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L\'ho succhiato ammanettato
La persona l'ho conosciuta qui su Desy tramite il mio annuncio che potrete vedere tutti. Per correttezza non vi dico il nick di lui. Lui sà che racconterò il nostro incontro e se vuole può intervenire nel commento e dire che è lui. Io ne sarò contento.
Bene: sabato scorso, dopo essere andato all'ennesimo appuntamento e dopo aver ricevuto tante buche, finalmente ho trovato la persona nel posto prestabilito. Ci eravamo dati appuntamento su una piazzola di sosta sull'autostrada fermandoci con le macchine in maniera da occuparla tutta e che nessun altro si potesse fermare. L'intesa era naturalmente che io glielo avrei preso in mano e l'avrei segato. Per me era la prima volta. Lui era un poliziotto e la cosa mi dava sicurezza. Quando accostai l'auto dietro di lui e capii che effettivamente c'era mi cominciò a battere il cuore in una maniera incontrollata. Feci i due lampeggggi come concordato e lo vidi scendere per salire da me. Salì con atteggiamento deciso ed autorevole ma non maleducato, anzi. Salutò, ed io risposi con la gola secca con un filo di voce. Era venuto con una tuta ginnica che si sfilò rapidamente restando nudo nella parte inferiore. Stese il seggiolino aprì le gambe e disse: "Tutto tuo tesoro". Dio che spettacolo!!! Semiduro appoggiato su un lato dell'inguine. Anche nella penombra era uno spettacolo. Una proboscide. Allungai la mano, lo impugnai ed anche in quello stato di "mezza cottura" mi riempiva la mano. Cominciai a segarlo cosi e lui aveva le gambe spaparanzate. Mi disse: "Con l'altra mano maneggiami le palle dai. Ti eccita se ti umilio un pò? ". Gli feci capire di si e lui cominciò con aggettivi che mai mi sarei aspettato mi venissero rivolti. Mi stupivo di me a segare un uomo che mi riempiva di offese: frocio, ricchione. Lo feci venire in 10 minuti. Lo pulii con un fazzoletto si rivestì e facendolo mi disse:"Senti, non sei il primo e se conosco quelli come te sono certo che mi richiamerai. Se pensi di segarmi ancora non chiamarmi. Se mi richiami mi devi fare almeno un pompino." Se ne andò lasciandomi così. A casa mi segai pensando sopratutto alla proposta indecente che mi aveva fatto dopo. Sborrai in maniera incredibile. Ci pensai un giorno intero. Lo richiamai ammaliato da quella sicurezza e da quella decisione ma anche dalla mia voglia di andare oltre. Stesso posto, stesso schema ma nella macchina sua stavolta. Stavolta però mi disse subito: "Ti fidi di me?" "Si" gli dissi. "Allora metti le mani dietro la schiena. Ti ammanetto per essere sicuro che terrai le mani a posto e farai tutto con la bocca. Ti va?" Accettai senza paura. Era scomodo come posizione perchè non avevo appoggio. Dovevo fare grossi sforzi di schiena e sopratutto affidarmi a lui che mi teneva e mi guidava la testa. Me lo ritrovai in bocca semiduro ma riempitivo. Senza preservativo. Mi stupivo per come ero bravo a scappellarlo ed a riccappellarlo nella mia bocca. Mi diventò enorme in bocca e lui mi costringeva a ingoiarlo fino alle tonsille. A volte mi sentivo affogare. E poi mi imponeva un ritmo sempre piu veloce. Capii che quando sarebbe venuto non l'avrebbe tolto. Oramai era chiaro che mi avrebbe sborrato in gola. E così fu. Incredibile. Mi teneva con la testa premuta sull'inguine e dava un colpo d'inguine a sondarmi la gola per ogni sussulto del suo godimento. Quando fu soddisfatto mollò la mia testa e mi disse di pulire bene. Io non ero riuscito a farmi venire il cazzo duro ma, la cosa incredibile è che in tutto ciò sborrai a cazzo moscio nei mie pantaloni come una fontana. Sembrava mi stessi pisciando addosso. Mi tolse le manette e disse di pulire bene. Si rivestì e mi chiese se mi era piaciuto. Dissi di si e mi fece l'altra proposta. Alla prossima se mi chiami devi sapere che te lo dò ancora in bocca ma poi dopo ci rimetti il culo. Lo so che verrai, oramai sei schiavo del cazzo e come tutte le zoccole non resisterai al richiamo. E se ne andò. Ci sto pensando ma..visto quanto ce l'ha grosso..penso che se proprio dovessi farlo, passerò prima sotto qualcuno meno dotato.
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16 years ago
Glory362,
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Last visit: 13 years ago
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Capodanno a barcellona
Finalmente ci siamo. Abbiamo aspettato questo giorno da agosto e finalmente il 31 dicembre è arrivato. In questi giorni ci siamo ubriacati di questa città che amiamo come nessun’altra mischiando visite a luoghi noti e meno noti a ore in albergo dove il nostro amore è sempre esploso in tutta la sua potenza e fantasia. Per questa serata ti sei concessa un tocco di malizia uscendo per le ultime ore dell’anno senza slip. Non fa il nostro freddo ma comunque non è certo estate Man mano che la mezzanotte si avvicina cresce la febbre della festa e vediamo cose che solo qui possiamo vedere. Abiti strani, colori incantevoli, donne mezze nude che sfidano il freddo, gay che si baciano, mimi che cercano dai turisti gli ultimi euro dell’anno e gente, tanta gente. Si capisce che la festa, la trasgressione si mescoleranno sempre più e con il botto della mezzanotte tutto effettivamente si moltiplica. Ci baciamo appassionatamente come fanno tutti, le nostre mani frugano i nostri sessi eccitati, ma qui si può…… è Barcellona. Donne e uomini si propongono a te, vorrebbero partecipare alla nostra festa e godere del tuo corpo, gay mi fanno capire che il mio culo e il mio cazzo sarebbero da loro ben accetti e ridiamo divertiti di una situazione che da noi sarebbe inimmaginabile. La rambla è una bolgia di allegria, divertimento, vino, sangria, sesso, l’eccitazione è a 1000. Abbiamo fatto diverse vasche, abbiamo mangiato e bevuto, forse proprio sobri non siamo del tutto, decidiamo di cominciare l’anno con una trasgressione NOSTRA. Entriamo nel peep show e spendiamo qualche euro per vedere nelle cabine donne dal vivo che giocano con se stesse o con altre persone. Ridiamo divertiti con le mani che non stanno ferme, la tua gonna è continuamente sollevata e la mia cerniera più abbassata che chiusa. Passiamo nel sexy shop annesso, pare che tutta la città abbia avuto lo stesso nostro pensiero per iniziare l’anno. Una delle nostre occhiate d’intesa ci fa ridere e indico al commesso quello che vogliamo, quel fallo a ventosa di cui abbiamo parlato a volte. Usciamo come i bambini che hanno combinato una marachella ma felici come mai. La paura dei furti ci fa rientrare presto, non vorremmo che il nostro prezioso pacco finisca in mani sbagliate ehehehe. Che bella la rambla dalla nostra finestra, è come essere ancora immersi nella gente. Si sentono gli stessi rumori, si vedono le stesse scene da una posizione privilegiata. Apro la finestra incurante del quasi freddo che però non sentiamo più e colpevolmente resto incantato da quello che vedo come se fossi a teatro. Dico colpevolmente perché quasi mi dimentico di te ma solo per un istante. Mi giro e……… sei nuda, il vino ha fatto evidentemente da buon riscaldamento. Solo le autoreggenti e stivali alti ti accompagnano, c’è una coperta per terra poco dietro a me e sotto si capisce che c’è qualcosa. Mi giro ancora un attimo verso la strada e sento le tue mani sulle mie gambe, mi volto e ti trovo comodamente impalata sul nostro nuovo acquisto. Io ti servo solo da sostegno, immagino che la vicinanza alla finestra sia un problema per il freddo ma sembra che tu stia pensando a tutto tranne che alla temperatura. Abbasso la cerniera, credo di farti piacere riempiendoti la bocca con il cazzo che è già gonfio e pronto a esplodere. Per tutta risposta ti stacchi, appoggi le mani per terra dietro di te per farmi vedere come quel giocattolo di lattice sparisca completamente (e l’hai pure scelto grosso) nella tua figa vogliosa e fradicia. Già gocce del tuo umore imperlano il pavimento e i tuoi orgasmi non tardano come sempre ad arrivare. Le tue urla si intonano con quelle che entrano dalla finestra, se mi sposto probabilmente qualcuno ti vede dal lato opposto della strada. Tra un grido e l’altro riesci solo a dire: “Guarda quanto sono troia, portami a battere brutto porco maiale”. L’eccitazione è immensa il mio cazzo duro è sempre proteso verso di te ma capisco che sarai tu a dirigere il gioco e niente di toglierà questo privilegio. Mi chiedi di girarmi e obbedisco prontamente. Ti sento armeggiare con la coperta ma non mi passa per la testa nemmeno per un momento di sbirciare. Sento ancora le tue mani sulle gambe mi giro e vedo il tuo volto teso, non capisco………… Oddio si, Barcellona ha fatto un’altra magia. Qui sei venuta per la prima volta con il mio cazzo dentro, qui dopo anni ti sei di nuovo fatta riempire si sperma e adesso….. quel giocattolo sta scivolando ben unto nel tuo culo. Il dolore si mischia con l’eccitazione ma adesso è tutto dentro, finalmente sei sfondata anche dietro come volevi. Spero che mi omaggerai a questo punto dei tuoi servigi privilegiando il mio cazzo al resto. Mi sbagliavo, stasera vuoi superarti ed essere una vera puttana fino in fondo; con una mano resti aggrappata a me e con l’altra sfili da sotto la coperta un vibro che subito accendi e fai scomparire facilmente nella figa ancora inondata dei tuoi umori. Totalmente aperta come una vera troia in calore ti agiti, ormai anche il culo si è abituato ad avere un ospite e in cuor mio spero che finalmente il terzo buco sia per me. Ancora un errore, mi fai capire di prendere un altro vibro per tenertelo mentre lo succhi. Adesso stai in equilibrio da sola, non so come fai, vuoi essere fotografata e filmata, una vera puttana pornostar che è pure riuscita ad avvicinarsi alla porta finestra della stanza. Sicuramente qualcuno ti vede e godi di questo, godi nel far vedere quanto sei brava e quanto puoi essere vacca (nel senso bello del termine) per il tuo uomo. Non ne posso più non è umanamente possibile resistere oltre, avvicino il mio cazzo alla tua faccia e una doccia di sperma si abbatte su di te, togli il vibro dalla bocca e mentre con la lingua cerchi le più lontane gocce riesci solo a dirmi: “Ti ho fatto godere, porco che non sei altro, ti piace la tua troia sfondata vero?” L’eccitazione mi acceca, ti prendo, ti sbatto sulla finestra, ormai il freddo non è nemmeno immaginabile, il mio cazzo ancora duro prende a sbatterti nella figa e nel culo che lo riceve con facilità. Per non perdere nulla quando ti inculo ti stropicci la figa con le dita, non vuoi perdere nemmeno un momento del tuo possibile godimento. La gente vede e noi felici di farci vedere così eccitati nel nostro gioco d’amore finchè dopo una serie imprecisata di orgasmi ti abbatti sfinita a terra sussurrando un TI AMO BUON ANNO meraviglioso e pieno di te. Dopo esserci sistemati decidiamo di andare a letto, tra poco dovremo andare all’aeroporto. Sono ancora alla finestra per gli ultimi scampoli di questa notte che sembra non finire mai, sento che ti avvicini e sento un freddo strano ma è un attimo…….. Vestita del tuo strap on mi inculi selvaggiamente mentre le mie palle sbattono sulla ringhiera, mi hai lubrificato in un attimo e poi mi hai preso. “Pensavi che fosse finita vero porco? Anche il tuo culo deve essere sfondato stanotte, bastardo gran figlio di puttana. Prendilo, prendilo tutto e fa vedere a tutti quanto godi quando la tua troia ti incula.” Prendo a menarmi furiosamente il cazzo mentre ogni colpo anche per te rappresenta un piacere dato dal cazzetto che hai dentro. Godi, godiamo ancora, il mio sperma cade sotto forse qualcuno lo prenderà in testa ma non importa, hai figa culo e bocca in fiamme ma questo è ciò che volevamo. Ormai è tardi, l’aereo ci aspetta. Un taxi ci porta all’aeroporto e noi ci guadiamo felici, assonnati sfiniti ma innamorati più che mai. Ridiamo di tutto, anche del leggero bruciore che entrambi abbiamo al culo…… Ma per un capodanno a Barcellona questo ed altro………
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16 years ago
carste,
50/50
Last visit: 11 years ago
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Semplicemente fantastica
Premetto che sono un assiduo lettore di racconti erotici, e molti sono stati quelli che mi hanno suscitato emozioni intense, immagino anche, che piu' della meta' di questi siano solo frutto della fantasia dei vari autori, questo naturalmente non e' assolutamente una critica anzi, forse un complimento..di come la mente vaga e sogna nelle vie piu' sperdute dell'eros.
Io non ho bisogno di immaginare, di fantasticare, perche quello che sto per raccontare e' assolutamente accaduto, sto solo facendo un accurata cronaca di tutto cio'.
Lei e' una donna molto piu' giovane di me, siamo innamoratissimi l'uno dell'altro da circa tre anni, la nostra vita scorre nell'assoluta' normalita' di coppia,sottolineando anche le nostre performance sessuali assolutamente fantastiche.
Descrivo barbara perche e' doveroso, una ragazza che giuro non passa inosservata mai, alta formosa bellissima con due seni ed un culo da infarto bionda e con occhi azzurri da perdersi dentro, questa e' la donna per cui ho perso completamente la testa..dietro quel faccino pero'a volte si nasconde una ragazza infinitamente troia ed avida di cazzo come mai nessuna mi era capita fino ad allora.
Tutto ebbe inizio in una giornata di novembre, quando per un semplice guasto alla lavatrice dovetti impegnarmi a trovare un tecnico che potesse rimetterla a nuovo in brevissimo tempo,il che' non era assolutamente semplice,comunque dopo varie e continue telefonate finalmente riuscii a fissare un appuntamento.
la mattina seguente, telefonai a Barbara avvertendola che il tecnico sarebbe arrivato nel primo pomeriggio e che per motivi di lavoro io non potevo esserci, dandoci appuntamento per la sera.
nei giorni seguenti, per essere sincero mi accorsi che lei era sempre piu' vogliosa ma non davo troppo importanza alla cosa finche' una sera mentre eravamo sul divano l'argomento cadde sulla lavatrice "Devo ammettere che quel ragazzo della lavatrice e' stato davvero in gamba e poi non era nemmeno caro " disse barbara "ah era un ragazzo..pensavo un anzianotto" risposi, "si un ragazzo sulla trentina e' pure carino, messo davvero bene" notai una lieve flessione della voce come se volesse aggiungere altro ancora.
In effetti continuo' il suo discorso "sai amore ci siamo scambiati anche il numero di cellulare, non si sa mai possiamo sempre aver bisogno".
Sdraiati l'uno accanto all'altro, quella sera cominciammo a toccarci e finimmo nudi, con Barbara impalata sul mio cazzo che si muoveva in una maniera incredibile godendo come non mai, fu' proprio allora che sussurrai al suo orecchio mordicchiandolo lentamente,una frase che non mi sarei mai sognato di dire mentre ero all'apice del piacere " si troia muoviti sempre di piu, mi piaci cosi, mi piacerebbe anche che chiudessi gli occhi e immagini il cazzo del tuo tecnico che ti scopa " Lei ad un tratto si fermo' rimanendo senza parole come se volesse sembrare un po'contrariata..ma la sua voglia non lo permise continuo a muoversi godendo sempre di piu facendomi impazzire di piacere, allora continuai a stuzzicarla sempre di piu'" si troia dillo che ti piace, voglio sentirlo dire da te mentre ti scopa " lei perse tutta la sua inibizione dicendomi " sei proprio un porco" gridando e dimenandosi sul mio cazzo giunse ad un orgasmo smisurato crollando subito dopo senza fiatare.
Il giorno dopo, con molto tatto mi avvicinai da dietro e le sussurrai nell'orecchio "Barbara lo so che ti va..lo so che non stai pensando ad altro da ieri sera, allora muoviti perche io lo voglio quanto te" di risposta si giro' verso di me e mi bacio toccandomi il cazzoe dicendomi" volevo solo vedere se la cosa ti eccita davvero molto porcone".
Nel giro di un giorno tramite sms scambiati col tecnico Barbara riusci a fissare un appuntamento per prendere un caffe'"Vuoi davvero che vada li stasera? cosa potrei fare in fondo neanche lo conosco non mi sembra una buona idea..magari solo per un caffe'" disse, "tu che dici?" mi domando, io ero eccitato tremante sudavo dal piacere misto all'emozione ed anche ad una gelosia sfrenata, ma non volevo tirarmi assolutamente indietro ero estasiato all'idea di immaginare barbara scopare con quello sconosciuto, "voglio che vai li amore, voglio che prendi questo caffe' con lui, e poi voglio che prendi anche il suo cazzo perche lo so che non aspetti altro" e mentre parlavo mi avvicinai e le misi una mano in mezzo alle coscie, "vedi come bagnata troia allora muoviti preparati come solo tu sai fare e vai..io ti aspetto qui".
Era incantevole bellissima e molto provocante mi saluto' con un lungo bacio e si diresse verso la porta si volto verso di me ancora una volta e mi disse "voglio godere come una porca , voglio avere quel cazzo dentro di me, si lo voglio.
il resto se vi e' piaciuto a presto..
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4
16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
Una coppia speciale
Salve…., ho deciso di pubblicare questo racconto dopo aver letto il racconto di una coppia amica, che ha scritto su di me, in relazione ai bellissimi momenti che abbiamo condiviso insieme durante il periodo delle vacanze al mare.
L’emozione di leggere le parole che hanno scritto su di me ed i relativi commenti di altre coppie e di singoli su quel racconto, mi hanno reso molto felice!!! Effettivamente mi invidio da solo…
leggendo quel racconto, emerge e si va a concretizzare lo spirito con cui vivo queste bellissime esperienze e, sapere che queste fortissime emozioni, uniche, non sono una cosa che provo solo io…....., mi rende davvero felice e mi invoglia sempre più a continuare a giocare ed a incontrare persone proprio come Michele e Anna.
Sinceramente, da 6 anni a questa parte, ho incontrato diverse coppie ed ho ricevuto anche altre bellissime e-mail/messaggi che, proprio come il racconto di Michele, mi hanno dato un sacco di gioia; sicuramente, prossimamente cercherò di scrivere qualcosa anche su di loro magari proprio pubblicando le e-mail/messaggi.
Le persone che mi conoscono e mi frequentano sanno benissimo che sono una persona molto riservata, rispettosa… che non sono alla ricerca assoluta del sesso, cioè, non è il mio obbiettivo principale ed indispensabile, ma bensì instaurare un rapporto di sincerità e amicizia e complicità per arrivare a provare delle grandi emozioni, che solo questo gioco riesce a dare. A volte è bellissimo anche solo massaggiare ed accarezzare un donna, sentir crescere in lei il desiderio di lasciarsi andare e di ricercare il piacere proprio grazie ai mie massaggi…
Ogni volta che incontro una coppia, cerco di capire se c’è feeling, se c’è attrazione e soprattutto cerco di conoscere quali sono i loro interessi….e le loro fantasie!!! Questo è fondamentale per instaurare un rapporto che permetta, a loro di vivere con serenità e naturalezza questi momenti bellissimi che da un lato sono forti, ma dall’altro riescono a dare emozioni altrettanto forti ed immense ed a me, di sentirmi a mio agio.
Leggendo queste righe si capisce che non sono un frequentatore di club privè e di coppie navigate, evito tutto ciò che minimamente sa di mercenario, il mio scopo ed unico sogno è di riuscire a dare e far provare alla lei ed alla coppia il massimo della goduria nella massima naturalezza e serenità, con stile ed eleganza.
Con Michele e Anna nonostante la lontananza, tutti questi “valori” (simpatia, amicizia, attrazione, passione voglia di sentirci e di rivederci) sono davvero concreti e molto forti, non peraltro abbiamo con Michele oltre che il buon gusto femminile, anche la passione per il mare e la pesca subacquea.
Michele un amico, una persona simpatica un uomo deciso con il quale ho instaurato subito una bellissima complicità; Anna, meravigliosa in tutti i sensi, sensuale… femminile… sexy da morire; tanto che mi ricordo di lei ogni particolare, i suoi occhi mi fanno impazzire… quando li vedo rimango incantato…., la sua pelle vellutata con un profumo ed un sapore buonissimo…. , il suo fisico e la sua muscolatura che è un piacere massaggiarla e ogni volta che la accarezzo mi fa emozionare……, mi piace la sua femminilità che spontaneamente emerge dal suo modo di gesticolare, di parlare nelle sue espressioni……. , la sua eleganza, educazione, pulizia….davvero un insieme di cose che difficilmente si riescono a trovare in una donna, tutte cosi sviluppate eccezionalmente che nel gioco, esplodono regalando intense emozioni.
Quella sera passata insieme sarà sicuramente indimenticabile per me, come lo è stata la prima volta che ci siamo conosciuti e come sicuramente sarà la prossima volta. Spero che quando Michele ed Anna leggeranno questo racconto, capiscano quanta gioia mi danno e la grande emozione che provo ogni volta che penso a loro!
Mi auguro di rivederli al più presto per poterli riabbracciare nuovamente….. e magari, come promesso, preparargli una bella cenetta, logicamente afrodisiaca!!!
Con simpatia, un fortissimo abbraccio a Michele ed Anna.
P.s.: nell’occasione sono a ringraziare questo bellissimo sito che mi ha permesso di incontrare Michele ed Anna, e fare i complimenti per come viene gestito!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
Che idee il mio amico...
Mi sto mettendo sotto la doccia quando suona il cellulare.... lo ignoro mentre vibra e squilla ad alta voce... non controllo nemmeno chi mi chiama ma lo sento suonare anche mentre sono sotto l'acqua.
"Sarà importante?" mi chiedo, ma non me ne frega niente: mi prendo il tempo che voglio...
Quando esco dal bagno non faccio in tempo a vedere chi mi avesse cercato con tanta insistenza che arriva un sms: "Ti voglio adesso!"
Così era scritto e risposi che sarei andata visto che ero libera....
Arrivo da lui, mi apre ed è già nudo. Mi ordina di cambiarmi subito e di mettere qualcosa da troia. Detto, fatto!
Di ritorno in sala noto dei cuscini a terra e prontamente il mio amico mi ordina di sdraiarmici sopra. Lui mi segue e si inginocchia all'altezza della mia testa porgendomi le palle e senza dire nulla.
Capisco da sola cosa vuole e quindi inizio a darmi da fare con la lingua. La pratica è assai gradita e dopo una decina di minuti sento la sua voce che mi invita a cambiare posizione: "Adesso voltati troia che voglio romperti il culo!"
Non faccio in tempo a sollevarmi che mi arriva una sonora sberla sulla chiappa destra e poi:" Chi ti ha chiesto di staccarti dal mio cazzo? Continua a succhiare puttana! Mettiti a culo alto e succhia!"
Ero in pratica adagiata sui cuscini, a pancia sotto, e continuavo a succhiarglielo mentre lui di tanto in tanto mi sculacciava e mi lubrificava il buchetto con dell'olio.
Notavo però dei movimenti strani che non riuscivo a comprendere ma impiegai poco a rendermi conto di cosa sarebbe successo di lì a poco...
Per prima cosa venni ammanettata con le mani dietro la schiena, successivamente arrivò un guinzaglio di quelli che si collegano alle manette e così "imbragata" non potevo più muoverle. Nel frattempo almeno due delle sue dita si erano fatte spazio nel mio culetto e andavano avanti e indietro, dentro e fuori lasciando che l'olio entrasse anch'esso nel mio buchino....
Ma ancora non era tutto... lo sentivo...
Fu allora che il mio amico prese un vibratore di dimensioni normali e lo fece scivolare quasi senza fatica nel mio bel buchino provocandomi un bel po' di piacere..... io intanto continuavo a succhiare il suo cazzo che pur non essendo di chissà quali dimensioni era comunque bello duro e non accennava a cedere...
Mi profanò per oltre 10 minuti quando decise di rimetterci dentro le dita, quasi a tastare, verificare la reale dilatazione....
Mise da parte il vibratore che aveva usato e ne prese un altro di dimensioni maggiori. Ne sono certa non perchè lo vidi.... ma lo sentii!!!
Era un vero piacere ricevere quel dildo, ed io non smettevo di succhiare e lui non smetteva di sculacciarmi!
Capivo in quell'istante cosa voleva dire con "Voglio romperti"....
anche perchè in quell'istante iniziò a penetrarmi con più vigore e provava anche ad inserire un dito col dildo.... ci riuscì.... e poi smise di colpo.....mi fece leccare per un attimo le dita di una sua mano... quattro... e subito dopo le stesse dita erano sul mio culo e cercavano di farsi strada nel mio buco con movimenti circolatori. Con l'altra mano versava olio che sentivo scivolarmi nello sfintere....
Si staccò un attimo, si allontanò per qualche secondo e ritornò da me facendomi vedere una cosa molto interessante: un bianco cazzo di silicone che misurava almeno 35 cm di lunghezza e circa 6 di diametro.
Lo lubrificò per bene dopo avermelo fatto succhiare (non riuscivo a prenderlo in bocca) e lo portò dritto al mio culo mentre il suo cazzo veniva riaccolto dalla mia bocca.
Lentamente provò a farlo entrare... era davvero grosso.
Non sentivo dolore ma provavo difficoltà ad accettarlo.
Fu allora che mi tolse le manette e le mie mani erano già pronte ad allargarmi il culo per favorire la penetrazione.
Pian piano il buco cedeva e riusciva ad accoglierlo...era fantastico.... non so quanto ne è entrato ma so bene cosa ho provato quando il mio amico mi ha detto che sono una brava troia e che finalmente potevo dire di avere davvero il culo rotto.
Continuò a pomparmi quell'arnese fino a quando non mi sborrò in gola ed ingoiai...
Mi invitò a tornare da lui quanto prima.
Ci tornai dopo due giorni.
Appena entrata mi spogliai del tutto ed indossai solo calze e tacchi alti, mi inginocchiai a lui e glielo presi in bocca ma dopo un paio di leccatine mi invitò a mettermi a pecorina sul divano, poggiata coi gomiti sullo schienale, si alzò, accese la tv ed inserì un dvd nel lettore, si mise dietro di me e mi sputò sul culo centrando in pieno il buco, diede il play al lettore e iniziò a scoparmi.
Nel monitor potevo vedere cosa successe due sere prima: aveva registrato tutto!
Mi scopo a dovere per tutta la durata del film e l'unico commento che fece fu: "Guardati, guarda quanto sei troia!"
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
Pomeriggio inatteso
Era uno degli ultimi giorni di ferie che mi restavano, ed ero rientrato a Milano già da qualche giorno.
Avevo disfatto le valige, riordinato un po' casa e iniziavo a chiedermi cosa avrei potuto fare di lì a poco in quel pomeriggio soleggiato di fine estate. La città, quasi completamente assopita dalle ferie non aveva molto da offrire, così decisi di fare un giro al centro commerciale confidando nel fatto che quei posti, alla fine sono sempre aperti. Presi la macchina e mi diressi verso un grosso centro commerciale in zona Assago. Non c'era traffico ed arrivai in meno di 20 minuti. Il sole del primo pomeriggio accarezzava la pelle e mi infondeva un vago senso di benessere diffuso. Entrai bello raggiante, e col passo di chi ha tutto il giorno per girovagare senza avere una meta precisa, iniziai a curiosare fra le vetrine.
Non ero interessato a nulla in particolare e più che altro, a dire il vero, avevo inizato a guardare le altre persone intorno a me invece delle solite vetrine. Tutte persone indaffarate, concentrate sui loro acquisti; quasi in preda ad una trance agonistica da shopping !
Camminando però lungo il gigantesco corridoio centrale, capitava spesso che i passanti fossero più disinvolti e che riservassero qualche sguardo distratto anche alle persone che finivano con l'incrociare.
Notai diverse belle ragazze in abiti variamente succinti camminarmi vicino, sfiorando il mio corpo distrattamente. Alcune di loro mi avevano anche guardato, proprio con uno di quegli sguardi distratti di cui dicevo poco fa. Nulla di che, ma abbastanza per mettere in moto la mia fantasia. Iniziai quindi un gioco particolare, curioso: provai a guardare con occhi rapiti ed espressione realmente interesseta tutte le ragazze carine che incrociavo. Non dicevo una parola. Era sufficiente l'espressione interessata e il balenare degli occhi sul loro corpo per suscitare reazioni fra le più disparate: alcune più timide abbassavano subito lo sguardo a terra, quasi a volersi nascondere ispirandosi evidentemente al metodo dello struzzo (io non ti vedo, tu non mi vedi), altre meno consapevoli ricambiavano il mio sguardo attento con un'espressione leggermente interdetta come a domandarsi cosa trovassi da guardarle con tale attenzione; altre ancora, molto poche, ricambiavano lo sguardo attento, con altrettanta attenzione, squadrandomi da cima a piedi e cercando di darsi un ulteriore tono di femminilità nella camminata e nella portanza: più per essere semplicemente osservate e apprezzate, che non per il desiderio di agevolare un contatto. Mi divertivo nel lasciarle sfilare sotto i miei occhi, tutt'al più abbozzando un sorriso che mai ricambiavano.
Mi stavo divertendo - e non poco - nel giocare con gli sguardi sui corpi più o meno vestiti delle tipe di passaggio. Ognuna a modo suo aveva una sfumatura diversa, una reazione e una mossetta personalissima. La sistemata ai capelli, l'improvvisa incapacità di tenere le braccia in posizione naturale, o una piccola smorfietta quasi impercettibile; o ancora un contrarsi delle dita di una mano.
Dopo un po', forse 10 minuti, forse venti, alcuni sguardi e alcune movenze che scaturivano da questo sottile gioco di sguardi avevano iniziato ad eccitarmi. Era evidente che alcune di queste ragazze, erano sinceramente sorprese dalla microsituazione che si andava a creare e la loro reazione spontanea ed istantanea spesso era un mix di potente sex appeal, femminilità repentinamente risvegliata e leggero narcisismo. In un locale, in una discoteca e forse persino in un ristorante, le reazioni sarebbero state diverse, più costruite o più consapevoli forse. Certamente meno sorprese e spontanee. In certi posti, con la stessa ragazza, un gioco del genere avrebbe persino potuto ottenere come risposta una smorfia di compatimento. Ma al centro commerciale no. Troppo inattesa - e forse giudicata più sincera - l'attenzione dedicata. In ogni caso, tutto suonava più naturale e quindi ben accetto.
L'eccitazione del gioco cresceva in me, quando incrociai una donna in particolare. Era alta circa 1 metro e 70, forse qualcosa di più, scapre nere coi tacchi a spillo a foggia di sandalo, con i laccetti a salire lungo il femminile polpaccio quasi a volerlo abbracciare interamente. Minigonna con lieve spacco laterale, top giallo aderente e reggiseno nero di pizzo in trasparenza. Chioma castana scura liscia e fluente, musino da gatta furba e consapevole. Era senz'altro vestita in modo appariscente, ma a dispetto della descrizione che vi ho appena dato, non era una super modellona. Era comunque una donna carina, ma normale. Un fisico senz'altro curato, ma non perfetto. Ma proprio per questo ancora più vero ed eccitante. La classica bella donna che tutti noi uomini vorremmo avere come vicina di casa: bella da farci voltare la testa mentre passa, non così tanto però da farcela sembrare inarrivabile. Certo, coi vestiti che aveva scelto appariva senz'altro come una sventola niente male, comunque. Avrei detto, di primo impatto, che questa graziosa micina stesse giocando al mio stesso gioco. Non aveva l'aria di star facendo shopping per davvero. In ogni caso, non potei non dedicarle tutta la mia attenzione, al suo passaggio.
La guardai intensamente nei suoi occhi neri, scendendo con lo sguardo in modo palese e provocante lungo il suo seno, soffermadomi per qualche istante, e scendendo ulteriormente sui fianchi e sulle scarpe provocanti. Poi rialzai lo sguardo verso il suo viso senza più distoglierlo dai suoi occhi che a sua volta mi fissavano con aria di complicità.
Di tutti gli incorci di sguardi della giornata, questo era di gran lunga il più ammaliante e sensuale. Potevo leggerci intere storie d'amore, o di sesso. Sembrava volermi invitare nel suo letto o a cena, e contemporaneamente chiedermi di non dire una parola. Sentivo ribollire dentro di me, e senza dubbio quest'emozione trasparì dal mio sgurado magnetizzato dal suo.
Mi sorrise e io ricambiai con un leggero inchino del capo.
Camminammo ancora e sfilammo l'uno affianco all'altro a quel punto senza più guardarci ma percependoci vicendevolmente sfiorandoci un braccio a vicenda.
Mi fermai voltandomi, ma lei proseguì con passo flessuoso nella sua direzione. Poi dopo pochi metri indugiò sull'entrata di un negozio, ed entrò.
Non resistetti. A quel punto il gioco era molto più che eccitante: era diventato un vero e proprio impulso sessuale.
Mi diressi verso il negozio in cui era entrata e vidi che si trattava di un negozio di biancheria intima. Molto maliziosa - pensai mentre varcavo l'entrata.
Il negozio era diviso in due parti: a sinistra la zona biancheria intima maschile, a destra e più ampia la zona di biancheria intima femminile. In un angolo infondo, i camerini.
Vista l'ora, era primo pomeriggio di un qualsiasi giorno feriale di fine agosto, il negozio era frequentato praticamente solo da donne. In quel momento c'erano solo due maschi, io e un tizio sui 40 che stava scegliendo un paio di boxer colorati.
Vidi subito la micina provocante che indugiava su un completino piuttosto sexy di pizzo bianco. Restai a distanza, e la seguii con lo sguardo. Intanto fingevo di scegliere anche io qualche capo intimo per me. Mi ritrovai in mano un paio di boxer di cotone attillato e ci giocherellai mentre seguivo lei che si dirigeva verso il camerino.
A quel punto la seguii avvicinandomi al suo camerino, come se attendessi il mio turno per provare i boxer. Gli altri camerini erano vuoti in quel momento. Scelse il camerino d'angolo, il più appartato, e io mi ci misi davanti. Senz'altro aveva notato i miei piedi da sotto la tendina. Sentii qualche fruscio, e capii dai movimenti dei suoi piedi che si stava sfilando la minigonna, dandomi la schiena. Chinandosi, spinse il sedere verso la tendina, gonfiandola sulle sue curve, e scostandola leggermente. Non poteva essere un gesto involontario. Appoggiò la minigonna sulla bacchetta in alto che reggeva la tendina a scorrimento. Voleva che fosse chiaro che fosse senza gonna !!
Vidi scorrerle lungo le caviglie anche il tanga nero, che lasciò abbracciato alle caviglie per qualche istante. Poi di nuovo si piegò in modo evidente, strusciando il culo sulla tendina. Mi guardai attorno e vidi che non c'era nessuno nei paraggi. I clienti stavano ancora scegliendo la loro merce. Mi spostai a quel punto leggermente di lato, per coprire con il mio corpo lo spazio lasciato libero dalla tendina ormai scostata di un bel pezzetto. La vidi girata di spalle, in reggiseno nero e senza nessun'altro vestito addosso. Le sue chiappe erano belle tonde e sode, le gambe ancora impreziosite dalle magnifiche scarpe col tacco di prima, e le braccia che si stavano muovendo dietro la schiena per slacciare il reggiseno.
Restai a guardare, mentre sentivo il mio pene pulsare nei pantaloni, l'eccitazione era fortissima ora, avrei voluto intervenire e sognavo di penetrarle quello splendido culo con vigorosi colpi di cazzo. Ma ovviamente il gioco era proprio guardare e immaginare. Ma non fare.
Così restai a guardare mentre si slacciava il reggiseno, lasciandolo cadere a terra, e liberando due seni morbidi e dalle forme naturali. Non potevo vedere i capezzoli, ma vidi il lato del seno che si era divaricato dopo che si era tolta il reggiseno.
Ora era completamente nuda davanti a me, di spalle e sconosciuta. Credo che si sentesse libera, alla mia mercè, ma contemporaneamente protetta dall'ambiente. Non so se in quel momento preciso avesse preferito che la abbracciassi da dietro o che le toccassi il culo. Ma non rimpiango di essere rimasto semplicemente a guardare.
Sempre dandomi le spalle, si chinò per sfilarsi del tutto il tanga rimasto impigliato fra i tacchi a spillo, mostrandomi le chiappe divaricate, il buchetto del culo invitante, e la fessura della sua fica depilata e umida. Era eccitatissima anche lei !
Restò a pecorina per qualche istante più del necessario, poi si girò leggermente sui tacchi per darmi completamente la schiena e rivolgersi verso lo specchio. Si sollevò con una lentezza molto eccitante e quando fu quasi su del tutto, guardò nello specchio incrociando finalmente, nuovamente i nostri sguardi. Il solo guardare i suoi occhi, ora, mi aveva fatto diventare il mio uccello una clava di pietra. Era talmente duro, adesso, che spingeva con dolore nei jeans. Sentii alle mie spalle un passo femminile che si avvicinava ai camerini. Un po' spiazzato pensai rapidamente al da farsi, e decisi di restare esattamente in quella posizione, come se fossi il marito o il fidanzato della ragazza nel camerino. In ogni caso mi voltai appena e vidi una cliente sui 35 anni, non particolarmente belloccia. Entrò nel camerino di fianco senza accorgersi di nulla e io potei proseguire la visione. La mia gattina si stava infilando il completino sexy di pizzo bianco con movenze morbide ed eccitanti.
Quando ebbe finito di indossarlo, si voltò lentamente verso di me, con le mani appoggiate sui fianchi come a voler posare per me. Io rimasi in silenzio guardandola con avidità. Lei mi guardò prima negli occhi, poi il petto e subito dopo dedicando tutta l'attenzione al mio pacco evidentemente in stato di immensa eccitazione. Lo sentivo spingere come se dovesse spaccare i pantaloni ! Inarcai leggermente il bacino verso di lei come per mostrargli il risultato del suo spogliarello. Poi la squadrai dalla testa ai piedi, soffermandomi sui capezzoli scuri che risaltavano da sotto il pizzo bianco, inequivocabilmente turgidi; e sui peli del pube, appena accennati sopra il taglio della vagina, anch'essi scuri ed evidenti fra il pizzo bianco della biancheria. Il tocco delle scarpe col tacco, ancora indossate, mi eccitava fuori misura. E mi eccitavo ancora di più, immaginando la ragazza di poco fa, anch'essa nuda nel suo camerino qui affianco, ma totalmente ignara dell'autentica scena di sesso che si stava consumando a pochi centimetri da lei. Intanto la gatta rimase a guardarmi i pantaloni gonfi ancora per qualche istante, poi tirò la tendina.
Avrei voluto denudarmi e scoparla lì, sul posto, selvaggiamente. Ma ovviamente mi dovetti accontentare di massaggiarmi attraverso i pantaloni, giusto per dare un minimo di sollievo alla costante costrizione del pene fra le pieghe dei jeans.
Quando si fu rivestita, uscì lasciandomi in mano il completino bianco che aveva indossato pochi sencondi prima, e si diresse verso l'uscita. Mi affrettai a seguirla, passando però prima in cassa e pagando frettolosamente lo splendido completino.
Poi uscii dal negozio, ma lei si era persa fra la gente.
Sguii la sua ultima direzione appena uscita dal negozio, e procedendo sempre dritto la vidi appena che stava giusto uscendo dal centro commerciale. Decisi di seguirla, e arrivai a raggiungerla proprio mentre stava aprendo lo sportello della sua macchina.
Le presi una mano e lei si girò sorridente... sperava proprio che la seguissi!
Non disse ancora una parola, io la guardai e porgendole il sacchetto del negozio dissi "tieni, sarebbe un delitto se tu non lo mettessi più !", lei sorrise, prese il sacchetto e lo passò ad un suo amico in macchina !!
Non lo avevo notato, accidenti ! ero rimasto pietrificato ! Lei sciolse l'imbarazzo dicendomi finalmente: "sali, dai, cosa fai lì impalato?"
Salii senza farmelo ripetere due volte, lei si sedette dietro con me, lasciando il suo amico solo al volante.
Poi la macchina partì... ed iniziò un'altra storia.
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16 years ago
erotic3mind255232,
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Una strana festa
Lo conoscevo da appena una settimana, e già mi ritrovai a passare la notte del mio compleanno con lui nel suo letto.
Lui era alto,slanciato, lineamenti masculini, capelli scuri, due occhi azzurri enormi e una bocca carnosa e bella quanto quella di una donna.
Il primo bacio ce l'eravamo dato solo qualche giorno prima, ci eravamo conosciuti e attratti fin dal primo istante. E' stato tutto molto veloce....
Quella sera avevo bevuto parecchio con la storia del compleanno, ma non tanto da perdere completamente il contatto con me stessa.
Ci isolammo dal gruppo di amici che era rimasto a dormire a casa sua, nel salotto.... noi pochi metri piu in la... la porta aperta...e le mani che gia esploravano reciprocamente i nostri corpi con foga.
Era bello come i nostri occhi ci spogliavano e non vedevano l'ora di vedere sotto quei pochi veli estivi... mi levò con abilità il miniabito da sera che avevo indossato per l'occasione, la seta nera e il tessuto trasparente mi fecero fremere mentre scorrevano sul mio corpo, i suoi occhi avidi di bellezza, i suoi occhi avidi di scoprire del tutto le mie forme... lo presi a me con forza e gli slacciai la cintura e i pantaloni baciandolo con passione, fremevo dal desiderio e poco m'importava se lo conoscevo appena...
Lui era fin piu eccitato di me, avvarezzai il suo membro ancora intrappolato dal tessuto dei boxer e lo sentii pulsare....gli levai la maglia e cominciai a leccarlo e baciarlo sul collo, scesi fino ai capezzoli, leccnai la sua pancia e..... non resistetti e mi chinai avida sul suo pene, curiosa di scoprire il suo sapore, curiosa di sapere se la mia bocca l'avrebbe reso ancora piu fremente...
mi misi fra le sue gambe fissandolo negli occhi e sostenendo lo sguardo cominciai a leccargli il membro, che in pochi attimi divenne ancora piu duro... leccali l'asta èiu e piu volte fino a quando non era tutto bagnato e lo affogai in gola.... sentii il suo respiro farsi piu affannoso, qualche piccolo gemito di piacere controllato, di la c'era gente, ma le sue mani mi afferrarono i capelli facendomi intendere che tutto voleva fuorchè mi fermassi.
Dopo un poco mi fermai e lasciai il suo pene umido e caldo al tepore dell'aria estiva.... la mia bocca e la mia lingua scesero ancora un pò, gli leccai le palle gonfie e glie le presi in bocca... comiciai a segarlo con una mano e poco dopo riaffondai il mio membro ripetutamente nella mia gola che ho saggiamente imparato ad adoperare per poter prendere tutto il membro.... poco dopo sentii che stava per venire, mi ritrassi leggermente e continuando a segarlo mi feci schizzare addosso.
Venne ma non gli bastava. Mi alzò tirandomi per i capelli, mi strappò le mutandine avido del mio frutto gia caldo e bagnato, con l'altra mando mi slacciò il reggiseno e stringendo forte i miei piccoli seni mi sentii penetrare dalle sue dita... feci scappare un gemito di piacere che non ero riuscita a controllare, mi girai verso la porta aperta, avevo sentito un rumore, mentre lui continuava a masurbarmi... in pochi attimi senti penetrarmi dal suo pene di nuovo durissimo e li non potei più controllare i miei gemiti...
Lui mi guardava eccitato mentre mi scopava e mi vedeva godere, cambiammo varie posizioni ma ci mise poco ad intendere i miei gusti... mi girò e mi scopò a pecorina, io piu mi dimenavo e piu sentivo piacere nel sentirmi penetrare cosi ferocemente, rimasi col mio splendido sedere all'aria e mi feci scopare ancora un pò, fino a sentire le mie braccia esauste piegarsi dal piacere.... godevo di quel momento e dell'ansimare di quel ragazzo come poche volte... poco dopo presi io l'iniziativa, lui aveva gia fatto abbastanza...
Lo gettai sul letto, mi infilai il suo membro ancora umido nella mia fica bagnatissima, e comiciai ad andare su e giù.... sentivo il suo membro muoversi dentro di me, lo accarezzavo e strofinavo con i miei muscoli vaginali e sentivo quando godeva di più.... misi una mano sul suo petto e una sualla sua coscia per aiutarmi e scoparlo meglio, gli carezzai le palle e lo sentii godere di più,mi guardava, la mia cascata di capelli rossi incorniciava il mio viso mentre andavo su e giu, chiusi gli occhi e mi abbandonai sempre di più, fino a sentire un piacere devastante, e lui godette ancora nel vedere quella semisconosciuta godere tanto di lui nella penombra della notte, illuminata solo dall'inizio dell'alba...
Crollammo sfiniti alle 6.30 del mattino, io coccolata dalle sue braccia, avvolti ancora dall'odore della passione...
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16 years ago
DeaPersefone,
23
Last visit: 14 years ago
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La stanza capitolo 6
CAPITOLO VI° L’ OSPITE
……………nella stanza la luce era ancora accesa, io ero seduta sulla branda con quella scatola enorme di plug-in vicino, e ripensavo con nostalgia al favoloso cassetto di Giovanna, mentre lei era in bagno, vi avevo frugato dentro con molta curiosità e avevo estratto degli oggetti!
Ora la situazione e la realtà erano ben diverse, anche se sinceramente in quel momento eccitata com’ero, avrei sicuramente adoperato uno o anche più di quei cosi della scatola!
La figa mi grondava dal piacere, ma non volevo assolutamente ….pagare ancora, e allora tenevo le cosce ben serrate e con impercettibili movimenti la contraevo alzando e abbassando appena i talloni, facevo strusciare le pareti tra loro provocandomi un leggero e stordente piacere!
I crampi della fame si erano di nuovo impossessati di me, ora dovevo chiedere cibo e acqua, conscia di doverli pagare!
Spinsi il dito in fondo al foro, poi feci per toglierlo, ma era bloccato, lo avevo inserito ormai tranquillamente, ma capì che era una parola che lì dentro dovevo dimenticare!
Non forzai, per farlo uscire, sapevo che sarebbe stato inutile, e non proferì parola per non essere vessata ancora! Stavo lì in ginocchio con il mio dito nel foro quando un grosso schermo si accese sul soffitto e la luce si spense, lì per lì non capì cosa stessi vedendo, mi sembrava la mia stanza sotto l’immagine c’era il numero due, poi guardando meglio vidi che non era la mia, ma una perfettamente identica. Cambiò inquadratura, scorsi un corpo femminile nudo, con lunghi capelli neri, non potevo essere io, li avevo corti, poi vidi il mio dito nell’immagine, lo mossi, era il mio, ero terrorizzata, stavo vedendo la stanza adiacente alla mia, dove era rinchiusa una donna come me, pensai al film “cube”, e mi sentì ancora più atterrita! Quante stanze c’erano intorno a me? Quante altre persone rinchiuse avevano, o stavano ora patendo quello che subivo io, quale mente malata avesse potuto mettere su tutta quella grandiosa e terrificante macchina da tortura, o, quante persone? Poteva essere solo una persona a gestire il tutto? Tante domande ma risposte…….zero!
Capì solo che da me alla stanza adiacente, almeno, dove avevo il dito, c’era pochissimo spessore! E compresi, con un filo di angoscia, che il dito lo avevo immerso nella cacca della “due”, non potei pensare di averglielo infilato nel buchino, avrebbe fatto resistenza, ma ancora una volta sbagliavo!
Infatti, lei era inginocchiata davanti al mio dito, e iniziò a succhiarlo, lo stava pulendo, mangiava la sua merda, l’immagine cambiò prospettiva e zumò ora era coricata da dietro, e vedevo bene il suo culo, e capì come avevo fatto a infilarglielo nel buchino del culo, toccando la sua merda senza sforzare, aveva uno speculum inserito, che le teneva il foro aperto. Un’altra invenzione del maniaco, era un appareccchietto ricercato, uno speculum motorizzato, mentre sentivo il mio dito leccato, l’immagine si era avvicinata al suo culo, e lentamente vedevo nitidamente la cavità che si allargava lentamente, e poi si restringeva, una ginnastica non poco piacevole!
Poi sentì la sua bocca che si staccò dal mio dito, e lo schermo si spense in contemporanea con l’accensione della forte luce!
Chiesi subito, pensando quale e quanta gente avesse visto le mie immagini, che avevo fame e sete!
.. “bene rispose la “Voce”, piaciuto il filmino”? Annui, “per il cibo apri ora il cassetto”!
Ubbidì, c’era una tutina di lattice nero, con fori in corrispondenza dei miei, culo e fica, e due grosse aperture per i seni, terminava intorno al collo con una chiusura a cinghietta, e un grosso anello, “indossalo” infilai le gambe, scorreva poco, ed era molto aderente, lo tirai su con forza, infilai le bretelle e sistemai le tette fuori dalle esatte aperture, poi passai la cinghia intorno al collo e la bloccai, si aprì subito il cassettone, dentro c’era un piatto con una zuppa marroncina piena di fette di pane, senza posate, la afferrai, e cominciai a mangiare come una bestia, in fin dei conti era quello che la “Voce” voleva che facessi, annullarmi anche come essere umano!
Era una zuppa di fagioli, molto buona, ma anche molto saporita!
Chiesi gentilmente da bere, e trovai nel cassetto degli stivali di pelle nera alti fino alla coscia, guardai il numero, era un paio di misure meno delle mie, ingenuamente lo feci notare alla “Voce” la quale con tono molto deciso esclamò:- io non sbaglio mai, ora prendi il plug-in numero uno e inseriscilo nel tuo culo, poi indossa gli stivali, e ringraziami per averti dato solo il numero uno! Ringraziai, e presi dalla scatola il dildo anale più piccolo, si fa per dire, rispetto agli altri! Mi accucciai come se dovessi fare la cacca, e lo spinsi, ma nulla, il mio buco era chiuso, allora provai a bagnarlo, ma avevo le fauci secche, prive di saliva, l’unico liquido che avevo era la minestra, infilai la punta dentro, la feci girare, poi con due dita bagnai il mio buchino. Lo afferrai alla base, trattenni il fiato, e lo spinsi dentro, superata la parte stretta del perineo, unta dalla zuppa, scivolò nel mio intestino fino a bloccarsi nel disco finale che chiudeva il mio ano!
Infilai con molta fatica gli stivali, dovevo tenere le dita rattrappite, e avendo tacchi da dodici centimetri il mio peso pigiava proprio sulle punte!
Sentì scorrere il cassettone, c’era una caraffa di fresca acqua che avevo certamente strapagato, mai nella mia vita bevvi acqua più buona!
La luce si spense nuovamente, e la percezione del tempo che avevo passato lì dentro ora mi sfuggiva completamente, l’avvicendarsi del buio alla luce creava in me una confusione totale, ripensai alla “due”, così chiamai La ragazza ….vicina di stanza, dal numero sotto il monitor, anche lei come me, e alla poca distanza che ci separava, ma stranamente io non avevo mai sentito nessun rumore, voce, eppure era a soli pochi centimetri, almeno dove avevo inserito il mio dito. Poi capì, che solo quando “la voce” voleva, eravamo vicine, e, in quei momenti, urlare ci avrebbe solo procurato punizioni terribili!
Mentre riguadagnavo la mia branda, e mi accingevo a sdraiarmi, mi sentì bruciare il culo, toccai il disco terminale del plug-in che copriva il foro, feci scivolare il dito tra la plastica e il mio buco e lo senti completamente asciutto, ora aderendo alle pareti del mio intestino a ogni movimento mi procurava dolore. Avevo un forte stimolo a espellerlo come se dovessi fare la cacca dopo parecchi giorni, ma sapendo di non poterlo togliere, misi una mano sotto e assunta la posizione accovacciata provai a spingere, ma non venne via, sforzai ancora, ma nulla, era ben bloccato dentro dalla parte più grossa, avrei dovuto sforzare moltissimo, in quell’attimo, pensai al numero dieci, e mi sentì un’angosciante paura salire dalle viscere, allora giacché non sarebbe mai uscito da solo, rilasciai il perineo!
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16 years ago
paprika1, 37
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L\'incontro
La conobbi su internet,la sua fica mi aveva preso il cervello,per mesi fu sul mio monitor ed ogni volta che accendevo il computer era lì,mi compariva davanti e mi faceva fantasticare,la sentivo calda ,vogliosa di godere,piena di sborra aperta e vogliosa di essere penetrata prepotentemente e riempita all’inverosimile, le immagini di lei riempita da cazzi di gomma,
mi facevano sognare il momento in cui, dopo averla legata ad un letto, io stesso l’avrei riempita,
sfondandole la carne,slabbrandola all’inverosimile e dopo averla pistonata per bene, le avrei piantato, un vibratore fin dentro l’utero,che squarciando il suo essere,l’avrebbe fatta tremare
in un orgasmo infinito.
Un giorno di un lungo inverno fui finalmente davanti al suo portone,ciao mi disse attraverso il citofono,Sali al secondo piano, troverai la porta aperta,accomodati, dopo pochi minuti fu nell’ampio salone,indossava una camicia da notte trasparente,che lasciava intravedere il suo corpo nudo, intravedevo la sua grande fica ricoperta dai lunghi peli neri, il monte di venere sodo portava ad uno spacco da cui svettava il suo clitoride, che gonfio faceva capolino,come un piccolo cazzo.
Il mio a quella vista divenne grande, grosso, bramoso di uscire dai calzoni, per sentirsi libero e svettare come un randello di carne pulsante.
Essa si accorse della mia erezione,mi si accosto e tirandolo fuori dai calzoni, lo impugnò con maestria voluttuosaio ricambiai le attenzioni e infilai la mia mano nella sua fica e con il palmo iniziai a roteare in un massaggio,catturando il suo clitoride tra il pollice e indice massaggiandolo come se gli stessi facendo una sega.
Poi allungai il dito medio verso il suo spacco e iniziai a rotearlo, penetrando di tanto in tanto Il suo allagato canale.
Finimmo sul tappeto e mi misi su di lei nella classica posizione del 69, ed affondai il mio viso nella sua fica che grondava umori, presi il suo clitoride tra le mia labbra, lo suggevo, lo titillavo, poi tirando fuori la lingua iniziai un movimento circolare, allargando le sue grandi labbra, facendomi strada verso quel canale che mi avrebbe condotto all’interno della sua carne pulsante,dentro quel nido Caldo che urlava piacere, essa era persa nelle sue sensazioni, e ululando roteava gli occhi all’insù, osservandola vedevo solo il bianco delle sue pupille, in quell’attimo mi scostai dalla sua fica che era allagata dalla sua sborra, essa protestò tutto il suo disappunto…….ooohhohoo nonnnooooooo fammi godere,ma io continuai a non sfiorarla, sotto di me il suo bacino,si contorceva cercando di incollarsi nuovamente alla mia bocca, in quel momento per tutta risposta afferrai un enorme fallo che mi trovai accanto e lo introdussi in lei giù sempre più giù, lo roteavo facendomi strada e penetrando il suo essere arrivai a colpire il suo utero e picchiettando lo apersi penetrandolo con quel fallo……………essa ruggiva,tremava,scalciava,sembrava una bestia ferita, ma le sue non erano sofferenze,ma bensi spasimi dovuti ai ripetuti orgasmi………..la osservavo e vedevo la sua testa roteare all’impazzita come un ossessa……….aoaoaoahohohoho sisisisisissi di più dai scassami squarcia il mio essere aprimi siiiiii lo vogliooooooooooooo tutto dentro, stava per esploderemo in quel momento fermai il mio movimento e la vidi danzare all’insù fottendosi da sola, allora visto che non aveva intenzione di smettere ed io reclamavo la mia parte di piacere,non mi restò altro che piantarle il mio cazzo teso alla spasimo dentro il suo culo l’anello di carne
Venne dilatato ed io fui dentro di lei, in un canale fibroso che mi cingeva e pulsava al pari della sua grandiosa ficona che in quel momento era dilaniata da quel dildo azzurro.
Sentivo attraverso la sottile parete la sua fica dilatata al massima il dildo che sbatteva contro il mio cazzo,essa era persa gli orgasmi si ripetevano in continuazione ed ormai faceva andare il dildo su e giù all’impazzata,ruggiva,urlava godeva fu in quel momento che piantandogli il cazzo fino alla radice
Le riempii il culo della mia calda sborra abbattendomi su di lei con tutto il mio peso, essa ruggì urlando di piacere scossa come da una scarica elettrica
Dopo un po’,calmammo i nostri sensi, il dildo usci dalla sua carne ferita, piena della sua sborra.
Il giorno dopo ci rivedemmo
Mi avvicinai baciandole il collo,toccandogli il suo monte di venere torcendogli i capezzoli, essa iniziò a bagnarsi, toccavo il suo sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, inziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei, sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso ormai dentro di lei, le sue cosce ,oscenamente aperte mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutta il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
Le sue grandi labbra aperte,portavano alla sua caverna di carne,a quell’antro bagnato e pieno della sua sborra,era aperta,scivolosa,potevo ormai facilmente penetrare in lei, volevo che passivamente poteva trarre piacere dalle mie manipolazioni,per cui la legai al letto, le braccia alla testiera e le sue gambe aperte al massino legate all’in su, in quella posizione non poteva serrare le cosce per lenire il prurito della sua caverna che ormai goccialava sborra come una fontana, il suo clitoride era di un rosso violaceom gonfio al massimo… la sua caverna pulsava in contrazioni spasmodiche… ripresi la penetrazione e la mia mano fu di nuovo in lei, fino al polso, pastrugnavo il suo interno, contemporaneamente avvicinai il mio viso e con la lingua leccavo il clitoride,procurandole scariche elettriche che la facevano sobbalzare, sentivo i suoi sospiri che divenivano sempre più alti e intensi,
dimenava il suo bacino con movimenti rotatori, alzandosi verso il mio viso,per essere penetrata ancora di più…. Allontanai il mio viso dalla sua ficona, inginocchiandomi sul letto, sempre con il mio polso dentro il suo essere, avvicinai il mio cazzo al suo viso, i suoi occhi sgranati, videro la mia asta di carne pulsante e la sua bocca si aprì,accogliendomi dentro sino in gola, lavorandomi per bene l’asta di carne
io ancora più arrapato per il trattamento che mi stava riservando, rovistai la sua fica con la mano che roteava in lei, e spinsi il mio polso ancora più in profondità, sentiii il suo utero aprirsi e lo penetrai con due dita, questo movimento gli procurò un nuovo orgasmo ed essa urlò nuovamente, scossa come colpita da corrente elettrica, ebbe un paio di sussulti e poi si accasciò sul materasso, come svenuta..gli occhi facevano intravedere solo il bianco delle sue pupille, rivolte all’insù, venni copioso nella sua gola eruttando in lei tutta la sborra che la mezz’ora di attesa aveva accumulato in me e mi accascia sul suo viso.
Dopo un paio di minuti di deliquio, ritornammo in noi, e ci abbracciammo soddisfatti, ripromettendoci di ridarci quando possibile tutto il piacere, che quegli incontri di sesso ci procurava.
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16 years ago
admin, 75
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Mi fotto mia zia
In quel periodo mi era venuta a trovare la sorella di mia madre,una donna piacente intorno ai 40anni,una donna che quando la guardavo negli occhi mi trasmetteva una voglia sessuale che non mi dava pace, non sapevo come attaccare bottone, come scatenare la sua libido.
Giravo per casa con dei pantaloncini che credetemi lasciavano intravedere la sagoma del mio cazzo,che quasi sempre era pronto ad esplodere, le parlavo con indifferenza e notavo che il suo sguardo si posava il più volte sul mio pube e a quella vista il mio cazzo pulsava, morivo dalla voglia e notavo i suoi occhi languidi ma niente,la sua naturale resistenza era lì sempre presente, anche se quella sera quasi per gioco, mettendo un po’ di musica le dissi, zia facciamo questo ballo?
Ci attaccammo e credetemi sentii lo spacco contro di me ed ebbi il sospetto che non indossava le mutandine, mi strofinai contro facendo finta di nulla e attraverso la sua sottile gonna sentivo il suo pube caldo, i peli della fica che doveva essere un mare di sborra, lo spacco che sembrava aprirsi, facendo finta di nulla continuavo a discorrere ed essa rispondeva con una voce sempre più rotta dall’emozione e dall’affanno, poi a un certo punto scappò via adducendo la scusa che doveva correre in bagno e sparì, mi sistemai dietro la porta e sentii uno sciacquettio che senz’altro era la sua fica che essa si stava pastrugnando per bene, dopo un po’ tornò nella stanza,parlando del più e del meno, alla fine mi disse che andava a letto, lasciandomi in erezione totale, come uno scemo
Con una voglia che non sapevo come reprimere ed è chiaro che
Non avendo altro tirai fuori un film porno e mi feci una sega, stavo per godere quando mi accorsi che lei era lì nascosta dietro la porta che spiava le mie manipolazioni sul cazzo che stava diventando sempre più enorme, finchè non venni in un mare di sborra.
La mattina seguente, visto che avevo notato che guardava il porno con grande gusto, le dissi che dovevo mancare un oretta, in bella vista lasciai il dvd, la baciai avviandomi verso la porta, la aprii e la richiusi facendo finta di uscire e restando fermo nel corridoio, iniziai a spiarla essa dopo qualche minuto prese il dvd lo sistemò nel lettore e iniziò ad osservarlo,prima con distrazione poi sempre più eccitata, apriva le cosce per poi richiuderle, poi le spalancò iniziando un ditalino da favola, i suoi mugolii riempivano la stanza e nella mia mente passò un solo pensiero questa volta non mi scappi.
Attesi qualche minuto, poi feci finta di rientrare adducendo la scusa che avevo dimenticato le chiavi, essa non fece in tempo a ricomporsi e la trovai con le cosce divaricate con dentro tre dita che le stavano allargando la fica, le sue labbra penzolavano abbracciando le dita, essa appena mi vide cercò di sistemarsi togliendo le dita dalla sua fica.
Ma le bloccai la mano dicendole adesso continui, non come ieri sera che sei scappata, fammi vedere come godi troia..essa mi guardò con aria stupita, ma io ribattei continua troia ed essa finalmente continuò quel lavorio , entrava le dita quasi completamente per poi uscirle ed ad ogni movimento vibrava alzando il monte di venere, come per riempirsi di più, stava per venire quando le fermai la mano, e girandola di spalle le puntai il mio cazzo contro lo spacco che sentivo allagato e in movimento rotatorio le allargai le grandi labbra iniziando una penetrazione
Sottile che ritmicamente mi portava dentro il suo canale allagato, diedi un paio di colpi poi mi fermai assaporando il caldo del suo nido e lei vedendo che non mi muovevo più iniziò a fottersi la fica
Ululando come una lupa, le bloccai il suo movimento passando le mani sul suo pube, dai dimmi che vuoi essere scassata!!! Ieri sera sei scappata vuoi scappare adesso? E mentre le dicevo queste frasi la penetravo sempre di più con colpi così potenti che le spostavano il corpo in avanti il mio cazzo era cosi teso che sentivo
La sua carne muoversi strizzare ed essa gemeva, i suoi siiiiiii riempivano la stanza il suo utero si contraeva contro di me e con un ultima potenta spinta le venni dentro, i fiotti partivano e li sentivo tornare contro la mia carne, uno due tre le avevo inondato la fica
L’avevo riempita a dovere e sono certo che le colpivano continuamente l’utero, perché ad ogni schizzo essa sobbalzava, tremava, ululava, e roteava la testa, come colta da un attacco isterico, od ogni suo siiiiiii daiiiiii fottimi anche il cervello partiva un fiotto di sperma che ormai le colava giù dalle cosce perché la fica era proprio inondata e colma.
Oggi scherziamo su quel dvd galeotto che riuscii a sciogliere le sue titubanze e farla diventare una magnifica femmina, sempre pronta
E ogni volta che viene a trovarmi gira per casa nuda, con lo spacco aperto e il clito che le fa capolino, la sue grandi labbra che penzolano lungo le cosce e sembrano dirmi prendici dentro la tua bocca e ciucciacci, rotea la lingua dentro di noi fino a trovare un lungo canale e se entrerai in esso partiranno vibrazioni spasmodiche che faranno vibrare la tua femmina, sii queste cose me le ha detta lei e vuole che le lavoro la fica sempre più a fondo.
L’altro ieri mi ha chiesto di penetrarle la fica con la mia mano, perché vuole sentirsi riempita a dovere,……ma questa è un'altra storia.
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16 years ago
admin, 75
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La vicina di casa
Abitavo in quel condominio ormai da parecchi anni,la mia vicina di casa una donna sui sessanta anni, aveva il balcone confinante con il mio, e parecchie volte avevo notato che girando per casa nudo o in slip ero osservato da lei dal balcone che confinava con il mio, quasi ogni volta appena alzavo lo sguardo verso di lei, spariva rientrando in casa.
ormai giravo per casa nudo sapendo della situazione, e facevo finta di nulla, ma il pensiero certo di lei che mi osservava aveva un grande effetto sul mio cazzo che ormai era quasi sempre dritto,gonfio e non aspettavo altro, che il momento in cui si sarebbe presentata l'occasione per poterla riempire a dovere con ogni cosa, per farle urlare tutta la sua libidine.
Venne l'estate e come al solito giravo nudo con il cazzo che svettava, in quel periodo il marito era fuori per cure termali e lei quell'anno a differenza dal solito aveva evitato di accompagnarlo.
Una mattina sentii suonare al mio campanello, apri la porta ed era lei, Signor.......le dispiace se mi appoggio un attimo sul suo letto, sento di stare per svenire e non vorrei trovarmi sola in casa,prego si accomodi feci io che avevo capito la scusa ma abbozzavo sperando di fottermela per bene.
essa si accomodò sul letto, senta io sono di lè se ha bisogno può chiamarmi.
passarono circa15 minuti e sentii lei che mi diceva venga per favore sto male……sto male ripetè ,io accorsi e la trovai svenuta, signora ma lei niente, allora provai a toccarle una coscia , ma lei continuava a rimanere esanime, allora le aprii piano le gambe,scostandole la vestaglia e vidi il monte di venere talmente ampio da non essere contenuto dagli slip,per cui da essi fuoriuscivano lunghi peli, che mi portarono al settimo cielo, appoggiai la mano sul monte di venere e sentii lo spacco caldo, bagnato, come se lei fosse già eccitata e non svenuta come voleva fare credere, le tolsi gli slip e mi apparve una fica aperta, gocciolante,con un largo spacco che portava al canale di carne già aperto, sormontato da grosse labbra di un colore violaceo, che pendevano dal monte di venere, le aprii infilai dentro due dita, oooohhh sospirò essa che non aspettava altro, ma la sua naturale resistenza la portò ad aprire gli occhi dicendomi: Ma cosa fa, come si permette????? Io la guardai, non era questo che voleva e dicendo così continuai a massaggiargli la grande fica, essa ebbe un sussulto, poi attimo di esitazione, poi fece come se volesse spostarsi, allora continuai a toccarla accarezzandole il clitoride, massaggiandolo con due dita, come se le stessi facendo una sega, essa chiuse gli occhi, rapita in quel mondo fatato dove le sensazioni prendono il sopravvento e si è in un'altra dimensione, aveva perso ogni pudore, vedendo che era ben cotta, tolsi la mano, OHHHHHHH NOOOOOOOO sospirò lei, io sadicamente volevo vendicarmi del comportamento ipocrita di prima,
e benché sapevo che ormai voleva solo godere, sfacciatamente le dissi: “se non vuole si alzi e vada via e non mi cerchi più” e dicendole così, le presentai davanti agli occhi il mio cazzo che svettava in tutta la sua lunghezza, lo avvicinai alla sua bocca che magicamente si aprì accogliendomi dentro,
la pistonavo per bene arrivandole fino in gola, ma non feci alcun movimento verso la sua fica, essa osservando ciò, si infilò due sue dita dentro, iniziando a darsi piacere da sola, ma io per vendicarmi del suo precedente comportamento, le tolsi la sua mano dalla fica, tenendola ferma e continuando a entrare e uscire dalla sua bocca arrivando alla gola.
Poi mi scostai da essa, la sdraiai sul letto, spalancandole le cosce e sistemandomi davanti alla fica, che adesso mi appariva in tutta la sua grandezza, vedevo che pulsava, si apriva chiudeva e continuamente ne fuoriuscivano umori che andavano a bagnare le lenzuola.
Mi staccai da essa, avvicinandomi questa volta al suo viso, leccandole il collo con lunghi movimenti di lingua, essa sobbalzava e le sue cosce si spalancavano, cercava di masturbarsi da sola, ma il mio corpo le impediva ogni movimento, poi le sussurrai, dimmi che vuoi essere riempita,essa non rispose, questo comportamento mi indispettì molto, va bene allora ti farò godere e proverai tanti orgasmi quanti non ne hai mai provato, i suoi occhi mi osservarono languidi, presi da un cassetto, due corde e le usai per legarla al letto in maniera così oscena che la sua fica era spalancata a tal punto che potevo vedere il canale che portava dentro il suo essere,iniziai a toccarle il sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, iniziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei , sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso che ormai era dentro di lei, le sue cosce oscenamente aperte, mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutto il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
iniziai a penetrarla con un grosso vibratore, lungo almeno 25 centimetri, che oltre ad avanzare in lunghezza, aveva un movimento rotatorio, glielo schiaffai dentro senza ritegno e la penetrai per intero, essa incominciò letteralmente a guaire,la vedevo dimenarsi sul letto, sobbalzare, vibrare,ruotare la testa da un capo all’altro del letto,le orbite degli occhi le andarono all’insù, ed essa si stava avviando al un lungo e potente orgasmo, il suo movimento sembrava una danza senza sosta, a quel punto attraverso il pulsante aumentai la velocità, essa ruggì iniziando a godere ma…per vendicarmi fermai il movimento del vibratore ed essa rimase sospesa a mezz’aria, le cosce spalancate,e la fica pulsante ed in fiamme, urlò tutto il suo disappunto, guardandomi con occhi di bestia ferita, dimmi che vuoi godere,che vuoi essere riempita, che vuoi sentirti troia, dimmelo! siiiiiiiii riempimi, scassami, fammi sentire porca, fottimi anche il cervello,siiii daiiiii, ti supplico non ce la faccio più, voglio godeeerrreeeee
Allora mi sistemai nuovamente davanti a lei, piantandole di nuovo il grosso vibratore nella sua fica che ormai era un antro, allagato, contemporaneamente le sollevai il bacino, puntai il mio cazzo verso il buco dell’ano e cercai di penetrarla,
ma mi accorsi, che lì era ancora vergine, per cui dovetti faticare non poco per riuscire nella penetrazione, essa urlava tutto il suo dolore, ma io la pistonavo senza sosta e con un ultimo colpo riuscii a penetrarla completamente, riempiendole il culo, attraverso la parete sentivo le contrazioni della fica contro il vibratore, sentivo il movimento rotatorio che mi massaggiava il cazzo che diventava sempre più grosso…..essa passato il dolore,spalancò la bocca urlando così forte che dovetti tappargli la bocca per non fare accorrere i vicini, la sua testa roteava, i suoi capelli in modo scomposto le danzavano sul viso che diventava sempre più paonazzo, ed era tutto un gemito un siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii infinito,i suoi orgasmi si prolungavano senza sosta e il suo essere era tutto un tremore………..volevo riempirle la fica,quindi uscì dal suo culo ormai sfondato e senza toglierle il vibratore penetrai in essa, il suo canale si aprii e io sprofondai in essa fino all’utero…..non dovevo neanche muovermi,perché con il suo tremore si sfondava da sola,e la fica squassata da continui orgasmi si apriva e chiudeva in continuazione come una grossa mano che ti strizza l'uccello, questo movimento mi procurò delle scariche elettriche che dal cervello arrivarono al cazzo che sputò tutta la sua sborra in un orgasmo infinito e riempii, con lunghi e potenti getti, che le colpivano l'utero, riempendola fino alla pancia. essa godeva come mai avevo visto e non era mai sazia, il suo movimento sembrava non dovesse mai avere termine, dimenava il bacino, spalancando le coscie, urlava ormai persa nei suoi continui orgasmi…….poi si acquietò restando immobile, questa volta sembrava davvero svenuta…….dopo qualche minuto apri gli occhi e guardandomi mi disse: “grazie,mai avevo goduto così”.
Voglio continuare a vederti ogni volta che sarà possibile per godere senza ritegno, per godere da porca, per fare cornuto mio marito che ormai sono anni che non mi guarda più.
Ormai ci vediamo almeno una volta alla settimana e credetemi l’età non conta, ha sessantanni, ma gode come una ragazzina.
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3
16 years ago
admin, 75
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Tra le montagne
ricordo come fosse oggi...un giorno cupo...meta' giugno....ormai estate...eppure pioveva cosi tanto da nn poter viaggiare verso quel luogo sconosciuto ma allo stesso tempo cosi magico....quella casa dei desideri, anzi del "mio desiderio".........gia' ero consapevole di cio' che mi aspettava....ma era cosi eccitante....quattro bei maschietti tutti per me! Conoscevo solo due ragazzi ,il terzo ci aspettava in quella casa immersa nel verde....piu' mio marito...che fremeva al solo pensiero e con un po' di paura per la mia reazione.....invece per sua sorpresa ma piu' per mia stessa sorpresa....io ero talmente a mio agio che pareva facessi la cosa piu' normale al mondo....ero cosi spontanea che per il mio carattere timidone quasi nn mi riconoscevo......Entrammo nella casa un po' di chiacchere...poi ci siamo diretti in quella stanza....io sola circondata da uomini belli...simpatici ma sopratutto eccitanti...nn mi sono posta neppure il problema "riusciro' a soddisfarli?"...sono partita spedita...mi son ritrovata con i loro falli tra le mani ....tra le mie labbra.....le loro mani cosi calde...che sfioravano il mio seno...il mio pube....dapertutto....incrociare losguardo con mio marito per fargli capire quanto il tutto fosse perfetto....trovare il giusto feeling con quei ragazzi......guardarli negli occhi mentre entravano dentro il mio corpo.....e dare loro tutto cio' di cui ero capace....Dopo aver goduto...eccitati al massimo ho espresso uno dei miei tanti desideri....volevo il loro "succo" sulle mie labbra....e in un attimo sentivo quel calore e i loro lamenti.....ma nn finiva cosi....perche' l'eccitazione era talmente tanta che chiesi loro.....avete ancora un po' di energia....ora vorrei sentirmi quel calore su tutto il corpo....e mi sdraiai....in tutta la tranquillita' come stessi aspettando la cosa piu' bella al mondo.......e...nuovamente sentii il loro fremito....caldo morbido.....solo al pensiero mi sembra di essere ancora li....tra uomini meravigliosi che mi hanno fatta impazzire.....godere.....!Sono sicura che nn mi bastera' averli incontrati una sola volta...ma voglio sentire ancora e poi ancora quei gemiti!!!!
un bacio Vale
10
11
16 years ago
admin, 75
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Caffè macchiato
Iaia racconta ...
Squilla il telefono sulla mia scrivania, butto un'occhio sul display e come sempre, all'apparire del nome del mio capo, un leggero tremore alle gambe accompagna il gesto di sollevare la cornetta.
"Sì?" rispondo senza tradire alcuna sensazione.
"Puoi venire un momento nel mio ufficio, che riguardiamo la relazione per domani?" è la richiesta, che mi giunge dalla sua voce calda e sensuale.
Dal momento della mia (recente) assunzione nella sua azienda, il Dott. Sergio M. ha cercato via via di assegnarmi ruoli sempre più vicini alla sua posizione, premiando la mia capacità organizzativa, il mio piglio nelle questioni di lavoro, la precisione delle mie relazioni e, soprattutto, credo, la mia disponibilità.
Di fatto potrei definirmi la sua segretaria "tuttofare", visto che tra le mansioni, Sergio non disdgegna inserire anche attività di basso profilo come, ad esempio, portargli il caffè.
E' un bell'uomo di 35 anni, che ha ereditato l'azienda del padre, mostrando comunque di avere le capacità di coprire il ruolo di Amministratore Unico, oltre alla fortuna di aver faticato poco per arrivarci. Oltre alla voce calda, di lui posso dire che generalmente ha dei modi di fare gentili, che rendono agevole il compito di chi si trova a collaborare con lui. Anche se ci sono delle situazioni che il suo carisma emana da ogni suo gesto e la sua autorevolezza, ancora prima della sua autorità, mi soggioga, provocando quelle strane ondate di calore che mi mettono in uno stato di assoluta agitazione, anche e soprattutto ormonale.
Questa è una di quelle volte.
Lui è appena rientrato da un meeting importante e, per questo, stressante. Entro nella sua stanza e snocciolo le cose successe nella giornata. Solo le cose più importanti, quelle di minore rilevanza le lascia totalmente nelle mie mani: un segno tangibile della sua fiducia.
"Iaia, mi porti un caffè, per cortesia?" chiede con la consueta gentilezza. Torno poco dopo recando un paio di tazzine fumanti.
Non mi capita sovente di bere il caffè in sua presenza, ancora meno spesso con lui. Di solito questo denota una mia certa agitazione. Lui sorride nel vedere che questa è una delle occasioni in cui le mie emozioni sono gestite a fatica.
Lui sorseggia il suo caffè, mentre io lascio che il mio si raffreddi un po'. Non sopporto di bere il caffè a temperature ustionanti, non ne gusto il sapore.
E' arrivato il momento di definire i dettagli per la riunione di domani. Si tratta di un incontro con uno dei maggiori clienti dell'azienda, che dovrebbe concludersi con la firma in calce ad uno dei contratti più rilevanti degli ultimi mesi.
"Che ne dici di rivederlo insieme?" La richiesta mi giunge attesa ma nonostante ciò mi coglie lievemente inmpreparata. Ho lavorato su quel documento nelle ultime due settimane e so bene che non c'è bisogno di toccare nemmeno una virgola. Ma so anche che di solito questa richiesta è foriera di un "controllo" molto accurato da parte sua. Un altro tipo di controllo.
Giro intorno alla scrivania e mi avvicino al monitor del suo PC. Lui mi lascia tastiera e mouse, in modo che possa avere semplice accesso al documento. Sono in piedi accanto alla sua poltrona, con lo sguardo fisso al computer, le mani che scivolano sulla tastiera.
Incespico un paio di volte sui tasti e sento il mio volto andare a fuoco. So che la mia agitazione sta diventando sempre più palese. So che ne sta sorridendo. So che presto mi darà dimostrazione del suo "ascendente" su di me.
Sono ancora alle prese con mouse e tastiera quando sento il palmo della sua mano appoggiarsi all'interno del mio ginocchio sinistro. Incespico ancora una volta sui tasti, assolutamente preda di quel tocco lieve ma deciso della sua mano.
Sta risalendo lungo la coscia e devo concentrarmi al massimo per evitare di sbagliare tasto ancora una volta.
"Ecco!" dico dopo aver effettuato il doppio click col mouse sul documento. Qualche istante perchè il monitor proietti la prima slide della presentazione e sento la sua mano rovistarmi sotto la gonna, sotto il mio perizoma.
Lui sa che SENTO il suo potere, sa che SENTO il suo comando.
Sa che la sua mano è fuoco sulla legna secca, che la sua silenziosa azione è alcol su quel fuoco.
Abbondanti umori bagnano il mio sesso, tradendo lo stato di eccitazione che mi pervade. Poi d'un tratto lui libera il mio sesso dal contatto con la sua mano ed assume quella posizione che più amo e più odio, allo stesso tempo.
Si adagia con le spalle sulla poltrona, con le mani dietro la nuca. Niente di più innocente ma niente di più perverso. Allo stesso tempo diventa "disarmato" e "disarmante", sembra inerme ma invece già mi possiede.
Un solo sguardo è sufficiente per accendermi e per raccogliere il suo silente invito. La mia mano si allunga verso il suo sesso, teso sotto il tessuto dei pantaloni. Le mie dita indugiano su quel gonfiore, quasi a saggiare la consistenza di quella eccitazione, di quella erezione.
La sua mano aveva intanto ripreso a palparmi il sesso, che allargando sensibilmente le cosce avevo reso ancora più facilmente accessibile. Le sue dita iniziano ad insinuarsi tra le labbra del mio sesso palpitante, prima un solo dito, poi un secondo iniziano a penetrarmi, mentre un terzo, bagnato dai miei stessi umori inizia a vellicare il mio sfintere, spingendo per violare anche quella mia intimità.
La mia mano abbassa la cerniera e con un rapido gesto estrae il suo membro dal vincolo dei suoi boxer. E' enorme, statuario.
Ho dimenticato di dire che forse è il suo sesso smisurato a rendermi così emozionata e vulnerabile al suo cospetto, sin dalla prima volta che ebbi l'occasione di vederlo.
Erano pochi giorni che lavoravo per lui quando, preda di un naturale ed orgoglioso esibizionismo, si fece "sorprendere" nel suo bagno privato mentre orinava. Entrai nella sua stanza dopo aver bussato, come al solito e rimasi di stucco vedendolo in piedi di fronte al water, mentre finiva il suo bisogno. Lui avvertì la mia presenza alle sue spalle, immobile ed imbarazzata davanti alla porta spalancata. Terminò di svuotare la vescica e, vedendomi ancora lì, ne approfittò per scuotere le ultime gocce spostandosi di lato rispetto al water. La posizione era perfetta per permettermi la migliore visuale del suo cazzo. La mia meraviglia fece posto all'incredulità. Quasi senza rendermene conto, qualche istante dopo mi ero ritrovata seduta su quel cesso, con la mia bocca impegnata ad accogliere quel membro mostruoso. Ricordo ancora i miei sforzi a produrre abbastanza saliva da "annacquare" il sapore salato del suo sesso, fresco di orina. Eppure quel palo non mi fece schifo, anzi ... ricavai un piacere perverso nel tenere tra le mie labbra un cazzo sporco di residui di orina. Non tardai a violentare il mio clitoride, fino ad un orgasmo quasi urlato a bocca chiusa ... letteralmente tappata da quel cazzo svettante. Mi vene copiosamente sul viso, che mi ordinò di non ripulire. Stetti nel suo ufficio per prendere nota di alcune attività con il suo sperma che mi colava sulla faccia, sentendomi sporca e felice di esserlo. Quando mi lasciò tornare al mio posto, lo feci incurante dei possibili sguardi dei colleghi. Arrivai alla scrivania e mi ripulii con le dita di una mano, mentre con l'altra mi masturbavo. Ricordo che leccai tutto e godetti nell'ingoiare il frutto di quel palo di carne.
Adesso sono alla sua mercè per l'ennesima volta.
Scosto con le mani il perizoma e mi posiziono con il culetto voluttuoso verso di lui. Mi appoggio con i gomiti alla scrivania, offrendomi a lui come so piacergli di più.
E' solo allora che la sua voce suona, perentoria, mentre un milione di farfalle mi svolazzano nello stomaco.
"Oggi non ti scopo. Vai di bocca ..."
E' emozione pura quella che provo mentre mi rigiro, mi inginocchio tra le sue gambe e mi lascio ipnotizzare dalla vista di quel cazzo. Non è ancora completamente eretto ma fa già impressione. Mi avvicino con le labbra alla cappella, mentre con le mani mi accingo ad impugnarlo. Non faccio in tempo, le sue mani ferree bloccano le mie, costringendomi a lavorarlo solo con la mia bocca.
Le mie labbra si schiudono per lasciarsi violare dalla cappella. So che adora guardarmi mentre lo faccio: questo aumenta il suo potere su di me, oltre a soddisfare il suo esibizionismo perverso.
Assumo una posizione che gli permetta di assistere alla mia performance. Non stacca lo sguardo dal mio viso, che una smorfia sfigura nell'atto di succhiare quel palo. Le labbra si allargano a dismisura per accoglierlo e vedo i suoi occhi emanare una luce di dominio. Finalmente i miei tentativi di abituare la bocca alle sue dimensioni danno il loro frutto: sento la cappella premere contro il palato, mentre con la lingua insalivo l'asta che prende a scorrere tra le mie labbra, lentamente ... su e giù ...
Ad ogni ciclo la mia bocca accoglie qualche millimetro in più, permettendo alla gola di abituarsi all'intrusione di quel membro pulsante.
Lui sa che sto producendo uno sforzo terribile. Vorrei riuscire dove ogni altra donna ha fallito: prendere tutto il suo cazzo nella mia bocca, fino all'ultimo centimetro, affondare il naso dentro i peli del suo pube, usare i muscoli della gola per stimolarlo e farmi eruttare il suo caldo seme direttamente nello stomaco. Vorrei ... ma anche questa volta devo rinunciare.
Mi sento frustrata da questo "fallimento": una troia che non riesce a soddisfare il proprio capo ...
Cerco di farmi perdonare cercando di mettere "qualità" al pompino. Inizio a lavorare la cappella a labbra strette, dandogli la percezione di massimo dominio. Lecco tutta l'asta, dai testicoli al glande e poi di nuovo giù, fino a succhiare con tenacia e delicatezza le sue palle. Risalgo e disegno ghirigori di saliva sulla cappella gonfia. Sollevo la lingua dalla sua punta, lasciando un filo di saliva come labile connessione tra il suo sesso e la mia bocca. Lo vedo iniziare ad agitarsi sulla poltrona.
Nel silenzio che, come sempre, accompagna il nostro atto cerco di fargli percepire tutto il piacere che mi dà il suo cazzo in bocca. Mugolo mentre succhio, ansimo mentre mi lecco le palle, ansiosa di svuotarle completamente ...
Sento lo sperma affluire alla cappella, il mio solo pensiero e desiderio è che lui non abbia avuto orgasmi, di recente. Ho voglia di bere ...
Il suo corpo è percorso da fremiti che preannunciano l'imminenza del suo orgasmo. Anche la mia bocca freme nell'anticipazione.
D'un tratta la mia perversione. Per lui soltanto.
So che basterà un semplice cenno. So che sarà pronto a cogliere la mia proposta indecente. E' proprio allora che volgo il mio sguardo alla scrivania. Vedo la sua mano allungarsi e prendere la tazzina del caffè. Sorride nel vedere che è piena solo per meno della metà.
"Alla mia troia il caffè piace macchiato?" dice con aria di sfida e nel pronunciare queste parole si afferra il cazzo con le mani e lo punta verso la tazzina. Un primo, violento e denso, schizzo di sborra diventa come crema sul nero del caffè ...
Il secondo fiotto è lunghissimo ed ormai lo sperma ha superato la quantità di caffè. Mi ritrovo con la lingua fuori dalla bocca, mentre guardo con crescente cupidigia la tazzina. Altri due o tre schizzi mi colpiscono il viso, lo sperma prende a colare verso le mie labbra. Apro la bocca ed altro sperma mi si riversa dentro ...
Infine il rito. Mi fa sedere a cavalcioni di una sua gamba, mentre io stessa porto la tazzina alla bocca. Assaporo mugolando ed ingoio il tutto mentre con ampi movimenti del bacino strofino oscenamente il mio sesso sulla sua gamba ... e vengo.
6
3
16 years ago
leemaia,
47
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Questione di principio!
Iaia racconta ...
Sono sempre stata schietta ed aperta nei miei rapporti interpersonali, chiedendo la medesima cosa a tutti coloro che ambivano a costruire con me una relazione che andasse oltre la semplice conoscenza. Non fanno eccezione gli uomini con i quali ho avuto modo di instaurare un rapporto sentimentale, più o meno duraturo. Questa sincerità deve essere intesa nella sua accezione più ampia: nessun problema a discutere insieme di qualsivoglia argomento, inclusa il sesso, con le fantasie i desideri e tutto il mondo semisommerso che si porta dietro.
Vi racconto questa vicenda per rendere meglio l'idea di quanto sia importante per me questo aspetto.
Avevo iniziato la mia relazione con Alfredo solo da qualche mese. Lui, classico figlio di papà, mi ricopriva di attenzioni e premure. Era una persona che sapeva trattare con la gente, riusciva simpatico al primissimo impatto e praticamente era amico di mezzo mondo. Non c'era occasione in cui uscissimo insieme senza che lui incontrasse qualcuno che conosceva. La cosa mi rendeva questo ragazzo sempre più interessante ed intrigante. Sapeva conversare senza "parlarsi addosso", lasciando spazio agli altri e sapendo ascoltare. Un gioiellino ...
Mi sono invaghita di lui quasi subito, anche se l'ho tirata per le lunghe perchè non volevo che pensasse di potermi "comprare" come spesso gli era successo (e succedeva) con le altre donne.
Sportivo, figo, pieno di soldi, era di certo una delle "prede" più ambite. Tra noi i patti furono subito chiari, come dicevo: niente sotterfugi.
Le cose andavano a gonfie vele sotto tutti i punti di vista, compresa l'intesa sessuale. A letto ci sapeva fare così come nei rapporti sociali. Attento alle mie esigenze, non c'era una volta che non si preoccupasse del mio piacere, prima ancora che del suo.
Condivedevamo le nostre rispettive fantasie tra le quali spiccava il piacere edonistico di fare sesso davanti allo specchio o di fronte alla telecamera. Un mix di esibizionismo e voyeurismo comune a molte altre coppie e che sfogavamo con una certa regolarità. Non mancavamo mai l'occasione di rivedere insieme le nostre esibizioni, sia per eccitarci sia per "studiare" altre pratiche da filmare. A dire il vero eravamo diventati anche bravini, tanto che il sexy shop che ci approvvigionava di materiale porno dopo un po' ci perse come "afecionados". Quello che producevamo in maniera autonoma non aveva niente da invidiare alle molte cassette (all'epoca il DVD non era ancora in uso) del mercato pornografico. Praticamente ci limitavamo ai soli film che non potevamo "interpretare" da soli, come ad esempio orge et similia.
Tale e tanta era la nostra passione che, col passare del tempo, avevamo attrezzato il nostro "nido" alla stregua di uno studio professionale. Per evitare che il gioco ci fagocitasse, finendo per governare il nostro amplesso, costringendolo a forzature dovute alle "esigenze di scena", portandoci a prestare più attenzione all'inquadratura che al nostro piacere, avevamo installato ben 4 telecamere fisse in alcuni punti strategici.
In pratica eravamo liberi di esprimerci al meglio senza preoccuparci di niente se non di godere, tenendo come "sorpresa" il risultato video dell'atto. In una cassetta piuttosto che in un'altra tutte le migliori scene finivano per essere degnamente immortalate. Una delle telecamere era impostata con lo zoom sul divano, teatro di buona parte delle nostre imprese erotiche e ce ne ricordavamo in tutte le situazioni che ritenevamo maggiormente eccitanti da rivedere in seguito.
Memorabile la scena in cui cavalco il cazzo di Alfredo, seduto sul divano. Io, con le spalle alla telecamera, inarco la schiena esponendo il mio culetto all'obiettivo. Lui mi divarica le chiappe con le mani ed io rallento ad arte il movimento del bacino, lasciando uscire quasi completamente il suo cazzo dal mio corpo, prima di ridiscendere lentamente. Immaginavo mentalmente cosa si sarebbe potuto vedere a video e mi comportavo di conseguenza. La lentezza del movimento mi serviva a dare concretezza alla profondità che quel cazzo raggiungeva dentro di me. Non contenta, ad un certo punto allungo una mano al vicino tavolino, dove, con una rapida occhiata, avevo individuato delle candele svettare su un inutile candelabro in oro, regalo costoso ma orrendo del "paparino" di Alfredo. Era un esempio di arte (per me assolutamente kitsch) che raffigurava alcune colonne in stile ionico prive del capitello, a simulare un effetto del rudere di un tempio. Credo si sia capito che lo detestassi.
Ebbene, la telecamera inquadra la mia mano prelevare una candela, portarla con studiate movenze lascive alla bocca e propinarle un pompino magistrale, attenta a volgere il viso di profilo alla telecamera, per non perdere nemmeno un istante del mio voluttuoso lavoro di bocca su quell'oggetto. Alfredo che mi dà della pompinara è il primo, naturale effetto. Questo non fa che aumentare la mia carica erotica, spingendomi ad ingoiare ed insalivare a dovere quell'oggetto ... La reazione secondaria la sento direttamente sulle natiche, che lui stringe più intensamente mentre accentua i colpi della mia cavalcata con spinte del bacino verso l'alto. Questa sferzata nel ritmo mi provoca subitanee ondate di piacere che esprimo mugulando su quel pezzo di cera. Per un lasso di tempo che a lui deve essere sembrato lunghissimo resto passiva, con il suo cazzo a farsi strada dentro di me grazie ai suoi soli colpi e le mie labbra serrate su quella candela. Siccome lui adora vedermi attiva, che fa di me quella splendida troia che ama, si impossessa della candela, estraendola dalle labbra e facendola pendere verso il mio viso dall'alto. Ecco che allora l'inquadratura mostra la mia lingua estendersi fuori dalle labbra verso quel fallo estemporaneo, tutto il mio viso protendere verso di esso, denunciando una gran voglia di succhiare, di avere qualcosa in bocca, giù giù fino alla gola. E riprendo a cavalcare con rinnovata eccitazione. Lui gioca un po' con me e la mia voglia, avvicina e riallontana l'oggetto, poi me lo porge lateralmente, affinchè io possa leccarlo per il verso della lunghezza. Lascia scivolare la candela sulla mia lingua, che finisce per insalivarla a dovere. Ci vuole poco perchè quella (nella mente di entrambi) diventi la lubrificazione necessaria per cambiare obiettivo. Sempre per il verso longitudinale prende a strofinare la candela tra le mie chiappe e sul buchino. Il video ci regala l'immagine che io stessa non mi aspettavo: senza nemmeno rendermene conto, grazie anche al movimento del cazzo nella mia figa, il mio sfintere pulsava come una piccola bocca affamata ogni volta che la candela vi si strofinava contro. L'effetto, a rivederlo, è devastante. "Mettimela dentro!" ansimo io in preda ad una voglia irresistibile. Mi allargo le natiche da sola mentre lui punta la base della candela contro il mio buchino. Sento lo sfintere allargarsi alla leggera pressione. Le dimensioni ridotte della candela non sono un ostacolo per la penetrazione. Sento l'oggetto freddo scivolare dentro di me ... come un dito infinito.
Alfredo si ferma solo quando la base della candela incontra l'ostacolo della curva del mio intestino, poggiando sulla parete del mio budello con una leggera sensazione di dolore. Lui percepisce la cosa dall'espressione del mio viso. Inizia a far scivolare dentro e fuori la candela, sempre arrivando al punto in cui la base mi dà quella scossetta di dolore.
Dopo un po' di quel ritmato altalenarsi di piacere e fastidio decido che le sensazioni di dolore sono solo un amplificatore dei miei stimoli e inizio a muovermi incontro alla mano di Alfredo e sul suo cazzo. Entrambi i cazzi (quello vero e quello "occasionale") penetravano i miei orifizi contemporaneamente, tanto che il lieve dolore si propagava sottoforma di ondate di piacere che partivano dal mio intestino raggiungendo il cervello con l'effetto di un terremoto. Il tempo di abituarmi all'intrusione ed il piacere ricevutone piano piano affievolisce: sono 25 cm di lunghezza, ma pochini in larghezza. Manifesto la cosa rompendo il ritmo: "Mettimela davanti!" dico ad Alfredo. Lui estrae il cazzo con aria interrogativa ed inserisce la candela al suo posto. Percepisco prima il senso di vuoto poi l'interpretazione palesemente errata di Alfredo. "Non intendevo: mettimi la candela nella figa al posto del cazzo, ma INSIEME al cazzo ..."
Il membro di Alfredo riprende il suo posto e la sua mano manovra per trovare l'angolazione giusta per far entrare anche la candela. Dopo vari tentativi infruttuosi, che più che frustrare la nostra intenzione la alimentavano, portandoci a moltiplicare gli sforzi, Alfredo appoggia la base della candela contro la sua cappella e fa penetrare i due oggetti nella mia figa. Il nastro magnetico registrava questa penetrazione doppia senza lasciare niente all'immaginazione. Mi sentivo piena e con le labbra della figa slargate da quell'intrusione innaturale. Forse era più la sensazione della piccola perversione che l'atto in se a darmi tanto godimento, ma stavo letteralmente sbrodolando umori ...
Una volta aperta la strada, Alfredo si sbizarrisce rendendo i movimenti dei due cilindri asincroni, senza mai lasciare uscire completamente nessuno dei due. Questa volta è lui ad allungarsi verso il tavolino. Prende il candelabro e sfila le restanti due candele dalle finte colonne. Me le porge ed appoggia l'oggetto d'oro sul divano. Io afferro le candele con le due mani ed inizio ad alternarle dentro la mia bocca, impazzendo nel pensare che siano due cazzi.
"Ti piace vedermi con due cazzi in bocca mentre mi scopi?" gli domando portando entrambe le candele alle labbra.
"Mmmmm ..." è il suo commento più che esplicito.
Gioco con la saliva sulla punta delle candele, lasciandola filare in maniera provocante. Un po' di quel liquido cola sulle mie tette e Alfredo lo raccoglie con le dita di una mano. Poi porta le dita direttamente sul mio sfintere e umidifica l'apertura girando intorno alle pieghette. La mia "piccola bocca" riprende ad aprirsi e chiudersi sul suo dito anelando una penetrazione più profonda.
Ancora qualche istante di questo eccitante sfregamento e poi sento qualcosa di più consistente poggiarsi al mio buchino e cercare strada.
La saliva agevola un po', ma la frizione del corpo estraneo si fa comunque sentire. Spingo con i soli muscoli anali, rimanendo per un momento sospesa, con solo una porzione del cazzo di Alfredo e della candela inseriti nella mia figa. Lo sfintere si allarga e cede alla pressione dell'oggetto. Lo sento freddo, anonimo ma tuttavia estremamente piacevole. Sento qualcosa di duro toccarmi anche la coscia e volgendomi indietro vedo due dei bracci del candelabro sporgere lateralmente. Mi sta inculando con uno dei bracci dorati di quell'obbrobrio ... Sorrido pensando che per la prima volta trovo perlomeno "utile" quell'aborto artistico. Poi spingo e mi sento "profanare" da quel resto di tempio "sacro". Rispetto alla candela questo nuovo "amico" perde decisamente in lunghezza, ma ha il pregio della larghezza che aumenta man mano che mi penetra fino alla base della colonna. Non sto a parlare di centimetri, ma la sensazione di pienezza che ne ricavo è assolutamente goduriosa. Solo quando il basamento della colonna urta contro lo sfintere mi calo sui due invasori vaginali, sentendomi incredibilmente aperta.
La candela e il suo naturale ospite candelabro sono troppo rigidi per assecondare i miei movimenti, le contrazioni anali e vaginali sono perfino dolorose, sento l'orgasmo montare e poi allontanarsi aumentando l'urgenza di sfogare tanta libidine.
"Togli la candela ..." urlo ormai prossima all'esplosione.
Alfredo estrae il corpo estraneo dalla mia figa e la semplice estrazione dal profondo della mia intimità mi dà lo sfregamento "fatale". La figa inizia a pulsare intorno a quel cazzo e le sensazioni anali non sono più così forti da inibire l'esplosione.
"Vengoooo" finisco per rantolare, "Sfondatemi ... ora ... più forte ..." e mentre il cazzo mi raggiunge l'utero la colonna mi sfonda sul serio, spaccandomi in due.
Poi la vista si annebbia ... il video mi è di supporto per dire che l'amplesso si conclude con Alfredo che sfila la colonna, poi il suo cazzo e quindi erutta un fiume di sborra che cola tra le mie chiappe per essere catturato, nello scivolamento, dai miei buchi dilatati.
Ecco, queste sono le scene che stavano finendo di scorrere sul televisore del salotto quando, rientrata in anticipo dalla mia serata con amiche, passai nel corridoio, davanti alla porta.
Alfredo non aveva sentito le chiavi nella porta e non si era accorto della mia presenza. Io, d'altra parte, non feci niente per farmi sentire, dopo che, invece del sottofondo da stadio della partita che lui avrebbe dovuto seguire quella sera, come sottofondo c'erano i nostri gemiti registrati e le nostre adorabili porcate.
A farmi sentire "tradita", tuttavia, non fu l'innocente rivisitazione che un uomo fa di certi filmini, quando è solo in casa. Quello che mi fece ribollire il sangue è che lui non era affatto solo. Di spalle rispetto al mio punto di osservazione distinsi la nuca di due dei suoi amici più intimi.
Il silenzio nella sala mi fece intuire quanto il video fosse davvero accattivante ed apprezzato.
Sebbene la vendetta sia un piatto da gustare freddo, la mia rabbia interiore decise che anche a caldo sarebbe stato carino mostrare la mia reazione. Raggiunsi la camera e mi preparai per la mia scenata. Man mano che mi preparavo la rabbia accecante lasciò il posto ad una più lucida perfidia. Cambiai idea una decina di volte, prima di definire la mia strategia.
Indossai il mio vestito di seta nero, regalatomi da Alfredo per il mio ultimo compleanno. Si trattava di un abito lungo, prodotto di sartoria, cucitomi addosso per risaltare le mie forme armoniose.
Gli spacchi laterali partivano dai fianchi, un leggero tulle a coprire leggermente il profondo decollete, la schiena nuda fino al fondoschiena. Un abito da sera da grandi occasioni, come quella che mi si presentò quella sera. Ripassai il trucco, calcando leggermente la mano sul rossetto e la matita per le labbra, per risaltare la loro naturale carnosità. Infine indossai la preziosa parure di perle, cominciando dal braccialetto, che indossai togliendo persino l'orologio per lasciare l'oggetto in maggiore risalto. Poi passai agli orecchini, splendidi nella loro semplicità, quindi l'anello, rigorosamente all'anulare sinistro, infine l'immancabile girocollo, formato da tre file di perle. Scarpe adeguate. Niente calze, reggicalze o altri fronzoli. Semplicemente elegantissima. Ovviamente niente reggiseno, perizoma nero di pizzo e il quadro è completo per l'entrata in scena.
Entrai nella sala sentendo la leggera eco delle ultime parole di uno dei due amici di Alfredo che commentava il filmato con pesanti apprezzamenti.
"Ho interrotto qualcosa?" dissi con la massima naturalezza, avanzando verso il trio. Alfredo si affrettò a cambiare canale, mentre tutti indistintamente si mossero scompostamente sul divano. Era peggio di quel che pensassi. Non stavano solo guardando il filmino, ma si stavano masturbando apertamente nel farlo.
Salutai Alfredo con un falsamente languido bacio sulle labbra, mentre con la mano mi impadronii del telecomando. Il VCR continuava a scorrere e quando cambiai canale vidi il candelabro profondamente infisso nel mio culo.
"Mmmm, proprio sul più bello ..." commentai cercando di dissimulare il mix di vergogna e di rabbia per la situazione indesiderata.
"Posso?" domandai cinica ai tre, mentre mi accomodavo con nonchalance sul bracciolo del divano. Alla mia sinistra, nell'ordine, Sergio, Marco e Alfredo, sempre più imbarazzati e incapaci di esprimere una qualsiasi parola, nemmeno balbettata.
"Guardate questa scena!" suggerii indicando il televisore. Per un riflesso incondizionato tutti si girarono per guardare. Il candelabro continuava ad entrare e uscire dal mio culo dilatato, l'immagine catalizzò la loro attenzione.
"Ma ... sbaglio o quelle patte aperte non sono frutto di una dimenticanza?" dissi ridendo alla vista ridicola delle tre cerniere aperte. Prima che potessero fare qualsiasi cosa mi alzai dal bracciolo, mi chinai su Sergio e Marco, le tette volutamente bene in vista e, allungando una mano verso ciascuna delle due zip aggiunsi: "Forse sono solo un invito ...".
Non attesi la risposta, con calma glaciale frugai brevemente con le dita ed estrassi due verghe decisamente ben stimolate.
"Mmmm!" mormorai passandomi la lingua sulle labbra. "Ma queste non sono candele" mi permisi di ironizzare.
Sempre con molta lentezza iniziai a scappellare i due cazzi, inebriandomi delle piacevoli sensazioni che il loro calore e turgore mi davano attraverso il contatto.
Approfittai del loro stupefatto immobilismo per accumulare eccitazione per quello che stavo per fare. La rabbia non si spense, ma rimase in un angolo recondito della mia coscienza. Quella che iniziava a prevalere era solo carica erotica, possente, impudica, sfrontata.
Mi inginocchiai a metà strada tra i due amici di Alfredo. Li guardavo a turno in viso per studiarne le reazioni, mentre le mani continuavano il loro lento su e giù sulle loro erezioni. Nonostante la loro prolungata eccitazione non sfoggiavano dei cazzi enormi. Quello che mi impressionò, tuttavia, fu il loro turgore. Sembravano scolpiti. La luce della lampada a stelo e quella del televisore acceso mi permettevano di gustare anche visivamente la perfezione dell'armonia tra lunghezza e larghezza. Il mio sguardo più troiesco che mai impedì loro di distogliere gli occhi da me. Mi avvicinai sempre con lentezza al cazzo di Sergio, leccando la cappella prima di farla sparire nella mia bocca. Nel fare questo guardavo fissa Marco, per leggere la libidine e l'invidia che provava in quell'istante. Feci lo stesso invertendo i ruoli. Alfredo mi guardava incredulo ma fu il primo ad abbozzare una reazione alla situazione che si faceva incandescente. Allungò una mano verso il mio seno. Gli sorrisi a bocca piena, bloccando, però, fermamente la sua mano prima del contatto.
"Aspetta!" gli dissi "Avrai la tua parte: la più ricca!"
Questa promessa lo fece recedere. Cambiò allora posizione adagiandosi sulla poltrona, sistemata a "L" rispetto al divano e continuò a guardare, da migliore punto di vista, masturbandosi apertamente.
Continuai il mio lavoro di bocca sui due amici, senza mai smettere di masturbarli, avendo cura di dare preferenza alla mano inanellata. Il solo pensiero di mostrare il "pegno d'amore" di Alfredo mentre scivola sul cazzo di un altro mi dava un piacere intenso e perverso.
Mi eccitava tenere le labbra socchiuse e sentire la pelle dei loro cazzi che vi strusciava contro, salendo a coprire le cappelle per poi riscoprirle.
La lingua giocava su ogni piccola venuzza, girava intorno alla cappella per poi picchiettare sul buchino in cerca del punto di massima eccitazione. Continuai il gioco di sguardi, ben attenta che ognuno cogliesse i passi salienti della mia azione. Specialmente Alfredo, che vedevo fremere ad ogni affondo.
Le mie evoluzioni seguirono un andamento opposto rispetto al movimento della sua mano sul cazzo. Se aumentava, segno di gradimento ed eccitazione, allora facevo piccole pause o cambiavo soggetto, se rallentava lo risvegliavo con mugolii ed eloquenti rumori di risucchio. Volevo portare tutti e tre all'apice del piacere.
Dopo un po' sentii l'urgenza di cambiare posizione. Un po' il dolore alle ginocchia, un po' la voglia di provare qualcosa di diverso che non la semplice alternanza. Mi alzai in piedi e presi per mano i due amici, sempre passivi ed ammutoliti.
Li feci alzare in piedi, uno alla mia destra, l'altro alla mia sinistra. Li afferrai per i capelli, dietro la nuca, e li spinsi verso i lati del mio collo. Sentii le loro lingue leccarmi con fantastica leggerezza, lambire la mia pelle che in breve fu percorsa da innumerevoli brividi. Giocarono con le perle dei miei orecchini, slinguando le mie orecchie in maniera calma e calda. Raggiunsi con le mani i loro cazzi, provocando dei tiepidi gemiti nelle mie orecchie. "Siii, così..." dissero quasi all'unisono.
"Allora non siete muti!" commentai sarcastica.
"E sembra che sappiate usare la lingua anche per parlare" aggiunsi, infilando la mia lingua tra le loro labbra, uno alla volta. Lasciai che mi palpassero ovunque, beandomi delle loro mani sui seni, sulle natiche e sul sesso. Lasciai che facessero cadere le spalline del vestito mettendo in evidenza il mio seno.
Impazzii di libidine nel sentire le loro lingue contemporaneamente sui capezzoli. Mi leccavano, mordevano e succhiavano con tempi amorevolmente diversi. Una serie pressochè continue di scariche di piacere mi attraversava il corpo come un'autostrada. Fremevo e sentivo crescere la voglia di lasciarmi andare alle loro voglie.
"Basta!" invece uscì dalla mia bocca. I miei progetti erano altri.
Mi sedetti sul divano, a non più di un metro da Alfredo, il cui cazzo iniziava ad assumere un colore violaceo da "superusura".
Feci avvicinare i due amici a me. Mi sistemai in punta al cuscino, per raggiungere con la testa l'altezza giusta. Ripresi a lavorare i due cazzi con la bocca, cambiando un po' le tecniche ed invitandoli anche verbalmente ad essere più attivi. Dapprima li portai entrambi alla bocca. Tenendoli vicini, punta contro punta, li leccai con avidità, vorticando la lingua intorno. Poi ripresi a succhiarne uno, sbattendomi l'altro sulla guancia. Sperai vivamente di aver passato il messaggio, smisi di usare le mani ed iniziai a sbocchinare Sergio, solo con l'uso delle labbra. Marco si prese il cazzo in mano ed iniziò a strofinarlo sulla mia guancia. Feci capire che il gioco mi piaceva, passando a succhiare il suo. Dopo poco Sergio reclamò attenzioni allo stesso modo. In breve divennero loro i "padroni della situazione", o almeno questo fu quello che percepì il loro ego. Iniziarono a scaldarsi, forse realizzando solo in quel momento di quanto fossi troia, e che lo fossi per loro. Il primo ad usare le mani come desideravo fu Marco. Mi afferrò la testa, dalla nuca, e la spinse sul suo cazzo, senza violenza, ma con decisione. Lasciai che fosse lui a darmi il ritmo e mi limitai a far scivolare il suo cazzo dentro le mie labbra. Poi fu la volta di Sergio, più intraprendente e forse più porco, dei due. Mi prese per i capelli, tirandoli senza strappi ma con perentorietà. Staccò a forza la mia bocca dal cazzo di Marco e spinse dentro il suo cazzo. Tutte e due le mani sulla mia testa mi tenevano ferma e mi guidavano. Ad un tratto mi bloccò il capo, spingendo, contemporaneamente con il bacino in avanti. Capii le sue intenzioni e mi preparai a riceverlo fin che potevo. Ne presi una buona parte, prima di sentire la sua cappella sfiorarmi le tonsille e darmi un senso di nausea. Mi liberò la testa con un sorriso beffardo. "Non ce la fai a prenderlo tutto, eh?" domandò, tronfio.
Non so se sovrastimò il suo cazzo o sottostimò le mie capacità, fatto sta che mi ribellai alla presa di Marco, ritornai sul cazzo di Sergio e con un paio di pause per adeguare la mia gola alle sue dimensioni feci sprofondare il suo cazzo dentro la mia bocca fino a toccare con le labbra le sue palle. Poi afferrai le sue mani, le misi sulla mia testa e le spinsi per incitarlo a spingere ancora di più, più a fondo.
"Ahhh ... troia!" esclamò sorpreso ed in preda ad un gran godimento. Feci lo stesso trattamento a Marco e nei turni successivi si divertirono a scoparmi in bocca. Io mi prestai a questi giochi, con una mano sul clitoride a far montare il mio stesso piacere, l'altra a rinnovare il piacere derivante dai capezzoli, con le tette sempre esposte fuori dal vestito appena abbassato sulle spalle.
Si posizionarono con un'angolazione tale da permettermi di imboccarli entrambi, contemporaneamente, godendo della vista della mia bocca dilatata dalle loro mazze congiunte. Mi riproposero, coi loro cazzi, il gioco che feci con le candele nel video, istigandomi ad inseguire le loro cappelle, mentre si ritraevano per vedermi anelare di imboccare i loro cazzi.
Io da parte mia consumavo la mia vendetta, sottomettendomi volontariamente a quel "possesso", per godermi lo spettacolo della faccia di Alfredo. Lui ormai stava scalpitando. Preso dallo spettacolo della sua ragazza che spompina due cazzi, aveva perso ogni ritegno e mi incitò, proponendomi addirittura delle varianti.
Ad un tratto sono io a riprendere la situazione sotto controllo. Lo spettacolo è durato abbastanza, è arrivato il momento di riscuotere il prezzo del biglietto.
Con un rapido movimento afferro i due cazzi per la punta. Li tengo ben eretti costringendo i due amici ad avvicinarsi uno all'altro. Mentre le dita massaggiano ad arte le cappelle gonfie, scivolo giù dal divano, posizionando la mia testa sotto i loro cazzi, la bocca rivolta verso l'alto. La lingua inizia a disegnare ghirigori sui loro scroti. Poi imbocco a turno i testicoli di ciascuno e succhio nella maniera più porca che posso. Ammutoliscono e sento che questa volta non riusciranno a trattenersi oltre. Mi rimetto seduta sul divano. Getto languidamente le spalle all'indietro, poggiando il peso sulle mani, per non sprofondare sulla spalliera, troppo lontana dal mio obiettivo.
Poi assumo l'espressione più ingenuamente porca, giocando sul consapevole contrasto tra il mio viso "carino" e la mia troiaggine e sparo: "Dai ... schizzatemi addosso ... datemi tutta la vostra sborra ... la voglio sul viso ... in bocca ... o se preferite, sulle tette" e così dicendo li implorai con le espressioni del viso e con i gesti. Mi accarezzavo le parti del corpo che desideravo fossero obiettivo dei loro schizzi.
Non ci fu bisogno di altro. I loro cazzi furono preda delle loro mani sapienti, che con modi dissimili tendevano al medesimo obiettivo. Alfredo dovette fermarsi più di una volta per non venire e sciupare, così, il piatto forte, il "suo" piatto forte.
Ma vidi il suo uccello guizzare anche senza il tocco delle sue mani ... era davvero vicinissimo anche lui.
"Eccolo! ... prendi, troia!" disse uno colpendomi il viso con un getto violento di sborra, subito seguito da altri schizzi che mi raggiunsero il collo e le tette. Io tenni la bocca spalancata, invitando con la lingua a dirigere meglio il tiro. "Ed ecco la mia sborra, puttana!" disse il secondo. Il getto fu assai meno potente, tanto che dovetti avvicinarmi per farmi colpire. Ma il suo cazzo continuò a vomitare sborra per almeno mezzo minuto. Me la feci versare su tutto il viso, sulle labbra e sulla lingua.
Non feci niente per ingoiare, lasciai che tutto il loro seme mi imbrattasse per bene il viso. Finite le ondate del loro piacere ripresi a turno in bocca le loro verghe. La lingua continuò a raccogliere le poche stille di sperma resideue dalle loro cappelle. Continuai a leccare ed imboccare, succhiando per spremere fuori anche le ultimissime gocce. Lasciai scivolare fuori dalla mia bocca anche quel poco liquido, che si aggiunse a quello denso degli schizzi diretti nel colare sulla mia pelle morbida.
Soddisfatta del risultato mi lasciai cadere indietro, poggiando le spalle al divano. Sollevai le gambe, divaricandole. Spostai il lembo anteriore del vestito, scoprendo per la prima volta il mio perizoma ai loro sguardi. Mi guardarono con ammirazione, mentre spostavo il sottile tessuto di pizzo lasciando scoperta la mia figa ed anche il buchino posteriore.
"Adesso è il mio turno!" affermai con voce rotta dall'eccitazione. Sergio si inginocchiò tra le mie gambe ed iniziò a leccarmi in un unico movimento longitudinale prima davanti e poi dietro. Marco si sistemò al mio fianco sul divano. Abbassò la testa e contribuì con la sua lingua sul clitoride. Da buoni amici si divisero le mie intimità. Chiusi gli occhi e mi godetti quelle lingue, l'azione delle quali duplicava il mio piacere. Avere entrambi i buchi sollecitati da quel contatto fu esaltante, un'esperienza che ricorderò sempre con estremo piacere. Iniziai ad emettere umori in maniera abbondante, mentre sentivo entrambi i buchi pulsare attorno ai loro muscoli saettanti. Quando Sergio provò ad aggiungere un dito alla sua lingua penetrante, l'improvvisa invasione mi riscosse dal piacevole momento.
Lo fermai e mi alzai dal divano, districandomi dalle loro membra. Rimasero lì ad osservarmi, vittime della mia perentorietà, in attesa di scoprire quale altro piacevole gioco stessi preparandomi a fare.
"E' arrivato il momento delle presentazioni!" dissi, sorridendo all'espressione interrogativa dei tre maschi.
"Sergio ... Marco ... ho il piacere di presentarvi ... il candelabro" dissi indicando l'obbrobrio sempre immobile sul tavolino.
"Candelabro, questi sono Sergio e Marco" finii la presentazione, afferrando l'oggetto e togliendo con lentezza e studiata calma le tre candele.
Accompagnai i movimenti aggiungendo: "In confidenza, da quel giorno ho preso a chiamarlo cande-slabbro, visto il risultato della sua intrusione nel mio culo ..."
Smorzai i loro sorrisi domandando, rivolta ai due amici: "Ragazzi, mi dareste una mano?". Mi posizionai di fronte al divano, con le spalle rivolte ad Alfredo, che intanto aveva ripreso a menarsi il cazzo paonazzo. Prima spostai il lembo posteriore del vestito, chinandomi in avanti col busto per mettere in pieno primo piano il mio culetto voluttuoso. Poi poggiai in terra il candelabro e guardai Sergio che capì il da farsi. Si mise in ginocchio e tenne le mani sulla base dell'oggetto per assicurarne stabilità. Mi voltai verso Alfredo, per poterlo guardare dritto negli occhi ed iniziai ad abbassarmi, flettendo le gambe divaricate. Il movimento fece allargare le natiche, con una mano mi accarezzai la figa, cercando di mettere in risalto il punto di contatto del candelabro col mio sfintere.
Come quella volta del filmino, usai i muscoli anali per allargare lo sfintere e pochi secondi dopo la colonna monca iniziò a scivolare dentro di me. Quando tutto il braccio dell'oggetto fu penetrato poggiai le ginocchia in terra. Sergio inclinò il candelabro per adeguare la posizione alla mia nuova postura. Mi dispiacque togliere ad Alfredo la vista del mio culo profondamente abusato da quel prezioso monile fallico, ma non avrebbe avuto modo di dispiacersene a sua volta. Adesso mi trovavo sulle ginocchia, con le cosce appena sollevate sui polpacci, per permettere all'ospite inanimato di muoversi nelle mie viscere. Il lembo posteriore del vestito sul mio fianco, a mantenere nudo il mio fondoschiena violato. Mi sporsi leggermente in avanti col bacino, protendendomi verso Alfredo che era sempre senza parole. Lo vedevo osservare la sborra dei suoi amici scivolare sulla mia pelle, sui seni ancora scoperti e nel solco tra di essi.
Mi sentivo sporca e porca, il massimo della sensazione che potessi mai immaginare di provare in una simile situazione. Iniziai a muovermi con il bacino incontro alla cosa che mi riempiva. Partì qui la seconda parte dello show. Presi con le mani il lembo anteriore del prezioso abito, me lo passai tra le gambe verso dietro. Lo afferrai con una mano dietro di me e cominciai a muoverlo, in modo che si strofinasse contro la mia fessura. Divenne in breve una semplice striscia di tessuto che si insinuava tra le labbra della figa sfregandomi il clitoride. La mano muoveva il pezzo di seta per aumentare l'effetto di tale sfregamento, che unito alla penetrazione del candelabro finì per aumentare la mia emissione umorale. Con l'altra mano, la sinistra, andai a toccare le tette sporche di sperma. La insinuai tra di esse, raccogliendo, nella risalita, un po' di quel seme vischioso. Portai la mano aperta davanti alla bocca. Leccai con la lingua oscenamente protesa il palmo della mano. Ero certa che la quantità di sperma raccolto fosse ben visibile sulla mia lingua mentre la ritraevo per assaporarla. Era ormai quasi fredda ed abbastanza nauseante per l'intensità dell'odore, ma lo stesso mi diede delle scosse di piacere intimo. Poi iniziai a succhiarmi le dita, uno alla volta, con la solita conturbante calma. Lasciai per ultimo l'anulare, impreziosito dalla perla. Estrassi l'anello con le labbra, dopo aver inserito tutta la falange in bocca. Lo ripulii con meticolosità con la lingua e lo appoggiai nel posacenere di marmo, vicino a me. Questa fase mi procurò tante e tali scosse di piacere che dovetti interrompere la mia cavalcata sul candelabro.
Fu poi la volta del bracciale. Anch'esso si era parzialmente dicoperto di sborra nel movimento della mia mano tra le tette. Feci scorrere le perle sulla mia lingua, da sinistra verso destra. Si trattava di poche gocce, ma sapevo che l'effetto della mia azione fu intimamente legato alla perversione del gesto in se. Stessa sorte subirono gli orecchini, leccati con perizia, uno per volta.
Infine mi slacciai il giro di perle. Sollevai il busto lasciando cadere completamente le spalline sui gomiti. Tutto il mio busto rimase alla mercè degli sguardi dei tre uomini. Fu eccitante vedere un rivolo di sborra colare al centro del mio ventre, oltre l'ombelico, verso la mia figa palpitante. Posizionai il girocollo a contatto della mia pelle, appena sopra l'ombelico. Lo tesi lateralmente con le due mani e risalii verso le spalle. Vidi il flusso di seme interrotto da questa diga improvvisata. Nella risalita raccolsi in abbondanza il liquido che aveva premiato la mia bocca, poco prima. Superai le curve dei miei seni e continuai a salire fino alla base del collo.
Lasciai un capo del prezioso collier con la mano destra. Sollevai la sinistra sopra il mio capo. Alzai lo sguardo e posizionai la mia bocca spalancata sotto la collana. Dopo qualche istante piccoli globi di sborra iniziarono a colare dalle perle, allungandosi oltre l'estremità libera per cadere filanti nella mia bocca. Intanto con l'altra mano guazzai nello sperma che aveva raggiunto il pube e me lo spalmai sulla figa nel movimento sempre più veloce della mia masturbazione. La legge di Newton aiuta ad intuire come quelle stille gocciolanti divennero un piccolo rivolo di sborra che colò direttamente nella mia bocca. Quando quel flusso rallentò stimai che una buona sorsata di liquido si era depositata nel mio cavo orale. Tornai a guardare Alfredo e in un'unica azione mi impalai in profondità il candelabro nel culo, sconvolgendo il clitoride e la figa con la sborra tra le dita in vorticoso movimento, ingoiai con voracità il nettare dei due amici e venni come non credo avrò mai la capacità di spiegare a parole.
L'orgasmo fu violento nella prima ondata e poi lungo e morbido, con lente ondate di piacere a susseguirsi, sempre più distanziate, sempre più leggere.
Ritornai in me e vidi Alfredo fuori di se per l'eccitazione, con il cazzo teso allo spasimo in attesa della sua personale soddisfazione. Era rimasto solo lui, il principe della serata e della mia vita. Gli altri due dimostrarono la validità del mio show sfoderando una rinnovata erezione.
Proseguii con l'ultima parte del mio spettacolo.
Lasciai che l'odiato candelabro uscisse dal mio culo, cosa che provocò un ulteriore fremito nel momento in cui liberò alfine lo sfintere. Finii il lavoro di pulizia dei tre giri di perle, leccando e succhiando residui filamentosi di sborra. Poi presi collana e candelabro e li aggiunsi al resto degli oggetti che avevo iniziato ad ammonticchiare.
Mi alzai con le gambe ancora tremanti per il tremendo orgasmo. Lasciai cadere il vestito in terra e rimasi vestita del solo perizoma, scarpe e residui di sperma rappreso sul corpo.
Mi rivolsi ad Alfredo, guardandolo profondamente e languidamente negli occhi.
"Ti è piaciuto il mio show, fin qui, amore ... ?" chiesi già conscia della risposta.
"Me lo domandi?" rispose lui indicando il suo cazzo ormai allo spasimo.
"Sono stata brava e maiala come piace a te?"
"Molto più di quanto osassi sperare"
"Sai che per te ho riservato la parte migliore, vero?"
"Non aspetto altro"
Guardò con cupidigia il mio corpo imbrattato, immaginai la sua logica: la bocca era stata ampiamente usata dai suoi amici, il culo nuovamente slargato dal candelabro, non restava che la figa, da sfondare. Si allungò sulla poltrona, tenendo il cazzo con la mano alla base, in modo che svettasse invitante.
Mi tornarono alla mente le innumerevoli volte in cui questo invito era il preludio a lunghe ed estenuanti cavalcate goduriose. Mi avvicinai e mi inginocchiai di fronte al suo cazzo. Appoggiai le labbra chiuse alla sua cappella lucida e schioccai un innocente bacino. Poi mi alzai e mi diressi, con movenze da mannequin su una passarella, verso la parete. Mi godetti mentalmente lo sguardo dei tre sulle morbide curve delle mie natiche, mentre raggiunsi un piccolo stipo. Armeggiai per qualche istante con l'apparecchiatura lì nascosta e ne estrassi una piccola cassetta. Mi girai e tornai presso i tre maschi. Alfredo era ancora nella sua ormai ridicola posizione, gli altri due si menavano il cazzo in attesa di capire se ci fosse spazio per un'altra goduriosa sessione sul mio corpo.
Mi piazzai davanti ad Alfredo ed agitai davanti a lui la cassetta.
"Ti avevo promesso la parte migliore ed io mantengo sempre la parola data ... IO!" sottolineai "è tutta qui dentro ed è tutta tua. Ho attivato le telecamere con il nostro bel comando a distanza, prima di raggiungervi, e su questo nastro, o su uno degli altri, dovresti trovare tutto. E' il mio regalo per te. L'ultimo"
Voltai le spalle senza nemmeno guardare la loro reazione, ma la immaginai e mi venne da ridere.
Andai di filato sotto la doccia, mi lavai di dosso il loro odore ed il loro sapore, mi rivestii con jeans e maglietta e dopo nemmeno 10 minuti rientrai nella sale. Come avevo previsto li trovai assolutamente silenziosi, rivestiti ma assolutamente immobili, inebetiti da quanto successo e dalla repentina ed inaspettata conclusione.
"I gioielli te li puoi riprendere, credo di averteli ripuliti con cura. Il vestito si è un po' rovinato, ma puoi tenerlo come ricordo e magari annusare l'odore del mio sesso e della sborra dei tuoi amici mentre ti fai una sega, riguardando il film di questa serata. Quanto al mio amico cande-slabbro ... credo di averti dato ampia dimostrazione dell'utilizzo che ne puoi fare. Ti garantisco che è molto piacevole."
Vomitai queste frasi senza pause, dopo averle preparate a lungo durante la serata. Mi allontanai verso la porta tra lo sghignazzare degli amici di Alfredo.
Non lo vidi mai più, mandai degli amici a riprendere la mia roba.
Nessuna cassetta. Le lasciai per le sue sessioni di masturbazione di gruppo. Non mi sorprenderebbe di trovarla sulla rete, un giorno di questi.
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16 years ago
leemaia,
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La svolta (nella mia vita sessuale)
Questo racconto (non nuovo) è la mia rielaborazione di un'esperienza fatta con Iaia e da lei redatta in prima stesura. L'ho solo riadattata, mostrandone il mio punto di vista personale.
Sono stato il suo ragazzo all'inizio della sua scoperta del sesso e questa è una delle situazioni "cardine" della nostra escalation.
Dedico il tutto a Iaia per tutto quello che ha rappresentato per me e per la nostra lunga e complice amicizia anche successiva alla rottura del nostro "idillio". Fantastica Iaia!
A diciotto anni certe esperienze finiscono con il marchiare a fuoco quella che sarà la tua sessualità per tutta la vita.
Ho avuto la fortuna (?) di imbattermi in una ragazza molto interessata al sesso, in ogni sua sfumatura.
Ho tenuto per me i ricordi più scabrosi della nostra relazione, ma adesso mi sento abbastanza ispirato dall'affrontare la narrazione delle nostre avventure.
I racconti che seguiranno non sono necessariamente collegati l'uno all'altro (non voglio fare nè un serial nè un racconto dilazionato) e possono essere in ordine non strettamente cronologico.
Seguirò il mio ricordo e farò scegliere alla mia libido il fatto che vi narrerò di volta in volta.
Non voglio dilungarmi sugli aspetti fisici miei o della mia ragazza di allora. Di solito nei racconti tutte le donne sono strafighe e gli uomini dotatissimi.
La mia ex era abbastanza normale, anche se il suo corpo emanava sensualità ad ogni movimento.
Non era ancora una donna "fatta", pertanto molti dei suoi atteggiamenti erano da ragazzina, ma questo non faceva che esaltare la sua estrema porcaggine nelle faccende di letto.
Non sto a nominare nemmeno le giornate intere passate a scoprire la nostra reciproca sessualità, spingendo il limite ogni volta un pezzettino oltre.
Voglio invece raccontarvi una delle situazioni che mi hanno insinuato il tarlo del sesso di gruppo.
Eravamo nella casa in campagna di uno dei nostri amici: d'inverno faceva abbastanza freddo per via del fatto che il solo camino di cui era dotata la casa non bastava a scaldare tutti gli ambienti.
Si finiva sempre col porre rimedio con cene sostanziose, abbondantemente bagnate da libagioni adeguate (specialmente vino rosso!) e spessissimo accompagnate da discussioni piccanti.
Quella sera la compagnia vedeva, come donne, oltre alla mia ragazza la sola Barbara, fidanzata del padrone di casa, Maurizio, mentre i ragazzi erano in 4, oltre al sottoscritto ed a Maurizio stesso.
Barbara, la ragazza di Maurizio era una bella ragazza bionda, con occhi chiari e fare molto dolce ed accattivante. Alta e magra, faceva un po' da contraltare a Iaia, alla quale passava circa 10 cm in altezza, ma che mostrava una fisicità molto più ... allettante.
La mia Iaia nelle situazioni scabrose diventava un "maschiaccio" tenendo solitamente testa alle affermazioni più spinte di qualsiasi altro ragazzo presente.
Spesso finiva col mettere in serio imbarazzo i partecipanti alla discussione, che sono convinto avrebbero sfogato con lei la loro eccitazione, se non fosse stato per rispetto del sottoscritto.
Quella sera l'argomento si spostò velocemente (come al solito!) sul sesso e più in particolare sul pompino.
Qualcuno cercava di fare il filosofo e dissertava in preda ai fumi dell'alcool a proposito di ipotetiche proprietà terapeutiche della fellatio.
Era abbastanza chiaro che il tasso d'alcol nel sangue offuscava loro la vista e faceva girare a vuoto il neurone.
Ovviamente ci si rideva su cercando di punzecchiare le ragazze.
Barbara spesso si limitava a sorridere per reggere il gioco, mentre Iaia si divertiva a giocare il suo gioco preferito: lo jo-jo. Metteva al centro delle sue attenzioni uno alla volta i vari presenti, provocandolo non solo a parole, ma anche con sguardi killer e movenze da troia consumata.
Quando iniziava a vedere il disagio fisico (spesso manifestato con mani che si intrufolavano ad aggiustare l'erezione perchè non desse fastidio dentro i pantaloni) passava ad un altro ragazzo e ricominciava da capo.
Ad un certo punto Stefano fece l'errore (?) di chiederle se a lei piaceva fare i pompini. Lei prese la parola e presto catturò l'attenzione di tutti.
"Ad essere sincera la prima volta che ho fatto un pompino ad un ragazzo ho avuto un mezzo trauma. Io ero inesperta e non avvertii l'imminenza del suo orgasmo, quindi sono stata colta alla sprovvista da quell'ondata di sborra calda da rimanerne quasi nauseata. Mi è venuto in gola senza preavviso, il porco, ma in tutta risposta gli ho sputato il suo sperma sul suo bel maglione di cachemire ...
(risate)
Da quella esperienza ho lasciato stare per un po'.
Da quando sto con Lee ho ripreso la mia attività, approfittando della sua amabile capacità di assecondarmi.
Lui mi ha insegnato tutto quello che so fare, con le sue amorevoli spiegazioni, le sue porche frasi ad incitarmi ma soprattutto con le sue ..... riviste e film pornografici ...
(altre risate)
Adesso ho una discreta esperienza.
Diciamo che potete a diritto dire quella frase che per anni mi sembrava così idiota e lontana dalla mia realtà: che ho le labbra da pompinara.
E' assolutamente vero!
In effetti sono una gran pompinara - una delle frasi che Lee mi ripete mentre lo lavoro di bocca!
...
Ma ... qual era la domanda? Se mi piace fare i pompini?
La risposta è LO ADORO!
(già a quel punto Stefano era molto turbato e si muoveva sulla sedia cercando di mascherare l'eccitazione)
Stefano, puoi anche metterti a posto l'erezione, tanto siamo tra amici
(risatine ... turbate, mentre lei si gira a guardare Claudio)
Adoro i preliminari. Il mio Lee impazzisce quando mi avvicino a lui dandogli preavviso di cosa sto per fare. Di solito gli sbottono la camicia e i pantaloni guardandolo negli occhi così (ed assume un'espressione porca che regala a Claudio, facendo in modo che chiunque la colga) e gli dico, sussurrando come adesso: "Adesso la tua troia vuole sentire il sapore del tuo cazzo! Voglio sentirlo crescere tra le mie labbra sino a quando non avrà riempito la mia bocca con le sue dimensioni. Voglio sprofondare il naso tra i peli del tuo pube e sentire l'odore di sesso che emana. Voglio vellicare con la lingua il tuo scroto e sentirti mugolare dal piacere. Voglio sentire il tuo piacere emanare dalla tua voce che mi sa incitare ed eccitare".
(lo sguardo passa a Carlo)
Non finisco mai di spogliarlo completamente. Scendo lentamente senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Mi guarda con gli occhi iniettati di libidine ed io mi nutro di quello sguardo per iniziare la mia performace.
(Si alza in piedi, prende Carlo dai capelli dietro la nuca e lo fa alzare. Tirandogli i capelli fa in modo che sollevi il mento glabro. Davanti allo sguardo ammutolito di tutti lecca con lascivia il collo di Carlo. Poi gli spinge in avanti la testa, lo fissa negli occhi e mima le movenze poco prima descritte, sfiorando con la lingua ben protesa i bottoni della camicia di Carlo.
Arriva lentamente ma inesoraabilmente all'altezza dei suoi pantaloni, la lingua sempre protesa a lambire la cerniera ... Carlo si irrigidisce ... Iaia lo palpa velocemente)
"Ecco vedi ... duro così mi toglie parte del gusto ..."
(finge un broncio e si alza, girandosi verso Sergio)
E' importante che all'inizio della mia performance il cazzo non sia completamente in tiro. Trovo esaltante e di feroce stimolo percepire il crescere del godimento del mio uomo. E' tanto importante sentirlo crescere nella mia bocca, quanto averlo durissimo quando mi pompa il culo!
(il paragone strappò qualche "ehm" di schiarimento di voce! Barbara approvò con un breve applauso!)
Per non perdere un solo istante di quella repentina crescita, inizio con l'afferrarlo in bocca senza sfiorarlo con le mani. Lo imbocco completamente ed ingaggio un duello con la mia lingua ed il suo glande. Poi spingo la sua cappella contro il palato, pronta a scivolarmi verso la gola ... e la lingua saetta fuori dalle labbra a vellicare le sue palle.
Mentalmente conto fino a dieci, massaggiando con la gola la sempre maggiore porzione di cazzo che mi cresce dentro ...
Sento la sua cappella che mi forza la gola e devo sforzarmi nella concentrazione per accogliere ogni centimetro di crescita che riesco ad ottenere.
Questo duello termina quando il turgore è tale da impedirmi di tenere il suo cazzo in gola e contemporaneamente di fissarlo negli occhi.
Allora arretro lentamente la testa, dandogli lo spettacolo della sua bella coda che esce gonfia e bagnata dalle mie labbra.
(afferra di colpo la mano di Sergio. Gli prende indice e medio come se fossero un cazzo ed inizia a mimare la scena del cazzo che esce dalle sue labbra)
E' qui che ci scappa il primo "Che magnifica pompinara!"
(qualcuno fischio in approvazione!! Adesso è il turno di Maurizio)
Io mugolo come una cagna in calore, mentre con la lingua percorro le vene della sua asta, dallo scroto al glande e ritorno.
Lecco con maestria la cappella, solo con la lingua ...Poi faccio in modo che lui percepisca il calore della mia bocca, alitando leggermente sulla sua cappella, e appena percepisco il guizzo della sua eccitazione lo imbocco succhiando forte, mentre contemporaneamente inizio a muovere la testa per inglobare la sola cappella.
I movimenti sono lenti, perfetta riproduzione della scopata che amo di più: lenta e con affondi progressivi
(nel dire questo prende con la mano la gamba di Maurizio, facendo in modo che la fletta lievemente al ginocchio, che lei si affretta a stringere tra le sue gambe. Sembra ballare una languida lambada, strofinando la sua figa oscenamente contro la coscia del mio migliore amico)
Ecco qua! Credo di avervi dato un'idea!
(esclama soddisfatta, lasciando interdetto Maurizio con la gamba flessa e semi sollevata alla ricerca del suo caldo contatto)
"Come no! ... " risponde Stefano, mostrando di essersi accalorato, a dispetto della temperatura rigida.
"... solo non mi è chiaro ... fino a che punto ADORI fare i pompini!" aggiunge Sergio, ancora con le dita nell'esatta posizione che avevano una volta definitivamente uscite dalla bocca di Iaia.
"Vuoi sapere che rapporto ho, adesso, con la sborra, dopo l'esperienza del cachemire?" ribatte Iaia, senza fronzoli.
Risate sdrammatizzanti, prima che Barbara incalzi:"Tu ... ingoi?"
Quella semplice domanda fatta da Barbara contribuì a surriscaldare l'ambiente.
"Per rispondere alla domanda diretta: si, io ingoio! Certe volte è tale l'eccitazione nell'eseguire la mia fellatio che basta solo sentire la voce calda di Lee dirmi le peggiori porcate, preannunciarmi la sborrata che sento le contrazioni stringermi la vagina in maniera incredibile e ai primi schizzi di sborra che sbattono sul mio palato per poi adagiarsi sulla mia lingua mi fanno letteralmente esplodere l'orgasmo!
Non devo nemmeno toccarmi, vengo semplicemente per l'incandescenza della situazione.
Però la risposta completa è: godo a fare i pompini con ingoio al mio ragazzo, ma non ho la più pallida idea di cosa proverei con un altro uomo!"
"Già!" riprese Barbara "io non posso nemmeno pensare di prendere in bocca un cazzo diverso da quello di Maurizio."
Eccitato incredibilmente dalla (seppur nota!) descrizione di Iaia, stanco di rimanere a sorridere in disparte e contrariato per non essere stato oggetto delle attenzioni della mia ragazza intervengo a mia volta: "Vedi Barbara, io ho sempre pensato che determinate esperienze non sono possibili (o impossibili) in assoluto, ma devono essere inserite in un contesto che le renda possibili (o impossibili) a dispetto delle proprie convinzioni".
"Non ti seguo" rispose Barbara.
"Iaia ha appena affermato che questo è il rapporto che lei ha col MIO cazzo e il MIO sperma, ma non è detto che possa avere lo stesso rapporto con il cazzo di un altro e con il di lui sperma" continuai "Probabilmente se adesso uno dei presenti la portasse di là e gli desse il suo membro da succhiare lei non proverebbe nemmeno la decima parte dell'eccitazione descrittaci. Magari, invece, un'altra situazione potrebbe darle un piacere anche maggiore!!"
Puntando sull'esibizionismo prepotente di Iaia a questo punto mi avvicinai a lei, le leccai il collo fino alla bocca, aprendole le labbra per perlustrare la sua lingua a fondo, poi mi staccai da lei e le dissi: "Prendimelo tutto in bocca!"
Lei mi sorrise con aria di sfida e inizio a scendere come aveva abbondantemente descritto.
La fermai, spostai le vettovaglie dal tavolo e vi salii in piedi. Aiutai anche lei a salire, la feci inginocchiare davanti a me e le chiesi (con tono falsamente imperativo!) di mostrare agli altri la sua bravura.
"Fai vedere ai nostri amici quanto sei brava. Non puoi raccontare le cose e sperare che ti credano sulla parola." Non impiegai molto a convincerla, mentre ancora pronunciavo le prime parole lei aveva già la mia mazza in bocca e assumeva le posizioni che meglio consentivano agli arrapatissimi amici la visione.
Era davvero una gran pompinara, non era la prima volta che mi spompinava in presenza di altri, ma mai lo aveva fatto PER gli altri, per il loro godimento.
Gli amici continuavano a guardarci e iniziavano a liberare i loro istinti dai freni inibitori: chi si toccava apertamente attraverso i pantaloni, chi andava un pelino oltre abbassandoli e mostrando il proprio apprezzamento in termini di centimetri.
Barbara, intanto, si accarezza mentre masturba senza timori il cazzo eretto di Maurizio, con lo sguardo calamitato sulle performance di Iaia.
Iaia mugolava in maniera sempre più forte, godendo del movimento del mio cazzo tra le labbra ma ancora di più (ne ero intimamente certo) per la reazione che la sua troiaggine aveva sugli altri.
Non stava facendo un pompino a me, ma a tutti e sei i maschi presenti.
"Guarda Sergio" le dissi "ha il cazzo duro in mano e se lo sta menando pensando alla tua bocca ..."
"Mmmmmmmmm" la sua risposta.
"Guarda la sua mano come scorre sul cazzo ..."
"Mmmmmmmmm" ancora
"Adesso chiudi gli occhi e prova ad immaginare di succhiare il suo cazzo al posto del mio"
Lei chiuse gli occhi e portò istintivamente una mano tra le gambe per toccarsi.
"Ti eccita l'idea eh, troia!!" la incalzai, intuendo che la sua eccitazione la stava portando verso un punto di non ritorno.
Le parole mi uscivano di bocca come un fiume in piena, incontrollabili, devastatorie.
"Sei curiosa di sentire il sapore del suo cazzo, vero? Lo vuoi sentire contro il tuo palato, assaporarlo con la lingua, studiarne le dimensioni ed adeguare la tua gola ad esse."
I mugolii aumentavano, intervallati con sospiri emessi con le sole narici, mentre la bocca era occupata dal mio cazzo violaceo.
"Mmmmmmmmm" mugolava ancora. E poi "che porco che sei. Fai attenzione!! Sai bene che se continui finirò per farlo davvero!" mi sfidò, lasciandoi sfilare il cazzo dalle sue calde labbra.
"Ma se è quello che vuoi, troia! Lo so ed è quello che voglio anche io. Voglio dimostrare a te e Barbara che la situazione giusta può trasformare le vostre convinzioni! Può trasformarti da stimata ed ammirata ragazza in fantastica troia!!" le sentenziai!
Non ci vollero cenni particolari per avere Sergio vicino a noi, con il cazzo pronto ad entrare in azione.
Lei guardò Sergio e poi il suo cazzo, mentre masturbava piano il mio e si leccava le labbra. Poi mi guardò come per chiedere tacita conferma delle mie intenzioni. Il mio sorriso fu più di una risposta ed allora la vidi in una delle situazioni più eccitanti della mia vita sessuale fino ad allora: vidi la sua mano sollevarsi ed impugnare lievemente il cazzo di Sergio, per la prima volta vedevo la sua mano stringere un cazzo diverso dal mio, ebbi un sussulto d'eccitazione.
Lei posò il suo sguardo sui miei occhi studiando la mia enorme eccitazione. Continuò a guardarmi avendo capito precisamente in quel momento di avere l'intero terreno di battaglia sotto il suo controllo. Fissava i miei occhi che la fissavano mentre portava alla bocca quel cazzo. Vide un lampo nei miei occhi e ne interpretò con la massima precisione il significato: volevo godere la vista della sua bocca spompinare un altro.
Iniziò a giocare con me, succhiando rumorosamente la saliva che un attimo prima aveva lasciato su quel membro. Affondava la cappella in gola, mugolando un piacere che non riuscivo ancora a capire se era pura sfida oppure piacere fisico.
In quel momento Sergio era impersonale, il suo cazzo era solo il mezzo usato per la nostra personalissima sfida, alla ricerca del nostro limite successivo.
Non volevo che fosse così, volevo che percepisse davvero il fatto che si stava succhiando il cazzo di un altro, un cazzo che non aveva mai visto prima di allora.
Mi spostai dalla sua visuale, pur lasciandole il conforto del contatto fisico: presi la sua testa con una mano e guidai i suoi movimenti su quell'asta, incitandola a continuare il sublime lavoro che stava facendo.
Mi abbassai verso il suo orecchio per sussurrarle il mio incitamento, ma lei capì che principalmente volevo godermi quello spettacolo da più vicino.
A pochi centimetri dai miei occhi estrasse il cazzo dalle labbra, lasciando un sottile filo di saliva che si allungava dal glande alla sua lingua ...
Mi dava la sensaziuone che giocasse con la sua sborra ...
Poi risucchiava glande e saliva in movimenti plateali, facendomi godere la visione della sua arte accompagnata dal magnifico audio dei suoi versi maialeschi.
Quindi sparii completamente dalla sua vista e lei ebbe un lungo istante di esitazione.
Aveva perso il suo punto di riferimento e si trovava a spostare la sua percezione da sfida con me a ... pompino puro!
Solo allora percepiva che la sua azione era per il godimento di altri, oltre che per se e per il suo uomo.
Doveva solo stabilire se la cosa la infastidiva o la eccitava. Non ci fu molto tempo per lei per decidere, proprio mentre ripeteva uno dei suoi affondi percepì il repentino gonfiarsi della cappella di Sergio che la supplicò urlando di continuare.
Lei staccò le labbra dal cazzo ma continuò a menarlo davanti al suo viso.
Io ricomparvi al suo fianco e la incoraggiai a continuare il suo lavoro ...
Fece appena in tempo a guardarmi con la coda dell'occhio che Sergio esplose un primo esagerato schizzo di sborra che la colpì quasi con violenza sul viso.
Non ci fu bisogno di dire altro: la sua anima di pompinara emerse definitivamente e la vidi aprire la bocca per accogliere il secondo abbondante schizzo. Poi fece sparire l'intera cappella continuando a muovere la testa e a mugolare di piacere, mentre Sergio urlava letteralmente scandendo i getti successivi con "siiii" e concludendo l'orgasmo con un "sei una fantastica ..." e lasciando la frase in sospeso.
Lei rimase con la bocca piena di sperma indecisa sul da farsi.
Io raccolsi lo sperma dal suo viso e le diedi da leccare il dito. Il gesto fu inequivocabile e lei ingoiò il liquido e succhiò avidamente il resto dal mio dito.
"Puoi anche terminare la frase" disse appena ingoiata la sborra, sorridendo a Sergio.
"Si, sei proprio una fantastica pompinara!! Grande!!" riprese allora Sergio, incoraggiato.
"Ma sai fare di meglio!" l'apostrofai io, smorzando il suo entusiasmo.
"Vuoi la guerra?" mi disse, fingendo di essere incazzata.
Nel frattempo Barbara si dedicava al cazzo di Maurizio spompinandolo avidamente, mentre lui la ricambiava accarezzandola, per non perdere quel film fuoriprogramma.
Lei mostrava di essere molto eccitata ma di non accontentarsi di questo che aveva sempre considerato un mero preliminare.
Prima che il quadro della scena cambiasse, quindi, si mise a quattro zampe, facendosi penetrare da dietro, in modo ce sia lei che Maurizio potessero vedere cosa accadeva intorno.
Iaia si leccò più volte le labbra in maniera più che civettuola e si avvicinò gattonando sul tavolo al posto dove si trovavano Carlo e Stefano.
Fece segno a loro con l'indice, con il classico segno che istiga ad avvicinarsi.
Loro lo fecero contemporaneamente (in effetti non si capiva con chi ce l'avesse) e poi si fermarono per non intralciarsi uno con l'altro.
Stefano lasciò il posto all'amico che però si fermò a sua volta per lasciargli spazio.
"Venite qui! Tutti e due, scemi!" disse loro ridendo.
Ed intanto controllava che io fossi in posizione tale da poterla vedere.
"Se devo appurare le differenze tra cazzo e cazzo, quale occasione migliore che farlo confrontandone due insieme?" ammiccò
I ragazzi non se lo fecero ripetere e si avvicinarono.
Lei prese un cazzo in ciascuna mano e constatò dal loro turgore l'eccitazione che aveva dato loro fino a quel momento.
Li fece sedere sul tavolo e poi sdraiare sulla schiena, uno di fianco all'altro.
Lei si insinuò tra i due, inginocchiandosi e mostrando il viso al resto del gruppo.
Era ancora totalmente vestita, solo con qualche bottone della camicetta slacciato.
Era eccitantissimo vederla vestita alle prese con due cazzi eretti.
Lei iniziò a masturbarli contemporaneamente, quasi ne volesse studiare davvero la consistenza in una sorta di esame comparato.
Entrambi reagirono al tocco allungando le mani verso il suo corpo. Le sbottonarono la camicetta, mentre lei accentuava il movimento su quei nuovi cazzi.
Quando le misero a nudo le tette e si cimentarono con i suoi blue jeans lei si oppose dicendo: "No! Voglio che vi concentriate sulla mia bocca! Deve essere lei il centro del vostro piacere, il centro del vostro universo!"
Dopo un po' di su e giù spettacolare di fronte ai nostri sguardi ammirati, il trio cambiò posizione, assumendo quella più comoda per tutti: loro in azione e noi in estasi visiva.
Lei era in ginocchio e i due amici le stavano accanto, uno per ogni fianco, porgendo le loro dure mazze alla sua abilità di pompinara.
Lei succhiava in perfetta alternanza, avvicinava entrambe le cappelle alla bocca.
Finchè potè le inserì contemporaneamente tra le labbra, ma poi crebbero e si indurirono inibendo questo gioco voluttuoso.
I due, imparata la lezione, la incitavano a succhiare e a succhiare ancora.
"Dai, maiala! Fammi vedere come te lo fai arrivare in gola" diceva uno, e lei spingeva quella cappella fino in fondo all'ugola.
"Mmmmmmm" era il solo suono che poteva emettere.
"Troia! E' il mio turno. Leccami i coglioni e risali lungo l'asta!" stringeva l'altro.
Devo dire che i miei amici si erano calati alla grande nel loro ruolo "godereccio".
Lei continuava a succhiare, intervallando ogni tanto qualche "Siiiii" di approvazione, specie dopo gli insulti più forti.
Io la guardavo e godevo di questa nuova realtà: tante fantasie di cui si era parlato divenivano realtà davanti ai miei occhi. Era splendida nel suo ruolo di troia. Godevo a vederla usare da altri, senza sospettare che questa era solo il preludio all'abbattimento di una serie di tabu e di limiti.
Non impiegò molto per portare i nostri amici vicini all'orgasmo.
Loro lo preannunciarono, ma lei aveva già percepito le prime contrazioni.
Si voltò verso Carlo, ne imboccò il cazzo e continuò a pompare in su e giù finchè lui non fu sul punto di esplodere. Solo allora scappellò il suo cazzo appena fuori dalle sue labbra aspettando lo sperma. Rimase immobile aspettando che fossero le reni di Carlo a far fuoriuscire la sborra. Ne scaturì un proiettile di seme che uscì quasi dolorosamente dal cazzo di Carlo ed investì la gola di Iaia.
Lei avvicinò le labbra al cazzo cominciando a pompare con la mano in maniera vigorosa. Questo movimento permise ad un altro paio di grossi getti di riempire la sua gola.
Fu allora che lei mise in atto una delle sue migliori porcate.
Si girò verso Stefano e prima di accogliere il suo stesso sperma gli diede ampia visione della sborra dell'amico nella sua bocca.
Stefano fu costretto a guardare altrove. Quella vista era così forte che rischiava di venire senza nemmeno essere sfiorato.
Lei degluttì mugolando di piacere, come se fosse un sommelier alle prese con una pregiata bottiglia di Brunello.
Quindi usò il medesimo trattamentoi a Stefano, che riversò nella sua gola una quantità pazzesca di sborra. Lei fece fatica a raccoglieral tutta, ma lo fece e venne poi da me e Claudio a mostrare il contenuto.
Ci giocò un po' con la lingua, ne fece uscire parte dai lati della bocca.
Poi lo raccolse e lo mandò giù, con un sensibile fremito!
"Il prossimo!" Annunciò rivolta a Claudio stesso.
"No!" Sì percepì la voce perentoria di Barbara da dietro le nostre spalle.
In preda ad un godimento senza pari, rossa in volto per il gran piacere la bella Barbara disse "Voglio provare anche io!"
Maurizio rimase per un istante sbigottito, poi riprese a montare la sua donna con maggiore vigore, eccitato da quella strana situazione.
Vidi Claudio avanzare con il suo cazzo eretto verso Barbara che intanto si faceva sbattere da Maurizio.
"Dai, mia grande puttana! Mai mi avevi detto di questa tua fantasia ... vuoi succhiare il cazzo di un altro. Ecco il momento giusto. Fatti scopare in bocca mentre io ti sfondo la figa."
Lei inizio a succhiare con vigore, muovendo la testa al ritmo delle bordate che il suo uomo le imponeva da dietro. Claudio si godette quel pompino lanciando comunque qualche occhiata verso la mia Iaia, quasi a scusarsi di non poter contribuire alla sua festa ... e per darle conforto che la bravura dimostrata da lei era un'altra cosa.
Iaia si avvicinò all'amica, le accarezzò le spalle e poi le tette.
La incitò con frasi porche a dare il meglio di se. La istruì sui movimenti, la aiutò a concentrarsi sul pompino, di non "subirlo". L'effetto fu devastante.
Barbara iniziò a muoversi in maniera asincrona sui due cazzi, dando ai due maschi la perfertta sensazione di essere attiva per entrambi.
Loro si fermarono quasi, mentre lei catturava con i propri muscoli i loro membri per goderseli al meglio.
Maurizio non resistette e le venne dentro copiosamente, rantolando due minuti pieni di orgasmo.
Barbara venne a ruota, godendo di quel riempimento.
La situazione fece inarcare anche Claudio che schizzò direttamente nella gola di Barbara il primo abbondante e denso schizzo.
Barbara fu presa alla sprovvista e quasi si strozzò ... Il cazzo di Claudio uscì dalle sue labbra e riversò un ulteriore schizzo sulle tette di Barbara.
Iaia non perse tempo e prese in mano la situazione (ovvero il cazzo di Claudio) e terminò il lavoro dell'amica succhiando le ultime gocce ...
Le ingoiò con estrema avidità, e si gettò poi sulle tette dell'amica per ripulirle ...
Ero assolutamente sbalordito. Il mio cazzo mi doleva per il piacere e per l'urgenza di svuotare i miei coglioni ...
"Sembra che non ci sia più altro da bere!" disse ridendo Iaia.
"Ti sbagli", disse Barbara, raccogliendo con le dita la sborra che usciva come un fiume dalla sua figa. Leccarono assieme le dita e poi si passarono la sborra l'un l'altra con la lingua.
Non ne potevo proprio più.
Mi avvicinai a loro e mi godetti i loro giochi di lingua, con la mia cappella e con la sborra di Maurizio.
Poi Iaia mi volle tutto per se e iniziò a lavorarmi come solo lei sa.
Mi sentivo la sua lingua rovente scorrere su tutto il glande, giocare con prepuzio e poi ingaggiare una violenta battaglia con la mia cappella sempre più turgida.
Lei affondò il mio cazzo fino in gola fino a pecepire le mie convulsioni preeiaculatorie. Quindo lo estrasse un poco e guardandomi negli occhi, con le sue mani a guidare i miei fianchi, mi procurò un orgasmo così intenso che contai almeno 10 violenti getti prima di riprendere conoscenza del mondo circostante e di sentire lei avere un violentissimo orgasmo a sua volta. Senza che si fosse sfiorata.
"Ho capito la differenza" disse, alla fine "Queste cose potrò farle anche con altri, ma solo se ci sarai tu al mio fianco. Perchè solo tu puoi scatenarmi e solo tu sai farmi godere in questa maniera!"
Poi la storia la smentì ... almeno parzialmente ...
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16 years ago
leemaia,
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Elena in discoteca
Era un sabato sera di una splendida estate del …. che ricorderò per tutta la vita.
Elena, splendida creatura bocca carnosa occhi da pantera e profilo francese, corpo slanciato 4 misura e una vita da fotomodella e un sedere vertiginoso, aveva organizzato una cena in un noto ristorante del posto ai piedi di un promontorio che sfociava sul mare e lasciava ammirare lo stupendo panorama illuminato del paese a festa e un mare illuminato a giorno da una luna accecante quella sera, insieme a due coppie amiche che condividevano da diversi anni le ns vacanze e non altro. Al ristorante Elena si lasciò andare con il vino bianco adatto ai frutti di mare e ad una buona e fresca spigola al sale, ma tanto andare che ogni risata e battuta umoristica soprattutto piccante era motivo di incredibile e meravigliata esibizione che mi consegnava Elena diversa e novella in tal senso, certo conoscendo i suoi bollenti spiriti e le sue innate doti amatorie riconosciute e decantate anche da altri, non si era mai spinta più di tanto ad esibirsi in pubblico ma lo associai alla serata gagliarda e al buon vino che lei regge ma non in quantità.
Indossava un vestito corto ma non troppo, fiorito molto fiorito e un reggiseno molto corto che lasciava coperto solo l’areola, reggiseno anch’esso fiorito che metteva in estremo risalto la bontà del suo seno e il contrasto con la sua abbronzatura dorata e la parte di seno non baciata dal sole, in tema con la serata afro- cubana – caraibica.
La sorpresa mia e degli amici compagni solo di vacanze fu tale che mi pregustai il seguito organizzato in una discoteca sulla spiaggia molto conosciuta e frequentata del posto.
Ma certo la mia fantasia non si sarebbe mai spinta a tanto che nella realtà avvenne.
La discoteca era strapiena il periodo lo imponeva la serata era magica il divertimento al ristorante poteva in momenti normali bastare, ma qualcosa mi suggeriva nella mia mente insana di sesso che Elena si sarebbe spinta oltre il consueto pudore e il consueto imbarazzo a farsi notare e ad essere il centro dell’attenzione e degli occhi altrui, anche se liberata da questi limiti è una limousine del sesso è una Cleopatra del 20° secolo, è un’accesa divoratrice di uomini e donne.
La pista era impenetrabile corpi maschili e femminili sprigionavano energia musicale, intenti a non sbagliare ritmo e ad intonare il motivo musicale del momento. Ma mentre tutti si divertivano a ballare e a sfoggiare gli intonati vestiti della serata per eleggere il costume più bello e trasgressivo, un gruppo di maschietti con fisici palestrati e sguardi da playboy ballavano accanto ad Elena che assieme alle due amiche (erano sole poiché noi maschietti c’eravamo appartati sulla terrazza a bere un ottimo coctail) era intenta a dimenarsi e ad esibirsi in modo appariscente ora alzando il vestito ora toccandosi i capelli in modo sensuale ora il seno in modo malizioso, insomma era una bomba sexy che certamente non passava inosservata, tanto che uno dei quattro ragazzi la guardava in modo ossessivo e lei se n’era accorta ma vuoi il vino vuoi la serata non solo contraccambiava gli sguardi ma addirittura si strofinava sopra e si divertiva ad imbarazzarlo, mentre gli amici a tarda ora ci lasciarono e tornarono a casa Elena ed io rimanemmo in quella disco beach.
Elena allora prese l’ardire e si presentò al ragazzo anch’egli in vacanza come noi e mentre sollazzava in modo sensuale e malizioso Franco il nome del ns nuovo amico, gli altri si bagnavano la lingua e la bocca di tanta fortuna che aveva accarezzato il più carino e disinvolto di loro.
Situazione per me già paradossale vedere Elena che fa la stupida con un altro per giunta perfetto sconosciuto ma la serata era degna di stupori e meraviglie tanto che in una delle sue tante esibizioni Elena alzando ancor più il vestito aveva mostrato non solo le sue naturali bellezze esposte al sole gambe e sedere ma anche, e qui la meraviglia anche il suo pube che pensavo fosse coperto da un leopardiano perizoma che aveva detto di indossare a casa. Di fronte a tanta bellezza non potetti che gemere di piacere e di stupore e insieme a me sempre più bagnati dalle bave i ns nuovi amici che anch’essi stupiti gradirono commentando la beata visione. Era curata e raffinata certa d’essere pronta all’uso, il suo pube esibiva due splendide labbra e un clitoride imperioso certamente già turgido di piacere e rosso dallo sfrigolio delle gambe che il ballare aveva procurato, ma il disegno del suo ciuffetto nero era degno del miglior Giotto, un piccolo cuore sottile e colto che invocava alla liberazione e al desiderio di essere accarezzato, baciato e coccolato.
La serata si faceva sempre più infuocata mentre la gente iniziava a sfollare e la pista si faceva sempre più libera Elena era sempre più impegnata a far impazzire il suo nuovo amico e indirettamente i suoi tre nuovi amici. Ero ignaro e attento spettatore anche partecipe ma sicuramente disarmato da tanta disinvoltura e tanta sensualità che Elena stava sprigionando per il suo e mio piacere ma soprattutto per il piacere dei nuovi amici. Come un fulmine a cel sereno Elena invitò Franco a seguirla fuori dalla pista a isolarsi dalla massa e con un cenno di sguardi Elena chiese consenso a me che stordito da tanta disinvolta ed esagerata esibizione accettai senza batter ciglio e in poco tempo i due sparirono dai ns sguardi e iniziarono un percorso senza uscita fatto di continue sorprese e bellissime insidie.
Dopo qualche minuto iniziò un tormento in me, se andare o non andare, se seguire o non seguire e alla fine mi decisi a partecipare al banchetto che Elena maliziosamente e con accurata padronanza si era procurata.
Raggiunta l’uscita non riuscì a scorgere nessuno con lo sguardo e allora cercai tra i parcheggi delle auto convinto che fosse l’unico posto per sollazzarsi senza timore, cercando di sentire i loro lamenti e di scorgere qualche movimento strano ma vi assicuro le macchine erano tante ma niente, e proseguì per il parcheggio e mentre frastornato dai pensieri e dalla situazione camminavo mi ritrovai senza saperlo di fronte uno spettacolo solo pensato e mai conosciuto.
Arrivai da dietro in una SW all’occasione disposta con i sedili di dietro completamente abbassati e vidi Franco appoggiato su un sedile quasi seduto. Fatto qualche passo in là vidi Elena immortalata sul suo membro che con dovizia e con entusiasmo accarezzava con la sua enorme lingua i testicoli salendo fino alla cappella di Franco che non riusciva a trattenere il suo piacere e a manifestare con forza il gustoso servizio che Elena gli stava offrendo. Franco teneva per capelli Elena che ora dopo aver degustato per bene il suo enorme membro (erano pochi i cazzi! di queste notevoli dimensioni in lunghezza e larghezza che Elena aveva avuto il piacere e la fortuna di incontrare) iniziava a far sul serio con la bocca e con movimenti repentini e minuziosi cauti per il grosso membro di Franco, iniziò a pompare in modo avido tutta la sua cappella e con la lingua ci girava intorno tirandola fuori mentre rientrava dal suo movimento seguendo con la punta della lingua tutta la lunghezza del suo cazzo fin sotto i testicoli che mordicchiava e risalendo su allo stesso modo fino alla cappella che con cura riversava la saliva del suo movimento e mentre era intenta a far impazzire Franco, i suoi occhi erano infuocati di piacere e di desiderio e diretti agli occhi di franco per sapere e conoscere il suo stato di eccitazione. Elena si accorse del mio arrivo e cominciò a pompare con più foga e con più ardore Franco, dividendo il suo sguardo tra i miei occhi e i suoi, dividendo il piacere tra il mio celebrale e quello materiale di Franco.
Mentre lui era intento a godersi quella magnifica pompa, senza preavviso Elena lo sfilò dalla sua bocca e invitò Franco a cavalcarla da dietro come piace a Lei.
Franco non se lo fece ripetere due volte e cominciò ad umidificare le labbra di Elena ma si accorse subito che non era necessario visto lo stato di eccitazione e goduria che Elena aveva raggiunto in quella situazione nuova, insolita e molto intrigante. Franco pian piano allargando i glutei di Elena introdusse con cautela il suo grosso membro che scivolò subito dentro la figa di Elena bagnata dai molti umori vaginali provocati con la sua pompa.
I primi colpi furono così intensi e così esaltanti per Elena e per Franco che dopo poco pensavo che i due fossero arrivati già ma mi sbagliavo visto come Franco iniziò a prendere dal collo e dalla testa Elena per meglio penetrarla con più forza e ardore.
Il suo membro aderiva perfettamente alle pareti vaginali di Elena che gustava e mugolava di piacere ad ogni colpo inferto dal grosso cazzo di Franco che ormai la cavalcava da diverso tempo rivolgendogli parole di incitazione e insulti mirati alla signora che a modo suo rispondeva sempre più infuocata, non la riconoscevo non l’ho mai vista così eccitata e ben disposta.
I due erano ormai esausti e sfiniti ma la voglia di godere di Elena era ancora più intensa e invitò Franco ad assaporare il piacere del suo desiderio, sfilò il suo grosso membro dalle sue labbra aderenti e lo introdusse con maestria nella sua bocca dorata, questi rimase folgorato dal battito di lingua e dalle labbra avvolgenti di Elena tanto che dopo qualche colpo di lingua, Elena ricevette dapprima sul suo seno e poi sulle sue labbra carnose, ingenti getti di cremosa goduria che non finì mai di assaporare accarezzandosi il cazzo colmo di sperma sulle labbra e sul viso e facendoci notare con lo sguardo diretto a noi, di quanto brava fosse stata in quella circostanza imbrattata com’era di caldo e cremoso sperma che ora li colava in modo vistoso dalle guance e dalle labbra.
Franco si espresse durante il rapporto in modo acceso nei confronti di Elena ma notai come lei non solo non rifiutasse tale accese affermazioni anzi rispondeva a tono invitandolo a rincarare la dose a concludere il suo piacere sul suo corpo sul suo viso sulle sue labbra poiché amava sentire il contrasto del freddo vento notturno con la calda crema di piacere del suo cazzo.
Tutto insolito tutto immaginario tutto sognato, ma tutto maledettamente e meravigliosamente vero, era Elena la protagonista di quella serata che non si era ancora spenta poiché Franco maturo di esperienze capendo lo stato infuocato in cui Elena era caduta propose Elena di invitare gli altri tre amici a unirsi a lei per riempire il suo piacere non ancora spento. E come d’incanto Elena senza questa volta chiedendomi il consenso anche con lo sguardo accontentò Franco che con una veloce telefonata dal suo cellulare invitò gli amici alla festa.
Elena a sua volta si asciugò quasi a malincuore il viso e il seno con dovizia dall’inondazione di sperma e mentre gli rivolsi la domanda sciocca se si stesse divertendo arrivarono come centometristi gli amici che ignari di quello che gli aspettava restarono strabiliati dalla folgorante bellezza e sensualità di Elena e al tempo iniziarono a sedurla non solo con le mani e a possederla uno per volta mentre gli altri approfittarono della sua bocca e delle sue mani e a turno furono soddisfatti e gli mostrarono gratitudine riempiendola in tutto il corpo ma soprattutto in viso del caldo e gradito sperma che i tre amici riversarono su Elena che a tempo gli aveva invitati tutti ad approfittare della sua golosità e dell’irresistibile fascino che lo sperma gli provoca soprattutto sul viso.
L’umido dell’alba riaffiorò sui loro corpi bagnati ed esausti e solo allora Elena si ricompose e come in una splendida fiaba ritornò la signorile e la spumeggiante signora vergognosa che fino a quel momento avevo conosciuto, ma mai aveva rinnegato, mai aveva disconosciuto la paternità di quella prestazione, anzi col tempo maturò l’idea che le cose non programmate riescono sempre meglio e fu così che il ns rapporto vive di momenti esaltanti, intriganti, trasgressivi e inaspettati a momenti di normale sessualità che la vedono sempre protagonista mentre io vivo sempre giornalmente nella speranza che ogni giorno fosse lo stesso giorno vissuto in quella magica serata estiva di quella lontana estate del .. e vi posso assicurare che altre esperienze ancora più intense e coinvolgenti sono state da noi vissute in modo naturale e inaspettato.
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16 years ago
admin, 75
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La stanza capitolo 5
CAPITOLO V° PRESA DI COSCIENZA
Mi spaventai un pochino, quando ero in casa di Giovanna quello che lei aveva tra i suoi….giocattoli era grosso come il più piccolo dei dieci, lei dopo che mi leccò abbondantemente la fica e il buchino iniziò a carezzarmi le cosce, io mi girai, e gli dissi che non lo avevo mai fatto con una donna e che sentivo un certo disaggio, lei con tranquillità, mi fece segno con il dito di tacere, mi tolse le scarpe e quel poco che mi restava.
Io nel sesso sono molto succube, mi piace farmi guidare, un pochino masochista, mi piace essere comandata, questa è quello che sento, e Fulvio è riuscito a tirare fuori da me il mio masochismo latente, mi fa godere da pazzi provocandomi anche dolore.
Ha trovato in me il giusto mixel tra dolore e godimento, insieme camminiamo in equilibrio su quella linea che divide il perverso dal sesso, il piacere dal soffrire!
Sodoma e Gomorra è in tutti noi! Il tutto iniziò per gioco, con innocenti sculacciate sulle natiche, poi mi accorsi che quelle piccole sofferenze, mi creavano piacere, gli chiesi di strizzarmi i seni sino a quando resistevo, e sentivo la passera bagnarsi, allora ne parlammo, ed io, curiosa per natura, volli sperimentare sempre di più. Per non perdere l’eccitazione nei nostri giochini, ci demmo una parola “segreta” per interrompere la sevizia in caso che uno di noi due si fosse stancato o provasse dolore, scegliemmo, “paprika” una spezia che…….pizzica, ricordo di averla nominata una sola volta!
I peli che avevo ora sula mia fica erano stati una sua richiesta, quando mi prendeva da dietro, sia nel culetto, o nella fica, me li tirava sempre di più, verso il basso, mentre saliva il mio piacere, sino a strapparne qualche ciuffetto, mi eccitavo tantissimo, e alle volte li tiravo da sola, su suo ordine!
………. Con Giovanna non avevo ancora scoperto questo mio lato, ma ne stavo scoprendo un altro, si slacciò il camice e lo fece cadere in terra, sotto era nuda, portava solo i suoi soliti zoccoli, la guardai, non aveva cellulite, la sua pelle era tirata e rosea, senza una smagliatura, era completamente depilata. Le sue piccole labbra uscivano dalla fessurina erano molto pronunciate, e lucide dal miele che fuoriusciva, aveva dei seni meravigliosi, con una grossa rosa che faceva da base a due capezzolini duri e dritti!
Si avvicino, afferrò i capelli dietro la mia nuca e mi baciò, diede un bacio come un uomo, stringendo forte la mia nuca contro il suo viso, sentivo i capezzoli sul mio corpo nudo, li strusciava sulla mia carne calda e desiderosa, e con le sue gambe aperte sfregava contro la mia coscia, non avendo peli me la bagnava della sua bavetta come una lumachina. Mi fece eccitare moltissimo, mi spinse senza che me ne resi quasi conto sul suo letto al centro della stanza, e abbasso le luci, mi venne con le gambe sulle braccia, mentre io davo la schiena al letto e in un attimo ebbi sua figa fradicia in bocca. La leccai come se lo avessi sempre fatto, lei con la testa all’indietro, si masturbava i lunghi capezzoli facendoli roteare tra le dita e pungendoli col le lunghe unghie laccate di un bel rosso, mugolava, lanciando dei gridolini a secondo di dove colpiva la mia lingua! Trovata la sua clitoride, la succhiai come fosse un cazzo, e lei in pochi istanti, strinse, tirandoli, i capezzoli quasi a volerli staccare, emise un forte urlo accasciandosi su di me, strofinandomi la sua figa fradicia su tutto il viso!
Calò lentamente e come una gattina, mi lecco il viso con la sua carnosa lingua, rimuovendo i suoi umori, mi baciò più volte appassionatamente, aveva una faccia soddisfatta e il corpo caldissimo, in silenzio, come si era svolto tutto il nostro rapporto, si alzò e m’invitò a sedermi sulla sponda del letto, aprì un grosso cassetto del comò che le fungeva anche da comodino, e guardandoci dentro mi apparve un mondo nuovo, per lo più a me sconosciuto!
C’era di tutto, reggicalze in tulle neri, calze di vari colori, un paio di falli di diversa misura, un plug-in come quello che avevo ora io nella stanza, delle sfere di acciaio legate tra loro da una sottile catenella, manette, bende per gli occhi, collari, una frusta, e tante altre cose che smuovevano la mia fantasia, che ora non ricordo!
……”questo è il cassetto dei desideri”, mi mormorò, ora tu scegli quello che più ti piace, ed io lo adopererò su di te o su di me, per darti e prendermi il massimo del godimento! Si alzò, e mi disse fai con calma, molte donne sono già passate per questa stanza, donne che anche tu hai già incontrato da me, anche se sono giovane, ho avuto una maestra molto esigente ed esperta che se vorrai un giorno ti farò conoscere! Camminando scalza sulle punte dei piedi si diresse verso il bagno e scomparve dietro la porta.
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16 years ago
paprika1, 37
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La stanza capitolo 4
CAPITOLO IV° IL BARATTO
Non so quanto dormii, ma quando mi svegliai, la coltre nera del buio ancora mi avvolgeva, ora lo stimolo di fare cacca e pipì erano forti, mi faceva male la pancia e avevo anche fame, conoscendomi stimai che erano passate almeno dodici ore da dopo “ascensore” infatti, facevo i miei bisogni tutte le mattine e la pipì almeno un paio di volte! Se fossi stata un uomo, mi sarei accorta del passare del tempo dalla barba che cresceva, ma non avendola dovevo affidarmi a un fatto viscerale!
Ero terrorizzata nel dover rinfilare il dito in quel foro, e anche di farla in un angolino, dovevo decidere, e farlo in fretta, potevo resistere alla fame ma non alla mia pancia, rischiavo di farmela addosso.
Scesi carponi dalla branda, raggiunsi tastoni la porta e cercai quel maledetto foro, non fu facile, ma alla fine lo trovai e senza pensare infilai di nuovo il dito dentro, stringendo i denti lo affondai sino in profondità, nulla, non accadde nulla, mi sentivo felice come una bimba cui regalano la sua prima bambola, e mi meraviglia di provare contentezza per così poca cosa!
Un istante dopo, si accese la luce, che mi abbagliò, rimasi cieca per qualche minuto, poi la “Voce mi chiese cosa volessi”.
Gli dissi: “Ho fame, devo fare la cacca, e la pipì, e mi sento sporca”!
Rispose con molta calma, “ nella vita bisogna darsi delle priorità, continuò, tu prima ha dato precedenza al tuo piacere, poi al resto, ora chiede a me tre cose insieme, e una quarta l’hai già presa, comincia a pagarmi quella, dammi le tue mutandine!”
Si aprì la cassa, capì che ero stata vista anche al buio! Non replicai ubbidendo, tolsi le mutandine fradice, e le infilai nella casa che si richiuse velocemente.
Pensai che per il prezzo pagato lo avrei rifatto ancora, ero riuscita a non avere angoscia e a dormire!
La “Voce” con tono soddisfatto mi chiese cosa volevo tra le cose richieste.
…balbettai, “fare i miei bisogni”!
…Voglio i tuoi collant per la cacca e……….la giacca per la pipì!
Ebbi un attimo di stizza, e gli feci osservare che è impossibile fare la cacca senza che esca anche la pipì, mi rispose che non erano problemi che lo riguardassero, e che sarebbe stata l’ultima volta che tollerava una mia rimbeccata, ora il suo tono era fermo e minaccioso!
Chiesi con molta cortesia se avessi potuto avere qualcosa per pulirmi, mi chiese in cambio la camicetta.
Presi tutti i miei vestiti, e appena la cassa fu dalla mia parte, li misi dentro, avevo ormai solo il reggiseno, riapparve subito la cassa scorrendo dalla mia parte, dentro c’era un buiolo di legno, e due strappi di carta igienica, ero alla disperazione, ma mi feci forza, avevo un dovere verso me stessa, rimanere viva!
Velocemente portai il buiolo in un angolo e dando le spalle alla stanza mi chinai sopra, mi sentivo più nascosta con la faccia verso il muro, una mia illusione. Sentì subito il tintinnare della pipì, poi rilasciai il perineo, e uscì la cacca, che si adagiò nel fondo del secchio, ora la pipì scrosciava rumorosamente, nella mia vita mai fare i bisogni mi avevano imbarazzato di più, e allo stesso tempo liberata, mi sforzai, e sentì le mie viscere che si svuotavano. Mi alzai, e guardando quei due pezzetti di carta igienica dubitai fortemente di riuscirmi a pulire, l’unica cosa che giocava in mio favore era la completa mancanza di peli dal mio buchino. La puzza in quell’angusta stanzetta era insopportabile, presi la carta, la divisi in due, e la passai solo sul buchino, la sfruttai al massimo, ripetei il tutto con il secondo pezzo, ma era impossibile pulirmi bene, pensai alla pezza, ma mi faceva schifo, ci avevo pulito il mio dito. Lasciai la figa gocciolante, ma mi sentivo ancora molto sporca, ma non potevo fare altro, capii che l’intento della “Voce” era quello di umiliarmi, gettai tutto nel secchio, e aspettai, attesi che si aprisse quel cassettone per darmi la possibilità di togliere quel secchio di escrementi, ma ancora una volta avevo pensato con la mia testa, e non con quella di un sadico!
Spinsi il dito nel foro, e il cassettone si aprì, automaticamente infilai la mia ultima moneta di scambio, il mio reggiseno, e subito si richiuse, per tornare di nuovo nella mia posizione.
….”svuota il secchio nel cassettone, e tienilo, ti potrà essere utile in seguito”, la “Voce” si era presa tutti i miei vestiti, e ora mi faceva solo svuotare il secchio obbligandomi a tenerlo nella stanzetta con il fetore che mandava!
Ora non avevo più nulla per pagare, ma ancora tanta fame, non ebbi il coraggio di chiedere nulla e provai a distrarmi!
Il mio culetto era liscio, privo di peletti, Giovanna era bravissima nel suo lavoro, e …non solo! Quella famosa sera, alla sua vista allo specchio, che si leccava avidamente le dita impregnate del mio nettare mi fece impazzire, le borbottai qualcosa senza senso, e mi piegai lentamente in avanti toccando con i palmi della mano lo specchio freddo, sentì i suoi pollici che aprivano la mia fessurina, e un dolce calore umido accarezzava le pareti della mia figa, me la stava leccando!
Mi ero appena distratta che la “Voce” m’interruppe!
……”Cara hai finito la tua merce di scambio, ora nella mia massima benevolenza, te la do io, accettala come un dono, e…….vedrai che ti divertirai”! Sussurrò con voce tranquilla. Non capii, poi lo sportello si aprì, dentro c’era una grossa scatola di legno ben rifinita, con chiusure di ottone, lunga circa un metro, alta una trentina ci centimetri. …………”Non avere paura, prendila e aprila” mi esclamo!
Ubbidii, la presi, la poggiai sulla branda e lentamente lo aprii, e guardai sbigottita, la “Voce” mi fece tornare in me…….”sai cosa sono e a cosa servono”? Sono plug-in anali mi fece notare, io ne avevo visto uno in casa di Giovanna, e ci avevamo anche giocato, ma dieci, in fila mai, erano neri di materiale plastico a forma di lancia tonda, senza punta. Partivano da una misura di circa cinque centimetri di diametro per salire al decimo con una circonferenza di almeno quindici centimetri se non di più, lunghi in proporzione dal più piccolo circa sette per arrivare all’ultimo di almeno venti, avevano tra la lancia e una base circolare, uno stelo che variava secondo la grandezza, erano numerati sulla base della scatola da uno a dieci, ed erano nelle loro sedi di raso rosso!
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16 years ago
paprika1, 37
Last visit: 16 years ago -
Enzo_1
Il mio amico Enzo è a casa in malattia oramai da una settimana. tosse mal di gola e qualche linea di febbre. Sua moglie, infermiera di professione, ne prende cura amorevolmente e lo vizia con continue premure.
Dopo alcuni giorni a letto, Enzo mi chiama e mi dice che sta meglio ed avrebbe voglia di incontrarmi. Sua moglie è di turno di pomeriggio il giorno dopo e, se sono libero, potremo incontrarci. Sulle prime civetto un po’, mi faccio desiderare e rimaniamo d’accordo che gli saprò dire qualcosa in serata. Appena terminata la chiamata cancello tutti gli appuntamenti per il giorno seguente. In serata confermo l’appuntamento. Il pomeriggio seguente mi presento a casa sua desideroso di poter godere del suo bel cazzone.
Enzo si presenta alla porta con fare molto eccitato. Mi dice di andare in camera da letto e di prepararmi. Prepararmi per cosa gli chiedo. Mi accompagna e mi mostra i vestitini e la biancheria intima di sua moglie. Sua moglie con gli anni si è un po’ ingrossata e portiamo quasi la stessa taglia. Prima di lasciarmi solo ad affrontare questo nuovo aspetto della nostra relazione mi da anche una parrucca nera a cascetto. Devo ammettere che questo è stato il mio primo travestimento e mentre indossavo calze reggicalze, perizomi e minivestitini mi stavo eccitando.
Appena pronto sono uscito e ho chiesto un suo parere se potevo essere di suo gradimento. Luana, d’ora in poi sarai Luana, … penso che questo volesse dire che ero di suo gradimento.
Così travestito mi ha ordinato di andare in cucina a fare il caffé perché ne aveva voglia. Ubbidiente come una cagna ho obbedito senza discutere.
In cucina stavo organizzandomi per preparare il caffè, ma non mi ero accorto che il mio maschio era proprio dietro di me. Mi accarezza le spalle e poi mi spinge con decisione contro il banco della cucina, mi prende le mani e mi ammanetta. Così bloccato mi costringe sulle ginocchia e mi porge il suo cazzone da succhiare. E’ molto eccitato ed il suo cazzo mi scende rapido in gola fino a soffocarmi.
Il gioco che stavo solo subendo manovrato dal mio maschio mi stava eccitando moltissimo. Legato, travestito, … ero Luana ero la sua troia.
Quando ne ha abbastanza ed il cazzo è duro come il marmo mi fa rialzare e, sempre ammanettato, mi spinge di nuovo contro il banco della cucina. A questo punto, sento che le sue mani cercano il mio pertugio, lo lubrificano un po’ e dopo qualche istante il suo sesso è dentro di me. Sento i suoi colpi di reni fino in gola e anche se fa male non voglio che smetta.
Poi, mentre sto venendo, si ferma ma solo per mettermi a terra appoggiato alle ginocchia e quindi ricominciare la monta. Non mi ricordo per quanto tempo mi abbia scopato, ma certamente non posso scordare il momento in cui è venuto. Ero io a terra ormai eccitatissimo e a sua totale mercè. Prima di venire sfila il cazzo dal mio culo, mi tira su la testa e me lo sbatte in bocca.
Il suo seme mi ha riempito la bocca fino quasi a soffocarmi.
…
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16 years ago
ric8876,
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La gelosa roberta
Eccomi pronta per raccontarvi un'altra avventura.
A dicembre scorso, io e il mio lui conoscemo su un altro sito, una bella coppia trentenne della prov di Napoli, Roberta e Franco.
Il primo contatto avvenne per cell tra me e la lei, stabilimmo che ci saremmo visti all'uscita dell'autostrada della loro città, visto che potevano ospitare nel caso avessimo deciso di approfondire la nostra conoscenza. Al nostro arrivo ci salutarono con molto calore e notammo che erano davvero una bella coppia, lei in special modo, era molto carina, indossava un abitino corto nero, mi resi conto che sotto non aveva nessun indumento intimo, aveva i capelli lunghi e neri, insomma un bel pezzo di figa, tanto che Silvio non le tolse gli occhi di dosso, ma anche lui era carino, aveva un fisico asciutto e definito e un bel volto, per di più mi stava mangiando con gli occhi. Andammo in un bar del posto e subito la conversazione si fece piccante, loro volevano subito andare al dunque e ci spiegarono le loro voglie e le loro esperienze, specie roberta era proprio una troia e lo diceva con molta disinvoltura, Franco continuava a non togliermi gli occhi di dosso, mi faceva domande intime davvero imbarazzanti, ma Silvio mi fece capire di assecondarlo e così feci, cominciai a provocarlo, gli spiegai che amavo fare un bel pompino quando trovavo un cazzo che meritava e se c'era l'occasione, non disdegnavo di assaggiare la sborra, si stava eccitando e mi chiese fino a che punto sarei riuscita a a essere trasgressiva, subito Silvio intervenne per dire che io sarei stata capace di fargli un pompino nel bagno del bar, la cosa mi lasciò di stucco, ma al mio uomo piacciono certe cose e io non posso deluderlo, così dissi che per me non c'erano problemi. Franco si alzò e si avviò al bagno lo raggiunsi dopo qualche minuto, entrai in uno dei 4 bagni che c'erano e dove mi stava aspettando Franco, gli sbottonai i pantaloni e mi resi conto che la serata sarebbe stata fantastica, aveva un cazzo favoloso, lungo e grosso, lo presi in bocca e lo spompinai per un po, poi gli dissi che bisognava andare, potevamo continuare a casa loro.
Silvio e Roberta ci stavano aspettando, mi accorsi che a lei la cosa aveva un poco infastidito, forse era entrata in competizione con me, lei era molto bella, ma evidentemente la mia aria da ragazzina innocente, aveva eccitato molto il suo uomo e la cosa non le piaceva. Ci alzammo dal tavolo e ci avviammo alle macchine, ci chiesero di seguirli e andammo a casa loro, appena entrati, Franco mi fece sedere sul divano e cominciò a massaggiarmi le gambe, vidi Roberta accigliarsi, ma la cosa mi eccitava, così non persi tempo e tirai fuori quel bel cazzone per ingoiarlo tutto, lo feci con tanta foga che Franco urlò come un pazzo, ero decisa a non farmi più dimenticare da lui, così leccai con avidità il cazzo e le palle senza lasciarlo respirare un minuto, lo presi da dietro e lospinsi nella mia bocca, mi feci arrivare quel grosso arnese fino alla gola, mentre con la punta della lingua gli leccavo la base del cazzo, stava scoppiando, ma continuai fino a quando senza avvisarmi, mi esplose in bocca, sborro molto, ma io non lo lasciai e lo pulii con la lingua e senza mai smettere continuai a spompinarlo fino a farlo venire ancora duro. Silvio divertito dalla cosa, senza perdere tempo, cominciò a leccare la bella Roberta, la begno bene mettendola a pecora, la penetrò con il suo bel cazzo, ma lei sembrava molto tesa, era ormai evidente che si era innervosita, forse era abituata ad essere la prima donna o zoccola della situazione, ora si trovava davanti una stronzetta come me, che sapeva fare la troia più di lei, Silvio la penetrò per un poco, riuscì pure a farsi fare un pompino, ma lei continuava ad essere nervosa e così, mentre io avevo preso a farmi chiavare da Franco, che sembrava non ne volesse sapere di Roberta, feci segno al mio uomo e gli presi il cazzo in bocca, ero diventata la preda della serata, Roby si sedette su di una poltrona e noi continuammo indifferenti a scopare come matti. Franco mi fgece mettere a pecorina e mi scopava da dietro con forza, era davvero uno stallone, mi chiavava con veemenza, cone se non vedesse una figa da anni, Silvio mi aveva messo il cazzo in bocca e io lo leccavo tutto, poi si staccò e chiese a Franco di mettersi da sotto, mi sedetti su qual palo enorme e il mio lui mi penetrò nella figa dove avevo già il cazzo di quell'animale, sentire due cazzi dentro mi fece strillare senza vergogna, chedevo di non fermarsi, mi sentivo piena, solo una donna può capirmi, mi montarono senza fermarsi un attimoi e io non davo a loro tregua un momento, mi chiavarono in tutte le posizioni, avevo cazzi dovunque, mi piaceva passarmili sul viso, erano turgidi e volevano scoppiare, ma io mi fermavo sempre un attimo prima che sborrassero, non volevo che terminassero presto, avevo due cazzi adisposizione e volevo godermeli, poi c'era Roberta seduta e nervosa, e io dovevo darle una lezione che nonavrebbe mai più dimenticato. Mi stavano chiavando qualche ora, io non accennavo afermarmi,mentre loro stavano scoppaindo, ma chiesi di volere essere inculta da Silvio, ma lo stronzo mi rispose che se desideravo un cazzo nel culo, quello sarebbe stato il cazzo di Franco, così ilm padrone di casa prese della crema, la spalmò sul mio buchetto, lo allargò con le dita e dopo poco, mi inculò, era enorme, ma contrariamente a quello che mi aspettavo, nonprovai dolore, mi sentivo solo piena, Silvio mi penetrò da sotto e così li incitai a sfondarmi, dopo 20min erano stanchi, così decisi di concedere un resa onorevole, li feci mettere davanti a me e mi feci inondare di sborra e devo dire che me ne diendero tanta, dovetti chiedere la cortesia di farmi una doccia, perchè non potevo uscire in quello stato, sborrarono tanto e io li leccai senza tralasciare di farmi guardare da bRoberta che era letteralmente incazzata, infatti si rivestì e non disse una porola, io da vera puttana, feci una doccia e mi tolsi lo sfizio di fare un ultimo pompino a i miei uomini mentre mi lavavo, un ultimo getto di sborra e li congedai, mi lavai per bene, dopo come se niente fosse, chiesi a Roby se si era divertita, non mi degno nemmeno di una risposta, Franco si imbarazzo molto del comportamento della sua lei, ma a me nonme ne fregava niente, anzi, disse, con lei davanti, che la prfossima volta avrei preferito incontralo da solo. Cmq ci salutammo, senza che lei ci degnò di uno sguardo, aveva avuto una bella lezione, si era pavoneggiata tanto, ma aveva trovato una troia vera sulla sua strada. Ci siamo rivisti altre volte, magari appena ho tempo vi racconto. Baci, Francesca
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16 years ago
admin, 75
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Turbine di piacere
La stanza è illuminata solo da 3 candele che bruciano un profumo di incenso fruttato…
Le ombre si rincorrono sulle pareti e i sensi si confondono nell’aria…
Un’aria tesa, carica di desiderio, di emozioni frenetiche, impazienti, forti e tremanti allo stesso tempo.
Ed ecco comparire un fascio di luce: la porta si apre e lascia intravedere una sagoma slanciata che si avvicina ai nostri corpi nudi distesi sul letto, uno a fianco all’altra e protende una mano, fino ad accarezzarci delicatamente le gambe…
Quella mano calda, leggera, che con estrema dolcezza sale fino all’inguine, per poi scendere nuovamente sulle cosce e risalire velocemente, sempre più energica…
La tua mano che si gusta i nostri sussulti… i nostri fremiti di piacere… e che con avidità cerca i nostri sessi, per risvegliarli, per eccitarli…
Ed è in quel momento che anche le nostre dita si cercano e cercano te e ti vogliono avere e sentire; e cominciano a carezzare il tuo corpo ancora velato da quei pochi indumenti intimi che lasciano spazio solo alla fantasia… una fantasia di possesso, una fantasia di piacere.
Lentamente lasciamo che ci spogli, che ci liberi dalle poche cose che ancora ci coprono, e nello stesso tempo scrutiamo dentro il tuo perizoma, sotto la tua gonna così leggera, così provocante…
e ci soffermiamo sulle tue natiche, così sode, lisce , per poi accarezzarti tutto il corpo e sentire i brividi sulla tua pelle.
Ed il gioco comincia… o meglio, è già iniziato nel momento in cui sei entrata con i tuoi capelli biondi e lisci… truccata e svestita dentro le nostre fantasie…
La tua bocca ora cerca la nostra pelle; il sapore dell’eccitazione, il profumo dei nostri piaceri, la voglia dei nostri corpi… e le tue labbra affondano sul sesso di lui che con un sussulto si abbandona alle tue calde effusioni… sempre più giù, fino a sentire il suo membro fino in gola, fino a non averne mai abbastanza.
Mi giro e concedo il mio sesso all’uomo che sta gustando il piacere di essere succhiato che con impeto mi prende i fianchi e mi attira verso la sua bocca, la sua lingua così dolce e delicata che cerca di entrare nel mio “universo”, che mi da un enorme senso di appagamento…
E con le mani ti tocco ed eccito il tuo sesso, passando da donna a uomo senza distinzione, perché quello che voglio è che lui ti possa avere, che possa darti il piacere che tanto brami… quel piacere di sentirlo dentro di te, nel tuo sedere… sempre più su, sempre più forte…
Un vortice di desiderio ci avvolge…le mani si fanno più impazienti… il sesso ci aspetta, ma dovrà attendere ancora un po’ prima di portare all’apice del piacere i nostri sensi…
Avvicini il tuo cazzo alla sua bocca e lasci che con un impercettibile tintinnìo ti stuzzichi l’eccitazione più perversa, lasciarti succhiare da un uomo che non vede l’ora di penetrarti… ed è in quel momento che la tua lingua si sposta dal sesso di lui per lasciarmi godere del suo membro: inarco la schiena ed accolgo il suo sesso eccitato e turgido dentro di me, mentre tu mi lecchi il clitoride ed aumenti la mia eccitazione…
Mi muovo delicatamente su e giù, facendo scorrere il suo cazzo dentro di me molto lentamente, per affondare ritmicamente e violentemente fino a sentirlo battere dentro di me… dandogli delle scosse di piacere… cavalcandolo il più voracemente possibile…
E lui ti succhia con lo stesso ritmo… cercando di ingoiare tutto il tuo piacere, leccandoti dolcemente la pelle liscia e facendoti sussultare ad ogni passaggio.
Il godimento estremo non tarda ad arrivare ed io mi sposto… sfilando dal mio corpo il suo… concedendoti la sua essenza…
Il suo bel cazzo eccitatissimo cerca il tuo buco… si fa strada nel tuo calore… e con un colpo ti procura un dolce brivido di dolore e piacere che ti toglie il fiato per un secondo…
E cominci a cavalcarlo… a volerlo sempre di più, e non ti basta… le mie mani seguono il tuo ondeggiamento su giù e ti spingono il bacino con forza e ti ritirano verso l’alto più lentamente e poi ancora giù, violentemente, per fartelo sentire tutto dentro… quasi a non poterne più…
E la mia bocca cerca il tuo sesso scoperto… e la sua lingua si muove freneticamente dentro di me…
E tu, ad un certo punto, stremata dal piacere, ti lasci scivolare di lato e ti stendi per un attimo di riposo…
Io ricomincio a leccarlo, lo accarezzo, su tutto il corpo, fino ad arrivare sul suo membro ancora turgido e voglioso e lo prendo fra le mani… lo muovo su e giù, passo la mia lingua dal basso verso l’alto per poi scendere nuovamente fino a prendergli in bocca le palle e a scivolare ancora più giù…
Guardandoci, il tuo desiderio si affaccia nuovamente e le tue mani cominciano a cercarci nuovamente…e a questo punto… ti leghiamo e ti immobilizziamo…
Prima per farti un po’ soffrire, guardando noi due che ce la spassiamo…poi, alternandoci per qualche secondo facendoti sentire le nostre lingue calde e bagnate sul tuo corpo…passandoti di tanto in tanto le dita lungo la parte interna delle cosce e solleticandoti l’inguine… fino a che non chiederai con tutte le tue forze di essere leccata e succhiata ovunque…
Ed allora, non potrai nemmeno più guardare… ma dovrai solo “sentire”, su ogni centimetro della tua pelle, l’eccitamento dell’essere coccolata…
Non puoi fare nulla, puoi solamente gustarti il momento, fino a che noi decideremo che è abbastanza e che il tuo eccitamento è sufficientemente alto per poter godere un altro po’…
Godere del piacere che ti diamo… godere del piacere che ci dai… godere, solo godere di tutto…
Stiv vuole nuovamente averti… essere dentro di te… e quindi mi sposto e vi lascio fare…
Mi siedo in disparte, un buon bicchiere di vino… e lo spettacolo ha inizio.
Tu ti ci siedi sopra, prendi il suo cazzo tra le mani e te lo infili nel culo… un gemito riempie l’atmosfera…
I vostri corpi si uniscono, l’uno dentro l’altro, tra voglia e piacere, con violenza e dolcezza ed entrambi vi lasciate avvolgere dal godimento.
Il suo bel cazzo eccitatissimo cerca il tuo buco… si fa strada nel tuo calore… e con un colpo ti procura un dolce brivido di dolore e piacere che ti toglie il fiato per un secondo…
E cominci a cavalcarlo… a volerlo sempre di più, e non ti basta… le mie mani seguono il tuo ondeggiamento su giù e ti spingono il bacino con forza e ti ritirano verso l’alto più lentamente e poi ancora giù, violentemente, per fartelo sentire tutto dentro… quasi a non poterne più…
E la mia bocca cerca il tuo sesso scoperto… e la sua lingua si muove freneticamente dentro di me…
E tu, ad un certo punto, stremata dal piacere, ti lasci scivolare di lato e ti stendi per un attimo di riposo…
Io ricomincio a leccarlo, lo accarezzo, su tutto il corpo, fino ad arrivare sul suo membro ancora turgido e voglioso e lo prendo fra le mani… lo muovo su e giù, passo la mia lingua dal basso verso l’alto per poi scendere nuovamente fino a prendergli in bocca le palle e a scivolare ancora più giù…
Guardandoci, il tuo desiderio si affaccia nuovamente e le tue mani cominciano a cercarci nuovamente…e a questo punto… ti leghiamo e ti immobilizziamo…
Prima per farti un po’ soffrire, guardando noi due che ce la spassiamo…poi, alternandoci per qualche secondo facendoti sentire le nostre lingue calde e bagnate sul tuo corpo…passandoti di tanto in tanto le dita lungo la parte interna delle cosce e solleticandoti l’inguine… fino a che non chiederai con tutte le tue forze di essere leccata e succhiata ovunque…
Ed allora, non potrai nemmeno più guardare… ma dovrai solo “sentire”, su ogni centimetro della tua pelle, l’eccitamento dell’essere coccolata…
Non puoi fare nulla, puoi solamente gustarti il momento, fino a che noi decideremo che è abbastanza e che il tuo eccitamento è sufficientemente alto per poter godere un altro po’…
Godere del piacere che ti diamo… godere del piacere che ci dai… godere, solo godere di tutto…
Stiv vuole nuovamente averti… essere dentro di te… e quindi mi sposto e vi lascio fare…
Mi siedo in disparte, un buon bicchiere di vino… e lo spettacolo ha inizio.
Tu ti ci siedi sopra, prendi il suo cazzo tra le mani e te lo infili nel culo… un gemito riempie l’atmosfera…
I vostri corpi si uniscono, l’uno dentro l’altro, tra voglia e piacere, con violenza e dolcezza ed entrambi vi lasciate avvolgere dal godimento.
Stufa di seguire quel ritmo frenetico con gli occhi, mi avvicino a te e comincio a toccarti, passando da te a lui indistintamente; carezzandovi le parti intime che si uniscono e aumentando il vostro desiderio…
Mi infilo con la testa sotto di voi e la mia lingua si posa sulla pelle delicata e il calore umido della saliva vi avvolge… e le mie labbra percepiscono i vostri spasmi, e le mie mani cercano il vostro corpo…
D’un tratto tu mi prendi la testa e mi immobilizzi le braccia alla testiera del letto… entrambi cominciate ad accanirvi su di me con la forza dettata dalla voglia di leccare ed assaporare ogni parte del mio corpo…Stiv mi lecca delicatamente le labbra, il collo i seni e tu mi accarezzi le gambe fino a risalire dall’interno coscia all’inguine, al mio sesso fremente… ma ti fermi e torni giù…
Stiv continua a succhiarmi i capezzoli, passando dall’uno all’altro che si alternano in brividi di piacere… per poi tornare al collo, alla mia bocca che si schiude al solo sentire quella sensazione calda e umida allo stesso tempo… ma non mi consente di baciarlo…e quindi torna a giocherellare con il mio corpo… fino ad arrivare all’ombelico: inarco la schiena cerco di avvicinare il mio clitoride alla sua bocca, ma ancora nulla… nessuno di voi due ha intenzione di soddisfare i miei desideri…
Le mie mani cercano di liberarsi, vorrebbero prendere la vostra testa e spingerla tra le mie gambe aperte per accogliere le vostre lingue…e voi continuate a “far finta di niente”…
Ormai esausta e rassegnata a questa “tortura”, lascio rilassare tutti i muscoli e mi abbandono al vostro “volere”.
Sento suonare il campanello… lascio stare e non mi accorgo che tu vai ad aprire la porta…
Stiv continua ad eccitarmi a toccarmi a farmi impazzire e di nuovo le tue mani sul mio corpo… ancora per qualche minuto…
Poi, ecco, d’improvviso sento un calore delicato, una lingua morbida e sensuale infilarsi tra le mie cosce e darmi un piacere improvviso…
Ma non capisco chi di voi due mi sta “divorando”… sento solo una bocca ondeggiare sul mio sesso, ritmicamente, a volte più intensa, a volte appena accennata… e nel contempo il fiato caldo si fa più ansimante…: è una donna che tu , stai scopando da dietro e che ha la testa fra mie gambe… e io raggiungo l’orgasmo…
Stiv mi slega le braccia, mi attira a sé, e insieme prendiamo lei e cominciamo a leccarla in tre tenendole le mani e le gambe… dandole il triplo piacere di tre lingue che si alternano su di lei…
sul collo, sui capezzoli, dentro di lei…
E le nostre dita le scorrono sui fianchi, sulla pancia, sulle gambe e i brividi pervadono il suo corpo…
E’ a questo punto che la prendo e la metto a cavalcioni di Stiv… le infilo il suo bel cazzo dentro e la muovo tenendola per i fianchi su di lui, mentre tu con la testa sotto di me, tocchi tra le gambe… e mi lecchi ovunque…
E lei geme, sentendo il sesso del mio uomo dentro di lei… e lui ansima in balìa degli eventi…
Tu porgi il tuo sesso a Stiv e glielo infili in bocca, perché te lo succhi con veemenza nell’attimo dell’estremo godimento.
E tutto intorno è un groviglio di sensazioni, di eccitamento e godimento assoluto…
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16 years ago
admin, 75
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Erotica fantasia
Quella mattina il sole batteva sulle finestre in maniera decisa ed il calore che sprigionava era palpabile sulla mia pelle già a quell'ora bagnata. Passeggio per casa sono nudo ogni tanto osservo il mio corpo, non più giovane, ma comunque ancora abbastanza piacente, allo specchio ... decido di fare la doccia per alleviare la brutta sensazione che l'umidità mi crea sulla pelle...sotto lo scrosciare dell'acqua scivolo con la mano sulla mia pelle cercando un pò di sollievo...un breve massaggio sui miei capezzoli sempre turgidi...giocherello con loro immaginando nella mia mente non sia mia la mano...scivolo lentamente sui peli del petto raggiungo il pube depilato..solo un piccolo ciuffo sopra il cazzo...osservo il mio pene è morbido, lo scappello e lascio che l'acqua ci scorra sopra fresca...termino la doccia esco e mi avvolgo nell'asciugamano e vado in camera per vestirmi..prendo dl cassetto quel piccolo perizoma che ho acquistato il giorno prima, attratto soprattutto dalla sensazione che avrei provato nell'indossarlo. il filo mi divide le chiappe ed io lo sistemo meglio perchè non mi dia fastidio. mi osservo allo specchio noto il mio piccolo cazzo avvolto dal tessuto ...si mi piace quella strana sensazione che mi da l'indossare quel capo tipicamente femminile...non sono donna ma la sensazione è libidinosa e mi piace ...indosso i pantaloni leggerissimi la maglietta pulita girocollo le scarpe da ginnastica..ed esco da casa. L'atmosfera all'esterno è decisamente negativa e l'impatto con l'umidità persistente ancor di più...decido di ritornare a casa e prendere il costume..vado in piscina sul lago...forse un po di sole mi farà certamente bene.. un bel bagno in piscina farà poi il resto.
Quando arrivo non c'è ancora molta gente...osservo l'acqua della piscina calma..neppure un'ondina la scuote..prendo possesso di una bella e comoda sdraio e, dopo aver indossato il costume (un piccolo costume rosso che poi non deve contenere tanto visto che il mio cazzo da tempo non risponde più come una volta....). comincio a leggere il giornale appena acquistato ...non mi accorgo neppure delle persone che nel frattempo sono arrivate ed hanno quasi completamente riempito la piscina, tanto sono assorto nei problemi della lettura. Abbasso il giornale per rendermi conto del mondo circostante...accanto a me un signore della mia età, molto abbronzato, sta fumando una sigaretta mi osserva e mi sorride..faccio altrettanto...poi mi presento...ciao mi chiamo Paolo..piacere...ciao io sono Claudio...fa molto caldo oggi...si hai ragione...dico io ci beviamo un caffe..ci alziamo insieme ..Claudio è alto quasi come me, ha un pò più di pancia rispetto a me, indossa un costume bianco che lascia comunque intravedere un consistente pacco all'interno...mi cade l'occhio proprio li e la mia insistenza nello sguardo fa sussultare Claudio che mi dice...ma ti interessa il contenuto?...lo guardo e sorridendo dico...potrebbe perchè no...lui sorride quasi soddisfatto insieme a me si dirige verso il bar. beviamo un caffe schifoso e quasi freddo..per riprenderci lui dice ..dai ci facciamo un bagno tu sei tutto sudato...ci tuffiamo nell'acqua ...è tiepida e non ci aiuta comunque a finfrescarci..nella piscina c'è molta gente tanta che io ad un certo punto dico a Claudio...scusa ma esco odio fare il bagno in queste cndizioni ..e lui ...si ti seguo..quando siamo fuori, seduti sulle nostre sdraio Claudio mi dice...se ti va possiamo andare a casa mia ho un bel colarium sul tetto lontano da occhi indiscreti, potremmo prendere il sole li, magari nudi e poi rinfrescarci con la doccia...non ci penso e gli dico subito di si...la casa, quasi sulle rive del lago è bella e grande. Claudio in maniera molto ospitale mi fa strada fino al solarium dove ci sono delle sdraio un tavolino e due ombrelloni...Claudio mi osserva mentre lentamente si spoglia ..lo guardo sfilarsi i calzoni e la camicia già aperta..rimane ancora con il costume bianco che però lentamente fa scivolare in basso...il suo cazzo è grosso ed è gia molto duro ricurvo con la cappella lucida appoggiata sulla sua pancia..sorride e mentre si distende sulla sdraio mi dice...be che fai, non ti spogli..vuopi prendere il sole vestito...già hai ragione...mi sfilo la maglietta ed abbasso i pantaloni rimanendo con il costume rosso ancra addosso..e lui...dai togli anche quello...colore integrale avevamo detto ...lo osservo e lentamente faccio scivolare il costume in basso. la mia situazione è un po diversa. il mio cazzo è sempre molle e ondeggia in mezzo alle gambe sopra due piccoli coglini sgonfi...claudio allunga la mano verso di me e dice...dai vieni qui vicino a me e distenditi anche tu sulla sdraio..seguo il suo consiglio e mi dstendo sui cuscini caldi sollevando una gamba e girandomi un po verso di lui..in silenzio lo guardo, osservando ancora una volta il suo cazzo sempre più grosso e duro..poi luimi dice...ti spiac spalmarmi un po di crema sulla schiena?---mi porge il tubetto ed io risollevandomi mi siedo sul bordo della sdraio proprio dietro di lui, apro il tubetto e metto un pò di crema sul palmo della mia mao iniziando subito dopo a spalmarla sulla sua schiena ..la pelle è liscia e calda, la mano scivola velocemente sulla sua pelle roteando per fare assorbire meglio la crema...mhmm che bello sei bravo ad accarezzare e spalmare la crema..proseguo anche sui ianchi e sento il suo respiro farsi più deciso quasi affannoso...intanto si è disteso di schieva ed anche lui ha sollevasto una gamba..gli guardo le gambe ancora belle tonische e muscolose coperte da una leggera peluria chiara. i piedi magri con le dita lunghe sono molto curati ..intanto proseguo a spalmargli la crema sul corpo accarezzandogli dolcemente i suoi piccoli capezzoli turgidi e scivolando lungo il basso...sfioro con la mano la cappela durissma alzo lo sguardo verso di lui. Claudio ha gli occhi chiusi e sembra veramente compiacersi del tocco della mia mano tant'è che porta diretamente la mia mano sui suoi coglioni...li afferro piano delicatamente sentendone sia la grandezza sia la consistenza. a quel punto lascio la mia sdraio e mi sistemo sulla sua, scivolando però vers il basso e sedendomi ai suoi piedi che afferro entrambe appoggiandoli su di me..guardo le dita le accrezzo passando i miei polpastrelli sopra e subito dopo scivolando con la lingua e succhiandole una ad una...lui è estasiato e si lascia andare a piccoli gemiti di piacere..le sue gambe ora sono larghe e fanno vedere bene il suo cazzo estremamenbte eccitato sopra le due palle rigonfie di piacere. con le mani scivolo sulle sue gambe palpandole le cosce sono calde ed ancor di più i suoi coglioni gonfi che sembrano debbano scoppiare da un momento all'altro. Mi sistemo meglio sulla sdraio avvicinando il viso al suo cazzo la lingua sfiora la pelletesa dei suoi grossi coglioni e prosegue lungo il cazzo duro e profumato. le mielabbra prima lo sfiorano e poi in maniera più deciso afferrano il corpo caldo del suo cazzo giungendo in breve sulla cappella avvolgendoa e facenola sparire nella bocca calda e vogliosa. Claudio ora geme senza limitazioni e sento che sta godendo mentre con le mani mi accarezza i capelli. Mi sollevo lievemente e infilo ancor più deciso il suo cazzo in gola cominciando a titillare la cappella con la lingua, mentre le dita e le mani giocano con i suoi coglioni. proseguo una decina dii minuti instancabile sul suo cazzo durissimo fino al momento in cui non sento ua caldissima sensazione in bocca...Claudio mi schizza in maniera sempre più decisa la sua crema quasi bollente e la mia bocca si riempie del suo calore. bevo senza tregua assaporando quella densa crema che scivola nella mia gola e mi riempie ... lo accarezzo ma il suo cazzo è ancora duro..sollevo il viso ed incontro i suoi occhi mi sssurra ...ho voglia di te...viene che voglio fare l'amore con te..mi prende l mano ed alzandoci insieme lo seguo fedelmente all'interno dell'appartamento..scendiamo due scalini e lui dolcemente afferrabdomi per i fianchi comincia avvicinandomi a lui a baciarmi sul collo ..entriamo abbracciati in una camera..lui apre un cassetto, prma mi guarda e poi mi porge un piccolo perizoma nero con una rosa ..indossalo che mi eccito ancora di piùì...lascio le sue mani ed indosso quel piccoo indumento che sembra quasi perfetto per me...poi apre un anta dell'armadio dove sono sistemati ordinatamente una serie di scarpe da donna, prende un paio di zoccoli laccati neri cn un tacco altissimo me li porge ed io senza dire nulla li calzo subiro...sembra che sapesse il mio numero perchè mi stanno a pennello...poi lui si gira e guardandomi mi dice...vai in agno manca l'ultimo indumento ti aspetto in camera..e mi lascia solo . Entro nel bagno grande e luminoso alla parete appesa una lunga vestaglia nera trasparente che indosso subito e poi, cercando di contenere il naturale sculettamnento che le scarpe mi imprimono mi avvicino alla camera da letto, apro la porta ..lui è già disteso sul letto, appoggiato con la schiena ad alcuni cuscini colorati ..mi guarda e sorridendo ed allungando le mani dice...vieni tesoro sei splendida vieni che ho voglia di fare l'amore con te..mi avvicino sculettando, come l'avessi sempre fatto, non sono goffo, anzi sembrache mi sia naturale farlo. quando sono al suo fianco lui si solleva e mi fa scivlare la vestaglia fino a farla scivolare a terra. poi mi invita a salire sul letto mi distendo su un fianco accanto a lòui che comincia a baciarmi sul corpo accarezzandomi e palpando le mie chiappe. mi gira a pancia in giù allargandomi le cosce ..sento le sue mani infilarsi tra le mie chiappe, scostare il filetto del perizoma..poi prende una crema da un cassetto e comincia a spalmarmi la crema soffice e fresca sul buchetto e dentro..mi apro dolcemente alle sue dita allargando ancor di più le gambe, poi dopo avermi spalmato una bella quantità di crema sul buchetto bollente mi fa sollevare sulle ginocchia e mettendosi dietro di me appoggia la sua caldissima cappella al buchino sento che spinge ma non trova alcuna opposizione, al ontrario il mio culo si apre ed io sento quella meravigliosa sensazione che il cazzo ti da quando entra dentro..il suo cazzo duro mi entra dentro e quando arriva in fondo sento prima le sue palle sbattere sulle mie chiappe e poi le sue mani che con decisione mi afferrano i fianchi e lui che ansimando comincia a scoparmi sempre più deciso...mi piace e godo moltissimo mentre il suo cazzo mi apre ogni volta che lui lo spnmge deciso fino in fondo...scopiamo così per molte ore e lui mi prende in quasi tutte le posizioni possibili ed immaginabili riempiendomi della sua caldissima crema...da quel giorno ci siamo visti regolarmente con claudio, facendo l'amore sia soli che in compagni sia di altri amici che amiche..ognuno di noi ha la sua vita ma quando ci inctriamo, durante i fine settimana ci riprendiamo tutte le rivincite che vogliamo....
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16 years ago
admin, 75
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Ricordi ricorrenti
Fu un pomeriggio di qualche anno fa …lavoro come autista presso un’associazione di volontariato che si avvale anche dell’opera di alcuni pensionati , alcuni li conosco di vista perché vengono a prendere alcuni materiali che vengono stipati nel capannone automezzi.
Quel pomeriggio ero passato in garage per controllare alcune cose , ero soprapensiero convinto di essere solo mi sono abbassato per guardare sotto un automezzo che mi sembrava perdesse olio , con mia immensa sorpresa ho notato in fondo al capannone delle gambe e ora che ci facevo caso sentivo anche un certo brusio in lontananza , ho pensato fossero i pensionati che ogni tanto vengono in magazzino ,così mi sono avvicinato , mentre mi muovevo ho notato riflessa nel vetro di un auto , il viso di una signora che avevo già notato perché nonostante l’età era una bella signora , abbastanza provocante ma mai all’eccesso molto seria e riservata , non capivo chi c’era con lei ma mentre mi avvicinavo pensavo che poteva essere una buona occasione per conoscersi stavo per farmi sentire a voce alta quando le voci che sentivo mi hanno un po’ bloccato nel senso che ora distinguevo una voce bassa ma decisa quasi arrabbiata , a questo punto visto che nessuno si era accorto di me ho deciso di avvicinarmi spiando, non so perché , comunque quando sono arrivato a poter vedere e sentire sono rimasto letteralmente di stucco, descrivo scena e soprattutto linguaggio , lei con vestito alzato fino alla pancia , mutandine al ginocchio si toccava e insultava il marito che le stava di fronte con i pantaloni giù – guardami porco guardami la fica segaiolo ti piace così la mia fica aperta dai toccati che mi sto bagnando come una cagna in calore – e lui di rimando – sei proprio una gran fica fammela vedere mentre mi tocco il cazzo sei proprio una gran fica – di colpo avevo il cuore che andava a mille all’ora e un erezione quasi istantanea , non so se per la situazione o per il linguaggio , ho cominciato a toccarmi freneticamente cercando anche una posizione per non farmi scoprire e allo stesso tempo avere una buona visuale , lei ora aveva fatto scivolare le mutandine giù e aveva alzato una gamba appoggiando il piede su uno sgabello , lui era davanti in ginocchio –dai leccami la fica bastardo mi hai fatta bagnare senti com’è bagnata la mia fica sono un lago di voglia leccamela tutta sopra e dentro hai ancora il cazzo mezzo moscio dai scopami con la lingua e menati il cazzo porco , lecca fighe , segaiolo , guarda me la tengo aperta con le mani dai fammi sentire troia – lui si è messo sotto di lei a quattro zampe e ha cominciato a leccare avidamente continuando a menarselo , io non capivo più niente , continuavo a masturbarmi cercando di avvicinarmi per vedere e sentire meglio , ero completamente rapito dalla situazione , tanto da non accorgermi che mi stavo avvicinando troppo difatti lei sempre guardando il marito che ormai aveva la faccia incollata alla fica ha esordito dicendo – continua a leccarmi che abbiamo un ospite guardone e segaiolo come te che si sta menando il cazzo e c’è l’ha già bello duro – poi alzando la testa e fissando nella mia direzione disse – se ti avvicini magari ci divertiamo in tre – beccato : ero imbarazzatissimo , insomma sul posto di lavoro , se si veniva a sapere , ormai ero in ballo e tanto valeva approfittare della situazione , quindi mi sono avvicinato lei mi ha fatto abbassare i pantaloni e me lo ha preso in mano cominciando una deliziosa sega , il marito intanto era sempre li indaffarato , chiusi gli occhi rilassandomi dalla tensione che avevo accumulato , lei sempre impugnando il cazzo avvicinò le sue labbra alle mie e mi travolse con un bacio prolungato e eccitantissimo , ero in balia di quella sensualissima sessantenne al punto che la lasciai fare quando , prese la testa del marito spostandola delicatamente ma con ferma decisone in direzione del mio inguine disse al marito –fammi vedere come succhi un bel cazzo duro, porco prendiglielo in bocca pompinaro che non sei altro – e rivolta verso di me prendendomi la mano – senti la mia fica com’è bagnata scopami con le dita ti prego – stavo scoppiando masturbavo una signora che se ne stava infoiata a gambe aperte , mi godevo un pompino con leccate minuziose dai coglioni alla punta della cappella e con la coda dell’occhio vedevo lui che si segava e gli piaceva perché aveva il cazzo sempre più duro , mi stavano venendo pensieri che mai avrei immaginato , del tipo ,se lui godeva così che so magari ricambiare il favore per vedere cosa si provava , un brivido mi percorse la schiena …e altro , venni distolto da questi pensieri perché lei ci interruppe suggerendo ( giustamente ) una posizione più comoda , così, lei si mise a cercare dei materassini io e lui cercammo di sistemare delle scatole in modo da formare una base su cui appoggiarli, nel fare alcuni movimenti mi misi i ginocchio voltandomi il viso si trovò all’altezza del suo membro , lui non si mosse , forse per mettermi alla prova , io rimasi a fissare quel pisello un po’ più spesso del mio con la cappella violacea fuori , la pelle la lasciava un po’ scoperta ,era ancora duro ma non teso come prima quando se lo menava , non so cosa mi prese , continuavo a fissarlo e inconsciamente avvicinai il viso ,provai maldestramente a leccarlo di lato , al che lui – vuoi provare…? – così dicendo impugnò il membro alla base , tirando indietro la pelle scoprì completamente la cappella e lo appoggiò delicatamente sulle mie labbra socchiuse che si aprirono per prenderglielo il più possibile in bocca , non aveva un sapore particolare ma il gusto del tabù infranto e del proibito mi mandarono fuori di testa, il mio cazzo ebbe un guizzo e morbosamente cominciai a segarmi mentre lui ormai aveva preso il ritmo e mi scopava delicatamente in bocca , la lei ritornò con i materassini e vedendo la scena disse – che porci finocchi vi piace succhiarvi i cazzi mi eccitate ancora di più voglio succhiartelo mentre fai un pompino a quel porco – si accucciò e attaccò le sue labbra al mio cazzo cominciando a succhiarlo con frenesia , intanto lui aveva preso a menarselo piano , un po’ tenendolo nella mia bocca un po’ sbattendolo sulle guance e le labbra umide….era troppo , dopo qualche minuto dovetti fermarli perché stavo venendo , non volevo che quel momento magico terminasse così cambiammo posizione , lei si sdraiò supina , lui si buttò immediatamente a leccarle la fica io li guardai un po’ quindi mi sistemai di fianco a lei e aiutandola con le mani feci in modo che riprendesse il pompino fra i gemiti che le provocavano le leccate del marito , dopo un po’ mi fece cenno di abbassarmi e mi sussurrò – lo vedi com’è messo alla pecorina , secondo me aspetta che tu glielo metta dietro , ci piace molto farlo così , dai te lo inumidisco ancora un po’ così poi glielo sbatti nel culo – ormai un primo passo l’avevo fatto ( prendendo in bocca il cazzo di un uomo e mi era piaciuto) tanto valeva provare , lei lo leccò ancora un po’ per bene , quindi io mi misi dietro di lui che aveva intuito la richiesta fattami dalla moglie e divaricò lascivamente le gambe , feci scivolare un po’ di saliva nel solco fra le chiappe e cominciai a massaggiare con due dita quel buchetto con pochissimi peli , morbido al tatto , di colore scuro intorno ma dentro intravedevo un colore rosso scuro quasi fosse un ferita , tutto questo non faceva che accrescere la mia voglia , il mio cazzo era durissimo continuavo a tormentarlo stringendolo e menandomelo piano , mi sembrava fosse pronto , così sempre toccandomi avvicinai il mio membro a quell’orifizio oramai umido , caldo , voglioso , avendo paura di forzare troppo , appoggiavo piano la mia cappella facendola entrare e uscire , non so se era la foga ma mi sembrava di non incontrare molta resistenza , anzi ad un certo punto notai che lui faceva un movimento all’indietro come se lo volesse più dentro , tentai di resistere rimanendo fermo e lasciando che quel movimento lo facesse entrare piano , poi però preso dall’eccitazione lo afferrai per i fianchi mi ritirai indietro e tentai di affondare il mio cazzo in quella voragine di piacere proibito , lui cominciò a gemere e a incitarmi ,senza mai smettere di leccare la fica spalancata della moglie , così cominciai un lento andirivieni e nel farlo quasi istintivamente con la mano presi a masturbarlo , era abbastanza consistente e dopo qualche colpo mi accorsi che gli stava uscendo qualcosa , tant’è che mi ritrovai la mano bagnata e un po’ appiccicosa , la cosa invece di infastidirmi mi eccitò ancora di più , anche perché più aumentavo i ritmi e più lo sentivo crescere nelle mia mano , ormai era duro come prima mentre lo succhiavo , preso dall’enfasi avevo aumentato molto il ritmo , lei se ne accorse e implorò il marito – sto per venire fermati , scopami voglio sentire il tuo cazzo che mi sfonda anzi scopatemi tutti e due – mi fermai perché ormai anch’io non sapevo per quanto sarei riuscito a trattenermi , cambiammo posizione , mi fecero sdraiare , lei dandomi le spalle si chinò e dopo aver insalivato il mio membro se lo fece scivolare nel culo dicendo porcate e oscenità di ogni genere una volta sistemata , chiese al marito di scoparla davanti lui lo infilò e io provai una sensazione stranissima , sentivo distintamente il cazzo di quell’uomo andare su e giù , intanto lei descriveva a voce alta quello che provava – mi sento piena che bello farsi scopare da due cazzi mi sento una troia vorrei averne uno anche da succhiare si avere anche un bel cazzone che mi scopa in bocca dai fammi sentire una puttana vogliosa di cazzi , promettimi che lo faremo anche in quattro – lui preso da quelle frasi la scopava con foga , io godevo incredibilmente anche perché subivo i loro ritmi , solo che a quel punto non riuscivo più a trattenermi – che porci siete mi state facendo sborrare – dissi e lei – si riempimi il culo di sborra calda voglio godere sentendomi una troia piena sborra con la fica e il culo sfondati – stavo venendo …un orgasmo incredibile mi travolse mi sembrava di non finire mai , anche loro stavano venendo quasi contemporaneamente , continuando a dire oscenità di ogni genere .
P.S. I rapporti sessuali descritti sono frutto delle mie esperienze passate con alcune coppie ( in particolare una con cui avevo un ottimo rapporto bisex ) quindi ho pensato di coniugare questi ricordi con un racconto-fantasia che mi piacerebbe realizzare
Un bacio a chi si è un pochino eccitato leggendo
18
5
16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
L\'isolare
Ciao principessa, ci siamo appena videochiamati…non si vedeva un granchè ma…
Meglio che niente.
Tutto sommato hai ragione tu il nostro mondo inizia e finisce sempre sulle
sponde della nostra fantastica isola.
Quelli fortunati non saremo mai noi piuttosto gli isolani. Loro si che se la
passano bene... e quando hanno nostalgia l’uno dell’altra,
sull’isola è facile ritrovarsi subito.
L’altro giorno senza meta e con la scorta di un po’ di tempo sono stati
ancora insieme!
Stavolta lui la rapì e la portò con sé inerpicandosi per le ripide stradine
della loro misteriosa montagna.
Lei era felice e capì che, ogni volta di più, lo sarebbe diventata quando
lui l’avrebbe ancora tante volte rapita.
Chiacchierarono a lungo per la strada…non si trovava un posticino
tranquillo, il lavoro ,la stanchezza e la settimana ancora avvenire.
Si fermarono, pensarono di fare ancora due passi a piedi tra i boschi...ma
sembrava faticoso, e a volte pure pericoloso.
Troppe persone ancora in giro a quella ora!
Certo pensava tra sé e sé lui – l’estate è bella, il caldo, la natura
accogliente…- ma per tanti altri motivi era costretto a pensare all’inverno.
Si una stagione cupa ma proprio per questo è più semplice coglierne le
pieghe più recondite dove farsene nascondigli amorosi perfetti!
Chissà a cosa pensava lei in quei momenti?...
Che pensieri passassero per la sua mente non era dato sapere in
quell’istante ma era pur certo
che dopo un qualche periodo avrebbe certamente saputo tutto.
Lei era così… le sensazioni più profonde i desideri inconfessabili gliele
avrebbe confessati poi…uno dei tanti giorni avvenire.
Una domanda diretta e spiazzante e lei avrebbe cominciato a parlare di sé
delle sue più intime sensazioni come mai aveva fatto e
senza riconoscersi più in una sé stessa che sembrava non esistesse più.
Certo era cambiata.
Un’altra persona… continuava a fingere una vita solita ma…
era certa ormai!
Non era più quella di una volta!
Si abbracciarono così tanto che il tempo volò d’un sol colpo
Cominciò ad accendersi il desiderio in lui ma mai avrebbe osato chiedere
nulla!
Vero, ogni tanto sbirciava l’orologio…era tardi sembrava che non ci sarebbe
stato più il tempo per niente.
Nel suo intimo aspettava un cenno di lei…non sapeva davvero che fare.
Non è mai capitato che lei chiedesse a lui apertamente che lo desiderasse,
che facesse l’amore con lei.
Eppure a lui farebbe tanto piacere sentirselo dire forse per rassicurarlo in
questa situazione strana.
Lo sa, lei lo ama molto, ne è certo ma la vuole tutta anche la sua parte più
istintiva! Demolire definitivamente tutte le sue inibizioni.
Qualcosa successe…tardi si anzi di più.. corsero in macchina alla ricerca di
un angolino nascosto tra le foglie di complici alberi.
Tentarono più volte ma davvero difficile isolarsi sull’isola!
La voglia però era tanta e dichiarata ormai.
Ambedue qualcosa in quel poco tempo la volevano.
Nessuno era rassegnato a tornarsene senza prendere qualcosa dell’altro.
Fecero in fretta, si spogliarono a metà nella convinzione che solo qualche
carezza bastasse, ma non fu così.
Il tempo è sempre un maledetto tiranno.
Scorreva implacabile ricordando entrambe gli impegni successivi.
Tic tic tic tic…
La baciava…le tirò su l’abitino rosso, e le sue mani scorsero avidamente
sulle sue tornite gambe.
Pensò – avrei dovuto portarla qui prima –
Si certo però avrebbe pensato che si trattasse solo di sesso! No. Questo no!
Non è così, ma le piace, le piace così tanto che non riesce ormai a farla
scappare senza farne un pochino, e si tormenta
a sapere se anche per lei è così.
Tic tic tic tic…
Scivolava sulle anche, con quel bellissimo vestitino era possibile passare
sulla schiena…
ecco pensò.. il vestitino! Era stato un suo desiderio esaudito?mah chi può
dirlo-
Ma allora se lei era stata tanto sottile da ricordarsene e accontentarlo
avrebbe pure ricordato la promessa che
In quella stessa occasione lui gli fece al pozzo qualche giorno prima!?
Tic tic tic tic…
Sicuramente.
Così gli fece piacere pensare.
Cominciò a baciarla mentre la scopriva, lei cominciò a vibrare, e respirare
più velocemente.
Le sfilò gli slip e l’ebbe tutta nelle sue mani…continuò a baciarla sul
collo ma non gli slacciò il reggiseno. Chissà.
Le sue labbra scendevano sempre più fino a trovarla.
Emetteva un gemito soffocato di piacere ma non ci stava!
In quel modo da sola ripeteva –No!
Lo cercò… carezzandolo e lo baciò come lui baciava lei.
Era sicura di poterlo fare ormai ma l’impaccio era davvero troppo.
Lo spazio davvero angusto e godere ancora l’un dell’altra in questo modo
impossibile!
Tic tic tic tic…
- Vuoi fare l’amore?
Lei accenno…una gioia per lui e dimendicò di essere stato ancora una volta
lui a chiederglielo.
Si prepararono.
Lo voleva lei. E lo voleva fare come l’ultima volta.
Sopra!
Ma perché? Ma come?... o mentiva quando parlava oppure…
Oppure ne aveva voglia di riprovare, magari gli era piaciuto, magari era una
sensazione abbastanza nuova..
Magari sentirlo così profondamente dentro di lei, sentirsi completamente
riempita gli dava quella sensazione di possesso
Che la appaga. L’avrebbe sentito più suo di ogni altra occasione!
Tic tic tic tic…
Impossibile. Non si può!
Furono istanti ma chissà se lui pensava a tutte quelle stesse cose che lei
stava o aveva pensato un attimo prima?
Si adagiò e si preparò ad accoglierlo e sentirsi tutt’uno col suo amore. Lo
aiutò persino e stettero insieme così pochi minuti ma interminabili momenti.
Godettero l’attimo fuggente, tuttavia spaiati ma non è un problema per loro.
La testa gira il corpo si ribella
vuole ciò che gli spetta e il cervello solo per pochi minuti cessa di essere
il guardiano della morale comune!
Lei sussurra qualcosa…lo confonde, lui non la lascia.
È ormai allo stremo, la sua di battaglia l’ha vinta o persa non importa ma
la tiene ancora stretta per un po’ a sé.
La sente muoversi sotto di lui e maledice quello spazio così angusto!
Tic tic tic tic…
Peccato.
Tempo finito abbondantemente… non si può, non si può.
Restare abbracciati ancora non si può!
Bisognava stringersi ancora, guardarsi negli occhi ancora, abbandonarsi
ancora.
Si corre, si va….
Il mondo non può più attendere.
6
0
16 years ago
coppiaverabella,
40
Last visit: 3 years ago
-
Incontro su internet
La conobbi su internet,la sua fica mi aveva preso il cervello,per mesi fu sul mio monitor ed ogni volta che accendevo il computer era lì,mi compariva davanti e mi faceva fantasticare,la sentivo calda ,vogliosa di godere,piena di sborra aperta e vogliosa di essere penetrata prepotentemente e riempita all’inverosimile, le immagini di lei riempita da cazzi di gomma,
mi facevano sognare il momento in cui, dopo averla legata ad un letto, io stesso l’avrei riempita,
sfondandole la carne,slabbrandola all’inverosimile e dopo averla pistonata per bene, le avrei piantato, un vibratore fin dentro l’utero,che squarciando il suo essere,l’avrebbe fatta tremare
in un orgasmo infinito.
Un giorno di un lungo inverno fui finalmente davanti al suo portone,ciao mi disse attraverso il citofono,Sali al secondo piano, troverai la porta aperta,accomodati, dopo pochi minuti fu nell’ampio salone,indossava una camicia da notte trasparente,che lasciava intravedere il suo corpo nudo, intravedevo la sua grande fica ricoperta dai lunghi peli neri, il monte di venere sodo portava ad uno spacco da cui svettava il suo clitoride, che gonfio faceva capolino,come un piccolo cazzo.
Il mio a quella vista divenne grande, grosso, bramoso di uscire dai calzoni, per sentirsi libero e svettare come un randello di carne pulsante.
Essa si accorse della mia erezione,mi si accosto e tirandolo fuori dai calzoni, lo impugnò con maestria voluttuosaio ricambiai le attenzioni e infilai la mia mano nella sua fica e con il palmo iniziai a roteare in un massaggio,catturando il suo clitoride tra il pollice e indice massaggiandolo come se gli stessi facendo una sega.
Poi allungai il dito medio verso il suo spacco e iniziai a rotearlo, penetrando di tanto in tanto Il suo allagato canale.
Finimmo sul tappeto e mi misi su di lei nella classica posizione del 69, ed affondai il mio viso nella sua fica che grondava umori, presi il suo clitoride tra le mia labbra, lo suggevo, lo titillavo, poi tirando fuori la lingua iniziai un movimento circolare, allargando le sue grandi labbra, facendomi strada verso quel canale che mi avrebbe condotto all’interno della sua carne pulsante,dentro quel nido Caldo che urlava piacere, essa era persa nelle sue sensazioni, e ululando roteava gli occhi all’insù, osservandola vedevo solo il bianco delle sue pupille, in quell’attimo mi scostai dalla sua fica che era allagata dalla sua sborra, essa protestò tutto il suo disappunto…….ooohhohoo nonnnooooooo fammi godere,ma io continuai a non sfiorarla, sotto di me il suo bacino,si contorceva cercando di incollarsi nuovamente alla mia bocca, in quel momento per tutta risposta afferrai un enorme fallo che mi trovai accanto e lo introdussi in lei giù sempre più giù, lo roteavo facendomi strada e penetrando il suo essere arrivai a colpire il suo utero e picchiettando lo apersi penetrandolo con quel fallo……………essa ruggiva,tremava,scalciava,sembrava una bestia ferita, ma le sue non erano sofferenze,ma bensi spasimi dovuti ai ripetuti orgasmi………..la osservavo e vedevo la sua testa roteare all’impazzita come un ossessa……….aoaoaoahohohoho sisisisisissi di più dai scassami squarcia il mio essere aprimi siiiiii lo vogliooooooooooooo tutto dentro, stava per esploderemo in quel momento fermai il mio movimento e la vidi danzare all’insù fottendosi da sola, allora visto che non aveva intenzione di smettere ed io reclamavo la mia parte di piacere,non mi restò altro che piantarle il mio cazzo teso alla spasimo dentro il suo culo l’anello di carne
Venne dilatato ed io fui dentro di lei, in un canale fibroso che mi cingeva e pulsava al pari della sua grandiosa ficona che in quel momento era dilaniata da quel dildo azzurro.
Sentivo attraverso la sottile parete la sua fica dilatata al massima il dildo che sbatteva contro il mio cazzo,essa era persa gli orgasmi si ripetevano in continuazione ed ormai faceva andare il dildo su e giù all’impazzata,ruggiva,urlava godeva fu in quel momento che piantandogli il cazzo fino alla radice
Le riempii il culo della mia calda sborra abbattendomi su di lei con tutto il mio peso, essa ruggì urlando di piacere scossa come da una scarica elettrica
Dopo un po’,calmammo i nostri sensi, il dildo usci dalla sua carne ferita, piena della sua sborra.
Il giorno dopo ci rivedemmo
Mi avvicinai baciandole il collo,toccandogli il suo monte di venere torcendogli i capezzoli, essa iniziò a bagnarsi, toccavo il suo sesso che sentivo allagato,infilai un dito poi il secondo, sentivo la sua carne cedere,aprirsi chiusi le dita a mò di pugno, inziando un movimento rotatorio che mi fece largo tra la sua fica aperta,scivolosa,allagata e fui dentro di lei, sentivo il suo interno spugnoso che abbracciava la mia mano, avanzando in lei la penetrai, iniziando a rovistarle l’interno che si bagnava sempre di più, roteavo il mio polso ormai dentro di lei, le sue cosce ,oscenamente aperte mi mostravano le sue grandi labbra slabbrate e la sua fica gonfia,essa ruggiva sembrava una bestia ferita, ululava tutta il suo piacere, mentre io avanzavo il polso dentro di lei, sentendo ormai l’utero contrarsi in spasimi animali, ssiiiiii daiiiiii non smeeeterreee nooooo dai continuaaaaaa oohhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiii, quella troia aveva ormai perso ogni controllo ed era solo una macchina da sesso, una cagna che reclamava…piacere,piacere, e gli orgasmi si susseguivano con i suoi ruggiti che sempre più alti riempivano la stanza.
Le sue grandi labbra aperte,portavano alla sua caverna di carne,a quell’antro bagnato e pieno della sua sborra,era aperta,scivolosa,potevo ormai facilmente penetrare in lei, volevo che passivamente poteva trarre piacere dalle mie manipolazioni,per cui la legai al letto, le braccia alla testiera e le sue gambe aperte al massino legate all’in su, in quella posizione non poteva serrare le cosce per lenire il prurito della sua caverna che ormai goccialava sborra come una fontana, il suo clitoride era di un rosso violaceom gonfio al massimo… la sua caverna pulsava in contrazioni spasmodiche… ripresi la penetrazione e la mia mano fu di nuovo in lei, fino al polso, pastrugnavo il suo interno, contemporaneamente avvicinai il mio viso e con la lingua leccavo il clitoride,procurandole scariche elettriche che la facevano sobbalzare, sentivo i suoi sospiri che divenivano sempre più alti e intensi,
dimenava il suo bacino con movimenti rotatori, alzandosi verso il mio viso,per essere penetrata ancora di più…. Allontanai il mio viso dalla sua ficona, inginocchiandomi sul letto, sempre con il mio polso dentro il suo essere, avvicinai il mio cazzo al suo viso, i suoi occhi sgranati, videro la mia asta di carne pulsante e la sua bocca si aprì,accogliendomi dentro sino in gola, lavorandomi per bene l’asta di carne
io ancora più arrapato per il trattamento che mi stava riservando, rovistai la sua fica con la mano che roteava in lei, e spinsi il mio polso ancora più in profondità, sentiii il suo utero aprirsi e lo penetrai con due dita, questo movimento gli procurò un nuovo orgasmo ed essa urlò nuovamente, scossa come colpita da corrente elettrica, ebbe un paio di sussulti e poi si accasciò sul materasso, come svenuta..gli occhi facevano intravedere solo il bianco delle sue pupille, rivolte all’insù, venni copioso nella sua gola eruttando in lei tutta la sborra che la mezz’ora di attesa aveva accumulato in me e mi accascia sul suo viso.
Dopo un paio di minuti di deliquio, ritornammo in noi, e ci abbracciammo soddisfatti, ripromettendoci di ridarci quando possibile tutto il piacere, che quegli incontri di sesso ci procurava.
6
1
16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
Il ginecologo
Sono un ginecologo abbastanza conosciuto e stimato, mai, ho pensato alle mie pazienti come delle femmine e mi sono sempre comportato in modo estremamente professionale finch'e un giorno nel mio studio si presentò una ragazza, che dal modo di parlare e di comportarsi era tutta da fottere.
Esordì dicendomi vengo da lei perchè tempo fa presa da una voglia estrema mi sono infilata dentro un casco di banane e penso di essermi graffiata le pareti interne della fica..
la sua affermazione mi mandò in erezione totale , ma cercai di rimanere il più professionale possibile, anche perchè lo studio era pieno di pazienti, ma lei durante la visita si mostrò bagnata a non finire, penetravo due dita senza incontrare nessuna resistenza anzi si può dire che la sua fica, quando iniziai successivamente a penetrarla con il divaricatore per scrutare l’ interno incominciò a dimenarsi e pulsare, le pareti si contraevano senza sosta e dovetti tapparle la bocca per non fare sentire i suoi mugolii infine venne come una fontana, non avevo mai visto una donna sborrare in quel modo.
il sangue mi salii al cervello e mi dissi: me la devo fottere . La feci rivestire, fissandole il prossimo appuntamento per il Giovedì successivo, inserendola di proposito per ultima,così
da potere rimanere solo con lei,e farle una accurata visita per tastare la sua natura.
Essa accettò di buon grado,come se l’idea di avermi in suo possesso la eccitava da morire.
Il giovedì iniziai le visite con una eccitazione particolare, osservavo le fiche delle mie pazienti come non avevo mai fatto, toccavo la loro fica,scrutando il clitoride eretto,le grandi labbra che in alcune pendevano oscenamente, insomma tutto il pomeriggio non stavo nella pelle, aspettando il momento in cui avrei potuto rincontrarla e dedicarmi totalmente alla sua fica così giovane ma così capace di contenere grossi ospiti.
Finalmente arrivò l ultimo appuntamento ed essa arrivò, si spogli e si sistemi sul lettino, era da mordere, da fottere, subito..si spoglio quasi prolungandosi, quasi che cercasse di provocarmi..io facevo finta di nulla..poi si sistemò sul lettino appoggiando le gambe sugli appositi supporti.vado bene così, mi sussurrò, mi girai e la vidi aperta,già lubrificata,il canale era già allagato della sua sborra, e aperto così tanto che intravedevo le pareti interne di quella caverna che pulsava in maniera spasmodica.
siii le dissi presi una sedia e mi sedetti davanti a lei, tanto vicino alla sua fica che la visione mi fece avere una di quelle erezioni che da tempo non avevo, il mio cazzo inizio a pulsare in maniera spasmodica, avrei voluto affondare in lei ma volevo vedere chi fosse per essere certo che Non sarei incorso in problemi..quindi iniziai la visita, indossai un guanto e penetrai un dito che scivolò dentro come risucchiato essa sentendo la manipolazione, partì in gorgheggi che riempivano la stanza e mi mandavano in visibilio.infilai un secondo dito ed essa sobbalzò, tremando e roteando il bacino, spingendo la sua fica verso le mie dita come per fottersi da sola, è fatta pensai….mi tolsi i calzoni spogliandomi completamente, il mio cazzo si ergeva durissimo, essa quando lo vide,sgranò gli occhi ed emise un sospiro che non lasciava dubbi..
mi avvicinai alla sua bocca, che immediatamente si aprì accogliendomi dentro, no dovevo muovermi, faceva tutto da sola ed era fantastica.ripresi la penetrazione infilando questa volta quattro dita,rigirandole in essa, e sentendo le pareti interne che spasmodicamente si contraevano, era tutta un lago, i suoi gemiti, nonostante avesse la bocca tappata da mio grosso randello di carne si alzavano nella stanza, ed essa godeva, per le manipolazioni della dita dentro di lei, vidi che impazziva dalla voglia, quindi senza ritegno uscii da quel suo canale aperto e pulsante, chiusi le dita a mò di pugno, e roteando e spingendo mi rituffai in lei, che mi accolse ruggendo, urlando, scalciando come una bestia ferita, tremava,urlava,roteava il bacino, spalancava le cosce come se volesse accogliermi dentro ancora di più,preso dalla libidine iniziai a spingermi in lei riuscendo a fare sparire il mio polso ed in maniera ritmica scorrevo su e giù in quel canale allagato, essa sborrò tutto il suo liquido,le sue orbite andarono all’ insù e potevo vedere il biancore delle sue pupille, persa nel suo piacere continuava a succhiarmi il cazzo,che non potendo più contenersi, scaricò nella sua gola tutto la sborra, feci come per uscire ma essa serrò il mio bacino con le sue braccia e bevette tutto.
Pensavo che avevamo finito, invece vidi che il bacino roteava lungo il mio braccio che ormai era in lei scassandole l’ utero che chiaramente sentivo contrarsi.voglio una bottiglia in me siiii.scassami la fica, riempimi ancora ancora di più,….
in quel momento si affaccio alla porta dello studio, un ragazzo di colore, veniva ogni sera per pulirmi lo studio..ed io non me lo ricordavo più.vide la scena e fece per uscire, ma io lo bloccai, vieni riempi questa cavalla,egli che non credeva ai suoi occhi, si tolse i pantaloni, presentando davanti al viso della troia, un cazzo che ritengo fosse stato almeno sui 28 cm di lunghezza e 10 di diametro, siiiii ohhhooooo disse lei dai fottimi, egli si sistemò davanti il lettino e iniziò a sfiorare, a sfiorare il clitoride, poi le grandi labbra, scostandole piano e picchiettando in esse per penetrarla, in lei già un 4 dita, andando avanti e indietro e roteando il bastone in lei
( segue)
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3
16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago -
Pomeriggio all\'outlet
Era stato facile seguendo le informazioni scambiate per mail raggiungere il luogo previsto per l’incontro. L’uscita dell’autostrada era proprio a pochi chilometri da quell’enorme centro commerciale Outlet che si estendeva a vista d’occhio con i suoi innumerevoli negozi colorati come un richiamo. Come si conviene a uno schiavo era arrivato con buon anticipo rispetto all’orario prefissato per il suo primo incontro con la Divina.
Lei porgeva il volto al sole di quella giornata ancora estiva, attraverso il finestrino dell’auto in movimento, mentre il suo uomo al volante conduceva veloce la vettura per quell’ultimo tratto di strada che li divideva ancora da un incontro cosi originale. Lui non riusciva a fare a meno di scrutare incuriosito l’espressione del volto dell’amata. Avevano condiviso sin ora diversi ed eccitanti incontri, con coppie e singoli, ma questa volta qualcosa di assolutamente singolare aveva spinto la sua compagna alla Sua prima volta da Padrona. Lui si convinse che l’espressione della sua donna aveva in quella occasione un non so che di curioso.
La curiosità cresciuta nei mesi chattando con un bizzarro ma educato adoratore e la sua insistenza nel professare la sua devozione in maniera convinta e l’avevano persuasa, non senza qualche perplessità ad accettare di disporre del suo schiavo, o meglio come lo stesso diceva “di concedere l’onore al suo schiavo di essere usato da Lei, la Divina Creatura”.
Sottomissione, la parola stessa sino ad allora gli aveva dato una sensazione sgradevole come un sussulto di ribellione, qualcosa di inconcepibile al suo spirito libero e sincero. Qualsiasi particolare gioco ove vi fosse minimamente presenza di violenza o sopruso l’avrebbe sdegnata. Il bdsm poi nelle sue forme anche più soft era rimasto sino ad allora qualcosa di sconosciuto e forse inconcepibile.
Inconcepibile, dall’inizio, che la sola visione di un paio di foto, in cui per dire il vero appariva nella sua piena magnificenza di donna, e che accompagnavano il loro profilo di coppia su un sito di annunci, dal quale per altro non traspariva la ben che minima ricerca di uno “schiavo”, categoria appositamente evitata dalla loro ricerca, avesse comunque spinto qualcuno a professarle con tanto convincimento e perseveranza la più umile e spontanea sottomissione in modo autentico da apparire quasi candido di ogni particolare perversione.
Il lungo dialogo tramite chat da prima divertente e poi sempre più coinvolgente l’aveva persuasa alla conoscenza dello schiavo, il suo schiavo, e adesso era quasi giunta l’ora di ascoltare dalla viva voce dello stesso una vera supplica.
Non ci fu bisogno di particolari presentazioni, appena arrivata l’auto della coppia, come in automatico a seguito di uno scambio di sguardi, lo schiavo si mosse disponendosi quasi sull’attenti al fianco dell’auto dal lato della Divina. “Slave?” domandò Lei dopo aver abbassato il finestrino. “Divina” rispose affascinato lo schiavo felice di avere di avere la conferma alle sue aspettative…una vera Divina Creatura alla quale sottomettersi. Un cenno e lo schiavo sali sul sedile posteriore, lo scambio di pochi convenevoli con cordialità e quindi quello per cui li erano. Lo schiavo non esitò a pronunciare da prima con titubanza poi con tono basso ma convinto la sua supplica. “La supplico Signora Padrona, la supplico Signor Padrone, Vi supplico Divina Coppia, di concedermi l’onore di essere provato come oggetto del Vostro divertimento e piacere, secondo il Vostro volere. Vi supplico di accettare la mia sottomissione e di volermi addestrare come Vostro schiavo concedendomi l’onore della Vostra disciplina dandomi la possibilità di servirVi, omaggiarVi, ed essere da Voi usato,abusato,umiliato, giustamente punito secondo quanto a Voi gradito.” La supplica fu accolta, lo schiavo doveva ritenersi in prova e sarebbe stato a loro disposizione per l’intero pomeriggio.Il Padrone e la Padrona, scambiandosi maliziosi sorrisi, dettarono vicendevolmente le prime disposizioni, a cui lo schiavo cercò di porre la massima attenzione, facendo tesoro di quanto gli veniva prescritto. Lo schiavo doveva seguire e servire la Coppia nel suo giro per gli acquisti come un cavalier servente, mantenendosi sempre ad alcuni passi di distanza ma sempre pronto a prestare obbedienza ad un solo cenno di uno dei due. Era suo compito portare le borse degli acquisti e avrebbe avuto l’onore di omaggiare la Divina di quanto da Lei stessa scelto come dono dello schiavo. Avrebbe avuto il compito di coadiuvarli durante le possibili prove degli capi d’abbigliamento o delle scarpe come un vero servetto. Lo schiavo aveva naturalmente l’obbligo di ubbidire a ogni ulteriore occasionale richiesta o capriccio dei Padroni senza porre obiezioni. Il giro tra i negozi incominciò, lo schiavo emozionato cercò da subito di attenersi scrupolosamente agli ordini impartiti, non voleva sbagliare, aveva finalmente una meravigliosa Coppia da servire, si veramente una meravigliosa Coppia, non poteva mancare, una splendida Padrona alla quale sottomettersi e dimostrare la sua sincera adorazione camminava davanti a lui, non riusciva a distinguere nel suo animo quale fosse la sensazione più forte tra l’emozione e la felicità, ma restava quella paura di non essere all’altezza, la paura di deludere irreparabilmente quella che avrebbe potuto divenire la sua Divina Padrona…Una divina Padrona alla quale donarsi in piena sottomissione, finalmente esisteva davvero ed era li a pochi passi.
La coppia proseguiva soffermandosi a visionare le vetrine dell’autlet, qualcuna con un semplice sguardo, qualcuna indugiando maggiormente, a volte commentando. Lo schiavo seguiva docilmente. Lo schiavo si avvicino alla Padrona appena percepita l’intenzione della Divina di entrare nel negozio di fronte. Dapprima lo schiavo ricevette uno sguardo serio come di rimprovero per aver mancato alla consegna di sostare ad una certa distanza, poi verificato che lo schiavo si era avvicinato solamente per aprire le porte del negozio facilitando l’ingresso, ci fu da parte della Padrona un cenno di approvazione e lo schiavo tirò un sospiro di sollievo. Anche il Padrone entrò e di seguito lo schiavo intrattenendosi nell’ingresso senza perdere d’occhio i Padroni ma restando discretamente in disparte. I Padroni non trovarono nulla di interessante e si diressero all’uscita che trovarono prontamente dischiusa dal solerte schiavetto. Alcuni negozi vennero visitati sempre con lo stesso copione, il leggero imbarazzo della coppia nell’essere seguita così puntualmente dallo schiavo sembrava scemato a poco a poco. La passeggiata si stava svolgendo con leggerezza e tranquillità, arrivarono finalmente ad un meraviglioso negozio di scarpe. Un interessata scorsa della vetrina da parte della Padrona e l’ingresso, questa volta lo schiavo non fece in tempo a portarsi alla porta per aprirla alla Sua Padrona, ma non sarebbe stato necessario, le porte erano automatiche e si schiusero senza un tocco. Incominciò un ‘attenta esamina da parte della Padrona di tutte quelle calzature eleganti poste in bella vista sui ripiani appositi. Lo schiavo fremeva cercando di individuare dagli sguardi della Padrona il suo interesse per questo o quel paio di scarpe. Erano vicini a un reparto di sole scarpe eleganti e femminili, la gioia per qualsiasi feticista, svettavano alti tacchi lucidi o colorati. La Padrona si soffermò a valutare un bel paio di scarpe nero lucido con tacco di alcuni centimetri e confidò al Padrone la volontà di provarle. Lo schiavo non resistette dall’avvicinarsi per rendersi utile, chinandosi automaticamente per la scelta del numero giusto per la prova, quel gesto non richiesto non stupì ne innervosì i Padroni, sembrava oramai naturale che quell’ombra si adoperasse istintivamente ma discretamente senza creare disturbo, l’opera solerte di uno schiavo rispettose delle consegne. Lo schiavo estrasse la scatola giusta sotto l’indicazione della Padrona e la segui nei pressi della poltroncina di prova. Venne naturale allo schiavo inchinarsi ai piedi della Padrona una volta seduta, aprire delicatamente la scatola, scegliere la scarpa, e porgerla per la prova. Lo schiavo non attendeva che un cenno di consenso per avere l’onore di poter collaborare nella prova, si sentiva al settimo cielo, finalmente ai Piedi della Divina. Ebbe il consenso, si occupò di sfilare la scarpa indossata dalla Divina e porgere a la nuova calzatura lucida e brillante calzandola con un gesto di venerazione e compiendo ogni cosa con delicatezza sotto gli occhi del Padrone che assisteva. Lo schiavo era come ipnotizzato in uno stato sognante e sospeso ad ogni minimo cenno della Padrona. La nuova scarpa sembrava a lui perfetta per quelle Divina estremità che aveva l’onore di servire. Piacquero anche alla Padrona, lo schiavo ebbe l’onore di calzare anche l’altra ed ammirare sempre fermo in ginocchio i passi di prova che la Padrona compì girandogli intorno. Lo schiavo percepiva di essere nel suo stato ideale di esistenza ai piedi di una vera meravigliosa Donna, era veramente felice di quel momento e non sapeva come esprimerlo. “Bene credo proprio che questo sia l’omaggio che farai alla tua Padrona, per cominciare, anche perché sono sicura piacciano anche a te queste scarpe, mio schiavetto”. Queste furono le parole che la Padrona pronuncio quasi sottovoce allo schiavo mentre si sedeva mandando nettamente in visibilio il sottomesso.
Era la prima volta che la Padrona si rivolgeva a lui con quel titolo che riteneva un onore da conquistare, certo era solo un inizio, ma la sua speranza di essere accettato crebbe. Lo schiavo compì le operazioni di cambio e riconfezione delle belle scarpe con la massima attenzione e cura.
Uscirono dal negozio e finalmente lo schiavo portava in un elegante sacchetto il suo primo omaggio alla Divina Padrona, con fierezza ed orgoglio. In realtà rimuginava dentro di se un pensiero insistente che non riusciva ad evitare, si immaginava strisciante ai piedi della padrona con la possibilità di leccare accuratamente e devotamente quei tacchi splendidi e luccicanti, un bellissimo sogno per ora. Non voleva però che questo sogno lo distraesse dalle sue disposizioni.
Vennero visitati altri due negozi questa volta di abbigliamento sportivo senza nessun nuovo acquisto. Poi fu la volta di un negozio di biancheria intima, c’erano delle lingerie da mozzare il fiato, anche se fossero state indossate da un attaccapanni, da capogiro se immaginate indosso ad una bellissima donna, lo schiavo non potè fare a meno di immaginare la Divina Padrona con indosso un intrigante due pezzi di pizzo nero che gli stava di fronte. Si accorse che l’attenzione della Padrona era rivolta proprio al completo che lui stava osservando. Il Padrone sembrava condividere, questa volta lo schiavo non si permise di intromettersi assistendo poco lontano al concretizzarsi dell’acquisto. Scelta perfetta si limitò a pensare, il suo pensiero doveva essere ad alta voce quando lo sguardo della Padrona incontrò maliziosamente il suo, come se la Padrona volesse indagare nella mente del suo sottomesso. Stranamente la coppia si soffermò poi ad ammirare uno stranissimo tanga femminile con triangolino leopardato, stranamente secondo il pensiero dello schiavo. Il Padrone bisbiglio qualcosa alle orecchie della Divina che trattenne a stento il riso. Doveva essere stato convincente perché il tanga fini sulla confezione del completo nero mentre la coppia si avvio verso l’uscita. Lo schiavo che si era tenuto in disparte fino a quel momento si avvicinò e si permise di supplicare la possibilità di avere l’onore di fare dono delle nuove scelte fatte, in realtà non fu una vera supplica, basto un “mi permetta se può”, per la felicità dello schiavo fu concesso. La passeggiata riprese con la visita ad un nuovo negozio di casalinghi. Nulla. La coppia usci seguita diligentemente dallo schiavo e si diresse verso il bar. I Padroni si sedettero ad un tavolo sull’esterno del locale, lo schiavo si avvicino. Un te freddo per la padrona e una coca per me disse il Padrone prendi qualcosa anche tu e poi vieni a sederti. Lo schiavo si affretto a ordinare poi chiese il permesso di sedersi accanto ai Padroni, le bevande furono servite. I Padroni sorseggiavano e discutevano tra loro di come proseguire la giornata, sembravano soddisfatti e appagati. La Padrona chiese allo schiavo un parere sulle scarpe. Lo schiavo si limitò a confermare che per lui si trattava di un’ottima scelta…avrebbe voluto dire che sarebbe strisciato volentieri ai piedi della Padrona, si limitò a ringraziare di avergli permesso di aiutarla nella prova, e sopra tutto di avergli concesso di offrire come omaggio quelle bellissime calzature. Ad un tratto il Padrone si rivolse allo schiavo “quel tanga leopardato che è nella borsa, la Padrona vuole che lo indossi adesso, prendilo, vai nei servizi, indossalo e torna, non farci aspettare troppo, vogliamo visitare ancora qualche negozio prima di salutarti”. Adesso era chiarissimo allo schiavo il perché di quell’acquisto, inadatto alla Divina, ma adatto per uno schiavo. Capì subito che aveva ricevuto un ordine, il loro primo vero ordine da soddisfare, doveva e voleva assolverlo con il massimo impegno, con la massima solerzia, la mente si affollo di pensieri, la mano scese nella borsa afferro il tanga che si stropiccio nella tasca dei gins dello schiavo. Chiese congedo e si diresse verso il bagno, eseguì imbarazzato quanto comandato senza pensarci molto, diede solo un’occhiata al risultato prima di indossare nuovamente i pantaloni. Uscì e da subito gli sembro di camminare stranamente, si avvicino ai Padroni che appena lo videro si scambiarono un sorriso di approvazione. “Fatto” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare lo schiavo. Ricominciò la passeggiata. Lo schiavo si muoveva adesso imbarazzato in mezzo alla gente, gli pareva tutti l’osservassero, si sentiva nudo alla vista di tutti, ma nel contempo era pienamente soddisfatto di questa disagevole condizione, perché voluta dalla Padrona, stava camminando con indosso un capo intimo femminile per desiderio della Divina, questo era tutto ciò che importava, il soddisfacimento di un desiderio della Divina, sapeva di essere usato per il Suo divertimento, e Lei sembrava effettivamente divertita di quella situazione, solo questo era importante. Entrarono in nuovo negozio di abiti sportivi, dopo poco lo schiavo ricevette un gesto di richiamo dalla Padrona. “Provati questo paio di pantaloni mi sembrano perfetti per te”. Lo schiavo ubbidì prendendo i pantaloni con la gruccia che gli venivano proposti, capì che non si trattava di una prova, i Padroni volevano verificare la sua ubbidienza e condividere la vista dello schiavo con il suo nuovo intimo femminile leopardato. Lo schiavo entrò in una cabina di prova richiudibile con una lunga tenda e si abbasso i pantaloni, mentre i Padroni sbirciavano. La tenda si scostò leggermente e la Padrona disse compiaciuta “belli credo proprio ti stiano alla perfezione”. Lo schiavo non riuscì a non arrossire. Il Padrone si affacciò dal lato opposto della tenda “si direi perfetti, cosa ti dicevo”. “Girati” disse la Padrona con tono soddisfatto, lo schiavo ubbidì goffamente come poteva con i pantaloni al ginocchio. “proprio bello, si una bella scelta, adesso rivestiti”. Uscirono dal negozio e lo schiavo li seguì come al solito, si fermarono richiamandolo a loro per informarlo che era giunta l’ora del congedo. Si diressero con calma verso le auto in sosta e lo schiavo ricevette soltanto l’ordine di seguirli verso l’ingresso dell’autostrada, li si sarebbero salutati. Lo schiavo rimase con l’animo sospeso, non conosceva l’esito della prova, non sapeva se era stato accettato o se qualche cosa che aveva fatto o detto aveva indisposto i Padroni verso di lui. L’auto della bellissima coppia partì e lo schiavo li seguiva. In vista dell’ingresso dell’autostrada l’auto si diresse verso una radura laterale e si fermo poco più avanti nascosta all’ombra di una grossa pianta. Lo schiavo si fermo subito dietro, scese al primo cenno di richiamo, mentre la portiera della Padrona si aprì completamente. La Padrona girandosi come per scendere appoggio il piede destro a terra, mantenendo il piede sinistro sul bordo della macchina, il movimento scoprì le gambe ben oltre il ginocchio. Lo schiavo notò subito che la Padrona indossava le scarpe appena prima acquistate, non riuscendo a staccare lo sguardo da quella magnifica visione. “volevamo dirti che per la prima volta ti sei comportato bene e diciamo che la tua supplica viene accettata, se continuerai così avrai la possibilità di continuare a servirci ed essere usato, sappi che ti spetteranno altre prove naturalmente, adesso siccome sei stato bravo ti concedo l’onore di adorarmi e di leccare l’omaggio che hai fatto alla tua Padrona, come vedi sappiamo premiare chi si comporta da bravo schiavetto”. Lo schiavo non ci penso due volte, il cuore gli pulsava come non mai, si gettò quasi a terra davanti alla Padrona, si blocco solo un attimo, lì prostrato ai piedi della Divina, dove aveva sognato di stare dal primo momento in cui l’aveva vista. Il tempo di ringraziare, ringraziare e dire o meglio balbettare il suo onore per potersi considerare loro schiavo, per poi procedere con la massima accuratezza e dolcezza possibile a leccare quel tacco destro, sfavillante ed appoggiato a terra cercando di non perderne nemmeno un millimetro, muovendo la lingua e la testa per seguirne il contorno appieno. La testa si scosto appena per raggiungere il tacco dell’altra scarpa appoggiato sul bordo dell’auto, la lingua proseguì cosi il suo adorato compito e si spinse più in basso seguita dal l’intero corpo dello schiavo che pareva così giacere interamente ai Divini piedi, per proseguire a spalmarsi sulla suola sporgente della lucente calzatura. Un gesto di totale sottomissione che piacque alla Padrona che anzi sollevò il piede, cosi meravigliosamente avvolto, come per facilitare il compito del suo schiavo adibito a lecca suole. Fu un attimo meraviglioso per lo schiavo che si adoperò con tutta la devozione e la dedizione possibile come a voler dimostrare la piena adorazione e gratitudine nei confronti della sua Padrona. Lo schiavo fu lasciato a soddisfarsi del suo compito per alcuni minuti. Lo schiavo ebbe la percezione che furono attimi di divertito compiacimento anche per la Divina e il Padrone. Il Padrone, nel frattempo sceso dall’auto, si era posizionato per ammirare l’adorazione dello schiavo. Lo schiavo fu fatto rialzare con un cenno della Padrona, gli fu ordinato di restare a disposizione e relazionare sull’incontro tramite mail, al prossimo appuntamento avrebbe dovuto presentarsi direttamente indossando l’intimo che gli era stato imposto quel giorno. Lo schiavo rispose affermativamente e ringraziò, rimase come stregato immobile e felice guardando l’auto dei Padroni allontanarsi fino a scomparire prima di riprendersi e risalire in macchina. Lo schiavo si sentiva veramente appagato di quel pomeriggio e sperava dentro di se che la stessa felice condizione fosse condivisa da quelli che erano da quel momento i suoi Padroni. Non si capacitava ancora pienamente del fatto di avere la possibilità da quel momento di essere schiavo di una coppia, di una vera meravigliosa coppia, eppure era vero, era veramente accaduto a lui di adorare una Divina Creatura, di avere una Divina Creatura come Padrona e di poterla venerare e servire.
L’auto della coppia percorreva ormai l’autostrada e Lei osservava il tramonto pensando che in fondo quel pomeriggio era stata una meravigliosa scoperta, si in fondo non era proprio per niente male sentirsi Divina e adorata, almeno ogni tanto, non era per niente male avere a disposizione uno schiavetto, certo non era un gran bell’uomo, ma era educato, cortese, divertente e nello stesso tempo trasgressivo. Non c’era nulla di male nel fare la felicità di uno schiavo che non chiedeva altro che di soddisfare i desideri di una Padrona come Lei. Nel prossimo incontro, pensò, potrei finalmente provare quel fallo con i lacci da indossare, ancora nuovo. Era una sua fantasia ricorrente ma che aveva dovuto accantonare per il netto rifiuto del suo adorato compagno che non ne voleva proprio sapere. Lo schiavo, continuò soddisfatta a pensare, per fortuna non si deve convincere, lo schiavo è semplicemente a disposizione per soddisfare i desideri della Padrona, ed il mio schiavo sarà sicuramente felice di soddisfare questo mio desiderio.
Quella notte la Padrona tornata moglie ed amante indossò il nuovo completo intimo nero per il suo uomo. Fecero l’amore appassionatamente fino ad abbandonarsi in un abbraccio quieto e rilassante di pieno benessere. Il Padrone, tornato marito ed amatore, guardando il sorriso ad occhi chiusi della sua compagna, tornò con il pensiero al pomeriggio, ed anche lui aveva dipanato i suoi timori ed era finalmente tranquillo di non dover temere nulla dal loro schiavo. Nulla che potesse in qualche modo turbare il loro meraviglioso rapporto, per nessun motivo, anzi, gli pareva che quella trasgressione senza spiacevoli ripercussioni potesse in qualche modo risvegliare positivamente la donna amata.
Pensò ancora una volta a quanto fosse fortunato ad avere accanto una creatura così e che non c’era nulla di male nel concederle uno schiavo, era più che giusto che lei potesse togliersi lo sfizio di realizzare qualche suo sogno o fantasia. Poi in fondo anche lui era diventato Padrone e lo schiavo poteva solo ubbidire, doveva ubbidire anche a lui e a ai suoi desideri, per la sua felicità di schiavo, per la loro felicità di Coppia per la prima volta Padrona.
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16 years ago
Toy3slave, 40
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Effetto sauna
Ci eravamo da poco sdraiati nel letto ed avevo appena spento la luce del comodino.
Nella semi oscurità lei ora accostava le sue labbra al mio orecchio dopo avermi dato il bacio della buonanotte. Un suo caldo sospiro, come una miccia, aveva acceso un brivido che fulmineo dal collo scese lungo la schiena per fermarsi ed esplodere all’altezza dei reni. Percepita la contrazione dei miei dorsali, prese allora la mia mano e l’accompagnò dolcemente fino all’elastico dei suoi slip lasciandola sulla soglia sussurrandomi invitante:
”Senti come e’ sbavata…”
Inebetito sollevai allora leggermente con le dita quel sottile triangolo di cotone frugando con la mano nel cespuglietto di peli, finché il medio non approdò per primo sulla sua clitoride. Da lì, come da una sorgente naturale, potevo sentire il resto delle dita scorrere giù, trasportate da un ruscello di bava viscida. Anche stavolta fu il medio a farsi per primo strada fra le labbra per penetrare qualche centimetro dentro il suo fiore, subito raggiunto dal dito vicino.
Sì, indubbiamente era più umida del solito e sicuramente il contatto delle mie dita aveva accelerato la secrezione dei suoi umori. Avevo ormai il palmo della mano completamente bagnato. Desideroso di far godere anche gli altri miei sensi di quell’estasi tattile, portai la mano alle labbra e al naso, per sentire il profumo ed assaporarne il gusto. Era splendido e mi bagnai il contorno della bocca con le dita per poterlo continuare a sentire anche dopo.
Lei allora si sfilò velocemente gli slip ed accostandone la parte interna, nel punto più stretto, proprio sotto le mie narici, continuò con il suo tono malizioso:
“Senti che odore! Oggi la fica non l’ho lavata per te….è matura al punto giusto….”
La troietta mi conosceva bene e conosceva ancor meglio i miei gusti. Con la punta del naso sentivo che il tessuto lungo quella striscia era praticamente zuppo. Il profumo acre e fruttato dei suoi umori, era trasportato da un tenue vapore di ammoniaca che lo guidava su per le narici fino al cervello per riesplodermi così da dentro. Ormai ero suo e tutto il sangue che poteva aveva già raggiunto il mio membro portandolo al massimo delle sue dimensioni.
Dopo aver tenuto quegli slip sul naso ancora qualche istante, estasiato, ruotai il corpo per raggiungere con la mia lingua la fonte di quella goduria e con il briciolo di lucidità che mi rimaneva, conscio che non appena avessi raggiunto la sua fica avrei smesso di parlare, le chiesi:
“E come mai questa porcaggine stasera? Come mai così sbavata!?”
Sembrava non aspettasse altro che questa domanda ed alzando una gamba per farmi arrivare facilmente alla meta, rispose:
“Perché ho da chiederti un permesso! Posso?”
Il mio mugugno poteva essere interpretato come un sì perché intanto, abbracciato alle sue cosce, avevo preso a baciarmi con le grandi labbra premendole sulle mie e facendo poi scorrere di tanto in tanto la lingua lungo l’apertura delle piccole labbra affondandola dentro la sua apertura, con piccoli, ritmici colpetti per poi tornare su a titillare il grilletto con la punta.
“E’ durissimo vero? Se continui così però, mi fai venire ed ancora ti debbo parlare….!”.
Rallentai perché anche io ora volevo che durasse più a lungo.
Aveva tirato fuori il mio cazzo dal pigiama iniziando ad accarezzarlo dolcemente. Quindi approfittando del fatto che dalla mia posizione le offrivo l’inguine all’altezza della bocca, aveva anche lei abbracciato le mie cosce e dando piccoli morsetti con le labbra, dopo averlo inumidito con la lingua, lo avvolgeva fin quasi alle tonsille. Lo sentivo pulsare ed amplificavo l’effetto contraendo i muscoli per farle provare il mio apprezzamento.
Nonostante il piacere che provavo, mugugnai con tono interrogativo invitandola a continuare la sua domanda. Lei diede un ultimo colpetto con la lingua. Poi, usando solo le mani una per massaggiarmi le palle e lasciando scorrere l’altra lungo la mia asta, riprese:
“Nella palestra dove vado hanno messo la sauna! La posso provare?”
La risposta sarebbe stata scontata, se non avessi immaginato perchè una tale richiesta avesse scatenato così tanto la sua eccitazione da renderla fradicia. Così grugnii qualcosa che poteva apparire di assenso, senza mai smettere di attingere con la lingua quel sugo che colava sempre più copioso. Se una sauna l’eccitava così tanto, a me bastava.
“Il mio trainer mi ha detto che però bisogna prenotarsi, ma che se voglio posso andarci fuori dagli orari di apertura, nella pausa pranzo, perché lui la aprirebbe solo per me.”
Certo che puoi andarci! Tutto pur di sentirti e vederti così maiala. Lo pensai solamente ma così intensamente, che lei capii che le davo la mia piena approvazione: telepatia o forse sentiva lo strofinio della mia lingua farsi più frenetico ed i colpi del mio bacino assecondare sempre più quelli della sua mano.
“Sì o no?” minacciò accelerando il movimento della mano sul mio cazzo.
Io ripetei ancora una volta il mio verso.
“SI’ o NO, porco?” il tono era ora risoluto e determinato. Staccai la lingua che sguazzava nella sua passera, riprendendo fiato. Voleva che avessi capito bene quello che intendeva fare, senza se e senza ma. Pochi secondi ancora, poi sentendo il mio sperma risalire il canale fino a sentirlo schizzare, le diedi la risposta che aspettava:
“Sì, troia! Puoi farla la sauna, sì….!”.
Man mano che eiaculavo tutto ciò che avevo raccolto fino a quel momento, le mie pulsazioni si fecevano sempre più diradate e deboli. Lei con assoluta naturalezza mi ripulì per bene come era solita fare in queste occasioni. Poi, con fare dispettoso, strinse le sue gambe per impedire la mia controffensiva orale, mi rinnovò la buonanotte e si girò dall’altra parte ringraziandomi. Anche io, estenuato ma un po’ deluso per non aver finito il mio lavoro su di lei, dopo un po’ mi addormentai.
Verso le due del pomeriggio dell’indomani, mi raggiunse al cellulare, mentre ero sulla strada di ritorno dal lavoro:
“Ciao, sto andando in palestra. Ti ho lasciato pronto in cucina”
“E’ per la sauna?” balbettai.
“Sì, anche. Faccio un po’ di esercizi prima. Carlo mi ha detto di andarci ora che non c’è nessuno. A dopo….”.
Carlo doveva essere il suo “trainer”. Che nome scontato!
Grazie ad una piccola deviazione, passai davanti l’ingresso della palestra: era chiusa, come lo era sempre a quell’ora. Forse mi aveva preso per il culo ed io c’ero cascato!
Arrivato a casa però la trovai vuota ed in cucina osservai il piatto con la pasta, ma non avevo fame. Stomaco, viscere e genitali erano un tutt’uno che pulsava al ritmo del battito cardiaco. Impossibile controllarli. Accesi la TV e guardai un notiziario anche se le immagini scorrevamo davanti i miei occhi senza che le vedessi, riprendendo coscienza solo quando sentii la porta aprirsi. Lasciò cadere il borsone sul pavimento e si avvicinò.
Aveva i capelli ancora un po’ bagnati, profumava di bagnoschiuma, lo sguardo perverso ed un bel rosato che le colorava le gote. Restammo alcuni istanti a fissarci negli occhi, poi io ruppi il silenzio:
“Ciao, come e’ andata? Sei riuscita a fare la sauna?”
“In realtà era una “steam room”, sai, quella col vapore. Sì molto rilassante…” rispose.
“E chi c’era in palestra?” incalzai.
Lei lasciò una pausa per farmi capire che era vero quello che avevo intuivo, ma che invece volevo fosse lei a dirmi.
“Nessuno, solo io…”.
“Ah, e di quelli della palestra?” continuai come un ebete.
“Solo Carlo, il trainer. Ho suonato e mi ha aperto. Mi aspettava perché son chiusi a quest’ora..”
“Ti ha fatto un gran favore..!” ironizzai.
“Sì ma non se n’e’ pentito….”
Quindi mi prese per la mano e mi accompagnò come un bimbo fino al divano. Si vedeva che non stava nella pelle di raccontarmi la sua avventura e sapeva che io bramavo come nient’ altro che di ascoltarla.
Quindi senza che chiedessi altro, proseguì:
“Dopo un po’ di cyclette mi ha fatto fare degli esercizi a corpo libero. Una mez’oretta in tutto prima di accompagnarmi alla steam room ed invitarmi ad entrare prima della doccia….”
La interruppi ansioso: “Ma come da sola o con lui? E com’eri, in costume, in intimo o nuda nella sauna?”
“Steam room…” mi corresse “Aspetta: sono entrata da sola, ma rimanendo così..”
Si tolse le scarpe, si abbassò la gonna e si sfilò la maglietta rimando con il suo perizoma sportivo e senza reggiseno, per mostrarmi esattamente com’era.
“Sono entrata e sono stata avvolta da una nuvola di vapore e mi son seduta sul lato della parete. Poco dopo ho visto una figura avvicinarsi alla porta di vetro e..”
“E…!?” feci io.
“…ed era Carlo che mi chiedeva se poteva approfittare anche lui. Aveva una tovaglia intorno alla vita ed io gli ho naturalmente detto che poteva. Così lui e’ entrato e si e’ seduto di fronte a me e mi guardava le tette sorridendo e dicendomi che di lì a poco mi sarei sentita rilassata, ma che non dovevo stare più di 10 minuti la prima volta. Lui probabilmente se lo aspettava, così gli ho confermato che se voleva poteva togliersi la tovaglia….e lui lo ha fatto rimanendo seduto col suo cazzo di consistenza semirigida.
Alla vista dei suoi addominali e del suo cazzo, a me è iniziato a tirarmi il grilletto come ieri sera e senza dire nulla mi sono inginocchiata davanti a lui ed ho cercato di rianimarglielo con le mani e con la bocca così…”
Si inginocchiò quindi davanti a me e mentre mi abbassavo pantaloni e mutande, riprodusse la sua impresa non appena il mio cazzo le si parò davanti.
“E lui” ormai ero completamente andato ed in estasi “voleva scoparti?”
Riprese il racconto.
“Aspetta! Lui si e’ scusato dicendo che il caldo del vapore non glielo faceva tirare su del tutto, però siccome a me invece tirava da morire, ho scostato il perizoma e mi son seduta a cavalcioni su di lui iniziando a strofinarmi il grilletto sulla sua coscia umida non so più per il sudore o per il mio sugo, su e giù fino a venire. A questo punto mi e’ venuta un gran voglia di scopare e devo dire che nonostante il caldo gli era diventato anche a lui bello tosto..!”
“Scopare…?” biascicai.
“Sì, scopare, T-R-O-M-B-A-R-E! Mi son girata e mi son seduta su di lui guidandogli con la mano il suo attrezzo dentro la fica, dove ci e’ scivolato come il velluto. Lui sembrava impazzito ed ha iniziato da dietro ad avvolgermi con le braccia palpandomi le tette che ballonzolavano sotto gli stantuffamenti che davo puntando le gambe.
Sarà che il calore aveva aumentato l’irrorazione sanguigna dei miei genitali, ma mi sentivo la fica esplodere di goduria…”.
“E Lui?”
“Lui sul più bello mi stringe i fianchi e mi implora che sta per sborrare. Io allora salto fuori appena in tempo mi giro di scatto e continuo a pomparglielo con la bocca strizzandogli i coglioni fino a quando mi scarica un getto di sborra da farmi quasi affogare. E la sai una cosa: lo sperma era più fresco del suo cazzo! Strano no?...”
La adoravo per questo suo modo di rendere anche un tradimento, un momento di piacere in cui con una battuta riusciva a risvegliarmi dall’estasi riportandomi, con dolcezza, alla realtà.
“..Così mi ha ringraziato e mi ha detto che non aveva mai avuto una seduta così gratificante di steam room. Poi ci siamo fatti la doccia velocemente perchè alle tre e mezza riaprivano. Gli ho promesso che lo rifacciamo ma solo se tu vuoi però. Tu vuoi?
Ah dimenticavo: non mi ha fatto venire, perchè son dovuta uscire po’ prima. Puoi finire tu il suo lavoro?”
Solo allora si sfilò il perizoma e si piegò in avanti sul bordo del divano porgendomi l’ingresso del suo paradiso che si mostrava fra i glutei.
Cos’altro dovevo dire o fare? Le poggiai il mio membro per inumidire la punta e scivolai anch’io dentro il suo antro agganciandomi sui fianchi. Ascoltavo i suoi gemiti di piacere aumentare ad ogni affondo ed aspettando con pazienza che fosse prossima all’orgasmo.
Quando capii che stava arrivando, mi lasciai andare venendole dentro. Ogni dilatazione del mio membro, coincidente con uno schizzo, lei si contorceva.
“Sei un porco. Ma sei l’unico che mi scopa così..” mi disse quasi con stizza.
Era di nuovo mia!
Questo per lei era il massimo del godimento, ma solo a me era consentito concederglielo.
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La camicia bianca
La camicia bianca
Quella camicia bianca mi perseguita, da quando ne abbiamo parlato l’altro giorno, la visione di te che la indossi è una fissa nel mio cervello. L’hai buttata lì in quella email, quando scrivevamo dei vestiti che stavamo indossando in quel momento. Tu indossavi la camicia bianca e i pantaloni blu, ti ho immaginato così, e il mio cervello ha fantasticato. Ora leggo il tuo messaggio, dice che ci troviamo al posto dell’altra volta, per un aperitivo. Sono già in eccitazione, mi faccio la doccia, passo una crema profumata su tutto il corpo, indosso il perizoma nero di pizzo, reggiseno anche lui nero di pizzo, sopra un vestito con le spalline, verde di diverse tonalità, arriva fino sopra il ginocchio. Mi metto un paio di orecchini, rimmel, rossetto non troppo scuro, una catenina al collo con la croce e infilo i sandali bianchi con la zeppa, alti, perché so quanto ti piace che la tua donna sia alta, ti piace che tutti per strada si girino a guardarla, magari con una punta di invidia per te, che hai tutto quel ben di dio a portata di mano. Esco di casa che sono già eccitata, sento il liquido tra le mie cosce. Entro in macchina e mi avvio verso il luogo del nostro appuntamento. Dopo qualche km mi fermo in un piccolo spiazzo tra i campi, il perizoma, è fradicio...so quanto ti fa piacere che io non indossi biancheria, mentre lo sfilo passa un camion, il guidatore mi deve aver vista, suona il clacson mentre mi supera e urla dal finestrino qualcosa che non afferro. Mi rimetto in moto per il nostro incontro. Manca poco ormai, il mio desiderio di te diventa sempre più impellente, la visione di quella camicia che indossi continua ad affacciarsi alla mia mente, finalmente sono arrivata! Parcheggio l’auto e scendo, tu ti materializzi al mio fianco, dal nulla, non ti ho sentito arrivare. Indossi proprio la camicia bianca, i pantaloni però sono neri. Mi circondi la vita col braccio e mi dai il buongiorno, sorridendo. Io ricambio il sorriso e cerco le tue labbra per posarci sopra le mie, mi dai un bacio furtivo e mi accompagni verso il bar. Entriamo e la barista ci guarda, ci conosce, siamo già stati lì altre volte e non abbiamo fatto mistero di quanto ci desideriamo. Andiamo fuori, nel giardinetto, e ci accomodiamo sulle poltrone. Io accavallo le gambe in modo che tu possa vedere, o almeno intuire, che sotto non indosso biancheria. Da vero porcello quale sei il particolare non ti sfugge, mi dai un’occhiata interrogativa e io rispondo “Sì, non le porto, hai visto bene”. Ti si illuminano gli occhi, e mi chiedi di aprire un poco le gambe per farti vedere meglio. Sai bene che per me questa è musica, voglio solo che tu ti ecciti, vedere il tuo sguardo che si insinua tra le mie gambe, la soddisfazione che provi nel vedere che ho eseguito un tuo ordine. Arriva la barista a rompere un po’ l’atmosfera che si era creata, ci distrae chiedendoci cosa ci può portare. Ordiniamo 2 aperitivi. Appena se ne va torniamo a guardarci, io ti dico quanto la camicia mi abbia turbato, la visione di te che la indossi e io che, a cavalcioni sopra le tue gambe, te la slaccio, bottone per bottone, mentre ti bacio il viso, il collo. Tu non resisti e allunghi le mani fino ad insinuarne una sotto il mio vestito, apro leggermente le cosce e ti sento infilarti là sotto, dove è un lago, al solo pensiero di te che mi tocchi. Inizio a non capire più nulla, la dita si muovono sulle mie labbra, sul clitoride, nella fessura, sono sempre più fradicia, per fortuna arriva la barista con gli aperitivi, e tu ritrai la mano, non prontamente però, lo fai volutamente perché lei veda. Appoggia i bicchieri sul tavolo insieme ai salatini e se ne va, dopo averci dato uno sguardo di complicità. Le tue dita sono bagnate dal mio nettare, te le accosti alle labbra e succhi, una per una, mi sorridi e finalmente mi dai un bacio, le nostre lingue si toccano, frenetiche, mentre la mia mano scende sui tuoi calzoni, ti sento eccitatissimo, mentre ti tocco hai quasi un sussulto, ho paura di averti fatto male, ma tu mi rassicuri…..è solo eccitazione. Beviamo i nostri aperitivi parlando di quanto sia difficile restare ognuno al proprio posto, al fianco delle persone che abbiamo sposato, ma è stata una nostra scelta, è così che doveva andare. Finiti gli aperitivi decidiamo di andare in direzione di un posticino che ci piace tanto, è poco distante da qui, in mezzo alla natura. Arriviamo in pochi minuti, prendiamo le coperte dal bagagliaio e le stendiamo in una radura, vicino ad un albero che ci garantisce l’ombra. Ci stendiamo fianco a fianco, io non ne posso più, la mia eccitazione è al massimo, ti salgo sopra per slacciarti finalmente quella camicia, bottone per bottone, mentre con la lingua ti passo sulla pelle, voglio sentire in bocca il tuo sapore. Le tue mani si fermano sul mio seno, mi torturano i capezzoli, sai bene che sono molto sensibili, per me è una sofferenza mista a piacere, ma sopporto per te, perché ti piace, perché tu sai ciò di cui ho bisogno, sei l’unico in grado di farmi provare un piacere così intenso, così animale a volte. Mi sfili il vestito e rimango in reggiseno, quasi me lo strappi dicendomi che non vorresti che lo indossassi, sai bene che non posso andare senza, le ho grosse, mi crea imbarazzo, ma tu mi sussurri lo stesso che non vuoi che lo porti. La tua camicia è ormai in terra, insieme al mio vestito, ti ammiro a torso nudo, sei così bello, mi piaci tantissimo, l’attrazione che provo per te non è solo fisica ma soprattutto mentale, a volte sto male per il non poterti vedere come vorrei. Ti sfili la cintura e la giri su se stessa, ho capito cosa vuoi, “cosa ho fatto?” ti chiedo. “sai benissimo che non voglio che porti il reggiseno, devi essere sempre pronta per me, in qualsiasi momento, perché lo hai indossato?”. Io mi sento mortificata, non credevo che ti arrabbiassi così “scusa, non lo farò più” ti rispondo. Mi metto in posizione per la punizione che hai deciso di darmi, contro l’albero. Parte la prima cinghiata, un bruciore pazzesco, inizio a contare 1,2,3… il bruciore le prime volte è forte ma poi scema via via che aumentano, arrivo a contare fino a 20. Il sedere mi fa male, brucia, ma il tuo viso ora è sereno, non c’è più traccia della collera di poco prima. Allarghi le braccia e mi prendi, mi porti sulla coperta, mi ricopri di baci dove il rosso delle cinghiate è più intenso, il tocco delle tue labbra mi dà sollievo, mi cullo per un po’ tra le tue braccia, è come se mi perdessi in te. Dopo un poco ecco il tuo ordine “ora tocca a te, fai quello che sai che mi piace, sei qui per questo”. Mi alzo leggermente e ti sfilo i pantaloni, i boxer sono tesi sopra il tuo membro, sfilo delicatamente anche quelli mostrando il tuo sesso….finalmente mio! Inizio a leccarlo delicatamente, prima solo la cappella, poi lungo l’asta, cerco di infilarlo tutto in bocca, con la lingua faccio movimenti rotatori e succhio, rumorosamente. Tu sembri apprezzare, ogni tanto ti guardo e ti vedo ad occhi chiusi, perso chissà dove. Mentre succhio ti sfioro anche i capezzoli, piano piano, so che ti piace, li sento indurirsi sotto i polpastrelli, ora con una mano tengo il membro e riesco a stimolare anche le palle, le succhio, alterno con il membro, vado su e giù, ti sento eccitato, stai per venire. Ecco ora sento lo sperma che risale lungo l’asta, il tuo piacere esplode in me, lunghi fiotti caldi mi inondano la bocca, mando giù sapendo che a te piace così, è tutto ciò che mi concedi di te. Mi rilasso per un poco, siamo distesi fianco a fianco, mi piace questo contatto con te, è il solo che posso pretendere, il solo che tu sia disposto a darmi. Mi dai un bacio appassionato, prima di rivestirci mi dici che io per te sono UNICA, la sola che tu desideri, e per me questo basta. Ci incamminiamo verso la macchina, tra poco ognuno tornerà alla sua vita di sempre. E’ come svegliarsi da un sogno, ci salutiamo, ma prima di lasciarci ecco il tuo ordine “appena a casa sai cosa devi fare, vero?” “sì, certo, è da giorni che lo aspetto”. Il tuo ultimo bacio mi lascia senza fiato, svuotata. Monto in macchina e ti saluto dal finestrino, tu mi dici “ti voglio bene” “anche io amore mio” ti rispondo. Parto e il tragitto verso casa è tutto un ripercorrere il poco tempo passato insieme, mi dico sempre che la nostra storia non ha sbocchi, che ti vorrei lasciare, ma non trovo la forza. Entro in casa e mi svesto, non c’è nessuno, il mio lui non sospetta nulla, è al lavoro. Mi sdraio sul letto e inizio a toccarmi, sono ancora bagnata da prima, l’eccitamento era scemato un poco ma ora sta tornando prepotentemente, prendo il mio vibra dal cassetto e inzio a passarlo sul clito, è freddo, non sarà mai come uno vero, ma è come se Lui fosse lì con me, quasi mi sembra di vederlo. Aumento il ritmo fino al piacere, nel momento esatto in cui sto per venire sussurro il Suo nome, il piacere esplode in me, a ondate, intenso, lunghissimo. Resto così per qualche minuto, recupero l’equilibrio sulle gambe e prendo il telefono, mando un sms, “è stato stupendo, come sempre, amore mio”.
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La stanza capitolo 3
CAPITOLO III° L’ESTETISTA
Giovanna una ragazzona di ventisei anni era la mia estetista, era lei che si prendeva cura del mio corpo, aveva una decina di anni meno di me, era simpatica, con dei grossi seni, sorridente, portava i lunghi capelli neri tirati su dietro la nuca, camicie bianco, generosamente sbottonato, e degli zoccoli verdi da infermiera, era alta e robusta, molto soda!
Più di una volta il suo modo di massaggiarmi, mi aveva fatto venire dei dubbi sulle sue tendenze sessuali, la sentivo molto, troppo complimentosa verso le mie parti intime, e lo sfiorarle più volte, cercando di cogliere in me uno sguardo complice, mi ero incuriosita! Poi il modo di farmi i piedi, lo prendeva tra le sue cosce, e cominciava a lavorarlo, quando passava al massaggio, il mio tallone, più di una volta, aveva pigiato contro il suo sesso, io non facevo nulla, ma sentivo le pieghe della sua fica!
Io sono per natura molto curiosa, e le situazioni nuove, che non conosco, mi eccitano, ero desiderosa di vedere sino a che punto potesse arrivare Giovanna!
Una volta che mi sentivo particolarmente in vena di nuove scoperte, le telefonai chiedendo un appuntamento urgente per fare una ceretta alle gambe, inventai una cerimonia importante che avevo dimenticato, per il giorno dopo, domenica, ed essendo in estate non volevo portare le calze!
Mi trovo uno spazio alle 21 …del tutto straordinario, solo per me!
Il suo studio al piano rialzato, era adiacente alla sua casa, e sapevo che viveva da sola!
Feci la stronza, ma ero eccitata e incuriosita, mi vestii da porca, con scarpe con tacco alto, gonna corta, camicetta molto, ma molto trasparente, misi un perizoma color carne che chiamarlo invisibile era un complimento, e mi truccai le labbra con contorno di matita di un forte rosso, mi guardai allo specchio e mi complimentai per quanto troia apparivo!
Arrivai alle 21,30 così ero sicura di trovarla sola, suonai al citofono, e m’invitò a salire, arrivata davanti alla porta del suo studio-appartamentino, mi aprì prima che avessi il tempo di suonare! Entrai subito e, mi trovai davanti ad una Giovanna con i capelli sciolti, dentro il suo camice aderente, con i suoi zoccoli da infermiera, ma truccata, docciata, e …profumata! Capì che anche lei a quella mia richiesta aveva fatto un pensierino diverso! Mentre la mia mente volava in ricordi del “prima” la luce, si spense, nuovamente, crollai di nuovo nel buio, ma ero quasi contenta, mi avvolgeva e mi proteggeva. Mi sdraia supina sul materasso, e capii che la mia mente mi stava suggerendo fasi di vita vissuta per non farmi impazzire, ora io esistevo nei miei ricordi, erano quelli che mi davano la forza di non soccombere, infatti, come si era creato lo stacco tra luce e buio, i crampi della fame e i cattivi odori si erano di nuovo impossessati di me!
Ripensai alla scena del film “Il Cacciatore” con De Niro, dove lui, rinchiuso in una gabbia con i suoi compagni immerso in un fiume pieno di topi, masturba il suo amico in preda ad un attacco di panico, per non farlo uccidere! Il sesso, pensai, è una gran cura!
Feci scivolare la mia mano tra le cosce, sulla figa, bagnatissima, e cominciai a ripensare a quella sera da Giovanna, mentre le mie dita lentamente massaggiavano la clitoride.
……….Giovanna, m’invitò in cucina a prendere un caffè, accettai di buon grado, aprì la porta e mi fece entrare nel suo appartamentino, la cucina era piccolina ma molto carina, arredata con gusto, mi chiese di chi fosse la cerimonia, balbettai qualcosa che non ricordo.
Preso il caffè senza ritornare nello studio, con molta professionalità, m’invitò a farle vedere gambe e sedere, calai la gonna, e poggiai le mani sula spalliera di una seggiola, e prima di tirare via il perizoma, gli chiesi se fosse stato il caso di fare anche l’inguine e il culetto. Mentre parlavo, avevo fatto scendere il tanga e ora lo avevo poggiato sul tavolo, mi disse che le serviva più luce, e mi fece entrare nella sua stanza da letto, adiacente alla cucina, rimasi piacevolmente sorpresa, era una grossa stanza, con un armadio con le ante a specchio. Un enorme futon era staccato dalle pareti, e grossi tappeti ricoprivano il pavimento, i muri erano di color albicocca con molte foto glamour appese in cornici a vista, le feci i miei complimenti!
Mi fermai davanti all’armadio, lei s’inginocchiò davanti alla mia figa, e cominciò a scrutarla da vicino, accese una bellissima lampada posta su di un antico tavolinetto, mi prese per i fianchi e mi fece girare, per guardare il buchino, sentì i suoi pollici che delicatamente tiravano le mie natiche, la mia figa mi aveva tradito, l’interno delle mie cosce era completamente bagnato!
Ero faccia all’armadio con gli specchi, la vedevo dietro di me, passò le dita tra le mie cosce, io ebbi un sussulto, si affaccio al lato delle mie gambe e guardandomi dallo specchio socchiuse gli occhi e immerse le dita piene del mio nettare nella sua bocca!
……Ora nella stanza buia il piacere si era impossessato pienamente di me, e senza pensare alle conseguenze piantai due dita nella fessurina, e comincia a muovere il sedere freneticamente andando al tempo con le dita, affondavo e ritornavo in superficie, e il piacere stordiva i miei sensi, e inebriava la mia testa, avevo voglia di urlare, ma dovetti trattenermi, mugolavo come una cagna in calore, mentre mordendo il mio braccio, e contraendo la figa e l’ano, venni!
Ero rilassatissima, non ricordo più nulla, mi addormentai profondamente!
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La stanza caitolo 2
CAPITOLO II° LA PRIGIONIA
Mentre questi pensieri mi staccavano dalla mia buia prigione, inizia a sentire caldo, e qualcosa di bagnato sulla mia coscia, sentivo la fica contrarsi, mi ero eccitata, passai una mano su di essa, e la trovai con sorpresa fradicia, sentivo tra le dita quel meraviglioso miele sfilai la mano da sotto la gonna e odorai quel nettare, era il mio odore di sesso, quello che conoscevo così bene, quello che mi faceva impazzire, misto all’odore forte e acre della pipì non lavata via!
Il caldo aumentava, pensai all’eccitazione, ma dopo un po’ cominciò a divenire insopportabile, inizia a togliere, la giacca, ma la mia fronte era imperlata di sudore, le cosce, avvolte dai collant, trasudavano, cominciai con lo sfilare scarpe e collant, in pochi minuti la temperatura era aumentata di almeno dieci gradi!
Rimasi solo con le mie mutandine, e il reggiseno, e sventolavo le mani sulla faccia per prendere un po’ di aria, ma inutilmente, allora capii che la “Voce” ormai comandava non solo i miei ritmi vitali, i tempi e gli spazi, ma anche il clima! Tutto intorno a me era quello che lui volesse che fosse, notte, giorno, inverno, estate!
Rimasi in silenzio atterrita guardando verso il soffitto, a me nascosto da una coltre nera di buio!
Un lampo nei miei occhi mi fece sobbalzare, mi coprì istintivamente con il braccio il volto, si era accesa la luce!
La “Voce” non tardò a farsi sentire, “stai perdendo liquidi, raccogli e bevi”!
Non proferii parola, ero sudatissima, mi sembrava di stare in un forno, mi chinai carponi in terra, presi la pezza, e raccolsi nuovamente la mia pipì, ormai sparsa su un ampio pezzo di pavimento, e la misi nella ciotola, poggiai la pezza in terra, mi sedetti sul letto, presi un gran respiro, quasi senza farla passare per la bocca bevvi il mio piscio e lo apprezzai, quel caldo secco mi aveva asciugato la gola!
Ormai avevo capito che quello era solo l’inizio di un gioco sadico, e che non avevo alcuna arma per combattere, ero soggiogata, e priva di difese, dovevo rassegnarmi e subire sino a quanto mi fosse stato possibile per restare in vita!
“Brava” mi sussurrò la “Voce” ora hai capito lo spirito del gioco, io ordino, tu esegui, tu chiedi, tu paghi!
Lì per lì non capii bene il concetto di pagare, e per cosa, ma mi sarei resa conto in breve tempo di cosa intendesse dire!
Mi fece notare che sopra il meccanismo della porta vi era un forellino, e pigiandoci con il dito dentro, lui mi avrebbe sentito, pensai a un campanello, per me silente!
Poi proseguì chiedendomi a cosa pensassi poco prima per essermi toccata, non risposi e fu silenzio!
Il tempo giocava dalla sua, cominciavo a sentire fame, intanto la temperatura si era ristabilita, ma mi sentivo sporca, sudata e appiccicaticcia, ma avevo paura di spingere quel bottone, ma ero conscia che alla fine l’avrei fatto!
Ora la luce non si spegneva più, e mi sentivo molto di più scoperta, anche se avevo indossato la mia giacca, sapevo che lui mi osservava, sicuramente anche al buio, ma il fatto che io non potessi vedere mi faceva sentire più protetta!
In bocca avevo quel sapore salato del mio piscio, e avevo veramente sete, il caldo soffocante mi aveva reso la gola arsa, e non sentivo più la saliva, mi feci coraggio e andai a infilare il dito in quel foro. Non trovai un pulsante, allora spinsi il dito in fondo, senti qualcosa di caldo e appiccicoso, lo sfilai di colpo, e quando lo vidi, era sporco di marrone lo annusai, era cacca, inorridii, e pensai a quale mente diabolica mi teneva in scacco!
Non ebbi troppo tempo per pensare che la “Voce” mi chiese cosa volessi?
Non ebbi il coraggio di imprecare, e nemmeno il fiato, chiesi dell’acqua da bere e per pulirmi!
“ O la bevi, o ti pulisci, altrimenti potresti prima ripulire e poi….berla, a tuo piacimento, intanto metti le scarpe nella cassa”! “Ricorda tutto ha un prezzo”con voce soddisfatta, si accomiatò!
Ripugnante e schifata obbedii, quando riapparve, la cassa conteneva una tazza d’acqua, non pensai a pulirmi, usai la pezza, e la bevvi in un sorso!
Mi sentivo stanca, e affamata, ripensavo alle ultime riflessioni in ascensore……una bella doccia, mangiare!
Ora sentivo i miei, e non solo, odori sgradevoli addosso, la cacca sul dito, il forte sudore, e la mia pipì che aveva ristagnato sui peli della mia fica, e pensare che fino a qualche mese prima, fino a che Fulvio non mi convincesse a far crescere almeno il ciuffo sopra la fessura, ero completamente rasata. Mi facevo la ceretta una volta alla settimana dalla mia cara estetista, cosce culo inguine e ascelle, a rotazione, e i piedi una volta al mese!
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La stanza
LA STANZA
CAPITOLO I° IL RAPIMENTO
Rientrai in casa come tutte le sere dal lavoro, avevo parcheggiato l’auto nel box del condominio, e mi accingevo a prendere l’ascensore.
Ho fatto presto le diciannove e trenta, pensai tra me e me, una ricca doccia, cena tv e a letto!
L’ascensore arrivò subito, senza che l’avessi chiamato, mentre mi accingevo ad aprire la porta, la sentì che si spalancava, un signore ben vestito, alto, con aria distinta, abbronzato per essere in inverno, con modi garbati, m’invito a entrare, e poi gentilmente mi chiese a che piano andassi?
Al quarto, risposi ammiccando un sorriso di cortesia, lui si spostò verso la porta dicendomi che sarebbe sceso prima lui, Spinse il bottone di non so quale piano.
Non so se anche voi avete la mia stessa insofferenza a stare in un posto così angusto, come la cabina di un ascensore, con uno sconosciuto, non si sa mai di cosa parlare e si cade sempre sull’ovvio!
Mi venne in soccorso il cellulare che squillò, frugai nella borsa, abbassando la testa, ed è l’ultima cosa che ricordo di quella serata!
Mi svegliai, non so quanto dopo, sdraiata e vestita su di un letto mai visto, una branda, mancava solo la borsa, e avevo ancora le scarpe ai piedi!
Mi sforzai di capire come e quando fossi arrivata là, e dove fossi?
Il nulla attanagliava la mia mente! Feci per alzarmi, ma la testa mi girava, riuscii a sedermi sul letto, e comincia a guardarmi intorno per cercare qualcosa di familiare, ma lo spazio era angusto, le pareti bianche, la branda era bloccata a terra, niente finestre, solo una luce artificiale incassata nel soffitto illuminava il tutto!
Feci un gesto involontario, e mi accorsi di non avere più l’orologio! A fatica mi alzai e andai verso l’uscio, una porta imbottita, senza maniglie, e mentre la osservavo, mi accorsi che anche le pareti di quella minuscola stanza erano imbottite!
Mi prese il panico e bussai con i pugni contro quella porta, non riuscendo a creare sorta di rumore, allora inizia a urlare terrorizzata, sempre più forte, sino a farmi mancare il fiato! Alla fine, non so da dove, udì una voce che mi disse di stare calma, e di accettare questa situazione di segregazione, come “una parentesi alla monotonia della mia vita”!
La voce calma, con timbro sicuramente maschile s’interruppe, io inizia a inveire, minacciare, a dargli del pazzo!
La voce, con molta tranquillità, mi ordino di smettere, altrimenti non avrebbe più comunicato, gli urlai che me ne fregavo!
Mi buttai sul letto in preda ad una crisi isterica, piansi, e intanto il tempo passava, e l’unico rumore che sentivo era quello del mio pianto!
Presa dallo sconforto, e ignara di quello che mi stava accadendo, chiesi con voce sommessa spiegazioni!
La voce, mi rispose che d’ora in avanti iniziava il gioco, il suo gioco, e che ogni volta che avrei chiesto qualcosa, qualsiasi cosa, avrei dovuto dare in cambio un oggetto o un atto a sua discrezione, un pagamento!
Gli urlai che era un maledetto psicopatico, che mi avrebbero cercato al lavoro o a casa e che lo avrebbero trovato e rinchiuso in un manicomio!
Per tutta risposta, si aprì uno sportello sotto la porta, dove scorreva un contenitore, con dei fogli dentro.
Li afferrai velocemente, e il contenitore scomparve dall’altra parte della porta, ebbi subito l’impressione di non essere solo ascoltata, ma di essere anche guardata!
Con stupore vidi che quelle carte che portavano la mia firma erano richieste di ferie al mio ufficio, copie di bigliettini lasciati ai mie vicini che li informavo della mia assenza per una ……….lunga vacanza!
Sbigottita, imprecai a bassa voce e caddi seduta sul pavimento pensando di vivere un sogno, anzi un incubo!
Mi calmai quasi rassegnata, e cercai di ricordare le ultime cose fatte, mi rammentai solo allora del signore ben vestito e dell’ascensore, il cellulare che suonava, e poi il buio, ricordavo l’ora, circa le 19,30!
Quanto tempo avevo trascorso in quello stato d’incoscienza non lo sapevo, non potevo averne a conoscenza, se minute ore, oppure giorni!
La voce era da qualche tempo in silenzio, ormai chiamavo così il mio aguzzino, ero io quella che aveva bisogno di qualcosa, e mi resi conto di quante cose elementari, un bicchiere di acqua, fare pipì, mangiare, cose cui non davo troppo peso nella mia vita “da libera”, ma che ora erano importantissime!
Chiamai, urlai di nuovo che mi scappava di andare in bagno!
La Voce mi fece notare che avevo un’altra volta gridato, e che per fare quello che avrei voluto avrei dovuto pagare!
Si spense la luce, e caddi in un buio surreale, non fiatai, e mi aiutai con le mani per non urtare l’unico ostacolo della stanza, la branda!
Fare pipì era ormai impellente, guadagnai un angolo, e accucciata sui talloni, tirai giù i collant e le mutandine e tenendo la gonna con una mano lasciai andare, forse fu la più bella pipì che ricordo, una liberazione, sentii lo scroscio in terra e poi il tintinnare, non potendomi pulire rialzai collant e mutandine!
Carponi raggiunsi la branda con sopra solo un materasso mi accucciai in posizione fetale!
Non sapevo se fosse giorno o notte, ma capii che era una cosa molto relativa in quella situazione, era lui, la “Voce” che decideva ora i miei ritmi biologici!
Non avere cognizione del tempo crea una forte angoscia, e pur distesa e stanca nel mio cervello rimbalzavano solo idee confuse del perché stessi in quell’assurda situazione, analizzai parecchie ipotesi scartandole quasi tutte, rapimento, errore di persona, solo una mi prendeva forte, ero l’oggetto dei sadici giochi di un folle maniaco!
Forse chiusi gli occhi per qualche istante, forse dormii per lo stress, ma il rumore, l’unico inconfondibile fragore dello scorrevole sotto la porta mi fece sobbalzare!
Un istante dopo la lampada si accese illuminando quella fredda prigione!
Andai a vedere cosa c’era nel carrello sotto la porta, una pezza, con una ciotola, non più grande di una tazza da tè.
La Voce, decisa mi ordinò di pulire la sua stanza, e di non farlo mai più!
Ero abbastanza irritata, ma non avevo scelta allora decisi di collaborare, e di stare al gioco!
Mi chinai, la pozza era ancora grossa, capii che non era trascorso troppo tempo, passai il panno sopra, e lo strizzai nella ciotola, fino a quando non fosse tutto asciutto!
A quel punto la Voce mi disse, ora bevi, devi essere assetata!
Non sopportai, gettai la ciotola in terra!
La Voce mi disse con tono fermo, “mi pregherai per averla, ” e ricaddi nell’oscurità!
L’angoscia di quel muro cupo mi attanagliò di nuovo, quel buio denso, dove ti ci perdi, e piansi in silenzio!
La mia impulsività, mi aveva fatto scartare l’ipotesi di ubbidire, ripensai razionalmente che io non ero più padrona di me stessa, della mia vita!
Pensai che solo il giorno stesso dell’ascensore, ormai la mia vita si divideva in quello fatto primo, e quello che stavo vivendo dopo…l’ascensore, ero stata nella stanza al terzo piano di Fulvio, dopo che avevamo mangiato a mensa insieme, e dopo pochissimi preamboli, come succedeva spesso tra noi, mi ero inginocchiata tra le sue gambe e lui tirato il suo cazzo fuori dalla patta, me lo aveva offerto. Io golosamente avevo iniziato a leccarlo, e avevo sentito subito l’acre sapore del suo piscio, ma eccitata avevo continuato a succhiare, mentre con la mano mi carezzavo la fica, sino a bere tutto il suo seme mentre mi nutrivo e davo piacere!
Ora che era in gioco qualcosa di più importante non ero riuscita a bere la mia pipì!
Pensai a quante volte mi ero trovata in situazioni limite, a quante volte avevo succhiato cazzi e ingerito sperma, di vari sapori, leccato buchini del culo odorosi e……. amarognoli, solo per avere e dare piacere, e ora sotto pressione mi ero rifiutata!
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Io guardone
Il gioco che avevo organizzato stavolta era davvero perverso. Ma mi piaceva alcune volte spingermi dove non ero mai arrivato prima, proprio per cercare stimoli mai provati.
Le avevo concesso qualche scappatella altre volte è vero, ma non avevo mai assistito di persona, non sapendo né come io né come l’altro avremmo gestito l’esperienza. Così via SMS, per il pudore di non riuscire a dirglielo di persona, le proposi questo gioco che dopo un paio di scambi di messaggi portò ad una definizione dei ruoli e delle modalità.
Lei sembrò interessata ed eccitata all’idea e riuscì ad organizzare la cosa nel giro di pochi giorni. D’altra parte non le sarebbe mai risultato difficile: chi fra gli amici di una donna, tra l’altro carina come lei, sarebbe riuscito a rifiutare una proposta così allettante? Ma il patto era che Lui non dovesse sapere nulla del nostro accordo e che non dovesse conoscermi.
Il giorno fissato era l’indomani. Lui sarebbe passato a prenderla per andare a mare in una spiaggia che tante altre volte avevamo frequentato insieme e che offriva quella privacy ed atmosfera che erano necessari.
La sera prima io ero molto nervoso mentre lei sembrava assolutamente rilassata. La osservavo distesa sul letto, nuda, dormire con le gambe leggermente raccolte offrirmi la vista di quel delizioso triangolino di pelo all’incrocio fra le gambe. Sentivo però intenso quell’odore fra l’acre e il fruttato che conoscevo bene e che confermava che, anche mentre dormiva, il suo inconscio le faceva secernere un po’ di quello splendido nettare che avevo tante volte assaporato.
Anzi la sua fica sembrava perfettamente sveglia, consapevole che la stessi osservando e mostrava con quell’umore di volermi attrarre dentro facendomi percepire che era umida al punto giusto perché la penetrassi.
Ripensavo a poche ore prima quando, spiando dalla porta del bagno, l’avevo vista con una gamba sollevata e poggiata sulla tavolozza del water, le gambe allargate e con quel diabolico strumento di tortura simile ad un rasoi elettrico,che invece ti tagliare i peli li tira via. Lo passava con estrema cura e attenzione sui lati dell’inguine, usando l’altra mano mano per tenere la pelle in tensione. Quando mi aveva visto mi aveva sorriso commentando:
“Rifinisco, perché per il tanga non si devono vedere peli che sporgono dal costume….!”.
Ma nonostante questi pensieri e il vederla lì, dovevo resistere e cercando di non pensarci dopo un po’ mi addormentai.
La mattina seguente quando la sveglia suonò, lei era già alzata. Sentii che stava facendo la doccia. Mai aveva avuto tanta cura al mattino.
Mentre prendevamo il caffè parlammo del più e del meno facendo finta di nulla. Lei mi riportò alla realtà quando alzandosi sentenziò:
“Ok, sono le 9. Fra poco lui passa. Io vado”. Finì di allestire il suo zaino, che usavamo da sempre per andare a mare con il kit di tovaglie e creme solari, mi sparò un bacio sulla bocca ed uscì dalla porta.
Così rimasi solo aspettando che passasse quell’ora di vantaggio che avevamo concordato le concedessi. Quei maledetti sessanta minuti passarono mentre nella mia mente scorrevano mille pensieri. Anzi lasciai passare qualche minuto in più prima di avviarmi anch’io con il mio zainetto in spalla ed uscire di casa.
Quando arrivai in quella spiaggia, ebbi la conferma che avevamo scelto il giorno giusto: un giorno feriale e pochissime persone distanziate e distribuite lungo la riva.
Mi incamminai sul bagnasciuga andando verso la zona più riservata e distante. Ogni coppia che incrociavo mi sembrava fossero loro, finché la riconobbi sdraiata al sole con lui vicino. Erano l’ultima coppia, in una parte più isolata e li superai con indifferenza andandomi a fermare ad una decina di metri circa, stendendo la tovaglia sulla sabbia e sdraiandomi anch’io. Lei, che indossava un tanga viola, offriva a chi passava di lì lo spettacolo dei suoi glutei praticamente nudi.
Non si accorse subito che ero arrivato, ma anche se se ne fosse accorta doveva fingere di non conoscermi. Così avevamo pattuito.
Tante volte in quello stesso punto, eravamo stati noi l’attrazione per maschi porci e guardoni che speravano di godersi gratis lo spettacolo di una gnocca in topless.
Ora il guardone ero io che, sdraiato, fingevo di prendere il sole sbirciando con la coda dell’occhio la mia donna!
Lei non tardò molto ad accorgersi che ero arrivato e subito, con molta naturalezza, si girò sfilandosi il reggiseno che indossava ancora sicuramente per tenere lontani altri guardoni. Lui si illuse che lo spettacolo fosse a lui riservato e le si accostò sollevando la testa, dandole un lungo bacio sulla bocca. Ma era per me quello spettacolo, solo per me, che intanto iniziavo invece a fremere e a soffrire.
Poi con altrettanta naturalezza si girò verso lo zaino estraendo la crema solare, porgendogliela. Non sentivo le parole, ma intuii che stava chiedendo di spalmarla. Lui ovviamente, più preso di me, non se lo fece ripetere due volte e non appena lei si distese a pancia in su, inizio a massaggiarle la crema prima sulla pancia e poi su su intrattenendosi a lungo sui suoi seni.
Io, intanto, sbirciavo dietro gli occhiali da sole.
Sotto le SUE mani, mi sembrava di sentire IO quei capezzoli, palpati che lentamente diventavano sempre più turgidi.
Lui le si accostò più volte per baciarla in lunghi interminabili minuti in cui li osservavo abbracciati. Poi, come in un film che conoscevo già, lei si alzò avviandosi verso la riva per immergersi in acqua mentre lui, come un cagnolino, la seguiva e io restavo lì ad osservarli. In acqua lui le si strusciava addosso. Capivo, perché lo aveva fatto con me tante volte, che lei gli accarezzava il membro sotto il costume mentre si baciavano abbracciati.
Doveva averlo durissimo, almeno quanto lo era diventato il mio.
Dopo un po’ di scaramucce simili, tornarono a distendersi sulla battigia. Mentre erano sdraiati al sole, vidi la mano di lei frugare sotto il costume di lui che, prima imbarazzato poi via via perdendo ogni inibizione, la lasciava fare ricambiando con delle carezza fra le cosce di lei e iniziando incursioni con la mano sotto i pochi centimetri di costume che le ricoprivano il fiore.
Si intuiva che lei lo stava masturbando e che lui lasciava scivolare le sue dita lungo l'apertura della sua fica. Riconobbi l’esatto momento in cui lui venne sotto le sue sapienti mani perché raccolse le gambe di scatto. Anche lei stava raggiungendo l’orgasmo perché strinse le coscie fermando la mano di lui con la sua.
Rimasero lì altri interminabili minuti. Poi lui si alzò andando verso l’acqua, evidentemente per ripulirsi. Lei, gettando uno sfuggente sguardo verso di me per verificare che la stessi osservando, si portò le dita alla bocca succhiandole. Quindi lo raggiunse in acqua dove si diedero un altro lungo bacio.
Nei successivi minuti, li osservai sdraiati. Di tanto in tanto passavano altre persone, che arrivavano da chissà dove, per andare chissà dove. Altri anonimi che però si godevano gratis quello spettacolo delle sue tette o del suo culo, dipendeva da come era girata a rosolarsi al sole.
Poi mi alzai, raccolsi le mie cose e dalla strada dove ero venuto e passando davanti a loro, ripresi la strada di casa.
Lei rientrò circa 2 ore dopo che io ero già tornato. Aprì la porta e mi trovò sdraiato sul letto:
“Ciao. Ti è piaciuto lo spettacolo?” mi chiese con un sorrisino malizioso.
“Non male! Bella troietta che sei…!”
Lei si sedette vicino a me e accarezzandomi le palle mi sussurrò:
“Non ho niente sotto perché il costume era bagnato. Peccato che ti sei perso il resto...”
“Ah, perché c’è un resto?” chiesi.
Lei mi abbasso il costume che invece io indossavo ancora e continuò:
“Beh, mentre tornavamo lui guidando aveva iniziato a sgrillettarmi con le dita fino a farmi venire, allora mi sono sentita in dovere di fargli un pompino di ringraziamento”
“Un pompino di ringraziamento, in macchina?” riuscii a balbettare fingendo stupore.
“Sì, un pompino. Gliel' ho tirato fuori dai pantaloncini ed in pochi minuto l’ho fatto sborrare, mentre eravamo a 90 all’ora. E così per non distrarlo e non sporcare la macchina me lo sono fatto venire in bocca…Tutto….Neanche una goccia fuori….!”.
Non mentiva perché conoscevo bene il suo pompino da crociera, roba da farti andare fuori strada. Molto pericoloso!
Senza profferire verbo, le tirai via la maglietta e mi avventai con la lingua sui suo capezzoli laccandoli.
Sapevano ovviamente di sale. Poi salii lentamente su su lungo il collo fino alla bocca dove iniziai a baciarla.
Mentre riprendevo possesso della mia donna, e del mio territorio, sentivo l’amaro sapore del sale a poco a poco mischiarsi con un sapore che conoscevo già sulle sue labbra, ma che stavolta non proveniva da me.
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16 years ago
admin, 75
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Vu cumpra\' (seconda parte)
Non sapevo come fare per dire a samuel cosa avevamo in mente io e mia moglie,quando all'improvviso mi venne un lampo di genio.La mattina daniela era sdraiata a prendere il sole,io mi avvicinai a Samuel e parlando del piu' e del meno gli raccontai che io e Daniela eravamo appassionati di fotografia e chiesi a lui se quella sera era disposto a fare da modello per qualche foto con daniela in abito sexy.Samuel accetto' e sembrava anche felice della cosa.Tutto era pronto non stavo piu nella pelle e Daniela era intenta a indossare abiti piu' stravaganti per quell'evento.Chiamai samuel al cellulare fissando il luogo dove saremmo passati a prenderlo.Intanto Daniela era uscita dall camera da letto in tutto il suo spendore.Indossava un mini abito in una fibra talmente leggera che lasciava intravedere i capezzoli turgidi,era senza reggiseno.Sotto il vestito solo la sua fica depilata e profufata di pesca.Volevo saltarle addosso, ma non volevo rovinare quel fiore pronto per il nostro amico,tutto era pronto.......(segue).
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16 years ago
admin, 75
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Lui
Sono sola… distesa supina sul nostro letto… completamente nuda….
Una benda nera mi copre gli occhi e sono immobilizzata da corde che mi bloccano i polsi, legati tra loro e alla spagliera, e le caviglie alla sommita’ opposta del letto …
La casa è completamente silenziosa poiche lui è uscito lasciandomi li ad aspettare. Nell’attesa, avvolta nel mio buio sono pervasa da sensazioni di ansia, frenesia, eccitazione e paura… non ho idea di cosa lui ha in mente, si è limitato a chiedermi solo fiducia e io come al solito l’ho accontentato passivamente come gia avevo fatto molte volte in precedenza senza mai rimanere delusa o turbata dalle sue fantasie perverse… non avevo mai conosciuto un uomo capace di spingermi cosi oltre, lui era diventata la mia guida verso un mondo fino a quel momento inesplorato ed io lo seguivo perché lo amavo infinitamente e non gli avrei mai negato niente.
Mentre sono presa dai miei pensieri sento finalmente dei rumori provenire dal soggiorno. Lui è tornato. Lo chiamo ma non risponde e si muove in modo assolutamente silenzioso tanto che rimango con il dubbio che forse è uscito di nuovo… no, non è uscito, semplicemente non vuole farmi capire i suoi movimenti … io sono sempre piu ansiosa e comincio a desiderare almeno un segnale da lui , anche solo una carezza per rassicurarmi… ma a quanto pare le carezze non fanno parte di questo gioco… non ancora per lo meno…
Sento dei passi all’interno della stanza, e gia avverto che c’è qualcosa di strano, ma non capisco subito di cosa si tratta… mi limito ad aspettare ancora e finalmente ricevo la carezza che tanto desideravo… una mano mi sfiora il braccio immobilizzato. La carezza, appena percettibile, mi percorre tutto il braccio, dal polso alla spalla, suscitandomi un brivido per tutto il corpo… mi piace ma rimango sempre con quella sensazione di incertezza… c’è qualcosa di diverso.
La risposta è arrivata poco dopo quando il tocco di quella mano è diventato più tangibile: non è il mio uomo.
L’estraneo mi accarezza lungo i fianchi e poi sui seni, senza alcuna fretta… sa che mi piace, probabilmente è stato istruito in precedenza su come agire, sulla mia pelle corrono brividi e la mia eccitazione si fa sempre più intensa. Avverto un’altra presenza vicino a me. Qualcun altro si è seduto sul letto, silenziosamente, e mi accarezza anche lui allo stesso modo del primo, con la stessa delicatezza appena percettibile… neppure lui è il mio compagno, ne sono certa. Sento sensazioni fortissime e contrastanti… i due uomini continuano ad esplorare il mio corpo con carezze che si fanno via via sempre più decise, piene di desiderio e questo fa crescere in me la paura di essere rimasta sola con loro… ovviamente sono in errore: finalmente avverto il suo tocco, una mano sulla caviglia destra… non mi sbaglio è proprio lui che vuole farmi sentire la sua presenza e rassicurarmi… ed io mi abbandono a quello che è il suo desiderio.
Ora che mi sono resa conto della situazione il comportamento dei due uomini cambia totalmente: il loro modo di toccarmi si fa deciso, quasi violento. Il primo uomo mi afferra i capelli e porta il suo membro già totalmente turgido vicino la mia faccia… me lo strofina sulle guance tenendomi sempre la testa bloccata e mi ordina senza mezzi termini di metterlo in bocca e succhiarglielo. Io obbedisco al suo comando senza opporre la minima resistenza e invece di rimanere turbata dal comportamento violento provo fremiti di eccitazione lungo tutto il corpo … e sento che lui è lì, ai piedi del letto, a godere della scena e della mia sottomissione sapendo bene quanto mi piace essere presa in questo modo. “avanti prendilo in bocca… ti piace succhiarlo vero? Voglio scoparti la bocca” mi dice l’uomo mentre sono intenta a soddisfarlo, e mi piace obbedirgli perche il suo membro è grande e duro che mi affonda fino in gola senza alcun rispetto… a quel punto l’altro prende l’iniziativa e mi gira la testa verso di lui e ,sottraendomi alla stretta del suo amico, mi costringe ad ingoiare il suo pene fino ai testicoli “avanti bagnalo tutto con la saliva, farai bene a darmi retta visto che dopo te lo sbatto nel culo”
I due si alternano per farsi leccare ed io ad ogni passaggio sono piu’ bagnata, sempre piu bagnata…l’essere totalmente soggiogata da due sconosciuti sotto lo sguardo del mio uomo mi parta ad uno stato di estasi incontrollabile…. Ora il primo uomo si sposta e si posiziona tra le mie gambe legate e aperte…. Affonda la sua lingua nella mia vagina allargandola con le dita per poter arrivare ancora piu in fondo…. Poi esce per succhiare il clitoride… poi ancora dentro…. Si allontana per un attimo e subito sento un rumore che non conosco… ma basta poco per capire di cosa si tratta… l’uomo mi penetra con un vibratore e me lo spinge fino in fondo continuando a leccarmi il clitoride… io emetto gemiti di sincero piacere e urlerei se non avessi la bocca ancora occupata dall’altro. Il piacere ormai per me è giunto all’apice e quando l’uomo sfila il vibratore non posso fare a meno di venire selvaggiamente, schizzando senza ritegno. L’uomo eccitato dalla mia reazione spontanea mi slega le caviglie per darmi piu possibilità di movimento, mi allarga le gambe e affonda dentro di me il suo membro scopandomi con energia e sincronizzando i movimenti con quelli dell’altro, ancora intento a scoparmi la bocca. È cosi perversamente eccitante, mai nelle mie fantasie potevo pensare di raggiungere un simile stato… i due uomini si danno da fare su di me incitandomi a muovermi per dargli ancora piu piacere e io li assecondo in tutto, consapevole che è questo il volere del mio uomo rimasto in disparte fino a questo momento … ma quanto vorrei che lui si avvicini a me!… all’improvviso i due si allontanano contemporaneamente da me, come se avessero ricevuto un ordine. Mi costringono a mettermi in ginocchio a pancia in sotto con i polsi ancora legati… i due uomini si piazzano dietro di me ad ammirare i miei buchi madidi di piacere. Prendono di nuovo il vibratore e me lo spingono nell’ano ancora stretto… io grido, questa volta per il dolore, ma a loro non importa e insistono a spingerlo sempre più a fondo… il dolore a poco a poco si fa piacere ed io , che prima ero reticente, assecondo i loro movimenti per sentirmi ancora piu violata…
Sfilano il vibratore e li sento commentare con frasi del tipo “guarda che bel culo largo che ti abbiamo fatto, adesso ti facciamo divertire con il nostro cazzo” … ed io incredibilmente lo desideravo… uno dei due mi allarga i glutei e mi affonda totalmente il suo membro senza badare ai miei lamenti …. Anzi ad ogni mio tentativo di sottrarmi lui mi punisce con un robusto schiaffo sul sedere e l’altro lo incita ad insistere , per poi farlo spostare per mettersi al suo posto… tutto questo, per quanto molto eccitante stava per mettermi a disagio e, quasi come se mi avesse letto nel pensiero, finalmente sento lui che si avvicina a me e mi accarezza la testa …. Io a questo gesto riacquisto sicurezza e fremo dalla voglia di sentire il sapore del suo membro a me familiare. Anche in questo non tarda ad accontentarmi e con la stessa foga usata precedentemente dagli altri me lo spinge fino in gola… ora tutto era perfetto: non sentivo dolore ma solo un piacere totale e disinibito e volevo che continuasse a lungo….
I due uomini dietro di me cambiano di nuovo posizione e uno dei due si lascia scivolare tra le mie gambe fino a ritrovarsi totalmente sdraiato sotto di me. Mi penetra davanti mentre l’altro mi infila di nuovo il suo pene enorme nell’ano…. ora mi sento totalmente persa, immobilizzata e compiaciuta di essere presa da tre uomini che mi penetrano contemporaneamente e non posso fare a meno di ansimare dal piacere che tutto questo mi provoca… continuano a lungo in quella posizione e una volta soddisfatti si scostano da me e mi fanno di nuovo girare con la faccia verso il soffitto … uno dei due uomini mi ordina di farli venire con la bocca ed io obbedisco tenendola piu aperta che posso e leccando prima uno poi un altro e poi un altro ancora finche non comincio a sentire il sapore dello sperma che mi cola sulla faccia e nella bocca… sento i loro gemiti di piacere e questo mi da piu energia per continuare a leccarli….
È finita e sono esausta e soddisfatta….
Sento i due uomini che escono dalla stanza silenziosi come sono entrati… solo lui rimane con me
Mi slega i polsi e mi sfila la benda con delicatezza… finalmente vedo il suo bel viso con il suo sorriso dolce… ricambio il suo sorriso e lo abbraccio per fargli sentire tutto il mio affetto… lui mi sussurra piano all’orecchio “ti amo”
Anche io ti amo … ti amo da impazzire…
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16 years ago
cp3rome,
42/42
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Incontro con una coppia
Vi racconto un incontro avvenuto con una delle coppie ... Il nostro primo incontro dopo averci sentito x Tel e convenuto il tutto, in un bar nei pressi della mia abitazione, lei con una gonna jeans corta e un corpetto bianco che lasciava intravedere la corposità di un bel seno appena nascosto... e degli zoccoli alti al punto giusto x esaltare le belle gambe, labbra contornate da un bel lucidalabbra x esitarle ancora di più. Capelli medi lunghi e occhi penetranti ,36 anni portati magnificamente , lui 41 di tutto rispetto , ci sediamo al bar in un posto un Po appartato e gli sguardi, le parole maliziose iniziano a creare un’atmosfera seducente, poi con intesa del suo uomo, ho proposto lei di andare alla toilette e togliersi il perizoma in modo che quando fosse entrata dietro la mia auto x raggiungere l'abitazione ci avrebbe proposto un bello spettacolo, guardandoci maliziosamente si alza e va. Uscita dalla toilette vi assicuro che i miei boxer non riuscivano a contenere il mio cazzo ,anche perché avrete notato che sono abbastanza dotato sia in lunghezza che in grossezza . Saliti in auto lei da vera porcellina ha cominciato a giocare con le gambe e con sguardi da farti diventare il cazzo duro come il marmo, lo spettacolo che si intravedeva èra sublime, la sua figa quasi rasata con solo un filo di peli in verticale e quel dito che mordeva le sue labbra . Entrati in ascensore ci siamo disposti io dietro e lui davanti dove ho strusciato la mia erezione nel suo fantastico culo e palpato con leggerezza il seno. Entrati a casa l'ho baciata mentre con le mani le palpavo il culo, ho scoperto il seno e leccato e succhiato con la mia bocca scendendo sempre di più, arrivando alla sua succosa figa che deliziosamente ho slinguato accompagnato dai movimenti della mia dita per entrare dolcemente con il medio e sentire lei che ansimava di piacere ...i mi blocca , mi slaccia i jeans abbassa i mie boxer e prende in mano il mio cazzo in piena erezione e comincia a muoverlo mentre mi guarda e il suo uomo già spogliato le mette il suo cazzo in bocca e lei lo spompina per poi lasciarlo e dedicarsi al mio ... quella bocca calda e quel lavoretto di lingua mi hanno eccitato sempre più , inginocchiata ha preso a spompinarci assieme alternando colpi di lingua e succhiate .. noi l'abbiamo stuzzicata dicendogli che doveva chiedercelo apertamente di essere scopata ,doveva convincerci che ci desiderava dentro di lei .. quando mi ha detto dai scopami ti voglio dentro ,ho messo un profilattico le ho alzato le gambe e mentre lei spompinava lui, sono entrato piano piano dentro sempre di più fino a toccare le palle il pube e ho cominciato a stantuffare lentamente fino ad aumentare i miei colpi e sentirla gemere sempre di più .. l'ho fatta girare e l'ho presa da dietro e la posizione che prediligo anche perché quando spingo molto dentro verso l'alto sentirlo tutto dentro toccare se sue pareti più profonde e di solito molte donne mi chiedono di uscire un Po perché le fa un Po male, sapere che le riempio senza che desiderino di averne ancora di più ..mi fa godere , poi è toccato a lui pomparla e dicendole che lei era la nostra porca e che da li a poco le avremo fatto anche il culo .. io a quelle parole e vedendo il suo splendido fondoschiena mi sono sentito ancora di più infoiato ..c'è voluto pochissimo e il mio cazzo è nuovamente in piena erezione . E' entrato prima lui per fare la strada. mentre lei mi fa un bellissimo pompino ,poi è toccato a me e quella sensazione di essere dentro il suo culo mi ha fatto andare in estasi ..altro che droga!! anche se non ho mai provato sono certo che queste sensazioni non li possa eguagliare nessuno . mi muovo dentro di lei e i suoi gemiti sono piacere puro x me. Lui le dice se vuole essere riempita completamente da noi . lei risponde che vuole essere la nostra porca anzi la nostra troia quella sera . e possiamo farle tutto purché la facciamo godere ... allora io esco lei si mette sopra di lui e io riaffondo nel suo bellissimo culo e i nostri movimenti sono piacere per tutti e la riempiamo in figa e in culo .Dopo una rinfrescata e bevuto qualcosa ha voluto farci un pompino e fatta schizzare nel seno. Con la ripromessa di incontrarci nuovamente perché è stato per entrambi un piacevole incontro .
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16 years ago
admin, 75
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Io dani e ale
Da tempo il mio amico Daniele mi prometteva una cena nella sua casa nuova. Ci facciamo una bella cena appena mi sistemo, mi ripeteva sempre.
Ora aveva finito la ristrutturazione, i mobili gli erano arrivati ed erano stati montati.
Una piccola villetta poco fuori Milano. Era il suo sogno nel cassetto ed ora ci andava a vivere insieme ad Alessandra.
Mi ricordo che quando Daniele mi parlava della sua villetta, diceva che lo eccitava tremendamente l’idea di poter stare nudo in giardino, a piedi scalzi nell’erba e poter far sesso senza nessuna remora o poter prender la tintarella integrale.
Giovedì sera dopo la partita finita la partita di calccetto io son rimasto un attimo a bordo campo per riprender fiato e mentre bevevo acqua, osservavo la squadra del turno successivo al nostro mentre faceva riscaldamento. Poi sono andato negli spogliatoi e in doccia. Stranamente Daniele non si era ancora spogliato, gli altri avevan già fatto la doccia e scherzavano sulla partita e ridevano su alcuni episodi, in attesa del proseguo della serata in pizzeria come nostra abitudine.
Intanto, io mi son spogliato e sono andato in doccia. Pochi istanti dopo mi ha raggiunto Daniele. Nella doccia c’era un silenzio irreale, il rumore dell’acqua era quasi impercettibile.
Dani mi si avvicina e mi dice “come ti sei abbronzato domenica scorsa al mare… ti si vede il segno del costume. Sei sexy”. Io gli ho risposto ridendo con bel “ma vaffanculo vah..”. Poi lui mi guardava e io per una frazione di secondo mi sono eccitato, il mio pene è diventato barzotto e lui era li che mi guardava e sorrideva. Ma la cosa è finita li.
Dopo siamo andati tutti in pizzeria e per tutta la serata non ci siam parlati, finchè poi quando ci siam salutati mi ha lasciato l’invito per questo sabato da lui. Mi aspettava per le 19.00 così avremmo preso l’aperitivo in giardino e poi cenato in casa o in giardino, zanzare permettendo.
Mentre guidavo, ripercorrevo i ricordi di questi ultimi giorni. In particolare la scena della doccia, quelle cose non le avevo mai sentite dire da Daniele, e io non ero abituato a ricever complimenti da un ragazzo. Il sole era ancora caldo e forte quando arrivai d’avanti al loro cancello. Daniele era venuto subito ad aprirmi in costume da bagno. Quando mi fece entrare dal cancelletto vidi che il suo costume era un po’ spostato e mostrava quasi tutta una chiappa. “…Però.. che bel culetto liscio che ha “… e subito dopo pensai “ma cosa sto dicendo?” Intanto camminavo sulle piastrelle del sentierino del suo giardino e che conduceva l’ingresso pedonale alla porta di casa e poi proseguiva sul retro. Arrivati sul retro c’era Alessandra, stesa sul lettino che prendeva il sole. Aveva degli occhiali da sole e le cuffie auricolari. Era in topless ed aveva veramente un seno molto bello, una ottima terza piena e soda. Mi provocava, mi eccitava molto la visione che avevo. Alessandra sembrava dormire, ma mi sembrava di aver visto dalla sua bocca spuntare un sorriso e io avrei giurato che la stronzetta ci godeva a mettermi in quell’imbarazzo così evidente.
Intanto Daniele l’aveva svegliata con un bacio sulla guancia e lei aveva (secondo me) fatto finta di svegliarsi e come se non avesse mi avesse mai visto prima, si è coperta il seno imbarazzata. Poi si è alzata per mettersi il top del bikini, mostrandomi così il suo tanga ed il suo culetto che non immaginavo così bello.
Il movimento è durato pochi secondi, ma io l’ho fotografata. I capelli castano chiari, con i colpi di Sole le scendevano dolcemente fin alle scapole, la schiena sexy e
le gambe slanciate e chilometriche e quel culo favoloso, quasi brasiliano…
Finora, per Alessandra era sempre stata la ragazza di Daniele non l’avevo mai immaginata come una donna, non mi era mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello di farmi la ragazza del mio amico. Ora però invidiavo Daniele, che intanto era andato a preparare gli aperitivi ed io ero rimasto solo con Alessandra. La guardavo senza dire una parola, il silenzio si protraeva ed il silenzio diventava sempre più imbarazzante. Fu lei che parlò chiedendomi , risposi io. Il Sole era ancora molto caldo, nonostante l’ora. Così Alessandra mi chiese
Alessandra allora si slacciò nuovamente il pareo e poi il bikini e questa volta ammirai lo spettacolo. Era d’avanti a me con le tette al vento, credo che controllarmi e non saltarle addosso , sia stata una delle cose più difficile che abbia mai fatto. Io ero a malapena appoggiato sul lettino e lei invece distesa a godersi il sole, era maliziosamente puttana a provocarmi. Giocava al gatto col topo, certa che sarei presto caduto, ma ancora non aveva deciso quando.
Intanto arrivava Daniele, con bel vassoio con sopra degli invitanti cocktail. Posò il vassoio su un tavolino e poi ognuno di noi prese un bicchiere, brindammo. Il mio drink mi sembrava tremendamente carico, ero sicuro che Daniele lo aveva fatto apposta, sapendo che io all’alcool sono poco resistente. In breve avevo molto caldo, ed ero vestito con le scarpe, pantaloni lunghi di jeans e una t-shirt, mentre Alessandra era in tanga e Daniele in costume.
La coppia di amici, mi invitava a mettermi in relax a togliermi qualcosa per far passare il caldo. Così restai con gli slip, solo che i erano piuttosto succinti e nel vedere Alessandra mi tradì una forte erezione ed il pene spuntava fuori dai miei slip. Io non me ne accorsi subito, ma fu Daniele a farmelo notare, mentre Alessandra rideva divertita ed io ero rosso paonazzo.
mi disse Daniele, avvicinandosi a me. Dopo pochi istanti Daniele era come me, con un’erezione che gli spuntava dal costume mentre vedevo e sentivo la sua mano accarezzarmi l’uccello. Era una strana sensazione, un tocco particolare. Forte, ma delicato ed eccitante. Non avevo mai provato questa situazione, ma mi piaceva e lo lasciai fare, mentre guardavo Alessandra che si avvicinava al suo ragazzo. Ci stendemmo tutti sul prato. A dire la verità non ricordo come ci son finito so solo che dopo poco, io ero semidisteso su un fianco e Daniele mi stava succhiando il cazzo, mentre era a sua volta girato sul fianco in modo tale che anche Alessandra potesse succhiarglielo. Mi sentivo su un altro pianeta. Appena entrato in un nuovo mondo, ma come se vi fossi sempre appartenuto. Mi alzai per raggiungere Alessandra.. con forza la adagiai con la schiena sull’erba a cosce aperte. Avvicinai la bocca x gustare il suo nettare. Era bagnatissima e le sue labbra si schiusero quando la mia lingua scivolava sopra. Lei sospirò godendo e reclinò all’indietro la testa. In quel momento sentivo qualcosa sul mio ano depilato. Non era un dito, era qualcosa di caldo e umido. Era la lingua di Daniele che mi stava leccando l’ano. Che sensazione magnifica!!! Il mio buchetto si apriva palpitante di desiderio. Godevo e gemevo inarcando la schiena. Poi sentivo una mano di Daniele afferrarmi il cazzo e piegarmelo indietro. Alternava leccate all’ano con potenti succhiate alla cappella, mentre io mi occupato di Alessandra. Senza rendermene conto, mi girai in modo tale fare un 69 con Alessandra, la quale aveva il mio cazzo in bocca. La guardavo arrapatissimo mentre si occupava del mio pene… solo che anziché ricambiarla e leccare la sua passerina, presi in bocca il cazzo di Daniele. Era duro e salato. Era bagnato anche lui. Poi fu lui a chinarsi a 90 invitandomi a penetrarlo. Io esitavo, non avevo mai fatto una cosa del genere. mi incitava Daniele , mi diceva Alessandra. Allora mi avvicinai col pene al suo ano, lo appoggiai e pregustavo già il piacere della penetrazione. Chiusi gli occhi e affondai l’uccello nel culetto di Dany che si dimenava con un mix tra dolore e piacere. Venni pochi istanti sborrai sulla sua schiena. Alessandra si era subito premurata di prendermelo in bocca e iniziava a pomparmi, mentre Daniele stava cercando di stimolarmi l’ano. Guardavo Alessandra e godevo, era uno spettacolo. Il mio uccello in bocca le stava benissimo… In pochi attimi, fui nuovamente in erezione e lasciai che i miei amici mi succhiassero ancora per interminabili minuti, nei quali provavo immenso piacere. Poi mettemmo Alessandra a 90 e prima si sdraiava a terra Daniele lei sopra ed io entravo nel suo culetto brasiliano…. Era qualcosa che non avevo mai sognato di fare… un piacere interminabile. Il suo culetto stretto che si dilatava e lei che urlava. Daniele venne dentro e fu il primo a venire e si tolse. Io invece non volevo venire, volevo che quel momento durasse per almeno un altro paio di settimane. Ero dentro al più bel culo che avevo visto e volevo godermi tutto e al più a lungo possibile. Invece dopo alcuni minuti, venni di nuovo e questa volta Daniele e Alessandra si divisero il mio seme. Poi cenammo, cibo e atmosfera veramente ottima, a fine serata andai via, ma non ero più lo stesso. Avevo un segreto in comune con Daniele e sapevo che quella non sarebbe stata l’unica volta. Ero sicuro che presto avremmo goduto tutti e tre insieme di nuovo.
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16 years ago
admin, 75
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Il rudere
Era una giornata di settembre e le nuvole gonfie di rabbia si protendevano verso l'orizzonte perla. Me ne stavo tranquillamente in macchina ad osservare il mare increspato di onde lungo il molo. La spiaggia era trafficata di pescherecci e il tutto dava l'impressione di trovarmi in un cimitero di barche e relitti logorati dalla salsedine e dal vento. Avevo bisogno di starmene solo per un po' e staccarmi dal turbine cittadino. Il mio sguardo verso l'orizzonte si distolse per posarsi su una statua di carne dorata. Un pescatore indaffarato rattoppava qualche maglia allentata o rotta della sua rete di pesca. Aveva una canattiera nera stretta in vita e un pantaloncino bianco che scendeva fino le ginocchia. La sua abbronzatura dorata indicava una prolungata esposizione al sole, accentuata da una serie di lentiggini sul naso. Aveva il corpo muscoloso e sudato e io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi muscoli abbondanti che si riflettevano per le azioni che compiva. Improvvisamente il pescatore volse lo sguardo verso di me e i secondi diventarono molto lunghi. Avevo il cuore che batteva più forte. Continuò poi con il suo lavoro e volgendo ogni tanto il suo sguardo su di me. Dopo mezzora lo vidi attraversare la passerella sulla spiaggia e venire verso il parcheggio. Si fermò davanti la mia macchina e guardandomi dritto negli occhi mi fece un cenno di seguirlo in quello che era ormai un rudere alla fine della spiaggia. Iniziai ad impaurirmi, ma allo stesso momento il cazzo mi pulsava dentro le mutandee io avevo una voglia matta di mettere le mie mani sul culo sodo e di marmo del pescatore. Scesi dalla macchina e lo segui' lungo la spiaggia, poi lo vidi sparire all'interno del rudere. Quando anche io arrivai a destinazione mi senti' improvvisamente strattonare e buttare a terra con violenza. Il pescatore muscoloso mi sbottono' poi i jeans e tolse fuori dai miei boxer il mio cazzo lungo e nerboruto che senti' sparire dentro la sua gola profonda e carnosa. Afferrai poi la sua testa rasata con tutte due le mie mani e la spinsi verso di me finche' non senti tutta la mia calda cappella attraversargli per intero la bocca. Mi alzai e lo spinsi verso una parete facendomi dare le spalle. Mi abbassai lentemente e abbassai i suoi pantaloncini e i suoi boxer. Tirai fuori la lingua e iniziai a laccare il suo culo liscio e duro finche' non arrivai tra le due chiappe e lalargando bene le gambe posai la mia calda lingua sul suo buco invitante e voglioso. Scopai il suo buco con la mia lingua per qualche minuto dopo di che insalivai per bene il mio cazzo e glielo spinsi dentro tutto d'un colpo. Senti' lo stallone difronte a me godere e gemere come un pazzo mentre muoveva le sue chiappe bianche verso di me. Mi sentivo scoppiare dal piacere mentre mi scopavo quella stupenda visione e quel buco caldo e rovente che inghiottiva il mio cazzo duro e lungo. Qualche volta lo tiravo fuori e poi lo penetravo di colpo ripetutamente. Poi sfilai il mio cazzo dal suo accogliente culo e lo feci inginocchiare. Sbattei la mia grossa nerchia sulla sua lingua e violentemente sulle sue labbra. Scopai la sua bocca a lungo mentre lui si smanettava il suo bel cazzo. Avevo una gran voglia di scoppiare e senza indugi gli sborrai copiosamente tutte le labbra e il petto mentre lui mi imbrattava le scarpe con il suo sperma caldo e denso. Mi ricomposi e facendo per uscire dal rudere mi disse: A DOMANI!!!
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16 years ago
admin, 75
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L\'incontro al mare
Tramite un annuncio entrai in contatto con una coppia di Milano. Dopo esserci scambiati qualche messaggio e avere constatato la reciproca cordialità e gentilezza, decidemmo di incontrarci. Loro si trovavano in vacanza a Forte dei Marmi e mi chiesero di raggiungerli per passare la domenica insieme. Accettai e la domenica successiva mi alzai, mi feci una doccia e mi preparai per l’incontro. Durante il viaggio in treno fantasticavo sull’incontro. Avevo paura di una delusione ma decisi di non pensarci. Nel primo pomeriggio arrivai al Forte, erano forse le 13:30 e mi recai verso il chiosco dove avevamo fissato l’incontro per le 14. Visto l’ora calda non era molto affollato e non mi fu difficile individuarli. Erano l’unica coppia seduta ai tavolini. Ci presentammo ci sedemmo e ordinammo qualcosa di fresco. Lui, un uomo castano chiaro, alto, occhi chiari, probabilmente 45 anni, non era una bellezza classica ma non si poteva certo dire che fosse un brutto uomo. Di corporatura robusta ma decisamente atletico. Probabilmente 90-95 Kg. Lei più giovane, era alta, forse 1,70, magra e longilinea con un corpo che, nonostante l’età, provocava invidia anche tra le adolescenti. Era bionda, capelli lisci che si appoggiavano sulle spalle. Gli occhi, pesantemente truccati di nero, le davano un’aria seria e misteriosa.
Dopo un po’ di imbarazzo iniziale trovai un buon feeling con la compagna mentre lui, serio, si limitava a cenni del capo e brevi e fredde frasi. Ad un certo punto, quasi infastidito disse: “andiamo a casa”. Così passeggiammo per un paio di minuti fino all’appartamento che avevano in affitto. Entrammo. La luce era fioca per le tapparelle quasi completamente abbassate a preservare i locali dal calore estivo. L’arredamento era un po’ triste, come molte case prese in affitto per il periodo estivo.
Ci sedemmo, loro sul divano e io su una sedia li vicino, e sorseggiammo un vino bianco appena tolto dal frigo. Loro cominciarono a baciarsi, si tolsero i pochi vestiti che coprivano i loro corpi e rimasero nudi. Fui quasi sorpreso ma ero estremamente eccitato. Lei si chinò versi di lui e prese in bocca il suo cazzo. Io rimasi immobile, quasi paralizzato da quella visione. Fui però presto svegliato dalle parole di lui che disse: “hei, che fai lì, datti da fare”. Mi avvicinai e misi la mia testa tra le gambe affusolate di quella bellissima bionda. Comincia a leccarle la fica ormai bagnata e i suoi gemiti tradivano il suo godimento. Non durò a lungo però, l’uomo, senza dire niente, afferrò la mia testa e l’avvicinò al suo cazzo spostando quella della sua compagna. Lo presi in bocca. Quella pratica quasi proibita fece crescere la mia eccitazione a dismisura. Pur essendo quasi completamente etero, capita che in certi momenti il mio lato femminile prenda il sopravvento. Mi sentivo veramente una troia. Continuavo a lavorare il suo cazzo duro con la mia bocca. Non era enorme ma la riempiva. Con le mani mi spingeva prepotentemente avanti e indietro e la mia saliva usciva copiosamente andando a posarsi sui suoi testicoli. Continuai a succhiare e a leccare, ero così eccitato che non so dire quanto tenni il suo cazzo nella mia bocca ma deve essere stato a lungo perché cominciavano a dolermi i muscoli della faccia. All’improvviso mi prese per i capelli e mi allontanò dal suo membro e mi ordinò di sdraiarmi per terra. Obbedii mentre la sua compagna, che nel frattempo si era goduta lo spettacolo accarezzandosi dolcemente la fica, si mise sopra di me alla pecorina. La mia faccia si trovava a pochi centimetri dalla sua fica ormai fradicia ed ero così eccitato che presi a leccarla avidamente. L’uomo mi riprese subito dicendo: “ti piace la sua fica è? Ora ci penso io a fartela assaggiare!”. Cominciò a scoparla da dietro e ogni tre o quattro colpi toglieva il suo cazzo da quella fessura grondante per infilarlo nel mia bocca. Mi derideva dicendo: “ti piace è troia?”. Continuò a scoparla a lungo. Ero al massimo dell’eccitazione ma nonostante ciò il mio cazzo era ancora molle. Mi sentivo donna in tutto e per tutto. La bionda era eccitatissima. Gemeva e si contorceva. Prese il mio cazzo inerme in bocca. Cominciò a succhiarlo avidamente nonostante lui rimanesse indifferente alla sua lingua e alle sue labbra carnose.
Mi sentivo così troia che desideravo quel cazzo dentro di me, la bocca però non mi bastava, volevo sentirlo nel mio bel culo ma avevo paura a chiedere tanto. Lui continuava a scopare la sua compagna che ormai si era prodotta in numerosi orgasmi. Quando lei, stremata dal piacere, si accasciò su di me, lui le ordinò di spostarsi. Le disse: “ora tocca alla nostra troietta” e mi ordinò di mettermi alla pecorina. Ubbidii subito e mi misi in ginocchio con le mani appoggiate sul pavimento. Non mi sembrava vero, finalmente l’avrei sentito dentro di me. Il mio cazzo era ancora flaccido ma ero così eccitato che un filo di liquido trasparente e appiccicoso usciva dal piccolo orifizio sul glande.
Sentii la sua cappella premere contro il piccolo buco. Dopo un paio di tentativi la sentii entrare. Non fu difficile, un po’ perché ero eccitatissimo e un po’ perché il suo cazzo era stato abbondantemente lubrificato dalla fica della biondina. Spinse ancora e lentamente entrò tutto. Lo sentii arrivare fino al limite consentito. Mi sentii pieno, pieno di quel cazzo dentro di me. Ormai ero fuori di me. Nonostante la mia timidezza cominciai a dire “sii, scopami!”. Cominciò ad andare avanti e indietro. Era fantastico. I suoi colpi provocavano ondate di godimento mai provato. Era una sensazione diversa dal solito. Forse qualcosa di simile a quello che provano le donne. Il piacere si andava accumulando ad ogni colpo fino ad arrivare a veri e propri orgasmi anali. Venni, se così si può dire, almeno quattro o cinque volte senza che una goccia di sperma uscisse dal mio cazzo molle. Poi cominciò ad accelerare il ritmo e capii che anche lui stava ormai per raggiungere l’orgasmo. Alternava colpi velocissimi a colpi lenti e molto profondi. Continuò per un po’ poi lo tolse di scatto provocandomi un’altra ondata sublime. Capii che voleva venirmi in bocca. Non aspettavo altro. Lo presi in bocca. Cominciò a pulsare e la mia bocca si riempì di liquido. Il sapore acre del mio culo venne presto scalzato da quello del suo sperma. Lo tenni in bocca finché ebbe finito. Con mia sorpresa la bionda si avvicinò e cominciò a baciarmi. La sua lingua esplorava la mia bocca reclamando quel nettare che riteneva suo. Ce lo dividemmo da brave amiche riaffermando quella complicità che si era venuta a creare già dal primo istante, forse perché già da quel primo pomeriggio ci sentivamo entrambe orgogliosamente troie.
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16 years ago
7maybi,
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Last visit: 6 years ago
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emozione di una foto
Quello che mi appresto a farvi leggere, non è un racconto di fantasia nè un vero racconto con capitoli e paragrafi; semplicemente è la descrizione breve di un attimo vissuto con intensità! Chi ha scritto il testo, ovviamente rimane anonimo, anche se a lui va attribuito il merito di aver incisivamente rappresentato con poche e semplici parole la sua emozione, che poi rappresenta la stessa emozione di tanti ammiratori di questo sito e al tempo stesso la piccola ricompensa per chi partecipa alla vita di questo sito.
Eccoci...be....appena ti ho visto con le gambe accavallate ho provato una emozione fortissima...accidenti non pensavo che questa roba on line potesse essere così eccitante....credo che alla base ci sia una forte componente cerebrale...naturalmente poi ci vuole una donna speciale come te. Veniamo al dunque però. Ero eccitatissimo e mi tirava da morire...ho cercato di contattarti inutilmente...allora ho iniziato a lavorar di fantasia da solo pensando a te e a quello che ti avrei fatto se solo tu fossi stata qui...era comunque molto eccitante...continuavo a farlo per bene...cambiando spesso il ritmo...alternando movimenti veloci ad altri più lenti...cercando di ritardare la eiaculazione...ansimavo...il battito cardiaco aumentava...mi sentivo come un vulcano in eruzione...intanto continuavo a vederti e a pensarti...fino a quando vi è stata una vera e propria esplosione...con schizzi copiosi e fortissimi.
Se tu fossi stata qui ti avrei letteralmente inondata.
Adesso che ci penso mi è rivenuto duro...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 7 hours ago