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Finalmente di nuovo insieme cap1


Il nuovo lavoro del mio compagno ci tiene lontani spesso per parecchi giorni.

Lui ora vive in Spagna, in un posto bellissimo e sul mare.

Il mio lavoro mi aveva costretto a Milano fino ai primi di luglio ed era ormai un mese che non ci vedevamo; un tempo lunghissimo per come ci eravamo abituati negli ultimi due anni.

Finalmente era arrivato quel fatidico venerdì, avevo chiamato un taxi direttamente dall'ufficio per correre in aeroporto e salire su quel volo easyjet che in un'ora e mezza mi avrebbe portato da lui.

Volevo essere perfetta per l'incontro, così avevo indossato quel vestitino bianco tanto corto da superare i glutei di solo qualche centimetro che a lui piaceva tanto ed un paio di sandali bronzo taccatissimi, il solito 12, che fasciavano i piedi con dei lacci incrociati fino ad allacciarsi un poco sopra la caviglia; una giacchina di jeans stretta mi copriva la lieve trasparenza del vestito che quasi impercettibilmente disegnava i miei capezzoli sul tessuto con un tono più scuro. Infine un perizoma di pizzo bianco avrebbe nascosto il mio intimo durante il viaggio.

Eccomi sull'aereo, lato finestrino e uscita di sicurezza come da prenotazione, in modo da stare più comoda; a fianco a me si era seduto un ragazzo sui 35, dall'abbigliamento in viaggio di lavoro, alto, bel fisico, capello scuro corto; un bel ragazzo insomma.

Ormai in volo, cominciai a leggere il mio libro; il ragazzo accanto a me controllava sull'ipad una tabella di lavoro ma sentivo i suoi occhi scrutare di sfuggita ogni centimetro del mio corpo. Una leggera tensione salendo dentro di me. L' essere guardata, apprezzata, carezzata con gli occhi, mi stava piacendo ed eccitando. Tutto questo rendeva la comprensione del romanzo un poco difficoltosa. "Bello quel libro, a che punto sei arrivata?" il ragazzo aveva chiuso l'ipad e si era fatto avanti con la scusa più ovvia in quel momento. Alzai lo sguardo e nel rispondergli capii che le ultime due pagine erano passate senza fermarsi nella mia mente. Chiusi il libro, lo guardai negli occhi e gli dissi " quando lui sta per partire direzione New York".

Cominciò una conversazione che durò per tutta l'ora successiva; si chiamava Michele e stava viaggiando per l'azienda per cui lavorava e, fortuna sua, aveva letto da poco lo stesso mio libro. Parlammo di tutto mentre i suoi occhi mi continuavano a scrutare furtivamente. La situazione mi piaceva, e mi godevo il momento; anche se sapevo che non l'avrei più rivisto avevo omesso di dirgli che stavo raggiungendo il mio fidanzato, pensando che quella notizia avrebbe potuto interrompere quel flirt elegante ed educato.

Ormai mancava poco all'arrivo e come da programma andai in bagno per dare l'ultimo tocco alla mia mise per il tanto atteso incontro con Marco, il mio fidanzato. Dentro quel piccolo loculo mi tolsi il perizoma per riporlo nella borsa; era umido, segno che quel flirt aveva mosso qualcosa anche a livello fisico e non solo mentale. Guardandomi nel piccolo specchio  decisi di fare un piccolo regalino all'elegante e discreto osservatore che sedeva accanto a me; slacciai la giacchina di jeans e scostandola leggermente guardai i miei piccoli capezzoli che molto timidamente mostravano il loro colore scuro attraverso il tessuto del vestito. Un sorriso di compiacimento e lasciai la giacchina tornare in posizione senza però richiuderla.

Tornai alla mia fila e dando le spalle al mio vicino mi rinfilai nel mio posto; Michele scostò leggermente le gambe per renderemi più agevole il passaggio; il mio sedere era all'altezza del suo viso e quasi sentii il suo respiro soffiarmi sotto il corto vestito, sul mio intimo ora nudo. Non aveva visto nulla ne ero certa, se non le mie gambe passargli a pochi centimetri o il disegno delle mie natiche dare forma al morbido cotone del vestito.

Seduta con le gambe accavallate avevamo rincomiciato e  a parlare. Non ci volle molto perché il suo sguardo, dopo aver esaminato dal piede curato ed ornato da un sottilissimo french alla coscia in bella vista, cadesse sul mio seno sinistro che, sfuggendo dallo spesso jeans, dolcemente modellava il vestito e  faceva intravedere lo scuro della piccola aureola. Facendo finta di niente continuai nella conversazione, la cosa mi piaceva e mi eccitava. Con dei movimenti apparentemente casuali ero riuscita a scoprire entrambe i seni dalla giacchina ed ora oltre alla trasparenza i capezzoli avevano deciso di farsi notare spingendo sul tessuto. L'idea di essere guardata ma non toccata, da un estraneo mi piaceva da matti; un estraneo bello, educato e non volgare, era una situazione stupenda probabilmente in altre circostanze  avrei approfondito.

Stavo talmente bene e concentrata sulle sensazioni che non mi accorsi nemmeno dell'atterraggio.

Michele si offrì di darmi un passaggio col suo taxi ma con un po' di rammarico da una parte ma immensa felicità dall'altra, dovetti rifiutare l'invito. Ci salutammo al ritiro bagagli dove lo lasciai in attesa della sua valigia, con uno scambio di baci sulla guancia che sarebbe voluto essere certamente qualcosa di più.

Appena fuori dalle porte automatiche c'era Marco ad aspettarmi. Un abbraccio accompagnato da un bacio seguito da un'altro più passionale dichiaravano la voglia di entrambe di riunirci in un amplesso che ormai da troppo aspettava.

Velocemente giungemmo a casa e quando aprì la porta delle candele illuminavano la sala che con una grande vetrata dava su tutta la baia e la città illuminata.

Subito mi prese e mi baciò; un brivido mi percorse tutto il corpo, la borsa cadde a terra, le mie mani sul suo corpo, le sue sul mio che subito raggiunsero i glutei; il mio seno era schiacciato sul suo petto, sentivo i capezzoli duri spingere e stuzzicarsi con i movimenti. Una delle sue mani vogliose già aveva raggiunto il mio sesso. Me lo stava accarezzando  scivolando umidamente tra le mie labbra fino a violarne la vagina con due dita. Dopo tanto tempo quel solo contatto così esperto, mi avrebbe portato in fretta all'orgasmo. Cominciai a slacciargli la camicia per accarezzare quel suo petto liscio e ben definito, poi i pantaloncini lasciandoli cadere a terra mettendo a nudo quella erezione perfettamente liscia e depilata.

Mi prese il vestito e me lo sfilò dall'alto lasciandomi solo con i sandali, lo gettò sulla poltrona seguito dalla sua camicia. Nudi ancora in piedi davanti alla porta d'ingresso ci baciavamo e palpavamo ovunque. La voglia aumentava nel sentire le sue mani ovunque e il suo pene che nella mia, turgido e generoso, godeva delle mie carezze. Scesi fino a sedermi sui talloni, le gambe divaricate ed il mio sesso spalancato, con una mano portai il pene alla bocca che lentamente lo accolse baciandolo e succhiandolo. Avrei voluto fargli la sorpresa che avevo preparato in tutti quei giorni di solitudine documentandomi su internet e facendo esercizi, ma da quella posizione non ci riuscivo. Mi limitai a succhiarlo e leccarlo, accarezzandogli i testicoli con una mano. Il suo sapore mi riempiva meravigliosamente la bocca e vedere la sua espressione di goduria alla luce debole delle candele era stupendo.

Ad un certo punto mi fece alzare, mi appoggiò di schiena al muro, mi sollevò una gamba e puntando il pene in un sol colpo s'infilò in vagina. Un mio gemito risuonò nella stanza, portai le braccia intorno al suo collo e cominciò a stantuffarmi.  Dopo quel mese di astinenza sentirlo di nuovo dentro di me era stupendo.

Ancora contro il muro mentre lui mi sorreggeva dalle natiche incrociai le gambe dietro la sua schiena e così uniti ci spostammo sul divano dove si sdraiò su di me e rincominciò a stantuffarmi. Io impazzivo, mi tenevo stretta con le gambe e le braccia a lui in attesa di quell'orgasmo che iniziava a far sentire il suo arrivo. Il clitoride strusciava vibrando meravigliosamente sulla sua pelle liscia mentre la vagina era sconquassata da quelle penetrazioni sempre più decise. Ecco che repentino e violento giunse quel brivido seguito da un'esplosione di piacere immensa. Gemevo ancora in preda all'orgasmo quando sentii un getto caldo colpirmi la cervice ed invadermi il corpo. Eravamo venuti praticamente insieme esplodendo in un piacere comune. Abbracciati e ancora uniti ci baciammo per minuti prima di separarci e rivestirci per la cena.

Marco aveva preparato una buonissima cena a base di pesce, dopodiché decidemmo di uscire per bere un drink. Era mezzanotte passata ma lì la movida comincia tardi; ci sediamo ad un tavolino appena dentro il locale e ordiniamo. Il locale piano piano si riempie di gente che comincia anche a ballare; presto anche noi veniamo tirati dentro dalla musica e ci ritroviamo schiacciati in mezzo agli altri. Mi sentivo toccata ovunque da quella moltitudine quasi pressata, il vestito ormai svolazzava donando a qualche probabile curioso degli scorci interessanti. Ma davanti a me c'era il mio ragazzo che mi fissava mi accarezzava e mi baciava in quella luce così debole. Presto le sue mani birichine furono sui miei glutei, e nascosto dalla gente non si fece problemi ad osare anche di più; sentivo la sua mano tra le natiche raggiungere il mio sesso di nuovo umido e voglioso mentre la sua erezione pressava sul mio ventre. Presto mi prese per una mano e mi portò fuori dicendo"andiamo a casa".

Velocemente percorremmo la piccola darsena che ci separava dal portone di casa. In ascensore mi prese e mi baciò mentre le sue mani non davano tregua al mio sesso ormai impazzito. Ero di nuovo eccitata e lo volevo di nuovo dentro di me. I tacchi risuonavano nel lungo corridoio di marmo che portava alla porta di casa. Appena dentro mi prese il vestito e nuovamente me lo tolse; ero di nuovo solo in sandali, eccitatissima e impaziente. Lo feci cadere indietro sdraiato sul divano, lo spogliai completamente e, chinandomi a 90 dal suo fianco mi avvicinai al pene e lo presi subito in bocca. Ecco di nuovo quel suo sapore stupendo riempirmi la bocca, e incrementare il mio desiderio. Salii sul divano portando il mio sesso sulla sua bocca; un brivido si scatenò per tutto il corpo al contatto della sua lingua che sapientemente mi coccolava dal clitoride fino all'ano. Non tardi due dita umide di saliva si fecero strada nel mio posteriore scivolandovi dentro facilmente fin da subito; ero talmente eccitata che il mio corpo desiderava di essere penetrato ovunque. Il suo pene in bocca, le sue dita nel mio ano e la sua abile lingua sul mio sesso mi davano brividi continui di piacere.

Mi sentivo pronta per la mia sorpresa ed ero curiosa di quello che avrebbe provato. Indietreggiai allontanando il mio sesso dalla sua bocca e sdraiando così il pene sul suo ventre tenendo solo il glande in bocca; tirai indietro la testa di modo che il mio mento e il mio collo si appoggiassero sul suo ventre, tirai leggermente fuori la lingua sotto il glande e cominciai ad avanzare strusciando su di lui. Sentivo il pene farsi strada nella mia bocca, fino a toccare in fondo sul palato molle. Ero tesa, eccitata, e vogliosa di stupirlo. Ne vedevo ancora circa metà fuori di me; mi feci coraggio, avanzai un poco ancora, feci come per deglutire ed ecco che il glande si stava facendo strada dove mai era stato. Una sensazione molto spiacevole data dalla contrazione dei muscoli mi fermò e mi fece indietreggiare; presi fiato e rincominciai a reinserirlo. Sempre la stessa sensazione ma mi feci coraggio ed avanzai. Era fantastico, superato quel punto critico sentivo il pene infilarsi in gola riempiendomi la cavità. Incredibilmente il mio labbro inferiore arrivò alla base; lui era immobile, le dita nel mio ano immobili ed io piacevolmente stupita. Indietreggiai fino a meta, presi fiato e  poi mi rinfilai ancora, e poi ancora; dopo un po' di volte il fastidio non c'era più ed il pene scivolava liberamente fino in gola.

Con tutto il pene infilato riportai la mia vulva sulla sua bocca e cominciai a salire e scendere fino ad appoggiare le labbra alla base. Era incredibile, tutti quegli esercizi con il fallo fatti le due settimane precedenti avevano dato frutti; sentivo quel pene farsi strada nella mia gola senza alcun fastidio sempre più velocemente mentre lui nervosamente mi leccava la vulva mugolando ad ogni mio affondo.

Ad un certo punto mi fece alzare, mi portò alla finestra, mi baciò e mi fece girare verso il panorama.  "sei stupenda, mi hai fatto una bellissima sorpresa amore" mi disse sussurrando mentre sentii il glande puntare al mio ano. Ecco che un altro brivido mi percorse, lo volevo lo desideravo; cominciai a spingere indietro mentre sentivo lo sfintere dilatarsi ed il glande entrare. Un suo affondo deciso, un mio gemito lanciato dalla finestra alla città. Ero in estasi, le gambe divaricate e tese sui tacchi, lui che tenendomi per i fianchi mi penetrava fino in fondo, le luci della città che si specchiavano nel mare di fronte a me, tutto era meraviglioso. Mi tenevo con le mani al bordo inferiore della finestra e spingevo indietro le natiche per contrastare quegli affondi che diventavano sempre più decisi.

Le macchine e i pedoni passavano nella strada sotto di me e il poterli guardare mentre venivo sodomizzata dal mio compagno era una sensazione strana e piacevolmente unica.

Lo feci fermare mi staccai e mi misi in ginocchio sulla poltrona che stava accanto a me; mi appoggiai con i gomiti sullo schienale ed inarcai la schiena puntando verso l'alto il sedere. Sentii il fresco dell'aria solleticarmi lo sfintere dilatato, ma ecco di nuovo quel pene che da dietro si rinsinuava nel mio corpo. In quella posizione lo sentivo veramente tutto, scivolare dentro e fuori dal mio retto mentre le sue mani mi tenevano saldamente dai fianchi. Mi sentivo riempire piacevolmente e accompagnavo i suoi affondi spingendo verso di lui.

Mi stava sodomizzando ormai da un po' quando portò una mano a carezzare il mio sesso fradicio di umori; subito un brivido, seguito da un altro e poi un altro. Sentivo il piacere salire, il ritmo degli affondi aumentava, sempre più forte, sempre più deciso, quasi violento, proprio come piaceva a me. Ecco un altro brivido, poi i muscoli irrigidirsi ed un orgasmo esplose violento e forte. Dei gemiti rimbombarono nella stanza accompagnando quel meraviglioso orgasmo.

Il mio corpo tremolante continuò a subire quelle penetrazioni violente ancora per alcuni minuti prima che Marco mi scaricò tutto il suo caldo piacere in corpo. Si chinò su di me, mi baciò sulla schiena e sussurrando mi disse " mi hai fatto un bellissimo regalo e anch'io ne ho uno per te" e si sfilò allontanandosi.

Io mi alzai e mi misi in piedi alla finestra guardando la luna che si rispecchiava in mare. Sentivo lo sperma scivolare fuori dal mio corpo e colare su di una gamba. Ero in estasi, appagata e soddisfatta.

Tornò con un pacchettino e me lo porse. Era un bikini bianco con una mutandina a perizoma molto ridotta che si allacciava sui fianchi ed un'altra mutandina uguale verde acqua. Era bellissimo e gli dissi che l'avrei provato al mattino visto che in quel momento ero un colapasta e lo avrei sicuramente sporcato. Lo baciai e dopo un po' ci coricammo a letto nudi e abbracciati.


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