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Miscellaneous

Con davide, w.end al mare cap.2

La sveglia di quella domenica mattina fu una di quelle che non si dimenticano; il caldo della sera prima era sparito ed una leggera brezza correva nella cabina attraverso l'oblò sul soffitto dietro la tendina oscurante e la porta aperta; il riflesso del sole sul mare invece entrava dagli oblò laterali regalando una luce stupenda alla cabina; ma tutto questo lo notai solo dopo essermi svegliata. Ero immersa nel sonno, a pancia in su, mezza attorcigliata nel lenzuolo che ben poco copriva del mio corpo, quando sentii dei baci e una lingua occuparsi delicatamente del mio intimo; lentamente presi coscienza e vidi Davide con la testa tra le mie gambe.

Mi stava leccando meravigliosamente ed il solletico iniziale presto divenne piacere; allargai ulteriormente le gambe, cominciai ad accarezzargli la testa, e con gli occhi socchiusi continuai a godermi quel momento, accarezzata dall'aria fresca e illuminata dai riflessi del mare.

Le sue mani presto raggiunsero i miei seni e cominciarono a palparli mentre, tenuto dalle mie mani, continuava a leccarmi e mordicchiarmi il clitoride; incrociai le caviglie dietro la sua schiena tenendolo così più saldamente in quella posizione. I brividi cominciarono a percorrermi tutto il corpo, il bacino cominciò istintivamente a muoversi seguendo e accentuando le sue leccate mentre dei gemiti uscivano soffocati dalla mia bocca; sentivo che l'orgasmo era prossimo, molto vicino e volevo solo godere; il battito aumentò, il respiro pure, i muscoli cominciarono a contrarsi, brividi correvano per tutto il corpo, ed ecco che finalmente supraggiunse quel piacere infinito, in un'esplosione stupenda. I brividi e gli spasmi continuarono finchè non smise di leccarmi ed il cuore sembrava uscire dal petto. Solo un'altra persona riusciva a regalarmi orgasmi con rapporti orali, una donna; ma quella volta Davide ci mise solo una decina di minuti, era stato veramente unico e stupendo.

Quando alzò la testa dalle mie gambe mi disse "buongiorno princi, ora siamo pari, non mi piace avere debiti" e sorridendo si sdraiò accanto a me.

Mi girai verso di lui, gli diedi un bacio e sorridendo risposi solo con un "buongiorno".

Restammo lì un poco prima di indossare i costumi ( io solo un perizoma particolarmente ridotto) ed uscire in coperta a consumare una buona colazione a base di caffè e croissant.

Passammo tutta la giornata lì in rada tra sole e mare, con quella sua erezione che spesso compariva sotto il costume aderente. Non ci fu nulla però, nemmeno un bacio o una carezza che indicasse un qualcosa.

Verso le 17 io mi annodai un pareo sopra il seno e, salpata l'ancora tornammo verso Lavagna; ormeggiata e lavata la barca, alle 19.30 eravamo pronti per il viaggio di ritorno a milano; io ero stata costretta a vestirmi come la sera prima non avendo il vestito nero a disposizione, quindi minigonna cortissima di jeans, maglietta aderente rosa e zeppa alta.

Saliti in macchina la gonna era praticamente inutile, il mio intimo,se non accavallavo le gambe era all'aria,  ma dopo un po' di inutili tentativi vi rinunciai. La fame sopraggiunse quasi subito così ci fermammo a Recco per mangiare qualcosa; conoscevo un ristorantimo dove facevano anche la famosa focaccia ripiena di formaggio.

Entrammo e ci diedero l'unico tavolo disponibile, piccolo e talmente incastrato in un angolo che Davide dovette sedersi alla mia sinistra perchè di fronte non ci stava.

Ovviamente il discorso subito cadde su quello che avevamo fatto nel w.end soffermandosi sui ripetuti rapporti, specie quello della sera precedente; non ci volle molto per scaldare di nuovo i nostri animi e riaccendere quel desiderio fisico che ormai ci legava. Ad un tratto mentre parlavamo sentii la sua mano sulla mia gamba salire e forzare l'incrocio delle gambe; lo guardai con fare interrogativo, ma lui sorrise e non insistette continuando però a carezzarmi. Parlava e sentivo la sua mano correre sulla mia pelle nascosta dalla tovaglia;  sentivo quel nervoso nelle gambe che é il preludio di uno stato di eccitamento e le mie intimità cominciare a risvegliarsi; era incredibile, con lui non riuscivamo a passare più di un tot di ore come normali amici, senza che quell'attrazione fisica quasi incontrollabile non prendesse sempre il sopravvento. Stavamo aspettando gli spaghetti ed ero talmente distratta dalle sue carezze che nemmeno ascoltavo quello che stava dicendo; Il desiderio di sentire una sua carezza era tanto, ma così in pubblico in un locale pieno ero un po' a disagio. Alla fine cedetti e decisi di vedere fin dove si sarebbe spinto; scavallai le gambe tenendole leggermente divaricate, e la sua mano subito si tuffò sulla vulva; ebbi un lieve sussulto, il suo dito medio subito si fece strada tra le labbra ormai fradice e dopo un paio di passaggi s'infilò in vagina. Lo fissai a occhi spalancati e lui mi sorrise dicendo " come non ti piace?" e cominciò ad affondarlo dentro. Ero tesissima, ma eccitatissima, combattuta dal fargli togliere quella mano o farlo continuare. Ero immobile, con le gambe che tremavano, in uno stato di tensione mai provato, incapace però di fermarlo, ma ecco che il cameriere arrivò con i nostri piatti interrompendo forzatamente quel momento. Eccitata ma tesa come una corda di violino, mi allontanai dallo schienale per affrontare quel piatto di spaghetti allo scoglio che mi avrebbe per fortuna distratto; ma in quella nuova posizione la mia vulva ormai aperta era appoggiata direttamente sulla sedia ed era talmente ricettiva che ogni piccolissimo movimento mi riportava a pochi istanti prima.

La cena terminò, ma l'eccitazione e la voglia non era calata, anzi.

Risaliti in macchina rapitamente prendemmo la strada per Milano, entrambi desiderosi di arrivare in fretta.

Da dopo Serravalle la sua mano si fissò su di me, spostandosi dalla coscia all'intimo; io ero tra le nuvole, non capivo più nulla, sentivo gli umori, colare tra le natiche fino al sedile, mi sarei masturbata lì in macchina.

Finalmente sotto casa mia, gli dissi " tu stanotte resti qui, dopo il viaggio che mi hai fatto fare non ti ritiri" e aprii il cancello dei box. Non replicò.

Tutto il viaggio di 8 piani dell'ascensore fu un unico bacio; le labbra non si volevano staccare e le lingue nemmeno, le sue mani sulle mie natiche nude, e le mie sulla sua erezione nei pantaloncini.

Appena entrati gli dissi " aspettami i  sala, mettiti comodo intanto, io ci metto un secondo".

La foga di saltargli addosso era tanta ma avevo in mente un giochino, così andai in camera, mi spogliai restando solo con le zeppe, presi dei foulard di seta e tornai in sala; Davide era seduto sul divano, nudo, il pene che sembrava ogni volta più grosso, perfettamente dritto ed eretto appoggiato al suo ventre; da dietro gli misi un foulard sugli occhi e lo legai dietro la testa. " che fai" mi chiese. "ssshhhh" fu la mia unica risposta.

Lo presi per mano, lo feci alzare portandolo alla colonna vicino alla porta aperta sul terrazzo; appoggiato di schiena, con un'altro foulard gli legai le mani dietro la colonna; " che stai facendo?" chiese. " non ti preoccupare e goditi questo momento..." risposi. Girava la testa come per cercare di vedere qualcosa, un segnale, un indizio per capire la situazione; Io mi accovacciai di fronte a lui seduta sui talloni e le gambe divaricate; sentivo il mio intimo spalancato e bagnato, fissai quel pene che puntava poderoso dritto verso di me, lo presi con una mano e mi ci avvicinai con le labbra. Lentamente cominciai a baciarlo, poi a leccarlo ed infine, accoltolo in bocca, a succhiarlo; la mano rimasta libera subito raggiunse il mio intimo aperto e bagnato; subito due dita cominciarono a correre tra le labbra, per poi tuffarsi all'interno, mentre il palmo strusciava con decisione sul clitoride; più su continuavo a carezzare, succhiare e leccare quel pene imponente e quelle due dita si sfilarono per spostarsi poco più in la, sul mio ingresso posteriore, bagnandolo di umori, carezzandolo ed infine violandolo, subito in coppia. Lo sfintere  si abituò immediatamente alla nuova misura e le dita vi scivolavano dentro e fuori stupendamente, mentre il palmo continuava a strusciare sul clitoride sempre con più decisione; dei brividi di piacere cominciarono a percorrermi, sentivo il battito che aumentava, tutti chiari sintomi di un piacere che si stava avvicinando; ma io non volevo concludere in quel modo, bensì unita a lui; d'altro canto le due dita infilate nell'ano mi regalavano una sensazione a cui non volevo rinunciare, così le sfilai per rinfilarle subito ma passando da dietro, senza quindi più toccare la vagina. La situazione non cambiò molto e la voglia di sentire quel pene ormai ben cosparso di saliva al posto delle mie dita era tantissima; mi alzai in piedi, mi girai con la schiena verso di lui a gambe leggermente divaricate, bagnai abbondantemente di saliva il mio ano, presi il pene con una mano e lo puntai al mio sedere appoggiandomici; ero tesissima, sentivo quel coso spingere sul mio posteriore pronto ad entrare e con la mano ne percepivo il diametro smisurato; ma nello stesso tempo pensavo a quanto fosse stato bello la sera prima e rassicurata dal non aver sentito dolore inarcai un poco la schiena e cominciai a spingere le natiche indietro. Sentivo lo sfintere lentamente allargarsi aprendo la strada a quel membro; eccitazione e tensione si mischiarono quando senti il glande tutto dentro ed il mio corpo che lentamente si stava abituando; mollai la presa con la mano, le gambe mi tremavano e una tensione percorreva tutto il mio corpo; restai immobile qualche istante, appoggiai le mani indietro sulle sue anche, socchiusi gli occhi, feci un respiro profondo e rincominciai ad indietreggiare con le natiche. Davide bravissimo rimase immobile lasciando che fossi io a decidere come fare; lento ma 'prepotente' lo sentivo farsi strada dentro di me; anche se il mio corpo si adattava perfettamente a quell'intrusione vigorosa, quella tensione-eccitazione ormai era alle stelle. Ad un certo punto feci uno scatto indietro infilandomelo tutto dentro, le mie natiche colpirono rumorosamente il ventre di Davide ed un gemito fortissimo scappò al controllo rimbombando nella stanza. Le gambe tese sui tacchi, il mio corpo a contatto con il suo, la testa appoggiata indietro su di una sua spalla, le mie mani ancora sulle sue anche e quel pene enorme  che riempiva il mio retto e mi pareva di sentirlo perfino in pancia, un attimo indimenticabile, meraviglioso in cui sentivo la totale unione dei nostri corpi e percepivo l'impotenza del sesso solitamente dominante ora immobile dietro di me. Lentamente cominciai a muovermi su di lui aumentando ogni affondo fino ad arrivare a sfilarmi quasi completamente per poi tornare indietro mentre lui col bacino seguiva i miei movimenti.

Vedevo riflesso nel vetro della porta della camera di fronte a noi il mio corpo davanti al suo,  nudo ma con le scarpe, i muscoli tutti in tensione che seguivano il ritmo, il seno che ad ogni affondo si scuoteva, la mia espressione di piacere, vedevo una scena eccitantissima. Una mia mano si spostò tra le gambe e cominciò a carezzare vigorosamente il clitoride; mi carezzavo seguendo il ritmo crescente degli affondi, ero in estasi.  Pochi secondi  per sentire i muscoli tendersi al massimo prima che un'orgasmo esplose vigoroso e potente, accompagnato da gemiti quasi animaleschi. Mi appoggiai a lui con il cuore che batteva tanto forte da poterlo vedere, il respiro affannato e  vi rimasi qualche istante.

Avrei voluto continuare  per lui, ma non ne avevo la forza; mi sfilai da quel membro, mi girai, gli presi la testa con le mani e lo baciai; poi lo slegai e lentamente mi diressi sul terrazzo a prendere un po' d'aria. Non feci in tempo a mettere il piede fuori che mi sentii prendere con vigore ai fianchi da dietro;   " e così ti piace tanto prenderlo dietro!!" la sua voce risuonò nella stanza e senza avere il tempo di nemmeno girarmi con una penetrazione decisa mi spinse contro lo stipite della porta; cominciò subito a stantuffarmi con forza e decisione mentre inutilmente mi tenevo con le mani al muro; sotto quegli affondi  ero letteralmente e dolorosamente schiacciata sullo spigolo; lentamente riuscii ad arrivare al terrazzo e appoggiarmi al bracciolo del divano subito li. Erano talmente forti le sue spinte che mi trovai  il ventre appoggiato al bracciolo sul quale infine mi lasciai andare. " ti piace così vero? Deciso e forte?" mi diceva mentre con decisione s'infilava nel mio retto stringendo la presa ai miei fianchi. Era come un animale eccitato e sicuramente doveva sfogare tutta l'energia e il vigore che da legato non aveva potuto esprimere; la cosa mi piaceva, e anche se mi sentivo come anestetizzata, la mente era appagata da tutta quella forza. " più forte.... Ancora più forte!!!!" dissi mentre, piegata a 90 gradi, inerme su quel bracciolo, respiravo rumorosamente al ritmo degli affondi e subivo quello stupendo sfogo da primate. Qualche minuto ed il suo piacere sprigionò un calore che lentamente si espanse nell' addome. Ero esausta, distrutta, sfinita, ma felice ed appagata; quando si sfilò per sedersi sul divano sudato e senza forze, sentii  un frescore spingersi verso l'interno, segnale che il mio sfintere era ancora dilatato ed aperto.

A fatica, dopo qualche istante, riuscii ad alzarmi gli diedi un bacio e dicendogli "ti aspetto di la" mi diressi in camera dove, tolte le scarpe, mi coricai a letto.

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