Al cinema a parma (nuova stesura)
Era d’autunno.
Da un mesetto vivevo a Parma per 5 giorni la settimana per frequentare i corsi di un master e avevo preso in affitto un monolocale in centro la cui padrona mi aveva anche prestato una bicicletta. Non avendo amici mi ritrovavo spesso la sera a pedalare da solo in cerca di un locale o un cinema.
Quella sera mi ero spinto in periferia, una zona tranquilla oltre il fiume. Poca gente per le strade ormai illuminate solo dai lampioni e dalle vetrine di pochi negozi. L’insegna di un cinema mi attira. Vedo una porta a vetri fiancheggiata da due locandine illuminate che pubblicizzano un film hard: “Mogli in calore ad Acapulco” o qualcosa di simile. I titoli dei film porno mi hanno sempre fatto sorridere per la loro volgarità surreale.
Sto per fare dietro-front e andarmene, quando noto una coppia di quarantenni che si avvicina lungo il marciapiede a passo veloce. Con fare deciso entrano nell’atrio del cinema. Lui ha un aspetto e degli indumenti assolutamente normali, ma sono colpito dalla strana gonna di pelle nera indossata da lei. Lunga fino al ginocchio, mostra una massiccia zip metallica sul lato, che arriva fino alla vita, ma aperta solo fino a mezza coscia.
La cosa m’incuriosisce non poco e decido di seguirli. Il tempo di incatenare la bici ad un lampione, pagare il biglietto ed entrare nel buio della sala, ho intanto perso il contatto con i due.
Lo schermo mostra le solite immagini di corpi nudi aggrovigliati. Il sonoro è un monotono susseguirsi di “oh…oh… oh” e “mm… mm… mm”. In sala, man mano che i miei occhi si abituano all’oscurità noto che sono più le figure che si muovono lungo i corridoi di quelle sedute.
Sembra vi sia un incessante viavai, un dentro e fuori continuo. Ogni minuto le tende delle due porte laterali si aprono e fasci di luce lampeggiano dall'atrio sulle file di poltrone vuote. Gruppetti di due tre uomini sono addossati alla parete di fondo, accanto alle porte dei bagni, in evidente attesa. Percepisco l’interesse che suscito su qualcuno che si avvicina lentamente e di cui mi libero in fretta, allontanandomi senza degnarlo di uno sguardo.
Io cerco la coppia e finalmente li vedo. Sono al centro di una fila di poltrone circondati da tutti i lati da sei o sette maschi. Nessuno di loro è a stretto contatto, ma i loro sguardi sono tutti focalizzati al centro, come animali da pollaio attorno alla padrona col secchio del mangime.
Mi siedo a capo fila qualche posto più indietro alternando la mia attenzione fra l’annoiata visione dello schermo e quella molto più interessante di quanto succede intorno alla coppia. Sembra che non ci sia trippa per gatti. Si vede qualcuno più audace tentare delle avance, ma viene bruscamente respinto e si allontana indignato.
La situazione cambia quando la coppia si alza ed esce dalla fila, l’uomo in testa e la donna a seguire. Sembrano indugiare sull’uscita, incerti, il tempo necessario a fare allontanare gli ultimi delusi che li hanno seguiti. Poi si avvicinano risoluti allo schermo e si siedono in terza o quarta fila, lui internamente, lei esterna con una sola poltrona libera accanto.
Il viavai ricomincia: uno dopo l’altro, diversi uomini sfilano lungo il corridoio soffermandosi vicino alla coppia, per poi allontanarsi. Sono stupito, come mai non si è ancora seduto nessuno accanto a lei?
Mi alzo e lentamente mi avvicino, un po’ vergognoso di comportarmi come tutti gli altri, ma la curiosità è troppo forte. Giunto accanto a loro la risposta alla mia curiosità è evidente: lei tiene occupato il posto accanto a sé con una borsa e con la mano appoggiata sopra ne stringe fermamente i manici. Sono sopraffatto da un’ondata di simpatia e quasi d’affetto per questa donna così risoluta che siede impettita, le gambe accavallate, accanto al suo uomo. Quasi d’istinto, come guidato da uno spirito interiore so d’improvviso cosa fare.
“Mi scusi?” le dico chinandomi.
Lei si gira di scatto a fissare il mio sguardo, il volto pienamente illuminato dalla vicinanza dello schermo.
“E’ libero questo posto?” le chiedo abbassando lo sguardo sulla sua mano. Vedo allora la mano sollevare la borsa e passarla al marito. Mi siedo.
Sono pervaso da un caldo, corposo, senso di trionfo. Ho coronato la mia serata e anche se non dovesse accadere più niente d’interessante, mi bastano piccole vittorie come questa per appagarmi e rendermi contento di me stesso.
Il senso di trionfo per essere stato accettato cede gradualmente alla curiosità verso la donna seduta al mio fianco. E’ mora, riccia di capelli, di corporatura minuta, florida, ma non grassa. Il viso rotondo si abbina perfettamente alle rotondità dei seni che si affacciano dalla scollatura a V di una camicia bianca. La luce dello schermo, troppo vicino, m’impedisce di distinguere la parte inferiore del suo corpo, avvolto totalmente dall’ombra dello schienale del sedile davanti.
Penso alla cerniera metallica della sua gonna, il dettaglio che mi aveva colpito tanto. Rassicurato dal pensiero che anche la mia mano è assolutamente invisibile nel buio sottostante, comincio ad allungare le dita con cautela verso destra. Tocco il bordo esterno del suo sedile e risalgo fino ad incontrare il freddo e liscio contatto della gonna di cuoio. La sfioro con due o tre polpastrelli solamente appoggiati. Se non esercito alcuna pressione, penso, lei non potrà nemmeno sentire il contatto.
I baffi di un gatto non sarebbero stati più lievi della punta delle mie dita, nell’esplorare millimetro per millimetro quella superficie di cuoio liscio, finché… Ecco! Il contatto cambia: è più freddo e duro, è metallo. Sussulto! Carne! Ritraggo di scatto le dita. La cerniera e la carne della sua coscia… Freddo e subito dopo caldo! Duro e subito dopo morbido! Quasi un tutt’uno.
La donna continua a guardare lo schermo. Se ha avvertito qualcosa non lo da a vedere.
Resto immobile per qualche secondo e rifletto. E’ il momento di giocare il tutto per tutto, decido. Allungo nuovamente la mano, questa volta con un movimento deciso. Afferrando il bordo zippato della gonna di cuoio, il dorso delle mie dita si appoggia alla calda morbidezza della sua coscia. Spingo dolcemente con il dorso della mano, osservando il suo volto con lo sguardo ad angolo. Lei non mi guarda, ma ha il viso disteso, con un accenno di sorriso sulle labbra.
Mi sento al settimo cielo e mi abbandono al piacere di accarezzare quel tepore rotondo, velato di nylon. La mano è nascosta sotto il cuoio della gonna, ma i denti metallici della cerniera mi sfregano sul polso, impedendomi di risalire verso l’inguine. Sfilo la mano e vado a cercare lo zip, ne afferro la linguetta rigida e fredda e ziiiiiip, tiro leggermente per scostarlo dal nylon delle calze e lo faccio scorrere in alto. Il mento della donna ha un fremito e le sue labbra si schiudono.
Riporto la mano sotto il cuoio e risalgo lungo la coscia fino all’anca, scoprendo che indossa un collant. Sorvolo sulla punta di delusione che il collant mi provoca e proseguo pregustando il contatto che sto per avere con il centro del cuore del mondo, quando improvvisamente lei si scosta. Si rassetta con calma, richiude la cerniera della gonna e lentamente si alza.
Sono attonito, osservo le due figure in piedi rivolte verso di me e non posso far altro che alzarmi a mia volta e uscire dalla fila di poltrone per farli passare.
Stordito la guardo andar via sfiorandomi, ma subito lo stordimento si muta in stupore, udendo l’uomo bisbigliarmi una sola parola: “Andiamo”.
Li seguo un po’ incerto. “Andiamo?” mi chiedo. “Andiamo dove? Non avrò capito male?” Fuori è molto buio. Indugio accanto alla mia bicicletta. Intravedo la coppia vestita di scuro a qualche decina di metri salire su un’auto parcheggiata e partire lentamente. Inforco la bici e li seguo. La distanza aumenta nonostante io cerchi di pedalare più in fretta che posso. Intravedo il rosso dei loro fanalini svoltare per uno stradello laterale. Lo imbocco, meno male che il mio fanale funziona perché intorno è tutto buio. L’asfalto pieno di buche cede gradualmente ad uno sterrato polveroso. Supero un dosso, un ponticello… ecco: c’è un’auto parcheggiata in un campo, con le luci di posizione accese.
Smonto dalla bici e proseguo a piedi fra zolle di terra dura e ciuffi d’erba secca. L’abitacolo dell’auto è illuminato. Sbirciando dal parabrezza anteriore vedo, dietro il volante, un culo di donna che si muove ritmicamente su e giù. Lui è disteso sul sedile del guidatore e lei lo sta cavalcando.
Mi accosto alla portiera del passeggero e tento la maniglia. La portiera si apre ed io mi siedo richiudendola. Continuo ad osservare, o meglio, ad ammirare curioso, quel culo che fa su e giù. Al suo centro sembra, infatti, aprirsi una rosa rossa. Mi rendo conto che quella rosa è il buco del culo.
Affascinato provo ad accarezzare, a palpare quella rossa mucosa che evidentemente si sta inturgidendo per il dilettevole sforzo del coito, che con forti spinte, schiocchi e ansimi del respiro, la donna sta operando sul corpo dell’uomo immobile sotto di lei.
M’inginocchio sul mio sedile e tiro fuori l’uccello intostato. Il mio schienale è già stato reclinato. Così lo risalgo sulle ginocchia fino a portare il mio cazzo a contatto del corpo di lei ed inizio a strusciarlo.
“Succhiaglielo” dice lui. La testa riccioluta si gira verso di me ed il mio pene viene risucchiato in un vortice mai provato prima. Chiudo gli occhi, inarco la schiena con le braccia e tutta la faccia schiacciate contro la moquette della capote e mi abbandono al piacere.
L'astinenza e tutta l'eccitazione provata al cinema fanno si che io me ne venga subito, con dei sussulti che mi scuotono i lombi diffondendosi per tutto il corpo. Mi accascio sul sedile e sento la voce di lui che parla della sua donna, di quanto lei sia porca e insaziabile, “Non hai idea di quel che è capace di fare”, mi dice e aggiunge “Ne ha presi così tanti nel culo che ora non può più usarlo, vedi com’è ridotto?”.
Mi riscuoto e vedo il volto della brunetta, sorridermi. “Ti è piaciuto?” mi chiede lei. “Tantissimo!” rispondo, inginocchiandomi sulla pedana davanti al sedile del passeggero, invitandola a spostarsi davanti a me. Lei intuisce e sdraiandosi apre le gambe a circondare il mio torace.
Appoggio le mani all’altezza delle sue spalle e lentamente, con dolcezza infinita penetro nella sua vagina, ancora aperta e bagnata. Occhi negli occhi, percependo l'interesse del marito seduto al nostro fianco, ci uniamo in un amplesso morbido e lento.
Il mio cazzo, che dopo l'orgasmo non aveva fatto in tempo a smosciarsi, al contatto con la sua figa bollente e dilatata riprendeva sempre più il suo turgore fino a tornare al massimo della sua durezza. I miei movimenti si facevano sempre più decisi finchè presi a sbattere violentemente col mio pube sul suo clitoride ad ogni colpo.
Incessantemente, con un ritmo sempre più rapido, continuavo a percuotere la sua vulva col mio pube e fra un colpo e l'altro il dorso del mio cazzo sfregava fuori e poi dentro, contro quelle pareti elastiche e contro l'osso che le sovrastava.
All’apice del piacere avvertii la sua vagina contrarsi con spasmi prolungati producendo delle pernacchiette scoppiettanti e gioiose. "Vengo, vengo, a dio mio VENGOOO!" prese ad urlare, mentre fiotti di liquido caldo, forse piscio, colavano giù sul sedile e sulle nostre cosce avvinghiate. “Quanto sono venuta!” mi sussurrò poi all’orecchio ansimando. “Non credevo fosse ancora possibile… ti amo!” aggiunse, prima di unire le nostre bocche in un bacio lungo e profondo di labbra e denti e lingue intrecciate.
“Anch’io!” dico, con un senso di paura, realizzando che avevo fatto tutto senza alcuna protezione e un più acuto senso di rimorso per la mia morosa, ignara, di cui solo in quel momento ricordavo l'esistenza!
Esco dall’auto tirandomi su i pantaloni. Chiudendo la portiera li guardo di sfuggita, mentre stanno parlottando fra loro. "Non ho voglia di pensarci adesso, ci penserò domani" mi dico scuotendomi di dosso ricordo ed angoscia. Tiro su la bici da terra e con le gambe che ancora mi tremano mi avvio, solo e felice, in pace col mondo, verso le luci della città. Non avevo ancora idea di che gran porco sarei diventato.
[email protected]
9
5
15 anni fa
Le storie più votate della categoria feticcio
-
Certificazione Profili
esistono due tipi di certificazione, la prima per le coppie e singole e la seconda per i singoli ed i trav/trans.
la certificazione delle coppie e delle singole:
viene eseguita dallo staff del portale,essere certificati è semplicissimo basta inviare una mail all'indirizzo: [email protected] mandando una foto di coppia o almeno della lei di coppia o della lei nel caso di singole nella quale sia mostrato il nostro logo che potete scaricare cliccando qui (se preferite la versione pdf cliccate qui )stampato su un qualsiasi foglio formato A4 le compilato a penna o pennarello con la VS username e data della certifica la foto deve essere poi spedita all'indirizzo [email protected]
la certificazione sarà rapidissima,inoltre le coppie,singole ,lei bisex certificate potranno a loro volta indicarci le coppie o singole o lei bisex vere loro amiche che riceveranno a loro volta la certificazione.
NON Sono ammessi Fotomontaggi di nessun genere il logo deve obbligatoriamente essere stampato ed utilizzato per fare una foto reale.
NON AVETE LA STAMPANTE? nessun problema potete ricevere la certifica in questo modo prendete un normale foglio A4 e con un pennarello scrivete la Vs username seguita dalla frase "certificati da SexyCommunity" in data.... e poi utilizzate lo stesso foglio per scattare una foto come se fosse il nostro logo. (se sei singola puoi scattare foto allo specchio)IMPORTANTE: il volto DEVE ESSERE CENSURATO e quindi NON riconoscibile in quanto la foto inviata verrà pubblicata sul profilo dove deve rimanere obbligatoriamente per validare la certifica (può essere spostata nella gallery)
la certificazione dei singoli e dei trav/trans:
NON viene eseguita dal portale (in quanto è ovvio che siano singoli...) ma avviene su richiesta delle coppie che li hanno...testati come singoli ok...
importante:
il simbolo coppia verificata indica esclusivamente la reale esistenza degli utenti certificati al momento del controllo da parte del nostro staff.Il simbolo singolo ok indica che il profilo dell'utente è stato verificato dalla coppia indicata nella certificazione il portale non verifica personalmente questi profili.
215893
0
17 anni fa
SexyCommunity, 35
Ultima visita: 6 ore fa -
Come Contattare SexyCommunity
Per contattare SexyCommunity puoi utilizzare i seguenti riferimenti:
Se desideri collaborare o fare PUBBLICITA' attraverso SC clicca qui! per tutte le info.
Se sei registrato ed hai bisogno di assistenza usa direttamente la posta del portale entrando sul profilo SC ed inviando da li un messaggio tramite il box apposito
Ricordatevi di inserire sempre nell'oggetto la vostra username.
SEI STATO BLOCCATO? prima di contattarci clicca qui! ci sono per te importanti infoSe desideri contattare SC tramite email lo puoi fare utilizzando la mail ufficiale del portale:infoCHIOCCIOLAsexycommunityPUNTOitAll right reserved SexyCommunity ™
108385
0
16 anni fa
SexyCommunity, 35
Ultima visita: 6 ore fa -
Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
102249
2
11 anni fa
pillinca,
56/45
Ultima visita: 2 mesi fa
-
per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97645
0
17 anni fa
valerio,
32
Ultima visita: 10 anni fa
Commenti