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erotic3mind255232 36 anni
Maschio
Milano, Italia
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Io e debora

Conoscevo Debora da ormai circa 10 anni. Dai tempi dell’univeristà e dei primi lavoretti ad arrotondare la paghetta per concedersi qualche sfizio in più. Il primo incontro avvenne proprio sul luogo di lavoro: un bar in zona centrale, a Milano, dove entrambi avevamo trovato impiego part-time. Ricordo il primo giorno in cui la vidi, vestita di nero con una canottiera aderente e generosamente scollata sul suo seno minuto e perfettamente arrotondato che resisteva in perfetta forma anche senza reggiseno, esaltando i capezzoli visibilmente sporgenti. E ricordo perfettamente il paio di pantaloni a vita bassa che indossava, di quelli che fanno cascare l’occhio sul pube, alla ricerca dell’ultimo centimetro di nudità che delinea il confine fra la sfrontata provocazione e l’indecenza. Ricordo anche come il padrone del bar, un uomo sulla cinquantina, non smettesse di seguire ogni suo movimento sinuoso e sensuale, fra i tavolini. Era quasi fastidioso. Anzi, personalmente non lo sopportavo proprio. Forse perché mi sentivo in qualche modo in competizione con lui, e sapevo che dalla sua aveva la sua piccola posizione di potere. Ad ogni modo sin dal primo giorno scattò in me una sorta di istinto di protezione, nei confronti di Debora che successivamente sfociò in una grande amicizia. Già… perché sebbene provassi un’enorme attrazione fisica nei suoi confronti, lei aveva altri ragazzi che le piacevano e io divenni presto il suo migliore amico. Lei sapeva che mi piaceva, glie lo avevo fatto capire molto chiaramente almeno in un paio di circostanze, ma la nostra intesa era così buona che riuscimmo entrambi ad accettare il fatto che lei mi piacesse, ma che da un punto di vista sessuale non ci sarebbero stati sviluppi.
Dopo anni di amicizia e frequentazione avevo ormai scalzato quel chiodo fisso che nei primi tempi era invece ben piantato nella mia zona erogena. Anche se certe volte non potevo fare a meno di notare quanto fosse sensuale e involontariamente provocante. Debora fa un movimento ricorrente, mentre chiacchiera in serenità, che personalmente mi fa impazzire: si aggiusta il seno nel vestito con un movimento rapido ma decisamente sensuale; mette una mano sul fianco di una tetta, come a comprimerla leggermente verso l’altra, e con l’altra mano fa scorrere un dito lungo il profilo del seno libero, dall’ascella fino quasi alla punta. E’ un movimento innocente, ma vedere le sue mani sui propri seni, quasi a massaggiarli, muoversi con la sensualità che sa trasmettere ad ogni movenza è qualcosa di spettacolare, credetemi.
Continuavamo a frequentarci anche quando c’era qualche relazione in ballo. Anzi, in un’occasione mi prestò la macchina, una sera che la mia era dal meccanico, per uscire con Claudia, una sua amica dalla fama piuttosto vogliosa e che in effetti non perse tempo nell’affondare la sua faccia tra le mie gambe, nell’immediato dopo discoteca. Il giorno seguente riportai la macchina a Debora nel primo pomeriggio, ringraziandola moltissimo. Lei mi guardò sorridendo, chiedendomi come fosse andata la serata. Risposi che era andata abbastanza bene e che ci eravamo divertiti: non mi andava di dirle che Claudia mi aveva spompinato selvaggiamente sul sedile della sua auto ! Ma Debora rispose prontamente: “Si, si… so tutto… Claudia mi ha raccontato…”. Mi imbarazzai un po’, restando in silenzio. Fu Debora a dare il colpo di grazia aggiungendo: “del pompino con ingoio nel parcheggio, anche!”. Come avrete certamente capito, Debora non aveva problemi a parlare apertamente di sesso. Poi prosegui: “No ma tranquillo, guarda che mica mi ha dato fastidio: conosco Claudia molto bene, e ti ho prestato la macchina sapendo che quasi certamente avreste finito per combinarci dentro qualcosa. Basta che non me l’avete sporcata e per il resto non mi da alcun fastidio”.
Il vantaggio di avere una grande amica, è che se è vero che con lei non ci combinerai mai nulla, d’altro canto ti presenta le sue amiche. A quell’età ogni mese conoscevamo nuove persone e io non mancavo di presentare ragazzi a lei, come lei di spendere qualche buona parola per me, presso le sue nuove conoscenze femminili. Fu così che dopo Claudia, con la quale non durò che lo spazio di un weekend, conobbi Valeria una trentacinquenne di 8 anni più grande di me che mi utilizzò come vero e proprio giocattolo sessuale. E poi Rossana, la prima donna che conobbi a preferire la penetrazione anale a quella vaginale; voleva sempre prenderlo da dietro o prima o dopo averlo preso in fica. Frequentai Rossana per circa un mesetto, e devo dire che ancora oggi, per certi versi la rimpiango. Aveva un culetto molto, molto sensuale. In effetti a vederla camminare, da dietro, la prima fantasia che facevi era proprio quella di scoparla lì. Era una vera amante della penetrazione e del coito anale. Quando si sedeva su di me, e iniziava a muoversi sul mio uccello, infilandoselo da sola nel culo, agitando dolcemente le anche, stringendo sapientemente le chiappe con ritmo e intensità crescenti, sembrava quasi che mi stesse facendo un pompino! Era davvero capace di fare autentici pompini con il culo ! Non so bene come riuscisse a trasmettere certe sensazioni, ma quando sentivo l’eccitazione montare, il pene pulsare a mille e il suo culo che me lo massaggiava ingoiandolo fino allo scroto, mi mettevo a gridare ansimando di piacere, mordendole la schiena e strizzandole le tette con mani. Le venivo dentro, inondandola del mio sperma, e lei continuava ad agitarsi anche dopo essere a sua volta venuta. Solo dopo il suo secondo orgasmo consecutivo, che per mia fortuna era molto ravvicinato al primo, lei si accasciava fra le mie gambe, rilasciando la preda esausta e fradicia del proprio seme, ancora turgida e nodosa. Tornando a Debora, comunque, nel corso degli anni, ero finito a letto con metà delle sue amiche e lei praticamente con tutti i miei amici. A volte mi stupiva, quando mi raccontava di scopate selvagge con alcuni miei amici anche piuttosto bruttini. Ora, non che io sia esattamente un fotomodello, anzi, però sono senz’altro meglio di almeno mezza dozzina di alcuni che si sono divertiti assieme a lei. Lei, Debora, comunque ha una teoria riguardo agli uomini bruttini. Sostiene che qualche volta vale la pena sedurre il bruttino, perché a letto “ti spacca in due”. Dice che comunque va selezionato, per non rischiare di finire a letto con uno che viene dopo 3 secondi che tocca un paio di tette o che si emoziona al punto da non farselo neppure rizzare. Ma le scopate più folli, mi racconta, le ha fatte con bruttini navigati. Beati loro, mi veniva da pensare !
In effetti, c’è da capirli. Immaginate un ragazzo che ha fatto le sue esperienze sessuali, certo anche scopando con una certa regolarità, ma che per via del suo aspetto fisico è sempre stato con ragazze timide, dimesse, bruttine o semplicemente né belle né brutte o solo carine.
Ecco: poi immaginate cosa possa fare quando gli si presenta l’occasione della vita ed è la gran figa che lo ha sedotto, facendogliela annusare, sentirla sempre più vicina anche se ancora inarrivabile, e poi senza preavviso, quando tutto sembra svanire come al solito… zac ! farsi trovare nuda nel letto chiedendo di unirsi a lei ! Ecco, questa era la sua tecnica per far impazzire a letto l’uomo bruttino: creargli la situazione da sogno erotico e farlo ritrovare inaspettato protagonista. Pare che funzionasse. Mi ha raccontato che Luca, uno del mio giro di amicizie di qualche anno fa, è venuto 5 volte nel corso della notte ! Scoparono per 4 ore di fila restando in un costante clima di eccitazione e trasgressione, giocando con il gel, il cazzo di gomma di Debora, e ovviamente con i loro corpi che hanno esplorato, mi ha detto vicendevolmente, ogni anfratto, ogni piega… ogni buco.
A Debora piace penetrare l’ano del partner con le proprie dita, mentre lo prende fra le gambe, e a sua volta viene massaggiata e penetrata fra le chiappe, con le dita. Me lo ha confessato proprio quando mi raccontava che di solito solo con i bruttini riesce a penetrargli il culo senza che loro si scompongano più di tanto. Forse per l’eccitazione incredibile, forse per il timore di rovinare la situazione, forse per la voglia di provare tutto in quella notte.
Quando Debora finisce a parlare di queste cose, mi eccito a tal punto che sento il cazzo che inizia a inturgidirsi nelle mutande…ma mi sono sempre trattenuto, perché so che lei è fatta così e non ha alcuna intenzione, in realtà, di fare sesso con me.
Ecco, questa è Debora, e questo sono io. Due vite vissute vicino sotto ogni aspetto, anche quello sessuale attraverso le nostre reciproche confidenze, ma senza che sia mai stato permesso il contatto.
Tempo fa sono andato a casa sua per cenare con alcuni amici. Mi sono presentato alle otto in punto, con una buona bottiglia di vino. Mi ha aperto la porta un amico in comune e una volta tutti a tavola, la serata è proseguita lungo un binario piuttosto pruriginoso. Debora era vestita in modo davvero molto provocante, un top bianco aderentissimo di tessuto sintetico, palesemente indossato senza reggiseno, una minigonna nera che incoraggiava gli sguardi curiosi e un paio di stivali col tacco perfettamente abbracciati fin sopra il ginocchio. Ero elettrizzato anche io, dal suo abbigliamento. La cena proseguì finendo a parlare di sesso, ridendo sulle situazioni più assurde o imbarazzanti che ciascuno di noi aveva vissuto. Monica raccontò di quando i suoi genitori l’avevano beccata per caso, rincasando con largo anticipo, mentre era lanciata in una 69 con il suo ragazzo sul divano nell’ingresso-soggiorno. Il fatto è che siccome era notte (sarebbero dovuti rientrare la mattina seguente), i suoi entrarono piano, e né Monica né Fabrizio si accorsero della loro presenza, continuando ad ansimare e agitarsi, fino a che i genitori non richiusero sonoramente la porta di ingresso alle proprie spalle… Oggi Fabrizio, che evidentemente ha superato alla grande quel terribile imbarazzo, è diventato suo marito !
La serata proseguì fino a tardi, come al solito, e poi ci salutammo tutti per andare a casa. Io però avevo passato la serata ad ammirare Debora, e anche se sapevo che non sarebbe servito a nulla, feci in modo di andar via per ultimo. Con la scusa di aiutarla a risistemare casa, restai con lei da solo.
Avevamo appena finito di parlare di sesso, seppur scherzandoci un po’ su, e Debora aveva i capezzoli vistosamente turgidi che sembravano voler bucare il sottilissimo tessuto del suo top. Le aureole dei capezzoli, scure e definite erano a loro volta perfettamente disegnate e molto più che intuibili. Lei era leggermente sudata, e la cosa mi trasmetteva una sorta di eccitazione che si stava lentamente impadronendo di me. Le sue gambe lunghe e affusolate, con quegli stivali da regina del sesso e quella minigonna striminzita, erano un invito ad essere ammirate. Cosa che non mi trattenni dal fare. La squadrai dai capelli fino ai piedi, indugiando sui suoi occhi che mi guardavano stupiti, incuriositi, sulle sue labbra socchiuse in un’espressione di incerta timidezza, sul suo seno, sulla minigonna e sulle gambe. La guardai fino a metterla in imbarazzo, proprio lei ! E come movimento condizionato si sistemò il seno con quella mossetta così sexy di cui vi dicevo… mi sentii avvampare di eccitazione, e trovai il coraggio o forse il sufficiente abbandono all’emozione, da proseguire nel mio tentativo di seduzione.
Lei Arrossì, e io attaccai: “Beh, ti guardo perché questa sera sei davvero da ammirare. Sei sexy, e ammetto che se non ci conoscessimo da tanti anni, questa sera non so cosa finirei col fare con te.”.
Lei restò in silenzio, guardandomi. Poi si sedette sul divano continuando a fissarmi. Ma il suo sguardo era cambiato. Sembrava più deciso, più serio. Poi disse: “E’ strano vero? Più due persone si conoscono, sono amiche, e più si ha la percezione che il sesso debba restarne fuori. Più desideriamo che l’amicizia si rafforzi, più cerchiamo di tenere lontani pensieri e voglie. Perché ?”
In effetti era una bella domanda, ma in quel momento non avevo voglia di fare filosofia… e forse lei cercava solo una scusa mentale per lasciarsi andare, per superare il blocco psicologico rappresentato dal fatto che io fossi un amico di lunga data. Così le risposi: “Non lo so Debora, ma so per certo che la nostra amicizia è qualcosa di speciale, e che siamo tutti e due consapevoli che quello che stiamo per fare è solo un gioco, un divertimento, un piacere che vogliamo condividere. Sì da amici, come amici…”
Dissi proprio: “quello che stiamo per fare…” perché ormai davo per scontato che lì saremmo finiti. A fare sesso, a scopare sul pavimento, sul tavolo, sul divano o chissà dove e in quale modo, godendo dove ci avrebbe portato l’eccitazione e la curiosità irrefrenabile di scoprire i nostri corpi, le nostre voglie i nostri desideri sessuali più intimi, condividendoli con l’altro.
Debora restò ancora in silenzio per qualche istante. Io mi avvicinai e mi sedetti al suo fianco. L’abbracciai e la sentii fremere sotto le mia dita. Le misi una mano all’interno della coscia guardandola negli occhi, e facendola risalire fino a sotto la minigonna. Il calore del suo corpo e quello della mia mano sembravano quasi poterci scottare. Ansimò chiudendo gli occhi e abbandonandosi all’istinto del piacere e della trasgressione. La baciai, finalmente. Dopo anni di voglie inconfessate e scacciate mai troppo lontano, dopo anni di sottile erotismo coltivato fra noi e mai ammesso, almeno fino a questo momento. Poi mi staccai da lei, alzandomi dal divano, per ammirarla con nuovi occhi. Volevo vederla nuovamente vestita con quegli abiti sensuali e succinti, consapevole che fra poco l’avrei posseduta, sarebbe stata finalmente la mia femmina !
Si alzò anche lei, guardandomi prima negli occhi e poi giù giù fino al mio pacco fin troppo evidentemente rigonfio. Si mise ad improvvisare una danza ritmata coi fianchi, con i seni che ballavano deliziosamente seguendone il ritmo. Presi del ghiaccio dal porta champagne, e lo misi in bocca, poi la baciai sdraiandola sul tappeto e scambiandoci ripetutamente il ghiacciolo e poi scendendo sulle sue tette ancora vestite del top bianco. Lasciai sbrodolare un po’ di acqua ghiacciata sui suoi seni, che divennero ancor più turgidi sotto i colpi della mia lingua attraverso il tessuto ormai praticamente trasparente.
Mi sollevai per godermi lo spettacolo, e poi iniziai a leccarle il collo facendola gemere di eccitazione. Sentivo il sapore della sua pelle in bocca, e avrei voluto sentirlo dappertutto, volevo leccarla, penetrarla, palparla e persino insultarla in un delirio di eccitazione che ormai si era impadronito del mio corpo. Non mi trattenni più e cominciai a parlare: “sei una porca, una troia… la mia amica porca !” intanto la mia mano era scivolata dietro le chiappe a le mie dita avevano iniziato a massaggiarle l’ano con fare ingordo e irriverente, e lei gradì replicando: “sì Stefano ahhh… si…. sono la tua maiala, la tua troia vogliosa… ho provato i cazzi di tutti i tuoi amici, e mi grondava la fica a pensare al tuo… quanto ho aspettato questo momento, cazzo ! scopami, scopami, cazzo !!”
Le sollevai la minigonna, scostandole il tanga minuscolo che indossava, poi mi misi in ginocchio e sollevandole il bacino mi sbottonai i pantaloni. Il mio membro usciva fiero e duro come un bastone dai pantaloni. Dritto, lucido, venoso. Le presi le chiappe fra le mani e gli strusciai il cazzo fra le grandi labbra della sua fighetta perfettamente depilata e inondata dei suoi umori. Sentì il cazzo scivolare senza alcuna resistenza fino al buco e dunque lo spinsi senza indugiare tutto fino in fondo, fino alle palle. Iniziai letteralmente a sbatterla da dietro. I colpi del mio bacino erano scanditi dal rumore della nostra carne che si baciava e si scontrava. Sentivo le palle sbattere contro la sua parte intima e la cosa mi eccitava oltre il limite della sopportazione. Sentivo crescere in me una voglia fuori dal normale, oltre tutto quello che avevo fino a quel momento provato. Le davo colpi di cazzo vigorosi, che la facevano spostare tutta… ansimava ad ogni colpo: “Ah !… Ah!… Ah!… Ah!” quasi come un automa. Andai avanti non so per quanto, pensando di venire da un momento all’altro, ma resistetti. Lei venne la prima volta spruzzando liquidi vaginali sul mio scroto e a quel punto presi a scoparla gridando il mio godimento: “Si… Debora Siiii….. voglio scoparti dappertutto, ti voglio, ti voglio….!!!”. Ci volle ancora poco e il mio uccello si scatenò in una sborrata che le inondò tutta la fica, colando ovunque. Lo tirai fuori solo dopo aver goduto fino all’ultima goccia, e lei si avventò subito sul pene ormai stanco ripulendolo vogliosamente di tutto lo sperma e i suoi umori vaginali.
Lo fece con tale sensualità da farmi avere subito un secondo brevissimo orgasmo. Mi stupii perché non mi era mai successa una cosa del genere! Come una specie di orgasmo multiplo, suppongo.
La cosa fu particolarmente strana perché dopo appena 5 o 6 minuti mi era tornata voglia. Così mentre le leccavo la fica per tenerla su di giri aspettando di riprendermi, le presi una mano e glie la appoggiai sul mio membro che stava nuovamente inturgidendosi completamente per farle sentire che ero di nuovo pronto. La cosa la eccitò notevolmente: “Ora voglio godere nel culo !” disse mettendosi una mano su una chiappa. Aspetta, risposi… mi alzai mentre lei iniziava a masturbarsi il clitoride, e presi una bottiglia di birra vuota dal tavolo. Debora spalancò gli occhi di voglia bramosa, capendo subito cosa avevo intenzione di fare: presi a strusciargliela fra le chiappe e poi iniziai delicatamente a inserirla nell’ano spingendo sempre con più vigore, fino a farla entrare praticamente per metà… A quel punto lei iniziò a gattonare strusciandosi voluttuosamente sul tappeto, per sentire la bottiglia muoversi là dietro. Iniziò a gattonare verso la sua camera da letto, e io la seguii cercando di capire cosa avesse in mente di fare.
Arrivò fino al comodino e aprì l’anta tirando fuori un enorme cazzo di gomma. Salì sul letto con la bottiglia di birra ancora fra le chiappe e si infilò il gigantesco cazzo nella figa. Poi schiacciò il bottone e il cazzo iniziò a vibrare potentemente fra le sue cosce. Era tornata a gridare di piacere, e io la stavo guardando negli occhi mentre mi mise la mia mano sul mio cazzo e iniziò a farmi masturbare. Capii subito cosa voleva, e così mi misi in ginocchio a masturbarmi mentre lei a sua volta si masturbava l’ano con la bottiglia, la fica con il vibratore e il clitoride con le dita…
“Ti piace vedere che la gente si masturba guardandoti eh? Bella porca !! sei proprio una porca vogliosa !!” – “si, masturbati e dimmi cosa mi farai dopo ! dimmi cosa ti viene voglia di farmi a guardarmi mentre ti masturbi !!”
Così mentre ci stavamo masturbando guardandoci l’un l’altro iniziai: “ora mi voglio godere te che ti masturbi in tutti i buchi, e poi quando inizierai ad ansimare ancora di più ti metterò il mio cazzo in bocca per fartelo succhiare come un’attricetta porno che si esibisce per il suo uomo… “. Quando dissi quelle parole, Deborà salì vistosamente di eccitazione: il paragone con l’attricetta porno la eccitò parecchio… visto che si alzò e prese il suo cellulare e iniziò a riprendere dapprima le sue dita sul clitoride e poi io che mi menavo l’uccello in modo sempre più vigoroso. Poi non soddisfatta si sporse leggermente dal letto e prese dall’armadio una videocamera !!
“Sì bene, brava la mia porno diva ! continua a masturbarti ! “ e iniziai a filmarla mentre cominciava davvero a godere come una porno diva… “e poi te lo metto in bocca e me lo succhierai… mi leccherai le palle e ingoierai avidamente finalmente il mio uccello che hai sempre voluto assaggiare…”. Lei rispose “Sì, dammi il tuo cazzo, lo voglio, dammelo in bocca, voglio sentire il tuo cazzo !!” e così mi avvicinai mentre riprendevo tutto, e le spinsi il membro in bocca mentre lei continuava a masturbarsi con il vibratore, la bottiglia nel culo e le dita…
Iniziai a scoparla in bocca con movimenti lenti e regolari, lasciando alla sua iniziativa la possibilità di spompinare con maggior foga. Man mano che montava il godimento dentro di lei, succhiava con sempre maggior foga e avidità. Iniziò a succhiare il palo come in un film porno, e in effetti era quello che stavamo facendo, visto che io stavo riprendendo tutto con la sua videocamera!
Mi abbracciò dal sedere, spingendo fino in fondo alla gola il mio uccello gonfio oltre l’immaginabile, stavo godendo come un maiale e ansimavo in modo sempre più gutturale. Lei gemeva e si dimenava fra le gambe in modo sempre più scoordinato. Le presi allora una mano e glie la infilai fra le mie chiappe, spingendola sull’ano. Sapevo che le piaceva penetrare l’ano del suo uomo con le sue dita, durante l’amplesso, e sapevo che non lo aveva ancora fatto solo per timore di un mio rifiuto. Ma in quel momento volevo solo che godesse come mai prima, senza ritegno, senza la minima inibizione… non era una cosa che mi piaceva particolarmente, sentire le sue dita nel culo, ma l’idea che a lei facesse impazzire, mi face pulsare l’uccello stretto fra le sue labbra!
Ad un certo punto venne di nuovo, gemendo col mio cazzo in gola e agitando il bacino alla ricerca del completo godimento anale e vaginale. Allora le tolsi il cazzo di bocca e la bottiglia dal culo. Lei aveva spento il cazzone di gomma, lasciandolo però ancora dentro.
Mi guardò con due occhi vogliosi che invitavano a sborrarle in faccia e così ripresi a masturbarmi mentre lei mi si avvicinò per osservami da vicino e leccare fugacemente le palle mentre me lo menavo a pochi centimetri dal suo viso. La porcellina godeva veramente nel vedere la gente che si masturbava al suo cospetto. Aprì la bocca aspettando ingorda… venni nuovamente, non copiosamente quanto prima, ma abbastanza da coprirle la faccia di liquido. Ero così eccitato che anche dopo essere venuto, avevo ancora voglia di farla godere. Ma adesso lui aveva proprio bisogno di un po’ di riposo. E anche lei… Ci stendemmo sul letto per qualche minuto in silenzio, godendoci il momento. Poi ripresi ad accarezzarmi delicatamente il pene, guardandola. Non mi stavo esattamente masturbando, ma lei capì che cercavo ispirazione nel suo corpo, nelle sue forme. E la cosa ovviamente la eccitava.
Riprendemmo allora dopo un buona pausa ristoratrice, e venimmo nuovamente masturbandoci a vicenda. Poi cademmo addormentati in un sonno profondo. L’indomani fu il primo giorno di un nuovo rapporto di amicizia che si era finalmente evoluto, espanso anche alla sfera dei sensi. Vivemmo e viviamo tutt’ora un rapporto di profonda amicizia, ma senza le stupide inibizioni riguardo al sesso. Ci vediamo anche dieci volte senza finire a letto, in altri periodi invece non possiamo farne a meno. Come se fosse un gioco o un passatempo come tutti gli altri. Ciascuno conducendo la sua vita sessuale e sentimentale con i rispettivi partner. Per un certo periodo smettemmo di fare sesso perché il suo uomo prima, e la mia donna dopo, non avrebbero gradito. Altre volte, invece, siamo finiti a scopare in quattro tutti insieme condividendo il sesso come una situazione aperta e piacevole per tutti. Io penso che l’intimità e l’unicità di un rapporto con il proprio compagno o la propria compagna non possa e non debba essere rappresentato dal sesso. Il sesso è qualcosa di divertente, allegro, fantasioso; e che spesso può essere incredibilmente più divertente quando fatto in gruppo. Certo, ha anche connotazioni più intime e serie con il proprio partner. Esattamente però come il piacere di dialogare, di cenare o di fare qualsiasi altra cosa insieme. E così lo viviamo io e Debora.

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