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BDSM Bondage Heavy Sex

Frustate per due

Mario, mio marito, telefona al Padrone per fissare un nuovo appuntamento e lui gli dice che ha in mente qualcosa di nuovo ed interessante per me. Sarà una sessione in cui io proverò uno stato di sottomissione del tutto nuovo, che mi umilierà in modo deciso e annullerà completamente la mia personalità. Appena arrivati Mario mi consegna al Master, che mi conduce nella stanza delle torture. Mario non mi può seguire e viene fatto accomodare fuori in una stanza tapezzata di foto di schiave, dove ci sono anch'io ritratta in varie pose, con la schiena distrutta dalle frustate e le tette livide. Nella stanza delle torture sono sola con il mio Padrone, che mi ordina di spogliarmi. Io mi tolgo tutto e rimango in reggiseno e mutandine. "Togli anche il reggiseno e le mutandine, puttana", mi dice con tono brusco il Master. Tolgo il reggiseno e mi sfilo le mutandine, rimanendo completamente nuda davanti a lui, che mi scruta e poi mi schiaffeggia con tono "affettuoso" le tette. "Ora rimettiti le scarpe, lurida cagna... quelle oggi ti sono concesse!", mi apostrofa il Padrone. Mi infilo le scarpe e lui mi benda gli occhi, impedendomi così di poter vedere quello che mi aspetta. Quando si viene privati della vista e non si sa che cosa ti faranno, l'adrenalina sale e tutto può succedere, senza che la schiava possa minimamente prevedere lo sviluppo delle cose. Il Master mi fa mettere le braccia sulla testa e mi ordina di rimanere immobile. Poi mi mette un ferro in bocca, che mi impedisce di chiuderla, Avverto che qualcuno sta entrando dalla porta, ma non immagino chi sia. Poco dopo capisco che si tratta di un uomo, che si pone di fronte a me: purtroppo percepisco subito che non è amante del sapone e la cosa mi disturba non poco. Vengo spinta dalla schiena contro di lui: é nudo, ha una pancia pronunciata e un uccello alquanto moscio. E il suo uccello rimarrà moscio per tutta la sessione, malgrado lo sfregamento con il mio corpo. Le mie caviglie vengono legate alle sue, un'altra corda che mi passa sotto il seno mi blocca al suo corpo; mi vengono alzate le braccia e i miei polsi vengono legati con i suoi. Poi i nostri corpi vengono assicurati ad un gancio, che presumo collegato al soffitto e vengono messi in tensione. L'odore di sudato che emana il corpo dell'energumeno che mi sta davanti è nauseabondo e il suo alito è veramente pesante. La sua bocca è esattamente davanti alla mia, che è obbligata a rimanere spalancata a causa dell'aggeggio di ferro che mi hanno infilato. Prende la parola il Padrone, che ci illustra con voce perentoria la punizione che andremo ad affrontare: "Ora Sonia e Pietro siete legati saldamente una davanti all'altro e riceverete la punizione che meritate. Inizierò a frustare la schiena di Pietro, che se si lamenterà procurerà due violenti colpi di frusta alla povera Sonia. Se poi Sonia emetterà dei lamenti, riceverà uno sputo in bocca da Pietro. Avete capito tutto?". Alcune persone entrano dalla porta e si sistemano davanti a noi. Io sono bendata e non riesco a capire quanti siano gli spettatori e se tra loro ci sia mio marito. La frusta inizia a lavorare e Pietro riceve un deciso colpo, che lo fa sbattere ancor più contro di me. Il suo peso mi fa vacillare, ma per fortuna l'energumeno non si lamenta minimamente. Bene, penso io, è un uomo coriaceo, che sopporta bene il dolore. Io cerco di immaginare che tipo di uomo sia Pietro: di certo non giovane, che forse ha già raggiunto la pace dei sensi, visto che il suo pene è decisamente ciondolante, pur premendo sulla mia figa. Ma quel che più mi disturba è l'odore acre del suo sudore. Viene frustato con veemenza, ma lui tace per i primi dieci colpi, accusando i colpi con grande self control. Poi però inizia a lamentarsi: "Ah, che dolore", dice il mio "dirimpettaio". E puntualmente mi arrivano due colpi sulla schiena. Anch'io sono una donna abituata s subire e non proferisco parola. Ora Pietro si lamenta di continuo per le frustate ricevute e io "godo" di ben due frustate ad ogni suo lamento. Dopo una dozzina di frustate decise, non riesco più a trattenere i lamenti e, per quel che posso, gemo per il dolore prodotto dalle frustate. E Pietro viene invitato a sputarmi in bocca. Io provo uno schifo tremendo, sentendo sulla mia lingua la sua schifosa e puzzolente saliva. Frustano lui, frustano me sulla schiena e sul sedere... lui comincia a sudare in modo copioso e io sento il suo sudore sul mio corpo. La mia bocca si riempie di saliva e io sono costretta, mio malgrado, a deglutire, Il Padrone sghignazza e le frustate aumentano in maniera considerevole. Non so quante ne ho ricevute, ma sicuramente alla fine i colpi non sono meno di settanta. Poi il Master invita i presenti ad usarmi come discarica e io ricevo sputi in tutto il corpo. Non vengono risparmiati i miei capelli e persino la benda che ho sugli occhi riceve enormi sputacchiate. Ne ricevo ovunque: dal culo alle caviglie, dalla schiena alle scarpe. Mi slegano e Pietro viene accompagnato fuori dalla stanza; anche tutti i presenti escono e io rimango sola con il Master. Vengo sbendata e finalmente posso vedere il mio corpo martoriato, livido e oltraggiato dagli sputi. Ritrovo mio marito nella sala d'aspetto... sarà entrato anche lui? E' possibile, visto che ormai non si scompone più nel vedere la sua povera moglie umiliata e sottomessa. Anzi gode nel vedere il trattamento che mi viene riservato durante le sessioni!

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