Pigramente mi alzai dal letto dove sino a poco prima, fra pieghe scomposte di membra e lenzuola, avevo cullato immagini di sogni stinti, flebili tracce di qualcosa che mi era piaciuto parecchio, ma di cui non ricordavo oramai quasi nulla; macchie indistinte di sensazioni e vissuti sparsi, come le tracce di trucco lasciate durante il mio sonno inquieto sul cuscino.
Lui si era già alzato, lo vedevo.
Scostai le tende, sommergendo la stanza di una uggiosa e svogliata luce mattutina.
Scivolando sul parquet, mi avvicinai alla porta del bagno. Canticchiando sotto la cortina nebbiosa del getto bollente il mio giocattolo cercava di liberarsi della stanchezza della notte insonne.
Indistinto e lattiginoso il suo corpo nudo appariva irreale, frutto anch'esso di una chimera dalla quale non mi ero ancora completamente destata.
Aprendo la doccia scostai le spalline della camicia da notte che scivolò a terra in un soffio frusciante e leggero, morbido e carezzevole come il sorriso che gli illuminò il volto mentre guardandomi entrare si scostò di lato per farmi posto.
Un bacio mi colse sulle labbra socchiuse, mescolando l'aroma del palato con il fresco odore dello shampoo che scivolò oltre il suo naso pungendomi la lingua protesa in cerca della sua.
Appoggiai la guancia nel suo palmo grondante. "Hai dormito almeno un po'?" mi chiese fissandomi negli occhi, serio.
Mi stiracchiai, gustando la carezza avvolgente dell'acqua lungo il mio corpo caldo e sudato.
" Ho fatto un sogno" l'attirai a me penetrando con la punta della lingua fa le sue labbra bagnate, scorrendo con le unghie il suo corpo in cerca dei capezzoli inturgiditi dai brividi.
"Che sogno?"La sua mano scivolò lungo i miei fianchi fermandosi all'attaccatura delle natiche che cominciò ad accarezzare con un dito. Afferrandomi il polso guidò la mia mano verso l'erezione mattutina. Scivolando oltre, accarezzai lo scroto con la punta delle unghie." Adesso ti faccio vedere"
Uscendo dalla doccia lo guidai nudo e grondante verso il letto. Poi cambiai idea. Optai per la sedia nell'angolo della finestra.
" Siediti"ordinai ignorando il suo sguardo incerto e curioso. Raccolsi i collant dal pavimento." Devo legarti. Metti le mani dietro la schiena" Vidi sconcerto nei suoi occhi.
Da un lato sentivo che era questo che desiderava, lo aveva sempre desiderato, sogno bagnato di un adolescente senza età oramai troppo adulto per giocare seriamente; dall'altro percepivo la sua paura, il timore della situazione, dell'imprevisto, dell'ignota consapevolezza di stare trasferendo nel mondo reale qualcosa che aveva sempre solo gustato in solitudine fra le pieghe inconsce dei suoi peccati ideali e mai vissuti. L'imbarazzo di scelte da cui non si torna indietro. Il terrore di me. Della mia potenziale vera natura, della scoperta di una carnalità inusuale e condannevole che avrebbe facilmente potuto distruggere fra rimorsi e rimpianti di un futuro incerto, un sentimento immaturo e lieve come il battito di una farfalla appena uscita dalla crisalide.
"Obbedisci" gli sussurrai all'orecchio, già sapendo che si sarebbe arreso. Fissandogli i polsi alla sedia sorrisi.
"Bravo.." leccando il padiglione scesi verso il lobo, che morsi più volte con sempre maggiore intensità, deliziata dall'improvvisa ribellione che era scaturita all'apparire dell'insignificante dolore.
"Basta smettila!" Mi allontanai per osservarlo nell'insieme.
Nudo e legato non assomigliava per niente all'uomo che ambiva apparire agli occhi del mondo. Falsi involucri per anime inesistenti. Peccati di ignavia. Guerre ad armi dispari. Maschere irreali che cercavano di confondere istinti e sentimenti, come in un insolito indiavolato carnevale di Venezia, dove chiunque può apparire, ma dove in pochi sono realmente ciò che vestono. Gioco dei ruoli, mondanità e tradizione. Ipocrisia.
Posandogli un dito sulle labbra lo feci tacere. "Shhhhh... non ti farò male. Ti piacerà. Non è questo quello che vuoi? Che veramente ti piace?"
Mi fissò con i suoi occhi scuri, colmi di confusione e vergogna come un bambino che nega le marachelle alla mamma. Ricambiando lo sguardo sospirai soddisfatta. Lasciandolo solo entrai in bagno.
Quando riapparvi con l'occorrente per raderlo mi fissò stupito.
"Cosa vuoi farmi?" domandò mentre mi accoccolavo a gambe aperte sulle sue gambe nervose. " Giocare" risposi cominciando ad insaponargli il petto. All'apparire del rasoio si irrigidì.
"Non avere paura, sono brava ad usarlo. Non mi sono mai tagliata." Scivolando verso il basso la lama ripulì la sua pelle olivastra dalle mille increspature morbide che lo ricoprivano lasciando il sottostante liscio e vellutato. Scesi ad insaponargli il grembo. Ignorando le sue proteste passai la lama anche sotto lo scroto costringendolo, sotto la minaccia del fendente, ad allargare le cosce e protendersi in avanti onde permettermi di depilare anche l'ano.
Glabro ed indifeso emise un gemito di sollievo frammisto a piacere quando cominciai a passare la lingua sulle orme del rasoio, in cerca del suo sapore segreto.
"Non smettere" una supplica.
Appallottolando le mie mutandine usate, gli afferrai la mascella costringendolo ad aprire la bocca. "Tira fuori la lingua" ordinai. Lentamente trascinai il tessuto pregno dei miei umori secchi sulla ruvida superficie del suo gusto, raggiungendola ben presto con la mia saliva in rapidi colpi umettanti.
Infilai le mutandine in profondità, impedendogli in tal modo di disturbarmi ulteriormente.
"Così starai zitto" Allungando una mano verso il cuscino lo scuoiai della federa."E questa per evitare che ti spaventi.." Gliela calai sul volto annodandola strettamente sulla nuca. Un mugolio di protesta.
"Fai il bravo.. su.." Afferrai il rasoio. Usando il dorso accarezzai la lunghezza del collo scendendo sul petto e proseguendo verso i fianchi snelli e delineati.
Inarcandosi sulla sedia dalla potenza dei brividi, sobbalzò mugolando di dolore quando lo ferii volontariamente ad un capezzolo.
Assaporando l'intima essenza del suo sangue che si snodava scivolando sulla mia lingua in rivoli frammisti ad aromi di paura e sudore, accarezzai la sua erezione turgida e tremante, mentre con la mano libera afferrai il fallo di lattice dimenticato ai piedi del letto la sera prima. Umettando con rapidi e grondanti colpi di lingua il suo punto proibito continuai ad accarezzare con la mano insalivata proseguendo la folle corsa dall'ano al frenulo, in un continuo crescendo di rabbia, ferocia e desiderio.
Accogliendo fra le mie labbra torride il glande violaceo e gonfio, spinsi la punta del fallo in profondità, incurante delle proteste e dei suoi piedi incontrollati. Ma cominciò a scalciare.
Mi scostai furiosa.
"Ok, adesso vediamo di capirci. O ti lasci fare quello che voglio o ti do un morso così forte che te lo stacco... scegli tu."
"...bellllllamii.."
Liberami.
Voleva essere liberato, lui folle, pietoso essere ordinario che anelando sesso e fantasie, precipitato nell'abisso di se stesso e delle proprie recondite voglie perverse ora si dibatteva nel disperato tentativo di mantenere il controllo della propria vita. Della propria identità. Dell'amor proprio e dell'illusione di essere lui il prescelto per natura al comando. Alle decisioni importanti. Alla scelta del piacere. Mio e suo.
"Non ci penso nemmeno a liberarti. Per me, per quanto me ne frega, puoi creparci lì, legato a quella sedia." Gli pizzicai un capezzolo con la punta delle unghie.
Notai che non mi ero assolutamente sbagliata. L'erezione, semmai era possibile, stava aumentando. "Obbedisci?" Dopo un attimo di riflessione annuì.
"Bravo.. meriti un premio... ma guai a te se mi vieni prima che abbia finito. Hai capito bene?!" Annuì rassegnato.
Scivolando sul suo cazzo mi mossi piano gustando lo stimolo struggente ed estenuante della superficie venosa ed irregolare che si insinuava a colpi sempre più rapidi e decisi negli anfratti umidi del mio corpo, mentre godendo a ripetizione stretta contro il suo corpo fremente gli torturavo i capezzoli con le unghie.
Voltandomi cambiai posizione e collocazione, godendo incontrollata ed urlante del mio orgasmo più raro, del mio orgasmo preferito.
Tremante ed irrigidito, oramai prossimo ad un climax inarrestabile ed autonomo, me lo sfilai dal corpo. Inginocchiandomi fra le sue gambe oramai docili e disposte a tutto, introdussi lentamente il vibratore fino in fondo, godendo delle contrazioni incontrollate del mio sesso grondante mentre lo osservavo, inarcato e mugolante, tollerare il dolore. Accogliendolo in bocca cominciai a possederlo lenta. Poi accelerai, al ritmo dei suoi gemiti trattenuti ed imbavagliati dal tessuto che aveva in bocca.
E fu la fine.
Densa, calda e lattea, che io assaporai golosa, leccandomi le labbra da rivoli indisciplinati e sfuggenti, mentre ogni cosa, dentro e fuori, ritrovava la propria collocazione nell'ambito spazio temporale della propria dimensionalità e natura.
Voltandomi verso la finestra, lo guardai.
Non ne scorsi il volto.
Confuso fra arabeschi di fiato e vapore che avevano disegnato pensieri e desideri carnali come insoliti fiori di brina estiva sul vetro della sua finestra, mi fissava imperscrutabile.
Era una guerra impari. Ad armi dispari. Lo sapevamo entrambi.
Trascurandolo silenziosa, tirai le tende.
E poi... sorrisi.
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
un bacio
bellissimo!