{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-0b7ab24b3fd396b7d4aac9354dfec56d.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
- 1 mese fa Nicole con la sua amica lesbica a vedere Francia Belgio e secondo inco Nicole mi dice che la sua amica lesbica Angélique l’ha invitata a vedere la semifinale dei mondiali Francia Belgio nel bistrot sotto casa sua e mi chiede il permesso di poterci andare. Angélique è una ragazza molto particolare, infatti è lesbica e ha un attrazione particolare per Nicole, capita spesso infatti che quando ha bevuto un goccio in più la abbracci o cerchi di metterle le mani sulle tette.Sono abbastanza titubante se darle il permesso, ma so che anche che Nicole freme dalla voglia di farsi leccare la vagina da una donna, decido quindi di accordarle il permesso di incontrarla, ma dicendole che questa sera potrà solo farsi leccare le tette, la fighetta gliela potrà far leccare solo tra qualche giorno. Nicole mi guarda con uno sguardo che sembra dire sempre meglio di niente.Le ragazze si siedono a un tavolino e cominciano a vedere la partita che inizialmente si fa più difficile del previsto per la Francia e quindi Angélique è piuttosto tesa e concentrata sulla partita-.Questo dura fino al gol di Umtiti, dal quale Angélique comincia a ordinare da bere prima per festeggiare il gol, poi il mancato ritorno del Belgio e poi la vittoria della Francia.Dopo quest’ultimo fatto Angèlique esce in strada visibilmente brilla per festeggiare la vittoria della nazionale che è arrivata in finale di colpa e complice l’alcol e il casino degno più di Rio che di Parigi, comincia a scaldarsi e ad abbracciare Nicole che inizialmente sta un po’ sulle sue tirandosela un po’.Angèlique allora le dice senza tanta timidezza già te la sei tirata quando siamo andate al concerto sotto la torre Eifell, e quando ti ho invitata a casa mia vedi vdi lasciarti un po’ andare.Nicole allora il cui scopo è quello di farsi leccare le tette da Angèlique , decide di lasciarsi abbracciare fino a farsi toccare il stupendo culetto.Dopo un po’ che Angèlique è con le mani sul culetto di Nicole le chiede se la può seguire a casa sua e questa facendo finta di farlo controvoglia dice di sì.Una volta arrivate a casa di Angèlique essendo questa venuta a meno dei freni inibitori per via dell’alcol le dice che ha voglia di scopare con lei.Nicole conscia del mio ordine di non potersi fare leccare la passerina quella sera dice a Angélique che la metterà alla prova se riuscirà a farle raggiungere l’orgasmo leccandole solo le tette le consentirà di leccare la sua depilatissima e vogliosa passerina e forse anche il suo meraviglioso culetto praticamente vergine.Nonostante tutta l’esperienza di una lesbica molto troia far avere un orgasmo solo leccando le tette non è così facile e pur eccitando terribilmente Nicole i cui capezzoli ormai erano irti come scogli non riuscì a farle raggiungere l’orgasmo e dopo un po’ salutò Angélique sensibilmente delusa.In realtà Nicole non era affatto delusa e avrebbe avuto volentieri un orgasmo, aveva solo obbedito al mio ordine di non farlo e me lo fece notare. Io le dissi che l’orgasmo l’avrebbe avuto per via della lingua di Angélique, infatti tra un giorno due avrebbe richiamato Angélique e gli avrebbe detto che le poteva dare una seconda possibilità e questa volta avrebbe potuto farsi leccare la passerina anche se non riusciva a farle avere un orgasmo solo leccandole le tette.Passato qualche giorno Nicole manda un messaggio ad Angèlique dicendole che forse l’altro giorno è stata un po’ stronza e che se voleva le dava un’altra possibilità. Questa volta la invitava a casa sua a mangiare per una cena galante a lume di candela e se da cosa nasce cosa chissà….Angèlique dice di accettare e dopo due giorni la aspetta a casa sua, dopo una stupenda a luna di candela, Nicole si avvicina e le dice che se la fa eccitare le fa leccare la passerina.Angèlique comincia a limonare baciando Nicole prima sulle labbra e poi sulla lingua. La spoglia fino a denudare le sue tette non grandissime, ma con due capezzoli molto belli e sensibili. La foga di Angèlique è tale che Nicole questa volta rischia sul serio di avere un orgasmo dal modo in cui le vengono leccate da Angélique che sembra veramente un ossessa.Nicole a questo punto le dice di spogliarla e di farla godere. Angèlique non aspettava altro, la porta sotto il letto comincia prima a leccarle il clitoride fino a farlo diventare duro come il marmo e poi insinuarsi come un ossessa sull’entrata della vagina e la parte circostante l’ano. L’orgasmo di Nicole è violentissimo, la voglia di farsela leccare era tantissima, l’attesa e la voglia di Angélique hanno fatto il resto.Angélique le dice prima di andare via cerca di dire a quel bastardo del tuo uomo che se qualche volta non fa il bastardo potrebbe andare bene lo stesso, perché solo lui poteva concepire una bastardata cosa come quella dell’altra sera.Per circa una settimana Nicole e Angèlique non si erano più viste e questo aveva comportato un certo turbamento in Angeliquè che nonostante l’intraprendenza era in realtà una ragazza abbastanza timida.Angèlique decide quindi di telefonare a Nicole e questa le dice che essendo un po’ raffreddata ha preferito non muoversi in questi giorni. Angèlique allora con un coraggio insospettabile le dice che la sera sarebbe venuta a trovarla per farle compagnia.La sera sulle sette Angèlique arriva a casa di Nicole con un pacco di biscotti al cioccolato che sono i suoi preferiti.Nicole la accoglie vestita con un paio di pantaloncini e in canottiera, senza reggiseno e con i capelli sciolti.Una volta sedute attorno al tavolo per mangiare tè e biscotti incominciato a parlare, Nicole le dice che oltre a stare male ha mille pensieri per la testa (università, lavoro, trovare casa) e li Angèlique la prende per mano, le fa la prima carezza e le racconta di essere molto triste perché la sera precedente si era ubriacata ed era andata a letto con un ragazzo che manco le piaceva obnubilata dai fumi dell’alcol.Con la scusa che Nicole si sentiva debole le ragazze si sono spostate a parlare e ridere in camera da letto e Angèlique dice a Nicole che le sarebbe mancata tanto con la sua partenza essendo l’unica persona in grado di capirla e conoscerla davvero. Nicole non le risponde, a quel punto Angelique la accarezza sulla guancia e le ragazze cominciano a limonare. Nicole sentiva la voglia aumentare ad ogni bacio e la passerina bagnarsi sempre di più fino a quando ha cominciato a spogliare Angèlique e le ragazze si sono trovate in perizoma sul letto.Angèlique va sopra a Nicole e comincia a leccarle le tette, la quale diventa sempre più fradicia(già di per sé non ci vuole tanto nota dell’autore). Angelique se ne accorge e le mette due dita nella passerina che fa entrare e uscire toccando insieme il clitoride con un altro dito. Angelique allora cominciò a leccare il clitoride di Nicole, i cui umori aumentavano sempre di più. Evidentemente Angèlique avendo parecchia esperienza nell’arte di Saffo sapeva dove mettere la lingua e infatti ci mette davvero poco a far avere un orgasmo a Nicole.Dopo l’orgasmo di Nicole le ragazze bevono una birra e poi sarebbe toccato a Nicole far godere Angèlique ed era molto titubante essendo solo la seconda volta che toccava una donna.Nicole comincia a leccare le tette di Angèlique, poi scivola con la mano fino alla fighetta soffermandosi un bel po’ sul clitoride, poi comincia a leccarle la passerina fermandosi diverse volte come le avevo suggerito io.Angèlique fu molto colpita da questa cosa e guardò Nicole in faccia stranita tanto che a fine serata le dice sai Nicole stavo per godere e diverse volte ti sei fermata o hai allentato il ritmo, dopo la sua risposta Angèlique le fa un sorriso e cambia discorso. 603 0 1 mese fa
- 1 ora fa LA SUI MONTI CON…. (Parte I) L’estate quell’anno era particolarmente afosa, ed il caldo cittadino opprimente. Rimanere in ufficio diventava ogni giorno più difficile e la giacca si incollava alla camicia fradicia che diventava tutt’uno con la pelle. Decisi quindi di approffittare di un pacchetto weekend che mi avevano regalato alcuni amici, e che giaceva da qualche tempo sulla mia libreria, ed andare a trascorrere un paio di giorni al clima più fresco della montagna. Non volendo fare molti chilometri visto il poco tempo, tra le varie mete offerte, sclelsi una meta sita sui monti della Valle Camonica che prometteva totale relax, passeggiate nella natura, una discreta scelta culinaria ed una spa dove rilassarsi qualora il tempo sempre ballerino della montagna fosse stato inclemente. Il sabato di mattina di buon ora (odio le code!), preparai le poche cose che sevono per due giorni, le misi a bordo della mia automobile e partii alla volta del resort. Il clima aveva quel sapore mite delle giornate estive, e la quiete del primo mattino mi portava ad azzerare ogni pensiero ed a godermi il panorama che si stagliava dal finestrino. Superato il lago di Iseo mi fermai a fare colazione in un bar sulla strada e in poco tempo raggiunsi l’hotel. Essendo una persona attiva, però, il relax lo concepivo come un’attività motoria non impegnativa ed almeno il primo giorno mi ero ripromesso di fare una lunga camminata. Superate le formalità della reception salii in camera e mi cambiai trasformandomi, almeno negli abiti e nelle intenzioni, in un provetto escursionista. Scesi nella hall e il personale mi indicò dei sentieri di medio livello e quindi mi incamminai prima che il sole diventasse torrido. Presi il sentiero con buon piglio e iniziai la salita, senza comunque dare troppo ritmo, ma godendomi il paesaggio. Inorno a me gli abeti ed i larici sempre verdi erano nel massimo dello splendore estivo, e mi fonivano di una rifrescante ombra, mentre lontano sentivo rieccheggiare il ribollire di un ruscello. Mentre camminavo e beatamente mi perdevo nel panorama naturale, non mi accorgevo che dietro di me avanzavano di passo buono due persone. Sicuramente erano escursionisti molto più in gamba del sottoscritto perché viaggiavano ad un passo molto più sostenuto, mentre confabulavano tra loro. Ben presto mi raggiunsero e mi superarono ed al momento del sorpasso, dando seguito alle buone leggi della montagna, li salutai ad alta voce. Si girarono verso di me rallendanbdo un attimo e con mio stupore mi accorsi che eranao un uomo ed una donna. Vestiti entrambi da escursionisti e con fascia e occhiali da sole non avevo capito che uno di loro si trattase di una donna, entrambi risposero cortesemnte al mio saluto e continuarono per la loro strada lasciandomi indietro. Dopo circa due ore di camminata, ed incuriosito dal rumore dell’acqua provediente dalla mia sinistra decisi di fare un fuori programma ed avvicinarmi al torrente che seguiva il sentiero. Raggiunto il corso d’acqua mi accorsi che questo era di dimensioni generose e che ogni trenta metri si traformava in una puiccola cascata che riempiva delle vasche naturali dove ci si poteva tranquillamente bagnare. Risalii ancora un attimo il corso del ruscello e attirato dall’acqua fresca mi tolsi la camicia e mi rifrescai il petto e la schiena sotto una piccola cascata. Mi sentivo comunque osservato, e mentre mi asciugavo notavo che la coppia che avevo incrociato prima mi guardava da circa ua ventina di metri. Anche loro avevano approfittato del corso d’acqua e si stavano godendo il fresco del torrente in una vasca sita più in alto rispetto alla mia. Per paura di disturbare mi stavo per allontanae, quando lei si tolse la maglietta e rimase a petto nudo davanti alla vasca d’acqua. Avevano sicuramente notato la mia presenza ma se volevavo continuare questo gioco non sarei stato certo io ad interromperli. Sicuramente il togliersi la maglietta da parte di lei era stato un gesto naturale, ripetuto chissà quante volte in chissà quante escursioni, ma comunque quel fuori programma aveva reso ancor più interessante la mia camminata. Lei era decisamente senusuale…un corpo magro, scolpito dall’attività fisica con dei seni piccoli ma sodi e due capezzoli che per il freddo dell’acqua monana erano rimasti ritti come due punte di spillo. L’uomo le si avvicino ed io pensai che fosse per rivestirla, ma contrariamente, iniziò a prendere i capezzoli fra le sue labbra succhiandoli avidamente. La sua lingua continuava ad indugiare sul petto della donna la quale iniziava ad ansimare e non lo fermava. Ben preso mi accorsi che lei, buttava delle occhiate nella mia direzione per vedere se gradivo la scena o se mi fossi allontanato, ma io chiaramente mi stavo assaporando lo spettacolo e sentivo il mio cazzo crescere all’interno dei pantaloncini. L’uomo ad un tratto le slaccio i pantaloncini che ben presto caddero alle cavigli di lei liberando un culetto piccolo e sodo che già diventava oggetto delle mie più porche fantasie. Tolte anche le scarpe l’uomo la condusse all’interno della vasca ed in piedi iniziarono a infrescarsi con l’acqua fresca. Le mani di lui indugiavano sempre più spesso fra le cosce di lei che non disdegnava e si lasciava condurre in quel massaggio refrigerante ed eccitante. I suoi occhi continuavano a guardare nella mia direzione ed ammetto, che la mia mano era oramai sparita all’interno dei miei pantaloni e mi toccavo il cazzo sempre più gongfio e duro. Adf un tratto lui le abbasso anche le mutandine che si fermarono all’altezza delle ginocchia e con un dito iniziò a penetrarle la figa che oramai era fradicia, mentre le loro lingue continuavano ad intecciarsi in lunghi baci bagnati. Lo invidiavo decisamente e avrei voluto partecipare a quel connubbio, ma oltre gli sguardi maliziosi non avevo ricevuto alcun cenno di invito e con ogni probabilità loro preferivano continuare questo gioco. Me ne rimasi quindi nella mia posizione ma slacciai i pantaloncini che caddero a terra ..liberando il mio pene che mi trastullavo goduriosamente con la mano. Alla vista del mio cazzo libero…la donna si piegò ed abbassate le mutande dell’uomo iniziò a prendergli il pene in bocca. Mi ripresi un attimo distogliendo lo sguardo da quel sonoro pompino, chiedendomi se non ci fosse nessuno, ma in effetti ci eravamo discostati dai sentieri battuti e nei paraggi non si vedeva o sentiva anima viva. Lei sapeva decisamente ciò che faceva. Partiva dalla punta e poi con le labbra affondava fino in fondo al cazzo facendo uscire la lingua e leccando simultaneamente anche i coglioni dell’uomo che godeva con decisi gemiti di piacere. A quella vista la mano sul mio cazzo iniziava a prendere velocità e sentivo il membro diventare sempre più duro ed il formicolio del piacere salie dalle cosce ma non volevo ancora sborrare. Approfittando della schiena piegata della donna che continuava a succhiare, l’uomo era passato dalle dita infilate nella vulva ad occuparsi del suo culo e mentre con una mano le teneva i capelli facendola affondare sul cazzo per prenderlo fino alla radice, con l’altra mano le sondava per bene il culo spingendo in profondità per darle piacere. Sicuramente lei non disdegnava dato che con le anche faceva un contro movimento per far affondare le dita sempre più a fondo e prendere il piacere anale fino alla fine. Ad un tratto l’uomo la fece rialzae la facio sensualmente pizzicandole il capezzolo e dopo averla fatta girare la piegò leggermente e le infilò un cazzo di generose proporzioni nella figa che tra acqua e piacere era oramai fradicia come un laghetto montano. L’uomo iniziò a prenderla con colpi possenti ed i mugulii strozzati di piacere di lei si mischiavano ai rumori della montagna. Lui non le dava tregua la martellava con forza ma sicuramente lei non disdegnava contunuando a godere e a farsi rimepire… Ad un tratto lei fu scossa da tremori..vidi le gambe cederesegno sicuro che era copiosamente venuta spruzzando la sua voglia sul cazzo dell’uomo che era ancora duro. Lo sguardo di lei si rivolse al mio per capiregli effetti del suo orgasmo, ed io oramai tenevo il cazzo che mi pregava per una copiosa sborrata, ma mi trattenevo per vedere dove voleva arrivare l’uomo che non aveva ancora sborato. L’uomo fece inginocchiare la donna nell’acqua che le arrivava fin a coprirle metà capezzolo e girandosi verso di me, come per invitarmi a sborrare insieme, le fece aprire la bocca e le riempì con copiosi getti la bocca di seme. A quella vista non mi tratteni più e sborrai anche io schizzando il mio sperma sull’erba circostante.. Lei mi giardò con la bocca piena di sperma e degluttì sfamandosi del seme dell’uomo e poi si girò verso di me aprendo la bocca e mostandomi che era vuota. Per poco non venni nuovamnete.. L’uomo e la donna, finito lo spettacolo si rialzarono gli slip e ripresero a rinfrescarsi nella vasca naturale confabulando e ridacchiando fra di loro. Compresi di aver esaurito il mio ruolo, mi rivestii e tornai presi di novo la strada per il sentiero battuto, risciacquando prima i vestiti, dato che il mio getto non aveva risparmiato i pantaloncini che giacevano ai miei piedi. Decisi che era ora di tornare all’hotel pensando con piacere al fuori programma di cui avevo goduto e salutando gli escursionisti che incontravo sulla stradina, che mi guardavano maliziosamente vedendo la macchia d’acqua a livello del mio cazzo. Tornato in hotel mi feci un’altra sega pensando all’accaduto e mi rilassai sulla mia terrazza con un buon libro. Non potevo immaginare che il weekend non sarebbe finito li… 333 0 2 mesi fa
- 1 ora fa IL Treno Da quasi giovane studente (dico quasi perché alla fine qualche fuoricorso l’ho sprecato), mi stavo recando all’Università di Milano per sostenere una noiosa lezione di Diritto del lavoro (quando ancora c’era il lavoro).Quel giorno era voluta venire con me F.Avevamo avuto una storia ma era ormai finita solo che continuava a cercami e vediamo se ne indovinate il motivo….. Avevamo preso il diretto da Brescia quello delle 7.40, bypassando quello delle 7.30 sempre troppo pieno di pendolari e studenti.In coda al treno eravamo riusciti a trovare una carrozza con dentro un solo sig.re abbastanza attempato che leggeva il giornale.Era una giornata primaverile c’era il sole ma l’aria era ancora fredda, tanto che indossavo un cappottino leggero mentre F. un giubbotto semi piumino d’oca.F. poi portava un paio di calzoni non troppo pesanti ed un maglioncino con sotto unicamente il reggiseno…sotto i calzoni uno splendido tanga (mia grande passione), che si intravedeva ogni volta che si piegava troppo, dandomi degli spasmi diretti al cazzo.Era splendida, aveva (ed ha ancora come ho avuto modo di constatare) una terza piena, una pelle molto morbida…due labbra sottili ed invitanti…si era raccolta i capelli e lasciava scoperto il collo lungo e bianco…Il primo tratto fino a Treviglio mi divertivo a stuzzicarla…a baciarla ed a passarle le mani sul collo e la bocca…Le sfioravo piano le cosce ed incrociavo il suo piede col mio in modo da darle i brividi e far aumentare in lei l’eccitazione.I miei sinsigamenti avevano colto nel segno..le guance di F. erano piene di rossore ed il petto le si era leggermente gonfiato…i capezzoli erano diventati turgidi e le gambe dapprima ben incrociate si erano lasciate andare aprendosi leggermente.Tutto ciò non era rimasto inosservato al nostro accompagnatore il quale aveva un discreto bozzo sulla patta dei pantaloni ma continuava imperterrito a fare finta di leggere il giornale.Ad un tratto io e l’attempato sig.re ci scambiamo un gesto d’intesa…lui continua a far finta di leggere ma alza sempre più gli occhi dal “Giornale di Brescia”…io allora mi avvicino ad F. che ormai emetteva dei piccoli ansiti,segno che i miei baci e le mie attenzioni ai suoi piedi ed al suo collo avevano avuto effetto…La bacio all’orecchio e le dico di chiudere gli occhi e riposare…Quindi le infilo una mano sotto la maglietta a livello della pancia ed inizio ad massaggiare il suo ventre..Il dirimpettaio osserva sempre più interessato mentre la mia mano inizia a scivolare all’interno dei pantaloni di F.Grazie a Dio non c’era la moda attillata dei superstretti, e la mia mano scivolava con facilità sul tanga di F. che apriva piano piano le sue gambe…Il bozzo del nostro osservatore era tirato allo spasimo quasi credevo esplodesse…La mia mano continuava a muoversi sul clitoride della magnifica F. e lei col bacino seguiva il movimento del mio polso…sentivo aumentare l’umidità della vulva ormai un lago e pensavo esplodesse in un orgasmo… quando il treno arrivò alla stazione di Treviglio.Il nostro “compagno di viaggio” doveva scendere…F. si rialzò ed a fatica si sistemò il cazzo duro nei pantaloni….mentre F. continuava a fare finta di dormire…Lo salutai con una strizzata d’occhio e lui rispose ammiccando e facendomi un pollice alto degno di Fonzie…e poi si avviò all’uscita del vagone..Il treno ripartì..e dopo alcuni Km chiamai F. che terminò la commedia e apri gli occhi…Ormai eravamo soli ed allora le alzai il maglioncino ed iniziai a succhiarle i seni…Era partita totalmente infoiata ed allora le slacciai il bottone di pantaloni…F. mi fermò e disse “Ma che fai e se arriva qualcuno e se passa di fuori”…“Tranquilla ci penso io…”Pesi il mio cappottino e lo stesi sulle nostre gambe…mi sfilai il cazzo dalla lampo e lo diedi in mano a F. che inizio a fare avanti ed indietro col polso..Ogni tanto si abbassava per assaggiarlo prendendomi l’asta fino in fondo e risucchiandola con la gola…Il paesaggio scorreva veloce ed eravamo quasi a Pioltello..allora le dissi…“Sali su di me”…F. aveva paura che arrivasse qualcuno…e poi mi disse “Ma dai non hai neppure i preservativi ed io sono nel pieno dei giorni fertili”“Non c’è problema ci penso io” …l’avevo da poco introdotta ai piaceri anali ed il culetto era ancora strettino ma già capiente.F. aveva scoperto quel godimento dirompente e non si rifiutava mai di sperimentare…Ancora seduta in parte a me ..le feci sporgere i culetto verso la mia mano Mi succhiai le dita e le inumidii bene il culetto…“Ora siediti col culo sul mio cazzo”…F. ormai aveva voglia di godere…mi guardava e mi baciava a fondo…La bocca era bagnata fradicia e la figa anche…Si sedette sul mio cazzo e con le mani tenevo ferma l’asta per farla affondare mentre lei si dilatava le natiche per favorire la penetrazione…Piano piano le entrai completamente col cazzo e lei iniziò a muoversi mentre io con una mano le solletticavo il clitoride…Dopo i primi movimenti lenti cominciai a spingere con più forza baciandole la schiena e dandole 2 dita della mano sinistra in bocca…mente con l’altra le masturbavo la figa alternando il movimento sul clitoride all’introduzione di 3 dita in vagina…F. venne con violenza..tanto che dovetti metterle la mano sulla bocca per impedire che si sentisse in tutto il treno…All’apice dell’orgasmo mi morse completamente la mano procurandosi quel dolore che mi diede l’adrenalina ulteriore per spingerle il mio cazzo fino all’estremità del culo…F. venne in modo animalesco mentre il treno imboccava l’ingresso della stazione centrale…Ci ricomponemmo velocemente e prendemmo la metropolitana verso L’università Cattolica…Mai soldi del biglietto furono ben spesi 777 0 3 mesi fa
- 1 giorno fa LA PRIMA VOLTA DI MIA MOGLIE - 2^ Parte LA PRIMA VOLTA di MIA MOGLIE 2^ PARTE Riprendo il racconto che, come già indicato nella 1^ parte, rappresenta una esperienza reale vissuta nel marzo 2022 e che, per come si è realizzata, ha avuto un’importanza significativa nella mia vita di coppia. PREMESSA Sono conscio che il lettore medio di questo racconto sia principalmente interessato alla cronologica descrizione degli eventi più lussureggianti della storia (in fondo siamo in un sito erotico), tuttavia ho ritenuto necessario proporre un preambolo alla narrazione in modo che tutti siano i grado di comprendere a pieno, non solo la situazione in cui si è creata “la prima volta”, ma anche lo stato d’animo e le sensazioni psicologiche degli attori stessi ed, in ultima analisi, il percorso cerebrale che ha portato a maturare questo passaggio. *** È frequente nelle coppie vivere, prima o poi, un periodo di crisi coniugale. Le cause possono essere molteplici: la routine matrimoniale, il fatto di darsi per scontati, lo stress lavorativo, le abitudini, la stanchezza, etc. . In ogni caso sono periodi estremamente logoranti dove rischia di perdersi ogni reciproco stimolo emotivo. Ebbene, durante i primi mesi post emergenza covid, noi eravamo in una di queste fasi. Il nostro sentimento era sempre molto forte ma era meno palese, quasi scontato. Era come se ci fosse un’ombra cupa tra di noi…….qualcosa di non ben definito, che comunque rischiava di allontanarci fino quasi a farci sentire più due individui che una coppia. Sono situazioni difficile da spiegare che, tuttavia, portano (erroneamente) a pensare che il proprio malessere psicologico dipenda in qualche modo dal comportamento del proprio partner. Io, in particolare, sentivo mancare l’empatia di coppia…. non vedevo più nella mia compagna la volontà (e soprattutto il piacere) di comprendere le mie esigenze. Non percepivo più in Lei il desiderio di rendere felice e realizzato il proprio uomo. Intendiamoci, di fatto non avevo nulla di trascendentale da rimproverarle, era una mera sensazione….un’atmosfera negativa che alleggiava tra noi e che, personalmente, mi intristiva molto perché contrastava con il mio assoluto bisogno di unione e complicità di coppia. Più passava il tempo e più la tensione aumentava. Sembrava un progressivo e inesorabile precipitare. A un certo punto, anche futili decisioni, come la scelta del programma tv, sembravano diventare oggetto di beneplacito o quanto meno di compromesso. Tutto stava diventando tremendamente snervante. Dormire con la finestra aperta o chiusa, materasso morbido o rigido, uscire o stare a casa, cosa cucinare alla sera, la mia uscita della domenica mattina per il rituale allenamento in bicicletta……ogni mia scelta sembrava essere motivo di discussione e/o di contrattazione. Lo stesso normale dialogo coniugale cominciava a risentirne; ormai ogni banale conversazione rischiava di trasformarsi in un’accesa discussione polemica……non c’era più nulla di pacato tra noi……tutto sembrava poter sfociare improvvisamente in un conflitto tra opinioni inconciliabili. Anche nell’intimità stavamo vivendo una sorte di triste declino. Facevamo ancora l’amore ma in modo spento, convenzionale……da vecchia coppia stanca. Ormai si faceva sesso sempre nello stesso luogo (nel letto matrimoniale), Patrizia non indossava più la sua sensuale lingerie ed anche nella scelta delle posizioni sessuali spesso si finiva per previlegiare esclusivamente la comodità o la praticità a discapito del piacere. Come se non bastasse (causa lockdown sanitario) da oltre due anni non giocavamo più con coppie o singoli ed i club privé rappresentavano ormai per noi solo uno sbiadito ricordo per noi. In tale contesto, credo che il mio principale errore sia stato quello di non parlare apertamente (e soprattutto tempestivamente) del mio malessere interiore. Ritenevo infatti (oggi posso dire ERRONEAMENTE) che la mia compagna di vita non potesse non percepire la mia palese insofferenza. Pertanto l’unica spiegazione che riuscivo a darmi della sua inerzia ed indifferenza, era che non fosse interessata al mio stato d’animo e ciò, ai miei occhi, equivaleva a mettere in serio dubbio il suo affetto nei miei confronti. Fortunatamente la realtà era diversa e Patrizia me ne diede prova durante il nostro momento peggiore. Infatti, dopo un sofferto e lungo periodo di silenzi, una sera il confronto è improvvisamente arrivato. A dir la verità, più che un confronto sembrava uno “scontro”, fatto di reciproche accuse e lamentele …..poi però, a un certo punto, Lei ha preso l’iniziativa e dopo aver confermato i suoi sentimenti nei miei confronti, ha avviato un costruttivo processo dialettico che, per maggior chiarezza, ripropongo a seguire in maniera pressoché testualmente : P. – Perdonami Amore, ma io ti amo come e più di prima. Non voglio perderti e voglio dimostrarti che possiamo tornare quelli di un tempo. Forse ho dato per scontato il nostro rapporto ma anche a me non piace come stiamo vivendo la nostra relazione. Non mi riconosco più, voglio tornare la donna che hai conosciuto. In fondo ci amiamo e questa è l’unica cosa che veramente conta. Non possiamo buttare via tutto quello che c’è tra noi. IO – Non voglio che Tu cambi solo per paura di perdermi, io vorrei che Tu avessi piacere di stare con me, di condividere cose con me. Io ti ho sempre considerata, non solo mia moglie, ma anche la mia compagna, la mia amica, la mia confidente nonché la mia complice. È questa la Patrizia che ho sempre desiderato. P. – Ma anch’io voglio essere quella donna e voglio dimostratelo. Noi abbiamo bisogno di una svolta, di complicità, di qualcosa che ci unisca nuovamente….di un nostro segreto da condividere…..di trasgressione. Senti…perché non invitiamo un singolo a casa nostra? IO – Per far cosa? I soliti giochi soft per poi tornare alla solita routine? P. – No. Questa volta voglio andare oltre ai nostri vecchi limiti. Questa volta lo voglio scopare. IO – Lascia perdere. Non ci sarebbe alcuna soddisfazione sapendo che lo faresti solo per me. Non è quello che desidero e Tu lo sai? Io ho sempre adorato la nostra complicità di coppia, non mi interessa il tuo sacrificio alla Giovanna D’Arco. P. – E chi ti dice che lo faccio per Te? IO – Vorresti farmi credere che improvvisamente è diventato un tuo desiderio? Scusa ma faccio veramente fatica a crederci? Ricordo ancora benissimo il sorriso malizioso sul bel viso di Patrizia, mentre, con tono quasi di sfida, replicava al mio scetticismo con queste semplici tre parole: P. – Mettimi alla prova. Al termine di questa frase, confesso che ho sentito un brivido corrermi su per la schiena. Ero completamente pervaso e stordito da una moltitudine di sentimenti, confusi e coesi tra loro, che andavano dall’amore, all’ eccitazione, alla sorpresa, alla paura, alla gelosia e molti altri ancora che nemmeno riuscivo a riconoscere. Quel giorno stesso ci mettemmo alla ricerca di un single e già per la sera stessa avevamo fissato un appuntamento a casa nostra con Tommaso. Nel colloquio telefonico preliminare, dopo aver adeguatamente chiarito le regole del gioco (“Patrizia scoperà ma non si concederà a rapporti orali e anali”), avevo raccomandato al nostro amico massima delicatezza e sensibilità considerando che si trattava di una “prima volta” per Patrizia. Appuntamento alle 21, ma già alle 20,30 Patrizia è già tutta “apparecchiata”: stivali neri con tacco a spillo, autoreggenti nere, un abito lungo di pizzo con ampio spacco di coscia e generosa scollatura. La trama del pizzo nero lasciava veramente poco all’immaginazione. Inoltre il vestito era molto leggero e pertanto i suoi capezzoli reagirono rapidamente alla fredda attesa inturgidendosi e sollevandosi nelle trasparenze. Ricordo che le dissi: “Sei bellissima, se ritarda 5 minuti ad arrivare ti scopo io”. Arrivò puntuale. Patrizia prese subito l’iniziativa. Andò incontro al nostro ospite salutandolo e avvinghiandolo subito con uno stretto e prolungato abbraccio che non avrebbe lasciato indifferente neanche un eunuco. Il nostro amico non poteva non aver sentito i suoi seni premergli sul petto. La conferma di ciò, la ebbi subito. Infatti il suo imbarazzo nell’essere accolto in modo così diretto era evidente. Non proferiva parola. Anche questa volta ci pensò Patrizia a “rompere il ghiaccio”. Infatti lo fece accomodare sul divano del salotto e comincio a rivolgergli apprezzamenti con voce volutamente suadente. Senza neanche volerlo, mi trovai ai margini della scena, ne approfittai allora per attivare la videocamera del mio cellulare……non volevo perdere nulla di ciò che si stava prospettando davanti ai miei occhi. Intanto sul divano, le mani di entrambi già cominciavano a dispensarsi carezze e sfioramenti reciprochi, dapprima incerti e superficiali poi sempre più diretti e passionali. Ormai i primi timidi approcci del nostro amico si erano trasformati in voraci palpate…..le sue mani che inizialmente si soffermavano con movimenti lenti e controllati sull’elastico dell’autoreggente quasi a voler definire la zona di confine tra la calza e la pelle liscia della gamba, ora passavano, freneticamente e senza pudore, dall’interno coscia al petto ………quasi a non saper decidere dove stare. Un attimo dopo, vedo il seno sinistro nudo di Patrizia stretto tra le dita di Tommaso mentre la sua bocca ingorda succhia il capezzolo più che mai inturgidito dalle precedenti attenzioni. Patrizia geme prima di piacere e poi di dolore quando l’azione del nostro esuberante amico eccede. Io sono completamente stravolto dall’eccitazione…….le tette di mia moglie succhiate senza ritegno da uno sconosciuto e sta anche gemendo di piacere. Improvvisamente Tommaso si inginocchia davanti a Patrizia la quale, percependone le maliziose intenzioni, anticipa la sua azione aprendo, senza alcun ritegno, le gambe. La visione che offre è irresistibile. Infatti a seguito dei profusi strofinamenti prestati, il perizoma si è insinuato tra le grandi labbra della vulva lasciando trapelare una curata quanto sensuale peluria pubica. Un attimo dopo il suo perizoma è accostato a lato delle grandi labbra scoprendo il clitoride gonfio di eccitazione. La lingua di Tommaso non perde tempo e inizia un lento ma inesorabile lavoro sul “grilletto” di Patrizia. I gemiti aumentano a dismisura e i movimenti ritmici delle mani di Patrizia sulla testa di Tommaso sembrano confermare le manifestazioni di piacere appena udite. Adesso entrambi i seni di Patrizia sono scoperti mentre le dita di Tommaso agiscono sui capezzoli pizzicandoli quasi a voler sintonizzare una stazione radio. Nel frattempo la testa di Tommaso è sempre tra le cosce di mia moglie che, continua a esprimere parole di approvazione per l’insaziabile lavoro di succhiamento che viene riservato al suo clitoride, ora più che mai gonfio e bagnato. Dopo qualche minuto Patrizia riprende il comando delle azioni. Fa sedere Tommaso sul divano e le si siede sopra rivolta verso di Lui. La scena che mi si presenta è favolosa: Tommaso ha la testa tra le tette di Patrizia mentre le sue mani palpeggiano lussuriose il sinuoso culo del mio Amore. P.S. – Per la cronaca, il culo di Patrizia è uno dei suoi punti di forza…..fianchi rotondi e natiche a forma di cuore ne fanno un vero capolavoro apprezzato da tutti coloro che hanno avuto occasione di giocare con noi. Decidiamo di spostarci rapidamente in camera da letto per proseguire più comodamente il gioco. Pochi secondi e Patrizia è sdraiata sul letto con addosso solo stivali ed autoreggenti. Anche Tommaso non perde tempo ed in un attimo è completamente a nudo…….la sua eccitazione è già ben evidente. Ricomincia il cunnilingus che Patrizia dimostra subito di apprezzare. Ben presto, l’azione della lingua viene sostituita dal movimento ritmico di un dito. Patrizia apprezza a tal punto da chiedere: P. - “SIII,…dai! Mettimi anche un dito nel culo” . Non so se sia possibile esprimere a parole l’eccitazione che una frase del genere può generare in un uomo. Io non ci riesco! Il movimento delle due dita all’interno di mia moglie era già di per sé estremamente provocante, ma la reazione verbale di Patrizia alle stimolazioni ricevute mi fece letteralmente sbandare: P. – SI… SI…un dito in figa ed un dito in culo…..mi stai riempiendo tutta. Poi alza la testa cercando il mio sguardo e aggiunge: P. – Amore, mi manca solo un cazzo in bocca. Ben presto le dita in figa passano da due a tre e infine addirittura a quattro. Il nostro amico però si fa prendere troppo dal momento e comincia a stantuffare esageratamente finché un gemito di dolore di Patrizia e un mio immediato rimprovero non lo fanno desistere. Patrizia riprende in mano il pallino del gioco ed estrae da sotto il suo cuscino il suo migliore amico, il suo vibratore “succhiaclitoride”. L’immagine di Lei sdraiata a gambe aperte mentre si masturba provoca in me inquietudini profonde e contrastanti. L’eccitazione si accresce ancor di più quando Tommaso decide di contribuire al piacere di Patrizia infilandole un dito in figa. Questa volta la sua azione è più delicata e controllata e, di conseguenza, più gradita. Pochi minuti ed ecco Patrizia esplodere in un orgasmo fatto di forti gemiti liberatori. Vederla godere, mentre è penetrata da un dito non mio, ha risvegliato in me istinti difficilmente confessabili. Si invertono nuovamente i ruoli. Ora è Patrizia che, riprendendo l’iniziativa, fa sdraiare sulla schiena Tommaso e le regala un sensuale quanto gradito body massage. Sgrano gli occhi, non voglio perdermi alcun particolare. Osservo con attenzione il mio Amore mentre con le sue morbide tette sfiora dolcemente il petto del nostro ospite. Vedo i suoi capezzoli…sono talmente turgidi da sembrare due chiodi e sono altresì evidenti i brividi provocati al fortunato ricevente. Per mettere a contatto le tette di Lei al petto di Tommaso, inevitabilmente il suo culo di Patrizia è rimasto sollevato. Da dietro l’immagine di Patrizia è strabiliante: osservo il suo culo rotondo in primo piano e le grandi labbra ancora aperte dopo il recente orgasmo. Quando poi Tommaso comincia a picchiettare le dita sulla figa ancora leggermente slabbrata di Patrizia, si sente il rumore dei suoi umori……E’ BAGNATISSIMA !!! Non ancora soddisfatta del trattamento ricevuto, Patrizia, con voce lieve ma decisa, le sussurra: P. – Mettimi un dito dentro. Tommaso ovviamente non se lo fa ripetere e inizia a penetrarla intimamente. Patrizia riprende il movimento lento ma costante del suo corpo sinuoso; porta così il suo seno a scendere fino all’ombelico mentre contemporaneamente il suo pube struscia sugli attributi maschili del nostro ospite. Il cazzo di Tommaso ora sembra scoppiare. A questo punto non è più possibile attendere oltre, l’eccitazione di tutti è al limite. Tommaso si infila il preservativo, aiutato da una Patrizia un po’ impacciata in un compito a cui non è più abituata. Il nostro impaziente amico si infila tra le gambe di Patrizia e comincia ad armeggiare con il suo cazzo nel tentativo di penetrarla. Quando ormai aveva appena cominciato a far pressione sulla “soglia”, Patrizia lo spinge via, facendoci sospettare in un ripensamento tardivo. L’imbarazzo però scompare subito, quando la sento rivolgere a Lui con le seguenti parole: P.- Voglio stare sopra. Ti voglio scopare io. In un attimo Patrizia è sopra di Lui nella classica posizione “dell’amazzone”. Da dietro ho una visione perfetta della scena: vedo la mano di Patrizia cercare e trovare sotto di Lei l’asta di Tommaso, la vedo puntare il membro eretto all’ingresso della vulva, la vedo spingere progressivamente il glande dentro le grandi labbra, e infine….la vedo sedersi dolcemente sul cazzo fino a totale inserimento. L’immagine della virilità maschile che lentamente scompare interamente dentro la figa della mia donna è una scena quasi irresistibile per me. Il lento movimento ascendente e discendente del culo di Patrizia sul suo cazzo prosegue ritmico. Vedo il cazzo entrare ed uscire a un cadenza regolare fino a quando, l’impazienza di Tommaso non lo porta ad unirsi a Lei nel movimento….accentuando i tempi delle spinte. Adesso si muovono entrambi in simultanea; quando lei scende con il culo, Lui sale col bacino. In questo modo la penetrazione è più profonda. Tommaso aumenta ancora il ritmo e Patrizia è costretta a interrompere il suo. Ora è solo Lui che spinge…..in modo sempre più profondo e concitato. La mia eccitazione sale ulteriormente quando sento Patrizia gridare: P. – SI…SI…SCOPAMI . Lo voglio dentro, lo voglio sentire tutto…fino in fondo….fino alle palle. Comincio a temere che tutto finisca troppo presto e allora chiedo di cambiare la posizione. Patrizia si mette a 90 gradi (posizione a pecorina” per intenderci). Lui è un po’ basso, fa fatica a penetrarla in quella posizione. Le chiede di abbassarsi davanti fino ad appoggiare petto e viso al letto. Adesso è riuscito ad entrare. Tramite le mani la tiene per i suoi sinuosi fianchi in modo da poter gestire meglio il ritmo delle spinte. Ad ogni affondo, si sente il rumore dei due corpi che si scontrano. Cambiano ancora la posizione, ora tocca alla “missionaria”. Lei si sdraia supina allarga e solleva le gambe velate dalle calze nere. Già solo vederla in questa posizione è uno spettacolo. Lui traffica un po’, sembra non riuscire a trovare la “strada”….Lei per aiutarlo, le dice: P. – più su, più su…..più su, più su! Allora Lui le risponde; T – Lo vuoi nel culo ? E Lei, preso coscienza delle sue reali intenzioni, categoricamente: P. – NO !! Il culo e la bocca li do solo a mio marito. Non credo mi sia possibile esprimere l’orgoglio e la soddisfazione che una tale frase mi ha dato. Alla scorrettezza del nostro ospite che, ben conscio delle regole della casa, ha provato a esigere più di quanto (ed era molto) le era stato concesso, si è sovrapposta la ferma reazione della mia compagna di vita che ha messo in chiaro che Lei era lì per un gioco e solo per quello. Lei è e resterà mia, come io sono e resterò suo. Il fatto che i nostri corpi vengano occasionalmente “condivisi” per i nostri capricciosi giochi trasgressivi non cambia la realtà dei fatti. Dopo questo breve momento di imbarazzo, finalmente il nostro “furbone” trova la strada giusta e comincia il suo movimento “stantufforio” incitato dai gemiti e dalle frasi provocanti di Patrizia. Sposto il mio punto di osservazione…mi posiziono dietro di loro. Durante il frenetico movimento penetrativo, vedo palle di Lui scontrarsi rumorosamente con le natiche di Patrizia. Vista e udito……una combinazione eccitante e sensuale. Il sesso vissuto con tutti i sensi….. Lui le alza le gambe in modo da poter esercitare spinte più ampie e profonde, Dai suoi gemiti animaleschi si intende che è quasi all’apice del piacere. Lei sembra capirlo e grida: P. – SI…SI,,,,,sborrami tutta,,,,,,voglio sentirti godere. E’ troppo per Lui……non resiste…..esplode in una serie di mugugni di piacere seguiti dai rumori degli ultimi due profondi colpi d’anca contro le natiche di Patrizia. Tommaso è stremato, si lascia scivolare a lato del letto. Non perdo tempo. Sposto le gambe di Patrizia verso la mia posizione e la posseggo con energia. Tutti i miei colpi sono seguiti dal rumore dei nostri corpi che si scontrano. La bacio con passione, mentre le dico che l’amo e che sono orgoglioso e felice di avere una donna come Lei. Immediatamente dopo esplodo dentro di Lei, riempiendola con tutto il mio seme. CONCLUSIONE Sono stato un uomo che si “nutriva” di grandi emozioni e, per quanto mi è stato possibile, ho cercato costantemente di vivere la mia esistenza in modo libero e anticonformista. Di conseguenza ho sempre detestato i luoghi comuni, i conformismi e le ipocrisie della nostra società cosiddetta “evoluta” dove le apparenze contano più della sostanza. Pertanto, considerato il mio essere, non avrei potuto trovare donna migliore di Patrizia che per me non è solo mia moglie ma anche la mia donna, la mia compagna, la mia amica. La mia complice, la mia porca…..il mio tutto. Nonostante le inevitabili difficoltà incontrate nella quotidianità della convivenza, mai nessuna persona mi ha fatto sentire tanto realizzato quanto Lei. L’esperienza raccontata, al di là dei suoi piacevoli lati trasgressivi, è stata fondamentale per me perché ha rappresentato un’evidente conferma dell’unione e della complicità della nostra coppia. 1176 1 4 mesi fa