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BDSM Bondage Heavy Sex

La peggiore punizione

Sono una schiava da molto tempo, ma certe punizioni mi atterriscono ancora, a tal punto che dopo la terza volta ho deciso di non sottopormi più a questa tortura. E' una tortura che interessa varie parti del corpo della poveretta che la subisce: gola, tette, figa e piedi. L'ultima volta che ho subito questa atroce punizione è stata quindici giorni fa, esattamente il ventotto gennaio. Sono arrivata da uno dei miei tre Padroni attuali e ho trovato quattro uomini, oltre lui, ad attendere di assistere alla mia punizione. Sono stata subita spogliata dal Master e poi fatta "sfilare" nuda davanti ai quattro ospiti. Dopo che tutti i presenti hanno dato il loro consenso, è iniziata la preparazione della schiava e degli oggetti utili al compimento della punizione. Il Master mi ha raccolto i capelli sulla nuca, perchè il mio collo doveva essere libero, per intervenire in caso di emergenza nel più breve tempo possibile; mi ha fatto poi divaricare le gambe ed appoggiare i piedi su due pile di libri. A quel punto è stato posizionato lo strumento di tortura, appositamente attrezzato per il blocco del bacino e delle caviglie della slave. Cercherò di spiegarvi questo strumento, con la massima chiarezza possibile: è costituito da un palo di ferro, alla cui sommità c'è un fallo, anch'esso di ferro, regolabile in altezza. Questo palo ha una robusta base di cemento, simile a quella degli ombrelloni da spiaggia; nella parte inferiore del palo sono fissati due bracci, anch'essi regolabili, alla cui sommità ci sono cinghie in cuoio adatte al bloccaggio delle caviglie della schiava. Sempre all'altezza dei bracci, c'è un altro tubo in ferro che si sviluppa verso l'alto, terminando con un cerchio chiudibile, che va a bloccare il bacino, o meglio i fianchi, della torturata (lasciando però la possibilità al corpo di scendere verso il basso). Il Master ha posizionato lo strumento sotto alla mie gambe e ha sollevato il fallo in ferro fino a portarlo all'imboccatura della mia figa. Io non ero ancora bagnata a sufficienza e le labbra della mia figa facevano fatica ad allargarsi. Feci una smorfia di dolore sentendo la punta del fallo appoggiarsi alla mia figa, ma al Padrone questo non importa... anzi più dolore prova la slave e più felice è lui! Poi ha chiuso il cerchio di ferro ai miei fianchi, in modo che non potessi spostarmi dalla posizione iniziale e ha bloccato con le cinghie le mie caviglie ai bracci inferiori. Mi ha messo due forti clips sui capezzoli, tirando i mei seni verso l'alto e lasciandoli in tensione. Sono stata bendata e mi è stato messo un cappio la collo. Il Master voleva impedirmi di vedere quello che sarebbe successo dopo, ma io avevo già provato questa tortura presso altri Padroni e già immaginavo quello che sarebbe successo. A uno a uno, piede per piede, mi sono stati tolti i libri di appoggio e il Padrone mi ha invitato a rimanere sulle punte dei piedi, per sopperire all'appoggio. Cosa succede poi? Al posto dei libri vengono cosparsi sul pavimento, sotto le piante dei piedi della slave e a discrezione del Padrone, materiali diversi che possono essere puntine da disegno, piccoli cocci di vetro o sassini appuntiti. Io non sapevo che cosa avesse scelto per me il Padrone, ma speravo tanto che il materiale scelto fosse la piccola ghiaia, che è la meno invasiva per la povera schiava. E invece... Io mi reggevo sulle punte dei piedi, pur sapendo che dopo un certo punto, non si riesce più a rimanere in questa posizione scomoda e infelice. E si cede di schianto! Ad un certo momento, come previsto, cedetti di schianto: il mio corpo scese verso il basso e nelle piante dei miei piedi si conficcarono... tante, ma tante puntine da disegno, provocandomi diverse ferite con conseguente uscita di sangue. In questi casi non è nemmeno possibile alleggerire la pressione di un piede, perchè si finisce per caricare ulteriormente l'altro. Gridai per il dolore ai piedi, ma il mio urlo venne soffocato dal cappio che avevo intorno alla gola, che inesorabilmente si strinse, facendomi diventare difficoltosa la respirazione. Ai miei occhi affiorarono le lacrime, mentre mi venne una forte tosse, dovuta al senso di strangolamento e dalla mia bocca iniziarono ad uscire fiumi di saliva. Ma il dolore non finiva qui: le mie tette ricevettero un colpo terribile e i miei capezzoli si allungarono, provocandomi un enorme dolore. In questa punizione anche la figa deve sopportare un certo dolore, in quanto il fallo in ferro penetra nel buco della schiava, o se volete il corpo della schiava "scivola" sul cazzo, dilatandolo in modo impressionante. Il fallo è molto grosso e per quanto una sia dotata... si ha sempre la sensazione di avere la figa "spaccata!". Non esiste un tempo di sopportazione uguale per tutte le schiave, dipende dall'abitudine a soffrire e dalla capacità di resistenza al soffocamento. E' chiaro che in queste situazioni, sta al Padrone avere la sensibilità di liberare il collo della schiava, prima che sorgano problemi irreversibili. Mi liberarono il collo e poi, dopo avermi liberato da tutte le costrizioni, venni sollevata dal cazzo di ferro da due uomini. I miei piedi vennero ripuliti dalle puntine e le mie piante vennero disinfettate adeguatamente. Poi venni portata sul grande letto per essere sodomizzata a piacere dei presenti. Mi sono ripromessa che questa è l'ultima volta che mi presto per questa tortura. Spero di resistere alla tentazione!

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