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Group sex Threesome

tre....

Sara era nervosa, tutto era stato organizzato per quel pomeriggio, non era stato facile combinare i suoi impegni e quelli di suo marito Carlo, sistemare i bambini, per dedicarsi in tutta tranquillità ai loro giochi erotici preferiti. Si era preparata mentalmente a quel pomeriggio con tale impegno che ora la tensione erotica l'aveva trasformata in un fascio di nervi ipersensibili e la telefonata di Riccardo con cui avvisava di un impegno imprevisto, era stata una doccia fredda che non aveva calmato le sue aspettative.
Avevano conosciuto Riccardo in una chat e si erano incontrati tempo fa per conoscersi meglio. Ad entrambi aveva fatto una buona impressione ma quel primo incontro era servito a rompere il ghiaccio e poco più, non era riuscita a lasciarsi andare completamente, per questo avevano deciso di comune accordo di incontrarsi nuovamente, con più tempo e con la consapevolezza di poter osare maggiormente. Ora invece tutto sfumava prima ancora d'iniziare, le promesse di appagamento rimanevano disattese e lei se la stava prendendo con Carlo che al pari suo si aspettava di poter sperimentare nuove sensazioni, quel giorno. Questa riflessione, unita al fatto che ormai era praticamente pronta, (si era vestita in modo speciale per l'occasione), le fece accettare i tentativi di suo marito di placare il nervosismo e decise di accondiscendere alle proposte di lui. Si ritrovò così a lasciare che lui le togliesse parte dei vestiti, lasciandola con gli stivaletti di pelle nera col tacco e con una calzamaglia a rete acquistata in un sexy shop. I lunghi capelli sciolti la sfioravano attraverso le maglie della rete aumentando il suo desiderio e l'aria sulla pelle praticamente nuda le procurava un brivido che la percorreva seguendo le linee delle maglie stesse. Si sentiva pronta a scattare, aggredire il maschio per prendersi il piacere promesso, ma lui la fece sedere su una sedia di fronte alla sua, ma girata in modo da abbracciare lo schienale. "Cosa hai intenzione di farmi?" le chiese con la voce rotta dalla tensione erotica, ma lui per tutta risposta iniziò ad accarezzarle i capelli, a massaggiarle il collo. Ora le stava baciando la spalla nel punto in cui si unisce al collo ed i brividi che le procurava la fecero distrarre a sufficenza per allentare leggermente la pressione sui suoi sensi e per impedirle di capire in anticipo le sue intenzioni. A mala pena si accorse che aveva diviso i suoi capelli e li stava unendo in una treccia, impegnata com'era ad assaporare il languore che lentamente si stava sostituendo alla smania erotica di cui era preda fin dal mattino e che stava facedo inturgidire i suoi capezzoli. Sentiva il suo sesso scivolare sulla sedia bagnata dal suo montante piacere quando lui le chiese di mettere le mani dietro la schiena eseguì in preda alla voluttà crescente. Uno alla volta i suoi polsi vennero inglobati nella traccia dei suoi capelli, immobilizzandola in una carezza di seta. Poi lo sentì alzarsi dietro di lei e dopo pochi istanti sugli occhi le mise una benda, "lasciati andare, non resistere" le sussurò nell'orecchio. Ormai sentiva un pizzicore ai capezzoli, come se una corrente elettrica si sprigionasse da essi, per poi proseguire, giù fino al piccolo bottoncino nascosto fra le labbra umide, che già sembrava volesse esplodere. Sentì la bocca di lui percorrere la sua spalla, la sentì andare e venire dall'orecchio al collo all'inizio del braccio seguendo la scia di saliva lasciata dalla lingua, sentì il suo alito caldo quando la bocca di tanto in tanto prendeva possesso della sua pelle. Si stava divertendo a farla attendere, consapevole che lei ormai non poteva fare nulla se non attendere il momento in cui avrebbe liberato il suo piacere. Un brivido lungo la schiena la colse quando lui le disse "fidati" poco prima di metterle qualcosa nelle orecchie ........ tutto diventò silenzio, tranne il suo stesso respiro non poteva udire altro. Rimase in quello stato per un periodo che le parve interminabile, assillata da mille timori ma anche eccitata da quella situazione insolita di totale impotenza, privata dei due sensi primari, ma che la metteva nella condizione di potersi concentrare sulle sue sensazioni. Tutta la mente era assorbita da quello che la pelle le stava trasmettendo ed il fatto di non vedere nè sentire nulla intorno a lei le faceva sembrare le carezze di lui mille volte più sensuali, mille volte più eccitanti. Le mani di lui scesero dal collo, evitarono i seni che le sembrava stessero per scoppiare ed urlavano nella sua mente la voglia di essere stretti, giocarono con il suo ombelico procurandole una fitta di nervosismo per il solletico che le stava facendo, scesero lungo il monte di venere ma quando sembrava che sarebbero andate a placare la sua sete di piacere stimolando i punti che dopo anni di matrimonio ormai conosceva bene, si separarono e proseguirono lungo le cosce. Il respiro le si stava facendo affannoso, il battito accelerato del suo cuore le martellava assordante nella testa, ma una nuova scarica di adrenalina la colse quando sentì il freddo di una lama all'altezza della caviglia ... Cercò di concentrarsi ma prima che riuscisse a capire le sue intenzioni lui si fermò. Forse aveva avvertito un movimento allarmato del suo corpo, forse aveva colto il cambio di ritmo del suo respiro, così la prese dolcemente dalle braccia, la fece alzare e voltare e la abbracciò incollando le labbra alle sue. Lei si tranquillizzò, rispose al bacio tentando di forzare la lingua di lui per riuscire ad esplorargli l'interno della bocca, come per affermare il suo ruolo attivo nonostante la condizione di semi immobilità. Le mani di lui che premevano sulle spalle le fecero comprendere di sedersi e lei si ritrovò sulla sedia umida del suo stesso piacere. Provò a dirgli che lo voleva, ma la sua voce rimbombava diversa nella sua testa e non poteva sentire la risposta di lui. Sentì nuovamente qualcosa di freddo sulla gamba, stavolta poco sopra il polpaccio, ma prima di rendersene conto lui le aveva tagliato la tuta ed ora la stava tirando verso il basso. "Cosa crede di fare, se non mi toglie gli stivali ...." il pensiero le morì in testa nell'attimo stesso in cui lui le prese la caviglia e sollevandola gliela bloccò alla gamba della sedia proprio con la tuta che aveva diviso in due per la lunghezza. Fece lo stesso anche con l'altra gamba e lei si ritrovò seduta a gambe aperte e sollevate da terra ...... l'unica cosa che poteva fare era abbandonarsi allo schienale in attesa della prossima mossa di lui. Passò del tempo prima di sentire le sue mani che finalmente cingevano i suoi seni stropicciando un pò i capezzoli. Lo sentì avvicinarsi, cercare la sua bocca, scendere lungo il collo a succhiare i capezzoli, sostituendo le mani che erano impegnate a dividere il suo sesso, a penetrarlo con le dita mentre carezzava il clitoride ormai gonfio di piacere represso. Era ormai sull'onda di un orgasmo che ancora non esplodeva ma si ingrossava man mano che le dita di lui la frugavano mentre la bocca le succhiava un capezzolo e le mani le stringevano i seni alla base mentre le altre le stavano liberando le caviglie ............ ma quante mani erano? Non ebbe il tempo di rispondersi, era stata sollevata in piedi e le stavano facendo mettere un piede sulla sedia. In quella posizione era completamente aperta in precario equilibrio, in balia delle braccia che la sostenevano ma al tempo stesso la costringevano in quella posizione, incapace di opporsi ai membri che si stavano aprendo la strada in lei, ma finalmente appagata dal sentirsi piena nei suoi pertugi. Sentiva i due sessi che la stantuffavano con ritmi diversi, sentiva le mani dei due uomini che le stringevano i seni, le strizzavano ogni tanto i capezzoli accendendo una luce di dolore nel suo cervello che andava ad aumentare la sua eccitazione proprio quando sembrava che l'orgasmo fosse imminente, sentiva le loro mani che si insinuavano fra i corpi per stringere le chiappe da una parte e per stimolare ulteriormente, se non fosse già abbastanza, il clitoride ormai quasi anestetizzato dalla mole di stimoli dall'altra, sentiva le loro bocche, le loro lingue sulla pelle, avvertiva distintamente le sensazioni che le procuravano l'uno e l'altro nei due canali che alimentavano a dismisura l'onda del suo piacere, sentì il suo grido di piacere esplodergli nella mente, quando una lingua le si infilò in bocca e lei riconobbe i baffi di suo marito sulla pelle del viso, sentì i due maschi quasi contemporaneamente cambiare ritmo, farsi convulsi, perdere lo slancio come i corridori un attimo prima di tagliare il traguardo, sentì che le pulsazioni del suo corpo avevano avvolto e stimolato il loro orgasmo succhiando stimoli che avevano a loro volta causato il suo. Sentì le endorfine liberate dal piacere provato scaldargli il corpo e rinnovare il lanuore fra le cosce. Le fu tolto quello che le impediva di udire, fu sciolta la treccia e rimossa la benda e lei potè vedere i volti soddisfatti di suo marito Carlo e di Riccardo che la guardavano, divertiti dalla sua espressione sorpresa e lei capì che si erano accordati a sua insaputa per rubarle le redini del gioco. Li guardò, guardò i loro sessi ormai molli, guardò le loro espressioni trionfanti per averla giocata e sentì dentro di sè un moto di ribellione, per l'inganno subito ma anche per la situazione di momentanea indisponibilità dei maschi e con sguardo sensuale ma furioso minacciò "eh no, se credete che finisca qui, che mi basti, avete capito male, ora vi faccio vedere cosa intendo quando dico che voglio godermi un pomeriggio di sesso!

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