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Eiaculazione femminile ( squirting )

Eiaculazione femminile




(detto anche Squirting)



Il termine eiaculazione femminile si riferisce alla espulsione di un fluido dall'uretra durante la stimolazione sessuale o in prossimità dell'orgasmo, espulsione che in qualche modo richiama l'eiaculazione maschile.


L'origine e la natura esatta di questo fluido sono sconosciute,
sebbene alcuni ricercatori abbiano ipotizzato che abbia origine dalle ghiandole di Skene
(o ghiandole parauretrali). La possibilità o no che ogni donna sia in
grado di eiaculare in questo modo è ugualmente oggetto di controversie.


L'esistenza stessa del fenomeno è stata oggetto di controversie,
anche perché è difficile distinguere questo fenomeno dall'incontinenza
urinaria che può accompagnare, in certe donne, il momento dell'orgasmo.
In ogni caso, studi medici successivi al 2000 e in condizioni controllate hanno dimostrato un effetto bona fide non collegato all'urina .




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La natura dell'eiaculazione femminile 


L'eiaculazione femminile non è un concetto moderno. Il filosofo greco Aristotele ne annotava già l'esistenza Galeno, nel II secolo, descrisse la prostata femminile; nel 1559, l'anatomista italiano Realdo Colombo riferì dell'eiaculazione femminile mentre spiegava le funzioni del clitoride, e nel XVII secolo, l'anatomista tedesco Regnier de Graaf
scrisse, in un libro sull'anatomia femminile, di fluidi «che correvano
fuori» e «che zampillavano» durante l'eccitamento sessuale.


Fino agli anni ottanta
l'eiaculazione femminile era largamente ignorata dalla comunità medica.
In quegli anni il tema ritornò a galla con il The G Spot: And Other Discoveries About Human Sexuality (Il punto G e altre scoperte sulla sessualità umana) scritto da Alice Khan Ladas, Beverly Whipple e John Perry. Il libro non solo riconosceva l'esistenza del punto G, ma portava all'interno della comunità medica l'eiaculazione femminile come principale fonte della salute sessuale delle donne.


Sebbene in molti nella comunità medica e scientifica abbiano ora
riconosciuto l'esistenza del fenomeno, permane un largo vuoto quando si
cerca di spiegare su basi scientifiche il processo di eiaculazione o la
fonte del fluido stesso.


Sono stati condotti studi da medici quali Beverly Whipple, John Perry, Gary Schuback, Milan Zaviacic e Cabello Santamaria,
ma i risultati sono stati limitati. Se comunque le informazioni in
possesso non spiegano chiaramente la provenienza del fluido, le analisi
chimiche effettuate sul fluido da numerosi team di ricerca hanno
rivelato che non è urina (i livelli di creatinina e urea sono troppo bassi).




Ricerche 


Sono stati compiuti diversi studi sui fluidi espulsi durante
l'eiaculazione femminile per determinarne la composizione chimica.
Attraverso le analisi chimiche è stato rilevato che il fluido espulso contiene:


  • glucosio (uno zucchero naturale) e fruttosio (un altro zucchero naturale, rinvenuto anche nel fluido seminale prostatico)
  • antigene prostatico specifico (PSA): un'enzima prodotto dalla prostata e presente nello sperma
    che il PSA mantiene fluido dopo l'eiaculazione. È stato ipotizzato che
    nella donna l'antigene venga generato dalle ghiandole periuretrali.
  • un livello molto basso di creatinina e urea:
    i due principali marcatori chimici dell'urina, rinvenuti ad alte
    concentrazioni nelle analisi dell'urina precedenti e successive
    all'eiaculazione.

Nel 1988, Milan Zaviačič, che dirige l'istituto di patologia dell'Università Comenius di Bratislava,
pubblicò uno studio su cinque pazienti ricoverate, per problemi di
fertilità, presso il reparto di ginecologia e ostetricia. La totalità
dei campioni di una delle pazienti e un campione su quattro di una
seconda donna del gruppo furono prelevati direttamente in laboratorio,
i restanti a domicilio. In quattro casi su cinque, i campioni furono
analizzati entro tre ore dal prelievo, mentre in quello restante furono
analizzati tre mesi dopo. I risultati mostrarono, in tutti e cinque i
casi, una concentrazione di fruttosio maggiore nel campione
dell'eiaculato rispetto a quello delle urine.


Nel 1997, Cabello Santamaria analizzò le urine alla ricerca del PSA tramite MEIA (Microparticle Enzyme Immunoassaye, metodica immunoenzimatica a microparticelle)
scoprì che il 75% del campione mostrava una concentrazione di PSA nelle
urine post orgasmiche che non era presente nel campione pre orgasmico.
Il fluido raccolto al momento dell'orgasmo (distinto dal campione delle
urine) mostrò la presenza del PSA nel 100% dei campioni.


Nel 2002, Emanuele Jannini dell' Università dell'Aquila
offrì una spiegazione per questo fenomeno, così come per le frequenti
smentite della sua esistenza: le aperture delle ghiandole periuretrali
sono di norma della dimensione dei pinoli, e variano nella dimensione
da donna a donna, fino a quasi scomparire in alcune donne.
Se le ghiandole periuretrali sono la causa dell'eiaculazione femminile,
questo può spiegare l'assenza di questo fenomeno in molte donne.


L'eiaculazione retrograda, dove il fluido viaggia fino all'uretere verso la vescica, potrebbe anche contare nell'assenza altrimenti osservata.




La ghiandole periuretrali e l'eiaculazione femminile 


Le donne non hanno un esatto equivalente delle ghiandole maschili della prostata
(una parte essenziale del sistema riproduttivo maschile), ma possiedono
comunque organi secretori omologhi in quanto sviluppatisi dallo stesso
tessuto embrionale (similmente alla relazione tra testicoli e ovaie), e che sono chiamati ghiandole periuretrali.


La dimensione e la struttura delle ghiandole periuretrali varia
relativamente in modo considerevole, sembra, da donna a donna. Il
fluido che produce è simile a quello prodotto dalla prostata maschile
e, così come negli uomini, passa nell'uretra, e in qualche caso
potrebbe passare nella vagina.
Le ghiandole si riempiono con il fluido durante il rapporto sessuale e
possono essere sentite attraverso il muro vaginale. Il rigonfiamento
del tessuto circostante l'uretra, può essere una combinazione di
ghiandole che si riempiono col fluido e del tessuto erettile delle
donne che si solleva, il corpo spugnoso, che da dietro, negli uomini,
consente l'erezione. Il sollevamento della parte non visibile del
clitoride sarà inoltre evidente.


È questo, sembra, il ritmico contrarsi dei muscoli pelvici durante
l'orgasmo che espelle il fluido accumulato come ultima componente
dell'eiaculazione femminile. Il quantitativo di fluido rilasciato può
essere considerevole, attraverso il ripetersi di riempimento e
svuotamento delle ghiandole durante l'orgasmo.




Nella società 




Diagnosi differenziale 


La disinformazione riguardante l'eiaculazione femminile può portare
a diagnosticare in modo errato il quadro clinico di fondo oppure a
diagnosticare patologie inesistenti.


Gli studi attuali hanno oramai verificato che il fluido eiaculato è espulso attraverso l'uretra
anche se permane la credenza errata che il fluido lasci il corpo
attraverso la vagina. L'espulsione di un copioso quantitativo di fluido
dalla vagina è chiamato, al contrario, scarico vaginale abbondante e può avere differenti cause:


  • scarico fisiologico - un abbondante quantitativo di scarico senza alcun disordine medico di fondo;

  • infezioni o malattie trasmesse sessualmente - presente con i tipici sintomi, tra cui prurito, cattivo odore e/o arrossamento;

  • un'infezione trasmessa sessualmente come la Trichomonas Vaginalis che spesso si presenta senza la sintomatologia tipica.

Per tali motivi è importante che ogni donna che accusi quantitativi non normali di scarico vaginale si sottoponga a test.


D'altra parte una donna che non sia stata informata correttamente
sull'eiaculazione femminile potrebbe pensare di soffrire di
incontinenza urinaria da stress e cercare un intervento medico. La cura
per l'incontinenza urinaria da stress richiede spesso l'uso di
medicinali o un intervento chirurgico, entrambi non necessari e
pericolosi se la fonte del fluido è diversa. Prima di richiedere un
intervento medico queste donne dovrebbero provare a verificare se il
fluido è espulso dall'uretra e se si tratta di urina.




Pornografia 


In alcuni film pornografici, le donne sono mostrate eiaculare un fluido chiaro o lattiginoso.


Nell'industria pornografica statunitense, Cytherea è generalmente riconosciuta come la "regina dello squirt", a causa delle sue eiaculazioni particolarmente intense e voluminose.


Il genere è diffuso anche nella pornografia giapponese dove prende il nome di shiofuki.




Censura nei film inglesi 


Nel Regno Unito, la British Board of Film Classification,
l'ente britannico che si occupa della classificazione dei film, nega
l'esistenza del fenomeno dell'eiaculazione femminile definendola come
l'urinazione durante l'atto sessuale, ed escludendone in tal modo la
rappresentazione a causa della normativa inglese sulla censura che
viene imposta su ogni materiale che ricade all'interno della sezione 2
degli Obscene Publications Acts (Disposizione sulle pubblicazioni oscene) che proibiscono la rappresentazione di pratiche di urofilia.

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