Lo chiamerò Mario, perché il suo nome è talmente particolare che scriverlo sarebbe come pubblicare la sua carta d’identità. E’ un piccolo ma affermato industriale del centro Italia e ha una quarantina d’anni portati non benissimo. Probabilmente neanche da giovane è stato un adone, e forse è per questo che si è sposato pochi anni fa. Un matrimonio d’interesse, dicono. Più che altro il matrimonio di due capitali. Mi ha confidato diverse volte che non ha mai toccato la moglie, sua coetanea, che peraltro lo tradisce spudoratamente senza problemi. Lui le rende la pariglia e di tanto in tanto mi chiama perché sa che riesco a portarlo al parossismo estremo con dei flash-back della sua infanzia, che non è stata evidentemente felice a causa probabilmente di una madre dispotica. Almeno questo mi sembra di intuire quando mi telefona e mi spiega cosa vuole da me. Lo raggiungo nel suo ufficio privato nel primo pomeriggio di una giornata uggiosa e umida. La segretaria che mi fa passare mantiene un atteggiamento professionale nonostante sappia benissimo perché sono lì. E’ stata lei a chiamarmi e passarmelo al telefono. Non posso fare a meno di chiedermi se ha mai dovuto infilarsi sotto la scrivania del capo a fare quello per il quale è diventata famosa Monica Lewinsky . Mario non è in ufficio, ma la segretaria mi dice che “posso mettermi a mio agio” e mi indica la porta di un piccolo salotto. E’ arrivato il momento di completare la preparazione del mio personaggio. Sotto l’impermeabile indosso un severo tailleur gessato, calze grigie con riga nera posteriore, scarpe nere con tacco quadrato di otto cm, foulard nero al collo, diversi anelli con pietre e camei alle mani, capelli raccolti in uno chignon e tenuti con una vecchia pettinetta d’osso. Sotto, intimo della nonna con mutande grandi bianche e canottiera ugualmente bianca di cotone che copre un reggiseno semplice e sformato. Nella borsetta a portafoglio un altro complemento che mi servirà. Completo la trasformazione con un paio di occhiali con montatura d’osso che mi danno, nel complesso, un aspetto da istitutrice astroungarica.
Devo attendere circa dieci minuti, che impiego per calarmi meglio nella parte, prima che si apra una porta mimetizzata nel mobile libreria alle spalle della scrivania ed esca Mario. Dovrei dire Mariolino, dato che indossa un paio di pantaloni corti all’inglese, calzettoni bianchi con scarpe di camoscio blu, una camicia bianca con cravatta blu e un capellino da college americano. Entra con esitazione, guardandomi di sottocchi come intimorito e tormentandosi le mani senza interruzione. “Mario!” Urlo senza preoccuparmi di chi sta fuori della porta… “ Sei stato molto cattivo! Mi ha detto la tata che ti ha scoperto ancora nello sgabuzzino che ti toccavi il pisello!”
“No mamma……non mi toccavo” inizia a frignare
“Invece si. Lo hai fatto ancora e ti dovrò punire!”
A questa affermazione un sussulto passa sul suo volto che inizia a farsi paonazzo, e mi sembra di notare una leggera protuberanza che inizia a farsi strada all’altezza della patta.
“Hai ragione mamma, mi devi punire perché sono stato cattivo”
“Vieni subito qui, Mario! Abbassati i pantaloni!”
Il suo respiro inizia a diventare ansimante mentre si avvicina fissando le mie mani che prendono dalla borsetta un sottile e resistente ramoscello di ulivastro. Con le mani tremanti si abbassa i pantaloni e gli slip mostrando una erezione che ogni volta riesce a meravigliarmi. Pare che la natura abbia ecceduto lì per bilanciare le deficienze di altre parti del corpo.
La prima frustata lo colpisce proprio sul cazzo, lasciando un segno rosso. Lui rotea gli occhi all’indietro dal dolore ma non emette alcun suono. Invece si gira e mi mostra le natiche, sulle quali lo colpisco tre o quattro volte di seguito. Inizia a mugolare e a masturbarsi poi all’improvviso si infila indice e medio della mano sinistra nel culo e si sodomizza con rabbia mentre con la destra si torce con forza il cazzo. Ho paura che prima o poi questo gli provocherà un infarto e finirò in galera, ma lui mi esorta a continuare. Altre due frustate lasciano il segno sulla pelle rugosa del culo. “Puniscimi mamma, puniscimi come la volta scorsa!”
E’ arrivato il momento di quella che lui chiama punizione ma che in effetti lo è soprattutto per me.
“Mario, vieni dalla mamma. Ti ho detto tante volte che non ti devi fare le seghe. Un ometto queste cose non le fa.”
Intanto inizio a spogliarmi fino a restare in canottiera e mutande. Lui mi osserva mentre un sottile filo di bava gli cala dall’angolo della bocca e si avvicina fino a toccarmi.
“Dai, Mario, scopa tua mamma. Questo fanno gli ometti, non le seghe” e nel frattempo mi stendo sul tappeto aprendo le gambe.
Con lo sguardo ormai allucinato dall’eccitazione mi sale sopra e mi penetra con furia. Sarebbe piacevole, se non fosse per il contesto, ma non ho il tempo di pensarci. Ad ogni colpo di reni corrisponde una frustata sulle sue natiche e i grugniti che emette non hanno più niente di umano.
“Si, Mariolino, continua così….diventa un ometto nella figa di mamma” lo esorto, anche se non è più necessario tanta è la sua furia.
“Scopo mia mamma, scopo mia mammaaaaaaaaaaaaaaaaa” Dopo una decina di colpi si svuota nella mia figa con un un sussulto e poi resta fermo come in catalessi, quasi fulminato, il respiro corto e rauco. Poi si rialza e, raccolte le sue cose, ritorna senza una parola nello stanzino.
Anche io mi dò una sistemata nel bagno privato, e quando ritorno nello studio lui è alla sua scrivania, elegante e misurato come sono abituati a conoscerlo tutti. Sembra abbia appena concluso un affare.
Mi sussura un “grazie” mentre mi allunga un assegno. Questo lo controllo, da quando ha cercato di fregarmi. Sono 600 euro, non tanti per un incesto.
“Ciao Mariolino” lo saluto uscendo
“Fottiti” mi risponde
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 2 mesi fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97605
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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