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I nostri giochi diventano realta\'
Ciao sono la lei della coppia e voglio raccontarvi una parte della nostra vita.... Io sono G ho 37 anni sono una donna molto fine eleganta raffinata, amo curarmi e insieme a mio marito r abbiamo iniziato per gioco di esplorare questo mondo e di iniziare a vivere nuove emozioni... Tutto e nato un giorno quanto io e mio marito complici in tutto invitiammo un paio di amici a cena a casa ns quando loro arrivano è tutto pronto, la tavola bellissima e tante candele profumate ornano il tavolo e la grande sala da pranzo. Io naturalmente sono bellissima indosso un vestitino semplice nero scollato al punto giusto dietro e davanti, le mie gambe sono velata da autoreggenti 15 den e porto scarpe nere con il tacco finissimo di gucci le mie preferite. La cavigliera brilla e al collo ho la collana che tu mi avevi regalato per il ns anniversario. Questa volta i capelli li ho naturali mossi belli e morbidi e camminando lascio il mio profumo.... Il mio uomo e molto fiero di me e dal suo sguardo noto subito che vorrebbe già infilare la sua mano sotto il vestitino che pian piano mi sento leggermente accarezzare, mi guarda e sorride il perche' ? Dimenticavo a dirvi amici che quella sera ( non porto l'intimo) e la sua mano già mi faceva bagnare.....dunque li accogliamo insieme e loro subito puntano gli occhi su di me mi spogliano con gli occhi e vorrebbero già provare un approccio ma io li invito ad accomodarsi sul divano per l'aperitivo. Il profumo soffuso è d'arancia e tu metti un cd di vasco con le mie canzoni preferite, mi siedo accanto a loro e accavallo le gambe nella mia solita posizione..che le allunga ancora di piu' costringendoli a guardarle...ti confesso che non posso fare a meno di notare il rigonfiamento sotto i loro pantaloni che ora è evidente dei nostri amici...e il mio uomo che gia' mi conosce molto bene sorride...servi tu l'aperitivo amore ? E lui annuisce sorridente sai che io ho in mente un piano...infatti poco dopo allungo una gamba su uno dei nostri amici alla mia destra e lui la afferra accarezzandola e salendo sempre piu' su poi mi metto a gatta porgendo il sedere al secondo che si avvicina leccando il vestito ma a questo punto mi fermo e torno composta era solo un assaggino per stuzzicarli e loro gia' stanno scoppiando dal desiderio... L'aperitivo è servito da mio marito e tutti andiamo a tavola... La mia tovaglia bianchissima con i bordi d'oro è a metà lunghezza e io mi siedo a capotavola mio marito di fronte a me e i nostri amici ai lati... Cominciamo con l'antipasto e punto il mio piede sulla caviglia di uno di loro salendo lentamente e continuando a mangiare come se niente fosse...mentre mio marito ci guarda e osserva... Adesso mi alzo di scatto e spostando il piatto mi siedo sul tavolo e mi siedo a gambe aperte accarezzandomi le gambe e spostando la testa indietro prendendo la sua testa e metterla vicinissima alla mia fica che è bagntata lui mi afferra per i fianchi e lo fa rosso in viso per l'emozione l'altro allora facendosi un po' di coraggio mi afferra il seno da dietro e inizia a strizzarmi i capezzoli tirandoli e roteandoli come piace a me e l'altro insiste con la sua lingua e succhiandomi tutta facendomi quasi arrivare all'orgasmo... Mio maritto osserva eccitato tutta la scena... Io lo cerco sempre con gli occhi, perche adoro essere dominata e comandata dal mio lui che osserva eccitato...amore ora voglio essere presa da entrambi voglio fare una tripla uno si sdraia e io sopra di lui a cavallo e l'altro mi infila il suo grosso cazzo nel sedere spingendo sempre piu' io mi muovo roteando il bacino lui mi succhia i capezzoli me li morede..amore vengo grido l'altro lo toglie dal sedere e mi schizza tutto sul sedere e sulla schiena amore è caldo lo sento anche l'altro sta per venire allora lo esco dalla fica e lo afferro e incomincio a succhiare voracemente ingoiando tutto leccando fino all'ultima goccia... E stato breve ma intenso..ora tu sei seduto in poltrona e mentre gli altri si ricompongono io vengo a gattoni verso di te ancora tutta sporca e mi struscio sulle tue gambe e lecco il tuo cazzo sotto i jeans poi tu mi chiedi di sbottonarti e di estrarlo e io obbedisco e lo faccio. I due amici ci osservano aspettando nuovamente un tuo gesto perche vorrebbero partecipare nuovamente, mentre io te lo lecco e succhio' per un bel po' intensamente succhiando anche le palle, intensamente scendendo giu e leccandonti intensamente tutto il buchetto del culo facendolo con passione inserendo anche la lingua, sentendo crescere il tuo immenso piacere... Adesso vuoi baciarmi come ripulirmi dallo sperma dei nostri amici che guardano eccitati e si masturbano vogliosamente... Tu mi vuoi e mi afferri per i capelli e mi sottometti a te..... Tu sai che mi piace essere sottomessa iniziandomi nuovamente a usare in ogni modo e posizione sfondandomi insieme ai nostri amici ripetutamente il mio culo, riempendolo a turno della vostra colada sborra... E dopo averlo estratto sempre in gionocchio me lo infililate in bocca a turno ordinandomi di succhiare tutto e puloirlo per bene sotto ordine del mio padrone... Adesso ci consoliamo sul divano nudi eccitati per ripartire nuovamente... Baci G.........
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Al cinema
Io sono la lei di una bellissima coppia, mi chiamo G ho 37 anni sono una donna molto carina, (cosi' dicono) ho un bel fisico, un bel culetto e adoro vestirmi sempre sexy, adoro indossare l'intimo, autoreggenti tacchi a spillo, insieme a mio marito R abbiamo scoperto questo meraviglioso gioco erotico, e grazie questo gioco erotico ho conoscuto un uomo meraviglioso di nome S. E abbiamo cosi' formato un bellissimo trio complici in tutti i sensi... Un giorno S in complicita' con mio marito R mi fanno una bella sorpresina organizzandomi una serata piccante diversa dal solito... ( e nato tutto cosi per caso)... Mi stavo preparando per uscire quanto mio marito riceve una telefonata di S, cosi io iniziao a prepararmi volevo essere bellissima. Ho un bellissimo rapporto con mio marito R ma anche con S siamo molto complici in tutto, siamo molto trasgressivi e intimamente lui ha un ben ruolo definito BULL (il mio padrone), serio autoritario possessivo, e io intimamente sono la sua SCHIAVA devota sottomessa ma anche ribelle... Dentro di me adoro essere la sua TROIA, perchè mi piace molto questo ruolo ed esserlo, e nello stesso istante mi piace molto anche sapere che lui sia il mio padrone... Inizia la serata e finalmente arriva... Eccolo... Io indosso un vestitino aderentissimo che mette in risalto il mio sedere, infilo la giacca e lo aspetto. Lui arriva, bellissimo come sempre, lo desidero già, vorrei inginocchiarmi li sulla porta e succhiarglielo con intensità, lui mi osserva e poi mi stringe a se e mi dice, andiamo cara ? Io annuisco chiudo la porta e mano nella mano scendo con lui... Saliamo in macchina e durante il tragitto parliamo imponendomi il suo ruolo atoritario... Schiava... Adesso andiamo ti portero' al cinema capito cagna ? Voglio che tu farai la troia... Il mio padrone mi ha detto che vuole che faccia la troia e che se lui vorrà mi farà scopare dal primo che capita. Ma nn è sicuro. Penso per tutto il tragitto a questa cosa, mi eccita che lui mi domini, mi eccita che lui mi faccia usare da altri, ma solo se lo vuole lui... Entriamo al cinema e, vista l'ora e il film notiamo che nn cè moltissima gente, lui subito mi infila una mano sotto al vestito e mi tira forte il clitoride, sento quasi male, ma mi eccita che lui lo faccia cosi' all'improvviso, sento il suo grosso cazzo premere sul mio culo, è già eccitato penso...-ricorda che dovrai fare la troia, ricorda che dovrai riuscire ad eccitare chi ti diro' io, ricorda- ci sediamo in fondo, vicini e notiamo che ci sono alcune persone, uomini che si godono il film erotico, qualcuno controllando di nn essere visto si sfiora. Il mio padrone mi dice guarda a destra... Noto un uomo sulla quarantina, brizzolato, avvolto in un cappotto cammello, molto elegante...lo guardo e..lui mi guarda. Lo fisso e mi tocco sotto la gonna, tocco la mia figa bagnata, la sento che è bagnata eccitata perchè il mio PADRONE mi osserva mi tira i capezzoli e per farsi vedere dall'uomo me li lecca e me li morde, io apro le gambe mi tocco sempre piu' velocemente...lo sconosciuto guarda eccitato e anche imbarazzato, e poi guarda il mio padrone che gli fa capire di avvicinarsi... Ora lui è di fianco a me, -schiava inginocchiati e leccamelo da sopra i jeans voglio che veda che sei la mia schiava porca e sottomessa-. Obbedisco m'inginocchio di fronte al mio PADRONE e inizio a strusciare il mio viso su di lui, lecco i jeans, lo adoro lo desidero e con l'altra mano mi masturbo...come vorrei leccare il cazzo del mio amore, ma lui nn vuole ora e io lo so. -ora leccalo a lui, in ginocchio- mi avvicino a quattro zampe e mi metto fra le sue gambe, lui le apre e io appoggio il mio viso sul suo cazzo, come una cagna, quella del mio padrone e lui lo estrae e me lo lascia prendere, inizio con il leccare tutta l'asta, diverse volte, lo lecco sulla cappella lo succhio e lo sego contemporaneamente, lui ha piacere e penso che nn creda ai suoi occhi. Ma il mio sguardo e sempre verso s, aspetto i suoi ordini, aspetto un suo cenno e capisco che vuole che continuo. Lui osserva divertito il mio pompino allo sconosciuto prende sempre piu' vigore, la mia mano fruga veloce la mia figa piena di piacere...lo sconosiuto esplode e sussurra, gode, e mi guarda, lo lecco tutto lo pulisco tutto e ora s mi fa cenno di sedermi, devo offrirla a lui... Obbedisco e apro le gambe e con fare voglioso invito lo sconosciuto a leccarmela e alzo le gambe e gli tengo la testa mentre lo fa, poi s mi dice... Ora fatti penetrare con forza voglio che ti fai usare da lui troia voglio vedere la tua faccia da troia mentre lo fai, obbedisci cagna... Mi fermo e lo invito a penetrarmi, lui nn se lo fa ripetere e mi penetra con colpi secchi, il suo cazzo si è ripreso subito, s si siede dietro di me e mi tiene ferme le mani in alto, come se fossi legata, a me piace molto quando mi lega e fa di me cio' che vuole...si avvicina e mi morde, mi succhia il collo mi tira i capezzoli e mi ricorda che sono la sua schiava, mi dice di godere se no mi punirà... Lo sconosciuto preso dalla novità gode per la seconda volta dentro di me e si siede di fianco, s passa davanti, mi lecca tutto e mi bacia poi mi dice, davanti all'uomo, di accucciarmi ai suoi piedi, come una cagna, io lo so che lo devo fare, lui vuole che lo sconosciuto veda fino a che punto riesce a sottomettermi... Io levo le scarpe e le calze e gli lecco i piedi, annuso e lecco i piedi sudati del mio padrone, e io adoro leccarglieli con intensitè tutta la pianta del piede e poi dito per dito assaporando e succhiando dolcemente ogni dito, mi guarda in tutto quello che faccio e poi mi mette un piede sulla schiena, mi usa da appoggiapiedi, da tappeto mi umilia in ogni modo, mi infila il piede in bocca, me lo struscia sulla faccia e lo sconosciuto guarda eccitato... Ora vuole il mio culo, visto l'ambiente e per nn essere denunciati per atti osceni mi metto a gatta e scende lui, estrae il suo grosso e meraviglioso cazzo e me lo inserisce, entra subito perchè lo aveva già lubrificato con la sua saliva. -ti piace mia troia? Ti piace quando il tuo padrone ti incula?- nn rispondo troppo presa dal piacere lui mi strizza forte i capezzoli e mio ordina di rispondere se no mi farà scopare da altri uomini, io rispondo di si e agito il mio culo lo allargo, ansimo mi masturbo godooooe anche lui con me, mi riempie il culo con la sua calda sborra, poi si alza mi tira verso di lui vuole che lo lecco cosi' com'è, infilandomel in bocca mi dice, lecca tutto troia, puliscilo bene... Io lo faccio lo pulisco e poi lui mi bacia, intensamente con la lingua, facendomi sentire la sua schiava for ever... Lo sconoscuto ! Gurdava e basta... Baci G...
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
L\'avventura travesta
un giorno preso da una irrefrenabile voglia di cazzo....leggo l'annuncio di una trans su un giornale...chiamo al numero e dopo aver chiacchierato del più e del meno...la tariffa...non ne valeva il viaggio!!!
Quasi sconsolato ma non sconfitto....vedo un sito di annunci su interenet...Lei travesta...depilata e con un bell'intimo...sfoggia un cazzo dalle dimensioni a me ideali...
chattiamo una mezz'ora e poco dopo aver deciso di lasciar perdere...squilla il cellulare visto che lo avevo senza motivo reso pubblico...rispondo perplesso...ed era la trav che mi invitava a casa sua per il primissimo pomeriggio....ero molto restio alla chance...ma presi coraggio e mi recai da lei.
Quando arrivai alla porta e suonai il campanello di un appartamentino sito in una zona tranquilla e non trafficata, mi aprì la porta la travesta...che aveva una vestaglia trasparente...calze autoreggenti, tacchi a spillo 12 ed un corpetto stretto in vita sapientemente coprente ...ma da quella vestaglia non potei non accorgermi che il suo cazzo era ansioso di potermi conoscere intimamente!!!
Ero colpito da tanta trasgressione e la voglia di spogliarmi e darmi le dovute cure fùrono presto eseguite.
Intanto che ero al bagno la travesta preparava da bere e si metteva comoda attendendo che io mi preparassi per l'incontro....
Dimenticavo quasi di dire che la travesta amava "lesbicare" e quindi mi fece indossare intimo e quant'altro per rendere la cosa più arrapante per me ma soprattutto per i suoi gusti.
Iniziammo a toccarci ed io sudavo freddo...le sue mani caldi mi attraversavano tutto e giunte al sedere mi prese deciso ed allargò piano piano le natiche....il suo dito medio sentivo avvicinarsi al mio buchino e poco dopo allontanarsi...per poi ritornarci cosparso di saliva per sondarne lo stimolo.
Io fermo ed impietrito mi ritrovavo avvinghiato alla travesta che ormai era in fase di eccitamento crescente...così strusciava il suo cazzo depilato e presto duro ...sulle mie cosce e sul mio pene che dava segni di libido galoppante.
D'un tratto si chinò davanti a me e mi prese il cazzo in bocca...fu fantastico soprattutto per la delicatezza e la grande voglia che lei aveva come me di sentirselo tutto in bocca.
A quel punto spinto da irrefrenabile voglia...gli dissi di smettere e mi chinai io davanti a lei ed iniziai a massaggiarlo con la lingua con le mani ed in fine con la bocca...su e giù...per una bella decina di minuti senza sosta alcuna...la travesta mi fermo di colpo e mi disse di smettere se no mi sarebbe venuta in bocca dal piacere che provava!!
Smisi subito e mi oridnò di sdraiarmi lasciandomi a culo all'aria...appena messomi in posizione...si avvicinò con il suo cazzo bagnato e mi iniziò a passare la cappella sul buchino in lungo e in largo...sentivo un piacere immenso tanto che gli dissi di mettersi il preservativo e di scoparmi....così fece stando attenta a non farmi male....esclamò con un filo di voce....hai un culo che è un burro tesoro!!!
Voglio che torni da me e facciamo tanto sesso fino allo sfinimento.
Stette molto poco dentro di me che venne di piacere ed io con lei.
Ci lavammo dopo una chiacchierata e dandoci appuntamento per la settimana successiva..me ne andai fiero di aver avuto un'avventura travesta.....
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15 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
la visita specialistica
La visita specialistica
La porta dell’ascensore si apre su un pianerottolo dentro un lussuoso palazzo, mi giro e vedo la scritta sulla porta, CENTRO specialistico ecc.ecc. …… si sono arrivata, suono e una giovane infermiera mi accoglie. Sono la signora Anna …. ho prenotato una visita completa di mammografia e …. elenco tutte le cose che devo fare , lei con modi dolcissimi e garbati mi introduce dentro una sala d’attesa, dove già ci sono quattro persone, tutte donne. Mi invita a sedermi.“lei ha un appuntamento per le diciassette?” - mi chiede“Si, ma siccome non ero mai stata da voi temevo di arrivare tardi,” - rispondo guardando l’orologio, in effetti sono appena le sedici. Mi siedo su di una poltroncina posta di lato rispetto alla scrivania dove la ragazza si è di nuovo seduta, e dalla mia posizione posso vedere lei al lavoro. Sta seduta su di una poltroncina girevole, e dal movimento che fa le sue sinuose gambe sono in perfetta evidenza, l’osservo meglio, è proprio una bella ragazza, alta più di me avrà si e no venticinque anni, capelli lunghi e biondi, occhi azzurri, di un colore intenso. Prendo in mano una rivista di gossip dal tavolo e cerco di ingannare il tempo. Di colpo dalla parte opposta della stanza si apre una porta, ne esce una signora che deve aver terminato la visita e dietro un dottore alto, abbronzato, e completamente pelato. Mentre attende che la ragazza gli prenda dalla mano la cartella che lui gli porge, il suo sguardo indugia sul mio corpo, e su di me. Mi sento come a disagio, lui mi guarda come a spogliarmi, e mi sento nuda, poi dice qualche cosa sotto voce a Angela, l’infermiera, e rientra dentro chiudendo la porta. Io mi rigiro sulla sedia, quello sguardo inquisitore mi ha dato una sensazione molto bella, mi sento uno stano languore allo stomaco e un principio di calore fra le gambe. Per l’occasione mi sono vestita comoda, ho messo solo un normale reggiseno, uno slip casto e un vestito bianco di lino dato che fa caldo, con una lampo davanti per facilitarmi quando dovrò spogliarmi, il tutto copre a mala pena le mie cosce abbronzate, che terminano con dei sandali dal tacco alto. La ragazza mi fa cenno di avvicinarmi.“ dato che lei è nuova le vorrei preparare la sua scheda personale,” mi dice a voce bassa, anche se le persone presenti sono dall’altra parte della sala lei mi parla in maniera molto riservata. “ Venga con me,“e mi porta dentro un piccolo studio in una stanza adiacente, dove si siede davanti ad un a tastiera e un monitor,e mi invita a sedermi su di una sedia al suo lato sinistro. Dalla mia posizione la posso osservare da vicino, da questa posizione ho una visione del suo seno, bello, stretto dentro un camice bianco e da come si intravede attraverso la stoffa e i pochi bottoni sotto non deve indossare nulla, le sue cosce sono in bella mostra quasi abbronzate sono belle e tornite. Mi chiede le solite cose, dati anagrafici, altezza, malattie,gravidanze e poi prende l’occorrente per un prelievo, mi toglie una fiala di sangue e la mette dentro un macchinario per analizzarlo. Il tocco delle sue mani , ben che fasciate da guanti di lattice mi danno una sensazione piacevole, e nemmeno sento l’ago che mi punge, poi mi dice con un filo di voce : “ ora le farò delle domande personali, alle quali la invito a rispondere nella maniera più esatta possibile.“ io annuisco e quando lei ha finito di scrivere sul terminale del pc dove ha inserito i miei dati incomincia.“ lei dalla data vedo che far pochi giorni compirà cinquantanni, complimenti ha un bel fisico“ , io sorrido, oggi mi hanno già fatto questo complimento … “ lei signora ha ancora un’attività sessuale?“ “ si“ “ come la definirebbe, scarsa, normale, o intensa?“ “ direi normale,“ha fatto uso in passato di anticoncezionali , o li usa ancora?”, “ si della pillola e la uso ancora,“ si ricorda quando ha avuto la sua ultima mestruazione?,“ si tre giorni fa“, lei alza lo sguardo dal monitor, la sua lingua esce parzialmente dalla bocca ed inumidisce le labbra carnose e sensuali, il suo sguardo è raggiante, “sa dirmi approssimativamente quando ha avuto il suo ultimo rapporto sessuale completo?“, “ nove giorni fa”, è la mia risposta, e in effetti ho proprio voglia di scopare, ma dovendo fare questo esame ha preferito rimandare a questa sera quando tornerà mio marito, ma questo ometto di dirlo. Lei mi guarda con l’aria felice, poi continua, “ lei pratica il rapporto orale? “ la domanda mi coglie di sorpresa, lei lo intuisce e aggiunge “ sa noi facciamo una scheda la più completa possibile “, “ si lo pratico,“ la cosa comincia a prendere una piega decisamente inaspettata, “può dirmi da quanto tempo è passato dall’ultima volta che l’ha fatto? “ io sorrido, durante questa settimana che ha avuto le mestruazioni ha tirato quattro bocchini a mio marito, “ due giorni fa, “ lei continua a sorridere, “ pratica il sesso anale?, e se è si, in che frequenza, scarsa, normale o intensa “ “ si lo, pratico in maniera normale “. Poi si alza, “se si spoglia la peso”, io tolgo il vestito facendo scorrere la lampo fino in fondo, e mi ritrovo davanti a lei con solo l’intimo, salgo sopra una bilancina digitale e lei si abbassa davanti a me per leggere il peso, il suo sguardo indugia all’altezza del mio pube, la cosa comincia ad eccitarmi, poi mi porge il mio vestito per rimetterlo, ma quando cerco di far scorrere la lampo mi si impiglia, lei si offre di aiutarmi e si abbassa di nuova davanti a me, tiene la stoffa con la mano sinistra e con l’altra tira la cerniera, il movimento è cosi improvviso che il dorso della mano colpisce il mio monte di venere e questo mi provoca un piacere improvviso e rapido. Torniamo nella sala d’attesa e mi siedo allo stesso posto, la porta del dottore si apre di nuovo, e questa volta ne esce un giovane medico, alto , moro, un bel ragazzo, porge la cartella alla ragazza e anche lui indugia con lo sguardo su di me, ora la cosa comincia stranamente ad eccitarmi, lui dice alcune cose e rientra. L’infermiera porta dentro lo studio una cartella che suppongo sia la mia, resta alcuni momenti dentro e quando esce noto che i suoi ultimi bottoni del camice ora sono aperti, e quando si siede sulla poltroncina mi offre una visione delle sue cosce molto provocante, tanto che sento dentro la fica un inumidirsi anomalo, ma che mi costringe ad accavallare le gambe, con il risultato che ora io pure mostro le mie a lei che di sottecchi mi guarda. Giro lo sguardo intorno, ci sono rimaste solo due signore molto anziane, una addirittura deve essere la badante, cerco di non pensare alla strana situazione che sto vivendo , riprendo a sfogliare il giornale, ma mi sembra di vedere solo tette e maschi nudi nelle foto, smetto, appoggio la testa alla spalliera e al muro dietro, cerco di ripensare alla mattinata. Lavoro come impiegata, e oggi verso l’ora di pranzo è capitato in ditta un giovane rappresentante molto carino e discreto, poi prima di andare via, dato che mi fa una discreta corte mi ha invitato a pranzo. Di solito non accetto mai, ma oggi avrei pranzato sola, e lui è così simpatico che ho fatto un’eccezione. Siamo andati in un piccolo ristorantino lì vicino, e durante il pranzo è stato un ottimo compagno, abbiamo parlato del più e del meno, mi ha fatto i complimenti per la mia età, me ne dava massimo quaranta, lui ne ha trentotto, mi ha detto che convive con una ragazza brasiliana e preso il suo iphone, ha aperto una cartella con delle foto, prima erano lui e lei di viso, poi lei nuda di spalle sulla spiaggia, e dopo loro due nudi con lui con un meraviglioso cazzo eretto che lei teneva in mano. Io ho finto uno sguardo di disappunto, poi mi sono messa ridere per mascherare la scarica erotica che l’immagine ha trasmesso alla mia fica che si è contratta e bagnata all’istante. “ vedo che vi piace prendere il sole nudi, dove eravate?“ “ al lido,“ “ si la conosco, ma troppo affollata di seccatori , io ne preferisco un’altra, dai portami alla macchina che devo andare.“ per tutto il tragitto ha insistito per sapere dove io vado a prendere il sole nuda. Arrivata a casa ero decisamente eccitata dalla visione di quel cazzo, tanto che durante la doccia ho dovuto faticare molto per non toccarmi, poi vengo qui e mi sembra che la situazione stia prendendo una piega decisamente insolita. La porta si apre di nuovo, e la signora con badante entrano, seguiti dall’infermiera, poi dopo un poco lei esce, e noto che ora anche altri bottoni del camice mi sembrano aperti, lei è allegra, mi sorride, poi si siede e dal mio punto di vista noto perfettamente la sua coscia completamente nuda, e il seno che quasi esce dal camice. Giro lo sguardo, mi sto bagnando come mai prima, mai avute fantasie di sesso lesbico, ma quella ragazza mi eccita. Dopo poco esce il pelato con le due donne, saluta la signora e si gira verso di me, “ venga signora, mi chiamo Augusto,“ “ piacere Anna,“ e mi porge la mano nel preciso istante in cui mi tocca una scarica elettrica attraversa tutto il mio corpo, la mia fica reagisce con un aumento di umori che mi innervosiscono un poco, io gli passo davanti, i nostri sguardi si incrociano, i suoi nerissimi occhi sono così penetranti che mio sembra raggiungano il più profondo del mio essere. Entro nello studio, “ lui è Paolo, il mio assistente, medico praticante, si sieda signora.“ Accenno un saluto verso l’altro, e mi siedo mentre Angela entra chiudendo la porta dietro di me. Augusto seduto davanti a me ha un aspetto veramente bello, alto spalle larghe, viso con la mandibola squadrata,sembra il ritratto del suo nome, imponente, “ ora le faremo la mammografia e poi tutte le altre cose che lei ha chiesto”, io già non riesco più h capire nulla. la sua voce forte e sensuale sta facendo uno strano effetto su di me, la mia fica si contrae ritmicamente per proprio conte, mi sto eccitando, e non vorrei, mi deve visitare anche sotto che figura ci faccio!!. “ vedo dalla sua scheda che lei ha una vita sessuale regolare, bene, venga con me”, mi alzo, lui mi prende per il braccio e mi accompagna nella stanza adiacente, un locale pieno di macchinari e un lettino da ginecologo, “ si spogli”, io apro la lampo, e lui mi prende il vestito e lo mette su di una sedia, “ si accomodi seduta sul lettino, poi si tolga il reggiseno”. Eseguo, ho davanti a me lui e l’altro che insieme a Angela mi guardano ammirati, poi Augusto si avvicina al mio seno sinistro, lo tocca, lo palpa in maniera molto professionale, ne sente ogni singolo centimetro, io mi sto sempre più bagnando , tanto più che il palpeggiamento del seno mi ha sempre molto eccita. Lui sembra intuire la mia inquietudine “ si rilassi, le assicuro che in un soggetto sano come lei è normale che si ecciti al mio contatto”, poi passa dal’altro lato, e prende in mano l’altro seno, “ Paolo, senti qui, questo è quello che si dice un bel seno che alla palpazione risulta perfettamente a posto”, lui si avvicina, ora le mani che mi toccano sono quattro, io sto per urlare di piacere, ma Augusto mi fa alzare, mi spiega che mi faranno male per l’esame, ma che è necessario. Io mi metto in piedi cime vuole lui, sono eccitata a tal punto che sono convinta si veda dalle mutandine bagnate. Effettivamente la macchina della mammografia è quanto di più mostruoso si possa concepire. Ti schiaccia il seno, lo stira, lo tende schiacciandolo, che alla fine mi fa veramente male, ma la voce calda e profonda di lui mi rilassa, mi aiuta sopportare bene il dolore che alla fine mi eccita anche quello. “ si distenda sul lettino,” e io eseguo, lui si avvicina di nuovo, ora mi massaggia il seno, la carezza è molto sensuale che mi riporta velocemente allo stato di prima, “ Angela continua tu “ ordina lui che nel frattempo era stato sostituito da Paolo, poi indossati dei guanti di lattice mi toglie le ormai inzuppate mutandine e mette le mie gambe su due appositi sostegni che anno la funzione di mettermi con la fica oscenamente esposta al loro sguardo. Il continuo contatto con la ragazza mi stanno facendo raggiunger un elevato livello di eccitazione, ha un tocco decisamente dolce e sapiente che ha contribuito far sparire il dolore, mentre i due uomini si sono abbassati davanti alla mia fica, e il primo contatto della mano del pelato mi fa esplodere l’orgasmo …… mhmhmmuuuummm …. Stringo le labbra per non urlare , “ bene, finalmente, ora possiamo iniziare il controllo dell’ispessimento del collo dell’utero“, sentenzia lui, e subito le sue dita si insinuano dentro di me regalandomi subito un piacer dolcissimo ma intenso, “ Anna, rilassati, se provi piacere non trattenerti, puoi urlare quanto vuoi, ma rilassati,” e io che non aspettavo altro vengo scossa da un nuovo e questa volta più liberatorio orgasmo … sssiiiiiiiiiiisiiiiiiiiii ……… siiiiiiiiiiiiii ….. vengono …. Il mio corpo è ormai incontrollabile, la mano di lui o l’altro, mi continuano a procurare un continuo di vibrazioni bellissime che unite al contato sul seno di lei che ora mi sta letteralmente eccitando mi mandano via di testa. Fanno dei prelievi, prendono dei campioni di non so bene cosa, ma lo stato di eccitazione rimane altissimo, e ad un tratto mi rendo conto che Augusto è tornato di lato al letto, è vicino a me, il suo camice sbottonato mostra sotto la leggera stoffa dei pantaloni un bozzo di dimensioni da me mai viste, la sua faccia ora è vicina alla mai, “ dai rilassati, lasciati andare, vedrai che non resterai delusa “. Io sono in un tale stato di eccitazione che non mi oppongo a nulla, la sua bocca ora è vicinissima alla mia, e quando le sue labbra toccano le mie il mio corpo mi arrende al piacere del contatto, la sua lingua entra in me, io la succhio, in un bacio che mi fa impazzire, poi la sua mano prende la mia e la porta al, pacco di carne che nasconde sotto i pantaloni, il solo contatto mi regala una scarica tale che ……. Vengumuhuuuuu….. e solo allora mi rendo conto che qualcuno mi sta leccando la fica, mi giro e vedo Paolo di lato a me, realizzo che il meraviglioso lavoretto è Angela a farlo, mi eccito ancora di più, intanto Augusto a aperto i pantaloni e quando tira fuori il mostro che sta dentro resto senza parole, mi mette la mano sopra, un cazzo di proporzioni mai viste non riesco a congiungere le dita dalla grande circonferenza che ha, lungo e durissimo. Mi avvicina la bestia ala bocca, lo insinua dentro e per quanto io cerco di prenderlo a mala pena riesco a far entrare la cappella grossa , “ dai leccalo”, mi incita lui, intanto Paolo si è denudato, e mostra un cazzo pure lui di belle dimensioni, meno grosso è sicuramente più lungo, anche lui me lo mette in mano, “succhia, succhialo bene che te lo faccio sentire,” io a questo punto sono in preda a un delirio erotico, non vedo l’ora di sentirlo dentro, “ dai scopala” , ordina Augusto e subito Angela si toglie per lasciare posto a Paolo che si posizione in mezzo alle mie cosce, la cappella si appogia sulle labbra della mia orami allagata fica e con un colpo deciso entra …….. ssssssssiiiiiiii …….. siiiiiii … daiiiiiii … mi spinge dentr il suo cazzo fino in fondo, e quando batte sull’utero mi procura un misto di dolore e piacere fortissimo, vorrei urlare, ma ho infilato un bocca il cazzo dell’altro ….. uuuummmmmhhmh …….. , mentre Angela è tornata a d occuparsi del mio seno, ma questa volta oltre alle mani usa anche la bocca succhiando i capezzoli . siiiiiiiiii …… VENGOOOOOOO!!!!!! ….. Vengoooouuuuumm … mi levo per un’attimo il cazzo dalla bocca pre urlare tutto il mio piacere, ma lui prontamente me lo rinfila dentro … “ dai scopala bene, dai sbattile dentro il cazzo che così la prepari, poi ci penso io a sfondarla,“ a quelle parole il mio cervello mi trasmtte un brivido di paura e forte desiderio di non desiderare altro, mi sbatte con forse a velocemente, mi strappa un numero continuo di orgasmi, poi i due maschi si scambiano un’occhiata d’intesa e subito mi ritrovo in bocca il cazzo che prima era dentro la fica e l’altro si posiziona davanti a me, sento chiaramente la cappella aprirsi un passaggio fra le grandi labbra e le pareti vaginali dilatandomi a tal punto che mi procurano un piacere così intenso che credo di essere quasi svenuta …… sssssiiiiii …. Spingiiiiii …. Siiiiiii … spaccami …. Daiiiiiiiiii …. Dalla mia bocca escono parole che in vita mia non ha mai detto a uno che mi scopava, ma in quel momento non volevo altro, e lui affonda lentamente il cazzo dentro di me, mi apre, si insinua dentro, e quando sento l’inguine suo toccare il mio corpo realizzo che me lo sono preso tutto …… vegoooooooo …… siiiiiiii sbattimi daiiiiiiii …… e lui non si fa pregare, incomincia un movimento dentro e fuori che mi uccide ad ogni affondo, sono sconvolta continuamente da scariche di piacer e intenso, continuo, vengo a raffica senza più nessun controllo. Lui poi mi solleva, si sposta lateralmente al lettino, mi tiene su con le sue forti braccia, mi solleva, io sono impalata su di lui e quando mi lascia scivolo sul suo corpo fino a infilarmi tutto il cazzo dentro, ripete alcune volte la cosa e io ogni volta vengo scossa dal piacere, intanto Angela prenda a trafficare sul mio culo, lo lubrifica e dopo Paolo si posiziona dietro di me, Augusto si distende un poco sul letto e io resto alzata, con metà del suo cazzo dentro, sento le mani di lei tendere le mie chiappe, poi la cappella di lui si fa strada nel mio culo, resto perplessa un momento poi lo incito … daiiiii … siiisiiisiiiiii … daiiiii … “ si dai mettilo dentro, e sborraci, così lo prepari per me “ ordina Augusto. E lui mi infila il cazzo dentro, fino a che non sento il suo corpo aderire al mio , in quel momento incominciano a pomparmi di brutto, io sono sconvolta da innumerevoli orgasmi. Perdo la cognizione del tempo, loro mi sbattono a loro piacimento, poi sento Paolo accelerare il ritmo e poco dopo si svuota dentro me, ….. sisiisiii … eccomi … siiii sborrooooo !!!! … sborrooooo …… mi sembra di ricevere un clistere di fuoco nel culo, ma raggiungo l’orgasmo nel suo stesso momento … io pure vengoooooo …… Paolo esce dal culo, l’altro mi rigira, mi fa appoggiare le mani al lettino e prende a sbattermi da dietro con tale forza che quando entra mi stacca dal pavimento. Paolo intanto si posizione dall’altro, lato del lettino, “ succhia, succhiami il cazzo, fallo restare duro che voglio scoparti ancora”, e detto questo mi pianta il palo in bocca che avrà anche sborrato ma non mi sembra calato di molto, intanto sento Angela accovacciarsi sotto di me, mi lecca la fica dal basso. Andiamo avanti per un poco così, poi lui di ce “ sono pronto”, in effetti il suo cazzo è tornato perfettamente duro, Augusto mi solleva, si gira e si appoggia al letto, Paolo si posizione davanti, non realizzo cosa vuole fare fino a quando non lo sento accoppiare il suo cazzo all’altro e entrambi entrare dentro di me ….. nonononooo … dai no. Non c’entranooooooo …. Ma le mie proteste sono subito smentite dalle due cappelle che prepotentemente entrano in me … pianooooo …. Siiiiiiiiii …. Cosssììììììì …. Sii daiiiiii siiiii … haaaaaaaahhhh …. Vengooooo …e sono sconvolta, perdo sicuramente i sensi, perche quasi non mi rendo conto per quanto tempo mi scopano in due dentro la fica, poi sento ancora Paolo accellerare il ritmo, Angela che mi torce un capezzolo fino al dolore che mi riporta alla realtà ….. siiiiii … eccomiiiiii sborrooooo … e scarica dentro la mia orami a secco di umori una caldissima sborrata …. Siiii … vengooooo .. grido pure io senza sapere dove trovo ancora la forza di gridare. A questo punto Augusto mi solleva e mi ridistende sul lettino, mi porta le gambe in alto fino alle sue spalle, e sfilato il cazzo dalla ormai slabbratissima fica lo pianta nel culo. Sento il palo sfondarmi l’ano, ma con calma, molto lentamente mi pianta tutto dentro, poi mi pompa con forza, con movimenti anche rotatori che mi procurano un piacere aggiunto al tanto che già provo, e quando accellera per sborrare io pure son pronta con lui … sisisiiii … eccomi, ti inondo il culooooooo ….. schizzzoooooo … urla, e io di risposta … daiiiiiii … daiiiiii che VENGGGGGooooooooooo!!!!!!!!!!! … urliamo insieme, lui si sfila di colpo, sento tanta sborra colare lungo le cosce, si porta di lato e mi infila il cazzo in bocca ancora gocciolante “ dai bevi, lecca tutta la sborra, “ mi incita, e io anche se non me lo avesse chiesto mi infilo giù per la gola il palo che ora ha dimensioni sempre ragguardevoli, ma ne posso far entrare di più. Resto distesa per un poco. Poi mi rivesto, “ sei una donna stupenda, sana come un pesce con un ‘apparato sessuale in perfetta fora, complimenti” sentenzia Augusto, “per tutte le risposte complete se voi ripassare far otto giorni saremo pronti”, io li guardo, “forse è meglio dieci o dodici giorni” rispondo io scherzando, lui mi prende per mano, mi accompagna alla porta, sento la sborra colare dentro le mutandine, “ sono contento di averti conosciuto, sei stupenda, vieni quando vuoi”, e mi bacia sulla bocca, esco, vado alla macchina trascinando letteralmente le gambe, e vado a casa. La sera tardi torna mio marito, quando viene a letto mi si avvicina con la chiara voglia di scopare, ma io sono a pezzi, ha il culo in fiamme, la fica indolenzita e gonfia, la gola mi fa male, mi chiede della visita “ è stata dura, mi anno analizzato a fondo, in maniera molto invasiva,” poi per tenerlo buono mi avvicino al suo cazzo, lo guardo con occhi diversi, si è vero che non ha le notevoli dimensioni di quelli di oggi, ma fino ad ora mi ha fatto divertire molto, e così me lo infilo dentro la mia martoriata gola , lo succhio con maestria, so come farlo sborrare velocemente, infatti poco dopo mi irrora l’ugola di dolcissimo nettare che allevia il mio mal di gola ………
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15 years ago
admin, 75
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Dai! quando sei eccitato ora?
Ciao amore, mi dispiace tanto che non fossi presente, ma leggi la "cronaca" del mio incontro con lei, che sicuramente ti piacerà. Dalla prima chiaccherata ho percepito una donna davvero molto simile a me, carattere, personalità, modo di vivere, pensieri e desideri.
Mi sono trovata davanti ad una donna di classe al mio pari (la classe non è acqua) , con quella ricercatezza dei particolari e, a pelle, ci siamo subite annusate positivamente.
Abbiamo parlato di noi, delle nostre vite, dei nostri uomini, delle nostre esperienze, mi ha detto che era la prima volta che si trovava sola con una donna, che le sono piaciuta subito al telefono e che il mio osare a chiedere di vederci noi due l'aveva esaltata.
Abbiamo conversato in un bar e poi siamo andate a casa del suo uomo, che era in giro con un amico.
E' stato tutto molto naturale, ci siamo rese conto che è la pelle, quella chimica che lavora, non la fisicità...
Mentre armeggiava con la televisione china in terra dandomi le spalle (ero seduta), l'ho avvicinata e ho cominciato a carezzarla, ho fatto quello che sentivo di fare, che desideravo e sentire che le piacevano le mie carezze sulle gambe, sulle natiche, insinuando la mano fra gli slip, mi piaceva da matti.
Mi ha detto che quelle carezze la stavano mandando su di giri, che non riusciva a combinare niente, così ha mollato il telecomando e ci siamo ritrovate l'una di fronte all'altra a baciarci, di quei baci deliziosi che in effetti solo due donne si sanno dare, mi piaceva da impazzire toccarla, poi si è diretta sul mio seno, mamma mia, che cosa intensa sentire quanto le piaceva toccarmelo, leccarmi i capezzoli che prepotenti chiedevano ancora; il tutto con una passione, una dolcezza e una voglia incredibili, ci parlavamo, ci trasmettevamo le sensazioni di piacere. Mi sono diretta sul suo seno, piccolissimo ma con due capezzoli che chiedevano giustizia e ho cominciato a leccarli, succhiarli, mentre con la mano scendevo nei suoi slip. Che magnifica sensazione sentirla eccitata tanto quanto lo ero io. Non mi stancavo di carezzarla, toccarla e sentire quanto fremesse con le carezze. Ero seduta sul divanetto, lei era in piedi davanti a me, l'ho fatta girare, le ho tolto gli slip e l'ho fatta reclinare in avanti, trovandomi davanti le sue natiche che baciavo........ e la vista della sua passera......mhhhhhhhh.......e iniziare a succhiarla e leccarla, credimi non mi è stato difficile e come le piaceva.... Questo mi dava un gusto incredibile, sentirla fremere, mentre diceva, "come sei brava, mi piace quello che mi stai facendo"....... Sentivamo entrambe la passione reciproca, e mentre continuavo ad esplorare con la lingua quel bocciolo invitante, la mia mano si prodigava sulla mia passera, bagnata e bollente........
Si è seduta sul bracciolo del divano appoggiata ad un cuscino e lo spettacolo pieno era davanti a me; ne ho viste tante nel pellegrinaggio su quel sito, ma trovarsi davanti quella che ti piace è proprio un'altra cosa. Mi sei venuto in mente quando mi hai gratificato con l'appellativo "orchidea"....... insomma non importa come sia alla fine, ma se ti fa pelle la persona, ti piace tutto. Mi sono tuffata a massaggiarla con le dita sui lati, mentre la leccavo e la succhiavo con un piacere immenso, ed ero eccitatissima, sentirla che mi parlava, mi carezzava la testa, ad un certo punto l'ho sentita fremere, mi ha detto "mi stai facendo godere"...... E il mio piacere era sentirla godere...... Difficile descriverti il piacere, continuava a dirmi si....... ancora..... ancora... Poi mi è scivolata in bocca con la lingua ad assaggiarsi, intensamente, molto.
Mentre mi baciava mi toccavo, mi ha portato sul letto, ha tirato fuori un giochino e mi ha detto: "questo è una meraviglia!" Ma prima di usarlo ha voluto leccarmi, e quando mi ha visto la passera ha esclamato: "mhhhhhhhhhh e me la volevi tenere nascosta questa rosa deliziosa".!..... Quanti e quali brividi di piacere nel sentirla impegnata a leccarmi e succhiarmi....... Poi ha preso quella meraviglia (lo voglio anche io, COMPRAMELO TI PREGO!....) e ha cominciato a farmelo sentire ........ E' stupendo farsi masturbare da un'altra donna e mentre ci guardavano pensavamo a voi due, vi immaginavamo a pensarci, con i vostri uccelli in mano a farvi delle gran seghe pensando a noi due e a come ci stavamo dando immenso piacere Ma molto onestamente eravamo molto prese l'una dall'altra, mi ha fatto godere tantissimo e mentre godevo mi ha stretto le cosce con la sua mano che ancora girava con quel meraviglioso giochino. Ci siamo ritrovate distese vicine a carezzarci, la sentivo ancora vogliosa, ho ricominciato a toccarle quella fica deliziosa, ancora bagnata , bella, invitante, che mi chiedeva "fammi ancora", ho preso un altro giochino, ho cominciato a leccarla, infilandole dentro quel piccolo ma delizioso uccello, poi lo abbiamo succhiato insieme, mi sono rituffata in quel paradiso e mentre lo facevo scivolare dentro e fuori la succhiavo...... Che orgasmo che ha ha avuto..... Ci siamo abbracciate, baciate ancora, ci siamo dette che avevamo realizzato un sogno e che la prossima volta ci sarete anche voi....... Ma forse ci sarà qualche altra volta da sole, troppo bello........ Mi ha detto che sono bravissima, che ho un'intensità incredibile, che nessuna delle donne con cui aveva provato erano state così brave. Confermata la mia laurea ad honorem e confermata anche la mia passionalità nel trarre il mio piacere nel dare piacere anche ad una donna.
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1
15 years ago
admin, 75
Last visit: 4 hours ago -
Doppia coppia
L’idea iniziale era di trascorre una serata tranquilla e rilassata, comportandoci da perfetti fidanzatini, che non siamo, andando a cena fuori ed a fare quattro salti. E a dire il vero, nonostante i vari espedienti messi in campo da entrambi per eccitarci a vicenda, c’eravamo quasi riusciti fino al momento in cui siamo arrivati in discoteca. A me piace ballare ed a Roberta pure, quindi non ci siamo certamente risparmiati, specialmente con le danze latine.
Non saprei dire se è stata la serata nel suo insieme o semplicemente un fatto di pelle, ma sta di fatto che il merengue è stata la tragica goccia che fa traboccare il vaso. Secondo me il Merengue e la cosa più simile ad una scopata che si possa fare in piedi, vestiti, su una pista da ballo e circondati da centinaia di persone senza rischiare l’arresto.
Finito il merengue eravamo in uno stato di eccitazione che davvero abbiamo rischiato di metterci a scopare davanti a tutti. Per fortuna un’ultima briciola di pudore e di intelligenza vagava nei nostri cervelli e quindi abbiamo deciso di andarcene al più presto per trasferirci in un posto più appartato.
Ed è stato assolutamente un caso se mentre ci facevamo strada verso l’uscita siamo, o meglio sono, incappato in Mara e Daniele.
Esattamente!
I due fidanzatini che avevo avuto il modo di conoscere e... frequentare un paio di volte.
Loro due di certo non sono stupidi e mi conoscono il minimo indispensabile per accorgersi dello stato in cui mi trovo, se poi ci mettiamo anche Roberta che negli ultimi tempi si è trasformata in una vera troietta affamata di sesso (con mio grande compiacimento), ed al fatto che Mara è altrettanto sensibile di Roberta agli stimoli erotici, non ci vuole poi molto a scoprire che due più due fa quattro. Ed evidentemente a quattro deve continuare la serata, visto anche il modo in cui Mara e Roberta entrano immediatamente in sintonia, quasi si conoscessero da anni.
Non mi sono mai spiegato come sia possibile per le ragazze metterci due ore per descrivere un vestito, ma impiegare trenta secondi per scambiarsi informazioni di vitale importanza quando fa loro comodo.
Sta di fatto che nell’arco di una decina di minuti l’eccitazione di Roberta e mia contagia irrimediabilmente Mara e Daniele: usciamo dalla discoteca e ci precipitiamo verso le rispettive automobili.
L’obiettivo scelto di comune accordo è la casetta dei genitori di Mara, che sono via per le ferie. In effetti è ben più vicina di casa mia.
Saliamo in auto e ci scapicolliamo nel vero senso della parola, anche perché guidare con una sanguisuga attaccata al mio corpo non è certo impresa facile e Roberta, come sanguisuga, è decisamente perfetta.
Lasciamo le macchine in giardino così come capita, senza nemmeno chiuderle, e corriamo in casa.
Mara ha qualche grossa difficoltà ad aprire la porta perché Daniele, alle sue spalle, le ha già infilato le mani nei fuseaux ed è evidente che le sta arando la fichetta con le dita. Io con Roberta ho molti meno problemi, le faccio risalire la minigonna sulle anche e voilà, ho campo libero.
In un modo o nell’altro la porta si apre e si richiude alle nostre spalle.
Il top di Mara finisce sul pavimento dell’anticamera, seguito immediatamente dalla giacca leggera di Daniele, Sulla porta del corridoio cade la mia camicia, i pantaloni di Daniele ed il top di Roberta. Infine sul pavimento della camera di Mara si accumulano disordinatamente il resto dei vestiti, scarpe comprese, in un mucchio informe.
Il letto è ad una piazza e mezza ma, non so come, riusciamo a starci tutti e quattro.
Daniele si da da fare con la testa infilata tra le gambe di Mara, mentre Roberta si attacca al mio cazzo come un pompa idrovora. Non mi resta che dedicarmi alle tette di Mara, che sta già mugolando di piacere.
Mi chino su di lei e inizio a succhiarle i capezzoli alternativamente mentre Daniele le ha infilato la lingua nella fichetta; lo vedo lavorargliela come un frullatore mentre Mara si contorce sotto di me.
Roberta si da da fare come una matta, succhia e aspira, frullando la lingua come un fuoribordo da duecento cavalli attorno alla mia cappella. Penso tra me e me che se continua di questo passo mi svuota in un paio di minuti.
Per fortuna, dopo essersi assicurata della consistenza dell’attrezzatura, reclama la sua parte, mi fa staccare dalle tette di Mara, mi butta letteralmente sul letto e, scavalcatomi, mi afferra il cazzo con una mano e se lo infila nel ventre, iniziando a cavalcarmi da perfetta amazzone. Mara ci osserva intenta, mentre Daniele continua il lavoro di lingua. Vedo con la coda dell’occhio che afferra il suo fidanzato per i capelli e gli viene contro la lingua mugolando e rantolando.
Io assecondo le spinte di Roberta che, con le mani sui seni, ha chiuso gli occhi e si fotte da sola; non avendo nient’altro da fare mi dedico ad impastarle il sederino, indugiando sempre più a lungo sul forellino posteriore. Avendo anch’io chiuso gli occhi, non mi rendo conto dei traffici di Mara e Daniele, ma vengo subito riportato all’attenzione quando sento due mani che allontanano le mie. E’ Mara, che inginocchiatasi alle spalle di Roberta sostituisce le mie mani con la lingua mentre Daniele, in piedi alle sue spalle, la sbatte da dietro.
Per Roberta questa è un’esperienza mai provata, e si vede. Appena la lingua di Mara le si appoggia all’ano sembra attraversata da un scossa elettrica, trasale vistosamente e si accascia sul mio petto. Da quando ha provato la prima volta a prenderlo dietro, ne è passata di acqua sotto i ponti e soprattutto di cazzo (il mio) nel suo culetto. Mi sono accorto che quasi quasi le piace più che in figa.
Ansima con la lingua nel mio orecchio mentre continuo a sbatterla con forza. Ci vogliono appena trenta secondi di trattamento e viene come una fontanella, tanto da impiastricciarmi completamente il bassoventre.
Mara evidentemente è affascinata da Roberta ed è decisa a farsela senza ritegno: si sfila il cazzo di Daniele dalla figa, rovescia la mia amazzone sul letto e, scavalcatala, le si piazza sopra nel classico sessantanove.
Per quanto Roberta non abbia mai leccato una figa (almeno a quanto ne so io) ha solo un attimo di esitazione, poi affonda la faccia tra le cosce di Mara.
In quanto a me, rimango come un imbecille a cazzo dritto a guardare le due porcelle che si slinguano: non per molto comunque, perché Daniele ne approfitta e, inginocchiatosi davanti a me, si fagocita il mio uccello in uno splendido pompino.
Non posso fare altro che mugolare dal piacere, perché il porcello può essere definito solo che superbo: dall’ultima volta che ho avuto occasione di sperimentare la sua bocca, deve aver fatto parecchia esperienza in materia tanto che mi strappa diversi lamenti di libidine.
Evidentemente attirata dai suddetti versi, Roberta si stacca leggermente dalla figa di Mara e resta a guardarci allibita.
- Pluto!? - esclama sconvolta.
- Si? - chiedo, con voce leggermente persa a causa della goduria.
- Ma che cazzo...? - chiede senza finire la frase, perché Mara, rimasta a fica vuota, letteralmente si siede sulla sua bocca.
- Perché? Tu non stai facendo altrettanto? - le risponde al mio posto, per poi rituffarsi immediatamente a leccare.
Daniele, giustamente, vuole anche lui la sua parte ed in men che non si dica ci ritroviamo anche noi due impegnati in un forsennato sessantanove, fianco a fianco con le ragazze.
La faccenda non si protrae per molto: raggiunto il loro obbiettivo, ossia godere delle reciproche lingue, le due porcelline sono pronte per altro e non si fanno scrupolo di frapporsi fra Daniele e me reclamando con i fatti la loro “libbra di carne”.
Essendo stata di sopra, è Mara a liberarsi per prima dall’abbraccio di Roberta e quindi è lei che ha la scelta, e sceglie me. Infila una mano tra il mio pube e la faccia di Daniele, scippandogli letteralmente il mio cazzo dalla bocca ed ingoiandolo completamente senza batter ciglio.
Daniele tenta una debole protesta ma la fidanzata gli fa cenno di occuparsi di Roberta. Lui di certo non si fa pregare e, prima che la mia troietta riesca a sollevarsi dalla posizione in cui si trova, le è sopra, seduto sulle sue tette che le infila il cazzo in gola fino alle tonsille.
Sento Roberta grugnire per il trattamento un po’ brusco ma, data un’occhiata, vedo che si infila una mano tra le gambe ed inizia a sgrillettarsi senza troppi problemi.
A questo punto sono io ad aver bisogno di figa, stacco Mara dal mio cazzo, mi alzo, la faccio stendere sul letto e, dopo averle sollevate le gambe fino al petto, punto la cappella al vestibolo della sua fighetta e con un colpo solo mi pianto profondamente dentro di lei, assaporando appieno l’urletto che le strappo e il contrarsi bollente dei suoi muscoli vaginali.
Non vado molto per il sottile e la sbatto senza ritegno, tanto da costringerla a reggersi al bordo del letto per evitare di finire a terra.
Do un’occhiata veloce verso Daniele e Roberta e noto compiaciuto che anche loro non sono da meno. Si nota chiaramente che Daniele apprezza le figa stretta di Roberta, perché ha stampata in faccia un’espressione di puro godimento.
Mara mi artiglia la schiena e viene per l’ennesima volta, contraendo i muscoli del basso ventre in una morsa da infarto. Le somministro ancora un paio di colpi poi mi sfilo rapidamente dalla fornace che si ritrova al posto della figa per evitare di venire anch’io. Per restare sul sicuro, mi alzo in piedi e faccio un paio di passi indietro, ammirando nel frattempo la scena.
Mara, ripresasi dall’ultimo orgasmo, di certo non rimane col le mani in mano, si avvicina al culo di Daniele, gli divarica le chiappe e gli infila una spanna di lingua in culo. Il ragazzo rantola di godimento e pistona più forte Roberta, che, sottoposta ad una chiavata da urlo, viene di botto.
Sono riuscito a riprendere il controllo del mio cazzo e visto che mentre scopano hanno la bocca libera, mi piazzo con l’uccello all’altezza delle labbra di Roberta e Daniele.
Interrotto il bacio con risucchio nel quale erano impegnati, sono ben felici di dedicare qualche attenzione anche a me. Daniele spalanca le fauci e fa sparire immediatamente la mia cappella lasciando Roberta a bocca asciutta. Lei fa una leggera smorfietta e ripiega sul mio scroto, lambendomelo delicatamente con la linguetta. Come se non bastasse ci si mette anche Mara che abbandona il retrotreno del legittimo fidanzato per dedicarsi al mio.
- Oh Dio! - riesco a mugolare preso tra tre fuochi che mi fanno impazzire di piacere.
Resisto si e no un paio di minuti, poi devo togliermi da quella situazione perché rischio nuovamente di venire come un ruscello.
Sembra che io abbia dato il segnale di cambio perché il nodo si scioglie e, come lottatori in un momento di pausa, ci allontaniamo gli uni dalle altre per riprendere fiato.
Ci guardiamo ansimando mentre Mara si sditalina senza ritegno, Roberta si sgrilletta lentamente ed io e Daniele nemmeno si sfioriamo perché siamo talmente su di giri che basterebbe un niente per farci venire.
- Sembra proprio che voi due siate al limite, vero? - Chiede Mara maliziosa, senza peraltro smettere il lavoro di mano.
Io e Daniele ci guardiamo e, se anch’io ho lo stesso sguardo suo, allora vuol proprio dire che siamo pieni fino all’orlo.
Mara non aspetta la risposta, si alza in piedi e si avvicina a Roberta.
- Se stasera vogliamo ottenere ancora qualcosa da questi due, mi sa che dobbiamo farli rilassare almeno un po’. - Le dice.
Roberta sogghigna. - Hai qualche idea? - chiede, sollevandosi.
- Direi proprio di si. - Ribatte Mara, avvicinandosi a me. - Se non ti spiace occuparti di Daniele... - dice, e si inginocchia tra le mie gambe.
- Per niente! - risponde Roberta imitando la nuova amica.
Poi, all’unisono, avvicinano lentamente le labbra ai nostri cazzi, spalancano la bocca e li fanno sparire fino in gola.
Porca puttana, che bello. Sono teso come una corda di violino e dopo un paio di succhiate di quelle potenti sono in dirittura di arrivo.
Guardo per un momento Daniele e la sue espressione è fin troppo loquace: la testolina bionda di Roberta si alza ed abbassa ritmicamente sul suo cazzo lasciandolo lucido di saliva.
Mara da una succhiata più forte e mi sento ribollire lo sperma nelle palle.
- Mara? - Rantolo.
- Mhmmm? -
- Sborro. - Sussurro
- Mhmmmhmmm! - Mugola lei serrando le labbra sulla mia asta mentre il primo getto di sperma le colpisce il palato. Sento la sua gola contrarsi ritmicamente mentre ingoia quanto le riverso in bocca e le sue labbra stringermi la base della cappella.
Mi sembra di scaricarle un torrente di sperma in bocca e ne ho la conferma quando un sottile rivoletto le sfugge da un angolo della bocca, ma il tutto è subissato dal piacere che provo.
Mi sembra di avere una fornace nel bassoventre e l’orgasmo che mi avvolge dura un’eternità, facendomi contorcere in spasmi di piacere.
Lentamente mi lascio andare e mi rilasso. Mara non si stacca dal mio cazzo anzi, lo coccola dolcemente con le labbra e con la lingua, ripulendolo completamente.
Sospiro appagato e la accarezzo sulla testa con altrettanta dolcezza.
Mi volto leggermente verso Roberta e Daniele. Anche loro hanno ottenuto quanto volevano. Roberta ha il cazzo di Daniele piantato in gola fino alla radice ed inghiotte la sborrata che il biondino le riversa in bocca con lunghi sorsi convulsi.
Le due ragazze si staccano da noi e si guardano. Roberta nota il rivoletto di sperma che cola dall’angolo della bocca di Mara e non resiste alla tentazione di ripulirlo con la lingua. Mara di certo non sta con le mani in mano passiva, ed un attimo dopo sono abbracciate strette che si rotolano a terra esplorandosi reciprocamente con le dita.
A me e Daniele, nell’attesa che le batterie si ricarichino, non resta altro che goderci lo spettacolo che si fa di secondo in secondo sempre più interessante.
Roberta è distesa a pancia sotto sulla moquette con la testa tra le gambe di Mara intenta ad una sessione di leccaggio degna di un formichiere. Nonostante sia una neofita è evidente che non le manca di certo inventiva e buona volontà visti i mugolii e le contorsioni che strappa a Mara.
- Dio sei fantastica. - dice infatti questa, confermando la mia impressione, mentre si massaggia le tette.
Che spettacolo!! Sono due fighe pazzesche che stanno lesbicando senza nessuna remora distese sulla moquette.
Mara si contorce tutta sotto i colpi di lingua di Roberta che la trattiene, abbracciata ai sui fianchi.
- Aspetta... aspetta... un... momento! - Ansima Mara spingendo con palmo della mano la fronte di Roberta per allontanarla.
La mia piccola solleva la faccia dal ventre dell’amica e si pulisce le labbra col dorso della mano in un gesto estremamente osceno ed eccitante.
Mara tira un sospiro e si trascina culo a terra verso il comodino. Ne apre un cassetto, ci infila dentro una meno e rovista tra la biancheria.
- Dove diavolo... - Borbotta, continuando a rovistare. - Trovato! - Esclama, tirando fuori dal cassetto una busta portatrucco piuttosto voluminosa.
Se la appoggia in grembo e ne apre la chiusura lampo, poi se la rovescia tra le gambe sul pavimento.
Roberta allunga una mano e sparpaglia per bene il mucchietto, osservando estasiata l’assortimento di vibratori che Mara a tirato fuori.
- Whawww! - Esclama.
Mara le prende il mento e se lo avvicina alla faccia. - Mentre quei due porcelli ci riprendono, non vedo perché dovremmo starcene... a fica vuota. - mormora, poi tira fuori la lingua e lecca delicatamente le labbra, immediatamente ricambiata.
Non è che mi ci voglia ancora molto per essere nuovamente operativo, visto anche lo spettacolo che ci viene offerto, ma a dire il vero è estremamente piacevole anche rimanere disteso sul letto a cazzo duro guardando le due troiette che lesbicano.
Vedo le manine delle sue ragazze rovistare tra gli aggeggi ed afferrarne uno a testa: un secondo dopo il ronzio dei motorini elettrici si spande nella stanza, mentre i mugolii delle due si fanno di secondo in secondo più intensi.
Si allacciano nuovamente in un sessantanove infuocato, con le lingue che saettano sui grilletti ed i falli lattici che, come stantuffi di una vaporiera, affondano ritmicamente tra le cosce. Le mani danzano come pervase di vita propria sui corpi, in carezze delicate ma profondamente lascive, le anche si agitano per ricevere più profondamente i baci, le carezze ed i pali vibranti.
Mara allunga la mano libera ed a tentoni trova un secondo vibratore, di dimensioni decisamente più considerevoli del primo; sfila dalla fica di Roberta quello che fino ad allora l’aveva occupata e lo sostituisce con il secondo.
Io osservo estasiata la grossa cappella gommosa farsi largo tra le grandi labbra di Roberta che, abbandonata la fica di Mara, abbandona la testa a terra, spalanca la bocca e inspira rumorosamente durante la dilatazione. Dapprima la cappella incontra una certa difficoltà a farsi strada tra la carne tumida, poi, quasi con uno scatto, attraversa il vestibolo e si pianta profondamente nel ventre di Roberta, che trasale vistosamente alla penetrazione.
- Mi sfonda. - esclama con un filo di voce, ma non fa nulla per sottrarsi.
Mara non demorde e continua a spingere senza ritegno, finché l’intera asta, venticinque centimetri di lattice vibrante, non è affondata nel corpo dell’amica; solo allora applica nuovamente le labbra al clitoride di Roberta, riprendendo a leccare come una capretta.
L’effetto è devastante, sembra che abbiano attaccato la corrente al corpo della mia giovane amante, che sussulta senza possibilità di controllo, per acquietarsi solo alcuni minuti più tardi, dopo l’ennesimo devastante orgasmo.
Mara estrae lentamente l’olisbo dalla figa di Roberta, togliendo il tappo al fiume di umori liberati dal piacere, poi lecca con gusto il cilindro.
Roberta tenta di riprendere fiato ma Mara non ha intenzione di permetterglielo, perché punta nuovamente il mostro e lo riaffonda nella fighetta dell’amica poi, non contenta, prende quello scartato precedentemente e dopo averlo insalivato per bene, lo appoggia delicatamente allo sfintere di Roberta.
- Cosa...? - Esclama questa sentendosi violare il forellino posteriore.
Mara la ignora e spinge un po’ di più, mentre la punta sparisce lentamente nel retto di Roberta, seguita da buona parte del vibratore.
- Ahaaaaa! - Ansima Roberta artigliando le natiche di Mara.
Per fortuna ci ho già pensato io ad aprire quella via altrimenti anziché un gemito di piacere, sarebbe stato un ululato di dolore.
Improvvisamente rianimata da quel trattamento, Roberta allunga una mano verso i rimanenti vibratori, afferra il primo che le capita a tiro e, presa dalla foga, lo appoggia al culo di Mara, così, senza nemmeno dargli una bagnatina.
Vedo Mara irrigidirsi e sbarrare gli occhi, sorpresa e spaventata da quanto sta per succedere.
- Aspetta... - Riesce a dire, poi Roberta spinge a due mani.
Il grido di Mara non è certo di piacere, la penetrazione ad asciutto di certo non fa parte del suo repertorio. Forse resasi conto di quanto ha fatto, Roberta ritira il pistone dal culo di Mara, provocandole un altro sobbalzo, infila la faccia tra le chiappe dell’amica ed applica accuratamente la lingua allo sfintere di Mara insalivandolo abbondantemente, poi, prima che possa protestare o lamentarsi, riaffonda l’olisbo.
Io e Daniele ci scambiamo un’occhiata: è ora di rimetterci in gioco, anche perché lo spettacolo ci ha fatto ritornare a pieno regime.
Stavolta ognuno si dedica alla rispettiva compagna: Daniele si posiziona in ginocchio dietro a Mara ed io tra le gambe di Roberta.
- Bentornati. - mi Dice Mara alzando la testa.
Non rispondo affatto, sfilo il vibratore dal culo di Roberta e lo sostituisco con il mio cazzo, mentre Daniele, posso vederlo chiaramente, fa altrettanto con Mara.
Il - Siiiii!! - Delle due ragazze è pressoché contemporaneo, mentre affondiamo dentro i loro sederini e diamo il via ad una cavalcata selvaggia.
Si gustano l’inculata continuando a leccarsi a vicenda e non ci vuole poi molto per godere di nuovo.
Poi Mara prende in mano la situazione, si sfila l’uccello di Daniele dal sedere e si alza in piedi, esortandoci a fare una piccola variazione.
Fa stendere il fidanzato a sul letto e gli piazza sopra Roberta, che è ben felice di riempirsi nuovamente la figa con un bel pezzo di carne anziché di plastica. Mara le si accuccia dietro e mentre Daniele inizia un va e vieni frenetico, lei applica labbra e lingua all’ano.
Io sto avvicinandomi al suo retrotreno per dedicarmi un po’ alla sua figa, ma lei mi blocca con una mano e, tirandomi per l’uccello, mi trascina sul letto.
- Dallo a Roberta. - Fa.
Io di sicuro non mi dispiaccio e piazzatomi davanti al viso della mia troietta, lo infilo nella sua boccuccia morbida.
Dopo neanche un minuto Mara stacca le labbra dal culo di Roberta e si avvicina al suo viso.
- Ti va di prenderne un altro? - Le chiede, parlandole all’orecchio. Roberta molla di colpo il mio cazzo, al quale si era amorevolmente dedicata fino a quel momento e si volta verso Mara.
- Dietro? - le chiede, eccitata.
- E dove, se no? - Risponde Mara sorridendo.
Roberta annuisce con vigore. - E’ da parecchio tempo che ci vorrei provare. - Risponde leccandosi le labbra.
- E allora... - Mara mi batte sulla spalla, indicandomi il sedere di Roberta. - Fatela godere come avete fatto quella volta con me. - Dice, strizzandomi un occhio.
Per me è un invito a nozze. Scavalco i corpi allacciati di Daniele e Roberta e mi piazzo a cavalcioni. Mara allarga le chiappe dell’amica e fa colare un po’ di saliva nel solco.
Mi afferro l’uccello alla base, lo struscio un po’ nel solco, poi lo appoggio delicatamente al buchetto. So che a Roberta piace prenderlo nel sedere, ma questa è la prima volta che ne prende due. Mi afferro alle sue anche ed inizio a spingere.
- Nhgggg. - Si lamenta Roberta. Il cazzo di Daniele occupa già parecchio posto nel suo corpo, togliendone al mio, il che provoca un notevole attrito. Non senza averle strappato un altro uggiolio, finalmente la cappella passa, seguita immediatamente dal resto dell’asta. Mara guarda affascinata il mio cazzo sparire nel retto di Roberta, poi si alza e si piazza a gambe divaricate davanti al viso dell’amica. L’afferra per la nuca e le spinge la testa verso il suo pube. Roberta, per quanto in crisi a causa di quello che io e Daniele le stiamo facendo provare, non si tira indietro e si mette a succhiare come una sanguisuga.
Mi concentro per bene su quello che sto facendo: dopo pochi colpi Daniele ed io troviamo il ritmo giusto, affondando e ritirandoci all’unisono dai due fori dilatati della mia giovane amante.
Gli effetti si fanno sentire subito. Roberta smania senza ritegno sotto i nostri colpi, assecondandoli il più possibile e divaricando le gambe per quanto le permette la posizione. Continua a mugolare senza freni e si agita in una danza scatenata ed irrefrenabile.
Sento, lontanissima, la voce di Mara, rotta dall’ansimare.
- Vi... prego.... non venite... - dice, continuando a strusciare la figa sul viso di Roberta. - Vi voglio... anch’io. -
Più facile a dirsi che a farsi ma, dopo esserci data un’occhiata a vicenda, io e Daniele stringiamo i denti e facciamo il possibile per resistere.
Chi invece non resiste affatto è Roberta.
Gli ultimi colpi che le sferriamo la portano al culmine, spalanca la bocca, strabuzza gli occhi e urla nel vero senso della parola il suo godimento, poi si accascia esausta tra di noi che ci affrettiamo ad uscire da lei per evitare di seguirla a ruota nell’orgasmo.
La lasciamo abbandonata sul letto con gli occhi socchiusi, ansimante e sudata. Mara scatta come una molla e ci agguanta al volo. Una leccata sulla cappella ad ognuno dei due cazzi poi, con sguardo supplice, quasi ci implora.
- Ora fate godere anche me, vero? -
Vista la nostra disponibilità, si rialza e mi si stende sopra, portandosi l’uccello alla fica ed affondandoselo fino alla radice. Si assesta bene, mentre Daniele le si avvicina alle spalle. Il biondino si prende l’uccello e lo punta tra le chiappe della fidanzata che, arrossendo improvvisamente, lo blocca.
- No, non li! -
Rimaniamo come due deficienti: non ci vuole assieme...
Mara allunga la mano tra il suo sedere ed il corpo di Daniele ed afferra il cazzo del fidanzato, abbassando la mira di qualche centimetro.
Quella grandissima troia di un’Eva!
Ci vuole assieme, ma nello stesso buco!
Daniele sembra un toro imbufalito, evidentemente l’idea lo fa andare fuori di testa dalla libidine. Asseconda Mara, abbassandosi un po’ sulle gambe e mentre lei si afferra le cosce e divarica il più possibile le labbra della figa, punta la cappella sullo stretto passaggio lasciato dal mio cazzo. Sento che armeggia un po’ attorno alla mia asta, in evidente difficoltà: la cappella sfugge un paio di volte dalla direttrice giusta ma questo non fa altro che far andar ancora più fuori giri il mio amico. Alla fine, incazzato nero, si prende il cazzo in pugno, lo accompagna il più vicino possibile all’obbiettivo e molla un colpo di reni che fa sobbalzare me ed urlare Mara. Ed ha ben ragione, Mara, ad urlare visto che si ritrova la fica dilatata da due cazzi gonfi e vibranti
- Fermi! - Ordina, quasi urlando. - Per l’amor di Dio state fermi! - Respira profondamente, puntata sulle braccia a testa china: è tesa come una molla e sta facendo di tutto per rilassarsi.
- Cazzo, mi sento spaccare in due! - Mormora.
Sento che si rilassa leggermente, quindi che lentamente avanza, sfilandosi una buona metà dei nostri cazzi dalla fica. Si ferma. Inverte il movimento, impalandosi da sola.
- Oh, Dio! - Borbotta quando arriva in fondo.
Avanza nuovamente, in una lenta autoscopata, poi rincula. Il movimento è più fluido e sento le pareti vaginali che pulsano attorno ai nostri uccelli a stretto contatto.
- Si! - Dice Mara, arrivata nuovamente a fine corsa. - Si! Vi sento! -
Ha un brivido che la scuote tutta.
- Dai, chiavatemi! - dice. - Piano, però. -
Daniele ed io ci scambiamo un cenno e, lentamente come ha fatto lei, ci sfiliamo all’unisono dal suo corpo per riaffondarvi un attimo più tardi. Ci muoviamo sincronizzati e, ad ogni affondo, Mara ansima e vibra.
- Forza... così... siiiii... - Inizia a biascicare ad ogni colpo. - Dai...più forte... sbattetemi... si... di più... -
Il ritmo aumenta, la figa di Mara pur continuando a stringerci con forza si è leggermente allargata e ci accoglie calda, umida e bollente ad ogni colpo, mentre lei asseconda ogni nostro movimento dondolandosi a ritmo su braccia e gambe. Poi, all’improvviso, sembra impazzita.
- Dio!!! - Grida, invitandoci ad aumentare il ritmo - Oh, si... dai... fottetemi... sbattetemi, che... mi piace... - Noi obbediamo e aumentiamo il ritmo, iniziando a pomparla come si deve.
- Così... si... così mi... fate... godere... mi piace... sfondatemi... -
Disteso sotto di lei osservo eccitato le sue tettine ballonzolare sotto i nostri colpi e l’espressione del suo viso farsi più intensa. E neanche io e Daniele rimaniamo insensibili a questa doppia scopata: la morsa che ci stringe, l’idea di trovarci ambedue nella stessa figa e gli incitamenti di Mara, ci stanno rapidamente portando verso la soglia del piacere.
- Dai... sto per venire... più forte... si... - Mara sta raggiungendo il culmine. - Si... forte... più forte... fatemi... venire... schizzatemi dentro... - L’ultima esortazione è fatta a bocca spalancata ed occhi sbarrati: le bastano pochi colpi per venire, giusto i pochi colpi che servono pure a me e, ad occhio, anche a Daniele.
- Riempitemi... di... sperma... che... GOOOOOODOOOOOO... - rantola un’ultima volta, mentre anche noi due ci tendiamo nell’orgasmo. Mi lascio andare e, improvviso e quasi doloroso, l’orgasmo mi travolge, mi tendo, completamente piantato dentro di lei, scaricandole in corpo un fiume di sborra, sentendo contemporaneamente Daniele fare altrettanto.
Ormai Mara non riesce più a parlare, si limita ad un continuo urlio a bocca spalancata, mentre la inondiamo completamente di sperma che, non avendo posto sufficiente, inizia a colare fuori dalla sua fica misto ai suoi umori, lungo le sue gambe, sul mio ventre, sul letto, fino ad inzuppare il lenzuolo sotto di noi. Mara se abbatte su di me come stroncata, con l’urlo che le muore in gola, trasformandosi in un lento mormorio rotto dall’ansimare. Daniele barcolla ed e costretto ad appoggiarsi con un braccio al materasso, poi ci rinuncia, si sfila dalla fica della sua fidanzata con un osceno rumore di risucchio e rotola al nostro fianco.
Non riesco nemmeno a respirare e, con uno sforzo, sfilatomi da lei a mia volta faccio adagiare Mara sul letto.
Restiamo distesi fianco a fianco, boccheggianti, mentre un secondo fiume di umori si riversa sul letto dal foro dilatato di Mara. Ho gli occhi chiusi ma li riapro di scatto quando delle labbra morbide sfiorano le mie in un bacio leggerissimo e dolcissimo. Trovo il visino di Roberta ad un centimetro dal mio.
- Ho goduto due volte solo a guardarvi. - Bisbiglia. - Mi sa che dovrò provare anch’io una cosa del genere. -
Sto per rispondere che in quel momento non posso accontentarla nemmeno se mi minaccia di fucilazione ma lei mi appoggia lentamente un ditino sulle labbra e discende lungo il mio corpo per baciarmi dolcemente l’uccello, ormai ridotto ad una pelle di daino piuttosto malconcia. Sento la sua linguetta lambirmelo delicatamente, ripulendo gli umori che mi impiastrano il ventre. Sollevo la testa e la osservo completare l’operazione su di me e ripeterla su Mara ed infine su Daniele.
Alla fine, soddisfatta, si distende tra le nostre gambe e ci guarda.
- Proprio un bel quartetto di porcelli. - afferma soddisfatta. - Mi sa che questo è l’inizio di una bella amicizia.-
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15 years ago
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Dopo lo 0
Quella notte aspettai un pò più del dovuto, circa un'ora in più.
La strada non era il massimo ma in qualche modo riuscii ad arrivare, aiutato dal buon navigatore sempre utile in queste gite notturne.
Era la seconda volta che mi vedevo con Lina, la prima volta era stato un incontro vicino a un centro commerciale, poca voglia di parlare, subito al buio a interessarsi dei fatti. Una ragazza in carne, seno abbondante, occhi chiari, capelli ricci e rossi.
Quest'ultima volta era organizzato per andare a casa sua, decisamente più comodi; casetta carina, entriamo e mi accomodo in camera mentre sistema le sue cose. Quella volta fu una cosa rapida, le sue mani erano pronte, la sua bocca già calda, questa volta invece passarono giusto quei pochi minuti per sistemare il letto, i cuscini, e si inizia. Le avvicino la testa al mio petto, mi lascio baciare, sento la sua lingua strisciare, le faccio uscire i seni dal reggiseno, mi piace sentirli bene, così tondi, pieni, le sue mani iniziano a scendere mentre inizio a morderle piano il collo. Ricordo la prima volta, sembrava una ragazza appena uscita da un'astinenza di anni, mani e bocca lavoravano all'unisono sul mio membro per raggiungere il loro scopo...questa volta non fu diverso, il rumore del suo risucchio si alternava ai suoi gemiti.
Cosa dire, non potevo non incoraggiarla, a incitarla, quando è tutto a puntino dice di volerlo prendere dentro...scelgo di farmelo dire una seconda volta, approfitto della sua foga ancora per qualche istante, si mette sopra di me, si infila, le afferro i seni, la colpisco...geme...continua la sua opera, geme...le spremo quei grossi seni mentre alterno i miei movimenti ai suoi, la colpisco più a fondo...geme.
Cambiamo, scende e si distende li a lato...decido di mettermi sopra di lei, inizio a sbattare il mio membro sul suo petto, lo struscio fra i seni, le avvicino la testa...sono sopra di lei, non può usare le mani, è praticamente bloccata, può solo deliziarmi con la sua bocca...il ritmo lo decido io e in pochi istanti inizio a pomparle la bocca...mi spingo in fondo, il più possibile.
Scendo, inizio a torturarla spingendomi piano dentro di lei e uscendo subito...mi struscio, lo struscio sulle sue pareti, a destra a sinistra, in alto in basso...geme e mi chiede di avermi dentro di se, dopo poco la accontento spingendomi forte e all'improvviso dentro di lei...mi piaceva tapparle la bocca ogni tanto, così da poter sentire i suoi gemiti soffocati...il mio ritmo aumenta, stringe le gambe intorno a me, mi spingo il più possibile dentro di lei...sta gemendo, ha sete...sono al mio culmine, mi sfilo rapido dopo un colpo ben assestato, mi avvicino alla sua bocca, a quelle sue labbra golose...lo accoglie dentro mentre inizia a pulsare, sembra accompagnare ogni pulsazione con il movimento della testa...lo assapora, lo gradisce, e subito dopo raccoglie le ultime goccie che le sono sfuggite usando la lingua.
Dopo ciò mi distesi sul letto, la avvicinai a me, si appoggiò al mio petto...un pò di calma, qualche chiacchera, un riposo dovuto e meritato dopotutto.
Dopo esserci riposati riprendemmo a fare sesso, e la cosa si ripetè altre due volte quella notte, con ritmi diversi, diverse posizioni, ma risultati e desideri rimasero invariati.
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15 years ago
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I racconti di un trio
RACCONTI DI UN TRIO
Mi chiamo Gisella.
Ho 40 anni ed il sesso è sempre stato tra le cose importanti della mia vita, ma gli uomini mi hanno presto stancato ed ho cominciato ad apprezzare le situazioni, gli odori ed i sapori dell’amore tra donne.
Poi, alcuni anni fa, ecco Alfio, il mio magnifico compagno, col quale esplorare tutte le splendide ed imprevedibili possibilita’ della trasgressione erotica. Il nostro letto è diventato sempre piu’ accogliente e cosi', per un periodo,siamo diventati un affiatato trio.
Ora è trascorso un po’ di tempo, ci siamo trasferiti, qui al nord abbiamo conosciuto tante altre splendide persone.
Ma mi è piaciuta l’idea di condividere sul sito le nostre storie in tre.
Non lo faccio per esibizionismo, forse un po’ per nostalgia dei miei luoghi, e per rivivere, davanti al portatile, le sensazioni provate di volta in volta, visto che, voglio precisarlo, in questi racconti non c’è nulla di inventato.
CAP. 1 - L’incontro.
Settembre, sulla spiaggia di Meta fa ancora tanto caldo e ci si trattiene all’ombra del bar, scambiando una chiacchiera, bevendo qualcosa e, soprattutto, occhieggiando qualche bella fica che possa tenerci compagnia in questa nostra vacanza di fine estate.
Alfio, il mio uomo, ha preso a chiacchierare di calcio…..il maledetto Napoli, l’unica cosa al mondo per la quale rinuncerebbe persino ad incularmi.
E cosi’, ragionando di pallone, conosciamo Gaetano…...avra’ un 45, 46 anni ben portati, occhialini scuri sul viso abbronzato, qualche discreto tatuaggio sulle braccia, capelli sale e pepe rasati, un brillantino all’orecchio sinistro e, cosa che mi colpisce, indossa sempre un costume da nuoto invece di quegli orrendi mutandoni che vanno di moda.
Ho visto che sta sempre da solo o con qualche amico, uno in particolare, tanto che alcune voci di spiaggia li danno per gay persi. Invece il proprietario dei bagni ci ha detto che lavora in casa, ha due figlie grandi, sua moglie non ha voluto abbandonare l'impiego, cosi’ lui è solo tutte le mattine,e spesso scende in spiaggia anche in inverno a leggere,nuotare e prendersi il sole, oppure si siede al bar a lavorare al portatile e fare due chiacchiere, come oggi.
Scherzando con Alfio, che non fa altro che rimirare tette e culi, spiega che lui, invece, non rivolge mai per primo la parola a donne sole, mentre con uomini, coppie e persone anziane riesce ad essere sempre
affabile e socievole.
“Come mai ?” gli domando "hai paura delle donne?", la risposta è che non intende mancare di rispetto a sua moglie che ha molte conoscenze in penisola sorrentina, dove la gente parla troppo, non si fa mai gli affari suoi e pensa male di ogni piccola cosa.
“Non mi piace questo paese, anche se ci vivo da tanto, e so benissimo che qui in spiaggia chi non ci conosce ci piglia per ricchioni”, dice con un sorriso divertito, mentre mi guarda con occhi gentili ma penetrantissimi,
tanto che io che di solito preferisco dedicarmi alle donne, mi sorprendo a pensare come sarebbe se…...
Detto fatto, Alfio, che è un vero porco e mi conosce meglio di me stessa, colto quello sguardo insolitamente interessato, subito cortesemente gli offre l’uso della nostra cabina se, per caso, ne avesse bisogno……
E’ il segnale.
Non ricordo piu’ nemmeno con quale scusa mi ritrovo al fresco della cabina e la calda lingua di Gaetano sta gia’ guizzando sul mio orecchio.
Piano, piu’ forte, di nuovo piano, la punta di quella grande lingua passa poi ad esplorare a fondo i punti piu’ nascosti dal mio pareo.
Non ha voluto spogliarmi, non si è spogliato lui, e con fare dolcissimo ma deciso mi intima di stare ferma, mentre io sento, dentro il costume, sempre piu’ impellente il bisogno di dimenarmi sotto quelle calde saette
che mi stanno facendo bagnare in modo sguaiato.
E’ calmo e tranquillissimo, non mi ha ancora nemmeno toccata con le mani, gli vedo il cazzo - non grosso ma ben fatto – la cappella gonfia e pulsante fa capolino fuori dallo speedo ….ansimando gli chiedo di poterla succhiare, almeno per un po’, anche se vorrei inghiottirmelo fino alla gola, ma lui, sempre leccando i miei buchi, dice di no, che non è necessario. Poi, quando si rende conto che il mio piacere deve poter esplodere mi permette di venire, non me lo chiede, me lo ordina, cosi’, semplicemente..…
.....ed io lo faccio, finalmente, in maniera magnifica, a lungo, senza riuscire a smettere di tremare e di bagnarmi.
“Cambiati ed esci prima tu”…mi dice con aria soddisfatta, “io ora in queste condizioni non potrei mai venir fuori, e poi non voglio che ci vedano insieme da soli, ci troviamo al bar”.
Adesso finalmente riesco a guardarlo in faccia un po' piu' a lungo, è stato mezz’ora chinato tra le mie gambe, lo bacio, e sulla lingua posso sentire il sapore della mia fica e del mio culo in tutta la sua bocca. Mi ricordo precisamente di quella espressione di tranquilla estasi sul suo viso, felice per il solo fatto di avermi dato tanto da godere.
"Hai visto" - scherza - " mi dedico ad una donna speciale come te con tutto me stesso, ma non mi servono neppure le mani...figurati un po'..
magari se ci sara' una prossima volta ci divertiamo anche con Alberto.
La verita' è che io a voi donne vi venero, siete un dono del cielo".
In quel momento ho pensato che dopo l’amore, con Alfio, avevo trovato un tenero ma deciso padrone in Gaetano, ed ho immediatamente saputo, senza alcun dubbio, che saremmo diventati un bellissimo trio, e che ne avremmo fatte delle belle.
( 1 – continua )
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15 years ago
admin, 75
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Il gioco del barbiere
Il gioco del barbiere,
ho conosciuto una coppia in vacanza, entrambi sulla 30ina, lei bella formosa e un pò in carne, lui aveva un pò di pancetta, cmq due gradevoli persone. Avevamo la casa una di fronte all'altra, in pratica io vedevo nella loro finestra e loro nella mia. Un giorno faceva caldissimo, vidi che la loro finestra era chiusa e pensai che fossero usciti, mi misi nudo in camera talmente dal caldo e dopo un pò iniziai a segarmi, davanti ad un film porno. Ero praticamente di profilo verso la finestra. Preso dalla foga sborrai girato verso la finestra, una bella sborrata erano 2 giorn che non schizzavo.
Il pomeriggio esco di casa e mi sento chiamare da quest'uomo, fin ora c'era stato solo buon giorno e buona sera. Mi invitò al bar a prendere un caffè, mentre parlava del più e del meno mi disse: "Sai ti abbiamo visto oggi mentre ti divertivi", io mi feci rosso rosso e non sapevo che dire rimasi pietrificato, dissi solo scusa pensavo che non c'eravate. Lui mi disse non ti preoccupare guardandoti abbiamo fatto una grande scopata ma...; quando disse ma io andai in panico.Premetto che sono esibizionista mi piace sapere che qualcuno mi spii. Cmq lui disse ma lei ha detto che hai troppi peli sul cazzone, e vorrebbe provarlo.Quando sentì queste parole mi ripresi e dissi sempre però balbettando si può fare. La sua risposta fù ok io ora vado ti aspettiamo a casa alle 22.
Non stavo nei panni per quello che mi aveva detto, la sera mi preparai e improfumai e andai da loro.
Quando bussailui mi apri la porta e disse si accomodi prego, entrai e c'era lei vestita di un solo camice bianco, uno spettacolo, ci salutammo e mi dissero ora stai al gioco altrimenti ciao. Io dissi OK. Lei mi disse complimenti per il cazzone, ma a me piacciono depilati, venne vicino e ordinò al marito di togliermi pantalone e mutanda, mentre lei mi baciava.
Ero eccitatissimo, lui mi spogliò e lei mi portò in bagno dove aveva allestito tipo una sala da barbiere
mi fece sedere a cosce aperte, e inizio prima a tagliare i peli e poi a radermi, il marito le faceva da assistente. Era bellissimo mentre mi depilava lo succhiava ad un certo punto lei depilava e il marito lo succhiava, ma quando misero entrambi la lingua sopra gli arrivai in faccia. Lei disse uao, ma finiamo il lavoro. Dopo che mi depilò tutto e mi asciugò per bene, io già ero di nuovo duro, si apri il camice e disse ora invertiamo i ruoli. Fu fantastico depilare quella bellissima fica la leccavo in continuzione e il marito guardava.
Dopo che la depilai, mi disse ora scopami da tutte le parti. Guardai il marito e lui disse andate in camera io pulisco qua , vi aspetto in cucina. In camera iniziammo con un 69, mi mise il preservativo con la bocca, gli alzai le gambe e iniziai a pomparla, fantastico, poi dissi ora mettiti a pecora che ti apro il culo. Ragazzi aveva un culo da favola, cambiamo un altro paio di posizioni e alla fine mi feci fare una spagnola sborrandola in bocca, ed ingoiò. Quando tornammo di là il marito disse vi siete divertiti? e lei con la bocca ancora che sapeva di sperma lo baciò. Io ringraziai e salutai. Ma il giorno dopo ebbi una brutta sorpresa, non c'erano più e non ho mai avuto un loro recapito . CHE SFIGA!!!!
Cmq cerco qualcuno che mi faccia ripetere il gioco del barbiere
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15 years ago
dandaniel06,
26
Last visit: 5 months ago
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Uscita enfemme
Quando torno indietro mi disse che l'amica aveva da fare, e mi chiese la cortesia di aspettare con lei una mezzora.
La sua gentilezza e simpatia mi fecero dire di si. Facemmo un'altro giro, poi le offri da bere.
Mentre bevevamo e chicchieravamo in macchina, le mie mani scivolarono sulla sua pelle morbida e velluta. Lei si giro maggiormente verso di me.
Le mie unghie incominciarono a graffiarle leggermente l'interno coscia. Lei posò la bottiglia ed incomicio a guardarmi.
Mi disse che non ero male, e che per essere la prima volta che uscivo enfemme ero carina.
Le sue mani incominciarono ad accarezzarmi la pancia, mentre lei si avvicinava sempre di più.
Le mie dita avevano esplorato il suo interno coscia, ora incominciavano a toccare il suo uccello sfiorando le mutandine.
Sollevai la sua gonnellina, lei si avvicino alla mia bocca ed io incomincia a leccarle con la lingua le labbra, i nostri rossetti si stavano mischiando.
Piano piano lei spalanco la bocca ed io potei infilare la mia lingua. Lei ebbe un sussulto e mi afferrò per i fianchi.
La mia manò notò che le sue mutandine si stavano bagnandom quindi tirai fuori il suo uccello oramai non più trattenibile.
La trans mi disse di andare in un posto più tranquillo, dove lesbicare meglio.
Arrivati vicino ad un parco, ci fermammo, c'erano altre coppiette, il che mi tranquillizzò.
La mia bocca incomincio a leccargli il seno, bello sodo ma non esagerato, una mano le massaggiava l'uccello mentre l'altra le graffiava
la schiena. Mi disse che era eccitata, che ero molto troia e che quindi voleva vedere come me la cavavo con la bocca.
Mando giù il sedile , divaricò le gambe. Io le alza la gonna e incomincia a bacirgli l'interno coscia.
Pian piano arrivai sotto lo scroto baciandolo e solleticandolo con le unghie.
Il suo uccello era abbastanza in tiro, ma era già umido. Lo coprii con un preservativo
ed incomincia a baciarlo. Con la lingua feci un giro sul glande, poi baciai la punta della cappella
mentre la mano massaggiava tra lo scroto ed il buchetto.
A quel punto l'asta era diventata dura. Con la bocca presi tutto la capella ed incominciai a succhiare
mentre la mano segava su e giù l'asta, che non era grande ma dura come l'acciaio.
Mi accorsi che lei stava smucinando nel mio culetto quindi sali sopra di lei, mettendoglielo in bocca.
La sua lingua esplorava il mio sfintere, mentre io ingoiavo sempre di più la sua asta.
Ormai lei era eccita, decisi quindi di no segarla più ma di infilargli un dito e poi due nel buchetto mentre con la bocca
curavo l'uccello, a volte ingioandolo a volte leccandolo a volte sfiorandolo solo con le labbra.
Il mio culetto era bagnatissimo, le sue due dita entrava tranquillamente. Avevo voglia di riempirlo con il suo
uccello. Non fecì in tempo perché lei esplose e sborrò riempendo il preservativo.
Mi disse che ero stata bravissima e che causa cura ormonale non era facile sborrare x lei.
Mi alzai tutta sconvolta e mi accorsi che la coppieta accanto ci guardava sconvolta, mentre dall'altra parte un guardone si segava.
Mi vergognai come non mai, ma fu un incontro indimenticabile.
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15 years ago
sonia70trav, 35
Last visit: 14 years ago -
La lupa
Un tipo qualunque, con una vita qualunque aveva preso l’abitudine di passeggiare negli spazi inesistenti dove tutti si reinventano la vita e riescono a fare uscire le parti migliori o quelle peggiori che hanno dentro. Come molti altri trovava questa cosa affascinante, era come entrare in segreto in un mondo diverso, in una dimensione parallela fatta di cose bellissime e mostruose che all’improvviso prendono vita. Pensava che forse, in fondo, era semplicemente un alienato come tanti, che come tanti aveva trovato una via di fuga per sfogare una serie di frustrazioni. E come molti, non aveva il coraggio necessario per convivere con la realtà .
Di fatto quando entrava negli spazi inesistenti si metteva in caccia. Forse era questa la sensazione che più gli piaceva. Poteva essere un modo molto addomesticato di rivivere ciò che sta ancora dentro gli uomini dai tempi della preistoria: l’istinto della caccia e il piacere quasi sadico, feroce, della pista da seguire, le tracce da individuare, gli odori da riconoscere, l’adrenalina che sale mentre hai individuato la preda e già la stai braccando in silenzio e lei ancora non lo sa; e infine la fame feroce che ti sta spingendo e ti da la determinazione necessaria all’ultimo salto, quello fatale che conclude il gioco. E poi, ma questo lo avrebbe imparato dopo, quando la pancia è piena e gli istinti si sono placati una leggera sensazione di tristezza e quasi di pietà per la preda divorata. Un rimorso che permane fino a quando la fame di nuovo si farà sentire e gli istinti prevarranno su tutto il resto.
Era però un cacciatore atipico, nel senso che in quei territori che frequentava prevalevano stili rozzi e grossolani che non gli appartenevano. Non amava gli approcci frontali e violenti che non disdegnavano la volgarità e la cattiveria gratuita, era molto più adatto a muoversi in silenzio, quasi in punta di piedi, gli piaceva osservare da lontano, capire, pensare. E al momento dell’azione, più che un bruto che con la clava spacca tutto ciò che trova, era piuttosto un arciere che scoccava in genere una sola freccia. Cercava di usarla a colpo sicuro e nel caso non fosse andata a segno non avrebbe inseguito oltre la preda: un colpo a me e uno a te, se ti manco e scappi vuol dire che te la sei cavata. Ovviamente era uno stile di caccia assai poco produttivo ma come già detto prima, la cosa principale era le caccia in se, non tanto il divorare la preda, quello era un fattore secondario.
Vagando qua e la, seguiva qualche pista, trovava qualche traccia ma le cose si interrompevano presto: a volte perdeva la traccia, molte altre, una volta individuata la preda, non la trovava di suo gradimento e abbandonava l’inseguimento.
Poi, un pomeriggio di primavera, trovò una traccia interessante. Era una voce fatta di parole scritte che messe in fila diventavano una spada affilata, una preda potenzialmente pericolosa, forse addirittura una predatore travestito da preda. Una razza di predatore assai pericolosa, di quelle che non hanno gusto nel nutrirsi di lepri o topini ma che debbono mangiare altri carnivori. Il tipo non era così sprovveduto anche se non era certo un genio, e non gli ci volle molto a capire che molto probabilmente stava inseguendo un lupo travestito da leprotto. Ma era troppo tardi. Il piacere della caccia ormai lo possedeva totalmente e non riusciva più a tirarsi indietro, ad abbandonare la pista. Tra se si diceva che questa era una delle possibilità che potevano avverarsi, cioè trasformarsi inconsapevolmente (ma lui già lo sapeva) da predatore a predato, e allora in questa cosa c’era pur sempre una logica no? E quindi che le cose andassero come dovevano andare e al diavolo tutto il resto. L’adrenalina a 1000 spegneva ogni remora e comunque avrebbe venduto cara la pelle.
La donna con cui aveva iniziato a parlare aveva uscite geniali che lo stupivano, durante le loro schermaglie non riusciva mai a metterla con le spalle al muro, e se cercava di saggiare le sue difese in men che non si dica il discorso si rovesciava e si ritrovava lui a difendersi e a rintuzzare gli attacchi. Era una cosa che lo divertiva, troppo noioso il fatto di incontrare arrendevolezza e finta timidezza, tutto già visto e già provato. Ci voleva qualcosa di più forte. Cacciare il lupo era una cosa più stimolante e il lupo in questo caso non era nemmeno di primo pelo, non riusciva a identificarlo bene ma probabilmente si trattava di una lupa non giovane, con una posizione di tutto rispetto nel suo branco che probabilmente ogni tanto, per suo diletto, si concedeva qualche piacevole diversivo extra.
Le parole scambiate diventavano sempre più intime e dirette, era come se mano mano il bersaglio diventasse sempre più grande e gli avversari sempre più vicini. Aveva l’impressione che la lupa, oltre a fauci temibili e un cervello superiore avesse anche un’altra arma: una sorta di calamita che azionava di tanto in tanto e che lo costringeva ad avvicinarsi sempre più. Comunque era bello, correva verso il burrone e ne era conscio ma non voleva fermarsi.
Dalle parole seppe che si trattava di una donna di una sessantina d’anni, di grande cultura e con un animo segretamente vorace. Che camminava (come lui) in spazi di solitudine che nulla e nessuno sarebbe mai stato in grado di riempire e che si prendeva di tanto in tanto qualche licenza dalla vita di tutti i giorni, quella rispettabile, per riempire, momentaneamente, dei vuoti incolmabili. Ad un certo punto gli scambi di parole erano diventati così ravvicinati che aveva l’impressione di guardarla negli occhi. Erano occhi gialli di lupa, brillavano famelici cercando (senza riuscirci) di dissimulare lo sguardo da predatore. Rispecchiandosi nei suoi occhi capì di essere lui la preda e accettò definitivamente la situazione.
La voce che leggeva sul monitor gli disse chiaramente che non poteva in nessun modo esserci alcun domani alle loro schermaglie, le cose andavano avanti ormai da qualche mese e che il loro graduale avvicinamento era arrivato al massimo grado possibile, da allora in avanti le possibilità erano solo due: o si sarebbero gradualmente allontanati fino a perdersi (e la cosa sarebbe andata avanti ancora per qualche mese) o si sarebbero ulteriormente avvicinati, oltre il punto di non ritorno, per compenetrarsi l’uno nell’altra, per diventare solo per un attimo una sola entità ma che subito dopo sarebbero esplosi separandosi immediatamente per non incontrarsi mai più. Un po come se due componenti inerti di una miscela esplosiva entrassero in contatto: le molecole si incastrano spontaneamente l’una nell’altra, formano una nuova componente che esplode dopo un momento e che divide nuovamente le molecole sparandole in direzioni opposte e separandole in un istante ad anni luce di distanza. Delle due opzioni scelse l’esplosione, la corsa nelle fauci della lupa si stava completando. La lupa lo ringraziò della scelta e il tipo per un attimo pensò di vedere quegli occhi gialli e famelici distendersi in un sorriso.
La notte dell’incontro avvenne all’inizio dell’estate, era una serata calda particolarmente afosa, lui sarebbe arrivato ad un determinato indirizzo, avrebbe suonato al citofono di una bella palazzina in un quartiere bene della città e lei, sola in casa, gli avrebbe aperto; sarebbe entrato nella casa, avrebbe percorso il corridoio in silenzio e nella camera in fondo avrebbe trovato lei sul letto nuda ad aspettarlo. Non avrebbe dovuto mai accendere le luci e non c’era bisogno di parlare. Parcheggiò l’auto ad alcuni isolati di distanza e mentre si incamminava scoppiò improvviso un temporale estivo, fortissimo. Ebbe sollievo da quella pioggia violenta che in un attimo gli si rovesciò addosso. Era come se tutta la tensione accumulata durante i mesi di caccia e amplificata ora dall’imminenza dell’epilogo fosse esplosa; i tuoni, i lampi e le secchiate d’acqua fredda erano le energie che stavano trovando una via d’uscita e facevano calare la tensione smodata che lo attanagliava. La valvola di sfogo del circuito di sicurezza si era aperta perché la pressione era diventata troppo alta e il vapore che usciva abbassava la pressione del circuito. Si avvicinava all’indirizzo ormai fradicio mentre il cielo si riempiva di luci bluastre e di tuoni. Nessuno per la strada, solo lui. Suonò al citofono, la porta si aprì senza che nessuno rispondesse. Mentre saliva al piano si guardò riflesso nello specchio dell’ascensore, aveva l’aspetto di un disgraziato caduto accidentalmente nel fiume, era completamente bagnato, i capelli sgocciolanti e un laghetto che si allargava intorno alle scarpe a causa dell’acqua che filtrava dai vestiti zuppi. Ma l’immagine che vide non gli dispiacque. Uscito sul pianerottolo trovò la porta dell’alloggio, era socchiusa, entrò e se la richiuse alle spalle, la penombra in cui si era immerso gli permetteva di trovare la strada fino alla stanza. Percorse il corridoio e sebbene ci fosse silenzio percepì perfettamente la presenza della lupa che lo attendeva. Entrò nella stanza, dopo pochi passi si spogliò degli abiti fradici che abbandonò per terra, il tepore della stanza e il respiro della lupa lo riscaldarono immediatamente. Si avvicinò cautamente, il buio era profondo ma non totale e gli occhi ormai abituati all’oscurità percepivano la posizione del letto e il profilo non ben distinto della figura che vi era coricata sopra e ne coglieva il movimento del respiro che tradiva l’eccitazione per l’imminente esplosione. Era coricata sul letto, nuda con le cosce leggermente aperte. Si chinò su di lei e si inginocchiò davanti al letto, le allargò gentilmente le gambe e iniziò a leccarla. La sua lingua saliva piano piano dai polpacci alle cosce fino ad arrivare al pube, aveva un buon sapore e odorava di eccitazione. Quando iniziò a leccarle la figa la lupa iniziò a fremere, allargò le cosce il più possibile offrendosi completamente alla lingua dello sconosciuto che ora la stava leccando lentamente, dalla figa all’ano, con delicatezza. Il tipo amava molto quella manovra, era particolarmente gratificato dal percepire il fremito di godimento provocato dalla sua lingua, gli piaceva sentirla bagnarsi sempre più copiosamente e sentire l’ano che, inizialmente stretto e contratto dalla tensione, si rilassava gradualmente in seguito al contatto con la sua lingua e dalla lingua si lasciava penetrare. Era la chiave gentile per vincere ogni resistenza, un modo delicato per dire: ecco vedi? Non c’è nulla di cui avere paura, lasciami entrare, non ti farò male ora che sei morbida e aperta. Il tipo sentì le mani della lupa sui suoi capelli e pensò mentre succhiava il suo clitoride turgido che era bello essere lì a mangiarla mentre in realtà era lei che stava divorando lui. Poi la lupa venne.
Il resto dei ricordi è piuttosto confuso, in seguito il tipo non riusciva a ricordare perfettamente cosa fosse successo nel dettaglio, solo gli erano rimaste svariate sensazioni: di affondare dentro il corpo morbido della lupa, che tante erano state le vie attraverso cui gli era stato permesso di entrare; e infine di esserne diventato un’appendice mentre la penetrava e le loro lingue erano avviluppate insieme, che il suo cervello si fosse unito a quello della lupa e ne seguisse i comandi fino ad un ultimo contemporaneo orgasmo in cui erano davvero diventati un’unica entità . Forse in quel momento la lupa ululava, ma non ne era affatto sicuro, forse erano solo i comuni rumori di due amanti.
Continuando ad abbracciarlo la lupa gli disse poi che era quasi arrivato il momento di separarsi. Fu questa la prima ed unica volta che sentì la sua voce, una sorta di bisbiglio roco e dolce. Lui si riprese dal sopore nel quale era sprofondato e tentò di rialzarsi. Faceva una fatica bestia, non aveva più un briciolo di forza. Ancora sopra a lei la strinse forte e la baciò. La sua lingua aveva ancora un buon sapore ed ancora era così dolce e morbida. Ebbe la sensazione che stesse piangendo ma anche di questo gli era rimasto in seguito un ricordo confuso per nulla sicuro.
Infine si alzò, trovò a tastoni i suoi vestiti ammucchiati in un angolo, erano ancora fradici di pioggia e freddi. Il contatto con i tessuti bagnati lo risvegliò un po’, finì di rivestirsi e si avviò verso il corridoio nel silenzio più assoluto. Uscì di casa richiudendosi piano la porta alle spalle, scese le scale ed uscì per strada. Mancava poco ad albeggiare ma era ancora buio. Nessuno in giro e nessuna macchina. Si avviò verso l’auto trascinandosi con fatica. Era appena stato divorato, spolpato fino all’osso e non gli era rimasto più un briciolo di energia. A passi lenti, come un ubriaco, arrivò alla macchina mentre saliva dentro di lui quel sapore amaro che avrebbe poi meglio conosciuto. Quell’amarezza mista a tristezza e a dispiacere che prende il predatore dopo che la pancia è piena, forse quello stesso sentire descritto già dai grandi condottieri del passato da Alessandro Magno in poi, che spiega il sentimento che prende i soldati vincitori sul capo di battaglia, quando la battaglia è finita e si siedono esausti a riposare in mezzo ai cadaveri dei vinti di cui il terreno è disseminato. Tristezza, dispiacere, nausea, pentimento, solitudine buia. Forse il medesimo sentire che prendeva lui, la preda, dopo essere stato divorato.
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La donna del carnefice
La notte durava da un po’, il buio non accennava a diradarsi. Un uomo camminava in silenzio e sperava senza crederci troppo che l’alba sarebbe sorta presto. Dentro di se rimuginava sul fatto che un’alba livida e fredda era pur sempre meglio del buio profondo di quella notte.
Ma in quel mondo nessuno poteva sapere quanto la notte sarebbe durata ancora.
L’uomo percorreva un sentiero secondario, poco battuto. Ormai da parecchio aveva abbandonato le strade principali, quelle asfaltate dove era facile incontrare altri viandanti. La via secondaria che aveva imboccato si era gradualmente trasformata in un sentiero sterrato dal fondo insidioso, era facile incespicare o mettere il piede in una buca e farsi male.
Di media corporatura, non più giovane, aveva una camminata regolare; era sicuramente abituato alle lunghe marce e procedeva sicuro nonostante lo zaino piuttosto voluminoso che si portava dietro.
Il sentiero era ormai scomparso. Attraversando una radura iniziava a temere di essersi perso.
La casa comparve in lontananza. Era arrivato. Rallentò un poco il passo, respirò a fondo e sorrise. Durante le lunghe marce solitarie che aveva affrontato in passato aveva preso l’abitudine di parlare da solo. Traduceva in parole i pensieri che aveva, ad esclusivo consumo delle sue orecchie. E mormorando si rispondeva. Talvolta la cosa durava a lungo, fatta di domande e riposte, di considerazioni e precisazioni, e spesso di battute e controbattute che lo facevano sorridere e lo mettevano di buon umore. Trovava che era un buon sistema per farsi compagnia.
Adesso però non si poteva. Non doveva fare rumore. Un rumore qualunque, ora che si stava avvicinando, se fosse stato male interpretato avrebbe potuto scatenare un putiferio.
Si avvicinò silenzioso e si fermò a una 50ina di metri dal cancello del giardino, appoggiò lo zaino a terra e si mise ad osservare. Era una casa particolare, priva di angoli sembrava un grosso igloo. Aveva un aspetto assai solido ma non era chiaro se fosse stata costruita con il cemento, il ferro, il sangue rappreso o chissà che. Forse con un miscuglio di tutti i materiali a disposizione. Non si poteva incendiare e non si poteva scalare data la forma e l’assenza di appigli. Anche le ampie finestre presenti avevano un aspetto robusto, protette da grosse inferriate e sbarrate all’esterno da spessi serramenti. La piccola porta di ingresso di metallo scuro doveva essere parecchio pesante a giudicare dai cardini rinforzati sui quali girava. Era stretta al punto da permettere il passaggio di una sola persona per volta, un uomo alto e robusto l’avrebbe attraversata a fatica.
L’area circostante la casa era delimitata da una sottile recinzione, alcuni alberi qua e la davano un’idea di finto disordine. O forse di disordine addomesticato.
Un grosso cane da combattimento dormiva sulla terra nuda ai piedi di un albero. Sebbene dissimulato dal buio e dalla posizione defilata l’uomo colse immediatamente la sua presenza.
In posti del genere il guardiano non mancava mai.
L’uomo conosceva bene quegli animali e sapeva quanto rapido e letale potesse essere l’attacco di quel bestione, ma ne conosceva pure il codice di comportamento e sapeva che, se si fosse mantenuto a debita distanza non sarebbe stato attaccato.
Era venuto il momento di fare rumore, respirò a fondo un paio di volte e chiamò forte. Ripeté il richiamo più volte. Non aveva una voce sgradevole.
Immediatamente dopo il primo richiamo percepì il brontolio soffocato del cane che però non si mosse. Solo, aprì gli occhi, identificò la posizione dello sconosciuto e rimase immobile ed attento in attesa di ordini.
Anche se non giungeva alcuna risposta dalla casa l’uomo si sentiva osservato.
Si sedette con calma sullo zaino ed accese una sigaretta con movimenti lenti e misurati. Si dispose ad aspettare mentre fumava con gusto, tenendo sempre le mani bene in vista.
Il tempo passò in modo indeterminato: potevano essere 4 minuti, 4 ore o tutta una vita intera, o tante vite diverse intrecciate insieme.
Quando si aprì la porta e comparve una donna, l’uomo si sentì improvvisamente stanco. Era di media statura, non magra, con i lunghi capelli scarmigliati, odorava di penombra. Fosse stata un animale avrebbe potuto essere un’orsa senza cuccioli o una lupa lontana dal suo gruppo; comunque non un animale da branco. L’età a quella distanza non era definibile, ma non sembrava una ragazzina. Attraversò l’uscio lentamente e si fermò dopo pochi passi a fissare lo sconosciuto che nel frattempo si era alzato ed avvicinandosi alla casa si era fermato a pochi passi dall’entrata del giardino. Tre metri ancora e il cane lo avrebbe attaccato.
La donna aspettava immobile. Aveva un aspetto deciso e dava l’idea di una che sapeva difendersi bene. Sopra a tutto colpiva la bellezza cattiva del suo volto.
Si fissarono senza parlare, ambedue avevano gli occhi scuri, ma meno scuri della notte che li circondava.
Il cane, sempre immobile, fiutava l’aria. Non sentiva l’odore della paura.
Forse stava albeggiando.
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pingpongping,
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Io e le due del camerino
Sono una persona che si potrebbe definire “normale”; un onesto lavoro impiegatizio presso una multinazionale del chimico con sede a Milano, una bella moglie che amo e mi soddisfa in tutti i sensi, …insomma una vita tranquilla, anche se può apparire un po’ noiosa. Un giorno di luglio della scorsa estate, durante un normale pomeriggio di lavoro, all’improvviso salta la corrente in tutto l’edificio. Dopo 5 minuti, il direttore passa per gli uffici inveendo contro la “stramaledetta ditta Fogazzi”, ovvero la responsabile della manutenzione del sistema elettrico, la quale, per la terza volta in due mesi, ha causato il guasto durante i lavori di adeguamento dell’impianto. Si scopre che il problema è grave: niente corrente fino il giorno dopo. Felicemente rassegnato all’idea di aver libero il pomeriggio, decido di recarmi presso un grande negozio di abbigliamento per fare qualche acquisto per me e per la mia donna. Il negozio è quasi deserto: al piano dell’intimo femminile – del quale, come tutti gli uomini, sono accorato estimatore – ci saranno sì e no cinque persone. Avevo già preso una camicia e un paio di pantaloni, ma dovevo ancora provare se la taglia calzava. Scelgo il completo che voglio portare alla signora, un perizoma arancione con reggiseno a balconcino della stessa tinta che poco lascia alla fantasia. Pregustandomi già la serata, mi accorgo che non ho ancora provato i pantaloni e mi infilo nel primo camerino che trovo, quello più lontano dall’entrata. Mentre mi sfilo i pantaloni, sento un urto sulla parete del camerino accanto, seguito da altri colpi più decisi, come se qualcuno fosse caduto per terra. Senza pensarci, esco di scatto dal mio camerino e apro la porta di fianco, e…quello che vedo mi lascia congelato in quella posizione, in mutande in mezzo ad un negozio di abbigliamento in un pomeriggio di un giovedì di luglio.
Davanti a me ci sono due donne, una in piedi con una gamba appoggiata alla parete, l’altra in ginocchio con la lingua affondata nella figa della prima. Prima di ricominciare a respirare, la donna in piedi strabuzza gli occhi dalla sorpresa di vedermi, ma subito li richiude emettendo un gemito di piacere…la sua amica sapeva leccare bene. La donna in piedi, in tailleur grigio e autoreggenti riaprì gli occhi e afferrandomi per la camicia mi tirò dentro il camerino. A quel punto, la donna in ginocchio si alzò. Arrossendo, mi fissò per qualche secondo e disse sfacciatamente;
“Beh? Che fai,… non ne approfitti?”
Ero impietrito! La donna che mi parlava, di cui non ho mai saputo il nome, era veramente arrapante, con la camicetta aperta sul seno piccolo, i capezzoli turgidi, le labbra bagnate dagli umori della sua amica. Sembrava straniera, capelli rossi a baschetto, labbra carnose con rossetto rosso intenso( sbavato dal lavoro che stava facendo), occhi azzurrissimi e zigomi molto alti, sui trentacinque anni, forse russa e per comodità di narrazione ho deciso di chiamarla Irina. Mi prese una mano, lentamente, la portò alla bocca e mi pompò l’indice. Quando fu bello umido, lo infilò nella figa dell’altra ragazza, guardandomi sempre negli occhi, come se volesse dirmi “allora? Ti è venuto duro o no ?”.
L’altra donna – formosa, capelli neri corvini lunghi, vulva depilata a “stiscetta”, che chiameremo Carmen- emise un gemito rauco, come se non aspettasse altro che di infilarsi qualcosa dentro; era bagnatissima e colava liquido sulle cosce. Notai che una goccia era scesa lungo la gamba per arrivare fino al piede, infilato in una scarpa bordeaux con tacco vertiginoso.
Ok, era ufficiale: non capivo più niente. In pochi secondi ho sentito un’ondata di calore arrivare alla testa e il mio cazzo esplodermi nei pantaloni. Irina, sempre tenendomi ferma la mano nella topa di Carmen, con l’alta mano mi afferrò velocemente il cazzo, duro da far male e inginocchiandosi, se lo portò alla bocca e iniziando a fare un pompino da grande esperta, dalle palle alla cappella, appoggiando un dito sul culo.
A quel punto, la voglia di scopare mi usciva dalle orecchie. Presi il bavero della giacca di Carmen e la tirai a me, mentre nel contempo le infilavo altre tre dita dentro. Le misi tutta la lingua in bocca e poi le dissi:
“mi spiace aver interrotto la tua amica…lasciamo che finisca il lavoro, che dici?”
Era talmente ingoiata che balbettava, ma in qualche modo disse
“…Si…presto…se non vengo urlo!!!”
La feci ruotare e la spinsi verso la parete allargandole le gambe; staccai – a malincuore Olga dal mio cazzo afferrandola per i capelli, e gli sbattei la faccia sulla figa di Carmen. Senza scomporsi, Olga cominciò a leccarla infilandole, già che c’era, un dito nel culo. Carmen stava boccheggiando ora. Mi aspettavo che da un momento all’altro arrivasse qualche commesso per sbatterci fuori…ma nulla mi avrebbe rallentato ora!
Presi i fianchi di Olga e la alzai. Lei, imperterrita, continuava a leccare ora la figa ora il culo di
Carmen, che ormai era prossimo all’’orgasmo.
Alzai la gonna di Olga, abbassai un perizoma fradicio, feci cadere una goccia di saliva nel solchetto e glielo misi nel culo. La ragazza doveva avere una grande esperienza, vista la facilità col quale entrò il cazzo.
Cominciai a pomparla, subito selvaggiamente, con tutta la voglia del mondo di romperle il culo dal piacere.
Lei continuava a leccare il culo di Carmen, solo, appena glielo sbatto dentro tutto, si è interrotta un attimo, emettendo un lungo gemito.
Le vengo in breve nel culo, mentre anche Carmen si infila in bocca un lembo della giacca per non urlare.
Sono esausto, ma non ne ho ancora abbastanza: voglio veder godere Olga!
Sfilo il cazzo dal culo di Olga, afferro Carmen per i capelli e me la porto sull’uccello, dove lei, senza esitare, comincia a leccare. In un minuto, il cazzo mi torna duro…allora afferro Olga per le cosce e la alzo di peso, la riabbasso sul mio cazzo, mentre lei mi cinge la vita con le gambe. Mentre scende sul mio cazzo, le compare un sorriso beato; come se prenderlo le fosse necessario…
Sudando e sbuffando, spingo il cazzo fin dove posso su per la sua vagina, e qui Carmen, che era rimasta ferma a riprendersi, tira fuori dalla borsa un dildo rosso di gomma e, con sicurezza, lo infila nel culo di Olga.
Olga ora alza la faccia al cielo…si irrigidisce e viene con un lungo orgasmo.
Tolgo il cazzo e, sull’orlo del secondo orgasmo, mi meno il cazzo sulle labbra di Carmen, che si beve tutto il mio succo, ripassandosi le labbra con la lingua per non perdere niente.
Torno barcollando nel mio camerino per rivestirmi, e quando esco, vedo che non c’è più nessuno nell’altro camerino: solo uno scontrino di un negozio, appoggiato allo specchio, che dice “Buona Giornata”.
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15 years ago
roscenko,
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Autostop
un passaggio in auto in una sera buia e tempestosa
Pomeriggio invernale, sono solo le 17, è già buio, piove intensamente, con mia moglie Paola stiamo torando da una festa dell'ultimo giorno di carnevale. Sulla strada statale vediamo due persone che camminano senza impermeabili, decidiamo di dargli un passaggio. Rallento ed accosto, penso al vestito di carnevale di Paola, da prostituta, mi viene in mente di proseguire, ma i due sono già alla macchina, li facciamo salire mentre ci ringraziano del passaggio. Penso che a volte facciamo cattivi pensieri senza ragione. Dei due uno è anziano, magro, porta i segni di fatiche, ha la pelle asciugata più dal sole che dagli anni, ha gesti lenti e sicuri, l'altro è giovane, jeans e giubbotto in pelle, ha una muscolatura potente. Anche loro sono diretti in città, ma siamo ancora distanti, la pioggia batte insistente sul parabrezza; sono stati fortunati ad incontrarci sula statale, con il buio, è difficile trovare un passaggio. I loro abiti sono inzuppati di pioggia, accosto ad una piazzola, scendo, mi danno i loro abiti inzuppati di pioggia, rimangono in camicia e maglietta, anche Paola mi da il cappotto che teneva sulle gambe, in auto il riscaldamento è al massimo e non ha più freddo, temo che ora mostri troppo la minigonna nera inguinale ma non dico nulla, è stupido essere gelosi: il vecchio sarà innocuo e il giovane sembra un bravo ragazzo; ripartiamo.
Parliamo del tempo, gli spieghiamo che torniamo da una festa di carnevale, io sono vestito da clown, le gambe di Paola, tra stivali alti e gonna corta, sono provocanti. Il giovane non le toglie gli occhi di dosso, non segue la conversazione e ogni tanto fa complimenti a Paola, il ché comincia a creare imbarazzo, si vede che ha voglia di scopare. Faccio capire che mi stò seccando; interviene il vecchio per sdrammatizzare, dà una pacca sulla schiena dell’amico e gli dice: “sei giovane, fai sempre il bullo con le donne, ma non esagerare questa è sposata ed è con il marito” poi verso di noi aggiunge: “con una donna bella, affascinante, come lei si può capire; non ti preoccupare, guida bene che non si vede nulla!”.
Il giovane incomincia ad accarezzare i capelli di Paola che non sa che fare, mostrarsi seccata potrebbe aggravare la situazione, ma assecondarlo è pure pericoloso, cerca di sdrammatizzare: “i complimenti a una donna fanno sempre piacere, so di essere affascinante, nonostante l'età, ma a te serve una donna giovane, come te”. Queste parole purtroppo anzichè calmarlo lo incoraggiano. Il giovane riprende a lisciarle i capelli più deciso, li annusa, sfiora le spalle, accarezza il collo, il viso. Penso che Paola percepirà l'odore di maschio in calore. Sono molto irritato, siamo i soliti generosi ingenui, la prossima volta starò più attento.
Il vecchio continua: “ sono giovani, hanno l’argento vivo, appena vedono una femmina, perdono la testa. Per favore, fermati un minuto devo fare acqua”. Trovo uno slargo a fianco della strada, entro e mi fermo, il vecchio esce ed invece di appartarsi con discrezione, si ferma a pisciare proprio vicino al finestrino di Paola, sbottona i pantaloni, lo estrae e non finisce più di pisciare, si sa che i vecchi fanno così, ci guardiamo sempre più imbarazzati, anche un po’ sospettosi, alla fine scrolla il pene e lo rimette nei calzoni, sembrava stretto e lungo. Paola ha fatto finta di non vedere, in realtà ha visto tutto ed è imbarazzata come me.
Il vecchio non rientra nel sedile posteriore ma apre portiera di Paola invitandola a sedersi dietro così - dice lui - il giovane si calmerà. Paola fa resistenza, ma lui l la guarda deciso: “bella signora, quella gonna corta e quelle belle gambe distraggono vostro marito dalla guida. Non vogliamo farci male, davanti vengo io cosi non si distrae più. Il mio amico abbaia, ma non morde”. La prende per un braccio, lei risponde seccata: “faccio da sola grazie” e va a sedersi accanto al giovane dicendogli: “non fare strani pensieri, vogliamo tornare a casa presto, ci aspettano”. Riprendiamo la strada, con la coda dell’occhio cerco di seguire i movimenti nei sedili posteriori retro, sposto lo specchietto retrovisore interno per vedere meglio: il giovane continua, si fa più deciso.
Percorriamo pochi chilometri e vedo strani movimenti, sono innervosito, il vecchio mi chiede di svoltare in una strada secondaria dicendomi: “ fermiamoci un attimo cosi ti riposi un pò, poi ripartiamo”; perché vuole che ci fermiamo? ci vorranno derubare? forse deve ancora pisciare, ai vecchi succede. Ma ho la sensazione che la situazione non sia bela, ma che alternative abbiamo? A quest'ora, è buio, le strade sono quasi deserte e loro piu forti di noi, se litighiamo avremmmo il peggio, faccio cosa chiede: svoltiamo nella stradina fino ad uno slargo, tempo a parte il luogo è bellissimo: siamo vicini al mare, scuro ed agitato, sembra l’atmosfera che c'è dentro l'automobile. Da qui nessuno sentirebbe un grido d'aiuto, ci fermiamo.
E' chiaro che il vecchio asseconda il giovane. Guardo fuori in cerca di una speranza che non c’è, spengo i fari, aggiusto lo specchietto retrovisore per controllare cosa accade dietro, in realtà non mi resta che osservare impotente. Il vecchio sembra capire la nostra angoscia ma resta distaccato. Non piove più, mi offre una sigaretta, quasi per invitarmi ad uscire; rifiuto, scrolla la testa ed esce da solo, fa un’altra pisciata davanti a noi, ma ora quel gesto osceno ora non ci scandalizza più, siamo ben oltre.
Il giovane ora fa proposte indecenti a Paola, la palpa: prima sui vestiti poi infila le mani nel seno; mi dice: “se vuoi resta pure dentro, ma non disturbarci!” torna a palparla, le liscia la gonna, le ginocchia, risale sempre più su, si ferma, è piacevolmente sorpreso: Paola non indossa slip, scopre i piercing, li aveva messi da poco, che sfortuna! Ora penserà che è davvero una puttana, infatti aggiunge: “giri così? con questi anelli da puttana? l'avevo capito che lo sei, non solo a carnevale”. Tira giù il finestrino e rivolto al vecchio: “questa troia è senza mutande e ha degli anelli nella figa” ed il vecchio: “una vera vacca”. Ora hanno scoperto la nostra intimità. Il giovane è padrone della situazione, le dice: “su, non farmi faticare, sono gentile con te cerca di esserlo anche tu con me, levati la camicetta”. Le faccio capire di non fare resistenza, in questo posto isolato chi ci può aiutare? Nessuno.
Paola comprende la situazione e decide di assecondarlo: toglie la camicetta e il reggiseno, la guardiamo, un vero spogliarello. Il giovane escalma: “bella la mogliettina!” le afferra il seno, le strizza i capezzoli, le fa male, si stacca divertito e le dice:" apri i calzoni, c’è una sorpresa”. Istintivamente cerco di allontanare il giovane, ma il vecchio mi mi fermai: “ è giovane, lascialo sfogare, farà piacere anche a lei, è un bel ragazzo, e poi è tirata come una puttana sopra e sotto”. Penso a quante fantasie simili avevamo fatto senza aver mai pensato che avrebbero potuto realizzarsi un giorno. I due si guardano neglio occhi sapendo cosa succederà tra poco, Paola ha sentito la verga sotto il calzoni, li sbottona, appaiono le mutande gonfie di un membro eccitato. Lo accarezza sopra le mutande, il pene sotto palpita, le sue dita affusolate salgono sul bordo delle mutande e lo rivoltano. Eccola la verga! è grossa, si solleva come un serpente cobra, pulsa diritta verso l’alto; gli occhi di Paola brillano stupiti, le sue mani sono incerte di fronte a quella grandezza, poi lo afferra, non riesce ad impugnarlo tutto, penso a quanti trucchi le avevo insegnato sulla masturbazione che ora sta mettendo in pratica. Il giovane è compiaciuto per la sua abilità, esperta. Sono presi dalla libidine, lei glielo prende in bocca, quasi la soffoca, ma si riprende subito: le labbra giocano su tutte le pieghe della verga mentre lui la chiama "puttana" e lei lo guarda accondiscendente. Io e il vecchio ci gardiamo e sorridiamo, la situazione erotica ci ha fatto dimenticare la tensione. Si baciano in gola si sentono odori di corpi, di sudore, i vetri sono tutti appannati.
Il vecchio osserva divertito con gli occhi lucidi di libidine: lei ora è quasi nuda indossa la gonna arrotolata e le calze spinte sugli stivali alti. Il vecchio interviene: “ spogliati puttana facci vedere bene come sei fatta!” poi verso di me: “ti piace eh? spogliati anche tu, tira fuori il pisello! vediamo se si eccita”. Mi slaccio i pantaloni faccio scivolare giu le mutande la mia verga, s’ammoscia subito dalla vergogna. Il vecchio mi guarda divertito, mi afferra ancora i testicoli, mi sento un capretto, penso che forse è un pastore; mi avverte: “non ti fare venire in mente d'interrompere, altrimenti te le strappo!” dando una tiratina d'avvertimento. Paola interviene impaurita, lo prega di non farmi del male, il vecchio la guarda, le palpa il seno e lei dice di continuare, Paola si spoglia con aria sottomessa. La tirata dei testicoli mi ha fatto male, esco a respirare. Fuori, con l'aria fresca, mi sembra un altro mondo, ma i movimenti all'interno mi riportano alla realtà.
Rientro, il giovane è nudo anche lui, ha potenti muscoli dell’addome, spalle e gambe scolpite da una muscolatura atletica; Paola, si vede bene, è attratta da quel fisico. Il vecchio capisce e dice “sei una vera puttana, a tuo marito piaci, guardalo! si tocca”. Per assecondare il vecchio avevo tenuto i pantaloni abbassati e mi stavo toccando. Paola mi guarda, sorride, me lo prende in mano, lo stantuffa un poco, mentre il giovane da dietro le tocca il sedere, il vecchio si tocca anche lui.
Tre uomini sono ora eccitati ma il giovane la vuole, la tira indietro, la fa sedere a gambe aperte sulle sue, deve vedere e sentire la verga pronta davanti alla sulla pancia, lei si scosta leggermente per infilarlo dentro di sè, geme da quanto è grosso ma si lubrifica in fretta, scorre veloce e lucido su e giù, dentro e fuori di lei, ora mugula di godimento vero. La guardo, il suo sedere danza sulle cosce del giovane a ritmo crescente, la verga è il gancio che unisce i due corpi, il giovane l'accompagna nella danza tenendola per i fianchi. A volte sembra che debba uscire tanto si alza ma la verga del giovane è lunga e non si sfila mai. Le dice “puttana" e lei: "si sono la tua puttana". Le sborra in fretta dentro, si stacca pigramente, il cazzo del giovane è ricoperto di sperma e la figa di Paola gronda di liquido bianchiccio. Le fa leccare il cazzo e poi le dice di baciarmi, lo facciamo con molta intensità come nelle nostre fantasie, sento il sapore di sperma in bocca.
Il vecchio esce, un vento umido e freddo entra, rientra nel sedile posteriore, si slaccia i pantaloni e verso il giovane: “eh? solo tu vuoi mangiare? lasciamela qua che me l’ha fatto diventare duro” e poi rivolto a lei: “vieni bella signora, facciamo ancora godere un pò tuo marito”. Quel giovane ormai non le faceva piu paura, staccarsi da lui, uscire da lui l'aveva fatta sentire come svuotata nell’anima, quella verga grossa e calda le aveva dato piacere ma anche sicurezza. Ora in quella situazione sui freddi sedili dell'automobile, le sembra di essere sospesa nel vuoto e cadere tra le braccia del vecchio le sembra un appiglio; lo sguardo le cade sul suo membro, non è così invecchiato come la faccia, a parte i peli bianchi, è bello indurito dalla libidine. I testicoli invece sono lunghi e pendenti, come un seno invecchiato. Il vecchio è diventato impacciato, forse si vergogna un poco, ma tu gli sorridi, la tua gentilezza d’animo è immensa, anche lui ti sorride, poi guardate tutti e due il pene, è stretto, lungo e curvo, lui cerca di padroneggiare la situazione e di infilarlo subito dentro ma non gli riesce, lo aiuti, lo accarezzi e lo stantuffi, si rinforza, ora si che entra, sale, sale, sale su. Anche se di quell’uomo non ti attrae nulla, ti senti posseduta, quel cazzo salito nel profondo del tuo corpo è come un serpente che ti afferra il corpo e la mente, ti senti soggiogata, come un animale al laccio, che può muoversi ma non scappare.
Anche il vecchio inizia la danza ma è più lenta, meno forte, più sensuale. Ti guardo, resto stupito che tu possa scopare così bene con un vecchio, mugoli nuovamente, i suoni che emetti sembrano avere un eco sulle pareti della mia mente, ora capisco bene la tua capacità di avere orgasmi plurimi. Continuo a masturbarmi. Godi, ridi e insieme piangi di piacere, sono sorpreso della tua capacità di godere, ti afferro per i capelli, tu pieghi la testa all’indietro, mi guardi come una cagna che guarda il padrone mentre viene montata e gli chiede di pazientare, ti lascio al tuo amante del momento.
Il vecchio fatica a raggiungere l’orgasmo, un pò devi fingerti eccitata per farlo venire, non capisco più se godi davvero, potresti essere un’attrice perfetta. Finalmente il liquido del vecchio sfiotta nel profondo del tuo corpo, lo baci sulla fronte. Mi sento felice di averti, anche se stai godendo con altri.
Il giovane ti reclama, non partecipa a questi sentimenti affettuosi, è pervaso dal fuoco erotico che arde tra le gambe. Per raggiungerlo, fai nuove contorsioni, ti resta una gamba incastrata, ridiamo tutti. Sei nuovamente sul giovane, i muscoli della schiena e delle gambe cominciano a farti male, ma già ti ha fatto ripiombare nella trance erotica. Il vecchio è uscito, ti osservo: sollevi il tuo sedere sulle coscie del giovane, al centro si vedono i suoi testicoli che sembrano spingere il cazzo nella figa. La verga del giovane è dura, viscida e luccicante, compare e scompare dentro di te. Ti accarezzo il sedere, mi senti, allunghi il braccio dietro la schiena e mi stringi la mano, raggiungi il mio pene lo accarezzi ma la posizione ti rende il movimento è difficile. Gli chiedi di uscire da lui, ti dice di no, insisti e con qualche imprecazione ti lascia, te lo rimetti dentro ma con la schiena rivolta a lui, lo ha cosi potente che ti tiene in tutti i modi, ora puoi prendermelo meglio in mano; lui approfitta della nuova posizione e vuole mettertelo nel sedere, non ti fa piacere ma in quella posizione è difficile resistergli. Ti fermi, l’introduzione è dolorosa, ti consiglio di rilassare i muscoli anali, lo fai, va meglio, ora ti prende da dietro, ma così puoi rivolgerti verso di me e toccarmi, i tuoi occhi sono pieni di piacere, continui a masturbarmi finchè esce uno schizzo che finisce sul giovane, ti dà della porca e ti toglie da me arrabbiato. Mi godo il post-orgasmo, penso a te che sei meravigliosa. Il cazzo del giovane nel sedere ti fa un po’ male, gli chiedi girarti verso di lui, sbuffa e accetta, te lo reinfila davanti, torni a godere, danzi di nuovo su di lui a ritmo veloce, venite insieme, tra sudore e mugolii.
Tutti e due hanno lasciato molto sperma dentro di te che si vede fuoriuscire, istintivamente metti una mano sul sesso, ti impiastricci, l’annusi, me la porgi. Il vecchio ti dice: “piaciuto? sculettavi come una puledra, avevi bisogno di fantini” e verso di me: “vai a sederti dietro”. Esco, c’è una grande umidità, il mare è sempre mosso, i vetri sono completamente appannati, il giovane va al posto di guida, aspetta a mettere in moto, il vecchio ci guarda: io e lei, ora vicini, siamo impacciati, storditi da questa storia imprevedibile, ci baciamo afferrandoci stretti. Quando ci stacchiamo il vecchio dice: “ si dice che del maiale non si butta via nulla, senti la sborra che esce da tua moglie, leccala!”.
Con sorpresa vedo che hai occhi luccicanti, ti guardo, apri le gambe: mi avvicino, comincio a leccare – l’automobile si è messa in moto, ci sono scossoni da viaggio – la lingua si impasta di sperma, mi tieni la testa tra le mani accarezzandola, penso che è uscito da uomini, è entrato in una donna e rientra in un altro uomo.
Mi dici “ti amo”, i due fanno una risatina compiaciuta. Arriviamo finalmente in città, il giovane si ferma, il vecchio esce e rientra con un piccolo pacchetto, te lo porge, lo scarti: una collana, la guardi compiaciuta gli dai un bacio sulla guancia. Apro il baule, prendo gli abiti ancora umidi e glieli consegno, ci salutano, il giovane ti avvicina e ti passa una mano in mezzo alle coscie, sei ancora stordita, lasci fare, poi se ne vanno. Ci guardiamo negli occhi, ti bacio appassionatamente, poi osserviamo la collana. Da quel giorno quando l'hai indossata non mi è mai dispiaciuto.
paola e fabrizio
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4
15 years ago
admin, 75
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Alessandra & piero alias… ep. 3/3
Tutti e tre distesi, nudi, in stato di torpore, la musica di sottofondo ed il silenzio ad evidenziare la razionalità che, accantonata dalla grande eccitazione della situazione, tornava a far capolino.
Chissà cosa stava pensando Piero in quel momento, mi domandavo.
Avevamo fatto sesso a tre, per la prima volta eravamo andati oltre la fantasia cosa sarebbe cambiato adesso?
“Hai un marito con un cazzo meraviglioso” ruppe il ghiaccio Giulia “ lo sa gestire alla grande” aggiunse.
“A proposito” intervenni “ ti presento Giulia, la commessa di cui ti avevo parlato e credevi non esistesse” rivolta a Piero.
“Be’ , mai come in questo caso direi, è stato un piacere..” rispose Lui, con un accenno di sorriso.
“Così.. La commessa” guardandola compiaciuto “ quando avete approfondito la conoscenza?” Domandò curioso.
“Da circa un mese” intervenni “ da quando ho pensato di festeggiare il nostro anniversario con una trasgressione, vera. E’ il mio regalo per te, ti è piaciuto?”
“Cazzo, è stato clamoroso. Non avrei mai immaginato di poter realizzare una esperienza del genere. E’ stata una sorpresa che non dimenticherò per il resto della vita, ma a voi è piaciuto?”
“Ecco l’uomo che emerge e che vuol essere rassicurato di essere stato all’altezza.” Fu il commento di Giulia “ ebbene si maialino, a me è piaciuto moltissimo.”
“ Ma tu non sei gay?” ribadì Piero.
“Bene, credo sia il caso di chiarire un po’ di cose.” Intervenni io “ Giulia non è gay, non è una commessa, non è così giovane come pensavo e non si chiama Giulia. Vuoi spiegare tu, Marianna?”
“Volentieri” rispose Marianna, alias Giulia “il mio vero nome è Marianna, ma vi prego di continuare a chiamarmi Giulia, il cognome è molto famoso ed amo tenerlo riservato, ho da poco compiuto trenta anni e sono laureata in architettura.
Esercito prevalentemente in America, nel ramo arredi, non sono gay e neanche bisex, mi ritengo una eterosessuale innamoratissima del mio compagno, con il gusto del sesso trasgressivo.”
Piero allibito ed un po’ disorientato balbettò “non ho ben capito.”
“Mi spiego meglio” aggiunse Giulia “come ho spiegato ad Alessandra, io ed Antony, il mio compagno, abbiamo deciso di vivere il sesso di coppia senza inibizioni o falsi pudori, liberi di dare sfogo ai nostri desideri trasgressivi con complicità e partecipazione. Per questo scopo abbiamo deciso di creare una nostra realtà parallela, lontana dal giro di amicizie, parentele ed interessi professionali, una sorta di Second erotic Life, ma reale, non virtuale.
Ma, sarà meglio approfondire più tardi, magari intorno ad un tavolo con del buon pesce ed un ottimo bicchiere di vino, ora dobbiamo prima terminare la serata, per un anniversario che rimarrà un ricordo indelebile per entrambi.”
Cosi dicendo prese dalla sua borsa un paio di manette e due cavigliere con dei cordini arrotolati. Si rivolse a Piero a cui chiese aiuto, mi fecero indossare le manette e le cavigliere e mi ritrovai sdraiata con le gambe aperte legate una al piede sinistro e l’altra al piede destro del divano.
Le braccia distese sopra la testa con le manette fissate ad un ancoraggio del camino.
Ero indifesa e completamente aperta ad ogni abuso e questo già stava eccitando Piero.
Un nuovo gioco erotico stava iniziando e mio marito era euforico come un bimbo con le mani nella nutella.
“Ora” disse Giulia a Piero “ tu torna sulla tua poltroncina e lasciati preparare.”
Lo accompagnò, legò di nuovo i suoi polsi ai braccioli e gli rimise il cappuccio in testa. Poi tornò da me e mise una fascia intorno ai miei occhi.
A questo punto anch’ io non sapevo che intenzioni avesse Giulia, le avevo parlato dei miei desideri e lei aveva promesso di aiutarmi a realizzarli, ma cosa stava combinando ora?
Dopo un interminabile silenzio, con la sola musica di sottofondo, improvvisamente sentii la sua lingua iniziare a roteare intorno al clitoride, senza toccarlo direttamente.
Ora vorrà mostrare a Piero uno spettacolino lesbo senza precedenti, pensai mentre montava l’eccitazione. Le calde labbra a ventosa iniziarono a succhiare il clitoride, contestualmente avvertii la Presenza di Piero sulla mia sinistra e subito poi le sue labbra sul seno sinistro.
Uno dei punti più sensibili del mio corpo penso sia proprio il seno, i capezzoli in particolare e questo Piero lo sa bene.
Sentirmelo ciucciare contestualmente al clitoride mi stava dando sensazioni incredibili, era come se le due zone fossero collegate tra loro e davano piccole scosse di piacere a tutto il corpo. In rapida successione sentii la presenza di una terza persona sulla mia destra e subito poi altre labbra sul seno destro.
Ebbi un breve sussulto, c’era una persona in più, forse il compagno di Giulia, mio Dio che bello, pensai.
Avevo i due seni ed il clitoride stimolati contestualmente sentivo già l’orgasmo montare, tutto poi era ampliato dal fatto di essere immobilizzata ed impossibilitata a vedere.
“Il mio regalo per il vostro anniversario” sentii la voce di Giulia poco distante, mi sentii togliere la benda ed il disorientamento fu totale.
Giulia era ai piedi di Piero ancora legato alla poltroncina, indaffarata con il suo uccello ed io ero circondata da tre uomini che mi stavano leccando e ciucciando tutta.
Mio marito era sorpreso, forse più di me, ma assolutamente imbizzarrito ed eccitato da questa nuova situazione.
“Cazzo tre uomini” abbozzò mentre deglutiva per il piacere che la lingua di Giulia stava regalando al suo glande.
“Amore, non era previsto, non sapevo” tentai di giustificarmi, mentre imperturbabili gli inattesi ospiti continuavano a leccarmi e carezzarmi ovunque.
“Tre cazzi, hai tre cazzi a disposizione, fammi vedere quanto sei troia amore” Fu la replica.
Ebbi un attimo di esitazione, non avevo il controllo della situazione, ma il piacere del trattamento che stavo subendo prevalse subito ed essendo legata mani e piedi mi rilassai completamente nelle loro mani. Sembravano tutti e tre di bell’aspetto, raffinati, giovanili e snelli oltre che ben dotati.
Capii subito che loro non stavano li per scoparmi, ma semplicemente per farmi godere, la loro delicatezza e la loro calma nel toccarmi e sollecitarmi in tutte le zone erogene era fantastica.
L’uomo che stava leccando la mia fica era sceso con la lingua fino all’ano ed aveva preso a trattare anche quel delicato pertugio con la stessa intensità e passione della fica, i due, dai seni salivano sui lobi delle orecchie e scivolando sul collo tornavano a dedicarsi ai capezzoli, carezzandomi ovunque con le mani.
Ero completamente in balia degli eventi, sentivo vibrazioni di piacere percorrere tutto il corpo con una intensità crescente, non avevo ancora toccato uno di quei cazzi a disposizione e, la voglia di palparli, ciucciarli ed accoglierli dentro di me era diventata irrefrenabile.
Quasi come avessero intuito il limite raggiunto, sentii scostarsi con la lingua dalla mia passera, uno dei tre e, sostituire il contatto umido e soffice della lingua con il calore del glande infuocato all’ ingresso della vagina.
Ero talmente bagnata che sentii scivolare l’asta carnosa fin allo scroto senza alcuna resistenza.
Una scossa immediata, il desiderio di essere sbattuta e di urlare il piacere che stavo provando, ma il bastardo si muoveva lentamente facendolo uscire ed entrare per tutta l’estensione senza variazioni di ritmo.
“Si scopala, spaccala, sbattila quella troia” Le parole di Piero mentre Giulia stava ingoiando il suo cazzo con passione vera, come avesse una vagina al posto della gola.
A quel punto gli altri due si alzarono, uno prese il posto del primo nella mia natura e gli altri due dopo avermi liberata da manette e cavigliere si accostarono con le loro mazze al mio viso, i loro cazzi erano entrambi corposi e turgidi, una vera leccornia.
Presi entrambi con le mani ed iniziando a masturbarli li accostai alle labbra. La sensazione per la prima volta del contatto di due cazzi veri diversi da quello di Piero, di assaporarli con la lingua di poterli accogliere in bocca, mentre un altro cazzo vero stava lentamente pompando la mia fica mi diede il primo intenso orgasmo.
Nooo, pensai, troppo presto, ma l’intensità del piacere non diminuiva, ero in una condizione di godimento permanente. L’orgasmo non aveva spento l’eccitazione.
Approfittando del momento di pausa data da quell’orgasmo il terzo si sostituì al compagno che stava pompando la mia fica che a sua volta me lo portò a portata di bocca. A turno si alternavano dentro la mia natura.
Si era fermato il tempo, avevo perso la percezione dello spazio e di quello che stava accadendo, godevo, godevo e godevo, succhiavo i due cazzi ed avvolgevo e stringevo con le pareti vaginali il terzo.
Ero ad occhi chiusi quando sentii di nuovo delle labbra sui capezzoli, erano mio marito e Giulia che si erano uniti al gruppo.
Volevano uccidermi di piacere?
“Basta, basta” riuscii a balbettare “ voglio il massimo amore” così dicendo mi divincolai da quella posizione, feci sdraiare sotto di me Piero e calai sul suo cazzo a smorza candela, fino in fondo, per poi piegarmi su di lui a rana con il sedere rivolto verso l’alto, tutta aperta a qualsiasi soluzione.
Passò un attimo appena che già la punta del cazzo di uno dei tre era poggiata sul mio sfintere, con movimento rotatorio in preparazione della penetrazione.
“Dio come sei bella, come sei porca amore, quanto ti piace? Dimmi amore quanto godi?” Sussurrava Piero spingendo tutto se stesso dentro di me.
“Da impazzire, amore è un’estasi, nel culo, lo voglio anche nel culo” ordinai.
Sentii la pressione aumentare e l’orefizio dilatarsi al cospetto del caldo muscolo di carne che impertinente si insinuava nell’intestino.
“Siii, Siiii...” riuscii a sussurrare alla sensazione mai provata prima di una doppia penetrazione “Siii, così insieme, sbattetemi.”
Ero talmente bagnata che mi sentivo un lago sia davanti che dietro. Avevano preso a sbattermi mentre davanti a me Giulia si stava godendo a pecorina il cazzo di quello che poi avrei saputo fosse il suo compagno, contestualmente l’altro la scopava in bocca.
Sentii un calore improvviso dentro di me, era lo sperma schizzato nell’ano dall’orgasmo del primo graditissimo ospite, era venuto, il primo era venuto nel mio culo.
Il compagno di Giulia vedendo liberarsi un posto si spostò immediatamente dietro di me che continuavo a vibrare in una goduria senza fine.
“ Nella fica, vi voglio in due nella fica” supplicai. Era il sogno erotico di una vita che stava per realizzarsi.
Non lo fece ripetere, con l’asta di Piero ben piantata in profondità, sentii il secondo intruso farsi strada, stava entrando, era dentro, erano entrambi dentro, immobili ma vivi, caldi, pulsanti. Li sentivo fino alle ovaie.
Non è descrivibile la sensazione che stavo provando, stavo per venire l’ennesima volta, tanto era l’intensità del piacere, quando, evidentemente anche loro ormai all’apice, presero a sbattermi con foga schizzandomi dentro tutta la loro sborra.
Non so cosa sia successo e quanto tempo fosse passato, quando riaprii gli occhi, io e Piero nudi, soli nella stanza, come se tutto fosse stato un sogno.
Gli indolenzimenti delle mie zone erogene erano invece molto reali. Tutto era veramente successo, con una intensità ed una bellezza nei modi e nei comportamenti quasi irreale. “Piero” bisbigliai “ sei sveglio? Dove sono andati? Devo essermi appisolata, che bello..”
“ Sono andati via, ci hanno lasciato un messaggio, se vorremo potremo ritrovarli, hanno detto.” Fu la risposta.
Quella fu l’iniziazione alla nostra seconda vita, second erotic really life, una vita parallela e distinta da quella ordinaria della famiglia, delle amicizie e degli interessi ordinari.
Giulia, il suo nickname in S.ER.L. è stata la ideatrice di questa piccola comunità alternativa con associati in New York e Parigi, oltre che in Roma.
Un gruppo di persone, di elevata cultura e stato sociale, di particolare bellezza interiore ed esteriore, capaci di sostenere un doppia realtà, una vita parallela, con la giusta discrezione e riservatezza, all’interno della quale poter vivere senza ipocrisia e falsi pudori e lasciare alla vita ordinaria il rispetto di tutte le inibizioni convenzionali.
Le regole sono semplici, le due realtà non debbono mai incrociarsi.
Nella vita ordinaria noi non potremmo mai incontrare Giulia, perché non esiste, così come nessuno della vita ordinaria potrà mai conoscere Josephen e Luc, alias Alessandra e Piero....
P.S. il regalino di Piero era un bellissimo bracciale Bulgari..
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15 years ago
romeodp,
40
Last visit: 6 years ago
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Io lei e l\'altra.
Eccoci un giorno quando quando dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro ci ritrovavamo a casa tutte e tre in un appartamento in affitto con una camera a testa. Ci siamo preparati la cena ed apparecchiato la tavola, abbiamo cenato con una ottima bottiglia di vino bianco frizzantino e si chiaccherava di discussioni sexi.
Parlando parlando abbiamo finito di mangiare ed eravamo un po allegrotti dalle discussioni fatte si era capito che una delle lei aveva delle simpatie per me e l'altra ragazza in egual modo.
Capito questo io allora ho pensato dentro la mia testa perche' non provare a farle giocare un po assieme e quindi mi sono inventato un gioco molto stupido ho bendato lei, l'ho fatta sedere su di una sedia ed io e l'altra la stuzzicavamo prima in modo leggero cercando di non farci capire chi la toccasse.
Ci stavamo divertendo tanto che poi siamo riusciti a toglierle la maglia e farla rimanere solo con il regiseno ed il body
Poi l'altra ha chiesto di fare lo stesso gioco quindi abbiamo cambiato la lei sulla sedia.
Una volta cambiata il gioco diventava sempre piu' pensate e trasgressivo tanto da farla rimanere solo con il perizoma ed il regiseno lei era motlo eccitata quando veniva toccata da tutte e quattro le mani si dimevana ed apriva le gambe
Poi non c'e l'ha fatta piu ha preso me ed mi ha sbattuto sul divano mi ha abbassato la tutta e ha cominciato a succhiarmi il cazzo e la lei guardava con viso eccitato, l'altra se le tirata a se ed assieme prima baciandosi lingua a lingua e poi succhiando il mio cazzo. Era duro sembrava marmo ero eccitatissimo non lo avevo mai sentito cosi' duro allora le ho chiesto ad entrambi perche non si spogliavano del tutto e loro sensa farselo ripetere erano gia' nude a questo punto eravamo tutte e tre le mani non si capivano dove andavano passanvano dalle loro fighe al mio cazzo dal loro seno alla mia bocca tanto da aver fatto una piccola orgia ed abbiamo goduti come pazzi sino a quando io so venuto in bocca ad entrambi che poi per completare il tuttto si sono baciate ed ingoiate il succo della vita...................................................
Bellissima esperienza da fare............................................
baci a tutti
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3
15 years ago
trudy3Rm, 40
Last visit: 4 years ago -
Un\'esperienza penetrante!
era da tempo che volevo provare ma non avevo mai avuto il coraggio di farlo: avevo scoperto la mia indole bisex già quando la mia compagna mi aveva coinvolto in un triangolo con un suo collega di lavoro. mi eccitavo a vederla scopata da un altro uomo ma al tempo stesso mi eccitava vedere il suo cazzo in erezione che la mia donna ora spompinava, ora lo prendeva nel culo e mi sarebbe piaciuto essere io ad averlo in bocca e a sentirlo pepentrare nel mio sfintere.
Da li è cominciata una mia solitaria esperienza, ho cominciato a penetrarmi con oggetti di casa: piccoli mattarelli di legno, cetrioli più o meno grossi ma non trovavo un appagamento totale fino a quando non ho conosciuto Marco.
Ci siamo scambiati varie lettere poichè il nostro incontro è avvenuto tramite riviste del settore e poi ci siamo sentiti tramite cellulare. Ci masturbavamo confidandoci le reciproche fantasie.
Un giorno non più soddisfatto da questo l'ho invitato a casa mia.
Ero emozionato ma ho cercato di non farglielo capire. Quando gli ho aperto la porta mi son trovato davanti una persona normale, magro vestito elegante. L'ho fatto accomodare sul divano aiutandolo a togliersi la giacca. Mi sono seduto accanto a lui e poichè indossavo solo i pantaloni di una tuta sportiva e una maglietta, nel modo di sedermi ho fatto in modo che i pantaloni mi scendessero un pò mostrando il solco del mio culo.
Lui parlando del più e del meno (non ricordo nemmeno di cosa parlavamo) ha allungato la mano a carezzarmi la pelle nuda della schiena e insinuandola nel mio solco. A quel punto non ce la facevo più, mi stavo bagnando la tuta per l'eccitazione e glielo dissi togliendomi i pantaloni e la maglietta e restando nudo davanti a lui.
Cominciò ad accarezzarmi e nel fare questo sfiorava il mio sesso ormai duro. mi invitò a sdraiarmi sul divano e mi baciava sulla pancia, sull'ombelico e sul seno mordicchaindomi i capezzoli, con una mano mi prese il cazzo e lo spompinò lentamente, nel frattempo mi parlava in modo suadente dicendomi quanto gli ero piaciuto, che avevo un bel fisico e che mi avrebbe fatto godere.
Poi scese giù ingoiando il mio membro duro, lo spompinava con voluttà portandomi più volte all'orgasmo ma fermandosi giusto un attimo prima.
Dopo un pò di questo massaggio si alzò spogliandosi e lì lo stupore a vedere il suo cazzo grosso ma grosso e tozzo da fare paura, se lo scappellò davanti al mio viso, sentivo il profumo inebriante della sua eccitazione e senza remore cominciai a leccarlo dalla cappella fino allo scroto e poi di nuovo su lungo l'asta dura. assaporavo quel gusto maschio e forte e mi sentivo squagliare di piacere. mi sistemai in ginochio davanti a lui per fargli un pompino. era la mia prima volta e avevo paura di fargli male con i denti ma lui mi teneva per la nuca e guidava il ritmo delle mie pompate mentre con una mano gli carezzavo i coglioni pieni di sborra pronta ad esplodere.
Ad un certo punto mi fermò, mi fece alzare e mi costrinse a mettermi a 90 gradi con le mani appoggiate al tavolo ed il culo esposto alle sue voglie. Mi ero depilato tutto e sporattutto li dietro così che sentii la sua lingua scivolare sulla pelle delle mie natiche e mentre con le mani mi allrgava le chiappe la punta saettante della sua lingua esplorava il mio sfintere. avrai già goduto così ma entrambi volevamo di più. infatti cominciò a insalivarmi e nel contempo mi penetrava prima con un dito, poi con due e poi con quasi tutta la mano.
Io cercavo di favorirlo spingendo come per defecare ma già la sua abilità mi aveva aperto.
Poi senza preavviso appoggiò la sua cappella al mio buco vergine e poco dopo........non ero più vergine!
Un attimo di dolore iniziale che lui capì fermandosi poi sentendomi rilassato continuò a spingere dentro fino a quando i suoi coglioni non toccarono le mie chiappe.
Inizio a stantuffarmi sempre più veloce, ero totalmente in sua balia.
Lo sentivo ansimare "sei la mia troia" mi diceva "hai visto come ti ho aperto, hai un culo di burro", gli risposi "si, sono la tua troia, sono la tua vacca, montami come un toro", le mie parole sortirono l'effetto sperato perchè lo sentii ancora più eccitato e i suoi colpi si fecere più forti fino a quando con un grido lo sentii venire dentro, posso dire di aver sentito lo schizzo del suo godimento sbattere sulle pareti del mio sfintere e sentito questo mentre ancora con il cazzo dentro di me mi abbracciava, girai la testa verso lui per un bacio lingua a lingua "adesso ti pulisco il cazzo" gli dissi.
Lo tirò fuori con un rumore di risuccchio e subito mi inginocchiai davanti a lui per prenderlo in bocca. Aveva un sapore diverso poichè misto agli umori anali ma succhiai avidamente tutto e nel mentre mi masturbavo per schizzare anch'io il mio godimento.
Da quella volta ci siamo visti spesso, anche con cadenza settimanale ed ogni volta è un godimento nuovo. A me piace prenderlo dentro e questo è ormai il nostro tacito accordo ed ogni volta godo ancora dopo che se ne va vedendo il suo sperma fuoriuscire dal mio culo.
alla prossima.
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15 years ago
admin, 75
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Lavori in casa
Stamani mi tocca sistemare il terrazzo. Erano mesi che io e mia moglie lo guardavamo e ci dicevamo i lavori che aveva bisogno. Tutte e due decidemmo che la prima cosa era una bella pitturazione.
Caspita, ma chi mi aiutava? E’ cosi grande e da solo sotto il sole non ce l’avrei mai fatta.
La mia cara mogliettina mi propone di parlarne con il marito della sua collega. Mi dice: “Fa questi lavoretti , la moglie dice che è bravo. Che dici approfittiamo?”
Bah. Sempre meglio di niente.
Al momento del caffè, sentiamo bussare la porta. E’ il marito della collega. Caspita un giovane bruno e muscolo. E’ arrivato con i panni di lavoro, una maglia blu ed un bermuda corto. Mi sembrava l’uomo della coca-cola.
Mia moglie le apre la porta in pigiama,estivo ed abbastanza corto. Si vede bene il suo slip e le tette, belle e sode ed abbastanza prorompenti, sono offerte al nuovo arrivato.
Gianni si presenta, è cordiale e subito si vuole mettere all’opera. Gli offriamo il caffè, e nel frattempo vedo un suo imbarazzo a guardare mia moglie in pigiama che gira per la cucina.
Va nel terrazzo, e mia moglie mi stringe un occhio per farmi capire :”Hai visto che aiutante che hai stamani…” . Io sorrido e le rispondo : “Ti ricordi una mia fantasia? La vogliamo vivere?”
Lei mi casca dalle nuvole. Mi guarda con la sua faccia per dirmi che porco che sono. Io pronto aggiungo : ”Ma dai, si pensa sempre alle fatiche… un po’ di svago…. “
Mi sorride in una maniera abbastanza conturbante. E mi fa capire che questa volta mi da la lezione.
Non ha capito che per me è un sogno che qualche trasgressione si realizza, oppure lo sa bene ma non vuol far capire che intriga anche lei.
Prendo la pittura, i pennelli e rassegnato vado in terrazzo. Sotto il sole di maggio, ci dividiamo i compiti.
Per le 10 arriva mia moglie che ci porta acqua ed altro caffè. Si presenta con un sorriso ammaliante e con una canotte ed un gonnellino (tenete presente da tennis?) aggiungendo che ci vuole dare una mano.
Gianni risponde che si è quasi finito, e mai avrebbe fatto sporcare lei. Ma lei insiste. Mia moglie insiste, ma perché?
Perché? Ecco perché. Dopo il caffè si mette con la carta vetrata a sfregare il ferro. Impugna la carta e come se facesse una dolce sega segue l’asta del ferro, si abbassa e …. Caspita, ma non ha lo slip o il suo slip è quello carne trasparente che si vede tutto?
Io rimango a bocca aperta, con il pennello in mano, e guardo lei che fa finta di niente, mentre Gianni non fa finta, ma guarda in silenzio continuando a pitturare. Ma guardando guardando si vede la sua eccitazione non solo dagli occhi ma anche dal suo bermuda.
Io continuo ad osservare, mi piace ma come andrà a finire? La fantasia era proprio questa, ma continuava con una richiesta di mia moglie.
Ecco, la richiesta è arrivata.
“Gianni, mi passi il tuo pennello?”
Gianni si guarda attorno ma non capisce, io prontamente dico… “non quel pennello, ma il tuo pennello….”
Ci si ride, ma lui poi si fa serio e dice :” Magari, mi scoppia dentro lo slip. “
Mia moglie si avvicina e dice, proprio come nella fantasia :” Facciamolo respirare dai….”
Gli sbottona il bermuda e lo prende in mano. Io mi avvicino per accarezzare mia moglie e darle un bacio. Anche perché così la nostra fantasia terminava. Adesso si passava alla realtà, una reatà emozionantissima.
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15 years ago
admin, 75
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Il gelato al pistacchio
Era una notte d'agosto e faceva caldo, non riuscivo a prendere sonno. Uscì da casa per fare due passi ma vidi che un bar era ancora aperto. mio marito dormiva e tornai ad avvisarlo che ero fuori....
frettolosomente mi avviai verso il bar, una voglia sfrenata di rinfrescarmi già mi faceva sentire eccitata.
Entrai,
c'erano solo due ragazzi che sorseggiavano una birra, avranno avuto pressapoco 30anni. Mi videro e uno di loro mi sorrise.
Gli risposi, non so xchè, forse il sonno, la tarda ora. Mi avvicinai al banco dei gelati e abbagliata dai vari colori rimasi qualche istante a guardare,poi decisi per un gelato al pistacchio. Mi accorsi di essere uscita di casa mezza nuda, e i due ragazzi mi fissavano in modo particolare con la bava alla bocca, avvicinandomi mi giustificai...dicendo che a casa faceva troppo caldo....continuai a leccare il gelato con i loro occhi che leccavano le mie tette e il mio culo.... ogni tanto uno di loro mi sorrideva.
Più leccavo quel gelato e più mi sentivo eccitata dai loro sguardi. Mi veniva voglia di toccarmi dentro gli slip che erano già umidi di umori leggeri, ma la mia mano si frenava. Allora risposi al sorriso quasi a ringraziarli delle loro silenziose attenzioni, poi mi spostai nella toilette, scesi una scala buia che sembrava un labirinto, speravo che la porta fosse subito aperta x non risalire a chiedere la chiave. Avevo fretta di ritornare a casa e liberarmi dei vestiti, svegliare mio marito e farmi una bella scopata. Aprì il rubinetto x lavarmi le mani quando sentì dei passi dietro la porta che si splalancò e riflesso nello specchio vidi il ragazzo di prima che mi fissava voglioso di essere trattato come il mio gelato..
non feci in tempo a girami che me lo ritrovai con le mani addosso , sollevò la gonnellina di jeans e mi acchiappò il culo pogiandosi su di me ed io sul lavandino, abbassò velocemente i suoi jeans e mi ritrovai il suo membro caldo eretto tra le cosce che mi cercava. Quella situazione inaspettata mi fece andare in estasi, la mia figa calda se lo risucchiò come la mia lingua fece con il gelato. Lui mi chiuse gli occhi con una mano e mi sentì togliere la magliettina bianca e umida.
l'altro ragazzo era lì davanti a me che mi palpava i seni, mi leccava, mi baciava. Mi ritrovai nelle loro mani e mi sentivo godere di piacere, ad ogni morso ad ogni leccata che mi davano i miei umori, simili al miele, mi ungevano le cosce calde.
Il ragazzo mi afferrò i capelli e mi abbassò la testa sul suo grosso membro cedendo la mia figa al suo amico che fulmineo si abbassò i pantaloni e infilò con violenza la sua lunga asta, prendendomi con lenti colpi forti, fino a farmi urlare di piacere mentre slinguavo e succhiavo quel grosso membro voglioso e insaziabile della mia bocca.
Alzai gli occhi che incrociarono uno sguardo scuro e profondo,bello ma non sorrideva, gemeva e mi guardava...fino a che mi arrivò un getto caldo e violento sulla faccia, mi ritrovai il suo sperma caldo tra le labbra negli occhi mentre i colpi dell'amico si facevano ancora più impazienti di prendermi ancora ...mi prese in braccio e mi pose dolcemente sul lavandino, tenendo in mano il suo membro mi aprì le cosce e infilò ancora la sua asta portandosi sopra il mio corpo caldo di sperma e sudore...lo sentì ansimare, gemere, mi mise per terra portandomi la bocca sul cazzo duro ormai esplosivo.
la mia bocca prese tutto quell'enorme gelato,mi si riempì quasi a soffocarmi ed esplose di piacere che ingoiai per non soffocare..
mi rivesti frettolosamente, li salutai con un sorriso e usci dal tunnel e risalì la scala .ero fuori.
l'aria ora pungente della notte mi spinse a casa, in un baleno mi
ritrovai sotto le lenzuola, svegliando mio marito. Infilò la mano in
mezzo alle cosce e toccò la mia fica umida e gli slip fracidi.
"Dove sei stata?"
"a prendere un gelato risposi..e...poi..."
non mi diede il tempo di raccontare che mi sentì infilare il suo cazzo
caldissimo tra gli slip e la figa ancora calda...mi feci leccare e scopare
tutta la notte fino a che esausti ci addormentammo.
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15 years ago
admin, 75
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Un incontro iniziato per gioco
Era circa Dicembre 2007,io ero nel mio ufficio che stavo lavorando,e decisi di iscrivermi in una chatt.
Sentii molto parlare di incontri avvenuti tramite internet,ma io ero del parere che un incontro deve avvenire casualmente di persona,magari un pub ecc...cmq...
cominciai a chattare con alcune ragazze ma vidi che non c'erano molti risltati...
ci provai ancora per circa un paio di settimane finche trovai una ragazza di cui non c'era nemmeno la sua foto,però mi incuriosì perche nel profilola descriveva come una ragazza bionda,alta e magra come piacciono a me...
riuscii con la mia dolcezza a conquistare la sua fiducia,io avevo la web cam e quando chattavamo lei poteva vedermi...dopo qualche giorno decise di darmi una sua foto...io le diedi il mio telefono e con sorpresa mi chiamò...non posso dimenticarlo...quando vidi la sua foto stavo per svenire perche era bellissima e non potevo crederci...L'unica cosa è che stava a 800 km di distanza Roma-Reggio Cal...quindi per vederci sarebbe stato un problema...cmq la osa andò avanti per circa un mese e mezzo,poi lei decise di comprarsi la web cam e iniziammo a fare sesso virtuale,io mi masturbavo da una parte e lei dall altra...non potrò mai dimenticarlo...verso febbraio lei si decise a venire a Roma con il pullman...Io la andai a prendere alla stazione e quando scese dal pullman fù un emozione un brivido che mi percorse lungo tutto il corpo, e penso sia stata una sensazione unica che non avevo maiu provato prima d'ora...mi sentivo come un bambino di 12 anni...
Fu bellissimo,la trattai come una principessa,fiori cene, passeggiate romantiche...abbiamo fatto l amore due ore dopo che arrivò a Roma...lei stette 3 giorni soli a Roma e in quei tre giorni avremmo fatto l amore almeno 15 volte mamma mia che bello..ancora mi ricordo un particolare bellissimo..Faceva freddo e pioveva e andammo a casa mia, decidemmo diaccendere il caminetto...lei mi disse: amore vado in bagno un attimo...io nel frattempo stavo sistemando il fuoco e aspettando che uscisse dal bagno mi misi sul divano difronte al caminetto...ad un certo punto sento aprire la porta del bagno e vedo lei uscire con un tanga e una minigonna mini mini mini e un top...mi stava venendo un infarto...il core ce l avevo in gola...abbiamo iniziato a baciarci e ad accarezzare i nostri corpi accaldati,le mie mani scorrevano dolcemente sulla sua schena...cominciai ad accarezzare il suo corpo passionalmente...pian piano gli levai il top e delicatamente comincia a leccargli i capezzoli,lei iniziò ad ansimare dal piacere,le mie mani seguivano le sue curve,poi la presi e dolcemente iniziai con la mia lingua a leccargli il clitoride mentre con le mie mani umide del suo liquido,gli sfioravo delicatamentei capezzoli...lei iniziò ad affondare le sue unghie su di me talmente era forte il piacere che provava...ad un certo punto lei si chinò ed inizio con la sua bocca a leccare il mio pene oramai durissimo,con la sua lngua faceva su e giù leccandomi dalle palle fino alla punta mentre con la sua mano mi stimolava la prostata...andò così per due ore interminabili...ad un certo punto
la presi e la misi a cavalcioni su di me iniziando una lenta penetrazione dove i nostri corpi si unirono e diventammo una cosa sola...lei godeva e strillava tantissimo e io per farla godere ancora di piu le infilai delicatamente il mio dito nella parte anale....sentii subito un ansimazione di estremo piacere mentre il mio dito entrava sempre piu dentro...stavamo entrambi per venire...ad un certo punto sento lei trattenere il respiro e dopo pochi attimi è come se accadesse qualcosa di estremamente piacevole,a quel punto mi lasciai andare ed ebbi una carica di sperma che entrò violentemente dentro di lei...è stato bellissimo sentirla godere mentre la riempivo del mio sperma bollente...
Fu così per tre giorni...dopo di che come un fuoco arde al suo principio ed è destnato ad estinguersi,così la nostra storia,al suo ritorno in Calabria,terminò...lasciando un segno indelebile nella mia vita....E' stata l emozione piu vivida,piu bella e piu intenda di tutta la mia vita...
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15 years ago
admin, 75
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Un\'orale passionale...
E' successo ieri sera,eravamo in macchina appartati a fare due chiacchiere...stiamo insieme da 9 mesi.Ad un tratto la guardo negli occhi e inizio a baciarla...un bacio dolce lungo,sentimentale...che diventa passionale col muoversi delle lingue...la voglia sale.Le sbottono la camicia e scopro gli splendidi seni,una terza fatta bene,sento i capezzoli duri che si strusciano sul palmo della mia mano...e la sento respirare forte eccitata.Le levo la camicia la bacio a lungo sul seno mentre le sbottono i pantaloni e glieli sfilo...le infilo una mano nel perizoma che è fradicio...e col dito entro facendola gemere...lei mi dice di andare sul sedile dietro...con un balzo ci ritroviamo tutti e due dietro...lei con foga baciandomi mi sbottona i pantaloni e mi leva le mutande afferrando il mio sesso nel massimo della sua erezone...il mio respiro diventa affannoso...ero eccitatissimo al tocco della sua mano...mi spinge con la schiena sul sedile e abbassa la testa verso il mio fallo...inizia a passare la lingua sulla punta facendola girare intorno al glande provocandomi dei gridolini di piacere...con una mano lo impugna e con l'altra mi accarezza i testicoli iniziando a succhiare dolcemente...la mia mano accarezzava le sue natiche...lei sembrava piu eccitata di me...mi prende la mano e me la porta ad afferrare il mio fallo mentre lei lo succhia...mi fa capire che vuole che io l'aiuti a darmi piacere...glielo spalmo sulle labbra e sul viso...le piace...continua a leccare e succhiare accarezzandomi con le mani i testicoli...io non resisto piu' e lei lo capisce...e continua...finchè dei getti di sperma esplodono dal mio buchino nella sua bocca riempendola e colando fuori...ma lei continua con la lingua a leccare tutto pulendomi fino. all'ultima goccia...era la prima volta che aveva questa passione sfrenata nel farmi godere con la sua bocca...è stato bellissimo...
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15 years ago
admin, 75
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Alessandra & piero alias... ep. 2/3
...e poi dal giorno dopo mille coccole, mille attenzioni io e Piero come due adolescenti ai primi amori.
Addirittura i messaggini telefonici, che lui aveva sempre odiato, sembrava fossimo due amanti più che marito e moglie.
Io come sempre non riuscendo a godere pienamente dei momenti belli della vita cominciavo a domandarmi se tutto ciò fosse positivo o celasse risvolti non privi di rischi.
La svolta improvvisa ai nostri rapporti sessuali, mi domandavo, era dovuta al classico canto del cigno?
Un rapporto, il nostro, in cui forse ormai era rimasto poco da dire e che senza l’episodio della commessa sarebbe stancamente andato verso il naufragio?
Di fatto, la nostra vita era sempre stata quella che per gli altri è un modello da imitare.
Piero affermato avvocato ed io, laureata, impegnata soprattutto per la famiglia ed ad aiutare mio marito nelle relazioni sociali.
Organizzavo per lui serate, mirate ad aumentare conoscenze ed amicizie che nell’ambito della sua attività hanno sempre prodotto nuove opportunità ( nuovi clienti o conoscenze in settori funzionali alla sua professione).
Infine Luisa, la nostra meravigliosa bambina, rimasta figlia unica per scelta, simbolo della nostra felicità.
Un bel quadretto, considerato anche l’aspetto fisico che, sia per me che per Piero, è stato più che generoso. Di cosa dovevo preoccuparmi?
Il sesso era sempre stato nei parametri della cosiddetta normalità, io sempre fedele e lui anche, spero, con una media di rapporti elevata e soddisfacente.
Ma da quel camerino di quel negozio in poi, la sensazione era che le cose stessero deragliando da quella normalità e non sapevo dove ci avrebbe condotti.
Nelle fantasie di coppia si erano configurati scenari sempre più spinti, nelle parole, negli approcci e nelle ipotesi numeriche dei partecipanti.
Questo il dubbio che mi rodeva, erano fantasie o desideri reali?
Se desideri reali, fin quando sarebbero rimasti tali?
Nell’elaborare questi ragionamenti cercavo di capire cosa fossero per Lui, perché per me, anche se ancora compressi, sapevo cosa fossero.
Per Piero sicuramente soltanto fantasie, per me sempre più chiaramente, desideri veri.
Basta, improvvisamente mi imposi, basta con queste masturbazioni cerebrali, perché non vivere lasciandosi vivere? Se stiamo bene nel fare cose diverse da ciò che tradizionalmente si intende normale, perché rinunciare? Avevo forse vissuto il più bel rapporto anale della vita, sentendomi libera di farlo. Basta, mi ripetei, io e Piero contro i tabù e le inibizioni da bigotti moralisti. Be’, con calma, senza esagerare conclusi tra me e me.
Ne parlammo io e Piero e convenimmo che il gioco sarebbe stato bello finché sarebbe rimasto tale, senza esagerare nel turpiloquio e nei comportamenti. Una moderata trasgressività, insomma. ???
Cosa voleva dire??? Semplicemente booo.
Passarono alcune settimane e l’effetto di quel confrontarci apertamente fu disastroso, la nostra vivacità sessuale si stava lentamente spegnendo. Il modo di farlo, quando lo facevamo, era divenuto meccanico, senza passionalità, con il timore di dire o fare cose sbagliate.
Capii allora che il rapporto sessuale tra due persone anche se innamoratissime non può essere pianificato, concordato o razionalizzato.
Il sesso in un rapporto deve essere libero da condizionamenti preconcetti, libero di essere sperimentato e soprattutto di stupire. Mai prevedibile o scontato.
Decisi così di non riaprire un confronto dialettico sull’argomento, ma di provare strade alternative.
“Amore” dissi quella mattina mentre Piero stava per uscire “se hai tempo, nel pomeriggio vorrei vedere delle scarpe in un negozio in centro che mi è stato segnalato, mi farebbe piacere se venissi anche tu per un consiglio”.
“Ma certo” rispose “ alle diciotto, va bene?”
“Ok, ci vediamo direttamente a P.zza Colonna alle diciotto, ciao, ciao”.
Arrivai puntuale e Piero era già sul posto preciso come un orologio svizzero, indossavo un abitino violaceo aderente, generoso nella scollatura e poco sopra il ginocchio, vistosa al punto che, se non fossi stata protetta dall’ uso della pillola, solo a sguardi avrei rischiato di rimanere incinta.
“Complimenti” fu il saluto tra il compiaciuto e l’infastidito di Piero “da dove stai venendo?” fu la domanda.
“Da casa, da dove vuoi che venga?” la risposta “ecco il negozio è quello” aggiunsi prendendogli la mano ed indirizzandomi in quel negozio, affine al giochino che avevo in mente.
Chiesi al commesso le scarpe che volevo provare e ci sedemmo di fronte alla parete specchiata del negozio. Nel sedermi accavallai le gambe con un pochino di mestiere, per far vedere dallo specchio di fronte che indossavo autoreggenti.
Piero deglutì ed un po’ alterato mi sussurrò “ma come ti sei vestita, ti si vedono le mutande in questa posizione”.
“Non è possibile” risposi “non le indosso” e così dicendo con grazia feci il movimento con le gambe della grandissima Sharon Stone nel film...
“Ma, brutta porca, il commesso può vedere tutto, sei impazzita?”.
“Amore è un gioco, se non ti piace ci alziamo ed andiamo via”.
“Cazzo, è divertente, vediamo come si comporta, fai la vaga e rimani distaccata”.
Il commesso arrivò con i tre tipi di scarpe che avevo chiesto, già in stato di leggera euforia prima ancora di inchinarsi ai miei piedi, pregustava evidentemente la possibilità di dare una sbirciatina alla scollatura ed alle mie cosce.
“Quale vuole provare prima?” chiese con tono distaccato e gli occhi puntati sul seno, che, a causa del movimento in avanti per togliermi una delle scarpe, quasi usciva dalla scollatura.
Un movimento apparentemente casuale che al commesso ha provocato il primo rossore, accompagnato da un evidente imbarazzo.
“Quella nera” risposi accavallando la gamba destra per porgere il piede verso di lui. Movimento che mostrò l’intera coscia incorniciata dall’autoreggente.
Piero assisteva incuriosito al mio giochino, il ragazzo era in evidente confusione, non riusciva a scostare lo sguardo dallo spettacolo. Mi alzai con la scarpa appena calzata feci due passi verso la parete specchiata e chiesi “ com’è?”.
“Meravigliosa” si lasciò sfuggire il commesso guardandomi negli occhi con chiaro atteggiamento allusivo.
“Tu trovi?” risposi rivolgendomi a Piero.
“Ti stanno molto bene” ribadì Lui.
“Si, mi piacciono” risposi all’indirizzo di mio marito, come se il commesso non esistesse, poi sedendomi di nuovo “però, mi fanno un pochino male qui.”
Indicai con il dito l’interno tallone, inizio caviglia e per mostrare il punto esatto allargai goffamente le gambe, in maniera apparentemente casuale, quel tanto da mettere in mostra spudoratamente la passera agli occhi del commesso. Il mio di sguardo era indirizzato a Piero, volevo vedere la sua di reazione e con soddisfazione notai il suo atteggiamento partecipe e complice. “ No se hai fastidi, non va bene” affermò Piero “ le altre due non mi piacciono” rivolto al commesso in stato di shock “ grazie per la cortesia, andiamo Amore” mi prese per mano e mi portò via frettolosamente.
“Ma cosa mi combini?” chiese appena fuori “ gli hai fatto vedere tutto, maiala”.
“Si, sono una maiala, e non vedo l’ora di ciucciartelo” risposi accattivante.
Non riuscimmo ad arrivare a casa, Piero preso da un attacco di libidine fermò l’ascensore a mezzo piano mi girò allargandomi le gambe, mi alzò la gonna ed a introdusse in un solo colpo il membro già eretto dentro di me.
“Puttana, puttana, ti è piaciuto fargliela vedere” mugugnò.
“Si, si, sbattimi amore, sbattimi” replicai in procinto dell’orgasmo più veloce della mia vita. Due tre colpi ancora ed il calore del suo sperma finalmente dentro di me. Che bello fu il nostro commento all’ unisono, poi riprendemmo la corsa dell’ascensore ed in un attimo eravamo nel bagno di casa a ricomporci.
Si la strada giusta era quella dei fatti, non delle parole. La capacità di rinnovare, di stupire e di giocare tra il lecito ed il trasgressivo.
Quasi come un nuovo tacito accordo non ne riparlammo.
Facemmo sesso per due tre sere con più passione ma senza ulteriori novità, avevamo ripreso a parlare durante i rapporti ed entrambi avevamo punte di eccitazione nell’ ipotisi di un rapporto a tre, dove il terzo era un altro uomo con un cazzo super.
La fantasia però non mi bastava più, speravo in qualche sua iniziativa. Da quando avevo provato il cazzone finto nella fica contestualmente a quello di Piero in bocca, fantasticavo su due cazzi veri da gestire, spingendomi sempre più spesso ad immaginarne tre contemporaneamente.
Per soddisfare il massimo della libidine uno in bocca, uno nella fica ed uno nel culo, li immaginavo contemporaneamente a scivolare su e giù dentro di me ed ad inondarmi di sperma.
Questo era lo schema che durante un rapporto mi faceva precipitare verso l’orgasmo.
Come fare se lui non prendeva iniziative? Improvvisamente l’idea. Prima avrei dovuto dare, concedere, se volevo superare il confine tra l’immaginario ed il reale e trascinare dentro mio marito.
Fu così che anche se non convintissima, mi recai in quel negozio di lingerie dove casualmente tutto ebbe inizio.
La commessa mi riconobbe appena entrai, il suo viso si illuminò nel vedermi, dovevo averla colpita veramente pensai.
“Ciao, posso esserti utile?” Fu la domanda di circostanza.
“Stavo pensando che il genere che mi hai proposto la volta scorsa potrebbe interessarmi, se migliorato da qualche accessorio, magari di tipo maschile.”
La ragazza, molto più navigata di quanto pensassi rispose prontamente “ accessori maschili? Perché no, hai già in mente qualcosa o vuoi che sia io a trovare qualcosa di adatto?” .
L’ambiguità continuava a regnare nelle parole e negli ammiccamenti, ma si rischiava di non arrivare a nulla di concreto.
“Cosa ne diresti di farmi provare di nuovo dei modelli su cui poter lavorare?” Azzardai.
“Ok, seguimi nel camerino di sopra, è più riservato” rispose facendomi strada “ti porto dei modelli appena arrivati, sono uno schianto vedrai, intanto spogliati”.
Entrai nel camerino e spogliandomi sentivo una sensazione di disagio, l’omosessualità non mi disturbava concettualmente, ma l’ idea di sperimentarla in prima persona non aveva mai accarezzato la mia mente e il fattore pene per me era sempre stato il centro del desiderio sessuale. Ma se un sacrificio era necessario per poter arrivare ad un rapporto multiplo, senza mettere a rischio il menage familiare, bene, era giunto il momento.
Giulia, era il nome della ragazza, rapidamente apparve sulla soglia del camerino con diversi modelli di costumi tra le mani. “Posso?” chiese introducendosi all’interno dello stanzino senza aspettare risposte.
“Prego” risposi “ se non ti disturba il fatto che sia completamente nuda”.
“Era proprio così che speravo di trovarti” replicò “sei uno schianto, hai un seno stupendo, un corpo sensuale, da copertina, prova questo” e mi passò un due pezzi bianco, minutissimo. “Ma, è semi trasparente!” esclamai appena indossato.
“Certo” rispose “ è il tuo meraviglioso corpo che lo richiede e, non sai quando è bagnato che spettacolo, farai impazzire chiunque avrà la fortuna di guardarti.
Immagina poi, con i capezzoli turgidi..” Cosi dicendo come la volta precedente da dietro insinuò le sue calde mani sotto le mini coppe del costume ed avvolse delicatamente entrambi i seni.
Chiusi gli occhi a quel contatto che sentii spudoratamente gradevole. Lei avvertendo la mia disponibilità iniziò un delicato massaggio di entrambi i seni dando delle leggere strizzate ai capezzoli. Subito il mio respiro divenne più intenso, quel contatto era piacevole, speravo non si fermasse. Sentivo il suo respiro sul collo e l’abbraccio più stretto, i suoi seni sulla schiena sodi ma soffici, una sensazione strana che non credevo potesse essere così gradevole. Le sue labbra si avvicinarono al mio orecchio e scendendo con una mano verso il pube sussurrò “questi peli non vanno bene sotto questo costume.” Così dicendo insinuò la mano nello slip, con le labbra prese a succhiare e mordicchiare il lobo dell’orecchio e senza pudore iniziò a titillare il clitoride. Mi sentivo avvolta come da una piovra, mi masturbava con una delicatezza inebriante e contestualmente mordicchiava il mio orecchio e strizzava un mio capezzolo. Ebbi subito un micro orgasmo a seguito del quale mi svincolai dolcemente e guardandola compiaciuta le dissi “l’accessorio maschile, ricordi?”
“Tuo marito?” domandò.
“Certo replicai, ma lui non sa’ nulla, sarebbe la prima volta per noi, dovrai aiutarmi a creare le condizioni, vuoi..?”
“Non vedo l’ora” fu la risposta.
Ci scambiammo i numeri dei telefonini con l’intesa di sentirci presto per organizzare una serata.
La sera a cena sentivo il desiderio martellante di fare sesso con Piero, l’assaggino di Giulia aveva stuzzicato l’appetito. Era stato il mio primo contatto lesbico, il primo tradimento sessuale a Piero, la mia vera prima pazzia e tutto ciò aveva stimolato una libidine senza precedenti. Immaginavo la lingua di Giulia sul mio clitoride mentre il cazzo di Piero mi penetrava, immaginavo io che leccavo Giulia guidando il sesso di Piero nella sua vagina, stavo già vivendo quello che speravo presto sarebbe successo.
Finalmente soli nella nostra camera da letto ebbi un’altra trovata, “Piero” dissi, “prendi la telecamera ed il nostro giocattolone, questa sera voglio fare la porno diva, ti piace l’idea?”
“Cazzo, geniale” fu la risposta, in un baleno tirò fuori dalla cassaforte il cazzone finto ed installò la telecamera sul cavalletto di fronte al letto.
“Vuoi fare una libera interpretazione o vuoi che ti suggerisca cosa fare?” domandò Piero.
“Lasciami iniziare, poi vedremo se avrò bisogno di aiuto” risposi, e completamente nuda mi sdraiai davanti all’obiettivo con Piero (anche lui completamente nudo) dietro la telecamera.
Iniziai le riprese su un fianco raggomitolata in posizione fetale, come se stessi dormendo, poi come turbata nel sonno mi distesi e mi girai supina portando il braccio destro sugli occhi come a voler continuare a dormire mentre con la mano sinistra presi a carezzare un seno. Vedevo da sotto il braccio che Piero zoomava sui particolari, allora, senza mollare il seno sinistro raggiunsi con la mano destra anche l’altro seno ed iniziai a massaggiare entrambi, strizzando i capezzoli già eretti come due piccoli membri. Scesi poi con la mano destra lungo il corpo fino a raggiungere il pube.
Avrei voluto calde labbra a ciucciare i capezzoli e nell’immaginario era quello che stava accadendo. L’eccitazione che iniziava a montare mi fece allargare le gambe offrendo all’obbiettivo la mia natura pulsante di desiderio. Lo zoom istantaneo su di essa istigò l’esibizionismo che non sapevo di avere così spiccato.
Con entrambe le mani andai giù sulla fica e presi ad aprirla e chiuderla a massaggiarla e penetrarla con una e più dita, in una masturbazione in primo piano che montava una libido in entrambi sempre più accentuata.
“Dai, zoccola, aprila tutta, fammela vedere aperta, scopati con il cazzone, fammi vedere quanto sei porca” le parole di Piero in piena euforia.
Fu così che mi girai in posizione pecorina per poter mostrare anche il buco del culo fremere mentre continuavo a masturbarmi.
Mentre riprendeva, Piero, eccitato dallo spettacolo aveva iniziato a carezzare il suo oggetto già al massimo splendore. Presi allora il gigante e dopo una veloce lubrificata lo posizionai sotto di me ed a mo’ di smorza candela presi a premere verso il basso per farlo entrare.
Per quanto grosso sapevo ormai come accoglierlo, ruotando il bacino e premendo sentivo millimetro dopo millimetro il bestione farsi spazio nella vagina. Mi sentivo spaccare mentre entrava ma la sensazione di pienezza era inebriante “Piero” balbettai “dammi il tuo cazzo nel culo, fammi sentire una maiala vera, inculami, dai inculami”
Piero non si fece ripetere l’invito ed in un baleno sentii il suo bollente glande premere all’ingresso dell’ano. Sentivo forte il contrasto del cazzone finto nella fica che impediva a Piero di penetrare il mio orifizio, ciò dava ulteriore libidine mentale, mi immaginavo tra due cazzi veri. Era tutto in primo piano, il cazzone finto nella fica e quello di mio marito che tentava di farsi strada nel culo. Ero ormai fuori controllo e non trattenni l’orgasmo violento che mi raggiunse facendomi balzare in avanti per sfuggire alla pressione dei due membri.
Non ero riuscita ad accogliere quello di Piero ma lui finì per schizzare il suo sperma sulla mia schiena aiutandosi manualmente.
Il sesso si era impadronito della mia vita, ero diventata una vera depravata e questo mi piaceva sempre più, anche perché mio marito era accanto a me in questa evoluzione e mi seguiva con entusiasmo.
Riguardammo insieme le riprese e commentai “peccato che non sei riuscito a penetrarmi dietro amore, ma quello davanti era veramente troppo grosso per lasciare ulteriori spazi, forse due normali riuscirei ad accoglierli insieme. Ti piacerebbe incularmi con un cazzo nella fica?” Domandai.
“Penso che domani ne acquisterò un altro di dimensioni più contenute” fu la risposta eloquente.
“Sarebbe bello se fossero entrambi veri” azzardai “peccato che tu non ne abbia due di cazzi” aggiunsi ridendo, come stessi scherzando.
Il messaggio comunque lo avevo mandato, forte e chiaro, tanto che non ebbi risposta.
“Buona notte” conclusi un po’ indolenzita ma appagata.
Depravata, una vera depravata, questo stavo diventando e la cosa curiosa era che mi sentivo veramente bene, profondamente me stessa.
Fuori dagli schemi convenzionali, dalle inibizioni indotte, dai luoghi comuni, io ero una vera porca e questo mi piaceva.
Mi piaceva e mi dava una gran voglia di vivere, e ciò mi rendeva solare agli occhi del mio amore. Finalmente consapevole della mia sessualità e senza mai dimenticare il ruolo di mamma o di moglie nel quotidiano.
Apparentemente nulla era cambiato, ma nel segreto dell’alcova, sempre più, fuochi pirotecnici, non sapevo quale sarebbe stato il limite di questa evoluzione ma non mi interessava, ormai ero saldamente al timone della mia vita sessuale.
Era prossimo l’anniversario del nostro matrimonio, in tutti gli anni trascorsi il massimo dei festeggiamenti era stata la classica cena al ristorante, il bel mazzo di fiori, l’oggettino d’oro per me e la bella camicia per Piero.
Questa volta avevo in mente la grande sorpresa, complice Giulia, con la quale mi ero più volte incontrata per un aperitivo od un tè e che ormai era divenuta amica e complice perfetta...
Un pomeriggio la feci salire in casa e gli feci vedere il filmino girato con Piero, rimase coinvolta durante la visione e faticò non poco per resistere alla tentazione che per lei rappresentavo.
L’accordo era (con l’accessorio maschile) e lei ciò rispettava.
Fece comunque apprezzamenti e complimenti sia su mio marito che sulla performance, era ansiosa di poter far parte del gioco che avevo organizzato.
Piero era all’oscuro di questa amicizia e delle mie intenzioni, quindi la sorpresa sarebbe stata totale e questo un po’ mi preoccupava.
Un conto erano le fantasie, i giochi più o meno spinti all’interno della coppia, ma questa sarebbe stata la prima esperienza sessuale a tre. Come avrebbe reagito? E poi, nel fantasticare avevamo sempre ipotizzato rapporti multipli eterosessuali.
Pur sapendo che in senso astratto l’omosessualità femminile, da lui, non è mai stata disdegnata mi domandavo come avrebbe reagito alla performance reale di sua moglie con un’altra?
Se volevo arrivare a provare l’esperienza di essere penetrata da più uomini contestualmente, questo era un passaggio obbligato ed un rischio che dovevo correre.
Era il giorno del nostro anniversario ed io ero già nella nostra residenza vicino Frascati, normalmente utilizzata nei periodi caldi quando a Roma il clima diventa soffocante. Avevo acceso la caldaia per riscaldare l’ambiente, con me c’era Giulia che si era presa un giorno di permesso per il grande evento, insieme avevamo preparato il salone dove tutto si sarebbe svolto.
La poltrona a dondolo che Piero tanto ama, di fronte al materasso matrimoniale steso a terra davanti al camino con il fuoco artificiale acceso. Il materasso coperto da un telo enorme rosso scuro e cuscini di misure diverse, rosa e di un rosso meno intenso, sparsi in maniera casuale. Candelabri con candele profumate ed essenze di fragranze esotiche tutte intorno. Tutte le tapparelle delle finestre chiuse. L’effetto penombra era imperativo.
Vicino alla poltrona il cestello del ghiaccio con lo champagne al fresco.
Io e Giulia vestite di un corpetto rosa con reggiseno a balconcino, con bordini in raso nero, autoreggenti nere ed un tanga nero trasparente, da lei selezionati per l’occasione. A vedere Giulia così conciata mi resi conto che anche lei era notevole come corpo e sensualità. Mi era venuta voglia di cominciare anche senza Piero, tanto era bella ed eccitante.
A Piero avevo detto di raggiungermi per l’aperitivo in casa, avremmo poi cenato in un vicino ristorante di nuova apertura che mi era stato recentemente consigliato.
Quando sentii arrivare la macchina di Piero spensi tutte le luci e bloccai la serratura dall’interno, mentre Giulia prese ad accendere le candele.
Vedevo l’approssimarsi di Piero alla porta dallo spioncino, con un meraviglioso mazzo di fiori ed un pacchettino nell’altra mano.
Il cuore mi batteva forte, non sapevo se per l’eccitazione di quello che speravo sarebbe avvenuto o per il timore che potesse andare tutto storto.
Immaginavo cosa stesse pensando, ora la mia cara mogliettina mi butterà le braccia al collo, mi dirà quanto mi ama, scarterà eccitata il regalo e poi mi darà la solita camicia di seta...
Infilò la chiave nella toppa e trovò la porta sbarrata.
“Alessandra, Alessandra” urlò “la porta non si apre, sei in casa?”
“Si, amore, sono dietro la porta. Vedi il cesto sulla tua destra? C’è un cappuccio di cotone all’interno, indossalo, sta iniziando un gioco a sorpresa, ti guiderò io una volta indossato.” Vidi dallo spioncino che abbozzò un sorriso e senza rispondere eseguì quanto richiesto. Il cappuccio era di cotone nero tipo adepti del KKK, ma senza fessure per gli occhi. Facile da indossare, ma assolutamente oscurante. Aprii la porta lo presi per una mano e lo portai davanti la poltrona.
“Ora, lasciami fare” dissi “rilassati.” Accesi lo stereo con i brani più belli e significativi della nostra vita, presi il suo mazzo di fiori e lo passai a Giulia, la quale mentre io iniziavo a togliere i vestiti a Piero, con molta cautela per non far avvertire la sua presenza, li dispose tutti intorno al letto, il pacchetto regalo lo misi sul tavolino vicino la poltrona, per essere scartato dopo la festa. Era più grande del solito.
Gli tolsi la giacca, la camicia, gli calai i pantaloni e lo feci sedere sulla poltroncina. Gli legai i polsi ai braccioli con dei foulard, Piero era docile come un micio in piene fuse, gli tolsi scarpe calzini e pantaloni lasciandolo con i soli slip e cappuccio in testa. Vedevo già il suo bagaglio aumentare di volume, chissà cosa stava pensando, sicuramente non avrebbe mai potuto immaginare...
“Siamo quasi pronti” dissi mentre legavo un cordino al vertice del cappuccio per potergli liberare la vista direttamente dal letto, una volta pronte.
“Questo è il regalo di anniversario per il marito più porco della terra” annunciai come fossi una presentatrice e tirai via il cappuccio.
“Cazz” accennò con gli occhi spalancati “Dio, che spettacolo”aggiunse tra l’incredulo ed il sorpreso.
Lo spettacolo che aveva davanti agli occhi eravamo io e Giulia che in un abbraccio lesbico stavamo rovistando con le lingue una nella bocca dell’altra.
Come se lui non fosse presente continuammo ad usare le lingue come legame fisico ed iniziammo a slacciare i nostri rispettivi corpetti. Piero osservava allibito senza fiatare, come non volesse interrompere un sogno.
Non avevo mai baciato un’altra donna ed ero impacciata nell’uso della lingua che, con mio marito ero abituata ad accogliere nella mia bocca, in questo caso era un alternarsi di invadere una la bocca dell’altra. Era diverso ma coinvolgente.
Ben presto i nostri seni nudi premevano gli uni verso gli altri, sensazioni per me nuove e gradevoli. La morbidezza di due corpi femminili che delicatamente si carezzano, si baciano, si regalano brividi di piacere era un ottimo preliminare.
I capezzoli ormai turgidi di entrambe indicavano l’eccitazione reale che andava aumentando.
L’idea di Piero che era li, partecipe emotivamente e che a breve lo sarebbe stato anche fisicamente, mi faceva salire la libido a mille.
Anche se con un’altra donna, stavo realizzando il desiderio di fare sesso oltre la coppia e con la mente andavo senza freni. Immaginavo in un successivo incontro la presenza di altri uomini, la possibilità di giocare con altri cazzi assieme a quello di mio marito.
In breve eravamo nude, con le sole autoreggenti, unico elemento feticista a fare da cornice alla nostre cosce. Giulia completamente depilata, aveva attirato l’attenzione di Piero proprio sulla sua natura, fu così che sdraiata sotto di lei in posizione 69, con il suo sedere a pecorina indirizzato verso Piero aprii le sue natiche a mostrare i suoi due poli di attrazione ben dilatati e pulsanti. Non avevo mai toccato o visto così da vicina la zona genitale di un'altra donna, sentii la lingua di Giulia iniziare a scorrere tra le mie grandi labbra, io incuriosita iniziai ad immergere due dita nella sua vagina. Era già incredibilmente bagnata. La sua lingua dopo aver insistentemente lavorato tra il mio ingresso vaginale e l’orifizio anale si diresse decisa sul clitoride. Un brivido mi scosse rilasciando un primo micro orgasmo. “La lingua non ha sesso” pensai. Di ricambio iniziai a leccarle anch’io il clitoride, ma senza smettere di penetrarla con le dita. Sentivo Giulia avere delle piccole contrazioni, stava godendo, stavo facendo godere una donna pensai, sono proprio brava, ma tutto ciò rimaneva per me un preliminare, senza un cazzo, un bel cazzo, no party, mi dicevo. Interruppi quell’abbraccio presi Giulia per la mano e ci accostammo ai piedi di Piero in pieno stato confusionale da eccitazione dilagante.
Insieme gli sfilammo gli slip e con un’ intesa spontanea ci ritrovammo con le bocche sull’asta di mio marito gia tesa all’inverosimile. Le nostre lingue si rincorrevano dallo scroto al glande con soste più prolungate sulla cappella in un tentativo vano di annodare il suo cazzo tra le nostre lingue.
Stavo dividendo il sesso del mio amore con un’altra ed ero eccitata come non mai, mi piaceva sentire languire di piacere mio marito, ma non volevo che venisse, non ancora.
Mi alzai ed invitai Giulia a slacciare i polsi di Piero, che in trance e con il membro in procinto di esplodere, era letteralmente passivo nelle nostre mani.
Lo feci sdraiare a pancia in su, con l’asta puntata al soffitto, feci mettere Giulia a gambe divaricate in piedi sopra di lui con il suo sedere rivolto verso il volto di Piero.
La invitai poi a calarsi a mo’ di smorza candela e tenendo il cazzo di Piero indirizzato verso la sua natura assecondai la penetrazione. Giulia si introdusse l’uccello di Piero in tutta la sua estensione, prese a roteare il bacino rimanendo impalata per tutta la lunghezza. Portandosi indietro con le spalle invitava Piero a carezzargli i seni.
Tutto questo continuava a non suscitare in me gelosia, anzi, infoiata dalla situazione presi a leccare le palle di Piero ed il clitoride di Giulia.
L’eccitazione cerebrale aumentava nell’assistere così da vicino al cazzo di mio marito immerso nella fica rasata di Giulia, tentai così di insinuare contestualmente al membro di Piero, la mia lingua nell’intimità di Giulia. Ora Giulia aveva preso a scivolare su e giù lungo l’asta, lentamente, a volerne godere ogni millimetro mentre Piero strizzava e massaggiava i suoi seni. La maiala stava godendo ed io ero sempre più rapita dalla vista del cazzo di Piero che scompariva dentro di lei ad un ritmo sempre più elevato. Con la lingua mi posizionai alla base del cazzo pronta a raccogliere lo sperma che da li a poco sarebbe fuoriuscito, masturbandomi furiosamente il clitoride. Sentii Giulia guaire di piacere ed improvvisamente il sapore di Piero colare sulla lingua. Aveva sborrato, il porco era venuto senza ritegno nella fica di un’altra. Tolsi allora il cazzo dalla sua fica e famelica lo accolsi nella bocca, e continuando a masturbarmi leccai e succhiai quel nettare acidulo, formato dalla sborra di lui e gli umori di lei, raggiungendo rapidamente l’orgasmo.
Era mio. Oramai era nelle mie mani, non avrebbe mai più potuto ostacolare il mio desiderio di essere posseduta da più uomini....
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15 years ago
romeodp,
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Trio
E’ da un bel po’ di tempo che pensavo a ciò che è successo. All’inizio credevo fosse una fantasia e, come tale, sarebbe rimasta. In effetti è molto, troppo comune a tanti uomini il desiderio di possedere due donne contemporaneamente, vederle che godono assieme, sapere che le puoi nutrire col tuo seme. Ogni tanto sognavo, immaginavo e provavo a immedesimarmi in qualche attore porno che ne scopava due per volta. Insomma, nulla di più normale.
Avevo una ragazza fantastica, carina, calda, fantasiosa, e sempre disponibile alla mia bocca e alla mia lingua. Come me era davvero molto passionale, non perdevamo occasione per farlo ovunque: auto, spiaggia, parcheggi, scale, vasca da bagno.
Più volte uscimmo con amici e amiche, qualche volta esprimeva il suo parere su qualche amica carina con la quale trascorrevamo la serata, nulla di più. Una volta decidemmo di andare qualche giorno in campeggio, dalle nostre parti le spiagge non mancano e continuano a regalarci momenti indimenticabili. Arrivammo di venerdì sera. Cenammo con altri amici. Il vino e l’allegria scorreva meglio che un fiume in piena. Tra i nostri amici c’era anche una coppia fiorentina, lei molto carina, femminile, mora, lui alto, molto mite. La notai che spesso osservava la mia lei, che disinibita portava una minigonna vertiginosa e perizoma. Sembrava la desiderasse, sembrava che i suoi occhi proiettassero delle immagini proibite. Le vidi che andavano in bagno…prima fecero tappa in tenda…la mia curiosità era troppa e non esitai a seguirle con discrezione. La fiorentina ne approfittò per accarezzarle le cosce complimentandosi per la mini e per la forma fisica. Non potevo crederci. La mia lei era a suo agio…ci stava…ricambiò i complimenti prima con una carezza, con un bacio sul viso poi, e con la mano dietro la nuca dell’amica…si guardarono brevemente….sentivo qualche altra battuta e risata…poi sparirono dentro…..
…le sentivo mentre si baciavano…era così strano ma così bello…immaginavo ciò che succedeva dentro…in mente avevo il film della scena…sentì il rumore della zip del vestitino della fiorentina….il vestito aperto, scendeva sul corpo sinuoso…leggermente come un soffio di vento….continuavano ad accarezzarsi e scorrere le lingue dentro le bocche….il mio gonfiore dei boxer aderenti aumentava sempre più…sentivo il calore del mio sesso duro che saliva sul ventre……si sentivano i baci, e le voci soffuse che ansimavano…entrai…..il mio desiderio era quello di fare finta di essere capitato per caso…mi sentirono…mi chiamarono…la mia lei mi chiese di avvicinarmi perché aveva da mostrarmi qualcosa…entrai dentro…lo spettacolo che mi si presentò agli occhi fu fantastico…la nuova amica mostrava il suo culo mentre leccava la figa della mia lei…rimasi ad osservarle….non volevo mischiarmi, era bellissimo vederle che si leccavano con intensità, erano vogliosissime…le loro lingue scivolavano all’interno delle loro bocche, le mani entravano ed uscivano dalle loro fessure completamente umide di miele…iniziai a baciare la schiena della nuova amichetta, le mie mani scivolarono nei suoi seni, l’avevo presa da dietro..le mordevo il collo come se fossi un animale che blocca la sua femmina per scoparla…la mia lei mi spogliò lentamente e prese il mio cazzo in bocca…ero durissimo…la saliva, la lingua e la bocca lo rendevano di marmo…ero incredulo, sembrava un sogno…nel mentre avevo messo prima uno, poi due dita dentro la straniera dalle molte voglie…la mia lei continuava a pompare con la bocca…ad un certo punto lo indirizzò verso la figa spalancata dell’altra….entrai subito dentro di lei….lo infilai dentro fino in fondo, sentivo le palle che toccavano la sua pelle…lei ansimava e diceva che lo sentiva fino alla gola….a quel punto iniziai a spingere e dare colpi di reni con un ritmo sempre più incalzante…dopo un po’ lo spinsi nuovamente tutto dentro..mi fermai alcuni attimi sentendo la sensazione di riempimento che le potevo darle…lei godeva, mi baciava, mi toccava…io guardavo la mia lei che si masturbava….dopo essermi accorto che stavo per venire mi spostai e inondai la bocca della mia lei…non mi volli fermare, iniziai a leccare la mia lei mentre ancora si leccavano le bocche, la mia mano finì nella figa dell’altra…penetrai nuovamente con un dito poi con un altro..mentre leccavo aprivo gli occhi per gustarmi la scena…la tenda era diventata un tempio del piacere, i nostri corpi si avvinghiavano, gli odori e i sapori si confondevano in un’estasi di voci ansimanti….le loro mani mi fecero eccitare nuovamente….ora la mia lei mi cavalcava….io leccavo la figa dell’altra ed entrambe si baciavano attorcigliando le loro lingue ancora saporite di sperma….un triangolo perfetto, io la base e loro i lati….chiesi di cambiare posizione…ora la fiorentina la spaccavo da dietro, prona mentre leccava l’altra…io guardavo la scena con la speranza di non dimenticarmene mai…poi toccò alla mia lei essere presa da dietro…le infilai il mio cazzo durissimo nel suo buchino che prima avevo pensato bene di inondarlo di saliva e di baci..come sempre l’inizio è un po’ faticoso, poi scivolò dentro fino alle palle…dopo alcuni colpi sentivo il flusso di sperma copioso che saliva dalla vena grossissima…lo tolsi e venni sul seno dell’altra…. …sentivo il sapore del mio liquido misto al sapore del miele dei loro corpi, non avevo mai sentito nulla di più bello…non chiesi nulla ….eravamo in armonia perfetta….
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15 years ago
admin, 75
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Il giocattolo
Il giocattolo
Sono sdraiata sul letto a cosce aperte, un giovane di ventidue anni mi stà leccando la fica, sono vicina all’ennesimo orgasmo ……. Mmhhmhmmmhhmh……… siiiiiiiiiiiiiiiiiiii ……. Siiiiii ….. VENGOOOOOOOoooooo , sono scossa dal piacere, la sua lingua è un serpente che si insinua dentro di me con rapidi movimenti rotatori e le mie cosce poste sopra le sue spalle gli permettono di portare le mani in alto e di torturarmi i capezzoli …. Sento una nuova ondata di piacere scorrere dalla testa verso il ventre , incontenibile , mi stordisce la facilità con cui riesce a portarmi così velocemente all’orgasmo …. Siiiiiis……… mhhmhmhmhm …… siiiiii …. Vengooooooo …… scossa dall’ennesimo orgasmo giro lo sguardo alla mia sinistra, i miei occhi osservano il viso estasiato di mio marito Giulio che ammira l’operato del giovane Luca che mi stravolge a suon di leccate …. è Giulio che comanda il gioco, io oggi ho compiuto quaranta anni, e questo è il mio regalo speciale come lo ha definito lui, in piedi vestito al lato del letto osserva eccitato tutto ciò che mi sta facendo , senza perdesi un solo gemito dl mio piacere …. “ dai ora mettiglielo in bocca ”. ordina e prontamente Luca si stacca dalla mia fica, si inginocchia al lato del letto e io mi ritrovo lo splendido cazzo di enormi proporzioni davanti alla faccia. Sono scioccata, non avevo mai visto nulla del genere, e nello stesso tempo un brivido di paura mi percorre tutto il corpo … ma sarò in grado di prendere dentro questo palo di carne che non riesco a tenere stretto neanche usando entrambe la mani? Non mi da il tempo di riflettere, sento prepotente la cappella entrare in bocca, cerco di aprirla il più possibile, ma non riesco a farla entrare … “ dai succhialo, leccalo bene che poi ti scopa“, è di nuovo la voce di mio marito a riportarmi con la mente a quello che sto vivendo, un bellissimo sogno che si avvera. Le mani di Luca mi toccano i seni, sono estasiata, lo voglio, e Giulio sembra leggermi nel pensiero ….. “ dai, ora mettilo dentro“ …. Mi distendo supina, apro le cosce, sento la cappella avvicinarsi alla fica … ho un attimo di esitazione che subito viene fugata dal’ entrare del membro dentro di me ……. Siiiiiii ……. daiiiiii …… siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …..mhhhmmmm ….. e mentre sento il palo scivolare lungo la pareti della vagina abbondantemente lubrificate la voce mi muore in gola, spalanco la bocca ma non riesco a dire nulla, poi di colpo sento la cappella battere contro il collo dell’utero e un’orgasmi mi sconvolge improvviso, tremendo …… VENGooooooooo!!!!!!!!!!!!!! ……. ma la voce non esce dalla mia spalancata bocca, l’urlo lo sento io dentro di me …. Luca si ferma, mi lascia il tempo di riprendermi e al mio corpo di abituarsi a quel palo dentro di me …… e come semi avessero sverginato per la seconda volta ….. allungo la mano e scopro che solo tre quarti del cazzo e dentro di me e io mi sento come infilata in un meraviglioso palo che prende a muoversi dentro e fuori, e ad ogni affondo un pò di più ne entra dentro , il fiato non torna, la bocca è sempre spalancata, ma ho di nuovo un orgasmo…. Siiii … daiiiiiii …… vengoooooooooooo …. Godooooo …. Godoooooo!!!!!!!!!! … ummmmhhhhmmm … è tutto quello che riesco adire mentre il mio corpo teso per l’orgasmo ora si abbandona come una bambola di pezza, lascio che lui mi sbatta, abbandono ogni reazione sono sua , un giocattolo nelle sue mani , affascinata dalla potenza del suo membro che mi scopa, sfonda, impala, uccide di un piacere mai provato, perdo il conto degli orgasmi, sono in uno stato di semi incoscienza dovuta al tanto godere, poi sento la voce di Giulio che ordina “ dai cambia posizione, mettila sopra“ … lui esce, improvvisamente sento come se dal mio corpo fosse strappato un pezzo, una terribile sensazione di vuoto fra le gambe, la fica oscenamente aperta, mi riprendo a mala pena, lui si sdraia sotto, io mi alzo e poi mi appoggio al suo petto, respiro corto, poi riesco a cavalcare il palo, lo porto alle labbra della fica che ancora erano rimaste dilatate e ……. Siiiiiiiiiiiii …. aaaaaaaaaahhhhhhhhh …… siiiiiiiiiii …….. mi lascio cadere di peso sul piolo , mi sfonda, ma non mi importa, lo voglio ….. “ dai, dai sbattitelo dentro, godi, che poi ti faccio fare il culo “ … la voce di mio marito mi scuote dal torpore, e un forte brivido di paura mi assale … ma dove lo metto un palo così nel culo? , non ho tempo di riflettere, lui incomincia a lubrificare il buchetto posteriore, mi mette del gel insinuando prima un dito, poi due, e alla fine tre …. Siiiiiiiii ……. Vengooooooooooo ….. ora godo, lo sento arrivare in gola il cazzo di Luca, ma continuo sborrare ininterrottamente fino a che sfinita mi accascio sul suo petto … “ dai è ora di romperle il culo“, temevo quel comando e nello stesso tempo non aspettavo altro. Mi rigirano, mi mettono insieme un cuscino sotto il ventre, così il mio sedere rimane bello alto perfettamente il linea con il cazzo di Luca, Giulio tiene entrambe le chiappe aperte, “ Luca ti prego fai piano“ riesco appena a dire quando sento la cappella iniziare la discesa dentro di me ….. pianoooooooo ….. hhhhaaaaaaaaaaiiiii …. Grido, sento che mi spacca il culo …. Inesorabile lui entra, stringo i denti, cerco di rilassarmi. Giulio lascia le chiappe , e si porta con la mano sotto di me, toccandomi il clito, questo mi procura subito del piacere e l’inculata diventa molto presto un piacere … “ dai mettilo dentro tutto, sfondala“ , ordina Giulio, e Luca ubbidisce prontamente, spinge il cazzo tutto dentro le mie viscere e improvvisamente sento lo scroto battere sulle chiappe, “ l’ho tutto dentro!!!“, una soddisfazione enorme per me sapere che mi sono infilata quel palo nel culo mi procura il mio primo orgasmo anale …. Gooooddddddddddddddooo !!!!!! …. Siiiiiiiiiii ….. vengooooo …. scossa mi abbandono, e sento lui che ora mi pompa a ritmo accelerato, Giulio allora apre la patta dei pantaloni e tira fuori il suo cazzo, niente a che vedere con il palo che mi scopa, un cazzetto di pochissimi centimetri e di una circonferenza non più grande di un dito pollice, me lo mette in bocca, lo succhi con avidità, lui incita Luca a sborrare … “ dai schizza, riempile il culo e il viso “ . intanto sento che lui mi sborrerà presto in bocca è eccitatissimo, Luca accellera, io trattengo un poco mio marito ma l’ennesimo orgasmo mi sconvolge ….. hmmmmhmmm …. Venguuuummmm … immediatamente ricevo la sborrata di Giulio, la succhio è poca e contemporaneamente Luca inizia a farcirmi il culo con schizzi di caldissima sbarra ….” Sborroooo” urla … “ anche in bocca” grida Giulio, sento per l’ennesima volta strappare il palo da dentro il mio corpo e subito dopo alcuni schizzi di bianco nettare colpirmi il viso, apro la bocca e riesco a succhiare l’ultimo mentre la sborra mi cola dal culo e dal viso. Luca si distende ansimante per lo sforzo accanto a me, il suo meraviglioso corpo sudato emana un profumo di maschio che mi stordisce, intanto Giulio si avvicina al mio viso, mi bacia sulla bocca ancora impastata di sborra, ci succhiamo le lingua a vicenda, adoro quest’uomo, lo amo da morie, è dolce , sensibile, mi ama alla follia, come questa pazzia di trovare ed assumere esclusivamente per me un giovane per scoparmi. Lui quando ci siamo sposati mi disse subito che aveva il cazzo piccolo, in effetti sarà lungo si e no dieci centimetri e pochissimi di circonferenza. Ma lo amavo tanto che non me ne importò nulla, lui a letto in tutti questi anni è stato un compagno perfetto, mi leccava fino a sfinirmi, e mi metteva dentro il suo cazzetto che quasi non lo sentivo. Mi ha anche offerto di andare con altri uomini, ma per l’amore che provo per lui non me la sentivo di umiliarlo, poi col tempo si è reso conto che non poteva andare avanti così, allora prima abbiamo cominciato con dei vibratori, poi un suo amico medico che presta assistenza sanitaria dentro un orfanatrofio gli ha parlato di alcuni elementi ben dotati che spesso la direttrice si faceva. Giulio ha chiesto a lui di esaminare i migliori, sia fisicamente che più dotati. Il responso è stato che vi erano tre potenziali candidati, il primo ben messo fisicamente era ben dotato, il secondo più massiccio era molto dotato, il terzo, Luca, meno prestante fisicamente era quello con una dotazione fuori dal comune. Giulio mi guarda, sono sfinita dal piacere, da un altro bacio … “ sono contento che il mio regalo ti sia piaciuto ….. buona notte amore mio“, e si alza dal letto va verso la porta ed esce per andare a dormire nella camera degli ospiti, io mi rigiro, abbraccio Luca, da questa notte nel mio letto ci dormirà solo il mio giocattolo …..
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15 years ago
admin, 75
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Una zietta porcella
E' davvero una bella cavalla.
Questo è stato il commento che ho sentito su di lei quella sera.
Non che possa trovarmi in disaccordo, anzi, solo che il termine non mi piace troppo, ha l'aria di essere qualcosa di spregiativo e siccome io le donne in genere le adoro preferisco usare altri aggettivi più consoni.
Comunque il tutto è accaduto in un centro commerciale in città.
Ci ero andato solo per godermi un po' di aria condizionata e per dare una sbirciata alle vetrine ed invece ho avuto l'occasione di sbirciare ben altro.
Stavo guardando una magnifica vetrina di intimo femminile, altra mia grandissima passione, ed ero un po' perso con la testa tra pizzi, merletti, tanga, reggiseni, calze velate ed altri “ammennicoli” del genere.
Il difficile è immaginarli indossati dal corpo giusto ma mettendomi d'impegno ci riesco piuttosto bene.
Il commento lo fanno due ragazzi che, fermi davanti alla vetrina successiva, stanno osservando con notevole interesse qualcosa all'interno. Incuriosito mi avvicino facendo finta di niente e do un'occhiata anch'io.
Alla faccia del bicarbonato di soda, si tratta davvero di un bellissimo esemplare, direi se concordassi con il termine usato dai due.
Dico invece che si tratta di una bellissima donna: circa quarant'anni, mora, capelli lunghi fino a metà schiena, abbronzata ma non troppo, ovvero quella magnifica tonalità caffellatte che valorizza la pelle, un bel seno che tende una semplice camicetta bianca, un sedere a mandolino da urlo inguainato da una gonna nera piuttosto attillata, due gambe da modella infilate in sandali dal tacco alto e, guarda guarda, un sottilissimo braccialetto da caviglia; uno spettacolo.
E lo spettacolo è anche migliore perché sta scegliendo tra una decina di completini vari che in genere definisco “da sesso”.
Non posso fare a meno di restare a guardarla ed immaginare quale potrebbe acquistare, mentre i due ragazzi si allontanano: lo spettacolo è troppo poco esplicito per interessarli.
Io invece persevero, rimango ad ammirarmela finché non decide l'acquisto.
Strano ma vero è lo stesso che le avrei scelto io, una guepiere completa di reggicalze, tutto di raso bluette con bordura in pizzo sempre bluette ma di una tonalità leggermente più chiara e con coppe a balconcino, calze (e dico calze, non autoreggenti) in tinta, sottilissimo tanga satinato e collarina in tinta con un piccolo fiocchetto turchese.
Accidenti, beato l'uomo che ammirerà lo spettacolo.
Si fa impacchettare il tutto, paga ed esce.
Non resisto alla tentazione di seguirla per un tratto, anche perché ha un modo di ancheggiare che è tutto un programma.
Si ferma davanti a varie vetrine; controlla la merce esposta; entra in un negozio; si accende una sigaretta ed io sempre dietro.
Come pedinatore devo essere proprio una schiappa perché dopo una decina di minuti si è perfettamente accorta che la sto seguendo, ogni tanto si volta e da una sbirciatina controllando se ci sono.
Porca miseria, non solo non protesta e non fa niente per seminarmi, ma alla vetrina successiva, dopo l'ennesima sbirciata, con la scusa di controllare una cosa sul fondo della vetrina si piega a novanta gradi spingendo il culetto in fuori e piazzandolo direttamente sulla linea di tiro dei miei occhi.
Chissà, forse le piace farsi ammirare. Invece, al negozio successivo, appoggia la borsa per guardare un paio di prodotti e poi si allontana senza riprenderla.
Come scusa è vecchia come il mondo ma questo non fa differenza: scatto veloce, afferro la borsa e la seguo.
La riprendo fuori dal negozio e mi avvicino.
Facciamo le presentazioni, lei si chiama Adriana e partono le solite smancerie, i soliti complimenti, le solite cosette varie più la punzecchiata finale.
- Sarebbe stato un peccato perdere un completino bello come questo. - Nessun imbarazzo da parte sua ne tantomeno un gesto di meraviglia riguardo al fatto che so cosa c'è nella borsa.
- Piace anche a te questo tipo di biancheria? - chiede.
- Eccome! L'adoro! Anche se a dire la verità preferisco ammirarla dal vivo e, come dire, con il... ripieno giusto. –
Espressione maliziosa da parte sua: allarga leggermente le braccia e sussurra - Un ripieno così andrebbe bene? -
Cosa dovrei rispondere, secondo voi?
- Assolutamente perfetto! - Le prendo la borsa della merce e le porgo il braccio, lei si appoggia leggermente e partiamo.
Strano ma vero, il beato che godrà della vista di quel articolo sarò proprio io. In meno di un quarto d’ora siamo a casa sua.
Lascio la machina in garage e saliamo con l'ascensore.
Durante il tragitto abbiamo chiacchierato del più e del meno come due semplici amici, senza nessunissimo gesto compromettente.
Arrivati nel suo appartamento ci sediamo in salotto continuando a parlare; dopo una decina di minuti di chiacchiere sempre più tendenziose, la maggior parte riguardanti la biancheria intima piccante, fa la sua mossa.
- Vuoi qualcosa da bere? - mi chiede, - Caffè, te... - attimo di pausa e risatina soffocata. - ...Me! - Non posso fare a meno di ridere assieme a lei, è una battuta talmente vecchia da aver bisogno delle bretelle per stare su.
Comunque sto al gioco. - Te, naturalmente! -
- Mi aspetti qui per un paio di minuti? - fa alzandosi e lisciando la gonna.
- Molto volentieri. - Sparisce nel corridoio ed io pregusto il momento in cui la rivedrò.
Cinque minuti più tardi rientra: è avvolta in un kimono blu scuro con degli aironi grigio perla ricamati e indossa lo stesso paio di sandali neri.
Si avvicina a me mentre mi alzo in piedi.
- A te il compito. - dice sporgendo in avanti il bacino ed indicando il nodo che tiene chiusa la cintura.
Ne tiro i bandoli ed il kimono si apre: lei abbassa leggermente le spalle e l'indumento cade silenziosamente ai suoi piedi.
Come avevo previsto il completino le sta a meraviglia.
Ruota lentamente su se stessa permettendomi di ammirarla dalla testa ai piedi.
Il bluette risalta sulla sua pelle abbronzata valorizzandola perfettamente.
Senza rendermene conto in un minuto me la trovo addosso in un bacio da capogiro.
Si è incollata a me come una tellina, facendo aderire ogni centimetro del suo corpo al mio. Sento attraverso la camicia i suoi seni dai capezzoli eretti contro il petto mentre il suo pube si strofina contro il mio con un lento movimento ondeggiante, poi si abbassa lentamente senza perdere il contatto, mi slaccia i pantaloni e mi tira fuori l'uccello che ormai ha la densità del marmo.
Mi stimola con le labbra e la lingua poi, finalmente lo prende in bocca.
Rimango li a godermi il servizio per qualche istante poi la prendo sotto le ascelle e la costringo ad alzarsi.
E' il mio turno di inginocchiarmi davanti a lei, le faccio appoggiare un piede su una sedia, scosto gli slip ed infilo la lingua tra le sue grandi labbra; ha il pube coperto solo da una strisciolina di peli neri larga meno di due centimetri mentre il resto dell'inguine è liscio e depilato alla perfezione.
Prendo a leccarla con passione e lei, quasi subito mi afferra la testa ruotando il ventre contro la mia bocca.
- Dio, si! Sei bravissimo! - mormora, - Li, leccami li, sul grilletto. - guida la mia testa ed io obbedisco più che volentieri.
Dopo cinque minuti di quel trattamento le gambe le iniziano a tremare, ansima sempre più rapidamente e, con un ultimo sussulto, viene contro la mia lingua.
E' senza fiato, ma mi prende la mano e mi guida in camera da letto.
Mi fa distendere, scalcia via le scarpe e, dopo essersi assicurata che il mio cazzo sia duro al punto giusto con un paio di risucchi da primato, mi scavalca e se lo infila nella fica.
Da come agisce è evidente che le piace condurre il gioco: per me di sicuro non è un problema, la lascio fare molto volentieri.
La sento pulsare contro di me e già questo rende difficile resistere, poi inizia a cavalcare impalandosi da sola.
Si punta contro il mio petto e agita il bacino in una danza erotica da infarto; io nel frattempo mi dedico con la bocca alle sue tette e con le mani al suo culo, impastandolo e massaggiandolo.
Sembra indiavolata, si sfila l'uccello dalla fica, si rigira di schiena e se lo reinfila dentro, ora ho sotto gli occhi il suo culetto favoloso incorniciato dalle sottili striscioline del reggicalze.
L'ano palpita invitante a ritmo con la cavalcata ed io l'assaggio con un dito, lei mugola e rincula per quanto le permette il mio cazzo infilandosi più in profondità il mio dito - Siii! - mormora, - Ancora! - eseguo prontamente ed un altro dito segue il primo.
Lei si sbatte con più forza reggendosi con una mano alle mie gambe e con l'altra tormentandosi i capezzoli.
Con un brivido che la scuote completamente viene una seconda volta.
Non mi è mai capitata una donna come questa.
Cambia di nuovo: lascia le mie gambe e, con un rapido contorcimento, si mette accosciata sopra di me, che continuo a tenerle infilate nel culo due dita.
Continua così per un paio di minuti borbottando frasi prive di senso e mugolando di libidine.
Dal canto mio sto faticando un mondo a trattenermi, se non mi concede un attimo di respiro le schizzo nella figa a tempo di record.
Per mia fortuna si è nuovamente stancata della posizione, si alza in piedi, fa un giro su se stessa e si piazza a cavalcioni della mia faccia.
- Leccami ancora, mi piace come l'hai fatto prima. - Per me è una benedizione, mi stava sfiancando.
La sua figa gronda di umori tanto che all'interno delle cosce le calze sono completamente intrise di ciprigna.
Mi applico di lingua, ma questa volta un paio di passaggi sullo sfintere anale glieli do davvero volentieri.
Lei accoglie queste attenzioni con dei mugolii più accentuati.
Mi sto impegnando su quel lavoro così piacevole quando un rumore dal soggiorno mi blocca completamente.
Rimango li ad orecchie tese con la lingua sul suo grilletto ad ascoltare attentamente: inutile, sono delle chiavi che girano nella serratura della porta di casa.
Mi aspetto da un momento all'altro la fatidica frase - Cielo, mio marito! - invece lei, per quanto sono convinto abbia sentito perfettamente il rumore, se ne frega altamente, mi passa una mano tra i capelli e mi preme la faccia verso il pube.
Per quanto sul chi vive ricomincio a leccarle il clitoride e già che ci sono le infilo un paio di dita nella figa.
Il duplice trattamento da presto effetti e nell'arco di un paio di minuti viene di nuovo.
Cavolo, se non si può definire multiorgasmica questa!? TRE orgasmi nell'arco di si e no un quarto d'ora! Ma non è soddisfatta, mi ha riempito la faccia di broda calda ma vuole il resto, si piazza a quattro zampe sul letto e sculetta nella mia direzione.
- Dai, prendimi da dietro. - Mi invita.
Per fortuna la leccata e la distrazione mi hanno fatto passare il grosso della tensione, altrimenti...
Inginocchiato dietro a lei le punto il cazzo alla fica e glielo pianto dentro d'un colpo solo.
Iniziamo a muoverci contemporaneamente in qualcosa che sembra più un incontro di lotta che una scopata.
Sono talmente immerso in quella battaglia che non mi accorgo minimamente che la porta si apre finché la figura entrata non si piazza proprio davanti a noi.
Alzo gli occhi e mi trovo davanti una ragazzina che forse (spero) arriva a diciotto anni.
Il rumore di prima, dunque, non era frutto della mia immaginazione.
Mi blocco nella fica di Adriana e resto impalato a guardare la ragazza che ci sta osservando con enorme interesse nonché una buona dose di libidine negli occhi.
Adriana alza la testa, sorride e - Ciao, Elisa. - Dice come se niente fosse.
Al tempo, prego! Chi cavolo è la nuova arrivata? Il dubbio lo scioglie Elisa stessa rispondendo al saluto di Adriana.
- Ciao zia! - e si china a darle un bacio sulle labbra.
Segue un secondo bacio, un terzo, un quarto: finiscono con un lingua in bocca stile gastroscopia mentre Adriana, tanto per mantenere l'allenamento si agito sul mio uccello.
Quando si staccano hanno il fiatone, e non dalla fatica si intende.
Adriana fa sedere la ragazza sul bordo del letto e fa le presentazioni.
- Ti presento Elisa, la mia nipotina. Ogni tanto viene a trovarmi ed a tenermi un po' di compagnia. – a questo punto, posso immaginare di che tipo.
- Non per guastare la festa, ma non ti sembra un po' giovane? - bisbiglio all'orecchio di Adriana che, staccatasi dal mio cazzo, si è distesa al mio fianco.
- Ha passato i 19 da un paio di mesi. - Replica lei tranquilla: tiro un sospiro mentale di sollievo perché in effetti ne mostra più o meno 15.
- Saluta il mio amico. - Elisa si sporge verso di me ma anziché stringermi la mano mi agguanta l'uccello e gli da una sgrullata.
- Piacere. - dice.
Alla faccia del cazzo.
- Piacere mio - rispondo. Elisa si volta verso sua zia.
- Mi dispiace di averti disturbato. - Sarà vero, ma non molla il cazzo. - Se vuoi torno più tardi. - Adriana le guarda la mano e quello che stringe, poi sorride e le accarezza un seno attraverso la camicetta.
- Non disturbi mai, piccola. E visto che ci sei, hai voglia di darmi una mano? - Ho un brivido e non capisco se si tratta di eccitazione o paura: l'idea di farmela con due fighe contemporaneamente mi aggrada parecchio ma, avendo già sperimentato Adriana, non so mica se ci riesco a tenerle a bada.
La ragazza sorride e fa cenno di si con la testa.
- Allora datti da fare, bambina - Dichiara asciutta Adriana, sistemandosi il cuscino dietro alla testa, preparandosi a godersi lo spettacolo.
Elisa in un lampo scalcia via le scarpe, si sfila la maglietta, sgancia la gonna e si toglie le mutandine.
Un altro secondo ed è distesa tra le mie gambe e mi lecca l'uccello, unto dagli umori della zietta, come fosse un gelato.
Come tecnica è un po' strana ma niente affatto spiacevole.
Adriana osserva rapita la nipote e si sgrilletta con furia.
Per contribuire anch'io mi contorco un po' e riesco ad infilarmi tra le sue gambe, ricominciando a leccare.
Evidentemente Elisa è più che pronta a ricevere la sua parte perché mi molla l'uccello e, salitami sopra, se lo infila in corpo.
Ha la fichetta decisamente stretta ed al momento fa una smorfietta di fastidio ma una volta entrato completamente sento che si rilassa notevolmente.
Ha uno stile decisamente differente da Adriana, meno irruente, meno aggressivo, si fotte da sola lentamente, facendo entrare ed uscire il mio cazzo centimetro per centimetro; è anche molto più silenziosa della zia e si gode la penetrazione con un basso mormorio cadenzato.
Trovandosi a fica vuota Adriana decide di arrangiarsi come può.
Si alza, apre un cassetto di un mobile e ne tira fuori una valigetta.
Quando la apre riesco a vedere un vera e propria collezione di vibratori.
Ne prende un paio di varie misure e si stravacca nuovamente sul letto.
Sceltone uno se lo infila nella fica a gambe spalancate e ci osserva che scopiamo. Con Elisa è chiaro che spetta a me prendere le redini in mano, quindi decido di cambiare: la rovescio sul letto, le alzo le gambe fin sopra la testa e, inginocchiato davanti a lei glielo rimetto dentro.
La ragazza guaisce ma non protesta, anche perché non gliene do certo il tempo. Adriana mi incita continuando a ficcarsi con forza il vibratore nella fica.
- Dai, sbattila per bene. Falle sentire il cazzo fino in fondo. Allargale per bene la fichetta. - Agguanta un secondo vibratore, decisamente più piccolo del primo, se lo punta sullo sfintere anale e si penetra lentamente.
- Cazzo quanto mi piace. - Balbetta riprendendo a fottersi da sola.
Lo spettacolo mi ha distratto per un attimo, ma le pulsazione della figa di Elisa attorno al mio cazzo mi fanno ritornare al lavoro che sto facendo: mi guarda ad occhi spalancati e lucidi, con una buffa espressione sorpresa stampata sulla faccia.
Fa piccoli respiri ansimanti e mi stringe le braccia sempre più forte poi punta la testa contro il cuscino, inarca la schiena e viene contro il mio cazzo con un lungo e sibilante sospiro.
Io mi fermo per darle il tempo di riprendere fiato ma Adriana è in agguato, si è avvicinata a quattro zampe ed ora reclama un po' di attenzioni.
Mi fa scostare e si piazza in mezzo alle gambe di Elisa con un vibratore in mano.
- Mentre coccolo un po' Elisa, perché non riprendi da dove avevamo interrotto? - mi dice sculettando. Io mi sacrifico più che volentieri.
Mentre lei inizia a leccare di buona lena la nipotina infilandole contemporaneamente in fica il vibratore, io ricomincio a fotterla da dietro. Non passano nemmeno cinque minuti ed Elisa si tende di nuovo: deve essere una caratteristica di famiglia venire a raffica! Il culo di Adriana è proprio sotto il mio naso ed essendo un attrazione per me irresistibile, dopo averlo tormentato con un dito, mi accingo a riempirlo con il cazzo.
Mi sfilo dalla sua fica e lo punto sull'entrata posteriore.
- Aspetta. - mi blocca Adriana. Sposta le ginocchia e si stende sulla pancia, poi si prende le chiappe e le allarga.
- Così mi piace di più. - Per me va più che bene: mi metto a cavalcioni sulle sue gambe reggendomi con una mano, mentre con l'altra punto l'uccello al suo buco ed inizio a spingere.
La cappella si fa strada e, quando e quasi passata, mi lascio cadere di peso su di lei penetrandola di colpo tutto in una volta.
Lei grida e stringe i denti poi sibila un - Porco! -
Prendo a stantuffarla con una certa cattiveria mentre lei non stacca più la bocca dalla fica di Elisa.
Sento che la sborra, già fin troppo trattenuta nelle palle, mi ribolle pronta a schizzare: penso un attimo ad Elisa che ha avuto una razione davvero piccola di cazzo, ma la voglia di scaricarmi in quel budello bollente mi sta sopraffacendo.
Sto quasi per sfilarmi dal culo di Adriana ma lei mi previene.
- Vienimi dentro. - rantola abbandonando la fica della nipote. - Riempimi il culo, dai. - Mi fermo per un attimo.
- E Elisa? - riesco a chiedere in un piccolo moto di altruismo.
Adriana gira la testa verso di me e sorride.
- Te lo facciamo ridiventare duro noi, non preoccuparti. - Questo è molto probabile.
- Quand'é così! - mi rimetto a pomparla sbattendola con cattiveria, affondando in lei quasi con rabbia e godendo nel sentire il suo sfintere contrarsi attorno alla mia asta. Lei continua a tenersi le natiche divaricate ed è tesa all'indietro come un arco.
Mi sprona a riempirle il culo, a farle un clistere di sborra, a sfondarla. Io alzo gli occhi un attimo giusto in tempo per vedere Elisa che si è impadronita del vibratore e lo fa andare a tutta forza.
Sento l'orgasmo montare, tendo le braccia e sferro gli ultimo fortissimi colpi nel culo di Adriana che a sua volta sta raggiungendo il climax del piacere.
Do un altro colpo, rimango piantato a fondo nel suo culo e schizzo come un geyser nel suo intestino, gorgogliano un frammentato - Veeengggooo. - nel suo orecchio.
Mi abbatto sopra di lei, che è venuta proprio quando le ho irrorato il budello, e rimango li boccheggiante senza fiato.
Con uno sforzo riesco a sfilarmi da lei e a rotolarle al fianco.
Lei si solleva con fatica sulle ginocchia; si passa una mano fra le natiche e la ritira coperta di sperma.
- Cazzo quanta ne hai fatta! - esclama.
- Hahufff - e tutto quello che, almeno per il momento, riesco a dire. Adriana mi guarda e sorride.
Sento Elisa che si muove accanto a me, avanza lentamente al mio fianco e si appropria del mio cazzo che, lentamente ma inesorabilmente, si sta ammosciando.
- Posso? - chiede.
E' certamente una domanda retorica perché senza aspettare risposta lo prende in bocca ripulendolo per bene.
Io chiudo gli occhi e prendo un attimo di pausa.
Quando li riapro nipote e zia sono impegnate in un 69 con urlo.
C'è un sordo ronzio che invade la camera: sono i vibratori che vanno a tutto spiano.
Adriana ne ha infilato uno nella fica di Elisa e la ragazza a ricambiato e raddoppiato, infilandone uno per buco della zietta.
Si leccano con trasporto ed io decido di approfittare per godermi lo spettacolo e riposarmi un po'.
Almeno per il momento dimentiche di me, si trastullano tra di loro; dall'affiatamento è evidente che non si tratta della prima volta che si dedicano a questi passatempi. Hai capito Adriana? Le piace, e non poco, il cazzo, rimorchia uno sconosciuto e se lo fotte, si fa la nipotina, ha una collezione di vibratori: davvero un bel tipetto.
Mentre penso a queste cose le due porcelle hanno deciso che è il momento di riprendere in mano un attrezzo di carne, si sciolgono dall'abbraccio e si buttano sul mio uccello che, dato lo spettacolo, aveva già iniziato a dare segni di ripresa.
Con due bocche e due lingue che gli si dedicano per bene la ripresa diventa quella di una Ferrari da Formula Uno ed in men che non si dica è pronto a dare nuovamente battaglia.
- Stavolta tocca ad Elisa. - dichiara Adriana tirando nuovamente su di se la ragazza e riprendendo a leccarla.
La nipotina sembra decisamente gradire sia la leccata sia la prospettiva di godersi il mio cazzo.
La posizione è ottimale: è praticamente alla pecorina con la zia sotto la pancia.
Mi metto dietro di lei e saggio con un dito l'accoglienza della fichetta: è fradicia di umori. Intanto Adriana da un'altra succhiata al mio cazzo tanto per sicurezza.
Io mi godrei anche il pompino ma Adriana la pensa diversamente: si sfila l'uccello di bocca e lo punta alla fichetta della nipote.
Una bella spinta e le sono dentro.
La prendo per i fianchi e inizio a sbatterla per bene mentre lei si dedica a leccare la zia, ricambiata per benino (con qualche interruzione per darmi una slappata alle palle).
Ditemi che sono monomaniacale, ma il buchino posteriore di Elisa mi alletta parecchio.
Tanto per esperimento lo stuzzico con un dito.
La ragazza solleva la testa.
- Li no, non l'ho mai preso! - mi avverte.
Avete presente che effetto fa sventolare un drappo rosso davanti al naso di un toro? SI?
U - GUA - LE !!
Adriana lo capisce al volo ed interviene.
- E' una buona occasione per provare, Elisa. - La ragazza tenta di divincolarsi ma Adriana le blocca il sedere abbracciandola, mentre io mi sfilo dalla fichetta.
- Mi farà male! - protesta la ragazza, anche se con non troppa convinzione.
- Solo al momento. - ribatte Adriana convinta. - Poi vedrai che gusto! Non hai visto me prima? -
- Si, ma tu ci sei abituata! -
- E lo sarai anche tu! - Mentre si scambiano queste battute mi sono dedicato al buchino di Elisa, giocandoci con le dita. Passo alla lingua e si nota subito la differenza: la ragazza rabbrividisce ma sembra gradire quel tipo di leccata.
Spingo la punta della lingua nel forellino e sento che si contrae, stringendomela.
La muovo un po' e lo sfintere reagisce allargandosi e contraendosi.
Spingo ancora e si serra, muovo la lingua e palpita.
Nel frattempo approfitto per insalivare per bene il tutto.
Quando penso di averla fatta rilassare a sufficienza mi rimetto dietro a lei bagno l'uccello sulle labbra della sua fichetta e glielo punto sul culetto.
- Adesso rilassati, prendi un bel respiro e spingi come se dovessi andare al gabinetto. - la istruisce Adriana.
La ragazza esegue.
Quando sento il suo sfintere aprirsi leggermente sotto la sua spinta addominale, spingo delicatamente.
- Soprattutto non stringere il culetto, bambina. - La redarguisce la zia.
E decisamente stretta ma lentamente la cappella si fa strada.
Elisa respira rapidamente ma fa come da istruzioni.
Finalmente la punta del cazzo passa l'anello di muscoli: mi blocco immediatamente per darle il tempo di riprendere fiato ed abituarsi.
- Mi sembra di avere un tronco dentro. - Magari si potesse definire così il mio cazzo.
- Resta rilassata più che puoi. - le risponde Adriana.
Fino a quel momento ha seguito estasiata la penetrazione, ora invece incolla la bocca al clitoride della nipote e prende a succhiare come un vitello.
La ragazza reagisce nel modo migliore ed inarca la schiena rinculando leggermente.
Senza rendersene conto si sta affondando il cazzo nel culo da sola.
Io l'aiuto un po' ed in men che non si dica sono completamente dentro di lei.
- Oh Dio! - Geme. - Non posso, solo la puntami mi sfonda, non riuscirò mai a prenderne di più. - dice.
Non si è nemmeno accorta che più di così non ce n'è.
- Guarda che ormai è fatta. - le dico.
Lei si volta di scatto.
- Come? - allunga una mano e mi sfiora il basso ventre: di cazzo ne resta fuori giusto un mezzo centimetro.
Tira due rapidi respiri: prima che possa dire qualcos'altro mi ritiro leggermente.
Lei spalanca la bocca e guaisce.
Mi ritiro quasi del tutto poi inverto il movimento.
Lei lascia uscire un Haaaa smorzato ma non protesta.
Il movimento che le impongo è lento e costante affinché il suo sfintere si abitui alla mia presenza.
Dopo una decina di pompate sento che si sta veramente allargando ed aumento il ritmo.
Adriana continua a leccarle la fighetta e le due cose messe assieme iniziano a piacerle.
Mi muovo più veloce ed inizio a sbatterla nel vero senso della parola mentre lei comincia apertamente a mugolare di piacere.
La prendo per i fianchi e la stantuffo con tutte le mie forze, sbattendole il cazzo nel culo quasi con rabbia.
- Si... dai... si... ancora... dai... si... - inizia a dire ad ogni mio affondo.
- Ti piace, vero? - Le chiedo.
- Si... mi...piace... è... strano... così... mi... fai... godere... - Ormai il ritmo è indiavolato, entro ed esco dal suo culetto come un pistone mentre lei barcolla sotto i miei colpi.
So che in questo modo vengo tra poco, ma non mi interessa, voglio riempire quel culetto burroso come ho fatto prima con sua zia. - Tra poco ti sborro in culo. - le mugolo in un orecchio.
- Siiii! Sborrami dentro. - risponde lei quasi in un urlo.
Le stringo le chiappe fino a farmi sbiancare le nocche e la fotto a tutto spiano, sento il formicolio nelle palle, il cazzo mi sembra che mi scoppi, sento la cappella ingrossarsi.
- Vengo! - Sborro in quel buchetto stretto, le allago l'intestino, le faccio in clistere di sperma e lei viene con me, cadiamo addosso ad Adriana, incapaci di reggerci sulle braccia.
Lentamente mi sfilo dal suo sedere, il cazzo ancora gocciolante, e Adriana lo prende al volo e si mette a ripulirlo. Ci stendiamo affiancati sul letto, io in mezzo e loro due tranquillamente appoggiate ai miei fianchi.
- Visto, bambina, quanto ci si diverte con un uomo a disposizione? - chiede languidamente Adriana.
Elisa si stiracchia.
- Mi sa che dovremo rifarlo - Dice convinta.
- Meglio ancora, - le risponde la zia. - la prossima volta dovrai provarne due assieme. -
Ma porca puttana, questa non ha proprio limite!!!
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6
15 years ago
admin, 75
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Una signora.. per bene
Questo racconto è dedicato ad una donna conosciuta in chat, virtualmente, sensuale e perversa e… molto esibizionista, il racconto è un dialogo visto dalla mia prospettiva e come sempre, realtà e fantasia si mischiano per dare vita a qualcosa di nuovo…di diverso…
L’ha incontrai in chat, mi contattò per discorrere con me dei miei racconti che aveva letto, il nick che utilizzava subito mi colpì per la sua ambiguità e maliziosità “Signora per bene”,nessun commento aggiuntivo nel profilo, solo questo nick, di seguito ecco cosa accadde quella notte:
“’Sera ti disturbo?”
“No, dimmi pure non stavo facendo niente di particolare”
“Ho letto alcuni dei tuoi racconti, sono…bè molto trasgressivi complimenti!”
“Grazie sei molto gentile, i complimenti fanno sempre piacere a noi scrittori o presunti tali…, ma sono curioso, il tuo nick mi ha risvegliato alcuni sensi assopiti…dimmi di te”
“Io? Sono una…Signora per bene si, tu puoi chiamarmi Signora, non do mai il mio nome in chat”
“Ah no? E dai qualcos’altro?”
“Leggo malizia nelle tue parole o mi sbaglio?”
“L’interpretazione spetta a te, parlami di te Signora”
“Se proprio lo vuoi sapere ho 43 anni, sono sposata e lavoro presso… ,mi piace venire qui ogni tanto per chiacchierare un po’ con persone intelligenti, mai volgari, sono così scontati…”
“Capisco, ma il tuo nick fa sì che gli uomini siano attratti da te sai? E’ troppo ambiguo e per noi uomini questo ci porta a pensieri sconci e volgari…”
“Anche a te fa questo effetto?”
“Diciamo che mi stimola la fantasia e io ho molta fantasia…”
“Non l’ho metto in dubbio…”
Una pausa prolungata…
“Da come racconti alcuni situazioni sembra che le hai provate, è vero o sei solo molto bravo a descriverle?”
“Questo è una cosa che lascio a voi lettori decidere, o vorresti mettermi alla prova?”
“Scusa che cosa intendi?”
“Sai benissimo cosa intendo Signora, vuoi mettermi alla prova?”
“Non capisco, forse ti sei fatto un’idea sbagliata di me, guarda che non cerco nient’altro che…”
Adoro queste situazioni, finto timore, ma tra queste poche righe leggo la voglia…la fiuto…vuoi fare la parte dell’ingenua, benissimo, io farò la parte del predatore senza compassione….
“Dammi il contatto Messenger così staremo più comodi e tranquilli ”
“Bè…ecco, ok, te lo do ma non pensare che…”
“Sto aspettando…”
“…@....it”
“Bene, ora collegati ti raggiungo tra qualche minuto, devo finire alcune cose e poi sarò da te”
“Ma, è tardi ora, poi c’è mio marito di là in camera che mi aspettava per andare a dormire”
“Inventati una scusa, sicuramente non è la prima volta che lo fai o mi sbaglio?”
“Io…non saprei…sai è molto geloso e se…”
“Ci vediamo tra poco su Messenger, non mi deludere”
Chiusi la chat e finii dei lavori in sospeso, dopo circa mezzora mi collegai, aggiunsi il suo nick, lei era li, ad aspettarmi, anche qui il suo nome era “Signora per bene”, cercò subito di rimproverarmi per il tempo che aveva atteso:
“Mi avevi detto qualche minuto! Sono qui…”
Non le feci finire di scrivere…
“Hai una webcam e microfono?”
“NO! Cio’è si, non l’utilizzo quasi mai e non sono bene come funziona, ma poi perché me lo chiedi, di certo non penserai che mi faccia…”
L’interruppi nuovamente…
“Rispondi alla mia domanda con un semplice sì o no e non mentire, riesco a sentire il tuo odore da qui, un odore molto piacevole per me, ora rispondi”
“Si…”
“Bene così va meglio, ora voglio che mi assecondi in alcuni desideri mia cara, so che ne sei capace e non accetterò da te un no, dovrai rispondere solamente sì come si conviene ad una Signora come te, sei d’accordo?”
“Si…”
“Bene, ora dimmi, cosa indossi?”
“io…io, indosso un maglioncino bianco e dei pantacollant neri… ”
“Colore dell’intimo mia cara?”
“nero”
“Nero come la notte, sempre molto sensuale, bene, ora dovrai andare nella camera da letto dove tieni le tue cose e indossare per me quello che ti chiederò, non dirmi che non c’è l’hai perché una Signora come te sicuramente ha tutto l’occorrente… ”
Iniziò a scrivere qualcosa che non concluse, ci fu una pausa e poi:
“Io, si…credo di poterlo fare, dimmi, dimmi…cosa devo fare?”
“Stai cercando di dirmi qualcosa?”
“No, io, ecco, non vorrei che tu pensassi che…ecco…che sì insomma voglia essere…”
“Dominata? Resa succube delle mie perversioni anche se virtuali? Anche se siamo lontani centinaia e centinaia di chilometri?”Vorresti dirmi che anche ora non ti stai eccitando e non vuoi continuare a farlo? Dimmi il contrario e potremmo finirla qui, ma se non lo fai, sarai mia fino a quando lo vorrò io, hai capito?”
Silenzio…
“Si ho capito”
“Bene, sono felice che ci siamo intesi, ora vai dove c’è il tuo maritino che dorme e prendi due paia d’autoreggenti nere, una gonna, la più corta che hai e infine una camicetta, poi prendi le scarpe con il tacco più alto che hai e gli stivali, vai poi in cucina e prendi una banana o un cetriolo, se non hai né l’uno né l’altro sarà molto peggio per te vedrai. Come ultime cose prendi un bicchiere e delle mollette per il bucato, hai capito tutto mia cara? ”
“…Si...credo di avere tutto”
“Credo? Cosa vuol dire credo? E poi si risponde? Ringraziami per quello che sto facendo per te e non farmi perdere tempo, ti voglio di nuovo qui tra cinque minuti esatti, l’orologio è partito, siamo a 4 minuti e 50 secondi…”
“Si…grazie…Padr…Padro…Padrone”
“4 minuti e 30 secondi, ti consiglio di sbrigarti…”
Aspettai, il tempo correva implacabile ma dopo 4 minuti era di nuovo davanti al monitor pronta…
“Pad…Padrone sono arrivata, io ho…ho tutto con me”
“Che cosa vuoi che ti ringrazi? Hai fatto solo il tuo dovere, dovrei punirti per questo, non sai comportarti, ma nessuno ti ha mai insegnato le buone maniere? Spero proprio che imparerai in fretta, se fossi qui ti avrei già frustata a dovere ”
“Mi scusi Padrone…io non volevo, la prego…mi scusi”
“Basta, sei patetica, sei davanti a un monitor di un computer parlando con uno sconosciuto all’una di notte chiedendo scusa, non ti vergogni?”
“Sì mi vergogno Padrone mi sento umiliata”
“Così va meglio, e sei consapevole perché sei qui ora vero?”
Esitò a rispondere
“…Sì Padrone”
“Rispondi subito, devi dirmi quello che pensi non devi pensarci”
“Sì Padrone”
Lasciai passare di proposito qualche attimo.
“Riprendiamo, capisci perché sei qui ora?”
“Sì Padrone”
“Cosa sei ora?”
“La sua Schiava”
“Non mi basta, continua”
“La sua cagna”
“Non mi basta continua”
“La sua puttana, la sua troia, la sua vacca, il suo cesso, qualsiasi cosa per lei Padrone”
“Così va meglio Schiava, d’ora in avanti TU sarai la Schiava e IO il Padrone”
“Sì Padrone”
“Ora spogliati completamente, vestiti con quello che ti ho fatto portare, tieniti solo il reggiseno, le mutande toglile, non ti servono, indossa le scarpe ora e non gli stivali, il resto delle cose mettile da una parte vicino a te,da adesso, hai 2 minuti per prepararti ”
“Sì Padrone”
Tornò dopo nemmeno 2 minuti:
“Sono qui Padrone”
Non dissi nulla, non c’era motivo
“Accendi la webcam e posizionala davanti a te, lascia aperti i primi bottoni della camicetta e mostra il decoltè”
“…Sì Padrone”
Dopo qualche secondo la vidi, aveva fatto tutto quello che le avevo chiesto
“Molto bene Schiava, ora prendi un paio di cuffie, mi sono stancato di parlare e non vorrei disturbare il tuo maritino che dorme beato nell’altra stanza”
La vidi alzarsi e tornare dopo poco con le cuffie, se le mise e aspettò i miei prossimi ordini
“La senti la mia voce Schiava?”
Non parlò ma scrisse:
“Sì Padrone”
Alzai la voce, non aveva ancora capito qual’era il suo ruolo
“Stupida idiota vuoi farmi perdere la pazienza? Ti piace soffrire allora? Usa il microfono”
Scrisse ancora…
“Padrone la prego, la supplico, mio marito è di là se mi sente per me è finita, mi picchierà…la prego”
“Smetti di frignare come una bambina viziata, parla a voce bassa, non m’interessa quello che fai ma voglio sentirti cagna”
“Mi…mi… sente Padrone?”
Mi accesi una sigaretta, la Schiava stava imparando abbastanza rapidamente…
“Ti sento Schiava, ora, dovrò punirti per la tua insolenza di prima, lo capisci vero?”
“Sì Padrone la capisco”
“Prendi uno dei due stivali, sì quello va bene, e inizia a leccarlo, parti dall’alto fino ad arrivare alla suola, fammi vedere se sei almeno brava a leccare”
“Sì Padrone”
Iniziò a leccarlo dall’alto, era uno stivale nero lucido con un tacco di circa 8 centimetri a spillo, ci mise molto impegno e ogni tanto le davo qualche consiglio
“Continua Schiava, avvicinati alla webcam, voglio vedere la lingua bene, brava continua così, ora lecca bene il tacco, succhialo bene, è troppo piccolo per te vero cagna? Vorresti qualcosa di molto più grosso in bocca…”
“Slurp, slurp, sì Padrone lo vorrei”
“Lecca bene la suola, è tutta sporca, sputaci sopra e poi lecca e bada bene, non vomitare o sarà peggio per te”
“Padrone mi fa schifo la prego…”
“Lecca e stai zitta Stupida, per ora il tuo posto è quello di zerbino, e come tale devi pulire i piedi a chi entra, hai capito Zerbino? ”
“Si…si…si…Padrone non si arrabbi la prego”
Iniziò a leccare la suola e si vedeva benissimo che le faceva schifo, era tutta sporca e non ci mise molto che mi chiese…
“Devo vomitare Padrone non resisto più”
“Smettila di leccare Zerbino e respira, non vorrei che sporcassi tutto, non sei neanche buona a pulire, e come farai a ripulirmi dallo sperma e dall’urina dimmi?”
“Padrone la supplico, imparerò vedrà, se mi permette di continuare li pulirò per bene questi stivali…”
“Smettila, sei penosa quando ti umili così, pensavo di farti un favore permettendoti di leccare le tue scarpe ma vedo che non è così, non mi hai nemmeno ringraziato…a questo punto dovrò punirti pesantemente, anzi, in questo caso sarai tu stessa a punirti; sbottonati la camicetta e tira fuori i seni dal reggiseno”
“Sì Padrone”
Lo fece senza obbiettare nulla, aveva una quarta abbondante con dei capezzoli grossi e scuri già durissimi per l’eccitazione
“Ora prendi le mollette e agganciale ai capezzoli, due per ogni capezzolo vanno bene…per iniziare, fammi sentire quanto ti fa male Stupida cagna”
“Sì Padrone, ecco le mollette, ora iniziò a metterne una sul capezzolo sinistro, ecco vede? Ahhhh, che male Padrone, ahhh che tortura, ora, ora continuo con il capezzolo destro, ahhh Dio che male Padrone, continuo Padrone stia tranquillo, grazie per questa punizione, il terzo…ohhh…ahhh, ecco vede Padrone ne manca solo uno, ecco, ci riesco ahhhhh…. ”
Guardavo la scena e vedevo la mia Schiava comprendere a poco a poco il suo ruolo, si vedeva che godeva a subire queste umiliazioni…
“Ora tira le mollette fino a togliertele e bada bene a non aprirle, devi staccarle tirando”
“Sì Padrone”
Cercava di soffocare il dolore per non gridare, ogni tanto dei gemiti di piacere le uscivano dalla bocca ma riuscii a completare il tutto in poco tempo; era rossa in viso e sudava come una cagna in calore, soddisfatta mi disse:
“Ho fatto Padrone”
“Bene Schiava, ora rimettitele e ritoglile nuovamente”
Silenzio… non credeva alle mie parole
“Hai capito benissimo Schiava fallo subito o la prossima punizione sarà molto più dolorosa di questa”
“Si…subito Padrone mi scusi…lo faccio subito”
Un'altra tortura iniziò per lei e subito dopo ancora un'altra e un'altra ancora fino a quando non fui stanco e i suoi capezzoli martoriati
“Bene Schiava, spero che tu abbia imparato la lezione, ora copriti nuovamente e abbassa la webcam, accavalla le gambe, bene Schiava, ora dimmi sei eccitata?”
“Sì Padrone”
“Sei bagnata Schiava?”
“Sì Padrone”
“Che cosa vorresti Schiava?”
“Io…io… Padrone, vorrei poterla toccare e…e…leccare”
“Vorresti questo privilegio Schiava? Vedremo, non sei ancora pronta per questo…, ora, voglio che apri le gambe e tiri su la gonna, voglio vedere la figa fradicia, apritela per bene con le dita, ma prima di fare questo voglio che ti infili nelle mani le calze nere che ti ho fatto portare, usale come dei guanti…”
“Sì Padrone”
Lo fece senza esitare e vidi mentre si apriva la figa con le dita fasciate dal nylon nero
“Bene, vedo che il nylon si sta bagnando, sei fradicia come dicevi, immagina se ora il tuo maritino entrasse e ti vedesse conciata così…”
A queste parole vidi che si eccitava di più….
“Ma allora sei proprio una troia perversa, vorresti che ti spiasse magari il tuo maritino ora? E che magari fosse di la e si stesse sparando una sega mentre ti guarda? Rispondi Schiava”
“Si…SI…SI Padrone lo vorrei”
“Ora inizia a infilarti un dito dentro la figa, faremo un giochino molto interessante Schiava, ti voglio ben aperta, tanto immagino già che tuo marito non ti soddisfa dico bene?”
“Si è vero, si, mio marito non mi fa mai godere è…è…noioso!”
“E pensare che ha una troia così in casa, ma ci penserò io ad aprirti per bene ora Schiava, ora inizia ad infilarti un dito”
“Ma…ma Padrone, non posso farlo, la calza non me lo permette”
“Hai ragione Schiava, che stupido sono stato, infilati tutta la mano…”
“Ma Padrone….io non l’ho mai fatto… è troppo grande…non so…”
“Osi contraddirmi, avanti infilati la mano Schiava”
Iniziò a tremare dall’eccitazione per questa richiesta così improvvisa e sconvolgente e iniziò un lento lavoro d’apertura della sua figa, piano piano spingeva sempre di più, il respiro accelerava all’unisono e cercava di aprirsi le gambe per facilitare la penetrazione, il nylon nero era ormai fradicio dei suoi umori e iniziava a scivolare sempre più dentro…
“Ti fa male Schiava?”
“Si…sì Padrone”
“Ma stai godendo vero puttana?”
“Si Padrone si, sto godendo moltissimo lo ammetto”
“Avanti vai più veloce, scopati con la tua mano troia!”
Ormai la mano era completamente entrata dentro e si stava letteralmente scopando, sentivo i suoi respiri accelerare sempre di più, era prossima all’orgasmo….
“Si, sì Oddio Padrone si godo, godono,godoooo…”
“NO STUPIDA TROIA NON DEVI GODERE! COME TI PERMETTI? Togli subito la mano dalla figa e rimani con le gambe aperte davanti alla webcam, mostrami la mano piena d’umori”
Il mio tono di voce perentorio la fece fermare bruscamente e fece quello che avevo chiesto, vidi la sua figa gonfia di piacere represso…
“Chi ti ha detto che avresti potuto godere lurida cagna in calore eh? Dimmi ti ho detto forse che potevi avere il privilegio di godere? Ora dovrò nuovamente punirti…”
“Sì Padrone ha ragione, la prego mi scusi….”
“Ora togliti la calza sinistra dalla mano e infilaci la banana fino in fondo, una volta fatto, hai 2 minuti per leccarla per renderla più bagnata possibile,anche perché dovrai sedertici sopra e infilartela…nel culo”
Rimase nuovamente paralizzata dalla richiesta oscena ma non fece commenti…
“Si…sì Padrone, grazie iniziò subito”
“Ti conviene, il tempo scorre veloce”
Passò il tempo mentre lei leccava la banana cercando di sputare sopra il nylon per bagnarla il più possibile; la succhiava con molta maestria emettendo rumori di risucchio da vera pompinara…
“il tempo è scaduto Schiava, tieni la banana con una mano e siediti sopra”
“Sì Padrone qualsiasi cosa per lei”
“Mi raccomando, non rompere la banana, se lo fai, dovrai fare la stessa cosa…. Ma con la tua mano…”
La paura serpeggiò sul suo corpo ma non disse nulla, appoggiò la banana sulla sedia e iniziò a farla entrare nel culo stretto, non poteva aprirsi il culo con le mani e il lavoro fu molto, molto lungo, ma alla fine si sedette con la banana piantata nel culo emettendo un forte gemito di dolore misto a piacere
“Ho fatto Padrone, sono…sono seduta sulla banana…e ho tutto il culo in fiamme Padrone, mi brucia da morire, la prego posso….”
“No, non puoi fare nulla rimani così, ti abituerai tra un po’, anzi per velocizzare il processo alzati in piedi e fammi vedere come cammini per la stanza”
“Sì Padrone…va…va.. va bene”
Si alzò con molta fatica, la gonna alzata sulla pancia e si girò dandomi la schiena, si vedeva la calza di nylon nero in mezzo al culo che usciva come fosse una coda, iniziò a camminare dapprima con difficoltà poi sempre più con facilità; dopo qualche minuto la sua camminata per la stanza diventò molto sensuale…
“Brava Schiava, con quella calza piantata nel culo sembri proprio la cagna che sei, ora torna a sedere, sei stata brava e meriti una ricompensa…”
“Sì Padrone grazie, grazie”
Accesi la mia webcam e la puntai sul mio cazzo duro…
“Lo vedi Schiava, ecco il tuo regalo, poter vedere quello che vorresti piantato in tutti i tuoi buchi, dico bene lurida troia?”
“Ohhh sì Padrone, lo vedo, mmm grazie, grazie Padrone, lei è così buono con una troia come me, grazie ohhh la prego mi sborri Padrone”
“non sei nella condizione di chiedere nulla cagna, non hai ancora capito? Io decido cosa fare e tu lo fai hai capito?”
“Si, sì mi scusi Padrone”
“Bene, ora dovrai infilarti nuovamente una mano nella figa fino a godere come una vacca, voglio vederti fradicia dei tuoi umori, inizia Schiava”
Non se lo fece ripetere due volte, subito iniziò nuovamente a spingere la sua mano nella figa aprendosela sempre di più, dopo pochi minuti giunse all’orgasmo godendo sempre più a voce alta…
“ahhh si godooo Padrone…grazie, godooo, ahhhHHH”
L’orgasmo la lasciò stremata sulla sedia….
“Non abbiamo ancora finito, ora devi completare il percorso di Schiava”
“Sì Padrone tutto quello che vuole”
“Togliti la banana dal culo e metti il bicchiere che hai portato sulla sedia, dovrai pisciarci dentro Schiava…”
“E poi Padrone, una volta fatto?”
“Mi sembra ovvio dovrai berla, sei un cesso non ricordi Schiava?”
“Si… ha ragione come sempre Padrone, grazie per la sua bontà”
La vidi fare tutto quello che le avevo ordinato, aprii le gambe e dopo qualche minuto iniziò a pisciare sporcando anche la sedia ma non se ne preoccupò più di tanto, il bicchiere si riempiva velocemente; smise dopo un po’ e si prendendo il bicchiere se lo portò alle labbra…
“Cin cin Schiava alla tua salute”
“Sì Padrone cin cin…”
Bevette tutto, cercando di non respirare, le faceva schifo ma non disse nulla, anche questo la eccitava si vedeva benissimo,umiliata davanti ad uno sconosciuto, il marito nella stanza a fianco, vestita da troia facendo oscenità davanti ad un computer…
“Bene, per stanotte può bastare così Schiava, mi stai annoiando ora, ci vedremo tra qualche giorno, appena avrò voglia…”
“Ma Padrone la prego, aspetti, non mi lasci così, mi dica quando possiamo vederci, almeno, almeno così…qui…ho fatto tutto quello che voleva…la prego…voglio il suo cazzo…la prego”
“te lo ripeto, non sei tu a decidere sono io, ora tu sei la mia Schiava, ti contatterò io, perciò vedi di esserci…”
Mi disconnettei subito dopo senza darle modo di ribattere…
Domani sera, sarebbe stata di nuovo mia….
Come sempre per critiche e suggerimenti contattatemi all’indirizzo: [email protected] Per chi lo dovesse leggere spero piaccia com’è piaciuto a me scriverlo. Graditi ovviamente i commenti femminili.
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15 years ago
admin, 75
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Alessandra & piero alias... ep. 1/3
“Complimenti” esclamò la commessa mentre provavo i costumi, “ha un corpo perfetto, fortunato suo marito” continuò.
“Grazie” risposi con un po’ di impaccio, ero abituata a ricevere complimenti da uomini ed anche da donne, ma in quella situazione, praticamente mezza nuda nel camerino mentre la commessa mi passava altri capi, mi aveva fatta arrossire per l’imbarazzo.
“L’aiuto io ad allacciare il reggiseno” propose, introducendosi nel camerino socchiuso senza attendere risposte.
Rimasi interdetta, incapace di replicare o di rifiutare quella invasione di campo. Lei era graziosa giovanile, molto spigliata, sui 25 anni. Io dall’alto dei miei 36 pensai che ormai i giovani fossero più diretti ed un po’ meno riverenti, ma che tutto sommato, forse, fosse giusto cosi.
“Si grazie, vorrei provare quello nero” dissi con tono distaccato, lei prese il reggiseno a da dietro me lo fece indossare, allacciandolo in maniera istantanea, aggiungendo poi “permetti?” Cosi dicendo sempre da dietro, insinuò le sue calde mani sotto le coppe, a diretto contatto dei seni, come a volerne sistemare la posizione. Un brivido mi percorse la schiena ed un immediato indurimento dei capezzoli fu la risposta fisica, tanto fu delicato e piacevole quel contatto di brevissima durata.
“Ti piace?” disse con sguardo equivoco. Si riferiva al costume od al contatto galeotto?
“No” risposi un po’ stizzita, non mi piace il genere sottolineai, sperando con ciò di togliermi da tale impaccio.
“OK” con un sorriso ammiccante ribadì “sono d’accordo, del resto il tuo corpo non dovrebbe essere coperto in alcun modo, è troppo bello per essere nascosto...”
Nuovo rossore sulle guance, la commessa salutò con un sorriso accattivante e lasciò il camerino. Mi vestii ed uscii rapidamente dal negozio, non mi era mai capitata una cosa del genere, ero irritata ma anche un po’ fiera, avevo comunque suscitato apprezzamenti che soprattutto se vengono da un’altra donna, fanno sempre piacere.
La sera, non vedevo l’ora di raccontare l’episodio a Piero, mio marito, curiosa di vedere come l’avrebbe presa.
Fu cosi che una volta a letto, raccontai l’accaduto. Piero sorrise quasi divertito e dissacrando l’episodio disse ”Amore, cosa vuoi che sia, al giorno d’oggi, una ragazzetta un po’ sfrontata che, visto il tuo bel corpo, avrà voluto fare la carina, non sarà la fine del mondo e poi, hai anche detto di aver avuto un brivido di piacere, la cosa poteva anche farsi interessante...” Rimasi per un attimo di sasso, ma cosa stava dicendo? Era impazzito? O stava prendendomi in giro pensando che stessi scherzando?
“Mi hai fatto venire voglia sai?” Riprese Piero e cosi dicendo mi prese la mano e la posizionò sul suo sesso.
“Senti come è duro” continuò iniziando a baciarmi il collo.
Ma come, gli ho raccontato che una sconosciuta mi aveva palpeggiato il seno e lui si eccita e vuol fare sesso? Ora lo sistemo io pensai, con intenzione di farlo indiavolare.
Presi la sua testa tra le mani e la indirizzai sul seno che lui prese a baciare con delicatezza.
“In realtà” sussurrai “non era una commessa.”
“A, si?” rispose distaccandosi un attimo dal capezzolo che aveva preso a ciucciare “ era la proprietaria?”
“NO, era un commesso” replicai per punirlo “un uomo” sottolineai .
Piero si fermò mi guardò negli occhi e dopo un attimo di silenzio disse “cosa altro è successo poi?” e si rimise a leccare i miei capezzoli insinuando la sua mano tra le mie gambe cominciando ad armeggiare sulla mia natura.
Sta pensando che scherzo, pensai convinta, ora lo faccio nero.
“Si, sai, con la scusa di sistemarmi il seno mi ha stretto a lui ed ho sentito il suo arnese duro premere sulle natiche”.
“Ummm...” esclamò Piero “ era grosso?” continuò mentre affondava il viso tra le mie cosce leccando con una passione mai avvertita prima.
Cosa stava succedendo? Era un nuovo gioco a cui avrei dovuto continuare a partecipare o avrei dovuto urlare di rabbia, vedendo mio marito infoiato al pensiero che un altro avesse potuto toccarmi?
La mente diceva di urlare tutta la mia rabbia, ma contestualmente mi trovavo a divaricare sempre di più le gambe a voler fare entrare tutta la sua lingua nella vagina. Mi sentivo bagnata come non mai.
“Molto, molto grosso” ripresi “non riuscivo a scostarmi da quella pressione e lui ne ha approfittato infilandomi una mano davanti, nello slip, direttamente tra le labbra della passerina.”
Ora mi arriva un ceffone pensai.
Piero invece ingrifato ancora di più si alzò, poggiò il membro infuocato all’ingresso della fica e scivolò dentro di me come nel nulla, tanto ero bagnata ed aperta dall’eccitazione.
“E poi? Poi cosa e successo?” Chiese balbettando ed iniziando a pomparmi con foga.
“Mi ha piegato in avanti, mi ha scostato lo slip e sempre da dietro lo ha spinto nella fica, era enorme, caldo, duro, immenso, ho goduto come una zoccola” tutto ciò mi stava provocando un delirio di sensazioni, ormai confusa tra la fantasia e la realtà ed urlai “scopami porco, sfondami” e sbattuta come non mai arrivai ad uno degli orgasmi più intensi della mia vita.
Lui arrivò simultaneamente ripetendo “maiala, maiala sei una gran puttana” e dopo essersi svuotato dentro di me, con il cazzo ben piantato dentro si accasciò sussurrando “è stato incredibile amore.”
Incredibile? Si, incredibile e fantastico, pensai, un orgasmo da incorniciare.
Ma, cazzo, abbiamo goduto pensando ad un altro che mi possedeva.
Mentre io sapevo che era tutto inventato, lui cosa mai ha pensato? Possibile che abbia creduto alla storia e si sia eccitato in quel modo? Ma anche se avesse capito che era finzione, come si è potuto eccitare pensandomi posseduta da un altro?
Il solo pensiero che lui possa possedere un’altra mi fa diventare matta, altro che eccitazione.
Piero non l’avrebbe passata liscia, stavo pensando, quando uscendo da me, ancora in stato di erezione per la grande eccitazione esclamò “Carina l’idea del racconto, come ti è venuto in mente? E’ stato molto eccitante, piccola porcellina.”
Molto eccitante? Pensai, allora ha creduto che fosse tutto inventato, ha comunque goduto e si è eccitato all’idea che io fossi toccata sia da una donna che da un uomo.
“Non mi è venuto in mente, è accaduto” sottolineai stizzita e girandomi sul fianco dandogli le spalle.
La miccia ormai era accesa, aspettavo l’esplosione della discussione da un momento all’altro.
Il silenzio, un gelido silenzio, fu la risposta che non mi aspettavo. Forse ero stata un po’ dura. La mattina seguente avrei chiarito, una notte di riflessione non gli avrebbe fatto male.
Quando mi svegliai Piero non c’era, era uscito senza salutarmi. Non era mai accaduto prima, in sette anni di matrimonio, doveva aver accusato il colpo.
Ora dovevo ricomporre la cosa, presi il telefonino e inviai il messaggio di pace : Amore, ti amo infinitamente, ieri ho voluto giocare, non è vero nulla, forse ho esagerato ma ero rimasta male alla tua reazione di eccitazione al racconto, ho pensato che tu non fossi più geloso. Sono stata una sciocca, perdonami, ti amo.
Molto secco, ma efficace pensai, ora dovevo aspettare la risposta e tutto sarebbe stato ricomposto.
Nessuna risposta, era già passata almeno un ora e non aveva ancora risposto, forse era preso dal lavoro o magari non l’aveva ancora letto, nel frattempo mi ero preparata, avevo fatto colazione ed ero pronta per portare all’asilo Luisa, nostra figlia, di cinque anni.
Erano passate ormai più di due ore, non era possibile che non avesse ancora letto il messaggio e che non avesse trovato il tempo di rispondere. Presi di nuovo il telefonino e questa volta chiamai. Volevo sapere perché non si era degnato di rispondere, al secondo squillo libero sentii cadere la linea.
Riprovai pensando che fosse in una zona con livello di segnale basso, ma di nuovo due squilli e linea caduta.
Un po’ seccata feci il fisso dell’ ufficio, rispose Anna, la segretaria “Salve Alessandra, il dott. ha lasciato detto che è momentaneamente occupato e non può rispondere, ha detto anche se lei avesse chiamato, di lasciare l’indirizzo del negozio di ieri perché avrebbe piacere di passarci più tardi”.
Rimasi un attimo interdetta, poi capii, ieri non aveva creduto che la storia fosse vera ed oggi non crede il contrario, decisamente andiamo controtempo pensai “l’indirizzo è Via del Beccaccione numero uno, non può sbagliare” ed attaccai.
Che nervoso, quando si comporta da bambino non lo sopporto, ora dovevo stare tutta la giornata in ansia fino a sera, quando avrei potuto chiarire tutto faccia a faccia.
Anche se io avevo esagerato nel provocare, lui avrebbe dovuto spiegarmi come mai si era eccitato in quel modo, visto che fa il geloso e possessivo e poi, come ha potuto credere che io avrei praticamente subito uno stupro con tale disinvoltura?
Più elaboravo la cosa e più mi aumentava la rabbia, anche se tutto era nato dalla mia voglia di stuzzicarlo e da un episodio che probabilmente avevo esagerato nell’interpretazione (la commessa forse voleva fare soltanto la carina ed era semplicemente il suo modo di invogliare all’acquisto).
Stava nascendo la prima crisi matrimoniale di un certo peso? Comunque non mi rimaneva che attendere la sera.
La giornata sembrava non finisse mai, ad ogni squillo di telefono speravo fosse Piero, ogni volta era una delusione, ripensavo a come mi ero creata questa situazione e più ci pensavo e più mi davo della sciocca. Noi donne mi dicevo anche se i problemi non ci sono li dobbiamo inventare, tra l’altro mi era anche piaciuto l’aspetto puramente sessuale, una fantasia che aveva creato una forte eccitazione in entrambi e null’altro. Perché Piero l’avrebbe dovuta considerare diversamente?
L’analisi dell’accaduto più si allontanava dall’emotività dell’evento e più assumeva contorni razionali, la sintesi di tutto era che avevamo goduto entrambi, come forse mai ci era accaduto, quindi giocare con la fantasia se correttamente interpretata poteva essere un propellente nei rapporti sessuali.
Questi e mille altri ragionamenti mi ruotavano nella mente su quanto accaduto e l’interpretazione da dare. Più si avvicinava l’inevitabile confronto e più aumentava l’ansia. Perché non chiama? Possibile che abbia veramente creduto a quel racconto? Come lo affronto? Aspetto che sia lui ad affrontare l’argomento? Faccio l’offesa o la burlona per sdrammatizzare? Era una tortura, ma finalmente sentii il rumore delle chiavi nella toppa di casa, era Piero, il cuore aveva accelerato i battiti, un attimo che sembrava un secolo prima di veder apparire dalla porta un mazzo di rose rosse meravigliose.
Che caspita sta succedendo? Mi stavo domandando, quando dietro il mazzo apparve il sorriso compiaciuto di Piero “sorpresaaa” disse “davvero hai pensato che io possa aver creduto a quella favoletta? Era talmente inverosimile che ho pensato subito ad un tuo giuoco ed ho voluto creare un po’ di suspense. Perdonato?” concluse.
“Ma certo” replicai, con il mio miglior sorriso di rappresentanza “è stato divertente vero? (stronzo, pensai). Immaginavo che ti sarebbe piaciuto giocare un po’, ma cosa c’è in quel pacco, un regalino per me?” chiesi ormai rasserenata.
“Si, ma lo scartiamo dopo, ho appetito, oggi ho pranzato con un tramezzino, faccio una doccia ceniamo e poi tutti a letto, che approfondiamo il giochino”.
Cosa avrà voluto dire? Pensai, vorrà un altro racconto piccante, o cosa altro? Decisi di non pensare e lasciare che fosse lui a condurre. Preparai la tavola, sistemai le rose in bella evidenza, erano veramente stupende e misi a letto Luisa che aveva cenato precedentemente. Mangiammo scherzando e burlandoci l’una dell’altro, senza accennare al dopo cena. Il pensiero mi andava al regalino che avrei aperto da li a poco ed alla curiosità di cosa avesse in mente per “approfondire”.
Terminata la cena ci catapultammo in camera da letto, ansiosi entrambi di dare un seguito alla serata precedente.
“Posso aprire il regalino, adesso?” chiesi emozionata come una bimba davanti ad una giostra.
“Certo” fu la risposta secca di Piero.
In un attimo strappai la carta dell’imballo, aprii la scatola e “Cazzo” incredula esclamai “ cos’è questo?”
“Un cazzo, finto, ma un cazzo, non si vede?” rispose divertito.
“Ma è enorme” continuai “sembra vero, è soffice al tatto, ma dove lo hai preso e...” improvvisamente realizzai “cosa intendi farne? Non vorrai infilarmi questo coso dentro Vero? Non sarai mica impazzito”. Queste le mie parole, il mio pensiero invece (che bello, sembra proprio vero) continuando ad osservarlo e toccarlo stupita ed incuriosita.
“Amore” riprese Piero “ nel tuo racconto non hai forse parlato di un cazzo enorme, caldo, duro, immenso? Ho pensato che a livello inconscio avessi desiderato una sensazione forte e perdonami, non potevo di certo portarti un cazzo vero.”
“ Ma amore, era un modo di dire, soltanto un modo di dire, come pensi che possa accogliere un coso del genere? Il tuo di cazzo poi, mi basta ed avanza” fu la mia replica a parole (Dio, come mi piacerebbe provarlo, farlo entrare dovrebbe essere una sensazione incredibile, ho sempre desiderato sentirmi veramente piena sotto, di sentirmela dilatare all’inverosimile) il pensiero.
“Non sei obbligata. Se vuoi, possiamo provare pian piano e se non ti dovesse piacere smettiamo subito” replicò rassicurante.
“Ma tu, scusami, che piacere ricaveresti da questa situazione?” aggiunsi, come se in quel momento stessi preoccupandomi di lui, mentre in realtà sentivo l’eccitazione di quella ipotesi aumentare ad ogni secondo che passava.
“Io godrò del tuo piacere” rispose sfoderando il suo arnese già bello in tiro e dirigendosi con il viso verso la mia natura.
“Tu sei matto, sei proprio matto, vuoi rovinarmi con quel coso, ma se proprio vuoi, proviamo, ma, mi raccomando fai piano” chiusi così, falsamente arrendevole al suo desiderio e divaricando le gambe sul tipo (mi sacrifico per te, perché ti amo..).
Lui prese a leccarmi il clitoride ed a penetrarmi con uno o due dita, ero già così bagnata che non ne avevo una percezione esatta. Piero sentendomi ben lubrificata prese subito quel coso e lo puntò sulla vagina. Era un po’ freddo, soffice ma al tempo stesso duro.
Se non fosse stato per l’assenza di calore poteva sembrare un cazzo vero. Era comunque enorme di spessore, forse come una lattina di birra. Non sarebbe mai potuto entrare.
Piero in effetti non lo spingeva, lo pressava dolcemente tra le grandi labbra senza forzare e senza smettere di leccare intorno. Non sarebbe mai entrato pensavo ma era una libidine soltanto ipotizzarlo e comunque tutta quella attività li sotto mi stava sempre più facendo imbizzarrire.
Piero, sentendo il mio respiro intensificare il ritmo, iniziò a premere ed a scavare con l’arnese con un movimento lievemente rotatorio, movimento questo che dilatava inesorabilmente la mia vagina e stava causando l’orgasmo, prima di quanto mi aspettassi.
“Piano, Piano, ripetei ritraendomi un pochino, fa male” dissi, mentre in realtà avrei voluto che me lo spingesse tutto dentro.
Lui si fermò e disse “ un attimo amore, ci metto del lubrificante, vediamo se va meglio. Mi sto eccitando come un depravato”.
Prese un tubetto che era nella confezione, ne versò una ricca quantità sul coso e puntò di nuovo l’enorme glande all’ingresso della fica. Subito sentii che si stava facendo strada, volevo urlare sfondami, sbattimi, spaccami, ma ripetei “piano amore, piano è troppo grosso.”
“Ma ti piace?” chiese. “Si ma fai piano” risposi a parole mentre la mente urlava (spingi, spingi è sublime) e lui “e se fosse un cazzo vero?” “Ummm, sarebbe meraviglioso” mi trovai a rispondere di getto.
Lui preso da ulteriore raptus di eccitazione prese a spingere con più forza, più aumentava la pressione più sentivo salire le vibrazioni dell’orgasmo e mio Dio, stava per entrare, sentivo che ormai stava per entrare, “basta” urlai “dammi il tuo cazzo, fammi godere” ancora un po’ e sarebbe entrato veramente. Che vergogna, pensai.
Piero era già dentro di me che mi sbatteva con una foga inaudita.
Il pensiero comune era forse quel cazzo “vero” in sostituzione di quello finto che ci fece arrivare in un istante.
“ Cazzo, che bello” sussurrò Piero ancora in fase di piena goduria “a momenti riuscivo a penetrarti con quel bestione, peccato, mi sono eccitato come un maiale”.
“Ma davvero, ti eccita tanto vedermi riempita da quel cazzone?” chiesi falsamente meravigliata e fortemente interessata.”
“Pensa, stavo quasi per venire soltanto vedendo come godevi, se fosse entrato, credo che sarei venuto senza neanche toccarmi”. Rispose.
“Se per te è così piacevole proveremo di nuovo, magari con più pazienza riesco a farti provare questa emozione, sai quanto ti amo.”
Ribadii, nascondendo il reale desiderio di ricominciare subito e farmi infilare quel coso.
La notte la passai con quella idea, non facevo che ripensare al piacere che avevo provato nel sentirlo entrare millimetro dopo millimetro e lo immaginavo entrare tutto.
Se esistesse un vero cazzo di quelle dimensioni sono sicura che un dispiacere a Piero non lo toglierebbe nessuno, pensavo, sarebbe sicuramente un tradimento inevitabile.
Poi ripensando a quelle emozioni mi tornò in mente anche la frase che, di fatto, aveva scatenato l’orgasmo: “ se fosse un cazzo vero?” Perché Piero aveva fatto quella ipotesi? Non sarà che mio marito cominci ad andare fuori di testa? Anche se mi aveva fatto imbizzarrire in quel momento, la frase era realmente fuori luogo.
Morfeo infine, verso l’alba, vinse e mi addormentai.
La mattina seguente, quando mi svegliai, Piero, di nuovo era già uscito, ma stavolta aveva lasciato un bigliettino sullo specchio: “Sei la donna più bella e sensuale della terra ed ora stai diventando anche la più porcella, ti amo tanto che potrei impazzire. Ti Amo infinitamente.
P.S. il giocattolino è riposto dove tu sai…”
Il dove so, è la cassaforte segreta, dietro lo specchio del comò, insieme a gioielli, contante...
Che sensazione beata, quella mattina, mio marito più innamorato che mai ed un nuovo appagante clima sessuale. Il sesso era stato sempre piacevole con Piero, ma in qualche modo da me vissuto sempre con un po’ di pudore, come con il freno a mano tirato ed invece avevo improvvisamente scoperto che la complicità, la trasgressione cerebrale, ovviamente solamente cerebrale, dava più intensità al piacere.
Strano, ma entrambi nell’immaginare situazioni molto spinte ci eravamo fomentati.
Pensandoci bene poi quante volte per non apparire pervertita ho rinunciato al vero piacere? Il rapporto anale per esempio, mi piace molto, ma ho sempre fatto la riluttante e per fare la pudica non ho permesso ha Piero di farlo con passionalità, regolarità e piacere reciproco.
Ora, mi dissi, voglio far uscire tutta la porca che è in me. Mi farò sverginare con quel coso, visto che la mia vera verginità non la colse Piero, farmi infilare quel gigante sarebbe come farmi sverginare una seconda volta.
Piero rientrò prima del solito quella sera, era abbastanza su di giri, evidentemente anche lui era molto interessato agli sviluppi della nuova dimensione sessuale che stavamo sperimentando. Mai in passato avevamo accennato a trasgressioni, turpiloqui o a performance fuori dai canoni cosiddetti normali.
“Faccio la doccia e poi ceniamo, ho un certo appetito” disse strizzando l’occhio in mia direzione, a conferma che anche lui era in preda ad un forte eccitazione e col desiderio di arrivare prima possibile al dunque. In meno di un’ora eravamo nudi avvinghiati nel nostro letto con le lingue nel pieno svolgimento di una lotta greco romana.
Una passione inaudita, le mani scorrevano sui nostri corpi come impazzite, i miei seni strizzati come spugne, i capezzoli ciucciati come caramelle, mi sentivo avvolta da un polipo. Il suo membro era pulsante e duro da urlo, presi a masturbarlo con la mano ma ben presto mi ritrovai capovolta con la lingua di lui sul clitoride ed il cazzo in bocca. Ero fradicia di umori stavo già per venire, bastava poco che esplodessi. “Basta” supplicai “ prendi quel coso, e proviamo amore, voglio che mi riempi tutta”.
Non feci in tempo a finire la frase che Piero davanti alla cassaforte era già con l’arnese in mano. Questa volta usò subito il lubrificante, balzò sul letto infoiato come una belva, tra le mie gambe divaricate, con una mano scostò le grandi labbra aprendo la mia natura e puntò l’enorme glande.
“Vedrai, ti piacerà puttanona mia” affermò convinto.
“Siii..” fu l’unica sillaba che riuscii ad emettere. A quel punto, riprendendo quel movimento a scavare della sera prima, si collocò sul mio fianco e prese a ciucciarmi di nuovo un capezzolo da cui un brivido mi percorreva il corpo fino alla vagina, era bellissimo.
Quella sensazione aumentava la mia lubrificazione naturale e diminuiva la resistenza delle pareti vaginali all’ingresso del gigante. Millimetro dopo millimetro sentivo dilatarmi ed il coso farsi strada, era pazzesco quanto stavo godendo, non avrei mai voluto smettere di sentire quelle sensazioni.
“Dentro, è entrato, è dentro” esclamò eccitatissimo abbandonando il capezzolo e posizionandosi davanti a guardarsi lo spettacolo.
“Amore, che spettacolo, che gran zoccola che sei” cosi dicendo aveva preso a muoverlo dolcemente avanti ed indietro.
“Dio, è stupendo, non fermarti, ti prego fammelo sentire tutto, è sublime amore” risposi prendendo a toccarmi il clitoride.
Piero si spostò di nuovo, continuando a manovrare il coso ed avvicinandosi con il bacino al viso indirizzò il suo meraviglioso cazzo tra le mie labbra. Presi a succhiarlo con veemenza per la libido che si stava scatenando in me. Un cazzo enorme che finalmente mi faceva sentire piena e mi penetrava con sempre più intensità ed il cazzo di mio marito che mi scopava in bocca.
Dio se fosse vero anche il cazzone, pensai nel delirio di quei momenti.
“Che bello, che bello, senti come affonda nella tua fica, maialona mia” riprese Piero “sto per sborrare amore, ti piacerebbe se fosse vero anche il cazzone?” come avesse letto i miei pensieri.
“Sii” risposi “si, porco, mi farebbe impazz humm..” Mi interruppi per gli schizzi di sperma che invasero la bocca e le scosse di piacere che attraversarono il mio corpo.
Il piacere più intenso e completo che mai avessi provato, fisico e cerebrale. Mio marito accasciato in stato di abbandono da godimento.
Qualche minuto dopo Piero interruppe il silenzio e chiese “ da uno a cento, quanto ti è piaciuto?”
“Centodieci” risposi “ma sono tutta indolenzita, è veramente grosso quel cazzo finto” aggiunsi.
“L’idea di avere due cazzi veri, ti ha eccitata veramente o hai simulato per stare al gioco?” continuò.
Dove vuole andare a parare? Vuole rovinare questo piacevole momento? Pensai.
“Amore” osai “avere il tuo cazzo raddoppiato o triplicato è sempre stato un mio desiderio represso, ma il tuo, di cazzo raddoppiato. L’idea di tradirti non mi ha mai neanche sfiorata”.
Mentre parlavamo vedevo cenni di risveglio del pene di Piero, l’argomento lo eccitava realmente. Cosa stava pensando? Era come se l’idea di un rapporto sessuale allargato fosse improvvisamente divenuto un suo propellente dell’eccitazione.
“Perché tradimento?” riprese “ Se un rapporto si dovesse vivere insieme non si tratterebbe di tradimento, sarebbe semplicemente uno sperimentare nuovi orizzonti sessuali, esperienza di coppia, non tradimento”.
Cazzo, mi stava proponendo di partecipare ad una specie di orgia? Ma era impazzito? Geloso e possessivo, improvvisamente free e depravato? O voleva testare fin dove si era spinta concettualmente la sua Alessandra? Da moglie tutta casa e chiesa ad una sorta di Messalina?
Come sempre alle provocazioni reagii d’impulso, mettendoci sopra il carico.
“Certo, mi piacerebbe leccare due cazzi insieme, accoglierli in bocca e pomparli affiancati uno all’altro” Cosi dicendo mi calai con il viso sul suo pube e presi a dare colpetti di lingua sul glande.
“Ummm, e dopo averli ciucciati cosa ne faresti?” Di nuovo Piero.
“Be, uno me lo infilerei nel culo, mentre l’altro lo lascerei in bocca” continuai mordicchiando il suo glande ormai gonfio di desiderio e con ancora il sapore di sperma dell’orgasmo precedente.
Lui: Come, nel culo. Non ti è mai piaciuto.
Io :I gusti cambiano, e poi davanti sono indolenzita per desiderarlo lì.
Lui:E quale vorresti nel culo, il mio o quello dell’altro?
Io: Vorrei quello dell’altro nel culo, il tuo mi piace in bocca.
Lui: Sei una vera porca, ora ti punisco” così dicendo si scostò, mi girò e piegandomi sulle gambe con il fondo schiena sparato in alto, puntò il suo arnese sull’ano. Ora ti inculo, puttana, ti piace prenderlo nel culo? Tieni, senti come te lo infilo.
Io: Pensa a spingere frocio.
E’ il fondo, pensai. Stavo toccando il fondo. Avevo veramente esagerato ma mi sentivo libera, per la prima volta libera di essere me stessa, senza inibizioni, spudorata, profondamente maiala. Libera finalmente di esprimerlo.
Il cazzo era lentamente affondato fino alla base, era una sensazione nota, ma mai piacevole come questa volta.
Lui: lo hai inghiottito tutto, sei più porca di quanto immaginassi, senti come godi, ti pulsa il buco del culo. E prese a roteare senza uscire di un millimetro con l’asta.
Mi sentivo scavare l’intestino, le pareti anali cedere a quel pezzo di carne infuocata, stavo di nuovo perdendo il controllo.
Lui prese ad uscire lentamente per poi rientrare con la stessa lentezza, ogni millimetro di cazzo che muoveva in un senso o nell’altro mi provocava brividi di piacere. Volevo non smettesse mai quel movimento, era un oblio.
“Ora ti spacco, ti inculo come una cagna” riprese con il turpiloquio che ormai dilagava, e cominciò a pompare con colpi secchi e profondi a ritmo regolare. “Ora il cazzo di un altro dove lo vorresti?” continuava.
“Non smettere, ti prego non smettere” quasi urlai prendendo a masturbarmi il clitoride ed aprendomi il più possibile “inculami, così, dai , dai, in bocca, in bocca, vorrei un cazzo in bocca ed uno nella fica” riuscii a dire mentre le convulsioni dell’orgasmo iniziarono a percorrermi dall’ano attraverso il ventre fino alle tempie.
Era il secondo orgasmo senza precedenti che mi travolgeva in poche ore.
Piero uscendo dal mio orifizio, rimase qualche attimo ad osservare l’ano rimasto dilatato per il piacere.
“Mai avrei immaginato di poter raggiungere questi livelli con mia moglie” sussurrò Piero, come stesse parlando con se stesso”.
“Si, ma siamo veramente andati troppo oltre, troppe offese verbali e forse anche morali, è il caso che ripensiamo i nostri atteggiamenti” risposi, ma era come stessi parlando a me stessa.
Ci addormentammo accoccolati l’una all’altro e poi...
7
5
15 years ago
romeodp,
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Alla toilette del ristorante
Avevamo conosciuto Mauro tramite Chat e gli avevamo concordato appuntamento in un ristorante di un Albergo molto Chic nel centro di Bologna.
Avevamo stabilito che lui si dovesse sedere al Bar mentre noi mangiavamo qualcosa al tavolo. Lei non era ancora convinta di questo gioco e sembrava molto scettica, peró si é messa comunque in ghingheri, con un vestito con la scollatura da capogiro e le belle tette sode bene in vista. Uno spacco che lasciava intravedere le sue calze autoreggenti velate.
Mauro appena entrato ci ha riconosciuti subito. Un breve cenno del capo e gia stava al bar ordinando un drink.
Lei lo guardava di sott’occhio, ancora timida e insicura. Controllava spesso la scollatura e faceva finta di rimettersi un po’ più a posto il reggiseno. Cosi facendo attirava ancora di più l’attenzione anche degli altri maschi che stavano in sala. Mauro non smetteva di guardarla e ogni tanto le mandava un SMS: “Sei bellissima stasera sai?” oppure: “Mi fai eccitare vestita cosi?”. Lei rispondeva: “Davvero? Grazie molto gentile!”.
I messaggi seguenti erano gia un po’ più spinti: “Vorrei accarezzarti le cosce velate dalle tue calze nere, fino a toccarti la fica”. Appena letto il messaggio, è subito arrossita di brutto e mi ha passato il telefonino facendomi leggere il messaggio appena arrivato.
Subito dopo un altro squillo. Sempre lui che scrive: “Se ti è piaciuto il mio messaggio di prima, mettiti una mano tra i capelli.”. Lei senza guardarlo ha obbedito.
Lui: “Vuoi sapere cosa ti farei?”
Lei: “Sono proprio curiosa”
Lui: “Ti farei abbassare lì sul tavolo a pecorina, ti alzerei la gonna e ti leccherei il culo e la fica da dietro”
Lei: “Situazione intrigante. E mio marito?”
Lui: ”Sono sicuro che lui impazzirebbe vedendoti in mano mia”
Lei: ”Può darsi tu abbia ragione. Peccato ci siano altre persone qui nel locale”
Lui: ”Mi è venuto duro come il marmo. Mi fa male tenerlo chiuso nei pantaloni”
Lei: ”Oh mi dispiace. Fagli prendere un po’ d’aria”. Appena vista la sua faccia che aveva appena finito di leggere l’ultimo messaggio si è messa a ridere ad alta voce e allora ho capito che il gioco stava cominciando a piacerle e non si nascondeva più dietro la sua apparente timidezza.
Lui: “Lo faccio volentieri, ma solo se ci sei anche tu”
A questo punto le ho chiesto se si fosse gia bagnata la sua fighetta stretta. “Si, tanto che devo andare in bagno per rassettarmi”, mi ha risposto la mia bella troiona. Cosi lei si è alzata ed è andata nel bagno guardando solo per un attimo dalla parte di Mauro che gia sbavava. Dopo che lei è sparita Mauro mi ha guardato ed io gli ho fatto cenno di seguirla. Lui allora si é precipitato nel bagno. Dietro di lei. Io sono rimasto li seduto al tavolo e gia mi è venuto duro nei pantaloni al solo pensiero di quello che si stava svolgendo nel bagno delle donne a pochi metri da me. La mia fantasia ha cominciato a farmi figurare gli scenari piu sconci di cui era capace. Lui che la fruga sotto il vestito, lei che mugola, lui che le struscia il cazzo duro sulle cosce e sulle chiappe. Lei che gli dice “No, cosa fai? Se entra qualcuno?”
Lui che la afferra per un braccio e la tira in una cabina dove le ordina di prenderglielo in bocca. Lei messa a pecorina mentre lui la linguetta da dietro come promessole nel messaggio di poco prima. Il suo cazzo che si apre la strada tra le sue labbra gia inumidite.
Erano passati giá quasi 10 minuti quando la vedo rientrare in sale, visibilmente confusa e imbarazzata. Senza dire una parola si siede a tavola e ricomincia a mangiare l’antipasto che aveva ordinato.
“Allora, raccontami tutto, cosa è successo nel bagno?”.
Lei senza alzare la testa dal piatto ha cominciato a descrivermi minuziosamente tutto quello che era successo. Io avevo difficoltá a rimanere seduto perché i pantaloni mi stavano molto stretti e mi muovevo da una chiappa all’ altra per dare al mio cazzo duro una posizione piu confortevole.
“Ero alla toilette quando ho sentiti che mi chiamava Mauro pregandomi di aprirgli la porta della cabina dove stavo facendo la pipi.”
“E tu? Gliel’hai aperta?”
“No, avevo paura che entrasse qualcuno, cosí lui ha aspettato che io uscissi. Mi stavo lavando le mani quando mi ha messo le mani sul culo.”
“Davvero? E ti è piaciuto?”
“Si, ma era pericoloso. Infatti dopo un momento è entrata una signora e lui è stato costretto a nascondersi in una cabina. La signora mi ha visto ridere per tutto il tempo e ha pensato sicuramente che fossi matta.”
Mauro rientra anche lui in sala e paonazzo si siede al posto di prima al bar per finire il suo drink.
“E poi? Cosa è successo?” le chiedo, impaziente di sapere il resto.
“Quando la signora è riuscita, sono andata alla sua cabina e gli ho detto che non c’era piu pericolo e che poteva uscire. Lui appena ha aperto, mi ha afferrato per un polso e mi ha trascinata dentro alla sua cabina. Io gli sono andata a finire addosso e tutti e due siamo caduti sulla tazza. Mi sono trovata praticamente a cavalcioni sulle sue gambe.”
“E lui cosa ha fatto?”
“Si è messo a ridere. Poi ha cominciato a baciarmi sul collo”
“Ti è piaciuto?”
“Si, era eccitante sapermi in una tolilette di un ristorante con un uomo che è quasi uno sconosciuto perme.”
“Ti piaceva l’idea che io ero in sala ad aspettarti?”
“Si, mi dava anche un po di sicurezza in piu sapere che tu eri in sala. Sapevo che eri stato tu a mandarmi Mauro in bagno.”
“Brava la mia mogliettina, mi conosci bene eh E poi? Raccontami cosa avete fatto?”
“Si, come corri!”
“Dai, non tenermi sulle spine”
“Ero ancora li seduta sulle sue gambe, mi sussurrava oscenitá all’orecchio, le sue mani vagavano sotto il mio vestito sui miei glutei quando all’improvviso mi sono ritrovata la sua lingua in bocca”
“Cosa ti ha sussurrato? Voglio sapere tutto!”
“Mi ha detto che avrebbe voluto infilarmi il suo cazzo duro nella fica e farmi urlare di piacere, che lo dovevo fare per te. ”
“Mhhhhh,. E poi?”
“Poi ha afferrato la mia mano e l’ha diretta sulla patta dei suoi pantaloni. Madonna mia!”
“Cosa?”
“Beh, non ne ho mai toccato uno cosi grosso. Era duro come la pietra”
“Ah si? Vai avanti. Cosa è successo poi?” Cristo avrei potuto segarmi li davanti a tutti tanto ero eccitato.
“Lui si è alzato e si è sbottonato. Lo ha cacciato fuori e me lo ha fatto toccare chiedendomi se fosse di mio gusto.”
“è un bell’esemplare, non ne ho mai visto uno piu grande dal vivo.”
“Ti piacerebbe assaggiarlo?”
“Mi ha fatto sedere sulla tazza e mi ha strofinato il suo enorme uccello sulla faccia”. Io stavo per esplodere.
“Poi gliel’ho preso un po in bocca. Lui mi ha afferrato per i capelli e ha cominciato a dirmi delle volgaritá”
“Sei una troia” mi ha detto “una troia succhiacazzi. Come lo prendi bene. Mi fai morire, dai leccalo tutto”.
“È venuto quasi subito. Mamma mia quanta crema che ha cacciato”
“L’hai bevuta, troia?” Le ho chiesto.
“Non ce l’ho fatta ad ingoiarla tutta. Lui non finiva di cacciarne altra cosi che mi colava giu per il mento.”
“Che brava la mia troia”
“Cosi ti piace vero? Mi ha chiesto alla fine?”
“Sei un maiale, gli ho risposto”
“Il tuo maritino sará orgogliosa di te stasera”
“Poi mi sono ripulita e sono ritornata qui”
“Che brava mogliettina che ho. Vero?”
Mauro mi guardava e abbiamo fatto un brindisi a distanza. Credo che questo sia l’inizio di una bella e porca amicizia…
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15 years ago
wickedcouple,
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La mia prima esperienza con una coppia!!!!
ciao a tutti!!!! sono quì a raccontarvi la mia prima esperienza con una coppia, che per me è stata un'esperienza bellissima!!!!!!!!!
mi trovavo in un locale molto conosciuto della litoranea tarantina e, come tutte le sere, appena arrivavo, facevo il giro dei saluti al proprietario e ai suoi dipendenti, passando dalla pizzeria alla cucina per poi raggiungere il bar!!!! giunto al bar e salutato i miei amici/dipendenti, mi girai, guardi verso la porta che dava sul giardino, e vedi lì seduto su di una panca, un mio amico, con la sua donna seduta a sua volta sulle sue gambe!!!!
mi avvicinai per salutare e giunto lì, io ebbi solo il tempo di dire: ciao, come va? lui mi rispose: hei ciao.... si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: ma tu, te la faresti un'orgia???
io rimasi un pò perplesso, ma prontamente gli risposi di si, lei invece non era molto disposta e pregò lui di non fare questo incontro!!!! ma lui non volle saperne e le rispose che io ero un'amico, che non si sarebbe dovuta preoccupare, e si allontanarono dicendomi che sarebbe tornato lui a prendermi dopo circa mezz'ora!!!!
io rimasi lì incredulo e molto perplesso.... non mi sembrava vero... non credevo che sarebbe tornato per prendermi, mi presi qualcosa da bere, e continuai il mio giro di saluti ad amici che frequentavano questo locale!!!!! dopo circa 20 minuti lui mi chiamò sul mio telefonino chiedendomi di uscire nel parcheggio e così feci!!!! il mio cuore a quel punto cominciò a battere fortissimo l'ansia mi assalì ..... ero tutto un fermento..... e quando raggiunsi la sua macchina lui era solo, uscì dall'auto mi abbracciò, mettendomi il suo braccio sulla spalla, e mi disse che, quello che sarebbe accaduto quella sera sarebbe stato un'episodio sporadico, che, avrei dovuto rimuovere dalla mia mente tutto quello che sarebbe successo quella sera, e in più aggiunse che lei era la sua donna, che a lui piacevano queste cose, e che lui era un porco!!!!!
io gli dissi che non era solo lui ad essere porco ma che forse io lo avrei superato a porcaggine!!!!! entrai nella sua macchina, dopo aver preso una bottiglia di prosecco e del ghiaccio, e mi portò a casa sua....... lì trovai lei che ci accolse con un un abbigliamento molto sexy indossava un completino intimo molto carino coperto da una vestaglietta trasparente, legata in vita!!!!! lei era bellissima, oserei dire da sballo!!!!! anche lui era un bell'uomo..... comunque...... lei aveva preparato l'atmosfera con luci soffuse, un video porno veniva trasmesso sulla loro maxy tv, c'era una coppa con dell'uva bianca fresca su di un tavolino davanti al salotto dove mi fecero accomodare, e della musica sottofondo per allietare la serata, così preso dall'euforia e dalla timidezza cominciai a versare il prosecco nei bicchieri, ero imbarazzatissimo, non sapevo come comportarmi... brindammo alla serata che stava per iniziare, e subito dopo, lei esordì con un balletto erotico molto sensuale!!!! da prima con il suo uomo e poi si avvicinò a me prese del ghiaccio lo mise tra i denti e cominciò ad
accarezzarmi passandomi il ghiaccio sul collo poi lentamente sul petto, pian piano mi sbottonò i pantaloni e dolcemente inizio a baciarmi, a leccarmi, a succhiarmi anche l'anima.... bellissimo...... era bravissima, andai in estasi.....cominciai a baciarla e leccarla anch'io, la girai, la piegai e iniziai a penetrarla mentre il suo compagno si masturbava seduto sulla sua poltrona. dopo un pò ci spostammo in camera da letto, e i giochi continuarono magnificamente con un bellissimo 69, a quel punto lui si unì a noi, e cominciò a penetrarla da dietro scambiandoci le posizioni, ci alternavamo!!!! lei era caldissima sentivo il suo gemito, la sua goduria, era bagnatissima, e quanto più lei gemeva tanto di più io godevo!!!!! andammo avanti così per parecchio tempo, anche se ad un certo punto, si avvicinò anche lui al mio fallo e cominciò a succhiarmi, io lo lasciai fare.... mentre lei era seduta sulla mia bocca e si lasciava leccare!!!! raggiusi l'orgasmo che sembrava non finire mai..... anche dopo essere venuto mi sentivo un fermento una sensazione bellissima che fino ad allora non avevo mai avuto!!!!
andai via dopo aver salutato e ringraziato per la piacevolissima serata che all'improvviso mi avevano fatto passare!!!! dopo qualche giorno, il mio amico mi richiamò chiedendomi se ero libero, se avessi potuto raggiungerli a casa e io ci andai di corsa!!!! ci incontrammo ancora altre tre volte furono tutte serate indimenticabili..... poi però questo idillio si ruppe a seguito della loro partenza per motivi di lavoro e non ho più avuto modo di incontrarli!!!! peccato!!!!
dopo poco tempo io mi fidanzai e tagliai i ponti con la mia vita mondana, ho cercato fino ad adesso di fare la persona seria di non tradire la mia donna, ma non ci sono riuscito!!!! ho provato a stuzzicarla cercando di convincerla a fare questo tipo di esperienza, ma la mia lei non è disposta e mi sono iscritto su questo sito!!!! mi piacerebbe poter rivivere questa esperienza che io considero come una delle mie più belle mia vita!!!!! spero che il mio racconto vi sia piaciuto e che magari qualcuno mi inviti e mi faccia rivivere questa magnifica storia!!!! un caldissimo bacio a tutti quelli che si sono interessati a me e al mio racconto realmente vissuto!!!!
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4
15 years ago
admin, 75
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Un incontro molto speciale...
Avevo conosciuto questa coppia qualche mese prima di quest’evento …
Mi avevano contattato incuriositi dall’annuncio …erano sposati eta 43 lui 38-39 lei
Con prole … persone normalissime fuori da certi giri che si erano imbattute per caso in questo mondo navigando in internet e ne erano rimaste folgorate e affascinate..( soprattutto lui) non avevano nessun esperienza , Erano completamente a digiuno dal conoscere certe realtà..
Con lui ( il cornuto) Chattavamo con msn in orario d’ufficio quasi tutti i giorni ormai da qualche mese .. parlavamo del piu e del meno …ormai avevo perso la speranza di incontrarli o meglio di convincerli anche solo per un incontro conoscitivo .. sapevo benissimo che lei era all’oscuro di tutto e lui navigava in balia delle sue fantasie… irrealizzabili
Sua moglie era una ragazza alla vecchia maniera diceva , molto cattolica e con un educazione molto rigida .. si erano conosciuti a 20 anni lei aveva avuto solo lui, un fidanzamento da manuale, poi il matrimonio e subito dopo la nascita del loro figlio..
Lui mi raccontava di continuo i suoi sogni le sue fantasie e mi inviava foto di sua moglie rubate in maniera fugace in accappatoio, in slip, quando dorme, quando è in bagno…e cosi via. Ormai era quella la sua trasgressione ed io lo assecondavo volentieri ..era un tipo semplice ma simpatico in fondo e a me non dispiaceva ogni tanto visionare le foto della sua signora .. una moretta niente male direi.. piccolina sarà stata alta max 155 però ben proporzionata con un seno piccolino ma sodo e ben sostenuto..
Mi chiedeva di continuo come poteva fare a convincere la moglie …io gli proposi mille soluzioni ed altrettanti stratagemmi .. ma secondo me il problema era lui …non avrebbe mai trovato il coraggio di concretizzare le sue fantasie.. quindi gli dissi che se non era pienamente convinto doveva lasciar perdere altrimenti sene sarebbe pentito …gli dissi:- ci vuole determinatezza !! devi far capire a tua moglie che lo vuoi veramente a tutti i costi …
Poi gli chiesi cosa volesse esattamente … che tipo di situazione ti piacerebbe realizzare…
Lui rimase in pausa per qualche minuto ..poi mi scrisse. Che voleva semplicemente vedere sua moglie scopata da un altro …poi aggiunge voglio vederla godere ..starmene in disparte in silenzio mentre lei si fa sbattere in tutte le maniere senza limiti…
Niente di trascendentale quindi .. pero glielo devi chiedere in qualche modo devi cercare di fargli capire la tua fantasia e cercare di capire se lei e disposta ad accettare.. risposi io ….
Lui : si gli piacerebbe, l’idea la eccita ma si vergogna con un altro e non lo farebbe mai dal vero… è timida e non sarebbe in grado di dire una parola.. e tanto meno di alzare lo sguardo da terra…poi non si sentirebbe a sua agio a casa di qualcun altro equi da noi è impossibile ….
…rispondo io… allora il problema è risolto … In che senso! risponde lui….
Se non vuole instaurare una conversazione , non vuole relazionarsi e non vuole incrociare nessuno sguardo proponigli di fare l’incontro in auto in qualche posto tranquillo ..cominciate voi con i preliminari …la spogli ..la fai eccitare …poi la bendi scendi dalla macchina e mi fai salire al posto tuo …faremo tutto nel più completo silenzio e tu ti godrai lo spettacolo proprio come un vero guardone…. Poi quando avrò finito senza dire una parola sparirò…
Ecco Fatto!… dopo qualche minuto di riflessione lui mi scrive ..OK… e chiude
Nei 3 giorni successivi non si collegò …dedussi che aveva finito gli argomenti e che mi aveva solo preso in giro con le sue fantasie… probabilmente,pensai, sarà solo un segaiolo ..magari non è neanche sposato… poi quel pomeriggio mi arriva un sms sul cellulare…
( ciao sono XXXXX stasera alle 22:00 saremo al parcheggio xxxxx in località xxxxx a bordo di una xxxxxx di colore xxxxxx se ti va lo facciamo) non credevo ai miei occhi… ero quasi preoccupato che fosse una presa in giro dovevo fare circa 70 km per raggiungere il luogo e un po’ mi preoccupava prendere un pacco …gli rispondo e confermo l’appuntamento… VEDREMO..
All’orario stabilito mi presento all’appuntamento …ero un po’ in anticipo infatti non c’era nessuno aspetto qualche minuto e una macchina si avvicina… incredibile corrisponde alla descrizione…
Mi passano vicini e mi scrutano attentamente ..erano loro non c’era dubbio… poi si allontano e si fermano 100mm piu avanti io aspetto qualche minuto poi accendo e mi avvicino a loro mi arriva un sms ( seguici) …cosi faccio , ci spostammo in un luogo tranquillo in campagna probabilmente conosciuto da loro io ero fuori zona non lo conoscevo. Mi fermo dietro a loro ed aspetto .. qualcosa si muove …stanno trafficando tra loro.. bene !! ci siamo allora mi preparo per entrare in scena .. poi dopo 5 minuti circa lui apre lo sportello.. io era gia sceso .. sento discutere.. .lei ha una vocina molto femminile e sembra lo stia implorando di non scendere … probabilmente non se la sente .. ..normale può capitare mi preparo mentalmente per tornare via poi un sms…( aspetta altri 5minuti) cazzo ero li a pochi metri dimmelo a voce….. aspetto
Trascorsi i 5 minuti la portiera si apre lui scende deciso e la lascia socchiusa … nessuna contestazione arriva da l’interno della macchina ,,,ma la cosa che mi sorprende è che lui invece di dirigersi verso di me …per spendere anche solo 2 parole .. qualche raccomandazione o semplicemente per conoscersi personalmente prende la direzione opposta e si dilegua nel buio..
Rimango veramente basito.. poi mi avvicino apro lo sportello e mi accomodo al posto di guida.. i sedili erano già abbassati la macchia era molto spaziosa ..ottima per manovrare direi …
Lei era rannicchiata in un angolo nuda in silenzio … bendata con un foulard rosso scuro e con un bel paio di sandalini col tacco alto nuovi di pacca comprati sicuramente per l’occasione… non le dissi neanche ciao mi attengo al copione… le feci una carezza su i capelli e le misi una mano sulla gamba ..per tranquillizzarla.. feci tutto con molta calma … mi sfilai i pantaloni e la camicia e guidai la sua mano a me perche familiarizzasse con il mio corpo…mi accarezzo molto dolcemente ..tremava un po’ ma era curiosa… dopo poco la mano aveva percorso tutto il mio corpo e si appresto ad avvicinarsi verso il mio uccello …che gia svettava ai massimi livelli per l’eccitazione … la situazione era veramente forte ed intrigante.. la scrutavo con estrema attenzione era una bella donna …di una bellezza semplice.. castana scura. piccolina non magrissima morbida un pò rotondeggiante ma molto proporzionata e soda…vera mediterranea.. i lineamenti del volto erano parzialmente coperti dal foulard ma si capiva che erano molto dolci un naso piccolino una bocca con labbra fini …era profumata ed aveva una pelle molto liscia …mi piaceva esprimeva femminilità.. la sua mano trovò il mio membro ed ebbe quasi un sussulto poi lo strinse e comincio a menarlo io nel frattempo comincia a prendere possesso del suo corpo le mie mani si fecero più avide le mie carezze si diressero nelle parti su piu intime ..
Aveva un culo fantastico …e mentre le mia labbra assaggiavano i suoi seni le mia dita si facevano posto tra le sue gambe fino a raggiungere le sua di labbra… era gia bagnatissima… entrai dolcemente con un dito era molto stretta e tesa..il suo respiro diventò piu affannato … si accomodo assumendo una posizione supina più comoda si avvicino con la bocca al mio scettro io la guidai con dolcezza e lei con altrettanta dolcezza lo accolse in bocca e con estrema abilità e voracità si dimeno per procurarmi piacere…io lentamente cercai di fargli capire cha avrei voluto ricambiare scivolando con la testa sotto di lei per un bel 69…ma non riuscimmo nella manovra era un po’ impecciata in macchina probabilmente non lo faceva da chissà quanto tempo.. quindi la feci adagiare a gambe larghe nel centro dei sedili e mi gustai il suo sapore …era in estasi.. si tratteneva a fatica non voleva scomporsi piu di tanto ma aveva il fiato rotto raggiungeva un orgasmo dopo l’altro contorcendosi in maniera vistosa e stringendomi i polsi con una forza incredibile..
era un fiume in piena .. era il momento di possederla! ero eccitatissimo .. e lei piu di me.. mi tornò in mente il marito mi guardo intorno e non lo vedo… poi mi accorgo che è a una decina di metri dalla macchina che si fuma una sigaretta..
lei ha capito che sto per penetrarla molto dolcemente mi adagio su di lei … si avvicina e mi sussurra qualcosa nell orecchio … con un filo di voce mi dice : - Fai Piano ti prego… l’accarezzo e la mia cappella trova il varco …. Lei trattiene il fiato e trema nuovamente… io affondo dentro di lei piano piano ma deciso… mi punta una mano sul fianco come se volesse fermarmi … io la tolgo e continuo ad affondare finche non entro tutto dentro di lei …. Ha la bocca socchiusa il cuore le batte a mille …non respira.. lentamente indietreggio poi comincio a pomparla con affondi lenti e vigorosi mi cinge le braccia al collo ed allenta la tensione della gambe.. un leggero lamento le esce ogni volta che affondo ma è ancora trattenuta sta sudando in maniera incredibile …il respiro è affannoso i lamenti sono piu forti le dita affondano nella mia pelle .. esplode.. si lascia rapire da un orgasmo violento… e finalmente apre la bocca e geme si libera in un lamento lungo quasi un urlo… percepisco chiaramente le contrazioni della sua vagina contro la mia asta …poi si rilassa sospira mi accarezza …sorride ed esclama qualcosa.. a voce alta..tutti i muri sono crollati ...la situazione mi aveva mandato su di giri dovevo concentrarmi per non venire .cominciavo adesso a divertirmi
e lei cominciava adesso ad allentare la tensione… continuo a pomparla con ritmo incalzante ormai non teme più la mia presenza geme strilla … sospira mi incita poi viene ancora mi abbraccia ogni volta mi bacia il collo come in segno di gratitudine… poi mi fermo un po’ la faccio girare da dietro ..ha un culo fantastico tondo perfetto …le accarezzo la schiena poi mi avvinchio nuovamente a lei da dietro ...sono in posizione semieretta e posso godermi lo spettacolo da una buona angolazione le blocco i fianche con i mie avambracci cosi che senta ogni colpo che le do.. gli piace..scuote la criniera ad ogni affondo ..borbotta qualcosa….poi mi accorgo che il marito ha preso posto in tribuna ..è al finestrino non riesco a vederlo in faccia ma è immobile..lei non sene accorge neanche… cerco di fargli capire che vorrei prenderle anche il culo ..faccio scivolare un dito fin li …ma lei mi toglie subito la mano e scuote la testa in segno di negazione.. non insisto ..dopo aver sperimentato anche altre geometrie nel limite del consentito per una macchina lei spontaneamente si rimette sdraiata al centro dei sedili …le piace la posizione del missionario!!.. e piace anche a me.
Mi accomodo sopra di lei e scivo nuovamente dentro.. mi accorgo che il foulard si è allentato e ha liberato il suo volto ..lei ha gli occhi chiusi … io finisco di toglierlo ..lei non obietta ..ma continua a tenere gli occhi chiusi …le sue gambe sono molto piu rilassate si allargano al massimo per ricervemi al meglio, gliele tiro su bloccandole con le braccia lei le appoggia alle mie spalle vuole essere penetrata profondamente ci ha preso gusto io sono quasi al limite ...non scopavo da 10 gg.. ed avevo le palle strapiene ero super eccitato.. lei lo sentiva… ormai la pompavo da 40 minuti mi avvicino al suo orecchio e le sussurro che sto per venire…lei non risponde… continuo a sbatterla furiosamente lei ha un orgasmo
Si avvinghia a me… io le ripeto che sto per venire … lei apre gli occhi mi guarda e mi dice.. si dai riempimi ..dai vienimi dentro … quelle parole ..mi sconvolsero …esplosi dentro di lei con un eiaculazione violenta e lunga, almeno 7-8 schizzi.. gli iniettai una quantità di sperma incredibile dentro l’utero… lei era in estasi ,tremava, gli occhi sbarrati mi osservava mentre gemevo e affondavo dentro di lei sentivo il mio sperma fuoriuscire ad ogni affondo tanto era abbondante la quantità.. rimasi dentro di lei per qualche minuto eravamo esausti sudati ..in silenzio lei mi tratteneva in un tenero abbraccio quasi come se non volesse che finisse quell’esperienza.. io sarei stato pronto a breve per un altro assalto ma sapevo che il tempo era finito, il marito era già in agitazione fuori.. lei sene accorse ed allentò la presa ..allora mi alzai e mi ricomposi .. ci sedemmo .lei perdeva sperma come una fontana aperta le macchina era tutta imbrattata ..i nostri sguardi si incrociarono e lei mi fece un sorriso compiaciuta.. feci appena in tempo a mettermi i pantaloni e le scarpe il marito apri la portiera Come ad invitarmi ad uscire.. lei mi prese per un braccio si avvicino mi bacio sulla guancia per salutarmi e mi sussurrò un ultima cosa… -- è stato bellissimo!-- sorrisi e scesi ..incrociai lo sguardo di lui…. Era sconvolto… balbettando mi disse qualcosa ..non so cosa.. aveva ancora i pantaloni sganciati.. ..
Io risposi …-È stato un piacere… e mene andai .
Lo trovai su msn dopo una settimana… mi disse che era stata un esperienza fortissima per lui e sua moglie.. non credeva che sarebbe arrivata a tanto lei… quella sera sono tornati a casa ed anno fatto l’amore tutta la notte.
Poi non ne hanno più parlato … poi mi ha detto che gli dovevo 50 € perche ha dovuto far lavare la tappezzeria della macchina.. io gli ho risposto che glieli avrei resi quando ci saremmo rivisti.. …e cosi è stato!
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15 years ago
admin, 75
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La maschera
Finalmente sono arrivato, l’ultimo tratto in bicicletta lungo il distretto industriale di Marghera è stato quasi apneatico fortuna che il filtro sul viso funziona egregiamente.
Parcheggio la bici fuori l’arcipelago e m’imbarco, da una piccola isola che affiora scorgo una serie di arnie ronzanti e indispettite dall’operaio che estrae il frutto del lavoro di quegli imenotteri infaticabili, operaio o operaia.. chi lo sa’..
Le onde hanno snocciolato la loro cantilena sulla chiglia e finalmente attracchiamo, l’aria è densa dei rumori carnevaleschi i miei amici mi attendono all’entrata di Corte Sconta.. eccoli sono loro, li riconosco dalle voci dietro un turbinio di pajettes multicolori, piume di gallo cedrone e cartapesta semilavorata.
“Dove si va’?... al cinema...”, ci incamminiamo, un ponte dietro l’altro incontrando e dimenticando sconosciuti rappresentanti della moltitudine celata, il ciarlare multietnico rivela l’imbarazzante quantità di turisti da tutto il globo, ma il comune paravento ci accomuna.
Arrivati , sala A “La maschera di Ferro” L. di Caprio, J. Irons... , sala B “ Eyes wide shut” T. Cruise, N. Kidman... vince la mia passione per Kubrick, in sala lo stesso aleggiar d’alibi, la stessa sfrontatezza riparata, il brusio s’attenua la pellicola scorre...
d’improvviso l’alito caldo dal sentore di lampone di una lepre turchina mi sussurra all’orecchio “vorresti viverla un’orgia cosi’?” nessuna risposta puo’ esser diversa da un ammicamento pupillare, “seguimi..” la seguo..
Fuori comincia a nevicare, ogni fiocco assorbe una frazione esagonale d’onda sonora riducendo il rumore ad un’impalpabile frazione aurea dell’originale... Lei corre non so’ se per memoria o cosa ma non sembra seguire una via ben precisa, la calle s’interrompe, un balzo siamo al di la’ di un canaletto verdastro, mentre due piccole pernici azzurre ci guardano accendendosi una sigaretta.
il buio del sottoscala si dirada nel salire verso una nenia incipiente che aumenta il suo ritmo cardiaco.. dietro un arco lo scenario è ammutolente, gli astanti riversati gli uni negli altri i corpi uniti uno a uno, due a due, tre a tre, specie animali con mitiche creature dalle corna ritorte, drappi di velluto rosso calano pesanti dalle stanze attigue con una serie di buchi all’altezza del volto, esseri mascherati che guardano attraverso un ulteriore maschera, membri nudi che spuntano solinghi anonimi, bocche dorate che li accolgono come un pitone reticolato inghiotte un topo delle piramidi.
La lepre si gira, gli occhi verdi si posano sui miei, un battito di ciglia ed un dito sulla bocca, “noi andiamo di la’” entriamo in punta di piedi mentre una fenice transgender espone i suoi seni ricoperti di cenere ed i testicoli piumati.. non credo di farcela... ma mi rassicura ancora il suadente respiro articolato: “Tu non sei tu, Io non sono io, qui nessuno è quello che è siamo tutti proiezioni dei nostri sogni, non ti svegliare non ancora...”
Seguo l’istinto e mi confondo non so’ più chi sono, avvolto dalle spirali oniriche di queste paia di occhi, gli unici rappresentanti della realtà in questo posto, le uniche finestre cerebrali affacciate su questo carne-vale. Godo di tutti e di tutte bevo e vengo bevuto, mangio e vengo mangiato fino all’aurora, mai un’inesattezza mai un calare la maschera.. mai.
La lepre ormai è totalmente nota, la sua georgrafia non ha lacune ogni valle rivolo grotta pertugio è stato scoperto invaso riempito ed esplicitato.
E’ solo la salsedine salmastra che muore sulle nostre tempie, che ci pone la domanda, che batte insistente sulla coscienza dell’evidenza, prima io o prima tu? assieme? il gesto è rapido, il risultato inconsueto. I patti sono patti, via le maschere il volto nudo gli occhi chiusi le mani che corrono sul volto come un cieco che riconosce un amico il suo naso dritto, greco le sue labbra morbide, stanche.
La lepre saluta il furetto “a mai più’ rivederci”..
Rivederci?
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15 years ago
piter3de3vries, 40
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Evviva la gang bang
Da una vita speravo di vivere quel sogno. L'avevo immaginato, sognato, desiderato e finalmente si stava realizzando. Giorgio, il mio amico e collega aveva organizzato tutto. Tornando a casa trovai Erika,la mia dolce compagna, la donna della mia vita, che con i suoi capelli lunghissimi, morbidi, con i suoi fianchi pronunciati, desiderati da ogni uomo al quale donava i suoi piaceri, con i suoi seni sodi e i capezzoli perennemente turgidi, rendeva ogni scopata una lunga serie di orgasmi infiniti. Lei si stava preparando all'evento che avrebbe cambiato per sempre il nostro rapporto. Con attenzione maniacale la trovai intenta a truccarsi in un modo che, agli occhi di qualsiasi uomo l'avrebbe resa provocante. Avvolta da uno splendido mini abito di seta nera, e abbinato alle immancabili calze autoreggenti con una balza di splendido pizzo ricamato, la mia donna era pronta per rendere la nottata un susseguirsi di orgasmi e di infinite sborrate. Partimmo alla volta della destinazione, le cui coordinate mi erano state date da Giorgio in modo preciso. Giungemmo all’ingresso della villa ove sarebbe avvenuto il tutto, e prima ancora che potessi scendere dall’auto per suonare al citofono, si fece aventi un ragazzo dai lineamenti e dal colore della pelle che rilevavano le sue origini africane. Mi chiese la conferma sul mio nome e quindi apri il cancello indicandoci il luogo in cui avremmo dovuto recarci. Percorso un lungo viale alberato, arrivammo all’ingresso della villa, ove ad attenderci vi era Giorgio, che aiutando Erika a scendere dall’auto si era preoccupato di guardare a lungo di ammirare le cosce e le tette della mia porca. Quindi ci accompagno all’interno della villa e subito dopo aver oltrepassato l’atrio si bloccò improvvisamente esordendo con una frase che ci apparve subito preoccupante “ purtroppo si è verificato un problema imprevisto “. Mi spiegò che gli altri tre invitati maschili, non avevano capito il senso dell’invito ricevuto e che a loro volta avevano invitato altri tre maschi. A questo punto per sorpresa di tutti intervenne Erika che ci disse con modi semplici e allo stesso tempo da vera maiala che non avrebbe avuto problemi a farsi sbattere da otto uomini invece che da “ soli “ cinque. A questo punto dopo una frase del genere il mio cazzo e sicuramente anche quello di Giorgio subirono un’immediata impennata. Pronti per iniziare l’orgia ci portammo in un salone ove ad attenderci vi erano sei uomini, nudi e con i rispettivi cazzi giù decisamente in tiro. La porca venne fatta subito oggetto di tre dei presenti che non persero tempo ad accompagnarla su uno dei divani, e mentre le loro mani si allungavano cercando di infilarsi tra le cosce della porca che appariva già ampiamente eccitata. Senza proferire parola Erika inizio a spompinare due dei cazzi più vicini alla sua bocca mentre gli altri uomini affamati di succo di fica si avvicinavano alla fonte del piacere. La ficona si sentiva avvolta da tutti quegli uomini che in modo chiaro e inequivocabile non aspettavano altro che sbattersi la troia. A turno la possedettero in ogni sfintere facendola venire più volte e riempiendole la bocca del nettare di cazzo. Lei affamata e calda si sentiva presa e più si sentiva vogliosa di assaggiare la loro sborra. Al termine della scopata durata più di tre ore, Erika si sentì soddisfatta di aver fatto godere tutti quei maschi. La serata era finita ma la mia Erika aveva in serbo per me un’ultima emozione. Per tutta la durata del viaggio di ritorno mi chiese di guidare mentre lei sul sedile di dietro riceveva le attenzioni ed enormi passate di cazzo da quello splendido mandingo che ci aveva ricevuto all’inizio della serata. Avevo realizzato il sogno di vedere la mia compagna alle prese di una gang, sicuro che questa sera era la prima di una lunga serie di scopate nelle quali Erika avrebbe dato sfoggio delle sue doti di troia.
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15 years ago
admin, 75
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Treno per roma 2
TRENO PER ROMA (SECONDA PARTE)
….Arrivati a Roma, andammo al bar della Stazione a fare colazione, Franco confessò a me e Daria chi realmente lui fosse. Personaggio noto che ovviamente evito di renderlo individuabile.
Ormai si era creata tra noi una confidenza abbastanza intima e tutti e tre eravamo dispiaciuti e imbarazzati a doverci salutare per andare ognuno per la sua strada. Sino a quando Daria propone di rivederci la sera e non ripartire ognuno per la propria città. Io andavo a Genova e Daria a Torino. Mentre Franco sarebbe rimasto a Roma perché per lui si era trattato di un viaggio di “rientro” nella sua città.
Pensai che nel pomeriggio potessi chiamare mio marito e spiegare che la riunione si era protratta al giorno successivo e quindi sarei rientrata la sera dopo. Daria non aveva problemi e per Franco una riunione serale era all’ordine del giorno.
Decidemmo così di rivederci la sera per l’ora di cena e Franco prenotò una camera per me e Daria in un noto Hotel Lusso, precisando che saremmo state ospiti sue.
Alle 17 mi ero già liberata del mio impegno lavorativo e chiamai subito mio marito per avvisarlo che sarei rientra ta all’indomani. Dopo andai in albergo pensando di farmi una doccia, bere qualcosa e riposare.
Invece alla reception mi fu detto che la chiave della camera era già stata ritirata!
Pensai allora di trovarci già Daria che forse aveva avuto la mia idea e che forse avrei trovato la doccia impegnata. Arrivai al piano, bussai ma …nessuno apriva… sarà uscita con la chiave, pensai.
Al piano mi recai nel gabbiotto di servizio per chiedere di aprire la mia stanza spiegando il motivo, ma la cameriera imbarazzata mi disse che la mia amica era in camera e che forse non poteva…aprire, forse non aveva sentito. Col telefono interno, infatti, la cameriera chiamo in camera e chiese a Daria se poteva aprire la porta per farmi entrare.
Ritornai alla camera e la trova semi aperta…entrai e sentii Daria che mi disse Vieni pure…sono qui!
Mi introdussi in camera da letto e…vidi una bellissima donna con la crestina da cameriera in testa e tutta nuda con le cosce aperte e Daria sopra di lei tra le sue cosce, che si girò con la testa e mi disse..cara ti presento Teresa. E’ venuta per fare pulizie alla suite…fai pure con comodo che io continuo…Io rimasi senza parole..poggiai la mia borsa e mi avvicinai per guardare meglio…Daria si avvicino’ col viso al mio come per salutarmi con un bacetto…e mi disse fai le tue cose e poi se vieni con noi ci farà piacere…e continuo’ a leccarla sfrenatamente..
Mi spogliai in un colpo..e continuando a guardarle mi avvicinai al letto lasciandole fare..e limitandomi solo a carezzarle entrambe. Poi appoggiai una gamba sul letto e infilai le dita tra le mie cosce per accarezzarmi mentre guardavo. Teresa che era situata sotto Daria che la leccava allungò la sua mano per farmi avvicinare in quella posizione al suo viso. Lo feci favorendo la sua idea di leccarmela. Era stupendo. Daria leccava Teresa mentre leccava me che le guardavo tutte e due!
Il pomeriggio iniziava bene ed era un ottimo aperativo per la serata che avevamo organizzata con Franco.
La scena e’ continuata per almeno un’ora, sino a quando Teresa godendo come una maiala ci ha chiesto di invertire i ruoli. La Daria sotto che leccava me mentre veniva leccata da Teresa…
Poi sono finita io di sotto, ma questa volta Teresa si è assentata ed è ritornata con un vibratore che mi ha infilato dentro mentre loro due mi esploravano tutto il corpo con le loro bocche. Nella goduria generale ho invocato un cazzo. Avevo voglia di essere penetrata da un uomo, fermo restando la presenza delle due ragazze.
Fu allora che Daria chiese a Teresa se ci fosse un suo collega maschio disponibile…Si, disse lei dovrebbe aver preso servizio Mahomed, un ragazzo di colore dotato di una mazza superlativa. Aspettate, ci disse, vedo se c’e’. Si alza e chiama una sua collega al telefono per chiedere del ragazzo. Glielo passano e lei gli dice che stava lavorando alla camera n^….ed aveva bisogno di aiuto per spostare una poltrona…
Dopo qualche minuto arrivò il ragazzo di colore e ci trovò tutte nude. Teresa ci presentò e lui restò impalato dicendo semplicemente “piacere”. Nel frattempo Daria e Teresa continuarono a infilarmi il vibratore e accarezzarmi il corpo. Dovette muoversi Daria lasciando il campo a Teresa che continuava, per avvicinarsi a Mohamed, gli slacciò i pantaloni, li abbassò insieme agli slip scoprendo un affare tra le gambe degne davvero di un pornoattore. E non era ancora duro! Daria subito lo prese, lo smanettò e lo pompò a dovere da farlo irrigidire. Non ce la facevo più! Mi sono staccata da Teresa e sono corsa in aiuto a Daria che lo pompava con la bocca, ho avvicinato la mia bocca a quella di Daria che era piena. Poi glielo ho letteralmente staccato per prenderlo tutto da sola! Dopo dieci minuti di pompino mi sono girata alla pecorina invitandolo a penetrarmi. Lui con le dita mi stava solleticando il buchetto posteriore ma l’ho fermato! L’ ho raddrizzato nella fessura anteriore…Mentre Mahomed mi stantuffava divinamente, Teresa e Daria si sono messe ai miei lati, appoggiate sul letto, alla pecorina, in modo che lui le toccasse tutte e due con le mani…Era magnifico, estenuante…non avrei mai voluto che smettesse. La sua lunghezza arrivava ove mai ero stata raggiunta. Col suo magnifico arnese mi stava toccando punti sino allora mai raggiunti!
Poi accelera vistosamente capii che stava per godere..mi chiese qualcosa..non capii ma risposi …siiiiii vieni dentro!!! Mentre godeva Teresa e Daria erano incantate dalla sua trasformazione. Un vero stallone! Io mi spostai e loro due lo afferrarono letteralmente passandoselo tra una bocca e l’altra ancora tutto pieno di sperma sua e mia!!
Il ragazzo concluso la cosa stava per rivestirsi, ma Teresa lo fermò. Gli disse che non poteva lasciare l’altra signora(Daria) cosi…e glielo prese in bocca per farlo ritornare duro.
Intanto Daria strizzandomi l’occhio si sdraiò sul letto preparandosi a ricevere il ragazzo che intanto la nostra amica cameriera le stava preparando……..
(continua)
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15 years ago
admin, 75
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Scopata al telefono
Siamo una cp poco più che 40enne di Firenze,molto innamorati ma anche piacevolmente
trasgressivi.Da tempo incontriamo una cp di single per passare serate piene di sesso
dove io,il marito,partecipo e riprendo gli incontri.
Durante un viaggio di lavoro di mia moglie posi il desiderio di sentirla scopare al
telefono con loro per poi rivederla a casa comodo comodo al pc,data la mia impossibilità
a seguirla e i motivi di lavoro che avrebbero portato a milano i ns amici...insomma
avrebbe fatto tutto da sola.Purtroppo uno dei due nn potè andare quindi la serata si
svolse in un uno contro uno.
Per l'incapacità cronica coi mezzi moderni,il video nn ebbe un gran successo
(scurissimo,messo fuori posizione) ma meno male l'audio è venuto (...non solo lui
:-D).Dico questo per precisare com è finito il viaggio:tornata col mestruo ovviamente
non abbiamo potuto scopare ma mi ha compensato con un favoloso pompino.Mentre me lo
succhiava l'ho un pò brontolata per il video...bene...mi ha fatto sborrare soltanto a
dirmi "Dai,la prox volta mi faccio scopare da loro mentre tu riprendi...ma dovrai fare
solo quello!".Ecco...ho fatto come un cannone;le ho sparato tutto lo sperma in bocca che
lei ha fatto colare (non inghiotte ma è l'unico limite che ha) mentre con una forsennata
si faceva finire gli altri schizzi in gola.
Poi il discorso è andato su quella serata,di cui lei mi ha dato davvero una ottima
impressione;la faccenda di sapermi lontano ma al telefono li ha molto eccitati,come già
aveva avuto modo di anticiparmi la sera stessa.Ma racconto come andò...con l'audio in
sottofondo (casomai mi scappasse qualcosa) ma col pathos di quella sera.
Allora...mi arriva l'sms come scritto ed io chiamo.Anche dall'audio mi accorgo che è
vero.Dal momento che aprono la videoripresa percepisco che lui è già nudo e lei in
ling...dice lui ("A" è lui e "R" è lei)
A-Ok...ciak si gira.-mentre monta sul letto.
R-Ciao M.(sono io)...ho il completino nero con le autoreggenti come volevi te
A-Sta da Dio...-e sento uno schiocco...altri schiocchi accompagnati da rumori che sanno
di umido...si stanno baciando con la lingua.
Sento R. mugolare di stupore...forse l'ha già duro,accompagnati da altri schiocchi.A
questo punto sento lei ansimare improvvisamente;forse gli ha messo un dito in fica.
R-Aspetta mando un messaggino a M.
Lui sento che continua a baciarla.Spedisce l'sms e sento movimenti sul letto.Lui che le
fà dei complimenti.Si stanno cominciando ad agitare...grossi movimenti sul letto fanno
da sottofondo.Sento la mia chiamata,lei apre il flip del cell e lo mette forse sul
comodino.Si stanno strusciando...continuano quelli schiocchi e tutti quei rumori di
lingua.
A-Piano con la mano...sono pieno di sborra...dai,rallenta-...ed immagino cosa lei stia
facendo.
R-Posso prendertelo in bocca?.-Mi ero raccomandato che parlassero durante il sesso;era
l'unica maniera per immaginarmi la situazione.
A-e me lo chiedi?...fa lui con una risatina accennata
Sento lei succhiare e lui godere...la fa girare a pecorina in maniera che possa
sditalinarla e lei comincia ad ansimare ed a succhiare.Dopo poco lui la fà smettere
perchè è troppo vicino a sborrare,e ricominciano gli schiocchi e i rumori del letto come
se si sfregassero.
R-Madonna come è duro...-sento che R. si muove e comincia ad ansimare...proseguendo con
mugolii che lasciano davvero di stucco.E sento il rumore del letto...ce l'ha nella fica.
Non passa due minuti che...R-Dai A.,dai A. sìsìsìsìsìsìsì
ahhhahhahhhahah...(ansimando)....dai scopami....-A. intanto la sbatte,i rumori sono
inequivocabili...Sento un "AHIA!" che indica un colpo + forte (ha il cazzo di 22
cm).A.le chiede -Sei venuta già?- e lei -Sì.ma mi piace averti dentro.-
A-Aspetta ti giro col cazzo dentro.M'ha detto M. di sborrarti addosso...posso?- mettendo
in chiaro una cosa che avevo richiesto e lei -Fai come vuoi-
Ho capito che l'ha girata,adesso è lui sopra.Lei ricomincia ad ansimare e mugolare
incitandolo,ma un altro AHIA! risbuca dalla sua bocca.Fanno da cornice i loro
baci,schiocchi fortissimi con lingue intreccianti,caratteristiche dei ns incontri.
A-R. sborro,sborro,ti sborro addosso!-sento lui molto eccitato e lei che inzialmente
dice "sì" varie volte e poi accenna una risatina...
R-Madonna,m'affoghi...Oddio sui capelli...- e lui col faito grosso si scusa...
R-Un litro di roba...guarda qua...oddio il letto...corri a prendere un pò di carta
igienica...M...ho le cioccie piene di roba...ha fatto schizzi da un metro se era quello
che volevi...garantisco- il tutto ridendo con sarcasmo.
A-M.,peccato nn ci sei,te lo riempita ben bene.Vedessi che fica le ho fatto (ndr :-D mi
piace guardare i suoi buchi dopo che l'hanno scopata...dei trafori!).
A quel punto io faccio notare che in 10 minuti,forse 15 avevano finito.
-E chi lo dice?- fa R.-Lui ha l'hotel a 20 minuti,mica torna a firenze- e ciò mi fa
capire le sue intenzioni.R. mi chiede se
mi è piaciuto (io ho sborrato quando lui) e riattacca salutandomi con "a dopo...".
Dopo una ventina di minuti mi arriva altro sms con scritto "Me la sta leccando...sei
sveglio?"La richiamo...lei prende il telefono e mi saluta...
Sento i rumori di lui che la lecca e i mugolii di lei che lo incita.Tutto non dura molto
perchè lei lo avverte -A. vengo,vengo,non smettere- e il gridolino finale conferma che è
venuta.Alla luce dei fatti (il video non venuto...ma con ottimo audio) però i fedigrafi
non hanno smesso.Durante l'interruzione hanno dimenticato di bloccare la cam che ha
fatto il suo lavoro.Leggete ciò che accadeva prima della telefonata:
A-Stasera sei un portento...mai vista così,una stufa!Eppoi sei bellissima.
R-Grazie,ma non esagerare dai.-con uno schiocco di un bacio...-ma cazzo,non te l'ho
tirato giù?Sei venuto come una fontana-ridendo.
A-Lo sai che è sempre pronto,ma se ti dispiace mi rivesto-anche lui ridendo
R-nono,dai qua,che se esci di camera fai brutta figura-sempre ridendo,ma l'audio
comincia a rifarsi caldo,con schiocchi e baci.
R. a bassa voce-Che cazzo enorme che hai-e ricomincia a succhiarlo incitata
A-beato M.,fai dei bocchini stupendi-.
R-Sì?!Ti piacciono?/A-da morire,i migliori che una donna mi abbia mai fatto- e lei in
sottofondo lo ciuccia con gusto,coi risucchi ben udibili.
Lo tiene in bocca un bel pezzo,coi mugolii di A. e suoi apprezzamenti.A quel punto
s'invertono le parti e lei si ricorda di me.
Risento allora la mia chiamata,ritrovandomi al punto sopra.
Lei è venuta,quindi A. glielo rificca dentro.Sento il letto che sobbalza,i loro gemiti e
i baci che si scambiano.I rumori indicano che cambiano spesso posizione fino a che
lei,sicuramente a pecorina,aumenta il suo fiatone fino a i classici "Sì,dai,scopami" che
indicano l'ennesimo orgasmo.Perchè ne sono sicuro che era a pecorina?In penombra del
video denoto forse i suoi piedi alla rovescia,ma così gode solo quando si sbatte a
pecorina.A. la sbatte forte,molto forte.Sento il suo corpo che letteralmente fà come il
mare mosso sugli scogli.Una pausa di silenzio rotta da un "Piano A.,piano ti
prego".Immagino A. che sta infilando il palo nel suo culo.
A-Dai...ci sono...te lo apro piano piano.-Capisco che si sta muovendo anche con
delicatezza,ma R.lo prega di fare piano.Comincia a sbatterla,lei un pò con piacere e un
pò con dolore lo accoglie mugolando.Lo sento ansimare,a lui piace da morire farle il
culo,ma a regola ha intenzioni diverse.I mugolii sono interrotti con A. che dice-Vado a
lavarmi-,robi da lontano mi fà-mamma quanto ce l'ha grosso...che fatica.-
Sento i suoi piedi sul pavimento tornare,il rumore che si rimette sul letto.Si
riabbracciano,soliti schicchi di baci e tastate,lei che lo riprende in bocca.Lei che lo
blocca e capisco che rimonta sopra...ricomincia a mugolare con lui che forse gli bacia
le cioccie.Sento il cigolio del letto sempre più forte,i loro gemiti e lui che la
incita-che fica!hai una fica caldissima.Scopi da Dio,mi fai venire solo a vedere danzare
le tette-con lei che coi suoi "sì" risponde eccitata.
Lui è ancora vicino a sborrare,comincia quei versi strani che solo noi uomini facciamo
all'avvicinamento dell'orgasmo.
Immagino lei che se lo sbatte,i rumori lo fanno intendere,e lui -sborro,stavolta ti
sborro dentro....sborro sborro-con lei che lo incita e ricomincia a mugolare...sono
venuti insieme...lui lo chiede e lei conferma.Si scambiano ancora qualche bacio,sento
lei che si alza da sopra e dice -vado a lavarmi-.A questo punto lui prende il
telefono,mi saluta molto carino e mi ringrazia per la bella serata.mi dice che R. è
fantastica,una donna eccezionale.Parliamo un pò,torna R. e mi risaluta,chiede dei
bambini.Io per ridere chiedo del suo bambino,quello che ha di fronte.-Stavolta è
giù,cazzo.sennò che fatica avrei durato per niente-Io butto lì un ipotesi di "terza" ma
lei diniega per l'ora (le 1.30) col fatto che la mattina alle 6.30 la svegla sarebnbe
suonata e lei per 12 ore sarebbe stata in piedi.Lui abbozza con simpatia-Oh,ma io ho
ancora voglia!..R.-Vai vai,giù al piano di sotto c'è la mia collega.Ci salutiamo.
Logicamente nessuno dei due (sono proprio imbranati...) ha spento la cam,che resta
accesa con un nastro di 2 h e la modalità doppia.E meno male...Scopro che parlano ancora
un pò di questa crisi finanziaria,della mostra dove è al lavoro a Milano,lei fuma una
sigaretta,bevono qualcosa.A. dice che sarebbe venuto volentieri anche l'altro (M.,mio
omonimo) ma che non era potuto andare.Rimarchiano la bella serata,si riscambiano altri
baci,forse anche qualche altra tastata ed A. ha un'altra erezione tanto che dice "Che mi
mandi via così?".Lei sottovoce nega...si rimettono a letto e capisco che vanno subito al
sodo.A.la invita a mettersi sul fianco...lei lo accoglie dentro di sè e ricomincia ad
ansimare.Sento e intravedo che scopano in quella posizione per 10 minuti,il tempo che
indica il video fino a che lui sborra ancora sotto incitamento di R.Questa volta hanno
proprio fatto da soli...Lei scherzando dice..."A questo punto ti alzi e te ne vai...mi
hai sfondato..."e lui ridendo "Badala...usato e gettato..."Scherzano qualche minuto,lei
lo invita a farsi una doccia ma lui rifiuta.Esce di camera dopo pochi attimi,sento lei
che si fà una doccia,il rumore del bagno,il clic della luce.Fantastico...
Mi sono segato due volte...è stata davvero una bella esperienza.
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15 years ago
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Una giovane amante - corso avanzato
Quando il campanello della porta mi sveglia di soprassalto riesco a pensare un’unica cosa: odio con tutte le mie forze quando mi rompono le scatole alla domenica mattina.
Il sabato sera lo dedico, come tutti, al divertimento e raramente rientro a casa prima delle cinque di mattina, quindi almeno fino alle tredici non esisto per nessuno.
Invece spesso e volentieri va a finire che qualcuno viene a “rompere” all’alba, ossia a qualsiasi ora precedente mezzogiorno.
Dopo aver dato un’occhiata omicida alla sveglia, che segna le undici e mezza, infilo barcollando i calzoni della tuta e mi dirigo stile zombie alla porta. Non domando nemmeno chi è al citofono, schiaccio il pulsante di apertura del portone e lascio accostata la porta: sicuramente sarà uno dei miei amici che ha pensato bene di sbattermi giù dal letto affinché non poltrisca troppo e, già che ci siamo, ne approfitta per chiedere un caffè; infatti mi trascino in cucina ed inizio a trafficare con la caffettiera.
Appena un minuto più tardi, mentre mi sto dirigendo al bagno per riacquistare sembianze umane, sento la porta che si apre.
- Butta il giaccone da qualche parte, trovati una sedia, tieni d’occhio la caffettiera e non rompere finché non esco dal coma. - Ordino, appoggiato alla maniglia. E’ il migliore trattamento che si può aspettare uno che ti sveglia a simili orari antelucani.
Sento un debole “Va bene.” ma ho il cervello ancora in stand-by e solo quando mi sono chiuso la porta alle spalle mi rendo conto che: 1° non è la voce di uno dei miei amici; 2° è una voce femminile; 3° nella fattispecie si tratta di Roberta. In un decimo di secondo sono sveglio e perfettamente operativo, riapro di scatto la porta e schizzo in cucina.
E’ seduta a tavola.
- Roberta? - chiedo.
Lei mi guarda con aria da cagnolino bastonato.
- Ciao, Pluto. - Fa, alzandosi in piedi per darmi un bacio. - Scusami se ti ho disturbato. -
- Neanche a dirlo. - Rispondo, mettendomi a sedere.
- Ti ho fatto arrabbiare? -
- Ma dai, come ti viene in mente una cosa del genere? -
- Dal tono che hai usato... -
- Normale amministrazione. Di solito è quello che riservo agli amici che vengono a svegliarmi la domenica mattina. - mi alzo e prendo due tazzine. - Se avessi saputo che eri tu, mi sarei comportato meglio. -
- Sicuro di non essere arrabbiato? - chiede speranzosa.
- Giuro! - rispondo categorico.
Verso il caffè e torno a sedermi davanti a lei.
- Come mai da queste parti? - Chiedo.
- Passavo ... - dice arrossendo. Col cavolo, penso. - Ho pensato di venire a trovarti. -
La studio per qualche secondo: mi sa che ha pensato a qualcos’altro, invece.
Alla luce dei fatti non è che mi dispiaccia essere stato buttato giù dal letto.
Prima di proseguire, però, devo darmi una sistemata.
- Hai fretta? - le chiedo.
- No, no! - Risponde un po’ troppo rapidamente, confermando i miei sospetti. - Non ho nessun impegno, oggi. -
Molto bene.
- Allora facciamo così, tu bevi caffè tranquilla mentre io mi do una ripulita. - Dico, passandomi eloquentemente una mano sulla faccia. Ho la barba lunga e l’effetto è quello della carta vetrata.
- Quando ho finito studiamo cosa fare. - Lei annuisce contenta.
Butto giù il resto del caffè rischiando un’ustione e mi dirigo in bagno.
Farsi la barba di fretta è il miglior modo per ottenere una parte in un film dell’orrore ma in certi casi non c’è altra soluzione: con quattro colpi di rasoio ed una buona dose di emostatico riprendo sembianze umane poi metto via l’attrezzatura, butto la biancheria nell’apposito cesto e mi infilo sotto la doccia.
Mi sono insaponato completamente e mi godo la sensazione che da una bella doccia quando sento la porta del bagno che si apre.
- Posso? - Chiede Roberta. Probabilmente di la in cucina si sente sola e vuole fare quattro chiacchiere.
- Certo. Se non ti secca parlare attraverso un vetro... - Rispondo. Di certo non mi formalizzo.
Sento che richiude la porta ed intravedo la sagoma che si avvicina alla doccia. Fin qui tutto bene, ma quando la porta del box si apre con un piccolo clic mi volto di scatto, decisamente sul chi vive, e mi trovo davanti Roberta completamente nuda.
- Posso tenerti compagnia? - Mi chiede infilandosi senza tante cerimonie nella doccia assieme a me.
- Orpo! - Mi limito ad esclamare facendole un po’ di posto.
Lei sguscia all’interno e mi si appiccica contro.
- Non ho mai fatto la doccia con un uomo. - dichiara, iniziando a strofinarsi contro di me. - Mi passi il sapone? - chiede come se niente fosse e soprattutto ignorando platealmente la mia reazione, che inizia senza tanti riguardi ad alzare la testa e ad irrigidirsi.
Obbedisco alla sua richiesta e lei inizia ad insaponarsi, senza curarsi del fatto che nel farlo continua a strofinare il suo basso ventre contro il mio uccello che ormai è a pieno regime.
- Per piacere, mi lavi la schiena? - dice, voltandomi le spalle. Io obbedisco anche in questo caso, ma si fa sempre più duro... resistere, intendo.
Il colpo di grazia arriva quando decide di darsi un’insaponata anche alle gambe, e per farlo si china tranquillamente in avanti stampandomi il sedere sul cazzo.
- Questa è istigazione a delinquere. - Dico, premendo l’uccello duro nel solco delle sue natiche e passandole una mano davanti per afferrale il seno. Sento che geme leggermente quando le stuzzico i capezzoli.
La sollevo leggermente ed infilo entrambi sotto il getto d’acqua per sciacquarci. Fare sesso coperti di schiuma può anche essere romantico, ma poi si rivela leggermente antipatico il bruciore.
Quando il sapone se n’è andato riprendo le manovre da dove le avevo interrotte.
Le massaggio i seni poi scendo lentamente a carezzarle i fianchi ed il ventre, mi fermo qualche minuto sul monte di venere, poi proseguo più in basso, stuzzicando il grilletto e le grandi labbra.
Quando le infilo un dito nella fica geme ancora più forte e si appoggia contro di me. Nel frattempo neanche lei è rimasta ferma: ha infilato le mani fra noi due ed ha iniziato a darsi da fare.
Nel box doccia non si sta molto comodi e rischiamo di scivolare malamente un paio di volte.
L’ultima, sono costretto ad afferrarmi alle manopole dell’acqua per evitare una brutta caduta e questo ci fa decidere di interrompere i pomiciamenti per il tempo necessario ad asciugarci ed a trasferirci a letto.
Lei si stende e mi osserva mentre finisco di asciugarmi.
- Cosa prevede la seconda lezione? - mi domanda maliziosa mentre butto da una parte l’asciugamano e mi avvicino bordo del letto. Ho l’uccello all’altezza del suo viso e lei lo segue con lo sguardo come uno spillo segue una calamita.
- Iniziamo con un ripasso della lezione precedente. - Dico, agitandole l’asta davanti al naso. Lei capisce al volo, sorride, tira fuori la lingua e, fissandomi negli occhi, la fa scorrere lungo l’asta come se fosse un cono gelato.
- Ottimo. - Mormoro mentre ripete un paio di volte l’operazione.
Figurarsi poi quando, dopo un’ulteriore lentissima passata, spalanca la bocca e ne fa sparire un bel pezzo. Evidentemente ricorda quanto le ho detto riguardo ai denti perché non li avvicina nemmeno e si sta impegnando a fondo con un notevole gioco di lingua che mette a dura prova la mia volontà.
Dopo l’ennesimo risucchio si sfila l’uccello di bocca, continuando a lavorare di mano.
- Come vado? - chiede.
- Si vede che hai seguito con attenzione la lezione precedente. - Rispondo.
- Hai qualche altro consiglio da darmi, in materia. -
- Solo di fare molta pratica. -
- Se ti presti, questa è proprio la mia intenzione. - dice, dopo una slinguata proprio sulla cappella. - Ma, riguardo a qualche... tecnica particolare? -
Ci penso un secondo, poi gliela butto.
- Pensi di riuscire ad ingoiarlo tutto? -
Lei strabuzza gli occhi e fa una faccia perplessa, poi alza le spalle e spalanca la bocca.
- Vacci piano. - consiglio. - prova un po’ alla volta. -
Lei alza gli occhi per guardarmi ed inizia ad abbassare la testa, facendo sparire un paio di centimetri di asta. Rimane ferma qualche secondo, si ritrae, riprende fiato e ridiscende. Altri due centimetri di più infilati in gola. Vedo che strabuzza gli occhi e si ritrae lentamente.
- Non ti ammazzare, non è importante. - le dico quando noto due lacrimucce comparirle negli occhi.
- Il problema è la punta. - dice, inghiottendo a vuoto. - Cavoli se è grossa. - Ma spalanca di nuovo la bocca e riparte di scatto. Osservo affascinato il mio uccello sparire nelle sue fauci, che continuano a scendere lungo l’asta, raggiungere il punto in cui era arrivata prima e proseguire imperterrita. Tiene gli occhi stretti con forza ma non si ferma, prosegue nella corsa senza un esitazione e qualche attimo dopo l’ha inghiottito tutto. Viene fermata dal mio pube sul quale ha schiacciato il naso. Riapre gli occhi e li sbarra incredula, mentre io mi godo, del vero senso del termine, l’effetto della sua gola che si contrae attorno alla mia cappella.
Sempre muovendosi molto lentamente si ritrae.
- Cavoli! Ce l’ho fatta. - Dice, facendo seguire alla frase un nuovo tentativo, che le riesce perfettamente. Sembra proprio che ci abbia preso gusto perché prende ad alternare semplici risucchi a “gole profonde” da infarto.
Mentre lei si dedica al nuovo gioco io inizio a darmi da fare: la sposto leggermente facendola stendere sul letto e mi piazzo sopra di lei nel classico sessantanove. Le allargo le grandi labbra e mi trastullo per un po’ col grilletto, poi passo al paese delle meraviglie. E’ talmente bagnata che gli umori le colano lungo le cosce e nel solco delle natiche, finendo ad inzuppare il lenzuolo. Quando comincio a sincronizzare i movimenti di lingua e dita lei interrompe il suo lavorio, ansima come un mantice, mi serra la testa tra le gambe e viene come una fontanella.
Anch’io sono a buon punto, la sua bocca sembra un forno e decisamente mi tenta un sacco, ma ho in mente altre cose e sarebbe un peccato finire troppo presto. Le sfilo l’uccello dalle labbra, cosa che la lascia un attimo seccata, mi rigiro e mi stendo al suo fianco, trasciandomela sopra. Lei intuisce al volo, afferra il mio cazzo e se lo porta alla fica, lasciandosi cadere sopra di peso.
- E stupendo! - Ansima iniziando a muoversi. Io non posso fare altro che concordare.
Ho le mani completamente libere e quindi le uso a mia discrezione, tormentandole i seni, carezzandole la schiena ed impastandole il culetto.
A proposito... Dio quanto mi intriga quel culetto!!
Tanto per saggiare le sue reazioni ci appoggio un dito e spingo leggermente. Lei blocca il suo saliscendi e mi guarda.
- Porco! - mormora, ma non solo non si ritrae, anzi, spinge indietro verso la mia mano.
La volta precedente non avevo potuto osservare la sua espressione ma questa si, e non sembra tanto contrariata solo... leggermente indecisa.
Spingo ancora un po’ ed il dito affonda completamente, quando poi riprendo a muovermi sotto di lei, aggiungendo anche il movimento del dito, l’effetto è stupefacente. Roberta chiude gli occhi, si morde le labbra e prende a mugolare come una gattina. Aumento il ritmo ed i gemiti aumentano.
Roberta punta le mani sul mio petto e risponde colpo su colpo ai miei affondi ansimando.
Non le ci vuole molto, con quel trattamento, per raggiungere l’orgasmo. Ad un cero punto si irrigidisce, spalanca gli occhi fissando il nulla e manda uno strano urlo soffocato per poi accasciarsi sul mio petto senza fiato.
- Sei una peste! - Mi accusa con un sorriso.
- Lo so, grazie. - Rispondo sfilandomi da sotto di lei.
Roberta rimane a pancia sotto e ne approfitto per “aggredirla alle spalle”. L’aiuto ad infilare un cuscino sotto la pancia e mi piazzo a cavalcioni sopra di lei.
Punto il cazzo alla sua fichetta spingo con forza: entro di botto, tutto in una volta strappandole un gemito. Senza lasciarle il tempo nemmeno per riprendere fiato, inizio letteralmente a sbatterla, tanto che è costretta a puntare le mani alla testiera del letto.
- Oh... ahi... - dice, a ritmo con i miei colpi. - così... ah... mi.... sfondi. -
Ma nonostante le parole, non fa niente per sottrarsi, anzi, solleva ancora un po’ il sedere per lasciarmi campo libero. Così piazzato posso andare avanti a tempo indeterminato e ne approfitto a piene mani per fotterla senza ritegno. Sento le contrazioni vaginali farsi sempre più frequenti ed aumento il ritmo, poi, proprio quando sta per venire mi blocco di colpo, interrompendole l’orgasmo.
- Noooo.... stavo per venire. - Più che una protesta è un ringhio, seguito immediatamente da un altro quando le rispondo che l’ho fatto apposta. Non le lascio il tempo di farne un terzo perché riprendo a muovermi forse anche con più forza di prima, tagliandole la frase sul nascere. Appena un minuto più tardi riecco che mi stringe nuovamente l’uccello nel preludio dell’orgasmo, ma non ho intenzione di fargliela facile e sul più bello mi blocco di nuovo, strappandole l’ennesimo grugnito di disappunto.
Mi sfilo quasi completamente da lei e forse è convinta che voglia spostarmi, infatti gira la testa e mi da un’occhiataccia. Proprio in quel momento do un colpo di reni e affondo nuovamente dentro di lei, che lancia un grido e sbarra gli occhi. La sbatto ad un ritmo infernale, tanto da farla singhiozzare, ma non rallento e di li a poco la sento di nuove serrarmi il cazzo in una morsa. Sono quasi tentato di bloccarmi di nuovo ma mi dico che il troppo storpia perciò continuo.
Quando l’orgasmo la raggiunge, Roberta letteralmente urla di piacere inarcando la schiena e spingendo indietro verso il mio uccello per prenderlo tutto. Poi si accascia stremata, respirando come un maratoneta all’arrivo. Non sa che anch’io sono cotto e che mi sono dovuto veramente mordere la lingua per non venire, ma è cosa da non farle notare, anzi.
- Tu vuoi ammazzarmi. - Dice dopo qualche minuto, sempre a pancia sotto.
- E’ la punizione per avermi svegliato all’alba. - Ribatto.
- Cavolo! - risponde seria. Poi chiude gli occhi e sorride. - Allora lo farò più spesso. -
- A tuo rischio e pericolo. -
- L’unico rischio, a quel che vedo, è di dover camminare con qualche difficoltà a gambe divaricate. -
- Ancora poco. Se mi svegliavi più presto sarebbe stato peggio. -
- Peggio? E come? -
- Non vuoi saperlo davvero. -
- Invece si! -
- Ne sei sicura? -
- Certo! -
- Peggio per te. - Mi allungo sul fianco ed apro il cassetto del comodino. Dopo qualche ricerca trovo il tubetto e glielo sventolo sotto il naso.
- Cos’è? - chiede tra il curioso ed il preoccupato.
- Ora te lo faccio vedere. - Tolgo il tappo e spremo una buona dose di crema sulle dita, che porto rapidamente in mezzo alle sue gambe. Teoricamente, con tutti gli umori che ci sono la in mezzo, non servirebbe, ma è meglio andarci cauti.
Velocemente, prima che riesca a reagire, la ungo per bene in mezzo alle natiche, soffermandomi a massaggiare il forellino posteriore.
- Non vorrai mica... - chiede con tono decisamente preoccupato.
- Hai detto tu che vuoi sapere il trattamento peggiore. -
- Aspetta un momento. - fa. - non pensavo certo a questo. -
- Chi è colpa del suo male... - intono, e contemporaneamente infilo un dito.
- Ahaaaaa.... - fa lei chiudendo gli occhi. Sento il suo sfintere che si serra con forza.
- Ti consiglio di rilassarti. - Faccio, rimanendo un momento immobile.
Lei ansima ma sento che segue il mio consiglio. Muovo lentamente il dito avanti ed indietro poi, quando la sento abbastanza sciolta, ne accosto un secondo e spingo anche quello. Altra strizzata ed altro gemito.
Continuo a manovrare per farla rilassare e ci riesco perfettamente.
- E’ strano. - Dichiara con un filo di voce.
La faccio alzare e piazzare a quattro zampe, poi mi sistemo dietro a lei e sfilo le dita.
- Fai piano, ti prego. - supplica quando sente che appoggio la punta alla rosetta. - E la prima volta, dietro.-
Come se non me ne fossi accorto.
Spingo leggermente e sento la resistenza dello sfintere.
- Lasciati andare. - Le mormoro.
- Siiiii... - risponde sullo stesso tono. Spingo ancora e sento i muscoli allentarsi, cedendo il passo all’oggetto estraneo.
- E’ troppo grosso. - Protesta.
- No, se tu mi dai una mano. -
- Come? - chiede, ansimando.
- Spingi. - Rispondo senza tirarmi indietro.
Ci pensa un attimo poi sento che contrae i muscoli del ventre e di riflesso l’ano si apre, lasciandomi aperta la via: do una spinta leggermente più forte e la cappella passa. Il peggio è fatto, ma rimango perfettamente immobile, se spingessi ora farei male ad entrambi.
Lei boccheggia. - Mi sento spaccare. -
- Continua a spingere. - le ordino. Lei esita ma obbedisce e sento la morsa allentarsi.
Riprendo a spingere e lentamente affondo nel suo retto. E’ una fornace bollente ed il mio istinto mi dice di mettermi a fotterla come un forsennato: sarebbe uno sbaglio e mi trattengo con qualche difficoltà.
- Mi sembra di scoppiare. - dice, senza muovere nemmeno un dito. - Non posso prenderti tutto. -
Quando dice tutto, non si è neppure resa conto che invece lo ha fatto.
- Invece, a quanto pare, si. - le sussurro in un orecchio, appoggiando il basso ventre alle sue natiche. - Lo senti? -
Lei gira la testa, spalanca gli occhi e mi fissa.
- Oh, Dio! Si! Sei tutto dentro! - Chiude gli occhi e respira a fondo, il che provoca una contrazione.
- Ahaaai. - si lamenta debolmente, ma ormai ci siamo. Lentamente mi ritraggo, senza sfilarmi del tutto, poi torno ad affondare.
- Oh, cazzo! - dice, mordendo il cuscino.
Inizio l’andirivieni dentro il suo culetto, muovendomi lentamente ed uniformemente. Lei ansima: è ancora allo stadio in cui il dolore non è superato dal piacere, ma ben presto le proporzioni raggiungono il giusto equilibrio ed i gemiti cambiano tono, virando decisamente al piacere.
- Allora? - chiedo.
- E’ fortissimo. - Dice. - Non ho mai provato una simile sensazione. -
Perfetto: aumento il ritmo.
- Ah... si!... sbattimi... - Comincia Roberta, vinte le ultime remore. - Non... ci... credo... -
Sgroppa come una puledra. Rapidamente mi sfilo da lei, la faccio stendere sulla schiena e l’accosto alla sponda del letto, mi piazzo le sue gambe sulle spalle e torno a penetrarla. Questa volta la difficoltà è trascurabile, con un colpo sono dentro senza, da parte sua, nessun gemito se non di piacere.
- Si... fottimi... - Bofonchia, mentre sposta rapidamente una mano sulla fichetta, iniziando a sgrillettarsi senza ritegno. - Cazzo... mi stai... in...inculando... - Ha perso gli ultimi freni inibitori e si sente. - Forza... più forte... - mi incita continuando a menarsela. Uno spettacolo del genere è un afrodisiaco potentissimo e sento che anche per me si sta avvicinando il momento di scaricarmi. Gli ultimi dubbi in materia me li leva proprio Roberta.
- Dai... vienimi dentro... nel culo... - L’invito è decisamente impossibile da rifiutare.
Sento il piacere montare come uno tzunami. - Si! - Riesco a sibilare. - Ti schizzo dentro. -
- Sborraaaaaaah! - rantola, mentre l’orgasmo l’assale.
Do un ultimo affondo e resto piantato nel suo retto, schizzando il mio piacere in profondità nel suo intestino, in un orgasmo che mi sembra lunghissimo.
Ci buttiamo sul letto fianco a fianco, ancora l’uno dentro l’altra, e impieghiamo diversi minuti a riprendere fiato.
E’ lei a parlare per prima.
- Non l’avrei mai pensato. - dichiara a bassa voce.
- Cosa? -
- Che si potesse godere tanto. - Dice voltandosi verso di me per quanto lo consente la situazione. - E che avrei incontrato un porco come te. -
Mi viene da ridere. Sono un po’ porcello, questo l’ammetto, ma niente di eccezionale. Glielo dico.
- Sarà anche vero, ma finora non ho mai provato tanto piacere a fare sesso. -
- Ed è solo l’inizio. - Rispondo. - Ce ne sono parecchi di numeri ancora da fare restando in due. - L’ho detto senza pensare, ma evidentemente a Roberta non sfugge niente.
Mi osserva incuriosita. - Restando in due? - ci pensa un momento. - Quindi, secondo te sarebbe possibile aumentare il numero? -
- Se interessa. - rispondo leggermente basito.
- Dovrò pensarci. - Risponde Roberta, ma il suo sguardo non lascia dubbi.
“Oh Dio.” Penso. “Ho creato un mostro”
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15 years ago
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Idraulico, 12-09-09
nn sn un prof. ditaliano(catania) ieri 11/09 verso le 17:00 mi chiamo un numero sconosciuto, risp e dal altra parte una voce femminile mi fà: salve sign. r..... ho avuto il suo numero dalla sign.enza mi chiamo anna e avrei bisogno di un idraulico, ho un problema alla piletta e al lavello, lei quanto può essere disponibile?? signora, domattina alle 08:00 potrei essere da lei, è disponibile?? sii,si... cosi, mi da via e n° del abitazione e stamattina alle 08:00 puntuale sono sotto casa, è un palazzo di 3 piani, citofono e mi risp. una voce maschile, si salga pure, 3° piano, prendo i miei ferri e mi avvio, arrivo e conosco il marito della signora, salve, mi chiamo gianni e io piacere, enzo... mi fa accomodare e mi dice che la moglie è fuori è andata dalla mamma ... boh, penso io che me frega, mi fà vedere i due lavori il 1° in lavanderia e il 2° in cucina... cosi dico al sign. gianni che devo andare a comprare un sifone e il gruppo del lavello, esco di casa e inizio a scendere le scale (il palazzo nn ha ascenzore) a metta scale circa, una signora sale, una bella tipa, 36/37 anni, mora,alta 170 circa capelli ricci e sotto un vestitino fiorato si intravede un bel fisico.... beh... buon giorno e lei ricambia, io continuo a scendere, vado a comprare le mie cose e dopo un 30 min. circa sono di ritorno.. citofono, e questa volta la voce che risp. è femminile, salve signora sono l idraulico, si sali 3° piano....
arrivato sù, mi ritrovo la signora delle scale, salve signora, piacere enzo, e lei piacere mio anna ..
mi fa accomodare e si scusa se nn è stata presente quando sono arivato, mi spiega che la madre ha problemi di salute e che si alterna con le gli altri fratelli...
io gli spiego quali sono i problemi che ha nella piletta e nel lavello e cosi lei mi dice che la sign. enza aveva dato il mio numero e che per lei ero una persona di fiducia e che lavoro in modo professionale, io ringrazio e a quel punto lei mi guarda e agiunge: ma nn mi aveva detto che 6 anche cosi carino..... grazie signora, anche lei lo è....
boh.... mi mette un pò in imbarazo questo suo modo, cmq, rompo subito il mio disagio dicendo che potevamo iniziare, lei mi accompagna in lavanderia e cosi apro la piletta e inizio ad uscire i vari detersivi, e lei.. ops che sbadata, mi scusi lo faccio io, mi si avicina e e si mette a 90° col seno a pochi cm dal mio viso, rimango senza fiato, indossa un regiseno color bianco, quasi velato il vestitino con la sua scollatura mi permette di vedere la sua 3° in modo molto libero, a delle belle tette, alla vista ancora molto toniche, lei da un occhiata verso di me e nota che io ero con i miei occhi puntati nella sua scollatura, ops.... mi ha beccato, cosi riprendo a guardare il mio lavoro e inizio, lei si mette poco distante da me e cosi si parlava un pò do un occhiata alle gambe, ha la pelle quasi da mulatta, sarà per il periodo, è veramente una bellissima donna penso io e continuo a lavorare..
poco passa e squilla un cellulare, è quello della sign. anna risp. e capisco che è il marito, già penso io, nn l ho più visto... gli dice che tornerà verso le 14: e che l impegno che aveva è stato confermato... lei risp che avrebbe lasciato qualcosa di pronto sul tavolo e che aveva il turno dalle 14 alle 22: (ho scoperto dopo che è un infermiera)..
cosi finisce la tel. lei subito dopo mi guarda e dice, enzo scusa un attimo mi assento 5 minuti!!
ok signora.
e lei mi guarda e dice, enzo, nn siamo poi cosi distanti d età, puoi chiamarmi anche anna.. detto questo si gira e si allontana...
finisco il lavoro della piletta e la chiamo, anna posso passare in cucina??
certo che puoi fai pure, sto arrivando..
bene dico io posso fumare pure una sigaretta?? certo che puoi io e mario fumiamo in casa, fai tranquillamente...
cosi mi accendo la mia sigaretta e mi rilasso un pò, pochi istanti dopo arriva lei, si era cambiata, adesso ha messo un vestitino color lilla molto più corto di quello di prima, sembra quasi una magliettina, nn gli sta molto aderente, ma esalta ancor di più le sue cosce e la sua scollatura, che mi riserva una sorpresa,....
finisco la sigaretta e inizio col lavello, anche li appena apro mi ritrovo il tutto pieno di botiglie di detersivo e vari igienizanti per la casa, e lei nuovamente, opssss.... scusa sono troppo sbadata oggi, si rimette a pecora e con mio stupore vedo che ha tolto il regiseno e che ha un seno quasi da primato, dio mio... un gonfiore inizia a bussare nei miei pantaloni e un pensiero al quanto sconcio mi passa per la testa.. lei questa volta toglie le botiglie quasi a rilento e nn mi guarda per nulla, finito ciò, penso che devo far calmare i miei bollenti spiriti, cosi m'infilo con la testa sotto il lavello e con mille pensieri cerco di lavorare, il posto e al quanto scomodo e da accarponi che ero messo mi giro a pangi in su come in una panca di addominali, vedo che lei si è seduta di fronte a mè e di lei riesco solo a vedere dalla pancia in giù, le sue gambe sono bellissime e le tiene accavallate, il mio lavoro và molto a rilento perchè ho un pensiro fisso, dopo pochi istanti do un altra occhiata e vedo che scende la gamba e le allarga un pò... azzz... ha un intimo nero che mi lascia senza parole, mamma mia, i pensieri urlano in testa e l adrenalina sale a mille...
inizio a pensare che lo fà di proposito, ma amo essere professionale (però, voglio provarci... penso)a questo punto mi metto tutto dun lato e il mio lavoro è quasi finito e chiedo, anna per favore puoi aprire l acqua, cosi magari vediamo se ci sono perdite??
certo che si, lei si avvicina e nn si mette dalla parte esterna degli sportelli ma in quel poco spazio che era rimasto, apre l acqua e io controllo che il tutto vada bene lei mi fà, come và, e io... beh, controllo che sia tutto asciutto, e che magari nn ci sia qualcosa di bagnato.... almeno quà giù....!!!!
lei, fà un soride in modo molto malizioso e si mette accovacciata , mi guarda e fà, se vuoi trovare qualcosa di bagnato, devi smettere di toccare là!!
mi prende una mano e se la porta in mezo alle gambe, e guà che devi toccare.....
mamma mia, lei era con gli occhi lucidi, io avevo l'adrenalina alle stelle, aveva le gambe sodissime, e le mutandine quasioliose di quanto era bagnata, esco da sotto quel lavello e prendo a baciarla, aveva un sapore stupendo, la tocco dal sedere, la stringo a me, e nn ci staccavamo mai da quel bacio, ormai il mio cazzo era in tiro e lei lo sentiva pulsare contro il suo addome gli tocco il seno, duro come quello di una ventenne, mi prende per mano e senza dire una parola mi porta in camera da letto, ci denudiamo e riprendiamo a baciarci aveva la fica bollente, le mie mani la toccavano da dietro e con esso allargavo le chiappe e toccavo anche il buchino inizio a leccarle il collo, la spalla, il seno...
la metto sul letto e scendo sino alla sua fica, lei mi guardava con occhi ormai posseduti, inizio a leccargli la clitoride, lei ansima, gode e si dimena, lo mordicchio, lo bacio come prima facevo con le sue labbra, poi lei si alza mi fa mettere straiato e ricambia la cortesia, da prima prende il cazzo con le mani e mi fà un bel complimento (20 cm) wow, è stupendo.... poi inizia a leccarlo in lungo sino alle palle, lo insaliva, dopo pochi istanti lo prende in bocca, la sua salivazione era tantissima e quel calore mi eccitava ancor di più, gli chiedo di mettersi a 69 e lei subito si posiziona su di me, che spettacolo, avevo quel sedere perfetto a contatto con la mia bocca e la sua fica che ondeggiava sul mio mento siamo stanti in questa posizione per un paio di minuti, poi lei scende e si sdraia, io mi metto sopra e inizio a giocare col mio cazzo sulla sua clitoride, dio come si dimenava, aveva troppa voglia cosi piano piano lo metto dentro, le mandava dei gridolini e mi graffiava mi stringeva....
da li ci attorcigliamo sul letto e lei passa sopra me, si muoveva come una dea da pprima piano poi sempre più forte e contraento i muscoli, la lussuria era arrivata a limiti exstremi e noi nn capivamo più nulla, sento solo la sua voce che mi dice che sta per venire e poi un urlo sotto voce e lei che tremacome una foglia, io continuo in modo molto lento e i suoi occhi sembrano quasi piangere.. mi bacia, mi morde le labbra, e poi si distente vicino me, io prendo a baciare il suo seno, lo mordicchio un pò,lo lecco, poi scendo nella pancia e in fine mi metto a covaccioni ai piedi del letto e inizio a rileccare la sua clitoride, il sapore era molto più forte, ma ottimo, la lecco e lei ancora tremolante, le metto la lingua dentro quella meravigliosa passerina per raccogliere il suo nettare e poi scendo nel suo ano anche lui umido lo slinguetto un pò e poi inizio a giocarci con un dito, lo infilo dentro, prima uno,poi due, lei nn dice una parola ormai e posseduta e cosi la metto a 90° e poggio la cappella in quel meraviglioso culo, da prima piano delicato ma una volta dentro la bacio nella schiena e inizio un movimento che a ritmo si fà sempre più veloce e corposo, è stupendo stargli dentro e lei ansima come una porca, ad un certo punto mi guarda e sotto voce mi dice: voglio che tu mi venga in bocca, voglio sentire il tuo sapore per più tempo possibile!!!
detto ciò inizia a masturbarsi io la prendo per i capelli con una mano e con l altra la tengo stretta per il seno, dio quando mi piace ormai i colpi si fanno secchi e lei riprende a godere come una matta prende il cuscino in bocca e si contorce io allento perchè al apice anch io e non appena lei si calme esco dal sedere e lei si gira e inizia a spompinare, l orgasmo nn tarda e i primi fiotti di spema finiscono nella sua gola per poi continuare a schizzare su tutto il viso.
sfiniti ci sdraiamo sul letto e rimaniamo a baciarci per qualche minuto, dopo mi rivesto e prima di uscire la porta mi promette che presto avra il bisogno di un altro intervento!!!!!!!!...
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5
15 years ago
admin, 75
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Uina giovane amante
Certe volte dare una mano al prossimo è decisamente un buon investimento, per quanto si rischi di fare figure da poppanti.
Avevo voglia di farmi un giro in santa pace con la moto, cosa che faccio spesso: è un modo come un altro per pensare ai fatti miei senza avere qualcuno attorno che, con una scusa o l’altra, mi rompe le scatole, e le decine di stradine dell’altipiano carsico, pressoché deserte, offrono numerose varianti piuttosto piacevoli da affrontare con due ruote sotto il sedere. E poi, non si sa mai quello che può accadere: grazie proprio ad uno di questi giri ho conosciuto Mara e Daniele. Visto che non è detto che la cosa non possa ripetersi, da quella volta ho moltiplicato i miei “gironzoli”.
Scalo una marcia, imbocco una curva e, non appena ne esco e sto per dare nuovamente gas, vedo un motorino fermo sul ciglio della strada con qualcuno accoccolato vicino che traffica con il motore.
La solidarietà tra centauri è una regola ferrea anche se non sempre applicata ai ciclomotori e poi mi sembra di rivivere l’incontro con i due fidanzatini.
Riduco nuovamente gas, scalo un’altra marcia e freno: in un paio di metri sono fermo. Cavalletto. Quadro. Blinker. Tolgo il casco e scendo dalla moto.
- Serve aiuto? - Chiedo avvicinandomi al motorino.
Una faccia attraversata da una ditata di nero grasso per motori spunta da dietro il serbatoio e mi guarda come fossi il Messia.
- Magari. - Fa. - Sto impazzendo da mezz’ora con questo trabiccolo, ma non ne vuole sapere di rimettersi in moto. -
E’ una ragazzina che ad occhio avrà sedici anni. Ha i capelli castani a caschetto, occhioni da cerbiatto e un fisico decisamente non appariscente ma pur sempre stuzzicante soprattutto visto attraverso un paio di hot pants da infarto ed un top a francobollo.
- Che sintomi ha? - chiedo accucciandomi accanto a lei. Profuma di fresco ed ha un sorriso che è un incanto.
- Si è messo a sputacchiare, come se fosse ingolfato, poi è andato avanti a scossoni per un centinaio di metri e infine è morto definitivamente. - Risponde sull’arrabbiato andante. - Ho provato a controllare la candela, ma è a posto, la miscela arriva, ma questo scassone non vuole mettersi in moto nemmeno a martellate. -
Mi costringo a togliere gli occhi dal suo visetto ed ha portarli al motore. Sposto questo, tiro quello, traffico con l’altro, poi controllo nuovamente la candela. L’uovo di colombo: si è staccato il cavetto che entra nel cappuccio.
- Hai un po’ di nastro isolante? - le chiedo.
Lei inclina un po’ la testa e dice di no.
- Ne ho io. - Ritorno alla mia moto e traffico nelle sacche qualche minuto con lei che mi segue come un cagnolino, osservando attenta tutto quello che faccio.
Recuperato il corredo da riparazione risolvo il problema a tempo di record, d’altronde si tratta solo di tagliare un pezzetto di guaina e reinfilare il tutto fissandolo col nastro.
Riattacco il cappuccio alla candela, salto in sella e provo la messa in moto.
Il motorino gira un paio di volte a vuoto, protesta un po’, scoppietta, tossisce, ma infine riparte con il tipico rumore da trapano elettrico surriscaldato.
- Caspita! - Esclama lei tutta contenta. - Grazie, grazie tante! -
Le cedo il posto e lei sgasa contenta, con il motore che risponde perfettamente e non perde un colpo.
Accertatasi che tutto va bene lo lascia ritornare al minimo poi spegne e scende dal sellino.
- Mi hai proprio salvata. - Dichiara, buttandomi la braccia al collo. Mi schiocca un bacio su una guancia e mi strizza forte. - Mi ero già rassegnata a tornare a casa spingendolo. - Continua, senza staccarsi da me, anzi, continuando a restarmi incollata.
Io posso avere tutti i più buoni propositi del mondo, mi sarei fermato comunque a dare una mano, ma mettetevi nei miei panni, io sono in calzoncini e maglietta, lei in hot pants e top, quindi a separarci ci sono solamente due sottilissimi strati di stoffa. Mi si schiaccia addosso come un cerotto piantandomi i seni, corredati da due capezzoli aguzzi, sul petto e spingendo il ventre contro il mio. Per di più, nella foga dei ringraziamenti si agita come un anguilla aggiungendo la frizione alla pressione: ci vorrebbe un monaco buddista per rimanere indifferente, porca miseriaccia ladra, ed io non lo sono affatto, tutt’altro.
La reazione è immediata, prepotente e visibile, o meglio avvertibile specie dal suo basso ventre che le trasmette in tempo reale quanto mi sta accadendo. Si blocca e mi fissa negli occhi mentre io mi allontano un po’ da lei decisamente in imbarazzo.
- Ehi!? - fa, stupita.
- Ehmm... scusami... non vorrei che pensassi... - tento di giustificarmi. In fin dei conti ho a che fare con una minorenne, il che mi fa rischiare la galera.
Lei abbassa lo sguardo e fissa la prova del reato ma, anziché andare su tutte le furie, sorride sorniona.
- Accipicchia! - sbotta poi. - Non pensavo di poter fare effetti del genere. -
Io tento invano di riprendere il controllo della parte bassa del mio corpo che però non ne vuole sapere. E’ fatto così, quando sente la vicinanza della tana, non riesco a fargli cambiare idea nemmeno a sberle: andrà a finire che una volta o l’altra mi metterò in grossi casini per colpa sua. Pensandoci bene potrebbe essere proprio questa.
Per mimetizzare il tutto mi piazzo davanti la borsa degli attrezzi e tento di darmi un contegno. Mi sento un imbecille ed il bello è che tutto questo imbarazzo è a causa dell’età di lei: se fosse maggiorenne, vista la sua reazione tutt’altro che scandalizzata, saprei decisamente come comportarmi.
- Sarà meglio che vada. - dico, alla vana ricerca di una via di fuga.
- Dove vuoi andare in quelle condizioni? - chiede lei ridacchiando ed indicando la borsa degli ordegni, o meglio quello che ci sta dietro.
- A farmi una doccia fredda, come minimo. - Ribatto leggermente piccato. La situazione è tesa e se non me la filo in tempi rapidi va a finire che le salto addosso, visto che lei non fa niente per mostrarsi contraria.
Poi mi da il colpo di grazia.
- Io conosco un metodo molto più piacevole. - Dice iniziando una lenta manovra di avvicinamento. - So che i ragazzi lo preferiscono decisamente. -
Io tento di indietreggiare per mantenerla lontana ma il guardrail me lo impedisce.
- Ma stai scherzando!? Senti, piccola... -
- Roberta... - Puntualizza lei.
- Piacere, Pluto. - Sospiro. - Senti Roberta, io apprezzo molto il fatto che mi vorresti ringraziare a questo modo, ma io ho trent’anni, e non mi va di finire in galera facendo lo scemo con una minorenne. -
Lei si ferma, ed io tiro un secondo sospiro mentale di sollievo, e mi da un’occhiata che potrebbe incenerirmi.
- E chi ti dice che sono minorenne? - Ribatte.
- Beh, di sicuro non dimostri... -
- Vedi forse il casco?. - mi interrompe.
- Casco!? - Di che diavolo sta parl... porca puttana! Non ci avevo pensato: se gira con un motorino senza il casco vuol dire che è maggiorenne, anche se di poco. La faccenda cambia aspetto.
- Certe volte sono decisamente sbadato. - A fregarmi è stato l’aspetto da tipica teen-ager. Lascio cadere la sacca degli ordegni e lei capisce che ci sono finalmente arrivato. Bella figura da polentone, ma si può sempre rimediare.
E’ il mio turno di fare un passo avanti, il che ci porta più o meno al momento dell’abbraccio. Le passo le mani dietro la schiena e la tiro verso di me. Lei sorride ed alza il visetto.
Ci incontriamo a mezza strada per un bacio decisamente ben poco casto che peggiora decisamente il mio gonfiore. Dopo un bel pezzo ci separiamo.
- Whow! - Fa lei. - Non ero mai stata baciata da un trentenne. - Sai che grande esperienza.
- La tua impressione? - Chiedo tanto per assecondarla.
- Che i ragazzi della mia età, in materia, sono imbranati. - non accenna a staccarsi da me e anzi, sta brutalmente schiacciando il pube contro il mio pacco.
- Mancanza di esperienza. - Sentenzio.
- Chissà il resto... - si chiede con espressione da violenza carnale negli occhi.
- Non ti resta che verificare. - rispondo.
- E’ quello che intendevo fare. - fa lei. Si scioglie dal mio abbraccio e stacca le chiavi dal motorino. - Per sicurezza. - fa, agitando le chiavi.
La imito rimettendo via in un lampo l’attrezzatura, e ci infiliamo tra gli alberi.
Ci fermiamo dopo un cinquantina di passi, completamente nascosti dai cespugli di sommaco. La faccio girare verso di me e riprendo da dove avevo interrotto, solo che stavolta non mi limito a baciarla ma comincio a lavorare con le mani. Tempo un paio di minuti e parte. Le ho già sfilato il top e mi dedico ai suoi seni. Non sono molto grandi, una seconda misura se tutto va bene, ma sodi e diritti come solo una diciottenne può avere. Lei mugola ed accetta il giochi di lingua sui capezzoli per qualche istante, poi mi prende la testa e mi rialza, mi bacia sulle labbra poi inizia una discesa vertiginosa lungo il collo ed il petto.
Si inginocchia davanti a me e mi abbassa i calzoncini liberandomi l’uccello, già pronto per l’uso.
- Cazzo!? - Sbotta quando l’oggetto in questione salta fuori come una molla.
- Termine appropriato. - rispondo.
- Anche in questo sei decisamente meglio dei ragazzi che ho conosciuto. - Non che sia estremamente dotato, ma non mi lamento: la misura è consona.
- Spero sia di tuo gusto. - Non riesco a trattenermi dal dire.
- Te lo dico subito. - Risponde lei. Spalanca la bocca e ne fa sparire un bel pezzo con un risucchio da brivido.
Si nota che non ha grande esperienza, ma bisogna dire che ci si mette d’impegno e per qualche minuto mi concedo di assaporare il pompino. Lavora bene di lingua, ma non sta molto attenta ai denti e questo rovina un po’ la festa, peraltro estremamente piacevole.
Dopo un po’ si stacca con un sospiro e mi guarda da sotto in su.
- Si. - dichiara. - E ‘ proprio di mio gusto. - Riprende a succhiare come un’ indemoniata, dedicandosi anima e corpo, io nel frattempo le stuzzico i capezzoli che sembrano due noccioline da tanto sono duri.
Passano ancora un paio di minuti e lei si stacca nuovamente, con il fiatone.
- Cavolo, - dice. - ma sei davvero resistente. –
La guardo e sorrido. - In che senso? - chiedo, facendo il finto tonto.
- Con un trattamento del genere, il ragazzo che avevo sarebbe già venuto da un pezzo. - sembra quasi dispiaciuta.
- Ma ti sembra che farei volontariamente una figuraccia finendo a tempo di record? - le chiedo. - E poi, non abbiamo nemmeno cominciato. - Le infilo le mani sotto e ascelle e la rimetto in piedi. E’ il mio turno di inginocchiarmi davanti a lei, sfilarle i pantaloncini e gli slip ed infilare la testa fra le gambe.
Ha una fichetta deliziosa, con solo un piccolo cespuglietto triangolare di peli sul pube. Ci infilo la lingua in mezzo e lentamente discendo verso il clitoride. Lei mugola e si contorce, ma le piazzo una mano sul sedere per tenerla ferma ed affondo la lingua cominciando a darmi da fare sul serio. I trenta secondi è un lago e in un altro minuto mi viene sulla lingua con un lunghissimo gemito.
- Dio, sei terribile. - Ansima. - Non ho mai provato una cosa del genere. -
Io non rispondo perché continuo imperterrito il mio lavoro, contorcendomi sotto di lei per leccarla più in profondità. Lei sporge il pube per ricevere meglio le mie slinguate ed è costretta ad appoggiarsi ad un tronco per rimanere in piedi: le tremano le gambe ed ondeggia come una foglia. Come per caso le divarico leggermente le natiche, saetto un paio di colpi di lingua anche sul forellino posteriore, e sento che ha un nuovo brivido.
- Questo non me lo aveva mai fatto nessuno. - bisbiglia in estasi. Io non rispondo perché non si parla a bocca piena, ma penso che questo nessuno è un bell’imbecille che non sa come stuzzicare una ragazza. Poi ci ripenso e mi dico che una dozzina d’anni fa anch’io era il tipo capace solo di infilarlo dentro, dare due colpi e venire da perfetto imbecille.
Roberta ormai sta gorgogliando, mi tiene per i capelli ed ansima, ma io non mollo, anzi, raddoppio gli sforzi e raggiungo l’obiettivo. Con un secondo gemito, ben più lungo del primo, viene di nuovo, e stavolta sono costretto a sostenerla perché le gambe le cedono.
Mi rialzo in piedi ed aspetto un attimo che riprenda fiato.
Mi guarda stralunata. - Cavolo, ma chi sei, Mandrake? - chiede con un filo di voce.
- Neanche per sogno, semplicemente finora hai conosciuto sbarbatelli incapaci. Ne più ne meno com’ero io a diciotto anni. -
- Sarà anche vero, ma è un peccato che non ti abbia incontrato prima. - Dice.
- Ho paura che prima sarebbe stato un po’ presto. Ma adesso penso che sia ora di dedicarci a cose più... urgenti. - Dico indicandomi l’uccello.
- Aspetta un secondo. - Mi blocca lei.
Resto impietrito, stai a vedere che non le va di continuare.
- Se questo era l’antipasto, mi chiedo cosa sarà il primo. - si stacca dall’albero e si appoggia contro di me.
- Non è che ce la faresti a resistere un quarto d’ora, perché mi piacerebbe fare le cose con un po’ di calma e di comodità. -
- Facile a dirsi, ma vai a convincere lui. - Rispondo, per niente convinto. Una volta messo in moto, mi secca parecchio dovermi fermare.
- La mia famiglia ha un pezzetto di terreno poco distante con una casetta di quelle prefabbricate. Non è l’hotel Excelsior, ma c’è un letto piuttosto comodo e nessuno attorno. -
Ci penso un attimo. In effetti in mezzo all’erba alta non è che si stia proprio tanto comodi ed essendo in moto non ho nemmeno un fazzoletto da stendere a terra.
- In fin dei conti non sarebbe una cattiva idea. - Borbotto.
Lei sorride e si china a raccogliere i vestiti. Nel farlo sporge un culetto stupendamente rotondo verso di me e questo mi fa quasi pentire di aver accettato la proposta di muoverci. Chiudo gli occhi e tendo di scacciare dalla mente la visione paradisiaca tentando contemporaneamente di raccogliere i calzoncini.
Roberta si riveste in fretta poi mi osserva mentre combatto nel complicato tentativo vi far stare al suo posto l’attrezzatura da sesso che, dopo diversi tentativi, strusciamenti e contorcimenti, si decide a perdere consistenza ed a ridursi a miti consigli.
- Trattalo bene, che fra un po’ ti serve. - Sfotte lei.
- Questa me la paghi. - ringhio. - Vedrai cosa ti succede. -
Lei alza le spalle e mi precede verso i mezzi.
Come aveva detto il posto non è poi molto distante, appena una decina di minuti a media velocità, poi infila una stradina sterrata con il cartello di proprietà privata, si ferma davanti ad un cancello e scende per aprire il lucchetto.
Sistemiamo moto e motorino a fianco della casetta e li chiudiamo. Io mi ero aspettato un prefabbricato stile alluvione, in realtà si tratta di un vero e proprio chalet in miniatura, di quelli che spesso e volentieri si incontrano in montagna.
Roberta apre la porta e mi fa entrare.
Mi guardo attorno: l’unica stanza, di circa tre metri per quattro, si presenta piuttosto accogliente, con una piccola cucina a legna, tavolo con relative sedie e, in un angolo separato dal resto da una tendina, un letto da una piazza e mezza.
Lei apre le finestre per arieggiare un po’ l’ambiente e per farlo è costretta a sporgersi sopra la tavola, rimettendo in mostra il sederino. Come per incanto il motore si rimette in moto ed in due passi le sono dietro.
- Ehi!? - Fa, presa alla sprovvista. Ma prima che possa aggiungere altro sono già in movimento: il top vola via seguito in un lampo dalle hot pants, seguiti a ruota dalla mia roba. La giro verso di me e mi incollo alle sue labbra continuando nel contempo a darmi da fare con le mani. I suoi capezzoli reagiscono immediatamente ridiventando due piccole punte aguzze e, quando con le mani arrivo all’inguine, trovo che anche la fichetta è pronta, trasformata in un fiume in piena. Lei mugola peggio di prima e di certo non se ne sta con le mani in mano, prodigandosi nel miglior modo possibile a ricambiare le carezze.
Lascio con leggero rammarico la sua bocca e discendo lungo la curva del collo, soffermandomi un attimo sulle spalle per poi proseguire ai seni. Hanno ben poca necessità di venire stimolati, sono gonfi e sodi, con la leggera peluria attorno alle aureole dei capezzoli completamente sollevata dai brividi.
Scendo ancora, gioco con il suo ventre piatto, stuzzico l’ombelico girandoci attorno un paio di volte, poi proseguo la vertiginosa discesa fino a raggiungere il monte di venere. Il clitoride, poco più in basso, spunta dalle grandi labbra come una piccola cuspide gonfia ed ipersensibile, che tormento senza pietà strappando a Roberta un lungo gemito di piacere. Ma non ho finito, continuo la discesa e, per facilitarmi il compito le sollevo leggermente le gambe, divaricandogliele. Infilo la lingua tra le grandi labbra e la frullo come un Moulinex e lei risponde con un altro gemito ancora più lungo. Infine, tanto per sfizio discendo ancora un paio di centimetri a rovistare nel forellino posteriore. Siccome la sto osservando riesco a vedere la sua espressione che dimostra chiaramente quanto apprezza l’attenzione.
In poco tempo raggiungo l’obiettivo prefissato: mi prende per i capelli, schiacciandomi il viso contro la fica e viene senza ritegno, con contorno di mugolii, gridolini, frasi senza senso e contorcimenti vari.
Mi rialzo e la osservo qualche istante, dandole il tempo di riprendere fiato. Lei ricambia l’occhiata poi si solleva leggermente sui gomiti e fa cenno di avvicinarmi. Giro attorno all’angolo della tavola e le porgo l’uccello che lei fa immediatamente sparire in bocca. Mi godo il pompino e lo spettacolo del corpo fresco, quasi acerbo di una diciottenne distesa su una tavola a gambe spalancate che mi succhia il cazzo sgrillettandosi senza nessun ritegno. Degno di una foto.
La lascio fare per qualche minuto ma decisamente ho voglia di qualcosa di più. Mi tolgo rapidamente dalla sua bocca, che rimane spalancata con un leggero rivolo di saliva che le cola da un angolo e riprendo la posizione iniziale.
Infilo le mani sotto le sue ginocchia, le alzo, punto la cappella alla bocca della vagina e spingo lentamente, godendomi la penetrazione centimetro per centimetro. E’ stretta e bollente e devo stringere i denti per resistere alla tentazione di scaricarmi in un secondo. Riesco a capire quanto difficile sia farlo per un ragazzo alle prime armi e in parte perdono i ragazzi che ha avuto prima e che non sono stati in grado di resistere ad una simile morbidissima trappola.
Comincio a muovermi lentamente dentro e fuori quella tana incandescente e lei chiude gli occhi e si rilassa. Questa è un’esperienza conosciuta per Roberta, anche se sono convinto che il proseguimento sarà piuttosto differente dal solito. Infatti da li a poco ricomincia a smaniare. Tanto per incentivare il suo piacere, contorcendo leggermente un braccio, le piazzo un pollice sul grilletto e lo muovo lentamente in ampi cerchi. L’effetto è dirompente. Come per magia la calma che prima sembrava averla pervasa sparisce, sostituita da un ardore decuplicato. Mi afferra per le natiche e mi attira più in fondo dentro di se, inarcando la schiena ed assecondando ogni mia spinta con movimenti ritmati del bacino. Aumento il ritmo e con lui aumentano le smanie di Roberta. Suda copiosamente e si morde le labbra; ha le narici dilatate, i capezzoli tumefatti e respira come un mantice, infine si irrigidisce, sbarra gli occhi e con un lunghissimo - Siiiiiiiiiiiii! - viene di nuovo.
Mi fermo dentro di lei: anche a me serve un momento di break.
- Oh, Dio! - Fa ansimando. - Mi fai morire. - Mi guarda negli occhi con curiosità. - Non sei venuto? - Chiede.
Scuoto la testa, faccio passare una sua gamba dall’altra parte a la giro a pancia sotto sulla tavola.
- Cosa vuoi fare? - chiede con un misto di curiosità e di timore nella voce.
- Niente che non sia piacevole per entrambi. - rispondo rimettendomi in movimento.
Se prima mi sono mosso con una certa delicatezza, ora i colpi che le do la fanno letteralmente sobbalzare.
- Sei... mat... to? - Riesce a dire tra una botta e l’altra. - Mi... spac... chi... in... d - due. -
Io ignoro le sue proteste, che infatti dopo poco si rivelano esagerate, e continuo il mio andirivieni. La visione che ho è stupenda, il suo sedere spicca nettamente sul legno della tavola, imperlato di goccioline di sudore e spinto verso l’alto dai miei colpi, le allargo le natiche e guardo eccitato la rosellina dell’ano che si contrae a ritmo dei miei colpi. Sposto leggermente la mano e ci appoggio sopra il pollice, cominciando a massaggiare come prima avevo fatto con il grilletto. L’effetto è immediato: anche questa volta i gemiti si moltiplicano come Roberta avesse inserito il turbo. Spingo un poco e sento la spinta del dito farsi largo attraverso lo sfintere, che si apre per accoglierla. Mi fermo solo quando è sparito tutto il dito in quello stretto pertugio che si serra con forza.
- Ahaaaaa! - Geme Roberta in risposta a qual massaggio particolare.
Quando poi comincio a rimestare il risultato è impressionante: Roberta scatta all’indietro, manda un urlo e si accascia stremata dopo l’ennesimo orgasmo.
Mi sfilo lentamente da entrambi i pertugi e la bacio fra le scapole.
Lei con difficoltà si tira su e mi crolla tra le braccia. Per fortuna il letto è a pochi passi da noi e riesco a portarci entrambi nel suo riposante abbraccio. Lei lentamente si calma e riprende a respirare normalmente.
- Porca miseria! - balbetta. - Non avevo nemmeno idea che potesse essere tanto intenso. - Mi dice, avvicinando lentamente una mano al mio uccello. Lo afferra con delicatezza e si mette a menarlo. Mi guarda per un secondo come studiando che fare, poi evidentemente prende una decisione e si sposta velocemente verso il mio bassoventre. Da una leccata sulla punta. - Ora credo proprio che sia il tuo turno. - Dichiara con un sorriso.
- Ma... - tento di protestare: avevo ancora qualche idea per la testa.
- Nessun ma! - taglia corto. - Come minimo devo restituirti un po’ di attenzioni. Ora mettiti giù e stai zitto. - decreta.
Visto il cortese invito, non posso fare altro che obbedire ed allora appoggio la testa sul cuscino godendomi la sua bocca.
E’ evidente che si sta impegnando al massimo perché la qualità del lavoro è davvero altissima. Succhia, lecca ed ingoia tutta l’asta con una dedizione decisamente fuori dal comune. Dopo qualche minuto si interrompe.
- Come vado? - Porca miseria, e che, lo ha preso per un esame?
- Ottimamente! - rispondo. Poi, già che ci sono, decido di migliorare leggermente la sua tecnica. - Attenta ai denti. - Aggiungo.
Lei annuisce contenta e ritorna al lavoro; questa volta è davvero perfetto, tanto che di li a poco mi ritrovo teso come una corda di violino.
Sollevo la testa per darle un’occhiata, ha una manina infilata tra le gambe e di certo non è per tenersi in caldo il grilletto. - Guarda che così mi fai venire. - riesco a borbottare tra i denti serrati al massimo.
Lei non si ferma nemmeno, alza gli occhi, annuisce e fa un mugolio decisamente affermativo.
Ah, beh, allora...
Riappoggio la testa e mi concentro, o meglio mi deconcentro dal tentativo di resistere e, dieci secondi più tardi...
- Sto per venire! - l’avverto, per evitare di schizzarle in bocca visto che non a tutte le ragazze piace.
Lei non batte ciglio e continua a succhiare come un’idrovora. Sento risalire lo sperma lungo l’uccello, il familiare calore mi esplode nel basso ventre ed i muscoli delle gambe che mi si irrigidiscono. Il primo fiotto di sperma la fa sobbalzare ma non toglie le labbra dalla mia cappella, anzi. Schizzo come una fontanella e sento che inghiotte convulsamente continuando a succhiare senza un attimo di pausa. E’ il mio turno di rantolare dal piacere e da quello che riesco a vedere ne è estremamente soddisfatta.
Ricado sul letto con un enorme sospiro di appagamento mentre lei finisce di ripulirmi l’uccello a colpi di lingua. Dopo gli ultimi ritocchi finalmente si stacca e mi guarda sorridendo. Si pulisce la bocca con il dorso della mano, togliendo quanto non è riuscita ad inghiottire e si affretta a stendersi accanto a me.
- Non l’avevo mai fatto. - Mi mormora in un orecchio.
Io alzo la testa di scatto e la guardo senza capire.
- Pensavo fosse una cosa... beh... che avesse un sapore disgustoso... - continua. Puttana Eva!
- Perché non ti sei spostata, allora? - le chiedo leggermente stranito.
- Perché so che a voi maschietti dovrebbe piacere. - risponde candidamente.
- Si, vabbé, ma... -
- E poi non mi è sembrato tanto male. - Dichiara. Mi da un’occhiata da piccola peste e si lecca platealmente le labbra. - Mhmm, che buona la cremina. - Dice, scoppiando a ridere.
Beh, è evidente che ‘sta ragazzina ha tutte le carte in regola per diventare una bella porcella da letto. Glielo dico senza tanti complimenti e lei non risulta per niente offesa, anzi, mi fissa seria seria.
- Purché tu sia disposto a darmi qualche altra lezione. - dice.
- Qualche altra? Quante ne vuoi, te ne do, di queste lezioni. E che, mi faccio scappare un giocattolino come te? -
8
4
15 years ago
admin, 75
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Autostop
Se devo essere sincero, passaggi al volo li do solamente se si tratta di qualche bel pezzo di figliola.
In genere non ne do proprio, ma se si tratta di una bella ragazza prosperosa faccio uno strappo alla regola; non che con le autostoppiste si riesca a concludere chissà cosa, anzi, in genere non si batte chiodo nemmeno a spararsi, però è sempre piacevole fare un pezzo di strada con una dolce compagnia femminile. E proprio per questo che una volta, poco prima dell'inizio dell'autostrada, mi fermo a far salire una bella bionda sui venticinque anni.
Ha un cartello con scritto sopra la città di destinazione con il pennarello nero.
Sono diretto proprio li e, vista l'avvenenza della ragazza e la prospettiva di un bel po' di guida solitaria, accosto al ciglio della strada e la faccio salire.
Lei getta lo zainetto sui sedili posteriori e si accomoda al mio fianco agganciando le cinture.
Superato il solito primo momento di imbarazzo facciamo le solite due chiacchiere riguardo il tempo ed altre sciocchezze simili che si usano in casi del genere.
La bionda, che si chiama Ornella, ha un bellissimo paio di gambe messe per bene in mostra da una minigonna che si potrebbe definire tranquillamente una fascia abbastanza alta alla vita.
Non c'è niente da fare, datemi del maniaco, ma quando c'è da guardare qualcosa di ben fatto non mi faccio scrupoli di sorta. Non posso certo restare con lo sguardo piantato sulle sue cosce e rischiare l'incidente, quindi mi limito a brevi sguardi cadenzati. Ho la radio accesa e lei segue il tempo della musica, muovendosi le gambe a ritmo e ruotando il bacino.
Molto stimolante.
Va avanti così per una trentina di chilometri poi, inesorabilmente, lei si accorge delle occhiate. Distende le gambe e si spaparanza sul sedile con il risultato di far risalire ancora un paio di centimetri la gonna lungo le cosce.
Deglutisco a fatica perché noto che non porta le mutandine: afferro il volante a due mani e fisso la strada. "Se vuoi che ci schiantiamo su qualche TIR, continua pure così" l'avverto, con tutta la calma che riesco a trovare.
Non si muove di un millimetro e con aria serafica mi chiede. "Perché?"
"Hai un bellissimo paio di gambe e, con quella gonna che porti fra poco saprò se attaccato giusto nel mezzo c'è qualcosa di altrettanto bello."
Lei ridacchia, e con la stessa aria serafica, che risulta sempre più fasulla, ribatte. "Ti da forse fastidio?" "Assolutamente no, ma sinceramente il panorama costituisce una notevole distrazione.” Lei persevera a fare la santarellina a voce, mentre ne approfitta per allargare ancora un po' le gambe.
"Scusami, non me ne ero accorta." Sono costretto ad un'altra occhiata, è più forte di me. "Cazz..." borbotto.
Ormai la gonna è risalita del tutto e la fichetta semi depilata è allo scoperto. Lei sente il mio commento
"Si, giusto! A proposito, come sta il tuo?" Mi sembra di non aver capito bene, poi ci ripenso e riesco a rispondere a tono. "Duro, grazie"
"Oh," fa lei. "non deve essere piacevole guidare così, vero?"
"Infatti. Mi stringono i calzoni." Mi appoggia una mano sulla gamba e risale lentamente verso il mio inguine. "Pensi che potrei aiutarti in qualche modo?" chiede iniziando a massaggiami la patta gonfia.
"Certo, ma non so proprio dove potremmo fermarci per il genere di aiuto a cui pensavo."
Lei mi abbassa la zip ed infila dentro una mano.
" Per il genere di aiuto che penso io, non occorre fermarsi." Dichiara tirandomi fuori l'uccello.
Penso ad una sega, ma Ornella sgancia la cintura ed infila la testa tra le mie gambe. Il primo colpo di lingua sulla cappella mi fa sbandare.
"Vedi di guidare diritto." dice staccando per un attimo la bocca dal mio cazzo. Più facile a dirsi che a farsi. Inizia a pompare con calma, massaggiandomi contemporaneamente le palle. Io allungo una mano per infilargliela in mezzo alle gambe ma lei mi ferma e mi rimette a posto.
"Non serve." dice guardandomi dal basso."Mi arrangio da sola, tu guida."
Inizia a sditalinarsi tranquilla e riprende a pompare.
Succhia con foga, infilandosi tutto il cazzo in gola fino alla radice e facendolo uscire lentamente, con un risucchio costante ed una infernale mulinare di lingua.
Inizio a sentire il famigliare formicolio alla base dei testicoli sintomo di orgasmo imminente. Glielo dico e lei si calma un po', dedicandosi un attimo di tempo nel ditalino.
Riesco a dare una sbirciata e vedo che nella fighetta si è infilata almeno tre dita e le fa andare a tutta forza.
Poi riprende a succhiare come e meglio di prima. Mancano solo una decina di chilometri all'uscita dell'autostrada e non penso sia il caso di fermarsi al casello in queste condizioni. Glielo dico, credendo che abbia intenzione di interrompere e proseguire più tardi.
Invece lei alza la testa e mormora. "Allora è meglio che mi dia da fare." riafferra il mio uccello e ci si mette di buzzo buono.
Ritorna il formicolio e sono costretto a reggermi al volante, lei succhia anche più forte, lavora di lingua, mi tormenta il glande ed il prepuzio, non ce la faccio a trattenermi ancora. "Sto per venire." La avverto.
La annuisce con la testa ma non smette di succhiare, anzi, raddoppia gli sforzi applicando le labbra e la lingua ai punti più sensibili di un uomo. Non ne posso più, mi sembra di scoppiare, è un piacevolissimo tormento, anche perché la posizione non è delle più adatte.
"Oh Dio!!" riesco a dire, mi aggrappo al volante e le vengo in bocca, uno, due, tre, quattro schizzi e lei non batte ciglio, ha solo smesso di muovere la testa, ma continua a succhiare e sento che inghiotte convulsamente senza smettere nemmeno per un momento di masturbarsi.
Sussulta anche lei, pur senza staccare la bocca dal mio uccello, si tormenta il grilletto agitandosi e contorcendosi sul sedile. Per un secondo si stacca da me ed ansima a bocca spalancata in preda all'orgasmo: un sottile rivolo di sperma le scende lungo il mento. Ha gli occhi chiusi e singhiozza leggermente; li riapre, mi guarda e sorride. "Ti senti meglio?" chiede maliziosa.
"Caaazzo!" riesco a dire, scalando marcia per immettermi nella corsia di uscita.
"Si, penso stia meglio anche lui." risponde, affrettandosi a rimetterlo nella patta e richiudere la zip.
Pago il pedaggio e accosto poco dopo il casello.
"Vorrei ricambiare il piacere." le dico una volta fermi.
"Non serve," risponde allegra, "è stato il mio contributo alle spese di viaggio."
Scuoto la testa.
"Posso almeno offrirti qualcosa da bere." Lei ride apertamente.
"Mi sembrava l'avessi già fatto!"
Accidenti a me e la mia boccaccia.
"Non ti preoccupare," fa, prendendo lo zainetto ed aprendo la portiera, "mi piace viaggiare in autostop e questo è un buon sistema per ringraziare i ragazzi gentili come te." Mi dà un rapidissimo bacio e, prima che possa dire una sola parola, è scesa. Resto a guardarla allontanarsi per qualche secondo poi ingrano la marcia e riparto.
Penso che darò più spesso passaggi.
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15 years ago
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Treno per roma
Dovevo andare a Roma per importanti motivi di lavoro.
Alle 6 del mattino prendo un Euro Star da Genova che arriva a Roma alle dieci e ancora assonnata pensavo di continuare ad appisolarmi sul treno. Il posto prenotato mi obbligava a sedermi senza scelta, Si trattava di scomparti a 2+2, il mio era vicino al finestrino e di fronte a me sedeva una ragazza bellissima, circa trenta anni, appariscente con un bel viso deciso. A fianco a lei sedeva un signore distinto apparente età 45/50 anni. Un uomo di affari, forse un politico pensavo tra me. Non avevo ancora capito se viaggiavano insieme oppure si trattasse di casualità dovuta alle prenotazioni.
Ci siamo cortesemente scambiati un “buon giorno” e inizio a prendere la mia Settimana Enigmistica.
Francamente non mi raccapezzavo con le risposte e mi limitavo a compilare le solite due caselle saltando le domande difficili, tanto era la sonnolenza.
Daria, il nome della ragazza di fronte a me, scioglie il ghiaccio e mi chiede, dove vado. A Roma le rispondo, e Voi? Lei mi preciso: Io, a Roma. Franco, il nome dell’altro compagno di viaggio, rispose Anch’io.
Era chiaro che non si conoscessero!
A un certo punto Daria disse che aveva bisogno di un caffè..e Franco si dichiarò disponibile ad andarne a prendere due da offrire a entrambe…Accettammo e lui si alzò andando in cerca del vagone-bar.
Rimaste sole Daria mi confidò che aveva fatto un pensierino sul tipo e mi chiese se mi scocciava che civettasse un po’, anche per vedere se riusciva nell’intento, mi disse. Figurati le disse , fai pure…anzi mi divertirò a seguire la tua tecnica, almeno mi distrarrò e chissà se imparerò qualcosa. Mi sembri sveglia, le dissi. La cosa mi diverte.
Quando Franco arrivò con i due bicchieri di caffè, aveva i pantaloni completamente bagnati davanti. Spiegò immediatamente che un caffè gli era scivolato addosso ed era dovuto ritornare per riprenderne un altro. Dopo aver bevuto Daria, si disse dispiaciuta che per causa sua si era rovinato i pantaloni. Ci vuole subito un po’ d’acqua e un tovagliolino per cercare di far sparire la macchia di caffè. Mi chiese la mia bottiglia di minerale e prese i suoi fazzolettini. Invitò Franco a distendersi in modo che lei potesse smacchiare. Lui era imbarazzato. La cosa mi divertiva perché per me era già chiaro dove volesse arrivare Daria. Fingevo di leggere e sott’occhi guardavo. Lei iniziò a strofinare senza evitare di appoggiarsi nelle “parti delicate”. Quelle parti sembravano piatte all’inizio. Lei insisteva mentre lo guardava fisso negli occhi. Quando quel tratto in..”pianura” cominciò a diventare “collina” Daria si appoggio sfacciatamente col gomito fingendo, con l’altra mano, di continuare a strofinare. Col gomito iniziò ad accarezzare lentamente…. la collina cominciava a diventare un “monte”, ma la macchia era sempre li. Daria mi diede uno sguardo significativo. Capii che mi chiedeva campo libero e, scusandomi, mi alzai fingendo di andare in toilette.
La toilette era propria a fianco ai nostri posti. Alle spalle di Franco. Finsi di entrare e chiusi la porta per fare rumore, ma rimasi fuori in modo che Daria mi vedeva e Franco no!
La cosa mi eccitava molto. Guardai negli occhi Daria con complicità e facendole intendere di osare…Lei era tranquilla perché le facevo anche da “palo” nel caso arrivasse qualcuno. Infilò una mano all’interno dei pantaloni e, senza cacciarlo fuori, lo masturbava…Io stringevo le gambe tanto era l’eccitazione. Quella ragazza mi stava tenendo sveglia nonostante l’ora!!! Lei mi guardava ed io la guardavo sino a che col dito nella mia bocca le feci capire di prenderlo in bocca!!! Lei lo tiro’ fuori e lo ingoio di santa ragione. Era bello, lo desideravo anch’io. Daria lo intuisce capimmo. Riaprii la toilette fingendo come se stessi uscendo e la richiusi. Lui senti e si ricompose subito spostandosi da Daria.
A quel punto Daria ed io sapevamo ciò che lui ignorava che io sapessi. Il gioco era divertente.
Mi rivolsi a Daria chiedendo se fosse riuscita a smacchiargli i pantaloni. Lei disse di no, provaci tu…
Io fingendomi imbarazzata risposi che se fosse arrivato qualcuno chissà cosa potesse pensare vedendomi “armare” in una zona sospetta dei pantaloni.
Daria con una sfacciataggine anche per me insospettabile propose: allora andate in toilette insieme, lo smacchi con calma e poi uscite….Io sorveglierò la porta. Guardai Franco che era imbarazzato, lui mi guardò e mi disse : se la cosa non ti scoccia si. Ho una riunione a Roma e non vorrei arrivare in queste condizioni.
Va bene, dissi. Mi alzai e lui mi seguì in toilette. Daria mi strizzò l’occhio e disse: Se hai difficoltà esci ed entro io..ok? Ok, le risposi.
Appena entrati lui, si sfilò i pantaloni e me li porse delicatamente, rimanendo in boxer. Lo guardai da capo a piedi e dissi: carino con i boxer. Grazie, rispose lui. Finsi di iniziare a smacchiare per vedere se faceva la prima mossa. Non la faceva ma guardava il mio corpo deglutendo visibilmente. Si girò verso il lavandino sfiorandomi il didietro. Io anziché spostarmi lo bloccai con l’addome sentendo palesemente il suo membro. Non fiatò, non sapeva se fosse una casualità o meno. Sino a quando allungai la mano per tastargli il pene che in un attimo divenne durissimo. Lui si adagio con la schiena da facilitare i miei movimenti. Mi abbassai tenendolo in mano e iniziai un vorticoso pompino che desideravo da almeno quindici minuti. Staccai la bocca dall’uccello e mi alzai per baciarlo in bocca. Era una persona molto gradevole oltre che serio e sicuramente un “pezzo grosso” Lo baciai e mentre slinguavo finalmente allungò le sue mani sui miei fianchi, sul culo e mi prese le tette. Me le strizzava e mordicchiava i capezzoli intanto durissimi!
Non potevamo stare lì in eterno
e gli chiesi, dove preferiva concludere. Girati, mi disse. Lo feci , si abbasso’ e inizio a leccarmi tra le cosce, senza evitare l’ano, lo faceva divinamente! Poi si alzò e mi penetrò tutto di un colpo. Io ansimavo dal piacere, lui era trasformato. Sembrava un'altra persona. Una bestia!! Pompava furiosamente sino a che sentimmo bussare alla porta e la voce di Daria che disse di fare piano…
Lui eiaculò a lungo dentro di me. Mi venne un’idea per ringraziare Daria. Stava per pulirsi. Lo fermai. Mi aggiustai il vestitino. Aprii la porta lasciandomi lui dentro e dissi a Daria. Entra e puliscilo tu, come stavi facendo prima!
Mi sono seduta e dopo un po’ sono arrivati loro…chiesi a Daria se l’avesse pulito e come. Con la bocca, mi rispose. Vediamo, le dissi. E mi avvicinai alla sua bocca per baciarla. Ci siamo slinguate per due minuti che sembravano un’eternità. Aveva la bocca che sapeva di sperma.
Franco ci disse lui chi era. Una sorpresa che diede maggior sapore alla cosa. Ma arrivati a Roma…..
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15 years ago
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La mia prima doppia
Eravamo di nuovo da lui, il mio amico di colore.
Ci aveva chiamato per salutarci e il mio compagno prese al volo l'occasione, gli chiese se aveva voglia di possedermi ancora e lui entusiasta rispose che sarebbe stato un piacere.
Rientrai dal lavoro come al solito, e il pensiero di scopare con due uomini mi rendeva eccitata e vogliosa di attenzioni maschili. Il mio compagno era gia a casa e mi aspettava. Mi baciò e sussurrò al mio orecchio: mi farai un regalo stasera? e io gli risposi che avrei fatto tutto ciò che voleva, con un sospiro mi chiese una doppia. Lo guardai e gli dissi che non ero ancora pronta, che forse non sarei riuscita, mi bacio, e le sue mani si appoggiarono sui miei fianchi, sorrise...e mi disse: lo sei e stasera te lo dimostrerò.
Andai a fare la doccia. il mio corpo si sciolse sotto il getto dell'acqua calda i miei nervi si distesero e inizia a fantasticare...
Finita la doccia mi asciugai e scelsi il mio solito abitino sexy...cambiavo spesso colore mi piace eccitare il mio compagno con il mio modo di vestire quando "giochiamo". Avrei indossato quello rosso stasera e le mie meravigliose scarpe rosse comprate nel nostro ultimo viaggio...un suo regalo...
Arrivammo puntuali e come al solito ci aprì con un sorriso e mi baciò...
ci fece bere e ci sedemmo sul suo divano io in mezzo e loro due ai lati, la mano del mio compagno scivolò sulla mia coscia e anche quella di D.... scivolò sulla mia coscia, arrivò alla mia figa che era gia bagnata e vogliosa, mi accarezzavano e mi baciavano i seni e i loro membri già mi volevano...li presi in mano e cominciai ad accarezzarli, mi spogliarono e iniziammo a baciarci e toccarci, il mio compagno mi penetrò e comincio a toccarmi il culo e io iniziavo a sculettare all'idea di avere il suo membro lì, mi guardò e mi chiese se volevo anche D.... che me lo avrebbe messo nel culo mentre lui sotto di me mi scopava, lo guardai e senza parlare feci cenno di si, entrò dentro di me piano e le sue mani mi guidavano verso di lui, li sentii entrambi, dentro di me che mi divoravano affamati. Mai avevo provato un piacere più profondo e completo, il mio compagno mi baciò e godeva nel sentirmi sbattuta dal nostro amichetto... e anche io... era una doppia, la mia prima doppia, andavano avanti a scoparmi entrambi con movimenti sincronizzati, e godevo tantissimo, prima fu lui a venire e io dopo di lui e alla fine il mio compagno che appagato dal mio orgasmo fece esplodere il suo...Fu solo il primo atto di una serata a base di sesso, ancora una volta avevo superato un mio limite. Tesoro mio ti amo.
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