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L\'incontro
Era lì, in piedi di fronte a lui…sorpresa come mai, perché aveva accettato quell’incontro, perché…..ancora non riusciva a spiegarselo..lei così intrigata ma anche così timorosa…così provocatoria ma anche così restia…lui con due dita le alzo’ il mento…”se vuoi sei libera di andartene…”..lei senti forte l’impulso di girarsi e infilarsi in macchina e scappare…lei, che aveva messo tutta una cura particolare nel vestirsi quella sera, lei che aveva sognato di stupirlo con quell’abbigliamento così fetish….ora voleva scappare….”no – disse – no, rimango…andiamo…” c’era in programma una cena a casa di lui…”…nello scannatoio – pensò lei sorridendo – eh si…entrerò a far parte della rosa delle sue conquiste…”…poche parole durante il viaggio, lui le sfiorò appena la seta delle autoreggenti, null’altro…lei fumava, girata spesso verso il finestrino…e si teneva il cappotto chiuso perché non si vedesse troppo quel fantastico mini abito in latex nero…che lui aveva già adocchiato al momento delle presentazioni…
arrivarono così a destinazione…lui cerco’ di metterla a proprio agio, cercando di ovviare a quell’evidente imbarazzo che era parte di entrambi….le offrì un calice di ottimo vino rosso…e la fece accomodare, mentre iniziava a preparare la cena…lei aspettò che lui si voltasse e si tolse finalmente il cappotto….dio che meraviglia..!!!! quel vestitino in latex, quelle autoreggenti velate, di seta…quelle scarpe con quegli altissimi tacchi a spillo…lui si voltò…si blocco'…lei sorrise allo sguardo incredulo di lui…si avvicino’ e si accucciò davanti a lei, seduta comodamente sul divano….”sei un po’ più tranquilla?”….lei annuì, ma non era vero….lui le prese le mani, la tirò a sé e la bacio'….un bacio a dir poco sconvolgente, di quelli che fanno perdere ogni contatto con la realtà…trovò giusto la forza per dirgli “attento….gli spaghetti scuociono..!!”
in realtà erano già scotti, ma tanto nessuno dei due pensava più al cibo….mangiarono poco e senza appetito…parlando con imbarazzo…lei abbassava gli occhi…lui rideva…lei accennava qualche colpo di tosse….si arrivò alla frutta…una bellissima hawayana con cioccolato fuso…un desiderio forte l’uno dell’altra era ormai tangibile, quasi si poteva toccare….lui prese una fetta di papaia coperta di cioccolato sopra, la fissò negli occhi e si avvicino’….le divaricò leggermente le gambe e spostò appena il perizoma….la penetrò con quel frutto….lei gettò la testa all’indietro e socchiuse gli occhi…”dio che sensazione bellissima..!” ….dopo la stessa cosa con una fragola…con la banana….frutti che subito dopo lui metteva in bocca e assaporava….”dimmi che ti piace..!” …”mi stai facendo impazzire…” lui le infilò un’altra fragola, si chino’ e avvicinò le sue labbra a quelle stupende labbra che ormai sapevano di cioccolato e di frutta e inizio a mangiare quella fragola proprià là…nel posto in cui l’aveva posizionata…mangiava quella fragola e la fissava e lei si sentiva sciogliere….raggiunse in poco tempo un orgasmo incredibile…lui la prese per mano..l’avvicino a sé..la strinse e le sue mani erano ovunque in un momento…lei continuava a bagnarsi in maniera incredibile…un orgasmo incredibilmente continuo…lei cerco con le mani lui…sentì un’erezione pazzesca…gli slaccio i pantaloni con frenesia…e si abbassò davanti a lui…cercando con le labbra lo strumento di quel piacere senza misura…con quelle labbra che fremendo lo trovarono, e, avide, lo fecero loro e così continuarono con un ritmo che era impossibile frenare e che stava procurando ad entrambi un qualcosa di piacevolmente grande ed indescrivibile…lui la prese per la braccia, la girò e la appoggiò alla tavola ancora apparecchiata…la penetrò e lei rimase senza fiato….la teneva per i fianchi e la possedeva…la possedeva e la possedeva ancora….e lei continuava a raggiungere orgasmi così ravvicinati da sembrare sempre lo stesso orgasmo….”si, si ti prego, prendimi ancora…non smettere….ti vogliooo..!!!! lei senti che lui stava per inondarla del suo piacere e si scostò porgendogli nuovamente le labbra…giusto in tempo per accogliere avidamente tutto ciò che lui le offri in quel momento…caddero insieme sul divano, stremati da quel piacere enorme…felici e soddisfatti….ansimanti….”che dici? – disse lui – ci rivedremo?” lei lo guardò e annuì sorridente “certo…ci rivedremo..”
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16 years ago
admin, 75
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Incontri ravvicinati
Incontri ravvicinati del terzo tipo
Rimasi sul letto straiato a fissare il soffitto e ripensando a tutto quello che era successo mi addormentai.
Mi svegliai che il sole era gia alto , il cuscino sapeva ancora di te del tuo profumo inebriante, lo abbracciai e me lo portai al viso per poterlo assaporare meglio,poi guardai l’ora e decisi che forse era meglio alzarsi anche perche il mio stomaco gridava vendetta, sotto la doccia non riuscivo a non persare a lei e già mi prospettavo di inserirla nel reparto del mio cervello riservato ai bei ricordi.
Mi vesto e rasato e profumato mi indirizzo verso la holl per uscire ,passando davanti al bancone noto dei deplian di un locale che pubblicizzavano l’evento della serata a tema,BALLO IN MASCHERA (TRASGREDIRE)
La cosa mi incuriosi molto e ne presi uno lo piegai e lo infilai in tasca e mi recai nella sala da pranzo per fare colazione,mentre aspetto il cameriere tiro fuori il deplian e lo leggo più attentamente,ballo in maschera bla,bla,bla ingresso gradis per le coppie già forma single € 50.00.
Cavolo mi dico un po caro poi continuo a leggere per prenotazioni 333…………………… prendo il telefono e faccio il numero mi risponde una voce di donna gentilissima che mi spiega la serata io la interrompo un attimo chiedendogli se era possibile entrare senza maschera visto che in quei giorni era diffile poterne reperire una e io non avevo ne il tempo ne la voglia di girare ,mi disse che senza maschera non avrei potuto partecipare al concorso per vincere un viaggio ma che sarei potuto entrare soltanto con una mascherina tipo zorro,ok dico faccio la prenotazione ringrazzio e saluto.
Esco dall’albergo per fare due passi cercando di togliermi dalla testa il suo viso(diciamo pure tutto il resto) passegiando lungo i viottoli stretti di Venezia con il mio classicissimo toscano che impestava l’aria e la miriade di turisti straniere che mi guardavono con sguardi schifati,me ne infischio dei loro commenti e proseguo la mia passeggiata.
Torno in camera poco prima dell’ora di cena e rovistando nel mio zaino portatutto cerco una bandana nera che dovevo aver li da qualche tempo ,eccola tutta stropicciata ,la tiro fuori e con la lametta da barba le faccio due fori per potermela mettere fino a coprire parte del viso .
Vado a cena e poi mi ritiro in camera per prepararmi,impermeabile tipo western,cappellone e bandana mi sentivo un poco ridicolo ma non sapevo cosa altro inventarmi,mi guardo allo specchio faccio un bel respiro e esco.
E ‘ quasi mezza notte quando entro nel locale pensando di trovarlo già pieno ma noto che ci sono solo poche coppie appartate sui divani che bevono e ridono spensierati , quattro cretinotti vestiti da moschettieri che cercono di conquistare tre Colombine straniere e comincio a pensare qui mi sa che non batte chiodo.
Dopo poco però devo cominciare a ricredermi l’affluenza è molta e anche se sotto quei vestiti ingombranti non si riesce a capire chi ci sia se uomo o donna la serata inizia a movimentarsi, e la sala da ballo si riempe.
Ballando i profumi cominciano a mischiarsi con l’odore acre del sudore e decido di recarmi al banco per prendere qualcosa da bere,e li che vengo folgorato.
Mi appoggio chiedo da bere e mentre aspetto mi guardo in torno e ispirando con il naso ho la sensazine di sentire quel profumo,poi penso tra me e me “lo senti dappertutto” poi arriva il cameriere mi da da bere e ringraziandomi mi volto e ti trovo dietro a me con la sua bocca a pochi centimetri dalla mia , mi sorridi e mi dici “anche te qui”? quasi imbarazzato rispondo con un solo Già. Vieni ti presento agli amici mi fa e io come un cagnolino al guinzaglio la seguo,mi sento un poco in imbarazzo a mano a mano che me li presenta ma il colpo di grazia me lo da quando mi presenta il compagno eridendo all’orecchio mi dice non ti preoccupare sa quello che è successo questa notte gli ho raccontato tutto ,sento il mio viso prendere fuoco ma non l’ho visto incavolato con me anzi tranquillamente si avvicina e mi ringrazia di aver regalato una notte straordinaria alla sua donna,io lo guardo e rimango un attimo allibito da tale franchezza ,poi ci sediamo e mi spiega , sono molti anni che siamo insieme e per tener vivo il nostro rapporto cerchiavo situazioni intriganti da vivere per poi quando siamo insieme raccontarcele e magari ricrearle,mi ha detto che sei molto bravo con la lingua,ed io imbarazzato come mai balbettando mi difendo,chiacchierando di questo argomento mi stavo eccitando e il bozzo era diventato evidente attraverso i pantaloni,lui lo nota e appoggiandomi una mano su una coscia mi sussurra ti piacerebbe farlo in gruppo.
Imbarazzatissimo lo guardo mentre lei mi raggiunge alle spalle appoggia il suo viso al mio e fa di che state chiacchierando e lui senza nessuna reticenza gli fa lo stavo invitando alla nostra festa di stanotte, lei mi guarda e mi sussurra hai accettato vero? Interviene lui e fa veramente è un poco titubande in quel momento sentivo i testicoli che mi esplodevano il mio cazzo che spingeva sulla stoffa dei box stavo sudando copiosamente, intanto lei si era seduta sulle sue ginocchia e mi guardavano aspettando la mia risposta, io con la testa bassa che guardavo il ghiaccio roteare nel bicchiere mi dic: ma perché no? Alzo la testa e sorseggiando un goccio di Martini gli dico ok e dopo un attimo gli chiedo ma chi siamo?
Lui sorridente mi fa siamo noi piu quella coppia che sta ballando al bordo della pista.
Restammo alla festa ancora per un oretta poi ci recammo tutti a casa della coppia che era del luogo.
Il portone settecentesco dell’abitazione di Marco ed Elena, cosi avevano detto di chiamarsi , si apri grachiando immettendoci su un atrio stupendo con tante statue in marmo , la casa era stupenda soffitti altissimi pareti decorate con arazzi antichi ci fanno strada e ci fanno accomodare in un salone con un grande camino acceso , a terra a debita distanza e per tutta la stanza tappeti persiani stupendi morbidi e spessi, le luci molto soffuse l’atmosfera profumata e l’alcol che avevo in corpo mi da quasi a svenimento ma sono troppo eccitato e cerco di resistere ma non riesco e mi lascio cadere sulla poltrona, le due signore ci lasciano per andare a rifarsi il trucco e noi rimaniamo li a chiacchierare ,dopo poco però l’alcol comincia a dare i suoi risultati e io devo andare in bagno mi avvicino alla porta pronto a bussare sapendo che le signore erano ancora dentro ma vedo la porta socchiusa,sbircio e le vedo abbracciate in un bacio saffico e le mani che sfiorano i loro corpi reciprocamente,rimango quasi paralizzato dalla scena che non percepisco neanche l’arrivo alle mie spalle di Marco che mi cinge alla vita e mi sussurra all’orecchio sono uno spettacolo? Contemporaneamente mi infila la mano allinterno dei pantalani prendendolo in mano.
Rimango un attimo sbalordito dalla situazione ma sono troppo eccitato per poter fare qualsiasi cosa , in quel momento arriva ache il marito di lei e mentre Marco me lo estrae dai pantaloni lui si inginocchia di lato a me e se lo prende tutto in bocca .
Io mi freddo e cerco di staccarlo ma lui è bravo devo dire molto bravo e Marco mi fa lascialo fare che vedrai ti piacerà e poi ci sono sempre loro con le quali puoi giocare è un dare avere, ci penso un attimo e mi dico ma si sono talmente eccitato che non guardo più nulla chiudo gli occhi e mi lascio andare.
Mi lascio andare e mi ritrovo sdraiato sul tappeto del bagno con una miriadi di mani che mi tocca che mi spoglia,sento mani che corrono lungo le mie gambe ,lungo le mie braccia ,sul mio petto, sento le lingue percorrere tutto il mio corpo e ne sento due raggiungere il mio cazzo presumendo che siano delle ragazze allungo le mani e sento le loro teste,non sono le ragazze ma i loro compagni che uno da una parte uno da l’altra hanno preso il mio cazzo in mezzo.
Ma cavolo cerco di reagire ma non riesco è bello e mi piace si sono due uomini che mi leccano ma mi piace,intanto Elena mi sale a cavalcioni sul mio petto e porta la sua fica ad altezza della mia bocca stupenda anche lei completamente rasata, e inizio a leccarla mentre lei la mia musa è appoggiata al lavabo con un piede sulla vasca che si sditalina guardandoci e sebra sponandoci,poi Marco smette di leccarmi lasciando il mio cazzo alla mecee dell’altra coppia e si mette dietro la moglie infilando il suo cazzo tra la sua fica e la mia bocca .
E’ una sensazione strana ma non riesco a fare a meno di prenderlo in bocca lo sento diventare duro e gonfirsi poi lo sfila e lo infila in fica alla moglie mentre io continuo a leccarli entrambi,sento una lingua penetrare il mio buchino mentre un'altra corre lungo il mio cazzo cavolo sto godendo come un matto, è bellissimo ,Marco ed Elena sono intenti ora in sessantanove da capogiro lei è sotto e mentre lo succhia gli allarga le chiappe mi chiama e mi dice vieni io mi alzo accompagnato da gli altridue che si mettono al mio fianco il mio cazzo ora è in compagnia di quello di Marco alla merce della lingua di Elena che prima lo succhia e lo bagna bane e poi con la mano lo appoggia nel culo di Marco ,fa un poco fatica ad entrare ma inumidito bene piano piano penetra mentre le mie mani sono una nella fica e l’altra stringe in mano il cazzo.
Marco si muove piano sotto di me mentre lei gle lo succhia da sotto e l’altra da dietro mentre l’altro affianco a me avvicina il suo cazzo alla sua bocca.
Vennero tutti e mi regalarono per finire un ponpino a quatto ,un esperienza indimenticabile.
Anche perche è frutto tutto della mia malata fantasia di sesso e non credo che provero mai dal vivo questa sensazione.
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16 years ago
admin, 75
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Carnevale a venezia
Carnevale di Venezia
Piazza San Marco ,mi ritrovo in mezzo ad una miriadi di persone in maschera di tutti i tipi dalle più staravaganti alle più classiche,non mi è mai piaciuto mascherarmi ma in questo marasma sembro io quello in maschera con i miei jeans i mie classici occhiali a goccia senpre infocati sul mio naso a proteggere il mio sguardo,da quello di tutto il mondo.
Atraverso la piazza con il mio zaino sulla spalla diretto al mio albergo quando una goccia cade sulla lente dei mie occhiali appoggio lo zaino a terra li sfilo e con il bordo della mia maglietta cerco di asciugare il vetro verde dei miei Ray-Ban, in quel momento vengo catturato da un profumo inebriante,non so descrivere quell’aroma ma forte e delicato allo stesso tempo,mi volto ancora con lo sguardo basso intento ad asciugare,alzo gli occhi e la vedo è di spalle con abito da dama del settecento color ebano quell’enorme parrucca bianca, era in un gruppo di persone e rideva felice di godersi quel momento ,poi come se avesse percepito la mia presenza si voltò,i nostri occhi si incrociarono e il suo sorriso sembro spegnersi per un attimo, i nostri sguardi si intrecciarono per qualche istante era stupenda le labbra carnose dipinte di un rosso fuoco spiccavano sul quel viso reso candito dalla cipria bianca,una mascherina celava il suo volto, ma la cosa che mi colpi furono gli occhi blu.Blu ma un blu particolare acceso vivo ,poi si volto e continuò la sua conversazione, sgrullai un attimo la testa come per rientrare in me mi rimisi i mie occhiali feci un bel respiro e zaino in spalla ripresi la mia strada verso l’hotel.
Non era il massimo come accoglienza ma era l’unico dove avevo trovato una camera, mi viene consegnata la chiave ed indicate le scale secondo piano qui non c’è ascensore, non c’è problema rispondo io non lo prendo mai.
La camera invece si rivela quasi una sorpresa, è molto grande calda e molto ben arredata con stoffe alle pareti e quadri con enormi cornici,butto lo zaino in terra accendo la tv e senza neanche toglermi le scarpe crollo sul letto , le voci che provengono dalla tv hanno un effetto sonnifero su di me e mi appisolo ripensando a quel profumo e quei occhi.
Riapro gli occhi convinto chissa quanto aver dormito mi alzo di scatto ma verificata l’ora mi rilascio cadere sul letto e fisso il soffitto per alcuni minuti poi decido di farmi una bella doccia per togliermi di dosso la stanchezza e gli odori del viaggio.
Altra sorpresa non c’è la doccia ma una stupenda Iaguzzi nera inserita in un rivestimento rosa antico,riempo la vasca fino a bordo e mi immergo le bollicine dell’idromassaggio messo al minimo rilassano il mio corpo e cosi stando mi addormento.
Lo squillo del telefono appoggiato sul bordo della vasca mi riporta alla realta e dopo aver risposto mi rendo conto che è ora di cena ,esco dalla vasca mi asciugo poi appoggio le mani sul lavabo e mi guardo allo specchio ,la barba di due giorni che incomincia a imbiancare il mio viso,prendo la schiuma e la spalmo delicatamente per poi rasarmi con cura, .
Una passata di dopobarba arinfrescare il viso mi vesto e mi reco nell’holl dell’otel alla ricerca del ristorante,appoggiato al bancone della reception sfogliando il deplian delle gite in battello vengo catturato di nuovo da quel profumo,mi volto ma non vedo nessuno solo un gruppo di ragazzi cerco di riuscire ad associare quel profumo a qualcuno ma niente quando butto gli occhi su una ragazza di spalle con capelli nero corvino, penso no non può essere lei mi rivolto e continuo la mia lettura quando ad un certo punto la sento ridere, è lei non ci sono dubbi, ma è in compagnia e le mie più represse fantasie si spengono vedondola abbracciare un uomo e baciarlo delicatamente sulle labbra,mi dico bene basta cosi non ci pensare più e vattene a cena,errore madornale cercar di capire le donne e infatti mentre mi recavo verso la sala ristorante passandole accanto lei si volta mi guarda scrutandomi dal alto verso il basso e i suoi occhi si incrociano di nuovo per un attimo con i miei io cerco di sorriderle ma la muscolatura del mio viso non risponde mentre lei mi lancia un accenno di sorriso .
Seduti a due tavoli di distanza con il mio defilato al suo sguardo sulla destra ho passato tutta la serata a guardarla e cercando di percepire il momento giusto per poter incontrare il suo sguardo,ma niente non mi degnò neanche di un occhiata,finita la cena ,lei alza e reca veso il bagno io aspetto qualche minuto e decido di seguirla , i lavelli erano nella parte comune dei bagni e la trovo che si tava rfacendoil trucco ,vado nel bagno degli uomini e quando esco mi reco verso i lavelli per lavarmi le mani ,mentre sono intento ad asciugarmi le mani sotto quella specie di fon lei estrae un taccuino dalla borsa e inizia a scrivere alcune cose su un foglio,poi con un colpo deciso lo strappa lo piega iun due si volta verso di me e facendo scorrere le sue dita sul mio viso e giu lungo il collo fino al petto lo infila nel mio taschino e sussurrando all’orecchio mi dice piacere sono Eva.
IL suo profumo cosi da vicino era ancora più inebriante e io ero rimasto imbambolato e non riuscivo neanche a presentarmi.
E’ in quel momento che lei percependo il mio stato di imbarazzo mi dice l’ì c’è il mio numero più tardi chiamami sfiorò le mie labbra con le sue si voltò e mentre se ne stava andando trovai la forza solo per dire si più tardi che vuol dire, lei si volto e mentre si allontanava sorridendo mi disse più tardi..
Rimasi appoggiato al lavabo non so per quanto tempo a fissarmi allo specchio non credendo a quello che mi sava accadendo poi infilai le dita nel taschino e tirai fuori il biglietto e inizia a leggerlo .
Ciao sono Eva il mio numero è 3200000000 e se vuoi pui chiamarmi dopo la mezzanotte….
Non riuscivo a crederci quell’angelo mi aveva dato un appuntamento si telefonico ma un appuntamento.
Esco dal bagno sembrava che camminassi a due palmi dal pavimento ci incrociamo di nuovo io faccio con fatica finta di non vederla e lei invece con molta naturalezzanon mi considera proprio.
Dieci e trentacinque cavolo ancora il tempo non passa più il caffe l’ho preso e sono già troppo nervoso per prenderne un altro mi vuovo tra la holl e il bar impazzientemente, decido di uscire a fumare,furi nel bagliore delle luci riflesse nei canali accendo il mezzo toscano tirando una forte boccata non fa freddo e cerco di non pensare a lei , mi appoggio alla balaustra del ponte guardando le gondole passare con quei tarchiati turisti tedeschi e penso però romantici,faccio l’ultimo tiro al mio sigaro guardo l’orologio cazz…….ancora le undici e dieci,vabbè me ne vado in camera.
Salgo le scale due alla volta e apro la porta butto la giacca sulla poltrona sfilo le scarpe e i pantaloni vado in bagno appoggio le mani allo specchio apro lacqua e spremendo il tubetto del dentifricio sullo spazzolino inizio a lavarmi i denti mentre riempo la vasca da bagno.
Mi sdraio e appoggio il mio telefonino sul bordo undici e quarantacinque penso mi rilasso un attimo chiudo appena gli occhi stanchi del viaggio iniziato quella mattina alle quattro, errore fatale…………………
Mi sveglio di scatto rischiando l’affogamento mi giro a cercare il telefono lo prendo in mano e cazz…………………0045 mezzanotte e quarantacinque esco di scatto dalla vasca e incurante di star bagnando tutta la moquett della stanza cerco nel taschino il foglietto digito il numero primo squillo secondo terzo quarto e penso ho perso l’occasione della mia vita, tastino rosso e butto il telefono sul letto e mi sdraio.
Due minuti dopo sento la vbbrazione del telefono che mi indica l’arrivo di un nuovo messaggio ero talmente depresso che non volevo neanche leggerlo pensando che fosse uno dei soliti messaggi delle chat telefoniche,poi come un automa prendo il telefono in mano e spingo il tasto leggi messaggio,appare come per incanto il suo numero e il messaggio chi è che mi chima a quest’ora?
Risposi immediatamente al messaggio spiegando chi ero e dopo spinto invio stetti sdraiato sul letto con il telefono in mano ad aspettare la risposta che non arrivò via sms ma con uno squillo e poi un altro risposi pronto e dal’altra parte una voce delicata e sublime mi disse ma non mi dovevi chiamare a mezzanotte?
Cercai di scusarmi con lei che voleva farmi pesare sempre di più il mio ritardo come se cercasse una scusa per non proseguire ,e quando ero li li per pensare adesso mi da la buona notte e il ci risentiamo se ne esce ma te sei solo in camera?
Rimango un attimo ipnotizzato e lei ei ci sei?perche sai io divodo la camera con un amico e qui non posso,pronto,pronto lei insisteva ed io paralizzato non riuscivo a rispondere poi si si ci sono scusa ,si sono solo in camera silenzio totale e allora io pronto pronto ci sei e dall’altra parte sento si mi dici il numero della camera o devo bussare a tutte le porte dell’hotel?
24 secondo piano seconda porta a destra del corridoio , ok dammi dieci minuti e riagganciò.
Mi alzai dal letto di corsa mi infilai un paio di box e i miei jean preferiti un pizzico di profumo presi in mano la camicia pensando la infilo o mi faccio trovare senza poi decisi di infilarla,èpassarono i dieci minuti passarono venti muniti passo mezz’ora le inviai un messaggio ma non ebbi risposta e depresso stavo pensando se uscire o mettermi a dormire ma sapevo che non avrei dormito e cosi decisi che forse era meglio uscire,
mi infilo la giacca vado per aprire la porta e ti trovo lì davanti a quell’uscio nell’atto di bussare, esordi dicendo stavi spiando dallo spioncino ?e io veramente me ne stavo andando e te imbronciata come te ne stavi andando non ti vedevo non rispondi ai messaggi ho pensato questa mi da buca, e lei ho il telefono scarico e l’ho spento dopo che ci siamo sentiti,ma mi fai entrare o vogliamo rimanere qui nel corridoio?
Ed io prego prego ci mancherebbe, lei entra e mentre io chiudo la porta lei alle mie spalle si sfila il soprabito che le nascondeva il corpo mi volto e vedo lei di spalle che appogia sulla poltrona il soprabito piegandosi un poco ,fusò bianchi che fasciano i suoi fianchi il piccolo perizoma che si nota sopra la cinta dei pantaloni mette in evidenza il suo come definirlo lato b stupendo una vitina stretta e fascia addominale ben tornita un top nero a fasciare il suo seno con amplia scollatura e che fatica non poco a intrappolare quello spettacolo di seno terza abbondante forse anche quarta.
Ti volti e mi dici allora?
Ero rimasto un attimino imbambolato difronte a si tanta bellezza,con un gesto sinuoso togli il fermaglio che teneva arruffati i tuoi capelli e roteando la testa gli ridai la loro naturale posizione ,nero corvino lunghi fino a metà della sua shiena che spettacolo mi siedo sul letto e rimango imbambolato a guardarla .
Lei si avvicina a me e tenendomi la testa ferma tra le sue mani avvicina il suo viso al mio e accosta le sue labbra sulle mie guancie e scorrendo delicatamente arriva fino a mettere in contatto le sue labbra con le mie mi spingi sul letto fino a farmi sdraiare sento il profumo della tua pelle il tuo seno spinge sul mio petto il tuo pube sulla mia pancia ,mentre mi baci cerco di trovare il sistema per slacciare quel top ma non ha fermagli, lei se ne accorge e mi intima di femarmi ,mi gela con il suo sguardo e si solleva poi accennando un sorriso si sfila il top mettendo a nudo uno splendore di seno turgido sodo e con i capezzoli che sembravano essere disegnati tanto erono fuori e belli, mi ritrovo con il mio viso tra quelle tette leccandole e succhiandole,mordendole i capezzoli mentre la mia mano piano piano corre lungo il suo corpo,prima sulla pancia giocando con l’ombelico poi accarezzandole le gambe partendo dal ginocchio fino ad arrivare allinterno coscia e sentendola irrigidirsi mi fermai, ma lei continuando a baciarmi si sfilo le scarpe e pantaloni mettendo in mostra due gambe lunghe liscie e vellutate, con lo scorrere delle mie dica su quelle cosce sentivo l’adrenalina scorrere in me sempre più velocemente,il mio respiro si faceva affannoso ed anche il suo si cominciava a sentire.
La feci sdraiare e mentre la mia lingua correva sulla parte alta del corpo, le dita della mia mano sfioravano la parte bassa del corpo scivolando senza problemi verso l’interno coscia,piegò leggermente le ginocchia permettendomi di arrivare al bordo del perizoma che sfiorai delicatamente spostandomi verso il centro si sentiva il calore della sua passeria che aumentava, le spostai delicatamente da una parte e sorpresa sorpresa notai , completamente rasata bella liscia e profumata non mi trattenni e portai la mia lingua a contatto con le grandi labbra della sua fica,.
In ginocchio sul bordo del letto con la mia testa tra le sue coscie e le sue mani che tenevano la mia testa spinta sulla fica,la mia saliva si mescolava ai suoi umori colando fino a bagnarle anche il bordo del buchino del culo , si muoveva e smaniava,la penetravo con la mia lingua allargala con le mani e penetrandola dietro con le dita…………………………………………………………..
Il suo corpo si inarcava e gemeva per il picere che provava non riusciva a tenere fermo il suo corpo si volta e carponi sul letto mi ritrovai il suo stupendo sedere stampato sul mio viso, mi sollevai e le presi i fianchi e la tirai a me i suoi glutei sbattuti sulla mia pancia mentre il mio cazzo struciava sulle grandi labbra ,lo indirizzai piano nella giusta direzione e fu in un attimo risucchiato i suoi movimenti ritmati venivano interrotti da soste e sembrava che cercasse di farlo arrivare dove lei voleva, mentre le mie mani le allargavano le chiappe e il mio dito prendeva possesso del suo culo.
Si defilo e mi fece sdraiare e prima fece scorrere la sua lingua lungo la mia pancia e lungo tutta l’asta ancora inbevuta dei suoi umori poi si sollevo e se lo infilò dall’alto in uno smorza candele intusiasmante,vedevo il mio cazzo entrare ed uscire i suoi seni ballarmi davanti agli occhi,poi dun tratto si fermo si sollevò sempre mentre mi guardava negli occhi lo prese in mano e se lo appoggio al buchino sempre nella stessa posizione, ci mise un po ad entrare ma dopo pochi secondi e di spinte se lo prese tutto appoggiando le sue mani sui miei ginocchi per scaricare meglio il peso lo gurdavo entrare ed uscire mentre lei con una mano si dilatava la fica e si martellava le grandi labbra,.
Godemmo in contempranea le venni nel culo sentivo lei gemere di piacere,poi si sollevo e la mia sborra le colo dal buco gacciandomi sulla pancia lo prese in mano e con la lingua lo ripuli tutto .
Poi si alzo e si reco al bagno si lavo io ero sul letto che cercavo di riprendere le forze e sperando di continuare ma lei usci vestita dal bagno e appoggiandosi allo stipide della porta mi disse: è stato bello ma devo andare.Ci rivedremo dissi, e lei voltandosi dalla porta della camera sorrire non disse nulla e si chiuse la porta dietro di se.
CONTINUA.
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16 years ago
admin, 75
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Fantasia di orgia
Ci eccitava il pensiero di altre presenze tra noi. Ogni volta che ci ritrovavamo nel nostro segreto appartamentino, le menti vagavano nella fantasia del non essere solo in due. Quelle mattinate o quei pomeriggi, rubati per godere insieme il piacere del sesso, si riempivano di fantasmi nudi che aleggiavano tra noi. Questo nostro rapporto segreto, fatto di amicizia e tanta, tanta passione erotica, voleva di più, voleva da tempo superare l’ordinaria frontiera del sesso a due.
Un venerdì di settembre, una delle pochissime sere ricavate per noi con la scusa di riunione di lavoro e uscita con le amiche, io e Paola eravamo a cena in un noto ristorantino torinese, particolarmente appartato e classicamente frequentato da coppie non del tutto regolari.
Al tavolo a fianco a noi si accomodarono tre persone. Fummo subito colpiti dalla loro eterogeneità. Lei, non bellissima secondo i canoni classici e non certo teen ager, molto sexy nel suo elegante vestito verde. Truccata benissimo, sembrava voler dire al mondo: maschietti, sono qui per voi. Tutto, dal trucco allo stivale, alla pettinatura perfetta sembrava dire ciò. I due uomini, diversissimi tra loro. Uno raffinato e di età apparente sulla cinquantina, come la donna. L’altro, non più che trentenne, palesemente palestrato e fuori luogo in una grisaglia con cravatta dal nodo gigantesco.
Io ed Paola chiacchieravamo del più e del meno, ma quel trio, o meglio la lei di quel trio ci fece voltare lo sguardo.
Mi sentii dire sottovoce: “vorresti fartela… non dire di no, da come l’hai guardata e mangiata con gli occhi si capisce benissimo”. Era Paola che aveva giustamente interpretato i miei sguardi verso il tavolo vicino. Non mi trattenni dal rispondere, sempre a voce bassa: “da come anche tu l’hai guardata, direi che non ti offenderesti se la portassi nel letto tra noi”.
Vidi negli occhi di Paola apparire quell’eccitazione che usavamo darci nell’intimità, fantasticando di un sesso aperto ad altri. Mi disse: “certo che no, purchè con lei ci sia anche un uomo”. I nostri intimi desiderata erano venuto a galla, portati sull’onda del momento da quella donna. Non era però una novità, spesso avevamo già fantasticato su dei commensali sconosciuti, trasformandoli in quei fantasmi che aleggiavano nel letto ad allietare ed aumentare le nostre eccitazioni. Paola non era mai restia nel raccontarmi come avrebbe saputo portare una donna all’estasi, anche se, sino a quel momento, il lesbismo era per lei solo erotica fantasia.
Arrivò il primo e si ritornò all’originaria conversazione. .
Tra un parola e l’altra, captammo il lui cinquantenne dire: “ma saprai veramente far godere mia moglie, sai lei è molto esigente in fatto di uomini. Vuole essere coccolata e massaggiata, vuole essere leccata lentamente…, noi non cerchiamo una botta e via, deve essere un’intera notte di sesso, in cui io e te insieme dobbiamo farle avere almeno vari orgasmi”.
Restammo allibiti: tra me e Paola scese il silenzio assoluto, quasi non respiravamo per non perdere neppure una parola di quell’intrigante conversazione. Quelli non stavano scherzando, lo dicevano chiaramente i loro visi, il loro conversare.
Sentimmo il giovane palestrato rassicurare entrambi, seppur con un uso un po’ improprio dei verbi e dell’italiano in genere, garantendoli sulla propria capacità amatoria. Mentre i due uomini discorrevano tra loro, il cinquantenne colto nel linguaggio e nei modi e l’altro con un italiano sconosciuto a Dante, la donna abbassò entrambe le braccia… Io e Paola, all’unisino, la immaginammo intenta a controllare la veridicità di ciò che udiva dal giovane. Probabilmente fantasie nostre, ma forse non lontane dalla realtà. Era invece certamente reale la mano che Paola aveva posato sul mio inguine.
La loro voce era sempre più bassa, quasi fievole. Le parole si udivano e non si udivano, Diveniva sempre più difficile ed imbarazzante ascoltarli. Se avessimo continuato, certamente avrebbero recepito, se non già avvenuto, la nostra morbosa curiosità. Lasciammo perdere e ci dedicammo solo a noi, anche se le menti non si staccavano da quel terzetto.
Io e Paola eravamo comunque eccitatissimi. Quei tre stavano organizzando, per quella sera, il dopocena di tanti nostri sogni. Noi, lasciato il ristorante, avremmo giocato di fantasia; quei tre di realtà.
Comunque non apprendemmo più alcunché sulle loro pratiche erotiche. Riuscimmo solo a sentire che il giovane era un inserviente di una palestra, con contratto co.co.pro, e vanesio improbabile aspirante modello; la coppia, invece, lavorava insieme ed erano professionisti. Di loro, a quel punto, conoscevamo i nomi, Gianni ed Elena i coniugi, Claudio il giovane. Sapevamo i rispettivi mestieri e, soprattutto, sapevamo che stavano preparandosi per un eccitantissimo triangolo erotico, con i due coniugi pronti a mettere tra loro il giovane stallone.
Finimmo di cenare e, sperando di captare ancora qualcosa, dilatammo ad arte il tempo del dopo cena. Fu così che vedemmo la signora a fianco a noi alzarsi per andare in bagno. Paola, come una molla, si alzò e, tra il mio stupore e la mia paura di qualche sua indelicata ed inopportuna uscita, la seguì. Dopo pochi minuti entrambe, quasi insieme, tornarono ai tavoli. Paola, vedendo la mia preoccupazione disegnata sul viso, mi rassicurò sul non essere accaduto assolutamente nulla nei bagni. Mi disse solo: “volevo vederla da vicino e provare a fare due parole con lei, per capire che tipi sono quelli che si portano nel letto un palestrato di quel genere”. Tutto finì lì, ci alzammo, subito seguiti da quei tre ed ognuno prese la giusta direzione verso il proprio talamo, ove i rispettivi corpi e menti avrebbero potuto scatenarsi in quelle battaglia erotica che attendeva noi due e loro tre. Paola, uscendo, salutò quella signora. Lei, a sua volta, le sorrise e ricambiò. Che bello sarebbe stato averle entrambe con me…
Saliti in auto, notai negli occhi di Paola una stranissima luce. Mi sovvenne che, forse, in quel bagno non successe quel proprio nulla che mi fu riferito. Presi Paola alle strette e le chiesi di raccontarmi tutto. Speravo nel racconto di un fugace amplesso tra loro, di un veloce saffismo scatenatosi tra le piastrelle del bagno. Invece no. Paola, serissima, mi disse che lei le aveva riferito di aver capito benissimo che noi stavamo origliando la loro conversazione e che, a domanda di Paola, non aveva avuto esitazioni nell’edurla sull’abitudine sua e di suo marito nel fare sesso con altri. Sempre Paola mi riferì che, per loro, era un gioco erotico praticato da circa cinque anni. Poi mi giurò che non fu detto altro e che, parole sue, non successe nulla di nulla. Della seconda rassicurazione avrei, peraltro, fatto volentieri a meno…
L’eccitazione di entrambi era comunque notevole, già solo per quel sentito. Io mi vedevo al posto di quel giovane palestrato. Paola si vedeva con me pronta a ricevere e ricambiare le attenzioni di quella donna… e di quell’uomo. Non il palestrato, li trova di nessun interesse erotico, ma quel raffinato ed elegante cinquantenne.
Decidemmo di andare in un privè, per entrare a nostra volta nella realtà del sesso di gruppo, in poche parole, dell’orgia. Era la quinta volta, la prima serale, che arrivavamo davanti a quella porta dietro cui impazzava l’eros. Le prime quattro la paura ci assalì prima di suonare. Desistemmo. Questa volta non fu diverso. La nostra paura di essere riconosciuti fece cinquina.
Ma una pazzia eravamo comunque intenzionati a farla. Ci recammo in un luogo noto per lo scambiamo e il guardonismo da strada e, lì, parcheggiammo. Ma non bastava. Decidemmo di lasciare accesa la luce interna.
Immediatamente mi trovai Paola avvinghiata. Ci baciammo a lungo, mentre le nostre mani si muovevano frenetiche sui rispettivi corpi. Quasi non mi accorsi che Paola mi aveva slacciato i pantaloni, sin a che non sentii il membro nella sua bocca, sempre vorace ma quella sera più che mai.
Accovacciata sul sedile, continuava a regalarmi sublimi sensazioni con la lingua, alternandola alle labbra. Ero immobile a godermi quel piacere quando vidi un uomo avvicinarsi all’auto. Aveva il pene tra le mani e si masturbava. Lo feci notare a Paola. Lei, come nulla fosse, si limitò a mettere a nudo il proprio seno e continuò a tenermi tra le sue labbra. Quel guardone, percepita la nostra disponibilità, si avvicinò ancor più all’auto, portando il suo arnese a poche decine di centimetri dal finestrino, rigorosamente chiuso al pari delle portiere. Con il membro turgido mi godevo quello stravagante, esibizionistico e delizioso pompino. La mia mente mi portava, però, a vedere quella donna del ristorante al posto di Paola. Passarono pochissimi minuti… già sentivo lo sperma ribollirmi nei testicoli, segnale inconfondibile dell’orgasmo. Mi girai e vidi quell’uomo che si masturbava freneticamente, con gli fisi sulla bocca di Paola e sul mio pene. Tra il suo pene e il mio viso non v’erano più di trenta centimetri, fortunatamente inframmezzati dal vetro.
Venni. Gemendo e guardandolo masturbarsi, riempii la bocca di Paola con il mio seme. Lei continuò a stringermi tra le labbra, godendosi ogni residua gocciolina. Lui continuava a masturbare un pene poco più che flaccido. Non smise neppure quando Paola si alzò mostrandogli le sue ancor sode grosse tette.
Continuò, a questo punto, rimirando la mano di Paola che aveva iniziato a masturbarsi, scosciata e vistosa sul sedile illuminato. Io giocavo con le sue tette, lei con il suo bottoncino del piacere, quel tizio la fuori con il suo cazzo.
Questa scena grezzamente volgare durò qualche minuto, sino a che non sentii il mugolio di Paola. Stava godendo e, mentre godeva, protrasse il suo bacino verso l’altro, affinchè quel tizio potesse vederne al meglio gli umori colanti.
Intanto lui continuava, senza successo, a manipolare quell’arnese, forse reso ormai morto dal troppo vino o, magari, dal troppo esser già stato manipolato quel giorno. Comunque, passata la frenesia iniziale e scaricata nel già fatto la libidine primariamente accumulata, tutto ci apparse solo volgare e squallido. Misi in moto e ci allontanammo.
Mentre la riportavo a casa, Paola mi riportò all’eccitazione. Come se mi stese riferendo del meteo del giorno a venire, in assoluta calma mi disse: “ho dimenticato di dirti che, mentre ero in bagno, io e quella tipa ci siamo scambiate i numeri di telefono… ho voglia di combinare con quei due. Domani la chiamo e vedo se sono disponibili per la settimana prossima…”
Subito dissi a Paola, anche se un po’ preoccupato per la sua reazione, quanto la fantasia mi avesse portato a vedere quell’Elena del ristorante al suo posto, poco prima, intenta a leccarmi Non avevo motivo di preoccuparmi, la sua risposta fu: “anch’io non pensavo di avere il tuo cazzo in bocca… ma quello del marito di Elena, con Elena tra le mie gambe.”.
Quel parlarci di quanto appena fantasticato, ci riportò all’originaria eccitazione. Entrambi eravamo ansiosi di arrivare a quel primo “combino a quattro” che avrebbe trasformato il nostro vissuto erotico, aprendoci la porta a nuove e ben più trasgressive esperienze.
Iniziai a realizzare quanto Paola aveva tramato a mia insaputa. Mi resi conto di come, forse, la sua voglia di trasgressione era ben più decisa e forte della mia. Talmente decisa da darle la forza di interloquire con quella sconosciuta, sino a farsi dare il suo numero di telefono. Poi si pensa che siano gli uomini ad essere i timonieri del sesso… quale macroscopico errore.
Anche se ancora tutto da compiere, il gran passo era ormai imminente. Le nostre fantasie in cui ci eravamo cullati in tanti pomeriggio erotici avevano i minuti contati… stavano divenendo realtà.
PS: Questo racconto è il primo e attiene ai presupposti per il passaggio dalla fantasia alla realtà. A questo segue: “Finalmente in quattro”.
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16 years ago
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Vu cumpra\\
Piu che un racconto fantastico,questa e una storia realmente accaduta.Tutto succede un estate torrida quando le spiagge della bellissima montesivano,(PE)sono piene di bei ragazzi di colore venuti dal senegal,per vendere la loro mercanzia.Uno di loro un ragazzone di circa 35 anni con un fisico possente, ma con un po di pancetta,si mise con la sua bancarella vicino il nostro ombrellone.Tutta la giornata trascorse comunque tranquilla e io e Daniela mia moglie,una ragazza bruna di anni 30,in quel periodo,ci avvicinammo per dare un occhiata a cio che vendeva.Finimmo per comprare qualcosa e fare amicizia con Samuel.I giorni passavano e ormai con samuel,che puntualmente ogni giono era li,si creo una bella amicizia.Credetemi, tutte le donne anche se non lo ammetteranno hanno la voglia di provare almeno nella fantasia,come sarebbe avere un rapporto sessuale con un uomo di colore.Questo e successo anche a mia moglie,l'unica cosa e' che me lo ha confessato mentre tornati dal mare sotto la doccia facemmo l'amore.Ne rimasi stupefatto,impaurito ma nello stesso tempo eccitato.Fu un tema che riprendevamo spesso nelle sere successive mentre la prendevo in tutte le posizioni, le la cosa mi piaceva sempre di piu.Una sera mentre mi parlava delle sue fantasie con i neri,mi chiese:e se lo dicessimo a samuel?sarebbe bello farlo con lui che lo conosciamo bene!:Venni come un fiume in piena,e promisi a daniela che avrei esaudito il suo desiderio. continua.......
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16 years ago
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Finalmente in quattro
Quel martedì di sette anni addietro arrivò, arrivo voluto e cercato. Voluto da me e cercato da Paola. Si cenò a casa di Elena e Gianni, anche perché noi, amanti ed entrambi sposati, non avremmo potuto certo ospitarli. Forse il nostro segreto appartamentino poteva anche andare bene, ma, quella prima volta, volevamo che fosse perfetta in tutto. Casa vera con tanto di aperitivo e cena, per poi scoprire una nuova frontiera della pratica sessuale.
Tra i tanti complimenti che Elena riceveva per gli ottimi piatti preparati, eravamo ormai arrivati al corposo Barbaresco di fine pasto. Durante la cena, un po’ sottocchio ed un po’ apertamente, io e Gianni fissammo le ampie aperture degli abiti delle nostre compagne, golosi delle loro nudità. Da parte loro, il piacere di essere maliziosamente guardate. Nulla per evitarlo… anzi, con ripetuti accavallamenti delle gambe, davano sempre più di se ai nostri occhi.
Noi lì a contemplarle e loro eccitate nell’eccitare.
Parlando dei più svariati argomenti, tutti e quattro ci stavamo cerebralmente prospettammo quel dopo a cui, magari con approcci mentali diversi, si stava lentamente giungendo.
Gianni si alzò e baciò appassionatamente sua moglie, con un bacio lungo, delicato ed intenso al tempo stesso. Loro erano i padroni di casa, a loro competeva aprire le danze; pur neofita assoluto, capii che quello era l’attacco di violino che ci avrebbe traghettato dalla sinfonia dei piatti al concerto dei corpi. Ero eccitato al pensiero del mio imminente godere del corpo di Elena e del vedere quello di Paola goduto da Gianni. Baciai Paola.
Il silenzio calò tra noi. Quasi non interrompendo i contemporanei baci, andammo a sederci su un divano in un clima quasi irreale, fatto di un po’ di imbarazzo, di tanta eccitazione, di silenzii forieri di forte emozione. Elena iniziò ad accarezzare il viso di Paola; lei non si sottrasse a quella mano che, dal viso, andò sul collo, per poi incunearsi nella scollatura, posandosi sul seno.
Le due donne si erano poste davanti al tavolo, ove faceva mostra di se, senza capacità di interessare alcuno, il dolce. Si alzarono cercandosi i corpi e le bocche, mentre, molto lentamente e svestendosi reciprocamente dei pochi indumenti indossati, riempivano quel salone di magnifico lesbismo. Fu palese un brivido di Paola, allorchè sentì la mano di Elena penetrare tra le sue labbra vaginali… rabbrividendo si sedette sul divano contrapposto a noi uomini. Istintivamente aprì le gambe, mostrandoci quel ciuffetto nero che non riusciva a nascondersi dentro il micro tanga.
Con una mano accennò ad accarezzarsi l’interno delle cosce, con l’altra cercò a sua volta il capezzolo di Elena. Si baciarono, giocando con le loro lingue davanti a noi. Le loro mani si cercarono vogliose le vagine ed iniziarono a giocare con i rispettivi bottoncini del piacere. Erano però frementi e vogliose di ben altro. Elena si inginocchiò tra le gambe di Paola e la sua lingua non cessò di muoversi tra il grilletto e le grandi labbra. Paola gemete sotto quegli esperti e delicati colpi di lingua.
L’erotismo stava salendo a dismisura. Quelle due donne cercavano tra loro il piacere, alternandosi con le lingue su ogni parte dei loro corpi. Di tanto in tanto si incrociavano in lussuriosi baci. Gemevano e si contorcevano per il piacere corporeo loro e per quello visivo di noi due uomini. Arrivò il primo orgasmo per entrambe. Fui sconvolto dal vedere Paola, novizia di quel gioco saffico, così partecipe e così eccitata.
Era giunto il nostro momento di entrata in scena. Gianni dovette toccarmi leggermente il braccio per invitarmi a seguirlo. Ero completamente paralizzato dallo spettacolo da film hard che si svolgeva sotto i miei occhi. Ci avvicinammo ed iniziammo ad accarezzare le nostre vogliose compagne. Quasi subito le carezze lasciarono il posto alle bocche. Mi trovai inginocchiato a baciare intensamente la vagina di Elena, ben guarnita da un birichino ciuffetto di pelo sopra le grandi labbra interamente depilate. Paola la stava masturbando e la sua mano si scontrava con la mia lingua. Vidi Gianni affondare la testa tra le cosce di Paola… Le due donne vennero nuovamente, quasi in contemporanea… Io e Gianni ci inebriammo con i loro umori, alternandoci tra le due vagine; i membri ormai durissimi e vogliosi di entrare nel gioco. Ci svestimmo quasi strappandoci i vestiti. Smaniavamo di essere nudi e finalmente protagonisti della serata insieme alle due attorfemmine.
Elena si chinò sul pene di suo marito, Paola immediatamente la imitò su di me. Io e Gianni eravamo immobili schiavi di quelle bocche fameliche di sesso. Ma ero l’ospite… ed allora Elena, da splendida padrona di casa, iniziò a dedicarsi a me. Le due si passarono di bocca in bocca il mio cilindro carnoso, unendo le loro lingue su di esso, mentre Gianni, da dietro, leccava ora l’una ora l’altra. Fu Paola, a quel punto, a cingere tra le sue labbra il turgido arnese di Gianni. Si erano scambiate gli uccelli. Entrambe erano impegnate su un pene per loro nuovo. Fu una novità bellissima ed assoluta… per la prima volta vedevo Paola adoperarsi sul cazzo di un altro uomo davanti a me. Il rimirarla, così sguaiatamente protesa, mi eccitò tantissimo, non riuscivo a staccare gli occhi da quei due. Paola godette di un terzo orgasmo con quell’uccello estraneo in bocca, mentre io dovetti, a malincuore, togliere il membro dalla bellissima bocca di Elena… stavo venendo e stavo venendo sia per il piacere corporeo che mi stava dando Elena che per l’eccitazione che mi dava il vedere Paola fare un pompino ad un altro uomo.
In quel momento la mia speranza fu che Paola non smettesse di tenere quel membro in bocca…, che lo tenesse sino a farlo venire…, che lo facesse venire su di se…, che si facesse inondare di sperma viso e tette…, mi eccitava il pensare di poterla vedere cosparsa e gocciolante come uso tra noi. Mi misi a leccare la sua vagina grondante. La invitai esplicitamente a continuare. Le dissi “continua… fallo venire.”
L’atmosfera, sino a quella mia frase fatta di tantissimo erotismo ma di soli gemiti senza parole, si riempi anche di voci; Gianni ed Elena, forse motivati dal mio aver iniziato a parlare in quel contesto, si unirono a me nell’incitare Paola. “Continua a succhiare quel porco di mio marito… fatti regalare la sua sborra…” fu l’invito di Elena, mentre Gianni non si trattenne dal dire “sei splendida…, hai una lingua meravigliosa…, prendimi il cazzo tutto in bocca…”
La leccammo a due lingue, io ed Elena. Bastarono pochi colpi di lingua e Paola, con parole quasi incomprensibilmente, urlò: “porci, mi state facendo impazzire… adoro succhiarti… voglio bere la tua sborra…”, e venne con un orgasmo violentissimo, con gemiti strozzati da quel cilindro di carne che le penetrava la gola ed era ben trattenuto dalle sue labbra… quasi non volesse perderlo… quasi non volesse farlo uscire dalla sua bocca.
Elena si inginocchiò tra me e Paola, offrendomi la visione delle sue rotonde natiche. Ma non fu solo una visione, la sua mano cercò il mio pene e lo guido in lei. La penetrai, mentre il suo viso sussultava tra le cosce di Paola, sempre più intenta ad oralmente portare al delirio Gianni. Per Paola era orgasmo continuo, quella bocca su di se e quella sua su Gianni la stavano catapultando nell’empireo del piacere. Per me non era diverso, mi bastò poco per esplodere e lo annunciai urlando: “sto venendo…”. Elena, come un fulmine, si girò e, sdraiata per terra, mi volle tra le sue labbra. Fu un orgasmo sublime, con un godimento infinito, procuratomi dalla lentezza di eiaculazione che, tenendomi all’indietro il membro, Elena mi stava regalando con la sua bocca.
Gianni non fu da meno, eccitato dalla bocca a ventosa di Paola e dal vedere la propria moglie assorbire famelica tutto quanto io le stato donando, non riuscì più a trattenersi. Paola, solo a quel punto, liberò dalla stretta labiale il membro di Gianni e si inchinò sotto di esso, prendendo, quasi poco prima mi avesse letto nel pensiero, ogni goccia sul viso. Era il suo modo preferito di finire una fellatio con me, questa volta lo fece con lo sperma di un altro. Gianni la inondò copiosamente. Gocce le scendevano dal viso sulle tette, altre erano nei capelli, mentre il suo corpo vibrava per l’ennesimo orgasmo. Vero che è normalmente pluriorgasmica, ma mai prima la vidi come quella sera…
Splendide ed ulteriormente intriganti le parole di Gianni a quel punto: “bell’orgasmo… Paola sei meravigliosa… ma ragazzi, attenzione, la serata non è certo ancora finita… questo è stato solo per digerire la cena… ed iniziarvi ad un nuovo mondo di piacere ed erotismo”.
Dopo una breve pausa ed un drink, questa volta veramente voluto al pari di una buona sigaretta, Elena riaprì, all’improvviso, le danze. Prese la testa di Paola e la chinò, senza alcuna delicatezza, sui suoi capezzoli. Mentre lo faceva, ci annunciò quanto ora si sarebbe aspettata da noi: “vi voglio tutti e tre su di me…” Prima aveva fatto la maestra di noi neofiti, adesso voleva vedere quanto noi avevamo imparato…
Iniziammo a leccarla ovunque. Tre lingue e sei mani, in contemporanea, leccavano ed accarezzavano il corpo di Elena. Capezzoli, buchino del culo, vagina, grilletto, nulla veniva risparmiato. Noi uomini, a turno, univamo le nostre lingue a quella di Paola nel leccare il corpo di Elena, mentre le dita strizzavano i capezzoli e si insinuavano contemporaneamente nella figa e nello stretto forellino posteriore. Non ci volle molto per sentire Elena gemere di un orgasmo lunghissimo. Godendo, Elena volle la vagina di Paola sul suo viso, per assaporarla mentre io e Gianni eravamo proni sulle sue più segrete aperture. Dalla sua bocca uscì un misto di turpiloquio ed enfasi erotica che fu assorbito, dopo non molto, in un rantolo senza fine.
Appena ripreso il fiato vitale, Elena si alzò e prese da un cassetto del mobile bar uno strano e lunghissimo fallo siliconico a due punte. Io e Paola guardammo curiosamente quello strano arnese. Era enorme, simil equino tanto nel diametro che nella lunghezza. Infilò una delle due plastiche cappelle nella vagina di Paola, poi fece propria l’altra. Con la mano tra le due aperture inghiottenti l’arnese, provvide a manovrarlo, penetrando e penetrandosi.
Io e Gianni, eccitatissimi da quello spettacolo saffico di imitazione dell’etero, eravamo tornati al massimo turgidore, pronti a sostituire il silicone con la nostra carne.
Giunsero i primi gemiti ad annunciare l’imminente orgasmo. Iniziammo a scambiarci tra le labbra i loro capezzoli, guardandole libidinosamente… così sguaiate, con le gambe aperte e quel “coso” che nascondeva le estremità dentro le loro umide vagine. Fu nuovamente Elena, dopo l’orgasmo, ad alzarsi. Mi prese sotto di se è guidò il mio pene dentro la sua vagina, ancora grondante dell’appena goduto orgasmo. Ero pronto per quell’esibizionistico spegni candela sotto gli occhi di Paola e Gianni, ma lei mi fermò. Chiamò anche Gianni. Lo volle dietro di se e lo guidò nelle sue secrete posteriori. Era la mia prima volta di una doppia penetrazione. Sentivo il membro di Gianni contro il mio, diviso solo da quella piccola membrana che separa i due fori del piacere. Non riuscivo a rendermi conto se era lui o lei a dare il ritmo alla cavalcata multipla. Io era fermo, godente di quel sentire su di me il peso dei corpi, il calore umido della vagina di Elena e il membro di Gianni che quasi si strofinava sul mio.
Fu spettacolare, ed ancor più spettacolare fu il sentire le mani di Paola che accarezzavano il mio scroto, mentre le sue labbra si muovevano su quello di Gianni. Elena, sotto quel doppiarsi in lei dei colpi e la durata da “seconda volta” di noi maschietti, venne ripetutamente, intensamente e rumorosamente. Poi si alzò, lasciandoci entrambi orfani dei suoi accoglienti orifizi. Ma fu un breve essere orfani. Il suo posto fu immediatamente preso dalla confusa Paola. Per lei era la prima volta di una doppia penetrazione. Il suo culetto era ben avvezzo al mio strumento, ma mai ebbe a sentirlo in se insieme ad un altro. Si stese su Gianni, mentre Elena, con mano esperta, mi guidò in quel posteriore già ripetutamente da me esplorato.
Tante volte avevo goduto in entrambi i suoi canali del piacere, ma questa volta, per la contemporaneità di ciò che stava avvenendo, era diverso, molto diverso, estremamente diverso…
Che spettacolo. Che eccitazione. Che estasi.
Paola, dopo un attimo di confusione sul ritmo e incertezza nei movimenti, si dimostrò più che consona per quel nuovo gioco. Gemette e si contorse ripetutamente. Venne con il suo tipico multiorgasmo continuo… non smetteva più di rumoreggiare ed urlare il suo intenso godere. Alternavo colpi veloci e violenti a colpi lenti e delicati nel suo culetto, mentre Gianni mi assecondava da esperta e capace spalla. Sembrò una cavalcata infinita, una calcata resa ancor più straordinaria da quella lingua che Elena continuava a far girare sulle mie parti preanali e sui miei testicoli.
Venni prima io, non resistevo più a tanta mentale e corporea eccitazione. Mi lasciai andare in Paola. Mentre mi godevo il finale di quel per me nuovissimo modo di giungere all’orgasmo, sentii Gianni esplodere a sua volta. Sentii, attraverso la sottile membrana che divideva le nostre segrete intimità, il suo pene ingrossarsi e pulsare, per poi rilassarsi nell’eiaculazione. Vidi, con la coda dell’occhio attirata dai suoi gemiti, Elena godere con noi di un ditalino che, guardandoci venire, si stava praticando.
Tutto quella sera fu per me eccezionale. Eccezionale fu il piacere, eccezionale fu l’atmosfera erotica, eccezionale fu l’aver finalmente provato il sesso diverso da quello a due.
Gran serata… ma era ormai passata mezzanotte… giusto il tempo per rivestirsi e correre all’auto prima che divenisse zucca, con i rispettivi coniugi cocchieri. Si sa, il cinema con le amiche e le cene tra colleghi difficilmente finiscono alle tre del mattino. Vi era però ancora tanto da scoprire insieme, tra cui, per noi, il sapere qualcosa sulle innumerevoli storie di sesso di quei due, non ultima quella della serata al ristorante con il palestrato. Ci sarebbe stato tempo, ora si era sintonici e complici e parlare diveniva più normale e facile, sia per loro che per noi. Quella sera avevamo valicato il Rubicone, dopo anni di eccitazione al solo pensarci. Ci si sarebbe rivisti, con Gianni ed Elena, un pomeriggio. Però in un luogo ove sarebbe stato impossibile fare sesso; volevamo tenere lontana la tentazione, per poter conversare qualche ora con loro sull’argomento, sullo scambismo, su quel modo di vivere la propria sessualità in uno con quella di coppia. Dopo la “pratica”, eravamo ansiosi di apprendere anche “la grammatica” di questo per noi nuovo eros.
P.S.: questo racconto si inserisce dopo quello “Fantasia di orgia” ed attiene al mio essere entrato nel mondo dello scambiamo insieme alla mia amica Paola. Ovviamente, da quell’ormai lontano 2001, ho vissuto nuove e ulteriori esperienze erotiche, sia singolarmente che con Paola. Il piacere di portare alla luce i passaggi salienti di questo mia navigare nell’eros mi ha indotto a scriverne, come già fatto con i due racconti già in rete (“la scoperta della bisessualità” e “Un Triangolo pieno di piacere”), che attengo a momenti successivi e molto più recenti.
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16 years ago
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La mia vacanza a jerba
Il capitolo della separazione con mio marito si era finalmente concluso, con la sentenza del tribunale potevo finalmente ritenermi una donna libera e pronta a ricostruire, qualcosa senza l’assillo di vecchi errori o antichi rancori, in fondo alla soglia dei 35 anni sono pronta a rimettermi in gioco ma soprattutto a godermi la vita dopo le angherie e le prepotenze subite nel rapporto con mio marito.
Per festeggiare avevo deciso di accettare l’invito fattomi da Andrea, il mio nuovo pseido compagno, di partire per la Tunisia con un last minute. Mi sembrava una buona idea, per conoscerci meglio, ma mi ero resa conto di aver commesso un terribile errore, già non lo sopportavo più.
Il viaggio non stava partendo sotto una buona stella, già il viaggio in macchina da Torino a Roma era stato terribile, Andrea stava dimostrando limiti caratteriali notevoli ed io già non lo sopportavo più.
Poi all’aereoporto di Fiumicino questa mia sensazione ebbe un ulteriore conferma, mi sembrava di essere di vivere l’esperienza di quel famoso film di Alberto Sordi, con Andrea, che correva avanti e indietro ora per i biglietti, ora per i cleenex, ora per le travelgum.
Ero in fila al chekin accanto a me c’erano solo coppiette in viaggio di nozze e famigliole con figli piccoli al seguito, tutti con lo stesso charter e diretti verso lo stesso villaggio, nulla che presagisse verso qualcosa di stimolante o eccitante, la tentazione di ritornare a Torino era forte, e l’unica cosa che mi trattenne fu l’idea che comunque sarebbe stata una settimana di riposo e che avrei potuto dare un pò di tono alla tintarella.
Che il buon giorno si vede dal mattino è sempre stato un detto corretto, infatti appena arrivati al villaggio, iniziammo subito a litigare, lui voleva fare le escursioni pretendendo che io andassi con lui, ed io volevo state a crogiolarmi al sole, la sera inoltre, secondo lui, a letto presto per essere freschi la mattina e pronti per un’altra escursione.
La sera del secondo giorno, lui a letto ed io in discoteca, da sola, mentre ero seduta al bancone a bere qualcosa che doveva essere in teoria un negroni ma che in realtà non lo era, vengo avvicinata da un ragazzo, lo avevo notato mentre ballavo come mi guardava, era simpatico, disse di essere napoletano di chiamarsi Gianni, era in Tunisia con un viaggio premio assieme ad un amico ed anche lui non spruzzava allegria dai pori per il viaggio.
Vedendomi da sola aveva pensato che fossi una turista in cerca di avventure e cercò di abbordarmi, ma non si scoraggio nemmeno quando gli comunicai che non ero sola in viaggio e che il mio compagno era a letto per riposarsi.
Le avances di Gianni mi lusingavano, il ragazzo oltre ad essere belloccio era simpatico e nonostante la giovane età aveva l’aspetto di un dritto.
Lo lasciai fare, e pur tenendolo a distanza gli feci capire che ero lusingata e che la cosa mi faceva piacere, non spensi quindi le sue speranze, ed andai a dormire.
L’indomani in spiaggia, io come al solito sola, in compagnia del suo amico si avvicinò e continuò la l’opera iniziata la sera prima, con l’amico che gli faceva da spalla, io ero lusingata ed anche eccitata ma si dovette interrompere a causa del ritorno del mio compagno, in quanto il giro sui “buggy” nel deserto, che aveva prenotato, e programmato per la mattina era stato spostato, al pomeriggio.
Subito dopo pranzo, il cielo si era coperto e quindi niente tintarella, ero sola, lui chiaramente era andato con i buggy, nel bar del villaggio ascoltavo musica leggevo qualche vecchia rivista, praticamente mi annoiavo. Questo mio stato d’animo doveva essere stampato sul mio viso tant’è che Gianni arrivò dicendomi, “ti annoi, forse facevi meglio ad andare a fare il giro con i buggy”.
Iniziammo a chiacchierare e decidemmo di fare due passi per il villaggio, ma che cosa volesse era evidente, ed era anche evidente che io ero ben disposta a darglie-lo, intanto che passeggiavamo ridendo e scherzando finimmo nei pressi del suo bungalow, mi chiese quindi se volessi andare su in camera da lui.
C’era poco da dire e da immaginare, andare su in camera voleva dire una sola cosa, io non sono mai stata una santarellina, inoltre in quell’occasione con un ragazzo che non avrei mai più visto e quindi libera da qualsiasi pensiero di sputtanamento, era nullo quindi decisi di lasciarmi andare ai mie istinti andare e godermi la situazione.
Gianni dimostro subito nonostante la giovane età di essere ben sveglio, capi che aveva a che fare con una donna che aveva tanta voglia di godere e di esternare il suo istinto di troia, per cui non perse tempo, ed appena entrati, mi mise le mani sui fianchi, mi tirò a se mi baciò sul collo, io mi lasciai andare indietro con la testa facilitandogli il compito.
Avendo verificato che io avevo ben reagito bene all’approccio si strinse a me facendomi sentire che il suo cazzo era già duro e pronto all’uso, io annuii di piacere.
Dai fianchi le sue mani scesero veloci verso le il mio culo, e si posarono sulle mie natiche, facendomi capire già da quel contatto come i miei glutei avessero stimolato le sue fantasie.
Nel giro di pochi istanti rotolammo nel letto con le sue mani che frugavano d’appertutto, io anche se sono nata a Torino, sono una ragazza mediterranea un po’ larga di bacino, lui sembrava entusiasta di questa cosa, avevo praticamente sempre le sue mani sul culo che lo pastrugnavano che lo stringevano che lo accarezzavano, le dita passavano sul solco tra le natiche provocandomi piacevoli sensazioni.
I pochi miei indumenti durarono su di me pochi instanti, il copricostume era rotolato a terra prima ancora di finire sul letto, il reggiseno aveva già lasciato libere le mie tette, che in quel momento si godevano le attenzioni che Gianni prestava loro ora con i le mani ora con la bocca.
Praticamente incollata a lui sentivo che quello che aveva in mezzo alle gambe era sempre più duro e animato dalla voglia di uscire dal costume, portai quindi la mia mano sul cazzo, scorrevo il palmo della mano da sopra il costume lungo il fusto ed avevo la sensazione che il cazzo si facesse sempre più grosso e duro, era il momento di liberarlo dal costume che o conteneva.
Infilai la mano quindi sotto il costume ed iniziai a sentire finalmente il contatto di quel magnifico cazzo con la pelle delle mie mani, avendo un braccio bloccato sotto la spalla di gianni non riuscivo ad abbassagli il pantaloncino, Gianni per tutta risposta capii le mie intenzioni, inarco la schiena e abbasso il costume, il cazzo salto fuori libero e svettante.
Fu così quindi che dopo averlo accarezzato un pò scivolai verso il basso e presi in bocca quel magnifico cazzo, e mentre io iniziavo ad assaporarlo lui andò a frugare tra le mie cosce rendendosi conto che colavo quindi mi giro e rigiro fino al punto che ci trovammo in un classico 69.
Il ragazzo ci sapeva fare, utilizzando contemporaneamente dita è lingua inizio farmi gemere come una cagna, sentivo proprio che colavo, la linguetta birichina mi scavava e mi stuzzicava nei punti giusti, le dita invece mi tormentavano il clitoride, le labbra ogni tanto si sostituivano alle dita e mi stringevano il clitorite in una morsa inebriante, inoltre qualche dito birichino di tanto in tanto prendeva la strada del secondo canale intrufolandosi nelle mie viscere.
Io d’altronde mi davo da fare con quel magnifico cazzo che svettava, lucido e duro come il ferro, cercavo di metterne in bocca il più possibile e me lo facevo arrivare in gola, scorrevo la lingua sul fremulo o scendevo a brucarli le palle.
In quella posizione ebbi un primo orgasmo, liberatorio stringendo la testa di Gianni tra le cosce, lui non interruppe un attimo il suo lavoro neanche quando si rese conto che gli stavo colando in faccia, e continuo a lavorarmi il la figa con le mani e con la lingua.
Quando si rese conto che cominciavo a smaniare e che avevo bisogno di essere sbattuta, si svincolo dalla posizione che eravamo mi mise con la schiena appoggiata al letto, si portò le mie caviglie sulle spalle appoggio la punta del cazzo alla figa e spinse dentro lentamente ma senza indugiare, mi tolse il respiro.
Appena dentro lo lascio stare un attimo, fermo, così che me lo godessi tutto e quindi dopo essersi piazzato per bene inizio a stantuffarmi, iniziando lentamente, con un ritmo lento, quasi fastidioso, io avevo bisogno di cazzo, di essere sbattuta, e lui invece si muoveva lentamente, provocando da un verso una mia irritazione, per l’altro facendo crescere ancora di più il desiderio che avevo.
Iniziò quindi ad aumentare il ritmo, ad spingere i colpi con foga, dimostrando ancora di più che ci sapeva e che aveva vigore da vendere, aveva inoltre capito che in quel momento io avevo tanto bisogno di essere sbattuta, di scaricare con quella scopata tutte le tensioni nervose accumulate nei giorni precedenti, lui d'altronde non si risparmiava dava colpi secchi e vigorosi facendomi mancare il respiro.
Mi stavo godendo quel magnifico cazzo avevo tutta una serie di orgasmi conti-nui, lui mi girava e mi rigirava cambiandomi di posizione fu così che mentre ero alla pecorina con il mio culo ben esposto alla sua vista, mi resi conto che sempre con più insistenza le sue dita sfioravano il mio buchino posteriore, il sesso anale mi sempre piaciuto molto e da come capivo piaceva anche a lui, e stava cercando di capire se io ero disponibile a farmi inculare.
Fu così che appena lui torno a sfiorare il mio buchino mi lasciai scappare un mugolio di piacere, era quello che aspettava, sfilo il cazzo dalla passerina lo appoggio all’ano il quale fu felice di schiudersi e far entrare il pistolone di Gianni.
Si era proprio quello che ci voleva, un bel cazzo nel culo che mi lavorasse per bene, appena entrato Gianni non fu banale con domande del tipo “ti fa male”, lo spinse dentro tutto e inizio a muoversi lentamente, sfilandolo quasi al punto di uscire e rimettendolo dentro fino ad appoggiare le palle alle natiche.
Questo gioco piacevole mi mandava in estasi, non capivo niente ogni volta che lo spingeva dentro mi faceva mancare il fiato, così facendo sentivo che stava montando in me un orgasmo anale, non avevo bisogno di toccarmi, quindi decisi di godermi quell’orgasmo anale così al naturale senza cercare altri stimoli.
Incrociai le braccia ci appoggiai la faccia e sentii che le natiche si schiusero ancora di più. Gianni da questa visione deve aver avuto nuovo vigore, inizio a sbattermi con ancora più foga afferrandomi per i fianchi e tirandomi a se.
Sentivo tutto il mio corpo che ballonzolava sotto l’azione coordinata del ragazzo che se con il bacino assestava colpi dai fianchi mi tratteneva e mi tirava a se facendo si che i colpi si sentissero di più.
Le tette nonostante fossero in parte a contatto con il materasso ballonzolavano avanti ed indietro, i capezzoli strusciavano sul copriletto e mi portavano un ulteriore sensazione di piacere.
Sotto questa serie di azioni un orgasmo monto violento, mi fece urlare e muovere il culo verso di Gianni quasi volessi che quel cazzo magnifico entrasse ancora di più nel mio culo.
Gianni animato dalle sensazioni che lo spettacolo a cui lui assisteva da protagonista, spingeva sempre più forte iniziando a grugnire facendomi capire che anche lui era prossimo ad una sborrata, fu così che io mi lasciai andare in tutta una serie di incitamenti del tipo “dai sborrami nel culo” o riempimi tutta di sborra.
L’orgasmo di Gianni stava montando su per bene, i colpi che dava erano veramente forti, ci aggiunse anche un qualche di pacca sul culo ben assestata che mi fece scappare dei gridolini di piacere, l’orgasmo di Gianni arrivo come un eruzione vulcanica, sempre tenendomi per le natiche mi assesto una serie di colpi violenti che furono seguiti da un rantolo di sfogo, il cazzo piantato in fondo al mio culo e le sue mani che per la natiche mi tenevano a se.
Sentii lo sperma caldo invadermi tutta, lui si accascio sopra di me e senza tirarlo fuori ci siamo messi su un fianco, la sensazione era magnifica, sentivo il cazzo che pulsava di quelle pulsazioni post coito e questo mi portava un’eccitazione incredibile.
Fu così che sfilai il cazzo dal culo e mi avventai su di esso con la bocca, il gusto asprigno dello sperma si mischiava ai miei umori rendeva ancora più eccitante il pompino che stavo praticando.
Sotto l’azione inaspettata della mia lingua il cazzo riprese subito di vigore, Gianni ben felice del trattamento che stava ricevendo si godeva lo spettacolo, io dal canto mio ogni tanto alzavo gli occhi e me lo vedevo bello beato con gli occhi socchiusi che si godeva il pompino.
Eccitata da quello che avevo appena ricevuto unitamente al piacere di avere tra le labbra un cazzo che diventava sempre più duro portai una mano tra le cosce ed iniziai a toccarmi, Gianni quindi vedendo che la mia voglia di cazzo era tutt’altro che sedata, si giro, mi fece montare cavalcioni su di lui e mi dimostro, anche se non c’e ne era bisogno, che il suo cazzo era pronto e funzionante.
A cavallo di lui inizia io a muovermi con il ritmo che più mi gradisse, lui d’altro canto stava aveva messo le mani sulle mie tette e le pastrugnava con foga stringendole insieme ai capezzoli.
Sotto l’azione combinata del cazzo e delle mani di Gianni sulle tette, non tardò ad arrivare un ennesimo orgasmo che mi faceva colare sopra il cazzo di Gianni, così quindi mi lasciai andare sopra di lui portando le mie tette a contatto con il suo petto.
Mentre ero in questa posizione con il viso sul cuscino e con il pisello di Gianni ben piantato nella passera, sentii netto il rumore della serratura che scattava, mi resi conto che non poteva essere la donna delle pulizie, capii ancora prima che facesse capolino da dietro il muro chi poteva essere, si trattava di Ciro, il compagno di stanza di Gianni.
Si infatti Ciro, il compagno di viaggio di Gianni, era entrato in stanza e si era trovato davanti quello spettacolo, io alla a cavalcioni di Gianni con il culo proprio verso la porta il cazzo di Gianni ben piantato nella mia passera.
Non so se fosse stata preparata o se fosse stato un caso, ma di sicuro anche lui rendendosi conto che io non avevo battuto ciglio al suo ingresso decise che era il caso di darsi da fare, e l’unica cosa da fare in quel momento era buttarsi in mezzo.
Quindi salì sul letto anche lui non era ancora entrato nel mio campo visivo, so che quando inizia a metterlo a fuoco era già con l’arnese in mano e puntava dritto verso la mia boccuccia.
Appena lo presi in bocca ebbi un orgasmo immediato, e deve essermi sfuggito qualche mugolio di piacere, segno evidente che la cosa non mi spiaceva anzi, non era la prima volta che andavo con due uomini, e la cosa mi piaceva molto.
Fu proprio per quel mugolio che Gianni inizio a pistonarmi con ritrovato vigore, ed io per tutto risposta mi infilai fino in gola il cazzo di Ciro.
Ciro aveva un cazzo un po’ più corto di quello di Gianni, ma quello che perdeva in lunghezza lo recuperava abbondantemente in diametro.
Dovevo veramente forzare la bocca perché riuscissi a non prenderlo tra i denti, Gianni dal canto suo si godeva lo spettacolo e mi stantuffava per bene, nonostante la posizione non fosse molto adeguata.
Fu così che mentre Ciro si distese sulla schiena continuando a godersi il pompino, Gianni svicolo da sotto mi lascio alla pecorina e mi piantò il cazzo nella figa. A-desso si che lo sentivo bene, i colpi mi scuotevano facendomi scappare dalla bocca il cazzo di Ciro, il quale beato si godeva o spettacolo mentre ero in quella posizione Gianni più volte mi infilò delle dita nel culo, presagendo quello che aveva intenzione di combinare da li a poco. Prendere due cazzi di carne insieme era per me un’esperienza già fatta, ma ogni volta che capitava mi eccitava sempre come la prima volta che mi successe.
L’eccitazione di avere un cazzo in bocca unita al pensiero di cosa sarebbe suc-cesso da li a poco mi fece avere un ulteriore orgasmo, che diede il segnale a Gianni per iniziare le operazioni che conducevano alla doppia penetrazione.
Gianni quindi si sfilo dalla mia passera e mi fece mettere a cavalcioni di Ciro, il quale con il cazzo ben duro ancora non aveva capito a cosa voleva arrivare Gianni, il cazzo di Ciro come mi aspettavo era più grosso di quello di Gianni in circonferenza e nonostante avessi già preso abbondantemente il cazzo dell’amico quando entrò si fece sentire, anche lui molto vigoroso iniziò a stantuffarmi tenendo le mani sulle mie tette, io presa dall’eccitazione di quel cazzo vigoroso che mi limava per un attimo avevo perso di vista le intenzioni di Gianni, ma fu proprio lui che me li ricordo bussando con il suo cazzo alla porta del mio culetto.
Nonostante il mio culo fosse abbastanza dilatato e lubrificato dalla inculata pre-cedente, la penetrazione diede un leggero fastidio Gianni si rese conto di questo e una volta entrato restò qualche istante immobile lasciando che fosse il compagno a muoversi.
Dopo questa prevedibile difficoltà iniziale il culo si rilasso iniziando a trasferir-mi sensazioni sempre più piacevoli e forti, godevo come una cagna, non so quanti or-gasmi ho avuto fino al punto che Ciro mi disarcionò e mi proprio in tempo per non riempirmi di sperma, ma lo schizzo fu così violento che mi schizzo la pancia le tette ed il viso.
Anche Ciro dimostro un rapido recupero, infatti su sufficiente mettere in bocca il suo cazzo solo qualche istante che riprese vigore e consistenza, a questo punto lui volle provare il mio culetto, mi mise di schiena sul tavolo porto le mie stesse gambe verso il mio petto e mi infilo il suo cazzo in culo.
Ciro come Gianni ci sapeva fare, usava il cazzo con un misto di lentezza e di fo-ga alternando i ritmi in base a come io rispondevo, e quando io ero prossima all’orgasmo i colpi diventavano violenti trasferendomi sensazioni di immenso piace-re, Gianni mentre Ciro mi inchiappettava allegramente dopo essersi goduto lo spetta-colo seduto sulla poltrona si avvicinò al fianco del tavolo e facendomi girare la testa sul fianco mi mise in bocca il suo cazzo già rianimato dallo spettacolo a cui aveva as-sistito.
Dalla posizione in cui ero io non potevo muovere la testa, e lui per nulla scorag-giato da questa mia impossibilità iniziò letteralmente a scoparmi la bocca, tenendo la testa ferma con una mano e muovendo il cazzo avanti ed indietro.
In quel momento il mio istinto di troia, ebbe un sussulto di soddisfazione, ero con due ragazzi che mi stavano mi riempiendo i buchi di cazzo, usandomi proprio come una troia.
Ciro non tardò a venire, riempiendomi ancora una volta il culo di sperma, Gian-ni invece tardò ancora qualche istante prima di sborrarmi in bocca riempiendola di sperma che assaporai per bene prima di deglutire tutto.
Finimmo sul letto a riprenderci e rilassarci un po’, la scopata che avevamo ap-pena concluso ci aveva aumentato la confidenza per cui rilassati chiacchieravamo del più e del meno, quindi vista l’ora mi rivestii e andai in camera mia ero spossata, stan-ca ma soddisfatta lui tornò, circa un’ora dopo che io avevo fatto la doccia e mi ero ri-posata, raccontandomi che con i buggy nel deserto si erano divertiti, io mi ero goduta la scopata ed ero soddisfatta.
L’indomani lui andò a vedere le oasi berbere nel deserto, io dopo pranzo tornai nella stanza dei ragazzi i quali se il primo giorno avevano mostrato qualche limite specialmente da un punto di vista di affiatamento nella seconda giornata, si sono di-mostrati molto più affiatati e concentrati nel perseguire un unico obbiettivo, riempir-mi di cazzo il più possibile.
Già mi avevano anticipato la cosa quando a pranzo mi avevano detto “vatti a ri-posare subito dopo pranzo che oggi avrai bisogno di tutte le tue forze” io avevo rispo-sto schernendoli che non ne avrei avuto bisogno e che le energie le dovevano recupe-rare loro.
Finito il pranzo sono andata in camera, mi sono data una rinfrescata e sono andata nella loro camera, mi aspettavano in piedi con addosso solo il costume da bagno, mi hanno fatto entrare, quindi da in piedi mi hanno messo in mezzo, uno si strusciava a me da davanti, e Ciro da dietro appoggio il suo pistolone ancora dentro il costume al solco delle mie natiche.
Io portai in basso la mano e tirai fuori dal costume il cazzo di Gianni per iniziare a masturbarlo, Ciro dalla sua posizione aveva le mani sulle mie tette e continuava a strisciarmi il cazzo sul solco del culo, io leggermente piegata in avanti continuavo a masturbare il cazzo di Gianni, sino a quando senza mezzi termini prese la mia testa tra le mani e l’abbasso verso il cazzo.
Il segnale era troppo evidente, da quella posizione mi inginocchiai e gli presi in bocca il cazzo, Ciro dal canto suo si sposto e mi mise anche lui il cazzo a portata di bocca, praticamente senza neanche avere il tempo di togliere il pareo avevo in bocca i loro piselli già belli tosti.
La cavalcata del giorno prima deve averli scaricati bene perché si controllavano e riuscivano a gestire loro i tempi, mi sono messa di impegno per cercare di farli ve-nire subito ma non ci sono riuscita.
Loro dall’alto si godevano lo spettacolo della mia boccuccia riempita a turno ora da uno ed ora dall’altro pisello, forse per questo che riuscivano a farla durare tanto, provando ogni tanto ad infilarmeli entrambi in bocca.
Era proprio cambiato qualcosa, mentre il giorno prima erano imbarazzati quando c’era il contatto tra i loro sessi o tipo tra le mani di uno e il pisello dell’altro oggi era-no indifferenti a questo tipo di contatto e si aiutavano tra di loro.
A questo punto mi hanno tirata sul letto e mentre Gianni si distese sul perché io continuassi quello che avevo iniziato appena entrata, l’altro con la calma e la flemma di un lord inglese mi ha tolto il pareo mi ha slacciato il costume e di colpo mi ha infi-lato il cazzo nella passerina che a causa di quella situazione era abbastanza umida.
Il verso che usci dalla mia bocca deve essere stato qualcosa di osceno, Gianni infatti esordì dicendo certo che ti piace proprio il cazzo, io per tutta risposta diedi un morsetto alla cappella, e poi per farmi perdonare affilai la lingua ed iniziai a tormen-tarli il fremulo, sentivo che quando che sollecitato in quel punto Gianni si tendeva come una corda di chitarra, e questa cosa mi inorgogliva.
Ciro dal canto suo dopo il primo colpo con cui mi aveva infilzata mi stantuffava con colpi decisi, era inebriato della visione del mio culo, aveva le mani sui miei fian-chi e con la punta dei pollici mi allargava le chiappe, continuando a dire che culo ma-gnifico.
Secondo me Ciro nella vita normale doveva essere un ragazzo un pò timido, infatti il primo giorno si era un pò trattenuto, oggi invece stava si era lasciato andare e stava venendo fuori tutta la porcaggine che era in lui.
Dopo questa cosa il pomeriggio è stato un continuo sali e scendi, con calma sen-za fretta, prendendosi i loro tempi, (uno dei due si è fermato almeno tre volte a fu-marsi una sigaretta) me lo hanno infilato in tutti i buchi in tutti i modi, sempre quello che fumava ad un certo punto ha voluto che gli facessi un pompino mentre lui si fu-mava una sigaretta con l’altro che mi inculava.
Durante una di queste pause chiacchierando sui desideri e le voglie che avevamo gli parlai del desiderio che avevo e che non sapevo se mai avessi mai avuto il corag-gio di esaudire, anni prima infatti ero andata a curiosare con un mio amico in un club privè di Torino, ne avevo sentite tante e volevo sapere se erano balle o era la verità.
In una di queste stanze in un enorme letto circolare in raso rosso c’era una si-gnora bendata che soddisfala le voglie di chi saliva sul letto.
Non avevo capito subito la cosa e chiesi al mio amico, la ragione di quella cosa e lui mi rispose, così lei si può concentrare solo sul piacere del sesso, non viene di-stratta dall’aspetto dell’amante di turno inoltre non vedendo l’amante non andrà in difficoltà un giorno che lo incontrasse.
Quindi ricominciammo e la sera verso le 19,00 andai in camera a sentire quello stolto che mi raccontava del deserto, delle abitazioni berbere e di tutta una seria di sciocchezze che non avevo voglia di stare a sentire. La sera loro non cenarono con noi, in quanto facendo parte di un gruppo per un viaggio premio ed avevano una cena di gala.
Non vennero nemmeno nell’anfiteatro a vedere lo spettacolo delle ballerine tuni-sine e dell’incantatore di serpenti (dei quali non me ne poteva fregare di meno), dopo lo spettacolo il mio lui, tanto per confermarsi, decise che era stanco e che voleva an-dare a dormire, io ero stanca e un pò dolorante, ma proprio per spirito di contraddi-zione gli dissi che volevo fare un salto in discoteca.
I ragazzi arrivarono dopo una mezz’oretta, erano abbastanza alticci, (devo dire con orgoglio che avevano le borse sotto gli occhi) mi fecero ballare ridendo e scher-zando, mi presentarono loro amici, il responsabile del viaggio, ecc.
Dopo un pò mentre stavamo bevendo qualcosa uno dei due all’orecchio mi disse “te la senti di esaudire il tuo desiderio”, io risposi subito, mi sarebbe piaciuto ma che sarebbe stato impossibile, come faccio a giustificare l’assenza, il mio compagno non ha altre escursioni prenotate, sarebbe impossibile.
L’indomani mentre eravamo sulla spiaggia un gruppo di una decina di persone tra cui questi ragazzi, si misero accanto all’ombrellone nostro e dopo un pò iniziarono tutta una discussione a proposito di un escursione che si sarebbe fatta il venerdì per andare a vedere le oasi di montagna.
Raccontavano che era qualcosa di impedibile, che un loro amico l’aveva fatta e si raccomandavano assolutamente di non perdersela.
Riuscirono a coinvolgerlo che ad un certo punto lui mi dice “a sentirli parlare, mi hanno fatto venire voglia di fare questa escursione, solo che mi spiace di lasciarti ancora sola”, io chiaramente dissi, “ma figurati, vai tanto io mi rosolo al sole in spiaggia, tu ti annoieresti, l’importante che mi prometti che la sera non ti fai venire l’abbiocco e mi porti allo Smailas?.
Detto fatto, dopo mezz’ora lui era bello e prenotato per andare a vedere le oasi di montagna, a me iniziò a venire il panico.
Ho iniziato ad avere proprio paura, e mi sono trovata nella condizione di quasi rinunciare, poi un ulteriore screzio avuto con il mio pseudo compagno mi ha fatto di-re ma vaffan…. ogni lasciata è persa, ed ho deciso di proseguire nei miei intenti.
La sera i ragazzi in anfiteatro erano seduti lontano da me, io vedevo che mi guardavano speranzosi di un mio cenno o di un mio sguardo confermativo, ma volevo lasciarli sulle spine tutta la serata, poi dopo in discoteca, io al solito da sola, incontro i ragazzi, che non stavano più nella pelle e mi chiedono se per l’indomani è tutto a ok?
Al mio sorriso di conferma hanno fatto un urlo tipo pazzi e si sono scambiati per tutta la sera sguardi di intesa.
L’indomani lui alle 6 del mattino si alzò si preparò per l’oasi di montagna, io mi alzai alle 9 ed andai a fare colazione con molta calma, incontrai i ragazzi, concor-dammo che sarei stata in camera loro alle 10 bendata sul letto.
Quindi con calma andai in camera mi diedi una rinfrescata, scelsi un completino intimo che mettesse in evidenza le mie forme, alzai anche l’aria condizionata così che fosse un pelino più fredda ed alle 10 meno 5 utilizzando una cravatta del mio lui mi bendai.
Ti garantisco che è una sensazione stranissima, essere bendata e sapere cosa succederà e non sapere con chi con quanti, avevo il cuore in gola ma allo stesso tem-po ero eccitatissima e mi sentivo la passera già colante.
Ad un punto sento lo scatto della porta, da distesa mi metto in ginocchio in mez-zo al letto, non so verso dove fossi rivolta, il cuore è andato a mille, per un attimo ho anche avuto la paura che fosse la signora delle pulizie, (sai che figura), sentivo rumo-ri passi, qualcuno che sottovoce diceva dai avanti, avanti, un altro che diceva mi sa che è uno scherzo, qualcuno altro che diceva dai zitti zitti. Mi è sembrato che passas-sero mille anni dal momento che ho sentito lo scatto della porta a quando ho sentito la porta che si chiudeva e quindi la prima mano che mi sfiorava.
Qualcuno mi ha preso la mano sinistra e mi hanno fatto toccare un cazzo, con-temporaneamente sento che dall’altra parte del letto qualcuno saliva sul letto, un altro
cazzo, in mano.
Quindi ecco inizio a succhiare il primo, anche un secondo mi strusci sul viso e arriva in bocca ne avevo un altro in mano erano almeno in tre. Da li mi sono lasciata andare non so quanti erano di sicuro almeno 4 ma credo di più, sono stata scopata, in tutti i modi. Ad un certo punto mi hanno messo alla pecorina e mi inculavano a turno, come a turno me lo infilavano in bocca. Mi sono venuti addosso, in bocca, in faccia (ho dovuto lavare la cravatta), sui capelli, sul seno, sulle natiche, sulla pancia. Uno di loro doveva essere veramente dotato perché quando me l’ha messa in culo ho fatto un grido misto di dolore e piacere, era l’unico che distinguevo dagli altri, lo sentivo in bocca o in culo o nella paperina e lo distinguevo dalle dimensioni. Devo dire che era una situazione magnifica, mi concentravo solo su me stessa, il mio unico pensiero era godere, in alcuni momenti riflettevo mentre possibilmente ero sul letto messa a caval-cioni di qualcuno con un cazzo in bocca ed uno in mano, sulla scena che potevo offri-re in quel momento.
Siamo andati avanti fino alle 13.30 poi ero effettivamente distrutta non so quan-te volte sono venuta e quante volte mi sono venuti addosso.
Come d’accordo sono andati via e io mi sono tolta la benda solo dopo che sono usciti, sono andata in bagno mi sono guardata, ero impressionante, a parte che sugli occhi avevo sperma d’appertutto, ho dovuto fare due shampoo per farlo andare via dai capelli.
Dopo la doccia sono andata a pranzo da sola, non ho incontrato i ragazzi, me-glio, in quella occasione forse mi sarei vergognata, la cosa andava digerita, il pome-riggio ho dormito come un sasso per almeno tre ore poi sono andata in piscina.
Verso tarda serata è arrivato il mio compagno, ha esordito dicendo ”peccato che non sei venuta, non sai cosa ti sei persa”.
16
1
16 years ago
admin, 75
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Il battesimo......
Li avevo conosciuti su internet, loro laziali io calabrese, sembravano una bella coppia, anche se erano una coppia “particolare”. Ci avevo pensato un pò prima di contattarli, erano due uomini bsx, uno dei due era trav anche se dalle foto sembrava molto femminile, mandai loro una mail, piu, forse, per curiosità, che per altro. La loro risposta mi lascio però piacevolmente colpito, in poche righe si descrivevano, erano a loro detta, una coppia lussuriosa, la cui passione per il libertinaggio si era tramutata in amore ed affetto, erano due uomini che si amavano e lo riconoscevano senza alcun problema, non era un gioco per loro, legato al travestitismo, ma pura e semplice trasgressione di coppia, questo mix unito alla loro correttezza e simpatia mi piacque, e i nostri appuntamenti quotidiani, tramite sms o chat, mi fecero conoscere virtualmente una bella coppia, che nulla aveva da invidiare alle coppie etero, anzi. Concordammo un incontro durante un mio viaggio di lavoro e vivemmo quell’ attesa con quella curiosità mista a trasgressione che da sempre accompagna gli incontri nei quali il sesso e’ il comune denominatore. Finalmente il momento arrivò, ci incontrammo con “l’uomo” della coppia in una via del centro di Viterbo, e gia da lontano mi fece una buona impressione, Umberto era un uomo abbastanza alto, non grasso, elegantemente vestito, scese dalla macchina con naturalezza, ed ebbi modo di guardarlo con attenzione mentre con una camminata disinvolta si avvicinava verso di me, non aveva nessuna sembianza gay e questo per me era molto importante, sono un fautore del sesso libero ma non mi piace chi per esibizionismo manifesta una femminilità che non ha, quello che sarebbe, di li a poco divenuto uno dei miei amici segreti, emanava un’aurea di mascolinità che in fondo mi eccitava ancor di più. Era la prima volta infatti che cercavo un’incontro con due maschi, avevo gia giocato con coppie il cui lui amava giochi bisessuali, ma il sapere che questa volta non ci sarebbe stata nessuna donna nel menage, in fondo mi dava un’eccitazione maggiore, la mia mente sapeva che questo sarebbe stato un nuovo battesimo, tutto me stesso era teso in quella prova in cui, senza ripensamenti avrei goduto e fatto godere solamente persone del mio stesso sesso. Ci presentammo e andammo a prendere un caffè, avevo la sensazione che Umberto mi studiasse, alla fine dovetti fargli una buona impressione perché semplicemente disse “vieni andiamo a casa, conoscerai Federica”. La prima prova era superata, anche se la più difficile sarebbe venuta da li a qualche ora. In macchina parlammo del più e del meno, i nostri discorsi si soffermarono sull’ipocrisia della gente, moltissimi uomini, a nostro parere avevano il desiderio di provare l’amore omosex, ma quasi tutti erano frenati dai paletti che la società moderna instilla nella mente di ognuno di noi. I miei occhi correvano in maniera frequente nella patta dei suoi pantaloni, avevo la voglia di assaporare qual cazzo che teneva riposto nei pantaloni, avevo gia provato la sensazione di avere un’asta turgida in bocca ma la situazione mi eccitava notevolmente, io uomo sposato con un rapporto sessuale soddisfacente con mia moglie, mi trovavo in macchina con uno sconosciuto, e stavamo andando ad incontrare un’altro uomo, sapendo che la nostra serata sarebbe terminata tra le lenzuola, e sapendo soprattutto che io sarei stato la loro troia. Mi piaceva quella sensazione mentale, sentivo il mio corpo fremere per essere desiderato, la paura mista ad eccitazione mi manteneva in uno stato mentale superlativo, sentivo il desiderio di donarmi senza alcuna remora a quelli che in realtà erano due perfetti sconosciuti. Camminammo in macchina una trentina di minuti, lui fece una rapida chiamata, credo a Federica, per dirgli che stavamo arrivando, il mio interesse aumentava, ero curioso di conoscere colui che per natura era uomo ma che si comportava come una donna, il mix di telefonate ed sms aveva chiarito la natura di Federica, era colei che realisticamente avrebbe “abusato” di me e non vedevo l’ora di conoscerla.
Arrivammo in un residence abbastanza isolato, Umberto posteggio e dopo aver preso le buste della spesa, mi fece strada su per le scale di una piccola villetta bifamiliare, il tempo scorreva lentamente lasciandomi assaporare sensazioni d’attesa, bramavo dalla voglia e facevo fatica a trattenermi. Umberto aprì la porta e mi introdusse in un ambiente accogliente, la luce soffusa rendeva l’atmosfera abbastanza intrigante, una musica faceva da sottofondo, Federica era impegnata ai fornelli, di spalle sembrava veramente una donna, la sua capigliatura liscia scendeva sulle spalle, lasciando scorgere un top trasparente, da cui faceva capolino il reggiseno, una minigonna nera, copriva i suoi fianchi, calze autoreggenti fasciavano le sue gambe, i suoi piedi erano chiusi in delle scarpe con tacco medio, che la facevano sembrare ancor più alta. Si volto e venne verso di noi, ebbi modo di scorgere il suo viso mentre con naturalezza, come fossimo vecchi amici, mi baciava sulle guance, le gote senza un filo di barba sapientemente truccate, il rossetto che poneva in risalto le sue labbra abbastanza carnose. Unica cosa che denotava il suo sesso era la voce, la tonalità non era prettamente mascolina, ma lasciava intendere l’appartenenza al genere maschile, anche le mani errano curate alla perfezione, i caratteri somatici l’aiutavano molto, gli zigomi non erano marcati, il contorno occhi, forse anche per effetto del trucco era molto femminile, era sicuramente molto più bella di molte donne, ma in più aveva la “particolarità” di essere uomo. Ci accomodammo a mangiare, Federica era anche una cuoca abbastanza in gamba, la cena fu gustosa e piacevolmente annaffiata da un buon vinello toscano, cosa questa che fece cadere ancor di più i tabù, caso mai ce ne fosse stato bisogno. Finimmo con un goccio di limoncello ed un buon caffe, e ci alzammo da tavolo sazi nel corpo, seduto sul divano mentre assaporavo una sigaretta, mi trovai ad attendere la prossima mossa, non ero nuovo a queste situazioni, e essendo sempre stato il singolo della coppia, aspettavo sempre che fosse la donna a prendere l’iniziativa, mi spaventavo di fare sempre un qualcosa che potesse turbare l’equilibrio dei miei nuovi amici, e gustavo l’attesa con sensazioni sempre nuove. Federica si accomodo accanto a me, accavallando le gambe con naturalezza, Umberto invece trovo posto, su una poltrona, a qualche metro di distanza, inizio lei ad avvicinarsi, pian pianino sentivo la sua mano cercare la mia, in maniera impercettibile, sentii le sue dita scorrere sul dorso per risalire pian piano verso la spalla, giocò con la mia pelle per qualche minuto. Nella stanza non volava una mosca, si sentiva solamente la musica in sottofondo, avvertivo gli occhi di Umberto che si gustava la scena, Federica inizio a sbottonarmi la camicia, un bottone per volta lentamente, la mia pelle nuda faceva capolino, lasciandosi accarezzare in maniera non indifferente dalle sue mani, sentivo le sue dita scorrere con lentezza sul mio corpo, e allo stesso tempo pensavo che sarei, da li a poco, sverginato nel mio intimo, ero ansioso di provare nuove sensazioni e lei mi stava accontentando, senti le sue unghie giocare con i miei capezzoli, improvvisamente sentii avvicinarsi la sua faccia, avvertii la sua lingua che giocava sul mio collo, provai un brivido intenso sentendo i suoi denti giocare con il lobo del mio orecchio, avevo paura di quello che sarebbe accaduto, non era una paura fisica ma la paura di non essere all’altezza del gioco che io stesso avevo proposto. Nei miei innumerevoli svaghi non avevo ancora mai baciato un uomo, e per quanto Federica aveva le sembianze di una vera donna, non sapevo se avrei avvertito piacere o repulsione incrociando la mia lingua con la sua. Avvenne invece tutto naturalmente, le sue mani si strinsero sui miei capezzoli, la forza era calibrata, avvertivo un pizzico poco doloroso ma alquanto eccitante, al contempo le sue labbra si avvicinarono alle mie, con semplicità ci baciammo, fu un bacio languido altamente erotico, le nostre bocche si unirono, le nostre lingue si intrecciarono, la nostra saliva si unii, provai una sensazione nuova avevo ben presente di stare baciando un uomo, ma l’intensità erotica aveva preso il sopravvento, eravamo due amanti, che giocavano eccitandosi vicendevolmente, sentivo il suo profumo avvertivo la sua mano che si muoveva sul mio corpo, vedevo gli occhi di Umberto che scrutava la scena, e mi resi conto che anche il mio cazzo avvertiva la stessa eccitazione, lo sentivo inturgidirsi, segno evidente che la mia mente stava attraversando una piacevole situazione. Iniziai anch’io ad accarezzare il corpo che stava accanto a me, poggiai infatti la mia mano tra le sue gambe e pian pianino iniziai a risalire verso il suo intimo, avvertii lo stacco tra il tessuto delle calze e la nuda carne, giochicchiai pizzicando le sue cosce e alla fine arrivai a sfiorare le sue mutandine. Sotto la mia mano c’era un bel cazzo, lo sentivo duro e abbastanza lungo, non sembrava grosso in larghezza, e questo per me fu un sollievo, provai un senso irrefrenabile di vederlo, toccarlo , gustalo, mi chinai su di lei e con molta dolcezza mi mossi per sfilarlo dagli slip, avvicinai la mia faccia e persi qualche secondo, a guardarlo, avevo ragione era lungo ma non tanto largo in circonferenza, depositai qualche leggero bacio, sulla cappella e poi, dopo essermi inginocchiato tra le sue gambe mi dedicai a prenderlo in bocca. Ero stato gia alle prese con un cazzo, ma quella sensazione era nuova, vedevo Federica con la coda degli occhi, avevo dinanzi a me una vera donna, ma a posto di leccare la sua figa, avevo dentro la mia bocca la sua asta, lo sentivo pulsare tra le labbra, lo sentivo fremere dei miei baci, il suo odore intenso pervadeva le mie narici, vedevo una donna ma succhiavo un uomo, era la simbiosi perfetta del piacere umano, i miei sensi erano tesi e concentrati nel donare piacere, la mia lingua era la propaggine che usavo per far sentire a quel cazzo la mia eccitazione, la mia saliva lubrificava quello che di li a poco si sarebbe introdotto, per la prima volta, nel mio corpo. Sentivo le mani di Federica sulle mie spalle nude, mi carezzava dolcemente, stabilendo lei stessa il ritmo che le donava più piacere, avvertivo i suoi mugolii di piacere, segno evidente, che se anche inesperto, la mia bocca era abbastanza piacevole, mi estraniai mentalmente, ero teso a dare il maggiore piacere possibile a quella donna-uomo, lo meritava per la sua bellezza, e soprattutto per l’eccitazione che stava trasmettendomi, mi concentrai sul cazzo che avevo in bocca, agivo di lingua, imprimendo un movimento di va e vieni, avevo la bocca leggermente dischiusa e lasciavo che la mia testa andasse su e giù su quell’asta che se era possibile stava divenendo ancor più dura, ogni tanto lasciavo il cazzo fuoriuscire completamente, e dedicavo ad esso lente slinguate, assaporavo il suo gusto, mi impregnavo del suo odore, gustavo la saliva che lasciava impercettibili fili sul prepuzio, pensavo che stavo li in ginocchio tra le gambe di un uomo a spompinarlo, ero un uomo ma mentalmente mi sentivo una troia, la mia testa si muoveva pensando solo a quell’asta che pulsava, volevo farlo godere e forse in quel momento avrei bevuto la sua calda sborra, come l’ultima delle cagne in calore. Improvvisamente sentii delle mani armeggiare con la cintura dei miei pantaloni, ebbi un moto di sorpresa, non ricordavo più Umberto, ero cosi preso dal pompino che stavo facendo che avevo completamente dimenticato il terzo uomo nella stanza, agevolai i suoi movimenti e in un batter d’occhio mi ritrovai completamente nudo, non avevo interrotto il pompino e davo le spalle ad Umberto, senti le sue mani che iniziarono a giocare con la mia schiena, senti la sua lingua che leccava le mie spalle rendendo, caso mai fosse possibile, la mia eccitazione ancor più grande, pian pianino scese fino a leccarmi le chiappe, la sua bocca depositava leggeri morsetti facendomi irrigidire, e non permettendo di dare un ritmo regolare al pompino che stavo facendo a Federica, mi posizionai meglio, il mio culo adesso era offerto alla lingua dell’uomo, mentre la mia bocca era ancora chiusa su quel pene lungo e turgido. Improvvisamente Federica mi blocco, restai come a mezz’aria, il cazzo in bocca, lo sentivo pulsare, probabilmente era quasi sul punto di venire ma non voleva, fermamente ma con dolcezza, si divincolo, era salita sul divano e mentre io ancora inginocchiato mi deliziavo delle carezze che Umberto depositava sul mio buchetto, la vidi nella sua statuaria altezza, vista da sotto era bellissima, le sue gambe lisce sembravano proprio quelle di una donna, il suo cazzo si ergeva, dritto e duro fuori dagli slip, lo stacco visivo era fantastico, la minigonna faceva da contraltare a quella mascolinità cosi evidente. Scese dal divano e dopo essersi avvicinata al mio orecchio mi sussurrò “sieditii”, ero come in trance avrebbe potuto dirmi tutto e io probabilmente avrei fatto tutto, mi divincolai a ma volta e mi accomodai sul divano. Federica si avvicino ad Umberto, si baciarono, un bacio lunghissimo carico di sottintesi erotici, ero estasiato, li guardavo entrambi, mi soffermai sul corpo di lui, che nel frattempo si era denudato completamente, era quasi glabro, abbastanza possente con un bel fisico, ma la cosa stupefacente era il cazzo, era grande sia in circonferenza che in lunghezza, faceva impressione guardarlo eretto, per un attimo sperai che non provasse ad incularmi, avevo la netta sensazione che fosse difficile persino prenderlo in bocca. Ero in una situazione magnifica, guardavo due uomini baciarsi appassionatamente, ma i miei occhi vedevano una vera coppia, guardavo il corpo di Federica e dovevo fare fatica a ricordare che fosse un uomo, le mani dei due miei amici erano rispettivamente sui loro cazzi si stavano segando in maniera lenta, conrtribuendo a mantenere quell’erezione che lo spettacolo di cui qualche momento prima ero il protagonista, gli aveva offerto. Anch’io corsi con la mano sul mio sesso era duro come il marmo, segno evidente che spompinare mi piaceva, avrei voluto mantenere quello stato mentale per sempre, ma un nuovo passo stava per essere compiuto, Federica e Umberto, infatti pian pianino si avvicinarono a me e lentamente Umberto si inginocchio tra le mie gambe, era il mio turno adesso, i loro baci si interruppero e entrambi si dedicarono a me, la “donna” inizio a giocare sui miei capezzoli, li stringeva quasi a farmi urlare dal dolore, immediatamente dopo li sbaciucchiava dedicando loro languide carezze con la lingua, l’uomo invece si dedico al mio uccello, era bravo anch’egli di bocca, sentivo la sua lingua sulla mia asta, ogni tanto la ingoiava completamente trasmettendomi il calore e l’umido della sua bocca, Federica intanto continuava, mi stava facendo impazzire, non avrei mai creduto che il dolore potesse trasmettere sensazioni erotiche cosi forti, sentivo i miei capezzoli irti e turgidi, i suoi morsi adesso facevano veramente male, progressivamente aumentava la forza, e non avevo il tempo di rilassarmi, sembrava quasi che il dolore che ricevevo dal petto potesse essere compensato dal piacere delle leccate dell’uomo, il trattamento duro abbastanza, dovevano avere una simbiosi perfetta, Umberto faceva in modo di rallentare quando la mia eccitazione era troppo evidente, e il mio uccello era quasi sul punto di venire, Federica in questi frangenti aumentava l’intensità dei morsi, facendo in modo che il dolore che mi veniva trasmesso rallentasse il mio imminente godimento, l’alternanza era continua, io ero eccitatissimo pensavo a quella lingua che mi accarezzava, a quei denti che mi mordevano, a quelle mani che esploravano il mio corpo, non so quanto tempo passò ma alla fine i ruoli si invertirono, Umberto sali a cavalcioni su di me avvicinando alla mia bocca il suo immenso cazzo, Federica invece abbandono i miei capezzoli per posizionarsi tra le mie cosce, sentii le sue mani che alzavano le mie gambe facendo trovare loro accoglimento sulle sue spalle , lei invece si dedico al mio buchino posteriore, segno evidente questo, che probabilmente di li a breve sarei stato inculato. Non avevo però tempo di pensarci per il momento, l’asta di Umberto che da lontano sembrava grossa da vicino era immensa, iniziai a baciarla delicatamente, aveva un profumo maschio, che trasmetteva eccitazione, provai a prenderla in bocca ma non riuscivo per quanto mi sforzassi a ingoiarla completamente, più della meta rimaneva fuori e mio malgrado la cosa mi dispiaceva, lo sentivo fino alla gola ma avrei voluto offrire di più a quell’uomo che mi stava iniziando, in modo magnifico, ai piaceri della bisessualità, la mia lingua frullava sulla verga e dai mugolii che sentivo la cosa doveva donare abbastanza piacere, sentivo il suo corpo caldo sul mio torace, e mentre la sua asta godeva della mia bocca, io mi sentivo una vera troia in calore desiderosa solamente di godere e far godere quei corpi che tanto piacere mi stavano donando. Improvvisamente senti il dito di Federica trapanare il mio buchino, lo allargava delicatamente, e nel contempo aveva iniziato un movimento di va e vieni, anche Umberto prese a muoversi, mi stava scopando delicatamente ma con decisione in bocca, godevo di quella sensazione di riempimento, lasciandomi andare e assaporando ogni istante. Sentivo il dito di Federica dentro di me e in quel preciso istante desiderai con tutto me stesso che mi inculasse. Mi divincolai in maniera decisa, spingendo Umberto, entrambi mi guardarono, forse spaventati che rifiutassi l’ultimo passo a cui invece anelavo sottoppormi, nessuno disse nulla, restammo qualche secondo come appesi ad un’invisibile filo fatto di erotismo, eccitazione e attesa. Io non parlai, mi alzai, posizionai le mie mani sul bracciolo del divano, mi inarcai il più possibile e offri loro il mio culo, oscenamente aperto e pronto ad essere violato da quei cazzi pulsanti. Federica capi al volo, si posizionò dietro di me e con la sua asta cerco il mio buchino, forzo gradatamente, sentivo un po’ di dolore, sopportabile per il momento, lei con molta delicatezza avanzo lentamente, il dolore aumentava via via che il mio retto si allargava e in maniera automatica io mi irrigidivo. Federica era paziente si fermava qualche secondo, in maniera tale che i miei muscoli si abituassero e poi avanzava di qualche centimetro, si fermava nuovamente e poi dava un’altra piccola spinta, per me era una sensazione totalmente nuova attendevo che arrivasse fino in fondo, ma l’attesa mi trasmetteva ancor di piu un’eccitazione fuori dal comune, dopo un tempo che sembro immenso, senti la voce, che era diventata roca, della “donna” che disse “sei proprio una troia lo hai preso tutto come una cagna in calore” . l’ultimo passo era fatto, la mia verginità, quella verginità che per molti uomini era sinonimo di mascolinità era violata, il mio culo accoglieva al suo interno il cazzo di una “donna” e la mia mente si sentiva totalmente troia, e come una troia volevo essere sbattuto. Federica rimase ferma qualche istante poi inizio un lento va e vieni, sentivo il suo pene sfregare dentro le pareti del mio retto, avvertivo un po di dolore, ma lo stesso era lenito dall’eccitazione che provavo, il ritmo pian pianino aumento, la donna doveva essere esperta di questi giochi e con dei movimenti delicati ma decisi inizio a trapanare con precisione il mio corpo. Per la seconda volta nella serata sobbalzai quando un cazzo teso si paro dinanzi alla mia bocca, mi ero nuovamente scordato di Umberto, e lui si ripresento a me intimandomi, di riprendere il pompino che qualche istante prima avevo interrotto, non cercavo altro era il connubio perfetto, un corpo, il mio, che cercava di donare piacere sessuale tramite tutti gli orifizi che madre natura mi aveva donato, per un momento il desiderio di essere una donna mi ottenebro la mente, avrei voluto avere una figa per accogliere un altro uomo dentro di me, capivo cosa significava sgomberare la mente da falsi pregiudizi per lasciare i pensieri vagare in un limbo fatto di erotismo, sesso, trasgressione. L’ emancipazione assoluta di rinnegare qualsiasi pregiudizio e di godere indipendentemente dal sesso biologico, di quei corpi mi donava una libertà che fino a quel momento non avevo mai provato. Nella mia mente vagavano questi pensieri, e il cambio di ritmo di Federica mi colse alla sprovvista, ella aveva afferrato i miei fianchi con forza, e aveva iniziato a scoparmi con brutalità, i colpi che prima erano decisi ma delicati adesso erano diventati forti e animaleschi, sentivo il suo cazzo fuoriuscire per buona parte per poi rientrare con forza, di concerto le spinte che ricevevo facevano si che il cazzo di Umberto, stabilmente nella mia bocca, avesse lo stesso trattamento, il ritmo dell’inculata stava dettando il ritmo al pompino, vedevo la mia bocca scorrere sull’asta, avevo assunto un ruolo totalmente passivo, la cosa in se mi piaceva, volevo essere un giocattolo sessuale e i miei due amici stavano facendo di tutto per accontentarmi. Nella stanza si sentivano solamente i mugoli di piacere e il rumore del contatto tra il bacino di Federica e il mio corpo quando quest’ultima spingeva, di tanto in tanto la donna depositava sulle mi chiappe o sulle mie spalle dei colpi decisi con le mani, vorrei avere avuto il dono dell’ ubiquità per essere protagonista e spettatore e vedere la scena in cui venivo inculato e sculacciato mentre spompinavo un magnifico cazzo. La situazione andò avanti per una decina di minuti, sia la donna” che l’uomo avevano buona resistenza, io speravo che durassero molto e loro stavano facendo di tutto per non deludermi. Inaspettatamente Federica si fermò, mi spaventai che fosse venuta e invece lei voleva solamente cambiare posizione, anche Umberto si allontano lasciando la situazione in mano alla donna, questa mi prese la mano e mi accompagno in camera da letto, mi fece coricare sulla schiena a bordo del letto e dopo aver afferrato le mie caviglie mi disse “”voglio vederti negli occhi mentre ti scopo””la posizione se da una parte era sicuramente più scomoda, dall’altra mi permetteva di vedere la “donna” mentre mi inculava, le sue mani erano saldamente afferrate alle mie caviglie, la sua altezza le permetteva di tenere le stesse abbastanza tese, le aveva allargate, ed il mio culo era oscenamente offerto, non ebbe neppure bisogno di guidare il suo cazzo, il trattamento che mi aveva riservato qualche minuto prima aveva provveduto ad allargare il buchino, e con facilità, avvicinando il bacino mi penetro nuovamente, anche questa volta inizio un ritmo lento , vedevo il suo corpo muoversi lentamente e allo stesso tempo sentivo il suo cazzo dentro di me lo avvertivo mentre scorreva dentro il mio canale ormai abituato a quel movimento, lei mi guardava dritto negli occhi, mi stava facendo sentire la sua cagna in calore, nelle sue mani ero diventato un corpo offerto a un piacere sessuale fino a quel momento inesplorato ma che mi stava dando enormi soddisfazioni. Ero teso a ricavare ogni sensazione, ogni secondo pareva fosse eterno, assaporavo il suo movimento, che stava facendosi piu selvaggio, eravamo due corpi che cercavano quel piacere sessuale che rasenta l’estasi, stavo raggiungendo quello stato mentale in cui nulla può scalfire il piacere, improvvisamente pensai che non avrei avuto nulla, se non la memoria, per ricordare quei momenti, e mentre Federica mi scopava, cercai con lo sguardo Umberto, era alla mia destra e si stava avvicinando, il cazzo teso puntava nuovamente alla mia bocca, aveva sicuramente intenzione di farmi continuare a lavorare di lingua, prima che questo avvenisse lo implorai di scattare qualche foto, avevo bisogno di conservare il ricordo di quella serata che si configurava come il mio battesimo da troia. Umberto mi guardo vidi nei suoi occhi, il dispiacere di dover ritardare di qualche minuto l’introduzione del suo cazzo nella mia bocca, ma si allontano probabilmente per prendere la digitale, nel frattempo Federica continuava a scoparmi, come era successo mentre mi prendeva alla pecorina, i suoi colpi erano diventati piu rudi, stava veramente trattandomi da cagna in calore, il mio corpo sobbalzava ad ogni sua spinta, vedevo ormai nei suoi occhi l’avvicinarsi dell’orgasmo, i suoi mugoli erano interrotti solamente da alcune parole oscene che non facevano altro che aumentare la mia eccitazione, anch’io ormai ero completamente fuori di testa, per un attimo il pensiero che mi potesse venire dentro passo per la mia testa impaurendomi, ma subito dopo, rapito dall’estasi dei colpi pensai solamente a cio che mi stava accadendo, notai nella stanza i lampi del flash, Umberto stava dando il meglio di se inquadrando la scena da ogni posizione possibile, Federica continuava a scoparmi con forza, ma la stanchezza o l’imminente godimento facevano si che i suoi colpi fossero diventati irregolari, spingeva con forza, ma aveva perso quel ritmo che sino a quel momento mi aveva fatto impressione, sentivo il suo pene introdursi con forza, avvertivo lo sfregamento nella sottile parete del retto e ero sicuro che da li a poco mi avrebbe inondato, l’unica mio dubbio riguardava il fatto di dove avrebbe avuto voglia di concludere quella cavalcata, il pensiero mi si affaccio alla mente e quasi contemporaneamente sentii la “donna” urlare “vengo”, senti dentro di me la verga iniziare a pulsare, e immediatamente dopo la vidi spuntare tra le mie gambe, Federica infatti aveva estratto il suo pene dal mio culo, e diede il suo ultimo colpo nell’incavatura delle gambe, vidi le prime goccie di sperma fuoriuscire con forza per depositarsi sulla mia pancia, poi notai uno schizzo abbastanza corposo, in quel secondo prima che lo sperma colpisse il mio mento avvertii tutto il piacere mentale di aver avuto il merito, tramite il mio corpo, di aver regalato l’estasi a quella “donna”, immediatamente sentii la sferzata di calore che colpiva il mio corpo, vedevo i lampi di luce che immortalavano la scena e mi sentivo una vera zoccola, sarei stato capace di bere sino all’ultima goccia quel nettare biancastro e mentalmente mi ripromisi di volerlo fare la prossima volta. Federica si abbatte esausta su di me avvicinando la sua bocca al mio orecchio mi sussurro “sei proprio una grande troia ma sei stata brava a farmi godere, adesso ti tocca umberto ”, per l’ennesima volta mi ero dimenticato dell’uomo, e la voce roca della “donna” mi ricordo che la mia serata da pompinara non era ancora giunta al termine. Federica si alzo e lascio campo libero all’uomo, con paura lo vidi prendere la posizione che poco prima era stata della “donna”, provo anch’egli a forzare il buchino, ma la differenza con il cazzo che aveva “abusato” di me era troppa, sentivo, quando provava a forzare un dolore lancinante, forse era la posizione ma avevo la sensazione che qual cazzo mi spaccasse in due, Umberto dovette accorgersi della mia ritrosia e dopo aver provato nuovamente l’introduzione, si convinse a lasciar perdere, fece il giro del letto e si posiziono innanzi a me, il suo cazzo voleva adesso la mia bocca e io ero ben felice di accontentarlo, lo feci sedere, mi iginocchiai tra le sue cosce e iniziai nuovamente a pomparlo, la mia lingua si muoveva su e giu su quell’asta che da vicino sembrava ancor piu grande, non riuscivo, per quanto mi sforzassi a prenderlo tutto in bocca, ma cercai di dare il meglio, alternavo in maniera del tutto causale veloci linguate a piccoli morsi, a volte cercavo il sacco delle palle per depositare veloci carezze sempre con la lingua, Umberto agevolava ogni mio movimento, a un certo punto mi prese la testa e con delicatezza ma con decisione mi fece capire che voleva che ingoiassi il suo arnese, non mi lasciai pregare, e segui il ritmo che lui stesso mi imponeva, mi piaceva andare su e giu prima lentamente poi piu veloce, per poi ritornare a far scorrere l’asta, dentro la mia bocca, il piu lentamente possibile, fu uno dei pompini che ricordo meglio, duro abbastanza tempo per permettere a Federica di immortalare la scena con la digitale, e a me di raggiungere una forma mentale ottimale, sapevo che ero una troia a disposizione di quel cazzo, la mia bocca era solamente un arnese per far godere quall’asta turgida che con piacere reciproco mi penetrava fin quasi alla gola, improvvisamente la senti pulsare, era giunto il momento di provare a assaggiare il nettare di un altro uomo, mi era sempre piaciuto quando avendo la parte attiva, i miei partner’s mi donavano un pompino con ingoio, quella sera avrei provato io invece, il sapore caldo dello sperma, senti le prime gocce colpire il mio palato, avverti il sapore dolciastro ma non riuscii a mantenere il pene all’interno della mia bocca, in maniera involtarla mi allontanai, e i successivi schizzi colpirono la mia faccia depositandosi sul viso, e lasciando scie biancastre sulle guance, sentivo il calore sul mio viso ma non riuscivo a capire se era un rossore dovuto all’eccitazione o lo sperma caldo che colava giù, finito di schizzare mi avvicinai nuovamente, con la bocca, e come avevo visto fare tante volte su di me, depositai veloci linguate con l’intento di pulire completamente quel asta che tanto piacere mentale mi aveva offerto, avverti il sapore dolciastro delle ultime gocce di sperma, notai il sapore maschio delle cosce dell’uomo, quel sapore intenso dell’essere umano che aveva appena finito di godere di un altro corpo, guardai intensamente negli occhi l’uomo e il suo sguardo mi ricompenso di tutto cio che avevo fatto fino ad allora. Con l’altra mano mi segavo dolcemente, la serata ormai quasi al culmine mi aveva lasciato con un’eccitazione impressionante, l’erezione che sentivo tra le gambe e il dolore persistente ai testicoli ne erano testimoni inconsapevoli, adesso ero io a desiderare la bocca di quella coppia particolare, e loro non si fecero pregare, entrambi all’unisono si inginocchiarono iniziando un lento massaggio con le loro lingue del mio corpo, erano molto bravi e avevano un’intesa perfetta, alternavano entrambi slinguati a baci , morsi a carezze, pizzichi e ingoi. Stavano riservando quel trattamento a tutto il mio corpo, non tralasciavano nulla, ricordo ancora la sorpresa quando uno dei due inizio a leccare amorevolmente i piedi, mentre l’altra si dedicava con dolcezza al mio uccello, o ancora quando la donna inizio nuovamente a mordicchiarmi i capezzoli, mentre l’uomo succhiava in maniera delicata il sacco dello scroto, non potei fare a meno di pensare che erano veramente molto bravi, erano una coppia perfetta e la mia eccitazione era all’ apogeo, non riuscivo piu a sopportare nulla e pensavo che da li a poco sarei venuto, ma Federica e Umberto volevano dare il meglio di se, sembrava conoscessero alla perfezione il mio limite, e facevano di tutto per non farmelo superare, entrambi agivano sul dolore come deterrente al godimento, stavo sperimentando su di me una sensazione che ancor oggi ricordo alla perfezione, mi facevano avvicinare velocemente al confine, per poi stopparmi con un morso piu forte o con un’inattività di qualche decina di secondi, poi iniziavano dolcemente a leccarmi o a ingoiare il mio pene nelle loro bocche voluttuose, per poi stopparmi nuovamente, non so quanto durò questo gioco, mentalmente ero in una situazione mai prima di allora sperimentata, i miei pensieri erano contraddittori, se da una parte volevo porre termine a quella piacevole tortura, dall’altra volevo che quel trattamento non avesse mai fine, godevo delle loro lingue, delle loro mani, della loro bocca, dei loro denti, era magnifico e soprattutto del tutto nuovo per me. Poi improvvisamente decisero che era venuto il momento di farmi godere, notai infatti uno sguardo intenso tra i due, poi insieme iniziarono a occuparsi in maniera febbrile del mio cazzo, la donna inizio un veloce movimento di va e vieni, lo ingoiava con maestria spompinandomi meglio di tante vere donne, Umberto invece si occupo delle mie palle, le loro teste erano vicinissime ma la divisione dei compite era netta, sentivo la lingua dell’uomo, sentivo la bocca della donna, avvertivo il loro calore e soprattutto capivo che l’ora del mio godimento si avvicinava a grandi passi, sentii dentro di me un’onda che saliva dall’interno passando per le pieghe dell’immensa eccitazione che quella serata mi aveva donato, senti lo sperma cercare una via d’uscita, mi accorsi che la mia asta aveva iniziado a pulsare in maniera incontrollata, lo dovette avvertire anche Federica, ma la donna invece di rallentare intensificò il movimento di va e vieni, capii che anch’essa voleva donarmi la massima esemplificazione del sesso orale, era pronta ad ingoiare il mio sperma e lo fece in maniera splendida, sentii infatti la sborra calda uscire dal mio prepuzio, e vidi i veloci ingoi con cui la donna beveva il nettare caldo, non vidi neppure una goccia di sperma, Federica continuo a tenere per qualche minuto in bocca il mio cazzo, aveva rallentato i movimenti e lo sentivo ammosciarsi dentro di lei. Ero esausto, la serata era stata travolgente e magnifica, vidi entrambi baciarsi, li vidi guardarmi con dolcezza, coccolarmi come fossi un bambino, la mia ultima visione fu quella dei loro corpi che mi abbracciavano, poi crollammo svuotati di ogni forza, e ci abbandonammo sullo stesso letto, al riposo degli amanti. Un riposo del tutto meritato.
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16 years ago
fraubasa,
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Al mare tra fantasia e realta’
Ciao sono Alessia, una ragazza di 30 anni. Preciso che questo racconto riprende fatti realmente accaduti...fino ad un certo punto e lascio a voi capire quale sia il sottile filo che divide la fantasia dalla realtà .
Ma partiamo dal principio, era una calda sera di metà agosto, io e mio marito siamo al mare per le vacanze estive.
Per me questo periodo significa principalmente stendermi al sole, rosolarmi davanti, dietro come una lucertola e dedicarmi al dolce “far niente”, al massimo un bagno ristoratore per alleviare la canicola.
La sera niente di particolare, una passeggiata sul lungo mare, un gelato o un drink con gli amici e poi a casa aspettando la “dura” giornata successiva.
Quella sembrava una sera come tante, non vi erano programmi particolari: frugale cena a casa e prepararsi ad uscire con gli amici.
Mi trovo come al solito di fronte all’armadio con mille vestiti e non so cosa mettermi; guardo, tiro fuori qualcosa e copro il letto dei più disparati indumenti.
Alla fine “vedo” quello che cercavo: un vestitino bianco corto di seta ( a metà coscia) che non mettevo da tempo, anzi lo avevo indossato solo un paio di volte e mai di sera.
Comunque ho deciso e vado a prepararmi: trucco molto leggero (tanto ho la pelle abbronzata da giorni distesa sotto il sole), niente reggiseno, indosso solo un perizoma bianco in pizzo trasparente davanti con dietro giusto un filino che finisce in un triangolino di perline.
Indosso il vestito, una breve sosta di fronte allo specchio e via a scegliere le scarpe: dopo accuratissima analisi scelgo un paio di scarpe color argento coi laccetti e tacco da 10 cm (per intenderci quelle che vengono definite da “schiava”), borsetta intonata con le scarpe, altra veloce occhiata allo specchio...pronta per la serata!
Scesi da casa solo un breve tratto prima di arrivare alla strada principale già illuminata dai lampioni, ci incamminiamo indifferenti. Notavo che c’ era qualcosa di strano, quando passavamo quasi tutti ci guardavano di sfuggita, sul momento non ci feci caso più di tanto, ma man mano quella sensazione di essere guardata si faceva sempre più intensa.
Arriviamo di fronte ad un bel negozio di abbigliamento con le vetrine ancora illuminate, e come da prassi femminile mi avvicino per guardare i vestiti in vetrina; una sorpresa diversa mi attende però: nel riflesso mi accorgo che il vestito che indosso con la luce artificiale è completamente trasparente!
Si vedono leggermente le aureole e i capezzoli! Sotto è ancora meno spesso per cui mi si vede distintamente il perizoma bianco! Per non parlare del culo che con quel filino è praticamente nudo alla vista di tutti! Adesso capisco perchè tutti mi guardano! Sono praticamente nuda!
All’ inizio provo una vergogna indicibile, mi sento addosso tutti gli occhi.... ma che fare? Non potevo certo andare in giro con le mani sul culo! Decido su due piedi: prima che non mi ero accorta giravo con naturalezza, tanto siamo al mare basta che vengano in spiaggia e mi vedono seminuda tutto il giorno! Cercavo di convincermi della cosa......pur sapendo che se ti vedono in spiaggia in bikini è un conto, un’ altro trovarsi conciate così di sera! Ma tant’ è così era per cui feci buon viso a cattivo gioco.
Continuiamo la nostra passeggiata e devo dire che la raggiunta consapevolezza mi faceva valutare in maniera diversa gli sguardi che si poggiavano sul mio corpo: adesso sapevo cosa guardavano, e mi faceva sentire ammirata, provavo un certo piacere, direi un’ eccitazione. Ero praticamente nuda sotto lo sguardo di sconosciuti....mi sentivo avvampata dalla situazione e mi piaceva!
Arriviamo finalmente al punto di incontro prefissato con gli amici : ancora nessuno! Aspettiamo 5 minuti, poi squilla il cellulare: si erano trovati a casa di un amico e ci chiedono di raggiungerli là per poi decidere il da farsi per la serata.
Ci incamminiamo, la sua casa era a non più di cento metri da dove dovevamo incontrarci, e affaccia sulla strada principale. Arrivati sotto, suoniamo e ci dicono di salire. L’ appartamento si trova al primo piano. Entriamo direttamente nel salotto e ci dicono di accomodarci pure: due ragazzi erano seduti sul divano alla sinistra della stanza, un terzo sulla poltrona di fronte a loro. Noto subito che mi guardano anche loro come se fossi scesa dalla luna e mi squadrano dalla testa ai piedi....sul momento provo anche un pò di imbarazzo....ma l’ ambiente cordiale mi fà dimenticare subito tutto.
Sono tre ragazzi carini, simpatici, subito iniziamo a scherzare e parlare delle solite sciocchezze che si dicono in queste situazioni, anche loro sono nostri coetanei tutti intorno ai trent’ anni.
Il padrone di casa molto premurosamente ci offre da bere: birre o vodka le possibili scelte; io opto per la seconda è uno dei pochi alcolici che mi piacciono.
Passa circa un quarto d’ ora dove parliamo del più e del meno ( e io mi bevo un paio di bicchierini....), quando decido di lasciarli ai loro discorsi e mi appoggio semidistesa coi gomiti sul davanzale della finestra a guardare la gente che passeggia in strada. Avevo fatto questo gesto nella più completa ingenuità, senza ricordarmi che così avrei messo il culo in bella mostra di se! Ma ben presto mi sarei accorta che la cosa non era rimasta indifferente agli altri.
Dopo pochi minuti sento che mio marito và in bagno (niente di strano stavano bevendo tutti abbastanza); gli altri tre seduti sul divano parlavano fitto tra di loro, non capivo cosa dicevano, anche perchè non prestavo molta attenzione ai loro discorsi, sentivo solo ogni tanto qualche risatina sarcastica.
Mio marito esce dal bagno e subito gli si fà vicino il padrone di casa che gli chiede se abbia voglia di andare a comprare le pizze che era venuta fame a tutti:controvoglia, ma acconsente, ed esce.
I ragazzi tornano subito a sedersi alle mie spalle sul divano e dopo un brevissimo vociferare, il padrone di casa si avvicina al frigo, prende una bottiglietta di birra e si appoggia di fianco a me sul davanzale dando le spalle agli altri.
Ci mettiamo subito a commentare i passanti, ridendo dei buffi personaggi che camminavano nella via....ad un certo punto mi dice di guardare un buffo signore che passava proprio sotto casa, non riuscendo a vederlo mi dice di sporgermi un “pochetto”; a quel punto per vedere proprio sotto mi alzo sulle punte dei piedi divaricando leggermente le gambe: sono praticamente a testa in giù distesa sul davanzale. Questo movimento a fatto si che il vestito sia salito e mi lasciva praticamente metà culo in bella vista! Alle mie spalle i due ragazzi vedevano le mie gambe tirate coi lacci legati sotto il ginocchio e salendo su il perizoma che non copriva per niente il culo ma in più si infilava leggermente nelle labbra della mia figa...doveva essere uno spettacolo piacevole ai loro occhi, infatti guardando con la coda dell’ occhio mi sono accorta che non smettevano di fissarmi. Anche il padrone di casa affianco a me ogni tanto si alzava a dare una furtiva occhiata scambiando un segno di intesa con gli altri due. La situazione anzichè darmi fastidio iniziava ad eccitarmi per cui gli ressi il gioco volevo proprio vedere fino dove si sarebbero spinti.
Il padrone di casa stava al mio fianco reggendo la bottiglietta nervosamente in mano....e gli altri due si avvicinano proprio alle nostre spalle con la scusa di vedere anche loro. Con la stessa scusa precedente mi disse di guardare una persona proprio sotto e senza farmi pregare nuovamente mi sporsi facendo salire il vestito ( che già poco lasciava all’ immaginazione) fino a lasciare completamente scoperto il culo. Stavolta il padrone di casa non si sporse. I due amici si sono abbassati alle mie spalle così vicini che potevo sentire il loro caldo respiro, sempre più affannoso, sul mio culo e i loro occhi che indagavano tutta la mia intimità, mentre l’ altro mi guardava dall’ alto mentre mi piegavo tendendo al massimo le gambe. Ero eccitata come non mai....quella situazione mi sconvolgeva......sarei rimasta così per sempre. Eravamo giunti tutti ad un punto di non ritorno l’ eccitazione era troppa. Il padrone di casa prese la bottiglietta di birra ancora umida di frigo e me la appoggiò sul culo, io non mi mossì neppure ero troppo su di giri e per loro fu come il via libera a spingersi oltre. Prese la bottiglietta dalla base ed inizio a far scorrere il collo lungo il solco del mio culo, giù fino alla figa.....la faceva scorrere con molta calma sopra la stoffa del perizoma che ormai stavo bagnando dei miei umori....dentro si sentiva il tipico rumore del liquido che sbatte all’ interno. Che situazione: stavo piegata su un davanzale con tre ragazzi a cui donavo tutta la visione della mia intimità mentre guardavo in strada una marea di gente che passava e che attraverso il mio viso avrebbero potuto carpire la mia eccitazione . Non mi ero mai sentita così.
Il padrone di casa tirò su la bottiglietta per bere un sorso di birra e subito torno sul mio solco, ma questa volta spingendo con più decisione. Sentivo su di me i loro sguardi vogliosi. Le mani dei due ragazzi mi carezzavano le gambe lisce, salivano dalle caviglie alle cosce . La bottiglietta si insinuava sempre più nella mia intimità, sentivo il perizoma scostarsi arrivando al solco della mia figa umida per l’ eccitazione; si sofferma lì per qualche istante e poi inizia a spingere dentro il collo della bottiglia: le mie labbra si aprono a quel piacere. Adesso è dentro, allargo le gambe leggermente per facilitare la piacevole intrusione: la bottiglietta mi penetra e mi piace.
Il padrone di casa finita la prima intrusione inizia a muoverla dentro di me prima delicatamente dentro e fuori, poi con maggior foga: sento la birra che esce mista col mio piacere, mi cola dalla figa lungo l’ interno coscia e giù fino ai piedi. I due ragazzi dietro che non smettono di palpeggiarmi, si piegano e uno per gamba leccano la birra che cola lungo le mie gambe; uno dei due si posiziona proprio sotto la figa e lecca il prelibato nettare, mentre l’ altro giù aspetta che arrivi ai miei piedi per leccarli. Il padrone di casa muove sempre più velocemente la bottiglietta nella mia figa con foga come a violentarmi......sono un brodo.....sto godendo come mai! Ad un certo punto improvvisamente si ferma, mi infila il più possibile dentro la bottiglietta, poi copre il fondo col perizoma come per fare un tappo e impedirne l’ uscita, mi prende con le due mani le chiappe da sopra e mi allarga il culo; uno dei due amici si alza leggermente iniziando a leccarmi il buco del culo: ci sputa spalma col dito e poi mi infila la lingua quasi dentro. Si alza anche l’ altro d’ apprima si danno il cambio poi tutti e due assieme mi leccano tutta buco e chiappe; mi infilano il dito dentro e vado in visibilio! E’ bellissimo. Sposo il braccio e poso la mano sulla patta del padrone di casa e sento il suo cazzo durissimo; glielo massaggio da prima da sopra i pantaloni poi tiro giù la zip e vado alla ricerca del calore della sua carne: gli sta esplodendo! Riesco a prenderlo in mano con le dita gli massaggio le palle e poi presa l’ asta la stringo con forza ( mi piace stringere un cazzo in mano). Lui si allontana e mi dice: “ allargati le chiappe troia!”
Senza indugi mi prendo le chiappe con le due mani e le allargo per bene dicendogli: “così?”
Mi risponde: “si! Tieni larghe quelle chiappe da troia che ti vediamo bene il buco del culo!”
Così dicendo prende il cellulare e inizia a scattarmi delle foto: a mente lucida mi sarei ribellata ma il pensiero che potesse farsi una sega guardandole o farle vedere ai suoi amici (magari anche persone che conoscevo) in quel momento mi faceva colare di piacere.
Mi scattava le foto con una bottiglietta nella figa mentre i suoi amici mi tenevano per le gambe come un trofeo di caccia e mi allargavo il culo......era bellissimo.......mentre mi riempivano di tutti gli improperi che conoscevano, lui aggiunse: “ brava puttana! Bisogna tenersi un ricordo di quanto sei troia!”
Finito il servizio fotografico tutti e tre si tolsero pantaloni e slip, restando alle mie spalle coi cazzi già belli tesi.
Il padrone di casa fu il primo ad avvicinarsi mi levo la bottiglia dalla figa grondante e scostando solo il perizoma ormai fradicio puntò il cazzo contro il mio buco del culo e disse:
“a una troia come te si può fare solo il culo! Tieniti le chiappe larghe puttana!”
Così dicendo a spinto con forza tutto il suo cazzo dentro, sentivo le palle che toccavano la mia figa, mi ha leggermente alzata infilando le mani sotto il vestito fino alle mie tette, ha preso i capezzoli tra le dita stringendoli. In questa posizione sdraiato su di me ha iniziato prima piano e poi più forte a scoparmi nel culo:
“troia ti piace farti scopare il culo?”
“SI!”
“dillo che sei una troia! Che sei una puttana rotta in culo!”
“ Si sono una troia! Mi piace prenderlo in culo! Come una puttana!”
Intanto i capezzoli stretti nella morsa mi erano diventato due chiodi, gli altri due stavano in coda come al supermercato col numerino in attesa del loro turno mentre guardavano e si menavano il cazzo dicendomi: “che troia che sei!” “dai puttana rotta in culo!” “ dopo ti rompiamo il culo anche noi”
Intanto il padrone di casa: “sto venendo troia ti riempo il culo di sborra!”
Quasi senza finire mi sentivo l’ intestino pieno di calda crema.
Una volta venuto lasciò il posto al secondo anche lui mi prese subito in culo e poi il terzo senza soste, nel mentre il padrone di casa mi scattava altre foto ricordo della serata mentre i suoi amici mi inculavano.
Quando anche l’ ultimo stava venendo il padrone di casa riprese la bottiglietta che conteneva ancora un pò di birra e me la infilo prontamente nel culo dicendomi:
“troia! Adesso siediti in terra con la bottiglietta nel culo e scarica la sborra!”
Feci come mi veniva detto e poi aggiunse:
“adesso troia la levi e ti bevi tutto!!”
In quel momento penso avrei fatto qualunque cosa mi venisse chiesta, ero ancora in preda ad un’ eccitazione mai provata, portai la bottiglietta alla bocca e versai il contenuto, anche se buona parte mi colò addosso e sul vestito bianco.
Ripresami da quella situazione mi diressi in bagno, mentre mio marito suonava alla porta con le pizze, ero in una condizione pietosa e non avrei saputo assolutamente cosa inventare per giustificare il mio stato: puzzavo di birra e sborra con il perizoma fradicio, il vestito tutto imbrattato.
Sento mio marito che entra:
“ allora ragazzi tutto bene? Vi siete divertiti in mia assenza?”
Il padrone di casa risponde laconico: “direi di si! Ci siamo inculati a turno quella troia di tua moglie! Riempendola di sborra!” “Guarda le foto”
Esco dal bagno conciata com’ ero, lui mi guarda e mi dice:
“vieni a farmi un pompino con l’ ingoio di fronte ai miei amici troia!”
Che dovevo fare oltretutto mi piace....!
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7
16 years ago
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Un triangolo pieno di piacere
Da circa un mese ero iscritto ad un sito di annunci erotici. Non so se inizialmente fu mera curiosità o reale speranza di trovarvi intriganti avventure, fatto sta che il mio annuncio scorreva sul video insieme alle migliaia di altri. Anzi, era lì in duplice forma: uno come singolo che cerca coppie, ma non disdegna eventuali singole o singoli bisex , ed uno come coppia, ove mi presentavo unitamente alla mia partner di tante ore passate a trastullare i nostri e gli altrui corpi. Il primo mirava ad un mio gioco nuovo, il secondo riprendeva una nostra abitudine ormai consolidata.
Risposte ricevute: molte sin da subito. Alcune, in particolare all’annuncio di coppia, palesemente forzate, vistosamente scritte da singoli che simulano aver compagna… ma “lei ora non può, però potremmo inizialmente vederci noi…”; altre, maggiormente per l’annuncio come singolo, dimostratesi poi provenienti da persone che, a parole, sono apicali nell’arte erotica, ma, nel concreto, si riducono a fanatici pigiatori di tasti di computer, immaginanti le più infuocate battaglie erotiche, per auto farsi compagnia nelle tristi serate passate con il Marchese della Sega, figlio della sempre gravida Contessa Manina.
Coppie finte o bloccate dal pensiero di far divenire concretezza il proprio desiderata, bisex mentali incapaci di trasformare in realtà quella loro voglia recondita… tantissime e tantissimi. Molte pallose mail, molti ripetuti rinvii del fatidico appuntamento con i più speciosi ed incredibili motivi.
Questo, in parte, il risultato dell’iscrizione al sito del desiderio erotico. Ma vi fu anche altro, ben più pregnante e ben più ripagante quell’iscrizione.
Oltre alle risposte di persone forti nel fantasticare, vi furono anche persone concretamente attirate da quanto da me scritto. Sei coppie mi risposero cercandomi insieme alla mia partner, una mi cercò nella veste di singolo etero, quale giocattolo per la sola lei con il lui eccitato osservatore, due mi cercarono per giocare con entrambi a tutto campo e, otto singoli bisex, mi proposero infuocati incontri tra soli maschietti.
Portai a compimento quattro di quelle risposte… una per tipo. Insieme alla mia partner ci si vide con una coppia, da solo divenni giocattolo di un’insaziabile signora con marito sulla poltrona a fianco del letto, mi dedicai ad una coppia ove nel triangolo tutti si era a gara nel dare e darsi piacere senza il limite dell’ordinario uomo-donna, mi incontrai con un maschietto per provare la sensazione dell’erotismo in assenza di vagina.
Il meno appagante fu certamente l’essermi trovato in un letto con una signora, peraltro piacente, ad assecondare le indicazioni erotiche provenienti da suo marito, assiso su una poltrona a fianco del talamo e con il membro, fuoriuscente dalla potta, tra mani. Magari a qualcuno piacerà, per me fu invece discretamente frustrante. Adoro il sesso guidato dalla fantasia mia e di chi partecipa con me al comune delirio dei sensi; trovo poco intrigante l’essere, in uno con la donna con cui scambio il piacere, un automa comandato dall’esterno. Fai quello… fai questo… adesso mettetevi così… ora prendiglielo in bocca… leccala… che palle! E’ tutto solo per aiutare lui a masturbarsi…
Il più intrigante… il triangolo a tutto campo; il più trasgressivo… l’eros senza vagina.
Certo, ciò fu probabilmente dovuto al fatto che, prima di allora, avevo avuto un’unica esperienza bisex, peraltro a sorpresa e tra due donne. Tutto ciò che suonava “bisex” aveva, quindi, il fascino conscio ed inconscio del nuovo, della variante alla trasgressione ordinaria, del portare il corpo e la mente a piaceri diversi.
Prima del singolo ci fu il triangolo.
Entrai nell’alcova segreta di quella coppia di amanti, amanti tra loro e individualmente amanti dell’erotismo più sfrenato. Un monolocale piacevolmente trasgressivo; arredo minimale ma ricercato, letto alla giapponese di tre metri per tre centrale, giuste stampe orientali alle pareti alternate a specchi, un bar ben fornito…
Non nascondo ero un po’ impacciato… per la prima volta ero il terzo, l’uomo in più tra un uomo ed una donna. Questa volta non avevo la mia solita alleata di tante ore di piacevoli giochi erotici, ero solo, solo al cospetto di due di cui avevo la sola conoscenza derivante dal caffè preso insieme mezzora prima. Sapevo come si chiamavano, sapevo cosa facevano nella vita, o meglio sapevo ciò che avevano deciso di dirmi sul punto, sapevo che erano una coppia di amanti, sapevo che lui era bisex sia attivo che passivo e lei fortemente eccitata dal vedere due uomini intendi a darsi reciproco piacere, sapevo la loro età, o perlomeno quella dichiarata, sapevo che lei amava sentire due uomini sul suo corpo… come dire sapevo molto di più di quanto non si sappia solitamente anche del più vecchio amico, ma di fatto non sapevo chi fossero. Non so se si accorsero di ciò, non so se anche loro vivevano, in quell’iniziale momento, il mio stesso imbarazzante disagio. Fu però poco più di un attimo.
Ci trovammo seduti sulle tre poltroncine fronte letto con un bicchiere in mano… La distanza tra le poltrone, leggermente a semicerchio, era di poche decine di centimetri… io guardavo l’uno e l’altra, loro guardavano me. Lei esordì comunicandoci la sua “voglia matta” di godersi quel pomeriggio. Io, seduto tra loro, posai una mano sulle sue cosce, per metà lasciate nude dalla gonna e le assicurai che sarebbe arrivata a sera soddisfatta… rimpiangendo immediatamente l’immodestia di tale affermazione, fatta al buio su me stesso. Aggiunsi che anche il suo compagno non avrebbe passato un noioso pomeriggio. D’altra parte, nelle precedenti mail di conoscenza, mai avevo detto di essere al mio primo incontro a tre e neppure avevo detto che la mia bisessualità era fresca come la rugiada del mattino. Non potevo, a quel punto, dichiararmi quel neofita che in realtà ero. Portai nella mia mente le svariate situazioni previssute in giochi tra coppie e mi lanciai… è vero che non avevo l’alleata di sempre, ma la immaginai, in quei momenti, presente tra noi, imitandola nei suoi slanci bisex verso l’altra donna.
Deciso come non mai, dissi a lei: “splendida fanciulla, qui sei in minoranza e quindi devi adattarti… inizialmente ci spoglierai entrambi e poi resterai a guardare i nostri arnesi che si induriscono. Se vuoi potrai scaldarti il buchino per quando decideremo di occuparci di te. Ora saremo noi a iniziare le danze.” Era quanto la mia partner diceva sistematicamente a noi maschietti quando aveva a portata di mani e bocca una donna; adattai quel suo fare al maschile. Lui annuì e, alzandosi, si mise davanti a lei. Io lo imitai. Iniziò a spogliarci. Camicia e pantaloni caddero a terra. La fermai ai boxer. “E no, cara fanciulla, questi saranno tolti tra noi maschietti; il tuo compito e finito.”
Bleffavo l’essere un esperto bisex, quasi un maestro di quel gioco del sesso.
Misi le mani su di lui ed iniziai a sfilargli i boxer. Le mie mani sentirono il suo membro quasi rigido, mentre le mie dita lo svestivano di quell’ultimo indumento. Lui si chinò è prese tra i denti l’elastico dei miei, strusciandosi su di me nello svestirmi completamente. In quel momento, stranamente, non sentivo più alcun imbarazzo: eravamo entrambi nudi e coricati in quell’enorme letto. Mentre lui mi accarezzava tra le cosce ed io passavo la mano sui suoi testicoli, con la coda dell’occhio rimirai lei che si spogliava. Iniziammo a giocare con i rispettivi capezzoli che, avevo prima detto loro, sono una delle parti del corpo per me più erogene. Eravamo in un atipico sessantanove; la mia bocca sui suoi capezzoli, la sua sui miei. Non fu difficile da quella posizione passare al più consueto sessantanove. Intanto vedevo lei che si masturbava inginocchiata sul letto, con occhi che altro non vedevano se non i nostri membri, divenuti durissimi, entrare ed uscire languidamente dalle nostre bocche. Gemette quasi subito per un orgasmo che la stava assalendo. Ci staccammo e, pur continuando con una mano ad accarezzarci reciprocamente il pene, posammo entrambi l’altra su di lei, tirandola tra noi.
Era famelica di sesso.
Non rammento più le tante posizioni che i nostri corpi assunsero in quel pomeriggio. Io e l’altro intenti a leccare insieme la vagina depilata di lei, passando le nostre lingue, che si intrecciavano tra loro, dal buchetto posteriore a quello anteriore. Io e lei a scambiarci in bocca il pene turgido di lui, senza mai negargli il piacere delle nostre lingue sul suo scroto. Loro due a divorarmi ogni centimetro del corpo. Intrecciati e allacciati, stesi uno sull’altra ed uno sull’altro, nessuna parte dei corpi resto senza il piacere di sentire le nostre libidinose bocche e lingue. Ormai noi maschietti eravamo al culmine; era passata quasi un’ora da quel primo approccio sui boxer e, mentre lei poteva contare già numerosi orgasmi, noi stavamo per arrivare al traguardo del nostro primo piacere assoluto. Ci sentivamo il pene pulsare dal desiderio di disperdere quel liquido la cui visione è foriera di eccitazione, quasi quanto lo è il disperderlo per colui che lo fa. Bastavano ancora pochi baci, poche leccatine, poche succhiatine e non sarei più stato in grado di tenere.
Mai avrei creduto che il gioco completo, il divertirsi a stimolare i sensi senza la rigida distinzione uomo-donna, mi avrebbe portato a tali apici di godimento sensuale e corporeo. Era la seconda volta che lo vivevo ed il piacere era ancor maggiore rispetto a quella che mi fu di noviziato. Trovavo estremamente attraente e stimolante l’essere solo in tre, due uomini ed una donna. Una seconda donna, probabilmente sarebbe stata un limite alla completezza assoluta del gioco bisex che stavamo vivendo.
Con quell’intrigo di sensi e corpo, quasi senza pensarci e certo di dover concludere il primo tempo di quel magnifico gioco a tre, lo chiedeva a gran voce il mio pene ormai giunto sulla soglia dell’esplosione, chiesi non a lei, ma a lui, se preferiva essere posseduto mentre possedeva la sua donna o preferiva possedermi mentre io possedevo lei.
Maleducatamente, come chi comanda in casa d’altri, avevo inavvertitamente deciso io per loro come si doveva concludere il gioco. Mi resi immediatamente conto della brutta uscita ed allora onestamente aggiunsi: “oppure finiamo questa prima fase come più vi aggrada… di più non resisto, per il mio uccello ogni ulteriore preliminare è tortura…”.
Fu lei a decidere.
Senza profferire parola, prese il tubetto della crema e la spalmò sui forellini posteriori di entrambi loro. Capii che avrei penetrato lui, mentre penetrava lei. Infilai velocemente il preservativo, con gli occhi che seguivano le delicate dita di lei spalmanti il culo del suo amante. Si mise alla pecorina accompagnando il pene del suo partner dentro il suo roseo buchino. Mi inginocchiai dietro lui. Aiutato dalle sue mani, il mio pene lo penetrò. Mi muovevo lentamente. Il ritmo era dato da lui, il vagone di mezzo di quell’erotico treno del piacere. Da lento divenne sempre più veloce, mentre lo specchio davanti a noi diffondeva l’immagine di due mammelle, che oscillavano come un metronomo di quel concerto di gemiti. Nello specchio sei occhi dilatati dal piacere ci guardavano e tre bocche si aprivano nell’estasi del godimento. Mi sembravano altri tre. Altri tre che godevano davanti a noi, mentre noi godevamo guardano loro. Fu un treno rapido, un treno ad alta velocità. In pochissimo i nostri strumenti esplosero. Io venni in lui e lui, quasi contemporaneamente, venne in lei. All’unisono gridammo il grande piacere che ci aveva avvolti nelle sue spire libidinose, coricandoci, esausti, l’uno sull’altro e sull’altra.
Restammo qualche minuto così… credevo di aver varcato la porta del paradiso; di certo avevo definitivamente varcato la porta del più intenso ed avvolgente dei piaceri, quello del godere liberi da ogni limitazione mentale.
Ma il pomeriggio non era finito… anzi. Ormai senza più gli imbarazzi e le tensioni iniziali, iniziò quasi subito un secondo tempo di quella partita del piacere.
Tutto fu come prima, ma molto più ricercato nella gestualità. L’irruenza della “prima volta” aveva lasciato il posto alla lentezza della seconda volta. L’impulso animalesco verso un piacere ancora da provare, era stato sostituito dalla voglia di riviverlo senza tralasciare nulla. Le lingue scorrevano più lente sui corpi; le mani si fermavano di più sui centri del piacere, esplorandoli sino alle più remote pieghe. Le lingue erano divenute panno morbidissimo attorno al pene o tra le labbra vaginali. Il clitoride un dolce confetto da far sciogliere in bocca poco alla volta. Il buco del culo, una bocca da baciare con intensità. I corpi, strumenti strofinati l’un contro gli altri, capaci di suonare quel grande concerto del piacere che insieme stavamo vivendo. Tutto era divenuto esasperazione del gesto, nella ricerca di far emergere ogni più segreto piacere. Ad un primo tempo di famelica libidine, seguiva un secondo tempo di raffinatissima libidine, altrettanto piacevole seppur così diversa dalla prima. Impossibile dire quale dei due tempi fu giocato meglio, quale dei due tempi seppe dare più piacere a tutti tre. In uno come nell’altro ci fu un crescendo di lussuria che, anche la seconda volta, ci portò in meno di un’ora a quell’annunciata esplosione dei membri invocante l’orgasmo finale.
Questa volta cambiò però la conclusione.
Lei mi volle nella vagina, mentre lui godete in me. Il piacere non variò. Anzi, per me fu ancor maggiore. Godetti in contemporanea internamente ed esternamente. Sentii il suo membro esplodere dentro di me, mentre io inondavo quella splendida donna che, tenendosi ai miei capezzoli, aveva posato le sue affusolate gambe sulle mie spalle e si mostrava aperta come più non si può ai miei occhi. Meravigliosamente bello; ogni altra parola è superflua ed inutile.
Dopo fui felice nel sentirmi dire che avevo mantenuta la promessa iniziale… il pomeriggio non era stato sprecato. A volte bleffare va bene, poi il gioco arriva; però da quel momento non mi servì più il bleffare. Seppur ancora abbastanza novizio, avevo appreso completamente il gioco del sesso aperto a tutti.
11
2
16 years ago
admin, 75
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Incontr clinical 2
Questo è il seguito del primo racconto:
Dopo il fantastico incontro a Torino con due signore (ne era prevista una, ne ho trovate due) era venuto il momento di sostenere una ardua sfida, sapevo che questa volta le amiche erano tre...
Dopo gli opportuni accordi ho preparato la borsa delle mie attrezzature, questa volta ho abbondato, memore della mancanza di materiale del primo incontro...
Sono arrivato a Torino la famosa domenica e mi sono recato all'indirizzo che conoscevo. Aperta la porta, mi sono trovato di fronte la padrona di casa tutta sorridente e ormai non più dubbiosa e la sua amica (dimenticavo era cicciottella pure lei, ma abbastanza carina). "Vieni abbiamo una sorpresa" mi hanno detto. Sono entrato in salotto e mi sono trovato davanti una splendida creatura bionda, capelli lunghi, ben proporzionata, due magnifiche tette, culo da favola.
"Ti presentiamo x, lei fa l'estetista e dice di essere molto disinibita. Vuole provare anche lei quello che abbiamo fatto l'altra volta..."
Ok! Tre in un colpo solo sono difficili da gestire, iniziamo con la nuova arrivata (mugugni...). Ho detto alla "nuova inizianda": Immagino ti abbiamo spiegato qualche cosa.. "Si si" "Ok allora spogliati e rimani in mutandine sul letto che preparo".... Pensavo di utilizzare la stessa procedura... Ma ahimè la creatura, al tatto aveva un pancino gonfio e duro: erano diversi giorni che aveva uno stop... "Cara qui bisogna fare una pulizia a fondo" Ciò detto ho preparato una bacinella di acqua tiepida e camomilla e ho caricato una siringa da 250 ml. Dopo averle tolto le mutandine, l'ho fatta coricare su un fianco le ho praticato due siringhe con cannula corta. Era tutta una promessa... aveva un bel monte di venere ed un folto pelo biondo a ricciolini.. Quindi l'ho mandata a liberarsi. Nel frattempo ho detto alle altre due "Venite pure e spogliatevi . (A dire la verità volevo riservare la mia attenzione sulla creatura posteggiata, era troppo bella). Inutile dire che si erano già preparate in perizoma (lezione imparata?). Sono arrivate e ho detto: Adesso vi faccio giocare tra voi due.. Ho fatto indossare alla padrona di casa un pene artificiale da 20 cm integrato in un paio di mutande sostenitrici e nel frattempo ho iniziato a utilizzare un vibratore nella patatina della seconda e un set di palline anali (per fortuna avevo detto loro di farsi trovare pulte prevedendo che gestirne tre era un match). Sapevo che questa si bagnava velocemente.... Quando l'ho ritenuta pronta le ho detto" Le palline le tieni nel culetto e adesso ti metti a pecorina e la tua amica ti scopa. Ho insegnato alla padrona alcuni rudimenti "maschili" del caso e le ho detto: "Intanto che la scopi estrai le palline una alla volta a lunghi intervalli. Nel frattempo è arrivata la bionda pulita e lavata e ho iniziato a leccarle la patatina e lei a masturbarmi in un bel 69. Pensavo si eccitasse subito, invece era un po' freddina. (Adesso ti sistemo io!). Nel frattemo le altre due ci avevano preso gusto! Iniziava ad esserci una atmosfera molto carica ed eccitatata.... Avevo messo a portata di mano la borsa è (con qualche acrobazia) ho recuperato un piccolo bardex gonfiabile usa e getta. Dopo averle lubrificato lo spendido buchino ed il bardex abbondantemente le ho divaricato bene le gambe e le ho inserito delicatamente il bardex per circa 15 centimetri. Emetteva dei gridolini: "Uhh! Da fastidio!. Basta!" No cara deve salire fino al punto sensibile. Qando ho ritenuto che fosse al posto giusto, sono ritornato a leccarle la patatina e ho iniziato a gonfiare il bardex lentamente. Uhh! basta basta sembro piena! Mi preme dentro! Che fastidio!. Bene : "altri due colpi!" "Bastaaa!" Ritenuto fosse "cotta" le ho detto : Adesso vieni sopra di me. Si è impalata quasi di corsa, e dopo averla omaggiata con un altro colpo ha iniziato ad urlare e tremare per diverso tempo e ad emettere una densa schiuma bianca dalla patatina. Siamo venuti insieme molto intensamente, ma lei ha avuto diversi orgasmi multipli. Le altre due erano sparite, si sentivano dei gridolini in salotto....Alla fine il match è praticamente finito lì. Alle altre due ho detto: In tre con un solo uomo è un casino... Allora la prosima volta porta un amico carino! Va bene! Siamo rimasti d'accordo di ampliare il sodalizio e di vederci dopo due settimane. (In verità è stato l'ultimo perchè poi io avevo trovato di meglio e più vicino).
7
1
16 years ago
drplaisir2,
53
Last visit: 15 years ago
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Un incontro clinical a sorpresa
Incontro a Torino.: Il contatto era avvenuto casualmente con Lei su una noto sito di dating. All'inizio solite schermaglie via messaggio, poi via chat su msn. Sembrava una persona di una certa riservatezza, poi piano piano si è schiusa a certe confidenze, certi desideri. In foto era carina, un po' sovrappeso, età sui 35 anni, bel seno, appena separata e senza figli. Mi ha chiesto un appuntamento in un bar di Torino. Ci siamo trovati e abbiamo parlato di varie cose. Non mi sembrava molto convinta a provare una seduta di gioco del dottore. Siamo rimasti d'accordo che io sarei andato a casa sua la domenica seguente e ci siamo scambiati i cellulari. Dal vivo era decisamente meglio che in foto. Il sabato l'ho chiamata e mi ha detto di andare da lei alla domenica, mi ha detto: "sono un po' indecisa e spaventata" Le ho risposto: "se non sei convinta lascia perdere" Ma alla fine ha detto "mah.. proviamo..." Così la domenica seguente sono arrivato a casa sua e con immensa sorpresa l'ho trovata con una amica. "Sai non si sa mai, non mi fidavo" Le ho risposto: "Non importa, ma la tua amica?" "Mah! Si mette di là a guardare la tv..." Va bene! Ho detto. Quindi siamo andati in camera sua è io mi sono spogliato ed indossato il camice, lei si è spogliata nuda, come le ho richiesto, e ha indossato un microperizoma che le ho dato io. L'ho aiutata ad annegarlo nel solco posteriore e tra le grandi labbra, poi le ho massaggiato con un dito guantato l'interno dela vagina finchè si è bagnata e le ho inserito due palline vibranti e rimesso a posto il perizoma dicendole: "adesso aspetti che ti chiamo in bagno". Sono andato in cucina a prendere l'acqua bollita allungata con camomilla e ho preparato una peretta da 250 cc provvista di una cannula con oliva in punta (tutto materiale nuovo ovviamente). Poi dopo averla preparata, l'ho fatta venire in bagno. "Adesso ti levi il perizoma e ti metti a 90 gradi a gambe larghe" Un po' indecisa lo ha fatto. Le ho lubrificato l'ano e inserito solo all'inizio la cannula e praticato un lavaggio di pulizia. Dopo un po' le ho ordinato di svuotarsi e di rimettersi nella posizione di prima. Questa volta le ho inserito la cannula quasi in profondità lentamente, fermandomi e massaggiandole il clitoride. Ad un certo punto mi ha detto "Mi fai venire così, mi da fastidio dentro" "Abbi pazienza" E ho spinto la cannula tutta in fondo (18 cm di tipo morbido e non tanto grossa), facendole altri 250 cc e nello stesso tempo accellerando il massaggio del clitoride. Ha iniziato a sussultare e rilasciare abbondanti spruzzi di liquido vaginale. Era venuta in modo bestiale. Nel frattempo, senza accorgemi, l'amica ci stava spiando dalla porta del bagno.....e mi ha detto con sguardo ironico "Senti voglio provare anch'io.." Va bene! Ma non ho anche il materiale per te, mi sono rimaste solo due cannule monouso da 30 cm." Ci arrangiamo, ha risposto. Detto fatto le ho detto: "Spogliati nuda e vai ad aspettarmi sul letto." Poi dopo aver detto alla prima "Bene, Ti tolgo le palline e poi lavati" e vieni da noi fra 10 minuti" Mi sono lavato e cambiato i guanti e ho raggiunto la nuova paziente con la quale ho iniziato una stupenda leccata del clitoride scartando nel contempo una delle due cannule e dopo averla lubrificata l'ho penetrata nell'ano molto lentamente, sempre leccandola. Ha inizato subito a bagnarsi e gemere gridando "basta basta" No! deve entrare tutta le ho risposto" E così ho fatto E' venuta miagolando come un gatto in calore. Poi mi ha apero il camice e ha iniziato a farmi un bel pompino. Nel frattempo è arrivata l'amica che visto il "mister" pronto ha detto: "Tocca a me" E così è stato, una splendida cavalcata, lei sopra io sotto e l'amica sopra la mia faccia che si faceva leccare una splendida patatina umida e ben bagnata. Abbiamo continuato a giocare un po' e quindi ci siamo rimessi a posto. Prima di congedarmi mi hanno detto "Ti aspettiamo la prossima settimana". E così è avvenuto, solo che andando la seconda volta ne ho trovate ben tre di amiche! Il seguito la prossima volta..
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16 years ago
drplaisir2,
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2 cazzoni x mia moglie
Un pomeriggio di settembre io e mia moglie decidiamo di andare al mare, a Lido di Dante. Raggiungiamo un posto fra le dune un po’ isolato, ci mettiamo a prendere il sole, dopo 10 minuti 2 singoli si vengono a mettersi a circa 15 metri da noi e nudi si mettono a prendere il sole. Mia moglie di solito così pudica incomincia a sbirciarli, questi se ne accorgono e cominciano a toccarsi. Incredulo vedo mia moglie che si toglie il reggiseno e le mutandine e si mette con la figa ben esposta ai loro occhi, loro molto sfacciatamente incominciano a masturbarsi, i loro cazzi sono in piena erezione e uno di loro ha proprio un cazzo grossissimo un grosso salame di circa 25 cm con una cappella come un arancia.
Vedo che mia moglie piano piano allarga le gambe e mostra ai due la figa aperta e tutta bagniata di secrezioni.
Uno dei maschi, quello col cazzo grosso si avvicina , si presenta e cominciamo a parlare, lei è turbata risponde a monosillabi è tutta rossa e non riesce a distogliere lo sguardo da quel cazzone che visto da vicino è impressionante. Il tizio dice che hanno un camper parcheggiato vicino alla nostra auto e che cercano
coppie e che avrebbero pagato Anche 300 € x potersi divertire con noi .
Io guardo mia moglie sicuro che lei rifiuti invece lei non dice niente si limita a guardarmi e ad aspettare,
io allora decido di lasciare scegliere a lei e dico a lui che quando saremmo tornati
All auto se avremmo accettato saremmo saliti sul camper. Loro se ne sono andati e noi ci siamo avviati verso la nostra auto. Io le ho detto che decidesse lei e che però sapesse che se avesse scelto di salire sul camper doveva essere disposta a tutto dato che sarebbe stata pagata. Raggiunta l’auto mia moglie dopo avermi guardato si dirige verso il camper, entriamo e dentro sdraiati sul letto ci sono loro che ci aspettano nudi e visti da vicino in piena erezione soprattutto quello con cui abbiamo parlato comincio a temere x mia moglie.
Lei si avvicina, allunga una mano su quel cazzo che l’ha fatta capitolare e lentamente comincia a scapellarlo e a masturbarlo, i due gli mettono le mani sotto la gonna le tolgono le mutandine ( chissà perché le ha messe poi) la spogliano nuda e così in piedi si attaccano con le bocche ai suoi capezzoli poi la fanno sdraiare sul letto e uno di loro Incomincia a leccarle la figa. Uno di loro mi indica il comodino dove sopra ci sono le 300 ,€
e due certificati dove risultano negativi al test hiv sono più tranquillo mia moglie intanto viene rumorosamente e prendendo in mano il cazzone se lo struscia nello spacca
della figa bagnatissima, quello spinge e piano piano la cappella si fa strada in quella ferita rossa e gonfia , con un ultimo colpo di bacino è tutto dentro, mia moglie emette un sospiro che è quasi un lamento apre la bocca quasi a cercare l’aria e l’altro subito gli mette il suo cazzo in bocca e comincia a pompare. Mentre l’altro le pistona la figa lei gode subito seguita dal cazzone che con una spinta poderosa si pianta fino in fondo alla figa e comincia a sborrare, anche l’altro quando lei apre la bocca per gemere glielo spinge tutto in gola e sborra. Si staccano da lei e la posso vedere: tutta spettinata, un rivolo di sborra le sta colando da un lato della bocca e la figa è tutta aperta e inzuppata di sborrache fuoriesce perché ne è entrata troppa.
Dopo 10 minuti di calma il singolo col cazzone incomincia a toccarle il culo e mi dice che vuole incularla, lei mi guarda implorante e poi capito che io non posso e non voglio fare niente docilmente si mette alla pecorina, lui mi da una crema e avvicina il cazzo al culo , io prima ungo il culo a lei poi ungo il cazzo a lui,
sono quasi preoccupato x mia moglie e quando la cappella si appoggia al buco lei comincia a gemere io allora glielo guido e lui a piccole spinte e a fatica fa entrare la cappella lei lancia un urlo e poi si calma ma io so che non è finita, ne deve entrare ancora più della metà.Il cazzone comincia a spingere piano piano, lei docilmente e con le lacrime agli occhi lo lascia entrare si lamenta dice di smettere che non ce ne sta più però quando il cazzone con un ultima spinta entra tutto lei lo lascia entrare, l’altro gli presenta il cazzo
davanti alla faccia lei apre la bocca e lo ingoia tutto. Presa così sembra essere allo spiedo , uno
la incula dandole delle spinte tremende l’altro la chiava in bocca spingendoglielo tutto in gola.
Mia moglie comincia a godere, quello dietro con una spinta fortissima glielo affonda tutto nel culo e gode riempiendola di sborra anche l’altro con un ultima spinta gli si pianta tutto in gola e sborra costringendo mia moglie a ingoiare quello che non riesce a sputare. Quando il cazzone le esce dal culo e vedo la sborra che comincia ad uscire dal buco aperto mi chiedo quanta gliene avrà messo dentro. Poi lentamente la rivesto le pulisco la bocca dalla sborra che è fuoriuscita e poi l’aiuto a infilarsi le mutandine
mentre il culo ancora aperto lascia uscire un rivoletto di sborra che le cola sulle cosce fino al ginocchio, l’aiuto a scendere dal camper e a salire in macchina e ci avviamo verso casa. È stata tre giorni con dei problemi per sedersi e non ne abbiamo più parlato neanche fra di noi e volete sapere la più bella: mi sono dimenticato i soldi sul comodino ho dovuto tirarli fuori dal mio portafoglio ma non mi è dispiaciuto.
Mi piacerebbe ripetere l’esperienza e credo che anche mia moglie non si tirerebbe indietro
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16 years ago
calan,
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L\'amante
Il taxi veloce e discreto che l’aveva prelevata a Malpensa la lasciò esattamente di fronte al cancello in acciaio, perfettamente lucido e ben tenuto. All’interno si poteva vagamente intuire uno splendido giardino.
“Tutto questo non ha senso”
si disse Raf, appena ebbe pagato il tassista frettoloso. Solo un paio di ore prima era a casa sua, nella sua comoda e tranquilla vita di sempre.
Però spinse il campanello con decisione, lisciandosi la sottile camicetta di seta beige che si era sicuramente sgualcita in aereo.
Il cancello che si apriva la fece sobbalzare.
L’interno era decisamente meglio di come se lo fosse immaginato.
Sapeva che era un ricco uomo di affari, ma della sua vita reale non sapeva praticamente nulla.
Di come vivesse, di dove abitasse, di cosa gli piacesse fare nel tempo libero, a parte andare a caccia di donne e scopare.
Entrò nell’enorme villa da un portoncino in legno e vetro satinato. Dava su di un salone grande come tutto il suo appartamento, arredato con mobili di design difficilmente confondibili, per lei.
I divani erano Le Corbusier, diverse sedie Macintosh attorno ad un tavolo Cassina in vetro e acciaio. Una chaise loungue, sempre Le Corbusier, ovunque erano sparsi mobili di Writgh e di altri architetti che avevano fatto la storia dell’arte mondiale, tutti riuniti in quel salone spettacolare.
Il tutto era condito da una serie di accessori di squisita fattura, oggetti etnici, ricordi di numerosi viaggi fatti attorno al mondo.
Non si notava l’assenza femminile in quell’arredamento, nonostante fosse una casa prettamente e tipicamente maschile.
Max spuntò fuori all’improvviso, come se si fosse materializzato dal nulla.
Sorrise felice alla sua ospite gradita.
Si rese conto che dal vivo era davvero come l’aveva sognata tante e tante volte.
Le andò incontro con le braccia tese, e le baciò le guance leggero come un soffio. Il contrasto strideva molto, era un uomo alto e possente, dallo sguardo un po’ rude, ma aveva dei modi estremamente garbati, esattamente come su msn.
Si guardarono a lungo negli occhi, era incredibile che dopo tutto quel chattare fossero davvero arrivati al punto di stare di fronte.
“Fatto buon viaggio?”
Oddio, anche la voce era imperiosa. Averlo di fronte un po la intimoriva.
Max se ne accorse al volo. Era uno che le donne le conosceva molto bene.
“Si, grazie”.
Raf continuava a starsene in piedi,impacciata. Max la invitò a sedersi in poltrona. Più la guardava e più sentiva che doveva trovare il tasto giusto per accenderla. Non doveva avere fretta. Lui non l’aveva mai, fretta.
Si sedettero uno accanto all’altra, sul costoso divano Cassina in pelle nero. La sensazione di fresco della pelle dette un brivido a Raf, ed i capezzoli si inturgidirono. Era facile vederli spuntare dalla camicetta di seta, nonostante il reggiseno.
Max le passò un polpastrello sopra uno di essi, e Raf lo guardò senza smarrimento. Aveva una luce strana negli occhi. Come se non avesse aspettato altro.
“Sto correndo?”
Max non era solito fare quel tipo di domande. Non uno come lui. Ma Raf era qualcosa che andava ben oltre le donne con le quali era stato finora.
“Non dire cazzate – disse Raf rilassandosi – non sono venuta a Milano per fare conversazione”.
Gli occhi di lei si erano puntati nei suoi. Max era quasi a disagio, quello sguardo era talmente eloquente che sentì il cazzo esplodergli nei pantaloni. Fu li che capì come si sarebbe comportato, cosa avrebbe fatto, come si sarebbe mosso.
Le si mise a cavalcioni, e con le mani abili iniziò a sbottonarle la camicetta. Il reggiseno nero, di elegante fattura, conteneva a fatica lo splendido e generoso seno della ragazza.
Le passò le braccia dietro alla schiena per sganciarlo. Nel farlo il suo viso si avvicinò a quello di lei, e decise di baciarla. Lui non amava baciare le donne, era un passatempo troppo da ragazzini, ma Raf se li meritava i suoi baci, lo sapeva bene.
Mentre con le mani sganciava il reggiseno, posò le labbra su quelle di lei.
Raf rimase colpita da quel bacio, mai se lo sarebbe aspettato. Rispose con foga, aprendo la bocca eccitata e cercando con la lingua le profondità della bocca di lui. Max sospirò e le fece scivolare il reggiseno lungo le braccia. Si staccò dal bacio solo per guardarle i seni.
“Avevo visto giusto – disse con la voce già rotta dall’eccitazione – li immaginavo meravigliosi e avevo proprio ragione”.
Max si abbassò per succhiare un capezzolo, e con la lingua compose piccoli cerchi e tocchi, e lo morse e lo succhiò avido. Raf mugolava piano, la sentiva già sciogliersi tra le sue braccia.
Passò all’altro capezzolo, succhiandolo con forza, e non dimenticandosi dell’altro che continuò a torturare con le dita.
Durò poco l’abbandono di Raf al piacere. Max sentì le sue dita gentili sfilargli con forza la maglia per lasciarlo a torso nudo.
Aveva un bel fisico, possente e molto ben tenuto.
Profumava di uomo sano e pulito. Eccitato.
Raf gli addentò una spalla, e gli succhiò la carne soda delle braccia.
Era già molto eccitata.
Max scese velocemente lungo la pancia, e le sganciò i pantaloni, facendoglieli scorrere lungo le gambe.
Aveva un paio di slip di tulle color carne, e quando le aprì le gambe con le mani si accorse che il tulle era trasparente e bagnato.
Max aveva paura di parlare. Aveva detto solo poche frasi ed erano già a quel punto.
Lui adesso era inginocchiato di fronte al divano, e Raf, ormai nuda se non per il trasparente slip, era seduta con il sedere in avanti, e le cosce aperte. Max infilò un dito sotto gli slip, facendosi appena largo tra le pieghe umide. Raf lo guardò vogliosa.
“Sai come farmi cedere, vero Max?”
Lui rise. Sfilò il dito e lo succhiò con piacere.
“Saprò farti fare cose che neppure immagini, tesoro”
detto questo le sfilò gli slip. Era rimasta vestita anche troppo.
Le allargò con le mani le cosce, e abbassò la testa sulla fica.
Il profumo che emanava era molto promettente.
Con le dita si fece spazio tra le grandi labbra, e le leccò il clitoride tenendo la lingua rigida e a punta.
Ci vollero pochissimi istanti perché Raf gridasse di un piacere forte e desiderato.
“Siiii, cosi, non fermarti”.
Continuando a leccarla con un ritmo blando, le infilò un dito dentro, trovandole subito il bottoncino. I gemiti si fecero ancora più forti.
Le dita diventarono prima due, poi tre. Tentò di infilare anche il quarto ma si rese conto che non era così allenata.
Mosse le dita con forza, mentre continuava a leccarle il clitoride. Si rese conto che era già molto vicina all’orgasmo.
Sfilò le dita e ritirò la lingua, lasciandola ad un passo dal piacere, e solo con l’aiuto del suo lubrificante naturale le infilò due dita nell’altro buco.
Era già abbastanza allenato, lo sapeva.
Raf tirò su il bacino per aiutarlo nell’operazione, così mentre Max le muoveva con forza le dita nel culo ricominciò a leccarle il clitoride.
Le urla di piacere si fecero di nuovo forti.
Raf gemeva, riversa sul divano di pelle nera, mentre Max sentiva il cazzo scoppiargli nei pantaloni.
Solo un orgasmo, si disse, mia bella e dolce troietta, e poi mi servirai a dovere.
Decise di accelerare i tempi.
Insieme alle dita nel culo aggiunse tre dita nella fica, e con due colpi di lingua sul clitoride la sentì arrivare di un orgasmo fortissimo. Continuò a leccarla e a muovere le dita finché non la sentì arrendersi.
Si allontanò da lei per guardarla. Aveva perso l’aria innocente. Adesso, così abbandonata e nuda, umida dei suoi stessi umori e del suo stesso orgasmo, era esattamente come l’aveva sempre sognata.
“Sei un lurido bastardo – disse sorridendo sensuale – mi hai fatta davvero morire. Mi sa che dovrò darmi da fare per compensarti”.
Detto questo si alzò in piedi e lo invitò a prendere il suo posto.
Gli si inginocchiò ai piedi, e gli sganciò i pantaloni gonfi.
Quando gli ebbe abbassato anche le mutande Raf si ritrovò faccia a faccia con un cazzo di dimensioni così notevoli che non ne aveva mai visto uno.
Max sapeva che le donne facevano facce strane quando gli vedevano il cazzo per la prima volta, ma Raf ebbe un guizzo di gioia quasi comico.
Lo prese tra le mani e lo accolse in bocca gustandolo come un dolce tanto atteso. Max capì fin da subito che Raf lo avrebbe fatto divertire.
La sua novellina71 non era affatto novellina. Gli succhiò con tale foga la cappella da fargli quasi male, ma il piacere fu incredibilmente forte. La vide staccarsi, e tirare fuori la lingua. Gli leccò tutta la lunghezza dell’asta, e rimase a lungo a giocare con la punta della lingua sulla cappella.
Max la guardava estasiato.
Non era mai stato un problema, per lui, trovare qualche troia di passaggio che gli facesse un bel pompino, ma poche volte aveva visto quella devozione, quel piacere innato nel farlo. Gli era venuta voglia di leccargliela ancora, ma decise che voleva godersi un po lo spettacolo.
Raf lo prese di nuovo in bocca; le dimensioni erano così notevoli che prenderlo tutto era impossibile, ma si impegnò ed usare anche le mani per coprirglielo tutto. Succhiava in modo preciso e costante, aiutandosi con le mani. Max le appoggiò la mano sulla testa, e sentirla muovere lo fece godere ancora di più.
Quando si rese conto di essere quasi al limite le allontanò la testa.
“Finiscimi con una sega, tesoro – le disse roco col sorriso sulle labbra – voglio vederti ubbidiente”.
Raf continuò con le sole mani, e ben presto un caldo fiotto di sborra finì sulla pancia e sul petto di Max.
“Adesso sai che fare”
E Raf si chinò per leccarlo senza neppure replicare.
Assaporò con gusto il seme di Max, era salato e aspro, ma gradevole.
Quando ebbe finito di leccargli pancia e petto, Raf era di nuovo estremamente eccitata.
Max si alzò subito, come se l’orgasmo non avesse lasciato segni su di lui, e le tese le mani.
“Voglio andare in camera, tesoro – le disse – i miei giocattolini li tengo di la”.
In camera, dove troneggiava un bellissimo letto Flou in legno wengè, c’erano molte candele accese, alcune profumate, e l’atmosfera era incredibilmente eccitante.
Max si diresse sul comodino a lato, ed aprì un cassetto pieno di aggetti sessuali di tutti i tipi.
“Adesso ti esibirai per me per farmelo tornare in tiro, ok? Scegli cosa ti piace di più di tutta questa roba”.
Trovò uno stimolatore uguale a quello che aveva anche lei a casa.
Max si inginocchiò sul bordo del letto, lei gli si stese davanti spalancando le gambe e guardandolo eccitata.
Prese il giocattolino e lo penetrò a fondo nella fica bagnatissima.
Max deglutì. Aveva già voglia di entrare in lei. Il suo cazzo cominciava già a dare segni di vita, ed erano passati pochi minuti.
Lei accese con il tasto la vibrazione ed appoggiò la parte zigrinata al clitoride. Il piacere arrivò forte, soprattutto per lo sguardo eccitato di Max che la guardava masturbarsi.
Gemette un po’ più forte del necessario, e lo guardò vogliosa mentre si masturbava con quell’aggeggio infernale.
Arrivò in pochissimi istanti, aveva messo la vibrazione al massimo e lo sguardo eccitato di Max che la guardava l’aveva eccitata furiosamente.
Decise di aspettare qualche istante prima di ricominciare, e le si stese accanto. Raf gli si accoccolò contro, e lui le cinse la vita con le braccia.
Averla li a disposizione era veramente bello.
Sapeva che lei si aspettava molto da quell’incontro, perché aveva dovuto affrontare tante cose per quei due giorni di sesso.
Le baciò con dolcezza le labbra che avevano ancora il sapore del suo sperma. Le era grato per quella dimostrazione di ubbidienza che aveva fatto prima. Sapeva quanto lei odiasse leccare lo sperma.
“Quanto resti, tesoro?”
“Domani pomeriggio alle tre ho l’aereo per Pisa”.
“Ho tutto il tempo per farti davvero vedere chi sono”
“Vale anche per me. Io resterò la tua novellina, ma quando sarò uscita da qui voglio poter dire che ho fatto tutto quello che fanno le mie protagoniste”.
Max rise di gusto.
Le sue protagoniste.
Ne aveva lette tante di storie di Raf, alcune erano così hot che le aveva lette in compagnia di qualche calda compagnia per recitarle dal vivo.
Scriveva in maniera semplice e diretta.
Una volta gli aveva dedicato una storia per il suo compleanno, e al termine si era dovuto fare una sega dalla disperata eccitazione.
“Cosa ti aspetti davvero da me?”
“Voglio che tu mi faccia tutto quello che scrivo”.
Max fu felice di aver fatto quella chiacchierata in ufficio, quel mattino. Sapeva che Raf gli sarebbe stata grata.
Fu Raf a riprendere i giochi.
Cominciò a leccargli con dolcezza il collo e le spalle, a succhiargli i capezzoli, e quando arrivò al sesso lo prese di nuovo in bocca.
Lo succhiò per qualche minuto, avvicinandolo e allontanandolo a piacere dall’orgasmo, poi glielo imprigionò tra le tette, e cominciò a fargli scorrere il cazzo nel mezzo.
Lo spettacolo che gli offrì fece eccitare Max al punto di non ritorno.
Fu semplice e chiaro per entrambi che adesso era ora di smettere di giocare.
Max andò al cassetto e tirò fuori un doppio fallo.
Raf lo guardò sorridendo, tremando dall’eccitazione.
Mise un po’ di lubrificante sul fallo più piccolo, e la invitò a mettersi a quattro zampe. Lei si mise in posizione, tirando bene su il culo ed aprendo bene le cosce.
Max si concedette qualche secondo di panorama.
Aveva un culo fantastico.
La fica rasata di fresco era semplicemente uno spettacolo.
Offertagli così non poté fare a meno di leccarle prima la fica, e le infilò a lungo la lingua dentro, poi le leccò il secondo buco, usando saliva e lubrificante naturale finche non riuscì a penetrarla con la lingua stessa. Sentì la ragazza gemere ed implorare il suo nome, e la vide strusciarglisi contro il viso. La leccò ancora a lungo, aprendole con forza le natiche e penetrandola a fondo con la lingua nel buco secondario.
Non voleva farla arrivare così, ma si rese conto che ormai era vicina.
Così si staccò da lei e le dette una forte pacca sul sedere.
Raf sussultò al dolore della natica.
“Non volevo farti male a caso, tesoro – le disse con voce pacata – eri troppo vicina all’orgasmo”.
Detto questo prese di nuovo in mano il doppio fallo e la penetrò contemporaneamente nella fica e nel culo.
Raf non resistette a lungo al piacere. Si dimenò con forza, gridò e gemette a pieni polmoni. Per completare l’opera, Max si stese ed infilò la testa sotto il bacino, in modo da avere la possibilità di leccarle il clitoride.
Il piacere scoppiò violento, e mentre arrivava contemporaneamente dal clitoride e dal culo, sognò di essere con tre uomini diversi, e che tutti e tre la stavano scopando.
Le ci volle qualche minuto per tornare in se.
Max si era steso accanto a lei, e la osservava respirare affannata, stesa sul ventre, con le gambe ancora aperte.
Raf sentì una mano accarezzarle dolcemente il viso.
L’orologio sul comodino le fece notare che stavano facendo sesso da due ore. Si girò e si stese di schiena. Il seno le si abbassava ed alzava ritmicamente.
“Sei stato magnifico, Max. Mi hai fatta letteralmente andare fuori di testa”
“Tu ti stai concedendo a me completamente. Sei tu la magnifica”.
Detto questo le si stese sopra.
Aveva l’impellente bisogno di scoparsela. Non aveva ancora deciso se l’avrebbe scopata dal culo o no, ma quando l’aveva leccata aveva sentito un culetto ancora poco sfruttato. Sinonimo di piacere forte e sicuro.
“Che ne dici se adesso mi godo un po’ il tuo culo?”
Raf sorrise. Averlo addosso era veramente eccitante e bellissimo.
Max era un uomo estremamente dolce e gentile, ma aveva un’esperienza in campo sessuale da far impallidire chiunque. Sembrava impossibile, ma lui sapeva sempre cosa fare, quando fare, dove e come premere, come e quanto leccare. Ma soprattutto conosceva sempre la donna che aveva davanti.
E Raf era una di quelle che preferiva.
Era la classica donna alla quale piace il sesso, in tutte le sue forme.
Suo marito non l’aveva saputa sfruttare, la sua possibilità.
Adesso toccava a lui premere i tasti giusti ed ottenere tutto.
Perché, sapeva bene, che gli avrebbe concesso tutto.
Prese il lubrificante e lo mise sul culo di lei, poi le prese le gambe sotto le ginocchia e se la avvicinò.
Senza quasi aiuto delle mani la penetrò, infilando fino in fondo il suo cazzo nel buco più stretto.
Cominciò subito a sbatterla con forza, riuscendo a malapena a contenersi. Aveva il culo ancora stretto, che lo riempiva di piacere.
D’altra parte per Raf avere a che fare con un cazzo così grosso era magnifico. Si sentì completamente riempita per un buon po’, finché non si rese conto che avrebbe dato qualsiasi cosa per averne uno anche davanti. Senza minimamente vergognarsi sussurrò
“Ti avanzerebbe mica qualche vibratore per scoparmi anche la fica mentre ti dai da fare col mio lato B?”
Max sorrise deliziato dalla richiesta.
“Vuoi finalmente una doppia come dici tu? Cazzo vero in culo e vibro in passera? Lo sai che non chiedo altro che accontentare tutte le tue richieste, tesoro”.
Senza prendersi la briga di uscirle dal culo, si avvicinò al cassetto e ne tirò fuori un vibratore di dimensioni ragguardevoli. Si fermò solo un istante, il tempo per penetrarla col vibratore, poi ricominciò a sbatterla con violenza, ed ogni colpo di bacino erano due colpi per Raf, due piaceri forti che si mischiavano.
Il volto di lei era sfigurato dal piacere, poteva quasi toccarli i sogni che stava facendo.
“Lo so che sogni un altro uomo, con noi – disse lui gemendo – sogna pure, godi delle tue fantasie e dei cazzi che ti stanno scopando. Stasera ci sei tu al centro dell’attenzione. Goditela, tesoro, goditela”.
Le parole di Max la fecero arrivare all’orgasmo senza riuscire a trattenersi oltre. Dopo pochi minuti Max le scaricò completamente dentro il culo tutto il seme accumulato.
Di solito non premeva mai per fare una terza ravvicinata, ma quando tornò dal bagno con il sesso completamente pulito, si rese conto che, invece, quella volta avrebbe insistito.
Raf era ancora stesa sul dorso, le gambe spalancate e le mani adagiate sulla pancia. Aveva entrambi i buchi ancora dilatati, dal “lato B” come diceva lei, stava uscendo un filo di sperma. Max si chinò su di lei e glielo leccò via. A giudicare dal gemito non doveva essere passata nemmeno a lei la voglia.
“Che dici, ci facciamo una cenetta frugale?”
Raf annuì con gusto. Aveva giusto una discreta fame.
“Cucino per te?”
“Oh, no! Sei mia ospite, dolcezza. Tutto quello che devi fare per me è rendermi felice”.
La cena era già pronta, era tutta nelle pentole appoggiate sui fornelli.
Non si erano vestiti, e cenarono completamente nudi, seduti su degli asciugamani che aveva portato Max dal guardaroba.
La cena fu squisita.
“Non cucino io – disse Max – ho una domestica tuttofare, che oggi ha avuto una giornata di festa in più che non si aspettava… mi sono fatto fare cena per due”.
Dal frigo tirò fuori anche un ottimo dolce, che mangiarono con gusto.
Poi a Max, finito il dolce, venne voglia di panna.
Ne aveva una ciotola in frigo, perfettamente montata e zuccherata.
Tirò fuori la ciotola dal frigo e sparecchiò la tavola. Poi chiamò a se Raf e la invitò a sedersi sul tavolo di fronte a lui.
Raf si sedette sul bordo del tavolo, con le gambe ben aperte e le mani appoggiate dietro al culo, in modo da offrirglisi completamente.
Aveva appoggiato i piedi a due sedie appositamente messe a quello scopo.
Max la guardò in quella posizione, e sentì il cazzo fargli una impennata.
Avrebbe giocato ancora un po, con lei. Aveva ancora tanta voglia di insegnarle.
Prese un cucchiaio di panna e glielo stese su una spalla, poi gliela leccò voluttuosamente. Raf gemette.
Ne prese ancora un po, gliela posò su un capezzolo, e gliela leccò con la lingua, facendola roteare a lungo attorno alla punta turgida.
Raf sospirò ancora e gemette. Max capì che le piaceva.
Prese la panna con la mano, e gliela stese sui seni e sul ventre, per poi cominciare a leccargliela con devozione. Ogni centimetro di panna era un sospiro roco e profondo di Raf.
Max la fece stendere sulla schiena, col culo ancora sul bordo e le gambe ben aperte, e le spalmò la panna su tutto il sesso. Quando prese a leccargliela Raf gridò di piacere, un piacere forte ed intenso.
Gliela leccò a lungo, indugiando sul clitoride ormai gonfio e rosso, e sulla fica bagnata e profumata. Max infilò tre dita dentro e le mosse con forza.
“Adesso di cosa avresti voglia?”
Raf cercava di trovare il modo di parlare tra un gemito ed un altro, ma non era semplice con tre dita che la scopavano ed un altro dito di un’altra mano che le stuzzicava il clitoride.
“Adesso scopami – disse perentoria – voglio sentire quanto davvero è grosso il tuo cazzo dentro la mia fichetta poco allenata”.
Max la prese per le gambe e con un unico colpo forte e secco la penetrò fino in fondo. Restò qualche istante fermo, sentendo il sesso di lei avvolgerlo come un guanto. Era eccitatissima eppure la sua fica era davvero stretta. Quella era una piacevole scoperta.
La tenne per le gambe, e cominciò a sbatterla con decisione, scopandola con forza e determinazione.
“Si, così mi piace, tesoro – disse Raf gemendo – voglio sentire un cazzo vero che mi scopa forte, che mi vuole davvero sbattere, siiiiii”.
Max godeva nel sentirla parlare, nel sentirla godere e lasciarsi completamente andare.
“A me piace sbatterti, come si sbattono le vere donne, quelle donne che vogliono godere e che vogliono scopare”.
“Si tesoro, scopami, scopami, scopami con il tuo fantastico cazzone, ti prego non fermarti mai”.
Max doveva davvero far forza per non avvicinarsi troppo, tra la posizione fantastica per cui vedeva il suo cazzo affondare dentro di lei, la fica stretta che lo massaggiava meravigliosamente, le parole infuocate di Raf… tutto complottava per non farlo resistere a lungo.
“Vorrei poterti sbattere per sempre, tesoro, vorrei non uscire mai da questa fica, vorrei poterti far godere ogni minuto della tua vita”
“Fammi godere adesso, tesoro, fammi sentire che uomo sei, come scopi e come sbatti le tue donne, perché anche io adesso sono la tua donna”.
Max aumentò ulteriormente forza e velocità delle spinte. Il tavolo era fortunatamente un massiccio e pesante tavolo in legno.
Raf si sentiva piena di lui, delle sue attenzioni, delle sue parole, del suo cazzo grande e del modo unico in cui lo usava.
Senza rendersene conto arrivò all’orgasmo. Lo guardò stupita, non le era mai accaduto, per arrivare era sempre dovuta ricorrere al clitoride. Era la prima volta che arrivava all’orgasmo con una scopata.
Max si accorse del breve smarrimento della sua compagna.
“Basta avere pazienza, piccola, e tutto si risolve, come vedi”.
La sbatté sul tavolo di cucina ancora a lungo, facendola arrivare altre due volte, poi alla fine decise di arrivare anche lui, e decise di arrivarle dentro. Non era una cosa che faceva spesso, a lui piaceva eiaculare sulle tette delle sue donne, ma Raf meritava un trattamento migliore.
Lasciò che ogni goccia del suo sperma si depositasse nella sua fica, poi la abbracciò stretta.
“Sei meravigliosa, Novellina. Mi fai perdere la testa”.
Tornarono in camera, e dopo essersi entrambi lavati si coricarono.
Max si sentì abbracciare nel buio.
“Mi mancherai moltissimo”
“Lo sai che ci sono dei limiti che non possiamo superare”
“Lo sappiamo entrambi, ma in questi due giorni i limiti non ci sono. Ci saranno dopo”.
“Sei tu quella che ha problemi, io sono libero”.
“Io non ho problemi. Io ho famiglia, e lo sai. Sai che amo mio marito e mia figlia, che amo la mia famiglia e tutta la mia vita”.
Max annuì nel buio.
L’ennesima donna sessualmente insoddisfatta.
Uomini disattenti, poco inclini a perdere tempo a guardare un film porno col la propria moglie, o a comprare qualche gioco erotico od un capo di biancheria speciale. Forse con una donna accanto a vita si sarebbe comportato anche lui così, ma lui per scelta non voleva una sola donna. Lui voleva essere libero di potersi scopare chiunque avesse voluto.
Con Novellina le cose erano sempre state un po speciali.
“Sai che nemmeno io potrei amarti…”
“E’ per questo che ho deciso di venire. Volevo che fossi tu, e nessun altro”
“Lo avevi sempre detto che se tu avessi voluto fare una scappatella avresti scelto me. Ma mi spieghi cos’è accaduto?”
Raf rimase un attimo in silenzio.
“Non ti deve interessare. Adesso sono qui. A tua disposizione fino alle tre di domani. Questo è tutto quello che saprai”.
“In ogni caso grazie della fiducia che mi hai dimostrato venendo qui. Potevo essere un qualsiasi cialtrone che ti ha raccontato un sacco di bugie, e ne hai incontrati tanti di questo tipo, in chat”
“Io sapevo che tu non eri così. Io ti voglio bene, Max, te ne voglio davvero. Te lo dissi che io non riesco a scindere sesso e sentimenti, e che io fondamentalmente scopo con la testa e col cuore… se non provassi affetto per te non mi sarebbe mai riuscito neppure bagnarmi”
Max si girò e la abbracciò. Se la stese sotto il suo corpo, e le accarezzò con dolcezza la curva dei seni e l’incavo del collo.
Era di nuovo in erezione. Aveva di nuovo voglia di scoparla, quella volta però non era solo sesso. Quella volta anche lui avrebbe scopato col cuore. Le allargò le gambe con le ginocchia, e la penetrò con dolcezza.
Raf lo accolse abbracciandolo e baciandolo a lungo sulle labbra.
Fecero qualcosa che non fu sesso, ma non fu nemmeno amore.
Fu un atto di tenerezza estrema, dove il piacere fisico si sciolse con il piacere morale, col la vicinanza, con la complicità e l’affetto.
“Sono felice che tu domani vada via” disse Max ancora dentro di lei, anche se ormai era arrivato da qualche minuto.
Il cazzo gli era ormai tornato piccolo e probabilmente, per quella sera, dopo la quarta volta, avrebbe preteso riposo assoluto.
Raf continuava a passargli le dita sui muscoli della schiena.
A quelle parole si irrigidì.
“Cosa significa?”
“Significa che potresti essere una donna per la quale potrei perdere la testa. Che se tu rimanessi a lungo a Milano probabilmente mi potrei innamorare di te”.
“L’amore tra di noi non era compreso”
Max rise di gusto
“L’amore non è mai compreso e mai gradito, almeno per me. Per questo ti dico menomale vai via”.
Rimasero uniti e si addormentarono poco dopo, scivolando ognuno nei propri sogni.
Il mattino dopo Raf si svegliò da sola nel grande letto dalle lenzuola rosse di seta. Si godette il fresco contatto della stoffa sulla pelle nuda, e si scoprì già eccitata al solo pensiero che Max era in quella stessa casa.
Si stiracchiò dolcemente, poi scese dal letto. In terra trovò un paio di deliziose pantofole di seta nera con ricami giapponesi, mentre in fondo al letto era stata deposta con cura una vestaglia in seta nera, con gli stessi ricami delle pantofole. La infilò direttamente sul corpo nudo, infilò le pantofole e si diresse in bagno, dove fece una lunga doccia.
Max non aveva mancato di farle trovare un accappatoio nuovo, ed un bagnoschiuma speziato al profumo di sandalo ed ylang ylang.
Ne uscì profumata e rinvigorita. L’orologio del bagno segnava le 8.30, il pensiero di avere ancora tanto tempo a disposizione non fece che eccitarla ancora di più. Mentre si lavava non aveva potuto fare a meno di concedersi un piccolo massaggio supplementare alla fica, senza arrivare.
Adesso, con la vestaglia di seta e le pantofole ai piedi, si incamminò nel corridoio che conduceva alla cucina. Ad ogni passo poteva avvertire l’aria che le passava sulla fica bagnatissima. Era sicura di aver fatto un favore a Max, quando avrebbe scoperto che era già pronta per lui.
Si affacciò alla cucina illuminata dal sole con sensualità ma si accorse che Max non era solo. Seduto ad un lato del tavolino, con una tazza di caffè di fronte, c’era un ragazzo.
Raf trasalì alla scoperta. Max le andò incontro, intuendo il suo stupore.
La abbracciò discreto e la baciò sulle guance.
“Questo è il mio braccio destro Federico. Lavora con me da cinque anni, ed è un ragazzo estremamente in gamba. Probabilmente sarà quello che mi darà una pedata nel culo quando sarò vecchio!”
Federico rise e si alzò per salutare Raf.
Era alto almeno quanto Max, con un fisico asciutto e muscoloso, messo in risalto da una maglietta bianca e nera aderente di D&G, ed indossava un paio di pantaloni a vita bassa che sottolineavano il culo perfetto.
Raf gli tese la mano, un po in imbarazzo dal pensiero di essere praticamente nuda di fronte ad uno sconosciuto.
Fede la guardò a lungo. Max lo aveva avvisato che non era una delle solite troie da monta, e che non era nemmeno una di quelle strafighe.
Era una bella donna, in carne, la vestaglia di seta conteneva a stento i suoi seni generosi ed i suoi fianchi. Una donna così Fede non l’aveva mai neppure sfiorata. Aveva avuto paura di non eccitarsi nemmeno, quando l’avrebbe vista. La descrizione che ne aveva fatto il suo capo era decisamente inferiore alla realtà.
Più che altro aveva un odore da far girare la testa. Quando le si era avvicinato aveva sentito subito che sarebbe stato estremamente facile e piacevole eccitarsi.
Raf si sedette, e Max le servì una colazione perfetta, cappuccino non bollente ed una sfoglia alla crema ancora calda.
Mangiò con appetito, accompagnata dalle chiacchiere frivole di Max e Fede, alle quali non partecipò più che altro per imbarazzo.
Fede era decisamente quello che si dice un bellissimo ragazzo.
Mai Raf aveva avuto a che fare con tipi così belli, se non per amicizia. Era una categoria che non si era mai potuta e voluta permettere.
Fede ogni tanto la guardava e le sorrideva con un certo calore, lei rispondeva abbassando lo sguardo e sorridendo.
Se non fosse stato per la presenza di Max, avrebbe pensato che Fede stava spudoratamente flirtando con lei.
Ma come poteva permettersi di fare una cosa simile con il padrone di casa presente?
Quando la colazione fu terminata, Raf si alzò e tornò in bagno, dove si lavò i denti e raccolse i lunghi capelli rossi in una semplice coda di cavallo.
Uscì dal bagno e fuori dalla porta trovò Federico che la stava aspettando, appoggiato alla parete. Le andò incontro e la prese per le spalle, per poi appoggiarla al muro e guardarla con attenzione.
Raf non ebbe il tempo di dire nulla che le aveva già sciolto il nodo della vestaglia, e la sua prorompente nudità venne allo scoperto.
Raf stava ansimando, per la sorpresa e l’imbarazzo.
“Federico, come ti salta in mente?”
Fu la voce di Max a risponderle.
Era improvvisamente spuntato dietro a Federico.
Raf per un attimo non riuscì a capire.
Poi fu chiaro.
“Gliel’ho dato io il permesso. Avevo voglia di vederti scopare con un altro uomo in mia presenza. Ti va? Se non vuoi hai solo da dirlo, tesoro”.
Raf guardò Fede, che le stava di fronte con uno sguardo chiaramente eccitato. Il tocco delle mani sulle spalle era forte e deciso. Probabilmente scopava bene almeno quanto Max.
“Si, mi va” disse in un soffio.
“Ho anche un’altra cosa da chiederti. Hai voglia di farti scattare delle foto? Voglio godermi lo spettacolo e potermelo rigodere”
Raf annuì, con la testa che le girava dall’eccitazione.
Aveva due uomini.
Insieme.
Fede le fece scorrere le mani lungo il seno ed i fianchi. La vestaglia scivolò lungo le braccia e si ritrovò nuda di fronte ad un perfetto estraneo. Era eccitata come poche volte era stata in vita sua.
Fede chinò la testa per succhiarle un capezzolo, mentre con una mano le afferrò con forza una natica.
Il fresco del muro a contatto con la schiena era l’unica cosa che teneva Raf nel mondo reale. Levò la maglia di Federico con un gesto perentorio, e con altrettanta passione gli sbottonò i pantaloni.
Glieli calò assieme ai boxer aderentissimi, liberando un cazzo di dimensioni pari a quelle di Max. Gli si inginocchiò di fronte ed accolse in bocca quel sesso sconosciuto, di quel ragazzo sconosciuto, mentre Max era tornato con la macchina fotografica ed aveva cominciato a scattare foto.
Fede grugnì di piacere al contatto della lingua. Era probabilmente una ottima pompinara, sapeva perfettamente come farlo godere, un uomo.
Lo fece arrivare velocemente, in pochissimi istanti, e si fece arrivare in bocca senza darsi troppi problemi.
Quando si staccò Fede la vide sorridergli.
Era indubbiamente una bella donna, eccitante e disinibita.
La condusse in camera deve la invitò a stendersi.
Max si sedette sulla poltroncina in fondo alla stanza, con la sua macchina fotografica al collo. Vedere Raf con un altro uomo gli piaceva moltissimo.
E Raf era evidentemente felice di farsi anche il suo braccio destro.
Fede le spalancò le cosce con le mani, ed ammirò la fica perfettamente rasata, già umida e rossa.
“Ti è piaciuto farmi quel pompino?”
Fede era incredibilmente diretto. Quasi più di Max.
“Si, mi è piaciuto molto”
“E ti è piaciuto farti arrivare in bocca?”
“Certo, l’ho voluto io”.
Raf fece scorrere lo sguardo sul corpo di Fede e vide che aveva di nuovo il cazzo in tiro. Gli era bastato veramente un nulla per eccitarsi ancora. I suoi tempi di ripresa erano incredibilmente brevi, al pari di quelli di Max.
Fede si girò verso Max, che non aveva ancora scattato nessuna foto in camera, e gli fece un sorriso eloquente.
Probabilmente non era la prima volta che scopavano la stessa donna insieme. Quel pensiero non fece altro che eccitare ancor di più Raf.
“Se vuoi scattare qualche bella foto avvicinati, adesso la faccio divertire”.
Detto questo Fede si chinò verso il sesso di Raf, e la annusò profondamente. Aveva un odore da far girare la testa.
Tirò fuori quanta più lingua poteva e cominciò a leccarla freneticamente. Max scattò diverse foto a ripetizione, e si rese conto che il suo cazzo gli stava esplodendo nei pantaloni.
Sentire Raf che gemeva e gridava di piacere con un altro uomo, di fronte a lui, lo eccitava da morire.
Fede si stava dando da fare come poche volte lo aveva visto fare.
Era molto selettivo, e non amava molto i preliminari.
Riuscire ad immortalarlo mentre si dedicava con tanta passione a leccare una fica era una vittoria anche per Max.
Raf gridò di piacere, ogni stoccata di lingua era ben dosata, della forza giusta. Fede si accompagnò con due dita nella fica, e cominciò a muoverle con forza dentro di lei.
I gemiti divennero grida. Fede sapeva esattamente cosa fare. La condusse all’orgasmo in pochi istanti, e continuò a leccarla finche non la sentì arrendersi al piacere.
Fede ormai era così eccitato da non riuscire neppure a pensare.
Aveva solo una cosa in testa, scoparla.
Attese pochissimi istanti, poi le si mise sopra e la penetrò con forza.
Max si avvicinò, e scatto a raffica foto del cazzo di Fede che entrava nella fica della sua amante.
Max era così eccitato che avrebbe già voluto partecipare.
Ma non era ancora arrivato il suo momento.
Sapeva che Fede aveva tempi di recupero migliori dei suoi, e che la sua migliore era la terza. Continuò a scattare, godendosi lo spettacolo unico che gli stavano offrendo in quel momento.
Fede lo stata stupendo sempre di più, stava scopando ben oltre le sue potenzialità. Gemeva con voce roca e maschia, e il fatto che Raf lo avesse afferrato alle natiche non sembrava affatto dargli noia. Anzi.
Max li guardò eccitato, si fece da parte facendosi forza, cercando di godere nel vedere un altro uomo che scopava la sua Novellina.
Fede le arrivò dentro. Max si congratulò dentro di se col ragazzo.
Aveva capito da solo che Raf non era di quelle da sborrata sulle tette.
Si alzò dal corpo della ragazza e si stese accanto a lei, che rimase stesa di schiena con le cosce ancora spalancate.
Max, a quel punto posò la macchina fotografica e si spogliò.
Raggiunse Fede e Raf sul letto, che si stavano ancora riprendendo dalla magnifica scopata appena conclusa.
C’era un patto preciso tra Max e Fede. Dovevano completamente ignorarsi. Erano entrambi estremamente eterosessuali, la sola idea di fare qualcosa tra loro li schifava al punto da fargli diventare il cazzo minuscolo. Solo che molte delle amiche di Max sognavano di essere scopate da due uomini contemporaneamente, spesso erano proprio loro a chiederglielo, e per caso aveva scoperto che Fede era uno che sguazzava benissimo nelle orgette a tre. Era un ragazzo giovane e molto bello, aitante, sportivo, molto pulito, con un bell’arnese a disposizione che sapeva usare molto bene. Inoltre aveva delle capacità di recupero degne di un ragazzo di 32 anni. Era accaduto ormai già una ventina di volte che si ritrovassero a fare una orgetta con una delle troie di passaggio di Max, una delle tante donne che erano passate dal suo letto.
Ma quella volta sapevano entrambi che c’era qualcosa di diverso.
Raf si ritrovò con i due uomini a fianco.
Non le ci volle molto per capire le intenzioni di Max.
Quante volte gli aveva detto che avrebbe voluto fare una vera doppia.
Con due cazzi veri.
Gliel’aveva servita.
Fede ormai era di nuovo in tiro, pazzescamente quella volta si era eccitato al solo pensiero di fare una doppia a quella splendida donna.
Le si avvicinò e la baciò a lungo sulle labbra. Aveva le labbra morbide e carnose, delicatamente profumate. Le succhiò lentamente una ad una, mentre sentì che Max agiva con la bocca da qualche altra parte.
Infatti la senti mugolare contro la sua bocca, e capì che Max la stava leccando.
Fede si staccò dalle labbra e cominciò a succhiarle i capezzoli turgidi, mentre Max continuava a succhiarle il clitoride.
Raf era in preda ad un piacere che rischiava di farla rimanere senza fiato. I due uomini si davano da fare su di lei, e lei era al centro dell’universo, in un turbine estremo di piacere e di lussuria.
Fu fede a staccarsi dai sui seni. Si stese sulla schiena e le prese una mano.
“Adesso, mia dolce amica, cavalcami per bene. Fammi vedere quanto sei brava a scoparmi”.
Raf gli montò sopra, e lasciò che il sesso di Fede le entrasse di nuovo dentro. La sensazione fu bellissima. Appoggiò le mani al petto muscoloso del giovane ragazzo, e si mosse con forza, in una cavalcata ai limiti del piacere.
Max la guardò scopare ancora col suo braccio destro. Poi gli si mise dietro, la abbracciò alla vita e le fece appoggiare le spalle al suo petto.
Raf ce lo aveva dietro, poteva sentire l’alito caldo di Max sulla sua nuca.
“Adesso faremo finalmente quello che hai sognato per tanto tempo, tesoro. Come vedi stai scopando con un ragazzo giovane con un cazzone notevole. Io invece entrerò nel tuo adorabile culetto, e ti scoperemo insieme, e ti arriveremo dentro insieme”.
Detto questo la fece stendere completamente sul corpo di Fede, che la accolse tra le braccia baciandole le labbra e succhiandole la lingua voluttuosamente. Max si era già coperto il sesso di lubrificante, così appoggiò la punta al culo di lei e lasciò che entrasse senza troppi problemi.
Il gemito arrivò subito, fortissimo, sensuale, caotico.
Era nel mezzo, con i due cazzi entrambi dentro di lei. I due uomini la stavano entrambi coccolando, in attesa che uno dei due cominciasse le danze. E fu proprio Max ad iniziare a muoversi, senza preliminari, cominciò subito a sbatterla con forza, come era abituato a fare, quasi con rabbia. Fede si mosse in controtempo, per compensare le spinte di Max.
Raf godeva di un piacere inaspettato e fortissimo, qualcosa di unico e speciale, un’esperienza difficile anche da vivere.
Arrivò dopo pochissime spinte, e gli orgasmi cominciarono a susseguirsi senza freni, prima dalla fica, poi dal culo, un crescendo di piacere che la stavano facendo gridare senza ormai nessun freno.
Fede si godeva la scena, il volto della ragazza era trasformato dal piacere, dal godimento estremo, dalla consapevolezza di quello che stava facendo.
Si godette il suo ruolo quasi passivo finche non riuscì più a contenersi, e le arrivò di nuovo dentro. Max le arrivò dentro a sua volta poche spinte dopo Fede. Quando si staccarono da lei Raf rimase qualche minuto stesa sulla schiena, completamente abbandonata e felice.
Aveva avuto la sua meravigliosa e desiderata doppia.
Max le si stese accanto, magicamente Fede svanì nel nulla.
“Sapevo di renderti felice, tesoro”
“Mi hai fatto un regalo stupendo”
“Difficile vedere una donna tanto appassionata, ma con la tua serietà”
“Lo sai che tutto sommato sono una brava ragazza”
“Il fatto che ti abbiamo scopata in due non rende te una cattiva ragazza, tesoro… ti rende solo diversa, più completa”
“Era quello che mi ci voleva, Max. Adesso potrò tornare alla mia vita di sempre con più serenità, perché so che donna sono adesso”.
“Ti piaci di più o di meno?”
“Adesso mi amo. Mi amo veramente. So di cosa sono capace, e provo un gran rispetto di me stessa”.
Max la baciò a lungo sulle labbra e poi sussurrò
“Adesso vattene, per favore. Non rimanere un minuto di più in questa casa. Se scopiamo ancora un volta non potrò mai più lasciarti andare via”.
Si baciarono a lungo, accarezzandosi e vicenda i corpi stanchi e sudati.
“Non dimenticherò mai questi due giorni, tesoro”.
Con quelle parole Max si alzò e si chiuse in bagno.
Raf si vestì in fretta.
Capì che non sarebbe riuscita a salutarlo decentemente.
Gli lasciò due brevi righe scritte ed uscì in fretta dalla casa. Non aveva neppure salutato Fede, ma sapeva che non sarebbe potuta rimanere un solo istante in più. Troppo coinvolti.
Max uscì dal bagno sospirando.
Trovò il biglietto appoggiato sul tavolo di cucina.
“Mi hai aiutata a capire, ad accettarmi, a sapere davvero cosa volere dalla vita. Non ti ringrazierò mai abbastanza, Max. Sarai per sempre il mio amante preferito”.
Max rise. Capì che non era un addio.
Fede sbucò dall’altro bagno.
Si era già rivestito.
“E’ andata via Raf?”
“Si giusto qualche istante fa”.
“Ti da fastidio se la corteggio un po in msn?”
“Perché dovrebbe darmi fastidio?”
“Perché lei è tua”
“E’ qui che ti sbagli. Lei non è di nessuno. Lei è di se stessa e basta”.
Max sospirò di nuovo.
Scrisse un indirizzo mail.
“Voi due state bene insieme. Vi ho visti scopare davvero bene. Secondo me dovresti provarci”.
Fede si mise in tasca il biglietto, proprio mentre Raf saliva su un taxi che l’avrebbe ricondotta a casa sua.
Con una consapevolezza nuova nel cuore.
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16 years ago
bristol59,
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Last visit: 15 years ago
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Così la chimai ... 1/2004
Così la chiamai ... 1/2004 !
Eh si ... il 2004 è stato proprio un anno incredibile. Tutto cominciò un giorno qualsiasi, una mattina qualsiasi ... al bar dove di solito faccio ancora colazione. Le cameriere in quel periodo cambiavano spesso e in quel preciso momento erano tutte molto simpatiche e anche carine. Quella mattina una di esse, Carla, mi chiese mentre stavo pagando la colazione : “ ma tu sei sempre impegnato durante il giorno ? non ha mai del tempo libero ? “ ... e io risposi “ si in effetti lavoro tutto il giorno, ma se ne vale la pena .. il tempo libero lo trovo ! “ ... a quel punto lei mi porse la mano e mi disse: “ beh ... chiamami appena puoi e mi mise in mano un bigliettino con il suo n. di cellulare “ ... “ok dico io ... di sicuro ! “ Era una ragazza sui 25 anni ( io ne avevo 40 allora ) dal fisico snello, ben fatta, una seconda di seno, un fondoschiena però che “parlava da solo” come si usa dire ! ... il viso carino ma nulla di eccezionale, nel complesso comunque una bella ragazza. Le ragazze di quel bar lavoravano facendo i turni e proprio quel giorno Carla terminava alle 13, quindi il pomeriggio era libera. Ne approfittai subito e la chiamai,curioso com’ero di capire cosa volesse veramente. Non ci volle molto a capirlo,io sono un tipo che va subito al sodo ( non sono un uomo libero e purtroppo non ho tempo da perdere ) e lei era altrettanto decisa e sicura di se. Una telefonata che si svolse in pochissimo tempo, semplicemente con una mia risposta alla sua richiesta: “ domattina se sei libero, ti aspetto a casa mia alle 10, il mio moroso è via per qualche giorno per lavoro, abito a ... in via ...”e io dissi semplicemente “ok, a domani” e riattaccai. Organizzai il lavoro per il giorno dopo in modo tale da essere da lei all’ora stabilita e suonai il citofono, lei aprì senza nemmeno rispondere ( seppi dopo che mi aveva visto arrivare dalla finestra ). Sapevo già il piano a cui dovevo salire e presi l’ascensore ... arrivai davanti alla porta di casa che era socchiusa ... lei era lì ... che si intravedeva ... spinsi la porta ed entrai. Carla mi guardò subito con quel suo fare da porcella, mi buttò le braccia al collo e appoggiò le sue labbra alle mie ... io risposi immediatamente e le nostre lingue si intrecciarono in lungo e passionale bacio. Indossava ... no ... praticamente non indossava nulla ... nel senso che era nuda sotto un babydoll rosa trasparente ... le sue tette con i capezzoli duri e la sua passerina completamente depilata erano uno schianto ... le scarpe rosa con tacco 12 …ecco … solo a vederla così sexy il mio cazzo scoppiava nei jeans e non ne poteva più di esser lasciato libero ! ... Uno sguardo ancora da porcella e la sua mano scese sulla mia cerniera per aprirla ... nel frattempo era tornata a baciarmi ... estrasse il mio cazzo e s’inginocchiò per gustarlo tutto … cominciò col passare la lingua lungo tutta l’asta, poi su fino al glande … e li si soffermò facendo roteare la lingua … sempre usando solo la punta ! … io dall’alto mi godevo lo spettacolo di quella piccola troietta infoiata che mi stava succhiando alla grande il mio cazzo ! … a quel punto aprì la bocca e iniziò a succhiare, la sua bocca era calda e io godevo come non mai ! … abbandonò per un attimo il delizioso lavoro e mi slacciò la cintura, mi lasciò scivolare i jeans fino a terra … e qui non trovò altro che la mia nudità ( non porto intimo ) … si rimise all’opera e con le mani mi strinse i glutei … mi tirava a se ingoiando più che poteva il mio cazzo ! … un attimo ancora e si rialzò, mi strinse ancora e mi baciò … staccandosi poi si allontanò di poco e mi tolse la maglietta mentre io mi sfilavo del tutto scarpe e jeans … mi guardò ormai completamente nudo e disse “ … però … certo che sei messo bene ! ( a quei tempi ero davvero in forma, dieta perfetta e sport … e tanto sesso ) “ … e prendendomi per mano mi guidò verso la camera da letto. Qui provai una specie di senso di colpa perché sui comodini di fianco al letto, sfilavano fotografie di Carla col suo uomo … non è stato il massimo in quel momento … lei però mi buttò sul letto stesso e a quel punto mi scordai immediatamente di ciò che avevo appena visto. Passò le sue mani sul mio corpo e scese a prendere in mano il “suo” cazzo … stava diventando suo per farne quello che voleva … lo baciò,
ricominciò una pompa da professionista che portò il mio pene ad una dimensione e una consistenza che significava solo che il momento era arrivato … si perché a quel punto Carla mi cavalcò … montandomi sopra e guardandomi negli occhi mi disse: “ adesso ti rovino ! “ … si mise sopra, prese in mano il mio cazzo e scendendo piano piano se lo infilò tutto in fica ! … era un lago quella fica, bagnata, aperta e calda … a quel punto iniziai a muovermi dandole lenti colpi per abituarla piano piano a ciò che tra poco le avrei dato … lei muoveva lentamente il bacino, roteandolo sopra di me … io cominciai ad aumentare frequenza e potenza … i miei colpi erano sempre più possenti … lei mugolava di piacere … era un piacere sentirla godere … “ si … dai … godi … ti piace eh … !?!?! “ … e lei rispondeva semplicemente urlando sempre più forte … sempre più forte … fino a quando le detti il colpo definitivo e cominciammo a godere insieme … non riesco a descrivervi come mugolava … era un lamento sottile … miagolava come un gatto in calore !!! … e fu un’orgasmo incredibile per entrambi ! … alla fine ci accasciammo vicini per riprendere le forze. A quel punto chiacchierammo un pochino e dopo circa un quarto d’ora lei ricominciò a palparmi di nuovo … a baciarmi sul petto, a scendere con la lingua verso il suo oggetto del desiderio … arrivata al punto cercato si girò verso di me e mi disse: “ adesso te lo rimetto in forma perché io ho voglia ancora di scopare … e questa volta mi scopi tu … il culo però !!!
FINE PRIMA PARTE
Alla prox ragazzi, un bacio a tutte le lettrici.
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1
16 years ago
thexvoice,
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Last visit: 5 years ago
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Che mugello
ciao ragazzi vi volevo raccontare la storia di alesia mia moglie con un gruppo di ragazzi al mugello.
sabato scorso abbiamo preso la nostra tenda e siamo partiti in tromba al mugello per il motomondiale, alessia era veatita piuttosto sportiva con una paio di pantaloncini corti attillatissimi che gli entavano fra la topa e il sedere una cosa eccitantissima, una maglittina aderente con mezze tette di fuori.
arrivati nella nostra postazione decidiamo prima di montare la tenda ma essendo nuova e non avendola mai montata ci da delle difficoltà.
visto che un gruppo di ragazzi facoltosi ci danno una mano nel montaggio prendiamo subito al volo l'occasione di conoscerci
erano in sei tutti ragazzi dai venticinque a trantacique
fatto conocenza vediamo insieme le prove dove noto i loro squardi posarsi sempre di più su alessia che su le moto.
arrivati alla fine serata invitiamo lora a bere qualcosa insieme con noi anche per un rigraziamento verso di loro per averci aiutato.
entriamo nella tenda prendiamo da bere e discutiamo sulle moto ma vedo che la cosa si capovolge subito facendo aprezzamenti verso alessia.
dopo una mezzoretta la troia di mia moglie essendosi osservata in maniera eccessiva inizia a stuzzicare io le dico che se non la smetti ti scopiamo ben bene rivolgendomo a loro vero ragazzi?
certo non se lo fanno dire due volte che lei le si spoglia davanti che loro se lo tirano fuori
due di loro avevano un cazzo veramente enorme che quando lo prende in bocca gli entra solo la cappella.
iniziano a leccarla a scoparla tutti addosso di lei gode come una troia che mi tocca a tapparle la bocca dagli urli .
il rasto fra qualche giorno
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16 years ago
admin, 75
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Incrocio rovente
A Milano, basta ancora un acquazzone per mandare il traffico in tilt. La giovane donna, con la ventiquattrore stretta in grembo e gli occhi sgranati sull'orologio, chiede al tassista di farla scendere appena può da questa Multipla bianca che sembra un rospo imbronciato nel traffico immobile. Si sporge in avanti e paga di fretta, ma riesce comunque ad allietare la giornata del tassista col suo Mila Schön Uomo spruzzato ad arte nella scollatura. Piega le gambe con piccola scarica elettrica da collant e scende di corsa, avvolta nell’impermeabile, dimenticandosi della ricevuta. La presentazione è tra sedici minuti, in un posto dove lei non è mai stata prima. La sagoma bianca di un vigile urbano le sembra quasi un dono del cielo. La giovane si avvicina all'uomo e sfodera il suo migliore sorriso da convention.
- Mi scusi, per via Eraclito?
Il vigile, superincazzoso causa iperlavoro da megaingorgo, ritrova di colpo il sorriso, mentre saluta l’inaspettata bionda in carriera con il regolamentare colpetto sul cappello a uovo.
Ti ci porto io per mano, in via Eraclito, ho preso la laurea in filosofia apposta! e se tutto scorre vedrai quanto scorrerà la mia mano su quella seta che deve essere la tua pelle e non hai idea di quanto sono bravo nei preliminari altro che le cinque ore di Sting, solo che io non racconto palle solo per vendere dischi e ti potrei dare una lista di numeri di amiche mie alle quali puoi chiedere lumi sulla mia perizia dal Saluto del Picchio (Come farla gridare: da che pianeta vieni?!, pag.173) alla Lingua a Periscopio (Quando il gioco si fa duro, pag. 155), dalla Marmitta di Velluto (una mia idea!) al Frullatore a Sbalzo (I 107 modi per farle dimenticare persino come si chiama, pag. 361): devi solo ringraziare che sono in servizio e inchiodato a questo cacchio di incrocio fino alle quattordici se no, casa albergo o edicola non importa, ogni posto era buono per insegnarti un paio di cose che forse dalle suore non hai fatto in tempo e tipo cosa? tipo cosa mi chiede questa… diciamo tipo la numero 38 dell’Atlante illustrato dell’orgasmo, edizione rilegata, pag. 72: l’Anatra Zoppa, oppure la tanto decantata Altalena Rotante, che campeggia a pag. 629 del classico C’è tutto un mondo dentro, ma tu mi sembri una di classe, una che forse, ma dico solo forse, potrebbe apprezzare la mia assoluta specialità: la Molla Impazzita (Una tira l’altro, pag. 429, con varianti), ma non vorrei ti montassi la testa, dunque meglio partire con qualcosa che la tua mente di donna riesca a capire al primo colpo, tipo l’Appendino Capovolto o il Fenicottero a quattro zampe, tanto per scaldarsi un po’ e… lo so che ti piacerebbe, cerbiattona bollente, anche se fingi di avere fretta e fai tanto la professionale, stavolta ti è andata di lusso, ma la prossima ti assicuro che avrai pane per i tuoi denti affamati.
- La seconda a destra.
- Grazie!
- Dovere.
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16 years ago
admin, 75
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Quella troia della mia ex
Ci affiancamo con la nostra auto vicino a quella di una giovane coppia, che era intenta a guardare il panorama sull'area di sosta, prima dell'uscita di Salerno. Io ero con la mia ragazza, e subito cominciammo a dare sfogo alle nostre voglie. Roberta mi abbassò i pantaloni e cominciò a farmi un bel pompino, io le tenevo le mani tra le gambe, quando, girandomi, mi accorsi che i due ragazzi, ci stavano guardando, allora feci mettere la mia lei a pecorina, in modo tale che loro potessero guardare il suo culo e le chiesi di continuare. Vidi che anche l'altra ragazza comiciò a spompinare il suo lui continuando a gurdare noi, poi si spogliò e cominciò a cavalcarlo. Chiesi alla mia ragazza di scendere e di andare dietro le siepi, lì cominiammo a scopare, Roberta si era alzata la gonna e io la presi da dietro. I due giovani scesero dalla loro macchina, e cominciarono a scopare a poca distanza da noi, così piano, piano si avviciarono. La mia lei aveva ricominciato a spompinarmi, mentre loro due si avvicinavano sempre più, quando furono vicini, chiesi loro di dove erano e quanti anni avevano, risposero alle mie domande, mentre guardavano incantati Roby che succhiava il mio cazzo, chiesi all'altra lei di porgere il cazzo del suo uomo alla mia ragazza, che subito l'accolse in bocca leccandolo in ogni modo. Il nostro giovane amico, aveva un coso abbastanza grande, non enorme, ma doppio e godeva da matti, mantre io e la sua lei gurdavamo ammirati, a un certo punto, la ragazza cominciò a leccarmelo, facendomelo venire durissimo, così presi due preservativi, uno lo diedi a lui, e cominciammo a scopare come matti, però, dopo poco, decidemmo di spostarci da quel posto, per andare su al castello, lì facemmo una chiavata gradiosa e vidi la mia ragazza prenderlo in culo per la prima volta da un altro uomo, la cosa mi eccitò a tal puto che sborrai sul viso della mia giovane amante, che aveva appena 19 anni, ma già molto troia. Roberta ad un certo punto, face togliere il preservativo a suo torello di 26 anni e si fece sborrare sul seno. Ci rivestimmo e ci salutammo dopo avere scambiato i num di telefono. E' Stato veramente bello...
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16 years ago
amante32008,
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Last visit: 14 years ago
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Il giorno prima del mio matrimonio
io e la mia fidanzata stavamo insieme ormai da piu di 3 anni...una storia stupenda la nostra,un amore nato di punto in bianco il cosi detto colpo di fulmine,.
lei era un fiore,bella atraente e sexy,decidiamo di sposarci anche se non avevamo tanti soldi ,ma con l'aiuto di parenti e amici prenotiamo il tutto,e devo dire che ci aiuto molto anche la sua migliore amica,una ragazza carina intelligente e anche lei tremendamente bona,io non lo mai vista con malizia ma mi accorgevo che mi guardava in modo strano....ecco in modo interessante!
Il giorno prima del matrimonio mi chiama la sua migliore amica e mi chiede di aiutarla nel preparare la lista degli invitati da inviare al ristorante ,e io da bravo maritino non potetti mica tirarmi indietro e cosi vado a casa sua.
Era mese di maggio,una giornata calda ,entro in casa e mi accorgo che lei e sola,lei viene ad aprirmi con una jeasn un decolte bianco con tacco 90 e una camicetta piu scollata del solito,(mozzafiato)!ci sediamo ,e mentre iniziamo a scrivere i primi nomi lei mi guarda neglio occhi e mi fa:Tu mi piaci,mi sei sempre piaciuto,per te provo dei desideri forti,spesso sei oggetto dei miei sogni proibiti e prima che diventi il marito della mia migliore amica VOGLIO FARE L'AMORE CON TE!io un po imbarazzato la guardai e non sapevo che dire o fare,in mente avevo sempre la mia futura moglie,lei si alza e mi dice:ora vado in camera...mi mettero comoda se vorrai ..seguimi!
Mentre andava via io guardai incantato l'ancheggiare del suo culetto tondo e sodo,e immaginavo i suoi seni turgidi ,mi alzai e..ero confuso cosa fare?lasciarmi andare in quel peccato o perseguire la mia linea di pensiero casta?Volta le spalle e uscii recandomi con passo affrettato verso la mia macchina.
Li trovai la mia fidanzata in lacrime:AMORE QUESTA ERA LA MIA ULTIMA PICCOLA PROVA D'AMORE!SEI LA MIA VITA!!!
LA MORALE?????????
-ragazzi (detto in napoletano wuagliu)lasciate ssempre i preservativi in MACCHINA:-)
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16 years ago
giovaniebelli286833,
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Last visit: 14 years ago
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Confidenza ad un estranio divenuto amico
Il rapporto trasgressivo che si era ormai instaurato con mia moglie cominciava ad essere veramente interessante, i passi che avevamo fatto erano pochi ma molto significativi, anche se sembrava destinato a rimanere circoscritto in episodi di esibizionismo non proprio espliciti cioè casuali e non organizzati con altre persone.... in pratica Sara non aveva la minima intenzione di "ufficializzare" le nostre fantasie conoscendo ad esempio, altre coppie..... questo proprio non lo voleva.
Le mie prudenze però erano molte, magari anche confuse, ma erano e spaziavano in varie direzioni e così un giorno (non conoscevo ancora l'esistenza di Internet), le trovai su una rivista di scambio di coppie che stavo sfogliando dal mio parrucchiere.
Il giorno dopo ero negli uffici di un amico in ufficio mi collegai ad scambi di coppia mi collegai emozionato, al sito di cui avevo letto il numero su quella rivista e, dopo essermi abbonato cominciai a "chiacchierare con diversi "amici? "..........purtroppo mi resi conto subito che di persone sincere li su, se ne trovavano veramente poche....anzi forse quasi per niente.
I giorni che seguirono continuai però a chattare (avevo imparato il nuovo termine che sostituiva chiacchierare) finché mi imbattei , durante la sosta pranzo, in una persona che oltre che avere gli stessi miei gusti sembrava aver avuto anche esperienze più o meno simili alle mie, certo che era difficilissimo stabilire se dare fiducia a Simone (era questo il nome)......... diceva di essere un medico, sembrava avessimo più o meno la stessa età ed entrambi stavamo dialogando all'insaputa delle rispettive mogli.
Le nostre chiacchierate divennero sempre più frequenti e più intense anche se rimaneva una diffidenza, sicuramente comprensibile, che ci bloccava fino a quando un giorno decidemmo di telefonarci (devo ammettere che fu lui a passarmi il suo numero) ....ci scambiammo cosi' per la prima volta il tono delle nostre voci, continuammo a trovarci in sintonia e seguitammo a telefonarci anche nei giorni a seguire continuando a parlare delle nostre mogli, delle nostre esperienze fino ad arrivare alla decisione di scambiarci, via fax, un paio di foto tanto per capire meglio.
Fu' una decisione emozionante ed imbarazzante per tutti e due, entrambi infatti facevamo quella cosa per la prima volta. Io , dopo diversi ripensamenti, decisi di inviare due belle foto di Sara dove lei appariva vestita nella prima e un pochino più sexy nella seconda (naturalmente avevamo deciso di comune accordo di nascondere il viso), Simone fece altrettanto. Inviai con uno slancio di fiducia mista a terrore, per primo le foto e subito dopo mi misi davanti all'apparecchio in attesa di vedere Marisa....... ero curioso ma anche come rassegnato a vedermi comparire davanti agli occhi una donna non bella e poco curata ma già mentre il foglio usciva mi resi conto immediatamente che si trattava invece di una donna stupenda con tratti molto dolci, lunghi capelli ed un fisico minuto ma perfetto....
Ci telefonammo subito dopo per farci i rispettivi complimenti, eravamo tutti e due contenti di quello che stavamo facendo ed anche se quei fax che avevamo tra le mani non rendevano certamente giustizia alla bellezza delle nostre mogli, avevamo capito tutti e due che si trattava di due fantastiche donne.
Una decina di giorni dopo mi trovai a dover organizzare un viaggio di lavoro di due o tre giorni.... occasione migliore per poter conoscere il mio nuovo amico non poteva capitare e cosi' mi misi d'accordo con lui per incontrarci a cena in un paese vicino al suo.
Arrivai all'appuntamento con una certa trepidazione ed anche con un pochino di sospetto che ancora non mi abbandonava del tutto ma alla fine ci incontrammo...... Simone era una persona veramente a modo e per nulla diverso da come avrei desiderato che fosse.
Si instaurò tra noi una simpatia difficilmente riscontrabile nella vita di tutti i giorni , era una situazione nuova dove riuscivamo a parlare delle nostre mogli con una facilita' ed una tranquillità che non sarebbe stata mai neppure ipotizzabile in situazioni diciamo "normali ".
Finimmo di cenare e salimmo nella sua auto.... lui tirò fuori una trentina di fotografie di sua moglie... era bellissima e delicata ...le sfogliai tutte con attenzione cercando di commentarne una per una (lui, per mettermi a mio agio, mi aveva "autorizzato" a qualsiasi tipo di linguaggio ma io cercai ugualmente di contenere le mie parole) ...quando ebbi finito arrivò il momento di mostrare a lui la mia Sara...... vedere un altro uomo che si riempiva gli occhi delle bellezza di mia moglie mi procurò sensazioni fantastiche ed inimmaginabili.....
Simone commentò con garbo le foto ma ebbe particolare attenzione nel sottolineare il fascino che Sara riusciva a trasmettere anche attraverso la carta patinata. Rimasi molto colpito da quella serata che cementò un'amicizia decisamente particolare che sarebbe andata avanti infatti le nostre telefonate seguitarono regolarmente inoltre ci scambiammo tutte le foto che avevamo in nostro possesso.... la mia voglia di mostrare Sara a Simone era sempre più forte tanto che in diverse occasioni non feci mistero che se si fosse riusciti a trovare il sistema giusto, gli avrei volentieri fatto conoscere mia moglie di persona (preciso che in nessuno di noi due esisteva la possibilità anche remota di ufficializzare quella situazione, tutto sarebbe eventualmente avvenuto.... con la sola nostra complicità) ma la cosa sembrava di difficile realizzazione.
Non vi nascondo che il solo; pensiero che Simone potesse solo stringere la mano a mia moglie, mi elettrizzava tanto che questa idea divenne per me quasi una fissazione.
Un mese dopo, dovendo partire per l'ennesimo viaggio, decisi che era arrivato il momento e chiesi a mia moglie se voleva accompagnarmi (sottolineo che nei giorni precedenti io e Simone avevamo pattuito di rendere nota l'amicizia che ci legava dicendo alle nostre mogli che ci eravamo conosciuti in un albergo casualmente e che da li era rimasto un legame, per così dire, di reciproco rispetto e simpatia), questo mi permise di dire ad Sara che se avessi potuto!
sarei passato volentieri a salutare
"quell'amico tanto simpatico che avevo conosciuto in un albergo".
E così partimmo.... era appena iniziata l'estate e mia moglie aveva da due giorni deciso di togliere le calze, la sua carnagione era ancora candida ed indifesa non legava ancora bene con le sue gonne che ormai aveva accorciato di una decina di centimetri rispetto alle lunghezze che abitualmente aveva portato fino a qualche mese prima, l'inverno poi, le aveva lasciato come ricordo, tre o quattro chiletti in più ma tutto questo contribuiva a darle un aspetto ancora più attraente ed eccitante infatti le sue rotondità avevano difficoltà... a stare dentro il completo che indossava.
Il viaggio proseguì tra carezze che inevitabilmente facevo alle sue gambe ma in modo particolare erano i pensieri ad essere il mio vero problema.... continuavo a rimuginare il previsto appuntamento con Simone cercando di capire bene come e cosa avrei potuto fare ma devo ammettere che le mie idee erano confuse.... anzi... molto confuse , mi consolavo però, pensando all'emozione che avrei provato nel presentarle Sara, avrei voluto già vedere la sua faccia mentre stringe la mano ad una donna di cui conosce ogni singolo particolare intimo, inoltre rimaneva il fatto che questo incontro io lo vedevo sia dal punto di vista del mio piacere personale ma anche come una strana specie di "regalino" che volentieri volevo fare ad un amico così speciale, rimaneva però in me una specie di insoddisfazione... avrei desiderato di più..... qualcosa di più di una stretta di mano .
L'idea arrivò inaspettata al momento giusto mentre davo l'ennesima occhiata alle gambe nude di mia moglie, esse presentavano infatti due macchie molto tenui a dire il vero, che però mi fecero scattare la molla che fino ad allora non aveva Sara (ne avevamo scherzosamente parlato appena poco prima) a cui subito aggiunsi per così dire, alcuni piccoli ma fastidiosi disturbi che aveva avuto periodicamente dopo la nascita del nostro piccolo figlio proprio li......... credo che abbiate capito bene..... il parto avvenuto ormai da quattro anni le aveva lasciato come fastidiosa eredità una leggerissima forma di cellulite
Arrivammo a....... ed andammo in un albergo che mi era stato consigliato da Simone stesso, erano le sei del pomeriggio e mentre Sara sistemava i bagagli io, con la scusa di voler prendere una boccata d'aria, scesi giù e telefonai a Simone che ancora era nel suo studio medico a lavorare..... lo sentii contento ed emozionato, ma ancor di più lo fui io quando gli prospettai ciò che avevo in mente...... gli dissi che, al giusto avrebbe potuto approfittare della sua professione per tentare di arrivare a visitare Sara...... aggiunsi mille raccomandazioni e mille dubbi mi assalirono tutti insieme ma ormai non potevo tornare indietro.
Tornai in camera e dissi a mia moglie che avevo telefonato a Simone e che sarebbe stato felice di vederci intorno alle otto direttamente nel suo studio.... queste parole crearono in Anna una strana forma di ansia infatti mi disse che era procurata del suo aspetto stanco a causa del viaggio in auto ma io la rassicurai anzi approfittai per prendere in mano le redini..... infatti le dissi che appena sarebbe uscita dalla doccia sarei stato io a consigliarle cosa indossare (in realtà questo fatto di consigliarle l'abbigliamento da indossare stava diventando da un po' di tempo una consuetudine che faceva piacere sia a me che a lei).
Dopo dieci minuti Sara usci dalla doccia, si sedette davanti allo specchio, tolse l'accappatoio rimanendo nuda ......iniziò a truccarsi....io mi avvicinai e avvolgendole il mio braccio attorno ad un fianco con l'altra mano le sfiorai quelle due macchioline sulle gambe che a causa della doccia e probabilmente del bagno-schiuma avevano assunto un aspetto più nitido e visibile...... lo feci notare ad Sara, lei rimase un po' perplessa, poi mi disse che non le sembrava una cosa di cui preoccuparsi ma io incalzai prospettandole la possibilità di farle vedere a Simone.... mi guardò facendo un distratto cenno di possibile assenso che però per me ebbe l'effetto di un colpo al cuore...... ero sulla buona strada.
Rimasi vicino a lei.... si truccava , mi chiese di scegliere il colore del rossetto e io le dissi di mettere quello con quel tono rosso deciso che mi piaceva tanto...avrei voluto farvi vedere con quali gesti, consueti, ma in ogni caso travolgenti Sara si dipingeva le labbra....... finì di truccarsi di pettinarsi e girandosi verso di me (tolse le mie braccia che ormai la frugavano dappertutto) mi chiese come volevo che vestisse.... io mi alzai e le presi dal guardaroba un tailleur bianco formato da una giacca lunga con due spacchi sui due fianchi ed una gonna dritta che però era ben aderente ed anche abbastanza corta, le scarpe erano con tacco alto e dalla valigia tirai fuori un completino di pizzo molto delicato di colore bianco le cui mutandine erano a perizoma .....l'effetto fu spettacolare, i suoi capelli castano scuro sciolti e liberi che cadevano sul colore bianco della giacca che aveva indossato direttamente sul reggiseno e quelle cosce bianche ben scoperte..... la vedevo come la più bella e desiderabile donna del mondo.
Era ormai arrivata l'ora del nostro appuntamento così scendemmo giù e dopo aver chiamato un taxi ci avviammo ......arrivati all'indirizzo richiesto il conducente che era abbastanza avanti con l'età, scese in fretta per aprire la porta ....non voleva perdersi mia moglie mentre scendeva dall'auto ed infatti dopo esser sceso io ed essendo praticamente difficile scendere dal lato strada a causa del traffico, Sara fu costretta ad ingegnarsi non poco per passare da un lato all'altro dall'auto ma nonostante ciò non riuscì a nascondere le sue grazie mostrando quasi completamente le gambe nonché le deliziose mutandine agli occhi ...molto attenti...di quel signore.
Erano le otto di sera ormai e ci trovammo finalmente davanti alla porta dello studio di Simone.... suonai....... passarono una ventina di interminabili secondi fino a che la porta si aprì .....ci accolse con molto garbo ma anche con un modo di fare che si usa quando si incontrano vecchi amici.... fu subito bravissimo ed Sara ne rimase colpita (vi avevo già detto che si trattava di una persona veramente a posto e mai eccessiva nei modi)...... la sua giornata di lavoro era appena terminata e così dopo aver chiuso la porta d'ingresso ci accomodammo direttamente nel salottino d'attesa come ve ne sono in tutti gli studi medici... lui ebbe immediatamente a scusarsi della mancata presenza di sua moglie che si trovava fuori città per un paio di giorni.... (avrei gradito conoscerla ma ad esser sincero era l'ultima cosa che mi passava in quel momento per la testa).... parlammo delle solite varie cose ed argomenti che si possono affrontare quando ci si incontra tra amici....
Simone fu particolarmente bravo quando iniziò a parlare di figli essendo questo l'argomento preferito da Sara che approfittando di questo nuovo amico medico non disdegnò di inondarlo di domande alle quali lui rispose con passione..... una passione che però mi rendeva agitato perché stava portando la discussione verso mete non volute....... mi sbagliavo....... perché Simone , evidentemente più freddo di me, avendo ormai rotto il ghiaccio con mia moglie passò come d'incanto dall'argomento figli a lei...... Sara, che era addirittura arrivata a parlare della sua gravidanza si trovò senza accorgersene, a confessare che aveva tre o quattro chili di troppo...... e qui Simone fu superlativo.... la scrutò con fare professionale su una guancia e dopo un attimo disse che, secondo lui, quel piccolo sovrappeso non era poi molto importante come invece poteva essere una sensibilità della pelle che, così disse, non gli piaceva molto........ mi aveva creato l'aggancio ed io non mi feci certo scappare l'occasione.... ricordando ad Sara di quelle macchioline sulle gambe..... lei rimase colpita da quella ..diagnosi così illuminante.... ed abboccò all'amo......
Simone iniziò a parlarle di pelli sensibili, di carnagione chiara, iniziò a farle domande su presunti pruriti o su zone della pelle più sensibili, le chiese se sopportava tranquillamente qualsiasi tipo di fibra a contatto con la pelle (Sara in realtà non è mai stata molto ..amica... delle fibre sintetiche).... insomma fu talmente bravo e rassicurante che Sara si trovò a parlare, senza accorgersene, di calze, di indumenti intimi, di maglie di lana.... ma anche di pruriti e di quelle macchioline così meno misteriose...... fino a che Simone la interruppe facendole domande sulla sua alimentazione e chiedendole se aveva problemi di digestione...... lei, anche se non lo sapeva, era nel vortice, e , anche se con una certa riluttanza ed un attimo di vergogna, si trovò a confessare di avere lievi problemi di Cellulite un paio di volte l'anno (ormai si era incatenata con le sue mani)...... capii che Simone, che fino ad allora era andato benissimo, trovava ora qualche difficoltà ad andare avanti e cosi' intervenni io..... guardai Sara e, con tono scherzoso, le dissi che se desiderava poteva approfittare per farsi vedere quelle macchioline che aveva sulla pelle...... poi, girandomi verso Simone ed improvvisando una improbabile battuta scherzosa, gli dissi se lui ci avesse magari, praticato uno sconto sulla parcella...... furono parole decisamente ...stupide.... ma servirono allo scopo ....infatti dopo aver riso tutti insieme, Simone disse ad Sara che se lo desiderava avrebbe volentieri dato un'occhiatina.......
Sara, dopo essersi voltata verso di me come per avere un assenso, si alzò facendo capire che era d'accordo..... Simone anticipò tutti invitandoci ad entrare nella porta accanto ma io, non so per quale oscura ragione, dissi che sarei rimasto li ad spettare.....entrarono lasciando la porta aperta....io seduto sulla poltroncina vedevo benissimo tutto l'interno della stanza e naturalmente il lettino, d'altronde ero a neanche due metri di distanza..... rimasi li perché mi sembrava così facendo, di dare più libertà a Simone anche se potevo vedere, ascoltare ed anche eventualmente partecipare......
Lui, dopo aver inforcato gli occhiali, invitò mia moglie a sedersi sul lettino.... lei lo fece restando con le gambe penzolanti ed unite ma meravigliosamente scoperte..... Simone avvicino' le sue mani a quelle macchie e con molta circospezione ma anche con decisione le appoggiò finalmente sulla sua pelle ....io ero eccitatissimo nel vedere per la prima volta un uomo che toccava mia moglie..... lui ispezionò con cura ed in silenzio... dopo alzando la testa, disse ad Sara che voleva controllare la schiena.... e mia moglie trovandosi in difficoltà nel muoversi, mi fece cenno di darle una mano... io mi alzai e mi avvcinai .....la aiutai a togliersi la giacca... rimase con il suo reggiseno e con la gonna tirata su quasi al livello delle mutandine che però essendo stretta le bloccava i movimenti..... Simone la invitò a mettere le gambe sul lettino e chinarsi su di esse...... iniziò a tastarle la schiena.... io ero li...... le toccò le spalle.....
Sara sembrava tranquilla ....... tornò sulla schiena all'altezza dei fianchi.... tentò di abbassare un po' l'orlo superiore della gonna che però faceva resistenza essendo compressa dalla posizione che Sara aveva assunto....... mia moglie capì e chiese a Simone se doveva toglierla ... si sdraiò completamente sul lettino ed inarcando la schiena sfilò la gonna.......... rimase così .....con quel completino di pizzo che non le nascondeva nulla..... Simone le chiese di girarsi a pancia in giù..... lo fece mettendo in mostra il suo culo nudo.... vidi il mio amico per la prima volta in difficoltà...mi guardò un attimo e subito tornò a toccare Sara sui fianchi..... poi le chiese di nuovo di girarsi e di sedersi sul lettino...... per controllare un punto molto delicato , secondo lui, che è la parte di pelle immediatamente sotto il seno......
Sara per facilitare l'operazione slacciò il reggiseno liberandolo.....
Simone ne sollevò uno con una mano controllando con l'altra....... poi alzò la testa e con fare molto professionale ci disse che secondo lui Sara aveva una ipersensibilità della pelle sia a causa della sua carnagione chiara ma anche forse, a causa di una alimentazione poco corretta che probabilmente era anche il motivo di quei disturbi all'ano..... non so bene cosa pensasseSara in quel momento ma so che senza batter ciglio chiese a Simone se avesse avuto la cortesia di controllare...... lui le disse di scendere ed appoggiarsi con le braccia sul lettino.... scese, indossò le scarpe e una volta in piedi sfilò il perizoma..... era fantastica e tutta nuda....... appoggiò le sue le sue braccia sul lettino chinandosi in avanti.... Simone aveva preso una sedia ...era dietro di lei.... le chiese di divaricare le gambe ........io stavo impazzendo..... quella scena mi stava portando alla follia.... avrei voluto che Simone potesse scopare Sara da quella posizione mentre io le occupavo la bocca dall'altra parte....una fantasia che mi rimarrà per sempre nella mente....... si sistemò dietro di lei e con il suo culo all'altezza della faccia si ...impossessò delle natiche divaricandole ancora un po'..... poi quasi scusandosi con mia moglie, le disse che forse avrebbe potuto farle un po' male.... indossò un guanto chirurgico ...con un dito prese da un contenitore qualcosa simile alla vaselina..... la spalmo' intorno all'ano e poi infilò il suo dito dentro......... devo confessare di aver avuto difficoltà nel trattenermi... una grande difficoltà... ma tutto terminò.... con Simone che disse che tutto era posto e che non c'era da preoccuparsi di nulla.......
Sara si rivestì e nell'aria c'era un'atmosfera strana quasi surreale.... che aveva avvolto sia me che il mio amico...... e chissà..... forse anche la mia meravigliosa (inconsapevole?)
.......Sara.
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16 years ago
mogliettinadesidera,
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La scoperta della bisessualita\'
Eravamo in quattro, io con la consueta partner di gioco erotico e un’altra coppia. Tutto secondo gli ordinari usi del far sesso tra coppie, come già fatto varie volte e come già precedentemente fatto con quella stessa coppia. Noi maschietti dichiaratamente etero, le due fanciulle con quella giusta dose di bisex che tanto intriga noi uomini e tanto riesce a far crescere la nostra libido, in uno con lo strumento del piacere.
Solito bere qualcosa, solite carezze che da soft divengono sempre più mirate e sempre più portate nell’intimità del corpo, solito svestirsi reciprocamente, solito giocare con i reciproci corpi. Le donne tra loro, noi maschietti a guardare e a timidamente inserirci nel loro gioco. I primi gemiti, le prime parole che evocano lussuria e sesso.
In un certo senso, tutto secondo il copione che era in noi e che tante volte ci aveva già regalato momenti di sublime piacere e di estasiatici godimenti. Si, se non fosse per l’inattesa variante al copione portata in scena del mio complice maschietto.
Loro giocavano, invasate in un sessantanove che ormai le stava, a giudicare dai gemiti, portando a qual primo godimento serale sin dal pomeriggio sognato, quando una mano si insinua da dietro tra le mie cosce e inizia ad accarezzarmi i testicoli… le due donne erano davanti a me, ne stavo lingualmente massaggiando le schiene, non poteva certo essere loro quella mano dolcemente strisciante sulle mie intimità eterosessuali.
Lo stupore fu tantissimo… mai avevo sentito la mane di un uomo volontariamente e libidinosamente occuparsi del mio corpo, tanto meno dei miei testicoli.
Ebbi un soprassalto e lui, invece di ritrarre la mano, mi cinse tra le sue dita il pene, iniziando un leggero movimento masturbatorio. Se pure non convinto di ciò che stava avvenendo, lo lasciai fare, non mi ritrassi.
In quel momento ero rigido nella completezza del corpo, era rigido il mio strumento di lussuria eccitato da questa sessuale novità, era rigido l’intero corpo per l’imbarazzo dell’essere palpato da un uomo.
Vedendomi consenziente, o per lo meno non dissenziente, il mio mascolo compagno di sesso, si chinò tra le mie gambe e, con grande maestria, mi fece sentire la sua bocca e la sua lingua muoversi su di me. Anche le due donne, consce di quanto stava avvenendo vicino a loro, smisero di giocare ed iniziarono a dedicarsi a me… mi trovavo tra tre fuochi: due bocche femminili competevano con una bocca maschile nell’esplorare ogni parte del mio corpo. La tensione erotica non fu neppur minimamente limitata dall’imbarazzo, anzi, crebbe a dismisura.
La rigidità corporea iniziale svanì per lasciare il campo ad una eccitazione nuova, mai provata sino ad allora. Passato il preliminare imbarazzo, anche la mia mano iniziò a cercare lo strumento carnoso dell’amico, passando dal suo pene ai suoi appendicoli, senza tralasciare le sue natiche o i suoi capezzoli. Era strano e straordinariamente piacevole il posare la mano alternativamente su una vagina grondante e su un cazzo durissimo, in un gioco di sesso ormai a 360 gradi.
Il guado dell’etero era varcato… per la prima volta mi trovavo in un gioco erotico totalmente bisex ed per me nuovo nel suo divenire.
Senza accorgermi, mentre mi beavo con la lingua la vagina della mia partner seduta sul viso, mi trovai vicino alle labbra l’uccello duro del compagno di gioco. Fu un attimo posarvi sopra le mie labbra, umide di piacere femminile, e il sentirlo pulsare in bocca, con la cappella che mi riempiva la gola. Tutto era per me nuovo quella sera, altro che l’ordinario copione immaginato: mi trovavo con un uccello tra le labbra, in gara con due donne sul chi lo baciava meglio, mi trovavo ad avere il mio strumento in bocca ad un uomo invece che nelle gole delle fanciulle.
Ebbene non mi tirai indietro, passato il primordiale imbarazzo, non ebbi riserve nel divenire pompinaro, nel dimostrarmi attivo e passivo in quel gioco ove più nessuna distinzione di sesso vi era. I quattro corpi si aggrovigliarono tra loro sin’anche in spregio alle leggi della fisica, tutti tesi a cercare e dare il piacere massimo, senza distinzioni sul a chi si dà o da chi si riceve il piacere.
Splendido, bellissimo, piacevolissimo… ma soprattutto eroticissimo. Il superlativo assoluto per una volta non è eccessivo, tutto fu in quei momenti superlativo, tutto fu meravigliosamente piacevole.
Non mi tirai indietro, anche se richiesi la massima delicatezza e… tanto, tanto genuino burro, neppure quando mi fu proposto di fare un “trenino”. Io avrei dovuto penetrare la compagna del mio complice, mentre lui penetrava me e, a sua volta, la mia partner, con una mutandina doppiamente fallica, penetrava lui e autopenetrava se stessa. Certo non fu semplicissimo… ero veramente il vagone debole del treno, incapace di tenere la posizione e incapace di gestire armonicamente il ritmo d’insieme, ma al fine ci riuscii.
Fu estasiante il penetrare quella splendida donna, sentendo dentro di me il cazzo del suo compagno, fortunatamente di dimensioni abbastanza minute. Ogni colpo che davo, quasi come un’eco, produceva un colpo in me… inizialmente doloroso, ma poi, poco per volta, mix di dolore e piacere ed, in ultimo, solo più di piacere. Venni un attimo prima di lui e, mentre mi godevo gli attivi finali del piacere attivo, sentii crescere in me il piacere passivo. La delicatezza era stata sostituita da un certo vigore… lo sentii gemere per la sborrata e sentii il suo pene sino in fondo, ne gustai il pulsare del godimento, stretto dentro il mio culo.
Mai avrei creduto di godere con un uomo, mai avrei pensato anche solo di masturbare un maschio, eppure quella sera aveva compiuto l’intero percorso del bisex, dalla bocca al culo.
Ma non finì lì, dopo aver ripreso il gioco ancora eccitati dall’appena vissuto, anche se scoprii che solo io ero all’oscuro del vero copione che gli altri tre avevano tra loro preventivamente deciso di recitare, portai a termine anche l’ultima parte del mio viaggio di scoperta della bisessualità: penetrai il mio mentore e, quasi a volermi vendicare di lui, lo penetrai con massima irruenza, mentre le due donne lo portavano con la bocca al piacere. Fu splendido vederlo venire sui visi delle fanciulle inginocchiate davanti a lui, mentre io gli venivo nel culo da dietro…
Dopo di allora, altri combini quasi sempre a completo bisex e, al tempo stesso, anche piacevoli combini tra soli maschietti… così come già da tempo faceva, tra sole femminucce, la mia abituale partner di gioco, in una sempre più stimolante ricerca del piacere e dell’erotismo.
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16 years ago
admin, 75
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2036
Siamo nel 2036, la nave spaziale "Travel" ha ormai attraversato numerose galassie, senza trovare forme di vita evoluta, ma solo traccie: fossili di microrganismi, canali artificiali, costruzioni monolitiche.
L'equipaggio della Travel era ormai scoraggiato: diversi anni sono passati dalla loro partenza, la mancanza degli affetti era forte, amplificata dall'insuccesso della missione.
La Travel era entrata in un Sistema Solare composto da tre stelle di diversa massa e sei pianeti, dei quali uno aveva l'orbita perpendicolare rispetto agli altri. Fu quel particolare pianeta che ricordava Nibiru ad attirare l'attenzione del Capitano della Travel, il quale ordinò all'equipaggio di avviare le procedure d'esplorazione. John preparò il cane Orione per la missione. Il lettore deve sapere che nel 2036 i cani venivano addestrati per missioni spaziali, in particolar modo per quelle d'esplorazione: la loro tuta spaziale era provvista di telecamere e cellule sensibili, in grado di rilevare la composizione dell'atmosfera.
La navetta venne inviata sul pianeta. I segnali erano chiari e le immagini nitide: Orione si trovava su un pianeta completamente sommerso da un fluido; le cellule segnalavano che si trattava d'acqua.
Orione iniziò ad esplorare il pianeta, tra lo stupore degli scienziati: colonne ioniche erano ai bordi delle strade, che erano composte da tanti sanpietrini; antichi templi e piramidi ai lati.
Quella che un tempo doveva essere una città abitata e fiorente, ora era solo una terra abbandonata, tetra, oscura, sommersa.
Al centro della piazza c'era un obelisco, sul quale vi erano delle incisioni. Il Capitano della Travel ordinò al cane di avvicinarsi a quell'obelisco, per poter leggere l'iscrizione.
Il cane inquadrò quello che poteva essere il testamento d'una civiltà scomparsa: "Dedicato agli uomini, per ricordargli che saranno la causa della loro distruzione".
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16 years ago
admin, 75
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La piscina dorata
Ho conosciuto la mia padrona qualche mese fa rispondendo ad un annuncio inserito in un giornale locale, e da allora sono diventato un vero schiavo, un oggetto che lei usa esclusivamente per il suo piacere.
Si chiama Mariarita ed è una bella 35enne divorziata, abituata a comandare e ad avere gli uomini ai piedi grazie alla sua bellezza. Altezza media, corpo curato con anni di palestra, lunghi capelli neri, un seno abbondante e un sedere da favola unitamente ad un carattere forte e autoritario, la rendono una padrona inflessibile e sicura di sé.
Dal canto mio, non sono mai stato un adone, 29 anni, sono comunque abbastanza piacevole e ciò mi ha consentito, unitamente alla mia totale sottomissione, di essere accettato come suo schiavo.
Andavo da lei quasi ogni weekend e lì dovevo subire ogni sorta di umiliazione fisica e cerebrale. Lei spingeva molto per annullare ogni forma di virilità dalla mia persona, trasformandomi in una troietta, indossando abiti e biancheria femminile e inculandomi con falli finti allacciati in vita. Inoltre dovevo essere la sua cameriera (fare le pulizie, cucinare, servire a tavola ecc.) ma soprattutto dovevo essere il suo cesso personale e pulire il water esclusivamente con la lingua.
L’ultimo fine settimana, dopo essere entrato e casa sua ed avere reso omaggio ai suoi piedi, mi ha fatto spogliare e mi ha messo un piede sulla faccia dicendo “fino ad oggi sei stata una brava schiavetta, ma adesso voglio andare oltre. Ho organizzato una festicciola per stasera e tu dovrai soddisfare sia me che i miei ospiti. Hai capito?”. Quella novità mi sorprese parecchio, ma da schiavo quale sono non potevo fare altro che dire “si Padrona”.
Il resto della giornata trascorre più o meno tranquillamente dovendo preparare il necessario per la serata, addobbare la sala, pulire per bene e così via. Anche la padrona si limita ad impartire gli ordini senza però farmi subire le punizioni e le umiliazioni che di solito mi infligge.
Mentre lavoro continuo a pensare alla serata che sarebbe venuta; ho un po’ di timore in quanto non sono mai stato usato da altri, tuttavia l’idea di essere schiavo anche di altre persone sconosciute ma soprattutto anche il pensiero di soddisfare ancora la mia padrona e dimostrarle ulteriormente la mia devozione e sottomissione, mi procura un’intensa eccitazione.
Si fanno le otto di sera e io completo gli ultimi preparativi. La mia padrona guarda soddisfatta e dice “brava schiava, adesso spogliati che la festa tra poco comincia”. Immediatamente mi tolgo l’abito da cameriera, le mutandine e il reggiseno che di solito indosso e rimango completamente nudo.
“Adesso mettiti a quattro zampe, animale” mi ordina; io obbedisco e lei mi sale in groppa e si fa portare in un’altra stanza dandomi la direzione tirandomi per i capelli. Arrivati nell’altra stanza vedo che vi è posizionata una gogna vera e propria e il cuore comincia a battermi all’impazzata. La padrona mi fa alzare, tira fuori una benda da una cassetto, mi guarda negli occhi dicendo “adesso ti benderò e ti bloccherò alla gogna, cosicché sarai completamente in balia di chi vorrà usarti e non potrai nemmeno vedere chi lo farà, se è uomo o donna, vecchio o giovane, bello o brutto, né saprai quante persone ci saranno e se le conosci o meno”. Chiude la frase con una fragorosa risata che non mi faceva presagire niente di buono. “la ringrazio padrona per il privilegio che mi concede di poter divertire lei e i suoi ospiti” dico con lo sguardo basso. La padrona quindi mi benda e mi fissa alla gogna. Sono completamente immobilizzato in ginocchio, la testa e le mani in avanti bloccate dalla gogna stessa, completamente nudo e in balia di chiunque.
Dopo avermi immobilizzato la padrona se ne va lasciandomi solo, impossibilitato a vedere e immerso nei pensieri. Resto così per circa mezz’ora, periodo in cui ho modo di pensare alla mia situazione, all’eccitazione che tutto ciò mi provoca e che mi fa capire ancor di più la mia natura di schiavo, di essere inferiore votato esclusivamente al piacere e alla soddisfazione della sua Dea.
Mentre sono assorto in questi pensieri, sento il campanello suonare e dopo un tempo che mi pare interminabile sento aprire la porta della stanza in cui mi trovo. Chi è entrato cerca di fare meno rumore possibile cosicché non capisco quante persone sono. Qualcuno comincia ad accarezzarmi il culo e le palle, e mentre ciò comincia a d eccitarmi terribilmente, mi arriva sulla schiena un violento colpo di frusta che mi fa gridare. Dopo il primo colpo ne arrivano altri, sia sulla schiena che sul culo e mentre vengo frustato qualcuno mi mette in bocca un cazzo finto; io comincio a leccarlo e a succhiarlo avidamente anche perché ogni volta che le mie leccate diminuiscono d’intensità, i colpi di frusta diventano più forti.
Ad un tratto il cazzo finto mi viene tolto dalla bocca e anche le frustate terminano con mio grande sollievo. Capisco ben presto però cosa mi aspetta.
Sento qualcuno armeggiare alle mie spalle e quando sento qualcosa premere nel mio buco del culo, comprendo che sarei stato inculato. Ben presto, infatti, quel cazzo finto che prima avevo leccato mi viene conficcato nel culo e vengo stantuffato per bene. Dai movimenti comprendo che una donna si era allacciata quel fallo in vita e adesso mi sta inculando senza pietà. Il primo dolore dovuto alla sodomizzazione scompare ben presto e comincio ad assaporare qual dildo nel culo quando qualcuno si mette davanti a me e mi ritrovo con un cazzo in bocca, questa volta vero. L’uomo davanti a me mi tiene per i capelli e mi passa il cazzo su tutta la faccia per poi affondarlo tutto in bocca.
Io lecco e succhio con devozione mentre il fallo finto da dietro mi penetra con decisione. Tutto ciò avviene nel più completo silenzio, gli unici rumori che si sentono sono i miei gemiti e quelli dell’uomo cui sto facendo il pompino. Ad un tratto l’uomo comincia ad ansimare sempre di più fino a quando mi piscia in bocca tutta la sua sborra che io devo inghiottire tutta per non soffocare. Ripulisco per bene quel cazzo dopodicchè anche il fallo finto mi viene estratto dal culo, ripulisco con la bocca anche quello e vengo lasciato di nuovo solo.
Immagino che nel frattempo siano arrivate anche altre persone perché di la sento parlare diverse persone anche se non riesco a capire cosa dicono in quanto la musica ne copre le voci. Percepisco però una certa allegria, segno che la serata sta andando bene. Dopo un po’ sento la porta della mia stanza aprirsi ed entrare alcune persone; vengono davanti a me e mi sputano abbondantemente in faccia; qualcuno comincia a prendermi a calci nel culo ridendo della mia sottomissione; vengo frustato per un po’ e poi tutti escono lasciandomi di nuovo solo.
Dopo qualche minuto la porta si apre nuovamente, qualcuno si avvicina e mi mette il cazzo in bocca; comincio a leccare e succhiare quel cazzo che si indurisce sempre di più mentre qualcun altro alle mie spalle mi allarga le chiappe e forza il mio ano con il suo uccello. Non è difficile per quell’uomo incularmi, così io mi ritrovo ancora una volta pieno di cazzi. L’uomo che sto spompinando viene per primo inondandomi la bocca di sborra che devo ancora una volta ingoiare mentre l’altro viene dopo qualche colpo.
Non sento la sua sborra nel culo e quindi intuisco che aveva indossato il preservativo; l’intuizione però diventa certezza quando mi costringono ad aprire la bocca e mi versano dentro lo sperma caldo che era rimasto nel preservativo, mentre alcune donne ridono e mi insultano chiamandomi troia, puttana, finocchio e così via.
Ben presto il silenzio viene ristabilito ed io mi ritrovo nuovamente solo. Ho la bocca impastata di sperma, il culo indolenzito, la schiena in fiamme e tutto il corpo che reclama una posizione più comoda, però sono anche soddisfatto perché sto compiacendo la mia padrona che sicuramente sta contemplando la mia totale sottomissione e il suo completo dominio su di me.
Durante la serata, altre volte la porta si è apre ed io vengo costretto a leccare cazzi, fiche, culi, piedi, inculato da cazzi finti e veri, frustato e sculacciato.
Alla fine sono completamente distrutto e la mia padrona viene a liberarmi dalla gogna. “Sei stata brava” mi dice “e adesso verrai ricompensata”. Mi prende per un orecchio e mi porta di là dove c’erano tutti gli ospiti. Alla mia entrata si scatena un coro di risate di scherno e di insulti. La padrona mi ordina di distendermi dentro quella che capirò dopo essere una di quelle piccole piscine di gomma gonfiabili per bambini.
Mi sdraio all’interno a faccia in su e sento la padrona dire “bene signori, il cesso è pronto”. Dopo un po’ percepisco diverse persone che si portano ai lati della vasca, mi viene ordinato di aprire la bocca, e dopo pochi secondi un torrente di pipì si riversa sulla mia faccia e nella mia bocca. Non saprei dire quante persone (tutti maschi del resto visto che pisciano in piedi) mi pisciano contemporaneamente in faccia, ma certo che la pipì è tantissima e io devo ingoiarne il più possibile per non soffocare.
Terminata la pisciata collettiva degli uomini, tocca alle donne scaricarsi su di me. La padrona mi fa alzare le mani, con i palmi verso l’alto in modo che le signore possano sedersi su di esse ed io possa sostenerle.
La prima donna si siede sulle mie mani, mi fa aprire la bocca e comincia a pisciarci dentro, mira con precisione la bocca in modo che io sia costretto a ingoiarla tutta; poi a turno vennero a pisciarmi in bocca altre quattro donne sotto lo sguardo divertito di tutto gli altri.
Alla fine nuotavo letteralmente nella pipì, ma ancora non era finita.
Finalmente viene il momento dei commiati e mentre il vengo lasciato li, in mezzo a quella poltiglia di pipì, gli ospiti cominciano ad andarsene.
Appena rimaniamo soli, la padrona mi ordina di ripulirmi, cosa che faccio immediatamente. Mi lavo abbondantemente e mi disinfetto, ripulisco il casino lasciato dagli ospiti e mi accascio stremato a terra ai piedi della padrona.
“Bene troia, sono soddisfatta di te e adesso puoi andare a mangiare anche tu. Ti ho preparato io stessa la cena, ma naturalmente, visto che sei una cagna, come tale dovrai mangiare” “grazie padrona per la sua bontà” rispondo, dopodicchè mi applica collare e guinzaglio e a quattro zampe mi trascina in sala da pranzo. Giunti nei pressi del tavolo, a terra vedo una ciotola per cani piena di pipì. La padrona prende dei bocconcini per cani, li getta per terra e li schiaccia con le scarpe, poi, ridendo, mi guarda negli occhi e sputa sopra quella poltiglia. Prende una paletta, la raccoglie e mette il contenuto nella ciotola piena di piscia.
Guardo la mia padrona con aria supplicante sperando che mi sollevi da quell’ulteriore supplizio, ma lei mi guarda dritto negli occhi, mi fa un sorriso e dice “buon appetito”.
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16 years ago
Skiav0,
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Quella sera......
Finalmente arrivò il giorno del nostro appuntamento... ero agitato, nervoso, avevo una voglia matta di vederla, di baciarla, di toccarla, di sentire il suo profumo.... arrivo quasi puntuale sulla sua piccola auto... il cuore mi andava a mille.... eccola stava per arrivare, bellissima! mi avvicino al finestrino e con un dolce sorriso la bacio sulle labbra.... sento il suo tremito, la sua clamorosa voglia di me.... allungo la mia mano tra le sue cosce e, come le avevo chiesto telefonicamente, mi rendo conto che non indossava le mutandine... la sua generosa scollatura mostrava un seno meraviglioso... subito venni assalito dal suo odore inebriante.... un sorriso, poche parole! rimontai in macchina in cerca di un albergo che ci permettesse di stare tranquilli e di dare libero sfogo ai nostri desideri... lo trovammo poco dopo.... il tempo di prendere la chiave ed eravamo già in camera... mentre salivamo le scale per raggiungere il primo piano le misi una mano sul sedere e capi dal suo sguardo la voglia matta che aveva di me.... chiusa a chiave la porta della camera dietro di me, ci ritrovammo abbracciati e avvinghiati in un bacio appassionante.... le mie mani la frugavano ovunque e i suoi gemiti mi eccitavano sempre di più... una volta distesa sul letto cominciai a leccarle la fica decisamente bagnata... non capivo più niente! cominciai a spogliarla e mi ritrovai tra i suoi seni.... una sesta straordinaria.... i suoi capezzoli duri erano uno invito alla suzione... la leccai fino a farla godere... la serata era appena cominciata.... mi spogliai e cominciai ad accarezzarla ovunque mentre anche le sue mani cominciavano a cercare il mio cazzo.... in un lampo mi ritrovai con le sue labbra che pompavano la mia mazza.... sopra di me diede inizio ad un 69 da favola...le nostre lingue si muovevano vorticosamente l'una in cerca del piacere dell'altro... un caldo getto di sborra le riempì la bocca...splendido!!!! mentre le leccavo la fica ebbi il piacere di assaggiare il suo buco del culo che ad ogni mio colpo di lingua aveva meravigliose contrazioni.... andammo avanti tutta la notte tra penetrazioni e orgasmi di entrambi..... sfiniti ci addormentammo nudi!!!!
la mattina seguente la vidi alzarsi in tutto il suo splendore per andare a fare la doccia.... fui assalito da una voglia irrefrenabile di possederla ancora.... detto fatto....il tempo di tornare e si accorse subito che avevo il cazzo duro.... mi fece uno dei più bei pompini che mi siano mai stati fatti.... ero in estasi.... la misi alla pecorina e la penetrai da dietro ... pochi colpi e le venni dentro riempiendola di prelibato miele.....
non dimenticherò mai quella sera...... sei stupenda!!!!!!
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16 years ago
admin, 75
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Giacomo il professore universitario (parte 2)
Due giorni dopo, tornai da Giacomo per la seconda lezione. Mi ero procurato il materiale che lui mi aveva chiesto, avremmo dovuto impostare una prima bozza del programma di studi per all’anno in corso. L’obiettivo era di riuscire a dare entro Giugno 4 esami. Obiettivo ambizioso visto che era Febbraio, ma ero fiducioso e soprattutto voglioso. Suonai e sentii la sua voce al citofono ”Sali, sbrigati”. Questo sbrigati mi gelò, più che un invito sembrava un ordine, rimasi un attimo pensieroso, poi salii. Mi aprì al porta, me lo trovai davanti, indossava un accappatoio verde, evidentemente aveva appena fatto la doccia, mi sorrise e mi disse”Entra.. chiudi la porta!”. Entrai e accennai ad un saluto caloroso, feci per abbracciarlo ma lui si scostò bruscamente e mi disse con tono deciso: “Mettiti a quattro zampe!!”, io ero incredulo e non riuscivo a capire se stesse scherzando o se faceva sul serio, allora mi scappò un “Mah.. Giacomo,..” non mi fece finire, “Ti ho detto di metterti a quattro zampe!! Muoviti!!”, più che un ordine era un urlo, si fece molto serio, mi incuteva soggezione. Non avevo scelta, mi misi a quattro zampe di fronte a lui. Giacomo aprì l’accappatoio, e vece fuoriuscire il cazzo semieretto, Data la mia posizione, quel gioiello era all’altezza della mia faccia. Mantenendosi frontale rispetto a me, iniziò a indietreggiare a piccoli passi, una specie di danza, lenta… molto lenta. Poi prese in mano il cazzo lo avvicinò alla mia faccia, lo passò sulle mie labbra, me lo sbatté sulle guance e lo strofinò energicamente sulla mia faccia. “Ti piace il mio cazzo, troietta?” ero disorientato, cercavo di capire. “Allora! Ti piace il mio cazzo? Rispondi Troia” “Si.. “ Dissi io quasi timidamente, e lui con tono di voce più alto “Come? Non sento? Cos’hai detto?” “Sii, mi piace” “Lo vuoi vero?” e mentre continuava ad indietreggiare mi ordinava di seguirlo mantenendo quella scomoda posizione, dovevo zampettare come un quadrupede. “Si, lo voglio” “Allora te lo devi meritare, cagnetta” “Come?” “Vieni a prenderlo.. scodinzola come una cagnetta ” “Sii, sono la tua cagnetta” Anche Giacomo era voglioso, ma di sesso. “Vieni qua cagnetta, leccamelo!” “Brava , così! Che brava che sei, meriti un premio” “Si, lo voglio” “Tieni cagnetta! Prendimelo tutto in bocca, lo so che ti piace” “Si, mi piace” glielo presi in bocca e mi ordinò di non farlo uscire mentre ci muovevamo per casa in quella posizione. Ogni tanto con dei colpetti di bacino mi scopava in bocca. Io producevo un’enorme quantità di saliva e avvertivo conati di vomito. Giacomo, inflessibile, mi ordinava di non mollare la presa, era determinatissimo. Ero quasi allo stremo quando, con improvvisa dolcezza mi tolse il cazzo di bocca e mi fece alzare, mi pulì la bocca col la mano destra raccogliendo tutto la saliva, mi baciò appassionatamente e mi sussurrò “Brava la mia cagnetta, ora spogliati” Mi tolsi gli abiti e rimasi nudo di fronte a lui. Avevo il cazzo duro e Giacomo non mancò di dirmi “Ti eccita fare la cagnetta, eh?” “Si, mi eccita” A quel punto mi passò la mano destra in mezzo alle chiappe, e mi spalmò con un leggero massaggio tutta la saliva sul buco del culo. Non riuscii a trattenere un gemito. “Si che ti piace… oh come ti piace” mi prese in braccio e mi portò in camera, mi adagiò sul letto e si occupò di me. Iniziò a leccarmi il cazzo, lo percorreva con la lingua fino ad arrivare ai coglioni, me li succhiava, li prendeva in bocca come fossero albicocche, poi tornava a succhiarmi il cazzo e lo ingoiava tutto. Ho un cazzo lungo quanto il suo ma di minor dimensione. Era abilissimo mi faceva impazzire. “Siii, continua, mi fai impazzire“ “Fammi godere!” “Sei un porco, mi fai morire” “ Non smettere sto per godere…siii ancora.. eccomi.. sono tuo.. eccomi.. godo.. cazzo godo..sborro.. ti sborro in bocca porco.. godo come un maiale..” Gli inondai la gola con un fiume di sborra, lui non la deglutì, e quando i miei spasmi di piacere furono terminati si riversò dalla bocca alla mano quel fiume di sborra fresca e contemporaneamente mi girò riversandomi sulla pancia. Con la sborra lubrificò il mio culo ed il suo cazzo, che svettava pulsante e durissimo. Iniziò a lavorare con le dita nel mio orifizio. Prima uno, poi due, poi tre e alla fine utilizzò la mano tenendo le dita chiuse a becco d’oca. Anche in questo aveva un’abilità poco comune, io ero in estasi, ma al tempo stesso ero anche un po’ preoccupato sia perché era la prima volta ma soprattutto per le dimensioni del suo cazzo. Lui era eccitatissimo ma tranquillo, e questo mi aiutò ad allontanare le preoccupazioni. “Tesoro, adesso ti scopo” “ Ti piacerà, ne sono sicuro” “Non ti voglio far male, voglio solo farti godere”. Un altro aspetto affascinante di Giacomo era questa sua capacità di cambiare repentinamente atteggiamento, ora era un pervertito infoiato, poi diventava un tenero, dolcissimo amante. Un fascino irresistibile, ero completamente fatto di lui. Mi prese in braccio in modo che fossimo faccia a faccia, iniziò a puntare la sua cappella rovente all’ingresso del mio orifizio. Spingeva e mi abbracciava. “Tesoro ti stò penetrando, mi senti?” Mi stava penetrando in modo sublime, io lo accoglievo senza particolare impedimento, mi scivolava lentamente nelle viscere, ero in paradiso. Lo sentivo dentro di me, sentivo che iniziava a scoparmi lentamente, gemevo di piacere, ero estasiato, non capivo più niente, una sensazione indescrivibile. Giacomo mi scopava divinamente, era in piedi, io abbracciato a lui le mie braccia attorno al suo collo venivo impalato e sorretto dal suo cazzo. Girava per casa in quella posizione, camminava e aumentava il ritmo della scopata. “Ti scopo, troia” “Cingimi le gambe schiena, che ti voglio penetrare tutto, fino a sbatterti i coglioni sul culo” “Ti sto inculando, godi come una vacca” era tornato il porco pervertito di prima, ma questo non faceva che aumentare il mio piacere. “ Sii sei un porco, mi fai impazzire!!” “Scopami, non smettere” “Sbattimi… aprimi in due.. non smettere” raggiunsi con quelle parole un orgasmo incredibile, gli inondai di sborra gli addominali mentre lo incitavo a venirmi dentro. “Dai porco, sborrami nel culo” “Voglio sentire il gettito caldo nelle budella” “Godi dentro di me, dai vienimi dentro.. ti prego”
“Troia mi fai godere.. siii sto per venire, eccomi.. ti sborro dentro, eccomi… godo, siii goodooo” Sentii un’interminabile ondata di liquido caldo schizzarmi dentro, mi aggrappai a lui e lo baciai con passione. “Sono sfinito, ma felice” mi sussurrò. Poi, improvvisamente “Ricomponiamoci, tra non molto bisogna cominciare a lavorare” Mi usci uno spontaneo “Si.. capo, come vuoi tu”
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16 years ago
deameo,
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Canevale a venezia
Carnevale di Venezia
Piazza San Marco ,mi ritrovo in mezzo ad una miriadi di persone in maschera di tutti i tipi dalle più staravaganti alle più classiche,non mi è mai piaciuto mascherarmi ma in questo marasma sembro io quello in maschera con i miei jeans i mie classici occhiali a goccia senpre infocati sul mio naso a proteggere il mio sguardo,da quello di tutto il mondo.
Atraverso la piazza con il mio zaino sulla spalla diretto al mio albergo quando una goccia cade sulla lente dei mie occhiali appoggio lo zaino a terra li sfilo e con il bordo della mia maglietta cerco di asciugare il vetro verde dei miei Ray-Ban, in quel momento vengo catturato da un profumo inebriante,non so descrivere quell’aroma ma forte e delicato allo stesso tempo,mi volto ancora con lo sguardo basso intento ad asciugare,alzo gli occhi e la vedo è di spalle con abito da dama del settecento color ebano quell’enorme parrucca bianca, era in un gruppo di persone e rideva felice di godersi quel momento ,poi come se avesse percepito la mia presenza si voltò,i nostri occhi si incrociarono e il suo sorriso sembro spegnersi per un attimo, i nostri sguardi si intrecciarono per qualche istante era stupenda le labbra carnose dipinte di un rosso fuoco spiccavano sul quel viso reso candito dalla cipria bianca,una mascherina celava il suo volto, ma la cosa che mi colpi furono gli occhi blu.Blu ma un blu particolare acceso vivo ,poi si volto e continuò la sua conversazione, sgrullai un attimo la testa come per rientrare in me mi rimisi i mie occhiali feci un bel respiro e zaino in spalla ripresi la mia strada verso l’hotel.
Non era il massimo come accoglienza ma era l’unico dove avevo trovato una camera, mi viene consegnata la chiave ed indicate le scale secondo piano qui non c’è ascensore, non c’è problema rispondo io non lo prendo mai.
La camera invece si rivela quasi una sorpresa, è molto grande calda e molto ben arredata con stoffe alle pareti e quadri con enormi cornici,butto lo zaino in terra accendo la tv e senza neanche toglermi le scarpe crollo sul letto , le voci che provengono dalla tv hanno un effetto sonnifero su di me e mi appisolo ripensando a quel profumo e quei occhi.
Riapro gli occhi convinto chissa quanto aver dormito mi alzo di scatto ma verificata l’ora mi rilascio cadere sul letto e fisso il soffitto per alcuni minuti poi decido di farmi una bella doccia per togliermi di dosso la stanchezza e gli odori del viaggio.
Altra sorpresa non c’è la doccia ma una stupenda Iaguzzi nera inserita in un rivestimento rosa antico,riempo la vasca fino a bordo e mi immergo le bollicine dell’idromassaggio messo al minimo rilassano il mio corpo e cosi stando mi addormento.
Lo squillo del telefono appoggiato sul bordo della vasca mi riporta alla realta e dopo aver risposto mi rendo conto che è ora di cena ,esco dalla vasca mi asciugo poi appoggio le mani sul lavabo e mi guardo allo specchio ,la barba di due giorni che incomincia a imbiancare il mio viso,prendo la schiuma e la spalmo delicatamente per poi rasarmi con cura, .
Una passata di dopobarba arinfrescare il viso mi vesto e mi reco nell’holl dell’otel alla ricerca del ristorante,appoggiato al bancone della reception sfogliando il deplian delle gite in battello vengo catturato di nuovo da quel profumo,mi volto ma non vedo nessuno solo un gruppo di ragazzi cerco di riuscire ad associare quel profumo a qualcuno ma niente quando butto gli occhi su una ragazza di spalle con capelli nero corvino, penso no non può essere lei mi rivolto e continuo la mia lettura quando ad un certo punto la sento ridere, è lei non ci sono dubbi, ma è in compagnia e le mie più represse fantasie si spengono vedondola abbracciare un uomo e baciarlo delicatamente sulle labbra,mi dico bene basta cosi non ci pensare più e vattene a cena,errore madornale cercar di capire le donne e infatti mentre mi recavo verso la sala ristorante passandole accanto lei si volta mi guarda scrutandomi dal alto verso il basso e i suoi occhi si incrociano di nuovo per un attimo con i miei io cerco di sorriderle ma la muscolatura del mio viso non risponde mentre lei mi lancia un accenno di sorriso .
Seduti a due tavoli di distanza con il mio defilato al suo sguardo sulla destra ho passato tutta la serata a guardarla e cercando di percepire il momento giusto per poter incontrare il suo sguardo,ma niente non mi degnò neanche di un occhiata,finita la cena ,lei alza e reca veso il bagno io aspetto qualche minuto e decido di seguirla , i lavelli erano nella parte comune dei bagni e la trovo che si tava rfacendoil trucco ,vado nel bagno degli uomini e quando esco mi reco verso i lavelli per lavarmi le mani ,mentre sono intento ad asciugarmi le mani sotto quella specie di fon lei estrae un taccuino dalla borsa e inizia a scrivere alcune cose su un foglio,poi con un colpo deciso lo strappa lo piega iun due si volta verso di me e facendo scorrere le sue dita sul mio viso e giu lungo il colla fino al petto lo infila nel mio taschino e sussurrando all’orecchio mi dice piacere sono Eva.
IL suo profumo cosi da vicino era ancora più inebriante e io ero rimasto imbambolato e non riuscivo neanche a presentarmi.
E’ in quel momento che lei percependo il mio stato di imbarazzo mi dice l’ì c’è il mio numero più tardi chiamami sfiorò le mie labbra con le sue si voltò e mentre se ne stava andando trovai la forza solo per dire si più tardi che vuol dire, lei si volto e mentre si allontanava sorridendo mi disse più tardi..
Rimasi appoggiato al lavabo non so per quanto tempo a fissarmi allo specchio non credendo a quello che mi sava accadendo poi infilai le dita nel taschino e tirai fuori il biglietto e inizia a leggerlo .
Ciao sono Eva il mio numero è 3200000000 e se vuoi pui chiamarmi dopo la mezzanotte….
Non riuscivo a crederci quell’angelo mi aveva dato un appuntamento si telefonico ma un appuntamento.
Esco dal bagno sembrava che cmminassi a due palmi dal pavimento ci incrociamo di nuovo io faccio con fatica finta di non vederla e lei invece con molta naturalezzanon mi considera proprio.
Dieci e trentacinque cavolo ancora il tempo non passa più il caffe l’ho preso e sono già troppo nervoso per prenderne un altro mi vuovo tra la holl e il bar impazzientemente, decido di uscire a fumare,furi nel bagliore delle luci riflesse nei canali accendo il mezzo toscano tirando una forte boccata non fa freddo e cerco di non ensare a lei , mi appoggio alla balaustra del ponte guardando le gondole passare con quei tarchiati turisti tedeschi e penso però romantici,faccio l’ultimo tiro al mio sigaro guardo l’orologio cazz…….ancora le undici e dieci,vabbè me ne vado in camera.
Salgo le scale due alla volta e apro la porta butto la giacca sulla poltrona sfilo le scarpe e i pantaloni vado in bagno appoggio le mani allo specchio apro lacqua e spremendo il tubetto del dentifricio sullo spazzolino inizio a lavarmi i denti mentre riempo la vasca da bagno.
Mi sdraio e appoggio il mio telefonino sul bordo undici e quarantacinque penso mi rilasso un attimo chiudo appena gli occhi stanchi del viaggio iniziato quella mattina alle quattro, errore fatale…………………
Mi sveglio di scatto rischiando l’affogamento mi giro a cercare il telefono lo prendo in mano e cazz…………………0045 mezzanotte e quarantacinque esco di scatto dalla vasca e incurante di star bagnando tutta la moquett della stanza cerco nel taschino il foglietto digito il numero primo squillo secondo terzo quarto e penso ho perso l’occasione della mia vita, tastino rosso e butto il telefono sul letto e mi sdraio.
Due minuti dopo sento la vbbrazione del telefono che mi indica l’arrivo di un nuovo messaggio ero talmente depresso che non volevo neanche leggerlo pensando che fosse uno dei soliti messaggi delle chat telefoniche,poi come un automa prendo il telefono in mano e spingo il tasto leggi messaggio,appare come per incanto il tuo numero e il messaggio chi è che mi chima a quest’ora?
Risposi immediatamente al messaggio spiegando chi ero e dopo spinto invio stetti sdraiato sul letto con il telefono in mano ad aspettare la risposta che non arrivò cia sms ma con uno squillo e poi un altro risposi pronto e dal’altra parte una voce delicata e sublime mi disse ma non mi dovevi chiamare a mezzanotte?
Cercai di scusarmi con lei che voleva farmi pesare sempre di più il mio ritardo come se cercasse una scusa per non proseguire ,e quando ero li li per pensare adesso mi da la buona notte e il ci risentiamo se ne esce ma te sei solo in camera?
Rimango un attimo ipnotizzato e lei ei ci sei?perche sai io divodo la camera con un amico e qui non posso,pronto,pronto lei insisteva ed io paralizzato non riuscivo a rispondere poi si si ci sono scusa ,si sono solo in camera silenzio totale e allora io pronto pronto ci sei e dall’altra parte sento si mi dici il numero della camera o devo bussare a tutte le porte dell’hotel?
24 secondo piano seconda porta a destra del corridoio , ok dammi dieci minuti e riagganciò.
Mi alzai dal letto di corsa mi infilai un paio di box e i miei jean preferiti un pizzico di profumo presi in mano la camicia pensando la infilo o mi faccio trovare senza poi decisi di infilarla,èassaro i dieci minuti passarono venti muniti passo mezz’ora le inviai un messaggio ma non ebbi risposta e depresso stavo pensando se uscire o mettermi a dormire ma sapevo che non avrei dormito e cosi decisi che forse era meglio uscire,
mi infilo la giacca vado per aprire la porta e ti trovo lì davanti a quell’uscio nell’atto di bussare, esordisci dicendo stavi spiando dallo spioncino ?e io veramente me ne stavo andando e te imbronciata come te ne stavi andando non ti vedevo non rispondi ai messaggi ho pensato questa mi da buca, e lei ho il telefono scarico e l’ho spento dopo che ci siamo sentiti,ma mi fai entrare o vogliamo rimanere qui nel corridoio?
Ed io prego prego ci mancherebbe, lei entra e mentre io chiudo la porta lei alle mie spalle si sfila il soprabito che le nascondeva il corpo mi volto e vedo lei di spalle che appogia sulla poltrona il soprabito piegandosi un poco ,fuso bianchi che fasciano i suoi fianchi il piccolo perizoma che si nota sopra la cinta dei pantaloni mette in evidenza il suo come definirlo lato b stupendo una vitina stretta e fascia addominale ben tornita un top nero a fasciare il suo seno con amplia scollatura e che fatica non poco a intrappolare quello spettacolo di seno terza abbondante forse anche quarta.
Ti volti e mi dici allora?
Ero rimasto un attimino imbambolato difronte a si tanta bellezza,con un gesto sinuoso togli il fermaglio che teneva arruffati i tuoi capelli e roteando la testa gli ridai la loro naturale posizione ,nero corvino lunghi fino a metà della sua shiena che spettacolo mi siedo sul letto e rimango imbambolato a guardarla .
Lei si avvicina a me e tenendomi la testa ferma tra le sue mani avvicina il suo viso al mio e accosta le sue labbra sulle mie guancie e scorrendo delicatamente arriva fino a mettere in contatto le sue labbra con le mie mi spingi sul letto fino a farmi sdraiare sento il profumo della tua pelle il tuo seno spinge sul mio petto il tuo pube sulla mia pancia ,mentre mi baci cerco di trovare il sistema per slacciare quel top ma non ha fermagli, lei se ne accorge e mi intima di femarmi ,mi gela con il suo sguardo e si solleva poi accennando un sorriso si sfila il top mettendo a nudo uno splendore di seno turgido sodo e con i capezzoli che sembravano essere disegnati tanto erono fuori e belli, mi ritrovo con il mio viso tra quelle tette leccandole e succhiandole,mordendole i capezzoli mentre la mia mano piano piano corre lungo il suo corpo,prima sulla pancia giocando con l’ombelico poi accarezzandole le gambe partendo dal ginocchio fino ad arrivare allinterno coscia e sentendola irrigidirsi mi fermai, ma lei continuando a baciarmi si sfilo le scarpe e pantaloni mettendo in mostra due gambe lunghe liscie e vellutate, con lo scorrere delle mie dica su quelle cosce sentivo l’adrenalina scorrere in me sempre più velocemente,il mio respiro si faceva affannoso ed anche il suo si cominciava a sentire.
La feci sdraiare e mentre la mia lingua correva sulla parte alta del corpo, le dita della mia mano sfioravano la parte bassa del corpo scivolando senza problemi verso l’interno coscia,piegò leggermente le ginocchia permettendomi di arrivare al bordo del perizoma che sfiorai delicatamente spostandomi verso il centro si sentiva il calore della sua passeria che aumentava, le spostai delicatamente da una parte e sorpresa sorpresa notai , completamente rasata bella liscia e profumata non mi trattenni e portai la mia lingua a contatto con le grandi labbra della sua fica,.
In ginocchio sul bordo del letto con la mia testa tra le sue coscie e le sue mani che tenevano la mia testa spinta sulla fica,la mia saliva si mescolava ai suoi umori colando fino a bagnarle anche il bordo del buchino del culo , si muoveva e smaniava,la penetravo con la mia lingua allargala con le mani e penetrandola dietro con le dita…………………………………………………………..
Il suo corpo si inarcava e gemeva per il picere che provava non riusciva a tenere fermo il suo corpo si volta e carponi sul letto mi ritrovai il suo stupendo sedere stampato sul mio viso, mi sollevai e le presi i fianchi e la tirai a me i suoi glutei sbattuti sulla mia pancia mentre il mio cazzo struciava sulle grandi labbra ,lo indirizzai piano nella giusta direzione e fu in un attimo risucchiato i suoi movimenti ritmati venivano interrotti da soste e sembrava che cercasse di farlo arrivare dove lei voleva, mentre le mie mani le allargavano le chiappe e il mio dito prendeva possesso del suo culo.
Si defilo e mi fece sdraiare e prima fece scorrere la sua lingua lungo la mia pancia e lungo tutta l’asta ancora inbevuta dei suoi umori poi si sollevo e se lo infilò dall’alto in uno smorza candele intusiasmante,vedevo il mio cazzo entrare ed uscire i suoi seni ballarmi davanti agli occhi,poi dun tratto si fermo si sollevò sempre mentre mi guardava negli occhi lo prese in mano e se lo appoggio al buchino sempre nella stessa posizione, ci mise un po ad entrare ma dopo pochi secondi e di spinte se lo prese tutto appoggiando le sue mani sui miei ginocchi per scaricare meglio il peso lo gurdavo entrare ed uscire mentre lei con una mano si dilatava la fica e si martellava le grandi labbra,.
Godemmo in contempranea le venni nel culo sentivo lei gemere di piacere,poi si sollevo e la mia sborra le colo dal buco gacciandomi sulla pancia lo prese in mano e con la lingua lo ripuli tutto .
Poi si alzo e si reco al bagno si lavo io ero sul letto che cercavo di riprendere le forze e sperando di continuare ma lei usci vestita dal bagno e appoggiandosi allo stipide della porta mi disse: è stato bello ma devo andare.Ci rivedremo dissi, e lei voltandosi dalla porta della camera sorrire non disse nulla e si chiuse la porta dietro di se.
CONTINUA.
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16 years ago
admin, 75
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Ballerina
La chitarra suona, sola, ed il resto è silenzio e fumo, e luce che ti illumina. Le dita pizzicano le corde sottolineando la tua presenza, che volteggi rapita in un Tango tra i tavoli di un bar alla periferia del mondo.E' un posto apparente, dove il tempo scorre in attimi di perfetta bellezza. Ballerina del carillon sei lì per me! Mi aspettavi! Oppure no,
forse non me, non importa !Ma ho guadagnato quel posto in prima fila, io solo ho il diritto di guardarti così, di bruciarti la pelle.
L'ho pagato col prezzo del desiderio prepotente.
In perenne battaglia con la mia coscienza, che mi spinge ad andarmene. Con l'io equilibrista, che fa scelte relative lasciando aperta la porta del dubbio, che mi ripete come a volte si ama chi non si dovrebbe amare.
Ma è un castello di carte che crolla appena ti guardo. In questo posto del pensiero , dove non c'è niente di falso e niente di vero, ci sono le ore che passano inutili senza abbracciarti, senza sfiorare la Mia pelle che ti porti addosso. Ci sono i tuoi occhi verdi ed il tuo armonioso corpo d'avorio. Starei la vita a guardarti, darei la vita per un ora di te. Che sia assoluta ed eterna, che metta fine all'attesa , dia pace. E sciolga l'idea del peccato che ti ho stampato addosso, che mi rende schiavo di orgasmi negati ed amplessi brutali.
Ballerina balla ancora, balla da sola..io chiudo gli occhi..e ti guardo.
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16 years ago
admin, 75
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La mia prima volta
La mia prima volta è successa quasi per caso.... allora 23enne...si organizza una reimpatriata con gli ex compagni di liceo...
era la bellezza di 6 anni che non li vedevo tutti... ma la mia attenzione si sarebbe focalizzata verso la mia migliore amica, per me fiamma non corrisposta (è per questo che ci saremmo allontanati) (Sara) e il mio miglior compagno (Stefano).
Appuntamento in una pizzeria locale... proprio vicino al liceo che avevamo frequentato.... ero emozionato...saper di vedere i mutamenti che la vita ha portato in ognuno di noi..sia fisici che di esperienza....
sono il primo...puntualissimo...come sempre... dopo un pò arrivano tutti...arriva anche stefano...un abbraccio caloroso... due risate come al solito
...ci si chiede perchè ci si sia persi di vista.... "è la vita" rispondo..... sapendo di mentire.... mi racconta di lui...di quello che fa, che da poco abita in quel paese.... ma io non vedo la bella sara... mi dicono che verrà più tardi.... scopro che è stata fidanzata con stefano per 2 anni... che erano in procinto di andare a convivere ... ma poi...crisi e non se ne fa nulla....mi chiedo e gli chiedo come abbia fatto a farsi sfuggire una donna così.... e lui mi risponde...tra qualche bicchiere te lo racconterò se vuoi.... mi fa l'occhietto...e mi chiede se siamo sempre quelli di una volta...e io gli faccio un cenno di approvazione....
dopo circa 1 oretta... arriva Sara.... entra... è ingrassata un pò...ma sta bene... ha sempre quegli occhi grandi e sinceri...e ha sempre il suo bel seno...e la sua risata pazzesca...appena mi vede mi sorride... mi piomba in braccio.... e mi dice che sono sempre più magro.... io la mando a stendere.... la sua risata contagiante..e via per la serata..che entra nel pieno.... quella sera la birra è la principale bionda della serata...non so quanta ne ho bevuta.... ma quando mi alzo per andare in bagno mi accorgo che forse è meglio lasciare quella che ancora ho nel boccale.... stefano come al solito è rosso come un pomodoro...quando beve è così... non è cambiato...sara anche ha bevuto molto...e comunque del trio è quella che regge di più...non è cambiata la situazione......
insomma ci si alza e si paga il conto....che si fa?
uno ha i figli...l'altro lavora..l'altro ancora sta male...fatto sta che si rimane in tre...
ci si guarda...sorrisi d'intesa...
siamo rimasti come al solito noi tre.. stef propone di andare a bere qualcosa a casa sua...è lì vicina... ci si può andare a piedi..
per me va bene.... sara dice ok...fa una telefonata e poi arriva e si mette in mezzo a noi due...
io curioso... sorridendo li guardo e chiedo..."allora si può sapere perchè mai voi due avete deciso di non essere la coppia più bella del mondo?"
sara scoppia a ridere...e stef la strattona.... e poi sogghigna...
sara mi dice nell'orecchio di farmelo raccontare da stef se ha il coraggio...
"stef...sputa il rospo...." convinto che sia una bugia detta per non far sapere agli altri che sono ancora insieme (cosa stupida lo so...ma ero francamente ricco di birra in corpo quella sera eheheh)
"beh marco... perchè.... insomma..senza tirarla per le lunghe...mi piace anche il cazzo!!!!"
sinceramente non capisco bene.... per cui gli chiedo di ripetere... e lui mi accontenta...questa volta sento...mi metto a ridere...e gli dico..."beh quale è il problema..piace anche a me" credendo che scherzi.... "e anche fosse perchè avreste dovuto lasciarvi...in fondo hai detto anche...non solo"
al che mi rifila una storiella di 20 minuti (siamo nel frattempo arrivati a casa sua e lui ha tirato fuori altra birra che io rifiuto)..spiegandomi come e perchè ha scoperto di essere bisex...e con chi l'ha fatto la prima volta....le sue emozioni...insomma....in maniera lucida e interessata ascolto...con sara che contempla in silenzio...ridendo...sbuffando...e dimostrandosi a volte contrariata...
resto sorpreso..ma chiaramente eccitato....
sara... beh sara non ha aperto bocca....e io chiedo a lei come mai questo silenzio... lei mi risponde con tono vivace che a lei sarebbe anche andata bene la cosa...ma che nel periodo finale della loro storia erano però più le volte che andava con uomini che con donne....
a questo punto ci vuole una birra...la apro...due sorsi... e dico che anche io sto dimostrando interesse per l'aggeggio maschile...ma sono un neofita del campo....
sara scoppia a ridere..... davvero incontenibile...e dice di aver bisogno di ben altro che di birra...apre un mobiletto di stef e tira fuori havana....
stef...si avvicina a me..e mi mette una mano sulla spalla...."se vuoi....ti inizio io"..e l'altra mano va sulla pacca..... ridendo....io avevo ormai da un pò il cazzo in erezione.... lui lo stringe forte e dice.. qualcosa sottovoce.... non ho sentito bene...ma credo possa aver detto "bene!!!!"
sara appare indifferente alla cosa... ma dice... "adesso l'ultima cosa che ci vuole per chiudere la serata è sapere che ci sono due succhia cazzi con me.... ci manca solo che facciate le schifezze in mia presenza..e poi posso morire ehehehe" e termina in una risata cinica... ma secondo me curiosa....
stef la guarda negli occhi... e le dice che è lei che non voleva vederlo all'opera con uomini...se fosse stato così lì avrebbe portati a casa.... e non sarebbe dovuto uscire....e la loro storia non sarebbe finita...
sara non sembra della stessa opinione...è convinta che a stef piaccia più prenderlo che darlo...e per darlo intende alle donne...
mentre loro discutono in maniera molto soft...la mano di stef continua interperrita a manovrare attarverso i jeans il mio cazzo...sento che si sta bagnando la cappella....
stef mi chiede se mi piacerebbe provare una bocca maschile sul mio cazzo....
guardo sara...in cerca di un consenso.... mi sorride... ci sorride.... "vediamo sino a che punto potete arrivare... frocetti"
mi sbottono i jeans...e lo tiro fuori....neanche il tempo di averlo in mano che già sento la bocca calda di stef divorarlo.....sono eccitatissimo.....e...e mi piace.... guardo sara mentre mi spompina..... le dico...che mi piace..... lei mi guarda quasi sorpresa.... e mi risponde...."chissà se ti interessa vedere che differenza c'è".... e sogghigna.... premetto che sara è sempre stata molto disinibita ed è per questo che a 17 anni tutti le andavano dietro...me compreso..era una ragazza solare e intrigante..piacente e provocante... e lo sapeva....
si sbottona la sua camicetta..... mi mostra il seno dentro le coppe del reggiseno..e dice di provare a toccare quelle di stefano..... ride.... e si abbassa il reggiseno...è la prima volta che vedo il suo seno...è bello...sodo....il capezzolo grande.... è la prima volta.... ma sono più soddisfatto del pompino che mi sta facendo stef.... è incredibile..potrei alzarmi a toccarglielo..ma sono paralizzato ed eccitatissimo nel vedere stef che con la sua bocca e lingua va su e giù....sto per venire.... bisbiglio.... e lui allora aumneta il ritmo....
sara nel vedere il mio immobilismo e la preferenza.... decide di sbottonarsi i pantaloni....mi fa intravvedere gli slip...che lasciano trasparire il pelo nero nero.... "stasera è l'occasione della tua vita..... se la vuoi è tua"..... mi dice mentre si avvicina....
oddio....sono gay penso...preferisco venire in bocca a stef piuttosto che alzarmi a godere del corpo di sara...
ma mentre penso..emetto un gemito e sento vorace l'ingoio di stef.... mamma mia...che bello....adesso me lo sta ripulendo..... mi chiede se mi è piaciuto.... rispondo con un gesto.... non riesco a parlare...sono un pò in imbarazzo.... ma anche estasiato...
sara è sempre più vicina..... si butta sul divano e scosta stef....
"vediamo cosa ne pensi della mia di bocca".... non si è ancora smorzato del pompino precedente che già sento un'altra bocca riempirsi del mio cazzo.... è un sogno penso...sara...la mia sara...mi sta facendo un pompino!!!!!
avvicino le mani al suo seno pensando "adesso me le scosta e si ritira su.... dicendo che ha vinto lei!!!" (lo si faceva spesso questo giochino del vinco io tra di noi..per ogni cazzata)... e invece si lascia accarezzare....
cerco di avvicinarla ancora di più a me per poterla toccare meglio....nel frattempo stef si è tolto i pantaloni.... ha un cazzo enorme.... non glielo avevo mai visto.... saranno almeno 20 cm.... si avvicina alla mia bocca e mi chiede se mi va.
"ci provo" rispondo io.... glielo prendo con le mani....lo masturbo un pò..... e poi me lo avvicino alla bocca... è profumato.... è grosso...è...buono!!!!! incomincio a succhiarlo con una destrezza innata.... lui mi dice "e brava la mia troia che non sapeva di essere troia".... la cosa mi eccita...e spingo un pò più in giù.... ho un conato di vomito...lui ride...mi da dell'ingordo...e io ricomincio....
il menage a trois dura per 8-10 minuti.... non so quanto esattamente..... lui mi dice che sta per venire....io non me la sento di ingoiare nè di farmi venire in bocca.... me lo tiro fuori.... lo masturbo.... sara alza la testa.... lo afferra...e si fa venire in bocca.... e poi ritorna sul mio ancora con il suo sperma in bocca e conclude anche con me..... poi ingoia...ma non tutto.... un pò ne da anche a stef....
quella sera è andata avanti sino all'alba.... alle 5 di mattina..esausti....ci siamo salutati...abbracciati...scambiati il cell...e promessi altri 1000 incontri....
non ci siamo mai più visti nè sentiti... ma in me... è vivo il ricordo come se fosse successa ieri... da quella volta sono passati 6 anni.... poi una coppia..conosciuta su netlog... ha riaperto le mie voglie bisex.... ed eccomi qui....
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16 years ago
mbsxcam2003,
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Giacomo il professore universitario
Alla fine ho scelto Matematica. Da mesi non sentivo dire altro che:” dai retta a me, scegli quella che ti offre maggiori possibilità di lavoro, visto che non hai una preferenza netta”. Vero, ero enormemente indeciso tra Matematica e Filosofia, una partita in pareggio anche dopo i tempi supplementari. Così, per completare la metafora calcistica, mi sia consentito dire che Matematica ha vinto ai calci di rigore. Mai avrei immaginato quanto rigore mi sarebbe servito per affrontare al meglio la mia nuova esperienza universitaria. Rispetto al Liceo Scientifico, che avevo frequentato e brillantemente superato, era tutta un’altra cosa. Ora non avevo un programma di studi ed un orario delle lezioni predefiniti, un calendario di interrogazioni e compiti in classe concordato, e dei compagni collaudati con cui studiare. Tutto era tremendamente più difficile. Tutto doveva essere organizzato ex novo da me, ed io mi son trovato in grossa difficoltà. Quando i miei genitori mi chiesero come andava con gli studi, io, che ho sempre avuto un buon rapporto con loro, non ho avuto esitazioni nel confidargli queste mie difficoltà. Ero certo di poter contare sulla loro comprensione ma soprattutto sul loro aiuto. Furono splendidi, come sempre. Messo a fuoco il problema, hanno subito individuato la soluzione. Secondo loro, stavo pagando il “salto di categoria”, avevo bisogno di qualcuno che, almeno nella fase iniziale, mi potesse aiutare ad impostare il corso universitario, soprattutto dal punto di vista organizzativo, che era il mio tallone d’Achille. Mio padre disse che avrebbe interessato della cosa Giacomo, suo grande amico, compagno d’università, col quale aveva mantenuto i contatti, anche se col tempo un po’ più sporadici. Conoscevo Giacomo perché veniva a trovarci ogni tanto e si tratteneva da noi per cena. Era circa un anno che non si faceva vedere. Chiesi spiegazione di questo lungo periodo di assenza, e mio padre, che continuava a sentirlo telefonicamente, mi disse che era appena uscito da un brutto periodo caratterizzato da una grave crisi coniugale conclusasi con la separazione dalla moglie. Il peggio era comunque alle spalle e Giacomo, aveva ritrovato un po’ di serenità. Era un professore universitario, guarda caso di Matematica, e mio padre, che nutriva un’enorme stima nei suoi confronti, mi disse che era la persona di cui avevo bisogno. Io fui felice di questa proposta, la condivisi pienamente, perché anch’io ero convinto che, col suo aiuto, avrei risolto i miei problemi. Col senno di poi mi sento di confermare questo giudizio, e, come vedremo, non solo perché sto brillantemente marciando verso il conseguimento della laurea con lode. Dopo tre giorni, Giacomo venne a cena da noi, fu una bella serata e alla fine lui si dichiarò disponibile a darmi una mano. Ci accordammo su un programma di tre incontri pomeridiani dalla 14,30 alle 19,00 per quattro settimane, alla fine di quel primo mese avremmo valutato assieme un’eventuale proroga, qualora ce ne fosse stato bisogno. La sede era a casa sua, che distava circa 30 km da casa nostra. Chiesi a mia madre se potevo utilizzare per quei pomeriggi la sua punto Fiat e, fortunatamente per me, mi disse che per lei non c’era problema. Mi recai da lui per il primo incontro un Lunedì pomeriggio. Giacomo era un bell’uomo, coetaneo di mio padre, ma sembrava più giovane di qualche anno. Il fatto che la calvizie non aveva fatto tappa dalle sue parti sicuramente l’aiutava e poi mi risulta che osservasse uno stile di vita salutista. Niente fumo, poco alcool, sufficiente sport.
Non sapevo se avesse recuperato una regolare vita sessuale, visto la recente separazione. Dal sua matrimonio era nata una figlia che credo avesse all’incirca la mia età e che viveva con la madre. Suonai alla sua porta, aprì, mi accolse con un sorriso , mi fece accomodare nello studio, “Davide, gradisci un caffè?” “Si grazie, molto volentieri”. Si diresse verso la cucina mentre diceva “Mettiti comodo, vado a prepararlo, arrivo subito. “D’accordo”. Io approfittai per familiarizzare con l’ambiente. Una bella casa, arredata con gusto, uno stile moderno e sobrio con qualche concessione qua e la al pezzo antico, ma sempre con gusto e armonia. Quello che più mi colpì fu l’ordine che regnava sovrano, mi chiesi se si avvalesse di qualche collaboratrice a ore o se sbrigava le varie faccende domestiche in autonomia. “Quanto zucchero?” “Ti ringrazio Giacomo, ma lo prendo amaro” “Che coincidenza, anch’io, sei anche tu un’amante del caffè amaro? Un intenditore.. spero sia di tuo gradimento” “Si, ho gradualmente eliminato lo zucchero, preferisco il apprezzare l’aroma puro” “Com’è?” “Ottimo!” “Guarda che in questa casa le critiche sono ben accette, sii schietto, non avere scrupoli” “Sono sincero, è veramente ottimo” “Bene, mi fa piacere.. allora… via al lavoro, si comincia” “Ok.. capo, cominciamo”. Iniziò la prima lezione. Giacomo aveva un approccio molto professionale, mi fece un sacco di domande che erano finalizzate a conoscere nei dettagli la situazione così da potersi fare un quadro il più chiaro possibile della situazione. Io ero affascinato dal suo modo di fare. Aveva un modo di fare che attraeva l’interlocutore di turno ed io non mi ero sottratto a questa attrazione che presto si rivelerà un’ “attrazione fatale”. Se dovessi sintetizzare con una parola direi … Carisma, potendone aggiungerne una seconda direi.. personalità. Giacomo si accorse presto dell’effetto che mi provocava e lo capii quando improvvisamente mi disse “Davide! Ehi.. mi ascolti? A cosa stai pensando?” “Si Giacomo, ti sto ascoltando con attenzione, non mi sono perso una parola, se vuoi ti ripeto tutto quello che hai detto” “Non è il caso, solo che ti vedevo assente, pensavo ti stessi annoiando” “Annoiarmi? Scherzi, non solo non mi annoi, ma trovo quel che dici di estremo interesse” “Ti ripeto, in questa casa le critiche sono ben accette, sii schietto. E’ la seconda volta che te lo dico, e d’ora in avanti non te lo dico più!” “Apprezzo la tua attenzione, ma credimi sono sincero, non mi stai annoiando” “E allora qual è il problema?” “Non c’è nessun problema, è che… è che..” La mia voce si fece flebile e tremante, mi stava accadendo qualcosa che non riuscivo a controllare, ero emozionato e, apparentemente, non ce n’era il motivo. Giacomo capì che stavo vivendo un momento particolare e con molta dolcezza e tatto fece di tutto per farmi sentire a mio agio. Si avvicinò e mi disse”Non ti preoccupare Davide, forse c’è bisogno di una pausa o di una boccata d’aria, non è successo niente, stai tranquillo” intanto si era avvicinato a me accostando la sua sedia alla mia, e istintivamente, forse per essere più persuasivo aveva avvicinato la sua faccia alla mia. Era a pochi centimetri dalla mia, il suo sorriso accattivante, il suo sguardo dolce. L’ho guardato, e la mia mente fu colpita, come da un flash. Una fantasia erotica, mi vedevo mentre facevo all’amore con lui. Non avevo mai pensato, neanche lontanamente, prima d’ora, una cosa del genere. Fare all’amore con una persona del mio stesso sesso. Non ebbi il tempo di riflettere, avvicinai a mia volta la faccia alla sua, le punte dei nostri nasi si toccavano, lui fece per dire qualcosa ma io non gli lasciai il tempo di farlo perché istintivamente lo baciai sulla bocca con evidente desiderio. Lui cercò di ritrarsi, ma fu uno scattino quasi impercettibile, poi aderì al bacio anche se con minor convinzione, evidentemente lo avevo spiazzato. Il bacio si fece serio e rovente, a anche Giacomo, cominciò a sciogliersi. Ora rispondeva colpo su colpo alla mia lingua indemoniata. Mi rendevo conto che lo stavo baciando con maggior trasporto rispetto a come baciavo la mia ragazza. Si ero felicemente fidanzato con una splendida fanciulla ed avevo una vita sessuale “normale” ed appagante, ma ora stavo baciando con passione un uomo che poteva essere mio padre. Ci baciammo per un tempo interminabile, alternando passionalità e dolcezza, io stavo eludendo qualsiasi freno inibitorio e mi accorsi di questo quando posai la mia mano sulla sua patta, e mentre ci baciavamo iniziai a massaggiargli il cazzo anche se tra la mano e l’oggetto del mio desiderio c’era la stoffa de jeans, sentivo il suo vigore crescere, sentivo la stoffa che si gonfiava di cazzo, e sicuramente doveva essere un bel cazzo. Giacomo gemeva, era evidente che gradiva il trattamento. “Mi piace, continua” “voglio prendertelo in bocca” “Mi fai morire” “Dammelo, altrimenti muoio prima io” “Prendilo, è tuo” “Sii.. dammelo voglio farti godere” Ho ripreso a baciarlo in bocca e intanto gli slacciavo uno a uno i bottoni della
patta del Lewis 501. La sua erezione era al massimo, il cazzo premeva contro i bottoni e liberarlo non fu agevole. Ora lo sentivo pulsare nella mia mano, una bellissima sensazione, aveva una grossa circonferenza tanto che a malapena riuscivo ad avvolgerlo. “Succhiamelo, ti prego, non ce la faccio più” staccai la mia bocca dalla sua e la diressi verso il caldo gioiello. La cappella era grossa e viola, cominciai a leccarla in punta per raccogliere le gocce trasparenti della sua bagnata gioia, questo lo faceva letteralmente impazzire, e perdendo completamente il controllo mi disse “Sii dai… ancora… sei una gran troia!!” Mi sentivo padrone della situazione e la cosa mi gratificava, decisi di affondare il colpo, lo feci scivolare lentamente in bocca, piano piano, finchè potevo, era grosso e lungo, un cazzo stupendo. Odorava di maschio, sapeva di virilità, lo succhiavo con crescente avidità, mi piaceva, avrei continuato per ore. Giacomo era completamente partito, prossimo all’eruzione. “Dai troia, non ti fermare, mi fai godere” “Sii.. sto per venire” “Eccomi… eccomi.. siii.. vengooo siii siii vengono, bevi troia.. bevi tutta la mia sborra” Mi riempi la bocca con una sborrata impressionante, ho inghiottito quasi completamente quel caldo nettare. Poi ho ripulito il cazzo con la lingua sentivo Giacomo tendere i muscoli delle gambe e degli addominali, poi con un filo di voce mi disse “Baciami… “ Ho obbedito e l’ho baciato con passione. Avevo riservato un po’ del suo sperma e glielo porsi in punta di lingua, mi l’ha succhiata come fosse un gelato, intanto emetteva gemiti e parole incomprensibili. Sicuramente ha gradito. Dopo un po’ ci siamo ricomposti e siamo tornati al lavoro. Era solo l’inizio, il programma prevedeva tre sedute settimanali per quattro settimane, c’era ancora molto da fare, molto da imparare, in tutti i sensi.
fine primo episodio.
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16 years ago
deameo,
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Mario l’ha inculata
Dopo quel giorno Mario quando passava cercava sempre con una scusa di vedere se la situazione gli si riproponeva, sbirciava attraverso il recinto oppure con qualche scusa cercava di poter essere invitato dentro. Uno giorno chiesi a Mario se poteva fare degli innesti su alcune piante in giardino, e concordammo per il giorno dopo alle ore 16,00, avrei lasciato il cancello aperto così poteva entrare liberamente e fare il lavoro
Volevo legittimare così il suo ingesso in giardino senza preavviso, sperando di fargli trovare qualche situazione intrigante.
Fin da ragazzi con mia moglie eravamo soliti giocare a carte o a dama con l’accordo che chi perdeva pagava pegno, e la penitenza non poteva essere rifiutata. Mia moglie si eccitava molto in questi giochino, perché in prativa io la obbligavo a fare cose che lei desiderava, ma essendo costretta non aveva rimorsi. Quel pomeriggio facemmo diverse partite a dama e lei le perse tutte ( il più delle volte perdeva perché le piaceva fare le penitenze), quando furono circa le 16,00 le dissi quale sarà stata la sua punizione. L’avrei bendata, legata nuda alla staccionata a pecorina, gambe larghe con il culo ben in vista, e poi lei doveva aspettarmi supplicandomi di incularla. Per tutto il tempo finchè non glielo avrei messo nel culo lei doveva supplicarmi di incularla. Le dissi che io sarei andato in bagno e appena fatto sarei venuto da lei per farle il servizio.
Preparai il tutto molto accuratamente, la spogliai, la piegai a90 gradi le legai i polsi con una corda e le gambe. Poi con dell’olio di vasellina le lubrificai bene il culo. Toccai la sua figa ed era già un lago di umori. Mentre la preparavo lei già mi supplicava di incularla, ma io le risposi che doveva attendere i miei comodi. Le misi le cuffiette sulle orecchie così non avrebbe neanche avvertito dei rumori di avvicinamento. Avrebbe solo sentito all’improvviso il cazzo nel culo.
Lei cominciò subito a dirmi dai “gianfri vieni ed inculami ti prego, inculami” ad un tratto arrivò mario. Io mi nascosi per gustarmi la scena. Ero un po’ preoccupato che se fosse caduto in tentazione , non doveva assolutamente farsi riconoscere, oppure metterglielo nella figa, ero disponibile quel giorno solo a farla eventualmente inculare. Mia moglie mi supplicava di incularla, mario senti le voci e credette che io stavo scopando mia moglie, allora venne verso di lei molto piano e di nascosto per poter vedere. Quando scorse mia legata alla staccionata che mi supplicava, non riuscì a capire cosa stesse succedento. Guardava intorno per vedere dove io fossi. Mia moglie supplicava ancora e diceva se avessi finito in bagno, perché non ce la faceva più ad aspettare. Entrai dentro e dalla finestra le dissi che stavo facendo la doccia e fra circa venti minuti sarei andata da lei per incularla. Sapevo che lei non poteva sentirmi, ma speravo che mario così prendesse coraggio per fare quello che speravo.
Mario era ancora frastornato, era anche un ragazzo sempliciotto, non sapeva come gestire la situazione, tornò verso casa e dalla porta di ingresso mi chiamò debolmente, io no risposi ma facevo uscire l’acqua della doccia, così lui sapeva che io ero dentro.
Prese coraggio si avvicinò a mia moglie e le toccò le chiappe. Lei disse “era ora non ce la faccio più ho il culo in fiamme, strapazzalo per benino. Mario le accarezzava le chiappe e le toccò la figa, lei subito disse che lo voleva solo nel culo e questi erano i patti.
Mario non capiva più niente, si abbassò i pantaloni e le mutande. Aveva il cazzo in tiro, un cazzo tutto paonazzo tanto era l’eccitazione, era poco più largo e più lungo del mio cazzo. Stava per ficcarglielo nel culo, ma forse inavvertitamente glielo fece sentire sulle labbra della figa.
Mia moglie strillò e ribadì che lo voleva nel culo. Mario fece per metterglielo nel culo. Seppi che stava per entrare quando sentii mia moglie esclamare di piacere e tra i vari gridolini disse :” A sento che anche tu sei eccitato, la tua cappella è infuocata”. Ora dovevo interrompere il gioco prima che prendeva una brutta piega.
Tornai dentro e dal bagno dissi: “amore sei pronta che sto per arrivare”.
Il tempo di guardare dal mio nascondiglio, che vidi mario saltare la staccionata e nascondersi più giù per vestirsi. Mia moglie nel frattempo ignara di quanto succedeva mi implorava perché avevo smesso così velocemente. Mi avvicinai a lei e misi io il cazzo nel suo culo. “Oh sei proprio cattivo oggi, mi stai facendo soffrire, non te ne andare più e inculami”
Al che io le tolsi le cuffie e comincia a dirle che culo che hai, è entrato senza sforzarmi per niente. Lei rispose che già prima glielo avevo ficcato dentro. Io risposi guarda che ti sbagli io sono arrivato ora, ma lei credeva che io scherzassi. Al che le dissi che io non l’avevo inculata prima, forse sarà stato qualche passante che vedendo tutto questo ben di dio ne ha approfittato.
Nel frattempo vidi mario con la coda degli occhi che da dove era lui vedeva non bene tutta la scena ma comunque si stava sparando una sega colossale.
Capii che era venuto perché carponi si diresse verso l’ingresso di casa nostra. Io osservavo il culo di mia moglie e sborrai nel suo culo.
Ci vestimmo di corsa perché sentimmo mario arrivare.
Mario era tutto rosso, in viso e mi disse che era venuto per fare qui lavori di innesto. Io risposi che poteva incominciare che io e mia moglie saremmo stati da lui a breve, il tempo di una doccia.
Mia moglie in casa mi disse perché le avevo detto che non ero stato io ad incularla e io risposi ché
Veramente non ero stato io, e lei continuò a pensare che le stavo facendo uno scherzo. Ed io invece le dicevo che si stava inventando tutto per farmi eccitare di nuovo. Discutemmo altri dieci minuti, sperando che io le dicessi qualcosa di diverso, alla fine rimase con il dubbio che io pensavo ad una sua storia di fantasia.
Mario fuori era sconvolto. Mia moglie usci di casa con della birra, ignara che quell’uomo poco priva le aveva fatto assaggiare il suo cazzo nel culo. Mario la riguardava e ogni volta che lei gli parlava abbassava lo sguardo intimidito, ma come si girava non le staccava gli occhi dal culo.
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Sorpresona
Salve a tutti i lettori, questa è un’altra delle avventure che ho realizzato con mia moglie.
La mia voglia mista a gelosia è quella di far vedere mia moglie nuda, forse anche farla scopare, e la situazione che si è creata con il ciabattino (leggi sul tavolo tutta nuda) mi aveva intrigato molto che ho sempre voluto riprovare. Il mio desiderio è quello che inconsapevolmente mia moglie si faccia vedere nuda da un uomo, questi vede mia moglie nuda e deve capire che è per caso e che può approfittare della situazione, e che io assista a tutta la scena. Questa è vera eccitazione, perché alla fine, mia moglie non sa nulla, ed io non sono un cornuto consenziente, invece chi capita è stato fortunato. Possibilmente il terzo deve essere un qualcuno che non può vantarsi più di tanto in quanto nessuno gli crederebbe. L’occasione capitò molto tempo dopo.
Possediamo una piccola casa in montagna, e stavamo passando un periodo di ferie.
La casa è molto isolata e quindi ci permette di stare anche in libertà. Spesso potevamo prendere il sole anche nudi e le effusioni amorose erano libere senza timore. A circa 1 km da casa nostra più in basso da noi c’è una casa abitata da una famiglia il cui figlio mio coetaneo, fa il pastore, boscaiolo l’agricoltore, ed è sposato.
Ogni giorno passava per il pascolo sulla strada, e ogni volta mia moglie se stava nuda al sole si copriva anche se era impossibile poter vedere qualcosa.
Cercai di convincerla a rimanere nuda quando passava, tanto non sarebbe riuscito a vederla, ma lei si vergognava e non voleva. Ma un giorno si addormentò e non si accorse che mario il pastore stava arrivando. Io colsi subito la palla al balzo e con una scusa lo chiamai per bere qualcosa di fresco. Venne lo feci accomodare sul giardino, si sedette e non si accorse dello spettacolo che c’era, mia moglie a gambe aperte tutta nuda anche se non ben definibile dato il piccolo avvallamento che la copriva allo sguardo. Era in lontananza ma visibile tanto da farmi eccitare comunque. Non sapevo come fare per attirare l’attenzione di mario su di lei e senza svegliarla. Spesso le cose comunque accadono senza volerlo. Mentre stavo parlando con lui e versando una birra fresca, mi dice che la pianta di noci aveva una malattia tipica della zona, difatti aveva le foglie rattrappite, si alzò per farmela vedere, si avvicinò alla pianta e mi chiese una scala. Presi la scala sperando che dall’alto lui migliorasse la visuale. Tanto fu. Come salì i primi tre gradini si accorse di mia moglie e focalizzò che era nuda. Non le staccava gli occhi di dosso. Vedeva che dormiva e lo spettacolo era superbo. Io mi allontanai dicendo che dovevo andare in bagno, entrai e mi appostai per gustarmi la scena. Mario salì ancora più in alto si piazzò proprio bene e vedevo che si stava eccitando. Guardava spesso verso casa con la paura che io potessi arrivare. Dopo un po’ feci rumore ed uscii, Mario stava scendendo dalla scala. Mi salutò tutto sconvolto e se ne andò. Io lo invitai a passare più spesso.
Quando fu lontano andai anch’io sulla pianta di noci nella stessa posizione di mario e devo dirvi che la cosa era veramente arrapante. Mia moglie completamente nuda gambe aperte e labbra della figa socchiuse, si intravedeva anche parte del buco di culo.
Feci immancabilmente delle foto da quella posizione.
Andai da mia moglie e la svegliai, le dissi che era passato mario e che si era fermato a bere qualcosa. Lei impietrite mi disse perché non l’avevo chiamata e io le risposi che tanto dal loggiato non si poteva vedere nulla di particolare. Lei non era convinta e ribadiva il fatto che figura avesse fatto se l’avrebbe vista nuda.
La tranquillizzai dicendo che comunque era una donna come le altre e che cosa avrebbe visto di speciale?
Le chiesi se si fosse eccitata a farsi vedere nuda, lei mi rispose che se fosse stato un bel ragazzo forse sì, ma mario proprio no.
Io invece mi eccitai tantissimo e pensavo che ormai avrei avuto sicuramente altre occasioni simili con mario.
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16 years ago
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Massaggio a sorpresa
Salve a tutti i lettori, questa che vi descrivo è una delle situazioni erotiche, a cui inconsapevolmente ho fatto partecipe la mia attuale moglie.
Mi presento sono gianfri e mia moglie si chiama sabri, chi ha letto l’altra mia storia “sul tavolo tutta nuda” già mi conosce. Il mio ed il suo desiderio erotico è stato quello di fare l’amore nei luoghi più insoliti, la eccita da morire sapere di un terzo uomo che possa partecipare, ma finita l’eccitazione, finisce anche la fantasia erotica. Mi ha confidato più volte che, forse, se il tutto nascesse occasionalmente e con un perfetto sconosciuto, potrebbe anche farsi scopare.
Per motivi di lavoro conobbi un centro estetico, dove vi era tra l’altro un massaggiatore di mezza età che era anche il massaggiatore della locale squadra di calcio. Questo era solito fare delle sedute anche a domicilio. Proposi a mia moglie di farla massaggiare a casa da questo signore che avevo conosciuto, ma lei non ne volle sapere, dice ce si sarebbe vergognata. Io insistetti dicendo che sarei rimasto con loro per tutta la seduta. Lei non volle. Giorni dopo la confidenza con questo signore crebbe sempre più e mi feci insegnare alcune tecniche di massaggio. Io la sera le proponevo a mia moglie e finiva sempre con una sonora scopata. Nello stesso centro arrivò anche un massaggiatore cubano, non certo un adone, però abbastanza muscoloso. Per farla breve finii il lavoro presso questo centro estetico e ci fu l’inagurazione. Quel giorno insieme ad altri collaboratori e mia moglie andammo all’inagurazione del centro. Scambi di presentazione, aperitivi e mia moglie conobbe tutto lo staff tra cui anche i massaggiatori e massaggiatrici. La sera a casa mentre scopavo gli chiesi se aveva cambiato idea sul massaggio a casa, magari con quello tutto muscoloso potevamo anche avere qualche risvolto erotico. Lei si eccitava molto alle mie parole ma mi disse che non l’avrebbe mai fatto. Allora pensai che l’avrei fatto io. Parlai con Rodrigo (così si chiamava) di mia moglie, che doveva fare dei massaggi per riabilitare un braccio e per la schiena ma si vergognava. Allora lui mi suggerì di iniziare io un massaggio, e lui sarebbe subentrato, avrei dovuto far sdraiare mia moglie, bendarla e metterle delle cuffie con musica rilassante, così non si sarebbe accorta di nulla.
Arrivò la fatidica sera, feci preparare mia moglie, che come ogni volta che le facevo dei massaggi si metteva nuda. Questo era un problema, perché non volevo che lui capisse quali erano le vere intenzioni, ma se fosse successo doveva venire in modo occasionale e che comunque avevo io la situazione sottocontrollo e potessi intervenire. Non volevo che lui la scopasse, in fondo sono geloso, ma doveva lui essere uno strumento per la mia eccitazione, e senza che mia moglie sapesse nulla.
Comunque le posizionai un asciugamano sopra alle chiappe.
Cominciai i massaggi per quasi mezz’ora, dopo sentii arrivare Rodrigo, avevo lasciato aperta la porta del retro, lui entrò e io gli sussurrai che mia moglie era nuda perché faceva sempre così quando io la massaggiavo, lui mi rispose che non aveva problemi, solo a me poteva dare fastidio e che comunque i massaggi nella maggior parte dei casi è così che vengono fatti. Nella pausa di mettere altro olio sulla schiena il massaggio lo continuò Rodrigo. Dopo poco mia moglie cominciò ad apprezzare, e diceva che stavo migliorando ogni volta con il massaggio. Disse massaggiami un po’ anche le chiappe così si rassodano, Rodrigo mi guardò come per chiedere cosa fare ed io dissi di sì. Mi venne un colpo al cuore quando rimase nuda sotto lo sguardo esperto di Rodrigo che poteva vedere anche tutta la figa. Mi eccitai da morire ma nello stesso tempo soffrivo di gelosia, avrei voluto fermare tutto ma non sapevo che fare. Intanto mentre massaggiava le chiappe, vedevo che si scopriva anche il buco del culo, che per mia moglie è il vero punto debole, non è vergine di culo, anzi le piace molto prenderlo lì e che io glielo strapazzi. Si vede bene che è una donna che lo prende nel di dietro, e questo mi eccitava ancora di più. Avrei voluto sapere cosa pensava Rodrigo in quel momento e cosa avesse pensato mia moglie se avesse saputo di chi erano quelle mani che ora le sfioravano il culo. Mi accorsi che Rodrigo spesso massaggiava l’interno coscia e inevitabilmente toccava la figa di mia moglie, che conoscendola era di sicuro un lago di eccitazione. Anche perché emetteva mugolii di piacere, e Rodrigo mi guardava e rideva. Mi fece cenno di avvicinarmi, e mi sussurrò “continua tu che tua moglie ora vuole un altro tipo di massaggio” io vado via.
Rimasi impietrito, appoggiai le mani sulle cosce e guardai in direzione della sua figa, era larga, rossa e bagnatissima. Le toccai con un dito la figa mentre cercai lo sguardo di Rodrigo, che si era abbassato la tuta e stava tirando fuori il cazzo dalle mutande. Rimasi scioccato, mia moglie che gemeva con il mio dito nella figa e io che vedevo un cazzo di una proporzione tale da mettere paura.
Gli feci cenno di nò, e lui mi fece capire che si sarebbe tirato solo una sega mentre io la masturbavo.
Mi venne vicino e mi disse che lui provava piacere a guardare (era un guardone) e non a scopare, godeva molto di più nel pensare a quella situazione che ad affondare il suo cazzo nella figa di mia moglie. Volevo ben credere, con quelle dimensioni se ne sarebbe accorta subito che non potevo essere io. No resistetti più mi misi di fianco a lei , una mano tra culo e figa con l’altra le avvicinavo il cazzo sulla bocca. Tolsi la mano dalla figa, spostai mia moglie mettendola a pecora sul tavolo, e vidi Rodrigo puntare diretto su di lei, lo implorai di no ma lui avvicinò la cappella sulle labbra della figa, mia moglie e si fermò. Ecco è fatta ora succede il finimondo, Rodrigo dopo una bella strusciatine di cappella indietreggiò. Mia moglie, si girò verso di me (era sempre bendata) e mi disse, che cosa stavo per infilargli nella figa. Io impietrito risposi che stavo cercando di infilarle il matterello della pasta. “Che porco che sei.” Mi disse. “pensi che ci possa entrare?” “Secondo te” risposi “Per come mi sento la figa in questo momento entrerebbe anche un cavallo”.
Rodrigo assisteva alla piccola commedia che si stava inscenando ed allora si riavvicinò. Lo fermai dicendogli che non avrei mai fatto scopare mia moglie ad un altro. Mia supplicò di farlo io e lui di poter finire di guardare e masturbarsi.
Infilai il mio cazzo nella figa di mia moglie, era un lago, enorme e caldissima. Due affondi e cominciò a gridare di piacere; Rodrigo si sparava un segone a due mani incredibile si avvicinava per vedere il mio cazzo uscire dalla sua figa. Chiusi gli occhi per gustarmi quella scopata, quando sentii un dito toccarmi la cappella. Era Rodrigo che stava infilando due dita nel culo di mia moglie, che gemeva e godeva come una troia. Anche Rodrigo venne e riversò tanta di quella sborra sulle chiappe che sembravano dieci cazzi che venivano insieme. Mia moglie era eccitata e non capiva più niente di quello che succedeva.
Vidi Rodrigo indietreggiare mentre anch’io stavo godendo sopra le chiappe di mia moglie.
Si vestì di corsa e usci fuori la porta da dove era entrato.
Mia moglie si alzò, e mi disse vado a lavarmi, che ho addosso un litro di sborra, “ma quanta ce ne avevi stasera”, “non ti ho mai visto così”.
Andò in bagno ed io uscii fuori per vedere se c’era ancora Rodrigo.
Era lì in giardino e appena mi vide, mi chiese se avrei mai potuto scusarlo per quello che era successo. Io feci l’arrabbiato e dissi, che non avrei fatto scenate, ( anche perché di fatto non era successo nulla). Lui si scusò ancora dicendo che comunque è molto professionale e questo non accade mai, e che comunque non avrebbe mai abusato della situazione, avrebbe solo strusciato un pò la cappella per godere, il rapporto completo a lui non piace e (non volli credere a quanto sentii dopo) tendenzialmente era bisessuale con predilezione agli uomini che alle donne, ma il culo restava la sua passione. Di mia moglie al limite avrebbe preferito il culo, ma sicuramente avrebbe preferito il mio. Rimasi a bocca aperta.
Sentii mia moglie tornare in salotto, quindi gli dissi di passare dalla porta principale, suonare che prendevamo un caffè insieme.
Tanto fece, e con lo stupore di mia moglie che era in vestaglia. Prendemmo un caffè scambiammo quattro chiacchiere e poi se ne andò.
Chiesi a mia moglie dopo che se ne fosse andato se si fosse fatta massaggiare da lui, lei ancora un po’ eccitata “può darsi, e chissà forse avrei anche qualche piccola follia”. Allora io le dissi se lo avrebbe preso nel culo, dato che sapevo che ce l’aveva grande come il ns matterello da cucina. Lei non ci volle credere che aveva un cazzo così grosso, ma comunque volle provare quella sera il matterello sia nella figa che nel culo. Mi disse poi che un cazzo così non le sarebbe piaciuto, era troppo grande e non le dava grande godimento, comunque il matterello nel culo se lo prese ugualmente e godeva tantissimo, per non parlare della figa che la fece ululare di piacere.
Ciao
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Sul tavolo tutta nuda
Salve a tutti i lettori, questa che vi descrivo è una storia realmente accaduta.
Mi presento sono gianfri e mia moglie si chiama sabri. Siamo insieme da parecchi tempo fin da ragazzi. Abbiamo sempre fatto l’amore nei luoghi più insoliti e a lei, quando è eccitata piace molto essere ammirata da altri uomini, almeno nel pensiero. Quando scopiamo io la faccio immedesimare nelle situazioni che a lei aggradano di più.
La mia voglia mista a gelosia è quella di far vedere mia moglie nuda, forse anche farla scopare, ma solo nel culmine dell’eccitazione. Quando eravamo fidanzati a casa sua passava ogni sabato il calzolaio a domicilio. Era un omone introverso e anche brutto. Ma il pensiero che lui potesse vedere la mia ragazza nuda mi eccitava tantissimo. Cercai di organizzare al meglio questa cosa. Quel pomeriggio cominciammo a baciarci e inevitabilmente inizio una lenta ed eccitante masturbazione. Preso dalla foga, come altre volte feci sdraiare sabri sul tavolo della cucina al piano terra. La legai al tavolo e la bendai, misi una musica sottofondo e iniziai a massaggiarla. Lei adora i massaggi e adora essere legata. Avevo volontariamente lasciata la porta socchiusa sia dell’ingresso che dell’appartamento. Dopo circa 15 minuti di massaggi, lei era veramente eccitata, stava a gambe e braccia aperte legate alle gambe del tavolo bendata e con la musica sulle cuffiette. Sentii arrivare la macchina, e mi nascosi dietro la tenda. Dissi a sabri che mi sarebbe piaciuto sentirle dire parole tipo “ scopami, che cosa aspetti, vieni qui tanto sono legata e non ti posso vedere ecc…”
Mentre sabri inizio a proferire quelle parole, il ciabattino saliva le prime scale, arrivò alla porta la aprì e vide la mia ragazza nuda sul tavolo, ritirò indietro intimorito la porta, ma appena scostata rimase a guardare. Sabri ignara di tutto ciò continuava a dire “dai su vieni, scopami, sono legata e non c’è nessuno in casa……” il ciabattino riapri la porta e si avviò verso di lei, ma sempre timoroso, in quanto non sapeva se realmente ci fosse qualcuno.Era vicinissimo a lei la sfiorò e sabri esclamò “ era ora che ti decidevi, ma dove sei stato fino ad ora. Dai toccami la figa, il culo, insomma scopami.” Il ciabattino le sfiorò la fica, lei mugugnava i piacere, ed io ero eccitatissimo ma pronto per intervenire. Lui aprì la patta e tirò fuori l’uccello, nella mia fantasia mi ero immaginato un bel cazzone, come del resto si legge in tutti i racconti, invece era normalissimo anzi…
Si avvicinò a lei per infilarlo nella fica, non sapevo che fare se intervenire o lasciarlo proseguire.
Cominciò a strusciare la cappella sul clitoride, quando dalla finestra sul balcone dove ero nascosto feci per tossire. Il ciabattino si ritirò di corsa e andò subito fuori scese sul portone e suonò. Sabri sentì suonare alla porta ed impaurita mi chiamò chiedendomi di slegarla per andare in camera.
La tranquillizzai dicendo che vedevo io chi era.
Scesi le scale, aprii il portone e lui mi guardò, era tutto rosso sconvolto la patta ancora aperta. Gli dissi che non avevamo nulla per quella settimana e di ripassare la prossima.
Rientrai in casa sabrì era ancora legata, ma l’eccitazione era passata, ricominciai a massaggiarla e lei mi disse “ ti immagini se fosse entrato che figura, così legata.
Ed io esclamai che avrebbe avuto una bella visione.
Non ha mai saputo di questa cosa né di altre che ho organizzato a sua insaputa.
Avrò modo di raccontarvi altre storie.
Ciao a tutti.
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16 years ago
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La scoperta
da anni avevo la curiosità di come fosse avere un rapporto bsx, ed era dai tempi delle medie che immaginavo di toccare un cazzo, avevo avuto qualche avance ma per paura o timidezza non ero andato fino in fondo. Nei rapporti con le donne mi azzardavo a stuzzicarle fantasticando ad avere un un rapporto in tre con in mezzo un altro uomo, quando qualche ragazza la vedevo accanirsi a spompinarmi a non voler lasciare andar via il cazzo dalla bocca fremeva dentro di me la voglia di provare a suchiarne uno, fino a quando mi decisi ad andare in uno di quei posti frequentati da gay e bsx, finalmente trovai il tipo giusto e cominciammo a toccarci poi chiedendomi di prendergli il cazzo in bocca comincio a masturbarmi, io abbastanza coinvolto e con naturalezza lo inizia a spompinare poi inizio anche lui lo stesso e in più mi arrivava con la lingua a penetrarmi dietro quando capì che stavo per arrivare mi infilò un dito e mi fece godere , in quei momenti mi sentivo una troia accettai la sua sborrata in gola e lui fece lostesso. Da allora non sono riuscito più a provare quelle sensazioni, ma ricordo di aver scoperto quella sera il gusto di provare un cazzo.
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16 years ago
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Ausiliaria del traffico
Uscendo dal fioraio avevo scorto una ausiliaria del traffico ferma dinanzi alla mia auto. Teneva il capo chino sopra un blocco di carta su cui faceva scorrere la biro di fretta. Allungai il passo nella sua direzione impedito nei movimenti dall'ingombro della pianta d'appartamento che mantenevo stretta al petto. Ero certo che non sarei riuscito a farle annullare il verbale di contravvenzione che stava redigendo, ma era mia intenzione provarci comunque.
- Senta. - dissi cercando d'impietosirla. - Sono rimasto nel negozio del fiorista soltanto il tempo necessario per ritirare questa pianta, mica vorrà punirmi con una contravvenzione, eh?
L'ausiliaria del traffico, un tipo carino, dalla carnagione scura, con i capelli raccolti a coda di cavallo nascosti sotto il berretto della divisa, non diede risposta alle mie lagnanze e seguitò a redigere il verbale.
- Ho acquistato questa pianta per mia madre, oggi è il suo compleanno e... - ma nemmeno questa affermazione servì a dissuaderla dal redigere il verbale.
Sistemai la pianta sul marciapiede e rimasi in attesa che mi consegnasse il foglio della contravvenzione.
- Quanto mi verrà a costare?
- Trentacinque euro. - disse senza sollevare il capo dal blocco di carta.
- Il doppio del prezzo della pianta. - obiettai con rammarico.
- Prima d'entrare nel negozio doveva premurarsi di pagare il ticket. La macchinetta che eroga i biglietti per la sosta sta là, la vede? - disse indicando l'apparecchio distante una decina di metri. - Spendendo un solo euro avrebbe potuto sostare con l'automobile negli spazi delimitati dalle strisce blu per un'ora.
- Ha ragione, ma non avevo spiccioli di moneta con me. Entrando nel negozio ero convinto che ci sarei rimasto solo pochi minuti.
- E invece...
- Ha pensato di farmi questo regalo di trentacinque euro, eh?
- Così la prossima volta impara a rispettare i regolamenti. - disse alzando il capo dal blocco di carta. - Trentacinque euro sono poca cosa, il prezzo di una cena al ristorante.
- Ecco, sì, brava, il prezzo di una cena. Beh, allora potrebbe stracciare la contravvenzione e accettare un invito a cena, le pare?
Non diede risposta alla mia proposta distratta dal concitato parlare della sua collega che, poco più in là, stava discutendo con un automobilista a cui stava contestando una infrazione per divieto di sosta. L'uomo, un tipo attempato, vestito con un gessato scuro, stava reagendo alla notifica della contravvenzione insultando la poveretta, minacciandola con un pugno. L'ausiliaria del traffico, per niente intimorita dagli insulti che l'automobilista le scaricava addosso, era ferma davanti a lui senza fare opposizione alle continue provocazioni.
L'uomo sembrava avere perso il lume della ragione. L'ausiliaria del traffico con cui stavo intrattenendomi corse in aiuto alla collega. Le andai dietro, disinteressandomi della pianta che lasciai incustodita sul marciapiede, e presi le difese dell'altra vigilessa mettendomi con il corpo fra lei e l'uomo che seguitava a minacciarla.
Dopo una accesa discussione l'uomo scese a più miti consigli e, seppure malvolentieri, ritirò il foglio della contravvenzione, poi si allontanò al volante della propria automobile facendo stridere le gomme delle ruote sul selciato.
- La ringrazio per essere intervenuto, ma la contravvenzione non posso toglierla comunque, mi spiace. - disse l'ausiliaria del traffico con cui mi ero intrattenuto a parlare poco prima.
- Non fa niente, pagherò. Mi resta il rimpianto della cena, ma l'invito è ancora valido.
- Ah, sì. - disse scrivendo qualcos'altro sul verbale della multa prima di consegnarmela.
- Beh, arrivederci, allora. Spero di rivederla.
- In una situazione diversa da questa. - disse dispensandomi un sorriso.
Misi il foglio della contravvenzione nella tasca della giacca, raccolsi dal marciapiede la pianta e la sistemai sul sedile dell'auto, poi mi allontanai.
Il foglio della contravvenzione, tenuto ripiegato nella tasca della giacca, mi capitò fra le mani qualche giorno più tardi mentre stavo uscendo di casa per recarmi al più vicino ufficio postale per pagare la multa. Soltanto allora, dispiegando il foglio, mi accorsi che sul retro c'era annotato un numero di telefono e un nome, Chiara.
Senza perdere altro tempo digitai il numero sul cellulare e rimasi in attesa della risposta. Una voce femminile mi avvisò che l'utente era momentaneamente irraggiungibile. Quando nel primo pomeriggio provai di nuovo a comporre il numero di telefono una voce di donna rispose alla chiamata dopo un paio di squilli
- Pronto!
Non risposi subito dando tempo alla donna di riprendere la parola.
- Pronto...
- Buongiorno.
- Con chi parlo? - disse.
- Niko.
- Niko, chi?
- Sono quello a cui ha dato la multa e l'ha invitata a cena, ricorda?
- Ah! Sì....
- Ho trovato il suo numero di telefono sul foglio della multa e mi sono precipitato a chiamarla, ho fatto male?
- No, mi fa piacere.
- Beh, allora che si fa? Andiamo a cena?
- Gliel'ho detto, non posso toglierla la contravvenzione. - disse fingendo di non capire qual era il motivo per cui l'avevo chiamata.
- Lo so, ma l'invito a cena non ha niente a che fare con la multa.
- Ah, sì?
Parlavo e avevo il cazzo duro per l'eccitazione. La voce all'altro capo del telefono era sensuale, molto sensuale.
- Beh, in quale ristorante vuole che l'inviti a cena? - dissi.
- Va di fretta, lei.
- Che ne dice se ci diamo del tu, eh?
- Va bene, sono d'accordo.
- Allora?
- Allora cosa?
- Quando andiamo?
- Dove?
- A cena. - dissi ponendo fine al gioco.
- Non lo so.
- Stasera?
- Non perdi tempo, eh?
- No, mai.
Quella stessa sera andammo a cena. Il locale l'avevo scelto io, era un agriturismo poco distante.
- Non ero mai stata a cena qui, è bellissimo il posto.
- Sì, davvero, il panorama che si gode di notte sulla pianura illuminata dalle luci delle città e dalle strade illuminate dai fari delle macchine è stupendo.
Avevamo preso posto ad un tavolo, uno di fronte all'altra, sotto un porticato il cui tetto era formato dalle foglie dei rami rampicanti di alcune piante vitacee da cui pendevano grappoli d'uva non ancora matura.
- Stare per strada tutto il giorno e ricevere offese dagli automobilisti quando dai una sanzione non deve essere molto piacevole.
- Ormai ci ho fatto il callo alle ingiurie.
- Un mestiere che intendi portare avanti per molto tempo?
- Non lo so. Una volta conseguita la maturità scientifica mi ero iscritta all'università, ma ho cessato di frequentarla dopo due anni. Lo studio non fa per me.
- Beh, di positivo c'è che il lavoro ti ha resa indipendente dalla famiglia.
- E' vero. E' un tipo di occupazione che mi lascia mezza giornata libera.
- Hai un secondo lavoro?
- No, affatto! Detesto chi è schiavo dei consumi e si sbatte da un posto all'altro per fare soldi.
- E allora cosa desideri dalla vita?
- Qualcuno che sappia apprezzarmi per quella che sono.
- Bella la sei davvero.
- Non intendevo questo.
- Lo so, ma volevo dirti che sei molto bella.
Chiara chinò il capo e non diede seguito alla mia affermazione. Avvicinò la forchetta colma di riso alla bocca e assunse il cibo in tutta fretta. Non ci mise molto a raschiare il fondo del piatto dopo avere asportato ogni traccia di chicchi di riso, dopodiché mi chiese se avevo una donna.
- Ad essere sincero non ho molta predisposizione amorosa.
- Perché no?
- Penso che per essere amati da qualcun altro occorre amare molto sé stessi.
- E' vero, hai ragione.
- Beh, io non mi sono mai piaciuto, già da bambino pensavo di non essere desiderato.
- Sbagli, mi sembri una persona molto bella dentro. Ho appezzato molto il tuo gesto, quando sei intervenuto in difesa della mia collega.
- Lo avrei fatto per chiunque.
- Non tutti gli uomini lo avrebbero fatto, te lo assicuro.
- Dici?
- Sì.
A mezzanotte eravamo in giro, mano nella mano, per le strade di Salsomaggiore affollate da turisti. Per tutta la sera non avevo smesso un solo istante di adularla per ottenere i suoi favori, riempiendola di attenzioni, perché bella e simpatica la era davvero.
- Ci sediamo ad un tavolo. - dissi.
- Vuoi rimanere tutta la notte qui? - rispose stupendomi non poco.
- Beh, non so...
Mezzora più tardi eravamo distesi sul letto di casa mia. Il baci che prima d'incontrare Chiara avevo scambiato con altre donne furono il metro con cui misurai l'intensità di quelli che scambiai con lei, ed erano davvero favolosi.
- Hai mai fatto l'amore con una donna fino a farle perdere i sensi? - disse lasciandomi stupito.
- Non penso, ma se è accaduto non me ne sono accorto.
- Allora voglio che mi mandi in coma perché mi piaci da morire.
Il corpo di Chiara era di una bellezza senza uguali. Si liberò delle mutandine di pizzo e del reggiseno e rimase nuda sul letto. La pelle imperlata di sudore tradiva una forte eccitazione. Attraversai le sue labbra con la punta della lingua e proseguii a penetrarla scuotendola di brividi in tutto il corpo. Dalle nostre bocche uscirono fuori dei lunghi sospiri e dei gemiti di piacere. Avevamo il respiro in affanno mentre stringevamo le braccia intorno al corpo dell'altro. Percepivo le tette calcate sul mio petto e la cosa era molto eccitante. Non resistetti a lungo prima di toccarle. Calai le mani sui capezzoli e cominciai a carezzarli godendo del calore che stavo suscitando nella mia compagna.
Mi scostai da Chiara e mi trovai a guardarle le tette. Erano di forma compatta con l'areola, di colore bruno, piuttosto piccola e l'estremità pronunciata. Affondai le labbra su di un capezzolo e cominciai a succhiarlo con avidità.
Mi ritrovai a stropicciare con la mano l'altro capezzolo mentre con la bocca raschiavo l'altro che mantenevo stretto fra le labbra. Chiara mugolava di piacere e insisteva nel dirmi che le provocavo dolore a tormentarle i capezzoli in quel modo. Lei fece lo stesso con i miei stropicciandoli con energia facendomi avvampare di calore. Andammo avanti a toccarci e carezzarci fintanto che si mise cavalcioni sulle mie ginocchia e me la ritrovai davanti, semiseduta, che mi accarezzava il petto. Allungai le mani verso le tette e le sfiorai di nuovo, stavolta carezzandole delicatamente, smanioso di essere scopato.
Chiara sollevò le natiche, afferrò il cazzo nella mano e lo avvicinò alla fica. Lo tirò dentro di sé spostandosi con il bacino in avanti. La fica era bagna fradicia e la cappella non trovò difficoltà ad andare sul fondo della fessura. Cominciò a dondolare le anche mantenendo le braccia appoggiate sul mio petto facendo leva mentre oscillava il culo sul cazzo in modo osceno.
Prigioniero degli ondeggiamenti delle sue natiche sollevai entrambe le braccia sopra il capo e rimasi immobile a subire il furore della sua scopata. Venni dentro di lei con largo anticipo rispetto alle mie abitudini senza che Chiara raggiungesse l'agognato orgasmo, dopodiché rovesciai la bocca fra le sue cosce e cominciai a leccarle la fica.
Il suo corpo fremeva di piacere al passaggio della lingua sulla mucosa umida della fica. Quando cominciai a spompinarle il clitoride, succhiandolo sino allo sfinimento, si lasciò andare a delle grida di piacere. Durante quei funambolismi una vampata di calore le attraversò tutto il corpo. Tutt'a un tratto si arricciò su sé stessa e col fiato rappreso ansimò il proprio piacere raggiungendo l'orgasmo.
Ci ritrovammo sdraiati uno di fianco all'altra con il corpo imperlato di sudore. La serata era calda, da stare male. Sapevamo che ci saremmo messi insieme, ma entrambi avevamo cognizione di come sarebbe andata a finire.
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16 years ago
admin, 75
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Inavvicinabile amica del cuore
Seduto a un tavolo del Caffè ...... guardavo con apprensione al di là della vetrina. Da più di mezz'ora ero in attesa del passaggio di una donna. Conducevo il medesimo appostamento da poco più di un mese. Non era un capriccio, ma una necessità che non mi dava pace. Lei pareva non essersi accorta della mia presenza, perlomeno questa era l'impressione che ne avevo ricevuto, sbagliando. Avevo messo in atto più di un espediente per attirare la sua attenzione, non ultimo quello di guardarla fissamente quando transitava dinanzi alla vetrina del bar, poi una mattina...
La giornata era uggiosa, piovigginava a gocciole rade, come succede in novembre quando l'atmosfera è ricca di condensa di vapore acqueo. La vidi arrivare quando ancora era lontana dal mio punto di osservazione. Indossava un impermeabile sportivo, fiore di latte, con cintura alla vita. Il bavero era lievemente rialzato. Un foulard di seta azzurro, dello stesso colore dell'ombrello che stringeva nella mano, le fasciava il capo. Mi alzai dalla sedia, lasciai sul tavolo il bicchiere mezzo pieno di bitter analcolico, e mi avviai verso l'uscita. Al cameriere lasciai un biglietto da cinque euro: molto più del costo della consumazione, senza preoccuparmi di ricevere il resto.
Mi ritrovai per la strada determinato a seguirla da vicino come avevo fatto in altre occasioni, anche se non avevo mai trovato il coraggio di bloccarla come avrei desiderato fare.
Procedeva a zig-zag sul marciapiede incuneandosi fra i passanti che riempivano le banchine ai lati della strada. Scansava con abilità le persone che la precedevano e quelle che le venivano contro come fosse in ritardo ad un appuntamento. L'aspetto era di una donna non più giovane, ma ancora piacente. Mostrava d’avere poco meno di quarant'anni, non di più. I lineamenti del viso, delicati e privi di rughe, le conferivano un aspetto fine ed elegante. Il trench nascondeva la silhouette di un corpo denso di curve e appetibile agli occhi di molti uomini.
Sotto i portici chiuse l'ombrello e proseguì più spedita, al riparo dalla pioggia, fino all'imbocco di un Vicolo. Girò nella strada angusta, percorse un breve tratto tenendosi rasente al muro delle case, poi infilò un portone di un caseggiato recentemente ristrutturato.
L'edificio era lo stesso in cui l'avevo vista entrare nei giorni precedenti, e da cui era uscita solo dopo essersi intrattenuta per lungo tempo. Mi fermai a poca distanza dal casamento, sul marciapiede opposto a quello che poc'anzi aveva calcato prima di infilarsi nel portone.
Al riparo, sotto l'ombrello, rimasi ad osservare la facciata dell'edificio chiedendomi per l'ennesima volta qual era il motivo che la conduceva ogni giorno in quel luogo. Di lei tutto mi era sconosciuto, perfino il nome, eppure durante gli appostamenti mi ero fatto la convinzione che fosse una donna affidabile, riflessiva, e soprattutto sincera. Dote quest'ultima assai rara nelle donne.
La mia inavvicinabile amica del cuore aveva l'apparenza di essere diversa dalle donne che avevo conosciuto, e forse in questo non mi sbagliavo. A differenza delle precedenti circostanze stavolta decisi di dare seguito alla mia curiosità. Attraversai la strada e mi avvicinai al portone. Lo trovai socchiuso. Varcai la soglia e m’incamminai per un angusto corridoio che conduceva ad un cortile interno.
La tromba delle scale dell’edificio a tre piani, stretta e all'apparenza disagevole da percorrere, aveva un aspetto sinistro per la poca luce che filtrava dalle feritoie adiacenti il cortile. Della misteriosa amica non c'era traccia. Gli scalini in cotto su cui poggiai i piedi risalendo le scale erano consumati nella parte centrale. Avanzai con cautela facendo ricordo al corrimano di legno nella salita in modo da non scivolare e provocare dell'inutile fracasso. Al pianerottolo del primo piano trovai tre porte disposte sui tre lati. Accostai l'orecchio a quella centrale prestando attenzione ai rumori che provenivano dall'interno.
Il fragore di spari ed esplosioni tipico dei film d'azione erano segnali inequivocabili che gli inquilini stavano guardando la tivù. Mi avvicinai alla porta più distante dalla tromba delle scale, appoggiai l'orecchio allo stipite di legno, e percepii il rumore di una discussione fra due uomini. Nella terza invece arrivavano le note musicali di un brano sinfonico. Prima di proseguire nella mia ricerca mi soffermai a leggere i nominativi incisi sulle targhe in ottone appiccicate ai legni delle porte. Nessuno di quei nomi di famiglie mi suggeriva qualcosa di particolare. Salii al piano superiore e poi all'ultimo piano dell'edificio continuando ad origliare alle porte, consapevole che uno degli inquilini avrebbe potuto fare la sua comparsa mentre ero impegnato a origliare.
Stavo con l'orecchio accostato all'uscio, intento ad ascoltare i rumori che provenivano all'interno di un appartamento, quando lo scampanellare di un telefono e la successiva risposta di una voce femminile mi fecero intuire che l'abitazione poteva essere quella giusta, quella dove aveva trovato rifugio la misteriosa donna che avevo pedinato.
Rimasi immobile, coi piedi ancorati allo zerbino, ad ascoltare i rumori che provenivano dalla stanza. La voce si esaurì e dall'interno sopraggiunse il calpestio di tacchi che si muovevano freneticamente sul pavimento. Tutt'a un tratto la porta si aprì e apparve lei, la mia donna. Sorpresi entrambi dalla presenza dell'altro restammo a lungo a fissarci negli occhi, poi senza dire una parola, calamitati dai nostri occhi, avvicinammo le labbra e ci scambiammo un tenero bacio come mi era capitato di vedere soltanto in qualche film francese.
La sua bocca era bollente come il resto del corpo che strinsi fra le braccia dopo averla attirata a me. Restammo lì, nel pianerottolo, avvinghiati l'uno all'altra, torcendoci le labbra come due innamorati. Penetrai la sua bocca con la lingua e lei mi emulò ficcando la punta della sua nella mia bocca. L'eccitazione ebbe il sopravvento. Le infilai le mani sotto l'ingombrante maglione di lana che indossava sotto la vestaglia da lavoro e fui lesto ad inglobarle le tette nelle mani.
Non indossava il reggiseno. Le forme delle mammelle, tonde e sode, non erano troppo grosse: giusto il genere che prediligo. Lei mi lasciò fare, senza opporre resistenza, ed io non trovai di meglio che abbandonarmi ad esplorare con la mano i capezzoli che sentivo turgidi. Il contatto delle dita le provocò un leggero fremito, inarcò la schiena all'indietro e ansimò in modo profondo.
Assorbii fra labbra e lingua la sporgenza carnosa di una mammella e iniziai a succhiarla come un lattante. Lei prese a mugolare di piacere ed io proseguii nella mia azione carezzandole l'altra mammella. Tutt’a un tratto sentii una mano scivolarmi sulla patta dei pantaloni e abbassare la lampo. Cominciò a masturbarmi, alternando rapidi movimenti della mano ad altri lenti e ancora più eccitanti.
Trovarmi sul pianerottolo nella condizione di essere scoperto da qualche condomino rese la situazione oltremodo eccitante. Allungai una mano sotto la gonna. Non portava collant, ma calze autoreggenti. Intrufolai le dita sotto il tessuto delle mutandine e cercai di farle scendere.
Lei fu più rapida delle mie dita, si scostò e sfilò gli slip facendoli scendere lungo le gambe fino a farli cadere sul pavimento. Le abbrancai i glutei e la sollevai di peso da terra, poi le allargai le cosce serrandole attorno ai miei fianchi. Lei snodò entrambe le braccia attorno al mio collo puntellandosi con la schiena contro la parete del muro. Aiutandomi con la mano guidai il cazzo nella fica, facilitato dalla copiosa secrezione di cui era impregnata la mucosa. Iniziai ad incalzarla con colpi di bacino, spingendo il cazzo più in profondità che potevo.
Avevo il fiato grosso e respiravo con affanno, lei invece mugolava di piacere premendo la bocca all'attaccatura del mio collo. Le sborrai nella fica senza nessuna precauzione urlando di gioia nel momento in cui giunsi all'orgasmo. Lei si arricciò con le cosce su di me e pronunciò un'unica parola:
- Sì... sì... sì... sì. sì.
Sazi dei baci e delle carezze che c'eravamo scambiati, incuranti degli inquilini che nel frattempo si erano sporti nei pianerottoli dei piani inferiori chiedendosi qual era l'origine dei rumori, ci accomiatammo scambiandoci un semplice ciao!
Prima di discendere le scale diedi un'occhiata alla dicitura che stava impressa sulla vestaglia da lavoro indossata dalla mia occasionale compagna; allora mi fu chiaro cosa andava a fare in quella casa.
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3
16 years ago
admin, 75
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La vicina di casa
La vicina di casa
Abito in una casa singola, con il giardino che confina con un piccolo condominio, che ha i
balconi prospicenti la mia proprietà.
Da qualche mese nell'appartamento al 1° piano e venuta ad abiate una coppia, Antonella e Mario,
lei fa l'impiegata, lui e' Dirigente d'Industria. Lui per lunghi periodi e' fuori per fiere e convegni.
Io spesso sono in giardino a curare le piante, proprio sotto al balcone di Antonella.
Lei si affaccia per stendere il bucato o per curare alcuni vasi di fiori.
All' inizio abbiamo scambiato solo qualche saluto convenzionale, poi con la scusa del
giardinaggio abbiamo fatto amicizia. Da quel momento ho notato che tutte le volte che
mi mettevo a fare giardinaggio lei appariva sul balcone, con gonne molto corte, in accappatoio
svolazzante e che mostrava parte della sua intimita'.
Antonella non e' piu' una ragazzina e' una donna sulla quarantina, non bellissima,
ma ben fatta e sensuale.
Io pur facendole qualche compilimento, cercavo di fare il disinvolto, si fa per dire,
non volevo sembrare il solito maschio affamato.
Poi un sabato mattina, con la scusa di verificare alcune piante ammalate, mi ha invitato in casa sua.
Da prima mi ha offero un caffè, mi ha detto che il marito all'estero da giorni non sarebbe tornato
prima di una settimana. Dopo il caffe siamo andati a vedere la piccola pianta ormai morente.
Mi sono chinato per guardare meglio lei si e' accovacciata difronte a me, indossama una vestaglia
allacciata in vita che si e aperta fino all'inguine, da prima ho notato le coscie ben tornite, poi
ho visto, con sommo stupore, che non indossava le mutandine. La sua figa era lì difronte a
me, in tutta la sua bellezza e maestosità.
Mi son detto questo e' il segno che ci voleva, non posso attendere oltre.
Senza dire nulla le ho preso una mano, mi sono alzato e l'ho trascinata verso di me.
Ho iniziato a beciarla sul collo poi sulla bocca carnosa. Lei mentre si avvinghiava a me, mi a
cacciato la lingua in bocca come un turbine. Ci siamo bacianti a lungo metre lei strusiava il sui
bancino e il pube sul mio cazzo diventato ovviamenta durissimo.
Lei fremeva e vibrava tutta, con le mani da dietro le accarezzavo le natiche e il culo che frema
allo stimolo delle mie dita, poi ho raggiunto la figa calda e sbrodolante.
Mentre la sditalavo in figa e in culo le gemeva, si dimenava, vibrava tutta, ad un tratto
in preda alla libidine e ad un orgasmo violentissimo ha iniziato ad urlare il suo piacere.
A quel punto con un mano mi sono liberato dei calzoni, ho liberato la bestia sempre piu' dura e
l'ho penetrata restando in piedi, il momento era troppo bello per stendersi anche solo a terra.
Lei si è messa a cavalcioni con le gambe dietro la mia schiena. Facendo forza con le gambe sulle
mie anche a iniziato a cavalcarmi, con un ritmo frenetico. Io cercavo di restare in piedi ben
piantato sulle gambe, ma nello stesso tempo di sorreggerla per le natiche e di sditalarle il culo
con due dita dentro. Antonella fremeva tutta, urla, ansimava, sbavava, sebrava una cavallina
imbizzarrita. Si alzava il piu' possibile fino a fare usire il mio cazzo dalla sua figa surriscaldata,
poi si lasciava cadere pesantemente sul cazzo, fino a farlo sparire completamente dentro di se.
Nello stesso tempo urlava spaccami, rompini, sì, sì, così, che impalata che mi sta facendo, che
bello sentirsi la figa piena, che troia che sono, sì sono un gran troia, e così via.
Le gambe cominciavano a tremarmi, lo sforzo era grande ed ormai non la sorreggevo piu', fortuna
che la sua eccitazione salita al massimo la stava portando al culmine del godimento. Antonella in preda ad un
orgasmo violentissimo, emetteva urla disumane. Poi appagata si e'stretta a me mi ha baciato
affettuosamente e mi ha detto ora tucca a te sborare. L'ho fatta stendere sul tappeto, senza sfilarle il
cazzo dalla figa, ed ho iniziato a montarla, in modo lento e con ritmo continuo, la cosa e' durata per molto
tempo, cerecavo di pensare ad altro per non sborare troppo persto. Quella scopata era troppo bella
andava gustata il piu' possibile. Anzi siccome mi piace vedere la donna che gode e che ha orgasmi multipli,
volevo vederla godere di nuovo. Ho messo Antonella stesa su un fianco, mi sono steso dietro lei
ed ho inizato a cavalcarla alla pecorina. Di solito alle donne questa posizione piace, e' rilassante,
ma nello stesso tempo il cazzo maggiormente avviluppato dalla vagina, viene sentito di piu' della
femmina. Infatti dopo pochi colpi Antonella ha iniziato di nuovo a gemere, a vibrare tutta, mi ha detto sborrrrrro
ora sborra anche tu, si sborra. Non me lo sano fatto dire due volte, in un attimo ero anch'io in preda un fantastico
orgasmo. Che sborata ragazzi. Ma quando pensavo fosse finita o almeno si facesse una pausa, lei si e' girata verso
il mio cazzo umido del mio e del suo piacere, ed ha iniziato ad avvilupparlo con le labbra carnose.
Ha iniziato a farmi uno di quei pompini, magistrali che solo certe donne sanno fare, Antonella e' una di queste.
Il cazzo non ha avuto il tempo di abbassarsi, anzi sotto l'azione di quelle labbra e' di quella lingua vorace,
e' diventato nuovamente durissimo. La carissima Antonella mi ha spompinato a lungo con una tale maestria
e sensibilita' da portarmi per piu' volte quasi all'orgasmo, ma senza che cio avvenisse. Mi faceva godere senza farmi sborare.
Poi mentre per un attimo riprendeva fiato, mi ha detto: " rilassati, il piu' possibile, che ora ti faccio sborare
l'anima", e così e stato, che pompino, che settimana....., Antonella, Antonella, non sei certo bella, ma ti piace la cappella..
27
1
16 years ago
sergent,
51
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La contessa
La Contessa
Giovanna non era una vera Contessa, era cosi chiamata perchè viveva in una grande villa padronale,
in un paesino vicino alla città, circondata da un immensa tenuta. Era rimasta vedona da qualche anno. Si diceva
che il marito era passato a miglior vita, si diceva, causa lo sforzo disumando sostenuto per saziarla
sessualmente. La signora era una super troia ninfomane, lui povereto era scoppiato per infarto.
Lei a quel tempo aveva quasi 40 anni era un bellisisma donna, nella sua proprietà girava quasi sempre senza
mutande, e si faceva trombare da tutti quelli che lei andavano, una vera mangiatrice di uonini e a volte anche
di donne. Era ben voluta da tutti, mogli comprese, in quanto dava lavoro a tutto il paese.
Io la conobbi che avevo 11-12 anni, il tempo delle prime seghe, e che seghe, tre al giorno come minimo.
Ero amico di scuola del figlio del fattore e noi ragazzi giocavano nel parco o nella torretta
che sovrastava un ampia terrazza del palazzo, La Sig.ra Giovanna era solita perndere il sole sulla terrazza
completamente nuda. Noi ovviamente la spiavamo da un abbaiono con un binocolo e poi giu' seghe.
Con noi era molto cordiale a volte chi offriva i biscotti o le caramelle, ovviamente ci considerava
ancora dei bambini, quindi con noi era molto formale, anche se vedeva che sbavavamo per lei.
Il tempo passa, si crese, cambiai citta' e non piu' rividi la Contessa.
L'altra estate mi recai in una citta' della costa in occasione di un convegno, scesi in albergo
qualche giorno prima per farmi anche una vacanza.
Ero appana entrato e stavo consegnando i documenti, quando entra per chiede la sua chiave, una Signora
non piu' giovane, ma molto appariscente. Aveva un copricostume velatissimo, che faceva intravveddere,
un costumino micriscopico, che lasciava scuzzare fuori un seno sodo e prosperoso (ovviamente rifatto)
il piccolo perizoma copriva a malapena le labbra di una figa "musona" ovvero molto pronunciata.
Figa era la Contessa, si era lei, non mi sbagliavo. Sembrava ancora una giovane donna, ma doveva aver
vicina alla sessantina visto che io mi avvicinavo ai 40.
La salutai "buona sera Sig.ra Giovanna" lei mi guardo stupita, "ci conosciamo ?", le risposi
"certamente, solo che a quel tempo ero un ragazzino, sono Marco l'amico del figlio del suo fattore "
lei rispose "Marco, si, si, che bel mascione che ti sei fatto" e mi salto letteralmente addosso
baciandomi e stringendomi con forza contro quel paraurti delle sue voluminose tette.
Poi volle offrirmi un aperitivo mi racconto del paese, della sua vita. ci lasciammo che era ora di
prepararsi per la cena, ma non mi mollo del tutto, volle che cenassi al suo tavolo.
Quando scesi in sala pranzo Giovanna era già arrivata, era elegantissima, mi corse incontro, vedevo che
non stava nella pelle, mi accomodai difronte a lei e quasi subito inizio da sotto il tavolo a sfregare
il suo piede lungo le mie coscie. Capii che non mi potevo sottrare a lei, non mi era mai capitato di farmi una
donna così matura. Ero un po' contrariato, ma feci il galante e stetti al gioco. Dopo tutto era
sempre stata considerata una amante impareggiabile.
Dopo la cena volle offrirmi in whisky a bordo piscina, mi portò in un divanetto in ombra e inizio a sfregarmi
il cazzo duro da sopra i pantaloni, dicendo "cavolo che cazzo, complimenti, ti piacerebbe farmelo provare ?"
Per vari motivi, non le dissi di No: primo l'avevo desiderata anni addietro, era pur sempre una donna piacevole
anche se attempata, poi ero curioso di sapere se quello che si diceva su lei era vero.
Andammo in camera sua, mi fece stendere supinio sul letto ed ancora vestita venne sopra di me inizio a baciarmi
sul collo poi apertami la camicia sul petto e sempre più giu'. Mi sfilo i pamtaloni e lo slip, poi inizio a leccarmi
lungo l'interno coscie, sfiorava con la lingua i miei coglioni e l'asta ormai durissima, ma per farmi arrapare
sempre di piu' evitava quasi di toccarmi li cazzo, che stava per esplodermi dal tanto che era duro.
Cominciavo a capire che quella donna era diabolica, era una macchina da sesso. La cosa duro a lungo, il mio cazzo vibrava,
fremeva, si irrigidiva, mi stava portando a sborare senza avermi toccato il cazzo, non mi era mai capitata una donna cosi
esperta. Poi mi disse " ora ti faccio sborare l'anima" mi perse in bocca il cazzo e se lo fece intrare in gola,
era talmente tanta la mia eccitazione, che dopo poco iniziai a sborare, fu una sborata lunghissima.
Sboravo, sboravo, continuavo a sborare. Lei degluti e assaporo' tutta la mia sborra, con avidita, poi si accocolo
accanto a me e mi accarezzo, io facevo altrettanto con lei. Rimanemmo così per qualche minuto, poi lei raggiunse il bagno
quando usci era compeltanete nuda, venne di nuovo sopra di me inizio a spompinarmi nuovamente, si giro in posizione di 69 e mi offri la sua
figona che profumava di rosa, La leccai con avidità, le morsicandole la grossa clitoride turgida, mugolava, godeva e contemporaneamente
mi spompinava, sentivo il mio cazzo perdersi nelle profondità di quella bocca vorace, sentivo il mio cazzo affondare nella sua
gola, in un cresendo ormai vertiginoso.
A questo punto mi girai la misi alla pecorina e le cacciai il cazzo nella ambia figa, dopo qualche colpo in figa, le puntai
la cappella sul culo e senza tanti compilimenti la penetri con forza. Tanto aveva il culo ormai rotto da tempo, a quel punto inizio a urlare
di piace mi diceva "si, si rompini il culo spaccami, si tanto sai che sono una grande troia, un super puttanone", e così via
L'inculai e la chiavai per circa due ore, lei urlava si dimenva, gemeva, vibrava tutta, era in preda ad orgasmi contimui.
Eravamo esausti ed anch'io mi feci un'altra sborata.
Ci riposammo un attimo, ci facemmo una doccia era quasi l'una, errano ormai tre ore che facevamo sesso, io speravo di andarmene
a dormire nella mia stanza, ma lei volle che dormissi li. Dormissi.... non vi dico quello che successe dopo, potete immaginarlo,
Praticamente lei mi scopo fino alle 4, fortuna che generalmente dopo aver sborato per due volte di seguito, la terza volte non vengo
con facilita', altrimenti quella gran vacca, mi avrebbe fatto secco.
Finalmente alle 4,10 ero steso nel mio letto, mi risvegliai che era quasi mezzogiorno, scesi al bar e mi feci preparare uno zabaglione con 4 uova
dovevo recuperare ed in fretta, sapevo che la Contessa non mi avrebbe mollato tanto facilmente.
Andai in spiaggia e mi addormentai sotto l'ombrellone, avevo una sbornia che non vi dico.
Venne nuovamente la sera al rientro in albergo vidi che la Contessa era li ad attendermi assieme ad una giovane ragazza,
Mi venne incontro mi abbraccio e disse " ma dove sei stato, ho un regalo per te, la vedi quella ragazza, questa notte ce la facciamo".
Le risposi "fantestico", ma nel contempo pensavo a cosa sarebbe successo se l'amichetta poco piu' che ventenne fosse stata
una ninfomane come la sig.ra Giovanna, forse non sarei arrivato al mattino, queste mi avrebbero, spolpato fino all' osso.
Mi dicevo pero che ne valeva la pena, visto che la ragazza era una fighetta ad sballo con scritto in fronte sono una vera
vacchetta.
Cenammo assieme, facemmo amicizia, la ragazza disse di chiamarsi Pamenla, poi prendemmo il caffe a bordo piscina. Giovanna
ci porto entranbi a passeggiare nell'enorme parco dell'albergo, raggiunto un isolato gazzebo semi chiuso da un grigliato ci
sedemmo su in ampio divano, Giovanna nel sedersi si fede salira il vestito di seta fino all'inguine, era senza mutandine,
subito porto a se Pamela la bacio in bocca e nel contempo le alzo la corta mini, anche Pamela era senza le mutandine, nella
penombra potevo vedere la sua figa completamente rasata. la Contessa si stese sotto e si porto sopra Pamela, a 69. Subito
le due troie iniziarono a slinguazzarsi con avidita', mugolando, erano talmente prese dalla libidine che non si curavano
piu' del fatto di essere in un luogo pubblico, anzi questo le eccitava a dismisura. Io ero abbastanza teso, se fosse
venuto qualcuno, sarei stato in imbarazzo, Sicuramente le due ninfomani ne sarebbe state contante sia che fosse stato maschio
o femmina l'avrebbero coinvolto nel loro gioco.
Dopo circa 1/2 ora Giovanna mi disse "ora che ti ho preparato la troietta, scopala alla pecorina, mentre io vi lecco entrambi,
e quando stai per sborare mettimi il cazzo in bocca che ho sete".
Cercai di durare il piu' a lungo possibile, ma la calda figa di Pamela e le slinguate di Givanna sul mio cazzo che entrava
ed usciva e le leccte di palle, i gemiti sempre piu' crescenti della ragazza, mi portarono a sborare, ovviamente lo feci
in bocca alla Giovannona.
Lei continuo a succhiarmelo in modo così professionale che praticamente mi resto completamete eretto, anzi si induri in modo
esagerato, mi sembrava di avere un cazzo di acciaio temprato.
A quel ponto la vecchia troia, mi invito a metterlo in culo a Pamela, si raccomando di farlo con dolcezza la ragazza aveva
ancora il culetto vergine, ma era ora che avesse assaporato il piacere anale.
Inumidii la cappella nella figa della ragazza e la passai sul suo culetto piu' volte, volevo si incularla, ma lo volevo fare
con gentilezza. Contemporaneamente alla mia azione Giovanna preparava psicologicamente Pam, le suggeriva dolci parole la baciava
le diceva che il piacere anale era bello e che quando il suo culetto sarebbe sato sufficentemente aperto, le avrebbe organizzato
un orgia con doppia penetrazione. Ovvero il massimo del godimento.
Presa da una smania inarrestabile Pam inizio a dimenare il culetto, il mio massaggio, le parole della Contessa e la situazione
particolare, la portavano al desiderio di farsi finalmente penetrare il culo.
Iniziai a spingere lentamenti, piccoli colpi, feci entrere la cappella ed iniziai a stantuffarla lentamente, il culo le si stava
dilatando a piccoli passi, durai in questa azione per almeno 20 minuti, lei gemeva di piacere, di ecciatzione. La Contessa contemporaneamente
le leccava la figa, le mordicchiava la clittoride, voleva portarla al massimo dell'orgasmo. Quando ebbi l'impressione che Pam
fosse al culmine del godimento, diedi un colpo di reni e feci pentrere tutto il mio cazzone in quel culetto, che ora aperto
ai piaceri, piu' voluttuosi. Non mi curai dei sui geniti che ormai non capivo se fossero di piacere o di dolore, continuaoi
a stantuffarla con vigore fino a che non sborai.
Poco dopo sentimmo dei passi avvicinarsi, era solo una coppietta, ci ricomponemmo un po', La contessa invito la giovane coppia
ad entrare e nel contempo disse: "ragazzi noi abbiamo gia' fatto questo e' in posto stupendo per fare sesso, accomadatevi".
La ragazza arrossi paurosamente lui rimase stupito, ci alzammo e mentre ci allontanavamo, quella "rospa" della Contessa
rivolta nuovamente ai ragazzi disse "mi raccomando dateci sotto"
Raggiungemmo la camera della Giovannona, la serata non era finita anzi veniva il bello, che nottata ragazzi, fortuna che il
Barman fa un ottimo "zabaglione" altrimenti......................
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16 years ago
sergent,
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Uscita per la spesa, invece ho preso sborra(mia pr
Ero uscita a fare la spesa, l’aria era fresca, il sole mi baciava la pelle, mi sentivo proprio in forma.
Ero salita sul tram come sempre affollato e compressa come una sardina in scatola ad un tratto sentii strusciare un altro corpo contro il mio. Non riuscivo a voltarmi per vedere chi fosse, ma il fatto di non sapere, stava riscaldando le mie parti intime, così non mi spostai e mi lasciai strofinare a lungo. Sentii che mi palpeggiava in modo sempre più audace e percepivo il suo respiro sul collo che diventava sempre più affannato. Sentivo che la figa si stava bagnando. Non mi muovevo assolutamente facendo finta di continuare a non potermi voltare anche se nel frattempo il tram si era un poco scaricato di gente. Questa presenza che non capivo, se maschile o femminile cominciò ad infilare una mano sotto il cappotto biaco, palpeggiandomi le natiche, che ho belle sode. Mi mordevo le labbra, la fronte mi si imperlava di sudore. Chi mi palpeggiava si incollava sempre più addosso e vedevo con la coda degli occhi che qualche passeggero si stava chiedendo cosa stesse succedendo, siccome io non protestavo, probabilmente pensavano che fosse il mio fidanzato.
Ad un certo momento vidi che la fermata dove dovevo scendere era già passata ma io ero troppo eccitata per rinunciare a quel piacere forte. Intanto sentii che una mano si infilava da sotto la camicetta e mi prendeva in mano una tetta, la accarezzava dolcemente titillandomi un capezzolo. Mi sembrava una mano femminile ma la presa era decisa, quasi maschile, ma non me ne fregava niente ero con le mutande fradice e sbavavo dal piacere. L’altra mano cominciò a titillarmi il grilletto ed io venni immediatamente. Lui/lei se ne accorse sfilò la mano e leccò avidamente i miei umori e poi mi mise le sue dita in bocca. Le unghie erano lunghe e laccate di rosso. Le leccai avidamente. Non c’era più molta gente nel tram e tutti ci stavano guardando chi sdegnato e chi eccitato come una coppia di fidanzati poco più che ventenni cominciarono a limonarsi mettendosi vicino a noi. Decisi di scendere dal tram oramai si vedevano le case di periferia di Catania, mi seguì la mia palpeggiatrice che mi stava dietro come un investigatore e anche i due ragazzi ci vennero dietro. Mi infilai in un vicolo stretto e umido e la mia palpeggiatrice mi raggiunse e mi infilò la lingua in bocca, si scoprì le tette, grosse e dure come il marmo, gliele succhiai intanto i due fidanzatini mi toccavano da dietro mi alzarono il cappotto. Indossavo la minigonna e come di consueto non avevo le mutande, aprii le gambe per quanto mi fosse possibile e sentii le loro lingue che mi leccavano chi la figa e chi il buchino. Intanto la mia lei che aveva una parrucca rossa, mi prese le tette in bocca e iniziò a leccarmele. Venni nuovamente e non so se lui o lei si bevvero tutto. La ragazza dai capelli rossi, mi fece inginocchiare a terra e mi disse di togliergli gli slippini. Aveva le tette fuori e se le torturava, intanto il ragazzo mi mise sotto il naso il suo cazzo durissimo e cominciai a dargli qualche leccatina sull’asta, la cappella era lucidissima con la boccetta che adoravo suggere. La sua fidanzata una bella moretta intanto sdraiata a terra, mi leccava la passera, e venni nuovamente. Mi ricordai che non avevo ancora tolto gli slip alla mia rossa che era stata l’artefice di tutto questo stupendo piacere. Le dovevo qualcosa. Mi tolsi il cazzo di bocca che stava pulsando e con un paio di succhiate avrebbe sborrato, allontanai la ragazzina che intanto si era denudata e aveva due tette a pera che stavano su come fossero piene di silicone. Si alzò in piedi e si mise a baciare in bocca la rossa. Mi avvicinai agli slip, che rivelavano un certo gonfiore, doveva avere un monte di venere prospiciente. Posai le mie labbra sugli slippini, ero eccitatissima e sentii una cosa dura, durissima. Strappai gli slip curiosissima e vidi un supercazzo di 23 cm. Un bastone di carne che mi misi a pompare con fervore, aveva un gusto meraviglioso e appena la fidanzatina lo vide venne a darmi una mano e ce lo passavamo da una bocca all’altra, ogni tanto quando eravamo sulla cappella le nostre lingue si intersecavano e ci limonavamo teneramente poi riprendevamo a percorrere l’asta. Il trans gemeva tutto, vibrava dal piacere. Il fidanzato super eccitato si avvicinò al trans dalla parrucca rossa, gli fece abbassare la testa e glielo infilò in bocca. Il viso del trans che era sempre un po’ mascherato dai capelli, si rivelò molto bello e iniziò a lavorare con la lingua il cazzo del ragazzo. Intanto mi era presa la voglia di figa e mentre lei continuava a pompare il trans da rannicchiata, io mi misi con la schiena sul marciapiede sotto le gambe aperte di lei e con la lingua le titillai il clitoride. Avevo sete di umori e le infilai la mia lingua tutta nella figa, ben presto la sentii mugolare e mi venne copiosamente in bocca. Che buono il ciprigno! Mi avvicinai nuovamente a lei e riprendemmo con il pompino a due. Il trans lo sentiva sempre più gonfio in bocca, sentiva che il ragazzo stava per sborrare, continuò a leccare piano piano avvolgendogli intorno la sua lunga lingua come se fosse un serpente affinché il piacere fosse prolungato al massimo e poi si videro i primi schizzi spruzzargli sul viso, allora i trans aprì la bocca e bevve tutto il resto che gli venne copiosamente sborrato in bocca. Che stupenda visione, le nostre fighe avevano fatto la pozzangherina sul suolo. Il trans, ci fece alzare e ci limonammo in tre passandoci lo sperma del ragazzo di bocca in bocca.
Poi ci fece mettere a 90 gradi con le braccia appoggiate al muro e il trans mise quello stupendo cazzo nella mia figa che era così marcia che entrò subito anche se era enorme. Cominciò a cavalcarmi per alcuni minuti e venni nuovamente. Poi passò a penetrare la figa della ragazza, intanto il fidanzatino si era ripreso, mi venne dietro e mi inculò senza neppure chiedere il permesso, tanto glielo avrei dato. Mi sditalinavo mentre sentivo che lui profanava il mio intestino e sborrai ancora. Lui mi prendeva violentemente, mi picchiava le natiche, aumentò la velocità dell’inculata e lo sentii urlare mentre la sborra mi entrava dentro, ne percepivo le spruzzate e venni nuovamente. Il Trans stava per sborrare, dopo aver fatto venire un paio di volte la ragazzina, lo tirò fuori e noi ragazze, ci mettemmo sotto a bere la sborra che inondò i nostri visi. Io e lei iniziammo a limonare con le ligue piene di seme, e il fidanzato venne a farsi pulire il cazzo che mi aveva inculata dalle nostre lingue. Che goduta. Mentre ero tutta imbrattata e cercavo qualcosa per pulirmi il viso, sentii squillare il mio cellulare....ahimè era mio marito!!!
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16 years ago
admin, 75
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Il ragazzo nero del supermercato (parte prima)
Tutto è cominciato un giorno quando andai a fare la spesa al supermercato.
Di solito ci va mio marito ma quel giorno era impegnato per lavoro e quindi dovetti per forza di cose andarci io.
Era il mese di luglio, per cui faceva molto caldo, indossavo una camicetta leggera di lino ed una gonna sopra le ginocchia con sotto un perizoma.
Feci la mia spesa tranquillamente e quando uscii dal supermercato col carrello entrai nel parcheggio sotterraneo per caricare la spesa in macchina.
Sbadata come sono non avevo memorizzato dove avevo parcheggiato l'auto e cominciai a cercarla in lungo e in largo.
Ad un certo punto mi si avvicinò uno di quei ragazzi di colore che vendono le loro mercanzie ed io gli feci cenno che non mi interessava nulla senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Lui effettivamente ci rimase un pò male, probabilmente perchè avevo usato dei modi scontrosi senza rendermene conto.
Mi disse che non ero obbligata a comperare niente e che voleva solo darmi una mano col carrello.
-Va bene- gli dissi pensando che probabilmente voleva solo accaparrarsi l'euro del carrello facendomi il favore di andarlo a mettere a posto.
-Sempre che riesca a trovare la macchina- gli dissi -non ricordo dove l'ho messa-
Lui capì e mi dette una mano a cercarla in tutti gli angoli del parcheggio.
Devo dire che avevo un pò di paura, poichè il parcheggio era semideserto ma dopo un pò mi rassicurai vedendo che era un bravo ragazzo.
-Oh eccola- dissi vedento finalmente la mia auto, ma nella foga di vederla accelerai il passo ed inciampai con il tacco della scarpa in una di quelle grate in ferro presenti ogni tanto.
Rovinai completamente a terra e presi una maledetta storta al piede.
Il ragazzo ci rimase veramente male e venne subito in mio soccorso.
Io ero un pò a disagio poichè sono un pò timida ma lui disse di non preoccuparmi e che mi avrebbe dato una mano con la spesa.
el tirarmi su vidi che a lui scappò una sbirciatina sulle mie gambe e solo allora mi accorsi che la gonna, già di per se corta si era alzata fino a mostrare le mie mutandine, o meglio il mio perizoma.
Mi affrettai a tirarla giù e lui mi chiese scusa più imbarazzato di me.
Si riprese dall'imbarazzo e continuò a tirarmi su da terra.
Mio malgrado mi resi presto conto che non riuscivo a camminare, il piede mi faceva un male cane.
Lui prontamente mi disse di aprire la macchina che mi avrebbe aiutata a salire e mi avrebbe caricato la spesa.
Riuscii a malapena col suo aiuto a sedermi sul posto di guida mentre lui mi caricava le borse nel vano bagagli.
Non ce la faccio aguidare gli dissi, e mi maledii per non aver portato con me nemmeno il cellulare per poter chiamare in soccorso mio marito.
-Tu Non preoccupa- mi disse lui - se tu non abita lontano io accompagnare, ho patente, io guidare.
-No, ti ringrazio- gli risposi, ma nel frattempo non vedevo alternativa.
-Non ti preoccupa- mi disse -posso?- e intanto mi prese in braccio per portarmi sul sedile di fianco.
Quando mi prese notai le sue braccia forti che mi sollevarono come una piuma e non potei fare a meno di sentire sulla natica aderente al suo corpo il suo sesso duro.
Mi venne un brivido di eccitazione e mi maledii per avere avuto certi pensieri.
Il ragazzo si mise alla guida e piano piano usci dal parcheggio aspettando le mie indicazioni per la strada da fare.
Tra una indicazione e l'altra parlammo un pò; lui si chiamava Maloudi e veniva dal Senegal.
-Io sono Carla- gli risposi e finalmente arrivammo a casa, una villetta appena fuori dal paese.
Maloudi mi prese di nuovo in braccio e mi portò in casa facendomi appoggiare su una poltrona dopodiche mi portò in casa tutta la spesa.
Io lo ringraziai tanto e feci per pagarlo ma lui si rifiutò categoricamente di accettare soldi.
-No, tu non preoccupa, io non per soldi, tu fatta male-
-Ok, però accetta qualcosa da bere, li c'è il frigo-
Lui mi ringraziò ed andò a prendersi una coca.
-Siediti cinque minuti- gli dissi e lui si andò a sedere sulla poltrona di fronte alla mia.
Io mi tenevo il piede con una mano e dovevo fare di quelle smorfie di dolore pazzesche, poichè Maloudi mi prese di nuovo in braccio e mi fece sdraiare sopra il divano.
Ad un certo punto prese il mio piede tra le sue mani e cominciò a massaggiarlo con delicatezza provocandomi subito un pò di sollievo.
-Ah ma tu fatta male anche qui- e mi indicò la coscia sinistra un pò sopra il ginocchio che nella caduta si era graffiata ed era comparso anche un rossore.
Cominciò a massaggiarmi anche li ed io piano piano mi misi una mano sulla fronte e cominciai a gemere un pò per il dolore ma a poco a poco il dolore si trasformò in mugolii di eccitazione.
Gli appoggiai una mano sulle sue, accarezzandole e con l'altra mi tirai più su la gonna per liberare una porzione maggiore di gamba.
Lui mi guardava fisso negli occhi e doveva provare molto imbarazzo poichè notavo che ogni tanto gli scappava lo sguardo sul mio corpo ma poi girava subito gli occhi per non farsi notare da me.
Mi stavo eccitando come una pazza e piano piano, inconsapevolmente con la mano sinistra sulle sue mani cominciavo a guidarlo verso la mia vulva calda e umida.
L'altra mano si avvicinò piano piano fino a toccargli la sua patta.
Che cosa enorme e dura che doveva avere li sotto, non riuscivo a contenere quell'immenso gonfiore nella mia mano, la mia lingua cominciò a roteare bagnandomi le labbra ed i miei occhi cominciarono a socchiudersi ed a sognare.
Lui con la sua mano cominciò a trastullarmi la passerina spostandomi delicatamente il perizoma ed io gli liberai quel fragoroso uccello che aveva tra le gambe.
Era una cosa enorme nella mia mano, sembrava il sesso di un cavallo.
Lo attirai a me il più possibile e gli misi la lingua in bocca.
Ormai ero eccitatissima e non cerano più freni che potessero fermarmi...
Il resto ve lo racconto un'altra volta.
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16 years ago
francymi,
36
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