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Giocando a tre (2)
Era passato qualche mese dalla sera della sfilata e le fantasie da quella volta si susseguirono rapide, fino ad un altro fatidico venerdì sera.
Eravamo a casa dal lavoro e il pomeriggio lo passammo a stuzzicarci. Era appena arrivato per posta il nuovo giocattolino, un plug anale. Tu volevi provarlo subito, per vedere come mi calzava questo “gioiello” nel culo, io invece ti stuzzico perchè ho altri progetti.
Alle 20 iniziammo a prepararci per uscire, avevamo appuntamento alle 21 con Marco per provare un nuovo ristorante. Il mio ragazzo mi avvertì che Marco era fuori dal cancello, ma io ovviamente non ero ancora pronta, mancavano gli ultimi dettagli da “femme fatale”, che non potevo certo trascurare visto i due begli uomini con cui uscivo!
Io indosso un vestitino nero aderente, che segnava le mie curve, abbastanza corto, con autoreggenti e un perizoma che lasciava intravedere tutto dalla bellissima trasparenza.
Lui appena mi vide mi abbracciò, mi baciò il collo e mi sussurrò in un orecchio "Piegati". Io lo guardai con occhi furbi, avevo già capito cosa voleva fare di me. Mi chinai in avanti appoggiandomi al tavolo del soggiorno. Lui si inginocchiò dietro di me, mi spostò il perizoma e mi diede una profonda leccata alla figa, da davanti a dietro, come solo lui sa fare. Andai in estasi, adoro essere presa così alla sprovvista, adoro essere leccata. Estrasse dalla tasca il plug, lo insalivò e lo spinse dentro di me. Sussultai, un misto tra dolore e piacere. Ammirò un po’ il mio culo incorniciato da questo giocattolo, poi risistemò il perizoma al suo posto. Ero evidentemente bagnata! Ma così com’ero uscii di casa.
Io salii in macchina dietro, lasciai davanti i due uomini a chiacchierare. Il mio lui chiese a Marco come va, poi si girò e con un sorriso malizioso mi chiese “E te come va?!”. La mia risposta fu altrettanto maliziosa: "MOLTO bene". Marco ci guardò un po’ curioso, ma sono convinta che avesse intuito qualcosa di malizioso nei nostri toni.
Mi fecero molti complimenti per come ero vestita. Il mio ragazzo colse la palla al balzo e aggiunse un po’ sfacciato “E vedessi sotto il vestito, è uno schianto!”. Io stetti al gioco, aprii di scatto le gambe e poi le chiusi ridendo. Peccato che Marco non potesse vedermi proprio bene dal sedile davanti!
La serata passò tra chiacchiere divertite e buon cibo. Ad un certo punto, mentre Marco stava ordinando il solito amaro a fine pasto, il mio ragazzo mi guardò intensamente, si avvicinò al mio orecchio sussurrandomi con fare imperativo: "Ora da brava vai in bagno, ti togli il perizoma e lo metti nella borsa. Poi torni qui a sederti".
Diligentemente mi alzai e andai in bagno. Quando tornai al tavolo, gli feci vedere il trofeo in mano, mi diede un bacio sulla guancia e con la mano passò lungo la mia schiena. Senza dare nell'occhio fece un giro leggero, mi palpò il culo e sentì con piacere il suo dito non aveva incontrato l'elastico. Nella mano avevo veramente il mio perizoma!
Marco chiese incuriosito “Che c'è?” e lui gli disse "Oh niente, solo che se volevi vedere l'intimo adesso puoi" e così facendo gli mostrai la mia borsa con dentro il perizoma nero.
Sgranò gli occhi incredulo, voleva mangiarmi, tirar su il vestito e guardare se era vero che ero nuda. Lui rincarò la dose dicendo "Adesso indossa solo il nuovo giocattolo". Gli mostrò la foto del plug, quella che mi aveva fatto di nascosto mentre me lo stava infilando a casa!
Diventa sempre più rosso, un misto di voglia e di imbarazzo per il luogo in cui si stava svolgendo questo gioco malizioso. Io ridendo lo guardai e confermai di avere solo addosso il plug. “Eh no, allora voglio vederlo anche io!” fu il suo commento diretto. E la mente tornò allo spettacolino di qualche mese prima. La mia mente stava già macinando una nuova fantasia a tre. La serata proseguì, ma eravamo visibilmente eccitati tutti e tre. Io ero già bagnata, per il plug e per la fantasia, ma fortunatamente il vestito scuro non lasciava trasparire i miei umori.
Una volta a casa, mentre sale l’ultimo caffè di rito, mi infilai di nuovo il mio perizoma. Era palpabile che stavano aspettando un nuovo spettacolino, e io mi preparai. Chiesi ad entrambi di sedersi sul divano, mentre finivo di preparare il caffè. Questa veste di cameriera sexy era molto eccitante.
Mentre aspettavamo il caffè, mi sistemai di fronte ai due uomini seduti sul divano, presi il mio vestito dalle spalline, le allargai, fino a lasciare le spalle scoperte. Il vestito scese ancora, in modo molto sensuale; si intravvedeva il reggiseno a balconcino, poi le tette uscirono fuori veloci, il capezzolo turgido bello in vista.
Il vestito scese ancora, ora si intravvedeva il perizoma, fino a che lo spingo giù veloce a terra. Resto solo con i tacchi, le autoreggenti, il reggiseno a balconcino, il perizoma semi trasparente che lasciava intravvedere le labbra nella penombra della luce soffusa.
La moka fece rumore, il caffè era pronto. Mi voltai per andare ai fornelli. Sentivo i loro sguardi eccitati addosso. “Sei veramente uno schianto!” mi sentii ripetere da entrambi.
Camminavo e il mio culo si muoveva in modo sensuale. Giocavo a fare la diva. Il mio ragazzo mi disse “Sono eccitato da morire, vieni a sentire quanto è duro”.
Posai i caffè sul tavolino, ma non erano certo interessati a quelli. Mi dissero: "Beh ora ci puoi mostrare anche il nuovo giocattolino". Li guardai ammiccante.
Mi girai, mi piegai a novanta davanti a loro. Loro erano li impalati, cosi eccitati da non riuscire a dire altro che “sei uno schianto”. Anche se ero girata, ogni tanto li guardavo e sentivo il fuoco nei loro occhi. Misi le mani sulle ginocchia e mi piegai ancora di più. Eccolo, si vedeva li, tra le fosse del mio culo. Si vedevano anche le mie labbra, e gli umori che colavano tra le cosce. Ero molto eccitata.
Mi fecero cenno di sedermi in mezzo a loro. Io mi alzai e obbedii.
Conosco quello sguardo: il mio ragazzo vorrebbe prendermi e scoparmi li sul posto, con foga. La testa e le mani appoggiate al corpo di Marco, mentre affonda i suoi colpi su di me. Me lo aveva già raccontato una volta mentre mi scopava, quella volta mi stava immaginando addosso ad un altro uomo mentre lui pompava con forza su di me.
Infatti non resistette, lo tirò fuori e me lo mise in mano. Io iniziai a segarlo; con la mano andai sulla patta dei pantaloni di Marco dicendogli “Dai faccio sfogare anche il tuo cazzo". Gli sbottonai i pantaloni e glielo tirai fuori.
Non ci misero molto a venire tra le mie mani, eccitati com'erano. Mi bagnarono con i loro succhi; li tenni in mano per un po’, per lasciar loro il tempo di riprendersi dal godimento.
Ormai si erano fatte le due di notte, e vedendo Marco stanco e leggermente brillo, il mio ragazzo gli propose di dormire sul divano.
Ci preparammo tutti e tre per la notte, ma il mio ragazzo era ancora troppo eccitato. Aveva voglia di prendermi. Appena entrai a letto, mi volle completamente nuda, anche senza slip. Iniziò a palparmi e a stuzzicarmi. Solo l’abat-jour del comodino emanava una luce soffusa, molto provocante. Tolse le coperte, mi volle vedere completamente nuda. Mi stese, iniziò a far scorrere la sua lingua su tutto il mio corpo, allungò la mano e prese la benda per gli occhi che teneva nel comodino. Mi nascose alla vista e mi legò le braccia con le manette che teneva fisse al letto; le sue mani correvano dappertutto, una sensazione meravigliosa. I miei piedi furono imprigionati da altre manette. Ero aperta, spalancata, a sua disposizione, il suo oggetto del desiderio. Non era la prima volta che mi legava, avevamo fatto altri giochi insieme, più o meno spinti. Ricordo la prima volta, io timorosa di quello che sarebbe successo. Ricordo la seconda, che fu un’esplosione di sensualità e passione, con musica soffusa, carezze di piume, tocchi di frustino e mani che mi esploravano. Ricordo un’altra volta, che in mancanza di giochi, uso dei pezzi di verdura per procurarmi piacere. Ogni volta un gioco nuovo, una complicità diversa, una passione intensa.
Iniziò a leccarmi.. le mie labbra erano umide e lui le succhiava con piacere. Risalì verso di me e mi sussurrò in un orecchio “Aspettami un attimo che vado a lavare il vibratore”.
Sono lì con le orecchie tese a captare ogni vibrazione dell’aria, non potendo vedere niente. Pochi istanti e lo sento di nuovo sopra di me. Fece scivolare il vibratore su tutto il mio corpo facendolo entrare dentro.
lo fece pompare.. stavo godendo. Sentii una lingua che accompagnava il vibratore.
Poi la bocca mi succhiò, mi leccò, esplorò ogni singolo centimetro delle mie labbra sentendo il mio sapore come se non lo avesse mai sentito prima.
E in effetti era così: andando a lavare il vibratore aveva incrociato Marco che spiava da fuori la camera e lo aveva invitato ad entrare e spogliarsi in silenzio.
Ora era lui che mi leccava con avidità, voglioso, ma io bendata ero all'oscuro di tutto e mi lasciai leccare godendo profondamente.
Gli fece cenno di togliersi perchè voleva scoparmi. Salì sul letto e si mise in mezzo alle mie gambe. Mi staccò le manette dai piedi in modo da potermi prendere bene, e con le gambe appoggiate alle sue braccia iniziò a scoparmi con foga. Marco era lì che ci guardava voglioso. Lui gli fece un cenno verso il comodino, vide che sopra c’era un preservativo, lo prese e se lo mise. Si alzò dal letto e lo invitò a prendere il suo posto. Io sentii qualcosa di strano, ma ero bendata, e stavo godendo. Nel silenzio di loro due pensai che fosse stato il mio ragazzo ad aprire la bustina del preservativo.
Qualcuno salì di nuovo sul letto, mi prese le gambe e infilò il suo cazzo dentro di me. Il mio lui guardava la scena, guardava mentre Marco mi prendeva veloce, non vedeva l'ora di vedermi tra le mani di un uomo che non era lui. E io godevo. Più tardi mi confesso che era un piacere guardarmi mentre godevo con un altro. Io sentivo che non erano gli stessi movimenti di sempre, ma nell’eccitazione del momento non feci domande, non volevo perdere nessun brivido. Ad un certo punto sento un cazzo che si avvicina alla mia bocca!! Per un attimo restai ferma, quasi pietrificata, ma poi ripresi a godere, pompata com’ero sotto. Il cazzo dentro la bocca era del mio ragazzo, ne riconoscevo il gusto! Mi stava pompando e io lo accolsi.
Marco venne dentro di me, lo sentii… fu una sensazione strana ma eccitante, essere posseduta da un altro uomo. Quando Marco vide che lo stavo succhiando al mio ragazzo, volle unirsi anche lui. Uscì da me, si tolse il preservativo e si mise dall'altra parte del mio corpo. Alternavo leccate e succhiate tra i due uomini al mio fianco.. mi sentii una mano liberata dalle manette, poi anche l’altra. Ora con le mani libere li presi entrambi, e mentre segavo uno succhiavo l'altro.
Stavano quasi per venire entrambi, ma c'era ancora una cosa che il mio ragazzo voleva fare di me. Mi sussurrò nell'orecchio di girarmi e mettermi a pecorina. Voleva farmi il culo! Io obbedii, sempre bendata, e lui si mise dietro di me. Stava quasi per entrare, ma mi faceva un pò male. Disse a Marco: “Vuoi avere l’onore di farle il culo prima tu?". Si tolse dal letto e lasciò il posto a Marco. Io ero in attesa di essere scopata, mi piace essere presa da dietro, da delle sensazioni speciali. Sentii Marco che sforzava, fino a quando entrò. Pompò dentro di me fino a venirmi dentro. Si tolse e il mio ragazzo prese il suo posto, iniziando a pomparmi di nuovo. Stavamo godendo entrambi; mentre affondava dentro di me, gridò di piacere. Anche io ero sazia di lui! Uscì dal mio corpo e mi buttai sul letto stanca ma pienamente soddisfatta! L’orgasmo era stato amplificato a mille grazie alla benda, che mi procura ogni volta sensazioni amplificate.
Dopo qualche ora di sonno, a mattina presto ci alzammo per fare colazione insieme. Non eravamo ancora stufi di noi, tra sorrisi soddisfatti e occhiate complici.
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DreamingPassion,
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Giocando a tre (1)
Sono passati 3 anni da quel novembre in cui li ho conosciuti, e da allora siamo sempre stati insieme, una bella amicizia che col tempo si è consolidata. Con loro mi trovavo veramente a mio agio. Marco e il mio ragazzo si conoscono da una vita, sono più che amici, quasi fratelli. Anche se tra noi due era nato un rapporto che andava ben oltre l'amicizia, quei momenti a 3, specie il venerdi e il sabato sera, non li abbiamo mai lasciati, anche da fidanzati. Serate sempre molto leggere e divertenti, chiacchiere, molto feeling... si parlava veramente di tutto! questioni di lavoro, fatti quotidiani, famiglia, amicizie in comune...e anche sesso. Ci scherzavamo spesso, al mio ragazzo intrigava parecchio questa libertà che avevamo, anche perchè la fantasia non gli manca...e non solo la fantasia!
Una sera come altre… ero distesa sul letto, nuda. Lui inginocchiato vicino a me, mi mise il suo cazzo davanti alla bocca. Mentre lo guardavo intensamente, lo feci sparire veloce tra le labbra, fino in fondo come piace a lui. Le sue dita stavano scivolando tra le mie labbra, insistendo e giocando con il grilletto. La passione si era decisamente accesa tra di noi quella sera… si avvicinò al mio orecchio e iniziò a sussurrarmi una sua fantasia.... darmi ad un altro uomo! "Immagina che ora, mentre me lo stai succhiando, c'è un altro che ti sta leccando e palpando le tette!". Mentre glielo succhiavo, prese le mie gambe, le spalancò velocemente, come per espormi completamente al terzo del gioco, in piedi davanti a me aperta... Mi eccitai ancora di più… si sentiva che mi stavo bagnando... ma era solo una fantasia. Nella stanza non c'era nessuno.
Fu durante un'altra scopata che si materializzò per caso un nome. Eravamo sul divano, io lo cavalcavo completamente nuda, girata di schiena...lui mi stava palpando dappertutto, e io mi inarcai al passaggio delle sue mani esperte per offrirgli tutto... le tette, il ventre, giù all'inguine fino ad arrivare alle labbra, che trovò già bagnate. Non ci vuole molto, quest'uomo mi eccita solo col pensiero! Mentre mi stava accarezzando vogliosamente, appoggiai la testa alla sua spalla, mi inarcai completamente perchè mi potesse esplorare...è qui che iniziò di nuovo a sussurrarmi la fantasia a tre. "Immagina che ora li davanti a te ci sia un altro, che ti vuole... devi allargare bene le gambe, cosi ti può vedere bene e occuparsi della tua fighetta." Per renderla ancora più reale, mi sistemò, mi aprì... Ero sempre più eccitata. E nell'eccitazione del momento, gli sussurrai quasi per scherzo: "e chi è il terzo? Marco?". Non so come mai sono stata cosi audace, ma credo che per lui sia stata come una fitta, perchè mi ha guardato stralunando gli occhi. Non aveva mai pensato al suo amico in questa veste. Quando raccontava era sempre un estraneo che giocava con noi, qualcuno fuori dal giro degli amici stretti. E così mi guardò e sorridendo disse: "Beh, forse in fondo chi meglio di lui potrebbe apprezzare questo gioco con noi? Noi praticamente siamo fratelli, è un ragazzo serio, carino, riservato. E soprattutto, posso darti in mano ad una persona affidabile!".
Da quel momento diventò per lui un chiodo fisso, nei discorsi, nei pensieri, nelle sue fantasie... voleva che il terzo fosse Marco.
Si sa, le fantasie non restano tali per molto tempo.... questa prese forma durante una serata "only men" che erano soliti fare in settimana, amiconi com'erano. Davanti ad una birra al solito bar, gli mostrò alcune mie foto e video hot che gli avevo mandato in privato... questi giochi erotici a distanza erano il nostro modo di colmare la lontananza fisica che ogni tanto eravamo costretti a subire causa lavoro. Quella volta al bar, sicuramente dopo una serata passata a
parlare di donne e sesso, come spesso gli uomini fanno, provò ad alzare la posta in gioco… non più foto e video di sconosciute recuperati facilmente in internet, ma pose e gesti di una persona a loro molto vicina...io!! Iniziò a provocarlo, facendo cadere il discorso apposta su di me per vedere se era interessato...e Marco non era certo indifferente! Prima gli mostrò alcune mie foto nuda, per tastare il terreno... poi non resistette alla tentazione di fargli vedere un video dove giocavo con un vibratore. A seguire gli fece vedere un altro video dove mi stavo masturbando: infilavo il dito dentro, giocavo con la mia "tana", poi mi alzavo e camminando verso la camera leccavo il mio dito in modo provocante. Il video era molto sexy... evidentemente ispiravo molto sesso! Marco disse che dopo aver visto un video cosi era impossibile non volermi scopare subito. Quando glielo mostrò il mio ragazzo sentì una scossa, un'eccitazione incredibile nel mostrarmi così intimamente e nel vedere Marco che mi mangiava con gli occhi. Marco era visibilmente eccitato, tanto che gli chiese di rivederlo dal suo cellulare. Il giorno dopo mi raccontò di com’era andata la serata e il gioco che aveva iniziato. Mi chiese se poteva far vedere ancora a Marco i miei video, se avrei provato imbarazzo. Io gli dissi che se li vedeva dal suo telefono non c'erano problemi, conosco Marco e la sua riservatezza, mi fido ciecamente. Il mio ragazzo si stupì della mia audacia, non pensava che glielo avrei lasciato fare.
Dopo questa prima provocazione, le cose andarono sempre più veloci. Marco non osava mai con me per paura di rovinare la nostra amicizia, ma il mio ragazzo, eccitatissimo all'idea, iniziò ad escogitare un piccolo piano che fosse realizzabile, senza essere troppo impegnativo per nessuno. Un giorno nella nostra chat, per caso (ma neanche tanto), buttò lì una scommessa con me: chi perdeva era alla mercè degli altri due. In particolare, se avessi perso io, avrei dovuto fare una sfilata con dell'intimo che avrebbero scelto gli altri due. Neanche a farlo apposta, perdo la scommessa... in fondo era opinabile chi aveva realmente vinto! Era il gioco che stava prendendo forma. Non c'è dubbio che un po' gliel'ho lasciato fare, perchè sentivo che la sua eccitazione stava crescendo. Ma in fondo cresceva anche la mia voglia di superarmi e di sfidare la situazione.
Il mio lui iniziò a pubblicare in chat qualche proposta di completino intimo che avrei dovuto indossare per la sfilata... ormai i giochi erano veramente avanti. Restai al gioco, anche un po' ignara di quello che realmente sarebbe successo. Neanche a dirlo, loro avevano scelto un completino molto molto minimal, che lasciava vedere le tette e la figa...ma io ho preferito un vestitino a rete, che comunque non lasciava molto spazio alla fantasia. In pochi giorni arrivò il pacco, il mio ragazzo lo aprì ed iniziò già a fantasticare e lanciare provocazioni nella nostra chat, che accesero di colpo la situazione.
E' un venerdì sera e ci siamo trovati come spesso succede noi tre per una birra. Io maglia scollata, tacchi e pantaloni molto aderenti. Come sempre la serata finì a casa del mio ragazzo per l'ultimo caffè di rito e le ultime chiacchiere. Non mi ci è voluto molto a capire che ormai i giochi erano quasi fatti! Il mio ragazzo portò il discorso sulla scommessa persa e tirò fuori il vestitino appena arrivato. Sentivo che i suoi ormoni erano a mille, glielo leggevo in faccia... non vedeva l'ora di mostrarmi a Marco con quel completino addosso! Con un sorriso dissi "Ok! ho promesso che pago il mio debito!". Sentii palpabile l'eccitazione di entrambi, e nonostante facessero i navigati sul sesso, anche per loro era la prima volta in un gioco cosi.
Mentre si prepararono il caffè, io andai in camera a prepararmi...mi sentivo un po' incosciente nel fare questo spettacolo, ma ormai il dado era tratto e volevo vedere fin dove mi sarei spinta in questo azzardo.
Aprii la porta della sala un po' intimorita: era la prima volta che mi offrivo nuda ad uno che non fosse il mio ragazzo. Erano seduti sul divano. Entrai! Feci una camminata per la sala...indossavo scarpe nere con il tacco a spillo, un perizoma semitrasparente e il vestitino a rete che ovviamente lasciava le mie curve in bella mostra. Il vestitino era cortissimo, mi arrivava giusto all'inizio del culetto; le tette spingevano contro la rete e mettevano in mostra i capezzoli turgidi ed eccitati per la situazione.
Mi mangiarono con gli occhi, lo sentivo... Un po' ci presi gusto, mi piaceva essere guardata, era qualcosa di nuovo per me. Mi chiesero altro caffè… presi la moka, andai sculettando verso il lavello e iniziai a preparare altro caffè. Ero voltata di spalle, il mio culo era in bella vista attraverso la retina, sodo e rigido sopra i tacchi. Gli apprezzamenti non finivano mai.
Ad un certo punto mi sentii presa da dietro...era il mio lui che non resistette e mi venne a toccare, a baciare, ad abbracciare. Si erano alzati tutti e due, in verità.
Eravamo lì tutti e tre vicino ai fornelli. Il mio ragazzo tirò fuori il suo cazzo duro, di marmo. Voleva che sentissi quanto era eccitato, voleva che lo segassi, che lo prendessi in bocca, che me lo infilassi dentro. Voleva tutto, lo sentivo, lo sapevo. Era un fuoco! Mi chinai e lo presi in bocca per succhiarglielo. So che non resiste quando mi chino ai suoi piedi, lo guardo dritto negli occhi e lo prendo tutto in bocca fino in fondo. Iniziai a leccarlo profondamente. Sentii che disse con soddisfazione a Marco "Allora, che te ne pare?". Marco gli rispose subito: "Beh, da voi due ora vedrei proprio volentieri uno spettacolino in diretta". Non c'è stato invito più accattivante: il mio lui mi prese, mi appoggiò al muretto della cucina, mi alzò il vestitino a rete, neanche tanto piano, mi spostò il perizoma... me lo infilò bello duro e iniziò a prendermi da dietro, mentre Marco ci guardava eccitato. Le sue mani correvano davanti sulle mie tette. Io lo lasciai fare, l'eccitazione era veramente tanta. Spinse il suo cazzo dentro di me un po' di volte...io ero molto bagnata, lo volevo dentro di me per godere. Marco continuava a guardarci con molta voglia negli occhi, lo spettacolo improvvisato lo eccitava da morire. Pensavo che si sarebbe unito anche lui, magari allungando una mano per toccarmi le tette....ma non è successo niente. Forse aspettava un mio cenno per agire, o forse la situazione aveva già toccato un livello inaspettato per la nostra amicizia. E penso che in fondo sia stato bello cosi. Come prima volta ci eravamo già spinti tutti e tre oltre le nostre fantasie iniziali.
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LE NUOVE VIRTU’ Parte 2
Da quel momento con Filippo ed Enrica era iniziato uno strano menage nel quale mi trovavo al centro delle attenzioni di madre e figlio.
Con Enrica continuavamo a prendere i nostri momenti di svago mentre Filippo, approfittando della situazione in studio, mi stuzziacava con continui ammiccamenti.
Devo dire he quella situazione era di mia piena soddisfazione. Avevo entrambi i sessi approfittando smaccatamente della bellezza matura di Enrica e del piacere efebico di Filippo, il quale godeva sempre più intensamente delle pentrazioni profonde al quale lo sottoponevo.
A lui non avevo mai accennato degli incontri sessuali che avevo con la madre, per la quale provava una totale venerazione, e chiaramente non avevo detto nulla a Enrica del fatto che inculavo suo figlio nel mio piedaterre.
Era l’appartamento privato che avevo in centro la mia isola felice, atteso che Enrica ci veniva slo quando Filippo era in università, mentre quando vi andavo con lui Enrica sapeva che il figlio era con me per questioni lavorative e non ci avrebbe mai disturbato.
Dopo pochi mesi in cui mi godevo del mio harem, Enrica, però, conobbe un altro uomo e i nostri incontri iniziarono a diradarsi.
Lui le prometteva una stabilità che sicuramente io non potevo darle anche per la situazione fra Herman ed Eleonora, e quindi mi feci in disparte per non disturbare la nascita della sua nuova relazione.
Continuai comunque a godermi il culo stretto di Filippo che dilatavo contuamente a mio piacere riempiendolo del mio sperma fino ad esserne ricolmo.
La fine di tutte queste delizie arivarono in un giorno di settembre.
Quel sabato mattina Enrica doveva partire per un weekend al mare con il suo fidanzato e così dissi a Filippo di venire in ufficio per sbrigare del lavoro arretrato.
Lui si presentò con il suo solito zainetto e cominciammo a pendere i fascicoli e studiarli.
Il caldo sole di fine estate ben presto ci tolse la poca voglia che avevamo di lavorare, e così mi trovai con le labbra di Filippo intorno al mio cazzo che succhiavano voracemente.
Li inginocchiato ai miei piedi spingevo con le anche scopandogli la bocca, fino a quando un rivolo di sperma iniziò a colare dalle sue labbra simbolo del mio orgasmo.
Filippo ingoiò rapidamente tutta la sborra e mi baciò avidamente, cosa che non fece altro che procurarmi una nuova e più furente erezione.
Decisi che avremmo continuato nell’intimità dell’appartamento, presa la macchina e guidai velocemente.
Ancora sulla porta palpavo avidamente il culo di Filippo e già sentivo le sue natiche irrigidirsi in vista della dura scopata anale che lo attendeva, quando, corse in bagno per vestire i panni di Eleonora.
Mi misi comodo sul letto, e Filippo entrò indossando tacchi altissimi ed un bustino di pelle.
In quella vesione fetish era decisamente splendido ed impesonificava la bellezza fatta donna.
Mi alzai lo presi per i capelli e lo sbattei sul letto con le natiche alzate pronto a sfondarlo con brutalità.
Gli allargai le cosce con le mai e sputai sul suo culo per ammorbidirlo,iniziando con la mia possente cappela a farmi largo fra le sue chiappe sode.
Mentre lo sfondavo con colpi secchie profondi, con la mano sinistra tiravo i suoi capelli e con la destra gli davo delle poderose sculacciate.
Ad ogni tac del palmo della mia mano, dalla bocca di Filippo proveniva un grido di piacere che si amplificava quando facevo seguire un affondo del mio grosso cazzo nel suo sfintere.
Non contento presi dal comodino delle manette e girato Filippo lo legai polso e caviglia contringendolo così a rimanere oscenamente dilatato.
Girato con la pancia rivolta verso di me e aperto completamente lo sbattevo profondamente e con forza mentre il suo cazzetto aveva dei sussulti rimandendo tirato, fino a quando in pieno orgasmo rilasciò un poco di sperma sporcando tutto il bustino.
Ero pronto ad inondare anche io il culo di Filippo quando improvvisamente suonò il campanello.
Dopo il lungo trillare senti battere pesantemente alla porta e corsi a vedere chi fosse dato che solo poche persone conoscevano questo mio nascondiglio.
Dallo spioncino vidi Enrica sulla porta e rimasi un attimo spiazzato.
Dissi a Filipo di correre a chiudersi in bagno, mi misi un accappatoio e andai ad aprire.
Enrica entrò di furia nell’appartamento chiudendosi la porta alle spalle.
Era molto agitata e si scusò subito per quell’intrusione.
Il suo novo fidanzato le aveva dato buca senza motivo e non rispondeva alle sue chiamate e lei allora era corsa a casa sua ma non aveva trovato nessuno.
In un impeto di rabbia mista a preoccupazione si era messa a girare per la città a cercarlo, e passando sotto l’appartamento aveva visto la mia auto e si era decisa a suonare.
Le offrii un drink per calmarla e lei ripresa la compostezza mi chiese “ma non dovevi lavorare con Filippo oggi?”
Io le risposi che vista la bella giornata lo avevo lasciato libero, e avevo deciso di prendermi una delle mie pause che lei ben conosceva.
Enrica chiaramente non aveva nulla da riproverarmi, il nostro era stato un rapporto aperto senza gelosie o paranoie, ma solo puro divertimento.
“ti sei portato qualche bella troia da sbattere come facevi con me…beato te bei tempi quelli in cui facevamo le nostre porcate!! Dai divertiti ora ti lascio. E grazie per la comprensione”, mi disse senza immaginare chi ci fosse in bagno, e si spostò verso la porta per andarsene.
Immaginai la rabbia di Filippo da dietro la porta a sentire che la sua adorata mamma era stata la ia troia, e lo pensai ad raffigurare tutte le sconcerie che avevamo fatto insieme, in un crecscendo di rabbia e confusione.
Capii subito che tutto era finito ed allora decisi di andarmene alla grande!
Bloccai Enrica, ed approfittando della sua rabbia verso il fidanzato, la presi per i capelli e la baciai.
La sua bocca calda rispose immediatamente mentre con la coda dell’occhio notai la luce nascere dalla porta del bagno e Filippo che ci stava spiando.
Alzai la gonna ad Enrica in modo da mostrare a Filippo il culo di sua madre e come le mie mani lo stringessero in una sorta di piacere morboso.
Le ghermivo il culo mentre mi facevo leccare il dito dalle labbra umide di Enrica, che di copo, aveva ripreso il piacere di essere stretta dalla mie braccia e il desiderio di essere scopata selvaggiamente dal mio poderoso cazzo.
Lei scendva con la mano sentendo la protuberanza indurirsi da sotto l’accappatoio e sussurrava “Quanto mi è mancato il tuo cazzone e quanto mi sono mancati i nostri giochi!!”.
Le tolsi il dito dalla bocca e lo infilai nel suo morbido culo dimostrando a Filippo che lui non era l’unica troia a cui lo avevo sfondato.
Il suo cazzettino vedendo l’adorata madre trattata da cagna in calore, era diventato duro come mai lo avevo visto, e riempiva la mano femminile di Filippo che si menava in un impeto di incestuoso piacere.
Ad un tratto Enrica mi sciolse la cintura ed aprendomi l’accappatoio si gettò ai miei piedi prendendomi il cazzo in bocca.
La sua lingua guizzava sulla cappella e poi ancora più in fondo.
Si apri la camicetta e fece uscire i turgidi seni mentre si rimepiva la bocca assaporando il liquido seminale frammisto agli umori che mia aveva lasciato Filippo.
“Sento il sapore del culo della troia che stavi scopando cazzo è fantastico!!” gemeva Enrica alternado le leccate di cazzo a quelle dei coglioni.
“Dai falla uscire dal bagno che mi scopate insieme!!”.
A quelle parole Filippo venne, ed era pronto ad uscire dalla porta quando lo bloccai con un gesto della mano.
Dissi ad Enrica “Sai lei è una nuova amica e si vergogna a fare queste cose. Ho una poposta. Stai qui e ti bendo così non la potrai vedere e sicuramente sarà più predisposta”.
“Enrica mi guardo eccitata “cazzo sei il solito porco…bendami e falla uscire che ho voglia”.
Andai verso l’armadio e presi una benda da notte con la quale oscurai la vista di Enrica.
Feci cenno a Filippo di uscire e gli imposi il silenzio.
Lo feci avvicinare alla madre e dissi “questa è la mia amica Giorgia, è molto timida e non dirà nulla ma vedrai come ti farà godere…forza Giorgia bacia per bene Enrica”
Filipo rimase attonito…adorava la madre fino al piacere sessuale e molte volte aveva immaginato di baciarla ma ora rimaneva bloccato e con lo sguardo mi chiese di fuggire.
Mi avvicinai lo presi con decisione per i capelli e avvicinai la sua bocca a quella della madre.
Le loro lingue si unirono…Enrica che non poteva immaginare di baciare il figlio iniziò a far guizzare la sua lingua fra le labbra di quella che per lei era Giorgia e lui le rispondeva oramai sopraffatto dal piacere e dal desiderio.
Le due troie si baciavano con lascivia..mi avvicinai a loro e presi per i capelli Filippo spingendolo fino alle tette della madre.
“Forza Giorgia leccagli i capezzoli”...
Filippo si ataccò al seno della madre in un ricordo infantile leccando e poppando con avidità mente Enrica ansimava portando le dita di Giorgia alla sua figa grondante di umori.
Era il tempo di prendere la mia parte. Mi tolsi l’accappatoio e mi posizionai fra loro due rivolgendo il cazzo verso Filippo ed il culo alla madre.
“Ed ora troie leccate…”.
Filippo si riempì la bocca con il mio cazzo e lo succhiava bagnandomi di saliva tutto il pube mentre Enrica allargatomi le natiche con le mani, mi lecava il culo con lunghe e felpate strisciate di lingua.
Mi godevo quel piacere alternando i movimenti di bacino ora verso Filippo ed ora verso Enrica, quando li presi entrambi per i capelli e li portai a letto.
Stesi Enrica a cosce larghe portando la bocca di Filippo all’altezza della sua figa e gli dissi “ora Giorgia lecca!!”.
Filippo iniziò a leccare la figa che lo aveva partorito con una veemenza che non riconscevo.
Non solo leccava il clitoride ma penetrava la vulva succhiando tutto il sapore e gli umori di Enrica che presto venne, spruzzando in bocca al figlio tutto il suo piacere.
“Questa vacca lecca da dio. Bravo gli hai insegnato bene!!”.
Menre Filippo era impegnato in quel lavoro gli leccavo il buco del culo e lo penetravo a fondo con le dita in modo di avvicinarlo al piacere.
Ripresa dall’orgasmo agguantai Enrica e la misi a carponi in parte a Filippo.
Avevo lo spettacolo di entrambi i culi, quello più poderoso della madre e quello efebico di Filippo pronti per essere sfondati a mio piacimento.
Non mi feci pregare ed ordinai “Forza Giorgia ora bacia enrica fagli sentire il suo sapore”.
Filippo obbedì immediatamente ed inizò a leccare la madre e a baciarla appassionatamente.
Io dietro di loro passavo dal culo di Filippo alla figa di Enrica sbattendoli con forza. Quando mi godevo un culo penetravo con le dita l’altro in modo da lasciarli entrambi ben dilatati.
Filippo impazziva nel vedere la madre inculata con forza ed il cazzetto gli esplodeva a sentire i miei coglioni che sbattevano contro le natiche di Enrica, per poi suplicarmi con gli occhi di ottenere lo stesso trattamento.
Quando mi dedicavo a Filippo, Enrica si indispettiva reclamando ancora cazzo ma godendo delle mie dita piantate nel suo culo, mentre con la lingua assaporava il calore del figlio.
Ero proprio dentro il suo culo quando esplose in un secondo orgasmo nsquitando sulle lenzuola e bagnandole copiosamente.
A qyello spettacolo vidi Filippo che a stento tratteneva lo sperma ed allora decisi di lanciarmi nel gran finale.
“Ora enrica scoprirai le particolarità di Giorgia”.
Presi Enrica ancora stanca ed ansimante e la misi sul letto con il culo ben in alto.
Mi rivolsi poi a Filippo e lo presi per i capelli portandolo a leccare il culo apero della madre e la figa bagnata e gli ordinai “Ora scopala!!”.
Filippo mi guardò attonio ma obbedì al mio ordine.
Con il cazzetto iniziò a penetrare la madre con colpi duri per ciò che poteva fare ma Enrica, ancora al massimo dell’eccitazione, inizò ad ansimare godendo con piccoli gemiti.
“Allora ti piace la mia amica Giorgia!!.
“Bastardo dovevi dirmelo che era un trans!! Ma fallo continuare fammi riempire…cazzo se sei porco!!”.
Filippo spingeva a più non posso nela figa della madre arrivando al culmine dell’orgamso ma senza riuscire nell’atto finale.
Decisi di dargli una mano ed allora mentre scopava Enrica nella figa bagnata, gli riempii il culo con il mio grosso cazzo iniziando a spingere senza ritengno.
Ben presto entrambi i nostri cazzi si gonfiarono e così mentre io sborravo nel culo di Filippo, lui rimepiva Enrica del suo sperma accasciandosi poi stremato sula sua schiena e sentendo solo il riecheggiare delle urla di godimento di quella che da adorata madre aveva riscoperto come fottuta troia.
Dopo un attimo di smarrimento il cellulare di Enrica ci riportò alla realtà. Filippo corse in bagno ed Enrica si tolse la benda non vedendo mai chi l’avesse montata per tutto il pomeriggio.
Enrica rispose, era il fidanzato che si scusava dicendo di essere stato chiamato dalla madre in ospedale e di aver dimenticato il cellulare a casa, le diceva che ora era tutto a posto, e le chiedeva di vedersi tra un ora per poter partire per il loro weekend.
Enica si sentì mortificata ed imbarazzata e mi guardò supplichevole.
La tranquillizzai con gli occhi, sapeva che poteva contare sul mio silenzio ed allora rivolse lo sguardo al bagno.
La assicurai che di Giorgia si poteva fidare e che non avrebbe dovuto preoccuparsi e lei, dopo essersi riassestata, corse a casa per preparsi ed attendere il fidanzato.
Filippo usci dal bagno senza dire una parola, si rivestì ed usci di corsa.
Sapevo perfettamente che quella giornata avrebbe avuto le sue conseguenze.
Enrica partì per il weekend con il fidanzato dove scopò abbondantemente e l’ultima sra ricevette la proposta di matrimonio.
Una volta tornata a casa apprese la decisione di Filippo di cambiare sede universitaria trasferndosi ad Urbino.
Enrica non riusciva a darsi una spiegazione di tale decisione e mi chiese anche consiglio ma io le dissi di lasciarlo fare che l’università via da casa avrebbe sicuramente giovato a Filippo.
Argomentai bene il mio consiglio dicendo che il figlio le era troppo attaccato e probabilmente mal avrebbe digerito il legame con il fidanzato e la loro futura convivenza.
Le dissi anche che Filippo mi aveva confidato la sua omossesualità e lei, per nulla sorpresa, mi rivelò di averlo capito da tempo e che non era un grosso problema purchè lui fosse felice.
Da li a poco Filippo partì per Urbino senza neppure salutarmi e non ebbi più alcuna sua notizia.
Dopo un anno ricevetti l’invito al matrimonio fra Enrica e Giovanni e visto che Herman era il fidanzato di Eleonora e che anche fra loro si parlava di nozze, non potei esimermi dal partecipare.
Mi tenni in disparte ed a malincuore non vidi Filippo con il quale avrei voluto avere un chiarimento, ma in compenso notai subito una splendida ragazza molto somigliante ad Eleonora che mi dissero essere una sua cugina di Torino.
L agiornata passò velocemente fra musica, cibo e ualche bicchiere di troppo quando la misteriosa cgina si avvicinò a me e molto sensualmente mi disse “Ciao sono Giorgia..ti ricordi di me…”.
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8 ore fa
swend,
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Fuochi di capodanno
Anche quest'anno è finito.Mi ritrovo in un locale con amici a festeggiare. In realtà sono qui solo per gli amici. Non mi piace stare in un locale a capodanno. Ma stare a casa con quella che sarà la ex moglie è anche peggio. La maggior parte di loro voleva evadere. Democraticamente si è votato, la maggioranza ha vinto.Ed eccomi qui: completo nero, giacca lunga con collo coreano; camicia grigio chiaro, cangiante, a righe, sempre in tonalità di grigio ma più scure.La flute di champagne nella mano destra, la sinistra in tasca... in attesa di chissà cosa.
Cammino tra la gente cercando di divertirmi, cercando una mia evasione. E' quasi ora......inizia il coro del conto alla rovescia, mi avvicino al gruppo, è quasi il momento di brindare al nuovo anno.Abbandono i miei pensieri e mi unisco al coro: "cinque... ".In una frazione di secondo ti vedo, abito lungo con spacco fin sopra la metà coscia. A fianco ad un uomo. Forse il tuo. Non lo so, non mi importa."quattro..." continuo il countdown, ma guardo te: capelli scuri, lunghi, leggermente mossi."tre..." corpo asciutto e sinuoso, con le curve al posto giusto."due..." terza di seno, coppe sode, scollatura profonda... s'intravede che porti un reggiseno senza coppe. I capezzoli liberi di muoversi strofinano sul tessuto e tendono verso l'esterno, quasi a voler richiamare l'attenzione."uno..." sguardo intrigante, sicuro di sé."Auguri! Buon anno..." Tra i baci e gli abbracci i miei occhi ti cercano, ti seguono, ti scrutano tra la folla...è ora dei fuochi. Nonostante la temperatura della gelida notte invernale, ci dirigiamo sul terrazzo ad osservare i fuochi artificiali.Ti seguo, mi dirigo verso di te. Mi posiziono alle tue spalle. L'uomo che ti è accanto ti parla. La mia mano più audace che mai, incurante degli avvertimenti del cervello e della gente che ci circonda, si posiziona sulla tua coscia.
Nessun segno di ribellione da parte tua. Immagino che tu abbia chiuso gli occhi per goderti la carezza che le mie dita ti stanno offrendo. Ma questa tua concessione mi autorizza a fare di più: cerco lo spacco, la mia mano s'insinua all'interno. Scopro con piacere che porti le autoreggenti. Le mie dita percorrono la tua pelle sino a raggiungere il tuo intimo. Con il pollice mi sposto sul gluteo e ne percorro il confine tra pelle e pizzo. Scie luminose incendiano la notte, mentre il tuo silenzio incendia il mio desiderio.Oso di più. Le dita scostano il bordo elastico del tanga. L'indice gioca per qualche secondo con le tue labbra per poi tuffarsi nel tuo caldo fiore. Forse anche tu hai voglia di qualcosa di più di una semplice serata tra amici, forse l'idea di essere toccata da uno sconosciuto... qualcuno accanto a te ti dice che i fuochi sono davvero belli. "E' stupendo!". La tua risposta esce soffocata e strozzata da un gemito, che si perde tra i botti di fine anno.Le mie dita si muovono velocemente dentro te, mentre con l'indice cerco e stuzzico il clitoride.Improvvisamente una mano mi ferma. Un brivido mi percorre.L'altra tua mano scivola dietro la schiena e si posa sui miei pantaloni, in cerca del sesso. Lo trovi, lo tasti, lo stringi. Poi con estrema destrezza mi abbassi la cerniera e lo estrai.Vedo la tua schiena chinarsi leggermente in avanti. Capisco!Non vuoi godere con le dita, vuoi godere sul serio. E vuoi regalarmi un sogno.Lo sguardo della gente, degli amici, di tutti è proiettato ai giochi di luce nel cielo. Tutt'intorno a noi è buio. Scosto la gonna, approfittando dell'ampio spacco. Mi aiuti e sposti il tanga, porgendomi le grandi labbra. Appoggio il membro tra le tue cosce. Spingo il glande appena dentro... mi fermo. Lascio che i nostri sessi si conoscano, si godano il primo momento di piacere... lascio che i tuoi umori avvolgano il mio sesso. I fuochi si stanno intensificando, lo spettacolo sta per finire.Istintivamente spingi indietro i tuoi glutei. Entro completamente in te. La mia mano, che prima accarezzava le tue cosce, ti afferra per il fianco. I miei movimenti sono lenti ma decisi. La mano si sposta sul tuo seno, infilandosi nella scollatura. Lo afferro con la mano, mentre con l'indice ed il medio afferro e gioco con tuo capezzolo. Incalzo il ritmo. Non resisterò ancora molto. Pochi attimi e un gemito strozzato mi fa capire che stai godendo. Subito dopo esco e raggiungo il mio piacere sui tuoi glutei.I nostri respiri, i nostri battiti lentamente tornano alla normalità, mentre nel cielo si spegne l'ultimo fuoco.
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5 giorni fa
mentecorpoanima,
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