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Da realizzare con una coppia
Arrivati dentro il corridoio di casa LEI verra' bendata e mi seguira' nella camera stereo,con luce soffusa.
LUI si accomodera' in cucina sedendosi davanti la tv ,che potra' accendere appena io chiudero' la porta.
La tv sara' collegata una telecamera che si trovera' nella stanza stereo , riprendera' tutta la stanza, dove...
LEI prima di accomodarsi sara' spogliata solo della parte inferiore(dovra' indossare una camicetta molto sexy senza reggiseno sotto, piu' sexy che mai), nella stanza ci saranno tre sedie, la faro' sedere sulla sedia centrale.
Sarai subito ammanettata con le braccia bloccate dietro lo schienale e bendata, iniziero' a farti sentire una musica dolce come sottofondo, sentirai la mia lingua cercare la tua per poi scendere verso il tuo seno, le dolci punte eccitate le lecchero' attraverso quella tua camicetta giocandoci un po'.
Adesso restando in slip, saro' dietro lei e all'altezza delle sue mani ammanettate poggero' il mio slip ,per farle sentire la consistenza del mio cazzo, ma lo accarezzerai solo fino a quando ne avro' voglia.
Passando davanti te lo faro' sentire in bocca, dopo sui tuoi capezzoli, sempre attraverso la camicetta, faro' uscire i tuoi seni te lo mettero' in mezzo avvolgendolo con la tua morbida pelle.
Ora sentirai aprire le tue gambe e sfilare il tanga che hai per mettere la mia testa tra loro e iniziare a leccartela, infilare le mie dita, questo pero’ dopo aver preso la telecamera e situata verso il tuo volto ,cosi’ il tuo lui potra’ vedere bene la faccia da maialina che assumerai, quando sentiro’ che inizi a bagnarti, mi mettero’ a gambe divaricate con un piede sulla sedia di dx e uno su quella di sx, cosi’ essendo all’altezza della tua bocca il mio cazzo ,ti scopero’ la bocca e lui potra’ vedere il primo piano delle tue labbra che ingoiano tutti i miei 20 cm, ti faro’ tirare fuori la lingua per leccarmi le palle, ti schiaffeggero’ con il mio glande.
Posizionata la camera verso la tua fighetta lui potra’ vedere come ti penetro(con protezione),sentira’ anche i tuoi lamenti, si gustera’ un film erotico con protagonista la sua mogliettina.
Risistemata la camera per una visuale generale , LEIsi stendera’ sul tappeto per fare un bel 69 e passare a pancia sotto, alzando solo il culo in aria ,che io con cura ti lecchero’ e con dolcezza preparero’ per accogliere il mio cazzo.
Ormai le manette non servono, passando con uno di noi 2 sotto di te per fare una doppia penetrazione, non nei due buchetti ,ma entrambi nella tua dolce passerina, sarai tu a decidere chi vuoi sentire nel culetto, per un’altra doppia.
Tu stesa sul tappeto, potrai togliere la benda e con le tue mani prendere i nostri cazzi agitandoli per una bella doccia.
Il videoregistratore avra’ immortalato tutta la serata e voi potrete prendere la cassetta come ricordo.
Sono vero come in foto e voglio solo giocare con discrezione e massimo rispetto, possibilmente prima un incontro di sola conoscenza.
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1
15 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Tiziana e sergio
Tiziana e Sergio una coppia fantasiosa 1
Conobbi mia moglie, quando lei aveva 18 anni, io avevo 31 anni, dopo tre anni ci sposammo.
I suoi genitori erano perplessi vista la giovane età di lei e la differenza d’anni tra noi.
La nostra determinazione ad unirci in nozze prevalse, ci sposammo nel mese di gennaio ed andammo in viaggio alle Maldive. Nonostante la giovane età mia moglie era molto disinibita sessualmente, non fui il primo a godere delle sue grazie, era già stata usata da altri.
Durante il fidanzamento ero riuscito a farmi raccontare tutte le sue avventure sessuali.
I suoi racconti mi portavano ad un’estrema eccitazione, lei se n’accorgeva e si prodigava a descrivermi nei minimi particolari le storie, le chiedevo se avesse voglia di incontrare qualche suo ex, mi rispondeva sempre di no. Le spiegai che non ero geloso e che poteva avere qualche avventura.
Le scattai prima foto erotiche, poi passai a quelle erotiche.
Frequentavamo le rive di un ruscello nell’entroterra, vista la tranquillità del posto l’avevo convinta a prendere il sole nuda.
Solo un paio di volte mi era parso di scorgere nel boschetto di fronte un uomo che ci guardava.
Lei non se n’accorse, evitai di farglielo notare per non turbarla.
Il fatto suscitò in me una strana libidine, trovavo intrigante che qualcuno potesse vedere la figa di Tiziana. Una sera alcuni mesi prima del matrimonio entrai in una chat ed un tizio mi convinse ad inviargli le foto di Tiziana. Mascherai il viso e gliele mandai aspettando i suoi commenti.
Le risposte arrivarono in breve tempo, il tizio sicuramente aveva una grande fantasia e mi illustrò cosa avrebbe voluto fare alla mia ragazza.
Arrivò l’estate dopo il matrimonio, ritornammo a frequentare il ruscello, le prime due domeniche tutto filò liscio, il solito guardone era presente ben nascosto nel bosco.
La terza domenica Tiziana si accorse della presenza dell’uomo.
Si coprì con l’asciugamano e mi disse: “ c’è qualcuno”
“ l’ho visto, stai tranquilla” le risposi.
Allungò la mano per prendere il costume, la fermai dicendole: ” resta nuda e togli l’asciugamano”
“ aspettiamo che vada via” mi rispose.
“ oramai ti ha vista” le dissi.
“ non ti da fastidio che uno sconosciuto mi guardi?” mi domandò.
“ no, anzi…” le sussurrai.
“ porco” mormorò a sua volta.
“ troia, pensa a quanti cazzi hai preso da ragazzina, quando ti ho conosciuto neanche le orecchie avevi vergini”. Le sussurrai baciandola sul collo.
“come vuoi” rispose mia moglie gettando l’asciugamani su una pietra.
Dopo circa mezzora d’abbronzatura mi avvicinai e le chiesi: “ cosa ne dici se ci infiliamo dietro agli alberi e scopiamo?”.
“ buona idea” rispose.
Ci alzammo e andammo dietro a dei cespugli.
La baciai, le accarezzai i seni e le toccai la figa.
A sua volta infilò la mano dentro allo slip del costume e mi toccò il cazzo.
“ ce l’hai già duro maiale” mi disse.
“ certo lo sai che mi ecciti, quando prendi il solo nuda” le risposi.
La feci piegare e la penetrai da dietro.
La stavo scopando alla grande, Tiziana ebbe il primo orgasmo, quando alzai gli occhi e vidi che il guardone si era spostato, adesso era allo scoperto, dal suo posto poteva vederci comodamente.
Il cazzo mi venne durissimo, le leccai un orecchio e le sussurrai: “ il nostro spettatore si è avvicinato”.
“continua a scoparmi” mormorò Tiziana.
La montai ancora per dieci minuti poi godemmo insieme.
Alla sera dopo cena parlammo di quello che era successo al fiume.
Tiziana mi confessò che non era rimasta turbata dalla presenza del guardone, anzi la cosa l’aveva intrigata…..
“ e se si fosse avvicinato ancor di più?” le chiesi.
“poteva guardarci meglio” mi rispose.
“ e se avesse allungato le mani?” le domandai.
A sua volta Tiziana mi chiese: “ ti piacerebbe vedermi con qualcuno che mi tocca?”
“certo” le risposi: “ e tu cosa faresti?” aggiunsi.
“lo lascerei fare e se volesse mi farei scopare” mi rispose.
Scopammo alla grande e per l’ennesima volta mi feci raccontare le sue avventure da ragazzina.
La settimana passò in fretta, la domenica partimmo per andare al fiume.
Arrivati sul posto notammo una vecchia auto che occupava il posto dove parcheggiavamo la nostra.
Trovammo uno spiazzo poco più avanti lasciammo l’auto e scendemmo nel sentiero che portava al fiume.
La nostra spiaggietta era libera, nella riva opposta c’erano tre uomini, parlavano a voce alta capimmo subito che si trattava di rumeni.
Mi avvicinai a Tiziana e le mormorai: “ sediamoci al solito posto, non credo che rimangono molto”.
“va bene” rispose mia moglie.
Dopo aver messo la borsa a frigo all’ombra, ci stendemmo a prendere il sole.
Tiziana indossava un minuscolo costume, lo slip era a perizoma, lasciava ben in mostra il suo bel culo, il reggiseno a mala pena copriva le tette.
Facendo finta di leggere il giornale guardai i tre stranieri.
Più o meno potevano avere trenta anni, erano robusti ben piazzati mi colpì il fatto che non indossassero il costume da bagno, ma avevano dei normali slip, feci notare il fatto a Tiziana, lei mi rispose ridendo: “ forse sono scappati dal loro paese in fretta”.
I loro sguardi erano calamitati da mia moglie.
Guardai nel bosco, mi parve di scorgere il guardone delle domeniche precedenti.
Mi avvicinai a Tiziana e glielo dissi.
“ oggi rimane deluso” mi rispose lei.
“ perché?” Le chiesi.
“ non può vedermi nuda” replicò lei.
“ puoi spogliarti lo stesso” aggiunsi.
“non so se sia il caso” rispose.
“ come preferisci, per me non ci sono problemi” aggiunsi.
“ se mi spoglio, pensi che mi guardano?” mi chiese.
“penso di si, sei giovane, bella, basta che non sono froci” le risposi.
Tiziana sganciò il reggiseno del costume e lo tolse.
I tre stranieri si accorsero di ciò, ridacchiarono commentando.
Non potei capire cosa dicessero, infatti, aveva parlato nella loro lingua.
Dopo dieci minuti uno di loro attraversò il ruscello e venne vicino a noi.
Mi chiese se avessi un accendino, cercai nello zainetto, lo presi e glielo porsi.
Accese la sigaretta, me lo ridiede, ringraziò e tornò dall’altra parte.
“ hai visto come mi guardava?” mi chiese Tiziana.
“ certo, ma mi sembra normale guardare una bella ragazza” le risposi.
Mia moglie si avvicinò e mi sussurrò: “ come mai ce l’hai duro?”.
“ si vede?” le domandai a mia volta.
“ si, dimmi perché sei eccitato?” replicò lei.
“ perché sei bella e lo sai che ho sempre voglia di te” risposi.
“ sei un porco, scommetto invece che t’intriga che quei tre mi guardino le tette” aggiunse Tiziana.
“ è vero” le confessai.
Mia moglie si alzò, andò sulla riva si bagnò e tornò da me.
“contento adesso? Così mi hanno vista meglio” mi disse.
“ molto contento” le risposi aggiungendo: “ confessa che ti piace sentirti osservata”.
Tiziana mi sorrise rispondendomi così: “ è vero, provo una sottile libidine nel sentirmi i loro sguardi addosso”.
“troia” mormorai.
“sei tu che mi vuoi così…………” rispose.
“e se ti chiedessi di toglierti anche lo slip?” replicai.
“ maiale vuoi che mi vedano la fighetta……” rispose.
“ non sono i primi che te la vedano….” ribattei a mia volta.
“ che discorsi, prima non ci conoscevamo” replicò Tiziana.
“ dimentichi il guardone di domenica scorsa” aggiunsi.
“ è vero, mi sono dimenticata di lui” rispose ridendo mia moglie.
“ ci sarà da fidarsi dei tre rumeni?” mi domandò Tiziana.
“ di cosa hai paura?” replicai.
“ di nulla, ma si leggono molte storie di violenze su di loro” mi rispose.
Ero molto eccitato, le parole di mia moglie m’intrigarono ancor di più e le dissi: “ come vuoi, ma mi fa molta libidine a pensarti nuda davanti a tre sconosciuti”.
“ va bene mi spoglio” rispose Tiziana, mi sorrise e aggiunse: “ pensi che resteranno dalla loro parte o si avvicineranno?”.
Le sorrisi a mia volta rispondendole: “ per me possono venire a sedersi qui vicino, non ho problemi”.
Le passai la bottiglia dell’acqua, quando me la ridiede le domandai: “ tu come preferisci fargliela vedere da lontano o da vicino?”.
“ in tutti i modi” mi rispose.
Tiziana si alzò, lentamente fece scivolare lo slip sino ai piedi, poi lo raccolse e si sdraiò.
“ mi hanno vista? “ mi domandò.
“ si” le risposi.
Dopo una decina di minuti, mi alzai e feci due passi sulla riva.
Tornai da mia moglie e le dissi: “ tieni le gambe più aperte, così la vedono meglio”.
Docilmente Tiziana le aprì.
Ripresi ad osservare i rumeni, confabulavano tra loro a voce bassa, non tralasciando di fissare attentamente mia moglie.
Uno di loro prese un pacchetto di sigarette e si alzò per venire verso di noi.
“abbiamo visite” annunciai a Tiziana.
Lei sollevò il busto e le ginocchia rimanendo seduta.
Notai che in quella posizione la figa era molto più visibile.
“ resta così, apri solo un poco di più le gambe” le dissi.
Tiziana le aprì, le feci un segno d’intesa in quanto oramai il rumeno era a pochi passi da noi.
In un italiano stentato ci chiese gentilmente se gli prestavamo l’accendino, glielo porsi, lui accese la sigaretta e mentre me lo rendeva ci domandò: “ siete italiani?”.
Capii subito che aveva intenzione di attaccare discorso, decisi di stare al suo gioco, dopotutto il fatto che potesse guardare mia moglie nuda così da vicino m’intrigava assai.
“ sì certo e tu?” risposi.
“ rumeno” disse.
Ci presentammo, si chiamava Milcea o qualcosa di simile.
Il suo sguardo era calamitato dalla figa di mia moglie, lo slip evidenziava molto bene l’erezione che la presenza di Tiziana nuda gli stava procurando.
Parlammo per mezzora poi il rumeno tornò dai suoi compari.
“ hai visto com’era eccitato?” mi domandò mia moglie.
“no” risposi mentendole, le sorrisi e le chiesi: “ hai controllato tutto porca…”
Mia moglie sorrise a sua volta e rispose: “ ce l’ha grosso”.
Le parole di Tiziana fecero balzare alle stelle la mia libidine.
“ ce l’ho duro” le dissi.
“ sei un porco, ti piace che il rumeno mi abbia visto la figa…” replicò mia moglie.
“ sei una troia, tenevi le gambe ben aperte per fargliela vedere meglio” ribattei.
Tiziana si voltò verso di me, aprì completamente le cosce e mi disse: “ guardala si sta eccitando”.
Allungai una mano e la toccai.
“ sei bagnata, sei una troia” le dissi
“ certo troia e tua moglie” mi rispose.
“ ti piace Milcea?” le domandai.
“ come uomo no, ma ha qualcosa di bello in mezzo alle gambe” mi rispose.
“ te lo faresti?” le chiesi.
“ penso di si” rispose.
Mi guardò e sorridendo disse: “ forse è l’occasione buona per verificare se davvero non sei geloso”
Ricordando tutte le volte che le avevo chiesto se volesse incontrare qualche suo ex le dissi: “ per me non ci sono problemi”.
“ sicuro?” mi chiese aggiungendo: “ non è che dopo, ti incazzi?”.
“ te lo detto e ripetuto molte volte, stai tranquilla capisco che tu voglia farti scopare da un altro” le risposi.
Con la mano mi sfiorò lo slip, sorrise e mi disse: “ ce l’hai duro, ti ecciti al pensiero che un altro mi scopi”.
“ si, troia” risposi.
“ d’accordo se vuoi domani telefono a Luca il mio ex e gli chiedo di vederci” mi disse.
“ sei ancora in contatto con lui?” le domandai.
“ ogni tanto mi telefona” rispose.
“ l’hai incontrato?” domandai.
“ per farti eccitare potrei dirti di si, invece ti dico di no, da quando stiamo insieme non l’ho più incontrato” rispose.
“ sei libera di vederlo quando vuoi” le dissi.
“ domani lo chiamo” replicò mia moglie.
Si alzò prese l’acqua dalla borsa e me la porse.
Dopo aver bevuto gliela ridiedi dicendole: “ certo che stai dando un bello spettacolo ai rumeni”.
“ chissà cosa pensano di me” mi chiese.
“non lo so, prova chiederglielo” le risposi.
“spiritoso…..” replicò lei.
Ridendo Tiziana mi baciò sul collo e mi sussurrò: “ siamo due maiali”.
La baciai anch’io chiedendole: “ non ti va di fare la porca oggi con Milcea?”
“l’idea non è male, Milcea mi attira, ma ci sono gli altri due” rispose.
“ hai carta libera, vedi cosa riesci a combinare” le dissi.
“ va bene, ma come faccio a farglielo capire?” mi domandò.
“attraversa il ruscello, vai da lui, fatti offrire una sigaretta e rompi il ghiaccio” le risposi.
Presi l’accendino, glielo passai dicendole: “ vai e vediamo cosa succede”.
Tiziana si alzò, mi guardò e mi chiese: “ vado nuda?”.
“ sì certo, fammi veder che puttana ho sposato” le risposi.
Lentamente si avvicinò alla riva del ruscello, si voltò verso di me e sorrise.
Iniziò l’attraversamento, in quel punto il ruscello era poco profondo, al massimo arrivava alle ginocchia.
Mia moglie raggiunse la sponda opposta, si avvicinò a Milcea e cominciò a parlare con lui.
Anche se la distanza tra me e il gruppetto dei tre non era molta, il rumore del ruscello che scorreva m’impediva di capire quello che dicevano.
Tiziana fumò con calma la sigaretta che il rumeno le aveva offerto, rimase a parlare con lui per mezzora poi tornò da me.
Si sedette vicino e mi riferì: “ mi ha invitata a fare il bagno in un laghetto poco più avanti”.
“ hai accettato?” le domandai.
“ ancora no, sono indecisa” rispose.
“ non ti piace?” le domandai.
“ brutto e brutto, ma questo non conta mica lo devo sposare, devo solo dargliela” rispose.
Rimase alcuni istanti in silenzio poi: “ mi preoccupano gli altri due”.
“ perchè?” le chiesi
“ forse vorranno la loro parte” replicò Tiziana.
“ eccitante tre cazzi tutti per te” le dissi ridendo.
“ stupido” esclamò mia moglie.
“ decidi tu, se vuoi vai altrimenti lasciamo perdere” le dissi.
“ t’intriga molto che Milcea mi scopi?” mi chiese.
“ certo, la situazione cha abbiamo creato è molto eccitante, ma ti ripeto non voglio forzarti nella decisione” le risposi.
La baciai sul collo e le chiesi: “ non ti va di sentire il suo cazzo nella figa?”.
“ sì molto” rispose.
“ non abbiamo preservativi” mi sussurrò.
“ fatti scopare senza, fagli sentire quanto è calda la tua figa e lascia che goda dentro di te” le mormorai.
Tiziana si alzò, prese l’asciugamano, indossò le ciabattine di gomma per camminare meglio e andò dal rumeno.
Scambiò qualche parola con lui, poi lo seguì dentro al boschetto.
Dopo alcuni minuti gli altri due rumeni si addentrarono pure loro nella boscaglia.
Riflettei su quello che stava succedendo, pensai che forse fosse meglio che andassi ad osservare quello che succedeva.
Presi il cellulare e le chiavi dell’auto e partii a mia volta.
Percorsi pochi metri nel boschetto, quando incontrai il solito guardone.
Mi chiese se ci fossero dei problemi. Gli risposi di no e gli spiegai cosa stava succedendo.
Mi spiegò che se volevo poteva andare con lui in un posto da dove potevamo controllare la situazione senza farci vedere.
Accettai e andai con lui.
Mi portò su un declivio che si trovava sopra la laghetto, si sdraiò nell’erba e strisciò verso un cespuglio.
Feci la stessa cosa, da quel punto potevamo guardare, senza essere visti cosa succedeva nel laghetto.
Mia moglie stava nuotando, Milcea era fermo sulla riva.
Il guardone mi fece notare gli altri due rumeni nascosti dietro ad un masso.
“ quanti anni ha tua moglie?” mi domandò il guardone.
“ ventuno” risposi.
“ giovanissima, complimenti una bella ragazza” replicò il guardone.
Allungò una mano e mi disse: “ a proposito io sono Attilio”.
Risposi di chiamarmi Sergio e gli domandai se veniva spesso al fiume.
“ d’estate si, d’inverno frequento altri posti” mi rispose.
Nel frattempo Milcea tolse lo slip ed entrò in acqua.
Aveva il cazzo in piena erezione, si avvicinò a mia moglie e la tirò verso di se.
“ ce l’ha molto grosso” mi disse il guardone.
“ si” gli risposi.
Tiziana e Milcea tornarono a riva, si sdraiarono sull’asciugamano e si baciarono.
Le mani del rumeno cominciarono a palpare le cosce e le tette di mia moglie, lei lo lasciò fare e allungò le mani per toccargli il cazzo.
Dopo alcuni minuti si spostò e si mise sopra a Tiziana.
Il guardone mi disse: “ che bello adesso glielo infila dentro”.
Il grido di mia moglie confermò l’avvenuta penetrazione.
Milcea si dimostrò un ottimo toro da monta, per circa venti minuti scopò mia moglie con irruenza.
Lo vidi inarcarsi nel momento dell’orgasmo e svuotarsi dentro di lei.
Si spostò subito allungandosi vicino a mia moglie, la quale si spostò sopra di lui facendo la cosa che la eccitava di più dopo una scopata………….. succhiare il cazzo che l’aveva appena riempita.
“ che porca” mormorò l’Attilio.
Tiziana andò nel laghetto e si sciacquò la figa.
Tornò a riva e si sdraiò.
I rumeni che erano rimasti nascosti li raggiunsero.
Milcea disse qualcosa a mia moglie, il rumore dell’acqua che scorreva m’impediva di capire le parole.
Capii dal muoversi della testa che lei stava dicendo di no.
I due rumeni adesso le erano vicini ed allungavano le mani.
Tiziana cercava di tenerli lontani, Milcea nel frattempo se la rideva.
“ se non ci sta la violentano” mi disse l’Attilio.
Non risposi ero troppo eccitato….
“vuoi che interveniamo?” mi domandò.
“ no, lasciamo che la stuprino” gli risposi.
Invece Tiziana cambiò atteggiamento, lasciò che i due la toccassero.
Dall’espressione del suo volto capii che sui era eccitata nuovamente.
A turno se la scoparono, non furono resistenti come Milcea, ma dai suoi urli capii che l’avevano fatta godere.
Ritornai in fretta al nostro posto in riva al ruscello, Tiziana mi raggiunse dopo dieci minuti.
“ com’è andata? le chiesi.
“ bene ho preso tre cazzi” mi rispose.
22
4
15 years ago
anepa2007,
35/36
Last visit: 11 years ago
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La zia carmela
la storia che visto per raccontare è successa molti anni fa, all'epoca ero un ragazzino vivevo in un piccolo paese del meridione. Ero un ragazzo alto, magro un bel ragazzo definito in paese infatti avevo molte compagne che mi venivano dietro e con loro incominciai ad avere i primi strusciamenti e le prime seghe ma io però ero attratto dalle donne mature infatti avevo un chiodo fisso.
Era mia abitudine andare a trovare miei nonni molto anziani quasi quotidianamente perchè c'era mio nonno che mi raccontava storie sue personali sulla guerra ed io ne ero molto attratto. Per raggiungere la casa dei miei nonni dovevo passare dentro il cortile del fratello di mio nonno un uomo anziano e malato (soffriva di una malattia celebrale, infatti non capiva niente e parlava senza senso) non aveva avuto figli ed la prima moglie gli era morta, ed accudirlo ora vi era la sua seconda moglie zia carmela una donna di circa 65 anni, molto in sovrappeso alta 1,50 con un culo enorme e delle tette da settima misura, e molto invecchiata insomma una donna abbastanza brutta, ma io di questa zia ne ero attratto molto, forse per le sue tette con dei capezzoli sempre turgidi che si vedavano anche furi dalla maglia o anche perchè usava della gonne sopra il ginocchio pur non potendo portarle dove vedevole coscie enormi insomma ne ero molto attratto. infatti andavo a trovare lo zio molte volte, ma non per lui ma per vedere zia carmela, infatti con lei parlavamo di tutto pur lei essendo cresciuta in un paesino montano aveva delle idee moderne.
Una sera mentre stavo ritornando a casa dopo essere stato da mio nonno, vidi la porta della sua casa socchiusa, allora bussai ma non mi senti, entrai e vidi lo zio seduto ad una sedia che parlava a vanvera come al solito, allora la chiamai ma non mi rispose, cominciai a cercarla e senti dei rumori proveniente dalla camera da letto entrai e la trovai sul letto con l'accappatoio aperto che si infilava un mattarello di legno nella figa e gemeva di piacere, aveva le tette che gli penzolavana e arrivavano sulla pancia gonfia un leggera peluria sulla pancia e un fitto bosco di peli in mezzo alle gambe, appena mi vide gridò che cosa ci facevo nella sua casa brutto pivello guardone si alzo dal letto per cacciarmi ma cadde ai piedi del letto allora io andai per alzarla ma dato il peso non c'è la feci e gli caddi di sopra e con il mio viso in mezzo alle sue enormi tette, la cosa mi provocò un grande erezione e lei la zia se ne accorse e mi disse, ma non mi dire che sono stata io? io sono grassa, bassa vecchia e pelosa e tu ti ecciti così allora io gli dissi che ero sempre attratto da lei e che mi ero sparato tante seghe su di lei, allora lei si alzò di scatto andò verso la porta e la chiuse, tornò indietro e mi disse che sarebbe stato un segreto, e che mi avrebbe imparato i piaceri della vita, mi fece spogliare e me lo prese in bocca e comincio a sparami un pompino fantastico, mentre la zia succhiava vedevo le sue enrmi mammelle e i suoi capezzoli che sembravano di tre centimetri, se lo tolse dalla bocca e cominciò a farmi fare una spagnola ero eccitatissimo stavo per venire allora lei mi fece fermare me lo strinse nelle mani, e lo bagnò con acqua era espertissima ora mi disse la tua vacca e pronta a prenderlo la presi nella posizione classifica, aveva un figa che sembrava una stufa vedevo muovere le tette e con le mani gli palpava quel culone era fantastico poi lei volle stare di sopra mi cavalcava come una folle, non sembrava dato la sua stazza, avevo la sua pancia sul mio petto le sue tette sulla faccia noin c'è la feci e gli venni dentro godendo come un porco, lei si alzo e vidi lo sperma fuoriuscire dalla vagina e vidi a lei pulire il mio cazzo e succhiarlo nuovamente, ero cosi arrapato che mi si rizzo nuovamente allora le chiesi se gli e lo potevo mettere in culo e lei mi dissi che ero uno dei pochi, la feci mettere a pecorina e l'inculai infatti era molto stretta però sentivo il calore , l'inculavo e sentivo che a lei gli piaceva molto, infatti la senti venire avevo le mie mani sulle sue natiche e vedevo le sue enormi tette penzolare ,il suo viso rugoso ma felice i suoi capelli misti di bianco tra i cuscini era proprio una vacca da sodomizzare, e gli venni copiosamente nell'ano ma dal retto non uscì neanche una goccia di sperma. ero esausto, mi coricai e l'abbracciai ed lasciai le miei mani nelle sue tette. la baciai e le dissi grazie. da quel giorno lo facemmo ogni giorno per un sacco di tempo fino a quando lo zio morì e lei tornò nel suo paese d'origine. nella vita aspattati cose grande da persone che non ti aspetteresti nulla.
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1
15 years ago
califfone, 35
Last visit: 14 years ago -
...uno sguardo rubato
Spesso e volentieri faccio qualche giro nei centri commerciali per fare un pò di shopping e spesso ho delle esperienze che mei pensavo potessi vivere fino a qualche tempo fa......
In una giornata uggiosa e noiosa sono andata al centro commerciale di Pergine Valsugana e sono entrata in un negozio di abbigliamento per vedere un pò le novità del momento. Era ora di pranzo e non c'era nessun cliente. L'unica inserviente mi guarda appena entrata dalla porta e mi sorride in modo molto carino e mi saluta. Mi guardo intorno e noto una camicetta bianca che mi piace molto. Chiedo alla ragazza se posso provarla e mi accompagna al camerino in fondo al negozio. Noto subito che la tendina non si chiude bene e lascia un grosso spazio alla vista dall'esterno. Non me ne faccio un problema visto che siamo sole. Mi tolgo la maglietta ed il reggiseno rimanendo nuda dai pantaloni in su. Mi guardo allo specchio e vedo che la ragazza era fuori che riassettava le cose sul bancone ma con la coda dell'occhio mi guardava insistentemente e con grande curiosità. Indosso la camicia e la abbottono lasciando i primo tre bottoni slacciato come è mio solito. I capezzoli erano induriti e si notavano chiaramente sotto la tela. Chiamo la ragazza per chiederLe un consiglio. Lei arriva subito ed entra nel camerino chiudendo la tenda dietro di se. La cosa non mi stupisce molto...siamo due ragazze! Noto però che è rossa in viso ed incomincia a sudare ed il suo sguardo mi spoglia in un secondo poichè i suoi occhi scrutano il mio corpo dall'alto in basso e dal basso in alto... più volte. Con un filo di voce tremante mi conferma che è perfetta ma che sarebbe ancora meglio se ci abbinassi una mini che se volevo mi avrebbe fatto provare. Annuisco e di corsa la ragazza esce tornando un secondo dopo con una mini strettissima e molto carina. Me la porge, ma non esce, rimane lì immobile guardandomi ed aspettando che iniziassi a spogliarmi. Incomncio a slaciarmi i jeans che erano molto stretti e piano piano e con non poca fatica inizio a sfilarmeli. Purtroppo con loro scendono anche le mutandine e vedo subito che il suo sguardo va proprio lì. Mi vergogno un pò, ma cerco di evitare di farlo vedere. Mi sfilo completamente pantaloni e mutandine rimanendo nuda. Faccio per prendere la gonna da infilare ma la ragazza prende coraggio e si avvicina. Sento il suo respiro accelerato e le sue mani incominciano ad accarezzarmi il ventre e salgono su verso i seni fino a pizzicarmi i capezzoli che ormai erano indiriti fino all'inverosimile. Mi bacia sul collo a lungo dimostrandomi che ci sapeva fare molto bene. Ben presto raggiunge le mie labbra socchiuse che bacio voluttuosamente facendomi capire che era quello che voleva da me ed io cedetti senza poter resistere perchè quella ragazza da timida si era trasformata in una gatta vogliosa. Gemetti e lei lo notò con piacere perchè significava che il suo lavoro era ben fatto. Notai che la sua mano era scesa sulla mia patatina ed incominciava a scrutare con esperienza la mia patatina. Ero bagnata in un modo incredibile e poteri notare che questa lubrificazione la eccitava ancora di più. Mi allargò con dolcezza le piccole e poi le grandi labbra. Ebbi un momento di mancamento e mi tremarono le gambe. Dovetti a questo punto piegare le ginocchia e lei mi invitò a sdraiarmi sul tappeto allargandomi le ginocchia per poter operare meglio. Non potei rifiutare perchè a quel momento ero completamente nelle sue mani e non ò'avrei certamente contraddetta. Incominciò a leccarmi la patatina bevendo tutto il mio liquido e quando fu sazia mi penetrò con la lingua a mo di membro facendomi gemere ancora di più. La ritmicità del movimento mi provocava delle contrazioni che non riuscivo a controllavo e io le agevolavo con un movimento ritmico dei miei fianchi. Alzai il bacino perchè sentii che il suo lavoro stava dando i suoi frutti...un onda di piacere mi fece venire i brividi fin sotto i capelli...era il preludio all'orgasmo che infatti arrivò da lì a poco facendomi gemere più di prima. In quel momento sentii un liquido viscido uscire dalla mia patatina e gociolare sul tappeto bagnandolo. La ragazza continuò ancora per un pò perchè quel liquido non andava perso...era la sua vittoria su di me...e lo bevve ancora fino a saziarsi in modo tale da poter raccontare alle sue amiche cosa aveva fatto ad una sconosciuta. Paonazza mi alzai, non dissi una parola, ma sorridendo alla ragazza la accarezzai e le sfiorai le labbra dicendole un grosso "grazie". Lei annuì e uscì velocemente. Mi vestii ed uscii confermando alla ragazza che avrei acquistato tutto. D'altronde era il prezzo che dovevo pagare per un servizio completo e molto professionale. Pagai e la ragazza mi salutò con un sorriso amplissimo ed io ricambiai...mi disse "a presto" ed io "non si preoccupi, non vedo l'ora"......
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15 years ago
admin, 75
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Estate bisex 2° parte
L'indomani arrivai allo studio di Riccardo puntalissimo, era solo mi fece entrare subito nella saletta salutandomi molto cordialmente chidendomi come và il fianco? risposi bene, e il reso benissimo senza un minimo di imbarazzo, disse oggi andrà meglio, cominciai a spogliarmi e mi distesi sopra il lettino, misi il rialzo sotto la mia pancia ritrovandomi a culo in sù, spingevo le natiche all'indietro per tenerle aperte il più possibile, Riccardo disse vedo che sei in forma, risposi cosi puoi massaggiarmi meglio.
Mise subito dell'olio, non sopra al fianco, direttamente in mezzo alle natiche cominciando a massaggiare il mio sfintere delicatamente, sotto quelle carezze fremeva, si apriva e chiudeva ad ogni passaggio del suo dito, esclamò vedo che sei già pronto, risposi se una cosa ti piace la devi fare, disse ai ragione, sai io mi ritengo fortunato mia moglie sa che mi piacciono questi giochini, dice che dopo che sono stato con un uomo la sera la soddisfo meglio, mentre parlava due sue dita erano entrate dentro il mio culo ormai già aperto e dilatato, gli dissi vieni qui vicino a me ho voglia di prenderti la cappella in bocca, quelle parole lo fecero impazzire si sbottono il camice, (era gia senza slip) vidi il suo cazzo che stava scoppiando, lo presi con una mano scappellandolo e me lo infilai in bocca, comincia a scendere sempre di più fino a farlo sparire nella mia bocca, era enorme, temevo di soffocare, ma la voglia di sentirlo tutto in bocca era più grande della paura, di colpo mi fermai, lo sfilai dalla bocca e gli chiesi cosa intendevi ieri, domani ti piacerà di più?, rispose ho isto quando ti massaggiavoil tuo buchino come si apriva sembrava una bocca affamata e anche oggi vedo che si apre solo sfiorandolo, credo che abbia voglia d essere penetrato vero? dissi si in effetti vorrei provare (gli raccontai le fantasie di mia moglie), lui rispose un giorno inviteremo anche lei adesso è un gioco tra noi due, senza dire altro prese le mie mani e le pogio sopra lemie natiche, disse aprile bene cerca di tenerle aperte il più possibile, cosi feci le ho aperte talmente tanto che sentivo il buco del culo dilatarsi, Riccardo prese una bottiglietta di olio e la poggiò sopra il mio buco, con le dita dell'altra mano mi allargava lo sfintere, vero il contenuto e con il dito cerco di mandarne dentro più che poteva, roteava e spingeva massaggiando con cura, quando ormai sicuro che l'olio era penetrato fino in fondo disse adesso sei pronto, rimanendo a pancia sotto mi fece scendere da un lato del lettino solo con le gambe, rimanendo a pecorina con le gambe poggiate al bordo del lettino e il busto disteso, quella posizione mi piaceva mi eccitava, sentivo il mio cazzo schiacciato tra la mia pancia e il lettino, le mie natiche semiaperte e il buco del culo libero, Riccardo si posiziono dietro di me dicendo con le mani apriti le natiche, cosi feci cercai di aprirle il più possibile, volevo che vedesse bene il mio buco che fremeva, che voleva essere deflorato, quando sentii la sua cappella dura poggirsi sul mio buco ebbi un fremito, (pensai adesso me lo rompe)riusci solo a dirgli fai piano nel mio culo per ora sono entrate solo le tue dita, mi rassicuro dicendo sarò delicatissimo e smetterò ad un tuo cenno di sofferenza, cominciò a spingere pianissimo con molta delicatezza, sentivo il suo cazzo duro duro spingere, la sua cappella cercava di farsi strada, il mio sfintere oppose una minima resistenza, ma dopo qualche tentativo senti perfettamente la sua cappella entrami dentro, il mio corpo comincio a vibrare, l'eccitamento che provavo era altissimo, il mio cazzo non resistette più e venni, senza accorgermi spinsi il culo all'indietro, ormai in preda ad un eccitazione che non potevo più controllare, cominciai a muovere e spingere cercando di far entrare più cazzo possibile, sentivo che il mio sfintere ormai era aperto non opponeva nessuna resistenza , Riccardo con le sue mani sopra le mie natiche fermò i mie movimenti e disse vuoi sentire quanto ne hai dentro? dissi si allungai una mano e sentii che era quasi tutto dentro fuori ne era rimasto un paio di dita, chiesi quanto ne hai messo dentro, Riccardo rispose circa 16 cm, rimasi incredulo. gli chiesi come hai fatto non ho sentito il minimo dolore? rispose l'olio ha facilitato la penetrazione della cappella anche se il tuo buchino a fatto un po di resistenza, ma una volta entrata eri talmente eccitato che hai cominciato a dimenarti spingendo il culo all'indietro che ti sei penetrato da solo, io assecondavo i tuoi movimenti spingendo, aggiunse sei stato perfetto ed hai un culo bellissimo, caldo, sodo accogliente, sento le tue pareti anali stringermi la cappella, (parlando paragono il mio culo a quello della moglie che non trovò vergine) disse è stato bellissimo sverginarti ed è bellissimo starti dentro, quelle parole e quei complimenti mi eccitarono ancora di più, con le mani cercai di allargare le natiche il più possibile, spinsi indietro il culo più che potevo, il mio cazzo scivolo da sotto la mia pancia ancora gocciolante per rmanere a penzoloni tra le mie coscie, comincia ad incitarlo, dicendogli spingi, entra più che puoi, voglio sentirlo tutto dentro, a quelle mie incitazioni comincio a spingere con forza spingeva più che poteva, quando sentii i suoi testicoli urtare contro i miei capii che era tutto dentro, lui confermo la mia sensazione dicendo adesso è tutto dentro goditelo, rimase fermo per alcuni secondi, soltanto io muovevo il culo sentivo la sua pancia strusciare sulle mie natihe, (avevo perso la verginità, ma non mi interessava stavo provando cose che non avrei mai immaginato, sentire quella cappella e tutta la lunghezza di quel cazzo conficcato nel culo ne era valsa la pena) Riccardo comincio a muoversilentamente estraendolo per un paio di centimetri per poi rientrare dentro, poi sempre di più fino quasi a toglierlo tuttolasciando dentro solo la cappella rientrando con colpi sempre più decisi, il mio buco del culo ormai era dilatato al massimo non faceva più nessuna restinza anzi ad ogni entrata cercava di risucchiare dentro più cazzo possibile, questo esci/entra è duratocirca 5 minuti, l'olio che aveva messo comincio ad asciugarsi, adesso quando entrava riuscivo a percepire la sua cappella che si apriva al contatto con le mie pareti anali, non resistetti più e sborrai ancora, sentivo il mio sperma colarmi giù per le cosce, stavo provando un godiment che non mi succedeva da anni, sentivo benissimo che anche Riccardo stava per venire, mi girai, (sfilandomi con molto dispiacere quell'oggetto dal culo) mi accucciai davanti a lui e lo presi in bocca per assaporare di nuovo il suo sperma caldo e cremoso, non ne feci cadere neanche una goccia, peccato che il suo cazzo si era afflosciato, ma non mi interessava seguitai a leccarlo di tanto in tanto facevo sparire la sua cappella nella mia bocca, all'improvviso il suo cazzo comincio a reagire a quelle leccate, sentivo che mi stava crescendo in bocca, cominciai a fargli un bocchino come meglio potevo, volevo farlo indurire di nuovo, speravo che mi possedesse ancora, dopo un paio di minuti il suo cazzo era diventato durissimo, disse sei riuscito a farlo diventare di nuovo duro, meriti un premio, questa volta mi fece sdraiare sul salottino di schiena mi allargo le gambe e le sollevo un pò, ci si mise in mezzo e comincio a farmi un bocchino, con le mani prese a carezzarmi i capezzoli, poi la natiche, le sue dita frugavano di nuovo il mio culo, non riusci a resistere oltre e godetti di nuovo, Riccardo tenne tutto il mio sperma in bocca con la lingua ripuli bene la mia cappella poi mise lo sperma sopra la sua mano e comincio a spalmarlo sul mio buco, un misto di sperma e saliva, disse questo è meglio dell'olio, sollevo ancora un pò le mie gambe, si avvicino e punto la sua cappella durissima sul mio buco del culo, comincio a spingere senza fermarsi, aveva ragione il suo cazzo entrò dentro senza nessun intoppo, non so dirvi se era lo sperma che aveva spalmato, o la voglia di essere inculato di nuovo, oppure la posizione in cui stavo, so soltanto che stavo provando un piacere che non so descrivere, in quella posizione potevo guardarlo in viso, vedevo la sua eccitazione nel possedermi, entrava dentro di me pianissimo diceva che dovevo godermi quella penetrazione centimetro per centimetro ed io me la stavo godendo, sentivo quando era tutto dentro le sue palle contro le mie, quella inculata è durata una decina di minuti, ormai lo sperma che aveva spalmato si era asciugato, gli dissi fai piano comincia a bruciarmi, mi rispse tra poco ti passerà, vedi che stava per venire, cercai di spstarmi, lui disse no fermo, sentivo il suo cazzo dentro il mio culo indurirsi sempre di più, per poi eslpodere in una sborrata che mi riempi il culo, mi disse rimani fermo ti piacerà e ti calmera il bruciore, aveva ragione il bruciore passò subito e sentirsi quel cazzo conficcato nl culo e lo sperma dentro il canale anale fu una sensazione piacevolissima, quando lo estrasse dal mio culo, vedendolo ancora gocciolante mi accucciai a leccarlo volevo prendere gli ultimi umori rimasti sopra la sua cappella, mentre ero accucciato intento a ripulire la sua cappella il culo comincio ad espellere una notevole quantità di sperma, dopo poco ci rivestimmo e ci siamo dati appuntamento per il giorno seguente.
Tornai in albergo più tardi del solito, quando entrai in camera Mara mi guardo fisso negli occhi e disse: ti ha fatto male? d'istinto risposi no è stato delictissimo, avevi ragione è bellissimo, lei mi disse avrei voluto essrci, era una mia fantasia, la baciai con forza e gli dissi non mancherà l'occasione, lei disse prometti, gli promsi che avrei organizzato un incontro a tre.
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15 years ago
admin, 75
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Orgoglio di predatrice
Alessandro è sempre stato un ragazzo esile, magro, timido, sempre ben veistito, perfettino.
Io ed alessandro ci conoscevamo da anni, ma fra di noi non c'è mai stato niente. Qualche sfioramento, accidentale ma niente piu.
Per me era un desiderio incontrollabile, mi resisteva da tanto tempo, o almeno ci stava provando....
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era una questione fra lui e il mio "io" personale, il mio orgoglio di predatrice... e stava diventando un chiodo fisso: dovevo averlo... non importa che non avesse l'aria da macho: una conquista è pur sempre una conquista...
cosi ho incominciato a sedurlo pian piano, qualche accenno ogni tanto, un occhiata di sfuggita, uno sfiorarsi ed un sedersi sopra alle sue ginocchia fatto in modo magistrale, una finta ingenuità, finti errori, finte domande... un insieme di finzioni e di tracce per condurlo dove volevo io.
Alla fine l'occasione propizia durante un film a casa sua, finalmente soli: l'occasione perfetta: ho incominciato a lagnarmi del freddo, chiedendo di riscaldarmi i piedini: con fare da gattona li ho messi sulle sue gambe, seduta di fianco, e gli ho chiesto di scaldarli pian piano, alitandoci un po' sopra e un po' sfregandoli con le mani...
io a tratti li contraevo andando in cerca della sua "verga" senza scusarmi, con un po' di malizia, sempre piu' indietro e sempre piu' sotto. Trovato il punto giusto, sfruttando le scene del film, ho incominciato a pigiare e a contrarre con un certo ritmo... finche' non ho sentito la sua mano prendere il mio piede e pigiarselo dolcemente contro: stava utilizzando, garbatamente e timidamente, il mio piedino per sfiorarsi il cazzone. Dico cazzone perche' era gonfio da morire... lo si sentiva davvero bene pulsare sotto la pianta del mio piede....
poi gli sguardi si sono incrociati, ho guardato l'evidente rigonfiamento, e sfiorandolo con una mano, gli ho detto che ci avrei pensato io, che mi sentivo in colpa per averlo messo in quello stato.
Senza lasciarlo parlare mi sono seduta proprio sopra, ma non solo seduta: ho badato bene di strofinare il mio sederino sulla sua pancia e lungo tutta l'asta ben due volte, la prima per sedermi e la seconda per accomodarmi meglio...
lui mi ha presa per i fianchi e siamo rimasti cosi un po'... io mi dondolavo sulla sua verga e lui mi stringeva forte ai fianchi... finche' non gli ho detto che potevo fare di meglio... mi sono distirata sulle sue cosce, ho girato il viso verso la toppa dei pantaloni, e gli ho detto che, se avesse fatto piano e non l'avesse spinto fino in fondo, poteva mettermelo in bocca, se ci stava...
Neanche il tempo di dirlo e lui apre lo zip, scosta i boxer e me lo piazza in bocca... era palesemente imbarazzato pero' doveva obbedirmi, era pervaso dal desierio, accecato e succube delle mie parole.
Ha incominciato a pomparmi piano, molto dolcemente, sfiorando la mia nuca come le volte in cui mi aveva baciato, tempi lontani ma bei ricordi. a tratti lo setivo spingere piu' in fondo e sentivo il suo desiderio aumentare di dimensioni e diventare sempre piu' duro nella mia bocca.
Una cosa che mi è sempre piaciuta è il "lavorare" un cazzo in bocca quando è ancora morbido per sentirlo salire pian piano verso la gola...
D'un tratto ho pero' capito che il gioco stava andando oltre i miei desideri: il suo cazzo stava diventando troppo gonfio e troppo velocemente ed io avevo problemi a respirare.
Lui ha preso le mani e ha incominciato a pigiare forte dietro la nuca... finche' non ho sentito come un piccolo strappo: era lui che, spingendo, si era scappellato all'interno della mia gola nella parte piu' profonda.
Mi stringe forte
Mi innonda di sperma la gola, sono costretta a berlo.... e me ne esce anche dal naso. Impossibile non sentirne il gusto, impossibile non dire che mi sia piaciuto...
lui attende qualche secondo e poi lo sfila di bocca, un po' vergognato cerca di pulirsi: ha sporcato anche il mio viso e parte dei vestiti che ha indosso: è stata quella che si dice un esplosione di piacere e lui è contento... lui si, ma io ancora no....
non ero contenta perche', seppure gonfio e seppure gia' venuto, io volevo che durasse ancora un po' di piu'
cosi l'ho invitato a mostrarmi la camera da letto.
qui mi sono seduta e l'ho ripreso in bocca, pulendolo dallo sperma che aveva ancora dentro: ho succhiato tanto, tanto da rimetterlo in pochi minuti di nuovo in sesto... non come prima, ma comunque in condizioni ottime (usato sicuro ???) :)
Allora gli ho spiegato che volevo ancora qualcosa di speciale da lui: doveva penetrarmi la bocca come se fosse la mia figa, stando lui sopra di me e leccandomi la figa al contempo.
cosi facendo mi sono sfilata i pantaloni e mi sono distesa. Ho messo un cuscino sotto la testa, perche' volevo che lui fosse sbilanciato sulla zona del bacino e ci appoggiasse bene tutto il peso sulla mia bocca:
non gli ho chiesto di far piano.... questa volta lo desideravo FORTE, piu' profondo possibile e volevo che nel farlo spingesse ancora di piu' per andare piu' a fondo possibile con la lingua nella mia fighetta:
volevo sentirmi un oggetto nelle sue mani, volevo che mi stupisse di nuovo, che mi pompasse dentro senza tanti riguardi, venendomi di nuovo in gola e facendomi inghiottire tutto...
lui si è comportato con tanta naturalezza da lasciarmi allibita: ha iniziato a pompare, piano, poi piu' veloce ed infine dando proprio di forza, usandomi e facendomi anche tanto male alla gola... davvero devastante, non credo d'aver mai goduto tanto in vita mia perche' sono andata davvero ai limiti di quello che puo' sopportare il mio fisico...
quando è venuto la seconda volta, nella mia bocca, ha stretto le mani sotto la bocca, obbligandomi di nuovo ad inghiottire tutto.
Alla fine mi ha baciata con la sua lingua, in un desiderio profondo e ringraziandomi ha detto che era da tanto che mi desiderava ma non sapeva come fare per farmelo capire se non con piccoli gesti e non si sarebbe mai immaginato questo con me....
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15 years ago
admin, 75
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Profumo di donna
Ci conoscemmo per caso ad una festa..mi guardava con gli occhi di chi aveva già capito tutto..era bella, bellissima, avvolta da una luce candida che pareva sprigionarsi dalla sua pelle chiara..mi sorrise mentre mi stringeva la mano, in quel momento capii che era la donna che cercavo da tempo..la donna dei mie sogni..la donna dei miei desideri.
La guardai intensamente..uno sguardo che la mise a nudo tanto che arrossì e abbassò lo sguardo sorridendo...allora le sfiorai la mano e la invitai a prendere una cosa da bere..annuì e mi seguì con passo svelto fino al bancone e si sedette sullo sgabello di fronte a me, potevo intravedere il pizzo delle autoreggenti che spiccava sotto l'orlo della gonna corta..la pelle liscia, vellutata, avrei voluto accarezzarla ma dovetti trattenermi.
Le versai del vino rosso sempre guardandola negli occhi..iniziavo a sentire il calore in faccia che saliva lentamente..fui colta da un irrefrenabile istinto di baciarla, la presi per mano e ci spostammo in un luogo più tranquillo..si sedette proprio di fianco a me..potevo sentire il suo profumo, profumo di Donna, inspirai forte lasciandomi inebriare da quella fragranza, mi avvicinai ancora un po', sentivo il cuore esplodermi nel petto mi avvicinai ancora un po' e guardandola diritta negli occhi la baciai sulle labbra, sfiorandola dolcemente con le mie, esitò un istante e iniziò a baciarmi con passione. Inizia ad accarezzarle il petto scoprendo il suo seno candido spostandole il vestitino corto, iniziai a leccarle il capezzolo con foga..era duro e turgido..aveva un odore stupendo..profumo di Donna..
Le slacciai il vestito che cadde a terra lasciando nudo il suo splendido corpo.
La strinsi forte tra le mie braccia e buttai la faccia sul suo seno inspirando forte, profumo di Donna che arrivava al cervello e mi dava alla testa..mi annebbiava la vista..profumo di Donna.
Dal seno scesi più giù, scendevo formando una “S” sul suo ventre, scesi ancora giù, sulle sue gambe strette, le allargai le cosce delicatamente e inizia a succhiarle il clitoride molto lentamente, la sentivo gemere e continuai a leccare e leccare e ancora leccare..si era bagnata e continuai a leccarla e succhiarla mentre le infilavo l'indice nella vagina calda e bagnata..iniziai a spingere con la mano avanti e indietro mentre le accarezzavo il clitoride con la lingua. Spostai l'indice e lo infilai nel sedere..era stretto ma non esitò ad entrare tanto era bagnata. Era bellissima..si muoveva tutta mentre andavo avanti e indietro con la mano come a voler accompagnare i miei movimenti..le infilai anche il pollice nella vagina sempre andando avanti e indietro con l'altro dito che affondava ora nel suo culo sodo e liscio..continuai a leccarle il clitoride ma ora con più foga, affondai come per sferrarle dei colpetti, il mio piercing alla lingua su e giù sul clitoride.
Gemeva sempre di più in un crescere di piacere che la avvolgeva completamente..si lasciò sfuggire un gridolino di piacere mentre saliva lento l'orgasmo che investì il suo corpo tanto da farlo contorcere sotto le mie mani..sentivo le contrazioni della sua vagina bagnatissima..mi strinse forte tra le braccia e sorrise soddisfatta e appagata. Non dimenticherò mai quel sorriso soddisfatto di chi ha toccato il cielo con un dito ma soprattutto nn riuscirò mai a scordare quel Profumo di Donna.
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15 years ago
admin, 75
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Proposta indecente...2 parte
Varcai la soglia di casa come se fosse stata la prima volta. Non sapevo cosa mi aspettavo, ma appena vidi il volto dei miei amici mi tranquillizzai.La solita allegria, la solita disponibilità...
Così come ormai era accaduto molte altre volte ci buttammo sul letto e demmo sfogo ai nostri istinti....
Lia cominciò a sbocchinarci entrambi...succhiava un pò il mio cazzo ed un pò quello del marito ed un pò tutti e due contemporaneamente...Noi eravamo eccitatissimi ed io già mi pregustavo il momento in cui avrei assaggiato la sua fica...
Lia, mentre si dedicava ai nostri membri, era seduta sul letto e noi in piedi di fronte a lei...Poi, improvvisamente, mi disse "Siediti vicino a me...".
Così feci e mentre aveva ancora il cazzo di Gennaro tra le labbra me lo porse "Adesso un poco tu...". Mi feci forza chiudendo gli occhi...non sapevo come si facesse un pompino, ma probabilmente ogni uomo sa come deve esser preso il proprio membro e così cominciai a leccare prima la cappella e poi lo feci scivolare dolcemente in bocca...la cosa stranamente non mi dispiacque...
Cominciai a leccarlo, a succhiarlo ed a baciare l'asta insieme a Lia che vicino a me un pò se lo passava in bocca ed un pò mi baciava...poi, mentre lo tenevo in bocca io, mi spinse la testa "...fino alla gola, lo devi far scendere..." E così feci...lo tenevo tutto in bocca fino alla gola e quando sentii che Gennaro cominciò a godere un pò troppo ebbi paura che stesse per venire...così mi staccai...
Poi lei mi distese sul letto ed ordinò al marito di succhiarmelo. Lui lo fece immediatamente mentre Lia si accovacciò sul mio viso spingendomi la sua fica tutta bagnata in bocca...
Guardava il marito e godeva, "Si... mi piace vedervi così...come siete eccitanti...mmmmmmm....vengoooooo" E mi venne in bocca, tremando, fremendo e contorcendosi come non l'avevo mai vista...
Poi si alzò ed andò vicino al marito il quale gli porse il mio cazzo ed insieme cominciarono a pompare...Poi le gli disse "Prendi il suo sperma in bocca...voglio vederlo colare dalla tua bocca...dai che sono fradicia, mi fa male la testa...."
Così lui si impegnò a succhiarlo e leccarlo ancora più di prima...Quindi si girò e mi infilò il suo cazzo in bocca...ed insieme in un appassionato 69 ci leccammo e succhiammo fino a quando non venni... "Sto per venire...Sto per venire...Sto per venire..........Vengooooooo" urlai, mentre lui senza mai smettere accolse tutto lo sperma in bocca..."Si, dai...dai..." urlò Lia che se ne stava sdraiata a strofinarsi il grilletto come una forsennata "...bevi tutto....bevi tutto!! Oh, si come è bello...AHHHHHHHH!!!!!"....
Dopo ridemmo e scherzammo...bevemmo un caffè...ed andai via.
Appena la porta si chiuse dietro di me mi sentii strano e mi interrogai sulle cose che avevo appena vissuto...avevo la testa piena di interrogativi...ma un cosa era però certa:
aveva ragione Lia, "...il cazzo è buono!!!"
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15 years ago
admin, 75
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Proposta indecente...1 parte
La cosa bella ed eccitante nello stare insieme a Gennaro e Lia era ed è che nel vederli e frequentarli si ha l'impressione di avere a che fare con persone semplici, gentili ma "normalissime".
Lei è una casalinga che non indossa mai abiti succinti o provocanti. E' una bella donna ma non attira l'attenzione con comportamenti osè...
Lui è un uomo di bell'aspetto, serio e molto attaccato alla famiglia ed al lavoro...
Mai si supporrebbe che nel privato siano così disinibiti e porcelli...
Dopo il nostro primo incontro ne vennero altri ed il nostro feeling si è accresciuto sempre di più.
Lia ed io, in maniera del tutto casuale, abbiamo cominciato a sentirci telefonicamente e quando siamo da soli ci masturbiamo, raccontandoci le fantasie più spinte...
Lei si tocca fica, culo, tette e geme...ed ogni volta io con il cazzo tra le mani non posso fare a meno di sbatterlo....e venire...insieme a lei...
Fu durante una di queste nostre telefonate bollenti che lei super eccitata dalle mie parole, improvvisamente disse "Oh, si...che bello! Ti sento, caro, e ti sto vedendo....mmmmmmm! Sai cosa sto immaginando?...mmmm...sto immaginando di vederti col cazzo in bocca di Gennaro....mmmmmmmmm...sto immaginando che entrambi vi sbocchinate davanti a me...mmmmmmmm....come godo...AHHHHHH...Si........dimmi che lo farai...dimmi che lo vuoi sentire in bocca come lo prendo io....si, porco,....dai dimmelo!!!!".
Al momento le sue parole mi fecero sorridere ed io la incoraggiai, pensando a farla godere di questa fantasia...
Dopo, però, quando ci fummo ricomposti lei mi disse"...Sai, non scherzavo quando ti ho detto che voglio vederti fare un pompino...la cosa mi stuzzica e sono sicura che lo farete...non vedo l'ora che torni Gennaro così mi faccio scopare pensando alle nostre fantasie...mmmmm".
Ero allibito e le risposi "Guarda che a me la cosa non interessa...NON SONO GAY!!!". E lei tutt'altro che rassegnata "Dai, che c'entra essere gay? Sto parlando di gioco, trasgressione...lo sai, il cazzo è buono...se piace ad una donna perchè non dovrebbe piacere ad un uomo?"
Le risposi che non avevo interesse a fare questa esperienza e che la cosa non mi eccitava affatto...
Lia non aveva intenzione di demordere..."Lo farai...Voglio che tu provi quello che provo anch'io...fidati...lo farai...comando io!!!"
Questa è pazza...pensai!
Così terminammo la telefonata.
Dopo qualche settimana avemmo un altro incontro e mentre eravamo insieme sul letto mi sussurò all'orecchio "Adesso prendilo un pò in bocca...dai...lo lecchiamo insieme...."
Ma io non avevo alcun interesse e dissi "NO!!".
Così non se ne fece nulla.
Dopo qualche settimana, sempre al telefono, ritornò alla carica "Penso che nel sesso non ci sia mai nulla di sbagliato...dai, proviamo, se non ti piace non ti dirò più nulla......dai....fallo per me, solo per me..."
Dinanzi a quella preghiera cedetti "Va bene....ma...dovrai aiutarmi...sono indeciso...non so se...se alla fine avrò il coraggio di andare fino in fondo..."
"Evvivaaaa!!!" urlò lei "...grazie...sarà stupendo...non vedo l'ora"
Così avvenne la proposta più indecente che mi avessero mai fatto in tutta la mia vita e cercai di prepararmi psicologicamente a quello che sarebbe stato il mio primo rapporto bisex...mi sarebbe piaciuto?...sarei diventato gay? erano le domande che ancora mi assillavano mentre mi trovavo sulla soglia della loro casa e mi accingevo ad entrare...
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15 years ago
admin, 75
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Estate bisex 1° parte
Premetto che i e mia moglie (Luca e Mara) siamo una coppia scambista, frequentiamo club privè, di situazioni strane ne abbiamo viste e vissute molte, mia moglie è bisex 42 anni alta capelli neri ricci lunghi 4° di seno culo a manolino, fica poco pelosa ma molto accogiente, io etero ma curioso, 48 anni, la fantasia più frequente di mia moglie: noi in 69 mentre un uomo mi svergina il culo, ho promesso che un giorno l'accontentero-
Ad agosto mentre eravamo in ferie, tutte le mattine mi alzavo con un forte dolore al fianco che si estendeva fino al gluteo, Mara mi convinse a fare dei massaggi, ci siamo rivolti presso lo studio di un massaggiatore del posto, parlammo con la segreteria (una bella donna sui 40 anni, alta molto abbronzata con seno abbondante un bel culetto tondo diciamo una bella figa), dopo un pò di attesa il massaggiatore mi fece accomodare nella saletta massaggi, entrò anche mia moglie, disse mi chiamo riccardo la signora di là è mia moglie Lisa e per favore diamoci del tù, (Riccardo avrà avuto sui 45 anni anni anche lui molto abbronzato, fisico abbasta acsiutto capelli brizzolati, viso molto sorredente un tipo solare).
Gli spiegai i miei problemi, mi fece distendere sopra il lettino mi invito atogliere la camicia e comincio a toccarmi il fianco, mi fece calare i pantalalocini e gli slip e comincio a toccarmi la natica,(mia moglie seduta su un piccoo salottino segui tutta la scena) dopo varie tastate mi fisso 3 sedute dicendomi che sarebbero bastate, la prima la fisso per il giorno seguente alle 19,00.
Uscendo dallo studio chiesi a mara cosa ne pensasse, mi rispose informati se fa massaggi anche lle donne, non mi dispiacerebbe affatto farmi carezzare il culo, hai visto che bell'umo, sicuramente avrà anche un bel cazzo, ho visto tra le aperture del camice sotto portava solo gli slip ed erano molto gonfi, stai attento! risposi non scherzare, non stò scherzando affatto, ho visto come ti carezzava il culo cerca di non fartelo sverginare, ricordati che quando accadrà voglio essere presente, gi risposi non ti proccupare ti mandero un invito, scoppiammo a ridere.L'indomani mi recai all'ora stabita, sono stato ricevuto da Lisa, mi ha fatto acomodare dicendomi tra poco riccardo sarà da te, nell'attesa ammiravo quella donna seduta ad una scrivania fronte a me, accavallava le gambe in continuazione, senza preoccuparsi di tenerle strette, ad ogni movimento riuscivo a vedere un minuscolo slip da dove fuoriuscivano dei peli, peccato l'attesa durò pochissimo, Riccardo mi ricevette, mentre entravo nella saletta senti Riccardo che diceva a Lisa di andare che si sarebbero visti più tardi a casa.
Entrai nella saletta che avavo il cazzo semi duro, Riccardo disse mentre tù ti spogli mi lavo le mani, comincia a spogliarmi rimasi solo con gli slip, speravo di tenerli non volevo che Riccardovedesse che mi ero ecitato guardando la moglie, lui torno e disse sdraiati sospa il lettino e se non hai problemi dovresti togliere gli slip, mi tolsi gli slip e mi sbrigai a sdraiarmi, Riccardo mi mise sotto la pancia una specie di cuscino in modo che i mie fianchi fossero alti, mi verso dell'olio e comincio a massaggiarmi, bastarono pochi massaggi e già sentivo un senso di benessere, spingeva entrambi i fianchi verso le natiche, quel masaggio durò circa 5 minuti, poi prese a massaggiarmi le natiche dal basso verso l'alto, mentre spingeva sentivo le mie natiche aprirsi, ad ogni massaggio le apriva sempre di più lasciandole divaricate sempre più a lungo, sentivo il mio buco del culodilatarsi rimanendo aperto a suoi sguardi, sempre più spesso i suoi pollici lo sfioravano, ero un pò in imbarazzo per quei massaggi ma non reclamai, mi piaceva stavo provando una sensazione nuova, riccardo insistendo nella zona anale si fece più audace, versandomi altro olio sui glutei ne mando a finire un pò in mezzo alle natiche semiaperte, si scuso e cerco di fermarlo con il dito, solo che quel dito lo poggio diretto sul buco del culo rimanendo fermo in quella posizione, io non dissi nulla, anzi mi rilassai ancora di più, non avendo avuto nessuna reazione negativa Riccardo smise di massaggiarmi le natiche e concentro le sue attenzioni solo al mio buco, sentivo quel dito che carezzava e giocava senza entrare, massaggiava il mio buco con molta delicatezza, io lascia fare quel gioco mi piaceva sempre di più, ero eccitatissimo sentivo il mio cazzo che era diventato durissimo, essendo girato dalla parte opposta di dove era Riccardo non potevo vedere ma sentivo che stava facendo dei movimenti strani, dopo poco quando mi girai verso di lui capì che il perche di quei movienti, sbirciando tra gli spazi del camic vidi che si era tolto gli slip e si vedeva benissimo il suo cazzo in erezine, Riccardo si accorse che stavo sbirciando e diss ti piace? Io annui senza parlare, Riccardo senza dire altro spinse il suo dito tutto dentro il mio culo, ora la situazione era chiara, dovevo decidere se andarmene o rimanere, fortunatamente Riccardo accorgendosi che ero molto impacciato, chiese vuoi che smetto, io un pò a rilento e con voce tremolante gli risposi no, continua, Riccardo si avvicino al mio viso tanto da pote sentire il profmo che emanava il suo cazzo, si appggio al lettino e spinse il suo bacino verso di me, mostrandomi il rigonfiamento che aveva sotto il camice, rimase fermo in quella posizione lasciando a me la decisione, chiudendo gli occhi allunai una manoe afferrai il suo cazzo attraverso il camice era molto grosso, lo tirai fuori, avevo ancora gli occhi chiusi, quando li apri vidi un cazzo di circa 22 cm con una buona circonferenza, la cappella leggermente più grande dell'asta quasi tutta chiusa dalla pelle, cominciai a fargli una sega, la pelle scendeva con molta facilità lasciando a nudo tutta la cappella, senza pensarci tanto me lo infilai in bocca rimanendo fermo, muovevo solo la lingua, facendola roteare intorno alla sua cappella, poi cominciai a scendere con la bocca, il suo cazzo si apriva e chiudeva solo con il movimento delle labbra, quel bocchino che stavo facendo comincio a piacermi, provai a prenderne più che potevo, arrivai quasi alla fine dell'asta, intanto con l'altra mano gli massaggiavo le palle, lui segitava ad intrufolare quel dito che ora erano diventati due dentro il mio culo che si era aperto a dismisura, quelle dita entravano e uscivano velocemente senza provocarmi nessun fastidio.
Dopo un paio di minuti di questi esercizi smisi di carezzargli le palle e puntai un dito al suo culo, ebbe un fremito, setivo il suo cazzo diventare sempre più duro e grosso la mia bocca cominciava a non contenerlo più, ma non lo mollai era troppo bello, spinsi il mio dito fino a farlo entrare tutt nel suo culo, lui si irrigidì, mi sposto e fece una sborrata che aveva dell'incredibile, vidi uscire dalla sua cappella tantissimo sperma, era vicinissimo al mio viso, non resistetti vedendo quel cazzo che sborrava in continuazione lo afferrai e lo portai di nuovo alla mia bocca quando ancora fuoriusciva dello sperma, (era caldo e aveva un buon sapore)quando smisi, Riccardo disse sei stato fantastico, gli confessai che per me era stata la prima volta, rspose te la sei cavatabenissimo.
Arrivò il momento di andare, mentre mi rivestivo disse ci vediamo domani vedrai ti piacerà ancora di più. dissi ok a domani.
Tornato in albergo mara eslamò tutto bene? risposi si perchè? disse il tuo culetto è ancora sano? risposi ancora si, sorridendo dissi: per ora gli ho fatto un boccino, ma domanidobbiamo rivderci di nuovo chissà?
Comunque avevi ragione il suo cazzo è molto groso! Mi guardo e disse ti và di scherzare? a me no e a te? la lasciai nel dubbio.
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15 years ago
admin, 75
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Un pomeriggio caliente!
non riuscivo a farne a meno! avevo un desiderio fortissimo del suo cazzo, anelavo a sentrlo pulsare dentro di me! Era più di un mese che non mi incontravo segretamente con Marco e anche se settimanalmente ci vedevamo per lavoro non riuscivamo a ritagliarci un pò di tempo per noi. solo qualche sms in cui entrambi ci auguravamo presto di poter vederci da soli. Una mattina riuscii ad organizzarmi per aver il pomeriggio libero e subito gli inviai un sms -sono libero questo pom. ho voglia di farti...venire..!-
rispose subito: -ho un grosso desiderio di ..venirti dentro!-.
e con questa risposta che lasciava un preludio di sesso tutta la mattina ta la passai pensando al suo enorme cazzo: non vedevo l'ora di averlo in mano per sentirlo pulsare e crescere e poi sentirlo in bocca con il suo sapore maschio e pungente e poi ......dentro!
Tornato a casa, mancava ancora mezz'ora all'appuntamento, mi preparai con una doccia calda in particolare il fiore del mio buchetto che avrebbe presto ricevuto il seme del suo pungiglione.
Ho usato una crema lubrificante per dilatarlo bene e non sentire dolore, dopodichè con il solo accapatoio lo aspettai con l'erezione già in corso. Marco mi chiamò per avvisarmi che era sotto casa mia, gli aprii il portone e lo aspettai davanti alla porta.
-ciao- gli dissi e subito dopo averlo fatto entrare feci cadere a terra l'accappatoio e carezzandogli la patta lo invitai in camera.
Mentre lui si spogliava mi distesi ne letto, avevo scartato un lecca lecca di quelli a forma di banana e alternativamente me lo passavo dalla bocca al buchetto del culo. Lui si distese accanto a me e toccandomi il pisello cominciò a baciarmi i capezzoli, poi con la lingua mi baciò sul collo fino alla bocca mentre io mi smanettavo il lecca lecca nel culo.
fu la mia parte: gli diedi il lecca lecca che continuasse a giocarci e mi avvicinai al suo cazzo già in tiro. la cappella violacea si protendeva verso al mia bocca che in un attimo la ingoiò, succhiavi, leccavo e baciavo quel nodoso bastone di carne che mi avrebbe fatto vedere el stelle del piacere. Qualche goccia di sperma gli fuoriusciva e la leccavo avidamente come nettare -sei eccitato- gli dissi -si- rispose -non sai quanto aspettavo questo momento-. Aveva finito di sciogliere tutto il lecca lecca nel mio sfintere e si mise sopra di me a 69 così che poteva godersi il lecca lecca di carne del mio cazzo. Sentivo scolare il liquido zuccheroso dal mio sedere ma lui subito se ne accorse e cominciò a leccarmelo.
mmmmmm..........
una goduria pazzesca, perchè marco è bravissimo nell'analingus, la sua lingua penetra fin dentro lo sfintere provocandomi gemiti di piacere mentre con unamano mi smanettava il cazzo.
io continuavo a tenere al caldo il suo cazzo poi non c'è lo fatta ad aspettare e invitandolo ad alzarsi mi sono sdraiato sul letto con due cuscini sotto la schiena così che il culo fosse bello alto rivolto a lui -montami- gli dissi -fammi sentire che sono la tua vacca-, lui si mise in mezzo alle mie gambe e dopo avermi leccato ancora appoggiò la calda cappella al mio sfintere...un colpo secco.... e me lo trovai dentro
-dai spingi- dicevo, un calore di eccitazione mi aveva preso, non aspettavo altro che mi sgroppasse con la sua mazza, si distese su di me e comincìò a spingere dentro e poi fuori e poi dentro e di nuovo fuori sempre più veloce... sentivo le pareti del mio culo accogliere la sua grossezza (non è molto lungo ma comunque abbastanza tozzo) e ad ogni colpo i suoi coglioni sbattevano sulle mie chiappe che tenevo ben aperte con le mani.
L'odore di eccitazione era piuttosto forte, percepivo che stesse per venire dal suo modo di muoversi e infatti dopo un pò con una spinta ancora più profonda da farmi urlare di piacere esplose la sua sborrata dentro di me. si lasciò andare e mentre me lo avvinghiavo con le gambe con la mia lingua cercai la sua bocca per un bacio profondo. - resta dentro- gli sussurrai all'orecchio -stò per venire anch'io- infatti il mio cazzo eccitato dalle sue spinte sborrò un getto di sperma sul mio petto.
lo tirò fuori piano e avvicinò al mio viso la sua cappella odorosa di sperma e dei miei umori anali, leccai tutto avidamente assaporando il piacere di quel momento!
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15 years ago
admin, 75
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La prima volta in tre - ii parte
E così giunse il gran giorno!!
Era un pomeriggio ed ancora una volta contrariamente alla stagione in corso vi era un bel sole. Quasi che la natura volesse accompagnare l'incontro dei sensi che mi apprestavo a vivere...
Ero enormemente eccitato...non avevo idea di come mi sarei comportato e come sarebbe stato, anche se nei giorni precedenti avevo fantasticato parecchio...
Ci eravamo dati appuntamento allo stesso bar dell'ultima volta, perchè l'incontro sarebbe avvenuto in una casetta che i miei amici avevano affittato per i loro giochi...
Giunsero in macchina e senza neanche scendere mi chiesero di seguirli...il cuore mi stava per scoppiare quando vidi che Lia mi sorrideva...
Mentre guidavo, mi chiedevo sempre la stessa cosa "Ma è vero?...magari è uno scherzo ed io sto facendo la parte del fesso...E se così fosse, come mi giustifico? Gennaro penserà che gli voglio fottere la moglie! Penserà che ho sempre mirato a lei...Mha!".
Così giungemmo nel posto ed entrammo nell'alcova...
Ci sedemmo al tavolo della cucina e per rompere il ghiaccio bevemmo fiumi di acqua. Mi accorsi che Lia quasi non mi guardava e si sfregava le mani quasi avesse freddo...Gennaro era invece su di giri girava avanti e indietro nella stanza.
Poi dopo inutili chiacchiere, Gennaro, guardò Lia e disse "Allora, andiamo?". Lei mi guardò e disse "Per me va bene!". Ed io risposi "OK!".
Così ci spostammo nell'altra stanza ove vi era un letto. Lia mi indicò il posto dove potermi spogliare ed appoggiare gli abiti. Lei si spogliò vicino a me...
Mi spogliavo e la guardavo...Le sue forme abbondanti...le guardai il culo mentre si inchinava, le ammirai le tette....
Poi quasi senza accorgermene, comparve Gennaro completamente nudo e con il cazzo già in tiro! Non me ne ero accorto ma anche il mio era già a buon punto...In quel momento persi ogni timore...volevo entrare nella loro intimità...
Lei disse"Venite da me bei piselloni" e noi la stringemmo in mezzo mentre lei con una mano sbatteva il cazzo di Gennaro davanti, con l'altra teneva il mio e se lo passava in mezzo al culo...
Poi si distese e mentre Gennaro le riempiva la bocca io le leccavo la fica e mi dedicai a questo con amore e passione finchè venne mentre le tenevo due dita dentro...
Poi si girò e Gennaro la prese a pecorina mentre cominciò a sbocchinarmi con voracità...
D'improvviso Lui le disse "Adesso te lo metto un pò nel culo...godi!". E quando il suo membro la dilaniò cominciò ad urlare ed ad emettere gemiti profondi "AHHH!....AHHHHHH!......AHHHHHHH!" ed io mi eccitavo nel vederla sfondata così....
Ormai i colpi che riceveva non le permettevano di tenere il mio cazzo in bocca e quindi cominciai ad accarezzarla e d'istinto ci baciammo...Lui disse "Si baciatevi che mi fate eccitareee.....!!"
I nostri baci erano veri pieni di voluttuà e passione...Poi lei disse qualcosa che al momento non capii "Scopatemi tutti e due....voglio sentirvi entrambi..." Pensai volesse fare un doppia fica-culo ma poi capii che la cosa era diversa..."Stenditi mi disse..." e si mise sul mio cazzo e cominciammo a scopare poi si fermò e continuammo a baciarci mentre stesa sul mio corpo Gennaro la penetrò anche lui nella fica....Non potevo crederci sentivo il cazzo di Gennaro che la scopava, muoversi vicino al mio e lei che urlava e godeva "DAI....DAI....DAI..." gemeva ed allora anche io cominciai a sbatterla.....Era bellissimo scopavamo in tre eravamo una sola cosa un solo corpo...fantastico!!!
Poi lei disse "Venitemi dentro insieme....voglio sentirvi tutti e due..." Non ci capivo più nulla ma poi all'improvviso sentii che stavo per venire "Vengoooooo...." urlai e lei si sbattè ancora di più mentre sentivo il mio sperma che la inondava tutta e cominciava anche a colare sulle palle...dopo pochi colpi fu anche la volta di di Gennaro.....
Era stupendo....i nostri fluidi tutti insieme dentro di lei....
Lia si abbandonò sul letto sfinita e contenta e si massaggiava la fica piena di sperma che le colava tutta...
"Voglio conservare tutto dentro di me....MMMMMMM.....MMMMMM...."
Poi mi guardò e disse "...Adesso fai parte della famiglia...sei nostro!!!"
La guardai e risposi "...perversi e perduti per sempre!!!"
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15 years ago
admin, 75
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La prima volta in tre - i parte
...Eravamo seduti ad un bar. Il sole, caldo ed intenso di una giornata autunnale, stava tramontando ed i suoi raggi irrompevano dalle finestre del locale sino al nostro tavolino rendendo la discussione ancora più calda e piacevole.
Mi trovavo in compagnia di Gennaro e sua moglie Lia. Gennaro ed io eravamo impegnati in una discussione di lavoro mentre lei in silenzio sorseggiava un aperitivo viaggiando con la mente ad anni luce da noi...
All'improvviso il desiderio di Lia di cambiare discorso ed interrompere quel tedioso colloquio, ebbe concretezza nel momento in cui ci passò accanto una coppia di belle ragazze che attirò l'attenzione e gli sguardi dei maschietti seduti accanto a lei....
"Ecco i soliti uomini...solo la vista di una donna che sculetta è in grado di distoglierli dai loro discorsi!...", disse lei con tono scherzoso. "Amore mio..."riprese lui "...lo sai che le donne mi piacciono....ma amo solo te!!"
Dinanzi a questa frase scema mi aspettavo un ulteriore rimprovero di Lia che, invece, convenne "Oh, si lo so che per te ci sono solo io....ne ho le prove".
A questo punto chiesi "Gennaro è davvero così fedele?"
Loro si guardarono un pò impacciati e mi dissero con molto imbarazzo "...Vedi abbiamo la sicurezza di essere fedeli perchè tradiamo insieme..."
Ci conoscevamo da diverso tempo e considerai quella risposta un battuta di spirito, quindi sorrisi...
Loro si guardarono e Gennaro chiese a Lia "...che dici gli diciamo tutto?"
Lei annuì arrossendo un pò. Diventai curioso perchè pensavo si trattasse di qualche burla. Ma poi lui mi spiegò "Giurami che quanto sto per rivelarti non lo dirai a nessuno...altrimenti ti spacco la testa!!".
Giurai.
"Vedi è da un pò di tempo che noi abbiamo deciso di allargare gli orizzonti del nostro rapporto e per questo ogni tanto ci concediamo degli svaghi di sesso con altre coppie ed anche con qualche amico...!"
"Coooooosa????" fu la mia risposta.
Così mi spiegarono il senso della loro scelta e che erano felici di condividere cose che in passato avevano solo sognato.
Ero frastornato ed eccitato anche perchè non avevo mai immaginato di vederli fare sesso insieme tra loro o con altri...
Lia forse dovette indovinare qualcosa dei miei pensieri perchè disse "Sai ho scoperto cose sul sesso che non avrei mai immaginato...posso fare qualunque cosa...insieme a mio marito".
Così, mentre guardavo negli occhi Lia che allo stesso tempo mi fissava quasi con sfida, Gennaro aggiunse "E' un'esperienza che consigliamo a tutti..." Io, con gli occhi ancora puntati su Lia, risposi quasi automaticamente "Anche con me?"
Silenzio. Gelo. Imbarazzo.
Poi una mia risata stemperò l'imbarazzo..."devo scappare..." mentii "il lavoro mi aspetta..."
Ci salutammo cordialmente e mi dileguai.
Il giorno dopo ebbi una telefonata di Gennaro che, pensando che fossi rimasto male, volle giustificarsi. Poi quando lo rassicurai aggiunse "...ma tu hai mai fatto sesso con una coppia?" ed io "purtroppo, no".
"Bhe, se l'idea ti stuzzica potremmo fare questa esperienza insieme...ti andrebbe?"
"Quanto tempo ho per rispondere?.....Si, certo...quando?"
E così fissammo il nostro primo appuntamento di sesso.
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15 years ago
admin, 75
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Voglia di .... esser schiava
Mi sono alzata strana davvero... una sensazione di smarrimento, un po' intorpidita un po'ancora assonnata ma comunque sveglia.
Avevo una voglia incredibile addosso però ero troppo stanca per darmi da fare cosi ho preso il telefonino e ho cercato il numero di YYY.
YYY non è proprio il mio tipo, è una donna... Donna. Molto provocante, molto decisa, una vera PADRONA. Non sarà il mio tipo ma oggi avevo voglia di lei, voglia di farmi trasportare, di farmi usare...
qualcuno dirà che forse dovrei vergognarmi
in realtà tutte usiamo o abbiamo usato o siamo state usate... io almeno ho l'intelligenza di accorgermene e sono meno ipocrita di tante altre persone.
Quando YYY ha risposto al telefono ero eccitata. C'avrà messo venti secondi si e no a capire che lo ero e che doveva aprofittarne.
Si presentaa casa mia un ora dopo... ed io sono già in un lago d'attesa snervante. Capelli lunghi e neri, occhi scuri, trucco appena accennato: un cappotto elegnate, pantaloni scuri, camicetta rossa ed ai piedi un paio di stivali con tacco a punta.
Come le apro la porta la saluto, ma lei non risponde.
Entra e si siede in salotto, sul divano, davanti alla televisione, come fosse padrona di casa.
io mi scuso con lei per non averla chiamata prima, lei mi dice che ha ritardato perché le facevano male gli stivali: cosi dicendo si mette ancora piu' comoda sul divano.
Allora penso: vuole che glieli levo e la massaggio... li sfioro, la guardo e mi siedo ma come allungo un po' di piu' le mani lei mi da un piccolo calcetto e mi sgrida: "non devi toccare niente... finchè non te lo dico io"
Mi sentivo eccitata, ma ancor più stordita... morivo dalla voglia di essere sua ma... lei mi stava respingendo ? cosa voleva ?
Passa qualche minuto cosi ed io mi rattristo: forse non ho capito niente... forse è un buco nell'acqua. Io ero in pigiama... forse l'ho delusa nel mio aspetto troppo semplice o forse troppo arrendevole... (confused)
lei rompe finalmente il silenzio: "Ti piacciono gli stivali " - e sorride - "allora distirati perterra che è il tuo posto per come sei vestita"
io mi distiro e lei si sposta sul divano ... si sposta a piccoli spostamenti, camminandomi leggermente sopra. Alla fine arriva con i piedi vicino al mio viso e mi dice qualcosa del genere "Apri la bocca e stai dritta" e cosi facendo mi mette in bocca il tacco degli stivali...
li per li non me l'aspettavo come approccio ed ho incominciato a succhiare... siamo andate avanti cosi una decina di minuti, alternando gli stivali, alternando il tacco alla punta.
Poi lei soddisfatta interrompe e mi dice "Devo andare un secondo al bagno"
al che le dico che è in fondo sulla destra e cosi mi rilasso... 10 minuti di pulitura di stivali è stancante :P
ma come si alza succede l'inaspettato di nuovo: con gli stivali mi sale sulle mani, bloccandomele a terra. Si apre i pantaloni ed io incomincio ad intuire... vuole farla li... al che le espongo le mie perplessità... non era qualcosa che avevamo previsto o pensato neanche lontanamente nel passato... era una cosa totalmente imprevista...
lei si siede praticamente sul mio petto e poi cerca di mettere la sua vagina attaccata alla mia bocca e mi sorride e dice "Non volevo fare nente, volevo solo vedere come reagivi... ma visto che hai dato evidente dimostrazione di NON volerti comportare da schiava... ora vai punita... te le sei cercate..." cosi facendo ha incominciato a strusciarsi sulla bocca, tenendo ferme le mani sia con i piedi che con le sue mani...
non mi sono mai sentita tanto posseduta e tanto umiliata da qualcuno...
mi sentivo davvero tutta sua.... tutta calda, aperta, indifesa e sottomessa... piacevole e spaventata allo stesso tempo. Poi mi dice "Apri bene la bocca ora" e spostandosi un po' in avanti si appoggia perfettamente alla bocca e fa cadere dentro giusto qualche goccia di pipì"
non so quello che mi è preso ma ho incominciato a SUPPLICARLA di depositare altro liquido in bocca... la desideravo come non ho mai desiderato nessuno: la mia bocca si è attaccata vogliosa come una ventosa e volevo aspirarla tutta dentro. Ho cercato di succhiare e di bere tutto quello che ho potuto: non è stata genrosa affatto, solo aqualche altra poca goccia e poi è venuta... l'ho sentita dalle constrazioni che ha avuto sulle mie labbra e da come mi teneva ferma la testa...
Anche dopo aver finito sentivo il mio corpo bruciare.... lei era soddisfatta della conquista e dell'umiliazione, io volevo essere ancora sua...
ma sua maestà oggi "non aveva tempo" era passata solo si sfuggita perchè aveva altri impegni... cosi ho dovuto ringraziarla e lasciarla andare.
Triste il compito della schiava, ma ogni tanto sembra debba toccare anche a me :)
Da quella posizione
non mi sarei mai levata... :P
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15 years ago
admin, 75
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Il parcheggio
Nel parcheggio solo un paio di macchine.. la strada è li..auto che sfrecciano veloci..quando arriva mi riconosce dal colore dell'auto, non so molto di lei e come sempre c'è un misto di eccitazione, imbarazzo, curiosità..parcheggia davanti alla mia auto e scende..alta, robusta, un viso delicato, un passo deciso ed elegante.
Appena entra in macchina noto i suoi occhi, scuri, lo sguardo malizioso, la scollatura generosa che invita i miei occhi e la mia mano..neanche pochi secondi e le fantasie si sciolgono sulle sue labbra, aperte ,calde, morbide..la mia mano sui capelli lunghi..sul volto, sul seno, si appoggia sullo schienale e allarga lievemente le cosce mentre la sua mano dal mio petto scende con delicata decisione giù, stringe tuttto quello che con vigore vuole uscire dai pantaloni..apre la cinta, mi sbottona con cura e stringe con forza il mio sesso, grande, duro, gonfio per lei..sento il limite delle sue autoreggenti e sfiorandola sempre di più non trovo le mutandine, la sento vogliosa, il mio dito entra a bagnarsi del suo piacere..le cosce sempre più aperte invitano a godere di lei e le mie dita si perdono nel suo ventre..la bocca si apre..la schiena inarcata per afferrare più possibile tutte le sensazioni che le regalo, per ascoltare tutte le parole che le dico, prende la mia mano con la sua e mi accompagna per un istante, si bagna e dopo gioca con suo dito sulle mie labbra..splendida..l'odore del sesso riempie la macchina..sento che stà per godere..la tocco con maggior vigore..è li..alza il bacino e la sento..adorabile femmina..godi..godi che sei eccitante..e la mia mano si inonda del suo piacere..caldo.. forte, intenso, mi baci mentre la tua mano ricomincia a muovere il mio sesso sempre più gonfio, spingi giù i miei pantaloni, ora è li, davanti a tuoi occhi vogliosi, ti chini con consumata maestria e lo inizi a leccare, lo succhi, scendi ovunque con la tua lingua curiosa, sposto i tuoi capelli, anche i miei occhi vogliono godere di te, mi dici che è grande, bello, vedo la tua bocca che lo prende e inizia a muoversi, sei brava, caldo e morbido fra le tue labbra, la mano mi accarezza e lo accompagna, le mie mani accompagnano la tua testa, non ti resisto piccola..sento il piacere che sale e mi piace dirtelo..mi eccita..la tua bocca che si riempie di me..tutta, tutta colma del mio succo caldo. Voglio baciarti..è stato splendido per me..davvero..adoro i pompini e sei stata davvero brava, spero anche tu sia stata bene, le macchine sono ancora li, ne vedo un paio di più..una è molto vicina a noi, chissà..forse avranno goduto del nostro piacere..e quando scendi resto con il sapore delle tue labbra, con il tuo odore sulle mie mani..e le macchine continuano a passare...
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Che emozione....
dopo tanti tentativi inutili....per colpa di coppie poco serie e/o poco convinte finalmente trovo una coppia che fa al caso mio....poche email chiare e scambio msn.....rapido contatto in cam dove mi vogliono vedere nudo ed "armato" e quindi l'ok all'incontro......tramite email qui su desy mi comunicano la data l'ora il luogo e concordiamo l'incontro.....arrivo a casa loro di mattina....entro in modo disinvolto sensa dare nell'occhio...ma ero emozionatissimo....mi offrono da bere ci sediamo a parlare e a fumare una sigaretta.....notano subito il mio imbarazzo essendo la mia prima volta ma sono stati prorpio bravi e gentili e parlando mi hanno fatto sciogliere un pò.....finita la sigaretta lei si alza dicendo di avere voglia e va dal marito....si china verso di lui ed inizia a baciarlo.......io da ditero ero immobile non sapevo cosa fare se aspettare un cenno o prendere l'iniziativa.....lei continua a coccolarlo.......gli sbottona i pantaloni e.......ad un certo punto si gira verso di me e mi fa cenno di andare li......
mi siedo anche io fianco a lui, imbarazzato piu che mai... si sposta tra le mie gambe ed inizia a baciarmi....avevo il cuore che andava a mille, lei era bella profumatissima e molto sensuale, baciava con dolcezza e passione mi sentivo perso catturato dalle sue labbra.........finalmente il mio sogno si avverava....!!!mi sbottona i pantaloni e lo prende delicatamente in bocca....fa tutto con molta calma e molta dolcezza e ogni tanto mi sorride.....meno male è riuscita a mettermi a mio agio....lui intanto si spoglia si stende sul tappeto e infila la sua testa sotto di lei....la iniza a leccare e a farla eccitare......si vede che la sitauazione le piace mi fa spogliare e mettere in piedi e continua a leccami e a baciarmi.....ora la dimidezza è andata via ed è sopragguinto il desiderio.....io ero eccitatissimo mi stava scoppiando un pompino così non lo ricevevo da tanto.....ad un certo punto si gira facendo la 69 con lui, ecco mi ritrovo spiazzato....(forse ho fatto la figura dell'imbranato) io non sapevo se dargli dentro o aspettare......mi guarda e mi fa un cenno con l'chhio.....ok mi avvicino gli faccio sentire la punta del mio pene e poi lo infilo dentro di lei......wow........
bellissimo il mio cuore stava impazzendo mi stavo eccitanto da morire tanto è vero che dopo 5 minuti sono già venuto.........:) nel frattempo che mi pulivo loro due continuarono a fare sesso, non appena pulito avevo di nuovo voglia e lui era già duro pronto a ricominciare......mi feci fare un altro pompino per indurirlo per bene mi stesi sul divano e lei sali sopra di me, godeva tantissimo le piaceva molto si vedeva che lo sentiva e le piaceva nel frattempo con la bocca teneva in caldo suo marito ad un certo punto lui gira dietro e fa una cosa che per me ha dell'icredibile.........vista solo nei film.........wow ero eccitatissimo......questa posizione d'uro poco le piaceva molto ma soffriva anche un pò....allora ci alternavamo un po col marito e andammo avanti quasi due ore facendo a cambio in tutte le posizioni, davanti dietro in bocca chissà quante volte venne lei, era bagnatissima ed eccitatissima,.....alla fine si vedeva che era stanca non ce la faceva più e con maestria di bocca ci fece venire entrambi.......mamma mia io sorridevo felicissimo di ciò che era successo e loro mi sembravano anche molto soddisfatti...una volta rivestiti prendemmo insieme un caffè....ormai non ero più agitato anzi mi sentivo a mio agio erano molto simpatici scambiammo quattro chiaccere con la promessa di rivederci....ovviamente mi fecero anche delle raccomandazioni in quanto avremmo potuto incontrarci per caso a cosenza o in giro gli dissi di stare tranquilli.....io non li conosco......:) me ne andai soddisfatto del mio primo incontro ed anche loro mi parvero contenti di come era andata, gli ha fatto piacere soprattutto la mia educazione e anche la mia prima timidezza.......meno male io avevo una fifa visto che non sapevo come comportarmi........:)
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15 years ago
radisch,
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Roma 3
Roma 3
dopo l’incontro in camera con Teresa e l’amico di colore, io e Daria ci siamo preparate , docciate e vestite per la serata con Franco.
Franco sarebbe passato a prenderci alle diciannove e aveva promesso una serata a sorpresa.
Alle diciannove in punto dalla reception chiamano in camera per avvertirci che il nostro amico era giù ad attenderci.
Ultimi ritocchi, una guardata allo specchio e ci avviamo all’ascensore. Daria ed io ci guardavamo con l’intensa curiosità di come si sarebbe svolta la serata. Arriviamo nell’atrio e troviamo Franco. Ci salutiamo e ci chiede di seguirlo in macchina ove aspettava un suo amico.
Presentazioni di rito e saliamo in auto. Noi due sedute dietro e loro due davanti. Guidava l’amico. Un giovane 30 enne, palestrato ma distinto. Io chiedo se andiamo a ristorante e dove. L’amico che guidava non risponde e Franco nemmeno. Daria ed io ci lanciamo uno sguardo. Si era creata un’aria misteriosa. Ero un po’ in tensione ma anche eccitata della situazione. Ci teniamo mano nella mano come due ragazzette.
La macchina si ferma in un vicoletto dalle parti di Trastevere. Franco ci indica una porticina, dove Daria ed io dovevamo entrare, dicendo che era un locale che vendeva abbigliamento particolare. Entrare a suo nome e i commessi già sapevano cosa servirci da indossare. Grande la curiosità. Scendiamo dalla macchina e andiamo.
Si trattava di una sorte di sexy shop ma di solo abbigliamento. Entriamo e ci facciamo riconoscere dal titolare. Insieme con lui c’era un commesso.
Ci accomodiamo in una saletta e dopo qualche minuto arriva il titolare e senza preamboli ci dice che per darci l’abbigliamento giusto doveva capire sino a che punto siamo persone “adatte”. Insomma lui ci avrebbe dovuto dare da indossare abiti adatti alla nostra personalità! E mentre parlava, in piedi lui e il commesso . e noi sedute, si sbottonano la patta dei pantaloni tirando fuori due enormi falli in attesa di nostre iniziative. Daria ed io ci siamo guardate e scambiate un’occhiata. Loro avevano immaginato che ci saremmo tuffate sui loro cazzi a spompinarli. Invece siamo rimaste sedute ed entrambe abbiamo aperto le cosce mostrandoci a loro, guardando i loro cazzi masturbandoci. La reazione non si è fatta attendere: si sono immediatamente induriti. Erano eccitati dalla nostra lasciva visione!
Continuavamo a stare a cosce aperte slinguandoci in bocca…e loro se lo menavano. Poi io mi sono alzata spogliandomi completamente e mi sono abbassata tra le cosce di Daria iniziando a leccarla. Daria si è rivolta al commesso dicendogli di prendere in bocca il cazzo del suo principale e farci vedere se era bravo. Il ragazzo non se l’e’ fatto ripetere, si è inginocchiato ed ha iniziato a succhiarlo. La vista di quel pompino ci ha mandato in visibilio. Erano due porci. Almeno quanto noi!
A quel punto ho chiamato Paolo, il commesso che succhiava, e gli ho chiesto di inginocchiarsi tra le cosce di Daria. Ubbidiente si è staccato dall’uccello che leccava per dedicarsi alla fica di Daria. Io invece ho continuato il lavoretto che lui aveva appena smesso. Era davvero grosso e a stento riuscivo a tenerlo tutto in bocca! Intanto guardavo il culo di Paolo mentre leccava la Daria. Non ho resistito a vederlo inchiappettato da quell’enorme fallo che stavo ciucciando. L’ho afferrato per mano(il cazzo) e mi sono avvicinato al culo di Paolo. E senza tanti complimenti l’ha ficcato senza alcun preliminare facendolo urlare di dolore! Io non contenta, li ho fatti riposizionare in modo che Paolo mentre lo prendeva dietro doveva scopare Daria.
Un quadretto molto eccitante. Io guardavo e mi masturbavo. Poi mi sono distesa a fianco a Daria con le cosce completamente divaricate nell’attesa che quell’enorme cazzo me lo schiaffasse dentro la fica.
La scena è finita con le nostre fiche riempite di tanto liquido caldo!
Dopo esserci ripresi tutti, con aria professionale il titolare si è soffermato a pensare. Pensava come doveva abbigliarci alla luce della prova che avevamo dato!
Ci manda via completamente nude, con sopra un camicione di colore rosso a spacco e con chiusura di soli tre bottoni. L’aggiunta di una cintura di stoffa dava un minimo di parvenza di vestito completo. Era un abito, si fa per dire, sempre e subito pronto all’uso.
Ci siamo salutati e avviati alla macchina ove attendeva Franco e il suo amico-autista.
..continua....
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 18 hours ago -
Semplice a prima vista
Grazie al mio lavoro che mi porta sempre in giro per la ns. regione ho conosciuto la moglie di un mio cliente.
Iprimi approcci molto simpatica dolce come dire semplice ma c'è qualcosa che non mi convince...........
Incontro sempre lei quando arrivo nel suo ufficio e non mi lascia andare a fare il mio dovere di lavoratore........sempre che deve parlare con me allora cerco di stuzzicarla fino a quando eccoci.................." Ma io sono molto discreto nelle mie cose " le dico.........
mmmmmmmmmmrisponde lei proprio quello che immagginavo ma non dicevo risponde.
Vieni giu' in cantina ti devo far vedere un problema che ho riscontrato e subito giu'.
Non pensavo che cosi' semplice ma calda calda che piu' non posso
appena la tiro verso di me e la bacio sul collo .mmmmmmmmm aaaaaa e che è' ci sono i dipendenti che potrebbero vederci non posso mi dice......volere e potere rispondo e la chiudo nel locale caldaia 50° la piego a pecora e con un po' di tensione ma con il cazzo in tiro la scopo a pecora a far male ............come nei film forte a sbattere e lei porca si tocca nello stesso tempo
SIIII come piace a me porca e discreta toccati le dico toccati e godi voglio sentirti che godi ...fino a quando sto' per venire e penso adesso me lo succhia come piace a me ......invece no.era un sogno questo ultimo desiderio e solo rimandato mi risponde alla prossima scopata.
FANTASTICA
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15 years ago
tramone, 34
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Gola profonda già a diciotto anni
Molte donne pensano al sesso orale come qualcosa di sporco, qualcosa d’innaturale, non confacente alle signore perbene.
Invece così non è… Proprio tra le signore definite dalla società “perbene” è pratica molto diffusa.
Il mio primo pompino l’ho tirato molti anni fa a mio cugino, allora avevo diciotto anni e non conoscevo ancora mio marito.
Ricordo bene quella prima esperienza, era un pomeriggio d’estate, Stefano tre anni più grande di me, trascorreva le sue vacanze estive da noi in Sicilia.
Lui è il classico tipo piacione che non si sa quando parla seriamente, infatti era solito formulare le sue richieste con senso d’ironia ed io che ero attratta, come tutte le ragazze dai loro cugini, non esitai molto ad accontentarlo.
Decidemmo, così, di appartarci nella soffitta di casa, mentre tutti gli altri membri della nostra famiglia erano a riposo pomeridiano, ricordo che Stefano si calò il costume da bagno e mi presentò il suo attrezzo, era enorme e mi chiese, quasi sospirando, di baciarglielo… Io iniziai con delicatezza a farlo, accarezzandogli anche i testicoli.
Ad un tratto mi afferrò la testa con le sue mani e mi piazzò il suo uccello in bocca chiedendomi di succhiarglielo, ricordo che non durò molto, mi sentii subito la bocca piena ed il suo seme bollente scorrere giù tra le mie labbra.
Da quella prima volta, di tiramisù ne ho fatti tanti e non solo a mio cugino Stefano il quale è stato maestro ma, la mia bocca ha assaporato e fatto godere “spero” tanti uomini.
Anche mio marito, adora farsi succhiare l’uccello, spesso me lo chiede nei momenti più impensabili della giornata, ed io lo accontento sempre.
La situazione più bizzarra mi è capitata mentre ero seduta sulla tazza del gabinetto.
Ricordo che lui, quella mattina, mi seguì in bagno e non appena mi posizionai sulla tazza per fare pipì si piazzò davanti al viso e mi offrì il suo gioiello.
Iniziai a leccarglielo appoggiando le mie labbra sul suo cazzo già gonfio bagnandolo con la saliva, sentivo che Michele iniziava a mandare gemiti di piacere, decisi di affondarlo tutto nella bocca, quasi a voler toccare l’ugola con la sua cappella, sentivo il suo cazzo palpitare ritmicamente mentre le mie gambe si aprivano sempre di più sulla tazza del gabinetto.
Con una mano iniziai a toccarmi la figa ancora seduta sul cesso, bagnata di pipì e sentivo Michele che mi incitava...
Michele tirò fuori il suo cazzo dalla mia bocca e mi venne copioso in faccia, anche io raggiunsi contemporaneamente l’orgasmo infilandomi le quattro dita della mano nella figa ormai dilatata di piacere.
La cosa più bella per me fu quando Michele, dopo avermi inondata tutta la faccia della sua sborra, prese la mia mano ancora umida dei miei piaceri e la leccò infilandosi le quattro dita nella sua bocca per assaporare gli umori della mia vagina, in quell’istante mi sentii veramente la sua Donna in tutto e per tutto.
© Cornelius 68
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15 years ago
admin, 75
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Cuckold: un metodo per convincere la moglie
Da gran “cornuto” quale sono, ho deciso di pubblicare questo racconto per narrare come ho persuaso mia moglie a farmi diventare Cuckold.
Spesso mi è capitato di chattare con amici della rete e quasi tutti manifestavano il desiderio di vedere la propria donna alle prese con un altro uomo, ma come si dice: tra il dire ed il fare c’è in mezzo il mare!
Questo racconto pertanto è il frutto della mia personale esperienza maturata negli anni grazie allo scambio continuo di opinioni , di mail e di tanta ponderazione.
Ho iniziato a "testare" mia moglie con le comuni fantasie da letto, proprio come fanno tutte le coppie normali del mondo.
Durante i nostri consueti rapporti sessuali, in modo particolare quando la prendevo da dietro, gli sussurravo nell’orecchio che uno sconosciuto la stava scopando e notavo in lei un certo appagamento.
Quando ho realizzato che mia moglie a letto si compiaceva di essere goduta da un altro uomo o iniziato a pormi il problema di come concretizzare quelle che erano delle semplici “fantasie da letto” e come palesargli il mio reale desiderio: vederla veramente alle prese con un altro.
Ho iniziato quindi a meditare e a ricercare suggerimenti in rete fino a quando ho conosciuto un caro amico il quale mi ha rivelato tramite mail il seguente metodo.
Una mattina di un giorno festivo mi svegliai eccitato e la cercai nel lettone matrimoniale per fare sesso sfrenato, gli dissi che avevo fatto un sogno eccitantissimo.
Lei mi chiese di raccontargli cosa avevo sognato ed io fingendo di vergognarmi gli dissi che temevo che mi giudicasse male.
Durante l’arco della giornata l’ho ricercata spesso manifestandole attenzioni con carezze, baci sul collo e abbracci, tanto da farla intrigare al punto di fargli dire: “ma quel sogno sta facendo miracoli?”.
La sera ritornati a letto gli presi la mano e la posai sul mio uccello, Lei notò che era tirato al massimo e iniziò a segarmi con dolcezza esortandomi a raccontargli il sogno.
Con finto imbarazzo la invitai a continuare ad accarezzarmi l’uccello e a non giudicarmi male;
Le dissi che avevo sognato di passare a prenderla dal suo lavoro e mentre arrivavo in piazzetta dov’è ubicato l’ufficio la vidi uscire in tutta fretta per salire in un auto.
Ad attenderla c’era Mario, un suo amico di vecchia data e non feci in tempo a chiamarla e quindi insospettito decisi di seguirli.
Le dissi che li vidi appartarsi in una zona fuori mano della nostra città dove spesso si ritrovano le coppiette per rubare momenti d’intimità e che incuriosito dal fatto mi avvicinai adocchiando lei sopra di lui che lo cavalcava.
Lei conoscendo il mio carattere e chiaramente eccitata da quel “sogno” mi disse: “e tu geloso come sei, invece d’ infuriarti ti sei fermato a guardare? “.
Le dissi che quella scena mi aveva si procurato una folle gelosia, ma anche una forte eccitazione vederla scopare con Mario.
Continuai il racconto dicendogli con tono vergognoso di essermi anche masturbato e che al solo ricordo di quel sogno (lei aveva il mio cazzo durissimo in mano) si rinnovava l’eccitazione.
Lei mi ascoltò senza proferire parola, si sfilò pigiama e mutande e salì sopra di me infilandosi il mio cazzo dentro la figa simulando la scena del sogno”.
Mentre mi cavalcava la invitai a chiudere gli occhi e immaginare Mario che la scopava davanti a me… mise la mano sulla mia bocca per zittirmi e proruppe in un eloquente orgasmo che la fece strepitare di piacere non prima di averle riversato una copiosa sborrata nella sua fica ormai inzuppata di umori.
Finito l’amplesso gli parlai dell’ amore che nutro per lei, pregandola di comprende questo mio stato d’animo, di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio senza che mi giudicasse male e che con il mio benestare non sarebbe stato poi tanto pericoloso e amorale come erroneamente si crede.
Le dissi: ti ammiro a tal punto che mi esalta sapere non che qualcun altro ti possa avere, ma che tu sei così “ape regina” da poter possedere e desiderare liberamente altri maschi per regalarmi delle forti emozioni come questa del sogno.
In seguito abbiamo avuto solo due belle esperienze, siamo però consapevoli che il troppo stroppia e che tutto va vissuto con intelligenza e la massima partecipazione di coppia.
Auguri!
© Cornelius68
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15 years ago
admin, 75
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Ho pagato il mio debito
Ho pagato il mio debito
Chiudo la porta dietro di me, mi appoggio al muro dell’ingresso, sono sfinita, esausta, m’incammino verso il bagno, mi strappo i vestiti di dosso come se stessero bruciano. Ho dolore dappertutto, la gola mi fa male, dalla fica e dal culo mi continua a colare sborra lungo le cosce, le calze si sono attaccate alle gambe con la sborra. Raggiungo il bagno, entro e strappo un piccolo pezzo di carta, un’assegno, lo faccio in mille pezzi con rabbia, con furore lo getto dentro il water, scarico l’acqua fino a che l’ultimo pezzettino di carta non sparisce. Entro nella doccia, e apro l’acqua. Il getto freddo all’inizio è come una frustata sul mio corpo, mi siedo sul piatto doccia raccolgo le gambe fino al seno, le abbraccio e appoggio la testa sulle ginocchia, scoppio in un pianto di rabbia. Le lacrime si mescolano all’acqua, e sembra portino via la tensione accumulata in questi ultimi giorni. Poi mi alzo, prendo il doccia schiuma, e mi lavo accuratamente ogni parte del corpo, mi passo e ripasso ogni centimetro della pelle, quasi a volerla staccare dal mio corpo. ogni volta che tocco la fica o il culo il dolore mi rammenta che ho passato una notte durissima, i seni sono così arrossati che sembrano due pomodori maturi, i capezzoli sono indolenziti, mi fanno male, sono stati toccati, strizzati , morsi. Mi lavo anche i capelli, passo più volte fino a che non sono sicura che siano puliti, e apro la bocca, lascio che l’acqua entri, e sputo, voglio togliermi tutto lo schifo che mi sento addosso. Esco, mi asciugo e prendo uno specchio tondo con la luce che ingrandisce, lo metto sul pavimento e apro le gambe, guardo la fica, è arrossata, aperta, ancora dilatata, tumefatta con delle abrasioni, mi piego di più e guardo il buco del culo, è rosso come quello di una bertuccia, guardo bene, non ci sono lacerazioni, è ancora dilatato, prendo, dal mobile un tubetto di crema, quella che uso per le mani arrossate e me la spalmo delicatamente, l’effetto mi da sollievo. Vado in camera, indosso solo una semplice mutandina, entro dentro il letto. I capelli bagnati mi danno un brivido, vorrei dormire, ma se ho lavato il corpo, la mia mente è ancora sporca di tutta questa schifosa faccenda. Tutto è cominciato tre settimane fa, io ho trentotto anni, sposata da diciassette sono una donna assolutamente normale, una che non fa girare gli uomini quando passa, alta 1,75, capelli castani , ho una terza di seno, un poco pancia e fianchi che a me sembrano troppo larghi, e un culo un poco eccessivo, vesto sobrio, per nulla vistoso o sexy. Io e mio marito siamo la classica coppia come ce ne sono tante. Lavoro e casa, la domenica le solite amicizie, l’estate ferie sempre nello stesso posto con i soliti amici. Abbiamo un figlio di sedici anni, e cinque anni fa abbiamo fatto la pazzia di comperare una villetta a schiera, che oggi ci mangia con il mutuo tutto lo stipendio di mio marito, operaio metalmeccanico. Io lavoro in un grande gruppo di distribuzione alimentare, e abitiamo in un paesetto vicino a una grossa città. Il posto col tempo è cresciuto, ci hanno costruito molto e un tipo lungimirante vi ha realizzato un grosso centro commerciale. La mia azienda non si è lasciata sfuggire l’occasione di realizzare un ipermercato all’interno di questo nuovo complesso trasferendo il piccolo negozio dove io lavoravo al centro del paese. Tutto questo per me ha significato due cose, aumento di grado,e relativo stipendio, ma anche maggior responsabilità. Trasferire un negozio e aprirlo in un grande centro ha comportato anche che dalla sede centrale inviassero una persona più esperta a darmi una mano, così ho conosciuto Flavia. Lei ha trentacinque anni, è decisamente una che non passa inosservata, e fa di tutto perche questo non accada. Non è sposata, e si gode veramente la vita. Mi è rimasta subito simpatica, allegra sempre pronta alla battuta, abbiamo legato subito. Circa due settimane fa, quando era quasi tutto pronto per l’inaugurazione la ditta ci convoca alla sede centrale a me, a lei a altre impiegate promosse di grado per una due giorni di aggiornamenti di contabilità, e nuove leggi del mercato e altro. Il giovedì mattina si parte,assieme a noi vengono via anche due ragazze che lavorano in un negozio posto al centro della grande città, Gina e Clara, sono più giovani. Gina è sposata da tre anni, e l’altra è fidanzata in procinto di sposarsi. Raggiungiamo la sede centrale che dista circa tre ore di macchina da noi e dopo esserci sistemate nell’albergo già prenotato per noi, dove io e lei dividiamo la camera, ci immergiamo in una noiosissima assemblea dedicata all’argomento. Appena dopo cena, si scatena un violento temporale, “ ragazze, credo che per questa sera ci tocca andare a dormire, niente caccia”, scherza Clara, “ e se giocassimo a carte, Flavia dice che sai giocare a poker”, si, in effetti l’estate al mare io e le mie amiche giochiamo a poker, e chi perde paga il gelato per tutti, quindi accetto tanto per passare una serata diversa. Trovate le carte ci chiudiamo in camera e si comincia. Non disponendo di soldi liquidi si decide di giocare con dei pagherò, dove ognuna di noi scrive l’importo della puntata. La prima ora ci divertiamo i punti non escono esagerati e io sto vincendo circa trecento euro, poi la mano maledetta. Clara fa carte, mi entra in poker di re, Flavia ha l’apertura, punta alto, 500 per giocare, io guardo le mie carte, decido che si può rischiare. Cambio una carta per non dichiararmi servita, Flavia pure, Clara due e Gina una. Flavia rilancia, “ per vedere le mie carte ci vogliono 1000 euro” , Gina alza il tiro, 1500, io mi sento forte, anche se non dispongo della cifra sono sicura di vincere, 2000,Clara mi guarda e aggiunge “ siete delle fifone, 3000”, Flavia ride, 4000, Gina rimane in silenzio, riflette, poi tira 5000, io mi sento attanagliare lo stomaco, non ho quella cifra, ma un poker di re non è certo un punto che ti capita spesso in una serata, poi se lascio ormai avrei perduto i 2000, vedo, e metto la differenza, Clara vede, e pure lei aggiunge il denaro, vede anche Flavia. Gina scopre le carte, poker di 10, ha un buon punto, mi manca il respiro scopro le mie, poker di re, Clara sbianca, “ cazzo, ho un poker di donne,” e dice addio ai suoi soldi, io sto per prendere il piatto ma Flavia ci gela tutte “ quattro assi “Il silenzio cala di colpo, tutte siamo consapevoli che abbiamo esagerato, poi Gina dice “ è ora di andare a letto, ti faccio un assegno, ma mi devi aspettare qualche giorno.” Non c’è problema, anzi non mettere la data, ti lascio fino a fine mese”, risponde Flavia, tutte gli scriviamo l’assegno senza data, poi si va a letto. Sono sconvolta, mancano venti giorni alla fine del mese, ma dove li trovo i soldi, non posso certo dire a mio, marito che mi sono giocata una simile cifra, non posso prendere un altro prestito, abbiamo già il mutuo che ci succhia tutti i soldi, sono furiosa con me, sono una stupida, ma non trovo una soluzione. Il giorno dopo finito tutto torniamo a casa, lei durante il viaggio mi dice, “ dai che di tempo ne hai, e se poi ti mancano dei soldi ci si accomoda”. Riprendo a lavorare, passa una settimana e lei la vedo poco. Mi arrovello il cervello alla ricerca di una soluzione che non trovo, poi arriva il sabato dell’inaugurazione del centro commerciale, tutto il giorno lavoriamo insieme a risolvere mille problemi, e verso sera, lei mi dice. “ io me ne vado, tanto ora è tutto a posto, ma prima voglio dirti una cosa, vieni con me.” Usciamo dal negozio, e andiamo verso li parcheggio dove sono le nostre macchine, si avvicina alla sua che è adiacente alla mia, un tipo alto molto muscoloso si avvicina, e lei lo invita ad venire verso di noi, “ ti presento Stefano, lei è Anna,e fatte le presentazioni lei continua, “ sai io ho un debito con lui, e quindi gli ho dato il tuo assegno, ora io e lui siamo pari, ma tu ora hai un debito con lui.” Detto questo si gira e sale in macchina e se ne va. Lui mi guarda, si avvicina e mi dice” Flavia dice che paghi, e spero che sia vero, quindi entro sabato prossimo voglio i miei soldi”,” ma che dici, sabato, lei ha detto fino alla fine del mese”…. “ lei, ma io no, sabato, oppure ogni giorno che passa ti addebito 100 euro di interessi.”Si gira e se ne va. Resto lì gelata, sono senza fiato, dove li trovo in sette giorni 5000 euro? Torno a casa sconvolta, mio marito lo nota, ma prendo la scusa del lavoro, e me ne vado a letto. Passo il giorno dopo da cani, lavoro anche se è domenica, e alla sera quando esco improvvisamente me lo trovo davanti, mi schiaccia il corpo con il suo contro la macchina mia, sento chiaramente il suo cazzo duro colpire il monte di venere,mi procura un brivido di piacere, “ allora li hai trovati i soldi?”, mi chiede con un tono duro, sono spaventata da morire, e nello stesso tempo sento un languore , la mia fica si contrae al contatto con lui. “ Si ho i soldi, te li do sabato “, lui mi guarda con ironia e se ne va. Entro in macchina sconvolta, sono nei guai fino al collo e la mia fica reagisce eccitandosi al contatto del cazzo di lui!, devo essere diventata matta. Il giorno successivo, quando esco faccio in maniera di non essere sola, mi guardo in giro e non vedo nessuno. La sera dopo esco, e quando sono arrivata alla vettura mi sento spingere da dietro contro la fiancata della macchina, un cazzo durissimo si incastra fra le mie chiappe, “ ti piace fare la furba, vero?, guarda che se non mi paghi per te sono cazzi amari”, mi dice questo, e io resto ferma, sento quel palo dietro il culo e mi bagno sotto.” Ti ho detto che ti pago, ora lasciami in pace”, ma dentro di me vorrei che non si staccasse, invece se ne va. Sempre più demoralizzata torno a casa, mio marito mi osserva, ma non fa domande, e quando viene a letto io faccio finta di dormire, lui vuole scopare, ma io non mi sento nelle giuste condizioni, resto girata volgendogli le spalle, e lui mi tocca il culo, mi appoggia il cazzo fra le chiappe, io mi eccito al ricordo dell’altro, mi bagno, lui insinua una mano fra le mie cosce, scosta le mutandine e infila il cazzo dentro di me da dietro. Sento il palo entrare, vorrei godere, tanto per scaricare la tensione, e quando sto per riuscirci lui aumenta di colpo e se ne viene dentro di me. Sento gli schizzi riempirmi la fica, non sono venuta,e questo mi rende ancora più depressa, almeno avessi fatto una scopata, invece va male anche questo. Il giorno dopo parcheggio di lato al centro, e così la sera per andare a prenderla devo percorrere il porticato dove c’è sempre gente, ma arrivata all’angolo dove l’edificio fa una L, mi prende improvvisamente per un braccio, mi schiaccia contro il muro e sento di nuovo il suo cazzo fra le chiappe, “ sei sicura che hai i soldi?” io giro la testa, lo guardo e mentre continua schiacciarmi contro la parete e a farmi sentire il cazzo al culo lo guardo, sono al massimo della tensione, “no, non ho i tuoi maledetti soldi!”, esclamo tutta d’un fiato, e subito aggiungo” non ho il becco di un quattrino, e non so come pagarti , sei contento?”. Lo sento schiacciarmi di più contro il muro, sento il suo palo perfettamente contro le mie chiappe, resta in silenzio e poi mi lascia di colpo, mi guarda e dice “ vedremo, se non paghi ,” e se ne va. Resto appoggiata la muro, sono sconvolta dalla reazione del mio corpo al contatto con il suo, e dentro mi sento sollevata, avergli detto che non posso pagarlo mi da un momentaneo senso di pace. La sera dopo si presenta puntuale, ma non mi sfiora nemmeno con un dito, e mi dice” se domani mi dai i soldi bene, altrimenti sabato sera la passi con me, e sicuramente pagherai il tuo debito, pensaci, domani voglio o i soldi o la tua disponibilità.“ gira i tacchi e se ne va. Resto delusa , mi stupisco del fatto che avrei voluto ancora un contatto con il suo corpo, lo guardo allontanarsi, ha un bel fisico, massiccio, ma non grasso, probabilmente palestrato, e poi mi dico che dovessi scopare per pagare il debito non sarebbe poi un gran sacrificio, lui mi piace. In fondo non sarebbe proprio la prima volta, già in passato ho barattato la mia fica in cambio di un favore. È stato tanti anni fa, non ero ancora sposata, ma già fidanzata con quello che sarebbe poi diventato mio marito, appena diplomata non trovavo lavoro, quando mio zio paterno mi parlò di un noto avvocato che aveva lo studio in città, “è un tipo introdotto in tanti ambienti, conosce mezza città e l’altra metà gli deve dei favori, vedrai che lui ti aiuta, lo ha fatto per tua cugina”, mi dice lo zio e mi da il numero di telefono. Chiamo, mi parla con voce calma e mi dice di passare da lui la sera dopo, verso le sei. Arrivo allo studio, lui mi apre, è cordiale, mi fa accomodare nel suo ufficio, un posto con una grossa scrivania, e una libreria contanti volumi, e davanti a da essa un grande divano di pelle nera e , non c’è più nessuno a quell’ora, solo io e lui. Mi chiede un sacco di cose, titolo, di studio, se sono fidanzata, e che tipo di lavoro vorrei, e quanta voglia ho di avere un posto. Rispondo a tutte le sue domande, lui non si è seduto dietro la scrivania, ma si è appoggiato alla scrivania, e mi guarda, poi si alza, mi viene vicino, io sono in piedi davanti a lui, mi accarezza il viso, “ certo, per un buon posta bisogna essere disposte a qualche sacrificio, “ la sua mano passa dalla guancia verso la bocca, mi appoggia il pollice alle labbra, quasi a volerlo mettere dentro la bocca, e io che ho capito di che parla schiudo le labbra, il dito entra dentro la mia bocca, lo accolgo andando a toccarlo con la lingua, e lui “ bene, vedo che ci comprendiamo, “ e detto questo toglie il dito dalla bocca e mi invita ad abbassarmi, capisco, io voglio il lavoro, e non mi frega nulla del prezzo da pagare, mi abbasso davanti a lui gli apro i pantaloni e un bel cazzo guizza fuori già duro, lo infilo di colpo in bocca, lo succhio con vigore , lo masturbo con la mano, e lui “ siiiiiii … brava …… succhia bene ….. daiiiiiii …. mi mette una mano sul capo. Lo sento gonfiarsi, per la buona esperienza che mi sono fatta con il mio fidanzato capisco che lì a poco lui sborrerà, mi preparo e …. Siiiiiiiiii ….. daiiiiii ….. beviiiiiiiiiiiiiiii …. un getto caldo colpisce con forza il mio palato, ingoio velocemente e subito mi schizza di nuovo in bocca, …..beviiiii …. beviiiiii … bravissimaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!! … e alla fine lui si calma, mi toglie il cazzo dalla bocca e aggiunge ….. “ bene, bene, sei proprio brava, vedrai che bel lavoro che ti trovo, chiamami mercoledì prossimo, ora vai “, esco, sento ancora il sapore della sborra in bocca, sputo, mi sento sporca, ma voglio il lavoro. Il mercoledì lo chiamo, mi dice di andare da lui il giorno dopo sempre verso le sei, puntuale mi presento allo studio, lui mi fa accomodare di nuovo nell’ufficio, entro e ci trovo un signore alto, sulla quarantina, e lui mi dice “ questo signore ha il contratto di assunzione per un gruppo famoso a cui serve una brava segretaria per il negozio lì al tuo paese, se firmi sei assunta “, l’altro apre una valigetta e tira fuori un contratto, lo guardo e lo firmo. Lui mi porge una copia e mette dentro l’altra, poi si avvicina, mi accarezza il viso, sento l’avvocato dietro che mi appoggia il cazzo al culo, resto ferma, è ora di pagare, e i due incominciano a spogliarmi, mi toccano dappertutto, le mani fra le gambe mi mandano via di testa, mi eccito, e mi ritrovo velocemente nuda. Mi avvicinano al grosso divano, mi fanno distendere, e mentre uno mi lecca la fica l’altro mi porge il cazzo da succhiare, …… daiiii da brava succhia……. siiiiiiii … cosììììì … a che brava bocchinaraaaaa … e mi infila il palo in gola, mi destreggio un poco e riesco a succhiarlo bene, sento una mano aprirmi la fica, mi mette due dita dentro, mi masturba, e contemporaneamente mi infila un dito in culo, godo,…….. hmhmhmmmuuhmmu…. un gemito mi esce dalla bocca piena del cazzo dell’avvocato, che subito dopo si porta davanti e mi infila di colpo. …… siiiiiii …. piccolaaa … tieniiiiii … sentilo dentro…… e incomincia un va e vieni veloce, intanto l’altro si presenta davanti alle mie labbra con un cazzo decisamente più grande, sia in circonferenza che lunghezza, ……. succhia ….. daiiiiiii …. cosììììì …. bene, l’avocato mi pompa con forza, e lo sento che sta per venire, infatti lì a poco getti di calda sborra mi riempono la fica …. Siiiiiiiiiiii ……. tienniiiiiiiiiiii … sborroooooo…… intanto l’altro è uscito dalla mia bocca e mi fa rigirare in ginocchio sul divano, lo sento appoggiare il cazzo alle labbra bagnate della fica e entrare in un solo colpo ….. tieni …. piccola ….. troiettaaaaaaaa ….e io mi sento aprire la fica e dato che mi sono eccitata tanto gli vado incontro spingendo il corpo indietro … siiiiiii … cosììììì …… bene, commenta la cosa lui, …. questa cagnetta lo vuole proprio tutto dentro, e mi pompa con colpi forti tenendomi ben stretta per i fianchi , io godo …. Siiiiiiiiiiiiii …. cossssssssììììì … vengooo … vengooooo!!!!! oraaaaummummmm!!!!! urlo e subito dopo mi ritrovo il cazzo dell’avvocato ancora turgido infilato tutto in bocca … dai ……. succhia, fallo tornare duro che ti voglio inculare…. E io lo pompo con forza a tal punto che quando è quasi pronto sento l’altro aumentare il ritmo … eccomiiii … siiii …. sboroooooo … e mi inonda la fica di sborra. Solo il tempo di sfilarsi da dentro la fica che l’avvocato si siede sul divano e mi invita a girarmi, mi siedo sul suo cazzo che scivola dentro la fica, lui lo lascia un momento poi lo estrae gocciolante e lo punta deciso al culo. Io non è che fossi vergine, ma non è che lo usavo molto, e lo sento infilarsi dentro le viscere … pianoooooo … hahahhhiiii ….. pianooooo… ma lui incurante delle mie proteste spinge tutto il cazzo dentro…… a che bel culo stretto!!!! … siiiii dai che te lo spacchiamnooooo … intanto l’altro si è presentato con il cazzo ancora duro alla mia bocca, ….. puliscilo e fallo tornare ancora più duro …. esordisce infilandomi il palo in gola, io succhio, e poco dopo quando lui è soddisfatto del risultato mi solleva le gambe, io capisco cosa vuole ….. no … no… ti pregooooo noooo….. ma a nulla servono le mie proteste, un seconda dopo mi ritrovo il cazzo per metà dentro la fica, mi sbattono con forza, e io godo, sento un piacere mai provato sconvolgere la mia mente a tal punto che mi ritrovo ad incitarli ….. siiiiiiii …… daiiiiiiii …. cosììììì … vengoooo ….. VENGOOOOOOO!!!!!!!! … urlo e loro mi pompano di più. Poi il tizio davanti dice di cambiare, sono sconvolta dall’orgasmo e realizzo solo dopo la nuova idea, esattamente quando mi sento il cazzo dell’altro aprirmi le chiappe…. siiii troietta… ti sfondoooo il culo … e se ne entra brutalmente dentro. Mi pompa mentre l’avvocato si posiziona davanti e me lo pianta di nuovo dentro la fica , mi sento sconvolgere da un’ orgasmo travolgente, urlo senza ritegno …. vengo …. vengooooo … VENGGOOOOO …..uuumummmhmhmhmm …. Siiiiiii ….. godooooooo e contemporaneamente entrambi mi scaricano dentro il succo dei loro coglioni ….. tienniiii … troiaaaaaaaa ……. ti riempooooo ….. sborrroooo … e getti caldi mi lubrificano il culo e la fica. Dopo di allora non ho mai più fatto nulla, e da quel giorno sono diventata una moglie modello, e ora mi trovo a dover barattare il mio corpo di nuovo. Entro in macchina e durante il tragitto cerco una scusa per uscire sabato, ma non la trovo. La sera dopo lui ripassa, abbassa il finestrino della macchina e mi chiede : “allora che decisione hai preso, paghi?”, lo guardo e faccio di non col capo, lui aggiunge” allora domani sera ti aspetto alle venti a quell’area di sosta prima dello svincolo della tangenziale che va verso il lago”. “no, è troppo presto, non vedi a che ora esco, facciamo alle venti e trenta,” “ok” , e se ne va. Vado verso casa, devo trovare una scusa per uscire domani sera, e quando rientro trovo mio marito e mio figlio che stanno facendo i bagagli, per un attimo mi prende il panico, “ ma che ….. “ lui mi guarda e dice “ che, non ti ricordi che ti ho detto che andiamo da mia sorella a Monza per vedere il gran premio e torniamo domenica sera”, io lo guardo, ricordo che me lo aveva detto, ma io presa dai miei problemi non me ne ero ricordata, lo bacio, gli chiedo scusa, do la colpa al troppo lavoro, e circa due ore dopo partono. La sera dopo alle sette esco, mi porto a casa, doccia veloce e mi vesto, indosso solo un paio di mutandine con pizzo, calze autoreggenti, una gonna portafoglio nera , comoda da togliere, una camicetta bianca, niente reggiseno, non serve, piccoli stivali, e un’impermeabile per coprire tutto. Poco dopo le venti raggiungo il posto dell’appuntamento, lui è lì, mi aspetta, salgo sulla sua macchina, lui non dice nulla, appena un’occhiata e via. Guida veloce, andiamo verso il lago,e quando usciamo dal raccordo lui prende una strada in collina, e poco dopo con un telecomando apre un cancello di un casale, noto nel parcheggio diverse vetture, mi guardo intorno, mi aspettavo una cena a due, mi comincio a sentire dentro una certa inquietudine. Scendiamo, mi prende per un braccio e mi porta dentro, la porta si apre, un tipo basso, con una faccia da porco ci viene incontro,” a bene, è lei?, bene vieni siamo tutti”, e mi spingono dentro un salone dove ci sono molti uomini tutti raccolti a cerchio intorno a non so cosa, ma alla mia venuta il cerchio si apre e mi lasciano entrare nel mezzo. Il silenzio regna sovrano, sedute su di un grosso divano ci sono Gina e Clara, mentre più in la Flavia siede in silenzio su di una poltrona, io sono basita, non trovo le parole dentro di me per spiegare cosa sta succedendo, stento a capire. Il tipo che ci ha accolti esordisce,” bene visto che siamo tutti direi di cominciare, da Stefano comincia tu “, lui si alza in piedi e dice “ signori, osservate bene , direi che ha un bell’aspetto, e dovrebbe essere poco usata, ha con me un debito di 5000, ho deciso che le sue quote saranno da 1000”,e nel dire questo mi porta la centro del gruppo, mi esibisce come una vacca al mercato, mi sento male, un vuoto attanaglia il mio stomaco, guardo Flavia con disprezzo. Un tipo con la barba si alza e mostro delle banconote , poi altri tre,e in fine un tipo magro alza il braccio e dice che pure lui ci sta. A questo punto lui si volta verso il gruppo e dice di andare, mi spingono dentro un piccolo corridoio, e mentre mi fanno entrare dentro una camera vedo Gina in piedi offerta. Appena entro mi prende la paura, ma Stefano mi si avvicina, “ ascoltami bene, tu hai un debito con me , che non sei in grado di pagarmi, quindi io l’ho diviso, ora tu hai un debito più piccolo con ognuno di noi, se fai tutto quello che ti chiederemo avrai pagato, ma se ti rifiuti qualunque cosa io non ti restituisco questo” e mi mostra il maledetto assegno. Mi guardo intorno, sono in sei, tanti cazzo!, ma non credo di avere tante alternative, e poi sono uomini, quanto mai vorranno scopare …. Guardo lui che mi si avvicina, e subito dopo mi sussurra “ rilassati, e alla fine ti diverti anche tu”. Mani veloci mi spogliano, mi toccano, mi sto eccitando, mi distendono sul letto cerco di rilassarmi, uno si posiziona davanti alla mia fica e comincia ma leccarla, mi scaldo, sento il mio corpo disposto a godere, lo voglio ….. un grosso cazzo mi si posiziona in bocca, alzo lo sguardo è Stefano, mi piace, è grosso come me lo ero immaginato, intanto sto per godere … mhmumhmmumhmumhmumm …… un lungo gemito mi fa scaricare il primo dei miei orgasmi, la tensione svanisce, ora voglio godere, non penso più a nulla, solo a godere. Sento il cazzo uscire dalla mia bocca,e posizionarsi fra le gambe, subito un altro ne prende il posto, succhio, mentre lui mi pianta lentamente dentro il suo palo, lo sento scorrere dentro di me, lungo, senza fine, e quando arriva in fondo sono scossa da un brivido che mi fa impazzire ….. hmumhmumm …. godo, ma non riesco ad urlare, ho la bocca piena, mentre gli altri mi toccano i seni, mi accarezzano ogni centimetro del mio corpo io mi eccito e godo. Mani voraci percorrono tutto il mio corpo, li sento insinuarsi pure dietro, infatti poco dopo mi cambiano posizione, ora uno si è disteso sul letto, e mi sollevano e mi impalano su di lui, mi sento entrare il cazzo davanti mentre tutti mi toccano il culo, i seni, li stringono, e mi ripiantano di nuovo il cazzo in bocca. Godo, e vengo senza ritegno, mi lubrificano il culo, lo sento e infatti Stefano si posiziona dietro di me, mi giro lo guardo, sorride e subito dopo entra con forza , mi spinge dentro il cazzo velocemente .. nooooo ….. pianuhummumu ….. mi rimettono il cazzo in bocca spingendolo con forza giù per la gola … succhia……. daiiiiiii …. mettilo dentroooooo … siiiiii … cosìììì … dai che ti scopo in bocca. Mi sento piena, le mani vengono usate dagli altri, mi portano i loro uccelli da segare, e comincia un vero inferno, mi scopano, vengono dentro con fiumi di sborra, tutti hanno la possibilità di schizzarmi in culo e fica, e mentre mi scopano devo farli tornare duri con la bocca, sono piena di sborra dappertutto. Poi quando mi rendo conto che sono almeno venuti tutti una volta incomincia il secondo giro. Mi mettono di nuovo distesa su Stefano che mi pianta il cazzo di nuovo nella fica, gli volgo le spalle, sono a cosce aperte rivolte verso l’alto, in due mi tengono le gambe aperte, e in terzo si posiziona davanti, e subito mi rendo conto del nuovo gioco, accoppia il suo cazzo, di buone dimensioni, a quello già dentro e insieme mi infilano davanti … noooooo …. noooooo …. viii pregooooommhmmhuhm … non serve a nulla, sento le pareti della vagina dilatarsi a dismisura, mi’infilano dentro senza nessuna pietà, e sono sconvolta dal fatto che dopo un primo momento ritorno a godere , lo se ne rendono subito conto …. Siiiiiii …. daiiiiiii … sfoniamolaaaa … senti come gode la troiaaaaaaaa …….. vanno avanti a scoparmi davanti fino a giro completo. Alla fine sono distrutta, ma loro non sembrano paghi, anzi mi incitano a succhiare con più energia, daiiiii succhiami il cazzo , daiii che ti voglio inculare di nuovo …… non so dove trovo la forza, ma resisto e quando in due mi sollevano e rigirano mi si gela il sangue nelle vene, mi distendo su di uno di loro, cosce in alto, e la stessa cosa di davanti mi tocca nel culo. Due cazzi che te lo aprono insieme sono da panico, ti senti aprire, lacerare, senti che ti sfondano, e giù a ridere ….. siiiiiiiiiiii … guarda come entrano bene …. e si …… vedrai che tuo marito non dovrà faticare troppo la prossima volta …. no, credo che lo usasse poco vista quanto era stretto … e giù a ridere. Tutti mi passano insieme anche nel culo, semisvenuta resto distesa, Stefano si è rivestito, esce dalla stanza e torna poco dopo, guarda tutti, “ soddisfati? “ chiede e tutti dicono di si tranne uno , mi si avvicina e mi pianta ancora per l’ennesima volta il cazzo in bocca, mi tiene la testa ferma, e con un velocissimo va e vieni mi schizza le ultime gocce in viso …. Tieni troiaaaaaaaaa … mi lascia cadere sul letto e se ne va. Stefano mi si avvicina, e mani veloci mi rivestono sommariamente, “ bene siamo pari,” mi dice, e io con un gesto di rabbia lo guardo, “ dammi il mio assegno!” esclamo, e lui mette una mano in tasca e mi consegna l’agoniato pezzo di carta. In due mi portano fuori dalla stanza, mi appoggio al muro, sono distrutta, vicino a me c’è Gina, lei pure ha l’aria di chi ha passato un duro momento, da una porta esce anche Clara, il trucco sfatto, sborra su tutti i capelli, occhi gonfi per il pianto , la sorreggono in due. Ci portano fuori, e mentre usciamo attraversiamo il salone, dove vedo Flavia alle prese con tre maschi, e mi sembra che ce ne siano tanti altri lì in attesa. L’aria fredda è uno schiaffo sul mio viso, ci mettono dentro la macchina di Stefano, io davanti e le altre dietro, partiamo velocemente, ma appena raggiunto lo svincolo lui prende verso il lago, e raggiunto il primo parcheggio si ferma, ci sono due macchine, lui scende, aiuta Clara a salire in macchina, e contemporaneamente dall’altra vettura esce un uomo, deve essere il marito di Gina, deve avergli raccontato tutto, lui la prende e se ne vanno tutti. Lui guida veloce, e mi riporta la parcheggio dove trovo la mia macchina, e prima di scendere mi dice “ ascoltami, il gioco d’azzardo non fa per te, cerca di starne alla larga, e stai alla larga anche da Flavia, tanto vedrai che fra stanotte e domani gli cavano la voglia di giocare a carte e con la vita degli altri, tu questa volta le la sei cavata tutto sommato a buon mercato “. Mi aiuta a salire in macchina e se ne va. A fatica riesco a tornare a casa,e ora che sono dentro le coperte un brivido mi scorre lungo la schiena, ….. a buon mercato …. queste parole mi risuonano dentro, mi giro, sento il tepore scaldare il mio corpo, ho pagato il mio debito, mi rilasso, e dopo notti insonni mi addormento …..
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15 years ago
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La prima penetrazione anale di mia moglie...
Dopo tanti anni di matrimonio è bello scoprire e provare nuove fantasie erotiche nella coppia.
Con mia moglie, infatti, le conquiste sessuali sono arrivate piano ed una per volta.
Dalla semplice scopata al pompino, dalle foto pubblicate e scambiate su internet a vederla scopare con un altro e trascorso del tempo, ma tutto in pieno accordo e con la giusta complicità.
Così come tanti anni fa si concretizzò il sogno di allora, quello di mettergli l’uccello nel culo.
Considerando che, le mie conquiste, sono momenti d’intenso piacere e per quanto tali le reputo memorabili, ho deciso di raccontare come andò quel meraviglioso pomeriggio, con l’intento di condividere con voi lettori quello spaccato della mia vita molto intimo sperando di regalarvi piacevoli sensazioni.
Come è tuttora nostra consuetudine i pomeriggi d’estate, dopo aver pranzato, andiamo in camera da letto per la siesta pomeridiana.
Quel pomeriggio mia moglie eccitata da qualcuno o qualcosa si sdraiò sul letto proponendomi il suo bel fondoschiena adornato da un bel perizoma bianco il quale accese immediatamente la mia libidine.
Alla vista di cotanto ben di Dio non potevo stare inerme ed iniziai a toccarla, accarezzandola, soffermandomi ogni tanto a roteargli il dito attorno all’ano.
Dai suoi movimenti percepii che la cosa non gli disgustava affatto, anzi, così decisi di aumentare il ritmo fino ad inserirgli il dito medio completamente dentro.
Con il dito dentro al suo culo, in quella nuova situazione iniziai a godere come un matto, infatti al solo pensiero che una parte di me fosse dentro di lei mi mandò completamente in estasi.
Anche lei stava traendo il suo godimento da quella penetrazione anale e mi chiese di spalmargli della crema sull’ano.
Sicuro del fatto che fosse arrivata l’ora desiderata tutta una vita, mi precipitai in fretta nel bagno per prendere la benedetta crema e quando tornai nella stanza da letto me la trovai messa alla pecorina con dei cuscini sotto la pancia e le mani che allargavano sapientemente le sue abbondanti natiche.
Ormai il mio cazzo gocciolava dal piacere e fui tentato dalla voglia di leccarla, così feci, ad ogni passaggio della mia lingua tra il suo solco, lei mandava gemiti dilatandosi sempre di più.
Decisi allora di accontentarla, gli spruzzai la crema sul culo e sempre con con il dito medio unito all'indice iniziai piano piano a penetrarla e a roteargli le dita dentro , lei iniziò a toccarsi la vulva mordicchiandosi le labbra dal piacere.
Dilatata a dovere la posizionai di lato e con la mano indirizzai il mio uccello ormai durissimo come marmo sul suo buco del culo, lei iniziò a roteare dolcemente sopra il mio cazzo e dopo qualche minuto sentii la mia cappella entrare pian piano dentro.
Che sensazione… Finalmente l'avevo penetrata analmente… Sentivo il mio cazzo stretto in una morsa di carne ero al settimo cielo, incredibile, godevo ma non avvertivo la sensazione di sborrare.
Iniziai a stantuffarla piano ed ogni passaggio spingevo affondando di più la mia verga in profondità nella sua pancia. Dopo qualche affondo mi chiese di palpargli il seno, ricordo i suoi capezzoli durissimi come ceci, lei appoggiò la sua mano destra sulla mia natica quasi ad invitarmi a spingere di più, mentre con la mano sinistra iniziò a tirarsi schiaffi sulla fica urlando dal piacere.
Il sogno si era avverato, il mio cazzo dentro nel culo suo culo; dovevo solo completare l’opera, esplodergli dentro tutto il mio desiderio.
Capii la troiaggine di mia moglie quando preso dalla foga l’afferrai per i capelli e tirandogli dietro il capo iniziai ad apostrafarla con parole sporche, gli riversai tutta la mia sborra nel suo culo tra i suoi gemiti di piacere.
Sono convinto che quel giorno se non l’avessi accontentata io, avrebbe cercato qualcun altro.
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15 years ago
admin, 75
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Devo dire che, da quanto a me e Roberta si sono uniti pure Mara e Daniele, le cose stanno andando di bene in meglio. Di esperienze “piccanti” ne ho avute parecchie, ma con questo gruppetto ammetto che ho raggiunto nuovi livelli.
Pero...
Chissà perché, c’è sempre un però!
Il tempo passa ma, nonostante tutto, il ricordo di quello che è successo con Milena, la cliente con la quale ho trascorso un paio d’ore decisamente piacevoli in negozio, non solo non sbiadisce ma continua a tormentarmi e stuzzicarmi.
Da quel giorno, mi sarò chiesto almeno mille volte come reagirebbe ad una proposta più o meno diretta, ma non ho mai avuto l’occasione, o forse il coraggio, di fargliela.
In fin dei conti, per lei, potrebbe essere stato un colpo di testa momentaneo, che nulla ha a che fare con la sua vita “reale”.
Ogni volta che la incontro, ovvero quando passa da me a fare la spesa, la mia fantasia si mette a galoppare ricordando quella serata o, peggio, ( l’idea mi è balenata nella mente qualche giorno fa), immaginandola in mezzo a noi quattro intenta ai giochini più strani.
Il tutto mi rende piuttosto distratto ed incline ad una certa “rigidità” alle parti basse, cosa della quale si sono accorte pure le mie due commesse (ebbene si, la ditta, pian piano, si ingrandisce).
Nonostante tutto, dicevo, non ho ancora trovato il modo adatto di intavolare il discorso, anche perché, da quella volta, i nostri rapporti si sono limitati a quelli regolari tra fornitore e cliente.
“Non mi resta che prendere il coraggio (leggi faccia tosta) a due mani e provarci” mi dico alla fine dopo parecchi giorni di tentennamenti “La prossima volta che l’incrocio per strada gliela butto”
Si!
Sembra facile!
Che faccio? La fermo e le dico: mi piacerebbe scoparti un’altra volta e siccome sono un porcello, mi piacerebbe coinvolgere anche un paio di amici ed amiche?
Se mi rifila un calcio nelle palle, è già grasso che cola!
Ci vuole un po’ di tatto e, vista la delicatezza da elefante imbizzarrito in un negozio di cristalli che ho in certe occasioni, devo andarci piano.
Lo spunto, invece, lo trovo il giorno seguente, quando torna a fare la spesa da me.
Tocca a me servirla e un brivido mi risale lungo la schiena. “O adesso o mai più” mi dico.
Preparo un sorriso a settantadue denti e indosso la mia migliore faccia da sberle.
Lei ordina ed io obbedisco, con una notevole dose di gentilezza e disponibilità in più del solito.
Lei al momento pare indifferente, ma dopo un po’ comincia a sciogliersi come burro nel forno.
Al momento del conto siamo tutto un cinguettio che di romantico ha poco ma che di lussurioso ha tutto. Mentre le do il resto si avvicina di qualche centimetro per bisbigliarmi qualcosa nell’orecchio.
Porgo la parte anatomica in questione e un attimo dopo mi viene voglia di spararmi in bocca.
- Pensavo che fossi arrabbiato con me. - ha bisbigliato. - Mi trattavi con tanto distacco. -
- A dire la verità, - rispondo alla fine, quando riprendo un po’ di controllo. - pensavo fossi tu ad essere in imbarazzo. - farfuglio, mentre mentalmente mi sto insultando in tutte le lingue che conosco, e vi assicuro che di offese ne conosco pure in aramaico.
Lei si ritrae con un’espressione allibita e quasi offesa, tanto che mi vien voglia di prendermi a sberle da solo.
- Assolutamente no! - esclama, poi continua, a volume più basso. - Anzi... ogni volta che passavo qui da te... speravo che... - Alza le spalle senza finire la frase.
- Dio! Quanto sono scemo! - balbetto.
Lei ridacchia. - Perché, io no? -
Ci guardiamo per qualche secondo.
Poi va a finire che ce la ridiamo di gusto tutti e due.
- Quanto tempo sprecato. - commenta lei alla fine.
- Eccome! - confermo, poi prontamente aggiungo. - Ma si può rimediare. -
Lei mi fissa per un momento senza spiccicare parola, poi annuisce lentamente, mordendosi il labbro inferiore.
- Si. - Dice alla fine, con voce improvvisamente un po’ impastata. - credo proprio che si possa rimediare. -
Poi sembra ripensarci, si guarda attorno e sorride imbarazzata.
- Ma sarebbe bello trovare un posto un po’... più comodo. A casa mia sarebbe impossibile, ma forse tu.... - Dice infine, arrossendo e non credo per pudore.
- Nessun problema. - Rispondo prontamente. Poi le spiego che vivo da solo e che quindi non ci sono assolutamente problemi.
Visto che non ho alcun impegno con Roberta e gli altri, va a finire che si mettiamo d’accordo per la sera seguente: una cenetta a casa mia, questa almeno è la versione ufficiale.
In realtà, quando la faccio entrare, di mangiare non mi va proprio, se si trascura il fatto che mi mangerei lei.
Indossa un impermeabile di quelli moderni, praticamente in plastica, di un blu profondo che rasenta il nero. Dall’indumento spuntano fuori solo i piedi, infilati in un magnifico paio di scarpe con tacco alto in tinta con l’impermeabile. La squadro dalla testa ai piedi con uno sguardo di bramosia che la fa sorridere compiaciuta.
Sarà pure stagionatella, non lo nego che si vede ad un chilometro che ha passato gli anta da un pezzo, ed è pure un po’ bassina, ma carrozzata da vera fuoriserie. Non vedo l’ora...
Calma e sangue freddo: non dico molto, ma almeno un po’ di cortesia.
- Vieni, accomodati. - Le dico, invitandola ad entrare. - La cena è pronta. - ho deciso di fare le cose per bene ed ho preparato un po’ di pesce e una bottiglia di un ottimo Sauvignon.
Lei mi guarda con un sorriso che grida “violentami”.
- Volentieri. - Risponde con voce leggermente roca, appoggiando la borsetta sul mobiletto dell’entrata.
Mi limito a deglutire, chiudendo la porta d’entrata, perché improvvisamente mi sento eccitato come un ragazzino al primo appuntamento.
Sarà il ricordo di quanto è accaduto la prima volta, sarà l’idea di averla a casa mia e a mia disposizione per tutta la serata... non lo so, so solo che mi è davvero passata la fame.
Spalle alla porta, non muovo un muscolo mentre la osservo sciogliere il nodo che chiude l’impermeabile e sganciare, lentissimamente i bottoni. L’indumento si apre e lei lo fa scendere lentamente lungo le spalle, lo sfila dalle braccia e lo butta con noncuranza accanto alla borsetta.
Ed io fatico a trattenere la lingua in bocca: sarebbe disdicevole se mi si srotolasse lungo la pancia, iniziando a sgocciolare a terra.
No! Non è nuda!
Sarebbe a dir poco pacchiano, da parte sua.
A dire il vero è vestitissima, si potrebbe dire che è quasi “castigata” visto che il vestito la ricopre dalla gola, stretta dal colletto alla coreana, alle caviglie, che fanno capolino dall’ampia gonna.
C’è solo un piccolo particolare: “ricopre” decisamente è un termine errato, il vestito è interamente di pizzo, sottile quanto la filigrana, che crea quel magnifico effetto “vedo non vedo”.
Niente di volgare, anzi, estremamente piacevole e stuzzicante... meglio: proprio “arrapevole”.
Lei si rende conto del mio attento esame e gira su se stessa per permettermi una visione panoramica.
La mia pressione aumenta di almeno una ventina di punti.
Riesco ad intravedere, sotto al vestito, la raffinata lingerie che indossa e pregusto il momento in cui potrò togliere l’ultima velata barriera che “nasconde” il suo corpo.
- Che ne dici? - chiede lei, rimanendo un posa davanti a me, con le mani sui fianchi ed una gamba davanti all’altra in una posa da fotomodella consumata.
Bofonchio qualcosa stile Paperino, che la fa sorridere apertamente, mentre il commento migliore lo da la parte erettile del mio corpo che, erigendosi appunto tra le mie gambe, tende la stoffa dei pantaloni e commenta eloquentemente il mio apprezzamento.
Faccio un passo verso di lei, pronto a saltarle addosso, ma lei indietreggia, sorridendo sorniona.
- Non mi fai vedere l’appartamento? - Chiede, infierendo senza ritegno. In questo preciso istante le farei vedere ben altro, ma cerco di riprendere il controllo e balbetto un debole “si”.
Mica colpa mia se appena vedo un bel esemplare di femmina vado fuori giri! Se poi è conciata in quel modo e ci sono chiuso da solo in casa, come stracacchio dovrei comportarmi?
Lei mi precede lungo il corridoio, sculettandomi davanti. La seguo come uno snautzer che ha fiutato una pista, con tanto di bave alla bocca e coda ritta (la mia è davanti, però).
Passiamo in cucina, ma c’è ben poco da notare, se non la cena che ci aspetta.
Le faccio vedere il salotto - sala da pranzo: lei si rigira lentamente nella stanza, apparentemente interessatissima alla mia collezione di armi giapponesi e di libri ed alla tavola apparecchiata con tanto di candele accese.
- Che carino! - commenta, prendendo dal piatto la rosa rossa a gambo lungo che avevo preparato.
In fin dei conti, un tocco di romanticismo non guasta mai.
Io invece non riesco proprio a staccarle gli occhi di dosso, e probabilmente è proprio quello che vuole.
Arriviamo a quello che chiamo pretenziosamente il “Mio Studio”, e che in pratica è un minuscolo bugigattolo attrezzato con una workstation full optional ed un paio di scaffali per raccoglitori.
In camera da letto sono quasi pronto a violentarla su due piedi, vista la disponibilità di un letto, ma lei mangia la foglia e fa di tutto per tenermi ad almeno un paio di metri di distanza.
Dopo il bagno, che la fa andare in visibilio per la doccia - vasca da bagno con tanto di idromassaggio (ottimo in certe occasioni), arriviamo alla stanza degli ospiti, quella che, in una casa normale, sarebbe la cameretta dei bambini ma che io ho strutturato come “sala giochi”, senza intendere che ci siano flipper e macchinette elettroniche, ovviamente.
Ho fatto di tutto per evitarne la visita, ma si sa, la curiosità è femmina
Il mobilio è piuttosto dozzinale, si vede che non è propriamente facente parte del resto della casa, e si vede pure che è stato utilizzato senza troppi scrupoli.
Il lettone, unico mobile necessariamente di qualità, spicca stranamente in centro alla stanza, giusto di fronte ad un enorme specchio (dozzinale anch’esso, ma efficientissimo) che permette una visione totale del letto stesso e del divano, piazzato lungo la parete di destra.
Per finire, sotto alla finestra con la serranda perennemente abbassata, una cassettiera con sopra lo stereo, il televisore, la videocamera con il treppiede abbinata ad un sistema di videoregistrazione pressoché professionale.
Penso distrattamente che sembra proprio un set per filmini porno di categoria “Z”, ed in effetti quelle quattro pareti ne hanno viste di cotte e di crude, soprattutto negli ultimi tempi con Roberta, Mara e Daniele in giro per casa.
- Complimenti! - fa Milena. - Tipico appartamento da scapolo impenitente e libertino, ma piuttosto ben tenuto. - Commenta.
- Faccio del mio meglio. - Rispondo, fingendo un’indifferenza che in realtà non provo.
- E questa stanza? - chiede. - E l’unica che non e... in stile. - Dice.
- E’... la stanza... degli ospiti. - Rispondo io, non sapendo che pesci pigliare e non volendo andare a scadere nel volgare.
Lei si avvicina alla cassettiera. Uno dei cassetti è parzialmente aperto e lei ci sbircia dentro.
Ho un brivido lungo la schiena: è quello dove teniamo le videocassette. Quelle che immortalano i nostri “incontri”
- Che collezione! - Esclama, sfilandone una.
Legge l’etichetta.
Accidenti a me ad alla mia mania di catalogare ed etichettare tutto, sarà pure deformazione professionale, ma sulla cassetta ci sono tutti i dati necessari, data, interpreti e soprattutto argomento con relativa breve descrizione: nemmeno una piccola possibilità di scappatoia.
Lei mi guarda di sottecchi, con un sorrisino da gatta affamata.
- Hai intenzione di usare la telecamera anche stasera? - Chiede, con un tono che, più che ad una domanda, fa pensare ad un desiderio.
Mica posso dirle di no, porca trota! Ci avevo fatto davvero un pensierino.
Lei rimette la cassetta al suo posto e mi si avvicina lentamente, fin quasi a sfiorarmi. In realtà mi sfiora eccome quando, arrivatami vicina, spinge leggermente il pube verso di me.
- Sapevo che eri un porcellino. - fa, ondeggiando il bacino contro di me, o meglio contro il mio pacco. - ma non pensavo fino a questo punto. - Mi passa un’unghia sul petto, graffiandomi la camicia. - Mi chiedo cosa ci sia negli altri cassetti. - dice, accennando a staccarsi da me.
Prima che riesca a farlo, l’afferro per la vita, le passo una mano dietro alla nuca e mi incollo alle sue labbra, che senza nessun problema si schiudono, accogliendo calorosamente la mia lingua.
Primo: non è il caso che veda quali aggeggi tengo negli altri cassetti (per la cronaca, diverse lenzuola di ricambio per il maxiletto, una sconfinata distesa di asciugamani, utilissimi in certe situazioni, ed una collezione di oggettini sessuali di varo genere che mi è costata una piccola fortuna ma che mi ha procurato decine di scopate da infarto).
Secondo: ormai sono talmente arrapato che mi scoperei pure la donna delle pulizie, che ha sessantacinque anni, più rughe della Mummia ed un paio di baffi che i miei a confronto sono due peletti striminziti, figurarsi quel pezzo di gnocca che mi ritrovo davanti.
Più che un bacio sembra un accoppiamento di due pompe idrovore, mentre ci succhiamo a vicenda pure le tonsille.
Io le impasto il sedere attraverso la stoffa del vestito, stupendomi nuovamente di quanto sia sodo nonostante la sua non più verdissima età, mentre lei risponde colpo su colpo senza smettere un attimo di mugolare il suo apprezzamento.
Tento di sollevarle il vestito per passare a qualcosa di più concreto, ma lei, gentilmente, me lo impedisce.
- Fermo li, cocco bello! - Mormora, bloccandomi le mani. - Stasera abbiamo tutto il tempo, non avere fretta. -
Si stacca da me, mi prende per mano ed usciamo dalla stanza.
Mi chiedo se il suo gioco mira a farmi andare fuori di testa. Perché se è così ci sta riuscendo perfettamente.
- Allora? - chiede mentre mi traina verso il salotto. - Cos’hai preparato di buono per cena? -
Sento un improvviso impulso omicida salirmi dal profondo dei visceri, ma mi rendo conto che lo sta facendo apposta: vuole farmi carburare per bene prima di arrivare al dunque.
Se è questo che vuole, è questo che, senza dubbio, avrà.
I piatti sono finiti nella lavastoviglie, il caffè lo abbiamo bevuto: non ci manca che il dessert che, se si avverano le mie previsioni, consisterà in una magnifica scopata.
Milena, con la sua presenza, riesce a riempire l’intero salotto. E’ in piedi davanti a me, a si e no un metro e mezzo ed io devo farmi forza per non saltarle addosso e letteralmente sbranarmela.
- Dove eravamo rimasti? - chiede, avvicinandosi lentamente con incedere da pantera.
Io ritrovo subito il filo del discorso che avevamo interrotto per cenare, passandole un braccio attorno alla vita ed attirandomela addosso.
Incollo le mie labbra alle sue, spingendo contro il suo ventre la mia erezione, tanto per dimostrarle quanto la faccenda mi intrighi.
Stavolta non si oppone assolutamente al mio brancicarle il vestito, anzi, ad un certo punto si stacca leggermente da me con un gran sorriso dipinto in volto e si da da fare per aiutarmi.
- Aspetta. - Mi fa. Si allontana da me, traffica qualche istante con le mani dietro la schiena e, un attimo dopo, il vestito scivola a terra, attorcigliandosi attorno ai suoi piedi.
Io resto senza fiato ad osservala, meravigliandomi una volta di più di quanto piacevole sia il suo corpo: certo, una certa pesantezza e qualche ruga rivelano la sua età, ma ho il sospetto che più di qualche donna farebbe carte false pur di mantenersi così bene.
Per non parlare poi della raffinatissima lingerie che ha scelto per l’occasione. E’ un misto di sobrietà e di depravazione
I suoi magnifici seni sono evidenziati, quasi serviti su un vassoio, dalle coppe a balconcino di un bustino in satin nero, tenuto strettamente serrato da una stringa blu profondo che partendo dall’attaccatura dei seni le arriva fino al pube, stringendo la vita ed i fianchi in una morsa ferrea e morbida allo stesso tempo.
Le mutandine, che si rivelano un tanga da infarto non appena lei gira su se stessa per farsi rimirare, sono dello stesso blu profondo del laccetto, finemente ricamate in rilievo.
La guêpiere funge anche da reggicalze, con i laccetti di sostegno neri con ricami in blu e le calze, sono calze, non le tipiche autoreggenti di moda oggi.
Sono nere, a rete finissima, e noto che hanno pure la riga posteriore.
La mia pressione è ormai arrivata alle stelle e mi aspetto da un attimo all’altro di sentire il fischio della valvola di sicurezza, come sulle caffettiere.
Non ne posso più di starla a guardare: mi avvicino a lei, inginocchiandomi ai suoi piedi. Le passo le mani sulle gambe, risalendo dai polpacci all’attaccatura dei glutei, gustando pienamente la sericità delle calze ed il calore bollente della sua carne.
Ha i capelli sciolti che le incorniciano il volto, nascondendolo parzialmente quando abbassa la testa verso di me, infilandomi le mani tra i capelli.
Io affondo il viso nel suo ventre, baciando il suo pube attraverso la stoffa.
Sento che rabbrividisce al contatto, allargando di una frazione le cosce. Non perdo tempo ed accetto il suo invito, scendendo verso la clitoride che sento già spingere attraverso la stoffa.
Lei geme sommessamente mentre inizio a tormentare la sua femminilità e dimostra il suo gradimento allargando ancora le gambe e spingendomi la testa verso il ventre.
Io continuo nel mio compito con una dedizione da certosino lavorando di lingua e di labbra sulla stoffa che ancora cela il mio obbiettivo.
Abbasso la mira, scorrendo lungo i rilievi del ricamo: è fradicia di piacere, tanto che il blu delle mutandine è orami diventato un nero profondo in corrispondenza della vagina.
Le faccio appoggiare un piede al bracciolo del divano e continuo imperterrito il mio lavoro, mentre i suoi mugolii diventano gemiti veri e propri.
Lascia la mia testa e porta le mani ai fianchi per abbassarsi le mutandine, ma io gliele blocco, impedendole di completare il movimento.
Lei uggiola esasperata mentre intensifico le sollecitazioni.
Sento il suo ventre sobbalzare ad ogni colpo di lingua che le infliggo, mentre inarca la schiena rincorrendo il piacere che le sto regalando.
Infine, con un roco gorgoglìo, si tende nell’orgasmo, mentre le gambe le cedono.
L’afferro al volo prima che finisca a terra e la faccio accomodare sul divano.
In un lampo mi libero di camicia, calzoni e slip, poi scavalco il suo corpo porgendo l’uccello alle sue labbra.
L’invito è chiarissimo e non devo ripeterlo, lei estrae la lingua e la passa lentamente sul mio uccello, partendo dall’attaccatura dello scroto fino a raggiungere la punta, infine dischiude le labbra e risucchia il mio membro con lentezza esasperante.
E’ il mio turno di mugolare e guaire, mentre lei si dà da fare per ricambiarmi le attenzioni.
Storcendomi un poco, riesco ad infilare una mano nelle sue mutandine, gioco qualche secondo con i corti peli del suo pube ed infine affondo il medio nella vagina, iniziando a masturbarla lentamente, a ritmo con il suo lavoro di bocca sul mio uccello.
Dopo un paio di minuti di trattamento sono costretto ad una ritirata strategica, sfilando il cazzo da quella fornace morbidissima che è la sua bocca per evitare un fine prematura.
Mi accoccolo davanti a lei e, con un po’ di aiuto da parte sua, le sfilo le mutandine.
- Scopami. - Mormora senza troppi problemi, divaricando le gambe ed allargandosi le labbra della fica con le dita, seduta sul bordo del divano.
Non chiedo di meglio: punto la cappella al vestibolo e spingo progressivamente. Lei mi accoglie senza nessun problema dentro di se, ansimando l’apprezzamento per quanto sto facendo.
Mi agguanta per le natiche, attirandomi più profondamente nel suo corpo ed iniziando un micidiale massaggio con i muscoli interni. Sembra quasi un pompino fatto con la fica.
Si muove contro di me in movimenti ampi e lenti che, poco dopo, diventano quasi frenetici nella ricerca del piacere.
- Sbattimi! - mi ingiunge quando ormai il suo ancheggiare non le è più sufficiente.
Non mi serve di certo un invito ed inizio un andirivieni frenetico dentro di lei, che uggiola come un cagnolino ad ogni mio affondo. Lascia le mie natiche e si afferra le gambe, sollevandole in verticale ed unendole davanti a me.
- Oddddiiiiio! - Borbotta, iniziando a tendersi come una corda di violino. Punta la testa contro lo schienale del divano, serrando i denti sul labbro inferiore con tanta forza da farmi temere che possa farsi male.
- Vengo! - sibila infine, contraendosi attorno al mio uccello nel primo orgasmo della serata.
Mi fermo completamente affondato dentro di lei, sia per permetterle di riprendersi sia per evitare di godere anch’io.
Lei lascia cadere le gambe ai miei fianchi e sospira con un’espressione estremamente soddisfatta in faccia.
- Quanto tempo... - bisbiglia, accarezzandomi il petto. - Erano mesi che non mi facevo una sana scopata. -
La curiosità ha il sopravvento sull’urgenza della ricerca del piacere. In fondo non mi spiego come una donna del genere possa avere problemi a riguardo...
- Come sarebbe a dire...? - inizio a chiedere. Lei però mi posa un dito sulle labbra.
- Dopo. - Dice. - Ora, che ne diresti di trasferirci a letto. -
Per me va più che bene: mi sfilo dal suo corpo e mi alzo in piedi.
Lei, prima di imitarmi, si attarda a darmi un paio di leccate sulla punta dell’uccello.
- Tanto perché non pensi che ti trascuro. - commenta, alzandosi in piedi.
Usciamo dal salotto mano nella mano ma quando mi volto per imboccare la pista della camera da letto lei mi trattiene.
Mi volto a guardarla.
- Non sarebbe meglio di la. - dice, facendomi l’occhiolino. La storia della stanza degli ospiti non ha attecchito nemmeno per un secondo.
- Se preferisci... - dico, restando neutrale. In effetti l’idea mi sconfinfera parecchio, ma preferisco sia un sua scelta.
- Non ho mai scopato in una... “stanza degli ospiti”. - dice, con aria sorniona.
Visto il suo tono inghiottisco a vuoto e scatto stile centometrista ad aprirle la porta.
Lei entra e si guarda intorno, poi, con aria decisa si avvicina alla famigerata cassettiera. Mi da un’occhiata per chiedere il permesso ed, al mio cenno affermativo, apre il secondo cassetto.
- Madonna Santa! - balbetta ad occhi sbarrati, fissando allibita la famosa collezione di aggeggi da sesso.
Io la raggiungo, strusciandole fra le natiche quello mio personale ed abbracciandola da dietro.
Lei gira leggermente la testa per darmi un’occhiata.
- Proprio la tana del lupo, vero? - chiede
Io mi limito annuire continuando i miei strusciamenti ed apprezzando il fatto che lei non solo non si sottrae ma anzi, spinge senza troppi riguardi il sedere verso di me.
- Me li farai provare? - chiede, rovistando.
- Certo! -
- Cazzo! Certi non saprei nemmeno come usarli. - Dice, indietreggiando ancora un po’ e divaricando le gambe.
L’antifona è chiara. Mentre lei continua a trafficare nel cassetto io provvedo a riprendere il mio posto.
Affondo il lei con una facilità incredibile e per un momento Milena chiude gli occhi e si appoggia con le mani alla cassettiera per resistere meglio al mio assalto.
Mentre inizio a muovermi, lei riprende a curiosare, con il fiatone e sussultando sotto ai miei colpi.
Prende una scatoletta e la apre, rimirando le due sfere metalliche e lucenti in essa contenuta
- Quelle sono palline cinesi. - Le spiego, chiavandola lentamente. - Si infilano e si tengono dentro, magari per andare a fare la spesa. - Commento perversamente.
- Davanti... o... dietro...? - chiede, a ritmo con i miei colpi.
- Come preferisci. -
- E... questo...? -
- E’ un fallo gonfiabile. - borbotto, distratto dai movimenti interni della sua vagina, che mi serra l’uccello ritmicamente. - Lo infili e lo gonfi quanto ti pare. -
Lei si mette a lavorare sulla pompetta, guardando con gli occhi fuori dalle orbite il lattice che si dilata sempre di più.
- Ma quanto diventa grosso? - chiede dopo un po’.
- Non... ne ho... idea. - Stavolta tocca a me ansimare a ritmo. E’ evidente che è super eccitata e questo va anche bene, il problema è che la sua reazione è di stringere senza pietà, e di questo ne risento io che, se continuo in questo modo, mi scarico dentro di lei a tempo di record.
Con uno sforzo sovrumano di volontà, mi sfilo di colpo da lei.
- No. - guaisce lei, mentre un’espressione di disappunto le si disegna sul viso. - Stavo per godere. -
- Pure io. - Borbotto indietreggiando di qualche passo sotto al suo sguardo affamato. - E preferirei prolungare un po’ i giochi. -
Lei mi fissa per un attimo, poi abbassa lo sguardo sull’aggeggio che stringe ancora in mano. Un timido sorriso le ritorna sulle labbra.
- Vuol dire che per il momento mi arrangerò da sola. - dice. Traffica col fallo di lattice e finalmente trova la valvola per sgonfiarlo. - Così va meglio. - bisbiglia quando ha ripreso la dimensione normale.
Ridacchia. - Guarda te! Una donna della mia età che deve farsi insegnare da uno sbarbatello come funzionano certi aggeggi. -
Io mi limito a fissarla con aria perplessa.
Si avvicina al letto e ci si distende sopra a gambe aperte.
- Lo sai che non l’ho mai fatto. - dice, iniziando a passarsi il dildo sulle grandi labbra.
- Cosa? - chiedo distratto dal suo armeggiare.
- Questo. - dice, con evidente imbarazzo. - Masturbarmi davanti ad un uomo. - e con un unico, rapido colpo si affonda nel corpo il dildo.
Io già capisco poco dalla nascita, metteteci poi una buona dose di testosterone in circolo, una tipa che sembra una maiala fatta e finita e che invece dichiara candidamente di non aver mai avuto occasione di fare un po’ di porcellate e, infine, la pregressa esperienza fatta con la suddetta porcella: come minimo uno va in confusione.
Sto quasi per chiederle di che cazzo sta parlando ma la vista di Milena, scosciata sul lettone con un dildo gonfiabile infilato in corpo ed un‘espressione estatica dipinta in faccia mi fa subito cambiare idea.
Lei mugola a bocca spalancata facendo andare all’impazzata il dildo nella fica con una mano mentre con l’altra si dà da fare con la pompetta per gonfiarlo.
E che cazzo, me ne sto fermo sugli zoccoli?
Non sia mai detto.
Salgo sul letto anch’io, mi sistemo a cavalcioni sulle sue tette e, senza chiedere permesso le caccio l’uccello in gola.
Evidentemente alla signora non da affatto fastidio perché non ho nemmeno finito di infilarlo tutto che già gli sta facendo frullare la lingua attorno, continuando a mugolare di piacere. Ha le narici dilatate mentre tenta di tirare il fiato, i capelli scarmigliati ed è tutta sudata. Insomma una scenetta da farlo rizzare ad un monaco zen castrato.
Me ne sto beatamente a farmelo ciucciare senza ritegno quando un rumore dal corridoio mi distrae momentaneamente.
Per un attimo sono convinto di aver sentito la porta di casa aprirsi, ma mi dico immediatamente che è stata un’allucinazione uditiva e mi concentro nuovamente sul favoloso pompino di Milena.
Sto meditando se riempirle la bocca di sperma o se ritrarmi di nuovo, quando l’allucinazione uditiva si fa viva una seconda volta (ma esiste il termine “allucinazione uditiva”? Bho! Non saprei.... ma chi cazzo se ne frega)
e per la seconda volta mi dico che sono io paranoico o che forse è l’eccesso di testosterone.
Col cavolo!
Nemmeno un secondo dopo che mi sono dato del cretino per aver sentito rumori inesistenti, la porta della camera si apre lentamente.
- Porca troia! - Riesco a borbottare girandomi nel tentativo di capire di chi si tratta.
- Mhpfmhftumhhhftp! - Gorgoglia di rimando Milena. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che, sollevandomi di scatto, probabilmente le ho fatto arrivare la cappella tra le tonsille: ha gli occhi pieni di lacrime e tutti i sintomi di un inizio di soffocamento. Mi ritiro rapidamente per permetterle di riprendere fiato.
- Tu sei matto. - Bisbiglia, con un mezzo sorriso: non si è ancora accorta di niente. - Oh, Dio santo! - esclama, appena mi sposto quel tanto che basta a farle vedere il quadro della porta: ora se n’è accorta.
Si divincola tentando di sfilarsi da sotto di me ma, vista la mia stazza tutt’altro che trascurabile, l’impresa è pressoché irrealizzabile.
Dal canto mio sono decisamente sul punto di prendermi a sberle da solo. Come cazzo ho fatto a non ricordarmi di aver dato una coppia delle chiavi di casa a Roberta.
“Se mai ti venisse voglia di aspettarmi a casa” mi ricordo che le ho detto.
Coglione! Adesso che il casino è combinato te ne ricordi?
- Che razza di porco che sei! - Sento dire Roberta alle mie spalle.
Io so perfettamente che si riferisce al fatto di non averla coinvolta, ma Milena no e infatti si mette di botto sulla difensiva.
- E la tua ragazza? - chiede, con gli occhi sgranati ed un’espressione di panico dipinta in faccia.
- Non esattamente. - riesco a dire, mentre le scendo dal petto e lei si ritrae su un bordo del letto.
Quando mi volto mi rendo conto che, sicuramente, fuori dalla porta ci sono pure gli altri due elementi del nostro quartetto: li vedo fare capolino con gli occhi sgranati dalla sorpresa
- Porca puttana. - Bisbiglio, ‘sta volta è davvero un casino.
Mica per i miei tre complici, che comunque avrei tentato di coinvolgere e che di certo non si scandalizzano per avermi beccato a scopare con una donna, quanto per Milena, che di certo non è preparata ad un simile evento.
- Che vergogna. - Miagola Milena, tentando invano di coprire le parti salienti del suo meraviglioso corpo con un pezzo di lenzuolo. A dire il vero risulta a dir poco buffa, con il dildo gonfiabile ancora mezzo infilato nel ventre e la relativa pompetta che le pende tra le gambe come una coda particolarmente oscena.
Roberta mi guarda ad occhi sgranati, comprendendo immediatamente di aver contribuito per buona parte al casino che si è appena innescato.
- Non lo sa!? - Sibila tra i denti mentre il sorriso sornione le si trasforma improvvisamente in una smorfia spaventata.
Io mi limito a scuotere la testa negativamente, afferrando al volo due asciugamani dal famoso cassetto, drappeggiandomene uno attorno alla vita e porgendo l’altro a Milena, che si affretta a ricoprirsene per poi nascondere il volto tra le mani
Roberta la guarda fissamente, e nei suoi occhi scorgo un lampo di cupidigia subito represso, poi si avvicina lentamente al letto, sedendosi sul bordo accanto a Milena, che si ritrae leggermente.
- Mi dispiace. - Dice Roberta in un sussurro, avvicinando la testolina bionda alla massa di capelli rossi che nasconde Milena, la quale si ritrae di scatto, sul chi vive.
- Non fare così. - continua con voce calma Roberta, accarezzando leggermente i capelli a Milena. - Non è successo niente. -
Milena solleva il viso. Le lacrime le hanno sciolto l’eye liner ed il mascara, che le colano lungo le guance.
- Non lo sapevo che Pluto fosse il tuo ragazzo. - Balbetta, tirando su con il naso. - Non volevo fare... -
- Guarda che non è il mio ragazzo. - La interrompe Roberta, abbassando il tiro delle sue carezze alle spalle di Milena.
Io trattengo il fiato. La faccenda è esplosiva e, per quanto Roberta sia una diplomatica nata, non so proprio come reagirà Milena a quello che, a naso, so che seguirà.
- Pluto non è il mio ragazzo, è un amico. - prosegue Roberta, continuando con le carezze. - Un buon amico... anzi, un intimo amico. - spiega, calcando la voce sulla parola intimo.
Milena la fissa per un istante a bocca aperta, incredula.
- Vuoi dire che... - borbotta, tirando su col naso.
Roberta annuisce. - Esatto. Non solo non sono la sua ragazza, ma per di più non sono gelosa, anzi. - Dice, portando una mano dietro alla schiena e facendoci il gesto universale per “smammate”.
Un po’ mi secca dover lasciare il campo, ma so bene che se non ci riesce Roberta a sistemare le cose non ci riesce nessuno e di certo la nostra presenza non contribuisce a migliorare la situazione.
Quatto quatto esco e mi chiudo la porta alle spalle, subito assalito da Mara e Daniele.
- Cazzo, Pluto, potevi almeno avvisarci. - Sussurra Mara, leggermente seccata.
La fulmino con un’occhiata che la fa indietreggiare di un passo. - Se non vi dispiace questa è casa mia! Eravate voi a dovermi avvisare. - Ringhio di rimando.
Lei abbassa gli occhi, conscia di aver detto una stronzata.
Sto per proseguire nell’arringa ma Daniele non resiste.
- Dove cavolo l’hai trovata. - Mi chiede, con un’espressione famelica dipinta in faccia. Mi blocco e lo guardo negli occhi: sembra quasi che si sia appena fatto una canna da mezzo chilo.
Non resisto: abbasso lo sguardo fino al cavallo dei suoi pantaloni ed ho la conferma. Un voluminoso bozzo spinge sulla stoffa.
Non so nemmeno se è il caso di incazzarmi ancora di più o di mettermi a ridere.
Scelgo la seconda opzione, immediatamente imitato da loro due.
- Ssssssht! - Faccio poi, indicando ai miei due amici di eclissarci in salotto.
Ridacchiando ci troviamo sul divano, e racconto in poche parole come ho conosciuto Milena.
- Sei un porco. - Commenta Mara alla fine, ma l’espressione la tradisce.
- Dai, non fare la lagna! - la rimbrotto. - Appena possibile ve l’avrei presentata. -
- Proprio non capisco come fai ad avere tanto culo! - Esclama Daniele, dimentico della legittima fidanzata al suo fianco, che gli rifila una gomitata nelle costole.
- Scusa, tesoro! - borbotta. - ma è sempre stato un mio sogno... - si interrompe, arrossendo.
- Cosa? - chiede Mara, facendo la finta tonta.
Daniele, se possibile, arrossisce ancora di più. - Dai che l’hai capito... farmi... cioè... trovare... -
- Scoparti una tardona! - finisco io per lui, che si limita ad annuire impercettibilmente.
- Siete due maiali. - Commenta Mara.
- E dai, che nessuno ti crede! - le rispondo.
Lei fa spallucce, ghignando.
- Ma guardalo! - dice poi, indicando Daniele, o meglio il suo inguine, sul quale il bozzo spicca piuttosto eloquentemente. - Gli è bastato vederla e pensarci per un paio di minuti che già è arrapato come un mandrillo. -
- Non che a me manchi. - Borbotto, accennando al mio, di bozzo. - E poi mi avete interrotto sul più bello. -
- Poveri piccoli! - ridacchia Mara. - Con i pisellini duri e niente per calmarvi. -
- Vaffanculo! - commentiamo all’unisono Daniele ed io.
Lei ci squadra per qualche istante con aria superiore, poi sembra ripensarci e assume un’espressione estremamente maliziosa. - Perché non ci andate voi. - Risponde, alzandosi in piedi e sganciando il primo bottone della camicetta.
Mi pareva strano!
Non è mica da Mara non approfittare di un uccello duro a disposizione: figurarsi poi quando di uccelli ce ne sono due.
Visto lo stato in cui mi ritrovo, sono pronto a fiondarmici sopra come un lupo su un agnello, ma all’improvviso mi ritorna in mente il fatto che Roberta e Milena sono nella stanza accanto, e non so mica se le cose stanno andando per il verso giusto. Di certo se Milena decide di andarsene e ci pizzica che ci diamo da fare in salotto, non si farà una buona impressione.
Sto dicendo un sacco di cazzate!
Se Roberta riesce nella missione di convincimento, trovarci già all’opera non può che essere un vantaggio, se invece Milena non ci sta... bhe, ormai il danno è fatto: cazzata più, cazzata meno...
Non ho nemmeno finito di pensare a tutto questo che Mara, sfilata la camicetta e la gonna, è inginocchiata tra me e Daniele intenta ad estrarre i suoi attrezzi preferiti. Armeggia qualche istante con i pantaloni di Daniele, che si affretta a facilitarle l’opera, poi si dedica a me, scosta l’asciugamano et voilà, pronto.
Ci fa avvicinare per benino ed un attimo dopo ingoia senza problema i nostri due pisellini (come li ha chiamati lei) ed inizia a succhiarci in contemporanea.
Daniele avvicina la bocca al mio orecchio.
- Pensi che ci starà? - bisbiglia speranzoso.
Io sono un po’ distratto dal lavoro di Mara, ma riesco ad annuire. Non so perché ma ho l’impressione che Milena si più maiala di noi quattro messi assieme.
Al mio annuire sento Daniele che si tende come un arco, rantolando, mentre il suo cazzo sussulta accanto al mio nella boccuccia di Mara.
La brunetta sbarra gli occhi e lascia scivolare via il mio uccello, dedicandosi completamente a quello del fidanzato, che le sta schizzando sulle tonsille. Vedo, dall’agitarsi delle sue guance, che sta lavorando di lingua come una forsennata, mentre inghiotte rapidamente quanto Daniele le riversa in gola.
Con un ultimo sussulto il ragazzo si abbatte sul divano e Mara si stacca dalla sua appendice erettile, pulendosi volgarmente la bocca con il dorso di una mano.
- Cazzo! - borbotta poi. - Ma ti fa proprio andare fuori di cocomero, l’idea! - Esclama, leggermente seccata.
- Non ci posso fare niente. - Bofonchia Daniele, perfettamente conscio che un simile evento potrebbe causargli parecchi casini.
Mara, con le mani sui fianchi stile Duce, gli da un’occhiata che rischia di incenerirlo.
- Con me non ti capitano mai, ‘ste cose! - lo apostrofa rudemente. - Forse non ti eccito abbastanza? -
Ahia, le cose si mettono male, meglio intervenire.
Mi alzo di scatto dal divano, piazzandomi davanti a Mara, l’afferro per i capelli e, approfittando del fatto che mi fissa stupita a bocca spalancata, le affondo l’uccello in gola fino alle tonsille.
- Smettila di rompere i coglioni e ciuccia! - le ordino rudemente. Per mitigare il tono delle parole comincio ad accarezzarle la testolina bruna. Lei bofonchia a bocca piena, mi da un leggero morso per farmi capire che non è il caso di andarci giù troppo da prepotente e poi si mette a succhiare diligentemente.
Mentre lei è impegnata nel suo lavoro, faccio cenno a Daniele di porgere le scuse alla legittima fidanzata. Lui capisce al volo e si infila tra le gambe di Mara, inginocchiata davanti a me, e si da da fare con la lingua.
Lei sputa fuori il mio uccello per un secondo.
- Non credere di passarla così liscia! - Commenta, poi spalanca nuovamente le fauci e riprende da dove aveva interrotto.
Daniele se ne sta zitto e non commenta e vedo che la sfuriata di Mara deve essere andata a segno, perché non l’ho mai visto tanto mogio e “piccolo” (non so se mi spiego).
Mi godo per qualche altro minuto il succhiotto di Mara, ma evidentemente la brunetta non è completamente soddisfatta. Si stacca nuovamente dalla mia appendice erettile e mi sospinge gentilmente verso il divano, sul quale mi fa sedere, riprendendo ad insalivarmi il battacchio.
Vedo che si porta una manina alle labbra e si sputa sulle dita. Un attimo dopo la stessa manina sparisce alle sue spalle e chissà perché ho il sospetto di sapere dov’è andata a finire.
Evidentemente Daniele ha visto il gesto e capito l’antifona, perché vedo che alza leggermente la testa per arrivare a lambire il buchino della fidanzata.
Dopo qualche altro istante dedicato alla lubrificazione, la bruna valchiria si alza e, senza dire una parola, mi scavalca, porgendomi la schiena.
Mi afferra l’uccello e, senza un attimo di esitazione se lo punta tra le chiappette sode, sedendocisi sopra con ben pochi riguardi.
Sento la punta spingere contro l’elastico anello bruno e vincerne lentamente la resistenza.
Mara uggiola ma non si ferma, ed in un lampo si impala su di me.
Rimane ferma per meno di cinque secondi, giusto il tempo di sollevare le gambe e piantare i talloni sul bordo del divano, poi afferra per i capelli Daniele e gli preme la faccia contro i nostri grembi uniti.
- Per punizione, leccaci per bene! - Ordina, con un tono che non ammette repliche.
Sento la lingua di Daniele lambirmi lentamente lo scroto e risalire per la piccola parte di asta che rimane fuori dal corpo di Mara, soffermarsi un attimo sul bordo dello sfintere della ragazza per proseguire subito dopo verso l’alto.
Mara emette un sospiro soddisfatto e prende a muovere lentamente il bacino, scopandosi da sola.
Sinceramente non mi secca affatto la situazione: non devo nemmeno fare fatica a pomparla, perché fa tutto da sola. Se poi aggiungiamo pure le attenzioni della lingua di Daniele, devo dire che il tutto risulta piuttosto piacevole.
In effetti mi sa che come punizione non è neppure tanto grave, per Daniele, vista la foga con cui si da da fare.
Mi godo il budello di Mara, che pur sempre risulta essere un budello di prim’ordine, e mi rilasso chiudendo gli occhi, ascoltandola mentre mugola sommessamente.
Tempo una paio di minuti e la moretta viene come una fontanella, tanto che Daniele, quando rialza la testa, a il viso completamente fradicio di umori.
Mara è accasciata sul mio petto che riprende fiato, mentre io ne approfitto per diminuire il numero di giri che le ultime contrazioni del budello bollente in cui mi trovo infilato hanno portato al massimo.
Sto li a fissare il soffitto come un cretino poi all’improvviso mi ritorna in mente il resto della compagnia, nella stanza accanto, che non ha ancora dato segni di vita. Do un’occhiata all’orologio sulla libreria: è già una mezz’ora che Roberta e Milena non danno segni di vita e chissà cosa stanno combinando nella “stanza dei giochi”.
- Che ne dite se diamo una sbirciatina? - Dico sottovoce, rivolto ai miei due compari.
Daniele annuisce come un cagnolino da lunotto, e Mara lo fulmina con un’occhiata, ma alla fine decidiamo che forse è proprio il caso di dare una controllata alla situazione.
Mi annodo l’asciugamano attorno ai fianchi, tanto per darmi un contegno, imitato da Mara e Daniele che sommariamente indossano un paio di magliette.
Stile Gatto Silvestro in caccia, usciamo dal salotto e raggiungiamo la porta della stanza degli ospiti, alla quale accosto un orecchio. Per un momento non sento niente, poi prestando un po’ di attenzione riesco a percepire un basso ronzio di sottofondo ed un basso mugolio.
Non so perché, ma me lo aspettavo.
Mara e Daniele mi tirano per un braccio per avere un po’ di posto, ma li faccio stare buoni e mi limito a sorridere verso di loro.
- Allora? - chiede Mara limitandosi a muovere le labbra senza emettere nemmeno un suono.
Le faccio il gesto internazionale di OK, continuando ad ascoltare.
Si, accidenti, è proprio un ronzio di quelli che dico io.
Molto lentamente abbasso la maniglia ed apro la porta di uno spiraglio: se non sbaglio, quello che riesco a vedere è un pezzo del sederino di Roberta e direi che la massa rossa tra le sue gambe non è altro che la testa di Milena.
Io a Roberta prima o poi devo fare un monumento: quella ragazza è meravigliosa, e non parlo solo dell’aspetto fisico. Riesce a risultare simpatica a chiunque e gestisce le persone con una facilità sorprendente.
Apro la porta di un altro paio di centimetri, quel tanto che mi basta per inquadrare completamente la scena.
Confermato: se ne stanno annodate sul letto intente a sollazzarsi a vicenda.
Mi volto verso Mara e Daniele. - Andiamo? - chiedo, in un bisbiglio.
La risposta è univoca e contemporanea: un rapido, deciso e sincronizzato annuire.
Finisco di aprire la porta e contemporaneamente tolgo l’asciugamano, avvicinandomi alla cassettiera.
Questa non va assolutamente persa: allungo una mano ed accendo l’impianto per le riprese.
Mi è costato un occhio della testa e me lo sono fatto fare da un amico che se ne intende parecchio. Avvio la ripresa e raggiungo il lettone.
Se Milena e Roberta si sono accorte del nostro arrivo, non ne danno certo a vedere, infatti continuano imperterrite il ricamo di lingua mentre fanno andare a tutto spiano due dildi di discrete dimensioni.
Daniele ha letteralmente le bave alla bocca ma devo dire che pure Mara non è proprio insensibile. Lei e Roberta hanno parecchie volte dimostrato di gradire molto gli intrattenimenti saffici e molto probabilmente non vede l’ora di lanciarsi nella mischia. Infatti, senza molti problemi sale sul letto e si accuccia tra le cosce di Milena, infilando la testolina mora accanto a quella bionda di Roberta. Ad un simile trattamento Milena lascia cadere la testa sul letto, spalanca la bocca e geme senza ritegno il suo piacere, con gli occhi strettamente serrati.
Vista la posa mi affretto a prendere posizione prima che Daniele me la freghi: ginocchioni sul letto, infilo l’uccello fino in fondo alla gola di Milena che dopo un momentaneo e comprensibile attimo si smarrimento, si mette a succhiare di buona lena.
Daniele mi guarda stizzito, ma alla mia occhiataccia fin troppo esplicita si affretta a dedicare qualche attenzione alla fidanzata.
Ne ha già combinata una bella e non è il caso di bissare nelle cazzate.
Si piazza alle spalle di Mara, che se ne sta a sedere all’aria in modo piuttosto invitante, e la inforna senza indugi.
Il lavoro di Milena sulla mia asta è decisamente piacevole, ma reputo che anche Roberta si risentirebbe parecchio se non le dedicassi le dovute attenzioni. Sfilo dalla sua fichetta il dildo vibrante che la occupa (mettendolo da parte per un sicuro utilizzo futuro) e mi alterno tra la bocca di Milena e la vagina di Roberta, che dimostra chiaramente di apprezzare il trattamento.
Non passano nemmeno una paio di minuti che Milena raggiunge l’apice sotto i colpi di lingua delle due ragazze.
Sembra quasi che si tratti di un segnale concordato, perché il “gruppo plastico” si scioglie per ricomporsi sotto altra forma.
Roberta si tuffa tra le gambe di Mara, piantandole profondamente uno dei dildi nella fichetta e martoriandole la clitoride con la lingua; Daniele, al colmo della gioia si ritrova con l’uccello risucchiato dalla bocca bollente di Milena mentre io mi dedico al retrotreno di quest’ultima.
- Mi sta succhiando l’anima. - Balbetta Daniele ad occhi spalancati mentre Milena gli ingoia l’uccello fino alla radice.
- Per fortuna che ti sei già scaricato una volta. - Lo rimbrotta Mara con una punta d’astio nella voce.
Roberta alza la testa e fissa interrogativamente l’amica.
- Lo stronzo mi è venuto in bocca in meno di tre secondi solo pensando di potersela fare. - Spiega Mara, con la voce sempre più roca e gli occhi sempre più lucidi.
- Davvero? - chiede Milena, liberando l’asta di Daniele, sentendosi tirare in causa.
- Eccome! - Rantola Mara, impiastricciando, nell’orgasmo, la faccia di Roberta di succhi vaginali.
La mia amante solleva la “bocca dal fiero pasto” e sorride.
- E che male c’è, in fin dei conti non ha nemmeno tutti i torti. - dice. - Milena è davvero... - lascia in sospeso la frase.
- Ti ci metti anche tu? - chiede sibilando Mara.
Milena si libera da me e Daniele le si avvicina.
- Sapessi come mi sento io. - gli dice. - Non hai idea di quanto mi abbia fatto eccitare Roberta raccontandomi cosa combinate di solito voi quattro. E poi è la prima volta che partecipo... ad un.... - L’interruzione è dovuta al fatto che Daniele, ormai saturo, l’ha aggredita alle spalle, piantandosi senza tanti complimenti nel suo ventre.
- Dovresti essere contenta di quello che hai. - Continua Milena, ad occhi chiusi, assaporandosi la scopata.
- Avessi avuto io a disposizione una compagnia del genere, da ragazza; ti assicuro che non mi sarei persa di sicuro il mare di scopate che non ho mai potuto fare. - Si volta verso di me. - Per fortuna che ho conosciuto Pluto. Sapessi quante volte mi sono masturbata pensando a quello che abbiamo combinato nel suo negozio... - Viene interrotta da Roberta che, messasi in piedi davanti a lei, le afferra la testa premendosela sul pube.
- Sai che mi ha confessato che è la prima volta. - Dice, mentre si fa leccare.
- Di che? - chiedo, mentre afferro Mara e me la tiro addosso, infilandomi dentro di lei.
Mara inizia a muoversi lentamente su di me, con gli occhi fissi sul terzetto al nostro fianco.
- Tutto questo. - risponde Roberta, prendendo il dildo abbandonato poco prima ed infilandoselo in corpo aiutata da Milena.
- Che? - Borbotto. Sono distratto dal movimento di Mara e dalle sue tette che ballonzolano davanti al mio naso. Mi attacco ad un capezzolo e mi metto a succhiare come un vitellino da latte.
- Va bene, confesso. - Dice Milena, staccando la bocca dal grilletto di Roberta. - a cinquantadue anni, è la seconda volta che faccio sesso al di fuori del matrimonio. - Dice.
Roberta le sorride, incoraggiandola con lo sguardo.
- Con mio marito non ho mai provato nient’altro che la solita scopatina coniugale, in fretta e furia ed a luce spenta. - racconta, mentre Daniele continua a pomparla da dietro, imperterrito. - Ed adesso ho scoperto che quello stronzo ha un’amante. -
- Gelosa? - chiede Mara.
Roberta si distende sul letto e si infila sotto a Milena, attaccandosi al clitoride
- Non è quello. - Borbotta Milena, ansimando di piacere per il trattamento. - Solo che mi da fastidio che abbia cercato un’altra per fare quello che avrei fatto molto volentieri pure io. -
- E così lo ricambi. - Punzecchia Mara.
- Macché! - Risponde Milena, ad occhi chiusi. - Mi ha piantata... ed allora... ho deciso di... rifarmi del tempo... - Non riesce a finire la frase: si abbatte sul ventre di Roberta, vinta dall’orgasmo.
Daniele si ritira lentamente del suo ventre e le appoggia l’uccello tra le natiche. Mi da un’occhiata ed io intuisco immediatamente cos’ha in mente. Sono riuscito a contagiarlo brutalmente con la mia passione per i buchini posteriori e lo spettacolo che ha davanti agli occhi non fa che imbizzarrirlo ancora di più.
Memore della disponibilità di Milena, gli strizzo l’occhio e gli faccio cenno di procedere.
E già che ci sono ne approfitto anch’io, sfilandomi dalla fichetta di Mara e puntandomi al suo buchino.
Agiamo quasi sincronizzati, affondando entrambi nei retti delle nostre rispettive partners. Mara bofonchia un flebile “Porco” mentre Milena si limita a sibilare un lunghissimo “Sì”.
Chi invece è a bocca, o meglio, a fica asciutta, è Roberta, alla quale non resta che soddisfarsi da sola con il dildo. Non sembra nemmeno che le dispiaccio poi molto, visto che si stravacca sul letto a gambe larghe, osservandoci assorta.
- Poi tocca a me. - Dichiara.
E un chiaro avvertimento per me e Daniele: non azzardatevi a finire senza avermi dato la mia giusta razione.
Ed infatti, dopo una decina di minuti passati ad arare l’infrachiappe di Mara e Milena, decidiamo di dedicarci alla mia Robertina.
Le lasciamo a riprendersi, boccheggianti e con i fori dilatati, e saltiamo addosso a Roberta.
In un lampo siamo accanto a lei, la rovesciamo su un fianco e, senza por tempo in mezzo, la farciamo di cazzo, Daniele davanti ed io dietro.
- Odddddddddddio! - Ansima Roberta quando, contemporaneamente iniziamo a muoverci dentro di lei.
Io sono ormai al limite, e da quello che vedo Daniele è nelle mie stesse condizioni. Per quanto mi piacerebbe prolungare ancora un po’ questo primo tempo, ho paura che se non mi scarico, le palle potrebbero esplodermi. Abbrancato alle tettine di Roberta, la sbatto con tutte le mie forze, rosicchiandole un’orecchia.
- Dio, come vi sento. - Riesce a dire lei tra un colpo e l’altro.
A cedere per primo è Daniele: lo sento che si tende attraverso la sottile parete interna che ci divide. Sussulta, scaricando una bordata di sperma nella fichetta di Roberta, che boccheggia. Il ragazzo rallenta i movimenti, fino a fermarsi del tutto. Si sfila lentamente e si rovescia sulla schiena, riprendendo fiato.
In questo modo ho campo libero: mi fermo il tempo necessario a rovesciare Roberta sulla pancia, piazzandomi a cavalcioni del suo culetto. Lei sa quanto mi piace prenderla in questo modo e mi facilita il compito, sollevando leggermente le natiche e divaricandosele con le manine. Puntato sulle ginocchia e sui pugni, riprendo a muovermi sempre più velocemente, gustandomi appieno l’anello bruno della mia amante che mi stringe l’asta. Quando vengo, mi sembra che la testa mi scoppi, do un ultimo colpo, piantandomi dentro di lei e mi abbatto sulla sua schiena, innondandole l’intestino.
Siamo tutti e cinque stravaccati ed annodati sul lettone.
E per fortuna che no ho preso uno sovvradimensionato altrimenti sarebbe stata un po’ dura starci tutti assieme
Milena ha lo sguardo trasognato e ci fissa con aperta ammirazione.
- Siete stupendi. - Commenta. - E pensare che potreste essere tutti miei figli. -
- Mammina? - la chiama Roberta, con voce infantile, massaggiandosi lentamente l’ano martoriato dal mio trattamento. - Ho la bua al culetto. -
Milena dapprima arrossisce, poi sta allo scherzo.
- Vieni che ti do un bacino. - Dice, alzandosi e facendo il giro del letto.
Roberta si rimette a pancia sotto, con le gambe fuori dal letto, e Milena affonda la faccia tra le natiche, iniziando a sbaciucchiarla ed a leccarla, senza preoccuparsi affatto del flusso di sperma che fuoriesce dei due fori di Roberta.
- Siiiii, mammina, è tanto bello. - Commenta questa, con un sorriso ebete stampato in faccia.
Io e Daniele ci tiriamo un po’ da una parte, lasciando campo libero alle ragazze.
Per quanto Mara abbia fatto la scontrosa fino ad ora, sembra decisamente interessata a quanto stanno combinando le altre due. Si alza dal letto e raggiunge la cassettiera, mettendosi a rovistare nel famigerato cassetto. Tempo dieci secondi ne ha tirato fuori una decina di aggeggi di varia natura, gettandoli sul letto.
Milena interrompe il lavoro e la fissa incuriosita mentre Roberta già si mette a rovistare nella collezione.
Mara si è riservata il pezzo forte, uno strap-on di quelli che hanno pure i dildo all’interno. Senza battere ciglio lo indossa, rallentando giusto il tempo necessario ad infilarsi i due falli di lattice in corpo.
Si sistema lo slip, rabbrividendo leggermente per l’intrusione.
- Che intenzioni hai? - chiede Roberta, languida.
- Scoparvi! - Esclama Mara, dando un’occhiata a Daniele e me. - Loro due per il momento sono KO. - dice, indicandoci. - Noi dobbiamo pure divertirci, nel frattempo. - Si muove lentamente verso di loro, più che altro perché i due corpi estranei infilati nel suo ventre non le rendono molto facile la deambulazione.
Si inginocchia alle spalle di Milena. - Tu continua pure quello che stavi facendo, - le dice, afferrando il fallo di lattiche che le sporge tra le gambe e guidandolo tra le gambe di Milena. - che al resto penso io. -
Roberta si rigira a pancia sopra, spalancando le gambe davanti al viso della rossa, che attende ad occhi socchiusi le azioni di Mara.
- Com’è? - chiede Milena a Roberta, mentre Mara inizia a penetrarla.
- Com’è, cosa? -
- Essere presa da due uomini assieme. - Puntualizza Milena con un filo di voce, mentre l’olisbo continua ad affondare dietro di lei.
Io ho già avuto modo di sperimentare la sua capienza, ma Mara fissa ad occhi spalancati il corpo di Milena ricevere senza problema alcuno il lungo fallo artificiale.
- Se quei due porcelli si riprendono, potrai provarlo. - Risponde Roberta, prima di spingersi la testa di Milena verso il pube.
- Mi piacerebbe proprio. - dice, un attimo prima di attaccare le labbra al clitoride della biondina.
Io e Daniele ci scambiamo un’occhiata: se già avevamo la sana intenzione di riprendere le danze al più presto, questo non fa che aumentare i nostri buoni propositi.
Roberta si è impossessata di un cuneo anale e lo porge a Milena, che senza ulteriori spiegazioni lo infila rapidamente nel culetto della ragazza, riprendendo poi a leccarla.
Mara stantuffa senza riguardo alcuno e non so se piace più a Milena o a lei: so solo che entrambe miagolano come due gatte in calore.
Certo che lo spettacolo è decisamente esaltante: il contrasto tra le due ragazze e la matura cinquantenne tra di loro, crea un effetto strepitoso. Ed infatti gli effetti su noi due maschietti si vedono immediatamente. Dopo qualche minuto di spettacolo siamo già a buon punto e le nostre mani prendono a lavorare sui rispettivi membri.
- Guardateli, i due porcelli. - Dice Mara, senza nemmeno rallentare.
Milena solleva la testa e ci guarda, leccandosi le labbra.
- Non ti secca se ne approfitto? - chiede a Roberta.
La biondina si abbassa e le infila la lingua in bocca.
Quando si staccano, un sottile filo di saliva testimonia il trasporto di quel bacio.
- Guarda che non devi chiedere il permesso, qui ognuno fa quello che preferisce. -
Milena sorride e si volta verso Mara.
- Vieni anche tu? - le chiede ammiccando.
- Fa conto che ti sono attaccata. - ribatte lei, ridacchiando.
Milena si sposta lentamente tra me e Daniele e si impadronisce dei nostri uccelli. Non sono ancora in piena forma, ma ho come il sospetto che tra poco lo saranno.
- Questa è la serata delle novità. - Commenta, prima di ingoiarli alternativamente.
Roberta, lasciata da sola, non si scompone poi molto: con un colpo di genio si alza in piedi e si impadronisce della videocamera. Nell’abilità di ripresa non sarà il massimo, ma dubito che in uno studio televisivo abbiano mai visto un operatore tanto stuzzicante.
Milena ha ottenuto ciò che voleva, io e Daniele siamo nuovamente in linea, pronti all’uso e Mara, che ha capito dove vuole andare a parare la rossa, si affretta a lasciarle il campo libero, sfilandosi dal suo corpo.
- Che ne dite di fare pure a me quello che avete fatto a Roberta? - chiede.
Non servono risposte, ci limitiamo a trascinarla tra noi due e dopo un attimo si ritrova distesa impalata su di me mentre Daniele armeggia alle sue spalle. Quando la penetra, Milena spalanca gli occhi e un sommesso rantolo filtra tra i denti serrati allo spasimo.
Prendiamo a muoverci lentamente, dandole tutto il tempo di gustare a pieno questa nuova esperienza e dall’espressione che ha sul viso sembra proprio che ne sia sommamente soddisfatta.
- Non avrei... mai pensato... fosse... così... bello... - Gorgoglia. - Dai... più forte... -
L’invito non ci coglie impreparati e cominciamo a muoverci sempre più veloci , mentre dalla gola di Milena comincia ad uscire un vero e proprio urlo. Incitati da una simile reazione, ci diamo dentro a tutta forza: vedo Milena che strabuzza gli occhi, le manca il respiro, non riesce nemmeno più a gemere, mentre sussulta violentemente stretta tra me e Daniele. Sembra quasi abbia le convulsioni, ed un brivido di paura mi attanaglia le palle, quando le si rovesciano gli occhi e si accascia su di me, priva di forze.
- O porca puttana! Spostati! - intimo a Daniele, che si affretta ad obbedire allarmato, sentendo la tensione nella mia voce.
Rovescio Milena su un fianco e mi tranquillizzo immediatamente, ha socchiuso gli occhi e un leggero sorriso le increspa le labbra mentre mi osserva, completamente cotta.
- Tutto a posto? - le chiedo, gentilmente.
Lei annuisce continuando a sorridere.
- Dammi un minuto per riprendere fiato. - Bisbiglia.
Sollevato, mi distendo sul letto: ci mancava solo che mi andasse in svenimento, cazzo!
Mentre noi ci dedicavamo a Milena, Roberta e Mara non sono state con le mani in mano, la videocamera ha funzionato a tutto spiano e sarà interessante vedere la reazione di Milena quando le faremo rivedere il filmato debitamente montato.
Soddisfatte del lavoro svolto, hanno giustamente deciso di prendere qualcosa anche per se e dal cassetto delle meraviglie è comparso il vibro preferito dalle due porcelle, quello doppio, a serpente.
Si sono piazzate per terra, sulla moquette, una di fronte all’altra e la biscia di lattice scivola alternativamente nelle loro fichette.
Io e Daniele lasciamo Milena sul letto a riprendere fiato e raggiungiamo le due ragazze, porgendo loro gli uccelli da succhiare, ai quali si dedicano con amore e dedizione per qualche minuto.
Poi Mara si stacca da Daniele.
- Volete vedere una cosa? - chiede tutta felice, come se intendesse mostrarci un abitino nuovo.
- Cosa? - chiede Roberta.
- Ci ho provato per non so quanto tempo ed ora finalmente riesco a farlo. - Si limita a dire Mara, sfilandosi il serpentone dal ventre e frugando nel cassetto.
Quando ne toglie le mani, per poco non ci viene un colpo a tutti e tre: ha tirato fuori lo “scherzo”, perché di questo si trattava quando glielo abbiamo regalato per il suo ultimo compleanno.
Sapendo quanto apprezza i grossi calibri, “volevamo stupirla con effetti speciali” quindi le abbiamo regalato quel mostro nero. Dico mostro nero, ma potrei chiamarlo cazzo da cavallo, perché le misure di certo non sono umane. E’ lungo esattamente cinquanta centimetri ed ha un diametro di otto che, all’altezza della cappella, aumenta a dieci. Più che un cazzo, sembra un braccio.
Di morbido lattice nero, satinato, con grosse vene in rilievo, vicino al corpo minuto di Mara risulta ancora più impressionante.
- Stai scherzando? - Bisbiglia Roberta, osservando ad occhi spalancati l’amica.
Lei sorride e fa cenno di no con la testa, mentre unge abbondantemente di glicerina fluida il bestione, poi porta una manina tra le gambe e si da un’insaponata pure alla fichetta.
- State a vedere. - Dichiara, distendendosi sulla moquette e spalancando le gambe, portando le ginocchia dietro alle braccia.
La osserviamo, oscenamente scosciata, con fichetta ed ano in mostra, mentre punta il capellone, afferra l’asta con entrambe le mani e comincia lentamente a spingere.
Rimaniamo immobili come statue, trattenendo il fiato. Con la coda dell’occhio vedo Milena muoversi sul letto in cerca di un punto di vista migliore.
- Oh, Dio santo! - sento che mormora.
Mara strizza gli occhi, ansima come un mantice, digrigna i denti, ma non smette di spingere.
Con lentezza esasperante, le labbra della vagina si allargano, accogliendo progressivamente l’enorme intruso.
E’ il punto più difficile: il bordo della cappella. Per un momento Mara smette di spingere, tirando il fiato, poi riprende con decisione ed all’improvviso, dopo un’ultima resistenza, la punta sparisce nel suo ventre, strappandole un grido che di piacere non ha assolutamente niente.
Il volto teso è quasi viola, e non riesco proprio a capire come possa trovare piacevole una simile dilatazione, ma lei respira lentamente, tentando di rilassarsi, mentre un debole sorriso le illumina il volto, che lentamente riprende il colorito naturale.
Serra le manine con più forza attorno all’asta e ricomincia a spingere, infilando in profondità il dildo. Quando ne ha fatto entrare circa un terzo, inverte il movimento, iniziando a scoparsi lentamente.
Roberta, che non ha staccato gli occhi dall’amica nemmeno per un istante, si rigira veloce sulle ginocchia e si piazza tra le gambe di Mara, iniziando a lambirle il grilletto con la lingua.
Lo spettacolo è talmente eccitante che tra un po’ le orecchie cominceranno a fumarmi. Continuando a fissare il ventre di Mara, mi piazzo alle spalle di Roberta, e senza neppure sfilarle dalla fichetta il “serpente” la sodomizzo di botto.
Daniele mi imita, saltando sul letto e riservando lo stesso trattamento a Milena, che sta praticamente sbavando dall’eccitazione.
Il movimento impresso da Mara al dildo si fa più rapido, mentre la moretta mugola sotto la duplice stimolazione, dando evidenti segni che il dolore iniziale sta rapidamente e drasticamente lasciando posto al piacere.
Mi muovo lentamente dell’ano di Roberta perché mi rendo conto che un simile spettacolo potrebbe farmi andar fuori di testa in un lampo, ed invece ho tutta la voglia di prolungare al massimo questa serata di giochi. Chi invece non ha nessuna remora a scatenarsi è Milena che, ormai sta avendo orgasmi a raffica sotto i colpi di Daniele. Ha una mano infilata tra le gambe e si sgrilletta a tutto spiano, miagolando come una gatta in calore, mentre Daniele la sbatte a tutta forza.
Durante i pochi secondi che ho dedicato ad osservare quello che combinano Milena e Daniele, Mara ci ha dato dentro di brutto: il bestione nero sta stantuffando a tutto spiano nella sua fichetta strappandole un continuo mugolio di piacere. Ha gli occhi fuori dalle orbite e rivoli di sudore le scendono copiosi lungo il viso ed il petto.
Il suo orgasmo è talmente improvviso da coglierci tutti di sorpresa: fino a un attimo prima si stava scopando a tutta velocità, un secondo più tardi, piantato fino in fondo il mostro, lo lascia andare, inarca la schiena puntando le spalle a terra e ulula il suo piacere al soffitto, nella migliore imitazione di un coyote che abbia mai sentito.
Roberta lascia che l’amica si rilassi, poi con dolcezza ed attenzione inizia a sfilarle dalla fichetta martoriata il bisonte.
Va tutto bene fino a quando l’enorme cappella non arriva a dilatare le grandi labbra.
- Fermati! - Le intima Mara in un rantolo. Ho come l’impressione che l’uscita sarà altrettanto dolorosa dell’entrata. - Toglilo d’un colpo solo! - Istruisce la moretta, stringendo subito dopo i denti, e fissando negli occhi Roberta.
Per precauzione io mi sfilo dal suo sederino, dandole campo libero. Lei si puntella sulle ginocchia, afferra a due mani l’intruso e ricambia lo sguardo di Mara, che annuisce seccamente, sempre a denti stretti.
Roberta non aspettava altro. Con un grugnito da uno strappo al dildo che scatta fuori dalla fica di Mara con un percettibile “plop” decisamente osceno, immediatamente seguito da un rantolo di dolore da parte di Mara.
Dal foro dilatato della sua fichetta escono abbondanti le secrezioni dell’orgasmo.
Immediatamente Roberta si china sul ventre dell’amica, iniziando a baciarla con dolcezza.
Io invece mi metto le mani nei capelli, ‘ste due sbarbine stanno diventando sempre più pericolose.
- Potrebbe entrarci una mano. - Dice Roberta, fissando estasiata il foro slabbrato di Mara, con una strana luce negli occhi.
Avvicina la destra alla fica dell’amica e, con somma attenzione, ci infila tre dita come niente fosse.
Mara alza la testa, sogghigna e bisbiglia un lubrico - Dai! -
Roberta ritrae la mano, unisce le dita a cuneo e le punta sul vestibolo, come poco prima ha fatto Mara col dildo.
Spinge lentamente e, dopo solo una piccola resistenza, si ritrova con la mano imprigionata fino al polso nel ventre di Mara.
- Oddddddio! - Sibila la brunetta, quando Roberta inizia a scoparla. - E’ molto meglio del vibratore. -
- E’ pazzesco! - sento dire Milena al mio fianco. Mi volto leggermente: Daniele è immobile dietro di lei, Accasciato sulla schiena, è evidente che le ha appena riempito il retto di sperma. Con un movimento fluido la rossa si sfila da sotto il biondino, che si rovescia sul letto tentando di riprendere fiato, e striscia fino a raggiungere le due ragazze distese sul pavimento.
- Cosa senti? - chiede a Mara, accarezzandosi la fica.
Le ragazza boccheggia per qualche secondo.
- E’ incredibile. - dice alla fine. - Mi sento... completamente piena... riesco a sentire le... dita di Roberta... che mi frugano.. dentro... che si agitano... nella pancia. -
Milena mi guarda in tralice, ed immediatamente so che ha tutta l’intenzione di provare anche lei. Infatti si siede accanto a Mara, allargando le gambe e fissando Roberta.
- Fallo anche a me. - le dice, dischiudendosi le labbra della fica con le dita.
Salto su ed afferro al volo la boccetta del lubrificante, ungendo abbondantemente la mano libera di Roberta.
Questa non è proprio da perdere: non appena ho finito, afferro la videocamera portatile e inquadro la scena, proprio mentre la mia giovane amante affonda quattro dita nel ventre di Milena, che sospira di piacere, mentre dall’ano, ancora dilatato dall’opera di Daniele, cola lentamente un filo di sperma.
Conosco per esperienza la capienza di Milena e quindi non ho dubbi sul fatto che possa sopportare tranquillamente una cosa del genere.
Continuando a scopare Mara con la destra, Roberta ritrae la sinistra, richiude il pollice sul palmo e riprende a spingere, rallentando solo all’approssimarsi delle nocche della mano; osserva con attenzione Milena per captare eventuali cenni di dolore, ma la rossa se ne sta ad occhi chiusi assaporandosi la penetrazione.
Spinge ancora un po’ e la mano entra completamente, seguita senza eccessivi problemi da un bel pezzo di avambraccio.
- Caaaaaaazzzzo! - Farfuglia Milena, boccheggiando. - E’ terribileeeee! -
Roberta aspetta qualche istante, poi inizia a fottere le due amiche all’unisono, entrando ed uscendo dai loro ventri con decisione.
Non resisto più: tutta la serata è stata a dir poco un overdose di eccitazione ed ho il cazzo talmente gonfio da farmi male. Butto la telecamera da una parte senza nemmeno curarmi di controllare se l’ho spenta, mi piazzo dietro a Roberta, punto l’uccello al suo buchetto posteriore e, con un secco colpo di reni, mi pianto completamente dentro di lei, sodomizzandola senza alcuna remora. Lei ha qualche problema di equilibrio, non avendo le braccia sulle quali puntarsi, ma con un po’ di collaborazione da parte mia riusciamo a sistemarci al meglio possibile.
Daniele si alza e si impossessa della telecamera e si mette a filmare. Lui ormai è arrivato alla fine, può anche permetterselo.
Io invece sono in dirittura di arrivo, ma stringo i denti per resistere ancora qualche istante. Voglio riempire il sederino di Roberta godendomi l’orgasmo di Mara e Milena.
Che non si fa attendere poi molto. Le due donne si tengono strette per mano, quasi ad incoraggiarsi a vicenda, mormorando tra di loro, quasi a sincronizzarsi.
Le vedo tendersi, inarcare i corpi sotto le spinte di Roberta, digrignando i denti ed ansimando senza sosta. Milena improvvisamente divarica al massimo le gambe, solleva di scatto la testa, sbarra gli occhi ed esala quello che sembra in tutto e per tutto l’ultimo respiro, mentre Mara, puntati i talloni a terra, fa forza sulle gambe e sulle spalle, staccando completamente il corpo da terra ed urlando senza ritegno.
Lo spettacolo è talmente eccitante che vengo quasi senza rendermene conto: un attimo prima sto sbattendo Roberta a tutto spiano ed un secondo dopo, piantato completamente dentro di lei, le sto allagando l’intestino, mentre un fulmine di piacere mi scorre del basso ventre fino al cervello.
Roberta sussulta a sua volta, accasciandosi a terra sui gomiti, con le mani ancora imprigionate nei corpi di Milena e Mara e letteralmente piangendo dal piacere.
Ammucchiati sul lettone, cerchiamo tutti e cinque di riprendere fiato.
- Penso proprio che questa serata non la scorderò mai! - dichiara Milena, quasi parlando a se stessa, mentre si massaggia lentamente l’inguine. Appoggia la testa ad una mano e ci guarda sorridendo. - Quanto tempo perso... - dice, con evidente rammarico.
Roberta socchiude gli occhi e la fissa. - Guarda che c’è sempre tempo per rimediare. - le dice.
Milena annuisce, con un espressione estremamente entusiasta in volto. - Spero che mi darete una mano. -
- Una l’hai già avuta, questa sera. - Ribatte Mara. - Come prima volta mi sembra più che sufficiente. -
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15 years ago
admin, 75
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Grandi pulizie di stagione
Puntuale come una cambiale, alle otto del mattino, mio nipote C***** si presentò al cancello di casa nostra.
- “Sto arrivando”, gli urlai mentre mi accingevo a chiudere la porta di casa.
-“Sei già pronta zia” ! Esclamò meravigliato e con un pizzico di delusione che gli si leggeva palesemente in viso.
- Gli risposi immediatamente… “Certo non era alle otto l’appuntamento?”
Pensai subito che, forse il “bulletto” avrebbe voluto trovarmi in pigiama magari per gustarsi le mie forme giunoniche in santa pace per poi sfogarsi a modo suo.
Il ragazzo, infatti, non sospettava minimamente cosa gli sarebbe accaduto da li a poco ed io volevo portarlo al massimo dell’eccitazione senza fargli capire nulla delle mie intenzioni ma, facendogli sembrare tutto occasionale.
Salii nella sua macchina, una vecchia e sporca Fiat Uno, allacciai le cinture di sicurezza e ci avviammo verso la casa al mare.
Durante il tragitto, iniziai ad ammaliarlo dicendogli che avvertivo la calura estiva ed allargai ad arte le mie gambe, proprio come una “vera donnaccia”, alzando la veste sopra le ginocchia per far passare aria proprio là.
C***** notò subito quella mia “sfrontatezza”, infatti quel portamento non era mia consuetudine e C******* che mi conosce molto bene diventò rosso in modo molto evidente.
Arrivammo alla meta, ed io chiesi a C******* di spalancare tutte le finestre per dare aria e luce all' appartamento, mentre mi avviai in bagno per fare pipì, lasciando uno spiraglio della porta aperta in modo che lui potesse spiarmi ed iniziare ad eccitarsi.
- Dopo aver preparato e bevuto un caffè, iniziai a organizzare il lavoro – spiegandogli cosa dovevamo fare.
Decisi, per prima cosa, di togliere tutti i giornali che coprivano i mobili e chiesi a C****** di aiutarmi mandandolo a prendere la scala nel ripostiglio.
- Detto, fatto – il buon C******* prese la scala e la sistemò, da “emerito pivellino” insistette tanto per salire lui sopra – togliendosi, così, una grande opportunità - quella di assaporarsi le mie forme da sotto.
- Ma la giornata era appena iniziata ed io continuai a stuzzicarlo ad arte continuando a fare i comuni servizi di casa in modo da mettermi in mostra e farlo arrapare come un toro.
Non tardò ed il ragazzo iniziò a dare i primi segni di cedimento, non poteva resistere più impassibile al richiamo femminile.
Dopo qualche minuto, mi disse che aveva delle inspiegabili fitte di dolore in direzione dell’inguine e che non ce la faceva più a tirare il fiato ed a stare in piedi.
- Capii subito che l’eccitazione gli era salita al massimo e che se non avessi ricorso subito a svuotargli le palle, sarebbe dovuto ricorrere alla cure di uno specialista per sbrogliargli i testicoli.
Lo invitai a stendersi sul letto e gli slacciai la cintura dei pantaloni… “Zia che fai !” - Esclamò dolorante senza comprendere ancora cosa gli stava per accadere… “Non ti preoccupare C******, ti prego chiudi gli occhi e lasciami fare, so che è tutta colpa mia” gli dissi.
- “Ma Zia… Perché colpa tua?… Non capisco!” – rispose meravigliato.
- O meglio… fece finta di non capire perché si vergognava come un ladro, quasi piangeva dal dolore – allora gli infilai delicatamente la mano negli slip e toccai un membro enorme e umidiccio, tanta era l’eccitazione che il suo pene iniziò a secernere liquido vischioso in abbondanza.
- “Oh… Zia… Ma…Ma che fai !”, mormorò al contatto della mia mano con il suo uccello.
Gli liberai velocemente il pene dai pantaloni e dalle mutande iniziandolo a massaggiare dolcemente con le mani, tutta l’asta era tirata al massimo e mostrava una enorme cappella lucida.
Non avevo mai visto dal vivo un cazzo simile e di quelle dimensioni poi, sicuramente più di venti centimetri di lunghezza ed un diametro impressionante, quello che è certo, è che la mia mano non lo conteneva tanto era grande e grosso.
- Quell’arnese mi mandò letteralmente in estasi e lo presi in bocca assaporando la sugosa cappella, dopo solo due affondi nella mia bocca il cazzone di C******** schizzò copiosamente sborra… Un mare di sborra densa che m’inondò il viso ed i capelli.
- “Oh…Ziaaa… Perdonami”… Sussurrò ancora incredulo il ragazzone.
- “Dai C******** non ti preoccupare a zia… Rilassati siamo soli…Non ci vede nessuno, ora tocca a te”, così dicendo mi alzai la veste e gli salii a sessantanove sopra il suo viso invitandolo a leccarmi.
Sentii le sue grandi mani allargarmi le natiche, non si curò nemmeno di sfilarmi le mutande ed inizio a baciarmi e leccarmi come un dannato tra le cosce, mentre io gli ripulivo il suo bel cazzo con la lingua ed ogni tanto lo piazzavo tra le tette strappandogli dei lunghi sospiri di piacere.
- Ora volevo sentire la furia di quella carne dentro di me, così come avevo sempre desiderato, mi stesi sul letto levai le mutandine, ormai impregnate di tutto e divaricai le gambe invitandolo a montarmi sopra nella tipica posizione del missionario.
- Il ragazzo prontamente esaudì il mio desiderio, me lo ritrovai sopra con tutto il suo peso ed il suo grosso arnese che mi penetrò la vagina, facendomi provare una sensazione mai saggiata prima, sentivo il suo grosso membro entrare tutto dentro fino al collo dell’utero e il suo scroto sbattermi tra le natiche del culo quasi a volermi schiaffeggiare.
- Mi pompò in quella posizione come un dissennato, senza degnarmi di uno sguardo, era in un evidente stato d’imbarazzo, mentre io gli ripetevo con tono sensuale – “dai gioia mia continua così…Fammi godere… Siiii… Sborrami pure dentro non ti preoccupare a zia…Riempimi tutta”.
- Dopo qualche minuto C******* si impuntò con i piedi spingendomi al massimo il suo cazzo dentro la vagina e ansimando di piacere avvertii il suo membro più volte pulsare ritmicamente dentro di me riempiendomi la pancia di sborra bollente.
- “Vengoooo… Ziaaa… Ah…Si, tutto per te… Si… Per te… Uh…Porca putt… ” ! Finalmente si liberò svuotandosi completamente le palle dentro di me.
- È stato meraviglioso ricevere e poi vedere tutto quel seme che lentamente “eruttava” dalla mia fica come se fosse lava che fuoriusciva dal cratere di un vulcano scolando tra le mie cosce in una interminabile lunga colata.
- Il ragazzo s’incantò a guardare quello spettacolo della natura, incredulo delle sue doti e dopo essersi ripreso, mi confessò che quella era stata la sua prima volta, che nonostante i suoi venticinque anni aveva solo fantasticato tirandosi delle belle seghe e quando arrivava all’apice del piacere sborrava abbondantemente apostrofando frasi ingiuriose in conto del suo oggetto del desiderio.
- Dopo averlo rassicurato che quanto faceva fosse normale pratica, comune a tutti i ragazzi ci addormentammo soddisfatti trascurando tutto quanto il resto.
© Cornelius68
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15 years ago
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25 anni di matrimonio
Quando passione e fantasia si coniugano con intrigo ed erotismo
Un fascio di luce filtra dalla persiana mi sveglia. Sono quasi le dieci del mattino, ed in uno stato di disordine mentale e di stordimento fisico ritorno lentamente alla mia quotidiana realtà.
Intorpidita, come un automa, preparo il caffè. Nei pochi minuti di attesa, rivivo quanto è accaduto ieri sera.
Velocemente mi determino!
Oggi la giornata di ferie, scelta per affrontare le quotidiane attività domestiche, rispetto alle quali mi trovo un attimino indietro, avrà un altro fine.
Sorseggio il caffè tornando a letto. Il leggero lenzuolino contiene il calore di un corpo ancora in fermento. Il fumo della sigaretta dissolve i suoi ghirigori nel suo plastico lento risalire verso l’alto. Incontra i raggi di un tiepido sole primaverile che ne accentua l’eterea trasparenza.
Tra le calde lenzuola sono particolarmente compiaciuta della mia ultima performance erotica e, riflettendoci, mi sorprendo di me stessa riconoscendo che mai avrei potuto immaginare quanto potesse essere intrigante, e piacevole, un rapporto intimo con il più classico dei giochini erotici.
Mi rigiro nel letto in preda ad una strana sensazione, ancora assopita le mani cercano la presenza di un qualcosa che non trovano.
Mentre tento di dare riscontro a tali interrogativi formo il suo al telefono. Risponde. E’ lui.
Sorvolo sui convenevoli “amore mio cosa stai facendo?...sai sonoancora a letto…” c’è malizia nelle mie parole unita ad tono suadente e particolarmente accattivante. Gli confesso di percepire ancora il suo intimo odore diffuso sul mio corpo e ammetto, di stare rivivendo ogni passaggio del nostro coinvolgente amplesso, con un particolare calore che, lentamente, governa i miei pensieri. “…tesoro ti vorrei adesso accanto a me…”
È esplicito il mio stato di donna innamorata! Nel mentre i suoi silenzi sono la chiara conferma della sua sorpresa. Non gli ho offerto alcuna possibilità di ribattere al mio invito.
Il suo diniego alla mia profferta mi lascia con il magone. Desidero ardentemente sciogliermi al calore di un corpo in fermento.
La mente comincia a martellarmi. Fotogrammi di immagini sembrano attecchiti ai miei occhi, ho voglia di un qualcosa che sappia dare al mio corpo nuove sensazioni, sento che è il momento di dare alla mia vita quel friccichino che fino a ieri sera ho accantonato.
Il mio corpo richiama la sua voglia di godere. Fantastico sola su quanto quel giochino sia stato accattivante, e di quanto delicato sia stato il mio compagno ad utilizzarlo.
Una particolare sensazione accentua il mio desidero di gioire di intime carezze! Ma il mio pudore mi inibisce di farlo da sola. Non saprei come dare inizio alla mia solitaria performance!
Solo una doccia potrebbe rilassarmi. Nuda mi soffermo ad osservare il mio corpo allo specchio, mi accorgo subito del rossore del mio viso, che non so se ricondurre ad una intima vergogna ovvero da una nuova sensazione che piano piano si sta appropriando del mio corpo. L’immagine mi restituisce la figura di una plastica 44, con tutte le forme proporzionate al fisico. Il seno da coppa da champagne restituisce delicatezza al mio essere, mi giro lentamente, pavoneggiandomi al cospetto di un culetto niente male, ancor di più impreziosito da gambe non lunghe ma ben tornite.
L’espressione che tutti mi riconoscono è quella di una santarellina, il taglio del viso è infatti delicato e i caratteri somatici sono quelli della classica mamma di famiglia .
Ancor più frastornata mi lascio scuotere dall’acqua scrosciante della doccia. Inebriata libero le mie mani sul corpo, complice il piacevole ricordo della notte passata, ormai, schiava della mia eccitazione, vivo una emozione diversa. Apprezzo il piacere che le mie mani sanno dare al mio corpo. Le seguo scivolare su una pelle resa vellutata dall’acqua. Dai fianchi risalgono sul petto, si soffermano sul seno, quasi bloccate dai delicati capezzoli che lentamente si gonfiano all’intrigante contatto. Poi ancora più lentamente seguono il sinuoso corpo sino all’interno delle cosce sfiorando, pudicamente, e a più riprese, il piccolo cespuglietto.
Ad ogni carezza un intimo fremito mi sconvolge. Schiudo naturalmente le gambe ed agevolo le mie carezze. Non riesco a fermarmi, né credo di averne voglia di farlo!
Chiudo gli occhi e, sola con il mio corpo, libero il mio desiderio.
Sottili sono i gemiti che emetto!
Mi dispiace non essere riuscita a trasmettere la mia attuale esigenza di un maschio contatto, mi abbandono, quindi al mio solitario fare e godo!
Le carnose labbra strette tra i denti contengono sospiri intensi e profondi.
Godo di me stessa con il mio piacere portato via dall’acqua.
Non avevo mai goduto in solitario del mio corpo e devo riconoscere che è una componente di cui oggi mi dolgo.
Non so cosa mi stia accadendo ma sicuramente qualcosa sta crescendo in me, è bastata una notte di eccitante passione ad indurmi a riflessioni che coinvolgono il mio essere donna. È sottile il passo che può trasformarmi da moglie a femmina così come ancora più sottile è il limite che trasforma l’amore in passione. Ed è ora che trasformi i miei atteggiamenti di donna alla ricerca della passione dell’amante.
Accompagnata da questi pensieri raccolgo me stessa in una seria riflessione.
Alla soglia dei 50 anni, un matrimonio in giovane età mi ha permesso di gioire di un figlio che già oggi è autonomo, già a pieno titolo nel difficile mondo del lavoro e con prospettive di floride soddisfazioni.
Ma una coppia con tanti anni di matrimonio alle spalle non può, e non deve, diventare succube della routine quotidiana le cui conseguenze, sicuramente nel tempo, ledono i giusti equilibri che si è riuscito a costruire.
Questa filosofia sarà adesso il mio modo di vivere in modo diverso il mio rapporto di coppia.
E tra meno di una settimana festeggiamo le nostre nozze d’argento!
Ammetto a me stessa di non aver vissuto intensamente il mio rapporto di coppia. Il mio uomo avrebbe voluto fare della trasgressione una dottrina di vita con l’unico scopo di mantenere viva la mente alla ricerca di nuove sensazioni che, nello stimolare la reciproca fantasia, avrebbero dato il piacere di assaporare intimamente le gioie che dal sesso possono scaturire.
Confesso di essere stata piuttosto restia a seguire le sue fantasie sessuali preferendo gestire la mia sessualità in modo normale.
I nostri rapporti sono senza alcuna componente trasgressiva, eppure ne godo in maniera piena ma so che resta alta nel suo corpo la lussuria che, probabilmente non riesco a fargli smaltire. Più di una volta mi ha confessato, tra il serio ed il faceto, del suo toccarsi intimamente sino ad arrivare ad un secondo solitario piacere, nel mentre mi coccolavo tra le braccia di Morfeo.
Prendo atto che se ciò poteva soddisfare me sicuramente non stava bene a lui!
Giorno dopo giorno, fatalmente, l’amore si è trasformato in rispetto e la passione ne è diventata l’inevitabile vittima.
Riconosco, che sono stati diversi i suoi tentativi per svegliare la femmina dormiente che era in me ma, oggi ammetto con il senno del poi, che gli stessi non hanno sortito gli effetti sperati. I suoi erotomani pensieri non sempre sono stati raccolto dalla mia puritana cultura!
Neanche aver acquistato, nella sua sottile strategia tesa al mio convincimento, una serie di video hard e, un delicatissimo dildo color oro ha dato lo sperato impulso ad un rapporto che negli anni ha perso il dinamismo dei tempi migliori.
Ricordo di come contrariata ho seguito la sua giustificazione come naturale conseguenza di un rapporto che deve essere aperto alle più svariate esperienze, accompagnando tale riflessione con l’asserzione che la visione in compagnia avrebbe sicuramente dato maggiore impulso al nostro rapporto, nel senso che probabilmente avrebbe aggiunto quel tocco peccaminoso di sicuro piacere.
Ed è quel dildo che adesso cerco smaniosa tra le lenzuola!
Quell’onirico fallo tornato prepotentemente nel mio rapporto di coppia nel tentativo di rinvigorirne l’unione.
Lo scatolone, conservato per anni nell’armadio, ieri è stato riesumato per fare il necessario spazio agli indumenti di una famiglia che crescendo richiama i suoi giusti maggiori spazi.
In quello scatole avevo conservato, il termine più giusto è nascosto, i suoi gadget di passioni scemate. Lui ha passato oltre un ora davanti al suo vecchio VHS e in serata, ha sostituito il frenetico zapping televisivo con la visione di uno di quei suoi vecchi filmetti.
Iniziata la programmazione ilarità e scherno sono i suoi primi commenti nel gustare le scene che passano nel video quando l’oggetto principale di alcune performance erotiche di una giunonica mia coetanea era un dildo, simile al nostro, che sapientemente utilizzava per soddisfare la sua voglia di sesso e, nel contempo, stimolare la reazione del suo compagno che, accanto a lei godeva di uno spettacolo intrigante.
Un video di quelli amatoriali dove un intimo rapporto è reso pubblico dalla insana voglia voyeristica di rendere concreto la ricerca di nuove sensazioni.
Il giochino animato nelle esperte mani di una bella donna restituiva gemiti di piacere misto all’intrigo al compagno.
Le scene lentamente diventano più accattivanti anzi, oserei dire, più coinvolgenti. Lentamente mi sono lasciata trascinare. Sfido chiunque a restare inermi davanti a delle immagini ad alto contenuto erotico considerando che la iniziale curiosità si trasforma lentamente in morboso interesse.
Su questo convincimento certamente faceva leva la sua strategia, su quello spirito di emulazione che insito in ciascuno di noi porta a stimolare la propria fantasia.
Ciò che mi stava succedendo era proprio questo, ad occhi semichiusi, ho raccolto le gambe sul divano, con mascherato pudore, mordicchiavo le labbra, come a voler reprimere quella intima sensazione che mi stava assalendo. Mi stavo abbandonando a un qualcosa di ritrovato!
La mia intima debolezza si è scossa alla sua riflessione “…dimmi che non ti sta piacendo quello che quella gran gnocca sta facendo?”
Con voce roca e storpiata dalla eccitazione di cui ero assalita “non essere stupido …come pensi che io possa trasformarmi in troia vedendo solo delle immagini fredde e …….costruite…”
La risposta, per come data, sinceramente era poco convincente!
“Non riesco a capire come può quella lì godere di un coso artificiale quando accanto a lei c’è uno stallone che può possederla selvaggiamente” aggiungo continuando, con malcelato interesse, a vedere le scene che scorrevano in TV.
La sua, sicuramente interessata, spiegazione “…in un rapporto di coppia le sensazioni erotiche crescono a dismisura quando si aggiungono componenti diverse, ed originali, che aumentano il grado di coinvolgimento dell’amplesso…” mi impone una immediata riflessione.
Intanto, contro ogni mia volontà, una mano lentamente va a nascondersi tra le pieghe della mia gonna, risalendo con particolare interesse dalle gambe all’intimo incrocio.
Carezze intime ed intriganti.
Con vergogna maschero il mio stato rendendomi contemporaneamente conto, di analoga situazione che accanto a me coinvolge il mio uomo. Anche la sua mano è sparita al di la del bordo del corto pantaloncino che indossa, dove qualcosa di veramente grosso traspare. E, anche lui, emotivamente coinvolto, gioca morboso con il teso muscolo, duro per l’eccitazione che l’attuale situazione procurava ad entrambi.
Mentre le immagini scorrono sul video, mi accuccio a lui avviando carezze e, scoprendomi intimamente umida, gli offro delicati ed impercettibili mugolii di piacere, sintomo della mia crescente libidine.
Anche una sua mano intrigante percorre il mio corpo, lentamente si insinua tra il solco del delicato seno sino a stringere, con particolare passione, tra le dita, gonfi capezzoli!
Carezze amorevoli preludio di una notte di passione.
L’altra mano stringe provocatoriamente il piccolo dildo nel classico gesto di offrirmene la vibrante corposità. È sfacciato quando lascia scivolare lentamente la punta sulla preziosa seta delle calze che avvolgono le mie gambe. Ed ancora più impudente quando apprezza il mio gemere all’intimo contatto.
Stringo le cosce, non per pudore ma per percepire il leggero vibrare! Ed unirmi all’unisono allo stesso.
Prendo direttamente contezza dello stato della sua eccitazione contemporaneamente mi impossesso tra le dita del suo pulsante muscolo. Carezzo un attributo che sento palpitare frenetico! D’impeto le mie calde labbra giocano delicate su quel muscolo che, teso, non aspetta altro che percepire il calore della mia bocca. La lingua saetta frenetica, gioca morbosa sulla punta raccogliendo famelica la gioia che gli sto donando.
Anche lui ha il suo da fare, intrecciando un 69, e giocando, alternativamente con il suo giochino, delicatamente la lingua raccoglie dalla mia intimità ogni goccia del mio piacere restituendomi gli aneliti della sua passione.
I nostri gemiti si mischiano a quelli della porno – coppia, impegnati in un amplesso, il loro, ricco di lussuria!
Il piccolo divanetto si trasforma, in breve, nell’alcova del nostro piacere.
Godiamo quasi subito, annegando nei rispettivi tremori! Un caldo seme riempie la mia bocca, con gli ardenti miei umori che dissetano il suo bisogno di amore.
La parola fine scorre sul video mentre tra le sue mani vedo la piccola videocamera chiedendomi provocatoriamente “posso riprenderti nei nostri amplessi …. poi li rivediamo… assieme?... sarebbe bellissimo….”
Non raccolgo l’oscena proposta e di rimando “dai andiamo a letto…staremo più comodi…. Non ti dimenticare il tuo giochino vorrei…. divertirmi ancora….”
E, dopo una notte di travolgente passione, adesso è il dildo che cerco. È lì, inerme sul comodino come fosse in attesa di animarsi di nuovo.
La sua trasgressione si è anche estesa ad acquistare della lingerie intima piuttosto particolare che, superato i primi tentennamenti, ho cominciato ad indossare, ma stamattina mi supero, ho scelto la più particolare. Con indosso erotici capi. un accattivante perizoma in pizzo nero e trasparente organza abbinato ad un reggiseno a balconcino dai delicati effetti retrò, rassetto l’alcova di una notte di passione. Sculetto plastica con una strana euforia in corpo. In sottofondo una musica dei REM accompagna la mia strategia.
Euforica mi sdraio. In mano rigiro quel piccolo fallo che ieri sera è stato oggetto del nostro piacere, ne ammiro le dimensioni, lo stringo tra le dita, ne risveglio la vitalità.
La mia espressione diventa ambigua quando la dorata punta carezza a fil di pelle il mio corpo, il solco del mio seno si riceve l’onirico membro, mi soffermo prima sulle aureole e poi sulle delicate mammelle, i capezzoli sollecitati si inturgidiscono, prima uno e poi, in rapida successione l’altro. Impercettibili mugolii di piacere cominciano a riecheggiare nella stanza.
Le gambe raccolte mettono in risalto il piccolo cespuglietto nero del mio sesso.
L’unica trasgressione che in tanti anni gli ho concesso è stato raderlo per rendere più intrigante la parte più intima del mio corpo!
Sono piacevolmente impressionata dalla performance avviata, sta venendo fuori la zoccoletta che è in me. Porto il finto glande alla bocca, chiudo gli occhi, l’essenza del suo corpo è ancora forte tra le lenzuola. Ansimo mentre ne gusto l’intera dimensione.
La lingua gioca con sapiente maestria sul finto prepuzio, diventa percettibile il mio gemere affannato. È l’inizio di un nuovo godimento che comincia a possedere l’intero mio corpo.
Una mano tiene il finto membro in bocca, roteandoci sopra la lingua, l’altra scivola morbosa tra le intime labbra, umide da una diffusa eccitazione ormai padrona del mio corpo.
Sono pronta a godere di nuovo!
Un pensiero veloce. Il suo impegno di anni a farmi crescere sessualmente ora sta dando i suoi agognati frutti. Sento di voler diventare la migliore amante e la complice perfetta di un nuovo rapporto di coppia che non avrà più limiti .
Gemo intensamente quando l’onirico fallo, ormai animato dalla mia sapiente regia manuale, è pronto a sostituirsi nell’azione possessoria di quella fessura di cui fino ad oggi era lui l’unico padrone.
In posizione prona lo splendido fondoschiena offerto ad un etereo compagno, che molte notti lo hanno fatto impazzire di piacere, con lenta maestria guido l’azione possessoria dell’asta plastificata “mmmmhhhhhh … si prendimi … fammi .. godere .. ssssssssiiii ” ansimo come una porcellona mentre l’uccello plastificato scorre liberamente, e per tutta la sua dimensione, nella intimità bagnata come non mai.
Lo specchio mi restituisce la mia espressione di intima puttana.
Grido, ansimo, gemo come fossi una cagnetta in calore.
Sempre più presa dall’eccitazione parlo con l’etereo compagno “ sono pronta …. mhhh …. sto per venire … si…….. siiiii …. siiiii …. eccomiii …….. vengoooo ………” Una lussuria indescrivibile mi coinvolge mentre mi abbandono al mio lascivo piacere
“Ti sono piaciuta!......” è il mio provocatorio commento a quanto mio marito sta facendo.
Soddisfatta prendo atto che la mia strategia mi ha premiato.
Dopo la doccia ho ben posizionato la sua telecamera in camera, e indirizzata verso il nostro Talamo di passione, ho dato avvio alla mia trasformazione in donna lussuriosa e calda.
Ho ripreso la mia erotica passione.
Poi consapevole della sua particolare curiosità ho lasciato acceso il video con la video camera, certa che lo avrebbe azionato. È bastato che la inserisse…
Rapita dalla mia voglia ho voluto offrirgli quella parte nascosta di me e dimostrare al mio uomo il mio nuovo modo di essere femmina. E quanto di erotico sono riuscita a materializzare è rimasto, indelebile, impresso nel video registratore.
Adesso è steso a letto con un superbo uccello ben stretto tra le dita, che imperioso svetta tra intime carezze “Potevi chiamarmi sarei stata pronta a darti il meglio di me stessa, quel coso sì mi ha fatto godere… ma preferisco il più carnale maschio muscolo …”
È sorpreso!
“…mi sei mancato come non mai stamattina” rivolta al suo intimo “adesso desidero farti morire…….” sdraiandomi al suo fianco. Le labbra a fatica contengono le frenetiche pulsazioni di un sesso maschio, preludio di un morboso e diverso godimento.
Con un gioco di lingua fantastico assaporo pienamente quanto è il frutto del suo piacere.
I suoi gemiti si uniscono ai miei.
Pochi secondi per godere anch’io del suo caldo seme che, impetuoso schizza riscaldandomi il viso. Continuo a giocare con la famelica lingua, avida di dissetare direttamente dalla fonte la mia nuova sete di passione. Anche lui condivide il mio bisogno di un calore diverso. Le sue mani impazziscono sul mio corpo, ogni millimetro di pelle si elettrizza a erotiche carezze. Ancora una morbida lingua raccoglie il mio piacere. Di nuovo il mio corpo gli regala la mia ritrovata e calda passione.
So che non sarà possibile recuperare venticinque anni di passioni sopite. Indietro nel tempo non si può tornare, ma sono certa che da ora in poi ogni giorno sarà un nuovo giorno. Aver risvegliato sopiti ardori mi accompagnerà verso notti dove un solo calore impererà nel mio rapporto con il sesso. Il calore di due corpi uniti in un solo ardente abbraccio.
È il mio personalissimo regalo per il nostro anniversario ne è la tangibile conferma!
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15 years ago
geppettino2003,
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L\'atteso ospite...
Storia vera scritta da mia moglie.
Mario (nome di fantasia), un nostro caro amico, il quale da tempo nutriva interesse nei miei confronti era stato da poco trasferito in zona per questioni di lavoro.
Un giorno ci telefona informandoci che sarebbe passato per farci visita e mio marito, considerando l’eccezionalità dell’evento, ha pensato subito di sfruttare l’occasione per poter soddisfare uno dei sui desiderio reconditi.
Michele, infatti da tempo coltivava il desiderio di vedermi all’opera con un altro uomo, sinceramente quando me lo ha proposto non ho dato molto peso alle sue parole perché è solito scherzare e poi è sempre stato molto geloso di me.
Ma in quei giorni l’ho visto tornare spesso sull’argomento, lo vedevo molto eccitato al pensiero che io potessi abbandonarmi tra le braccia di un altro uomo e la visita di Mario sarebbe stata, secondo lui, una buona occasione.
Così dopo una serie di "tira e molla" ho accettato di soddisfare questo suo desiderio, organizzando con lui tutti i dettagli dell’incontro.
Arrivato il giorno, Mario si è presentato puntuale a casa nostra nel primo pomeriggio di un sabato con in mano un bel mazzo di fiori.
Quel giorno per ammaliarlo, decisi d'indossare una gonna aderente corta sul ginocchio, autoreggenti ed una camicetta che metteva bene in risalto il mio seno.
Dopo i saluti ci accomodammo tutti e tre in salotto ed io mi sedetti di fronte all’ospite divaricando leggermente le gambe con l’intento di lasciare intravedere quanto potesse iniziare a farlo eccitare.
Mario non si lasciò sfuggire l’occasione e mentre discuteva con mio marito, vidi che puntò i suoi occhi tra le mie gambe cercando di scrutare tra le mie cosce.
Iniziai a muovermi ad arte per sedurlo e dopo un po’,come concordato con Michele, gli chiesi se gradiva bere un caffè.
Al suo scontato “si grazie!”, mi recai in cucina per preparare il caffè e dal mio cellulare, di nascosto, composi il numero di casa nostra.
Prontamente il telefono in salotto squillò e Michele rispose… fingendo di essere stato chiamato urgentemente a lavoro, il commiato tra i due non fu lungo, Michele si scusò con l’ospite pregandolo di rimanere a bere il caffè e andò via di "corsa", nascondendosi in soffitta dove poteva vederci grazie ad una feritoia per l'aria senza alcun problema.
Io ero in cucina con le gambe che mi tremavano, percepivo che stava per accadere qualcosa di eccezionale… allora feci un lungo respiro e ritornai in salotto con il vassoio del caffè e mi sedetti accanto a lui chiedendogli quanto zucchero voleva… Mario senza perdere tempo con la mano iniziò ad accarezzare le mie gambe si avvicinò e all’improvviso iniziò a baciarmi freneticamente, ho sentito la sua lingua tutta nella mia bocca quasi a volermi togliere il respiro e la sua mano frugare tra le mie cosce trovando la figa già bagnata.
Oh… dal respiro capii che era eccitatissimo, non so come mi sono ritrovata sdraiata sul salotto a cosce divaricate, priva dell'intimo che indossavo e con la sua lingua tra le labbra della mia figa a leccarmi appassionatamente, ricordo la punta della sua lingua che penetrava la mia vagina dilatandomi la natura.
Non tardò molto che raggiunsi il primo orgasmo… Ah ormai ero andata… Godevo pensando a mio marito che da lassù in soffitta mi vedeva scopare, perciò volevo regalargli qualcosa di unico.
Mi alzai e invitai Mario a sfilarsi i pantaloni per potergli prendere il membro in bocca, in un istante si calò le braghe e io iniziai a succhiargli l’uccello spingendolo fino in gola, Mario in piedi davanti a me con la mia testa tra le sue mani iniziò a sospirare di piacere, ancora qualche altro affondo e sarebbe esploso sborrandomi in bocca.
Ma io non volevo risolvere l’incontro con un semplice pompino, dopo avergli lubrificato bene il cazzo con la saliva gli chiesi se voleva mettere il suo uccello nel mio culo… Mario stupito per quanto gli avevo appena proposto non se lo lasciò ripetere una seconda volta, alzò rapidamente la mia gonna fin sopra la schiena e mi posizionò alla pecorina appoggiandomi allo schienale della poltrona, allargò le mie natiche, insalivò il mio culo infilandomi prima un dito per dilatarmi, poi appoggiò il suo grosso uccello e lo spinse dentro iniziandomi a fottere come uno vero stallone.
Che sensazione… Mario urlava di piacere ed ho dovuto zittirlo pregandolo tra i miei gemiti, sentivo il suo cazzo riempirmi tutta la pancia ed un piacere indescrivibile dentro la vagina come non avevo mai provato prima, Mario non resistette molto… Esplose dentro con il suo seme bollente… Ricordo che venne abbondantemente dentro il mio culo… Ah… Mi sentivo una gran porca con l’ano che mi grondava, consapevole che mio marito ci stava osservando.
Mario sfinito tirò fuori dal mio culo il suo cazzo, e si rivestì in fretta, ancora incredulo per quanto accaduto bevve il caffè ormai freddo, lo bevve chiedendomi se poteva ritornare a farmi visita qualche altra volta, io soddisfatta gli risposi di si ma… "Non di pomeriggio".
Michele, se pur geloso di me, mi ha raccontato che ha goduto molto vedendomi scopare con Mario e che sarebbe disposto a ripetere l'esperienza.
© Cornelius68
7
4
15 years ago
admin, 75
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Goccia dopo goccia
PREMESSA
Stamattina sembrava una mattina come tutte le altre...
ero calda, emozionata, come tutte le mattine, felice di vedere la luce del giorno: mi sono alzata e sono andata a fare la doccia.
Qui Ho incominciato ad avvertire qualcosa di strano, ad un certo punto ho capito che sul mio corpo sentivo ancora il profumo di lei... le mie dita toccando il mio corpo mi emozionavano, mi ricordavano le sue mani su di me... il mio corpo rispondeva a stimoli passati come se lei fosse li, cenno forse che la voglia di lei non mi era passata ed anzi, andava aumentando di minuto in minuto.
Sapevo che dovevamo incontrarci da li a poco, ed ero consapevole di quello che provavo ma non sapevo come avrebbe reagito lei...
L'INCONTRO
Lei è bellissima, mora, non troppo alta, capelli in un disordine che le dona perfezione, jeans attillati, stivaletti scamosciati, una giacca in pelle nera: faccia da schiaffi, sorriso malizioso.
Io sono la ragazza della porta accanto, la persona semplice che non da dell'occhio, una persona che veste semplicemente lasciando dietro a se' tante domande e che da poche risposte, la persona che cattura i pensieri e le fantasie, la persona che non si conosce mai perfettamente, la persona capace di stupirti e catturarti ogni giorno in modo differente... profonda conoscitrice di me stessa...
Ci siamo incontrate finalmente, il mio corpo vibrava ancora dalle emozioni... il cuore in gola, i capezzoli duri e sotto... completamente gonfia. Avrei dovuto forse sfogarmi in bagno, prima dell'incontro ma sarei arrivata decisamente sconvolta e quest'eccitazione che conservavo, nascosta e repressa, in un certo senso mi piaceva...
Da come mi guarda ha capito tutto. Sa di potermi fare sua, ma non vuole ancora, le va di parlare un po'... scherza, maliziosa, mente spudoratamente dicendo che le piace quello che ho addosso in quel momento. Fa finta di niente e mi da un colpetto con il piede... si scusa e sorride... io lo interpreto come un cenno: vuole andar via.
Mi sembrava di morire, seduta su quella sedia, guardandola negli occhi e non capendo neanche la meta' di quello che diceva.
Mi sembrava di morire e di esser nuda mentre mi guardava, con quello sguardo sicuro di chi sa di aver vinto in partenza.
Mi sembrava di morire perchè sapevo e speravo che dopo succedesse qualcosa.
Avevo tante sensazioni, sentivo che era giusto cosi e non riuscivo a distorcere lo sguardo, ero ipnotizzata.
DA FANTASIA A REALTA'
Avevo gia' deciso di dedicarmi a lei in modo particolare, regalandole sensazioni uniche, sensazioni che solo una persona davvero interessata e passionale può trasmettere, ma aspettavo l'occasione giusta e questa sembrava l'avverarsi dei miei sogni.
Dovevo provare...
Le dico che devo passare un attimo per casa, che non serve che lei venga su, che ci metto un secondo e torno giù subito. Ho dimenticato un DVD per un amico...
Lei mi accompagna, io salgo da sola... aspetto una decina di minuti e mi affaccio alla finestra: le chiedo di salire perche' non lo trovo, cosi magari mi da una mano e facciamo prima...
Lei sale. Arriva alla porta, io le apro. Chiudo la porta dietro di lei...
La guardo e chiudo a chiave... gli occhi mi si illuminano e la vedo emozionata... io non resisto e le sfioro leggermente il fondoschiena, giusto una carezza e un breve complimento "ti trovo sempre bene"
Chissa' se si ricorda di quello che c'è gia' stato fra di noi... chissa se prova ancora delle emozioni per me o se è solo una mia illusione ?
Cerchiamo per qualche minuto, il dvd che cerchiamo non c'è in casa mia, se lo avesse trovato per me sarebbe stata una vera sorpresa, in quanto che io sappia, non c'è mai stato....
Ad un certo punto si stufa e si siede sul letto della mia camera... io mi avvicino e le dico che non puo' stare seduta li... quindi la faccio alzare. Nel farla alzare le metto le mani alla vita, mi siedo io dove era seduta lei e, prendendola per la cintura, cerco dal basso i suoi occhi...
Quando li incontro capisco che può essere mia ed io posso essere SUA ....
Scrivere quello che si è fatto non è elegante e non è nel mio stile, ma poco più di quattro ore assieme le abbiamo passate, fra coccole, risate e divertimenti vari. Il lenzuolo del letto, diventato un lago di piacere, è da buttare via, ma ne è valsa la pena.
Non mi sono risparmiata, il mio obiettivo era quello di fare di tutto per renderla felice e rilassata. Ho cercato di stupirla con tutte le armi possibili e sono sicura che si sia divertita come poche volte: l'ho capito dal suo sorriso, l'ho capito da come tremava mentre la esploravo, l'ho capito... perchè quando abbiamo finito siamo rimasti a lungo a guardarci.
Lei poi se ne è dovuta andar via, sono soddisfatta di quello che ho fatto e di come l'ho fatto... consapevole di aver lasciato un ricordo unico che mai nessuno potrà cancellare o eguagliare, qualcosa che durerà nel tempo...
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15 years ago
admin, 75
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Una serata nera...
sono un trav di 33 anni ,che prima di abitarea roma vivevo in un piccolo paese.Era il 26 di dicembre di 8 anni fa',data la mia" attidudine sessuale"non avevo nessuno con cui passare le feste,decisi allora di andare in citta'in cerca di qualche cazzo daspompinare.Mi preparai alla grande:calze autoregenti ricamate,perizoma,gonna abbastanza corta,camicetta bianca,un bel regiseno che mostrasse la mia seconda misura,giacca,mi truccai e infini indossai un paio di scarpe con tacco che slanciavaancor di piu' le mie gambe.Passai prima per la stazione ferroviaria per acquistare lesigarette,tanto era deserta e quindi non correvo nessun rischio di essere riconosciuta,difatti era deserta,feci il mio acquisto e mi avviai verso la citta',dopo un paio di km un ragazzo di colore mi fece l'autostop.Li per li ero indecisa ma la cosa mi intrigo'e decisi di caricarlo,intanto si stava preparando un brutto tempo che minacciava nubivragio,sali' in macchina mi ringrazio'emi disse che abitava a 4 km da li,in una casa dentro la vecchia zona industriale.Il suo sguardo ando' subito alle mie cosce,e la cosa mi aveva eccita molto,entrati nella zona industriale incomincio' un nubifragio che mi costrinze ad accostare in una piazzola, spensi il motore ed in un attimo tutti i vetri si appannarono creando un attemosfera da sesso.Luui si presento'e notai che aveva appetito sessuale,posai la mia mano sul suo cazzo,lo tirai fuori e incominciai a spompinarlo subito divento' duro tanto da sentirlo fino in gola e forse oltre,con una sua mossa mi ritrovai a pecora sul suo sedile mi senti un grosso palo entrare nel mio culetto che guasi mi fece perdere i senzi dal dolore,il quale si trasformo' in goduria pura,per la prima volta mi sentii veramente troia!!!mi stava spaccando in due ed io godevo come una porca!!!!!,in un attimo mi ritovai tutta nuda le sue enormi mano maneggiavano le mie tette,i capezzoli erano diventati magicamente duri poi quando stava per venire preseil suo cazzo e me lo mise in bocca soffocandomi con la sua calda sborra......e' stata la serata in cui mi sono sentita donna perche'avevo fatto godere un'uomo veramente. Mi rimisi apposto e lo accompagnai nella sua abitazione,arrivati mi invito' a salire,entrai evide altri due bei ragazzoni e in me scatto una voglia di fare la troia immensa,jmmy racconto' loro la nostra avventura,i loro sguardi immediatamentesi posarono su di me ,capi subito le loro intensioni,mi sedetti sul divano mi tolsi lagiacca e loro immediatamente mi raggiunsero,si abbassarono i pantaloni e mostrarono la loro mercanzia.Incominciai a sompinarli tutte e due,uno mi incomincio'a succhiare i capezzoli,dopo5 minuti di spompinamento,mi ritrovai in ginocchio con un cazzo in bocca e uno nel culo:era quello che avevo sempre desiderato due cazzi neri enormi tutti per me!!!mi possedettero per circa mezzora poi decisero di venirmi in bocca,tutto quel caldo sperma eraper me ,non ne feci sprecare neanche una goccia!!!!1avevo passato una SERATA DA VERA TROIA!!!!!!
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15 years ago
admin, 75
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La mia vicina di casa
Quella sera l’aria calda d’estate si faceva sentire. La città era semi svuotata dalle ferie di fine luglio. Alle 20.00 ero stanco di stare sdraiato sul divano ad ascoltare musica folk cercando rinfresco dal condizionatore. Misi un polo sui calzoncini e mi avviai nel bar che di solito frequentavo per un aperitivo. Qualche turista affollava i tavolini del locale, Mario quando entrai mi saluto stringendomi la mano, mi disse che andava di fretta, il locale era pieno e da buon gestore doveva accontentare la clientela. Qualche francese, una famiglia tedesca, cinque Ucraine dalla minigonna e scolatura mozzafiato che ridevano a crepapelle. Presi posto nello sgabello che dava sul bancone, da li avevo l’intera visuale del bar, chiaramente vedevo benissimo quelle ucraine così….Ordinai un neuroni, e nonostante il caldo e l’alcool dentro la mia testa la fantasia iniziava a galoppare e con essa tra le mutande qualcosa cresceva. Mi accorsi d’esser eccitato, quando una di quelle ragazze alzandosi da tavolo per andare (credo in bagno) mi fece vedere le mutande da sotto quella gonna. Rimorchiare sarebbe stato difficile, non avevo voglia di stare li a sghinniazzare a parlare on i gesti, per poi magari essere concedato con un ci vediamo. Pensavo che avevo voglia solo di una bella sveltina senza troppe complicazioni. Poi la fantasia si placò e il mio pisello smise di pulsare. Salutai Mario e tornai a casa. Sul portone incontrai Nadia, cinquantenne quasi, focosa con due tette da quinta misura, un po’ in carne forse ma pur sempre attraente. Una canottiera che lasciava poco immaginazione del suo panorama, una gonna talmente attillata che la linea del suo perizoma non poteva che non notarsi. Nadia moglie separata di un noto avvocato, abita al piano di opra al mio e di notte, nel mio letto che sta proprio di sotto al suo ho fatto viaggiare la mia mano pensandola. La aiutai a portare le buste della spesa fino all’ascensore, del resto con lei sono molto gentile e lei con me a dir poco provocante. Dentro quel trabiccolo lei mi disse “gran caldo oggi, eh??” ed io un po’ per l’ambiente, un po’ per il neuroni, un po’ perché guardavo solo le sue tette risposo “si muore…” poi arrivati al quinto piano, il mio, prima di scendere m ‘invito a bere qualcosa a casa sua ed io non me lo feci ripeter due volte. Il suo appartamento in pratica è identico al mio se non fosse per l’arredamento e per il mio disordine che li rendevano diversi. Posammo le buste della spesa in cucina, mi fece accomodare sul divano del salotto, poi si tolse i tacchi dicendomi che le facevano male i piedi, infine verso un po’ di jack daniels con tre cubetti di ghiaccio in due bicchieri e uno di essi me lo porse. Iniziammo a parlare del più e del meno, lavoro, problemi, il caro vita, quel caldo di quella sera….Nadia parlava e si strusciava il bicchiere in faccia cercando refrigerio, io ascoltavo dicevo la mia, ma quel wiski che in quel momento si mescolava col Neuroni di una mezz’oretta fa e…lei, mi rendevano meccanico nella conversazione visto che la mia testa era proiettata in altri lidi. Ho quarantott'anni e vivo in quel edificio da 10 e da quando sono li ho sempre sognato di trovarmi a tu per tu con Isa. Altre volte era capitato ma non ero mai arrivato dove volevo arrivare e dove lei sapeva che volevo arrivare. Quella sera però me la trovavo di fianco al divano con un bicchiere in mano, gambe accavallate e canottiera troppo piccola per le sue enormi tette. Cominciai con un complimento banale lei sorrise s sorseggio fissandomi dal suo bicchiere. Quasi ipnotizzato iniziai ad accarezzarle la spalla con l’indice arrivai a sfiorarle la tetta destra, lei continuava a sorridere e io all’indice aggiunsi tutte le altre dita. La sua tetta adesso sostava nel palmo della mia mano. Nadia posò il bicchiere mi prese la mano e con quel ghigno civettuolo mi disse. “ Che fai???” Non risposi bevvi l’ultimo sorso del mio drink e posai il mio di bicchiere, poi mi avvicinai a lei leccai lobolo del suo orecchio e a quel punto le sussurrai “ti voglio”. Mi condusse per mano fino alla camera da letto, inizio a sfilarsi la gonna e togliersi la canottiera li chiesi se poteva rimanere in mutande e reggiseno mentre comincia a sfilarmi la mia maglietta. Lei acconsentì. L’abbracciai tenendole strette le chiappe e iniziammo a baciarci mentre lei furtivamente mi abbassava i pantaloncini. Aveva il mio cazzo in mano e iniziò a farmi una sega…senti il un brivido nei primi due colpi…poi s’inginocchiò e prima di infilarlo in bocca mi disse “ti farò un pompino d’alta scuola…non venire subito…” e infatti quella sua bocca sembrava fatta a posta per contenere cazzi, la sua lingua viaggiava leggera su e giù per la mia asta, la cappella succhiata in quel modo non l’avevo mai provato e…venne sborrandogli tra le labbra. Mi sentivo un fesso , ma lei disse di non preoccuparmi e mi aciugo il cazzo con un paio di fazzoletti. Poi si sedette nel letto e accendendosi una sigaretta mi guardava e disse: che faccio mi rivesto???? Gli dissi ma che scherzi e avvicinandomi a lei seduta li porsi il cazzo moscio nuovamente vicino la bocca e dopo un breve tiro dissi “Riportamelo duro…..e dopo ti scopo come una troia” E la troia cominciò a succhiarlo atternado ad un tiro alla sigaretta il mio cazzo. Poi lo strofinava nelle tettone, due Sali e scendi un'altra leccata e il mio cazzo era di nuovo in tiro. Gettai la cicca sul portacenere sollevai Nadia la girai e la misi a pecora. Diedi due schiaffi sul suo culone, spostai il filio del perizoma e con meticolosità appoggiai il mio cazzo al buco del suo culo. Entri leggero piano piano affondavo e riuscivo. Quando si dilatò il suo bellissimo buco, rimasi qualche secondo con l’ intero cazzo dentro….un schiaffetto e dicendoli “urla troia..” cominciai a sfotterla sbattendolo con veeemenza…… e lei urlava la troia, mi gridava ancora che le piaceva, mi implorava di sborrargli il culo, che stava godendo…..e durai stavolta tanto da provare un piacere ineguagliabile, il suo culo, il mio cazzo, le sue tette…..e poi venni. Spalmandogli la mia sborra su tutto il corpo. Scopammo per l’intera notte, e da quella notte con Nadia quando capita va a finire che scopiamo.
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15 years ago
admin, 75
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La mia fantasia
Sono davanti allo specchio mentre mi sto truccando. Il mio riflesso mi piace sempre di più perché pian piano mi sto trasformando in quel Mr Hide con il quale riesco ad esprimere me stessa. Recentemente ho letto "Diario di una ninfomane" e mi ci sono riconosciuta perché "Io sono una ninfa. Semplicemente una ninfa.". Amo donare all'uomo ciò che vuole, ma non solo sesso. Metto amore in ciò che faccio e non voglio essere pagata. Il mio pagamento è la soddisfazione che il mio partner mi dimostra a gioco finito.
Ora la mia prospettiva si è ampliata. Non gioco più da sola, ma con il mio compagno, il mio fidanzato. In prevalenza giochiamo con coppie anche se il mio desiderio sarebbe farlo con più uomini con lui che mi guarda. Vorrei che guardasse come amo dare piacere... Come mi sento ninfa o porca o qualsiasi altro nome mi si voglia dare.
Immagino di essere portata, bendata, in una casa, di un mio o un suo amico, per cena. Lì ci sono ad attendermi, oltre all'amico, altri quattro uomini. Tutti dall'aspetto di bravi ragazzi, quelli che non ti aspetteresti mai facessero cose “perverse”. Io vestita in modo molto provocante: vestitino che scende morbido sulle mie forme, accentuando quelle giuste, autoreggenti, un completino intimo appena comprato di colore bianco per contrastare con il nero del vestitino e delle calze, gli stivali con un po' di tacco sempre neri e dei guantini che salgono per tutto il braccio. Il trucco non è da meno, sottolineando con un bel rossetto rosso le mie labbra.
Arrivati in casa, sempre bendata, mi fanno sedere e mi porgono qualcosa da mangiare. Io sono agitata per il fatto di non sapere cosa stia realmente succedendo, ma la voce del mio compagno mi rassicura così apro la bocca e assaggio ciò che mi è stato posto. E' un crostino con un po' di pomodoro sopra, diciamo una mini bruschetta, e subito dopo viene seguita da qualcosa di alcolico. Uno dei ragazzi mi dice "Così ti sciogli meglio e stai meno tesa...". In effetti l'alcool inizia a fare quasi subito effetto ed io mi sento più tranquilla. Chiedo se è possibile togliermi la benda così da poterli vedere tutti e poter essere ancora più tranquilla. Mi accontentano. Tolta la benda, mi ci vuole un po' ad abituarmi alla luce. Quando ciò avviene, noto che sono tutti seduti a tavola, apparecchiata per bene. Il mio compagno è seduto lontano da me mentre gli altri cinque sono posizionati chi a fianco a me, chi di fronte. Il nostro amico comincia le presentazioni e così uno per volta inizio a sapere i loro nomi. Sono agitata ed eccitata nello stesso momento... So quello che dovrà succedere ma ho timore di non riuscire a soddisfarli tutti o di bloccarmi prima. Cerco comunque di non darlo a vedere e, mentre si sta mangiando e chiacchierando, mi alzo e vado un attimo in bagno. Il padrone di casa mi accompagna e mi chiede se mi serve una mano. Sono tentata, ma desisto. Non è ancora il momento. In bagno cerco di calmarmi almeno un po'. Non è facile. Tornata in sala, si riprende a scherzare, ridere, bere e mangiare. Poi sento che i due miei vicini di sedia iniziano a toccarmi rispettivamente le gambe. Tendono a salire sempre di più per scoprire cosa indosso, ma io li fermo. Non mi va di far godere solo loro del mio intimo. Se mi devo mostrare devo farlo a tutti. Così mi alzo e mi vado a sedere sul divano. Tutti mi guardano e so che cosa vogliono. Seduta, allargo pian pianino le gambe per far loro sbirciare ciò che c'è sotto. So di aver attirato tutta la loro attenzione e questo mi invoglia ancora di più ad aprire le gambe e a mostrarmi. Ecco che mi trasformo in quel Mr Hide. Ecco che subentra la mia seconda parte, quella che tendo a nascondere. La mia parte lussuriosa. Proprio mentre sto per aprirle ben bene, le richiudo e mi alzo. Vedo nei loro volti la delusione per quel mio gesto e la preoccupazione che io ci abbia ripensato. Non hanno, invece, capito che io sto progettando altro. Di lì a poco, infatti, inizio ad alzarmi lentamente il vestitino e a far comparire le balze delle mie autoreggenti... Ancora un po' più in su e si inizia ad intravedere il mio perizoma bianco. > chiedo io. Non aspetto la loro risposta perché l'ho già intuita dal loro sguardo. Così continuo a far salire il vestitino che scopre il mio corpetto in coordinato al perizoma. Faccio che togliere il vestito del tutto e mi giro per dar loro la visione anche del lato posteriore del mio corpo. Poi mi riavvicino alla tavola, mi risiedo e bevo un po' d'acqua come se niente fosse. I miei due vicini rimettono la loro mano su di me mentre gli altri tre si avvicinano. Mi invitano a spostarmi, sempre seduta sulla sedia, al centro della sala così da poter rendere più agevole il loro muoversi. Così faccio e inizio a sentire labbra e mani ovunque. Il mio compagno si siede di fronte di me e si gode la scena. Dopo un po' di tempo cerco di fermarli perché voglio vederli tutti nudi. Voglio che si spoglino per me. Loro non se lo fanno ripetere due volte e lo fanno. Poi chiedono a me di continuare il mio spogliarello. Mi sfilo per prima cosa e da seduta gli stivali. Poi lentamente i guanti. Mi alzo e mi sfilo il corpetto. Lascio ammirare il mio prosperoso seno con i capezzoli eccitati e turgidi... Intanto le mie mani scendono e lentamente sfilano il mio perizoma. Faccio nuovamente una piroetta per farmi ammirare tutta... Sento che uno di loro mi prende e mi abbraccia da dietro. Mi bacia il collo e tocca il seno dando il via a tutti. Ricomincio a sentire labbra e mani su tutto il mio corpo finché il padrone di casa non ci dice >. Non ce lo facciamo ripetere e ci trasferiamo in camera. Lì c'è ovviamente il letto, ma anche una piccola poltroncina dove il mio compagno può comodamente osservare tutta la scena. Prima di buttarmi nella mischia, però, mi avvicino a lui, lo bacio, gli faccio uscire il cazzo dai pantaloni e glielo tocco un po'. Dopo mi metto al centro dell'attenzione dei miei cinque ragazzi. All'inizio voglio leccare e succhiare il cazzo a tutti quanti per assaggiarli e prenderci confidenza. Così mi metto a pecora con i loro attrezzi davanti. Nel frattempo che lo succhio a uno sento gli altri che mi toccano ed esplorano il mio corpo. Più mi toccano, più li succhio e mi eccito. Ad un certo punto, vedo il nostro amico che scende e mette la faccia tra le mie gambe per assaggiare il mio fiore tutto bagnato. Mi fa impazzire così inizio a succhiare gli altri con più voglia e passione. Un altro amico si sposta e inizia a prendersi cura del mio buchino più stretto. Sento sempre la lingua e qualche volta un dito che cerca di prepararmi alla futura penetrazione. I tre rimasti davanti a me se lo fanno succhiare e toccare a turno. Quando gli altri dicono che sono pronta il padrone di casa mi fa mettere a cavalcioni su di lui e lo faccio entrare. L'amico dietro tiene il dito dentro ancora un po' per vedere la mia reazione. Quando capisce che sono pronta appoggia la sua cappella e piano piano fa entrare tutto il suo cazzo dentro. Intanto con le mani tengo altri due membri e succhio l'ultimo che fa muovere con le sue mani la mia testa su e giù. Sono tutta piena e mi fa impazzire. Il mio compagno si sta toccando come un matto e mi dice >. Sentire che anche lui a suo modo partecipa mi dà una scarica in più, unita agli ansimi dei cinque miei amici di avventura. Ogni periodo di tempo si scambiano ed io ne approfitto per riprendere fiato e per ansimare e godere di quell'esperienza. Il mio compagno è venuto già la prima volta, ma ora sta continuando a toccarsi dicendomi che la seconda volta verrà sul mio corpo insieme agli altri. Infatti dopo che tutti hanno provato ogni mio buco e le mie mani, mi fanno sdraiare a pancia in su e iniziano a segarsi per venire sul mio corpo tutti assieme. Pian piano sento i primi schizzi e poi l'inondazione di tutto il loro seme. Sono piena sul seno, sulla pancia, qualcosa anche sui capelli. Questo loro godimento e il sentire il loro sperma provoca in me un orgasmo mai provato e così vengo con un gridolino molto acuto. Stravolta, mi aiutano tutti quanti ad alzarmi dal letto e il padrone mi porta in bagno e mi dà le asciugamani per permettermi di farmi una doccia. Finita la doccia, mi avvio verso il salone dove gli altri sono andati per rivestirsi. Sento che parlano con il mio compagno e si scambiano pareri sull'esperienza. Sono curiosa e cerco di non farmi sentire perché voglio origliare, sentire ciò che dicono.
> dice uno. L'altro >. Il padrone di casa dice >. Il mio compagno >. Gli altri in coro >. Dopo un po' che origlio mi presento in sala con le asciugamani e prendo la mia roba. Quando sto per uscire per andarmi a rivestirmi in bagno, il padrone di casa mi invita a farlo davanti a loro. Così, anche se un po' imbarazzata, lo faccio. Dopo essermi rivestita, io e il mio compagno salutiamo tutti, li ringraziamo della bella serata e ce ne andiamo.
Saliti in macchina io mi giro verso di lui, lo bacio e gli dico > Lui capisce che ho ascoltato la parte finale del discorso e sorride. Arrivati a casa mi prende e mi scopa come mai aveva fatto prima.
Sono ancora davanti allo specchio che ho finito di truccarmi. Questa fantasia mi ha fatto bagnare le mutandine. Ora ho una voglia incredibile. Speriamo che questa serata con la coppia di amici vada a buon fine.
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15 years ago
Riddu331714,
27/27
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Photò
Avevo convinto una mia amica, che aveva già posato per me varie volte, a fare delle foto glamour presso un professionista che aveva pubblicato un annuncio in cui ricercava una modella ; la sera dell’ incontro era stata accuratamente preparata, tutto era stato pianificato lingerie abiti accessori erano stati accuratamente selezionati. Giunti allo studio , abbiamo conosciuto il fotografo, un ragazzo sui 22 anni , e dopo i saluti iniziali siamo entrati ;Nando cercava di fare conversazione e di creare un feeling con Mary ora con una battuta ora con una chiacchiera mentre preparava il set fotografico . Quando tutto era quasi pronto Nando invitò Mary a spogliarsi in quanto ci sarebbe voluto del tempo prima che si togliessero i segni degli elastici sulla pelle ma avendo previsto il problema le avevo fatto indossare un tailleur con minigonna e sotto solo un reggicalze senza neanche le mutandine mentre la giacca nascondeva una camicetta in seta quasi del tutto trasparente e due bei seni piccoli ma sodi . Mary tentennava , così , per superare quel l’ attimo di incertezza, le son andato dietro abbassando la zip della gonna che è scesa giù mostrando le splendide cosce coperte da calze in seta nere ed un reggicalze anch’ esso nero molto alto di gusto retrò . Nando dopo un attimo di indecisione esclamò “la fica è molto bella come il resto , anche il “pelo” è ben curato .Ora fammi vedere le tette tesoro ”. Mary tolse giacca e camicetta ,poi si sedette su uno sgabello in sky accavallando le gambe e piegandosi in avanti nel tentativo di coprirsi il più possibile ma Nando, tirandola a se, la fece alzare e la sospinse con una mano sul culo verso il set dicendole” fatti vedere, sei così bella” . Prese la sua Nikon e, mentre diceva a Mary cosa fare, cominciò a scattare ma dopo alcuni minuti si mostrò insoddisfatto e mi chiese se poteva essere più autoritario in quanto Mary non collaborava sufficientemente e si mostrava sempre critica con un atteggiamento od una espressione. Gli risposi di farsi rispettare e di fare tutto quanto egli riteneva opportuno ; a quelle parole Nando si avvicinò a Mary ,e dopo averla guardata negli occhi,le infilò una mano tra le cosce insinuandosi con due dita nella sua vagina mentre con la seconda la cinse per evitare che si scostasse poi si girò verso di me dicendomi” guarda la mano è tutta bagnata, le piace, è tutta eccitata ma non lo vuole ammettere nemmeno a se stessa”. Poi rivoltosi verso Mary le disse”adesso fai la femmina!” e con una sonora sculacciata la spinse nuovamente sul set ove Mary cominciò ad assecondare maggiormente Nando che mentre le faceva assumere le pose , non mancava mai di palpeggiarla dappertutto toccandole ora la fica ora il culo ora i suoi capezzoli per farli venire più fuori(necessità sceniche diceva) . Mary era entrata nella parte si cambiava la lingerie senza il minimo imbarazzo talvolta aiutata anche da Nando che le sistemava il “ pelo” sotto le mutandine o infilava queste ultime tra i glutei, assumeva le posizioni indicatele ed obbediva a tutti gli ordini; era bellissima con quegli accessori in toulle, in pizzo quasi sempre trasparente e lei ci giocava toccandosi sotto la sua guida. Dopo molti scatti ,Nando decise di fermarsi per un break e con una mano sul culo di Mary si diresse, ed io con loro, verso un piccolo divano . Nando cominciò a baciarla e leccarla ora sui seni, che succhiava avidamente, ora sulla fica già oltremodo bagnata, poi si mise in piedi davanti a lei e per i capelli, in maniera decisa , la tirò giù dal divano facendola inginocchiare e, sbottonata la cerniera , le riempì la bocca con il suo cazzo. Per alcuni minuti Nando continuò ad andare su e giù nella bocca di Mary tenendola per i capelli così che quella non potesse sottrarsi o ridurre la spinta data al cazzo dal suo movimento , quindi uscì dalla sua bocca e riposizionò Mary sul divano inginocchiata e con il culo diretto verso di lui. Fece forza sui glutei divaricandoli per fare entrare aria nella fica e per divertirsi nel sentirne il rumore, poi la penetrò mentre io presi il posto lasciato libero. I gemiti riempirono la stanza mentre lui mantenendola per i fianchi la scopava ed io le riempivo la bocca, i seni venivano sballottolati dai colpi che si susseguivano poi Nando ad un certo punto venne ed inondò la fica di Mary , rapido prese la Nikon , poi quando le prime gocce di sperma cominciarono a venire fuori fece una sequenza di scatti ,la tirò a se e la baciò tenendole le mani dietro la schiena e così facendo tutto lo sperma le colò sulle cosce . Mary allora si andò a lavare in bagno e Nando mi chiese se poteva spingersi ancora oltre invitando degli amici da lui preavvertiti e pronti ad intervenire; acconsentii nuovamente e lui li chiamo prontamente dal cellulare. Giunsero pressoché immediatamente, in tempo per vedere Mary che usciva dal bagno con la sola camicetta poggiata sulle spalle ignara dei nuovi ospiti; provò a coprirsi ma Nando la bloccò e la presentò ai suoi due amici come la modella che avrebbe fatto assieme a loro delle foto. Gli ultimi arrivati erano dei bei ragazzi , si spogliarono subito e mostrarono i loro fisici palestrati e Nando cominciò a fare degli scatti che ricordavano le composizioni di Helmut Newton:la sostenevano in aria,le tenevano le cosce aperte, le coprivano i seni o la fica e spesso assumevano delle pose autoritarie seguendo le sue indicazioni. Con il passare degli scatti i due divennero più arditi e le loro mani senza alcun limite si insinuavano nelle parti più intime di Mary che, forse, pur sapendo già come sarebbe finita, cercava di limitarli finche uno dei due disse all’altro”senti anche tu odore di femmina montata?” Fù un attimo , quasi una parola d’ordine, ed i due furono su di lei, la misero sotto e quasi subito il primo dei due se la stava già scopando dopo alcune sue timide resistenze poi l’altro se la tirò sopra e la penetrò mentre il primo cominciò ad umettarle l’ano con i suoi stessi umori e quindi la sodomizzò. Il corpo di Mary veniva scosso dai colpi, Nando aveva posato la nikon e stava riprendendo con una telecamera da tutte le angolazioni la monta , i gemiti tornarono a riempire la stanza fino a quando i due quasi all’unisono vennero inondandola di sperma, poi si alzarono e dopo qualche attimo anche lei fu in piedi e si diresse nuovamente verso il bagno con una mano tra le cosce per evitare di sgocciolare sulle cosce e per terra. Quando uscì era con una mutandina addosso, mi chiese di riaccompagnarla a casa, radunò le sue cose e si rivestì poi al momento del commiato salutò i tre e si diresse traballante verso l’auto. Dopo qualche giorno andammo a ritirare le foto , alcune erano veramente molto belle.
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15 years ago
mysterx279877,
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Per piacere e per potere
ma pian piano capii che non era la grazia il risultato a cui Ludo aspirava.
Mi portò a casa sua fece mi fece raccogliere i capelli in un castigato chignon.mi vestii secondo i suoi dettami e cominciai il mio gioco,entrando dalla porta era già calato nella sua parte con aria intimidita e mortificata.Dovevo esser convincente ,perchè morivo dalla voglia di conoscere altre strade per il mio piacere.
"dove sei stato?" e senza aspettar risposta..."dove cazzo sei stato!".replicai il suo silenzio sedendomi sul tavolo spalancando le gambe.Iniziai a sfregarmi con la mano destra in mezzo alle cosce.impietosamente gli dissi:ora sai cosa ti aspetta, vero?spostai la mutandina,lasciandolo a contemplare la mia fica bagnata,mentre mi toccavo giocavo con le labbra.
Dai suoi occhi nn appariva nessuna golositàma solo un'avida sottomissione.
"Adesso lecca!"spalancai le gambe lasciandogli il clitoride turgido ben esposto.il calore del piacere arrivò immediato,al ritmo della sua lingua forsennata che sbatteva.lo presi per i capelli e lo spinsi verso di me,quasi facendolo soffocare.Con i tacchi mi puntellai contro la sua schiena,imprigionandolo."Fammi godere come si deve,usa le dita avanti!"
Obbedientemente,MI INFILO' DUE DITA CON VIOLENZA, muovendo i polpastrelli contro le pareti anteriori,portandomi dritta dritta al primo, violento orgasmo.Bagniai tutti i suoi documenti che erano sulla scrivania dov'ero seduta,bagnai le sue mani...Ludo era violaceo, contratto:l'eccitazione per avermi vista venire in quel modo doveva avergli affogato il cervello.
"bravo,ti sei quasi guadagnato il mio perdono.ti sei eccitato?fammi vedere,tiralo fuori"
Ludovico sfoderò dalla patta una meravigliosa erezione.Glielo presi in mano "Guarda guarda...".non l'avevo mai sentito così duro,gli passai la lingua su tutta la lunghezza in modo che le mie mani scivolassero con facilità.
Era difficile resistere. Di fronte a un cazzo così mi sarei arresa, avrei interrotto il Gioco mi sarei messa a novanta e farmi scopare fino al collasso,ma nn rientrava nelle regole.Avevo i muscoli che ancora si contraevano di desiderio e morivano dalla voglia di essere riempiti.Avrei pagato per esser stesa sotto di lui.
"Adesso prenditelo in mano e fatti una sega,è l'unica cosa che ti meriti"
Mesto, se lo prese in mano e cminciò a masturbarsi velocemente,patetico. Ci mise qualche minuto a venire.Ma nel momento in cui il suo sperma iniziava a colare nel moment in cui il Gioco di fatto era finito,ludo ancora una volta fu in grado di stupirmi.
Mi prese per i capelli, mi inginocchiò a terra e mi costrinse a succhiare.Impugnando saladmente la mia testa e togliendomi la possibilità di replica, stava dettando nuove regole.Era evidente che il prossimo Gioco sarebbe stato mooolto diverso.
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15 years ago
admin, 75
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Il mio caro amico
Quando me lo dissero cascai dalle nuvole. E non ci credetti finchè non la vidi. Alta, mora, bellissima. Con due belle tette grosse premute da un vestitino attillato nero sulla generosa scollatura. Una donna da cartolina, lunghi capelli lisci, grossi occhi verdi, rosse labbra carnose. Da togliere il fiato e non farlo tornare più.
Quando venne verso di me avrei voluto scomparire. Per me, che relazionarmi con qualsiasi donna era la cosa più semplice del mondo, adesso risultava inconcepibile vedere in quello statuario corpo una donna da desiderare.
-Se non vuoi dire nulla ti capico- mi disse con una flebile ma decisa voce, quasi imbarazzata..
Mi invitò a prendere qualcosa da bere al bancone del locale. Accettai ma una parte di me avrebbe voluto declinare l'invito perchè mi sentivo terribilmente a disagio, e sono sicuro che anche lei lo fosse, sebbene in misura minore rispetto a me. Quella parte di me era addirittura disturbata dall'avere davanti tale stupenda creatura.
Beviamo e parliamo, o meglio, è lei che si racconta. Bevo il mio drink nervosamente, mi guardo intorno e lei nota il mio stato d'animo. Mi sorride e cerca di mettermi a mio agio. Alterna atteggiamenti di tenerezza e di seduzione, spostandosi i lunghissimi capelli, facendo scivolare le sue dita sul collo.
Ci ritroviamo appartati e mentre passeggiamo fuori dal locale, si avvicina alla sua auto e mi apre davanti la portiera. -Sali- tono secco e imperativo, mentre statuaria si offre ai miei occhi. Se non me l'avesse detto in quel modo che mi ha eccitato, non sarei mai salito.
Dopo pochi minuti siamo in albergo, saliamo in stanza. Mi offre da bere, mi fa accomodare sul divano e si siede vicino. Non faccio a tempo a portarmi il bicchiere alla bocca che la sua mano va ad accarezzarmi l'interno coscia. Resto immobile. Si avvicina e fa per baciarmi il collo, istintivamente mi scanso.
Mi fissa con occhi vogliosi, avvicinando il meraviglioso seno alla mia faccia, mi toglie il bicchiere di mano e lo posa.
Mi afferra con decisione le palle, e struscia a lungo la mano sull'uccello. Si inginocchia davanti a me e mi slaccia i pantaloni, tira subito fuori il mio cazzo prendendolo in mano. Inizia a la sua agoniata sega cercando di farmi eccitare, ma io sono ancora moscio, e mi chiedo cosa cavolo ci faccio lì.
Lei allora fa scendere il vestitino e fa saltare fuori le sue tette strabordanti, che sembrano quasi trovare finalmente spazio fuori dalla costrizione dello stretto tubino. Le struscia sul mio uccello finchè, scendendo, non inizia a baciarlo. Lo prende in bocca e sento la sua cavità calda e bagnata che lo accoglie. Mi pompa ma non mi eccito. Vorrei scansarla Adv e abbandonarla lì, ma invece la fisso silenzioso mentre mi gusta.
Fa dolcemente scivolare via il mio cazzo dalla bocca, con la lingua disegna una lenta traiettoria verso il mio petto fino al collo, e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente il viso con le mani e mi fissa imperturbabile. I nostri respiri sono trattenuti per un attimo, sento forte i nostri battiti. E in quell'attimo cambia la mia vita.
Inizio ad accarezzarle e stringerle le tette. La sento fremere tra le mie mani, con la lingua le bagno e succhio i grossi capezzoli, avido su quel seno che si gonfia ad ogni respiro di godimento, immenso davanti alla mia bocca che lo assapora. In un attimo ce l'ho grosso e duro.
Con una mano adesso lei mi accarezza le palle, finchè non ripercorre nel verso opposto il percorso pocanzi segnato dalla lingua. Quando la sua bocca torna tra le mie gambe il mio uccello è già eretto e pulsante davanti ai suoi occhi bramosi.
E mentre quegli occhi mi guardano, le spingo deciso la testa finchè non sento il cazzo sfregarsi sulla sua gola, scivolando sulla tumida lingua, che voluttuosa lavora sulla cappella rovente.
Due labbra da pompinara che mi mandano in estasi, succose scivolano dalla punta fino alle palle, assaporate anch'esse dalla bocca che non trascura nulla di quel dolce frutto.
La ragazza ci sa fare e sa come farmi godere. Afferra a due mani il mio uccello e lo pone tra le sue tette inumificandosi con un po' di saliva, e continua lì quello che aveva iniziato a pieno ritmo con la bocca.
Mi fissa sorridente mentre mi stringe in quello stretto canale, posso sentirmi pulsare in mezzo a quelle tette sode. Lei stessa lo sente sul suo corpo eccitato e ne gode.
La favolosa spagnola sta per farmi venire, allora, afferrandola per le braccia, repentinamente la faccio stendere a terra, adagiandola sui numerosi cuscini che si trovano sul pavimento, a completare quella dolce opera.
Sono sopra di lei, sento il mio cazzo che sta per esplodere tra le sue tette e inondare il suo corpo. Il primo potente getto di godimento parte quando ancora l'uccello è stretto dalle due grosse candide colline, e arriva a bagnarle il collo.
Mi afferra quindi con una mano nel pieno dell'orgasmo e, tirandomi a sè con l'altra mano, dirige i seguenti abbondanti fiotti verso la sua bocca affamata e desiderosa di ricevere ogni goccia del mio succo.
Un'ingente sborrata finisce per investirla. La sua è un'espressione serena e soddisfatta, fissa il mio pene ancora umido e si concede un'ultima intensa succhiata.
Le do una carezza. Mi avvicino alla sua bocca. Adesso non posso fare a meno di baciarla. Poso la testa sul suo seno e mi tringe a sè, ancora ansimiamo.
Leonardo per me è stato il più assiduo complice delle mie avventure adolescenziali e giovanili. Quante cazzate, quante ubriacate prese insieme. Con le donne avevamo persino gli stessi gusti: alte, more e assolutamente con grosse tette. Lui ce la faceva meglio di me, con le donne. E' sempre stato il più intraprendente e a detta stessa delle sue conquiste -ci sapeva fare ed era messo molto bene-. E non era possibile metterlo in dubbio, dato che nelle doccie dopo il calcetto la sua dote era sotto gli occhi di tutti, e risaltava davvero bene sul suo corpo slanciato ma comunque esile.
Poi trovò lavoro a Berlino, ci si trasferì per dieci anni, e ruppe tutti i ponti con amici e conoscenti qui in Italia. Non capiì mai il perchè. Finchè non tornò e lo vidi, quella sera, in quel locale, e bevemmo insieme.
Adesso sentivo il suo gonfiore pigiare sul mio basso ventre. Non ci penso due volte, scendo con la mia mano e mentre ancora mi abbraccia afferro il suo cazzo e lo tolgo piano dall mutandine, e sfilo via completalmente il vestito. E' enorme, caldo, marmoreo. Un cazzo da film porno, qualcosa di eccezionale. I lineamenti dolci del suo corpo lo mettono in risalto come un totem che trionfa su tutto il resto.
Il mio imbarazzo lascia a poco a poco luogo alla sorpresa e a una eccitazione del tutto nuova.
La cappella è ancora nascosta, la faccio sfilare fuori lentamente. Il glande è grosso e inizia a scurirsi mentre sento il suo gemere vicino al mio orecchio.
Non inizio subito a segarlo, ma stringo forte quel tubo di carne e non gli tolgo gli occhi di dosso. Lo sento crescere nella mia mano, e più lo stringo e più lo sento gonfiare.
Non stacco più lo sguardo da quell'uccellone. Se lo facessi probabilmente tornerei in me e me ne vergognerei. Ho in mano il cazzo di quel Leonardo con il quale ho passato metà della mia vita a parlare di tette, di scopate e di quale delle nostre donne fosse più abile a fare pompini. Inizio a masturbarlo piano, ma dopo pochi secondi lo sto già pompando come un forsennato, mentre mi stringe la faccia in mezzo alle tette. Sento il mio odore mischiato al suo, e sento che mi è tornato duro.
Voglio sbocchinare quel suo bastone, voglio farlo godere come ha fatto godere me. Non penso più, mi ritrovo il cazzone davanti ai miei occhi, le palle glabre a un centimetro dalla bocca. Dapprima lo sfioro con la lingua per tutta la sua lunghezza, quando sono in cima do una intensa leccata alla cappella e lo prendo in bocca. Lo mando giù finchè non lo sento spingersi in gola. Il gusto aspro mi invade il palato. Socchiudo le labbra, lo sento pesante e caldo sulla lingua ed inizio, inizio il pompino.
Guardo il suo corpo contoncersi di piacere, accarezzarsi con una mano le tette mentre con l'altra mi spinge la nuca. Ce l'ho durissimo anch'io, tant'è che non posso fare a meno di iniziare a segarmi.
Il calore del suo uccello mi avvampa bocca, do un ultima succhiata avida alla cappella e sento i suoi gemiti farsi sempre più intensi, preludio dell'orgasmo.
Repentinamente infilo il mio cazzo con violenza nel suo culo, mentre afferro il suo per farlo sborrare. La sua schiena si inarca, l'urlo è di dolore e godimento. Esce un primo schizzo, lunghissimo, che le arriva alle tette. Poi è una sequela di getti che bagna tutto il suo corpo. Esco dal suo culo solo quando finisce di venire.
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15 years ago
admin, 75
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Realtà-fantasia...
Sono qui nel letto che ancora ripenso a quella notte... E' successo ormai più di due anni fa eppure qualche volta ancora riaffiora in me quella volta in cui tu mi facesti impazzire... E' stata una storia extra... La storia di due amanti, di due persone che erano prese l'una dall'altro...
Sei arrivato intorno all'1 di notte dopo i tuoi soliti giri dai parenti. Io in trepidante attesa del tuo arrivo stavo guardando la tv per liberare la mente e sentirmi meno elettrica, meno eccitata. Impossibile... Suona il campanello e so che sei tu. Apro e aspetto il secondo suono, quello della porta.. Io lì dietro ad aspettare sempre più ansiosa di vederti. Eccoti... Apro e tu sei davanti a me. Ti sporgi e mi baci lievemente perchè so che tu vuoi il tuo solito drink prima di iniziare. Preparo il tutto e te lo porto. Sono con il vestitino di casa senza intimo, come avevi chiesto tu. Dopo quattro chiacchiere e finito il drink, iniziamo ad avere il contatto dell'una con l'altro... Un contatto minimo, ma che accende i desideri e la passione. Così dopo un po' di carezze decidiamo di spostarci e stare più comodi. Andiamo verso la mia stanza con un bel letto a due piazze tutto per noi. Ci spogliamo e ci mettiamo nel letto.. Niente lenzuola o coperte tanto è estate e si muore di caldo. Scatta il primo bacio focoso, passionale, ardente, come a farmi capire che mi vorresti mangiare tutta in un sol boccone. Il mio rimando non è da meno... Sei l'unico che riesce a farmi credere bella, sensuale ed eccitante... Io non mi credo tale. Eppure tu mi guardi, mi tocchi e mi baci come se fossi una dea, una dea che si accende di puro desiderio per te... Inzio a sentire le tue labbra scendere sul mio corpo e il tuo corpo leggermente spostarsi per trovare la posizione giusta per riuscire a leccarmi tutta, dal clitoride fino al mio fiore più piccolo e delicato. Riesci a provocarmi sempre reazioni più che piacevoli e inaspettate. Non riesco a trattenere il mio respiro sempre più affannoso e forte, mentre una mia mano va a sentire il tuo membro già eccitato. Inizio a muoverla su e giù per eccitarti ancora di più... All'improvviso ti alzi e ti metti su di me dicendomi "Ho voglia di un tuo bacio"... Io non posso rifiutarmi di dartelo. Nel mentre che ci baciamo tu fai scivolare il tuo membro dentro di me ed io non riesco a trattenere il piacere, così ti bacio ancora con più passione. Tu discosti le tue labbra e una parte del tuo corpo per vedere le mie reazioni ad ogni tuo colpo, ad ogni tuo affondo dentro di me... Il mio seno abbondante balla ogni volta che mi penetri. Dopo un po' ci dobbiamo interrompere per il troppo caldo, ma basta un bicchiere d'acqua e siamo di nuovo sul letto.. Questa volta, però, sono io ad essere su di te e a condurre il gioco. Inzio piano piano la mia cavalcata. Non voglio correre, anzi, voglio godermi il tutto con calma per poi incominciare a velocizzarmi e a intensificare la mia andatura. Le tue mani sui miei fianchi a volte mi aiutano a volte mi contrastano, ma cerco di non farmi influenzare troppo per questo a volte le sposto sul mio seno. Ad un certo punto sento le tue mani che sui miei fianchi spingono e mi tolgono... Mi metti a pecorina e inizi a scoparmi in quella posizione. Sai che mi fa impazzire e così mi senti di più. Poi vorresti violare il mio fiore più stretto e, solo dopo averlo lubrificato bene, entri dolcemente. All'inizio sento un po' di dolore, ma più ti muovi più sento un piacere che sale. Mi eccito sempre di più, mentre tu non accenni a venire, anzi... Continui a scoparmi come se fosse passato un quarto d'ora. Alterni un po' davanti e un po' dietro e poi vieni vicino al mio orecchio dicendomi "Non riesci ad eccitarti di meno? Altrimenti io non riesco a venire.". Non so cosa fare perchè lui mi eccita moltissimo... Allora mi fa girare e inizia di nuovo a leccarmela mentre si masturba. Dopo una ventina di minuti sento che si alza e che inizia a godere sempre di più. So che sta per venire sul mio corpo e questo mi eccita da matti... Sento il suo calore sulla mia pancia e sul mio pube... Sono in estasi...
Ci alziamo e ci andiamo a pulire e a lavare. Poi torniamo nel letto sperando di poterci coccolare almeno un po', ma notiamo che fuori è giorno. Guardiamo l'orologio che segna le 9 del mattino. Purtroppo si deve rivestire e andare via. Lo accompagno alla porta e lì lui mi bacia dolcemente per poi sparire nell'ascensore... Le sue ultime parole sono state "Non voglio saperti sveglia prima delle 11. Riposati un po'.."
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15 years ago
admin, 75
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Improvvisamente trasgressivi
Nella nostra vita sentimentale c'era stata sempre nei nostri rapporti una voglia matta di trasgredire ma il tutto si era fermato alle fantasie. Siamo una coppia sposata da piu di venti anni ma siamo stati sempre molto attivi sessualmente parlando. Il tutto nasce una sera che decidemmo di andare al cinema, feci preparare mia moglie vestita in modo molto sexy, gonna con spacco laterale, profondo, in modo da mostrare le autoreggenti a eventuali persone sedute accanto a noi. Era un normalissimo film ne erotico ne a luci rosse ma scegliemmo apposta una sala dove c'erano pochissime persone, entrando in sala vedemmo seduto al centro di questa un uomo sulla quarantina ,senza capelli e insieme con uno sguardo di intesa ci accomodammo non troppo lontano da lui ma sulla stessa fila. Il buio della sala e la presenza dello sconosciuto faceva crescere in noi quel desiderio tanto sognato, vivere una situazione trasgressiva, ormai la voglia di farlo saliva senza freni. Mia moglie accavallendo le gambe, fece si che il tizio potesse scorgere il suo abbigliamento intimo, io agevolai la vista tirando verso di me la gonna facendo in modo che la gamba risultasse completamente scoperta. Cominciai ad intrufolarmi con le dita, cercando di stuzzicare le sue parti intime e ci riuscii benissimo, perchè dopo pochi minuti mia moglie con un gesto spontaneo riuscì a togliersi le mutandine scoprendosi interamente le gambe. Ci accorgemmo che il tizio ormai non guardava piu il film ma era attentissimo alle nostre effusioni toccandosi ripetutamente le sue parti intime. Intanto in sala eravamo soli con lo sconosciuto che cominciava ad essere piu intraprendente infatti mostrò per intero il suo attrezzo dimostrando di essere veramente superdotato. Bisbigliai all'orecchio di mia moglie ,l'intenzione di far avvicinare il tizio a noi e lei con mio grande stupore ,accettò, era la prima volta,io rimanendo felicemente sorpreso attirai lo sguardo del tizio che capendo si sedette accanto a lei rimanendo sulle sue ,ma sempre col suo membro eretto fuori dai pantaloni. Mi sentivo supereccitato il sogno di vederla godere con un altro si stava avverando e così decisi di accellerare i tempi alzandomi e andando in bagno. Mia moglie mi tirò per la giacca ,non voleva, ma io ormai deciso mi alzai e andai via,feci finta di andare in bagno ,ma da dietro una tenda riuscivo a vedere tutto ciò che succedeva. Il tizio vedendosi da solo non perse tempo e cominciò a toccarle le gambe introfolandosi sino al suo monte di venere che ormai era diventato un lago tanto era eccitata, le scoprì il seno e le prese in bocca il capezzolo facendolo diventare turgido come il marmo, ormai mia moglie stava completamente perdendo la testa e lo dimostrò divaricando completamente la gambe ,il tizio si inginocchiò davanti a lei e prese a leccarla alternando le dita che entravano e d uscivano ,a colpi di lingua che colpivano il suo clitoride dandole sensazioni a lei sconosciute sino a quel momento. Comincia a masturbarmi violentemente venendo quasi subito e quando decisi di entrare per partecipare mia moglie con gran sorpresa mi chiese di andare via e proseguire magari su un comodo letto o in macchina. Ma questa è un altra storia ........
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15 years ago
timidacoppia48,
48/48
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A cena
Quella sera, guardandola, la trovavo decisamente attraente, sexy, bellissima. In macchina stavamo bevendo del vino, una bottiglia di vino, dura quasi niente. I suoi occhi però già brillavano di euforia mista ad eccitazione. Indossava una gonna nera , quasi sopra il ginocchio, ed una maglia bianca con un’ampia scollatura che mostrava il suo delizioso petto, non abbondante , ma decisamente invitante. “Che cos’hai messo sotto?”, le chiesi alzandole la gonna. Le dissi di toglierle, fece un po’ di resistenza, ma alla fine cedette. Cominciai a carezzarle le cosce, mentre il mio cazzo diventava duro e voglioso, guardavo la sua pelle liscia e mi accendevo. Il cellulare interrompe quell’eccitazione, guardo chi mi chiama: Francesco, un amico. D’un tratto mi ricordo che gli avevo dato appuntamento per parlare di un progetto, o di qualcosa. “Scusa, me ne ero dimenticato.” E gli dico che lo raggiungiamo subito a casa sua. Lei mi guarda un po’ delusa, ma non dice nulla.Metto in moto e mi dirigo verso casa del mio amico toccando ogni tanto le sue gambe ed alzandole la gonna in mezzo al traffico serale. Arrivati sotto casa di Francesco lei mi chiede di tornarle le mutandine, “No, vieni così. Ti voglio senza”, provò a protestare, ma io ero già sceso dall’auto e mi dirigevo verso l’appartamento. Mi seguì. Nell’ascensore le rivolgevo sguardi ammiccanti, lei timidamente volgeva lo sguardo, ma si sciolse quando la baciai con passione. “Dai, scopami” mi disse”Qui, adesso!”. Le dissi di no e l’ascensore giunse al piano. Francesco ci aspettava davanti la porta, Giada lo salutò allegramente baciandolo sulla guancia, e mentre entrava in casa Francesco gettò un’occhiata verso il suo culo. Tondo, sodo. Ci sedemmo sul divano e cominciammo a chiacchierare tranquillamente, Francesco ci offrì da bere ed accettammo. Avevamo lo sguardo lucido e tutto sembrava bello ed unico. Mentre parlavamo misi la mano sulla gamba di Giada e lentamente, molto lentamente le andavo sollevando la gonna, lei mi capì e mi guardò sorridendo. Francesco doveva sentirsi un attimo in imbarazzo, perché farfugliava con le parole e non capivamo cosa dicessi. Lei accidentalmente fece cadere un po’ di vino sulla gonna, Francesco andò in cucina per prendere della carta. Giada rideva e quando Francesco le porse un tovagliolo alzò la gonna per asciugarla mostrando la sua fichetta umida e vogliosa. Lui mi guardava, io sorridevo e lo guardavo con complicità. “ Forse è meglio che la togli Giada”, lei mi guardò , ma non le diedi il tempo di risponderle e già le sfilavo la gonna. Le baciai la fica e cominciai a leccargliela, lei si lasciava toccare, mentre Francesco si eccitava, ma non sapeva cosa fare. Gli feci cenno di sedersi accanto a lei, lui lo fece e Giada gli mise la mano sul pacco, già duro, tirò fuori il grosso membro e cominciò a masturbarlo. Io mi alzai, le presi la testa e la avvicinai al mio cazzo, lei cominciò a succhiarlo con passione, come raramente capitava, Francesco, presosi di coraggio, le toccava il seno e la masturbava. Spinsi allora la testa di Giada verso il membro di Francesco, lei mi guardò un secondo e poi cominciò a succhiarglielo. “Divina”, esclamò Francesco, e la mia felicità era alle stelle, ripresi a leccarle la fichetta ed infilando le mie dita dentro di lei. Lei godeva e succhiava, Francesco continuava a gemere e a sussurrare “Divina”. Le infilai un dito nel culetto e lei andò in visibilio, lo adorava. La feci alzare e cominciai a scoparmela da dietro mentre lei continuava a giocherellare col cazzo di Francesco che ogni tanto mi guardava incredulo, stupito. Uscii da lei e mi sdraiai per terra, invitandola a salirmi sopra. Lei eseguì e prese a cavalcarmi con foga e violenza. “ Lo vuoi un altro cazzo dietro?”, le dissi. Mi guardava, non parlava. “ Lo vuoi si o no?” Mentre Francesco già si spostava dietro di lei e si apprestava ad infilarglielo nel culo. “Si, amore, si” , disse finalmente e lui le entrò dentro con maestria. Lei urlò di piacere e dolore. “Godo. Cazzo, godo!” , urlava. I suoi occhi socchiusi in preda al piacere, immensamente abbandonata a noi che godevamo dentro di lei. Francesco le venne sul culo e la ripulì subito. Lei molle si fece ancora cavalcare da me, sino a che non raggiunsi anche io l’orgasmo e venni copiosamente dentro di lei che si abbandonò tra le mie braccia esausta e felice. Francesco si rivestiva e si sedeva sul divano versandoci dell’altro vino. Ci ricomponemmo, bevemmo un altro po’ guardandoci maliziosamente e concludemmo la serata nel migliore dei modi.
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15 years ago
admin, 75
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Un giorno di pioggia
Eravamo in giro per le strade a guardare le vetrine dei negozi, ad ognuna ci fermavamo e ci baciavamo con passione, unendo le nostre lingue a più non posso,e l’eccitazione ci saliva.
Continuammo a camminare per un pò, tu diminuivi il passo per restare indietro,così che potessi goderti la visione del mio deretano che ancheggiava a destra e a sinistra, con disinvoltura. Poi di corsa mi raggiungevi e mi davi una sculacciata, ed io gettavo un urlo sommesso. Mi baciavi il collo. Io ricambiavo. Tutto ad un tratto si è messo a piovere così forte ed inaspettatamente che non avendo un ombrello, tentavamo di ripararci sotto i balconi, ad ogni balcone raggiunto, ci baciavamo e tu mi palpavi ovunque, io tentavo di divincolarmi ma tu non me lo permettevi. Eravamo tutti bagnati. Continuammo così finchè una coppia che doveva entrare dal portone che noi stavamo occupando, ci chiesero se volevamo salire per asciugarci un po’ e aspettare che scampi. Io ti guardo negli occhi per capire la tua risposta, quella fu un sì.
Mentre salivamo per le scale, ci guardavamo attorno e i due si voltarono diverse volte. Appena entrati ci indicarono il bagno e ci portarono dei cambi, a me diedero solo un vestito corto con un paio di calzette da usare come pantofole, a te diedero una tuta. Ci asciugammo un po’ i capelli e li raggiungemmo.
Loro avevano preparato già quattro tazze di tè caldo e ci fecero accomodare sul divano. Iniziammo a conoscerci, parlando di noi, di cosa facevamo, da quanto tempo stavamo insieme. Ad un tratto lui ti fece segno di seguirlo, quando siete tornati, lui si sedette accanto a me, e poggiò la sua mano sulla mia coscia. Io mi voltai verso di te e tu facesti segno di sì con la testa, facendomi capire che ti aveva chiesto il permesso. Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ed anche se ancora mi sentivo tesa, provai a lasciarmi andare. Le sue mani salirono verso la mia figa senza mutande, perché le avevo lasciate in bagno ad asciugare, e toccò subito la mia passera, aprii le mie gambe per agevolarlo. Abbassò le spalline del vestittino, lasciando una tetta scoperta e iniziò a succhiarmi il capezzolo, mentre la sua mano si muoveva di sotto e sentii un dito entrarmi dentro. Lanciai un piccolo gemito. Nel frattempo l’altra ragazza si era avvicinata a te e tu avevi iniziato a toccarle con forza le grosse tette.
Vedendoti mi eccitai di più e tirai fuori dai pantaloni il cazzo di lui, masturbandolo. Tu hai fatto mettere alla pecorina la ragazza, togliendole il tanga e palpandole il culo, infilando le dita nella sua figa, mentre la sua bocca si avvicinò alla mia figa e iniziò a leccarla. La sua lingua mi fece sobbalzare dal piacere. Era un quadro davvero incredibile. Sempre sognato ma mai avverato, almeno fino a quel momento. Lui tolse le dita da dentro me, mi si mise in piedi di fronte, prese con una mano il suo cazzo in mano e con l’altra spinse la mia testa su di esso, io iniziai a succhiarlo. Tu avevi penetrato lei alla pecorina mentre continuava a leccarmela, e la sculacciavi fortemente. Il cazzo di lui era veramente grosso, ma io lo infilavo comunque tutto in bocca, dalla sua faccia si capiva come lo stavo pompando. Ad un certo punto, mi fece alzare, e mi fece mettere coricata su un tavolo, mentre tu ti scopavi lei da seduto e lei di schiena che entrava ed usciva la sua figa dal tuo membro. Lui mi allargò le gambe e mi penetrò, urlavo dal piacere, continuava ad entrare ed uscire con ritmo calzante, tu mi guardavi mentre come una troia mi facevo sbattere. Nuovamente mi fece cambiare la posizione, mi fece sdraiare lateralmente, mi alzò una gamba, e mi penetrò, così poteva toccarmi il culo che accarezzava con forza, fino a toccare il buchetto, e con l’altra mano mi stringeva i capezzoli.Poi tu ti avvicinasti e ti sei seduto su una sedia mentre lei prendeva il tuo cazzo in bocca, succhiadentolo come una professionista, la sua lingua ti fece godere così tanto che chiedesti a lei di ingoiare tutto, la cosa ti fece piacere, visto che io non ti regalavo mai questo momento.Lui mi fece scendere dal tavolo e mi fece mettere a quattro zampe, infilò la sua mano nella mia figa e poi la spostava sul buchetto per inumidirlo. Lì capii cosa voleva fare, mi voltai nuovamente verso di te e tu facesti cenno di sì. Lui allora prese il suo cazzo e piano piano lo infilò nel mio culo, io stringevo i denti ma una volta dentro provai un piacere davvero unico, nel frattempo lei aveva avvicinato la sua bocca alla mia figa e me la leccava, tu ti avvicinasti per leccarla a sua volta. Lui spingeva il suo cazzo dentro di me, ed io godevo immensamente, ansimavo e urlavo, tu mi guardavi e sorridevi, continuammo così fino a quando tutti insieme raggiungemmo l’orgasmo, urlando. Lui dentro il mio culo, fece fuoriscire tanto di quel seme che uscì fuori. Lei ti era venuta sulla dita e la mia figa era bagnatissima.
Finito, io e tu andammo in bagno per farci una doccia, ma avevi ancora il cazzo duro pensando a quello che era accaduto, mi afferrasti da dietro e cominciasti a scoparmi, dicendomi un sacco di parole porche: Brutta troia, ti è piaciuto farti scopare da uno sconosciuto eh?!
Ed io rispondevo: Sì, sì, mi è piaciuto….sì
Ah, ti è piaciuto? Anche che lei te la leccasse?
Sì, mi piaceva, molto, mi faceva godere….
Perché tu sei una gran troia, è per questo…….ti piace fartela mettere in culo…….ti piace farti sbattere, e così mi hai eccittato da morire, e adesso ti scopo anch’io….
Eri furioso, e mi piacevi, mi stavi scopando senza preoccuparti di me, mi scopavi da dietro stringendomi per i fianchi, proprio come piace a te. Poi raggiungesti l’orgasmo. Ci baciammo, e appena finito di rivestirci, salutammo i ragazzi, ringraziandoli dell’ospitalità.
Ritornando per le strade tu iniziasti a baciarmi come facevi prima della pioggia, fino ad arrivare in macchina. Soddisfatti per come erano andate le cose, tornammo a casa.
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15 years ago
admin, 75
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Cena da amici
“Stasera andiamo a cena da amici”, le dissi con voce ferma e decisa. “Da chi?” chiese lei timidamente, la guardai e ripetei la stessa frase. Annui e si diresse verso l’armadio per scegliere cosa mettersi. Prese dall’armadio un pantalone nero ed una camicetta bianca e li posò sul letto. Mentre lei andò in bagno glieli feci sparire e misi al posto di quei vestiti scelti da lei, quello che io volevo che si mettesse: una gonna nera con un lungo spacco ed una maglia bianca molto scollata, niente intimo. Glielo scrissi su un bigliettino, aggiungendo che avrebbe dovuto indossare solo quello che io avevo scelto ed uscii a bermi una birra al bar sotto casa. Bevvi due birre assieme ad un amico, poi rientrai in casa; la trovai seduta sul divano che leggeva un libro, con addosso i vestiti che le avevo ordinato. Mi chinai su di lei e la baciai la fronte, poi andai a cambiarmi a mia volta.
Arrivammo a casa del mio amico circa un’ora dopo. In macchina avevamo chiacchierato e ci eravamo fermati a comprare due bottiglie di vino. Le presentai i miei tre amici, tre uomini sulla trentina prestanti e carini. Guardavano la mia compagna con occhi vogliosi e assatanati. “ Andiamo in cucina”, le dissi. Lei mie seguì, le presi la mano e la poggiai sul mio cazzo. “Ne avrai tanti per te, stasera” “Ma…” la interruppi e le feci capire che era un ordine. Le infilai una mano sotto la gonna e toccai la sua fica nuda… “A lei piace, è già bagnata…” . Le indicai i piatti e le pentole, “Servici da mangiare .” le dissi. Mi andai a sedere al tavolo, e lei ci portò i piatti con grazia, con fare da gatta, si chinava leggermente sui miei amici mostrando loro il seno. Poi si sedette accanto a me.
Dopo cena, le ordinai, questa volta davanti a tutti, di versarci del whisky, e chiesi a Marco di mostrarle dove lo tenesse. Lui si alzò e la accompagnò verso un piccolo nobiluccio, “Sono lì dentro, nello scaffale in basso”. Lei si chinò, quasi in ginocchio davanti a lui, aprì lo sportello e prese la bottiglia. La sua faccia era all’altezza del cazzo di Marco ed io ero eccitatissimo. Marco si venne a sedere e lei versò per tutti. Il mio cazzo era ancora in tiro, presi la mano di lei e la poggiai sul mio pacco. Lei cominciò a carezzarlo attraverso i pantaloni. Poi mi andai a sedere sul divano e i miei amici mi seguirono. Lei si avvicinò e fece per sedersi accanto a me, ma gli feci cenno verso un altro posto libero, in mezzo tra Marco e Luca. Lei mi guardò, poi si andò a sedere. Giulio, il padrone di casa, accese il televisore ed inserì un film hardcore, spegnendo contestualmente le luci. Dopo pochi minuti eravamo tutti eccitati. Mi avvicinai alla mia compagna, le presi le mani e le poggiai sui cazzi di Marco e Luca, poi mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai “Fai contento il tuo padrone” . Lei cominciò ad accarezzarli, poi estrasse quello di Luca, duro e vigoroso, si chinò e cominciò a succhiarlo, mentre mi guardava eccitarmi e masturbarmi, Giulio si avvicinò e alzandole la gonna cominciò a leccarle la fica. Alternava il cazzo di luca e Marco, li succhiava con passione , mentre godeva per la lingua di Giulio. Poi si alzarono tutti e le si misero attorno, lei seduta lo succhiava a tutti e tre, fino ad alzarsi , togliersi la gonna ed incitarli a scoparla. Marco non perse tempo e la penetrò quasi con violenza. LA sbatteva come un toro e lei urlava di piacere, mentre segava gli altri due e mi guardava negli occhi. Mi avvicinai quando Marco venne e si allontanò, lei me lo prese in bocca, mentre Luca sguazzava dentro di lei che raggiungeva il primo orgasmo. Mi coricai sul divano e la feci salire su di me, mentre Giulio le leccava il culetto e lo preparava al meglio. Dopo entrò pure lui e gli occhi di lei si chiusero per un istante nel massimo del piacere, mentre Luca le sbatteva il cazzo in faccia ed io le ordinavo di succhiarlo. Giulio venne, e Luca si sostituì a lui, mentre lei urlava di piacere dopo il secondo orgasmo di fila. Marco intanto si stava riavvicinando con il cazzo di nuovo duro e con Giulio si davano il cambio. Mi alzai e lasciai il posto a loro. La scopavano con ardore e violenza ed io mi masturbavo felice. Vennero tutti e lei stremata, venne da me, mi baciò sulle labbra e mi salì di sopra. Le venni dentro dopo pochi minuti.
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Passeggiata in spiaggia
Notte d’estate, faceva molto caldo e non riuscivo a dormire, mi alzavo in continuazione con addosso solo la mia camicia da notte bianca, non indossavo intimo perché sudavo troppo e mi si appiccicava tutto sulla pelle. Mi sentivo più libera senza. Andai in cucina e mi versai un po’ d’acqua, una goccia mi cadde sul seno, era piacevolissimo sentire qualcosa di freddo a contatto con il corpo, e continuai a gettarmene ancora un po’, bagnando la camicia da notte. Tu ti sei alzato e vedendomi bagnata, hai iniziato a leccarmi sui seni.
-Non riesci a dormire?
-No, fa troppo caldo!
-Andiamo in spiaggia a farci un bagno? Forse starai meglio.
-Ok. Vado a mettermi il costume.
-No, rimani così, sarà più bello.
Feci cenno di sì con la testa, uscimmo dalla porta-finestra del salotto che dava ad una scalinata che faceva scendere direttamente in spiaggia, io ero in camicia da notte e tu in mutande. Corremmo in fretta baciandoci verso il mare e ci tuffammo insieme, l’acqua era tiepida, ma uscendo si stava meglio. In acqua tu mi afferrasti per la vita, e baciandomi sul collo mi palpavi i seni e il culo. Io ridendo provavo a liberarmi e tu mi riprendevi. Continuammo così per un po’ fin quando non ti sfuggì, e iniziai a correre allontanandomi da casa. Tu mi venisti dietro. Rangiuggendomi mi hai afferrata un’altra volta e prendedomi in braccio mi gettasti in acqua, dove hai iniziato nuovamente ad intrufolare le mani ovunque. Inutile nasconderlo, io mi eccitai.
Uscimmo dall’acqua e davanti a noi vidi due coppie che guardandoci ci sorridevano, ti feci cenno, tu li hai salutati porgendogli la mano, mi hai presentata e loro ti chiesero di andare a casa per un drink. Gli hai risposto di sì.
-Ma sono in camicia da notte?
-Perché loro cosa indossano?
Era vero, quelli erano dei pazzi come noi, rimandai il sesso per accettare il drink. La loro casa era simile alla nostra, ci accomodammo sul divano e bevendo parlammo di noi, dopo ilprimo drink, ci furono tre giri di rum e pera, io ero molto brilla. Ridevamo tutti guardandoci in faccia e ad un tratto vidi avvicinare verso me uno di loro, mi prese per il collo e iniziò a baciarmi, infilandomi una mano sotto la camicia da notte. Tu avvicinandoti al mio orecchio mi hai sussurrato:Vai tranquilla!
Nel frattempo scegliesti una ragazza per farti fare un pomipino, anche l’altra coppia aveva iniziato a masturbarsi. Ero in estasi, ero in una casa con dei sconosciuti, brilla e con una voglia matta di fare sesso, mi abbandonai a quel ragazzo che intanto infilava dentro la mia figa le sue dita, uscii il suo bastone molto in carne e me lo infilò in bocca in un solo colpo, inizialmente ebbi paura poi iniziai a gustarmi il lecca lecca, e godevo mentre mi stimolava il clitoride, faceva entrare ed uscire le dita, avvicinava l’indice al buchetto del mio culo.
Tu facevi lo stesso con l’altra ragazza, poi si aggiunse la terza che te lo succhiava, mentre l’altro ragazzo si avvicinò a me e infilò il suo cazzo nella mia figa, notai anche lui era ben dotato. Stavo bene. Godevo a vedere quei due uomini su di me, e godevo nel vedere le due donne in balìa del tuo desiderio. I due ragazzi si scambiarono, mi fecero mettere alla pecorina e uno iniziò a penetrarmi da dietro, mentre l’altro sotto di me, mi leccava e si faceva spompinare. Quello dietro di me batteva così forte che sentivo il suo cazzo giungermi nel ventre, e la lingua mi faceva godere come non mai. Tu inculavi una delle due ragazze, da sopra, lei supina aveva alzato verso il petto le gambe dandoti tutto il culo mentre l’altra si era posizionata con la figa sulla sua bocca per farsi leccare. Ancora una volta, i ragazzi si scambiarono, quello che ora stava sotto di me, mi fece sdraiare su di lui e mi penetrò la figa, dandomi dei colpi frotissimi e stringendomi le chiappe con le mani, allargandole per fare in modo che l’altro ragazzo dopo aver leccato per bene il buchetto infilòil suo cazzo, godevo urlando di piacere, venivo scopata da due cazzi che soddisfavano ogni parte del mio corpo. Tu mi guardavi eccitato e arrivando all’orgasmo, hai riempito il buco di quella ragazza con il tuo seme. Dopo ti sei avvicinato a me e mi hai detto:
-Così volevo vederti. Volevo regalarti questo momento da un bel po’. Godi bimba mia, godi. Che ho goduto anch’io. Godi perché oggi è la tua festa, BUON COMPLEANNO!
E così dicendomi raggiunsi l’orgasmo gettando dei gemiti ad alta voce.
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15 years ago
admin, 75
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Eugenia : prima parte
Eugenia è irrequieta per via della menopausa, il matrimonio sta andando a rotoli, ha sorpreso suo marito, che non la tocca da mesi, mentre si masturbava, leggendo racconti erotici su Internet, allora ha capito che il loro rapporto sessuale, basato su un unico settimanale amplesso, quando non sorgevano impedimenti, è giunto al capolinea. Lei, non riesce neppure a masturbarsi, ci ha provato, non è riuscita a godere, perché, con la mente è ritornata ad un episodio della pubertà, al ricordo della voce suadente del vecchio confessore, che le chiede insistentemente dove si tocca e che cosa prova a farlo, e che alla fine, dopo avere emesso un gemito, inizia ad inveire contro satana e contro lei che cede alle sue lusinghe; paventandole tremendi supplizi fra le fiamme dell’inferno.
L’unico amplesso che conosce è quello tradizionale, con l’unica eccezione, quando le cose avevano ancora una parvenza di normalità, di lui, che la scopava da dietro, magari di mattino presto, prima d’alzarsi per andare al lavoro, mentre lei era ancora nel dormiveglia.
Ora avverte che il suo corpo reclama qualche cosa di cui ha diritto, ma non sa come soddisfarlo.
La ginecologa, mentre la visita senza guanto, non riuscendo a farsi strada col dito nella secchezza della sua vulva, le dice:
«Da quanto tempo non hai un orgasmo?» Eugenia arrossisce.
«L’hai asciutta come un guado Africano, le tue papille sono atrofizzate; devi stimolarle, la secrezione vaginale è indispensabile, specialmente ora che non hai più il mestruo. Vai in un negozio d’articoli erotici e comprati tutto ciò che ti stimola, magari cambia anche nome, fatti chiamare Jenni, che fa più troia, non dovresti avere problemi a trovarti l’amante, perché sei una bella gnocca, fattela leccare da una lesbica, fa che cazzo ti pare, però rimetti in funzione la tua fica.» É una sua vecchia compagna di scuola e può permettersi di parlarle in quel modo.
Jenni ha cinquant’anni; un corpo perfetto al naturale, con i seni che stanno su da soli, le natiche alte sulle gambe tornite ed il volto interessante, dai tratti marcati. Passa e ripassa un sacco di volte davanti alla vetrina del sex shop, tuttavia quando una sorridente commessa viene sulla porta, lei fugge. A sera prova a titillarsi il clitoride, ma desiste, ossessionata com’è, dall’antico ricordo.
Sta rientrando a casa sul bus affollato, ha le mani impegnate a reggere le sporte della spesa, l’uomo, più o meno suo coetaneo, non perde occasione per farle sentire la sua erezione contro le natiche:
«Non è poi così male.» Pensa, nel frattempo uno scossone la fa traballare, lui la sorregge brancicandole le mammelle e le sussurra, dandole una zaffata avvinazzata:
«Ti ci piscerei sopra…» Jenni inorridisce, si divincola e s’allontana dal laido, chiedendosi come mai ha potuto avere un pensiero erotico, che coinvolgeva quello sconcio individuo.
Fa freddo, lei entra nel portone, che il figlio della sua dirimpettaia, le tiene aperto; anzi, fa di più, le prende le sporte e gliele porta fin sull’ascensore e mentre salgono le dice:
«Mia madre non è in casa ed io non ho le chiavi.» Jenni lo guarda, è di poco sopra la trentina, ricorda bene gli anni che ha, perché la sua nascita, era coincisa con l’anno in cui s’era diplomata. È un tipo qualunque, da non soffermarsi a guardarlo una seconda volta: non alto, non basso, non magro, non grasso, non bello, ma neppure brutto; Jenni sa che è da poco separato dalla moglie e che è viene ogni giorno a pranzo dalla madre.
«Vieni a prendere una tazza di caffè da me; col freddo che fa, a star fuori rischi un malanno.»
La casa è avvolta in un buon tepore, lo precede in cucina e senza neanche togliersi il caldo maxi soprabito di nylon trapunto, prepara la moka e subito dopo aver acceso il gas, lo scorta nell’ingresso e gli leva il giaccone.
Jenni mette sul tavolo la bottiglia di Fundador, che da quando è in meno pausa ha cominciato ad apprezzare, lui lo mesce per entrambi, lo sorseggiano e non appena il caffè è pronto, lo intiepidiscono con dell’altro brandy; lo sorseggiano incrociano lo sguardo, si sorridono timidamente e lo riabbassano. L’imbarazzo è tale, che si potrebbe affettare con un coltello, lei non è abituata a trovarsi sola con degli uomini, lui ha scarsa stima delle sue doti di seduttore ed al confronto della sua scialba ex consorte, Jenni gli sembra una dea irraggiungibile. Tuttavia è lei, che dopo aver portato sul lavandino piattini e tazzine, versa dell’altro liquore, che mandano giù immediatamente. Sono al terzo giro, quando Jenni, inaspettatamente dice:
«Vieni.» Pronuncia la frase e non crede d’essere stata lei a dirla; tuttavia le porge le mani invitandolo a seguirla
«Guardi signora Eugenia, che come amante non sono un granché.» Le dice un po’ farfugliando.
«Allora siamo in due.» Le risponde e ride, meravigliandosi della sua sincera sfrontatezza.
«Lascia che sia io a spogliarti.» E mentre lo fa, è convinta che non sia lei, Eugenia, casta e riservata, a compiere quei gesti, ma Jenni la troia, che non appena gli vede il torace nudo, gli succhia i capezzoli e non si ferma lì, poiché s’inginocchia tirandogli giù i boxer, per prendergli in bocca il pene svettante, ben più aitante di quello del marito. Eugenia non ha mai fatto pompini e ci gioca maldestramente, lui se n’accorge, la solleva da terra e la bacia. Eugenia pensa che sono anni che il consorte non lo fa, intanto che riscopre quell’intrigante stimolazione. All’improvviso sorride perché si ricorda di come al liceo parodiavano la famosa frase “Che cos’è un bacio.» Loro ragazzine dicevano:
«È un metodo stimolante per conoscere le lingue.» Mentre i maschietti più intraprendenti, replicavano:
«Il bacio è una telefonata al cazzo, per avvisarlo di tenersi pronto.» Erano questi gli ultimi sussulti dei maschi in declino. Le sue compagne femministe, giravano in corteo gridando lo slogan:
«…col dito, col dito, orgasmo garantito…» Al che i ragazzi che facevano ala rispondevano:
«…col cazzo, col cazzo, è tutto un altro andazzo…» Però senza convinzione; era l’inizio della resa.
«Ma cosa faccio? Ho saltato l’ostacolo, ho davanti un maschio disponibile, finalmente sento la vagina inumidirsi e penso a queste stronzate.»
«Ti chiami Gianni se ben ricordo?»
«Si Gianni.» Risponde lui mentre l’aiuta a spogliarsi, sempre più ammirato, di volta in volta che appaiono le splendide nudità.
«Gianni, io l’ho solo fatto con mio marito ed in un unico modo. L’ultima volta non ricordo neppure più quando.» Gli confessa.
«Me ne sono accorto.» Gli risponde lui ridendo e lei s’unisce alla sua ilarità. L’alcol, ma specialmente la simpatia spontanea, hanno abbattuto le paure e le inibizioni d’Eugenia, che s’affida serenamente a lui, che ha sua volta capisce che a quella semplice creatura, non deve assolutamente di-mostrare nulla, perché lei sarà felice di quello che lui saprà darle.
Hanno rivoltato le coperte fino ai piedi del letto, e giacciono nudi sul lenzuolo:
«Sei bellissima. Hai un corpo stupendo.»
«Anche tu sei molto ben proporzionato, hai spalle larghe e fianchi stretti.» E Gianni pensa che forse ha ragione. La bacia nuovamente, poi scende lentamente passando le labbra sul suo collo privo di rughe, intanto che con le dita va a giocare con i capezzoli, poi le sostituisce con le labbra e la mano la porta sul sesso caldo e umido. Eugenia geme e timidamente va ad impugnargli il membro teso ed elastico. Lui la lascia giocare un pochino intanto che fa altrettanto con la sua vulva; ci spinge un dito dentro, sente che è deliziosamente viscida, l’intinge negli umori, poi glielo posa sulle labbra, e lei, come se l’avesse sempre fatto, gli succhia il dito profumato degli effluvi della sua intimità. Ora è costretta a lasciargli a malincuore il pene che stava coccolando, perché lui s’è spostato in ginocchio fra le sue gambe spalancate, gliele solleva e si porta la fica alla bocca, come un assettato, appena giunto sulla riva di un torrente. Eugenia è sorpresa, gode immediatamente e per la prima volta scopre che cos’è un vero orgasmo.
«Puoi anche leccarmela per delle ore, se ti fa tanto piacere, però sappi che io non provo niente.» Gianni sente la voce falsata dal labbro leggermente leporino di sua moglie, intanto che Eugenia gli versa sulla lingua i succhi del suo primo autentico godimento:
«Ti piace?» Le chiede.
«Moltissimo Gianni, non credevo potesse esistere una cosa tanto bella.» Le risponde con voce tremante.
«Allora fammi sistemare per bene, così continuo fino a che tu vorrai.» Dov’era prima quella di lei, posa la sua testa e ci fa mettere ai lati le ginocchia.
«Mettiti comoda.» Lei appoggia gli avambracci al muro e ci pone sopra la fronte, poi guarda in giù, proprio mentre lui alzando lo sguardo, le sta ammirando il ventre piatto, i seni leggermente penduli, che va ad accarezzare delicatamente; si sorridono, lei s’abbassa, gli appoggia le natiche sul petto ed istintivamente se le allarga per farsi solleticare il solco anale, poi tutta la sua attenzione si concentra sull’impegno di Gianni. Lui prova a penetrarla con la lingua, per quanto gli è possibile, poi l’incanala fra le piccole labbra interne, si sofferma ad esplorare con la punta irrigidita, il foro di sfogo dell’uretra, gliela tiene larga con le dita per scorgere il piccolo glande del clitoride e s’impegna a lungo su di esso. Ora si che si è trasformata in Jenni, e gode pazzescamente, vorrebbe dire un sacco di cose al suo meraviglioso amante, ma non trova le parole, perché non le conosce, allora si limita a mugolare:
«Si! Si! Continua così, non smettere più, che sto morendo di gioia.» Poi per istinto, gli scivola a ritroso sul petto, fino a che le sue natiche incontrano l’ostacolo del cazzo svettante, allora s’alza dritta, se lo introduce e s’accorge che malgrado abbia la fica infradiciata, c’entra dentro a stento. Gioisce a quella constatazione ed inizia una frenetica galoppata imperniata su quel meraviglioso membro che le sta martellando l’utero con il glande, intanto che Gianni, tenendola per i fianchi l’aiuta ad alzarsi ed abbassarsi a ritmo sempre più veloce. S’accorge che il suo amante sta godendo, perché il pene, imprigionato a stento nella guaina, la sta sbatacchiando, quasi volesse divincolarsi. Lei ha un ennesimo orgasmo delirante e scoppia in singhiozzi, poi abbassa con il viso a contatto con quello di Gianni che beve le sue lacrime, mentre le accarezza dolcemente i capelli e la schiena.
Jenni sente che il pene s’affloscia, intanto che i suoi muscoli vaginali si rilassano. Non le importa che lo sperma che le esce dalla vagina impiastri il lenzuolo, anzi, spera che Gianni gliene faccia cambiare molti.
«Aspetti tuo marito?» Le chiede Gianni.
«Non rientra almeno per un mese.»
«Allora fammi telefonare a mia madre. Quanti giorni le dico che starò fuori?»
«Quanti vuoi tu.»
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