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La partita a carte
amore io stasera non ho voglia di uscire resto a casa, vado a dormire.
sono nel nostro letto indosso solo sottoveste di seta.
nel cuore della notte sei accanto a me..amore sono tornato, ho giocato a carte con degli amici e ho perso, ti dispiace?
sento rumori in soggiorno, voci, risate...
amore mio ho perso te a carte, eri tu la posta in gioco, dovrai soddisfare i miei amici, io sarò fuori della porta non posso restare accanto a te...è parte della scommessa.
sono nella mia camera, nudi e già molto eccitati,...amore adesso vado, sono in soggiorno, non essere arrabbiata con me.
si avvicinano timorosi hanno il respiro affannato.
si sdraiano accanto a me le loro mani sollevano lentamente la sottoveste e scoprono la mia nudità.
si incantano davanti al mio addome teso.
un viso si tuffa tra le mie gambe, la sua lingua esplora con delizia il mio clitoride mentre mani avide solleticano i miei capezzoli.
adesso piccola mi fai vedere come sei brava a leccarlo, il tuo uomo ci ha detto che ti piace tanto...
con la mano mi affera con decisione i capelli e porta il mio viso sul suo membro rigido e teso...
amo leccare, adoro riempirmi la bocca, spingerlo fino in gola, sentire la punta sulle tonsille...
io invece mi prendo la tua fichetta bambolina!
movimenti forti profondi...
amore mi spiace averti perso a carte....
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
Un giornata di vero piacere
UNA GIORNATA DI VERO PIACERE
Durante quella notte mi stavo girando e rigirando fra le mie fresche lenzuola ero tutto solo ed ero in uno stato di dormiveglia che mi sono portato fino al risveglio del mattino.
Erano le 8.00 circa quando gli occhi si sono aperti e mi rendevo perfettamente conto di essere in un forte stato di eccitamento il mio cazzo era duro come il marmo ho aspettato qualche minuto per far si che la situazione cominciasse a perdere un po’ di rigidità per far si che la normalità del mio grosso membro tornasse nelle giuste dimensioni, ma niente da fare era sveglio ed attivissimo e continuava a deformare la stoffa dei miei boxer.
Mi sono alzato mi sono lavato il viso con acqua fresca e mi sono appoggiato al lavandino per qualche secondo in attesa che qualcosa cambiasse ma niente il soldatino era sempre sugli attenti allora ho tirato l’elastico dei boxer per guardarlo ed ho notato che il glande era completamente rivolto verso il mio viso quasi a chiedermi qualcosa…………….
Tornata la normalità bevendo un buon caffé sentivo però un fortissimo stimolo quasi un pizziccottio sulla punta e nello stomaco a quel punto ho preso il telefono ho fatto il numero ho aspettato che si connettesse…….. siiiiiiii…… era libero ed acceso sentivo il tu tu tu fino al momento in cui ho senti dire pronto !!!!!
Una bella voce soave mi risponde e mi dice ma ciaoooo sei gia’ sveglio ?
In quel momento l’amichetto delle parti basse ricomincia la sua ascesa tornando nello stato del mio risveglio immaginando che Laura dall’altra parte della cornetta fosse poco vestita e magari vogliosa come lo ero io.
Dopo le solite 4 chiacchiere di rito ecco che Laura mi dice che si era appena alzata anche lei e che aveva patito un caldo soffocante durante tutta la notte quindi ha cominciato a descrivermi nei minimi particolari in che modo era vestita in quel momento……………
Ho una canottiera bianca senza reggiseno e i capezzoli duri che si vedono benissimo disegnati sulla stoffa e un perizoma nero trasparente e niente altro………. poi mi ha fatto un lungo sospiro……..,
in quel momento ho preso il mio grande cazzo fra le mani e ho cominciato a masturbarmi e lei incuriosita dal mio silenzio a cominciato a gemere e dirmi che 2 delle sue ditine erano all’interno della sua dolce fighetta bagnatissima ………siiiii continua le ho detto e lei avvicinando la cornetta alla sua patatina mi faceva sentire il dolcissimo rumore delle dita che la penetravano con foga con un ritmo sostenuto fino a quando non grida sto venendo siiiiiiiii……………..dopo pochi istanti ripresasi dal dolce orgasmo mi chiede di prepararmi il piu’ infretta che potevo, dovevamo assolutamente vederci l’eccitamento era ad un livello altissimo………….
Intanto continuando a rimanere collegati tramite cellulare ci siamo preparati e vestiti siamo scesi andando verso le nostre auto parcheggiate continuavamo a stuzzicarci in tutti i modi, partendo lei da casa sua io dalla mia abbiamo continuato il nostro collegamento fino a che i nostri sguardi non si trovavano a non piu’ di 2 metri parcheggiati al nostro solito posto di ogni incontro.
Con uno sguardo molto attento ho notato la porta della macchina di Laura si apriva e con molta lentezza scendeva dalla macchina con un bellissimo stivale bianco e una minigonna di jeans mozzafiato quasi a voler far si che tutti i passanti la guardassero di quanto bella e provocante fosse…………..
Con un passo lento ma deciso arriva davanti alla mia macchina apre la porta e sale, immediatamente comincia a baciarmi prendendomi il viso fra le sue mani facendomi sentire la sua bella lingua morbida e vellutata………..mmmmmm come eravamo arrapati………….
Accendo la macchina e parto per una destinazione ancora non conosciuta lei comincia a fissarmi con i suoi tenerissimi occhioni e mi chiede di fermarmi al primo bar per fare una bella colazione, ma prima di entrare sui gradini del locale a prendere il cappuccino e un buon cornetto al cioccolato mi da in mano un oggetto senza spiegarmi nulla che aveva l’aria di essere un telecomando, su di esso non vi erano numeri o segni particolari ma solo una rotellina in cui indicava piu’ e meno, subito in un primo istante non ho realizzato e non capivo cosa fosse ma lei muta come una tomba si avvia a sedersi al tavolo per fare l’ordinazione, attorno a noi c’erano diverse persone che chiacchieravano, ridevano, scherzavano qualcuno leggeva il giornale altri parlavano al cellulare……….
Ecco che il cameriere arriva e ci chiede cosa portarci, in quel momento ho realizzato cosa fosse l’aggeggio che tenevo nella mia mano destra, nell’istante in cui il ragazzo del bar tornava al nostro tavolo con le consumazioni ho cominciato a far roteare la rotellina del telecomando verso il segno piu’ in modo molto lento ma progressivo……..lo sguardo di Laura ha incominciato lievemente a cambiare ed io divertendomi continuavo a far scorrere la rotella verso il segno positivo, tutto mi era chiarissimo, ero circa a metà della sua escursione totale quando anche lei volendosi difendere dal mio gioco sadico e attenta a non farsi notare dalle altre persone a cominciato ad allargare lievemente le gambe fino al punto da farmi notare che le mutandine le aveva lasciate a casa e cosa ancora più eccitante si era rasata completamente la sua dolce fighetta, mentre il cameriere si allontanava lo sguardo di Laura a cominciato a fissare i miei occhi poi hanno cominciato ad abbassarsi a guardare se il mio cazzo aveva qualche effetto e in quell’istante essendomi io messo dei pantaloni della tuta senza boxer la montagnola cominciava ad ingrandirsi facendo vedere molto bene l’eccitamento che tutta quella situazione mi stava provocando………….
E io acceleravo portando al massimo la fatidica e tremenda rotellina intanto sentivo il mio cazzo muoversi e picchiare sempre di più sulla mia pancia mentre Laura cercava in tutti i modi di nascondere quel fortissimo godimento provocato dell’ovetto vibrante radiocomandato che aveva introdotto nella sua bella e morbida fighetta………………..
Finita la lussuriosa colazione e calmando lievemente i bollenti spiriti ci aviammo alla cassa per pagare una colazione da mille e una notte e risalimmo in macchina……….
Dopo qualche chilometro troviamo una stradina sulla nostra destra che sembrava interessante mentre Laura con la sua dolce bocca aveva cominciato da qualche minuto un pompino da sogno, più volte mi sono trovato davanti a un bivio ma guidavo con l’istinto di un navigatore satellitare che sapeva esattamente la strada da prendere mi avviai verso vie sconosciute, in quell’istante arrivo ad uno stop grande come una casa, fermando la macchina mi sono accorto che due uomini alla mia sinistra stavano camminando affiancandoci, accorgendosi del movimento di testa della mia donna che succhiava eccitatissima il mio durissimo membro si fermarono a godersi lo spettacolo e Laura alzando lo sguardo vide i 2 uomini stupefatti da cio’ che stava accadendo ma senza troppe distrazioni continuò a far scorrere la sua bocca sul mio cazzo agitando sempre di più la sua lingua sulla mia cappella, in quel momento metto la marcia e parto……………stavo godendo veramente tanto!!!!!!!!!!!
Percorriamo ancora qualche chilometro fino ad arrivare all’imbocco di una stradina sterrata fino ad arrivare a parcheggiare la macchina sotto una bella quercia secolare lontano da occhi indiscreti …forse !!!!!........
Lei continuava a succhiare il mio cazzo non voleva fermarsi anzi comincia anche lei stessa a toccarsi la sua patatina facendomi notare l’interno delle sue cosce tutte umide del suo eccitamento…………….si si si si incominciava ad agitarsi e a muovere il suo bacino sempre di piu’ si si si… mi dice sto venendo e si lascia scappare un grido di piacere senza trattenersi per nessun motivo……Dio in quel momento penso come sei porca ti adoro mi fai morire………..
Non c’e’ la facevo piu’ avevo voglia di stropicciare la sexy piccolina che sedeva di fianco a me….. ho cominciato a togliere la maglia e subito e prendere fra le mie grandi mani le sue tettine incominciando a mordicchiare i suoi capezzoli che si facevano sempre piu’ duri ed eccitati……..
Con una certa foga ho cominciato a sfilarle anche la sua mini gonna ecco che come d’incanto avevo una eccitatissima donna quasi tutta nuda sul sedile di fianco al mio………….
In un istante con abile mossa sono sceso dalla macchina e mi sono avviato quasi correndo verso la portiera dalla sua parte che ho aperto dolcemente invitandola a scendere vestita solo dei suoi stivali bianchi lei quasi sconcertata rasente la timidezza allunga la sua mano e mi fa capire di voler assecondare dalla mia vogliosa fantasia ……….. la porto vicino al grande albero e le faccio allargare le gambe appoggiando le sue mani sulla grande quercia, subito mi siedo fra le sue cosce e alzando lo sguardo vedo una dolcissima fighetta completamente rasata che quasi mi sorride, comincio a leccarla introducendo qualche ditino nei due buchetti adiacenti e noto con mio grande piacere che lei comincia a godere come una grande porca vogliosissima……….lei comincia a scendere sempre di piu’ verso la mia faccia ancora ancora ancora fino a trovarci io sdraiato supino e lei chinata accovacciata con la sua dolce patatina completamente sulla mia faccia a quel punto le infilo il naso dentro e comincio a spingere con una certa energia per farlo entrare sempre di piu’ la sentivo gemere anche lei spiengeva eccola eccola…….. stava godendo…….. e tutto il suo piacere mi gocciolava sul viso,
mi dice che non aveva mai goduto con un naso e la cosa la eccitava sempre di piu’ era una furia scatenata dovevo scoparla ………………
ci siamo alzati e tenendoci per mano tornavamo verso l’auto che si trovava a pochi passi da noi lei incomincia ad abbracciarmi a baciarmi sul collo a leccarmi l’interno e l’esterno dell’orecchio, si siede sul sedile della macchina e mi tira giu’ i pantaloni trovandosi davanti un grande cazzo duro come il ferro che incomincia a leccare e succhiare facendo scorrere la sua bocca su tutta la lunghezza del mio membro arrapato mentre con una mano mi accarezzava i ciglioni e con un ditino il buco del mio culetto…………..
tolgo quasi di forza il mio cazzo dalle sue labbra per far scendere il sedile ribaltabile le prendo le gambe gliele allargo me le metto sulle spalle e mi sdraio su di lei facendo scivolare il mio bastone nella sua profonda intimita’ incominciando a sbattermela con una certa energia sempre di piu’ di piu’ la stavo sfondando e lei gridando mi invitava a farlo piu forte piu’ veloce piu’ profondo …….laura stava di nuovo venendo………….
i nostri corpi cominciavano ad essere sudati e scivolavano benissimo uno sull’altro, lo girata messa a pecorella e senza aiutarmi con le mani vedevo il mio cazzo nuovamente scomparire all’interno della sua bagnatissima fessurina …..siiiiii…….. la sculacciavo e lei godeva ancora di piu le sue chiappe erano sempre piu rosse e i miei schiaffetti sempre piu intensi la stavo montando sempre piu forte, ad un certo punto mi sono accorto di qullo splendido buchetto anch’esso bagnato dai suoi molteplici orgasmi e con delicatezza ho cominciato ad introdurre il mio pollice nel suo culetto mentre continuavo a scoparla a ritmo sostenuto…………
dopo qualche istante vedendo il nuovo buchetto da conquistare che incominciava ad allargarsi sempre di piu’ sempre con dolcezza e forte eccitazione mi bagno con la saliva l’indice e il medio e introduco le due dita nelle viscere profonde, strappando a laura un gemito di goduria……….in quel momento stavo facendo entrare e uscire il mio cazzo con un ritmo dolce ma profondo accompagnandomi con le dita nel suo culetto ………a lei sembrava fossimo in 2 a scoparla e tutto cio’ la faceva fantasticare ed impazzire di piacere…….tolgo le dita e appoggio la mia cappella all’ingresso del buchetto e comincio a spingere lentamente e nuovamente il mio cazzo comincia a penetrare mentre risalgo per poi di nuovo spingere per affondare quasi totalmente… siiii stiamo godendo, aumento il ritmo sempre di piu’ il piacere non e’ solo quello fisico ma anche di totale possesso di quel corpo di quella donna che sa essere una meraviglia della natura……
comincio a giocare in tutti i modi possibili alternando la penetrazione dei suoi buchetti caldi e bagnati non volevo ancora venire avrei continuato per sempre eravamo in uno stato di benessere assoluto………..
in quel momento vedo laura che accorgendosi che il mio massimo piacere era vicinissimo si toglie e mi invita a provare una nuova fantasia da lei pensata,… mi fa sedere nel centro del sedile posteriore della macchina e mi dice di guardarla…………in quel momento mi chiedo quale diavoleria stesse preparando e come un fulmine vedo che appoggia un piede sul sedile anteriore di guida e l’altro sul sedile di fianco e accovacciandosi comincia ad introdursi il cambio della mia auto all’interno della sua splendida fighetta e comincia a muoversi sempre piu’ velocemente poi lo toglie dalla fighetta e lo mette nel culetto e continua a muoversi, io stavo impazzendo prendo il mio cazzo e comincio a masturbarmi non resistevo piu dovevo venire…………..
allungo una mano e lei me la prende togliendosi dal mio attrezzo di guida e come una contorsionista passa anche lei sul sedile posteriore e avvicina il suo viso al mio cazzo pronto a scoppiare da un momento all’altro allunga la lingua per toccarmi la capella mentre io continuo con la mano a masturbarmi …grido sto venendooooo…. allora lei apre la bocca tenedo il mio cazzo ad una distanza di circa 10- 15 centimetri dalla sua bocca incomincio ad inondarla con il mio sperma dentro la bocca, sulla faccia, sulle tette non finivo più ero in estasi assoluta, attendendo la giusta tempistica Laura si avvicina a me e comincia a baciarmi volendomi fare assaporare il gusto del mio piacere e incominciammo un intreccio di lingue veramente appassionato fino a quando i nostri bollenti spiriti cominciavano a tornare in una quasi normalità, a quel punto ci siamo rivestiti per tornare verso il nostro parcheggio non c’era molto da dire era sta una giornata di vero piacere.
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16 years ago
coppiasexy6872,
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La serata di miranda
Letizia muoveva agilmente la lingua sul membro che aveva di fronte,
contemporaneamente le mani erano impegnate nella masturbazione di altri due.
Era in ginocchio, completamente nuda. L'atteggiamento era quello devoto e paziente che l'aveva resa una schiava perfetta.
Un altro uomo le prese il delicato sedere e lo sollevo' fino a farle assumere la piu' classica delle posizioni in piegamento. Lei si lascio' guidare senza interrompere neppure per un istante le attivita' che la vedevano impegnata.
L'uomo le infilo' un dito nel culetto, poi' due, quindi tre, infine infilo' l'uccello.
Letizia non era certo nuova a queste performance, tuttavia lascio' trapelare un gemito.
Lady Miranda guardava con soddisfazione la composizione che aveva creato.
Mancava solo l'ultimo tocco, Ilaria si inginocchio' sotto Letizia e comincio' a leccarle il clitoride. Ora tutto era perfetto. Eliana scattava foto a raffica.
Lady Miranda era una padrona particolarmente appassionata del gioco psicologico. Amava umiliare i suoi schiavi e le sue schiave. In particolare le piaceva esibirli in giro.
Piu' volte aveva fatto spogliare Letizia completamente nuda dentro i camerini di negozi di abbigliamento facendole lasciare la porta socchiusa.
Spesso le faceva indossare, senza intimo, minigonne pressoche' inesistenti. Letizia era sempre stata entusiasta di questo trattamento, ed era disposta ad eseguire ogni suo ordine. Si era persino prostituita per lei.
Era stata la prova del fuoco. Miranda aveva alcune "amiche" inserite nel giro delle transessuali. Avevano portato Letizia con loro e messa sulla strada completamente nuda.
Il successo era stato travolgente in poco piu' di un'ora aveva incassato 500 euro.
Intanto la "composizione" di Lady Miranda stava raggiungendo la necessaria conclusione. Davanti agli ochhi estasiati di un gruppetto di giapponesi, gli uomini stavano cominciando ad eiaculare tra le labbra di Letizia, che nel frattempo era tornata in ginocchio.
A turno tutti e quattro le vennero in bocca o sul viso. Quando l'ultimo uomo usci' di scena ci furono degli applausi entusiasti per Letizia, ancora in ginocchio.
Uno dei giapponesi chiese a Lady Miranda se poteva avere Letizia per una notte. Miranda propose 5000 euro e il giapponese accetto'.
Dopo essersi lavata Letizia fu chiamata da Miranda nel grande soggiorno dove poco prima si era svolto lo spettacolo. Letizia arrivo' e si mise in ginocchio. Miranda le comunico' che quella notte sarebbe stata al totale servizio del giapponese che avrebbe potuto disporre di lei a proprio piacimento.
Lei rispose come al solito: "io sono la tua schiava Mia Signora, disponi di me come desideri".
Questa frase eccitava Lady Miranda, ma ancora di piu' eccitava Letizia.
Letizia usci' con il giapponese e Miranda inizio' ad escogitare qualcosa per divertirsi nella serata.
Miranda aveva una forte preferenza per le donne, tuttavia le piaceva giocare anche con gli uomini, in particolare le piaceva accoppiarli tra loro. Aveva numerosi schiavi (d'altra parte e' molto facile trovare schiavi). Chiamo' Stefano e Luca e comunico' loro che in serata avrebbero giocato. La risposta fu entusiastica.
Ovviamente avrebbe portato con se anche Ilaria e l'immancabile Eliana, l'addetta alla documentazione. Ogni cosa che Miranda organizzava, veniva immancabilmente filmata o fotografata da Eliana.
I ragazzi di miranda erano tutti completamente depilati. Questo permetteva una maggiore varieta' di giochi. Fece vestire stefano e Luca con abiti femminili e succinti e li porto' dalle sue amiche trans. Fece pagare ai ragazzi un'ora dei servizi delle sue due amiche e poi iniziarono i giochi.
Loro dovevano battere e proporre ai clienti di farlo in tre, coinvolgendo una delle trans. Miranda Ilaria e Eliana erano in macchina poco lontane.
Lo scarso mestiere di Luca e Stefano porto' al completo fallimento dell'iniziativa. Dopo una ventina di minuti Miranda si spazienti' ed ordino' a stefano di succhiare l'uccello di Luca. Li' sulla strada. Il successo stavolta fu notevole, le auto rallentavano e giravano intorno allo spoglio piazzale dove si trovavano.
L'inevitabile passo successivo fu che Luca inculo' Stefano fino a venirgli sulla schiena.
Miranda si fece passare da Ilaria la lingua sulla fica. Venne con un gemito. Quindi si fece riaccompagnare a casa lasciando Luca e Stefano nel piazzale. Non era la prima volta che succedeva, loro sapevano che piu' tardi sarebbe tornata Ilaria a riprenderli anche se probabilmente sarebbero passate un paio d'ore.
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
Una scommessa tra colleghi
Qualche mese fa mi è successa un’esperienza che mi ha, per così dire, segnato. Avevo appena cambiato lavoro, e nella marea di colleghi-zombie (del tipo lavoro-casa e casa-lavoro) mi sono trovato a condividere l’ufficio con due splendide ragazze. Ero contentissimo: Claudia era alta, bruna, la classica bellezza mediterranea, mentre Elisa era bionda, minuta e con un viso angelico.Erano simpatiche, molto spigliate e, conoscendosi da anni, avevano instaurato tra di loro un rapporto molto profondo. Non si imbarazzavano per la mia presenza nel fare battutine osè o nel raccontarsi pettegolezzi erotici, ed io mi sono sentito subito a mio agio, tanto che dopo una sola settimana ero riuscito ad entrare in confidenza: mi inventavo pettegolezzi erotici e con mirate battute (che in realtà erano serie proposte spacciate per scherzo) sottolineavo quali piaceri avremmo potuto provare vicendevolmente in un rapporto a tre fra noi colleghi. A volte, constatando l’intimità della loro amicizia, mi spingevo addirittura nel commentare quelli che sarebbero potuti essere i loro rapporti saffici...sicuramente esplosivi, per quello che immaginavo io.
Dopo il primo mese mi sono accorto di farci quasi una malattia. Mi sorprendevo sempre più spesso nell’osservare, quasi con le bave alla bocca, lo stupendo culo di Elisa o le tette magnificamente sode di Claudia. Questa mie occhiate erano così sfrontate e frequenti da non poter passare inosservate; anzi, mi attiravano addosso parecchi commenti da parte delle mie due sorvegliate speciali, ma il tono usato per riprendermi, scherzoso o serio che fosse, mi faceva capire che in fondo il mio voyeurismo era ben accetto: la merce era lì per essere guardata, e forse forse, per essere consumata.
Oramai le sognavo puntualmente tutte le notti, sempre nella stessa situazione: si toccavano, si scopavano come lesbiche ninfomani, fino ad inginocchiarsi docilmente davanti al mio cazzo enorme che le avrebbe soddisfatte entrambe...ma prima che potesse succedere quella meraviglia, io mi svegliavo in un bagno di sudore e con le mutande che tiravano.
Ed è stato proprio in una di queste mattine, in cui brandelli del sogno continuavano a tormentarmi, che ha avuto inizio la mia avventura; era una calda giornata di Maggio e una volta arrivato in ufficio, a colorare ulteriormente le mie visioni oniriche, ho trovato leggere e svolazzanti gonne, aderenti e colorati top, eccitanti piercing all’ombelico: a vedere tutto quel ben di dio non ragionavo più; e così al primo accenno di discorso libertino ho buttato lì un “...eh si, ve lo farei vedere io cosa ci sarebbe da fare con voi due!!â€
Le ragazze sono diventate improvvisamente serie: Claudia ha chiuso la porta dell’ufficio appoggiandocisi sopra a braccia conserte; Elisa, seduta su un angolo della scrivania, mi guardava in modo strano.
“Sai che ci piacerebbe veramente sapere cosa ci faresti? Perché noi un’idea su cosa fare con te ce l’abbiamo già ...Facciamo una scommessa?â€
- O la va o la spacca! - Mi sono buttato: â€Che genere di scommessa…?Cosa scommettiamo?â€
“Non so...vediamo…†Claudia si era messa di fianco all’amica, e io cominciavo a sentirmi stringere lo stomaco. Potevo veramente averle tutte e due o avrei solo fatto la figura di merda più grande della mia vita?
“Facciamo così: se perdi ci fai da schiavo per una settimana, se perdiamo noi saremo ai tuoi ordini per due settimane...ci stai?â€
“Cosa intendete per schiavo?â€
“Secondo te?†La voce di Elisa era suadente come non mai, mentre, per farmi comprendere meglio il concetto di schiavo, si tirava su lentamente la gonna.
Io sudavo paralizzato.â€Ma…â€
“La scommessa…? Semplice. Io e la Claudia scommettiamo che riusciamo a farti venire senza neanche toccarti...accetti?â€
Non avrei mai potuto immaginare la trappola in cui mi stavo infilando...anzi, a dire il vero pensavo si di infilarmi, ma stavo decisamente correndo un po’ troppo.
Ho accettato. La scommessa si sarebbe consumata nel week-end, nella casa di campagna di Elisa. L’appuntamento era stato fissato per Sabato a cena.
Il resto della settimana è scivolato via in maniera tranquilla, forse un po’ più lentamente del solito, a parer mio, ma nessuno di noi tre ha più accennato alla scommessa.
Elisa possedeva una piccola cascina ristrutturata poco fuori città . Sono arrivato puntuale con due mazzi di rose rosse e due bottiglie di vino (ovviamente una di bianco e una di rosso) e tantissime domande in testa; ma entrando nel cortile e vedendole aspettarmi sulla veranda mi si è azzerato qualsiasi pensiero: erano bellissime, stupende! Fasciate in cangianti camicette e aderenti minigonne sculettavano su vertiginosi tacchi a spillo...sembravano uscite da un film!
Prima di cenare abbiamo preso un aperitivo, parlando del più e del meno. Non sembravano emozionate, almeno non quanto lo ero io; ci siamo seduti sul divano e ovviamente mi hanno messo in mezzo: le loro mani non smettevano un attimo di provocarmi, sfiorandomi le ginocchia, soffermandosi qualche istante sulle cosce, accarezzandomi il petto. Poi, finalmente, hanno servito la cena; io mi sono seduto a capotavola con quelle due ammaliatrici al fianco. Vi giuro che vederle mangiare con voluttà qualsiasi cosa avesse la seppur minima valenza fallica è stato uno spettacolo che difficilmente dimenticherò: si scambiavano occhiate furtive, si imboccavano l’un l’altra, simulando la fellatio con dita intinte nel vino, mi guardavano con una malizia prossima a sfociare in un invito al sesso selvaggio. Per non parlare poi dei piedini bollenti che risalivano inesorabilmente verso la mia zona pubica, gonfia all’inverosimile.
Verso la fine della cena la mia vista ha incominciato ad annebbiarsi e, pur non avendo bevuto più di due o tre bicchieri di vino, mi rendevo conto di ondeggiare paurosamente sulla sedia. Ricordo che sono stramazzato a terra senza riuscire più a rialzarmi. Disteso e inerme ho intravisto sotto le corte gonne sublimi angoli di paradiso, fino a quando non ho perso contatto con la realtà .
Non so quanto tempo fosse passato, non sapevo neppure se fosse ancora Sabato sera o Domenica, ma con le interessanti premesse che c’erano state il mio risveglio è stato un vero shock: ero completamente nudo, seduto sul bordo di un tavolino, con le caviglie legate strettamente alle robuste gambe di legno e le mani immobilizzate dietro alla schiena.In mezzo ai miei piedi c’era un grosso specchio rettangolare, inclinato e fissato al letto matrimoniale che avevo davanti. Per l’occasione mi ero rasato le parti intime e adesso potevo vedere riflesso lo scroto liscio e ancora leggermente arrossato.
Sul letto, ancora vestite come le avevo viste a cena, erano sedute le mie carceriere.
“Ben svegliato!†Nonostante sorridessero ho temuto per un attimo che non sarei arrivato a vedere Lunedì...sempre che non lo fosse già .
La stanza, tolto qualche faretto che illuminava la mia prigionia, era completamente immersa nel buio.
“Ragazze, che cazzo state facendo??? Non mi piace questo gioco!â€
Si sono messe a ridere, per niente imbarazzate e realmente divertite: â€Non ti ammazziamo mica. E’ solo che abbiamo fatto una scommessa e tu la stai per perdere.â€
“Scommessa un cazzo!!! Ma chi credete di essere, eh? Slegatemi subito!â€
Ero terrorizzato e in loro totale balia, ma confesso che l’idea di essere sequestrato e seviziato da due bellezze simili mi eccitava parecchio; già sentivo che il pistolino moscio incominciava a tirare su la testa per guardarsi intorno.
“Non ti preoccupare. Vedrai che non ci metteremo molto.â€
“Non ci metterete molto a fare che cosa…??!?â€
Non mi hanno risposto ma, confermando tutte le fantasie bollenti che mi ero fatto in ufficio, si sono baciate a lungo e con passione. Accarezzandosi, quasi sfiorandosi, si sono spogliate fino a rimanere con la sola biancheria intima addosso: tutte e due indossavano autoreggenti e un completino di pizzo, ma Claudia, la bruna, era tutta in tinta bianco-avorio, Elisa aveva scelto invece un blu elettrico; un attimo dopo mutandine e reggiseni sono volati via, lasciandomi letteralmente a bocca aperta. Claudia si è comodamente sdraiata allargando le gambe mentre Elisa, facendole scorrere le dita intorno alla splendida figa, le tuffava nel suo burro caldo e se le leccava godutamente.
“Ti piace lo spettacolo…?â€
In quel momento avrei voluto essere l’Incredibile Hulk, spezzare in due il tavolino a cui ero legato e scoparmi quelle porche per un mese intero...Mi sono limitato invece ad urlare con la voce un po’ rotta: â€Siiii...vi adoro,ma vi prego,slegatemi…â€
Sarebbe stato troppo semplice. Elisa si è tuffata in mezzo alle gambe dell’amica e, tenendo ben sollevato lo splendido culetto, ha incominciato a toccarsi mentre la leccava a Claudia. Come se non bastasse le due goduriose hanno tirato fuori da sotto il letto falli di varie forme e dimensioni: piccoli, colorati, lunghi, cromati, vibranti, doppi...Non so dire per quanto tempo si siano toccate, scopate, leccate, penetrate, succhiate, ma hanno goduto come vere troie, venendo parecchie volte a testa.
Tutto il mio essere maschio era concentrato nei genitali, e più precisamente nella cappella, rossa e gonfia come se fosse stata protagonista di quella serie infinita di penetrazioni. A guardare il pene riflesso nello specchio mi sembrava quasi che vibrasse talmente era duro e teso.
Ma è stato il gran finale che mi ha fregato: è saltato fuori un cazzo enorme, completo di testicoli e scroto, del tutto simile ad un pene vero. Lo succhiavano passandoselo da bocca a bocca, ciascuna delle due reggendolo per un coglione, fino a quando, assetate, hanno preso a massaggiarne lo scroto, provocando un’eiaculazione di liquido bianco; quelle due troie bevevano come ninfomani, si imbrattavano il viso, prendevano lunghe sorsate per poi passarsele di bocca in bocca in lunghi filoni colanti, si riempivano tette e figa, lasciandone colare fuori pigre strisce bianche che leccavano via minuziosamente.
Quello che ho provato è stato unico e penso irripetibile.Guardando quell’ultima scena ho avvertito un leggero dolore al glande e una vampata di calore che dai testicoli saliva lungo l’asta...dopodichè sono venuto; godendo ho chiuso gli occhi, concentrandomi su quella stranissima sensazione: aumentava lentamente e costantemente, così come, lentamente, le prime goccioline cadute sullo specchio si ingrossavano in lunghi e pesanti filoni di sperma.
Elisa e Claudia, saltando giù dal letto, si sono messe a ridere come due bambine.
“Hai visto? Hai perso la scommessa!!â€
Ho aspettato un attimo prima di ammettere la sconfitta, e ciò che ho visto riaprendo gli occhi mi ha fatto vibrare dentro, aumentando ulteriormente la portata dell’eiaculazione: Claudia stava leccando dallo specchio lo sperma ancora caldo, mentre Elisa, con la bocca spalancata sotto la mia cappella, inghiottiva i filoni interi, passando la lingua sulle labbra bianche e impiastricciate.
“Oh...vi prego...avete vinto, adesso però slegatemi…â€
Evidentemente non facevo abbastanza pena, visto che, invece di liberarmi, hanno impugnato il mio cazzo e, masturbandomi, lo hanno titillato con la lingua per tutta la lunghezza, dai coglioni fino alla punta. E’ stato come gettare una secchiata di benzina su un fuoco già acceso: il primo schizzo ha raggiunto la metà del letto, i successivi violenti fiotti sono stati equamente spartiti fra le calde bocche delle mie padrone e vincitrici.
Alla fine, e sospetto solo perché completamente soddisfatte, mi hanno slegato. Ho avuto male ai coglioni fino al Lunedì che avevo creduto di non poter più rivedere...ovviamente ho pagato pegno, ubbidendo prontamente a tutti gli ordini che due magnifiche e insaziabili bisessuali potessero inventarsi, ma un po’ per problemi di orari e un po’ per comodità , abbiamo scelto di spalmare la settimana di punizione in più week-end...bollenti week-end, a dire il vero...
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16 years ago
admin, 75
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La merenda
Capitava spesso di trovarsi al circolo, anche se non si poteva parlare di un vero e proprio circolo…era il nostro ritrovo abituale e tanto bastava.
Avevamo affittato lo scantinato di comune accordo, forse perché tutti noi avevamo bisogno di un nostro spazio e tutti condividevamo la passione per il cinema; così ci siamo tirati su le maniche e abbiamo trasformato quel lugubre e puzzolente posto in quanto di meglio abbiamo potuto, affidandoci all’architetto del gruppo. Abbiamo speso dei soldi, ma ne è valsa la pena.
I muri intonacati ed imbiancati fino a metà altezza lasciano in evidenza le volte a botte in mattoni rossi, i faretti posizionati nei punti giusti danno un’illuminazione morbida e rilassante, le comode poltroncine, i tavolini di cristallo e il bancone del bar in stile pub inglese completano l’arredamento; inoltre abbiamo ricavato una stanza per le proiezioni, completamente insonorizzata e dotata della migliore tecnologia in commercio per poter soddisfare la nostra passione cinematografica.
Le cose sono andate bene fin quando non ci siamo resi conto che nel nostro gruppo eravamo tutti uomini…qualcuno ha incominciato a proporre il nostro circolo come “covo†per libidinosi incontri sessuali, in cui potersi togliere qualche voglia mai sfogata, in particolar modo quella del sesso di gruppo. Dopo il primo attimo di imbarazzo, ci siamo ritrovati uniti nel desiderio di provare quel tipo di emozioni forti, e goliardicamente abbiamo deciso che noi cinque maschietti avremmo fatto la festa, come prima volta, ad una sola donna.
Trovarla non è stato poi così difficile: una venticinquenne bionda, longilinea e nel complesso molto carina…e poi accettando quel rapporto dimostrava il nostro stesso interesse per il sesso di gruppo, ovviamente dal punto di vista opposto al nostro, quello della preda, se così vogliamo dire.
L’abbiamo spogliata in un attimo e a gruppi di due o tre ne abbiamo assaggiato ogni centimetro di pelle libera, dandole da succhiare i nostri bei cazzoni. Vedere la ragazza circondata da ogni parte da una cerchia vogliosa delle sue attenzioni mi ha eccitato come non mai…ed è stato in quel momento che mi è venuta in mente l’idea della merenda; abbiamo incominciato a sbattercela a turno, uno martellandola nella figa e un altro a farselo succhiare, ma siamo quasi subito passati alla doppia penetrazione. Lei godeva come una vera troia, mai in imbarazzo…anzi, le piaceva proprio; posso quasi dire che il fatto di poter scegliere quale uccello succhiare o prendere in pancia le mettesse una marcia in più: mugolava da far venire un morto, e più mugolava più noi ci davamo dentro.
Abbiamo passato due orette interessanti in cui penso che la ragazza (non mi ricordo nemmeno più come si chiamasse) sia venuta almeno una decina di volte…beata lei, perché noi ci eravamo trattenuti per poterle offrire una piacevole sorpresa: siamo venuti tutti e cinque in un boccale di birra da mezzo litro (e posso assicurarvi che abbiamo buttato fuori un bel po’ di sperma), e ci abbiamo aggiunto un goccio di latte…la bionda era stremata e ci guardava stupita. Mi sono avvicinato, l’ ho fatta inginocchiare e versando dall’alto le ho detto:â€Sei stata bravissima e ti meriti la merenda.â€
Spalancando la bocca, ha bevuto fino all’ultima goccia, impiastricciandosi faccia, tette, capelli…alla fine si è leccata le labbra e si è fatta scopare per un’altra ora buona…merito della nostra merenda energetica!
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16 years ago
admin, 75
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Warped minds - la gran sete -
Mi chiamo Zed, e condivido la magia con Marpessa, la donna più bella che potessi incontrare nella mia vita.
Stavamo tornando da un lungo giro in moto, ormai diretti a casa, quando, in un momento di dolce decelerazione, le ho bussato sul casco, facendole segni strambi davanti alla visiera; non volevo che capisse, volevo farla arrabbiare, per giocare un po'. Ho capito di esserci riuscito da come ha scalato in seconda per superare la fila di auto, da come si è buttata dentro un varco per accostarsi a destra, nella piazzola di un benzinaio.
"Che cosa c'è? Cosa sono quei segni da mongolo?"
"Ci fermiamo un attimo?"
"Perché?"
"Ho fame!"
"E non resisti fino a casa?"
"Mhhh...No, non credo proprio."
Due colpi leggeri di acceleratore, a significare un po' di stizza.
"E cosa vuoi mangiare?"
"TE! Ma mi accontenterò anche di una pizza. Dai, che 'stasera non cuciniamo, non sporchiamo neanche la cucina, eh!"
E' ripartita di colpo, strappandomi quasi giù dal sellino, per dispetto, lanciando i suoi Dai! Dai! Ma il tono della sua voce era tranquillo, e me la ridevo nel casco, nonostante avessi rischiato di prender una culata cosmica.
Ci siam fermati poco dopo in una pizzeria che affacciava sulla statale trafficata; abbiamo scelto un tavolo con vista sul parcheggio: potendo disporre un campo minato intorno alla bimba e di due mitragliatori di guardia, avremmo potuto anche gustarcela la pizza, invece sapevo già che l'avremmo divorata velocemente, controllando la rossa bicilindrica.
Senza neanche togliermi il giubbotto, mi sono avviato verso il bancone, per ordinare le pizze. Una cameriera acida mi ha subito apostrofato: "Vengo al tavolo a prendere le ordinazioni!"
Le stavo già sulle scatole. Le ho sorriso: "Visto che son qui, può già prenderla adesso l'ordinazione. Una diavola e una pizza americana con patatine fritte, grazie."
Ero ancora appoggiato al banco, quando mi son sentito osservato; Marpessa mi fissava, poi i suoi occhi son scivolati di lato; voltandomi sulla mia destra, ho notato una brunetta sulla trentina che mi guardava interessata, credo per il giubbotto da motociclista. E spudorata, mi ha fatto gli occhi dolci: "Mi porti a fare un giro?"
"Ahahahah! Devi sbatter le ciglia al tavolo laggiù, è lei che guida, sai?", indicando la mia dolce metà .
Son tornato al tavolo, osservato speciale, lanciando occhiate dure a un tavolo dove due uomini commentavano la maglietta stretta di Marpessa, che metteva in risalto il seno prorompente.
"Allora?!??"
"Ascolta: mi ha chiesto di fare un giro in bimba; e le ho detto che avrebbe dovuto far gli occhi dolci con te, dato che guidi tu!"
"Sempre a far il cretino, eh!"
"Certo! Come quei due che non ti staccano gli occhi di dosso!"
"Gli piace la mia maglietta, amore." I suoi occhi si erano accesi, maliziosi di sfida.
"Lasciamo stare...quello che c'è sotto la maglietta, semmai!"
"Ti piace quella lì?"
"Non è nulla di particolare; non mi smuove nulla...Però potremmo provare a punirla."
"Punirla?...Scordati di lasciarle il tuo cellulare, hai capito?"
"Le lasciamo il tuo. E le parli tu. Eh?"
La cameriera acida si era nel frattempo appropinquata al tavolo, con uno sguardo antipatico. "Allora cosa prendete?"
"Da bere acqua naturale fuori frigo, grazie", e le ho sorriso.
"E da mangiare?"
"Esattamente quello che ho ordinato poco fa. Grazie."
Era chiaro che mi odiasse. Magari avrà anche sputato sulle pizze. Ma si ricordava l'ordinazione, evidentemente.
"Dai, tanto noi finiamo prima di lei: le dico di chiamarmi appena usciamo. Tanto ci parli tu, la valuti tu."
Detto fatto. La brunetta ha accettato con un sorriso sorpreso il bigliettino con su il numero di Marpessa; che l'ha controllata per tutta la cena, così come ho fatto io con quei due cretini: pari e patta. E la pizza si è volatilizzata in pochi minuti da quando ce l'hanno servita.
Appena usciti mi son rollato una sigaretta. Non avevo ancora chiuso la cartina, che il cellulare di Marpessa suonava: accesa una Marlboro rossa ha risposto, camminando avanti e indietro, girando intorno alla moto. Non stavo neanche a sentire, tanto mi avrebbe fatto il riassunto; tanto lo avrei capito dal primo sguardo.
La telefonata durò poco, ero ancora a metà sigaretta. "Allora?"
"Ma sentilo, come è curioso! Si è stupita del fatto che l'abbiamo contattata; vuol provare ad esser dominata da una coppia."
Le ho sorriso, stupito. Lei, in risposta, mi ha tirato le chiavi della bimba. "Guida tu, sono stanca."
Con il pancino pieno e la giornata di guida sulle spalle, seduta dietro e cullata dalle vibrazioni profonde del motore, Marpessa si appisolava quasi; ho guidato con polso leggero, facendo delle curve seta che scivolava via, accarezzandola e mantenendo il suo stato di torpore, fino a casa.
Non ne abbiamo più parlato, fin quando un giorno, dopo un ulteriore contatto telefonico, abbiamo deciso di incontrarla. Di sabato mattina, dopo aver pianificato il nostro gioco.
Ci siamo incontrati in un bar del centro, a metà mattina. Marpessa, pur avendo scelto un abbigliamento casual per non imbarazzare l'ospite, era stupenda. Come sempre. Ma gli occhi le brillavano come nelle occasioni speciali, quale era appunto questa. Dopo le presentazioni e un attimo di imbarazzo, abbiamo consumato la colazione, parlando del più e del meno, fin quando il motivo di quell'incontro a tre, ha monopolizzato la conversazione.
La brunetta (si chiamava Francesca, se non ricordo male) era nervosa, e noi dovevamo agganciarla prima di pranzo per far quello che avevamo progettato. Gli piacevamo, ma al di là di qualche gioco light tipo sub/dom con partner occasionali, non aveva avuto alcuna esperienza come schiava
"Devi fidarti un minimo se vuoi provare un altro tipo di piacere, no?" Marpessa sorrideva come il sole splende in pieno Agosto. La magia era stata fatta, e due minuti dopo ci seguiva in macchina, direzione casa nostra.
L'abbiamo bendata prima di farla entrare in casa. La mia lei la spogliava con voluta lentezza, mentre io le accarezzavo la pelle scoperta con un frustino da equitazione: aveva indosso un completino di pizzo nero e auto reggenti. “Sei proprio carina, bimba. Ti piace così?†Mentre Marpessa le titillava e succhiava un capezzolo, io le sfruculiavo l'altro, le lisciavo le cosce, soffermandomi sul pube. L'ospite incominciava a scaldarsi: era già quasi in nostro pugno (più nel pugno di Marpessa, a dire il vero), e, finito di spogliarla, l'abbiamo legata ad una comoda poltrona girevole, nel centro della sala, con i polsi legati da manette dietro lo schienale, e le gambe in posizione aperta, spalancate ad una nuova esperienza, per così dire.
Passato il bastone del comando al mio amore, le abbiamo tolto la benda. Sorridevamo soddisfatti tutti e due. Lei un po' meno.
"Non mi farete sanguinare, vero?" Le tremava un po' la voce, mentre guardava la mia lei leccare la punta di cuoio del un frustino. Io ridevo sotto i baffi, mentre caricavo un dvd nel lettore e Marpessa girava la sedia verso la televisione a parete. "No, ma per incominciare ad eccitarti e godere avrai da guardare, bambina. E imparare."
Le prime immagini erano inequivocabili: si trattava di un dvd porno di ottima fattura, una raccolta di scene prevalentemente di gang bang; l'ospite non reagì male alla proiezione, solo un gemito flebile. Erano le undici circa, era ora che la brunetta incominciasse a bere. Ho posato di fianco alla sedia una cesta da sei di acqua naturale, fuori frigo, oligominerale, a basso contenuto di sodio; di quell'acqua che una volta bevuta ti costringe a correre a far pipì dopo una mezz'ora circa. Francesca si è agitata sulla sedia, confusa da quell'apparizione.
"Non preoccuparti, berrai un po' per volta, eccitandoti. Ma non troppo, altrimenti..." Marpessa le aprì il sesso con la punta del frustino, e diede una pacca leggera sul clitoride. Poi lo strusciò, infilandolo appena. "Ma bene, siamo già umide!"
"Ma perché bere?"
"Tu devi ubbidire. E guardare tutte quelle beghe che regalano piacere, come se lo regalassero a te. Non ti ecciterebbe esser al centro di quelle attenzioni, puttanella? Si che ti piacerebbe, dimmi la verità ." Aperta una bottiglia, le ha versato acqua sul volto, che istintivamente ha cercato di bere, intercettando il liquido.
"Brava, così." Uno sguardo di intesa fra di noi mi ha confermato che la mia malvagia compagna si stava divertendo e che io, per il momento, potevo dedicarmi ai fatti miei: avevo da travasare un Ficus Starlight che aveva patito il riscaldamento a pavimento del nostro alloggio, e che stava rapidamente deperendo. Trapianto e potatura, ne avrei avuto per un paio di orette; tanto dal terrazzo potevo comodamente vedere cosa accadeva in sala.
Avevamo discusso fra di noi su quanto lo stimolo della minzione inibisse l'eccitazione e la lubrificazione nella donna, e viceversa, ed essendo curiosi, volevamo testare, sperimentare questo gioco. Francesca beveva e gemeva delle frustate che le piovevano addosso qua e là , senza staccare gli occhi ora dal video, ora da Marpessa, che la eccitava con parole suadenti, enfatizzando la scene a video (ce ne fosse stato mai bisogno).
Finito di trapiantare il ficus, l'ospite aveva ingurgitato quasi due litri d'acqua; Marpessa, per non farle pesare il forte stimolo a far pipi, le aveva pizzicato i capezzoli con due mollette, unite da una catenella. Non le stimolava più il sesso, ma tirava la catenella, allungandole i capezzoli e godendosi le smorfie di dolore. Francesca parlava, e a guardar l'espressione del volto, sembrava più implorare; aguzzando l'orecchio la sentivo che implorava si di far pipì, ma di voler godere come una vera troia, di buttarsi in pasto ai quattro o cinque maschi di turno che a video si trastullavano con una biondina tutto pepe e sorrisi in camera.
Avevo quasi finito di potar il mio Ficus, che mi son sentito chiamare: "Ehi, giardiniere. Tocca a te. E' ora."
Marpessa aveva tirato fuori lo strap-on, e Francesca la guardava a metà fra il terrore e la supplica; non capiva più se sarei stato io a farla godere o la mia compagna. La vagina era umida e lucida, e gonfia: era giunta al limite.
Sono sceso in garage per prendere la sorpresa finale. Tirata su la saracinesca, la luce ha inondato di colpo il box; Fufy, accucciata sulla sua coperta in un angolo, si è tirata su. E avrebbe anche scodinzolato, se avesse potuto, mentre mi veniva incontro, tendendo la catena che la legava al collo. Ma non poteva, la natura l'aveva fatta ubbidiente si, ma non di razza canina. "Non leccarmi le scarpe, sono pulite, non ne vale la pena. Avrai altro da leccare."
Fufy, così la chiamavamo, era la nostra schiava adorante; quando veniva da noi stava in garage, con le sue due ciotole, una per l'acqua, l'altra per il cibo. Era per lei lo strap-on, che Marpessa adorava utilizzare in rapporti anali a secco, mentre la cagnolina leccava il mio membro, per poi non poter goder mai della mia eiaculazione. L'avevamo chiamata per l'occasione, dicendole di venire da noi il venerdì pomeriggio, ma era arrivata solo verso sera, adducendo scusa banali (anche se sicuramente vere, perché ormai totalmente asservita al nostro volere), e si era così guadagnata delle belle frustate per il ritardo non giustificato.
Le avevamo dato da mangiare la sera prima, ma nella ciotola dell'acqua avevamo messo una manciata di sale grosso, che Fufy aveva diligentemente spazzolato.
"Hai sete, eh?" Lei in risposta si è leccata le labbra secche. "Vieni, che la tua Padrona adesso ti da da bere una cosa buona." Mugolava di piacere all'idea di soddisfare la sua Signora.
E' entrata in sala a quattro zampe, come le avevamo insegnato, e si è accucciata ai piedi di Marpessa.
Francesca non l'ha nemmeno notata, inarcata sulla sedia, con quasi tutto il frustino inserito dalla parte del manico, nella fica sgocciolante.
Marpessa ha accarezzato il capo di Fufy, poi l'ha condotta davanti all'ospite, strattonando il guinzaglio affinché si posizionasse davanti al sesso fradicio. "Leccala! Leccala e bevi! Adesso!"
Lo spettacolo stava per incominciare. Seduto sul divano avevo la visione completa di Fufy che lappava, scatenata dalla mia dolce metà , e Francesca che, godendo, liberava fiotti di pipì color argento. Ha iniziato con getti brevi, ansimando, poi ha dato il via a una fontana della durata di qualche secondo, un gorgoglio pieno in bocca alla cagnolina ubbidiente. Marpessa si stava bagnando, lo capivo dagli occhi che le si facevano liquidi. Ha incominciato a frustare Fufy sulle natiche scoperte, e poi ancor di più quando Francesca ha urlato, non ancora per un orgasmo, ma per il senso di liberazione. Io mi sentivo un'erezione da primato, sono saltato in piedi dietro al mio amore che aveva indossato lo strap-on e allargava il culo alla schiava, pronta a farla sua; tirato fuori il pene mi sono infilato nella sua fica marcia di piacere, dando vita a un trenino bizzarro e particolare. L'ospite adesso urlava di puro piacere, Marpessa sfondava il culo a Fufy, spinta a sua volta dal mio impeto incontenibile: dieci minuti di delirio, liquidi e piacere che si mescolavano, e un orgasmo unico (una delle poche volte in cui abbiam permesso alla nostra schiava di ottenerlo con così tanta clemenza), ciascuno con il proprio ruolo.
Io e Marpessa abbiamo continuato ancora: ero troppo eccitato per un solo orgasmo, e lei anche; abbiamo finito in un sessantanove, nutrendoci ciascuno del piacere liquido dell'altro, mentre Fufy continuava a tormentare di lingua Francesca, sudata e stremata all'inverosimile.
Una volta ricomposti, l'abbiamo liberata. "Siete dei dannati bastardi!" Si è rivestita, scappando via.
Una settimana dopo, però, ci ha chiamati, chiedendo di rivederci; siamo andati, giusto per portarle l'etichetta dell'acqua che tanto l'aveva fatta godere: che si allenasse da sola!
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16 years ago
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Il circolo dei dandy
IL CIRCOLO DEI DANDY
Il salotto era illuminato dalla sola lampada sul tavolo rotondo, di cristallo. Il tappeto attutiva e smorzava i rumori, e le ombre profonde rendevano surreale l’ambiente. Dal piedistallo nero partiva una catenella dorata, che legava al collo la donna: poteva solamente girare intorno al tavolino, all’interno del cerchio delle comode poltrone. Aveva una coda alta e un grembiule da serva, per il resto era nuda, accarezzata dalla luce calda e morbida. Sul tavolino stavano tanti calici di cristallo quanti erano gli uomini, ed una bottiglia di champagne. La donna servì il vino, porgendo con un inchino a ciascuno il proprio bicchiere; un silenzioso maggiordomo comparve dalle ombre, recando una piccola scatola di legno su un vassoio d’argento: quando il primo uomo l’aprì, l’estasi dell’hashish profumò l’aria. Tutti caricarono delle piccole pipe, con posata calma, mentre il maggiordomo si ritirava, portando via la bottiglia ormai vuota. La donna si appoggiò al bordo del tavolino, osservando gli ospiti: chi aveva già acceso la pipa e tirava voluttuose boccate, facendo scivolare gli occhi sulle sue curve, chi centellinava il fresco vino, aspettando per fumare.
Sorrise, stendendosi sul piano freddo di cristallo, in attesa. Passarono una decina di minuti, quando il primo uomo, lasciata spegnere la pipa, si alzò; accarezzò dolcemente le gambe della serva, che si aprirono alla sua voglia. Come se fosse stato lanciato un segnale, altri due si alzarono, finendo il vino, e, tenendo il calice in mano, le regalarono una meditata erezione. Il primo uomo la prese, determinando con il suo ritmo il piacere orale degli altri due, fin quando uscito, riempì il proprio calice di nettare. Senza bisogno di parole si avvicinò al viso, e con un inchino le porse il bicchiere; lei lo centellinò, mentre un secondo uomo le donava piacere orale, e gustò il secondo brindisi, frutto della sua bravura.
Quel bizzarro brindisi si protrasse fin quando tutti gli invitati ebbero partecipato al rito. La donna, sospirando, si allontanò nelle ombre. Gli uomini si rilassarono nelle loro poltrone, mentre una musica di violini apriva loro le strade per il successivo viaggio.
Il maggiordomo ricomparve, silenzioso come prima: svuotò le pipe e le riempì, pulì il piano di cristallo e ritirò i bicchieri; portò un’ altra bottiglia di champagne, accompagnato da un’altra donna, che sorridendo, versò il vino. Era vestita come la prima, e finito di servire, si legò la catenella al collo. Poi attese, mentre occhi dolci la spiavano da dimensioni di sogno.
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16 years ago
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La cura
Angelica scese dall'auto, fasciata nel suo tailleur, i capelli rossi tirati in una autoritaria coda alta; le era stata chiesta appositamente tale acconciatura dal responsabile commerciale della Brogna S.rl., azienda in cui era stata assunta da poco. Era un'azienda dedita alla soddisfazione della propria clientela. Lo aveva capito subito, fin dall'annuncio trovato in rete. Il colloquio con amministratore delegato, responsabile commerciale, responsabile vendite e capo area era stato...soddisfacente: lei era una donna attraente, colta e disinibita, in grado di non deludere le alte aspettative aziendali. E la conoscenza approfondita e reciproca dei vertici aziendali le aveva permesso di accedere fin da subito ad un ruolo di elevata responsabilità , motivo per cui si trovava con il capo area e il responsabile vendite sul luogo dell'appuntamento.
In realtà non sapeva quali richieste avrebbe dovuto soddisfare, ma la cosa non la preoccupava, anzi, avvertiva già un diffuso senso di eccitazione che le accendeva gli occhi e illuminava il viso di un sorriso smagliante.
I due uomini, come angeli custodi vestiti in eleganti abiti, la scortarono su per gli scalini della palazzina di fine ottocento; la servitù li accolse con inchini, conducendoli in un'anticamera al fondo di un lungo corridoio. Si fermarono davanti ad una porta; nessuno dei tre sembrava teso, e da una piacevole e frivola conversazione passarono al briefing dell'incarico
"Tutto bene, Angelica?"
"Certo!"
Le dispiaceva solo che il cliente non fosse uno dei due accompagnatori, e sorrise ricordando i momenti salienti della propria assunzione.
"Allora ci siamo. Il nostro cliente, di cui non ti interessa conoscere le generalità , ha espresso una richiesta...particolare. Soffre di una rara forma di impotenza. A nulla sono valse costose medicine e visite dai più illustri luminari e specialisti. Noi siamo convinti di poter risolvere il problema, dato che sembra trattarsi più di un blocco psicologico, che di natura fisiologica."
"E ovviamnete sarei io la medicina."
"Si...direi la cura...in toto."
Chiusero la porta che dava sul corridoio, e mentre il capo area sbirciava nella stanza adiacente, il capo vendite continuò "Angelica, puoi spogliarti. E' un peccato che il cliente non voglia godersi questo spettacolo, ma preferisce così; tieni su solo autoreggenti, guepierre e scarpe. Dentro ci saranno alcuni collaboratori che ti esplicheranno il da farsi. Siamo convinti che tu sia la persona giusta, e che capirai come doverti comportare. Il nostro committente ha voluto che tu rimanessi all'oscuro di quello che ti aspetta. Si attende che tu sappia improvvisare e adattarti alla situazione. Ma non ti preoccupare, non sarà complicato e le persone che incontrerai ti condurranno e ti aiuteranno nel gioco. Sono stati selezionate e addestrate per il compito." Sorrise, dandole un senso di sicurezza.
Senza alcuna esitazione Angelica si spogliò, apprezzando i sorrisi sfrontati, ma sinceri dei due. Non portava gioielli, eccezion fatta per gli orecchini pendenti. Il capo area delicatamente le fece scivolare il seno fuori dalle coppe del bustino e sospirò: in tacchi a spillo e autoreggenti adornate da nastri annodati in fiocchi era squisita. Angelica fece un respiro ed entrarono.
La stanza era rettangolare, le pareti completamente spoglie e scure, come il pavimento. Al centro si trovavava una sorta di pedana, un parallelepipedo di vetro poggiato a terra, alto circa una sessantina di centimetri, con tre scalini all'inizio, quasi fosse una sorta di passerella, larga un metro circa. Su uno spigolo era segnata la lunghezza, di 5 metri in tutto. Attorno alla passerella aspettavano una ventina circa di uomini e ragazzi, tutti di bell'aspetto, tutti nudi. All'altro capo del vetro lo schienale di una poltrona di pelle nera nascondeva il suo occupante, e sulla parete in fondo troneggiava un enorme schermo al plasma.
Gli uomini rimasero composti al loro ingresso. Erano probabilmente professionisti o comunque ben educati, perchè oltre a sguardi di ammirazione non ci furono commenti o ammiccamenti volgari. La stanza era piena di telecamere, sulle pareti, sul soffitto, dentro la struttura in vetro, rivolte verso l'alto: occhi elettronici che avrebbero spiato ogni attimo, da qualunque angolazione, di quello che sarebbe successo. Angelica pensò che se non ci fossero stati tutti quei maschi, il giochino eccitante sarebbe stato spiarla con le telecamere mentre sfilava, inquadrandola anche da sotto, mentre camminava sensualmente, mostrando di sè un aspetto molto piacevole. Ma non poteva trattarsi solo di quello.
"Chi inizierà ...?". Alla domanda del capo area un uomo sulla quarantina alzò una mano e si fece avanti. Si masturbava lentamente, con il membro già eretto e il glande lucido.
In quell'istante si accese lo schermo al plasma. Le inquadrature si susseguirono come impazzite fino a fermarsi su di lei, ritratta da dietro. I due accompagnatori le presero le mani, facendole il gesto di compiere un giro su sè stessa...voilà .
Chi si nascondeva su quella poltrona? E tutti quegli uomini? Cosa sarebbe successo su quella passerella? Angelica si sentiva accarezzare, spogliare dagli sguardi, anche se c'era più ben poco da immaginare.
"Signor X, siamo pronti!".
Non ci fu risposta. Valeva la regola del silenzio assenso.
Negli istanti prima che il delirio avesse inizio, Angelica ebbe il tempo di pensare, immaginare cosa potesse aspettarla. Un impotente timido che non aveva neanche il coraggio di guardarla mentre quindici...venti uomini avrebbero goduto di lei, osservando lo spettacolo dal video appeso al muro.
La accompagnarono verso gli scalini; tutti gli occhi erano puntati su di lei, tutti si masturbavano lentamente. Osservò quella selva di aste dure, quelle capelle che scomparivano ritmicamente nei pugni dai movimenti ritmici; respirava ormoni, testosterone, profumo di sesso...voglia di sesso. E incominciò a bagnarsi.
Salì i gradini, lentamente, mentre il gruppo si stringeva attorno alla pedana. Sembrava un battaglione di soldati del piacere, pronti a darlo, pronti a esigerlo. Respirava velocemente. La fecero inginocchiare, mentre l'uomo che aveva alzato la mano poco prima, salì sulla pedana, le si inginocchiò davanti, con il membro eretto, ad una ventina di centimetri dalle sue labbra. Mugolava, accellerando i movimenti del piacere, ormai prossimo a venire. Angelica era in ginocchio, la faccia schiacciata sul vetro e il fondoschiena ben alto; riuscì a sbirciare il video sulla parete, puntato sul suo culo, la farfallina già lucida; poi l'inquadratura venne impallata dalla schiena di un uomo, poi dalla testa. Poi fu una lingua a strapparle un sospiro di piacere, e mani gentili le sfiorarono le natiche, aprendo il suo fiore e consentendo al piacevole leccare di approfondirsi in lei; spinse il bacino contro quella lingua, si leccò le labbra, pronta a succhiare il primo membro. Ma l'uomo continuava ad avvicinarsi all'orgasmo da solo, e anche quelli che le stavano di fianco, in piedi, ai lati della pedana, si masturbavano tenendosi a distanza di sicurezza dalla sua bocca.
Angelica non capiva cosa volessero farle, in quale modo avrebbe dovuto rimediare all'impotenza del committente, se tutto quel ben di dio si negava ai piaceri della sua bocca. E trovava quel lungo tavolino di vetro scomodo per tutta la gente che avrebbe partecipato, che avrebbe farcito il suo piacere; di sicuro effetto scenico, ma scomodo. E in quella posizione, poi, non poteva godersi lo spettacolo come avrebbe voluto. Ma che diavolo stava succedendo?
Mani le accarezavano la schiena, le gambe, i polpacci, la farfallina. Una lingua segnò lentamente la circonferenza dell'ano, poi lo penetrò dolcemente una volta, poi ancora, e ancora. Poi lappò, succhiò. L'uomo davanti a lei poggiò il glande sul vetro e rilasciò il suo seme, arretrando, fra sbuffi e gemiti, sulle ginocchia, lontano da lei: lasciò una scia bianca lunga circa una ventina di centimetri, densa e compatta, una striscia di piacere liquida. Angelica sbirciò il video, colta da una intuizione: lo sperma era inquadrato da sotto e al margine dell'inquadratura scorse il suo viso, acceso dal piacere. L'impotente avrebbe osservato la sua lingua leccare quel piccolo fiume di piacere, sguazzarci dentro, raccoglierlo scrupolosamente; avrebbe goduto delle sue labbra che scivolavano sullo sperma, della sua bocca che avrebbe bevuto, pulito quel vetro, che avrebbe tracciato, ricalcato, segnato la strada verso la perversione di un uomo che mai avrebbe potuto elargire quel piacere ad una donna. E così fece, perchè godeva di lingue che la scavavano vogliose, fica e culo, di dita che si avvitavano dentro di lei, che la esploravano, la eccitavano oltre ogni limite, incitandola a dar vita alla scena tanto desiderata dal Signor X, seguendola mentre carponi si accingeva a lucidare quel sentiero del piacere.
Intinse la punta della lingua nel liquido bianco, mentre il suo clitoride si accendeva, stimolato dal titillare frenetico, e dita le stantuffavano in vagina, e una lingua particolarmente muscolosa le faceva desiderare come non mai i piaceri della sodomia. Inarcò la punta della lingua, raccogliendo un filo di sperma, si leccò le labbra, assaggiando quel sapore dolce e salato allo stesso tempo; dimenò i fianchi, godendo appieno delle attenzioni che le venivano date. Poi poggiò la lingua piatta sul vetro e avanzò di colpo, raccogliendo e inghiottendo quanto più sperma potè. Si strinse le tette, facendole scivolare su quello che aveva lasciato indietro, braccata, tormentata e spinta in avanti dal continuo piacere di instancabili lingue e dita esperte.
Gli uomini continuarono a riversare il loro piacere davanti al suo viso, man mano che lei percorreva centimetri imbiancati di gustoso peccato, avvicinandola sempre di più allo schienale, strappandole urla, tremiti, gemiti e sospiri, leccando come demoni.
Il video rimandava in onda la sua atavica sete e fame di sperma, alimentata dalla bocche ingorde. Circa a metà del cammino incominciò ad inveire, prima sottovoce, poi a voce alta, quando gli orgasmi multipli e ripetuti le lasciavano fiato abbastanza: "Scopatemi...vi prego, scopatemi...fatemeli sentire dentro! Siete impotenti anche voi, eh? Fatemeli succhiare, fatevi mungere...Diooooo...godoooo..."
Ma aveva capito che quel piacere non le sarebbe stato concesso, almeno fin quando non avesse percorso interamente il suo stravagante e condito calvario.
Avanzò, centimetro dopo centimetro, colata dopo colata, leccata dopo leccata...non contava più gli orgasmi, e non sapeva più cosa avrebbe dato per farsi penetrare, per farsi prendere e stantuffare con violenza nella vagina...anche nel culo...farsi riempire, interamente...sfondare...sfondare! E arrivò all'ultimo centimetro, con le labbra imbiancate, con l'odore di sperma nelle narici; e tutto quello che non aveva leccato lo aveva raccolto con le tette, strisciando per l'ultimo metro. Lo schienale si voltò e vide il famigerato maniaco impotente, il Signor X. Era un uomo sulla sessantina, di aspetto piacevole, con un po' di pancetta, non bello, non brutto. Lo guardò in faccia solo per qualche istante, trovandosi a tu per tu con il suo pene, duro, turgido, nodoso: le sembrò quasi una visione. La cura sembrava aver funzionato!
Brutto stronzo...gielo ingoiò, succhiando più forte che potè. E sorrise, soddisfatta dalla malcelata nota di dolore del suo mugolio. Si riempì la bocca, spingendoselo fino in gola. Si tirò su, e salì a cavalcioni sulla poltrona, finalmente impalandosi. Fu come essere squarciata, sentiva la sua farfallina avvolgere il pene, quasi volesse mangiarlo, masticarlo; gli si acquattò sopra, per avere la massima aderenza, spingendolo più su possibile; pensò quasi di riuscire a farselo uscire dalla gola, tanto voleva sentirselo dentro. E incominciò ad alzarsi e abbassarsi, freneticamente, in sincrono con le spinte vigorose dell'uomo, perdendo la ragione e il contatto con la realtà . Le mancava quasi il fiato, le mancava ancora qualcosa da succhiare, mentre il paradiso tanto atteso si avvicinava.
Spalancò la bocca, mulinando la lingua nell'aria, emettendo quasi un rantolo che la diceva lunga su quanta voglia avesse di essere zittita con vigore da qualcosa di grande, caldo, pulsante.
I suoi datori di lavoro le vennero prontamente in soccorso, pronti a dare in pasto alla sua esagerata voglia i loro membri, uno a destra e l'altro a sinistra, accompagnando gentilmente il suo gran succhiare con carezze sulla testa.
Angelica non riusciva più a dare una connotazione spazio temporale a quei momenti: godeva del membro dentro, che le portava via il respiro, godeva a destra, godeva a sinistra di cappelle lucide della propria saliva e dello sperma di una ventina di uomini che aveva leccato diligentemente. Si sentiva troia come non mai, si sentiva che avrebbe potuto scoparseli ancora tutti, e poi di nuovo ancora, sguazzando nel loro dolce piacere. Sentiva il bisogno di vedersi intorno tutte quelle cappelle, sentirle strusciare sul suo corpo, inondarla, ricoprirla di piacere. Avrebbe voluto avere cinque o sei fighe, cinque o sei bocche...cinque o sei ani e poterli soddisfare tutti insieme, desiderava che la riempissero tutti insieme, che le dessero il piacere che meritava, che le riconoscessero il merito di essere una gran troia.
Incrociò i cazzi dei due boss davanti alla bocca, masturbandoli e leccando le cappelle contemporaneamente, baciandole, ciucciandole, quasi mordendole, fin quando l'orgasmo non la fulminò...gli orgasmi, forse...molti, tutti insieme...uno dopo l'altro. Il cervello le esplose.Inarcò la schiena, reclinò il capo verso l'alto, con la bocca aperta, aggrappata ai due cazzi che sentiva vibrare fra le mani, riversando loro sopra un urlo silenzioso. Il vecchio ansimò, riempiendola di lunghe pulsazioni, accompagnate da schizzi caldi nel suo ventre...il cervello le si fece liquido, e urlò ancora, senza emettere suono. Il capo area liberò il membro dalla sua presa e le indirizzò lunghi filoni bianchi in bocca; Angelica si accasciò per un attimo, ingoiando la crema calda, lasciandola colare dalla bocca. A quella vista il vecchio venne di nuovo. Ancora pulsazioni nel ventre, ancora secchiate sulle pareti...e il colare caldo, denso...ma stavolta Angelica trovò il fiato per urlare, masturbando il capo vendite e mutando l'urlo in mugolio sull'asta del suo responsabile, fino a far risuonare lo scroto e i coglioni, tanto se lo spinse in fondo, fin quando non ebbe la bocca troppo piena per continuare, e dovette ingoiare tutto, continuando a mugolare di selvaggio piacere per il fuoco liquido che le bruciava direttamente in gola.
Si buttò all'indietro, facendo scivolare fuori il pene del guarito e soddisfatto cliente, appoggiandosi con la schiena sulla pedana; strizzò le generose tette di tutto lo sperma rimasto, e succhiandosi le dita implorò i partecipanti, che la guardavano estasiati e ancora vogliosi..."Ancora...dai...ancora..."
E li accarezzò, li massaggiò, li masturbò mentre veniva penetrata nuovamente, mentre le venivano montati a neve i capezzoli duri, il collo, l'incavo delle tette, le mani. E i soldatini vogliosi le battevano sulle labbra chiuse per ottenere il loro compenso, sulle guance impiastricciate, si sfregavano sulle cosce, le imbiancavano le calze, le scarpe, la viziavano di complimenti, la incitavano e godevano di lei, di quel suo magnifico corpo, di quella sua insaziabile voglia, e ancora, ancora, ancora...
Prima di abbandonarsi totalmente alla sua orgia, guardò per l'ultima volta lo schermo sul muro. Il Signor X, perverso regista, aveva scelto la telecamera posta perpendicolarmente sopra la scena. Era il suo corpo, bianco, lucido, profanato, sporcato, benedetto...Era la sua figura, confusa e distorta da lance di carne pulsanti, gocciolanti, portatrici di peccato, che si agitavano, spinte dall'irresistibile richiamo del penetrare, possedere, soddisfare, marchiare...Ed un pensiero le si accese dentro, concretizzando la sua insoddisfabile natura di donna: troia come te, nessuna mai!
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L\'accendigas
Amore oggi sei stata molto cattiva, hai fatto la puttanella senza di me, hai mostrato i capezzoli in spiaggia e per questo dovrò punirti severamente. questa sera ti farò molto male.
arriverò a casa e dovrai essere in ginocchio viso a terra e non dovrai guardarmi in viso. dovrai restare faccia a terra fino a quando vorrò io.
il rumore della serratura che gira...sono nuda in ginocchio il mio ano esposto alla sua vista.
sento i suoi passi in cucina, apre i cassetti, rumori di stoviglie, posate...la mia eccitazione cresce con la paura di scoprire l'oggetto con cui profanerà la mia pelle.
è dietro di me...stai tranquilla piccola, ora ti devo legare devi stare buona...prima voglio sentire quanto sei bagnata, quanto sei innamorata del tuo padrone.
passa solo un dito tra le mie gambe, mi sfiora il clitoride turgido con l'indice dolcemente come farebbe una donna.
amore che lago...
sono legata, polsi caviglie gambe braccia...non posso muovermi...
tira su il culetto, stasera prenderò solo il tuo ano...
la prima scossa mi fa urlare...mi brucia con l'accendigas...scosse elettriche sui fianchi sull'addome. quando arriva ai capezzoli il mio viso è una maschera di lacrime e rimmel colato...
non piangere amore, lo sai è per il tuo bene, devo educarti.
tremo per il dolore e il piacere...passa il suo cazzo turgido deve mi ha bruciato, è eccitato...la punta è bagnata....
silenzio...il suo respiro sul collo...le mani stringono il mio culetto...rumore di plastica...mi infila un ovulo vaginale nell'ano per lubrificarmi.
amore adesso ti spingo l'ovulo dentro, hai il culetto così stretto...
il suo dito entra ma sono ancora contratta..rilassati..
l'ovulo è sciolto...lo sento colare fuori..
una spinta delicata, è entrato
lentamente solleva il mio culetto...brava amore...adesso sono dentro di te, ti scoperò tanto, voglio venire nel tuo meraviglioso culo.
scivola dentro e spinge sempre più forte.
amore sei dilatata, brava, è tutto dentro, l'hai preso come una vera schiava.
si ferma il tempo e il suo sperma cola tra le mie gambe.
ti amo
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Il corso serale
Sono un programmatore di software. Qualche tempo fa mi è capitato di tenere un corso di aggiornamento sulla release di un prodotto gestionale sviluppato dall'azienda per cui lavoro. Vivo in una provincia il cui tessuto industriale è composto per lo più di piccole aziende, in cui la contabilità è compito preposto a segretarie o alle stesse imprenditrici proprietarie delle aziende. Questo per dirvi che su ventidue partecipanti al corso erano tutte donne. La cosa non mi ha preoccupato assolutamente. Le lezioni si svolgevano in orario serale, dalle venti alle ventidue, in un'aula di una scuola superiore, dato che il progetto era sponsorizzato dalla provincia.
L'ho notata fin dalla prima volta, ma non è successo nulla. Certo spiccava per lo sguardo fiero e curioso, per il modo elegante e aggrazziato con cui sedeva e prendeva appunti; la sua voce era come argento, allegra e solare, e aveva occhi come lampi.
Ma durante la seconda lezione, a distanza di un paio di giorni, avvertivo il suo sguardo seguirmi attento, mentre spiegavo le noiose funzionalità dell'applicazione. Mi sentivo lusingato e leggermente nervoso, essendo io single in quel periodo. Portava una gonna a a portafoglio sopra il ginocchio, calze grigio scuro e stivali. Il maglioncino nero lasciava intravedere un seno prosperoso ed invitante, il colletto della camicia esaltava la pelle candida del collo, e il suo sguardo divertito e attento mi cercava continuamente. Quella sera, terminata la lezione e riposto il computer portatile nella borsa, sono stato colto da una strana sensazione. Uscendo mi aveva salutato con affettata enfasi e un sorriso che mi aveva sciolto il cuore. Nell'aula vuota sembrava permanere qualcosa della sua conturbante femminilità ...forse il profumo, anche se non mi sembrava di sentire alcun aroma o essenza nell'aria. Mi sono avvicinato alla sedia su cui aveva seguito le mie spiegazioni, in seconda fila, sulla destra rispetto al proiettore utilizzato per mostrare schermate ed esempi. Mi sono chinato, annusando l'aria intorno a me. Non percepivo nulla di definito, ma ero attratto dal sedile...irrimediabilmente attratto da qualcosa: in controluce l'ho visto lucido. Bagnato. Con il naso ad un centimetro dal legno consumato dal tempo, ho respirato più forte, dipingendo nella testa visioni oniriche di quella donna che accavallava e scavallava lentamente le magnifiche gambe, scostando la gonna di quel tanto da mostrare che non portava biancheria intima. Ma il sedile era veramente bagnato e lucido. E ancora caldo. E con vergogna che confesso di aver toccato con la punta della lingua la seggiola. Poi l'ho leccata. Più volte, percependo una immediata e violenta erezione nelle mutande. Mi girava la testa, e la bocca era improvvisamente secca. Mi sono tirato su di scatto, con la paura che qualcuno potesse vedermi, ma grazie a dio anche il corridoio era vuoto e deserto. Tornato a casa, disteso nel letto, mi sono dato del pazzo. Ma non ho dormito, tormentato da quel gesto sensuale che avevo immaginato da parte di quella misteriosa donna; forse glielo avevo visto fare e il subconscio mi giocava uno scherzo...Non ricordavo bene; ma quel profumo...quel tepore sul legno. Quel gusto che mi aveva invaso la bocca...Non poteva essere il legno, no...Per quanto pazzesco potesse essere, era venuta veramente senza mutande a lezione. Era il suo dolce miele su quella sedia che mi aveva attirato. Lo sentiva ancora in bocca, nonostante il dentifricio, nonostante avessi leccato solo una piccola striscia di piacere. Sono riuscito a dimenticarmi dell'accaduto solamente il mattino dopo, una volta entrato in ufficio e aver ripreso contatto con le solite problematiche lavorative. Credevo fosse finita lì, ma mi sbagliavo.
Dopo due giorni, sempre la sera, sempre in quell'aula, l'ho incontrata per la lezione conclusiva. Mi ripetevo che non l'avrei più rivista e il mio folle gesto sarebbe rimasto un ricordo, uno di quegli anedotti da confessare agli amici, dopo un cicchetto di troppo. Ma non è andata proprio così. Mi sono accorto fin da subito che era vestita allo stesso modo; cambiavano i colori di maglioncino e calze; in più portava un paio di parigine sui collant...o autoreggenti...? Balbettavo tutte le volte che ne incrociavo lo sguardo. Mi ripetevo che non era possibile...uomini e donne non emettono feromoni come gli insetti; eppure sentivo nell'aria, distinto dai profumi dozzinali e scadenti delle sue compagne, il profumo di quel gusto...lo risentivo prepotentemente in bocca. Ho dovuto terminare prima del tempo la lezione, con gran sollievo di tutte le partecipanti, data la noia dell'argomento. Ma lei mi si è avvicinata con fare sbarazzino e una punta di malizia che mi ha letteralmente paralizzato. Mi ha chiesto qualcosa riguardo una specifica e complessa funzione sulla getsione dei resi di magazzino, ma non ricordo neanche più quale fosse la domanda: furbescamente era riuscita a far svuotare l'aula dalle altre allieve, fra saluti, strette di mano e ringraziamenti per il corso tenuto, fin quando l'eco degli ultimi passi era svanito nel corridoio. Mi stava davanti, sorridendo, con il quaderno degli appounti stretto al petto, le gambe leggermente aperte e un sorriso sfrontato. Ancora adesso non so come si chiami. Non so nulla di lei, se non che mi ha fatto perdere la ragione.
"Mi vuoi, vero?" Il tono della voce era volutamente basso e sensuale. "Mi hai annusato...perchè sei goloso. Come me."
Non mi sono mai drogato in vita mia, ma dopo questa esperienza io stesso dubito di quanto sto affermando. In quell'attimo di silenzio che è seguito alla frase, ho sentito chiaramente il suono caratterisitico di gocce che impattano su una superficia solida! Plick...ma non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, che mi bruciavano l'anima. Pensavo fosse un'allucinazione, ma quel rumore, quello sgocciolio lo sentivo chiaramente in testa. Plick...mi sorrideva, come se sapesse cosa mi stava succedendo...Ma come era possibile...? Plick. Ho fatto scivolare lo sguardo verso il basso. Le sue gambe erano aperte e la gonna scostata. Il suo sesso era rasato in un'ordinata e conturbante strisciolina, il clitoride lucido e gonfio, e la sua fica...la sua fica gocciolava. Densi e ialini filoni che si distaccavano, che si allungavano, protendendosi, bagnando il pavimento. Ho pensato che fosse lei la drogata, a tal punto da potermi allucinare rilasciando nell'aria chissà quali sostanze stupafacenti. E chissà in quale modo! Non c'è stato bisogno di parole. Come in un sogno, come se una volontà esterna alla mia (ma ero io...sapevo perfettamente quello che stavo facendo) mi sono accucciato a quattro zampe e ho leccato il suo piacere dal pavimento, gustando ogni pucciar di punta e ogni lappata, come se ne dipendesse la mia stessa vita; ho rialzato lo sguardo solo dopo averlo ripulito. Lei era ancora in piedi, puntata con la sua figa che dilagava, sullo spigolo della cattedra. Poi si è tirata su, sul piano, e mentre si distendeva e si metteva comoda perchè io ne potessi godere appieno, ho ciucciato quello spigolo, intriso del suo dolce veleno, di quella sua starordinaria droga. E infine l'ho leccata, succhiata, lappata, scavata con la lingua, mentre si dimenava sulla cattedra e mi spingeva la testa sul sesso. Avevo la bocca piena dei suoi umori, al punto da dover inghiottire quel dolce miele ogni due o tre lappate. il piano del tavolo si bagnava, lucido, nonostante leccassi come un forsennato, perchè nulla andasse sprecato. E non so dirvi quanto tempo sia passato. Lei godeva, urlando, gemendo. L'ho fatta mia, penetrandola ora dolcemente, ora con foga, riempiendole la fica del mio sperma, e leccandola ancora, bevendo i nostri semi mesciati in un cocktail che aveva del divino. E l'ho penetrata ancora, e leccata di nuovo, stupendomi di quanti orgasmi avesse lei e di quanti ne riuscissi a raggiungere io, schizzando il mio fuoco liquido sul clitoride, sulle cosce, sulla pancia, succhiandole le dita che si infilava dentro, avida, nelle brevi pause che passavano fra la penetrazione e il lappare, scopandola di lingua in un lago di sguazzante piacere peccaminoso. Mio dio, quanto tempo e in che stato di deliquio io abbia passato quella sera, non so veramente dire. Mi sono risvegliato a notte fonda, piegato, svenuto prono a metà sulla cattedra, in quel mix di umori afrodisiaci, impiastrato totalmente del nostro piacere. Ero solo. Imbevuto del mio sperma e del suo godere stava un foglio A4 a quadretti, quelli usati da lei per prendere appunti: "GODO...ANCORA!" Il silenzio totale assordava le orecchie. Le luci erano spente. Ho avuto paura di esser rimasto chiuso dentro la scuola, ma grazie a dio l'ingresso principale era aperto; chissà quanto tempo prima era andata via lei. E chi era. E che cosa mi aveva fatto, come era riuscita a stordirmi in quel modo. Ho pensato di effettuare analisi del sangue, sicuro di essere stato drogato in qualche modo; ma nonostante tutto, mi rendevo perfettamente conto di non aver mai goduto così tanto prima d'ora, di non aver mai goduto di una donna tale, di una figa così vogliosa e generosa...
Sono rincasato e sono svenuto nel letto, adducendo la mattina dopo un malore per potermi assentare da lavoro e riprendermi. Dopo qualche giorno ho avuto la certezza che nessuno fosse venuto a conoscenza di quell'esperienza e mi sono rassicurato. Convinto di aver vissuto una di quelle situazioni che capitano una sola volta nella vita, ho deciso di non farne parola con nessuno...fino ad oggi. Non ho cercato di risalire alla sua identità , non essendo mai stato in possesso della lista delle presenze al mio breve corso; nè mi aspettavo di incontrarla per strada, per una banale coincidenza. Stavo dimenticando dell'accaduto. Fino a ieri sera. Fin quando arrivato davanti a casa, una villetta fuori dal centro abitato, non sono stato colto nuovamente da quella strana sensazione, da quella vertigine impalpabile. Non ho collegato subito, non me lo aspettavo, seppur il cuore ha incominciato a battermi all'impazzata nel petto e in bocca sentissi nuovamente il gusto del paradiso. Appoggiata alla porta di casa c'era la mia penna stilografica, che ero solito portare agganciata nella tasca interna della giacca, e del cui smarrimento non mi ero neanche accorto. Era lucida. Bagnata. E ancora tiepida. Con le mani che tremavano, l'ho avvicinata al naso, l'ho schiacciata sulle labbra. L'ho leccata, succhiata, avidamente. Mi tremavano le gambe, mi girava la testa. Mi sono guardato intorno, quasi mi aspettassi di vederla, o di vedere qualche passante scandalizzato da quel mio gesto da pazzo, ma non c'era nessuno. Ho infilato le chiavi nella toppa, dopo diversi tentativi falliti, con una preoccupante frenesia, agitato come non mai. Sono entrato, ho richiuso la porta appoggiandomici contro, con gli occhi chiusi e il fiato corto. E sono scoppiato a ridere come un folle, felice, pieno di lei, del suo dolce veleno che mi circolava ancora nel sangue.
"Godo...ancora..."
Lei era lì, nel mio salotto, con le calze abbassate e la gonna scostata, stesa sul divano, già bagnato e lucido del suo piacere, pronta per la mia lingua che non poteva più dimenticarla. Era lì, che mi chiamava, mi voleva, bramava le mie attenzioni...Lei era lì, davanti a me, bella come il peccato...Lei...che era lì, desiderio puro e selvaggio incarnatosi in donna...era lì, davanti a me...o forse no...non ricordo bene...non ricordo più...da quando ho perso la ragione...
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Una rossa presenza
L’alta mattina alle 8.00, come sempre, ho preso l’ultima carrozza della metropolitana. Salire al capolinea mi consente di trovare il posto a sedere. Dopo anni di traffico, di interminabili code, sei mesi fa, ho deciso di tornare a prendere i mezzi pubblici. Non sopportavo più il fatto di passare gran parte del mio tempo bloccato dal traffico. Poi ci si è messo pure il caro carburante e la scelta, da provvisoria, è diventata continuativa. Non so se diventerà definitiva, sicuramente si sta rivelando azzeccata e piacevole. Azzeccata perché, salvo rare eccezioni, dovute a scioperi o guasti tecnici, i tempi di percorrenza sono certi e accettabili. Il posto di lavoro dista 20 Km da casa, impiego circa 45 minuti per tratta. Ultimamente con la macchina mi capitava di impiegare quasi il doppio. Piacevole perché ho la certezza di fare il viaggio comodamente seduto. Ho ripreso a leggere, tornando ad essere quell’assiduo lettore che prima riuscivo ad essere solo durante le vacanze estive e natalizie. Leggo un libro a settimana, tutto sommato un buon ritmo. Leggo un po’ di tutto: romanzi, polizieschi, thriller, saggi… in questo momento sto leggendo l’ultimo di J. Grisham “ultima sentenza”, molto interessante. Ma non è del libro che voglio parlare, bensì di un’esperienza unica, una di quelle che pensavo succedessero solo nei film e, appunto, nei romanzi. Per abitudine mi siedo in uno dei posti doppi che si trovano in testa ed in coda alla carrozza. Prediligo occupare quello vicino al finestrino. Non sempre la carrozza alla partenza dal capolinea si riempie, l’altra mattina, il posto al mio fianco era libero. Appena seduto ho iniziato a leggere con bramosia. Giunto ormai verso la fine, ero impaziente di conoscere l’epilogo. Alla prima fermata la carrozza si è riempita, i posti a sedere si sono esauriti in un attimo e quelli che, per loro sfortuna dovevano viaggiare in piedi, erano “costretti”: letteralmente… condannati a una pena. Il posto al mio fianco era stato occupato. Il profumo inebriante che piacevolmente mi avvolse, mi diede la conferma che si trattava di una donna. Per non essere sfacciato ho cercato di capire che tipo fosse, scrutandola di soppiatto, senza girare la testa dalla sua parte. Immerso nella lettura mi limitavo a buttare la coda dell’occhio nella sua direzione cercando di non darlo a vedere. Indossava un abito color rosso fiammante, molto elegante. Probabilmente era stato confezionato su misura per lei da qualche atelier di alta moda. Un abito estivo che emanava un senso di freschezza, leggero, molto leggero, penso fosse di lino. Non era molto lungo, arrivava a coprire circa metà coscia, così che la bellezza delle gambe ne veniva esaltata. Due gambe stupende, abbronzate, perfettamente depilate, snelle ma non eccessivamente sottili, sorrette da una tonica muscolatura, sicuramente frutto di un costante e corretto esercizio fisico. Ai piedi calzava un paio di sandali rossi, anch’essi molto eleganti con un tacco di media altezza. Non indossava calze, i piedi erano molto curati con le unghie leggermente smaltate di rosso. Sulla caviglia destra portava un’elegante catenina d’oro. Mi sono stupito di me; in genere presto minor attenzione a questi particolari, sono molto più attratto da seno, labbra, occhi e culo, ma quelle gambe avevano un fascino particolare e mi provocavano un’attrazione quasi morbosa, molto nota, credo, ai feticisti del genere. Insomma, questa “rossa presenza” mi stava turbando. Apparentemente sembravo concentrato e assorto nella mia lettura, in realtà non riuscivo più a leggere. Riprendevo spesso lo stesso periodo, perché mi capitava continuamente di … perdere il filo. Ma il segnale più inequivocabile mi era dato dall’ erezione che sentivo crescere nel pube. Imbarazzato e confuso, avevo l’impellente necessità di sistemare il cazzo, perché, impedito nell’erigersi dalla posizione che avevo assunto, cominciava a farmi male. La situazione si complicava col passare del tempo, la speranza di porre fine a quel supplizio mi aspettava alla stazione di Lambrate. Li sarei sceso, mi sarei dato una sistemata e soprattutto avrei abbandonato la vicinanza della “rossa presenza”, riacquisendo così la consueta tranquillità. Ma, alla meta, mancavano ben 7 fermate, troppe. Cercai di aiutarmi facendo ricorso a alcune tecniche di rilassamento che avevo imparato frequentando un corso specifico, niente. Il mio imbarazzo ormai era del tutto evidente, ma per fortuna, come spesso accade quando meno te l’aspetti, venne in mio aiuto lo squillo di un cellulare, era quello della signora in rosso. Mentre lei si accingeva a cercare il telefonino nella borsetta, anch’essa rigorosamente rossa, io, con un’abile mossa riuscii nel mio intento. Emisi, quasi senza accorgermi, un sospiro di malcelata soddisfazione. “Tesoro alzati dal letto, datti una mossa pigrone”. Con chi stava parlando? Aveva la fede al dito, quindi probabilmente col marito. Cominciai a fantasticare su cosa poteva essere successo la scorsa notte tra le lenzuola col suo tesoro, visto che il pigrone non si era ancora degnato di mettere il piede a terra. Chissà quali e quante battaglie di sesso sfrenato erano avvenute. Lei, ne ero sicuro, aveva vinto la guerra. Questi pensieri non aiutavano a riportare l’asta in posizione di riposo. Quando chiuse la telefonata col suo tesoro, per coincidenza casuale ci trovammo ognuno con la testa girata dalla parte dell’altro e per un’ attimo, che a me parve interminabile, ebbi l’occasione di guardarla negli occhi. Lei accennò un cortese sorriso, io cercai di ricambiare. Non so come fosse l’espressione del mio viso in quel momento, ma credo che assomigliasse molto a quella di coloro cui capita, per ventura, di vedere la …. madonna. Mi ritrovai improvvisamente intento a compilare con la fantasia uno di qui questionari in cui ci viene chiesto se crediamo all’amore a prima vista, se pensiamo sia possibile fare sesso con una persona appena incontrata, se pensiamo sia giusto approfittare dell’occasione e tradire il nostro partner, se pensiamo che l’uomo sia bigamo o monogamo e via di questo passo. Ovviamente per me in quel momento esisteva un’unica risposta a tutte le domande, e questa risposta era rigorosamente SI, fatta eccezione, ovviamente, per quella sulla monogamia o bigamia, alla quale risposi senza esitazione che la bigamia era nella natura dell’uomo. Preso da questa fantastica attività quasi non mi rendevo conto che il treno stava rallentando in prossimità della fermata di Lambrate. Con prontezza mi girai verso la signora in rosso e cercando di essere il più gentile possibile dissi “scusi devo scendere” “non si preoccupi scendo anch’io”, il mio battito cardiaco ebbe una brusca accelerazione, mi sembrava rimbombasse in tutta la carrozza, quasi fossimo in una moderna discoteca. Scendemmo le scale, ero dietro di lei, i miei occhi si stamparono sui suoi danzanti glutei, uno spettacolo inebriante. Alla fine della scalinata, presi il coraggio a due mani, la accostai e le dissi “Ciao, posso offrirti un caffè?” Lei mi guardò un po’ sorpresa, poi mi sorrise e disse “Non bevo caffè”, stavo avvertendo l’imminente arrivo di una paralisi, quando… “vada per una spremuta”, scongiurata paralisi, mi ritrovavo a lottare con un attacco di balbuzie, riuscii a dire “ottimo” e ci avviammo verso il bar della stazione. Parlammo del tempo, del traffico della voglia di vacanze, della routine del lavoro, del caro vita, e altre banalità di questo tipo, questo era quanto esprimevamo col sonoro. Ben altra musica esprimevamo con la gestualità e col corpo.Si parlava del caldo che improvvisamente era esploso, lei sembrava una di quelle “veline” che al termine del TG annunciano le previsioni del tempo ammiccando maliziosamente, ovviamente io non ero insensibile a questo modo di fare e lo comunicavo,toccandomi i genitali, sistemandomi lentamente l’attrezzo che, per effetto di quella prosa, iniziava ad erigersi. La traduzione recitava più o meno così “Mi fai tirare il cazzo, ho voglia di scoparti” lei sorrideva e ammiccava, traduzione “cosa aspetti, bastardo ..scopami”. Uscimmo dalla stazione MM e sostando sul marciapiede antistante, mi disse “ti da fastidio se fumo?”, io ex-fumatore, che da quando aveva smesso di fumare era diventato intollerante e bacchettone, dissi ipocritamente “figurati, non c’è problema”. Si accese la sigaretta e ad ogni boccata era come se mi stesse facendo un pompino, c’è qualcosa di molto erotico nel modo di fumare che hanno certe donne. Credo che la mia erezione abbia toccato in quel momento il massimo. Lei se ne rese conto, avvicinò la sua sensuale bocca al mio orecchio e mi disse “Hai un coniglio in tasca o sei contento di vedermi?” scoppiammo in una fragorosa, liberatoria risata. Nel mentre, posò la sua mano sul mio pube, e, nonostante l’impedimento degli indumenti, avvolse il mio cazzo al massimo dell’erezione, riavvicinò la bocca al mio orecchio, con un piccolo morso mi provocò un brivido, poi mi infilò l’umida lingua fino a toccarmi il timpano e mi sussurrò “seguimi”. Voltammo l’angolo e camminammo per circa 150 metri, a quel punto lei si infilò nel portone di un vecchio stabile io la seguii. Entrai, lei si era fermata davanti a me per accertarsi che l’avevo seguita fin li, poi con un cenno del capo mi fece capire di continuare a seguirla. C’era sulla sinistra una porta situata ai piedi di un sottoscala, lei estrasse dalla borsetta un mazzo di chiavi ed aprì la porta, io la seguii. Era un bilocale, entrata si fermò dandomi di spalle. Mi avvicinai, accostai il mio corpo al suo facendole sentire tutto il vigore del mio cazzo duro come il marmo, lei spinse verso di me le sue sode chiappe ed emise un gemito che mi fece arrapare ancora di più. L’abbracciai, feci passare le mie braccia tra le sue braccia ed i fianchi in modo da portare le mani a cupola sul seno. Cominciai a palpeggiarla alternando tocchi morbidi e vigorose strizzate, intanto la baciavo sul collo e dietro le orecchie, ogni tanto la mordicchiavo e le sussurravo le cose più sconce che mi passavano per la testa. Ormai avevo perso ogni freno inibitorio non capivo più nulla, “Sei proprio una gran figa, mi fai impazzire” “Scopami ti prego” “Sii, ti voglio scopare, ti voglio tutta per me” “Sii, sono tua” “Dimmelo ancora troia” “Sii sono la tua troia” “Lo senti il mio cazzo?” “Sii, lo sento” “Lo vuoi il mio cazzo?” “Siiiii… dammelo!!” “Eccolo, troia, succhiamelo” “Sii voglio succhiarti, scopami in bocca” “brava, così.. sei un gran pompinara” “Mmmm, mi piace” “Sei un gran troia” “Sii sono la tua troia” “Adesso girati voglio prenderti dal di dietro” “Scopami, bastardo” “Guarda come sei bagnata, sei una maiala” “Scopami, non ce la faccio più, cosa aspetti?” “Voglio sentirti implorare, troia, devi desiderarlo” “Mi fai impazzire, brutto figlio di puttana, scopami” “Eccolo sono dentro di te, e ti sto scopando” “Oh, siiii… mi fai morire.. continua non ti fermare” “Che puttana che sei!!” “Sii, continua che sto per godere” “Godi puttana!!” Ah.. si .. eccomi eccomi, godoo… gooodooo” “godi troia.. che adesso ti faccio anche il culo” “Siii mettimelo nel culo…” “Questo bel culo, adesso te lo sfondo” “ Piano ti prego, non farmi male” “Eccomi sto entrando” “Si ti sento… mi piace” ”Certo che ti piace, sei una maiala..“ “ Sii sono una maiala..” “Dimmelo ancora!!” “Sono la tua maiala” “sei una gran troia, mi stai facendo godere” “Sii godi, amore..” “Ti sborro nel culo, troia” “Tesoro sborrami in bocca, ti prego” ”Vuoi bere la mia sborra?” “Sii, fammi bere la tua sborra, ti prego” “Girati che sto per venire” “Eccomi, schizzami tutto in gola..” “Siii, troia eccomi… goodoo, ecco… bevila tutta, ah.. che sborrata. A quel ci baciammo con passione passandoci il nettare da bocca a bocca. Rimanemmo abbracciati e continuammo a baciarci per circa 10 minuti. Poi ci siamo ricomposti e lei mi ha detto “Esci prima tu io aspetto qualche minuto per non dare nell’occhio.” “Va bene, ciao” “Ciao”. Uscii, mi diressi verso l’ufficio dove mi aspettavano per una riunione. Appena entrato il mio capo mi guardò con aria da rimprovero e mi disse “Problemi?”. “Scusi mi è capitato un’ imprevisto” “Nulla di grave, spero” “No, nulla di grave, per fortuna”.
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16 years ago
deameo,
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Last visit: 8 years ago
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La prima volta!
...continua!!
...e alle 15 sei arrivato!!!
Il cuore impazzito ma la tua gentilezza mi ha un pò tranquillizzata, sei entrato e subito mi hai riempita di complimenti, sfilare per te con i tuoi occhi addosso era piacevole, poi hai iniziato ad accarezzarmi, le tue mani sulle gambe, la tua lingua sui capezzoli, mi sollevi il vestito, mi sposti il perizoma e mi lecchi le natiche...mi piace sentirti addosso!
Ma ora è il mio momento, ti spingo sul tavolo e ti abbasso i pantaloni e scopro un fallo molto più grosso di quello che immaginavo, è enorme ma mi impegno a succhiarlo, a leccarlo per fartelo diventare duro ed ancora più grosso!!!
Continua...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
La prima volta!
Era tutto confermato, alle 15 a casa mia!!
Era non agitata, nel panico più totale, avevo paura di non piacerti, di non essere troppo donna ma mi ero impegnata tantissimo:
mi sono data lo smalto nero sia sulle unghie dei piedi che nelle mani, nero ed erano splendidi, mi sono truccata gli occhi, in modo leggero, rossetto, mi sono tirata tutti i capelli indietro, mi sentivo molto carina ma soprattutto donna, molto donna!!
Faceva molto caldo, ho deciso pre un perizoma nero ed un abitino corto e molto succinto che copriva appena il sedere e lasciava ben in vista le gambe liscie e toniche su sandali rosa come l'abito rigorosamente a spillo!!
...continua!!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
Mio marito 2
Tremavo come una foglia, mi sentivo impazzire dall'eccitazione e dall'imbarazzo ma la cosa mi piaceva e molto. Matteo mi prese per braccio, mentre mio marito rimase un po' indietro. Mi stringeva forte, mi sussurrava parole carine, si complimentava con me per le mie gambe bellissime e per la mia ''disponibilita' '' nel giocare. Ridevamo fregandocene elle persone che scambiavamo. Adesso eravamo nel centro del piccolo paese e sedemmo ai tavolini di un bar. Ordinammo un Martini. Io avevo le gambe accavallate e '' sentivo'' l'oggetto dentro di me. Matteo tudiava i miei gesti. Lo vidi inserire una mano in tasca ed io fui invasa da fremiti forti, incontrollabili, indecentemente eccitanti, iniziai a muovermi sulla sedia, strinsi forte le braccia al mio ventre ma stavo godendo come una pazza tra la gente ignara che stava passando. Come mi era arrivato il fremito fini?. Guardai Matteo negli occhi non so se grata di aver spento l'oggetto o inritata per avermi condotta alle soglie dell'orgasmo per poi cessare. Ma il gioco non era finito. Mentre stavo bevendo il Martini il fremito riprese dentro di me ma in modo piu' tenue stavolta. Tenevo gli occhi abbassati, temevo che la gente capisse che stavano accadendo cose un po strane ma il gioco era bello e straziante nello stesso momento. In un vicolo mi ritrovai a guardare una vetrina abbracciata a Matteo mentre mio marito rimase lontano da noi. Lui mi abbracciava come un tenero amante, per la gente che passava noi eravamo la coppia e mio marito l'estraneo, mi baciava sul collo e mi teneva alla vita tirandomi a se. La vibrazione riprese eppure il giovane mi stava abbracciando.....In lontananza vidi mio marito con le mani in tasca e compresi che adesso era lui a '' gestirmi'' il piacere. Appoggiai la schiena al muro , tirai su di me il mio giovane amante e iniziai a baciarlo con foga. Gli avevo infilato la lingua in bocca, la saliva colava dalle nostre labbra sul mento e ci leccavamo come impazziti. La vibrazione era sempre piu' forte e io mugolavo con la bocca impastata tra lingua e saliva. Le mie cosce si sfregavano in modo convulzo e continuo, col ginocchio toccavo il cazzo eretto del giovane e lui mi sosteneva con le sue forti braccia per non farmi cadere. Spasmi forti al mio ventre, gocce del mio piacere che colavano lungo le cosce, capezzoli eretti strofinati sul petto di lui a tal punto da sentire dolore che si trasformava pian piano in ulteriore piacere. Mi sentivo le mutandine fradice, la fica bagnata a tal punto che temei che il vibratore mi uscisse ma lui in modo indecente mi diede una palpata di fica da sopra alla gonna e rimise l'oggetto dentro di me. Pian piano con le gambe tremanti ci riavviammo all'auto. Prima di salutarci mi bacio' nuovamente con foga e ardore e mi sussurro' :....VEDRAI COSA TI INVENTO LA PROSSIMA VOLTA.....rincominciai a tremare. Allora non tutti i singoli erano '' frasche'' frettolosi e scorretti Vi erano anche giovani corretti e intriganti e cio' ci fece piacere
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
Mio marito
Il nostro rapporto di coppia stava cambiando. Adesso leggevo negli occhi di lui una luce nuova, diversa, leggevo un '' intrigo'' una voglia inrefrenabile di qualcosa di nuovo. Sapevo che aveva inserito degli annunci e pubblicato delle mie foto con sopra scritte delle didascalie del tipo : OFFRO MIA MOGLIE.... o cose del genere. Ci teneva a essere lui il gestore del gioco e spesso si tratteneva a ore davanti al computer.Scaricava decine e decine di mail molte assurde e incomprensibili finivano subito nel cestino altre piu' accattivanti e con foto decenti venivano accantonate per essere da me visionate. La prima '' scrematura'' avveniva cosi' , forse in modo un po drastico, ma dovevamo sennonaltro avere un'idea , tramite foto, di colui che avremmo incontrato. Oni tanto la sera dopo cena mi faceva visionare le foto e insieme decidevamo con chi andare un po oltre a loro davamo il mio numero di cellulare e spesso neppure chiamavano. Un gioco che all'inizio era molto intrigante pian piano ci innervosiva e diveniva inritante. Ricordo che una sera demmo il mio numero a tre bei ragazzi. Avevano inviato belle mail e foto piacevoli e noi, come sempre, gli demmo il numero del mio cellulare.Per farla breve e sensa esser polemica ricordo solo che uno ci fece andare sul luogo dell'incontro e poi non si fece neppure vedere evitando addirittura di rispondere al telefono.Un altro, sennonaltro venne all'incontro, ma solo per farci capire che lui voleva solo '' far numero''. L'altro ci invio' il classico sms dell'ultimo momento menando cazzate indecenti per giustificare, forse a se stesso, la mancanza di ''palle''. In questa atmosfera il gioco stava precipitando, scadendo e tutto cio' che fino ad adesso ci aveva essitato si stava rivolgendo contro di noi in una tenzione noiosa e sgradevole. CON TUTTI I PROBLEMI CHE Cè NELLA VITA FIGURATI SE MI VOGLIO ROMPERE IL C... CON CERTE PERSONE....diceva spesso mio marito , ma lo diceva a denti stretti profondamente dispiaciuto di cio. Lui che è conosciuto nell'ambito lavorativo e sociale come una persona correttissima non comprendeva neanche minimamente certi atteggiamenti e tendeva a fare '' di ogni erba un fascio'' notavo che nelle risposte alle mail dei singoli adesso era più freddo, piu' drastico e la cosa mi dispiaceva. Nei nostri annunci cercavamo amicizia, complicita, intrigo, seduzione e estrema affidabilità e sembrava davvero che cio' non esistesse neppure sennonaltro fino al giorno che incontrai Matteo ,ma andiamo in ordine.In un pomeriggio accaldato, mentre mio marito era a lavoro decisi di entrare in chat per passare un'oretta. Mi presentai come PAOLA e nel profilo scrissi:....CERCO UN AMANTE PER ME.....Logicamente mi chiamarino in mille in privato e dovetti , mio malgrado chiudere a molti fino a che non ne rimase uno soltanto. Si presentava come un bel giovane alto slanciato e di buona famiglia, ci trattenemmo allungo a ciattare, il tempo scorreva piacevole spesso mi faceva '' le faccine sorridenti'' ed io ricambiavo. Per non perdesi gli lasciai la mia mail e lui ricambio'.Il giorno seguente trovai nella posta una sua mail e la lessi con molta attenzione. Si capiva benissimo che era un giovane colto, si sapeva ben presentare con parole e frasi carine, aveva allegato una foto col volto coperto, compresi benissimo i suoi timori. Risposi alla mail ponendo particolare attenzione nello scegliere una mia foto.Adesso ero io che stavo gestendo un nuovo gioco e mi venne spontaneo pensare: SPERIAMO DI ESSER PIU' FOTUNATA...I contatti su susseguirono fino al giorno che ci scambiammo i numeri di cellulare. Mi chiamo in un tardo pomeriggio. Aveva la voce calma, dava un senso di rilassante piacere, gentilissimo, mi corteggiava ma con un tatto estremo sensa mai cadere in parole volgari. Decidemmo di fissare un incontro conoscitvo per il giorno seguente. Mi ritrovai a '' supplicarlo'' di non fare un bidone, di non essere per noi l'ennesima delusione, lui sembrava non comprendesse neppure cosa voleva dire prendere in giro la gente ma ricordai che anche gli altri...poi non ci volli pensare. La sera ne parlai con mio marito. Notai che rimase sorpreso, non so se in modo positivo o meno della mia iniziativa ma ....non avevamo niente da perdere. Per l'occasione indossai una minigonna molto corta, delle scarpe con tacco a spillo e una camicetta scollata. Il luogo dove ci saremmo trovati era a una ventina di chilometri da casa nostra, li percorremmi in silenzio. L'auto del giovane era gia' li' parcheggiata e noi ci affiancammi. Scesi dall'auto, le gambe mi tremavano e l'imbarazzo si faceva sentire. Anche lui scese dall'auto, era piu' alto di quanto pensassi, elegantissimo nel suo completo firmato, mi sorrise dolcemente, mi abbraccio e mi bacio' sulle guance, rimasi un momento inebriata dal profumo che stava emanando. Tutto scrreva nel migliore dei modi, la conversazione era piacevole e anche mio marito entro' nella giusta armonia. Dal sedile posteriore Matteo prese una rosa rosso scarlatto, un pacchettino con una grossa coccarda e sorridendo mi disse.... ECCO UN PICCOLO DONO PER TE . Sorrisi e ringraziai. PERCHE IL PACCHETTINO NON LO SCARTI NELLA MIA AUTO...... E MAGARI LO PROVI MENTRE IO E TUO MARITO RIMANIAMO A PARLARE? Annuii con la testa. Aprii la portiera dell'auto, probabilmente aveva l'aria condizionata accesa prima di fermarsi, vi era un fresolino che mi faece vibrare la pelle, l'auto era lussuosa, un profumo da auto rendeva l'abitacolo particolarmente accogliente ed io '' sprofonda'' nei grandi sedili di pelle. Fremendo scartai il pacchetto non riuscivo a comprendere il suo contenuto e cio mi eccitava. Un bollino dorato sopra alla carta da pacchi faceva intuire la provenienza ... lo aprii con mani tremanti. All'interno vi era una soffice ovatta e sotto un oggetto un po strano con una forma vagamente fallica ma di medie/piccole dimenzioni, aveva una specie di ciambella a un estremo come per non farlo scivolare troppo all'interno, rimasi un attimo perplessa a guardarlo. Mi ritrovai a passarmi la lingua sulle aride labbra,il cuore mi batteva sempre piu' forte, gli uomini confabulavano fuori dall'auto ed io mi sentivo distaccata dal mondo. All'interno vi era anche un foglietto illustrativo con quattro immagini . La prima ritraeva, in modo schematico, una donna a gambe larghe con le mutandine abbassate al ginocchio. La seconda vignetta la faceva vedere mentre si inseriva loggetto nella vagina. La terza mostrava la donna, che con l'oggetto inserito, si rimetteva le mutandine imprigionando il piccolo fallo dentro di lei. La quarta e ultima immagine ritraeva la donna che camminava per strada e alle sue spalle un uomo azzionava un radiocomando a distanza. La cosa mi stava eccitando e sconvolgendo allo stesso momento ma le mie mani come guidate da altri sollevarono la gonna, spostarono un lembo delle mutandine bagnate e inserirono l'oggetto dentro di me. Un gemito forte mi usci dalle labbra. I vetri dell'auto erano scuri, loro adesso erano rivolti verso di me. Mi riaggiustai gli indumenti e scesi dall'auto. I due cercarono il mio sguardo mentre io lo evitai. Tremavo come una foglia, mi sentivo impazzire dall'eccitazione e dall'imbarazzo ma la cosa mi piaceva e molto. Matteo mi prese per braccio, mentre mio marito rimase un po' indietro. Mi stringeva forte, mi sussurrava parole carine, si complimentava con me per le mie gambe bellissime e per la mia ''disponibilita' '' nel giocare. Ridevamo fregandocene elle persone che scambiavamo. Adesso eravamo nel centro del piccolo paese e sedemmo ai tavolini di un bar. Ordinammo un Martini. Io avevo le gambe accavallate e '' sentivo'' l'oggetto dentro di me. Matteo tudiava i miei gesti. Lo vidi inserire una mano in tasca ed io fui invasa da fremiti forti, incontrollabili, indecentemente eccitanti, iniziai a muovermi sulla sedia, strinsi forte le braccia al mio ventre ma stavo godendo come una pazza tra la gente ignara che stava passando. Come mi era arrivato il fremito fini?. Guardai Matteo negli occhi non so se grata di aver spento l'oggetto o inritata per avermi condotta alle soglie dell'orgasmo per poi cessare. Ma il gioco non era finito. Mentre stavo bevendo il Martini il fremito riprese dentro di me ma in modo piu' tenue stavolta. Tenevo gli occhi abbassati, temevo che la gente capisse che stavano accadendo cose un po strane ma il gioco era bello e straziante nello stesso momento. In un vicolo mi ritrovai a guardare una vetrina abbracciata a Matteo mentre mio marito rimase lontano da noi. Lui mi abbracciava come un tenero amante, per la gente che passava noi eravamo la coppia e mio marito l'estraneo, mi baciava sul collo e mi teneva alla vita tirandomi a se. La vibrazione riprese eppure il giovane mi stava abbracciando.....In lontananza vidi mio marito con le mani in tasca e compresi che adesso era lui a '' gestirmi'' il piacere. Appoggiai la schiena al muro , tirai su di me il mio giovane amante e iniziai a baciarlo con foga. Gli avevo infilato la lingua in bocca, la saliva colava dalle nostre labbra sul mento e ci leccavamo come impazziti. La vibrazione era sempre piu' forte e io mugolavo con la bocca impastata tra lingua e saliva. Le mie cosce si sfregavano in modo convulzo e continuo,
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16 years ago
admin, 75
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Situazioni intrigante … ….. sogno o realtà
Situazioni Intrigante … ….. Sogno o realtà
Ormai è da tempo che usciamo con un gruppo di amiche e spesso sono l’unico ragazzo del gruppo. Lei è fidanzata e si chiama Roberta spesso c’è anche lui con noi. Le nostre chiacchierate si fanno sempre più intime ad ogni nuova uscita parlare con lei era sempre più piacevole. A volte ci raccontiamo situazioni intime, ma mai nessuno dei due avrebbe pensato che potesse mai succedere quello che di li a poco sarebbe accaduto. Una sera come tante eravamo in uno dei tanti locali della città che già conoscevamo, ad un certo punto sento una mano che mi sfiora la gamba destra dove sta seduta proprio Roberta, mentre dall’altra parte Paola parla con un'altra amica del gruppo. I pantaloni sono leggeri e sento la sua mano che continua a sfiorarmi. Non nego che la situazione mi ha lasciato perplesso, ma iniziavo a sentire in certo calore salire dallo stomaco. Lei è una bella ragazza niente di eccezionale, ma stasera era molto provocante, un vestitino leggero che lasciava libere le sue belle gambe ed un seno piccolo una 3a scarsa diceva lei, ma molto sensuale in quel momento. E sicuramente per il caldo della serata estiva non portava reggiseno. Dopo un po’ mi sento infilare un bigliettino in tasca. La guardo e lei mi fa l’occhiolino. Mi alzo dal tavolo con la scusa che la birra bevuta era troppa e mi dirigo verso il bagno. Dove leggo con attenzione il bigliettino. Che diceva: “ci vediamo domani alle 21.00 ho bisogno di parlare sola con te. Ritornato al tavolo c’è il cameriere che sta raccogliendo i soldi del conto visto che alcuni l’indomani dovevano lavorare. Quindi ci lasciamo tutti con un saluto. E con uno sguardo di assenso feci capire a Roberta che per l’indomani era tutto ok.
La notte continuavo a pensare alla sua proposta e il mio desiderio di lei cresceva. Spesso avevo ricevuto apprezzamenti da lei, ma mai avrei pensato che mi potesse capitare una cosa simile. Passai la giornata successiva a pensare cosa volesse o cosa sarebbe accaduto tra di noi. Mi dicevo che mi sbagliavo e che lei voleva solo parlare ma le sue carezze della sera prima erano chiare. Dieci minuti prima delle 21.00 ero nel locale da lei indicato, un Agriturismo molto carino. L’aspettai fuori dal locale seduto in auto, quando pensavo che era stato uno scherzo visto il ritardo, vidi arrivare la sua auto da lontano. Ed ebbi un sussulto. Scesi dall’auto e mi avvicinai a lei. La vidi scendere dall’auto in un vestito nero aderente che le arrivava sopra il ginocchio lasciano libere gran parte delle sue gambe. Si avvicino a me dandomi un dolce bacio sulla guancia, il viso era dolcissimo e aveva messo un trucco leggere che accentuava l’azzurro dei suoi occhi. Ci dirigemmo verso l’ingresso del locale. Sento forte il suo profumo dolce, ma intenso. Il cameriere ci fa accomodare in un tavolo appartato e molto elegante. Mi sento lusingato di tante attenzioni e capisco che la serata evolverà nella maniera migliore. Dopo un attimo di silenzio mentre il cameriere si allontana le chiedo come questo incontro. E lei mi dice che ha bisogno di parlare ed io le sembro la persona giusta. Inizia a raccontarmi dei problemi con il suo fidanzato e di come ormai da mesi non stanno più insieme nonostante le sue continue provocazioni verso di lui. Mi confida che temo che lui abbia una donna e per questo ultimamente si sente tanto sola. Nel dire ciò le prendo la mano e la stringo e senza accorgermene le sue labbra sfiorano le mie in un dolce bacio. Lentamente le nostre labbra si schiudono e il bacio diventa sempre più passionale mentre con la mano le massaggio i capelli. Poi la mia mano lentamente scende lungo la sua schiena e mi accorgo attraverso la stoffa del vestito che neanche stasera non porta il reggiseno.
La presenza del cameriere che si è avvicinato al nostro tavolo ci riporta alla realtà. Ci ricomponiamo e ci lasciamo guidare dal cameriere nella scelta dei piatti e del vino, poi si allontana. Guardo negli occhi Roberta che mi dice di aver trovato finalmente la persona che poteva guidarla a realizzare le sue fantasie e che desiderava da tempo accadesse proprio con me. Visto che da tempo leggeva i miei racconti e li trovava molto eccitanti e spesso non poteva far a meno di accarezzarsi durante la lettura, ed ora voleva essere lei a ripagare me offrendomi quello che tante volte le avevo donato in quelle letture.
Cosi dicendo, mi da un altro bacio accarezzandomi ancora la gamba con la mano e arrivando sino a sfiorare il mio desiderio che sicuramente non è rimasto indifferente a tali attenzioni. Dicendomi che il nostro incontro sarebbe dovuto restare solo tra di noi e che nessuno doveva sapere. Mentre con un ceno della testa ed un bacio dietro l’orecchio le sussurravo che sarei stato suo ogni volta che mi desiderava, e che le sue attenzioni inaspettate mi lusingavano. Cosi tra un bacio e l’altro iniziamo a cenare. E spesso le sue mani mi accarezzavano la gamba provocandomi brividi ed una forte eccitazione. Anche le mie mani spesso sfioravano le sue mani spingendosi sempre più verso l’interno della sua coscia, il luogo e la sua pelle cosi liscia e morbida provocavano in me un forte desiderio che lei stimolava ancor di più con le sue carezze.
Al momento del dolce disse al cameriere se lo potevamo avere in camera. La sua richiesta mi fece aumentare la voglia, mentre lei con un sorriso mi diceva che le sorprese non erano finite.
Salimmo al secondo piano, io la seguivo su per le scale mentre ammiravo le sue forme, lei sembrava sapere bene dove andare sicuramente aveva visitato il posto prima … apri la porta della stanza e mi disse di sedermi, la stanza era molto bella e ben curata nei particolari con un letto in ferro battuto e un tavolino al lato. Dalla finestra si scorgeva il mare. Di li a poco busso alla porta il cameriere che poggio il dolce sul tavolino e usci subito dalla stanza senza neanche chiedere la mancia.
Roberta chiuse la porta a chiave e mentre mi disse di sedermi nel letto. Accese la radio mettendo una dolce melodia in sottofondo. Poi avvicinandosi a me mi bacio e mi sussurra all’orecchio di stare fermo. Lentamente si sfila il vestito slacciandolo dietro il collo, in un sensuale movimento del suo corpo lentamente i suoi seni erano liberi e potevo ammirare la sua bellezza di donna, i capezzoli non troppo grandi ma già desiderosi non nascondevano il suo stato di desiderio per me. Ma appena feci un ceno per andare verso di lei mi disse con voce autoritaria di stare fermo e lentamente lascio scivolare il vestito lungo i fianchi sino ai piedi, cosi notai che non indossava intimo sotto quel vestito aderente. La sua visione era splendida e vece fare un sussulto al mio desiderio che si noto attraverso i pantaloni. Cosa che a lei non passo inosservata e che la fece sorridere. Non la immaginavo cosi bella sotto le vesti che la vedevo sempre indossare nelle nostre varie uscite, come non mi aspettavo che fosse una ragazza che curava cosi tanto la sua intimità. Infatti aveva solo un piccolo ciuffo che sovrastava il monte di venere.
Ero lì fermo come lei mi aveva chiesto ad ammirarla quando tirò fuori dal cassetto una benda nera con la quale mi bendo dolcemente continuando a sussurrarmi che sarei stato solo suo quella notte.
Sicuramente aveva letto bene i miei racconti per capire cosa desideravo e per capire cosa mi aspettavo da una donna. Cosi bendato nel completo buio, senti che metteva dei tappi alle mie orecchie cosi due dei miei sensi erano stati neutralizzati, poi mi mise una piccola pinzetta al naso cosi che anche il suo profumo era solo un ricordo della mente.
Lentamente mi sfilò la camicia mentre continuava a baciarmi le labbra poi lentamente sul collo, ma l’unico mio senso che mi permetteva di percepirla era il tatto, per il resto senza orientamento e senza vista mi sentivo perso nelle mani di Roberta. Senti le sue mani sfiorami lungo il petto e i suoi baci percorrerlo. Un misto tra paura ed eccitazione. Sfilata la camicia non riesco a percepirla non sento. Mi sento spingere indietro mi accompagno nel letto mentre lei mi posiziona e mi lega i polsi alla sponda del letto. Almeno cosi penso. Poi sento la sua lingua sfiorarmi il bordo dei boxer, mentre mi slaccia i pantaloni. Il fatto di poter percepire solo attraverso il tatto accentua ogni suo bacio ogni suo gesto sul mio corpo e come se tutte le mie risorse fossero percepite solo dal mio corpo.
Mi ritrovo in uno stato di eccitazione mai provato prima, ed ogni volta che non sento le sue mani o la sua bocca sul mio corpo mi sento perso.
Mi distendi le gambe divaricandole e mi leghi anche i piedi. Sono esposto a te mi sento vulnerabile e senza protezione esposto alla tua vista. Ti distendi sul mio corpo sento i tuoi seni contro il mio petto gli immagino premere su di me, mi baci e lentamente la tua bocca si porta sul mio petto. Sparisci ancora ed ancora una volta mi sento perso. Quando all’improvviso qualcosa si fresco percorre il mio corpo sino al basso ventre. Poi le tue mani iniziano a sfiorarmi sino a prenderlo in mano, lo liberi con decisione facendomi sospirare con la bocca. Sei sopra di me ma solo quando sento le tue labbra prenderlo capisco e inizio a baciarti anche io, anche se spesso devo riprendere fiato per via della molletta che mi stringe il naso. Mai mi ero sentito cosi in balia di una donna. Il mio desiderio non è mai stato cosi forte e la mia eccitazione mai arrivata a tali livelli. Sino a quando capisce che sono al limite e nuovamente mi trovo perso … i minuti passano e io resto immobile legato al letto.
Eccola di nuovo qui la sento sopra di me, ma posso solo immaginare la situazione il suo viso mi sento avvolto dal suo calore mentre inizia un movimento lento ma estenuante mentre continua a baciare le mie labbra e il mio petto. Non resisto il piacere e le sensazioni sono troppo forti e la colmo del mio piacere in un grido che io non riesco sentire.
Se il racconto e di tuo gusto e vuoi scrivere qualcosa con me scrivimi a [email protected]
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16 years ago
nicky1, 36
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Eros e titano
Questo fiume di parole in me, a momenti la parola è talmente pregnante che mi eccita, talmente è il vero canale di ciò che l’animo dice che sento la parola palpitare tra le mani e la sua risonanza giunge alla mia pancia, più che al mio cuore, allora mi dico: “Sì, la parola è compiuta. È Verbo che conduce l’energia della vita, chiamiamola divina, chiamiamola umana, la stessa cosa è, Vita”.
A volte, invece, solo il silenzio è foriero di sostanze.
Titano, Eros, archetipi di identità, ciò che siamo e riviviamo in noi, Eros ci attraversa. Vedo Titano più teso alla celebrazione della mente ed Eros più aperto al fiume della vita, ambedue necessari, due volti di noi da riconoscere in noi.
Quanti altri miti, personaggi, che altro non sono che le nostre chiavi interiori da cogliere nella loro funzione per far passare in noi tutta la loro vitalità.
Avevo colto, tempo fa il fatto che ogni cosa è energia, ogni evento, personaggio divino, storico, mitico, ogni dio, così come ogni luogo, altro non è che l’espressione di una energia. Le energie fondamentali sono 5 mi pare, che si distinguono per vibrazione, intensità e chissà che altro di ontologico che ancora non cogliamo pienamente. Qui stanno gli archetipi di creazione, quelli a monte di ogni personificazione, di ogni interpretazione, segni puri, idee pure che arrivano direttamente, che sono la diretta esplicitazione in segno, simbolo di un tracciato del Creatore che siamo.
Il primo movimento all’esterno, le prime uscite in spazio-tempo, e noi a risalire questa corrente fino alla Sorgente, fino a ritrovare in noi quei movimenti ed esplicitarli, prendendo coscienza che, mentre creiamo un segno, esso è più di un segno. “Realtà” stiamo creando.
L’abbiamo sempre fatto, lo stiamo facendo, ancora non ne cogliamo tutta la portata e la dinamica.
Mica so bene cosa sto scrivendo, sto solo guardando da quell’occhio in mezzo alla testa, sollecitata dagli eventi.
Allora, ecco che l’oggi mi ha condotta a sperimentare questo: avvertire di essere alla Fonte, alla Sorgente, e dirlo.
Confesso, ovvero rendo partecipe, condivido. Pomeriggio tra noi tre, ad ascoltare, sciogliere, prendere e dare, accogliere, lasciare che gli altri ti facciano godere e farsi guardare, godere di loro. Poi far godere, accarezzare, ascoltare, guardare. Essere là, a fare, mentre tra le mie mani avviene l’incontro e l’orgasmo. Avere le mie mani attive e coinvolte a far sentire, proprio mentre l’abbraccio, l’incontro si compie. E il loro orgasmo, mentre in tre siamo uno, che si scioglie nelle mie mani e sui miei occhi. Avvertire le spinte, le pulsazioni, l’abbandono dell’uno dentro l’altro e… contemplare, con l’animo dell’esteta e del mistico ciò che mi è donato di vivere.
Dare consapevolezza alle cose, tutte, agli eventi, tutti, nel momento in cui sei alla Fonte, vedi la Fonte.
Dice Giobbe “La mia Sorgente ti vede” bè, dire questo con tutto lo slancio della preghiera e della benedizione, della contemplazione, mentre sei qua a vedere e partecipare la forza del perdersi in un orgasmo.
Eh, sì, c’è da dire qui di sacralità dei corpi, di forze, di gratuità ed elevazione mentre sai che questo è possibile solo nella carne più nuda. E ancora, e lascio aperta questa porta, la psiche animale… la bestia che sta in me, questa voglio tirar fuori e vivermi, allora sì sarò nella mia centratura, nel mio nucleo, nel mio Titano.
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16 years ago
admin, 75
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Sweet dream
Era il mio turno di accompagnare i ragazzi in piscina. Era il mese di gennaio, alle sette iniziava la lezione, pioveva a dirotto e c'era buio pesto la piscina era distante da casa mia circa 10 km, generalmente li accompagnavo e poi tornavo a casa, ma quella sera forse per il maltempo decisi di rimanere per non tornare dopo a riprenderli;mi comprai una rivista, cercai un posto tranquillo nel posteggio, era semivuoto, lo trovai vicino ad un lampioncino, quindi entrai a marcia indietro per posizionarmi piu' vicino possibile alla luce, cosi evitavo di accendere la luce interna dell'auto per leggere il giornale, posteggiai vicino un'auto scura posizionata nel mio stesso senso di marcia, mi misi comodo e incominciai a sfogliare il giornale, mentre leggevo, con la coda dell'occhio ebbi la sensazione che dentro l'auto ci doveva essere qualcuno, c'erano i vetri appannati, pioveva forte,quindi pensai che era semplicemente la mia fantasia galoppante che cerca sempre nelle situazioni piu' insolite qualcosa di "molto particolare". Ma questa volta non stavo fantasticando, guardai bene e intravidi due figure che si muovevano all'interno dell'auto posizionate nei sedili anteriori, pensai allora di aver sicuramente disturbato qualcuno, ma non l'avevo fatto apposta, neanche me ne ero accorto; non sapevo cosa fare, continuai a leggere il giornale (per modo di dire perche' ormai il pensiero era li') ma sempre con la coda dell'occhio cercai di sbirciare meglio, con tanto stupore ma compiacimento vidi che una mano dall'interno stava pulendo lievemente i vetri, mi senti impacciato, l'emozione era forte, adesso li vedevo era una coppia, la donna, seduta nel posto del passeggero, quindi vicino a me, 30 anni circa, capelli lunghi scuri, tutti sciolti, camicetta scollata, molto sensuale e gonna di jeans, viso dipinto da una smorfia di sorriso compiacente che sapeva tanto di voluttà e di provocazione; al posto di guida l'uomo, sui 40 anni, anche lui con la camicia, ma gia' in parte sbottonata, notai in lui un certo stato di eccitazione, infatti aveva la testa un po' piegata all'indietro e appoggiata al poggiatesta, forse neanche si è era accorto della mia presenza, il mio imbarazzo cresceva, perche' lei con un atteggiamento altamente erotico e provocatorio gli si mise vicino, pensai sta continuando a fare quello che aveva interotto con la mia venuta, infatti continuo' a sbottonargli i bottoni della camicia fino ad aprirla completamente, mentre si lanciava sul petto dell'uomo baciando prima il collo, poi giu' i capezzoli, dal destro al sinistro, soffermandosi al centro, scendendo poi un po piu' giu' vicino all'ombelico, con le mani si sbottonava piano piano la camicetta, quasi fosse uno streap tease in mio onore, appena aperta, la toglie tutta, si slaccia il reggiseno si volse verso di me con una provocazione che non ha eguali, pose il reggiseno sopra il sedile,mettendomi in mostra i suoi magnifici seni, nonostante era inverno, stavo sudando , il cuore mi batteva fortissimo, un'emozione grande, non sapevo cosa fare, non sono mai stato un guardone e quindi mi sentivo in imbarazzo, se andavo via non me la sarei mai perdonata , ci avrei pensato sempre non sapendo come poteva finire. Resto. Lei sembrava di capire il mio imbarazzo, ma era proprio bastarda dentro pensai, mi vuole fare eccitare, mentre gli bacia il collo e il petto dell'uomo, la vidi armeggiare con la patta dei pantaloni, incomincio' a toccare ed accarezzare l'oggetto del desiderio, gli tiro' giu' i pantaloni, rimanendo con gli slip, l'uomo sembrava in estasi, forse pensava quello che la donna si accingeva a fare, infatti era adesso tutta concentrata a toccare il suo pene, gli infilo una mano dentro gli slip, lo libero' di quell'ultimo capo e adesso lei fiera, sembrava dicesse:ho vinto, e tutto mio, e nelle mie mani. Gli si mise vicino, lo guardo', poi si giro' verso di me con uno sguardo piu' provocatorio di prima e mentre se lo portava in bocca mi sorrise compiaciuta, mi scaccio l’occhio ah, ma questa era una sfida, ma cosa potevo fare, intanto, lei sembrava una indemoniata, con il pene in bocca comincio' a fare su e giu' con la testa, ogni tanto lo usciva fuori , gli leccava la punta, lo baciava per tutta la sua lunghezza e poi lo rimetteva dentro la sua bocca,lo usciva di nuovo lo avvicinava ai suoi seni, se lo stringeva nel mezzo, poi si solleticava i capezzoli, mentre faceva quest'ultima operazione lascio' un'attimo il pene dell'uomo e la sua mano destra puli' parte del vetro quello vicino a me dal vapore acqueo, mi guardo' un'attimo, come per dirmi" dai cosa ma cosa stai aspettando,non vedi come sono brava"? a quel punto non pensai piu' a cosa potesse succedere ,ero eccitatissimo, vediamo adesso se mi viene il coraggio di scendere, aprire la loro portiera ed entrare...cosa mi puo' succedere, loro pure saranno eccitati, l'uomo sembrava in trance (sfido io, con quel trattamento).Una botta di coraggio, apri' la portiera, scesi dalla macchina, mi stavo bagnando tutto, pioveva fortissimo, cercai la maniglia dello sportello per entrare....era chiusa, puli il vetro appannato per guardare meglio dentro.... ma ….non c'era nessuno.... non c'era nessuno? cazzooooo......., ma allora... allora avevo sognato tutto.
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16 years ago
admin, 75
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Fantasia personale
Salve mi chiamo Sergio...Sono fidanzato da 5 anni con una splendida ragazza polacca (Justyna mia coetanea...anche lei splendida,con un bel sedere,belle gambe e un viso molto bello...non abbiamo mai trasgredito,lei si è sempre dimostrata molto contenuta.Al massimo ogni tanto indossa la lingerie che le regalo,qualche volta abbiamo fatto sesso all'aperto sopra la macchina,o dietro a qualche casa diroccata....e qualche foto in lingerie,oltre a un paio di video mentre facvamo sesso....ho dovuto spronarla parecchio per convincerla a queste piccole esperienze...intanto a sua insaputa mi sono iscritto su diversi siti internet,mostrando le sue foto...io credo di essere un po'cuckold,mi piacerebbe vederla presa da altri...però non disdegnerei anche lo scambio di coppia...girovagando su internet,conosco una coppia,la quale gradisce molto le foto della mia ragazza...decidiamo di fissare un inontro prima con me,giusto per conoscerci...i due(sandro e mara) mi promettono di cercare di aiutarmi...molto simpatici,sicuramente..decidiamo di incontrarci a cena in quattro,dicendo alla mia ragazza che sandro è un mio collega di lavoro...lei,Mara,anche è una donna splendida,classica bellezza mediterranea,che nell'occasione della cena indossava una bella minigona e calze nere con dei tacchi abbastanza alti...loro avevano preparato una bella atmosfera nella loro bellissima villa di campagna..anche la mia Justyna,era vestita on una gonna e calze autoreggenti nere,e sopra un bel body con una bellissima scollatura...sotto indossava un perizoma nero..cominciamo la cena,ovviamente ottima,accompagnata da un dolcissimo vino...Sandro con la sua allegria e coinvolgimento riesce a rendere la serata più frizzante anche con un po'di musica soft e il loro grappino...Mara invita Justyn a far vedere la casa,mentre la mia lei sembrava un po'su di giri per il limite d'alcool ingerito durante la serata..intanto io e Sandro parliamo...Passano circa 30 minuti e ancora non tornano..allora io e sandro ci avviamo nella camera da letto e notiamo qualcosa di superlativo: Mara,che indossava una splendida biancheria sexy,stava leccando il clitoride della mia justyna che gemeva dal piacere...non riuscivo più a riconoscerla,ma di fronte a un simile spettacolo ero eccitatissimo..a quel punto io e sandro tiriamo fuori i nostri membri,ovviamente induriti,dall'afflusso di sangue che si era generato dal vedere quella splendida visione...cominciamo a mastubarci,mentre il mio collega si avvicina alle due donne leccando anche lui la bellissima figa depilata della mia ragazza...per un attimo justyna,riprese la rgione facendo iun piccolo sobbalzo,ma poi vedendo la mia tranquillità continuò a godere e a gemere...senza neanche dire una parola,arrivò Mara e cominciò a spompinarmi,mentre mi accarezzava gli addominali...io intanto guardavo la mia justyna godere come una vacca,che nel vedere per la prima volta un'altra donna succhiarmi il pene,si aprì completamente e cominciò a prendere avidamente in bocca il membro di Sandro..sandro era un bell'uomo,non atletico,ma con un pene lunghissimo,circa 23 cm..la mia justyna stava succhiandolo e Sandro godeva come un pazzo..in seguito Sandro ominciò ad infilarglielo dentro delicatamente,e dopo una leggera resistenza iniziale,affondò profondamente,con un conseguente gemito pazzesco;sotto i colpi ripetuti del pene di sandro la mia Justyna diceva frasi incomprrnsibili e godeva emettendo un grande quantitativo di liquido(sapete la mia lei è pluriorgsmica-vero)...intanto io stavo penetrando Mara con molta resistenza,anche se lei ovviamente ra abituata a ben di più dei miei 18 cm...dopo circa mezz'ora di colpi ripetuti nella figa ormai spanata di justyna,sandro le venne copiosamente dentro...(la mia ragazza prende la pillola da 3 ann)..e la sento godere come non mai...intanto anch'io ero venuto più volte nel vedere quella scena e alla fine ci siamo ricomposti con delle belle docce calde...
da questa volta la mia ragazza ha acquisito più disinibizione,e molto spesso trasgrediamo insieme..a volte la faccio trasgredire anche da sola,in quanto ancora manifesta un po'di gelosia..ma io impazzisco vederla scopata da medici,massaggiatori o muratori....e lei mi è sempre riconoscente per tutto quello che le concedo...
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
La sorpresa di nome luana!!!
Era una vita che ci provavo.... ma niente!! Mia moglie proprio non ne voleva sapere di fare scambi di coppia!! Avevo quasi perso le speranze del tutto ma un giorno se ne è uscita che aveva visto un trans bellissimo che non sapeva perchè ma la incuriosiva da morire!
èstato a quel punto che mi si sono illuminati gli occhi per l idea che mi era venuta in mente!!!
all insaputa di mia moglie sono andato a cercare quel trans che mi aveva descritto ed è stato facile trovarlo anche grazie al suo racconto molto dettagliato!!!
Come sono arrivato sul posto mi sono fermato accanto a lei ed abbiamo cominciato a chiacchierare un pò e poco dopo gli ho chiesto se voleva venire a casa a fare sesso con me e mia moglie!
all inizio è stata un pò titubante ma quando gli ho detto che l avrei pagata il doppio è salita subito in auto senza battere ciglio!
guardandola da vicino devo dire che mia moglie aveva proprio ragione!
non sembrava per nulla un uomo... neanche quando parlava!!!
Mentre stavamo recandoci a casa mia ho chiamato mia moglie dicendole di prepararsi con abiti sexy perchè avevo una voglia matta e una bella sorpresa!
come siamo arrivati a casa ho lasciato Luana in macchina (così si chiama) dicendole di suonare al campanello dopo una decina di minuti che io ero entrato. Come ho aperto la porta ho visto mia moglie sul divano con le autoreggenti a rete e con il perizoma rosa senza reggiseno, contornata di vibratori e creme lubbrificanti e con un bel film porno di quelli spinti sulla tv.
come mi ha visto entrare mi si è appiccicata addosso e mi a infilato subito una mano nei pantaloni chiedendomi tutta eccitata quale fosse stata la sorpresa. forse pensava che era un nuovo dildo o forse un bel completino hard... ma stavolta proprio non si immagginava cosa l aspettava!
Ci siamo un pò baciati e toccati e dopo sono andato in camera per spogliarmi e per farmi una doccia e dopo pochi minuti ho sentito il campanello suonare. Mia moglie tutta agitata mi ha chiesto chi fosse ed io in modo molto pacato le ho detto di stare tranquilla e di aprire la porta che dietro di essa ci sarebbe stata la sorpresa. un pò titubante si è convinta e si è recata davanti alla porta per aprire e per vedere chi vi era dietro. quando ha aperto ed ha visto chi c era dietro è rimasta per un pò senza parole ed è stata Luana a presentarsi per prima poi ricambiata con un pò di imbarazzo da mia moglie. fatta entrare e chiusa la porta mi sono affacciato ed ho detto a mia moglie se le era piaciuta la sorpresa e di fare accomodare luana sul divano accanto al suo. mia moglie senza neanche guardarmi a annuito ed ha fatto accomodare luana e piano piano hanno cominciato a parlare e a fae amicizia. io sono andato in bagno e mi sono fatto la doccia con tutta calma. quando sono uscito mi sono recato in salone ed ho notato che seduta di spalle sul divano c era solo Luana. quindi incuriosito dall assenza di mia moglie mi sono avvicinato per chiedere dov era ed è stato lì che mi sono sbigottito vedendo mia moglie piegata a novanta che teneva e ciucciva una bestia lunga e larga che luana aveva in mezzo alle gambe!
quando ho realizzato un po cosa stava succedendo ho sentito il mio cazzo deiventare grosso e duro come un sasso. senza dire nulla mi sono affiancato a mia moglie e le ho dato una mano a ciucciare quell enorme verga!! che bello che è stato! mia moglie era eccitata a mille e nel vedermi succhiare insieme a lei aveva la patata che gli colava come un rubinetto rotto. poco dopo lei si è alzata e si è dedicata aspogliare completamente luana leccandogli le tutte grosse e dure e baciandosi come due forsennati.
Poco dopo si è messa a cavalcioni su luana e mi a scansato la faccia perchè voleva infilarsi quella bestia enorme tutto dentro la sua passerina. all inizio ha faticato un pochino per farlo entrare anche perchè lei è abituata ad altre dimensioni, ma come è entrata la cappella è bastato un attimo per farlo arrivare fino in fondo anche perchè era un lago sotto le gambe. a quel punto mentre mia moglie cavalcava come una forsennata io sono andato davanti a luana e gli ho infilato il mio cazzo sbrodolante in bocca! il trio cominciava ad essere affiatato più che mai, infatti è stato poco dopo che mia moglie mi ha preso la mano e mi ha portato dietro a lei dicendomi di leccarle il culo e di metterglielo tutto dentro insieme alla bestia di luana che ce lo avava davanti. non me lo sono fatto dire due volte e dopo aver leccato per bene lo stretto buchino ho infilato il mio bastone tutto dentro fino in fondo. poi si è spinta sul cazzo di luana e se lo è fatto arrivare fino allo stomaco!siamo andati avanti per quasi mezz ora in quella posizione e mia moglie è venuta almeno un pajo di volte! poi è toccato a noi... io mi sono tolto e sono andato di fronte a luana e gli sono venuto sulle tette e mia moglie si leccata tutto senza lasciare nulla! quando è venuto il momento di luana mia moglie ha voluto che la facessimo venire insieme io e lei con la bocca! abbiamo succhiato fino a quando non ha cominciato a chizzarci in faccia ed in gola e come prima abbiamo bevuto tutto senza sprecare nulla!!!
quella sera abbiamo continuato per altre due ore e abbiamo goduto in altre posizioni ed io ho anche assaggiato il buchino di luana!!!
a fine serata la ho riaccompagnata dove l avevo prelevata dicendole che ci saremo rivisti sicuramente!
Da quel giorno siamo diventati ottimi amici e ci sentiamo quasi tutti i giorni. ci vediamo almeno due volte a settimana (gratuitamente e per solo piacere anche perchè altrimenti a quest ora sarei povero) e qualche volta luana posta anche qualche suo amico/a.
La morale di questa storia è che la speranza e proprio vero che è l ultima a morire!!!
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16 years ago
miciomao,
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Ancora non ci credo... esp.bsx
Ancora non ci credo... non pensavo potesse succedere veramente, anche se ogni tanto quando sono solo e me lo meno, mi piacerebbe condividere certi momenti magari anche con un altro maschio.
Primo lunedì di luglio, pomeriggio caldissimo, sono a casa da solo davanti al pc e mi eccito guardando foto hard...
Suona il cell, è un ragazzo che conosco telefonicamente da qualche tempo e mi chiede se può passare perche mi deve chiedere delle cose riguardo il lavoro...
Tutto sufdato dal caldo corro a farmi una doccia per farmi trovare in ordine...
Come spesso accade, appena sotto suona il campanello... esco ancora tutto bagnato e premo il pulsante per aprirgli la porta.
Finosco intanto di lavarmi e scendo veloce in accappatoio...
Ci presentiamo finalmente guardandoci negli occhi...
Giovane moro spegliato, iniziamo a scambiarci dei consigli di lavoro e intanto passa una bella mezz'ora... finiamo di parlare e ci facciamo un caffè parlando ora del caldo, della noia di rimanere a casa da soli etc..
i discorsi si fanno sempre più intimi e senza esitare mi chiede se per caso ho dei filmini porno da guardarceli insieme.
Mah... in un istante mi sento il cazzo diventare duro.
Prendo un filmino e ci mettiamo sul divano sotto al ventilatore...
Non passa molto che avendo l'accappatoio, il mio cazzo spunta in tutta la sua erezzione.
"Non preoccuparti tanto siamo tra uomini, che ne dici di spararci una sega insieme?" mi dice tranquillamente come nulla fosse successo.
Infine mi trovo con il cazzo in mano e a fianco un altro con il cazzo in mano...
Sbircio e ogni tanto lo guardo, non è molto dotato, anzi ce l'ha proprio piccolo, confranto al mio almeno!!!
Io impietrito anche se un bel pò più vecchio di lui, dopo un pò mi chiede se possiamo scambiarci il cazzo...
Non ci capivo più niente...
poco passa e mi chiede se non ho nulla in contrario a farmelo prendere in bocca...
Pensavo fossero finite le sorprese...
Invece ad un tratto si spalanca la porta e davanti mi ritrovo Franco un vecchio amico coetaneo con cui tanti anni fa, da ragazzini, ci sparavamo le prime seghe insieme.
Non sapevo più cosa fare, iniziai a balbettare ero impietrito...
Entrò e tranquillamente ci disse di continuare e di non far caso alla sua presenza...
Ero allibito in trance senza riuscire a reagire e a dire una parola, ero in balia degli eventi.
Il ragazzo giovane continuava a succhiarmelo, mentre Franco se lo menava di gusto senza tanti problemi...
Poi ad un tratto il ragazzo si alza prende un tubetto, si inginocchia davanti a me chiedendo a Franco di aiutarlo a tenermi le gambi divaricate e ben alzate.
Iniziò così a ungermi il buchetto e ad infilarci un dito... che male!
Franco taceva e guardava...
Ad un certo punto il tipo s'infila un preservativo e appoggia il suo cazzo nel mio buchino ancora troppo stretto...
Era proprio molto paziente, tranquillo e con molta calma mi infilava un dito poi provava con il cazzo...
Infina anche se con molto dolore entrò...
Porca troia che bello, all'inizio non tanto, ma poi quando sono riuscito a rilassarmi bene mi facevo sbattere con foga...
Ad un certo punto mi disse di sedermi sopra di lui...
a smorza candela, come di solito faccio fare alle fighe che mi scopo...
Ora ero io in quella posizione... e così Franco prese la palla al balzo e mi infilò il suo cazzo in bocca...
Per finirla... sborrai addosso al ragazzo con nel culo il suo piccolo cazzo e mi feci sborrare addosso da Franco...
Incedibilmente eccitante... senza tante noie problemi etc...
Abbiamo goduto tutti e tre contemporaneamente....
Ora stò pensando a cosa succewderà in futuro!!!
Boh... aspettiamo gli eventi!!!
Nomi inventati, ma storia realmente accaduta.
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16 years ago
admin, 75
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Una mia avventura
Vi racconto una mia esperienza con un cuck.
La storia è tutta vera e risale a qualche tempo fa, i tempi nel racconto sono compressi, in realtà si sono svolti nell’arco di quasi un anno, ed è iniziato tutto con la ricerca sui siti specializzati in inserzioni di mariti che vogliono vedere la propria moglie scopare con altri.
Dopo innumerevoli tentativi riesco convincere tramite mail, un 40enne, ad approfondire la cosa su msn, abbiamo chattato spesso, e il mio fare garbato e le lunghe descrizioni della mia famiglia e della mia professione lo hanno convinto che effettivamente sono una brava persona esattamente come lui. Iniziammo a sentirci anche telefonicamente ed entrammo subito in sintonia, avevamo gli stessi hobby e alcuni interessi in comune.
Passo poco tempo che organizzammo un’incontro per un caffè in un ipermercato, il mio piacere fu di trovarmi una persona di bella presenza alto come me e ben vestito, il che mi faceva sperare che la sua consorte nn fosse da meno.
Parlammo di tutto e di più e sembrava che sia io che lui avevamo paura di entrare nell’argomento che ci aveva fatto conoscere.
Mi decisi e ruppi gli indugi parlando dei miei desideri e di vedere qualche foto che mi aveva promesso x tel. Senza farselo ripetere ( penso nn vedesse l’ora) tirò fuori dalla giacca foto normalissime che ritraevano la moglie vestita e in costume, rimasi estasiato, alta bella mora
Capelli lunghi e lisci alla Bellucci, penso di aver valutato una terza di seno e un culo eccezionale, lo dedussi da una foto che la ritraeva con un’abitino estivo aderente scattatagli da dietro sicuramente a sua insaputa. Di foto più spinte nn ne aveva spiegandomi che nn era mai riuscito a convincerla e mi confermava che nn sarebbe stato facile raggiungere l’obbiettivo.
Concordammo che sarebbe stato opportuno che sarebbe stato meglio una presentazione casuale e successivamente frequentarsi spesso per entrare in confidenza . Avendo un’hobby in comune (il Tennis) iniziammo a giocare con cadenza settimanale, sapendo che prima o poi lei sarebbe capitata al circolo e li avrebbe colto l’occasione di presentarmela. Così fù tre settimane dopo con abile maestria, sua, riuscì a far coincidere gli orari della nostra partita con la sua, e forse rischiò di mandare tutto all’aria, poiché i campi, capitarono a fianco e io nn riuscivo a staccare gli occhi da lei. Monica si accorse che la guadavo e lo seppi in seguito da Angelo , ma lui furbescamente nn diede seguito alla discussione e morì li.
Finita la partita ci incontrammo al bar del circolo e finalmente mi presentò la moglie, scherzammo molto sulle doti tennistiche e sui soliti argomenti familiari. Avendo simulato varie sconfitte a suo sfavore, colse l’occasione, Angelo, di fissare il giorno x il pagamento della cena. E tra un tira e molla, Monica cadde nella trappola e disse ,che se andava bene per mee, la cena l’avrebbe preparata lei.
Concordammo la data e ci vedemmo dopo un paio di giorni, con mia grande delusione quando arrivai a casa l’oro ad aprirmi fu il loro figlioletto di 4 anni,e li capii che nn sarebbe stata quella la sera per osare. MI venne incontro anche Angelo che mi portò in sala dove ci raggiunse Monica vestita in modo semplice ma incredibilmente arrapante, pantaloni neri aderenti a vita bassa e maglietta aderente che metteva in risalto il sui splendido seno.Mi chiese come mai nn avessi portato la moglie, e dicendo la verità, dissi che avevamo problemi a lasciare i figli e che si scusava .Lei aggiunse che nn sarebbe stato un problema portare anche i figli, avrebbero fatto compagnia al loro bambino, risposi che la prossima volta li avrei portati. La casa era molto bella una villetta in periferia con giardino a due livelli, zona terra c’era tutta la casa e piano interrato tavernetta e garage. Iniziammo la cena verso le 21.00 molto gustosa a dire il vero, la conversazione fu molto gradevole, e spesso venivo interrogato da Monica sulla mia attività e sulla mia famiglia , verso le 23.00 Monica portò il bimbo a letto, già dormiva sul divano, e ci accomodammo in sala continuando a sorseggiare il limoncello e a parlare del più e del meno. Essendo venerdì riuscimmo a fare un po’ più tardi e questo ci permise di entrare ancora più in confidenza, mi accorsi che l’iniziale diffidenza di Monica nn c’era più, e in un paio di occasioni mi sembrò che mi osservasse in modo diverso, forse complice il limoncello a tutte le mie battute rideva.
La serata si concluse così, ne seguirono altre con le rispettive famiglie e senza nessun progresso, anzi sembrava che tutto si fosse complicato.
Passò ancora un altro mese e nn sapendo come fare avanzai l’dea di una scommessa, sapendo l’orgoglio di Monica e di donna , proposi di provocarla sulle sue doti di tennistiche e come volevasi dimostrare abboccò sfidandoci a singolar tenzone. In pratica ci sfidò entrambi e sosteneva che ci avrebbe battuto in due partite consecutive. Facemmo un po’ gli attori ma poi accettammo, chiaramente la posta in palio era alta, lei ne avanzò un paio un po’ pesanti, tipo pulire casa per un mese compresi panni e piatti e cucinare, e noi ribadimmo che se i suoi interessi erano quelli i nostri di uomini erano sicuramente altri, lei con malizia chiese quali, noi rispondendo tra un sorriso, e un, scusa stiamo scherzando, che avrebbe dovuto soddisfare la classica fantasia di ogni uomo, essere serviti a cena da una sexy cameriera. Lei per tutta risposta disse, e tutto qui, tu (rivolgendosi ad Angelo) mi conosci bene, e tu mi hai vista un sacco di volte al mare, contenti voi per me nn ci sono problemi. Ci guardammo in faccia esterrefatti, dopo mesi di progetti di aspettative, in meno di dieci minuti si risolse tutto o quasi.
Senza battere ciglio dissi che il vestito da cameriera, nel caso di sconfitta, l’avrei portato io,e che nn si sarebbe dovuta tirare indietro. Monica accetto e aggiunse che si stava divertendo molto, sembrate due bambini a cui promettono Euro Disney , disse, e aggiunse tanto nn vincerete.
Per farla breve, vincemmo e dopo qualche tentennamento di Monica, stabilimmo il giorno, il classico venerdì successivo. Al vestito da cameriera ci pensai io, come da accordi presi, lo comprai in un sexy shop , le calze autoreggenti e le scarpe tacco 12cm a completare il tutto un perizoma bianco con il davanti trasparente. Quando lo dissi ad Angelo ebbe un sobbalzo e disse, vedrai che appena vedrà questa roba si tirerà indietro. E così fu.
Il venerdì mi presentai alle 21.00 in casa di Angelo e dopo i soliti convenevoli lei disse, ma nn penserete mica che quella scommessa sia valida? Se volete vi preparo una cenetta coni fiocchi ma di indossare cose strane nn se ne parla proprio. A quel punto sia io che Angelo tirammo fuori tutte le nostre doti di ciarlatani, e tra un , nn è giusto le scommesse si pagano, e l’hai detto tu stessa , che vuoi che sia mi avete vista in costume, o tanto e solo per ridere siamo tutti adulti e vaccinati, iniziò a tentennare. Angelo aggiunse, dai nn farmi fare questa figura e poi nn ti ho mai chiesto nulla, questo lo considero un regalo, ci tengo molto a trascorrere una serata un po’ più eccitante, o vuoi che vada in un localino dove si fanno gli streep.
Monica nn lo fece finire di parlare che gli disse, se ci vai ti ammazzo, ti basto io e ti avanzo, a quel punto mi intromisi dicendo con tutta la serietà del mondo, Monica scusa devo dire una cosa importante, quello che avanza lo prendo volentieri io.
Mi guardò e scoppio a ridere tanto che gli uscirono le lacrime, e forse fu questo che la liberò per un attimo da quell’alone di serietà che la cosa aveva assunto.
Il peggio venne quando vide il vestito, siete pazzi esordì, a occhio e croce mi copre le mutandine e poi quei tacchi sono troppo alti nn sono abituata, rischio di rompermi una caviglia. E nn aveva ancora visto autoreggenti perizoma (nn avendoli mai indossati ) e soprattutto nn aveva capito che il reggiseno nn era compreso nell’abbigliamento. Ci fu un’altra buona mezzora di tira e molla, ma piano piano riuscimmo a convincerla, unica richiesta e che avremmo cenato in tavernetta a luce di candela, almeno cossi sarebbe sentita più protetta dall’osurità.
Andò a indossare l’artiglieria e Angelo provvide a portare il bambino a letto, e io a sistemare le candele nei quattro angoli della sala e a portare giù il cibo, seguirono minuti interminabili, ci guardavamo a vicenda e ridevamo dei rispettivi cazzi duri sotto i pantaloni, Angelo mi disse, nn mi sembra vero, anche se nn dovesse succedere nulla sono contento ugualmente,e tu? Gli dissi che per me la sola visione di una donna cosi bella, e con un vestito così in dosso, valeva mille scopate. Continuò dicendo, mi sembra di vivere questi momenti come se Monica nn fosse mia moglie, ma una donna che deve essere conquistata da due uomini in cerca di un’avventura, nn so come spiegartelo.
Ma lo tranquillizzai dicendogli che capivo benissimo.
Passò circa un’ora e finalmente sentimmo i tacchi accarezzare i gradini delle scale, quello che si parò davanti ai nostri occhi fu la donna più bella e sensuale del mondo, la gonnellina sfiorava il bordo delle autoreggenti indossate da due paia di gambe chilometriche i tacchi contribuivano a renderla ancora più alta di quello che era, penso 1,80, i capelli sciolti neri e lunghi che le accarezzavano le spalle truccata e profumata come se dovesse uscire per un matrimonio.
Questo faceva intuire che comunque la sua vanità di donna era emersa e che stava aumentando quel desiderio che ogni donna ha nel far eccitare gli uomini e farsi ammirare provando piacere. Unico neo in tutto questo era un enorme scialle posto sulle spalle che copriva completamente il seno. Esordì dicendo, so che mio marito è un po’ malato ma da te nn me lo sarei aspettato, ammettilo questa roba l’hai comprata tu? Io ammisi, e ribadii dicendo che se suo marito era malato allora lo ero anch’io. Ma aggiunsi ,che rientra nella normalità, i desideri degli uomini sono questi e che le mogli che li soddisfano rendono il marito felice e soprattutto aumenta il legame e l’amore.
Rimase un’attimino a riflettere e riprese a lamentarsi ancora del vestito troppo piccolo, chiese se poteva lasciare lo scialle sulle spalle.
Noi guardandoci rispondemmo, nooooo nn se ne parla nemmeno, Angelo aggiunse, ci vuoi togliere il piacere della parte più bella di te?
Che vuoi dire che il resto nn va bene?
Va bene, va bene, aggiunsi io, nn vediamo l’ora di vedere tutto, dissi ridendo.
Monica con fare indeciso e un po’ incazzata lo tolse e si parò davanti lo spettacolo che ogni marito davanti ad un’alto uomo vorrebbe vedere, il vestito era così piccolo che copriva per metà le tette che trasbordavano dai lati, rimanemmo a guardare come due fessi e nn sapevamo che dire e che fare.
Fu lei a sbloccare la situazione dicendo, allora si comincia? Così prima finiamo e prima chiudiamo questa specie di night che avete approntato, e grazie per i complimenti, nn vi affannate a farli.
Ci guardammo ancora più increduli, nn capivamo se era una provocazione o se volesse essere invogliata a proseguire il gioco.
Da quel momento i complimenti li sprecammo e Angelo si avvicinò baciandola sulla guancia dicendole, che aveva reso l’uomo più felice del mondo.
Lei lo guardò dicendo, ma sei felice che un altro goda nel vedere tua moglie semi nuda vestita come una poco di buono? Angelo rispose baciandola ancora, di si, e che se si fosse rilassata si sarebbe divertita anche lei. In seguito mi disse che nn sa neanche lui come abbia avuto il coraggio di dire certe cose, e che si era pentito subito dopo averle dette, temendo una sua reazione.
Si ma se mi diverto io, poi a voi viene il sangue alla testa o vi viene un’infarto, regolatevi.
A quel punto nn dicemmo più niente e lasciammo che Monica iniziasse a servire la cena, i movimenti erano molto impacciati, cercava di nn piegarsi per nn far vedere il sedere e se si metteva di lato gli usciva una tetta di fuori, nn c’era speranza qualcosa ad ogni movimento doveva essere esposto. Poiché il tavolo con il cibo era sulla parete opposta era costretta a fare una passerella ad andare e venire, e di conseguenza dandoci le spalle si doveva piegare, esponendo il magnifico culo alla nostra vista. Inizio servendo l’antipasto, e avvicinandosi potevo sentire l’intensità del profumo e nn sapevo se guardarla esplicitamente o abbozzare. Le tette erano a un palmo da essere leccate, e nn so come feci a resistere, servendo Angelo, Monica ebbe una leggera dimenticanza, alle sue spalle lo specchio rifletteva perfettamente tutto il suo culo visibile per una buona metà. Le feci un complimento per sondarla un po’, Monica hai proprio un gran bel sedere, facendo segno allo specchio. Si girò e disse, hai proprio ragione, ed è anche molto sodo, vero Angelo?
Si, Si, confermo io nn smetto mai di toccarglielo.
Lo fa anche davanti alle persone , disse Monica, facendomi fare delle figure…
A quel punto nn so se era un’invito o un rimprovero. Lo invitai a toccarglielo appena si avvicinava,
lui mi faceva segno con il capo, di no, forse per paura.
In poco tempo Monica aveva preso in mano il gioco, essendo donna di forte carattere e dominatrice, impose lei a noi un supplizio a cui tutti gli uomini del mondo avrebbero voluto partecipare.
Si muoveva come una pantera, e nn si curava più se la gonnellina saliva o se le tette uscivano dal vestito. Complice forse l’ottimo vinello bianco frizzante che accompagnava la cena.
A questo punto sotto mia insistenza, Angelo appena Monica si avvicinò per sparecchiare, la cinse con il braccio e la fece chinare per baciarla, lei si lascio baciare, la mano Angelo cominciò a toccarle il culo scoprendolo ancora di più alla mia vista. Fu uno dei baci più appassionati che Monica diede a suo marito, lo guardò negli occhi senza dire nulla. A quel punto capii che la situazione si stava sbloccando, senza dire nulla mi alzai per andare in bagno, Monica cercò di divincolarsi, ma lui la cinse con maggiore forza. ne approfittò e le portò una mano sul suo cazzo, dicendo, hai visto l’effetto che ci fai?
Anche ad Antonio, rispose lei.
Penso di si. Con mossa fulminea Angelo tirò fuori il cazzo le lo mise nella mano a Monica.
Lei disse, che fai? Dai su nn resisto fa finta che Antonio nn ci sia.
Senza perdere tempo gli spinse la testa sul cazzo e inizio a succhiare, penso che a quel punto lei nn stava capendo più niente tra alcol ed eccitazione, obbedì e inizio a spompinarlo con una foga incredibile. A quel punto rientrai e postomi dietro a Monica iniziai a toccarla con delicatezza la testa poi le spalle e infine il culo, li ebbe un sussulto, ma rimase in quella posizione.
Iniziai un lento palpeggiamento, mi chinai per osservare più da vicino il culo presi coraggio e affondai la testa tra le gambe, iniziando una leccata sopra lo slip, era talmente bagnata che se anche avesse detto nn voglio nn le avrebbe creduto nessuno.
Angelo alternava il cazzo alla sua lingua nella bocca di Monica, io ormai ero proprietario di quella magnifica figa e del suo culo, penso venne tre volte. Si alzò che nn sapeva che dire, nn persi tempo e le porsi il mio cazzo tra le mani, rimase un’attimo a guardarlo e date le dimensioni disse, però nn sono tutti uguali. E si feci io, e la tirai verso il divano, mi sedetti e la feci inginocchiare portandole la testa sopra il cazzo, iniziò un timido pompino, ma appena suo marito si posizionò dietro con il cazzo in tiro, iniziò uno dei suoi migliori pompini, più Angelo pompava più lei succiava.
A quel punto iniziai a baciarla anch’io e con il permesso di suo marito la feci sedere sopra di me, lo affondai con delicatezza, lei nn si muoveva, pian piano quando lo sentì tutto dentro iniziò un lento su e giù, e li Angelo nn resistette più e sborro sulla sua schiena e sui capelli, dicendo nn resisto è troppo eccitante.
Monica allora disse, riposati un po’ a me ci pensa lui, fu una frase dura quasi a dire te la sei cercata.
Le dissi in un orecchio, facciamo partecipare anche lui. Comè?
Girati cosi te la può leccare.
Si girò e mi si parò davanti il più bel culo mai visto, in quella posizione era ancora più grosso, si distese sopra di me, Angelo le tolse le scarpe e le fece poggiare i talloni sopre le mie cosce. La posizione era oscena, inizò a leccarla, e di tanto in tanto quando Monica si muoveva, sentivo la lingua di suo marito sul mio cazzo e sulle palle. Venne ancora, dicendo voi siete pazzi ma che sto facendo, come avete fatto, mi state rovinando e altre cazzate del genere.
Angelo riprese vigore e volle scoparla, la sdraiò sul tappeto e la penetrò in maniera canonica, fecero l’amore inun modo talmente appassionato, che mi sentì quasi un’intruso. Li lasciai fare fino a quando lei si accorse di me e mi invitò ad avvicinarmi.
Continua
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16 years ago
antonio35,
48
Last visit: 3 years ago
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Desiderio represso
Storia di due amici, Gino e Clara, che non si frequentano molto ma ogni volta i loro sguardi si incrociano e lasciano trasparire il fuoco che ognuno di loro ha dentro acceso. Ma il tutto si ripete ogni volta senza che niente altro possa accadere.
Finche' un giorno, con una scusa banale, Clara chiede un aiuto a Gino per risolverle un problema a casa.
Gino si presenta da lei, come sempre molto timido e rispettoso, e dopo un caffe' rituale di benvenuto, i due si siedono uno fianco all'altro sul bordo del letto mentre lei spiega il problema da risolvere a Gino.
L'atmosfera si scalda, quella vicinanza genera una situazione intrigante quanto imbarazzante per entrambi che non hanno mai avuto il coraggio di esprimere davvero le emozioni che ogni volta provavano.
Le parole uscivano affaticate, distratte dalla forte emozione. A Gino l'affluire sempre piu' forte del sangue gli ha fatto rigonfiare il cazzo e con molta fatica cercava di non farlo notare. A Clara invece la figa era piu' che bagnata, calda e chiamava ma anche lei faceva di tutto per nascondere il suo stato di eccitamento.
La scollatura di Clara era volutamente accentuata, e, all'ennesimo inchino ad arte per mostrarsi "involontariamente" Gino ebbe l'istinto di farle una battuta e appoggiarle la mano sulla spalla.
Quel contatto ebbe un effetto incredibile. Tutto d'un tratto fu come se fossero sempre stati insieme, come se ogni istinto fosse gia' stato consumato in precedenza... Le mani di Gino scesero sul braccio accarezzandola dolcemente lentamente. Niente piu' parole, solo quegli sguardi di sempre. Clara porto' le sue mani sul cazzo di Gino mentro quelle di Gino esploravano le tette e accarezzavano i capezzoli ben eccitati di Clara.
In un attimo i vestiti erano volati via, i due corpi si incollavano e gemevano, la mani di entrambi ad esplorare i corpi dell'altro.L'eccitazione era tanta davvero.Il respiro affannato.
Gino ando' a baciare e leccare la figa di Clara che ebbe un sussulto di meraviglia e di goduria al sentire la sua lingua muoversi dolcemente la sotto.Usando anche le mani come solo Gino sapeva fare porto' Clara ad un orgasmo incredibile, le vibrazioni del corpo furono fortissime, indimenticabile...Dopo un minuto per riprendere fiato Clara ricambio' andando a succhiare il cazzo di Gino, dolcemente, lentamente, con uno sguardo che lo faceva impazzire.Tanto che la prese e gli infilo il cazzo in quella figa tanto bagnata che entro' in un attimo fino in fondo facendole sentire tutta la lunghezza.Si rigirarono in ogni posizione e sempre con piu' piacere, sempre con piu' goduria reciproca, sembravano fatti l'uno per l'altro per il sesso. Senza chiedere,senza ordini tutto spontaneo al momento giusto la cosa giusta. L'eccitazione di Gino era talmente grande che dovette chiedere a Clara anche il culo.Clara esito' un attimo, non lo aveva mai preso li dietro ed era preoccupata anche se in quel momento l'eccitazione era grande.Tanto che decise di farlo.Messa un po' di vaselina Gino lentamente lo spinse dentro.Clara lo sentiva ancora piu' grosso di prima, sentiva le venature e quel minimo di dolore era sovrastato da un piacere infinito.Sapeva che era il modo per farsi sentire tutta sua e questa sensazione di potere, di dominare Gino era cosi' grande che godeva tantissimo anche lei.Gino le venne nel culo godendo come non mai, Clara si senti' posseduta ma come se controllasse tutto lei e il piacere fu veramente enorme.
Dal giorno successivo la vita per entrambi torno' alla normalita'. Ma quel ricordo sara' indimenticabile per entrambi, tanto forte quanto sincero.E ogni tanto, Gino e Clara si trovano per... ricordare...
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0
16 years ago
MaxDragstar,
44
Last visit: 2 years ago
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Un piccolo segreto...!
E' passato ormai un anno dalla mia prima volta con un altro uomo che non fosse il mio ragazzo… si quello che sui siti del genere viene definito o si definisce “Singolo”. Piccola premessa, non dovevano essere corna ed invece…!
Tutto nasce, come spesso accade, a letto. A chi non è capitato di raccontarsi fantasie erotiche anche le più intime? Bene il mio ragazzo cominciò così, raccontandomi che gli sarebbe piaciuto essere cornuto, immaginare che la sua donna si faceva scopare da un altro, ma non uno qualsiasi, un vero super dotato. All’inizio pensavo fosse impazzito, ma quando scendeva nei particolare mi eccitavo sempre più fino a raggiungere orgasmi mai avuti prima e più raccontava e più venivo.
La storia è andata avanti per un annetto circa, quando nell’estate scorsa, approfittando di un suo periodo di vacanza, rimasi da sola in casa. Fu allora che ritrovandomi sola e con le solite voglie che ci assalgono dopo qualche giorno di astinenza, forse anche per la calura estiva, inizia a pensare a quelle “richieste”. Un po’ mi eccitavo, un po’ mi incuriosiva… fatto sta che per alcuni giorni andai avanti a ditalini e vibratori, ma naturalmente non ero soddisfatta e mi frullava per la testa sempre quelle fantasie. Finalmente mi decisi, e forse anche con l’alibi di pensare che era un suo desiderio, contento lui, contattai via internet un ragazzo che dalle foto potesse fare al caso mio. Vi faccio una confidenza, quel ragazzo l’ho ritrovato con un suo annuncio su Desidera, speriamo legga e valuti anche lui. Tornando a noi, ci incontrammo una sera nella prima periferia della città, le solite presentazioni, quattro chiacchiere al volo e via a bere una birra in un pub li vicino. Dopo circa mezz’ora uscimmo lui sicuramente pieno di voglia, io molto curiosa di scoprire le sue virtù.
Ci ritrovammo in macchina dietro degli alberi in un piccolo parcheggio di un centro commerciale.
Vi dico che ritrovarmi da sola con un uomo appena conosciuto, in macchina ed all’insaputa del mio ragazzo un po’ mi impauriva, ma la voglia di trasgredire in quel modo mi stuzzicava il clitoride che ormai era diventato turgido; complice anche la lunga astinenza. Quando allungai la mano sui pantaloni, rimasi senza parole; era già duro ed immenso, non avevo mai sentito un cazzo così grande e duro. Volevo ripensarci e tornare a casa, ma Francesco, così lo chiamerò da questo momento, aveva già iniziato a sgrillettarmi e succhiarmi i capezzoli. Non riuscì più a sottrarmi ma ormai neanche lo volevo. Ci spogliammo completamente nudi e finalmente oltre a toccarlo lo riuscivo anche a vedere grazie alla poca luce dei lampioni che entrava nell’abitacolo. Avevo voglia di prenderlo e stringerlo fra le labbra ma lui me lo impediva, mi diceva che dovevo desiderarlo e meritarmelo, io non capivo ma più mi impediva di prenderlo più la voglia mi coinvolgeva, sentivo i brividi scendere dai capezzoli turgidi fino al clitoride che ormai sembrava scoppiasse. Finalmente dopo alcuni tentativi riuscii ad avvicinarmi con la bocca, ma non vi dico quanto ho dovuto faticare per farlo entrare; la cappella era più grande della mia bocca. Sentire una cazzo così duro in bocca mi faceva pensare a quando lo avrei preso fra le cosce, ed il pensiero mi faceva sbrodolare come una proietta in calore. Credo le lui abbia capito che ormai non ce la facevo più, si tirò su e mi aprì le gambe. Avevo la figa tutta schiusa e piena di voglia. Pian pianino iniziò a risalire dal pube ai seni ed inevitabilmente arrivò a strofinarli la cappella sulle grandi labbra. Volevo tirarmi indietro, un piccolo e breve ripensamento, ma la voglia oramai si era impadronita della mente così mi rilassai aspettando il momento in cui me lo avrebbe infilato. Sembrava mi leggesse i pensieri, così con uno scatto repentino quanto improvviso riuscì a farsi strada; lo avevo tutto dentro in un solo colpo. Francesco si fermò un istanti e mi chiese se doveva toglierlo, non ricevette risposta così iniziò a ripassarmi pian pianino per farlo adattare, ma durò poco. Oggi mi racconta che iniziai io a dimenarmi come un ossessa ed a sbattermelo dentro fino alle palle. Continuò così per un po’ di tempo, a me sembrava poco, ma lui dice che non ce la faceva più. Infatti mi chiese se poteva venire, sussurrandomi che era bianca ed abbondante. Ed allora perché sprecarla; si rimise supino a pancia in su, io mi abbassai ed appena iniziai a pompare mi riempi tutta dai capelli, al viso bocca e seni. Sembrava un fiume in piena tanto che dovemmo pulirci con la biancheria intima; fazzolettini finiti.
Sapete come andò a finire; io al mio ragazzo non ho mai detto nulla tanto che un po’ di tempo dopo, lo invitai a casa. Eravamo naturalmente soli ed io con vestitino nero trasparente e senza mutandine. Poche presentazioni mi ritrovai quasi immediatamente sul tavolo della cucina a gambe aperte e con quel paletto fra le cosce. Quella sera mi feci aprire anche il culetto. Ma la cosa che mi fece sentire davvero porca, è che mi scopò senza preservativo; mi sentivo una vera puttana. Ed il mio ragazzo? Ancora all’oscuro di tutto. Ora di tanto in tanto viene a trovarci in casa alla presenza anche del mio lui, mi scopano in due, è fantastico ma la trasgressione di quelle due sere non l’ho più provata. Quando scopiamo lui continua a dirmi che gli piace immaginarsi cornuto, io gli dico che lo è ma niente verità, altrimenti il gioco, e perché no anche il mio piccolo segreto finirà.
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9
16 years ago
admin, 75
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Serata intrigante
La serata cominciava con i migliori auspici. Mi ero accordato sul da farsi con un singolo ke avevamo già conosciuto in un'incontro preliminare. Avevamo pensato di fare vestire Giovanna ( non è il suo nome ma il suo nick) kome più le piaceva ,ma ci sarebbe piaciuto ke indossasse la gonna e così è stato. All'incontro dopo i convenevoli siamo saliti sulla nostra auto e lei con il singolo si sono posizionati sul sedile posteriore ed io già arrapato mi sono messo alla guida. Abbiamo cercato un luogo appartato per mettere in atto il nostro piano e dopo poco l'abbiamo trovato. Una stradina poco illuminata e lì ho parcheggiato e sono andato a sedermi vicino a mia moglie e al suo amante. A questo punto il singolo ha sfilato il reggiseno alla mia lei e l'abbiamo aiutata a togliersi anke le slip senza però spogliarsi completamente. A questo punto ci siamo dovuti rivestire perchè una casa aveva acceso tutte le luci in giardino e ci negava la complicità del buio ,anke se la cosa cominciava ad essere coinvolgente. Sempre io alla guida e gli amanti dietro ci siamo avviati in direzione di una gelateria con lei vestita ma senza indumenti intimi e con il suo amante ke la accarezzava. Difficile guidare in quelle condizioni.... vi assicuro. Cmq la geleteria non era molto lontana e una volta scesi dall'auto siamo andati a prendere un gelato tutti assieme. Dopo aver mangiato il gelato prima di uscire ci siamo fatti dare un cornetto con la panna perchè di lì a poco ci sarebbe servito. Ripartiamo alla ricerca di un posto isolato per poterci dedicare alla panna e a Giovanna ma sembrava ke non ci fosse verso di trovarlo rapidamente. Dopo vari giri troviamo quello ke fa per noi anke se non era il massimo ,il tempo a nostra disposizione era ancora poco, perchè il singolo doveva rientare a casa. Salgo nuovamente sul sedile posteriore dove i due amanti nel frattempo si erano spogliati e il singolo la stava masturbando e lei ricambiava. A questo punto entra in ballo la panna, ne mettiamo un pò sui capezzoli di lei e la lecchiamo con passione.Lui era messo bene e si vedeva ke la mia lei gradiva. Mi spoglio e accarezzo la mia lei ke stasera è davvero eccitante e decide di masturbare entrambi in contemporanea. Bellissimo vedere ke lei non era per nulla imbarazzata. Ma sembra destino l'orologio ci costringe ad interrrompere la serata ke stava andando nel migliore dei modi. Ci lasciamo con la promessa ke organizzeremo a breve una serata senza limiti di ....orario e non solo! Vi terremo aggiornati sulle prossime avventure e buon divertimento a tutti!
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16 years ago
admin, 75
Last visit: 13 hours ago -
Sottile
E' una linea sottile. Separa la tua voglia di divertimento da tutto ciò che porta un uomo a definirti una puttana.
Che poi, se ci pensi bene, ogni uomo nella sua mente si sposta quel confine come vuole, a seconda della situazione, del tempo, dell'ora.
Una gonna al ginocchio e sei una persona elegante e simpatica, due centimetri più su e diventi una che ha voglia e che è pronta a darla.
Del resto, amica mia, si sa benissimo quanto contino i centimetri per gli uomini. Inutile cercare di capire quali siano le regole del gioco, anche perchè tante volte neanche più i centimetri fanno la differenza. Puoi anche metterti una maxi-maglione, pantaloni larghi, ma se poi glielo prendi in bocca e lo succhi avidamente ecco che passi il confine ed entri nel regno delle puttane.
Eppure tu ne avevi solo voglia, perchè ti piace. Perchè piace A TE.
Tutto gira intorno ad una verità fondamentale: non sanno cosa ci piace. E più in generale, non ci capiscono: perchè ad ognuna di noi piace qualcosa di diverso, non siamo tutte uguali.
A me piace portare quei tanga che hanno solo il filo dietro, mi piace cavalcare l'uomo dandogli le spalle, mi piace sentirmi stringere forte i seni. Ad altre piace farsi leccare per minuti e minuti, ad altre ancora piace sentirsi stuzzicare anche dietro, con un dito. Ce ne sono altre a cui piace farselo proprio mettere dietro.
Siamo diverse, anche le nostre voglie sono divise da sottili linee di confine. E poi siamo tutte soggette ad avere quei momenti di particolare eccitazione che ti fanno diventare una puttana. Momenti in cui senti il calore nel corpo invaderti in ogni parte, anche nella testa, ti fa ubriacare.
Non ci capiscono, eppure siamo così simili a loro: abbiamo voglie come loro, cerchiamo di soddisfarle, ci eccita il contatto. Eppure sembra che il nostro mondo sia incredibilmente più pieno: pensa con quante cose riusciamo ad eccitarci noi. Ci basta una occhiata, una espressione della bocca, un leggero tocco della mano. Non abbiamo bisogno di essere strofinate, leccate, succhiate. Ci sono le cose che ci accendono e quelle che fanno ardere più forte il fuoco dentro di noi. E ci sono quelle che ci fanno perdere totalmente il controllo. C'è il momento della semplice eccitazione e c'è il momento dell'orgasmo. C'è il momento per sentirsi semplicemente stuzzicare per farsi correre qualche brivido lungo la schiena e la pelle e c'è il momento per tarsi travolgere e lasciare che l'intero corpo sia scosso dai brividi dell'orgasmo.
Nero o bianco, tutto o niente, pieno o vuoto, destra o sinistra. No, non è così che funziona. Tutto sfuma l'uno nell'altro, come i corpi durante il sesso.
Tutto è diviso da linee sottili. Sottili come quella del tanga che indosso.
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4
16 years ago
moni74,
33
Last visit: 16 years ago
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Compleanno a napoli
I ragazzi conosciuti a Jerba si facevano sentire telefonicamente almeno un paio di volte la settimana, questo mi faceva molto piacere, e le frasi e le battute richiama-vano spesso i momenti di piacere che avevamo trascorso in tunisia, si sprecavano an-che gli inviti da parte loro perché li andassi a trovare ma mai questi si erano concre-tizzati in qualcosa.
Su ad un certo punto iniziarono a propormi di andare a Napoli per il compleanno di Ciro, che coincideva con un fine settimana, e se all’inizio acconsentii subito dopo mi bloccai un po’, avevo paura che i ragazzi mi volessero far ripetere l’esperienza del gruppo e non me la sentivo se fosse successo non sarei stata serena, mi sarei sentita come un oggetto.
Al telefono infatti ero stata chiara ma loro scherzavano dicendo dai vieni che ti facciamo partecipare alla festa, e questa cosa mi preoccupava, ripeto l’esperienza del-la gang bendata mi aveva lasciato bene, ma non volevo ripetere l’esperienza almeno nel breve.
Quando arrivai a Napoli sono venuti a prendermi in aeroporto, carucci carucci, mi hanno portato a cena, poi a vedere Napoli di notte, il maschio angioino, marec-chiare, mi hanno corteggiata e vezzeggiata tutta la sera comportandosi come due fi-danzatini.
Verso l’una di notte dato che ero stanca mi portano quindi a casa di uno di loro e mi fanno trovare la camera da letto preparata per me, quindi mi lasciano sola e sono andati via. Ho apprezzato molto la cosa che non mi fossero saltati addosso subito.
L’indomani sono venuti a prendermi verso le 9, abbiamo ricominciato il giro tu-ristico di Napoli, fino all’ora di pranzo per poi andare a mangiare in un posto caratte-ristico.
Dopo pranzo mi hanno quindi riportato nell’appartamento dove avevo dormito dicendo che andavamo a festeggiare il compleanno.
La loro allegria e l’aggiunta di qualche bicchiere di vino era riuscita a cambiar-mi di umore, ero disponibile e pronta a giocare con loro.
Uno di loro quindi mi dice, non c’è festa di compleanno senza torta, quindi mi hanno spogliato, io li lasciavo fare, mi hanno disteso sul tavolo e mi hanno riempita con la panna ei i canditi, non ti dico come mi hanno combinata, a questo punto mi hanno messa la candelina sull’ombelico e l’anno accesa, facendo tutto il rito di un compleanno, la canzoncina, il desiderio, lo spegnimento ecc. quindi si sono avventati sulla torta.
Hanno cominciato leccandomi tutta, mangiando i canditi e facendoli mangiare a me uno di loro si è spogliato si è riempito il pisello di panna e me lo ha messo in boc-ca.
Il tono era disteso, scherzavamo, ridevamo, era quello che volevo, non mi sareb-be piaciuto di finire allo scannatoio, quello era quello di cui avevo paura ma devo rin-graziare non è avvenuto.
Abbiamo continuato tutto il pomeriggio, i ragazzi erano sempre più affiatati, d’altronde, era la terza volta che stavamo insieme.
Mentre il primo mi ha dato la mia porzione di panna, l’altro dato che ero sul ta-volo mi ha tirato verso di se mi ha alzato le gambe è mi ha penetrato in un colpo so-lo, non ha fatto una grande fatica perché ero molto eccitata e colavo, i ragazzi mi a-vevano calmata ed era venuto fuori tutta l’eccitazione.
Da quella posizione poi c’è stato un unico crescendo, prima si sono dati il cam-bio poi siamo passati sul tappeto, con uno disteso a terra, io sopra di lui a e l’altro dietro a completare l’opera.
Tra la panna ed il sudore ci siamo impastati per bene quindi uno dei due ad un certo punto propone di fermarci un attimo e farci una doccia, chiaramente insieme.
La doccia l’abbiamo fatta nella vasca da bagno, che non era una jacuzzi, anzi abbastanza piccolina, ma i ragazzi sono riusciti a farmela apprezzare, sono stati fanta-stici, sembrava si fossero messi d’accordo, con la scusa di insaponarmi mi hanno ac-carezzata, coccolata, sono riusciti a portarmi in uno stato di serenità assoluta.
Siamo quindi passati in camera da letto, la sensazione era che non volessero fare le cose in fretta, ma che volessero invece passare un po’ di tempo insieme, infatti siamo saliti sul letto e ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno.
Dopo un po’ uno dei due mentre io ero distesa a pancia sotto inizia ad accarez-zarmi il culetto, proprio sul buchino, prima proprio ruotando il dito, senza spingere, solo roteando, l’altro invece se ne stava beato a guardarsi lo spettacolo ed accarez-zandosi il cazzo.
Il gioco è continuato per un bel po’, quel dito che roteava proprio sull’imbocco, senza entrare senza spingere, solo roteando stava provocando, in me una sensazione stranissima.
Io sono una a cui piace il sesso anale, ma visto come completamento o aggiunta a quello vaginale, ma in quel momento ero smaniata, eccitata e volevo che mi incu-lasse, li subito, cavalcandomi e sbattendomi con tutta la forza che avesse.
Questo mio stato d’animo doveva essere visibile perché iniziarono a scherzare, schernendomi su questo, chiedendomi “ti va di andare a fare una passeggiata?” oppu-re, ma che hai caldo, stai sudando, ecc.
Stavo smaniando, volevo essere inculata, li, subito senza chiacchiere e senza perdere tempo, da supina decisi di alzare la schiena mi sono messa alla pecorina spe-rando che lo spettacolo fosse sufficientemente invitante, e che senza perdere tempo mi penetrassero.
L’unica cosa che ottenni e che si avvicinò con la bocca ed si aiutò (come se ce ne fosse bisogno) con la lingua per aumentare la mia eccitazione, quindi l’altro molto sarcasticamente iniziò a dirmi, “si lo sappiamo cosa vuoi, ma devi chiederlo, e forse ti accontentiamo”, si avevo capito che volevano giocare con me, e la cosa tutto sommato mi stava bene.
Quindi iniziai dicendo “ dai ti prego inculami” o “ sii rompini il culo” e cose di questo genere.
Loro volevano fare i duri ma davanti alle mie richieste unitamente al fatto che inizai a muovere il sedere e a toccarmi tra le gambe infilandomi in nella figa colante tre dita, non resistettero, e soprattutto quello che mi aveva accarezzato il buchino si piazzo dietro di me lo ha appoggiato e quindi lo spinse dentro in un colpo solo.
Abbiamo continuato fino a tarda sera, secondo me avevano preso delle pillole tipo viagra, perché non smettevano, sembravano assatanati, ogni tanto ci fermavamo perchè nonostante il climatizzatore ci veniva caldo oppure ci veniva sete o fame, però è stato un bellissimo pomeriggio.
Ci siamo svegliati la mattina, abbiamo fatto un altro giro per Napoli e poi in aereo porto.
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0
16 years ago
admin, 75
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Ai caraibi con mia moglie
AI CARAIBI CON MIA MOGLIE
Quello che sto per raccontarvi è accaduto pochi mesi fa quando con mia moglie Marina siamo andati in vacanza in Jamaica.
Marina è una bellissima trentasettenne (io ne ho 39), bionda, un metro e 65,
51 chili, un seno non troppo grande (una terza) ma ben fatto e sostenuto come quello di una ventenne, un culo che mi viene voglia di mordere ogni volta che lo vedo.
Premetto che sessualmente abbiamo provato praticamente tutto quello che si può fare in due,
senza alcuna inibizione (ma categoricamente in due)……………………………….
Nella baia in cui si trovava il nostro villaggio vi era una spiaggia poco frequentata, a parte i quasi due chilometri di camminata, si doveva passare attraverso delle mangrovie che si protendevano fin dentro l’acqua e si doveva quindi fare un percorso ad ostacoli per arrivarci, avendo fatto questa passeggiata più di una volta, avevamo notato che tra le mangrovie vi erano coppie di turisti o di turiste insieme a dei neri del luogo che prendevano il sole in costume adamitico, più ci si allontanava dalla zona dei villaggi e più era facile incontrare una coppietta isolata e a differenza di quello che succede in Italia ogni volta che passavi davanti a una di queste coppie puntualmente questi ti salutavano sorridendo e non ti guardavano con diffidenza come succede da noi.
Così un giorno abbiamo deciso di non fare la solita passeggiata, ma di andare a prendere il sole almeno tutta la mattinata in mezzo alle mangrovie tra le risacche dell’acqua che lambiva la riva ricca di vegetazione che proteggeva dagli sguardi e ti dava un senso di intimità.
Arrivati in un punto dove gli alberi lasciavano sette o otto metri di spiaggia libera dalle fitte fronde ci fermammo e ci liberammo dei costumi, i villaggi erano lontani quasi a perdita d’occhio dalla parte opposta della baia e i pochi bagnanti temerari che si erano spinti così lontano erano a debita distanza protetti anche loro dai rami delle mangrovie, eravamo soli, nudi e ci sentivamo protetti dalla foltissima vegetazione che era anche dietro le nostre spalle, è una stupidaggine, però quando ci si trova nudi in una spiaggia che sembra un paradiso, l’eccitazione cresce e dopo pochi minuti eravamo già lì che ci baciavamo e giocavamo accarezzandoci a vicenda, eravamo stesi nel bagnasciuga con l’acqua che bagnava i nostri sessi ritmicamente con il moto della risacca.
A un certo punto mentre ci stavamo sbaciucchiando e le stavo accarezzando il clitoride e lei mi faceva letteralmente una sega, alle spalle di Marina a circa setto o otto metri da noi al di là di alcuni grossi rami di mangrovie dove si faceva largo un altro piccolo pezzo di spiaggia, arrivò una coppia mista con lei biondina coi capelli corti più o meno della nostra età, e fisicamente abbastanza in carne, diciamo grassottella per farle un complimento, lui nero età indefinibile ma meno di 30 sicuramente, si sdraiarono anche loro sul bagnasciuga e si misero a prendere il sole tranquillamente, al ché io avvisai Marina dell’arrivo dei due, il ché fece interrompere immediatamente la piacevolissima e lentissima sega che mi stava facendo, giratasi verso i due li guardò con aria scocciata poiché sentiva invaso il proprio territorio, in tutta risposta i due ci sorrisero e accennarono un saluto con la mano, io mi ero subito girato dal fianco che mi trovavo a pancia sotto per nascondere il mio uccello che era stato (molto vistosamente) oggetto delle cure di mia moglie.
Pure lei si mise a pancia sotto e così prendemmo il sole per almeno venti minuti, a un certo punto Marina mi bisbiglia di dare un’occhiata ai due che si sono messi nudi pure loro e che hanno cominciato a darsi da fare, con tutta la discrezione possibile, allungo un po’ il collo fino a permettermi di avere scoperta la visuale, i due si stavano baciando con lui a pancia in su e lei gli stava menando l’uccello molto lentamente, aveva un cazzo nerissimo e con una cappella di un rosso molto scuro, a occhio doveva misurare qualcosa più di un mio palmo (23cm) come circonferenza non doveva essere tanto più del mio in quanto sembrava più sproporzionato in lunghezza che in larghezza.
La vista dell’uccello di quel ragazzo nero doveva aver fatto un certo effetto a Marina che si era subito rigirata con la testa verso i due, certa che gli occhiali scuri le davano l’alibi x guardare senza essere vista, ma evidentemente loro non solo erano consapevoli che li stavamo guardando, ma si stavano esibendo e anche sfacciatamente direi.
Eccitato da quello che vedevo appoggiai la mano sinistra sul culo di Marina e cominciai a scivolare lentamente, sentivo i suoi fianchi alzarsi leggermente per permettere alle mie dita di trovare meglio l’obiettivo, quando incontrai le labbra della magnifica figa di mia moglie non rimasi per nulla stupito di trovarla in un bagno di umori, scivolai tra le grandi labbra oltrepassandole fino a sfiorarle il clitoride e cominciai a roteare l’indice e il medio sul sensibile bottoncino, le massaggiavo il clitoride e ritornavo su a roteare le mie dita sulle sue morbidissime labbra completamente bagnate da quel nettare scivoloso senza forzare per entrare e poi ridiscendevo sul clitoride per poi tornare su sempre senza affondare, i suoi fianchi avevano cominciato a muoversi in maniera abbastanza vistosa nel tentativo di indurmi a penetrarla, e certamente i due avevano notato, Marina stava sempre rivolta con la testa verso i due spiando quello che stavano facendo ed io avevo cominciato a roteare maggiormente la mia mano seguendo il ritmo che mi imponeva Marina col movimento dei suoi fianchi, ogni tanto in mezzo a quelle scivolate tra il clitoride e le grandi labbra affondavo due dita improvvisamente causando in mia moglie dei gemiti e degli inarcamenti ancora più pronunciati, l’eccitazione era palpabile, le scivolavo dentro con due e poi con tre dita con una facilità inusuale tanto era bagnata, io avevo l’uccello puntato sul suo fianco e lei me lo menava lentamente mentre io insinuavo le mie dita dentro la sua figa bagnatissima, le parti si erano ormai capovolte, ora eravamo noi che davamo spettacolo, e la coppia non distoglieva gli occhi da noi neanche un momento, per non essere da meno la biondina si mise in ginocchio e cominciò a fare un pompino a quell’uccello nero e mentre si faceva scivolare l’asta in gola più che poteva gli occhi erano puntati sempre verso di noi, la tipa succhiava quel cazzo nero con una meticolosità ed una devozione che era un piacere guardarla, il nero ci guardava e si mordeva le labbra, poi apriva la bocca come per farci capire quanto fosse piacevole il lavoretto che gli stava facendo la biondina, le teneva la testa con le mani per guidarla, lei leccava quel cazzo nero come un cono gelato, la tensione era a mille e sembrava che eravamo in perfetto sincronismo ad eccedere x poi rallentare x non far terminare il gioco, ora stavo scopando Marina con quattro dita, andavo avanti e indietro e di nuovo avanti verso la sua figa che si spingeva contro la mia mano x essere meglio penetrata, mia moglie era veramente fuori da ogni controllo, mai avrei pensato che si sarebbe lasciata fare così davanti a degli estranei, non l’avevo mai sentita così lubrificata, le spingevo la mano fino all’arcata del pollice e lei ancora spingeva come se avesse voluto che le infilassi la mano intera, la biondina ciucciava il bastone nero e poi quando sollevava la testa fino a scoprirlo, lo protendeva verso la nostra direzione, come x un invito, gli rileccava la cappella e poi di nuovo lo mostrava verso mia moglie, Marina sembrava calamitata da quell’uccello, non riusciva a togliere gli occhi di dosso e i suoi umori erano sempre più abbondanti, agitava il culo contro la mia mano e gemeva in continuazione, era fuori di testa, la biondina a un tratto sfilò l’uccello fuori dalla bocca poi si tirò su e montò a cavalcioni sopra il nero facendosi penetrare dal quel palo nero, sia io che mia moglie non ci perdevamo un solo istante di quella visione, lentamente arrivò a farsi penetrare fino alla radice del cazzo nero dopodiché cominciò a muoversi su e giù aiutata dalle mani dell’indigeno, sembrava tutto surreale, mi sembrava di vedere un film porno, ma mia moglie a quanto pare non le bastava fare la spettatrice così si mise in ginocchio e mi ordinò di scoparla, piazzatomi dietro di lei le puntai la punta del mio uccello tra le piccole labbra e lentamente e senza alcuna resistenza arrivai in fondo e cominciai a sbatterla con violenza tenendola x i fianchi, dopo pochi colpi in quella fornace bollente venni spingendo il mio uccello fino all’utero, inondandola con una quantità di sperma che sfilatole l’uccello le cominciò a colare da quel bellissimo buco ancora semiaperto, intanto la bionda continuava la sua cavalcata, dopo non molto lei si tolse da sopra di lui e glielo prese in bocca proprio nel momento in cui lui cominciava ad eiaculare, gli squizzi le imbrattarono il viso e lei continuava a succhiarlo finché non c’era più neanche una goccia da tirare fuori, poi passatasi una mano sul viso per darsi una pulita, tornò su verso il viso di lui e lo baciò, intanto noi ormai sazi ed esausti, ci eravamo stesi, quasi increduli per quello che eravamo stati capaci di fare davanti a quei due, dopo pochi minuti che eravamo stesi a riposarci, i due si rimisero i loro costumi, ci salutarono con un cenno e dicendo “HI” si rincamminarono sulla riva sparendo dietro la folta vegetazione.
Il giorno dopo tornammo sempre nel solito posto, ma dopo un pò che prendevamo il sole nudi arrivarono quei due del giorno prima, e in cuor mio speravo di poterli rincontrare, e da come ho saputo poi, anche mia moglie ci sperava.
Beh!! Eravamo lì nudi, da poco, ci eravamo sistemati e mia moglie mi spalmava una protezione 12 quando sentimmo dei passi nell’acqua che si stavano avvicinando, appena ci voltammo vedemmo il nero davanti e la biondina dietro, lui da bravo cavaliere aveva un borsone con dentro gli asciugamani da mare e non so cos’altro, arrivarono e come se niente fosse ci salutarono “HI” e noi “HI” come risposta.
Il Jamaicano ci chiese subito se eravamo Italiani e noi chiaramente rispondemmo di si, disse di chiamarsi Jona e ci presentò la sua amica biondina Beth, lei Americana non parlava assolutamente Italiano, però fortunatamente tra lui che parlava abbastanza l’italiano e noi che qualche parola di inglese le conoscevamo, ci presentammo anche noi.
Lui ci chiese se potevano stendersi vicino a noi, e noi ovviamente non ci opponemmo, anzi con un gesto della mano li invitammo a sedersi.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo lei subito si tolse il piccolissimo tanga e lui appena messo giù il borsone la imitò facendo scivolare giù il suo pantaloncino, dai quali sbalzò fuori il suo grosso uccello nero che già a riposo faceva la sua bella figura.
Mia moglie non sapeva dove guardare, faceva di tutto x non volgere lo sguardo diretto su quel palo nero, ma ogni volta che girava la testa lo sguardo passava sempre nello stesso punto.
I due si erano accomodati alla destra di Marina, che nel frattempo aveva continuato a spalmarmi la crema protettiva, appena finì di spalmarmela, mi diede la bottiglietta x permettermi di spalmarla su di lei, ma la biondina mi prese la boccetta dalle mani e si offrì di spalmare lei la crema a mia moglie.
Marina si mise a pancia sotto e Beth cominciò a spalmale la crema dalle spalle facendole anche un energico massaggio, nel frattempo mentre massaggiava, raccontava di essere dell’Illinois che era divorziata, che aveva due bambini, e nel frattempo i massaggi scendevano sui reni e sui glutei di mia moglie, la biondina stava inginocchiata a gambe larghe sopra le gambe di Marina e per me che ero ora sua alla destra e x il nero che era alla sinistra di Marina si proponeva uno spettacolo niente male della fighetta completamente depilata della biondina e da quella posizione si poteva vedere bene che aveva anche un piercing in un labbro della sua figa, io e il nero eravamo lì a goderci questo bellissimo panorama.
Ogni volta che i massaggi dal gluteo salivano, volutamente tendeva col massaggio ad aprire le natiche di Marina, all’inizio inavvertitamente poi sempre con più convinzione, e i pollici ogni volta andavano ad avvicinarsi agli orifizi di mia moglie, che evidentemente gradiva questo trattamento,
infatti inarcava leggermente il culo ogni volta che le mani le sfioravano l’inguine, io e il nero eravamo già molto eccitati e ci eravamo avvicinati al culo di Marina x poter assistere meglio a quel massaggio che aveva un grande effetto su tutti quanti, da vicino ogni volta che Beth allargava le natiche di Marina, potevamo vedere il liquido lucido che bagnava il fiorellino rosa di mia moglie,
era segno che se anche non lo dava a vedere troppo, dentro di se stava andando in fiamme,
io allora presi coraggio e allungai una mano e da dietro toccai la figa di Beth che si rivelò bagnata
e sgocciolante almeno quanto quella di mia moglie, la toccavo con tutto il palmo della mano e mi ritrovai tutta la mano bagnata, allora le infilai il pollice e premendo verso il monte di venere le massaggiai il fatidico punto G, dopo pochi secondi lei si tolse da sopra mia moglie e mi montò sopra cominciando a baciarmi violentemente,
nel frattempo il nero aveva preso il posto della compagna e con le sue dita lunghe e nere ripeteva i massaggi di Beth, ma questa volta Marina che ancora stava a faccia in giù, ogni volta che Jona risaliva col massaggio sfiorando l’interno delle cosce, lei inarcava vistosamente il culo dandogli una visione della sua passera completamente bagnata, Beth nel frattempo era scesa pian piano baciandomi prima il collo poi il petto, fino a prendermi in bocca l’uccello che non stava più nella pelle, guardavo mia moglie che stava con la testa girata dalla parte opposta e gemeva ogni volta che il nero andava più deciso sul suo sesso, a un certo punto lui sui spostò più in dietro e la sollevò leggermente x i fianchi, solo per permetterle di offrire meglio il suo culo, si chinò e cominciò a baciarla tra le natiche, vedevo mia moglie col culo proteso verso il viso di quel ragazzo nero che le stava leccando la figa, affondava il viso fino a far penetrare la lingua nella sua fessura e poi risaliva fermandosi a dare dei piccoli colpi sul piccolo orifizio e poi riscendeva riaffondando il viso quasi la volesse divorare, io ero iper eccitato sia per quello che mi stava facendo Beth sia per quello che vedevo, per niente geloso di quello che le stava facendo e anzi godevo nel vedere mia moglie provare piacere con uno sconosciuto, in fin dei conti era sempre stato un mio segreto sogno quello di vedere mia moglie scopare con un altro.
Il sogno si stava veramente avverando e non avevo dovuto architettare nulla perché accadesse, tutto stava succedendo spontaneamente con la partecipazione totale di Marina,
Il nero continuava a leccare come se fosse il succo più prelibato e aveva infilato due dita dentro il sesso di Marina, e ora le stava movendo velocemente avanti e indietro, Marina si tirò su e si mise completamente a pecorina con la testa appoggiata sull’asciugamani, Jona dietro con una mano le stava stringendo un seno e le tirava il capezzolo, e con l’altra continuava il massaggio vaginale uscendo alternativamente e con il palmo della mano gliela lisciava tutta come per sentirla in tutta la sua mano, Marina era bagnatissima con una mano si stava solazzando il clitoride e gemeva ogni volta che le dita di lui sprofondavano dentro di lei, anche lui era eccitatissimo e lo si poteva vedere bene da quell’enorme uccello proteso in avanti che gli penzolava in mezzo alle gambe,
Marina era allo spasmo, Jona mi diede un’occhiata come x chiedere un consenso, come risposta la mia espressione fu molto chiara, mia moglie era sempre col viso appoggiato e il culo e la figa protese verso quel nero non aspettando altro di essere penetrata da quel lungo e grosso cazzo nero,
ma lui con mia sorpresa invece di sprofondare dentro mia moglie si spostò e andò a sedersi di fronte a Marina, lo scopo era ovvio, Jona prima di scoparsi mia moglie voleva che lei lo guardasse in faccia e gli prendesse in gola il suo grosso uccello, voleva divertirsi un po’ prima di portare a termine il gioco, mia moglie non si fece pregare e appena vide l’uccello di Jona svettargli davanti la faccia lo afferrò con una mano e portatolo di fianco al suo viso cominciò col baciarne la base e poi prese a baciargli le palle e a succhiarle per poi mordicchiare di nuovo la base dell’asta, con l’altra mano gli accarezzava energicamente la vita sentendo sotto la sua mano gli addominali del giovane che erano tesi nell’intento di protendere in avanti il bacino, salita lentamente l’asta con la lingua fece scomparire velocemente la grossa cappella dentro la sua bocca mentre con la mano continuava a fargli una lenta ma vigorosa sega percorrendo con la mano su e giù tutta la lunghezza del grosso uccello nero, sembrava non aver fatto altro tutta la vita tanto mi sembrava brava, la biondina forse infastidita dalla poca attenzione che davo a ciò che lei mi stava facendo, si spostò e andò a baciare il compagno dopodiché si posizionò dietro il culo di mia moglie e con mia grandissima sorpresa affondò il viso tra le natiche di mia moglie che era tutta intenta nel servizietto che stava facendo a Jona, sentendosi presa alle spalle buttò lo sguardo lateralmente e vedendomi lì di fianco a gustarmi tutta la scena capì che dietro di lei c’era Beth, la cosa evidentemente non la turbò più di tanto poiché ripose di nuovo tutte le sue attenzioni su quella grossa novità che teneva tra le mani, la sua testa era un continuo andirivieni su e giù, su e giù e con la mano destra che riusciva appena ad avvolgere il grosso cazzo, seguiva il percorso delle sue labbra, ora aveva persino portato la mano sinistra sotto di sé fino a toccarsi il clitoride che cominciò a menare violentemente mentre Beth con la lingua si insinuava tra le sue labbra e giù fino a leccare le dita di Marina, stavo assistendo a qualcosa che era molto al di sopra di ogni mia più folle immaginazione, senza neanche rendermene conto mi ero preso in mano l’uccello congestionato dalla tensione e avevo cominciato a menarmelo lentamente, era la cosa più eccitante e sconvolgente che avessi mai visto, il cuore mio andava a 200, ma la tensione negli altri non doveva essere da meno a giudicare dai gridolini delle donne e dalle parole incomprensibili che Jona rivolgeva in jamaicano a mia moglie, evidentemente le stava dando della puttana incitandola a succhiare più forte, lo si capiva da come le teneva i capelli e la guidava per farle arrivare il suo uccello più in profondità che poteva, ogni volta che mia moglie risaliva facendo uscire la grossa cappella dalla sua bocca, il liquido lubrificante di lui misto alla saliva di Marina formava un filo che lei faceva ricadere sull’asta di lui per poi riaffondare la testa sul suo cazzo ripulendo il duro bastone nero risucchiando ogni goccia riversata.
La biondina che stava voracemente incollata alla figa di mia moglie, con le mani le allargava le natiche come se volesse infilarsi dentro quella che ormai era diventata una rosa, bagnatissima e gonfia voragine, arrossata da così tante prolungate attenzioni, Marina succhiava il grosso cazzo duro che teneva tra le mani, e contemporaneamente premeva col suo culo contro la faccia di Beth che sembrava non stancarsi mai di succhiare il nettare di mia moglie, ancora una volta la situazione
era paradossale, incredibile, poi Beth con uno schioccante bacio abbandonò il culo di Marina e andò di fianco al viso di lei iniziando uno spettacoloso bocchino a due lingue, una leccava l’uccello su tutta la sua lunghezza e l’altra succhiava la cappella che sembrava scoppiare da un momento all’altro tanto era gonfia, poi si scambiavano le parti e via così di seguito in un crescendo di tensione, ogni tanto Beth sfiorava le labbra di Marina che lasciava fare ma non assecondava, lei sembrava solamente interessata al quel nero e grosso cazzo che Jona teneva sempre proteso in avanti mostrandone tutta la sua virilità, Beth insisteva approfittando di qualche istante che Marina staccava la bocca dall’uccello per baciarla e leccarle la saliva e il succo dell’eccitazione di lui che le colavano dalle labbra, ebbra dall’ecitazzione Marina si staccò dal cazzo di Jona e si girò verso di me che avevo l’uccello che stava facendomi male tanta era la tensione e avvicinatami mi baciò appassionatamente con tutto il sapore del sesso e dell’eccitazione di quei corpi, poi cominciò a leccarmi il collo salendo fino all’orecchio e li con una voce roca che era quasi una supplica mi chiese che voleva provare quel cazzo nero dentro di sé, io la baciai e le dissi che l’amavo e che poteva fare tutto ciò che voleva, lei ritornò dal nero che nel frattempo aveva allungato un amano dentro la borsa e ne aveva tirato fuori una scatola di preservativi, ne prese uno e lo diede a mia moglie, che con meticolosa attenzione lo appoggiò sulla cappella e con studiata lentezza lo srotolò sul lungo cazzo di Jona, il preservativo riusciva a coprire solamente due terzi della lunghezza dell’uccello di Jona che si prese l’uccello in mano e andò a posizionarsi dietro a Marina che si era messa a pecorina col viso appoggiato per terra e il culo quindi era proteso e offerto in maniera ostentata verso Jona, lentamente piegando le ginocchia arrivò a puntare l’enorme uccello contro le labbra dischiuse e già abbondantemente lubrificate, strofinò la punta un paio di volte lungo la rosa e bagnatissima figa di Marina e dopo aver ben lubrificato la punta del suo arnese, con la mano che lo teneva alla base lo puntò e lentamente cominciò a sprofondare dentro mia moglie, che emise un lungo lamento ma che non era certo di dolore, ma di soddisfazione e piacere di sentire finalmente quel cazzo che le stava scivolando lentamente dentro facendola sentire certamente piena come non mai, eccitato da quello che stavo vedendo mi stavo menando l’uccello sempre più velocemente, quasi a seguire il ritmo che Jona imprimeva al suo cazzo dentro mia moglie. Mia moglie, la mia Marina che si stava facendo penetrare violentemente da un altro uomo, nero e con un cazzo enorme, lungo, grosso e che sembrava non stancarsi mai, io godevo sentendo Marina gemere sotto i colpi continui e costanti di Jona, il ragazzo lo sapeva usare quel palo, le dava tre o quattro stantuffate con la cappella e poi affondava improvvisamente per sbatterla fino all’utero facendo letteralmente urlare di piacere Marina che a sua volta dimenava il culo in tutte le direzioni, poi di nuovo Jona lo faceva scivolare fuori quasi x tutta la sua lunghezza molto lentamente e di nuovo velocemente riaffondava quel cazzo che sembrava diventare sempre più grosso e più lungo,
nel frattempo Beth era venuta di nuovo da me e mi aveva letteralmente strappato l’uccello di mano e in pratica continuava quello che stavo facendo da solo ma con una violenza che l’uccello mi doleva, le presi la testa e la guidai sul mio uccello che prontamente prese a succhiare con gran foga, le premevo la testa su e giù ma i miei occhi erano sempre puntati su Marina che sembrava fosse al settimo cielo, Jona cominciò a stantuffare sempre più velocemente e sempre in profondità senza più sfilarlo fino quasi a farlo uscire, ora coi sui colpi sfilava il gonfio uccello fino a metà e riaffondava con un ritmo che a Marina doveva risultare molto piacevole perché aveva cominciato a incitare Jona, e quando mia moglie arriva a quel punto vuol dire che veramente è arrivata al vertice, lo incitava a spingere più forte, ad andare così, sì che andava bene, poi no più veloce, non sapeva bene nemmeno più lei cosa stava dicendo, e Jona dopo forse quindici o venti minuti che si stava sbattendo Marina ininterrottamente fece l’ultimo affondo premendo il grosso cazzo nero con tutto il peso del suo corpo contro il fondo della figa di Marina che gemeva quasi urlando a denti stretti,
sazia di così tanta ed estenuante scopata Marina si rigirò e stesa sulla schiena si stirava soddisfatta e pienamente appagata , ma il gioco non era finto lì, Jona si posizionò in ginocchio di fianco al suo viso e sfilatosi il preservativo tenendolo per la punta versò l’abbondante sborrata sul viso di Marina, che per niente irritata si mise a leccare le gocce che le lambivano le labbra, Beth come vide la scena abbandonò il mio uccello e si gettò sul viso di Marina a ripulirle il viso da quel nettare biancastro leccando via ogni minima goccia e andando a cercare le ultime gocce tra le labbra di Marina con la scusa di pulirla x poterle passare la lingua tra le labbra e baciarla, Marina la lasciò fare e vidi così mia moglie baciata per la prima volta da un’altra donna, vedevo chiaramente le lingue intrecciarsi Beth le succhiava le labbra, poi il bacio tra le due finì e tutti ci stendemmo esausti e soddisfatti, ridevamo e avevamo riformato le coppie, l’unico però a non aver avuto soddisfazione in verità ero io, sì ero felicissimo di aver visto e permesso che succedesse quello che era successo, ma ancora avevo l’uccello che mi doleva tanta era l’eccitazione accumulata.
La mattina terminò comunque con tutti stesi a prendere il sole in quell’angolo di paradiso, Verso l’una ci rincamminammo salutandoci, noi verso il nostro villaggio per andare a pranzare, e loro nella direzione opposta verso un altro villaggio che era dietro la baia.
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16 years ago
desireher,
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La più bella avventura della via vita
Voglio farvi partecipe di una mia storia che realmente mi è accaduta circa un mese fa. Un mercoledi qualunque della mia vita faccio la solita strada per tornare a casa. Ma non era un mercoledi qualunque perchè mi erano successe tante cose brutte, come, ad esempio mi si era rotta la macchina e ho dovuto prendere un autobus. Erano circa le 2:00 di notte e con la mia solita fortuna ho perso il il bus notturno che mi doveva portare a casa sulla Cristoforo Colombo all'altezza da Acilia. Visto che non era possibile chiamare un taxi ( chissà quanto mi sarebbe venuto a costare abitando fuori il raccordo anulare!), ho deciso di farmela a piedi ( mamma mia quanta strada!!!!). Comincio a camminare e nel tratto di strada che devo fare io incontro transessuali e prostitute di ogni genere che stanno sul ciglio della strada a fare la vita. Ad un certo punto vedo dietro di me una pattuglia (che per correttezza non dico a quale arma appartenesse) che mi stava tallonando. Io impaurito mi chiedevo cosa volessero dato che non stavo facendo nulla di male. La pattuglia mi sorpassa e frena davanti a me chiedendomi dove stessi andando e cosa stessi facendo lì. Gli spiegai allora tutto l'accaduto e loro ( erano in 2) mi dissero sorridendo: "ammazza sei fortunato oggi eh?". e io gli risposi ridendo : "proprio per niente!". Ad un certo punto il tipo che stava accanto al conducente mi disse sempre sorridendo: " Ma dicci la verità tu stai cercando una prostituta per farci sesso" e io attonito e con sorriso malizioso( perchè sono gay) gli risposi: " Macchè dice! Non mi piacciono queste cose!" e lui controbbattattendo mi disse " Allora stai cercando i trans!" e ancora una volta con sorriso malizioso gli risposi "No!. Non mi piacciono i trans!!" Allora la persona che stava al volante si mise una mano in mezzo alle gambe e prendendo il suo pacco tra le mani mi disse: " Allora ti piace questo!" indicandomi il suo pacco. Allora un brivido mi passò su tutta la schiena e cominciai a sudare freddo. Era un misto tra di eccitazione per quella patta che si vedeva sotto la divisa dei pantaloni e tra un dubbio che loro mi stessero provocando affinchè io potessi fare qualche cosa per farmi rapporto (tipo atti osceni in luogo pubblico).
A quel punto gli risposi " Ma cosa sta facendo?" e la persona accanto mi rispose: " Noi sotto abbiamo un arnese che se solo lo provi ti farà sturbare!" e io a quel punto gli dissi " Io devo vedere per credere". A quel punto non c'erano più dubbi in quanto si slacciarono la lampo dei pantaloni e tirarono fuori 2 arnesi di tutto rispetto. Cominciai allora a toccarglieli e diventarono subito duri come il marmo.
Ad un certo punto la persona al volante disse " Noi ci spostiamo più avanti!" e mi indicarono un posto pieni di alberi dove non c'era nessuno. Spensero ed uscirono dalla macchina entrarono in una boscaglia fitta dove non si vedeva niente. Entrai anche io e uno di loro mi fece inchinare, mi prese la testa e mi disse " Apri la bocca, puttana" e io obbedìi a quell'ordine e cominciai a fare quello che mi diceva. Intanto l'altro mi tirò giù i pantaloni e cominciò a palpare e leccare il mio di dietro profumato e depilato. Poi mi chiesero se avevo i contraccettivi ( io li porto sempre per ogni evenienza), li misero e cominciarono a turno a cavalcarmi il di dietro fino a arrivare alla fine. Saremo stati li per circa un'ora e mezza. La più eccitante e bella della mia vita!
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16 years ago
ilmagodeltrio,
29
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Scelta d\' amore
La clessidra scandiva il suo tempo implacabilmente.
La sottile polvere scivolava inerte sul fondo e lui non aveva ancora deciso: i pochi secondi rimasti sembravano minuscole frazioni di tempo interminabile.
Sapeva che da quella risposta sarebbe stato deciso il suo futuro.
“ Non me la sento di lasciare tutto e venire in America con te, non mi sento di lasciare Barbara e mio figlio…”
“ Non dicevi così mentre mi scopavi sul tavolo ieri sera!”
Sonia lo guardava con occhi che avrebbero incenerito chiunque…ma lui non era chiunque, lui era Marco, bravo padre di famiglia fino ad un anno prima, quando lei era entrata nella sua azienda …nella sua vita.
Lei era un’addetta al controllo della qualità da cui dipendeva il futuro dell’azienda.
Era stato subito uno scontro di sensazioni: sguardo duro su un viso d’angelo, indossava un tailleur nero e riusciva ad emanare rispetto e desiderio, sfoderando un contrasto notevole tra il demoniaco e l’angelico.
I suoi comportamenti, nell’ambito di una rigida professionalità, lasciavano spazio ad una femminilità e sensualità che riempivano l’aria.
Il mio tentativo di essere al di sopra delle parti, cercando di concentrarmi sul lavoro, si scontrava con il suo profumo e la sua vicinanza: ero il direttore di quella piccola azienda e, inevitabilmente, dovevamo stare insieme per diverse ore durante il giorno.
Non ricordo chi ruppe la tregua…ricordo solo che l’avevo invitata a cena, ma giuro che pensavo al lavoro.
Poi, quando la vidi entrare nel ristorante, con la sua buona quindicina di minuti di ritardo, dimenticai tutti i miei propositi.
Dire che era bella, era farle un torto…era solare e stupendamente bella.
Percorse i dieci metri che ci separavano con un sorriso ammaliatore; tutti i commensali diedero una furtiva occhiata, gli uomini con libidine, le donne con invidia..
Sembrava che l’aria si spostasse per farla passare, tanto era leggiadra.
Non so se esiste davvero il colpo di fulmine, ma sicuramente esiste la voglia immediata di fare sesso: questo era ciò che stavo provando mentre arrivava al mio tavolo.
Con galanteria vecchio stile mi alzai e le spostai la sedia sussurrandole:
“ Sei splendida…hai addosso gli occhi di tutti”
“ Ci sono abituata”
L’aveva detto con una voce rassegnata, come se quell’esagerata bellezza le avesse creato problemi nella vita.
Mentre si sistemava io guardavo le calze nere che decoravano le sue gambe ed ebbi un’invidia prepotente verso quella sedia che poteva assaporare le sue natiche.
Avevo visto che le calze si erano leggermente tirate nel farla sedere e subito la mia fantasia era andata a autoreggenti…reggicalze…
Sistemai la sedia dietro di lei e velocemente mi misi a sedere per evitare che lei si potesse accorgere del mio stato di eccitazione, facilmente visibile in quel momento.
“Sono abituata a sentirmi gli occhi addosso, come sono abituata a vedere uomini eccitati …”
Per poco non mi strozzai a quella frase.
Stavo gustando un antipasto di pesce, ricordo che il gamberetto rimase a mezz’aria per diversi secondi.
Alzai gli occhi e incrociando i suoi ebbi la certezza che il riferimento era proprio diretto a me.
Cercai di recuperare un certo contegno, ma era ovvio che avevo perso una partita ancora da iniziare: poi, fu lei che mi venne in aiuto ridandomi fiducia:
“ E’ anche vero che io non vado a cena col primo che capita e che i problemi di lavoro li risolvo in azienda…”
Ecco…ero completamente nelle sue mani: prima mi aveva colto in evidente stato d’eccitazione e adesso mi faceva sapere che era disponibile.
Era lei che dettava le regole del gioco; cercai una scappatoia:
“ Neanche io di solito invito la prima donna che capita, qualsiasi lavoro faccia; sono molto selettivo e difficile nelle mie scelte”
La guardavo con uno sguardo sfrontato, cercando di riprendere in mano la situazione; vidi un lampo nei suoi occhi, poi un veloce sfioramento di labbra con la lingua e un tocco malizioso ai capelli.
“ Bene, allora possiamo cominciare a pensare alla cena.”
Improvvisamente aveva abbassato gli occhi e la voce era diventata più roca, più suadente, come se avesse deciso di cedermi il comando.
Approfittai del momento favorevole:
“ Vedrai che questa serata partirà bene e finirà meglio…”
Non era una frase velata, era una sfida diretta!
Adesso c’era luce nei suoi occhi: la guardai e riconobbi la passione, il desiderio, la voglia di sesso!
La cena passò squisitamente in secondo piano, ogni cosa che passava nelle nostre mani era qualcosa di intrigante, sensuale, erotico, eccitante.
L’atmosfera diventava sempre più elettrica, le parole erano sempre meno mentre gli atteggiamenti complici crescevano.
I segnali lanciati dai nostri corpi erano ormai appelli sessuali.
I suoi capezzoli erano in evidenza seppure nascosti dalla camicia e non era il freddo a tenerli irti.
Continuava a muovere i capelli facendoli ondeggiare: era accaldata.
“ Io sono a posto… che ne dici di andare a fare una passeggiata?”
Eravamo solo alla grigliata, ma chiaramente l’unico pesce bollito ero io.
Direi che la fame che mi era rimasta non potevo saziarla col cibo…quindi pagai e uscimmo a prendere una boccata d’aria fresca.
L’attimo fuggente nei suoi occhi, poi, ancora remissione…
“ Volentieri…”
Ero eccitato in modo insolito, ma, adesso, lo mettevo chiaramente in evidenza, volevo sapesse cosa desideravo da lei, anche se ormai avevo capito che ero io il topo.
La soddisfazione di uscire da quel ristorante con lei abbracciata fu impagabile; sentivo l’invidia degli uomini scorrermi sulla pelle.
“ Vai avanti…voglio vederti camminare”
Adesso cercavo di dettare le regole del gioco.
Staccarsi da me e ancheggiare fu un tutt’uno, si portò due metri avanti e, cominciando a muovere sinuosamente il sedere, cominciò a tirarsi su leggermente la gonna.
Quella donna era un demonio, sapeva di certo come mantenermi eccitato.
Guardavo i suoi movimenti e bramavo quei centimetri di stoffa che piano si alzavano.
La calza era finita: la pelle risplendeva sotto i raggi tenui della luna, mettendo in mostra cosce sode e libere dalle autoreggenti.
Arrivò alla sua autovettura e poggiando le mani sul cofano ondeggiò il sedere senza girarsi.
Ero a un metro da lei, letteralmente impazzito dal desiderio; il suo piccolo slip bianco contrastava con la pelle abbronzata; le natiche l’ accoglievano tra di loro facendolo sparire voluttuosamente.
Percorsi quel metro cercando il mio inferno e per la prima volta tradii mia moglie.
Il tempo di toccarla e con tutta la passione del momento strapparle gli slip.
Un piccolo gemito di dolore seguito da un languido sospiro di piacere, i glutei sobbalzarono per la violenza subita, poi, freneticamente slacciai i calzoni lasciandoli cadere inerti sull’asfalto sporco, abbassai i boxer, presi i suoi fianchi ed entrai prepotentemente in lei.
Ero completamente perso in quella donna, l’odore del sesso, pur essendo all’aria aperta, mi entrava dentro espandendosi sul mio corpo e dandomi un vigore inaspettato.
La scabrosità della situazione, il pericolo di essere visti, il suo modo di portarmi a quell’esasperante eccitazione, erano un mix incredibile di adrenalina
La scopai come un selvaggio, sbattendola contro la carrozzeria; volevo farle sentire tramite il mio cazzo, che ero io che gestivo quel rapporto, ma ancora una volta lei, girandosi, mi guardò e mi fece capire che ero il suo momento di piacere, scelto tra tanti per avere un rapporto carnale che la soddisfacesse.
Misi ancora più foga e cattiveria nelle mie penetrazioni in quella tenera carne, infine, la mia resistenza crollò e il mio caldo sperma s’impossessò del suo corpo.
Per tutto il tempo Sonia aveva roteato il suo splendido sedere stringendomi con le cosce e i muscoli vaginali, sempre lucida e padrona; nel sentirmi venire, cominciò a spingere il suo bacino all’indietro prendendosi tutto il suo piacere e mentre io godevo, lei assaporava tutto di me, poi, come una tigre ferita, fu scossa da un tremito violento, lungo diversi secondi.
Il silenzio che seguì fu la fine della guerra…o l’inizio.
Per mesi fu la mia amante.
Incontri incredibili, di sesso puro; tutto era lecito e tutto presi e diedi a quella donna.
Ma adesso, in quel momento, mi rendevo conto che l’amore era un'altra cosa…
Aveva deciso…
Aveva scelto…
Non dissi “ Mi dispiace”
Sarebbe stato falso e ipocrita, perché in quel momento la sua vita gli era passata sopra come un camion e si era reso conto che quello che cercava l’aveva sempre avuto vicino.
Aprì la porta e chiudendola dietro di sé, tornò a quello che aveva sempre voluto, anche se si era smarrito.
Tornò a casa sua e, quando vide suo figlio corrergli incontro per abbracciarlo, si convinse definitivamente che quello era ciò che desiderava.
Si asciugò una lacrima furtiva, tirò un bel sospiro e sollevando suo figlio, urlò verso la moglie;
“Barbara…sono tornato, cosa ne dici di andare fuori a cena e poi tutti a vedere un bel film?”
scrivetemi
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16 years ago
fantasypervoi,
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L\'ho portata a scopare....
Oramai il gioco intrigante della trasgressione faceva parte di noi, spesso ne parlavamo nei momenti piu' intimi con naturalezza sensa tabu' o falzi pudori. Un gioco iniziato per caso ci stava intrigando a tal punto da spingersi sempre piu' avanti alla ricerca di situazioni nuove e sempre maggiormente eccitanti. La sera nei dopocena mi ritrovavo in chat a ''....PROPORRE MIA MOGLIE'' Spesso visitavo i vari siti di annunci hard e spesso mi ritovavo in quelli dedicati ai cuckold. Una strana eccitazione mi invadeva, un lieve tremore, la pelle mi donava brividi freddi mentre le guance avvampavano. Un conflitto interiore mi dilaniava, da una parte '' l'assurdita''' che vi era nel '' proporre'' la propria compagna e dall'altra l'enorme eccitazione che cio' mi donava.Capivo che i miei desideri erano condivisi da migliaia di altri mariti, taluni inserivano anche filmati della moglie che scopava con altri magari mentre loro le tenevano dolcemente la mano in segno di amore. Sembrava un contrasto, un'assurdità ma in realta' non lo era. E vero che fino a pochi anni fa la cosa sarebbe stata vissuta in modo molto diverso ma adesso, con l'avvento di internet, con la consapevoleza che era il cioco di tanti tutto veniva visto sotto una luce nuova e diversa. Prima sapere che mia moglie freguentava un altro uomo mi avrebbe fatto esplodere in atteggiamenti di pazzesca gelosia , adesso ero io a '' spingerla'' tra le braccia di altri. E cosi' fu anche nei confronti di Marco!.Ci eravamo ''incontrati'' in chat e era nato subito uo splendido feelin. Si esprimeva in modo corretto, piacevole, in un italiano ineccepibile dimostrando buon gusto e una elevata cultura. Ci eravamo anche scambiati le e-mail e da li era nato uno scambio di mail e di foto. Le prime immagini che aveva inviato ritraevano un corpo ben fatto, muscoloso ma sensa gli eccessi di molti, avevo contraccambiato con foto di lei e comprendevo che rispecchiava i suoi gusti. Daltronde non poteva essere diversamente, lei con un fisico statuario sempre con biancheria seducente faceva molto sognare i maschietti.Fu inevitabile dargli il numero di telefono di lei. E lui puntualmente la chiamo' in una tarda serata...''CIAO SONO MARCO CI SIAMO SENTITI SPESSO NEGLI ULTIMI TEMPI CON TUO MARITO, ABBIAMO ANCHE SCAMBIATO DELLE FOTO SPERO DI ESSERE DI TUO GRADIMENTO......A ME TU PIACI TANTISSIMO SPECIALMENTE NELLE FOTO CON LE SCARPE ALTE, IL PERIZZOMA E IL REGGISENO A BALCONCINO....'' Lei sorrideva e ringraziava. Le telefonate si ripeterono spesso nei giorni seguenti finche un giorno......'' PERCHE DOMANI POMERIGGIO NON ANDIAMO A FARE UNA PASSEGGIATA NEL BOSCO''mi disse lei ed io pensoso annuii. Non bisognava essere geni per comprendere che sotto sotto vi era qualcosa diciamo di strano che non riuscivo a comprendere ma forse , nel profondo,, non lo volevo neppure sapere, preferivo la sorpresa,il '' non sapere'' fino all'ultimo momento.Era una sensazione che contrastava con la mia naturale voglia di pianificare, di avere sotto controllo ogni cosa ma forse, proprio perche' era una evasione dalla vita reale, cio' mi eccitava.Era una bella stagione, l'aria era calda e permetteva di indossare abiti fini e magliette scollate ma non volle rinunciare a indossare delle autoreggenti velate,color carne, dei sandali con tacco altissimo e sotto un perizzona minuscolo. Si era rasa la passerina lasciando solo un piccolo triangolino di peli corti e precisi come faceva per le occasioni migliori.Uscimmo di casa in silenzio ed io mi misi alla guida. La guardai negli occhi come per interrogarla sul dove dovevo recarmi e lei mi rispose ''....VAI NEL BOSCO DI RIFREDI, DOVE ANDAMMO QUELLA VOLTA A FARE LE FOTO ALL'APERTO''.. ed io mi avviai.Durante il percorso rimanemmo in silenzio, ma non erano momenti imbarazanti e tesi questa improvvisazone stava eccitando entrambi. La strada principale era immersa nel verde, dietro un tornante, una stradina si insinuava nel cuore della natura ed io l'imboccai. Sapevo che alla fine di essa vi era una grande radura nel bosca, potomagnifico per fare le foto e non solo.... Notai delle tracce di pneumatici di larga sezione e poi intravidi tra gli alberi un mono volume della BMW di color nero. ''FERMATI''grido' con un certo timbro di voce mia moglie e mi chiese di spengere l'auto. Rimanemmo in silenzio, mi guardo' fisso negli occhi e mi venne vicina come una gattina ruffiana sdrusciandosi a me. '' POSSO ANDARE DA LUI??....MAGARI TRA UN PO' CI POTRESTI RAGGIUNGERE O GUARDARCI DAI FINESTRINI OSCURATI'' Rimasi in silenzio, per un attimo ebbi paura che si sentisse il battito forte del mio cuore impazzito, gocce fredde di sudore mi colavano dalla fronte ma ero felice che mi avesse chiesto cio' e non feci altro che balbettare '' VAI PURE....E DIVERTITI''Lei mi sorrise, mi bacio' sulle labbra e scese dall'auto. Aveva un portamento importante, lunghe gambe e passo estremanente femminile, certamente il giovane la stava osservando dallo specchietto retrovisore mentre lei si avvicinava. Notai che lo sportello dell'auto si apri' appena lei fu vicina e li sentii scambiarsi un '' CIAO '' caloroso poi lo sportello si richiuse ed io rimasi allibito, immobile, sconvolto ma allo stesso tempo eccitato. Fissavo nel vuoto, avevo quell'auto a una cinquantina di metri, sapevo che dentro vi era mia moglie ad amoreggiare con un giovane uomo praticamente sconosciuto e di cio' ne provavo piacere. Il mio sguardo era fisso sull'auto e per un attimo mi sembro' di vederla lievemente muoversi forse stavano andando sul sedile posteriore ma non riuscivo a comprendere bene. Rimasi ancora una mezzoretta seduto in macchina, mi sembrava in realta' che fosse trascorsa un' eternità, continuavo a deglutire in maniera nervosa.Poi decisi di scendere. Aprii lentamente la portiera per richiuderla appena ne fui uscito ma con delicateza , sensa sbatterla forte come per non disturbare, mi ritrovai a guardare le piante, gli uccelli come per darmi un tono di normalità se mi avessero visti ma compresi l'assurdità di cio' che stavo facendo e pian piano mi avvicinai all'auto. Adesso ero a una decina di metri, le gambe mi facevano ''cencio'' e mi accucciai per terra. Dall'auto giungevano rumori appena percepibili e cio' mi spinse ad andare pian piano ancora piu' avanti. Adesso ero proprio dietro alla vettura e se non fosse stato per quei maledetti finestrini oscurati.....Le voci erano molto piu' chiare e adesso ben comprensibili.'' PAOLA...HAI UN FISICO PERFETTO,DELLE GAMBE MAGNIFICHE....MI FAI MORIRE'' lei rideva '' DAI PAOLA TI PREGO ....ACCAREZZAMI''. Sentivo il rumore della cerniera lampo dei pantaloni di lui che si abbassava e comprendevo dai gemiti dell'uomo che lei le stava facendo una sega.''CAVOLO CHE MUTANDINE FANTASTICHE CHE HAI.....E CHE PASSERINA RASATA''L'uomo le stava accarezzando la fica ed io non sapevo neppure se si erano accorti di me..La mia eccitazione era alle stelle e pian piano mi affacciai a un finestino laterale dell'auto. Sapevo che certi finestini impedivano la visuale dall'esterno mentre dall'interno si vedeva benissimo e provai una certa vergogna temendo di essere visto ma non ce la facevo' piu' e dovetti guardare. Posi le mani ai lati degli occhi e mi incollai al vetro. In questo modo intravidi i due. Lei era sotto al giovane con la gonna sollevata e le mutandine calate al ginocchi, lui seminudo sopra di lei annaspava baciandola in bocca.. Contorgendosi' un po' lei si tolze le mutandine.Un sibilo lieve e il finestrino si apri', lei sporse una mano e getto' per il suo perizzona ed io prontamente lo presi. Mi venne spontaneo annusarlo, profumava di donna in calore, era bagnato e cio' mi inebrio'. Con lo stesso sibilo il finestrino si richiuse. Come impazzito girai intorno alla macchina sbirciandoli dal vetro anteriore. I grandi schienali e gli appoggia testa impedivano di vedere bene cosa stesse accadenso ma sennonaltro era molto piu' facile intuirlo. Lei aveva le gambe divaricate appoggiate sugli schienali dell'auto mentre lui era chino tra le sue gambe. Dai gemiti sempre piu' forti capivo che la stava leccando e che a lei la cosa piaceva e non poco. Poi fu la volta di lui a sdraiarsi sul sedile dell'auto e lei tra le sue gambe muoveva la testolina con un movimento che non lasciava molto alla fantasia. Anche lui '' apprezzava'' accarezzandole i capelli e pronunciando parole sempre piu' forti ''SEI LA MIA TROIA....TI VOGLIO SCOPARE.... DAI METTITI SOTTO CHE TI MONTO BEN BENE...'' '' NO MONTAMI FUORI....ALL'APERTO'' RISPOSE. Una paura tremenda mi invase e scappai dietro a una pianta. I due scesero dall'auto. Lei indossava ancora le scarpe con i tacchi alti e le autoreggenti color carne , lui era nudo con solo i calzini.Si abbracciarono stretti continuando a baciarsi,poi lei sussurro' all'orecchio di lui parole a me incomprensibili alle quali annuii. Si staccarono per un solo momento, giusto il tempo per l'uomo di prendere dal cruscotto dell'auto dei profilattici che mise in mano di lei. In piedi appoggiato all'auto l'uomo attese che lei si inginocchiasse davanti a lui e riprendesse a leccarlo dalle palle fino all'enorme cappella, poi lei gli mise il preservativo e le posizioni cambiarono. Adesso era lei appoggiata con le mani al cofano dell'auto mentre il giovane da dietro la stava infilando. L'unghi gemiti, movimenti convulzi, parole smezzate gridate cosi' forte che ebbi paura che potessero sentirli dalla strada vicina. Lei urlava il suo orgasmo, lui la sbatteva sempre piu' forte con affondi tremendi, l'auto si muoveva pian piano come per accompagnare il coito dei due. Anche lui esplose e rimase dentro di lei per lunghi momenti , immobile e stremato. Appena lei riprese un po' fiato mi venne incontro, sapeva benissimo, dove mi ero ''nascosto'' Sensa dire una parola mi appoggio' alla pianta, mi abbasso' i pantaloni e me lo prese in bocca. Per un attimo pensai che con quella stessa bocca aveva baciato un altro uomo e non solo aveva spompinato il cazzo di un altro e cio' invece che farmi ribrezzo mi eccito' a tal punto che le riempii subito la bocca di caldo e filosi getti di sperma. Io urlai un orgasmo pazzesco mentre lei rimase cosi' con il mio cazzo in bocca e le mani che mi attanagliavano le chiappe. Prese dalla tasca dei miei pantaloni le sue mutandine, mi guardo' negli occhi e ci sputo' il mio sperma infradiciandole poi se le mise ''PERCHE ADESSO NON ANDIAMO A BERE CUALCOSA? '' Ci disse
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16 years ago
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La gattona sul tetto che scotta...
LA GATTONA SUL TETTO CHE SCOTTA...
Dopo una serie interminabile di guasti, “incomprensioni” e appuntamenti mancati… finalmente ecco spuntare una “Super Gatta” da Messenger. Aveva risposto sotto altro nome ad un mio annuncio un mesetto prima ed al friggere, dopo aver delineato i contorni di un nostro possibile incontro, si era defilata nel silenzio giustificando difficoltà generiche per concretizzare il suo sogno ed il suo desiderio di intrigo…
Dopo poche vicendevoli domande mi rendo conto da alcuni particolari che si tratta proprio di quella Lei che a sua volta forse già sapeva con chi stava parlando… Il colloquio si fa così subito intimo e ci scambiamo i numeri di cellulare. Una voce dolce e vellutata, deliziosa, mi pregusta amplessi fantastici: è splendida e non manco di rivelarglielo immediatamente…
Rischiamo di incontrarci quella stessa sera… se solo fossimo in due ad essere liberi..
Solo dopo quattro giorni di messaggi e altre due fughe da parte sua, credo per mettermi alla prova… mi conviene davvero un appuntamento nella sua dimora. Tutto è perfetto, io sto rientrando da Milano per lavoro e ho tutta la sera libera.
Ore 18,00, venerdì pomeriggio, suono al citofono e mi si apre il cancello. Salgo al primo piano e appena bussato lei apre. Splendida gattona, 1,78 e 5° di seno, come si era descritta telefonicamente.
Mi sorride e contrariamente a quanto mi aveva confessato con un sms un’ora prima non sembra affatto agitata.
Mi chiede se desidero lavarmi le mani, io annuisco e opero. La casa è splendida, morbida, accogliente come lei: parquet luminoso e profondo, tappezzerie a colori caldi, tanti tappeti ovunque, tanti vasi, alcuni enormi… tante cose appese, un bagno bijoux, nessuna forma lineare predomina mentre tutto ti avvolge e tanti colori ovunque. Luce diffusa e raggi di sole penetrano dalle finestre. Pulizia e delicatezza posano ovunque.
Lei si adatta su un piccolo graziosissimo divano per due. Mi osserva e sorride di voglia, con gli occhi ti parla e ti dice Vieni Qui, mentre finge di guardare la TV 5-6 metri più in là, in cucina, dietro al muretto basso a cui è appoggiato il divano… Ci si accoccola sopra con le gambe ripiegate, semiscoperte da sotto una vestaglia fine e variegata, non volgare affatto, decisamente intrigante. Porta una bella collana, ha gli occhi verdi bellissimi e accesi di desiderio, i capelli fini, bruno chiaro e molto lunghi che le si sciolgono sulle spalle e contornano un viso aperto e molto intelligente.
Mi piace da subito… sedendomi accanto a lei un profumo intenso, dolce e pulito mi avvolge piano: sono io a sentirmi agitato adesso e non lo nascondo… ma senza pensarci inizio a parlare con lei accarezzandole delicatamente una coscia. Che pelle morbida e che carne soda, ricordi di bambole… che voglia mi fa… Parliamo un poco e scherziamo sulla situazione di due perfetti sconosciuti che si cercano e si trovano per fare sesso a prima vista.
Alla seconda o terza risatina l’abbraccio e questo mi fa sentire meglio, molto meglio e anche lei risponde allungando un poco le mani. Io le offro i miei calzoni ancora chiusi e quello che è montato nel frattempo dentro.
Mi sussurra se desidero andare in camera da letto… - “Sai c’è più buio…” – Siii… ho pensato, Tesoro, ti seguirei ovunque!
Mi spoglio e mi metto sul letto in maglietta rigorosamente nera e slip di stesso colore… Lei mi gattona vicino. L’abbraccio e la bacio, faccio affiorare i suoi seni protetti da un corpetto morbido color porpora, e affondo in quel meraviglioso mondo, enorme, vasto come due campi da pallone, invado e mi perdo in un territorio estremo… Lei mi spomicia delicatamente sui capezzoli che scivolano umidi e pulsanti sotto la mia lingua… e chiudo gli occhi… mi piace, mi piace da matti… si scioglie, eccitandosi da morire. Delicatamente comincia a premermi sul davanti con una mano e mi massaggia… poi piano ne estrae il membro già durissimo. I miei slip volano via. Inizia a succhiarmi delicatamente ma con decisione, a leccarmi, e sono in paradiso, con i suoi capelli leggeri e folti tra le mani.
La lascio giocare e mi godo quel magico primo contatto con la sua bocca. E’ brava, terribilmente brava, sente e ricambia, ha un’energia intensa, come un tocco di rosa, una passione bruciante, una fame atavica, travolgente.
Penso ai miei due giorni a Milano, penso alla fortuna di essere lì, al sogno che si avvera… alla spina nella presa, alle cose al loro posto… penso con distacco ad un sacco di stranezze mentre lei mi lavora lungamente… da impazzire.
Lentamente scivoliamo uno sull’altra… striscio verso il suo sesso e Lei si apre sollevando una gamba, offrendosi completamente. Un filo di peluria fine e curata termina in una fessura lunga, profonda e profumata, da bimba, enorme. Con le mani le apro piano, quelle splendide labbra, scoprendo all’interno il clitoride e la vagina… E’ calda, fradicia, scivolosa… è dolce, buona, inebriante. Respiro il suo profumo e mi ubriaco.
La lecco profondamente ricambiando le sue attenzioni e ci perdiamo in un lungo 69 tra abbracci, carezze e mugolii di piacere...
Mi prende una mano e me la guida dentro. Inizio a penetrarla e masturbarla con le dita mentre continuo a tenerle impegnata il clitoride con la mia bocca… E’ bellissimo sentirla godere e contorcersi vicino a me. A volte mi giro per scorgere la mia asta nell’oscurità scomparire e ricomparire nella sua bocca affamata… Vorrei non finisse mai… quel momento, quel gioco porco e così assolutamente dolce... Momenti magici.
-“Masturbati”- mi sussurra piano. Lo prendo tra le dita e lo accarezzo mentre Lei continua ad avvolgermi con le sue labbra meravigliose. Desidera vedermi schizzare… io non vorrei terminare così… ma mi desidera davvero, me lo chiede a voce alta… Mi scorre il pene con la lingua, me lo avvolge e l’ingoia tutto, sempre più forte, decisa a mangiarmi… io… godo da morire e desidero a mia volta esplodere e liberarmi dalla tensione… La preavviso… -“Sto arrivando…” – L’avviso –“Vengoooo…” La travolgo… – “Sto venendooooo…”. Esplodo in fiotti, dentro la sua bocca e fuori… mi bagno tutto il ventre mentre il suo clitoride si gonfia e si indurisce vistosamente sotto la mia lingua. Probabilmente viene anche Lei in quel momento.
Il dopo è Gatta. Le micie quasi strappano baffi e coglioni ai mici dopo essere state possedute in qualsiasi modo, dopo aver perso la testa, dopo certe cose… così è stato con Lei che sempre con il sorriso e con tangibile imbarazzo mi ha rimesso alla porta… Io avrei voluto restare, avevo, per così dire appena cominciato… Lei voleva stare sola.
Forse la cosa finisce qui, forse no. Le sono piaciuto tanto ma ha motivi suoi da digerire che qui non sto a raccontare ma che comprendo bene; se sincera è stata a confessarmi certe sue sorprendenti personali cose… Le scriverò e avrò pazienza e se il tempo ci darà ragione ne sfrutteremo ancora i doni ed i momenti di passione.
La Gatta tornerà da me a fare le fusa??? Io lo spero con tutto il cuore.
Un bacio a tutti i lettrici e lettori...
Pi
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16 years ago
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Vacanze.
Sullo spiaggione di San Vincenzo che si perde all’orizzonte contornato dall’ombrosa pineta, soffia una dolce brezza mentre la famiglia Chiari, Sara, Alessandro, la ragazza Clio e il bimbo monello Giona, s'accomoda dopo lunga peregrinazione, in zona tranquilla.
Sara sistema la borsa frigo mentre Alessandro, sudando, conficca due spuntoni per gli ombrelloni. Il sole impavido trasforma il calmo mare in un luccicante collier di perle solcato da piccole barche dalle vele variopinte.
Giona è già in acqua a dispetto delle raccomandazioni, mentre Clio prosegue nella sua imbronciatura per la lontananza del suo fidanzatino.
Alessandro spalma l’unguento solare sulle spalle della moglie attardandosi sulle attaccature dei generosi seni mentre Clio è sprofondata nel suo I.pod.
“ Ma che fai?” gli sussurra arrossendo
“Tocco le tettone più belle del mondo” gli sussurra baciandogli un lobo e facendola fremere come una piuma.
“Ma dai che ci sono i bimbi!”, e infatti rientra a grande velocità Giona, si fornisce di pallone e secchiello e riparte, sollevando getti di sabbia, verso la battigia senza degnarli d’uno sguardo.
Clio s’alza e sdegnosa s’incammina, immersa nei suoi tumultuosi pensieri, verso il promontorio dello Stellino.
“Dove vai?” le domanda Sara
“Ma sì, lasciala andare che si sfoga con una camminata, e poi ti devo parlucchiare.” le dice con quella vocetta suadente che prelude argomenti spinosi.
“Hai pensato a quella coppia di Livorno?”
“Ancora?”
“Ma dai ciccia è così tanto pour parlez, lo sai che ci fantastico spesso.”
“Lo so, lo so ma a me non va!”
“Ma sei mi hai confessato che ti piacerebbe farti accarezzare da una donna!” ribatte l’uomo agguerrito.
“Ma sono solo fantasie; quando mai t'ho riferito questo pensiero!”
“Dai ciccia bella, bella, fatti baciare quelle belle pesche da Lucia!”.
“Lucia? Ah sai già il nome!”
“Ma certo, lo sai che ci ho chattato dall’ufficio più volte!”
“Più invecchi e più diventi un porcello!”
“Ma darling io adoro solo te, pendo dalle tue carnose labbra: è solo che mi piacerebbe vedere 2 amazzoni che si sfiorano.”
“Vabbè, vai a mettere la crema a Giona.” replica distratta Sara.
L’abbondante acqua bevuta per contrastare la calura, gli ha fatto venire un impellenza per soddisfare la quale si dirige nella fitta pineta, alle spalle della spiaggia.
Cerca, come al solito, lungamente un posto appartato e comincia ad urinare quando un leggero lamento le fa alzare gli occhi, ruotare la testa e un grido soffocato sfugge; a pochi metri da lei 3 uomini, tutti nudi, uno in piedi con il pene nella bocca d’un altro in ginocchio mentre il terzo lo penetra da dietro. Rimane paralizzata dalla visione e non riesce a fare quello che avrebbe voluto: fuggire!
Sa che poco più in là vi è una spiaggia di nudisti della quale parlano in termini poco ortodossi, ma questi devono aver sconfinato.
I tre, come se nulla fosse, continuano ad amarsi fino a che riescono, quasi in sincronia, ad avere l’orgasmo.
Sara, ancora chinata con il costume alle caviglie è inebetita.
Uno dei 3 si avvicina, un giovane sui trentanni, molto prestante, gli porge una mano per aiutarla ad alzarsi, mano che Sara rifiuta alzandosi goffamente mentre si copre con il costume.
“Scusaci se ti abbiamo disturbata, ma eravamo già qui quando sei arrivata e pensavamo d’essere ben nascosti.” dice sfoderando un sorriso dolce. Sara si sforza di non guardare più giù del viso dell’uomo anche se una frenesia a lei sconosciuta, la scuote come un relitto nella tempesta.
Giungono gli altri uomini e i 3, dopo averla salutata, si allontanano chiacchierando come nulla fosse; ad un tratto quello dal sorriso candido si volta e le dice:”Domani, se vorrai, saremo ancora qui.” e sparisce tra i tronchi dalle fragili cortecce.
Sara torna sconvolta all’ombrellone dove l’attende Alessandro preoccupato:
“Stavo per venirti a cercare!” le dice accigliato
“Nulla caro, mi sono spaventata perché qualche animale deve essere passato nelle vicinanze.”
Il sole s’abbassa all’orizzonte e le tinte s’imporporano; Giona corre ancora come un cavallino sul bagnasciuga, Clio è tornata più sorridente; è ora di tornare a casa.
Una cena rilassante al Podere Tuscanio, un gelato in paese e tutti a dormire:
tutti tranne Sara, che fissa il soffitto, solcato dalle travi d’abete, fino a notte fonda!
L’indomani Alessandro vorrebbe fare una gita a Livorno e Sara capisce bene perché; Giona però, supportato validamente da Clio che deve aver conosciuto qualcuno in spiaggia, costringono Alessandro ad un mesto ritiro. Sara, combatte aspramente contro sé stessa, giungendo perfino a perorare, con poco trasporto, l’itinerario del marito, ma i figli vincono e tutti raggiungono la spiaggia dove erano il giorno prima.
Alessandro, ringalluzzito dall’appoggio di Sara sulla gita a Livorno, pregusta già momenti a luci rosse e, nel pieno del sua allegria, stringe amicizia con tre giovani che solcano le onde con le loro tavole da Kitesurfing mentre Giona scorazza con dei bimbi di una famiglia romana poco distante.
La madre, una ragazza molto attraente, lasciata sola dal marito accorso al forum intorno ai surfisti,
si avvicina e con molta disinvoltura si mette a chiacchierare.
Sara, solitamente molto socievole, prova un moto di stizza che si riverbera nella sua espressione e nelle sue risposte lapidarie che, fortunatamente, non scalfiscono la parlantina della romana.
Sara è combattuta tra spettegolare con quella simpatica ragazza e sparire tra le chiome dei pini marittimi.
Fissa l’orologio che segna il momento e, rossa in viso, annuncia alla sua interlocutrice che gli scappa la pipì: questa, in ossequio alla regola ferrea che non vede mai una donna recarsi alla toilette da sola e che Sara ha scordata, le risponde:
“Vengo anche io!” e senza aspettare urla al marito di curare i piccoli!
Sara ormai non può più agire e si dirige a capo chino verso la pineta seguita dalla pimpante ragazza.
Prende il sentiero a destra anziché quello a sinistra del giorno prima; è infuriata con quell’impicciona ma, soprattutto con sé stessa, a causa di quella frenetica curiosità che la pervade e che non riesce a controllare. Dovrebbe essere contenta di questo disguido che, come un segno esoterico, le impedisce di raggiungere il trio, ma non lo è!
Raggiungono una piccolissima radura circondata da cespugli di lentisco odorosi e Sara domanda:
“Vai tu?”
“Perché non possiamo farla insieme? Non avrai vergogna?” esclama sorridendo, con quella faccia da cabarettista, la ragazza.
Sara, ormai in balia degli eventi, entra nello spiazzo e attende; l’altra si sfila il costume intero mostrando una piccola striscia di peluria bionda sull’inguine e un seno piccolo ma bello.
Si china e fissandola inizia a orinare.
“Non ti scappa più?” le chiede sorridendo
Sara, sforzandosi, si abbassa il costume ponendosi di fianco rispetto alla vista della ragazza e si china senza riuscire a fare nulla.
La ragazza finisce e si accarezza le labbra vaginali come rapita da un rito dionisiaco mentre Sara finge di non accorgersi; lei si passa le dita sulla lingua ansimando, poi si alza si inginocchia dietro Sara e le scopre i seni accarezzandogli i capezzoli.
Il suo respiro accelerato pulsa nelle orecchie di Sara che cade sulle ginocchia inerte. Le mani della ragazza le accarezzano la base del seno per poi giungere a pizzicargli i capezzoli.
Una mano percorre il ventre ansimante di Sara e giunge tra le cosce mentre lei, completamente abbandonata, inizia a orinare. La ragazza sembra impazzita; le affonda le dita nella vulva facendosi inondare la mano dal getto caldo che poi succhia avidamente vicino al viso di Sara. Quest’ultima gronda sudore e la sua vulva sembra ormai una enorme caverna; ruota il corpo immergendo le ginocchia tra gli aghi di pino bagnati e accarezza il seno alla giovane che si masturba con veemenza. Tutto sembra ormai destinato al trionfo della poetessa Saffo fintanto che un saluto ironico non le distrae.
Dietro i lentischi brilla il sorriso dell’avvenente uomo che scusandosi dell’intrusione esclama:
“Rumori interessanti hanno prevalso sulla mia riservatezza”
La ragazza, per nulla spaventata, si alza e gli tende la mano; lui entra, nudo, e si sorridono.
Come se si conoscessero da anni si abbracciano e, mentre lui le massaggia le natiche, lei gli succhia i capezzoli.
Sara, ancora in ginocchio, sembra paralizzata; tenta di riconquistare la posizione eretta coprendosi i seni con le braccia quando s’accorge che sono giunti anche gli altri due uomini.
La ragazza lancia gridolini di gioia mentre si abbassa a guardare da vicino il pene del ragazzo, gli altri due si avvicinano a Sara.
Il bivio!
Abbandonarsi o fuggire?
S’abbandona!
Un uomo si sdraia stoicamente sugli aghi di pino mentre l’altro gentilmente invita Sara a sedersi sopra; il suo pene è già eretto, violaceo, pulsante; le entra facilmente provocandogli degli scossoni di piacere; l’altro le accarezza i seni che vibrano sulle spinte del coito mentre lei ad occhi chiusi continua a spingere. La ragazza è presa da dietro e ansima come un mantice; Sara, sente il membro del secondo uomo sulla schiena e chinando all’indietro la testa lo invita a mostrarsi. Gli sugge il prepuzio con voluttà, come fosse una delicata madeline, mentre l’uomo si contorce.
La ragazza sente l’orgasmo del giovane arrivare e si prepara con il viso mentre il secondo uomo, sempre con estrema delicatezza si è posto dietro di lei. L’intesa è tacita e Sara si china verso il viso dell’uomo sdraiato scoprendo le terga che vengono penetrate facilmente. Tutto dura poche decine di secondi e la voluttà di quei corpi esplode in migliaia di cellule di piacere sublimandosi con la bellezza del creato loro intorno.
Si puliscono con dei fazzolettini mentre i 3 si congedano con inchini; tornano sulla spiaggia in silenzio, barcollanti, mentre i mariti stanno imparando il Kitesurfing con esiti esilaranti.
I bimbi stanno benone e loro anche.
Quella sera, alla domanda:
“Quando andremo a Livorno amore?” Sara, sorridendo risponde.
“Presto caro, presto.”
Sibilla&pegasus.
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16 years ago
sibilla30pegasus, 49/49
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Il generale
Sentite cosa mi è capitato tanto tempo fa:
stavo facendo il militare ero in aeronautica come Vam e dopo il car, vengo trasferito a Roma. Ero molto contento perché stavo vicino a casa insomma il più vicino che potevo stare e quando non ero di guardia potevo tornare a dormire a casa. Il quinto giorno mentre montavo di guardia, sotto la casa del generale, stavo morendo dal sonno e quasi dormivo in piedi, anzi dormivo proprio in piedi, ad un certo punto mi sento bussare alle spalle, mi giro di scatto ed era il generale in persona. Un uomo sui 55/60 anni molto panciuto molto curato con una grossa faccia da culo. Mi è preso un colpo, mi dice: così fai la guardia tu? Mi perdoni generale. Non mi ha dato neanche il tempo di parlare, che se ne va. Una cosa l’avevo notata, che stava brillo, ma poco dopo arriva l’ufficiale di guardia e mi dice: ma che cazzo hai combinato? Ti sei fatto trovare a dormire dal generale cazzo, domani mattina alle 11 ti vuole nel suo ufficio porca troia. Cazzo restai di merda, non sapevo cosa mi aspettava e non chiusi occhio per tutta la notte. La mattina tutti andarono a casa e io restai consegnato ad aspettare che mi chiamassero. Poco prima delle 11 arriva un sottoufficiale e mi dice di andare con lui, mentre salivamo mi disse di non parlare se non interpellato e se avessi avuto modo di parlare di stare bene attenta a ciò che dicevo, di non contraddirlo e di comportarmi il meglio possibile. Le gambe mi tremavano davanti a quella cazzo di porta, poi entrai, mi presentai e restai sull’attenti. Il generale disse al sott’ufficiale che poteva andare e così fece chiudendo la porta dietro di se. Allora, disse il generale, cosa devo fare con lei, si rende conto della gravità della cosa? Ed io zitto. Sai cosa è questa? Una lettera, faccio io. Nessuno le ha dato il permesso di parlare, mi disse a gran voce. Lo avrei scannato quel porco, poi mi fa: è una lettera di trasferimento in sardegna. Un colpo al cuore per me, una fucilata in pieno petto porca troia. Poi aggiunse: ora puoi parlare. Mi dispiace sig. comandante. Sono molto dispiaciuto, non si ripeterà più glielo giuro su cosa ho di più caro, faro di tutto per farla ricredere sul mio conto. Rimase a guardarmi a squadrarmi da capo a piedi in silenzio, mentre batteva sulla scrivania quella lettera che aveva in mano. Poi disse: aviere, qui non stiamo mica giocando è? Qui si fa sul serio, invece tu giocavi, anzi dormivi in piedi come un cavallo o no? Si, ha ragione ha perfettamente ragione, ma la prego mi dia un’altra possibilità una soltanto farò quello che vuole ma non mi trasferisca. Ok, io ti do una sola possibilità, prendere o lasciare. Si signore la ringrazio. No no non mi ringraziare ora aspettiamo e vediamo se mantieni quello che hai detto. Venga qui e si metta in ginocchio. Mi avvicinai e senza pensare mi inginocchiai davanti a lui. Si alzò in piedi davanti a me, si mise le mani sui fianchi e mi disse: vedi la patta dei miei pantaloni? C’è una lampo, se la apri dentro c’è la tua possibilità di restare qui, altrimenti ti puoi anche alzare e uscire da quella porta, hai dieci secondi per pensarci, ti stò offrendo una grossa possibilità, ma puoi sempre rifiutare. Cazzo cazzo cazzo ero nella merda, il porco voleva che lo prendessi in mano cazzo, io avevo fatto del sesso con un mio amico per curiosità qualche anno prima, ma il vecchio porco cazzo nooooo. Non avevo scelta presi coraggio gli abbassai la lampo, infilai la mano e sentii un pezzo di carne moscio, lo tirai fuori e lui disse: sbottona anche la cinta, così feci. Un gran pancione e sotto un cazzone moscio con due palle grosse e calate. Inizia a menarglielo ma lui mi mise una mano in testa e disse: Dai prendilo in bocca e vediamo se me lo fai tirare. La frittata era fatta, se quello era il prezzo da pagare, dovevo farlo e farlo bene così cercai di impegnarmi al massimo, pensai che se me la cavavo con una pompa, se lo facevo venire subito, tutto sarebbe finito. Il suo cazzo reagì quasi subito si gnfiava nella mia bocca e lui spingeva quasi a mandarmelo in gola, poi lo tirava fuori e continuavo a leccargli la cappella grossa e lucida. Poi mi mise le sue palle in bocca e inizia a succhiarle e leccarle con molta foga per farlo venire al più presto e finire quella tortura. Si fermò ad un tratto, mi guardò e mi disse: sai che sei molto bravo con la lingua? Ti piace soddisfare il tuo generale? Si signore mi piace esaudire un suo desiderio. Bravo così mi piaci, andiamo avanti ora. Sai dato che sei bravo con la lingua e sei molto ubbidiente; si appoggiò alla scrivania piegato; baciami il culo se vuoi restare a Roma. Feci anche questo, gli baciai il culo ma aggiunse, no non così, si allargò le grosse chiappe e disse: il buco, lo devi baciare leccare per bene voglio sentire la tua lingua nel mio buchetto, sopra e dentro. Cercai di non respirare ed eseguii l’ordine, ma durò molto circa dieci minuti o forse secondi, non so, per me era un’eternità cazzo. Poi si alzò e mi disse: Fino a qui ci siamo, ma ora voglio sborrare aviere, io contento dissi ok generale come? Semplice con il tuo culetto aviere dai tira giù i pantaloni così sicuro resti a Roma. Cercai di non pensare e mi tirai giù i pantaloni, mi appoggiò alla scrivania e mi disse: ma che bel culetto che hai mmmmm mi piace proprio, farò piano piano e vedrai che piacere ti darà il tuo generale. Mi insalivò per bene poi sentii la sua cappella spingere sul mio buco e piano piano varcare la soglia del dolore, era entrato, ma non tutto. Iniziò a muoversi delicatamente e ogni volta affondava di più nel mio culo fino a quando lo sentii pompare e i suoi coglioni da quanto erano calati sbattevano sui miei come rintocchi di campane, il porco mi sudava addosso e mi riempiva di domande e parole pocho carine : Ti piace il cazzo del generale? Lo senti come ti riempo il culo? Dai dimmi che ti piace, dimmi che ti è piaciuto leccarmi i colgioni, il culo e anzi ora chiedimi per cortesia che vuoi la mia sborra in bocca, che per te è un privilegio bere la sborra del generale, dai dillo altrimenti ti faccio partire per la sardegna. Si Si la prego signor generale, la prego mi sborri in bocca, voglio la sua sborra la pregoooooo. Sfilò il suo cazzo mi fece inginocchiare e mi venne in bocca e sul viso. Era tutto finito, ci ricomponiamo e mentre uscivo mi fa: Aviere questa lettera era di mio cugino dall’america, non avrei potuto trasferirla. Che bastardo!!! E io gli dico: Mi sono addormentato di proposito, perché l’avevo vista arrivare ieri sera, ma mi sono detto, magari se mi becca il generale a dormire, mi fa il culo. Ne avevo proprio voglia. E andai via.
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16 years ago
admin, 75
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La mia capa
ciao vi racconto del mio lavoro
un giorno in cerca di un lavaro inizio a rispondere a vari annunci fin quando vengo chiamato da una società per un colloquio mi danno appuntamento per 2 giorni dopo e puntuale arrivo a questo colloquio .
appena entro chiedo della signora che mi aeva telefonato.
entro nel suo ufficio e mi trovo davanti una bonda molto carina ma mi dà subito l'impressione di essere un po porca, iniziamo a parlare di me racconto quello che ho fatto cio che so fare e le mi racconta di cosa ha bisogno. dopo 10 minuti mi dice che vado benissimo e che posso iniziare subito.
nella mia felicità c'è anche il pensiero " questa me la scopo" .
dopo un paio di giorni inizio a lavorare fino quandoarriva il venerdi a pranzo siamo io e lei in un bar a mangiare si ride e si scherza, usciamo per tornare in ufficio e ci fermiamo in un parco a fumare una sigaretta mentre parliamo io la guardo negli occhi e lei mi dice di non guardarla cosi, chiedo spiegazioni( anche se sapevo)e la sua risposta à che se continuo cosi le viene voglia di baciarmi. e cosi iniziamo a baciarci con grande passione..
dopo siamo tornati in ufficio e abbiamo fatto finta di niente
ma in testa avevo sempre la solita frase " questa ma la scopo"
finito orario di lavoro fuori piove lei mi chiede un passaggio e io accetto
arrivo sotto casa sua mi invita a salire.
appena in casa subito lingua in bocca iniziamo a spogliarci reciprocamente e in pochissimo tempo ci ritroviamo in un 69 da sballo
ho il mio membro gigante tutto dentro la siua bocca
e i suoi sapori dentro la mia la sento urlare dal piacere allora inizio a penetrarla con forza poi la metto a pecora e cerco di entrare dietro di lei,
lei si oppone , ma in poco tempo dopo averle lubrificato bene quel buchimo la prendo da dietro lei urla prima dal male poi dal piacere fino a quando non gode - come una pazza io sentendola cosi sto per esplodere
tolgo il mio membro la giro e le vongo in bocca lei da brava pulisce tutto e continua a succhiare per farlo diventare ancora come piace a lei, bello duro, e via alle sconda. appena finito vado in bagno doccia e torno casa mia.
da quel giorno ogni tanto mi scopo la mia capa..
che bel lavoro che ho trovato mi pagano bene e ogni tanto si scopa
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16 years ago
admin, 75
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La nostra prima volta
La nostra prima volta
Dopo tanti anni di amore e sesso, la nostra complicità si è affinata, ogni situazione viene studiata e programmata, ci piace giocare insieme e decidere insieme. Dopo tante titubanze decidiamo di provare un nuovo gioco erotico, fatto di fantasia e di sogni, il nostro ricorrente è trovare una coppia come noi serena, felice e desiderosa di vivere emozioni senza volgarità, con dolcezza e complicità.
Dopo tanti tentativi troviamo una coppia che ha le nostre stesse affinità, ci piacciono, gli piacciamo, decidiamo di vederci senza tanti preamboli, deve essere solo un incontro per conoscerci per vedere se incontrarci è come chattare, ci siamo presi, ci intrighiamo a vicenda, vogliamo provare l'emozione dell'incontro.
Sappiamo che non dobbiamo fantasticare, meglio non correre, stare con i piedi per terra. Arriva il giorno fatidico, decidiamo di incontrarci in un luogo affollato, sembra strano ma ci riconosciamo subito, il primo impatto è bellissimo, sembriamo vecchi amici che hanno piacere di vedersi dopo tanto tempo.
Il posto ci sembra stretto, prendiamo un aperitivo, e senza neanche accorgerci fra una parola e l'altra ci avviciniamo verso le macchine, ci guardiamo e con un sorriso malizioso ci propongono di seguirli......
Si è proprio come avremo voluto, senza batter ciglio ci siamo accodati a loro, durante il tragitto ci siamo guardati, sembravamo innamorati come al primo appuntamento, volevamo tutti e due vivere l'esperienza, non c'è stato bisogno di parole, i nostri visi parlavano da soli.
Finalmente dopo circa dieci minuti di macchina arriviamo ad un casolare, il loro rifugio...... Ci fanno strada, entriamo, un posto accogliente caldo ci vien voglia di un caffè e andiamo tutti insieme a prepararlo come automi, ridiamo, siamo tesi ma decisi, iniziamo il corteggiamento piccoli tocchi carezze leggere, sale la pressione ma nessuno si tira indietro, anzi pian piano iniziano a volare i vestiti e in men che non si dica ci troviamo nudi, è bello giocare con il corpo di una sconosciuta, è bello giocare con il corpo di uno sconosciuto....
Il caffè può attendere, perchè non metterci comodi.... andiamo in camera da letto nel lettone tutti e quattro insieme!
Sono curiosa voglio vedere il mio amore per la prima volta con un'altra donna e nello stesso tempo voglio vedere dove arrivo io.
Però...! l'amica decide di passare al contrattacco e stende il mio amore sul letto, inizia a baciarlo lentamente in tutto il corpo e lui che fa? Le sue mani frugano in ogni angolo, ricambia i baci le carezze... è proprio eccitante vederli, ma non posso fare la guardona anche perchè l'altro gioca con me in modo meraviglioso, dolce, sensuale, non posso essere da meno allora inizio lentamente a scaldarmi, lo prendo dolcemente in bocca e vado pian piano su e giù, lo sento pulsare, ansimare mentre con la sua lingua mi fruga dolcemente, nooooo non fermarti ora continua gli dico e lui obbedisce, è veramente bello, sarà l'adrenalina, sarà la voglia di provare nuove emozioni, ma vorrei che il momento non finisse mai.
Ci sono anche io uomo!!!!!.....Mentre la mia donna gioca con lui, io inizio ad accarezzare e baciare lentamente il corpo di lei, parto dal collo, dietro le orecchie, baci e carezze dolci leggere, senza stringere, senza far male, scendo molto lentamente, arrivo ai capezzoli, sono già duri pronti ad essere accolti dalle mie labbra, mi chiede di morderli dolcemente ed io obbedisco, mordo e gioco con la lingua, è già bagnata, ma non è il momento di affondare, continuiamo a baciarci a stringerci a sentire i nostri colpi caldi pulsare, lei non resiste, vede il mio arnese pronto e si sposta, lo prende dolcemente in bocca e lo fa sparire completamente, che emozione, che eccitazione, non voglio venire ora, la fermo, voglio restituirle il favore e allora scendo giù, inizio a mordicchiare il clitoride, a far scorrere la lingua su e giù e pian piano entra nella fessura, è piena di umore, bagnata, umore acre e dolce nello stesso tempo irresistibile, lei ansima vuole il mio scettro, ma io son troppo preso dal gioco, non riesco a staccarmi dalla fessura, la lingua sembra incollata......
Noo non mi sono dimenticato del mio amore, ci cerchiamo con gli sguardi pieni di complicità, ci accarezziamo, si vede che siamo felici della nostra scelta!
Le donne prendono il sopravvento, non resistono più vogliono essere possedute e allora, quasi come se si fossero messe d'accordo, ci vengono sopra, vogliono possederci, lentamente ci infilano il preservativo e infilano il nostro pene nelle loro dolci fessure, già umide e vogliose. E' meraviglioso senti un calore irresistibile che fa diventare di marmo il tuo muscolo. Si muovono in sincronia, prima con dolcezza e poi con impeto, vogliono sentirlo dentro, noi ansimiamo, siamo a mille, gli occhi miei si incrociano con quelli dell'amico, siamo al settimo cielo!
Il mio amore, ha voglia anche di me, mentre cavalca si avvicina dolcemente al mio viso e mi bacia appassionatamente, non doveva farlo, esplodo vengo, quasi contemporaneamente viene anche l'amico, ridiamo di gusto, ci rilassiamo un attimo coccolando a abbracciando le nostre donne....
No, non finisce qui la notte è lunga e prosegue come è iniziata con dolcezza e amore, sesso fatto con amore e complicità, proprio quello che cercavamo.
Ormai è alba, decidiamo di vestirci e di prepararci il caffè sospeso la sera prima, ci guardiamo tutti e quattro negli occhi, non c'è bisogno di parole, è chiaro che siamo felici e contenti della conoscenza approfondita che abbiamo fatto. Sappiamo già da ora che ci cercheremo nuovamente, che avremo voglia di giocare nuovamente tutti e quattro insieme...
Ci salutiamo con un dolce bacio, le donne ricambiano con affetto, molto affetto.... meglio andare, l'adrenalina sta nuovamente salendo a mille...
ps: abbiamo deciso di incontrarci nuovamente dopo un mese e mezzo, è la seconda volta è stata addirittura migliore della prima!!!! Grazie dolce coppia piena di classe!
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16 years ago
admin, 75
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La mia prima volta
Era una freddoloso e cupo pomeriggio di febbraio di due anni fa e come al solito ero da solo in casa e trascorrevo la maggior parte del mio tempo davanti al computer.Durante l'intenso cazzeggio notai la pubblicità di desy su un sito e,spinto dalla mia curiosità e anche un po dalla noia,mi convinsi a visitarlo.Aprendo quel sito non avrei mai immaginato a cosa sarei andato incontro, e ,per lo più,a come da quel pomeriggio avrei incominciato a vedere le cose da un "nuovo" lato.Quel che vi trovai all'interno dapprimo acchito mi stupì ma col trascorrere dei minuti la cosa incominciava a incuriosirmi.C'erano un infinità di uomini,trav,trans,donne che cercavano una sola cosa:sesso!Certo,avevo a mala pena 18anni e certe "cose" mi erano ancora abbastanza ignote ma,spinto sempre dalla mia curiosità,registrai un utente personale.Provai subito a mettermi in contatto con le donne in linea ma,non ricevendo alcuna risposta,dirottai i miei interessi verso nuovi orizzonti....un trav della mia stessa città mi fece capire che ci sarebbe stato e una volta mostratagli la mia foto mi invitò a casa sua.
Se da un lato ero spaventato a cosa sareipotuto andare incontro, dall'altro morivo dalla voglia di provare e fu proprio quest'ultimo che prese il sopravvento,così mi docciai e incominciai ad avviarmi verso casa sua che nn rimaneva troppo distante dalla mia.Piu mi avvicinavo alla destinazione piu era la voglia e la curiosità di provare e così in dieci minuti scarsi ero davanti alla sua porta di casa.Mi presi qualche secondo prima di suonare al campanello,giusto il tempo di capire se avrei avuto sul serio il coraggio di entrare o no.Dietro alla porta mi apparì una Venere abbronzata completamente depilata coperta soltanto da una delicata e sottile lingerie bianca.Mi accolse subito calorosamente prendendomi la mano e mi fece accomodare sul divano.Scambiammo amabilmente qualche chiacchera mentre lei si fumava una sigaretta(evidentemente era nervosa anche lei)e mi chiese se per me fosse o no la prima volta con un trav.Evidentemente la cosa lo eccitava parecchio tanto che,prendendomi un po di sorpresa,mi sfilò i pantaloni in un attimo e incominciò con ancora le mutande addosso a leccarmi il cazzo.In un batter d'occhio il mio cazzo s'indurì così che decise di togliermi le mutande e cominciare con un pompino.Si vedeva che gli piaceva,lo prendeva tutto fino in fondo, mi prendeva le mani e mi invitava a toccargli il suo bel culetto.Eravamo entrmbi preda dei nostri cazzi così lunghi e duri,io gli infilai uno due dita su per il culo e intanto me lo succhiava con una tale foga da lasciarmi sbalordito.Decise così di spogliarmi completamente e così fece anche lui...aveva un cazzo molto grosso e mi chiese se ne avevo mai preso uno in bocca.Ovviamente gli dissi di no e volle farmi provare...così,convinto dall'eccitazione del momento,incominciai a succhiarglielo tutto,per quanto fosse possibile, e ci ritrovammo presto coinvolti in un 69.Successivamente mi chiese di scoparlo ma evidentemente ero bloccato dall'idea che era un uomo e così fu proprio lui a convicermi a farmi scopare dal suo bel cazzone.
Mi fece mettere a pecora sempre sul suo divano e piano piano,dopo avermi lubrificato il culo,sentivo quest enorme e grosso coso che incominciava a penetrarmi e pulsarmi dentro....io gli chiesi di nn fare troppo forte ma lui sopraffatto dall eccitazione mi riempiva di colpi come se fossi la sua troia....a me piaceva e urlavo,urlavo parecchio sia per il dolore sia per il piacere.Mi propose ti provare a travestirmi ma purtroppo non c era tempo,così,si segò davnti alla mia faccia fino a innondarmi la bocca col suo caldo sperma....mi colse di sorpresa ma alla fine riuscì ad ingoiarlo tutto.Dopodichè incominciò a risucchiarmelo tutto fino a aquando nn gli venni in faccia con tutto me stesso!
Da quel pomeriggio sono diventato una troia!
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16 years ago
travge2008,
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Al matrimonio
...Con un pizzico di fantasia si rende la realta' piu' intrigante a chi legge e a chi scrive da' la sensazione di potersi liberare della menzogna.
Mi trovavo al matrimonio di mia cugina , 20 anni , bella ragazza , in sposa a Tony 28 anni bel tipo ....
Tutta la family convocata per l'evento , parenti da ogni parte d'Italia e d'europa , molti sconosciuti , altri irriconoscibili per via degli anni che passano , altri ...è stato un piacere fare la conoscenza.
Come nel caso di Sara , una cugina di 2° grado dalla parte del padre della sposa , mio zio , che proprio non passava inosservata per via di ....due tatuaggi uguali e simmetrici ....dietro le caviglie....sotto i polpacci ....due piccoli precisi...( non lo posso dire il mondo è troppo piccolo)
I sandali rossi facevano da cornice fetish a due piedini curati e smaltati di rosso , ovviamente , un abitino corto nero e aderentissimo avvolgeva il suo giovane fisico come un alimento sotto vuoto ...e come il piu' prelibato dei cibi ..io avrei gustato volentieri....
La guardavano tutti : bruna , capelli lunghi , due occhi azzurri sfuggenti che non si fermavano un attimo....su altri occhi , sulle cose ...le rendevano piu' belle ...lei era bella ...e impossibile.....
Con mia moglie che , dalla celebrazione in chiesa al buffet dell'arrivo al ristorante, non faceva altro che ricordarmi di non bere troppo..... troppo tardi ! il caldo e le prelibatezze erano troppo invitanti per non approffittare di prosecco ghiacciato e ogni ben di Dio di stuzzicherie...
Mi servii piui' volte urtando il carattere di mia moglie che dopo essersi servita , anche lei , il 4° prosecchino ..sembrava essersi dimenticata di me...
....Che cercavo con lo sguardo Sara....bellissima....
Quando la scorsi in mezzo agli invitati con il fluit in mano e la borsetta di pelle rossa sotto braccio ...fu come avere davanti una diva...giocava con le gambe mettendole in ogni posizione possibile...incrociate , divaricate, leggermente divaricate , una davanti all'altra...intanto beveva e parlava con altri giovani invitati.....
Fu un attimo che la raggiunsi , notando che nel gruppo dei parenti intorno a lei c'era mio cugino......" be' , non mi presenti la parentela? "
"...ah , si scusa....lei è Sara"" molto lieto...."
La guardai come se in una frazione di secondo gli avessi proposto , di venire a letto con me, rifarlo , metterglielo in bocca subito dopo , e dopo essere venuto leccargli la fica.....per poi ricominciare a scoparmela ; aveva capito tutto e per il resto del pranzo...i suoi occhi cercavano furtivamente i miei...
...quelli di mia moglie erano radar per capire dove erano i suoi che gia' erano passati mentre i miei la stavano di nuovo cercando....
Queste cose mi fanno impazzire.
A un certo punto si aprono le danze e ovviamente io e mia moglie entriamo in pista...è come un rito ..ad ogni matrimonio ripetiamo il nostro primo ballo da sposati ...e ogni volta è bello come allora.
Ci amiamo ancora e questa è una fortuna...per noi e i nostri figli.
Altrettanta fortuna , pero' , è essere notati ..da un'altra donna ...piacere e riconoscere il piu' vecchio gioco del mondo , il gioco della seduzione , che quando inizia ci stupisce sempre con il miele della novita'.
Fu un attimo...mia moglie dietro ai bambini...Sara mi lancia l'ennesima occhiata , " amore vado fuori in giardino a prendere una boccata d'aria..." ....
la raggiunsi ....e passeggiamo lungo i vialetti della villa che ospitava il matrimonio ...lei fumava una sigaretta e di tanto in tanto il suo cellulare suonava , ma non rispondeva...
Non ricordo gli argomenti trattati...so solo che sara' stato il vino , sara' stato il caldo ......ma la Sara me la trovai avvinghiata a me dietro una siepe in un lungo interminabile bacio..solo con le lingue per non lasciare tracce di rossetto...SPETTACOLO !!! Ce l'avevo duro e lo sentiva contro le sue cosce , ansimava e mormorava parole incomprensibili.....forse versi e mugugni...quando le infilai la mano sotto il vestito scoprii ..che era senza mutandine e TOTALMENTE depilata , bagnata e aperta come le rose che ci circondavano.....
Il suo cellulare suono' , mi riassestai pulendomi le labbra , lei rispose al telefono ...io, mi incamminai su un'altro sentiero....
Rientrai nella sala 10 minuti prima di lei...mia moglie ? tranquilla....
Ad un tratto chiesi a mia moglie di fare quattropassi in giardino...e lei si stupi' della richiesta...Sara , usci'
subito dopo...ma mia moglie non si accorse della sua presenza ..neanche quando mentre la baciavo appassionatamente , lei ci spiava da dietro un'anorme quercia....
Si ripete' la scena di una oretta prima...misi le mani in mezzo alle cosce di mia moglie baciandola....tento' di fermarmele....ma io insistetti .....poi , cedette.
Si abbasso' davanti a me , si guardo' intorno , mi sbottono' i pantaloni e mi fece un sontuoso pompino , delicato e preciso.....con ingoio finale.
4 o 5 minuti in tutto....interminabili e piacevoli...pochi per essere beccati da qualcuno e pochi per non poter approfondire ....e ricambiare...
Sara , dietro la quercia ....ogni tanto si sporgeva per guardare.....
Rientrammo in sala...la musica avvolgeva tutti gli invitati ubriachi e scatenati nelle danze piu' disinvolte ...mi avvicinai a Sara e ballai con lei ...i nostri occhi.....un'alfabeto morse che dettava ad entrambe....il numero di cellulare......
Non mi ha ancora risposto , non mi ha mai chiamato.
INTRECCIOINFEDELE
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16 years ago
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Ingoio di urina
Alice l’ho conosciuta tramite li annunci su web. Era la mia prima esperienza con una ragazza conosciuta in internet. Lei era tutto quello che chiedevo tramite i miei annunci e di più. Era una morra di 32 anni, sposata e aveva un figlio di 2 anni. Dalle foto che mia aveva spedito sembrava assai carina con una bocca larga e labbra carnose fatte apposta per succhiarmi il cazzo e ricevere la mia sperma calda e densa. Il fisico non era di meno. Sembrava ben conservata anche dopo il parto del bambino. Ma quello che mi eccitava di più era il pensiero della sua figa larga ma sopratutto lei era disponibile a ingoiare la mia sperma salata e la mia piscia, sopratutto la mia piscia.
perché era ciò che chiedevo nei mie annunci: una ragazza che era disponibile per scambiare i nostri liquidi, anche una che non voleva farsi scoppare, basta che mi beveva sborra e piscia.
Lei negli email che mi spediva si giustificava di incontrarmi perché il suo marito non accettava di fare quelle cose, cioè lei li aveva proposte varie volte di farsi pisciare in bocca ma lui lo respingeva disgustato. Beh, faceva bene, cosi ne potevo approfittare io.
Ed era giunto il momento. Lei abitava a Rimini. Mi disse che era meglio che veniva lei a trovarmi a Padova cosi non si faceva vedere in giro con me nella sua città. Mi pareva giusto e conveniente.
Disse che si era fatta dare il permesso dal marito con la scusa che andava a trovare la sua amica Federica a Torino e dopo aver ricevuto il consenso senza problemi aveva subito telefonato alla sua amica per mettersi d’accordo di confermare la sua versione alla eventuale chiamata di suo marito e poi subito aveva preso il treno diretto a Padova.
Quando la vidi alla stazione sembrava più sexy che nelle foto anzi era un paio di centimetri più alta di me e questo mi faceva imbarazzare un po’. Tuttavia la accolsi con la mia lingua che li penetro la bocca fino alle tonsili e lei ricambio succhiandomi tutta la saliva che avevo in bocca.
Dopo aver preso uno spritz in piazza ci dirigiamo subito a casa mia. Strada facendo le chiesi: “ Ej bellezza posso chiederti una cosa?”
“ Certo, puoi chiedermi tutto quello che vuoi!”
“ no, volevo solo farmi confermare il programma che abbiamo prestabilito: voglio che mi dici che faremmo quello cose per cui io vado matto..
“ Taulant io sono venuta gia due volte in treno al solo pensiero che mi riempirai la bocca dalla tua urina gialla e dalla tua sborra… sto mettendo la corna al mio marito solo perché vado mata di queste cose, figurati se non le volessi fare.”
E ciò è bastato per ritrovarci nudi nella mia camera da letto.
Per prima cosa mi apri le gambe sapendo che io vado matto iniziando una scopata leccando a bevendo il liquido vaginale salato che le scollava dalla sua figa fradice. Aprendo le gambe a 180 gradi appoggia le labbra sulle sue labbra grandi e la lingua lo infilai nella sua figa. Ma cerano pochi umori per accontentarmi allora decisi di infilarli tre dita nel suo buco. Urlo leggermente gemendo e di conseguenza la sua figa inizio e eiaculare più liquido denso che scollò sulla mia lingua. Lo bevi tutto poi siccome la sua figa si era allargata assai le infilai un altro dito. Lei accetto graffiandomi la schiena con le due unghie minacciose. La sua figa si era allargata per infilarci tutta la mano. Me lo aspettavo perché lei mi aveva gia detto che ognitanto si dava al fisting con il suo marito, allora non non ci misi un secondo a infilare tutta la mano fino al polso. Lei urlo dal piacere mordendosi le labbra e tirando le lenzuola bianche. Stava avendo un orgasmo immediato e mi inondo la lingua con la sua colla trasparente dandomi un piacere immenso. Ne bevi la meta , mi avvicinai alla sua bocca e lasciai cadere nella sua bocca l’altra metta che lei ingoio senza esitare. Poi le feci cenno di non chiudere la bocca: e lei ricordandosi di quello che mi piaceva ricevo con la sua lingua la mia saliva densa bevendo tutto e io mentre lasciavo cadere tutto conclusi sputando sulla sua bocca ma non disprezzantemente ma in modo passionale a lei accettò con la stessa passione ingoiando tutto.
Poi vedendo che gli umori li avevano riempito il buco del cullo, mi resi conto che il suo anus era gia pronto per infilarli il vibratore di plastica che lei si era portato dietro. Mi aveva sempre detto che quando scopava voleva sentirsi tutti i buchi riempito. Lentamente le scivolai il giocatolo nel suo anno lubrificato poi spinsi fino in fondo e lei reagii stringendomi le mani ma non fermandomi.
Anzi poi eccitandosi mi incoraggiava. Io la misi in un posizione in modo che con la mano destra li potevo sbattere il cazzo finto in cullo e poi mi posiziono a lato sopra la sua testa mirando il cazzo nella sua bocca. Lei non ci mise molto a capire la mia intenzione e mi disse:
“ Dai ragazzo pisciami in bocca, riempi tutta, ho sete della tua urina…..lo voglio gialla ..gialla..”
I primi schizzi andarono sul viso poi iniziai a riempirle la bocca. Lei sapeva benne che doveva bere tutto. Doveva bere tutti i miei liquidi fino agli ultimi gocci. Mentre le pisciavo in bocca le feci quasi entrare tutto il vibratore nel cullo. Lei sentiva dolore e piacere allo stesso momento, io mi resi conto che sanguinava un pò dal culo, ma lei reagii godendo un orgasmo intenso. E mentre godeva , bevevo tutto la mia urina con una passione come se tutto quel piacere glielo causava la mia piscia.
Mentre le pisciavo dal mio buco del cazzo usciva anche il liquido denso come una colla e lei lo apprezzava con la sua lingua. Poi vedendo che stavo finendo tutto inizio leccarmi le palle e farmi un pompino da sogni. Se lo infilava tutto dentro, un deep-throat da impazzire. Mentre provavo piacere intenso mi dimenticai della plastica dentro il suo culo. Non ci misi molto a venire. Venni dentro la sua bocca che teneva aperta con la lingua fuori in un modo che non ero venuto prima. Invece di venire con dei schizzi inizia a pisciare sperma. E bene, erano tre settimane che non avevo svuotato le palle dal momento che mi aveva detto che veniva a trovarmi. Avevo conservato tutto.
Ci misi quasi due minuti a svuotare tutto nella sua bocca, e lei da vera maestra mentre riceveva la sborra beveva senza chiudere la bocca cosi non perdeva niente. Dio che panorama che godevo!!!
A fine di questo ci sdraiamo un po esausti. Mentre mi ringraziava per tutto il mio seme si rese conto che il suo cullo era ancora occupato. Allora infilo due dita e lo tiro fuori. Mentre lo osservammo quello immenso cazzo finto mi resi conto che cera abbastanza sangue sulla sua punta. Io ho temuto che reagisse male a quello che era avvenuto, ma lei inizio a leccare tutto il suo sangue che aveva rivestito il vibratore. A questo io reagii con una erezione inaspettata. Le montai sopra senza esitare infilando il mio cazzo di dimensioni normali nella sua passera extra large. Beh, non mi aspettavo che ne godesse molto del mio cazzo modesta, ma lei apprezzo molto il fatto che le stavo sopra. Apri la bocca e con la sua lingua mi invito a sputarla dentro. Io le passai delicatamente tutta la mia saliva calda dentro in bocca e lei lo ingoio tutto giocando con la sua lingua e questo mi arrapava molto. Mentre la baciavo sentivo l’odore forte della mia piscia dentro la sua bocca. La girai da dietro e la inculai con dei colpi potenti. Lei inizio a lamentandosi un po dicendo che le bruciava il buco del culo. Ignorai le sua parole e continuai a sbatterla violentemente. Allora lei infilo tutta la mano nella sua vagina masturbandosi mentre la inculavo. Provando un misto di dolore e piacere veni per l’ennesima volta. Mentre sentivo la sborra venendo fuori posizionai il cazzo dentro la sua bocca venendo questa volta con uno sperma assai denso. Lei ingoio tutto senza esitare, questa volta godendo di piu. Sapevo gia che le piaceva più la sborra densa anche se provo un pò difficile ingoiare tutto in una volta. Mi disse che non ce la faceva a mandare giù e che li era incastrata nella gola. Allora la portai al cesso e le feci bere la mia urina per aiutarla a mandare giu.
Quella sera bevei tanta acqua…..e non pisciai mai nel cesso.
Il giorno dopo prima di partire capii in lei la stessa soddisfazione che avevo io dopo quella notte anche se non la sentii più per tanto tempo. Mi scrisse dopo sei mesi dicendomi che aveva confessato tutto al suo marito della nostra notte, e che lui prima lo aveva presa male ma poi dopo si era deciso ad accontentare i suoi desideri proibiti ed adesso la loro relazione andava meglio. Comunque mi ringrazio per quella notte.
Sembrava incredibile, ma scopando con lei io avevo salvato il loro matrimonio.
msn : [email protected]
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16 years ago
spermloader,
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L\'incontro
Era lì, in piedi di fronte a lui…sorpresa come mai, perché aveva accettato quell’incontro, perché…..ancora non riusciva a spiegarselo..lei così intrigata ma anche così timorosa…così provocatoria ma anche così restia…lui con due dita le alzo’ il mento…”se vuoi sei libera di andartene…”..lei senti forte l’impulso di girarsi e infilarsi in macchina e scappare…lei, che aveva messo tutta una cura particolare nel vestirsi quella sera, lei che aveva sognato di stupirlo con quell’abbigliamento così fetish….ora voleva scappare….”no – disse – no, rimango…andiamo…” c’era in programma una cena a casa di lui…”…nello scannatoio – pensò lei sorridendo – eh si…entrerò a far parte della rosa delle sue conquiste…”…poche parole durante il viaggio, lui le sfiorò appena la seta delle autoreggenti, null’altro…lei fumava, girata spesso verso il finestrino…e si teneva il cappotto chiuso perché non si vedesse troppo quel fantastico mini abito in latex nero…che lui aveva già adocchiato al momento delle presentazioni…
arrivarono così a destinazione…lui cerco’ di metterla a proprio agio, cercando di ovviare a quell’evidente imbarazzo che era parte di entrambi….le offrì un calice di ottimo vino rosso…e la fece accomodare, mentre iniziava a preparare la cena…lei aspettò che lui si voltasse e si tolse finalmente il cappotto….dio che meraviglia..!!!! quel vestitino in latex, quelle autoreggenti velate, di seta…quelle scarpe con quegli altissimi tacchi a spillo…lui si voltò…si blocco'…lei sorrise allo sguardo incredulo di lui…si avvicino’ e si accucciò davanti a lei, seduta comodamente sul divano….”sei un po’ più tranquilla?”….lei annuì, ma non era vero….lui le prese le mani, la tirò a sé e la bacio'….un bacio a dir poco sconvolgente, di quelli che fanno perdere ogni contatto con la realtà…trovò giusto la forza per dirgli “attento….gli spaghetti scuociono..!!”
in realtà erano già scotti, ma tanto nessuno dei due pensava più al cibo….mangiarono poco e senza appetito…parlando con imbarazzo…lei abbassava gli occhi…lui rideva…lei accennava qualche colpo di tosse….si arrivò alla frutta…una bellissima hawayana con cioccolato fuso…un desiderio forte l’uno dell’altra era ormai tangibile, quasi si poteva toccare….lui prese una fetta di papaia coperta di cioccolato sopra, la fissò negli occhi e si avvicino’….le divaricò leggermente le gambe e spostò appena il perizoma….la penetrò con quel frutto….lei gettò la testa all’indietro e socchiuse gli occhi…”dio che sensazione bellissima..!” ….dopo la stessa cosa con una fragola…con la banana….frutti che subito dopo lui metteva in bocca e assaporava….”dimmi che ti piace..!” …”mi stai facendo impazzire…” lui le infilò un’altra fragola, si chino’ e avvicinò le sue labbra a quelle stupende labbra che ormai sapevano di cioccolato e di frutta e inizio a mangiare quella fragola proprià là…nel posto in cui l’aveva posizionata…mangiava quella fragola e la fissava e lei si sentiva sciogliere….raggiunse in poco tempo un orgasmo incredibile…lui la prese per mano..l’avvicino a sé..la strinse e le sue mani erano ovunque in un momento…lei continuava a bagnarsi in maniera incredibile…un orgasmo incredibilmente continuo…lei cerco con le mani lui…sentì un’erezione pazzesca…gli slaccio i pantaloni con frenesia…e si abbassò davanti a lui…cercando con le labbra lo strumento di quel piacere senza misura…con quelle labbra che fremendo lo trovarono, e, avide, lo fecero loro e così continuarono con un ritmo che era impossibile frenare e che stava procurando ad entrambi un qualcosa di piacevolmente grande ed indescrivibile…lui la prese per la braccia, la girò e la appoggiò alla tavola ancora apparecchiata…la penetrò e lei rimase senza fiato….la teneva per i fianchi e la possedeva…la possedeva e la possedeva ancora….e lei continuava a raggiungere orgasmi così ravvicinati da sembrare sempre lo stesso orgasmo….”si, si ti prego, prendimi ancora…non smettere….ti vogliooo..!!!! lei senti che lui stava per inondarla del suo piacere e si scostò porgendogli nuovamente le labbra…giusto in tempo per accogliere avidamente tutto ciò che lui le offri in quel momento…caddero insieme sul divano, stremati da quel piacere enorme…felici e soddisfatti….ansimanti….”che dici? – disse lui – ci rivedremo?” lei lo guardò e annuì sorridente “certo…ci rivedremo..”
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