
E cominci a cavalcarlo… a volerlo sempre di più, e non ti basta… le mie mani seguono il tuo ondeggiamento su giù e ti spingono il bacino con forza e ti ritirano verso l’alto più lentamente e poi ancora giù, violentemente, per fartelo sentire tutto dentro… quasi a non poterne più…
E la mia bocca cerca il tuo sesso scoperto… e la sua lingua si muove freneticamente dentro di me…
E tu, ad un certo punto, stremata dal piacere, ti lasci scivolare di lato e ti stendi per un attimo di riposo…
Io ricomincio a leccarlo, lo accarezzo, su tutto il corpo, fino ad arrivare sul suo membro ancora turgido e voglioso e lo prendo fra le mani… lo muovo su e giù, passo la mia lingua dal basso verso l’alto per poi scendere nuovamente fino a prendergli in bocca le palle e a scivolare ancora più giù…
Guardandoci, il tuo desiderio si affaccia nuovamente e le tue mani cominciano a cercarci nuovamente…e a questo punto… ti leghiamo e ti immobilizziamo…
Prima per farti un po’ soffrire, guardando noi due che ce la spassiamo…poi, alternandoci per qualche secondo facendoti sentire le nostre lingue calde e bagnate sul tuo corpo…passandoti di tanto in tanto le dita lungo la parte interna delle cosce e solleticandoti l’inguine… fino a che non chiederai con tutte le tue forze di essere leccata e succhiata ovunque…
Ed allora, non potrai nemmeno più guardare… ma dovrai solo “sentire”, su ogni centimetro della tua pelle, l’eccitamento dell’essere coccolata…
Non puoi fare nulla, puoi solamente gustarti il momento, fino a che noi decideremo che è abbastanza e che il tuo eccitamento è sufficientemente alto per poter godere un altro po’…
Godere del piacere che ti diamo… godere del piacere che ci dai… godere, solo godere di tutto…
Stiv vuole nuovamente averti… essere dentro di te… e quindi mi sposto e vi lascio fare…
Mi siedo in disparte, un buon bicchiere di vino… e lo spettacolo ha inizio.
Tu ti ci siedi sopra, prendi il suo cazzo tra le mani e te lo infili nel culo… un gemito riempie l’atmosfera…
I vostri corpi si uniscono, l’uno dentro l’altro, tra voglia e piacere, con violenza e dolcezza ed entrambi vi lasciate avvolgere dal godimento.
Il suo bel cazzo eccitatissimo cerca il tuo buco… si fa strada nel tuo calore… e con un colpo ti procura un dolce brivido di dolore e piacere che ti toglie il fiato per un secondo…
E cominci a cavalcarlo… a volerlo sempre di più, e non ti basta… le mie mani seguono il tuo ondeggiamento su giù e ti spingono il bacino con forza e ti ritirano verso l’alto più lentamente e poi ancora giù, violentemente, per fartelo sentire tutto dentro… quasi a non poterne più…
E la mia bocca cerca il tuo sesso scoperto… e la sua lingua si muove freneticamente dentro di me…
E tu, ad un certo punto, stremata dal piacere, ti lasci scivolare di lato e ti stendi per un attimo di riposo…
Io ricomincio a leccarlo, lo accarezzo, su tutto il corpo, fino ad arrivare sul suo membro ancora turgido e voglioso e lo prendo fra le mani… lo muovo su e giù, passo la mia lingua dal basso verso l’alto per poi scendere nuovamente fino a prendergli in bocca le palle e a scivolare ancora più giù…
Guardandoci, il tuo desiderio si affaccia nuovamente e le tue mani cominciano a cercarci nuovamente…e a questo punto… ti leghiamo e ti immobilizziamo…
Prima per farti un po’ soffrire, guardando noi due che ce la spassiamo…poi, alternandoci per qualche secondo facendoti sentire le nostre lingue calde e bagnate sul tuo corpo…passandoti di tanto in tanto le dita lungo la parte interna delle cosce e solleticandoti l’inguine… fino a che non chiederai con tutte le tue forze di essere leccata e succhiata ovunque…
Ed allora, non potrai nemmeno più guardare… ma dovrai solo “sentire”, su ogni centimetro della tua pelle, l’eccitamento dell’essere coccolata…
Non puoi fare nulla, puoi solamente gustarti il momento, fino a che noi decideremo che è abbastanza e che il tuo eccitamento è sufficientemente alto per poter godere un altro po’…
Godere del piacere che ti diamo… godere del piacere che ci dai… godere, solo godere di tutto…
Stiv vuole nuovamente averti… essere dentro di te… e quindi mi sposto e vi lascio fare…
Mi siedo in disparte, un buon bicchiere di vino… e lo spettacolo ha inizio.
Tu ti ci siedi sopra, prendi il suo cazzo tra le mani e te lo infili nel culo… un gemito riempie l’atmosfera…
I vostri corpi si uniscono, l’uno dentro l’altro, tra voglia e piacere, con violenza e dolcezza ed entrambi vi lasciate avvolgere dal godimento.
Stufa di seguire quel ritmo frenetico con gli occhi, mi avvicino a te e comincio a toccarti, passando da te a lui indistintamente; carezzandovi le parti intime che si uniscono e aumentando il vostro desiderio…
Mi infilo con la testa sotto di voi e la mia lingua si posa sulla pelle delicata e il calore umido della saliva vi avvolge… e le mie labbra percepiscono i vostri spasmi, e le mie mani cercano il vostro corpo…
D’un tratto tu mi prendi la testa e mi immobilizzi le braccia alla testiera del letto… entrambi cominciate ad accanirvi su di me con la forza dettata dalla voglia di leccare ed assaporare ogni parte del mio corpo…Stiv mi lecca delicatamente le labbra, il collo i seni e tu mi accarezzi le gambe fino a risalire dall’interno coscia all’inguine, al mio sesso fremente… ma ti fermi e torni giù…
Stiv continua a succhiarmi i capezzoli, passando dall’uno all’altro che si alternano in brividi di piacere… per poi tornare al collo, alla mia bocca che si schiude al solo sentire quella sensazione calda e umida allo stesso tempo… ma non mi consente di baciarlo…e quindi torna a giocherellare con il mio corpo… fino ad arrivare all’ombelico: inarco la schiena cerco di avvicinare il mio clitoride alla sua bocca, ma ancora nulla… nessuno di voi due ha intenzione di soddisfare i miei desideri…
Le mie mani cercano di liberarsi, vorrebbero prendere la vostra testa e spingerla tra le mie gambe aperte per accogliere le vostre lingue…e voi continuate a “far finta di niente”…
Ormai esausta e rassegnata a questa “tortura”, lascio rilassare tutti i muscoli e mi abbandono al vostro “volere”.
Sento suonare il campanello… lascio stare e non mi accorgo che tu vai ad aprire la porta…
Stiv continua ad eccitarmi a toccarmi a farmi impazzire e di nuovo le tue mani sul mio corpo… ancora per qualche minuto…
Poi, ecco, d’improvviso sento un calore delicato, una lingua morbida e sensuale infilarsi tra le mie cosce e darmi un piacere improvviso…
Ma non capisco chi di voi due mi sta “divorando”… sento solo una bocca ondeggiare sul mio sesso, ritmicamente, a volte più intensa, a volte appena accennata… e nel contempo il fiato caldo si fa più ansimante…: è una donna che tu , stai scopando da dietro e che ha la testa fra mie gambe… e io raggiungo l’orgasmo…
Stiv mi slega le braccia, mi attira a sé, e insieme prendiamo lei e cominciamo a leccarla in tre tenendole le mani e le gambe… dandole il triplo piacere di tre lingue che si alternano su di lei…
sul collo, sui capezzoli, dentro di lei…
E le nostre dita le scorrono sui fianchi, sulla pancia, sulle gambe e i brividi pervadono il suo corpo…
E’ a questo punto che la prendo e la metto a cavalcioni di Stiv… le infilo il suo bel cazzo dentro e la muovo tenendola per i fianchi su di lui, mentre tu con la testa sotto di me, tocchi tra le gambe… e mi lecchi ovunque…
E lei geme, sentendo il sesso del mio uomo dentro di lei… e lui ansima in balìa degli eventi…
Tu porgi il tuo sesso a Stiv e glielo infili in bocca, perché te lo succhi con veemenza nell’attimo dell’estremo godimento.
E tutto intorno è un groviglio di sensazioni, di eccitamento e godimento assoluto…
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16 years ago
admin, 75
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Erotica fantasia
Quella mattina il sole batteva sulle finestre in maniera decisa ed il calore che sprigionava era palpabile sulla mia pelle già a quell'ora bagnata. Passeggio per casa sono nudo ogni tanto osservo il mio corpo, non più giovane, ma comunque ancora abbastanza piacente, allo specchio ... decido di fare la doccia per alleviare la brutta sensazione che l'umidità mi crea sulla pelle...sotto lo scrosciare dell'acqua scivolo con la mano sulla mia pelle cercando un pò di sollievo...un breve massaggio sui miei capezzoli sempre turgidi...giocherello con loro immaginando nella mia mente non sia mia la mano...scivolo lentamente sui peli del petto raggiungo il pube depilato..solo un piccolo ciuffo sopra il cazzo...osservo il mio pene è morbido, lo scappello e lascio che l'acqua ci scorra sopra fresca...termino la doccia esco e mi avvolgo nell'asciugamano e vado in camera per vestirmi..prendo dl cassetto quel piccolo perizoma che ho acquistato il giorno prima, attratto soprattutto dalla sensazione che avrei provato nell'indossarlo. il filo mi divide le chiappe ed io lo sistemo meglio perchè non mi dia fastidio. mi osservo allo specchio noto il mio piccolo cazzo avvolto dal tessuto ...si mi piace quella strana sensazione che mi da l'indossare quel capo tipicamente femminile...non sono donna ma la sensazione è libidinosa e mi piace ...indosso i pantaloni leggerissimi la maglietta pulita girocollo le scarpe da ginnastica..ed esco da casa. L'atmosfera all'esterno è decisamente negativa e l'impatto con l'umidità persistente ancor di più...decido di ritornare a casa e prendere il costume..vado in piscina sul lago...forse un po di sole mi farà certamente bene.. un bel bagno in piscina farà poi il resto.
Quando arrivo non c'è ancora molta gente...osservo l'acqua della piscina calma..neppure un'ondina la scuote..prendo possesso di una bella e comoda sdraio e, dopo aver indossato il costume (un piccolo costume rosso che poi non deve contenere tanto visto che il mio cazzo da tempo non risponde più come una volta....). comincio a leggere il giornale appena acquistato ...non mi accorgo neppure delle persone che nel frattempo sono arrivate ed hanno quasi completamente riempito la piscina, tanto sono assorto nei problemi della lettura. Abbasso il giornale per rendermi conto del mondo circostante...accanto a me un signore della mia età, molto abbronzato, sta fumando una sigaretta mi osserva e mi sorride..faccio altrettanto...poi mi presento...ciao mi chiamo Paolo..piacere...ciao io sono Claudio...fa molto caldo oggi...si hai ragione...dico io ci beviamo un caffe..ci alziamo insieme ..Claudio è alto quasi come me, ha un pò più di pancia rispetto a me, indossa un costume bianco che lascia comunque intravedere un consistente pacco all'interno...mi cade l'occhio proprio li e la mia insistenza nello sguardo fa sussultare Claudio che mi dice...ma ti interessa il contenuto?...lo guardo e sorridendo dico...potrebbe perchè no...lui sorride quasi soddisfatto insieme a me si dirige verso il bar. beviamo un caffe schifoso e quasi freddo..per riprenderci lui dice ..dai ci facciamo un bagno tu sei tutto sudato...ci tuffiamo nell'acqua ...è tiepida e non ci aiuta comunque a finfrescarci..nella piscina c'è molta gente tanta che io ad un certo punto dico a Claudio...scusa ma esco odio fare il bagno in queste cndizioni ..e lui ...si ti seguo..quando siamo fuori, seduti sulle nostre sdraio Claudio mi dice...se ti va possiamo andare a casa mia ho un bel colarium sul tetto lontano da occhi indiscreti, potremmo prendere il sole li, magari nudi e poi rinfrescarci con la doccia...non ci penso e gli dico subito di si...la casa, quasi sulle rive del lago è bella e grande. Claudio in maniera molto ospitale mi fa strada fino al solarium dove ci sono delle sdraio un tavolino e due ombrelloni...Claudio mi osserva mentre lentamente si spoglia ..lo guardo sfilarsi i calzoni e la camicia già aperta..rimane ancora con il costume bianco che però lentamente fa scivolare in basso...il suo cazzo è grosso ed è gia molto duro ricurvo con la cappella lucida appoggiata sulla sua pancia..sorride e mentre si distende sulla sdraio mi dice...be che fai, non ti spogli..vuopi prendere il sole vestito...già hai ragione...mi sfilo la maglietta ed abbasso i pantaloni rimanendo con il costume rosso ancra addosso..e lui...dai togli anche quello...colore integrale avevamo detto ...lo osservo e lentamente faccio scivolare il costume in basso. la mia situazione è un po diversa. il mio cazzo è sempre molle e ondeggia in mezzo alle gambe sopra due piccoli coglini sgonfi...claudio allunga la mano verso di me e dice...dai vieni qui vicino a me e distenditi anche tu sulla sdraio..seguo il suo consiglio e mi dstendo sui cuscini caldi sollevando una gamba e girandomi un po verso di lui..in silenzio lo guardo, osservando ancora una volta il suo cazzo sempre più grosso e duro..poi luimi dice...ti spiac spalmarmi un po di crema sulla schiena?---mi porge il tubetto ed io risollevandomi mi siedo sul bordo della sdraio proprio dietro di lui, apro il tubetto e metto un pò di crema sul palmo della mia mao iniziando subito dopo a spalmarla sulla sua schiena ..la pelle è liscia e calda, la mano scivola velocemente sulla sua pelle roteando per fare assorbire meglio la crema...mhmm che bello sei bravo ad accarezzare e spalmare la crema..proseguo anche sui ianchi e sento il suo respiro farsi più deciso quasi affannoso...intanto si è disteso di schieva ed anche lui ha sollevasto una gamba..gli guardo le gambe ancora belle tonische e muscolose coperte da una leggera peluria chiara. i piedi magri con le dita lunghe sono molto curati ..intanto proseguo a spalmargli la crema sul corpo accarezzandogli dolcemente i suoi piccoli capezzoli turgidi e scivolando lungo il basso...sfioro con la mano la cappela durissma alzo lo sguardo verso di lui. Claudio ha gli occhi chiusi e sembra veramente compiacersi del tocco della mia mano tant'è che porta diretamente la mia mano sui suoi coglioni...li afferro piano delicatamente sentendone sia la grandezza sia la consistenza. a quel punto lascio la mia sdraio e mi sistemo sulla sua, scivolando però vers il basso e sedendomi ai suoi piedi che afferro entrambe appoggiandoli su di me..guardo le dita le accrezzo passando i miei polpastrelli sopra e subito dopo scivolando con la lingua e succhiandole una ad una...lui è estasiato e si lascia andare a piccoli gemiti di piacere..le sue gambe ora sono larghe e fanno vedere bene il suo cazzo estremamenbte eccitato sopra le due palle rigonfie di piacere. con le mani scivolo sulle sue gambe palpandole le cosce sono calde ed ancor di più i suoi coglioni gonfi che sembrano debbano scoppiare da un momento all'altro. Mi sistemo meglio sulla sdraio avvicinando il viso al suo cazzo la lingua sfiora la pelletesa dei suoi grossi coglioni e prosegue lungo il cazzo duro e profumato. le mielabbra prima lo sfiorano e poi in maniera più deciso afferrano il corpo caldo del suo cazzo giungendo in breve sulla cappella avvolgendoa e facenola sparire nella bocca calda e vogliosa. Claudio ora geme senza limitazioni e sento che sta godendo mentre con le mani mi accarezza i capelli. Mi sollevo lievemente e infilo ancor più deciso il suo cazzo in gola cominciando a titillare la cappella con la lingua, mentre le dita e le mani giocano con i suoi coglioni. proseguo una decina dii minuti instancabile sul suo cazzo durissimo fino al momento in cui non sento ua caldissima sensazione in bocca...Claudio mi schizza in maniera sempre più decisa la sua crema quasi bollente e la mia bocca si riempie del suo calore. bevo senza tregua assaporando quella densa crema che scivola nella mia gola e mi riempie ... lo accarezzo ma il suo cazzo è ancora duro..sollevo il viso ed incontro i suoi occhi mi sssurra ...ho voglia di te...viene che voglio fare l'amore con te..mi prende l mano ed alzandoci insieme lo seguo fedelmente all'interno dell'appartamento..scendiamo due scalini e lui dolcemente afferrabdomi per i fianchi comincia avvicinandomi a lui a baciarmi sul collo ..entriamo abbracciati in una camera..lui apre un cassetto, prma mi guarda e poi mi porge un piccolo perizoma nero con una rosa ..indossalo che mi eccito ancora di piùì...lascio le sue mani ed indosso quel piccoo indumento che sembra quasi perfetto per me...poi apre un anta dell'armadio dove sono sistemati ordinatamente una serie di scarpe da donna, prende un paio di zoccoli laccati neri cn un tacco altissimo me li porge ed io senza dire nulla li calzo subiro...sembra che sapesse il mio numero perchè mi stanno a pennello...poi lui si gira e guardandomi mi dice...vai in agno manca l'ultimo indumento ti aspetto in camera..e mi lascia solo . Entro nel bagno grande e luminoso alla parete appesa una lunga vestaglia nera trasparente che indosso subito e poi, cercando di contenere il naturale sculettamnento che le scarpe mi imprimono mi avvicino alla camera da letto, apro la porta ..lui è già disteso sul letto, appoggiato con la schiena ad alcuni cuscini colorati ..mi guarda e sorridendo ed allungando le mani dice...vieni tesoro sei splendida vieni che ho voglia di fare l'amore con te..mi avvicino sculettando, come l'avessi sempre fatto, non sono goffo, anzi sembrache mi sia naturale farlo. quando sono al suo fianco lui si solleva e mi fa scivlare la vestaglia fino a farla scivolare a terra. poi mi invita a salire sul letto mi distendo su un fianco accanto a lòui che comincia a baciarmi sul corpo accarezzandomi e palpando le mie chiappe. mi gira a pancia in giù allargandomi le cosce ..sento le sue mani infilarsi tra le mie chiappe, scostare il filetto del perizoma..poi prende una crema da un cassetto e comincia a spalmarmi la crema soffice e fresca sul buchetto e dentro..mi apro dolcemente alle sue dita allargando ancor di più le gambe, poi dopo avermi spalmato una bella quantità di crema sul buchetto bollente mi fa sollevare sulle ginocchia e mettendosi dietro di me appoggia la sua caldissima cappella al buchino sento che spinge ma non trova alcuna opposizione, al ontrario il mio culo si apre ed io sento quella meravigliosa sensazione che il cazzo ti da quando entra dentro..il suo cazzo duro mi entra dentro e quando arriva in fondo sento prima le sue palle sbattere sulle mie chiappe e poi le sue mani che con decisione mi afferrano i fianchi e lui che ansimando comincia a scoparmi sempre più deciso...mi piace e godo moltissimo mentre il suo cazzo mi apre ogni volta che lui lo spnmge deciso fino in fondo...scopiamo così per molte ore e lui mi prende in quasi tutte le posizioni possibili ed immaginabili riempiendomi della sua caldissima crema...da quel giorno ci siamo visti regolarmente con claudio, facendo l'amore sia soli che in compagni sia di altri amici che amiche..ognuno di noi ha la sua vita ma quando ci inctriamo, durante i fine settimana ci riprendiamo tutte le rivincite che vogliamo....
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16 years ago
admin, 75
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Ricordi ricorrenti
Fu un pomeriggio di qualche anno fa …lavoro come autista presso un’associazione di volontariato che si avvale anche dell’opera di alcuni pensionati , alcuni li conosco di vista perché vengono a prendere alcuni materiali che vengono stipati nel capannone automezzi.
Quel pomeriggio ero passato in garage per controllare alcune cose , ero soprapensiero convinto di essere solo mi sono abbassato per guardare sotto un automezzo che mi sembrava perdesse olio , con mia immensa sorpresa ho notato in fondo al capannone delle gambe e ora che ci facevo caso sentivo anche un certo brusio in lontananza , ho pensato fossero i pensionati che ogni tanto vengono in magazzino ,così mi sono avvicinato , mentre mi muovevo ho notato riflessa nel vetro di un auto , il viso di una signora che avevo già notato perché nonostante l’età era una bella signora , abbastanza provocante ma mai all’eccesso molto seria e riservata , non capivo chi c’era con lei ma mentre mi avvicinavo pensavo che poteva essere una buona occasione per conoscersi stavo per farmi sentire a voce alta quando le voci che sentivo mi hanno un po’ bloccato nel senso che ora distinguevo una voce bassa ma decisa quasi arrabbiata , a questo punto visto che nessuno si era accorto di me ho deciso di avvicinarmi spiando, non so perché , comunque quando sono arrivato a poter vedere e sentire sono rimasto letteralmente di stucco, descrivo scena e soprattutto linguaggio , lei con vestito alzato fino alla pancia , mutandine al ginocchio si toccava e insultava il marito che le stava di fronte con i pantaloni giù – guardami porco guardami la fica segaiolo ti piace così la mia fica aperta dai toccati che mi sto bagnando come una cagna in calore – e lui di rimando – sei proprio una gran fica fammela vedere mentre mi tocco il cazzo sei proprio una gran fica – di colpo avevo il cuore che andava a mille all’ora e un erezione quasi istantanea , non so se per la situazione o per il linguaggio , ho cominciato a toccarmi freneticamente cercando anche una posizione per non farmi scoprire e allo stesso tempo avere una buona visuale , lei ora aveva fatto scivolare le mutandine giù e aveva alzato una gamba appoggiando il piede su uno sgabello , lui era davanti in ginocchio –dai leccami la fica bastardo mi hai fatta bagnare senti com’è bagnata la mia fica sono un lago di voglia leccamela tutta sopra e dentro hai ancora il cazzo mezzo moscio dai scopami con la lingua e menati il cazzo porco , lecca fighe , segaiolo , guarda me la tengo aperta con le mani dai fammi sentire troia – lui si è messo sotto di lei a quattro zampe e ha cominciato a leccare avidamente continuando a menarselo , io non capivo più niente , continuavo a masturbarmi cercando di avvicinarmi per vedere e sentire meglio , ero completamente rapito dalla situazione , tanto da non accorgermi che mi stavo avvicinando troppo difatti lei sempre guardando il marito che ormai aveva la faccia incollata alla fica ha esordito dicendo – continua a leccarmi che abbiamo un ospite guardone e segaiolo come te che si sta menando il cazzo e c’è l’ha già bello duro – poi alzando la testa e fissando nella mia direzione disse – se ti avvicini magari ci divertiamo in tre – beccato : ero imbarazzatissimo , insomma sul posto di lavoro , se si veniva a sapere , ormai ero in ballo e tanto valeva approfittare della situazione , quindi mi sono avvicinato lei mi ha fatto abbassare i pantaloni e me lo ha preso in mano cominciando una deliziosa sega , il marito intanto era sempre li indaffarato , chiusi gli occhi rilassandomi dalla tensione che avevo accumulato , lei sempre impugnando il cazzo avvicinò le sue labbra alle mie e mi travolse con un bacio prolungato e eccitantissimo , ero in balia di quella sensualissima sessantenne al punto che la lasciai fare quando , prese la testa del marito spostandola delicatamente ma con ferma decisone in direzione del mio inguine disse al marito –fammi vedere come succhi un bel cazzo duro, porco prendiglielo in bocca pompinaro che non sei altro – e rivolta verso di me prendendomi la mano – senti la mia fica com’è bagnata scopami con le dita ti prego – stavo scoppiando masturbavo una signora che se ne stava infoiata a gambe aperte , mi godevo un pompino con leccate minuziose dai coglioni alla punta della cappella e con la coda dell’occhio vedevo lui che si segava e gli piaceva perché aveva il cazzo sempre più duro , mi stavano venendo pensieri che mai avrei immaginato , del tipo ,se lui godeva così che so magari ricambiare il favore per vedere cosa si provava , un brivido mi percorse la schiena …e altro , venni distolto da questi pensieri perché lei ci interruppe suggerendo ( giustamente ) una posizione più comoda , così, lei si mise a cercare dei materassini io e lui cercammo di sistemare delle scatole in modo da formare una base su cui appoggiarli, nel fare alcuni movimenti mi misi i ginocchio voltandomi il viso si trovò all’altezza del suo membro , lui non si mosse , forse per mettermi alla prova , io rimasi a fissare quel pisello un po’ più spesso del mio con la cappella violacea fuori , la pelle la lasciava un po’ scoperta ,era ancora duro ma non teso come prima quando se lo menava , non so cosa mi prese , continuavo a fissarlo e inconsciamente avvicinai il viso ,provai maldestramente a leccarlo di lato , al che lui – vuoi provare…? – così dicendo impugnò il membro alla base , tirando indietro la pelle scoprì completamente la cappella e lo appoggiò delicatamente sulle mie labbra socchiuse che si aprirono per prenderglielo il più possibile in bocca , non aveva un sapore particolare ma il gusto del tabù infranto e del proibito mi mandarono fuori di testa, il mio cazzo ebbe un guizzo e morbosamente cominciai a segarmi mentre lui ormai aveva preso il ritmo e mi scopava delicatamente in bocca , la lei ritornò con i materassini e vedendo la scena disse – che porci finocchi vi piace succhiarvi i cazzi mi eccitate ancora di più voglio succhiartelo mentre fai un pompino a quel porco – si accucciò e attaccò le sue labbra al mio cazzo cominciando a succhiarlo con frenesia , intanto lui aveva preso a menarselo piano , un po’ tenendolo nella mia bocca un po’ sbattendolo sulle guance e le labbra umide….era troppo , dopo qualche minuto dovetti fermarli perché stavo venendo , non volevo che quel momento magico terminasse così cambiammo posizione , lei si sdraiò supina , lui si buttò immediatamente a leccarle la fica io li guardai un po’ quindi mi sistemai di fianco a lei e aiutandola con le mani feci in modo che riprendesse il pompino fra i gemiti che le provocavano le leccate del marito , dopo un po’ mi fece cenno di abbassarmi e mi sussurrò – lo vedi com’è messo alla pecorina , secondo me aspetta che tu glielo metta dietro , ci piace molto farlo così , dai te lo inumidisco ancora un po’ così poi glielo sbatti nel culo – ormai un primo passo l’avevo fatto ( prendendo in bocca il cazzo di un uomo e mi era piaciuto) tanto valeva provare , lei lo leccò ancora un po’ per bene , quindi io mi misi dietro di lui che aveva intuito la richiesta fattami dalla moglie e divaricò lascivamente le gambe , feci scivolare un po’ di saliva nel solco fra le chiappe e cominciai a massaggiare con due dita quel buchetto con pochissimi peli , morbido al tatto , di colore scuro intorno ma dentro intravedevo un colore rosso scuro quasi fosse un ferita , tutto questo non faceva che accrescere la mia voglia , il mio cazzo era durissimo continuavo a tormentarlo stringendolo e menandomelo piano , mi sembrava fosse pronto , così sempre toccandomi avvicinai il mio membro a quell’orifizio oramai umido , caldo , voglioso , avendo paura di forzare troppo , appoggiavo piano la mia cappella facendola entrare e uscire , non so se era la foga ma mi sembrava di non incontrare molta resistenza , anzi ad un certo punto notai che lui faceva un movimento all’indietro come se lo volesse più dentro , tentai di resistere rimanendo fermo e lasciando che quel movimento lo facesse entrare piano , poi però preso dall’eccitazione lo afferrai per i fianchi mi ritirai indietro e tentai di affondare il mio cazzo in quella voragine di piacere proibito , lui cominciò a gemere e a incitarmi ,senza mai smettere di leccare la fica spalancata della moglie , così cominciai un lento andirivieni e nel farlo quasi istintivamente con la mano presi a masturbarlo , era abbastanza consistente e dopo qualche colpo mi accorsi che gli stava uscendo qualcosa , tant’è che mi ritrovai la mano bagnata e un po’ appiccicosa , la cosa invece di infastidirmi mi eccitò ancora di più , anche perché più aumentavo i ritmi e più lo sentivo crescere nelle mia mano , ormai era duro come prima mentre lo succhiavo , preso dall’enfasi avevo aumentato molto il ritmo , lei se ne accorse e implorò il marito – sto per venire fermati , scopami voglio sentire il tuo cazzo che mi sfonda anzi scopatemi tutti e due – mi fermai perché ormai anch’io non sapevo per quanto sarei riuscito a trattenermi , cambiammo posizione , mi fecero sdraiare , lei dandomi le spalle si chinò e dopo aver insalivato il mio membro se lo fece scivolare nel culo dicendo porcate e oscenità di ogni genere una volta sistemata , chiese al marito di scoparla davanti lui lo infilò e io provai una sensazione stranissima , sentivo distintamente il cazzo di quell’uomo andare su e giù , intanto lei descriveva a voce alta quello che provava – mi sento piena che bello farsi scopare da due cazzi mi sento una troia vorrei averne uno anche da succhiare si avere anche un bel cazzone che mi scopa in bocca dai fammi sentire una puttana vogliosa di cazzi , promettimi che lo faremo anche in quattro – lui preso da quelle frasi la scopava con foga , io godevo incredibilmente anche perché subivo i loro ritmi , solo che a quel punto non riuscivo più a trattenermi – che porci siete mi state facendo sborrare – dissi e lei – si riempimi il culo di sborra calda voglio godere sentendomi una troia piena sborra con la fica e il culo sfondati – stavo venendo …un orgasmo incredibile mi travolse mi sembrava di non finire mai , anche loro stavano venendo quasi contemporaneamente , continuando a dire oscenità di ogni genere .
P.S. I rapporti sessuali descritti sono frutto delle mie esperienze passate con alcune coppie ( in particolare una con cui avevo un ottimo rapporto bisex ) quindi ho pensato di coniugare questi ricordi con un racconto-fantasia che mi piacerebbe realizzare
Un bacio a chi si è un pochino eccitato leggendo
18
5
16 years ago
admin, 75
Last visit: 10 hours ago -
L\'isolare
Ciao principessa, ci siamo appena videochiamati…non si vedeva un granchè ma…
Meglio che niente.
Tutto sommato hai ragione tu il nostro mondo inizia e finisce sempre sulle
sponde della nostra fantastica isola.
Quelli fortunati non saremo mai noi piuttosto gli isolani. Loro si che se la
passano bene... e quando hanno nostalgia l’uno dell’altra,
sull’isola è facile ritrovarsi subito.
L’altro giorno senza meta e con la scorta di un po’ di tempo sono stati
ancora insieme!
Stavolta lui la rapì e la portò con sé inerpicandosi per le ripide stradine
della loro misteriosa montagna.
Lei era felice e capì che, ogni volta di più, lo sarebbe diventata quando
lui l’avrebbe ancora tante volte rapita.
Chiacchierarono a lungo per la strada…non si trovava un posticino
tranquillo, il lavoro ,la stanchezza e la settimana ancora avvenire.
Si fermarono, pensarono di fare ancora due passi a piedi tra i boschi...ma
sembrava faticoso, e a volte pure pericoloso.
Troppe persone ancora in giro a quella ora!
Certo pensava tra sé e sé lui – l’estate è bella, il caldo, la natura
accogliente…- ma per tanti altri motivi era costretto a pensare all’inverno.
Si una stagione cupa ma proprio per questo è più semplice coglierne le
pieghe più recondite dove farsene nascondigli amorosi perfetti!
Chissà a cosa pensava lei in quei momenti?...
Che pensieri passassero per la sua mente non era dato sapere in
quell’istante ma era pur certo
che dopo un qualche periodo avrebbe certamente saputo tutto.
Lei era così… le sensazioni più profonde i desideri inconfessabili gliele
avrebbe confessati poi…uno dei tanti giorni avvenire.
Una domanda diretta e spiazzante e lei avrebbe cominciato a parlare di sé
delle sue più intime sensazioni come mai aveva fatto e
senza riconoscersi più in una sé stessa che sembrava non esistesse più.
Certo era cambiata.
Un’altra persona… continuava a fingere una vita solita ma…
era certa ormai!
Non era più quella di una volta!
Si abbracciarono così tanto che il tempo volò d’un sol colpo
Cominciò ad accendersi il desiderio in lui ma mai avrebbe osato chiedere
nulla!
Vero, ogni tanto sbirciava l’orologio…era tardi sembrava che non ci sarebbe
stato più il tempo per niente.
Nel suo intimo aspettava un cenno di lei…non sapeva davvero che fare.
Non è mai capitato che lei chiedesse a lui apertamente che lo desiderasse,
che facesse l’amore con lei.
Eppure a lui farebbe tanto piacere sentirselo dire forse per rassicurarlo in
questa situazione strana.
Lo sa, lei lo ama molto, ne è certo ma la vuole tutta anche la sua parte più
istintiva! Demolire definitivamente tutte le sue inibizioni.
Qualcosa successe…tardi si anzi di più.. corsero in macchina alla ricerca di
un angolino nascosto tra le foglie di complici alberi.
Tentarono più volte ma davvero difficile isolarsi sull’isola!
La voglia però era tanta e dichiarata ormai.
Ambedue qualcosa in quel poco tempo la volevano.
Nessuno era rassegnato a tornarsene senza prendere qualcosa dell’altro.
Fecero in fretta, si spogliarono a metà nella convinzione che solo qualche
carezza bastasse, ma non fu così.
Il tempo è sempre un maledetto tiranno.
Scorreva implacabile ricordando entrambe gli impegni successivi.
Tic tic tic tic…
La baciava…le tirò su l’abitino rosso, e le sue mani scorsero avidamente
sulle sue tornite gambe.
Pensò – avrei dovuto portarla qui prima –
Si certo però avrebbe pensato che si trattasse solo di sesso! No. Questo no!
Non è così, ma le piace, le piace così tanto che non riesce ormai a farla
scappare senza farne un pochino, e si tormenta
a sapere se anche per lei è così.
Tic tic tic tic…
Scivolava sulle anche, con quel bellissimo vestitino era possibile passare
sulla schiena…
ecco pensò.. il vestitino! Era stato un suo desiderio esaudito?mah chi può
dirlo-
Ma allora se lei era stata tanto sottile da ricordarsene e accontentarlo
avrebbe pure ricordato la promessa che
In quella stessa occasione lui gli fece al pozzo qualche giorno prima!?
Tic tic tic tic…
Sicuramente.
Così gli fece piacere pensare.
Cominciò a baciarla mentre la scopriva, lei cominciò a vibrare, e respirare
più velocemente.
Le sfilò gli slip e l’ebbe tutta nelle sue mani…continuò a baciarla sul
collo ma non gli slacciò il reggiseno. Chissà.
Le sue labbra scendevano sempre più fino a trovarla.
Emetteva un gemito soffocato di piacere ma non ci stava!
In quel modo da sola ripeteva –No!
Lo cercò… carezzandolo e lo baciò come lui baciava lei.
Era sicura di poterlo fare ormai ma l’impaccio era davvero troppo.
Lo spazio davvero angusto e godere ancora l’un dell’altra in questo modo
impossibile!
Tic tic tic tic…
- Vuoi fare l’amore?
Lei accenno…una gioia per lui e dimendicò di essere stato ancora una volta
lui a chiederglielo.
Si prepararono.
Lo voleva lei. E lo voleva fare come l’ultima volta.
Sopra!
Ma perché? Ma come?... o mentiva quando parlava oppure…
Oppure ne aveva voglia di riprovare, magari gli era piaciuto, magari era una
sensazione abbastanza nuova..
Magari sentirlo così profondamente dentro di lei, sentirsi completamente
riempita gli dava quella sensazione di possesso
Che la appaga. L’avrebbe sentito più suo di ogni altra occasione!
Tic tic tic tic…
Impossibile. Non si può!
Furono istanti ma chissà se lui pensava a tutte quelle stesse cose che lei
stava o aveva pensato un attimo prima?
Si adagiò e si preparò ad accoglierlo e sentirsi tutt’uno col suo amore. Lo
aiutò persino e stettero insieme così pochi minuti ma interminabili momenti.
Godettero l’attimo fuggente, tuttavia spaiati ma non è un problema per loro.
La testa gira il corpo si ribella
vuole ciò che gli spetta e il cervello solo per pochi minuti cessa di essere
il guardiano della morale comune!
Lei sussurra qualcosa…lo confonde, lui non la lascia.
È ormai allo stremo, la sua di battaglia l’ha vinta o persa non importa ma
la tiene ancora stretta per un po’ a sé.
La sente muoversi sotto di lui e maledice quello spazio così angusto!
Tic tic tic tic…
Peccato.
Tempo finito abbondantemente… non si può, non si può.
Restare abbracciati ancora non si può!
Bisognava stringersi ancora, guardarsi negli occhi ancora, abbandonarsi
ancora.
Si corre, si va….
Il mondo non può più attendere.
7
0
16 years ago
coppiaverabella,
40
Last visit: 3 years ago
-
Incontro su internet
La conobbi su internet,la sua fica mi aveva preso il cervello,per mesi fu sul mio monitor ed ogni volta che accendevo il computer era lì,mi compariva davanti e mi faceva fantasticare,la sentivo calda ,vogliosa di godere,piena di sborra aperta e vogliosa di essere penetrata prepotentemente e riempita all’inverosimile, le immagini di lei riempita da cazzi di gomma,
mi facevano sognare il momento in cui, dopo averla legata ad un letto, io stesso l’avrei riempita,
sfondandole la carne,slabbrandola all’inverosimile e dopo averla pistonata per bene, le avrei piantato, un vibratore fin dentro l’utero,che squarciando il suo essere,l’avrebbe fatta tremare
in un orgasmo infinito.
Un giorno di un lungo inverno fui finalmente davanti al suo portone,ciao mi disse attraverso il citofono,Sali al secondo piano, troverai la porta aperta,accomodati, dopo pochi minuti fu nell’ampio salone,indossava una camicia da notte trasparente,che lasciava intravedere il suo corpo nudo, intravedevo la sua grande fica ricoperta dai lunghi peli neri, il monte di venere sodo portava ad uno spacco da cui svettava il suo clitoride, che gonfio faceva capolino,come un piccolo cazzo.
Il mio a quella vista divenne grande, grosso, bramoso di uscire dai calzoni, per sentirsi libero e svettare come un randello di carne pulsante.
Essa si accorse della mia erezione,mi si accosto e tirandolo fuori dai calzoni, lo impugnò con maestria voluttuosaio ricambiai le attenzioni e infilai la mia mano nella sua fica e con il palmo iniziai a roteare in un massaggio,catturando il suo clitoride tra il pollice e indice massaggiandolo come se gli stessi facendo una sega.
Poi allungai il dito medio verso il suo spacco e iniziai a rotearlo, penetrando di tanto in tanto Il suo allagato canale.
Finimmo sul tappeto e mi misi su di lei nella classica posizione del 69, ed affondai il mio viso nella sua fica che grondava umori, presi il suo clitoride tra le mia labbra, lo suggevo, lo titillavo, poi tirando fuori la lingua iniziai un movimento circolare, allargando le sue grandi labbra, facendomi strada verso quel canale che mi avrebbe condotto all’interno della sua carne pulsante,dentro quel nido Caldo che urlava piacere, essa era persa nelle sue sensazioni, e ululando roteava gli occhi all’insù, osservandola vedevo solo il bianco delle sue pupille, in quell’attimo mi scostai dalla sua fica che era allagata dalla sua sborra, essa protestò tutto il suo disappunto…….ooohhohoo nonnnooooooo fammi godere,ma io continuai a non sfiorarla, sotto di me il suo bacino,si contorceva cercando di incollarsi nuovamente alla mia bocca, in quel momento per tutta risposta afferrai un enorme fallo che mi trovai accanto e lo introdussi in lei giù sempre più giù, lo roteavo facendomi strada e penetrando il suo essere arrivai a colpire il suo utero e picchiettando lo apersi penetrandolo con quel fallo……………essa ruggiva,tremava,scalciava,sembrava una bestia ferita, ma le sue non erano sofferenze,ma bensi spasimi dovuti ai ripetuti orgasmi………..la osservavo e vedevo la sua testa roteare all’impazzita come un ossessa……….aoaoaoahohohoho sisisisisissi di più dai scassami squarcia il mio essere aprimi siiiiii lo vogliooooooooooooo tutto dentro, stava per esploderemo in quel momento fermai il mio movimento e la vidi danzare all’insù fottendosi da sola, allora visto che non aveva intenzione di smettere ed io reclamavo la mia parte di piacere,non mi restò altro che piantarle il mio cazzo teso alla spasimo dentro il suo culo l’anello di carne
Venne dilatato ed io fui dentro di lei, in un canale fibroso che mi cingeva e pulsava al pari della sua grandiosa ficona che in quel momento era dilaniata da quel dildo azzurro.
Sentivo attraverso la sottile parete la sua fica dilatata al massima il dildo che sbatteva contro il mio cazzo,essa era persa gli orgasmi si ripetevano in continuazione ed ormai faceva andare il dildo su e giù all’impazzata,ruggiva,urlava godeva fu in quel momento che piantandogli il cazzo fino alla radice
Le riempii il culo della mia calda sborra abbattendomi su di lei con tutto il mio peso, essa ruggì urlando di piacere scossa come da una scarica elettrica
Dopo un po’,calmammo i nostri sensi, il dildo usci dalla sua carne ferita, piena della sua sborra.
Il giorno dopo ci rivedemmo
Mi avvicinai baciandole il collo,toccandogli il suo monte di venere torcendogli i capezzoli, essa iniziò a bagnarsi, toccavo il suo sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, inziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei, sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso ormai dentro di lei, le sue cosce ,oscenamente aperte mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutta il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
Le sue grandi labbra aperte,portavano alla sua caverna di carne,a quell’antro bagnato e pieno della sua sborra,era aperta,scivolosa,potevo ormai facilmente penetrare in lei, volevo che passivamente poteva trarre piacere dalle mie manipolazioni,per cui la legai al letto, le braccia alla testiera e le sue gambe aperte al massino legate all’in su, in quella posizione non poteva serrare le cosce per lenire il prurito della sua caverna che ormai goccialava sborra come una fontana, il suo clitoride era di un rosso violaceom gonfio al massimo… la sua caverna pulsava in contrazioni spasmodiche… ripresi la penetrazione e la mia mano fu di nuovo in lei, fino al polso, pastrugnavo il suo interno, contemporaneamente avvicinai il mio viso e con la lingua leccavo il clitoride,procurandole scariche elettriche che la facevano sobbalzare, sentivo i suoi sospiri che divenivano sempre più alti e intensi,
dimenava il suo bacino con movimenti rotatori, alzandosi verso il mio viso,per essere penetrata ancora di più…. Allontanai il mio viso dalla sua ficona, inginocchiandomi sul letto, sempre con il mio polso dentro il suo essere, avvicinai il mio cazzo al suo viso, i suoi occhi sgranati, videro la mia asta di carne pulsante e la sua bocca si aprì,accogliendomi dentro sino in gola, lavorandomi per bene l’asta di carne
io ancora più arrapato per il trattamento che mi stava riservando, rovistai la sua fica con la mano che roteava in lei, e spinsi il mio polso ancora più in profondità, sentiii il suo utero aprirsi e lo penetrai con due dita, questo movimento gli procurò un nuovo orgasmo ed essa urlò nuovamente, scossa come colpita da corrente elettrica, ebbe un paio di sussulti e poi si accasciò sul materasso, come svenuta..gli occhi facevano intravedere solo il bianco delle sue pupille, rivolte all’insù, venni copioso nella sua gola eruttando in lei tutta la sborra che la mezz’ora di attesa aveva accumulato in me e mi accascia sul suo viso.
Dopo un paio di minuti di deliquio, ritornammo in noi, e ci abbracciammo soddisfatti, ripromettendoci di ridarci quando possibile tutto il piacere, che quegli incontri di sesso ci procurava.
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16 years ago
admin, 75
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