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Varie Prima Volta

Flamenco

Adoro sentire la lingua scivolare lenta sul mio labbro inferiore, costretta tra i denti, in cerca di quel sapore di te. Un istinto incondizionato per assaporare quell’istante in cui le nostre bocche si cercano. La testa ricorda ciò che il tempo ha cancellato: l’odore, così intenso da farmi chiudere gli occhi e sentirlo vivo, pulsante. Sono passate solo poche ore, sul letto è ancora impresso il disvelarsi della nostra voglia, coperto dall’effimero drappo di un nero tessuto, ho bisogno di un caffè, i piedi scalzi sfidano il freddo del marmo e arrivo in cucina. Fuori piove, è buio, amo la luce arancione dei lampioni, amo questi ciottoli bagnati, lucidi, arrotondati, lenti che deformano i riflessi scomponendoli in onde morbide. Amo questa nebbia densa e gelida che ammorbidisce i contorni degli oggetti. Gli alberi spogli, le panchine tristi e vuote, amo guardare dalla finestra a quest’ora della notte. Al buio il tatto è un alleato formidabile, tra le tante tazzine riesco a scegliere la mia preferita, bombata in vetro. Apro la bustina della capsula del caffè, inalo avida l’essenza e subito dopo la lascio scivolare nella macchinetta. Qualche goccia sulle dita che passo rapida sulle labbra. Ti intravedo dalla cucina, nel letto e la voglia di te mi rapisce. Con la tazzina in mano, faccio partire la musica, una chitarra,  che batte il quattro quarti di un flamenco, ritmo sensuale, fluido, battente. La melodia si mescola all’odore del caffè. In accordo con la musica, i piedi battono sul pavimento, le punte scivolano lungo rette linea delle mattonelle. Avanzo decisa, slanciata, sicura, nella mia maglietta, tenue velo contro il gelo che scende inesorabile. I capelli che ondeggiano, corvini, lucidi e lisci. Scivolo sul divano, le gambe sul bracciolo. Mi raggiungi, le tue mani sulle mie ginocchia, con una leggera pressione le apro, sento le dita accarezzarmi e poi dentro di me sino a cercare il piacere, che arriva veloce. Sudata e ansimante, ti faccio spazio, docile ma non remissiva. Un abbraccio mi cinge i fianchi. Mi guardi. Occhi accesi, fissi nei miei. Lo spazio tra i nostri corpi si annulla. Contatto di mondi diversi, attratti come astri celesti, separati e uniti da invisibili forze.  Devi aver sentito la musica. Fai scivolare la mia maglietta, le spalle sulla pelle del divano. Attendi, carezzando con lo sguardo le mie forme. Rido, mi guardi con quel misto di stupore e ammirazione. Poi ti fermi, ti volti, so cosa vuoi, conosco quello sguardo che fende l’aria d’attorno. La tua mano si protende, incontra la mia, lentamente mi leghi i polsi, mi tiri a te. Ora è danza.  Le nostre gambe intrecciate, la pelle nuda, volteggi, scendi vertiginoso lungo le mie cosce tese, risali seguendo la linea morbida del mio corpo. La musica incalza e noi non ci risparmiamo. M’inarchi all’indietro, mi sostieni scendendo fino a baciare le rotondità del mio seno. L’abbraccio alle spalle, contatto caldo e sensuale. I nostri fiati corti, i nostri corpi sudati e appiccicosi, i nostri cuori che pompano sangue a più non posso,  lentamente le tue mani si muovono sul collo, movimenti circolari con le dita che premono sui nervi; l'alito caldo che muove i capelli alla base della nuca. Brividi che percorrono tutta la schiena, il mio corpo reagisce al tocco, si rilassa e si eccita allo stesso tempo, tu lo senti e ti piace. La musica domina la stanza, solo il tuo respiro percepisco, un respiro lento e uno più accelerato con momenti di sospensione quando l'eccitazione si fa più forte, non resisti, la testa si perde nelle sensazioni scaturite da quelle mani che scivolano sulle spalle e tra le scapole. Fa caldo, dentro il corpo brucia, vorrebbe liberarsi e dare sfogo al desiderio che preme dalla pancia verso il basso, le tue mani che mi graffiano la pelle in movimenti frenetici, su e giù come una danza, le dita leggere come farfalle e la pelle d'oca affiora.

Un tremito.

I nostri corpi vicini, che si avvolgono come se fossero fuoco. Ma il fuoco è dentro, indomabile vuole esplodere in tutta la sua forza. Le gambe si schiudono, come un richiamo, i due corpi si avvicinano di più, cedono, le barriere emotive cadono, le tue mani ora salde sui miei seni, la tua bocca appoggiata alla spalla mi morde, lentamente ma deciso, scivoli tra le gambe dischiuse e prendi possesso di tutto, i respiri si fondono in un unico ritmo, il peso dell'uno sull'altro, ancora e ancora, un desiderio che sembra non cessare, una fame, un delirio.

Affondi i colpi sempre più con forza e precisione, danzi contorcendoti. 

Mi baci ancora, mi tocchi. Emetti un gemito, chiudi gli occhi. Sento il tuo calore avvolgermi da dentro. Non è più la trasgressione o l’eccitazione del momento a farmi godere, è il tuo corpo come una calamita per me. Non resisto che pochi minuti, in un impeto ti stringo forte fra le gambe.

Mi sento morire. Ti guardo, le nostre lingue si cercano nel buio, continui con forza in un ritmo frenetico, velocemente, sempre più, quando in un incedere incalzante di grida di piacere e dolore, ti ritrai bagnando il mio ombelico ed il seno, finché esausto ti lasci andare su di me.

Il fuoco è domato, restiamo avvinghiati fino al cedere dei sospiri sopiti ma ancora uniti.

 

Silver Rea

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