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Il parcheggio
Nel parcheggio solo un paio di macchine.. la strada è li..auto che sfrecciano veloci..quando arriva mi riconosce dal colore dell'auto, non so molto di lei e come sempre c'è un misto di eccitazione, imbarazzo, curiosità..parcheggia davanti alla mia auto e scende..alta, robusta, un viso delicato, un passo deciso ed elegante.
Appena entra in macchina noto i suoi occhi, scuri, lo sguardo malizioso, la scollatura generosa che invita i miei occhi e la mia mano..neanche pochi secondi e le fantasie si sciolgono sulle sue labbra, aperte ,calde, morbide..la mia mano sui capelli lunghi..sul volto, sul seno, si appoggia sullo schienale e allarga lievemente le cosce mentre la sua mano dal mio petto scende con delicata decisione giù, stringe tuttto quello che con vigore vuole uscire dai pantaloni..apre la cinta, mi sbottona con cura e stringe con forza il mio sesso, grande, duro, gonfio per lei..sento il limite delle sue autoreggenti e sfiorandola sempre di più non trovo le mutandine, la sento vogliosa, il mio dito entra a bagnarsi del suo piacere..le cosce sempre più aperte invitano a godere di lei e le mie dita si perdono nel suo ventre..la bocca si apre..la schiena inarcata per afferrare più possibile tutte le sensazioni che le regalo, per ascoltare tutte le parole che le dico, prende la mia mano con la sua e mi accompagna per un istante, si bagna e dopo gioca con suo dito sulle mie labbra..splendida..l'odore del sesso riempie la macchina..sento che stà per godere..la tocco con maggior vigore..è li..alza il bacino e la sento..adorabile femmina..godi..godi che sei eccitante..e la mia mano si inonda del suo piacere..caldo.. forte, intenso, mi baci mentre la tua mano ricomincia a muovere il mio sesso sempre più gonfio, spingi giù i miei pantaloni, ora è li, davanti a tuoi occhi vogliosi, ti chini con consumata maestria e lo inizi a leccare, lo succhi, scendi ovunque con la tua lingua curiosa, sposto i tuoi capelli, anche i miei occhi vogliono godere di te, mi dici che è grande, bello, vedo la tua bocca che lo prende e inizia a muoversi, sei brava, caldo e morbido fra le tue labbra, la mano mi accarezza e lo accompagna, le mie mani accompagnano la tua testa, non ti resisto piccola..sento il piacere che sale e mi piace dirtelo..mi eccita..la tua bocca che si riempie di me..tutta, tutta colma del mio succo caldo. Voglio baciarti..è stato splendido per me..davvero..adoro i pompini e sei stata davvero brava, spero anche tu sia stata bene, le macchine sono ancora li, ne vedo un paio di più..una è molto vicina a noi, chissà..forse avranno goduto del nostro piacere..e quando scendi resto con il sapore delle tue labbra, con il tuo odore sulle mie mani..e le macchine continuano a passare...
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Che emozione....
dopo tanti tentativi inutili....per colpa di coppie poco serie e/o poco convinte finalmente trovo una coppia che fa al caso mio....poche email chiare e scambio msn.....rapido contatto in cam dove mi vogliono vedere nudo ed "armato" e quindi l'ok all'incontro......tramite email qui su desy mi comunicano la data l'ora il luogo e concordiamo l'incontro.....arrivo a casa loro di mattina....entro in modo disinvolto sensa dare nell'occhio...ma ero emozionatissimo....mi offrono da bere ci sediamo a parlare e a fumare una sigaretta.....notano subito il mio imbarazzo essendo la mia prima volta ma sono stati prorpio bravi e gentili e parlando mi hanno fatto sciogliere un pò.....finita la sigaretta lei si alza dicendo di avere voglia e va dal marito....si china verso di lui ed inizia a baciarlo.......io da ditero ero immobile non sapevo cosa fare se aspettare un cenno o prendere l'iniziativa.....lei continua a coccolarlo.......gli sbottona i pantaloni e.......ad un certo punto si gira verso di me e mi fa cenno di andare li......
mi siedo anche io fianco a lui, imbarazzato piu che mai... si sposta tra le mie gambe ed inizia a baciarmi....avevo il cuore che andava a mille, lei era bella profumatissima e molto sensuale, baciava con dolcezza e passione mi sentivo perso catturato dalle sue labbra.........finalmente il mio sogno si avverava....!!!mi sbottona i pantaloni e lo prende delicatamente in bocca....fa tutto con molta calma e molta dolcezza e ogni tanto mi sorride.....meno male è riuscita a mettermi a mio agio....lui intanto si spoglia si stende sul tappeto e infila la sua testa sotto di lei....la iniza a leccare e a farla eccitare......si vede che la sitauazione le piace mi fa spogliare e mettere in piedi e continua a leccami e a baciarmi.....ora la dimidezza è andata via ed è sopragguinto il desiderio.....io ero eccitatissimo mi stava scoppiando un pompino così non lo ricevevo da tanto.....ad un certo punto si gira facendo la 69 con lui, ecco mi ritrovo spiazzato....(forse ho fatto la figura dell'imbranato) io non sapevo se dargli dentro o aspettare......mi guarda e mi fa un cenno con l'chhio.....ok mi avvicino gli faccio sentire la punta del mio pene e poi lo infilo dentro di lei......wow........
bellissimo il mio cuore stava impazzendo mi stavo eccitanto da morire tanto è vero che dopo 5 minuti sono già venuto.........:) nel frattempo che mi pulivo loro due continuarono a fare sesso, non appena pulito avevo di nuovo voglia e lui era già duro pronto a ricominciare......mi feci fare un altro pompino per indurirlo per bene mi stesi sul divano e lei sali sopra di me, godeva tantissimo le piaceva molto si vedeva che lo sentiva e le piaceva nel frattempo con la bocca teneva in caldo suo marito ad un certo punto lui gira dietro e fa una cosa che per me ha dell'icredibile.........vista solo nei film.........wow ero eccitatissimo......questa posizione d'uro poco le piaceva molto ma soffriva anche un pò....allora ci alternavamo un po col marito e andammo avanti quasi due ore facendo a cambio in tutte le posizioni, davanti dietro in bocca chissà quante volte venne lei, era bagnatissima ed eccitatissima,.....alla fine si vedeva che era stanca non ce la faceva più e con maestria di bocca ci fece venire entrambi.......mamma mia io sorridevo felicissimo di ciò che era successo e loro mi sembravano anche molto soddisfatti...una volta rivestiti prendemmo insieme un caffè....ormai non ero più agitato anzi mi sentivo a mio agio erano molto simpatici scambiammo quattro chiaccere con la promessa di rivederci....ovviamente mi fecero anche delle raccomandazioni in quanto avremmo potuto incontrarci per caso a cosenza o in giro gli dissi di stare tranquilli.....io non li conosco......:) me ne andai soddisfatto del mio primo incontro ed anche loro mi parvero contenti di come era andata, gli ha fatto piacere soprattutto la mia educazione e anche la mia prima timidezza.......meno male io avevo una fifa visto che non sapevo come comportarmi........:)
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15 years ago
radisch,
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Last visit: 6 years ago
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Roma 3
Roma 3
dopo l’incontro in camera con Teresa e l’amico di colore, io e Daria ci siamo preparate , docciate e vestite per la serata con Franco.
Franco sarebbe passato a prenderci alle diciannove e aveva promesso una serata a sorpresa.
Alle diciannove in punto dalla reception chiamano in camera per avvertirci che il nostro amico era giù ad attenderci.
Ultimi ritocchi, una guardata allo specchio e ci avviamo all’ascensore. Daria ed io ci guardavamo con l’intensa curiosità di come si sarebbe svolta la serata. Arriviamo nell’atrio e troviamo Franco. Ci salutiamo e ci chiede di seguirlo in macchina ove aspettava un suo amico.
Presentazioni di rito e saliamo in auto. Noi due sedute dietro e loro due davanti. Guidava l’amico. Un giovane 30 enne, palestrato ma distinto. Io chiedo se andiamo a ristorante e dove. L’amico che guidava non risponde e Franco nemmeno. Daria ed io ci lanciamo uno sguardo. Si era creata un’aria misteriosa. Ero un po’ in tensione ma anche eccitata della situazione. Ci teniamo mano nella mano come due ragazzette.
La macchina si ferma in un vicoletto dalle parti di Trastevere. Franco ci indica una porticina, dove Daria ed io dovevamo entrare, dicendo che era un locale che vendeva abbigliamento particolare. Entrare a suo nome e i commessi già sapevano cosa servirci da indossare. Grande la curiosità. Scendiamo dalla macchina e andiamo.
Si trattava di una sorte di sexy shop ma di solo abbigliamento. Entriamo e ci facciamo riconoscere dal titolare. Insieme con lui c’era un commesso.
Ci accomodiamo in una saletta e dopo qualche minuto arriva il titolare e senza preamboli ci dice che per darci l’abbigliamento giusto doveva capire sino a che punto siamo persone “adatte”. Insomma lui ci avrebbe dovuto dare da indossare abiti adatti alla nostra personalità! E mentre parlava, in piedi lui e il commesso . e noi sedute, si sbottonano la patta dei pantaloni tirando fuori due enormi falli in attesa di nostre iniziative. Daria ed io ci siamo guardate e scambiate un’occhiata. Loro avevano immaginato che ci saremmo tuffate sui loro cazzi a spompinarli. Invece siamo rimaste sedute ed entrambe abbiamo aperto le cosce mostrandoci a loro, guardando i loro cazzi masturbandoci. La reazione non si è fatta attendere: si sono immediatamente induriti. Erano eccitati dalla nostra lasciva visione!
Continuavamo a stare a cosce aperte slinguandoci in bocca…e loro se lo menavano. Poi io mi sono alzata spogliandomi completamente e mi sono abbassata tra le cosce di Daria iniziando a leccarla. Daria si è rivolta al commesso dicendogli di prendere in bocca il cazzo del suo principale e farci vedere se era bravo. Il ragazzo non se l’e’ fatto ripetere, si è inginocchiato ed ha iniziato a succhiarlo. La vista di quel pompino ci ha mandato in visibilio. Erano due porci. Almeno quanto noi!
A quel punto ho chiamato Paolo, il commesso che succhiava, e gli ho chiesto di inginocchiarsi tra le cosce di Daria. Ubbidiente si è staccato dall’uccello che leccava per dedicarsi alla fica di Daria. Io invece ho continuato il lavoretto che lui aveva appena smesso. Era davvero grosso e a stento riuscivo a tenerlo tutto in bocca! Intanto guardavo il culo di Paolo mentre leccava la Daria. Non ho resistito a vederlo inchiappettato da quell’enorme fallo che stavo ciucciando. L’ho afferrato per mano(il cazzo) e mi sono avvicinato al culo di Paolo. E senza tanti complimenti l’ha ficcato senza alcun preliminare facendolo urlare di dolore! Io non contenta, li ho fatti riposizionare in modo che Paolo mentre lo prendeva dietro doveva scopare Daria.
Un quadretto molto eccitante. Io guardavo e mi masturbavo. Poi mi sono distesa a fianco a Daria con le cosce completamente divaricate nell’attesa che quell’enorme cazzo me lo schiaffasse dentro la fica.
La scena è finita con le nostre fiche riempite di tanto liquido caldo!
Dopo esserci ripresi tutti, con aria professionale il titolare si è soffermato a pensare. Pensava come doveva abbigliarci alla luce della prova che avevamo dato!
Ci manda via completamente nude, con sopra un camicione di colore rosso a spacco e con chiusura di soli tre bottoni. L’aggiunta di una cintura di stoffa dava un minimo di parvenza di vestito completo. Era un abito, si fa per dire, sempre e subito pronto all’uso.
Ci siamo salutati e avviati alla macchina ove attendeva Franco e il suo amico-autista.
..continua....
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Semplice a prima vista
Grazie al mio lavoro che mi porta sempre in giro per la ns. regione ho conosciuto la moglie di un mio cliente.
Iprimi approcci molto simpatica dolce come dire semplice ma c'è qualcosa che non mi convince...........
Incontro sempre lei quando arrivo nel suo ufficio e non mi lascia andare a fare il mio dovere di lavoratore........sempre che deve parlare con me allora cerco di stuzzicarla fino a quando eccoci.................." Ma io sono molto discreto nelle mie cose " le dico.........
mmmmmmmmmmrisponde lei proprio quello che immagginavo ma non dicevo risponde.
Vieni giu' in cantina ti devo far vedere un problema che ho riscontrato e subito giu'.
Non pensavo che cosi' semplice ma calda calda che piu' non posso
appena la tiro verso di me e la bacio sul collo .mmmmmmmmm aaaaaa e che è' ci sono i dipendenti che potrebbero vederci non posso mi dice......volere e potere rispondo e la chiudo nel locale caldaia 50° la piego a pecora e con un po' di tensione ma con il cazzo in tiro la scopo a pecora a far male ............come nei film forte a sbattere e lei porca si tocca nello stesso tempo
SIIII come piace a me porca e discreta toccati le dico toccati e godi voglio sentirti che godi ...fino a quando sto' per venire e penso adesso me lo succhia come piace a me ......invece no.era un sogno questo ultimo desiderio e solo rimandato mi risponde alla prossima scopata.
FANTASTICA
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15 years ago
tramone, 34
Last visit: 9 years ago -
Gola profonda già a diciotto anni
Molte donne pensano al sesso orale come qualcosa di sporco, qualcosa d’innaturale, non confacente alle signore perbene.
Invece così non è… Proprio tra le signore definite dalla società “perbene” è pratica molto diffusa.
Il mio primo pompino l’ho tirato molti anni fa a mio cugino, allora avevo diciotto anni e non conoscevo ancora mio marito.
Ricordo bene quella prima esperienza, era un pomeriggio d’estate, Stefano tre anni più grande di me, trascorreva le sue vacanze estive da noi in Sicilia.
Lui è il classico tipo piacione che non si sa quando parla seriamente, infatti era solito formulare le sue richieste con senso d’ironia ed io che ero attratta, come tutte le ragazze dai loro cugini, non esitai molto ad accontentarlo.
Decidemmo, così, di appartarci nella soffitta di casa, mentre tutti gli altri membri della nostra famiglia erano a riposo pomeridiano, ricordo che Stefano si calò il costume da bagno e mi presentò il suo attrezzo, era enorme e mi chiese, quasi sospirando, di baciarglielo… Io iniziai con delicatezza a farlo, accarezzandogli anche i testicoli.
Ad un tratto mi afferrò la testa con le sue mani e mi piazzò il suo uccello in bocca chiedendomi di succhiarglielo, ricordo che non durò molto, mi sentii subito la bocca piena ed il suo seme bollente scorrere giù tra le mie labbra.
Da quella prima volta, di tiramisù ne ho fatti tanti e non solo a mio cugino Stefano il quale è stato maestro ma, la mia bocca ha assaporato e fatto godere “spero” tanti uomini.
Anche mio marito, adora farsi succhiare l’uccello, spesso me lo chiede nei momenti più impensabili della giornata, ed io lo accontento sempre.
La situazione più bizzarra mi è capitata mentre ero seduta sulla tazza del gabinetto.
Ricordo che lui, quella mattina, mi seguì in bagno e non appena mi posizionai sulla tazza per fare pipì si piazzò davanti al viso e mi offrì il suo gioiello.
Iniziai a leccarglielo appoggiando le mie labbra sul suo cazzo già gonfio bagnandolo con la saliva, sentivo che Michele iniziava a mandare gemiti di piacere, decisi di affondarlo tutto nella bocca, quasi a voler toccare l’ugola con la sua cappella, sentivo il suo cazzo palpitare ritmicamente mentre le mie gambe si aprivano sempre di più sulla tazza del gabinetto.
Con una mano iniziai a toccarmi la figa ancora seduta sul cesso, bagnata di pipì e sentivo Michele che mi incitava...
Michele tirò fuori il suo cazzo dalla mia bocca e mi venne copioso in faccia, anche io raggiunsi contemporaneamente l’orgasmo infilandomi le quattro dita della mano nella figa ormai dilatata di piacere.
La cosa più bella per me fu quando Michele, dopo avermi inondata tutta la faccia della sua sborra, prese la mia mano ancora umida dei miei piaceri e la leccò infilandosi le quattro dita nella sua bocca per assaporare gli umori della mia vagina, in quell’istante mi sentii veramente la sua Donna in tutto e per tutto.
© Cornelius 68
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Cuckold: un metodo per convincere la moglie
Da gran “cornuto” quale sono, ho deciso di pubblicare questo racconto per narrare come ho persuaso mia moglie a farmi diventare Cuckold.
Spesso mi è capitato di chattare con amici della rete e quasi tutti manifestavano il desiderio di vedere la propria donna alle prese con un altro uomo, ma come si dice: tra il dire ed il fare c’è in mezzo il mare!
Questo racconto pertanto è il frutto della mia personale esperienza maturata negli anni grazie allo scambio continuo di opinioni , di mail e di tanta ponderazione.
Ho iniziato a "testare" mia moglie con le comuni fantasie da letto, proprio come fanno tutte le coppie normali del mondo.
Durante i nostri consueti rapporti sessuali, in modo particolare quando la prendevo da dietro, gli sussurravo nell’orecchio che uno sconosciuto la stava scopando e notavo in lei un certo appagamento.
Quando ho realizzato che mia moglie a letto si compiaceva di essere goduta da un altro uomo o iniziato a pormi il problema di come concretizzare quelle che erano delle semplici “fantasie da letto” e come palesargli il mio reale desiderio: vederla veramente alle prese con un altro.
Ho iniziato quindi a meditare e a ricercare suggerimenti in rete fino a quando ho conosciuto un caro amico il quale mi ha rivelato tramite mail il seguente metodo.
Una mattina di un giorno festivo mi svegliai eccitato e la cercai nel lettone matrimoniale per fare sesso sfrenato, gli dissi che avevo fatto un sogno eccitantissimo.
Lei mi chiese di raccontargli cosa avevo sognato ed io fingendo di vergognarmi gli dissi che temevo che mi giudicasse male.
Durante l’arco della giornata l’ho ricercata spesso manifestandole attenzioni con carezze, baci sul collo e abbracci, tanto da farla intrigare al punto di fargli dire: “ma quel sogno sta facendo miracoli?”.
La sera ritornati a letto gli presi la mano e la posai sul mio uccello, Lei notò che era tirato al massimo e iniziò a segarmi con dolcezza esortandomi a raccontargli il sogno.
Con finto imbarazzo la invitai a continuare ad accarezzarmi l’uccello e a non giudicarmi male;
Le dissi che avevo sognato di passare a prenderla dal suo lavoro e mentre arrivavo in piazzetta dov’è ubicato l’ufficio la vidi uscire in tutta fretta per salire in un auto.
Ad attenderla c’era Mario, un suo amico di vecchia data e non feci in tempo a chiamarla e quindi insospettito decisi di seguirli.
Le dissi che li vidi appartarsi in una zona fuori mano della nostra città dove spesso si ritrovano le coppiette per rubare momenti d’intimità e che incuriosito dal fatto mi avvicinai adocchiando lei sopra di lui che lo cavalcava.
Lei conoscendo il mio carattere e chiaramente eccitata da quel “sogno” mi disse: “e tu geloso come sei, invece d’ infuriarti ti sei fermato a guardare? “.
Le dissi che quella scena mi aveva si procurato una folle gelosia, ma anche una forte eccitazione vederla scopare con Mario.
Continuai il racconto dicendogli con tono vergognoso di essermi anche masturbato e che al solo ricordo di quel sogno (lei aveva il mio cazzo durissimo in mano) si rinnovava l’eccitazione.
Lei mi ascoltò senza proferire parola, si sfilò pigiama e mutande e salì sopra di me infilandosi il mio cazzo dentro la figa simulando la scena del sogno”.
Mentre mi cavalcava la invitai a chiudere gli occhi e immaginare Mario che la scopava davanti a me… mise la mano sulla mia bocca per zittirmi e proruppe in un eloquente orgasmo che la fece strepitare di piacere non prima di averle riversato una copiosa sborrata nella sua fica ormai inzuppata di umori.
Finito l’amplesso gli parlai dell’ amore che nutro per lei, pregandola di comprende questo mio stato d’animo, di aiutarmi a realizzare questo mio desiderio senza che mi giudicasse male e che con il mio benestare non sarebbe stato poi tanto pericoloso e amorale come erroneamente si crede.
Le dissi: ti ammiro a tal punto che mi esalta sapere non che qualcun altro ti possa avere, ma che tu sei così “ape regina” da poter possedere e desiderare liberamente altri maschi per regalarmi delle forti emozioni come questa del sogno.
In seguito abbiamo avuto solo due belle esperienze, siamo però consapevoli che il troppo stroppia e che tutto va vissuto con intelligenza e la massima partecipazione di coppia.
Auguri!
© Cornelius68
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Ho pagato il mio debito
Ho pagato il mio debito
Chiudo la porta dietro di me, mi appoggio al muro dell’ingresso, sono sfinita, esausta, m’incammino verso il bagno, mi strappo i vestiti di dosso come se stessero bruciano. Ho dolore dappertutto, la gola mi fa male, dalla fica e dal culo mi continua a colare sborra lungo le cosce, le calze si sono attaccate alle gambe con la sborra. Raggiungo il bagno, entro e strappo un piccolo pezzo di carta, un’assegno, lo faccio in mille pezzi con rabbia, con furore lo getto dentro il water, scarico l’acqua fino a che l’ultimo pezzettino di carta non sparisce. Entro nella doccia, e apro l’acqua. Il getto freddo all’inizio è come una frustata sul mio corpo, mi siedo sul piatto doccia raccolgo le gambe fino al seno, le abbraccio e appoggio la testa sulle ginocchia, scoppio in un pianto di rabbia. Le lacrime si mescolano all’acqua, e sembra portino via la tensione accumulata in questi ultimi giorni. Poi mi alzo, prendo il doccia schiuma, e mi lavo accuratamente ogni parte del corpo, mi passo e ripasso ogni centimetro della pelle, quasi a volerla staccare dal mio corpo. ogni volta che tocco la fica o il culo il dolore mi rammenta che ho passato una notte durissima, i seni sono così arrossati che sembrano due pomodori maturi, i capezzoli sono indolenziti, mi fanno male, sono stati toccati, strizzati , morsi. Mi lavo anche i capelli, passo più volte fino a che non sono sicura che siano puliti, e apro la bocca, lascio che l’acqua entri, e sputo, voglio togliermi tutto lo schifo che mi sento addosso. Esco, mi asciugo e prendo uno specchio tondo con la luce che ingrandisce, lo metto sul pavimento e apro le gambe, guardo la fica, è arrossata, aperta, ancora dilatata, tumefatta con delle abrasioni, mi piego di più e guardo il buco del culo, è rosso come quello di una bertuccia, guardo bene, non ci sono lacerazioni, è ancora dilatato, prendo, dal mobile un tubetto di crema, quella che uso per le mani arrossate e me la spalmo delicatamente, l’effetto mi da sollievo. Vado in camera, indosso solo una semplice mutandina, entro dentro il letto. I capelli bagnati mi danno un brivido, vorrei dormire, ma se ho lavato il corpo, la mia mente è ancora sporca di tutta questa schifosa faccenda. Tutto è cominciato tre settimane fa, io ho trentotto anni, sposata da diciassette sono una donna assolutamente normale, una che non fa girare gli uomini quando passa, alta 1,75, capelli castani , ho una terza di seno, un poco pancia e fianchi che a me sembrano troppo larghi, e un culo un poco eccessivo, vesto sobrio, per nulla vistoso o sexy. Io e mio marito siamo la classica coppia come ce ne sono tante. Lavoro e casa, la domenica le solite amicizie, l’estate ferie sempre nello stesso posto con i soliti amici. Abbiamo un figlio di sedici anni, e cinque anni fa abbiamo fatto la pazzia di comperare una villetta a schiera, che oggi ci mangia con il mutuo tutto lo stipendio di mio marito, operaio metalmeccanico. Io lavoro in un grande gruppo di distribuzione alimentare, e abitiamo in un paesetto vicino a una grossa città. Il posto col tempo è cresciuto, ci hanno costruito molto e un tipo lungimirante vi ha realizzato un grosso centro commerciale. La mia azienda non si è lasciata sfuggire l’occasione di realizzare un ipermercato all’interno di questo nuovo complesso trasferendo il piccolo negozio dove io lavoravo al centro del paese. Tutto questo per me ha significato due cose, aumento di grado,e relativo stipendio, ma anche maggior responsabilità. Trasferire un negozio e aprirlo in un grande centro ha comportato anche che dalla sede centrale inviassero una persona più esperta a darmi una mano, così ho conosciuto Flavia. Lei ha trentacinque anni, è decisamente una che non passa inosservata, e fa di tutto perche questo non accada. Non è sposata, e si gode veramente la vita. Mi è rimasta subito simpatica, allegra sempre pronta alla battuta, abbiamo legato subito. Circa due settimane fa, quando era quasi tutto pronto per l’inaugurazione la ditta ci convoca alla sede centrale a me, a lei a altre impiegate promosse di grado per una due giorni di aggiornamenti di contabilità, e nuove leggi del mercato e altro. Il giovedì mattina si parte,assieme a noi vengono via anche due ragazze che lavorano in un negozio posto al centro della grande città, Gina e Clara, sono più giovani. Gina è sposata da tre anni, e l’altra è fidanzata in procinto di sposarsi. Raggiungiamo la sede centrale che dista circa tre ore di macchina da noi e dopo esserci sistemate nell’albergo già prenotato per noi, dove io e lei dividiamo la camera, ci immergiamo in una noiosissima assemblea dedicata all’argomento. Appena dopo cena, si scatena un violento temporale, “ ragazze, credo che per questa sera ci tocca andare a dormire, niente caccia”, scherza Clara, “ e se giocassimo a carte, Flavia dice che sai giocare a poker”, si, in effetti l’estate al mare io e le mie amiche giochiamo a poker, e chi perde paga il gelato per tutti, quindi accetto tanto per passare una serata diversa. Trovate le carte ci chiudiamo in camera e si comincia. Non disponendo di soldi liquidi si decide di giocare con dei pagherò, dove ognuna di noi scrive l’importo della puntata. La prima ora ci divertiamo i punti non escono esagerati e io sto vincendo circa trecento euro, poi la mano maledetta. Clara fa carte, mi entra in poker di re, Flavia ha l’apertura, punta alto, 500 per giocare, io guardo le mie carte, decido che si può rischiare. Cambio una carta per non dichiararmi servita, Flavia pure, Clara due e Gina una. Flavia rilancia, “ per vedere le mie carte ci vogliono 1000 euro” , Gina alza il tiro, 1500, io mi sento forte, anche se non dispongo della cifra sono sicura di vincere, 2000,Clara mi guarda e aggiunge “ siete delle fifone, 3000”, Flavia ride, 4000, Gina rimane in silenzio, riflette, poi tira 5000, io mi sento attanagliare lo stomaco, non ho quella cifra, ma un poker di re non è certo un punto che ti capita spesso in una serata, poi se lascio ormai avrei perduto i 2000, vedo, e metto la differenza, Clara vede, e pure lei aggiunge il denaro, vede anche Flavia. Gina scopre le carte, poker di 10, ha un buon punto, mi manca il respiro scopro le mie, poker di re, Clara sbianca, “ cazzo, ho un poker di donne,” e dice addio ai suoi soldi, io sto per prendere il piatto ma Flavia ci gela tutte “ quattro assi “Il silenzio cala di colpo, tutte siamo consapevoli che abbiamo esagerato, poi Gina dice “ è ora di andare a letto, ti faccio un assegno, ma mi devi aspettare qualche giorno.” Non c’è problema, anzi non mettere la data, ti lascio fino a fine mese”, risponde Flavia, tutte gli scriviamo l’assegno senza data, poi si va a letto. Sono sconvolta, mancano venti giorni alla fine del mese, ma dove li trovo i soldi, non posso certo dire a mio, marito che mi sono giocata una simile cifra, non posso prendere un altro prestito, abbiamo già il mutuo che ci succhia tutti i soldi, sono furiosa con me, sono una stupida, ma non trovo una soluzione. Il giorno dopo finito tutto torniamo a casa, lei durante il viaggio mi dice, “ dai che di tempo ne hai, e se poi ti mancano dei soldi ci si accomoda”. Riprendo a lavorare, passa una settimana e lei la vedo poco. Mi arrovello il cervello alla ricerca di una soluzione che non trovo, poi arriva il sabato dell’inaugurazione del centro commerciale, tutto il giorno lavoriamo insieme a risolvere mille problemi, e verso sera, lei mi dice. “ io me ne vado, tanto ora è tutto a posto, ma prima voglio dirti una cosa, vieni con me.” Usciamo dal negozio, e andiamo verso li parcheggio dove sono le nostre macchine, si avvicina alla sua che è adiacente alla mia, un tipo alto molto muscoloso si avvicina, e lei lo invita ad venire verso di noi, “ ti presento Stefano, lei è Anna,e fatte le presentazioni lei continua, “ sai io ho un debito con lui, e quindi gli ho dato il tuo assegno, ora io e lui siamo pari, ma tu ora hai un debito con lui.” Detto questo si gira e sale in macchina e se ne va. Lui mi guarda, si avvicina e mi dice” Flavia dice che paghi, e spero che sia vero, quindi entro sabato prossimo voglio i miei soldi”,” ma che dici, sabato, lei ha detto fino alla fine del mese”…. “ lei, ma io no, sabato, oppure ogni giorno che passa ti addebito 100 euro di interessi.”Si gira e se ne va. Resto lì gelata, sono senza fiato, dove li trovo in sette giorni 5000 euro? Torno a casa sconvolta, mio marito lo nota, ma prendo la scusa del lavoro, e me ne vado a letto. Passo il giorno dopo da cani, lavoro anche se è domenica, e alla sera quando esco improvvisamente me lo trovo davanti, mi schiaccia il corpo con il suo contro la macchina mia, sento chiaramente il suo cazzo duro colpire il monte di venere,mi procura un brivido di piacere, “ allora li hai trovati i soldi?”, mi chiede con un tono duro, sono spaventata da morire, e nello stesso tempo sento un languore , la mia fica si contrae al contatto con lui. “ Si ho i soldi, te li do sabato “, lui mi guarda con ironia e se ne va. Entro in macchina sconvolta, sono nei guai fino al collo e la mia fica reagisce eccitandosi al contatto del cazzo di lui!, devo essere diventata matta. Il giorno successivo, quando esco faccio in maniera di non essere sola, mi guardo in giro e non vedo nessuno. La sera dopo esco, e quando sono arrivata alla vettura mi sento spingere da dietro contro la fiancata della macchina, un cazzo durissimo si incastra fra le mie chiappe, “ ti piace fare la furba, vero?, guarda che se non mi paghi per te sono cazzi amari”, mi dice questo, e io resto ferma, sento quel palo dietro il culo e mi bagno sotto.” Ti ho detto che ti pago, ora lasciami in pace”, ma dentro di me vorrei che non si staccasse, invece se ne va. Sempre più demoralizzata torno a casa, mio marito mi osserva, ma non fa domande, e quando viene a letto io faccio finta di dormire, lui vuole scopare, ma io non mi sento nelle giuste condizioni, resto girata volgendogli le spalle, e lui mi tocca il culo, mi appoggia il cazzo fra le chiappe, io mi eccito al ricordo dell’altro, mi bagno, lui insinua una mano fra le mie cosce, scosta le mutandine e infila il cazzo dentro di me da dietro. Sento il palo entrare, vorrei godere, tanto per scaricare la tensione, e quando sto per riuscirci lui aumenta di colpo e se ne viene dentro di me. Sento gli schizzi riempirmi la fica, non sono venuta,e questo mi rende ancora più depressa, almeno avessi fatto una scopata, invece va male anche questo. Il giorno dopo parcheggio di lato al centro, e così la sera per andare a prenderla devo percorrere il porticato dove c’è sempre gente, ma arrivata all’angolo dove l’edificio fa una L, mi prende improvvisamente per un braccio, mi schiaccia contro il muro e sento di nuovo il suo cazzo fra le chiappe, “ sei sicura che hai i soldi?” io giro la testa, lo guardo e mentre continua schiacciarmi contro la parete e a farmi sentire il cazzo al culo lo guardo, sono al massimo della tensione, “no, non ho i tuoi maledetti soldi!”, esclamo tutta d’un fiato, e subito aggiungo” non ho il becco di un quattrino, e non so come pagarti , sei contento?”. Lo sento schiacciarmi di più contro il muro, sento il suo palo perfettamente contro le mie chiappe, resta in silenzio e poi mi lascia di colpo, mi guarda e dice “ vedremo, se non paghi ,” e se ne va. Resto appoggiata la muro, sono sconvolta dalla reazione del mio corpo al contatto con il suo, e dentro mi sento sollevata, avergli detto che non posso pagarlo mi da un momentaneo senso di pace. La sera dopo si presenta puntuale, ma non mi sfiora nemmeno con un dito, e mi dice” se domani mi dai i soldi bene, altrimenti sabato sera la passi con me, e sicuramente pagherai il tuo debito, pensaci, domani voglio o i soldi o la tua disponibilità.“ gira i tacchi e se ne va. Resto delusa , mi stupisco del fatto che avrei voluto ancora un contatto con il suo corpo, lo guardo allontanarsi, ha un bel fisico, massiccio, ma non grasso, probabilmente palestrato, e poi mi dico che dovessi scopare per pagare il debito non sarebbe poi un gran sacrificio, lui mi piace. In fondo non sarebbe proprio la prima volta, già in passato ho barattato la mia fica in cambio di un favore. È stato tanti anni fa, non ero ancora sposata, ma già fidanzata con quello che sarebbe poi diventato mio marito, appena diplomata non trovavo lavoro, quando mio zio paterno mi parlò di un noto avvocato che aveva lo studio in città, “è un tipo introdotto in tanti ambienti, conosce mezza città e l’altra metà gli deve dei favori, vedrai che lui ti aiuta, lo ha fatto per tua cugina”, mi dice lo zio e mi da il numero di telefono. Chiamo, mi parla con voce calma e mi dice di passare da lui la sera dopo, verso le sei. Arrivo allo studio, lui mi apre, è cordiale, mi fa accomodare nel suo ufficio, un posto con una grossa scrivania, e una libreria contanti volumi, e davanti a da essa un grande divano di pelle nera e , non c’è più nessuno a quell’ora, solo io e lui. Mi chiede un sacco di cose, titolo, di studio, se sono fidanzata, e che tipo di lavoro vorrei, e quanta voglia ho di avere un posto. Rispondo a tutte le sue domande, lui non si è seduto dietro la scrivania, ma si è appoggiato alla scrivania, e mi guarda, poi si alza, mi viene vicino, io sono in piedi davanti a lui, mi accarezza il viso, “ certo, per un buon posta bisogna essere disposte a qualche sacrificio, “ la sua mano passa dalla guancia verso la bocca, mi appoggia il pollice alle labbra, quasi a volerlo mettere dentro la bocca, e io che ho capito di che parla schiudo le labbra, il dito entra dentro la mia bocca, lo accolgo andando a toccarlo con la lingua, e lui “ bene, vedo che ci comprendiamo, “ e detto questo toglie il dito dalla bocca e mi invita ad abbassarmi, capisco, io voglio il lavoro, e non mi frega nulla del prezzo da pagare, mi abbasso davanti a lui gli apro i pantaloni e un bel cazzo guizza fuori già duro, lo infilo di colpo in bocca, lo succhio con vigore , lo masturbo con la mano, e lui “ siiiiiii … brava …… succhia bene ….. daiiiiiii …. mi mette una mano sul capo. Lo sento gonfiarsi, per la buona esperienza che mi sono fatta con il mio fidanzato capisco che lì a poco lui sborrerà, mi preparo e …. Siiiiiiiiii ….. daiiiiii ….. beviiiiiiiiiiiiiiii …. un getto caldo colpisce con forza il mio palato, ingoio velocemente e subito mi schizza di nuovo in bocca, …..beviiiii …. beviiiiii … bravissimaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!! … e alla fine lui si calma, mi toglie il cazzo dalla bocca e aggiunge ….. “ bene, bene, sei proprio brava, vedrai che bel lavoro che ti trovo, chiamami mercoledì prossimo, ora vai “, esco, sento ancora il sapore della sborra in bocca, sputo, mi sento sporca, ma voglio il lavoro. Il mercoledì lo chiamo, mi dice di andare da lui il giorno dopo sempre verso le sei, puntuale mi presento allo studio, lui mi fa accomodare di nuovo nell’ufficio, entro e ci trovo un signore alto, sulla quarantina, e lui mi dice “ questo signore ha il contratto di assunzione per un gruppo famoso a cui serve una brava segretaria per il negozio lì al tuo paese, se firmi sei assunta “, l’altro apre una valigetta e tira fuori un contratto, lo guardo e lo firmo. Lui mi porge una copia e mette dentro l’altra, poi si avvicina, mi accarezza il viso, sento l’avvocato dietro che mi appoggia il cazzo al culo, resto ferma, è ora di pagare, e i due incominciano a spogliarmi, mi toccano dappertutto, le mani fra le gambe mi mandano via di testa, mi eccito, e mi ritrovo velocemente nuda. Mi avvicinano al grosso divano, mi fanno distendere, e mentre uno mi lecca la fica l’altro mi porge il cazzo da succhiare, …… daiiii da brava succhia……. siiiiiiii … cosììììì … a che brava bocchinaraaaaa … e mi infila il palo in gola, mi destreggio un poco e riesco a succhiarlo bene, sento una mano aprirmi la fica, mi mette due dita dentro, mi masturba, e contemporaneamente mi infila un dito in culo, godo,…….. hmhmhmmmuuhmmu…. un gemito mi esce dalla bocca piena del cazzo dell’avvocato, che subito dopo si porta davanti e mi infila di colpo. …… siiiiiii …. piccolaaa … tieniiiiii … sentilo dentro…… e incomincia un va e vieni veloce, intanto l’altro si presenta davanti alle mie labbra con un cazzo decisamente più grande, sia in circonferenza che lunghezza, ……. succhia ….. daiiiiiii …. cosììììì …. bene, l’avocato mi pompa con forza, e lo sento che sta per venire, infatti lì a poco getti di calda sborra mi riempono la fica …. Siiiiiiiiiiii ……. tienniiiiiiiiiiii … sborroooooo…… intanto l’altro è uscito dalla mia bocca e mi fa rigirare in ginocchio sul divano, lo sento appoggiare il cazzo alle labbra bagnate della fica e entrare in un solo colpo ….. tieni …. piccola ….. troiettaaaaaaaa ….e io mi sento aprire la fica e dato che mi sono eccitata tanto gli vado incontro spingendo il corpo indietro … siiiiiii … cosììììì …… bene, commenta la cosa lui, …. questa cagnetta lo vuole proprio tutto dentro, e mi pompa con colpi forti tenendomi ben stretta per i fianchi , io godo …. Siiiiiiiiiiiiii …. cossssssssììììì … vengooo … vengooooo!!!!! oraaaaummummmm!!!!! urlo e subito dopo mi ritrovo il cazzo dell’avvocato ancora turgido infilato tutto in bocca … dai ……. succhia, fallo tornare duro che ti voglio inculare…. E io lo pompo con forza a tal punto che quando è quasi pronto sento l’altro aumentare il ritmo … eccomiiii … siiii …. sboroooooo … e mi inonda la fica di sborra. Solo il tempo di sfilarsi da dentro la fica che l’avvocato si siede sul divano e mi invita a girarmi, mi siedo sul suo cazzo che scivola dentro la fica, lui lo lascia un momento poi lo estrae gocciolante e lo punta deciso al culo. Io non è che fossi vergine, ma non è che lo usavo molto, e lo sento infilarsi dentro le viscere … pianoooooo … hahahhhiiii ….. pianooooo… ma lui incurante delle mie proteste spinge tutto il cazzo dentro…… a che bel culo stretto!!!! … siiiii dai che te lo spacchiamnooooo … intanto l’altro si è presentato con il cazzo ancora duro alla mia bocca, ….. puliscilo e fallo tornare ancora più duro …. esordisce infilandomi il palo in gola, io succhio, e poco dopo quando lui è soddisfatto del risultato mi solleva le gambe, io capisco cosa vuole ….. no … no… ti pregooooo noooo….. ma a nulla servono le mie proteste, un seconda dopo mi ritrovo il cazzo per metà dentro la fica, mi sbattono con forza, e io godo, sento un piacere mai provato sconvolgere la mia mente a tal punto che mi ritrovo ad incitarli ….. siiiiiiii …… daiiiiiiii …. cosììììì … vengoooo ….. VENGOOOOOOO!!!!!!!! … urlo e loro mi pompano di più. Poi il tizio davanti dice di cambiare, sono sconvolta dall’orgasmo e realizzo solo dopo la nuova idea, esattamente quando mi sento il cazzo dell’altro aprirmi le chiappe…. siiii troietta… ti sfondoooo il culo … e se ne entra brutalmente dentro. Mi pompa mentre l’avvocato si posiziona davanti e me lo pianta di nuovo dentro la fica , mi sento sconvolgere da un’ orgasmo travolgente, urlo senza ritegno …. vengo …. vengooooo … VENGGOOOOO …..uuumummmhmhmhmm …. Siiiiiii ….. godooooooo e contemporaneamente entrambi mi scaricano dentro il succo dei loro coglioni ….. tienniiii … troiaaaaaaaa ……. ti riempooooo ….. sborrroooo … e getti caldi mi lubrificano il culo e la fica. Dopo di allora non ho mai più fatto nulla, e da quel giorno sono diventata una moglie modello, e ora mi trovo a dover barattare il mio corpo di nuovo. Entro in macchina e durante il tragitto cerco una scusa per uscire sabato, ma non la trovo. La sera dopo lui ripassa, abbassa il finestrino della macchina e mi chiede : “allora che decisione hai preso, paghi?”, lo guardo e faccio di non col capo, lui aggiunge” allora domani sera ti aspetto alle venti a quell’area di sosta prima dello svincolo della tangenziale che va verso il lago”. “no, è troppo presto, non vedi a che ora esco, facciamo alle venti e trenta,” “ok” , e se ne va. Vado verso casa, devo trovare una scusa per uscire domani sera, e quando rientro trovo mio marito e mio figlio che stanno facendo i bagagli, per un attimo mi prende il panico, “ ma che ….. “ lui mi guarda e dice “ che, non ti ricordi che ti ho detto che andiamo da mia sorella a Monza per vedere il gran premio e torniamo domenica sera”, io lo guardo, ricordo che me lo aveva detto, ma io presa dai miei problemi non me ne ero ricordata, lo bacio, gli chiedo scusa, do la colpa al troppo lavoro, e circa due ore dopo partono. La sera dopo alle sette esco, mi porto a casa, doccia veloce e mi vesto, indosso solo un paio di mutandine con pizzo, calze autoreggenti, una gonna portafoglio nera , comoda da togliere, una camicetta bianca, niente reggiseno, non serve, piccoli stivali, e un’impermeabile per coprire tutto. Poco dopo le venti raggiungo il posto dell’appuntamento, lui è lì, mi aspetta, salgo sulla sua macchina, lui non dice nulla, appena un’occhiata e via. Guida veloce, andiamo verso il lago,e quando usciamo dal raccordo lui prende una strada in collina, e poco dopo con un telecomando apre un cancello di un casale, noto nel parcheggio diverse vetture, mi guardo intorno, mi aspettavo una cena a due, mi comincio a sentire dentro una certa inquietudine. Scendiamo, mi prende per un braccio e mi porta dentro, la porta si apre, un tipo basso, con una faccia da porco ci viene incontro,” a bene, è lei?, bene vieni siamo tutti”, e mi spingono dentro un salone dove ci sono molti uomini tutti raccolti a cerchio intorno a non so cosa, ma alla mia venuta il cerchio si apre e mi lasciano entrare nel mezzo. Il silenzio regna sovrano, sedute su di un grosso divano ci sono Gina e Clara, mentre più in la Flavia siede in silenzio su di una poltrona, io sono basita, non trovo le parole dentro di me per spiegare cosa sta succedendo, stento a capire. Il tipo che ci ha accolti esordisce,” bene visto che siamo tutti direi di cominciare, da Stefano comincia tu “, lui si alza in piedi e dice “ signori, osservate bene , direi che ha un bell’aspetto, e dovrebbe essere poco usata, ha con me un debito di 5000, ho deciso che le sue quote saranno da 1000”,e nel dire questo mi porta la centro del gruppo, mi esibisce come una vacca al mercato, mi sento male, un vuoto attanaglia il mio stomaco, guardo Flavia con disprezzo. Un tipo con la barba si alza e mostro delle banconote , poi altri tre,e in fine un tipo magro alza il braccio e dice che pure lui ci sta. A questo punto lui si volta verso il gruppo e dice di andare, mi spingono dentro un piccolo corridoio, e mentre mi fanno entrare dentro una camera vedo Gina in piedi offerta. Appena entro mi prende la paura, ma Stefano mi si avvicina, “ ascoltami bene, tu hai un debito con me , che non sei in grado di pagarmi, quindi io l’ho diviso, ora tu hai un debito più piccolo con ognuno di noi, se fai tutto quello che ti chiederemo avrai pagato, ma se ti rifiuti qualunque cosa io non ti restituisco questo” e mi mostra il maledetto assegno. Mi guardo intorno, sono in sei, tanti cazzo!, ma non credo di avere tante alternative, e poi sono uomini, quanto mai vorranno scopare …. Guardo lui che mi si avvicina, e subito dopo mi sussurra “ rilassati, e alla fine ti diverti anche tu”. Mani veloci mi spogliano, mi toccano, mi sto eccitando, mi distendono sul letto cerco di rilassarmi, uno si posiziona davanti alla mia fica e comincia ma leccarla, mi scaldo, sento il mio corpo disposto a godere, lo voglio ….. un grosso cazzo mi si posiziona in bocca, alzo lo sguardo è Stefano, mi piace, è grosso come me lo ero immaginato, intanto sto per godere … mhmumhmmumhmumhmumm …… un lungo gemito mi fa scaricare il primo dei miei orgasmi, la tensione svanisce, ora voglio godere, non penso più a nulla, solo a godere. Sento il cazzo uscire dalla mia bocca,e posizionarsi fra le gambe, subito un altro ne prende il posto, succhio, mentre lui mi pianta lentamente dentro il suo palo, lo sento scorrere dentro di me, lungo, senza fine, e quando arriva in fondo sono scossa da un brivido che mi fa impazzire ….. hmumhmumm …. godo, ma non riesco ad urlare, ho la bocca piena, mentre gli altri mi toccano i seni, mi accarezzano ogni centimetro del mio corpo io mi eccito e godo. Mani voraci percorrono tutto il mio corpo, li sento insinuarsi pure dietro, infatti poco dopo mi cambiano posizione, ora uno si è disteso sul letto, e mi sollevano e mi impalano su di lui, mi sento entrare il cazzo davanti mentre tutti mi toccano il culo, i seni, li stringono, e mi ripiantano di nuovo il cazzo in bocca. Godo, e vengo senza ritegno, mi lubrificano il culo, lo sento e infatti Stefano si posiziona dietro di me, mi giro lo guardo, sorride e subito dopo entra con forza , mi spinge dentro il cazzo velocemente .. nooooo ….. pianuhummumu ….. mi rimettono il cazzo in bocca spingendolo con forza giù per la gola … succhia……. daiiiiiii …. mettilo dentroooooo … siiiiii … cosìììì … dai che ti scopo in bocca. Mi sento piena, le mani vengono usate dagli altri, mi portano i loro uccelli da segare, e comincia un vero inferno, mi scopano, vengono dentro con fiumi di sborra, tutti hanno la possibilità di schizzarmi in culo e fica, e mentre mi scopano devo farli tornare duri con la bocca, sono piena di sborra dappertutto. Poi quando mi rendo conto che sono almeno venuti tutti una volta incomincia il secondo giro. Mi mettono di nuovo distesa su Stefano che mi pianta il cazzo di nuovo nella fica, gli volgo le spalle, sono a cosce aperte rivolte verso l’alto, in due mi tengono le gambe aperte, e in terzo si posiziona davanti, e subito mi rendo conto del nuovo gioco, accoppia il suo cazzo, di buone dimensioni, a quello già dentro e insieme mi infilano davanti … noooooo …. noooooo …. viii pregooooommhmmhuhm … non serve a nulla, sento le pareti della vagina dilatarsi a dismisura, mi’infilano dentro senza nessuna pietà, e sono sconvolta dal fatto che dopo un primo momento ritorno a godere , lo se ne rendono subito conto …. Siiiiiii …. daiiiiiii … sfoniamolaaaa … senti come gode la troiaaaaaaaa …….. vanno avanti a scoparmi davanti fino a giro completo. Alla fine sono distrutta, ma loro non sembrano paghi, anzi mi incitano a succhiare con più energia, daiiiii succhiami il cazzo , daiii che ti voglio inculare di nuovo …… non so dove trovo la forza, ma resisto e quando in due mi sollevano e rigirano mi si gela il sangue nelle vene, mi distendo su di uno di loro, cosce in alto, e la stessa cosa di davanti mi tocca nel culo. Due cazzi che te lo aprono insieme sono da panico, ti senti aprire, lacerare, senti che ti sfondano, e giù a ridere ….. siiiiiiiiiiii … guarda come entrano bene …. e si …… vedrai che tuo marito non dovrà faticare troppo la prossima volta …. no, credo che lo usasse poco vista quanto era stretto … e giù a ridere. Tutti mi passano insieme anche nel culo, semisvenuta resto distesa, Stefano si è rivestito, esce dalla stanza e torna poco dopo, guarda tutti, “ soddisfati? “ chiede e tutti dicono di si tranne uno , mi si avvicina e mi pianta ancora per l’ennesima volta il cazzo in bocca, mi tiene la testa ferma, e con un velocissimo va e vieni mi schizza le ultime gocce in viso …. Tieni troiaaaaaaaaa … mi lascia cadere sul letto e se ne va. Stefano mi si avvicina, e mani veloci mi rivestono sommariamente, “ bene siamo pari,” mi dice, e io con un gesto di rabbia lo guardo, “ dammi il mio assegno!” esclamo, e lui mette una mano in tasca e mi consegna l’agoniato pezzo di carta. In due mi portano fuori dalla stanza, mi appoggio al muro, sono distrutta, vicino a me c’è Gina, lei pure ha l’aria di chi ha passato un duro momento, da una porta esce anche Clara, il trucco sfatto, sborra su tutti i capelli, occhi gonfi per il pianto , la sorreggono in due. Ci portano fuori, e mentre usciamo attraversiamo il salone, dove vedo Flavia alle prese con tre maschi, e mi sembra che ce ne siano tanti altri lì in attesa. L’aria fredda è uno schiaffo sul mio viso, ci mettono dentro la macchina di Stefano, io davanti e le altre dietro, partiamo velocemente, ma appena raggiunto lo svincolo lui prende verso il lago, e raggiunto il primo parcheggio si ferma, ci sono due macchine, lui scende, aiuta Clara a salire in macchina, e contemporaneamente dall’altra vettura esce un uomo, deve essere il marito di Gina, deve avergli raccontato tutto, lui la prende e se ne vanno tutti. Lui guida veloce, e mi riporta la parcheggio dove trovo la mia macchina, e prima di scendere mi dice “ ascoltami, il gioco d’azzardo non fa per te, cerca di starne alla larga, e stai alla larga anche da Flavia, tanto vedrai che fra stanotte e domani gli cavano la voglia di giocare a carte e con la vita degli altri, tu questa volta le la sei cavata tutto sommato a buon mercato “. Mi aiuta a salire in macchina e se ne va. A fatica riesco a tornare a casa,e ora che sono dentro le coperte un brivido mi scorre lungo la schiena, ….. a buon mercato …. queste parole mi risuonano dentro, mi giro, sento il tepore scaldare il mio corpo, ho pagato il mio debito, mi rilasso, e dopo notti insonni mi addormento …..
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15 years ago
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La prima penetrazione anale di mia moglie...
Dopo tanti anni di matrimonio è bello scoprire e provare nuove fantasie erotiche nella coppia.
Con mia moglie, infatti, le conquiste sessuali sono arrivate piano ed una per volta.
Dalla semplice scopata al pompino, dalle foto pubblicate e scambiate su internet a vederla scopare con un altro e trascorso del tempo, ma tutto in pieno accordo e con la giusta complicità.
Così come tanti anni fa si concretizzò il sogno di allora, quello di mettergli l’uccello nel culo.
Considerando che, le mie conquiste, sono momenti d’intenso piacere e per quanto tali le reputo memorabili, ho deciso di raccontare come andò quel meraviglioso pomeriggio, con l’intento di condividere con voi lettori quello spaccato della mia vita molto intimo sperando di regalarvi piacevoli sensazioni.
Come è tuttora nostra consuetudine i pomeriggi d’estate, dopo aver pranzato, andiamo in camera da letto per la siesta pomeridiana.
Quel pomeriggio mia moglie eccitata da qualcuno o qualcosa si sdraiò sul letto proponendomi il suo bel fondoschiena adornato da un bel perizoma bianco il quale accese immediatamente la mia libidine.
Alla vista di cotanto ben di Dio non potevo stare inerme ed iniziai a toccarla, accarezzandola, soffermandomi ogni tanto a roteargli il dito attorno all’ano.
Dai suoi movimenti percepii che la cosa non gli disgustava affatto, anzi, così decisi di aumentare il ritmo fino ad inserirgli il dito medio completamente dentro.
Con il dito dentro al suo culo, in quella nuova situazione iniziai a godere come un matto, infatti al solo pensiero che una parte di me fosse dentro di lei mi mandò completamente in estasi.
Anche lei stava traendo il suo godimento da quella penetrazione anale e mi chiese di spalmargli della crema sull’ano.
Sicuro del fatto che fosse arrivata l’ora desiderata tutta una vita, mi precipitai in fretta nel bagno per prendere la benedetta crema e quando tornai nella stanza da letto me la trovai messa alla pecorina con dei cuscini sotto la pancia e le mani che allargavano sapientemente le sue abbondanti natiche.
Ormai il mio cazzo gocciolava dal piacere e fui tentato dalla voglia di leccarla, così feci, ad ogni passaggio della mia lingua tra il suo solco, lei mandava gemiti dilatandosi sempre di più.
Decisi allora di accontentarla, gli spruzzai la crema sul culo e sempre con con il dito medio unito all'indice iniziai piano piano a penetrarla e a roteargli le dita dentro , lei iniziò a toccarsi la vulva mordicchiandosi le labbra dal piacere.
Dilatata a dovere la posizionai di lato e con la mano indirizzai il mio uccello ormai durissimo come marmo sul suo buco del culo, lei iniziò a roteare dolcemente sopra il mio cazzo e dopo qualche minuto sentii la mia cappella entrare pian piano dentro.
Che sensazione… Finalmente l'avevo penetrata analmente… Sentivo il mio cazzo stretto in una morsa di carne ero al settimo cielo, incredibile, godevo ma non avvertivo la sensazione di sborrare.
Iniziai a stantuffarla piano ed ogni passaggio spingevo affondando di più la mia verga in profondità nella sua pancia. Dopo qualche affondo mi chiese di palpargli il seno, ricordo i suoi capezzoli durissimi come ceci, lei appoggiò la sua mano destra sulla mia natica quasi ad invitarmi a spingere di più, mentre con la mano sinistra iniziò a tirarsi schiaffi sulla fica urlando dal piacere.
Il sogno si era avverato, il mio cazzo dentro nel culo suo culo; dovevo solo completare l’opera, esplodergli dentro tutto il mio desiderio.
Capii la troiaggine di mia moglie quando preso dalla foga l’afferrai per i capelli e tirandogli dietro il capo iniziai ad apostrafarla con parole sporche, gli riversai tutta la mia sborra nel suo culo tra i suoi gemiti di piacere.
Sono convinto che quel giorno se non l’avessi accontentata io, avrebbe cercato qualcun altro.
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15 years ago
admin, 75
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Devo dire che, da quanto a me e Roberta si sono uniti pure Mara e Daniele, le cose stanno andando di bene in meglio. Di esperienze “piccanti” ne ho avute parecchie, ma con questo gruppetto ammetto che ho raggiunto nuovi livelli.
Pero...
Chissà perché, c’è sempre un però!
Il tempo passa ma, nonostante tutto, il ricordo di quello che è successo con Milena, la cliente con la quale ho trascorso un paio d’ore decisamente piacevoli in negozio, non solo non sbiadisce ma continua a tormentarmi e stuzzicarmi.
Da quel giorno, mi sarò chiesto almeno mille volte come reagirebbe ad una proposta più o meno diretta, ma non ho mai avuto l’occasione, o forse il coraggio, di fargliela.
In fin dei conti, per lei, potrebbe essere stato un colpo di testa momentaneo, che nulla ha a che fare con la sua vita “reale”.
Ogni volta che la incontro, ovvero quando passa da me a fare la spesa, la mia fantasia si mette a galoppare ricordando quella serata o, peggio, ( l’idea mi è balenata nella mente qualche giorno fa), immaginandola in mezzo a noi quattro intenta ai giochini più strani.
Il tutto mi rende piuttosto distratto ed incline ad una certa “rigidità” alle parti basse, cosa della quale si sono accorte pure le mie due commesse (ebbene si, la ditta, pian piano, si ingrandisce).
Nonostante tutto, dicevo, non ho ancora trovato il modo adatto di intavolare il discorso, anche perché, da quella volta, i nostri rapporti si sono limitati a quelli regolari tra fornitore e cliente.
“Non mi resta che prendere il coraggio (leggi faccia tosta) a due mani e provarci” mi dico alla fine dopo parecchi giorni di tentennamenti “La prossima volta che l’incrocio per strada gliela butto”
Si!
Sembra facile!
Che faccio? La fermo e le dico: mi piacerebbe scoparti un’altra volta e siccome sono un porcello, mi piacerebbe coinvolgere anche un paio di amici ed amiche?
Se mi rifila un calcio nelle palle, è già grasso che cola!
Ci vuole un po’ di tatto e, vista la delicatezza da elefante imbizzarrito in un negozio di cristalli che ho in certe occasioni, devo andarci piano.
Lo spunto, invece, lo trovo il giorno seguente, quando torna a fare la spesa da me.
Tocca a me servirla e un brivido mi risale lungo la schiena. “O adesso o mai più” mi dico.
Preparo un sorriso a settantadue denti e indosso la mia migliore faccia da sberle.
Lei ordina ed io obbedisco, con una notevole dose di gentilezza e disponibilità in più del solito.
Lei al momento pare indifferente, ma dopo un po’ comincia a sciogliersi come burro nel forno.
Al momento del conto siamo tutto un cinguettio che di romantico ha poco ma che di lussurioso ha tutto. Mentre le do il resto si avvicina di qualche centimetro per bisbigliarmi qualcosa nell’orecchio.
Porgo la parte anatomica in questione e un attimo dopo mi viene voglia di spararmi in bocca.
- Pensavo che fossi arrabbiato con me. - ha bisbigliato. - Mi trattavi con tanto distacco. -
- A dire la verità, - rispondo alla fine, quando riprendo un po’ di controllo. - pensavo fossi tu ad essere in imbarazzo. - farfuglio, mentre mentalmente mi sto insultando in tutte le lingue che conosco, e vi assicuro che di offese ne conosco pure in aramaico.
Lei si ritrae con un’espressione allibita e quasi offesa, tanto che mi vien voglia di prendermi a sberle da solo.
- Assolutamente no! - esclama, poi continua, a volume più basso. - Anzi... ogni volta che passavo qui da te... speravo che... - Alza le spalle senza finire la frase.
- Dio! Quanto sono scemo! - balbetto.
Lei ridacchia. - Perché, io no? -
Ci guardiamo per qualche secondo.
Poi va a finire che ce la ridiamo di gusto tutti e due.
- Quanto tempo sprecato. - commenta lei alla fine.
- Eccome! - confermo, poi prontamente aggiungo. - Ma si può rimediare. -
Lei mi fissa per un momento senza spiccicare parola, poi annuisce lentamente, mordendosi il labbro inferiore.
- Si. - Dice alla fine, con voce improvvisamente un po’ impastata. - credo proprio che si possa rimediare. -
Poi sembra ripensarci, si guarda attorno e sorride imbarazzata.
- Ma sarebbe bello trovare un posto un po’... più comodo. A casa mia sarebbe impossibile, ma forse tu.... - Dice infine, arrossendo e non credo per pudore.
- Nessun problema. - Rispondo prontamente. Poi le spiego che vivo da solo e che quindi non ci sono assolutamente problemi.
Visto che non ho alcun impegno con Roberta e gli altri, va a finire che si mettiamo d’accordo per la sera seguente: una cenetta a casa mia, questa almeno è la versione ufficiale.
In realtà, quando la faccio entrare, di mangiare non mi va proprio, se si trascura il fatto che mi mangerei lei.
Indossa un impermeabile di quelli moderni, praticamente in plastica, di un blu profondo che rasenta il nero. Dall’indumento spuntano fuori solo i piedi, infilati in un magnifico paio di scarpe con tacco alto in tinta con l’impermeabile. La squadro dalla testa ai piedi con uno sguardo di bramosia che la fa sorridere compiaciuta.
Sarà pure stagionatella, non lo nego che si vede ad un chilometro che ha passato gli anta da un pezzo, ed è pure un po’ bassina, ma carrozzata da vera fuoriserie. Non vedo l’ora...
Calma e sangue freddo: non dico molto, ma almeno un po’ di cortesia.
- Vieni, accomodati. - Le dico, invitandola ad entrare. - La cena è pronta. - ho deciso di fare le cose per bene ed ho preparato un po’ di pesce e una bottiglia di un ottimo Sauvignon.
Lei mi guarda con un sorriso che grida “violentami”.
- Volentieri. - Risponde con voce leggermente roca, appoggiando la borsetta sul mobiletto dell’entrata.
Mi limito a deglutire, chiudendo la porta d’entrata, perché improvvisamente mi sento eccitato come un ragazzino al primo appuntamento.
Sarà il ricordo di quanto è accaduto la prima volta, sarà l’idea di averla a casa mia e a mia disposizione per tutta la serata... non lo so, so solo che mi è davvero passata la fame.
Spalle alla porta, non muovo un muscolo mentre la osservo sciogliere il nodo che chiude l’impermeabile e sganciare, lentissimamente i bottoni. L’indumento si apre e lei lo fa scendere lentamente lungo le spalle, lo sfila dalle braccia e lo butta con noncuranza accanto alla borsetta.
Ed io fatico a trattenere la lingua in bocca: sarebbe disdicevole se mi si srotolasse lungo la pancia, iniziando a sgocciolare a terra.
No! Non è nuda!
Sarebbe a dir poco pacchiano, da parte sua.
A dire il vero è vestitissima, si potrebbe dire che è quasi “castigata” visto che il vestito la ricopre dalla gola, stretta dal colletto alla coreana, alle caviglie, che fanno capolino dall’ampia gonna.
C’è solo un piccolo particolare: “ricopre” decisamente è un termine errato, il vestito è interamente di pizzo, sottile quanto la filigrana, che crea quel magnifico effetto “vedo non vedo”.
Niente di volgare, anzi, estremamente piacevole e stuzzicante... meglio: proprio “arrapevole”.
Lei si rende conto del mio attento esame e gira su se stessa per permettermi una visione panoramica.
La mia pressione aumenta di almeno una ventina di punti.
Riesco ad intravedere, sotto al vestito, la raffinata lingerie che indossa e pregusto il momento in cui potrò togliere l’ultima velata barriera che “nasconde” il suo corpo.
- Che ne dici? - chiede lei, rimanendo un posa davanti a me, con le mani sui fianchi ed una gamba davanti all’altra in una posa da fotomodella consumata.
Bofonchio qualcosa stile Paperino, che la fa sorridere apertamente, mentre il commento migliore lo da la parte erettile del mio corpo che, erigendosi appunto tra le mie gambe, tende la stoffa dei pantaloni e commenta eloquentemente il mio apprezzamento.
Faccio un passo verso di lei, pronto a saltarle addosso, ma lei indietreggia, sorridendo sorniona.
- Non mi fai vedere l’appartamento? - Chiede, infierendo senza ritegno. In questo preciso istante le farei vedere ben altro, ma cerco di riprendere il controllo e balbetto un debole “si”.
Mica colpa mia se appena vedo un bel esemplare di femmina vado fuori giri! Se poi è conciata in quel modo e ci sono chiuso da solo in casa, come stracacchio dovrei comportarmi?
Lei mi precede lungo il corridoio, sculettandomi davanti. La seguo come uno snautzer che ha fiutato una pista, con tanto di bave alla bocca e coda ritta (la mia è davanti, però).
Passiamo in cucina, ma c’è ben poco da notare, se non la cena che ci aspetta.
Le faccio vedere il salotto - sala da pranzo: lei si rigira lentamente nella stanza, apparentemente interessatissima alla mia collezione di armi giapponesi e di libri ed alla tavola apparecchiata con tanto di candele accese.
- Che carino! - commenta, prendendo dal piatto la rosa rossa a gambo lungo che avevo preparato.
In fin dei conti, un tocco di romanticismo non guasta mai.
Io invece non riesco proprio a staccarle gli occhi di dosso, e probabilmente è proprio quello che vuole.
Arriviamo a quello che chiamo pretenziosamente il “Mio Studio”, e che in pratica è un minuscolo bugigattolo attrezzato con una workstation full optional ed un paio di scaffali per raccoglitori.
In camera da letto sono quasi pronto a violentarla su due piedi, vista la disponibilità di un letto, ma lei mangia la foglia e fa di tutto per tenermi ad almeno un paio di metri di distanza.
Dopo il bagno, che la fa andare in visibilio per la doccia - vasca da bagno con tanto di idromassaggio (ottimo in certe occasioni), arriviamo alla stanza degli ospiti, quella che, in una casa normale, sarebbe la cameretta dei bambini ma che io ho strutturato come “sala giochi”, senza intendere che ci siano flipper e macchinette elettroniche, ovviamente.
Ho fatto di tutto per evitarne la visita, ma si sa, la curiosità è femmina
Il mobilio è piuttosto dozzinale, si vede che non è propriamente facente parte del resto della casa, e si vede pure che è stato utilizzato senza troppi scrupoli.
Il lettone, unico mobile necessariamente di qualità, spicca stranamente in centro alla stanza, giusto di fronte ad un enorme specchio (dozzinale anch’esso, ma efficientissimo) che permette una visione totale del letto stesso e del divano, piazzato lungo la parete di destra.
Per finire, sotto alla finestra con la serranda perennemente abbassata, una cassettiera con sopra lo stereo, il televisore, la videocamera con il treppiede abbinata ad un sistema di videoregistrazione pressoché professionale.
Penso distrattamente che sembra proprio un set per filmini porno di categoria “Z”, ed in effetti quelle quattro pareti ne hanno viste di cotte e di crude, soprattutto negli ultimi tempi con Roberta, Mara e Daniele in giro per casa.
- Complimenti! - fa Milena. - Tipico appartamento da scapolo impenitente e libertino, ma piuttosto ben tenuto. - Commenta.
- Faccio del mio meglio. - Rispondo, fingendo un’indifferenza che in realtà non provo.
- E questa stanza? - chiede. - E l’unica che non e... in stile. - Dice.
- E’... la stanza... degli ospiti. - Rispondo io, non sapendo che pesci pigliare e non volendo andare a scadere nel volgare.
Lei si avvicina alla cassettiera. Uno dei cassetti è parzialmente aperto e lei ci sbircia dentro.
Ho un brivido lungo la schiena: è quello dove teniamo le videocassette. Quelle che immortalano i nostri “incontri”
- Che collezione! - Esclama, sfilandone una.
Legge l’etichetta.
Accidenti a me ad alla mia mania di catalogare ed etichettare tutto, sarà pure deformazione professionale, ma sulla cassetta ci sono tutti i dati necessari, data, interpreti e soprattutto argomento con relativa breve descrizione: nemmeno una piccola possibilità di scappatoia.
Lei mi guarda di sottecchi, con un sorrisino da gatta affamata.
- Hai intenzione di usare la telecamera anche stasera? - Chiede, con un tono che, più che ad una domanda, fa pensare ad un desiderio.
Mica posso dirle di no, porca trota! Ci avevo fatto davvero un pensierino.
Lei rimette la cassetta al suo posto e mi si avvicina lentamente, fin quasi a sfiorarmi. In realtà mi sfiora eccome quando, arrivatami vicina, spinge leggermente il pube verso di me.
- Sapevo che eri un porcellino. - fa, ondeggiando il bacino contro di me, o meglio contro il mio pacco. - ma non pensavo fino a questo punto. - Mi passa un’unghia sul petto, graffiandomi la camicia. - Mi chiedo cosa ci sia negli altri cassetti. - dice, accennando a staccarsi da me.
Prima che riesca a farlo, l’afferro per la vita, le passo una mano dietro alla nuca e mi incollo alle sue labbra, che senza nessun problema si schiudono, accogliendo calorosamente la mia lingua.
Primo: non è il caso che veda quali aggeggi tengo negli altri cassetti (per la cronaca, diverse lenzuola di ricambio per il maxiletto, una sconfinata distesa di asciugamani, utilissimi in certe situazioni, ed una collezione di oggettini sessuali di varo genere che mi è costata una piccola fortuna ma che mi ha procurato decine di scopate da infarto).
Secondo: ormai sono talmente arrapato che mi scoperei pure la donna delle pulizie, che ha sessantacinque anni, più rughe della Mummia ed un paio di baffi che i miei a confronto sono due peletti striminziti, figurarsi quel pezzo di gnocca che mi ritrovo davanti.
Più che un bacio sembra un accoppiamento di due pompe idrovore, mentre ci succhiamo a vicenda pure le tonsille.
Io le impasto il sedere attraverso la stoffa del vestito, stupendomi nuovamente di quanto sia sodo nonostante la sua non più verdissima età, mentre lei risponde colpo su colpo senza smettere un attimo di mugolare il suo apprezzamento.
Tento di sollevarle il vestito per passare a qualcosa di più concreto, ma lei, gentilmente, me lo impedisce.
- Fermo li, cocco bello! - Mormora, bloccandomi le mani. - Stasera abbiamo tutto il tempo, non avere fretta. -
Si stacca da me, mi prende per mano ed usciamo dalla stanza.
Mi chiedo se il suo gioco mira a farmi andare fuori di testa. Perché se è così ci sta riuscendo perfettamente.
- Allora? - chiede mentre mi traina verso il salotto. - Cos’hai preparato di buono per cena? -
Sento un improvviso impulso omicida salirmi dal profondo dei visceri, ma mi rendo conto che lo sta facendo apposta: vuole farmi carburare per bene prima di arrivare al dunque.
Se è questo che vuole, è questo che, senza dubbio, avrà.
I piatti sono finiti nella lavastoviglie, il caffè lo abbiamo bevuto: non ci manca che il dessert che, se si avverano le mie previsioni, consisterà in una magnifica scopata.
Milena, con la sua presenza, riesce a riempire l’intero salotto. E’ in piedi davanti a me, a si e no un metro e mezzo ed io devo farmi forza per non saltarle addosso e letteralmente sbranarmela.
- Dove eravamo rimasti? - chiede, avvicinandosi lentamente con incedere da pantera.
Io ritrovo subito il filo del discorso che avevamo interrotto per cenare, passandole un braccio attorno alla vita ed attirandomela addosso.
Incollo le mie labbra alle sue, spingendo contro il suo ventre la mia erezione, tanto per dimostrarle quanto la faccenda mi intrighi.
Stavolta non si oppone assolutamente al mio brancicarle il vestito, anzi, ad un certo punto si stacca leggermente da me con un gran sorriso dipinto in volto e si da da fare per aiutarmi.
- Aspetta. - Mi fa. Si allontana da me, traffica qualche istante con le mani dietro la schiena e, un attimo dopo, il vestito scivola a terra, attorcigliandosi attorno ai suoi piedi.
Io resto senza fiato ad osservala, meravigliandomi una volta di più di quanto piacevole sia il suo corpo: certo, una certa pesantezza e qualche ruga rivelano la sua età, ma ho il sospetto che più di qualche donna farebbe carte false pur di mantenersi così bene.
Per non parlare poi della raffinatissima lingerie che ha scelto per l’occasione. E’ un misto di sobrietà e di depravazione
I suoi magnifici seni sono evidenziati, quasi serviti su un vassoio, dalle coppe a balconcino di un bustino in satin nero, tenuto strettamente serrato da una stringa blu profondo che partendo dall’attaccatura dei seni le arriva fino al pube, stringendo la vita ed i fianchi in una morsa ferrea e morbida allo stesso tempo.
Le mutandine, che si rivelano un tanga da infarto non appena lei gira su se stessa per farsi rimirare, sono dello stesso blu profondo del laccetto, finemente ricamate in rilievo.
La guêpiere funge anche da reggicalze, con i laccetti di sostegno neri con ricami in blu e le calze, sono calze, non le tipiche autoreggenti di moda oggi.
Sono nere, a rete finissima, e noto che hanno pure la riga posteriore.
La mia pressione è ormai arrivata alle stelle e mi aspetto da un attimo all’altro di sentire il fischio della valvola di sicurezza, come sulle caffettiere.
Non ne posso più di starla a guardare: mi avvicino a lei, inginocchiandomi ai suoi piedi. Le passo le mani sulle gambe, risalendo dai polpacci all’attaccatura dei glutei, gustando pienamente la sericità delle calze ed il calore bollente della sua carne.
Ha i capelli sciolti che le incorniciano il volto, nascondendolo parzialmente quando abbassa la testa verso di me, infilandomi le mani tra i capelli.
Io affondo il viso nel suo ventre, baciando il suo pube attraverso la stoffa.
Sento che rabbrividisce al contatto, allargando di una frazione le cosce. Non perdo tempo ed accetto il suo invito, scendendo verso la clitoride che sento già spingere attraverso la stoffa.
Lei geme sommessamente mentre inizio a tormentare la sua femminilità e dimostra il suo gradimento allargando ancora le gambe e spingendomi la testa verso il ventre.
Io continuo nel mio compito con una dedizione da certosino lavorando di lingua e di labbra sulla stoffa che ancora cela il mio obbiettivo.
Abbasso la mira, scorrendo lungo i rilievi del ricamo: è fradicia di piacere, tanto che il blu delle mutandine è orami diventato un nero profondo in corrispondenza della vagina.
Le faccio appoggiare un piede al bracciolo del divano e continuo imperterrito il mio lavoro, mentre i suoi mugolii diventano gemiti veri e propri.
Lascia la mia testa e porta le mani ai fianchi per abbassarsi le mutandine, ma io gliele blocco, impedendole di completare il movimento.
Lei uggiola esasperata mentre intensifico le sollecitazioni.
Sento il suo ventre sobbalzare ad ogni colpo di lingua che le infliggo, mentre inarca la schiena rincorrendo il piacere che le sto regalando.
Infine, con un roco gorgoglìo, si tende nell’orgasmo, mentre le gambe le cedono.
L’afferro al volo prima che finisca a terra e la faccio accomodare sul divano.
In un lampo mi libero di camicia, calzoni e slip, poi scavalco il suo corpo porgendo l’uccello alle sue labbra.
L’invito è chiarissimo e non devo ripeterlo, lei estrae la lingua e la passa lentamente sul mio uccello, partendo dall’attaccatura dello scroto fino a raggiungere la punta, infine dischiude le labbra e risucchia il mio membro con lentezza esasperante.
E’ il mio turno di mugolare e guaire, mentre lei si dà da fare per ricambiarmi le attenzioni.
Storcendomi un poco, riesco ad infilare una mano nelle sue mutandine, gioco qualche secondo con i corti peli del suo pube ed infine affondo il medio nella vagina, iniziando a masturbarla lentamente, a ritmo con il suo lavoro di bocca sul mio uccello.
Dopo un paio di minuti di trattamento sono costretto ad una ritirata strategica, sfilando il cazzo da quella fornace morbidissima che è la sua bocca per evitare un fine prematura.
Mi accoccolo davanti a lei e, con un po’ di aiuto da parte sua, le sfilo le mutandine.
- Scopami. - Mormora senza troppi problemi, divaricando le gambe ed allargandosi le labbra della fica con le dita, seduta sul bordo del divano.
Non chiedo di meglio: punto la cappella al vestibolo e spingo progressivamente. Lei mi accoglie senza nessun problema dentro di se, ansimando l’apprezzamento per quanto sto facendo.
Mi agguanta per le natiche, attirandomi più profondamente nel suo corpo ed iniziando un micidiale massaggio con i muscoli interni. Sembra quasi un pompino fatto con la fica.
Si muove contro di me in movimenti ampi e lenti che, poco dopo, diventano quasi frenetici nella ricerca del piacere.
- Sbattimi! - mi ingiunge quando ormai il suo ancheggiare non le è più sufficiente.
Non mi serve di certo un invito ed inizio un andirivieni frenetico dentro di lei, che uggiola come un cagnolino ad ogni mio affondo. Lascia le mie natiche e si afferra le gambe, sollevandole in verticale ed unendole davanti a me.
- Oddddiiiiio! - Borbotta, iniziando a tendersi come una corda di violino. Punta la testa contro lo schienale del divano, serrando i denti sul labbro inferiore con tanta forza da farmi temere che possa farsi male.
- Vengo! - sibila infine, contraendosi attorno al mio uccello nel primo orgasmo della serata.
Mi fermo completamente affondato dentro di lei, sia per permetterle di riprendersi sia per evitare di godere anch’io.
Lei lascia cadere le gambe ai miei fianchi e sospira con un’espressione estremamente soddisfatta in faccia.
- Quanto tempo... - bisbiglia, accarezzandomi il petto. - Erano mesi che non mi facevo una sana scopata. -
La curiosità ha il sopravvento sull’urgenza della ricerca del piacere. In fondo non mi spiego come una donna del genere possa avere problemi a riguardo...
- Come sarebbe a dire...? - inizio a chiedere. Lei però mi posa un dito sulle labbra.
- Dopo. - Dice. - Ora, che ne diresti di trasferirci a letto. -
Per me va più che bene: mi sfilo dal suo corpo e mi alzo in piedi.
Lei, prima di imitarmi, si attarda a darmi un paio di leccate sulla punta dell’uccello.
- Tanto perché non pensi che ti trascuro. - commenta, alzandosi in piedi.
Usciamo dal salotto mano nella mano ma quando mi volto per imboccare la pista della camera da letto lei mi trattiene.
Mi volto a guardarla.
- Non sarebbe meglio di la. - dice, facendomi l’occhiolino. La storia della stanza degli ospiti non ha attecchito nemmeno per un secondo.
- Se preferisci... - dico, restando neutrale. In effetti l’idea mi sconfinfera parecchio, ma preferisco sia un sua scelta.
- Non ho mai scopato in una... “stanza degli ospiti”. - dice, con aria sorniona.
Visto il suo tono inghiottisco a vuoto e scatto stile centometrista ad aprirle la porta.
Lei entra e si guarda intorno, poi, con aria decisa si avvicina alla famigerata cassettiera. Mi da un’occhiata per chiedere il permesso ed, al mio cenno affermativo, apre il secondo cassetto.
- Madonna Santa! - balbetta ad occhi sbarrati, fissando allibita la famosa collezione di aggeggi da sesso.
Io la raggiungo, strusciandole fra le natiche quello mio personale ed abbracciandola da dietro.
Lei gira leggermente la testa per darmi un’occhiata.
- Proprio la tana del lupo, vero? - chiede
Io mi limito annuire continuando i miei strusciamenti ed apprezzando il fatto che lei non solo non si sottrae ma anzi, spinge senza troppi riguardi il sedere verso di me.
- Me li farai provare? - chiede, rovistando.
- Certo! -
- Cazzo! Certi non saprei nemmeno come usarli. - Dice, indietreggiando ancora un po’ e divaricando le gambe.
L’antifona è chiara. Mentre lei continua a trafficare nel cassetto io provvedo a riprendere il mio posto.
Affondo il lei con una facilità incredibile e per un momento Milena chiude gli occhi e si appoggia con le mani alla cassettiera per resistere meglio al mio assalto.
Mentre inizio a muovermi, lei riprende a curiosare, con il fiatone e sussultando sotto ai miei colpi.
Prende una scatoletta e la apre, rimirando le due sfere metalliche e lucenti in essa contenuta
- Quelle sono palline cinesi. - Le spiego, chiavandola lentamente. - Si infilano e si tengono dentro, magari per andare a fare la spesa. - Commento perversamente.
- Davanti... o... dietro...? - chiede, a ritmo con i miei colpi.
- Come preferisci. -
- E... questo...? -
- E’ un fallo gonfiabile. - borbotto, distratto dai movimenti interni della sua vagina, che mi serra l’uccello ritmicamente. - Lo infili e lo gonfi quanto ti pare. -
Lei si mette a lavorare sulla pompetta, guardando con gli occhi fuori dalle orbite il lattice che si dilata sempre di più.
- Ma quanto diventa grosso? - chiede dopo un po’.
- Non... ne ho... idea. - Stavolta tocca a me ansimare a ritmo. E’ evidente che è super eccitata e questo va anche bene, il problema è che la sua reazione è di stringere senza pietà, e di questo ne risento io che, se continuo in questo modo, mi scarico dentro di lei a tempo di record.
Con uno sforzo sovrumano di volontà, mi sfilo di colpo da lei.
- No. - guaisce lei, mentre un’espressione di disappunto le si disegna sul viso. - Stavo per godere. -
- Pure io. - Borbotto indietreggiando di qualche passo sotto al suo sguardo affamato. - E preferirei prolungare un po’ i giochi. -
Lei mi fissa per un attimo, poi abbassa lo sguardo sull’aggeggio che stringe ancora in mano. Un timido sorriso le ritorna sulle labbra.
- Vuol dire che per il momento mi arrangerò da sola. - dice. Traffica col fallo di lattice e finalmente trova la valvola per sgonfiarlo. - Così va meglio. - bisbiglia quando ha ripreso la dimensione normale.
Ridacchia. - Guarda te! Una donna della mia età che deve farsi insegnare da uno sbarbatello come funzionano certi aggeggi. -
Io mi limito a fissarla con aria perplessa.
Si avvicina al letto e ci si distende sopra a gambe aperte.
- Lo sai che non l’ho mai fatto. - dice, iniziando a passarsi il dildo sulle grandi labbra.
- Cosa? - chiedo distratto dal suo armeggiare.
- Questo. - dice, con evidente imbarazzo. - Masturbarmi davanti ad un uomo. - e con un unico, rapido colpo si affonda nel corpo il dildo.
Io già capisco poco dalla nascita, metteteci poi una buona dose di testosterone in circolo, una tipa che sembra una maiala fatta e finita e che invece dichiara candidamente di non aver mai avuto occasione di fare un po’ di porcellate e, infine, la pregressa esperienza fatta con la suddetta porcella: come minimo uno va in confusione.
Sto quasi per chiederle di che cazzo sta parlando ma la vista di Milena, scosciata sul lettone con un dildo gonfiabile infilato in corpo ed un‘espressione estatica dipinta in faccia mi fa subito cambiare idea.
Lei mugola a bocca spalancata facendo andare all’impazzata il dildo nella fica con una mano mentre con l’altra si dà da fare con la pompetta per gonfiarlo.
E che cazzo, me ne sto fermo sugli zoccoli?
Non sia mai detto.
Salgo sul letto anch’io, mi sistemo a cavalcioni sulle sue tette e, senza chiedere permesso le caccio l’uccello in gola.
Evidentemente alla signora non da affatto fastidio perché non ho nemmeno finito di infilarlo tutto che già gli sta facendo frullare la lingua attorno, continuando a mugolare di piacere. Ha le narici dilatate mentre tenta di tirare il fiato, i capelli scarmigliati ed è tutta sudata. Insomma una scenetta da farlo rizzare ad un monaco zen castrato.
Me ne sto beatamente a farmelo ciucciare senza ritegno quando un rumore dal corridoio mi distrae momentaneamente.
Per un attimo sono convinto di aver sentito la porta di casa aprirsi, ma mi dico immediatamente che è stata un’allucinazione uditiva e mi concentro nuovamente sul favoloso pompino di Milena.
Sto meditando se riempirle la bocca di sperma o se ritrarmi di nuovo, quando l’allucinazione uditiva si fa viva una seconda volta (ma esiste il termine “allucinazione uditiva”? Bho! Non saprei.... ma chi cazzo se ne frega)
e per la seconda volta mi dico che sono io paranoico o che forse è l’eccesso di testosterone.
Col cavolo!
Nemmeno un secondo dopo che mi sono dato del cretino per aver sentito rumori inesistenti, la porta della camera si apre lentamente.
- Porca troia! - Riesco a borbottare girandomi nel tentativo di capire di chi si tratta.
- Mhpfmhftumhhhftp! - Gorgoglia di rimando Milena. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che, sollevandomi di scatto, probabilmente le ho fatto arrivare la cappella tra le tonsille: ha gli occhi pieni di lacrime e tutti i sintomi di un inizio di soffocamento. Mi ritiro rapidamente per permetterle di riprendere fiato.
- Tu sei matto. - Bisbiglia, con un mezzo sorriso: non si è ancora accorta di niente. - Oh, Dio santo! - esclama, appena mi sposto quel tanto che basta a farle vedere il quadro della porta: ora se n’è accorta.
Si divincola tentando di sfilarsi da sotto di me ma, vista la mia stazza tutt’altro che trascurabile, l’impresa è pressoché irrealizzabile.
Dal canto mio sono decisamente sul punto di prendermi a sberle da solo. Come cazzo ho fatto a non ricordarmi di aver dato una coppia delle chiavi di casa a Roberta.
“Se mai ti venisse voglia di aspettarmi a casa” mi ricordo che le ho detto.
Coglione! Adesso che il casino è combinato te ne ricordi?
- Che razza di porco che sei! - Sento dire Roberta alle mie spalle.
Io so perfettamente che si riferisce al fatto di non averla coinvolta, ma Milena no e infatti si mette di botto sulla difensiva.
- E la tua ragazza? - chiede, con gli occhi sgranati ed un’espressione di panico dipinta in faccia.
- Non esattamente. - riesco a dire, mentre le scendo dal petto e lei si ritrae su un bordo del letto.
Quando mi volto mi rendo conto che, sicuramente, fuori dalla porta ci sono pure gli altri due elementi del nostro quartetto: li vedo fare capolino con gli occhi sgranati dalla sorpresa
- Porca puttana. - Bisbiglio, ‘sta volta è davvero un casino.
Mica per i miei tre complici, che comunque avrei tentato di coinvolgere e che di certo non si scandalizzano per avermi beccato a scopare con una donna, quanto per Milena, che di certo non è preparata ad un simile evento.
- Che vergogna. - Miagola Milena, tentando invano di coprire le parti salienti del suo meraviglioso corpo con un pezzo di lenzuolo. A dire il vero risulta a dir poco buffa, con il dildo gonfiabile ancora mezzo infilato nel ventre e la relativa pompetta che le pende tra le gambe come una coda particolarmente oscena.
Roberta mi guarda ad occhi sgranati, comprendendo immediatamente di aver contribuito per buona parte al casino che si è appena innescato.
- Non lo sa!? - Sibila tra i denti mentre il sorriso sornione le si trasforma improvvisamente in una smorfia spaventata.
Io mi limito a scuotere la testa negativamente, afferrando al volo due asciugamani dal famoso cassetto, drappeggiandomene uno attorno alla vita e porgendo l’altro a Milena, che si affretta a ricoprirsene per poi nascondere il volto tra le mani
Roberta la guarda fissamente, e nei suoi occhi scorgo un lampo di cupidigia subito represso, poi si avvicina lentamente al letto, sedendosi sul bordo accanto a Milena, che si ritrae leggermente.
- Mi dispiace. - Dice Roberta in un sussurro, avvicinando la testolina bionda alla massa di capelli rossi che nasconde Milena, la quale si ritrae di scatto, sul chi vive.
- Non fare così. - continua con voce calma Roberta, accarezzando leggermente i capelli a Milena. - Non è successo niente. -
Milena solleva il viso. Le lacrime le hanno sciolto l’eye liner ed il mascara, che le colano lungo le guance.
- Non lo sapevo che Pluto fosse il tuo ragazzo. - Balbetta, tirando su con il naso. - Non volevo fare... -
- Guarda che non è il mio ragazzo. - La interrompe Roberta, abbassando il tiro delle sue carezze alle spalle di Milena.
Io trattengo il fiato. La faccenda è esplosiva e, per quanto Roberta sia una diplomatica nata, non so proprio come reagirà Milena a quello che, a naso, so che seguirà.
- Pluto non è il mio ragazzo, è un amico. - prosegue Roberta, continuando con le carezze. - Un buon amico... anzi, un intimo amico. - spiega, calcando la voce sulla parola intimo.
Milena la fissa per un istante a bocca aperta, incredula.
- Vuoi dire che... - borbotta, tirando su col naso.
Roberta annuisce. - Esatto. Non solo non sono la sua ragazza, ma per di più non sono gelosa, anzi. - Dice, portando una mano dietro alla schiena e facendoci il gesto universale per “smammate”.
Un po’ mi secca dover lasciare il campo, ma so bene che se non ci riesce Roberta a sistemare le cose non ci riesce nessuno e di certo la nostra presenza non contribuisce a migliorare la situazione.
Quatto quatto esco e mi chiudo la porta alle spalle, subito assalito da Mara e Daniele.
- Cazzo, Pluto, potevi almeno avvisarci. - Sussurra Mara, leggermente seccata.
La fulmino con un’occhiata che la fa indietreggiare di un passo. - Se non vi dispiace questa è casa mia! Eravate voi a dovermi avvisare. - Ringhio di rimando.
Lei abbassa gli occhi, conscia di aver detto una stronzata.
Sto per proseguire nell’arringa ma Daniele non resiste.
- Dove cavolo l’hai trovata. - Mi chiede, con un’espressione famelica dipinta in faccia. Mi blocco e lo guardo negli occhi: sembra quasi che si sia appena fatto una canna da mezzo chilo.
Non resisto: abbasso lo sguardo fino al cavallo dei suoi pantaloni ed ho la conferma. Un voluminoso bozzo spinge sulla stoffa.
Non so nemmeno se è il caso di incazzarmi ancora di più o di mettermi a ridere.
Scelgo la seconda opzione, immediatamente imitato da loro due.
- Ssssssht! - Faccio poi, indicando ai miei due amici di eclissarci in salotto.
Ridacchiando ci troviamo sul divano, e racconto in poche parole come ho conosciuto Milena.
- Sei un porco. - Commenta Mara alla fine, ma l’espressione la tradisce.
- Dai, non fare la lagna! - la rimbrotto. - Appena possibile ve l’avrei presentata. -
- Proprio non capisco come fai ad avere tanto culo! - Esclama Daniele, dimentico della legittima fidanzata al suo fianco, che gli rifila una gomitata nelle costole.
- Scusa, tesoro! - borbotta. - ma è sempre stato un mio sogno... - si interrompe, arrossendo.
- Cosa? - chiede Mara, facendo la finta tonta.
Daniele, se possibile, arrossisce ancora di più. - Dai che l’hai capito... farmi... cioè... trovare... -
- Scoparti una tardona! - finisco io per lui, che si limita ad annuire impercettibilmente.
- Siete due maiali. - Commenta Mara.
- E dai, che nessuno ti crede! - le rispondo.
Lei fa spallucce, ghignando.
- Ma guardalo! - dice poi, indicando Daniele, o meglio il suo inguine, sul quale il bozzo spicca piuttosto eloquentemente. - Gli è bastato vederla e pensarci per un paio di minuti che già è arrapato come un mandrillo. -
- Non che a me manchi. - Borbotto, accennando al mio, di bozzo. - E poi mi avete interrotto sul più bello. -
- Poveri piccoli! - ridacchia Mara. - Con i pisellini duri e niente per calmarvi. -
- Vaffanculo! - commentiamo all’unisono Daniele ed io.
Lei ci squadra per qualche istante con aria superiore, poi sembra ripensarci e assume un’espressione estremamente maliziosa. - Perché non ci andate voi. - Risponde, alzandosi in piedi e sganciando il primo bottone della camicetta.
Mi pareva strano!
Non è mica da Mara non approfittare di un uccello duro a disposizione: figurarsi poi quando di uccelli ce ne sono due.
Visto lo stato in cui mi ritrovo, sono pronto a fiondarmici sopra come un lupo su un agnello, ma all’improvviso mi ritorna in mente il fatto che Roberta e Milena sono nella stanza accanto, e non so mica se le cose stanno andando per il verso giusto. Di certo se Milena decide di andarsene e ci pizzica che ci diamo da fare in salotto, non si farà una buona impressione.
Sto dicendo un sacco di cazzate!
Se Roberta riesce nella missione di convincimento, trovarci già all’opera non può che essere un vantaggio, se invece Milena non ci sta... bhe, ormai il danno è fatto: cazzata più, cazzata meno...
Non ho nemmeno finito di pensare a tutto questo che Mara, sfilata la camicetta e la gonna, è inginocchiata tra me e Daniele intenta ad estrarre i suoi attrezzi preferiti. Armeggia qualche istante con i pantaloni di Daniele, che si affretta a facilitarle l’opera, poi si dedica a me, scosta l’asciugamano et voilà, pronto.
Ci fa avvicinare per benino ed un attimo dopo ingoia senza problema i nostri due pisellini (come li ha chiamati lei) ed inizia a succhiarci in contemporanea.
Daniele avvicina la bocca al mio orecchio.
- Pensi che ci starà? - bisbiglia speranzoso.
Io sono un po’ distratto dal lavoro di Mara, ma riesco ad annuire. Non so perché ma ho l’impressione che Milena si più maiala di noi quattro messi assieme.
Al mio annuire sento Daniele che si tende come un arco, rantolando, mentre il suo cazzo sussulta accanto al mio nella boccuccia di Mara.
La brunetta sbarra gli occhi e lascia scivolare via il mio uccello, dedicandosi completamente a quello del fidanzato, che le sta schizzando sulle tonsille. Vedo, dall’agitarsi delle sue guance, che sta lavorando di lingua come una forsennata, mentre inghiotte rapidamente quanto Daniele le riversa in gola.
Con un ultimo sussulto il ragazzo si abbatte sul divano e Mara si stacca dalla sua appendice erettile, pulendosi volgarmente la bocca con il dorso di una mano.
- Cazzo! - borbotta poi. - Ma ti fa proprio andare fuori di cocomero, l’idea! - Esclama, leggermente seccata.
- Non ci posso fare niente. - Bofonchia Daniele, perfettamente conscio che un simile evento potrebbe causargli parecchi casini.
Mara, con le mani sui fianchi stile Duce, gli da un’occhiata che rischia di incenerirlo.
- Con me non ti capitano mai, ‘ste cose! - lo apostrofa rudemente. - Forse non ti eccito abbastanza? -
Ahia, le cose si mettono male, meglio intervenire.
Mi alzo di scatto dal divano, piazzandomi davanti a Mara, l’afferro per i capelli e, approfittando del fatto che mi fissa stupita a bocca spalancata, le affondo l’uccello in gola fino alle tonsille.
- Smettila di rompere i coglioni e ciuccia! - le ordino rudemente. Per mitigare il tono delle parole comincio ad accarezzarle la testolina bruna. Lei bofonchia a bocca piena, mi da un leggero morso per farmi capire che non è il caso di andarci giù troppo da prepotente e poi si mette a succhiare diligentemente.
Mentre lei è impegnata nel suo lavoro, faccio cenno a Daniele di porgere le scuse alla legittima fidanzata. Lui capisce al volo e si infila tra le gambe di Mara, inginocchiata davanti a me, e si da da fare con la lingua.
Lei sputa fuori il mio uccello per un secondo.
- Non credere di passarla così liscia! - Commenta, poi spalanca nuovamente le fauci e riprende da dove aveva interrotto.
Daniele se ne sta zitto e non commenta e vedo che la sfuriata di Mara deve essere andata a segno, perché non l’ho mai visto tanto mogio e “piccolo” (non so se mi spiego).
Mi godo per qualche altro minuto il succhiotto di Mara, ma evidentemente la brunetta non è completamente soddisfatta. Si stacca nuovamente dalla mia appendice erettile e mi sospinge gentilmente verso il divano, sul quale mi fa sedere, riprendendo ad insalivarmi il battacchio.
Vedo che si porta una manina alle labbra e si sputa sulle dita. Un attimo dopo la stessa manina sparisce alle sue spalle e chissà perché ho il sospetto di sapere dov’è andata a finire.
Evidentemente Daniele ha visto il gesto e capito l’antifona, perché vedo che alza leggermente la testa per arrivare a lambire il buchino della fidanzata.
Dopo qualche altro istante dedicato alla lubrificazione, la bruna valchiria si alza e, senza dire una parola, mi scavalca, porgendomi la schiena.
Mi afferra l’uccello e, senza un attimo di esitazione se lo punta tra le chiappette sode, sedendocisi sopra con ben pochi riguardi.
Sento la punta spingere contro l’elastico anello bruno e vincerne lentamente la resistenza.
Mara uggiola ma non si ferma, ed in un lampo si impala su di me.
Rimane ferma per meno di cinque secondi, giusto il tempo di sollevare le gambe e piantare i talloni sul bordo del divano, poi afferra per i capelli Daniele e gli preme la faccia contro i nostri grembi uniti.
- Per punizione, leccaci per bene! - Ordina, con un tono che non ammette repliche.
Sento la lingua di Daniele lambirmi lentamente lo scroto e risalire per la piccola parte di asta che rimane fuori dal corpo di Mara, soffermarsi un attimo sul bordo dello sfintere della ragazza per proseguire subito dopo verso l’alto.
Mara emette un sospiro soddisfatto e prende a muovere lentamente il bacino, scopandosi da sola.
Sinceramente non mi secca affatto la situazione: non devo nemmeno fare fatica a pomparla, perché fa tutto da sola. Se poi aggiungiamo pure le attenzioni della lingua di Daniele, devo dire che il tutto risulta piuttosto piacevole.
In effetti mi sa che come punizione non è neppure tanto grave, per Daniele, vista la foga con cui si da da fare.
Mi godo il budello di Mara, che pur sempre risulta essere un budello di prim’ordine, e mi rilasso chiudendo gli occhi, ascoltandola mentre mugola sommessamente.
Tempo una paio di minuti e la moretta viene come una fontanella, tanto che Daniele, quando rialza la testa, a il viso completamente fradicio di umori.
Mara è accasciata sul mio petto che riprende fiato, mentre io ne approfitto per diminuire il numero di giri che le ultime contrazioni del budello bollente in cui mi trovo infilato hanno portato al massimo.
Sto li a fissare il soffitto come un cretino poi all’improvviso mi ritorna in mente il resto della compagnia, nella stanza accanto, che non ha ancora dato segni di vita. Do un’occhiata all’orologio sulla libreria: è già una mezz’ora che Roberta e Milena non danno segni di vita e chissà cosa stanno combinando nella “stanza dei giochi”.
- Che ne dite se diamo una sbirciatina? - Dico sottovoce, rivolto ai miei due compari.
Daniele annuisce come un cagnolino da lunotto, e Mara lo fulmina con un’occhiata, ma alla fine decidiamo che forse è proprio il caso di dare una controllata alla situazione.
Mi annodo l’asciugamano attorno ai fianchi, tanto per darmi un contegno, imitato da Mara e Daniele che sommariamente indossano un paio di magliette.
Stile Gatto Silvestro in caccia, usciamo dal salotto e raggiungiamo la porta della stanza degli ospiti, alla quale accosto un orecchio. Per un momento non sento niente, poi prestando un po’ di attenzione riesco a percepire un basso ronzio di sottofondo ed un basso mugolio.
Non so perché, ma me lo aspettavo.
Mara e Daniele mi tirano per un braccio per avere un po’ di posto, ma li faccio stare buoni e mi limito a sorridere verso di loro.
- Allora? - chiede Mara limitandosi a muovere le labbra senza emettere nemmeno un suono.
Le faccio il gesto internazionale di OK, continuando ad ascoltare.
Si, accidenti, è proprio un ronzio di quelli che dico io.
Molto lentamente abbasso la maniglia ed apro la porta di uno spiraglio: se non sbaglio, quello che riesco a vedere è un pezzo del sederino di Roberta e direi che la massa rossa tra le sue gambe non è altro che la testa di Milena.
Io a Roberta prima o poi devo fare un monumento: quella ragazza è meravigliosa, e non parlo solo dell’aspetto fisico. Riesce a risultare simpatica a chiunque e gestisce le persone con una facilità sorprendente.
Apro la porta di un altro paio di centimetri, quel tanto che mi basta per inquadrare completamente la scena.
Confermato: se ne stanno annodate sul letto intente a sollazzarsi a vicenda.
Mi volto verso Mara e Daniele. - Andiamo? - chiedo, in un bisbiglio.
La risposta è univoca e contemporanea: un rapido, deciso e sincronizzato annuire.
Finisco di aprire la porta e contemporaneamente tolgo l’asciugamano, avvicinandomi alla cassettiera.
Questa non va assolutamente persa: allungo una mano ed accendo l’impianto per le riprese.
Mi è costato un occhio della testa e me lo sono fatto fare da un amico che se ne intende parecchio. Avvio la ripresa e raggiungo il lettone.
Se Milena e Roberta si sono accorte del nostro arrivo, non ne danno certo a vedere, infatti continuano imperterrite il ricamo di lingua mentre fanno andare a tutto spiano due dildi di discrete dimensioni.
Daniele ha letteralmente le bave alla bocca ma devo dire che pure Mara non è proprio insensibile. Lei e Roberta hanno parecchie volte dimostrato di gradire molto gli intrattenimenti saffici e molto probabilmente non vede l’ora di lanciarsi nella mischia. Infatti, senza molti problemi sale sul letto e si accuccia tra le cosce di Milena, infilando la testolina mora accanto a quella bionda di Roberta. Ad un simile trattamento Milena lascia cadere la testa sul letto, spalanca la bocca e geme senza ritegno il suo piacere, con gli occhi strettamente serrati.
Vista la posa mi affretto a prendere posizione prima che Daniele me la freghi: ginocchioni sul letto, infilo l’uccello fino in fondo alla gola di Milena che dopo un momentaneo e comprensibile attimo si smarrimento, si mette a succhiare di buona lena.
Daniele mi guarda stizzito, ma alla mia occhiataccia fin troppo esplicita si affretta a dedicare qualche attenzione alla fidanzata.
Ne ha già combinata una bella e non è il caso di bissare nelle cazzate.
Si piazza alle spalle di Mara, che se ne sta a sedere all’aria in modo piuttosto invitante, e la inforna senza indugi.
Il lavoro di Milena sulla mia asta è decisamente piacevole, ma reputo che anche Roberta si risentirebbe parecchio se non le dedicassi le dovute attenzioni. Sfilo dalla sua fichetta il dildo vibrante che la occupa (mettendolo da parte per un sicuro utilizzo futuro) e mi alterno tra la bocca di Milena e la vagina di Roberta, che dimostra chiaramente di apprezzare il trattamento.
Non passano nemmeno una paio di minuti che Milena raggiunge l’apice sotto i colpi di lingua delle due ragazze.
Sembra quasi che si tratti di un segnale concordato, perché il “gruppo plastico” si scioglie per ricomporsi sotto altra forma.
Roberta si tuffa tra le gambe di Mara, piantandole profondamente uno dei dildi nella fichetta e martoriandole la clitoride con la lingua; Daniele, al colmo della gioia si ritrova con l’uccello risucchiato dalla bocca bollente di Milena mentre io mi dedico al retrotreno di quest’ultima.
- Mi sta succhiando l’anima. - Balbetta Daniele ad occhi spalancati mentre Milena gli ingoia l’uccello fino alla radice.
- Per fortuna che ti sei già scaricato una volta. - Lo rimbrotta Mara con una punta d’astio nella voce.
Roberta alza la testa e fissa interrogativamente l’amica.
- Lo stronzo mi è venuto in bocca in meno di tre secondi solo pensando di potersela fare. - Spiega Mara, con la voce sempre più roca e gli occhi sempre più lucidi.
- Davvero? - chiede Milena, liberando l’asta di Daniele, sentendosi tirare in causa.
- Eccome! - Rantola Mara, impiastricciando, nell’orgasmo, la faccia di Roberta di succhi vaginali.
La mia amante solleva la “bocca dal fiero pasto” e sorride.
- E che male c’è, in fin dei conti non ha nemmeno tutti i torti. - dice. - Milena è davvero... - lascia in sospeso la frase.
- Ti ci metti anche tu? - chiede sibilando Mara.
Milena si libera da me e Daniele le si avvicina.
- Sapessi come mi sento io. - gli dice. - Non hai idea di quanto mi abbia fatto eccitare Roberta raccontandomi cosa combinate di solito voi quattro. E poi è la prima volta che partecipo... ad un.... - L’interruzione è dovuta al fatto che Daniele, ormai saturo, l’ha aggredita alle spalle, piantandosi senza tanti complimenti nel suo ventre.
- Dovresti essere contenta di quello che hai. - Continua Milena, ad occhi chiusi, assaporandosi la scopata.
- Avessi avuto io a disposizione una compagnia del genere, da ragazza; ti assicuro che non mi sarei persa di sicuro il mare di scopate che non ho mai potuto fare. - Si volta verso di me. - Per fortuna che ho conosciuto Pluto. Sapessi quante volte mi sono masturbata pensando a quello che abbiamo combinato nel suo negozio... - Viene interrotta da Roberta che, messasi in piedi davanti a lei, le afferra la testa premendosela sul pube.
- Sai che mi ha confessato che è la prima volta. - Dice, mentre si fa leccare.
- Di che? - chiedo, mentre afferro Mara e me la tiro addosso, infilandomi dentro di lei.
Mara inizia a muoversi lentamente su di me, con gli occhi fissi sul terzetto al nostro fianco.
- Tutto questo. - risponde Roberta, prendendo il dildo abbandonato poco prima ed infilandoselo in corpo aiutata da Milena.
- Che? - Borbotto. Sono distratto dal movimento di Mara e dalle sue tette che ballonzolano davanti al mio naso. Mi attacco ad un capezzolo e mi metto a succhiare come un vitellino da latte.
- Va bene, confesso. - Dice Milena, staccando la bocca dal grilletto di Roberta. - a cinquantadue anni, è la seconda volta che faccio sesso al di fuori del matrimonio. - Dice.
Roberta le sorride, incoraggiandola con lo sguardo.
- Con mio marito non ho mai provato nient’altro che la solita scopatina coniugale, in fretta e furia ed a luce spenta. - racconta, mentre Daniele continua a pomparla da dietro, imperterrito. - Ed adesso ho scoperto che quello stronzo ha un’amante. -
- Gelosa? - chiede Mara.
Roberta si distende sul letto e si infila sotto a Milena, attaccandosi al clitoride
- Non è quello. - Borbotta Milena, ansimando di piacere per il trattamento. - Solo che mi da fastidio che abbia cercato un’altra per fare quello che avrei fatto molto volentieri pure io. -
- E così lo ricambi. - Punzecchia Mara.
- Macché! - Risponde Milena, ad occhi chiusi. - Mi ha piantata... ed allora... ho deciso di... rifarmi del tempo... - Non riesce a finire la frase: si abbatte sul ventre di Roberta, vinta dall’orgasmo.
Daniele si ritira lentamente del suo ventre e le appoggia l’uccello tra le natiche. Mi da un’occhiata ed io intuisco immediatamente cos’ha in mente. Sono riuscito a contagiarlo brutalmente con la mia passione per i buchini posteriori e lo spettacolo che ha davanti agli occhi non fa che imbizzarrirlo ancora di più.
Memore della disponibilità di Milena, gli strizzo l’occhio e gli faccio cenno di procedere.
E già che ci sono ne approfitto anch’io, sfilandomi dalla fichetta di Mara e puntandomi al suo buchino.
Agiamo quasi sincronizzati, affondando entrambi nei retti delle nostre rispettive partners. Mara bofonchia un flebile “Porco” mentre Milena si limita a sibilare un lunghissimo “Sì”.
Chi invece è a bocca, o meglio, a fica asciutta, è Roberta, alla quale non resta che soddisfarsi da sola con il dildo. Non sembra nemmeno che le dispiaccio poi molto, visto che si stravacca sul letto a gambe larghe, osservandoci assorta.
- Poi tocca a me. - Dichiara.
E un chiaro avvertimento per me e Daniele: non azzardatevi a finire senza avermi dato la mia giusta razione.
Ed infatti, dopo una decina di minuti passati ad arare l’infrachiappe di Mara e Milena, decidiamo di dedicarci alla mia Robertina.
Le lasciamo a riprendersi, boccheggianti e con i fori dilatati, e saltiamo addosso a Roberta.
In un lampo siamo accanto a lei, la rovesciamo su un fianco e, senza por tempo in mezzo, la farciamo di cazzo, Daniele davanti ed io dietro.
- Odddddddddddio! - Ansima Roberta quando, contemporaneamente iniziamo a muoverci dentro di lei.
Io sono ormai al limite, e da quello che vedo Daniele è nelle mie stesse condizioni. Per quanto mi piacerebbe prolungare ancora un po’ questo primo tempo, ho paura che se non mi scarico, le palle potrebbero esplodermi. Abbrancato alle tettine di Roberta, la sbatto con tutte le mie forze, rosicchiandole un’orecchia.
- Dio, come vi sento. - Riesce a dire lei tra un colpo e l’altro.
A cedere per primo è Daniele: lo sento che si tende attraverso la sottile parete interna che ci divide. Sussulta, scaricando una bordata di sperma nella fichetta di Roberta, che boccheggia. Il ragazzo rallenta i movimenti, fino a fermarsi del tutto. Si sfila lentamente e si rovescia sulla schiena, riprendendo fiato.
In questo modo ho campo libero: mi fermo il tempo necessario a rovesciare Roberta sulla pancia, piazzandomi a cavalcioni del suo culetto. Lei sa quanto mi piace prenderla in questo modo e mi facilita il compito, sollevando leggermente le natiche e divaricandosele con le manine. Puntato sulle ginocchia e sui pugni, riprendo a muovermi sempre più velocemente, gustandomi appieno l’anello bruno della mia amante che mi stringe l’asta. Quando vengo, mi sembra che la testa mi scoppi, do un ultimo colpo, piantandomi dentro di lei e mi abbatto sulla sua schiena, innondandole l’intestino.
Siamo tutti e cinque stravaccati ed annodati sul lettone.
E per fortuna che no ho preso uno sovvradimensionato altrimenti sarebbe stata un po’ dura starci tutti assieme
Milena ha lo sguardo trasognato e ci fissa con aperta ammirazione.
- Siete stupendi. - Commenta. - E pensare che potreste essere tutti miei figli. -
- Mammina? - la chiama Roberta, con voce infantile, massaggiandosi lentamente l’ano martoriato dal mio trattamento. - Ho la bua al culetto. -
Milena dapprima arrossisce, poi sta allo scherzo.
- Vieni che ti do un bacino. - Dice, alzandosi e facendo il giro del letto.
Roberta si rimette a pancia sotto, con le gambe fuori dal letto, e Milena affonda la faccia tra le natiche, iniziando a sbaciucchiarla ed a leccarla, senza preoccuparsi affatto del flusso di sperma che fuoriesce dei due fori di Roberta.
- Siiiii, mammina, è tanto bello. - Commenta questa, con un sorriso ebete stampato in faccia.
Io e Daniele ci tiriamo un po’ da una parte, lasciando campo libero alle ragazze.
Per quanto Mara abbia fatto la scontrosa fino ad ora, sembra decisamente interessata a quanto stanno combinando le altre due. Si alza dal letto e raggiunge la cassettiera, mettendosi a rovistare nel famigerato cassetto. Tempo dieci secondi ne ha tirato fuori una decina di aggeggi di varia natura, gettandoli sul letto.
Milena interrompe il lavoro e la fissa incuriosita mentre Roberta già si mette a rovistare nella collezione.
Mara si è riservata il pezzo forte, uno strap-on di quelli che hanno pure i dildo all’interno. Senza battere ciglio lo indossa, rallentando giusto il tempo necessario ad infilarsi i due falli di lattice in corpo.
Si sistema lo slip, rabbrividendo leggermente per l’intrusione.
- Che intenzioni hai? - chiede Roberta, languida.
- Scoparvi! - Esclama Mara, dando un’occhiata a Daniele e me. - Loro due per il momento sono KO. - dice, indicandoci. - Noi dobbiamo pure divertirci, nel frattempo. - Si muove lentamente verso di loro, più che altro perché i due corpi estranei infilati nel suo ventre non le rendono molto facile la deambulazione.
Si inginocchia alle spalle di Milena. - Tu continua pure quello che stavi facendo, - le dice, afferrando il fallo di lattiche che le sporge tra le gambe e guidandolo tra le gambe di Milena. - che al resto penso io. -
Roberta si rigira a pancia sopra, spalancando le gambe davanti al viso della rossa, che attende ad occhi socchiusi le azioni di Mara.
- Com’è? - chiede Milena a Roberta, mentre Mara inizia a penetrarla.
- Com’è, cosa? -
- Essere presa da due uomini assieme. - Puntualizza Milena con un filo di voce, mentre l’olisbo continua ad affondare dietro di lei.
Io ho già avuto modo di sperimentare la sua capienza, ma Mara fissa ad occhi spalancati il corpo di Milena ricevere senza problema alcuno il lungo fallo artificiale.
- Se quei due porcelli si riprendono, potrai provarlo. - Risponde Roberta, prima di spingersi la testa di Milena verso il pube.
- Mi piacerebbe proprio. - dice, un attimo prima di attaccare le labbra al clitoride della biondina.
Io e Daniele ci scambiamo un’occhiata: se già avevamo la sana intenzione di riprendere le danze al più presto, questo non fa che aumentare i nostri buoni propositi.
Roberta si è impossessata di un cuneo anale e lo porge a Milena, che senza ulteriori spiegazioni lo infila rapidamente nel culetto della ragazza, riprendendo poi a leccarla.
Mara stantuffa senza riguardo alcuno e non so se piace più a Milena o a lei: so solo che entrambe miagolano come due gatte in calore.
Certo che lo spettacolo è decisamente esaltante: il contrasto tra le due ragazze e la matura cinquantenne tra di loro, crea un effetto strepitoso. Ed infatti gli effetti su noi due maschietti si vedono immediatamente. Dopo qualche minuto di spettacolo siamo già a buon punto e le nostre mani prendono a lavorare sui rispettivi membri.
- Guardateli, i due porcelli. - Dice Mara, senza nemmeno rallentare.
Milena solleva la testa e ci guarda, leccandosi le labbra.
- Non ti secca se ne approfitto? - chiede a Roberta.
La biondina si abbassa e le infila la lingua in bocca.
Quando si staccano, un sottile filo di saliva testimonia il trasporto di quel bacio.
- Guarda che non devi chiedere il permesso, qui ognuno fa quello che preferisce. -
Milena sorride e si volta verso Mara.
- Vieni anche tu? - le chiede ammiccando.
- Fa conto che ti sono attaccata. - ribatte lei, ridacchiando.
Milena si sposta lentamente tra me e Daniele e si impadronisce dei nostri uccelli. Non sono ancora in piena forma, ma ho come il sospetto che tra poco lo saranno.
- Questa è la serata delle novità. - Commenta, prima di ingoiarli alternativamente.
Roberta, lasciata da sola, non si scompone poi molto: con un colpo di genio si alza in piedi e si impadronisce della videocamera. Nell’abilità di ripresa non sarà il massimo, ma dubito che in uno studio televisivo abbiano mai visto un operatore tanto stuzzicante.
Milena ha ottenuto ciò che voleva, io e Daniele siamo nuovamente in linea, pronti all’uso e Mara, che ha capito dove vuole andare a parare la rossa, si affretta a lasciarle il campo libero, sfilandosi dal suo corpo.
- Che ne dite di fare pure a me quello che avete fatto a Roberta? - chiede.
Non servono risposte, ci limitiamo a trascinarla tra noi due e dopo un attimo si ritrova distesa impalata su di me mentre Daniele armeggia alle sue spalle. Quando la penetra, Milena spalanca gli occhi e un sommesso rantolo filtra tra i denti serrati allo spasimo.
Prendiamo a muoverci lentamente, dandole tutto il tempo di gustare a pieno questa nuova esperienza e dall’espressione che ha sul viso sembra proprio che ne sia sommamente soddisfatta.
- Non avrei... mai pensato... fosse... così... bello... - Gorgoglia. - Dai... più forte... -
L’invito non ci coglie impreparati e cominciamo a muoverci sempre più veloci , mentre dalla gola di Milena comincia ad uscire un vero e proprio urlo. Incitati da una simile reazione, ci diamo dentro a tutta forza: vedo Milena che strabuzza gli occhi, le manca il respiro, non riesce nemmeno più a gemere, mentre sussulta violentemente stretta tra me e Daniele. Sembra quasi abbia le convulsioni, ed un brivido di paura mi attanaglia le palle, quando le si rovesciano gli occhi e si accascia su di me, priva di forze.
- O porca puttana! Spostati! - intimo a Daniele, che si affretta ad obbedire allarmato, sentendo la tensione nella mia voce.
Rovescio Milena su un fianco e mi tranquillizzo immediatamente, ha socchiuso gli occhi e un leggero sorriso le increspa le labbra mentre mi osserva, completamente cotta.
- Tutto a posto? - le chiedo, gentilmente.
Lei annuisce continuando a sorridere.
- Dammi un minuto per riprendere fiato. - Bisbiglia.
Sollevato, mi distendo sul letto: ci mancava solo che mi andasse in svenimento, cazzo!
Mentre noi ci dedicavamo a Milena, Roberta e Mara non sono state con le mani in mano, la videocamera ha funzionato a tutto spiano e sarà interessante vedere la reazione di Milena quando le faremo rivedere il filmato debitamente montato.
Soddisfatte del lavoro svolto, hanno giustamente deciso di prendere qualcosa anche per se e dal cassetto delle meraviglie è comparso il vibro preferito dalle due porcelle, quello doppio, a serpente.
Si sono piazzate per terra, sulla moquette, una di fronte all’altra e la biscia di lattice scivola alternativamente nelle loro fichette.
Io e Daniele lasciamo Milena sul letto a riprendere fiato e raggiungiamo le due ragazze, porgendo loro gli uccelli da succhiare, ai quali si dedicano con amore e dedizione per qualche minuto.
Poi Mara si stacca da Daniele.
- Volete vedere una cosa? - chiede tutta felice, come se intendesse mostrarci un abitino nuovo.
- Cosa? - chiede Roberta.
- Ci ho provato per non so quanto tempo ed ora finalmente riesco a farlo. - Si limita a dire Mara, sfilandosi il serpentone dal ventre e frugando nel cassetto.
Quando ne toglie le mani, per poco non ci viene un colpo a tutti e tre: ha tirato fuori lo “scherzo”, perché di questo si trattava quando glielo abbiamo regalato per il suo ultimo compleanno.
Sapendo quanto apprezza i grossi calibri, “volevamo stupirla con effetti speciali” quindi le abbiamo regalato quel mostro nero. Dico mostro nero, ma potrei chiamarlo cazzo da cavallo, perché le misure di certo non sono umane. E’ lungo esattamente cinquanta centimetri ed ha un diametro di otto che, all’altezza della cappella, aumenta a dieci. Più che un cazzo, sembra un braccio.
Di morbido lattice nero, satinato, con grosse vene in rilievo, vicino al corpo minuto di Mara risulta ancora più impressionante.
- Stai scherzando? - Bisbiglia Roberta, osservando ad occhi spalancati l’amica.
Lei sorride e fa cenno di no con la testa, mentre unge abbondantemente di glicerina fluida il bestione, poi porta una manina tra le gambe e si da un’insaponata pure alla fichetta.
- State a vedere. - Dichiara, distendendosi sulla moquette e spalancando le gambe, portando le ginocchia dietro alle braccia.
La osserviamo, oscenamente scosciata, con fichetta ed ano in mostra, mentre punta il capellone, afferra l’asta con entrambe le mani e comincia lentamente a spingere.
Rimaniamo immobili come statue, trattenendo il fiato. Con la coda dell’occhio vedo Milena muoversi sul letto in cerca di un punto di vista migliore.
- Oh, Dio santo! - sento che mormora.
Mara strizza gli occhi, ansima come un mantice, digrigna i denti, ma non smette di spingere.
Con lentezza esasperante, le labbra della vagina si allargano, accogliendo progressivamente l’enorme intruso.
E’ il punto più difficile: il bordo della cappella. Per un momento Mara smette di spingere, tirando il fiato, poi riprende con decisione ed all’improvviso, dopo un’ultima resistenza, la punta sparisce nel suo ventre, strappandole un grido che di piacere non ha assolutamente niente.
Il volto teso è quasi viola, e non riesco proprio a capire come possa trovare piacevole una simile dilatazione, ma lei respira lentamente, tentando di rilassarsi, mentre un debole sorriso le illumina il volto, che lentamente riprende il colorito naturale.
Serra le manine con più forza attorno all’asta e ricomincia a spingere, infilando in profondità il dildo. Quando ne ha fatto entrare circa un terzo, inverte il movimento, iniziando a scoparsi lentamente.
Roberta, che non ha staccato gli occhi dall’amica nemmeno per un istante, si rigira veloce sulle ginocchia e si piazza tra le gambe di Mara, iniziando a lambirle il grilletto con la lingua.
Lo spettacolo è talmente eccitante che tra un po’ le orecchie cominceranno a fumarmi. Continuando a fissare il ventre di Mara, mi piazzo alle spalle di Roberta, e senza neppure sfilarle dalla fichetta il “serpente” la sodomizzo di botto.
Daniele mi imita, saltando sul letto e riservando lo stesso trattamento a Milena, che sta praticamente sbavando dall’eccitazione.
Il movimento impresso da Mara al dildo si fa più rapido, mentre la moretta mugola sotto la duplice stimolazione, dando evidenti segni che il dolore iniziale sta rapidamente e drasticamente lasciando posto al piacere.
Mi muovo lentamente dell’ano di Roberta perché mi rendo conto che un simile spettacolo potrebbe farmi andar fuori di testa in un lampo, ed invece ho tutta la voglia di prolungare al massimo questa serata di giochi. Chi invece non ha nessuna remora a scatenarsi è Milena che, ormai sta avendo orgasmi a raffica sotto i colpi di Daniele. Ha una mano infilata tra le gambe e si sgrilletta a tutto spiano, miagolando come una gatta in calore, mentre Daniele la sbatte a tutta forza.
Durante i pochi secondi che ho dedicato ad osservare quello che combinano Milena e Daniele, Mara ci ha dato dentro di brutto: il bestione nero sta stantuffando a tutto spiano nella sua fichetta strappandole un continuo mugolio di piacere. Ha gli occhi fuori dalle orbite e rivoli di sudore le scendono copiosi lungo il viso ed il petto.
Il suo orgasmo è talmente improvviso da coglierci tutti di sorpresa: fino a un attimo prima si stava scopando a tutta velocità, un secondo più tardi, piantato fino in fondo il mostro, lo lascia andare, inarca la schiena puntando le spalle a terra e ulula il suo piacere al soffitto, nella migliore imitazione di un coyote che abbia mai sentito.
Roberta lascia che l’amica si rilassi, poi con dolcezza ed attenzione inizia a sfilarle dalla fichetta martoriata il bisonte.
Va tutto bene fino a quando l’enorme cappella non arriva a dilatare le grandi labbra.
- Fermati! - Le intima Mara in un rantolo. Ho come l’impressione che l’uscita sarà altrettanto dolorosa dell’entrata. - Toglilo d’un colpo solo! - Istruisce la moretta, stringendo subito dopo i denti, e fissando negli occhi Roberta.
Per precauzione io mi sfilo dal suo sederino, dandole campo libero. Lei si puntella sulle ginocchia, afferra a due mani l’intruso e ricambia lo sguardo di Mara, che annuisce seccamente, sempre a denti stretti.
Roberta non aspettava altro. Con un grugnito da uno strappo al dildo che scatta fuori dalla fica di Mara con un percettibile “plop” decisamente osceno, immediatamente seguito da un rantolo di dolore da parte di Mara.
Dal foro dilatato della sua fichetta escono abbondanti le secrezioni dell’orgasmo.
Immediatamente Roberta si china sul ventre dell’amica, iniziando a baciarla con dolcezza.
Io invece mi metto le mani nei capelli, ‘ste due sbarbine stanno diventando sempre più pericolose.
- Potrebbe entrarci una mano. - Dice Roberta, fissando estasiata il foro slabbrato di Mara, con una strana luce negli occhi.
Avvicina la destra alla fica dell’amica e, con somma attenzione, ci infila tre dita come niente fosse.
Mara alza la testa, sogghigna e bisbiglia un lubrico - Dai! -
Roberta ritrae la mano, unisce le dita a cuneo e le punta sul vestibolo, come poco prima ha fatto Mara col dildo.
Spinge lentamente e, dopo solo una piccola resistenza, si ritrova con la mano imprigionata fino al polso nel ventre di Mara.
- Oddddddio! - Sibila la brunetta, quando Roberta inizia a scoparla. - E’ molto meglio del vibratore. -
- E’ pazzesco! - sento dire Milena al mio fianco. Mi volto leggermente: Daniele è immobile dietro di lei, Accasciato sulla schiena, è evidente che le ha appena riempito il retto di sperma. Con un movimento fluido la rossa si sfila da sotto il biondino, che si rovescia sul letto tentando di riprendere fiato, e striscia fino a raggiungere le due ragazze distese sul pavimento.
- Cosa senti? - chiede a Mara, accarezzandosi la fica.
Le ragazza boccheggia per qualche secondo.
- E’ incredibile. - dice alla fine. - Mi sento... completamente piena... riesco a sentire le... dita di Roberta... che mi frugano.. dentro... che si agitano... nella pancia. -
Milena mi guarda in tralice, ed immediatamente so che ha tutta l’intenzione di provare anche lei. Infatti si siede accanto a Mara, allargando le gambe e fissando Roberta.
- Fallo anche a me. - le dice, dischiudendosi le labbra della fica con le dita.
Salto su ed afferro al volo la boccetta del lubrificante, ungendo abbondantemente la mano libera di Roberta.
Questa non è proprio da perdere: non appena ho finito, afferro la videocamera portatile e inquadro la scena, proprio mentre la mia giovane amante affonda quattro dita nel ventre di Milena, che sospira di piacere, mentre dall’ano, ancora dilatato dall’opera di Daniele, cola lentamente un filo di sperma.
Conosco per esperienza la capienza di Milena e quindi non ho dubbi sul fatto che possa sopportare tranquillamente una cosa del genere.
Continuando a scopare Mara con la destra, Roberta ritrae la sinistra, richiude il pollice sul palmo e riprende a spingere, rallentando solo all’approssimarsi delle nocche della mano; osserva con attenzione Milena per captare eventuali cenni di dolore, ma la rossa se ne sta ad occhi chiusi assaporandosi la penetrazione.
Spinge ancora un po’ e la mano entra completamente, seguita senza eccessivi problemi da un bel pezzo di avambraccio.
- Caaaaaaazzzzo! - Farfuglia Milena, boccheggiando. - E’ terribileeeee! -
Roberta aspetta qualche istante, poi inizia a fottere le due amiche all’unisono, entrando ed uscendo dai loro ventri con decisione.
Non resisto più: tutta la serata è stata a dir poco un overdose di eccitazione ed ho il cazzo talmente gonfio da farmi male. Butto la telecamera da una parte senza nemmeno curarmi di controllare se l’ho spenta, mi piazzo dietro a Roberta, punto l’uccello al suo buchetto posteriore e, con un secco colpo di reni, mi pianto completamente dentro di lei, sodomizzandola senza alcuna remora. Lei ha qualche problema di equilibrio, non avendo le braccia sulle quali puntarsi, ma con un po’ di collaborazione da parte mia riusciamo a sistemarci al meglio possibile.
Daniele si alza e si impossessa della telecamera e si mette a filmare. Lui ormai è arrivato alla fine, può anche permetterselo.
Io invece sono in dirittura di arrivo, ma stringo i denti per resistere ancora qualche istante. Voglio riempire il sederino di Roberta godendomi l’orgasmo di Mara e Milena.
Che non si fa attendere poi molto. Le due donne si tengono strette per mano, quasi ad incoraggiarsi a vicenda, mormorando tra di loro, quasi a sincronizzarsi.
Le vedo tendersi, inarcare i corpi sotto le spinte di Roberta, digrignando i denti ed ansimando senza sosta. Milena improvvisamente divarica al massimo le gambe, solleva di scatto la testa, sbarra gli occhi ed esala quello che sembra in tutto e per tutto l’ultimo respiro, mentre Mara, puntati i talloni a terra, fa forza sulle gambe e sulle spalle, staccando completamente il corpo da terra ed urlando senza ritegno.
Lo spettacolo è talmente eccitante che vengo quasi senza rendermene conto: un attimo prima sto sbattendo Roberta a tutto spiano ed un secondo dopo, piantato completamente dentro di lei, le sto allagando l’intestino, mentre un fulmine di piacere mi scorre del basso ventre fino al cervello.
Roberta sussulta a sua volta, accasciandosi a terra sui gomiti, con le mani ancora imprigionate nei corpi di Milena e Mara e letteralmente piangendo dal piacere.
Ammucchiati sul lettone, cerchiamo tutti e cinque di riprendere fiato.
- Penso proprio che questa serata non la scorderò mai! - dichiara Milena, quasi parlando a se stessa, mentre si massaggia lentamente l’inguine. Appoggia la testa ad una mano e ci guarda sorridendo. - Quanto tempo perso... - dice, con evidente rammarico.
Roberta socchiude gli occhi e la fissa. - Guarda che c’è sempre tempo per rimediare. - le dice.
Milena annuisce, con un espressione estremamente entusiasta in volto. - Spero che mi darete una mano. -
- Una l’hai già avuta, questa sera. - Ribatte Mara. - Come prima volta mi sembra più che sufficiente. -
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15 years ago
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Grandi pulizie di stagione
Puntuale come una cambiale, alle otto del mattino, mio nipote C***** si presentò al cancello di casa nostra.
- “Sto arrivando”, gli urlai mentre mi accingevo a chiudere la porta di casa.
-“Sei già pronta zia” ! Esclamò meravigliato e con un pizzico di delusione che gli si leggeva palesemente in viso.
- Gli risposi immediatamente… “Certo non era alle otto l’appuntamento?”
Pensai subito che, forse il “bulletto” avrebbe voluto trovarmi in pigiama magari per gustarsi le mie forme giunoniche in santa pace per poi sfogarsi a modo suo.
Il ragazzo, infatti, non sospettava minimamente cosa gli sarebbe accaduto da li a poco ed io volevo portarlo al massimo dell’eccitazione senza fargli capire nulla delle mie intenzioni ma, facendogli sembrare tutto occasionale.
Salii nella sua macchina, una vecchia e sporca Fiat Uno, allacciai le cinture di sicurezza e ci avviammo verso la casa al mare.
Durante il tragitto, iniziai ad ammaliarlo dicendogli che avvertivo la calura estiva ed allargai ad arte le mie gambe, proprio come una “vera donnaccia”, alzando la veste sopra le ginocchia per far passare aria proprio là.
C***** notò subito quella mia “sfrontatezza”, infatti quel portamento non era mia consuetudine e C******* che mi conosce molto bene diventò rosso in modo molto evidente.
Arrivammo alla meta, ed io chiesi a C******* di spalancare tutte le finestre per dare aria e luce all' appartamento, mentre mi avviai in bagno per fare pipì, lasciando uno spiraglio della porta aperta in modo che lui potesse spiarmi ed iniziare ad eccitarsi.
- Dopo aver preparato e bevuto un caffè, iniziai a organizzare il lavoro – spiegandogli cosa dovevamo fare.
Decisi, per prima cosa, di togliere tutti i giornali che coprivano i mobili e chiesi a C****** di aiutarmi mandandolo a prendere la scala nel ripostiglio.
- Detto, fatto – il buon C******* prese la scala e la sistemò, da “emerito pivellino” insistette tanto per salire lui sopra – togliendosi, così, una grande opportunità - quella di assaporarsi le mie forme da sotto.
- Ma la giornata era appena iniziata ed io continuai a stuzzicarlo ad arte continuando a fare i comuni servizi di casa in modo da mettermi in mostra e farlo arrapare come un toro.
Non tardò ed il ragazzo iniziò a dare i primi segni di cedimento, non poteva resistere più impassibile al richiamo femminile.
Dopo qualche minuto, mi disse che aveva delle inspiegabili fitte di dolore in direzione dell’inguine e che non ce la faceva più a tirare il fiato ed a stare in piedi.
- Capii subito che l’eccitazione gli era salita al massimo e che se non avessi ricorso subito a svuotargli le palle, sarebbe dovuto ricorrere alla cure di uno specialista per sbrogliargli i testicoli.
Lo invitai a stendersi sul letto e gli slacciai la cintura dei pantaloni… “Zia che fai !” - Esclamò dolorante senza comprendere ancora cosa gli stava per accadere… “Non ti preoccupare C******, ti prego chiudi gli occhi e lasciami fare, so che è tutta colpa mia” gli dissi.
- “Ma Zia… Perché colpa tua?… Non capisco!” – rispose meravigliato.
- O meglio… fece finta di non capire perché si vergognava come un ladro, quasi piangeva dal dolore – allora gli infilai delicatamente la mano negli slip e toccai un membro enorme e umidiccio, tanta era l’eccitazione che il suo pene iniziò a secernere liquido vischioso in abbondanza.
- “Oh… Zia… Ma…Ma che fai !”, mormorò al contatto della mia mano con il suo uccello.
Gli liberai velocemente il pene dai pantaloni e dalle mutande iniziandolo a massaggiare dolcemente con le mani, tutta l’asta era tirata al massimo e mostrava una enorme cappella lucida.
Non avevo mai visto dal vivo un cazzo simile e di quelle dimensioni poi, sicuramente più di venti centimetri di lunghezza ed un diametro impressionante, quello che è certo, è che la mia mano non lo conteneva tanto era grande e grosso.
- Quell’arnese mi mandò letteralmente in estasi e lo presi in bocca assaporando la sugosa cappella, dopo solo due affondi nella mia bocca il cazzone di C******** schizzò copiosamente sborra… Un mare di sborra densa che m’inondò il viso ed i capelli.
- “Oh…Ziaaa… Perdonami”… Sussurrò ancora incredulo il ragazzone.
- “Dai C******** non ti preoccupare a zia… Rilassati siamo soli…Non ci vede nessuno, ora tocca a te”, così dicendo mi alzai la veste e gli salii a sessantanove sopra il suo viso invitandolo a leccarmi.
Sentii le sue grandi mani allargarmi le natiche, non si curò nemmeno di sfilarmi le mutande ed inizio a baciarmi e leccarmi come un dannato tra le cosce, mentre io gli ripulivo il suo bel cazzo con la lingua ed ogni tanto lo piazzavo tra le tette strappandogli dei lunghi sospiri di piacere.
- Ora volevo sentire la furia di quella carne dentro di me, così come avevo sempre desiderato, mi stesi sul letto levai le mutandine, ormai impregnate di tutto e divaricai le gambe invitandolo a montarmi sopra nella tipica posizione del missionario.
- Il ragazzo prontamente esaudì il mio desiderio, me lo ritrovai sopra con tutto il suo peso ed il suo grosso arnese che mi penetrò la vagina, facendomi provare una sensazione mai saggiata prima, sentivo il suo grosso membro entrare tutto dentro fino al collo dell’utero e il suo scroto sbattermi tra le natiche del culo quasi a volermi schiaffeggiare.
- Mi pompò in quella posizione come un dissennato, senza degnarmi di uno sguardo, era in un evidente stato d’imbarazzo, mentre io gli ripetevo con tono sensuale – “dai gioia mia continua così…Fammi godere… Siiii… Sborrami pure dentro non ti preoccupare a zia…Riempimi tutta”.
- Dopo qualche minuto C******* si impuntò con i piedi spingendomi al massimo il suo cazzo dentro la vagina e ansimando di piacere avvertii il suo membro più volte pulsare ritmicamente dentro di me riempiendomi la pancia di sborra bollente.
- “Vengoooo… Ziaaa… Ah…Si, tutto per te… Si… Per te… Uh…Porca putt… ” ! Finalmente si liberò svuotandosi completamente le palle dentro di me.
- È stato meraviglioso ricevere e poi vedere tutto quel seme che lentamente “eruttava” dalla mia fica come se fosse lava che fuoriusciva dal cratere di un vulcano scolando tra le mie cosce in una interminabile lunga colata.
- Il ragazzo s’incantò a guardare quello spettacolo della natura, incredulo delle sue doti e dopo essersi ripreso, mi confessò che quella era stata la sua prima volta, che nonostante i suoi venticinque anni aveva solo fantasticato tirandosi delle belle seghe e quando arrivava all’apice del piacere sborrava abbondantemente apostrofando frasi ingiuriose in conto del suo oggetto del desiderio.
- Dopo averlo rassicurato che quanto faceva fosse normale pratica, comune a tutti i ragazzi ci addormentammo soddisfatti trascurando tutto quanto il resto.
© Cornelius68
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15 years ago
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25 anni di matrimonio
Quando passione e fantasia si coniugano con intrigo ed erotismo
Un fascio di luce filtra dalla persiana mi sveglia. Sono quasi le dieci del mattino, ed in uno stato di disordine mentale e di stordimento fisico ritorno lentamente alla mia quotidiana realtà.
Intorpidita, come un automa, preparo il caffè. Nei pochi minuti di attesa, rivivo quanto è accaduto ieri sera.
Velocemente mi determino!
Oggi la giornata di ferie, scelta per affrontare le quotidiane attività domestiche, rispetto alle quali mi trovo un attimino indietro, avrà un altro fine.
Sorseggio il caffè tornando a letto. Il leggero lenzuolino contiene il calore di un corpo ancora in fermento. Il fumo della sigaretta dissolve i suoi ghirigori nel suo plastico lento risalire verso l’alto. Incontra i raggi di un tiepido sole primaverile che ne accentua l’eterea trasparenza.
Tra le calde lenzuola sono particolarmente compiaciuta della mia ultima performance erotica e, riflettendoci, mi sorprendo di me stessa riconoscendo che mai avrei potuto immaginare quanto potesse essere intrigante, e piacevole, un rapporto intimo con il più classico dei giochini erotici.
Mi rigiro nel letto in preda ad una strana sensazione, ancora assopita le mani cercano la presenza di un qualcosa che non trovano.
Mentre tento di dare riscontro a tali interrogativi formo il suo al telefono. Risponde. E’ lui.
Sorvolo sui convenevoli “amore mio cosa stai facendo?...sai sonoancora a letto…” c’è malizia nelle mie parole unita ad tono suadente e particolarmente accattivante. Gli confesso di percepire ancora il suo intimo odore diffuso sul mio corpo e ammetto, di stare rivivendo ogni passaggio del nostro coinvolgente amplesso, con un particolare calore che, lentamente, governa i miei pensieri. “…tesoro ti vorrei adesso accanto a me…”
È esplicito il mio stato di donna innamorata! Nel mentre i suoi silenzi sono la chiara conferma della sua sorpresa. Non gli ho offerto alcuna possibilità di ribattere al mio invito.
Il suo diniego alla mia profferta mi lascia con il magone. Desidero ardentemente sciogliermi al calore di un corpo in fermento.
La mente comincia a martellarmi. Fotogrammi di immagini sembrano attecchiti ai miei occhi, ho voglia di un qualcosa che sappia dare al mio corpo nuove sensazioni, sento che è il momento di dare alla mia vita quel friccichino che fino a ieri sera ho accantonato.
Il mio corpo richiama la sua voglia di godere. Fantastico sola su quanto quel giochino sia stato accattivante, e di quanto delicato sia stato il mio compagno ad utilizzarlo.
Una particolare sensazione accentua il mio desidero di gioire di intime carezze! Ma il mio pudore mi inibisce di farlo da sola. Non saprei come dare inizio alla mia solitaria performance!
Solo una doccia potrebbe rilassarmi. Nuda mi soffermo ad osservare il mio corpo allo specchio, mi accorgo subito del rossore del mio viso, che non so se ricondurre ad una intima vergogna ovvero da una nuova sensazione che piano piano si sta appropriando del mio corpo. L’immagine mi restituisce la figura di una plastica 44, con tutte le forme proporzionate al fisico. Il seno da coppa da champagne restituisce delicatezza al mio essere, mi giro lentamente, pavoneggiandomi al cospetto di un culetto niente male, ancor di più impreziosito da gambe non lunghe ma ben tornite.
L’espressione che tutti mi riconoscono è quella di una santarellina, il taglio del viso è infatti delicato e i caratteri somatici sono quelli della classica mamma di famiglia .
Ancor più frastornata mi lascio scuotere dall’acqua scrosciante della doccia. Inebriata libero le mie mani sul corpo, complice il piacevole ricordo della notte passata, ormai, schiava della mia eccitazione, vivo una emozione diversa. Apprezzo il piacere che le mie mani sanno dare al mio corpo. Le seguo scivolare su una pelle resa vellutata dall’acqua. Dai fianchi risalgono sul petto, si soffermano sul seno, quasi bloccate dai delicati capezzoli che lentamente si gonfiano all’intrigante contatto. Poi ancora più lentamente seguono il sinuoso corpo sino all’interno delle cosce sfiorando, pudicamente, e a più riprese, il piccolo cespuglietto.
Ad ogni carezza un intimo fremito mi sconvolge. Schiudo naturalmente le gambe ed agevolo le mie carezze. Non riesco a fermarmi, né credo di averne voglia di farlo!
Chiudo gli occhi e, sola con il mio corpo, libero il mio desiderio.
Sottili sono i gemiti che emetto!
Mi dispiace non essere riuscita a trasmettere la mia attuale esigenza di un maschio contatto, mi abbandono, quindi al mio solitario fare e godo!
Le carnose labbra strette tra i denti contengono sospiri intensi e profondi.
Godo di me stessa con il mio piacere portato via dall’acqua.
Non avevo mai goduto in solitario del mio corpo e devo riconoscere che è una componente di cui oggi mi dolgo.
Non so cosa mi stia accadendo ma sicuramente qualcosa sta crescendo in me, è bastata una notte di eccitante passione ad indurmi a riflessioni che coinvolgono il mio essere donna. È sottile il passo che può trasformarmi da moglie a femmina così come ancora più sottile è il limite che trasforma l’amore in passione. Ed è ora che trasformi i miei atteggiamenti di donna alla ricerca della passione dell’amante.
Accompagnata da questi pensieri raccolgo me stessa in una seria riflessione.
Alla soglia dei 50 anni, un matrimonio in giovane età mi ha permesso di gioire di un figlio che già oggi è autonomo, già a pieno titolo nel difficile mondo del lavoro e con prospettive di floride soddisfazioni.
Ma una coppia con tanti anni di matrimonio alle spalle non può, e non deve, diventare succube della routine quotidiana le cui conseguenze, sicuramente nel tempo, ledono i giusti equilibri che si è riuscito a costruire.
Questa filosofia sarà adesso il mio modo di vivere in modo diverso il mio rapporto di coppia.
E tra meno di una settimana festeggiamo le nostre nozze d’argento!
Ammetto a me stessa di non aver vissuto intensamente il mio rapporto di coppia. Il mio uomo avrebbe voluto fare della trasgressione una dottrina di vita con l’unico scopo di mantenere viva la mente alla ricerca di nuove sensazioni che, nello stimolare la reciproca fantasia, avrebbero dato il piacere di assaporare intimamente le gioie che dal sesso possono scaturire.
Confesso di essere stata piuttosto restia a seguire le sue fantasie sessuali preferendo gestire la mia sessualità in modo normale.
I nostri rapporti sono senza alcuna componente trasgressiva, eppure ne godo in maniera piena ma so che resta alta nel suo corpo la lussuria che, probabilmente non riesco a fargli smaltire. Più di una volta mi ha confessato, tra il serio ed il faceto, del suo toccarsi intimamente sino ad arrivare ad un secondo solitario piacere, nel mentre mi coccolavo tra le braccia di Morfeo.
Prendo atto che se ciò poteva soddisfare me sicuramente non stava bene a lui!
Giorno dopo giorno, fatalmente, l’amore si è trasformato in rispetto e la passione ne è diventata l’inevitabile vittima.
Riconosco, che sono stati diversi i suoi tentativi per svegliare la femmina dormiente che era in me ma, oggi ammetto con il senno del poi, che gli stessi non hanno sortito gli effetti sperati. I suoi erotomani pensieri non sempre sono stati raccolto dalla mia puritana cultura!
Neanche aver acquistato, nella sua sottile strategia tesa al mio convincimento, una serie di video hard e, un delicatissimo dildo color oro ha dato lo sperato impulso ad un rapporto che negli anni ha perso il dinamismo dei tempi migliori.
Ricordo di come contrariata ho seguito la sua giustificazione come naturale conseguenza di un rapporto che deve essere aperto alle più svariate esperienze, accompagnando tale riflessione con l’asserzione che la visione in compagnia avrebbe sicuramente dato maggiore impulso al nostro rapporto, nel senso che probabilmente avrebbe aggiunto quel tocco peccaminoso di sicuro piacere.
Ed è quel dildo che adesso cerco smaniosa tra le lenzuola!
Quell’onirico fallo tornato prepotentemente nel mio rapporto di coppia nel tentativo di rinvigorirne l’unione.
Lo scatolone, conservato per anni nell’armadio, ieri è stato riesumato per fare il necessario spazio agli indumenti di una famiglia che crescendo richiama i suoi giusti maggiori spazi.
In quello scatole avevo conservato, il termine più giusto è nascosto, i suoi gadget di passioni scemate. Lui ha passato oltre un ora davanti al suo vecchio VHS e in serata, ha sostituito il frenetico zapping televisivo con la visione di uno di quei suoi vecchi filmetti.
Iniziata la programmazione ilarità e scherno sono i suoi primi commenti nel gustare le scene che passano nel video quando l’oggetto principale di alcune performance erotiche di una giunonica mia coetanea era un dildo, simile al nostro, che sapientemente utilizzava per soddisfare la sua voglia di sesso e, nel contempo, stimolare la reazione del suo compagno che, accanto a lei godeva di uno spettacolo intrigante.
Un video di quelli amatoriali dove un intimo rapporto è reso pubblico dalla insana voglia voyeristica di rendere concreto la ricerca di nuove sensazioni.
Il giochino animato nelle esperte mani di una bella donna restituiva gemiti di piacere misto all’intrigo al compagno.
Le scene lentamente diventano più accattivanti anzi, oserei dire, più coinvolgenti. Lentamente mi sono lasciata trascinare. Sfido chiunque a restare inermi davanti a delle immagini ad alto contenuto erotico considerando che la iniziale curiosità si trasforma lentamente in morboso interesse.
Su questo convincimento certamente faceva leva la sua strategia, su quello spirito di emulazione che insito in ciascuno di noi porta a stimolare la propria fantasia.
Ciò che mi stava succedendo era proprio questo, ad occhi semichiusi, ho raccolto le gambe sul divano, con mascherato pudore, mordicchiavo le labbra, come a voler reprimere quella intima sensazione che mi stava assalendo. Mi stavo abbandonando a un qualcosa di ritrovato!
La mia intima debolezza si è scossa alla sua riflessione “…dimmi che non ti sta piacendo quello che quella gran gnocca sta facendo?”
Con voce roca e storpiata dalla eccitazione di cui ero assalita “non essere stupido …come pensi che io possa trasformarmi in troia vedendo solo delle immagini fredde e …….costruite…”
La risposta, per come data, sinceramente era poco convincente!
“Non riesco a capire come può quella lì godere di un coso artificiale quando accanto a lei c’è uno stallone che può possederla selvaggiamente” aggiungo continuando, con malcelato interesse, a vedere le scene che scorrevano in TV.
La sua, sicuramente interessata, spiegazione “…in un rapporto di coppia le sensazioni erotiche crescono a dismisura quando si aggiungono componenti diverse, ed originali, che aumentano il grado di coinvolgimento dell’amplesso…” mi impone una immediata riflessione.
Intanto, contro ogni mia volontà, una mano lentamente va a nascondersi tra le pieghe della mia gonna, risalendo con particolare interesse dalle gambe all’intimo incrocio.
Carezze intime ed intriganti.
Con vergogna maschero il mio stato rendendomi contemporaneamente conto, di analoga situazione che accanto a me coinvolge il mio uomo. Anche la sua mano è sparita al di la del bordo del corto pantaloncino che indossa, dove qualcosa di veramente grosso traspare. E, anche lui, emotivamente coinvolto, gioca morboso con il teso muscolo, duro per l’eccitazione che l’attuale situazione procurava ad entrambi.
Mentre le immagini scorrono sul video, mi accuccio a lui avviando carezze e, scoprendomi intimamente umida, gli offro delicati ed impercettibili mugolii di piacere, sintomo della mia crescente libidine.
Anche una sua mano intrigante percorre il mio corpo, lentamente si insinua tra il solco del delicato seno sino a stringere, con particolare passione, tra le dita, gonfi capezzoli!
Carezze amorevoli preludio di una notte di passione.
L’altra mano stringe provocatoriamente il piccolo dildo nel classico gesto di offrirmene la vibrante corposità. È sfacciato quando lascia scivolare lentamente la punta sulla preziosa seta delle calze che avvolgono le mie gambe. Ed ancora più impudente quando apprezza il mio gemere all’intimo contatto.
Stringo le cosce, non per pudore ma per percepire il leggero vibrare! Ed unirmi all’unisono allo stesso.
Prendo direttamente contezza dello stato della sua eccitazione contemporaneamente mi impossesso tra le dita del suo pulsante muscolo. Carezzo un attributo che sento palpitare frenetico! D’impeto le mie calde labbra giocano delicate su quel muscolo che, teso, non aspetta altro che percepire il calore della mia bocca. La lingua saetta frenetica, gioca morbosa sulla punta raccogliendo famelica la gioia che gli sto donando.
Anche lui ha il suo da fare, intrecciando un 69, e giocando, alternativamente con il suo giochino, delicatamente la lingua raccoglie dalla mia intimità ogni goccia del mio piacere restituendomi gli aneliti della sua passione.
I nostri gemiti si mischiano a quelli della porno – coppia, impegnati in un amplesso, il loro, ricco di lussuria!
Il piccolo divanetto si trasforma, in breve, nell’alcova del nostro piacere.
Godiamo quasi subito, annegando nei rispettivi tremori! Un caldo seme riempie la mia bocca, con gli ardenti miei umori che dissetano il suo bisogno di amore.
La parola fine scorre sul video mentre tra le sue mani vedo la piccola videocamera chiedendomi provocatoriamente “posso riprenderti nei nostri amplessi …. poi li rivediamo… assieme?... sarebbe bellissimo….”
Non raccolgo l’oscena proposta e di rimando “dai andiamo a letto…staremo più comodi…. Non ti dimenticare il tuo giochino vorrei…. divertirmi ancora….”
E, dopo una notte di travolgente passione, adesso è il dildo che cerco. È lì, inerme sul comodino come fosse in attesa di animarsi di nuovo.
La sua trasgressione si è anche estesa ad acquistare della lingerie intima piuttosto particolare che, superato i primi tentennamenti, ho cominciato ad indossare, ma stamattina mi supero, ho scelto la più particolare. Con indosso erotici capi. un accattivante perizoma in pizzo nero e trasparente organza abbinato ad un reggiseno a balconcino dai delicati effetti retrò, rassetto l’alcova di una notte di passione. Sculetto plastica con una strana euforia in corpo. In sottofondo una musica dei REM accompagna la mia strategia.
Euforica mi sdraio. In mano rigiro quel piccolo fallo che ieri sera è stato oggetto del nostro piacere, ne ammiro le dimensioni, lo stringo tra le dita, ne risveglio la vitalità.
La mia espressione diventa ambigua quando la dorata punta carezza a fil di pelle il mio corpo, il solco del mio seno si riceve l’onirico membro, mi soffermo prima sulle aureole e poi sulle delicate mammelle, i capezzoli sollecitati si inturgidiscono, prima uno e poi, in rapida successione l’altro. Impercettibili mugolii di piacere cominciano a riecheggiare nella stanza.
Le gambe raccolte mettono in risalto il piccolo cespuglietto nero del mio sesso.
L’unica trasgressione che in tanti anni gli ho concesso è stato raderlo per rendere più intrigante la parte più intima del mio corpo!
Sono piacevolmente impressionata dalla performance avviata, sta venendo fuori la zoccoletta che è in me. Porto il finto glande alla bocca, chiudo gli occhi, l’essenza del suo corpo è ancora forte tra le lenzuola. Ansimo mentre ne gusto l’intera dimensione.
La lingua gioca con sapiente maestria sul finto prepuzio, diventa percettibile il mio gemere affannato. È l’inizio di un nuovo godimento che comincia a possedere l’intero mio corpo.
Una mano tiene il finto membro in bocca, roteandoci sopra la lingua, l’altra scivola morbosa tra le intime labbra, umide da una diffusa eccitazione ormai padrona del mio corpo.
Sono pronta a godere di nuovo!
Un pensiero veloce. Il suo impegno di anni a farmi crescere sessualmente ora sta dando i suoi agognati frutti. Sento di voler diventare la migliore amante e la complice perfetta di un nuovo rapporto di coppia che non avrà più limiti .
Gemo intensamente quando l’onirico fallo, ormai animato dalla mia sapiente regia manuale, è pronto a sostituirsi nell’azione possessoria di quella fessura di cui fino ad oggi era lui l’unico padrone.
In posizione prona lo splendido fondoschiena offerto ad un etereo compagno, che molte notti lo hanno fatto impazzire di piacere, con lenta maestria guido l’azione possessoria dell’asta plastificata “mmmmhhhhhh … si prendimi … fammi .. godere .. ssssssssiiii ” ansimo come una porcellona mentre l’uccello plastificato scorre liberamente, e per tutta la sua dimensione, nella intimità bagnata come non mai.
Lo specchio mi restituisce la mia espressione di intima puttana.
Grido, ansimo, gemo come fossi una cagnetta in calore.
Sempre più presa dall’eccitazione parlo con l’etereo compagno “ sono pronta …. mhhh …. sto per venire … si…….. siiiii …. siiiii …. eccomiii …….. vengoooo ………” Una lussuria indescrivibile mi coinvolge mentre mi abbandono al mio lascivo piacere
“Ti sono piaciuta!......” è il mio provocatorio commento a quanto mio marito sta facendo.
Soddisfatta prendo atto che la mia strategia mi ha premiato.
Dopo la doccia ho ben posizionato la sua telecamera in camera, e indirizzata verso il nostro Talamo di passione, ho dato avvio alla mia trasformazione in donna lussuriosa e calda.
Ho ripreso la mia erotica passione.
Poi consapevole della sua particolare curiosità ho lasciato acceso il video con la video camera, certa che lo avrebbe azionato. È bastato che la inserisse…
Rapita dalla mia voglia ho voluto offrirgli quella parte nascosta di me e dimostrare al mio uomo il mio nuovo modo di essere femmina. E quanto di erotico sono riuscita a materializzare è rimasto, indelebile, impresso nel video registratore.
Adesso è steso a letto con un superbo uccello ben stretto tra le dita, che imperioso svetta tra intime carezze “Potevi chiamarmi sarei stata pronta a darti il meglio di me stessa, quel coso sì mi ha fatto godere… ma preferisco il più carnale maschio muscolo …”
È sorpreso!
“…mi sei mancato come non mai stamattina” rivolta al suo intimo “adesso desidero farti morire…….” sdraiandomi al suo fianco. Le labbra a fatica contengono le frenetiche pulsazioni di un sesso maschio, preludio di un morboso e diverso godimento.
Con un gioco di lingua fantastico assaporo pienamente quanto è il frutto del suo piacere.
I suoi gemiti si uniscono ai miei.
Pochi secondi per godere anch’io del suo caldo seme che, impetuoso schizza riscaldandomi il viso. Continuo a giocare con la famelica lingua, avida di dissetare direttamente dalla fonte la mia nuova sete di passione. Anche lui condivide il mio bisogno di un calore diverso. Le sue mani impazziscono sul mio corpo, ogni millimetro di pelle si elettrizza a erotiche carezze. Ancora una morbida lingua raccoglie il mio piacere. Di nuovo il mio corpo gli regala la mia ritrovata e calda passione.
So che non sarà possibile recuperare venticinque anni di passioni sopite. Indietro nel tempo non si può tornare, ma sono certa che da ora in poi ogni giorno sarà un nuovo giorno. Aver risvegliato sopiti ardori mi accompagnerà verso notti dove un solo calore impererà nel mio rapporto con il sesso. Il calore di due corpi uniti in un solo ardente abbraccio.
È il mio personalissimo regalo per il nostro anniversario ne è la tangibile conferma!
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15 years ago
geppettino2003,
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L\'atteso ospite...
Storia vera scritta da mia moglie.
Mario (nome di fantasia), un nostro caro amico, il quale da tempo nutriva interesse nei miei confronti era stato da poco trasferito in zona per questioni di lavoro.
Un giorno ci telefona informandoci che sarebbe passato per farci visita e mio marito, considerando l’eccezionalità dell’evento, ha pensato subito di sfruttare l’occasione per poter soddisfare uno dei sui desiderio reconditi.
Michele, infatti da tempo coltivava il desiderio di vedermi all’opera con un altro uomo, sinceramente quando me lo ha proposto non ho dato molto peso alle sue parole perché è solito scherzare e poi è sempre stato molto geloso di me.
Ma in quei giorni l’ho visto tornare spesso sull’argomento, lo vedevo molto eccitato al pensiero che io potessi abbandonarmi tra le braccia di un altro uomo e la visita di Mario sarebbe stata, secondo lui, una buona occasione.
Così dopo una serie di "tira e molla" ho accettato di soddisfare questo suo desiderio, organizzando con lui tutti i dettagli dell’incontro.
Arrivato il giorno, Mario si è presentato puntuale a casa nostra nel primo pomeriggio di un sabato con in mano un bel mazzo di fiori.
Quel giorno per ammaliarlo, decisi d'indossare una gonna aderente corta sul ginocchio, autoreggenti ed una camicetta che metteva bene in risalto il mio seno.
Dopo i saluti ci accomodammo tutti e tre in salotto ed io mi sedetti di fronte all’ospite divaricando leggermente le gambe con l’intento di lasciare intravedere quanto potesse iniziare a farlo eccitare.
Mario non si lasciò sfuggire l’occasione e mentre discuteva con mio marito, vidi che puntò i suoi occhi tra le mie gambe cercando di scrutare tra le mie cosce.
Iniziai a muovermi ad arte per sedurlo e dopo un po’,come concordato con Michele, gli chiesi se gradiva bere un caffè.
Al suo scontato “si grazie!”, mi recai in cucina per preparare il caffè e dal mio cellulare, di nascosto, composi il numero di casa nostra.
Prontamente il telefono in salotto squillò e Michele rispose… fingendo di essere stato chiamato urgentemente a lavoro, il commiato tra i due non fu lungo, Michele si scusò con l’ospite pregandolo di rimanere a bere il caffè e andò via di "corsa", nascondendosi in soffitta dove poteva vederci grazie ad una feritoia per l'aria senza alcun problema.
Io ero in cucina con le gambe che mi tremavano, percepivo che stava per accadere qualcosa di eccezionale… allora feci un lungo respiro e ritornai in salotto con il vassoio del caffè e mi sedetti accanto a lui chiedendogli quanto zucchero voleva… Mario senza perdere tempo con la mano iniziò ad accarezzare le mie gambe si avvicinò e all’improvviso iniziò a baciarmi freneticamente, ho sentito la sua lingua tutta nella mia bocca quasi a volermi togliere il respiro e la sua mano frugare tra le mie cosce trovando la figa già bagnata.
Oh… dal respiro capii che era eccitatissimo, non so come mi sono ritrovata sdraiata sul salotto a cosce divaricate, priva dell'intimo che indossavo e con la sua lingua tra le labbra della mia figa a leccarmi appassionatamente, ricordo la punta della sua lingua che penetrava la mia vagina dilatandomi la natura.
Non tardò molto che raggiunsi il primo orgasmo… Ah ormai ero andata… Godevo pensando a mio marito che da lassù in soffitta mi vedeva scopare, perciò volevo regalargli qualcosa di unico.
Mi alzai e invitai Mario a sfilarsi i pantaloni per potergli prendere il membro in bocca, in un istante si calò le braghe e io iniziai a succhiargli l’uccello spingendolo fino in gola, Mario in piedi davanti a me con la mia testa tra le sue mani iniziò a sospirare di piacere, ancora qualche altro affondo e sarebbe esploso sborrandomi in bocca.
Ma io non volevo risolvere l’incontro con un semplice pompino, dopo avergli lubrificato bene il cazzo con la saliva gli chiesi se voleva mettere il suo uccello nel mio culo… Mario stupito per quanto gli avevo appena proposto non se lo lasciò ripetere una seconda volta, alzò rapidamente la mia gonna fin sopra la schiena e mi posizionò alla pecorina appoggiandomi allo schienale della poltrona, allargò le mie natiche, insalivò il mio culo infilandomi prima un dito per dilatarmi, poi appoggiò il suo grosso uccello e lo spinse dentro iniziandomi a fottere come uno vero stallone.
Che sensazione… Mario urlava di piacere ed ho dovuto zittirlo pregandolo tra i miei gemiti, sentivo il suo cazzo riempirmi tutta la pancia ed un piacere indescrivibile dentro la vagina come non avevo mai provato prima, Mario non resistette molto… Esplose dentro con il suo seme bollente… Ricordo che venne abbondantemente dentro il mio culo… Ah… Mi sentivo una gran porca con l’ano che mi grondava, consapevole che mio marito ci stava osservando.
Mario sfinito tirò fuori dal mio culo il suo cazzo, e si rivestì in fretta, ancora incredulo per quanto accaduto bevve il caffè ormai freddo, lo bevve chiedendomi se poteva ritornare a farmi visita qualche altra volta, io soddisfatta gli risposi di si ma… "Non di pomeriggio".
Michele, se pur geloso di me, mi ha raccontato che ha goduto molto vedendomi scopare con Mario e che sarebbe disposto a ripetere l'esperienza.
© Cornelius68
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15 years ago
admin, 75
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Goccia dopo goccia
PREMESSA
Stamattina sembrava una mattina come tutte le altre...
ero calda, emozionata, come tutte le mattine, felice di vedere la luce del giorno: mi sono alzata e sono andata a fare la doccia.
Qui Ho incominciato ad avvertire qualcosa di strano, ad un certo punto ho capito che sul mio corpo sentivo ancora il profumo di lei... le mie dita toccando il mio corpo mi emozionavano, mi ricordavano le sue mani su di me... il mio corpo rispondeva a stimoli passati come se lei fosse li, cenno forse che la voglia di lei non mi era passata ed anzi, andava aumentando di minuto in minuto.
Sapevo che dovevamo incontrarci da li a poco, ed ero consapevole di quello che provavo ma non sapevo come avrebbe reagito lei...
L'INCONTRO
Lei è bellissima, mora, non troppo alta, capelli in un disordine che le dona perfezione, jeans attillati, stivaletti scamosciati, una giacca in pelle nera: faccia da schiaffi, sorriso malizioso.
Io sono la ragazza della porta accanto, la persona semplice che non da dell'occhio, una persona che veste semplicemente lasciando dietro a se' tante domande e che da poche risposte, la persona che cattura i pensieri e le fantasie, la persona che non si conosce mai perfettamente, la persona capace di stupirti e catturarti ogni giorno in modo differente... profonda conoscitrice di me stessa...
Ci siamo incontrate finalmente, il mio corpo vibrava ancora dalle emozioni... il cuore in gola, i capezzoli duri e sotto... completamente gonfia. Avrei dovuto forse sfogarmi in bagno, prima dell'incontro ma sarei arrivata decisamente sconvolta e quest'eccitazione che conservavo, nascosta e repressa, in un certo senso mi piaceva...
Da come mi guarda ha capito tutto. Sa di potermi fare sua, ma non vuole ancora, le va di parlare un po'... scherza, maliziosa, mente spudoratamente dicendo che le piace quello che ho addosso in quel momento. Fa finta di niente e mi da un colpetto con il piede... si scusa e sorride... io lo interpreto come un cenno: vuole andar via.
Mi sembrava di morire, seduta su quella sedia, guardandola negli occhi e non capendo neanche la meta' di quello che diceva.
Mi sembrava di morire e di esser nuda mentre mi guardava, con quello sguardo sicuro di chi sa di aver vinto in partenza.
Mi sembrava di morire perchè sapevo e speravo che dopo succedesse qualcosa.
Avevo tante sensazioni, sentivo che era giusto cosi e non riuscivo a distorcere lo sguardo, ero ipnotizzata.
DA FANTASIA A REALTA'
Avevo gia' deciso di dedicarmi a lei in modo particolare, regalandole sensazioni uniche, sensazioni che solo una persona davvero interessata e passionale può trasmettere, ma aspettavo l'occasione giusta e questa sembrava l'avverarsi dei miei sogni.
Dovevo provare...
Le dico che devo passare un attimo per casa, che non serve che lei venga su, che ci metto un secondo e torno giù subito. Ho dimenticato un DVD per un amico...
Lei mi accompagna, io salgo da sola... aspetto una decina di minuti e mi affaccio alla finestra: le chiedo di salire perche' non lo trovo, cosi magari mi da una mano e facciamo prima...
Lei sale. Arriva alla porta, io le apro. Chiudo la porta dietro di lei...
La guardo e chiudo a chiave... gli occhi mi si illuminano e la vedo emozionata... io non resisto e le sfioro leggermente il fondoschiena, giusto una carezza e un breve complimento "ti trovo sempre bene"
Chissa' se si ricorda di quello che c'è gia' stato fra di noi... chissa se prova ancora delle emozioni per me o se è solo una mia illusione ?
Cerchiamo per qualche minuto, il dvd che cerchiamo non c'è in casa mia, se lo avesse trovato per me sarebbe stata una vera sorpresa, in quanto che io sappia, non c'è mai stato....
Ad un certo punto si stufa e si siede sul letto della mia camera... io mi avvicino e le dico che non puo' stare seduta li... quindi la faccio alzare. Nel farla alzare le metto le mani alla vita, mi siedo io dove era seduta lei e, prendendola per la cintura, cerco dal basso i suoi occhi...
Quando li incontro capisco che può essere mia ed io posso essere SUA ....
Scrivere quello che si è fatto non è elegante e non è nel mio stile, ma poco più di quattro ore assieme le abbiamo passate, fra coccole, risate e divertimenti vari. Il lenzuolo del letto, diventato un lago di piacere, è da buttare via, ma ne è valsa la pena.
Non mi sono risparmiata, il mio obiettivo era quello di fare di tutto per renderla felice e rilassata. Ho cercato di stupirla con tutte le armi possibili e sono sicura che si sia divertita come poche volte: l'ho capito dal suo sorriso, l'ho capito da come tremava mentre la esploravo, l'ho capito... perchè quando abbiamo finito siamo rimasti a lungo a guardarci.
Lei poi se ne è dovuta andar via, sono soddisfatta di quello che ho fatto e di come l'ho fatto... consapevole di aver lasciato un ricordo unico che mai nessuno potrà cancellare o eguagliare, qualcosa che durerà nel tempo...
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15 years ago
admin, 75
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Una serata nera...
sono un trav di 33 anni ,che prima di abitarea roma vivevo in un piccolo paese.Era il 26 di dicembre di 8 anni fa',data la mia" attidudine sessuale"non avevo nessuno con cui passare le feste,decisi allora di andare in citta'in cerca di qualche cazzo daspompinare.Mi preparai alla grande:calze autoregenti ricamate,perizoma,gonna abbastanza corta,camicetta bianca,un bel regiseno che mostrasse la mia seconda misura,giacca,mi truccai e infini indossai un paio di scarpe con tacco che slanciavaancor di piu' le mie gambe.Passai prima per la stazione ferroviaria per acquistare lesigarette,tanto era deserta e quindi non correvo nessun rischio di essere riconosciuta,difatti era deserta,feci il mio acquisto e mi avviai verso la citta',dopo un paio di km un ragazzo di colore mi fece l'autostop.Li per li ero indecisa ma la cosa mi intrigo'e decisi di caricarlo,intanto si stava preparando un brutto tempo che minacciava nubivragio,sali' in macchina mi ringrazio'emi disse che abitava a 4 km da li,in una casa dentro la vecchia zona industriale.Il suo sguardo ando' subito alle mie cosce,e la cosa mi aveva eccita molto,entrati nella zona industriale incomincio' un nubifragio che mi costrinze ad accostare in una piazzola, spensi il motore ed in un attimo tutti i vetri si appannarono creando un attemosfera da sesso.Luui si presento'e notai che aveva appetito sessuale,posai la mia mano sul suo cazzo,lo tirai fuori e incominciai a spompinarlo subito divento' duro tanto da sentirlo fino in gola e forse oltre,con una sua mossa mi ritrovai a pecora sul suo sedile mi senti un grosso palo entrare nel mio culetto che guasi mi fece perdere i senzi dal dolore,il quale si trasformo' in goduria pura,per la prima volta mi sentii veramente troia!!!mi stava spaccando in due ed io godevo come una porca!!!!!,in un attimo mi ritovai tutta nuda le sue enormi mano maneggiavano le mie tette,i capezzoli erano diventati magicamente duri poi quando stava per venire preseil suo cazzo e me lo mise in bocca soffocandomi con la sua calda sborra......e' stata la serata in cui mi sono sentita donna perche'avevo fatto godere un'uomo veramente. Mi rimisi apposto e lo accompagnai nella sua abitazione,arrivati mi invito' a salire,entrai evide altri due bei ragazzoni e in me scatto una voglia di fare la troia immensa,jmmy racconto' loro la nostra avventura,i loro sguardi immediatamentesi posarono su di me ,capi subito le loro intensioni,mi sedetti sul divano mi tolsi lagiacca e loro immediatamente mi raggiunsero,si abbassarono i pantaloni e mostrarono la loro mercanzia.Incominciai a sompinarli tutte e due,uno mi incomincio'a succhiare i capezzoli,dopo5 minuti di spompinamento,mi ritrovai in ginocchio con un cazzo in bocca e uno nel culo:era quello che avevo sempre desiderato due cazzi neri enormi tutti per me!!!mi possedettero per circa mezzora poi decisero di venirmi in bocca,tutto quel caldo sperma eraper me ,non ne feci sprecare neanche una goccia!!!!1avevo passato una SERATA DA VERA TROIA!!!!!!
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15 years ago
admin, 75
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La mia vicina di casa
Quella sera l’aria calda d’estate si faceva sentire. La città era semi svuotata dalle ferie di fine luglio. Alle 20.00 ero stanco di stare sdraiato sul divano ad ascoltare musica folk cercando rinfresco dal condizionatore. Misi un polo sui calzoncini e mi avviai nel bar che di solito frequentavo per un aperitivo. Qualche turista affollava i tavolini del locale, Mario quando entrai mi saluto stringendomi la mano, mi disse che andava di fretta, il locale era pieno e da buon gestore doveva accontentare la clientela. Qualche francese, una famiglia tedesca, cinque Ucraine dalla minigonna e scolatura mozzafiato che ridevano a crepapelle. Presi posto nello sgabello che dava sul bancone, da li avevo l’intera visuale del bar, chiaramente vedevo benissimo quelle ucraine così….Ordinai un neuroni, e nonostante il caldo e l’alcool dentro la mia testa la fantasia iniziava a galoppare e con essa tra le mutande qualcosa cresceva. Mi accorsi d’esser eccitato, quando una di quelle ragazze alzandosi da tavolo per andare (credo in bagno) mi fece vedere le mutande da sotto quella gonna. Rimorchiare sarebbe stato difficile, non avevo voglia di stare li a sghinniazzare a parlare on i gesti, per poi magari essere concedato con un ci vediamo. Pensavo che avevo voglia solo di una bella sveltina senza troppe complicazioni. Poi la fantasia si placò e il mio pisello smise di pulsare. Salutai Mario e tornai a casa. Sul portone incontrai Nadia, cinquantenne quasi, focosa con due tette da quinta misura, un po’ in carne forse ma pur sempre attraente. Una canottiera che lasciava poco immaginazione del suo panorama, una gonna talmente attillata che la linea del suo perizoma non poteva che non notarsi. Nadia moglie separata di un noto avvocato, abita al piano di opra al mio e di notte, nel mio letto che sta proprio di sotto al suo ho fatto viaggiare la mia mano pensandola. La aiutai a portare le buste della spesa fino all’ascensore, del resto con lei sono molto gentile e lei con me a dir poco provocante. Dentro quel trabiccolo lei mi disse “gran caldo oggi, eh??” ed io un po’ per l’ambiente, un po’ per il neuroni, un po’ perché guardavo solo le sue tette risposo “si muore…” poi arrivati al quinto piano, il mio, prima di scendere m ‘invito a bere qualcosa a casa sua ed io non me lo feci ripeter due volte. Il suo appartamento in pratica è identico al mio se non fosse per l’arredamento e per il mio disordine che li rendevano diversi. Posammo le buste della spesa in cucina, mi fece accomodare sul divano del salotto, poi si tolse i tacchi dicendomi che le facevano male i piedi, infine verso un po’ di jack daniels con tre cubetti di ghiaccio in due bicchieri e uno di essi me lo porse. Iniziammo a parlare del più e del meno, lavoro, problemi, il caro vita, quel caldo di quella sera….Nadia parlava e si strusciava il bicchiere in faccia cercando refrigerio, io ascoltavo dicevo la mia, ma quel wiski che in quel momento si mescolava col Neuroni di una mezz’oretta fa e…lei, mi rendevano meccanico nella conversazione visto che la mia testa era proiettata in altri lidi. Ho quarantott'anni e vivo in quel edificio da 10 e da quando sono li ho sempre sognato di trovarmi a tu per tu con Isa. Altre volte era capitato ma non ero mai arrivato dove volevo arrivare e dove lei sapeva che volevo arrivare. Quella sera però me la trovavo di fianco al divano con un bicchiere in mano, gambe accavallate e canottiera troppo piccola per le sue enormi tette. Cominciai con un complimento banale lei sorrise s sorseggio fissandomi dal suo bicchiere. Quasi ipnotizzato iniziai ad accarezzarle la spalla con l’indice arrivai a sfiorarle la tetta destra, lei continuava a sorridere e io all’indice aggiunsi tutte le altre dita. La sua tetta adesso sostava nel palmo della mia mano. Nadia posò il bicchiere mi prese la mano e con quel ghigno civettuolo mi disse. “ Che fai???” Non risposi bevvi l’ultimo sorso del mio drink e posai il mio di bicchiere, poi mi avvicinai a lei leccai lobolo del suo orecchio e a quel punto le sussurrai “ti voglio”. Mi condusse per mano fino alla camera da letto, inizio a sfilarsi la gonna e togliersi la canottiera li chiesi se poteva rimanere in mutande e reggiseno mentre comincia a sfilarmi la mia maglietta. Lei acconsentì. L’abbracciai tenendole strette le chiappe e iniziammo a baciarci mentre lei furtivamente mi abbassava i pantaloncini. Aveva il mio cazzo in mano e iniziò a farmi una sega…senti il un brivido nei primi due colpi…poi s’inginocchiò e prima di infilarlo in bocca mi disse “ti farò un pompino d’alta scuola…non venire subito…” e infatti quella sua bocca sembrava fatta a posta per contenere cazzi, la sua lingua viaggiava leggera su e giù per la mia asta, la cappella succhiata in quel modo non l’avevo mai provato e…venne sborrandogli tra le labbra. Mi sentivo un fesso , ma lei disse di non preoccuparmi e mi aciugo il cazzo con un paio di fazzoletti. Poi si sedette nel letto e accendendosi una sigaretta mi guardava e disse: che faccio mi rivesto???? Gli dissi ma che scherzi e avvicinandomi a lei seduta li porsi il cazzo moscio nuovamente vicino la bocca e dopo un breve tiro dissi “Riportamelo duro…..e dopo ti scopo come una troia” E la troia cominciò a succhiarlo atternado ad un tiro alla sigaretta il mio cazzo. Poi lo strofinava nelle tettone, due Sali e scendi un'altra leccata e il mio cazzo era di nuovo in tiro. Gettai la cicca sul portacenere sollevai Nadia la girai e la misi a pecora. Diedi due schiaffi sul suo culone, spostai il filio del perizoma e con meticolosità appoggiai il mio cazzo al buco del suo culo. Entri leggero piano piano affondavo e riuscivo. Quando si dilatò il suo bellissimo buco, rimasi qualche secondo con l’ intero cazzo dentro….un schiaffetto e dicendoli “urla troia..” cominciai a sfotterla sbattendolo con veeemenza…… e lei urlava la troia, mi gridava ancora che le piaceva, mi implorava di sborrargli il culo, che stava godendo…..e durai stavolta tanto da provare un piacere ineguagliabile, il suo culo, il mio cazzo, le sue tette…..e poi venni. Spalmandogli la mia sborra su tutto il corpo. Scopammo per l’intera notte, e da quella notte con Nadia quando capita va a finire che scopiamo.
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15 years ago
admin, 75
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La mia fantasia
Sono davanti allo specchio mentre mi sto truccando. Il mio riflesso mi piace sempre di più perché pian piano mi sto trasformando in quel Mr Hide con il quale riesco ad esprimere me stessa. Recentemente ho letto "Diario di una ninfomane" e mi ci sono riconosciuta perché "Io sono una ninfa. Semplicemente una ninfa.". Amo donare all'uomo ciò che vuole, ma non solo sesso. Metto amore in ciò che faccio e non voglio essere pagata. Il mio pagamento è la soddisfazione che il mio partner mi dimostra a gioco finito.
Ora la mia prospettiva si è ampliata. Non gioco più da sola, ma con il mio compagno, il mio fidanzato. In prevalenza giochiamo con coppie anche se il mio desiderio sarebbe farlo con più uomini con lui che mi guarda. Vorrei che guardasse come amo dare piacere... Come mi sento ninfa o porca o qualsiasi altro nome mi si voglia dare.
Immagino di essere portata, bendata, in una casa, di un mio o un suo amico, per cena. Lì ci sono ad attendermi, oltre all'amico, altri quattro uomini. Tutti dall'aspetto di bravi ragazzi, quelli che non ti aspetteresti mai facessero cose “perverse”. Io vestita in modo molto provocante: vestitino che scende morbido sulle mie forme, accentuando quelle giuste, autoreggenti, un completino intimo appena comprato di colore bianco per contrastare con il nero del vestitino e delle calze, gli stivali con un po' di tacco sempre neri e dei guantini che salgono per tutto il braccio. Il trucco non è da meno, sottolineando con un bel rossetto rosso le mie labbra.
Arrivati in casa, sempre bendata, mi fanno sedere e mi porgono qualcosa da mangiare. Io sono agitata per il fatto di non sapere cosa stia realmente succedendo, ma la voce del mio compagno mi rassicura così apro la bocca e assaggio ciò che mi è stato posto. E' un crostino con un po' di pomodoro sopra, diciamo una mini bruschetta, e subito dopo viene seguita da qualcosa di alcolico. Uno dei ragazzi mi dice "Così ti sciogli meglio e stai meno tesa...". In effetti l'alcool inizia a fare quasi subito effetto ed io mi sento più tranquilla. Chiedo se è possibile togliermi la benda così da poterli vedere tutti e poter essere ancora più tranquilla. Mi accontentano. Tolta la benda, mi ci vuole un po' ad abituarmi alla luce. Quando ciò avviene, noto che sono tutti seduti a tavola, apparecchiata per bene. Il mio compagno è seduto lontano da me mentre gli altri cinque sono posizionati chi a fianco a me, chi di fronte. Il nostro amico comincia le presentazioni e così uno per volta inizio a sapere i loro nomi. Sono agitata ed eccitata nello stesso momento... So quello che dovrà succedere ma ho timore di non riuscire a soddisfarli tutti o di bloccarmi prima. Cerco comunque di non darlo a vedere e, mentre si sta mangiando e chiacchierando, mi alzo e vado un attimo in bagno. Il padrone di casa mi accompagna e mi chiede se mi serve una mano. Sono tentata, ma desisto. Non è ancora il momento. In bagno cerco di calmarmi almeno un po'. Non è facile. Tornata in sala, si riprende a scherzare, ridere, bere e mangiare. Poi sento che i due miei vicini di sedia iniziano a toccarmi rispettivamente le gambe. Tendono a salire sempre di più per scoprire cosa indosso, ma io li fermo. Non mi va di far godere solo loro del mio intimo. Se mi devo mostrare devo farlo a tutti. Così mi alzo e mi vado a sedere sul divano. Tutti mi guardano e so che cosa vogliono. Seduta, allargo pian pianino le gambe per far loro sbirciare ciò che c'è sotto. So di aver attirato tutta la loro attenzione e questo mi invoglia ancora di più ad aprire le gambe e a mostrarmi. Ecco che mi trasformo in quel Mr Hide. Ecco che subentra la mia seconda parte, quella che tendo a nascondere. La mia parte lussuriosa. Proprio mentre sto per aprirle ben bene, le richiudo e mi alzo. Vedo nei loro volti la delusione per quel mio gesto e la preoccupazione che io ci abbia ripensato. Non hanno, invece, capito che io sto progettando altro. Di lì a poco, infatti, inizio ad alzarmi lentamente il vestitino e a far comparire le balze delle mie autoreggenti... Ancora un po' più in su e si inizia ad intravedere il mio perizoma bianco. > chiedo io. Non aspetto la loro risposta perché l'ho già intuita dal loro sguardo. Così continuo a far salire il vestitino che scopre il mio corpetto in coordinato al perizoma. Faccio che togliere il vestito del tutto e mi giro per dar loro la visione anche del lato posteriore del mio corpo. Poi mi riavvicino alla tavola, mi risiedo e bevo un po' d'acqua come se niente fosse. I miei due vicini rimettono la loro mano su di me mentre gli altri tre si avvicinano. Mi invitano a spostarmi, sempre seduta sulla sedia, al centro della sala così da poter rendere più agevole il loro muoversi. Così faccio e inizio a sentire labbra e mani ovunque. Il mio compagno si siede di fronte di me e si gode la scena. Dopo un po' di tempo cerco di fermarli perché voglio vederli tutti nudi. Voglio che si spoglino per me. Loro non se lo fanno ripetere due volte e lo fanno. Poi chiedono a me di continuare il mio spogliarello. Mi sfilo per prima cosa e da seduta gli stivali. Poi lentamente i guanti. Mi alzo e mi sfilo il corpetto. Lascio ammirare il mio prosperoso seno con i capezzoli eccitati e turgidi... Intanto le mie mani scendono e lentamente sfilano il mio perizoma. Faccio nuovamente una piroetta per farmi ammirare tutta... Sento che uno di loro mi prende e mi abbraccia da dietro. Mi bacia il collo e tocca il seno dando il via a tutti. Ricomincio a sentire labbra e mani su tutto il mio corpo finché il padrone di casa non ci dice >. Non ce lo facciamo ripetere e ci trasferiamo in camera. Lì c'è ovviamente il letto, ma anche una piccola poltroncina dove il mio compagno può comodamente osservare tutta la scena. Prima di buttarmi nella mischia, però, mi avvicino a lui, lo bacio, gli faccio uscire il cazzo dai pantaloni e glielo tocco un po'. Dopo mi metto al centro dell'attenzione dei miei cinque ragazzi. All'inizio voglio leccare e succhiare il cazzo a tutti quanti per assaggiarli e prenderci confidenza. Così mi metto a pecora con i loro attrezzi davanti. Nel frattempo che lo succhio a uno sento gli altri che mi toccano ed esplorano il mio corpo. Più mi toccano, più li succhio e mi eccito. Ad un certo punto, vedo il nostro amico che scende e mette la faccia tra le mie gambe per assaggiare il mio fiore tutto bagnato. Mi fa impazzire così inizio a succhiare gli altri con più voglia e passione. Un altro amico si sposta e inizia a prendersi cura del mio buchino più stretto. Sento sempre la lingua e qualche volta un dito che cerca di prepararmi alla futura penetrazione. I tre rimasti davanti a me se lo fanno succhiare e toccare a turno. Quando gli altri dicono che sono pronta il padrone di casa mi fa mettere a cavalcioni su di lui e lo faccio entrare. L'amico dietro tiene il dito dentro ancora un po' per vedere la mia reazione. Quando capisce che sono pronta appoggia la sua cappella e piano piano fa entrare tutto il suo cazzo dentro. Intanto con le mani tengo altri due membri e succhio l'ultimo che fa muovere con le sue mani la mia testa su e giù. Sono tutta piena e mi fa impazzire. Il mio compagno si sta toccando come un matto e mi dice >. Sentire che anche lui a suo modo partecipa mi dà una scarica in più, unita agli ansimi dei cinque miei amici di avventura. Ogni periodo di tempo si scambiano ed io ne approfitto per riprendere fiato e per ansimare e godere di quell'esperienza. Il mio compagno è venuto già la prima volta, ma ora sta continuando a toccarsi dicendomi che la seconda volta verrà sul mio corpo insieme agli altri. Infatti dopo che tutti hanno provato ogni mio buco e le mie mani, mi fanno sdraiare a pancia in su e iniziano a segarsi per venire sul mio corpo tutti assieme. Pian piano sento i primi schizzi e poi l'inondazione di tutto il loro seme. Sono piena sul seno, sulla pancia, qualcosa anche sui capelli. Questo loro godimento e il sentire il loro sperma provoca in me un orgasmo mai provato e così vengo con un gridolino molto acuto. Stravolta, mi aiutano tutti quanti ad alzarmi dal letto e il padrone mi porta in bagno e mi dà le asciugamani per permettermi di farmi una doccia. Finita la doccia, mi avvio verso il salone dove gli altri sono andati per rivestirsi. Sento che parlano con il mio compagno e si scambiano pareri sull'esperienza. Sono curiosa e cerco di non farmi sentire perché voglio origliare, sentire ciò che dicono.
> dice uno. L'altro >. Il padrone di casa dice >. Il mio compagno >. Gli altri in coro >. Dopo un po' che origlio mi presento in sala con le asciugamani e prendo la mia roba. Quando sto per uscire per andarmi a rivestirmi in bagno, il padrone di casa mi invita a farlo davanti a loro. Così, anche se un po' imbarazzata, lo faccio. Dopo essermi rivestita, io e il mio compagno salutiamo tutti, li ringraziamo della bella serata e ce ne andiamo.
Saliti in macchina io mi giro verso di lui, lo bacio e gli dico > Lui capisce che ho ascoltato la parte finale del discorso e sorride. Arrivati a casa mi prende e mi scopa come mai aveva fatto prima.
Sono ancora davanti allo specchio che ho finito di truccarmi. Questa fantasia mi ha fatto bagnare le mutandine. Ora ho una voglia incredibile. Speriamo che questa serata con la coppia di amici vada a buon fine.
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15 years ago
Riddu331714,
27/27
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Photò
Avevo convinto una mia amica, che aveva già posato per me varie volte, a fare delle foto glamour presso un professionista che aveva pubblicato un annuncio in cui ricercava una modella ; la sera dell’ incontro era stata accuratamente preparata, tutto era stato pianificato lingerie abiti accessori erano stati accuratamente selezionati. Giunti allo studio , abbiamo conosciuto il fotografo, un ragazzo sui 22 anni , e dopo i saluti iniziali siamo entrati ;Nando cercava di fare conversazione e di creare un feeling con Mary ora con una battuta ora con una chiacchiera mentre preparava il set fotografico . Quando tutto era quasi pronto Nando invitò Mary a spogliarsi in quanto ci sarebbe voluto del tempo prima che si togliessero i segni degli elastici sulla pelle ma avendo previsto il problema le avevo fatto indossare un tailleur con minigonna e sotto solo un reggicalze senza neanche le mutandine mentre la giacca nascondeva una camicetta in seta quasi del tutto trasparente e due bei seni piccoli ma sodi . Mary tentennava , così , per superare quel l’ attimo di incertezza, le son andato dietro abbassando la zip della gonna che è scesa giù mostrando le splendide cosce coperte da calze in seta nere ed un reggicalze anch’ esso nero molto alto di gusto retrò . Nando dopo un attimo di indecisione esclamò “la fica è molto bella come il resto , anche il “pelo” è ben curato .Ora fammi vedere le tette tesoro ”. Mary tolse giacca e camicetta ,poi si sedette su uno sgabello in sky accavallando le gambe e piegandosi in avanti nel tentativo di coprirsi il più possibile ma Nando, tirandola a se, la fece alzare e la sospinse con una mano sul culo verso il set dicendole” fatti vedere, sei così bella” . Prese la sua Nikon e, mentre diceva a Mary cosa fare, cominciò a scattare ma dopo alcuni minuti si mostrò insoddisfatto e mi chiese se poteva essere più autoritario in quanto Mary non collaborava sufficientemente e si mostrava sempre critica con un atteggiamento od una espressione. Gli risposi di farsi rispettare e di fare tutto quanto egli riteneva opportuno ; a quelle parole Nando si avvicinò a Mary ,e dopo averla guardata negli occhi,le infilò una mano tra le cosce insinuandosi con due dita nella sua vagina mentre con la seconda la cinse per evitare che si scostasse poi si girò verso di me dicendomi” guarda la mano è tutta bagnata, le piace, è tutta eccitata ma non lo vuole ammettere nemmeno a se stessa”. Poi rivoltosi verso Mary le disse”adesso fai la femmina!” e con una sonora sculacciata la spinse nuovamente sul set ove Mary cominciò ad assecondare maggiormente Nando che mentre le faceva assumere le pose , non mancava mai di palpeggiarla dappertutto toccandole ora la fica ora il culo ora i suoi capezzoli per farli venire più fuori(necessità sceniche diceva) . Mary era entrata nella parte si cambiava la lingerie senza il minimo imbarazzo talvolta aiutata anche da Nando che le sistemava il “ pelo” sotto le mutandine o infilava queste ultime tra i glutei, assumeva le posizioni indicatele ed obbediva a tutti gli ordini; era bellissima con quegli accessori in toulle, in pizzo quasi sempre trasparente e lei ci giocava toccandosi sotto la sua guida. Dopo molti scatti ,Nando decise di fermarsi per un break e con una mano sul culo di Mary si diresse, ed io con loro, verso un piccolo divano . Nando cominciò a baciarla e leccarla ora sui seni, che succhiava avidamente, ora sulla fica già oltremodo bagnata, poi si mise in piedi davanti a lei e per i capelli, in maniera decisa , la tirò giù dal divano facendola inginocchiare e, sbottonata la cerniera , le riempì la bocca con il suo cazzo. Per alcuni minuti Nando continuò ad andare su e giù nella bocca di Mary tenendola per i capelli così che quella non potesse sottrarsi o ridurre la spinta data al cazzo dal suo movimento , quindi uscì dalla sua bocca e riposizionò Mary sul divano inginocchiata e con il culo diretto verso di lui. Fece forza sui glutei divaricandoli per fare entrare aria nella fica e per divertirsi nel sentirne il rumore, poi la penetrò mentre io presi il posto lasciato libero. I gemiti riempirono la stanza mentre lui mantenendola per i fianchi la scopava ed io le riempivo la bocca, i seni venivano sballottolati dai colpi che si susseguivano poi Nando ad un certo punto venne ed inondò la fica di Mary , rapido prese la Nikon , poi quando le prime gocce di sperma cominciarono a venire fuori fece una sequenza di scatti ,la tirò a se e la baciò tenendole le mani dietro la schiena e così facendo tutto lo sperma le colò sulle cosce . Mary allora si andò a lavare in bagno e Nando mi chiese se poteva spingersi ancora oltre invitando degli amici da lui preavvertiti e pronti ad intervenire; acconsentii nuovamente e lui li chiamo prontamente dal cellulare. Giunsero pressoché immediatamente, in tempo per vedere Mary che usciva dal bagno con la sola camicetta poggiata sulle spalle ignara dei nuovi ospiti; provò a coprirsi ma Nando la bloccò e la presentò ai suoi due amici come la modella che avrebbe fatto assieme a loro delle foto. Gli ultimi arrivati erano dei bei ragazzi , si spogliarono subito e mostrarono i loro fisici palestrati e Nando cominciò a fare degli scatti che ricordavano le composizioni di Helmut Newton:la sostenevano in aria,le tenevano le cosce aperte, le coprivano i seni o la fica e spesso assumevano delle pose autoritarie seguendo le sue indicazioni. Con il passare degli scatti i due divennero più arditi e le loro mani senza alcun limite si insinuavano nelle parti più intime di Mary che, forse, pur sapendo già come sarebbe finita, cercava di limitarli finche uno dei due disse all’altro”senti anche tu odore di femmina montata?” Fù un attimo , quasi una inconscia parola d’ordine, ed i due furono su di lei, la misero sotto e quasi subito il primo dei due se la stava già scopando dopo alcune sue timide resistenze poi l’altro se la tirò sopra e la penetrò mentre il primo cominciò ad umettarle l’ano con i suoi stessi umori e quindi la sodomizzò. Il corpo di Mary veniva scosso dai colpi, Nando aveva posato la nikon e stava riprendendo con una telecamera da tutte le angolazioni la monta , i gemiti tornarono a riempire la stanza fino a quando i due quasi all’unisono vennero inondandola di sperma, poi si alzarono e dopo qualche attimo anche lei fu in piedi e si diresse nuovamente verso il bagno con una mano tra le cosce per evitare di sgocciolare sulle cosce e per terra. Quando uscì era con una mutandina addosso, mi chiese di riaccompagnarla a casa, radunò le sue cose e si rivestì poi al momento del commiato salutò i tre e si diresse traballante verso l’auto. Dopo qualche giorno andammo a ritirare le foto , alcune erano veramente molto belle.
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15 years ago
mysterx279877,
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Per piacere e per potere
ma pian piano capii che non era la grazia il risultato a cui Ludo aspirava.
Mi portò a casa sua fece mi fece raccogliere i capelli in un castigato chignon.mi vestii secondo i suoi dettami e cominciai il mio gioco,entrando dalla porta era già calato nella sua parte con aria intimidita e mortificata.Dovevo esser convincente ,perchè morivo dalla voglia di conoscere altre strade per il mio piacere.
"dove sei stato?" e senza aspettar risposta..."dove cazzo sei stato!".replicai il suo silenzio sedendomi sul tavolo spalancando le gambe.Iniziai a sfregarmi con la mano destra in mezzo alle cosce.impietosamente gli dissi:ora sai cosa ti aspetta, vero?spostai la mutandina,lasciandolo a contemplare la mia fica bagnata,mentre mi toccavo giocavo con le labbra.
Dai suoi occhi nn appariva nessuna golositàma solo un'avida sottomissione.
"Adesso lecca!"spalancai le gambe lasciandogli il clitoride turgido ben esposto.il calore del piacere arrivò immediato,al ritmo della sua lingua forsennata che sbatteva.lo presi per i capelli e lo spinsi verso di me,quasi facendolo soffocare.Con i tacchi mi puntellai contro la sua schiena,imprigionandolo."Fammi godere come si deve,usa le dita avanti!"
Obbedientemente,MI INFILO' DUE DITA CON VIOLENZA, muovendo i polpastrelli contro le pareti anteriori,portandomi dritta dritta al primo, violento orgasmo.Bagniai tutti i suoi documenti che erano sulla scrivania dov'ero seduta,bagnai le sue mani...Ludo era violaceo, contratto:l'eccitazione per avermi vista venire in quel modo doveva avergli affogato il cervello.
"bravo,ti sei quasi guadagnato il mio perdono.ti sei eccitato?fammi vedere,tiralo fuori"
Ludovico sfoderò dalla patta una meravigliosa erezione.Glielo presi in mano "Guarda guarda...".non l'avevo mai sentito così duro,gli passai la lingua su tutta la lunghezza in modo che le mie mani scivolassero con facilità.
Era difficile resistere. Di fronte a un cazzo così mi sarei arresa, avrei interrotto il Gioco mi sarei messa a novanta e farmi scopare fino al collasso,ma nn rientrava nelle regole.Avevo i muscoli che ancora si contraevano di desiderio e morivano dalla voglia di essere riempiti.Avrei pagato per esser stesa sotto di lui.
"Adesso prenditelo in mano e fatti una sega,è l'unica cosa che ti meriti"
Mesto, se lo prese in mano e cminciò a masturbarsi velocemente,patetico. Ci mise qualche minuto a venire.Ma nel momento in cui il suo sperma iniziava a colare nel moment in cui il Gioco di fatto era finito,ludo ancora una volta fu in grado di stupirmi.
Mi prese per i capelli, mi inginocchiò a terra e mi costrinse a succhiare.Impugnando saladmente la mia testa e togliendomi la possibilità di replica, stava dettando nuove regole.Era evidente che il prossimo Gioco sarebbe stato mooolto diverso.
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15 years ago
admin, 75
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Il mio caro amico
Quando me lo dissero cascai dalle nuvole. E non ci credetti finchè non la vidi. Alta, mora, bellissima. Con due belle tette grosse premute da un vestitino attillato nero sulla generosa scollatura. Una donna da cartolina, lunghi capelli lisci, grossi occhi verdi, rosse labbra carnose. Da togliere il fiato e non farlo tornare più.
Quando venne verso di me avrei voluto scomparire. Per me, che relazionarmi con qualsiasi donna era la cosa più semplice del mondo, adesso risultava inconcepibile vedere in quello statuario corpo una donna da desiderare.
-Se non vuoi dire nulla ti capico- mi disse con una flebile ma decisa voce, quasi imbarazzata..
Mi invitò a prendere qualcosa da bere al bancone del locale. Accettai ma una parte di me avrebbe voluto declinare l'invito perchè mi sentivo terribilmente a disagio, e sono sicuro che anche lei lo fosse, sebbene in misura minore rispetto a me. Quella parte di me era addirittura disturbata dall'avere davanti tale stupenda creatura.
Beviamo e parliamo, o meglio, è lei che si racconta. Bevo il mio drink nervosamente, mi guardo intorno e lei nota il mio stato d'animo. Mi sorride e cerca di mettermi a mio agio. Alterna atteggiamenti di tenerezza e di seduzione, spostandosi i lunghissimi capelli, facendo scivolare le sue dita sul collo.
Ci ritroviamo appartati e mentre passeggiamo fuori dal locale, si avvicina alla sua auto e mi apre davanti la portiera. -Sali- tono secco e imperativo, mentre statuaria si offre ai miei occhi. Se non me l'avesse detto in quel modo che mi ha eccitato, non sarei mai salito.
Dopo pochi minuti siamo in albergo, saliamo in stanza. Mi offre da bere, mi fa accomodare sul divano e si siede vicino. Non faccio a tempo a portarmi il bicchiere alla bocca che la sua mano va ad accarezzarmi l'interno coscia. Resto immobile. Si avvicina e fa per baciarmi il collo, istintivamente mi scanso.
Mi fissa con occhi vogliosi, avvicinando il meraviglioso seno alla mia faccia, mi toglie il bicchiere di mano e lo posa.
Mi afferra con decisione le palle, e struscia a lungo la mano sull'uccello. Si inginocchia davanti a me e mi slaccia i pantaloni, tira subito fuori il mio cazzo prendendolo in mano. Inizia a la sua agoniata sega cercando di farmi eccitare, ma io sono ancora moscio, e mi chiedo cosa cavolo ci faccio lì.
Lei allora fa scendere il vestitino e fa saltare fuori le sue tette strabordanti, che sembrano quasi trovare finalmente spazio fuori dalla costrizione dello stretto tubino. Le struscia sul mio uccello finchè, scendendo, non inizia a baciarlo. Lo prende in bocca e sento la sua cavità calda e bagnata che lo accoglie. Mi pompa ma non mi eccito. Vorrei scansarla Adv e abbandonarla lì, ma invece la fisso silenzioso mentre mi gusta.
Fa dolcemente scivolare via il mio cazzo dalla bocca, con la lingua disegna una lenta traiettoria verso il mio petto fino al collo, e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi accarezza dolcemente il viso con le mani e mi fissa imperturbabile. I nostri respiri sono trattenuti per un attimo, sento forte i nostri battiti. E in quell'attimo cambia la mia vita.
Inizio ad accarezzarle e stringerle le tette. La sento fremere tra le mie mani, con la lingua le bagno e succhio i grossi capezzoli, avido su quel seno che si gonfia ad ogni respiro di godimento, immenso davanti alla mia bocca che lo assapora. In un attimo ce l'ho grosso e duro.
Con una mano adesso lei mi accarezza le palle, finchè non ripercorre nel verso opposto il percorso pocanzi segnato dalla lingua. Quando la sua bocca torna tra le mie gambe il mio uccello è già eretto e pulsante davanti ai suoi occhi bramosi.
E mentre quegli occhi mi guardano, le spingo deciso la testa finchè non sento il cazzo sfregarsi sulla sua gola, scivolando sulla tumida lingua, che voluttuosa lavora sulla cappella rovente.
Due labbra da pompinara che mi mandano in estasi, succose scivolano dalla punta fino alle palle, assaporate anch'esse dalla bocca che non trascura nulla di quel dolce frutto.
La ragazza ci sa fare e sa come farmi godere. Afferra a due mani il mio uccello e lo pone tra le sue tette inumificandosi con un po' di saliva, e continua lì quello che aveva iniziato a pieno ritmo con la bocca.
Mi fissa sorridente mentre mi stringe in quello stretto canale, posso sentirmi pulsare in mezzo a quelle tette sode. Lei stessa lo sente sul suo corpo eccitato e ne gode.
La favolosa spagnola sta per farmi venire, allora, afferrandola per le braccia, repentinamente la faccio stendere a terra, adagiandola sui numerosi cuscini che si trovano sul pavimento, a completare quella dolce opera.
Sono sopra di lei, sento il mio cazzo che sta per esplodere tra le sue tette e inondare il suo corpo. Il primo potente getto di godimento parte quando ancora l'uccello è stretto dalle due grosse candide colline, e arriva a bagnarle il collo.
Mi afferra quindi con una mano nel pieno dell'orgasmo e, tirandomi a sè con l'altra mano, dirige i seguenti abbondanti fiotti verso la sua bocca affamata e desiderosa di ricevere ogni goccia del mio succo.
Un'ingente sborrata finisce per investirla. La sua è un'espressione serena e soddisfatta, fissa il mio pene ancora umido e si concede un'ultima intensa succhiata.
Le do una carezza. Mi avvicino alla sua bocca. Adesso non posso fare a meno di baciarla. Poso la testa sul suo seno e mi tringe a sè, ancora ansimiamo.
Leonardo per me è stato il più assiduo complice delle mie avventure adolescenziali e giovanili. Quante cazzate, quante ubriacate prese insieme. Con le donne avevamo persino gli stessi gusti: alte, more e assolutamente con grosse tette. Lui ce la faceva meglio di me, con le donne. E' sempre stato il più intraprendente e a detta stessa delle sue conquiste -ci sapeva fare ed era messo molto bene-. E non era possibile metterlo in dubbio, dato che nelle doccie dopo il calcetto la sua dote era sotto gli occhi di tutti, e risaltava davvero bene sul suo corpo slanciato ma comunque esile.
Poi trovò lavoro a Berlino, ci si trasferì per dieci anni, e ruppe tutti i ponti con amici e conoscenti qui in Italia. Non capiì mai il perchè. Finchè non tornò e lo vidi, quella sera, in quel locale, e bevemmo insieme.
Adesso sentivo il suo gonfiore pigiare sul mio basso ventre. Non ci penso due volte, scendo con la mia mano e mentre ancora mi abbraccia afferro il suo cazzo e lo tolgo piano dall mutandine, e sfilo via completalmente il vestito. E' enorme, caldo, marmoreo. Un cazzo da film porno, qualcosa di eccezionale. I lineamenti dolci del suo corpo lo mettono in risalto come un totem che trionfa su tutto il resto.
Il mio imbarazzo lascia a poco a poco luogo alla sorpresa e a una eccitazione del tutto nuova.
La cappella è ancora nascosta, la faccio sfilare fuori lentamente. Il glande è grosso e inizia a scurirsi mentre sento il suo gemere vicino al mio orecchio.
Non inizio subito a segarlo, ma stringo forte quel tubo di carne e non gli tolgo gli occhi di dosso. Lo sento crescere nella mia mano, e più lo stringo e più lo sento gonfiare.
Non stacco più lo sguardo da quell'uccellone. Se lo facessi probabilmente tornerei in me e me ne vergognerei. Ho in mano il cazzo di quel Leonardo con il quale ho passato metà della mia vita a parlare di tette, di scopate e di quale delle nostre donne fosse più abile a fare pompini. Inizio a masturbarlo piano, ma dopo pochi secondi lo sto già pompando come un forsennato, mentre mi stringe la faccia in mezzo alle tette. Sento il mio odore mischiato al suo, e sento che mi è tornato duro.
Voglio sbocchinare quel suo bastone, voglio farlo godere come ha fatto godere me. Non penso più, mi ritrovo il cazzone davanti ai miei occhi, le palle glabre a un centimetro dalla bocca. Dapprima lo sfioro con la lingua per tutta la sua lunghezza, quando sono in cima do una intensa leccata alla cappella e lo prendo in bocca. Lo mando giù finchè non lo sento spingersi in gola. Il gusto aspro mi invade il palato. Socchiudo le labbra, lo sento pesante e caldo sulla lingua ed inizio, inizio il pompino.
Guardo il suo corpo contoncersi di piacere, accarezzarsi con una mano le tette mentre con l'altra mi spinge la nuca. Ce l'ho durissimo anch'io, tant'è che non posso fare a meno di iniziare a segarmi.
Il calore del suo uccello mi avvampa bocca, do un ultima succhiata avida alla cappella e sento i suoi gemiti farsi sempre più intensi, preludio dell'orgasmo.
Repentinamente infilo il mio cazzo con violenza nel suo culo, mentre afferro il suo per farlo sborrare. La sua schiena si inarca, l'urlo è di dolore e godimento. Esce un primo schizzo, lunghissimo, che le arriva alle tette. Poi è una sequela di getti che bagna tutto il suo corpo. Esco dal suo culo solo quando finisce di venire.
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Realtà-fantasia...
Sono qui nel letto che ancora ripenso a quella notte... E' successo ormai più di due anni fa eppure qualche volta ancora riaffiora in me quella volta in cui tu mi facesti impazzire... E' stata una storia extra... La storia di due amanti, di due persone che erano prese l'una dall'altro...
Sei arrivato intorno all'1 di notte dopo i tuoi soliti giri dai parenti. Io in trepidante attesa del tuo arrivo stavo guardando la tv per liberare la mente e sentirmi meno elettrica, meno eccitata. Impossibile... Suona il campanello e so che sei tu. Apro e aspetto il secondo suono, quello della porta.. Io lì dietro ad aspettare sempre più ansiosa di vederti. Eccoti... Apro e tu sei davanti a me. Ti sporgi e mi baci lievemente perchè so che tu vuoi il tuo solito drink prima di iniziare. Preparo il tutto e te lo porto. Sono con il vestitino di casa senza intimo, come avevi chiesto tu. Dopo quattro chiacchiere e finito il drink, iniziamo ad avere il contatto dell'una con l'altro... Un contatto minimo, ma che accende i desideri e la passione. Così dopo un po' di carezze decidiamo di spostarci e stare più comodi. Andiamo verso la mia stanza con un bel letto a due piazze tutto per noi. Ci spogliamo e ci mettiamo nel letto.. Niente lenzuola o coperte tanto è estate e si muore di caldo. Scatta il primo bacio focoso, passionale, ardente, come a farmi capire che mi vorresti mangiare tutta in un sol boccone. Il mio rimando non è da meno... Sei l'unico che riesce a farmi credere bella, sensuale ed eccitante... Io non mi credo tale. Eppure tu mi guardi, mi tocchi e mi baci come se fossi una dea, una dea che si accende di puro desiderio per te... Inzio a sentire le tue labbra scendere sul mio corpo e il tuo corpo leggermente spostarsi per trovare la posizione giusta per riuscire a leccarmi tutta, dal clitoride fino al mio fiore più piccolo e delicato. Riesci a provocarmi sempre reazioni più che piacevoli e inaspettate. Non riesco a trattenere il mio respiro sempre più affannoso e forte, mentre una mia mano va a sentire il tuo membro già eccitato. Inizio a muoverla su e giù per eccitarti ancora di più... All'improvviso ti alzi e ti metti su di me dicendomi "Ho voglia di un tuo bacio"... Io non posso rifiutarmi di dartelo. Nel mentre che ci baciamo tu fai scivolare il tuo membro dentro di me ed io non riesco a trattenere il piacere, così ti bacio ancora con più passione. Tu discosti le tue labbra e una parte del tuo corpo per vedere le mie reazioni ad ogni tuo colpo, ad ogni tuo affondo dentro di me... Il mio seno abbondante balla ogni volta che mi penetri. Dopo un po' ci dobbiamo interrompere per il troppo caldo, ma basta un bicchiere d'acqua e siamo di nuovo sul letto.. Questa volta, però, sono io ad essere su di te e a condurre il gioco. Inzio piano piano la mia cavalcata. Non voglio correre, anzi, voglio godermi il tutto con calma per poi incominciare a velocizzarmi e a intensificare la mia andatura. Le tue mani sui miei fianchi a volte mi aiutano a volte mi contrastano, ma cerco di non farmi influenzare troppo per questo a volte le sposto sul mio seno. Ad un certo punto sento le tue mani che sui miei fianchi spingono e mi tolgono... Mi metti a pecorina e inizi a scoparmi in quella posizione. Sai che mi fa impazzire e così mi senti di più. Poi vorresti violare il mio fiore più stretto e, solo dopo averlo lubrificato bene, entri dolcemente. All'inizio sento un po' di dolore, ma più ti muovi più sento un piacere che sale. Mi eccito sempre di più, mentre tu non accenni a venire, anzi... Continui a scoparmi come se fosse passato un quarto d'ora. Alterni un po' davanti e un po' dietro e poi vieni vicino al mio orecchio dicendomi "Non riesci ad eccitarti di meno? Altrimenti io non riesco a venire.". Non so cosa fare perchè lui mi eccita moltissimo... Allora mi fa girare e inizia di nuovo a leccarmela mentre si masturba. Dopo una ventina di minuti sento che si alza e che inizia a godere sempre di più. So che sta per venire sul mio corpo e questo mi eccita da matti... Sento il suo calore sulla mia pancia e sul mio pube... Sono in estasi...
Ci alziamo e ci andiamo a pulire e a lavare. Poi torniamo nel letto sperando di poterci coccolare almeno un po', ma notiamo che fuori è giorno. Guardiamo l'orologio che segna le 9 del mattino. Purtroppo si deve rivestire e andare via. Lo accompagno alla porta e lì lui mi bacia dolcemente per poi sparire nell'ascensore... Le sue ultime parole sono state "Non voglio saperti sveglia prima delle 11. Riposati un po'.."
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Improvvisamente trasgressivi
Nella nostra vita sentimentale c'era stata sempre nei nostri rapporti una voglia matta di trasgredire ma il tutto si era fermato alle fantasie. Siamo una coppia sposata da piu di venti anni ma siamo stati sempre molto attivi sessualmente parlando. Il tutto nasce una sera che decidemmo di andare al cinema, feci preparare mia moglie vestita in modo molto sexy, gonna con spacco laterale, profondo, in modo da mostrare le autoreggenti a eventuali persone sedute accanto a noi. Era un normalissimo film ne erotico ne a luci rosse ma scegliemmo apposta una sala dove c'erano pochissime persone, entrando in sala vedemmo seduto al centro di questa un uomo sulla quarantina ,senza capelli e insieme con uno sguardo di intesa ci accomodammo non troppo lontano da lui ma sulla stessa fila. Il buio della sala e la presenza dello sconosciuto faceva crescere in noi quel desiderio tanto sognato, vivere una situazione trasgressiva, ormai la voglia di farlo saliva senza freni. Mia moglie accavallendo le gambe, fece si che il tizio potesse scorgere il suo abbigliamento intimo, io agevolai la vista tirando verso di me la gonna facendo in modo che la gamba risultasse completamente scoperta. Cominciai ad intrufolarmi con le dita, cercando di stuzzicare le sue parti intime e ci riuscii benissimo, perchè dopo pochi minuti mia moglie con un gesto spontaneo riuscì a togliersi le mutandine scoprendosi interamente le gambe. Ci accorgemmo che il tizio ormai non guardava piu il film ma era attentissimo alle nostre effusioni toccandosi ripetutamente le sue parti intime. Intanto in sala eravamo soli con lo sconosciuto che cominciava ad essere piu intraprendente infatti mostrò per intero il suo attrezzo dimostrando di essere veramente superdotato. Bisbigliai all'orecchio di mia moglie ,l'intenzione di far avvicinare il tizio a noi e lei con mio grande stupore ,accettò, era la prima volta,io rimanendo felicemente sorpreso attirai lo sguardo del tizio che capendo si sedette accanto a lei rimanendo sulle sue ,ma sempre col suo membro eretto fuori dai pantaloni. Mi sentivo supereccitato il sogno di vederla godere con un altro si stava avverando e così decisi di accellerare i tempi alzandomi e andando in bagno. Mia moglie mi tirò per la giacca ,non voleva, ma io ormai deciso mi alzai e andai via,feci finta di andare in bagno ,ma da dietro una tenda riuscivo a vedere tutto ciò che succedeva. Il tizio vedendosi da solo non perse tempo e cominciò a toccarle le gambe introfolandosi sino al suo monte di venere che ormai era diventato un lago tanto era eccitata, le scoprì il seno e le prese in bocca il capezzolo facendolo diventare turgido come il marmo, ormai mia moglie stava completamente perdendo la testa e lo dimostrò divaricando completamente la gambe ,il tizio si inginocchiò davanti a lei e prese a leccarla alternando le dita che entravano e d uscivano ,a colpi di lingua che colpivano il suo clitoride dandole sensazioni a lei sconosciute sino a quel momento. Comincia a masturbarmi violentemente venendo quasi subito e quando decisi di entrare per partecipare mia moglie con gran sorpresa mi chiese di andare via e proseguire magari su un comodo letto o in macchina. Ma questa è un altra storia ........
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15 years ago
timidacoppia48,
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Last visit: 14 years ago
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A cena
Quella sera, guardandola, la trovavo decisamente attraente, sexy, bellissima. In macchina stavamo bevendo del vino, una bottiglia di vino, dura quasi niente. I suoi occhi però già brillavano di euforia mista ad eccitazione. Indossava una gonna nera , quasi sopra il ginocchio, ed una maglia bianca con un’ampia scollatura che mostrava il suo delizioso petto, non abbondante , ma decisamente invitante. “Che cos’hai messo sotto?”, le chiesi alzandole la gonna. Le dissi di toglierle, fece un po’ di resistenza, ma alla fine cedette. Cominciai a carezzarle le cosce, mentre il mio cazzo diventava duro e voglioso, guardavo la sua pelle liscia e mi accendevo. Il cellulare interrompe quell’eccitazione, guardo chi mi chiama: Francesco, un amico. D’un tratto mi ricordo che gli avevo dato appuntamento per parlare di un progetto, o di qualcosa. “Scusa, me ne ero dimenticato.” E gli dico che lo raggiungiamo subito a casa sua. Lei mi guarda un po’ delusa, ma non dice nulla.Metto in moto e mi dirigo verso casa del mio amico toccando ogni tanto le sue gambe ed alzandole la gonna in mezzo al traffico serale. Arrivati sotto casa di Francesco lei mi chiede di tornarle le mutandine, “No, vieni così. Ti voglio senza”, provò a protestare, ma io ero già sceso dall’auto e mi dirigevo verso l’appartamento. Mi seguì. Nell’ascensore le rivolgevo sguardi ammiccanti, lei timidamente volgeva lo sguardo, ma si sciolse quando la baciai con passione. “Dai, scopami” mi disse”Qui, adesso!”. Le dissi di no e l’ascensore giunse al piano. Francesco ci aspettava davanti la porta, Giada lo salutò allegramente baciandolo sulla guancia, e mentre entrava in casa Francesco gettò un’occhiata verso il suo culo. Tondo, sodo. Ci sedemmo sul divano e cominciammo a chiacchierare tranquillamente, Francesco ci offrì da bere ed accettammo. Avevamo lo sguardo lucido e tutto sembrava bello ed unico. Mentre parlavamo misi la mano sulla gamba di Giada e lentamente, molto lentamente le andavo sollevando la gonna, lei mi capì e mi guardò sorridendo. Francesco doveva sentirsi un attimo in imbarazzo, perché farfugliava con le parole e non capivamo cosa dicessi. Lei accidentalmente fece cadere un po’ di vino sulla gonna, Francesco andò in cucina per prendere della carta. Giada rideva e quando Francesco le porse un tovagliolo alzò la gonna per asciugarla mostrando la sua fichetta umida e vogliosa. Lui mi guardava, io sorridevo e lo guardavo con complicità. “ Forse è meglio che la togli Giada”, lei mi guardò , ma non le diedi il tempo di risponderle e già le sfilavo la gonna. Le baciai la fica e cominciai a leccargliela, lei si lasciava toccare, mentre Francesco si eccitava, ma non sapeva cosa fare. Gli feci cenno di sedersi accanto a lei, lui lo fece e Giada gli mise la mano sul pacco, già duro, tirò fuori il grosso membro e cominciò a masturbarlo. Io mi alzai, le presi la testa e la avvicinai al mio cazzo, lei cominciò a succhiarlo con passione, come raramente capitava, Francesco, presosi di coraggio, le toccava il seno e la masturbava. Spinsi allora la testa di Giada verso il membro di Francesco, lei mi guardò un secondo e poi cominciò a succhiarglielo. “Divina”, esclamò Francesco, e la mia felicità era alle stelle, ripresi a leccarle la fichetta ed infilando le mie dita dentro di lei. Lei godeva e succhiava, Francesco continuava a gemere e a sussurrare “Divina”. Le infilai un dito nel culetto e lei andò in visibilio, lo adorava. La feci alzare e cominciai a scoparmela da dietro mentre lei continuava a giocherellare col cazzo di Francesco che ogni tanto mi guardava incredulo, stupito. Uscii da lei e mi sdraiai per terra, invitandola a salirmi sopra. Lei eseguì e prese a cavalcarmi con foga e violenza. “ Lo vuoi un altro cazzo dietro?”, le dissi. Mi guardava, non parlava. “ Lo vuoi si o no?” Mentre Francesco già si spostava dietro di lei e si apprestava ad infilarglielo nel culo. “Si, amore, si” , disse finalmente e lui le entrò dentro con maestria. Lei urlò di piacere e dolore. “Godo. Cazzo, godo!” , urlava. I suoi occhi socchiusi in preda al piacere, immensamente abbandonata a noi che godevamo dentro di lei. Francesco le venne sul culo e la ripulì subito. Lei molle si fece ancora cavalcare da me, sino a che non raggiunsi anche io l’orgasmo e venni copiosamente dentro di lei che si abbandonò tra le mie braccia esausta e felice. Francesco si rivestiva e si sedeva sul divano versandoci dell’altro vino. Ci ricomponemmo, bevemmo un altro po’ guardandoci maliziosamente e concludemmo la serata nel migliore dei modi.
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15 years ago
admin, 75
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Un giorno di pioggia
Eravamo in giro per le strade a guardare le vetrine dei negozi, ad ognuna ci fermavamo e ci baciavamo con passione, unendo le nostre lingue a più non posso,e l’eccitazione ci saliva.
Continuammo a camminare per un pò, tu diminuivi il passo per restare indietro,così che potessi goderti la visione del mio deretano che ancheggiava a destra e a sinistra, con disinvoltura. Poi di corsa mi raggiungevi e mi davi una sculacciata, ed io gettavo un urlo sommesso. Mi baciavi il collo. Io ricambiavo. Tutto ad un tratto si è messo a piovere così forte ed inaspettatamente che non avendo un ombrello, tentavamo di ripararci sotto i balconi, ad ogni balcone raggiunto, ci baciavamo e tu mi palpavi ovunque, io tentavo di divincolarmi ma tu non me lo permettevi. Eravamo tutti bagnati. Continuammo così finchè una coppia che doveva entrare dal portone che noi stavamo occupando, ci chiesero se volevamo salire per asciugarci un po’ e aspettare che scampi. Io ti guardo negli occhi per capire la tua risposta, quella fu un sì.
Mentre salivamo per le scale, ci guardavamo attorno e i due si voltarono diverse volte. Appena entrati ci indicarono il bagno e ci portarono dei cambi, a me diedero solo un vestito corto con un paio di calzette da usare come pantofole, a te diedero una tuta. Ci asciugammo un po’ i capelli e li raggiungemmo.
Loro avevano preparato già quattro tazze di tè caldo e ci fecero accomodare sul divano. Iniziammo a conoscerci, parlando di noi, di cosa facevamo, da quanto tempo stavamo insieme. Ad un tratto lui ti fece segno di seguirlo, quando siete tornati, lui si sedette accanto a me, e poggiò la sua mano sulla mia coscia. Io mi voltai verso di te e tu facesti segno di sì con la testa, facendomi capire che ti aveva chiesto il permesso. Sapevo che ti sarebbe piaciuto, ed anche se ancora mi sentivo tesa, provai a lasciarmi andare. Le sue mani salirono verso la mia figa senza mutande, perché le avevo lasciate in bagno ad asciugare, e toccò subito la mia passera, aprii le mie gambe per agevolarlo. Abbassò le spalline del vestittino, lasciando una tetta scoperta e iniziò a succhiarmi il capezzolo, mentre la sua mano si muoveva di sotto e sentii un dito entrarmi dentro. Lanciai un piccolo gemito. Nel frattempo l’altra ragazza si era avvicinata a te e tu avevi iniziato a toccarle con forza le grosse tette.
Vedendoti mi eccitai di più e tirai fuori dai pantaloni il cazzo di lui, masturbandolo. Tu hai fatto mettere alla pecorina la ragazza, togliendole il tanga e palpandole il culo, infilando le dita nella sua figa, mentre la sua bocca si avvicinò alla mia figa e iniziò a leccarla. La sua lingua mi fece sobbalzare dal piacere. Era un quadro davvero incredibile. Sempre sognato ma mai avverato, almeno fino a quel momento. Lui tolse le dita da dentro me, mi si mise in piedi di fronte, prese con una mano il suo cazzo in mano e con l’altra spinse la mia testa su di esso, io iniziai a succhiarlo. Tu avevi penetrato lei alla pecorina mentre continuava a leccarmela, e la sculacciavi fortemente. Il cazzo di lui era veramente grosso, ma io lo infilavo comunque tutto in bocca, dalla sua faccia si capiva come lo stavo pompando. Ad un certo punto, mi fece alzare, e mi fece mettere coricata su un tavolo, mentre tu ti scopavi lei da seduto e lei di schiena che entrava ed usciva la sua figa dal tuo membro. Lui mi allargò le gambe e mi penetrò, urlavo dal piacere, continuava ad entrare ed uscire con ritmo calzante, tu mi guardavi mentre come una troia mi facevo sbattere. Nuovamente mi fece cambiare la posizione, mi fece sdraiare lateralmente, mi alzò una gamba, e mi penetrò, così poteva toccarmi il culo che accarezzava con forza, fino a toccare il buchetto, e con l’altra mano mi stringeva i capezzoli.Poi tu ti avvicinasti e ti sei seduto su una sedia mentre lei prendeva il tuo cazzo in bocca, succhiadentolo come una professionista, la sua lingua ti fece godere così tanto che chiedesti a lei di ingoiare tutto, la cosa ti fece piacere, visto che io non ti regalavo mai questo momento.Lui mi fece scendere dal tavolo e mi fece mettere a quattro zampe, infilò la sua mano nella mia figa e poi la spostava sul buchetto per inumidirlo. Lì capii cosa voleva fare, mi voltai nuovamente verso di te e tu facesti cenno di sì. Lui allora prese il suo cazzo e piano piano lo infilò nel mio culo, io stringevo i denti ma una volta dentro provai un piacere davvero unico, nel frattempo lei aveva avvicinato la sua bocca alla mia figa e me la leccava, tu ti avvicinasti per leccarla a sua volta. Lui spingeva il suo cazzo dentro di me, ed io godevo immensamente, ansimavo e urlavo, tu mi guardavi e sorridevi, continuammo così fino a quando tutti insieme raggiungemmo l’orgasmo, urlando. Lui dentro il mio culo, fece fuoriscire tanto di quel seme che uscì fuori. Lei ti era venuta sulla dita e la mia figa era bagnatissima.
Finito, io e tu andammo in bagno per farci una doccia, ma avevi ancora il cazzo duro pensando a quello che era accaduto, mi afferrasti da dietro e cominciasti a scoparmi, dicendomi un sacco di parole porche: Brutta troia, ti è piaciuto farti scopare da uno sconosciuto eh?!
Ed io rispondevo: Sì, sì, mi è piaciuto….sì
Ah, ti è piaciuto? Anche che lei te la leccasse?
Sì, mi piaceva, molto, mi faceva godere….
Perché tu sei una gran troia, è per questo…….ti piace fartela mettere in culo…….ti piace farti sbattere, e così mi hai eccittato da morire, e adesso ti scopo anch’io….
Eri furioso, e mi piacevi, mi stavi scopando senza preoccuparti di me, mi scopavi da dietro stringendomi per i fianchi, proprio come piace a te. Poi raggiungesti l’orgasmo. Ci baciammo, e appena finito di rivestirci, salutammo i ragazzi, ringraziandoli dell’ospitalità.
Ritornando per le strade tu iniziasti a baciarmi come facevi prima della pioggia, fino ad arrivare in macchina. Soddisfatti per come erano andate le cose, tornammo a casa.
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Cena da amici
“Stasera andiamo a cena da amici”, le dissi con voce ferma e decisa. “Da chi?” chiese lei timidamente, la guardai e ripetei la stessa frase. Annui e si diresse verso l’armadio per scegliere cosa mettersi. Prese dall’armadio un pantalone nero ed una camicetta bianca e li posò sul letto. Mentre lei andò in bagno glieli feci sparire e misi al posto di quei vestiti scelti da lei, quello che io volevo che si mettesse: una gonna nera con un lungo spacco ed una maglia bianca molto scollata, niente intimo. Glielo scrissi su un bigliettino, aggiungendo che avrebbe dovuto indossare solo quello che io avevo scelto ed uscii a bermi una birra al bar sotto casa. Bevvi due birre assieme ad un amico, poi rientrai in casa; la trovai seduta sul divano che leggeva un libro, con addosso i vestiti che le avevo ordinato. Mi chinai su di lei e la baciai la fronte, poi andai a cambiarmi a mia volta.
Arrivammo a casa del mio amico circa un’ora dopo. In macchina avevamo chiacchierato e ci eravamo fermati a comprare due bottiglie di vino. Le presentai i miei tre amici, tre uomini sulla trentina prestanti e carini. Guardavano la mia compagna con occhi vogliosi e assatanati. “ Andiamo in cucina”, le dissi. Lei mie seguì, le presi la mano e la poggiai sul mio cazzo. “Ne avrai tanti per te, stasera” “Ma…” la interruppi e le feci capire che era un ordine. Le infilai una mano sotto la gonna e toccai la sua fica nuda… “A lei piace, è già bagnata…” . Le indicai i piatti e le pentole, “Servici da mangiare .” le dissi. Mi andai a sedere al tavolo, e lei ci portò i piatti con grazia, con fare da gatta, si chinava leggermente sui miei amici mostrando loro il seno. Poi si sedette accanto a me.
Dopo cena, le ordinai, questa volta davanti a tutti, di versarci del whisky, e chiesi a Marco di mostrarle dove lo tenesse. Lui si alzò e la accompagnò verso un piccolo nobiluccio, “Sono lì dentro, nello scaffale in basso”. Lei si chinò, quasi in ginocchio davanti a lui, aprì lo sportello e prese la bottiglia. La sua faccia era all’altezza del cazzo di Marco ed io ero eccitatissimo. Marco si venne a sedere e lei versò per tutti. Il mio cazzo era ancora in tiro, presi la mano di lei e la poggiai sul mio pacco. Lei cominciò a carezzarlo attraverso i pantaloni. Poi mi andai a sedere sul divano e i miei amici mi seguirono. Lei si avvicinò e fece per sedersi accanto a me, ma gli feci cenno verso un altro posto libero, in mezzo tra Marco e Luca. Lei mi guardò, poi si andò a sedere. Giulio, il padrone di casa, accese il televisore ed inserì un film hardcore, spegnendo contestualmente le luci. Dopo pochi minuti eravamo tutti eccitati. Mi avvicinai alla mia compagna, le presi le mani e le poggiai sui cazzi di Marco e Luca, poi mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai “Fai contento il tuo padrone” . Lei cominciò ad accarezzarli, poi estrasse quello di Luca, duro e vigoroso, si chinò e cominciò a succhiarlo, mentre mi guardava eccitarmi e masturbarmi, Giulio si avvicinò e alzandole la gonna cominciò a leccarle la fica. Alternava il cazzo di luca e Marco, li succhiava con passione , mentre godeva per la lingua di Giulio. Poi si alzarono tutti e le si misero attorno, lei seduta lo succhiava a tutti e tre, fino ad alzarsi , togliersi la gonna ed incitarli a scoparla. Marco non perse tempo e la penetrò quasi con violenza. LA sbatteva come un toro e lei urlava di piacere, mentre segava gli altri due e mi guardava negli occhi. Mi avvicinai quando Marco venne e si allontanò, lei me lo prese in bocca, mentre Luca sguazzava dentro di lei che raggiungeva il primo orgasmo. Mi coricai sul divano e la feci salire su di me, mentre Giulio le leccava il culetto e lo preparava al meglio. Dopo entrò pure lui e gli occhi di lei si chiusero per un istante nel massimo del piacere, mentre Luca le sbatteva il cazzo in faccia ed io le ordinavo di succhiarlo. Giulio venne, e Luca si sostituì a lui, mentre lei urlava di piacere dopo il secondo orgasmo di fila. Marco intanto si stava riavvicinando con il cazzo di nuovo duro e con Giulio si davano il cambio. Mi alzai e lasciai il posto a loro. La scopavano con ardore e violenza ed io mi masturbavo felice. Vennero tutti e lei stremata, venne da me, mi baciò sulle labbra e mi salì di sopra. Le venni dentro dopo pochi minuti.
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Passeggiata in spiaggia
Notte d’estate, faceva molto caldo e non riuscivo a dormire, mi alzavo in continuazione con addosso solo la mia camicia da notte bianca, non indossavo intimo perché sudavo troppo e mi si appiccicava tutto sulla pelle. Mi sentivo più libera senza. Andai in cucina e mi versai un po’ d’acqua, una goccia mi cadde sul seno, era piacevolissimo sentire qualcosa di freddo a contatto con il corpo, e continuai a gettarmene ancora un po’, bagnando la camicia da notte. Tu ti sei alzato e vedendomi bagnata, hai iniziato a leccarmi sui seni.
-Non riesci a dormire?
-No, fa troppo caldo!
-Andiamo in spiaggia a farci un bagno? Forse starai meglio.
-Ok. Vado a mettermi il costume.
-No, rimani così, sarà più bello.
Feci cenno di sì con la testa, uscimmo dalla porta-finestra del salotto che dava ad una scalinata che faceva scendere direttamente in spiaggia, io ero in camicia da notte e tu in mutande. Corremmo in fretta baciandoci verso il mare e ci tuffammo insieme, l’acqua era tiepida, ma uscendo si stava meglio. In acqua tu mi afferrasti per la vita, e baciandomi sul collo mi palpavi i seni e il culo. Io ridendo provavo a liberarmi e tu mi riprendevi. Continuammo così per un po’ fin quando non ti sfuggì, e iniziai a correre allontanandomi da casa. Tu mi venisti dietro. Rangiuggendomi mi hai afferrata un’altra volta e prendedomi in braccio mi gettasti in acqua, dove hai iniziato nuovamente ad intrufolare le mani ovunque. Inutile nasconderlo, io mi eccitai.
Uscimmo dall’acqua e davanti a noi vidi due coppie che guardandoci ci sorridevano, ti feci cenno, tu li hai salutati porgendogli la mano, mi hai presentata e loro ti chiesero di andare a casa per un drink. Gli hai risposto di sì.
-Ma sono in camicia da notte?
-Perché loro cosa indossano?
Era vero, quelli erano dei pazzi come noi, rimandai il sesso per accettare il drink. La loro casa era simile alla nostra, ci accomodammo sul divano e bevendo parlammo di noi, dopo ilprimo drink, ci furono tre giri di rum e pera, io ero molto brilla. Ridevamo tutti guardandoci in faccia e ad un tratto vidi avvicinare verso me uno di loro, mi prese per il collo e iniziò a baciarmi, infilandomi una mano sotto la camicia da notte. Tu avvicinandoti al mio orecchio mi hai sussurrato:Vai tranquilla!
Nel frattempo scegliesti una ragazza per farti fare un pomipino, anche l’altra coppia aveva iniziato a masturbarsi. Ero in estasi, ero in una casa con dei sconosciuti, brilla e con una voglia matta di fare sesso, mi abbandonai a quel ragazzo che intanto infilava dentro la mia figa le sue dita, uscii il suo bastone molto in carne e me lo infilò in bocca in un solo colpo, inizialmente ebbi paura poi iniziai a gustarmi il lecca lecca, e godevo mentre mi stimolava il clitoride, faceva entrare ed uscire le dita, avvicinava l’indice al buchetto del mio culo.
Tu facevi lo stesso con l’altra ragazza, poi si aggiunse la terza che te lo succhiava, mentre l’altro ragazzo si avvicinò a me e infilò il suo cazzo nella mia figa, notai anche lui era ben dotato. Stavo bene. Godevo a vedere quei due uomini su di me, e godevo nel vedere le due donne in balìa del tuo desiderio. I due ragazzi si scambiarono, mi fecero mettere alla pecorina e uno iniziò a penetrarmi da dietro, mentre l’altro sotto di me, mi leccava e si faceva spompinare. Quello dietro di me batteva così forte che sentivo il suo cazzo giungermi nel ventre, e la lingua mi faceva godere come non mai. Tu inculavi una delle due ragazze, da sopra, lei supina aveva alzato verso il petto le gambe dandoti tutto il culo mentre l’altra si era posizionata con la figa sulla sua bocca per farsi leccare. Ancora una volta, i ragazzi si scambiarono, quello che ora stava sotto di me, mi fece sdraiare su di lui e mi penetrò la figa, dandomi dei colpi frotissimi e stringendomi le chiappe con le mani, allargandole per fare in modo che l’altro ragazzo dopo aver leccato per bene il buchetto infilòil suo cazzo, godevo urlando di piacere, venivo scopata da due cazzi che soddisfavano ogni parte del mio corpo. Tu mi guardavi eccitato e arrivando all’orgasmo, hai riempito il buco di quella ragazza con il tuo seme. Dopo ti sei avvicinato a me e mi hai detto:
-Così volevo vederti. Volevo regalarti questo momento da un bel po’. Godi bimba mia, godi. Che ho goduto anch’io. Godi perché oggi è la tua festa, BUON COMPLEANNO!
E così dicendomi raggiunsi l’orgasmo gettando dei gemiti ad alta voce.
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15 years ago
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Eugenia : prima parte
Eugenia è irrequieta per via della menopausa, il matrimonio sta andando a rotoli, ha sorpreso suo marito, che non la tocca da mesi, mentre si masturbava, leggendo racconti erotici su Internet, allora ha capito che il loro rapporto sessuale, basato su un unico settimanale amplesso, quando non sorgevano impedimenti, è giunto al capolinea. Lei, non riesce neppure a masturbarsi, ci ha provato, non è riuscita a godere, perché, con la mente è ritornata ad un episodio della pubertà, al ricordo della voce suadente del vecchio confessore, che le chiede insistentemente dove si tocca e che cosa prova a farlo, e che alla fine, dopo avere emesso un gemito, inizia ad inveire contro satana e contro lei che cede alle sue lusinghe; paventandole tremendi supplizi fra le fiamme dell’inferno.
L’unico amplesso che conosce è quello tradizionale, con l’unica eccezione, quando le cose avevano ancora una parvenza di normalità, di lui, che la scopava da dietro, magari di mattino presto, prima d’alzarsi per andare al lavoro, mentre lei era ancora nel dormiveglia.
Ora avverte che il suo corpo reclama qualche cosa di cui ha diritto, ma non sa come soddisfarlo.
La ginecologa, mentre la visita senza guanto, non riuscendo a farsi strada col dito nella secchezza della sua vulva, le dice:
«Da quanto tempo non hai un orgasmo?» Eugenia arrossisce.
«L’hai asciutta come un guado Africano, le tue papille sono atrofizzate; devi stimolarle, la secrezione vaginale è indispensabile, specialmente ora che non hai più il mestruo. Vai in un negozio d’articoli erotici e comprati tutto ciò che ti stimola, magari cambia anche nome, fatti chiamare Jenni, che fa più troia, non dovresti avere problemi a trovarti l’amante, perché sei una bella gnocca, fattela leccare da una lesbica, fa che cazzo ti pare, però rimetti in funzione la tua fica.» É una sua vecchia compagna di scuola e può permettersi di parlarle in quel modo.
Jenni ha cinquant’anni; un corpo perfetto al naturale, con i seni che stanno su da soli, le natiche alte sulle gambe tornite ed il volto interessante, dai tratti marcati. Passa e ripassa un sacco di volte davanti alla vetrina del sex shop, tuttavia quando una sorridente commessa viene sulla porta, lei fugge. A sera prova a titillarsi il clitoride, ma desiste, ossessionata com’è, dall’antico ricordo.
Sta rientrando a casa sul bus affollato, ha le mani impegnate a reggere le sporte della spesa, l’uomo, più o meno suo coetaneo, non perde occasione per farle sentire la sua erezione contro le natiche:
«Non è poi così male.» Pensa, nel frattempo uno scossone la fa traballare, lui la sorregge brancicandole le mammelle e le sussurra, dandole una zaffata avvinazzata:
«Ti ci piscerei sopra…» Jenni inorridisce, si divincola e s’allontana dal laido, chiedendosi come mai ha potuto avere un pensiero erotico, che coinvolgeva quello sconcio individuo.
Fa freddo, lei entra nel portone, che il figlio della sua dirimpettaia, le tiene aperto; anzi, fa di più, le prende le sporte e gliele porta fin sull’ascensore e mentre salgono le dice:
«Mia madre non è in casa ed io non ho le chiavi.» Jenni lo guarda, è di poco sopra la trentina, ricorda bene gli anni che ha, perché la sua nascita, era coincisa con l’anno in cui s’era diplomata. È un tipo qualunque, da non soffermarsi a guardarlo una seconda volta: non alto, non basso, non magro, non grasso, non bello, ma neppure brutto; Jenni sa che è da poco separato dalla moglie e che è viene ogni giorno a pranzo dalla madre.
«Vieni a prendere una tazza di caffè da me; col freddo che fa, a star fuori rischi un malanno.»
La casa è avvolta in un buon tepore, lo precede in cucina e senza neanche togliersi il caldo maxi soprabito di nylon trapunto, prepara la moka e subito dopo aver acceso il gas, lo scorta nell’ingresso e gli leva il giaccone.
Jenni mette sul tavolo la bottiglia di Fundador, che da quando è in meno pausa ha cominciato ad apprezzare, lui lo mesce per entrambi, lo sorseggiano e non appena il caffè è pronto, lo intiepidiscono con dell’altro brandy; lo sorseggiano incrociano lo sguardo, si sorridono timidamente e lo riabbassano. L’imbarazzo è tale, che si potrebbe affettare con un coltello, lei non è abituata a trovarsi sola con degli uomini, lui ha scarsa stima delle sue doti di seduttore ed al confronto della sua scialba ex consorte, Jenni gli sembra una dea irraggiungibile. Tuttavia è lei, che dopo aver portato sul lavandino piattini e tazzine, versa dell’altro liquore, che mandano giù immediatamente. Sono al terzo giro, quando Jenni, inaspettatamente dice:
«Vieni.» Pronuncia la frase e non crede d’essere stata lei a dirla; tuttavia le porge le mani invitandolo a seguirla
«Guardi signora Eugenia, che come amante non sono un granché.» Le dice un po’ farfugliando.
«Allora siamo in due.» Le risponde e ride, meravigliandosi della sua sincera sfrontatezza.
«Lascia che sia io a spogliarti.» E mentre lo fa, è convinta che non sia lei, Eugenia, casta e riservata, a compiere quei gesti, ma Jenni la troia, che non appena gli vede il torace nudo, gli succhia i capezzoli e non si ferma lì, poiché s’inginocchia tirandogli giù i boxer, per prendergli in bocca il pene svettante, ben più aitante di quello del marito. Eugenia non ha mai fatto pompini e ci gioca maldestramente, lui se n’accorge, la solleva da terra e la bacia. Eugenia pensa che sono anni che il consorte non lo fa, intanto che riscopre quell’intrigante stimolazione. All’improvviso sorride perché si ricorda di come al liceo parodiavano la famosa frase “Che cos’è un bacio.» Loro ragazzine dicevano:
«È un metodo stimolante per conoscere le lingue.» Mentre i maschietti più intraprendenti, replicavano:
«Il bacio è una telefonata al cazzo, per avvisarlo di tenersi pronto.» Erano questi gli ultimi sussulti dei maschi in declino. Le sue compagne femministe, giravano in corteo gridando lo slogan:
«…col dito, col dito, orgasmo garantito…» Al che i ragazzi che facevano ala rispondevano:
«…col cazzo, col cazzo, è tutto un altro andazzo…» Però senza convinzione; era l’inizio della resa.
«Ma cosa faccio? Ho saltato l’ostacolo, ho davanti un maschio disponibile, finalmente sento la vagina inumidirsi e penso a queste stronzate.»
«Ti chiami Gianni se ben ricordo?»
«Si Gianni.» Risponde lui mentre l’aiuta a spogliarsi, sempre più ammirato, di volta in volta che appaiono le splendide nudità.
«Gianni, io l’ho solo fatto con mio marito ed in un unico modo. L’ultima volta non ricordo neppure più quando.» Gli confessa.
«Me ne sono accorto.» Gli risponde lui ridendo e lei s’unisce alla sua ilarità. L’alcol, ma specialmente la simpatia spontanea, hanno abbattuto le paure e le inibizioni d’Eugenia, che s’affida serenamente a lui, che ha sua volta capisce che a quella semplice creatura, non deve assolutamente di-mostrare nulla, perché lei sarà felice di quello che lui saprà darle.
Hanno rivoltato le coperte fino ai piedi del letto, e giacciono nudi sul lenzuolo:
«Sei bellissima. Hai un corpo stupendo.»
«Anche tu sei molto ben proporzionato, hai spalle larghe e fianchi stretti.» E Gianni pensa che forse ha ragione. La bacia nuovamente, poi scende lentamente passando le labbra sul suo collo privo di rughe, intanto che con le dita va a giocare con i capezzoli, poi le sostituisce con le labbra e la mano la porta sul sesso caldo e umido. Eugenia geme e timidamente va ad impugnargli il membro teso ed elastico. Lui la lascia giocare un pochino intanto che fa altrettanto con la sua vulva; ci spinge un dito dentro, sente che è deliziosamente viscida, l’intinge negli umori, poi glielo posa sulle labbra, e lei, come se l’avesse sempre fatto, gli succhia il dito profumato degli effluvi della sua intimità. Ora è costretta a lasciargli a malincuore il pene che stava coccolando, perché lui s’è spostato in ginocchio fra le sue gambe spalancate, gliele solleva e si porta la fica alla bocca, come un assettato, appena giunto sulla riva di un torrente. Eugenia è sorpresa, gode immediatamente e per la prima volta scopre che cos’è un vero orgasmo.
«Puoi anche leccarmela per delle ore, se ti fa tanto piacere, però sappi che io non provo niente.» Gianni sente la voce falsata dal labbro leggermente leporino di sua moglie, intanto che Eugenia gli versa sulla lingua i succhi del suo primo autentico godimento:
«Ti piace?» Le chiede.
«Moltissimo Gianni, non credevo potesse esistere una cosa tanto bella.» Le risponde con voce tremante.
«Allora fammi sistemare per bene, così continuo fino a che tu vorrai.» Dov’era prima quella di lei, posa la sua testa e ci fa mettere ai lati le ginocchia.
«Mettiti comoda.» Lei appoggia gli avambracci al muro e ci pone sopra la fronte, poi guarda in giù, proprio mentre lui alzando lo sguardo, le sta ammirando il ventre piatto, i seni leggermente penduli, che va ad accarezzare delicatamente; si sorridono, lei s’abbassa, gli appoggia le natiche sul petto ed istintivamente se le allarga per farsi solleticare il solco anale, poi tutta la sua attenzione si concentra sull’impegno di Gianni. Lui prova a penetrarla con la lingua, per quanto gli è possibile, poi l’incanala fra le piccole labbra interne, si sofferma ad esplorare con la punta irrigidita, il foro di sfogo dell’uretra, gliela tiene larga con le dita per scorgere il piccolo glande del clitoride e s’impegna a lungo su di esso. Ora si che si è trasformata in Jenni, e gode pazzescamente, vorrebbe dire un sacco di cose al suo meraviglioso amante, ma non trova le parole, perché non le conosce, allora si limita a mugolare:
«Si! Si! Continua così, non smettere più, che sto morendo di gioia.» Poi per istinto, gli scivola a ritroso sul petto, fino a che le sue natiche incontrano l’ostacolo del cazzo svettante, allora s’alza dritta, se lo introduce e s’accorge che malgrado abbia la fica infradiciata, c’entra dentro a stento. Gioisce a quella constatazione ed inizia una frenetica galoppata imperniata su quel meraviglioso membro che le sta martellando l’utero con il glande, intanto che Gianni, tenendola per i fianchi l’aiuta ad alzarsi ed abbassarsi a ritmo sempre più veloce. S’accorge che il suo amante sta godendo, perché il pene, imprigionato a stento nella guaina, la sta sbatacchiando, quasi volesse divincolarsi. Lei ha un ennesimo orgasmo delirante e scoppia in singhiozzi, poi abbassa con il viso a contatto con quello di Gianni che beve le sue lacrime, mentre le accarezza dolcemente i capelli e la schiena.
Jenni sente che il pene s’affloscia, intanto che i suoi muscoli vaginali si rilassano. Non le importa che lo sperma che le esce dalla vagina impiastri il lenzuolo, anzi, spera che Gianni gliene faccia cambiare molti.
«Aspetti tuo marito?» Le chiede Gianni.
«Non rientra almeno per un mese.»
«Allora fammi telefonare a mia madre. Quanti giorni le dico che starò fuori?»
«Quanti vuoi tu.»
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15 years ago
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Prima esperienza
Al suo paese non c‘era una concreta possibilità, perciò decise che se doveva restare al passo nella sua professione, avrebbe dovuto recarsi all‘estero. Il computer con sofisticati programmi, aveva soppiantato le tecniche di lavoro e lei, pur avendone acquistato uno privatamente, lo sapeva usare ben poco. Fu così che tramite conoscenti, concluse un accordo per effettuare uno stage d’apprendimento in una nazione lontana, dove le aziende rappresentavano il fiore all‘occhiello in quel settore. Fortunatamente aveva imparato la lingua di quel paese e se la cavava abbastanza bene. L‘aereo giunse all‘aeroporto in orario e come promessole qualcuno l‘aspettava per accompagnarla presso la ditta. Si aspettava una grande industria, invece era un semplice studio, ricavato da un locale dell‘appartamento del titolare. Tre posti di lavoro con i rispettivi PC. Quello del titolare, di un assistente ed una scrivania più piccola che era destinata a lei. La camera che sapeva le avessero prenotato, era pure una stanza del medesimo appartamento. Accetto di rimanere, notando che perlomeno aveva un servizio separato. Stanca del viaggio, riuscì a ritirarsi subito nella sua camera chiudendo a chiave e dormendo quasi subito. All‘indomani, si trovò seduta davanti al suo computer in compagnia dei due uomini. Piuttosto timida di natura, non rinunciava comunque al modo di vestirsi in vige dalle sue parti. Abiti piuttosto sexy avvalorati, nel suo caso, da un corpo piuttosto formoso, ancora snello nonostante i suoi trentacinque anni, un divorzio alle spalle ed un figlio di quindici anni. Si presentò con un abitino intero, bianco e rosso, molto corto che lasciava intravedere al di sotto, un completino intimo pure bianco. Il titolare, che credeva molto generoso per averle offerto parte del viaggio e l‘alloggio, le fece capire subito che più che ad istruirla, era piuttosto propenso a metterla subito al lavoro. Sguardi allusivi ed ambigui, suoi e dell‘altro dipendente, gli fecero poi rimpiangere d‘avere indossato quel vestitino, che a casa sua non avrebbe fatto scalpore visto che molte donne si vestivano in quel modo.
Per iniziare il lavoro, qualche spiegazione dovevano pur dargliela e specialmente il titolare, in piedi dietro a lei, seduta sulla tipica sedia a rotelle girevole, non mancava di allungare le mani verso lo schermo, la tastiera del computer e l’incarto davanti a lei, per indicarne dei dettagli. Più di una volta, a lei parve non proprio involontariamente, gli sfiorò le spalle le braccia e perfino il seno. Già piuttosto turbata, si preoccupò ancor di più, quando l‘altro assistente lasciò l‘ufficio, recandosi da clienti per un paio d‘ore. Il titolare, pur senza una reale necessità, si prolungò, sempre dietro di lei, ad una miriade di spiegazioni, sfiorandola sempre di più, fino al punto di lasciarle una mano appoggiata sulla spalla. Terrorizzata, la sentì Adv muoversi verso il collo a sfiorarle i lunghi e ricci capelli biondi. Lei si irrigidì e non fu capace di reagire. Era come paralizzata nel sentire le dita dell‘uomo che lentamente scendevano nella scollatura. A poco a poco la mano di lui prese posto nella coppa del suo reggiseno, quasi a sostituirla ed a sorreggere quella seducente mammella, senza riuscire a contenerla tutta. Esercitando pressione verso l‘esterno, con il braccio allontanò dal suo busto gli abiti aderenti fino a deformarli e dall‘alto, sbirciò nella scollatura, riuscendo ad osservare un capezzolone, che stuzzicato dalle sue dita, s’inturgidiva sempre più. Certo lei le sue tette le aveva già mostrate in spiaggia a degli sconosciuti, quando, in compagnia di una sua amica più disinibita, si era sforzata di praticare il topless come lei. Ma ora era diverso, era sola con lui che pure toccava. Ben presto, contemporaneamente le abbasso le spalline dell‘abito e del reggiseno, trascinando il tutto verso il basso. Ottenne così di scoprirle completamente due belle tettone, bloccandole nello stesso tempo le braccia all‘altezza dei gomiti. Lei si vide il seno riflesso nel monitor ed avvampò notando come i capezzoli, ormai ridotti alla metà dell‘originale circonferenza, si erano allungati ed irrigiditi come mai. Quella situazione le dava una sorta di imbarazzante eccitazione. Lui fece roteare la sedia volgendola verso si se, per ammirarle meglio le grosse poppe leggermente cascanti ma nello stesso tempo molto provocanti. Le palpò con decisione scoprendo una pelle particolarmente vellutata e si divertì a far saltellare le due tettine indurite ma elastiche, tra le nocche delle sue dita. Il gioco non si fermò a quel punto come lei avrebbe desiderato, perché, al contrario di come avviene in tante cose, lui puntava in basso. Volse lo sguardo tra l‘incavo delle due cosce, poco coperte dal succinto vestito, che formava una sorta di caverna triangolare fino all‘inguine. Sullo sfondo il tessuto a rete fine di uno slip, che lasciava poco spazio all‘immaginazione. Ben delineato si notava il triangolo di peluria biondo scuro, accuratamente regolato ad un centimetro al bordo delle mutandine. Alzarle il vestito fino all‘ombelico, richiese un certo sforzo in quanto il tessuto sotto le cosce ed il sedere, faceva fatica a sfilarsi e lei non collaborava. Riuscì tuttavia a trovarsela davanti con il vestito ormai ridotto ad un lembo raggrinzito attorno alla pancia, alto pochi centimetri e sovrastato da due grandi mele. Sotto, il minuscolo tanga, che oltre al citato triangolo di stoffa trasparente, presentava solo un sottile nastro a sostenerlo. Seguì quel fragile cordone con le mani dai due lati, agevolato dalla forma anatomica della sedia d‘ufficio, che lasciava un vuoto attorno a lei proprio a quell‘altezza. Quando le sue dita si incontrarono sulla schiena, al tatto intuì che sarebbe stato facile. Incontrò tre terminali a catenella, due orizzontali provenienti dai fianchi e quello verticale che sbucava dal taglio di due sode natiche. Erano agganciati ad un piccolo supporto rigido. Senza troppa fatica, riuscì a sganciarne due e l’indumento cadde. Il piccolo lembo di stoffa sul davanti si adagiò tra le gambe fermamente serrate di lei, ma buona parte della riccia peluria sul pube rimase scoperta. Era praticamente denudata, restavano nascoste le parti più intime, ed erano l‘obbiettivo finale. Lei ormai drogata da un misto di vergogna ed eccitazione, con le braccia sempre bloccate ai fianchi dall‘abito abbassato, ricevette l‘ordine alzarsi e senza rendersene conto lo fece. Lo slip scivolò a terra. Aiutò persino l‘uomo a liberarle dai piedi l‘abito e il reggiseno che gli aveva sfilato verso il basso. Completamente nuda ma libera nei movimenti, accennò allora ad allontanarsi. Lui la trattenne per un braccio, mostrandole sopra il video del suo computer, una cam, puntata su di loro, con la lucina verde accesa. Gli disse che dal filmato poteva estrarre tutte le immagini che voleva e farle avere a chiunque, magari a suo figlio. Affermò inoltre di aver prelevato il passaporto dalla sua borsetta e che se ne sarebbe potuta andare solo con il suo consenso. Indicandole il tavolo conferenze in un angolo del locale, la invitò a sdraiarvisi sopra supina. Presa da quel ricatto, con la mente confusa, non poté che eseguire, rimanendovi immobile con le gambe chiuse, ma fu per poco. Lo notò spostare due sedie da sotto il tavolo in corrispondenza dei suoi piedi, mettendole a quasi un metro di distanza tra una e l’altra. Fortunatamente gli schienali erano imbottiti, perché fu costretta ad appoggiarvi i talloni. Per farlo dovette allargare le gambe ed avanzare con il sedere fino al bordo del tavolo. Si ritrovò nella posizione come quando andava dal ginecologo, a mostrare oscenamente la sua fica a quell’individuo. Accuratamente depilata ed ornata dal solo triangolino di peluria sul pube, ben visibile la lunga fessura contornata da due grandi labbra che proseguivano fino a lasciar spazio al fiorellino del culo. Con due dita, lui schiuse piccole e grandi labbra della sua passera per guardarle bene la clitoride e l’apertura della vagina. Quella condizione di sottomissione e di gran vergogna l’aveva suo malgrado eccitata. Se ne vedevano gli effetti sul grilletto teso e sporgente, mentre era più che bagnata, gli umori avevano formato un laghetto all’apertura della vagina. Togliendo le dita dal suo spacco, le disse di restare ferma, mentre da un cassetto estraeva una macchina digitale. Le immortalo più volte la fessura scoperta, non dimenticando di includere in sottofondo le magnifiche poppe. Volendola umiliare all’inverosimile, le disse quindi di infilarsi due dita della mano sinistra nella vagina, passando da sotto le natiche. Eseguì, ma non era finita, volle che con la destra si facesse un ditalino. Quasi svenne dall’imbarazzo ma iniziò a stimolare il suo piccolo cazzo con il dito medio, mentre lui andò a regolare la cam puntandola in quella direzione. Voleva registrare il suo orgasmo, sperando di vederla contorcersi sul tavolo. In effetti, lei dopo poco venne, ma non gli diede la soddisfazione di farlo vedere, anzi disse che non ci sarebbe mai riuscita. Vedremo disse, obbligandola a girarsi sulla pancia, lasciando le gambe a penzoloni dal bordo del tavolo con i piedi che arrivavano a terra. Voglio vedere il tuo buco del culo! Non dovette aprirle i glutei. In quella posizione, naturalmente faceva mostra di tutta la sua spacca, ed il taglio, terminava proprio in corrispondenza del piccolo ano già in vista. Scattate altre foto, depose l’apparecchio e si armò di un grosso pennarello che tento di infilare in quell’orifizio. Troppo stretto ed asciutto, dovette prima inumidire il tubo metallico nella fica, per poi introdurlo di alcuni centimetri nel retto. Lasciò spuntar fuori il solo il coperchio rosso che “gentilmente” aveva lasciato verso l’alto. Contemplò per un momento il suo artefatto da guardone, provando più piacere che nel penetrarla lui stesso. Volendo dar sfogo alla sua eccitazione, dal tavolo la fece scivolare a terra in ginocchio e la fece girare verso se. Abbasso la lampo dei pantaloni ed estrasse il cazzo eretto indirizzandolo verso la sua bocca. Arrivò fino a pochi millimetri dalle labbra, quando provvidenzialmente suonarono alla porta. Lei si alzò di scatto e raccolse di furia i suoi indumenti. Si dileguò verso la sua camera, con il pennarello ancora nel culo che le spuntava tra i glutei. Dopo una lunga doccia si rivesti, questa volta con pantaloni ed una camicetta nera. Di trasparente c’erano solo le maniche. Di soppiatto andò a sbirciare nello studio. Il depravato era uscito, probabilmente in compagnia di chi era arrivato. Lei pensò bene di frugare in tutto l’appartamento alla ricerca del suo passaporto. Le ci volle più di un’ora ma lo trovò. Ritornò nella sua camera, intenzionata a preparare la valigia e lasciare immediatamente il posto. Mise il passaporto nella sua borsetta dove già si trovava il biglietto d’aereo per il ritorno. Non appena aperto l’armadio per togliere le proprie cose, senti la porta della camera ad aprirsi e lo sporcaccione, questa volta accompagnato dall’altro impiegato, entrarono senza chiedere il permesso. Lei si sentì nuovamente persa guardando gli sguardi di complicità che i due si facevano. Evidentemente il loro non era solo un rapporto di lavoro e pensò alle altre donne che prima di lei, come sapeva, si erano recate in quel posto per “imparare”. Ignaro che lei avesse nel frattempo trovato il suo passaporto e forte di filmati e fotografie in suo possesso, il capo esclamò: il vestito di prima ti stava molto meglio, nuda poi eri ancora più bella. I due si avvicinarono e ripartendosi tacitamente i ruoli, incominciarono ad armeggiare con la cintura dei suoi jeans e ed i bottoni della camicetta. La sua biancheria intima era tutta piuttosto sexy e poco dopo, senza pantaloni e con la camicetta aperta, era quasi nuda. Un paio di calze autoreggenti, mutandine nere molto trasparenti ed un reggiseno pure nero velato che lasciava intuire tutto. Prima che le tolsero la camicetta, macchinò velocemente nella sua mente, il sistema di inferire una lezione ai due e di scappare. Immediatamente, pur con un certo sforzo inizio ad essere molto accondiscendente. Chiese di essere fotografata così come si trovava, spiegando che le foto in abbigliamento sexy erano migliori di quelle integrali. I due, solitamente incontravano resistenza. Godevano nell’imporre il loro volere con le armi che avevano in pugno, ma questa volta cascarono nella trappola. Pensarono, per una volta di fare del sesso consenziente. Lei chiese loro di svestirsi completamente. Li avrebbe premiati con un pompino collettivo. In pochi secondi furono nudi con il cazzo già in tiro, ma chiesero anche a lei di mostrarsi al nuovo arrivato come mamma l’aveva fatta. Tutt’ e tre ignudi come vermi, si adagiarono sul letto, con l’impiegato che le fissava ostinatamente la peluria del pube. Volle subito ammirare quanto c’era sotto e disse di volerle infilarle l’indice ed il medio contemporaneamente nelle sue cavità intime. Il suo superiore lo aiutò e gliele fece esporre alzando e allargandole le gambe. Ancora una volta il suo imbarazzo aumentò sempre più, ma li volle assecondare, lasciandoli fare. Disse che glielo avrebbe succhiato più tardi per risvegliare una seconda erezione. Allora il principale si mise supino con la nerchia tesa verso l’alto chiedendole di impalarsi e di rivolgere il culo al compagno. Lei capì cosa volevano fare, ma il suo buchetto posteriore era vergine, non aveva mai voluto provare. Il pennarello prima ed il dito dopo, le avevano fatto provare un brivido, ma oltre ad una strana sensazione di godimento aveva sentito resistenza accompagnata da un leggero dolore. Non sarebbe stato così semplice prenderlo nel fondoschiena. Del resto non aveva nessuna intenzione di farsi penetrare simultaneamente da quei due personaggi. Superò ogni inibizione e per assicurarsi che fossero eccitati al massimo, prese posizione come le avevano chiesto. Arrivò a sentire la cappella di quello sotto che le sfiorava il grilletto. Lei si chinò in avanti fino a toccargli il busto con grosse le tette. Nel far questo le chiappe si erano aperte in un’oscena esibizione. L'altro da dietro incominciò a strofinare il cazzo su e giù nel solco, inumidendole il buchino con gli umori che le sgorgavano dalla fica. Malgrado tutto infatti, trovarsi per la prima volta a far sesso con due uomini, rappresentava una situazione intrigante che la faceva eccitare parecchio. Non voleva tuttavia rinunciare ai suoi propositi. Non andò proprio tutto come aveva previsto, perché inaspettatamente, con un colpo di reni lo schifoso di sotto riuscì a penetrarla e lei sentì il randello arrivarle fino all’utero. L’altro tentava di spingerle il fallo nel retto, provocandole fitte di dolore. Era già troppo, avrebbe voluto lasciarli completamente a secco. Improvvisamente si sfilo, balzo dal letto, agguantò borsetta e pantaloni ignorando il resto e di corsa andò verso l’uscita. Al volo prese il suo giubbino dall’appendiabiti e da terra le scarpe, che educatamente aveva lasciato all’entrata. Con la paura che i due potessero raggiungerla, uscì nuda sul pianerottolo al secondo piano. Riuscì velocemente a spostare la chiave dalla toppa interna a quella esterna. Diede un giro di serratura e la lasciò dentro. Ma le sue disavventure non erano finite. Proprio in quel momento dalle scale salivano due ometti anziani, che aveva già visto la sera prima e che dovevano abitare in uno dei piani superiori. Cercò di coprire le sue grazie alla bella e meglio con quanto aveva in mano. I due erano sbalorditi di vederla in quello stato e per un istante rimasero a guardarsi negli occhi. Lei decise di fuggire verso i piani superiori e trovare un angolo deserto per vestirsi. Arrivata a metà della scala, con i due che guardavano la perfetta linea della schiena e del sedere scoperti, inciampò. Quanto aveva per le mani, si sparpagliò per le scale, lei cadde iniziando a scivolare sugli scalini. D’istinto si girò per fermarsi. Si ritrovò seduta su uno scalino con le gambe aperte di fronte ai due vecchietti. Ebbero così la visione ancora migliore di una bella vulva completamente esposta e bagnata, e di due zinne che dal vivo non avevano mai visto. Perplessi si accinsero a raccoglierle la roba caduta, mentre lei, afferrato il giubbino che era a portata di mano, lo infilò e tentava di chiuderne la lampo. Frastornata da quella caduta, con le ginocchia che le dolevano, non si curò nemmeno più di chiudere le gambe. Il suo pudore era ormai ridotto ai minimi termini. I due la invitarono nel loro appartamento ed in quel momento non riuscì ad immaginare cosa di meglio potesse fare. Giunta all’interno, le dissero di accomodarsi sul divano e lei lo fece con indosso la sola giacchetta. Raccontò brevemente ed in grandi linee cosa le era accaduto. In quel mentre si ricordò che aveva dimenticato di trasferire nella borsetta, il denaro che aveva nascosto nella valigia, ed era quindi rimasto nella sua ex-camera. I due anziani erano molto gentili, abbagliati dall’insperata visione del suo corpo e con discrezione e titubanza, le fecero che capire che avrebbero volentieri assaporato il gusto del tatto sul suo corpo. Lusingata dal modo in cui le giunse la richiesta, pensò di unire l’utile al dilettevole, dicendo che avrebbe fatto una doccia con la loro collaborazione. Nel bagno, permise loro di insaponarla e lavarla tutta. Riguardosamente passarono innumerevoli volte le loro mani su quel corpo, soffermandosi a lungo sulle parti più intime. Al termine asciugandola dolcemente con una salvietta di morbida spugna, la massaggiarono delicatamente facendole provare delle fitte di piacere nei punti più sensibili. Per finire sempre davanti a loro, si rivestì dei soli jeans, del giubbotto e delle scarpe. Accettò il denaro che le mancava per prendere il treno direzione aeroporto e li lasciò con un bacio sulla fronte. Fortunatamente non incontrò nessuno per le scale e si avviò verso la stazione. In aeroporto dopo una notte a dormire nella sala d’attesa e mille complicazioni per anticipare il biglietto, salì sull’aereo tirando un sospiro di sollievo. Era ancora vestita “a pelo”.
Un’esperienza che le avrebbe lasciato il segno per tutta la vita. A parte gli atteggiamenti arroganti, aveva capito che poteva praticare il sesso come mai aveva fatto ed era piacevole. Tutti quegli occhi vogliosi puntati sulle sue nudità, le rimasero piacevolmente impresse nella mente. In futuro e progressivamente avrebbe affrontato il sesso in modo sempre più aperto.
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15 years ago
admin, 75
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Sensazioni
La luce soffusa..nell'aria sento..eccitazione...davanti a noi le scene hard..di un film..ci sediamo in compagnia di una coppia..guardo il mio lui..è fantastico..sento ke insieme possiamo tutto...ci scambiamo baci appassionati..carichi di desiderio..con naturalezza mi inginocchio..lui si sbottona i pantaloni...lo voglio..prendo il suo cazzo eccitato in bocca..inizio a giocarci..la mia lingua va su e giu..sento una mano ke mi sfiora..nn è lui..ma nn la fermo..allungo la mia..al tatto un corpo caldo..femminile...continua..il gioco...il mio sguardo si alza..tanti occhi sconosciuti ed eccitati ci guardano...mi sento inebriata...siamo i protagonisti...la voglia di esibirmi mi assale..voglio tutto..e questo nn è ke l'inizio...la serata prosegue..tra balli sensuali sguardi..carezze...cerchiamo una stanza..siamo con due coppie..
è piccola quasi buia..qui ha inizio qualcosa ke mai avrei creduto di fare..
nella mia bocca le palle del mio lui..le succhio con delicatezza...le lecco..fino a sentire il cazzo diventare di pietra...lo sento ke mi arriva in gola..fino a soffocarmi..mi gira e inizia a scoparmi...si avvicina una lei..mi bacia..le sue labbra sono calde e morbide..ho voglia di assaporare il suo seno sodo...mi giro supina...la bocca calda ke ho baciato stà ora esplorando la mia fica..il mio lui sprofonda tra le cosce di un'altra..lo guardo eccitata..mi prendono per i fianchi..lo sconosciuto mi mette in ginocchio..con la fica sulla sua faccia..sento le sue mani...la lingua..nn capisco più niente...l'odore di sperma è ora nell'aria..con lo sguardo..cerco il mio lui...è sdraiato..ke gode della bocca di lei..mi avvicino..lo voglio..voglio sentirlo godere con me...il suo cazzo dalla bocca di lei passa alla mia..lo mordo..lo succhio..con avidità..i movimenti sempre più veloci...eccolo..la bocca viene invasa dal suo sperma..ne gusto il sapore..ne bevo fino all'ultima goccia...
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15 years ago
admin, 75
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Ti aspetto ancora...
…vide Lei per la prima volta sul portale di Morena sex e fu subito un colpo di fulmine…un ribollire il sangue in tutto il corpo concentrandosi nelle parti più goduriose provocando un imminente rigonfiamento del pantalone.
Passava tutte le sere a vedere le sue splendide foto e inevitabilmente iniziava a toccarsi pensando di averla nella stanza di casa sua… ..ammirava il suo corpo statuario di dea dell’amore.... le sue tette e la sua fica e fantasticava il suo primo incontro.
Dopo averla messa a suo agio avrebbe iniziato a baciarla lungo il collo spostando i suoi splendidi capelli e raggiungendo i suoi seni e i suoi capezzoli turgidi iniziando a leccarli e tenendogliele in entrambi le mani…lui ha le mani grandi e non solo…
Con la sua lingua scivolerebbe fino all’ombellico e sbottonandogli la gonna sente il profumo della sua fica…adora leccarla e glielo fa capire immediatamente spostandogli il perizoma e affondando la sua lingua nel profumo di lei…inizia e leccarla tutta passando dal clitoride al buchetto del culo..con un colpo repentino di lingua gli lecca l’inguine e gli sfila le mutandine bagnate di lei e le lecca guardandola fissa negli occhi mentre si stringe i seni..
L’assapora per circa mezz’ora dicendogli delle porcate che a lì a breve gli avrebbe fatto…
Tira fuori il suo cazzo ormai gonfio e scalpitante e lei subito lo afferra prendendolo con mano decisa di chi saprà farlo godere.
...lo prende subito in bocca e guarda il suo viso estasiato di piacere…lui in preda ai tepori del piacere l’afferra sbattendola sul letto di casa pieno di specchi e inizia a scoparla leccandogli i seni…ogni tanto esce dalla sua fica per leccargliela e poi rientra…la gira e la cavalca da dietro guardandola nello specchio ammirando il suo splendido culo.
Impazzito di lei la prende in braccio e la possiede in piedi…poi l’appoggia a carponi sulla lastra di marmo del bagno di fronte allo specchio gli lecca la fica sotto i caldi riflettori delle luci che la illuminano in tutto il suo splendore e passandogli più volte la lingua tra le chiappe del suo fantastico culo..lui adora leccare la fica e impazzirebbe dalla gioia vederla godere mentre gliela lecca…la riporta sul letto e si siede prendendola di schiena possedendola davanti all’immenso specchio…leccandogli il collo e baciandola…lei decisa a farlo godere glielo prende in bocca iniziando una sinuosa sega attendendo lo schizzo fissandolo ogni tanto negli occhi finchè sente che inizia a godere come un porco e… gli sborra in bocca..lei si fa colare lo sperma addosso sulle tette fino alla fica e lui inizia di nuovo a leccargli la sua passera…e pensa di riscoparla di nuovo e stavolta venirgli sulla fica mentre lei si masturba fino a venire come una maiala e pronto a schizzargli sulle mani appena la sente godere…fantastica!!
La vorrebbe sempre e nell’attesa di rincontrarla per altri momenti di piaceri si spara seghe tutte le sere davanti le sue foto sborrando in terra…
…..con la speranza che tutto ciò riaccada Tirone gli invia una gran leccata….
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15 years ago
admin, 75
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Un natale indimenticabile
Salve, mi sono deciso a raccontare una mia storia successa qualche tempo fa’, per rispetto e motivi di privacy non farò nomi.
Vigilia di natale, giornata fredda e piovosa, come ogni anno una giornata frenetica ad organizzare il cenone, come da tradizione tutti riuniti dalla suocera per aiutare alla buona riuscita della serata. Eravamo li giàdal primo pomeriggio e si faceva il check di quello che ancora mancava. Ultima ad arrivare fu lei, mia cognata la sorella di mia moglie, giubotto di pelle nera e sotto uno di quei vestitini tipo maglione che arrivava un po piu giu di metà coscia, delle calze nere che esaltavano ancora di piu le sue bellissime gambe e delle scarpe rosse giuste per l’occasione, la parte più interessante arrivò quando tolse il chiodo e mise in mostra la sua avvenente scollatura, che metteva in risalto i suoi splendidi seni (5), il vestito attillato faceva risaltare ancora di più il suo magnifico lato B. Dopo qualche secondo di un mio smarrimento ad ammirare tutto questo feci finta di niente e continuai a fare quello che stavo facendo. Nel frattempo le donne si stavano organizzando per le ultime spese, a tutti, uomini e donne venne assegnato un compito ben preciso, a me toccò quello di andare a prendere il vino ed insieme a me toccò anche a mia cognata. Non ci credevo, potevo ammirare e scrutare bene ogni centimetro di quel corpo senza che nessuno mi potesse vedere. Ok tutto a posto, dovevamo andare a prendere il vino a casa sua, e ci avremmo messo parecchio perché bisognava travasarlo dalla damigiana. Lei si misi il giubotto e mi disse – Andiamo?, presi le chiave della macchina e scendemmo, nel sedersi in macchina, fece un movimento che fece salire di qualche centimetro la gonna, mettendo in mostra la sua giunonica coscia, ed i sedili in alcantara fecero il resto, praticamente fecero alzare ancora di più il vestito fino a fare intravedere la balza dell’autoreggenti. Salii in macchina facendo finta di niente mentre lei cercava di mettersi a posto. Arrivammo a casa sua, salimmo e lei mi disse – Le bottiglie sono in terrazzo, li prendi tu? Io devo andare un attimo in bagno, ed io – Ok ci penso io.
Andai sul terrazzo, pioveva a dirotto e per non bagnarmi camminavo rasente al muro, vidi le bottiglie, erano in una cassetta di legno proprio sotto la finestra del bagno, mi avvicinai, la finestra era socchiusa guardai e la vidi, si era alzata il vestito per mettere a posto le calze, si tiro il vestito fin sopra la pancia e mentre si aggiustava le calze si guardava nello specchio, si girò di lato e avevo di fronte a me quel meraviglioso culo ricoperto solo dal filo di un paio di meravigliosi tanga nero, si rigirò per controllarsi anche davanti e li un minuscolo triangolino di seta trasparente metteva in risalto il suo magnifico monte di venere. Mi ero già eccitato e si poteva vedere benissimo dal rigonfiamento dei miei pantaloni, lei si girò di nuovo per sistemarsi il vestito ed usci dal bagno. Non sapevo come rientrare con quel rigonfiamento in mezzo alle gambe, - Hai trovato le bottiglie?, mi disse lei , - Si arrivo le ho trovate. Mi misi la cassetta davanti ed entrai in casa, quasi stavo per svenire alla vista di quello spettacolo che vidi appena entrai dal balcone, lei era su una scala che si sporgeva a prendere qualcosa su uno stipite ma non ci riusciva, perciò cercava di raggiungerla mettendosi sulle punte, il vestito si era rialzato e lasciava intravedere nel loro splendore le magnifiche cosce e le sode natica, non c’è la facevo più, di fronte a quello spettacolo mi era venuta la voglia di saltarle addosso e darci dentro come un mandrillo. – Non stare li impalato, vieni a darmi una mano dai – mi disse con tono quasi minaccioso, non me le feci ripetere due volte, posai le bottiglie e subito salii sulla scala, ero un gradino sotto di lei e la mia eccitazione ormai era alle stelle, ero imbarazzato e nello stesso tempo eccitato dal fatto che lei si potesse accorgere del mio stato. Il suo odore e lo struscio mi fece quasi svenire, riuscii a prendere l’imbuto, le nel girarsi verso di me fece un movimento strano che le fece perdere l’equilibrio, io l’abbracciai dalla pancia e nel fare questo persi completamente l’equilibrio finendo a cadere con il culo sul tavolo che era sotto di noi. Un dolore misto ad eccitazione mi percorse per tutto il corpo, ero li con lei in braccio ed il cazzo che voleva uscire dai pantaloni, in più il culo mi faceva un male da boia. La liberai e mi girai di lato per non fare vedere il mio eccitamento, mentre mi lamentavo della botta, subito lei si preoccupo se mi ero fatto male, - Fammi vedere, disse, sbottona ed abbassa i pantaloni che gli do una occhiata. Feci come mi disse, sentivo le sue mani sul mio culo, - E qui che ti fa male vero?, premendo su una parte che evidentemente era rossa, -Si e proprio li, - Dobbiamo mettere subito un po di crema, prima che ti diventi nero, vieni di là stenditi sul letto che prendo la crema. Incurvato per non fare vedere la mia eccitazione andai in camera da letto e mi distesi di lato sul letto. Lei arrivo con la crema e mi disse – Devi toglierli, almeno i pantaloni, se no non riesco a spalmare la crema. Non sapevo cosa fare, comunque in qualche modo riuscii a togliermi i pantaloni. Mi girai verso di lei per vedere cosa faceva, con un occhio guardavo cosa faceva e con l’altro ammiravo il suo splendido decolté, la mia eccitazione saliva sempre di più e non riuscivo più a nasconderla, mi accorsi che ogni tanto girava gli occhi verso l’armadio di fronte al letto, solo dopo mi resi conto che era a specchio, e cosi poteva vedere il mio grado di eccitazione. – Ho finito – disse – hai sbattuto da qualche altra parte?, continuò, - Non credo dissi io – e lei – Eppure vedo che qualcos’altro si e gonfiato. Si mise in piede di fronte me con le spalle all’armadio mi guardò e rise. – Scusa, dissi io, ma tu sei molto bella e sexy e questo e l’effetto che mi hai provocato. – Be, disse lei, vediamo cosa possiamo fare per riparare a tutto questo.
Si mise in ginocchio e cominciò ad accarezzarmi tra le cosce, e piano piano saliva, poi abbassò la testa e cominciò a fare la stessa cosa con la lingua, cominciavo a non capire più niente, si mise alla pecorina affianco a me e comincio con un super pompino. Avevo vicino alla mia faccia quel magnifico culo, comincia a toccarlo e sentivo fremerla ad ogni carezza, la feci mettere a cavalcioni su di me gli spostai il filo del peri e cominciai a leccarle la figa già bagnata più che mai, venne una prima volta quasi subito, me ne accorsi di come mi stringeva e succhiava il cazzo. Leccavo il suo clitoride con foga e ogni tanto salivo verso il buco, ogni volta che lo sfioravo con la lingua o con il dito, un fremito la percorreva per tutto il corpo. Mi alzai e gli tolsi il vestito, alla vista delle tette mi fiondai su uno dei capezzoli, già duri, e comincia a baciarlo e succhiarlo, scopammo come non mai, e quando stavo per venire, le se ne accorse, lo tolse dalla fica super bagnata, lo mise in bocca e mi diede due colpi e poi mi disse – Mi devi venire sul seno, lo adoro. Lo tolsi dalla bocca e cominciò una spagnola da far resuscitare anche un morto. Venni come un torrente in piena, la riempii di sperma da tutte le parti, e stato bellissimo.
Ho avuto altre avventure con lei dopo, ma queste sono altre storie, comunque quello fu una vigilia di natale indimenticabile, e indimenticabile fu il regalo che ricevetti.
Ciao alla prossima.
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15 years ago
admin, 75
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Sono un uomo, un semplice uomo...
Era da tempo che quella ragazzina di diciotto anni m’intrigava, ma la mia onestà mentale e i miei tabù sulla diversità d’età, mi avevano sempre bloccato.
La figlia della mia amica, mi aveva lanciato messaggi inequivocabili, che io avevo cercato di ignorare, più per paura che per rispetto all’amica.
Si, avevo paura di essere scambiato per il solito matusa che cerca o vede segnali erotici in qualsiasi frangente.
Avevamo finito di mangiare a casa loro, decidemmo di fare un gioco di società, Pamela si mise a fianco, niente di strano, eravamo in sei e il tavolo ci teneva uniti; ricordo ancora il gioco, era Twenty questions, stavo leggendo una domanda, quando percepii una mano accarezzare la mia coscia, feci fatica a restare impassibile.
Pamela, era una ragazza troppo avanti per la sua età, sognava viaggi, divertimenti e una vita sfrenata; vedeva in me la persona che poteva renderle la strada facile.
Tante volte rimaneva affascinata ascoltando le mie storie di vita e io,orgogliosamente le decantavo per darmi importanza:
Capelli neri, lunghi, liberi alle spalle, magra e slanciata, occhi grigi, un piccolo seno da adolescente in erba, sempre gentile, studiosa impenitente, niente che lasciasse prevedere quella mano sulla mia coscia.
Avrei voluto scappare mille chilometri distante, per l’imbarazzo.
La verità, era che mi ero eccitato subito, il solo pensiero, che una ragazza giovane, potesse desiderarmi, mi faceva sentire un ragazzino, così. Invece di togliere gentilmente la sua mano e farle un bel sorriso di contrarietà, accettai inerte che lei mi palpasse e, appena libero da sguardi, andai a cercare le sue dita, per accarezzarle e farle sapere che mi piaceva.
Il terrore di essere scoperto, contrastava con tutti gli altri sentimenti, sentivo la sua mano avvicinarsi pericolosamente sul mio gonfiore, pochi centimetri dividevano il mio piacere dalla sua follia, un mio immaginario tentativo di fermarla, crollò alla voce di suo padre;
- Ehi, Maurizio, sta a te fare le domande, torna tra noi.
Fui obbligato a salire con la mano che cercava di fermare l’avanzata di Pamela, lasciandole campo libero.
Cercai di rimanere composto quando arrivò a poggiare il palmo sul mio membro, speravo si fermasse, invece, sadicamente, spinse e facendo pressione, cominciò a sfregare sopra la tela dei jeans.
Era una situazione tragicamente erotica, mia moglie sulla sinistra, i suoi genitori davanti e lei che mi masturbava: sperai che qualcuno indovinasse in fretta la risposta del gioco, per potere tornare sotto il tavolo a fermare Pamela, fortunatamente avvenne, scesi per bloccarla, anche se in realtà avrei voluto possederla su quel tavolo da gioco.
Pamela tolse la mano un attimo prima che io potessi bloccarla, anticipando la mia reazione emotiva, prese una carta da gioco con le domande e innocentemente disse;
- Adesso sta a me fare le domande.
Dire il mio stato d’animo, era raccontare un’Odissea erotica scritta sul momento, cercai di calmare il cuore e concentrarmi sul gioco, sorridevo a destra e a sinistra come un beota, completamente perso nei sentimenti sessuali, guardavo tutti meno che lei, sembravo io il ragazzino, era chiaro che quella situazione mi era sfuggita di mano.
Passarono cinque minuti, quando fu di nuovo il mio turno di leggere una domanda, Pamela tornò all’attacco, questa volta andò direttamente sul mio sesso, io ero angosciato e eccitato nello stesso tempo, feci le mie domande, quando cominciai a sentire la cerniera scivolare giù, deglutii vistosamente, le parole non uscivano più, fortuna volle che il padre avesse indovinato la risposta; a quel punto, ancora una volta Pamela scappò via con,la mano.
Il gioco passò di nuovo a lei, io ormai ero fuso, sapevo che dopo cinque minuti, avrebbe osato ancora di più, furono attimi terribili, il mio ego di uomo, aspettava il momento, come il paradiso terrestre realizzato, la mia intelligenza m’imponeva di trovare un rimedio.
Decisi d’interrompere il gioco qualche attimo prima del mio giro di domande, con la scusa che non mi sentivo bene.
In fretta salutammo gli amici preoccupati per il mio improvviso malore.
Tornai a casa e mi buttai su internet per scrivere un racconto erotico, che placasse i miei bisogni mentali, mentre scrivevo, apparve l’avviso di entrata di Pamela tramite windows, ogni tanto ci eravamo scambiati messaggi scherzosi; aprì subito e mi lanciò un messaggio;
- Adesso sai che il tuo desiderio, è anche il mio.
Rimasi allibito a quelle parole, felicemente allibito.
Risposi avvalendomi del fatto che Pamela non potesse vedere il mio stato d’animo;
- Hai frainteso tutto, sei solo una ragazzina che cerca emozioni forti, fai in modo che non succeda più!
Cliccai su invia e con la morte nel cuore, scaricai i miei desideri su un foglio bianco.
Lo scrittore Salgari, diceva che i racconti scritti, sono viaggi senza obbligo di valige, forse aveva ragione lui; io so solo che quella valigia avrei voluto riempirla…
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15 years ago
fantasypervoi,
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Last visit: 12 years ago
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La chat erotica secondo lei...
Questo racconto è un “mix” tra realtà e fantasia, possiamo dire un 80% realtà e un 20% fantasia…o meglio, la restante parte di provocazione; dividerò il racconto in diversi capitoli per non farlo troppo lungo e pesante, inoltre, chi pensa o spera di trovare fin da subito situazioni “esaltanti”, volgari o crede di passare subito all’azione rimarrà deluso… Perciò, non cercate di saltare i punti che vi sembrano noiosi… fa tutto parte della storia…
Inoltre, ringrazio in anticipo la mia musa ispiratrice, Sofia, conosciuta diciamo per caso e con cui, ci si è trovati in una situazione di assoluta complicità, perciò grazie e spero proprio che il racconto sia di tuo gradimento mia Cara…
Bene, detto questo possiamo iniziare non credete miei fedeli lettori? Andiamo dunque conosciamo la nostra protagonista…
..."Non siamo ancora così messi male amore, tranquilla, sistemerò tutto nei prossimi giorni...stai tranquilla..."
Queste semplici parole mi rimbalzavano nella testa a notte fonda mentre cercavo di prendere sonno a fianco a mio marito...
Mi chiamo Sofia vivo a Roma, ho 35 anni e sono sposata con un uomo che amo moltissimo e che mi ha detto dei bellissimi figli, ma questo non basta per arrivare alla fine mese e comprare il necessario per la nostra famiglia; come si dice: “non si mangia l’amore...”.
Sapevo che avevamo dei problemi finanziari ma non pensavo fossero così gravi fino a stasera, non avevo mai visto mio marito così preoccupato e non mi ero mai occupata di amministrare le nostre finanze non sapendo nemmeno da dove dover’iniziare e così, ho scoperto solo da poco che degli investimenti poco oculati negli ultimi tempi, ci avevano portato sull’orlo della bancarotta.
Avrei dovuto cercare di fare qualcosa per aiutare mio marito e la mia famiglia, ma cosa avrei potuto fare? Cosa?
Potevo cercare un lavoro, nonostante l’età sapevo fare qualcosa e forse, con un po’ di fortuna avrei potuto essere d’aiuto a noi tutti, con questo pensiero m’addormentai più tranquilla in attesa del domani…
Una settimana dopo, ore 9:00
Anche oggi sono qui davanti al computer a cercare un lavoro, come ho fatto nell’ultima settimana senza avere dei risultati! Ho spedito tanti di quei curricula da riempire un libro e nessuno che mi abbia deniato di una risposta! Continuerò a cercare non mi arrendo tanto facilmente…
Lo stesso giorno, ore 12:00
Niente!Niente di niente! Però ho visto una cosa che potrebbe… ma cosa sto dicendo Sofy! Non è nemmeno da pensare! Sei pazza??? E come lo spieghi a tuo marito? Che giustificazione dai a te stessa??? No, no, è da escludere… punto!
Diversi giorni dopo, ore 14:00
Ho deciso, è l’ultima strada che mi rimane, ho letto che si guadagna bene facendo la…camgirl…bè si insomma manderò una mail per capire meglio cosa dovrei fare e quanto verrei pagata, ho pensato già a tutto, lo farò la notte, quando tutti dormono, il computer ce l’ho, mi procurerò una webcam e nessuno mi riconoscerà non vedendomi il viso e voilà, il gioco è fatto! Appena finito…quello che dovrò fare, la staccherò e la nasconderò; nessuno saprà nulla e finalmente potrò dare una mano anch’io, farò finta di aver trovato un secondo lavoro part-time, mio marito non si accorgerà di nulla… ho mandato la e-mail vediamo un po’ cosa mi risponderanno!
Stesso giorno, ore 17:00
Mi hanno risposto!
Mi hanno chiesto di vedermi per “certificare” (così dicono loro) che sia una vera donna e poi dovrò sottoscrivere un paio di cosette burocratiche ma stanotte… potrei già essere in linea, devo essere sincera sono molto emozionata; non so cosa aspettarmi, mi hanno spiegato in linea generale cosa “dovrei fare” e cosa invece no, ma mi sento…bè non so nemmeno io come mi sento, stanotte vedremo!
Stesso giorno, ore 23:00
Sono sola ora, è tutto pronto, ho conosciuto alcune delle altre ragazze che mi hanno dato una “spinta” per mettermi in gioco, mi hanno spiegato un po’ cosa succede e cosa dovrei fare… ora il tutto sta se ci riuscirò a farlo… eccoci, sono in linea, che lo spettacolo abbia inizio…
Stesso giorno, Ore 00:00
…Non riesco a combinare nulla! Qualcuno entra, non saluta nemmeno e dopo poco se ne va…non capisco… eppure non sono così brutta, ho indossato il mio babydoll preferito, è nero, semi trasparente ricamato sul seno, sotto ho un completino nero di seta, anch’esso nero, reggiseno e perizoma… insomma, farei resuscitare un morto!
Invece nulla, alcuni entrano e mi chiedono di fargli vedere come sono, di spogliarmi almeno un po’ per mostrargli “la merce”, altri ancora mi fanno apprezzamenti volgari e pesanti, mi trattano come una… puttana… e anch’io mi sento così… non mi piace quello che sto facendo… non sono una prostituta che vende il suo corpo per soldi… sono… sono... una donna sensuale, affascinante, lussuriosa che gioca ad un gioco molto particolare, ti voglio stuzzicare, ti voglio dare quel piacere che ti manca, quel piacere che nessuno riesce a darti, per colpa della tua timidezza o per colpa della mogliettina che non te la vuole dare… ti farò godere guardandomi mentre con un dito mi accarezzo la mia pelle liscia e profumata che tu non potrai mai toccare ma solo desiderare, con una parola detta al momento giusto potrei farti cadere ai miei piedi…
Si! Farò così, sarò Sofy per voi, la sensuale Sofy e il mio scopo quando sarò qui sarà di darti il maggior piacere possibile facendoti desiderare di essere qui… con me…
Stesso giorno, ore 01:30
Mmmm, mi inizia a piacere questo “gioco”, mi piace sentirmi al centro dell’attenzione di voi uomini, mi piacciono i complimenti che mi rivolgete, volete vedere le mie gambe? Magari come le accarezzo per voi? Oppure guardate ora, devo girarmi per vedere che ore sono… ops… avete visto il perizoma che mi divide le natiche? Avete visto come spicca sulla mia pelle bianca?
Cosa? Volete rivederlo? Non vi piacerebbe vedere come mi accarezzo la pancia e poi scendo lentamente sempre più giù… mi piace farvi impazzire di desiderio e in più, mi sto anche eccitando anch’io ma non ve lo dico altrimenti chissà cosa pretendete, non sono mica fatta di legno sapete? Anch’io ho le mie voglie, i miei punti di piacere, le mie fantasie…
Ora un ragazzo mi ha “puntata”, lo capisco perché è da un po’ connesso e non se ne va via come gli altri dopo un po’ di tempo, è simpatico e so che da un momento all’altro mi chiederà di andare in privato… il mio primo privato lo sento! Mi piace il suo modo di parlare, le sue fantasie e quello che mi vorrebbe fare, mi chiede di accarezzarmi i seni da sopra il tessuto, di soffermarmi sui capezzoli e dirgli se sono duri… si sono duri gli rispondo e credo non sia l’unica cosa dura che cè qui… o mi sbaglio?
Il simbolo del sorriso mi basta per capire che ho centrato in pieno il mio obbiettivo, mi chiede se posso togliermi il perizoma mentre sono nella chat pubblica e continuare a chattare normalmente, lo eccita il pensiero che sia senza mutandine... e magari anche eccitata… gli rispondo che non ci sono problemi anzi… stavo aspettando che qualcuno lo chiedesse gli rispondo, anche perché non lo vorrei bagnare troppo…
È troppo per lui, lo percepisco subito, non ho nemmeno finito la frase che subito mi richiede il privato, finalmente il mio battesimo del fuoco!
Mi chiede di spogliarmi lentamente per lui, anche lui ha la webcam e gli dico che lo vorrei vedere, gli dico espressamente:
”fammi vedere che effetto ti faccio…”
Non se lo fa ripetere due volte, inizio a spogliarmi lentamente per lui come mi aveva richiesto, ma ora sono io che conduco il gioco, voglio darti piacere e farti godere, guardami…
Vedo la sua mano che si accarezza il pene lentamente, è già durissimo, ha un bell’arnese e questo aumenta il piacere che sto provando anch’io… mi chiede di girarmi e abbassarmi, vuole vedermi da dietro… porcellino, ti piacerebbe prendermi così vero? Mi passo le dita sulle grandi labbra della vagina aprendola ai suoi occhi, sono bagnata e vogliosa…
“Ti piaccio?” gli chiedo a bruciapelo…
“Si… si… mi piaci, alzati e toccati con le dita bagnate i capezzoli… ti prego… ”
Faccio come lui mi ha chiesto, mi bagno le dita con i miei umori e mi giro lentamente, ho i capezzoli duri come due pietre, avvicino alla webcam i miei seni e le mie dita bagnate e inizio a toccarmeli, molto piano, molto sensualmente…
“Lo vedi come sono eccitata? Sono durissimi…e guarda le mie dita…bagnate…”
Vedo la sua mano che rallenta all’improvviso il movimento in atto fino ad un momento prima, poi vedo che chiude la connessione della webcam… dopo qualche secondo mi scrive:
“era da molto che non godevo così… grazie…ho chiuso perché ho sporcato tutto…”
Sono eccitata al pensiero di quello che ho appena fatto e i miei freni inibitori sono ormai partiti…
“Peccato che hai chiuso, non mi sarebbe dispiaciuto vedere tutto…”
E così ci salutiamo, sono ancora eccitata ma ora va meglio, mi riprendo, non ho goduto appieno se mi passate il termine, ma ho scoperto che mi piace far godere un'altra persona, che mi eccita vedere quello che riesco a fare semplicemente stando al di la del monitor…
Chissà cosa riuscirò a fare la prossima volta…
Ancora un ringraziamento a Sofy per avermi fatto condividere una parte della sua vita, una parte ovviamente molto particolare…
Come sempre per critiche e suggerimenti contattatemi all’indirizzo: [email protected] Per chi lo dovesse leggere spero piaccia come è piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.
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15 years ago
admin, 75
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il gioco delle chiavi
Il gioco delle chiavi
“ Ciao amore, tutto a posto , prenotazione confermata , vado a fare la doccia.” Lo guardo, gli sorrido e scuoto la testa, penso, sei tutto matto. Carlo mio marito rientra a casa tutto euforico, ha prenotato una cena per sabato in un ristorante ….. speciale come dice lui. Siamo sposati da ventuno anni, lui è un bell’uomo alto 1,85, occhi scuri, fisico tonico e ben curato , ha appena qualche capello bianco che gli conferisce un fascino particolare, ha quaranta anni come me. Io Sonia, sono alta 1,80, capelli neri, seno terza piena, culo sodo,e tondo, cosce snelle, occhi chiari, di lui mi sono innamorata che avevo sedici anni, ci siamo piaciuti subito. Già più esperto e sicuro di me, soprattutto nel sesso, al compimento del diciottesimo anno gli regalai la mia verginità. Fu bellissimo, mi fece impazzire di carezze, baci, a tal punto che quando entrò dentro, provai solo piacere. L’anno dopo ci sposammo, e in viaggio di nozze provai anche il piacere del rapporto anale, fu stupendo il modo in cui lui mi portò a un piacere dolcissimo durante la sodomizzazione, e da quel giorno ne divenni così entusiasta che ogni volta che scopiamo una sana inculata non me la nega mai. Prima di lui, io, in fatto di sesso avevo fatto poco, solo qualche sega, ma con la sua calma e pazienza da allora a oggi a fatto di me una donna completa, soprattutto a letto, bocca fica, o culo non risparmio nulla. Col passare degli anni abbiamo scoperto insieme vari piaceri, il nudismo, un velato esibizionismo che ha reso sempre il nostro rapporto fresco, mai noioso, e sempre molto eccitante. Da un pò di tempo fantastichiamo anche sulla possibilità di ospitare altre persone nel nostro letto, ma finito di scopare quelle fantasie restano tali. L’altra cosa che ci accomuna è il compleanno, io e lui siamo nati lo stesso anno, mese, e solo il giorno ci divide, lui è nato il cinque, io il sei. Per questo negli anni passati abbiamo sempre fatto una settimana di vacanza in concomitanza dei nostri compleanni, ma non quest’anno, abbiamo in programma un viaggio in America per il matrimonio di nostra figlia , quindi per il nostro quarantesimo compleanno lui si è messo in testa di passare una serata speciale, tanto speciale che non sono riuscita a sapere nulla. Passano i giorni e arriva anche sabato, mattino estetista, parrucchiera, e quando esco vedo in una vetrina un delizioso vestito nero, gonna corta e stretta con due spacchetti laterali, sopra due strisce di stoffa che si congiungono sul collo e a mala pena coprono il seno, spalle schiena completamente nude, calze autoreggenti, con pizzo, scarpe con tacco a spillo completano l’opera. Lui quando mi vede vestita così fa un fischio di pura ammirazione Partiamo nel pomeriggio dato che per raggiungere il posto ci dobbiamo trasferire in un’altra città, durante il viaggio parliamo di tutto tranne del locale dove mi porta, l’unica cosa che mi dice che vi si fa il gioco delle chiavi, cerco di saperne di più, ma lui mi dice che sarà un sorpresa, e come tale deve restare. Arrivati, lui parcheggia la macchina in un posto riservato di un grande e vecchio palazzo, e sul portone noto una targa dorata ….. INSOLITO RISTORANTE …. Il nome non mi dice molto, entriamo, siamo accolti da un signore molto distinto, “ buona sera signori, “ e nel dire questo mi porge una rosa rossa a gambo lungo, e subito una cameriera mi invita a seguirla dentro il locale, mentre Carlo viene misteriosamente trattenuto all’ingresso. Nel salone da pranzo ci sono diciotto tavoli, e quasi tutti occupati da coppie, una per tavolo, tranne tre tavoli messi un poco in disparte, dove ci sono tre uomini, uno per tavolo. Mentre mi siedo Carlo mi raggiunge, sorride divertito, “ come mai sei rimasto fuori? “ chiedo, e lui risponde vagamente, si siede e incomincia a guardarsi in giro. Le coppie sembrano tutte più o meno come noi, mentre i tre seduti da soli attirano un poco la mia attenzione, uno sembra giovane, avrà si e no trent’anni, un viso ingenuo, aria timida e spaesata, l’altro seduto di lato a noi, è più grande, semicalvo si asciuga continuamente il sudore, ha la classica faccia da porco che sembra essere teso, nervoso, ci guarda tutte come a volerci sbranare. Il terzo sta più lontano, lo vedo male, è in penombra, cappello alla Borsalino, giacca scura, occhiali da sole scuri, sembra voler restare in disparte. Rapidamente tutti i tavoli vengono occupati, solo coppie, e la cena comincia , quattro cameriere ci servono pietanze buonissime in rapida successione, e tutti sembrano non desiderare altro che la cena finisca prima possibile. Circa una mezzora dopo la cena finisce, e a quel punto il signore che ci ha accolto all’ingresso entra nel salone, porta su di un carrello un vassoio con sopra tanti sacchetti tutti uguali di velluto rosso, fatti in maniera tale che non si capiva cosa c’era dentro, e un sacchetto più grande posto vicino al vassoio. “ signori, siete venuti a cena nel mio ristorante, e spero che il cibo sia stato di vostro gradimento, ora passiamo all’altro motivo per cui siete qui, il gioco delle chiavi “. A quel punto lui spiega il gioco, “ quando siete entrati, i signori uomini , hanno consegnato le chiavi della macchina, e noi le abbiamo messe dentro i sacchetti che vedete sul vassoio assieme a un numero , identico a quello che ha ricevuto ognuno di loro. Ora io comincerò a chiamare i numeri dei tavoli dove siete seduti, le signore del tavolo chiamato si alzano, vengono al vassoio e scelgono un sacchetto, lo aprono e leggono il numero che si trova dentro assieme alle chiavi, il signore con lo stesso numero potrà uscire con la donna e sarà sua fino a domani mattina alle otto, quando la riporterà a casa. Ma fate attenzione, i tavoli con coppie sono quindici, mentre i sacchetti sono diciotto, i tre di più non hanno la donna, quindi se la signora sceglierà il sacchetto dell’uomo solo , lui uscirà con la donna mentre il compagno resterà fino a sorteggio finito quando resteranno solo tre uomini. Loro potranno decidere di seguire la propria donna, ma potranno solo essere spettatori senza mai intervenire per nessun motivo, e se il nuovo cavaliere non gradisse la presenza dovranno restare in disparte in attesa dello scadere del tempo concesso, ma diversamente da ciò se resteranno seduti al tavolo potranno tornare un nuovo sabato per usufruire di una serata da singoli come le tre persone sedute lì. Se qualche persona non intende restare per giocare può uscire ora, altrimenti vada come vada, poi non si torna indietro. “ tutti si sono guardati intorno ma nessuno si è mosso.” Bene allora si comincia, “ e detto questo ha preso l’altro sacchetto dal quale ha cominciato a d estrarre numeri a caso. “ tavolo numero 5,” la donna si alza, e si porta vicino al vassoio, indugia un momento poi sceglie un sacchetto, lo apre, e legge “ 9”, il signore del tavolo nove si alza, saluta la compagna e se ne va assieme alla donna. Uno dopo l’altro i numeri vengono chiamati, io dopo un primo momento di stupore comincio a scaldarmi, la mia fica si sta bagnando al pensiero di quale uomo mi porterà con se questa sera. Al quarto numero la signora di turno sceglie un tavolo singolo, e il giovane se ne va con lei, io spero che non mi tocchi il porco sudato. Una dopo l’altro le coppie si formano, esce anche il singolo sudato, lui scatta in piedi quando lo chiamano e si avvicina alla donna, una ragazza abbastanza giovane, lui gli mette subito una mano sul culo e se la porta via ridendo. Alla fine siamo rimaste io, Carlo, e una seconda coppia, due maschi soli, poi chiamano il mio numero, mi avvicino al vassoio, sono tesa, e prendo un sacchetto, mio marito mi guarda, io lo apro, numero 3, il signore solo in disparte con il cappello si alza, viene verso di me, lo guardo , mi piace, ha un fisico non proprio massiccio, guarda mio marito e lo saluta, poi mi prende per mano e usciamo, ma giunta sulla soglia mi giro per vedere se nell’ultima estrazione mio marito verrà sorteggiato ….. no lui resta assieme al marito dell’ultima donne e un giovane la cui compagne è uscita con il porco sudato. Raggiungiamo la macchina, il mio cavaliere non mi ha detto una parola, mi apre lo sportello, e quando siamo in viaggio lo osservo, sembra un bell’uomo, fisico non troppo grande mani affusolate, il completo scuro e la camicia con i gemelli gli donano classe. Camminiamo per circa venti minuti, poi esce dalla tangenziale e si inoltra dentro una specie di zona industriale, tutti grandi capannoni, si ferma davanti a uno di questi e mi fa scendere senza dire nulla. Entriamo dentro un posto strano, ci sono molte persone che urlano, e si agitano intorno a una specie di ring. La mia presenza viene notata, tutti abbassano la voce, mi sento la centro dell’attenzione, mi osservano, vedo gesti che mimano cosa mi farebbero, sento il desiderio e la voglia dei maschi li presenti, mi eccita, mi bagno, la mia fica reagisce alla situazione scaldandosi, mi bagno. Il puzzo del fumo, l’ambiente sudicio, tutto mi inebria, ma dentro mi domando cosa siamo venuti a fare lì. Un tipo alto, grasso,e con un grosso sigaro in bocca si avvicina al mio cavaliere, gli sussurra qualche cosa all’orecchio, lui annuisce, e viene portata una sedia, mi fanno sedere in una posizione dove sono sotto gli occhi di tutti, al centro dell’attenzione, poi tutto tace di colpo, e dall’oscurità entrano sul ring due uomini di colore. Sono enormi, le loro braccia sono come le mie cosce, hanno pettorali scolpiti, lucidi, e indossano solo dei pantaloncini attillati che evidenziano la loro dotazione sessuale, pari al resto del corpo, enorme. Mi guardano, il grasso gli dice qualche cosa, loro si avvicinano a me, io mi sento piccola davanti alla loro mole, mi osservano, e con un sorriso sarcastico vanno dentro il ring. Il grasso dice che la lotta sarà finita quando uno dei due riesce a stendere l’altro facendogli battere la schiena a terra, e che oltre al premio in soldi questa sera al vincitore sarà dato un extra, e indica me. Mi si gela il sangue nelle vene, guardo i due enormi bestioni squadrarmi con l’aria di sbranarmi una volta nelle loro mani, ma la mia fica reagisce bagnandosi ancora di più. Il mio cavaliere si avvicina al tipo col sigaro, gli porge una mazzetta di soldi, l’altro li prende e segna una cosa su di un foglio, poi tutto comincia. Le urla sono fortissime, i lottatori cercano sopraffarsi, come due elefanti infuriati cercano la posizione migliore per battere l’altro. La lotta , il sudore, le urla mi eccitano, vedere quei muscoli muoversi, mi fanno sbrodolare la fica , non mi riconosco, non mi era mai capitato di essere un trofeo in una lotta. I due si distinguono dal fatto che uno è tatuato, mentre l’altro che sembra più giovane è calvo, la lotta è feroce, il tatuato riesce a prendere in una morsa che mi avrebbe ucciso il calvo, urla, ma non si arrende, e con una mossa strana si libera. Poi quando l’altro si avventa di nuovo su di lui , con fare fulmineo lo sorprende e gli afferra una gamba, lo sbilancia con un moto rotatorio e buummm… il tatuato cade pesantemente a terra. Il pubblico urla, io mi trovo ad esultare, mi piaceva più lui che l’altro. Il tipo con il sigaro passa una mazzetta di soldi al mio cavaliere, poi mentre lo sconfitto esce imprecando e guardandomi con disprezzo, fa scendere il vincitore dal ring, gli da molti soldi e lui si avvia verso la zona buia. Il mio cavaliere mi fa scendere dalla sedia, mi prende per un braccio e mi porta verso la zona dov’è andato il vincitore, la folla fischia, molti oscenamente mi fanno capire che ora toccherà a me, ma la cosa anzi che spaventarmi mi eccita da morire. Mi spinge dentro una piccola stanza, con una panca, un tavolo, e un armadietto, dentro il vincitore mi guarda, ride e quando il mio cavaliere si avvicina e gli sussurra alcune cose all’orecchio io mi sento tremare le gambe. Lui si avvicina, mi solleva con estrema facilità, mi adagia sul tavolo, sento l’odore del sudore, il suoi muscoli duri , le sue mani enormi, fa scorrere verso l’alto il mio vestito e quando vede il mio mini string lo rompe, lo butta e si abbassa , la sua testa fra le mie cosce, mi apre e comincia a passare la sua lingua sulla mia fica, sono un lago, lui mi aspira il clito, mi fa subito impazzire …. Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …….. hummumummummmmm …. I miei gemiti risuonano nell’aria, la sua lingua ruvida si insinua dentro di me, sento il piacere esplodere incontrollato ….. vengooooooooo!!!!!!! …. urlo senza ritegno , e a quel punto il mio cavaliere che è rimasto appoggiato all’armadietto con le braccia conserte gli ordina “ mettiglielo in bocca poi scopala, riempigli la fica di sborra“, impassibile ha osservato tutto senza battere ciglio, e l’altro esegue subito l’ordine. Si avvicina, abbassa il pantaloncino e un cazzo di dimensioni esagerate si presenta davanti alla mia bocca che per quanto capiente non riesce che a far entrare la cappella. Mi spinge il palo giù per la gola, a forza, rischio di soffocare, ma lui non demorde, e alla fine riesco solo a infilare pochi centimetri dentro la bocca. Mi slabbra la mandibola, e quando penso che sta per cedere, con un gesto il mio cavaliere gli ordina di scoparmi. Lui si posiziona davanti, mi pianta il massiccio palo fra le labbra della fica e spinge, spinge dentro con forza, sento le pareti della vagina tendersi, ma lui inesorabile mi pianta quasi tutto il palo dentro. Resto a bocca aperta, non riesco a dire niente, pure il fiato mi muore in gola, lui aspetta un momento poi si scatena , un continuo va e vieni fortissimo scuotono tutto il mio corpo, ad ogni affondo spinge il palo sempre più dentro di me, e piano, piano lo infila tutto dentro. Mi sento piena, mi pare di sentirlo dentro la pancia, e il primo orgasmo mi sorprende e sconvolge tanto che riesco solo a urlare ….. siiiiiiiiiiiiiiiii ……. Sborrrooooooo !!!!!!!! …. Tremo, mi stravolge il piacere mai provato, lui mi pompa con forza e velocità, non dice nulla, le sue enormi mani attanagliano i miei seni, li stringe mi procura dolore che presto diventa piacere, sono sconvolta e un nuovo orgasmo mi scuote e fa tremare tutta urlo ….. vengoooooo …. Siiiiiiii ….. vengoooooooo !!!!!! sono devastata dal palo che mi si è piantato tutto dentro, e il piacere sconvolge la mia mente mentre il mio cavaliere sta ancora appoggiato all’armadietto senza apparentemente provare nessuna emozione, anzi fa di nuovo un gesto e il toro che mi sta montando che aumenta il ritmo e viene in silenzio dentro di me procurandomi un novo urlo di piacere … siiiiiiiiiiiii ……. daiiiiiiiiiiiii … e mi riversa dentro la vagina un fiume di sborra che fa gonfiarla e quando lui esce un getto di sperma schizza fuori con forza fino a colpire l’inguine del nero. L’uomo finita la monta si sposta, il mio cavaliere si avvicina, gli passa tutta la mazzetta di soldi vinti prima e mi prende per un braccio e quando mi alzo dal tavolo le mie gambe tremano, vacillo sui tacchi, e soprattutto non riesco a chiudere le gambe che restano aperte e dalla fica cola sperma, cade a gocce in terra, lungo le calze, ma lui imperterrito mi porta fuori, mi rimette in macchina e via, non dice nulla, guida senza apparentemente interessarsi a me. Facciamo poca strada, ci infiliamo dentro un vicolo semibuio, lui ferma la vettura a e mi fa scendere di nuovo. Mi muovo a fatica, sento le gambe deboli e le calze umide dalla sborra che continua a colare. Ci avviciniamo ad una porta di ferro, lui bussa, un tipo apre e ci troviamo dentro un locale dalle luci soffuse, molte poltroncine, uomini e donne, e una musica di sottofondo. Mi guardo in giro spaesata, sembra un club, ma non ho il tempo di dire nulla, una donna con una parrucca rossa ci si avvicina, bacia il mio cavaliere e mentre mi spinge avanti a loro ci accompagna verso il centro del locale. Dalla voce noto che c’è qualche cosa che non quadra, e solo allora mi rendo conto che non sono donne, ….. “ ma sono tutti gay “ …. realizzo questo nella mia mente, mentre la rossa ha lasciato il mio cavaliere, dopo aver parlato con lui sottovoce, e mi porta vicino ad una pedana posta la centro dl locale. Sento gli sguardi di tutti i presenti addosso, sento commenti e insulti diretti a me, ma immediatamente portano uno sgabello e la rossa mi dice “ Sali, fai uno spogliarello e toccati “, mi guardo in torno sento gli sguardi di tutti addosso, salgo sulla pedana che subito comincia a girare, la musica cambia,e le note di “ you can leave yor hat on” di Joe Cocker si diffondono nell’aria. Mi prende un moto d’orgoglio, se io sono l’unica donna lì dentro ora vi faccio vedere io, subito mi metto a muovermi, mi accarezzo, mi tocco , tutto a suon di musica,nella maniera più lasciva possibile, e lentamente il mio abito scende fino a terra, subito raccolto dalla rossa, e a quel punto mi passo la mano in mezzo alle cosce, raccolgo ancora della sborra che continua a colare e lascivamente ,nel modo più da troia possibile mi spalmo il tutto sul viso. Sento fischi e commenti ostili, ma io mi sento fiera di me. Improvvisamente sale sulla pedana un tipo nudo, magro, mi prende la nuca e mi costringe a infilarmi in bocca il suo sottile e nodoso cazzo. Me lo spinge dentro con forza, cerco di ignorare il senso di vomito quando lui brutalmente me lo spinge in gola, contemporaneamente, dato che mi sono piegata fino ad appoggiarmi allo sgabello, una lingua si sta prendendo cura del mio buchetto posteriore, mi lecca con incredibile maestria, passa e ripassa lungo le pieghe del culo, ignorando la fica , poi un dito entra, mi esplora, poi due, mi aprono, si insinuano dentro di me, comincio a provare piacere , la bravura del tipo è tanta che vengo scossa da brividi di puro piacere, poi si alza, “ è pronta “, dice e l’altro si toglie dalla mia bocca, passa dietro e senza dire nulla mi pianta il cazzo in culo …….. siiiiiiiiiiiiiiiiii …. Spingiiiiiiiii … mi sorprendo a incitarlo nella sodomizzazione, ma le mie parole mi muoiono in gola, l’altro viene davanti e … ma …. che cazz …… il tipo che mi leccava mi posiziona davanti alla faccia un cazzo mai visto, non molto lungo,ma di circonferenza enorme. “ lecca” mi dice, e io estasiata dal palo mi metto a spalmare saliva su quel tronco mai visto. Intanto l’altro mi pompa il culo con forza, quasi cattiveria, il suoi ritmo aumenta e di colpo si pianta dentro di me … sborrooooo !!!!! grida, mentre io stavo per raggiungere il piacere lui si scarica dentro di me inondandomi l’ano di sborra .Un secondo dopo esce, e si posiziona ai lati del mio corpo tenendo le mani selle mie chiappe dilatandole, un filo di sborra mi cola dal culo, e il tipo posizionato davanti si mette dietro di me con la chiara intenzione di infilarmi il suo palo nel culo. Sento la cappella appoggiarsi al buco, mi rilasso al massimo, appoggio le mani allo sgabello e lui incomincia lentamente ad entrare in me, spinge piano ma con decisione, non c’è cattiveria in quello che fa, ma estrema bravura, mi infila il cazzo dentro e io sento le pareti anali tendersi, come un a mano che cerca di entrare in un guanto stretto lui mi infila il cazzo in culo. Resto senza fiato, lui rallenta un momento dandomi il tempo di abituarmi, la pedana gira, e nel momento in cui ho preso il palo in culo, il mio sguardo incrocia quello del mio cavaliere che sta seduto su di una poltroncina, poco distante da me ma in posizione più elevata per poter vedere meglio. Lo guardo e con aria di sfida grido … “ dai … dai … spingiiiiiiiiii ….siiiii mettilo dentro ….. “il tipo deve essere rimasto sorpreso, ma reagisce subito, mi afferra per i fianchi e tira il mio corpo verso il suo. Un momento dopo sento l’inguine dell’uomo aderire al mio culo, l’ho tutto dentro! …. Un dolore appena sopportabile mi intorpidisce l’ano, ma lui inizia a pomparmi, e subito sento tutto il mio corpo reagire positivamente alla sodomizzazione, una scarica di piacere parte dal mio cervello e si scarica dentro la mia fica ,,, godoooooooo !!!!!! ……. urlo … senza ritegno, vengooooo … daiiiiii … , mi è sempre piaciuto il cazzo in culo, e questa occasione di prenderne uno enorme mi fa sballa di testa. Lui si scatena, i colpi che mi da mi slabbrano il culo, ma per nessun motivo al mondo mi sarei perduta una simile esperienza. Aumenta il ritmo e poco dopo sborra urlando ….. siiiiiiiiiiiii tieniiiii ….. ti inoondooooooo ……. sento un il gonfiarsi dell’ano, come se vi avessero versato dentro del liquido caldo, mi fa impazzire sborro pure io … siiiiiii daiiii vengooooo …… le gambe mi tremano, e lui mi deve sorreggere per non cadere in terra, si sfila da dietro e un getto di semenza lo segue, schizzando in terra, lui si allontana e la rossa insieme al mio cavaliere si avvicinano, mi aiutano ascendere e a rivestirmi, sento i commenti ostili vicino a me …. “ che troia … vattene puttana … “ ma io mi sento fiera. La rossa mi scorta verso l’uscita e sulla soglia mentre sto uscendo mi dice “ complimenti, ne ho viste poche di donne prendersi in culo il palo di Arturo e restare in piedi, sei una vera troia”, e mi da un bacio, mi sento fiera di me, sono entrata nella tana del lupo e me lo sono mangiato. Ripartiamo, giro la testa verso il finestrino , sento colare tutto sotto, mi rovinerò il vestito, ma non me ne frega nulla, certo che mi sono imbarcata in una storia assurda, ma la voglio vivere alla grande. Lui guida sicuro, lo guardo, mi stupisce tutto, mi sembra di ghiaccio, ma dove andremo ora? La risposta arriva poco dopo, usciamo dalla tangenziale e ci mettiamo a salire verso una collina, e arrivati davanti ad un grosso cancello che si apre vedo una bella villa, ci fermiamo, scendo aiutata da lui , non mi reggo in piedi, la porta si apre e un signore di circa 40/45 anni ci invita ad entrare. “Ciao, sono Edoardo, entra,”e mi porge la mano, “ sono Sonia “, entro con loro dietro. “ amore è andato tutto bene?”, mi giro di scatto si baciano sulla bocca resto stupita, lui aggiunge “ lei è Jasmine,ed è brasiliana “. Resto decisamente stupita quando il mio lui, no la mia lei si toglie occhiali e cappello e una massa di capelli neri scendono lungo le spalle, mi prendono per mano e ci inoltriamo dentro un piccolo corridoio, poi una porta ed entriamo dentro una stanza con un grande letto, luci rosse soffuse, e una musica tenue di sottofondo. Lui mi prende da dietro, le sue mani risalgono il mio corpo da dietro, afferrano i seni, e il suo cazzo preme contro il mio fondo schiena, lei si avvicina, si spoglia e tolta la camicia mostra un seno perfetto, tondo non molto grosso, mi scioglie il vestito dietro il collo che mi cade ai piedi, mi adagio sul letto e lei si inginocchia davanti a me e comincia a leccarmi la fica, mi sorprende la sua bravura, mi manda subito su di giri, il mio corpo si scuote, la sua lingua non mi da tregua e con dolcezza mi fa provare il primo orgasmo per bocca di una donna, mi tortura il clito, vengo dentro la sua bocca urlando senza ritegno …… siiiiiiiiiiiiiiii ……siiiiiiiiiii …… daaaiiiiiiiii !!!!!! godooooooooooooo … le mie grida incitano di più la donna che come una furia scatenata insinua la sua lingua dentro di me. Lui nel frattempo si è spogliato, si inginocchia sul letto,e mi porge da succhiare un bel cazzo, niente a che vedere con quelli presi fino a quel momento, ma il suo mi ricorda quello di mio marito, lungo il giusto e largo che basta. Lo prendo dentro la mia bocca, lo sento gemere, .. hmumummhm, e questo scatena dentro di me una irrefrenabile voglia di averlo dentro. Poi lui si distende di lato a me, e infila la sua lingua fra le mie cosce a sostituire lei, anche lui è bravo, mi stuzzica bene anche il martoriato culo, mi giro, vorrei baciare lei che si è alzata per finire di spogliarsi e ….. ma!?! … tu … sei … resto stupita, le sorprese non sono finite, lei si è tolta i pantaloni e dentro un mini tanga spunta fuori una violacea cappella, “tu sei un trans”, le dico, e subito si avvicina, mi invita a succhiare lo splendido cazzo che si ritrova fra le gambe. Lungo più dell’altro è pure più grosso di circonferenza , ma senza esagerare, io mi scateno, li voglio, urlo il mio piacere, loro mi torturano la fica, il culo, e i seni, sono due dannati , sono bravissimi a farmi impazzire fino a che urlo …… “ SCOPATEMIIIIIIIIIII … non ne posso più!!! “ lui si distende con un cuscino sotto il corpo, io mi porto su di lui e mi infilo il cazzo dentro la mia slabbratissima fica, ma mi fa godere lo stesso, lei invece si posiziona fra le sue gambe, ora m’incula, penso invece le sue intenzioni sono altre, si avvicina, prende il cazzo del compagno e unito al suo me lo piantano insieme dentro la fica! Sono sconvolta, mi piantano i loro pali dentro che insieme cominciano una danza senza fine, su e giù avanti e indietro senza sosta, incuranti delle urla di piacere che escono dalla mia gola, mi limano a tutta forza. Perdo la cognizione del tempo, del luogo, vengo assalita da una frenesia del piacere, voglio solo sborrare anche l’anima, e loro ci riescono benissimo. Dopo un lunghissimo tempo nel quale si sono divertiti a farmi venire in continuazione, li incito a sborrarmi dentro ….. vi pregooooo ….. siiiiiiiiiiiii ….. venteeee …daiiiii riempitemi la ficaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! ….. le mie grida anno l’effetto voluto e quasi in contemporanea schizzano dentro di me. Ci distendiamo per un momento di tregua, sono sfinita. Convinta di aver provato il massimo resto quasi senza parole quando lei dice “ dai amore facciamo il triangolo”, lui si distende di lato sul letto, infila il cazzo di lei in bocca e comincia a succhiarlo con passione, lei mi infila la sua lingua fra le labbra piene di sborra della mia fica e io mi ritrovo il cazzo di lui in bocca. Lei mi fa impazzire a leccarmi, e decido di far tornare il cazzo di lui durissimo, ma per quanto mi sforzi sembra che non riesca a raggiungere una durezza che mi soddisfi. Poi mi viene un’idea, lubrifico un dito , e lo infilo con forza dentro il culo di lui, sento il cazzo reagire positivamente, e allora le dita diventano due, m’inculo lui, mentre gli succhio il cazzo che velocemente torna durissimo. “ cambiamo, amore,” chiede lui e allora lui mi si mette a leccarmi la fica, io mi ritrovo il cazzo di lei in bocca e lei quello di lui, ma poco dopo si cambia di nuovo, lui si rimette sdraiato con un cuscino sotto, e mi fa impalare sul cazzo, ma questa volta e il culo ed essere preso di mira, lei si porta ancora fra le nostre cosce, mi infila il cazzo dentro la fica con lui nel culo, si muovono bene, mi strappano una sborrata da urlo …. Godooooooo … e a quel punto lei si sfila da davanti, e congiunto il cazzo con quello di lui mi infilano insieme il culo! Sono a gambe aperte, la doppia al culo mi fa morire, incrocio le gambe dietro di lei e li incito a sfondarmi ….. siiiiiiiiiiiiiii … spingiiiiiiiiii … loro si sincronizzano e partono in una cavalcata infernale. Godo, godo a ripetizione, non mi ricordo in vita mia di avere mai provato niente del genere. Andiamo avanti per molto tempo, il mio corpo si tende e urla tutto il piacere provato, poi prima lui e subito dopo lei sborrano le ultime gocce dentro di me,e io con loro. Scivolo di lato, sfinita, senza respiro, lei si distende dalla parte opposta, lui apre le braccia e ci strige insieme in un abbraccio, le nostre bocche si congiungono in un bacio dolcissimo, poi lei si alza, esce dalla stanza e poco dopo torna, mi aiuta ad alzarmi, a vestirmi, ma non metto i sandali, non mi reggo in piedi, mi accompagnano alla porta, dove una bionda in divisa ci attente, “ sei stata magnifica” mi dice lei, mi bacia con passione sulla bocca, e pure lui si unisce al saluto, “ quando il tuo uomo farà la serata da singolo chiamami, ti farò venire a prendere da lei che è il mio autista, e ti faremo passare una nuova indimenticabile serata” e nel dirmi questo mi da un biglietto con un numero di cellulare, poi esco, salgo in macchina, do l’indirizzo alla ragazza e mi addormento sfinita. Un pò di tempo dopo sono a casa, entro e vado in camera da letto, lui mi ha sentito tornare mi guarda e mi sorride, “ serata dure è?” mi chiede, mi aiuta spogliarmi, mi distendo sul suo petto, è nudo, guardo il suo cazzo mosci disteso di lato, incomincio a raccontargli tutto, e alla fine il cazzo è diventato duro, sono esausta, ma mi abbasso, gli prendo quel membro che tante volte mi ha fato impazzire e lo succhio con gioia e passione, fino anche non mi inonda la gola di sborra, era proprio l’unico buco che era restato a secco, ma al mio uomo questo gli e lo dovevo, in fondo se ho passato una notte indimenticabile lo devo a lui, mi distendo al suo fianco e mi addormento felice, il gioco delle chiavi è proprio bello ……
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Travolgente
I difetti di scrittura li da il sito stesso, non capisco il perchè. le sbarre al posto dell'apostrofo, non si possono correggere
dopo una prima conoscenza via messaggi finalmente l'incontro, la guardo arrivare..bellissima quanto sexy..., scarpe nere aperte, tacco sottilissimo, molto alto, una gonna poco sopra il ginocchio, gambe abbronzatissime, una camicetta attillata, bianca, stupendamente scollata, seno piccolo, l'avrei desiderata senza reggiseno per vedere i suoi piccoli capezzoli diventare irresitibilmente duri..siamo andati a cena, la chimica che ci ha unito è stata subito intensa, i nostri sguardi giocavano già eccitatissimi, io sempre molto distinto, bello e abbronzato, bel sorriso..e sguardo malizioso, tanto gentile quanto maschio, adoro corteggiare, intrigare, ridevamo, mentre non perdeva occasione per sfiorarmi, toccarmi, le spalle, il petto, le mani stesse, sentiva il mio profumo, seguiva ogni sguardo le si infilava nella scolaltura..o nello spacco rendendola quasi nuda quando mi accavvalava le gambe davanti mordendosi le labbra, solo dopo ho scoperto quanto fosse già un lago di piacere per me, abbiamo avuto difficoltà ad arrivare al mio albergo, le nostre mani non riuscivano più a stare ferme, in macchina dopo avermi sbottonato la camicia..leccato ovunque..non ha resistito a liberare il mio sesso, enorme, lo premevo contro di lei, deciso ed eccitatissimo, ha incominciato ad assaporarlo, poi sempre più vogliosa, i miei movimenti diventano sempre più decisi, le scopo la bocca sempre più animalesco..la sento venire...e venire ancora mentre le mie mani la invadevano piano..le spingo il mio sesso sino in gola, le manca il respiro..eccitatisisma e in mia balia...sento la sua saliva sempre più calda colarmi sino alle cosce..più lo sentiva enorme invaderle la gola e più cercava di prenderlo tutto..sino alle palle..per essere stupendamente usata da me...sono esploso gridando animalesco...si dimenava per prendere i miei schizzi sul viso...in gola...la lingua frenetica li cercava ovunque...mmmm..poi mi sono rilassato..abbracciata a me..giocava ancora con la mia pelle, sentiva il mio cuore a mille...ho messo in moto e giunti alla stanza è stato travolgente, adoro farle sentire le mie mani decise, l 'afferrano e tengono, dolci e decise, scivolano curiose ovunque, mentre la guardavo negli occhi..le sussurravo la mia voglia...l'ho presa lento e deciso..fatta sentire sicura e protetta, quanto usata dal suo maschio, sbattuta sino a farla gridare esausta dal suo piacere, sino a farle vivere gli orgasmi più intensi, amo percepire ogni sua sensazione, alternare dolcezza ad animalesca passione, solo guidati dai nostri desideri, ho il potere di pecepirli, abbiamo concluso esausti sul letto, sudati, era sul mio petto...sentiva il mio cuore a mille...e così a ridere e parlare...sino a che le mie mani hanno ricominciato ad accarezzarla..sentirla gemere, scendo lento tenedole bloccate le gambe a mio piacimento, per assaggiarla, baciarla, succhiarla, sino ad avere il viso pieno del suo godere, amo sentirla tremare mentre con la lingua da lento divento sempre più frenetico..voglioso..sentire il suo fiore bagnatissimo tra le labbra, sotto la mia lingua, quando impaziente mi è salita sopra...l'ho lasciata impalare piano quanto ha voluto.. prima di sbatterla con tutta la mia forza...gridava e veniva...irrefrenabile...travolti dal piacere..intelligenza e sesso travolgente...rimarremo amici molto a lungo..amici molto speciali
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15 years ago
CALDOAMANTE,
36
Last visit: 12 years ago
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Dal dottore
Questo racconta è frutto di pura fantasia (ma mi piacerebbe molto si realizzasse).
Un giorno ero in uno studio medico per una visita, ero l'ultimo paziente,arrivato finalmente il mio turno il dott. molto cortesemente mi fece accomadare era un uomo sui 40/45 anni,molto gentile e carino,ci presentammo e parlammo un pò della mia vita,malattie giovenili e tutte quelle domande di routine che si fanno ad un paziente alla prima visita.
Dopo l'indagine mi disse di spogliarmi e di stendermi sul lettino per la visita,cosa che io feci e cominciò la visita accurata. più o meno a metà della visita entrò l'infermiera,una bella ragazza formosa,con un grembiule bianco immacolato,abbastanza aderente da far scorgere le sue forme abbondanti e provocanti,si avvicinò al dott. e cominciarono a parlarsi.
Intanto la visita proseguiva,a visita ultimata il responso fu che godevo di ottima salute e che non avevo alcun motivo per preoccuparmi.
A questo punto,mentre ero ancora nudo sul lettino,con mio grande stupore l'infermiera cominciò a spogliarsi e quelle forma dapprima intraviste si rivelarono a me in tutto il loro splendore,mi si avvicinò, comincio a baciarmi e ad accarezzarmi su tutto il corpo,cominciai a fremere e il mio uccello divento di pietra,fù allora che sentii due labbra serrarsi su di lui e cominciarono a succhiarlo e slinguarlo lungo tutta l'asta,il migior pompino che mi sia mai stato fatto.
ma la domanda che mi frullò in testa era.chi è la persona che si sta dedicando a lui con tanto impegno e tanta bravura?
alzai per un attimo lo sguardo e vii che la persona in questione era il dott. ora io sono bsx e certe situazioni mi intrigano, e parecchio e mi qabbandonai al fato.
l'infermiera salì sul lettino,mi si accovacciò sopra e me lamise in faccia io cominciai a leccarla e lei cominciò a lanciare gemiti di piacere,le leccai anche il buchino non proprio stretto era una goduria per tutti quanti.
Ci alzammo,e io mi chinai davanti al medico,cominciai con la lingua,prima dai testicoli e poisù,lungo tutta l'asta fino ad arrivare alla punta, aprii laboca e lo ingoiai tutto fino alla radice,l'infermiera sdraiata per terra mi stava leccando e insalivando per bene il buchino e tutta l'area circostante,quando buco e cazzo furono belli insalivati mi fecero girare e il dott. mi prese da dietro,d'apprima con movimenti lenti e poi sempre più aumentandoil ritmo facendomi gemere d'apprima per il dolore poi per il piacere che piano piano si faceva strada prima nel mio di dietro poi nel mio cervello.
Mi stava sconquassando tutto,ad ugni colpo io gemevo e sempre più forte,l'infermiera simise davanti e me e dopo essersi lubrificata si puntò il mio uccello e se lo infilònel culo con colpo secco,io a quel punto non capivo più,ero come posseduto,finimmo con unabella sborrata in faccia all'infermiera,ci baciammo tutti con la lingua e ci salutammo.
Ora come detto prima questo è un racconta di pura fantasia,ma mi piacerebbe si realizzasse anche non con un dott. una coppia sarebbe comunque alettrizzante e il godimento per tutti sarebbe assicurato.
Sperando che in molti lo leggano e magari si accetino al mio racconto,e magari qualcuno mi contatti per farlo avverarevi saluto e vi mando un bacio. CIAO
10
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Incontro e racconto
Ero appena rincasato.
Alle spalle, una giornata di lavoro come tante divisa fra clienti pressanti, tempi ristretti e qualche risata coi colleghi. Di fronte, una cena veloce, una bella doccia rinfrescante e... questa volta un bel giretto sul sito di incontri per adulti.
In particolare attendevo la risposta di una ragazza - BeautyFantasy75, il suo nick - che mi aveva colpito già da qualche tempo, e che a dire il vero non aveva ancora mai risposto a nessuno dei miei messaggi.
In foto appariva in costume da bagno, al mare, in una posa delicatamente sensuale; una mano passata fra i capelli, l'altra appoggiata lascivamente su un fianco con le dita piacevolmente protese verso il bordo dello slip. Le forme del seno morbide e arrotondate, il ventre piatto che invita alla carezza e il disegno della figura nel suo complesso, così aggraziata e femminile, avevano rapito da subito il mio sguardo, e agitato la mia fantasia. Il suo profilo era succinto ma intrigante... non potevo non provare a contattarla. Solo che lei non rispondeva mai.
Accesi il computer e senza in realtà aver perso la speranza, mi collegai al sito e cliccai sulla messaggistica.
"Hai un nuovo messaggio", recitava freddamente la dicitura. Io a quel punto, al contrario, ero tutt'altro che freddo ! era da diversi giorni che non scrivevo a nessun'altra ed ero quasi certo che fosse lei, BeautyFantasy75; sentii una scarica di elettricità pervadere per un istante il mio corpo. Ero curiosissimo. Le avevo scritto presentandomi e dicendole che la stavo inseguendo da qualche giorno, che mi aveva colpito, e che mi piaceva scrivere racconti erotici, invitandola sul mio profilo per scoprire qualcosa in più su di me. Apparve la pagina con il riepilogo dei messaggi e... sì ! era lei ! mi aveva finalmente risposto ! cliccai senza indugio il suo messaggio e lessi con avidità: "Ciao Stefano, anche a me piacciono molto i racconti erotici. Mi piacerebbe conoscerti in chat (mi indicò il suo contatto messenger). Ho visitato la tua fotogallery e quello che ho visto mi ha intrigato... contattami, ciao". Nella sua semplicità, mi aveva davvero eccitato. Innanzitutto voleva conoscermi meglio, mi confermava che anche a lei piacevano i racconti erotici e soprattutto voleva iniziare a conoscermi in chat !
Mi collegai a messenger e ricercai immediatamente il suo nick. Inviai l'invito e attesi. Non era online in quel momento. Così tornai sulle pagine di Desiderya e guardai nuovamente, le sue foto. Osservai con sempre rinnovato interesse, e - ammetto - con una certa sensazione di sottile eccitazione, l'immagine del profilo, quella del mare. Poi mi godetti lo spettacolo delle altre tre foto nel suo profilo. Nella prima era seduta su un letto, in abiti succinti con le gambe divaricate e le mani al seno, mentre si toglieva la camicetta, lasciando intravedere appena i suoi seni sodi sotto il tessuto. Mi piaceva molto quell'immagine, perchè non era volgare ma condivideva un gesto intimo, come lo spogliarsi su un letto. Fossi stato il fotografo, ne avrei scattate cento, di foto, per essere sicuro di riusciere a catturare almeno un decimo della sua femminilità e di quella sua carica erotica. La seconda foto credo se la fosse scattata da sola allo specchio: un primo piano sul decoltè dalle forme così invitanti e morbide da aver voglia di saggiarle con il palmo della mano e, perchè no? accarezzarle con le labbra; era una vista magnetica e molto provocante: il vestitino con le spalline, incorniciava le rotondità del suo seno esaltandole e rendendole ancora più desiderabili, se ciò fosse stato possibile. La terza foto la ritraeva in una posa esplicitamente sessuale, non solo eroticamente provocante; nella foto era inequivocabilmente eccitata, in piedi su un divano, spalle al fotografo. Con una mano appoggiata al muro, la testa lievemente girata verso l'obiettivo, il capello lungo a ricadere sulle spalle, e il culo completamente nudo, con gli slip abbassati al ginocchio. Nell'immagine si intravedeva anche il tocco erotico delle scarpe rosse col tacco. A guardar quella foto, dopo aver assaporato le precedenti, sentivo un tumulto sessuale dentro di me. A esser lì, avrei affondato il viso fra le sue natiche leccandola fino a provocarle un orgasmo lì, in piedi sul divano mentre agitava quel magnifico culetto meravogliosamente eccitato e probabilmente affamato di qualcosa di anche più invadente della mia lingua.
Stavo vagando con i pensieri attorno al suo corpo, alla sua libido e a tutti i modi che immaginavo per farla godere... quando messenger trillò... era lei che aveva accettato la mia richiesta di contatto... e mi aveva scritto il primo messaggio.
- Ciao Stefano!
- Ciao... ti stavo giusto pensando
Lei: ah sì ? dai davvero ? non ci credo...
io: beh, sì... stavo riguardando le tue foto divagando un po' con la fantasia...
Lei: le mie foto ? ehehe... dai non mi spiare :)
io: :) ma se lei hai messe tu on line ! non mi dire che non ti fa piacere che la gente le guardi !
Lei: in effetti mi piace sapere che qualcuno le guarda e le trovi piacevoli
io: è così, io le trovi meravigliose. Un crescendo di sensualità ed erotismo...
il dialogo proseguì per qualche minuto stuzzicandoci a vicenda sulle reciproche foto dei profili. Poi mi chiese se fossi sufficientemente attratto da lei per dedicarle un racconto erotico. Scherzai dicendole che mi sarebbe piaciuto dedicarle qualcosa di più concreto di un racconto erotico... ma senza dubbio avrei potuto iniziare da lì. Sorrise telematicamente anche lei, e poi proseguimmo a stuzzicarci a vicenda. Credo che avrebbe voluto lasciare che il dialogo sfociasse nella direzione naturale che aveva preso: nella descrizione della reciproca eccitazione che stava montando; ma non volli accelerare i tempi. E volevo che fosse il racconto erotico che mi aveva chiesto di scriverle, a provocarle una piena sensazione di eccitazione sessuale. Volevo che lo leggesse con calma, nella sua intimità. Senza intrusioni o forzature. Volevo riuscire a rapire la sua attenzione, a farla immergere in una situazione e a farla eccitare fino al punto di spingerla a doverla soddisfare.
Le scrissi che le avrei fatto avere il racconto fra pochi giorni,e così fu.
Questo è il racconto che le inviai:
Io e te ci incontreremo. Verrò a prenderti alle 20, a casa tua. Tu ti vestirai come si conviene per una cena intima con un uomo che vuoi sedurre per la prima volta. Io sarò galante e deciso, ironico e provocatore. Nel tragitto in macchina, parleremo di noi, di qualche aneddoto e delle cose che ci piacciono della vita. Ma entrambi, senza mai ammetterlo o lasciarlo trasparire dalle parole, staremo pensando a come si svilupperà la serata. A cosa ci piacerebbe che accadesse dopo cena... Un sottile imbarazzo nelle brevi pause di silenzio ricercate da entrambi, per studiare la reazione nell'altro, per cercare di leggere negli occhi e nei gesti la reciprocità di queste sensazioni. Non vogliamo che nulla sia scontato, ma moriamo entrambi dalla voglia di vivere una serata elettrica.
Ecco spiegate le tue scarpe col tacco rosso fuoco, il tuo profumo inebriante, e quella sensazione nell'aria di piacere diffuso. A macchina ferma, mi giro verso di te, guardandoti mentre parli. Senti i miei occhi sul tuo corpo e la mia mente completamente assorbita dalle tue parole e dalla tua gestualità. Ti stai chiedendo come reagirei se tu ora mi baciassi... o forse speri che lo faccia io. Ma non sarebbe ancora il momento giusto, nonostante entrambi si stia segretamente pensando proprio a quello. Continui a parlare, e ti godi l'attenzione che ti dedico e la mia voce calda e avvolgente che ti risponde. Non ci siamo quasi resi conto, ma ora siamo già seduti a tavola, al ristorante. Ti piace, adesso, restare ad ascoltare le mie storie e i miei discorsi. La mia voce ti piace. A volte perdi qualche parola mentre divaghi sul mio tono e più in generale su di me. Ti ha stupito la mia altezza, quasi 2 metri, e osservi il mio fisico proporzionato correndo maliziosamente con la mente, alla foto del mio profilo dove mostravo le dimensioni del mio pene eccitato. E' strano: ti sorprendi in questo pensiero, e io naturalmente non posso neppure immaginarlo mentre continuo a parlarti. Vorresti smetterla e concentrarti sul presente, ma ora più cerchi di non pensarci e più ci pensi ! Non puoi fare a meno di pensare che ora quell'immagine, quella foto, è in realtà a pochi centimetri da te, sotto al tavolo. Ora mi rendo conto che sei rapita da qualcosa, e mi fermo. Arrossisci come se avessi potuto leggerti nel pensiero, ma in realtà io non ho idea del perchè. Tu sei quasi certa, invece, che io abbia capito tutto, ma nel dubbio non ne parli. Mi guardi e basta, aspettando una mia mossa. "Credo possiamo passare al dolce, che ne dici?" . Sorridi cercando di capire se la mia sia una provocazione o meno. Forse inizi persino a sperare che lo sia. Io inizio ad intuire. E cambio rotta. Mi avvicino leggermente a te, e ti appoggio una mano su un ginocchio, mentre guardandoti negli occhi ti parlo: "una regina non dovrebbe mai arrossire...". Le nostre teste si avvicinano lievemente, attratte da un reciproco stimolo, mi guardi negli occhi mentre i miei passano velocemente sulle tue labbra e sui tuoi. Poi ti bacio. Le nostre labbra si sfiorano solo, all'inizio, si assaggiano reciprocamente sondando i rispettivi caratteri e giocando lievemente fra loro. Ma il tumulto che questa situazione ci sta scatenando dentro, non è arginabile. Il bacio si fa più appassionante, e sfruttando la lunghezza della tovaglia allunghi con audacia una mano fino alla zip dei miei pantaloni. Lo vuoi sentire. Muori dalla voglia di sentirlo. Devi soddisfare la curiosità della tua mano, seppure ancora attraverso la stoffa dei pantaloni. Ne percepisci il risveglio. In pochi secondi lo senti crescere e spostare le pieghe dei pantaloni. Spinge forte, come a voler uscire e abbandonarsi fra le tue dita. Ma non si può, siamo al ristorante, in un luogo pubblico. La mia mano ti accarezza l'interno coscia e anche io mi rendo conto nello stesso istante che non si può andare oltre. Anche se siamo nell'angolo della saletta. Stacchiamo a fatica le nostre labbra, e ci alziamo all'unisono. Pago frettolosamente il conto, e ci dirigiamo alla macchina... ma non vogliamo lasciare che la situazione perda di energia. Siamo letteralmente travolti. Ti prendo per mano e ci buttiamo nella hall di un'albergo a caso: il più vicino, quello a cui stavamo passando davanti per tornare alla macchina. Normalmente a nessuno dei due sarebbe piaciuto programmare la cosa in un albergo. Ma la cosa non è programmata. E' quasi un'emergenza ! sei eccitatissima, e il fatto di finire in una stanza di albergo per scopare al più presto, ti fa sentire un po' troia e la cosa ti eccita inaspettatamente. "Ma che sto facendo ?" pensi. "Chi se ne importa ! ti rispondi... ho voglia di lui, e ne ho voglia adesso !". Ripensi al corteggiamento che ti ho dedicato per tutta la sera, all'eccitazione strisciante, e a quanto ti abbia fatto sentire bene e desiderata. Ora vuoi anche tu lasciarti andare, e chi se ne frega se siamo in macchina, a casa o da qualsiasi altra parte ! Questa è l'eccitazione che conquista ! questo è voler ascoltare le proprie voglie, abbandonandosi all'istinto. Dio quanto sei libera ! e quanto hai voglia di vivere quella libertà !
Siamo sul lettone al centro della stanza, ora. E tu sei al centro del mondo, ora. Mi sfilo con movimenti lenti prima la camicia e poi la maglietta, restando a petto nudo davanti a te, lasciando che le tue mani palpino voluttuosamente i miei pettorali. Riprendi da dove ti eri interrotta al ristorante, e scendi velocemente con le mani, fino ai miei boxer, decisamente rigonfi di piacere. Vedermi eccitato, mentre mi lascio pervadere dalle tue mani in ogni parte del mio corpo, fino all'intimità più dura, ti fa bagnare copiosamente. Vorresti che ti penetrassi subito, furiosamente... ma non lo chiedi perchè vuoi che la cosa duri ancora parecchio. Ed è quello che voglio anche io.
Ti chiedo di spogliarti davanti a me: "spogliati mentre mi guardi". Inizi allora a sfilarti d'apprima la magliettina attillata, lasciando al reggiseno di pizzo bianco l'ingrato compito di coprire la magnificenza della tua nudità.
Non riesci a non guardarmi il pene, sempre più duro e slanciato, che ondeggia lievemente sulla mia pancia mentre da sdraiato mi godo il tuo show. Ti sfili anche la gonna... e ora sei in slip e reggiseno, a pochi passi da me. L'eccitazione è grandissima, ti senti una dea desiderata e venerata, e la mia eccitazione ti rende padrona della situazione. Non resisto e devo toccare il mio membro; lo faccio lievemente, con una singola carezza. Non resisti e sfilandoti gli slip mi salti addosso baciandomi dal ventre su, fino alle labbra. Le mie mani massaggiano con passione crescente ogni centimetro del tuo corpo, si soffermano sulle coscie, risalendo verso le grandi labbra, sfiorandole appena, per poi dedicarsi alle natiche. Le massaggio palpeggiandole vigorosamente, e spingendo il tuo pube contro il mio uccello liscio, caldo e durissimo. Senti la mia voglia contro il tuo monte di venere e inizi a strusciarti per provocarti piacere. Vorresti che le mie dita si spingessero ben dentro le natiche, fino al buchetto, per scendere poi fino alle grandi labbra. Intanto le nostre lingue stanno assaggiando il collo, le labbra e la pelle. Ti infilo un dito nella fessura e sento grondare il tuo piacere lungo il palmo della mano. Insisto e inizi ad ansimare, ti succhio un seno, stimolando con la lingua il capezzolo, mentre con la mano ti sto ormai masturbando il clitoride provocandoti spasmi e gridolini di piacere. Vuoi solo godere e sentirti completamente afferrata e soddisfatta. Ti chini sul mio membro e inizi a succhiarlo con un'avidità che ti sorprende. Vuoi assaporare il succo del piacere ed esplodere a tua volta in un grandioso orgasmo. Anche io mi chino sul tuo fiore e ne lecco il nettare da ogni anfratto. Spingo la lingua oltre il limite immaginabile. Ti lecco il clitoride completamente abbandonato a me stesso, concentrandomi esclusivamente sul tuo piacere, anche se intanto sento il cazzo pompare a mille, sotto i colpi delle tue labbra e della tua lingua. Mi accorgo che sei vicina all'orgasmo, e ora che inizi ad ansimare con più affanno, ti infilo un dito nella fica, mentre con le labbra e la lingua mi dedico al piacere del tuo clitoride. Il dito ricerca il punto g, seguendo il ritmo dei tuoi spasmi, sei veramente al limite e stai per gridare dal piacere. Massaggio e succhio con ritmo e intensità, ma senza esagerare... lasciando che il piacere cresca intensamente e in modo irrefrenabile in te. Ora stai avendo un meraviglioso orgasmo ! Ti contorci leggermente sotto i colpi della mia lingua, e ti lasci sfuggire il pene dalle labbra, ora socchiuse in un'espressione di immenso godimento. Godi a lungo e io non sembro voler smettere più. Quando anche l'ultima scarica elettrica ha pervaso il tuo corpo, ti abbandoni sul letto lasciando che ti accarezzi i capelli, e che appoggi il mio membro ancora duro e voglioso sul tuo pube.
Restiamo così per qualche momento, poi inaspettatamente me lo prendi e lasci che scivoli fra le tue coscie nuovamente bagnate. Penetro dentro di te, e sento il calore del tuo corpo che pervade la mia carne e la mia mente. Siamo uniti in un abbraccio sensuale ed erotico, dove ogni movimento di un nostro muscolo, provoca piacere reciproco. Lasci che ti penetri profondamente, fin quasi a provocarti un leggero dolore. Ma in realtà è piacere. Così intenso e vivido da potersi confondere.
Passiamo la notte facendo l'amore, e giocando liberamente al magnifico gioco del sesso.
Sfiniti, cadiamo addormentati. Increduli e felici.
Avrei pagato per essere con lei, mentre leggeva questo racconto. Ma naturalmente non poteva essere così.
Il fatto è, però, che lei mi scrisse pochi giorni dopo.
"L'ho letto, mi è piaciuto. Dobbiamo incontrarci".
Così, asciutta e diretta. Naturalmente organizzammo l'incontro appena qualche giorno più tardi...
La invitai a casa, per cena. Lei si presentò con una mini gonna di jeans davvero molto corta che le esaltava le rotondità del sedere, un paio di scarpe con il tacco molto intriganti, e un maglioncino di cachemire elegantemente vaporoso e molto attillato. Aperta la porta la squadrai per qualche secondo ammirandone le forme e l'abbigliamento così provocante. La lasciai entrare e la seguii con lo sguardo fino all'attaccapanni. La forma del seno era ancora più invitante che in foto, il viso etereo e consapevole invogliava ad un dialogo diretto e intelligente, il culo era ben tornito e molto stuzzicante. Sentii l'elettricità pervadere per qualche istante il mio corpo, mentre seguivo i suoi movimenti e la sua gestualità così femminile e garbata.
Io l'accolsi con un paio di jeans attillati, che risaltavano le forme dei muscoli delle gambe e per quelle donne così piacevolmente sfrontate da soffermarsi poco sotto la cintura, anche il rigonfiamento dovuto alla costrizione del pene. I Jeans disegnavano il mio sedere in modo piuttosto preciso, e non passò inosservato il tuo sguardo particolarmente attratto da quelle forme... Indossavo inoltre una camicia bianca con le maniche arrotolate fin di poco sotto il gomito; non era particolarmente attillata, ma intravedevi comunque le forme dei miei pettorali sufficientemente sodi da stuzzicare l'appetito anche da sotto il tessuto.
Ti accompagnai in cucina e iniziammo a parlare un po' di noi e dei nostri interessi. Un po' per rompere il ghiaccio, un po' per goderci l'un l'altra il sottile gioco di seduzione a cui stavamo giocando. Ti piaceva ascoltare la mia voce, così calda e avvolgente come immaginato leggendo il racconto, e ti piaceva guardarmi di nascosto le chiappe mentre ero girato sui fornelli e ti parlavo di qualcosa di me.
Finimmo a parlare anche delle nostre esperienze. Mi avevi chiesto se quello che avevi letto nei miei racconti erotici pubblicati sul sito, erano tutte storie vere o se avevo inventato. Ti risposi che alcune erano vere e altre erano totalmente frutto della mia fantasia. Poi buttai lì, quasi distrattamente, che il racconto che avevo scritto per te forse poteva non essere solo di fantasia. "In che senso ?" mi chiesi, domandandoti se intedessi dire che lo avevo già vissuto con un'altra ragazza o se volessi dirti che mi sarebbe piaciuto trasformarlo in realtà con te.
"In realtà è una sciocchezza", risposi io.
"No dai, non è una sciocchezza, mi interessa", replicasti, sperando che fosse la seconda alternativa.
"Ho scritto quel racconto pensando a te, e mi ha eccitato farlo. In un certo senso è come se fosse accaduto, anche se in realtà non è mai successo."
Rimanemmo in silezio per qualche istante, mentre ti guardavo negli occhi cercando di interpretare l'espressione delicatamente sorpresa e pensierosa sul tuo viso.
"A me ha eccitato leggerlo", mi confessai infine tu.
"Vedi, cosa intendevo dire ?" - continuai - "E' un racconto che abbiamo vissuto entrambi, fra di noi, con la nostra fantasia. Non è accaduto. Ma è quanto di più vicino alla realtà si possa esprimere con un racconto, senza che sia successo veramente !".
A questo punto le nostre menti si erano messe in movimento... entrambi stavamo cercando di capire quanto quel racconto fosse piaciuto all'altro, fino a che punto fosse arrivato il piacere della lettura, e fino a quale il piacere della carne. Io lo avevo scritto, pensavi, e quindi senza dubbio mi ero immedesimato in ciò che scrivevo e nella situazione di immaginarmi nel letto con te, mentre godevamo insieme. Ti dava un sottile piacere la consapevolezza che l'uomo che avevi di fronte in quel momento, che stava finendo di cucinare per te nel corso di una fin qui innocente seppur seducente serata, si era eccitato pensandoti nuda e avvinghiato al tuo corpo.
Dal canto mio, percepivo la tua emozione e mi provocava una sottile eccitazione il pensiero che avessi voluto saperne di più, che ora stavi visibilmente pensando a quello, e che le tue labbra - per dirla tutta - si erano leggermente dischiuse in un'espressione di vaga eccitazione sessuale.
Spensi i fornelli, e mi voltai accarezzando il tuo corpo con il mio sguardo. Un altro impulso. Ora ti stavi domandando, ancora rapita dai precedenti pensieri, perchè avessi spento i fornelli. Non avevo certo finito di cucinare. Però ora avevo abbandonato tutto, per spogliarti con gli occhi. Il mio sguardo era davvero penetrante, e nei primi istanti eri quasi imbarazzata. Avevi quasi l'impressione di essere nuda in quel momento, sotto l'ispezione minuziosa del mio sguardo prima sul tuo volto, poi sul tuo seno e infine lungo le tue gambe, fino alle tue caviglie.
Ti sentisti autorizzata a spogliarmi anche tu con i tuoi occhi, squadrando i miei due metri di altezza, passando dalle labbra, ai pettorali, alle braccia, fino al pacco. Cercando di intuire se il rigonfiamento fosse "a riposo" o in fase di risveglio. Di certo la mente ti riportò a quella foto sul sito dove avevo il pene duro come una roccia e lungo come una bottiglia di birra. Lo vedevi davanti a te. Ero vestito, ma tu già mi vedevi nudo con il pene eretto e desiderabile.
Mi avvicinai a te, e tu morivi dalla voglia di un contatto impetuoso e travolgente. Ti sfiorai appena i capelli, invece, e mi avvicinai al tuo orecchio sussurrando qualche parola di cui perdesti la memoria, travolta dal tumultuoso piacere che stava pervadendo i tuoi sensi. Sfiorai il tuo lobo con le mie labbra, e il respiro caldo sulla tua pelle ti stava letteralmente mandando sulla Luna !
Mi presi la testa fra le mani, e mi baciasti appassionatamente. Sentimmo il fuoco scorrere dentro di noi e brivido che pervadeva reciprocamente i nostri corpi. Infilai una mano sotto il tuo morbido maglione, e accarezzai con piacere i tuoi fianchi, il tuo ventre che si contraeva lievemente per il piacere, ascoltando i tuoi ansimi con il palmo della mano; poi risalii verso le forme deliziose del tuo seno, lentamente. Ad ogni centimetro il tuo respiro si faceva più intenso e affannato. Non vedevi l'ora che la mia mano calda e grande avvolgesse la carne del tuo seno, che ti palpasse sfacciatamente, che sfregasse con vigore il tuo capezzolo turgido e sensibile.
Così feci, e i nostri corpi iniziarono a fondersi in un sensuale movimento erotico. La tua schiena si inarcava, mentre le mie mani ti palpavano in modo sempre più osceno.
Con le tue cercasti i bottoni dei miei jeans, e dopo averli calati furiosamente, ti ritrovasti con il mio cazzo duro , venoso e liscio a pochi centimetri dalla tua bocca. "Dammi il tuo cazzo, porco !" mi dissi lasciando che le parole uscissero senza alcun filtro dalla tua bocca. "Eccolo, è tuo... fammi sentire quanto ti piace !" risposi io, imemdiatamente.
Non te lo feci ripetere due volte, e appoggiasti le tue labbra morbide e calde sulla cappella. Sentisti il pene irrigidirsi dal piacere ancora di più, e spingesti il viso in avanti, lasciando affondare tutti quei centimetri di eccitazione dentro la tua bocca. Afferrasti le mie chiappe con entrambe le mani, saggiando la nudità della carne con potenti palpate e graffiando la mia pelle con le tue unghie. Poi mi afferrasti il culo vigorosamente, spingendomi ritmicamente contro la tua bocca. Volevi ingoiarne il più possibile, ma oltre un certo limite sentivi che non riscivi... era lungo e durissimo e iniziavi già a pensare al piacere che ti avrebbe dato più tardi, quando te lo avrei infilato lì più sotto... Ma ora volevi dedicarti solo a questa meravigliosa succhiata di cazzo. Sentii il piacere pervadere il mio corpo e lasciai che la mia bocca pronunciasse frasi oscene, sconnesse e abbandonate alla tua maestria. Sentirle ti provocava un'eccitazione indescrivibile e iniziasti a masturbarti lievemente il clitoride, mentre me lo succhiavi. Sentivo che stavo per esplodere, e allora ti tolsi il giocattolo dalla bocca, mentre ancora pulsava dal piacere; poi mi calai fra le tue coscie e iniziai a leccare là dove ti stavi masturbando con insistenza ed eccitazione. Leccai così bene che sentii scorrere i tuoi fluidi tutto intorno anche alle grandi labbra, stavi per godere anche tu ora, e lasciai che il tuo corpo esplodesse in un poderoso orgasmo, sotto i colpi perfetti della mia lingua così assetata del tuo piacere.
Venisti forte, e gridasti il tuo piacere afferrando il mio cazzo in mano, per godere della mia eccitazione.
Leccai fino a farti dire basta, poi mi sollevai e finii di spogliarmi. Lo feci lentamente. Sotto il tuo sguardo abbandonato al piacere più intenso. Mi tolsi la camicia e poi la maglietta, restando completamente nudo davanti a te, con il pene eretto e ancora voglioso del tuo corpo e dei tuoi umori.
Mi avvicinai e spogliai anche te, altrettanto lentamente, e seguendo le nudità scoperte dai vestiti, con la mia lingua. Il calore del mio fiato su di te stava già riaccendendo le tue voglie. Ti presi per mano e ti condussi nuda in camera da letto. Ti baciai per qualche minuto, godendo della morbidezza e del profumo della tua pelle.
Poi ti chiesi di lasciarti bendare, e tu in un misto di curiosità e lieve preoccupazione ti lasciasti bendare.
Ti misi a quattro zampe sul lettone, chiedendoti di restare così mentre preparavo la situazione. Setivi alcuni cassetti aprirsi, e avresti voluto sbirciare per capire cosa stessi facendo. Ma stare al gioco ti eccitava molto di più ! Dopo alcuni istanti, setisti nuovamente la mia lingua carezzare le tue natiche e spingere per farsi strada fino al buchetto. Allargasti lievemente le coscie per agevolarmi. Sentivi ora la mia lingua calda e umida sfiorare l'interno delle chiappe e stimolarti lievemente attorno allo sfintere. "Mmmmmm..." ti lasciasti sfuggire... e io capii che lo volevi... Iniziai a leccare con più vigore e intanto con un dito iniziai a lavorarti il buchetto, facendomi strada delicatamente. Quando entrò per metà, ti sentii mugulare di piacere. Stavi iniziando a godere di quell'intruso nel tuo culetto, quando sentisti qualcosa di arrotondato e vagamente morbido appoggiarsi alle tue grandi labbra. Spinsi il tuo culo all'indetro, per capire meglio di cosa si trattasse, e intanto ne approfittavi per sentire il mio dito muoversi dentro di te, mentre ti stimolava le pareti della fica, dal buco del culo.
Stavi grondando piacere dal centro della tua voglia, e non fu difficile spingerlo dentro di te. "Ma che cosa?" ti domandasti. Non era il mio cazzo, non poteva esserlo, visto che ero così distante da te, mentre ti masturbavo con il dito nel sedere. Sembrava di gomma, sì... sembrava proprio un bel vibratore di quelli di buone dimensioni !
Una volta infilato fino in fondo, lo accesi, lasciando che la vibrazione pervadesse la tua fica.
"Sei un gran porco, cazzo !" mi dissi in preda all'eccitazione più pura. "Hai un cazzo di vibratore in casa ?! mi fai impazzire cazzo !!". "L'ho comprato per te, perchè voglio farti godere come non ha mai goduto ! Fammi sentire che ti piace ! vediamo di cosa sei capace !". Iniziasti allora a dimenarti dal piacere... quel cazzo di gomma vibrava in un modo che ti faceva impazzire e non potevi resistere al mio dito che si muoveva dentro di te, stimolandoti il culo e la fica con il suo movimento.
Ad un certo punto mi levasti la mano, e mi chiesi di darci dentro. Mentre il vibratore continuava a darti un piacere continuo e tremendo, lì nella fica, presi a penetrarti con il mio uccello ancora durissimo, dove prima ti masturbavo col dito. Sentisti penetrare qualcosa di grosso, e di duro. Pensavi non avresti retto questa doppia penetrazione, e invece accoglievi entrambi i tuoi giocattoli dentro di te, traendone un piacere infinito. Stavi gridando di piacere e di lussuria, mi gridavi parole irripetibili chiedendomi di farti godere e io ci davo dentro senza fermarmi.
Ti tolsi la benda per farti guardare in mezzo alle tue gambe, e quella vista ti eccitò ulteriromente portandoti ad un grado di piacere e di sfinimento che non avevi mai provato. Il vibratore ti aveva provocato già un'altro orgasmo ma non smettava mai... volevi quasi chiedermi di levartelo... ma poi sentivi il piacere che non si calmava mai del tutto, e volevi continuare a sentirlo dentro di te, mentre ti scopavo anche io. Ad un certo punto iniziai a gridare dal piacere anche io, e la cosa ti eccitò a tal punto da farti godere a tua volta. Sentivo le viscere pulsare dal piacere, ed ero pronto per esplodere tutto il mio succo dentro di te. Ti stantuffai selvaggiamente mentre gridavi dal piacere e io ero sempre più vicino al godimento estremo. Quando l'ultimo spasmo del tuo piacere si acquietò, sfilai il mio grande cazzo voglioso di te dal tuo culo, lasciando che il vibratore continuasse a tromentarti di piacere, e iniziai a sfregarlo sul tuo seno accogliente. Tu lo presi lasciando che si insinuasse lì in mezzo, e mentre ti massaggiavi le tette con le mani, di fatto iniziavi a masturbarmi il pene fra i seni.
Ora stavo proprio per esplodere !! ti gridai di stringere quelle tette sempre di più, ti gridai che eri una fica gran porca, che volveo spruzzarti in faccia e che mi stavi facendo venire !! Ora parlavo ansimando: "si, si, così, fra le tette così... così... ahhh, ahhh, sì, sì, sei una gran maiala cazzo, così, sì... ahhhh, aaaaahhhhh, aaaaahhhhhhhhh, ooooohhh...... vengoooooo !!! vengoooooooo !!!! aaaaahhhhhhhhh !!!!" Ti inondai la faccia del mio sperma bianco e bollente.... il mio orgasmo ti eccitava oltre ogni misura, e il vibratore nella fica non smetteva mai... eri esausta e sfinita dal piacere. Come me, che ti avevo penetrato con vigore per non so quanto tempo.
Ti tolsi il vibratore e ci abbandonammo l'uno sull'altro, umidi di sudore e di piacere, ancora affamati l'uno dell'altra.
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1
15 years ago
erotic3mind255232,
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Last visit: 4 years ago
-
Far compre può essere eccitante......
Ciò che stò per raccontare,mi è successo nella primavera del 2008.
Era un sabato pomeriggio,e sdraiato sul mio divano,cercavo di rilassarmi;quando ad un tratto squilla il telefono,rispondo ed era la mia ragazza che mi chiedeva se potessi accompagnarla a fare un pò di shopping,io risposi di si,anche se un pò infastidito,perche non mi piace troppo girare ore per negozi.....Arrivati lungo il corso,entrammo in vari negozi per dare un'occhiata,ma alla fine entrammo in un negozio dove vendevano solo vestiti da donna.La mia ragazza,fece subito amicizia con una commessa e salirono al piano superiore per vedere i nuovi arrivi.Io rimasi solo a girovagare tra gli scaffali e nel frattempo, essendo un negozio per donne,mi guardavo intorno ed ammiravo tutti quei corpi sinuosi muoversi,ridere,spruzzare femminilità da tutti i pori, letteralmente ero in paradiso.....Ringraziando il nostro buon Dio per aver creato le donne.Cominciai a enebriarmi le narici con quel miscuglio di profumi,ed intanto la mia mente cominciava ad elaborare situazioni molto molto eccitanti,ma come di colpo,mi sentii osservato,scrutato e sentivo del bisbigliare, tutte chi piu o chi meno mi guardavano,allora ho cominciato a pensare ops, o mi credono un guardone o un gay a fare compre....Con disinvoltura,feci finta di cercare qualcuno con lo sguardo,mentre la sensazione di disagio,continuava a crescere.Ad un tratto,mi si avvicina una ragazza,piccolina di statura,mora,occhi chiari e con un bel fisichetto,insomma proprio come piacciono a me.Mi chiede se sono il commesso,e io come un automa le dissi di si....E poi pensai,che diavolo o risposto,è la prima volta che entro qui!?Speriamo bene.....Mi chiese di prenderle una maglietta su uno scaffale troppo alto per lei,e lo feci,si infilò in camerino e io comincia a meditare la possibilità di filarmela...Quando ad un tratto mi chiamò,io mi affacciai dalla porta e vidi che era rimasta solo in perizoma.Oddio pensai,vuoi vedere che quella faccetta d'angelo sotto sotto.......La mia eccitazione era alle stelle,non credevo hai miei occhi.Lei con fare deciso,cominciò a toccarmi la patta,sentendo il mio fratellino scalciare come un puledro alla sua prima corsa.....Lo tirò fuori e con molta foga se lo mise in bocca; tremendo,succhiava e leccava come una forsennata,ad un certo punto,le chiedo di girarsi che la vorrei leccare(cosa che adoro),lei si piega in avanti e si abbassa il perizoma, mettendo in bella mostra una fica pazzescamente enorme,tutta rasata e con delle labbra enormi che ad occhi potevano pesare sui 6 kg hi hi.La lecco ben bene,assaporando il suo nettare,sentendola vibrare sotto i miei colpi di lingua,a quel punto mi chiede di penetrarla,io in un lampo metto il cappottino al "puledro" e mi butto in una cavalcata furiosa,la sento godere come una matta,si contorceva come un serpente per sentirlo tutto.Visto che duro molto e la situazione non lo permetteva,decido di sfilarlo e masturbarmi sul quel visino,al momento di venire,lo rimette in bocca e le scarico tutto in gola,lei con occhi da vera porca lo ingoia tutto per poi passarsi la lingua sulle labbra,io ero al settimo cielo ed ancora un pò frastornato dall' accaduto,le chiedo se le servisse ancora il mio aiuto,e lei di tutto punto mi risponde:"No grazie,però se vuoi,posso assumerti come commesso,visto che non sei un mio dipendente!".Io non sapevo che rispondere,e di colpo tornò il senso di disagio,lei per rincuorarmi,mi disse di non preoccuparmi,in fondo si era divertita a giocare......Io usci di corsa,recuperai la mia ragazza e viaaaaaa........Durante il ritorno,la mia ragazza mi chiese cosa avessi fatto tutto quel tempo da solo,io le risposi niente, mi sono annoiato da morire!!!!!!
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Serata bsx in agriturismo
All’inizio dell’anno avevo messo sul sito un mio annuncio. Quindi era partita l’attesa.
Le risposte da parte di coppie sono sempre state un dono raro e ormai me ne ero fatto quasi una ragione, o meglio cercavo le ragioni e, soprattutto, cercavo di darmi delle risposte. Un annuncio su migliaia chi ti dice che venga preso in considerazione. Dove era sbagliato? Nelle foto? Nella foto di presentazione? In quello che avevo scritto?
E intanto scorrevo gli annunci …guardavo e…aspettavo novità in casella.
Tutto così fino ad una risposta di inizio luglio. Finalmente una coppia.
Il solito singolo sotto mentite spoglie - mi sono detto. Ho atteso a rispondere un paio di giornate. Poi mi sono deciso. “…grazie della risposta…sono….ecco come contattarmi” e poi ..invio.
Passano tre giorni…quattro e la convinzione della falsa coppia si fa sempre più strada.
Ma ecco la risposta. Questo è il nostro numero ..sentiamoci.
Ci siamo dati appuntamento a fine pomeriggio nel parking di un noto discount di mobili e arredi alla periferia est di Milano.
Arrivo, posteggio e …attendo di vedere la loro auto arrivare. Eccoli. Fanno un giro e poi parcheggiano di lato a me. Uno sguardo di lei, quello di lui e poi scendiamo.
Lei – Patrizia - è mora, capelli corti, non magrissima, ma molto tonica. Lui è brizzolato, nello sguardo simpatico.
Ci presentiamo e in piedi, a portiere aperte, partono le solite domande: da tanto hai l’annuncio…altre esperienze…sei veramente di ….Intanto lei si avvicina a me. Indossa un vestitino a fiori leggero, corto e le vedo bene le tette abbronzate. Allungo la mano e le tocco il culo.
“A me piace molto guardare due maschietti che giocano” mi dice e mi prende la mia mano che già le accarezzava il culo e la porta sulla patta di lui. La tiene li e sento il pacco di Carlo…non male..
Lei mi guarda eccitata. “Dai saliamo – dice lui - qui iniziano a passare in tanti”.
Una volta in macchina, forse per il cambio di scena, la complicità un po’ se ne va. “Noi non ospitiamo sai, hai letto nella nostra riposta - dice Patrizia - ci piace giocare..diciamo così fuori casa”.
Nemmeno io posso ospitare però - dico io.
“Certo lo abbiamo letto, ma pensavamo di trovarci un fine settimana di questi in un agriturismo.
Ne conosciamo uno bello e discreto in Liguria, che ne dici prenotiamo insieme, due camere e poi così giochiamo senza il patema del chi ospita”.
Ci accordiamo così, con il proposito di uno scambio di mail per luogo, la data e via.
Arriviamo in agriturismo il venerdì pomeriggio. Caldo in macchina, traffico..tutti abbiamo il desiderio di una doccia e di rilassarci un po’. Ceniamo in agriturismo e il pesto ed un fantastico bianco frizzante, non solo sciolgono la conversazione, ma rendono tutti e tre impazienti per il dopo cena, anche perché Patrizia si era lasciata volentieri toccare le coscie abbronzate, sia da me che da Carlo.
Ci alziamo da tavola.
“Ti aspettiamo” mi dice Patrizia alzandosi.
Busso. Mi apre lei. Sta dietro la porta, con un tanga nero. Mi tira dentro.
“Finalmente, ti aspettavamo”. Mi fa sedere sulla poltroncina in camera e anche lui si avvicina in piedi. Mi slaccia i pantaloni e inizio a spogliarmi.
Anche Carlo è nudo e a pochi centimetri dal mio viso ho il suo cazzo, già quasi duro. Lei mi spinge sulla nuca verso di lui.
“Dai pompa, prendilo in bocca”. Inizio a leccare il cazzo di Carlo e lei segue il mio gioco, ogni tanto spingendomi e facendomelo sentire tutto in bocca.
Poi Patrizia si sposta sul letto. Si sdraia, si sfila il tanga e inizia a sditalinarsi a gambe aperte, guardandoci.
“Dai vieni qui, lecca anche me – mi dice – toccandosi la figa e, alzando le gambe, si passa la mano allargandosi il culo.
Cazzo non ne posso più!!
Ormai la temperatura dell’incontro è altissima. La lecco e le lecco con la lingua il buco del culo. Carlo nel frattempo mi tocca il cazzo. Temo di sborare subito.
Forse sia Patrizia che Carlo lo capiscono e Patrizia si gira a pecorina. “Dai scopa, dammi il cazzo in figa”.
Mi infilo alla velocità della luce il preservativo e sono dentro di lei. Carlo mi spinge il culo ritmando la mia chiavata, poi si sposta e sento che mi fa colare dell’olio solare sul culo, poi sento il suo cazzo che mi pompa.
Da quel momento in poi, nessuno di noi tre si controlla più. “..siii….dai….prendilo….scopala….” diciamo di tutto e godiamo, non so chi prima o chi dopo, ma la chiavata è stata magnifica.
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1
15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago -
Pioviginava
Una sera mentre eravamo a letto a fantasticare con dei racconti erotici sognai un personaggio bsx, alchè lei si eccitò tantissimo, l'indomani su desideria trovo un profilo bsx che mi piaceva e gli lascio il nostro cell. dicendogli di chiamare la sera dopo le 9, lo dico a franci e la vedo incredula ma divertita.La sera ci chiama e parla con franci la vedo che scoppia a ridere divertita e io la guardavo cercando di capire qualcosa parlano poi me lo passa e ci presentiamo ,chiuso il tel. mi dice che e simpaticissimo ma che per il momento non vuole un incontro , dopo due mesi di telefonate soft,erotiche,simpatiche ci incontriamo in un locale per una prima conoscenza la serata passa tranquillamente lui era un robustissimo e normalissimo ragazzo (pacioccone), comunque ci salutiamo augurandoci un altro incontro.
Dopo un mese di telefonate una sera mentre eravamo a lecce dopo la cena lo chiamiamo per dirgli che volevamo salutarlo,lui acceta subito di vederci ci incontriamo in un distributore e in quel momento ci assale un eccitazione unica.., gli diciamo di seguirci e ci appartiamo in una zona tranquilla scendiamo dalle macchine un po imbarazzati sul primo momento, e mentre lui ci guardava io sfilo la gonna e la camicetta a franci e la incomincio a baciare e a sfiorare e faccio un segno a lui, si avvicina e incomincia a partecipare a queste effusioni e mentre sentivamo i nostri corpi che si toccavano incomincia a pioviginare ma non per questo ci siamo fermati, dopo di che lei scende su di me e lui la segue e insieme mi fanno impazzire e stata veramente una sensazione bellissima..................
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15 years ago
noiduesalento,
33/33
Last visit: 11 years ago
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Una serata con k.
Avevamo deciso di provare a rivederlo, la prima esperienza con lui e un'altra coppia non era andata come speravamo, situazioni ambigue e poco piacevoli per me,avevano rovinato la sua conoscenza. Morgan era convinto che dovevamo incontrarlo da solo.
Io mi fidavo di ciò che pensava, perchè anche per me lui era una persona piacevole. Morgan lo chiamò, e prese appuntamento con lui. Mi preparai come piace a Morgan, minigonna, autoreggenti a rete, stivali con il tacco e una maglietta con una scollatura vertiginosa sulla schiena , che a dire di Morgan esaltava il mio bellissimo fondoschiena...
Arrivammo da lui per ora di cena e decidemmo di andare a mangiare in una piccola trattoria sul porto, molto intima, uno spettacolo il porto di notte. Cominciammo a giocare quasi subito, le nostre battute a doppio senso ci eccitavano tutti e tre, e il fatto di giocare in mezzo ad altre persone ancora di più. Finita la cena ci condusse a casa sua, un bellissimo ed enorme divano ci accolse scatenando in noi le più sensuali fantasie, mi sedetti tra di loro e piano la mano di klune si mise sulle mie coscie e quella di Morgan già mi palpava il seno, a voce bassa ci chiese se volevamo andare sul letto dove i nostri movimenti erano più liberi, mi spogliarono insieme con avidità e classe, il mio corpo già fremeva e le loro bocche mi esploravano, le mani ovunque.
Mi misero a letto e cominciammo a fare sesso, il primo a penetrarmi fu Morgan, era caldo e duro dentro di me e la mia bocca avida succhiava Klune, poi Morgan me lo mise nel culo e io gemetti di piacere, sapevo già cosa mi avrebbe chiesto, uscì dal mio culetto caldo e si sdraiò sotto di me, mi penetrò ancora e mi chiese di donare il mio sedere al nostro ospitale amico, io lo feci e fu una meravigliosa doppia, entrambi dentro di me. Ero la loro regina. Esplodemmo quasi tutti insieme, io per prima, K. mi diede la sua calda esplosione sul culo e Morgan dentro di me.Andammo a dormire dopo due ore di sesso sfrenato, eravamo esusti ed appagati.La mattina dopo Morgan mi voleva di nuovo e cmoniciò a scoparmi e mi disse di gemere forte,di far sentire il mio piacere, K. si svegliò e curioso e voglioso aprì lòa porta della nostra camera e si unì a noi...un risveglio bellissimo per una giornata fantastica. Grazie K. alla prossima.
Morgan ti amo.
7
3
15 years ago
admin, 75
Last visit: 11 hours ago